Amore divino (DA RISCRIVERE)

di pokepony10
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nei capitoli precedenti... ***
Capitolo 2: *** Orion ***
Capitolo 3: *** Le origini delle costellazioni ***
Capitolo 4: *** Il rapimento dell'aquila ***
Capitolo 5: *** La prova del Sagittario ***
Capitolo 6: *** La stella mancante ***
Capitolo 7: *** Il Fus Ro Dah caprino ***
Capitolo 8: *** il risvegio del Tifone ***
Capitolo 9: *** un duo vincente ***
Capitolo 10: *** alex... torna da me... ***
Capitolo 11: *** le cicatrici dei mortali ***
Capitolo 12: *** scontro gemellare ***
Capitolo 13: *** un volto conosciuto ***
Capitolo 14: *** nuove catene ***
Capitolo 15: *** il destino in una notte ***
Capitolo 16: *** come un buco in petto ***
Capitolo 17: *** dal fondo del mare ***
Capitolo 18: *** l'incontro tra la notte e l'oscurità ***
Capitolo 19: *** oltre la porta di fuoco ***
Capitolo 20: *** non è stata colpa tua ***
Capitolo 21: *** tra laghi ghiacciati e vortici di fuoco ***
Capitolo 22: *** sbobba, catene e cent'anni di galera ***
Capitolo 23: *** il nido della morte ***
Capitolo 24: *** dimenticare per non perdonare ***
Capitolo 25: *** l'inizio della fuga ***
Capitolo 26: *** una zattera di ghiaccio ***
Capitolo 27: *** un patto con la morte ***



Capitolo 1
*** Nei capitoli precedenti... ***


POV ALEXEY
 
Era il primo giorno del mio ultimo anno di liceo.
 
Tutti dicono che anni come quello sono indimenticabili, ma non mi sarei mai potuto aspettare tutto ciò che dal primo giorno sarebbe accaduto.
 
In tutto gli anni di superiori ero stato perseguitato, se non bullizzato da una ragazza dal carattere piuttosto particolare.
 
Morte Bianca, questo nome sembra riferirsi ad un suo potere, pare che alle medie avesse ucciso una ragazza e che il suo cadavere non fu più ritrovato.
 
La mia fortuna fu che però nel primo giorno di scuola incontrai lei, doppia p, la ragazza perfetta, bella, intelligente, simpatica, e che soprattutto mi amava davvero.
 
Sembrava tutto perfetto, Morte Bianca aveva smesso di torturarmi mentre doppia p divenne persino la mia ragazza, ma a quanto pare non era destino tutta quella gioia.
 
In una settimana se non di meno tutto ciò che ero io, tutto ciò che erano loro venne stravolto da un dono che ebbi in passato.
 
Attraverso un libro donatomi da mia nonna scoprì una vecchia leggenda sulla creazione della prima dea:
 
"la leggenda della stella d'argento” Di questa leggenda si sa ben poco. Si parla di una collana da un enorme potere, tanto grande che poteva comandare la mente umana e controllare il mondo che circonda il proprietario della collana stessa.
Si pensa che questo gioiello fu forgiato dagli dei per creare la donna perfetta, la prima dea dell'olimpo.
Nel ciondolo furono riportati tutte le caratteristiche di un essere umano.
In esso vi erano incastonate 6 pietre preziose:
-Rubino, del rosso più intenso mai visto, rappresentava la vitalità, grazie a questa la dea poteva vivere;
-Topazio, venne scelto il colore più prezioso, il giallo, donava alla dea la felicità;
-Smeraldo, dal verde più splendente capace di ricordare lo splendore degli immensi prati della terra, donava alla dea il vero amore e la capacità di provare emozioni nei confronti degli esseri viventi;
-Zaffiro, dal colore del celo notturno, al suo interno si poteva persino ammirare un riflesso a forma di stella, la pietra donava alla dea la saggezza;
-Ametista, dal colore delle viole della terra, donava alla dea la fiducia e la bellezza.
L'ultima non si seppe mai quale fu, per ciò si crede che non sia mai stata aggiunta.
 
Nel ciondolo vennero inserite le pietre che insieme creavano tutte le sfumature di colori oggi conosciute.
 
L'unione delle pietre sprigionò un calore altissimo che esplose creando una grande luce dalla quale uscì una bellissima fanciulla mutaforma; la dea, agli occhi della persona che sceglieva, diveniva la donna perfetta.
 
Le pietre erano in grado di mutare il suo aspetto e il suo carattere, ma le donavano anche immensi poteri.
Il potere del ciondolo fu quindi ritenuto pericoloso e fu sigillato da una maledizione.
 
La dea fu ridotta in schiavitù e legata ad una catena attraverso un collare con 5 punte.
 
La leggenda vuole che la dea non si sarebbe mai più avvicinata al ciondolo finché non sarebbe stata pronta a morire per averlo.
 
Gli umani si nutrivano del potere della ragazza che veniva risucchiato attraverso il collare, e la sua estrema generosità la portò ad essere sfruttata fino allo sfinimento.
Secondo la storia la dea morì in una notte di tempesta e il suo spiritò si rincarnò in un umana, la bambina prescelta però, riuscì ad incanalare dentro di se solo metà dello spirito, mentre l'altra parte scelse di vagare per la terra e ritrovare la collana.
La bambina fu perseguitata dagli dei e a lei fu messo fin dalla nascita il collare della dea orami defunta.
 
Si pensa che solo nel momento in cui le due metà decideranno di loro spontanea volontà di morire la collana tornerà ad essere intera e riporterà la pace sulla terra".
 
Insieme a Morte Bianca analizzammo la leggenda e tutti i risultati portavano a doppia p.
Non volevo crederci, ma era la verità, o forse era vero in parte.
Scoprì che anche morte bianca aveva una metà di dea e che insieme a doppia p creavano la prima dea originale.
Ho assistito allo scontro finale delle due, ma rimasi vittima del duello per aver preso le difese della persona che amavo.
Passai poi un periodo in coma per poi risvegliarmi tra le attenzioni di Shans.
Ella è la prima dea, l'unione dell'anima di doppia p e Morte Bianca.
Al mio risveglio dal coma, il mio stato psicologico era ancora instabile tanto da portarmi al suicidio, ma Shans con uno dei suoi poteri legò la sua anima alla mia dandomi vita di nuovo.
A lei si era aggregato in precedenza un personaggio che sinceramente detesto, Ombra, un cane mutaforma, probabilmente il migliore amico di Shans.
Tra noi tre fu stretto un patto, umani dei e ombre avrebbero lottato per la pace nel mondo, quello fu l'inizio di una nuova avventura che mi avrebbe portato, forse, ad apprezzare di più la mia nuova vita.

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Capitolo 2
*** Orion ***


POV Shans
 
Dopo che ridiedi la vita ad Alexey con i pochi poteri rimasti lui per fortuna riuscì ad assorbirne non solo la vita ma anche il potere del fuoco.
 
Quando Alexey si suicidò si lanciò dal tetto di un palazzo dritto dritto nella voragine causata da un terremoto, da quella voragine fuoriuscì un enorme scorpione al quale per fortuna riuscimmo a sfuggire.
 
-ben venuto nel nostro covo- dissi facendo cenno ad Alexey di entrare -non fare complimenti, non è che sei un ospite poco gradito- disse Ombra sarcastico entrando in casa.
 
Misi a tavola due piatti di dolci salati e invitai Alexey a mangiare, ma nulla -cosa ti turba ammasso di carne?- chiese ombra rubandogli del cibo dal piatto  -non proprio, Ombra prenditi anche tutto il piatto, non ho fame-  disse abbassando il capo  -cosa succede?-  chiesi preoccupata  -nulla, è che è tutto così strano, non riesco a credere di essere stato la causa di una catastrofe per l'umanità e bhe… che tu sia doppia p; tra me e lei c'era un rapporto così bello, io la amavo davvero e ora non la potrò più rivedere-  -mi dispiace alex… ma non temere si risolverà tutto-  dissi con un sorriso  -certo, si risolverà tutto, basta che non combini altri guai e che stai lontano da Shans, per il resto va tutto bene-  disse Ombra fulminandolo con lo sguardo.
 
Alexey era cupo in volto, silenzioso e probabilmente anche stanco.
 
Si era velocemente fatta notte, anche se erano le 5 di pomeriggio  -Alexey, c'è un letto nella stanza accanto, noto che sei stanco quindi vai pure a dormire, io e Ombra torneremo presto non preoccuparti- gli dissi uscendo  -v… va bene-  mi rispose strascinandosi le gambe fino alla stanza da me indicata.
 
Io e Ombra ci avviammo sulla cima di una collina non molto distante dal rifugio, sarebbe stato il nostro punto di osservazione.
 
Mentre attraversavamo un boschetto sentì dietro di noi dei passi, ma non ci feci troppo caso, seguì tranquillamente Ombra che con un machete si faceva strada tra l'alta era e cespugli di spine.
 
Era proprio coraggioso in quei momenti, sempre pronto a difendermi e sempre pronto a mettersi in gioco, era esattamente il contrario di Alexey.
 
Pensare a loro due messi a confronto mi scappò una risatina -vedo che sei felice mia dea- disse Ombra -niente di particolare, pensavo ad Alexey- risposi -beata te che ti fa ridere la sua compagnia, a me dà solamente sui nervi- rispose un po’ seccato dell'argomento -non ho mai capito il perché sai?- gli dissi fermandomi di scatto a ragionare -non è un individuo utile, se non si fosse stato fermo 5 anni fa forse ora non saremmo qui a litigare con delle schifosissime piante in un bosco dimenticato da Dio- concluse accelerando il passo come per scapare dall'argomento –aspettami!!- urlai raggiungendolo sulla cima del colle.
 
Preparammo il terreno per il treppiedi del telescopio e lo piazzammo puntato verso il celo stellato, Ombra poi cacciò dallo zaino un enorme libro dalla copertina di pelle marrone con dei disegni a rilievo di ferro annerito col tempo, a chiudere il libro c'erano due laccetti di cuoio annodati con un fiocco.
 
Mi avviai al telescopio quando sentì nuovamente dei passi nella foresta -non avrei mai immaginato che saresti arrivato sano e salvo fino a qui- disse Ombra guardando le frasche -neanche io avrei mai immaginato che avrei rinunciato a del riposo per seguire due folli come voi- disse Alexey uscendo dall'ombra delle piante -visto che sei qui, prendi e leggi ciò che shans ti chiede di leggere, mi raccomando non perderti in pensieri, cerca proprio di non pensare a nulla, concentrati e leggi ciò che ti dice lei capito?- disse Ombra porgendogli il libro -si si, non sono nato ieri, so leggere- disse infastidito il ragazzo, io sorrisi nel vedere quella scena poi dopo un cenno di ombra mi misi all'osservazione delle stelle.
 
Per prima cosa mi concentrai sulla costellazione dello scorpione, che come mi aspettavo non trovai, passai quindi a quella di Orione, ma sembrava quasi non esserci, doveva risvegliarsi  -Alexey, mi serve Orione- dissi mentre il ragazzo iniziò a sfogliare le pagine alla ricerca di Orione. -"un giorno, Giove, Nettuno e Mercurio, si aggiravano per le campagne della Beozia. Al tramonto, essi incontrarono il contadino Ireo che offrì loro ospitalità nella sua capanna. Gli Dei vollero inizialmente mantenere l'anonimato per vedere come quel contadino li avrebbe trattati. Ireo versò da bere e portò loro quanto aveva di meglio da offrire. Gli Dei, vedendo la sua grande ospitalità nonostante la povertà in cui versava, si fecero riconoscere ed Ireo impallidì. Ma dopo essersi ripreso, per onorarli della loro presenza, corse fuori la capanna e immolò un toro per i suoi ospiti. Giove volle ricompensare il contadino dicendo che avrebbe soddisfatto qualsiasi suo desiderio. Ireo allora chiese agli Dei di poter avere un figlio senza la necessità di doversi risposare, avendo promesso a sua moglie morta da poco, che non avrebbe preso in moglie alcun'altra donna. Giove gli ordinò, quindi, di portare la pelle del toro immolato e insieme a Nettuno e Mercurio, sparsero la loro orina su essa e la piegarono, ordinando al contadino di seppellirla nell'orto e di ritirarla dopo nove mesi. Ireo ubbidì e dopo nove mesi, dissotterrata la pelle, vi trovò avvolto un bambino che allevò come suo figlio e al quale diede il nome di Orion, da urina, successivamente divenne Orione"- lesse Alexey.
 
Io e Ombra ci guardammo in faccia capendoci all'istante mentre Alexey maneggiava ancora con il vecchio libro con sul volto uno sguardo sconcertato e disgustato dalla scoperta. Stavamo per andarcene quando però una forte esplosione ci scaraventò lontano, colpì con la testa un albero e senza accorgermene persi lentamente I sensi.

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Capitolo 3
*** Le origini delle costellazioni ***


POV Alexey
Il mondo nel quale mi ero risvegliato era una catastrofe, ed era tutta colpa mia. non c'era nessuno che camminava per le strade solo le voci mie di shans e ombra si sentivano. Presto cadde il buio e fui invitato a riposare, ma la curiosità era troppa e decisi quindi di seguire shans e ombra nella loro impresa. Venni scoperto e fui quindi costretto a leggere ciò che shans mi chiedeva. Mi chiese di cercare la costellazione di orione, probabbilmente era quella che guardava dal grande telescopio che avevano sistemato lei e ombra. Lessi la storia che ad essere sincero mi turbò alquanto, ammirai con una certa invidia il comportamento del contadino, non avere figli per una promessa fatta alla moglie, quella di non risposarsi. Dall'ammirazione arrivai allo stato di disgusto, come diamine è possibile che nasca un neonato dalla pelle di un toro e l'urina, si urina, di dei?! La mia mente fu invasa di domande sulla nascita di simili miti e leggende, di chi le avesse create, di come fossere minimamente credibili, ma tutti i pensieri furono interrotti da una grande esplosione. Il libro si chiuse di scatto sprigionando una forte energia che mi fece volare contro una roccia. Quando riaprì gli occhi in lontananza vidi un enorme buco nero risucchiare iI terreno da sotto i miei piedi e tutta la materia che mi circondava, ero rimasto solo io vagante per il nulla. Qualcosa mi afferro il polso e mi tirò a se -va tutto bene alexey?- mi chiese shans con voce dolce -s..si- dissi affascinato dalla sua forza e coraggio. Il suo sguardo si posò sul buco nero -le gemme!- urlò lei tuffandosi verso delle pietre colorate -ma dove credi di andare?!- urlò ombra afferrandola -ci servono- disse lei scuotendolo -le troveremo non appena il libro si sarà calmato…- disse ombra lanciandomi uno sguardo fulminante -spero che tu abbia ragione- rispose shans arrendendosi. Dal centro del buco nero si sprigionò una grande luce dalla quale usci una splendida donna -lei è gea, madre di tutti gli esseri viventi- disse ombra -voglio ben vedere con quelle tettone che si ritrova potrebbe liberamente nutrire tutti gli esseri viventi- dissi con un sorrisetto malizioso -solo a quello sai pensare?!- disse shans dandomi uno schiaffo -ma io scherzavo…- bisbigliaì mettendomi una mano sulla guancia rossa -non volevo che pensassi questo di me..- pensai dispiaciuto e alquanto confuso.

POV Shans
Quando aprì gli occhi vidi alex che venne risucchiato nel libro e poi sputato fuori, lo afferrai al volo e mi allontanaì mentre la terra iniziò a sgretolarsi e la materia scomparire nel nulla. Quando fummo abbastanza lontani vidi un enorme buco nero risucchiare le gemme e mi lancaì a prenderle ma ombra mi prese al volo. Alexey si era svegliato e incredulo fissava il buco nero -cosa è?- chiesi sottovoce fissando ombra -chi è forse….- disse ombra -cosa?- chiesi curiosa -lui è chaos, definito per secoli il disordine più assoluto e creatore degli stessi dei dell'olimpo dopo di lui…- disse fermandosi mentre una forte luce si sprigionò dal centro del buco creando una donna dalla bellezza magnifica e dal corpo prosperoso che alex non potè che commentare. -gea partorì senza unirsi con nessuno suo marito urano dal quale poi ebbe come figli I titani, I ciclopi e I centimani. Urano non permise però ai 18 figli di nascere e li intrappolò nel ventre della madre. Gea costruì una falce e invitò I figli a disfarsi del padre ma solo kronos, l'ultimo dei titani, acconsentì. Dopo che urano e gea stavano per unirsi di nuovo, kronos tagliò il sesso del padre uccidendolo- concluse ombra descrivendo la scena che lentamente e atrocemente seguiva ogni sua descrizione. Il sorriso malizioso che aveva alexey quando vide gea divenne lentamente una smorfia di dolore, disgusto e sorpresa. -come fai a sapere tutte queste cose ?- gli chiese alexey mentre il mondo stava tornando alla normalità -il libro della conoscenza- disse lui afferrando al volo il libro che cadde dal celo -questo libro ha il potere di rispondere a qualsiasi domanda tu abbia da fare, ma ne puoi fare solo una, non puoi pensare a nulla se non alla domanda che hai fatto ed è per questo che è successo tutto questo, non hai ascoltato il mio ordine di non pensare a nulla- disse ombra furioso. Io afferraì affascinata quella millenaria scatola di conoscenza -posso tenerlo io, mi farebbe piacere- dissi -sono certo che hai imparato ad usarlo, fai fure- rispose il cucciolo -cosa ti serve?- chiese alexey - richiuderemo le costellazioni con il loro sigillo, ogni costellazione ha la sua storia che rimane a metà non appena si trasferisce nella realtà di questo mondo, dobbiamo trovare orione, e so dove cercarlo- dissi scappando via. I due mi seguirono fino ad arrivare ad una vecchia casa di campagna -giorni fa ho visto un anziamo contadino lavorare in questi campi, possiamo convincerlo a fingersi il contadino della leggenda di orione e forse riusciremo a sigillare lo scorpione e orione prima del risveglio di altre costellazioni. Io vado nella casa voi cercate nei campi, chi lo trova chiami gli altri- dissi entrando in casa. Le stanze erano tutte mal ridotte, cibo in decomposizione in alcuni angoli e mobili pieni di polvere e piccoli insetti. -che schifo questa casa, dove diamine è la camera da letto- dissi aprendo una porta dopo l'altra. Dopo aver ispezionato tutta la baracca finalmente trovai un letto. Sotto le coperte vi era un anziano che riposava -mi scusi se la disturbo ma potrebbe cortesemente dare la sua attenzione?- chiesi sottovoce e l'uomo sobbalzo -chi sei?! Cosa vuoi?!- urlò impugnando un fucile -non faciamo idiozie su…- dissi cercando di persuaderlo dallo spararmi. Prima che potesse però sparare lasciò cadere l'arma e si mise una mano al petto -il…mio cuore…- disse con un filo di voce -chiama aiuto ragazzina…- bisbigliò, ma entrambi sapevamo che nessuno sarebbe arrivato -se solo non avessi usato il potere della vita su alexey…. Aspetta… ho un'idea- pensai lasciando l'uomo al suo tragico destino. Chiamai I due e gli spiegai la situazione e ovviamente lasciai intendere anche la soluzione -c'è perforza bisogno di un vecchio, e visto che ombra non sarebbe molto credibile e mi serve una spugna per I miei poteri…- dissi lanciando un'occhiata a ombra che bloccò alexey -che vuoi farmi?!- gridò lui -non preoccuparti, avrai un nuovo potere se sarai fortunato, sii grato- gli dissi poggiando una mano sulla sua fronte. Una luce viola lo circondò trasformandolo in un anziano contadino. Da lontano io e ombra vedemmo tre persone venirci in contro e sparimmo lasciando la scena libera ad alexey -salve mio anziano contadino, noi saremmo dei viaggiatori stremati da molte avventure, potremmo chiederti ospitalità?-. Lui li osservò sorpreso e fece cenno di si con la testa. Entrarono nella casa rovinata, si accomodarono e lui gli diede il cibo che furbamente mi ero portata dietro, gli dei furono felici e lo ricompensarono con un desiderio -desidero avere un figlio senza dovermi risposare, ho amato una sola donna che oramai da qualche anno è scesa nell'ade-. I suoi occhi erano lucidi e seri, non era più una finzione, era come se lui veramente ci credesse in quella frase, come se la pensasse davvero. Gli dei gli ordinarono di portargli la pelle di un toro e in quel momento entrò in gioco ombra -dai cucciolo, sei l'unico mutaforma che può farlo, fallo per il nostro giuramento- gli dissi accarezzandogli la testa -dannata donna, sei brava a convincermi, ma sia chiaro, tu mi lavi- disse trasformandosi in pelle tra le braccia di alexey. I due portarono a termine I loro compiti e come speravo nacque orione. Guardai all'orizzonte, lo scorpione stava continuando ad avanzare, dovevamo fermarlo, afferrai il bambino e corsi verso lo scorpione mentre I due mi seguivano col fiatone -scorpione!- urlai fermandomi davanti a lui. I suoi occhi color fuoco mi fissarono mentre il pungiglione era pronto ad attaccare -il tuo posto non è su questa terra, ti concedo quest'ultima vittima e poi tornerai tra le stelle- dissi posando il bambino a terra. Il suo pianto di terrore risuonava nelle deserte strade mentre ombra e alexey mi raggiunsero nel momento in cui lo scorpione trafisse il fragile corpo del bimbo col suo enorme pungiglione, una strisciata di sangue ci colpì , mentre in silenzio guardavamo I due scomparire per risplendere di nuovo nel celo che oramai si stava inbiancando con l'alba di un nuovo giorno.

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Capitolo 4
*** Il rapimento dell'aquila ***


POV Alexey  
Quando il mondo che ci circondava tornò normale vidi Shans correre velocemente via. Arrivammo fino ad una campagna nella quale dovemmo cercare un anziano contadino per concludere la leggenda dello scorpione e di Orione per sigillare entrambe le costellazioni, almeno questo era il piano. L'astuzia di Shans e le conoscenze del potente libro di Ombra ci permisero di vincere quella prima battaglia. Dopo il sacrificio del piccolo Orione il celo riprese a splendere con la luce del sole -bhe gente meglio andarci a riposare, è stata una lunga nottata e temo che non sarà l'ultima- disse Shans - io mi vado a fare una lavata, non volevo sapere come si sente la tazza del wc- disse Ombra dandosi un'annusata disgustato. Arrivammo al rifugio e io mi misi a letto, ma nulla, la luce, il giorno, la natura che era in pieno movimento mi chiamava, non riuscivo in nessun modo a dormire - bhe se mi faccio un giro forse mi stanco un pò e mi viene sonno…- pensai uscendo. I miei due compagni ronfavano come orsi In letargo, non avrebbero notato la mia assenza di qualche minuto. Mi incamminai per le strade e senza accorgermene arrivai alle campagne della notte prima e in lontananza vidi un giovane trascinare qualcosa -bhe, sono ancora un vecchio contadino, potrei scoprire qualcosina in più per aiutare la squadra…- mi avviai a passo lento verso il ragazzo -hey tu!- mi urlò -non stare lì impalato, non vedi che ho un cadavere da seppellire?- mi disse sistemandosi il cappello di paglia sui capelli rossastri. Mi avvicinai e lo aiutai anche se del tutto disgustato e spaventato al toccare un cadavere -cosa gli è successo?- chiesi cercando di scoprirne di più -lui è mio padre. Ero in viaggio da qualche giorno, torno dalla città con del nuovo cibo, noi sopravvissuti dobbiamo pur vivere in qualche modo, anche se rubare ai morti mi sembra molto irrispettoso e meschino- disse dispiaciuto del suo gesto -bhe capisco, sono felice che almeno qualcuno seppellisce i morti- dissi -non potremmo non farlo, Ade non fa entrare nessuno nel suo regno se non è stato seppellito, sono le leggi che ha imposto il potente fratello di Zeus -disse scavando un fosso -ma ha qualPOV Alexey
Quado il mondo che ci circondava tornò normale vidi Shans correre velocemente via.
 
Arrivammo fino ad una campagna nella quale dovemmo cercare un anziano contadino per concludere la leggenda dello scorpione e di Orione per sigillare entrambe le costellazioni, almeno questo era il piano.
 
L'astuzia di Shans e le conoscenze del potente libro di Ombra ci permisero di vincere quella prima battaglia.
 
Dopo il sacrificio del piccolo Orione il celo riprese a splendere con la luce del sole -bhe gente meglio andarci a riposare, è stata una lunga nottata e temo che non sarà l'ultima- disse Shans - io mi vado a fare una lavata, non volevo sapere come si sente la tazza del wc- disse Ombra dandosi un'annusata disgustato.
 
Arrivammo al rifugio e io mi misi a letto, ma nulla, la luce, il giorno, la natura che era in pieno movimento mi chiamava, non riuscivo in nessun modo a dormire - bhe se mi faccio un giro forse mi stanco un pò e mi viene sonno…- pensai uscendo.
 
I miei due compagni ronfavano come orsi In letargo, non avrebbero notato la mia assenza di qualche minuto. Mi incamminai per le strade e senza accorgermene arrivai alle campagne della notte prima e in lontananza vidi un giovane trascinare qualcosa -bhe, sono ancora un vecchio contadino, potrei scoprire qualcosina in più per aiutare la squadra…- mi avviai a passo lento verso il ragazzo -hey tu!- mi urlò -non stare lì impalato, non vedi che ho un cadavere da seppellire?- mi disse sistemandosi il cappello di paglia sui capelli rossastri.
 
Mi avvicinai e lo aiutai anche se del tutto disgustato e spaventato al toccare un cadavere -cosa gli è successo?- chiesi cercando di scoprirne di più -lui è mio padre. Ero in viaggio da qualche giorno, torno dalla città con del nuovo cibo, noi sopravvissuti dobbiamo pur vivere in qualche modo, anche se rubare ai morti mi sembra molto irrispettoso e meschino- disse dispiaciuto del suo gesto -bhe capisco, sono felice che almeno qualcuno seppellisce i morti- dissi -non potremmo non farlo, Ade non fa entrare nessuno nel suo regno se non è stato seppellito, sono le leggi che ha imposto il potente fratello di Zeus -disse scavando un fosso -ma ha qualche rotella fuori posto o davvero crede in queste baggianate?- Mi chiesi.
 
Sepolto il corpo finalmente il ragazzo sorrise. -devo ammettere, è un ragazzo che ha un suo fascino, non mi dispiacerebbe avere la sua bellezza un giorno-  pensai guardando il suo volto pulito e vivace. Senza accorgermene il mio corpo si illuminò e iniziò a mutare, I miei capelli castani divennero biondi mentre I miei occhi neri divennero verdi, il mio fisico divenne più asciutto e scolpito mentre lo sguardo del ragazzo si fece sempre più sorpreso.
 
Mi osservai nel riflesso di un secchio d'acqua -che mi è successo?!- urlai scuotendo il ragazzo -non lo so- mi rispose spaventato. Da lontano sentì un forte richiamo di un rapace -e ora che diamine succede?- dissi scrutando l'orizzonte -penso che c'entra con quello- disse il ragazzo indicando un'enorme aquila che ci veniva incontro -attento!- urlai spingendo il giovane nei cespugli. I forti artigli dell'uccello mi afferrarono le braccia e mi sollevarono da terra - ragazzo! Vai a cercare a nord una grotta, dici che ti manda Alex e che è in pericolo, fai in fretta!!!- urlai mentre lui si alzava dall'erba -resisti amico, troverò aiuto- disse lui scappando nel senso opposto del volo dell'aquila.
 
 
 


POV Shans
 
Dopo aver sconfitto lo scorpione tornammo al rifugio per riposarci, ma mentre dormivo un incubo mi fece svegliare di colpo -Alexey è in pericolo!- urlai spalancando gli occhi -ma che vai dicendo , ma se è proprio li…- disse Ombra spalancando poi gli occhi nel vedere il letto vuoto -dannato ragazzo, dove diamine è?- urlò -penso di saperlo io…- disse una voce proveniente dall'esterno.
 
Io balzai fuori dal rifugio come un felino atterrando un ragazzo, un giovane contadino -tu chi saresti?- chiesi furiosa -ho visto il vostro amico, è stato rapito da un'aquila gigante dopo essersi trasformato in un ragazzo, cioè, prima era vecchio e poi è diventato giovane di colpo- iniziò a straparlare lui -lo sappiamo, ora portaci sul luogo- disse Ombra uscendo sottoforma di umano -va bene, seguitemi- disse lui correndo.
 
Ci portò fino ad uno spazio aperto circondato da alberi e cespugli -l'enorme uccello è volato a sud e non so poi che fine ha fatto- disse indicando l'orizzonte. Ombra mi trascinò a se e mi fece vedere delle pagine nel libro della conoscenza -tu vai a sud, io penso a lui- gli dissi sottovoce.
 
Lui si allontanò mentre io invece cercaì di tenermi vicino il ragazzo -hai mai sentito parlare della leggenda dell'aquila?- gli chiesi -no, racconta- mi disse sedendosi all'ombra di un grosso albero -si dice che un giorno, sulla terra nacque un giovane tanto bello da far innamorare di se maschi e femmine e persino il grande e potente Zeus. Egli si trasformò in un'enorme aquila e rapì il ragazzo rendendolo poi suo- dissi fissandolo negli occhi -bhe per fortuna che non ero io, mi spiace per il tuo amico, credimi, ma preferisco non essere io quello che lo prende in quel posto- mi disse un pò sollevato e imbarazzato -per fortuna non te ne sei accorto di essere l'obbiettivo dell'aquila. Mi dispiace per il caro Zeus ma io ho ciò che vuole e saprò come sfruttarlo- pensai con un malefico sorriso.
che rotella fuori posto o davvero crede in queste baggianate?- Mi chiesi. Sepolto il corpo finalmente il ragazzo sorrise. -devo ammettere, è un ragazzo che ha un suo fascino, non mi dispiacerebbe avere la sua bellezza un giorno- pensai guardando il suo volto pulito e vivace. Senza accorgermene il mio corpo si illuminò e iniziò a mutare, I miei capelli castani divennero biondi mentre I miei occhi neri divennero verdi, il mio fisico divenne più asciutto e scolpito mentre lo sguardo del ragazzo si fece sempre più sorpreso. Mi osservai nel riflesso di un secchio d'acqua -che mi è successo?!- urlai scuotendo il ragazzo -non lo so- mi rispose spaventato. Da lontano sentì un forte richiamo di un rapace -e ora che diamine succede?- dissi scrutando l'orizzonte -penso che c'entra con quello- disse il ragazzo indicando un'enorme aquila che ci veniva incontro -attento!- urlai spingendo il giovane nei cespugli. I forti artigli dell'uccello mi afferrarono le braccia e mi sollevarono da terra - ragazzo! Vai a cercare a nord una grotta, dici che ti manda Alex e che è in pericolo, fai in fretta!!!- urlai mentre lui si alzava dall'erba -resisti amico, troverò aiuto- disse lui scappando nel senso opposto del volo dell'aquila.

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Capitolo 5
*** La prova del Sagittario ***


POV Alex
Quando fui rapito dall'aquila gigante sentì dentro di me come un dejavou, come la sensazione di conoscere già quell'animale.
 
Fui portato su di un altissimo monte del quale la cima si sperdeva tra le nuvole di cotone. L'aquila mi lascio cadere sul freddo terreno -sai mio giovane ragazzo, hai una bellezza molto rara, una bellezza che mi attira molto- disse l'animale trasformandosi in un anziano signore -Zeus?!- chiesi sorpreso -già, ho rapito un giovane a parte che molto bello, anche sveglio…- disse avvicinandosi.
 
In lontananza intravidi una stella cadente -speriamo che funziona, desidero tanto uscire da questo pasticcio- pensai.
 
Il mio corpo si illuminò di bianco, vidi le mie gambe unirsi e poi dividersi in quattro zampe pelose che terminavano con degli zoccoli -cosa? Un mutaforma?!- chiese sbalordito Zeus -non mi interessa cosa sono, mi importa solo andare via, lasciami passare- dissi fiero sui miei quattro zoccoli -non ci sperare…- disse correndomi incontro per afferrarmi.
 
Io mi girai di scatto e scalciai con le zampe posteriori colpendolo in pieno volto e petto. Lui cadde a terra mentre io anche se con difficoltà riuscì a scappare fino a raggiungere un altro monte.
 
Nella boscaglia intravidi un'ombra e senza accorgermene gli saltai addosso -oddio un mostro!- urlò l'uomo scappando lasciando tutta la sua attrezzatura. Nella fretta si fece scappare di mano la borraccia che creò per terra una pozzanghera -un mostro?- mi chiesi specchiandomi. Metà del mio corpo era umano ma dalla vita in giù era quello di un cavallo -che diamine sono?!- urlai spaventato -sei un Sagittario, se ne vedono di rado oramai, chissà se sei bravo nella caccia come di dice- mi disse una giovane fanciulla sbucata dal nulla.
 
Aveva I capelli intrecciati con fiori colorati e verdi foglie che coprivano poco e niente del suo corpo nudo - non sono un cacciatore- le risposi evitando di distogliere lo sguardo dai suoi occhi -provaci- mi disse lei dandomi arco e frecce - colpisci I tre bersagli che vedrai comparire e se riuscirai nell'impresa avrai un premio pieno di gloria, brillerai tra gli astri del celo- mi disse fissando le nuvole -va bene… se ti fa piacere- dissi impugnando l'arma.
 
Vidi da lontano tre piccoli cerchi muoversi velocemente -sono certa che ci riuscirai- disse lei aggrappandosi al mio braccio -senti carina, sei bella e strana, ma se mi stai addosso non posso concentrarmi e fare ciò che mi hai chiesto, quindi vedi di trovarti un posto dove sederti- dissi infastidito dal suo palese approccio con me.
 
Sono sempre stato un tipo competitivo e odiavo le distrazioni durante le gare più di ogni altra cosa, neanche una bella ragazza come lei poteva distrarmi dal vincere. Presi la mira e riuscì a colpire il primo bersaglio, poi cercai il secondo e anche quello lo riuscì a colpire.
 
Caricai la terza freccia, l'ansia era alta e il silenzio del bosco quasi assordante -tira dai!- urlò la ragazza facendomi saltare e partire la freccia - dannazione era l'ultima- dissi abbassando l'arco -a quanto pare non ci sei riuscito- mi disse lei - non è ancora detta - le risposi -quando non hai munizioni usa pure I sassi- pensai. Presi un sasso e lo tirai contro il terzo bersaglio che cadde a terra -ho vinto tesoro, ora mantieni il patto- le dissi lei sbuffando mi diede una lettera -quando te la sentirai leggi la lettera e sarai trasportato nel grande celo notturno, ma fai attenzione, se solo una delle tue stelle dovesse mancare non potrai stare in celo- disse andandosene.

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Capitolo 6
*** La stella mancante ***


OV Shans
 
Da lontano vidi un fulmine colpire la cima di una montagna - Zeus…- pensai avviandomi verso la cima -hey, dove vai?- mi chiese il contadinotto -a farmi un giro- risposi accelerando -posso venire con te?- chiese -devi venire con me! - pensai facendogli si con la testa.
 
Il mio paino era semplice, trovare Zeus e dargli il ragazzo in cambio di Alexey.
 
Sarebbe stato umiliante abbassare la testa di fronte a quel vecchio, ma in quel modo avrei stuzzicato un lato di lui tanto patetico da sentirmi comunque e sempre superiore. Afferrai il ragazzo per il braccio e iniziai a correre -hey, calmati dai, non c'è bisogno di correre- mi disse lui -non c'è tempo amico, sbrigati!- dissi stringendogli di più il braccio, lui gemette -mi fai male…e poi dove mi stai portando?- chiese alzando gli occhi nel vedere l'enorme montagna -suppongo che questo sia l'Olimpo- dissi io con un sorriso - e io suppongo che qui finisce la mia avventura- disse girandosi -invece no- sussurrai stordendolo con una roccia in testa.
 
Il ragazzo perse I sensi e io me lo misi sottobraccio - Ombra ha ragione, se non si reggono sulle gambe sono davvero molto pesanti- pensai trascinandolo a fatica -no, ti prego…. Lasciami andare…- bisbigliò lui in un sonno profondo -povero ragazzo, diventare il giocattolo erotico di Zeus, non deve essere proprio il destino che tutti desiderano, ma questa è la cosa giusta da fare…- dissi avanzando di qualche metro -…o forse no…- conclusi fermandomi.
 
Ero a metà strada, la preoccupazione per Alexey aumentava e la pena per il contadino anche.
 
Stanca dal viaggio posai il suo corpo su una roccia -starò facendo la cosa giusta? Se potessi liberare Alexey lo farei, ma non ho nessuna idea - pensai dispiaciuta. Mi sedetti a terra con le mani poggiate per terra e la mente persa nei pensieri più profondi.
 
Rimasi immobile fino a che non sentì qualcosa toccarmi il braccio, lo alzai fino a vedere con occhi cosa stava succedendo. Notai un serpente sul mio braccio mentre un altro partì da sotto la mia tunica per incrociare lo sguardo del nuovo amico, ma subito divenne pietra -il potere di Medusa, chiunque incroci il suo sguardo diviene pietra, ti capisco serpentello, so cosa significa sentirsi diversi- dissi accarezzandolo.
 
Con un sorriso posai il mio sguardo sul contadinotto -bhe, credo che noi due ci riusciremo anche da soli a salvare Alexey, Zeus troverà anche da solo la sua preda- dissi al serpente dando poi un ceffone al ragazzo, lui balzò dalla roccia -vai via, se non vuoi morire, scappa- dissi indicandogli la valle e lui senza dire nulla corse via.
 
Io guardai la cima del monte e iniziai ad accelerare il passo. Dopo poco ero arrivata, ma nella zona trovai solo un anziano svenuto -dannazione Zeus, ti fai picchiare anche da Alexey ora? - pensai con un sorriso.
 
Mi misi sull'orlo della cima e iniziai ad urlare - Ombra! Sono qui, portami delle piante curative, vieni in fretta! - appena mi girai mi ritrovai il cucciolo che annusava Zeus -certo che Alexey gli ha dato un bel colpo, ma con queste dovrebbe guarire- disse creando una poltiglia di erbe - Shans, ci serve dell'acqua…- disse Ombra.
 
Io guardai la mia mano -dannazione, non so essere cattiva nemmeno con un mio nemico…- bisbigliai usando I miei poteri e resi la poltiglia una zuppa di foglie e radici. Alzai delicata la testa a Zeus e Ombra gli fece bere la miscela.
 
-Sai, so dove si trova Alexey- mi disse Ombra -davvero? Allora andiamo, prima che il vecchio si svegli- dissi correndo giù dal fianco della montagna -continua verso ovest- mi disse Ombra seguendomi a fatica.
 
Il cucciolo mi guidò fino ad una radura, alberi e foglie brillavano di un celeste unico -che luogo è mai questo? - chiesi ad Ombra -la foresta delle ninfe- mi disse lui.
 
In un enorme campo d'erba trovammo Alexey nei panni di una strana creatura -come hai fatto a diventare un sagittario?- chiese Ombra osservandolo -non lo so, ho visto una stella, ho espresso il desiderio di essere libero e sono diventato questa cosa- rispose quasi in lacrime -l'importante è che stai bene- gli dissi io abbracciandolo -cos'è quella pergamena?- chiese Ombra -me l'ho dato una tipa, l'ho ottenuta dopo aver fatto una prova di caccia…- disse lui -Ombra, il libro, cerca il sagittario, forse non è un caso che abbia visto una stella cadente e sia diventato questa creatura- gli dissi -infatti non c'è nemmeno la costellazione in celo- disse Ombra guardando in alto con un binocolo -allora ho ragione- dissi.
 
Dal libro fuoriuscì una notizia abbastanza incredibile -allora…"il sagittario salì tra le stelle perché le ninfe della foresta avevano chiesto a Zeus di metterlo li, così che esse potessero godere della compagnia della creatura…"- lesse Ombra -q… quindi tu hai sigillato una costellazione senza l'aiuto di nessuno?-  dissi fissandolo sorpresa -non direi, non brilla lassù- rispose lui -apri la pergamena e leggi- lo incoraggiai io -"benvenuto tra gli astri celesti"- lesse Alexey -tutto qui?- chiese Ombra -ha detto di aprirla e che avrebbe portato il sagittario tra le stelle, ma ha avvisato che senza anche una delle sue stelle la costellazione non potrà esserci, quindi significa che manca una stella…- disse Alexey preoccupato.
 
Io e Ombra ci guardammo in faccia -certo che sei proprio sfortunato- dissi fissandolo -ora dove saranno le stelle mancanti?- pensai -bhe bella gente, io propongo di andare a riposarci, è notte e sono ore che non dormiamo, la stella e il resto lo troveremo domani, per ora possiamo solo ringraziare Alexey per i problemi causati- disse Ombra scappando verso la nostra tana.
 
-non dargli retta, sei stato bravissimo col sagittario e soprattutto con Zeus, l'ho visto svenuto in cima all'Olimpo, bel colpo amico- dissi con un sorriso -sei molto gentile a cercare di tirarmi su col morale, ma Ombra ha ragione, vi ho solo procurato guai…- disse accelerando il passo.

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Capitolo 7
*** Il Fus Ro Dah caprino ***


Pov Alexey
 
Dopo che i miei amici mi ritrovarono tornammo alla sede, io e Shans andammo a letto mentre di Ombra non vidi nessuna traccia.
 
Mi addormentai un po’ preoccupato, ma venni svegliato da uno strano suono. Era notte, non saprei dire che ora, ma di certo era tardi. L'aria era fresca e il vento portava con se il profumo dell'erba, uscì e all'entrata trovai Ombra -hey amico…- bisbigliai, ma lui non rispose -O… Ombra? Tutto bene?- chiesi ma lui rimase immobile.
 
Il vento iniziò ad alzarsi e I rami degli alberi si piegavano al suo passaggio. Entrai a prendere una coperta e mi sedetti vicino ad Ombra, gli alzai la testa e la poggiai sulla mia gamba, poi presi la coperta e ci coprì per riscaldarci un po’.  Aveva il muso umido e gli occhietti chiusi in un sonno profondo, passai la mia mano con un po’ di timore sulla sua zampa, poi un po’ più sicuro arrivai a testa, aveva un pelo morbido e l'espressione quasi beata.
 
Di colpo risentì il suono che mi aveva svegliato e Ombra si svegliò di scatto -che diamine succede?- chiese guardando me e la coperta -scusami, ti ho visto qui fuori che dormivi e ho scelto di rimanere, faceva freddo e ho preso una coperta per entrambi, scusami- gli dissi ma lui rimase imbambolato con lo sguardo verso il celo -ti piace?- chiesi -tantissimo, è stupenda…- disse lui senza distogliere lo sguardo -a che pensi?- domandai sorpreso del suo comportamento -a nessuno, cioè a niente- rispose lui con espressione imbarazzata -c'è qualcosa che mi nascondi, spero solo che almeno a Shans lo dirai- risposi senza investigare troppo.
 
Ombra è il tipo di persona introversa che difficilmente dice ciò che ha dentro, era meglio non fare troppe domande, altrimenti si sarebbe allontanato ancora di più da me. Sentì per la terza volta lo stesso suono, ma era più forte, stranamente anche più melodioso.
 
Shans usci di colpo -che cosa è stato questo suono?- chiese -non lo so- le risposi -che rumore?- chiese Ombra -non hai sentito nulla?- chiesi -non è momento di perdere tempo, andiamo, seguiamo il suono- disse lei iniziando a correre -ma non si stanca mai?- chiesi -a quanto pare no- rispose Ombra inseguendola. Il rumore fastidioso divenne lentamente sempre più forte e melodioso, fino a divenire una musica dolce e tranquilla.
 
Dopo una lunga e stremante corsa arrivammo ai piedi del monte dove ebbi la pergamena dalla ninfa -Noto che siete stanchi, cosa vi porta di bello qui?- ci chiese una voce proveniente da dietro degli alberi -andiamo Ombra- gli dissi e ci inoltrammo nella boscaglia preceduti da Shans. Mi trovai dinanzi ad una cascata e un fiume dall'acqua cristallina nella quale si rifletteva la luna -chi ha parlato?- chiesi un po’ timoroso -vi presento il capricorno, avrei dovuto riconoscere la tua soave musica caro Pan- disse Shans dando la mano alla creatura -ma cosa sarebbe precisamente?- chiesi sorpreso dell'aspetto di Pan -sarei una capra pesce, ora vi prego, accomodatevi, ho una pessima notizia da darvi miei giovani eroi- disse.
 
Shans ed Ombra obbedirono e si sedettero mentre  io rimasi in piedi -ti consiglio di sederti- disse la creatura con espressione preoccupata -sto bene così, grazie- risposi.
 
Pan prese il suo strumento e iniziò a cantare -ascolta attentamente- mi disse Shans -Gea, delusa per la sconfitta dei suoi figli, i titani e i giganti, per opera di Zeus, si lamentò di lui presso la moglie del re degli dei: Era. La regina degli dei credette alle parole della dea e, decisa a vendicarsi contro il suo consorte, si rivolse a Crono, che Zeus aveva precedentemente spodestato, e lo pregò di aiutarla. Deciso a vendicarsi del figlio rivale, il re dei titani e del tempo fecondò con il suo seme due uova, che affidò alla dea, aggiungendo di sotterrarle in modo che, al tempo prestabilito, si aprissero per dare alla luce un demone capace di spodestare lo stesso Zeus. Era ascoltò i suoi suggerimenti e, dopo un certo periodo, da quelle uova nacque il mostro Tifone. Una volta cresciuto, Tifone salì fino al Monte Olimpo e incusse una tale paura agli dei che questi si trasformarono in animali e si rifugiarono in Egitto. Zeus divenne ariete, afrodite e suo figlio divennero pesci, Apollo si fece corvo, Dionisio si trasformò in capra e Pan divenne per metà pesce per potersi nascondere nel fiume. Zeus fu aspramente redarguito dalla figlia Atena, che gli ricordò come da lui dipendesse il destino dell'umanità. Le due divinità assunsero così anch'esse proporzioni gigantesche ed affrontarono il mostro sul monte Casio, ai confini dell'Egitto. Nel primo, durissimo scontro Atena fu messa fuori combattimento in pochi istanti, ma subito dopo Zeus riuscì a respingere Tifone con un potente fulmine e quindi ad abbatterlo a colpi di falce. Quando però il re degli dei si avvicinò per scagliare il colpo decisivo, Tifone gli strappò l'arma dalle mani e lo ferì gravemente, imprigionandolo poi in una caverna della Cilicia. Ermes e pan andarono allora a salvare Zeus. Pan spaventò il mostro con le sue urla, mentre Ermes liberò Zeus dalla prigione e lo curò. Il dio raggiunse l'Olimpo, prese la guida del suo carro alato e cominciò ad inseguire il gigante, colto di sorpresa dalla sua reazione. Una prima violenta battaglia si ebbe sul Monte Nisa e una seconda in Tracia, dove Tifone, ormai privo di controllo, cercò di fermare Zeus lanciandogli addosso intere montagne, ma ogni volta il dio lo colpì implacabile con le folgori. Alla fine Tifone fuggì verso occidente e giunto in Sicilia tentò una disperata difesa sollevando l'intera isola per gettarla contro il Re dell'Olimpo. A questo punto, Zeus scagliò contro il gigante un ultimo, potentissimo fulmine che lo colpì in pieno. Tifone perse la presa e rimase schiacciato sotto l'isola che gli crollò addosso-.

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Capitolo 8
*** il risvegio del Tifone ***


POV Shans
Il suo racconto fu affascinante quanto melodioso -ma perchè ha parlato in terza persona di se stesso?- chiese alexey ad ombra -la storia che vivi ora è già successa, lui racconta ciò che anche il libro ci direbbe, è come se fosse in trans- mi rispose sottovoce ombra. -ciò che ci hai appena raccontato quindi è una profezia, a breve le uova si schiuderanno, ragazzi dobbiamo trovare un modo per sigillare questa disgrazia e così potremo anche sigillare le costellazioni che sono coinvolte…- dissi pensierosa -giovani ragazzi, non conosco la vostra storia, ma vi prego, aiutateci- disse pan -puoi contarci amico- disse ombra -bhe io non sarei tanto pronto…- borbottò alexey -il tuo parere non conta nulla, esegui semplicemente gli ordini e andrà tutto bene- rispose ombra. 

Sotto I nostri piedi il terreno incominciò a tremare -sta arrivando…- urlai ai ragazzi, una grande nube nera si alzò da un punto lontano -tifeo!- urlò pan nascondendosi nell'acqua -aspettatemi qui- dissi ai ragazzi e poi iniziai a correre verso l'olimpo -zeus!- urlai vedendo un ariete scappare, l'animale mi fissò senza dire nulla -codardo che non sei altro, lo sai bene che dipende da te il destino del mondo, come puoi fuggire?!- urlai buttandolo a terra per non permettergli di scappare -io non posso…- bisbigliò l'animale -non riesco a crederci di aver salvato la vita ad una codardo, pensavo che tu eri un nemico degno da tenere in vita, invece sei solo un debole che scappa di fronte al pericolo- dissi facendo più peso sulla sua schiena. Lui mi fece cadere a terra -come osi offendermi?- chiese con aspetto solenne -dimostrami di saper combattere da degno re- gli risposi. Lui mi osservo e con agile mossa si trasformò in figura umana e mi colpì con un fulmine in pieno petto -avrò bisogno del tuo aiuto- disse -ma atena?- chiesi poi la vidi a terra senza sensi con una roccia vicino alla testa. 

Alzai lo sguardo e vidi un'ombra scappare dal fianco della montagna -è stata una trappola, devo prenderlo- dissi partendo in quinta - abbiamo altro a cui pensare ora - disse zeus afferrandomi saldamente per il braccio -allora vai a prendere il tuo carro alato, penso che un paio di passi della storia originale li saltiamo- dissi al vecchio -tu invece torna dai tuoi amici- mi disse lui.

Ci dividemmo e dopo poco incontrai ombra e alexey che mi correvano in contro -chi di voi è stato?- chiesi afferrandoli per il collo ad entrambi -a fare cosa?- chiese ombra con un filo di voce - a mettere KO atena- risposi lasciandoli cadere a terra - nessuno, perchè avremmo dovuto farlo?- chiese alexey -solo noi abbiamo sentito il racconto di pan, solo uno di noi può averlo fatto- risposi fissandoli furiosa -riprenderemo il discorso più tardi- disse ombra guardandosi alle spalle.

L'enorme nube prese una forma spaventosa , aveva tante teste di drago, 100 secondo la leggenda, ciascuna con due occhi rossi dai quali partivano fiamme capaci di radere al suolo qualsiasi città. -ombra, occupati di convincere pan ad aiutarci, col suo aiuto la costellazione si sarà conclusa, io e alexey penseremo a tifeo- dissi afferrando il ragazzo per la mano -aspetta… cosa?! Io? Io non posso essere d'aiuto, non ho poteri speciali e cose simili…- mi disse alexey -hai gia due poteri, penso che possono bastare- gli dissi trascinandolo con me contro il mostro.

 Le sue dimensioni erano enormi , tutti I suoi 200 occhi mi fissavano facendo tremare anche le gambe -non dobbiamo farci spaventare- dissi girandomi verso alexey -solo tu ci riesci…- mi disse lui spuntando da dietro un albero -non fare troppe storie- gli dissi prendendolo per poi lanciarlo contro tifeo -unisci le mani e colpisci con una fiammata- gli urlai. Lui esegui e la fiamma colpi il mostro in alcuni dei suoi occhi -che cosa vorresti fare moscerino?- disse afferrandolo con una delle sue possenti mani per poi lanciarlo verso il terreno. Alexey mi arrivò addosso e mi fece volare contro la boscaglia -fino all'arrivo di zeus dobbiamo tenere duro - gli dissi togliendomelo di dosso. Mi arrampicai su di un albero e iniziai a saltare da una cima ad unaltra mentre il mostro mi guardava un po confuso. Riusci a salire sulla cima di un palazzzo dal quale poi mi lanciai -sei matta?!- urlò alexey vedendomi precipitare nel vuoto. Mi posai una mano sul petto e nella mia mano si creò un fulmine -prendi questo!- urlai lanciandogliela nel celo. La potente luce fece indietreggiare il demone -come è possibile una cosa simile? Solo zeus ha la folgore- disse tifeo - ma come puoi notare non sono l'unico- ripose qalcuno. 

Dopo la potente luce da me spriginata precipitai nel vuoto con gli occhi chiusi e qualcosa mi afferrò al volo -non è prudente fare certi salti- mi rimproverò zeus -l'importante è che sta capendo con chi ha a che fare- risposi io scendendo dal suo carro alato -io mi occupo dei colpi frontali, voi due colpitelo alla base, non deve avvicinarsi all'olimpo- ci disse zeus.

Io guardai alexey ed entrambi partimmo di corsa verso il mostro. Stranamente alexey aveva un'espressione piena di coraggio, come se non fosse più lui. -unisci le mani e fai un cerchio per creare una sfera di fuoco, uniscile come per fare un'onda energetica per lanciare un raggio di fuoco- gli urlai iniziando a colpire il fianco destro con I fulmini -per la difesa?- chiese lui -fingi di avere uno scudo- gli urlai. In quel momento tifeo ci lanciò un'eneorme fiammata da alcune delle sue spaventose bocche -al riparo- urlai io lanciandomi nelle fiamme -shans!- mi chiamò alexey -sto bene, colpisci il mostro non pensare a me- gli dissi. 

Rimasi a terra, le fiamme mi avevano cotta a puntino e sapevo che quello era solo uno degli attacchi. Il mosto mi blocco a terra con una della sua mani -ed ora che vuoi fare pulce- mi disse tifeo con un centinaio di sorrisi -lasciami…- dissi io agitandomi -perchè dovrei?- mi chiese lui facendo più forza -ha detto lasciala- disse alexey mettendosi affianco a me -alexey non fare stupidaggini, aiuta zeus, io posso cavarmela anche da sola…- dissi osservanolo -mi dispiace, ma è un ordine al quale non posso obbedire. Tifeo lasciala- disse lui -prova a convincermi moscerino…- lo sfidò il demone -con immenso piacere…- rispose alexey. 

Lo vidi rapidamente correre da un lato ad un'altro del campo di battaglia -cosa c'è non riesci a seguirmi?- chiese alexey. Il demone lanciò un'enorme fiammata, la preoccupazione salì alle stelle, non vidi più nulla muoversi -alexey!- urlaì preoccupata -come vedi il tuo fidanzato è morto e non può più salvarti…- disse tifeo -non sperarci troppo demone dei miei stivali- disse alexey correndo verso di lui. Da sotto il terreno iniziò a fuoriuscire una scalinata di painte, non potevo usare in altri modi il mio potere. Gli scalini portarono il ragazzo all'altezza del petto di tifeo. Nella sua corsa alexey prese sempre più velocità e le sue braccia bruciavano, erano come circontate da fiamme, continuò a correre fino a lanciarsi dalla fine della scalinata. Rimasi col fiato sospeso mentre lui si avvicinava sempre di più al mostro e alle sue incontrollabili fiamme -lasciala!- urlò alex colpendo il mostro con un forte cazzotto al petto, poi un'altro nello stesso punto, il mostro indietreggiò lasciando la presa -da dove hai preso questa forza?- chiese tifeo trovandosi il rgazzo di fronte -da qualcosa che tu non potrai mai conoscere- disse alexey lanciando un potente raggio di fuoco -l'amicizia!- disse poi amplificando il colpo, ma riusci solo a far indietreggiare il demone. -tutto qui stupido mortale?- chiese lui dando un cazzotto ad alex che lo scaraventò contro il terreno -ora ombra!- urlò alex scomparendo nell'orizzonte. 

Zeus continuò a colpire tifeo con I suoi potenti fulmini per non farlo avanzare e lentamente lo stava anche sfinendo, poi tirò uno dei suoi colpi al celo accecando per un istante il mostro. -hey tifeo!- urlò ombra -mheee- urlò una capra che volò in direzione di tifeo. Il demone scapò spaventato dal terrificante urlo dell'animale mentre zeus lo segui col suo carro. Io guardai poi verso la boscaglia e vidi ombra con una catapulta sulla schiena -ha funzionato!- urlò tutto felice - fin troppo bene amico- rispose alexey venendo verso di noi. 

io sorrisi poi guardai la posizoione del mostro -zeus non ha più le energie che aveva un tempo se non faciamo in tempo potrebbe finire male per lui- dissi correndo verso il dio - vengo con te- mi disse alexey. Quando arrivammo sul posto tifeo aveva tra le mani un'enorme isola -il colpo più forte che hai zeus!- urlai. Dal carro alato tartì un enorme raggio giallo -non sta funzionando…- disse zeus con un filo di voce. Io mi posizionai e feci partire un'altro raggio dalle mie mani, ma il mopsttro non si mosse -ti prego, fatti aiutare shans…- mi supplicò alexey -non mi resta altra scelta, metti una mano sul mio petto…- dissi guardandolo con imbarazzo -c… cosa?- chiese lui rosso in faccia -fallo, non c'è tempo- gli dissi -io… io non posso, non posso fare una cosa del genere ad una dea sopratutto- disse indietreggiando. Io osservai zeus, le forze stavano per cedere, afferrai una mano ad alexey - sarà doloroso ma devi resistere- gli dissi. 

La punta di diamante al centro del mio petto gli trapasso la mano invadendo il suo corpo con I miei poteri -allunga l'altro braccio e sprigiona la tua forza- gli dissi. I nostri due  raggi si intersecarono tra di loro e colpirono in pieno petto tifeo che cadde schiacciato dall'isola.

 -abbiamo vinto!- urlai abbracciando alexey -m…mi dispiace per averti toccato li shans, ma sei stata tu ad obbligarmi- disse ancora imbarazzato -lo so, quindi non pereoccuparti, non hai fatto nulla di sbagliato- gli dissi con un sorriso -cosa è successo?- chiese ombra arrivando di corsa -è stato sconfitto- rispose zeus -bhe mi fa piacere che voi avete una buona notizia, io ne ho una cattiva. Pan è scomparso, pensavo si fosse trasformato in constellazione, ma a quanto pare non è successo- disse ombra indicando il celo -ragazzi qui c'è qualcosa che non quadra, sono pronta a scommettere che chiunque abbia messo fuorigioco atena abbia fatto qualcosa di male anche a pan, bisogna trovarlo al più presto- dissi preoccupata.

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Capitolo 9
*** un duo vincente ***


POV Alexey 
Dopo il racconto di pan il terreno fu scosso da un forte terremoto, secondo shans era il risveglio di tifeo. Lei scappò all'inseguimento di un ariete e lasciò me ed ombra da soli -bhe che si fa?- chiesi ad ombra -amico, questa non dovrebbe essere una nostra battaglia, io non so cosa dobbiamo fare, la missione è nelle mani di shans. Visto che non abbiamo nulla da fare perchè non leggi un po? Il libro della conoscenza può raccontarti qualsiasi storia e forse potresti anche imparare qualcosa- mi disse ombra dandomi il libro -ma una curiosità, da dove viene?- chiesi -è una storia troppo lunga, cerca qualcosa di più alla tua portata alexey- disse lui avviandosi da pan. Mi sedetti su di una roccia -chissà cosa potrei chiedergli… c'è qualcosa che io veramente voglio conoscere?- mi chiesi.

 Il libro vibrò tra le mie mani e si spalancò su una pagina bianca che pian piano si illuminò rivelando una scritta -"presto incontrerai il tuo dubbio più profondo e nessuna conoscenza secolare potrà aiutarti, ma solo tu lo potrai fare"-. Quelle parole erano quasi un rimprovero per aver cercato di facilitarmi la vita ed evitare di vivere I miei dubbi -ma che può mai significare sta frase?- mi chiesi. -fatto, ho convinto pan, devo solo prepararlo e la mia parte l'ho conclusa- disse ombra sedendosi -allora? Cosa hai trovato di bello?- mi chiese -nulla di che, ho letto una favoletta…- dissi imbarazzato -e poi sarei io quello che nasconde qualcosa? Fa nulla non deve essere nulla di importante per non averti scioccato-. Mi disse lui fissandomi -già…- risposi con un sorriso - prima che torni shans vorrei chiederti un enorme favore: aiutala. lei è una persona molto orgogliosa e non accetterà il tuo aiuto se non è un'emergenza, scegli tu il momento giusto, basta solo che la difendi, poi fa ciò che vuoi- disse il cagnolino con sguardo freddo e severo -posso farti allora un'altra domanda? Perchè sei un cane e non un animale diverso, non so, un leone?- chiesi -uno, hai fatto due domande, due non ho detto che potevi farmi un'altra domanda e tre ho scelto il cane per confondermi nel mondo degli umani- rispose guardando il terreno -tu vivevi nel mondo degli umani?!- chiesi sconvolto - il patto tra ade ed olimpo venne stipulato da me e shans molti secoli prima della sua prigionia e per giuramento non potevo abbandonarla, salì quindi nel mondo degli umani e seguì l'intera vicenda di morte bi… cioè, un'intera vicenda di morte che ci ha portati fino a qui- disse senza guardarmi. 

Non ebbi tempo di ragionare, ne di chiedere altro che shans ci afferrò per I vestiti minacciandoci quasi di morte, ci disse che atena era stata messa fuori gioco e che quindi toccava a noi fare anche la sua parte. Mandò ombra a convincere pan costringendo in seguito me ad aiutarla nel duello contro tifeo. Sembrava una scena di un libro di fantasia, scoprì di saper sparare fuoco, più che altro me ne ricordai. Nel momento in cui dalle mie mani partì una fiammata, nella mia mente ci fu un vago ricordo. Ero vicino ad un edificio e un enorme masso stava cadendo su shans ma io riuscì a salvarla. Dopo quella scena nella mia manete risuonò la richiesta di ombra, quella di difendere a tutti I costi shans. Io non ricordai il perchè, ma sapevo che le dovevo molto più di un pasto caldo e un letto sul quale riposare, come se la mia vita dipendesse da lei e la sua vita dipendesse da me. Raccolsi tutto il mio coraggio e riuscì a combattere tifeo al suo fianco. Colpo dopo colpo riuscimmo ad essere coordinati fino a che ci fu la neccessità di usare l'eletricità, io quel potere non lo avevo, sapevo di avere quello di trasformazione, poi mi ricordai di saper dominare il fuoco, ma il controllo dell'eletricità non era nelle mie capacità.

La vidi mettere se stessa in un ultimo colpo, le lacrime le rimpivano gli occhi, non ci sarebbe riuscita da sola. La supplicai di poterla aiutare e lei mi rispose solo con una richiesta al quanto bizzarra. Mi chiese di mettere una mano sul suo petto, ma mai io, un misero umano, avrei osato solo immaginare di poter fare un gesto simile nei confronti di una dea. Lei mi osservò con sguardo imbarazzato e con una presa veloce a salda afferrò la mia mano. Chiusi gli occhi e cercai di fare dell'opposizione ma una potente scarica mi stava percorrendo il corpo e non potevo fare altro che arrendermi. Senti il tessuto del suo abito e poi un calore e la morbidezza di un petto che solo una donna può avere, rimasi immobile imbarazzato cercando di non toccare nulla, poi sentì qualcosa di freddo. Il mio sorriso imbarazzato fece posto ad una leggera smorfia di dolore e una sensazione stranamente piacevole. Una spina mi aveva penetrato il palmo della mano e una piacevole scarica di adrenalina passò dalla mano per giungere ad ogni angolo del mio corpo. Lei mi ordinò di seguire le sue istruzioni e di rimanere concentrato. Per un momento non sentì cosa diceva, sentì solo la sua mano che stringeva la mia, poi alzai il braccio e un'enorme quantità di energia si sprigionò dalla mano, vidi un'onda di eletricita partire verso tifeo che, incrociandosi e unendosi a quella di shans, lo colpì lasciandolo stordito e sepolto dall'isola della sicilia. 

Dopo la sconfitta di tifeo sembrò tutto tornare normale, almeno speravo. Notammo che pan era scomparso, non era divenuto la costellazione del capricorno, ma era scomparso nel nulla. Io, shans ed ombra tornammo alla sorgente dove lo avevamo trovato per la prima volta, ma di lui nessuna traccia -ragazzi cos'è ?- chiese ombra raccogliendo un oggetto dall'acqua -è lo strumento di pan, lui non se lo scorderebbe mai, ci è molto affezionato- disse shans -ci sei proprio affezionata a pan noto- dissi con un sorriso -nell'oroscopo io sarei nata sotto il segno zodiacale del capricorno, quindi si, ci sarei abbastamza affezionata- rispose lei fulminandomi con lo sguardo -quindi anche tu urli a demoni giganteschi per farli scappare con un sonoro mheee?- chiese ridendo ombra. Shans furiosa si avvicinò a lui e lo buttò nel fiume -impari a trattare così una signora- disse offesa -dai non si può neanche scherzare qui?- chiese lui uscendo dall'acqua -non è il momento giusto per gli scherzi, ci sono ancora due costellazioni da siggillare, entrambe dovrebbero essere in celo eppure non ci sono. Sapete bene quanto me che c'è qualcosa sotto…- disse lei sedendosi a terra -hem… tre se conti che manca anche il cancro…- disse ombra. 

Io guardai il celo, non riuscivo proprio a capire come I greci in tanti puntini riuscivano a vederci delle immagini complesse come quelli della mitologia. Io guardai poi I due -ma cosa sarebbe il cancro?- chiesi con tutta la mia ignoranza -sarebbe un granchio, un granchio che dovrebbe pizzicare…- iniziò a parlare ombra, ma venne interrotto da un mio urlo, mi guardai la caviglia e vi era attaccato un piccolo granchio con una stella sul dorso -…la caviglia…- concluse poi il cane -e che dovrebbe significare…?- chiesi preoccupato -posso solo dirti che uno dei mostri più famosi e pericolosi della storia sta per arrivare e nessuno di noi si salverà facilmente…- disse ombra con voce bassa e sguardo cupo mentre indicava il libro della conoscenza che aveo lasciato sulla roccia.

POV Shans 
Dopo la scomparsa di pan tornammo alla sorgente per cercare sue tracce ma nulla, non c'era nemmeno la sua constellazione in celo e ciò significava che c'era qualcosa che non andava per niente bene. Dopo aver notato l'assenza del capricorno ombra mi fece notare anche quella del cancro. Iniziamo a parlarne e con tutta la sfortuna che solo noi avevamo il cancro era proprio li. Pizzicò alexey alla caviglia come aveva predetto ombra. Secondo le sue parole quel animaletto era il messaggio che altro e ben più saventoso stava per arrivare. 

Alexey si avvicinò al libro e nel momento in cui lo prese sobbalzò trovandosi nuovamente il granchio addosso -cerca hya- disse ombra guardandosi attorno -va bene capo…" l'hya viveva in una palude vicino ad una città e da quella di tanto in tanto faceva delle sortite nelle pianure vicine, per divorare bestiame e devastare le campagne."- lesse alexey -hya?!- Chiesi sorpresa -hem… che cosa sarebbe?- chiese alexey -è una creatura mostruosa, figlia di tifeo. Si parla di una creatura talmente pericolosa per chiunque viva nel suo territorio. Si dice che sia il fiato che l'odore che si lasciava dietro erano ritenuti talmente velenosi che chiunque li respirasse moriva tra atroci sofferenze- dissi ancora con la sorpresa stampata in volto -e come sarebbe fatta…- disse alexey ma qualcosa lo afferrò per una gamba e lo trascino sul terreno -alexey!- urlai -aiuto!!!- urlò lui -stupido idiota non respirare- disse ombra lanciandosi all'attacco. 

Il suo corpo mutò divenne un giovane ragazzo e al posto di una mano aveva una spada -a noi hydra!- urlò ferendole la coda che lasciò andare alexey -grazie amico- disse il ragazzo trattenendo il fiato -puoi respirare, penso che il potere di shans ti dia la possibilità di sopravivere, ho bisogno del vostro aiuto, shans trova il modo di sconfiggerla, alexey immobilizzala con l'eletricità- disse ombra tenendo a bada le nove teste di drago dell'animale. Io afferrai velocemente il libro -non riesco a crederci che l'unica cosa che mi chiede di fare è leggere un libro…- dissi sottovoce -allora…" l'animale era un drago a nove teste di cui una sola immortale. Chiunque avesse tagliato una delle altre teste si sarebbe trovato ad affrontarne il doppio…"- iniziai a leggere io -non potevamo saperlo prima?- chiese alexey vedendo il collo di una testa tagliata dividersi in due e crearne altre due -non importa, leggi shans!- ordinò ombra -" per aiutarsi, Eracle chiese aiuto ad un suo amico che con una fiaccola bruciò il moncone di ogni testa per evitare la ricrescita." alexey fallo tu, usa il potere del fuoco- lo incoragiai io -si… ma una piccola domandina… cosa è il moncone?- chiese imbarazzato. La battaglia si fermò, persino l'hydra si sedette e lo osservo con tutte le sue teste scuotendole in segno di sdegno. -che c'è? Cosa ho fatto di male?- chiese dispiaciuto alexey -il moncone e la ferita aperta che trovi sul collo dopo che viene tagliata la testa…- dissi io per accellerare la cosa -cioè?- chiese lui- l'hydra afferrò ombra per il braccio che terminava con la spada e si taglio una testa, poi indicò il disco di pelle muscoli carne ed osso che si era creato all'estremità del collo -aaaaah! Capito- disse lui lanciando una sfera di fuoco -bene, ora puoi anche mettermi a terra hya…- disse ombra ma il mostro lo lanciò in aria e lo afferrò con le sue possenti fauci. Vidi il corpo del mio compagno sciogliersi e ricomporsi al fianco di alexey - ti ci vorrebbe una bella pulita ai denti- disse poi attaccando di nuovo il mostro -si, molto interessante…- dissi sfogliando il libro -voglio essere utile dannazione…- pensai nervosa. Il libro si sfogliò da solo e comparve su una pagina in particolare della leggenda dell'hydra -molto interessante…- sussurrai portando il mio sguardo verso il cancro che era rimasto ancora sulla roccia -vieni qui piccoletto…- bisbigliai avvicinandomi furtiva ma lui si precipitò velocemente verso ombra e alexey -no piccoletto tu non vai da nessuna parte- dissi correndo verso il granchio.

Era agile e veloce, quasi inprendibile -e pensare che Eracle ti aveva schiacciato in un secondo…- dissi correndo da tutte le parti nel campo di battaglia. Riusci dopo tanti giri a metterlo spalle contro il muro, era sul bordo del fiume e se fosse caduto sarebbe stato più che semplice catturarlo e poi ucciderlo. Presi la rincorsa e mi laciai velocemente contro l'animale che però mi schivò passandomi sotto. Mentre ero in volo osservai la sua fuga quasi incredula -ma dai!- urlai finendo con la testa contro una roccia per poi cadere nell'acqua umiliata da un simile microbo. Vidi il granchio avvicinarsi all'hydra e loro due che si davano una sottospecie di cinque, guardai poi alex ed ombra che mi fissavano con un sorrisetto -ora basta!!!- urlai alzandomi.

Dal mio collo uscirono quattro serpenti che avvolsero un'enorme roccia e la alzarono -vi siete presi gioco di me anche troppo per I miei gusti!- lanciai la roccia che colpì in pieno hydra seppellendo l'ultima testa che le era rimasta, quella immortale, mentre invece il granchio sfuggi al masso ma non hai mei serpenti. Lo circondarono e con potenti morsi se ne cibarono un po tutti. Guardai la scena con una certa soddisfazione mentre il piccolo animale veniva lentamente sbranato.

 -con questo termina anche la costellazione del cancro- dissi poi richiamando I serpenti e tornando in me. I ragazzi non dissero una sola parola, mi seguirono in silenzio fino a tornare a casa. 

-a cosa pensi?- chiesi ad ombra che fissava l'alba che stava tornando -io ed alex abbiamo trovato questi…-disse dandomi cinque punte di ferro. Le esaminai quattro erano molto simili, ma una, non lo era per nulla. -dove li hai trovati?- chiesi sorpresa -erano dei denti dell'hydra, pensavo che forse tu sapevi cosa fartene anche perchè dal granchio che hai ucciso, è uscita questa. Assomiglia molto allla metà posteriore del cindolo non credi?- mi chiese dandomi anche l'altro pezzo -ad andare ad incastro penso che vanno…- dissi osservandoli -speriamo di essere sulla buona strada…- disse lui riguardando il celo -già…- disse alex entrando nel covo.

 Per un umano come lui doveva essere stato difficile affrontare due combattimenti in una sola notte, infatti andò subito a dormire. Pensai di farlo anche io ma l'improvissa scomparsa di ombra dalla circolazione necessitava ancora di più della mia attenzione, sapevo che nascondeva qualcosa e lo avrei scoperto.

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Capitolo 10
*** alex... torna da me... ***


POV Alexey 
Dopo che venni piziacato dal cancro ombra mi fece leggere la leggenda di hya, chiamata più comunemente hydra. Era una creatura enorme, corpo possente e nove teste di drago che ci fissavano con occhi rossi. Io e ombra andammo all'attacco. 

Scoperto il modo di impedire che le sue teste andassero  moltiplicandosi ad ogni colpo, ci risultò quansi una passeggiata rispetto allo scontro con tifeo. Mentre io ed ombra ci occupavamo di hya,  shans passò il tempo ad inseguire un granchietto: il cancro.

 Dopo che venne sconfitto io e ombra osservammo il suo corpo, era ridotto a pezzi divorato per gran parte dai serpenti di shans. Non so il perche, ne il come ma quando vidi il guscio pulito e il disegno della stella pensai ad un ciondolo, un giogiello che nella mia mente era vago come ricordo.

Guardai ombra, sul fianco aveva una ferite nella quale c'era incastrato qualcosa. Lo portai alla sorgente e con la delicatezza massima gli cacciai dal fianco un piccolo cono di ferro -cos'è?- gli chiesi curioso. Lui spalancò gli occhi -hem… forse è un dente dell'idra…- disse, ma non finì di parlare che io corsi verso le teste sparse per il campo di battaglia, spalancai le bocche e cercaì dei dentì di ferro. Ne trovai uno al terzo tentativo -eccone uno!- gli urlai mentre lui sorpreso si avvicino alle altre teste, mi guardai attorno e presi una roccia -con questa dovrei staccartelo- pensai colpendo il dente con tutta la forza che avevo. Cadde e io lo raccolsi, quando mi avvicinai ad ombra lui ne aveva già presi altri tre -dammi quel guscio- mi disse lui in fretta e furia -tieni- risposi porgendoglielo .

Le punte da noi ritrovate combaciavano con i fori che componevano la fine di ogni punta di stella. Dopo questa scoperta ombra corse verso shans che si era avviata prima di noi al rifugio, forse voleva parlarle del ritrovamento. Io mi avvicinai un attimo alla sorgente e feci un sorso d'acqua, sentì di colpo un rumuore ma quando alzai la testa non c'era nessuno, solo delle increspature nell'acqua.

 Tornai al rifugio e cercai di dormire, era giorno ma dovevo riuscire a dormire almeno un pò. Mi girai e rigirai nel letto fino a crollare. Mi ritrovai ai piedi di una collina, all'entrata di un bosco. Era notte, la luna era piena, il vento scuoteva prepotente i rami degli alberi nudi dalle verdi foglie. Ero in pigiama e mi addentrai tra la boscaglia, spine e radici cercavano di fermare il mio cammino. Era tutto buio, poi intravidi una luce, la inseguì noncurante delle ferite.

 Mi ritrovai in uno spiazzo d'erba e la luce scomparve -dove sono?- chiesi -ti sto aspettando…torna da me alex…- mi disse una voce faliare -non sono ciò che cerchi, il mio nome è alexey- dissi pieno di fierezza -aggiungere due lettere al tuo nome non ti renderà diverso da ciò che sei stato in passato…. Il tuo posto non è con loro… vieni da me alex…- continuò la voce. Al mio fianco comparve una porta in pietra decorata con pregiati disegni color oro -cosa c'è lì dentro?- chiesi alla voce - la strada per tornare da me… il mondo dei vivi non è più la tua casa oramai… vieni con me… l'ade ha un posto riservato tutto per te… non lasciarmi solo…- continò la voce. Io aprì timoroso la porta, era tutto buio e dal nulla comparvero due grandi occhi, io chiusi velocemente la porta spaventato -ho detto entra!- urlò la voce, mi sentì due potenti mani che mi spinsero da dietro facendomi finire oltre la porta. intravidi la figuara mentre sghignazzava, era alta, tutta in nero, riconobbi solo il sorriso a tanti denti bianchi e aguzzi e due occhi rosso rubino impiantati sulla faccia.

Mi svegliai di colpo -è stato solo un sogno…- pensai toccandomi il petto, il mio cuore sembrava ballare il tip tap  nella mia cassa toracita. Corsi nella stanza accanto, ma ne shans ne ombra erano nel rifugio. Usci di corsa a cercarli, non mi interessava se stavo col pigiama, I miei compagni potevano essere in pericolo, io dovevo aiutarli. Corsi cercando una loro traccia, ma nulla, ne impronte ne altro, una fitta nebbia iniziò a circondarmi, proseguì senza farmi rallentare e mi trovai vicino ad un bosco. 

Una melodia distorrta partì da lontanò e invase la mia mente -vieni da me…- iniziò a risuonare una voce -no!- urlai io. Afferrai un ramo e iniziai a usarlo per muovermi alla cieca. Era srano che era ancora notte, doveva essere giorno, doveva essere pieno giorno -vieni da me alex…- continuò una voce -dove sei dannata creatura?!- urlai correndo, attraversai spine e  ortiche senza sentire nessun dolore, sentivo solo il mio cuore battere e il tempo fermarsi quasi -non puoi scappare al tuo destino…- continò la voce -vedremo!- urlai io. Chusi le mani e diedi fuoco alla vegetazione davanti a me per crearmi un varco. Corsi intravedendo una fioca luce e mi ritrovai sul campo di battaglia dello scontro contro hydra -devo essere impazzito…- pensai avvicinandomi alla sponda del fiume. 

Il mio riflesso era spaventoso, il sangue mi colava da varie ferite sulle braccia, sul volto e altre parti del corpo. Mi guardai in girò, vidi il libro della conoscenza per terra, sporco e ancora più rovinato di prima -santo cielo… come è potuto succedere che ti dimenticassimo qui…- lo raccolsi e mi levai la maglia del pigiama. Mi sedetti sulla riva e misi il libro sulle miei gambe. Non so il perchè ma c'ero come affezionato, come se conoscevo la sua storia. Bagnai la maglia e iniziai a pulire la copertina in pelle, lentamente lo sporco scomparve e io mi sentì meglio nel rivederlo al suo stato normale -chissà a cosa si riferiva quando diceva che avrei incontrato il mio dubbbio più grande…- bisbigliai. Il libro vibrò e cadde nell'acqua, le sue pagine si spalancarono e una luce mostrò in superficie due parole che mi fecero gelare il sangue -"morte bianca"- lessi. Conoscevo il termine per indicare un omicidio e poi una scomparsa improvvisa del cadavere, una morte pulita e senza nessun indizio ne testimone. Sulla superficie poi si matterializzò una figura femminile. Aveva i capelli neri, lunghi e lisci, occhi tanto scuri da perdersi dentro. Aveva un sorriso che incantava, senza accorgermene avvicinai il mio volto all'immagine, quasi per volerla baciare ma lei fece prima di me. 

Sentì due braccia avvolgersi al mio collo e tirarmi in acqua mentre la mia bocca spalancata fu sorpresa da un improvviso bacio. Con occhi sborrati osservavi la persona che mi aveva tirato a se -ma chi diamine sei tu?! Shans! Aiuto!- urlai staccondomela di prepotenza di dosso. Era nuda e finì nell'acqua a qualche metro da me. Aveva I capelli blu, poi non mi interessò vedere altro, non volevo, nella mia mente rimase impresso il sorriso dell'immagine mostrata dal libro e il mio cuore accellerava non appena ci pensavo. 

Mi ero innamorato

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Capitolo 11
*** le cicatrici dei mortali ***


POV Shans 
Vidi Ombra scappare nella boscaglia ed io furiosa e curiosa lo seguì. A metà strada egli si trasformò in un giovane, alto e dal fisico scolpito -ma che diamine succede qui?- pensai avvicinandomi, egli corse verso una spiaggia. 

Sulla riva vidi una giovane fanciulla che si avvicinava all'acqua, pelle celeste, I suoi capelli mossi dal vento brillavano di sfumature tra il blu e l'argento, era vesta con un abito lungo e grigio come la nebbia, stupenda. Rimasi ad occhi spalancati nel vedere tanta bellezza, da lontano poi vidi arrivare una toro dal manto bianco che con la fanciulla iniziò a giocare. 

Stavo per intervenire, io sapevo chi era quel verme che giocava con lei -hey zeus! Lontano dalla mia signora, va a cercare Europa piuttosto che disturbarla- le disse Ombra comparendo da un cespuglio - Ombra! - urlò lei abbracciandolo. 

Il toro si fermò e fissò furioso Ombra, stavo per uscire ad aiutarlo ma sentì di colpo il mio nome pronunciato con una certa preoccupazione -Alexey!- pensai scappando via. Arrivai alla sorgente e lo vidi con metà del pigiama nell'acqua con a poca distanza da lui una ninfa marina -tu!- dissi prendendola per I capelli -dimmi il tuo nome- le ordinai -Azura mia signora. Mi lasci la prego - mi supplicò lei -sparisci e trovami qualcuno che ha qualche evento strano accaduto di recente da raccontarmi- le dissi lasciandola andare. Cadde in ginocchio nell'acqua e poi scappò piangendo -ti ha fatto qualcosa?- chiesi ad Alexey -no, grazie mille Shans, sei stata violenta, ma grazie- disse sorridendo -le ninfe non sono donne di cui fidarsi, sono in continua ricerca di uomini da sedurre per poi giocare col loro destino a proprio piacimento. Visto che siamo qui, posso unirmi a te?- chiesi un pò timida -mi ci vorrebbe un pò di relax…- dissi slacciano la mia veste -S…Shans che fai?! C… cioè, puoi farlo ma non lo fare con la mia presenza, sei una donna e soprattutto una dea…- disse rosso mettendosi le mani davanti agli occhi -non preoccuparti, non sono un essere umano, puoi liberamente guardare, non farti problemi- gli risposi poggiando la veste sulla riva -sei sicura?- chiese lui senza guardarmi -Alexey, non fare tante storie su- dissi togliendogli le mani dagli occhi. 

Lui rimase immobile -ci sono tante cose che avrei da chiedere lo sai vero?- disse lui rimanendo ad occhi spalancati -spara- dissi incrociando le braccia -perché indossi una mutanda di ferro?- chiese -sentito mai parlare di cintura di castità? Ho la chiave custodita in un luogo segreto, mi serve ad evitare di avere problemi come I tuoi con Azura e perché uno dei figli di Gea, quello che rappresenta I mari e l'acqua in generale, ha la brutta abitudine di accoppiarsi con le fanciulle che vanno ad un fiume a fare un bagno- dissi entrando in acqua -così non avrò problemi- dissi con un sorriso -ok… due, con cosa mi hai punto durante lo scontro con Tifeo?- disse evitando di capirlo da se -non mi vuoi proprio guardare he?- gli chiesi con un sorriso -ovvio che non voglio, non per offenderti, ma non mi piaci, cioè sei bella è vero…- disse lui -hey, calmati ho capito, il tuo cuore appartiene ad una ragazza e per fortuna non sono io- dissi con un sorriso -certo, non posso negare che per un periodo ti ho amato…- pensai ricordandomi del suo bacio con doppia p sul tetto della scuola -comunque ti ho punto con questo- dissi mostrandogli le borchie sul mio petto, principalmente quella al centro -come funziona?- chiese lui rimanendo affascinato dai riflessi di quella centrale -questo diamante e conficcato nella mia carne e mi permette di assorbire dei poteri che vengono da una pietra I cu pezzi per fortuna abbiamo iniziato a trovare- dissi mostrandogli la prima metà di ciondolo -ma con me hai fatto l'inverso, mi hai dato un tuo potere -si esattamente, posso anche passarlo, ma ciò mi porta grande sofferenza e dolore ovunque, ho resistito a mala pena sul campo di battaglia- gli dissi -lui poi si rese conto di che parte del mio corpo guardava -oh celo, scusa!- disse distogliendo lo sguardo -Alexey non preoccuparti, sono come dei semplici pettorali- dissi. 

Il mio petto era esattamente come dei pettorali, ma non aveva la caratteristica delle mammelle che solo gli umani hanno -sono una mutaforma, ma nello stato di base sono così, quindi non preoccuparti, sei libero di guardare senza vergognarti- dissi con un sorriso -quindi un mutante è così?- chiese affascinato -già- risposi guardando nell'acqua -ma questo non è il libro di Ombra?- chiesi raccogliendolo -si, la tizia me lo ha fatto cadere quando mi ha tirato in acqua- disse lui un pò arrabbiato -a cosa ti serviva?- chiesi curiosa -a nulla, tu invece, che tipo di tatuaggio è quello sulla tua schiena?- chiese. Aveva visto il segno che il mio corpo da umana mi aveva lasciato addosso -sto per raccontarti una storia, ti va?- chiesi mettendomi comoda -si, dici dai- mi incoraggiò lui. 

-un tempo, sull'olimpo gli uomini furono stufi della necessità di donne per creare un'altra divinità e quindi scelsero di crearne una loro. Le diedero 5 pietre ciascuna che le donava una caratteristica e un doppio potere, uno naturale e uno un po’ meno. La base della dea venne impastata con l'argilla e su questa base la  fanciulla avrebbe potuto usare I proprio poteri per modificare il proprio aspetto. Riuscirono nell'impresa e le pietre furono messe in un ciondolo. Il potere di tale gioiello dopo un po’ si rilevò immenso e per impedirle di spodestarlo, Zeus ordinò che la giovane dea venisse messa sotto catene e che il ciondolo fosse stato affidato al peggior nemico che la ragazza avrebbe mai avuto. Zeus calcolò tutto, ma non tenne conto che la prigionia avrebbe portato la mutante alla morte. In una notte di tempesta la sua anima riuscì a scappare dal corpo e non essere risucchiata nell'Ade, ma Zeus diede altro filo da torcere alla poveretta. La colpì con una folgore, uno dei suoi potentissimi fulmini che divise l'anima in due, una cadde in un bosco e l'altra invece finì nel corpo di un'umana e Zeus trovo quell'umana. Circa 23 anni fà, nacque in una casa, ne’ troppo nobile, ne’ troppo povera, una bella bambina. Le venne messo fin dal primo giorno di vita un collare che sarebbe stata la sua prigionia e la prigionia della metà di dea che lei custodiva nel profondo della sua anima. La ragazzina passo le sue elementari nelle prese in giro per il singolare accessorio, ma dall'età di 10 anni riuscì a rinchiudersi in un mondo in cui lei era accettata: iniziò a scrivere racconti. Tutto ciò che le passava in mente veniva scritto su carta e gelosamente conservato e così continuò la sua vita senza che lei si accorgesse che la metà di dea caduta nel bosco tramava un piano per tornare ad essere un'anima intera. Il piano progettato da quella metà venne messo in campo l'ultimo giorno delle medie di questa ragazza. Durante quegli anni lei era stata costretta a sopportare una ragazza in particolare, se ben ricordo una certa Sasha, comunque questa tizia maltrattò la nostra protagonista fino a farle uscire il lato di dea e uccidere questa piccola bulla. Destino volle che Sasha fosse l'altra metà di dea e che il loro rapporto diventasse ancora più teso. La ragazza maledetta per il guaio combinato decise di cambiare città e da vittima divenne cacciatore. Nelle scuole superiori conobbe dal primo anno un ragazzo che le piacque, ma non lo avrebbe mai ammesso, decise di avvicinarsi a lui in un modo piuttosto violento diventando il suo incubo peggiore. Il rapporto tra I due rimase sempre violento e per I primi quattro anni Sasha cercò la ragazza e quando la trovò le portò via ciò che lei amava di più di ogni altra cosa: quel ragazzo. Tra le due nacque uno scontro che portò poi la morte di entrambe. Qualche notte prima dello scontro, la ragazza fece I suoi 18 anni mentre Sasha e il ragazzo si diedero il loro primo bacio. A mezzanotte precisa iniziò a piovere e la neodiciottenne fu colpita da un fulmine che le lasciò sulla pelle una traccia indelebile e ciò accadde anche alla sua metà di dea-. 

Lui ascoltò il mio racconto incantato come un bambino -come si chiamavano la protagonista e il ragazzo che le piace?- chiese curioso -alex e…- stavo per finire la frase ma fui interrotta da una voce femminile -scusate se disturbo, sono la sorella di Azura e credo di avere le informazioni che cercate- disse una ninfa apparendo dall'acqua cristallina.

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Capitolo 12
*** scontro gemellare ***


POV Alexey
Quando riaprì gli occhi vidi shans che teneva sollevata con un braccio la ninfa tenendola per i capelli. Era violenta, ma allo stesso tempo sembrava quasi piacermi quel carattere da fiera dea che era. La ninfa fuggì e shans invece decise di farsi un bagno insieme a me, era così imbarazzante.

 Evitai di guardarla ma lei era insistente e alla fine mi portò a togliermi le mani dagli occhio, aveva un corpo totalmente diverso da come me lo aspettavo. Non era come una normale donna nuda, no era diversa, aveva la pelle bianca come il latte e indossava come una mutandina di ferro, mi disse che era per rimanere casta ed evitare situazioni sconvenienti come quella tra me ed azura. Sul petto aveva come delle borchie che le uscivano da sotto la pelle, due in ferro qualche centimentro più in basso delle spalle, una per ogni spalla, altre due sempre in ferro a qualche centimentro più in basso delle prime  e più vicine. L'ultima mi colpì principalmente, era come un diamante e si trovava al centro del petto. Mi disse che con quella pietra poteva risucchiare potere ma anche darlo, come fece con me durante la battaglia con tifeo. Poi le guardai la schiena, aveva come un enorme disegno di un fulmine che le partiva dal collo e terminava al indumento in ferro. 

Ero curioso, forse anche troppo, le chiesi di parlarmi di quel disegno e li partì la lunga narrazione.
 Mi parlò di una ragazza la cui vita mi fece quasi piangere. Nata e costretta a tenere dentro di se una metà di shans e all'esterno del suo corpo un collare che teneva la sua anima imprigionata e maledetta a vita.

lei per fortuna riuscì presto a creare un mondo in cui riuscì a sorridere, divenne una scrittrice. 

La ragazza alle medie si macchiò le mani di un omicidio, quello di una certa sasha che in realtà era l'altra metà di shans e che quindi, essendo dea, non morì ma perseguitò la ragazza per tornare ad essere un'unica dea.

 La riuscì a trovare dopo qualche anno, mentre la ragazza frequentava la quarta superiore. In quegli anni di superiori la ragazza si innamorò di un suo compagno di scuola ma lui si fidanzò invece con sasha. 

Il giorno del primo bacio della coppia la ragazza invece compì I suoi 18 anni ma poco dopo la mezzanotte venne colpita da un potente fulmine che le lasciò sulla pelle un segno indelebile e ciò lo fece anche alla metà di shans. 

Rimasi a bocca spalancata per la storia e sempre più curioso chiesi il nome dei due protagonisti, ma ottenni solo quello del ragazzo: alex.

 Quando sentì quel nome mi tornò in mente lo sguardo di quella figura tutta nera e dagli occhi di fuoco apparsa la notte prima nei miei sogni. -chi diamine è questo alex?- mi chiesi preoccupato -hahahahaha!- sentì una potente risata che risuonò tanto forte da farmi piegare in due per l'improvviso dolore alle orrecchie e alla testa -che sciocca domanda…- disse una voce distorta -shans! Shans aiutami!- dissi allungando un braccio verso di lei , ma non riuscivo a toccarla, ne lei mi sentiva -che cosa succede qui?!- chiesi guardandomi intorno -desidero rispondere alla tua domanda…- continuò la voce. Uno specchio si materializzò davanti al mio volto -io sono alex- disse il mio riflesso -idiozie! Io non sono un mostro come te!- urlai dando un pugno nello specchio. Sulla mano si fece un piccolo taglio mentre I vari cocci iniziarono a cadere per terra -… lo so quanto fa male odiare se stessi…- disse la voce. 

Dai vari cocci uscirono nuvole di fumo nero che si unirono creando un ragazzo uguale a me -… e anche tu sai bene quanto fa male odiarti…- disse mettendomi una mano davanti al volto che poi chiuse in un pungo. Vidi I vari pezzi di vetro alzarsi in aria e finire contro di me, ogniuno di loro sfiorò solo la pellle provocando qualche taglio. La loro potenza mi spinse all'indietro e mi ritrovai di colpo bloccato contro un muro -non puoi scappare al tuo vero io…- disse strappandosi gli occhi che nelle sue mani divennero piramidi appuntite di rubino. Il suo viso assente di sguardo sorrideva mentre impetuosi fiumi di sangue uscivano dalle cavità oculari, vidi le sue mani avvicinare al mio volto i due rubini, cercò con un'innata forza di trapassarmi gli occhi, ma riusci a ribbellarmi. 

-alexey, rispondi dannazione!- urlò shans scuotendomi -c..che succede?-chiesi trovandomela di fronte -per fortuna mi hai risposto- disse lei stringendomi a se -stai bene?- chiese -non proprio…- -cosa c'è?- -ho sognato questa notte un'entità tutta nera e dagli occhi che erano pietre preziose- risposi preoccupato -come si chimava? Ti ha detto il suo nome?- chiese lei rimanendo fredda -alex…- dissi abbassando la testa -si sta avvicinando il momento quindi… non ti farà del male finchè sarai con me- disse mettendosi una mano sul cuore -te lo prometto- concluse. 

Solo in quel momento mi accorsi di un'altra ragazza nell'acqua -tu sei?- chiesi ad una fanciulla dai capelli ed occhi verdi -io sono la sorella di azura, vi prego, sbrighiamoci prima che qualcuno venga a sapere di questo segreto- disse lei iniziando a correre lungo il fiume - seguiamola- disse shans mentre io feci di si con la testa. Arrivammo di corsa alla foce del fiume -vedete quella scogliera? Ho visto poco tempo fa quelle rocce aprirsi e due uomini portare dentro una creatura metà uomo e metà capra, penso sia pan- disse lei indicando degli scogli che brillavano in modo sospetto -qui c'è qualcosa che non va, andiamo da ombra- dissi io preoccupato -si, penso proprio che dobbiamo parlare con lui…- disse guardando l'orizonte e poi degli strani segni sulla sabbia.

 Ci avviammo al rifugio ma incontrammo ombra dopo pochi metri dalla fonte, cercammo sulla riva I nostri vestiti e celi rimettemmo addosso. 

C'era un silenzio tombale poi di colpo dei passi -ombra!- urlò shans -hey…- disse lui con tono triste - quei segni sulla spiaggia erano I suoi…- disse shans -ho paura di si…- rispose lui -posso sapere?- chiesi -stanne fuori!- ordinò ombra furioso -calmati, non è colpa sua se l'hanno presa…- disse shans bloccandolo -s… scusa alexey… non volevo agredirti…- disse calmandosi -n… non preoccuparti…- risposi spaventato. 

Ci fu un momento di silenzio, io ero confuso mentre loro due sapevo che mi nascondevano qualcosa -posso sapere qualcosa anche io?- chiesi impaziente -dai tempo al tempo, non puoi pretendere tutto subito, avrai le risposte che cerchi, segui I consigli del libro della conoscenza- disse ombra -tu cosa ne sai di cosa ho chiesto al libro?- domandai preoccupato -questo è un mio segreto- rispose alzandosi -ora andiamo, non lascero Luna nelle mani di quei farabutti- concluse ombra partendo di corsa -ma chi è luna?- chiesi a shans -quello che è per te la ragazza che ti ha fatto vedere il libro- disse lei aprendo una pagina davanti ai miei occhi -capito…- dissi rimanendo incantato dall'immagine -comunque prima non ho terminato la mia storia, I due protagonisti erano alex e morte bianca- concluse lei seguendo di corsa ombra -morte bianca?- dissi riportartando gli occhi al libro.

 Mi sembrava impossibile che una creatura come lei, così bella, si fosse innamorata di un mostro come quel alex. Chiusi il libro e seguì I miei compagni quando li raggiunsi erano in compagnia -hey voi chi siete!?- urlai affiancando ombra che proteggeva shans -noi siamo I due gemelli, figli del potente zeus -quel vecchio, sempre a mettermi I bastoni tra le ruote- bisbigliò shans. Sentì il libro vibrare e poi ombra iniziò a parlare -voi che siete giusti come lo è il vostro potente padre, vi va una sfida? Chi vince otterrà I servigi della mia schiava, per voi che avrete coppe e medaglie da riempire palazzi, servirà qualcuno che li metta in ordine e li pulisca- disse indicando shans -ma sei matto?!- urlai io ma lui mi tappò la bocca -perdonate il mio protetto, ma deve ancora perdere il vizio di parlare senza essere interpellato- disse ombra fulminandomi con lo sguardo.

 -va bene, ma voglio anche la chiave di quella bella cintura che porta- disse uno dei due. Shans si guardò la vita e coprì con il vestito -va bene…- disse ombra, shans poi si avvicinò a noi -fategli il culo, voglio che mi portiate il loro cuore che è ancora caldo- ci bisbigliò furiosa -con permesso giovani campioni, vado a prepararmi per poi festeggiare la vostra vittoria- disse lei facendo un incino ed avviandosi alla scogliera. -bene, che il duello abbia inizio- disse uno dei gemelli - fattevi sotto- rispose ombra -puoi scommetterci- ribattè l'altro gemello lanciandomi un'occhiata -come te la cavi pivello alla box?- chiese il gemello distogliendo poi lo sguardo da me con un  sorrisetto -posso liberamente competere con te!- dissi imbarazzato -vedremo..- rispose tirando un potente pugno che non riuscì a intercettare e che mi colpì sul volto, facava male, ma nel momento il cui indietreggiai sentì una mano dietro la schiena -attento alexey…- disse ombra fissando il mio agressore -usa il potere viola… non posso rimanere qui e sapere che shans e sola lontana da noi…- disse ombra preoccupato. Io mi guardai le mani -si, ha ragione, devo resistere per shans e chissà… forse un giorno potrò anche farlo per morte bianca- pensai stringendo I pugni che poi divennero di metallo.

 Corsi verso il mio nemico e con un colpo potente nello stomaco lo feci piegare in avanti poi uni le mani e colpì con tutta la mia forza la sua schiena. Sentì le ossa rompersi e il suo corpo cadere ai miei piedi accompagnato da un urlo straziante di dolore -come ti sei permesso!- urlò suo fratello -tu devi lottare contro di me- disse ombra bloccando il ragazzo con una spada al collo -va bene, l'hai voluto tu!- disse lui attaccando ombra che prima di subire il colpo trafisse il nemico con una lunga spada -mi dispiace…- disse poi ombra facendo scivolare il corpo dalla sua lama con un calcio. Io  fissai la scena a bocca spalancata, non riuscivo a credere di aver colpito una persona con così tanta violenza e che l'avrei lasciata morire ai miei piedi.

-cosa ho fatto…- dissi cadendo in ginocchio mentre le mie mani tornatono normali -hai difeso l'onore di una donna, non è la prima volta che lo fai, ma per fortuna questa volta hai scelto bene da che parte stare…- disse lui avviandosi alla scogliera -non è la prima volta…?- mi chiesi spaventato guardando il cadavere davanti ai miei occhi.

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Capitolo 13
*** un volto conosciuto ***


POV Shans 

Guardai la ninfa, poi mi girai verso alexey, guardava il vuoto terrorizzato -alexey! Rispondi!- dissi scuotendolo. Quando si riprese decise di raccontarmi di un suo sogno molto recente , parlò di una figura nera dagli occhi rossi che diceva di chiamarsi alex. - la sua anima lo sta chiamando verso il regno di Ade, alexey, tra poco dovremo dirci addio…- pensai preoccupata, ma preferì non dire nulla di tutto ciò ad alexey, non prima del tempo. 

La ninfa ci portò alla foce del  fiume, sulla spiaggia notai dei segni di trascinamento -hanno preso anche lei, questo significa che qualcuno ci sta spiando, devo chiedere meglio ad ombra- pensai. Tornammo all'inizio del fiume e ci rivestimmo, li incontrammo anche ombra. Preoccupata chiesi se sapeva di Luna, lo sapeva, era furioso e determinato, quindi ci avviammo in fretta e furia alla scogliera ma fummo fermati dai gemelli.

 Quei due esseri non li avevo mai sopportati, già il fatto che erano figli di zeus era un buon motivo per odiarli. Con un giro di parole ombra riuscì a farmi andare avanti, ero sempre felice che metteva tanta fiducia in me e non lo avrei mai voluto deludere. Mi avviai alla scogliera -ora vediamo di aprire questo bel sassolino- pensai studiando le rocce. C'era un forte silenzio, in lontananza sentì un urlo di dolore -che è successo?- pensai preoccupata per I miei amici poi sentì un fruscio su di un albero, mi avvicinai e notai con enorme sorpresa una videocamera. -dannazione, ecco come ci hanno spiati, questo significa che sanno anche di me, ombra e alexey. Devo proteggerli.- pensai. 

Presi la telecamera e con forza la straccia dalla sua postazione, presi un sasso e con prepotenza iniziai a distruggerla, nessuno doveva vedermi usare I miei poteri. Subito dopo che la telecamera finì fuori uso presi I fili elettrici che la connettevano e me li attaccai al petto, mi caricai della corrente necessaria per difendermi da eventuali attacchi. 

Mi nascosi dietro le rocce mentre sentì gli scogli sospetti muoversi e poi aprirsi in due. Ne uscirono diversi uomini armati di fucili e pistole diverse da quelle conosciute nel periodo in cui la mia anima era divisa in doppia p e morte bianca, uscì allo scoperto. Erano in quattro e iniziarono a spararmi a raffica, erano sostanze corrosive e paralizzanti, me ne resi conto quando fui colpita ad una gamba, ma riuscì a trovare salvezza nel mare, eppure loro non si arresero, mi inseguirono nell'acqua dove misero un dispositivo che rese il mare un enorme campo di elettricità. Mi lasciai andare, il mio corpo incanalò quell'enorme energia mentre venni lentamente circondata da un'immensa sfera gialla.

 I miei capelli bianchi erano dritti in testa, I miei occhi grigi divennero gialli e il mio corpo ricoperto dai miei amati serpenti coperti da squame gialle. I quattro uomini mi guardarono sorpresi e spaventati, lasciarono cadere le armi e si misero a correre -dove credete di andare?- chiesi io con una risata quasi demoniaca -assaggiate un po del potere che volevate usare contro di me!- dissi colpendo il celo con una scarica, le nuvole si aprirono in due e un enorme vortice iniziò a crearsi sulle nostre teste; potenti scariche colpirono il terreno e continuarono fino a intrappolare e poi uccidere le quattro guardie. Tornai lentamente normale mentre il celo tornò ad essere azzurro. 

Mi avvicinai alla guardia meno mal ridotta e ne rubai I vestiti, l'arma e una tessera che forse sarebbe servita per aggirarmi nel loro covo. Appena mi avvicinai alla scogliera notai tra due rocce una fessura dove passai la tessera e le porte si aprirono. 

Una caverna fatta da rocce e cristalli faceva da immenso corridoio, da quel  momento dovevo fare attenzione ad ogni mio gesto. Mi avvicinai alla prima porta, la aprì, era una sala dove vi erano altre guardie intente a mangiare un panino -hey amico come è andata con la ragazza dai capelli bianchi?- chiese, io feci solo il segno del okay con la mano e poi me ne andai -certo che è proprio di poche parole…- commentò uno di loro mentre mi allontanavo -dannazione, mi scopriranno prima o poi se non mi sbrigo- pensai. 

Aprì un'altra stanza, vi erano due tavoli sporchi di una sostanza rossa scuro -cosa diamine è successo qui?- pensai spaventata, ma richiusi la sala per proseguire l'esplorazione. Aprì stanze su stanze, ma erano tutte o bagni, o laboratori o dormitori, sentì poi un urlo e senza farmi notare mi precipitai in soccorso della persona. Aprì una stanza e vidi un uomo incarcerare una ragazza, la stessa che avevo visto sulla spiaggia con ombra -luna!- urlai attaccando l'uomo. Quando si girò rimasi colpita da quanto il male lo avesse segnato. Aveva un occhio verde e uno blu, sul primo vi era una cicatrice di un taglio e altri segni si trovavano sul labro e sulle nocche delle mani -e tu chi sei?- disse lui respingendomi -sono shans e in nome degli dei dell'olimpo ti ordino di lasciare quella ragazza se non vuoi passare dei guai !- dissi mirando col fucile -ho creato io quell'arma, credi che non sia capace di neutralizzarla?- disse lui correndo verso di me -e poi non puoi fare nulla contro di me- calciò via l'arma -sei una donna, e come tale dovresti imparare a stare un po in silenzio e a  portare rispetto per il tuo padrone e signore: l'uomo-. 

Quelle parole mi lasciarono un attimo immobile e lui approfittò di quel attimo per colpirmi, mi diede un calcio al fianco e poi una ginocchiata che mi fece piegare in due -la cosa positiva è che avrò un'altra serva che ubbidirà ad ogni mio ordine- disse prendendomi di peso e mettendomi nella gabbia con Luna. Solo quando sentì le sbarre chiudersi tornai coi piedi per terra -Luna! Come stai?- chiesi alla ragazza -bene, ma tu come fai a conoscermi?- chiese spaventata -io sono shans e sono un'amica di ombra, mi ha mandato lui qui… ma penso di aver fallito…- dissi abbassando la testa. Sentì qualcosa stringermi a se -grazie mille di essere qui, non  preoccuparti per lui, non lo hai di certo deluso, hai fatto del tuo meglio- disse lei con un sorriso rassicurante -già, il suo meglio- disse l'uomo premendo dei pulsanti su di un enorme computer -peccato che voi donne non sappiate fare niente se non pulire e cucinare, tanto alla fine voi per questo esistete, per fare ciò che l'uomo non deve fare, altrimenti perchè Dio avrebbe creato la donna?- disse uscendo accompagnato da una fastidiosa risata -per farti iI culo lurido pezzente, ecco perchè è nata la donna!- urlò Luna attaccandosi alle sbarre. 

La vidi subito dopo volare all'indietro -dannazione, sono elettrizzate, non possiamo scappare…- disse lei alzandosi mezza intontita. Quando seppi dell'elettricità un sorriso mi si stampò sul viso -non è ancora la fine Luna, mettiti il più lontana possibile da me- dissi. misi le mani sulle sbarre e il mio corpo fu invaso da così tanta energia che la tuta da guardia si incenerì, assorbì tutta la corrente necessaria per poi usarla contro il generatore che teneva chiusa la gabbia -libertà!- urlai facendolo esplodere. 

Uscimmo dalla gabbia e ci precipitammo al computer. Riuscì ad entrare nella sezione delle armi e feci partire cinque piccoli razzi verso il cielo, due veloci, uno dopo qualche secondo, e altri due con la stessa velocità dei primi. A sentire tutto quel macello dovevamo aver per forza attirato l'attenzione di alcuni scagnozzi. Cercammo disperate e prese dal panico un nascondiglio, ma la stanza fu subito invasa da  un esercito di uomini armati capeggiati da un ragazzo di cui mi ricordavo molto bene il volto -tu! Ragazzino impertinente! Avrei dovuto lasciarti morire violentato da zeus!- urlai ribellandomi a due di loro che mi tenevano ferma per le braccia -lasciatemi! Voglio ucciderlo!- urlai ribellandomi con tutte le mie forze. Il ragazzo sorrise -ti prego mia cara, chiamami Ganimade. Ora seguitemi, Rex desidera la vostra compagnia nella sua stanza privata- disse il ragazzo avviandosi seguito per costrizione da noi.

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Capitolo 14
*** nuove catene ***


Pov Shans

Ganimade ci portò fino all'ultimo piano del covo - fratellone, eccoti le prigioniere - disse il ragazzo mentre le guardie ci buttarono su di un pavimento coperto da un'elegante moquette nera. La stanza era molto bella, bianca e nera, un'enorme finestra si affacciava sul mare mentre sui muri vi erano vari quadri e una maxitelevisore. Al centro della stanza vi era rex vestito di tutto punto con giacca e cravatta -ganimade…- disse girandosi mentre si sistemava la cravatta rossa -si fratellone?- chiese lui con gli occhi che si illuminavano -sparisci dalla mia vista e ti prego… smettila di chiamarmi fratellone, il fatto che io non ti abbia ancora aperto in due è che zeus ti vuole sano e intero per usarti per I suoi schifosi giochini…-.

 La luce negli occhi di ganimade si spense e se ne andò sconsolato. -che cattivone, spero che non tratti così anche le donne altrimenti puoi dire addio ai tuoi di sporchi giochini- disse luna con una risatina maliziosa -mi stai sfidando? Pensi che non posso ottenere quello che voglio da una donna?- disse alzandole con prepotenza il volto -lasciala testa d'uovo- gli dissi afferrandogli il polso con forza mentre la luce della stanza si rifletteva sulla testa calva. -ma guardati sembri lo slender…- bisbigliai io divertita dal paragone -ma che vai dicendo?- disse luna scandalizzata -non so chi sia, ma sono certa che è più simpatico e gentile di questo brutto ceffo- disse accompagnando la mia risata. Rex si alzò e aprì la finestra - mie care donzelle, è giunto il momento di farsi un bagno tra gli squali- disse prendendoci di peso -certo che sei proprio forte mio caro rex…- gli bisbigliai nell'orecchio sapendo che gli dava fastidio - stai zitta piccola sguald…- ma non concluse la frase che gli diedi una scarica sul collo -non si dicono certe cose ad una signorina- dissi offesa -siete fastidiose- disse lanciandoci dalla finestra verso l'acqua. -qui ci moriamo…- pensai vedendo I nostri corpi avvicinarsi ai taglienti scogli che uscivano dall'acqua, ma qualcosa ci bloccò, una piattaforma in ferro dalla quale lentamente si crearono delle sbarre per farci di nuovo ritrovare in una gabbia -ci hai salvate, grazie tesoruccio- dissi mandandogli un bacio - che schifo!- urlò rex andandosene -chi se lo immagginava che un po’ di flirt poteva dare tanto fastidio ad un uomo- dissi ridacchiando -chi se lo aspettava che una come te sapesse flirtare sopratutto. Ho seguito la tua storia dalla notte in cui sei morta, ma non mi aspettavo che dopo tanti secoli saresti tornata ad essere la dea originale- disse luna.

 Le sue parole mi lasciarono sorpresa -sai la mia storia?- chiesi - e chi non la conosce, sei la fuggitiva più introvabile di tutto il mondo mitologico, sulla tua testa c'è anche una bella somma sai?- disse con gli occhi che le brillavano -e tu  non sei interessata a quella somma, vero?- le chiesi sospettosa -per quanto I soldi e il potere mi possano interessare, dopo che avrete sigillato tutte le leggende io tornerò ad essere rinchiusa sulla luna quindi non me ne farei nulla- disse rassegnata -quindi mi aiuti perchè non potresti farci nulla coi soldi?- le dissi un po delusa -no, ti aiuto perchè anche io voglio la pace tra I tre regni- disse fissando l'orizzonte.

 Passammo qualche ora a fissare le onde del mare, fino a quando non sentimmo il completo silenzio da dentro il covo -hehe, può iniziare il mio piano- disse luna -cosa? Che piano?- chiesi curiosa -non sei l'unica ad avere dei poteri sai? Ammira la forza della luna!- alzò le mani al celo e vidi in lontananza la luna brillare mentre il mare iniziò a tremare, divenire agitato e salire sempre di più. La spiaggia sconparve sotto l'acqua cristallina, gli alberi iniziarono ad essere spazzati dalle potenti onde. Parte dell''acqua salì fino alle sbarre mentre gli squali iniziarono a saltare fuori e a mordere le sbarre -mi perdoni poseidone, ma mi serve il vostro prezioso aiuto creature del profondo blu- disse fissando gli squali -tu sei impazzita, questi ci mangiano non appena mettiamo piede fuori di qui- dissi tirando la mia veste dalle fauci di uno squalo -puoi sempre metterli in fuga- mi disse facendo con il dito il segno del fulmine. Con un dito diedi una scarica al muso del pesce troppo cresciuto che lasciò l'abito. Con I loro potenti morsi gli squali riuscirono ad aprirci un varco per uscire , luna creò poi una scala d'acqua che ci portò alla finestra che distrusse con un'enorme pugno d'acqua. Entrammo nella stanza, era vuota e buia, ma aveva sempre il suo elegante fascino. 

Di colpo la porta si aprì e noi ci ritrovammo davanti a ganimade che fece cadere sul pavimento un piatto che conteneva due panini -vi ho portato la cena…- disse con gli occhi spalancati mentre vedeva squali saltare fuori dalla finestra -a vero!- esclamò luna schioccando le dita e l'acqua tornò normale -ma chi se ne frega dell'acqua, la nostra cena è per terra!- esclamai io buttandomi a prendere I panini - veloce, la regola dei 10 secondi!- dissi dandole il suo -no grazie, ma non ho fame- disse luna -peggio per te- dissi dando un morso a un panino e uno all'altro. I due mi guardarono in segno di richiamo -che c'è? È uno spreco di cibo se non lo mangi- dissi con la bocca piena. Mentre mi godevo la cena sentì un allarme suonare e delle guardie invasero la stanza -voi, il capo vi vuole!- disse uno di loro prendendomi per il polso. Ci portarono in una stanza molto grande, sul pavimento c'era un tappeto rosso che collegava la porta ad un trono al centro della stanza -portatele qui!- ordinò rex -ti sono mancata tesoruccio?- lo istigai io -si, così tanto che ora non vi staccherete più da me…- disse con un sorriso sadico mentre le guardie misero al nostro collo due collari che riconobbi subito -questi collari risucchiano il vostro potere e lo trasferiscono a me, ma con I vostri poteri risucchia anche la vostra vita… ma penso che questo lo sapevi già, vero shans?- chiese rex con aria di sfida -cosa? Hai perso il sorriso mia cara?- chiese ridendo -dannato quel vecchio di zeus! Me la pagerà! Come può aver fatto un patto con una persona perfida come te?- dissi ribbellandomi ma le guardie mi afferrarono I polsi e li chiusero in pesanti manette collegate a delle sfere di ferro - tutti fanno qualcosa per interesse, io ho ciò che lui desidera avere nel suo letto e io ho avuto in cambio il vostro potere. Voi siete solo le prime, riempirò questa sala di schiavi dai quali potrò assorbire tutto il potere che mi renderà l'unico re del mondo- disse con una risata mentre I suoi scagnozzi portavano nella sala verie cose -aspetta… quindi il fatto che ti chiami Rex è perchè vuoi essere chiamato re?- chiesi -certamente- mi rispose fiero -e di grazia mi potresti dire il tuo vero nome?- chiesi curiosa -pino…- disse sottovoce.

 A sentire quel nome scoppiai a ridere mentre luna invece era concentrata a guardare ben altro. Sfilarono davanti ai nostri occhi alcune gabbie -ma questi sono I nostri amici!- dissi vedendo la ninfa e pan che con viso cupo rimanevano nelle gabbie senza ribellarsi -e quella cosa che diamine è?- chiese luna lentamente perdendo I sensi mentre indicava una teca dalla quale fuoriusciva una potente luce -quella è la stella Rukbat, tra le più brillanti della costellazione del saggittario e senza la quale non può esistere la costellazione. Abbiamo studiato molto I vostri movimenti e sappiamo che senza un pezzetto del puzzle non potete sigillare le constellazioni. I miei studi per diventare ancora più ricco e famoso possono continuare, solo grazie a voi. Immaginatevi cosa accadrà quando dirò di aver ritrovato un capricorno o una ninfa, sarò ricchissimo!- disse rex pieno di autoconvinzione -va bene pino, ma sarei curiosa di sapere come faresti a tenerti il potere che assorbi?- dissi senza far notare la mia preoccupazione per luna, che oramai sensa sensi moriva lentamente ai piedi di rex -questo…- disse cacciando alcuni frammenti del mio ciondolo -… e so che tu hai un pezzo fondamentale di tale gioiello- disse con un sorriso. Vidi la sua mano sul mio petto e con grande prepotenza afferrò il cristallo che avevo in mezzo ad esso - questo ti permette di conservare il tuo potere, e io me lo prenderò con la forza!- iniziò a tirare con forza mentre sentivo la mia pelle, la mia carne, cedere e squarciarsi. Dal mio petto partirono I quattro serpenti che lentamente stavano diventando di pietra e che con le loro ultime forze strapparono il cristallo dalle mani di rex dopo che lui lo aveva sradicato dal mio petto stracciandomi anche la veste. I miei occhi si riempirono di lacrime mentre io stavo vedendo davanti a me il mio più grande fallimento -ho lottato così tanto… e ho perso…- pensai mentre le lacrime caddero sulle teste oramai pietrificate dei serpenti.

 Lentamente le mie forze mi stavano abbandonando mentre nella mia testa sentivo solo il ricordo di quella devastante notte di tempesta in cui io mi liberai dalle catene, ma stavolta, senza il ciondolo, sarei rimasta per sempre nel mondo di ade.

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Capitolo 15
*** il destino in una notte ***


POV Ombra  

Un tempo, un tempo che oramai è solo un ricordo, tutto era diverso. Il mondo stesso era costituito da tre grandi regni: dei, ombre e uomini. Tutto era tranquillo, tutto fino a quando I regni non dovettero lottare per trovare tre sacri oggetti che custodivano tre grandi poteri: la saggezza, la forza e il coraggio. I regni divisero I poteri in modo equo, ma l'avidità e l'invidia iniziarono a colpire I cuori di tutti, come una malattia che non lascia scampo a nessuno.

 Agli dei non bastò la saggezza, agli uomini non bastò il coraggio e alle ombre non bastò più la sola forza. Iniziò una guerra che rase al suolo città e trascinò con prepotenza centinaia di anime nelle fredde e cupe terre dell'ade. Io ero stato fortunato, o meglio ero uno di quei pochi che non erano stati colpiti dalla malattia. Mi ribbellai con tutto me stesso alle ombre e quando scoprì dove fosse il sacro libro della saggezza lo rubai e decisi di tenerlo per sempre con me. 

Fui quindi accusato di due crimi gravi in egual maniera, avevo tradito la mia razza e avevo derubato gli dei del loro prezioso tesoro, per quei crimini mi sarei meritato la condanna suprema: il tartaro. Venni poi a conoscenza dell'esistenza di una fanciulla che venne sfruttata per fare da tramite per usare il potere del ciondolo della forza, quello che per vendetta venne rubato alle ombre, e in lei riconobbi quella purezza che solo nei miei occhi vedevo. 

Agli uomini non venne portato via nulla, ma lo persero da soli, persero il coraggio di lottare e come schifosi doppiogiochisti si affidavano ai due regni nemici. Studiai per anni un piano per salvare quella ragazza, non per avere il suo potere, ma per essere finalmente accanto a qualcuno che davvero mi potesse capire. Quella notte, la notte in cui vennero suonate melodie funebri, per me e quella fanciulla suonarono le trombe della libertà. Lei morì per il troppo sfruttamento e la sua anima venne trascinata nell'ade, mentre si agitava e si agrappava a tutto pur di essere libera, si agrappò persino a me. In quel momento vidi I suoi occhi grigi e lucidi e la sua anima dilaniata cercare la libertà con le poche forze rimaste, la presi e stringenola a me iniziai a risucchiare la sua anima mentre lei senza dire nulla si lasciò andare. Scappai dall'ade, quando fui abbastanza lontano liberai la sua anima e finalmente assaporai il dolce gusto di aver fatto una buona azione. 

Il suo nome era shans, ma prima che potesse dire altro un fulmine la colpì. L'anima si divise in due e una metà finì in una casa non molto lontano da li, nel grenbo di una giovane madre, mentre invece l'altra metà scappò facendomi promettere che mi sarei preso cura dell'anima finita nella casa. E così fu, inseguì generazione dopo generazione l'anima, ma solo con l'ultima ebbi uno strano senzo di affetto e di protezione. La sua vita non fu come quella delle sue antenate, fu più triste, eppure in lei vedevo una forza che nessuna aveva mai avuto, mentre la metà libera da un corpo si era lasciata corrompere dal mondo e dall'odio. 

Iniziai a sentire tutte le emozioni della ragazza che proteggevo e lentamente entrai nella sua vita per poi essere costretto ad andarmene per seguire il destino che mi era stato riservato.

 -morte bianca…- pensai vedendo la grande esplosione che si era creata quando alex spezzo la lancia. -morte bianca, non aver paura sono qui, e ti proteggerò, te lo giuro- pensai correndole incontro, ma una barriera mi bloccò -oramai non devi più occuparti di lei, sei sollevato dall'incarico- mi disse una voce alle mie spalle  -c… ciò significa che posso solo vederla morire senza poterla aiutare…?- chiesi senza distogliere lo sguardo dalla lenta e malinconica agonia di morte bianca -in realtà dovremmo mettere di nuovo in vita  lui…- disse shans indicando alex -lui? A cosa ci può servire lui? Perchè non morte bianca? Perchè?!- urlai saltandole contro con tutta la mia rabbia e la tristezza -perchè lui è la persona che ha distrutto l'oggetto sacro del coraggio…- disse mostrando la punta della lancia -…ed è colui che ha permesso alle due metà di riunirsi, che ha donato ad una parte di me la felicità e l'amore…- iniziò lei -a che prezzo? A che prezzo shans? Al prezzo di una vita che non meritava una morte simile, tu non pensi a cosa abbia fatto all'altra tua metà? Quella che non ha dovuto fingere di essere un'umana, ma che ha provato sulla propria pelle i sentimenti, quel mostro ha distrutto I suoi sogni e ora l'ha lasciata morire per amor tuo, per amore di un'ingannatrice senza scrupoli! Io non ti aiuterò shans, non questa volta- la interruppi io -tu sai cosa accadrà se non coolaboriamo, non farlo più per me, ma se davvero tu ci tieni a quella ragazza, fallo per lei. I tre oggetti sacri nelle giuste mani porteranno la pace tra I tre regni e forse ade sarà clemente con noi e ti darà la possibilità di salvare la vita a quella ragazza…-. Le sue parole, odiavo quando qualcuno aveva ragione, ma odiavo ancora di più dover ammettere che pur essendo un'ombra avevo anche io un cuore che batteva. Con grande disgusto e con ancora maggiore sofferenza abbasssai la testa e dissi sì a shans e da quel momento non rividi più morte bianca, ma lei rimase sempre nei miei ricordi e non mi sarei arreso fino a quando non l'avrei vista sorridere, solo in quel momento sarei stato pronto a marcire nel tartaro. Lentamente però mi resi conto che per far sorridere la mia migliore amica, avrei dovuto lasciare che il destino facesse il suo corso e non mi sarei dovuto opporre alla fastidiosa presenza di alex, ma mi sarei dovuto aprire alle nuove esperienze. 

Luna fu la mia nuova esperienza più bella, e quando fu rapita sentì nel mio cuore riaccendersi il desiderio di lottare per amore, e per la prima volta non era amore fraterno, ma amore vero e proprio, lo stesso che avrei voluto che provasse un giorno morte bianca.

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Capitolo 16
*** come un buco in petto ***


Pov alexey

Dopo aver sconfitto I gemelli ci avviammo alla scogliera. Era tutto calmo quando da lontano il celo si fece nuvoloso e un'immensa quantità di fulmini iniziò a colpire il terreno -shans…- bisbigliò ombra, io mi limitai solo a guardare sbalordito la furia di quella tempesta. Iniziò a salire un potente vento che piegava gli alberi come fragili fili d'erba -cosa dobbiamo fare?- Chiesi -agrappati a qualcosa di solido e occhio ai fulmini- urlò ombra schivandone uno che incendiò un albero.

 Nella mia mente non c'era altro che la preoccupazione per shans e un fulmine, senza che lo potessi schivare, mi colpì. -A che diamine pensi?- chiese ombra alzandomi -scusami, ma sono preoccupato per shans, vorrei aiutarla ma siamo lontani e non possiamo fare nulla per lei e…- -basta- mi zittì lui -smettila di essere paranoico, c'è sempre una soluzione, per ora pensa a salvare la tua di pelle- mi disse severo. 

Mi feci forza e con non so quale maestria schivai I fulmini che lentamente finirono. -avrà vinto?- chiesi -ho detto non essere paranoico, andiamo e vedremo cosa è successo- disse avviandosi. Metà degli alberi stava bruciando -non possiamo permettere che l'incedio si propaghi- dissi preoccupato -da quando sei un naturalista?- chiese sarcastico -da quando questo piccolo mondo distrutto è la mia casa - risposi -va bene, spegniamo le fiamme e poi andiamo- disse ombra scocciato-. Ci volle un po per domare le fiamme ma riuscimo a spegnere l'incendio, o almeno credevamo di essere stati noi. 

-alexey stiamo producendo tanta pioggia da creare dei fiumiciattoli d'acqua nel terreno - disse ombra -dai manca poco- dissi io. Sentì il flusso dell'acqua aumentare rapidamente ma non gli diedi importanza -alexey…- mi chiamò ombra -non ora!- risposi seccato -alexey…- ripetè lui -ho detto non ora!- gli urlai. Sentì qualcosa afferrarmi e poi avvolgermi -hey!- urlai battendo I pugni su delle pareti nere che mi circondarono -vedi di darti una calma alexey!- mi disse una voce familiare -ombra?- chiesi sorpreso. Due occhi rossi mi apparsero davanti -si, appena la corrente si ferma ti faccio uscire- disse. 

Dopo pochi minuti I miei occhi videro di nuovo la luce, anche se poca, della luna piena. -cosa è successo?- chiesi guardandomi intorno -un'enorme ondata ha spazzato via noi e gran parte delle palme della spiaggia, ho un brutto presentimento alexey- disse preoccupato ombra -perchè?- chiesi cercando di far uscire l'acqua dalle scarpe -shans non può usare il potere dell'acqua e lei non ha il potere di comandare il mare…-. Leggevo nei suoi occhi la disperazione mista alla preoccupazione -coraggio ombra! Non mi vorrai dire di essere spaventato?- gli dissi in tono di sfida, conoscevo il suo orgoglio e quella frase sarebbe stata la spinta giusta per convincerlo a non perdere le speranze. Non ebbe tempo di rispondere che vedemmo in lontananza dei razzi, prima due, poi uno, poi ancora due. 

-dobbiamo muoverci- dissi prendendo in braccio ombra -hey lasciami!- urlò lui -assolutamente no!- gli dissi. Me lo misi sulla schiena e iniziai a nuotare tra la fanghiglia e gli alberi estirpati dal mare, avevo in me una forza inaudita, e senza neanche accorgermene arrivammo sulla spiaggia. -potevi anche rilassarti, ci portava il fiume…- disse ombra vedendomi col fiatone -no ombra, non è momento di rilassarsi. So che per te shans è solo un'amica, ma per me è come una parte della mia anima…- -posso invece  capire, lì dentro c'è anche luna e io per lei venderei l'anima se solo l'avessi ancora-. 

Nei suoi occhi vidi di nuovo accendersi la fiamma della passione e con un potente colpo sfondò la porta della base, stavo per seguirlo, ma sentì un forte dolore al collo che mi fece crollare a terra. -alexey!- urlò ombra -s… sto bene- dissi con un filo di voce -no, non stai bene, dimmi cosa ti succede- ordinò ombra -un leggero dolore al collo…- dissi alzandomi, ma dopo qualche passo un'altro dolore mi colpì, al petto. Ombra mi saltò addosso e strappò la maglia, il mio petto si stava squarciando in due e un enorme buco si formò. nel preciso momento in cui il petto iniziò a squarciarsi sentì nella mia mente un urlo, l'urlo di shans. 

Mi alzai sanguinante e senza badare al dolore seguì quell'urlo. Mi ritrovai in un'enorme sala da trono, in fondo alla sala vi era un'uomo calvo che teneva per il collo una ragazza dalle vesti oramai distrutte e dal corpo quasi senza vita, mentre per terra vi era un'altro corpo vestito di un'abito azzuro -luna!- urlò ombra entrando nella stanza -ma guarda un po'… il resto della patetica squadra è qui… ci sarà da divertirsi- disse l'uomo lasciando shans che cadde senza sensi per terra. Le due ragazze vennero rinchiuse in delle gabbie -godetevi lo spettacolo…- disse la testa d'uovo premendo un pulsante, solo in quel momento notai delle gabbie e da esse fuoriuscirono vari fasci di energia che si concentrarono sul corpo dell'uomo -io sono rex, e con I poteri rubati a queste creature d'altri secoli io avrò il mondo intero nelle mie mani!- disse con un ghigno malefico -si, tipico discorso da cattivi senza importanza, ora fatti sotto!- gli urlai.

 Lui mi corse incontro, stavo per colpirlo quando lui si abbassò e con una scivolata riusci ad arrivare alle mie spalle e a fare una presa al collo, io risposi con una gomitata allo stomaco e una craniata in pieno volto. Rex indietreggiò e io ne aprofittai per caricare e lanciare delle sfere di fuoco, per un secondo mi girai verso ombra che quasi paralizzato stringeva le mani delle due ragazze -deve essere davvero a pezzi…- pensai ma un suono attirò la mia attenzione. Dalle fiamme uscirono delle frecce infuocate che solo all'ultimo secondo vidi. Alcune di queste mi si conficcarono nel braccio -cosa si deve provare a non poter fare nulla?- chiese rex lanciando una bomba fumogena  che mi accecò. Me lo trovai alle spalle -cosa si prova ad essere tanto inutile?- chiese conficcando con vilenza dei piccoli apparecchi alla mia schiena, lentamente sentì come tanti aghi conficcati nella mia carne -farà male, fidati….- disse rex premendo un pulsante. Un forte calore mi pervase il corpo e poi lo strano senso di non potersi muovere - oramai non puoi fare nulla…- disse con un sadico sorriso dandomi un calcio che mi fece cadere a terra. Iniziò poi a riempirmi di calci -questo è l'esempio di uomo da non seguire, un uomo che si è lasciato condizionare dall'amore di una donna- disse rex ai soldati che notavo che guardavano il combattimento in un silenzio tombale. 

-amore di una donna… morte bianca… shans… io… io voglio lottare per ciò che amo…- pensai. Con grande fatica alzai un braccio e tolsi le frecce dall'altro braccio -sai rex… ti sbagli a giudicare così l'amore…- dissi alzandomi -… perchè l'amore ha il potere più grande di tutti…- dissi con un sorriso sporco di sangue - si può uccidere per amore!- dissi correndogli contro e poi tirandogli un cazzotto in pieno volto. Lui cadde a terra e io mi misi sopra di lui sferrando I più potenti colpi che avevo mai fatto, ma lui di colpo aprì la bocca emettendo un suono così acuto e potente che mi fece balzare per terra -per questa splendida voce dovresti ringraziare pan- disse pulendosi il sangue dal volto -e per questo ringrazia me!- disse ombra piantandogli decine di lame nel petto. Gli occhi di rex si splancarono e il suo respiro si fece affannoso -non ucciderlo…- disse una voce facendosi avanti da dietro le guardie -tu sei il giovane contadino, che razza di traditore!- gli urlai contro -ho detto non uccidetelo- ripetè lui -dammi un buon motivo per non ucciderlo!- disse ombra preparando l'ultimo colpo -per quanto sia un mostro… è lultima persona rimasta della mia famiglia… vi prego, abbiate pietà di lui -tu dacci le chiavi delle gabbie e noi non lo uccidiamo- dissi porgendogli la mano -va bene, prendi- disse dandomi un mazzo di chiavi -ombra, lascialo andare…- gli dissi.

 Sentì il terribile suono di tutte quelle lame lacerare ancora la carne per poi tornare ad essere il manto di ombra. -sarà troppo tardi?- mi chiese preoccupato -spero davvero che non sia così amico, lo spero davvero- dissi stringendo le chiavi tra le mani.

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Capitolo 17
*** dal fondo del mare ***


POV Shans

Voci, sentivo le loro voci -alexey… ombra… aiutateci…- pensai vedendo due confuse figure entrare nella stanza. A fatica riusci a tenere gli occhi abbastanza aperti per vedere l'inizio della scontro poi, buio totale. 

Sentì all'improvviso uno scatto e qualcosa aprirsi con un suono stridulo -che fastidio questo rumuore, non poteva mettere dell'olio nelle porte delle gabbie?- borbotto Ombra. Mi scapppò un sorriso, debbole ma sincero. Sentì qualcosa afferrarmi con delicatezza e sussurrarmi nell'orecchio -Shans… ti prego, di qualcosa…- era Alexey, ma pur volendo non mi uscì nessuna parola - shans…- bisbigliò di nuovo lui, questa volta però sentì qualcosa bagnarmi il volto, come se fosse stata una goccia di pioggia. La goccia scese dal volto e percorse il mio collo fino ad arrivare al centro del mio petto, dove un tempo c'era il diamante. 

All'improvviso sentì un calore, un'immensa fiammata avvolgermi il petto, poi le gambe e le braccia ed infine il volto. Un continuo sibilare mi pervase la mente e sentì sulla pelle qualcosa strisciare e avvinghiarsi ai miei arti. Aprì gli occhi e incrociai con sorpresa uno sguardo familiare - Shans! Ti prego, dimmi che stai bene!- disse Alexey stringendomi 
-e lasciala un po' respirare su!- disse Ombra staccando Alexey da me 
-come stai mia piccola dea?- mi chiese 
-bene, ma cosa è successo qui?- chiesi guardando con orrore il sangue nella stanza
-solo una disputa- rispose alexey con un sorriso mentre ombra guardò con malinconia al mio fianco.

 -luna!- urlaì io scuotendola 
-per lei non si può fare nulla…- disse Ombra chinando il capo 
-no! non è vero! Alexey cosa hai usato per farmi riprendere? Cosa era quella goccia magica che mi è caduta sul volto?- chiesi agrappandomi alla speranza che lui ne avesse ancora -nulla di che…- disse lui. Lo guardai negli occhi e a quel punto capì cosa era successo 
-le tue lacrime… quelle mi hanno salvata… - bisbigliai commossa per il suo affetto nei miei confronti 
-allora farò a modo mio- dissi girandomi verso luna. 
Alzai le mani in aria e poi le portai al petto. Una piccola sfera rossa di energia si creò tra le mie mani 
-non basta… non basta così poco potere per portarla in vita…- dissi osservando il corpo di luna 
-cosa facciamo qui fermi a guardare? Noi che abbiamo il potere divino abbiamo il dovere di aiutare- disse una voce e poi qualcuno mi mise una mano sulla spalla. La riconobbi 
-tu sei la ninfa del fiume… perchè mi aiuti?- chiesi 
-tutti siamo stati vittime, e non permetteremo che qualcuno che ha avuto il coraggio di reagire perda la vita perchè noi abbiamo preferito tacere…- disse mettendosi una mano sul petto per poi cacciare una sfera rossa che unì alla mia 
-io voglio donare una parte della mia anima a questa ragazza degna di ammirazione- disse a voce alta e tutti gli altri prigionieri fecero lo stesso, tutti unirono parte della propria anima alla sfera, mancava solo una piccolissima quantità per completare l'anima e riportare luna in vita. 

Mi guardai intorno e il mio sguardo incrociò gli occhi lucidi di ombra 
-perchè piangi?- gli chiesi sottovoce 
-perchè sono solo un'ombra, sono inutile, non posso fare nulla per salvare la persona che amo…- disse lansciando cadere due lacrime che non appena uscite scomparvero nel nulla. 
-però posso aiutare io…- disse una voce  proveniente dal gruppo dei soldati 
-tu?!- dissi guardando con disprezzo ganimade che si fece largo tra le guardie 
-avete risparmiato la vita di un mostro come mio fratello, non posso fare altro che mettere sotto giudizio degli dei la mia anima, fatene ciò volete dea Shans- disse inchinandosi al mio cospetto -se è ciò che vuoi…- dissi portando una mano al suo petto e cacciandone una sfera rossa, forse la più brillante di tutte, si unì alle anime offerte e con esse avvolse il corpo freddo e immobile di luna. Lentamente le anime iniziarono a scomparire a contatto con la ragazza mentre la sua pelle riprese il suo colorito naturale e finalmente I suoi occhi color mare si aprirono con immensa gioia di tutti. 

Luna non ebbe nemmeno il tempo di parlare che la base segreta iniziò a tremare mentre tutti I prigionieri iniziarono a svanire diventando tante piccole luci che poi corsero velocemente verso il celo.
-Le costellazini stanno tornando al loro posto- dissi felice -si, ma non abbiamo tempo di discuterne, se non usciamo subito moriremo tutti!- disse alexey prendendomi per mano 
-no miei cari… voi morirete sul fondale marino e ci rimarete per sempre- disse una voce familiare che poi scoppiò in una risata fastidiosa 
-rex! Come puoi fare tutto questo dopo che ti hanno anche risparmiato la vita?- chiese ganimade 
-questo è il difetto dei buoni, che pensano che uno come me può cambiare. E tu mio caro fratello vieni con me, zeus mi pagherà bene per averti- disse prendendo il ragazzo per il colletto e trascinandolo con se 
-lascialo andare!- ordinai io 
-vienilo a prendere- mi disse lui con un sorriso sadico.  

Le macerie chiusero l'unica uscita dalla quale riusci a scappare rex -dobbiamo fermarlo!- dissi io 
-ci penso io!- disse luna usando I suoi poteri, le pareti si frattumarono e l'acqua iniziò ad entrare, ma un istante prima che l'onda smuovesse le macerie luna cadde in ginocchio e le onde si placarono 
-ha usato tutto il suo potere, era troppo debole e non dovevamo permetterle di usare tutte le sue forze- disse alexey reggendo Luna -rimmarremo qui intrappolati!- dissi io furiosa -ma non diciamo sciocchezze! Usciremo da qui- disse Ombra cacciando delle braccia di bulldozer dalla schiena. Con grande fatica riuscì finalmente a smuovere le macerie e noi per un pelo ci salvammo dall'affogare. 

Corremmo fuori e trovammo rex intento a chiamare zeus -rex…- dissi io cupa in volto 
-fortunati, pensavo che foste morti lì sotto, ma fa nulla, tanto non mi fermerete più- disse rex alzando un coltello contro ganimade 
-non cantare vittoria ragazzo- disse una voce maschile provenire da dietro le sue spalle. Una mano afferrò il polso di rex e un'altra mano gli diede un cazzotto dritto in volto facendogli perdere I sensi -mai sottovalutare zeus- disse il vecchio uscendo da una nube che lo avvolgeva 
-anche l'entrata in scena?- dissi con un sorriso 
-un personaggio importante come me merita una presentazione degna della sua fama- disse fiero di se. 

-zeus…- iniziò Ganimade -io sono ciò che l'aquila cercava, fa di me ciò che il destino ha riservato ad un'anima come la mia…- disse inchinandosi al suo cospetto 
-però…- interroppi io -sii delicato, e risparmia certe perversioni, ti prego- chiesi guardando il ragazzo 
-mia cara, la costellazione diceva solo che l'avrei rapito e fatto mio, e penso che un bacio posso bastare per siggillare la storia- disse lanciando un'occhiata al ragazzo che imbarazzato avvicino il suo volto a quello di zeus 
-oh celo! Ma proprio qui?- dissero Alexey e Ombra tappandosi gli occhi a vicenda. 

Dopo il loro bacio ganimade fu avvolto da una luce che lo divise nelle stelle che componevano la sua costellazione -ho come l'impressione che sia nata una nuova storia d'amore…- dissi guardando il volto timido e sorridente di ganimade scomparire nel nulla 
-secondo te perchè diventerà colui che verserà il vino nel mio calice?- disse zeus sorridendo. 
-finito?- chiese Alexey 
-non lo so- rispose Ombra 
-potete anche togliere le mani- dissi io divertita. I due si ritrovarono a sfiorarsi le mani e a pochi centimetri di distanza -hehe…- ridacchiò luna menttendosi dietro a ombra, io feci lo stesso con alexey ed entrambe spingemmo ma i due agilmente si spostarono e a scontrarsi alla fine fummo io e Luna -s… scusa- dissi imbarazzata 
-non preoccuparti- rispose anche lei imbarazzata. 

-Felice che vi divertite, ma vorrei un'attimo shans se posso- disse zeus -eccomi- dissi io avvicinandomi. Lui mi mise una mano sul petto -ti prego , non la prendere a male- disse lui e lentamente sentì la ferita al petto chiudersi 
-ti sei meritata di riavere il tuo diamante… e tieni anche questo- disse facendo comparire dal nulla un ariete dal manto dorato 
-l'ultima costellazione che manca…- dissi meravigliata 
-al collo porta parte del ciondolo, voi avete I pezzi mancanti mentre l'ultimo, il rubino, dovrai andarlo a cercare nel mondo dove finisce e nasce la vita- disse serio in volto 
-tuo fratello avrà nostre notizie, non temere, recuperemo l'ultimo pezzo e la pace tornerà sulla terra- dissi fiduciosa.

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Capitolo 18
*** l'incontro tra la notte e l'oscurità ***


POV Ombra

Il mio incontro con Luna fu totalmente casuale, dopotutto le sorprese più belle sono quelle meno attese. 

Sconfitto lo scorpione, senza accorgermene la pietra viola mi colpì ed io la assorbì, l'ametista, prendendo così il potere di trasformarmi anche in forme diverse escluso che farmi uscire armi dalla schiena. 

La notte del rapimento di Alexey io lo andai a cercare nel bosco e mentre passeggiavo nel buio della notte fui distratto da un suono, quasi un urlo. Corsi con tutte le mie forze e nascosto dietro ad un cespuglio intravidi un enorme leone minacciare una giovane ragazza. I suoi capelli mossi e gli occhi verde acqua mi fecero innamorare di lei a prima vista. 

Sperando che funzionasse provai a trasformare il mio corpo in un umano e poi cercai nella mente un contatto con il libro della conoscenza. Io ero eternamente legato al libro, tutto ciò che sapeva il libro automaticamente lo sapevo anche io, ma cercare mi rendeva vulnerabile e ogni volta mi toglieva una piccola parte di vita. 

Mi ero legato al libro nel momento in cui, prendendolo per la prima volta tra le mani, chiesi senza volerlo di chi fosse il libro. -sono stato di tanti, prigionieri e liberi, ricchi e poveri, demoni e dei... se vuoi posso essere tuo- mi rispose con una scritta e io emozionato come pochi di poter possedere uno dei tre oggetti dell'equilibrio dissi si. 

Una luce mi accecò e la mia testa fu bombardata di informazioni tanto che svenni. Da quel giorno imparai a controllare il flusso delle informazioni quindi non fu così difficile trovare informazioni sul leone. -dai ombra concentrati- mi incoraggiai 
-allora… una delle fatiche di Ercole, manto impenetrabile, affilati artigli ed enorme. Certo che non deve essere stata una passeggiata per il caro Ercole sconfiggerlo, ma io posso farcela- mi convinsi. Guardandomi intorno notai la sua tana, ma la mia scelta era limitata, creare una trappola o salvare la ragazza, la scelta fu difficile, potevo perdere la possibilità di portare a termine una missione di una costellazione se avessi scelto la ragazza, ma in compenso forse avrei ottenuto un alleato in più per portare a termine tutti gli obbiettivi. 

Presi il fiato e prima che il leone potesse colpire la ragazza fischiai attirando la sua attenzione. Saltai fuori dal cespuglio e con le mani a forma di spade iniziai ad attaccare a raffica il felino. Spaventato il leone si rintanò nella grotta -grazie mio eroe- disse la fanciulla aggrappandosi a me 
-non ho tempo per crogiolarmi nella tua ammirazione, ho una missione da compiere- le dissi avvicinandomi alla tana 
-è troppo pericoloso, e lui è coperto da un manto impenetrabile- disse lei correndomi dietro 
-ti ho detto che non puoi seguirmi, va a fare coroncine di fiori come tutte le donnicciole del tuo tempo- non era mia intenzione trattarla male, ma non sapevo come allontanarla per metterla al sicuro. 

Entrai nella grotta e nel buio intravedevo gli occhi gialli e gli enormi canini bianchi, feci un passo e la bestia spaventata scappò verso l'altra uscita, io lo insegui e all'improvviso sull'uscita la vidi, fiera che con gran voce iniziò ad urlare 
-non così presto, ragazzo tu non sai chi sono io, ma dopo sono certa che avremo tempo per parlare, per ora vedi di mettere questo essere KO- poi con un gesto innondò la grotta e fece crollare dei massi per chiudere l'entrata. Io rimasi sorpreso mentre il felino rimase immobile a ringhiare. All'improvviso mi attaccò azzannandomi la mano, pensavo di perdere un dito come ercole, ma essendo un'ombra ciò non sarebbe accaduto. 

Cacciai dalla schiena uno dei miei bracci a pinza e lo afferrai per il collo, strinsi fino a quando non cadde e si smaterializzò nelle sue stelle. Uscito dalla grotta mi venne in contro la ragazza 
-non c'è bisogno di ringraziarmi, era dovuto per qualcuno che mi ha salvata- disse in tono sarcastico all'inizio e un finto tragico alla fine 
-non avevo bisogno del tuo aiuto, ma non posso negare che mi hai facilitato le cose, io sono Ombra- dissi porgendo la mano 
-io Selene- disse sorridendo 
-okay, ti chiamerò Luna- dissi stringendo la mano 
-io ti ho detto Selene- 
-a me piace di più Luna- le dissi sorridendo. 

Passammo qualche secondo a fissarci nel silenzio quando all'improvviso lei iniziò a correre -oh cielo, la luna, ora devo andare, ci vediamo alla prossima luna- poi scappò verso la costa, la vidi in lontananza tuffarsi in acqua e poi con un carro argenteo guidato da cavallucci marini si avviò verso la luna. 

Rimasi a guardare l'orizzonte e su di una collina vidi una sagoma strana, stavo per andare quando la voce di Shans mi giunse all'orecchio. Di corsa andai da lei quando sentì lungo la strada un dolore alla mano morsa e lì ci trovai un piccolo frammento. Lo riconobbi e lo conservai riflettendo sul da farsi. 

Quella mattina fu la più lunga della mia esistenza più che millenaria, avevo la voglia di rincontrarla e quando guardando la luna vidi qualcosa scendere da essa, la mia speranza di risentire la sua voce, rivedere i suoi occhi e sfiorare quella delicata pelle bianca aumentò. Quando tutti andarono a dormire io corsi verso la costa per cercare la mia amata, mentre intravidi dal celo altre luci scendere sotto forma di un bovino bianco. 

Anche in quel momento avrei dovuto scegliere tra cuore e dovere, ma non trovandosi luna in pericolo scelsi il dovere. Corsi sulla costa dove un toro tutto bianco girava intorno alla stessa ragazza, a Luna. Sentì alle mie spalle un fruscio di foglie e poi un urlo lontano chiamare Shans. Mi fidavo di lei ed ero certo che non aveva bisogno di me quanto invece ne aveva Luna. Mi concentrai e mi trasformai in una donna affascinante e desiderosa -hey Zeus… forse sono io che cerchi- dissi seducente all'animale mentre Luna tratteneva una ricca risata. Il toro mi fece salire sul suo dorso -ma che bel manto bianco che hai, così caldo- dissi accarezzandolo con dentro di me una vergona inaudita. L'animale iniziò a correre nell'acqua e io con tutta la mia falsità iniziai a recitare come se  fossi in una tragedia greca -oh no, mi stai rapendo, cosa ne sarà di me, troppo giovane e troppo debole per contrastare il volere degli dei…- continuai a fare la parte fino a che il toro non scomparve diventando stelle. 

-bella la mia dama aspettate che vi salvo io- disse Luna allungando il braccio per poi farmi uscire dall'acqua 
-spiritosa- dissi io scuotendomi nella mia forma di cane 
-quindi sei un mutante, perché non l'hai detto prima?- chiese accarezzandomi 
-tu vorresti davvero avere a che fare con un mutante?- chiesi trasformandomi in umano -a me interessa ciò che fai non chi sei, e ciò che hai fatto ieri è stato favoloso- 
-ma mi hai dovuto aiutare tu- le dissi abbassando la testa 
-mi hai comunque salvata, a proposito vorrei ringraziarti- disse avvicinando il volto al mio 
-cioè?- chiesi rosso in volto. Lei mi afferrò la mano e senza distogliere lo sguardo dal mio mi mise nella mano qualcosa 
-voglio che conservi questa catenina, è importante per me- disse poi dandomi un bacio inaspettato. 

Nessuna lo aveva mai fatto, nessuna avrebbe mai visto ciò che Luna vedeva in me. Da quel bellissimo gesto fui distratto da un rumore che velocemente si allontanò -aspettami qui Luna, torno subito- dissi trasformando una mano in spada 
-chissà se hai questi poteri in qualche punto preciso del tuo corpo- disse con un cenno di malizia 
-ti direi di scoprirlo da sola, ma sei pur sempre una dea e non posso permettermi tanta confidenza- dissi con un sorriso per poi inseguire il suono. Era una sfera con delle ruote che mi fece fare metri e metri prima di riuscire a prenderla, quando riuscì nel mio intento scoprì che era una telecamera e l'improvviso urlo di Luna mi fece capire tutto 
-non siamo soli qui- pensai correndo verso la riva, ma di Luna trovai solo una lunga scia di trascinamento e impronte di scarpe sparse sulla sabbia. 
-Luna.. No! Non ti lascio nei guai!- pensai scappando verso la direzione dell'urlo di Alexey e lì trovai entrambi. 

Riuscì poi a salvare sia lei sia Shans da un gruppo di strana gente capeggiata da un certo Pino (cioè quale cattivo si fa chiamare Pino?) e poi giunse quel momento più doloroso. Con la sconfitta del gruppo di rapitori e dopo aver chiuso tutte le costellazioni che si erano svegliate giunse il momento di salutare Luna. 

-Mi dispiace che questa vittoria sia anche un addio, ma ora che questa metà di mondo sta tornando alla normalità io tornerò ad essere imprigionata sulla Luna, ma il vostro viaggio suppongo debba continuare in un altro mondo vero?- disse Luna guardando l'ariete d'oro 
-Luna.. Io devo dirti una cosa importante… ma è difficile per me…- iniziai a borbottare io. Lei mi sorrise e poi mi baciò 
-ti amo anche io Ombra, ti prego, non dimenticarti di me- disse stringendomi , lo stesso lo feci anche io mentre lentamente lei scomparve tra le mie braccia. Una lacrima mi scese sul volto che venne fermata dalla carezza di Shans -non sei fatto per gli addii, ma tu sai bene che anche per lui è giunto il momento di andare- disse indicando Alexey.

 -che succede gente?- chiese il ragazzo vedendoci entrambi seri 
-senti Alexey…- iniziò Shans 
-ditemi tutto, così mi mettete l'ansia- disse lui 
-ascolta bene, dopo lo scontro tra Sasha e Morte Bianca io ti ho portato via dal tetto, questo ricordo non è attualmente nella tua mente ma è nei ricordi di quell'ombra che a volte ti sembra di vedere di nome Alex. Dopo che sei scappato dalle mie cure ti sei gettato da un palazzo per mettere fine alla tua vita-. 

Dopo quelle parole Alexey sembrò sbiancare -c..continua- disse con un filo di voce 
-da quel momento è nato un patto, tu avresti aiutato noi a chiudere le costellazioni da te liberate, per fare ciò, ti ho donato parte della mia anima. L'accordo è scaduto ed è il momento di ridarti ciò che volevi, mi riprenderò la parte della mia anima e seppellirò il tuo corpo come tu volevi, ti chiedo scusa per averti costretto a vivere contro la tua volontà. Ti ringrazio per tutto il tuo impegno, troveremo l'ultimo pezzo della collana anche da soli. Addio Alexey- disse Shans, i suoi occhi si illuminarono di rosso e lentamente un fascio di luce partì dal corpo di Alexey verso la mano di Shans.

 -Ti prego Shans, io non voglio tutto ciò, voglio vivere, voglio aiutarvi ancora…- urlò il ragazzo cadendo sulle ginocchia -la vita che hai non è tua, potevi conservare la tua unica vita da mortale, ma hai preferito buttarla via per un amore impossibile tra te e Sasha, per colpa tua hanno sofferto due parti di me, quella divina che ha dovuto imbrogliare per essere amata da te e quella umana di cui tu non hai riconosciuto l'amore incondizionato!-. 

Alexey urlava dal dolore e tra la sofferenza riuscì a parlare anche se lievemente -m..mi dispiace Shans, ma ti prego abbi pietà di me- -mai! Ti sei lagnato tanto all'inizio, mi hai persino rubato un bacio e io ora lo vedo, io lo vedo per chi batte il tuo cuore ora, per una mortale che tu hai lasciato morire in una pozza di sangue e lacrime, meriti il Tartaro per tutto questo!-. 

Ero terrorizzato, ma non potevo permettere alla sua follia di uccidere Alexey -Shans! Shans riprenditi!- dissi lanciandomi su di lei, ma fui bloccato da una folgore -lasciami fare, aspetto questo momento da tutto questo tempo- disse -tu stai lasciando parlare il tuo cuore, tu lo sai che cosa è successo fin dal principio ad esso, non puoi dare la colpa a lui del fatto che sia rotto, ma solo a te stessa- lei cadde in lacrime mentre Alexey perse i sensi 
-io…-  iniziò a balbettare Shans 
-tu puoi riparare quella ferita ora, perdonandoti l'averlo portato a morire- dissi abbracciandola. 

Lei lasciò andare parte della sua anima verso Alexey -… se non l'avessi imbrogliato, lui avrebbe scoperto l'amore della mortale e io ora sarei felicemente unita, invece per egoismo l'ho fatto innamorare di me ed è morto credendo di potermi incontrare nella vita eterna dell'Ade…- disse lei piangendo mentre il corpo di Alexey rimase senza vita per terra.

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Capitolo 19
*** oltre la porta di fuoco ***


POV Alexey

Con il fiato sospeso vidi ombra aprire le varie gabbie lasciando quella di Shans e luna per ultima, quasi come se non volesse conoscere la verità. Il cuore mi batteva a mille mentre con improvviso e fastidioso cigolare ombra aprì la porta. Corsi verso Shans e prendendola tra le mie braccia cercai di scuoterla, ma ombra mi staccò da lei. Cercavo un segnale, ma lei non si muoveva, senza accorgermene i miei occhi si riempirono di lacrime mentre io ripensavo a tutto ciò che avevamo passato -n.. Non può avermi abbandonato così…- chiusi gli occhi e una lacrima cadde sul corpo di Shans. Si sprigionò una luce e io sorpreso mi allontanai per poi gettarmi tra le braccia di Shans non appena riuscì a muoversi. 

Il momento di felicità fu però interrotto da un altro più triste: luna. Il suo corpo senza vita giaceva nella gabbia vicino a Shans che cercò in me la salvezza dell'amica. Avendo capito che le mie lacrime non sarebbero mai state abbastanza per salvare Luna decise di donare come una parte di se per creare un'anima completa. A lei si aggregarono anche gli altri prigionieri ed infine anche l'irritante fratello di Rex. 

Credevo che fosse tutto finito, ma forse risparmiare la vita a quel farabutto era stato un errore, avviò l'autodistruzione della base sperando così di seppellirci vivi. Vidi il soffitto caderci addosso e per paura chiusi gli occhi. Nella mia mente ci fu una scena, ero in cima ad un palazzo, sotto di me strade distrutte e deserte, un brivido mi percorse la schiena e per un attivo intravidi la figura di Alex che mi spinse giù con un fastidioso sorriso e si buttò con me 
-noi dovevamo andare via insieme… vieni da me… ti sto aspettando….- disse, poi all'improvviso mi ritrovai immobile sull'asfalto e il palazzo che mi crollava addosso.

Mi ripresi velocemente dalla visione e insieme al gruppo cercammo una via di scampo e per fortuna riuscimmo a evitare la morte per l'ennesima volta. 

Tornati sulla spiaggia abbiamo incontrato Zeus che diede una lezione a Rex e sigillò la costellazione dell'acquario. Sembrava tutto perfetto. 

-Eccomi di ritorno- disse Shans mentre Zeus scompariva in una nuvola 
-che cosa ti ha dato il vecchio?- chiese ombra 
-l'ultima costellazione, e credo che entrambi sappiamo a chi andrà il manto d'oro dell'ariete…- disse con voce più triste 
-e ciò significa che tornerai da me- disse una voce alle mie spalle 
-noi torneremo ad essere una sola cosa…- continuò mentre la figura nera dagli occhi rossi di Alex iniziò a materializzarsi 
-non è vero, Shans non ti permetterà di farmi del male, non mi trascinerai nell'Ade con te!- dissi guardando Shans la quale iniziò a parlare. 

Pensavo e speravo che le sue parole sarebbero state  di conforto, ma fu solo la conferma delle parole di Alex. Disse che era giunto il momento di separarci e che la mia vita era giunta alla fine, i suoi occhi si illuminarono di rosso rubino e lentamente vidi la mia vita venire risucchiata dal forte potere di Shans. Furia e follia vedevo sul suo volto ed io, io ero la causa di tutto. 

Alex mi poggiò una mano sulla spalla e un brivido mi percorse la schiena -manca poco Alexey e saremo di nuovo una sola persona… vivremo nell'Ade per le eternità- la sua voce distorta e ogni parola che arrivava al mio orecchio come vento gelido d'inverno, mi fecero rabbrividire mentre il mio corpo smise di muoversi. -Vieni con me Alexey, non ti resta altra scelta- disse Alex, mi prese per il braccio e con la prepotenza iniziò a trascinarmi verso una porta contornata dalle fiamme 
-no! Voglio vivere, voglio cambiare, voglio tornare a casa!- urlai dimenandomi come non mai ed Alex si fermò 
-casa? Dove credi che possa essere la tua casa? Dopo che hai corrotto una dea, ucciso un'umana e protetto un criminale ricercato in tutto il mondo, dove credi che merita di stare la tua anima da pezzente?- disse e poi mi afferrò per il collo -trascinerò la tua anima di fronte ad Ade che farà di te ciò che è giusto- disse stringendo mentre le sue unghie affilate iniziarono a lacerarmi la carne.

Era tutto finito, tutto perso. -Alexey!- urlò una voce -S… Shans! Shans dove sei?- urlai guardandomi attorno -io sono sempre con te, nel momento in cui tu avrai paura io sarò con te. Ora inizia un viaggio che devi fare da solo, io ti guiderò con la voce, sarai come un bendato che cammina tra le fiamme- disse Shans. Alex mi lasciò andare e scomparve nel nulla lasciando davanti a me la porta.

 -Apri la porta, è l'entrata dell'Ade. Devi sapere che le terre che vedrai appartengono al re dell'aldilà, Ade, fratello di Zeus, che governa sulle anime di coloro che hanno avuto degna sepoltura- io aprì la porta e mi trovai davanti due fiumi 
-sono Stige e Lete, uno ti rende immune e ti fa dire il vero, l'altro ti fa dimenticare il male commesso...  Ma tu non hai bisogno di dimenticare, con alex anche i tuoi ricordi da mortale sono sepolti sotto le macerie,  bevi dallo Stige e andiamo- mi disse Shans.  Feci un passo verso il fiume ma qualcosa mi spinse nell'acqua. Uscito dalle acque il mio corpo era come impenetrabile e dalla riva vidi un sasso lucido che illuminandosi divenne uno specchio -questo sarà il registro dei tuoi peccati,  sarà presentato ai giudici che sapranno cosa fare di te... -  disse seria e cupa Shans 
-e nel peggiore dei casi?-   chiesi spaventato 
-ti toccherà il tartaro- arrivò un fulmine nero che mi fece saltare il cuore in gola,  la mia ombra che fino a quel momento non avevo notato si staccò da me e venne risucchiata in un punto lontano della zona.  Solo in quel momento alzai lo sguardo e notai di essere in un luogo dal celo cupo e sempre pronto a scatenare una tempesta.

 Con le gambe tremanti cercavo la voce di Shans -S...  Shans dove sei?-  chiesi guardandomi nello specchio,  mia unica compagnia 
-reggo lo specchio,  ora andiamo che sarà un lungo viaggio- disse superando i due fiumi -dove andiamo?-  chiesi seguendola impaurito 
-andremo dalla famiglia infernale e dai giudici dell'anima.  Ti accompagnerò mostrandoti dove saresti finito se non ti avessi salvato...  Poi il giudizio cadrà su di te e tu sceglierai,  nel caso non finirai nel tartaro,  se tornare sulla terra...- disse Shans e ci avviamo verso il centro dell'aldilà.

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Capitolo 20
*** non è stata colpa tua ***


POV Shans

Parlato con Zeus mi toccò la cosa più difficile, salutare Alexey. La nostra avventura era iniziata quando, dopo il suicidio di Alex, io lo rimisi in vita dandogli una parte della mia anima. 

Quando lo guardai negli occhi per l'ultimo saluto tutto mi torno in mente come per magia, un vago odio, come una sensazione di rifiuto. Mi ricordai di quanto si lamentò di essere vivo ancora, del perché è morto, per chi… una parte di me si era risvegliata, quella parte chiamata Sasha. 

Il senso di colpa e i ricordi si fecero spazio, sentivo l'effetto dell'acqua del Lete sparire. Per rendermi equilibrata come dea e guarire le ferite da umana, Ombra mi diede dell'acqua dell'Ade. 

Presa da u senso di egoismo iniziai a strappare la vita ad Alexey, lui supplicava ed io mi rendevo lentamente conto che lui era cambiato, l'effetto del mio potere amoroso su di lui era svanito e il suo cuore era di qualcun'altra. Era della stessa persona che lui aveva ucciso, non meritava una vita, non potevo accettare un perdono universale per lui, volevo che lo punisse la giuria suprema, l'avrei portato nell'Ade. 

Tornai in me dallo stato di caos mentale e lasciai ad Alexey una piccola porzione di anima, il giusto per affrontare il viaggio nell'aldilà. Lui aprì la porta e si trovò davanti ai primi due fiumi,  Stige e Lete. 

Alexey si avvicino con timore al fiume e non c'era tempo,  lo spinsi e mentre giaceva mosso dalla corrente io presi un sasso e ne feci lo specchio della sua anima.  Camminammo sotto il celo cupo e grigio nel silenzio mentre fulmini neri ed improvvisi facevano saltare il cure di Alexey. 

Tra la nebbia iniziai ad intravedere il tronco del grande albero e il suono di catena da prima impercettibile divenne frastuono.  -S... Shans...  Ho paura- disse Alexey tremante 
-la paura è umana,  ma ricorda che sei impenetrabile- risposi spingendolo. 

Passo dopo passo la temperatura iniziò ad aumentare e davanti a noi si però un enorme cane.  Tre grandi teste bavose ci ringhiavano contro -cerbero!-  urlai io ed ottenni tutto la sua attenzione -alexey entra!-  gli ordinai indicando con il riflesso dello specchio una grande porta incorniciata tra colonne possenti e bianche.  

Feci col terreno una sfera e la lanciai lontano distraendo la bestia -certe abitudini bon cambiano,  come nell'Ade così sulla terra- pensai entrando.  -Ben venuto- accolse minosse l'ennesimo imputato.  - s...  Salve- rispose lui intimorito dinnanzi ai tre giudici infernali.  Minosse era il più fiero,  e il più giusto.  Affianco a lui Radamanto suo fratello ed Eaco. 

-E tu chi saresti?- chiese Minosse prendendo per primo la parola 
-A… Alexey- disse tremando
-hai un'aria familiare…- ragionò Radamanto osservandolo 
-non mi sorprenderebbe. Vi presento Alex, l'anima dagli occhi di rubino- dissi mettendo lo specchio sul loro banco 
-sei fuggito dal tuo alloggio, verrai punito!- iniziò Eaco preso dalla furia 
-hey calmati, c'è stato un piccolo incidente… per portare a termine una missione ho dato parte della mia anima al suo corpo, diciamo che non è esattamente morto…- mi giustificai io 
-Shans… avrei dovuto riconoscere la tua voce… ti rendi conto di quanto sia rischioso per te essere qui?- mi chiese Minosse
-mi manda Zeus, sembra che in fin dei conti la situazione si sia risolta lassù- cercai di rassicurare io 
-lassù, non qui! Sarai anche una brava dea ma sei anche una fuggiasca, se Ade ti prende ti rinchiude nel Tartaro insieme a quel demone da quattro soldi di Ombra… hanno già preso lui, manca poco che prendano anche te- mi rinproverò Eaco.

I miei occhi si spalancarono -O… Ombra? È già stato preso?- chiesi 
-già, vuoi ancora fare la follia di girare per l'Ade?- mi chiese minosse con più calma 
-Si, se Ombra sta già pagando la sua ribellione allora lo farò anche io. Ho passato troppo tempo a fuggire, sono rimasta separata per tanto, ho fatto cose orribili…- dissi cadendo in lacrime 
-davvero? Cosa hai fatto tra gli umani?- mi chiese Radamanto che era rimasto in silenzio per tutto il tempo 
-ho invaso e rovinato la vita di una ragazza. Le ho fatto del male e solo quando l'ho vista sacrificare la vita per disperazione mi sono resa conto di quanto male ho fatto. Non è nemmeno stata l'unica vita che ho distrutto…- dissi oramai in singhiozzi
-racconta pure Shans, siamo qui per aiutarvi- mi incoraggiò minosse 
-Alex, la sua vita… la metà che governava l'umana è stata traumatizzata dalla mia metà libera. Questo mio egoismo, questo mio tentativo di ucciderla per tornare intera, ha lasciato ferite profonde e indimenticabili nella psiche della ragazza. Queste ferite l'hanno portata a sfogarsi su Alex mentre la mia metà libera si è lasciata corrompere dall'amore umano. Mi ha corrotta tanto che ho usato il potere del mio ciondolo per avere il suo amore… l'ho ingannato fino alla fine…- conclusi in lacrime. Il senso di colpa mi divorava, la consapevolezza di essere la causa di tutto.

-Quindi tutto ciò che vedo qui, tutti i peccati di cui si è macchiato, sono stati provocati da te?- chiese severo Eaco 
-s… si signore- dissi asciugando le lacrime 
-allora non abbiamo altro da dire che questo caso deve essere giudicato da Ade stesso. Sei pronta a prenderti le tue responsabilità?- mi chiese minosse 
-si, voglio risolvere le cose…- dissi tornando calma 
-allora va pure, Caronte vi porterà alla villa al centro del lago Cocito, attenti a non caderci se non ci tieni a diventare una delle sculture di ghiaccio di Ade- mi avviso Radamanto.

Chinai il capo, Minosse ci mise una corda alla vita -sarete visibili e capaci di viaggiare nell'Ade, arrivati nei luoghi decisi dal re dovrete toglierle e rimanere dove è giusto che stiate- disse mentre la grande porta dietro la scrivania dei giudici si spalancò.

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Capitolo 21
*** tra laghi ghiacciati e vortici di fuoco ***


POV Alexey

Sembrava di camminare da ore, ero stanco e  spaventato, il cielo in tempesta e i ringhi non più lontani di Cerbero mi fecero gelare il sangue nelle vene.

Dinnanzi alle tre teste bavose del cane infernale non riuscì a reagire se non dopo gli ordini di Shans. Era sempre preparata a tutto, nessun errore, distrasse il cane e mi invitò ad entrare nella struttura bianca circondata da possenti colonne. Al suo interno vi erano tre giudici, fieri e dall'espressione seria non mi diedero molta importanza quanta ne diedero a Shans. 

Ascoltai in silenzio il loro colloquio che sfociò in una confessione delle colpe. Non ricordavo molto, ma se la storia di Morte Bianca ed Alex era vera, come anche la confessione di Shans, ciò avrebbe reso me una semplice vittima e marionetta di un piano ben più grande, forse avrei potuto chiedere la libertà.

Finito il discorso con i giudici le porte alle loro spalle si aprirono e finalmente potemmo ammirare il Cocito. Un'immensa distesa di ghiaccio sottilissimo ricopriva la superficie del lago e al suo centro vi era un'enorme villa dorata. Ciò che più mi colpì fu un albero gigantesco partire dall'interno della villa ed arrivare oltre le nuvole nere. 

-Allora ragazzo? Hai intenzione di salire?- mi chiese un anziano signore dagli occhi di fuoco 
-c… certo signor…-
-Caronte, mi conoscono tutti tra i tuoi amici mortali, sei l'unico a non sapere chi sono- rispose quasi offeso 
-ti chiedo scusa Caronte, ma è alquanto urgente che tu ci porti oltre il lago, ho bisogno di parlare con Ade- disse Shans prendendo la parola 
-accidenti, chi si rivede! Significa che dovrò di nuovo scendere nel mulinello di fuoco… che pessima giornata- sbuffò il vecchio accendendo il motore della barca. 

In poco tempo ci trovammo oltre le acque gelide e davanti a noi il portone di legno si aprì. Vi era una sola immensa sala con un albero al centro e nel suo tronco scolpiti due troni. 

-chi mi sembra di vedere? Shans? La grande traditrice del mondo degli dei è giunta al mio cospetto? Chiamate il capo del mio esercito devo congratularmi con il lavoro svolto- iniziò Ade fiero di se. Nella stanza entrò un cavaliere del tutto coperto dall'armatura, quasi non si riuscivano ad intravedere i suoi occhi rossi. 
-complimenti soldatino, ed io che pensavo mi avessi mentito sulla resa dei ribelli- si complimentò il sovrano, il cavaliere rispose solo con un inchino.
-a proposito di ribelli… chi è questo essere che ti porti dietro Shans?- chiese 
-è Alexey, la metà di quell'anima che sta balzando tra vivi e morti. Per tenerlo in vita e concludere il mio piano ho dovuto ancorare parte dell'anima a me. Ora è qui e vorrei poterlo accompagnare dalla sua metà prima di finire nel Tartaro- disse mettendosi davanti a me 
-quindi è lui? Interessante… ti permetterò di accompagnarlo a patto che tu darai il tuo intero potere a me, d'accordo?- chiese, lei sorrise ed accettò. 

-cosa l'è passato per la testa? Donare il suo potere a qualcuno che già può uccidere chi vuole? È una follia- pensai tornando verso la barca
-allora? Dove ti devo portare?- mi chiese Caronte 
-non ne ho idea-  risposi desolato 
-un giro completo, troveremo il posto per lui, non appena vedremo la sua anima illuminarsi. Partiamo dal fondo- disse Shans interrompendoci. Salimmo sulla barca che subito partì ad alta velocità verso la fine del lago. Sentivo il ghiaccio sgretolarsi col passare della barca poi il silenzio.

 All'improvviso non vidi più l'acqua sotto l'imbarcazione e un urlo di terrore mi partì spontaneo -moriremo tutti!- dissi stringendo Shans -siamo gia morti, non lamentarti dai- mi disse lei staccandomi di dosso 
-Attenti agli schizzi!- ci avvisò Caronte mentre la barca cadde in un secondo lago. Era collegato al precedente da una cascata ed era uno spettacolo completamente diverso. 

Lingue di fuoco fuoriuscivano dall'acqua che bolliva come il magma incandescente, attorno al bacino infuocato vi era un immerso borgo fatto da luride catapecchie. Il progetto urbano era costituito da 9 cerchi concentrici, più ci si allontanava e meglio le case stesse apparivano.

Ero rimasto così incantato dalla visione che non feci caso all'immenso mulinello di fuoco che non vedeva l'ora di inghiottire chiunque gli si avvicinasse, noi compresi.

La barca si avvicinò pericolosamente e dopo qualche giravolta su se stessa scomparve verso il basso. Terrorizzato chiusi gli occhi, ma non sentì nessun bruciore quindi decisi di dare un'occhiata in giro. 

Eravamo in una voragine che andava sempre più in profondità, l'ambiente era illuminato da dei minerali che emanavano una luce rossa -cosa sono?- chiesi a Caronte 
-sono gli occhi dell'inferno, tipo delle videocamere umane. Servono a tenere d'occhio questo luogo- 
-cosa c'è di così prezioso da custodire?- chiesi osservando le pareti piene di buchi 
-in ogni foro vi è un'ampolla con l'anima di qualcuno che è tra la vita e la morte, solo Tanato decide su di loro, finche non sceglie, loro giacciono qui- rispose.

Rimasi così affascinato che iniziai a guardare ogni ampolla che riuscivo a vedere e stranamente mi parve di aver letto da qualche parte un nome familiare -Morte… Bianca?- pensai cercando di incidermi nella memoria la sua posizione nella gigantesca libreria delle anime.

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Capitolo 22
*** sbobba, catene e cent'anni di galera ***


POV Shans 

Oltre le porte si spalancò dinnanzi a me lo spettacolare lago Cocito. Una distesa di ghiaccio capace di congelare all'istante chiunque la tocchi, ovviamente chiunque non abbia il potere dello Stige dalla sua parte. Con Caronte superammo lentamente la distesa di ghiaccio e finalmente le porte della reggia di Ade si aprirono davanti a noi.

Era ironica la sua villa, d'oro fuori e di legno dentro. Rappresentava al meglio il concetto di morte ed aldilà. I mortali credono che sia qualcosa di possente e misterioso ciò che avviene oltre la vita, ma non lo è, è semplice  ritorno al proprio ruolo, non cambia nulla, la morte è miserabile come la vita, solo che è eterna.

Al cospetto di Ade non potè che notare che non era cambiato di una virgola. Veste nera lunga, occhi di fuoco e capigliatura sempre sistemata nera come la pece. Sedeva fiero sulla sua stupida sedia dell'albero dei pentiti, tra mille cose che poteva fare ha scavato nel tronco dell'albero più importante mai esistito.

Dopo essersi ovviamente sorpreso per la mia presenza non ha perso tempo a stipulare un accordo con me, io accompagnavo Alexey, ma in cambio avrei dovuto dare tutto il mio potere a lui. Era una fortuna che non sapesse nulla ne delle costellazioni ne del rubino mancante alla collana, anche se avesse preso il ciondolo, sarebbe stato inutile senza una pietra, due considerando il mio diamante.

Col suo permesso il viaggio potè iniziare, da un lago di ghiaccio si passo con un tuffo in un bacino pieno di magma incandescente. Attorno a noi vidi case e casette, alcune belle, altre meno, ma era inutile fantasticare su quale di quelle catapecchie sarebbe stata mia, io sarei finita molto più in basso: il Tartaro.

La barca venne risucchiata da un mulinello verso il centro e il buio colpì prepotente il mio sguardo. Eravamo finiti nella parte più oscura dell'Ade, l'ufficio personale di Tanato. Egli era forte ed autoritario, teneva d'occhio ogni vita prima di decidere quando strapparle tutto dalle gelide mani, la Morte non aveva pietà, già Alex fu un problema, non per caso una delle sue anime nella zona preferiti era Morte Bianca. 

Subita la coltellata alla pancia e una lancia nel petto mi sorprese sapere che l'aveva risparmiata -che razza di gioco è questo? Vuole vederla soffrire per quanto tempo ancora?- pensai nervosa mentre la barca con un pesante tonfo di fermò in un laghetto di lava.

Scendemmo dall'imbarcazione e ci avviammo finalmente verso le porte del tartaro. -siete pronti a vedere il posto più brutto che abbiate mai visto?- chiese Caronte cercando le chiavi del portone 
-non sarà cosi male, conoscendo Ade ha creato un posticino piacevole- dissi sarcastica 
-davvero?- chiese lui spalancando le porte.

Mi ritrovai a fissare sorpresa oltre le porte. Buio, solo quello c'era. Qualche piccola fiaccola indicava le varie gabbie, il resto era buio. Ci avvicinammo ai prigionieri, erano terrorizzati raggomitolati nella loro minuscola gabbia di un metro cubo e mezzo visto ad occhio. Le loro braccia erano incatenate tra loro mentre al loro collo vi erano pesanti collari di ferro. -che diamine è successo qui?- chiese alexey spaventato mentre diversi lamenti e pianti si iniziarono a sentire 
-Ade ha deciso di lasciare questo posto come l'ha trovato, ogni gabbia ospita un prigioniero, una volta al giorno gli mettiamo il cibo nelle loro disgustose ciotole così rimangono coscienti- disse Caronte passando vicino alle gabbie con una sbobba al quanto disgustosa 
-perche questo trattamento?- chiesi inorridita e spaventata 
-una volta al giorno vengono… come dire… spremuti per bene per togliergli ogni traccia di potere, chi di loro rimane in vita per 100 anni avrà la possibilità di espiare le proprie colpe e forse avrà una possibilità per uscire da qui- disse lui completando il giro
-e chi non riesce a durare tanto?- chiese Alexey stringendomi a se 
-diventa il pranzo di Cerbero, mi sembrava evidente… comunque non ho visto nessuna gabbia brillare, questo significa che non è qui che devi stare ragazzo. Si sale- concluse Caronte avviandosi verso una montagna di pietre vulcaniche e tanto ciarpame.

-Queste sono le radici del grande albero dei pentiti, superate le sue gigantesche radici prenderemo l'ascensore che passa per dentro l'albero- disse il vecchio iniziando a scalare la montagnetta
-forza, non ho tempo da perdere, dovrebbe essere la mia giornata libera- ci disse spazientito vedendoci fermi alla base della montagna. 

Presi Alexey per mano e lo aiutai a salire. Nonostante ciò che avo fatto lui si fidava di me, non avrei mai più tradito la sua fiducia.
-dannazione, si è inceppato l'ascensore!- disse Caronte sbattendo i pugni contro la corteccia 
-ahahah inceppato!- disse Alexey ridendo, solo dopo capì la battuta
-non rispondo, cosa dobbiamo fare quindi?- chiesi cercando di essere seria 
-ci toccano le scale- disse tirando un ramo, delle scale comparirono dalla chioma e ci toccò salire 
-iniziate ad avviarvi, io aspetto ancora un po’ l'ascensore- ci disse il vecchio mentre noi iniziammo a salire.

Guardare in basso mi faceva sentire vagamente male, ma ciò che colpì la mia attenzione fu un avvoltoio. Un uccello gigantesco sorvolò la chioma e scomparve tra varie piume nere -Tanato…- pensai prendendo al volo una piuma del volatile.

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Capitolo 23
*** il nido della morte ***


POV Alexey

Finito di scendere nella voragine la barca si fermò in un laghetto di lava e noi scendemmo. Caronte aprì una porta chiusa con una catena e dentro vi intravidi solo gabbie.

Passando tra i corridoi poco illuminati i prigionieri mi osservavano con i loro occhi rossi e i denti aguzzi, c'era chi mangiava famelico la propria ciotola di disgustosa zuppa e chi si lamentava in un angolo. Non ascoltai nemmeno il discorso di Caronte e Shans, la mia unica preoccupazione era trovare Alex e mettere fine a tutto. Osservai con attenzione ogni gabbia, ma di quei occhi di rubino non vidi traccia. 

Avendo appreso che Alex non abitava il tartaro uscimmo da quel luogo disgustoso con ancora nella mente il ricordo di quelle povere anime imprigionate e torturate. Arrivati al piede dell'albero del purgatorio mi ritrovai a dover fare un'immensa scalinata per giungere fino all'ultimo livello di rami. L'albero era immenso, da un tronco striato che cambiava sfumatura dopo ogni livello di rami. Essi erano posti a circolo intorno al tronco e sembravano limitare lo spazio, come se fossero dei piani di ascensore e quello che dovevamo raggiungere noi a piedi era l'ottavo piano, ma saremmo dovuti passare per i diversi livelli. 

-Pensa a tutti gli errori che hai commesso nella tua vita precedente, almeno ciò che ricordi. Se ti dovessi pentire di ogniuno dei tuoi peccati finalmente potrai ritenerti un'anima pronta a calpestare la terra delle isole fortunate- disse Shans iniziando a salire il primo livello -tu lo sai che non ricordo nulla…-le dissi con sguardo abbattuto 
-presto ricorderai, quando incontrerai Alex saprai tutto, tutti i tuoi errori e i tuoi successi, cosciente della tua posizione potrai decidere del tuo futuro.

Salimmo lentamente gli scalini ed io cercavo ad ogni passo di non guardare in basso, anche solo rendermi conto a che altezza ero mi avrebbe fatto venire il terrore.

I primi due livelli erano sottoterra, arrivati al confine col terzo ci toccò scavare. Ero su due scalini di legno fluttuanti a un'altezza considerevole e mi sarei dovuto persino sporcare le mani, non era di certo la mia idea tipo di viaggio.

Preso da un senso di prigionia ed angoscia iniziai a scavare più velocemente fino a riuscire finalmente a vedere uno spiraglio di luce provenire da sopra di noi. Con dei colpi più forti e decisi allargai il buco per far passare shans.
-dammi la mano che ti aiuto- disse la dea porgendomi la mano. Tra noi c'era come una certa freddezza, come se quella complicità e quell'amicizia creatasi durante quell'avventura fosse scomparsa del tutto, all'improvviso. Saliti in superficie i miei occhi furono accecati dalla fioca luce del cielo in tempesta, mentre salivo riuscì a vedere in lontananza il Cocito e i vari fiumi dell'Ade tra cui Stige e Lete.

Salimmo per i seguenti 3 livelli e vidi lentamente le nuvole nere avvicinarsi al mio corpo, erano minacciose e cariche di fulmini viola, uno di loro partì e mi colpì quasi -Shans, dobbiamo proprio passarci in mezzo?- chiesi preoccupato
-sembra di si, non avere paura, ti proteggo io- disse con volto serio e lanciandomi giusto un'occhiata.

Salimmo le scale fino a toccare il limite con il quinto livello, le nuvole iniziarono a muoversi per aprire un varco e farci passare -più semplice del previsto- dissi avviandomi, ma quando le nuvole mi arrivavano alla vita queste si strinsero attorno a me. Con le loro scariche iniziarono a pizzicarmi il corpo mentre quella attorno a me iniziarono a girare veloci.

Fui risucchiato in un immenso vortice di fulmini che riuscì a strapparmi dalla scala e a scaraventarmi in aria. Ero in balia del vento quando da lontano vidi volarmi incontro un avvoltoio dalle piume nere -per fortuna qualcuno che mi aiuta- pensai porgendomi verso l'uccello che prepotente mi afferrò un braccio con i suoi artigli. Con forza mi tirò fuori dal vortice e avendo conficcato per bene le unghie nella mia anima semiviva spiccò il volo oltre le nuvole nere.

Avrei voluto chiedere aiuto, ma Shans scomparve nella nebbia mentre per la prima volta guardai giù, i laghi e i fiumi rendevano l'Ade come un immenso otto creato dai due laghi e il rispettivo ambiente circostante.

L'avvoltoio mi butto in un enorme nido in cima all'albero e finalmente potè prendere fiato. -Quindi tu sei quel pezzetto di anima ignobile che mi è scappata?- mi chiese il pennuto prendendo sembianze umane 
-è per volere degli dei che è accaduto- risposi spaventato dalla figura alta e senza espressione 
-leggo la tua paura a chilometri di distanza, come hai fatto a sfuggirmi?- disse osservandomi più da vicino, vedevo la sua bocca riempirsi di denti aguzzi e bagnati di saliva -sai… ho un po’ di fame- mi disse buttandosi addosso a me.

Spaventato chiusi gli occhi, ma invece di sentire un dolore atroce sentì solo un forte lamento. Quando aprì gli occhi vidi in cielo Shans su delle nuvole che riempiva di scosse la strana figura -Tanato, non ti permetterò di mettermi i bastoni tra le ruote, ubbidisci al mio comando se non vuoi che faccia rapporto ad Ade di tutto ciò- lo minacciò Shans scendendo dalle nuvole. Tanato si riprese dall'attacco e si avvicinò alla dea 
-non pensare che ve la lascerò scampare così, ho chi farà a pezzi la sua anima quando tu non ci sarai- le disse con un sorriso
-peccato che i tuoi alleati sono solo qui, Alexey tornerà tra i vivi, sono certa che questa sarà la decisione di Ade- gli rispose lei 
-infatti non ho mai detto che l'avrei fatto a pezzi qui nell'Ade- rispose Tanato trasformandosi in avvoltoio per poi volare via.

Confuso e preoccupato mi avvicinai a shans -cosa succederà?-
-nulla, è solo un pallone gonfiato, prendi delle piume belle grosse e portamele, dobbiamo arrivare alle isole fortunate- disse lei indicando dei pezzi di terra fluttuare sopra le nostre teste. 

Le portai diverse piume, lei si strappò due lunghi capelli e li usò per legare le piume alle mie braccia -seguimi e cerca di non cadere giù- disse salendo sulle nuvole di tempesta.

Con grande sforzo riuscì a prendere un ritmo giusto per fluttuare, presi la rincorsa e mi gettai da un ramo dell'albero per poi spiccare il volo. Era meraviglioso sentire il vento tra i capelli e poter volare senza motori e scatole di ferro, solo piume e forza fisica. 

Dopo un volo alquanto faticoso finalmente poggiai i piedi sulle tanto famose isole fortunate. Erano meravigliose, case perfette e spaziose, decorate con colori pastello e legate tra loro da ponti color oro. Dalle case vicine un profumo di arrosto mi invase il naso mentre risate e tranquillità dominavano il luogo. Sotto i nostri piedi vi erano delle nuvole bianche dalle sfumature violacee, mi ricordò molto l'alba della Terra.

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Capitolo 24
*** dimenticare per non perdonare ***


POV Shans

Iniziammo a salire i primi gradini e li iniziò anche il mio percorso di meditazione, scalare l'albero del purgatorio è una prova, per chi non ha peccato è solo una scalinata, per chi ha in cuore mille pentimenti è l'occasione di perdonarsi gli errori.

Erano diversi i miei errori, tutti commessi dalla notte della mia fuga. Tre erano i livelli e tre erano i miei errori, un furto, un inganno d'amore ed un lento e crudele omicidio. 
Saliti i primi due piani mi fermai davanti alla terra arida e dura che avevo davanti a me, era il momento giusto per riflettere.

Mentre Alexey scavava preoccupato, io mi chiusi in me stessa -che cosa ho sbagliato per prima? La collana? Bhe non e stato un errore, gli dei hanno rubato la collana, io l'ho sola custodita, una volta trovato il rubino la ridarò ad Ade- pensai superando il mio primo ostacolo interiore, ero li per riportare l'equilibrio e l'avrei riportato anche a costo di finire in una di quelle gabbie del Tartaro, almeno sarei stata vicina ad Ombra. Senza Luna lui si sentiva vuoto, senza la vita terrena io mi sentivo incompleta. Pur essendo di due mondi diversi, eravamo simili.

Superato lo strato di terra portai Alexey in superficie ed insieme riuscimmo a superare i seguenti 3 livelli, Alexey camminava tremante davanti a me mentre io lo seguivo lentamente immersa nei pensieri. -ha sempre voluto andare avanti, nonostante la sua storia, nonostante i suoi problemi, nonostante me che gli ho rovinato la vita…- pensai presa dai sentimenti, senza l'acqua Lete i miei sentimenti mi rendevano più fragile ed un sentimento che cercavo di nascondere si fece strada. La tristezza era ciò di cui avevo sempre avuto paura, essere consapevole che qualcosa o qualcuno sia stato capace di toglierti il sorriso poteva distruggere. 

Distratta non feci caso al fatto che mi fossi fermata, ero a pezzi a ricordarmi ciò che avevo fatto, avevo giocato coi sentimenti di Alexey, lui ne aveva gia avuti problemi per non fidarsi dell'amore, io sarei stata la conferma delle sue paure, avrei voluto prenderlo per la mano e scappare insieme via dall'Ade, non fargli ricordare nulla, non farmi odiare come era successo con Morte Bianca. Ripensando a quel nome mi ricordai del mio ultimo errore, ma quando mi girai per continuare a camminare Alexey era fermo davanti alle nuvole, la paura lo paralizzava ed io lo incoraggiai a continuare, le nuvole si aprirono al suo passaggio per poi richiudersi attorno a lui. Un vortice di saette viola e nuvole nere invase il cielo, mi lanciai nella tempesta per salvarlo, ma l'avvoltoio di Tanato si porto via la sua anima prima che io la toccassi.  

Mi sentì cadere velocemente verso il basso, ero spaventata, ma Alexey era in pericolo e non mi interessava di me, non più, ora dovevo solo farmi perdonare l'errore commesso per amore. Presi al volo una nuvola e la cavalcai per tornare in cima all'albero. Oltrepassate le nuvole tempestose vidi Tanato attaccare Alexey, dovevo fare qualcosa, presi una nuvoletta al volo e la svuotai di tutti i suoi fulmini. Tanato era alto e inespressivo, gli occhi vuoti che prendono fuoco quando s'arrabbia e coperto da una lunga veste nera fatta di ombre ed anime appena rubate. 

Non avevo mai perso il mio orgoglio, tolsi alla morte Alexey e scacciai Tanato dal nostro percorso. Quando l'avvoltoio fuggi io feci delle sue piume un paio d'ali nere per Alexey, avrebbe finalmente toccato le nuvole soffici delle Isole Fortunate. 

Salì sulle nuvole e guidai Alexey fino alle isole. L'ambiente era ricco di colori e tranquillità, non per niente era il paradiso. Vi era il buon cibo, belle anime, divertimento, tutto ciò che si poteva desiderare. Mentre Alexey era preso dalla visione delle Isole Fortunate si avvicinò a noi una donna stupenda, portamento elegante ed espressione fiera -di grazia, voi chi siete?- chiese guardandoci da testa a piedi 
-lui è Alexey l'umano ed io Shans la dea- risposi orgogliosa
-un umano? Ma che carino…- iniziò lei avvicinandosi felina a lui 
-non esageri, non sono nulla di che- rispose lui imbarazzato 
-a chi importa dell'aspetto, tra nobili c'è amore a prescindere, mio caro- continuò la donna
-nobili? a mala pena può permettersi un piccolo appartamento tra le case di quartiere- dissi con un sorriso di sfida 
-come non sei nobile? Eppure io ti ho già visto sulla Terra con dei nobili… ma forse mi sbaglio, visto che non hai abbastanza denaro in tasca e sei solo un poveraccio è il caso che tu vada verso la periferia di questo meraviglioso posto- concluse lei andandosene dopo aver studiato attentamente Alexey.

Senza dare ascolto alla ficcanaso iniziai a guardare in giro, ma di persone di un ceto medio non ne vidi l'ombra -andiamo verso i Campi del Pianto, se non sbaglio è lì che finiscono i suicidi- dissi salendo su un paio di nuvole, Alexey mi seguì muto.

Dopo qualche centinaio di metri finalmente intravidi il confine tra Isole Fortunate e Campi del Pianto, le case colorate e imponenti divennero tende distrutte e capanne meno sfarzose. Tutto il terreno era pieno di germoglio, probabilmente era l'unico luogo dove le piante destinate al consumo alimentare crescevano.

Arrivati sui campi rimettemmo i piedi a terra. Gli sguardi di tutti si concentrarono su di noi e una voce sovrastò le altre che bisbigliavano intorno a noi -quindi sei finalmente arrivato, mi stavo stancando di cercarti tra i vivi- disse una voce alquanto familiare
-Alex, ho un patto da proporti- iniziai io, ma lui mi zittì con un gesto di mano 
-non sono qui per ascoltare inutili chiacchiere di una dea traditrice. Hai tradito la fiducia degli dei e la mia, non voglio sentirti parlare Sasha, mi hai gia fatto del male una volta. Chissà quanto davvero ti sia interessato di me… - disse lanciandomi uno sguardo severo nascosto dietro i suoi occhi di rubino 
-credi davvero che non mi sia importato nulla di te?- chiesi avvicinandomi
-già! Sei qui per il rubino, non per me. Sei qui perche vuoi sentirti meno in colpa? Bhe io non te lo perdono quello che mi hai fatto!- disse iniziando a stringere i pugni -tu sapevi quanto fosse difficile per me amare, dopo che mi sono aperto a te, tu hai giocato con i miei sentimenti! Mi stavo innamorando di te, non c'era bisogno di usare la magia…- continuò mentre da dietro i rubini due lacrime caddero nel vuoto per dissolversi. Avrei voluto fare qualcosa, ma non potevo, Alex sarebbe tornato sulla terra e Morte Bianca sarebbe dovuta essere la sua metà, non io. Amare è stato il mio errore più grande e il mio piacere più intenso, ma se volevo che il futuro che era stato scritto per lui avesse lieto fine, io mi sarei dovuta fare da parte, per sempre. 

Presa dal rimorso e dai pensieri mi strinsi quasi per disperazione ad Alexey che con occhi confusi cercava una risposta da me. -che traditrice, dopo tutto il tempo che ti ho aspettato tra i morti tu cerchi ancora riparo tra i vivi, cerchi riparo in qualcosa che non è più tuo. Alexey, voglio che torni da me, questa donna non ti ama quindi non ti illudere di nulla- disse severo senza nemmeno guardarmi -Alex ti sbagli, lei è una donna forte e piena di vita, ha fatto i suoi errori, come anche tu, come tutti al mondo. Tornerò da te a patto che tu prima di unirti a me beva un po’ di quest'acqua, ti permetterà di ricominciare da capo, potrai finalmente essere felice, io farò in modo che tu lo sia- disse Alexey stringendomi a se mentre porgeva a una fiala piena d'acqua
-d’accordo- rispose prendendo la fiala tra le mani -ma prima penso sia il caso di darvi questo- disse mettendosi una mano all'occhio destro per poi strappare dalla cavità oculare un rubino -prendilo Sasha, dopo questo non ti servirò più… non ti sono mai servito… tu hai amato solo te stessa, io ero un oggetto…- preso dai singhiozzi e dalle lacrime il lato destro del suo volto si coprì di sangue mentre lasciò cadere il rubino ai miei piedi -prendi quel fottuto rubino e sparisci… tanto coragiosa che non hai mai avuto la forza di guardarmi negli occhi e dirmi che fingevi…- io lo guardai negli occhi e con un filo di voce riusci solo a pronunciare due parole -mi dispiace- gli dissi asciugando il volto con la mano -sta lontana da me!- disse prendendomi per il polso ed allontanando la mano da lui -voglio che finisca così, con te che mi guardi mentre ti cancello dalla mia vita- mi disse bevendo l'acqua. 

Presa da un istinto incontrollato mi gettai su di lui e lo baciai -anche io voglio poter dimenticare tutto- pensai sperando che almeno una goccia dell'acqua Lete bastasse per cancellare tutto ciò che avevo fatto di orribile. Non ottenni nulla, se non un altro straziante ricordo di un amore impossibile.

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Capitolo 25
*** l'inizio della fuga ***


POV Alexey

Esplorammo, ma neanche troppo, il meraviglioso villaggio di nuvole quando mi si avvicinò una donna elegante che mi aveva già adocchiato. 

-Joen…- pensai mentre lei ci provava con me. In vita non le sono mai interessato, poi all’improvviso le interesso? No, doveva essere un inganno di Tanato e dello stesso Ade. 

La rifiutai e mi avviai verso la periferia, laddove vi sono i morti in guerra e i suicidi, tra loro trovai Alex. Era fiero al comando dei contadini del posto. Rimasi in silenzio mentre lasciai Shans parlare con lui, il loro rapporto era pieno di crepe, errori ed inganni, rimasi sorpreso nel vedere la sofferenza di Alex, una sofferenza tale da averlo portato in quel luogo, lui l'amava ma lei non capiva. La sua perfezione le aveva accecato la ragione, non è detto che la perfezione merita sempre tutto, anzi, la perfezione non ha bisogno di nessuno per essere completa, nemmeno dell'amore. 

Per mettere fine alle sofferenze dei due diedi ad Alex una boccetta d'acqua lete che trovai legata alla mia cintura, lui la bevve e Shans si gettò tra le sue braccia. Mentre li fissavo il corpo di Alex scomparve per lasciare solo Alexey. Sapevo tutto, sapevo quali errori avevo commesso, sapevo ogni dettaglio della storia di Morte Bianca e Shans e sapevo dove era rinchiusa l’anima delle mia amata. Quando Alex  scomparve Shans si girò verso di me con le lacrime agli occhi -ora che si fa?- chiesi -tu già sai cosa fare, scendi di qui usando l’albero e risali il vortice di fuoco. Portala con te oltre l’Acheronte e sarete liberi tra gli umani- -è pericoloso, ed io non posso resistere al freddo e al fuoco dell’ade- -tu puoi. Io la dea che controlla il mondo degli umani, che custodisce la chiave delle infinite possibilità, dono a te una seconda chance, fanne buon uso- disse. 

Dal ciondolo partì un fascio di luce che mi ricoprì di un’armatura dorata, io ora possedevo il potere del ciondolo, forse sarei riuscito ad uscire e salvare Morte Bianca. -ora comprendo il tuo ruolo Shans, tu custodisci ed intrecci le scelte degli uomini, per questo quando hai provato a fare una scelta tua, ti sei pentita perché era impossibile ottenere tutto per te, non puoi scegliere per gli uomini, li puoi solo aiutare a scegliere- -e tu? Cosa scegli?- -di rimediare agli errori, ora inizia una nuova vita e si chiama Alexey- conclusi correndo via. 

Superai le isole fortunate e senza pensarci mi buttai sull'albero del purgatorio, non vi erano più le scale ma solo solida corteccia. Iniziai a scendere cauto mentre sentivo da lontano il battito d’ali di Tanato -quindi era questo il piano, scappare. Bhe scordatelo Alex, tu sei mio, per sempre!- urlò lanciandosi in picchiata verso di me, i suoi artigli affilati erano pronti a colpire ma la corteccia sotto i miei piedi cedette ed io crollai verso il basso. 

Stavo cadendo di testa verso le nuvole cariche di fulmini. La scelta era ardua, rischiare e superare le nuvole o lasciarmi prendere da Tanato -sto già fallendo… ed ho appena iniziato- pensai preoccupato. Senza nemmeno accorgermene mi ritrovai le nuvole a pochi metri e poi ci finì dentro. Rimasi incastrato come accadde all’andata e velocemente il cielo iniziò a creare un vortice di nuvole. Sul corpo non sentivo nessuna scossa, solo un lieve solletico mentre il mondo intorno a me girava senza fermarsi.
 

Tanato osservava tutto da lontano -quindi non può entrare nel ciclone- pensai iniziando a muovermi aggrappato alle nuvole. Giravo nel loro stesso verso e lentamente risalivo il vortice. -hai scelto quindi di tornare da me- disse l’avvoltoio afferrandomi con la zampa. Presi la cintura data da Minosse e la legai alla zampa di Tanato -che diamine fai?!- -ti porto via con me- risposi liberandomi dalla presa e lanciandomi nel vortice. Speravo di trascinarlo nelle nuvole ma con un battito d'ali lui spiccò il volo -dannazione…- pensai guardando le ali piene di piume. Se era vero che avevo i poteri della collana potevo anche usarli, mi concentrai mentre penzolavo nel vuoto, il potere più utile sarebbe potuto essere proprio il fulmine ed io avevo molta energia nel corpo dopo essere entrato in contatto con le nuvole.

Pensai intensamente al potere e sentì le mani riempirsi di formicolio, afferrai le zampe di Tanato e lentamente lo vidi indebolirsi -non può essere! Chi ti ha dato questo potere?- chiese perdendo quota -questa è la mia seconda possibilità, non permetterò alla morte di togliermela!-.  

Mi arrampicai sull’avvoltoio ed iniziai a colpirgli il muso con i guanti dell’armatura, all’improvviso dal pugno uscirono delle borchie in ferro e lo iniziai a colpire con prepotenza. Lui si riprese presto dai colpi e spalancò il becco per lanciarmi contro un raggio di fuoco. 

Io lo schivai e mi lanciai verso il ciclone, io essendo piccolo sarei andato oltre, ma Tanato sarebbe rimasto imprigionato. Con qualche dubbio misi in atto il mio piano e funzionò. Tanato rimase tra le nuvole mentre io iniziai la discesa verso le radici. Mi aggrappai a dei rami e strappai una grande foglia che decisi di usare come paracadute. Invece che scendere nel tartaro finì sul tetto della dimora di Ade. Da lontano vidi Caronte allontanarsi dalla sua barca, con la foglia atterrai su di  essa e con una scossa dalla mano feci partire il motore. 

Arrivato alla cascata nemmeno il tempo di toccare la lava che la barca si tuffò direttamente nel vortice. Prima di entrare nella libreria mi concentrai sull'armatura e cacciai delle lame dalle mani, avrei distrutto le telecamere. Con la barca scesi nella libreria e distrussi tutte i minerali rossi, non volevo essere registrato nella lista nera di Ade. Ero certo che un allarme sarebbe scattato nel reparto delle guardie,avevo poco tempo e troppa determinazione. Lasciai cadere l’imbarcazione mentre io mi gettai verso il lato della libreria segnato con la lettera L, la più vicina alla M che riusci a vedere. Mi aggrappai alla sporgenza dove poi partiva la galleria per la L. Con uno sforzo delle braccia salì ed iniziai a guardarmi in giro. 

Vi erano gallerie che portavano molto lontano mentre i buchi più piccoli intorno all’entrata contenevano le ampolle delle anime. Dalla piattaforma di roccia della L riusci a vedere l’ampolla di Morte Bianca, cercai di afferrarla ma non ci arrivavo. È  capitato a tutti di essere pazzi no? Io lo ero. La voglia di rendere la mia seconda possibilità utile a qualcuno mi diede la forza e il coraggio di saltare. Sfiorai la boccetta e poi iniziai a cadere -merda! Devo fare qualcosa…- cercai di pensare mentre stavo cadendo nel vuoto. Con ancora le lame delle mani cercai di frenare la caduta e mi bloccai ad una decina di metri dalla M -è andata bene dai- pensai quando una boccetta mi cadde in testa, mi passò davanti gli occhi sfoggiando il nome di Morte Bianca e poi cadde distruggendosi contro una roccia sotto di me. Una luce fuoriuscì dalla boccetta e una figura umanoide iniziò a crearsi. Rimasi pietrificato mentre iniziarono a formarsi le mani chiuse in due pugni che si aprirono, le gambe sottili e piene di ferite, il corpo coperto da dei vestiti a brandelli e il volto confuso e spaventato coperto da lunghi capelli neri -M… Morte Bianca?- bisbigliai con le lacrime agli occhi -dove diamine sono?- si chiese senza nemmeno notarmi -dov'è la scuola… l’esplosione… Alex… ho fallito… Sasha l’ha portato via con se… - iniziò a farneticare -Morte Bianca! Mi senti?- urlai, lei si alzò di scatto in piedi e inciampando nella boccetta rotta cadde verso l’entrata del tartaro. 

Non urlava, aveva solo le mani davanti la faccia e un vago lamento si diffuse per la libreria. Senza pensarci mi gettai verso di lei e la strinsi a me capovolgendo la situazione, mi misi sotto per attutire io la caduta. -lasciami! Aiuto!- iniziò lei, ma io con una mano le tappai la bocca -sta zitta! Vuoi farci prendere da Ade?- le dissi preoccupato, lei smise di agitarsi, così le tolsi la mano dalla bocca -Alex… perché siamo qui? perché tu sei qui?- mi chiese con un tono quasi depresso -perché possiamo tornare a casa, insieme- le dissi per poi appallottolarmi stringendola e schiantarmi nella barca. Le parti non coperte dall’armatura iniziarono a bruciarmi a contatto con la lava e subito mi alzai per far scendere Morte Bianca sul pontile. 

-come stai?- le chiesi -Bene…hai l’armatura di Sasha… ti ha ridato la collana?-chiese -è una lunga storia, te la racconto fuori di qui- -non voglio saperla, l’importante è che usciamo da qui. Dammi delle indicazioni- -passando da quel portone arrivi alle radici di un albero enorme, puoi salire usando delle scale e scappando verso l’Acheronte, c’è l’uscita dall’Ade- -perfetto..- prese un gran bel respiro ma non accadde nulla -dove sono i miei poteri?- chiese -forse qui non funzionano, ti proteggo io dai- -no, non ho bisogno della tua protezione! come osi venire da me e difendermi dopo che io ho cercato tutto il tempo di proteggerti? Cosa cerchi da me? Sono diventata la ruota di scorta quando Aasha se ne va?- -sta zitta, sono venuto a prenderti perché ci tengo a te. Sasha e stato un errore e un enorme inganno. Mi dispiace per ciò che è successo ma i miei sentimenti sono tornati alla normalità e finalmente ho trovato uno scopo- -non mi interessa, usciamo di qui e poi ti mando in ospedale a furia di calci- disse allontanandosi.

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Capitolo 26
*** una zattera di ghiaccio ***


POV Alexey

Era stata molto dura con me, ma non aveva tutti i torti, sarebbe difficile anche per me credere a qualcuno che mi ha ferito.

La seguì in silenzio attento ad ogni singolo passo, l'avrei difesa anche se non voleva, dovevamo uscire fuori dall'Ade e saremmo stati finalmente felici, io avrei fatto di tutto per renderla felice. 

-come si apre questo portone?- iniziò a borbottare Morte Bianca prendendo a calci il portone per il Tartaro, la sua furia attirò l'attenzione di qualcuno perché sentì dei passi arrivare rapidi verso di noi
-Morte Bianca, mettiti al riparo-
-non c'è rischio, nessuno verrebbe qui sotto-
-ed invece c'è qualcuno, nasconditi, subito!-
-non prendo ordini da uno zerbino da quattro soldi, uscirò di qui e lo faro senza di te!- prese una roccia enorme e distrusse la serratura.

Lei corse avanti senza guardarsi indietro mentre a me toccò nascondere le nostre tracce. Richiusi la porta alle nostre spalle e la bloccai con delle gabbie vuote. 
-d’accordo Morte Bianca… - le dissi avvicinandomi a lei mentre fissava inorridita le gabbie
-cosa intendi dire?- chiese senza distogliete lo sguardo 
-usciremo di qui e ti lascerò in pace… dopo tutto ciò che è successo non pretendo il tuo perdono… voglio solo aiutarti-
-davvero? Mi avresti potuta aiutare quando ero su quel fottuto tetto a morire dissanguata! Tu sai quante lacrime ho buttato per te? No! E poi è inutile parlare, questo è solo un brutto sogno, tu sei solo un brutto sogno!- urlò camminando decisa per la sua strada. 

Avevo capito tutto, non c'era più speranza, pur avendo avuto una seconda possibilità da parte di Shans non l'avrei mai avuta da Morte Bianca, avevo rovinato tutto ancor prima di provare a risolvere il problema. La seguì ancora più in silenzio, sconsolato e pensieroso le osservavo la schiena coperta dai lunghi capelli neri con qualche sfumatura rossa, si muovevano ritmici come un pendolo mentre ogni suo passo risuonava tra le gabbie vuote -deve essere il momento in cui li spremono- pensai accelerando il passo. Se avevo ragione i prigionieri e le guardie sarebbero tornati presto. Presi per la mano Morte Bianca e guardandomi in giro mi avviai verso il cumulo di rifiuto -lasciami!- urlava lei 
-zitta! Sembra quasi che ti faccia piacere il rischio- le dissi severo guardandola negli occhi, lei non sembrava infastidita, anzi aveva il volto rosso e gli occhi sorpresi - che c'è?- le chiesi
-c'è che dici cose molto ambigue tenendo per mano una ragazza, lasciami subito o riprendo ad urlare-
-non oseresti-
-ci scommettiamo?- rispose prendendo fiato. Sentì dei tinttinii di catene e senza pensarci strinsi Morte Bianca a me tappandole la bocca. Mi guardai in giro e l'unico nascondiglio era il cumulo di rifiuti. 

Mi lanciai con la schiena stringendo a me Morte Bianca, rimanemmo immobili uno vicino l'altro fino a che non sentì il portone chiudersi. -finalmente possiamo uscire- bisbigliai lasciandola andare 
-come se ti dispiaceva! Vedi di tenere le tue mani lontane da me per il resto del viaggio- mi minacciò lei.

Si avvio vicino l'albero e senza pensarci due volte iniziò a scalarlo -muoviti femminuccia!- 
-arrivo- risposi iniziando a salire dopo di lei, non l'avessi mai fatto. Quale ragazza sana di mente si lamenterebbe degli strani pensieri di un uomo e poi con pantaloncini mezzi distrutti scalerebbe un albero proprio sopra un ragazzo? O voleva essere guardata o era solo più innocente di ciò che mostrava. 

-Quanto manca al soffitto della galleria- chiesi
-non lo vedi da te razza di talpa?-
-no, ho il tuo sedere davanti a me-
-e quindi sei stato zitto per tutto sto tempo per guardarmi il culo?!-
-no, non volendo guardarti sto guardando in basso per questo ho chiesto quanto manca-
-vorresti dire che il mio culo è brutto?-
-no, certo che no, è bellissimo- le dissi alzando lo sguardo per guardarla negli occhi, ma ciò che mi beccai era un calcio in faccia
-razza di maniaco- mi disse accelerando 
-tu sei una psicopatica! Mi potevi rompere il naso!- le risposi salendo. Con ancora l'impronta della sua scarpa in faccia salimmo fino al tetto del palazzo degli inferi.

-Dannazione se fa male…- pensai toccandomi ancora il naso
-come stai?- chiese 
-come pensi che possa stare? Mi stai trattando di merda da quando ti ho fatta uscire per sbaglio dalla tua boccetta!-
-q…quindi non mi volevi salvare? È stato solo un incidente quindi…- bisbigliò con le lacrime agli occhi 
-hey! Non fare la donzella offesa con me! Tu non sei così fragile, te ne frega poco e niente di ciò che faccio io. Il tuo progetto è uscire da qui no? Bene, laggiù è l'uscita alza le chiappe e muoviamoci-. Lei si zittì e asciugate le lacrime guardò in basso -come facciamo? È un lago capace di ghiacciare chiunque- disse preoccupata. -ti fidi di me?- le chiesi porgendole la mano 
-no, ma sei un ragazzo in gamba quindi ti do una possibilità- mi disse. Non impiegai più di un secondo per buttarla in acqua.

-brutto str…- non finì di parlare che si congelò facendomi ancora il terzo dito
-dove sono le fotocamere quando servono ?- pensai gettandomi anche io. Potevo sembrare una persona orribile ma avevo un piano. Io non potevo congelarmi e non sapevo esattamente nuotare con un pezzo di ghiaccio sulla schiena, ma rendendola un pezzo di ghiaccio l'avrei potuta usare per navigare, lei non si sarebbe fatta male e per me sarebbe stato più facile portarla oltre il lago. 

Mi misi sdraiato di schiena sulla sua pancia e di dorso iniziai a nuotare verso il tribunale. Arrivati sulla riva sfinito abbracciai il corpo congelato di Morte Bianca. Uno strano calore invase il mio corpo e lentamente il ghiaccio si sciolse lasciandola libera tra le sue braccia. -lo vedi questo? È un regalo per te…- iniziò lei poi si guardò in giro -come ci siamo finiti qui?- chiese 
-ci ha portati la corrente- dissi alzandomi da sopra di lei.

I suoi abiti bagnati fradici le fecero venire i brividi addosso -senti freddo? Vuoi che ti aiuti?- chiesi preoccupato
-no, manca poco Alex… non mi interessa nemmeno più del caldo o del freddo, a poco da noi c'è l'uscita, possiamo uscire da questo inferno, vieni dai- disse prendendomi la mano. Sembrava euforica e con un'energia enorme superò il tribunale per poi correre verso i fiumi Lete e Stige saltò oltre e corse verso l'acheronte, l'ultimo fiume da superare -andiamo Alex- disse mentre io ero ancora oltre i due fiumi, fissavo l'acqua immaginando quanto fosse vicina la fine, cosa sarebbe successo oltre l'acheronte, ma una voce tuonò nel silenzio -dove credete di andare? Guardie! Radunata! Ho trovato i fuggiaschi!- urlò un uomo dentro un'armatura nera, centinaia di uomini armati comparirono dietro di lui. 

Mi girai verso Morte Bianca che mi fissava -vattene, esci fuori da qui, mi occupo di loro e ti raggiungo-
-no! Sarai anche un idiota ma non posso lasciarti fare cazzate simili, salta e andiamocene- mi disse porgendomi la mano
-ti prego, vattene. Tornerò da te, te lo prometto, ma voglio una seconda possibilità da te, una gita nell'Ade può cambiare tanto le persone ed io voglio dimostrarti che sono cambiato…- le dissi creando delle lame dall'armatura
-va bene- disse lei scomparendo nell'acqua del fiume.

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Capitolo 27
*** un patto con la morte ***


POV ???

-capo! Capo l'allarme della sezione proibita è suonato. Le telecamere sono state distrutte-urlò un soldato entrando nel mio covo 
-razza di incapaci! Seguite l'intruso e evaquate il Tartaro, i prigionieri vanno tenuti in catene e nessuno deve avvicinarsi, una ribbellione sarebbe troppo pericolosa- dissi alzandomi dalla mia poltrona di pietra. Indossaì l'armatura rossa e nera e mi avviai  verso il tribunale infernale.

I tre giudici quando mi videro arrivare non persero tempo a riempirmi di domande, più che altro Minosse prese la parola 
-a cosa dobbiamo l'onore della tua visita?-
-mi sembra chiaro che voi abbiate fato un errore con un giudizio… chi è l'ultimo ad essere passato da qui?- chiesi sedendomi sulla loro scrivania
-lo sai bene che per privacy non possiamo divulgare informazioni-
-non me ne faccio nulla della privacy! L'Ade è in pericolo per via di qualche squallido ribelle da quattro soldi! Non perderò il mio potere per uno stupido mortale, vi conviene collaborare signori miei…- minacciai creando una sfera di fuoco 
-non puoi ottenere tutto ciò che vuoi usando la forza!-mi richiamò Minosse battendo il pugno sulla scrivania 
-dimentichi che tutti hanno un prezzo mio caro… e poi è davvero ironico che un uomo spregevole come te abbia il potere di giudicare… intrappolare un abominio in un labirinto e cibarlo di giovani vite… non mi sorprende che tu abbia sbagliato a giudicare qualcuno- 
-non ho mai sbagliato! Gli errori dei mortali sono possibili, qui io giudico nel modo giusto, proprio come ho giudicato te-
-ero molto diversa quando arrivai qui… convinta che l'amore fosse la cosa più importante, poi ho conosciuto il potere e ora sono a capo dell'esercito degli inferi-
-tu non sei cambiata… ti manca la terra non è vero? Ti manca avere amici, ti manca vivere-
-la nostalgia è concessa- risposi distogliendo lo sguardo da Minosse 
-potevi  bere per dimenticare, eppure…-
-non cercare di studiarmi! Io ho in mano la mia vita e ho un piano per uscire da qui…- dissi con un sorriso così grande da risultare inquietante.

Strinsi il pugno e creai della cenere speciale, una polvere capace di abbattere chiunque ne respiri 
-cos'hai in mente?- chiese Minosse
-creare il caos!- risposi soffiando sul volto dei giudici la polvere, meno di 5 secondi e dormivano profondamente.

Aspettai pazientemente di vedere l'intruso nei pressi del lago ghiacciato e subito chiamai i miei uomini -ho bisogno di un esercito di parecchi soldati per impedire la fuga di due soggetti che hanno procurato svariati danni nella sezione proibita e non. Schieratevi ed aspettate il mio segnale- dissi ai miei soldati usando un telefono.

Era divertente vederli così convinti di poter fugire, diedi il segnale e partì l'attacco. Poteva sembrare rischioso, ma ero convinta che lei non sarebbe andata da nessuna parte senza il suo uomo, ma mi sbagliai. Quella ragazzina inpertinente non si fece pregare troppo per saltare l'Acheronte e abbandonare il suo uomo, mi colpì molto. 

-prendetelo e portatelo in catene da me, mi occuperò io di lui- dissi andandomene. Dare gli ordini era qualcosa altamente noioso, io preferivo agire di persona, ma per mia sfortuna non potevo andare oltre il tribunale.

-cosa vuoi da me? Lasciami!- iniziò a lamentarsi il ragazzo 
-calmati, piuttosto, come ti chiami?-
-e lo dovrei venire a dire a un nemico?-
-alex… vero?- chiesi
-preferisco alexey-
-e che differenza c'è? Due lettere in più sono solo uno spreco di inchiostro per il mio verbale-
-lasciami subito!- continuò agitandosi
-come desideri…- schioccai le dita e le catene si sciolsero mentre le porte si chiusero saldamente -neanche volendo potresti scappare da qui-
-cosa vuoi da me?- chiese calmandosi
-tu sei la chiave per andarmene da qui, ma non posso farti uscire ora, dovrai aspettare circa un mese- gli dissi invitandolo a sedersi
-perché proprio un mese? E se volessi andare ora?-
-non puoi, è sconveniente per entrambi. Tra un mese alcuni detenuti del Tartaro dovrebbero fare una rivolta, porteranno talmente tanto caos da dare a te la possibilità di scappare e a me di essere libera da alcuni acccordi-
-come pensi di nascondere il nostro patto se io ti dicessi si?-
-sarai un prigioniero con qualche vantaggio, una gabbia piu grande, niente spremute e del cibo decente. Mi occuperò io di te, sempre se accetti di allearti con me-
-d'accordo, spero solo che Morte Bianca stia bene..-
-starà benissimo, per ora guardie! Portatelo nella gabbia 510… ciao ciao alexey- lo salutai mentre le guardie lo portavano via.

Ero soddisfatta, ma il mio piano iniziava ad essere minacciato -ti sei lasciata sfuggire un mortale!- iniziò a sbraitare Tanato
-è stato solo un incidente, puoi sempre andarla a prendere tu- gli dissi
-no… tu non me la racconti giusta… va sulla terra e portami quella ragazza-
-non posso, mi hai incatenata a questo mondo!-
-bhe… se porti a termine il compito potrai essere libera per sempre… a te la scelta…- disse facendo comparire davanti ai miei occhi una chiave 
-ti odio…- bisbigliai afferrando la chiave, i piani erano cambiati, non avevo più bisogno di Alexey. 

-cosa vuoi che faccia?- chiesi liberandomi delle mie manette 
-trovala ed uccidila… facile-
-avrò bisogno di tempo-
-tutto ciò che vuoi… ma se scopro che non fai progressi… potrai dire addio alla tua possibilità di essere libera!- Poi se ne andò.

Con mille pensieri per la testa mi avviai verso l'Acheronte, dovevo portare a termine una missione per conto della Morte.

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