Is all I really need

di dana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Premessa: questo è il seguito di “Because love…” che avevo programmato di fare. Chiunque non sia interessato alla coppia Draco/Hermione e ad altre come ad esempio Harry/Luna (su cui però la storia non è incentrata) non continui a leggere grazie. Chi invece è interessato all’argomento potrebbe lasciare un commento sulla storia, sia negativo che positivo o anche dei semplici consigli su come migliorare la storia, assicuro di prendere in considerazione tutti i consigli… Grazie mille ^-^

(P.S. per le amiche che mi conoscono. Indovinate che giorno inizia la storia?)

Capitolo 1

13 settembre ore 10:00

-- Signor Keith, spero stia prendendo appunti sulla lezione… --

-- Si professoressa… --

-- Bene, perché domani sarà lei il primo ad essere interrogato. Ora potete andare. --
Sentì di avere molti sguardi adoranti addosso e non appena tutti gli alunni furono usciti dall’aula si lasciò andare pesantemente sulla sedia dietro alla cattedra. Una ciocca di capelli castani le ricadeva ribelle davanti agli occhi scuri.

La ragazza la scacciò con una mano prendendo aria. Era difficile fare la professoressa.

Specie da quando la McGranitt era diventata preside, perché Silente aveva voluto dedicare tutte le sue attenzioni all’ordine che ormai non era più segreto.

Si alzò e andò vicino alla finestra per osservare il paesaggio. Fece un sorriso triste vedendo il lago piatto come sempre.

-- Hermione? -- una voce la fece sobbalzare. Non aveva sentito entrare nessuno

-- Harry… che succede? -- chiese voltandosi

-- McGranitt vuole vederci… -- fece il giovane auror. Hermione tirò un sospiro ed entrambi si diressero verso l’ex ufficio di Silente. Salirono la scala a chiocciola e si ritrovarono di fronte a un gatto dalla postura molto dritta

-- Professoressa McGranitt… -- fece Hermione. Subito dopo il gatto si tramutò nella professoressa, che era un’animagus.

-- Perché voleva vederci? -- concluse per lei la frase Harry.

-- Ho una cosa molto grave da rivelarvi. È da parte dell’Ordine. -- fece la professoressa con un sospiro. Entrambi i ragazzi aguzzarono le orecchie a sentir nominare l’Ordine, dato che da ben tre anni non si avevano molte notizie su questo.

-- Il professor Silente mi ha raccomandato di parlarvi da soli dunque dovevo far sembrare la cosa molto formale -- fece sedendosi sulla poltrona accanto al caminetto acceso.

-- Da quando tu Harry hai ucciso Voldemort non ci sono stati molti problemi. Ma solo ora siamo venuti a scoprire che molti dei suoi Mangiamorte che noi credevamo morti sono in realtà vivi. Sembra stiano formando un esercito con reclute da tutto il mondo. Silente dice che per il momento è bene non preoccuparsi e non dire nulla a nessuno ma è comunque bene che teniamo gli occhi aperti. -- fece la professoressa con l’aria di chi ancora non ti ha detto tutto. Il classico tono che spesso usava Hermione con Harry.

-- E poi? Professoressa sento che non ci ha ancora detto tutto… -- fece Hermione con aria intuitiva. Harry le lanciò un’occhiata interrogativa ma la McGranitt ricompostasi dal modo molto informale di prima disse

-- Nulla, solo che questa sera dovrebbe arrivare un nuovo professore di Pozioni. Il professor Piton è andato ad aiutare Silente ad organizzare dei turni di sorveglianza per i vari paesi che sembrano essere stati colpiti dai Mangiamorte. -- fece secca. Ad Hermione quella non sembrò una grande notizia. Ormai quasi tutti i professori avevano lasciato Hogwarts per andare ad aiutare Silente, e al loro posto erano stati assunti degli insegnanti più giovani. Tra cui lei.

Infatti Hermione Granger da circa due anni era l’insegnante di Trasfigurazione di Hogwarts.

Dopo essere uscita da Hogwarts a pieni voti (come era ovvio), cominciò il corso per diventare auror, diventando così uno dei migliori auror sul campo. Draco invece poco dopo che l’anno scolastico finì iniziò anche lui a studiare per diventare auror, ma fece una scuola estera che insieme ad Hogwarts era tra le più prestigiose nel mondo magico. Anche se da allora i contatti si erano completamente sciolti.

Hermione ci era rimasta molto male per questo, ma dato che era una ragazza forte era riuscita ad andare avanti nel modo più normale possibile. Harry come era ben previsto diventò uno dei migliori auror presenti nel mondo magico, e solo Hermione era in grado di creargli qualche difficoltà. Poco dopo essere diventato un auror Harry accettò la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure, sempre vuota per la sua fama “maligna”, anche se lui era lì da due anni. Ginny invece finita la scuola fece un corso avanzato di giornalismo. Era molto brava a scrivere notizie e questo era anche un ottimo modo per tenere al corrente di tutto l’Ordine.

13 settembre ore 16:30

-- Chi sa chi è il nuovo insegnante di Pozioni. Mi sembrava proprio ora che Piton se ne andasse a dare una mano altrove. -- fece Harry mentre passeggiavano nell’ampio parco della scuola ricevendo molte occhiate storte dagli alunni in giro. Hermione ancora non si era posta questa domanda. Chi poteva essere l’insegnante di pozioni? Mah, lo avrebbe scoperto la sera

-- Mi stai ascoltando Hermione? -- la voce di Harry la fece ritornare alla realtà dai suoi pensieri.

-- Come? Oh… scusa Harry, stavo pensando… -- fece la ragazza per giustificarsi. Harry le lanciò un’occhiata arrendevole e continuò

-- Non ti preoccupare, anche se credo che tu pensi un po’ troppo Herm. --

-- Finiscila Harry. Piuttosto, come sta Luna? È un sacco che non la sento.. -- fece Hermione per cambiare argomento. Gli occhi di Harry sembrarono illuminarsi come due fari in una notte buia

-- Oh, molto bene grazie. Contiamo di sposarci presto… probabilmente verso giugno -- fece con un sorrisone il ragazzo. Hermione sorrise dolcemente. Nonostante fosse severa e rigida quasi come la McGranitt, quando vedeva Harry comportarsi in questo modo non poteva fare a meno di sorridere.

-- Sono contenta per voi… -- fece voltando il capo verso il lato opposto. Ed era la verità, ma a sentir parlare di matrimoni, ancora le faceva male. Harry si rese conto di aver detto la cosa sbagliata e cercò di rimediare

-- Oh… Hermione… scusami io -- non sapeva come scusarsi

-- Non preoccuparti, sono veramente felice per voi, e spero di essere invitata alle nozze… -- fece sarcasticamente. Questo lo aveva imparato da Draco, e non era riuscita a dimenticarlo. Come i suoi occhi azzurri e freddi come il ghiaccio, che spesso gli apparivano in sogno.

-- Certo!! Credo che Luna voglia chiederti di essere la sua testimone… ma non farle sapere che te l’ho detto… -- le strizzò l’occhiolino in un modo molto ridicolo da far scoppiare in risate la ragazza.

-- Dai, ora andiamo che ho dei compiti da correggere… --

-- Uffa! Sempre e solo compiti! Prima li facevi ora li correggi! -- sbuffò il moro. Hermione rise ancora ed entrambi si diressero al castello sorridenti per il bel pomeriggio passato insieme.

13 settembre ore 20:00

Hermione era impegnata a correggere alcuni compiti che sentì bussare leggermente alla porta.

-- Avanti -- fece con gli occhiali ancora sul naso e senza alzare lo sguardo dalle pergamene

-- Professoressa Granger… -- una vocina piccola piccola si fece sentire. La ragazza alzò lo sguardo e vide la figura minuta di una ragazzina del primo anno. Era castana, con gli occhi marroncini chiari e un paio di grandi occhiali sul naso, tipo quelli che portava Harry.

-- Sarah! -- fece alzandosi dalla cattedra e avvicinandosi alla bambina che aspettava un po’ imbarazzata.

-- Professoressa… non vi ho disturbata vero…? -- fece con la voce in un sussurro. Hermione la guardò teneramente. Quella bambina le ricordava molto se stessa anche per il carattere.

-- No non ti preoccupare… c’è qualcosa che non va? -- la rassicurò con un sorriso.

-- Niente Hermi… ehm Professoressa, volevo solo venire a trovarla un po’… -- fece abbozzando anche lei un sorriso.

-- Sei stata gentile, ma come mai non sei in sala comune con gli altri? -- chiese alla ragazzina. Il sorriso che si era formato sulle labbra di Sarah si spense velocemente com’era venuto.

-- Oh… gli altri non mi vogliono. -- fece piano abbassando lo sguardo. Una rabbia improvvisa la inondò fino alla punta dei capelli. La trattavano esattamente come trattavano lei all’inizio

-- Come sarebbe a dire che non ti vogliono?! Prova a parlare con qualcuno ogni tanto e vedi che qualche amico lo trovi di sicuro… poi fammi sapere ok? -- la bambina annuì ed uscì dopo aver salutato l’insegnante.

-- Complimenti Hermione hai fatto la parte dell’insegnante buona e comprensiva… -- trasalì sentendo una voce alle sue spalle.

-- HARRY! Mi hai fatto venire un colpo! Come sei entrato?! -- chiese un po’ arrabbiata. Harry aveva preso questa brutta abitudine di venirle da dietro e farle prendere un colpo.

-- Smaterializzandomi -- rispose impassibile. Hermione lo guardò con aria di sufficienza

-- Harry, non prendermi in giro, sai che ho letto storia di Hogwarts almeno venti volte nella mia vita e che so benissimo che non ci si può smaterializzare in questa scuola! --

-- Ok ok, avevo il mantello dell’invisibilità con me e sono entrato quando quella ragazzina è entrata… a proposito ma chi è? -- chiese Harry curioso

-- Una ragazzina di prima di Grifondoro -- fece secca lei tornando a sedere alla cattedra

-- Ah no mia cara, i compiti non li correggi ora, dobbiamo scendere in sala grande, la McGranitt vuole presentare il nuovo professore… -- fece prendendola da un braccio e tirandola piano

-- Ma non è un po’ presto per la cena? Di solito mangiamo più tardi… -- sbruffò Hermione

-- Ma smettila, sembri una bimba di cinque anni che si lamenta perché non vuole andare a scuola… o meglio nel tuo caso perché vuole andare a scuola… -- fece ridendo

-- Meglio che scendiamo prima che mi arrabbi sul serio -- fece esasperata Hermione volgendo uno sguardo verso il cielo.

La sala grande era gremita di ragazzi tutti eccitati all’idea di avere un altro professore, al posto di Piton. Hermione andò a sedersi con la sua rigida compostezza, che aveva assunto da quando era diventata un’insegnante. Sentiva dei sospiri mentre camminava per dirigersi verso il lungo tavolo degli insegnanti, e sentiva anche le guance bruciargli impercettibilmente. Si sedette al tavolo tra Harry e Hagrid che con la sua classica imponenza spiccava su tutti i professori.

-- Cari ragazzi, sappiamo tutti che il professor Piton ha avuto dei contrattempi e almeno per quest’anno scolastico non potrà esserci. Ho comunque preso dei provvedimenti per questa per così dire “carenza”. Ho assunto un altro professore che credo farà un ottimo lavoro come la professoressa Granger e il professor Potter -- non appena finì di dire l’ultima frase del suo classico discorso di “benvenuto” le mani di tutti i presenti in sala cominciarono a battere.

-- Tra un quarto d’ora al massimo dovrebbe arrivare, è andato a sistemarsi nella sua stanza. -- fece a bassa voce a tutti i professori.

Non appena la professoressa si sedette sulla sua sedia sui cinque tavoli presenti nella tavola si materializzarono cibi di ogni genere e il banchetto iniziò. La sala era un fremito di mormorii, risate e chiacchiere ed Hermione che stava parlando animatamente con Harry non si accorse del silenzio che era calato in un attimo.

Harry invece era rimasto a bocca semiaperta e con gli occhi spalancati a osservare qualcosa accanto al portone della sala grande.

Hermione volse lo sguardo nello stesso punto in cui si trovava quello di Harry.

Un giovane uomo alto dal portamento nobile e galante tanto che i suoi passi non facevano il minimo suono, come se fosse sospeso pochi centimetri sull’aria, i capelli dorati piuttosto spettinati ricadevano disordinatamente sugli occhi (anche se non come quelli di Harry Nd Alex), due occhi azzurri e freddi come perle di ghiaccio che Hermione riconobbe all’istante.

-- Facciamo un caloroso applauso al nostro nuovo insegnante di Pozioni: il professor Malfoy -- la voce, piuttosto allegra vista la situazione, della Preside ruppe il silenzio innato che vi era nella sala, e dopo un secondo ancora di silenzio un grande applauso infranse totalmente quell’aria di tensione che si era formata all’arrivo del giovane docente.

-- Hermione… -- Harry le toccò leggermente un braccio come per risvegliarla dalla sua trance. Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime, ma non erano di gioia, ne tanto meno di tristezza, piuttosto di sorpresa e stupore, che ricacciò prepotentemente all’indietro. Non doveva piangere di fronte a tutta la scuola, non doveva piangere di fronte a lui… non di nuovo.

-- Grazie professoressa… -- la voce del ragazzo irruppe nella sala. Era esattamente come la ricordava: gelida, distaccata senza il minimo segno di dubbio nel tono, forse un po’ più profonda.

-- Credo che molti di voi mi conoscano già. Nonostante questo non voglio che vi facciate dei pregiudizi sul mio conto. Io sono qui solo come insegnante, ed è su questo che al massimo dovete riflettere -- fece sempre con la sua aria gelida e con una nota di superiorità nella voce rivolto agli alunni che ascoltavano interessati, forse più dal bell’aspetto del professore che per altro.

A questo punto Hermione non ce la fece più, si scusò con tutti e uscì dalla sala quasi correndo, ma mantenendo sempre un certo contegno. Le lacrime premevano per uscire dai suoi occhi, ma la ragazza si lasciò andare solo quando fu nella sua aula di trasfigurazione dopo aver sigillato e insonorizzato la stanza…

13 settembre ore 20:00

Draco Malfoy era nella sua stanza ad Hogwarts, se così si poteva definire quel bugigattolo che aveva prima Piton come stanza personale. Aveva accettato il lavoro di insegnante di Pozioni dopo essere diventato un ottimo auror, perché sapeva di lavorare per l’Ordine. Silente lo aveva informato di ogni cosa: Piton era stato chiamato dall’ordine per aiutare a pattugliare tutti gli stati collegati in un qualche modo ai Mangiamorte rimasti vivi dalla “guerra”. Dunque avevano chiamato lui, perché nel caso ci fosse stata un’emergenza di qualunque tipo, non si sarebbe allarmato, visto la preparazione che aveva avuto nella scuola che aveva frequentato.

Imprecò mentalmente vedendo lo schifo che si trovava sotto i letti. Era evidente che da mesi un elfo non puliva quella stanza… si sistemò per quanto gli era possibile e si diresse verso la sala grande, dove era sicuro si stesse tenendo un banchetto in suo onore. Quando si trovò vicino al grande portone si fermò per sentire tutte le voci e le risate che vi provenivano. Aprì il grande portone e fece la sua entrata. Tutto il chiacchiericcio che si era formato si era bloccato all’istante. Sentiva gli occhi di tutto il corpo studentesco e anche di qualche insegnante addosso.

-- Facciamo un caloroso applauso al nostro nuovo insegnante di Pozioni: il professor Malfoy -- la McGranitt cercò di rompere quella tensione con un tono leggermente ironico, che non fece altro che gravare sulla situazione.

-- Grazie Professoressa… -- a questo punto Draco si sentì in dovere di dire qualcosa, dopotutto era lui il “festeggiato”

-- Credo che molti di voi mi conoscano già. Nonostante questo non voglio che vi facciate dei pregiudizi sul mio conto. Io sono qui solo come insegnante, ed è su questo che al massimo dovete riflettere -- fece sempre con la sua aria gelida e con una nota di superiorità nella voce rivolto agli alunni che ascoltavano interessati, forse più dal bell’aspetto del professore che per altro. Continuò con la voce più distaccata che gli riuscì. A quel punto sentì una voce da dietro al banco dei docenti scusarsi e correre verso l’uscita della sala. Era sicuro di conoscere quella voce… ma non era possibile. Si voltò verso il tavolo degli insegnanti e vedendo Harry si avvicinò

-- Potter, tu che ci fai qui? -- chiese con tono basso e tagliente

-- Esattamente la stessa cosa che fai tu, insegno. Difesa contro le arti oscure -- rispose gelido Harry.

-- Complimenti Potter… ora tanto per sapere: Chi era quella che se ne è andata adesso? --

-- Hermione… -- fece questa volta piano Harry

-- Cosa?! -- la voce gli si spezzò in gola. Non poteva essere anche lei qui

-- Insegna trasfigurazione al posto della McGranitt… -- continuò Harry acido.

Mille pensieri affollarono di colpo la mente di Draco e senza rendersene conto stava quasi correndo fuori dalla sala grande senza badare ai mille mormorii che cominciavano a sentirsi…

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Fine primo capitolo

^-^ Come vi sembra? Ho cominciato un po’ diversamente da come previsto ma i colpi di scena non tarderanno ad arrivare. Per ora chiedo solo e semplicemente una cosa: un paio di commenti… Grazie…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

13 settembre ore 20:15

Hermione si sfregava malamente gli occhi, anche se sapeva che il risultato dopo sarebbe stato peggiore, ma le lacrime l’avevano ridotta uno straccio. Sentì dei passi avvicinarsi quasi correndo ed era certa si trattasse di Harry. La porta cedette grazie ad un incantesimo ed Hermione si alzò di scatto e andò alla finestra voltando la porta con le spalle. Sentì lo scricchiolio del legno della porta che si apriva completamente e che si richiudeva subito dopo

-- Vattene Harry… voglio stare un po’ da sola ora… -- fece senza far niente per nascondere la voce rotta dal pianto e senza mai voltarsi e osservando pacatamente la luna che brillava opaca nel celo notturno.

-- Io… non sono Harry -- una voce che era proprio il contrario di Harry la fece sobbalzare. Si voltò di scatto per vedere chi fosse la persona che aveva parlato in quel momento. Rimase impalata per qualche secondo poi scoppiò nuovamente a piangere. Perché? Perché doveva capitare proprio a lei di doversi innamorare? Innamorarsi è per i deboli si diceva… Draco le si avvicinò lentamente ma Hermione lo respinse

-- NO! Non ti avvicinare… -- fece quasi urlando

-- Non fare la bambina ora Hermione, non è il caso che tu… -- fece a bassissima voce il ragazzo

-- IO STAREI FACENDO LA BAMBINA! QUESTA POI SI CHE E’ BELLA! SPARISCI PER TRE ANNI E DOPO PRETENDI DI ESSERE ACCOLTO A BRACCIA APERTE! TU NON SAI COSA SEI SIGNIFICATO PER ME…! E… e poi… sei sparito… -- fece bloccandosi di colpo perché le lacrime le impedivano di continuare a parlare voltandosi di colpo verso la finestra. Draco si passò nervosamente una mano tra i capelli. Non credeva di ritrovarsela lì ad Hogwarts, non dopo tre anni…

-- Se solo tu mi lasciassi spiegare… -- cominciò Draco calmo ma la ragazza lo bloccò di colpo

-- No… non c’è niente da spiegare… tu…io… TI ODIO! -- fece prima di aprire la porta e scappare il più lontano possibile dall’uomo che la stava facendo soffrire giorno dopo giorno.

Harry aveva la pessima abitudine di spiare dal mantello dell’invisibilità e vide tutta la scena… Il biondo si mise le mani in viso e si lasciò cadere pesantemente sulla sedia accanto alla cattedra.

-- Non dovevi farle questo -- disse con tono freddo Harry uscendo dal mantello. Draco sobbalzò ma subito tornò calmo come prima.

-- Tu che ne sai di quello che ho dovuto passare… -- fece gelido.

-- Non lo so infatti. Ma so che adesso Hermione si sarà rintanata da qualche parte a piangere, come a fatto spesso in questi anni per te… -- fece bloccandosi di colpo. Draco lo stava osservando mentre gli diceva queste cose. Sembrava accusare bene il colpo.

-- Non sono stato io a decidere tutto questo… -- cominciò Draco.

-- Davvero? E allora come mai l’hai abbandonata? -- fece Harry acido. Draco invece cominciava a perdere un po’ della sua innaturale calma.

-- Non l’ho “Abbandonata”, ho solo frequentato un’altra scuola. Ma cosa ve ne frega a voi?! --

-- A me niente, o quasi dato che riguarda anche Hermione che è la mia migliore amica. E poi come lo definisci andarsene via senza dire niente a nessuno e senza far mai avere notizie su di te? Non le sei stato tanto vicino… -- fece sarcastico Harry. Draco rimase in silenzio ma sostenne lo sguardo dell’altro. Era sicuro che mille parole non sarebbero potute bastare per descrivere tutto. Tutta la rabbia per quella partenza improvvisa, il dolore per non poterla più vedere accanto a se sorridergli dolcemente.

-- Inutile che parli tanto Potter. Tu non hai avuto tre anni d’inferno come me. -- fece gelido dopo un po’

-- Io non avrei passato l’inferno? Ma se io ci ho “vissuto” all’inferno?! -- fece nuovamente sarcastico Harry. La pazienza di Draco stava giungendo al limite. Lui non poteva sapere cos’aveva dovuto passare…

-- Ti credevo più intelligente Potter sai… evidentemente parlo una lingua a te sconosciuta dicendoti che tu non puoi aver passato tutto quello che ho dovuto affrontare io. -- disse con una nota di acidità nella voce il biondo, lasciando trasparire il suo nervosismo. Non gli piaceva parlare di quello che gli era successo. Figuriamoci parlarne con il suo eterno rivale.

-- Ok… allora parla. Sono tutt’orecchi! -- Harry lo sfidò quasi a confidarsi con lui. Draco mostrò un ghigno, che nonostante gli anni non era mai andato via da quel volto e abbassò lo sguardo.

-- Allora? Sto aspettando… -- continuò Harry impaziente. Ma con grande stupore del moro il biondo si alzò ed uscì lentamente dalla porta della stanza.

14 settembre ore 9:00

-- Signor Keith… spero bene per lei che si sia preparato. L’avevo avvertita che oggi sarebbe stato il primo ad essere interrogato… -- fece Hermione rigida. Nella scuola era la ragazza più ambita da tutti i giovani studenti, che essendo appunto studenti si arrendevano al fatto che lei fosse la classica persona “bella e impossibile” ai loro occhi; la scena della sera prima poi, non era sfuggita d’occhio a nessuno: non era cosa da tutti i giorni vedere scappare quasi in preda alle lacrime la professoressa più impassibile della scuola. Tutto questo per l’arrivo del nuovo insegnante di pozioni, che poco dopo le era corso dietro. Molti pettegolezzi cominciavano a girare per i banchi ed Hermione ne era ben consapevole. Il ragazzino si alzò con un sospiro e si diresse vero la lavagna.

-- Bene. Ora mi elenchi il movimento esatto che si usa per trasfigurare una rana in un pesce… --

-- Oggi faremo la Pozione Restringente. Le indicazioni sono tutte alla lavagna e gli ingredienti li potete trovare all’interno dell’armadietto… avete due ore di tempo a partire da questo momento -- la sua voce era calma, fredda e impassibile e pareva molto che a parlare fosse stato Piton e non Draco Malfoy. Cominciò a camminare tra i banchi sentendo dei bisbigli e degli sguardi obliqui cadergli addosso. Si diede mentalmente del cretino. Ieri sera era praticamente corso dietro Hermione, ed ora tutti cominciavano a farsi strane idee. Draco lanciò un’occhiata gelida a due ragazzine di Corvonero che lo osservavano adoranti da almeno un quarto d’ora, dopodiché si sedette alla sua scrivania per scrutare impercettibilmente i suoi alunni attraverso quegli occhi azzurri gelidi come il tono di voce con cui aveva parlato poco prima.

14 settembre ore 11.00

Hermione era contenta del fatto che tutta la mattinata Draco non si era fatto vedere. Anche perché non sapeva come avrebbe reagito…

Tutto questo fino alle 11, quando non guardandosi attorno camminando per i corridoi andò a sbattere contro qualcuno.

-- Ahia! -- gemette la ragazza tastandosi la testa e sentendo le mani leggermente bagnate. Doveva aver preso uno spigolo o qualcosa di appuntito -- Scusami non volevo finire -- ma la voce le si bloccò in gola. “NO! Con tutte le persone che ci sono ad Hogwarts proprio contro di Lui dovevo andare a sbattere!” si ritrovò a pensare.

Draco era immerso nei suoi pensieri quando qualcuno gli finì pesantemente addosso,

-- Ahia! -- sentì una voce a lui nota gemere. -- Scusami non volevo finire -- ma la ragazza si bloccò di colpo, forse capendo contro chi era andata a sbattere involontariamente. La stava osservando da un po’ senza accorgersene fino a che non la vide arrossire e subito dopo osservarsi la mano con aria leggermente schifata. Draco riuscì a vedere che era sporca di sangue.

-- Stai sanguinando? -- chiese piano

-- Non è nulla madama Chips con un incantesimo me lo guarirà… -- fece frettolosa Hermione alzandosi dal pavimento su cui era caduta insieme al ragazzo

-- Vieni ti accompagno… -- continuò Draco non badando alle prediche della ragazza

-- Non ti preoccupare, non c’è né bisogno sto bene… --

-- Vieni qui, te lo dico subito se va bene, fammi vedere -- fece il ragazzo con tono che non ammetteva repliche, ed Hermione che non era solita tacere questa volta andò verso di lui e gli porse il capo. Vi era un taglietto piccolo e superficiale che però le sanguinava rovinosamente sul colletto della camicia.

-- Come non è niente? Qui stai sanguinando e della grossa anche. Andiamo… -- fece prendendole di forza una mano e trascinandola verso l’infermeria.

Hermione sentì le guance infuocare, soprattutto perché agli occhi della gente che passava per il corridoio tutto doveva apparire sotto una prospettiva diversa.

L’infermeria era completamente deserta

-- Maledizione! -- imprecò a bassa voce il ragazzo stringendo leggermente di più la presa della mano della ragazza.

-- Signor Malfoy sta per caso cercando qualcuno? -- la voce di Madama Chips risuonò nell’aria con la sua classica nota di contrarietà e rimprovero.

-- Si proprio lei madama… -- disse gelido lui -- La ragazza si è tagliata un po’ dietro al collo… -- fece facendo avanzare Hermione, che in quel caso sentiva di essere tornata nuovamente a scuola come alunna.

-- Ma non è niente! Sto bene madama, veramente! -- fece con aria esasperata Hermione.

-- Venga qui, le dico io se va bene o no! -- fece la medimago con la stessa frase che aveva usato poco prima Draco. Hermione sospirò e si avvicinò a madama Chips.

-- Come ha fatto a procurarselo questo taglio? -- chiese M. Chips

-- Sono caduta e probabilmente ho preso lo spigolo. Nulla di che, tra un paio di giorni non ci sarà più traccia di questo incidente… -- provò a giustificarsi Hermione. Le labbra della medimago si strinsero in una sottile linea di disappunto.

-- Non madama, è colpa mia, per sbaglio le sono finito addosso ed è caduta. -- fece Draco lanciandole un’occhiata indecifrabile.

-- La prossima volta stia pi attento signor Malfoy, poteva essere qualcosa di grave lo sa? --

-- Si non si preoccupi, comunque è stato solo un incidente. --

-- Bene… lei signorina Granger, è meglio che per oggi eviti di continuare le lezioni, potrebbe avere dei giramenti di testa… -- disse M. Chips rivolta ad Hermione.

-- COSA? Io non POSSO abbandonare le lezioni. I serpeverde e i corvonero hanno un compito oggi e --

-- Nient’altro signorina Granger. Nient’altro. Adesso si sieda e prenda questa pozione. Dovrebbe passarle tutto prima di domani… --

Hermione guardò il liquido che vi era dentro al bicchiere che M. Chips le stava porgendo. Era Pozione Rigenerante. Lo sapeva perché era come quella che aveva dato a Draco lei stessa tempo fa…

Gli rivolse uno sguardo interrogativo

-- Bene… ora se volete scusarmi… i miei alunni mi stanno aspettando… -- fece con un lieve inchino del capo Draco uscendo dalla saletta. Hermione intanto era rimasta nel bel mezzo de3lla stanza con il bicchiere in mano sentendo vagamente la voce di Madama Chips che predicava

-- Questi giovani di oggi! Così spericolati! --

La ragazza tirò un sospiro e si diresse verso la sua stanza con la testa che le girava pericolosamente.

14 settembre ore 12:00

-- Herm! Cosa ti è successo? -- il moro era appena entrato nella stanza di Hermione, la quale era sdraiata sul letto intenta a leggere un grosso libro rilegato in pelle.

-- Oh Harry! Non ti preoccupare mi sono solo fatta un graffio. -- lo rassicurò la ragazza con un sorriso in faccia.

-- Sai che mi hai fatto venire uno spavento? -- fece l’altro sorridendo anche lui e avvicinandosi al bordo del letto

-- Scusa… -- fece ancora assorta nella lettura del libro lei.

-- Figurati… piuttosto… hai parlato con Draco? -- fece come se nulla fosse Harry volgendo immediatamente lo sguardo fuori dalla finestra. Hermione sentì le guance andarle a fuoco, anche perché non voleva raccontargli che Draco si era preso la colpa di tutto.

-- Eh…? Oh.. No ancora No… piuttosto com‘è andata la lezione ai grifondoro? -- chiese cercando di cambiare velocemente l’argomento

-- Sai che non potrai evitarlo per sempre… -- questa volta gli occhi verdi del ragazzo la stavano fissando.

“Si lo so” avrebbe voluto rispondere ma si limitò a distogliere lo sguardo, come se l’altro fosse troppo pesante da sostenere.

In quel momento la porta bussò, ed Harry si mise il suo classico mantello dell’invisibilità.

-- Avanti -- la porta si aprì e la figura di Draco entrò un po’ titubante

-- Draco… -- fece in un soffio la ragazza. La stanza ora cominciava ad essere leggermente affollata

-- Hermione io… -- cominciò il ragazzo ma lei lo bloccò

-- Siediti che dobbiamo parlare -- fece la ragazza marcando il tono sulla parola “dobbiamo” e guardandosi in torno, alla ricerca di Harry, anche se sapeva benissimo che non sarebbe riuscita a trovarlo. Il biondo si avvicinò ad una sedia vicino alla finestra e vi si accomodò.

-- Lo so -- fece con un sospiro. Tra i due (forse sarebbe meglio dire i tre Nd Alex) calò un imbarazzante silenzio che era rotto solo dai rispettivi respiri.

-- Io… voglio sapere… perché? -- cominciò incerta Hermione. Il ragazzo sospirò nuovamente, come se sapesse che prima o poi quella domanda sarebbe arrivata.

-- Non basta una sola parola per dirti tutto… -- cominciò piano chiudendo gli occhi

-- Io non ti ho abbandonata… non ho mai voluto farlo… ma ho dovuto farlo… -- prese fiato e dopo una piccola pausa ricominciò a parlare aprendo gli occhi e fissandoli su quelli di lei

-- Sai che lavoro per l’ordine, come te ed Harry; ma io sono considerato un po’ come una spia. Dopo la fine della scuola, Silente mi affidò il mio primo incarico. Era all’estero… dovevo lavorare nel mondo babbano, perché l’Ordine nutriva dei sospetti. Si pensava infatti che i Mangiamorte rimasti in vita dopo la morte di Voldemort volessero creare il più grande cataclisma mondiale, sia per i babbani che per noi maghi. Si pensava volessero intervenire nel mondo magico con una bomba atomica. Un aggeggio più letale della più forte Avada kedavra del mondo. Capace di distruggere città intere. -- si fermò di nuovo

-- Accettai l’incarico, ma mi fu severamente vietato di parlarne con chiunque. Per il primo anno ho lavorato in uno squallido pub in Germania… -- disse con un ghigno disgustato in faccia. Hermione ascoltava senza dire parola il discorso del giovane.

-- Poi sono stato trasferito in Spagna, dove facevo l’impiegato per un ufficio di avvocati… Ma l’anno peggiore fu il terzo. I Mangiamorte avevano notato che dovunque loro si trasferissero io ero presente. Avevano capito che l’Ordine stava indagando su di loro, che dovevano stare molto attenti a quello che facevano. Così questa volta mi dovetti trasferire in Italia ed ero quasi sul punto di fare l’elemosina. -- disse disgustato di se stesso Draco

-- Sai bene che la nostra moneta nel mondo babbano non vale niente, e dunque tutto il patrimonio dei Malfoy non valeva assolutamente nulla. Ero una specie di Vagabondo… infine Silente mi ha contattato di nuovo, dicendo che Piton avrebbe preso il mio posto, e che io avrei dovuto insegnare in questa scuola al suo… questa è la storia… io ho dovuto accettare… -- fece volgendo lo sguardo da un’altra parte. Hermione era completamente senza parole. Non si era aspettata tutto questo. Non disse nulla per un po’ e quando riuscì a riprendere il dono della parola disse in un sussurro

-- Cosa? --

-- Puoi anche non credermi, ma ti basterà chiedere a Silente e lui ti confermerà la mia versione… -- disse con tono freddo

-- Draco… -- le lacrime le rigavano il viso. Non sapeva neanche lei perché quelle lacrime uscissero dai suoi occhi. Sapeva solo che doveva farlo, che ne aveva bisogno

-- Non sai quanto mi sei mancata… -- aggiunse poco dopo il ragazzo con voce addolcita

-- Perché non me ne hai parlato? Avrei capito… --

-- Non potevo, Silente non me lo avrebbe permesso… E non volevo mettere a rischio la tua vita oltre che la mia… -- fece Draco alzandosi dalla finestra e avvicinandosi alla ragazza. Hermione lo osservò avvicinarsi lentamente e quando i loro volti furono ad un millimetro dallo sfiorarsi Hermione si ricordò arrossendo

-- HARRY!! -- la voce uscì involontaria dalla sua bocca. Draco si allontanò di scatto la guardò per un secondo ed uscì dalla porta dalla quale era venuto solo pochi minuti prima.

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Fine secondo capitolo

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

15 settembre ore 08:30

Hermione quella sera non era riuscita a chiudere occhio. Era stata una stupida… e meno male che la definivano come la strega più intelligente e studiosa della scuola!!! Si alzò dal letto stancamente per portarsi davanti al piccolo specchio nel bagno. Aveva un’aria terribile: gli occhi gonfi solcati da occhiaie gigantesche, i capelli arruffati peggio di come potrebbe essere il peggiore dei porcospini e la pelle molto pallida, per il sonno mancato. Fece un grande sospiro e grazie a qualche incantesimo riuscì a migliorare il suo aspetto, lisciando i capelli e dando un po’ di colore alla pelle. Per le occhiaie non era possibile fare molto, ma già era tutta un’altra cosa da vedere. Si diresse verso la sala grande per la colazione dove vi trovò tutti gli altri insegnanti seduti tranne Draco.

Comunque non vi badò molto e si sedette al suo solito posto accanto ad Harry. Per un po’ mangiarono in silenzio tutti e due poi Harry prese la parola

-- Allora com’è andata ieri? --

-- Lo sai anche troppo bene.. -- fece cupa Hermione

-- No. Ieri subito dopo che è entrato me ne sono andato dalla porta che aveva lasciata aperta --

Il cibo che la ragazza stava per ingurgitare gli andò di traverso alle parole dell’amico

-- COSA! Tu non eri lì? --

-- Bhè… credevo voleste rimanere un po’ soli no? -- fece Harry confuso . Hermione lasciò cadere pesantemente sulle mani.

-- Perché che è successo? E che centro io? -- fece Harry dopo poco

-- Niente… -- fece lei con un ampio sospiro

-- Questo mi sembra più un niente e qualcosa che un niente niente… -- fece Harry fissandola in continuazione

-- Sono una stupida, ecco cosa sono! -- fece senza alzare la testa la ragazza

-- Perché? Avanti sono o non sono il tuo migliore amico? -- fece Harry

-- … Ok. È un po’ colpa mia e un po’ colpa tua… -- cominciò Hermione

-- Come sarebbe a dire che è “po’ colpa mia”? -- chiese Harry

-- Bhè, se tu non avessi il vizio di venire con il mantello non avrei paura di vederti sbucare ad ogni angolo della mia stanza… -- fece Hermione arrossendo impercettibilmente

-- OH! Scusami cara! Non verrò più a trovarti se vuoi! -- fece in un sibilo sarcastico Harry

-- Finiscila di fare il cretino per favore! Insomma… stava per baciarmi quando… -- stava letteralmente sussurrando tutto ciò ed ora era sicura di essere rossa peperone in viso

-- E poi? Non lasciarmi in sospeso -- fece Harry con aria falsamente trasognata

-- E poi per sbaglio ho detto il tuo nome… -- fece Hermione in un ultimo lungo sospiro

-- COSA? -- adesso invece ad Harry stava andando di traverso la colazione che aveva da poco mangiato.

-- Hai capito bene, non mi piace ripetere due volte le cose Harry lo sai… -- fece innervosendosi

-- E… perché se mi è concesso dirlo? -- senza rendersene conto era diventato rosso anche lui

-- Perché non volevo che tu mi vedessi in quel modo ok?! -- fece nervosa Hermione sbattendo la forchetta sul piatto. Si alzò e se andò via con la sua classica postura rigida, anche se il passo era più svelto del solito.

15 settembre ore 08:30

“Calmati Draco! Non fare il cretino!” Draco Malfoy passeggiava nervosamente per la sua stanza percorrendola a grandi passi.

“Sicuramente ci sarà un motivo se ha detto quel nome no?” si ripeteva irritato

Sicuramente… forse dopo che te ne sei quei due si sono messi insieme

Draco scacciò immediatamente questo pensiero dalla sua mente. Non voleva pensarci neanche lontanamente.

Inutile che lo nascondi… sai benissimo di amarla ancora

La piccola voce nella sua testa si impossessò letteralmente del suo controllo e con una furia tremenda scagliò la piccola abat-jour posta sul comodino. Si passò una mano tra i capelli. Era sudato, anche se non sapeva bene come mai. Con un incantesimo riparò la lampada e si lasciò andare sul letto con un mare di stanchezza.

Guardò la piccola sveglietta magica che si trovava sul suo comodino e constatò che doveva prepararsi, tra poco sarebbero cominciate le lezioni. Non aveva un bell’aspetto, ma grazie a qualche incantesimo riuscì a tornare normale. La porta della sala grande era aperta e vedendo Hermione chiacchierare con Harry un groppo gli salì fino alla gola per poi ricadere pesantemente sullo stomaco. Si girò ed uscì dalla sala in cui era da poco entrato.

L’aula di pozioni era un ottimo rifugio quando si sentiva male o stanco. Nessuno passava mai troppo tempo in quell’aula così poté mettersi vicino al piccolo camino perennemente spento a fissare il vuoto.

-- Draco… -- una voce lo fece sobbalzare. Si girò e vide il volto triste di Hermione. Per un secondo non riuscì a nascondere il dolore e la tristezza che stava provando in quel momento, ma subito coprì quei sentimenti con la sua classica espressione fredda e distante, ormai da tutti riconosciuta come l’espressione Malfoy.

-- Cosa c’è? -- chiese con tono altrettanto distaccato. La vide incupirsi ancora di più.

Ma che cavolo stai facendo Draco?! Magari era qui per spiegarti tutto e tu la tratti come se non fosse nulla…

Si diede mentalmente del cretino, ma non accennò a cambiare tono quando continuò

-- Allora? --

Hermione non cercò di nascondere una lacrima alla freddezza del tono di voce che aveva il ragazzo. Doveva essere arrabbiato veramente se le parlava così…

-- Hai per caso perso il dono della parola? -- continuò lui impassibile dopo una pausa di pochi secondi.

-- Smettila… -- fece in un sussurro Hermione.

-- Perché dovrei farlo? Sentiamo? Ora che stai con Potter non abbiamo nulla da chiarire. -- fece impassibile lui. Hermione lo guardò stupita.

Crede che stiamo insieme…

-- Io ed Harry non stiamo insieme… -- fece lei piano mentre lo sguardo le si induriva nuovamente.

-- Si, come no, raccontalo a qualcun altro. Vi vedo come ridete e scherzate insieme. -- fece Draco scettico ricambiando lo sguardo freddo.

-- Se non vuoi credermi fai con comodo, ma sappi che Harry si sposerà presto con Luna. -- fece con tono freddo e distaccato. Sembrava aver ripreso il controllo di se stessa. Le era molto difficile averlo quando era di fronte a Draco. Il ragazzo dal canto suo la squadrò dall’alto al basso come aveva fatto spesso ai primi anni di Hogwarts. Si sentì uno schifo scontrando i suoi occhi. Erano freddi e gelidi, ma dopo aver guardato un po’ più in fondo era riuscito a scorgere anche tristezza, amarezza e rabbia.

Hermione sostenne lo sguardo, ma quando fu certa che non sarebbe più riuscita a resistere alle lacrime ancora per molto tempo si girò per andarsene, ma una mano di Draco le prese possessivamente un braccio attirandola a se.

-- E’ vero quello che mi dici? -- la stava guardando negli occhi in un modo che avrebbe fatto sciogliere chiunque.

-- Pe… perché dovrei mentirti? -- balbettò a bassa voce Hermione aspettandosi una risposta. Ma lui invece la continuò a fissare come per verificare che gli stesse dicendo la verità. Dopodiché si chinò un po’ su di lei per darle un lieve bacio, che da casto diventò passionale.

Non si erano resi conto che il tempo scorreva veloce intorno a loro. L’aula nel frattempo si era riempita di mormorii e voci. Hermione si allontanò di scatto da Draco per guardarsi in torno.

Vedendo le facce meravigliate di molti alunni del quarto anno la ragazza diventò incandescente in viso che nascose nella spalla del ragazzo.

NO! QUESTO NO!

Si ripeteva, non voleva che si venisse a sapere del loro “rapporto”.

Draco sentì subito una strana nostalgia quando la ragazza si staccò improvvisamente da lui per guardarsi intorno, e quando la vide arrossire e nascondere il viso nella sua spalla si voltò anche lui per vedere cosa l’aveva tanto sconvolta. Rimase impietrito alla vista dei suoi alunni. Si era completamente dimenticato che aveva lezione! Dopo un minuto di silenzio assoluto dove tutti gli alunni fissavano i loro insegnanti un una situazione leggermente imbarazzante, la stanza irruppe con milioni di mormorii e voci che spettegolavano sul conto dei due giovani.

Alzò il viso di Hermione per guardarla negli occhi. Ma quando vi guardò dentro vide che erano completamente vuoti. Non c’era niente, ne felicità ne tristezza piuttosto un vago senso di panico per quello che stava succedendo.

-- Allora? Cosa c’è da vedere?! -- un’altra voce irruppe nella stanza con prepotenza. Harry era sulla soglia e guardava tutti con circospezione e severità. Certo come carattere era allegro e socievole, ma sapeva bene quand’era che doveva diventare serio e prendere la situazione in mano. I mormorii continui si spensero e mille occhi si posarono sul nuovo arrivato

-- Tutti fuori prego! -- fece levandosi dalla soglia per far passare tutti i ragazzi e qualche alunno che di tanto in tanto sbuffava. Quando la stanza Harry la insonorizzò e la sigillò per un po’

-- Va tutto bene? -- fece accennando ad un sorriso. Hermione annuì con la testa ancora tra le braccia di Draco.

-- Certo potevate trovarvi un posto un po’ più appartato… -- fece ironico Harry. Hermione arrossì nuovamente e gli mollò un pugno sulla spalla. A questo punto Draco sentì di dover dire qualcosa

-- Potter… grazie -- fece con un filo di voce. Non era da lui scusarsi, tanto meno con il suo ormai celebre acerrimo nemico Harry Potter. L’altro sorrise amabilmente e gli mise una mano sulla spalla.

-- Figurati… -- fece sorridendo ampliamente -- Ora sarebbe meglio che cominciate ad inventarvi qualcosa perché sta per arrivare la McGranitt in cerca di risposte… -- continuò piano mettendosi il suo (ormai noto) mantello dell’invisibilità. La porta si aprì di scatto e la McGranitt apparve alla porta. Alla vista sbiancò di colpo, e i due ragazzi resosi conto della strana posizione in cui erano si allontanarono di colpo l’uno dall’altro come se scottassero.

-- Signorina Granger! Signor Malfoy! Esigo una risposta! -- fece in un mormorio carico di rabbia la Preside

-- Ecco… ehm… noi -- cominciò Hermione passandosi le mani lungo la gonna in modo poco elegante e sentendo improvvisamente la gola seccarsi.

-- Noi stavamo -- si intromise Draco

-- So cosa stavate facendo! Ma non vi sembra il luogo e il momento sbagliato questo! Cosa dovrei fare io adesso?! -- chiese esasperata. Hermione e Draco si lanciarono un’occhiata nervosa. La McGranitt fece un lungo sospiro

-- Per questa volta lascerò passare. Ma non voglio… non si dovrà più ripetere questa… scena. -- fece prima di uscire dalla stanza chiudendo la porta con un botto. Harry uscì dal mantello con un sorriso canzonatorio in volto.

-- L’avete combinata questa volta… -- fece scansando uno schiaffo da parte di Hermione.

-- Dico! Sarebbe questo il modo per ringraziare il vostro caro “salvatore”? -- fece sempre ridendo Harry.

-- Finiscila Harry… -- fece Hermione in un sussurro.

-- Va bene, va bene. Ora però Hermione ci converrebbe tornare alle nostre aule… -- si affrettò a rispondere Harry. Ad Hermione sembrò che le avessero gettato addosso una cascata d’acqua gelida

-- I ragazzi! -- fece schiaffandosi la fronte. Draco le rivolse un’occhiata interrogativa

-- Non dimenticare che anche io insegno in questa scuola… -- fece come per rispondere alle domande del biondo.

-- Ok, allora ti conviene andare, prima che comincino a farsi strane idee sul tuo conto… -- fece dandole un altro bacio.

-- Ehm ehm… -- Harry si sentiva piuttosto a disagio in quello stato, come un terzo incomodo.

-- Oh… già… ciao Draco… -- fece uscendo dall’aula seguita da Harry che si dirigeva verso la sua classe.

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Fine terzo capitolo

Questo capitolo è un po’ strano e anche corto dunque vedrò di fare del mio meglio…

Poi volevo anche ringraziare Angelwings e Sidney due mie nuove lettrici di questo sequel… Mi scuso inoltre anche del fatto che non ho scritto per un po’ di tempo… avevo troppi impegni e ogni sera fino a mezzanotte a spremermi il cervello. Comunque vedrò di fare del mio meglio ^-^

Alex

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

30 ottobre ore 3:00

Toc Toc Toc

Hermione aprì pesantemente un occhio. Era sicura di aver sentito bussare.

Rimase in silenzio ancora per qualche minuto e non sentendo nulla richiuse l’occhio.

Toc Toc Toc

Altri tre colpi questa volta più forti ed era sicura di non esserselo sognata.

Non era neanche addormentata! Volse uno sguardo alla sveglia magica che segnava appena le tre del mattino.

Si alzò dal letto e strofinandosi gli occhi andò ad aprire alla porta.

Si sentì gelare il sangue quando vide l’immagine di Draco con un occhio nero e un braccio sporco di terra e sangue che cadeva rovinosamente a terra sul pavimento di legno.

Lo aveva riconosciuto anche se indossava uno dei tipici cappucci neri da Mangiamorte.

-- Cos’è successo?! -- fece svegliandosi completamente e spostandosi dall’uscio della stanza per lasciarlo entrare. Lui non rispose alla domandasi ma lasciò cadere stancamente su una poltrona libera poi le rivolse un’occhiata esauriente.

-- Ancora per conto dell’Ordine?! -- fece questa volta in un sibilo.

-- Cosa ti aspettavi? -- fece il ragazzo questa volta con un piccolo ghigno in volto, che però non aveva niente di malefico o cattivo.

Hermione chiuse gli occhi. Anche se era buio era sicura che lui fosse capace di leggerle negli occhi la rabbia che da un po’ di tempo si portava dietro.

Più precisamente da quando l’Ordine affidava a Draco e ad Harry le missioni più pericolose. Dopo qualche secondo quando fu sicura che la sua rabbia fu completamente sbollita riaprì gli occhi e con un sospiro si avvicinò

-- Fammi vedere -- fece calma accendendo con un colpo di bacchetta le candele nella stanza. L’altro fece una smorfia ma non disse nulla.

-- Com’è successo questa volta? -- domandò paziente la ragazza

-- Lo sai -- fece secco Draco. Hermione lo guardò torva

-- So che vi hanno attaccato i Mangiamorte. Ma come? -- fece come se stesse ripetendo una cantilena. Draco sbuffò

-- Silente voleva che io e Potter andassimo a cercare informazioni sul nuovo insediamento dei Mangiamorte a Madrid. Si stanno espandendo in tutta l’Europa, e non possiamo permetterlo -- concluse con lo stesso tono di prima. Hermione che stava cercando di medicare invano la ferita piuttosto profonda sul braccio del ragazzo lo riprese

-- Si, questo lo sapevo, tu non hai risposto alla mia domanda. Com’è successo? -- fece senza spostare lo sguardo dalla ferita su cui stava mettendo una pozione bluastra.

Draco gemette per un secondo al sentire sulla pelle il liquido freddo.

-- Che cos’è quella roba? -- domandò disgustato. Hermione spostò un secondo lo sguardo per sovrapporlo a quello del ragazzo.

-- E tu dovresti insegnare pozioni?! -- fece con una strana smorfia in viso, e che assomigliava molto ad un sorriso.

-- Esattamente. Solo che conosco migliaia di pozioni di questo tipo e devi scusarmi se non ne riconosco una solo guardandola… e sentendone la puzza. -- fece saccente l’altro storcendo il naso.

La ragazza sollevò gli occhi al celo esasperata

-- Una Pozione Blocca Emorragie -- fece portandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli che era sfuggita alla solita treccia.

-- Anche se non sembra funzionare a dovere -- constatò aggrottando un po’ le sopracciglia notando che il sangue continuava ad uscire anche sotto l’effetto della pozione

-- Tsk… se l’hai preparata tu mi pare ovvio! -- fece con aria di superiorità il biondo squadrandola dall’alto.

-- Ti sembra il momento di scherzare? Qui la cosa si fa seria se non si ripara la ferita! -- fece la ragazza alzandosi in piedi per squadrarlo allo stesso modo in cui aveva fatto lui.

Il ragazzo fece per alzarsi ma con una piccola spinta con la mano Hermione lo fece ricadere al suo posto.

-- Smettila di scherzare. Vediamo di risolvere questo problema prima delle sette! Vorrei dormire un paio di ore a notte se mi è possibile-- fece con le labbra tirate in una sottile linea che ammiccava ad essere un sorriso.

L’altro per un secondo sostenne lo sguardo della ragazza dopodiché sospirò e disse

-- Anche io vorrei dormire non credi, Granger? --

Hermione si ripiegò sulle ginocchia e ricominciò a curargli la ferita.

-- A proposito! -- fece ricordandosi immediatamente di qualcosa -- Metti questa sull’occhio -- continuò porgendogli un piatto con sopra una bistecca cruda comparsa magicamente.

Draco squadrò il piatto con disgusto. Hermione a quella vista non poté fare a meno di ridere.

-- Cosa ridi tu? -- fece l’altro

-- niente niente… muoviti mettiti questa sull’occhio -- continuò trattenendo un risolino e porgendo ancora il piatto. Draco guardò nuovamente la bistecca sul piatto e si decise a parlare

-- E perché mai dovrei?! -- fece stizzito all’idea.

-- E’ un rimedio Babbano… -- fece la ragazza ma fu interrotta da uno sbuffo da parte di Draco.

La ragazza lo guardò severa, con uno di quegli sguardi che facevano molta paura ai suoi piccoli alunni, ma che evidentemente non funzionava con lui.

-- E io dovrei fidarmi di un rimedio babbano?! --

-- Se mi lasciassi finire una frase ogni tanto! Dicevo… è un rimedio babbano, ed è il migliore che ci sia. Neanche la magia riuscirebbe ad aggiustarti quell’occhio nero entro domattina. Metti questa sull’occhio… vedrai che farà miracoli… -- finì la frase con una punta di nervosismo nella voce.

Draco guardò per una terza volta il piatto dopodiché di decise a prendere la bistecca e con una strana smorfia in viso se la mise sopra l’occhio.

Hermione sorrise. Era più unico che raro vedere Draco in quelle condizioni…

30 ottobre ore 7:00

La sveglia quella mattina suonò troppo presto per Hermione.

Era rimasta sveglia fino alle sei per riuscire a fermare quella dannata emorragia e alla fine non era riuscita a fare molto, se non a mettergli delle bende che bloccassero la fuoriuscita del sangue.

Era una ferita molto simile a quella che aveva avuto al suo quarto anno Arthur Weasley.

Si alzò dalla sedia in cui si era addormentata con molta fatica dato che la stanchezza non sembrava volerla abbandonare.

Volse uno sguardo sulla poltrona che aveva accanto.

Draco era profondamente addormentato ed era totalmente pallido, anche se l’alzarsi e abbassarsi regolare del suo torace smentiva il fatto che fosse morto.

Gli posò due dita su una guancia. Era congelato.

Ad un tratto un pensiero scattò alla mente della ragazza.

Andò verso il comodino su cui si trovava una pozione Rigenerante.

Doveva prenderla spesso perché era troppo il sangue che perdeva

-- Draco? -- lo richiamò piano. Lo vide aprire lentamente gli occhi (o almeno quello che non era coperto dalla bistecca.

-- Che c’è? -- biascicò con voce ancora impastata dal sonno.

-- Devi prendere la pozione. -- fece Hermione con uno sguardo indecifrabile.

-- E tu mi hai svegliato per questo? Sono rimasto sveglio tutta la notte… -- fece annoiato l’altro. Hermione lo guardò, mentre gran parte della pazienza che aveva avuto con quel ragazzo se ne stava andando velocemente.

-- Anche io se è per questo, ma non ho detto niente quando ogni ora mi sono dovuta svegliare per darti questa pozione… -- fece cercando di nascondere la rabbia che stava annidando dentro.

Era incredibile come sapesse far diventare ancora dopo tutti questi anni tanto irascibili le persone che gli stavano attorno.

Draco le rivolse uno sguardo indecifrabile che non fece altro che confondere Hermione.

-- Hai ragione, scusa. -- fece con grande sorpresa di Hermione l’altro.

-- Comunque ora puoi anche levarla dall’occhio… -- continuò la ragazza alludendo alla bistecca sopra l’occhio del ragazzo. L’altro la prese e la buttò sopra un piatto prima di farlo scomparire alla sua vista.

Il livido e il gonfiore erano notevolmente diminuiti, ed ora se non era normale, era quantomeno presentabile.

-- Come sto? -- chiese l’altro leggermente titubante. Hermione cercò di nascondere una risata.

-- Meglio del solito direi… hai più colore -- fece sarcastica.

L’altro le rivolse uno sguardo arrabbiato ma non disse nulla.

-- Bene… ora che stai decisamente meglio… ti invito ad uscire da questa stanza… -- continuò poco dopo.

-- Mi stai cacciando?! -- fece falsamente stupito il biondo.

-- Più o meno. Fuori. -- fece aprendo la porta.

30 ottobre ore 13:00

Le lezioni per quel giorno erano finite, ed Hermione aveva notato con piacere che Draco aveva evitato di andare in giro per la scuola mal concio com’era.

Le voci del mese prima si erano spente, anche perché di comune accordo avevano deciso che era meglio essere semplici amici e colleghi nella scuola.

Mentre era avvolta nei suoi pensieri non sentì la voce di una donna richiamarla da dietro fino a ché questa non le fu davanti.

-- Hermione!! -- fece con un ampio sorriso.

Una donna con dei lunghi capelli rosso fuoco, delle delicate lentiggini sotto gli occhi la stava chiamando con un ampio sorriso sulle labbra, sempre di quel rosso ciliegia che aveva fatto impazzire molti ragazzi.

-- Ginny!! -- fece riconoscendo la ragazza che aveva di fronte e andando ad abbracciarla.

-- Ma che ci fai qui? -- chiese alla rossa poco dopo notando solo in quel momento la presenza di un ragazzo piuttosto alto e anche magro con occhi e capelli marroni scuri. Sorrideva a labbra strette e rimase dietro alla ragazza.

-- Sono passata a trovarti, non sei contenta? -- fece di rimando l’altra che come al solito sprizzava allegria da tutti i pori.

-- Certo che sono contenta! Ma non mi presenti quel bel ragazzo che c’è dietro di te? -- disse Hermione facendo arrossire l’interessato e sorridere ancora più ampliamente la rossa.

-- Ma come non lo riconosci? -- chiese misteriosa mentre gli occhi azzurri brillavano come piccole luci.

Lo osservò per qualche secondo che sembrarono di più essere minuti.

Ad un certo punto il ragazzo sorrise, di un sorriso fero però.

I denti

Fu questo il pensiero che balenò alla mente della bruna.

-- Neville?! -- chiese dopo qualche attimo di stupore.

Lo vide annuire con il capo. Hermione non si era resa conto di aver strabuzzato completamente gli occhi prima di andare ad abbracciarlo.

-- Ma… come? -- chiese quando si furono allontanati.

-- Incredibile vero? -- intervenne per lei la rossa. Neville dal canto suo era rosso fino alla punta dei capelli. Non era abituato a tanti complimenti.

-- Già… ma spiegatemi un po’. Come mai da queste parti? E non ditemi che è solo per me perché non ci credo -- disse Hermione bloccando Ginny che stava già intervenendo per parlare.

I due ragazzi si guardarono un attimo negli occhi per poi distogliere lo sguardo precipitosamente. Questa reazione non fece altro che confondere Hermione.

-- Siamo qui per conto di Silente. -- fece Ginny, perdendo tutta l’allegria di un minuto prima.

Sembrava veramente un’altra persona, ed Hermione temé si trattasse di una cosa seria.

-- Perché? -- chiese in modo piuttosto brusco la bruna mordendosi il labbro inferiore con forza.

-- Perché cerchiamo harry. È importante. -- questa volta fu Neville a parlare, e tutta la timidezza di poco prima scomparì dal suo volto con una velocità impressionante.

Incredibile come fosse cambiato in così pochi anni.

-- Ok. Lo potete trovare nella sua aula, insegna Difesa Contro le Arti Oscure… lo sapevate no? --

Ginny addolcì leggermente lo sguardo vedendo l’amica così nervosa

-- Hermione… Harry, ieri sera non è tornato dalla battaglia contro i Mangiamorte… -- disse con un filo di voce

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Fine quarto capitolo

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Capitolo 5

30 Ottobre ore 14:00

Hermione stava camminando con passo molto veloce lungo i corridoi di Hogwarts. Doveva assolutamente vedere Draco. Nella mente aveva ancora impressa la scena di mezz’ora prima.

-- Hermione… Harry, ieri sera non è tornato dalla battaglia contro i Mangiamorte… --

Dal tono in cui glielo aveva detto Ginny, sembrava che non fosse in grado di reggere alla scoperta, e per un attimo si era sentita furiosa con Ginny, con Draco e con tutti coloro che le stavano ripetutamente mentendo “per il suo bene” e via dicendo…

Scese le scale del sotterraneo e come una furia aprì la porta in legno massiccio. Draco non alzò neanche gli occhi dalla pergamena che stava leggendo.

-- Quand’è che ti saresti deciso a dirmelo?! -- fece con aria isterica la ragazza. L’altro arrotolò la pergamena con calma impressionante e solo in quel momento si decise ad alzare gli occhi di un azzurro placido dal tavolo per posarli su quelli della ragazza vibranti di rabbia.

-- Cosa? -- chiese ingenuamente

-- Non fare il cretino! Harry è scomparso! Perché non me l’hai detto? -- fece Hermione in uno scatto di rabbia

-- Harry scomparso? -- chiese con un ghigno ironico in viso, prima di scoppiare in una sonora risata che confuse molto la giovane ragazza

-- Non ti devi proprio preoccupare. Lui sta decisamente meglio di quello che pensi. -- fece sorridendo divertito.

La ragazza ora era completamente confusa e sbalordita

-- E come fai a saperlo?! -- chiese cercando di contenere il tono della voce inutilmente.

-- Fidati… -- fece l’altro prima di alzarsi dalla sedia in cui era seduto e di andarsene dalla porta in cui era entrata poco prima la ragazza.

Prima che se ne potesse rendere conto Hermione era rimasta sola nell’aula di Pozioni di Draco. Si alzò di scatto dalla sedia e lo inseguì velocemente

-- Ehi! Cosa intendevi… -- ma si fermò non vedendo nessuno. Incredibile come faceva a scomparire Draco quando voleva! Frenò a stento la sua voglia di distruggere l’aula del ragazzo e si diresse nella sua stanza

30 ottobre ore 18:00

-- Ehi! Herm! -- la voce squillante di una ragazza dai lunghi capelli rossi richiamò la bruna intenta a leggere un libro.

-- Gin… che c’è? -- chiese con un sorriso all’amica.

-- Niente… volevo solo stare un po’ con la mia migliore amica…-- rispose Ginny sedendosi sul divano accanto all’amica. Ci furono alcuni attimi di silenzio finche Hermione non riprese a parlare.

-- Gin toglimi una curiosità… -- fece fissando la rossa che assentì con un cenno del capo

-- Tu e Neville state… -- ma non fece in tempi a finire perché una Ginny dal viso più rosso dei capelli la bloccò

-- No No!!! --

-- Scusa pensavo… -- cercò di rimediare alla gaffe che aveva appena fatto Hermione distogliendo lo sguardo.

-- No… ho incontrato Neville dopo aver finito il corso di Auror, lui faceva già parte dell’ordine, io mi sono unita dopo. Silente spesso ci assegna delle missioni insieme, perché dice che il coraggio a lui non manca, ma dato che è un po’ imbranato gli serviva qualcuno con un po’ di tatto… -- fece come se avesse letto i pensieri dell’amica (cosa logicamente possibile).

Detto ciò restarono ancora in silenzio finché Hermione non rivolse uno sguardo malizioso a Ginny e non parlò

-- Però… non è mica male, no Gin? -- le chiese.

La rossa indispettita le mollò uno schiaffetto sul braccio mentre il suo viso riprendeva velocemente il colore che aveva perso un istante prima.

-- Che c’è?! é la verità! -- fece imbronciata Hermione spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

-- Si… in effetti… -- fece arrossendo ulteriormente la rossa. La loro discussione fu interrotta dall’arrivo di Neville

“Si parla del diavolo e ti spuntano le corna!” si ritrovò a pensare nascondendo un risolino Hermione, che venne fulminata da un’occhiata di Ginny.

-- Che c’è Neville? -- chiese con aria seccata la rossa spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio

-- La McGranitt vuole vederci, credo si tratti dell‘espansione dei Mangiamorte in Austria, comunque sia dice che è piuttosto urgente. -- fece serio in volto l’altro

-- Vai Gin, non ti preoccupare, la nostra… ehm… conversazione la continuiamo dopo… -- fece sorridendo e spingendo l’amica verso il bruno che guardava la scena stranito.

-- Ma Herm! -- cercò di ribattere la rossa

-- Gin? Andiamo? -- chiese Neville… era evidente che era una cosa importante.

-- Ok… -- si arrese ed uscì dalla porta, lasciandosi sfuggire uno sbuffò che Hermione sentì non nascondendo un risolino.

31 ottobre ore 16:00

Tra i ragazzi di Hogwarts regnava un’aria di felicità e trepidazione per l’imminente festa di Halloween. Hermione sospirò vedendo tutti quei ragazzini, che probabilmente, architettavano qualche strano scherzo che sarebbe costato alcuni punti alla casa a cui appartenevano… una volta anche lei, Ron ed Harry le facevano queste cose! Già… il più famoso trio di Hogwarts dopo i quattro Malandrini…

Di Harry non era ancora riuscita a scoprire nulla di nuovo, con Draco rideva e scherzava, ma non appena si toccava l’argomento “Dove si trova Harry?” lui diventava una tomba, nel vero senso letterario. Dunque ci aveva espressamente rinunciato.

Camminava per il grande parco della scuola, Hagrid aveva bisogno di un incantesimo effetto serra e si era rivolta a lei… come era ovvio!

-- Hermione! Grazie di esser venuta… -- l’accolse Hagrid con un classico abbraccio stile strangolamento

-- Come stai Hagrid? -- chiese con un sorriso Hermione quando riuscì a toccare nuovamente terra.

-- Bene bene, non preoccuparti, e tu? -- chiese con voce allegra

-- Anch’io sto bene, grazie, solo un po’ stanca… -- fece la ragazza

-- Per Harry? -- il sorriso di Hagrid era diventato malinconico -- Ancora non si hanno proprio notizie di lui… spero sta bene… -- continuò il mezzo-gigante tirando su con il naso.

-- Ok… dove sono le bestioline? -- chiese Hermione cercando di tirargli nuovamente su il morale. Il volto di Hagrid si illuminò come era ben previsto e insieme andarono a far visita alle “bestioline” di Hagrid.

31 ottobre ore 19:00

-- Grazie Hermione… non sarebbero sopravvissute ancora con questo freddo -- fece l’omone

-- Figurati Hagrid… ora però devo andare… -- fece notando che fuori si era già fatto buio.

-- Vai vai… e divertiti… -- fece congedandola.

Il parco era completamente deserto a quell’ora, perché tutti si stavano preparando per il ballo di Halloween. Anche loro professori si potevano vestire come volevano.

Un sorriso le arcuò le labbra al pensiero della McGranitt vestita in modo diverso dal solito.

FRUSHH

Si voltò di scatto… era sicura di aver sentito dei passi calpestare le foglie cadute dagli alberi.

Si guardò per un paio di secondi in torno ma non vide nessuno, accellerò il passo e si tranquillizzò solo quando fu tra le calde mura di Hogwarts. Entrò nella sua stanza e si gettò con un respiro sul grande letto.

Lei voleva travestirsi da vampira… le erano sempre piaciute queste feste in cui potevi vestirti come volevi, anche se non lo mostrava data la sua reputazione di insegnante rigida e severa. Ma quella sera voleva divertirsi…

Si preparò e con un incantesimo fece crescere i suoi canini. Entrò nella sala grande e tutto si ammutolì di colpo. Quando vide girarsi Draco rimase per un secondo con il fiato mozzo, doveva essersi vestito anche lui da vampiro, e stava veramente bene. Il mantello lungo, solitamente tutto nero, aveva il lato interno rosso e il collo alto. I capelli biondi ricadevano come sempre a ciuffi sulla fronte nascondendo un po’ quegli occhi ghiacciati, e quando aveva appena accennato ad un sorriso (che a molti parve un ghigno) si intravidero due canini piuttosto appuntiti che avrebbero fatto concorrenza anche ai vampiri stessi.

Draco stava parlando con Frency Hold la nuova insegnante di Erbologia, quando sentì tutto il mormorio iniziale affievolirsi fino a diventare silenzio. Voltò lo sguardo verso la porta e vide qualcosa che lo fece rimanere a bocca aperta per un paio di minuti. Hermione era appena entrata nella sala e si stava dirigendo verso il bancone degli insegnanti. Il fatto strano era che era vestita da vampira! Portava una gonna, piuttosto corta a dire la verità, che gli arrivava appena sopra il ginocchio frastagliata, calze a rete con delle scarpe col tacco alte e una maglia bianca con le maniche lunghe e il collo alto, il tutto ricoperto da un lungo mantello nero. I capelli erano lisci e le ricadevano mossi sulle spalle, gli occhi Marroni e le labbra erano stati esaltati da un trucco molto leggero, in più quando sorrideva si intravedevano due canini ben aguzzi…

Era sempre più vicina, e gli sembrava di vedere tutta la scena al rallentatore.

-- Ciao, come state? -- la voce allegra della ragazza lo risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti.

-- Ciao Hermione, tutto bene, stavo parlando con Malfoy dell’effetto che può avere il pianto di una mandragola sulla pozione ringiovanente… -- disse Frency sorridendo. Hermione non aveva capito molto per la verità ma annuì a quello che l’amica le stava dicendo. Dopodiché si guardò un po’ in torno con fare stupito e disse

-- Ma… come? Siamo solo noi travestiti? -- chiese a Draco. In quel momento al ragazzo sembrò una bimba piccola a cui avevano appena tolto il giocattolo.

-- Evidentemente non tutti la pensano come noi su questa magnifica festa… -- fece sorridendo di nuovo e mostrando i canini che fecero accapponare la pelle ad Hermione.

-- Già… -- assentì la ragazza guardandosi nuovamente intorno, e notando molti occhi addosso arrossì impercettibilmente.

Draco la osservò ancora per qualche minuto. Incredibile, era da secoli che non la vedeva diversamente da come era di solito. Vestita così poi! Non sarebbe mai riuscita ad immaginarsela.

Si guardò intorno come stava facendo la ragazza e vide gli occhi di molte ragazzine puntate su di lui, mentre gli occhi di molti ragazzini puntati su Hermione.

Nascose un piccolo moto di gelosia e sorridendo chiese ad Hermione

-- Che dici se andiamo a fare un giro? Qui non si respira. -- disse con tono secco.

-- Ok, andiamo ho proprio voglia di sgranchirmi le gambe… -- fece con un sorriso Hermione. Nonostante fosse un sorriso dolce Draco sentì la nuca rabbrividirgli leggermente. Le porse un braccio in modo galante che la ragazza prese, ed insieme si diressero verso il grande portone di Hogwarts.

Il venticello che tirava fuori era gelido e colpì Hermione in pieno volto, che si coprì ancora di più con il suo mantello.

Draco era certa che quel mantello fosse troppo leggero per quel freddo e le porse il suo

-- No… fa troppo freddo, mettitelo tu, io ci sono abituata. -- fece Hermione

-- Non c’è bisogno di fare l’eroina. Mettiti questo mantello, con quello stai congelando, e lo si vede a distanza di chilometri. -- fece lui con tono secco, ma lasciandosi sfuggire una nota dolce nella voce.

-- Ecco io… -- fece Hermione. Le sue guance e il naso avevano preso un colorito leggermente rosato.

-- Devo fare tutto io! -- fece in tono fintamente esasperato Draco e le mise addosso anche l’altro mantello rimanendo con il maglione grigio e i pantaloni neri.

-- Grazie… -- fece Hermione

-- Comunque mia cara signorina, mi ha rubato il costume! -- fece Draco

-- Ho pensato la stessa cosa io, quando ho visto te. -- rispose fulminea Hermione

-- … Sei fortunata che sei una ragazza… e io le ragazze non le tocco! -- fece continuando a camminare Draco.

-- E’ una minaccia signor Malfoy? -- chiese la ragazza con tono autorevole, quello che faceva impaurire molti dei suoi alunni.

-- Non mi permetterei mai signorina Granger -- rispose con lo stesso tono Draco

-- Bene… -- continuò Hermione camminando lentamente sulla sponda del lago, in cui si intravedeva la prima brina dell’inverno.

Entrambi erano immersi nei propri pensieri ed Hermione non notò la radice dell’albero che aveva accanto, così inciampò e cadde dritta dritta nell’acqua gelata e piuttosto profonda del lago scuro.

Presa alla sprovvista la ragazza non capì immediatamente cosa fare, mentre senza pensarci due volta Draco si gettò a sua volta nell’acqua per andare a recuperare l’amica. Uscirono entrambi bagnati fradici dal lago scuro.

Hermione vedendo l’espressione piuttosto preoccupata di Draco si mise a ridere di cuore

-- Cosa c’è da ridere?! -- chiese portandosi le mani sui fianchi e accennando ad un sorriso il ragazzo

-- Ni… niente!! -- fece mentre si piegava in due dalle risate la bruna

-- Questo non è niente! Neanche i cretini ridono così senza motivo -- la canzonò lui

-- Dovevi vedere che espressione hai fatto e come ti sei buttato in acqua! -- fece ridendo ancora Hermione

-- Ah è così che la pensi! -- fece avvicinandosi minacciosamente a lei

-- Si! -- fece lei mostrando la linguaccia e sfuggendo prima che lui potesse prenderla.

-- Vuoi giocare?! -- chiese sorpreso Draco

-- Esatto! Prova a prendermi se ci riesci! -- fece Hermione

-- Ok, ma ricorda che l’hai deciso tu! -- fece di rimando Draco con un ghigno in volto

-- Però devi darmi almeno un po’ di tempo di vantaggio… sono pur sempre una ragazza… --

-- Vedo che stai facendo anche le regole… ok, muoviti prima che cambi idea. Ti do cinque secondi prima di venire a prenderti… -- fece mentre i capelli gocciolavano ancora dell’acqua del lago.

-- Uno… --

Hermione cominciò a correre

-- Due… --

Era di almeno una ventina di passi lontana da lui

-- Tre…--

Ora di circa trenta passi

-- Cinque!! Arrivo! -- fece cominciando a correre anche lui, come niente le fu vicinissima

-- Ma così non vale! Hai saltato il quattro! -- fece correndo Hermione schivando le mani del giovane.

-- Nessuno ti ha assicurato che sarei stato leale… -- rispose il biondo cercando di prenderla in tutti i modi.

-- Cattivo! -- fece lei voltandosi appena per fargli una linguaccia. Senza rendersene conto inciampò così nei suoi stessi piedi e andando a finire sull’erba fredda e umida del parco. Draco le cadde vicino e prendendola per un braccio ansimò

-- Presa… --

-- Comunque non vale. Tu hai saltato il quattro e poi io sono inciampata altrimenti non mi avresti mai presa. -- fece con un’altra linguaccia la brunetta.

-- Questa è stata la tua punizione per la tua arroganza! -- fece Draco sorridendo e mostrando nuovamente i denti

-- Allora tu hai ancora un debito da saldare con tutti! -- rispose Hermione prendendo fiato

-- Già… ma la prima della lista sei tu… -- fece avvicinandosi ad Hermione e baciandole leggermente le labbra per poi allontanarsi velocemente. Hermione assunse un’aria assorta e disse

-- Credimi, se vuoi farti perdonare dovrai fare molto meglio… --

-- Rischio di prendere pugni o calci in faccia? -- si accertò Draco con aria accigliata.

-- No… -- fece Hermione facendo rilassare per un secondo il ragazzo

-- Al massimo una Cruciatus… proprio perché mi sento buona. -- continuò poco dopo

-- Allora correrò il rischio… -- fece Draco avvicinandosi nuovamente alle labbra della ragazza

-- Già… tutto a tuo rischio e pericolo… -- soffiò ad un angolo della bocca Hermione mentre le loro labbra si univano in un bacio dolce, che fremeva del desiderio represso di tutti e due. Ma quel loro contatto fu interrotto presto da uno starnuto da parte di Hermione

-- Stai tremando… -- fece passandole una mano sulla guancia

-- In effetti fa un po’ freddo qui fuori… -- ammise Hermione. Il ragazzo si alzò e porse una mano alla ragazza che prese ben volentieri e si alzò da terra. Starnutì nuovamente prima che il biondo le circondasse le spalle con un braccio

-- Andiamo… altrimenti ci prenderemo un malanno.. -- fece dolcemente

-- Ok.. --

FRUSHH

La ragazza si girò di scatto

-- L’hai sentito anche tu? -- si accertò guardando il ragazzo

-- Sentito cosa? -- fece Draco guardandola stralunato

-- Niente andiamo… ho proprio voglia di una tazza di cioccolata calda davanti al caminetto… -- fece sorridendogli maliziosa

-- E dimmi… ti darebbe fastidio la compagnia di un amico? -- chiese con finta indifferenza marcando l’accento sull’ultima parola.

-- No… anzi, potremmo fare quattro chiacchiere -- fece la ragazza mentre erano già arrivati al grande portone di Hogwarts.

Arrivati dentro la scuola si separarono per andare ognuno a cambiarsi i vestiti fradici che avevano in dosso.

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Fine quinto capitolo

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

5 novembre ore 18:00

Hermione era piegata a scrivere sulla sua scrivania con i suoi occhiali sul naso, che in quel momento le conferivano un’aria alla “McGranitt”. Sentì la porta schiudersi piano, ma non accennò ad alzare lo sguardo.

“Sicuramente sarà Malfoy. Non bussa mai.” si ripeteva tra se e se. Dopo pochi secondi, però, si stupì di non vedere alcuna ombra: Draco era alto e l’ombra si vedeva. Alzò per la prima volta gli occhi dalla carta ingiallita e vide una piccola figura con i capelli marroncini e due grandi occhi dello stesso colore, ma arrossati come se avessero da poco pianto delle lacrime.

-- Herm… hem… professoressa… -- la vocina impastata di Sarah raggiunse le sue orecchie. Era da un po’ di tempo che non la vedeva

-- Ciao! Come stai? -- chiese, credendo di sapere già la risposta Hermione

-- B…bene… -- fece mentre un piccolo singhiozzo si impossessò di lei. La ragazza si alzò dalla sua cattedra e chiusa la porta con un colpo di bacchetta si avvicinò alla bambina, in procinto di piangere.

-- Cosa è successo questa volta? -- chiese dolcemente. Quella bambina era quasi come una figlia per lei, e non avrebbe permesso che la maltrattassero.

-- Niente… -- fece cercando di mentire la bimba. Hermione la guardò di traverso.

-- Non sembra un niente questo… avanti, parla… -- la spronò

-- Oggi… a pozioni… Petroit mi ha insultata… mi ha chiamata Mezzosangue… -- disse con un filo di voce

-- Ma non fa niente… ci sono abituata, tanto il professore non fa niente… -- fece poi abbozzando un piccolo sorriso. Quel modo di fare strinse il cuore di Hermione come in una morsa. Sapeva cosa si provava ad essere chiamati Mezzosangue, sapeva cosa si provava ad essere messi in disparte per il semplice fatto di essere nata da genitori non maghi… d’improvviso una rabbia gelida si impossessò di lei. Sorrise alla bambina

-- Non ti preoccupare, non succederà più. Tu ora vai a divertirti, ci penso io… -- fece con voce dolce ma secca.

La bambina annuì con un cenno del capo ed uscì dalla stanza velocemente com’era entrata.

Pochi minuti dopo Hermione era giù nei sotterranei, e si stava dirigendo verso la stanza di Draco… gliene avrebbe cantate quattro. Aprì la porta e si avvicinò a lui, che alzò appena la testa dalla pergamena che stava scrivendo

-- MA NON TI VERGOGNI?! -- fece di botto Hermione. In risposta Draco alzò un sopracciglio vagamente divertito da quella circostanza.

-- Di cosa Hermione? -- chiese con voce neutrale.

-- LO CHIEDI ANCHE?! NON CREDERE CHE COMPORTANDOTI BENE CON ME HAI IL MONDO IN PACE! -- fece la ragazza sbattendo le mani sulla cattedra e facendo cadere l’inchiostro sulla pergamena. Un piccolo segno contrariato solcò come un lampo lo sguardo del ragazzo

-- Vedi di parlare una lingua comune. Non riesco ancora a tradurre la tua rabbia -- continuò lui pulendo la pergamena con un incantesimo, che fece andare via però anche le parole scritte

-- Se devi fare l’insegnante per lo meno fallo in modo decente! -- sbottò Hermione squadrandolo con sguardo furente. Dal canto suo invece il ragazzo era di una calma, quasi irreale.

-- Cos’avrei fatto adesso, sentiamo? -- chiese tranquillo incrociando le mani tra loro.

-- Essere chiamati mezzosangue non è una bella cosa sai… -- lasciò la frase in sospeso in modo sarcastico.

-- Ed è per questo che sarei un cattivo insegnante?! Perché essere chiamati mezzosangue è una brutta cosa?! -- fece inarcando ancora il sopracciglio. Hermione sospirò profondamente prima di parlare

-- Certo che ti facevo più intelligente. Posso capire il fatto che tu non consideri me come gli altri, ma da insegnante quale sei dovresti evitare certe ingiustizie… -- continuò Hermione

-- HERMIONE VORRESTI SPIEGARTI! -- fece alzando la voce lui.

-- VOGLIO DIRE CHE UNA MIA ALUNNA E’ VENUTA PIANGENDO A DIRMI CHE L’HANNO CHIAMATA MEZZOSANGUE AD UNA “TUA” LEZIONE, MA HA DETTO CHE CI HA FATTO L’ABITUINE, CHE TANTO SUCCEDEVA SEMPRE!! L’ABITUDINE! CAPISCI?! -- urlò in risposta la brunetta.

-- E chi sarebbe l’alunna in questione? -- domandò tornando calmo Draco

-- Sarah Tears primo anno Grifondoro, è stata presa in giro in modo pesante da un certo Petroit. -- fece calmandosi anche lei. Un piccolo ghigno di formò sulle labbra di Draco

-- La Tears eh? -- fece con tono sprezzante. Hermione lo guardò per un paio di secondi con aria disgustata e raggiungendo la porta disse

-- Mi fai schifo --

 

5 novembre ore 19:00

La ragazza dopo aver sbollito un po’ della sua rabbia camminava per i corridoi, quando delle voci attirarono la sua attenzione

-- Ma tu guarda chi abbiamo qui… la mezzosangue quattrocchi -- una voce canzonatoria stava chiaramente prendendo in giro qualcuno. Hermione assisté alla scena da lontano prima di intervenire. C’era un ragazzo piuttosto alto per essere del primo anno, aveva i capelli nerissimi e gli occhi quasi viola, mentre la ragazzina la riconobbe subito come Sarah

-- Petroit, crepa -- fece Sarah altrettanto sprezzante

-- Ti permetti anche di fare la dura Tears? -- fece malefico l’altro. La ragazza non rispose a quella provocazione ma cercò di andarsene, quando il ragazzino tirò fuori da una tasca una bacchetta puntandola verso la ragazzina. Hermione stava per intervenire quando una voce maschile la sorprese

-- Petroit. Mi sorprende il tuo comportamento. Puntare la bacchetta su una bella ragazzina come la Tears… è maleducazione. 50 punti in meno a Serpeverde -- l’uomo che aveva parlato era alto con occhi ghiacciati e biondi capelli spettinati. Il giovane Petroit sgranò gli occhi alla notizia, e guardò andare via il professore senza muoversi dalla posizione in cui si trovava.

Hermione si riscosse dalla scena e cercò di andarsene prima che Draco la raggiungesse.

Troppo tardi.

Una mano le aveva già immobilizzato un braccio.

-- Dove credi di scappare… -- fece la voce nota del ragazzo

-- Il più lontano possibile da qui -- cercò di andarsene quando un suono le fece drizzare le orecchie

FRUSHH

-- Hai sentito? -- chiese in un sussurrò guardandosi intorno con circospezione

-- Sentito cosa? -- chiese l’altro inarcando un sopracciglio, come se stesse dando di matto

-- E’ una settimana che sento questo rumore… -- fece l’altra senza badare molto alla domanda.

-- Vieni con me… andiamo da Madama Chips che non stai molto bene…-- fece Draco camminando avanti

-- NO! Sto bene. -- chiuse lei strattonando il braccio del ragazzo in modo che mollasse la presa.

-- No che non stai bene… dico che faresti meglio a farti controllare da Madama Chips…-- fece seriamente preoccupato Draco

-- Ma smettila… ora se vuoi lasciarmi andare… ho cose ben più importanti da fare che stare a sentire le tue chiacchiere… -- chiuse la ragazza scivolando via dalla presa di Draco e andandosene via da lì il più rapidamente possibile.

6 novembre ore 14:00

Hermione camminava per i corridoi di Hogwarts piuttosto sospettosa. Silente aveva chiesto a tutto il corpo docente di recarsi velocemente verso il suo ufficio.

Si trovò davanti ai due gargoyle che facevano da guardia allo studio di Silente, e dopo aver detto la parola d’ordine (che fra l’altro era “Ricciocorno Schiattoso”, cosa che fece nascere una smorfia di disappunto sulle labbra di Hermione), salì le scale a chiocciola.

La sala era esattamente come ricordava dall’ultima volta che vi era entrata. Nulla era cambiato, e aleggiava sempre lo stesso odore di… buono.

-- Hermione, sono contenta di vederti… -- fece una voce che la fece sobbalzare.

-- Professor Silente… -- fece alzando lo sguardo la bruna, verso il piano superiore dove si trovava il vecchio professore.

Salì le scale e prese posto vicino alla finestra, aspettando l’arrivo degli ultimi professori.

-- Bene… ora che ci siamo tutti comincio col dirvi che ho un’idea su come combinare le partite di quiddich quest’anno… -- cominciò il vecchio preside. Un mormorio concitato echeggiava nell’aria

-- Ho scelto sette giocatori, ormai diplomati, per formare una quinta squadra di quiddich… questa squadra è formata anche da alcuni di voi professori… -- fece guardandosi in torno Silente e ricominciando a parlare

-- Eccovi i nomi dei giocatori: Fred e George Weasley come battitori, sono la cosa più incredibile che mi sia mai capitata di vedere… Cho Chang e Zacharias Smith come cacciatori… questi sono gli studenti che hanno smesso di studiare Hogwarts. Del corpo docente invece ho scelto Draco Malfoy e --

-- Professore… -- Hermione era intervenuta…

-- Ma comunque manca un giocatore, non può mettere uno di noi professori, Harry non c‘è e dunque… ci serve qualcuno di scattante… senza offesa… -- continuò senza pensare troppo

-- Nessuna offesa. Infatti ho scelto Draco Malfoy come terzo cacciatore e te come Cercatore Hermione -- fece con calma il professore. Hermione balzò dalla sedia nello stesso momento di Malfoy ed entrambi avevano un’espressione shockata in volto.

-- COSA?! -- fecero all’unisono guardando Silente come se fosse completamente ammattito.

-- NON Può METTERE ME COME CACCIATORE E LEI COME CERCATORE… E’ UN CONTROSENSO! -- fece furibondo Draco

-- IO NON POSSO FARE PARTE DELLA SQUADRA! NON SO NEANCHE DA CHE PARTE SI TIENE LA SCOPA! -- fece Hermione cercando di non alzare troppo il tono della voce, invano.

-- Calmi calmi ragazzi… signor Malfoy c’è un motivo più che valido se non ho scelto lei come cercatore… e lei signorina Granger, non si deve preoccupare, imparerà presto ad usare la scopa grazie all’aiuto di Malfoy… -- fece sorridendo ai due e cercando di farli calmare.

-- IO NON INSEGNERO’ A NESSUNO A VOLARE! -- urlò Draco sull’orlo dell’isteria.

-- DOVREI PRENDERE LEZIONI DA MALFOY?! MA DICO IL MONDO SI E’ CAPOVOLTO?! -- fece Hermione fuori di se.

-- Esattamente… -- fece sorridendo dolcemente Silente

-- Ma… ma… -- non sapeva più come ribattere

-- Non è giusto! -- sembrava una bambina piccola.

-- Suvvia Hermione! È solo qualche lezione di volo ! -- fece sempre sorridendo

-- Bene ora direi che la discussione è chiusa… arrivederci… -- continuò il preside scendendo le scale a chiocciola.

Dopo un paio di secondi Draco lo inseguì per chiedere altre spiegazioni, ma con sua sorpresa non c’era già più.

Si voltò a scrutare dall’alto al basso Hermione che era ancora sconvolta in viso, con un cipiglio strano…

Non sarebbe mai stata una cercatrice!

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Fine sesto capitolo

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

7 novembre ore 10:00

È domenica mattina e a tutti gli alunni è stata concessa una gita ad Hogsmeade.

La scuola era dunque quasi completamente deserta, ad eccezione forse di una ragazza che nel bel mezzo del campo da quidditch sembrava stesse aspettando qualcuno.

Dopo pochi minuti un’altra figura entrò nel campo avvicinandosi con aria annoiata alla ragazza.

-- Finalmente! Era pure ora! -- fece la bruna spazientita

-- Non dovresti parlare così al tuo insegnante di volo… -- fece con un ghigno l’altro.

Hermione in tutta risposta emise uno sbuffo.

-- Possiamo cominciare adesso?! -- continuò la ragazza senza guardarlo in faccia.

-- Ok. Sai almeno alzarti dal terreno, vero? -- chiese montando in sella alla sua Nimbus 2001 e alzandosi di circa un metro da terra.

Ma Hermione non accennava a muoversi dal punto in cui stava.

-- Allora?! Cosa aspetti a salire? -- chiese crucciato Draco

-- Niente… niente… -- fece vagamente preoccupata Hermione

-- Non dirmi che hai dimenticato la scopa?! -- fece accennando a un sorriso Draco

-- No! C’è l’ho qui. -- disse con lo stesso tono canzonatorio la ragazza mostrando il suo manico di scopa.

Il ragazzo strabuzzò gli occhi ed emise un fischio

-- Wow! Non sapevo avessi una firebolt… -- fece con tono fintamente ammirato.

-- Non è mia, l’ho presa in prestito da Harry… -- rispose Hermione diventando appena più rosea in volto.

-- Pareva strano… ok, allora cosa aspetti? Monta. -- fece Draco con tono spazientito.

Hermione si voltò dall’altro lato per nascondere il viso arrossato.

Il ragazzo la sorvolò per trovarsi di nuovo davanti a lei.

-- Non dirmi che non sai neanche come si fa a montare sulla scopa?! -- fece ghignando.

La ragazza lo fulminò con gli occhi mentre le sue guance diventavano irrimediabilmente rosse.

-- Non ho mai detto di saper volare! -- si difese Hermione.

Draco volse gli occhi al celo e scese dalla scopa avvicinandosi a lei.

-- Ricorderai almeno ciò che ci ha detto Madama Bumb al primo anno, vero? -- la canzonò

-- Devi chiamare con voce ferma e sicura il manico dicendo SU… -- continuò con aria saccente Draco

-- Questo lo so! -- aggredì Hermione

-- Punto primo calmati se vuoi capirci qualcosa, punto secondo non devi avere paura. --

-- Io non Ho paura… --

-- Si come No… prova a chiamare il manico -- la sfidò.

-- su -- fece Hermione. Il manico si alzò appena di qualche centimetro per poi ricadere pesante sul terreno

-- Hai paura -- chiuse Draco

-- NON HO PAURA! -- fece esasperata Hermione

-- Invece si… il manico non vuole salire… -- fece con un altro ghigno Draco. Hermione volse gli occhi al cielo, e quando li riportò a terra Draco era sparito. Si guardò un po’ attorno e lo vide per aria con la sua scopa.

-- Avanti sali -- le disse porgendole una mano.

Hermione la guardò riluttante.

-- Non ti preoccupare, la tengo io sotto controllo questa scopa. Sali -- fece in un tono che risuonò più come un ordine che come un invito.

Dopo un paio di secondi Hermione prese la mano ancora tesa verso di lei del ragazzo e salì sulla scopa.

Subito dovette tenersi al ragazzo per evitare di perdere l’equilibrio e di cadere.

-- Ehm… Hermione…-- chiamò con voce strozzata lui

-- Che c’è?! -- fece cercando di non guardare in basso, anche se le riusciva molto difficile…

-- Potresti… evitare… di strozzarmi… -- fece sempre allo stesso modo ad Hermione.

La ragazza notando di aver stretto in una morsa il collo del ragazzo ritirò velocemente le mani come se si fosse scottata.

Si accorse in ritardo però che non si stava tenendo su niente, e volgendo per un millesimo di secondo lo sguardo verso il basso uno strano stato di vertigini la colse alla sprovvista e si sentì cadere.

Fortunatamente per lei il ragazzo la prese prima che cadesse realmente dal manico

-- Certo che sei un’imbranata incredibile quando si tratta di manici di scopa… -- fece sorridendo e facendole mettere le braccia intorno alla sua vita.

Hermione arrossì impercettibilmente a quel contatto e non rispose alla provocazione, chiuse gli occhi per evitare che il senso di nausea si impossessasse di lei.

Il vento le solleticava il viso appena, perché le spalle di Draco la coprivano quasi completamente.

Quando sentì che la velocità aumentava si strinse ancora di più contro Draco.

Il ragazzo dal canto suo stava ghignando in modo incredibile, sapeva di mettere in difficoltà la famosa so-tutto-io di Hogwarts insegnandole qualcosa che non sapeva.

-- Preparati… -- le disse semplicemente, e prima che lei potesse ribattere, la velocità aumentò di botto.

Hermione non riuscì a trattenere un urlo.

Teneva spalancati gli occhi dal terrore.

Lei odiava volare. E adesso ne aveva la certezza.

Draco cominciò a scendere giù in picchiata e quando si trovarono a poco meno di un metro da terra planò delicatamente come se fosse stato un voletto tranquillo.

Hermione scese il più velocemente dalla scopa allontanandosi da quel ragazzo che ormai se la rideva forte per la reazione della ragazza.

-- TU SEI COMPLETAMENTE PAZZO!! -- gli urlò contro.

-- SEI COMPLETAMENTE PAZZO! CATAPULTARTI A QUELLA VELOCITA’! E TRA L’ALTRO ERAVAMO IN DUE! NON HAI PENSATO CHE IO, E SOTTOLINEO, IO, MI SIA POTUTA SENTIRE MALE. NON HAI PENSATO, AL FATTO CHE ESSENDO LA PRIMA VOLTA CHE VOLO E’ UN MIRACOLO CHE NON HO RIMESSO LA COLAZIONE SULLA TUA BELLA DIVISA! --

Hermione stava scaricando tutta la tensione del momento con quelle urla.

Meno male che non vi era nessuno nei paraggi, perché le urla della ragazza si potevano sentire anche ad una distanza di due chilometri sicuramente.

Draco scese tranquillamente dalla sua scopa e senza degnarla di uno sguardo prese la Firebolt di Harry e gliela porse.

-- Vola. -- le disse semplicemente, senza nessuna espressione che gli incorniciasse il volto. Hermione lo guardò come se fosse veramente impazzito.

-- Cosa?! --

-- Ho detto vola -- ripeté con lo stesso tono, forse un po’ più spazientito, il biondo. Hermione non si mosse di un millimetro.

-- Vuoi deciderti a prendere questa scopa, si o no?! --

-- No… -- fece decisa Hermione

-- Ok… non c’è problema, comunque mi stupisco di una cosa -- fece pensieroso lui dirigendosi verso gli spogliatoi. Hermione lo seguì e dopo un po’ gli chiese

-- Cosa? --

-- Come hai fatto a finire a Grifondoro con tutta la fifa che hai?! -- fece mostrando un ghigno che voleva apparire malefico.

-- Cos’hai detto?! -- Hermione credette di avere le orecchie otturate.

-- Hai capito bene, con tutta la fifa che hai non capisco come mai sei una Grifondoro, è o non è la casa del coraggio della lealtà eccetera?! -- fece lui agitando una mano come per cacciare una mosca

-- DAMMI QUELLA SCOPA -- fece Hermione

-- Come? -- fece Draco, che ancora era voltato di spalle alla ragazza

-- HO DETTO DAMMI QUELLA SCOPA -- continuò Hermione

-- Lascia perdere… potresti farti male, il quidditch non è roba da femminucce -- fece Draco

-- TE LA DO IO LA ROBA DA FEMMINUCCE! -- Hermione gli strappò di mano il manico di scopa e corse a passo spedito verso il campo.

-- SU -- disse, senza accennare ad una nota di paura o rimorso nella voce. La scopa saltò immediatamente nelle mani di Hermione, che vi montò sopra e con una spinta dei piedi si sollevò per aria.

Si accorse solo dopo, di non sentire nessuno stato di nausea o vertigini. Anzi, l’aria a quell’altezza (che era di circa 6 o 7 metri al massimo!) dava un grande senso di libertà… e la cosa le piaceva…

Salì più in alto, fino a che Draco era diventato veramente piccolissimo, allora si decise, prese quanto più fiato (e coraggio) poté e si lanciò in picchiata, quando fu vicina al terreno sterzò con forza per ritornare su e fece un paio di giri intorno agli anelli, poi ridiscese in picchiata e rallentando scese fino a toccare il terreno, solo che l’atterraggio non fu morbido come quello che aveva fatto Malfoy, e finì a gambe all’aria.

Sentì qualcuno da poco lontano ridersela divertito. Si voltò furente verso il ragazzo che era piegato in due dalle risate

-- Cos’hai da ridere adesso?! --

-- Ni… niente… è solo che sei caduta praticamente a gambe all’aria… -- fece il biondo trattenendo a stento un attacco di risa.

-- E’ già un miracolo che le mie gambe non si siano staccate dal corpo! -- fece una Hermione alquanto divertita accennando appena ad un sorriso.

-- Comunque non sei stata affatto male Granger, veramente, complimenti. -- fece cercando di tornare serio Draco

-- Lo devo prendere come un complimento signor Malfoy?! -- chiese Hermione

-- Prendilo come vuoi, andiamo, si è fatto tardi… -- fece Draco voltandosi per andarsene.

-- Aspetta… -- lo bloccò Hermione. Draco si fermò ma non si girò.

-- Che ne dici di una sfida? Tra cacciatori si intende… -- fece con tono di sfida Hermione, e fronteggiando gli occhi chiari di Draco che ora si era voltato e la osservava divertito con un sopracciglio arcuato

-- Non giocare col fuoco pivellina, non reggeresti un solo secondo… -- fece con un ghigno Draco

-- Può darsi, ma almeno ci divertiamo un po’… allora accetti si o no? --

-- Miss so-tutto Granger che vuole divertirsi un po’?! Il mondo si è veramente capovolto… comunque, accetto, almeno avrò qualcosa su cui prenderti in giro per un po’ di tempo… -- fece ghignando e richiamando con un incantesimo di appello la scopa posata nello spogliatoio, e la pluffa.

-- Ci serve un arbitro -- fece Hermione non appena furono montati entrambi sulle proprie scope.

-- Un arbitro? -- chiese di rimando Draco

-- Si qualcuno che tenga i punti cose del genere… --

-- Non basto io a tenere i punti? --

-- Intendo dire qualcuno che tenga i punti in modo esatto Malfoy… --

-- E chi troviamo come arbitro adesso?! --

-- Hai ragione… -- fece pensierosa Hermione

-- Incanto balance! -- continuò dopo un attimo.

-- Che hai fatto? -- chiese curioso Draco

-- Ho incantato il conta-punti, così lo farà lui al posto tuo il lavoro “pesante”… -- fece sorridendo Hermione.

-- Ok… prendi… -- fece lanciandole la pluffa, che prese giusto in tempo prima che la colpisse in pieno naso.

-- La precedenza alle donne no? A quanto arriviamo? 100 punti? -- continuò poco dopo

-- Perfetto… prendimi se ci riesci… -- fece Hermione scappando e correndo verso la porta che doveva difendere Draco

-- Non vale sei partita prima del previsto… -- fece lui rincorrendola e affiancandola con non poca fatica.

-- Mica è una partita vera… le regole non valgono… -- fece Hermione svoltando all’improvviso

-- Non ti conviene giocare una partita senza regole… -- fece Draco affiancandola di nuovo

-- E per quale motivo? -- chiese tenendo ben stretta la pluffa Hermione

-- Perché sono più bravo di te a barare… -- fece lui abbassandosi e passandole sotto e comparendole dal lato opposto. Hermione presa alla sprovvista mollò la presa della pluffa, che prontamente lui prese e fece passare attraverso i cerchi che doveva difendere la ragazza.

-- E son dieci punti per me… -- fece ghignando Draco

-- Non ti preoccupare… recupererò… -- fece Hermione prendendogli con una mossa veloce la pluffa dalle mani e segnando dieci punti.

-- Però… mica male per una che soffre di vertigini… non pensi anche tu?-- continuò la ragazza mostrando uno dei ghigni molto simili a quelli che faceva il ragazzo.

-- No… io non penso mentre gioco… agisco e basta… -- fece prendendo la pluffa e segnando altri dieci punti.

La partita continuò così per circa un’ora.

 

Erano 90 pari.

 

-- L’ultimo punto e ti batto… -- fece Hermione, come una bambina piccola prendendo la pluffa e dirigendosi verso gli anelli, stava per segnare quando sentì le labbra di Draco (comparso da chi sa dove) premute contro le sue.

Ma non ebbe modo di reagire che Draco in quell’attimo di “distrazione” le rubò la pluffa per segnare il punto vincente.

-- NON VALE!!! -- si mise ad urlare Hermione che si trovava accanto agli anelli allibita, mentre il ragazzo lentamente scendeva verso gli spogliatoi

-- SI CHE VALE -- fece per farsi sentire dalla ragazza

-- TI AVEVO AVVERTITA CHE ERO PIU’ BRAVO DI TE A BARARE… -- fece voltandosi un’ultima volta per esibire un ghigno di vittoria sul volto prima di scomparire dentro lo spogliatoio.

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Fine settimo capitolo

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

16 novembre ore 09:00

Le giornate erano trascorse velocemente, e di Harry ancora non vi era nessuna traccia… il che metteva in allarme molte persone, tra cui Hermione.

Ma nonostante tutto, non aveva avuto modo di approfondire il discorso con Draco, primo perché se si vedevano era semplicemente per gli allenamenti dell’intera squadra, secondo perché lui sembrava essere diventato completamente indifferente nei suoi confronti da quando le aveva dato quello strano bacio... Cosa fosse successo non riusciva proprio a capirlo.

Era come se non esistesse, come se le vedesse attraverso, neanche fosse trasparente…

E questo ad Hermione faceva male… molto male…

In questo momento la ragazza si stava dirigendo verso il campo da quidditch… ci sarebbe stata la prima partita di questo strano campionato…

A tutti i giocatori era stata data una strana divisa, tutta azzurra con il simbolo di Hogwarts cucino nel bel mezzo.

Entrò nel campo pensando a come faceva Harry a indossare quella roba ogni volta che aveva una partita… era terribilmente pesante…

Il freddo pungente del mattino la colpì in pieno viso, facendola rabbrividire, ma non vi badò molto.

Si unì al resto della squadra che era già in campo e sembravano sul punto di cominciare la partita

-- Ehi! Ma che è successo? -- chiese Hermione avvicinandosi a Draco

-- Comincia la partita.. -- fece lui sempre con lo stesso tono indifferente.

Hermione montò in sella alla sua scopa (che tra l’altro era ancora quella di Harry) e al fischio di madama Bumb cominciò la partita.

Il boccino era stato lasciato in aria…

“Signori e signori siamo già 30 a zero per i nostri cari insegnanti grazie al tiro fatto dal professor Malfoy… allora ragazzi vogliamo darci una mossa?”

Simon Frez stava facendo la cronaca della partita, e a quanto pareva loro erano già in vantaggio nonostante fossero passati solo pochi minuti dall’inizio della partita.

Volse lo sguardo verso Draco e i loro occhi si incrociarono per qualche secondo, prima che lui distogliesse duramente lo sguardo per intercettare un’altra pluffa.

Vide per un attimo Fred (o George. Non riusciva ancora a distinguerli perfettamente) affiancarsi a lei per pararla da un bolide sfrecciante

-- Hey Hermione! Quanto tempo che non ci si vede vero? --

-- Già -- fece Hermione distratta

-- Come ti va il lavoro in questo periodo? --

-- Ehm… bene bene, ma potremmo parlarne dopo Fred? Sto cercando il boccino… --

-- Ok… ma io sono George… --

-- Oh. Scusa… --

-- Fregata sono Fred --

-- Va bene… ciao -- chiuse quello strano discorso la ragazza.

A questo punto Hermione decise di squadrare il campo alla ricerca del boccino

Ma dove cavolo…

Pensò guardandosi in torno per cercare la piccola palla dorata, finché non vide una lunga scia dorata passarle precisamente sotto al naso.

Distinse benissimo il piccolo boccino svolazzante e cominciò a inseguirlo velocemente.

Sentì subito una scopa affiancarsi alla sua.

Era il cercatore di Tassorosso, Kevin Trent quinto anno, un ragazzo piuttosto bravo che stava dando filo da torcere a tutte le case…

Con una spinta in più la ragazza accellerò e protese una mano per prendere il boccino che distava ormai a pochi centimetri dalla sua mano, ma non fece in tempo a chiudere la mano intorno alla pallina che qualcosa di decisamente molto pesante e forte le fece perdere completamente il respiro e si sentì cadere dalla scopa.

Dopodiché il buio più totale...

Non gli piaceva affatto fare la parte del cattivo… e questo lo aveva capito da tempo… per la precisione da quando aveva conosciuto meglio Hermione, ma doveva fare così…

Le cose non potevano continuare in quel modo…

Non potevano prendere quella piega…

Non da quando aveva ricevuto quella lettera… quell’avvertimento

Tienitela stretta la tua bella mezzosangue

Perché altrimenti qualcuno potrebbe rubartela da una momento all’altro…

Hai infangato anche troppo il nome della tua famiglia per considerarla tale,

Quindi sei diventata come lei…

Come la tua amata mezzosangue…

Proteggitela bene, o lasciala andare

Perché noi riusciremo a trovarla e a prendercela…

Un brivido gli corse lungo la schiena ripensando a quelle parole…

Non doveva continuare quella loro strana “storia”

Già una volta aveva commesso l’errore di innamorarsi di lei, ed era riuscito semplicemente a ferirla…

Non voleva ripetere gli stessi errori, perché sapeva che una volta finita la missione per conto di silente, avrebbe dovuto ricominciare a vagare per il mondo alla ricerca di quei dannati Mangiamorte, che senza saperlo gli avevano completamente distrutto la vita.

La vide arrivare… l’azzurro era il colore che le donava di più… l’aveva notato già dal quarto anno, quando era andata al ballo con Krum, ma allora non voleva vedere le cose per come stavano: si era innamorato di Hermione…

-- Ehi! Ma che è successo? --

-- Comincia la partita… -- aveva risposto lui indifferente cominciando ad alzarsi dal terreno. Come avrebbe voluto che un fulmine lo colpisse in quel momento per il male che sapeva di stare procurando all’unica persona a cui aveva realmente tenuto nella sua vita…

Comincia il gioco, gli insegnanti sono già in vantaggio, e con i suoi 10 punti si passa a trenta per la squadra degli ex-alunni.

Pochi secondi dopo girando lo sguardo scontrò quello di Hermione, e quello che vi vide dentro gli fece più male di mille pugnalate: dolore, tanto dolore, ma anche tanto coraggio per affrontare tutto al meglio… era sempre stata molto coraggiosa…

Distolse rapidamente lo sguardo e cominciò a ricorrere la pluffa che era tenuta sottomano da un’alunna di Tassorosso… stava per segnare altri dieci punti quando una vista lo fece immobilizzare…

Hermione che cadeva…

Cadeva dalla scopa a più di cinquanta metri di altezza…

Per istinto lasciò andare la pluffa e si lanciò in picchiata per raggiungere la ragazza..

Quando mancavano solo pochissimi metri affinché si sfracellasse al suolo riuscì a prenderla.

Planò fino al terreno e automaticamente la strinse a se.

16 novembre ore 18:00

-- Secondo voi si riprenderà? --

-- Forse è meglio di No… almeno non avremo più compiti di trasfigurazione… --

-- Kevin! --

-- Che c’è? --

-- Adesso basta voi due, uscite da qui… --

-- Shhhh… si sveglia! --

-- Zitti tutti --

Un gran mal di testa… fu questo il primissimo pensiero che si formulò nella mente di Hermione. Aveva aperto gli occhi lentamente, cercando di abituarsi alla luminosità del posto in cui si trovava.

Quando riuscì a mettere tutto a fuoco vide che si trovava in infermeria. La seconda cosa che le colpì all’occhio fu poi vedere i gemelli accanto a lei che la guardavano come per scavarle nel cervello, i due ragazzini di Tassorosso che stavano praticamente litigando con Madama Chips per lasciarli rimanere. Quando tutti si accorsero che era sveglia calò un silenzio irreale.

-- Professoressa… mi scusi! Io… io non volevo farla cadere dalla scopa… non era mia intenzione… -- cominciò ad un tratto la ragazzina. Hermione però sentiva ben poco di ciò che le stava dicendo la ragazza. Si guardava intorno cercando con lo sguardo qualcosa o qualcuno.

-- Professoressa? Professoressa?! -- la voce sempre di questa ragazzina la fece ritornare alla realtà. Mise in bella mostra un sorriso e disse

-- Non ti preoccupare Grece, dopotutto è il gioco del quidditch no? --

Tutti i presenti la guardarono stralunati e poté sentire Madama Chips da lontano dire “Bah! Il quidditch! Come odio questo sport!”

-- Hermione sei sicura di sentirti bene? Hai un’aria strana… -- fece uno dei gemelli

-- Si ragazzi, non preoccupatevi sto bene… -- fece Hermione guardandosi sempre intorno..

-- Ma cosa è successo? -- chiese dopo qualche secondo tornando in se e fissando con aria interrogativa uno dei gemelli.

-- Sei caduta dalla scopa -- fece in risposta

-- A più di cinquanta metri di altezza -- continuò l’altro gemello

-- Ma è arrivato Malfoy --

-- E’ stato più veloce di un fulmine! --

-- Ti ha acchiappata appena in tempo --

-- Prima che ti sfracellassi al suolo --

Hermione fissava prima uno poi l’altro per seguire il racconto a spezzoni che i gemelli le stavano facendo.

Si lasciò cadere pesantemente sul cuscino in cui sprofondò, e ne concluse solo che il suo mal di testa era aumentato.

Aveva solo voglia di chiudere gli occhi e di dormire adesso…

Come se avesse sentito i suoi pensieri Madama Chips si fiondò nella stanza e cacciò i gemelli

-- Deve riposare, ha subito un grave shock… -- disse con tono che non ammetteva repliche

16 novembre ore 15:00

Si era nuovamente addormentata, e appena si svegliò nuovamente sentì uno strano profumo nell’aria…

Il suo profumo…

Questo pensò.

Aprì gli occhi e davanti ai suoi occhi c’era Draco…

Ma i suoi occhi non erano splendenti della classica luce che ormai da un po’ di tempo riusciva a vedervi dentro. I suoi occhi erano oscurati da uno strano velo, probabilmente di malinconia.

-- Cosa è successo? -- chiese preoccupata vedendo quell’espressione Hermione

Nessuna risposta.

-- Draco? -- chiese nuovamente, e questa volta ricevette uno strano sospiro

-- Hermione… -- fece finalmente con tutto il coraggio che aveva in corpo il ragazzo

-- Che c’è? Cos’è successo? --

-- Hermione ascolta… -- chiuse gli occhi… faceva male anche a lui dire quelle parole…

-- La nostra “storia” non può, e non deve continuare, non qui e non così… -- fece.

Silenzio

Hermione stava riflettendo sulle parole che le aveva appena detto.

Si aspettava che da un momento all’altro cominciasse a ridere e le dicesse “Pesce di novembre!”, ma ciò non accadde…

-- La nostra storia… è finita… -- continuò lui aprendo gli occhi e scontrando quelli di lei velati da un sottile strato grigio.

Dopodiché si alzò ed uscì dalla stanza, come se non fosse mai entrato…

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Fine ottavo capitolo

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

19 novembre ore 07:00

Dopo tante richieste Hermione era stata rilasciata dalle cure di Madama Chips, che nonostante tutto era ancora titubante, e adesso si stava dirigendo verso la sua stanza.

A malavoglia aveva dovuto accettare le condizioni che le aveva posto la Medimago, e cioè per quel giorno non avrebbe dovuto fare lezione.

Sbuffando entrò nella sua stanza e si affacciò al davanzale della finestra che dava sul lago…

Mille pensieri confusi cominciarono a vorticarle furiosamente nella mente…

Quante ne stavano capitando in quel periodo…

Harry scompariva,

Draco un po’ l’amava un po’ l’odiava,

Il quidditch,

Le lezioni,

La stanchezza

Tutto coronato da una grande voglia di piangere, di gridare al mondo la rabbia che da un po’ di tempo portava dentro…

Ma sapeva di non poterlo fare.

Sospirò mentre una piccola lacrima le scivolò lungo la guancia mentre abbassava le palpebre.

Sentì il tocco leggero di una mano che le asciugava la guancia bagnata, aprì gli occhi e quello che vide la lasciò turbata.

Anzi quello che non vide.

Infatti la stanza era sempre vuota.

Solo i fantasmi ci mancavano adesso! Pensò cominciando a girare vorticosamente per la stanza.

Questo fino a che non inciampò in qualcosa.

Si era preparata mentalmente all’impatto che avrebbe dovuto subire col pavimento, ma ciò non accadde.

Infatti era come sospesa a mezz’aria.

O meglio, sentiva che sotto di lei qualcosa c’era ma non vedeva niente.

Si alzò velocemente da terra e con un gesto veloce avvicinò la mano dove era caduta poco prima lei.

Tessuto

Lì per terra c’era qualcuno!

Prese tra le mani un po’ di stoffa e la tirò via.

Quello che vide la fece rimanere senza fiato per alcuni secondi, questo finché l’altro non parlò, dopo essersi alzato da terra

-- Ciao Herm! È da un po’ che non ci si vede vero?-- aveva parlato un ragazzo alto almeno 10 centimetri più di Hermione, con i capelli di un nero corvino arruffatissimi e gli occhi del ragazzo esibivano il più bel sorriso che c’era.

-- HARRY! -- fece la ragazza catapultandosi ad abbracciare l’amico

-- Wow, quanta allegria! -- fece l’altro ricambiando l’abbraccio.

In quel momento Hermione rammentò che era stato via per circa mezzo mese e quasi involontariamente dopo essersi allontanata da lui gli mollò uno schiaffo che gli lasciò la stampa delle cinque dita nel viso per altri cinque minuti.

-- EHI! E questo da dove salta fuori? Che ho fatto? -- chiese l’altro guardandola con aria interrogativa

-- HARRY TU FARAI VENIRE UN INFARTO A QUALCU -- ma non poté finire la frase che Harry le tappò la bocca con una mano mentre con l’altra, nella quale teneva la bacchetta, insonorizzava la stanza

-- Non urlare così… potrebbe sentirti qualcuno… -- fece guardandosi un po’ intorno

-- E’ MIA INTENZIONE FARMI SENTIRE DA QUALCUNO! PERCHE’ TE NE SEI ANDATO COSì?! SENZA MOTIVO DI PUNTO IN BIANCO!!! NON SAI QUANTO MI HAI FATTA PREOCCUAPARE! E POI PROPRIO QUANDO AVEVO BISOGNO DI QUALCUNO ACCANTO! -- fece tutto d’un fiato la ragazza sfogando finalmente la sua rabbia, mentre il ragazzo la osservava impassibile in volto.

-- Ero in missione per l’Ordine… -- provò a spiegare Harry ma fu bruscamente interrotto

-- SI COME NO! UNA MISSIONE TANTO SEGRETA CHE NEANCHE L’ORDINE STESSO CONOSCEVA! -- fece sarcastica la ragazza.

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli e sospirò, colto in un punto vivo

- Ascolta Hermione, è una cosa che riguarda principalmente Draco, forse sarà lui a parlartene ma adesso non chiedermi niente, sono passato solo a salutarti, dato che è un mese che non ti vedo… -- fece con calma il ragazzo

-- Dovevo immaginarlo che c’era di mezzo anche Draco! -- fece Hermione sarcastica mentre sentiva gli occhi cominciare a pizzicare.

-- Perché, che è successo? --

-- Niente! Solo che non lo capisco proprio! Prima mi bacia, sta con me, poi di punto in bianco, fa come se non esistessi! Come se fossi invisibile! Ma insomma! Cosa sono? Un fazzoletto di carta che si usa e si getta?! -- fece Hermione mentre le lacrime cominciavano a sgorgarle dagli occhi..

-- Hermione… -- fece Harry aprendo le braccia a mo’ di invito, che la ragazza accetto ben volentieri.

-- Dovevi vederlo mentre mi diceva che tra noi era finita… era talmente freddo che mi sono sentita congelare il sangue… Harry sono stanca… sono stanca di sembrare quella che non sono, stanca di questi cambiamenti che fa Draco, stanca del fatto che tu non ci sei mai, stanca di essere Hermione… -- fece la ragazza tra le lacrime.

Il ragazzo la strinse ancora un po’ a se, e dopo l’allontanò lentamente da se

-- Hermione, tu sei unica, sei fantastica, e non devi pensare mai, e dico mai, a cambiare. Non esiste strega più in gamba di te, non dimenticarlo mai. Quindi non badare alle cretinate che ti dice quello stronzo di Malfoy, tanto prima o poi ci farò una bella chiacchierata… -- fece serrando i pugni

-- Per quanto riguarda la mia assenza qui… credo che dovrai resistere ancora per un po’… non posso dirti niente, ma presto tutto questo finirà, e tutto tornerà alla normalità… ora però si è fatto tardi.. Devo andare… ciao piccola, e non dimenticare quello che ti ho appena detto… io ti sarò sempre vicino -- fece prima di scomparire in una strana porta che era nata dal nulla.

Quando lo vide scomparire dietro quella porta Hermione si lasciò cadere nel letto mentre la sua mente era ancora più confusa di prima… anche se per lo meno il suo cuore adesso era un po’ in pace, sapendo che Harry stava bene.
Fece un largo sospiro prima di asciugarsi le lacrime e di uscire dalla stanza a grandi passi, per dirigersi verso la sala grande.

19 novembre ore 07:30

Quella notte Draco non era riuscito a prendere sonno, come gli succedeva da tre notti di seguito.

Fece un sospiro e si avvicinò alla finestra.

Il sole era basso, ma l’alba era arrivata da un bel po’ di ore.

FRUSHH

Si girò con uno scatto prendendo la bacchetta dalla tasca.

Vide una figura uscire da sotto un mantello dell’invisibilità

-- Potter… cosa vuoi? -- fece amaramente riponendo la bacchetta al suo posto.

-- Parlare. -- fece secco l’altro

-- Bene. Di cosa? --

-- Hermione --

Draco portò gli occhi al celo

-- Ancora? -- fece seccato

-- Esatto. Mi ha detto che l’hai mollata senza un motivo valido -- fece lasciando la frase in sospeso il moro

-- Te l’ha detto lei? Non dovevi rimanere in incognito? -- chiese il biondo annoiato da quella conversazione.

-- Esatto. Sono andato a farle visita, e se devo rimanere o no in incognito non credo che te ne debba fregare più di tanto. Comunque. È vero che l’hai mollata? -- fece serio Harry

-- Si è vero, ma anche questo non credo che ti riguardi. --

-- Invece io credo di si. Hermione è la mia migliore amica, e tu non hai nessun diritto di farla soffrire. -- fece Harry con lo stesso tono di prima.

Il biondo si voltò dall’altro lato, verso la finestra ad osservare nuovamente il sole che era sempre più alto nel celo.

-- Credi che mi abbia fatto piacere? -- fece in un mormorio poco dopo

-- Da quanto mi ha detto si. -- fece Harry spavaldo.

Draco si voltò furioso verso l’altro

-- NE SEI TANTO SICURO? -- fece alzando la voce

-- Esattamente -- continuò calmo il moro incrociando le braccia al petto.

Il biondo cominciò a camminare per la stanza fino a raggiungere il comodino, da cui prese un piccolo foglietto di carta strapazzato, che porse ad Harry.

L’altro lo prese e lesse tutto d’un fiato le parole che vi erano scritte, per poi ridarlo a Draco

-- CAPISCI ORA?! CAPISCI PERCHE’ HO DOVUTO FARLO?! -- fece quasi urlando ad Harry.

Si mise le mani tra i capelli e ricominciò a camminare avanti e indietro per la stanza

-- MI HANNO MINACCIATO HAI CAPITO! MI HANNO MINACCIATO! -- continuò ad alta voce Draco

-- Avresti potuto parlarne con Hermione, lei avrebbe sicuramente capito… -- fece Harry.
Draco lo guardò come se fosse diventato di colpo un alieno

-- SEI IMPAZZITO? COSì MAGARI I MANGIAMORTE VENIVANO E LA FACEVANO FUORI IN UN SECONDO!-- fece con amara ironia Draco

-- Senti, io la conosco decisamente meglio e da più tempo di te. Se ti dico che avrebbe trovato una soluzione lo avrebbe fatto… -- fece sicuro Harry

-- ASCOLTA QUI NON SI TRATTA DI TROVARE UNA SOLUZIONE! NON E’ UN GIOCO! QUI CI VA DELLA SUA VITA! E NON VOGLIO METTERLA IN MEZZO! -- urlò Draco

-- MA FACENDO COSì LA FAI SOFFRIRE ANCORA DI PIU’! CAZZO NON VUOI PROPRIO CAPIRE EH?! L’HAI MOLLATA COSì SENZA MOTIVO ED ORA NON GA ALTRO CHE PIANGERE! LA VEDO LA NOTTE MENTRE DORME! -- gli rinfacciò con lo stesso tono Harry, lasciando il biondo senza parole.

Quando si fu ripreso un po’ fece con un filo di voce

-- E allora tu cosa mi consigli di fare? --

-- Devi parlarle --

19 novembre ore 08:00

Hermione stava camminando verso la sua aula quando, presa dai suoi pensieri, investì contro qualcuno facendo cadere tutti i libri

-- Scusa stavo pensando… -- fece una voce a lei sconosciuta mentre una figura alta si chinava per raccoglierle i libri. Hermione lo guardò dall’alto ma non poté distinguere molto.

Quando si alzò vide che si trattava di un ragazzo all’incirca della sua età probabilmente, aveva i capelli nerissimi lunghi fino alle spalle tenuti in una coda bassa e gli occhi di uno strano viola magnetico, mentre il fisico era piuttosto atletico.

-- Scusami… -- fece porgendole i libri

-- Di niente figurati… -- si ritrovò a rispondere la ragazza

-- Oh! Non mi sono presentato mi chiamo Maurice Jenévie, sono il supplente di Difesa contro le arti oscure.. E lei deve essere Hermione Granger, insegnante di trasfigurazione se non sbaglio… -- fece con un sorriso l’altro.

Hermione accettò di buon grado la mano che il ragazzo le stava porgendo

-- Esattamente… ma come mai la McGranitt non ha fatto il solito banchetto di accoglienza?-- chiese Hermione,

-- Ho chiesto io di non farlo… non voglio ragazzine urlanti al mio passaggio.. --

-- Comunque credo di aver sentito parlare di lei da qualche parte… -- continuò Hermione rammentando che il nome doveva averlo sentito veramente da qualche parte.

Il ragazzo abbassò lo sguardo e sorrise

-- Probabilmente in qualche rivista, da quando gioco per la nazionale di quidditch inglese…-- fece

-- Ora ricordo! Eri il cercatore della nazionale francese di quidditch, se non sbaglio? -- fece con un sorriso

-- Esatto… --

Ci furono alcuni attimi di silenzio imbarazzante

-- Ehm… ora credo dovremmo andare nelle nostre aule… -- fece nuovamente il ragazzo

-- Già… -- concordò Hermione

-- Ehm… -- fece ancora il ragazzo volgendo lo sguardo verso la sua mano

-- Oh… scusa… -- fece lasciando la mano del ragazzo che per ora era stata incollata alla sua.

Si girò per andarsene ma una voce la fece voltare nuovamente

-- Hermione… tu con chi ci vai ad Hogsmeade? -- chiese il moro.

Hermione lo guardò stranita.

-- Veramente noi insegnanti non abbiamo l’obbligo di andare con qualcuno… -- fece Hermione imbarazzata

-- Lo so, ma mi chiedevo se ti andava di venire con me a prendere una burrobirra domani… -- continuò lui

-- Bhè… si potrebbe anche fare… a domani -- fece Hermione voltandosi verso l’altro lato per andarsene.

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Fine nono capitolo

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

20 novembre ore 09:30

-- Gin!!!!!!!!! --

-- Si Hermione, arrivo! -- fece una Virginia Weasley piuttosto esasperata dal comportamento dell’amica.

-- Cosa mi metto! -- fece Hermione con una punta di panico nella voce.

Ginny non riuscì a trattenere una risata

-- Sarebbe questo il grande problema? -- fece ironica, buscandosi un’occhiata infuocata da Hermione

-- Esattamente! Devo uscire con un ragazzo Gin! --

Ginny rise ancora una volta

-- Questo lo avevo capito… ok diamo un’occhiata qui dentro… -- fece aprendo le ante del grande armadio di Hermione.

Vi frugò dentro per un po’ finché non vi trovò quello che cercava.

-- Ecco! -- fece dandole i due indumenti

-- COSA?! SEI IMPAZZITA?! -- fece quasi scandalizzata Hermione

Ginny guardò bene gli indumenti

-- Forse hai ragione… -- fece continuando a frugare nell’armadio.

-- Ecco questi dovrebbero andare. -- fece mostrandole altri due indumenti.

Hermione li guardò a sua volta per un paio di secondi prima di acconsentire.

20 novembre ore 10:00

Era praticamente tutta la giornata che pioveva, e Draco era dello stesso umore del celo: tetro.

Mezz’ora dopo la brunetta era già nella sala grande vestita in modo non troppo appariscente con dei jeans attillati e un maglioncino leggero a collo alto e con un filo di trucco, che nella sua naturalezza la rendevano bellissima.

Almeno agli occhi di Draco, che non si era reso conto di essere rimasto praticamente a bocca aperta…

Ma perché si è vestita in questo modo? Dove deve andare…

Questo fu il pensiero che gli balenò alla mente.

La vide sedersi sorridente al suo solito posto e cominciare a fare colazione… non sembrava aver pianto per lui… anzi aveva un’aria a dir poco felice…

Quando ebbe finito di fare colazione la vide alzarsi per uscire dalla sala. Draco poco dopo si alzò a sua volta per andare a parlare con la ragazza

-- Hermione! -- la chiamò a distanza.

L’altra si voltò e lo guardò con un cipiglio cupo in volto

-- Senti io avrei da fare adesso… -- fece la ragazza voltandosi dall’altra parte nuovamente

-- No ascolta… dovremmo parlare… dovrei parlarti… -- fece il ragazzo prendendola per un braccio e costringendola a voltarsi, guardandola poi dritta negli occhi.

-- Hermione? C’è qualcosa che non va? -- una terza voce, che alle orecchie di Draco apparve sconosciuta si intromise nel discorso.

Si voltò verso il proprietario della voce e poté constatare che era un ragazzo alto all’incirca come lui, con i capelli neri lunghi e due strani occhi viola che non gli piacevano affatto

-- Non ti preoccupare Maurice… stavamo giusto chiudendo il discorso vero Draco? -- fece amara la ragazza scivolando via dalla sua presa.

-- Certo… -- fece con altrettanta amarezza Draco.

-- Bene… allora andiamo Herm? --

-- Ok… -- fece Hermione allegra prendendo il braccio che il moro le stava offrendo.

Draco si stava a stento trattenendo dallo schiantare quello strano ragazzo.

Ma come si permetteva a chiamarla Herm?! Non ne aveva il benché minimo diritto… solo lui poteva chiamarla così…

-- Allora, ti va se andiamo ai tre manici di scopa? O preferisci Madama Rosmerta? -- sentì dire Draco

Dunque vanno ad Hogsmeade…

Si ritrovò a pensare il biondo, ricordandosi solo in quel momento che quel giorno c’era la gita ad Hogsmeade.

Forse quella sarebbe stata l’occasione per Draco di rimettere le cose a posto con Hermione.

Se solo quella maledetta pioggia fosse finita…

 

20 novembre ore 11:00

-- Allora, non mi dici come hai fatto a finire a giocare per la nazionale Inglese? -- chiese Hermione

-- Oh, bhé, non c’è molto da dire. Io avevo voglia di tornare in Inghilterra, la nazionale francese doveva fare uno scambio con l’Inghilterra ed eccomi qui… -- fece con aria annoiata lui.

-- E tu invece? Come sei finita ad insegnare ad Hogwarts? -- continuò fissandola con quei suoi occhi magnetici.

Hermione non sapeva come mai, ma si sentiva a disagio di fronte a quello sguardo indagatore.

-- Oh, bhé, non c’è molto da dire neanche sul mio conto… serviva un’insegnante di trasfigurazione, io mi sono offerta e mi hanno preso tutto qui… -- disse brevemente guardandosi in torno

-- Cosa voleva quell’altro da te poco fa? -- chiese bruscamente il moro.

Hermione per qualche secondo rimase disorientata dalla domanda, ma si riprese velocemente dicendo

-- Chi scusa? -- chiese Hermione non capendo a chi si stesse riferendo

-- Il ragazzo biondo, credo si chiami Malfoy --

-- Ah! Lui… nulla… parlare -- fece vaga

-- Cosa voleva? -- continuò lui con una nota minacciosa nella voce

Hermione lo squadrò per un attimo.

Non la convinceva affatto… non sembrava la persona che aveva conosciuto il giorno prima.

-- Niente che ti riguardi… -- fece Hermione.

L’altro le prese il polso e la strattonò con un po’ di forza

-- Ho detto cosa voleva? -- questa volta nel tono si intravedevano chiaramente delle note minacciose.

Hermione cominciava a sentire il polso dolerle per la morsa in cui era costretto.

-- Ma la vuoi finire, mollami il polso mi fai male… -- fece in un sibilo lei.

Ad un tratto si sentì trasalire quando una mano di lui si posò sul suo ginocchio da sotto al tavolo.

-- Mollami -- scandì per bene Hermione

-- Non dirmi che non ti piace.. Si vede a distanza di chilometri che sbavi per me… -- fece l’altro.

Ad un tratto ad Hermione parve di vedere un altro volto in sovrapposizione a quello di Maurice: capelli lunghi, di un biondo dorato tenuti in una lunga coda, labbra sottili tirate in un sorriso malvagio e due occhi azzurri come il celo e freddi come il ghiaccio…

Era la copia perfetta di Draco…

Ma durò veramente pochissimi secondi che per poco temette di essersi immaginata tutto…

Strattonò con forza il braccio così che lui mollò la presa sempre con uno strano ghigno stampato in faccia.

Lo guardò ancora per pochi secondi prima di uscire a tutta velocità dal locale.

20 novembre ore 11:00

Anche Draco si era vestito in modo “normale”, vale a dire senza uniformi e cose varie, con un paio di jeans neri e un maglione dello stesso colore a collo alto.

Girava da circa mezz’ora per Hogsmeade alla ricerca di Hermione.

Dopo l’incontro di un’ora prima non l’aveva più vista.

Scoraggiato decise di entrare a prendere un bicchiere di whisky incendiario ai tre manici di scopa.

Il locale era piuttosto allegro, ma non eccessivo come da Madama Rosmerta, ricordava gli orribili periodi in cui stava con Pansy, che lo portava sempre in quell’odioso posto.

Una smorfia di disgusto si dipinse sul suo volto.

Voltò lo sguardo verso una coppia in un tavolino in fondo.

La ragazza pareva parecchio a disagio, mentre il ragazzo sembrava piuttosto brillo.

La scena lo divertì non poco finché non notò qualcosa di familiare.

Il ragazzo aveva degli strani occhi viola…

Era sul punto di alzarsi e di andare a dirne quattro allo strano ragazzo finché non vide uno strano riflesso nel volto del ragazzo.

Restò completamente impietrito nel vedere “se stesso” in quello strano riflesso… solo che aveva i capelli più lunghi e gli occhi erano molto più freddi dei suoi…

Papà…

Si ritrovò a pensare… quella era la copia perfetta di Lucius Malfoy… il fedele braccio destro di Voldemort, morto per mano sua ormai da anni… non aveva mai realmente sentito la sua mancanza…

Ma in quei secondi era certo di aver visto il riflesso di suo padre nel volto del ragazzo dagli occhi viola…

Non poté pensare ad altro perché vide Hermione alzarsi di colpo dal tavolo per uscire come una furia dal locale…

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Fine decimo capitolo

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

20 novembre ore 11:30

Aveva voglia di correre il più lontano da quello strano ragazzo…

Non si sentiva al sicuro…

Non come con Draco almeno…

 

Ecco! Pensi sempre a lui!

 

Si ripeteva mentre cominciava a rallentare la sua corsa per riprendere fiato. Si trovava in una zona piuttosto appartata dietro ad un locale. Si stava bene… pensò Hermione sedendosi su un masso lì vicino.

 

Era certa di aver visto un altro volto in quello del ragazzo… uno molto simile a quello di Draco…

In mente le balenò un altro nome

Ma non poteva essere, era morto da troppo tempo, e poi cosa avrebbe dovuto volere da lei?

Ad un tratto sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla.

Le scappò un urlo che fu prontamente fermato da un’altra mano

-- Shhhh calma! Sono io! -- fece una voce a lei nota.

-- Harry! -- fece la ragazza sospirando di sollievo

-- Mi hai fatto prendere un bello spavento sai! -- continuò in un sibilo.

-- Ti ho vista qui seduta e dato che mi trovavo da queste parti… -- fece il ragazzo lasciando la frase in sospeso.

-- E come mai ti trovi da queste parti? --

-- Missione Top Secret mi dispiace Herm -- fece l’altro stringendosi nelle spalle.

-- Ok, inutile che continui a farti domande vero? --

-- Esattamente. --

-- Ok… e con Luna? Come va? Cosa le hai detto di questa tua strana partenza? -- chiese Hermione cercando di cambiare argomento. Il ragazzo si passò nervosamente una mano tra i capelli

-- Non ho potuto dirle molto… sa che sono in missione, ma non sa ne dove, ne per quanto tempo starò via… -- fece con un po’ di amarezza nella voce.

-- Deve essere una situazione molto triste… -- fece con un velo di malinconia negli occhi la ragazza

-- Infatti lo è… a te come va invece? Come mai sei qui? Ti ho vista correre praticamente verso questo masso.. -- fece indicando la grossa pietra ai piedi della ragazza

-- Oh… niente! -- fece con tono ironico Hermione

-- C’è solo un pazzo maniaco dagli occhi viola che, “ironia della sorte!”, insegna al tuo posto finché non tornerai… e… ah si! Crede che sia una sgualdrina qualunque! E in più credo di stare diventando miope, dato che mi è sembrato di vedere un altro volto al posto suo! -- fece con un sorriso amaro la ragazza.

Harry la guardò leggermente stranito.

-- Interessante… e con Draco? Come va? Avete chiarito una volta per tutte? --

-- SI come no! Non può neanche vedermi! -- fece con una smorfia l’altra.

-- Ma che stai dicendo? È due giorni che non fa altro che dirmi che vuole chiarire! -- fece l’altro con fare esasperato.

Per un attimo Hermione rimase interdetta

-- Senti Harry non vorrei che -- cominciò a dire quando il moro le tappò la bocca con una mano

-- Silenzio. Qualcuno sta venendo da questa parte -- fece l’altro con fare assorto ad ascoltare suoni che Hermione era certa non esistessero.

-- Presto vieni qui! -- la prese per un braccio e la nascose sotto al mantello dell’invisibilità da qui era venuto.

 

20 novembre ore 11:30

L’aveva vista correre da quella parte come una furia.

Eppure di lei non c’era la benché minima traccia…

Si passò una mano tra i capelli…

Certo che era stancante seguirla in quel modo…

No, No… ma che stai dicendo Draco?!

Si ripeteva da solo.

Rallentò il passo e si lasciò cadere su un masso lì vicino

 

FRUSHH

 

Si voltò di scatto a guardarsi dietro.

Niente…

-- Ok… Harry vieni fuori! -- fece con voce annoiata il biondo guardandosi intorno e aspettandosi di vederselo comparire da un angolo.

Niente.

Il silenzio più totale.

-- Potter! Odio questi giochetti idioti esci subito da li! -- fece irritato Draco

 

FRUSHH

 

-- MA INSOMMA!! VUOI VENIRE FUORI SI O NO?! -- fece urlando Draco.

Se non altro era un buon modo per scaricare la rabbia del momento.

Qualcosa si mosse ma non vi badò molto, almeno finché da dietro ad un albero non sentì dei passi dietro di lui.

Era certo che si trattasse di Harry, e automaticamente disse voltandosi

-- Era ora Potter! Non mi piace che mi si spii le spalle… -- ma si bloccò di scatto vedendo una ragazza dai lunghi capelli castani e degli occhi color cioccolato che lo guardava con aria interrogativa.

-- Hermione… -- fece in un sussurro

-- Draco -- fece amara lei tornando al suo solito modo di fare rigido.

-- Che ci fai qui? -- chiese tornando anche lui velocemente al suo solito modo di fare.

-- Potrei fare la stessa domanda a te Malfoy --

-- Sono capitato qui per caso. E tu invece?-- fece con tono secco il biondo

-- Stavo facendo un giro da queste parti.. -- fece vaga la ragazza

Silenzio.

-- Chi era quel ragazzo seduto con te? -- chiese dopo con fare inquisitorio il biondo mordendosi la lingua per la gaffe appena fatta.

-- Mi stavi spiando?! -- fece Hermione, che d’improvviso era diventata color porpora in viso.

-- No, ti ripeto che stavo facendo un giro da queste parti. -- fece con aria gelida il biondo

-- E, caso strano, vai nello stesso bar in cui vado io… coincidenza vero? -- fece la bruna prendendo a camminare lentamente avanti e indietro.

-- Già, strana coincidenza. -- fece freddo lui.

Hermione si fermò di colpo e lo guardò allibita

-- La sai una cosa, sei incredibile! Prima mi usi, poi fai finta di niente come se non esistessi e adesso mi fai il terzo grado?! Non sono una tua proprietà, o forse ancora non l’hai capito? Io non sono proprietà di nessuno, tanto meno la tua! -- fece la ragazza mentre le guance le si erano colorate di un rosso vivo, che contrastava con la sua pelle chiara.

Draco l’ascoltava come se nulla fosse, anche se dentro sentiva come delle coltellate colpirlo al cuore.

-- Perché non vuoi ammettere che “ti sono mancata” dannazione?! -- fece nuovamente lei mentre gli occhi le si inumidivano, e cominciava a non vedere bene per le prossime lacrime.

-- Perché non posso.. -- fece lui prima di girarsi e prendere a camminare nella direzione opposta a quella della ragazza, che stava scaricando le lacrime che fino a quel momento aveva strenuamente trattenuto.

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Fine undicesimo capitolo

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

 

1 dicembre ore 11:00

Non era riuscito a chiudere occhio quella notte.

Il pensiero di Hermione lo tormentava da tanto, troppo tempo ormai.

Si stropicciò velocemente gli occhi con una mano, quando si sentì strattonare con forza contro il muro poco distante da lui.

Aprì gli occhi ma non vide nessuno, nonostante si trovasse sospeso a pochi centimetri da terra.

-- Cosa vuoi Potter? -- chiese con foce leggermente strozzata per la presa pesante che aveva intorno al collo.

-- Cosa voglio? Cosa voglio?! Dovresti saperlo benissimo cosa voglio! -- fece la voce sibilante e furibonda del moro che, dopo aver gettato in malo modo sulla sedia su cui era seduto prima il biondo il mantello dell’invisibilità, si era ormai reso visibile all’altro.

-- Mi spiace deluderti Potter, ma non ho la benché minima idea di cosa tu voglia da me, e se per caso volessi lasciarmi andare.. -- fece anche l’altro in un sibilo, che però era dovuto alla mancanza di aria. Ma il moro non accennava ad allentare la presa, anzi strinse ancora un po’ il colletto della camicia del biondo.

-- Ok, ho capito. Distanzius -- fece con un filo di voce il biondo impugnando la bacchetta e allontanando così di forza il moro.

-- Anche io sono un Auror Potter, non dimenticarlo. E solo perché non ho lo stesso istinto omicida di mio padre non vuol dire che non possa fare un’eccezione per te. -- continuò Draco a bassa voce aggiustandosi la camicia e prendendo aria a pieni polmoni.

-- Ora se vuoi spiegarmi… -- fece con tono apparentemente troppo tranquillo il moro sedendosi comodamente su un banco lì a disposizione.

-- Ma di che stai parlando? --

-- Non fare il finto tonto. Sai benissimo di cosa sto parlando. Non mi piace affatto come hai trattato Hermione ieri -- fece serio in volto Harry

-- Cosa ti ha raccontato adesso? --

-- Niente, ho visto tutta la scena. -- fece il moro serrando la mascella per la rabbia repressa.

-- Ci hai spiato?! -- fece incredulo il biondo.

-- No, ero lì per missione, e ho visto tutto. Comunque non sviare l’argomento. Spiegami perché continui a non dare retta ad Hermione. -- rispose semplicemente Harry.

Draco sospirò.

Maledetto Potter! Proprio tu dovevi essere il migliore amico di Hermione?!

Pensò irritato passandosi una mano tra i capelli.

-- Se ti dicessi che c’è qualcosa che non quadra? --

 

1 dicembre ore 11:00

-- Allora, voglio che tutti voi trasfiguriate il vostro topo in un gufo e come compiti per la prossima volta voglio una tesi di non più di una pergamena sulla trasfigurazione da mammiferi a uccelli. Siamo intesi? -- fece la voce rigida di Hermione agli alunni che annuivano con poca energia.

-- Avete tempo fino al suono della campanella da questo momento-- continuò dopo poco, prendendo a girare per i banchi e guardando distrattamente i ragazzi che procedevano a fare l’esercizio.

E mentre passava per i banchi rifletteva.

Rifletteva sul “perché” di quella risposta… di quelle parole che lui le aveva duramente sputato in faccia in un semplice sussurro.

Il solo pensiero sembrava spaccarle in due il cuore…

Fu il suono della campanella a riportarla bruscamente alla realtà. Fece cenno ai suoi alunni di uscire e aspettò pazientemente l’arrivo della classe seguente.

Era seduta sulla sua scrivania quando sentì dei passi avvicinarsi. Alzò gli occhi e ne scontrò un paio molto magnetici di uno strano viola.

-- Maurice. Cosa vuoi? Non sei il benvenuto -- fece amara l’altra senza mai distogliere lo sguardo.

-- Volevo scusarmi per quanto è successo pochi giorni fa… non ero in me… ti chiedo scusa.. -- fece a bassa voce.

Hermione l squadrò per un paio di secondi

-- Perdonato, adesso va, altrimenti come lo spiego agli alunni. -- fece l’altra mostrando un sorriso falso.

-- Ok… allora… tieni… leggilo alla fine delle lezioni.. -- fece lui sorridendole e uscendo dalla stanza dopo averle dato un bigliettino che Hermione si rigirò frequentemente tra le mani.

 

1 dicembre ore 12:00

-- Dunque, fammi capire bene, tu credi che quell’insegnante che ha preso il mio posto in realtà sia qualcun altro? --

-- Esatto --

-- E che stia usando Hermione per raggiungerti? --

-- Esatto --

-- E dunque che stia cercando di scoprire qualcosa di più sull’ordine? --

-- Ancora esatto Potter, vedo che ogni tanto il cervello lo metti in moto! -- fece con una nota sarcastica il biondo.

-- Lasciatelo dire Malfoy, da quando insegni in questa scuola sei più cretino che mai. Neanche quando eravamo studenti ti facevi tante paranoie -- fece Harry con un sopracciglio alzato in segno ironico.

-- Si, ma allora io dovevo essere un Mangiamorte. -- fece in un sibilo amaro l’altro.

-- Giusto -- assentì Harry.

-- Bene, ora dovresti andare. Non hai ancora finito il tuo lavoro immagino… -- lo liquidò il biondo

-- Ci sono molto vicino non preoccuparti. Comunque, non dovresti far partecipe di tutto ciò anche Hermione? È giusto che venga a sapere, è un ottimo Auror e riuscirebbe sicura --

-- No. Non voglio immischiarla in altri guai. Sarà già un miracolo se mi parlerà ancora dopo ciò che le ho detto ad Hogsmeade -- fece con voce e viso inespressivo.

Nonostante fossero passati parecchi mesi da quando lavoravano insieme Harry rimaneva ancora profondamente colpito dalla capacità che aveva Malfoy di nascondere a tutti i suoi sentimenti.

-- Bene, fai come ti pare. Alla prossima Malfoy -- fece prima di scomparire sotto al mantello dell’invisibilità e chiudere con uno scatto la porta alle sue spalle.

Draco aspetto qualche secondo come per accertarsi che non vi fosse realmente qualcuno e si lasciò cadere sulla poltrona dietro alle sue spalle.

 

1 dicembre ore 12:00

Per quel giorno le lezioni erano finite, ed Hermione ne era parecchio sollevata.

Era stata una giornata lunga e anche piuttosto faticosa…

Si alzò dalla scrivania e fece per andarsene, quando lo sguardo le cadde sopra un piccolo foglietto ripiegato sopra la scrivania.

Il biglietto di Maurice.

Lo aprì con una calma che non le apparteneva realmente e lesse

Cara Hermione,

Devo averti fatto una brutta impressione. Solo che quel giorno non ero in me, era come se ci fosse stato qualcuno altro a prendere il controllo delle mie azioni. Vorrei riprovare ad instaurare un buon rapporto d’amicizia, se ti Va… ti chiedo solo di darmi un’altra possibilità…. A tutti va concessa un’altra possibilità no? Se ti va possiamo vederci stanotte a mezzanotte nella torre di astronomia

Maurice

Un groppo le si formò in gola.

Le sembrava di rivivere l’inizio della sua strana storia con Draco.

Non era sicura di voler andare all’appuntamento, per di più da sola, con Maurice, ma forse… era veramente cambiato..

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Fine dodicesimo capitolo

Cosa ve ne pare? Se siete stati attenti qui si deve essere notato qualcosa… sono moolto misteriosa io…

Spero vi sia piaciuto! Quindi fatemelo sapere via recensioni please!!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

1 dicembre ore 10:00

Due giovani erano riuniti.
Avevano l’aria di essere parecchio tesi…

Ad un certo punto il biondo prese parola

-- Allora Potter? Hai scoperto qualcosa? -- fece con voce annoiata Draco Malfoy.

-- Secondo te? -- fece con aria scettica il moro

-- Va bene, basta con i giochi. Parla -- fece il biondo chiudendo il discorso

-- Ok. Dunque, sono andato a fare quelle ricerche che mi avevi chiesto… --

-- E Allora? --

-- Calmati Malfoy, sei più irascibile di un tempo… -- lo schernì il moro

-- Non sono di buon umore. Quindi evita di scherzare. --

-- Bene. Come ti ho già detto, ho fatto le ricerche che mi hai chiesto, e ho scoperto che esiste un incantesimo molto antico. Con questo si può riportare in vita le persone, sotto altre sembianze… -- fece Harry lasciando la frase in sospeso.

-- Ma? --

-- Ma… il libro in cui è contenuta la formula non si trova da millenni, si pensa sia seppellito nel centro della terra, dove nessun essere vivente, babbano o mago che sia, possa venirne in possesso -- fece tutto d’un fiato.

Il biondo si passò nervosamente una mano tra i capelli

-- Bene… se scopri qualcos’altro fammelo sapere… -- fece il biondo voltandosi verso la finestra.

-- “Grazie Potter, e scusa se ti sto facendo perdere tanto tempo…” -- lo riprese il moro con aria offesa

-- Grazie mille! -- fece il biondo con un sorriso falso in volto.

Harry lo guardò a braccia incrociate mentre entrambe le sopracciglia erano alzate.

-- Bhé… meglio di niente… -- fece prima di scomparire sotto il mantello.

Si sentì la porta aprirsi

-- A proposito Malfoy… ma a che ti serve quest’incantesimo? -- chiese incuriosito il giovane da sotto il mantello dell’invisibilità.

Minuti di silenzio

-- Se è come penso… potrebbero andarne di mezzo molte vite… -- fece il biondo in un sussurro roco.

1 dicembre ore 11:58

Alla fine aveva deciso di andare all’appuntamento.

Non capiva perché avesse accettato, ma credeva che sarebbe stato giusto dare un’altra possibilità al ragazzo…

Aveva indosso un semplice mantello nero al posto di quello di Harry, ma con un incantesimo di disillusione riusciva a rendersi praticamente invisibile agli occhi indiscreti di qualche ragazzino in cerca di guai notturni.

Solo una mente molto acuta anche abituata all’uso di quest’incantesimo poteva rilevare la presenza di qualche persona.

Stava salendo lentamente gli scalini che portavano alla torre di astronomia, quando sentì dei passi, leggeri affiancarla.

Si fermò di scatto, smettendo anche di muovere le palpebre, assumendo così totalmente l’aspetto del muro alle sue spalle.

Si guardò con circospezione intorno e intravide una figura, alta, che scrutava con attenzione da lontano il punto esatto in cui si era fermata lei.

Non riusciva a distinguere perfettamente i carattere principali, ma notò subito due occhi grigi, completamente ghiacciati osservarla prima di dissolversi nel nulla.

Aspettò ancora qualche secondo prima di riprendere a camminare.

Questa volta affrettò il passo, non si sentiva al sicuro, era come se due lame d’acciaio le stessero perforando i polmoni.

Draco…

Il nome del ragazzo le balenò alla mente in un secondo. Solo con lui aveva provato emozioni simili, non uguali, ma simili.

Era assorta nei suoi pensieri quando si rese finalmente conto di essere arrivata a destinazione.

Aprì lentamente la grande porta che portava alla torre, e vide che era già occupata.

Il ragazzo era girato di spalle, ma lo si poteva riconoscere per la sua famosa coda bassa.

Non si voltò neanche quando il rumore sordo della porta che veniva chiusa echeggiò nell’aria.

-- Maurice… -- lo chiamò allora lei piano.

-- Hermione -- fece l’altro. Nella sua voce non c’era nulla di dolce, ne di affettuoso. Sembrava essere una specie di quei robot babbani.

-- Maurice, stai bene? -- fece avvicinandosi cautamente la ragazza.

-- Si, non ti preoccupare. Volevo solo fare una chiacchierata… -- fece l’altro tornando a parlare normalmente. Hermione si dette della stupida, probabilmente aveva solo sentito male.

-- Vieni, siediti qui -- continuò il moro indicandole un posto accanto al suo.

Hermione lo guardò con circospezione. Si puntò la bacchetta addosso e pronunciò la formula per levare l’incantesimo di disillusione. Fu come se una cascata di acqua calda le colasse addosso.

Poi si sedette dove le aveva indicato il moro.

Ci furono attimi di silenzio, che ruppe quest’ultimo dopo un po’

-- Devo averti fatto una brutta impressione… per quello che è successo poco tempo fa… -- fece a bassa voce. Hermione non fiatò. Era vero. Non le aveva fatto una buona impressione.

-- Solitamente non sono così… e solitamente tendo a conoscere le persone prima di invitarle ad uscire con me… -- continuò mentre la voce era ormai un sussurro.

Il ragazzo voltò il viso fino ad incontrare con i suoi occhi quelli della ragazza.

Magnetici

Si ritrovò a pensare Hermione, che non riusciva proprio a staccare lo sguardo da quegli occhi di un viola così intenso da sembrare blu nell’oscurità della notte.

La vista del loro primo incontro balenò nella mente della ragazza, di come fosse cambiato da un giorno all’altro e una domanda sorse spontanea..

-- Chi sei -- fece in un sussurro.

L’altro voltò lo sguardo davanti ad osservare il celo che si stendeva davanti a loro come una lunga ed infinita coperta.

-- Alcuni segreti non andrebbero mai svelati… -- fece con aria enigmatica.

Hermione lo guardò e per un attimo le parve di scorgere negli occhi scuri del ragazzo delle ombre azzurre.

Si dette per la seconda volta in una serata della stupida.

Fece un largo sospiro e si alzò.

La loro discussione non avrebbe portato da nessuna parte.

Fece per salutarlo quando si sentì bloccare il polso.

Si voltò di scatto e quello che vide la lasciò completamente senza fiato.

Non era Maurice…

Occhi azzurri, lame di ghiaccio, capelli biondi, lunghi e tenuti in una coda bassa, viso dal portamento fiero e austero nonostante la magrezza, il pallore della pelle lo faceva somigliare molto ad uno spettro

-- Dì a mio figlio che non è finita qui… -- fece con voce piatta e strascicata.

-- Mi spiace Hermione… -- per un secondo era tornato ad essere Maurice, prima di riprendere le sembianze di Lucius Malfoy.

-- La vendetta è in arrivo -- fece con le sembianze del biondo.

Hermione osservò con orrore la scena che le si era presentata davanti.

Non aveva capito molto delle parole che avevano detto, ma sapeva per certo una cosa.

Doveva mettere in guardia Draco.

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Fine tredicesimo capitolo

Lo so che è cortissimo, ma è un’introduzione al prossimo che PROMETTO sarà decisamente più lungo.

Cmq volevo dedicare questo chap ad Emma Granger, a cui auguro anche buona fortuna come scrittrice…

Infine cara Mew pam qualcosa sul lavoretto che Harry sta facendo si DEVE essere capita…

Capitolo cortissimo lo so… e chiedo immensamente e umilmente scusa!!! Thanks

Alex

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

2 dicembre ore 02:00

Si rigirò con violenza nel letto. Dopo lo strano incontro che aveva avuto con Maurice/Lucius non era più riuscita a prendere sonno, nonostante avesse realmente bisogno di dormire.

Fece un sospiro mentre si alzava per andare a sciacquarsi il viso con dell’acqua fresca.

Entrò nel bagno e prese una manciata d’acqua che si gettò sul viso.

Rialzando lo sguardo verso lo specchio le parve di vedere una figura, minuta dietro di se, ma si disse che probabilmente era semplice suggestione per tutto ciò che le era capitato durante la giornata.

Riprovò a mettersi a letto, provando a leggere uno dei suoi giganteschi tomi.

Dopo una manciata di minuti rinunciò all’impresa, non riusciva neanche a capire ciò che leggeva, passava semplicemente gli occhi da una riga all’altra, senza comprendere il significato delle parole.

Si alzò dal letto e si vestì velocemente.

Forse facendo una passeggiata si sarebbe tranquillizzata.

L’aria era gelida per essere solo ai primi di dicembre, eppure lui non riusciva a sentire freddo.

Potter gli aveva chiarito molti pensieri, senza neanche volerlo probabilmente… aveva fatto bene ad affidare a lui il compito di trovargli quelle informazioni.

Dopo la lotta contro Voldemort, prima che partisse per la sua missione, con Potter aveva stipulato un patto, che riguardava Hermione, ma che lei non sarebbe mai dovuta venire a conoscenza.

Si promisero che non l’avrebbero mai lasciata sola.

E in quel momento gli tornò alla mente il ricordo di quel giorno…

Due giovani erano seduti ad un tavolino alla Stamberga Strillante, ormai molto poco frequentata.

-- Non voglio che nessuno le torca un capello, Potter… -- fece un ragazzo dall’aria molto seria e da due occhi di un azzurro raggelante

-- Credi forse che lo renderei possibile? -- la voce atona di un ragazzo moro e dagli occhi di un verde molto profondo parlò.

-- No, non credo che lasceresti Hermione “incustodita”, ma ci tengo a ripetertelo… --

-- Si, lo so. Comunque bada che Hermione sa benissimo come difendersi. È la migliore Auror presente dopo di me qui… --

Il ragazzo biondo annuì lievemente con un movimento del capo, piuttosto concentrato nei suoi pensieri.

-- Si. Ma non credo saprebbe difendersi da alcune cose… -- fece in un sussurro.

-- Cosa intendi? --

-- Forse nulla o forse molto, Potter, voglio che le rimani vicino. Che non le fai sentire il peso della mia mancanza… -- fece sempre con la solita serietà e professionalità il biondo, mentre sorseggiava il suo whisky incendiario con lentezza.

-- Credi davvero che le mancherai così tanto? -- chiese mentre un ghigno di scherno appariva sul suo volto il moro.

-- Anche più di quanto pensi. Potrebbe arrivare a fare delle sciocchezze. Quindi ti ripeto: non voglio che le accada nulla… --

-- Perfetto, se vuoi assicurarti che manterrò la mia parola “Incatenate Promise” -- l’altro mormorò queste parole in un sussurro appena percettibile, ma che bastò per far si che della sua bacchetta uscissero delle scintille che ricoprirono entrambi i ragazzi.

-- Benissimo Potter, non credo abbiamo altro da dirci -- fece il biondo alzandosi dalla sua sedia e dirigendosi verso l’uscita del locale, ma prima di uscire si fermò.

-- Ah, e Potter, Hermione non deve sapere nulla di questa faccenda. -- fece prima di riprendere a camminare.

Sorrise ripensando a quel giorno.

Potter aveva mantenuto la sua promessa, e anche piuttosto bene. Non che avesse poi tanti dubbi, era stato l’unico capace di uccidere Voldemort, cosa mai sarebbe stato proteggere segretamente Hermione da pericoli che neanche lui stesso conosceva?

Proprio mentre era immerso in questi suoi pensieri vide una figura muoversi con lentezza nel grande parco della scuola.

Automaticamente mise la mano all’interno del mantello, pronto a prendere la bacchetta in caso di necessità. Avrebbe detto che si trattava di un Dissennatore se non fosse stato che non aveva sentito nessun cambiamento emotivo, nessuna mancanza di felicità.

Si avvicinò senza fare il minimo rumore alla figura, senza neanche mettersi in mostra. Sembrava stesse camminando sospeso nell’aria tale era il silenzio che vi era attorno, solo il lieve fischiare del vento rompeva quel religioso silenzio.

Aveva ragione… l’aria fresca del parco le avevano fatto decisamente bene. Si era addentrata un po’ lontano da dove andava di solito, poteva intravedere l’inizio della Foresta Proibita, ma in mezzo a tutta quella tranquillità si sentiva già meglio, e molti dei suoi “brutti pensieri” se ne erano già andati.

Proprio in quel momento vide una figura, minuta, molto simile a quella che aveva intravisto nella sua stanza camminare poco avanti a lei.

O è un nano o è un bambino…

Si disse mentre si dirigeva verso la figura. Era ormai poco lontana da questa quando sentì un qualcosa premerle sulla spalla. Si voltò immediatamente e si tranquillizzò nel vedere un viso noto.

-- Draco… mi hai fatto prendere un colpo… -- fece prendendo fiato la ragazza.

-- Potrei dire lo stesso di te. Cosa ci fai in giro a quest’ora di notte? -- chiese con fare alquanto inquisitore il ragazzo.

--Potrei chiedere la stessa cosa a te. Comunque stavo facendo un giro, per riordinare i pensieri… -- fece mentre il viso appariva più concentrato, la ragazza.

Era parecchio indecisa se dire o no a Draco di Maurice, ma alla fine optò per non dire nulla, almeno finché non avesse capito qualcosa in più. Sorrise rassicurante vedendo l’altro guardarla con fare interrogativo.

-- Ok… anche io facevo un giro… -- fece con lo stesso tono della ragazza il biondo.

La giovane annuì con la testa prima di voltarsi e tornare a guardare nello stesso punto in cui vi era la figura anonima.

-- Cosa cerchi? --

-- Eh? --

-- Dicevo: cosa cerchi? Ti vedo concentrata, stai cercando qualcosa da queste parti. -- fece con fare risoluto Malfoy.

-- No, niente… -- fece velocemente Hermione

CREEKK

-- Hai sentito anche tu? -- chiese la giovane mettendo tutti i sensi all’erta e preparando la mano ad usare la bacchetta in caso di necessità.

-- Sentito cosa? -- non voleva ammettere di aver sentito anche lui quello strano suono. Sarebbe stato un po’ come accertare tutti i suoi timori.

-- Quel… suono… -- fece la ragazza indietreggiando di un passo.

Il rumore proveniva dalla foresta

-- Si… adesso si… -- fece Draco estraendo la bacchetta dalla tasca interna del mantello e puntandola in avanti in un punto indefinito.

-- Chi c’è? -- chiese a gran voce Hermione, puntando anche lei la bacchetta in avanti verso la foresta.

Un fruscio e un lieve rompersi di rametti ruppe il silenzio tombale che si era formato nuovamente.

Tutti e due erano all’erta, per cercare di sentire qualunque strano suono.

Ed ecco che si intravedeva già una figura. Era minuta, esattamente come quella che credeva di aver visto Hermione in camera sua. Al pensiero un brivido le passo velocemente la schiena.

I raggi della luna illuminavano appena l’ambiente altrimenti completamente avvolto dalle tenebre, e si potevano intravedere i tratti caratteristici di un essere umano.

Era sicuramente una ragazza, e i capelli, probabilmente di un marrone scuro, erano disordinati, i vestiti semi lacerati. Camminava zoppicando, senza fretta, verso i due giovani che alquanto inorriditi osservavano la scena da lontano.

Mormorava parole senza senso, che ai due arrivavano come dei borbottii confusi.

E solo quando si trovo a pochi metri dai due ragazzi si fermò per guardarli.

-- Lui… non è mai morto… sta ritornando… per voi… -- fece indicando Hermione e Draco, prima di cadere al suolo svenuta.

Dopo che ebbe parlato Hermione riconobbe subito la persona.

Si precipitò verso il corpicino privo di forze steso sulla terra fredda.

-- Sarah… Sarah… -- disse piano cercando di svegliarla, e scuotendola un po’ per le spalle…

Draco da parte osservava tutta la scena.

-- Non credo che combineremo molto in questo modo… bisogna portarla in infermeria… -- fece il biondo incrociando lo sguardo della donna.

-- Ok, andiamo… vingardium leviosa -- sussurrò Hermione puntando la bacchetta sul corpo della bambina che inizio a levitare a circa un metro di altezza dal terreno.

2 dicembre ore 09:00

La prima sensazione che sentì appena svegliata fu una strana sensazione di calore. Automaticamente le venne da sorridere. Questo finché non le tornò alla mente il ricordo di ciò che era successo la notte precedente.

Aprì gli occhi di scatto non ricordando neanche dove si trovava.

Vide che era sdraiata su un letto dell’infermeria, la sveglia sul comodino segnava le 09:00, e la sala era completamente vuota a parte lei e Draco sdraiato accanto a lei.

Solo in quel momento si accorse di essere abbracciata al ragazzo, che nel sonno, ricambiava.

Si allontanò quasi automaticamente alzandosi dal letto.

-- Ma cosa? -- la voce assonnata del ragazzo le arrivò fino alle orecchie.

-- Ciao… -- fece sbrigativa Hermione, mentre con un incantesimo si aggiustava i capelli, completamente disfatti dal sonno.

Il ragazzo si stropicciò con forza gli occhi prima di alzarsi velocemente anche lui dal letto dell’infermeria.

-- Cosa è successo? -- chiese sempre con voce impastata Draco.

-- Dobbiamo esserci addormentati… -- fece Hermione, cercando sempre di evitare lo sguardo del ragazzo, che da un po’ pareva essersi svegliato e la scrutava con attenzione.

-- Già… -- fece Draco con un tono che lasciava molto ad intendere.

-- E basta -- fece Hermione con lo stesso tono.

-- Si -- fece il ragazzo sistemandosi velocemente i capelli con una mano.

Hermione fece un sospiro e si guardò intorno. Sarah non c’era più.

-- Hanno portato via la bambina -- constatò ad alta voce il giovane, quasi le avesse letto la mente.

-- Si… vado a chiedere a madama Chips dove l’hanno portata. -- fece Hermione incamminandosi a grandi passi verso l’uscita dell’infermeria.

-- Vengo con te -- fece il ragazzo raggiungendola.

La giovane non replicò ed insieme si incamminarono alla ricerca di Madama Chips.

Poco dopo, videro una figura uscire dal quadro che portava all’ufficio del preside.

-- Madama Chips,dove avete portato la bambina? -- fece Hermione alla medimago, che li guardò con circospezione prima di rispondere.

-- Seguitemi…-- fece in un sussurro cominciando a camminare velocemente.

I due giovani si guardarono per un attimo prima di seguire Madama Chips.

Pochi minuti dopo si ritrovavano all’interno dell’infermeria, davanti ad un quadro,

-- Scaglie di Drago -- sussurrò la medimago, e il quadro si aprì rivelando un’altra sala, grande all’incirca quanto la precedente, ma decisamente più attrezzata.

-- Qui è dove teniamo i casi più critici… -- disse con lo stesso tono di prima madama Chips.

Hermione annuì pensierosa, mentre si avvicinava al letto in cui giaceva come morta la bambina, la pelle era completamente pallida, e gli occhi erano chiusi.

-- Come sta? -- chiese senza voltarsi la ragazza.

-- Non bene, per ora sappiamo che è viva… -- fece la medimago sconfortata.

Draco aveva esaminato un po’ la scena, forse sapeva di cosa si trattava, sembrava una delle conseguenze… ma non poteva essere… solo lui era capace di questo, nessuno era mai venuto a scoprire di cosa si trattasse…

Pensieroso si avvicinò anche lui al corpo della bambina, e fece allontanare Hermione e Madama Chips…

-- Non può essere… -- fece in un sussurro appena percettibile.

Decise che tentare con il contro incantesimo che spesso veniva usato su di lui da piccolo non gli costava poi molto, avrebbe anzi fatto il suo dovere da insegnante… mormorò con fare sommesso poche parole sotto voce accompagnate da un gesto fluido della bacchetta.
Una piccola scia verde fuoriuscì da questa e andò a posarsi sulla bambina. Dopodiché Draco si andò a sedere comodamente su una poltrona lì vicino.

Hermione aveva osservato con aria interrogativa tutta la scena.

-- Cosa hai fatto? -- domandò atona fissando il biondo nelle sue iridi ghiacciate.

-- Se ha funzionato, adesso lo vedrai. -- fece con colma il ragazzo accomodandosi di più sulla poltrona.

Un suono, come un tossire, fece voltare immediatamente Hermione verso il letto.

Sarah si era svegliata tossendo, quasi stesse rischiando di morire soffocata.

-- Sarah -- fece Hermione vedendo la bambina riprendersi. Madama Chips si accinse velocemente ad accertarsi che stesse bene, poi guardando Draco chiese

-- Ma come ha fatto? --

Il ragazzo rispose con una semplice alzata di spalle.

2 dicembre ore 10:00

Si trattennero in infermeria per un’altra ora circa, ed entrambi i ragazzi non potevano fare a meno di pensare a quanto accaduto.

Hermione era grata a Draco di ciò che aveva fatto, quella bambina era molto per lei, e non sapeva bene come mai ma sentiva che il ragazzo fosse coinvolto in tutta quella faccenda, così quando uscirono dall’infermeria per dirigersi ognuno verso la propria aula parlò.

-- Come hai fatto? -- chiese rompendo il silenzio tombale che si era formato.

-- Intuito? -- fece sbrigativo il ragazzo. Era evidente che non gli andava di parlarne, ma Hermione doveva parlarne.

-- Non prendermi in giro… come hai fatto? -- continuò imperterrita. Il ragazzo sospirò e la fissò con fare esasperato.

-- Tu non ti arrendi mai ad un “no” vero? --

-- Altrimenti che Grifondoro sarei? Comunque non cambiare discorso, vuoi deciderti a rispondere alla mia domanda o no? --

Il ragazzo esibì un altro dei suoi sospiri prima di parlare.

-- Conoscevo quell’incantesimo --

-- Quale incantesimo? -- adesso era realmente confusa.

-- Quello che ha colpito la bambina… --

-- E di cosa si trattava? --

-- … --

-- Allora? --

-- E’ un incantesimo che ti leva le forze a poco a poco, dapprima ti si oscura la vista, poi cominci a perdere l’uso degli arti superiori, poi quelli inferiori e infine, se non si cura in fretta si arriva alla morte… è un incantesimo di tale alta portata che solo un mago con poteri al di sopra del normale può evocare… come Voldemort o- -- fece lasciando a metà la frase in un sussurro roco il ragazzo.

La ragazza osservò sconvolta il biondo ex Serpeverde, come se avesse perso l’uso della parola.

-- E… tu… tu come fai a saperlo? -- si azzardò a domandare.

-- Perché l’ho sperimentato sulla mia pelle… -- fece con amarezza volgendo lo sguardo di lato.

-- Questa è la Quarta Maledizione Senza Perdono… --

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Fine quattordicesimo capitolo

E ora passiamo ai ringraziamenti:

Bhè, non posso fare a meno di notare che per ora l’unica persona che si è degnata di inserire una misera recensione su quel misero 13esimo capitolo è stata Mew Pam, comunque hai intuito bene, è una cosa simile, e qui ci sono altri importati indizi sul proseguimento della storia… spero recensirai anche il prox chap…

Bacissimi

Alex

P.S. Voglio dedicare questo chap a Ginny, una mia carissima amica, che non ha fatto altro per tutto il mese se non chiedermi di aggiornare… Bacionissimi!!!!!!! TV1KDBX Ever!!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

2 dicembre ore 09:10
-- Co… COSA???! -- fece con voce stridula la ragazza
-- TU VORRESTI DIRMI CHE C’è UNA QUARTA MALEDIZION… -- ma fu bloccata presto da una mossa veloce del biondo.
-- Shhhh! Vuoi stare zitta? Ci sono troppi testimoni qui. Andiamo da un’altra parte a parlare…-- fece il ragazzo in un sibilo, e trascinandosela dietro cominciò a camminare verso i sotterranei.
Pronunciò a bassissima voce la parola d’ordine e il quadro che sorvegliava la stanza si spostò per fare spazio ai due. Entrarono in una stanza, non troppo grande, e piuttosto buia.
-- Siediti lì -- fece indicandole una delle due poltrone scure. Hermione non si mosse.
-- Dai muoviti… -- fece nuovamente scocciato. Alcuni attimi e poi la ragazza finalmente si decise a muoversi verso la poltrona indicata. Il giovane le si sedette di fronte, sull’altra poltrona, anche questa nera e la scrutò attentamente prima di parlare.
-- Si chiama Inconsentius e a parer mio è la peggiore delle quattro maledizioni… con l’Avada Kedavra non percepisci nulla, esattamente niente, muori ma è come se non fosse successo… l’ho già provato -- fece osservandola dritta negli occhi e facendole traboccare in mente mille ricordi.
Silenzio.
-- Ma… ma… chi… -- Hermione non riusciva a trovare le parole giuste per dirlo.
-- Chi è l’essere che ha inventato questa maledizione… -- domandò, forse più a se stessa che al ragazzo di fronte.
Una risata intrisa di amarezza si sprigionò lieve nell’aria.
-- Non credo lo indovinerai facilmente… -- fece in un sibilo il biondo
-- Non è stato Voldemort… ma mio padre… -- continuò dopo un breve silenzio. Hermione impiegò un po’ di secondi per incassare il colpo.
-- Tu.. Vuoi dirmi che tuo padre… --
-- Esatto… non immagini neanche quante cose si “imparano” stando una vita a contatto con il più grande mago oscuro dei tempi… anzi, ex mago oscuro, dato che Potter l’ha ucciso… -- nuovamente mille ricordi attraversarono la mente dei due giovani, che non avevano smesso per un attimo di scambiarsi sguardi.
-- Comunque sia, mio Padre, ideò questa maledizione per “punirmi” quando non obbedivo… faceva in modo che arrivassi a perdere completamente l’uso di braccia e gambe prima di disincantarmi con il contro incantesimo… -- fece, questa volta abbassando lo sguardo.
-- Tuo padre…-- ripeté Hermione che stava riflettendo sulle parole di Malfoy.
-- Draco.. Dovresti sapere una cosa… -- ma non fece in tempo a finire che la porta della stanza si spalancò bruscamente.
-- Malfoy… devo assolutamente parlarti… -- fece un Harry Potter affannato.
-- Arrivo Potter… mi farai sapere dopo, d’accordo? -- fece dopo rivolto ad Hermione. La ragazza titubante annuì e si diresse verso l’uscita salutando con un breve “ciao” l’amico sulla soglia.
Non appena la ragazza fu uscita Harry entrò nella stanza e chiusa la porta insonorizzò tutta la stanza.
-- Ho interrotto qualcosa per caso? -- chiese a Draco
-- No, niente. Di cosa dovevi parlarmi? --
-- Lucius Malfoy… -- fece il moro
-- Cosa centra mio padre adesso? --
-- Alcuni Auror dell’ordine giurano di averlo visto girare per Nocturn Alley ieri sera… --
-- Ma è impossibile… è morto anni fa… a meno che…-- fece Draco
-- La formula non sia stata trovata. -- concluse per lui Harry
-- Ma come… --
-- Credo… attraverso un varco temporale… --

17 dicembre ore 16:00
-- NO! Devi puntare al boccino! Non devi distrarti per nessun motivo! -- fece un Draco alterato.
-- E VA BENE! Non c’è bisogno di scaldarsi! -- fece Hermione che cominciava a perdere le staffe. Il biondo si passò una mano
tra i capelli.
-- Giusto… scusa, ma non sono dell’umore adatto oggi -- fece scendendo lentamente con la scopa.
-- L’ho notato… sei così… da quando hai avuto la discussione con Harry. -- fece cauta Hermione.
Il biondo riprese velocemente quota per affiancarsi alla ragazza.
-- Hermione, ti prego, ti prego, tu resta fuori da questa storia -- fece gelido fissandola negli occhi.
-- Di cosa stai parlando? Quale storia? --
-- Niente, dimentica tutto, io non ho mai detto nulla.. -- fece scendendo fino al suolo.
-- No, non è vero. Dimmi cosa è successo -- fece risoluta, scendendo anche lei.
-- Hermione cazzo la vuoi smettere di rompere! -- fece ad alta voce il biondo voltandosi nuovamente furioso verso di lei.
Hermione rimase completamente spiazzata da quella reazione eccessiva, e se inizialmente aveva assunto un’aria sorpresa, il suo
sguardo si congelò velocemente.
-- Bene, benissimo Malfoy. Smetterò di scassarti. -- fece mentre con la sua scopa sfrecciava via.
Draco la guardò andare via, con aria impotente, dandosi mentalmente dello stupido idiota.
-- Hermione! -- provò a chiamarla… ma lei era già parecchio lontana, e disinteressata alle parole del biondo.

Volava…
Non sapeva bene dove, ma voleva allontanarsi il più possibile da quella scuola…
Non voleva rivedere la faccia di quel ragazzo, che l’aveva presa in giro, e la stava tutt’ora prendendo in giro.
Gli occhi le bruciavano come non mai e le lacrimavano, probabilmente per la velocità a cui andava, ma anche per la rabbia e la
frustrazione che sentiva in corpo.
Brava Hermione. Ancora una volta ti sei rivelata l’amica rompiscatole… la prossima volta stattene zitta…
Chiuse gli occhi e quando li riaprì restò alquanto sconvolta dal paesaggio che le si era parato davanti.
Immersa in questi pensieri non si rese conto di essere in una parte di Hogwarts che non conosceva…
Gli alberi erano alti, trascurati ed incutevano timore, il lago sembrava essere un altro lago… non era piatto e azzurro, ma sembrava essere in preda ad una tempesta, di un colore molto simile al nero.
Infine la parte di castello sembrava essere in disuso ormai da millenni.
Le vetrate, a mosaico, erano in gran parte distrutte, o completamente scolorite, e vi era un grande portone, identico a quello che conosceva, ma più tenebroso, spalancato, come un invito ben esplicito ad entrare…
Quella sembrava la parte peggiore della famosa scuola…
Si guardò bene intorno… era sempre più sicura di non conoscere quella parte della scuola…
Prese in mano il coraggio da Grifondoro che possedeva e si decise ad entrare…
Il pavimento era sporco e impolverato, vi erano porte e corridoi infiniti, che conducevano ad aule, che corrispondevano a quelle di Hogwarts…
Si guardò attentamente intorno, e si avvicinò ad un altro grande portone… molto somigliante a quello a quello che portava alla sala grande.
Lo aprì con cautela e vide che vi erano cinque lunghi tavoloni, dei quali uno apparteneva sicuramente ai professori.
Vi erano appese al soffitto delle logore “bandiere” sbiadite dal tempo dovevano significare le quattro case della scuola…
L’atmosfera era sempre più tenebrosa… non le piaceva quel posto… ma qualcosa le diceva che doveva visitare fino a fondo quella “scuola”…
In quel momento il pensiero della torre dei Grifondoro le attraversò la mente. Si diresse con passo felpato verso la torre che
corrispondeva a quella di Grifondoro. Solo in quel momento notò che i quadri erano vuoti… non vi erano neanche dei miseri paesaggi a formare il dipinto… solo delle misere cornici dorate.
Si avvicinò a quello che doveva essere il quadro della Signora Grassa e provò lievemente a pronunciare la parola d’ordine. Con sua grande sorpresa il quadro scricchiolante si mosse lentamente fino ad aprire il varco.
Entrata nella stanza principale vide lo stemma di Grifondoro troneggiare su tutto il resto. Era anch’esso sbiadito e scolorito, e tutto era impolverato da centimetri e centimetri di polvere.
Salì lentamente le scale a chiocciola che portavano verso il dormitorio femminile e il fiato le si mozzò in gola quando vide quella che doveva essere la sua stanza, quando era ancora alunna di Hogwarts…
La porta era scheggiata, la maniglia era stata forzata, e la targhetta sulla porta era illeggibile.
Si avvicinò e provò a spolverare con una mano la targhetta.
Sentiva qualcosa che non andava… quello non era il suo mondo…
Ed infine lesse:
Hermione Granger, Caposcuola Grifondoro
Si allontanò velocemente da quella porta, quasi come il solo sfiorarla le provocasse un grande dolore, e scese come un fulmine le scale fino ad arrivare all’uscita. Montò sulla sua firebolt e cominciò a volare senza avere una meta specifica.
Almeno fin quando non vide… quello…
Scese di quota, fino ad arrivare in prossimità della foresta proibita, dove aveva notato un piccolo accumulamento di fiori.
Temeva di sapere di cosa si trattasse.
Si avvicinò e vide all’incirca una decina di lapidi.
Su alcune di queste lesse i nomi di Remus Lupin, Ninfadora Tonks, Neville Paciock, Ginny, Fred e George, Luna, perfino Harry… e poi notò, due lapidi unite, più appartate…
Sopra vi era una piccola scritta a caratteri dorati, accuratamente mantenuti.
Qui si trovano le spoglie di Draco Lucius Malfoy ed Hermione Jane Granger… uniti per sempre da una morte precoce… provocata dal mio signore Lord Voldemort… speriamo tutti quanti le loro anime patiranno le pene dell’inferno, per non avere dovuto il giusto rispetto al nostro Signore Oscuro… Sono deceduti il 12/01...
Lucius Malfoy… la vendetta è tornata…
Lette questa parole trattenne a stento un gridolino, e rimontando sulla sua scopa volò lontano, senza mai fermarsi, sembrava fossero passate delle ore… finché stremata non perse conoscenza..

17 dicembre ore 20:30
Il banchetto era iniziato da una buona mezz’ora, e Draco cominciava seriamente a preoccuparsi. Capitava si che litigassero, ma non era mai successo che per colpa dell’uno l’altro mancasse alla cena.
Si alzò da tavola, scusandosi con tutti gli altri professori, ed uscì dalla sala.
Si guardò intorno senza sapere bene da dove iniziare a cercarla.
-- Cosa le hai combinato questa volta? -- una voce alle sua spalle lo fece voltare, senza però spaventarlo.
-- Potter, sempre in mezzo ai piedi tu, eh? --
-- E che vuoi farci… ho una predisposizione ad aiutare la gente… sono un Auror dopo tutto… --
-- D’accordo… adesso lasciamo da parte questi discorsi… -- fece Draco cominciando a camminare verso il portone della scuola.
-- Ancora non hai risposto alla mia domanda… comunque, perché non fai un giro anche tu in scopa, così magari la trovi? -- fece
Harry tranquillo, mentre Draco gli mandava un’occhiata alquanto truce.
-- Ma come diavolo fai a sapere sempre tutto?? Le stai appiccicato anche quando fa la doccia? --
-- Ricordi il nostro patto? -- fece con aria enigmatica il moro.
-- Mi fai schifo sai…-- fece il biondo rivolgendogli una smorfia disgustata.
-- Certo che è facile dirti balle… secondo te? Io controllo solo che non si ammazzi o cose simili -- fece nuovamente Harry-- Certo, come no, raccontalo a qualcun altro Potter… -- fece Draco mentre riprendeva a camminare con il mantello sulle spalle che svolazzava da una parte all’altra.
-- Ma dove vai?? -- chiese il moro sapendo già la risposta
-- A fare un volo --

Stava volando da circa mezz’ora, e ancora non aveva intravisto nulla. Il cielo era limpido e quindi era molto facile trovare qualcosa come una scopa per aria… se non fosse stato per il buio.
Almeno finché non sentì degli strani lamenti… che man mano che scendeva di quota sembravano sempre più delle richieste d’aiuto.
Nei pressi del limite della foresta proibita.
-- Ehi! C’è qualcuno? -- una voce, chiaramente di donna.
-- Chi c’è? -- chiese Draco
-- Alleluia finalmente qualcuno… Aiuto!! -- fece nuovamente la voce. Draco si avvicinò e sussurrò un lieve Lumos per illuminare la punta della bacchetta. E la vide.
Hermione era seduta per terra, una gamba era piegata in modo sovraumano, e probabilmente era rotta.
-- Hermione? -- chiamò con voce ferma il ragazzo.
-- Draco… -- fece la ragazza, quasi con aria delusa, o meglio, amareggiata.
-- Delusa di vedere me? -- chiese lui con lo stesso tono.
-- All’incirca -- fece con una smorfia la bruna.
-- Ti dovrai accontentare, non c’è Potter, ne nessun altro, quindi -- fece mentre si piegava per prenderla in braccio. Non appena la sollevò da terra lei emise un gemito strozzato.
-- Attento… credo di essermi rotta la gamba -- fece Hermione.
-- L’ho notato… immobilus -- pronunciò piano lui in modo che la gamba della ragazza smettesse di ondeggiare inerme.
-- E adesso come torniamo alla scuola?? Non penserai di portarmi lì in braccio. -- fece alzando un sopracciglio scettica.
-- Si potrebbe anche fare, ma credo sia più comodo con la scopa, no? -- ipotizzò sarcastico lui.
-- La mia però è fuori uso… l’ho persa di vista dopo aver perso i sensi… --
-- Prova a chiamarla con un incantesimo d’appello --
-- Accio Scopa -- fece Hermione concentrandosi sul suo manico di scopa.
Per qualche secondo sembrò non essere successo niente, almeno fin quando dei pezzi di legno, alquanto appuntiti volarono verso di lei ad una velocità impressionante, tanto che se non fosse stato per la prontezza di riflessi di Draco a quest’ora sarebbero stati trafitti entrambi come due vampiri…
-- Sai… credo sia meglio usare la mia… -- fece il biondo avvicinandosi alla sua scopa e montandovi sopra cominciò a librarsi dal terreno. Sentì le mani di Hermione stringergli alquanto nervose il mantello.
-- Calmati Herm, stiamo solo volando, mica avrai paura di una scopa -- fece cercando di tranquillizzarla, mentre metteva in mostra quel suo strano sorriso somigliante ad un ghigno.
-- Non è della scopa che ho paura… ma di chi la guida -- fece cauta lei fissandolo negli occhi in quell’oscurità. Quegli occhi che sin dall’inizio l’avevano sempre attratta, e che a volte aveva odiato profondamente. Il ragazzo sospirò e si alzò di quota fino a raggiungere la torre di astronomia.
-- Perché mai avresti paura di me? Non credo di incutere paura a prima vista… -- fece a bassa voce lui mentre si posava delicatamente sul pavimento di pietra della torre.
-- Non so… non ti riconosco più… -- fece Hermione.
-- Un attimo sei… sei… dolce, affettuoso… un altro… fai finta di non conoscermi… non ti capisco… e questo mi fa paura --
Draco sospirò una seconda volta, mentre faceva sedere Hermione, e le si sedeva accanto.
-- Hermione… io… neanche io mi riconosco più… sarà che… con tutta questa storia per l’ordine mi sta realmente mettendo alla prova… comunque… non si direbbe che tu abbia paura di qualcosa -- fece Draco.
Hermione sbuffò sonoramente
-- Mi pare ovvio. Sono una Grifondoro, e forse questa è una delle poche cose che ho imparato in quella casa -- fece la bruna.
Il biondo assentì con un cenno della testa e stettero entrambi in silenzio ad osservare il buio totale che si trovava tutt’intorno a loro, illuminato tenuemente da un tratto di luna. Ad un certo punto Hermione riprese in mano il discorso.
-- Quanti ricordi che ha questo posto… -- fece con aria nostalgica.
-- Già… ricordi al settimo anno? Quante ne abbiamo passate… -- fece con un sorriso lontano Draco.
Lei non rispose e abbassò il volto. Non voleva affrontare quella discussione. Era un discorso che non sapeva come affrontare.
Draco notò questa strana tensione che si era formata nell’aria in quel momento.
-- E’ una storia lunga… -- fece dopo alcuni secondi. Lo sguardo della ragazza si posò su di lui con aria interrogativa.
-- Spesso ti ho… come messa da parte… ero sempre indaffarato… non è che non mi fidi di te… ma voglio lasciarti fuori da questi affari pericolosi -- continuò fissando gli occhi scuri di Hermione.
-- E chi ti dice che io voglia starne fuori? -- fece Hermione. Uno strano sentimento di… stizza, nervosismo l’aveva colpita alle parole del biondo.
-- Non sono una bambina, ne tanto meno una stupida. Sono uno dei migliori Auror in circolazione… pensi che non riuscirei a tenere testa ad una missione? -- fece con una nota d’amarezza nella voce.
-- Non ho mai detto questo. So che sei un ottimo Auror.. Ma è una cosa troppo grande per te… --
-- E da quando sei tu a stabilire se una cosa è troppo grande o no per me? -- fece la bruna iniziando ad alterarsi.
Draco cominciava seriamente a dubitare di aver fatto bene ad immischiarla.
-- Senti, dimentica tutto, adesso andiamo in infermeria, l’incantesimo perderà presto il suo effetto.. -- fece alzandosi da terra e spolverandosi i pantaloni.
-- No! Adesso mi spieghi di quale missione si tratta -- fece Hermione con il tono che solitamente usava con i suoi alunni. Il ragazzo sospirò passandosi una mano tra i capelli. Decisamente non era stata una buona idea.
-- Hai mai sentito parlare del libro dei morti? --
Hermione lo guardò stranita e fece cenno di diniego con la testa.
-- E’ un libro di cui si parla sin dal medioevo… si dice vi siano raccolte alcune delle formule più potenti al mondo. Formule capaci di privarti del tuo ultimo respiro e al tempo stesso di renderti praticamente immortale -- si fermò a fissarla negli occhi qualche secondo. Era completamente assorta in quel discorso, sembrava stesse analizzando ogni singola parola nella sua mente.
-- Una leggenda narra che esso si trovi esattamente al centro della terra, un luogo nascosto, inaccessibile… ma una volta ogni trecento anni per sole quarantotto ore un passaggio si apre, e rende accessibile l’entrata… Naturalmente questa è semplicemente una leggenda, ma in ogni leggenda che una base di verità… -- fece prima di sedersi nuovamente di fronte a lei.
Hermione stava riflettendo accuratamente sulle parole del ragazzo….
-- Non si conosce l’autore di questo libro? -- chiese dopo un po’.
Draco fece una breve risata prima di rispondere.
-- Non credo che troverai quel libro in mezzo ad uno della biblioteca… comunque un tempo mio padre mi disse che fu scritto da un certo Rodolphus Jacobs Malephoy un antenato di famiglia, uno stregone al tempo, che deve aver protetto per bene questo suo scritto… -- rispose.
-- L’intraprendenza è una cosa di famiglia, vero? --
-- Esattamente… ma è adesso che arriva in gioco il tuo caro amico Potter… --
-- Cosa centra Harry adesso? -- chiese Hermione mentre la rabbia a poco a poco svaniva, sopraffatta da un forte senso di curiosità.
-- Sapevo che Potter fosse intenzionato a mettersi in viaggio per conto dell’ordine… e quindi gli ho chiesto un piccolo favore… questa è la storia -- fece Draco rimettendosi in piedi. Hermione era certa che quello che le aveva raccontato non era esattamente tutto, ma decise di non replicare, poiché altri pensieri si stavano formulando nella sua mente.
-- Quindi vorresti dirmi che grazie al Libro dei Morti si può tranquillamente resuscitare… -- chiese sovrappensiero.
-- Tranquillamente No… perché non è il corpo a resuscitare, ma l’anima, che in realtà non muore mai, e che può “convivere” con un altro corpo. Nel senso che l’anima senza alcun corpo in cui essere ospitato non può “rinascere”… -- spiegò tranquillamente Draco.
Nella mente di Hermione un piccolo campanello d’allarme cominciò a suonare… adesso si che tutto quadrava.
-- Draco devi stare attento… -- fece con tono d’allerta la ragazza.
-- E per quale motivo? -- chiese l’altro divertito mentre la caricava in braccio per scendere con la scopa all’ingresso principale.
-- Lucius Malfoy… è tornato -- sussurrò la ragazza mentre lo sguardo veniva attraversato da un lampo di terrore.
-- Come fai a sapere di lui? -- fece il biondo mentre la mascella si induriva e con essa lo sguardo.
Una terza persona si intromise nel discorso. Era entrata silenziosamente dalla porta che portava all’interno della torre. Era alta, imponente quasi, capelli che sembravano fili dorati, tirati indietro e tenuti legati in una coda bassa, due occhi che sembravano due pezzi di ghiaccio e un classico ghigno caratterizzavano la figura.
-- Contento di rivedermi figliolo -- parlò Lucius.

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Fine quindicesimo capitolo

Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah!! Sono KaTtIvA!!!! Vi lascio in sospeso!!!! Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah!! Vabbè a parte gli scherzi… cosa ne pensate del chap?? So che mi sono fatta aspettare parecchio però… come vedete è un po’ più lungo del solito… e poi non sapevo bene come far “chiarire” quei due… quindi fatemi sapere cosa ne pensate e come è venuto fuori… nel frattempo saluto calorosamente tutto coloro che mi hanno recensita:
Mew Pam: eh sapessi! Questo cervello mio è piuttosto malato… sputa idee a destra e a manca, ma nessuna funziona a dovere… e finalmente mi sono decisa a sputarne una decente… comunque io non sarei così sicura di Voldemort… ihihihihih… qui si capisce praticamente tantissimo… bacissimi… e fammi sapere che ne pensi… ^-^
Avril lavigne: Allora… cara Avril… sono d’accordo con te nel dire che Draco l’ho un po’ rimbambito (gli avrà fatto male stare insieme a quella vacca di Pansy Parkinson vero???)… baciarla… amarla… parole grandi vero? Però, sembra quasi non trovare il coraggio di farlo… dopotutto è un Serpeverde no? Chi sa cosa passerà mai nella mente di questi poveri scapestrati… ( ma se non lo sai neanche tu! Nd Lettori / Si che lo so… solo… devo ancora capirlo bene Nd Autrice / -_-” Nd Lettori)… bacissimi 4ever!!
Super gaia: ciao! Grazie mille per la recensione nel precedente capitolo… come vedi sono (finalmente) ritornata con un altro capitolo, che spero sinceramente ti piacerà… fammi sapere naturalmente ^-^
Ok… per adesso è tutto veramente…
Bacissimi

Alex

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