Il Tomo delle Leggende

di Portal Blanko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Fontana di Re Salvatore E la Landa dei Morti ***
Capitolo 2: *** Il segreto del laboratorio Curray e la minaccia dello Spettro di Zenas ***
Capitolo 3: *** Le Origini di Glacernon e la Leggenda del Castello dei Ghiacci ***



Capitolo 1
*** La Fontana di Re Salvatore E la Landa dei Morti ***


Le leggende narrano che, ancor prima della nascita di Alveus e di Nosville, in una terra assai lontana circondata da grandi vette innevate e splendide colline verdeggianti, un Re di nome Salvatore regnava orgogliosamente sul suo regno. Erano tempi d’oro sotto la sua guida, il piano economico messo in atto nell’impero aveva eliminato la povertà e la fame, sei mogli allietavano le sue giornate e i suoi tre valorosi e fedeli generali conquistavano ricche terre, portando tesori sempre più preziosi. Ma presto, la sua sete di potere lo portò all’ossessione di conquistare e saccheggiare ogni altro regno ed impero, per dimostrare che era l’essere più potente di ogni altro esistente. Nelle sue campagne di conquiste, raggiunse la costa e mandò i suoi eserciti oltre il mare raggiungendo le scogliere delle alture del Krem. Questa terra era abitata da creature mitologiche, il suo sottosuolo era ricco di gemme e metalli preziosi, inesistenti in ogni altra parte del mondo, ed era dominata dalla magia. Ai tempi, Angeli e Demoni erano sull’orlo del conflitto e la venuta di un altro temibile avversario avrebbe giocato a sfavore degli Angeli, temendo che i loro nemici potessero corrompere e schierare gli sconosciuti nella futura guerra, gli Angeli, chiesero all’invasore di ritornare nelle proprie terre e scongiurare spargimenti inutili di sangue innocente. Ma Re Salvatore I ignorò totalmente gli avvertimenti e continuò la sua avanzata verso Eastmille, provocando la collera degli Angeli e avviando una battaglia interminabile. Quando le sorti della battaglia sembravano esser giunte, i tre generali, aggirando le armate celesti e ritrovandosi nelle retrovie nemiche, fecero la più grande delle scoperte, una fontana. Una fontana che permetteva di restituire la vita persa ai caduti nella battaglia. Infatti, in quei combattimenti lunghi e strazianti, i tre avevano notato più volte i visi a loro famigliari di nemici da loro già sconfitti. L’opportunità fu colta al volo e usata per porsi in supremazia sui nemici, grazie alla forza dei 29 mastini e i 7 leoni da battaglia scagliati contro gli Angeli, la fontana della vita fu conquistata. I tre eroi, ottenuto il grande trofeo di battaglia, la portarono in trionfo fin alla fortezza del Re, che fiero la fece posizionare al centro della sala del trono battezzandola “Fontana di Re Salvatore”. Festeggiò assieme alle sei mogli nelle acque cristalline della sua personale fontana, ma la vita non era l’unico dono che potevano distribuire le sue acque: l’acqua faceva svanire ogni segno dell’invecchiamento, ringiovanendo chiunque entrava in quella fontana. La giovinezza eterna aveva aumentato la sua ossessione, distruggere la linea temporale che prima o poi si sarebbe spezzata, essere giovani per sempre, essere immortale. Gli Angeli erano ormai sul punto di cadere sconfitti, quando Lei si risvegliò e apparve in sogno al Re, minacciandolo di maledire lui e il suo regno se non avesse ritirato le sue armate e liberato tutte le terre che aveva sottomesso con la violenza. L’avvertimento fu dall’uomo ignorato, diede così l’ordine di sferrare l’assalto finale, ma la Dea Ancelloan tenne fede alla sua parola. Lanciò un malefico su quella terra, sigillandola in uno spazio-tempo e rendendola arida e priva di ogni forma di vita; trasformò i suoi soldati in Guerrieri Scheletri Resuscitati, i 29 mastini in Draghi d’ossa, i 7 leoni in Draghi di Fuoco, le sue 6 mogli in Guerrieri della Morte, e i sui tre fidati generali, che implorarono pietà alla Dea non clemente, vennero trasformati in Cavalieri dell’Inferno. Infine il suo immenso castello, situato al centro di questa landa deserta, crollò trasformandosi in rovina dove il Re avrebbe alloggiato per l’eternità. Per Ancelloan non era sufficiente, per punirlo della sua ingordia decise di scagliare un ulteriore maleficio sul Re. Il regno non sarebbe scomparso per sempre, lo spazio-tempo in cui era situato avrebbe avuto una porta collegata al mondo dei mortali, trasformò il Re in un orripilante demone condannato a bruciare per l’eternità: il Demone Infuocato Volante. Per proteggere la fontana e i suoi doni e malefici, mise a guardia del castello tutte quelle creature punite, avrebbero impedito ad ogni essere vivente di raggiungere il castello e la fontana. Il Demone fu condannato a proteggere i suoi beni e le sue terre, come aveva sempre fatto in precedenza, ma costretto dal volere divino.
Di quella fontana da cui sgorgava quell’acqua magica e pura, dissacrata dal folle reale, se ne perse il valore e il ricordo nelle leggende. Nacque così la Landa dei Morti.

Le leggende narrano che il portale per questa landa sia nascosto su uno dei pendii delle scogliere rocciose della cima del Krem, e che nessuno abbia mai varcato quel passaggio e che … nessuno ne sia uscito vivo per raccontarlo. Le leggende narrano … e continueranno a farlo finché gli avvenimenti non ne cambieranno il narrato!
Bang Bhang, Il Canta Storie

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Capitolo 2
*** Il segreto del laboratorio Curray e la minaccia dello Spettro di Zenas ***


Del Laboratorio segreto Curray non si sa molto. Tempo fa La casata Curray stabilì un laboratorio segreto in una grotta nascosta nei monti a Sud Est del Krem per condurre ricerche ed esperimenti segreti. Si svolgevano test ed esperimenti magici ed alchemici su delle “cavie”, dalla razza ancora sconosciuta. Un giorno il Laboratorio smise di inviare messaggi e rapporti su esperimenti e ricerche, qualcosa era andato storto. Boing meccanici si posero a guardia di quello che era un luogo ormai dimenticato e disabitato; strani gemiti, urla mostruose ed inquietanti riempivano il silenzio che avvolgeva l’esterno del laboratorio.
Quella non era solo una grotta, su di essa incombeva qualcosa di molto più grande che si perde nelle leggende: una storia racconta che un tempo la Dea Zenas si innamorò di un mortale, kovolt o umano, e che in quella grotta consumavano il loro tempo e il loro amore, ma un giorno La Dea, seduta sul suo trono, vide dall’alto di Cylloan il suo amante con un'altra donna e la rabbia soppresse l’amore. Col cuore spezzato e iracondo, scaraventò una maledizione sul traditore e lo imprigionò nell’oscurità di quella profonda grotta che li aveva accolti, per l’eternità. Il mortale, nel tempo, accumulò tanto dolore e tanto odio verso la Dea da venir corrotto dallo stesso potere che lo aveva maledetto: divenne uno spettro.
Drake era il direttore delle ricerche sul potere di quel fantasma maledetto, indagò su quello che era accaduto al laboratorio ma era troppo tardi per rimediare. Le cavie erano state infettate da una strana malattia che si diffondeva molto rapidamente. Gli scienziati e gli alchimisti, a contatto con queste cavie, iniziarono ad accusare sintomi di quella strana malattia: visioni, voci nella mente, perdita del controllo motorio, rabbia e rigurgiti di sangue. Più la malattia avanzava di stadio, più erano i sintomi e più peggioravano e il sangue arrivava a cambiare il suo colorito scarlatto in uno viola infetto. Un medico nel tentativo di trovare una cura usando una di quelle cavie, fu morso e trasformato all’istante in uno di loro: ben presto, tutti divennero vittime della Maledizione dello Spettro di Zenas.
Le Leggende Narrano, e continueranno a farlo finche gli avvenimenti non ne cambieranno il Narrato.
-Bang Bhang, Il Canta Storie

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Capitolo 3
*** Le Origini di Glacernon e la Leggenda del Castello dei Ghiacci ***


Molti millenni fa, ancor prima che sorgessero le rivalità tra gli Angeli e i Demoni, nell’arcipelago ormai perduto di Cylloan, in un’antica terra dote di due Dee, vi era una vasta ed incantevole radura. Infusa della magia delle origini, protetta dai quattro maestri degli elementi magici originali, elementi che ordinano il mondo e che allontanano le tentazioni del male: Lord Hatus, signore dell’oscurità; Lord Morcos, maestro del fuoco; Il Barone Berios, padrone della luce; Lady Calvinas, signora dei mari.
Un tragico giorno la terra che condividevano, divenne campo di battaglia tra le armate di Hellord, guidate dalla  Dea dell’Inferno, Erenia, nemica di sua sorella gemella Zenas, Dea del Paradiso, a guida dell’esercito del Paradiso Mistico. Per proteggere quel luogo di pura magia e incantevolezza, considerata la patria dei suoi abitanti, i quattro maestri si allearono per combattere entrambe le Dee ed allontanarle da quella terra per l’eternità.  
Nessuna delle due Dee ottenne il favore dei maestri, ed entrambe lanciarono sui loro nemici una maledizione, i due incanti si scontrarono, ma così carichi di astio nei confronti di chi prima le venerava, non si distrussero ma si intrecciarono, generando una potente e furente vendetta che confinò nelle regioni guardiane l’alleanza dei maestri, ponendo un sigillo ad ogni elemento originale.
Morcos, maestro del fuoco, prevista la possibilità di uno scontro con esseri divini, era riuscito ad aggirare il terribile incanto, riunì le sue armate e le guidò verso i confini delle regioni per liberare i compagni maestri, ma la Dea non mostrò clemenza, lo punì, sotterrato per metà busto sul trono che ella stessa aveva lui donato.
Meno di un secolo dopo, la terra ormai devastata dall’immenso conflitto, fu maledetta e scagliata via dall’arcipelago, giù, nel mondo dei mortali, privata dell’ordine dei guardiani, divenne un’isola gelida e cupa, la radiosa valle divenne una spietata tundra.
Pochi e brevi furono gli stalli della guerra a Cylloan, spinti da una violenta tempesta, il mare fece approdare sull’isola di gelo, una tribù umana di navigatori, praticanti maghi e alchimisti. Compreso il segreto dell’isola, e impossibilitati ad allontanarsi, sfruttarono a loro vantaggio il residuo potere magico, creando un villaggio nella conca ovest. Incanalando il potere del ghiaccio e della tundra, divennero padroni di un nuovo elemento, il ghiaccio. Di generazione in generazione, i “Maghi del Ghiaccio”, tramandarono usi e riti, ed ogni generazione creava nuove magie ed incantesimi. La tribù non si era mai spinta oltre la zona centrale dell’isola, la Tundra Bitorrent, per il terrore delle forze malvagie annidate nella zona, e per le violente bufere di neve che costantemente la scuotevano.
Un giovane mago, nei suoi studi sulla magia del luogo, si convinse che un grande potere si celava nella zona proibita, ma creduto pazzo e fuori di senno fu emarginato dalla tribù, adirato, decise di spingersi oltre la tundra e vincere il senno dei suoi fratelli. Nel suo viaggio scoprì che il lato Est dell’isola era uguale al lato Ovest, ma i residui elementari erano molto più potenti.
Fece ritorno alla tribù, decenni dopo, in quella permanenza era diventato padrone di un potere malvagio e distruttivo, aveva unito il Ghiaccio al Buio, ma ancora una volta i Maghi Blu, non più suoi fratelli, chiamandolo ‘folle’, lo bandirono dalla cittadella e lo costrinsero a non fare mai più ritorno. Nella follia della ricerca del potere, lo Stregone si spinse a nord dell’isola, la vendetta contro la tribù avvelenò il suo animo e nel tentare di raggiungere le terre più pericolose, si perse in una violentissima bufera di neve e mai più fece ritorno.
La sua stessa vita divenne leggenda. Tempo dopo, due scavatori di ghiacciai si recarono nella tundra per raccogliere il ghiaccio che si formava per poi rivenderlo, a forma di piccoli cubetti, agli abitanti della cittadella. La tundra non era magnanima con nessuno, i due si ritrovarono nel bel mezzo di una delle tante violente e forti bufere, si persero. Nel vento ghiacciato e nella neve che raschiava come volesse sottrarre loro la vita, senza orientamento né speranza, si diedero prede della morte.
Il miraggio apparve dal nulla, strane luci in lontananza aprirono il cielo, come quelle di un’abitazione. Le luci provenivano dal monte ghiacciato più alto dell’isola, il ghiacciaio centrale disposto a Nord e perfettamente allineato col centro della tundra. Gli intrepidi scava ghiaccio, seguirono la strada e grazie a questo strano fenomeno riuscirono a fare ritorno alla cittadella. Sebbene fossero confusi e disorientati, raccontarono ogni minimo dettaglio di quel che li aveva salvati. Pochi furono i fortunati a imbattersi nel raro fenomeno, il miraggio appariva solo nelle bufere più violente e temibili. Si racconta che il miraggio sia un Castello, scavato all’interno del ghiacciaio e che lo abiti un potente stregone dei ghiacci, evocato per riparo da un’impenetrabile tempesta. Nella visione del “Castello dei ghiacci”, nacque la leggenda dello “Stregone” delle bufere, una guida per chiunque meritasse di essere salvato da una tempesta. Altre voci raccontano invece che sia lo stesso stregone ad invocare le tempeste contro i poveri sperduti, e le luci siano l’ultimo bagliore di bontà rimasta nello spirito, ormai corrotto dal livore di quel mago esiliato.
Le Leggende narrano, e continueranno a farlo finché gli avvenimenti non ne cambieranno il narrato.
- Bang Bhang, il Canta Storie.

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