Insieme sul filo

di sonia1977
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tatooine ***
Capitolo 2: *** Malattia ***
Capitolo 3: *** Riflessione ***
Capitolo 4: *** Ancora Tatooine ***
Capitolo 5: *** Partenza ***
Capitolo 6: *** Coruscant ***
Capitolo 7: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 8: *** L'Archivio Jedi ***
Capitolo 9: *** Executor ***
Capitolo 10: *** Restare al Tempio ***
Capitolo 11: *** Ritorno al Tempio ***
Capitolo 12: *** Il peso della verità ***
Capitolo 13: *** "Casa" ***



Capitolo 1
*** Tatooine ***


Benvenuti in questa nuova storia, che non è completa, ma è molto avanti per cui spero di riuscire a terminarla.
Come ho detto della presentazione è una Obi-Wan/Anakin per cui se la coppia non entrasse nei vostri canoni non leggete, non voglio disturbare il vostro pensiero in merito.
Ho messo un rating arancione poichè non ho ancora avuto la forza e la capacità di scrivere una scena hot, nel caso riuscissi in quest'impresa cambierò il rating.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di quel genio di Lucas e della Disney; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Per tutto il resto andate nelle N.d.A.

Buona lettura, Sonia.

1. Tatooine

Tatooine, Orlo Esterno, caratteristiche del pianeta:
- desertico
- zero precipitazioni
- due soli
- temperatura massima: 70 gradi
- temperatura minima: - 30 gradi
 
Obiettivo individuato alle seguenti coordinate Alpha-133-Mu-9033
 
Questo recitava il monitor del caccia di Lord Vader, il quale sogghignò soddisfatto, aveva trovato l’ultimo Jedi, dopo una caccia durata tre anni, nei quali aveva trovato e ucciso i Jedi che erano riusciti a lasciare il Tempio durante l’assalto o quelli che avevano sconfitto i cloni, durante l’esecuzione dell’Ordine 66, ma ne mancava almeno uno all’appello, proprio l’unico che gli premeva veramente vedere morto: Obi-Wan Kenobi.
“Non si può dire che non ti sei nascosto bene, Obi-Wan... Tatooine… non ci avevo pensato subito. Che poi nel Mare delle Dune nell’estremità sud-ovest è quasi da pazzi viverci” rifletté il Sith tra sé, mentre portava con facilità la navetta verso il pianeta.
Finalmente, aveva trovato il suo vecchio Maestro e poteva infine terminare il lavoro che aveva lasciato incompiuto su Mustafar, quando il Generale era riuscito a fuggire intrappolandolo in una stanza, pochi secondi, ma furono sufficienti al Jedi per scappare.
Era corso via come un codardo invece di affrontarlo, ancora gli veniva il voltastomaco per la codardia di quello che era stato il suo miglior amico, ma ora poteva correre quanto voleva, Tatooine era il suo pianeta natio e lo conosceva come le sue tasche, conosceva la potenza dei due soli allo zenit, il deserto lo avrebbe ucciso se non si fosse arreso alla sua spada.
Fece descrivere al caccia un ampio cerchio sopra la desolazione dello Jundland e individuò la casa che Kenobi aveva ricavato nella roccia, non che fossero presenti molte rocce che potevano permettere di costruire al loro interno una casa, se così si poteva definire.
Vader si allungò verso i comandi e spinse una serie di pulsanti blu e neri, il caccia decelerò ed estrasse i piedini, pochi istanti dopo si posarono sulla superficie infuocata del pianeta, spinse un altro pulsante e la passerella di uscita si allungò fino a toccare terra; venendo fuori dalla navetta il Sith fu investito da una folata di vento afoso, che mosse in eleganti onde il nero mantello che lo ricopriva, incurante di tutto ciò, s’incamminò verso la casa.
Certo che all’esterno non sembrava proprio una casa, aveva fatto bene il Jedi a nascondersi lì dentro e utilizzare la roccia come struttura esterna, i sensori non avrebbero rilevato niente, neanche se il Jedi fosse stata all’interno della casa nel momento in cui aveva scansionato il pianeta, era troppo calda la superficie e una qualsiasi forma di vita a sangue caldo era impossibile identificarla, considerò l’uomo mentre camminava.
Una volta entrato nella casetta, notò la semplicità con cui l’aveva sistemata, appena entrò, vide l’umidificatore e una cassettiera, si spostò subito non intendeva perdere tempo a curiosare lì dentro, e poi tutto lì intorno gli parlava di Obi-Wan, la pila di libri che giacevano dentro una scatola, i pezzi di ricambio per il caccia, serie Delta in dotazione ai Jedi.
Notò anche il letto a semicerchio nel salotto davanti c’era un semplice tavolino e una sedia, e dalla parte opposta il tavolo per mangiare, allungò la mano verso il letto e lo trovò morbido al tocco, ma sotto notò c’erano altre casse, presumibilmente contenevano i vestiti e la biancheria per la casa, si disse, continuando a guardarsi intorno, c’era un armadio, che a lui sembrava tanto lo scafo del caccia cui tempo prima aveva distrutto l’ala sparandogli contro, non una delle sue idee migliori, avvicinandosi si rese conto, con orrore, che era proprio così, aveva smantellato lo scafo e lo aveva saldato insieme, dandogli uno scopo diverso da quello originale,
“Sarà l’unico uomo della galassia ad avere un armadio di duracciaio” commentò Vader quasi ridendo
“Guarda che se è ridotto così è colpa nostra, non gli è rimasto niente e Obi-Wan è capacissimo di fare a pezzi un caccia senza patemi d’animo, e utilizzarne i pezzi in altro modo. Non avendo altre possibilità. E ti ricordo che non ne ha, sempre per causa nostra sia chiaro!” replicò Anakin, quella dannata vocina che gli rompeva i timpani tutti i giorni da tre anni, Vader ignorò la voce.
Passò l’arco e si trovò in una cucina molto semplice composta di pezzi di scarto, che erano stati lavorati a mano, della roccia che fungeva da ripiano e qualche elemento acquistato sicuramente, a cifre esorbitanti, a Mos Eisley, notò la stufa, dove si poteva cucinare, dotata stranamente di ugelli per il gas e la stufa che serviva per riscaldare l’ambiente; di notte faceva parecchio freddo e se leggeva bene l’indicatore, si accendeva proprio durante la notte.
Se le ricordava bene, faceva sempre un freddo terribile e lui correva a nascondersi nel letto della mamma, scosse la testa per togliersi dalla mente la madre, non era proprio il caso di pensare a lei in questo momento, e così tornò velocemente a guardare come il Jedi si era sistemato, un rumore morbido richiamò la sua l’attenzione e notò le ventole del ricambio dell’aria e anche una botola che poteva portare a una specie di cantina, e visto che a Obi-Wan il vino non piaceva sicuramente lì sotto c’erano dei contenitori per l’acqua, per cui saltò l’ispezione del seminterrato.
Guardandosi ancora intorno notò la seconda porta d’entrata sulla destra rispetto a dove si trovava e passando oltre un secondo arco trovò la dispensa, ma non si curò di aprire e vedere il contenuto, notò anche il frigo con le celle di raffreddamento, piccolo ma sufficiente per una persona.
“Cosa ci fa con una lavastoviglie sonica? Vive da solo, potrebbe lavarseli i piatti!” esclamò sorpreso
“Certo perché di acqua su Tatooine ce ne sta talmente tanta che potrebbe farsi il giardino fuori”, replicò Anakin, alzando gli occhi a cielo per la stupidità della sua controparte oscura.
L’unica porta all’interno della casa portava al bagno, ma non si soffermò a guardarlo, i bagni sono tutti uguali.
Tornò indietro nel salotto e notò solo in quel momento quattro oloimmagini che decoravano le pareti, si avvicinò e le osservò, nella prima c’era Obi-Wan, che avrà avuto 16 anni, e accanto a lui che gli circondava le spalle con un abbraccio, c’era Qui-Gon
“Un altro che abbiamo deluso, segnatelo va, che te ne eri scordato” gli sibilò Anakin nel suo orecchio, irritando il Signore Oscuro, che oltrepassò la foto, passando alla seconda che raffigurava sempre Obi-Wan ma c’era… beh lui, aveva 9 anni, si ricordava quando fu scattata quell’olofoto, il giorno in cui tagliarono la treccia a Kenobi e lui divenne il suo apprendista e gli fu fatta la piccola treccina, entrambi sorridevano, ma entrambi ancora piangevano la morte del Maestro Jinn, Kenobi non gli teneva la mano sulla spalla, ma era lui che era attaccato al suo mantello, però il Maestro si girava verso di lui e gli sorrideva, poi a foto ricominciava, ricordò che in quel momento si era sentito meno solo, sbuffando per quel sentimentalismo non richiesto, e nonostante la propria irritazione, guardò a terza foto, qui erano sicuramente più allegri tanto che si vedeva che erano abbracciati l’uno all’altro con le mani sui fianchi e subito dopo lui stesso che tentava di strangolare il Maestro che rideva, la sua treccina non c’era più era diventato Cavaliere quel giorno, e la foto fu scattata da una Maestra loro amica, la quarta gli fece fermare il cuore invece, erano Obi-Wan e Padmè, stavano ridendo indicando qualcosa, e lui sapeva cos’era, era lui che entrando di corsa nell’appartamento della Senatrice era scivolato per via della pioggia ed era finito per terra, ridendo anche lui con loro, scosse la testa e si spostò verso la sedia che si trovava accanto al letto, si sedette cercando di calmare il proprio cuore e il respiro,
“Ecco cosa ci siamo persi, Vader! L’amore e l’amicizia. Te lo avevo detto che avremmo fatto questa fine. Comunque lascia che ti dica che c’è qualcosa che non va nell’aria? Non riesco a capire…” gli fece Skywalker
“Tu zitto ci riesce a stare? Non ero così petulante! Non c’è niente nell’aria, se non la sabbia e l’afa tipica del pianeta” replicò al Jedi
“No tu eri peggiore, sempre a covare rabbia, odio e paura. Cretino io che ti davo retta, abbiamo fatto un casino e neanche lo accetti, abbiamo distrutto tutto. No, c’è qualcos’altro! C’è morte…” il Signore Oscuro non rispose e la conversazione s’interruppe, tanto stava parlando con se stesso, e Anakin era fastidiosamente ripetitivo, meglio non ascoltarlo o finiva col crederci, lui governava la Galassia, aveva potere e riconoscimenti, che lui in quanto semplice Jedi non avrebbe avuto mai.
Accantonato nuovamente il senso di perdita e di colpa, si predispose ad aspettare Kenobi, mentre Anakin sbuffava.

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Note dell'Autore

Prima di tutto riporto il sito dove ho trovato le coordinate del pianeta e la struttura della casa di Obi-Wan.
Casa di Kenobi: http://www.swx.it/databank/index.php?title=File:Capanno_kenobi_2.jpg
Coordinate su Tatooine: http://www.swx.it/databank/index.php?title=Capanno_di_Ben_Kenobi
Alcune cose le ho inserite da sola, come il frigo o le scatole con libri. L'idea della casa ricavata nella roccia mi piaceva di più che una casetta piazzata in mezzo al deserto.
Nella storia Anakin non è "scomparso" è rimasto ben piantanto nella mente di Vader alimentata dal dubbio dell'errore, e non ha nessuna maschera e non ha perso arti diversi da quelli che gli ha tagliato Dooku.
Per qualsiasi domanda o altro non esitate a scrivermi.
Grazie a quelli che lasceranno un pensiero, a quelli che leggeranno la storia e sono arrivati in fondo a questo primo capitolo.

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Capitolo 2
*** Malattia ***


Buongiorno e buon sabato a tutti voi, vorrei ringraziare ame tsuki per la recenzione del primo capitolo, mi ha fatto davvero piacere ^_^ Spero di trovare ancora una sua recenzione in compagnia di altre opinioni ^_^
Per tutte le riflessioni o spiegazioni andate in fondo alla pagine nelle N.d.A.

Buona lettura, Sonia.

2. Malattia
 
Erano passate quasi quattro ore, da quanto si era seduto su quella sedia, e dopo essersi fatto venire i crampi, decise di spostarsi sul letto e lì incappò in un libro messo sotto il cuscino, “Il Richiamo della Foresta” recitava il titolo del libro London, dal cognome sembrava di Coruscant, ma non ne poteva essere sicuro, gli scrittori migliori erano Coreliani, ma spesso si trasferivano nella capitale galattica, e usavano nomi e cognomi fittizi.
Aprì la prima pagina e iniziò a leggere, quando all’improvviso, tornò su Tatooine sentendo una porta scorrere silenziosamente, alzò gli occhi per vedere il passaggio secondario aprirsi e richiudersi dietro una figura ingobbita, chiuse il libro e lo appoggiò sul cuscino, mettendo una mano sull’arma, se era uno straniero, non avrebbe fatto in tempo a dire salve, ma se era Kenobi, voleva vedere se lo riconosceva.
La luce entrata in casa gli fece capire che non solo erano arrivati allo zenit, ma stavano calando dietro le dune, la luce arancione del tramonto inondò per un attimo la stanza,
“Quanto tempo è passato?” si domandò mentalmente girando gli occhi alla piccola finestrella sulla sinistra.
Obi-Wan oltrepassò la soglia e si tolse il mantello, abbassando il cappuccio e Vader trattenne il respiro, era invecchiato di colpo, ricorda i capelli rossi e gli occhi blu/verdi come i laghi di Naboo, ma ora tra capelli c’erano fili bianchi, gli occhi erano infossati nelle orbite, il volto era stanco e tirato, la divisa gli cadeva addosso come se fosse di due taglie più grande, invece Anakin gli ricordò che gli calzava benissimo, senza stringere o sembrare un lenzuolo, era perfetta sul corpo tonico del Jedi, invece ora era tutto stonato,
“Ha qualcosa che non va, dobbiamo aiutarlo!” urlò nella sua testa Anakin sconvolto, mai aveva visto il Maestro tanto malconcio, eccetto quella volta che aveva passato del tempo con Ventress, ma neanche allora la divisa gli stava così
“Sta buono non puoi fare nulla per lui!” ringhiò Vader, verso Anakin che voleva mettersi in piedi per aiutare l’amico, che dopo aver preso un bicchiere d’acqua, era entrato nel salotto e si era diretto con una lentezza impressionante, come se ogni passo gli costasse energia e volontà, al tavolo da pranzo e si era seduto sulla sedia quasi crollandoci sopra,
“Anakin, è comodo il letto? O magari devo chiamarti Lord Vader” la voce di Kenobi arrivò stanca alle sue orecchie,
“Te ne sei accorto, pensavo che i tuoi sensi si fossero sopiti” replicò il Sith, alzandosi in piedi, impugnando la spada ma senza accenderla, comunque impressionato che nonostante lo stato in cui versava sapeva esattamente dove si trovava,
“Sei venuto per questo? Per terminare un duello?” osservò alzando finalmente il viso verso l’uomo in piedi nel suo “salotto”.
Vader, poté osservare da vicino, che Anakin tutto sommato poteva aver avuto ragione, il Generale sicuramente aveva qualche problema, era dimagrito moltissimo e sembrava avere sessanta anni invece di quaranta, c’era qualcosa che non andava, ma a lui non interessava, aveva la sua missione, premette un pulsante e l’arma si attivò nelle sue mani, il riverbero rosso illuminò i due, ora che i due soli erano tramontati, era l’unica fonte di luce
“Mi dispiace, ma non combatterò di nuovo contro di te, non sopravvivrei a un altro duello” replicò Obi-Wan seduto sulla sedia, con la spada ancora agganciata alla cintura e le mani chiuse intorno alla tazza con solo dell’acqua dentro, con un cenno della mano accese le luci e quelle illuminarono a giorno il salotto, Vader si chiese per una frazione di secondo se parlava del suo stato attuale o di qualcos’altro, Anakin stava per esporre la sua idea e lui lo zittì parlando
“Non sopravvivresti di sicuro” l’arma disegnò un mezzo cerchio e la punta fu indirizzata contro il volto del Jedi che lo guardò tanto tristemente che il Sith fece un passo indietro come schiaffeggiato
“Perché vuoi uccidermi? L’Ordine 66 è stato eseguito. Il Tempio è andato distrutto. Tutti coloro che amavo sono morti, quel giorno, o negli anni successivi, sono l’unico sopravvissuto, sono in esilio da tre anni, non combatto con la ribellione, non do fastidio al tuo Impero. Perché allora, perché?” la sua voce era carica di dolore e tristezza infinita, come se parlare e respirare gli costasse una fatica immensa, il Sith vacillò, Kenobi arrendevole non lo aveva mai visto, non sapeva più cos’era peggio, se questo o il volto emanciato dello Jedi, o ancor peggio quello che stava nascondendo con forza, perché sapevano bene entrambi che Kenobi stava nascondendo qualcosa di terrificante
“L’Ordine 66, terminerà di essere eseguito con la tua morte Kenobi. È lo sterminio dei Jedi!” fece il Sith con tono crudele
“Cos’era quello che hai fatto al Tempio? Tutti quei Jedi morti, i Maestri e i Padawan, i medici e gli archivisti, i Maestri di lama, i bambini, hai ucciso anche loro, invece di riportarli alle loro famiglie, ci hai sterminato Vader, che altro ti serve per vincere i Jedi? La mia morte? Credi che sia così importante? Credi che da me possano rinascere i Jedi? Ti sbagli! Puoi anche andartene tanto il tuo desiderio di morte nei miei confronti avverrà senza che ti macchi anche del mio di sangue” Vader come Anakin guardava il Jedi irrigidito sulla sedia respirare a fatica, una stila salata sfuggì al suo controllo percorrendo il viso nascondendosi poi nella barba
“Che cosa vorresti dire, Obi-Wan?” la voce suonò come più dolce di quanto volesse, Anakin si era imposto, su Vader per qualche istante, Obi-Wan lo vide nelle iridi grigie dell’uomo davanti a lui, da fredde e curiose, si erano tramutate in preoccupate e attente, una frazione di secondo, ma era bastato al vecchio insegnate per ritrovare Anakin, nel Sith
“Semplicemente che sto morendo Anakin, tre/sei mesi circa e tolgo il disturbo” fu la risposta del Jedi che guardava il suo ex Padawan sbiancare davanti a quella verità che l’altro voleva nascondergli e che invece gli aveva vomitato contro.
Il Sith si congelò sul posto, reprimendo l’urlo di Anakin in fondo alla mente, con grande difficoltà, probabilmente perché avrebbe urlato volentieri anche lui, anche se non sapeva dirsi con certezza perché aveva addosso quel senso di disperazione, a lui non importava niente del Jedi, giusto?
“Di cosa stai parlando?” chiese quasi senza ragionare sedendosi davanti al Maestro Jedi.
“Di un tumore, Anakin. Ho il cancro” rispose
“C’è la cura! Sono secoli che nessuno muore di tumore, Kenobi” replicò con stizza il Sith, incrociando le braccia per nascondere il nervosismo di Anakin
“Sì ed è esattamente per questo che è dimagrito da far paura e ha gli occhi scavati, perché non sta morendo” ringhiò Anakin con sarcasmo
“Non qui, Anakin. Qui si muore ancora, non ci sono medici o ospedali o una cura, nell’Orlo Esterno, solo qualche palliativo se si vuol prendere” rispose il Jedi
“Perché ti sei nascosto qui? Dannazione! Questo pianeta è una schifezza sotto tutti i punti di vista” affermò, fissandolo male, aveva voglia di mettersi le mani nei capelli dalla frustrazione, non sapeva cosa fare, se ammazzarlo o se aiutarlo, odiava sentirsi così in bilico, come su di un filo di ragnatela, come tre anni prima, aveva scelto di seguire Palpatine e non si poteva dire che la scelta brillasse da qualsiasi punto la guardava, il che era strano, giusto? Doveva essere soddisfatto, ma non ne era poi tanto sicuro, circa… Guardò il Jedi e vide che sorrideva e la cosa lo irritò
“Perché tu sei nato qui, Anakin, era l’ultimo luogo, dove mi avresti cercato perché su quella palla di sabbia io non ci torno! Ricordi?” chiese, citandolo con quella che si poteva catalogare come nostalgia
“Sì, certo. Avevo la febbre e tu mi hai costretto a mangiare quel brodo orrendo per poi chiedermi del mio pianeta. Perché l’hai fatto?”
“La zuppa o il pianeta?” chiese osservando l’uomo confuso davanti a lui che alternava fasi Sith e fasi Anakin
“Entrambe… credo…” rispose
“La zuppa perché ti avrebbe fatto bene, e il pianeta, perché ti piaceva parlare della palla di sabbia, con i suoi pregi e difetti” rispose con tranquillità appoggiandosi alla spalliera della sedia, mentre la testa cominciava a dolergli, c’era da aspettarselo, ogni volta gli faceva male la testa, il medico diceva che era colpa del calo di ossigeno, ma secondo la sua esperienza era per altro
“Forza va a sdraiarti, che devo riflettere. Dannazione a te Kenobi, riesci a mettermi in difficoltà anche mezzo morto, e non dovresti mettermi in difficoltà” affermò diretto, in teoria doveva entrare uccidere e andarsene, semplice, pulito, efficace,
“Sì e da quando le nostre idee sono semplici, pulite ed efficaci?” questionò subito la vocina; irritato con se stesso, si alzò per uscire, per riflettere con calma senza niente che lo facesse sentire in colpa, più di quanto non si sentiva già, ma vide l’uomo vacillare nel mettersi in piedi e così lo afferrò per le braccia e lo aiutò a fare qui quattro passi che servivano per portarlo a letto, dove lo mollò senza dire una parola, e uscì dalla casa come se fosse entrato nell’iperspazio.
Obi-Wan era perplesso, Anakin o Veder aveva decisamente un comportamento anomalo, forse c’è speranza, ma pensò subito che fosse meglio non illudersi e che poteva trattarsi di una qualche macchinazione per ottenere qualcosa da lui. Si sdraiò sul letto e appoggiò la testa a qualcosa di rettangolare e rigido, prendendo in mano l’oggetto si accorse che era il libro di avventura che stava leggendo il giorno prima e che era sicuro di aver riposto sotto il cuscino, si ritrovò a sorridere
“Ancora ti piace l’avventura a quanto pare” mormorò guardando che il segnalibro era oltre il punto dove era arrivato la sera prima.

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Note dell'Autore
Per questo capitolo non ho note o link esterni da riportare.
Volevo anche dire che non ho beta per cui, gli errore e orrori che trovate sono farina del mio sacco, non sono un genio della scrittura, ma mi piace provare ogni tanto.

Per qualsiasi domanda o altro non esitate a scrivermi.
Grazie a quelli che lasceranno un pensiero, a quelli che leggeranno la storia e sono arrivati in fondo a questo secondo capitolo.

Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare entro il 31 marzo 2018

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Capitolo 3
*** Riflessione ***


Buona sera a tutti, prima di tutto mi scuso del ritardo che ho avuto nel postare il nuovo capitolo, ma con l'introspezione non vado particolarmente d'accordo, e pur avendo pronto il capitolo dall'uscita del secondo, mi sono ritrovata a scriverlo per altre tre volte, solo oggi ho avuto una sensazione positiva rileggendolo, ma ancora non è come vorrei che fosse.
Per il resto vi aspetto nelle N.d.A.

Buona lettura, Sonia.


3. Riflessione
 
L’aria fredda della notte lo colpì sul viso, facendolo rabbrividire nelle semplici vesti che indossava, adatte per passare da astronave in astronave, non certo per riflettere sulla cresta di una duna durante una notte su Tatooine.
Due delle tre lune erano appena sorte, Chenini e Guermessa facevano bella mostra di sé nella distesa nera del cielo, della più grande Ghomrassen s’intravedeva unicamente il primo spicchio, per poterla ammirare, si doveva attendente almeno un’altra ora circa.
Il cielo era puntellato di stelle, molte delle quali erano pianeti, da lì poteva vedere Geonosis, quel dannato pianeta che gli aveva preso il braccio e, quasi la vita del Maestro.
Tirò un calcio a un cumulo di sabbia la riflessione non andava avanti, stava girando intorno ad un solido problema, cosa fare con Kenobi, come comportarsi, erano nemici, ma al contempo non lo erano, in questo momento non aveva voglia di ucciderlo, come ne aveva quando era atterrato, l’aveva persa quando lo aveva visto seduto su quella sedia,
“Stai mentendo anche a te stesso, Vader, l’hai persa quando hai visto come viveva, ti sei sentito in colpa” ecco di nuovo la sua coscienza che gli ricordava, che come bugiardo non valeva niente, Obi-Wan stava morendo, perché salvarlo e poi ammazzarlo, era sadico, non era da lui, certo poteva salvarlo e lasciarlo di nuovo su Tatooine, sapendo che poteva diventare una vera spina nel fianco se decideva di rimettersi in gioco, ma forse non era necessario ucciderlo, in fin dei conti se voleva unirsi ai ribelli, lo avrebbe fatto tre anni prima, quando era fuggito da Mustafar, già che poi perché lo aveva fatto?
“La spina nel fianco divento io, se non lo aiuti!” ringhiò Anakin a gran voce perforandogli il cervello, per evitare il rimuginare sull’ultima domanda
“Sentiamo che dovrei fare Anakin?”
“Vai al Tempio. I Jedi hanno la cura, li avremmo anche uccisi tutti, ma sono rimasti i droidi e la conoscenza custodita negli Archivi. Alzati dalla sabbia gelida e fai quello che deve essere fatto”
“Bel piano Skywaker, lo sai che se entriamo negli Archivi, si attivano una serie di lucine nell’ufficio di Palpatine che lo avvisano che qualcuno è entrato e quando si accorgerà che siamo noi, ci darà una ripassata alla griglia” chiese con ironia il Sith
“Sì, ovvio che lo so! Il problema non sussiste se tu gli chiedi il permesso di entrarvi per potenziare la Morte Nera. Digli che vuoi trovare un modo per dare alla struttura la capacità di distruggere un pianeta!” sparò Anakin la prima idea assurda che gli passò nella mente
“Bella sparata! Hai idea di cosa può succedere se l’idea gli piace, e te lo dico subito, gli piacerà, e poi non la realizziamo perché invece studiamo un modo per arrestare il cancro e salvare il tuo Maestro?” chiese
“Realizzeremo anche quello se necessario, ma salviamo Obi-Wan almeno” rispose prontamente Anakin con un tono lamentoso
“Se necessario? Guarda che non ci tengo a ripetere l’esperienza di essere fulminato, non so te…” Anakin si limitò a guardarlo scuotendo la testa divertito, il Sith sbuffò irritato, adesso s’immaginava anche il vecchio se stesso che lo guardava scuotendo la testa, era il caso di farsi check up al cervello, perché fino a parlarsi da solo, poteva anche accettarlo, ma vedersi delle vecchie vesti Jedi che si auto fissava con disappunto e irritazione, mentre scuoteva la testa era sicuramente troppo.
Obi-Wan non valeva tanto giusto? Si azzardò a guardare in alto dopo aver precipitosamente abbassato lo sguardo, ma Anakin era ancora lì e il cipiglio non era migliorato, così si alzò e lo fronteggiò, mettersi paura davanti a se stessi, non era Sith, non era Jedi, ma soprattutto non era da lui, in qualsiasi veste si trovava!
“Senti un po’ fino a prova contrario io ho vinto e tu sei dovuto scappare in un remoto angolino nella mia mente per non essere distrutto del tutto. La scelta aspetta a me! Non sei più tu a dire cosa è giusto e cosa non lo è, sono io chiaro?” il tono era di comando, ma non sembrava che avesse scalfito né la volontà di Anakin né la sua espressione,
“Certo! Sei tu che comandi ed è questo il motivo per cui siamo qui a discutere al freddo o quasi, perché tu non sai ragionare, ascoltami un attimo, cerco di vederla dal punto di vista che ti preme di più, va bene?” chiese Anakin con tono tranquillo, forse troppo e se non fosse stato tanto irritato con se stesso, probabilmente, sarebbe scappato a gambe levate
“Va bene, sentiamo” affermò scuotendo le spalle, e fu come se avessero acceso le luci verdi davanti ad un pilota di podracer
“Palpatine ti aveva promesso il potere di salvare tutto e tutti, di portare libertà, pace e giustizia sotto la guida dei Sith, il tuo Impero, come vuoi chiamarlo tu, ma non mi pare che hai raggiunto una posizione di potere con la giustizia, ma con il terrore. I tuoi sottoposti se potessero scapperebbero dalla plancia ogni volta che ci metti piede, per passare di grado non serve più essere competenti in qualcosa, basta avere pazienza poiché il tuo hobby, se così lo posso definire, è strangolare chi sbaglia e aumentare di grado quello dietro, non è esattamente una cosa corretta, insomma un errore ogni tanto si può fare, e proprio tu non dovresti giudicare, se poi uno è proprio un perfetto incapace, mandalo a lucidare i motori! Ma no! Uno sbaglia un salto nell’iperspazio e via la testa, quello dopo doveva dare la caccia al Millenium Falcon e non l’ha trovato ed è morto pure quello, gli hai chiesto di cercare un ago nello spazio e anche se hai milioni di persone che cercano per te, non è una cosa semplice, tu stesso non sapresti dove trovarlo, mi stupisco che non ti sei fatto partire la testa perché ci hai messo quasi tre anni a trovare Kenobi! E nel posto più logico, ovviamente, non avevi ancora guardato, buon per lui, ma sto divagando…
Torniamo al potere, dunque se per te avere potere vuol dire terrorizzare tutto e tutti e portare pace e giustizia significa guerra, fame, carestie, soprusi degli imperiali, stupri, non vorrei essere petulante, ma quello io lo chiamo così, e a quelli la testa non l’hai fatta partire, ti pare una cosa giusta, quelle tre ragazze a Madrona1, si sono uccise tra le altre cose, ma se ti pare giusto, hai perso anche la capacità di distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato, hai sicuramente perso la capacità di capire che percorrere la via più semplice, fa più male che seguire quella piana di curve e smottamenti, salite e discese, perché per quanto lineare può essere la tua scelta, e su questo avrei da discutere con te un attimo, ma possiamo farlo in un’altra sede, quella più difficile sarebbe stata la più faticosa, ma sicuramente non saresti stato da solo come un cane, come sei adesso ed io non conto nulla, tu hai il comando, ma quando lo avevo io, per quanto schifo poteva fare, Obi-Wan c’era, c’erano i Jedi, perché non tutti erano Mace Windu, persino Yoda ha fatto dei complimenti su qualche operazione che abbiamo fatto senza essere troppo velato, insomma se finivamo con la faccia nel fango qualcuno in un modo o nell’altro ci dava una mano e non voglio sottolineare che Palpatine non fa parte della cerchia del ‘aiutiamo Anakin a uscire dal fango’”
Anakin non si fermò finché non ebbe espresso in maniera contorta tutto il pensiero per poi bloccarsi all’improvviso
“Hai finito?” chiese con titubanza il Sith,
“Avrei un altro paio di cosette da dire, ma le tengo per quando ti verrà un altro dubbio”
“Bene, l’idea non cambia, lui resta qui e morirà” replicò con tono puntiglioso non gliel’avrebbe data vinta mai e poi mai
“Bene!”
“Bene!”
Il silenzio s’impossessò della duna, un vento lieve faceva tintinnare i granelli di sabbia, le tre lune brillavano nel cielo nero, disegnando ombre e chiarori sulla sabbia, mostrando un cammino immaginario pieno di ostacoli curvi, oscuri e meno oscuri, ma il suono della sabbia sembrava un richiamo lontano, come una filastrocca che conosceva da tanto tempo, ma da altrettanto sembrava non sentirla, e così si fermò ad ascoltare un attimo, era una voce…
 
“It will be a hard life
 
“La conosco…” mormorò a se stesso, era sicuro che sapeva a chi apparteneva, ma Anakin di fronte a lui sembrava non sentirla, poiché si girò come lui a guardare il deserto che parlava, che raccontava una storia, una verità e un destino,
 
“Anakin di chi è questa voce?” chiese al Jedi che gli dava le spalle, ma questo non sembrava sentire, così tornò in ascolto
 
“It will be a hard life
One no reward, without remorse, without regret
A path you be plays is before you
The choice is yours alone
Do what you think you can not do
It will be a hard life
But you'll find out who you are”2
 
“Non sempre è possibile fare ciò che si pensa di non poter fare, Anakin, come non sempre è possibile non fare ciò che si vuole fare” replicò saggiamente il Sith, loro due lo sapevano bene, voleva salvare Obi-Wan, ma non lo poteva fare
“Di chi è la voce? È remota, elusiva, ma conosciuta” tornò a chiedere, mentre Anakin si girava
“Who you are?” gli chiese invece Anakin, con un lieve cenno di sorriso a increspargli le labbra
“So chi sono”
“Questo è quello che credi. Hai deciso cosa fare, poiché se tu pensi che non si possa fare allora per te è possibile farla, infondo siamo noi” incrociò le braccia come per ripararsi dal vento e Vader annuì, ascoltando ancora quella voce, che fosse dannato, ma lo aveva aiutato a capire quello che voleva fare, certo non era tipo da biscotti e zuccherini, ma fosse dannato ancora se non aiutava una persona che conosceva, che reputava d’onore e soprattutto cui doveva la vita molte più volte di quella che lui stesso l’aveva salvata all’altro, per cui sì avrebbe salvato Kenobi e poi avrebbe deciso come gestirlo, un passo per volta o qui si giocava la sanità mentale.
Sì alzò di scatto e s’incamminò verso la casa
“Vader…”
“Cosa?”
 “Vader…”
“Cosa?”
 
Il Sith aprì gli occhi di scatto con la sabbia in faccia, il freddo penetrato nelle ossa e soprattutto la voce di Anakin nelle orecchie che gli urlava di svegliarsi
“Stavo dormendo?” chiese con voce impastata di uno che si è appena svegliato
“No, stavi esplorando la tua pazzia mentale, ma in un certo senso sì dormivi” replicò prontamente il Jedi
“Ciò niente è avvenuto… la voce…”
“Dipende è avvenuto nella tua mente, ma questo non lo rende meno reale”3 replicò Anakin
“Caffè”
“Sì direi che te lo meriti”
Passo dopo passo arrivò alla porta secondaria che si aprì silenziosamente, l’aroma di caffè lo colpì subito
“Hai fatto il caffè”
“Direi di sì. Chiunque beve caffè la mattina, tranne Qui-Gon, beveva latte freddo, ma chissà come faceva” rispose tranquillamente Kenobi dalla cucina
“Latte freddo? Orrore!” il Sith scosse la testa sorridendo come solo Anakin sapeva fare
“Già” Obi-Wan allungò una tazza all’uomo di fronte a lui e tornò al libro che stava leggendo,
“Ti ho lasciato lì, Il richiamo della foresta, se vuoi continuare a leggerlo fai pure, mi hai spostato il segnalibro e non ricordo dove ero arrivato, l’ho letto troppe volte, lo so a memoria” spiegò sedendosi
“Ah scusa… Sì, grazie lo leggo volentieri, è da un po’ che non ti sgraffigno dei libri. Tu che cosa leggi? Un vecchio tomo che sa di muffa?” chiese ridacchiando dietro al libro e alzando un attimo gli occhi grigi verso l’amico che lo guardava irritato, per poi far mutare il sorrisetto irritato in un ghigno
“No, un tomo, ma niente muffa… Il Signore degli Anelli di Tolkien, l’hai mai letto?” chiese con un tono talmente irritante che lo avrebbe strangolato a mani nude
“Sì un paio di volte”
“Bugiardo”
“Non è vero!”
“Non l’hai mai finito, per la verità non sei mai andato oltre la Compagnia dell’Anello”
“Non è vero, ho letto anche di Gollum”
“Ah già hai saltato a piè pari il primo libro e sei passato al secondo, e non è durato neanche un quarto d’ora che l’hai lanciato contro la parete urlando che qualcuno insegnasse a Gollum del basic poiché quello che dice non ha senso oltre il suo nome e che non sta bene di cervello di conseguenza
“Ti ricordi tutte le stupidaggini che dico?”
“Certo”
“Domani partiamo per Coruscant”
“Va bene”
Anakin sorrise soddisfatto appallottolandosi sul letto come un gatto, letto che notò successivamente Vader, poiché per Anakin era naturale appallottolarsi sul letto del Maestro, Obi-Wan gli aveva lasciato a disposizione sedendosi sulla poltrona con le gambe accavallate come al suo solito, lanciò un’occhiata al piede che sembrava battere il ritmo di una canzone, ma lo faceva solo quando il libro gli piaceva veramente e sorridendo iniziò a leggere il nuovo capitolo.
Nessuno dei due si stava preoccupando del domani in fin dei conti se corri per la terra degli elfi con Frodo o in mezzo ad un bosco con Buck, come fai a preoccuparti di qualcosa che non sia correre?
 
“Who you are?”

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Note d'Autore
1. Madrona è un pianeta che fa parte dell'Universo di Stargate SG-1 potete trovare le informazioni qui: http://www.stargate-sg1-solutions.com/wiki/Madrona_(PX7-941)
2. Il testo fa parte dei sette spot pubblicitari di Star Wars I, se volete vederlolo trovate qui: https://www.youtube.com/watch?v=sQQE2gn-nEM spero di averlo scritto bene senza essermi scordata qualcosa o aver cambiato qualche parola, nel caso fatemi sapere
3. Omaggio riscritto, alla frase del professor Silente ad Harry Potter nel libro dei Doni della Morte, lì si trovavano sul binario 9 e 3/4, ho preso spunto da questo per il "sogno pazzo" di Vader
Le informazioni sulle tre lune di Tatooine l'ho presa qui: http://starwars.wikia.com/wiki/Tatooine

Il prossimo capitolo che nn è introspettivo, dovrebbe arrivare il 28 Aprile 2018

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Capitolo 4
*** Ancora Tatooine ***


Buona sera a tutti ^^ aggiorno con un po' di anticipo per farmi perdonare il ritardo del terzo capitolo.
Per eventuali N.d.A ci vediamo dopo.

Buona lettura, Sonia.


4. Ancora Tatooine
 
I due soli erano sorti da poco tempo, ma il caldo cominciava a farsi sentire, sbuffando Vader rientrò nella casetta dove aveva lasciato Kenobi intendo a leggere, quando era così assorto, poteva fargliela sotto il naso e non si sarebbe accorto di niente, in effetti, a ben pensare gliel’aveva fatta più di una volta, tutte quelle buone caramelle conquistate così avevano un altro sapore, scuotendo la testa tra il divertito dal ricordo e irritato per lo stesso motivo, rientrò e si preparò a cucinare una colazione decente, così aprì il frigo e lo trovò desolatamente vuoto, tranne che per dei succhi di frutta e della frutta dall’aria dubbia
“Ehi, ma tu non mangi?” chiese con ironia a voce alta
“No, da quando quello che metto nello stomaco poi devo rimetterlo fuori” rispose una voce che proveniva dal salotto, stava ancora leggendo
“Grazie per questo” non capendo a cosa si stava riferendo si girò verso il Cavaliere Jedi che si trovava sulla soglia della cucina con indosso il suo mantello, non ebbe il cuore di dirgli di riconsegnarlo, primo ci si era appallottolato dentro, secondo il suo sembrava rovinato in più punti, mentre il suo era nuovo di zecca, come tutto quello che in questo periodo possedeva, e poi non aveva freddo, mentre Obi-Wan tremava leggermente pur avendo la stufa accesa
“Tremavi mentre leggevi, te l’ho appoggiato sulle spalle è meno consunto del tuo. Non te ne sei accorto come al solito, ovviamente…” replicò osservando il Jedi sedersi
“Già, sono distratto quando leggo” confermò mentre studiava la sabbia depositata sul tavolo e con una mano, cominciò a raccoglierla, per non guardare Anakin in viso, dirgli che si accorgeva di quello che faceva quando lo credeva assorto nella lettura, avrebbe reso le caramelle meno gustose, anche se erano un ricordo, gli piaceva troppo ricordare quel visetto paffutello che mordendosi il labbro inferiore ne prendeva due o tre dalla confezione e poi sgaiattolare via ‘furfantello che eri’ si ritrovò a pensare con nostalgia osservando la schiena dell’ex-padawan mentre cercava le pentole e parlava di qualcosa che non aveva recepito affatto
“… … se dai di stomaco, devi mangiare una cosa leggera, non mangiare non è una soluzione” si affacciò fuori e gli volarono in mano le provviste della sua navetta, chiuse in una scatola
“Qui dentro troverò qualcosa che riuscirai a mandare giù e farcela rimanere giù!” affermò piccato, Obi-Wan ridacchiò, guadagnandosi un’occhiataccia dal Sith
“Hai appena detto una frase molto Anakin, Vader” rispose, quella strana presenza lo metteva di uno stato di tranquillità e dire che l’ultima volta che lo aveva visto, aveva avuto paura: di doverlo uccidere, di farsi uccidere e dare all’amico il peso di averlo ucciso, paura di quello che poteva succedere alla galassia se lo avesse lasciato libero di andare
“Il tuo apprendista è veramente una piaga vivente, su questo avevi ragione! Non sta zitto un minuto, sempre a dare la sua opinione senza che gli sia richiesta” replicò il Sith attivando la piccola cucina a due fuochi
“Sì, lo faceva anche con me. Era divertente sentirlo dire certe cose, per me senza capo né coda, ma per lui così importanti, avrei tanto voluto ascoltarle di più, per quanto lo facessi, Palpatine lo faceva meglio e più di me, per questo ha vinto lui sulla nostra amicizia” rispose il Jedi, incolpandosi apertamente dell’accaduto
“Non dargli troppi meriti, Obi-Wan, se Anakin non esiste quasi più, lo si deve più alle sue paure che al tuo non ascoltarlo, e comunque non è colpa tua, non in maniera eccessiva, siamo entrambi liberi di scegliere, di agire secondo il nostro pensiero, tu non puoi farci nulla” replicò il Sith, cercando di confortare il Jedi, stava male è inutile discutere di chi è la colpa dello stato delle cose, è già difficile avere una doppia personalità figurarsi se deve anche badare ai sensi di colpa dell’ex insegnante, non sa bene neanche lui quanta colpa risieda in Kenobi e quanta in lui, anche se è abbastanza sicuro che sia più sua che del Jedi.
Il silenzio ebbe la meglio sui due strani occupanti di quella casetta, uno troppo stanco per parlare, l’altro troppo confuso per trovare una logica dietro ai propri pensieri, finché il silenzio diventò opprimente e così il più vecchio parlò
“Perché sei ancora qui? Non ha senso quello che stai facendo” osservò, mentre il Sith tribolava con pentolini dall’aria discutibile e i piatti che sembravano aver visto momenti migliori
“Sono qui perché ho deciso cosa fare, pensavo lo avessi capito ieri sera. Ti porterò al Tempio e cercherò di salvarti, poi deciderò se riportarti qui o da qualche altra parte, ma non ti ucciderò se non me ne darai motivo” rispose, mettendogli davanti una ciotola di zuppa che profumava di buono, come non ne sentiva da tanto tempo
“Su, dai mangia, o giuro che t’imbocco” gli fece per sollevarsi dall’imbarazzo di aver cucinato a un Jedi, malato e morente, insomma non un atteggiamento da Sith, un Sith lo avrebbe sbeffeggiato, torturato e ucciso, lui lo stava curando come un cucciolo ferito, cose da prendersi a schiaffi, ma di cui sembrava non poterne fare a meno, doveva aiutare quel Jedi.
“Ok, ma non ti prometto che la terrò giù. Che poi che razza di colazione è?” affermò prendendo il cucchiaio e immergendolo nel liquido per poi bere la zuppa calda
“Pesce… Se lo è ricordato!”  pensò Kenobi sorpreso, alzò lo sguardo e vide il volto di Anakin diventare rosso, lo vide voltarsi e precipitarsi fuori, mentre immergeva di nuovo il cucchiaio nella zuppa cercando di tenerla nello stomaco, che si contraeva per buttarla fuori.
 
Il cielo sopra la sua testa era di un azzurro pastello che raramente si vedeva anche in pieno deserto, in effetti, erano anni che non ammirava un cielo tanto pulito, solitamente c’erano delle nuvolette bianche, ma oggi era limpido, segno che durante la notte, dormendo non si era accorto della tempesta di sabbia.
Alzò lo sguardo sul caccia TIE/ad x1 che ronzava nel silenzio del deserto, faceva caldo, ma ancora era sopportabile, certo gli abiti neri non aiutavano, però non se ne poteva andare in giro nudo, gli era bastato farlo a sei anni e beccarsi delle ustioni davvero dolorose sulle gambe e la schiena, riscuotendosi dai ricordi avanzò instabile sulla sabbia, una volta arrivato al caccia abbassò la rampa di accesso ed entrò.
Seduto al posto di guida chiamò l’Imperatore
“Lord Vader, hai trovato Kenobi?” chiese subito Palpatine
“No, Maestro. Non è neanche su Naboo, ricomincerò le ricerche dell’ultimo Jedi per portare a compimento il vostro Primo Ordine, Mio Maestro” rispose ossequioso Vader, doveva ammorbidirlo per quando possibile, l’Anakin nella sua testa non era di aiuto, i salamelecchi non gli erano mai piaciuti per cui tutto quello che pensava, erano insulti verso la figura evanescente che stavano guardando
“Bene, mio apprendista, vedo che nonostante i tuoi dubbi stai ancora percorrendo la strada che ti ho indicato. Presto sarei un Maestro Sith, molto più forte e potente di quanto potevi esserlo un tempo” replicò con voce sibillina l’ologramma
“Sì, Maestro. Maestro vorrei chiederti l’accesso agli Archivi Jedi, ho in mente una piccola modifica della vostra Stazione Spaziale” iniziò, mentre il Sith corrugava la fronte
“Che modifica?” chiese con tono troppo tranquillo, che non presagiva niente di buono se la modifica non fosse stata di suo gradimento
“Vorrei darle la capacità di distruggere un pianeta e negli Archivi ci sarà sicuramente qualcosa da sfruttare. Sarebbe ironico che usassimo le conoscenze Jedi per distruggere invece di costruire” rispose subito Vader puntando sull’umiliare ancora i Jedi usando le loro conoscenze per il lato oscuro
“Sì, sì è un’ottima idea. Può essere fatto?” chiese sorridendo apertamente a quella nuova aggiunta alla Stazione Spaziale
“Credo proprio di sì” rispose Anakin mordendo il freno per avere l’autorizzazione
“Bene, l’accesso ti è concesso se riuscirai, sarai ricompensato con quello che vorrai” l’ologramma si deattivò lasciando intuire una dolorosa punizione in caso di fallimento.
Stava manomettendo delle cose all’interno del caccia quando si sentì chiamare dall’esterno.
“Anakin?” lo chiamò arrivato alla rampa d’accesso, sbuffando poiché lo chiamava col nome sbagliato, uscì dalla cabina
“Che ci fai fuori?” chiese subito appena lo vide avanzare malfermo
“Niente, sto cercando di stare in piedi per evitare di rimettere la colazione. Dimmi un po’ questo caccia TIE/ln ha qualcosa di diverso da quelli che ho visto l’ultima volta, ma cosa non saprei, oltre le ali” questionò, come per attaccare bottone, nonostante sapesse benissimo le differenze, ne aveva visto il prototipo poco prima di partire per Utapau, il Sith lo guardò negli occhi, voleva parlare con lui? Nei suoi occhi vide dolore, stava soffrendo? Voleva parlare per evitare di pensare? Soffriva tanto? Domande alle quali preferiva, per ora, non avere una risposta,
“Questo è un TIE Advanced x1, in pratica i TIE/ln sono i caccia che si usano in massicce azione d’attacco, sono rapidi e maneggevoli, ma ne fa le spese la struttura portante, in pratica, anche se il colpo gli passa a mezzo metro salta in aria lo stesso. I due cannoni laser messi sotto la cabina sparano insieme, niente iperguida o altro, non possono rimanere da soli, hanno bisogno sempre della nave appoggio, di solito uno Star Destroyer e raggiunge una velocità di circa 140 MGLT.
Questo è un TIE/x1 è leggero, manovrabile, ha la sua iperguida, può viaggiare nello spazio da solo, per dieci salti, ovviamente gli conviene rimanere dei paraggi di un Destroyer, ma in caso di bisogno può saltare e sparire. Come potenza di fuoco è superiore a un classico TIE, avendo quattro cannoni laser L-s9.3, due lanciamissili universali M-g-2 e quattro missili a concussione, purtroppo ha solo 3 MGLT in più di un TIE/ln, ma in volo fa la differenza se il pilota sono io, hanno però la stessa velocità in atmosfera 1200 km/h. In più ho montato una lega di duracciaio rinforzato a 15 RU1.
Normalmente sono caccia monoposto, ma questo è a due, l’ho modificato personalmente” Anakin era partito in quarta nella spiegazione dei due modelli, indicando le parti diverse e le varie modifiche, mentre il Jedi accanto a lui si limitava ad ascoltarlo
“Che ci fai con una tale attrezzatura? Neanche i Jedi avevano un armamento di questo tipo durante la Guerra dei Cloni. Ci limitavamo a due semplici cannoni laser doppi sds8/5. Devo dire che il mio caccia era più veloce della tua carretta modificata, se ricordo, correttamente, raggiungeva i 1260 km/h in atmosfera e nello spazio arrivava a 172 MGLT2” questionò Obi-Wan guardando il Sith sbuffare
“Carretta un’accidenti! Devi rivedere i dati, questo è attualmente il caccia più veloce in circolazione!” replicò piccato finendo la modifica ai sistemi di memoria e chiudendo con un colpo secco lo sportello
“Peccato che non te lo posso più dimostrare, attualmente il mio caccia è la mia casa” rispose mestamente il Jedi, sfilandosi il mantello consegnandolo al Sith che lo fissava perplesso
“Perché l’hai fatto a pezzi?” domandò incapace di trattenersi
“Perché non mi posso permettere tutto quello che serve per creare una casa che mi permetta di vivere isolato per i prossimi quarant’anni o così pensavo tre anni fa” replicò prima di girarsi e tornare dentro la casa, con passo claudicante.
“E comunque, una zuppa di pesce è più digeribile di un toast o dei pancake che ti facevi fuori a chili ogni giorno!” gli ringhiò dietro, ripescando la domanda da qualche recesso della mente, mentre il Jedi lo salutava con una mano senza voltarsi segno che stava sorridendo,
“C’è da chiederti perché non ruzzolavi” mormorò a se stesso, mentre tornava dentro ad accettarsi che la manomissione ai sistemi di memoria e registrazione funzionasse, sennò sarebbe stato difficile potarsi dietro un passeggero senza che il computer di bordo ne registrasse la voce.

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Note d'Autore
1. RU è la resistenza unitaria, semplicemente indica quanti colpi può subire il caccia in quel punto prima di perforarsi, ovviamente dipende anche da che tipo di arma viene colpito
2. Per il calcolo delle varie velocità di accelerazione ho usato questo dato: 1 MGLT = 29G (se volete vi posso fare un capitolo extra con la spiegazione incorporata in basso, per ora non vi voglio tediare)
Le informazioni sul caccia TIE/ad le ho prese qui: http://www.swx.it/databank/index.php?title=Caccia_stellare_TIE/ad
Le informazioni sul caccia TIE/ln le ho prese qui: http://www.swx.it/databank/index.php?title=Caccia_stellare_TIE/LN&redirect=n
Le informazioni sul caccia Delta 7 Jedi di Obi-Wan le ho prese qui: http://www.swx.it/databank/index.php?title=Intercettore_leggero_di_classe_Aethersprite_Delta-7
Il caccia di Vader è questo: http://www.swx.it/databank/index.php?title=TIE_Advanced_x1 ho aggiunto o modificato alcune cose a mio piacere poichè avendo Anakin modificato il caccia a proprio gusto, l'ho reso un po' più armato di quello che era in origine.

Il prossimo capitolo arrivarà il 4 Maggio 2018

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Capitolo 5
*** Partenza ***


Buona sera a tutti voi XD
Buon 4 Maggio a tutti quanti ^^
Per eventuali N.d.A ci vediamo dopo.

Buona lettura, Sonia.


5. Partenza
 
Aveva perso altre due ore a zonzo per la navetta a modificare o aggiustare qualcosa tanto per “tenere il broncio” poi decise che doveva darsi una mossa o la cosa sarebbe sembrata sospetta visto che era atteso su Coruscant.
Così aprì lo sportello esterno e l’afa tipica del pianeta, gli rese difficile prendere il primo respiro, l’aria arida e il caldo non lo invogliavano ad uscire, ma si diresse rapidamente della casetta per chiarire che dovevano partire subito.
“Su andiamo, prendiamo le cose base e filiamo di qui prima che arrivi ancora più caldo” dichiarò sbuffando
“No, Anakin, non voglio venire al Tempio, non posso tornare” affermò Kenobi mestamente
“Vuoi davvero sfidare sia me sia Anakin, Kenobi?” chiese subito il Sith, osservandolo mentre osservava tristemente una sacca di tela aperta e vuota gettata in terra
“No” replicò poco dopo, tanto con Anakin non aveva mai vinto, ma con Vader sì, ma era in migliore condizione e aveva la voglia di discutere.
“Dai su che ti vuoi portare, tutto non è proprio possibile, ma se riesci a organizzarti una scatola di libri e due valigie riesco a trasportarle senza farle notare” spiegò agitando le mani come se questo rendesse più chiaro il concetto
“Hai ragione! Come fai a portarmi su Coruscant, senza arrestarmi? Voglio dire che non sono invisibile, Sidious mi noterà se scendo dalla navetta non credi?” questionò guardando l’altro e il sospetto che lo stesse fregando si fece, nuovamente, strada nella mente
“Per cortesia, mi hai preso per un’aspirante suicida? Lui non sa che arrivo in compagnia, per la verità sa che non ti ho trovato! Ho manomesso i sistemi di memoria e registrazione per essere sicuro che nessun sistema sappia che siamo in due. Per Palpatine non preoccuparti non penso che sia davanti al Tempio a fare su e giù nell’attesa che atterro. Quindi, se hai finito con le scuse, fai le valigie. Ti do una mano, ti leggo i libri basta un sì o un no, e solo una scatola. Questa andrà bene” osservò indicando la scatola più grande che avesse sott’occhio, non sapeva quando Kenobi doveva rimanere al Tempio e pur non essendo recluso, era meglio che stazionava in una o due stanze massimo. In assoluto doveva evitare che il Jedi girasse l’angolo per la biblioteca e incappava in Palpatine che svoltava da quelle parti cercando lui,
“Sai la faccia del vecchio se lo vede passeggiare tranquillo… Impagabile!” affermò Anakin ridendo prima che lui gli ricordasse che altrettanto stupefacente sarebbe stata la sua reazione.
Così elencando tutti i titoli che trovava sparsi in giro o in altre scatole, in una mezz’ora riuscirono a chiudere la cassa con i libri e con altri dieci minuti riuscì a convincere Obi-Wan che il cambio non era necessario, poiché al Tempio si trovavano ancora le sue divise nella sua camera.
Mezz’ora dopo Anakin stava attivando il caccia dando il comando di decollo, i piedini si staccarono dal pianeta e puntò il caccia in alto tra le stelle
“Di nuovo nello spazio” mormorò Kenobi seduto accanto a lui, non sembrava in estasi, ma neanche triste per aver abbandonato il pianeta, per sicurezza avevano sigillato la casa con degli scudi portatili, sperando che i predoni del deserto non riuscissero a manometterli avrebbe ritrovato tutto come lo avevano lasciato
“Ti dispiace?” chiese con curiosità il pilota, mentre calcolava il salto nell’iperspazio verso Coruscant
“No, non mi dispiace, ma…” non terminò la frase e Anakin non indagò oltre, passarono seduti l’uno accanto all’altro tre delle sei ore poi Kenobi, si mosse
“Se devi vomitare di nuovo, non credere che non me ne sia accorto, per prendere l’accappatoio ci hai messo un quarto d’ora. Che è l’hai fabbricato?” questionò con sarcasmo, tanto che l’altro rise, prima di chiedergli cosa non doveva fare se doveva rimettere
“Non lo devi fare sui comandi, ecco cosa! Ti potrei uccidere sul serio, sai che inferno farei passare a quelli che poi che devono ripulire i comandi, fallo per loro” ringhiò Vader con un luccichio divertito negli occhi, Kenobi scosse la testa divertito mormorando un 'poveretti' per poi proseguire
“No, non devo vomitare, ma se avessi dell’ossigeno, sarei contento” rispose a fatica incamerando aria
“Ossigeno?” domandò voltando la testa verso l’uomo che occupava la sedia del co-pilota, Kenobi annuì solamente, Vader si alzò è tornò poco dopo con ossigeno e mascherina che applicò subito al volto di Kenobi, il quale riprese a respirare più tranquillamente
“È un timoma vero?” chiese quando vide il Maestro riprendersi
“Sì, non so a che stadio, ma sono quasi certo che ha rilasciato metastasi e una deve essere nello stomaco dato che raramente riesco, a trattenere qualcosa di più di un succo o un frutto. Che poi dimmi esperto di caccia, come si ripulisce una navetta?” replicò tranquillamente osservando ispirare l’altro poiché solo l’idea del caccia insudiciato lo aveva rabbrividire
“Non provocarmi, potrei descriverti dettagliatamente cosa bisogna fare, ma dispero che impari qualcosa! Ancora mi chiedo come hanno fatto i tecnici della manutenzione del Tempio a togliere tutto lo zucchero che hai rovesciato su quel povero caccia” replicò ricordando quella volta in cui facendo l’idiota aveva urtato il caccia del compagno, mentre questo stava bevendo e il succo si era rovesciato sui comandi dell’iperspazio
“Non ho rovesciato niente, se tu ti metti a giocare con le ali non è colpa mia, stavo bevendo!” replicò con stizza
“Non potevi dirmelo?”
“Ma mi stavi guardando perché ti annoiavi e stavamo giocando all’associazione di parole… Santo cielo che gioco sciocco!”
“Bella scusa adesso è colpa mia perché ti distraevo con un gioco sciocco, ma se ti annoiavi a morte, ti eri messo a meditare”
“Che c’è di male nel meditare?”
“Vuoi che ti rispondo in ordine cronologico o alfabetico?”1 ringhiò osservando il viso del compagno di volo, era disteso, nessuna ruga incorniciava il volto,
“Lasciamo stare, o qui arriviamo a Coruscant, e ancora stai all’A” affermò scuotendo la testa, sapeva quanto poteva essere drammatico Anakin quando si metteva di punta l’ultima volta, c’erano volute un’ora prima che dall’A si passasse alla B e l’argomento non era la meditazione per fortuna, giacché il suo giovane amico non l’aveva mai apprezzata.
Passarono in silenzio qualche minuto prima che una voce tornò a questionare
“Si può sapere che ci trovi di divertente in questa situazione, Kenobi? Non fai altro che sorridere, dovresti avere paura o almeno temermi” osservò il Lord Oscuro
“Il perché sorrido, non lo so, ma so per certo che non ti temo ne ho paura di te, non ti azzardare a chiedermi il perché, però sono tranquillo” spiegò tramite la maschera che gli occupava il viso
“Jedi suicida” brontolò uscendo dalla cabina Obi-Wan sorrise nuovamente.
Venti minuti dopo una sequenza di spie si attivarono sulla destra e sporgendosi Obi-Wan vide che era una flotta di navi da guerra classe Acclamator, meglio evitarle si disse e le sue dita volarono sulla pulsantiera e la navetta virò nell’iperspazio allontanandosi dalla flotta, pochi secondi dopo che aveva eseguito la manovra Vader, entrò come un fulmine sbraitandogli contro che non doveva toccare i comandi o si sarebbero sfracellati dentro una supernova, Kenobi gli rispose tranquillamente che una correzione della rotta ancora gli riusciva e che erano passati vicino a una flotta di Acclamator che era meglio evitare
“Sì meglio! Però non toccare lo stesso” ripeté, saperlo ai comandi di qualcosa di più complesso di una navetta d’addestramento gli metteva i brividi
“Non ti fidi proprio che guidi io” replicò togliendosi l’ossigeno
“No, per niente, l’ultima volta che hai guidato tu ci siamo sfracellati sulla superficie di Endor, quindi evitiamo di incrociare un buco nero, grazie” e si sedette controllando la direzione, che puntava ancora su Corustant seguendo un percorso che evitava tutte le flotte
“Hai impostato il passaggio lontano dalla flotta” osservò ammirato dalla precisione di calcolo che aveva usato, e osservò l’algoritmo che aveva inserito e si accorse che era quello che si era inventato lui per evitare i sensori dei Separatisti, doveva aver inoltrato la richiesta di controllo due sedute prima del cambio di “squadra” diciamo, non si aspettava che Kenobi avesse letto la relazione o che imparasse a memoria quell’algoritmo e se lo ricordasse ancora dopo tre anni che non aveva dovuto usarlo
“Sì, così non suonano altri allarmi” era di nuovo stanco non gli andava di battibeccare sul buco nero, ma si prese l’appunto mentale di ricordargli che non era esattamente un pivello ai comandi di un caccia
“Vai di là. Qui resto io” il Jedi annui e andò nella zona seguente, dove trovò una brandina
“C’è di tutto qui dentro” mormorò
“Sì è ben fornita, l’ho disegnata ed equipaggiata io, te l’ho detto” rispose Anakin
“Sei bravo. È semplice ma molto pratica, però non la chiamerei né navetta né caccia, sembra più una micro astronave”
“Solo tu potevi chiamarla micro astronave” replicò stizzito, ma il Jedi era già addormentato, non era mai crollato dalla stanchezza, attivò gli strumenti per monitorare i segni vitali e questi non erano per nulla buoni, gli infilò l’ossigeno e decise di dare più velocità alla navetta, aveva un gran brutto presentimento, per cui attivò un motore che aveva nascosto all’interno della struttura e neanche il gran capo sapeva che esisteva, era la prima volta che lo testava, ma rispondeva esattamente come lo aveva progettato.

 

Tempo stimato d’arrivo 2 ore, 43 minuti e 12 secondi

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Note d'Autore
Per questo capitolo non ci sono note da inserire, visto che i due si trovano a passeggiare nello spazio punzecchiandosi tra di loro, però dico questo preparatevi psicologicamente nel prossimo arriva il vecchio Sidious! -.-
Vi lascio questa immagine che ho graficato per augurare a tutti un bellissimo giorno *_* (ovviamente i loghi non mi appartengono, l'immagine e il tipo di scrittura neanche, come del resto tutto quello che scrivo è tratto dal mio cervello fuori fase)

Il prossimo capitolo arrivarà il 19 Maggio 2018

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Capitolo 6
*** Coruscant ***


Buon pomeriggio a tutti voi, sono arrivata con un po' di anticipo con il nuovo capitolo. Siete contenti? Oggi vorrei chiedervi un parere, c'è nella storia uno sfogo di Kenobi, vorrei avere la vostra opinione in merito, se va bene o se è eccessivo, sbagliato, insomma quello che pensate, sinceramente non mi offendo. A parte questa richiesta vi aspetto come sempre in fondo alla storia per le N.d.A

Buona lettura, Sonia.


6. Coruscant
 
‘Lo spazio è noioso’, era arrivato a questa conclusione all’età di dieci anni e da allora non era riuscito a trovare qualcosa d’interessante nello spazio, se si trattava di inseguire, sparare, volare era divertente, ma l’iperspazio…
“Aiuto, mi stanno morendo le cellule del cervello” mormorò sbattendo la testa contro la console
“Perché ne hai ancora?” una voce tranquilla, riposata e stranamente frizzante gli rispose divertita, si girò lentamente e si trovò a guardare gli occhi azzurri di Kenobi ballare allegri
“Da quanto tempo sei lì?” chiese preoccupato, aveva parlato da solo per almeno dieci minuti,
“Non so, ma i tuoi monologhi sono divertenti!” replicò sedendosi, e lanciò un’occhiata al display dell’iperspazio per vedere quanto tempo mancava
 

7 minuti e 35 secondi

 
“Non manca tanto dai, non farla lunga, hai resistito per quasi due ore senza lamentarti” questionò allungandosi sui tasti spingendo una sequenza di pulsanti che aprirono un vano laterale, e tirò fuori la scacchiera di Sooku1, un gioco simpatico formato da numeri dove dovevi cercare di fare dieci con le tue file, mentre il nemico ti metteva numeri che t’impedivano di farlo, insomma c’era da diventare matti, lui non era proprio un genio del gioco, aveva vinto qualche partita, ma Anakin era fenomenale, e sopratutto se giocava, stava zitto, e giacché lo aveva svegliato, almeno non gli avrebbe fatto venire il mal di testa
“Vuoi davvero giocare dopo anni che non lo fai più? Ti schiaccio con la grazia di un Bantha lo sai vero?” questionò mettendosi dritto e guardando la scacchiera
“Sono anni che non ci giochiamo. Zitto e gioca! Schiaccialo o giuro che te la faccio pagare, Obi-Wan è una schiappa. Non può vincere!” la voce di Anakin gli perforò nuovamente i timpani, era qualche ora che non lo sentiva, gli ringhiò di stare zitto
“I numeri sono numeri, Vader, non angustiarti! E il fatto di schiacciarmi, voglio proprio vedere se ci riesci. Hai sette minuti” replicò come risposta
“Vincerò” pronunciò sicuro, guardando la scacchiera illuminarsi dopo tre anni
“Non scommetterci la testa!” replicò stizzito l’altro, gli dava noia che lo pensasse tanto incapace, e gli dava fastidio quell’arroganza della voce, così poco Anakin, sì il ragazzo era arrogante, ma non tanto da essere strafottente
“Non sei incapace. Sei più portato con le parole, che con i numeri, per questo di meccanica non capisci un tubo”
“Grazie” replicò sarcastico, per poi guardare la scacchiera e i numeri che gli erano toccati e sbuffò aveva tanti di sette
“Non ci capirò un tubo, ma con questi numeri mi fai nero” brontolò, ignorando il dolore pulsante alla tempia destra, strinse l’occhio un secondo per rimettere a fuoco il giovane Sith,
“Vediamo, aggiungiamoci le parole, quel gioco sciocco…” questionò mentre gli piazzava un cinque accanto ad un sette
“Bene forse riesco a vincere qualcosa. Non che vincere sia fondamentale” si corresse
“Hai ragione” Kenobi lo guardò stupito
“Infatti, è l’unica cosa che conta!” lo sguardo “sto disapprovando” apparve subito sul volto del Jedi, e Anakin sorrise
“Ci avrei scommesso la testa!”
“Cosa?”
“Lo sguardo ti sto disapprovando, Anakin!” gli fece il verso ex-padawan ridendo
“Ridi, ridi, intanto ti ho bloccato con un nove” gli ghignò il Jedi, il ragazzo smise di sorridere
“Crudele” mosse una mano e sulla parte di Kenobi apparve un +3
“Pratico” +4
“Mantello” +2
“Uniforme” + 1
“Militare” + 8 + ghigno
“Esercito” + 9 + sorrisetto
“Impero” 10 fila completata
“Stewjon2” 10 + 10 file complete bonus +5 e scomparvero dalla scacchiera
“Ehi!”
“Cosa?”
“Stewjon? Hai fatto due file + 5 bonus, la solita fortuna!”
“È un impero lo sai. Che ti devo dire la fortuna del principiante!”
“Principiate?”
“Younglings” + 3
“Padawan” + 4
“Cavaliere” + 7
“Maestro” + 0
“Lama - Ancora metti lo zero?” chiese aggiungendo un 4 e facendo 10 sulla fila a destra che scomparve
“Creatura – Perché non è un numero?” chiese alzando gli occhi
“Pianeta – Sì ma otto più zero mi fa sempre otto, mica mi blocchi?” questionò
“Spazio – Vero, ma quella casella è comunque bloccata” replicò scuotendo le spalle
“Caccia – Fai come ti pare, sono anni che ti dico di non usare lo zero” + 3
“Iperspazio” + 6
“Noia” + 9
“Giochi” + 1
“Finiti. Siamo arrivati” si girò verso la console di comando mentre uscivano dall’iperspazio, Kenobi chiuse il Sooku dentro lo scomparto e si mise a guardare Coruscant che si avvicinava con una specie di blocco di pietra nello stomaco, l’ultima volta che l’aveva vista stava fuggendo e dietro di se poteva vedere il fumo che saliva dal Tempio, e ancora oggi, dopo tre anni poteva vedere la colonna di fumo nero, acre che saliva verso l’atmosfera del pianeta
“Chiudi gli occhi, non guardare, non sei tranquillo” mormorò Vader osservando il Jedi che cercava di restare con la mente piatta
“Stai facendo un gran casino” mormorò
“Cosa?”
“La tua Forza sta parlando nella Forza. Stai mettendo in allarme chiunque possa sentirti. Devo ricordarti chi abbiamo sotto di noi? Non riesco a nasconderti se ci avviciniamo di più, soprattutto se non ti calmi. Non posso rimanere a ronzare qui in alto, poiché quei satelliti gli hanno già comunicato che sono arrivato” parlare a raffica indicando i sensori, inviargli un impulso elettromagnetico che simuli un guasto al caccia, è la prima cosa che gli è venuta in mente di fare, ha guadagnato solo dieci minuti, spera che bastino o Palpatine non si accontenterà di una tempesta solare su Naboo, anche perché non c’è mai stato e se controlla il diario di bordo, la cosa può diventare problematica.
“Te lo avevo detto che non volevo tornare” mormorò girandosi verso l’interno della navetta, per non guardare il pianeta
“Sì me lo avevi detto. Non pensavo che ti mettessi a piangere come un ragazzino” ringhiò irritato, punzecchiandolo, non stava piangendo, Obi-Wan non piange, ma sapeva bene che non era del tutto vero, credeva di aver visto una cosa su Mustafar quel giorno
“Vorrei vedere te! Proviamo a riassumere la cosa in poche parole. Il tuo miglior amico, ti uccide tutta la famiglia, poi cerca di ucciderti su un pianeta dimenticato dalla Forza, dove non c’è altro che fuoco e fiamme; dove devi uccidere o essere ucciso. Non so se puoi capire cosa significa camminare per il Tempio e riconoscere amici morti trapassati da una spada laser, e sapere che è l’arma di un ragazzo che hai cresciuto da quando aveva nove anni. Un ragazzo cui tu hai insegnato come usarla per difesa e per attacco, forse non sai il senso di colpa che ho per avergli insegnato a usarla, e pensavo, a torto, di avergli saputo spiegare bene come riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, la strada facile da una più difficile, pensavo di essere stato un buon maestro, so di non essere l’eccellenza insomma avevo venticinque anni e ho sicuramente sbagliato, ma non pensavo così tanto, e tu mi stai riportando lì, mi stai riportando dal mio più grande errore, è anche colpa mia se i miei stessi amici sono morti, ho sbagliato qualcosa con lui e ancora oggi non so cosa. So che a te non t’importa dei Jedi, e che questo è uno sproloquio di un vecchio pazzo, ma tu ci hai distrutti per creare il tuo fastoso impero, in cui credi scioccamente di portare pace e giustizia. Però vuoi salvare me, perché?” era arrabbiato, triste, nostalgico, aveva paura, freddo e sentiva la morte aleggiare ovunque non era una bella sensazione, senza contare che soffriva di mal di testa e gli bruciava la gola, doveva aver urlato e non se ne era accorto,
“Non avevi mai urlato prima” la voce sottile di Vader/Anakin lo colpì come uno schiaffo e tornò seduto accanto a lui,
“Perché non provi a vederla dal mio punto di vista. Credi sia semplice cercare di scherzare con te? O giocare a Sooku? Tu sei Anakin, ma non lo sei. È tutto complicato, come lo era dopo essere stati al fronte. Su Coruscant la corruzione, la politica complicava tutto, poteva trasformare una semplice colazione tra amici, in un duello verbale all’ultimo sangue. Anakin le parole possono ferire più delle azioni, ricordatelo” questionò, quanto all’improvviso, Anakin allungò una mano e lo getto in terra
“Lord Vader cosa succede?” la voce metallica, fredda di Sidiuos riempì l’abitacolo
“C’è un semplice e noioso problema nella pompa idraulica che governa la discesa, ci metto poco ad aggiustarla. Dovrò far fare una revisione alla navetta” rispose subito con fredda precisione e una punta di giusta irritabilità nella voce
“Bene. Punirò personalmente l’ultimo controllore” affermò sparendo
“Bene. Sono io per cui…” mormorò all’ologramma sparito
“Andiamo bene” concordò Kenobi mettendosi seduto in terra, massaggiandosi la mano, che aveva attutito il colpo che gli avrebbe rotto il naso
“Ti sei fatto male? Bene! Aspetta che danneggio la pompa e la risistemo sennò il controllo di Palpatine si rende conto che ho mentito. Prima o poi, quel tipo, mi deve capitare a tiro senza Sidious” ringhiò sparendo, dopo essersi assicurato che Obi-Wan non si fosse fratturato un polso, il cancro poteva avergli indebolito le ossa o i muscoli per quando ne sapeva e una volta appurato che stava bene poteva proseguire a danneggiare la navetta.
Vederla dal suo punto di vista non era facile, pensò mentre era sdraiato in terra guardando la pompa da danneggiare, prese una chiave inglese e iniziò a svitarla, ricordare il massacro dei Jedi non era esattamente una cosa che gli procurava piacere, ma doveva ricordare per capire cosa poteva aver provato Kenobi alla vista del genocidio, posò la chiave e prese un micro laser e punzecchiò la pompa un po’ a casaccio, simulando un danno da corrosione, la posò in terra per farla freddare e chiuse gli occhi.
Rivide subito il Tempio che fumava, le fiamme nella parte bassa degli alloggi, le grida di paura dei bambini più piccoli, l’odio dei Jedi più grandi, il rumore dei colpi blaster, il brivido che gli percorse la schiena allora come ora, al ricordo dei Jedi che cadevano battuti solo dal numero e non dall’abilità, un Jedi valeva dieci e più cloni. La porta della Sala del Consiglio che si apriva e il piccolo che gli chiedeva cosa potevano fare che erano troppi, vide la sua lama accendersi e il piccolo indietreggiare con occhi sgranati, non aveva neanche provato a difendersi, aprì gli occhi di scatto e scoprì con stupore e irritazione che erano umidi, lo aveva ucciso senza pietà, ricordava di averlo trapassato da parte a parte, senza remore o così pensava allora, ma ora era certo che di remore ne aveva avute parecchie, aveva indugiato prima di attaccare e uccidere anche i bambini, non voleva farlo, ma doveva farlo, per salvare Padmè, ma lei era morta a causa sua e suo figlio con lei,
Che cosa ho f
atto?” mormorò una voce, ma non seppe dire se era la sua o quella di Anakin, sigillò i buchi della pompa e l’avvitò, e corse in cabina, e trovò Kenobi intento a controllare alcuni parametri dell’olio,
“È sceso troppo, ma tu non dovresti avere problemi non è ancora sul nero” mormorò sapendo che Anakin era rientrato, si girò e lo guardò per un secondo,
“Dai porta giù questa micro astronave, muoviti” incrociò le braccia e aspettò che Vader si sedesse ai comandi e la navetta puntò sul pianeta e scese a tutta velocità.
Entrati nell’atmosfera, si diressero verso il Tempio Jedi che si ergeva silenzioso e immobile come monumento ai caduti, ma anche per porre l’accento sulla capacità e l’abilità di Sidious nella vendetta contro i Jedi che aveva costruito in anni, come monito ai Ribelli, lui aveva schiacciato i Jedi, avrebbe distrutto anche loro che non erano altro che una spina nel fianco, fastidiosi niente di più.
I due uomini della navetta non vedevano nulla di tutto questo, uno vedeva la sua casa e l’altro una vita diversa
“Anakin rallenta! Guarda laggiù” mormorò tirandosi indietro, dov’era l’ombra della cabina
“Cosa?” si sporse leggermente all’esterno e tirò giù un paio di parolacce tanto grandi da far ammutolire il Jedi e se ci fosse stato uno degli scaricatori imperiali, si sarebbe inchinato davanti a cotanta magnificenza
“Dove hai……… Mi devi consegnare” riuscì a dire dopo pochi secondi, nella voce un livello di paura che non era da lui, e ancora una volta non era per lui il turbamento che provava
“No! Che altre entrare ci sono? Quella non può essere l’unica oltre l’hangar navette. Con lui lì, non posso assolutamente parcheggiare subito nell’hangar sarebbe un insulto. Dimmi solo come portarti lì. Lui me lo giostro io” questionò vedendo la paura del Jedi, la sentiva scorrere nelle sue stesse vene, e non pensò che anche lui aveva paura, ma non per se stesso
“Ce ne sono solo due e la più fattibile è la cupola del Consiglio” replicò indicano la quinta guglia, la più grande e l’unica fatta di vetro
“E come atterro? Sono bravo ma non così bravo!”
“Non devi atterrare” questionò scuotendo le spalle
“Se non atterro come……… No, oh no! Non ti ho portato qui per farti saltare giù!” aveva capito come poteva entrare, ma insomma un salto di venti metri non è indicato se stai bene e sei in pieno allenamento, tre anni fa gli avrebbe detto di non spiaccicarsi, oggi era certo che sarebbe morto
“L’ho già fatto prima d’ora. So saltare, senza spiaccicarmi da nessuna parte!” rispose sapendo quello che aveva pensato
“Sì e ti devo ricordare che eri appeso a un droide cui hanno sparato e se non c’ero io sotto con un taxi con la cupola aperta, ti eri spiaccicato circa sei anni fa?3
“Ma tu c’eri, come sempre, ed è inutile discutere, se non mi vuoi consegnare, devo saltare”, per una frazione di secondo regnò il silenzio quando i due cervelli si arenarono sulle due pare “come sempre” poi tornano attivi
“L’altra via?” chiese rinunciando per ora a ricordargli del turbo ascensore giusto perché non sapeva come, ma sicuramente Kenobi avrebbe trovato il modo di rigirarsi la storia a suo comodo, lui aveva solo chiamato l’ascensore4, mica aveva detto all’astronave di girarsi sotto sopra, insomma!
“Non è fattibile, devi rimanere in vista, non puoi scomparire, non ne hai motivo”
“Come entri?” si girò a guardarlo, mentre la navetta simulava, ancora, dei sobbalzi per spiegare perché ci metteva tanto
“Uno dei vetri della guglia per emergenza si può aprire. Nel senso che scende, c’è un pulsante nascosto nella cima, devo rompere il vetro accanto e schiacciarlo. È all’interno5” spiegò, legando bene la spada e togliendosi il mantello
“No, niente spada. Usa questo” gli passò un attrezzo circolare
“Cos’è?”
“È un diamante e taglia il vetro di qualsiasi spessore, comunque calcola anche lo spessore del vetro e di adatta facilmente, ci può mettere un po’ visto che quel vetro sarà sicuramente spesso. Dammi la spada e il mantello” affermò girandosi per aprire uno scomparto
“Devo girare disarmato?” chiese con apprensione
“Sì. Primo non avrai l’istinto di usarla, secondo se ti catturano, non ti conviene difenderti, terzo se ti dovesse, accidentalmente, cadere non posso recuperarla al volo, quarto se ti vede Palpatine ti fulmina, quinto… devo andare avanti?”
“No. Tieni” gli diede tutto e si avvicinò allo portello esterno
“Posso fare un passaggio solo” lo informò mentre faceva scomparire il tutto
“Va bene. Ci vediamo dopo” Anakin aprì lo sportello e lui saltò
“E meno male che sta male. Che la Forza ti protegga Kenobi!” mormorò allo sportello che si chiudeva
“Che fai ti preoccupi?” gli chiese Anakin
“Se lo prendono, ci finiamo di mezzo anche noi e poi dobbiamo ammazzarlo e mi hai fatto montare tutto sto casino per salvarlo. Quindi sì mi preoccupo” spiegò rapidamente facendo atterrare la navetta e indossando subito il mantello nero, e attaccando la spada di Kenobi orizzontalmente dietro la schiena,
“Che la Forza lo protegga”
“Appunto”.
Uno sbuffo di fumo annunciò al plotone che Darth Vader stava scendendo dalla navetta e se possibile si misero anche più dritti di quello che già erano.
Ed eccolo che scendeva avvolto sempre dal mantello nero, che ondeggiava al ritmo dei suoi passi, i cloni lo videro lanciare il solito sguardo d’irritazione per il fatto che nonostante glielo avesse spiegato più volte, come stare sull’attenti in modo decente, loro sembravano più accozzaglia di gente impreparata, una cosa deplorevole alla vista, ma purtroppo per la loro incapacità a eseguire una semplice azione, come stare fermi e rigidi come cadaveri, era impossibile migliorare, ma loro erano cloni e avrebbero fatto di tutto per compiacere il loro Signore.
“Cody ancora tra noi?” questionò Vader come saluto
“Sì, mio Signore” il clone s’inchinò in avanti era l’unico ad avere questo privilegio per i loro trascorsi.
Nell’esatto centro del gruppo schierato, c’era lui, Lord Sidious, in piedi e con un sorriso paterno stampato in faccia, allungò le braccia verso Vader come per dirgli di abbracciarlo, solo che fortunatamente non doveva farlo
“Lord Vader, è un piacere rivederti ragazzo mio” la voce mielosa, strascicata e paterna di Palpatine gli arrivò alle orecchie accompagnata dall’oramai onnipresente brivido di freddo
“Mio Signore” s’inginocchiò
“Dagli una testata” sussurrò una voce
“Alzati, amico mio. Dimmi, chi devo punire per questo problema?” lo chiese come se si trattasse di schiacciare uno scarafaggio
“Me” e Vader sorrise, non visto, non lo avrebbe mai punito
“Tu non sbagli” la voce era diventata dolce, segno tangibile d’irritazione
“Purtroppo ho errato. La fretta di trovare Kenobi, mi ha fatto un brutto scherzo”
“Allora dovrò punire Kenobi” e rise freddo, crudele e fin troppo serio per i gusti di Anakin.
 
Da qualsiasi punto di vista la guardasse, Anakin che s’inchinava a Palpatine era una scena inguardabile, sia se stava in piedi sia se stava a testa in giù, dannato coso non poteva essere più efficiente nel tagliare il vetro?

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Note dell'Autore
1 – Il Sooku è un giochino che non esiste in nessun universo, me lo sono inventato
2 – Stewjon è il pianeta natale di Obi-Wan Kenobi, mi andava di metterci il nome da questo è diventato un impero. Non sapendo quasi nulla del pianeta ne ho approfittato.
3 – Anakin si riferisce a quando il Maestro si è lanciato fuori dalla finestra durante il periodo in cui facevano da guardia del corpo per la Senatrice Amidala
4 – Qui invece fa riferimento al fatto che sono dovuti saltare nella tromba dell’ascensore, quando sono andati a recuperare Palpatine dalla nave di Greviuos e durante l’attacco l’astronave ha ruotato su se stessa facendo diventare il pavimento quello che era una parete e si sono ritrovati appesi ad una fune del vano del turbo ascensore, insomma delle idee meno brillanti di Anakin, seconda solo al fatto di aver sparato all’ala del caccia di Obi-Wan -.-
5 – La guglia non si apre non c’è nessuna entrata nascosta, me la sono inventata e non sarà l’unica strada nascosta per entrare o uscire dal Tempio senza essere visti

Il prossimo capitolo arriverà o il 19 o il 29 Maggio non oltre ^_^

 

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Capitolo 7
*** Finalmente a casa ***


Buongiorno a tutti voi, ringrazio Ame per il parare che avevo chiesto^_^
Ringrazio chi ha inserito la storia tra i preferiti e tra le seguite ^*^
Per tutto il resto ci vediamo nelle N.d.A.


Buon lettura, Sonia.

7. A casa finalmente
 
I due Sith procedevano lungo le scale principali, mentre Obi-Wan poteva entrare dalla guglia, finalmente il tagliavetro che Vader gli aveva consegnato era riuscito ad aprire un varco nella lastra e dopo aver eliminato il pezzo di vetro che andò a schiantarsi all’interno della Sala del Consiglio, infrangendosi in mille e più frammenti, infilò il braccio e schiacciò un pulsante nascosto, subito il vetro alla sua sinistra prese vita scendendo all’interno della struttura, con abilità scese all’interno con il cavo e una volta che i suoi piedi toccarono il pavimento, lo staccò e lo riavvolse, alzando una mano tramite la Forza, spinse il pulsante e il vetro iniziò a salire.
Ora che si trovava lì dentro, poteva finalmente osservare la Sala del Consiglio, si girò a guardare quella che era la sua poltrona e poté rivedere come un flashback l’ultima volta che si era seduto su quella sedia.

“Ti puoi sedere nel Consiglio, ma non ti è concesso il rango di Maestro!” la voce tonante del Maestro Korun gli rimbombò nelle orecchie, lo stupore di Anakin, la sua indignazione per se stesso, ma anche per le regole millenarie dei Jedi, il suo stupore in merito alla reazione di Anakin, che pensava si fosse indignato unicamente per il suo perduto rango e invece era anche irritato per la mancanza di attenzione nei riguardi delle regole, che da sempre il Consiglio aveva seguito a discapito di molti Jedi, si ricordava lo sguardo che gli lanciò e gli sembrò un’accusa, ma solo ora che poteva rivederlo a rallentatore, capì che Anakin si sentì tradito da lui, ma lui aveva provato a convincere i membri del Consiglio che Anakin poteva essere un ottimo Maestro Jedi e che se davvero non avevano fede nelle sue capacità, allora sarebbe stato meglio che non lo avessero fatto sedere tra loro.
“Mace tu non capisci, Anakin è amico del Cancelliere non puoi pensare di farlo sedere tra noi come premio e poi chiedergli di spiarlo, si rivolterà contro di noi” ruotò su se stesso senza rendersene conto e trovò il volto sorridente e gentile di Cordè, la sua migliore amica, quel giorno si era arrabbiata con Mace, non che non lo fosse mai, ma trovava la sua rabbia quel giorno giusta, volevano in qualche modo comprare Anakin, con la poltrona del Consiglio, ed è stata e lo è tuttora un’azione riprovevole di cui lui porta parte del peso, essendo stato lui a chiedere ad Anakin di spiare il Cancelliere, nonostante avesse detto che non era sua intenzione tradire così Anakin, ma ovviamente quella volta, come tutto quello che riguardava Anakin, lui, raramente era ascoltato.

Vedeva i Jedi muoversi intorno a lui, e per un attimo si chiese se fosse veramente impazzito, li vedeva lì intenti a discutere di qualcosa che era già stato deciso, che non poteva essere modificato, di un passato che era già stato scritto
“Obi-Wan” si girò lentamente qualcosa o qualcuno gli aveva toccato una spalla
“Cordè?” chiese affatto sicuro che la Jedi di fronte a lui fosse reale, quando era entrato, loro non c’erano, lei gli sorrise come faceva sempre per tranquillizzarlo quando era fuori di testa per via di Anakin, che si era messo nei guai per tirare fuori dai guai lui, e nello stesso tempo aveva fatto saltare piani e qualche caccia tanto per creare confusione e portarlo via, aveva quattordici anni
“Obi-Wan” la voce lo chiamò ancora e lui portò di nuovo gli occhi in quelli castani di lei
“Devi uscire da qui, stanno arrivando”
“Cosa? Ma dobbiamo decidere cosa fare con Anakin” replicò insicuro del perché avesse detto una cosa del genere, però aveva senso
“Sì, lo dobbiamo decidere, ma non adesso. Devi uscire da qui, stanno arrivando”
“Stanno?” chiese, lei sorrise di nuovo e all’improvviso ricordo Palpatine e Anakin o meglio Vader stavano arrivando, erano nel Tempio? La Sala del Consiglio era un punto di passaggio per quel Sith, cercò la spada, ma si ricordò di averla consegnata ad Anakin
“Sono disarmato” affermò mestamente, non poteva difendere la Sala del Consiglio
“Lo so. Vieni ti mostro una cosa” la ragazza si avviò alla sua poltrona e premendo il cuscino in un preciso punto si aprì uno sportellino e uscì la spada laser della Jedi
“Cordè, da quest’arma dipende la tua vita, non puoi averla lasciata qui. Perché l’hai lasciata qui?” chiese spaventato, il solo motivo per cui la spada era lì, è che lei era morta e questo non poteva accettarlo, non anche Cordè, non c’era Cordè tra i corpi che aveva visto, lei non c’era
“Perché non ne ho bisogno. Prendila e solo se serve usala. Morirai se affronterai Sidious, non sei ancora nelle condizioni di batterlo” mosse un braccio per carezzare il suo, ma solo allora si realizzò che lei non aveva corpo
“Cordè”
“Tranquillo. Prendila ed esci da qui, veloce” l’urgenza nella sua voce lo spinse ad agire, afferrò l’impugnatura della spada, e poté sentire la presenza della Jedi sulla spada, i suoi allenamenti con l’arma, i combattimenti, chiuse gli occhi respirando profondamente
“Esci” si alzò dalla posizione accucciata che aveva accanto a lei, arrivato alla porta si girò
“Noi siamo sempre qui, Obi-Wan, e sempre ci troverai. Ora vai amico mio, corri” le porte si aprirono e lui uscì rapidamente non senza aver controllato che i Jedi non lo seguissero, ma erano tutti lì: Cordè, Yoda, Mace Windu, Shaak Ti, Ki-Adi-Mundi, Kit Fisto, Plo Koon, Stass Allie, Saesee Tiin, Coleman Kcaj e distaccato dietro evanescente più degli altri c’era l’undicesimo1 Jedi di cui però non riconosceva il volto.
La porta si chiuse dietro di lui e solo a quel punto scese rapidamente le scale e controllò i due corridoi, non sapeva dire da che parte arrivavano i due Sith, così decise di cercare Anakin, chiuse gli occhi e avvertì la presenza del Jedi alla sua destra e allora si avviò rapidamente in quella direzione andandogli incontro passando tra le ombre delle colonne.
I due erano ora di fronte a lui, strinse la spada laser, se fossero entrati morte o meno avrebbe cercato di impedirlo, e comunque per sicurezza aveva sigillato la porta con il suo codice, immettendo la data sbagliata nel computer.
“Lord Vader, la ricerca di Kenobi come va?” la voce del Cancelliere gli arrivò alle orecchie infastidendolo, non tanto perché lo voleva morto, molte persone lo voleva morto, ma perché non aveva perso sul tono mellifluo che gli aveva sempre dato fastidio.
“Non posso affermare che vada bene. Non lo trovo. È da solo, ma è come se non fosse mai esistito. Nessuno l’ha visto, nessuno ne ha sentito parlare. La cosa è irritante” rispose Vader con tono rapido e sicuro
“Dovrai impegnarti di più, non voglio che proprio lui rimanga vivo” replicò Palpatine fermandosi davanti alle scale che portavano al Consiglio
“Cosa importa? È solo e invecchia, il tempo passa anche per lui. E se lo troverò, non vivrà molto” replicò stizzito Vader
“Importa perché è l’unico che possa farti cambiare idea, portarti a essere un niente come lo era Anakin Skywalker. Ora hai tutto quello che hai sempre voluto, ragazzo mio, vuoi davvero tornare indietro?” chiese osservando Vader e la reazione di orrore che corse sul suo volto e sorrise soddisfatto
“No, mai” disse con sicurezza
“Bene. E ora andiamo a vedere questa famosa stanza del consiglio” ordinò, voleva vedere quella stanza che da sempre gli era rimasta preclusa
“Sì, mio Signore” Vader fece un balzo in avanti, come a volergli preparare un’entrata grandiosa, invece, la sua mente era corsa a Obi-Wan che probabilmente era dietro quelle porte, arrivato in cima, la porta emise un sordo bip e si rifiutò di aprirsi, così si girò verso il pannello e fece correre la mano sulla pulsantiera e trovò tracce del Maestro Jedi, era uscito dalla stanza pensò stizzito, ma stava sorridendo
“Che cosa sorridi, Lord Vader?” chiese l’Imperatore
“È sigillata” rispose, guardando il lettore comunicargli che era stata sigillata quindici minuti prima, ma riportava la data dell’attacco
“Chi l’ha chiusa?” chiese oltremodo furioso, Vader si girò con uno svolazzo del mantello, lui era in cima alla scala, mentre Palpatine in fondo e solo ora si accorse che dietro una colonna alla sinistra di Palpatine c’era la figura di Obi-Wan, in piedi silenziosa, nascosta dall’ombra e dalla divisa marrone. C’era qualcosa di già visto in quella scena, Palpatine così in chiaro e Obi-Wan nell’ombra, nascosto ma sempre presente, che lui lo volesse o no, sorrise ancora prima di rispondere con un moto d’orgoglio che si premurò di non far trasparire troppo
“Obi-Wan”
“Trova quel Jedi e portamelo, gli farò aprire quella porta, prima di ucciderlo personalmente” ordinò sibilando furibondo e si girò allontanandosi rapidamente
“Contateci” replicò Vader, senza un briciolo di volontà nella voce, mai gli avrebbe consegnato Obi-Wan.
Scese rapidamente le scale e dopo essersi assicurato che il Sith se ne fosse realmente andato, si diresse alla colonna e portò alla luce Kenobi, afferrandolo per un braccio
“Stai bene?” chiese osservandone il volto
“Sì, per quanto possibile. Se foste entrati, vi avrei attaccato. Tu lo sapevi, vero? Per questo non hai aperto” chiese osservando il giovane Sith che nonostante tutto non era un Sith vero, aveva fatto e avrebbe fatto azioni riprovevoli per chiunque avesse un po’ di cuore, ma Anakin era lì lo poteva vedere nei gesti, nei modi, che fosse dannato se lo avesse lasciato da solo un’altra volta
“Non ho aperto, perché non ci deve mettere piede lì dentro. È la Sala del Consiglio Jedi, e lui non è un Jedi, per glorificare se stesso e il suo Impero si facesse costruire un teatro” ringhiò arrabbiato, poi realizzò
“E come ci attaccavi, la tua spada ce l’ho io” questionò osservando il Jedi, quando un lampo di luce azzurra si sprigionò dalla sua mano destra, e lui indietreggiò spaventato, per poi portare la mano alla cintura nascosta ed estrarre la spada laser di Kenobi
“Non è mia questa spada. Guarda” la spense e gli mostrò l’impugnatura, il giovane abbassò gli occhi e la vide, ricordava quel disegno che gli rammentava tanto la spada laser di Obi-Wan, si assomigliavano molto, e solo un Jedi in tutto il Tempio aveva la spada simile a quella del Maestro Jedi
“Cordè” mormorò
“Sì. La lasciata nella poltrona del Consiglio. Anakin…” alzò lo sguardo e lo puntò risoluto negli occhi grigi dell’altro
“L’hai uccisa?” chiese
“No. Lei ha fatto la stessa cosa che hai fatto tu, mi ha rinchiuso in una stanza ed è fuggita, non prima di gridarmi che non staccava la mia testa dal collo, solo per te… credo” mormorò lasciando andare il braccio di Kenobi
“Per me?”
“Ha detto testualmente Non ti stacco la testa solo per lui, Anakin, solo per lui e avendolo detto due volte, sono sicuro che ha detto lui, e non lei. Però non ho capito perché non mi avrebbe ucciso per te” spiegò mentre camminavano lungo il corridoio che portava alla zona delle sale mediche
“Non chiederlo a me. Avrebbe dovuto preoccuparsi di non ucciderti per Padmè non per me. Sono ed ero il tuo ex-Maestro, non tua moglie” mormorò con un groppo in gola, dannata Cordè e le sue idee strampalate, lanciò un’occhiata ad Anakin e lo trovò che fissava perplesso l’aria
“Anakin non è d’accordo” mormorò Vader
“Cioè?”
“Secondo lui, anche non morire per te va bene, anche se non si spiega meglio, ha solo detto ‘non morire per lui è un’ottima idea, Vader!’ a cosa si riferisce?”
“E lo chiedi a me?”
“I tuoi sensi sono migliori no? Deducilo. Siamo arrivati” affermò incamminandosi verso la stanza cinque per le analisi, le porte si aprirono ma nessun medico venne loro incontro
“Hai fatto fuori anche i droidi?” domandò guardandosi intorno, c’era solo tanto bianco, nessun ronzio sommesso dei macchinari in stand bye
“No, per la verità qui non ci sono neanche arrivato” affermò spingendo un paio di pulsanti, attivando il computer centrale
“Non credo servisse. Saranno corsi su ad aiutare i feriti o a combattere, sempre Jedi erano, anche se erano specializzati nelle cure” spiegò sedendosi sul letto, non si sentiva troppo bene, e non era l’essere al Tempio, il problema.
Da una stanza uscì ronzando un droide medico e chiese loro il problema, così Anakin rispose subito
“Penso che il Maestro Kenobi stia male, non riesce a mangiare, dimagrisce, rimette quando riesce a mangiare e ha sempre un constante mal di testa sul lato destro” spiegò incrociando le braccia guardando foscamente il droide
“Come sapevi del mal di testa?” chiese
“Ti conosco da più di quindici anni, so che se ti fa male la testa stringi l’occhio corrispondente perché la luce ti da fastidio, se invece hai mal di testa ovunque, non ti metti a giocare” replicò irritato, mentre il Jedi sorrideva
“Io vado” mormorò mentre il droide disse
“Vada a fare rapporto Cavaliere Skywalker, il Maestro Yoda è sicuramente nella sala con i Padawan più giovani” ignaro del gelo che era calato sui due uomini nella stanza, iniziò a trafficare con aghi, fili e cannule.
“Sì, Anakin, vai dal Maestro Yoda, qui me la cavo” mormorò con voce tanto bassa che non era sicuro di averlo sentito parlare,
“Sì, Maestro. Vedi di non squagliartela come al solito, Obi-Wan, o dovrò adottare tecniche Sith per farti sostenere gli esami, e come puoi immaginare non esiterei un attimo” incrociò gli occhi del Jedi e vi trovò stupore, si chiese perché, poi capì che si trattava dalla frase, era una frase normale che sentiva in passato, ma non credeva di poter di sentire ancora, poi il Jedi annuì sorridendo, ancora una volta negli occhi di Vader aveva visto il vecchio baluginio della sfida, quante volte si erano dovuti rincorrere a vicenda perché se la squagliavano, invece di farsi suturare la spalla o la gamba.
La porta si chiuse con un morbido fruscio alle sue spalle e Vader tirò un sospiro, ma non sapeva per cosa se per sollievo o per altro, ora doveva trovare una cura e le modifiche necessarie per la Morte Nera, s’incamminò con rapidità verso le sue stanze.


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Note dell'Autore
1 - I membri che compongono il consiglio Jedi sono 12. Ho scambiato questo Maestro Jedi Agen Kolar con Cordè


Il prossimo capitolo arriverà tra 29 Maggio e il 9 giugno non oltre ^_^

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Capitolo 8
*** L'Archivio Jedi ***


Buona sera a tutti voi, mi scuso per il ritardo che ho portato nel postare il nuovo capitolo ma ho avuto dei problemi di salute.
Ringrazio chi ha inserito la storia tra i preferiti e tra le seguite ^*^
Per tutto il resto ci vediamo nelle N.d.A.


Buon lettura, Sonia.

8. L’Archivio Jedi
 
Vader usci velocemente dalla sala medica, non ci voleva essere quando il droide avrebbe detto a Obi-Wan che gli mancavano tre mesi di vita, no decisamente non ci voleva stare, l’idea che morisse così, in questo modo ridicolo, gli andava di traverso e dire che lo dovrebbe voler vedere morto.
Dopo un rapido passaggio nella sua stanza e in quella di Kenobi, si mise a camminare nel Tempio senza meta, innervosito dal tempo che impiegava il droide nel visitare il Maestro Jedi.
A un certo punto si fermò davanti ad una grande porta panna, intarsiata con arabeschi stupendi, si chiese, dove fosse finito, non l’aveva mai vista quella porta, osservandola meglio vide un baluginio bluastro passare per la fessura e capì che era davanti all’Archivio, ma non lo aveva riconosciuto, perché mai prima d’ora quella porta era stata chiusa, mosse una mano, ma la porta non si mosse
“Interessante, non riesco a varcare la soglia” pensò
“È normale invece! Il Maestro Yoda avrà sigillato la stanza. Mai i Sith dovrebbero entrarci” rispose subito Anakin, Vader sbuffò apertamente e prese il comlink
“Kenobi, il codice per attivare l’Archivio” ordinò il Sith,
“Non so che codice ha usato il Maestro Yoda per chiuderlo, mi dispiace, ma cosa ci devi fare con l’Archivio?” chiese il Maestro Jedi
“Non ti azzardare a dirgli la verità!” affermò Anakin, il Sith lo insultò e rispose
“Non ti ho portato qui per una gita turistica, se quell’ammasso di bulloni non ha alternative, le troverò io. Ora dammi quel codice” dispose con voce ferma il Signore Oscuro
“Ti ho già detto che non lo so, prova con il mio, tanto lo conosci. Kenobi chiudo” il Generale chiuse la comunicazione, evidentemente era tempo di farsi visitare in maniera più approfondita, Anakin ridacchiò quando detestava sostenere l’esame medico, per fargli fare l’analisi del sangue doveva rincorrerlo per tutto il Tempio, non che lui invece amasse andarci, a ben ricordare però alla fine ci andavano insieme, con la scusa che l’altro non si sarebbe fatto gli esami se non fosse controllato a vista, sorrise soprapensiero, certo che non si poteva dire che loro due avevano un rapporto normale.
Anakin si spostò sulla sinistra e allungò una mano verso il pannello, alzando il piccolo coperchio di plastica nero che ricopriva la pulsantiera alfa numerica, e digitò il suo codice “SKY45” sul pannello apparve una scritta in blu che recitava

- codice riconosciuto: Anakin Skywalker –
- accesso garantito anno 19 BBY ore 11:34 –
- accesso ristretto da 19 BBY ore 19:45 -
- sistema di sicurezza importato: Maestro Yoda –

 
Il Sith come il Jedi lessero il pannello ed entrambi non si sentirono affatto bene, ricordavano distintamente che erano le 12:23 del pomeriggio quando arrivò con tutte le truppe, quindi era vero che Yoda era vivo, un altro Jedi vivo, certo era meglio che di questo Palpatine non fosse informato, un po’ come ha fatto con Cordè.
“Le 11.34. L’ultima volta che ho messo piede qui dentro” mormorò a se stesso, si ricordava che stava cercando un’informazione sui pezzi di ricambio per il caccia, in neanche un’ora era precipitato tutto, ricorda la chiamata del Cancelliere, il fatto che Obi-Wan non c’era, era partito da due ore, la scoperta che Sidious e il Cancelliere erano la stessa persona, non sapere a chi dirlo, dirlo poi alla persona sbagliata, che poi ancora stava si chiedendo perché era andato da Windù e non da Cordè che era al Tempio…
“Vader, prova con il codice di Obi-Wan, forse lui non è ristretto, in quanto Maestro e Membro del Consiglio” osservò Anakin, ignorando la voce di Vader che gli faceva presente che anche loro sedevano nel Consiglio, allungò la mano quando il pannello si spense e scrisse il codice di Kenobi “ANIE38”,
“Ha usato il mio nome” mormorò a se stesso, come se fosse la prima volta che vede quel codice, il pannello prese vita una seconda volta

- codice riconosciuto: Obi-Wan Kenobi –
- accesso garantito anno 19 BBY ore 18:34 –
- accesso ristretto dal 19 BBY ore 19:45 -
- sistema di sicurezza importato: Maestro Yoda –
- motivazione accesso: _ -

La luce in basso lampeggiava e si era attivata la tastiera, Anakin digitò,
 

- motivazione accesso: ricerca cura per tumore –
 
Premette il pulsante rosso accanto e lo schermo lampeggio per qualche istante e subito dopo compare di nuovo la scritta:
 

- codice riconosciuto: Obi-Wan Kenobi –
- accesso garantito anno 16 BBY ore 22:39 –
- sistema di sicurezza: eliminato Archivio aperto –

 
Le porte si aprirono silenziosamente e Anakin poté posare di nuovo gli occhi sulla grande sala dell’Archivi, il lungo corridoio con le scrivanie e i visori, i venti busti di bronzo dei Jedi perduti, le alte e possenti banche dati, ronzavano tranquille da tre anni, emanando una paca luce blu, Anakin si diresse al solito terminale nel quale digitò il codice di Kenobi e quello si accese chiedendo la parola chiave della ricerca, Vader digitò –cancro- lo schermo si scurì e alla sua destra una banca dati prese a ronzare più forte, si portò su un altro monitor lì accanto e digitò il suo codice, il monitor si accese, evidentemente una volta riaperte le porte degli Archivi, tutti potevano tornare ad accedervi, e secondo il computer centrale, lui era ancora un Cavaliere Jedi
“E ti stupisci? Obi-Wan non gli avrà comunicato che abbiamo fatto un cambiamento di alleanza” osservò Anakin, Vader annuì affermando che probabilmente non lo aveva fatto per mancanza di tempo, visto che aveva ricalibrato il segnale sulla fuga e non sul ripiegamento nel Tempio, sul nuovo monitor, digitò “Armi da guerra” anche questo si spense e tre banche dati cominciarono a vibrare per rispondere all’ampio quesito che Anakin aveva posto loro, intanto su quello di Kenobi erano apparse quindici voci, aprì il primo file della lista e cominciò a leggere, armandosi di pazienza, lette le prime dieci righe decise che quel file era inutile, erano solo le conoscenze base sui tumori in generale, tornò indietro e aprì il secondo file che era composto da dodici pagine estratte da un libro di testo, ecco questo poteva essergli utile, e s’immerse nella lettura, lo schermo accanto indicò che erano state trovate più di 150 voci contenenti la frase “armi da guerra” e richiedeva delle parole chiave più specifiche per restringere il campo di ricerca, ma Vader non se ne accorse era impegnato a cercare di capire tutti i termini tecnici del testo di medicina che stava leggendo, ma se quello che l’istinto gli stava suggerendo era vero, beh dovevano darsi una mossa, quel tumore si stava mangiando vivo il Maestro Jedi.
 
Un’ora dopo si alzò dalla sedia stropicciandosi gli occhi, con un leggero mal di testa si era letto tutto il file e aveva trovato un paio di cose interessanti sulla cura, senza dover passare per la chirurgia, perché non era proprio il caso che il Cavaliere Jedi fosse tagliuzzato, ci mancava pure questa.
Lanciò un’occhiata al secondo monitor, e si accorse dalla richiesta in sospeso da 1 ora 35 minuti e 24…25…26...27 secondi, allungò la mano chinandosi in avanti e lo schermo si attivò subito tornando a chiedere il suggerimento, così digito potenza – distruzione e riattivò la ricerca, mentre il computer cercava la risposta, si diresse alle macchinette sperando vivamente che ci fosse qualcosa di commestibile dentro, tipo il caffè, ma erano disattivate, così usci dal Tempio e si diresse alla navetta, da dove recuperò il necessario per il caffè e qualche spuntino e tornò dentro, una volta negli Archivi si preparò il caffè e cominciò a leggere i vari titoli di ricerca per le armi da guerra eliminando i file inutili, dando così precise indicazioni alle banche dati su cosa gli interessava maggiormente, e quelle prontamente risposero ronzando.
 
Dopo un quarto d’ora di lavoro, ancora non aveva trovato niente di utile per costruire l’arma che aveva indicato a Palpatine, la cosa non lo impensieriva eccessivamente, visto che c’erano ancora guardare più di 100 file, all’improvviso il comlink trillò facendolo sussultare lo prese in mano e disse
“Anakin”
“Skywalker, è richiesta la sua presenza nella sala medica 88/R, grazie”
“Arrivo. Skywalker chiudo” ripose il comlink nel mantello, assimilando la strana sensazione che lo avvolgeva, quando faceva finta di essere Anakin.
Appena entrò nella stanza, vide due cose che non gli piacquero affatto, Kenobi costretto a letto e legato a un tubo di ossigeno, sembrava dormire, ma non ci avrebbe giurato
“Comandante, il suo Maestro è gravemente malato. Ha ignorano i sintomi della malattia e questa è avanzata, purtroppo non credo che si possa fare molto, i medicinali che assumeva durante la vostra missione erano solo antidolorifici niente di più” disse il droide
“Puoi provarci no?” rispose Anakin con voce strozzata
“Sì, ci possiamo provare, ma il Generale deve acconsentire, per ora l’ho collegato all’impianto di respirazione artificiale, per cui respira bene per quanto sia possibile dato lo stato dei suoi polmoni” ribatté il droide
“Bene, allora glielo chiediamo. Ma dorme o l’hai sedato? Soffre molto?” chiese sperando tanto che dormisse e non soffrisse affatto
“Sì sta dormendo. Si stanca con molta facilità. Sì soffre. Skywalker, gli sto somministrando uno degli antidolorifici medio/alto che abbiamo, se dovessi aumentarlo, devo chiedere l’autorizzazione a Maestro Yoda” affermò il droide
“No, è impossibile parlare con Yoda, il Maestro è disperso” spiegò Vader, senza mentire, Yoda era veramente scomparso, il droide annui e affermò che in mancanza del Maestro, andava bene l’autorizzazione di Obi-Wan o quella sua se il Maestro fosse finito in coma.

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Note dell'Autore


Il prossimo capitolo arriverà tra 14 Luglio e il 28 Luglio non oltre ^_^

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Capitolo 9
*** Executor ***


Buona sera a tutti voi, avete fatto buone vacanze? Purtroppo io ho lavorato tutta l'estate
Per tutto il resto ci vediamo nelle N.d.A.

Buon lettura, Sonia.


9. Executor
 
Erano passate circa cinque ore da quanto il droide gli aveva comunicato, con voce fredda e impersonale, che il Maestro Jedi stava morendo, e Anakin contro la volontà di Vader era rimasto accanto al suo amico, quando il comlink trillò
“Lord Vader è richiesta la sua presenza a bordo del Super Star Destroyer per la missione di ricognizione e cattura dei ribelli sulla luna che orbita intorno a Carida1” la voce del Capitano Jenson arrivò come una bomba nella camera asettica dove si trovava, rompendo quella quiete che si era creata come un incantesimo, posò il pad su cui stava studiando una cura per malattia.
“Mi sa che devi andare, ma questa volta non credo di poterti accompagnare” la voce uscì lontana come disturbata, per la presenza sulla bocca dell’apparecchio che permetteva a Obi-Wan di respirare.
“Sì non è il caso che tu venga. Vado e torno, tu resta qui dentro per quanto possibile. Non voglio attirare l’attenzione di chi non deve sapere” replicò rapidamente Vader alzandosi
“Anakin non uccidere se non è necessario” la voce era stanca
“Cercherò” replicò uscendo, mentre il Jedi cadeva di nuovo nel sonno profondo indotto dai farmaci.
 
Vader atterrò accanto al Super Star Destroyer, lo Star Dreadnought classe Executor2 ne ammirò la magnificenza, ogni volta che quell’astronave atterrava, gli sembrava sempre più grande, lunga 19.000 metri, la pista di atterraggio dove al momento sostava era lunga il doppio, non ne vedeva la fine, osservò l’esterno della corazza più di 1000 batterie turbo laser, bocche di lancio per missili a concussione e cannoni ionici la decoravano, tra i vari gadget di quel giocattolino, che aveva mandato in crisi finanziaria una buona parte di sistemi stellari, c’era il raggio traente più potente della flotta, escludendo quello che aveva perfezionato e spedito sulla Morte Nera.
Contava un equipaggio di circa 280.000 uomini di cui 38.000 erano semplici soldati, e circa 1.600 erano artiglieri che controllavano, le citate 1000 bocche da fuoco.
Come dotazioni aveva un numero considerevole di mezzi tra cui caccia TIE/ln, corazzate AT-AT e AT-ST, alcune basi prefabbricate, diverse navi d’assalto e d’appoggio per un totale di circa 200 vascelli e infine diverse speeder bikes.
Al suo interno si trovava anche il conosciuto e temibilissimo Squadrone della Morte che ogni tanto comandava, e tutto questo era il suo giocattolino, se fosse stato possibile, si sarebbe messo a saltellare, vederlo lì fermo e silenzioso, sapendo che la sola presenza nell’orbita di un pianeta faceva inchinare la testa del ribelle di turno.
“Se hai finito di crogiolarti davanti a questo mostro, possiamo proseguire” sibilò Anakin irritato, non gli era mai piaciuto Executor o il gemello Lusankya che al momento riposava tranquillo sotto il fratello. Nessuno lo sapeva ma la pista d’atterraggio per Executor poteva aprirsi e diventare la pista di lancio per il Lusankya che avrebbe portato l’Imperatore fuori dal pianeta, proteggendolo, se le cose si fossero fatte problematiche.
“Lord Vader, ben arrivato. I rifornimenti di armi e scorte alimentari sono appena terminati, siamo pronti a partire a un suo ordine” il Capitano Jenson s’inchinò con rispetto davanti al Signore Oscuro dei Sith, ma Vader percepiva anche l’arroganza del Capitano, secondo a nessuno nella flotta come comandante, per questo era stato scelto come capitano della sua Ammiraglia, a discapito di tanti Generali e Ammiragli che non avevano visto di buon occhio la sua scelta, anche se presenti, non avevano l’ultima parola. Il ragazzo di poco più di trent’anni teneva testa a loro e quando voleva, sapeva farsi ascoltare anche da lui, senza rimetterci la pelle o irritarlo come tutti gli altri decorati, che si credevano dei grandi piloti, ma non sarebbero stati in gradi di far atterrare un’astronave mezza distrutta, usando solo gli alettoni degli ugelli di scarico. Gli piaceva quel ragazzo, gli ricordava se stesso e la sua caparbietà di quando era un Jedi e sfidava l’autorità di Yoda o Mace Windu, senza contare Obi-Wan, ovviamente.
“Bene Capitano. Il battaglione di cloni?” questionò con finta irritazione per la mancata informazione, ma sapeva bene che il giovane lo aveva fatto apposta, quindi doveva essere un battaglione a lui congeniale
“Il 501° battaglione, ovviamente. E ho richiesto anche il 212° battaglione, Cody insomma” replicò con il viso alto per segnalare il punto a favore, Vader sorrise ironicamente
“Non sono preparati per un attacco dall’alto, sui caccia. Le truppe di Cody sono specializzate nell’attacco di terra” ironicamente gli venne in mente che questa specializzazione quelle truppe la dovevano a un uomo che al momento stava morendo nella sala medica 88/R.
“Sì, mio Signore, ma per lo spazio, basta il nostro Destroyer e i piloti TIE, gran parte della resistenza è sul pianeta, ecco perché ho scelto Cody” spiegò con rapidità, mentre Vader annuì con un cenno brusco
“Bene allora andiamo a prenderli” ordinò entrando nello Star Destroyer e svoltando subito a destra per la plancia.
Le sue cellule celebrali stavano di nuovo morendo, di questo passo si sarebbe suicidato da solo, ma forse questa volta qualcosa riuscì a distrarlo, stava guardando fuori dalla grande finestra della plancia quando vide sospesa nel vuoto dell’iperspazio la figura evanescente di Cordè, che lo guardava male, e altrettanto male la stava guardando lui, fortuna che indossava il cappuccio e nessuno dei suoi uomini poteva vederlo uccidere lo spazio con lo sguardo
“Vader mi sorprende vederti a bordo” affermò la Jedi nella sua testa, infatti, poteva giurare di non aver visto la bocca muoversi, come poteva giurare che nello spazio, normale o iperspazio, fosse impossibile vivere
“Tu non sei morta, non ti ho ucciso” replicò freddamente
“Si può affermare però, che tu mi abbia ferita, di spalle. Sono in coma, genio!” esclamò stizzita
“È per caso di moda e non me ne sono accorto?” chiese irritato
“A cosa ti sai riferendo?” replicò lei incrociando le braccia
“A Kenobi ovviamente, e lo sai bene, devi averlo percepito” affermò Vader irritandosi
“Sì l’ho fatto, ma non ci ho creduto molto, pensavo fosse morto. È in coma, perché?” domandò la Jedi,
“Cancro. Mi hai chiesto perché è in coma, ma non se l’ho ucciso, strano”
“Davo per scontato che fosse morto. Tu sei vivo” le ultime tre parole erano intrise di gelida furia
“Sorpresa, se l’è squagliata come hai fatto tu. Ma da lui non sono arrivato in tempo. Non ricordo di averti ferita, però”
“Mi hai colpito di spalle, per cui credo che tu non mi abbia riconosciuta. Nabirrie, chiudo” e scomparve, e prima ancora che Vader potesse parlare, la voce del Capitano lo informava che erano usciti dall’iperspazio e che nulla diceva che sul pianeta si erano accorti del loro arrivo, e comunque i caccia erano stati già lanciati, appena erano usciti dall’iperspazio.
“Molto bene Capitano. Prepari le truppe per un assalto di terra. Vado con loro”
 
Appena lo Star Destroyer aveva fatto la sua comparsa nella base ribelle, le attività erano diventate frenetiche, dovevano far sparire tutte le informazioni e provare a scappare, ma avevano solo otto caccia e nella base c’erano venti persone in tutto, era solo una piccola base di ricognizione
“Come hanno fatto a trovarci?” chiese uno degli agenti spia
“Per pura fortuna, o qualcuno delle nostre spie ha cantato” replicò un collega, increduli per la sfortuna e perché probabilmente uno di loro, aveva tradito volente o nolente, dodici di loro erano condannati a morte certa.
“Signore lei vada ha delle informazioni importanti della base su Laganas3” affermò uno dei ragazzi più giovani che era impallidito alla vista dell’Ammiraglia di Vader
“Resteremo tutti qui fino alla fine e poi chi vive scappa, non possiamo fuggire adesso, Roy, chi decolla sarà abbattuto dai caccia o dall’Ammiraglia di Vader” rispose il Colonnello,
“Preparate le cariche e le uniche difese della base” ordinò e i diciotto uomini presenti si misero in moto
“Mia Signora lei deve andare, ha il suo caccia, la sua partenza non pregiudica la vita di uno dei miei ragazzi”
“Lo so Colonnello, ma io posso rallentare l’avanzata di Vader” il piglio era duro negli occhi della giovane donna
“Come mia Signora?” chiese preoccupato l’uomo, niente e nessuno poteva rallentare Lord Vader durante una “caccia”
“Non oserà attaccarmi un’altra volta” replicò, prima di girarsi e andarsene con uno svolazzo blu, l’uomo non era sicuro di quello cui la donna si riferiva, ma era sopravvissuta a un primo scontro, poteva farcela e poi comunque era una sua idea, nessuno poteva fermarla, lo sapeva bene anche l’uomo che era presente in forma olografica
“Senatore Organa, ma la Senatrice…”
“La Senatrice sa quello che fa, Tom. Tu porta via più uomini che puoi e distruggi il resto. Non puoi biasimare chi ha parlato, se davvero uno dei tuoi uomini ha parlato, non tutti hanno la capacità di resistere alle torture inflitte dagli imperiali. Organa, chiudo” e l’ologramma sparì con un guizzo
“Già” replicò mestamente l’uomo all’aria, impugnò il suo fucile d’assalto e andò fuori insieme ai suoi uomini.
 
“Aprite il fuoco” l’ordine secco era partito senza problemi dalla sua mente e subito le batterie imperiali avevano cominciato a sputare fuoco e morte contro la piccola base ribelle.
“Anakin non uccidere se non è necessario”
Il Sith ringhiò non era quello il momento di ricordare quelle parole o avrebbe dato il cessate il fuoco
“Anakin non uccidere se non è necessario”
Scosse la testa, l’immagine di quel viso stanco, che ancora cercava di indirizzarlo verso la cosa giusta o parzialmente giusta, lo irritava oltremodo, ma gli faceva anche tenerezza, ma non avrebbe dato il cessate il fuoco, per altri due minuti almeno, non sapeva che i ribelli erano solo venti e di questi cinque erano già morti nei primi sessanta secondi
“Anakin non uccidere se non è necessario”
“Cessate il fuoco, maledizione!” gli uomini spensero le batterie guardansi tra loro,
“Li andiamo a prendere noi. Andiamo” un lampo rosso si attivò nella sua mano e iniziò la sua marcia verso il nemico il quale arretrò spaventato, Vader metteva paura, il volto era stravolto dalla rabbia, gli occhi gialli erano iniettati di odio e la spada laser fendeva rapidamente i corpi di quelli davanti a lui, i cloni erano in concreto inutili, bastava lui con la sua furia a conquistare la base
“Anakin non uccidere se non è necessario”
“Che cavolo, Kenobi stai zitto”
Come faccio a tacere, li stai massacrando”
“Tu non sei un ricordo, mi stai parlando nella testa, come fai? È una capacità che si acquista con l’esercizio e neanche tutti riescono”
“Ti parlo perché ti vedo, non so il perché ma riesco a vederti. Fermati, Anakin, fermati”
Vader aveva rallentato la marcia, si era quasi arrestato dopo aver ucciso altri quattro uomini, si guardò intorno
“Scaricate le informazioni da quei computer” ordinò tanto per dare un senso al suo guardarsi intorno, nella nebbia della sala causata dalla polvere dei muri distrutti
“Anakin, cosa stai facendo?” una voce, quella voce, non era possibile
“Padmè?” si girò verso la figura di donna non la vedeva bene, ma era lei portava il suo abito blu da senatore
“Anakin cosa stai facendo?” domandò di nuovo
“Sono ribelli, Padmè” rispose stupidamente avvicinandosi
“Sono esseri umani, Anakin” lei indietreggiò, dando il tempo ai ribelli di partire con i caccia
“Vieni con me” affermò allungando una mano
“Non posso, Anie” replicò lei sparendo dietro una porta antiscoppio
“Lord Vader, i caccia ribelli sono partiti. Dobbiamo inseguirla?” domandò Cody osservando il volto bianco di Vader
“Cercala, Cody. Però non la troverai” replicò giransi per uscire
“Chi è?” domandò senza trattenersi
“La Senatrice Amidala” replicò freddamente uscendo da lì, attivò il comlink con il Capitano che era rimasto sull’astronave
“Abbattete quei caccia, Capitano”
“Sì, Milord”
 
Si guardò intorno e individuò un caccia Jedi, si avvicinò per vedere meglio e si bloccò ancora
“Padmè” lei scosse la testa era triste, pochi istanti dopo volò nello spazio, e Vader andò a controllare la terra lì vicino, non c’era segno dell’atterraggio di un caccia,
“Questa cosa non è normale”
“Tu dici?” questionò Anakin anche lui chiedendosi cosa aveva visto esattamente.
 
“Anakin” scosse la testa e si diresse al caccia oramai non c’era altro da fare.
 

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Note dell'Autore

1 – Carida è un pianeta dell’universo di Star Wars di cui non si hanno informazioni, tranne che per una struttura di addestramento dell’esercito. La citerò più avanti. Ne ho creato la luna perché mi piaceva il nome.
2 - L'Ammiraglia di Vader:
http://www.swx.it/databank/index.php?title=Super_Star_Destroyer
3 – Laganas non è un pianeta o una luna dell’universo di Star Wars, ma è zona balneare che si trova sull’isola di Zante in Grecia.


Il prossimo capitolo arriverà 15 settembre XD
 

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Capitolo 10
*** Restare al Tempio ***


Buona sera a tutti voi ^-^
Ringrazio chi ha inserito la storia tra i preferiti e tra le seguite XD
Per tutto il resto ci vediamo nelle N.d.A.


Buon lettura, Sonia.

10. Restare al Tempio
 
“Lord Vader è richiesta la sua presenza a bordo del Super Star Destroyer per la missione di ricognizione e cattura sulla base dei ribelli sulla luna che orbita intorno a Carida1” una voce sconosciuta entrò con forza nella sua mente portandolo alla coscienza con la forza di una scarica elettrica, costringendolo ad aprire gli occhi di scatto, ma la fredda luce delle lampade glieli ferì facendoli lacrimare, e si trovò costretto a richiuderli, in quei pochi secondi dei fotogrammi di ciò che lo circondava, gli avevano dato alcune informazioni; Anakin era seduto composto sulla sedia accanto a lui, aveva un pad sulle gambe, stava studiando qualcosa, ma non era sicuro di ciò che aveva visto e il comlink, da dove proveniva la voce che aveva sentito, nella mano destra.
Il Jedi respirò profondamente e cercò di schiarirsi la mente, ma era difficile aveva molte droghe in circolo le poteva percepire, e queste gli attutivano i sensi, la voce aveva richiesto la presenza di Vader per una missione, quindi probabilmente avrebbe dovuto uccidere qualcuno, la cosa lo ferì più di quanto aveva fatto la luce prima, riaprì cautamente gli occhi
“Mi sa che devi andare. Questa volta non credo di poterti accompagnare” la voce gli uscì distorta e poco chiara come disturbata, data la presenza sulla bocca dell’apparecchio che gli permetteva respirare.
“Sì, non è il caso che tu venga. Vado e torno, tu resta qui dentro per quanto possibile. Non voglio attirare l’attenzione di chi non deve sapere” la replica giunse rapida, come se fosse possibile per lui alzarsi, non aveva la forza di mettersi seduto sul letto, figurarsi girare per il Tempio,
“Anakin non uccidere se non è necessario” aveva dovuto dirlo, doveva in qualche modo mettere un freno a Vader se era possibile
“Cercherò” la risposta non giunse mai al Maestro poiché le droghe lo avevano fatto tornare nel sonno profondo.
 
Quando riaprì gli occhi, apprese tre cose, la prima era che Anakin ancora non era tornato, la seconda che gli mise un attimo di paura era che non era solo nella stanza, e la terza era il tempo, era buio, c’era il sole quando Vader si era allontanato, ma quanto ha dormito? Alzò la mano e si tolse l’ago con i sonniferi
“Lo sai che è poco saggio cavarsi un ago dal braccio se non ci vedi nulla?” sembrava la voce dolce di Cordé, ma lei era morta, cioè secondo lui era morta, perché Anakin gli aveva detto di non averla uccisa
“Da quando in qua faccio cose sensate quando mi ricoverano?” replicò il Jedi guardando la figura seduta sulla sedia lasciata da Anakin, sembrava più corporea di quella che aveva visto nella Sala del Consiglio, sospirò, se aveva le allucinazioni, non sarebbe finita bene, non che vedeva molte via di uscita se non con una bella sepoltura tra le fiamme
“Direi mai, specie per un ricovero forzato per malattia. Perché fai quella faccia? Sembra che tu abbia visto un fantasma” la voce continuava a parlare e sembrava reale per cui perché non farsi quattro chiacchiere o ancora meglio domandare alla tipa chi fosse, perché era stanco e non aveva voglia di fare giochini Jedi, com’erano chiamati, però sapeva già chi era ma non riusciva a capire
“Credo che tu sia un’allucinazione ecco perché. Non fai prima a dirmi chi sei?” domandò
“Sai chi sono, ma hai paura ad ammetterlo a quanto pare. Ti assicuro che non sono un’allucinazione, tzè…” la replica giunse stizzita, come se dovesse chiedere scusa per non averla riconosciuta, ma lo aveva fatto, purtroppo però non era sicuro di chi fosse realmente
“Cordé” affermò infine chiudendo gli occhi, l’aveva chiamata o riconosciuta? Bella domanda
“Sono qui non vado via, per ora” la voce rispose tranquilla da dove si trovava
“Lo so”, la donna sorrise tristemente, pessimo segno se non l’aveva riconosciuta, si appallottolò meglio sulla sedia si sarebbe svegliato ancora.
 
Quando si risvegliò di nuovo, lei era seduta sul suo letto e sorrideva
“Mi riconosci?” domandò sorridendogli e questa volta era sicuro che lei fosse lì, il materasso si era abbassato nel punto in cui si era seduta
“Cordé” la chiamò riconoscendola, forse per la prima volta
“Migliori. Prima sembravi fuori fase” affermò guardandolo chiudere gli occhi, segno che aveva un gran mal di testa
“Lo ero. Lo sono. Ti ho vista, nella sala del Consiglio, eri evanescente” un brivido di freddo percorse la schiena della Jedi, lei nella Sala del Consiglio aveva visto lui, da quanto Vader aveva eseguito l’Ordine 66, ma non occorreva che lui lo sapesse “Interessante visione, ma sono corporea, in effetti, pensavo fossi morto tu” questionò la Jedi cambiando soggetto
“Perché dici questo?” chiese osservandola in viso, era sempre bello come lo ricordava, dolce, come quello della sorella, ma c’erano delle rughe che non dovevano appartenerle, non ancora, lei scosse le spalle
“Perché Skywalker è vivo” rispose con semplicità lei
“Non sono riuscito a ucciderlo” affermò mestamente il Jedi, ancora chiedendosi perché lo aveva chiuso dentro una stanza, certo aveva avuto paura di doverlo uccidere sul serio per fuggire via con Padmè, ma perché salvarlo, forse perché sapeva che era salvabile? No, all’epoca era certo che era perduto, allora perché?
“Lo so. Che hai? Ti trovo alquanto dimagrito, il deserto fa questo effetto?” domandò sedendosi meglio sul letto
“Cancro. Come sai che ero nel deserto?” la risposta gli uscì automatica, si rese conto dopo secondi dopo che lei aveva parlato di deserto, nessuno sapeva, dove si trovava, neanche il Maestro Yoda.
“Accidenti, sei arrivato tardi mi sa, ma non tutto è perduto. Perché Tatooine era la casa di Anakin, perché hai il viso e le mani fino ai polsi abbronzati2. Deserto uguale Tatooine. Mi pare ovvio” Cordé snocciolò la risposta come se fosse elementare
“Già. Hai visto Anakin?” domandò dopo un po’ di silenzio, gli bruciava la gola e aveva sete,
“Cosa?” questionò subito la Jedi, allungandosi a prendere il bicchiere d’acqua lasciato sul comodino,
“È lui che mi ha portato qui”, replicò sorpreso che non fosse ancora tornato da ovunque fosse andato, Cordé si era alzata e gli avvicinò il bicchiere al viso per farlo bere, tenendogli la testa, mentre rispondeva sorridendo
“Interessante, hai detto Anakin, non Vader” aveva intravisto la luce infondo al tunnel nero, la speranza era nuovamente divampata3
“Lui c’è Cordé, fidati” replicò serio Obi-Wan convinto delle sue parole, lei sorrise e replicò che era il motivo per cui non lo aveva ucciso
“Ho saputo. Che poi che è questa storia che tu non l’hai ucciso per me? Si può sapere questa stupidaggine da dove ti esce?” domandò scocciato il Jedi lanciandole un’occhiata di disapprovazione
“Per tutti i Sith, non ci sei arrivato neanche tu! La cosa sarà più complicata del previsto. Ora devo andare via, troppi Jedi qui dentro attirano l’attenzione. Comunque mangia, Vader dovrebbe tornare tra un paio di giorni. Ci vediamo” si era mossa molto rapidamente e aveva raggiunto la porta,
“Sai dov’è andato?” riuscì a chiederle prima che uscisse dalla stanza
“Certo. A uccidere alcuni membri della ribellione” la risposta lo gelò
“Tu come sei sopravvissuta?” la domanda gelò lei
“Obi-Wan…” la donna scosse la testa
“Dimmelo per favore”
“Qualcuno mi ha colpito alla schiena, ho semplicemente fatto finta di morire, e nel momento di calma mi sono allontanata. Ora devo andare ho un incarico importante del Maestro Yoda da portare avanti. Scusami amico mio, però ti prometto che tornerò a trovarti, passo per Coruscant spesso” e detto questo uscì dalla stanza diretta al caccia parcheggiato vicino al teatro Imperatore I.


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Note dell'Autore

1 – Carida è un pianeta dell’universo di Star Wars cui non si hanno informazioni, tranne una struttura di addestramento dell’esercito. La citerò più avanti. Ne ho creato la luna perché mi piaceva il nome.
2- Idea e semi citazione presa dal primo episodio della serie della BBC “Sherlock Holmes”
3- Citazione presa dal film del Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re

Il nuovo capitolo arriverà il 29 Settembre 2018

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Capitolo 11
*** Ritorno al Tempio ***


Buona sera a tutti voi ^-^
I prossimi capitoli saranno un po' fluff e tranquilli, come se nulla fosse cambiato, non temete, l'oscurità arriverà in tutta la sua magnificenza...
Per tutto il resto ci vediamo nelle N.d.A.

Buon lettura, Sonia.


11. Ritorno al Tempio
 
Il caccia di Vader si appoggiò silenziosamente sul pavimento dell’hangar navette nel Tempio Jedi. Era notte in quel momento e Anakin non accese neanche le luci di posizione della zona atterraggio, nell’attimo in cui i piedi del caccia toccarono il pavimento con un sordo bum, l’uomo poté rilassare la postura rigida che aveva dovuto tenere nei tre giorni appena passati; dare la caccia ai ribelli che erano fuggiti, era stato più stressante che inseguire il Falcon e aveva prodotto i medesimi risultati.
Si tolse il mantello e lo gettò sul sedile di guida, aprì la navetta per uscire per andare a vedere come stava Kenobi, pensando che non avendo sufficienti problemi da risolvere, se ne era creato pure un altro, però questo gli pesava meno della caccia ai ribelli, anche se gli destava più preoccupazione, visto che nonostante le varie idee non aveva trovato nulla che potesse aiutare l’antico maestro.
S’incamminò lungo i corridoi percorrendo sentieri conosciuti, scendendo e salendo scale verso la sala medica, che si trovava sul lato opposto dell’hangar navette.
La sala medica 88/R era vuota, cioè fisicamente vuota, avvertiva chiaramente la presenza di Kenobi
“Obi-Wan” la voce era stanca, non dormiva da quattro giorni per cui non era al massimo della forma, ma era certo che il Jedi avesse ubbidito alla raccomandazione di non girovagare per il Tempio
“Sono qui” la voce non era come se la ricordava, sembrava migliore, ne fu compiaciuto, l’idea di riportarlo a Coruscant allora non è stata una mal pensata; lo cercò con gli occhi e lo vide affacciato alla finestra, ma prima ancora che potesse dirgli che normalmente un luogo senza persone, difficilmente se ne potevano vedere di affacciate, il Maestro specificò che i vetri non permettevano la visione dall’esterno, ma solo dall’interno, giacché era una sala medica, si presupponeva che se ti spogliavi non lo facevi davanti a tutta Coruscant.
“Ti è tornata la favella, stai meglio?” ringhiò per risposta il Sith, osservando il sorrisetto da rimprovero bonario di Obi-Wan
“Stare meglio non è il termine che avrei scelto. Sono in piedi questo sì, ma ti assicuro che non sto bene. Hai una cena diversa dalla zuppa? Se ne vedo ancora la lancio fuori dalla finestra” Vader si fermò a osservare il Jedi, avrebbe pagato per vedergli fare una cosa così poco Kenobi, e tutto sommato non poteva dargli torno, anche lui era stato nutrito a zuppa. Si trovava in un campo medico durante la Guerra dei Cloni e si ricordò che il Maestro Jedi gli portò di straforo una bistecca, sorrise a ripensare alla sua frase quando vide la bistecca
“Cambiati. Nell’armadio a destra nel bagnetto ci sono abiti normali, ti porto a mangiare qualcosa di solido. In un buon posto. Dobbiamo passare inosservati, per cui niente Sith e niente Jedi” affermò risoluto indicando le divise che portavano
“Come pensi di portarmi? Sono in piedi, ma non ho sufficiente resistenza fisica per correrti dietro” questionò il Maestro Jedi che ben sapeva che se aveva difficoltà ad arrivare in fondo al corridoio facendosi una passeggiata tranquilla, figurarsi se riusciva a stare dietro alla falcata di Anakin
“Fino allo speeder posso camminare più piano. Su poche storie se vuoi mangiare qualcosa di diverso da una zuppa di mais cambiati, oppure puoi cenare con la zuppa. A te la scelta” ordinò incrociando le braccia, si fissarono male per qualche secondo poi Kenobi si arrese, l’idea dell’ennesima zuppa lo atterriva, non era esigente, ma dopo otto pasti a base di zuppa si era stancato, così entrò nel bagno per cambiarsi, mentre sentiva Anakin fare lo stesso nella stanzetta medica.
“Va bene che non devo sembrare un Jedi, ma così sembro un politico” affermò uscendo dal bagno sistemandosi la lunga vesta verde che indossava,
“No, sembri una persona normale, di ceto medio, che vive su Coruscant da tutta una vita” replicò Anakin fermandosi a osservare l’aspetto del Maestro Jedi, certo era un tantino bianco pallido, ma meglio di prima, la tunica migliorava l’insieme, lo rendeva un soggetto bello da guardare, nonostante la malattia ne minasse la bellezza naturale, Anakin sorrise tra sé, non era la prima volta che definiva il suo Maestro ‘bello da vedere’.
Anakin aveva indossato una tunica marrone scuro, con cappuccio,
“Hai paura che ti riconoscano?” chiese Kenobi guardando il cappuccio che gli copriva il viso, era quasi più ampio di quello che indossavano i Jedi
“No, ho paura che riconoscano te. Mi conoscono tutti su Coruscant, e la mia faccia abbinata alla tua potrebbe far venire dei sospetti. Eravamo e siamo conosciuti, c’è gente che ancora crede che io non sia realmente Anakin e che lui e il leggendario Kenobi siano nascosti da qualche parte a tramare contro l’Impero” spiegò Anakin sperando di porre fine alla discussione sugli abiti
“Allora non è meglio che nasconda la mia?” questionò Kenobi, allora Vader ringhiò e gli piantò gli occhi gialli nei suoi, lo irritava a morte che lo credesse così stupido da non aver preso in considerazione la possibilità di nascondere il viso del Jedi, ma data la malattia era meno probabile che lo riconoscessero, mentre era certo che avrebbero riconosciuto lui, che accostato al viso del compagno molti potevano fare un due più due che sarebbe risultato molto scomodo da spiegare se avesse raggiunto un determinato paio di orecchie
“No! La tua faccia al momento è poco riconoscibile, al contrario nella mia che è su ogni giornale, quindi fai come ti dico per cortesia, non irritarmi più di quanto non faccia Skywalker!” e uscì a passo di marcia, Obi-Wan sospirò e lo seguì silenziosamente, il suo intento non era quello di irritarlo, ma di non farlo finire nei guai.
Uscendo dalla stanza lo vide che stava camminando verso l’uscita e si avviò per raggiungerlo, Vader si guardò indietro e lo vide arrivare con un passo tranquillo, così si fermò per attenderlo e una volta che il Maestro lo aveva raggiunto senza una parola, ricominciò a camminare con le mani dietro la schiena, impettito e in silenzio, con il Jedi accanto.
Arrivati allo speeder, non si erano detti una parola, finché Obi-Wan non lo afferrò per un braccio e gli disse guardandolo
“Non volevo irritarti” era sincero, e Vader annuì salendo sullo speeder seguito da Kenobi, e si lanciò nel traffico di Coruscant
“Lo so che non volevi irritarmi, Kenobi, ma questi tre giorni sono stati pesanti e irritanti, mi dispiace dirlo, ma sono circondato da incompetenti, anche se tutti i giornali affermano il contrario.  Dato lo stress mi basta una parola di troppo per farmi alterare. Il tuo apprendista ha un caratterino infiammabile, figurati io che dipendo in gran parte dalle mie emozioni” affermò seguendo una colonna di mezzi per la zona sobborgo del pianeta
“Sì, hai ragione me lo sarei dovuto ricordare. Ti ho suggerito di coprire il mio viso perché potrei essere riconosciuto, da un sostenitore della vecchia Repubblica, e questo potrebbe creati dei guai, poiché cercherei di impedirti di ucciderlo. Al contrario a te non fanno domande e puoi facilmente scrollarti di dosso chi prova a farne semplicemente guardandolo come hai guardato me prima. Ti assicuro che si volatilizzano” replicò semplicemente
“Gialli?” chiese
“Gialli” rispose
“Ehm, non li controllo, escono così quando sono arrabbiato” fece per scusarsi, mentre faceva scendere lo speeder e lo parcheggiava vicino a uno verde marcio, che subì alcuni improperi sulla salute mentale del proprietario, Obi-Wan sorrise e replicò che il loro era giallo paglia e ci sarebbe molto da dire anche su quel colore, per tutta risposta Vader sbuffò, e si avviò sentendo l’uomo al suo fianco
“Cosa c’è di divertente?” si chiese Anakin e Vader gli rispose che non ne aveva idea, ma che il suo Maestro doveva trovarlo alquanto divertente, visto che per i suoi standard stava morendo dal ridere.
Entrarono in una specie di betola piena di delinquenti e assassini
“Carino” questionò Kenobi, guardandosi intorno istintivamente cercando un punto per osservare la massa aliena e che fosse sicuro, lo trovò in un punto poco luminoso e poco frequentato
“Ti piace laggiù?” chiese Anakin seguendo lo sguardo del compagno, sapeva che istintivamente Obi-Wan avrebbe cercato un posto di osservazione, e lo aveva lasciato fare, in fin dei conti se si agita sarebbe stato peggio, e poi lo rendeva orgoglioso vedere che nonostante i tre anni nel deserto a non fare nulla, il suo Maestro era ancora uno dei migliori, anche se lui non lo aveva mai capito, ma Anakin come molti altri Jedi sapevano che Kenobi possedeva della capacità innate che molti gli invidiavano
“Si può osservare bene quello che ci circonda” mormorò in risposta, Vader annuì scrollando le spalle, il Jedi che si avviò seguito dal Sith
“Lux per due” urlò Anakin al barista il quale annui, mentre si avviavano verso il punto scelto da Kenobi. Il più anziano dei due si mise spalle al muro per vedere quello che li circondava, Anakin occupò posto davanti
“Posso capire perché tu devi guardare la folla?” domandò mentre prendeva un menù
“Perché i miei sensi sono addormentati dai sedativi, dagli antidolorifici e da non so cos’altro, al contrario la mia vista funziona, ancora, benissimo. Tu invece, preferisci tenere lo sguardo fisso ovunque, mai su quello che ti circonda, usi l’istinto, lo hai sempre fatto e i tuoi sensi sono più attivi dei miei. Il pericolo lo posso vedere, ma tu reagisci prima di me. Tu non ti sei mai fermato, io sono stato in ferie per tre anni” risposta rapida, efficace e senza una grinza come al solito, solamente un leggero tono nostalgico alla fine quindi l’unica risposta era lo sbuffo
“Se mi pagassero per farti sbuffare sarei ricco” affermò Kenobi scuotendo la testa.
Anakin neanche risposte e iniziò a leggere il menù del giorno e trovò alcuni piatti semplici ma nutrienti
“Ti fidi di me?” chiese guardando Kenobi leggere con attenzione la composizione dei piatti
“No, mai fidato per mangiare” la replica era arrivata senza che l’altro alzasse gli occhi
“Ma grazie! Perché?” domandò fissandolo
“Tu digerisci anche il duracciaio” replicò alzando il viso e Anakin poteva vedere la presa in giro dipinta sul viso del Maestro, era strano vederla però, era sempre stato un tipo composto
“Sbagliato. Le cene da Dex erano divertenti perché non aveva mai la faccia computa del Jedi perfetto. Il ‘prima’ della missione era divertente perché ci facevamo i dispetti, quindi evita di pensare certe stupidaggini, preprogrammate da Palpatine”
“Guarda che ci sei cascato anche tu?” l’Anakin mentale ringhiò un lo so e tacque
“Bene allora fai come ti pare” e mise il muso come solo Anakin poteva fare.
Dopo dieci minuti arrivò il barista
“Allora che vi porto, ragazzi?” chiese e rapidamente Anakin ordinò un po’ di tutto e quando il tipo tornò al banco pregustando il conto salato che avrebbe fatto pagare ai due, Kenobi chiese
“Lo hai capito che non digerisco tutto?”
“Tu mangia quello che t’ispira, quello che ti va, il resto lo ripulisco io”
“Hai uno stomaco di ferro, Anakin, fidati che te l’ho sempre invidiato”
“Non è Jedi”
“Non è un tipo d’invidia che può creare danno a nessuno, me compreso”.
 
Dopo una diecina di minuti arrivarono gli antipasti che riempirono il tavolo rotondo
“Anakin, solo per tua informazione ma quel Noghri1, che sta sul lato opposto sulla destra, ci sta fissando da dieci minuti abbondanti” affermò prendendo un piatto pieno di fiori di lago fritti
“Lo so, ma punta al nostro portafoglio, non alla tua taglia. Non te li finire” replicò Anakin prendendo un po’ di pesce da un piatto diverso, quel tipo sarebbe morto se puntava alla taglia, ma dai movimenti il Sith era abbastanza certo che non avesse idea che aveva davanti uno dei grandi ricercati dall’Impero
“Figurati se le finisco, sono fritte” replicò il Jedi sperando di riuscire a mangiarne due prima di sentirsi male
“Smettila di preoccuparti che ti senti male, o ti sentirai male perché hai pensato che ti senti male. Chiaro?” questionò con la bocca piena di delizioso pesce fritto
“Più o meno. E chiudi la bocca quando mangi” il rimprovero era uscito naturale e Vader gli lanciò un’occhiata irritata prima di scuotere la testa e sorridere all’altro che rispose con un altro sorriso, come se fosse la cosa più naturale del mondo stare seduto a un tavolo rotondo, in una betola con Anakin e sorridersi avvicenda.

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Note dell'Autore
1 – Noghri: http://www.swx.it/databank/index.php?title=Noghri

Il nuovo capitolo arriverà il 13 Ottobre 2018

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Capitolo 12
*** Il peso della verità ***


Buona sera a tutti voi :)
Vi lascio un'altro capito di questa long

Buona lettura, Sonia


12. Il peso della verità
 
La musica ad alto volume del posto aiutava a non farsi sentire, per cui potevano conversare tranquillamente senza essere uditi ed essendo molto vicini non dovevano gridare.
Gli antipasti, erano stavi mangiati tutti.
Anakin sorrise soddisfatto appoggiando la schiena alla sedia, Obi-Wan chiese, dopo aver bevuto un sorso d’acqua e rimpiangendo l’ultimo fiore fritto che l’altro gli aveva rubato da sotto il naso applicando impropriamente la Forza,
“Cosa hai fatto?” Anakin lo guardò un secondo, se aveva capito bene voleva sapere della missione, che la Forza lo aiutasse, non poteva dirgli di aver ucciso quattro persone! Fortunatamente arrivò Lux a portare via i piatti, comunicando che il primo sarebbe arrivato in cinque minuti. Una volta che si fu allontanato, gli fu chiesto di nuovo cosa avesse fatto così rispose
“Non vuoi saperlo realmente”
“Se l’ho chiesto vuol dire che mi interessa” il tono era secco e deciso, il Jedi lo guardò un attimo, sapendo bene cosa l’altro aveva fatto, era chiaro che Vader non voleva informarlo delle sue azioni, quindi erano sicuramente riprovevoli, aveva ucciso qualcuno, la domanda vera era: quante vite aveva tolto?
“Sul pianeta di Carida, più esattamente sulla sua luna, vi si trovava una sacca della resistenza, chiamata comunemente ribellione. Un gruppo di persone guidate dal Senatore Organa e dalla Senatrice Mon Mothma, che combattono ancora per gli ideali della Repubblica e della democrazia, mi stupisce in effetti che non si sei unito  loro. Come puoi immaginare per lui, sono una specie di spina nel fianco, noiosi, ma niente di più” si fermò per bere un sorso d’acqua, mentre il Jedi lo ascoltava attentamente
“Sono del parere opposto. La resistenza, può fare molti danni se non viene fermata in tempi brevi. Purtroppo o per fortuna, dipende dal punto di vista, non è d’accordo con me, li trova quasi divertenti, per cui ogni tanto quando scoviamo un loro avamposto lo distruggiamo, ma non gli stiamo dando una caccia spietata. In questo caso si trattava di una piccola stazione di ricognizione, composta da venti uomini e una donna. La donna è sopravvissuta insieme ad altri undici di loro, di questi otto sono fuggiti con i caccia presenti, tre sono ancora sul pianeta, inseguiti dai soldati di Cody, non so quanto dureranno e non posso tirarli via di lì” spiegò abbastanza tranquillamente, intanto erano arrivati due piatti di pasta, ma entrambi erano concentrati sulle parole di Vader.
Obi-Wan lo fissava dandogli la solita sensazione che riuscisse a leggere oltre la corazza, era a disaggio sotto quello sguardo, lo conosceva, lo stava esaminando e alla fine dell’esame lo aspettava il responso
“E gli altri nove?” chiese invece
“Morti ovviamente” replicò Vader arrotolando gli spaghetti con attenzione, senza fare ulteriori domande, Obi-Wan guardò il suo di primo, una bella ciotola di pasta bianca con della carne accompagnata da una tazza di brodo, anch’esso, di carne, fece per parlare quando Anakin gli ricordò che avrebbe mangiato quello che rimaneva
“Non ha l’aria di essere un alimento leggero” replicò invece
“Lo è fidati, non è la prima volta che la ordino. Questo posto è abbastanza orribile, come atmosfera, ma il cuoco è un genio” e detto quello si concentrò sul piatto, Kenobi fece lo stesso, assaggiata la pasta dovette ammettere che era gustosa oltre che leggera, non c’era traccia di grasso o altro, però era particolarmente aromatica
“Bantha?” chiese alzando gli occhi, quel sapore lo conosceva bene, piuttosto chissà se i suoi bantha se la stavano cavando
“Non si direbbe di quei bestioni, se lavorata bene, è molto leggera e altamente digeribile. Ti consiglio di finire il brodo invece, è altamente proteico, e solo la Forza sa se hai bisogno di incamerare proteine e nutrimento” spiegò Anakin mangiando
“La tua?” domandò osservando quanto, diversamente dalla sua, quella di Anakin erano grassi liberi che viaggiavano per il piatto,
“Se vuoi morire assaggiala, non più di due fili però” affermò ridendo, e inclinando il piatto verso il Jedi, il quale raccogliendo la sfida prese due spaghetti e li assaggiò e ringraziò il fatto di avere il brodo che spense l’incendio che aveva in bocca
“Ma… mmh mmh… come fai a mangiarla è incandescente!” esclamò con gli occhi lucidi, Anakin scoppiò a ridere
“Bocca di duracciaio. Peperoncino delle colline di Raymer1, non sento quasi niente, non so perché sono sempre riuscito a mangiare alimenti particolarmente pesanti, piccanti o speziati, digerendoli senza problemi”
“I più piccanti di tutta la galassia. Il che spiega come facevi a dodici anni a mangiarti spice space da Dex, me lo sono sempre chiesto. Quanti ne contiene la ricetta?” chiese osservando male il piatto, con la le guancie ancora che bruciavano
“Sì lo so, te lo leggevo in faccia; anche Dex se lo chiede, ancora. A dirti la verità non lo so. So unicamente che il cuoco, usa l’olio aromatizzato con i peperoncini” scosse le spalle e finì il piatto per poi bersi un intero bicchiere di vino come fosse acqua
“Tieni finisci la mia se ti va” Anakin annui e terminò anche il mezzo piatto che era rimasto
“Tu mangi o fai come i Jedi?” chiese ridendo, mentre l’altro gli lanciava un’occhiataccia, però aveva anche ragione, se era in missione tendeva a non mangiare e poi quando tornava si abbuffata,
“Certe cose non cambieranno mai” osservò il Jedi, mentre finiva il brodo, vide Anakin ridacchiare di qualcosa che sapeva solo lui, appena posò la ciotola arrivò il cameriere per tirare via i piatti vuoti
“Aspetta a portare il secondo. Te lo dico io” ordinò Anakin e il cameriere sparì annuendo
“Bene. Mi puoi dire che fine hanno fatto quei nove uomini?” la domanda lo gelò sul posto, Vader lo sapeva, l’altro non avrebbe mollato l’osso, non lo faceva quando era piccolo, figurarsi se sentiva puzza di bruciato
“Essendo un avamposto molto piccolo, non c’era bisogno di un attacco dallo spazio, per cui siamo scesi a terra e abbiamo bombardato la zona, cinque sono morti durante il bombardamento, gli altri quattro li ho uccisi, per arrivare nella zona centrale dei computer e prendere le informazioni in loro possesso, che devo dire erano molto scarse. Le cose più rilevanti sono nei caccia che ci sono sfuggiti o nei tre uomini che stanno fuggendo da Cody, oppure erano nelle mani della donna, che mi è scappata da sotto il naso” non gli faceva piacere la risposta che aveva dato al Maestro Jedi, poteva leggere il disappunto della cosa, quindi trovò utile ricordargli chi era
“Sono un Sith, non penserai che lascio fuggire la gente così, sopratutto se si sono azzardati a mettere le mani su dei piani di battaglia che appartengono all’Impero”
“Sì, so chi sei. Perché ucciderli, sono inermi contro di te, puoi tranquillamente sbatterli contro un muro” replicò guardando il ragazzo di fronte a lui,
“Il Negoziatore, sempre così eh! Lo potrei fare, ma non voglio, non puoi pensare che il mio comportamento verso di te, sia uguale per il resto della galassia. Non devi pensare che quelli che facevano e fanno parte della ribellione, sono tutti angioletti, alcuni sono dei criminali tanto quanto lo sono io, e tu questa cosa non puoi cambiarla, lo devi capire ed accettare. Non chiedermi perché ti ho portato a cena fuori per farti mangiare proteine, o perché sto cercando di farti stare bene, quando dovrei semplicemente staccarti la testa, non chiedermelo perché non lo so” il silenzio scese di nuovo tra i due.
In realtà erano cose che Obi-Wan si era chiesto più volte e più volte aveva trovato solo una risposta e non gli piaceva per nulla, però al contempo l’aveva scartata, qualcosa lo spingeva a pensare che lo facesse perché era  lui, ma il motivo gli sfuggiva, salvare un Jedi era una cosa illogica per un Sith
“Non sei il solo che ha fatto o visto cose strane” disse di punto in bianco, dopo aver esaminato la zona due volte e aver visto cose che gli hanno fatto prudere la spada al suo fianco, mentre Vader lo fissava come sperando che si alzasse e facesse qualcosa molto Jedi così che lui potesse farne una molto Sith, povero Darth, aveva ancora imparare il controllo
“Cioè?”
“Ho visto Cordè” Vader sgranò gli occhi grigi e ringhiò
“Dimmi che mi stai prendendo in giro”
“No, era lì. Quando sei tornato era già andata via. Perché ti altera sapere che è viva? Me lo hai detto tu che lo era” lo stupore del Jedi era autentico, non capiva perché si era innervosito
“Hai idea di cosa succede se i Jedi sopravvissuti si riuniscono tutti al Tempio? Hai idea di cosa succede se anche solo voi due vi unite alla ribellione?” le domande erano corrette e Kenobi non aveva la risposta
“Credo che mi abbia trovato per errore, era stupita che fossi lì. Stupita che fossi vivo” affermò muovendo una mano indicando il Sith
“Ovviamente se sono vivo, tu dovresti essere morto. In teoria dovrebbe essere così” disse afferrando al volo il concetto.
Passarono altri dieci minuti immersi in pensieri differenti, quando il cameriere chiese se poteva portare loro il secondo, in effetti era passata una mezz’ora
“Sì portalo pure, ma aggiungi delle patate condite”
“Anakin”
“Mi sono dimenticato che il tuo secondo non aveva contorno, le patate vanno bene” Kenobi, sorrise, si forse le patate poteva digerirle ammesso che digerisse quello che aveva mangiato prima
“Problemi?” chiese Anakin osservando la mano dell’altro appoggiata sullo stomaco
“No, direi di no. Solo fastidio” Anakin gli allungò il bicchiere di vino
“Solo un sorso, dovrebbe stabilizzare lo stomaco” mentre il Maestro beveva Anakin lanciò la bomba
“La donna che ho visto era Padmè” nessuno nell’intera galassia aveva mai sorpreso Obi-Wan prima d’ora, lo stupore era l’unica emozione presente sul suo volto
“Scusa?”
“Padmè, mia moglie. Ora ti chiedo, sei sicuro di non avermi mentito? Lei è morta?” dolore, era presente dolore nel tratti del viso dell’ex-apprendista
“Sì Anakin, sono sicuro. È morta davanti a me, senza dare alla luce tuo figlio. Anakin ho provato a trattenerla, ma non ci sono riuscito, le avevo detto di non arrendersi2” un dolore diverso era dipinto sul viso dell’altro
“Lo so ti ho visto” affermò mestamente
“Cosa? Come?” chiese aggrottando le sopracciglia
“Un giorno, prima che tutto questo avesse luogo sono andato a trovare Padmè e prendendo un suo pad ho avuto la visione di lei che moriva in un ospedale alieno e di te che le dicevi di non arrendersi3” Anakin aveva le spalle piegate come se quell’errore fosse più pesante di qualsiasi massacro fatto fin’ora e forse era così, il Jedi rifletté per un secondo e poi disse qualcosa che forse avrebbe dovuto dire quel giorno su Tatooine
“Anakin non l’hai uccisa tu”
“Bella bugia. Ricordo bene di averla strangolata quando ti ho visto sulla rampa di discesa4
“Sì è vero, ma lei era viva quando sono tornato, era tornata da sola nell’astronave”
“Come scusa?”
“Ti dico che è così. Lei era viva quando sono tornato, triste, disperata, ma viva. Si è sentita male nella stazione di Alderann, voleva nascondersi lì per un po’ di tempo, invece è stata ricoverata ed è morta due giorni dopo. Non l’hai uccisa tu”
“Sidious mi aveva detto che l’aveva trovata morta su Mustafar e l’ha fatta consegnare alla Regina di Naboo per rispetto perché è stata mia moglie” replicò sicuro Vader
“Ti ha mentito” rispose tranquillamente il Jedi, osservando gli occhi dell’altro che si assottigliavano mentre affermava che forse lo stava facendo lui.
“No, non ho mai avuto motivo di mentirti o nasconderti le cose. Posso provarlo, se vuoi, ho un paio di olofoto con lei e la Regina di Alderann”
“Rako Hardeen, ti suona famigliare? Mi piacerebbe vederla. Scusa ma devo capire chi sta mentendo”
“La smetti con questa storia? Ti ho già chiesto scusa e ti ho spiegato i motivi, non l’ho fatto perché non mi fidavo, l’ho fatto perché saresti voluto venire con me e non c’era modo di trovare un secondo killer che uccidesse anche te. In più come ti ho detto altre volte, la tua reazione alla mia morte, mi ha tenuto al sicuro da possibili sospetti” Anakin lo guardò mentre il Jedi con estrema pazienza ripeteva il concetto che conosceva a memoria, e lo faceva sempre con lo stesso tono di scusa e colpa, lui non gli ha detto di Padmé perché credeva che lo avrebbe fatto espellere dal tempio
“Padmé?”
“Non c’è problema, le olofoto sono al Tempio”
Rabbia ecco cosa provava Obi-Wan in quel momento, una cupa, fredda, ben giustificata rabbia, come aveva osato quell’essere viscido di Palpatine, mentire ad Anakin in quel modo, e per quale motivo, renderlo ancora più crudele era impossibile, almeno dal suo punto di vista
“Obi-Wan mi stai facendo paura, sei furioso” la voce di Anakin lo riportò nel ristorante
“Scusa”
“Figurati, tu che emani rabbia a quei livelli è successo una sola volta, e non è finita bene. E poi ti si freddano le patate, mettici in mezzo il sugo con il pesce fidati viene fuori una cosa deliziosa”, era talmente arrabbiato che non si era accorto che era arrivato il secondo
“Non credo di finirla, tu la vuoi?” lo sguardo goloso di Anakin fu una risposta sufficiente, mangiò finché era pieno, poi lo passò ad Anakin che ebbe la faccia tosta di fare anche la scarpetta, sennò il sugo andava sprecato
“Prendi il dolce così fai trentuno” era una provocazione ovviamente, non pensava che ci fosse spazio per del gelato, nello stomaco di Anakin, e invece quest’ultimo se ne fece portare una coppa maxi con panna e cioccolato con due cucchiai
“Mangiane almeno uno”
“No, questa volta meglio che non ti do retta. Gelato! Anakin se vuoi uccidermi conosci un modo rapido” replicò incrociando le braccia
“Sì, ma sicuramente meno gustoso, mangia” spinse la coppa verso il Jedi e dopo un duello di sguardi, Kenobi mangiò un paio di cucchiaini ricolmi di panna per poi far tornare la coppa ad Anakin
“Ti piace la panna” osservò”
“Sì, non lo sapevi?” la domanda era più una curiosità personale, insomma si conoscono da anni possibile che oltre la sua allergia mortale per le alghe, il ragazzo non sapeva che andava matto per la panna, motivo per cui evitava sempre di prenderla quando la vedeva
“No, non la mangiavi mai, eppure di dolcetti con la panna al Tempio ce ne erano sempre” replicò ripulendo il cucchiaino
“Gola, Anakin, gola” dallo sguardo che gli lanciò era chiaro che se avesse potuto gli avrebbe sbattuto la testa contro il muro, invece si alzò e andò a pagare, seguito pochi istanti dopo dal Jedi.

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Note dell'Autore
 
1 – Luogo inventato. Non esistono colline con questo nome nell’universo di Star Wars
2 – Ripreso dal film Star Wars III – La Vendetta dei Sith
3 – Ripreso dal film Star Wars III – La Vendetta dei Sith
4 - Ripreso dal film Star Wars III – La Vendetta dei Sith

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Capitolo 13
*** "Casa" ***


13. "Casa"
 
Il ritorno fu silenzioso, ognuno era perso nei propri pensieri.
Quando le grandi porte del Tempio si chiusero dietro di loro, il Maestro Jedi chiese di essere seguito e Vader si accodò silenziosamente.
Il Maestro li guidò verso le sale del riposo, le camere dove i Jedi si rilassavano o studiavano per la missione seguente, una volta quelle sale erano piene di Jedi indaffarati chini sui datapad, oppure discorrevano tra di loro di qualche missione passata o in procinto di iniziare. Si vedevano Maestri parlare con Padawan troppo esuberanti cercando di placarli o troppo timidi perché esprimessero da soli il loro punto di vista, i piccoli Younglings che si affrettavano nel corridoio con i loro passetti infantili; ora c’erano solo un grande silenzio e un lungo tappeto bordeux decorato con due linee rette, dorate, lungo i bordi.
Superata una saletta con uno schermo spento, che un tempo trasmetteva ininterrottamente le notizie dell’ultimo minuto sulla guerra e la politica galattica.
Anakin e Obi-Wan usavano accostarsi per sentire le notizie prima di scendere e fare colazione.
Il Jedi girò a sinistra continuando a seguire il suo percorso senza mai rallentare.
L’unico rumore udibile era il fruscio dei due mantelli che scorrevano sul tappeto.
Obi-Wan aprì la sua stanza ed entrò seguito da un curioso Anakin, il giovane Sith non aveva capito perché erano lì, aveva pensato che il Jedi volesse riposare nella sua stanza, e giacché le loro camere erano collegate, non ci avrebbe visto niente di strano, oltre al fatto che dormire nella stanza di Anakin Skywalker, poteva portare incubi che non voleva affrontare, ma capiva il desiderio del Jedi di starsene un po’ in quella che era sempre stata la sua “casa”, per oltre quindici anni.
Entrando si era fermato, a osservare il salottino, l’altro era andato direttamente nella sua camera. La stanza era esattamente come l’aveva lasciata, il droide che stava smontando era ancora lì aperto con un leggero strato di polvere sopra, il mantello senza maniche gettato sulla poltroncina alle sue spalle, c’era persino la tazza con il tea mai finito di Kenobi, adesso si vedeva il fondo marrone scuro, del tea evaporato, e il datapad con le riparazioni della Resolute da vagliare. Ricorda di aver steso il rapporto danni, in mezza giornata, ma aveva bisogno dell’approvazione di Obi-Wan per far riparare la sua nave, lui sapeva, se si poteva fare o se doveva aspettare, si chinò in avanti, prendendo il datapad
“Chissà se si accende ancora” mormorò spingendo delicatamente il pulsante sul lato sinistro, lo schermo s’illuminò subito e mostrò le modifiche alla sua richiesta, il Jedi aveva approvato l’istanza di manutenzione dell’iperguida e della zona contenimento, ma sulla richiesta di controllo e calibrazione dei sensori di puntamento, c’era il link di una nota di Kenobi, Anakin la sfiorò e quella si attivò portandolo all’appunto “Anakin la calibrazione dei sensori di puntamento, devi eseguirle tu stesso nella zona di controllo beta57. Obi-Wan” inconsciamente il Sith sorrise,
“Ti soddisfa la mia idea?” la domanda dell’altro lo colse all’improvviso, gli era arrivato alle spalle, non l’aveva sentito avvicinarsi,
“Sì, mi sarebbe piaciuta, mi piace, cioè… Purtroppo il controllo di quei sensori non l’ho fatto personalmente” Kenobi intuì e annuì, lanciò un’occhiata al divano e poi si sedette, Vader gli si sedette accanto
“Che hai, Obi-Wan?” chiese osservando il volto tirato dell’altro
“Mi hai chiesto di tua moglie. Ecco, vedi non ho mentito, lei era viva su Mustafar” affermò mettendogli tra le mani due olofoto con Padmè e la Regina di Alderaan, erano sul terrazzo del palazzo reale, poteva vedere le montagne innevate che le circondavano
“Sì, lo so. Ora lo so. Lei come stava? Com’era?” chiese osservando i tratti della moglie, e li trovò tristi nonostante stesse sorridendo
“Era come sempre, molto bella, dolce ma triste1” rispose Obi-Wan, guardando fuori dalla finestra, la pianta ancora verde che Anakin gli aveva regalato tempo prima
“Avrà bisogno d’acqua, sarà prudente?”
“Sì da questo lato non si vede il 500 di repubblica” replicò all’istante Anakin, il Jedi si alzò e prese un bicchiere d’acqua, dopo averla fatta scorrere qualche minuto, era uscita di un inquietante colore marrone. Uscì sul terrazzo, abbassandosi, la terra era secca e alcune foglie cominciavano a presentare il tipico colore giallastro prima della caduta, due rami erano secchi.
Kenobi si sedette e recise via i rami morti, con delle forbici che tenevano lì fuori per la pianta, eliminò le foglie gialle e le diede l’acqua, sentì Anakin sedersi accanto mentre si occupava dalla pianta
“Sai perché è sopravvissuta tre anni senza acqua?”
“Sì, è originaria di Tatooine, l’unica pianta verde di tutto il pianeta. L’ho vista anche nel profondo deserto, ma non era così rigogliosa. Le sarà bastata la poca pioggia fatta in questi anni, ma sta comunque morendo, lentamente”
“Te ne puoi occupare basta che vieni qua, l’importante è che sia a quest’ora che c’è ombra sufficiente” brontolò guardando la piantina che resisteva alle avversità con tenacia tipica di chi è abituato all’assenza di acqua
“Sicuro?” chiese con tono dubbioso, ci mancava solo Palpatine lo beccasse a dare da bere a una pianta
“Certo o non te lo avrei detto altrimenti” replicò stendendo le lunghe gambe sul freddo acciaio che costituiva il pavimento del terrazzino
“Ho tre bantha e due eopie su Tatooine, se la caveranno senza di me?” la voce di Kenobi arrivò di punto in bianco, mentre il ragazzo si stava appennicando,
“Ti sei fatto l’allevamento?” chiese sbadigliando
“No, li curo e gli do qualcosa da mangiare, e loro mi danno il latte” replicò scuotendo le spalle come se la cosa non avesse rilevanza
“Sono selvatici o li hai addomesticati, tipo una stalla?” chiese, ben sapendo che se a quegli animali si fosse scompigliato un ciuffo di pelo, il Jedi si sarebbe sentito in colpa
“Sono in una specie di recinto, ma è fatto con legna secca, possono uscire se vogliono”
“Direi che è meglio che vado a dargli un’occhiata. Dovrebbero cavarsela per un po’ da soli, ma ti cercheranno ovviamente, tu crei un rapporto simbiotico con le cose viventi. Pure la pianta è contenta di vederti” replicò indicando la piantina che vibrava allegra da quando aveva ricevuto dell’acqua
“Dai un po’ di positivismo, è felice di vederti, finché non ti percepisce con un paio di forbici in mano” replicò sorridendo il Jedi dandogli una leggera spallata, sedendogli accanto, stendendo le gambe anche lui, un tempo non l’avrebbe fatto, ma adesso non c’era nessuna etichetta da mantenere, e poi gli facevano male le ginocchia
“Ehi non è colpa mia!” replicò indignato il Sith
“Chi è che le ha reciso un intero ramo, con un fiore addirittura?” lo guardò di sottecchi mentre il viso di Anakin diventava sempre più scandalizzato
“L’ho tagliato per sbaglio, non mi aspettavo di vederti nudo” ringhiò, quello si presenta senza inner tunic e maglia da sotto, perché ha la spalla con un taglio lungo quindici centimetri, che gocciolava sangue, che la garza tampone non riusciva più a trattenere, e la colpa è di Anakin se la pianta ci ha rimesso un ramo con fiore, ovviamente, figurati se non era colpa mia! Si ritrova a pensare il ragazzo tra lo stizzito e il divertito, si sono punzecchiati per giorni con questa storia del ramo
“Non ero nudo, portavo i pantaloni” puntualizza Obi-Wan incrociando le braccia
“Ci mancava anche che fossi totalmente nudo… beh a pensarci forse era meglio visione integrale” replicò ghignando Anakin, aspettandosi gli occhi sgranati e il tipico rossore imbarazzato sul volto dell’altro
“Cosa? E perché vorresti vedermi nudo? Non sono mica affascinante!” questionò spalancando gli occhi e diventando rosso, Anakin sorrise certe cose non cambiano mai!
“Ma sentilo, non è attraente, ma se c’era mezza galassia che ti sbavava dietro”, replicò senza pietà alcuna il Sith, mentre da rosso pomodoro, il viso virava a quello delle cromature di R4
“Guardavano te” si difese l’altro, più di una volta aveva beccato ancelle e tecnici vari a guardare il sedere di Anakin, con suo sommo disappunto, non era un comportamento degno dei ruoli che ricoprivano
“No guardavano il tuo culo, fidati, li ho visti, certe ancelle avevano dei pensieri poco casti li ho percepiti e non stavo neanche guardandole” replicò con aria serafica l’altro osservando il traffico come se fosse una cosa interessante cercando di non ridere
“Questa cosa è imbarazzante” mormorò l’altro in autocombustione, Anakin decise si avere pietà, e replicò
“Punti di vista. Comunque avrei verificato se il Maestro Vos aveva ragione” sapeva che nominando Quinland Vos, avrebbe attirato l’attenzione per tutt’altro, infatti, l’altro sospirò affranto e scuotendo la testa chiese
“Questo non promette niente di buono. Cosa ti ha detto Quin?”
“Che hai un tatuaggio” buttò lì Anakin guardando la pianta adesso che riposava felice davanti a loro
“O cielo!” sussurrò Obi-Wan
“Per la Forza è vero? Perché non l’ho mai visto?” la testa di Anakin si girò tanto velocemente che avrebbe potuto staccarsi, gli occhi grigi spalancati dalla sorpresa
“Perché non lo mostro a tutti e perché non mi hai mai visto nudo fortunatamente per me” rispose, addossandosi di più al muro che delimitava il perimetro del terrazzino
“Rimedio subito, spogliati” le mani di Anakin, volarono sulla tunica di Obi-Wan senza intento di toglierla solo per farlo saltare sul posto
“Ehi, giù le mani. Anakin mi stai facendo il solletico. Eh dai!” il Jedi si stava contorcendo dal ridere, sotto l’assalto dell’ex apprendista
“Sono curioso” replicò sorridendo ritirando le mani
“Non è niente di che, non l’hai mai visto perché è sulla parte bassa della schiena sul lato sinistro, il pantalone è più alto” spiegò pazientemente
“Questa è una vera ingiustizia! Chi l’avrebbe mai detto che avevi un tatuaggio, non ti facevo tipo da fartelo”
“Infatti. Eravamo completamente ubriachi”
“Tu e Quin?”
“C’era anche Cordé”
“Aspetta Cordé ha un tatuaggio, ma io dov’ero?”
“Su Tatooine”
“Altra ingiustizia” il Sith sospirò affranto, come se la sua assenza in un momento tanto epico fosse una grave mancanza
“Cosa c’è?” chiese quando guardò il volto rilassato dell’altro, solo prima della guerra l’aveva visto così
“Niente, stai ridendo e i tuoi occhi sono normali, non sono neanche venati di giallo”
“Devi vedere la tua faccia, Kenobi” ringhiò in risposta, aveva una reputazione da proteggere e quel soggetto del suo ex-Maestro, era capace di intaccare la corazza soltanto ridendo,
“Stai bene?”
“Si sto bene, stranamente”
“Torniamo dentro va, non vorrei che ci vedessero”
“Va bene. Dammi una mano va che non riesco ad alzarmi”
“Sei vecchio”
Obi-Wan sorrise scuotendo la testa mentre senza sforzo Anakin lo tirava in piedi.

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