La dama di ghiaccio

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Idee contrastanti ***
Capitolo 2: *** Il risveglio dell'uomo ***
Capitolo 3: *** Un ospite curioso ***
Capitolo 4: *** Segreti ***
Capitolo 5: *** In pericolo di vita ***



Capitolo 1
*** Idee contrastanti ***


Le ore sembravano non passare mai per Jennifer.
Fissava sempre l’orizzonte in cerca sempre di qualcosa.
Ma cosa voleva la dama solitaria del castello?
«Signorina, la cena è quasi pronta» fece la domestica interrompendo i suoi pensieri.
«Grazie, ma non ho fame» rispose Jennifer senza degnarla nemmeno di uno sguardo.
«Ma abbiamo fatto il suo piatto preferito…»
«Non m’interessa… Ti prego di non insistere, Ines.»
«Se posso permettermi, è da un sacco di giorni che non mette qualcosa sotto i denti…»
«E quindi? Che serve mangiar ben sapendo tutto le tue azioni passate?»
“Ancora questa storia…”
«So cosa state pensando… Questo dolore non farà altro che attanagliare la mia anima e la mia mente.»
«Jennifer, tutto questo è acqua passata. Quando imparerete ad andare avanti?»
«Tu la fai facile, Ines!» gridò Jennifer spazientita «Se tu fossi al mio posto, non la penseresti come me.»
«Se io fossi stata al tuo posto, non sarei mai venuta ad abitare fin qui rimanendo lontano da tutto e da tutti. È stato quello lo sbaglio!»
«Da quando in qua mi manchi di rispetto dandomi del tu?»
«Da questo momento… Sono stanca di darti del lei per far sì che tra di noi ci sia una sorte di divisione. Sono tua sorella. Colei che ti è rimasta accanto evitando di non abbandonarti mai.»
«E adesso che fai? Me lo rinfacci impunemente?»
«Mi dispiace ma è quello che ti meriti…»
La sorella di Jennifer stava per andarsene.
Ma la voce dura e autoritario di Jennifer la fermò all’istante.
«Fermati!»
«Il tuo atteggiamento privo di emozioni e sentimenti non mi fanno alcun timore. Quando la smetterai di fare la Dama di ghiaccio?»
«Mai. E se vuoi andartene, fai pure. Preferisco rimanere da sola invece che avere una serva come te che non appoggia le mie decisioni.»
«Addirittura mi ritieni una tua serva? Adesso basta, ne ho abbastanza. Farò le valigie e me ne andrò da qui.»
«Bene. Fai pure.»
Ines era molto dispiaciuta lasciare sua sorella.
Come poteva Jennifer essere così fredda verso colei che non l’aveva mai abbandonata?
«Non ci posso credere… non posso credere che tu non faccia nulla per impedire di andarmene… Vedo allora che non ti servo più. Definitivamente.»
«Ben detto, Ines. Adesso lasciami in pace. Ho altre cose da fare e non ho voglia di perdere altro tempo per te.»
«Molto bene… M ne vado» fece infine Ines sbattendo la porta dietro di sé con tale forza che fece tremare anche le mura del castello.
“Maledetta… Presto tornerai da me. È solo questione di tempo” pensò Jennifer con sguardo rancoroso.
 
 
La neve cadeva fitta su quel luogo dimenticato da tutti.
Il freddo pungente faceva cornice a quello che era lo stato d’animo della Dama di ghiaccio.
Per ingannare il tempo, oltre a leggere, scriveva le sue memorie e le sue giornate passate in quel castello immersa nella sua più totale solitudine.
Ora che anche sua sorella se n’era andata, era rimasta tutta sola.
La sua vita sembrava non avere più senso.
Ma doveva continuare a vivere in qualche modo.
Soprattutto perché aveva fatto una promessa a se stessa.
Non si sentiva il minimo rumore in quel castello.
Nemmeno il rumore delle padelle sfrigolanti e degli odori che provenivano dalla cucina.
Era tutto troppo tranquillo e silenzioso.
Un silenzio che avrebbe fatto impazzire chiunque.
Jennifer vagava per il castello come un’anima solitaria.
Il suo volto triste e senza emozioni rendeva tutto malinconico.
“Freddo e neve… Qui non succede altro…”
Ma fortunatamente per lei (o per sfortuna), non sarebbe stato sempre così.
Uno straniero avrebbe varcato il suo territorio, cambiandogli la vita per sempre.
 
 
Ines stava combattendo con tutte le sue forze per respingere il forte vento che la stava sferzando con insistenza.
Riusciva a malapena a vedere dinanzi a sé.
La povera ragazza non sapeva dove andare.
“Avrò fatto bene a lasciare per sempre il castello?” si continuava a domandare.
Purtroppo se non avesse fatto qualcosa al più presto, sarebbe morta congelata o spazzata dal vento.
Non c’era nemmeno un piccolo rifugio nelle vicinanze.
Solo neve.
Mentre stava avanzando a passo lento e indeciso, Ines vide dinanzi a te una figura tutta nera.
A causa della visione ridotta per colpa della neve, inizialmente non riuscì a vedere cosa o chi fosse.
Ma una volta avvicinatasi, vide che si trattava di un uomo.
“Ma che diavolo…”
Era un uomo barbuto di circa vent’anni.
Era completamente bianco dalla neve.
Cercò di sentire le sue pulsazioni e il suo circolamento del sangue.
“E’ ancora vivo…”
Ma per poco, purtroppo.
Se non avesse trovato un rifugio il più presto possibile, l’uomo sarebbe morto congelato.
E l’unico rifugio più vicino era il castello della Dama di Ghiaccio.
“Devo tornare indietro… Devo salvare questo uomo…”
E con tutta la forza che disponeva, Ines si caricò l’uomo sulle spalle, abbandonando i suoi bagagli e quelli personali, marciando a passo lento pregando che le forze non l’abbandonassero mai.

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Capitolo 2
*** Il risveglio dell'uomo ***


Dopo un tempo indecifrabile che stava continuando a camminare, Ines ritornò al castello della Dama.
Era completamente senza energie.
Il peso dell’uomo e il freddo avevano prosciugato le sue residue energie.
Ma doveva resistere.
Non poteva fermarsi proprio ora.
Fortunatamente, il castello era aperto.
E dopo aver trovato la forza di volontà necessaria, riuscì ad aprire la porta e ad entrare.
Il calore del castello era una vera liberazione per lei e l’uomo.
Non avrebbero mai più patito il freddo.
La loro salvezza era vicina.
Ora dovevano solo riscaldarsi.
Ma c’era un problema: la Dama di ghiaccio li avrebbe accolti? O li avrebbe cacciati senza pietà?
Solo il tempo poteva dirlo.
Sentendo dei rumori strani e inusuali, la Dama di Ghiaccio si precipitò verso l’ingresso del castello.
Inizialmente non vide l’uomo completamente sdraiato per terra.
«Lo sapevo… Sapevo che prima o poi saresti tornata a me…»
Jennifer e Ines si guardarono con odio reciproco.
«Sei contenta eh, sorella?»
«Più che contenta direi soddisfatta… Nemmeno il forte freddo ti ha impedito di lasciarmi per sempre…»
«Questo mio soggiorno durerà poco, tranquilla… Adesso aiutami a portare quest’uomo dinanzi ad un fuoco. Deve riscaldarsi prima che vada in ipotermia.»
Jennifer, girando lo sguardo, rimase visibilmente sconcertata.
«Non ci pensare nemmeno» fu la reazione della Dama di Ghiaccio.
«Cosa?»
«Non accetto estranei nel mio castello.»
«Ma dobbiamo aiutarlo» protestò sua sorella.
«Non m’interessa. Qui non rimarrà nessun sconosciuto. E se provi a insistere ulteriormente, ti riporterò in mezzo alla neve e al freddo con queste mani. Parola mia.»
Ines non avrebbe mollato molto facilmente.
Com’era possibile che sua sorella fosse senza cuore?
Che male avrebbe mai potuto fare un uomo che stava per morire?
«No… Non ti impedirò di ributtarlo in mezzo alla neve.»
«Osi discutere i miei ordini?»
«Sì… Se vuoi gettaci tutte e due in mezzo al freddo pungente… Ma vedrai che prima o poi i sensi di colpa attanaglieranno la tua anima e finirai di morire di dolore.»
La paura si dipinse sul volto di Jennifer.
Le parole della sorella l’aveva toccata nel profondo.
Dovette arrendersi al suo volere.
«Accidenti a te… E va bene. Lo stranierò resterà. Ma appena si sarà completamente ristabilito, lascerà per sempre il castello. Mi sono spiegata?»
Ines riuscì a strapparsi un sorriso.
Era da molto tempo che non rideva.
Ma cosa più importante, era riuscita nel suo intento.
Ma adesso non c’era più tempo da perdere.
Doveva salvare l’uomo, prima che fosse troppo tardi.
 
 
Ines e Jennifer trasportarono “l’ospite” nel salotto principale, dove era allestito il camino più grande del castello.
Per fortuna di Ines, il fuoco non si era ancora spento dopo che aveva lasciato momentaneamente il castello.
«Appoggiamolo qui. Vado a prendere subito delle coperte.»
Ines corse il più in fretta che poté verso la sua camera per prendere tutte le coperte di cui disponeva.
Intanto, Jennifer non faceva altro che fissare quell’uomo con sguardo pieno di disprezzo.
“Un sconosciuto nel mio castello…”
Se fosse stato per lei, l’avrebbe subito fatto fuori.
Ma la buona volontà di sua sorella la spinse ad essere magnanima.
«Eccomi» fece Ines tornando con le coperte «Come sta? Sì è per caso svegliato?»
«E’ uguale a prima» fece Jennifer fissando il fuoco del camino.
«Vedo che respira ancora… Molto bene. Sono convinta che tra poco si ristabilirà completamente.»
«Speriamo. Così tornerà da dove è venuto.»
«Come puoi essere così crudele? Mi dici cosa ti ha fatto?»
«Lui niente… Ma non posso permettere che il mio segreto venga messo in pericolo.»
«Quel giovane uomo non potrà mai sospettare niente di niente. Tranquilla, il tuo segreto al sicuro.»
«Che cosa ne vuoi sapere tu?!» tuonò Jennifer «Sei solo una ragazzina che non sa nemmeno attraversare un po’ di neve.»
Ines decise di non dare peso alle parole della sua sorella maggiore.
In quel momento non era importante.
Doveva pensare al suo ospite.
La stanza si stava scaldando sempre di più.
Il tepore del fuoco era una vera e propria benedizione.
«Secondo me non si sveglierà mai più…» fece Jennifer con il suo solito tono disprezzante.
«E tu cosa ne vuoi sapere?»
«Lo so e basta. Il mio istinto mi dice che riscaldarlo ormai è troppo tardi.»
«No, non è vero… E’ solo questione di tempo… Poi vedrai.»
La tempesta di neve aveva fatto spazio al buio della notte.
«La neve e il vento si sono placati…»
«Meno male.»
«Meglio che me ne vada nella mia stanza… E’ molto tardi.»
«Vai pure. Veglierò io su di lui. Anche per tutto il resto della notte.»
«Mi sembra il minimo visto che l’hai salvato tu, non ti pare?»
«Giusto…»
«Buonanotte, sorella. Fai sogni d’oro» ribatté Jennifer con ghigno malefico.
«Fai riposare la tua anima… Non guastarti il sangue con tutto l’odio che ti ritrovi.»
«Io non mi sto guastando il sangue!» protestò Jennifer.
«Adesso ti metti pure a gridare? Così rischi di svegliare il nostro ospite. Non vorrei che ci trovasse a litigare come due bambine.»
«Attenta Ines, stai sfidando la mia pazienza…»
«Non mi fai paura, Jennifer.»
«Ah sì? Forse io non ti faccio paura… Ma cosa succede se ti sotterro sotto tutta quella coltre di neve?»
«Non ne avresti il coraggio.»
«Allora non sfidarmi… Anche se sei mia sorella, la mia furia non si placherebbe in nessuna maniera.»
Ines decise di non rispondere per non aggravare la sua situazione.
«Molto bene. E’ così che mi piaci… Buonanotte.»
Ma sua sorella non rispose, limitandosi a fissare l’uomo, mentre saliva le scale intenta a spegnere tutte le torce del castello.
 
 
A causa del forte stress e delle energie spese in quella tempesta di neve, Ines si accovacciò sull’uomo misterioso.
Prima d’ora, non si era mai sentita così stanca.
Quella giornata, così diversa dalle altre, l’avevano segnata profondamente.
Il caldo del castello gli rendeva la vita ancora piacevole di essere vissuta.
Sognava una vita felice e senza problemi.
Aveva sempre sperato che sua sorella tornasse ad essere quella donna che era una volta: felice e spensierata.
Ma dopo il tragico destino che l’aveva colpita, la vita delle due donne non era stata più la stessa.
Erano dovute fuggire a causa del giudizio delle persone.
Persone che le odiavano a morte per colpa della crudeltà che avevano scatenato.
Ma adesso non voleva pensarci.
Voleva sognare tutto tranne che questo.
Voleva sognare l’uomo misterioso, che secondo lei, avrebbe portato una nuova aria in quel castello desolato.
A causa della forte stanchezza, Ines non si accorse nemmeno che l’uomo aveva aperto gli occhi.
Esso scosse la testa, cercando di capire dove si stesse trovando.
Quando cercò di alzarsi, s’eppur dolorante, notò con sorpresa la ragazza che stava dormendo su di sé.
«Ma cosa…»
Aveva lo sguardo confuso.
Credeva di essere andato in una dimensione sconosciuta.
Quando la ragazza sentì che l’uomo si era alzato, spalancò gli occhi.
I due si guardarono con sguardo allibito.
«Finalmente ti sei svegliato» fece Ines sorridente.
«Ma tu… tu chi sei?»
«Il mio nome Ines. Tu come ti chiami?»
«Dove sono? Che ci faccio in questo…»
«Sei in un castello, al riparo dal freddo pungente. Sono io che ti ho salvato. Se non fosse stato per me, a quest’ora saresti morto congelato.»
L’uomo misterioso continuava a guardarsi intorno.
«Tu invece da dove vieni?»
«Io… Non lo so…»
«Non lo sai? Allora credo che sei ancora scombussolato e confuso dagli ultimi eventi.»
L’uomo misterioso cominciò ad assumere uno sguardo pieno di paura e di terrore.
«Che cosa ti prende adesso? Perché ti stai guardando intorno?»
«Io… Voglio andarmene da qui…»
«Perché?»
«Non mi piace rimanere in questo luogo… Mi da quel senso si sventura.»
«Senso di sventura? Va bene, so che l’arredamento possa essere anche fin troppo lugubre, ma credo che tu adesso stia esagerando.»
Ines si avvicinò a lui.
Ma più la ragazza si avvicinava, più l’uomo indietreggiava.
«Perché…»
«Stai lontano da me» lo avvertì l’uomo.
«Ma cosa ti prende?»
L’uomo si ritrovò con le spalle al muro in trappola.
«Io voglio soltanto aiutarti…» fece Ines.
«No. Non ti credo…»
Ma prima che la ragazza si trovasse faccia a faccia con l’uomo, sua sorella entrò nel salotto.
«Se l’uomo non vuole essere aiutato, è meglio lasciarlo subito andare.»
«Ma io… non voglio…»
Adesso lo sguardo dell’uomo si era spostato verso la Dama di Ghiaccio.
«Ora che si è ripreso, può anche andarsene.»
«Oh grazie…> fece l’uomo inchinandosi a lei.
«Jennifer, ne abbiamo parlato poco fa’…»
«Non hai sentito? Se ne vuole andare.»
«Ma così morirà!»
«Se vuole affrontare il freddo pungente, questo non è affare nostro. Chiuso il discorso.»
Ines non sapeva più cosa fare.
Aveva salvato l’uomo inutilmente.
«Bene… Se lui ha deciso così, io non sono nessuno per fargli cambiare idea.»
«Perfetto. Vedo che finalmente ti sei convinta> rispose Jennifer con sguardo malefico «Adesso puoi andare.»
«Grazie. La ringrazio infinitamente» fece l’uomo correndo a più non posso per poi scomparire sotto lo sguardo delle due donne.

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Capitolo 3
*** Un ospite curioso ***


 
L’uomo misterioso era uscito dal castello.
La neve cadeva ancora incessantemente su quel territorio.
Il freddo non accennava a diminuire.
«Sei felice adesso? A causa tua, morirà di freddo» fece Ines vedendo l’uomo scappare come un ladro.
«E’ stato lui che se n’è voluto andare. Io non centro nulla…»
«Conoscendoti, scommetto che hai architettato qualcosa di oscuro pur di rimanere sola.»
«E sentiamo, che cosa mai potrei fare?»
«Non lo so… Ma stai sicura che lo scoprirò molto presto.»
Ines se n’andò dalla vista della sorella.
Non voleva più vederla.
Stare con lei non faceva altro che aumentare la sua rabbia.
«Ines, se vuoi, sei ancora in tempo a salvarlo. Ancora una volta.»
«Che intendi dire?»
«Voglio vedere se ci arriverai con la tua testa… Adesso devo andare.»
«Andare dove?!» gridò spazientita Ines «Che cosa gli hai fatto?»
«A lui niente… Si pentirà di aver varcato il mio territorio.»
«Il tuo territorio? Ma cosa stai dicendo?»
«Se non riesci a capire non è colpa mia. E adesso smettila di fare tutte queste domande. Mi dai sui nervi.»
«Ah sì? A me da’ sui nervi il tuo modo di fare!»
«Mi dispiace, ma non posso farci nulla.»
«Se gli farai del male…»
«Sei ancora qui a perdere tempo? Perché non vai a salvarlo? Ogni secondo è prezioso, sai?»
Presa dall’agitazione, Ines si precipitò fuori dal castello per rincorrere l’uomo misterioso.
La tempesta di neve era talmente potente che la giovane ragazza riusciva a vedere a malapena un palmo dal naso.
Il vento soffiava fortissimo.
Sembrava una tempesta fuori dal normale.
Gridò con tutte le sue forze per farsi sentire.
Ma niente.
L’uomo era scomparso nel nulla.
Se Ines sarebbe rimasta ancora in mezzo a quella bufera, avrebbe rischiato seriamente la vita.
Ma fortunatamente riuscì a trovare l’uomo a pochi metri del castello.
Era nuovamente svenuto.
Il suo corpo stava per essere seppellito da metri di neve.
“Adesso basta. Questa volta ti impedirò di andartene” fece Ines prendendolo sulle spalle.
Con tutta la forza che aveva in corpo, lo riportò al castello.
«Non ci posso credere» fece Jennifer con sorrisetto compiaciuto «Sei riuscita a salvarlo di nuovo…»
Ines si limitò a non rispondergli.
La sua adrenalina scorreva ancora nel suo sangue.
«Voglio sapere che cosa hai fatto a quest’uomo. Dimmelo!»
«Tu non mi dai ordini, sorellina. Sono io quella che comanda qui.»
«Se solo potessi…»
«Potessi cosa? vorresti uccidermi? Non ne saresti capace. Al contrario di me…»
Mentre le due sorelle stavano litigando ancora una volta, l’uomo ricominciò a riacquistare i sensi.
Inizialmente non riuscì a capire dove si trovava.
Ma vedendo le due sorelle, gli tornò in mente subito.
«Ma… non me ne ero andato dal castello?»
«La mia sorellina ha deciso di salvarti ancora una volta» fece Jennifer con tono di disprezzo.
«Davvero?»
«Ines, per questa notte quest’uomo sarà il nostro ospite. Ma quando la tempesta di neve si placherà, se ne dovrà andare immediatamente. Mi sono spiegata?»
«Sì… Va bene» replicò Ines a denti stretti.
«Adesso occupatene tu. Di questo individuo non ne voglio più sapere» disse infine Jennifer ritornando nella sua stanza per rimanere completamente sola.

Per scaldare il corpo dell’uomo, Ines gli preparò una cioccolata calda.
«Adesso va un po’ meglio?»
«Sì grazie» rispose l’uomo tossendo.
«Se non sono troppo indiscreta, come hai fatto ad arrivare fin qui?»
«Stavo sorvolando questa zona, quando improvvisamente una tempesta di neve mi coglie alla sprovvista. Dopo qualche minuto, il motore del mio aereo privato ha iniziato a congelarsi completamente, finendo per precipitare.
Fortunatamente ero a bassa quota, altrimenti non so se ce l’avrei fatta.»
«Hai avuto una grande disavventura… Meno male si è risolto tutto per il meglio.»
«Non so se è veramente così… Non so dove mi trovo. Devo tornarmene a casa il prima possibile. Tu potresti aiutarmi?»
«Vorrei tanto… Ma anch’io sono capitata qui per caso insieme a mia sorella.»
«Anche voi avete fatto la mia stessa fine?»
«No. È una lunga storia che non sto a raccontarti…» rispose Ines sviando il discorso.
«E’ molto strana tua sorella.»
«Più che strana direi cattiva.»
«Addirittura?»
«Certe volte ha degli atteggiamenti talmente oscuri che mi fanno quasi accapponare la pelle.»
«Non credevo che fosse una persona di tale genere.»
«Se rimarrai ancora con noi, presto ne sarai consapevole.»
«Ma come ti ho appena detto, devo tornarmene subito a casa.»
«Vorrei tanto aiutarti, ma purtroppo non saprei come fare. Non saprei nemmeno che strada farti intraprendere.»
«Quindi vorresti dirmi che dovrò rimanere qui per tutto il resto della mia vita?»
«Da quando siamo arrivate qui, ovvero da un paio d’anni, in questo territorio non ha mai smesso di nevicare.»
«Ma come fate a vivere? Come fate a riscaldarvi e a mangiare?»
«Per tutto questo ci pensa mia sorella…»
«E tu non ti chiedi mai come fa’?»
«No» mentì Ines.
L’uomo, fissando lo sguardo della ragazza, capì che non stava dicendo la verità.
Sembrava tutto così strano per lui.
«Come ti chiami?»
«Ines. E tu?»
«Piacere Ines. Il mio nome è Josh.»
«Piacere mio, Josh… Forse è meglio se ti mostro la tua camera. Devi essere molto stanco.»
«In effetti…»
«Allora vieni.»

Ines, nel mentre lo stava conducendo verso la sua camera, gli fece vedere gran parte del castello.
«Accidenti. È grandissimo.»
«Vero? Quando io e mia sorella arrivammo in questo posto, il castello stava cadendo a pezzi. Ma con un po’ di buona volontà e intelligenza, lo abbiamo sistemato completamente.»
«E come avete fatto?»
«Il castello dispone di oggetti di ogni tipo. Dai cibi in scatola fino a materiali da costruzione.»
«Cibi in scatola? Chissà da quanto tempo sono lì.»
«E quindi? Tranquillo, non sono andati a male.»
«Quindi voi mangiate solo quella roba?»
«Modestamente, sono una brava cuoca. E con le pietanze di cui dispongo, riesco sempre a cavarmela… Eccoci. Siamo arrivati.»
La stanza dell’ospite era molto grande e vasta.
Esso poteva disporre di un armadio enorme e di svariati cassettoni dove riporre la sua roba.
Oltre che ad un letto matrimoniale.
«Ti piace?»
«Moltissimo. Non so veramente come ringraziarti.»
«Bene. Sono contenta.»
«La tua camera si trova nelle vicinanze?»
«Se nelle vicinanze intendi dall’altra parte del castello, allora sì.»
«Adesso dovrai rifare ripercorrere gran parte dell’edificio…»
«Non ti preoccupare.»
«E la camera di tua sorella?»
Nel sentire quella domanda, Ines si rabbuiò all’istante.
«Perché lo vuoi sapere?»
«Così per curiosità…»
«Si trova accanto alla mia.»
«Capisco.»
«Adesso vai pure a dormire. È molto tardi.»
«Sì. Mi corico immediatamente a letto. Buonanotte e grazie di tutto.»
«Buonanotte a te» fece Ines richiudendo la stanza dietro di sé.

Josh non riusciva a dormire.
Aveva gli incubi sul disastro aereo.
Credeva sempre di morire.
Ma quando riaprì gli occhi, egli si ritrovava sempre disteso sul letto.
Sudava freddo e aveva il fiatone.
Sembrava che non fosse solo colpa dei suoi brutti sogni.
Quel posto gli emanava tristezza e malinconia.
Per svagarsi e non pensare al peggio, decise di uscire dalla sua stanza per visitare il castello.
Grazie al fuoco delle torce riuscì a vedere dove stava andando.
Percorreva passaggi lunghi e a non finire.
Ad un certo punto, si ritrovò in fondo ad un corridoio.
Preso dalla curiosità, aprì lentamente la porta.
Inizialmente vide solo buio e oscurità.
Ma dopo un’attenta occhiata, vide Jennifer alle prese con la lettura di un libro, borbottando parole incomprensibili.
Ad un certo punto, la stanza iniziò ad emanare luce propria.
Che quello che stava facendo era pura magia.
Terrorizzato, Josh richiuse la stanza, tornandosene immediatamente nella sua stanza ripensando a quello che aveva appena assistito.

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Capitolo 4
*** Segreti ***


Il mattino dopo, la neve fece spazio al sole.
Era una bella giornata.
Josh fu svegliato dai raggi che entrarono dalla finestra.
Aveva un forte mal di testa.
Che avesse dormito troppo?
Si vestì per scendere nella sala grande per fare colazione.
Una volta arrivato, non trovò né Ines né Jennifer.
La sorella della Dama di Ghiaccio era occupata a preparare la colazione in cucina.
«Buongiorno, Josh. Vedo che sei già in piedi.»
«Buongiorno. Perché? Che ore sono?»
«Non sono ancora le sette. Sei un tipo mattiniero.»
«Non mi piace dormire tanto.»
«Bravo, fai bene. Scommetto che hai una gran fame.»
«Insomma. Ho lo stomaco sottosopra. Ieri sera non ho mangiato.»
«Motivo in più per fare una colazione abbondante. Tranquillo, tra qualche minuto sarà pronta. Puoi accomodarti in salone se vuoi. Oppure vuoi fare colazione qui in cucina.»
«Tu dove preferisci farla?»
«Mi toccherà farla qui in cucina visto che ho molte cose da sistemare.»
«Ok, allora ti farò compagnia qui in cucina.»
«Ti ringrazio molto» fece la giovane donna sorridendogli.
«Di niente.»
 
 
Dopo aver terminato la colazione, Josh aiutò Ines a pulire i piatti e le tazzine.
«Lascia, faccio io» protestò la ragazza.
«No, voglio aiutarti.»
«Ma sei ospite.»
«Questo non vuol dire che io non possa aiutarti…»
«Tranquillo, ce la faccio da sola.»
«Non ne metto in dubbio, ma…»
«Siete già a chiacchierare voi due?»
Jennifer aveva fatto il suo ingresso in cucina con quel suo solito tono da padrona del mondo.
«Buongiorno Jennifer» si limitò a dire la ragazza.
La Dama di ghiaccio, maleducata com’era, non rispose, limitandosi a guardare il ragazzo con sguardo torvo.
«E’ pronta la mia colazione?»
«Sì. La sto portando nel salone.»
«Molto bene» disse infine Jennifer prima che se ne andasse.
Lo sguardo di Ines si fece più preoccupato.
L’arroganza e la cattiveria di sua sorella non facevano che rovinargli l’esistenza.
«Ines… Che cos’hai?» domandò ingenuamente Josh.
«Il suo sguardo… E’ più cattivo del solito.»
«Cosa vorresti dire?»
«Secondo me è successo qualcosa che non so…»
«Deve essere la mia presenza, Ines.»
«Può darsi… Ma secondo me, c’è qualcosa sotto…»
Senza pensarci ulteriormente, Ines portò la colazione nel salone per evitare che sua sorella potesse lanciargli delle grida.
«Tu aspettami qua. Torno subito.»
 
 
Quando Ines ritornò in cucina per sistemare le ultime cose con Josh, il suo sguardo era ancora più preoccupato.
Sembrava che stesse per piangere da un momento all’altro.
«Ines…»
«Mia sorella vuole parlarti. Immediatamente.»
«Ma cosa è successo?»
«Non lo so. Non ha voluto dirmelo…»
Il mistero che emanava la ragazza fece salire la preoccupazione anche a Josh.
«Va bene. Vado subito.»
Con tutta la paura che aveva in corpo, Josh si diresse verso il salone.
Jennifer stava consumando la colazione con grande voracità.
Sembrava che non mangiasse da molto tempo.
«Mi voleva vedere?»
«Sì. Ti ho fatto chiamare per una situazione che è successa di recente…»
«Che tipo di situazione?»
Lo sguardo della Dama di ghiaccio di fece sempre più oscuro.
«Non riesci minimamente a immaginarlo?»
«Sinceramente no.»
La donna, molto lentamente, si alzò dalla sua sedia avvicinandosi all’uomo.
Josh era nervosissimo.
Averla così vicina lo faceva impaurire sempre di più.
«Ti ho visto ieri sera quando hai aperto la porta della mia stanza» gli sussurrò la donna «Non credere di aver fatto il furbo. Ho gli occhi anche dietro la schiena.»
Le parole della Dama di ghiaccio gli fecero accapponare la pelle.
Era stato colto sul fatto.
«Pensavi che non me ne accorgessi, non è vero? Che cosa hai da dire a tua discolpa?»
«Niente…» si limitò a dire l’uomo.
La dama di Ghiaccio assunse lo sguardo sempre più accigliato.
«Sai, la gente curiosa non mi è mai andata a genio… Ma per fortuna questo è il tuo ultimo giorno. Fai subito le valigie e vattene immediatamente da qui. Non voglio più vederti.»
L’uomo era talmente terrorizzato che non rispose nemmeno, rimanendo bloccato come un palo.
«Allora? Non mi hai sentito?»
«Vado subito, signora» fece prima di scomparire dalla sua vista.
 
 
Quando Josh raccontò tutto a sua sorella, Ines lo guardò con sguardo implorante.
«Mi dispiace…»
«Sapevo che non dovevo alzarmi. Sapevo che dovevo farmi gli affari miei… Ma va bene così. È meglio che me ne vada il prima possibile, soprattutto ora che non sta nevicando.»
Ines era profondamente rammaricata per le sorti che erano toccate al suo nuovo amico.
«Se solo potessi fare qualcosa…»
«Lascia perdere, Ines. Mettersi contro quella donna è solo fiato sprecato. Vuole che me ne vada? Me ne andrò subito.»
«Vuoi che ti venga a dare una mano?»
«Ti ringrazio, ma non serve.»
«Ok. Come vuoi tu.»
 
 
Josh tornò nella sua camera radunando le sue poche cose.
Nel mentre stava percorrendo i corridoi del castello, passò dinanzi alla camera della Dama di Ghiaccio.
La curiosità eccessiva non faceva altro che attanagliargli la mente.
Voleva conoscere tutto di lei.
Sapeva che stava nascondendo qualcosa di oscuro e macabro.
Ma sapeva anche che sapere qualcosa su di lei, lo avrebbe gettato in guai molto seri e irrimediabili.
Nelle vicinanza non c’era nessuno.
Decise quindi di ritentare e di entrare definitivamente nella sua camera.
Non aveva niente da perdere.
Sembrava una stanza come tutte le altre.
Tranne che per il fatto che c’erano un mucchio di fogli sparsi.
Quando ne prese uno, egli vide che era tutto scarabocchiato e scritto con parole incomprensibili.
Sembrava una sorte di testo antico o qualcosa del genere.
“Che cosa starà architettando questa donna?” si domandò l’uomo.
Dopo il primo foglio, ne prese degli altri, scritti sempre alla solita maniera.
Non riusciva a capirci più niente.
Per paura che venisse scoperto, Josh rimise tutto al solito posto.
Ma guardando più attentamente, il ragazzo notò un lettera scritta in maniera “decifrabile”.
Dopo aver dato una rapida occhiata, finalmente era venuto a conoscenza del terribile segreto che accomunava la Dama di Ghiaccio.
Josh era profondamente sconcertato.
Il segreto di Jennifer era stato svelato.
Adesso il ragazzo doveva trovare al più presto una soluzione per evitare il peggio.
Mentre fece per uscire dalla camera di Jennifer, egli non aveva notato che qualcuno lo stesse spiando.
«Credo che adesso sarai felice di aver costatato che razza è mia sorella.» 
Lo sguardo serio e tenebroso di Ines fecero sobbalzare Josh dallo spavento.
«Ines…»
«Adesso molto probabilmente scapperai a gambe levate al più presto, non è vero?»
«Non posso più rimanere altro tempo qui… Hai sentito tua sorella, no? Mi vuole al più presto fuori da questo castello.»
«Ti assicuro che quello sarà il tuo ultimo problema… Quando verrà a sapere che hai violato la sua camera, te ne farà pentire amaramente.»
«E come ne verrà a conoscenza? Glielo dirai tu?»
«Non ce ne sarà bisogno… se non l’hai ancora capito, mia sorella hai il potente dono di prevedere il futuro.»
«Come?»
«Ho visto che leggevi tutti quei fogli indecifrabili…»
«E c’era scritto proprio questo?»
«Sono delle formule magiche.»
Sembrava tutto incredibile.
Più Josh ascoltava la ragazza, più rimaneva sconcertato e allibito.
«Hai letto anche la lettera di confessione che aveva scritto qualche anno fa’, non è vero?»
Il ragazzo non rispose.
«Dal tuo silenzio posso immaginare di sì… Jennifer sarà pure la persona più cattiva che tu possa incontrare nella tua vita, ma ti assicuro che se solo tu la conoscessi meglio, avresti altri pareri su di lei.»
«Dopo aver letto quella lettera, ce ne ho.»
«Non è come tu pensi…»
«Ines! Lei è un’assassina! Ha ucciso i vostri genitori.»
«Tu non puoi capire!» sbraito Ines «L’ha fatto per salvare noi.»
«Uccidere è sempre sbagliato.»
«Sai che c’è? Tu non hai nessun diritto di giudicare mia sorella. E io non sono tenuta a spiegarti le faccende della mia vita.»
Josh e Ines si fissavano con sguardo carico d’odio.
«Una strega assassina… Credevo di averle viste tutte nella vita. Invece…»
«Non parlare di lei in questo modo» rispose Ines con tono rabbioso.
«Adesso perché la difendi? Dopo tutto quello che ti ha fatto passare…»
«Adesso basta! Ne ho abbastanza di te. Vattene immediatamente da questo castello e non farti vedere mai più.»
Il ragazzo non riusciva a credere come potesse essere cambiata in quel modo della giovane ragazza.
Credeva che fosse molto diversa da sua sorella.
Ma si sbagliava.
«Sì, me ne vado. Non voglio rischiare la mia vita» rispose il ragazzo mentre stava uscendo dalla stanza.
«Sai una cosa?»
«Cosa?»
«Se solo tu fossi rimasto al tuo posto… Se solo tu non fossi stato così curioso… la tua vita sarebbe in salvo.»
«Prima o poi la verità viene sempre a galla» rispose Josh con tono flebile.

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Capitolo 5
*** In pericolo di vita ***


Josh era pronto per ripartire.
In quel momento, viveva con il profondo terrore di venire scoperto da un momento all’altro.
Non vedeva la Dama di Ghiaccio dalla colazione.
E se gli avesse fatto un agguato che nemmeno lui riusciva ad immaginare?
Non voleva pensarci.
Doveva solo uscire da quel castello e da quel territorio dimenticato il prima possibile.
Una volta raggiunto l’ingresso dell’enorme edificio, non c’era nessuno a dargli l’addio.
Sembrava che Ines e sua sorella fossero scomparse chissà dove.
Gli dispiaceva immensamente andarsene, soprattutto dopo aver fatto amicizia con la sorella della Dama di Ghiaccio.
Quando stette per uscire dal castello, una voce acuta e forte lo bloccò all’istante.
Girandosi, vide la Dama di Ghiaccio che lo stava fissando con sguardo corrucciato.
< Dama di Ghiaccio… >
< Come fai a sapere che mi chiamano in quel modo? >
< Me ne ha parlato tua sorella… >
Lo sguardo della Dama di Ghiaccio si faceva più cruento che mai.
< Quando la smetterai di dirmi bugie? >
< Come? >
< Pensi che io sia una sciocca? Pensi che io non sappia che ti sei intrufolato senza permesso nella mia camera? >
Josh sbiancò all’istante.
Come aveva creduto Ines, il ragazzo era stato scoperto all’istante.
< Allora? Non hai niente da dire a tua discolpa? >
Il portone del castello si richiuse a causa del forte vento.
Josh era in trappola.
Come avrebbe affrontato la strega?
< Ti sei permesso di entrare nella mia stanza senza il mio permesso… E adesso ne pagherai le conseguenze… >
< Che cosa mi vuoi fare? Uccidere? >
< Peggio… Ti trasformerò in una statua di ghiaccio. >
Per Josh era finita.
Il suo destino sembrava scritto.
Ma non avrebbe mai creduto che qualcuno l’avrebbe potuta fermare.
< Ines, che cosa stai facendo? > tuonò la Dama di Ghiaccio.
< Adesso basta spargere ancora del sangue, Jennifer… >
< Ha violato la mia vita… E adesso deve pagare. >
Ines si mise dinanzi all’uomo per evitare il peggio.
< Se sei con lui sei contro di me. >
< Io non voglio essere contro nessuno, Jennifer… Chiudiamo questa faccenda e ognuno per la sua strada. >
< Ma sa del mio passato! >
< E quindi? >
< Ines, quel giorno avevamo giurato… >
Ines si girò verso il ragazzo guardandolo fisso negli occhi.
< Di lui mi fido… E poi, chi ti verrebbe mai a cercare in questo deserto di neve? >
< Non m’interessa. Deve sparire. >
La Dama di Ghiaccio si apprestava a colpire l’inerme uomo.
Ma Ines non l’avrebbe mai permesso.
Non poteva far accadere che sua sorella potesse macchiarsi ancora di una cattiveria del genere.
< Prima i nostri genitori… E adesso questo… Quando la smetterai? >
Ma ormai era troppo tardi.
La furia magica della strega del ghiaccio aveva colpito sua sorella, facendola accasciare a terra.
Josh era momentaneamente salvo.
Ma Jennifer non si sarebbe fermata tanto facilmente.
< Hai visto che cosa hai fatto?! >
< Ho solo trasformato mia sorella in una statua di ghiaccio. Ma adesso toccherà a te. >
Jennifer non sentiva il minimo rimorso.
Era divenuta spietata.
La sua ossessione e la sua paura di venire scoperta per i suoi crimini passati l’avevano cambiata profondamente, trasformandola in una persona spregevole.
< Non può finire in questo modo… > fece l’uomo sottovoce.
Non ebbe il tempo di finire la frase che anche Josh fu trasformato in una statua di ghiaccio.
< Adesso pagherete per sempre… tutti e due… >
Una volta scagliato il suo incantesimo, la neve e il freddo fece spazio ad un bagliore di sole che stava inondando il territorio.
La loro vita era finita.
Sarebbero morti scongelati sotto i raggi del sole.
Una fine ingloriosa.
Una vittoria sporca e cruenta da parte della Dama di Ghiaccio.
 
 
< Jennifer, stai bene? > domandò sua sorella svegliandola di soprassalto.
< Io… ma allora era solo un incubo… > fece con affanno.
< Che cosa ti è successo? >
< Non lo so… Ero la persona più cattiva del mondo… E poi ti avevo congelato… >
< Congelato? E come? >
< E’ troppo difficile da spiegare. >
< Vabbe’, lo farai a colazione. >
< E’ già ora di svegliarsi? > domandò guardando l’ora.
< Purtroppo sì. Sta per ricominciare una nuova giornata. >
< Meglio una nuova giornata che essere immersa in quell’incubo > fece appena si alzò dal letto per andarsi a vestire e scendere di sotto.

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