Solo se ti fidi di me

di Sia_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scommettiamo? ***
Capitolo 2: *** Domani. ***
Capitolo 3: *** Tutte. ***
Capitolo 4: *** Affare fatto. ***
Capitolo 5: *** Indietro. ***
Capitolo 6: *** Tornare. ***
Capitolo 7: *** Insieme. ***
Capitolo 8: *** Solamente. ***



Capitolo 1
*** Scommettiamo? ***


1. Scommettiamo?
 


 

Hermione alza gli occhi sulla figura davanti a lei e sorride così, inaspettatamente. Sorride felice, di gioia, come se fosse una cosa piacevole e normale. Durante il suo quinto anno, persa in uno dei corridoi del castello di Hogwarts, sorride.

"Sei puntuale. " sussurra il ragazzo, scompigliandosi i capelli rossastri, spostando le ciocche selvagge dagli occhi.

"Come promesso." afferma la giovane, congiungendo le mani dietro la schiena, osservando con un guizzo di felicità il volto del suo accompagnatore.

"Ne sei sicura?" azzarda, controllando che suo fratello Ron non arrivi dall’altra parte del corridoio: aver corrotto uno dei due Prefetti sembra abbastanza per una sola sera.

"Mai stata così sicura." rimarca Hermione, mentre afferra la mano di Fred saldamente. Un contatto, uno dei primi, che fa spuntare un sorriso anche sul volto del ragazzo, "Mi fido di te."

Non le importa di essere scoperta con le mani nel sacco - e precisamente con le mani nelle mani di Fred Weasley - e di perdere la dignità: quando mai le può capitare ancora di guardare le stelle di notte dalla torre di astronomia?

 

"Granger." Fred si piazza davanti alla ragazza, sorridendole.

"Weasley?"

"Le stelle." dichiara lui, sistemandosi meglio i libri sotto il braccio.

"Le stelle cosa?"  alza un sopracciglio Hermione, nascondendo un sorriso distratto.

"Ti piacciono le stelle? Cioè, ti va di guardarle con me, le stelle?"

 

Hermione ha accettato contenta, con il cuore ancora nella gola: Fred voleva vedere le stelle con lei, di sera, sulla torre di astronomia perché sì, anche a lui piaceva guardare le stelle e nessuno gli aveva mai fatto compagnia. Il gelo della notte le pizzica leggermente le guance e lei si sfrega le mani, per poterle poi appoggiare alle gote arrossate.

"Hai freddo?" le chiede Fred, staccando gli occhi dalla distesa blu sopra di loro.

Nega con la testa Hermione, cercando di non incontrare lo sguardo di quel ragazzo così imprevedibile e divertente, di quel ragazzo che non si imbarazza mai, nemmeno nel chiedere ad una ragazza ad uscire.

"Perché sei venuta?" Fred riporta gli occhi alle stelle, cercando però di mantenere un contatto continuo con lei.

"Mi sei sembrato buffo, quando me lo hai chiesto." ammette, nascondendo un sorriso sotto le mani.

"Buffo?" Il ragazzo si indigna per un attimo: era sicuro di essere sembrato impavido, coraggioso, magari sorprendente, ma buffo risuona nel suo cervello come un insulto.

"Non lo so, mi hai addolcito il cuore."

"Ti sono sembrato disperato?" Fred la guarda dritta negli occhi, cercando di decifrare la sua espressione, cercando di capire cosa diavolo succede nella mente di quella ragazza così tanto bella ed innocente.

"No io... Mi hai fatto piacere." si impunta, mentre le sue guance si colorano ancora di più di un rosso accesso. Il suo cuore, nell’ammettere questa debolezza, si sente mancare per un attimo: balbetta lui per lei, che preferisce rimanere zitta.

Fred non le risponde, ma si avvicina, abbracciandola da dietro, "Hai le guance tutte rosse, devi dirmelo se hai freddo." le sussurra all’orecchio.

Fred non l’avrebbe saputo per un po’ che quel colore non era dovuto - almeno non del tutto - al gelo della notte, ma alla sua troppa vicinanza. Hermione, inchiodata tra quelle braccia salde, rimane ferma, imbarazzata e felice.

"Allora, ti piacciono?" Fred rompe l’ennesimo silenzio, accarezzandole una ciocca di capelli. Lei si limita ad annuire, sprofondando nel petto di lui, "Hai fatto bene a fidarti di me." sussurra poi il gemello, lasciandole un veloce bacio sulla guancia, sfiorando quella pelle gelata e profumata.

Hermione si gira, abbandonando quella posizione così tanto cara e lo fissa negli occhi, "Solo per questa volta, se domani sera ti trovo nei corridoi a vagare saranno dieci punti in meno." puntualizza , incrociando le braccia al petto.

"Scommettiamo?" Fred sorride e lei, per un attimo, si perde in quelle labbra incurvate.

 

"Granger." Fred la sorprende da dietro e lei quasi non si lascia scappare un urlo.

"Weasley." si rimette a posto la ciocca di capelli che le è finita sul volto, - Cosa vuoi? -

"Ero passato solo per vedere chi avrebbe vinto." alza le spalle il giovane, sorridendole dolcemente.

"Io vinco, sono dieci… "

Non fa in tempo a finire la frase perché Fred la sta già baciando. Labbra contro labbra.

"Sbagliato, vinciamo entrambi."

 


A voi, una nuova long fresca fresca ( che tanto long non sarà, ma apprezzate il mio piccolo sforzo ).
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto,
Sia 

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Capitolo 2
*** Domani. ***


2.Domani
 


 

Il vento della Tana le scompiglia i capelli, facendola sorridere quietamente. Hermione se ne sta lì ad osservare le immense ed eterne colline intorno alla casa da una decina di minuti ed il sole, da che le splendeva sul volto, adesso illumina solo il prato.

Dei passi la ridestano da quella pace meritata e si gira verso l’unico che può venirla a disturbare ora, Fred.

"Sei in ritardo." dice accigliata, incrociando le braccia al petto. Nonostante sia irritata, non distoglie gli occhi da quel volto che tanto le è mancato ad Hogwarts, da quegli occhi profondi e da quei capelli rossastri, che rivede sempre in Ron, ma che in quella circostanza sembrano essere ineguagliabili.

"Lo so." ammette il gemello, alzando le spalle in segno di resa: la verità è che si era dovuto contenere. Lui - proprio Fred Weasley - si èdovuto contenere: troppi mesi lontano da Hermione lo hanno rammollito, l'hanno fatto stare in pensiero. Troppi mesi di pausa dalle sue labbra, dal suo corpo, "Però sono venuto."

"Non avevo dubbi, mi fido di te."

 

"Ron." Hermione alza gli occhi sul suo amico, mordicchiandosi il labbro, "Vengo questa estate."

"Davvero?" sorride innocente l’altro, abbracciandola, "Mamma sarà contentissima."

Hermione fa per sparire nel suo dormitorio, stringendo il libro, ma si ferma a metà scala, "Puoi chiedere a Fred se gli piace il tramonto?"

 

Per Fred è stata inusuale quella domanda, fatta dalla bocca ripiena di cibo di Ron: poco poetica, priva di sentimento. Se avesse visto il labbro torturato di Hermione e il suo imbarazzo l’avrebbe ammirato subito, il tramonto.

Invece ci ha dovuto pensare. Lui, Fred Weasley, ha dovuto pensare alle parole di Hermione, dette dalla bocca di Ron. Perché Fred ha associato il tramonto alle labbra di lei, al suo sapore di vaniglia, al suo profumo di pulito, alle sue guance fredde, al suo imbarazzo: l'ha associato ad Hermione e si è scoperto innamorato.

Ti piace il tramonto? Ovvio, ovvio che a lui il tramonto piacesse.

"Ti sono mancato?" propone, mentre nasconde le mani nelle tasche e allunga lo sguardo verso l’orizzonte.

"Più del dovuto." ammette la strega a fatica, spostandosi una ciocca dietro l’orecchio.

Fred sorride avvicinandosi, passandole una mano sulla spalla ed Hermione alza un sopracciglio sbalordita, incastrando però le dita tra quelle del ragazzo, accarezzando la pelle ruvida, massaggiando i polpastrelli duri. L'osserva divertito, piegandosi per lasciarle un bacio veloce sui capelli profumati, per poi appoggiarsi con il mento, "Anche tu mi sei mancata." sussurra, chiudendo gli occhi e godendosi il venticello pomeridiano.

"Lo sospettavo." Hermione si divincola dalla presa e da le spalle a quel sole stanco, portando lo sguardo in alto, verso quel volto così tanto bello. Si alza sulle punte, accostando le sue labbra a quelle di Fred una volta, due, tre. Tutte quelle che servono affinché lui l’afferri per il ventre e la tiri a sé. Le accarezza la schiena, spettinandole poi i capelli.

Prendono aria entrambi, mentre lei appoggia i talloni a terra, accostando il volto al petto di lui, per l’imbarazzo. Eppure Fred non vuole smettere, ma la prende tra le braccia, sorridendole di sbieco.

"Il tramonto Fred, dobbiamo guardare il tramonto." cerca di dire, agganciando le braccia al collo di lui.

"Quello lo guardiamo domani."

 

"Abbiamo una vita intera per guardare il tramonto." si lamenta imbronciato.

"Potevi pensarci ieri." Hermione sorride con calma, accarezzandogli la guancia.

"Solo un bacio, giuro che non ti rapisco." la prega ancora.

"Il  tramonto: guarda il tramonto."

Fred alza gli occhi al cielo per poi fissarli sul volto di lei, "Lo sto guardando, l’ho guardato tutto il tempo."

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Capitolo 3
*** Tutte. ***


3. Tutte
 


 

Fred le fissa il volto illuminato dalla luce della finestra e il suo cuore esplode in mille pezzi: è sua, la può toccare, le può accarezzare la pelle morbida. Può assaggiare Hermione quando vuole. Eppure, la flebile paura di perderla si sta già instaurando nel suo animo.

Se ne va, lo sa Fred che lei se ne sta andando. La vede sfuggente, distante, fredda, impaurita. E più lei si allontana, più sente di doverla amare e proteggere. Sposta lo sguardo verso la finestra, perdendosi nel colore limpido dell’alba, desiderando ardentemente di poter fermare il tempo. Lei e lui, per sempre.

Le scosta una ciocca dei capelli del volto e le ruba le labbra velocemente, con il preciso intento di svegliarla. Hermione lo guarda, ancora stordita, e sorride di sbieco.

"È l’ora?" sussurra, appoggiando il mento alla spalla di Fred e lanciando lo sguardo verso l’orizzonte.

 

"L’alba." Fred la guarda sorridendo, "Dobbiamo guardare l’alba insieme."

Hermione si piega in avanti, alzando gli occhi al cielo, "Non abbiamo tempo."

"Un’alba, dammi solo un’alba." la prega Fred, accarezzandole il braccio.

"Solo una?"

"Una, per convincerti ad avere tutte quelle dopo."

 

Un bacio è una scarica di adrenalina potente, è qualcosa che riempie il cuore e lo fa battere più veloce: c’è più sangue che circola, quando si sfiora una persona. Più sangue che pulsa nelle vene, più desiderio di volerne altri, di baci. Fred le tocca i seni delicati, giocherellando con i capezzoli, tanto che lei finisce per mordergli il labbro inferiore: chiede di più, incurvando il corpo verso l’alto. Una richiesta sensuale la sua, che fa sorridere il ragazzo.

Lei risponde, posando le labbra sul collo di lui, succhiando quella pelle pulita e liscia.

Fred si ferma, guardandola negli occhi: la luce del sole nascente gli permette di osservare una sfumatura differente, più bella, più giovane. Hermione sorride, vogliosa, specchiandosi nella profondità dello sguardo del suo ragazzo.

"Smettila di guardarmi così." la prega, appoggiandosi su uno dei gomiti.

"Così come?"

"Così così." Fred la indica, soffermando lo sguardo sulle sue curve, desiderando ardentemente di poter stringere il suo corpo ancora una volta, di poter passare una mano sui suoi fianchi per poi scivolare sui glutei. Di poter baciare quelle gambe sinuose, quella vita sottile. Hermione non risponde, si slancia verso di lui e congiunge le loro labbra, intrecciando le sue dita in quel mare rosso che fa da capelli a Fred, facendolo sussultare.

"Sei sleale." continua lui, mentre il desiderio di possederla aumenta sempre di più: vuole fare l’amore con lei. E anche lei non chiede altro, volendo aggrapparsi a lui un’ultima volta, prima di andarsene.

"Le guarderemo tutte, te lo prometto Fred, tutte le albe della nostra vita, ma adesso baciami." lo supplica, mentre l’idea della guerra la sovrasta ancora e lei, nonostante sia così al sicuro tra le sue braccia, si sente disperata. Desidera le sue labbra, il suo calore: è così sbagliato che lo voglia portare con lei alla ricerca degli Horclux?

È Fred che non risponde ora, capendo anche troppo, ma decidendo comunque di congiungere le loro labbra e presto i loro corpi, entrando dentro di lei con calma, facendole assaporare ogni attimo.

"Tutte, me l’hai promesso."

 

Hermione alza gli occhi, guardando la schiena di Fred, che è rivolto verso l’aba. Sorride poi, pulendosi il viso dal sangue di altri e avvicinandosi a lui.

Gli prende la mano, perdendosi nel colore rosaceo del cielo, "Sono tornata."

Fred le accarezza la testa, sorridendole, "Ho fatto bene a fidarmi di te allora."

"È che mi era piaciuta l’idea di poter vedere con te tutte le albe della mia vita." sospira Hermione, cercando di sostituire il ricordo della guerra con il volto di Fred.

Lui le agevola il compito, baciandole le labbra screpolate, facendola sentire, per la prima volta dopo troppo tempo, a casa. [ 1 ]

 


Faccio un piccolo Angolo autrice per ringraziare tutte le persone che hanno aggiunto la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate. Mi riempite il cuore di gioria, esattamente tanto quanto lo hanno fatto le persone che mi hanno lasciato un commentino, grazie, grazie, grazie. 
Sia 

[ 1 ] ► La guerra è appena finita, Hermione trova Fred da solo a guardare l'abla: me li sono immaginati così, un po' rotti nell'animo, ma abbastanza a posto per sorridere insieme. 

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Capitolo 4
*** Affare fatto. ***


4. Affare fatto
 


 

Fred si stiracchia, lanciando un’occhiata ad Hermione, che lo raggiunge tutta pimpante. Sorride, tenendo tra le mani il fiore giallo che le ha regalato qualche minuto prima: le sue dita esili abbracciano e accarezzano il fusto ancora in salute, sfiorano i petali vividi e soffici.

"Non stare troppo al sole." le intima, appoggiandosi al tronco di un albero, per cercare di rinfrescarsi.

"E tu non stare troppo all’ombra." rimarca la giovane, dandogli le spalle. Fred osserva il corpo di Hermione da dietro, soffermandosi sulle sue gambe sinuose e magre, sulle sue spalle rilassate e sul collo esile. Niente, non c’è niente che non vada in lei. Niente che quel sole di mezzogiorno possa imbruttire.

"Non venirti a lamentare con me quando ti sarai scottata tutta."

"Chiederò a qualcun altro di spalmarmi la crema allora." dice risoluta, girando appena il volto per osservare la reazione di Fred, ma non di tanto perché le sue guance, dato l’azzardo, si sono colorate di un vistoso rosso.

Lui la raggiunge velocemente, rizzandosi davanti a lei, nascondendola alla luce del sole, "Solo io."

"Solo tu cosa?" Hermione avrebbe voluto che lo dicesse, che solo lui può spalmarle la crema addosso, che solo lui può vederla nuda, che solo lui avrebbe sentito i lamenti per le scottature. Ma Fred rimane pur sempre Fred, quell’uomo che sa giocare troppo bene con i sentimenti, che sa girare meglio di tutti una frittata.

"Solo io mi brucio, fine della discussione." dice, ridendo sotto i baffi, mentre lei viene sconfitta ancora una volta. Poi sogghigna anche Hermione, prima che le loro labbra si uniscano di nuovo.

 

"Un picnic sulle colline della Tana, questo dovremmo fare." spiega Hermione.

"Al caldo e tra gli insetti?" si informa Fred, chiudendo la rivista che sta leggendo.

"Riavvicinarti alla natura non ti farebbe male."

"Ma se vivo con la cosa più bella che potesse creare?" Fred ci prova, abbracciandola e accarezzandole i capelli.

"Non ha funzionato, domani bruceremo sotto il sole di mezzogiorno." dichiara Hermione, arrossendo appena sulle guance.

"Almeno moriremo insieme."

 

"È enorme." constata Fred, grattandosi il mento. Hermione si irrigidisce, spalancando gli occhi.

"Allora perché non lo togli, Fred, toglimi questo ragno dai capelli." afferma, supplicandolo con lo sguardo.

"Ti dona però, ti da un’aria combattiva."

"Fred… " vorrebbe cercare di convincerlo, ma oggi lui sembra non sbagliare un colpo.

"Non eri tu quella: “Non ti farebbe male riavvicinarti alla natura”?" le labbra di Fred si piegano in un sorriso soddisfatto, mentre il sole comincia ad infastidirgli il naso arrossato.

"Così è troppo vicino." sottolinea Hermione, incrociando le braccia al petto.

"Promettimi di dimenticare i picnic sulle colline della Tana per i prossimi anni e forse te lo toglierò."

"Prometto, ora spostalo." lo supplica di nuovo, piantando gli occhi al terreno.

"Ancora una cosa," Hermione porta lo sguardo sul volto di Fred, perdendosi in quelle migliaia di lentiggini che gli sono spuntate sulle guance, "La prossima volta non ci muoviamo dal divano per tutto il pomeriggio."

"Affare fatto."

 

"Non c’è mai stato il ragno." dice stancamente Fred, baciando quelle labbra tanto morbide.

"Mi hai ingannato." Hermione lo giudica con gli occhi, accarezzandogli la fronte arrossata.

"L’ho fatto per sopravvivenza." 

"Non potrò mai più fidarmi di te." conclude la giovane, fingendo una faccia imbronciata, "Potevi dirmelo che non ti piaceva."

"Piaceva a te, però. E a me piace quando ti piacciono le cose, ti si illumina il volto." le parole di Fred scappano dalle sue labbra e colpiscono il volto di lei, che arrossisce.

"Tu sei, tu sei… " cerca di dire, ma invano.

"Allora, ho riconquistato la tua fiducia?" sussurra Fred, baciandole il collo.

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Capitolo 5
*** Indietro. ***


5.Indietro
 


 

Delle goccioline di pioggia si infrangono contro i vetri, oscurando la vista di Hermione, che viene colpita improvvisamente da un brivido di freddo. La ragazza si raggomitola nel maglione di Fred, stringendo le lunghe maniche tra le dita.Le annusa poi, perdendosi in quel profumo che tanto ama: sa di casa, sa di amore, sa di coccole, sa di risate, sa di tramonti e albe. Il profumo di Fred… Sa proprio di Fred.

Si è infilata dentro quel maglione per astinenza: dopo una lunga giornata di lavoro al Ministero è arrivata in casa, desiderosa di un bacio, di una carezza, ma non l’aveva trovata. Fred era ancora a lavoro, è ancora a lavoro a fabbricare chissà quale nuova brodaglia con George.

Hermione sorride tuttavia, sentendo un distinto, definito e famigliare crack nella camera da letto, "Sono a casa, scusa il ritardo."

 

"La prossima volta che piove, te lo prometto, accendiamo il camino." Fred le accarezza una guancia, trasportando in mano l’ultimo scatolone: disfatto quello, saranno a casa per davvero.

"Mi posso fidare, vero?" un brivido le stravolge le membra, mentre l’ennesimo tuono squarcia il cielo britannico.

Fred fa comparire una piccola fiammella con la bacchetta, avvicinandola ad Hermione per scaldarla, "Prendila come anticipo."

 

I capelli di Fred, nota Hermione, sono sempre un po’ più rossi alla luce del fuoco. E più ci pensa, più il suo cuore si scalda e più sorride.

"Cosa c’è?" le chiede, appoggiando la tazza fumante sul tavolino davanti, guardandola di sottecchi.

Hermione allunga le gambe su di lui, avvicinadosi con il busto in avanti, sfiorandogli le ciocche ribelli, "Niente." mormora.

"Niente?" le dita di Fred corrono sulle gambe esili della ragazza, per fermarsi all’altezza delle caviglie.

"È che i tuoi capelli mi hanno rispedito indietro di sei anni: mi sei venuto in mente con la tua divisa scolastica, mentre ti fermavi a parlare con me in Sala Comune." ammette, mentre un veloce rossore le colora le guance.

Fred sorride, perdendosi in quel suo imbarazzo - di cui è particolarmente fiero, dato che riesce ancora a provocarlo nonostante sia passato tanto tempo -, "Non parlavo e basta." dice malandrino, schioccando le labbra.

Hermione capisce al volo, complice del suo amore per il ragazzo, e si lascia scappare una risata eccitata, "È vero, ho ancora il ricordo piacevole di tutti quei baci."

Fred si avvicina, rubandole piano le labbra, inaspettatamente troppo piano.

"Che fai?"

"Ti riporto indietro del tutto." sussurra ad un filo dalla sua bocca, desideroso di baciarla ancora e ancora e ancora, mentre il cuore gli batte nel petto prepotente, sentendosi di nuovo quel diciassettenne innamorato.

 

 

"Sta uscendo il sole." constata Hermione, scostando la tenda della finestra, "Dovremmo spegnere il fuoco."

Uno sbadiglio assonnato si impadronisce di Fred, che si stiracchia, "Ancora un po’." sussurra.

"Ma è acceso da tutta la notte."

"Ed è tutta la notte che sto facendo l’amore con il Prefetto di Grifondoro, che sta infrangendo non so nemmeno quante leggi, e che tu stai facendo l’amore con l’individuo più forviante tra gli studenti." Fred la bacia, accarezzandole la schiena.

"D’accordo, ancora un po’."

 


È sempre un piacere aggiornare questa storia: mi sento così in pace quando la scrivo. Ringrazio come sempre tutti per tutto l'amore che sto ricevendo, mi riempite il cuore. 
Al prossimo aggiornamento - ed intanto vi regalo tanti biscotti al cioccolato -, 
Sia 
 

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Capitolo 6
*** Tornare. ***


6.Tornare
 


 

"Il punto è che hai sbagliato, è inutile girarci attorno." dichiara Hermione, comparendo dalla cucina, desiderosa infondo di mettere un freno a quella discussione.

"Il mio punto è che non penso di aver sbagliato." si difende Fred, accasciandosi sul divano del salotto e giocherellando con il cuscino. Non si parlano per un po’, mentre Hermione piega compulsivamente lo straccio che ha tra le mani: nessuno dei due è davvero in torto e nessuno dei due dovrebbe avere il diritto di mettere il muso, di litigare e persino di alzare la voce.

Eppure, lo può giurare Fred, la prima ad urlare è stata Hermione: ma poi per cosa? Perché? Sospira, guardandola di sottecchi, perdendosi in quella sua smorfia accigliata, nelle sue sopracciglia corrugate. Si perde forse anche troppo, perché lei riprende a parlare.

"Me l’avresti potuto dire, ne avremmo parlato, ma come al solito fai tutto di testa tua." accusa Hermione, passandosi una mano fra i capelli e andando verso la finestra.

"Io te ne ho parlato." si irrigidisce Fred, "Ma tu non mi ascolti mai, sono per caso trasparente? O stai diventando sorda?"

 

Hermione giocherella con Grattastinchi, accarezzandogli il manto rossiccio, "Tu, tu sei il più bello." proclama sicura, ignorando che Fred la stia guardando dallo stipite della porta.

Inaspettatamente lui sorride, dimenticando il complimento al felino, "Pensavo di portarvi a vedere la neve, questo fine settimana." 

Hermione non stacca gli occhi dal suo gatto, persa nelle sue fusa, "Tutto quello che vuoi Fred, mi fido di te."

 

Non sa perché l’idea di abbandonare Londra le fosse stata così stretta: c'è il lavoro, Fred mica l'ha messo in conto che lei il lavoro a volte se lo porta anche in casa. Per questo, quando è arrivato pimpante quella sera, annunciando di aver trovato il posticino perfetto per osservare la neve è andata su tutte le furie. Perché? Quando lo si era deciso?  

Ora Hermione, persa in qualche posto sulle montagne, osserva Grattastinchi fare di nuovo conoscenza con la neve, sporcandosi le zampe tanto abituate al caldo e si da della sciocca, della stupida, della guastafeste. Com’è che Fred riesce sempre a farla sentire in torto?

Si stringe meglio nel maglione e si gira a cercarlo in quella casa che nemmeno avrebbe voluto conoscere, ma che è fin troppo carina. La trova inaspettatamente romantica e sente, per la prima volta dopo mesi, di poter respirare di nuovo. Quel tipo di sospiro lungo, rilassante e calmo.

"Mi spiace." gli sussurra, appoggiandosi al suo capo e cingendogli il collo con le braccia, mentre lo trova di spalle seduto sul grande divano di quella baita, "Sto diventando io sorda, non potresti mai essere trasparente per me."

Fred sorride, facendo velocemente sparire quel broncio, accarezzandole le dita infreddolite, "Non avrei dovuto dire io certe cose, anche se c’è da dire che un po’ sorda sei sempre stata."

"Vuoi fare pace oppure vuoi portarti dietro la mia collera per tutta la vita?" chiede con un sopracciglio alzato, ritraendosi di scatto, facendo però comparire un sorriso sul quel volto giovanile.

"Per tutta la vita?" il sussurro di Fred è impercettibile, ma lo sente chiaro e tondo, perché lui si è issato con le ginocchia sul divano, sporgendosi verso di lei.  Le mani del ragazzo si intrecciano velocemente con le sue, che da fresche diventando quasi incandescenti.

Hermione si perde presto in quegli occhi che è sempre abituata a vedere, ma che in una città diversa da Londra, in quella fuga impreparata, sembrano più magici.

Arrossisce velocemente sulle guance, mentre sorride scioccamente, "Non so se mi va di essere arrabbiata per sempre, però."

 

Gli occhi di entrambi seguono quel fiocco di neve, fino a quando raggiunge i suoi fratelli e si mischia alla distesa bianca.

"Sarà più dura tornare a lavoro questa volta." constata lei, avvinghiata tra le braccia calde di Fred, mentre sono stesi sul balcone della casa.

"Non tornarci, non torniamo." la prega, baciandole il collo e facendole scoprire di avere freddo nei punti dove le labbra di lui non l’hanno ancora toccata.

Muove la testa lei, sentendosi come in uno di quei tanti sogni, sapendo di dover ripercorrere la strada verso la realtà, ma desiderando di non spezzare quell’incantesimo ancora per un po', "Non torneremo allora"-

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Capitolo 7
*** Insieme. ***


7.Insieme
 


 

Fred osserva le spalle di Hermione che sobbalzano piano, salgono di così poco che neanche lo direbbe che delle lacrime stanno cadendo pesanti dai suoi occhi. Eppure lo sa, le ascolta silenzioso da quella mattina alle tre. Entrambi in pigiama, attaccati alla cuccia di Grattiastinchi, lo fissano senza parole, lo fissano senza un briciolo di luce negli occhi: quel gatto rossastro, con la vita straordinariamente lunga e con il miagolio addolcito dall’età, li ha lasciati andare.

Fred azzarda un passo nel salotto, osservando il colore dei capelli di Hermione, che cambiano sfumatura con la luce aranciata dell’alba e si ferma ad accarezzarglieli leggermente, per poi lasciarle un bacio sulla guancia.

"Sono qui, mi prendo cura di te." le sussurra, mentre il volto di lei lo guarda direttamente, scoprendo due occhi rossastri, bagnati e troppo stanchi.  

 

"Non mi sarei mai dovuta fidare di te." accusa Hermione con il mano il nuovo collare che Fred ha comprato a Grattastinchi.

"Io lo trovo appropiato." storce il naso, trattenendo le risate e prendendo tra le mani la palla di pelo arancione.

"Non gli metterò al collo questo." ride anche lei tuttavia, leggendo la scritta sul ciondolo, “Non sono figo quanto il mio padrone.”

"Allora cosa ne dici se ci scriviamo, “Il mio padrone è figo quanto me”?"

 

Appoggia il bicchiere d’acqua nel lavandino e si dirige verso il salotto, ancora assonnata. Una ciocca di capelli le ricade sul volto, permettendole comunque di intravedere il corpo di Fred seduto sul divano, con in mano la copertina di Grattastinchi. Il cuore di Hermione si stringe appena, mentre combatte con le sue lacrime, pregandole disperatamente di rimanere dove stanno, di lasciarle il volto asciutto.

Scuote la testa, avvicinandosi al ragazzo, appoggiandogli una mano sulla spalla, "Fred?" gli sussurra, mentre le sue stesse parole l'assordano in quella casa straordinariamente vuota.

La luce della lampada stordisce i loro occhi stremati, ma lui riesce a guardarla lo stesso, perdendosi in quella smorfia incoraggiante.

"Me l’ero dimenticato… L’ho cercato fuori in giardino per due minuti." ammette stancamente, mentre lo sguardo si sposta da lei alla cornice di tutti e tre insieme.

"Andiamo a letto Fred, mi prendo io cura di te." conclude Hermione, spostandogli i capelli da un lato e appoggiando la copertina sul tavolino.

Fred la attira a sé, abbracciandole i fianchi e affondando la testa nel suo busto, assaporando sia il profumo di pulito del pigiama che le carezze di lei. Si alza in piedi poi, inglobando il corpo della giovane tra le sue braccia e accarezzandole la schiena.

"Passerà, sei tu quella che devi essere tirata su." le dice dolcemente, dandole un buffetto sulla guancia sinistra.  

Hermione sospira, perdendosi nel sorriso di Fred, che sembra allo stesso tempo genuino e forzato, lasciandogli un bacio sull’angolo della bocca," Ci saremmo dovuti abbracciare prima, avremmo dovuto condividere entrambi il dolore, avremmo dovuto piangere insieme, saremmo stati meglio." suggerisce poi.

"Io non piango." la contraddice, lanciando lo sguardo lontano.

"Dillo al Fred che è caduto dalla scopa da due metri, dillo al Fred al matrimonio di George, dillo al… "

"Hai chiarito il punto, Hermione." ride, baciandola appena, "Andiamo a letto adesso."

 

Sono pochi i momenti in cui può vederli assieme, calmi, tranquilli. Ed Hermione adora perdersi in quei momenti, fissarli nella mente e nel cuore.

Sorride mentre guarda Fred accarezzare il muso di Grattastinchi, assopito al suo fianco.

"Che fai lì in piedi?" le sussurra, osservandola dal letto, "Sdraiati qui con noi."

"Avevo ragione quindi."

"Ragione in cosa?" chiede Fred, alzando un sopracciglio insieme alla zampa del gatto.

"Che sareste andati d’accordo."

"Hai ragione, mi sarei dovuto fidare di te."

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Capitolo 8
*** Solamente. ***


8.Solamente
 


 

Fred alza gli occhi piano piano, godendosi la figura di Hermione che avanza tranquilla. Sorridono entrambi, quando i loro sguardi si incrociano, mentre sono ancora troppo distanti per parlarsi, per sentirsi e toccarsi. Eppure in quell'occhiata si intravedono milioni di parole, di discorsi fitti fitti, di chiacchierate davanti al focolare e sotto la luce filtrata degli alberi. E anche dopo tutti quegli anni di relazione, dopo tutti quegli anni di risate, di dolore e di amore, quel loro sorriso si allarga sempre di più, sfociando poi in una piccola risata.

Gli occhi lucidi di Hermione si specchiano in quelli vividi di Fred, che riesce finalmente a prenderle le dita: il contatto è una scintilla, come le prime volte in cui si trascinavano mano nella mano per i corridoi di Hogwarts, come quando si inseguivano per i campi intorno alla Tana, come quando, in casa, si salutavano dopo una lunga giornata separati, desiderosi di non volersi mai più allontanare. 

E mentre le loro dita si sfiorano di nuovo, cercando fiduciosi la presenza l'uno dell'altro, Fred le sussurra che la ama e che la trova bella, bella come l'ha vista il giorno prima e quello prima ancora, tornando indietro con la mente agli anni passati, ai complimenti quasi mai palesati e a quei momenti del tutto segreti in cui, solo lui, può apprezzarla.

 

"Non so ballare." le dice un giorno Fred, osservando il sole abbandonare anche le foglie degli alberi più alti.

Il cielo intorno a loro comincia ad assumere un colorito rosaceo e le nuvole ancora visibili ne prendono la sfumatura.

"Perché dovresti ballare?"

"Perché il giorno del nostro matrimonio, quando mi avrai coscientemente sposato, vorrò ballare con te davanti a tutti."

 

Hermione alza il volto verso di lui e increspa le labbra in un flebile sorriso, mentre i boccoli ormai sfatti le ricadono sulle spalle nude.

"Hai ballato bene oggi." gli dice infine, arrampicandosi sul suo corpo, per incontrare le sue labbra ad una stessa altezza.

Fred le accarezza la schiena morbida, annusando il suo profumo leggero e baciandole lievemente la fronte, "Avevi dei dubbi?"

"Ho smesso di avere dubbi dal primo momento in cui ho capito di amarti."

"Non dal primo momento in cui mi hai incontrato?" Fred sposta la bocca di lato, agganciando Hermione per i fianchi e sollevandola verso il suo volto. Vede i suoi occhi tremolare per un attimo, come se fosse stata messa in contropiede da quel ragazzo del settimo anno che, senza nemmeno forse desiderarlo, si sarebbe portata dietro per tutta la vita. 

"Vendevi prodotti illegali ai… " Nonostante lei riesca a controbattere, non trova il tempo di concludere la frase, perché le sue labbra sono presto rubate da quelle dolci di Fred, che non sembrano essere soddisfatte da un solo bacio veloce: le loro lingue presto si incrociano in una danza ormai armoniosa e collaudata.  

"Dicevi?" le sussurra Fred, sfiorandole la pelle del collo con piccoli sospiri e giocherellando con i suoi capezzoli, oramai induriti.

"Credo di essermelo dimenticata." conclude lei, tirandolo appresso verso il letto, desiderando ardentemente di fare l'amore con suo marito per la prima volta e di godere con lui di piacere, consapevole di poterlo amare per tutto il resto della vita. Lui e solamente lui. 

 

"Sei mia moglie." Fred la guarda incredulo, reprimendo una risata.

"Sono tua moglie da due giorni." gli ricorda, spettinandogli i capelli già arruffati, lasciandogli un bacio sulla testa.

"Fred Weasley ed Hermione Granger sposati. Sposati." la figura della ragazza scompare quando lui decide di abbracciarla, "Ti fideresti mai di qualcuno che va in giro a dire che siamo sposati?"

"Io mi fido solo di te."



 


Chiedo venia per il mio tremendo ritardo, ma gli impegni universitari hanno già cominciato a farsi sentire. 
Come al solito ringrazio tutti quelli che mi sono sempre rimasti a fianco, che leggono e recensiscono le mie storie ancora con amore e con passione: senza di voi, non so proprio dove sarei. 
Nella speranza di sentirvi presto, 
Sia 

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