Vampire Knight - Bastard Blood

di Happy_Ely
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno: La solita, o quasi , notte al collegio Cross. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due: Ricordi, dormite in classe e un migliore amico biondino che ti rompe le scatole a fin di bene. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre: Un guardiano sempre scontroso, una vampira dagli occhi blu e un amore trafitto dalle zanne dell’ odio. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro: Le zanne lo sanno, quest’amore è solo una parte del grilletto della nostra condanna. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque: un ballo al chiaro di luna, la scelta di una vampira, un lago, una promessa eterna. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno: La solita, o quasi , notte al collegio Cross. ***


Vampire Knight - Bastard Blood

La parola “notte” deriva dal latino “Nox”, dal greco“Nyx” che a sua volta deriva dal sanscrito “Nac”, che vuol dire “tempo nel quale sparisce la luce”.
(https://www.deviantart.com/happy-ely/art/Bastar-Blood-First-cover-766241852)


Capitolo uno: La solita, o quasi , notte al collegio Cross.

- Avanti affrettiamoci! - Le voci delle ragazze erano piene di eccitazione, quasi poteva essere fatta a fette.

- Dobbiamo andare presto! O i cancelli si apriranno e non potremmo vedere i ragazzi della Night Class! - Trepidanza, insicurezza, euforia e tante altre emozioni trapelavano dalle loro bocche.

Era sempre la solita e noiosa rutine.

Non succedeva mai niente di interessante alla Cross Academy. Urla e urletti di gioia o di stupore, le ragazze che svenivano a causa di Aidou mentre utilizzava la sua “ pistola ”, mentre gli altri nostri compagni cercavano di mantenere un certo contegno. I ragazzi della Day Class invece cercavano di avvicinarsi intorno a me, Ruka e Rima per farci qualche foto di nascosto e chiederci i numeri di telefono, erano molto sfacciati.

Cercavo di non dare troppo peso a quello che succedeva, volevo e dovevo mostrarmi il più neutrale possibile.

- Erena a che stai pensando? - Chiese in quel momento Shiki mentre iniziava a sventolare la sua mano davanti ai miei occhi, sul suo volto c’era sempre quell’espressione seria e annoiata che non cambiava mai, ma era stata quell’espressione a conquistare la mia fiducia.

- Mm… Oh scusa Shiki, ero sovrappensiero stavo pensando a quanto odio questa rutine. – Risposi mentre mi stropicciavo gli occhi con le mani, un tic che mi portavo dall’infanzia.

- Allora… Erena perché non scappiamo a bere il sangue di qualcuno? – Disse in quel momento Aidou mentre mi metteva un braccio attorno alle spalle,aveva assunto il classico tono da principe azzurro.

- Per quanto sia allettante l’offerta, sono costretta a rifiutare… se Kaname ci scoprisse nemmeno Ichijou ci potrà salvare questa volta. - Risposi io mentre mi appoggiavo alla spalla del biondino, scatenando le proteste di alcune ragazze, ed insieme ad Aidou iniziai a sopspirare.

L’ultima nostra bravata si era rivelata un totale fiasco: alla fine quelli che ci avevamo avvicinato erano un gruppo di vampiri depravati, anche se considerarli tali sarebbe stato un vero insulto a tutti i depravati, se non fossero intervenuti i nostri amici in tempo quei vampiri ci avrebbero rapito e fatto tutto quello che volevano.
Alla fine tutto si era risolto per il meglio, noi due eravamo stati salvati, ma Kaname ci aveva sgridato e messo in punizione per un mese intero, compiti e lezioni extra e non potevamo uscire dal dormitorio.

- Quella volta ve lo siete meritato. - Disse Ruka mentre dava uno scappellotto sulla nuca a suo cugino, Ruka era stata la prima ad accorgersi della nostra strana assenza e si era subito allarmata in quel momento.

- E per la cronaca, se fate un’altra cosa del genere io non vi vengo a riprendere. Sia chiaro ad entrambi. - Disse Kain portandosi le braccia dietro la testa e sbadigliando sonoramente, in realtà era stato il primo a fare irruzione nella villa in cui ci avevano rinchiuso.

- Lo sappiamo che abbiamo fatto una cavolata, non dovete ribadirci le stesse minacce, abbiamo imparato la lezione. - Dissi io mentre mi legavo i capelli in una coda alta, stranamente quel giorno, anche se stava tramontando il sole ed era autunno inoltrato, girava un vento caldo che non mi piaceva per niente.

- Se lo fanno è per il vostro bene. - Disse a quel punto la voce di Kaname mentre ci raggiungeva con Senri  al suo seguito, era sempre calmo e la sua voce era dolce e calda.

- Kaname-sama tranquillo, ormai abbiamo imparato la lezione. - Disse Aidou mentre si irrigidiva di  punto in bianco, anche se Aidou venerava il nobile Kaname aveva sempre la paura dei suoi schiaffi o quando si arrabbiava, anche io avevo paura in quei momenti quando i suoi occhi diventano rossi e la sua voce si faceva più alta e cupa.

- Uffa che sonno… - Dissi di punto in bianco cominciando a sbadigliare, volevo cambiare ad ogni costo argomento, ripensare alla ramanzina di Kaname mi metteva i brividi.

- Erena, sta mattina non hai dormito? - Chiese Senri guardandomi con la sua solita espressione, indecifrabile così come ogni suo comportamento.

- Non proprio, il mal di testa non mi voleva lasciare, si e no avrò dormito mezz’ ora. Però non fa niente, recupererò domani. - Risposi io sorridendole, nonostante avessimo due caratteri diversi io e Serni andavamo molto d’accordo.

- Non è che stai usando una scusa? - Mi chiese Rima affiancandosi a me e dandomi una leggera gomitata sul fianco: - Non sei stata a spiare qualcuno? - Aggiunse poi mentre sul suo volto appariva un sorrisetto malizioso.

- Rima! Ma che vai a dire! Io non spio nessuno! - Dissi girandomi verso di lei mentre le mie guance diventavano rosse, quella mattina non avevo spiato nessuno, almeno non come facevo di solito.

- Se come no… -  Aggiunsero Kain e Hanabusa superandoci e andando verso le porte del cancello, sul loro volto si poteva vedere un sorriso malizioso che mi fece rabbrividire il sangue, erano tremendi assieme.

- Suvvia Erena, Rima non voleva offenderti, voleva solo dire che sarebbe una cosa belle se ti interessasi a qualcuno invece che avere solo storie dalla durata di una mattina. - Disse in quel momento Ichijou mentre mi metteva una mano sulla spalla, e come sempre era arrivato il colpo di grazia da parte del nostro vice-capo dormitorio e nonostante la dolcezza delle suo parole, sapevo che quello era un’appunto un po’ piccato nei miei confronti.

Ichijou era uno dei pochi miei compagni con cui erano andata d’accordo sin dal mio primo giorno di scuola, ed era sempre pronto ad aiutarmi, era un tesoro di ragazzo.

- Oh finitela, sempre con questa storia! - Risposi io mentendo il broncio, se avessero saputo la verità avrei perso tutto.

- Erena lo diciamo per il tuo bene, sai benissimo che a nessuno di noi piace quando ritorni piena di morsi  sulle braccia, trovare un ragazzo sarebbe la cosa migliore per te.  -  Continuò Ichijou mentre con un sorriso mi superava e andava verso il cancello che ormai si stava aprendo, portandosi al fianco di Kaname.

Non dissi niente e così mi avvivai pure io verso il cancello e poco dopo tutti noi della Night Class venimmo investiti dalle urla dei nostri ammiratori e il mio povero udito venne nuovamente danneggiato.

- Guardate! Aidou-sempai! - Gridarono alcune di loro, e così chiamato in causa il mio amico biondino iniziò a sparare verso di loro.

- Bang! Bang! Bang! Chi ne vuole ancora? - Chiese dopo un po’ Hanabusa mentre le ragazze lo accerchiavano, volevano essere colpite ad ogni costo, sorrisi tra me e me per quell’implicito doppio senso.

- Io ti prego Hanabusa! - Disse una di loro mentre si avvicinava a lui, saltellava sul posto come se fosse impasiente.

- Anche io! - Aggiunse un'altra imitando la prima, di li a poco Aidou venne di nuovo sommerso dalla ragazze, sembrava che lo volessero rapire.

- Kain chi di noi due va riprenderlo? - Chiesi a quel punto mentre mi godevo la scena, le lezioni stavano per cominciare e sicuramente i professori non ci avrebbero giustificato per questo nostro ritardo.

- Io lo lascerei li al suo destino, penso che si diverta molto. - Disse il vampiro accanto a me mentre faceva scrocchiare le mani, in parte aveva ragione, Hanabusa si divertiva con poco.

- Adesso basta! Voi dalle Day Class lasciate andare i ragazzi della Night Class alle loro lezioni. - Disse in quel momento una voce ben nota a tutti noi, guardai Kaname, nonostante mi desse le spalle sapevo che il suo umore era cambiato improvvisamente ed in meglio.

- Cross! Non puoi fare così solo perché sei la figlia del  preside! - Dissero in coro alcuni ragazzi mentre la guardiana si avvicinava a loro, povera Yuuki, doveva sempre vedersela con i nostri fan più sfegatati.

- Sono la disciplinare! E oralasciate andare i ragazzi della Night Class alla loro lezione. - Disse Yuki cercando di rimanere impassibile mentre mostravala sua fascia di riconoscimento.

- No non voglio! -  Una delle ragazze della Day Class si era avvinghiata al braccio di Hanabusa e mentre Yuuki cercava di staccarla dal suo braccio, il mio migliore amico se la rideva sotto i baffi.

- Non avete sentito gli ordini della disciplinare! Forza smammate tutti quanti. – Due mani riuscirono a separare la ragazza da Aidou mentre un paio di occhi malva si posavano su noi vampiri, erano carichi di odio e rancore.

- Zero finalmente sei arrivato! Il nostro turno iniziava dieci minuti fa. - Disse Yuuki dando un leggero pugno a Zero, il quale per tutta risposta sbuffo ignorandola.

- ORA TUTTI QUANTI SPARITE O VERRETE SOSPESI A VITA! - Aggiunse l’albino facendo spaventare tutti i ragazzi della Day Class che corsero via verso il loro dormitorio, non senza mandargli qualche imprecazione.

Tra me e me iniziai a ridere senza farmi notare dagli altri, Zero era tanto bello quanto pericoloso, ma questo suo atteggiamento scontroso che aveva con noi vampiri non mi dava fastidio anzi stranamente mi attraeva.

                               

- Dannazione! Avete fatto sparire tutte le mie ammiratrici. - Aidou era su tutte le furie, era sempre così quando incontravamo i guardiani e in parte capivo il perché di questo suo atteggiamento. Il ruolo di Yuuki e Zero era stato istituito per evitare che si creassero situazioni strane tra le nostre due classi, anche se la scuola voleva gettare le basi per una pacifica convivenza tra vampiri e umani, doveva evitare che queste due parti entrassero troppo in confindenza tra di loro.

- Forza biondino, domani le rivedrai. - Dissi io mentre gli davo una pacca sulla spalla, un po’ mi dispiaceva per lui, Aidou mi aveva raccontato cosa era successo in passato e di quanto si sentisse in colpa, l’unica cosa che potevo fare era stargli vicino.

Eravamo entrati subito in sintonia, sin dal primo momento in cui ci eravamo visti, forse perchè il nostro carattere era molto simile o forse perché entrambi avevamo il brutto vizio di finire nei guai alla fine eravamo diventati amici, anzi migliori amici.

- Yuuki, grazie per il lavoro che svolgi, sei sempre la migliore. - Disse a quel punto Kaname mentre si avvicinava ala ragazza dai capelli color cioccolato.

- Eh… Non devi dirlo nemmeno Kaname! Faccio con piacere questo lavoro! - La ragazza dai capelli corti era diventata tutta rossa, succedeva sempre, ogni volta che scambiava qualche parola con Kaname, si vedeva chiaramente che lei provasse qualcosa per lui, ma  forse non riusciva a distinguerla dalla gratitudine di essere stata salvata dal nostro capo dormitorio.

- Yuki-chan! Sei davvero adirabile quando arrossisci! - Dissi io mentre l’abbracciavo, scatenando un po’ l’invidia di Kaname. Yuuki era sempre stata molto gentile con me, sin dal primo momento che l’avevo vista avevo sentito in lei qualcosa di diverso, non era la classica ragazza adolescente. Ci eravamo fermate spesso a chiaccherare quando la trovavo di ronda accanto alla nostra classe e lei era una ragazza deliziosa.

- Erena-chan… dai non dire così! - Disse lei diventando ancora più rossa, era bello farla arrossire.

- Le lezioni stanno per cominciare quindi siete pregati di andare voi della Night Class. - E di nuovo Zero intervenne per separarci, il suo tono era più duro del solito, era meglio non protestare.

- Erena andiamo, grazie sempre del vostro lavoro Yuuki e Kiryu. - Disse Kaname sorridendo a Yuki e guardando Zero, poi mi prese per un braccio e raggiungemmo gli altri.

Mi girai per salutare i due guardiami, ma vidi che Zero aveva già trascinato via la povera Yuuki, sospirai e mi appoggiai al braccio di Kaname, gli altri erano più avanti di noi.

- Sembra che il tuo interesse per Zero non accenni a sparire. - Kaname era andato dritto al punto e nel suo tono potevo scorgere una nota di divertimento.

- Mentre il tuo non sembra essere mutato per Yuuki, capo dormitorio. – Risposi mentre appoggiavo la testa alla sua spalla.

Il nostro eraun rapporto diretto, sin dall’inizio Kaname era stato gentile e cordiale nei miei confronti e pian piano ero riuscita ad entrare in confidenza con lui, ridemmo e ci afrettammo per raggiuntere i nostri compagni.
Avevamo in comune poche cose, ma una di questa erano i sentimenti che provavamo per due certe persone.
Kaname non mi aveva mai preso in giro per quello che provavo per Zero e io cercavo di consolarlo per il suo amore per Yuuki.
Stranamente le lezioni durarono meno del previsto, anche perché il professore che dovevamo avere all’ultima ora, per motivi che non ci avevano ancora detto, era assente quindi per una volta tanto noi della Night Class avevamo un po’ di tempo libero.

- Che ne dite di andare al lago? - Chiesi mentre riponevo le mie cose dentro la cartella, era meglio approfittare di quel poco tempo libero che avevamo.

- Come mai? - Chiese Rima mentre prendeva alcuni mikado dalla sua borsa, mentre Shiki si avvicinava si soppiatto.

- Così, finalmente abbiamo un po’ di tempo libero, e anche se la cosa sembra strana per domani sera non abbiamo compiti, quindi perché non ne approfittiamo per fare una bella passeggiata?  - Risposi io sorridendo e iniziando ad uscire dall’aula, si una bella passaggiata ci avrebbe fatto comodo.

- Non è che trasgrediamo le regole? - Chiese Kain mentre affiancava me e Ruka lungo il corridoio, stranamente era silenziosa, avrei indagato più tardi sul perché del suo silenzio.

- Rispondo subito al dubbio… Kaname che ne dici se andiamo a fare due passi al lago tutti assieme? - Chiesi io mentre mi giravo verso il vampiro dai capelli color marrone scuro, avevamo bisogno tutti di distrarci.

Certe volte associavo il colore dei capelli di Kaname al cioccolato fondente, erano la stessa tonalità.

Kaname mi sorrise e poi disse: - Erena ha ragione, per una volta possiamo goderci un po’ di riposo, e non
credo succederà qualcosa se avvertiamo i guardiani. - Si avviò verso la porta della nostra classe, Zero e Yuuki si trovavano in giardino.

- Magari potremmo chiedere a loro due di venire con noi, che ne dici? - Chiesi io mettendomi al suo fianco mentre continuavo a sorridere, sentivo lo sguardo di Aidou su di me, era pronto ad uccidervi.

- Va bene, ma non insistere tanto con Kiryu, non vorrei che ti puntasse la sua pistola alla testa. - Disse Kaname mentre mi rivolgeva un sorriso complice, amavo la complicità che c’era tra di noi.

Dopo la morte di mia madre, il mio patrigno aveva deciso dopo tanto tempo di iscrivermi alla Cross Academy, mente mio fratello era partito via lasciandomi con  la promessa che mi sarebbe venuto a riprendere un giorno, erano passati molti anni da quella promessa, ma ancora lui non era tornato e ancora lo aspettavo.

La mia vita era drasticamente cambiata.

- Yuuki! - Gridai con tutta la voce che avevo in gola per farmi sentire dalla guardiana: - Noi andiamo al lago per voi va bene ? - Aggiunsi poco dopo mentre Kain e Aidou si tappavano le orecchie per il tono alto della mia voce.

- Attenta a non mandare in frantumi qualche vetro, accidenti da quando è che hai la voce così acuta. – Disse Kain mentre si massaggiava le tempie, sorrisi per l’espressione che aveva messo, mentre Ruka alzava gli occhi al cielo.

- Ti saresti dovuto coprire le orecchie. - Aggiunse poco dopo mentre si sistemava i capelli e si avvicinava a Rima.

- Gomennasai Kain-Kun! Ma Yuki e Zero sono abbastanza in alto e per farmi sentire devo urlare, la prossima volta porterò dei tappi per le orecchie per te e Aidou. - Risposi io mentre mi giravano verso i due biondi per scusarmi, Ruka era tornata tranquilla e sorridente. Chissa per quale motivo aveva litigato con Kain.

Intanto i due guardiani erano appena scesi e ci avevano raggiunto.

- In teoria credo che dobbiate tornare al vostro dormitori. -  Disse Yuuki mentre si metteva una mano sotto al mento con fare pensieroso, poi aggiunse: - Non sappiamo se ci sono studenti dalle Day Classa, o almeno non li abbiamo visti per ora. -

- Tornate al vostro dormitorio. - Disse semplicemente Zero mentre fulminava con lo sguardo Yuuki, ci dava le spalle, ma la sua voce era stranamente tranquilla e non piena di rancore.

- E se promettiamo di stare attenti e di non commettetre nessun atto di vampirismo? - Chiesi sorridendo e battendo le ciglia mentre mi sporgevo verso di loro.

- Smettila di insistere o giuro che ti faccio fuori con questa. - Disse per tutta risposta Zero mentre mi puntava la pistola alla fronte.

Senti i miei amici irrigidirsi e la tensione crescere nell’aria, mentre il mio cuore iniziava a battere forte e il sangue veniva pompato in tutte le direzioni.

Nonostante questo dentro di me sentivo solo di essere tremendamente attratta di lui.

- Se non ti fidi viene con noi. -  Dissi in quel momento mentre prendevo la sua pistola con la mano. Senti una piccola scossa ma non ci feci caso, la sua Bloody Rose era fredda e ma allo stesso tempo un giorno l’avrei voluta impugnare.

Zero non mi avrebbe mai sparato, lo leggevo nel suoi occhi, seguiva un rigirdo codice morale.

- Se volete andare a fare, a tutti i costi, questa gita va bene, io e Yuuki verremo con voi ma se fate un solo passo falso non esiterò ad usarla. - Rispose mentre inchiodava i suoi occhi nei mei, riuscivo a legggere l’ intenso odio che provavo per noi vampiri, mentre io mi perdevo nei suoi occhi color malva.

- Affare fatto. - Risposi io con un mezzo sorrisetto sulle labbra. 

- Che calma! - Disse Yuuki mentre si stiracchiava le braccia: - Di solito qui di mattina c’è sempre confusione, e non si può stare per niente. - Aggiunse poi mentre si sedeva vicino a Zero.

- Possiamo definirlo un vantaggio, trovare sempre luoghi calmi. - Aggiunsi io mentre prendevo gli schizzi che avevo fatto durante la lezione.

- Io mi chiedo come tu riesca ad avere buoni voti se disegni tutto il tempo… -Disse Ruka mentre prendeva posto acconto a Kain, sui loro visi si poteva scorgere una espressione più distesa.
Sorrisi tra me e me e velocemente senza farmi notare annotai su un foglio bianco le loro espressioni.

- Disegnare mi aiuta…in qualche modo riesco a tenere tutto sotto controllo mentre disegno. - Dissi mentre mettevo la mano dentro il disegno ed estraevo fuori le bolle di sapone e le farfalle che avevo creato durante la lezione.

- Oddio! Erena il tuo potere è fantastico! - Disse Yuuki nel suo volto si poteva vedere una scintilla di stupore mentre una farfalla si posava su di lei.

Sorrisi di nuovo, era strano passare quei momenti di spensieratezza dopo tanto tempo.
Restammo a chiacchierare per un po’, mentre io tiravo fuori i miei disegni. Yuuki era sempre più felice e dentro di me sapevo che anche Kaname lo era, da ogni suo movimento o sguardo riuscivo a percepire la sua felicità, anche se rimaneva una piccola nota d’amaro.

Aidou continuava a litigare con Zero, in realtà si punzecchiavano a vicenda, era sempre buffo vederli assieme.

“ Se ci vedesse il direttore Cross inizierebbe a emanare cuoricini da tutte le parti. ”  Pensai tra me e me, mentre estraevo ancora altri disegni.

Poi una strana sensazione mi pervase l’anima. Sentivo lunghi brividi scendere lungo la mia schiena, come se qualcuno mi stesse osservando, mi guardai attorno cercando di capire chi o cosa ci stesserro osservando e poi vidi qualcosa muoversi tra gli alberi, una figura scura illuminata dal chiaro di luna.

Il mio cuore perse un battito.

- Erena i tuoi poteri funzionano solo in un verso? Hai mai provato ad entrare dentro i tuoi disegni…Erena? -  Chiese Yuuki mentre si sporgeva verso di me, ero ancora intenta a fissare il punto dove avevo visto l’ombra muoversi e solo la mano di Aidou mi ridestò dai miei pensieri.

- Non ci ho mai provato Yuuki…- Risposi mentre continuavo a guardare quel punto in particolare, sentivo la mia testa girare e una strana fitta al petto,come se una morsa d’acciaio mi stesse stritolando il cuore.

- Shiki hai finito tutti i mikado! – Disse Rima mentre controllava la scatola di mikado :- Yuuki ti prego non darle certe idee, l’ultima volta non è andata un gran che…- Aggiunse mentre si girava verso il punto dove stavo guardando: - Che stai guardando Erena? -

Non risposi, ero ancora intenta a capire cosa fosse quello che avevo visto, dentro di me già sapevo cosa mi sarebbe toccato quella sera e così cercai di non darlo a vedere.

- Vi riferita a due mesi fa? Quando abbiamo sentito un forte boato provenire dal vostro dormitorio? -  Chiese a quel punto Yuuki mentre si girava verso Kaname.

Sentivo il suo sguardo su di me, sentivo che ogni singolo centimetro del mio corpo veniva osservato dal nostro capo dormitorio. Cercai di rimanere il più calma possibile, era difficile ma dovevo farlo.

- Erena ha semplicemente giocato troppo con l’inchiostro. - Rispose Aidou, sarcasticamente, mentre mi porgeva una farfalla per rimetterla nel foglio bianco.

- In verità stava riuscendo bene l’esperimento… ero riuscita a creare una personaggio d’inchiostro senza doverlo disegnare sul foglio ma… - Cercavo di stare attenta alla conversazione, di non mostrarmi preoccupata ma improvvisamente vi di due occhi ametista spuntare e scomparire dalla foresta in uno schiocco di dita.

Sembrava che il mio cuore avesse smesso di battere e in quel momento un forte vento gelido ci investì tutti quanti, rompendo le bolle di sapone e le farfalle le quali tornarono subito nel foglio bianco.

Lui era qui.

- Ma Erena è svenuta e l’inchiostro è impazzito, abbiamo dovuto congelarlo e poi distruggerlo per fermarlo.
-Concluse Ichijou mentre mi porgeva si metteva davanti a me, ero ancora paralizzata da quello che avevo visto-

- E da quando una vampira sviene? -  Chiese Zero incuriosito dalle parole di Ichijou, era uno strano interesse il suo, quasi non sembrava lo stesso Zero di prima.

- Da quando la sua vita mattutina è troppo attiva! - Disse Aidou mentre schiacciava l’occhiolino per far intendere il doppio senso nella sua frase.
 
Yuuki arrossì per quello che Aidou aveva detto, Rima e Ruka sospirano pesantemente mentre i ragazzi distoglievano lo sguardo.

La mia mente ci mise un po’ ad elaborare quello che aveva detto.

- HANABUSA GIURO CHE TI AMAZZO! CHE CAVOLO VAI A DIRE IN GIRO! - Gridai mentre iniziai ad inseguire per tutto il tratto pavimentato che sorgeva vicino al lago.

- Era l’unico modo che avevo per riportati qui…che ti prende hai interrotto l’uso del tuo potere troppo bruscamente. - Era solo un sussurro che solo io potevo sentire, i miei buoni propositi di non farmi beccare non erano andati a buon fine.

- Non succede nulla… e non dire più certe cose! - Dissi io mettendo il broncio e guardandolo fissa negli occhi, e la sensazione di paura che stava nascendo in me aveva trovato tanto terreno fertile in cui mettere radici.

Cercai di calmarmi e di mostrarmi tranquilla, non dovevo venire meno alla promessa che mi ero fatta.

- È meglio che rientriamo, il tempo sta cambiando e non vorrei che il preside ci accusasse di avervi fatto ammalare.- Disse Kaname mentre si alzava e si avvicinava a Yuuki, le porse la mano per aiutarla al alzarsi.

Timidamente Yuuki l’accetò, sotto lo sguardo attento di tutti, anche se cercavamo di non darlo a vedere il nostro interesse. Mi girai verso l’acqua del lago per cercare un po’ di tranquillità, anche se quella sera niente mi avrebbe potuto calmare.

E mentre tutti quanti ci incamminavamo verso l’entrata dei nostri rispettivi dormitori io mi guardavo attorno, sperando in ogni momento che lui non saltasse fuori per rovinare tutto.

- Da qui in poi vi lasciamo andare da soli…grazie per la compagnia e Erena non vedo l’ora di vedere altri tuoi disegni prendere vita! Sono fantastici. -  Disse Yuki mentre mi sorrideva, cercai di sorridere a mia volta per non dare troppo nell’occhio, ma in quel momento Zero intervenne, prendendo Yuki per un braccio e incamminandosi verso il loro dormitorio disse: - Grazie per non aver combinato guai, ci vediamo domani al tramonto. - Teneva la pistola stretta nella mano e la paura crebbe ancora di più.
Che avesse percepito la sua presenza?

- Che inguaribile pessimista che è Zero, non trovate? - Chiese Shiki mentre si appoggiava a Rima, strinsi i denti e per poco non mi morsi la guancia.

- Però svolge bene il suo compito, questo non lo possiamo negare.- Aggiunse Senri mentre affiancava Kaname, lo svolgeva anche troppo bene se si era accorto che qualcuno ci spiava.

- Erena sei più bianca del solito…  - Disse Kain mentre mi appoggiava una mano sulla spalla, eravamo da poco rientrati nel nostro dormitorio, la sala comune era tranquilla, troppo tranquilla.

- È successo qualcosa? Hai per caso visto qualcosa di strano? - Chiese Ruka mentre mi scombinava i capelli.

Trasali per quel contatto improvviso, spervavo che nessuno di loro avesse notato il mio comportamento.

- No, nulla di che Ruka…stavo pensando che Zero è un po’ troppo sulle sue…-Risposi io mentre cercavo di riprendere il controllo sulla mia paura, quella che avevo detto era una frase senza senso che non aveva né capo né coda.

Mi incamminai verso le scale per cercare di sfuggire dagli sguard strani dei miei compagni: - Io vado a dormire, sono un poì stanca…usare tanto i miei poteri mi manda completamente in tilt… - Corsi su per le scale mentre.

- Che strano Erena di solito è piena di energia. - Disse Ichjou mentre con la coda dell’occhio lo vedevo salire le scale insieme agli altri.

- Prima o poi la nostra energia si esaurisce, è meglio andare a riposare. - La voce di Kaname era tranquilla, forse lui non sospettava ancora niente.

- Erena… -

- Si Aidou? -  Era l’unica cosa che volevo evitare, un faccia a faccia con il mio miglior amico.

- Sei sicura che tutto vada bene? Puoi ingannare gli altri ma non me, ti conosco troppo bene. - Disse il biondino mentre si avvicinava a me, sentii il suo petto premere contro la mia schiena e la sua mano prendere la mia e
stringerla forte.

Per un attimo nella mia mente apparve il  pensiero di dirgli tutta la verità, ma poi mi ricordai cosa era successo la prima volta che avevo detto la verità e così ricacciai dentro di me quella stupida idea, indossai la migliore maschera che possedevo e lo guardai fisso negli occhi.

- Va tutto bene Aidou. - Risposi mentre sorridevo e mi allontanvo da lui  avviandomi verso la mia camera.
Aidou non disse niente, mi segui con lo sguardo e poi entrò nella sua camera chiudendosi dietro la porta mentre io, ormai nascosta da tutti quanti potevo gettare via la maschera che avevo indossato e far vedere il mio volto al mio aguzzino anche se sapevo che non avrebbe mai provato pietà per me.

Entrai nella mia camera e tolsi la giacca e il fiocco della divisa, mi sdraiai sul letto ed iniziai a guardare il
soffitto, in attesa che lui si decidesse ad uscire dall’ombra.

- Esci o giungerà l’alba e io vorrei almeno dormire.- Sbottai stufa di essere osservata da troppo tempo, sapevo che era dentro la mia stanza, avevo visto il cappotto poggiato sulla sedia della scrivania.

 - Non eri tu a dire che l’attesa è l’essenza stessa dell’amore? - La sua voce era identica a quella che mi ricordavo, calda e morbida, mentre una sagoma che conoscevo fin troppo bene appariva dall’ombra della mia camera.

- Forse quando avevo cinque anni… evidentemente non mi conosci patrigno. - Dissi io alzando lo sguardo verso di lui, un brivido mi percorsse la schiena mentre lo vedevo avvicinarsi verso di me.

- Diventi sempre più bella, ogni volta che ti vedo somigli sempre di più a tua madre, anche se non capisco perché non mi vuoi chiamare papà, sai che mi offendo. - Si sedette accanto a me incominciando ad accarezzare i miei capelli.

- Nelle mie vene non scorre il tuo sangue, e se sei solo venuto a parlare puoi anche andartene per i miei gusti. -  Risposi fredda mentre allontanavo il mio viso dalla sua mano.

- Shhh e chi ha detto che non voglio fare niente? Solo volevo renderti quello che fai un po’ più dolce. - Gli ultimi raggi di luna illuminarono il mio collo mentre lui inclinava la mia desta e stringeva la sua mano sul mio fianco.

- Mordimi e poi vattene, non sei il benvebuto qui. – Disse senza ascoltare le sue parole, non volevo intrattenermi troppo con lui, lo odiavo con tutta me stessa.

- Sei sempre stata impaziente, tale e quale a tua mandre. - Una fitta mi attraversò il cuore mentre iniziavo a stringere le coperte.

- Fallo e vattene. - Chiusi gli occhi per tutto il tempo.

Non sapevo per quanto tempo bevve il mio sangue ma ,come al solito, fu una attesa lunga e interminabile che sarebbe finita solo quando il sole avrebbe irrotto nella mia stanza e per fortuna quel momento era arrivato.

- Il tuo sangue è sempre il più buono di tutti. - Si alzò da me e con il dorso della mano si pulì le labbra che erano ancora grondanti del mio sangue, mentre io cercavo di trattenere le lacrime.

-  Vattene. -  Dissi fredda e acida mentre la testa mi iniziava a girare, quel dannato bastardo aveva bevuto più del dovuto.

- Tieni, bevi questo. - Mi porse un bicchiere ricolmo di una sostanza rossa, era sangue, sicuramente l’aveva preparato prima che io arrivvassi.

- Stronzo. - Fu il mio commento mentre afferravo il bicchiere e iniziavo a bere, pian piano iniziavo a riprendermi.

- Sai che potresti bere il mio sangue invece di quella roba là. - Disse sedendosi accanto a me provando a sfiorarmi il viso.

- Non sono questi i patti. -  Dissi io tirandomi in dietro e appoggiando la schiena al muro, volevo evitare ogni ulteriore contatto con lui.

- Tutto questo potrebbe cambiare se solo tu accettasti i miei sentimenti verso di te. - Continuò il mio patrigno mentre si alzava e andava verso la finestra, prese il mantello dalla sedia e si girò un ultima volta verso di me, i nostri sguardi si incontrarono e il mio andò a finire sulla cicatrice sull’occhio destro.

- Vattene! Se ti trovano qui mi causerai solo guai, più di quelli che mi causi già di solito. – Quasi gridai mentre mi giravo verso l’altra parte del letto per evitare di incontrare i suoi occhi. Mi portai una mano sul morso, pulsava maledettamente e non smetteva di sanguinare.

- Ricordati, tu sei solo mia e di nessun’altro. - Disse semplicemente prima di scomparire proprio come faceva la luce della luna quando il sole sorgeva.

Lui era come la luna, arrivava con il calare del sole e prendeva possesso del mio sangue per poi andare via con l’arrivo dell’alba anche se rimaneva sempre la sua presenza, come la luna che non sparisce mai del tutto ma veniva nascosta dal sole, anche se il sole nascondeva la luna perché solo così lui poteva ammirarla, ma per me non era così.

Il peso che dovevo nascondere io era ben diverso. Strinsi i denti e mi buttai sul cuscino cercando di soffocare il pianto e le urla di frustrazione.

Quella era la mia condanna, e solo mia doveva restare.

Ma non erano questi i piani del destino.
 

Angolo autrice:
Buona sera tutti, ed Happy torna con un'altra storia mentre ne ha altre due in corso? Si sono cose che solo Happy può fare!
E dopo il piccolo sclero, doveroso perchè non pubblicavo da una vita, finalmente si passa a essere seri.
Forse qualcuno di voi ricorderà il mio nome e il personaggio di Erena ( se volete vederla andate sul mio Devianart! happy-ely )Erenna era già apparsa in una storia scritta a quattro mani con una mia vecchia amica, e dopo tanto tanto tempo finalmente ho deciso di darle una storia tutta sua!
Si sono veramente buona come creatrice!
Dopo quest' altro sclero, credo che non ci sia più niente da dire, quindi ringrazio chi è arrivato fin qua a leggere il capitolo, spero che mi lascerete una recensione anche solo per scambiare due chiacchere eh! Ci conto guardate!
Se volete vedere la prima cover della storia cliccate sulla scritta in arancione!
Detto questo vi saluto!
Ci vediamo al prossimo capitolo
Happy_Ely
 
Edit 3 ottobbre 2019: ho cambiato un po’ di cose, nella vecchia versione c’erano alcuni passaggi che non mi piacevavano: avevo descritto poco i personaggi e non avevo per niente introdotto il loro rapporto con la mia OC Erena, il testo è in revisione, ma tranquilli continuerò a pubblicare gli altri capitoli, sono in fase di correzione al momente mentre i banner sono in fase di colorazione e di rifinitura.  

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Capitolo 2
*** Capitolo due: Ricordi, dormite in classe e un migliore amico biondino che ti rompe le scatole a fin di bene. ***


“ Andare a caccia di ricordi non è un bell’affare.Quelli belli non li puoi catturare e quelli brutti non li puoi uccidere. ”
 
Capitolo due: Ricordi, dormite in classe e un migliore amico biondino che ti rompe le scatole a fin di bene.
( https://www.deviantart.com/happy-ely/art/Bastard-blood-second-cover-768122488 )
 
« Mamma, dov’è papà? Non doveva tornare a casa con Kaiba? Dove sono? » Chiesi mentre guardavo la finestra, il viale era vuoto e pieno di neve, mentre fuori il cielo era grigio e carico di nuvole.
 
« Quello è Kaiba! Mamma vieni a vedere presto, papà è svenuto! » Mio fratello prese la mano di mia madre, era molto pallida per quello che avevo detto mio fratello e il suo respiro era molto affannato gli occhi erano lucidi e si mordeva continuamente il labbro.
 
Dentro di me mi iniziai a preoccupare, non avevo mai visto la mamma in quelle condizioni, anche Daisuke era strano, era pure lui immobile con gli occhi sgranati.
 
Kaiba era uno dei più cari amici dei nostri genitori e per me e mio fratello era come un secondo padre, era sempre allegro e solare, ma in quel momento il suo volto era per una parte coperto di sangue, così come i suoi vestiti, si trascinava a fatica e portava in braccio qualcuno.
 
Sentii la mano di mia madre stringermi forte la spalla mentre sul volto di Daisuke comparivano le prime lacrime, si mordeva le labbra per non piangere.
 
« Cosa sta succedendo? Perché piangi Daisuke!? Mamma non ti senti bene? » A quei tempi ero solo una bambina, che non sapeva cosa fosse la morte o il dolore.
 
Eravamo sul porticato di casa nostra, Kaiba continuava ad avanzare lentamente e man mano che avanzava riuscivo a scorgere il corpo di mio padre, era pieno di ferite e i suoi vestiti erano macchiati di sangue.
 
« HERA!! » Mia madre cadde sulle sue ginocchia mentre il suo volto veniva rigato dalle lacrime, gridava il nome di mio padre in continuazione, come se cercasse di svegliarlo da quello strano sonno in cui era caduto.
Daisuke la teneva per le spalle, e dai suoi occhi continuavano a scendere lacrime.
 
Cosa era successo al mio papà?
 
Kaiba era appena arrivato davanti a noi, anche lui era caduto in ginochio sui gradini di casa nostra, ma continuava a stringere forte il corpo di Kaiba, i capelli castano scuro eramp sporchi di sangue,  l’unico occhio viola ametista era colmo di tristezza, l’altro era chiuso e solcato da una profonda cicatrice dalla qualche continuva a sgorgare sangue, cercava di sorridere ma le sue labbra tremavano era come se stesse per piangere.
 
Tra le sue braccia teneva il corpo di mio padre, scesi le scale, volevo provare a svegliarlo per far smettere il pianto di mia madre, ma più lo scuotevo e lo chiamamo più dentro di me nasceva una strana morsa al cuore, dentro di me sapevo che mio padre non si sarebbe più risvegliato, avrebbe dormito per sempre.
 
Guardai la camicia bianca sporca di sangue, così come le sue mani e la sua bocca, al centro della camicia c’era una ferita profonda, e il corpo di mio padre era freddo.
 
Sentii le braccia di mia madre cingermi le spalle, prese poi il volto di mio padre tra le mani e si avvicinò al suo viso, erano fronte contro fronte.
 
« Stupido Hera…non ci dovevi lasciare così… » Erano frasi sconesse le sue, piene di singhiozzi e gemiti soffocati, Kaiba le aveva posato una mano sulla spalla e guardava me e Daisuke.
 
« Mi dispiace…io…io…non sono…rius..scito a salvarlo… » La voce di Kaiba era piena di dolore, mia madre era in lacrime, entrambi piangevano per la loro perdita, mentre io ancora non riuscivo a realizzare quello che era successo, finchè non vidi gli occhi di mio padre: erano spenti, privi di energia e vitalità, erano vuoti.
 
Fu in quel momento che tutto si ruppe, come uno specchio quando gli si lancia qualcosa contro, mio fratello mi abbracciò per trattenermi, volevo correre via.
 
« Fratellone non… non …. PAPÀ NON PUO’ ESSERE MORTO! » Gridai con tutto il fiato che avevo in gola mentre mio fratello mi stringeva a se, Daisuke mi teneva forte, anche lui tremava, sentivo le sue lacrime sulla mia guancia mischiarsi alle mie.
 
Iniziai a piangere, il nostro papà era morto in una stupida guerra.
 
« NON E’ GIUSTO! NON E’ GIUSTO! » Continuavo a gridare, cercavo di divincolarmi dalla presa di mio fratello, volevo abbracciare il mio papà, rassicurare la mia mamma e Kaiba e negare quello che stava succedendo in quel momento.
 
« ERENA SMETTILA DI FARE LA BAMBINA! » Daisuke non alzava mai la voce con me, era sempre buono e gentile.
 
« Daisuke non sgridare Erena e lascia andare via le lacrime… »  Vidi mia madre stringere il corpo di mio padre a se, mentre Kaiba ci abbracciava sia a me che a mio fratello. Sentii la sua mano, ancora sporca di sangue, posarsi sulla mia guancia.
 
In quel momento mi persi nei suoi occhi ametista, forse perché vi lessi il mio stesso dolore, smisi di dimenarmmi, mentre mio fratello continuava a stringermi forte.
 
« È morto per salvarvi, per darvi un furuto radioso…è morto per permettere a noi di andare avanti… » Disse Kaiba mentre stringeva me e mio fratello, mia madre teneva ancora stretto a se il corpo di mio padre, piangeva in silenzio.
 
« Lui non vorrebbe vedervi così… » Disse piano mentre alzava i suoi occhi blu su di noi, accarezzava piano i capelli chiari di nostro padre, mentre una strana luce proveniva dal suo corpo.
 
Kaiba ci strinse ancora più forte, coprendoci come meglio poteva gli occhi. Io e mio fratello protestammo con tutte le nostre forze, l’ultima cosa che vidimo fu un forte bagliore e poi solo petali di rosa che volano nell’aria.
 
Kaiba ci lascio andare in quel momento ed antrambi ci fiondammo tra le braccia di nostra madre, nostro padre era scomparso per sempre.
 
Kaiba si unì al nostro abbraccio ci strinse tutti e tre e sussurando ci fece una promessa.
 
Si sarebbe sempre preso cura di noi.
Mi risvegliai piangendo nel mio letto e con un grido soffocato in gola. Succedeva sempre così, ogni volta dopo ogni sua visita, sfinita mi addormentavo e i ricordi prendevano il sopravvento su di me, costringendomi a riviverli senza avere nessuna via di scampo.
 
Mi passai le mani sulle tempie, volevo far andare via il dolore, scacciarlo definitivamente anche se era complicato. Nonostante il mio patrigno fosse andato via da almeno un'ora continuavo a sentire vicina, anzi, troppo vicina la sua presenza e per giunta il mal di testa non accennava a diminuire.
 
Il dolore era così forte che volevo urlare, in un vano tentativo di addormentarmi mi mossi sotto le coperte per cercare di trovare una posa comoda, ma più mi rigiravo nel letto più il dolore aumentava e l’ansia cresceva dentro di me.
 
Rivivere quei ricordi era così doloroso che quasi smettevo di respirare, era come se ogni volta tutte quelle ferite si riaprissero, grondanti di sangue fino a che non ero dissanguata del tutto e diventava sempre più difficile richiuderle.
 
Sbuffando provai ad alzamri dal letto, ma anche quel semplice gesto mi costò una atroce fitta alla testa, mi passai nuovamente i palmi delle mani sulle tempie sperando che al contatto con la mia pelle il dolore passasse, ma ogni mia speranza era vana.
 
Ero così tesa ed irrequieta che niente avrebbe potuto calmarmi. I miei occhi guardavano ogni singolo angolo della stanza, sbarrati come se improvvisamente potesse apparire il diavolo in persona.
Forse ci avrei potuto fare due chiacchere.
 
Piano, cercando di non fare movimenti troppo bruschi, ogni mio singolo muscolo gridava pietà, mossi la testa per cercare di capire che ore fossero, le tende erano abbassate e io non avevo le forze per alzarmi ed aprirle.
 
« Merda, sono quasi le sette e mezzo di sera, tra poco iniziano le lezioni… » Per poco non caddi dal letto, respirai profondamente, dovevo concentrarmi e raccogliere tutte le mie deboli forze per prepararmi e cercare di sopravvivere alle lezioni fino alla loro fine.
 
Mi lavai velocemente  e dopo poco corsi a prendere la divisa dall’armadio. Respiravo affannosamente come se una morsa invisibile mi stringegesse i polmoni; presi le calze, la gonna, la giacca e il nastro per il fiocco, mancava solo la mia camicia, guardai in ogni singolo angolo della stanza e alla fine la trovai sotto il letto.
 
« Non è combinata per niente bene, è in uno stato così pietoso da fare paura...forse solo io faccio ancora più puara… » Dissi ad alta voce mentre posavo la camicia sulla sedia e svelta ne prendevo un’altra dall’armadio.
 
L’avrei sistemata più tardi.
 
Mi preaparai il più in fretta possibile, stando attenta a non provocare nuove fitte alla testa. Oltre a questo dolore si aggiungeva quello del morso: quel punto pulsava come se ci fosse stato versato dell’acqua bollente, e in più tutt’intorno era presente un pessimo segno violaceo,  non avevo tempo per truccarmi e camuffarlo, ero abbastanza in ritardo, avrei usato i miei capelli per nasconderlo.
 
Uscii velocemente dalla stanza prendendo la cartella e chiudendo bruscamente la porta, il rumore aveva attirato l’attenzione di Ichijou
 
« Erena eccoti qua! Dai sbrigati che tra poco i cancelli si apriranno! » Ichijou era fermo alla porta, mi stava aspettando, il sorriso che mi rivolse non appena passai accanto a lui era dolce, era il mio vice capo dormitorio preferito, l’avrei voluto ricambiare ma il dolore che provavo in quel momento era troppo forte.
 
« Eccomi, perché nessuno mi ha svegliata? » Chiesi io mentre saltavo gli ultimi due gradini della scala, misi una mano sul morso per evitare di farlo vedere, una volta atterrata fui costretta a mordemi la lingua, avevo avuto una nuova fitta alla testa.
 
« Aidou ti ha chiamata almeno sei volte! Ma hai dormito almeno un po’? » Disse Ruka mentre mi controllava il viso da cima a fondo, per fortuna non si accorse del morso coperto dai miei  capelli, mentre nel suo volto potevo scorgere una espressione preoccupata da farmi sentire in colpa.
 
« Non sono riuscita a dormire a causa del mal di testa. » Risposi io mentre mi sistemavo i capelli sulla spalla per camuffara meglio il morso, dovevo nasconderlo ad ogni costo.
                                                                                                 
« Hai preso le pasticche? » Chiese Kain mentre si avvicinava a me per controllare l’affermazione di Ruka, anche nel suo sguardo non c’era la solita espressione annoiata, ma una più seria e preoccupata.
 
Deglutii un paio di volte prima di superarli.
 
« Ne ho prese otto, e ho provato a dormire, ve lo giuro… » Risposi omettendo un piccolissimo dettaglio: « Comunque dobbiamo andare, o faremo tardi a lezione, Kaname e gli altri dove sono? » Chiesi mentre mi guardavo intorno per cercarli, dovevo sembrare il più naturalre possibile e sviare il discorso sul pessimo stato in cui ero.
 
« Siamo qui! Forza smuovetevi. » Disse Rima mentre ci faceva un cenno con la mano, Shiki era accanto era accanto a lei e Kaneme ci guardava, ma nel suo sguardo sembrava esserci qualcosa di strano. Trattenti il faito per quei pochi mentri, avevo come la sensazione che i miei amici mi stessero guardando e scrutando per cercare di capire cosa stessi nascondendo.

Così io, Ruka, Ichijou e Kain ci dirigemmo verso di loro, e come prima il resto del gruppo iniziò a farmi domande.
 
« Basta vi prego che ho la testa che scoppia! » Dissi ad un certo punto esasperata mentre iniziavo a barcollare. Per fortuna Aidou era accanto a me e subito mi mise un braccio intorno alla vita, sentendo quel contatto sussultai, le mie condizioni fisiche erano un disastro e anche se i miei amici mi volevano aiutare cercando di capire cosa avevo, la loro insistenza era peggio del mio mal di testa.
 
« Erena sei sicura che tutto questo sia a causa del tuo mal di testa? Sei troppo pallida… » Chiese per l’ennesima volta Shiki mentre mangiava uno dei suoi soliti mikado. 
 
« Vuoi mettere qualcosa dentro lo stomaco? » Chiese poi Rima prima di poggiare la scatola nella borsa, stava controllando se aveva qualcos’altro da mangiare, si portava sempre un po’ di tutto per cercare di contere Shiki.
 
« No grazie, credo che vomiterie…» Risposi io mentre continuavo ad appoggiarmi ad Aidou, il mio biondino era preoccupato, riuscivo a perciperi il suo sguardo sul mio collo, come se stesse cercando qualocosa. Sperai che non notasse il morso.
 
« Erena sarebbe meglio che per oggi tu ti riposassi, e questa volta veramente. » Disse a quel punto Kaname girandosi verso di me, poi aggiunse: « Non vorrei che avessi un principio di febbre. » Anche se il suo tono era calmo e protettivo sentivo che nascondeva una strana preocupazione.
 
Respirai profondamente, mi mancavano le forze in quel momento, il mio patrigno aveva bevuto troppo sangue e io mi ritrovavo sfiancata da ogni singolo movimento, persino per compiere i cinquanta metri che separavano il dormitorio e il cancello stavo avendo problemi, il mio respiro era troppo affannato.
 
« Grazie per l’offerta Kaname-sama, ma devo declinarla. » Dissi cercando di abbozzare un sorriso, si erano sicuramente accorti di qualcosa che non andava, ma non ci tenevo tanto a restare da sola nel dormitorio per avere un altro incontro ravvicinato con il mio patrigno.
 
« Va bene, ma se le tue condizioni fisiche non migliorano, ti farò scortare al dormitorio inteso. » Disse lui rivolgendomi un ultimo sguardo prima di concentrarsi sulle voci che provenivano fuori dal cancello del nostro dormitorio.
 
« Ei cerca di tenerti stretta a me o Ichijou, questa volta niente bang per le mie fan. » Disse a quel punto Aidou mentre continuava a stringermi il fianco, era molto preoccupato, non rinunciava mai al bang.
 
Le voci delle ragazze della Day Class fecero aumentare il mio mal di testa di almeno dieci volte, ma quelle ragazze non avevano altro da fare oltre che strillare e sbavare nelle nostre povere orecchie da vampiro. Mi strinsi ancora più forte ad Aidou mentre Ichijou si metteva dall’altro lato. Invece Kain si andò a mettere davanti a noi con Ruka al suo seguito.
 
« Ragazzi non stiamo andando in guerra… » Cercai di scherzare io, ma non riuscì a finire la frase che un’altra fitta mi colpì di nuovo la mente e per cercare di sopportare il dolore strinsi ancora di più il braccio di Aidou, quasi gli avevo piantato le unghia nel braccio.
 
« Le ultime parole famose. » Fu il secco commento di Shiki mentre lui e Rima si posizionava dietro di noi.
 
Tutti quanti risero, e io cercai pure di  abbozzare un sorriso ma non ci riuscì, ogni singolo muscolo del mio corpo gridava dal dolore.
 
« Kaname qui siamo pronti! » Disse alla fine Senri mentre raggiungeva Kaname e poi si voltava verso di me, guardandomi sempre con quella sua espressione enigmatica. Era più facile riconoscere il sorriso enigmatico della Gioconda di Leonardo da Vinci che capire l’espressione di Senri.
Ma dentro di me sentivo che quello era un sorriso di incoraggiamento, come a dire che presto tutto sarebbe finito.
 
Kaname si girò verso di me per osservarmi e nei suoi occhi vidi una strana ombra, sussultai e strinsi forte il braccio ad Aidou, sembrva sospettare qualcosa. Stringendomi forte ad Aidou riuscì a tenere il passo del gruppo, ma la parte più difficile doveva ancora venire.
 
« CORRETTE I CANCELLI SI STANNO PER APRIRE! » Gridò una voce femminile dall’esterno, e una ulteriore fitta alla testa mi costrinse a chiudere gli occhi.
 
« PRESTO! PRESTO! PRIMA CHE ARRIVINO KROSS E KIRYU! » Urlò un’altra voce, aveva un timbro di voce più basso, molto probabilmente si trattava di un ragazzo. Ci mancavano solo i maschi.
 
« Mi sa che oggi i tuoi ammiratori ritorneranno nella loro stanza con un due di picche. » Disse Kain mentre si girava verso di me, sul suo volto si era dipinta una espressione strafottente, cercava di sollervarmi il morale.
 
« Si rifaranno la prossima volta, al momento potrei solo farli morire di paura… » Risposi stringendo ancora di più Aidou, stare vicino a lui mi faceva sentire un po’ meglio, in un certo senso riusciva a calmare i miei poveri nervi tesi.
 
Di li a poco le porte si aprirono e la vera tortura iniziò in quel momento.
 
« Fate largo! I ragazzi della Night class devono andare alle loro lezioni. » Disse la voce di Yuuki mentre con il fischietto cercava di richiamare l’ordine, ilv solo sentire quel fischio mi provocò un’altra fitta di dolore al mio povero cervello che per poco non mi mancò l’aria.
 
« Sa zitta Kross! Questa volta Kiryu non è con te quindi non hai alcun potere! » Disse un ragazzo mentre con un braccio spostava Yuki, facendola cadere a terra, per avanzare verso di noi.
 
Anche se avevo ancora il mal di testa mi fermai di scatto per andare a dare una mano a Yuuki, era caduta davanti a me e Aidou, mentre Kain e Ichijou si mettevano davanti a Kaname, per evitare che facesse una strage davanti a tutti, nonostante la mia testa stesse esplodendo non potevo non aiutare Yuuki.
 
« Yuuki come stai? » Chiesi mentre le porgevo una mano per aiutarla ad alzarsi, e con quel gesto attirai gli sguardi di molti studenti delle Day Class.
 
« Tranquilla Erena, questa non è niente in compeso alle altre che ho preso da quando faccio la guardiana. » Rispose lei mentre afferrava la mia mano per alzarsi, sul suo viso si era dipinto un enorme sorriso che divenne tirato quando sentì gli sguardi dei suoi compagni di classe su di noi. Cercai di rassicurarla con lo sguardo, facevano davvero paura, alcune volte mi chiedevo chi fosse in realtà il vero mostro.
 
« Ma Zero? » Chiesi mentre la guardavo sistemarsi la divisa che si era tutta impolverata, guardandola mi constrinsi a tenere gli occhi bassi e fissi a terra, mi sentivo di nuovo girare la testa.
 
Yuki alzò lo sguardo su di me e sorrise per cortesia, sembrava che anche lei fosse preoccupata per me.
 
« Non l’hai visto? Per una volta tanto che arriva in orario e mi aiuta con… » Stava per rispondere lei, ma venne interrotta da un ragazzo che si era messo tra me e lei.
 
« Erena-sempai! Che bello vederti, sei sempre più bella ogni volta che ti vedo! » Disse quel ragazzo mentre mi prendeva le mani per poi lanciarsi in un lunghissimo elogio sulla mia figura, cosa che non face altro che aumentare le fitte che il mio povero cervello era costretto a sopportare, aveva sicuramente dei problemi di vista, ero in condizioni pietose, con  le occhiaie che coprivano mezzo viso e la pelle più pallida del solito.
 
Cercai di sorridergli e di allontanarmi dal mio ammiratore ma più provavo ad intregggiare più la sua presa si faceva sempre più salda, mentre la testa girava vorticosamente.
 
« Ei tu! Non molestare la mia mora! »  Disse a quel punto Aidou venendomi a soccorrere, mentre varie esclamazioni di stupore venivano emesse dalle ragazze, le quali cominciarono subito a sghignazzare e a circondare me e Aidou, le loro espressioni andavano dal pianto isterico per quello che aveva detto Aidou al furioso nei miei confronti.
 
Era una situazione di merda.
 
« Perché ti devi intromettere?! » Disse a quel punto il ragazzo mentre si girava verso il mio amico fulminandolo con lo sguardo, ci mancavo solo quello, stavano per venire alle mani.
 
Aidou stava per perdere la pazienza e con lui anche Kaname la stava per perdere, il nostro capo dormitorio non sopportava due cose, Yuuki che veniva trattata male e le persone che infrangevano la calma.
 
Poi, ad un tratto, come se qualche divintà ci avesse graziato due braccia separarono me e il ragazzo della Day Class, e in quel momento risuonò nell’aria una voce ben nota a tutti noi: « SPARITE TUTTI QUANTI ADESSO. » Zero era appena arrivata e tutti quanti se ne andarono via per evitare la sua ira.
 
« Grazie Zero, quel ragazzo era proprio una cozza. » Disse Yuki mentre lo affiancava, stramante Zero non fece nessun commento sull’operato della sua collega, anzi si rivolse verso di noi e con un tono calmo disse : «Voi della Night Class dovreste affrettarvi ad andare a lezione. »  Il suo tono era freddo e in qualche modo era ancora più tagliante delle altre volte. Sentii una forte fitta al cuore, non avevo mai visto Zero così arrabbiato.
 
« Si è vero…Andiam… » Una nuova fitta di dolore, molto più forte delle altre, mi colpi di nuovo, le gambe si fecero molli e per poco non caddi a terra, Zero era riuscito a prendermi in tempo.
 
Quel contatto improvviso mi fece sussultare, era stato brusco e piacevole allo stesso tempo.
 
« Erena, come stai? » Chiese a quel punto Ruka mentre si avvicinava a me, sul suo volto era apparsa una espressione preoccupata che mi fece sentire ancora più male, non volevo che i miei amici si preoccupassero per me. Strinsi i denti e provai a rialzarmi da sola, ma era difficile.
 
« Scusatemi è stato solo un mancamento. Zero grazie per avermi aiutata  prima. » Risposi io mentre mi rimettevo sulle mie gambe, anche se continuava a barcollare.
 
« Erena non sembri avere una buona cera. » Disse Yuuki  mentre mi osservava attentamente. Sul suo volto si era dipinta la stessa espressione che aveva Ruka.
 
« Tranquilla Yuuki, sto bene sono solo un po’ stanca. » Risposi mentre  mi aggrappavo al braccio di Aidou e a quello di Kain per sorreggermi.
 
«Yuuki e Kiryu grazie per il vostro aiuto, ora con il vostro permesso noi vorremo andare a lezione. » Disse Kaname mentre poggiava una mano sulla spalla di Yuki e le sorrideva amorevolmente. Se non mi fossi sentita come uno straccio mi sarei avvicinata a Kaname per dargli una gomitata e fargli l’ochiolino.

Conoscevo bene lo sguardo che assumeva quando era con Yuuki, ed era uno dei più belli e colmo di amore nei confronti di quella ragazza dai tanti misteri.
 
« Andate pure, noi invece andiamo a fare un giro di perlustrazione, buone lezioni. » Disse a quel punto Zero mentre prendeva Yuuki per un braccio e la trascinava via, mentre la poverina ci salutava e al tempo stesso litigava con Zero per essere lasciata da sola.
 
Così, senza nuovi indugi noi vampiri ci dirigemmo verso la nostra classe, finalmente mi sarei potuta sedere e riprendere le forze.
 
Anche se, nonostante la continua emicrania, dentro di me si fece largo una domanda, perché Zero era stato così gentile con me? Lui odiava i vampiri, lo aveva sempre fatto notare  e la maggior parte delle volte mi aveva puntato una pistola alla testa, forse aveva la febbre, era l’unica spiegazione possibile per quel suo assurdo ma dolce comportamento.
 
“ Forse la smetterà di vedermi solo come una succhia sangue ora. ” Sperai dentro di me mentre camminavo a fianco ad Aidou per raggiungere la mia classe. Istintivamnete gli strinsi ancora di più il braccio mentre il mio sguardo cadeva sul marmo dei gradini.
 
Quanto odiavo le situazioni di merda.
« Ei come ti senti? » Chiese Aidou sussurrando quelle parole per non farsi sentire dal nostro professore, si era seduto viciono a me, per controllare le mie condizioni fisiche, che sembravano peggiorare minuto dopo minuto e per prendere bene gli appunti della lezione di letteratura vampiresca.
 
Il mal di testa non accennava a diminuire, anzi continuava sempre di più ad aumentare. Non riuscivo né a seguire la lezione né a disegnare qualcosa.
Era una notte di merda. Ci potevo scommettere l’anima.
 
Lanciai uno sguardo ad Aidou mimando con gli occhi un “ Non voglio parlarne", avevo apppoggiato la testa sul banco una volta che mi ero seduto e al contrario di quello che avevo sperato mi sentivo ancora male e anzi stavo peggiorando a vista d’occhio.
 
Perché non avevo seguito il consiglio di Kaname? Dovevo assolutamente riposare o bere del sangue, preferibilmente vero e non quello creato dalle pasticche. Scossi la testa, l’idea che mi era venuta in mente era pessima, nelle mie condizioni non potevo scontrarmi con qualcuno e non avrei chiesto a nessuno dei miei compagni una goccia del loro sange, gli atti di vampirismo erano vietati dentro la scuola.
 
« Per favore, sparatemi! » Dissi stringendo i denti e buttando la testa sul banco.  Non resistevo più e il peggio non era aver perso la pazienza, per niente, il peggio era non riuscire a trovare una soluzione.
 
Alzai lo sguardo verso la lavagna per vedere se il professore aveva scritto qualcosa, ma il movimento fu troppo brusco e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
 
Svenni.    
 
Quando mi risveglia non mi trovavo più nella nostre classe, ero su un divano color azzurro tenue, aveva un odore strano quasi piacevole. Sentivo un dolore molto forte sullo zigome e poi mi ricordai di essere svenuta sul banco, durante la lezione.
 
« Ti sei svegliato Rosaspina! » Disse una voce a me nota. Mi alzai piano ricordando come ero svenuta, anche se la testa faceva meno male.
 
« Aidou ti ricordo che io non sono la bella addormentata del bosco, lei aveva i capelli biondi ed era stata colpita da un maleficio, io sono solo svenuta per un mal di testa. » Dissi sdraiandomi di nuovo sul divano, mi portai una mano sugli occhi per cercare di svegliarmi in qualche modo, anche se li sentivo pesanti e riuscivo a tenerli aperti per poco.
 
« E allora io sono il principe che risveglia la principessa. » Disse lui scherzosamente mentre mi accarezzava il viso, era lento nei suoi movimenti, quasi come se mi volesse cullare silenziosamente.
 
Avrei voluto ribattere che il principe risvegliava la principessa violentandola, ma alla fine non dissi niente e mi lascia cullare dalle sue carezze.
 
« Allora chi è stato a ridurti così? » Chiese dopo un po’, Aidou si era seduto accanto a me sul divano e continuava ad accarezzarmi i capelli. Aprii gli occhi e li richiusi subito, non riuscivo a sostenere il suo sguardo, era così severo e pieno d’ansia che mi faceva male.
 
« Nessuno biondino, più tosto tu non ti stai perdendo la lezione? » Chiesi mentre mi accoccolavo vicini alle sue gambe.
 
« Copierà gli appunti di Kain per entrambi, anzi forse meglio che copi gli appunti di Rima, di solito lei è molto più ordinata e la sua scrittura non somiglia ai geroglifici. » Disse il mio compagno mentre alzava lo sguardo verso la finestra dietro di noi, poi aggiunse : « Erena ho visto il morso, chi è stato a ridurti così? »  Il suo tono era diventato serio da fare paura.
 
Strinsi gli occhi per evitare che me li guardasse.  Non volevo che leggesse il mio dolore, non volevo corrompere anche il suo animo con qualcosa che doveva essere solo il mio fardello.
 
« Aidou non posso dirtelo e tu non hai visto nulla. » Dissi mentre chiudevo definitivamente gli occhi per riposarmi, dovevo essere fredda e distaccata per fargli capire che non gli avrei mai rivelato cosa era successo e chi era il colpevole.
 
Senti la mano di Aidou riprendere ad accarezzarmi i capelli e poi alcune parole uscire dalla sua bocca: « Erena non puoi continuare a fare la leonessa solitaria … Ti logorerai e basta se ti comporti ancora così, scoprirò chi è stato e ti proteggerò da lui. »
 
Avrei voluto rassicurarlo dirgli che ormai ero abituata, avrei voluto dirgli che quello era il mio fardello e lo avrei portato per tutta la vita, avrei voluto abbracciarlo e rassicurarlo ma ero troppo stanca e così lasciai che per un una volta fosse il mio migliore amico a vegliare su di me.
 
Di due cose ero certa, la prima era che Aidou era un biondino rompiscatole ma era un bravo rompiscatole e la seconda che era un ottimo scaccia brutti ricordi.  
Chiusi gli occhi e mi addormtai vicino alle sue gambe mentre lui continuava ad accarezzarmi i capelli.
 
Aidou  in seguito mi aveva portato nel dormitorio e si era addormentato sulla sedia della mia scrivania.
 
Quando mi svegliai era appena sorto il sole, il mal di testa era sparito, così mi alzai e andai verso la finestra,  dove vidi i miei compagni rientrare dalla porta principale. Aguzzando la vista notai che Kaname si era fermato a parlare con Zero e Yuuki.
 
Vidi lo sguardo di Zero vagare sul nostro edifico e per un attimo mi sembrò che quello sguardo fosse rivolta a me. Scossi la testa, che pensieri sciocchi andavo a fare.
 
Zero odia i vampiri, e quel pensiero mi fece male, quasi mi venne da piangere e non riuscivo a capire il motivo.
 
Mi asciugai quelle poche lacrime che caddero dai miei occhi e presi una coperta e la misi sulle spalle di Aidou, il mio compagno di classe aveva ragione, mi stavo logorando da sola. 
 
Ma a me andava bene così. Guardai di nuovo la finestra, non sentivo più la presenza del mio patrigno, era come s e se ne fosse andato per il momento, ma lo conoscevo bene, presto sarebbe tornato a reclamare altro sangue.
 
Tornai nel mio letto e mi riaddormentai. Sperando solo che sia i ricordi sia le emozioni che stavo vivendo finissero in quell’istante.
 

 
Angolo autrice:
Buon poneriggio a tutti! Come state? Come sta andando il week end?
Il mio molto bene, tra un po' dovrò uscire per andare a vedere le vie dei tesori e così potrò stare un po' con il mio ragazzo!
Spero che il capitolo vi piaccia! Costa starà succendeno? Povera Erena è messa male, ma proprio male!
Detto questo scappo, spero di trovare al mio rientro una vostra recensione, so che siete timidi ma con me potere stare tranquilli! Non vi mangio mica eh!
Cliccando sulla scritta arancione troverete la secodna cover della storia, spero che vi piaccia!
Vi lascio inoltre il link della mia pagina di devianart:
happy-ely

Un bacio a tutti
Happy


Edit 16 dicembre 2019:ed eccoci qua, con il secondo capitolo fresco fresco di correzione! Non ho cambiato molto, ho solo deciso di articolare meglio i discorsi e il susseguirsi delle scene, è un capitolo di passaggio nel quale si vede lo stato d’animo di Erena dopo la visita del suo patrigno, nessuno sa di questo fardello e nessuno dovrà scoprirlo! Una cosa che ho aggiunto sono questi : «» al posto dei trattini, li trovo più eleganti e in qualche modo il testo scorre meglio.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre: Un guardiano sempre scontroso, una vampira dagli occhi blu e un amore trafitto dalle zanne dell’ odio. ***


“ Il nostro pentimento non è tanto un rimpianto del male che abbiamo fatto, quanto la paura del male che ce ne può venire.”
 
Capitolo tre: Un guardiano sempre scontroso, una vampira dagli occhi blu e un amore trafitto dalle zanne dell’ odio.
 

Bastard blood: third cover!

 
Quando mi risvegliai, erano le sette e mezzo del mattino.
 
Mi guardai attorno, la stanza era in perfetto ordine e il mio migliore amico non era sulla scrivania, molto probabilmente si era alzato prima di me e vedendo che dormivo tranquilla era andato nella sua stanza a riposarsi.
 
Mi ributtai sul cuscino e provai di nuovo a chiudere gli occhi, ma sembrava che il sonno e la stanchezza accumulate nelle due notti precedenti fossero svanite nel nulla.
 
- Voglio morire! – Dissi mentre mi alzavo dal letto e andavo verso il bagno.  Dovevo far andare via tutte le sensazioni negative che avevo accumulato. 
 
Dopo essere entrata nel bagno, chiusi la porta dietro di me, andai verso la doccia e aprii l’acqua.
 
Mentre aspettavo che si riscaldasse m’iniziai a spogliare, gettando i vestiti a terra. Avevo bisogno di una doccia calda per lavare via tutto.
 
Una volta rimasta del tutto nuda mi guardai allo specchio e notai con grande disappunto che il morso delle sere precedenti era ancora li, vivido e ben visibile.
 
- Si fotta! – Imprecai mentre mi giravo verso la doccia e senza aspettare un attimo entrai. Il flusso di acqua calda mi colpi in piene ed io chiusi gli occhi per godermi quella piccola sensazione di tranquillità che solo l’acqua calda mi poteva dare.
 
Mi godetti il getto caldo per un po’, poi presi lo shampo e m’iniziai a insaponare i capelli.
 
Erano terribilmente sporchi e districarli mi fu veramente difficile, in quelle notti non me li ero legati con una treccia e il risultato era stato un groviglio di capelli neri tutti ammatassati tra di loro.
 
Passai una abbonante mezzora sotto la doccia, strofinando ogni parte del mio corpo per essere sicura di lavare via qualunque brutta sensazione e presentimento. L’acqua aveva questo strano effetto di calmarmi anche quando tutto andava male.
 
Dopo un po’ uscii dalla doccia e presi l’accappatoio, poi la spazzola e inizia a pettinarmi i capelli, per fortuna ora erano puliti e facevano un buon odore.
Me li legai, ancora bagnati,  in uno chignon  provvisorio e corsi a prendere i vestiti da mettere, una camicia ed un paio di pantaloni blu scuro.
Mi vesti velocemente poi la mia attenzione fu attirata da dei rumori di sotto.
 
- Ruka e Hanabusa staranno di nuovo litigando. – Dissi ad alta voce mentre ritornavo nel bagno per riasciugarmi i capelli, sciolsi lo chignon ma a quel punto la mia attenzione fu attirata da un urlo improvviso.
 
Senza pensarci uscì dalla mia camera e corsi verso il piano di sotto per vedere cosa stava succedendo.
 
- CHI HA URLATO?! – Gridai scendendo i gradini a due e due, nella sala comune si era alzato un polverone troppo fitto, non riuscivo a distinguere niente e nessuno.
 
- RAGAZZI! – Gridai ad alta voce cercando, vanamente, di scorgerli in mezzo a tutte quelle macerie.
 
- ERENA ABBASSATI! – Disse la voce di Shiki mentre mi prendeva per i fianchi e mi buttava  a terra evitando che un fendente nero mi colpisse.
Cademmo a terra, la polvere si stava diradando e finalmente riuscii a vedere i miei amici, nascosti dietro le poltrone e pronti ad attaccare.
 
- YUKI! COSA CI FAI QUA? È PERICOLOSO! – Dissi mentre mi avvicinavo a lei, per evitare che quel coso nero mi potesse vedere.
 
- Te lo spiega dopo ora dobbiamo capire cosa sia quella cosa! – Disse Rima mentre puntava due dita, cariche di fulmini, verso l’essere nero.
 
- Dimmi che i tuoi schizzi non hanno di nuovo preso vita! – Fu il commento di Aidou mentre si avvicinava a me e Yuki.
 
- Io e Kain abbiamo bruciato tutti gli schizzi neri! – Risposi mentre mi guardavo in torno quell’essere sembrava non vederci.
 
- Non lo puoi avere creato inconsciamente? Sai nel sonno o mentre pensavi a qualcosa? – Disse Ichijou mentre apriva la sua katana.
 
- NON LÌ POSSO CREARE SENZA LA CARTA E LA CHINA! – Risposi io quasi gridando, il dubbio di non poter controllare i miei poteri si era instillato dentro di me, forse a causa del mio patrigno.   La mia salute era peggiorata con la sua presenza.
 
- Ho una idea, io lo provo a distrarre mentre voi lo attaccate da… - Yuki fu interrotta dal fendente che ci separo, spingendoci ai lati apposti della stanza.
 
- Dannazione! Andate ad aiutare Yuki!  - Gridai io mentre mi rialzavo e mi guardavo in torno per cercare dei fogli o una qualsiasi superficie bianca, se quell’essere era un  mio disegno che aveva preso vita dai miei pensieri , l’unico modo per sconfiggerlo era quello di  rinchiuderlo dentro una carta o una stoffa.
 
Kain riuscì a prendere Yuki prima che quell’essere la attaccasse ancora, poi fu il turno di Aidou e Rima che insieme lanciarono fulmini e ghiaccio nella sua direzione, catapultandolo fuori dalla sala comune, facendolo finire in cucina.
 
Intanto io avevo trovato uno dei miei tanti album da disegni e prendendo il primo foglio libero corsi verso quell’essere per evitare che attaccasse Ruka.
 
Saltai sopra il divano per darmi più slancio e con l’album lo colpii alla testa, il gioco era fatto.
 
Ma il mostro rimaneva ancora li, non si smaterializzava come ogni volta che riponevo i miei disegni dentro i loro fogli. Quello non era un disegno e la conferma la ebbi quando questi si girò verso di me e sul suo volto comparvero due occhi bianchi e un sorriso dal quale s’intravedevano i denti aguzzi.
 
Conoscevo troppo bene quella figura che per anni aveva tormentato la mia vita e con il cuore in gola urlai: - SCAPPATE TUTTI ORA! – Prima di essere scaraventata fuori dalla finestre nel nostro giardino.
 
- Che cosa sta succedendo!? – Kaname era appena arrivato con Senri al suo seguito e poco più distante c’era pure Zero.
 
- Erena scappa presto!  - Disse la voce di Aidou ma non riuscivo a sentire da dove prevenisse, i miei sensi non mi rispondevano ero terrorizzata e non riuscivo a muovermi mentre quella cosa mostruosa stava venendo verso di me.
 
-  Scappate o l’ombra vi…vi… - La vista cominciava ad annebbiarsi mentre i colori intorno a me cominciavano a sparire, tutto si faceva grigio, i suoni sparirono del tutto e un pungente odore di sangue si sparse nell’aria.
 
Non sapevo dire se era mio o di qualcun altro, l’ultima cosa che vidi furono un paio di occhi color malva venire verso di me e poi il buio.
 
- SCAPPATE TUTTI PRESTO! – Gridai, mi ero svegliata improvvisamente da quello che doveva essere un incubo.
 
Cercavo di controllare il respiro e il battito cardiaco ma più ci provavo più mi veniva difficile, mi guardia in torno e vidi che non ero più nel giardino del nostro dormitorio, ero in una stanza sopra un divano con le mani fasciate da bene sporche di sangue.
 
Nessuno dei miei amici era lì e mi sembrava di impazzire, mi strinsi le mani attorno alle spalle per cercare di placcare i brividi di freddo che mi stavano invadendo il corpo. Era una sensazione orribile quella che stavo provando, avevo le lacrime agli occhi e non riuscivo a calmarmi.
 
Kaname.
 
Aidou.
 
Shiki.
 
Rima.
 
Ruka.
 
Kain.
 
Senri.
 
Ichijou.
 
Yuki.
 
Zero.
 
Potevano essere morti tutti a causa della mia imprudenza ed io ero rimasta sola.
 
Inizia a piangere, la testa mi faceva male, il battito cardiaco era ancora più veloce e respiravo affannosamente, mi rannicchiai su me stessa per proteggermi.
Ero rimasta di nuovo sola e questo mi stava uccidendo.
 
Dentro di me strane e macabre voci continuavano a farsi sentire, erano troppe ed io stavo seriamente impazzendo.
 

“ Li hai uccisi tutti quanti! ”
 
 “ Avresti Dovuto dire  la verità sin dall’inizio! Ora guarda, dove sei arrivata! ”
 
“ È tutta colpa tua! Tua e della tua stupida testardaggine! ”
 
“ Sei condannata a rimanere sola per tutta l’eternità! ”
 
- BASTA SMETTETELA DÌ PARLARE! – Gridai cadendo dal divano e scoppiando definitivamente a piangere.
 
Poi la porta si aprì, sentii due braccia cingermi le spalle e la voce di Aidou dire: - Erena calmati sono qui! –
Mi girai verso di lui.
 
- Aidou… sei… sei… - Non fini la frase e lo abbracciai  di scatto mentre ancora continuavo a piangere.
- Perdonatemi! È stata tutta colpa mia! – Dissi stringendolo ancora forte come se potesse sparire da un momento all’altro.
 
- Ma cosa stai dicendo Erena! Tu non puoi creare ombre lo sappiamo bene. – Disse Rima mentre mi accarezzava le spalle per cercare di tranquillizzarmi.
 
Pian piano alzai gli occhi e vidi che tutti i miei amici erano lì nella stanza, in più notati il preside e il professor Yagari.
 
- Invece si! Se solo… - E di nuovo le lacrime ripresero a solcare il mio viso.
 
- Qualcuno calmi quella vampira isterica! – Disse Yagari mentre si portava una mano sulla tempia, il suo sguardo mi trafisse e dentro di me mi senti ancora peggio.
 
- Erena calmati o ti scoppierà un mal di testa con i fiocchi questa volta, non è successo niente! – Aidou continuva ad accarezzarmi i capelli, cercava di calmarmi ma io non ci riuscivo.
 
- Ha mai avuto un attacco di panico del genere? – S’informò il preside con Kaname, era preoccupato, lo leggevo dai suoi movimenti e questo mi metteva ancora più in ansia.
 
Possibile che avessero scoperto tutto?
 
Poi a un tratto qualcosa di freddo mi colpì. Mi toccai il viso ed era acqua, poi alzai lo sguardo e i miei occhi s’incontrarono con quelli color malva di Zero, erano incazzati ma allo stesso tempo sembrava che stessero dicendo di calmarmi.
 
- ZERO SEI IL SOLITO IDIOTA! PERCHE’ L’HAI FATTO!? – Disse Yuki mentre lo colpiva con un pugno allo stomaco.
 
- ALMENO SI E’ CALMATA! – Rispose lui mentre usciva dalla stanza, poi aggiunse: - Fossi in voi, la lascerei solo con le ragazze mentre qualcun altro  mi aiuta a perlustrare i dintorni, non sappiamo se quella cosa è ancora viva e non voglio avere ancora sorprese per questa notte. – Era freddo e scontroso come al solito ma sembrava voler dire qualcos’altro con il suo discorso.
 
- Facciamo come dice Kiryu, Yuki ti affido Erena, mentre io e Ichijou parleremo con il preside  e  il professor Yagari. Hanabusa, Kain e Shiki andranno a controllare i dintorni. Non voglio nessuna obiezione avete capito? - Disse Kaname mentre mi rivolgeva un sorriso per tranquillizzarmi.
 
Tutti quanti si accinsero a eseguire gli ordini, ma prima che Zero lasciasse la stanza, dissi: - Hanno paura della luce! – Tremai quando il suo sguardo si poso su di me.
 
- Buono a sapersi. – E uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di se.
 
- Ei va tutto bene?  - Rima mi era rimasta vicina per tutto il tempo e continuava  ad accarezzarmi le spalle.
 
- Su forza, vuoi che ti prepari un bel bicchiere di sangue?  - Disse Ruka mentre si scostava dalla parete per andare verso  la sua borsa.
 
- Intanto io ti vado a prendere il phon e dei vestiti puliti,  così puoi cambiarti. – Disse Yuki mentre  usciva dalla stanza sorridendo.
 
Rima mi aiutò ad alzarmi e poi ci sedemmo sul divano blu della stanza, continuava ad osservarmi e io non sapevo il motivo.
 
- Ora che non c’è Yuki puoi parlare Erena, sappiamo che qui qualcosa non quadra. – Disse Ruka mentre mi porgeva un bicchiere con quel liquido rosso.
 
- Quello che è successo non è normale,  se sai qualcosa o se hai paura di qualcosa devi dircelo, l’ombra ha cercato di rapirti una volta che sei svenuta. – Aggiunse Ruka mentre si sedeva accanto a me.
 
- Bevi e poi sputa il rospo. – Fu il commento secco di Rima mentre continuava a mangiare i suoi mikado.
 
Mandai il bicchiere tutto giù in un sorso però ero ancora indecisa se confessare tutta la verità, avevo troppa paura.
 
- Ragazze io sono molto stanche e quello che voglio  è solo dormire in questo momento. – Risposi mentre mi portavo le mani sugli occhi per evitare che le ragazze vedessero i miei occhi in quel momento.
 
Entrambe si guardarono negli occhi, come a decidere cosa fare.
Fu la voce di Yuki a ridestarci dalla nostra conversazione: -  Erena spero che questi vestiti ti vadano bene, purtroppo non ho molti pantaloni così ti ho preso una gonna e delle calze lunghe. – Disse lei mentre mi porgeva il tutto mentre sorrideva.
 
Cercai di sorridere a mia volta e la ringraziai per il suo gesto.
 
- Ma di cosa, se vuoi farti una doccia  falla pure tranquillamente, per sta notte tu e le ragazze resterete in questa stanza degli ospiti, i ragazzi saranno smistati nelle altre. -  Yuki sorrideva e il suo sorriso mi rassicurava in parte.
 
- Allora con il vostro permesso io mi asciugo i capelli e mi cambio e poi vado a letto. – Dissi mentre mi alzavo e andavo verso il bagno.
 
- Per voi invece ho preso questi, spero che vadano bene, per un po’ le lezioni della Night class verranno interrotte, almeno finchè non troveremo il responsabile di quello che è accaduto oggi. – Continuò Yuki mentre porgeva dei cambi a Ruka e Rima.
 
- Grazie, il preside ha già qualche sospetto? – Chiese Rima mentre continuava a mangiare i suoi mikado.
 
Chiusi la porta del bagno, mi tolsi la camicia e poi accesi il phon e iniziai ad asciugarmi i capelli. Quel dannato morso non voleva sparire, eppure gli avevo messo ogni tipo di prodotto, ma i segni erano ancora troppo evidenti.
 
- Dovrò chiedere a mia cugina di mandarmi qualche altro prodotto più forte o se… - Non fini la frase che Ruka entrò dentro il bagno e si paralizzò alla vista del morso.
 
- Chi ti ha fatto una cosa del genere?! – Chiese mentre si avvicina a me e mi spostava i capelli via dal morso.
 
Rimasi in silenzio cercando di trovare una qualsiasi scusa plausibile da inventare in quel momento.
- Ruka così mi fai male! – Provai a divincolarmi ma in quel momento Ruka mi teneva ferma e continuava ad osservare il morso.
 
- Ma cosa sono… Non ci credo che cosa ti hanno fatto?  - Chiesi Rima,  si era fermato sull’uscio della porta e sul suo volto si era dipinta una espressione di rabbia.
 
- Ragazze per favore smettetela. – Cercai ancora di divincolarmi da Ruka ma la sua presa era troppo stretta.
 
- Qualcuno ti sta perseguitando?Che cosa hai combinato ? –  Rima continuava a fare domane mentre Ruka continuava ad osservare il morso che il quel momento cominciò  a bruciare.
 
I miei incubi più grandi si stavano per avverare, sperai con tutto il cuore ch nessun altro entrasse dentro la stanza, ma come al solito i Kami non esaudirono questo mio desiderio.
 
Erano appena entrati tutti, nessuno escluso anche il preside e il professor Yagari, nella stanza. Tutta quelle situazione poteva essere definita solo con una parola: tragedia.
 
- Com’è possibile che un vampiro estraneo riesca ad entrare ed uscire senza essere notato o percepito da nessuno di voi?! – Il preside  era in ansia e furioso allo stesso tempo, continuava a camminare avanti e indietro per tutta la stanza.
 
- L’unico momento possibile è l’alba, quando noi guardiani stacchiamo il nostro turno di guardia, ma è anche il momento in cui voi ritornate dalle lezioni. – Disse Yuki mentre il suo sguardo si incupiva.
 
- È  recente come morso, quando è successo? – Chiese il professor Yagari, il preside gli aveva chiesto di darmi una controllata, il suo sguardo era più serio di quello che aveva nelle sue lezioni.
 
Deglutii a fatica, ma non risposi, loro non dovevano sapere nulla della mia situazione.
 
-  Erena devi dire tutta la verità forza. – Disse a quel punto Kaname, il suo tono non era dei migliori, era serio e quando assumeva questo tono significava che stava per succedere qualcosa di brutto, di molto brutto.
 
- Mi spiace Kaname-sama ma non posso dire nulla. – Risposi abbassando lo sguardo e mordendomi il labro inferiore.
 
- Lo sai che non puoi andare avanti così sputa il rospo. – Pure Aidou stava cercando di farmi parlare, il mio migliore amico non si stava risparmiando .
 
- NON POSSO DIRE NULLA! – Sbottai improvvisamente alzandomi e dirigendomi verso la porta, poi aggiunsi: - Siete già stati coinvolti fin troppo, ora lasciatemi sola!  - Stavo per aprire la porta quando una mano mi prese il polso, mi girai di scatto e i miei occhi si scontrarono con quelli di Zero.
 
- Vuoi davvero uscire  la fuori con quell’ombra ancora in giro?  - La sua voce era ferma e il suo sguardo impassibile.
 
- So come difendermi. – Risposi mentre cercavo di divincolarmi da lui,  ero ancora troppo debole a causa dello scontro di oggi.
 
- E sentiamo un po’ quando ti scontrerai con lui cosa farai? Sarai in grado di affrontarlo o… - Aveva lasciato volutamente la  frase in sospeso per provocarmi.
 
- Non sono affari che ti riguardano. – Risposi secca mentre con il mio sguardo cercavo di intimidirlo.
 
- Qui finisce con un una gara a chi si trafigge per primo con lo sguardo più freddo. – Shiki aveva fatto uno dei suoi classici commenti e per questo aveva ricevuto una sberla da Rima.
 
- Invece si, non hai mai pensato che il tuo amico avrebbe potuto uccidere qualche ragazzo della Day class?  - La sua voce era piena di rabbia e questo mi faceva sentire ancora di più il peso delle mie decisioni.
 
- Lui non è un mio amico, è solo un fottuto coglione che vuole solo bere il mio sangue e che odio con tutto il mio cuore… ma se no rispetto il nostro patto lui ammazzerà tutte le persone a me care! – Sbottai tutto di un fiato mentre chiudevo gli occhi per trattenere le lacrime.
 
Guardai Zero negli occhi e solo allora notai che il suo sguardo si era lievemente addolcito,  aveva innescato quella scenata per farmi dire la verità. Nella sala era calato uno strano silenzio e io in quel momento volevo solo morire.
 
- Ora ti prego, lasciami riposare, non ne voglio parlare ora. – Dissi assumendo il tono più calmo che possedevo, l’unica cosa che mancava era un litigio con Zero.
 
Uscii e chiusi la porta dietro di me, e solo quando giunsi nella stanza che mi era stata assegnata dal preside per quella notte iniziai a piangere.
 
Tutto stava capitolando, tutto quello che avevo faticosamente costruito si stava distruggendo.
Mi morsi il labbro inferiore a sangue pur di non far sentire i miei singhiozzi.
Mi ero pentita di tutte le miei scelte, in quel modo ero solo riuscita e rimandare i guai ma non ad affrontarli realmente.
Amavo troppo i miei amici, il collegio e Zero per lasciare che ogni cosa mi venisse sottratta.
 
Ormai la vera tragedia era iniziata ma ero decisa nel trovare un lieto fine per me e per i miei amici ad ogni costo.


Angolo autrice:
Vi giuro, io volevo aggiornare ieri sera ma non so per quale   assurdo motivo il computer non me lo permetteva! Ho santiato come una pazza!
E ora a noi!
Spero che il capitolo vi  piaciuto è un po' movimentato lo so, ma ogni tanto ci sta no?
La storia si infitisce,Erena orami è divisa in due ha puara ma allo stesso tempo è incazzata con se stessa!
Non vedo l'ora  di poter leggere i vostri pareri su non siate timidi!
Giuro che non mangio!
Qui vi lascio il link della mia pagina di devian art dove potete trovare le cover colorate della storia fatte da me!

 happy-ely

Ci vediamo al prossimo capitolo, già ve lo anticipo sarà incentrato su Kaiba il nostro bel tenebroso vampiro!
Baci

Happy

 

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro: Le zanne lo sanno, quest’amore è solo una parte del grilletto della nostra condanna. ***


“ C’è condanna peggiore
di non sapere perché,
senz’odio, e senz’amore,
ha un cuor tanto dolore? ”


Capitolo quattro: Le zanne lo sanno, quest’amore è solo una parte
del grilletto della nostra condanna.


( Pov’s Kaiba )

Le luci del primo mattino erano entrate nellla mia stanza inondandola completamente e costringendomi a porte il braccio a coprirmi il volto.
 
Odiavo con tutto me stesso la luce del sole perché mi ricordava loro due e quando i ricordi affioravano non riuscivo più a controllarmi.
 
- Emiko…Hera… perché siete morti? – Guardavo la foto che ritraeva noi tre, insieme, e a quel punto i ricordi presero di nuovo il sopravvento su di me, li amavo entrambi e non mi sarei mai perdonato per quello che gli era successo.
 
Il mio sguardo si poso poi sul soffitto mentre nella mia testa si affollavano le immagini di noi tre assieme mentre vivevamo felici la nostra adolescenza.
 
Emiko era piombata come un fulmine a ciel sereno nella vita mia di e di Hera, sconvolgendola totalmente.
 
 
- Ancora mi devi spiegare perché siamo venuti qua! – Disse Hera mentre si portava una mano per spostarsi i capelli dagli occhi.
 
- Te l’ho già spiegato cinque volte, siamo qui per controllare se lo voci sul fantasma, sono vere. – Risposi io mentre mi giravo ad aiutarlo per salire su una roccia.
 
- E tu ci credi? Non è da te Kaiba! – Rispose lui mentre afferrava la mia mano per salire, per un attimo i nostri sguardi s’incrociarono ed entrambi scoppiammo a ridere.
 
- Allora perché lo vuoi vedere ad ogni costo? – Insistette lui mentre continuava a salire il colle per giungere alla radura dove il fantasma era stato avvistato più volte.
 
- Intanto è una lei, ed è un modo per stare insieme con te e fuggire dalla monotonia della mia cosa, i miei genitori non fanno che rompere le palle. – Risposi mentre mi stiracchiavo le braccia.
 
- O non sarà una scusa per bere il mio sangue e rapirmi?  - Insistette Hera mentre si sporgeva verso di me offrendomi una buona visuale del suo collo.
 
- Se ti comporti così, potrei anche accettare… - Dissi mentre prendevo il suo viso tra le mani, ci guardammo per un tempo che parve infinito e poi scoppiammo entrambi a ridere.
 
Ormai era la nostra rutine quotidiana comportaci così, lo facevamo anche davanti ai nostri genitori per poi scappare via per evitare qualche punizione.
 
Continuammo a camminare ancora per un po’ finchè non giungemmo davanti alla radura, era un luogo isolato, circondato da un lago e da un fitto bosco di abeti secolari.
 
- Allora dove potrebbe essere la ragazza fantasma? – Hera si scrutava intorno, cercando di captare ogni singola vibrazione dell’aria, era stranamente teso.
Il mio migliore amico non era mai stato così, sembrava avere paura di qualcosa, come se di punto in bianco un hunter potesse saltare fuori dai cespugli e agredirci.
 
- Che ti succede? – Dissi non sopportando più la vista del suo corpo teso, non era da lui.
- Non riesco a capire questo strano odare che c’è nell’aria, senti? È come se qualche animale fosse stato ferito ma quest’odore… sembra così umano… anzi quasi vampiresco… - 
 
Aveva ragione, nell’aria si sentiva un forte odore di sangue, ma non avevo pensato che fosse di quelche vampiro.
 
- E se un Hunter avesse attaccato un gruppo di vampiri?  Questo almeno spiegherebbe perché l’odore è così forte, saranno i soliti livelli E. – Dissi io posandolgi una mano sulla spalla, cercai di mantenere un tono di voce calmo anche se l’idea che un Hunter potesse arrivare da un momento all’altro non mi piaceva per niente.
 
- Mi sembra strano, questo è un territorio protretto da varie famiglie di vampiri, lo usano come loro territorio di caccia per evitare di attaccare gli esseri umani, ma… non so dobbiamo andare a indagare. – Insistette Hera mentre s’incamminava verso il bosco.
 
- Aspettami baka, non voglio che ti perda e resta vicino a me. – Dissi raggiungendolo, poi alzai lo sguardo verso il bosco, già dall’esterno si notava che era molto fitto, la luce del solo faticava ad attraversare le fitte cime degli alberi.
 
- Vorrei ricordarti che il mio senso dell’orientamento è migliore del tuo . – Disse lui mentre cercava di mettersi davanti a me per condurmi dentro il bosco.
 
- E tra i due io sono quello più forte, rimani vicino a me intesi? – Dissi io mentre lo spingevo contro la corteccia dell’albero, era sempre divertente vedere il suo viso cambiare espressione.
 
- Il solito, che cosa dicono le voci riguardo a questo fantasma? – Chiese Hera cambaiando discorso, si era sistemato i capelli color marrone chiaro per evitare che gli cadessero davanti agli occhi e anche per nascondere il crescente imbarazzo.
 
- Sembra che sia una donna, non più grande di noi dai capelli neri e dalla pelle pallida, si aggira per questi boschi appare per un secondo e poi scompare misteriosamente, ma tutti hanno affermato che sul suo volto c’era sempre un’espressione terrorizzata. – Risposi mentre ricontrollavo il quaderno con gli appunti che avevo preso mentre intervistavo le persone.
 
- Da quando in qua i fantasmi hanno  paura? Credi che sia realmente un fantasma? – Sul suo volto era appena parso uno sguardo cupo e allo stesso tempo preoccupato.
 
- Non lo so, è questo che voglio scoprire, molti dei miei intervistati hanno aggiunto che era ferita e che sembrava essere molto debilitata dalle ferite... voglio vederci meglio in questa situazione, da quando in qua i fantasmi perdono sangue? - La mia era una domanda retorica, era una cosa impossibile, ma tutte le persone avevano sostenuto di aver visto sangue sul luogo, dove era apparsa la ragazza fantasma insieme a degli strani rumori come se ci fosse qualcuno che la braccasse.
 
- E le famiglie di vampiri che abitano qua? Hai fatto qualche domanda pure a loro? – Hera aveva appena spostato un cespuglio per vedere cosa c’era dietro, e nello stesso tempo l’odero di sangue aumentò.
 
- No, non sono riuscito a rintracciare nessuno, tengono alla riservatezza qua. – Risposi mentre mi giravo in torno, era come se una strana presenza ci stesse osservando da qualche parte nella radurna.
 
- Qui c’è troppo sangue, sembra che ci sia stato un combattimento e dalle orme non sono stati due animali. –
 
- Guarda una è più piccola dell’altra e sembra essere scalza, mentre questi sono stivali pesanti adatti a questi terreni. – Dissi mentre mi chinavo a osservare le orme .
 
- Sembra inoltre che quello dalle orme piccole sia anche riuscito a scappare, però ha perso molto sangue. – Con i suoi occhi verdi Hera stava guardando verso un punto specifico della foresta come per cercare di individuare altre tracce.
 
- Forse ho capito perché tengono alla riservatezza questi nobiliari. – Dissi di punto in bianco mentre riprendevamno a camminare.
 
- Che cosa pensi che facciano qua? – Hera si era girato verso di me e nei suoi occhi leggevo una lieve preocupazione mista a curiosità.
 
- O questa è una riserva di caccia dove periodicamente rilasciano degli umani e giocano al cacciatore e alla preda o qui conducono vari esperimenti sulle capacità di noi vampiri e creano nuove armi in base ai dati raccolti qua. – Dentro di me sentivo che ci stavamo andando a cacciare in guai molto seri.
 
- Quindi potrebbero essere coinvolti o i vampiri nobiliari o l’associazione?  Non ci sono degli accordi tra le due parti? – Anche Hera sembrava del mio stesso parere.
 
- Credo che siano coinvolte entrambe, in questo modo nessuna delle due parti potrebbe rimetterci, è come l’hai appena definito tu, un accordo. – Risposi mentre scavalcavo un tronco che ingombrvava la strada.
 
- Sì, ci stiamo cacciando in guai molto grossi, e se venissimo scoperti? Cosa ci faranno? – Ora la preocupazione era aumentata nel suo tono.
 
- Sta tranquillo ci sarò io a difenderti. - Dissi mentre gli posavo una mano sulla spalla, anche se questa volta sapevo che dovevamo stare molto attenti, un palso falso ed io ed Hera ci avremmo rimesso la pelle, quella non era una delle nostre solite avventure.
 
Continuammo a camminare finchè non arrivammo alle sponde del lago e a quel punto decidemmo di fermarci, era pomeriggio inoltrato e a noi serviva una pausa.
 
- Di un po’, senti ancora quella presenza vicino a noi? Forse potrebbe essere quella ragazza. – Hera era sdraiato sul prato vicino a me e continuava a guardare il cielo.
 
- Può essere, dopo di tutto quello che abbiamo visto nel bosco, non mi stupirebbe che quella poveretta ci stia osservando. – Dissi guardando gli oggetti che avevamo trovato, uno scialle color azzurro tenue, una borsa grande contenente vari oggetti femminili e un ciondolo con su scritto Hemiko.
 
- Spero di trovarla, da come scrive in questo diario, sembra una ragazza dolce e gentile. – Aggiunse il castano mentre leggeva il diario che avevamo trovato dentro la borsa.
 
Poi un rumore ci ridesto, ci alzammo di scatto e ci girammo dietro di noi e in quel momento vidimo con i nosti occhi la ragazza della nostra conversazione.
Era magra, sambrava che non bevesse sangue da tanto tempo e i suoi occhi erano segnati da profonde occhiaie ed erano pieni di paura.
Era scalza, le sue gambe erano piene di ferite e di lividi e il suo abito era strappato in più punti.
Tremava con una preda messa con le spalle al muro e si stringeva le braccia al petto come se avesse paura di essere ferita o attaccata.
 
Quella ragazza aveva passato l’inferno ma era ancora viva, doveva possedere una grandissma forza di volontà.
 
Hera si mosse verso di lei, ma questo la spaventò, indietreggiò di un passo e poi si arrestò.
- Ei tranquilla non vogliamo farti del male. – Dissi avanzando verso di lei ma il movimento fu troppo brusco e lei indietreggio ancora.
 
- Baka non devi fare così la spaventerai! – Hera mi aveva appena dato un pizzocotto alla guancia e poi si era messo davanti a me.
 
- Sei Emiko giusto? Tranquilla io e Kaiba non vogliamo farti del male, siamo venuti qua per aiutarti. – Disse lui sorridendo, il suo sorriso aveva il potere di far avvicinare tutti in qualsiasi situazione ci trovassimo.
 
- Io sono Hera, tranquilla Emiko nessuno ti farà più del male ora. – Continuò a parlare mentre provava ad avvicinarsi a lei. – Sai devi scusare Kaiba, è un po’ brusco ma in fondo è un gentiluomo, voleva solo sapere come stavi. - Le sue parole l’aveva quasi fatta calmare, anche se ogni tanto continuava a tremare.
 
Il suo sguardo sembrava essersi rasserenato, ma allo stesso tempo la puara non l’aveva lasciata del tutto.
Improvvisamente i suoi occhi si fecero più cupi, il suo viso divenne ancora più bianco e le sue palpebre iniziarono a chiudersi.
 
Stava per svenire ma per fortuna Hera riuscì a prenderla in tempo, prima che cadesse a terra.
 
- Dannazione è ferita e si sta mettendo a piovere! Dobbiamo trovare subito un riparo! – Disse mentre la guardava.
 
- Mentre venivamo sulla strada ho visto una shale di montagna, andiamo là non è molto distante. – Risposi mentre la prendevo in braccio, prima, però Hera l’aveva coperta con il suo giubotto per coprirla dalla pioggia.
Iniziammo a correre e dopo un po’ bagnati fradici arrivammo davanti allo shale che avevo visto.
 
- È chisuo adesso che facciamo? – Hera aveva cercoto di aprire la porta forzandola ma non ci era riuscito.
 
- Tienila, adesso la sfondo con un calcio. – Dissi mentre consegnavo la mora ad Hera, mi posizionai davanti alla porta e sfoderando uno dei miei calci migliori colpii la porta. 
 
Per fortuna si aprì subito e così entrammo, mentre Hera adagiava Emiko sul letto che c’era nella stanza io, richiudevo la porta e la barricavo con la poltrona.  Dentro di me sapevo che era meglio usare i miei poteri per protegerci, così senza pensarci ancora evocai tre ombre e le mandai a sorvegliare il perimetro.
 
- Serve al più presto un kit medico, puoi vedere, dove si trova? – Hera si era girato verso di me, aveva tolto la giacca bagnata ad Hemiko e ora era seduto accanto a lei.
 
Iniziai a cercare in ogni singolo posto mentre il mio amico iniziava a pulire le ferite di Emiko con un’assciugamono e con dell’acqua calda.
 
Alla fine riuscì a trovare il kit medico sotto il mobile del bagno e corsi verso Hera: - Come sta? – Chiesi mentre mi sedevo dall’altra parte dle letto e gli porgevo il kit medico.
 
- È viva, ma credo che abbia bisogno di molto riposo e di sangue, tanto sangue, appena si riprenderà dovremmo portarla via di qui. – Disse Hera mentre le toglieva il vestito, Emiko non portava niete sotto ma il suo corpo mostrava i segni di quell’inferno.
 
- E se ci fossero altri come lei in queste condizioni? – Chiesi mentre la sorreggevo per aiutare Hera a bendarla.
 
Solo alcune di quelle ferite erano profonde, le altre inveceera superficiali.
I lividi avevano varie sfumature dal violaceo al giallognolo, era come se qualcuno si fosse divertito a torurare quella povera ragazza.
 
- Non lo sapremo finchè non si riprenderà, ma ho come il presentimente che lei sia l’unica a essere sopravvisuta, non mi riesco a spiegare il perché ma ho questa strana sensazione. - Quando Hera avvea una delle sue sensazioni, spesso si avveravano, era molto difficile che sbagliasse.
 
- Dovremo trovarle dei vestiti puliti, non può restare nuda. – Dissi poi alzandomi per cercare qualcosa, rovistai in uno dei tanti armadi e dopo un po’ trovai delle camice.
 
- Almeno sono pesanti, cambiamoci anche noi siamo sporchi di sangue non vorrei farle venire un colpo . – Dissi porgendogli due camici, poi aggiunsi: - Pensaci tu a lei, io accendo il fuoco e cerco qualcosa di caldo da bere per scaldarci, poi sposteremo il suo letto vicino al camino così potrà riscaldarsi più velocemente. –
 
Hera mi fece un cenno del capo così mi allontanai verso il camino, per forntuna dentro la casa trovai della legna, riuscii subito ad accendere il fuoco, mi alzai per andare a cercare qualcosa su cui mettere l’acqua.
 
-Secondo te a chi appartiene questo posto? – Hera era ancora seduto accanto ad Emiko, stava finendo di chiuderle la camicia.
 
- A qualcuno che è malato di the inglesi… - Risposi mentre una valanga di bustine mi cadeva sopra di me.
Hera rise, cercava di trattenersi ma non ci riusciva.
 
- Sei sempre il solito, in una situazione critica riesci a sdrammatizzare tutto. – Disse mentre si asciugava le lacrime agli occhi, risi a mia volta mentre prendevo alcuni infusi ai frutti rossi, poi presi la teiera e la disposi sul fuoco, dopo averla riempita di acqua.
 
- Sai, è una bella ragazza. – Dissi per sdrammatizzare il silenzio che si era venuto a creare, guardavo il fuoco e dentro la mia testa non riusciuvo a mantenere un pensiero fisso.
 
- Si hai ragione, mi spiace che il suo corpo sia ridotto così male, alcune ferite mi sembrano strane, come se siano delle suture. – Hera si era seduto accanto a me si era stretto nelle braccia per cercare di placcare i brividi del suo corpo.
 
Aveva paura.
 
- Riusciremo a risolvere questa faccenda sta tranquillo. – Risposi mentre gli passavo un braccio sulle spalle, non riuscivo a vederlo così cupo e triste, poi aggiunsi: - Pensa al lato positivo, ora abbiamo conosciuto una nuova amica, potrà stare con noi e riniziare tutto da zero. –
 
- Non ha una famiglia? – Hera mi guardava sbaloridito ma i suoi occhi erano pieni di felicità per quello che avevo detto.
- Non credo che lei ci voglia tornare, dal suo diario sembra che l’abbiano mandata via. – Risposi girandomi per controllare se Emiko si fosse svegliata.
 
E in quel momento due occhi blu si posarono su di noi.
Hemiko si era appena svegliata.
 
 Hera si alzò subito per andare a vedere come stava, subito lo segui  ma questo nostro gesto la fece spaventare.
 
Emiko  teneva stretto a se le lenzuola del letto e tremamava come una foglia, non riuscivo a vederla in quello stato.
 
- Ei tranquilla, non ti vogliamo fare del male. – Disse il mio amico mentre con calma si avvicinava verso di lei, anche se Hemiko continuava a tremare e il suo sguardo cadeva su ogni finestra o sulla porta, sembrava che temesse l’arrivo di qualcuno.
 
- Nessuno ti può fare del male, sei al sicuro con noi. – Hera si era seduto accanto a lei facendola indietreggiare e scontrare  contro la parete di legno, nel movimento la camicia le era scivolata dalle spalle scoprendole tutto il decoltè.
 
Emiko si alzò dal letto pronta per scappare ma per forutna risuscì a prenderla prima che potesse andare verso la porta.
 
- Senti calmati! Non siamo qui per farti del male ma per salvarti dai tuoi aguzzini! – L’avevo leggermente scossa mentre parlavo e la camicia si era abbassata ancora di più mentre lei cominciava a tremare e il suo sgaurdo tornavaa a essere pieno di terrore.
 
In quel momento sentii un colpo alla testa e lascia la presa sulla ragazza.
- Il solito baka! – Hera mi guardava male, forse avevo di nuovo esagerato.
Emiko era caduta a terra e si era rannicchiata su se stessa cercando di coprire ogni parte del suo corpo, tremamava era come se trattenesse le lacrime.
 
- Ei tranquilla, te l’ho già detto prima Kaiba è un po’ brusco ma fa così solo perché non sa come reagire, è un gentiluomo.  – Hera si era inginocchiato davanti al lei cercando di allungare una mano verso il suo viso.
 
MI abbassai pure io alla sua altezza e aggiunsi: - Perdonami, non volevo farti soffrire o farti rivevire qualcosa di spiacievole. -
Avevo il presentimento che le parole servissero a ben poco in quella situazione, dovevavmo dimostrarglielo con i fatti, così cercando di essere più gentile nei movimenti le sistemai la camicia per coprirla, il suo sguardo emanava paura e stupore allo stesso tempo.
 
- Vuoi venire vicino al fuoco? Così ti potrai scaldare, abbiamo preparato un thè ai frutti rossi spero ti piaccia. – Hera le prese una mano per condurla davanti al camino e mettendosi vicino a lei la aiutava a camminare.
 
Si sedettore davanti al fuoco mentre io prendevo delle tazze e versavo il thè.
Hemiko si era portata le gambe al petto e scrutava il fuoco, il suo sguardo era strano, come se cercasse di trovare qualcosa da dire ma non ci riuscisse.
 
- Tieni così non sentirai freddo. – Il mio amico le aveva appena messo una coperta sulle spalle poi le porsi la tazza con il thè:- Attenta che scotta. - Lei non sembrava farci caso e iniziò a bere mandando giù più sorsate.
 
- Va meglio? – Chiesi mentre mi sedevo accanto al camino.
 
Emiko annui poi provò ad aggiungere qualcosa  ma non ci riusciva, si teneva stretta la gola come se le facesse male.
 
- Posso vedere? – Hera le chiedeva sempre il permesso, il mio amico era furbo, sapeva che comportandosi così non l’avrebbe fatta preoccupare.
 
- Ti hanno trasformato? – Chiese poi il castano osservando meglio il morso sul collo dellla ragazza.
 
Scosse la testa, le nostre supposizioni erano confermate Emiko era una vampira. Guardando meglio il suo collo era martoriato, notai che vi erano altri morsi meno recenti ma erano tanti, stavano guarendo con fatica.
 
- Vuoi bere del sangue ? – Chiesi continuando a osserevare il morso, era fresco e profondo.
 
Lei si stupì della richiesta, i suoi occhi si spalancarono e s’iniziarono a riempire di lacrime.
- Er…a… da tan.to…te…mpo che… - Stava provando a parlare ma la sua voce era rovinata, colui che l’aveva morsa la voleva zittire.
 
- Non ti sforzare Emiko, hai bisogno di riprendere le forze. – Disse Hera mentre le sistemava i capelli e le sorrideva, i suoi sorrisi avevano la capacità di cancellare l’oscurtià che attenagliava una persona.
 
- Gra…zie…gr... a.zie… io n..on s..o… - Si sforzava di articolare una frasse ma la voce sembrava farle
veramente male. 
Incominciò a piangere e con le maniche cercva di trattenersi le lacrime, tratteneva anche i singuozzi e il
suo respiro era diventato affannata, sembrava stesse cercando di trattenere le lacrime.
 
- Emiko se vuoi piangere fallo, sfogati. – Disse Hera mentre si avvicinava ancora di più a lei e poi
accadde tutto in un secondo, Hemiko si fiondo tra le braccia di Hera e incominciò a piangere, stringendolo forte.
Era un pianto liberatorio, sembrava che non piangesse da tanto tempo.
 
Hera la strinse a se e poi mi guardo e ci capimmo al volo.

 

Mi ridestai dai miei ricordi a causa delle mie zanne, avevano cominciato a duolermi come se il mio corpo cercasse di riportarmi alla triste e dura realtà.
 
- Emiko da quel giorno non abbiamo mai permesso a nessuno di farti piangere o di farti soffrire di nuovo. – Dissi ad alta voce mentre stringevo la foto che ci ritraeva tutti e tre assieme.
 
- Il destino non ci ha mai voluto grazziare in fin dei conti, il nostro amore che provavamo tutti e tre non era visto di buon occhio da parte della nobilta, solo ora mi accorgo di quanto tu e Hera abbiate sofferto. – Continuai a parlare alla fotografia sperando che loro potessero sentirmi.
 
C’eravamo amati tutti e tre allo stesso modo, non di meno e non di più, e quando Emiko ci aveva detto di essere incinta di me e di Hera mi sembrava di aver toccato il paradiso io e il mio migliore amico eravamo al settimo cielo.  
 
Adeso loro non c’erano più, erano scomparsi per sempre a causa di un male troppo grande.
Il mio cuore era lacerato ma non sapevo da cosa, il mio comportamento nei confronti dei nostri figli, anche se loro non sapevano che ero uno dei loro papà, non aveva scusanti li avevo allontanati da me e li facevo soffriere tuttora, solo per evitare che loro potessero torcergli un solo capello.
 Anche in questo avevo fallito miseramente e il mio cuore continuava a essere lacerato.
 
- Ancora qui a crogiolarti caro? – Disse una voce a me ben nota, la odiavo a quella dannata donna con i capelli color biondi e dagli occhi neri, la odiavo con tutto me stesso.
 
- Sono morti e se non fai come dico moriranno anche loro tre... come li avete chiamati?  – Disse mentre si metteva su di me a cavalcioni.
 
- Sono due maschi e una femmina? Chi sa se sono perversi quanto voi tre, ma ti rendi conto di quello che facevate a letto tu il tuo amichetto Hera e la mia sorellia? – Le suo parole erano sature di perversione e di odio e mi rendevano ancora più difficile trattenermi dall’ucciderla, mentre sul suo volto si era tinto un sorriso sadico.
 
- In fin dei conti Emiko era come noi sorellina vero? Perversa, forse è una caratteristica di famiglia, insieme a quelle di avere figli da padri diversi, chi sa se la sua femmina è veramente figlia loro... - Il suo sguardo si rivolse verso la porta, dove un’altra vampira si godeva la scena.
 
- Shizuka hai ragione, allora Kaiba non dici niente? Shizuka ti prego vieni a giocare con noi! – Iniziò a strusciarsi contro di me ed io chiusi gli occhi, non riuscivo a guardare negli occhi quella spregevole donna è così era lo stesso per Shizuka, il solo pensiero che fossero imparentate con la mia Hemiko mi faceva ribbollire il sague.
 
- Kimiko come si chiamano quei tre… Daisuke, Erena e il terzo? Forse i primi due non sanno della sua esistenza, siete stati bravi a nasconderlo da noi…ma come diavolo si chiama?Ah si! Ren! Ma che razza di nomi avete scelto hanno un significato così melenso… – Anche l’albina si sedette accanto a me, il suo sguardo gelido mi trafisse, ogni sua parola era intrisa di rabbia mischiata ad odio.
 
- Kaiba oggi ci serve il tuo aiuto, dobbiamo adare a svolgere un piccolo lavoretto o se noi i tuoi cari figli saranno in serio pericolo. – Shizuka puntò i suoi occhi color rosato nei miei e il suo sguardo divenne ancora più duro.
- Preparati! – Disse Kimiko mentre abbracciava la sorella maggiore poi, entrambe uscirono e mi lasciarono di nuovo solo con i miei pensieri.
 
- Proteggete i nostri figli. – Dissi ancora rivolto alla fotografia, quelle due potevamo anche uccidermi ma non avrebbero torto un capello ai nostri ragazzi.
 
Una parte del mio mondo era crollato e l’altra stava per cedere, ma non ero pronto ad accettarlo.
 
Avrei lottato per salvarli.
 



Angolo autrice: 

Lo so, non mi facevo viva da un po' eh?
Mi scuso con tutte le persone che hanno seguito la storia, ma nonostante avessi il capitolo della storia pronto - una volta ogni morte di papa - la cover non era pronta!
Il programma mi dava problemi e con i vari impegni universitari non ho proprio avuto tempo per aggiornare tutto quanto!
Ma bando alle ciance, spero che il capitolo vi piaccia, come avevo annunciato prima ( secoli fa) è incentrato su Kaiba!
Spero che vi piaccia, aspetto un vostro commento!
Molto probabilmente pubblicherò la storia anche sul mio account wattpad,  un caso vi lascio il likn da qualche parte!
Come sempre seguitemi su Devianart :happy-ely
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Happy!

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque: un ballo al chiaro di luna, la scelta di una vampira, un lago, una promessa eterna. ***


“In cielo c’è una stella per ognuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri dolori non possano mai offuscarla.”

 Capitolo cinque: un ballo al chiaro di luna, la scelta di una vampira, un lago, una promessa eterna.
 
 
- Te lo chiedo per l’ultima volta, chi è stato a farti questo. – Il professor Yagari aveva assunto, forse, il suo tono più minaccioso pur di cercare di farmi dire la verità, ma io non volevo parlare per nessun motivo.
 
- Ma smettila di essere così impertinente! Non vedi le occhiaie che ha quella povera piccina?! Non avrà chiuso occhio per tutta la notte. – Il preside Cross era intervenuto in mia difesa poggiandomi una mano sulla spalla, intanto tutti i miei amici mi stavano guardando in silenzio, aspettando che io dicessi qualcosa.
 
- Parla. – Yagari l’hunter aveva bellamente ignorato il preside Cross e ora mi guardava fisso negli occhi.
Cercai di evitare il suo sguardo, riusciva a mettermi in soggezione, di tutti gli hunter forse lui era il più pericoloso.
 
- Se le buone maniere non funzionano allora, dovrò usare… - Stava per impugnare il fucile ma fu fermato da Kaname.
 
- Professore credo che non ci sia bisogno di usare metodi così scortesi. – Il tono di Kaname era troppo calmo e in quel momento sentì un brivido di freddo percorrermi la schiena, quel tono mi aveva sempre fatto preoccupare nessuno di noi era in grado di prevedere cosa sarebbe successo o quali piani Kaname avevsse in mente.

- Erena, sai che odio impartire ordine, ma mi costringi a farlo. Ti ordino di dirmi tutta la verità. – Smisi un secondo di respirare, e per un attimo il tempo sembrò congelarsi, sapevo che Kaname avrebbe usato anche altri metodi di persuasione molto più bruschi ma nonostante tutto dovevo resistere, non potevo rischiare di perdere ognuno di loro.
 
Solo in quel momento alzai lo sguardo verso di lui, Kaname aveva assunto una posa rigida e il suo sguardo era freddo. I suoi occhi, color cioccolato caldo, erano come lame che cercavano di trafigerti, l’animo, erano diventati freddi come il più cupo degli inverni.
 
L’unico modo per resistere era andare via da quella sala.
 
- Erena ragiona… insomma non puoì affrontare quei… quei cosi da sola rischi di morire! – Ichijou aveva un tono allarmato e preocupato, in parte riuscivo a capirlo le ombre che il mio patrigno riusciva a creare erano degli esseri orribili che avevano segnato la mia infanzia.
 
Erano dei veri e propri mostri.
 
Distolsi di nuovo lo sguardo mentre mi mordevo le labbra, e poi i miei occhi incontrarono quelli di Zero.
Erano estremamente calmi, quasi come se lui non volesse far intuire le sue emozioni, mi morsi ancora più forte el labbra quando notai la benda che aveva sulle mano sinistra.
 
L’avevano ferito, lui si era ferito per causa mia,  mi morsi di nuovo le labbra e queste iniziarono a sanguinare.
 
- COSA NON RIUSCITE A CAPIRE DELLA FRASE NON POSSO DIRVELO?! - Gridai con tutto il fiato che avevo dentro e mi alzai dalla sedia.
- Vi prego… smettetela di fare domande e di preoccuparmi per me… ci convivo da così tempo che… - Presi un respiro profondo per cercare di calmarmi così adnai verso la porta, mi girai verso tutti loro e dissi: - Mi spiace ma non posso rischiare di perdervi è il mio fardello e non lo farò diventare il vostro. - Uscii dalla stanza e andai verso quella che mi era stata assegnata, una volta arrivata mi buttai sul letto e strinsi forte a me il cuscino, dovevo trattenere le lacrime ma non ci riuscivo più così iniziai a piangere in silienzio come ormai facevo da anni.
 
- Ha appena ignorato un ordine di Kaname? – La voce di Ruka era preoccupata, nessuno all’interno del dormitorio aveva mai disobedito a un ordine di Kaname.
Ruka conosceva Erena, sapeva che non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
 
- Kaname-sama per favore non punir… - Aidou venne interroto dallo stesso Kaname.
 
- Capisco la preocupazione di Erena, ma non può andare aventi così, prima ho visto una tristezza così profonda nei suoi occhi che non mi sembrava quasi lei. - Disse il capo dormitorio mentre si girava verso alla finestra.
 
- Per quanto intendete sospendere le lezioni della Nicht class preside? –
 
- Il tempo necessario per cercare di capire alcune cose, non credo che Erena parlerà così presto, quindi dovremo aggire per prendere tempo. – Rispose mentre si massaggiava le tempie, la situazione lo stressava.
 
- Kaname dovremmo rimandare il banchetto di sta sera, dopo i recenti avvenimenti… - Ichijou aveva appena posato una mano sulla spalla di Kaname per cercare di ridestarlo dai suoi sospetti.
 
- Al contrario, il banchetto si terrà lo stesso, per evitare che la notizia di quest’attacco possa giungere a orecchie inoportune e in qualche modo dobbiamo riuscire a far parlare Erena, credo che sta sera ci potremmo riuscire, Yuki e Kiryu verrete anche voi in veste di guardiani. - Rispose Kaname mentre si dirigeva verso la porta.
 
- Rima, Ruka e Serein aiutate Erena e Yuki a prepararsi, ma non chiedete nulla a Erena, dovrà essere lei a dircelo, stessa cosa vale per tutti voi ragazzi durante la serata, cercate di distrarla e Kiryu ti pregherei, gentilmente, di tenerla d’occhio non perdere ogni suo movimento e stalle vicino ma non minacciarla di morte, come tuo solito. – Kaname aveva assunto un atteggiamento tranquillo, ma dentro di loro ogni elemento del dormitorio luna sapeva che Kuran aveva ideato un piano e che ogni sua decisione era stata presa prorprio perché si realizasse.
 
Dopo qualche ora sentii qualcuno bussare alla porta, alzai la testa dal cuscino e dissi: - Ho già detto che non ne voglio parlare! – Urlai per farmi sentire e dopo poco mi alzai dal letto per andare ad aprire la porta.
 
Sperai di non trovare Zero o Kaname o Yagari davanti a me, non avrei avuto via di scampo.
Aprii piano la porta e con mia grande fortuna notai che erano solo le ragazze insieme a Yuuki, tirai un sospiro di sollievo  per poi aprire la porta.
 
- Che ci fate qua? – Chiesi restando sempre sulla difensiva, dovevo prevedere ogni singola strategia di Kaname.
 
- Siamo solo venute ad aiutarti a preparti per la serata di questa sera, Kaname ha detto che si sarebbe tenuto lo stesso per evitare male lingue sul conto della scuola e devi partecipare anche tu, obbligatoriamente. – Rispose Rima mentre entrava con tutto il necessario per acconciare i capelli.
 
- Inoltre dobbiamo preparare anche Yuuki, coprire il tuo morso e cercare in ogni modo di essere pronte per le sette di sta sera. – Aggiunse Ruka mentre posava vari vestiti sul letto.
 
- Ma il nostro dormitorio non era sotto…dove li avete presi? – Chiesi guardando la quantità incredibile di abiti che sormontavano il mio letto.
 
- Hanabusa e Ichijou hanno fatto le corse per andare a comprare i vestiti per sta sera, ma ho paura che abbiano esagerato per quanto riguarda noi ragazze… per non parlare degli accessori. – Disse Yuuki mentre veniva aiutata da Serein a portare tutto dentro.
 
- Hanno saccheggiato il centro commerciale? – Chiesi mentre la mia stanza veniva sommersa da ogni genere di accessorio femminile.
 
- No, credo due e in solo due ore, dovremmo fargli una statua. – Rispose Serein mentre si sedeva su una sedia vicino alla finestra. Era stata ironica, per la prima volta dopo tanto tempo che la conoscevo Serein, faceva una battuta.
 
Il mondo stava per crollare ne ero certa.
- Ragazze se questa è una strategia di Kaname per farmi… - Porvai a dire qualcosa, ma fui interrotta da Ruka: - Vogliamo solo distrarti Erena, dopo gli ultimi fatti non sei più te stessa e tutti noi rivorremmo la vecchia Erena. – Il suo tono era stranamente calmo e rassicurante anche se aveva una sfumatura amara, aveva ragione io non ero più la stessa.
 
- Ora basta! Dobbiamo prepararci forza! Yuuki prova quest’abito color pesca e vediamo come ti sta! – Disse Rima mentre le porgeva l’abito e subito Yuuki corse in bagno a provarlo, uscii dopo poco con un abito color pesca che le fasciava il decoltè mentre la gonna era morbida e leggermente corta.
 
- Credo che sia più adatto a un ricevimento pomeridiano che a una serata come questa. – Fu il commento di Serein mentre si alzava dalla sedia e osservava attentamente gli abiti.
 
- Concordo pienamente, prova questo color oro! – Rima le porse un nuovo abito e poi si girò verso di me e mi porse un abito rosso: - Tu prova questo! Serein invece tu prova quello lì nero, forza sbrighiamoci! – Il suo tono era simile a quello di un comandante che impartiva ordini e dentro di me tirai un sospiro di sollievo.
Le ragazze erano sempre le stesse.
 
Rima mi aveva dato un abito verde scuro lungo e aderente, la gonna era a sirena mentre il corpetto era ricoperto di varie pietre, lo rendevano molto pesante ma allo stesso tempo luminoso.
Mentre Yuki usciva dal bagno io, andai al suo posto e dopo essermi tolta i vestiti, mi misi subito l’abito, fasciava ogni singolo centrimeto del mio corpo, mentre il morso era lasciato in bella vista.
 
Uscii dal bagno e vidi Serein indossare l’abito nero che le aveva dato prima Rima, le stava perfettamente mettendo in risalto la sua carnaggione chiara e i suoi capelli argentati. Ruka invece si stava destreggiando nel sistemerglieli in un piccolo chignon.
 
- Yuki il color oro ti sta davvero bene! – Dissi mentre vedevo Rima sistemargli il vestito con una cintura nera fine.
 
- In verità è un po’ lungo e Rima sta cercando di sistemarlo con questa cintura per avitare di mettere un tacco troppo alto. – Rispose lei mentre cercava di stare ferma e non muoversi troppo.
 
- Come se fosse facile, Yuuki è troppo magra e tesa, è come se non bastasse questa cintura non va bene… Serein passami l’altra! – Disse Rima mentre slacciava velocemente la cintura per sostituirla con una più spessa che si chiudeva con un aggancio color oro: - Questa sta molto meglio e possiamo anche mettere così l’abito. – Aggiunse mentre sistemava l’abito in modo che sporgesse sopra la cintura.
 
Dopo poco e dopo aver aggiunto una collano color oro sottile e un paio di cerchi con dei piccoli rubini incastonati Rima lascio andare una Yuki perplessa da Ruka per farsi acconciare i capelli.
 
- Tutto questo sfarzo è necessario? – Chiese mentre Ruka inziaziava ad arricciarle i capelli in piccole treccie che si univano al centro e fissandole con delle forcine.
 
- Ordini di Ichijou, sembra che sta sera ci sarà pure il consiglio degli anziani e dobbiamo fare tutti bella figura, inoltre non so quante famiglie nobiliari saranno presenti. – Rispose Serein mentre si sistemava il trucco sugli occhi.
 
- Erena cambia abito, prova quello rosso… - Disse Rima mentre mi aiutava ad abbassare lo zip del vestito verde.
 
- Il rosso non mi dona tanto lo sai, posso provare quello blu? – Chiesi mentre mi avvicinavo al vestito in questione per osservarlo, di sicuro c’era lo zampino di Aidou per quel vestito molto particolare.
 
- Va bene, ma sbirgati che il tempo stringe ed io devo acconciare Ruka! – Rispose lei mentre sistemava i capelli di Ruka in uno chignon morbido con qualche ciocca che copriva le forcine.
 
Guardai l’orologio, erano circa le sei e mezzo del pomeriggio e la festa si sarebbe tenuta a breve dopo il tramonto, così senza perdere altro tempo mi misi l’abito. Era morbido, la gonna ampia e il corpetto presentavano un porfondo spacco in mezzo ai miei senti ed era allacciato al collo coprendo così tutto il morso.
La stoffa era di coloro blu scuro che man mano andava schiarendo creando così un gioco di colori simile a quello del mare.
 
 Una volta sistemanta mi misi allo specchio per truccarmi, cercando di nascondere le occhiaie attraverso il fondotina.
 
Sentii delle dita passarmi sulla schiena lasciata nuda dal vestito per poi iniziare ad acconciarmi i capelli in una treccia morbida. Osservai Ruka ripetere ogni singolo movimento mentre mi truccavo, ogni volta che finiva di intrecciare un punto, inseriva una forcina con dei punti luce per tenerla ferma.

 
Alla fine per le sette eravamo pronte e così dopo aver preso giubbotti e spoprabbiti ci dirigemmo verso le scale per scendere e andare dai ragazzi.
 
- Finalmente siete pronte! – Disse Kain mentre assumeva il solito tono strafottente, ma a nessuno di noi riuscii a sfuggire lo sguardo che mandò a Ruka mentre scendeva gli ultimi gradini.
 
Ruka aveva deciso di indossare un abtio viola chiaro, il corpetto era ricamabto in pizzo con le maniche lunghe, mentre la gonna era morbida e semplice con un fiocco dietro la schiena, Ruka aveva scelto di indossare dei lunghi pendeti di diamanti che creavano un perfetto gioco di luci facendo così risaltare il suo incarnato chiaro.
 
- Suvvia Kain siamo in perfetto orario! – Disse Aidou mentre gli posava un braccio dietro la spalla e cifaceva l’occhiolino.
Tutti gli uomini indossavani diversi tipi di smoking tenuti fermi o da cravatte o da paplion.
Sorrisi tra me e me notando Zero intendo a parlare con Yagari,  era davvero fantastico con quel completo.
 
- Se siamo tutti pronti possiamo andare, la macchina ci aspetta!  - Disse Ichijou mentre affiancava Kaname. 
 
- Aspettate manca una cosa! – Dissi mentre sfogliavo uno dei miei album, dopo di che presi alcuni fogli e li misi nella mia borsetta per poi andare verso la porta, notai Zero osservarmi stranito ed io gli sorrisi.
 
Il viaggio in macchina fu breve, per fortuna il luogo scelto per la festa non era tanto distante dalla scuola.
- Ei tutto bene? – Mi chiese Rima mentre mi sfiorava il braccio.
 
- Sì, sai che odio questi eventi mondani, ogni volta non finisce bene. – Risposi mentre guardavo la serie di scalini che separava noi dall’entrata del salone da ballo.
Dentro di me sentivo che qualcosa non andava, era come se quella serata non fosse destinata ad andare bene.
 
- Tutto bene Erena? – Kaname si era avvicinato a me, surrando quelle parole al mio orecchio. Annui con un cenno della testa e mi apprestai a salire le scale insieme ai miei compagni di classe.
 
Natai che Zero restava indietro quasi non volesse entrare, mi girai verso di lui e andai a prenderlo sotto lo sguardo attendo di Kaname, notai che sorrise tra se e se mentre raggiungeva Ichijou e Yuuki.
 
- Ei qualcosa non va? – Chiesi abbozando un sorriso, forse entrare in quel luogo ricolmo di vampiri e di hunter gli creava un senso di disaggio, Zero era a metà tra nostri due mondi e questo gli creava non pochi problemi, lo riuscivo a leggere nel suo sguardo.
 
- No, andiamo. – Rispose con il suo tono leggermente scontroso per poi pormi il braccio per salire le scale.
Il mio cuore fece un salto per quel semplice gesto, e così leggermente tremante mi appoggiai al suo braccio e insieme sallimo le scale.
 
Una volta arrivati in cima raggiungemmo il nostro gruppo.
 
- Signori e signore mi sembra superflo riperterlo, ma sta sera dovremmo dare atto di quanto la convivenza tra umani e vampiri sia possibile e non solo all’interno della nostra scuola, non voglio mettervi pressione, sono certo che farete del vostro meglio! – Disse il preside cercando di assumere il suo tono più serio, anche se in reatà continuava a versare lacrime di commozione e per questo restava sempre il nostro buffo preside.
 
Guardai la grande sala piena di specchi e lampadari e per poco non rimasi acceccata dalla luce che la stanza emanava.
- Qualcuno mi presti un paio di occhiali da sole. – Dissi a mezza voce mentre mi coprivo gli occhi con una mano.
 
- Si sono dati da fare per sta sera, non ho mai visto così tanti nobiliari. – Aggiunse Ruka mentre iniziava a scedere le scale insieme a Kain.
 
Ruka aveva ragione, era strano tutto quello sfarzo, in genere sia l’associazione sia i vampiri tenevano alla riservatezza.
 
Deglutii mentre scendevo i gradini, tutti gli occhi erano puntati sul nostro gruppo. Notai sguardi di disappunto, come se ci considerassero fenomeni da baraccone, altri invece sembravano indiffereti e altri ancora mostravano solo ammirazione e devozione verso il nostro Kaname.
 
- Rilassati. – Fu il commento di Aidou mentre si affiancava a me e Zero, il mio amico sapeva quanto quelle feste non mi piacessero: - Sembri più tesa di una corda di violino, non succederà niente. – Aggiunse mentre mi porgeva il braccio, guardai Zero e lui acconsetì a lasciarmi ad Aidou si congedo da noi con un cenno del capo per poi andare verso Yagari e il preside Cross, molto porbabilmente dovevano andare a parlare con il capo dell’associazione hunter.
 
Accettai di buon grado il bicchiere di sangue che ichijou mi porse, la mia gola era molto secca.
Mentre i miei amici chiaccheravano allegramente e scherzavano con gli altri nostri coetani vampiri, notai Kaname discutere qualcosa con il consiglio degli anziani. Sicuramente erano venuti a conoscenza dei fatti che erano accaduti a scuola.
 
Era dalla morte di Shizuka Hino che il consiglio teneva quasi sott’occhio la nostra scuola, non ci era stato difficile notare la loro presenza, era senrvante averli sempre nelle vicinanze.
 
Mi girai e posai il bicchiere sul tavolo per poi dileguarmi verso i bagni, avevo bisgono di schiarire le idee, ancora non riuscivo a capire quali fossero i piani di Kaname, perché non aveva insistito per sapere la verità? Che cosa stava architettando? Che lui sospettasse qualcosa o che fosse già a conoscenza della mia situazione familiare? Odiavo non avere le risposte.
 
- Emiko?  - Era la voce di un nobile, alzai lo sguardo per vedere chi era la diretta interessata ma non vidi nessun’altra donna girarsi, mentre quel nobile continuava a ripetere ancora il nome di mia madre.
 
Mi girai di scatto non appena setii la sua mano posarsi  sulla mia spalla, abbozzai un sorriso e dissi: - Mi spiace ma questo non è il mio nome, mi avrete scambiato per un’altra. – Cercai di rimanere calma, non che odiassi il nome di mia madre, ma spesso mi aveva portato solo guai.
 
- Perdonatemi. Se non siete, lei allora siete la figlia, vi ho riconosciuto dal colore degli occhi, una tonalità così rara e difficile da trovare nei giorni nostri. – Rispose l’uomo davanti a me sorridendomi e nello stesso istante maleddii me stessa per esseremi girata, la nostra conversazione aveva attirato sguardi inopportuni e malefici.
 
- Se quella è sua figlia vorrà dire… che famiglia disgraziata… -
- Ho saputo che i genitori sono scormparsi così all’improvviso… e non si è mai scoperto il perché… -
- Sapete era una disgraziata quella donna… Aveva amanti da tutte le parti… -
 
Socchiusi gli occhi per cercare di trattenere la rabbia, nessuna di quelle donne aveva conosciuto realmente mia madre, nessuna sapeva chi fosse realmente.
 
- Vi prego raccontatemi qualcosa di vostra madre… era vero che aveva tanti amanti? – Cappi solo allora di essere finita in un tranello, quelle persone volevano farmi arrabbiare per perdere la calma, ormai ero abbituata ai trucchetti della nobiltà.
 
- Mi spiace, non sono cose che vi riguardano. – Risposi girandomi e assumendo un’espressione neutra anche se dentro di me mi sentivo ribbollire dalla rabbia.
 
- Io penso di si! TUTTI QUANTI VOGLIAMO SAPERE CHE FINE HA FATTO LA POVERA EMIKO! - Disse alzando la voce per attire più vampire attorno a noi.
 
- State solo perdendo tempo. – Dissi con il tono più netro che possedevo, non l’avrebbero avuta vinta.
La sua presa si fece forte attorno al mio polso, non mi voleva lasciare andare.
 
Fu in quel momento che una mano ci separò, un uomo mascherato s’interpose fra noi: - La signorina è stata molto chiara, la state inportunando abbastanza per cosa? Vincere una stupida scomessa con i vostri amici? Lasciatela stare. - E con quelle parole il vampiro di prima se ne andò con lo sgaurdo pietrificato e fisso sull’altro che mi dava le spalle.
 
- Grazie per aver preso le miei difese… - Risposi con un filo di voce mentre si girava verso di me, e nel momento che i nostri sguardi si incrociarono  uno strano brivido mi percorse la schiena, possibile che fosse lui?
 
- Dovere signorna… - Rispose esibendosi in un perfetto baciamano che fece scatenare le risatine di alcune ragazzine presenti nella sala, d’istinto le mie guance si colorarono di rosso ed io abassai lo sgaurdo sulpavimento.
 
- Scusatemi ma ora devo tornare… - Cercai vanamento il mio gruppo ma non lì trovai, non trovai nemmeno Zero tra la folla e in quel momento sentii il cuore saltarmi nella gola, era una trappola.
 
- Non volete concedermi neanche un ballo? – Si era avvicinato al mio orecchio per far sì che solo io sentissi le sue parole, e per l’ennessima volta il mio cuore fece un balzo in avanti come se volesse uscire dal mio petto.
 
Non avevo altra scelta se non quella di eseguire i suoi ordini.
Annui con la testa mentre i musicisti iniziavano a intonare le prime note e la cantante le prime parole.
 
L'amour est un oiseau rebelle
Que nul ne peut apprivoiser,
Et c'est bien en vain qu'on l'appelle,
S'il lui convient de refuser.
Rien n'y fait, menace ou prière;
L'un parle bien, l'autre se tait,
Et c'est l'autre que je préfère;
Il n'a rien dit mais il me plaît.

Sentii una delle sue mani poggiarsi sul mio fiaco mentre l’altra prendeva delicatamente la mia, quasi come se stessimo recitando una tragedia in cui i due protagonisti non si devono far scoprire.
Il mio cuore batteva forte e la mia mente era in totale confusione, non sapevo cosa fare se non seguire i suoi passi e sperare di correre via il più lontano possibile da lui. Perché mi doveva perseguitare?
Refrain: L'amour est un oiseau rebelle
- Cosa succede cara? Sento il vostro cuore battere così forte… - Aveva lasciato volutamente la frase in sospeso mentre mi avvicinava di più a lui, quasi facendo aderire i nostri corpi.
- Tu non dovresti essere qui! – Risposi a denti stretti, continuando a evitare i suoi occhi e cercando una via di fuga.
- Sei sicura? - Rise per poi stringermi ancora più forte a se: - Sei bella quanto tua madre, sei veramente bella sta sera Erena. – Aggiunse poco dopo, quasi come un sussuro che non doveva essere sentito da nessun altro.
- Questi complimenti non sono altro che veleno per le miei orecchie. – Risposi guardandolo fissa negli occhi, lo odiavo, riuscivo solo a odiarlo per quello che mi aveva fatto.
L'amour est l'enfant de Bohême,
Il n'a jamais, jamais connu de loi;
Si tu ne m'aimes pas, je t'aime;
Si je t'aime, prends garde à toi! (Prends garde à toi!)
Si tu ne m'aimes pas,
Si tu ne m'aimes pas, je t'aime; (Prends garde à toi!)
Mais si je t'aime, si je t'aime;
Prends garde à toi! 

La musica continuava con il suo motivo, camiando tonalità fino e dettendo i movimenti del ballo.
Notai che pian piano ci eravamo avvicinati alla finestra e in quel momento cercai di cogliere al volo la mia unica via di fuga, mi liberai dalla sua presa e corsi verso la fine del terrazzo, anche se la musica continuava a sentirsi perfettamente.
Mi guardai attorno ma due braccia mi cisero i fianchi, così forte che per poco non gridai dallo spavanto.
- Sei sempre stata così… così movimentata, mai una volta ferma. – Disse Kaiba mentre mi poggiava le sue labbra sul mio collo. Inizia a tremare, ero alla sua completa mercede, ero impotente di fronte a lui.
- Shhh… non ti farò nulla mia cara… voglio solo darti un avvertimento... – Quelle parole fecero trabboccare il vaso, sapevo cosa stava per fare e così gli diedi una testa per liberarmi, dopo di ciò scesi le scale il più velocemente possibile e iniziai a correre ma ben presto mi dovetti fermare, davanti a me c’era solo acqua.
Refrain: Si tu ne m'aimes pas, etc.
- Sei scortese! – Kaiba mi aveva appena raggiunto ed io indietreggia, non indossava più la mascare e la flebbile luce delle candele illuminava il suo viso e la sua cicatrice.
Respinsi dentro di me la voglia di urlare e mi costrinsi a guardarlo negli occhi, non potevo mostrarmi debole davanti a lui.
Varie ombre dagli occhi bianchi e dai denti aguzzi mi circondarono, non avevo nessuna via di fuga.
L'oiseau que tu croyais surprendre
Battit de l'aile et s'envola.
L'amour est loin, tu peux l'attendre;
Tu ne l'attends plus, il est là.
Tout autour de toi, vite, vite,
Il vient, s'en va, puis il revient.
Tu crois le tenir, il t'évite,
Tu crois l'éviter, il te tient!

- Perchè fai tutto questo? – Chiesi mentre lo vedevo avvicinarsi verso di me, mentre le ombre mi avevano preso e mi tenevano ferma.
- Non l’hai ancora capito? – Sul suo volto si era dipinta una strana espressione, come se stesse per rivelarmi il più grande dei segreiti.
- Lascia stare i miei amici ti prego… Loro non sanno niente… - Dissi mentre lui si avvicinava a me, non m’importava della mia sorte, io volevo solo protegerli.  
- Ti sei trovata dei bravi amici, hanno destato una certa curiosità da parte mia, cosa vi lega così tanto se non sanno niente di te, saranno così ingenui da cadere nella mia trappola? – Chiese mentre mi accarezzava il mio viso e per un secondo, una strana luce attraverso i suoi occhi.
Spalancai gli occhi per quell’affermazione, non doveva andare a finire così.
Poi uno sparo ci fece voltare entrambi.
Refrain: Tout autour de toi, vite, vite
- Lasci stare Erena. – Era la voce di Aidou, e dietro di lui si trovavvano Shiki e Kain.
- Il prossimo colpo non sarà un semplice avvertimento. – Era la voce di Zero.
Mi girai per gridargli di scappare, perché le ombre ci avevano circondato e ci avrebbero uccisi tutti quanti, ma Kaiba mi mise una mano sulla bocca.
- E voi pensate veramente di poterla salvare? Ma fatemi il piacere, un gruppo di  hunter e di vampiri vuole sfidarmi? - E mentre parlava le ombre, iniziarno a restringere il cerchio che avevano formato senza farsi vedere.
Vidi Kaname portarsi davanti al gruppo accanto a Zero, stava per usare i suoi poteri, quello era il segnale per scatenare le ombre. Morsi la mano di Kaiba e con tutto il fiato che possedevo gridai: -  LE OMBRE VI STANNO CIRCONDANDO E’ UNA TRAPPOLA! –
Kain e Aidou crearono una barriera di ghiaccio e di fuoco intorno a loro mentre Shiki e Ichijou si erano messi davanti a Yuuki e al direttore.  Yagari era affiancato da Serein e teneva la mira su quelle che erano sfuggite al ghiaccio e al fuoco, mentre Rima usava piccole scariche elettriche per allontanrli e Ruka, le copriva le spalle.
- Lo ammetto sono forti, ma sei stata una bambina cattiva lo sai… - Kaiba si era avvicinato al mio orecchio e aveva poggiato il suo viso sulla mia spalla.
- Arrenditi. – Disse Kaname mentre faceva esplodere una pietra vicino a noi, come nuovo segno di avvertimento.
 
- Mi sa che sarò costretto a ritirarmi ma prima… non dimeticherai mai questa punizione.  – E in quel momento mi morse sul collo con tutta la rabbia che possedeva.
 
Gridai per il dolore mentre le ombre attaccavano i miei amici, sentivo le forze venirmi meno e il dolore aumentare per ogni singola goccia di sangue che mi era succhiata via.
 
- Li ammazzeremo è una promessa… - Disse mentre mi prendeva il viso tra le sue mani e mi costringeva a guardarlo dritto negli occhi.
 
- Ed io ammazzerò prima te… - Gridai di nuovo, quel bastardo mi aveva di nuovo morso ed io mi sentivo impotente e svuotata di tutte le mie energie.
 
Chiusi gli occhi mentre cadevo a terra, le ultime immagini che ricordo erano i volti terrorizati delle ragazze, Yuuki che chiamama il mio nome e i ragazzi venire verso di me, mentre tutte le altre ombre sparivano da quel luogo.
L'amour est l'enfant de Bohême,
Il n'a jamais, jamais connu de loi;
Si tu ne m'aimes pas, je t'aime;
Si je t'aime, prends garde à toi! (Prends garde à toi!)
Si tu ne m'aimes pas, je t'aime (Prends garde à toi!)
Mais si je t'aime, si je t'aime
Prends garde à toi!
 
- Erena! Svegliati, ti prego!  - Era la voce di Aidou, non riuscivo a capire, dove mi trovavo, ricordavo solo la musica della Carmen che stava finendo e una fitta tremenda al collo.
 
- Sta aprendo gli occhi! – Sbattei le palpebre, un paio di volte prime di riuscire a mettere a fuoco il vestito rosso di Rima e il suo volto, ma ancora quella strana sensazione non mi lasciava.
 
- Fatela respirare, mentre qualcuno prepari del sangue ne ha perso parecchio. – La voce del preside non fece altro che stordirmi ancora di più, sapevo che voleva fare qualcosa di buono, ma in quel momento ogni singolo gesto o parola dei miei amici mi causava solo confusione.
 
- Ragazzi… - Provai ad articolare le parole ma la gola mi duoleva e non riuscivo a farmi ascoltare dagli altri, eravamo finiti in mezzo ad una strana discussione di cui non riuscivo a capire l’inizio e la fine.
 
Provai a chiamarli più e più volte ma senza successo, così piano provai ad alzarmi e mi schiari la voce.
L’unico ad accorgersi dei miei movimenti era stato Zero: - BASTA SMETTETELA! SI E’ RIPRESA. – Disse mentre si avvicinava verso di me per aiutarmi ad alzarmi.
- Ragazzi io… - Provai di nuovo ad articolare le parole ma non ci riusicvo, la gola mi faceva mallissimo, intanto Zero mi aveva aiutato ad alzarmi e a reggermi in piedi e con enorme dispiacere notai la macchia di sangue sul vestito.
Alzai lo sgaurdo e notai che ognuno dei nostri vestiti era stato rovinato dal combattimento, guardai la camicia di Zero sporca di sangue e in quel momento mi venne un colpo, l’avevano ferito di nuovo a causa mia, tutti avevano rischiato troppo.
 
Inizia a tremare, un nuovo attacco di panico si stava impossessando di me. Ruka venne in mio soccorso abbracciandomi da dietro e sussurandomi di respirare profondamente, eseguii i suoi ordini e per fortuna riuscii a calmarmi.
 
- È stata una lunga notte, per ora andiamo a riposarci, dopo di che Erena ci racconterai tutto. – Disse Kaname mentre si alzava dal divano per poi aiutare Yuuki.
 
- Si nobile Kaname. – Risposi mentre abbassavo lo sgaurdo a terra, avrei dovuto ascoltarlo e dire tutto prima, quanto ero stata stupida.
 
- Non dannarti per quello che è successo, lo so che ci volevi proteggere. – Aggiunse il nostro capo dormitorio mentre mi posava una mano fra i capelli accarezzandoli dolcemente.
 
- Erena apoggiati a me, forza andiamo a farci un bel bagno caldo. – Disse Yuuki mentre mi metteva una mano sui fianchi, sussltuai ricordando come Kaiba mi avesse stretto a lui e  per poco non ricomincia a tremare, odiavo essere in quello stato di insicurezza e di paura, cercai di non darla a vedere e sorrisi a Yuuki.
 
Dopo di che salimmo con le altre ragazze verso il bagno, che a quanto cappi era già stato preparato da qualche domestica, era come se non riuscissi a ritornare nel mondo reale.
 
- Vuoi un aiuto ?- Chiese Ruka mentre chiudeva la porta dietro di se, io annui e dopo di che sentii il gancio del colletto, intriso di sangue, slacciarsi e anche lo zip della gonna, portai le mani sul corpetto per tenere fermo il vestito.
 
- Tranquilla andranno tutti a lavare e faremo qualcosa per far scomparire quella macchia. – Disse Serein mentre mi porgeva un bicchiere ricolmo di sangue.
Lo presi e lo inizia a bere piano mentre osservavo le ragazze preparsi per entrare nell’enorme vasca da bagno.
 
Sospirai tra me e me e  mi iniziai a spogliare, dopo aver posato il bicchiere ormai vuoto, mi osservai allo specchio il sangue copriva gran parte del mio seno, della scapole e del collo sul quale spiccavano tre morsi profondi.
 
Mi portai una mano sul collo esaminando meglio quei morsi e  mentre li sfioravo una sensazione di impotenza cresceva in me, come avevo permesso a lui di farmi una cosa del genere, perché era cambiato tutto all’improvviso?
 
Deglutii mentre Ruka mi afferrava per mano e mi portava vicino alla vasca.
Non doveva andare così.
 
- Ei, vuoi ancora un po’ di sangue? – Chiese Rima mentre mi porgeva una spugna ripiena di bagnoschiuma, scossi la testa, non voleo bere ancora quella roba artificiale.
 
- Se vuoi puoi bere il mio. – aggiunse dopo poco la miai amica da capelli arancioni, abbozzai un sorriso per la sua risposta ma declinai l’offerta: - Shiki si ingelosirebbe. – Risposi semplicemente mentre appoggiava la testa sul bordo della vasca.
 
La situazione era tesa, io mi sentivo in colpa e le miei amiche non sapevano come consolarmi.
- Mi spiace per quello che è successo… - Dissi dop un po’ mentre Ruka cercava di togliere il sangue secco dai miei capelli.
 
- Non è colpa tua Erena. – Disse Yuuki mentre si avvicinava a me.
- Invece sì, avrei dovuto fare qualcosa di più e invece ora ci ritroviamo in questa situazione di merda…- Risposi mentre poggiavavo la testa sulle ginocchia.
 
- Si può sempre rimediare, ricordalo, questo me l’hai insegnato tu. – Disse Serein uscendo dalla vasca e avvolgendosi in una tovaglia ampia, mi rivolse uno sguardo carico di significato.
Aveva ragione, ma l’unico problema era come? Cosa potevo fare?
 
 
- Si chiama Kaiba ed è… il mio patrigno.  – Dentro di me senti di essermi tolta un macigno dal cuore e quella strana sensazione pian piano sparire.
 
 Per fortuna Yuuki ci portato  vari abiti comodi e così dopo esserci sistemate e assciugate i capelli, e non riusciendo nessuna di noi a riposarsi, eravamo andate nella stanza del preside per parlare con il resto del gruppo, durante tutto quel tempo  avevo pensato a come poter spiegare tutta la situazione, non ero certo di niente.
 
- COME?! - Ruka e Aidou erano saltati in piedi per quello che avevo detto e potevo capirlo bene, non si aspettavano una rivelazione così strana.
 
Senti la mano di Kaname posarsi sulla mia spalla, il suo sguardo si era addolcito così come il suo tono di voce: - Raccontaci tutto quanto sin dall’inizio piccola Erena. - L’aveva detto con il tono più gentile e semplice che una morsa si strinse attorno al mio cuore e di istinto mi morsi di nuovo le labbra.
 
- Solo una volta ho detto la verità a qualcuno, quella persona cercò di aiutarmi e il risultato sapete qual è stato? Lui e tutta la sua famiglia sono morti. – Abbassai lo sguardo verso il pavimento e strinsi forte la gonna, era sempre doloroso ripensare al mio passato.
 
- Da quel giorno non ho mai detto più a nessuno il mio fardello,  nessuno doveva morire a causa mia di nuovo e a nessuno doveva essere fatto del male. Ho fatto un patto con lui, avrebbe potuto bere tutto il sangue che voleva ma allo stesso tempo non avrebbe torto un capello a nessuno delle persone a me care. – Mi portai la mano sul collo, anche se Ruka l’aveva bendato, potevo sentire perfettamente i suoi canini sulla mia pelle.
 
- Sei stata una stupida! – Aidou mi aveva preso per le spalle e mi aveva scosso, mi lamentai leggeremete per il dolore e il  mio migliore amico allentò la presa, potevo capire benissimo la sua rabbia gli avevo nascosto un segreto così grande quando lui mi aveva rivelato tutto di se.
 
- Hai tutto il diritto di incazzarti, ma l’ho fatto solo per il vostro bene. – Risposi cercando di sembrare calma, mentre in realtà dentro di me si era scatenato un maremoto.
- Alla luce dei fatti di ieri sera, lui cosa voleva da te? – Chiese il preside guardando la finestra.
 
- Non lo so, non sono mai riuscita a capire la sua mente sin da quando ero bambina...è sempre stato imprevedibile una volta era la persona più dolce del mondo ma dopo alcuni fatti è cambiato. – Risposi io mentre mi alzavo dalla sedia, non riuscivo a stare ferma, dovevo muovermi per rilasciare tutta la tensione che stavo accumulando.
 
- Pensandoci bene, Erena tu non ci hai mai raccontato nulla sulla tua famiglia e sul tuo passato, forse dovresti raccontarci qualcosa. – Disse in quel momento Ichijou mentre si portava una mano sotto il mento assumendo un atteggiamento pensieroso.
 
- Non ho nulla di bello da raccontare,  mio padre è morto durante la guerra contro Rido, si chiamava Hera, non voleva aiutarlo nel suo piano folle e si era rifiutato di coinvolgere la sua famiglia. Kaiba era il suo migliore amico, io e mio fratello siamo cresciuti vedendolo sempre a casa nostra e considerandolo quasi uno di famiglia… e dopo la morte di mio padre si è preso cura di me, di mio fratello e di mia madre. - Presi un respiro profondo e istintivamente chiusi gli occhi per cercare di ricordare gli occhi di mio padre quando ritornava a casa dopo una lunga giornata fuori.
 
- Presto mia madre e Kaiba si misero assieme e per due anni vivemmo tranquilamente come se fossimo una famiglia normale… poi però… mia madre iniziò a essere sempre preoccupata, non sapevo per cosa, ricordo soltatno il giorno in cui Kaiba ritornò con il suo, corpo freddo e immobile, era morta per proteggere noi tre da un qualcosa che l’aveva sempre tormentata e da li iniziò ad andare tutto a rotoli. – Gli occhi blu li avevo eridati da lei così i capelli neri, ricordavo in tutto e per tutto lei.
 
- Il suo nome era Emiko giusto? Era una vampira molto conosciuta all’interno della nobiltà… - Disse Kain mentre cercava il mio sguardo.
 
- Si, apparve così all’improvviso accompganata da mio padre e da Kaiba e da li in poi iniziarono a girare mali voci sul suo conto, infondate e per invidia. – Risposi mentre mi giravo vero la finestra per osserevare l’alba.
 
- Dopo la sua morte mio fratello se ne andò via dicendo che doveva indagare sulla nostra famiglia, non riusciva a capire perché ci fossero così tante stranezze e lacune, diceva sempre che mancava qualcosa per capire il tutto,  e mi lasciò con la promessa di ritornare un giorno a prendermi e Kaiba che prima si comportava come un vero padre cambiò il suo comportamento. Divenne freddo, scontroso e iniziò ad avere una vera e propria ossessione nei miei confronti, non sono mai riuscita a capire questo suo cambio così improvviso… - Dentro di me stavano riaffiorando tutti i ricordi del mio passato.
 
- Io… scusatemi ma non riesco… - Mi passai le mani sugli occhi per cercare di trattenere le lacrime, ricordavo il giorno in cui per la prima volta avevo affrontato le ombre da sola, quasi rischiando di impazzire.
 
- Va bene così Erena, va bene così - Rima mi aveva messo una mano sulla spalla.
 
Feci un respiro profondo e mi girai verso di lei: - Non volevo coinvolgervi… - Dissi in un sussurro mentre iniziavo a piangere. Non se lo meritavano, non dopo tutto l’affetto che avevano dimostrato nei miei confronti.
 
- Coinvolgerci? Erena ancora non l’hai capito? Qui tutti ti vogliamo aiutare, non possiamo vederti in questa situazione.  – Ruka si era alzata e si era messa accanto a Rima, il suo sguardo era stranamente dolce e non arrabbiato come quello di Aidou.
 
- Devi smetterla di fare la leonessa solitaria. – Aidou si era avvicinato a me, scompigliandomi i capelli, il suo tono era ancora leggermente arrabbiato, ma per il resto era quello che aveva sempre conosciuto.
 
- Ragazzi, lo sapete in che guai vi state andando a cacciare? – Ancora non volevo credere a quello che i miei amici mi stavano dicendo.
 
- Tu saresti la prima a fare una cosa del genere per uno di noi, fatti aiutare per una buona volta. – Kain si era portato le mani dietro la testa e aveva socchiuso leggermente gli occhi e anche se il tono che aveva appena usato era del tutto serio.
 
- Conta che ci siamo anch’io e Zero! – Disse Yuki mentre mi abbracciava.
- Ehi perché devi coinvolgere pure me!? – Disse il diretto interessato mentre storceva il naso per affermazione di Yuki.
 
- Perché siamo i guardiani ed è nostro compito garantire la pace! Poi non vorrai mica lasciare Erena da sola ad affrontare una di quelle strane creature! Se solo ci ripenso, mi fanno paura! – Disse Yuki mentre si stringeva ancora di più a me.
 
- Credo che a questo punto dovremmo ideare un piano o qualcosa del genere per salvare la situazione. – Disse Shiki mentre si guardava in torno in cerca di qualcosa.
 
- I mikado li ho nascosti caro mio. – Disse Rima mentre gli dava un leggero colpo sulla nuca.
Risi per quella situazione così strana e buffa allo stesso tempo.
 
- Ei finalmente sorridi!  - Disse Aidou mentre mi abbracciava da dietro le spalle.
 
- Allora è deciso! Aiuteremo Erena e sconfiggeremo Kaiba! – Disse Ichijou mentre affiancava Kaname, pure lui si era messo a ridere.
 
- Ragazzi, non posso chiedervi una cosa del genere… io… -
 
- Ancora non lo vuoi capire? – Zero mi aveva interrotto attirando la mia attenzione su di lui, si era appoggiato al muro e i suoi occhi ametista mi fissava: - Ti aiuteremo, punto. –
 
E a quel punto il mio cuore scoppio di gioia ed io non riuscì a trattenere le lacrime, avevo sempre pensato di dovermela cavare da sola ma solo ora mi accorgevo di avere sbagliato.
Non ero più sola come prima, potevo finalmente contare sull’aiuto di qualcuno e anche se dentro di me rimanevano ancora tante paure, sapevo che potevo finalmente affrontarle con l’aiuto dei miei amici e anche quello di Zero.
 
- Non sono così carini! – Il preside Cross non la smetteva di emanare continuamente cuoricini.
 
- Smettila di essere così sdolcinato e cerca di elaborare una strategia per abbattere il nemico invece! – Disse Yagari mentre guardava fuori dalla finestra in attesa di qualcosa.

 



Angolo autrice:
E siamo giunti a questo fatidico capitolo cinque, che ne pensate? Troppo movimentato? Bisogna snellirlo un po’? Manderà sicuramente Erena in un ricovere per malati mentali dopo quelle che le sto facendo passare?
Tutto questo solo ed esclusivamente nei prossim capitoli YEP!
Ora mi sembra doveroso fare alcuni chiarimenti, la madre di Erena si chiama Emiko, non so per quale strano e assurdo motivo alcune volte appare con l’H di davanti, forse sarà il computer stesso a fare questo cambio.  Da quello che avete capitolo nel capitolo 4 Kaiba non è del tutto cattivo, ma è costretto a impersonare quel ruolo, povera anima ( credo che tutti i miei oc mi vorranno uccidere…)   spero che le illustrazione ( la scritta in arancio sotto il titolo) vi piacciano ci sto mettentdo tutta l’anima per poterle fare bene, anche se lo stile di Matsuri Hino è leggermente difficile da imitare, uso altri stili di disegno per cui riprendere il primo in cui mi sono cimentata è davvero difficile, spero di riuscire nel mio intento!
Come sempre vi invito a seguirmi su devianart, happy-ely, per poter vedere meglio i miei disegni, o sul mio account wattpad: Happy_Ely0304 dove la storia viene pure pubblicata.
Dopo questo lungo mesaggio di servizio ringrazio tutte le persone che hanno/stanno leggendo la storia, mi scuso se troverete errori di battitura sui nomi o di altro genere, ma spesso devo scrivere di sera e non bado tanto a come si muovono le miei dita sulla tastiare, per questo gli aggiornamenti sono così sparodici, promettod di farci più attenzione!
Ci vediamo al prossimo capitolo
Baci
Happy

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