Il nuovo ordine mondiale dei pokémon

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Movimenti segreti ***
Capitolo 2: *** La riunione segreta ***
Capitolo 3: *** Ribellarsi non è sempre una buona idea ***
Capitolo 4: *** Quando tutto ebbe inizio ***
Capitolo 5: *** Un incubo insistente ***
Capitolo 6: *** Un cataclisma inaspettato ***
Capitolo 7: *** Un nemico insospettabile ***
Capitolo 8: *** La rivolta dei capipalestra di Jotho ***
Capitolo 9: *** Ricordi dal passato ***
Capitolo 10: *** L'inizio della resistenza ***
Capitolo 11: *** Combattimenti ***
Capitolo 12: *** La caduta di un impero ***



Capitolo 1
*** Movimenti segreti ***


Città di Biancavilla ore 10:37
Era una bellissima giornata quando Ash aveva fatto ritorno a casa.
Biancavilla non era mai stata così affascinante fino a quel giorno.
Con un giorno di cammino, Ash aveva percorso la parte montuosa della regione, superando impervi sentieri e fortissimi allenatori.
L'unica pecca del suo percorso era di non essere riuscito ad incontrare il misterioso campione della Lega Pokémon.
«Ash! sei tornato!» fece sua madre appena lo vide «Non ti aspettavo così presto!»
«Purtroppo la mia avventura si è interrotta bruscamente» replicò il ragazzo con tono malinconico.
«Che cosa intendi?»
Ma il ragazzo non rispose, limitandosi a gettare per terra il suo zaino.
«Ash, dove stai andando?»
«Vado un attimo sulla riva del mare... Ho bisogno di pensare.»
Delia Ketchum non riusciva a comprendere che cosa turbava così tanto suo figlio.
Era da molti mesi che non l'aveva più visto, e rivederlo così depresso la faceva stare molto male.
«Ash...»
«Cosa c'è, mamma?»
«Sei stato sconfitto dal campione della Lega, non è vero?»
Ma Ash non rispose subito, fissando il mare cristallino della sua città.
«No. Anche perchè non sono riuscito ad incontrarlo...»
«Che intendi dire?»
«Voglio dire...»
Ma Ash non riusciva a trovare le parole adatte.
Sembrava che lo stesse frenando qualcosa.
«Posso solo dirti che il mondo che tutti noi conosciamo, presto starà per finire...»
«Ash, ma cosa...»
«Le persone più potenti di questa regione si stanno preparando ad una guerra che cambierà per sempre il metodo di vivere.»
Delia fissava suo figlio con sguardo allibito e confuso.
«Ash, che cosa hai visto ad Altopiano Blu?»
«Ho visto alcuni pokémon... tra cui quelli più potenti... resi schiavi da esseri umani senza scrupoli.»
«E i famigerati Superquattro? Che ruolo avevano in tutto questo?»
«Loro solo assolutamente d'accordo su questo metodo... Stanno trasformando i loro pokémon in strumenti di guerra che presto o tardi ci distruggeranno.»
«Ash, hai idea di quello che...»
«So quello che sto dicendo, mamma... E se sono tornato fin qui, è perchè devo parlare con il Professor Oak. Immediatamente.»
«Non credo che lo troverai nel suo laboratorio. Se non ricordo male, si è trasferito ad Evopoli per studiare il fenomeno della villa abbandonata che si trova appena fuori città.»
«Accidenti. Questo non ci voleva... Mi dispiace mamma, ma devo partire subito.»
«Ash, aspetta un attimo.»
«Mamma...»
«Devo davvero preoccuparmi?»
Il giovane allenatore fissava sua madre con sguardo serio.
«Malgrado tutto quello che può succedere, sarai la prima a saperlo.»
«A sapere cosa? Ash, mi stai facendo seriamente preoccupare.»
«Te l'ho detto: una guerra mondiale presto distruggerà il mondo che noi tutti conosciamo... Ma posso fermare tutto questo con l'aiuto di alcuni miei coetanei.»
«Chi vorrebbe distruggere il mondo che noi tutti conosciamo?»
«Non lo so ancora... Ma sarà mio dovere scoprirlo... A presto, mamma. Cercherò di tenerti aggiornata per tutto quello che succede.»
«Stai molto attento, figliolo.»
«Tranquilla, mamma. So badare a me stesso.»
«Ash?»
«Cosa c'è, mamma?»
«Brock? Misty? Che fine hanno fatto?»
Nel sentire quei due nomi, Ash si rabbuiò di colpo.
«Sono tornati nelle loro rispettive città a sistemare alcune faccende interne. Mi unirò a loro al momento opportuno... A presto.»
«Ciao... Ash» disse infine la donna tornando alle sue faccende di giardiniera cercando di non pensare a tutto il male che poteva accadere da lì a poco.
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Silph S.p.a. ore 21:04
L'edificio più grande di tutta la regione veniva controllato da persone senza scrupoli che avrebbero usato l'azienda per i loro scopi malvagi.
E tutto per colpa di un uomo spietato tornato al potere per diventare l'individuo più potente del mondo.
«Capo, vuole che le porti qualcosa da mangiare? Ormai sono le 21 passate.»
«Non ho fame, grazie.»
La recluta del nuovo capo della Silph spa lo fissava con sguardo interrogativo e pieno di curiosità.
«Hai qualcos'altro da dirmi, James?»
«No, capo. È solo che...»
«Sai bene che non mi piacciono le persone curiose.»
«Stavo pensando a quel ragazzo che per poco non distruggeva la nostra organizzazione...»
«Dopo che avrò messo in commercio questo nuovo oggetto, la cattura dei pokémon diventerà più facile del previsto.»
«Sta forse parlando della master ball?»
«Sei proprio uno sciocco, James... Anche se la master ball è un oggetto infallibile, non trasforma i pokémon in una macchina da guerra. Ma grazie a questo collare, diventerò l'uomo più ricco e potente di tutto il mondo.»
«Capo?»
«Adesso cosa vuoi tu?» domandò l'uomo fisando la nuova recluta.
«È pronto per l'appuntamento segreto che si terrà questa notte nella Villa Pokémon all'Isola Cannella?»
«Pronto o non pronto, devo partire subito. È molto importante... Si riuniranno le maggiori cariche della regione... Non c'è un minuto da perdere.»
«Le faccio preparare subito l'elicottero.»
«Benissimo... James, non dovrebbe sorgere nessun problema nelle ore della mia assenza. Ma se fosse...»
«Non esiterò a chiamarvi.»
«Perfetto. Ci vediamo domani mattina.»
«Buona serata, Capo» disse infine la giovane recluta distogliendo lo sguardo.
Una volta che James si ritrovò completamente solo nell'ufficio del suo superiore, prese il suo cellulare per fare una chiamata.
«Il Capo è partito. Sarà all'Isola Cannella tra un'ora e venti minuti. Aspetto sviluppi.»
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Monte Luna ore 22:16
«Non ho mai visto così tante pietrelunari cadere prima di questa sera.»
«Hai ragione, Brock. È uno spettacolo magnifico» replicò Misty con sorriso sincero.
«Secondo te è vero quello che si vocifera nei piani alti della Lega Pokémon?»
«Che stiamo incorrendo in una guerra dove trionferanno le persone forti e senza scrupoli? Sinceramente non so cosa pensare... Ma se ciò dovesse davvero accadere, non so cosa sarebbe del nostro futuro.»
«Ancora non riesco a capire il perchè di come Ash abbia abbandonato il torneo proprio alla fine. Che cosa potrebbe averlo spinto?»
Nel sentire quella domanda, Misty ripensò a tutti i momenti trascorsi con lui.
«Misty?»
«Potremmo parlare di qualcos'altro?»
«Scusami. Non credevo che parlare di lui ti avrebbe fatto innervosire in questa maniera.»
«Voglio pensare a tutt'altro... Come per esempio a questa bellissima serata che stiamo trascorrendo qui da soli...»
Brock non aveva mai visto Misty sotto quell’aspetto.
Da quando non era più in viaggio con Ash, si sentiva una persona diversa.
Una persona completamente nuova e tutta da scoprire.
Cogliendo l’occasione della serata romantica, il cuore freddo e duro come la pietra di Brock si sgretolò all’istante.
Dentro di sé scatenò tutto il suo amore per mostrarglielo ad una Misty più sensuale e romantica.
< Finalmente, Brock. Era molto che aspettavo questo momento. >
< Misty, non avrei mai creduto che… >
< Adesso basta parlare. Voglio godermi questa serata pensando solo alle tue carezze > disse infine la giovane allenatrice mentre un gruppo di Clefary passava lì vicino fissandoli con sguardo curioso.
Evopoli ore 23:01
Ash arrivò nella regione di Sinnoh molto prima del previsto.
Non poteva permettersi di perdere ulteriormente tempo.
Doveva parlare della situazione che si sarebbe creata da lì a poco al Professor Oak.
Dopo aver setacciato ogni casetta e ogni edificio della piccola città, Ash non riuscì a trovarlo da nessuna parte.
Nemmeno gli abitanti del posto sapevano nulla del famoso professore di pokémon.
“Questa non ci voleva!”
Ma ad un certo punto, il giovane allenatore si ricordò delle parole della madre che gli avevano rivelato del perché Oak si era trasferito ad Evopoli.
Nel cuore della notte, Ash si diresse verso la villa abbandonata che si trovava all’inizio del bosco di Evopoli.
Mentre si apprestava ad entrare con il cuore in gola, il giovane allenatore sbatté violentemente a terra a causa di un pokémon selvatico che si trovava nelle vicinanze.
< Ash, che cosa ci fai qui? >
< Professore! > esclamò sorpreso il ragazzo < La stavo giusto cercando. >
< Cercando me? Per quale motivo? >
Lo sguardo di Ash si rabbuiò all’istante, fissando intensamente il professore.
< Non ha saputo nulla di quello che… insomma… >
< Ragazzo, spiegati meglio. Così non riesco a capire cosa stai cercando di dirmi. >
Dopo aver fatto un respiro profondo, Ash raccontò tutto quello che lo stava preoccupando.
< Cosa?! Ti sei ritirato dalla Lega del Pokémon?! Ma sei forse impazzito?! >
< Professore, in quell’edificio ho visto cose che non avrei mai creduto di vedere… Allenatori che schiavizzavano i loro pokémon… Duelli truccati e finti… >
Il Professor Oak non riusciva a credere alle parole di Ash.
Sembrava tutto impossibile.
< Da cosa puoi dedurre tutte queste affermazioni? Hai le prove? >
< No. Ho solo la mia testimonianza. >
< Capisco… >
< Professore, vi giuro che quello che vi ho detto, è la pura verità. >
< Sì, ragazzo mio… Anche perché non credo che dopo tutta la fatica che hai fatto per arrivare fin là, tu ti possa ritirare proprio nel momento più bello… >
< Nel vedere quelle cose, credo che ci stiamo preparando da una battaglia senza precedenti… Una guerra, oserei dire. >
< Una guerra? Ordita da chi? >
< Purtroppo non sono riuscito a scoprirlo, professore… >
< Forse è meglio se provo ad andare a vedere di persona. Magari riesco a scoprire qualcos’altro. >
< No, professore. Non glielo consiglio. Potrebbe essere pericoloso. >
< Ash, non credi che io sia abbastanza grande perché mi spaventi qualcosa? >
< Professore, con tutto il rispetto che nutro nei suoi confronti, credo che una persona della sua età non corri rischi così inutili. >
< Ma stiamo parlando del nostro futuro e della specie dei pokémon. >
< Lo so bene, professore. Ma bisogna rimanere nell’ombra per evitare di scatenare un qualcosa di inimmaginabile… >
< Che intendi dire? >
< Forse sono vicino a scoprire chi c’è dietro a tutto questo… Ed è per questo che bisogna stare nell’ombra. Almeno finché non siamo sicure delle nostre azioni. Mi capisce, vero? >
< Va bene. Faremo come hai detto tu… Per qualsiasi cosa, contattami con questo pokénavigatore. Così potrai sempre sapere dove mi trovo. >
< Grazie, professore. >
< Grazie a te, Ash. E stai molto attento a quello che fai. >
< Non si preoccupi. Ci sentiamo presto > disse infine Ash sparendo nel buio della notte in groppa al suo Charizard.

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Capitolo 2
*** La riunione segreta ***


Isola Cannella ore 00:09
Le luci che contornavano le poche case ricostruite dopo la disastrosa eruzione vulcanica, si spensero una dopo l’altra.
Il silenzio regnava sovrano in quell’isola posta all’estremo sud della regione di Kanto.
Se non fosse per l’arrivo di alcune persone completamente incappucciate e scortate da guardie vestite di nero.
Senza fare il minimo rumore, gli individui misteriosi furono fatti accomodare all’ultimo piano della Villa Pokémon, un edificio abbandonato dopo che negli anni passati erano stati fatti esperimenti scientifici illegali.
< Capo, ci siamo tutti > fece una guardia a Giovanni.
< Molto bene. Chiudi immediatamente tutte le vie d’accesso al quarto piano della villa. Mi sono spiegato? >
< Certamente. >
< Se vedi qualcuno aggirarsi per la zona, uccidilo all’istante. >
< Ma capo, credo che sia una decisione alquanto avventata. >
< Non discutere i miei ordini e fai quello che ti ho detto > ringhiò Giovanni con voce acuta e perentoria.
< Sì. Mi scusi > replicò frettolosamente la guardia raggiungendo i suoi compagni al piano terra.
Dopo che si erano radunati tutti dinanzi al tavolo, Giovanni si posizionò a capotavola ordinando a tutti i presenti di levarsi il cappuccio.
< Buonasera, signori e signore. Mi dispiace avervi fatto chiamare con così poco preavviso e per aver usato metodi di sicurezza poco ortodossi, ma era mia premura parlare di voi questa sera stessa. >
Mentre Giovanni faceva il suo discorso di benvenuto, notò che nella sala c’erano due posti vuoti.
< Vedo che tra gli assenti abbiamo il capopalestra di Plumbeopoli Brock e la capopalestra di Celestopoli Misty. >
Irritato per questa mancanza, Giovanni chiamò subito i suoi scagnozzi per farsi dare spiegazioni.
< Mi dispiace capo, ma non li abbiamo trovati né nella loro abitazione e nemmeno nella loro palestra. >
< Hai provato a dire a qualcuno se li aveva visti? >
< Sì. Ma nessuno sa dove posso essere finiti. >
< E di Ash Ketchum? Che cosa mi dici di lui? Non vorrei che fossero ripartiti insieme a lui per scombinarmi i piani ancora una volta. >
< Ne dubito, Capo… L’ultima volta che abbiamo visto Ash Ketchum si trovava ad Altopiano Blu ed era completamente solo. >
< E adesso? Dove si trova? >
< Purtroppo abbiamo perso le sue tracce qualche giorno fa’. >
< Rintracciate immediatamente quel ragazzino! Devo sapere ogni suo singolo movimento. >
< Sì, capo. >
< Mettimi subito in contatto con la Silph spa. >
< Ma capo, la vostra riunione? >
< I presenti possono aspettare! Fai quello che ti ho detto! >
Spaventato dagli urli del suo capo, la recluta compose il numero privato dell’ufficio dell’azienda.
< Ufficio di Giovanni. In questo momento è assente. Ma se volete lasciare un messaggio… >
< James, sono io. >
< Ah, mi scusi capo. Non l’avevo riconosciuta. >
< Devi farmi un favore urgente… Mediante i nostri venditori, voglio sapere se hanno visto i due capipalestra Brock e Misty. >
< Provvedo subito alla vostra richiesta. >
< Richiamami immediatamente se li trovi, d’accordo? >
< Senz’altro. >
Dopo aver riagganciato la chiamata, Giovanni tornò al tavolo della Villa Pokémon.
< Giovanni, va tutto bene? >
< No, LT. Surge… Questa doveva essere una riunione che avrebbe riunito tutti i capipalestra della regione… Non posso sopportare che ci siano assenti. Non dopo quello che credo di fare. >
< Il suo nuovo piano ha riscosso grande successo tra di noi > disse Blaine con voce stridula < Peccato che non tutti l’abbiano accolta. >
< Blaine ha ragione > s’intromise Koga < Se Brock e Misty sono assenti, è perché sono dei vili traditori e appoggiano quel ragazzino che ci ha sconfitti tutti conquistando le medaglie della regione. >
< Ma adesso la musica sta per cambiare > mormorò Sabrina < Ash Ketchum non sarà più un problema per nessuno… Non ora che i miei poteri psichici aumentano sempre di più. >
Mentre i capipalestra della regione di Kanto si scambiavano accenni di concordo, la giovane allenatrice dei pokémon d’erba Erika rimase in silenzio per tutto il tempo.
< Qualcosa non va, Erika? > domandò Giovanni attirando la sua attenzione.
< No, Giovanni. È solo che sono molto stanca. A quest’ora sono già a dormire da un po’ visto che il giorno dopo mi devo svegliare di buon mattino. >
< Vorrà dire che ti sveglierai più tardi, allenatrice di pokémon d’erba… Anche perché i tuoi pokémon di tipo erba/veleno ci servono per fare degli esperimenti. >
< Cosa? >
< Victrebeel e Vileplume sono perfetti per iniziare il nostro esperimento di clonazione. >
< Aspetti un momento! > fece Erika alzando i toni < Noi non avevamo concordato nessun esperimento! Lasci subito andare i miei pokémon. >
< Mi dispiace Erika, ma è troppo tardi. >
I due pokémon di Erika furono rinchiusi in capsule per iniziare il processo di clonazione.
< No! Così farete del male ai miei pokémon! >
< Non ti preoccupare, Erika. Ti prometto che non sentiranno alcun male. >
Il procedimento che avrebbe portato alla vita le due figure identiche, non andò a buon fine.
< Che diavolo è successo? Perché Vileplume e Victrebeel non si sono clonati? >
< Mi dispiace capo, ma la macchina ha avuto qualche problema > gli spiegò un sua scienziato.
< Mi avevate detto che era pronta! Perché questo intoppo?! >
< Non so cosa dirle, capo. Eppure ieri funzionava. >
Cercando di placare la sua rabbia, Giovanni fece liberare i due pokémon di Erika.
< Meno male che non vi è accaduto nulla > mormorò la ragazza tirando un sospiro di sollievo.
< Recluta, fai riportare la macchina alla Silph per applicare modifiche. >
< Sì, Capo. >
Nel mentre lo scienziato addetto alla macchina della clonazione stava cercando di aggiustarlo, Giovanni lo prese in disparte per sbatterlo al muro.
< Sai benissimo che io non sopporto questi intoppi, idiota di uno scienziato. >
< Mi dispiace. Davvero. Non so cosa sia accaduto… >
< Ah no? Molto bene… Io invece so cosa accadrà a te. Nidoking, scelgo te! >
Il pokémon terra/veleno di Giovanni si ergeva in tutta la sua forza.
< Hai definitivamente concluso il tuo compito, sciocco di uno scienziato. >
< NO! >
Il povero essere umano fu completamente spazzato via dalla forza di un perforcorno di Nidoking, sotto gli sguardi attenti dei presenti.
< Erika, vieni un attimo nella stanza accanto con me. Devo parlarti in privato. >
Con il cuore che gli martellava in gola, Erika acconsentì alla richiesta del capo del Team Rocket.
< Siediti. >
Erika non sapeva cosa dire.
Dopo aver assistito alla scena del povero scienziato, anche lei aveva paura di morire.
< Per questa notte ti lascerò in vita, Erika… Ma sappi che i tuoi atteggiamenti non mi soddisfano affatto. >
< Mi scusi, Giovanni… Vedere i miei poveri pokémon rinchiusi in quelle capsule… >
< Era per una buona causa… Una causa che purtroppo non è andata a buon fine. Ma come puoi ben vedere, i tuoi pokémon sono in perfetta salute. >
< Mi dispiace ancora. Non so cosa mi sia preso veramente. >
Nel mentre i due stavano conversando, Giovanni si alzò dalla sua postazione per ritrovarsi di fronte alla giovane allenatrice indifesa.
< Mi raccomando, Erika. Io mi aspetto molto da te. Presto il mio piano di raggruppare tutti i pokémon catturati e selvatici in un nuovo ordine mondiale dove solo le creature vincenti potranno sopravvivere e distruggere tutti i deboli, sarà finalmente realtà. È solo questione di tempo. >
< Certo, Giovanni. Noi non vediamo l’ora. >
< Molto presto parlerò anche con tutti gli altri capipalestra… Chi sarà dalla mia parte, verrà ricompensato a dovere. Mentre quelli contro di me, verranno tolti di mezzo all’istante. Questa è una promessa… Tu da che parte vuoi stare, Erika? >
< Dalla sua, Giovanni. >
< Molto bene. È quello che volevo sentire dire… Adesso tu e tutti gli altri capipalestra potete tornare nelle rispettive città. La riunione è conclusa. >
Da qualche parte nei cieli di Hoenn ore 02:27
Ash stava sorvolando insieme al suo Charizard il grande Porto di Alghepoli.
Era una nottata tranquilla e senza vento.
Mentre era impegnato a guidare il suo pokémon, Ash ripensava a come riuscire a rintracciare la mente di quel folle piano.
“Non permetterò mai che accada l’irreparabile tra le razze di pokémon… Fosse l’ultima cosa che faccio.”
Il giovane allenatore di pokémon era arrabbiato con il mondo.
Doveva salvare ancora una volta tutti i pokémon e tutti gli esseri umani.
Una missione molto più ardua e difficile delle altre.
< Più veloce, Charizard! Dobbiamo raggiungere la città di Plumbeopoli. >
Ma purtroppo il suo viaggio s’interruppe all’istante a causa di uno stormo di Noctowl che volavano nella zona.
Il pokémon di Ash dovette atterrare immediatamente tra Forestopoli e Porto Alghepoli.
“Ci mancavano pure i Noctowl…”
Ma non fu l’unica notizia spiacevoli di quella notte.
Ad attenderlo a terra, un gruppo di poliziotti circondò il giovane allenatore e il suo pokémon.
Charizard stava cominciando a spazientirsi.
Ci volle tutta la calma di Ash per farlo stare tranquillo.
< Charizard, ritorna nella sfera > gli ordinò l’allenatore.
Il gruppo di poliziotti, armati di torce e in compagnia dei Migthyena fissava intensamente il ragazzo.
< Che cosa volete da me? >
< E’ molto raro trovare un giovane allenatore come te sorvolare queste zone a quest’ora della notte… Dov’è che stavi andando? >
< Me ne stavo tornando a casa, agente. Mi chiamo Ash Ketchum e sono originario di Biancavilla. >
< Ash Ketchum? > domandò una guardia sorpresa < Sapevo che la tua faccia non mi era nuova. Ti ho visto in tv! Alla Lega del Pokémon di Kanto.  >
Nel ripensare a quell’avvenimento trasmesso in tv in tutto il mondo, Ash fu colto da un senso di dispiacere.
< Se non ricordo male sei stato sconfitto da un giovane allenatore come te nei quarti di finale. >
< La storia che lei ha visto in tv è molto diversa da quella che posso raccontare io. >
< Che intendi dire? >
< Agenti, credo che abbiate preso il ragazzo sbagliato… >
< Come agenti di polizia della regione di Hoenn siamo tenuti a controllare ogni area del cielo… >
< Per quale motivo? >
< E’ una questione che non ti riguarda, ragazzo. >
< Generale, secondo me questo ragazzo deve sapere > intervenne un poliziotto.
< No, Warren. Le nostre indagini devono rimanere segrete. >
< Ma se davvero lui è tornato… >
< Non aggiungere altro! > gridò il generale.
Con sguardo confuso, Ash assistette a quella scena rimanendo in completo silenzio.
< Stai facendo un lungo viaggio per ritornare a casa… scusami se ti abbiamo interrotto. >
< Non c’è nessun problema, agente. >
Nel guardare gli sguardi di quegli agenti di polizia, Ash capì che avevano bisogno di aiuto.
< Generale? >
< Che cosa c’è? >
< Per qualsiasi aiuto… >
< No, Ash Ketchum. Un civile non può immischiarsi in affari molto più grandi di lui. Mi dispiace. >
< Va bene. Come preferisce lei > disse infine Ash Interrompendo la conversazione e riprendendo il suo viaggio insieme a Charizard.
< Generale, secondo lei abbiamo fatto bene… >
< Teniamo d’occhio quel ragazzo… Più avanti potrebbe tornarci molto utile. >
Monte Luna ore 03:23
Brock e Misty avevano deciso di alloggiare in una casetta circondata tra le grotte del Monte Luna.
Il suono dei Clefary non avrebbe mai disturbato il loro sonno.
Se non fosse…
< Chi è? > domandò il proprietario della pensione dopo che qualcuno continuava a bussare alla sua porta.
Sentendo i rumori soffocati provenire dalla sua camera, Brock si alzò dal suo letto per andare a vedere cosa stava succedendo.
Dalla finestra non riuscì ad intravedere niente.
Era troppo buio là fuori e non c’era niente che si illuminava a parte la luna piena nel cielo.
< Chi siete voi? > domandò terrorizzato il proprietario vedendo entrare due individui alti e poco raccomandati.
< Stiamo cercando due persone che alloggiano qua dentro. >
< Nella mia pensione non ci alloggia nessuno> ribatté il proprietario senza sapere cosa dire.
< Non le conviene dirci le bugie… Potrebbero accaderle delle cose molto dispiacevoli… >
Preso dalla paura e dallo sconforto, il vecchio proprietario della pensione si mise da parte facendo passare i due individui.
Una volta che raggiunsero il piano superiore dove stavano le camere, controllarono tutte le stanze.
Fortunatamente, Brock e Misty riuscirono a scappare prendendo un’uscita secondaria.
< Brock, che cosa succede? Perché stiamo fuggendo come due ladri? >
< Ti spiego tutto più tardi. Adesso corri e non fiatare. >
Ma la loro fuga si era interrotta ancor prima di cominciare.
Fuori dalla pensione ad attenderli, c’era Giovanni insieme ad un gruppo dei suoi scagnozzi.
< Dove stavate andando così di fretta? >
Misty e Brock rimasero terrorizzati nel vedere chi avevano davanti.
< Credevate di farla franca e di non venire ricercati? Mi dispiace tanto, ragazzi miei… ma la vostra fuga finisce qui. >
< Non puoi costringerti a non seguire le tue idee, Giovanni! >
< Tu dici, Brock? Allora non mi conosci a dovere. >
I due ragazzi furono circondati e catturati.
< E’ inutile ribellarsi. Tanto non servirà a niente. >
< Adesso che cosa vuoi farci? > domandò Misty con tono ferreo.
< Per il momento vi rinchiuderò nella mia azienda… poi si vedrà. Il mio piano del nuovo ordine mondiale spazzerà via tutti i ribelli come voi. >
< No! Non ci riuscirai mai! > gridò Brock.
< Questo è tutto da vedere. Portateli via! > ordinò Giovanni prima di rimontare sul suo elicottero personale e tornare alla base.

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Capitolo 3
*** Ribellarsi non è sempre una buona idea ***


Plumbeopoli ore 06:27
I pochi cittadini che abitavano la città del piombo, cominciavano la loro giornata molto presto.
Alcuni di loro erano impegnati a cercare pietre lunari proveniente dal Monte Luna, mentre altri lavoravano nel museo che si trovava a nord della città.
I giovani allenatori che erano impegnati nel loro viaggio di conquista delle otto medaglie della regione furono molto sorpresi nel vedere che la palestra era chiusa.
Brock era rinnomato per essere un uomo preciso e puntuale, cosa che quella mattina fu smentita.
Nel vedere dall’alto quel gruppo di allenatori che voleva combattere con lui per conquistare la medaglia sasso, Ash si preoccupò all’istante.
< Salve, ragazzi > fece Ash scendendo dal suo Charizard.
< Wow! Non ho mai visto un Charizard di persona prima d’ora  >
I presenti dinanzi alla palestra furono alquanto sorpresi di vedere un pokémon di quelle dimensioni.
< Ehi, ragazzo. Potrei farci un giro? >
< Vorrei tanto. Ma non so se il mio Charizard sarà molto d’accordo… E’ un pokémon molto difficile, se capisci cosa intendi. >
< Sì, capisco. Mio fratello ce ne ha uno uguale. >
< Tornando a noi, perché siete tutti qui riuniti dinanzi alla palestra? >
< Vogliamo sfidare il capopalestra Brock. Ma purtroppo la palestra è ancora chiusa. >
< E’ molto strano… Di solito Brock è una persona precisa che non si sottrae ai suoi sfidanti… >
< Lo pensiamo tutti noi. Ma perché allora stamattina ha deciso di rimanere chiuso? >
< Non vorrei che gli fosse successo qualcosa… >
< Sarebbe davvero terribile > replicò uno dei giovani allenatori.
Nel mentre Ash stava riflettendo sul da farsi, decise di andare immediatamente verso Celestopoli.
< Ragazzi, forse è meglio se per oggi ve ne andiate. Non credo che Brock aprirà la palestra. >
< Ma come! Abbiamo fatto un sacco di strada per arrivare qui! >
< Mi dispiace ragazzi, ma lo dico per voi per non farvi perdere inutilmente tempo. >
< Tu sei quel ragazzo che ha sfidato la Lega Pokémon di Kanto in compagnia di Brock e Misty, vero? >
< Sì. Sono io. >
< Ma perché non l’hai detto subito? > domandò entusiasta un giovane ragazzo in compagnia del suo Nidorino.
< Non credevo che fosse importante per voi > replicò Ash smorzando un sorriso.
< Potrei avere un tuo autografo? >
< Ma certamente. >
Ash non si era mai sentito così fiero prima d’ora.
Dopo un lungo periodo trascorso lontano da casa per diventare un famoso allenatore di pokémon, ecco che veniva riconosciuto da dei giovani allenatori in erba.
< Sapete ragazzi? Mi ricordate me qualche anno fa’ quando anch’io ho iniziato la mia avventura. >
< E dicci, com’è stato lasciare la tua famiglia per iniziare questo viaggio pieno d’insidie? >
< All’inizio è stato molto difficile > spiegò Ash < Avevo con me il mio amico Pikachu che ahimè non voleva darmi retta. E poi stavo cominciando a catturare molti pokémon selvatici per allungare la mia squadra… E dopo tanti sacrifici, sono riuscito a vincere contro allenatori più preparati di me e a conquistare tutte le otto medaglie della regione. >
< Wow! Sei stato bravissimo! >
< Ma poi sei riuscito a diventare il campione? >
Nel ripensare alla sua avventura ad Altopiano Blu, Ash divenne scuro in volto.
< Purtroppo no. >
< Oh, che peccato. >
< Ma ci riproverai il prossimo anno, non è vero? >
< Vedrò cosa posso fare. Prima devo risolvere alcune questioni che mi premono molto… Comunque ragazzi vi dico di non mollare e di essere forti malgrado tutte le avversità. >
< Lo faremo senz’altro. Grazie per averci raccontato in breve la tua storia e di averci dato consigli utili per iniziare la nostra avventura. >
< Grazie a voi. Spero di rivederci alla Lega del Pokémon > disse infine Ash dopo aver salutato il gruppo di ragazzi ed essersi diretto verso Celestopoli.
 
 
Celestopoli ore 07:14
Come la palestra di Plumbeopoli, anche la palestra della città di Misty era inspiegabilmente chiusa.
“Non è possibile” pensò Ash “Qui deve essere successo qualcosa.”
La prima cosa che balzò in mente al giovane allenatore era chiamare il Professor Oak.
Ma niente, nemmeno lui non rispondeva.
In quel momento, Ash non sapeva cosa fare.
Andò in giro per tutta la città per domandare se avevano visto la loro capopalestra.
< Tu sei il suo compagno, per caso?> domandò una signora anziana mentre annaffiava le sue piante.
< Veramente no > rispose il ragazzo imbarazzato < Sono solo un amico. >
< Eppure vi ho visti in tv non molto tempo fa’… Ah ecco! Tu sei quel giovane ragazzo che ha provato a sfidare la Lega del Pokémon! >
Ash fu molto sorpreso che era diventata una celebrità.

< Che grande piacere incontrarti! Però non riesco a capire il perché abbiano interrotto il torneo… Tu ne sai qualcosa? >
“Sì, mia cara signora. Ma sarebbe meglio che rimanga all’oscuro di tutto. Almeno per ora…”
< No. Io sono uscito dai quarti di finale e sono tornato subito a casa. Non so niente dell’interruzione del torneo. >
< Capisco… Nessuno degli organizzatori e dei partecipanti ha saputo dire in tv di questa scelta repentina… >
< Forse avranno avuto le loro ragioni. >
< E sarebbe? >
< Purtroppo non lo so, signora. >
< E’ incredibile che interrompano una competizione del genere. Non è mai successo. >
< Chissà cosa gira nella testa delle persone, signora… >
< Lo penso pure io… Ah, scusami se mi sono distratta. Tu volevi sapere se avevo visto Misty, giusto? Mi dispiace ragazzo ma ha chiuso la palestra alcuni giorni fa’ senza che dicesse nulla a nessuno. >
< Che cosa ha fatto? >
< Molti allenatori che si sono recati fin qui sono veramente imbufaliti. >
< Non è che per caso gli è successo qualcosa di grave? >
< Spererei proprio di no, giovane ragazzo… Tu da quanto tempo è che non la vedi? >
< Da quando ho iniziato il torneo > replicò Ash senza specificare il motivo della loro rottura.
< E dopo? Non l’hai più sentita? >
< No, signora. >
< E’ veramente un mistero… Noi della città di Celestopoli vogliamo molto bene a Misty. Pensare che gli sia successo qualcosa di grave ci rattristerebbe tutti. >
< Vedrà che starà bene, signora > rispose Ash cercando di rassicurare la signora.
< Se avrai sue notizie, non esitare a contattarmi va bene? Tanto sai dove abito. >
< Certamente, signora. Lo stesso vale per lei. Questo è il mio numero. >
< Grazie mille, allenatore. >
< Grazie a lei per la sua disponibilità. >
Nel mentre Ash stava per salutare la signora, una giovane ragazza dai capelli blu scuri andò incontro all’allenatore.
< Erika! Che sorpresa! >
< Ciao, Ash. Ho bisogno di dirti una cosa urgente. >
Il giovane allenatore intravedeva negli occhi della ragazza tutta la sua paura e il suo timore.
< Che cosa è successo? >
< Sì tratta di Brock e Misty. Sono stati rapiti. >
< Da chi? >
< Da Giovanni in persona. >
< Cosa? non vorrai mica dirmi… >
< Sì, Ash… Il Capo del Team Rocket è tornato. >
 
 
Lago d’Ira ora 10:22
Era una bellissima giornata di sole nell’estremo nord della regione di Jotho.
I pescatori del posto non si sarebbero mai persi una giornata del genere.
Ma la loro quiete fu disturbata da un elicottero gigantesco che atterrò nelle vicinanze del lago attirando l’attenzione dei pescatori e di persone che erano arrivate fin lì per trascorrere una giornata all’aria aperta.
Dopo che il pilota era atterrato, il primo a scendere fu Giovanni, scortato da alcune reclute e dal suo generale.
< Capo, non so se è stata una buona idea venire qui. >
< Non ti preoccupare, Jessie > replicò uomo con ghigno malevolo < Questo è il posto adatto per la nostra riunione. >
< C’è troppa gente in giro. >
Ma Giovanni non aveva più voglia di ascoltare i lamenti di Jessie.
< Raduna subito tutti i capipalestra della regione. Voglio parlare subito con loro. >
< Sarà fatto, Capo. >
Dopo essersi messa all’opera, Giovanni si affacciò di fronte al lago per contemplare tutto il suo fascino e mistero.
< E’ vero che qui abitava un Gyarados leggendario? >
< Sì, capo. Ma è scomparso non molto tempo fa’. >
< Scomparso. >
< Già… Qualcuno dice che è stato catturato… Mentre qualcuno dice che è stato ucciso. >
< Come si potrebbe uccidere una creatura del genere? >
< Non lo so > rispose la recluta.
< Se quando era successo fossi tornato dal mio isolamento, avrei impedito tutto questo. >
< Capo? >
< Cosa c’è, Jessie? Hai fatto già quello che ti ho chiesto? >
< No, mi dispiace. Purtroppo qui la linea non prende. >
< Com’è possibile? Eppure non siamo in un posto sperduto della regione. >
< Forse è meglio se ci spostiamo… >
Mentre Giovanni stava pensando sul da farsi, con la coda dell’occhio intravide un pokémon gigantesco uscire dall’acqua.
< Avete visto? >
< Cosa, Capo? >
< Era lui… Gyarados… >
< Questo è impossibile, Capo. >
Preso dalla curiosità e voglioso di arrivare fino in fondo a quella storia, Giovanni attraversò il lago in groppa al suo Lapras.
Messosi a distanza di sicurezza, poté intravedere il Gyarados leggendario.
“Per anni questo pokémon si è nascosto nelle profondità del lago… Ma adesso è venuto il momento che tu diventi di mia proprietà.”
Una volta che il misterioso pokémon riuscì dall’acqua, Giovanni poté provare la sua invenzione, una specie di collare in grado di sottomettere qualsiasi tipo di pokémon e di farlo diventare più forte e spietato.
Il Gyarados leggendario non poté nulla contro il suo aggressore, arrendendosi al suo volere e sottomettendosi senza aver combattuto.
< Benissimo! L’ho preso! >
Entusiasta, Giovanni tornò a riva per far vedere ai suoi sottoposti cosa aveva fatto con la sua nuova invenzione.
< Questo rivoluzionerà definitivamente il modo di catturare un pokémon leggendario. >
< E’ stato davvero strabiliante, Capo > fece Jessie entusiasta.
< Non ve l’aspettavate, vero? >
< Sinceramente ci speravo > replicò la recluta.
< Certo, come no… Avendo catturato questo Gyarados leggendario, direi che il nostro programma di giornata cambia radicalmente. >
< E cioè? >
< La riunione con i capipalestra delle città di Jotho può aspettare. Devo tornare immediatamente alla Silph per studiare a fondo la mia preda. >
< Come vuole lei, Capo > replicò Jessie richiamando il pilota dell’elicottero.
< La cosa più sensazionale è che non sono stato visto da nessuno. >
< Sì… infatti… >
Ma purtroppo per Giovanni, non fu come ebbe detto lui.
da dietro i grandi alberi e la moltitudine di cespugli, un uomo anziano e malandato aveva assistito a tutta la scena.
< Il pericolo è iniziato… >
 
 
Azzurropoli ore 11:23
Ash non aveva mai visto Erika in quello stato.
Normalmente la giovane allenatrice di pokémon d’erba era sorridente e cordiale.
Ma dopo aver raccontato ad Ash quello che gli era accaduto la notte precedente alla Villa Pokémon sull’Isola Cannella, l’allenatore comprendeva il suo stato d’animo.
< Dobbiamo salvare immediatamente Brock e Misty. >
< Anch’io vorrei tanto, Ash > ribatté la ragazza con un filo di voce < Ma non è così semplice come sembra. Soprattutto se sono stati portati alla Silph spa, l’azienda di Giovanni. >
< L’azienda di quel farabutto si trova a Zafferanopoli, vero? >
< Esatto. >
< Quindi potremmo passare dalla tua città ed entrare verso Zafferanopoli come se niente fosse. >
< Purtroppo non è così semplice… Non dopo che Giovanni ha ricevuto l’appoggio degli altri capipalestra… Infatti sono sicuro che ha già messo alcune reclute nel perimetro delle città per controllare tutti gli spostamenti di chiunque passi nel suo territorio. >
< Maledetto… >
< Purtroppo ha ricevuto più potere più di quanto potessi mai immaginare… E credo che la situazione peggiorerà ulteriormente se non facciamo subito qualcosa. >
Preso dalla rabbia e dalla foga di soppiantare quel criminale una volta per tutte, Ash disse al suo Charizard di fare il più veloce possibile per raggiungere la città di Erika.
Una volta atterrati in mezzo alla piazza della città, Ash ed Erika notarono qualcosa di molto strano.
Essendo una domenica mattina, era molto strano non vedere nessuno che passeggiava per le vie e per gli edifici della città.
Sembrava un luogo fantasma.
< La cosa non mi piace per niente… > mormorò Ash guardandosi intorno.
< Nemmeno a me… Non capisco cosa stia succedendo… >
< Forse è meglio se ce ne andiamo. >
< Ma Ash, non posso abbandonare la mia città come se nulla fosse… Non dopo che c’è Giovanni in giro… >
Nel mentre Ash ed Erika continuavano a guardarsi intorno, un rumore acuto di camion e di automobili piombò in città andando fino in piazza e circondando i due ragazzi.
< Credevi di farla franca, Erika? >
< Jessie. Che cosa vuoi da noi? >
< La città è sotto il nostro completo potere… E voi due siete in arresto. >
< Non pensare che sarà così facile catturarci > s’intromise Ash < Pidgeot, tocca a te! >
L’enorme pokémon uccello si frappose tra i due allenatori e Jessie.
< Vedo che hai fatto carriera > ribatté Ash < Voglio vedere se sei diventata molto più forte come allenatrice di pokémon o sei la solita smidollata. >
< Ma come osi parlarmi in questo modo?! > gridò inviperita la donna dai capelli fucsia < Adesso ti faccio vedere io! Arbok, scelgo te! >
Il pokémon cobra fece il suo ingresso in campo mentre tutti i componenti del Team Rocket si misero da parte.
< Arbok, attacca il tuo avversario con velenospina. >
< Pidgeot, schivalo con l’attacco volo. >
Il pokémon di Ash era molto più rapido del cobra di Jessie.
< Adesso attaccalo! >
Arbok fu scaraventato a metri di distanza colpendo violentemente il terreno.
< Arbok! Rialzati! >
< Molto bene, Pidgeot. Adesso usa il tuo attacco iper – raggio. >
Il povero pokémon di Jessie fu spazzato via dalla forza di Pidgeot in sole due mosse.
< No! Il mio Arbok! > gridò disperata la donna.
< Bravissimo, Ash. Non avrei saputo fare di meglio > fece Erika ritrovando il sorriso.
Ma nel mentre il giovane allenatore era impegnato a fronteggiare la generale del Team Rocket, Erika non si accorse che fu rapita alle spalle da una recluta.
< Lasciami subito andare! > urlò la ragazza cercando di divincolarsi.
< Ma cosa… >
< Finalmente sei arrivato, James > fece Jessie con tono duro < Ma dove diavolo eri finito? >
< Avevo alcune faccende da sbrigare in azienda. >
< Fa lo stesso… Porta la ragazza nel rifugio della città insieme agli altri due. Dovrà rispondere direttamente al nostro capo di tradimento. >
< Non oserete portarla via! >
< Weezing, tocca a te! >
Il pokémon palla di fumo creò una nuvola oscura e tossica che fermò sia Ash che il suo Pidgeot.
< Moccioso, se rivorrai rivedere la tua amica e i tuoi compagni d’avventure, dovrai piegarti una volta per tutte al volere di Giovanni e del Team Rocket. Altrimenti, li uccideremo senza pietà. >
< Non provate a torcergli un capello, sennò… >
< Ragazzino, non sei nella posizione di minacciarci > s’intromise James.
< James ha ragione. Adesso parleremo con il nostro capo… Hai un giorno di tempo per cambiare idea, capito? Avanti reclute. Andiamocene da qui > disse infine Jessie lasciando il povero Ash in preda allo sconforto.
 
 
Nel mentre Ash era impegnato a curare il suo pokémon, nel bel mezzo della piazza della città notò una lettera scritta con una strana caligrafia.
“Ma questa lettera è di James…”
 
 
Ash, ti scrivo queste righe per rassicurarti che non sono tornato ad essere uno di loro
Mi dispiace non esserti venuto in aiuto ma in questo momento è meglio se rimango ancora infiltrato nel Team Rocket ancora un po’.
Ti assicuro che non accadrà niente di male ai tuoi amici.
Mi tengo in costante contatto con il Professor Elm per spiegargli tutta la situazione che si sta piano piano creando.
Ma per quanto riguarda te, è meglio se rimani all’oscuro di tutto.
Giovanni non fa altro che fare le sue solite sperimentazioni sulla cattura dei pokémon per creare un suo mondo a sua immagine e somiglianza.
Ancora non mi convengo come posso essere diventato inizialmente uno di loro.
Detto questo, ti scriverò tra qualche giorno appena mi sentirò libero abbastanza.
James.

 
 
Dopo averla letta attentamente una seconda volta, Ash la strappò dalla rabbia in mille brandelli.
“Non posso continuare a fidarmi di uno come lui” pensò tra sé e sé
A quel punto prese il cellulare che il Professor Oak gli aveva regalato per comporre il numero di una persona di Jotho che non vedeva da moltissimo tempo.
< Pronto, con chi parlo? >
< Jasmine, sono Ash Ketchum. >
< Ash Ketchum! Quanto tempo che non ci sentiamo! Come stai? >
< Diciamo che potrebbe andare meglio… E tu? >
< Alla grande! Non faccio altro che passare le giornate alle fattoria di famiglia e allenare i miei pokémon alla Torre Lotta che hanno costruito nei pressi della mia città. Un giorno di questi dovresti venire a vederla. È davvero grandissima. >
< Magari quando avrò un po’ di tempo libero… Adesso ho bisogno di un favore. >
< Certo. Se posso. >
< Spargi la voce ai tuoi colleghi delle palestre di Jotho di stare molto attenti ad un uomo scortato da migliaia di reclute che si stanno aggirando nel paese… Vogliono comprarvi e allearsi con voi per un nuovo ordine mondiale dei pokémon di cui lui sarà il padrone. >
< Non riesco a capire cosa consiste tutto questo… Il nuovo ordine mondiale dei pokémon? A sentirla così, sembra qualcosa di tremendamente oscuro. >
< E lo è, Jasmine… Fidati di me. Dovete resistere alle avances e alle minacce di quell’uomo… Purtroppo tre miei amici stanno soffrendo sotto la sua influenza che ha sulla regione di Kanto… Ti prego con tutto il cuore di non cadere nella sua trappola. Mi sono spiegato? >
< Certo. Nessun problema. >
< Appena mi sarà possibile, verrò immediatamente ad Olivinopoli per discuterne faccia a faccia… Adesso però ti devo lasciare. Il mio Pidgeot deve riprendersi dopo una battaglia in cui ha avuto la peggio con un Weezing di quegli stolti. >
< Oh, mi dispiace. Spero che non sia niente di grave. >
< Se la caverà, non ti preoccupare. A presto, Jasmine. >
< Ciao, Ash. Per qualsiasi cosa, non esitare a chiamarmi. >
< Sicuramente. Grazie del tuo aiuto > disse infine Ash riagganciando la chiamata per tornare a concentrarsi sul malandato Pidgeot.

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Capitolo 4
*** Quando tutto ebbe inizio ***


Nota dell’autore
Ciao a tutti! Ho voluto scrivere questa nota per farvi capire com’è nato il ritorno al potere di Giovanni (da chi è stato aiutato), di come James si è alleato con il Professor Elm e di come Jessie invece è stata aiutata da Giovanni durante la loro miseria.
Spero che questo capitolo vi piaccia e che l’intera storia vi abbia preso ulteriormente.
Alla prossima!
 
Il ritorno di Giovanni
Da qualche parte sull’Isola Cannella ore 07:37 del 22 giugno del 1999
Una giornata più afosa del solito in quella landa desolata che gli abitanti del posto chiamavano l’Isola senza ritorno.
Al contrario della florida e movimentata Isola Cannella, le piccole isolette che si trovavano lontane dalla città, erano considerate come un covo abitato da pokémon selvatici pericolosissimi.
Dopo la caduta di Giovanni, capo indiscusso del Team Rocket, tutta la regione di Kanto sembrava un luogo migliore.
Ma tutti non sapevano che Giovanni era un tipo che non si piegava mai alla sconfitta e alla miseria.
Cercando di tenere ancora duro, Giovanni cercava di sopravvivere cacciando gli animali della zona.
Fino a quando suo vecchio conoscente non riuscì a ritrovarlo completamente cambiato dal suo aspetto originale.
< Non ci posso credere… > fece Giovanni con un filo di voce.
< Accidenti, Giovanni. Come ti sei ridotto. >
< Ivan… Sei davvero tu? >
< Vedo che dopo tutti questi anni passati senza mai rivederci tu ti ricordi ancora di me. >
Giovanni non riuscì in nessun modo a nascondere la sua sorpresa.
S’eppure la loro lontananza era stata dovuta ad una rottura ai tempi della loro alleanza, Giovanni fu molto contento di rivederlo.
< Come hai fatto a trovarmi? >
< Ho saputo da fonti segrete che eri stato isolato da qualche parte nella regione di Kanto… Malgrado i miei piani non sono riusciti nel loro intento a causa di due mocciosi aspiranti allenatori, ho subito pensato ad una nuova alleanza con il mio vecchio amico Giovanni. >
< Sono contento che tu abbia pensato a me> fece l’uomo sorridente.
< Certo… Peccato che Max non sarà del tuo stesso avviso. >
< Che vada al diavolo. È a causa sua se in questi anni ci siamo divisi. >
< Può darsi. Ma devo dire che ci hai messo anche del tuo quando hai deciso di accaparrarti tutta la regione di Kanto con i tuoi malaffari… Da quel momento c’ero rimasto molto male. >
< Sì, hai pienamente ragione. La sete di potere mi ha completamente offuscato la mente. >
< Offuscato a no, ho deciso di darti una seconda chance… Con il tuo aiuto, il Team Rocket e il Team Idro torneranno ad avere il controllo della criminalità in tutte le regioni del Giappone. >
< Mi dispiace essere un guastafeste, ma ti stai dimenticando del Boss del Team Galassia. >
< Quel pallone gonfiato non mi fa nessuna paura > replicò Ivan a denti stretti < Se sapremo come fronteggiarlo, lo spazzeremo senza ulteriori problemi… Ma prima dobbiamo tornare ad essere potenti come prima. >
< E come possiamo fare? >
< Semplice. Io sto raggruppando tutti i miei seguaci che si erano dispersi in tutta la regione di Hoenn… Tu credi di avere abbastanza reclute per tornare ad essere il Giovanni che tutti conosciamo? >
< Spero vivamente di sì. >
< Per cominciare, dovrai ritrovare una persona che in tutti questi anni ti ha fatto dannare il sangue con i suoi fallimenti. Ti ricordi di Jessie? >
< Jessie e James… Non potrò mai scordarmelo. >
< In questo momento la giovane ragazza si trova da qualche parte ad Aranciopoli a ripulire le navi da crociera.  Se proverai a parlarci e a convincerla a tornare insieme a te, il Team Rocket potrà avere di nuovo un futuro. >
Nel sentire quelle parole, Giovanni si mise a ridere come un isterico.
< Ma se con tutti i loro fallimenti ho rischiato ancor prima di soccombere! Come puoi pensare che adesso quella ragazza potrà aiutarmi? >
< Io sono convinto che ha rimediato ai suoi errori… Vedrai Giovanni. Non te ne pentirai. >
Alla fine, l’ex capo del Team Rocket acconsentì alla richiesta del suo vecchio amico Ivan.
< Va bene. Voglio darti ascolto… Ma al primo fallimento la rispedirò a ripulire le navi da crociera. Mi sono spiegato? >
< Senza dubbio… Adesso andiamo. Ti porto via da questa isola piena di pericoli. >
 
 
Aranciopoli ore 11:42
Jessie era completamente stremata.
Dopo una giornata di lavoro durata più di dodici ore, riusciva a malapena a camminare.
< Non dirmi che sei stanca > fece un giovane ragazzo che si era avvicinato a lei.
< Vorrei vederti tu a pulire le navi. Non ho mai pulito niente in vita mia prima che la prigione mi condannasse a questo tipo di servizi. >
< Vedrai che ti farà bene > replicò il ragazzo con ghigno malevolo < Ti trasformerà in una persona migliore. >
< Ma come osi parlarmi in questo modo, moccioso?! >
< Stai attenta tu a come parli. Io sono un membro dell’equipaggio… E se voglio, posso farti tornare in prigione. >
A quel punto, Jessie decise di tacere per non peggiorare ulteriormente la sua situazione.
< Molto bene. Così mi piaci… Adesso tornatene nel tuo alloggio. Ci vediamo domattina. >
Mentre la povera Jessie continuava a rosicare dalla rabbia, il suo sguardo andò ad incrociarsi verso un ragazzo alto dai capelli blu.
Nel vedere che si stava avvicinando a lei, la giovane ragazza rimase di sasso.
< No. Non può essere vero… >
< Anch’io sono sorpreso quanto te, Jessie. >
< James… credevo che tu fossi morto… >
< Lo so. Ho passato dei brutti momenti, sai? Ma quando ho deciso di stare dalla parte della giustizia, è cambiato tutto. >
< Che cosa hai fatto? >
< Tutto ha inizio quando decisi di andare a Jotho per cercare di dimenticare tutto il male che avevo fatto quando ero un membro del Team Rocket… E vuoi sapere chi è stato l’unico ad aiutarmi? Uno dei più famosi professori di pokémon della regione: il Professor Elm.
Grazie a lui, sono riuscito a comprendere com’è stupefacente allenare un pokémon invece che schiavizzarlo o rubarlo. >
Jessie non riusciva a comprendere le parole del suo ex compagno.
Nei suoi occhi riusciva ad intravedere che era cambiato.
Ma non fino a quel punto.
«Quindi hai abbandonato il Team Rocket per sempre?»
«Sì, Jessie… Per sempre…»
«Sei un vile traditore. Come puoi rinnegare il nostro modo di credere sui pokémon ed allearti con chi non ne capisce niente?»
«È qui che ti sbagli, Jessie… Siamo noi che prima non comprendevamo il mondo dei pokémon… Adesso mi è tutto più chiaro… Peccato che non lo sia anche per te.»
«Smettila di parlare! Non ti riconosco più!» gridò inviperita la ragazza.
«So come puoi sentirti… Ma vedrai. Tra qualche tempo anche tu la penserai alla mia stessa maniera.»
«Non ci pensare nemmeno! Preferisco morire che divenire una persona che ama i pokémon.»
«Molto bene. Se è così che la pensi, rimarrai sempre schiava di te stessa… Addio Jessie. È stato bello rivedere che sei ancora viva.»
«Mentre tu per me sei morto James… Morto per sempre.»
Il giovane membro del Team Rocket si allontanò da Jessie senza più guardarla negli occhi.
“Non posso credere che James sia diventato un…”
«Potrei disturbarla un attimo, signorina?»
UN uomo alto e completamente vestito di nero si avvicinò a Jessie con fare circospetto.
«Chi è lei?»
«Una persona che vorrebbe parlarle in privato.»
«Spiacente. Non posso perdere del tempo dopo che ho lavorato più di dodici ore. Sono stanca morta.»
«La prego, non ci vorrà molto.»
Sbuffando, Jessie accettò la richiesta dell’individuo misterioso.
«Dove mi sta portando?»
«Nella grotta dei Diglett saremo al sicuro.»
«Sempre che non ne incontriamo alcuni…»
Una volta che Jessie e l’uomo misterioso si allontanarono dagli occhi indiscreti dei passanti, la grotta incominciò ad illuminarsi di una luce fioca.
«Ma cosa…»
«Sorpresa di vedermi, Jessie?»
«Capo! Siete voi!»
«In carne ed ossa.»
«Come sta? È bellissimo rivederti.»
«Adesso molto bene ora che il mio esilio si è concluso.»
«Eravate in esilio? Credevo che fosse morto come…»
Ma Jessie si interruppe di colpo.
Parlare di James non era per lei il momento opportuno.
«A chi ti stavi riferendo?»
«A nessuno capo… Tornando a noi, sono davvero fiera di riverla.»
«Il qui presente Ivan, capo indiscusso del Team Idro, sarebbe alquanto contento se tu ritornassi nella mia squadra. Devo dire che, personalmente, non avevo pensato a te… Ma visto che sei rimasta fedele alle idee del Team Rocket, posso fare un eccezione.»
«Vuole dirmi che questo individuo…»
«Sì. Hai capito bene.»
«Non avrei mai creduto di incontrare il capo di una delle bande più temute di Hoenn e di rivedere il mio Capo.»
«La sola banda esistente a Hoenn» lo corresse Ivan.
«Credevo che…»
«Il Team Magma non rientra in questa lista, se capisci cosa intendo.»
«Certamente.»
«Tornando a noi, sei pronta per incominciare una nuova avventura alla conquista del mondo dei pokémon?»
«Non vedo l’ora, Capo.»
«Bene. Cominceremo dalla Silph spa. Quei vili commercianti presto capiranno chi è il vero Giovanni.»
«E se avrete bisogno di me, mi troverete nel mio Quartier generale a Porto Alghepoli.»
«Grazie ancora per il tuo aiuto, Ivan. Non lo dimenticherò.»
«È stato un piacere, Giovanni. Buona fortuna a tutti e due.»
«Altrettanto a te e al tuo team» disse infine Giovanni prima di vedere il capo del Team Idro dirigersi verso la nave che l’avrebbe portato dritto a Porto Alghepoli.
 
 
Borgo Foglianova ore 10:17
Alcuni giorni dopo
Mentre James era impegnato a studiare il mondo dei pokémon, il professor Elm era intento a studiare nuove specie che si stavano aggirando per la regione di Jotho.
«James, posso disturbarti?»
«Certo, professore.»
«Bene. Vieni con me.»
L'ex membro del Team Rcket non aveva mai visto il professore così cupo e pensieroso.
«Mi duole darti una spiacevole notizia, ma è una questione di vita o di morte.»
«Addirittura? Ma cosa succede?»
«Riguarda il Team Rocket.»
«Il Team Rocket? E cosa c'entrano quei dannati con la mia vita attuale?»
«Io... non so come spiegartelo...»
«Con parole sue, professore.»
«Purtroppo non è così semplice come tu possa pensare... Ed è per questo che ho chiamato fin qui un membro della Polizia Segreta.»
«La Polizia Segreta?»
«Bill, potresti venire un attimo?»
Un giovane uomo dalla carnagione chiara e dai capelli rossi si avvicinò a James con sguardo tetro.
«Buongiorno, Elm» fece il poliziotto stringendogli la mano.
«Buongiorno a lei.»
«Allora? Gliel'ha riferito?»
«Purtroppo non ci sono riuscito.»
«Molto bene. Allora lo farò io.»
Jessie fissava i due individui con sguardo enigmatico e silenzioso, ma con la voglia di sapere cosa stava realmente succedendo.
«James, quello che il professore voleva dirti è che Giovanni, il tuo ex capo, è tornato dal suo esilio ed ha comprato la Silph spa.»
«Che cosa?»
«Ancora non riusciamo a comprendere quali sono i suoi reali movimenti... Ma siamo sicuri che sta tornando al potere sottomettendo tutti coloro che gli girano intorno per un fine a dir poco raccapricciante.»
«E cosa centro io in questa storia?»
«Io ed il Professor Elm abbiamo deciso, se tu accetti la richiesta, che saresti un ottimo infiltrato nella sua nuova organizzazione... Giusto per tenere d'occhio ogni suo singolo movimento ed intervenire al momento opportuno.»
A quel punto James rimase in silenzio alcuni secondi per riflettere sulla richiesta del poliziotto.
«So che potrebbe una missione molto pericolosa ma è in gioco il destino della regione di Kanto e di tutto l'universo dei pokémon.»
«Io... vorrei rifletterci un po', se non le dispiace.»
«Non vorrei metterle fretta, ma prima decide meglio è.»
«Avrà la mia risposta questa sera stessa.»
«D'accordo. A questo punto alloggerò nella cittadina vicina di Fiorpescopoli. Ci vediamo più tardi» fece il poliziotto salutando il professore e il suo assistente.
Nel mentre Jessie ripensava alle parole del poliziotto, decise di fare una passeggiata per la piccola cittadina di Borgo Foglianova per distendere i suoi nervi e rilassarsi.
"Pensare di ritornare al Team Rocket, s'eppur infiltrato, mi viene il voltastomaco."
«James?»
«Mi dica, professore.»
«Ascoltami bene: non sei tenuto di accettare la richiesta del poliziotto... Sono convinto che potranno farcela anche senza di te...»
«Lo so bene... Ma io sono l'unico che può carpire i segreti di GIovanni e di tutto il Team Rocket... E sono anche l'unico che li ha traditi.»
«Da quando hai lasciato quella banda, sei rimasto per caso in contatto con qualcuno? Oppure hai rivisto persone che non avresti voluto rivedere?»
Ma James non raccontò mai al professore che aveva rivisto la sua compagna Jessie fare la sguattera ad Aranciopoli sulle navi da crociera.
«No... fortunatamente no...»
«Questo è già un bel passo avanti.»
«Comunque ho deciso professore: tornerò al Team Rocket.»
«Ne sei davvero sicuro?»
«Sì. Ormai ho preso la mia decisone.»
«Vuoi pensarci ancora un po'?»
«Non servirebbe a niente... Dica a Bill che partirò immediatamente verso la Silph spa.»
«Aspetta un momento. Magari vorrà dirti degli ultimi accorgimenti.»
«Non ne ho bisogno. So cosa devo fare.»
Il Professor Elm non aveva mai visto James così determinato e sicuro prima d'ora.
«James, per qualsiasi cosa...»
«Non esiterò a contattarla, professore.»
«Bravo... Buona fortuna per tutto.»
«Grazie mille, professore... Non vedo l'ora che questo nuovo incubo possa cessare all'istante.»
«Anch'io... E se ti dovessi trovare in uno spiacevole guaio, vogli regalarti questo pokémon.»
«E di chi si tratta?»
«È una sorpresa... Usalo in momenti di estrema necessità, d'accordo.»
«Va bene, professore. Come volete voi.»
«Come hai intenzione di arrivare a Zafferanopoli?»
«Mediante il supertreno di Fiordoropoli.»
«Capisco... Ci vediamo, James.»
«A presto, professore» disse infine James lasciando il paesino di Borgo Foglianova a malincuore e ripensando a tutti i bei momenti in cui ci aveva trascorso.
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Zafferanopoli ore 14:27
Una volta che James entrò nella Silph spa, vide che all'entrata non c'era nessuno.
Come se niente fosse, prese l'ascensore per recarsi fino all'ultimo piano del palazzo.
Una volta uscito dall'ascensore, vide una moltitudine di guardie del Team Rocket sorvegliare l'ufficio del presidente.
«E lei chi è?» gli domandò una guardia con tono rude.
«Il mio nome è James e sono un ex membro del Team Rocket.»
«E come faccio a sapere che tu non mi stia mentendo?»
Gli occhi di James si ridussero ad una piccola fessura, fissando con sguardo intenso la guardia.
«Non sono un individuo a cui piace mentire... Fammi parlare subito con il Capo. Vedrai che lui mi darà ascolto.»
«Giovanni non può permettersi il lusso di perdere il suo tempo con te, stupido.»
La pazienza del giovane ragazzo dai capelli celesti stava per superare il limite.
«Non mi costringere a sfidarti ad una battaglia pokémon.»
«Credi davvero di vincere?»
«Fidati. Con questo pokémon che tengo in questa sfera, le mie possibilità sono molte.»
Ma prima che la situazione potesse degenerare, Giovanni il capo uscì dal suo ufficio con lo sguardo rabbioso e spazientito.
«Che diavolo sta succedendo qua fuori?»
«Capo, mi dispiace averla interrotta, ma questo individuo non accenna ad andarsene.»
Quando Giovanni capì a chi si stava riferendo, rimase molto sorpreso di rivedere una sua ex recluta.
«James... non avrei mai creduto di rivederti...»
«Buongiorno, Capo. Vorrei parlarle... In privato.»
Inizialmente, Giovanni fu molto ostico nell'accettare la richiesta del ragazzo.
Ma poi ripensò a quando si fidò di Ivan nel riportare Jessie a far parte del suo Team.
«Va bene. Entra.»
Una volta che James si ritrovò nell'ufficio del suo Capo, rimase visibilmente sorpreso per la moltitudine di oggetti sconosciuti che non aveva mai visto prima.
«Che cosa ti succede, James?»
«Niente, Capo.»
«Davvero? Perchè mi stai dando una sensazione contraria a tutto ciò... Non mi piacciono le persone curiose che si guardano attorno... Per me è un sinonimo di pericolo immediato.»
«Mi scusi. Non volevo che lei pensasse questo.»
«Tornando a noi, che cosa ti ha spinto ad arrivare fin qui?»
«Voglio tornare ad essere un membro del Team Rocket» spiegò Jessie arrivando subito al dunque.
«Mi diresti almeno un valido motivo perchè io accetti la tua richiesta?»
«Perchè ho fatto parte di questo Team per moltissimi anni... E non c'è nessuno meglio di me che conosca il Team Rocket come lo conosco io.»
«Questo è vero» obiettò Giovanni «Ma dobbiamo anche dire che il tuo passato da membro del Team Rocket è contornato da insuccessi e fallimenti... Ti ricordi della tua compagna Jessie?»
«Sì. Non potrei mai scordarmelo» replicò l'uomo a denti stretti.
«Adesso lei è tornata ad essere parte di questo progetto... Credi davvero che valga anche per te la stessa sorte?»
«Più di qualsiasi altra cosa.»
«Allora dovrai dimostrarmi quanto vali veramente... E per me c'è un solo modo per farlo.»
Improvvisamente Giovanni si alzò dalla sua postazione per pigiare un bottone nascosto sulla sua scrivania.
Il palazzo cominciò a tremare inspiegabilmente.
Ma appena James vide un'area che stava prendendo forma, capì che la sua prova sarebbe stata costituita da una battaglia pokémon.
«Sfiderai uno dei miei membri più abili nella battaglia del pokémon. Sei pronto?»
«Sono nato pronto.»
«Bene. Il tuo sfidante ti sta spettando.»
 
 
Dopo aver lasciato l'ufficio del capo, James fu preso da un senso d'inquietudine.
Se avesse fallito nella battaglia pokémon, non avrebbe potuto concludere la missione.
Il suo cuore batteva all'impazzata.
L'arena pokémon era una delle più grandi che avesse mai visto prima d'ora.
Una volta che prese posto, vide che il suo sfidante era un uomo di circa cinquant'anni.
«Allora ex presidente, sei pronto per una battaglia che deciderà il tuo futuro?»
«Non ti permetterò di giocare con la mia vita, Giovanni!» ribatté l'uomo adirato.
"Ex presidente... vuol dire che lui..."
«Avanti, James. Fammi vedere di che pasta sei realmente fatto.»
Il povero James avrebbe dovuto sfidare il vecchio capo indiscusso della Silph spa.
Ma cosa sarebbe successo se l'ex presidente avesse fallito?
Avrebbe fatto una brutta fine?
«Le regole sono queste, miei signori: potrete utilizzare un solo pokémon. Non c'è limiti di tempo. Potrete combattere all'infinito... Iniziate!»
«Raichu, scelgo te!»
Il pokémon che l'ex presidente della Silph aveva scelto era un Raichu molto furioso.
"Spero che questo pokémon sia forte come credo..."
«Vai!»
Il pokémon che James aveva scelto era quello datogli in donazione dal Professor Elm.
«Un Alakazam...»
Raichu contro Alakazam. La sfida si preannunciava interessante.
A fare la prima mossa fu il Raichu del suo sfidante che andò a colpire con un forte codacciaio la fronte di Alakazam.
«Adesso che l'hai imbambolato, colpiscilo con il tuo fulmine!»
«Non così in fretta... Alakazam, attacco psichico.»
Raichu era sotto il totale controllo di Alakazam.
«Adesso sbattilo a terra.»
Nonostante fu il primo colpo ricevuto, Raichu fu ferito gravemente.
«Raichu, scava immediatamente una fossa.»
Il pokémon dell'ex presidente era scomparso improvvisamente.
Ma James sapeva benissimo che prima o poi sarebbe tornato all'attacco.
«Adesso concentrati, Alakazam... Concentrati sul tuo nemico...»
Prima che Raichu potesse uscire fuori per portare a termine il suo attacco, Alakazam riuscì a contrastarlo con il suo teletrasporto.
«Ma dov'è diavolo è finito?» domandò lo sfidante di James.
«Dietro il tuo pokémon...»
«No!»
«Alakazam, finiscilo con psicoraggio.»
Il pokémon dell'ex presidente della Silph fu messo K. O. in soli due mosse.
«Bravissimo, Alakazam! Sono fiero di te!»
IL povero Raichu fu fato ritornare nella poké ball tra lo sconforto del suo allenatore.
«I miei complimenti, James. Sei riuscito a superare la prova brillantemente... Adesso puoi tornare a far parte del Team Rocket a tutti gli effetti.»
«La ringrazio, Capo» replicò James senza mostrare un minimo d'entusiasmo.
«Ma non è finita qui... Non sarai una semplice recluta, bensì il mio braccio destro.»
«Cosa?»
«Oltre ad essere il vice presidente della mia azienda, sarai il mio consigliere. Spero che non mi farai rimpiangere queste nomine con i tuoi fallimenti.»
«Certo che no» replicò il ragazzo con un'eccitazione insperata «Vedrà che non la deluderò.»
«Lo spero tanto... Adesso vai a riposarti. Ci vediamo domani per i tuoi nuovi incarichi.»
«Grazie mille.»
Ma prima che James potesse uscire dal'Arena Pokémon, tornò dal suo Capo per sapere le sorti del suo sfidante.
«Di questo non devi preoccuparti. Mi occuperò di lui personalmente» disse infine Giovanni senza aggiungere altro sulle sorti dell'ex presidente della Silph spa.

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Capitolo 5
*** Un incubo insistente ***


Olivinopoli ore 12:36
Ash era arrivato nella cittadina portuale della regione di Jotho in netto anticipo su quello che aveva rivelato a Jasmine.
«Ciao, Ash!» fece la ragazza abbracciando l'allenatore «Non credevo di vederti qui già oggi.»
«Ciao, Jasmine. So benissimo che mi aspettavi domani, ma dobbiamo parlare su quello che potrebbe succedere a te e agli altri capopalestra.»
«Ho capito. Andiamo in cima al faro. Lì saremo al sicuro da occhi indiscreti.»
 
 
Il faro della città di Olivinopoli era abitato da un gruppo di persone che ogni giorno portavano i loro rispettivi pokémon ad allenarsi.
< C’è molta più gente rispetto all’ultima volta che sono stato qui per portarti la medicina per Ampharos. A proposito, come sta? >
< Alla grande, Ash. Da quando l’ha presa, non si è più ammalato > replicò la giovane capopalestra con tono felice.
< Sono molto contento. >
Arrivati all’ultimo piano del faro, Jasmine fece accomodare l’allenatore in una piccola stanza che la ragazza usava quando controllava che il faro continuava ad essere in perfetta funzione.
< Jasmine, la situazione si sta evolvendo in maniera molto critica. Giovanni, il Capo del Team Rocket e presidente della Silph spa, sta cercando ogni alleato influente nelle regioni di Kanto, Jotho, Hoenn e Sinnoh per poter controllare tutti i pokémon che vi abitano e trasformarli in guerrieri assetati di sangue e distruggere una volta per tutte il mondo che noi conosciamo. >
< Perché dovrebbe fare una cosa del genere? >
< Per il potere e per tutti i soldi che circolano dietro alle ricerche che lui, insieme ad altri scienziato, stanno mettendo in opera. >
< Che genere di ricerche? Come può un individuo trasformare i pokémon in perfette macchine da guerra? >
< Purtroppo non sono ancora riuscito a saperlo. >
< Capisco… Ma forse c’è una persona che potrebbe aiutarci a risolvere questo enigma. >
< A chi ti stai riferendo? >
A quel punto, Jasmine prese il suo cellulare per contattare una vecchia persona che non sentiva da tempo.
< Pronto? >
< Alfredo, sono Jasmine. Ho qui davanti a me Ash Ketchum… Potresti per favore dirgli tutto quello che sei riuscito a scoprire non molto tempo fa’ al Lago d’Ira? >
< Non credo che sia una buona idea, Jasmine. >
< Perché no? > fece la ragazza mettendo il suo cellulare in vivavoce.
< Non voglio che informazioni proibite siano riferite a persone di cui non possiamo fidarci. >
< Alfredo, stai parlando di Ash Ketchum > replicò il ragazzo con tono risentito.
< Buonasera, Ash. Come stai? >
< Non c’è male, Alfredo… Ma tornando a noi, perché non ti fidi di me? >
< Perché ho capito come va questo mondo che piano piano sta andando in rovina… Mi dispiace per te, ma non riesco a fidarmi di persone che ho visto solo una volta nella mia vita. >
< Alfredo, Ascoltami bene: qui c’è in gioco il futuro dell’intero universo e di quello dei miei amici che sono stati catturati da quel vile di Giovanni. >
< Mi dispiace tanto per i tuoi amici. Ci penserà la polizia segreta a risolvere questa situazione. >
< La polizia segreta non ha niente in mano! >
< E tu cosa credi di fare? Credi di risolvere la questione tutto da solo? >
< Non sarò solo se tu, insieme a Jasmine e agli altri capipalestra mi aiuterete. >
Ma Alfredo evitò di controbattere, facendo un respiro profondo.
< Allora? Cosa mi dici? >
< Alfredo, ti prego. Dobbiamo fidarci di lui. >
< Mi dispiace, ma non tornerò mai sui miei passi. E se qualche malvivente come quel Giovanni e la sua banda torneranno in azione al Lago d’Ira, saprò come fermarli. >
< No! Non ce la farai mai! > gridò Ash cercando di fargli cambiare idea.
Ma ormai era troppo tardi.
Alfredo aveva riagganciato la chiamata e fu impossibile poter ripristinare la comunicazione.
< Non ci posso credere. Ha bloccato il mio numero. >
< Dannato vecchio senza cervello! > sbraitò Ash battendo i pugni al muro < Anche se è il secondo capopalestra più forte della regione, non ha nessuna possibilità con Giovanni. >
< Allora dobbiamo andare dritti a Mogania per parlarci personalmente. >
< Non credo che si farà trovare. >
< Allora andremo al Lago d’Ira! >
< Non posso perdere ulteriormente tempo per cercare un vecchio che non vuole aiutarmi per nessun motivo! Devo anche pensare ai miei amici che sono prigionieri del Team Rocket! >
Purtroppo Ash non sapeva cosa decidere.
Andare dritto a Mogania cercando l’appoggio di Alfredo, oppure cercare di liberare i suoi compagni?
< Ash, ho un’idea migliore > intervenne Jasmine.
< E sarebbe? >
< Perché non andiamo ad Ebanopoli per parlare con Sandra? Sono sicura che lei ci potrà aiutare. >
Ma Ash non sembrava essere del tutto d’accordo.
< Mi ricordo che Sandra non è una tipa a cui piace parlare… Preferisce agire. >
< Vediamo cosa possiamo fare, no? >
< D’accordo. Mi hai convinto. >
 
 
Ebanopoli ore 17:22
Volare fino alla città di Ebanopoli non fu per niente facile per Jasmine, Ash e il suo Charizard.
Un vento impetuoso non aveva fatto altro che soffiare dalle montagne fino a rigettarsi verso est di Mogania e verso il sud di Ebanopoli.
< Accidenti! Ci abbiamo quasi messo quattro ore per arrivare fin qui! >
< L’importante ed essere arrivati, Ash > rispose Jasmine < Quando stavamo sorvolando la Grotta Gelata, mi è quasi preso un colpo. Avevo paura di cadere. >
< Con me e il mio Charizard non succederà mai > la rassicurò l’allenatore.
< Ho visto. Però avvertimi quando saremo di nuovo insieme in groppa al tuo pokémon e farai delle manovre spericolate, ok? >
< Afferrato > rispose l’allenatore ritrovando il sorriso.
Senza perdere ulteriormente tempo, Ash e Jasmine si precipitarono verso la palestra della città per parlare immediatamente con Sandra.
< E’ chiusa! >
< Ma com’è possibile? Sandra non lascerebbe mai chiusa la palestra a quest’ora del giorno… A meno che non sia… >
Jasmine prese il braccio di Ash per strattonarlo in maniera violenta e portarlo dritto alla Tana del Drago.
< Ogni volta che Sandra non è nella sua palestra, allena i suoi pokémon qua dentro per farli diventare sempre più forti. >
Ma i due ragazzi non avevano fatto i conti con il guardiano della Tana del Drago che si frapponeva tra loro e l’entrata.
< L’accesso è vietato a chiunque > spiegò il guardiano.
< Dobbiamo vedere immediatamente Sandra. È urgente! >
< Mi dispiace ragazzo, ma Sandra non vuole essere disturbata da nessuno. >
< Amico, lo sai con chi stai parlando? Sono Ash Ketchum, detentore di tutte le medaglie di Kanto e di Jotho. >
< Non m’interessa > insistette il guardiano < Se Sandra non vuole far entrare nessuno, io ho il compito di adempiere a questo dovere. >
< Avanti, non potresti fare un eccezione? >
< No, Jasmine. E tu lo sai bene. >
< Adesso basta. Ho perso la pazienza! >
Imbufalito come non mai, Ash era pronto per sfidarlo ad una battaglia di pokémon.
Ma un urlo improvviso lo bloccò sul nascere, facendolo rabbrividire.
< Questa è la risposta del drago > spiegò il guardiano < Potrete vedere Sandra domani mattina all’alba quando avrà completato il suo allenamento. Non prima. >
< Ma io… >
< Andatevene prima che un’orda di Dragonite non si abbatta su di voi. >
Alla fine, Ash e Jasmine si dovettero arrendere.
< Molto bene. Adesso che cosa facciamo fino a domani mattina all’alba? >
< Propongo di tornare ad Olivinopoli. >
< Non c’è tempo. È un viaggio troppo lungo. >
< E allora cosa credi di fare? >
< Potrei sentire mia madre visto che abito non molto lontano da qui > fece Ash prendendo in mano il suo cellulare.
Ma purtroppo sua madre non era in casa.
< A questo punto provo a sentire se il Professor Elm è nel suo laboratorio. >
Ma niente. Nemmeno lui rispondeva.
< Fantastico. Siamo destinati a passare la notte in questo paesino dimenticato dal mondo… Secondo te dove potremmo alloggiare? >
< So che l’eliminamosse affitta la sua stanza per pochi soldi. Potremmo andare da lui. >
< Va bene. Meglio che nulla… >
 
 
Dopo essersi messi d’accordo con il presso pattuito per il soggiorno di una sola notte, Jasmine e Ash si accomodarono nei loro rispettivi letti singoli.
Anche se era scesa appena la sera, i due allenatori erano molto stanchi.
< Visto che non abbiamo niente da fare, direi di dormire. Domani sarà una giornata molto faticosa. >
< Sì, hai ragione > rispose la ragazza mettendosi sotto le coperte < Buonanotte, Ash. >
< Buonanotte Jasmine. >
I due ragazzi presero sonno quasi subito.
Addirittura non sentirono nemmeno i morsi della fame visto che Non avevano mangiato niente per tutto il pomeriggio.
Però, appena scese la notte, Ash non fece altro che rigirarsi nel letto.
Il giovane allenatore stava sognando qualcosa di oscuro che non lo faceva stare tranquillo.
“Ash Ketchum, sei destinato a soccombere insieme agli altri individui deboli come te.”
“No, Lance. Non ti permetterò di far del male a quel pokémon!”
“Scommettiamo?”
Il giovane ragazzo si trovava in un’immensa Arena del pokémon in compagnia del campione della Lega di Kanto.
“Charizard, usa il tuo iper – raggio!”
“Dragonite, contrastalo con oltraggio.”
Una volta che i due pokémon vennero a contatto, quello a farne le spese fu il pokémon di Ash.
“No! Charizard!”
“Ahahah che cosa credevi di fare con quel tuo Charizard che a malapena ti ubbidisce? Te l’ho detto. I pokémon clonati con un DNA superiore, sono molto più forti.”
“No! Non è così che si vincono le battaglie!” replicò il ragazzo con le lacrime agli occhi.
“Così o no, hai visto che cosa ti è accaduto? Hai perso la sfida. E da questo momento, puoi tornartene a casa della mamma perché la tua Lega Pokémon finisce qui.”
In preda alla disperazione e alla lacrime, Ash emise un grido che si riversò anche nella realtà, svegliando la povera Jasmine.
< Ash, che diavolo ti succede? >
La capopalestra di Olivinopoli capì subito che il suo compagno di viaggio aveva avuto un incubo.
< Adesso va tutto bene > cercò di rassicurarlo < Non ti preoccupare. È stato solo un incubo. >
< Un incubo che non fa altro che perseguitarmi da alcuni giorni a questa parte > replicò Ash asciugandosi la fronte dal sudore.
< Vuoi forse parlarne? >
< No, Jasmine. Non è il momento adatto. >
Ma Jasmine voleva a tutti i costi sapere cosa albergava nella mente del giovane allenatore.
< Ti prego di non insistere.  >
< Per caso riguarda la tu avventura alla Lega di Kanto? >
< Ho detto di non insistere! > gridò il ragazzo spazientito < Quando me la sentirò di raccontartelo, sarai la prima a saperlo. >
Preso dallo spavento, Jasmine si rituffò sotto le sue calde coperte.
< Siamo compagni di viaggio… Non posso credere che tu non ti fidi di me. >
< Jasmine, ti prego. Io mi fido di te… E’ solo che non me la sento di raccontarti quello che mi è accaduto alla Lega di Kanto… E’ una ferita che mi fa sempre male. >
< Ok. Ho capito… Adesso cerca di tornare a dormire, va bene? >
< D’accordo. E scusami ancora. >
Ma la ragazza evitò di rispondere, cercando di dormire e di non pensare a niente.
 
 
Tana del Drago ore 06:00
Come aveva promesso il guardiano della Tana del Drago, Sandra uscì appena spuntò l’alba.
Ma non era la sola ad uscire da quel posto mistico e misterioso.
< Bravissima, Sandra > fece Lance dandogli una pacca sulla spalla < Sei migliorata molto dall’ultima volta che siamo stati qua dentro.  >
< Questo è il frutto del duro lavoro che faccio da sola quando tu sei alla Lega del Pokémon > gli spiegò la donna < E poi devo dire che ci sono molti più sfidanti validi che molto tempo prima. >
< Sandra? >
Sentendo il suo nome, l’allenatrice dei pokémon drago girò lo sguardo immediatamente.
< Jasmine, che cosa ci fai qui? > domandò la capopalestra smorzando un sorriso.
< Sono venuta fin qui perché ti dobbiamo parlare di un fatto urgente che sta sconvolgente il mondo dei pokémon. >
< E sarebbe? >
Ma appena lo sguardo di Ash incrociò quello di Lance, il giovane allenatore si irrigidì immediatamente.
< Ciao, Sandra. Mi riconosci? >
< Come potrei non riconoscere colui che è riuscito a superare la prova del drago? >
< Già… Sembrano passati secoli dall’ultima volta… >
< Adesso quello che mi preme è sapere che cosa volete da me. >
< Hai sentito quello che ti ha detto Jasmine, no? Soltanto che vorremmo farlo in privato. >
< Per me mio fratello non ha segreti. Se volete dirmi una cosa, voglio che ci sia anche lui presente. >
< Mi dispiace, Sandra. Ma non parlo con colui che usa i suoi pokémon come schiavi e al limite della loro potenza. >
< Andiamo, Ash Ketchum. Ti brucia così tanto la sconfitta? > lo canzonò il campione della Lega.
< A me non brucia mai la sconfitta… Mi fa solo male vedere come tratti i tuoi pokémon. >
< Dei miei pokémon faccio quello che voglio. >
Nel sentire quelle parole, il sangue di Ash ribollì all’istante.
< Sandra, evita di parlare con questi smidollati. Ti peggioreranno e basta. >
< Sandra, dobbiamo parlarti di un uomo malvagio che sta trasformando i pokémon in creature orribili… >
< State forse parlando di Giovanni? >
Nel sentire quel nome, Jasmine e Ash si guardarono stupefatti.
< E tu… come fai a saperlo? >
< Giovanni non trasforma i pokémon in creature orribili. Li rafforza più del dovuto facendoli diventare delle creature perfette. >
< Creature perfette? Vuoi forse dirmi che trasformare così i pokémon li renderanno perfetti? >
< Sì, Ash. E così facendo, le battaglie dei pokémon saranno più entusiasmanti. >
< Non dirmi che Giovanni ha provato a corrompere te come ha fatto come gli altri capopalestra di Kanto… >
< Non ha corrotto nessuno Giovanni > intervenne Lance < Sono stato io a parlargli di quello che vuole fare per rendere il mondo dei pokémon un posto migliore… E sono molto contento nel sapere che Sandra appoggerà le sue idee come me.  >
< Voi due… trasformerete i pokémon selvatici in macchine da distruzione… >
< E anche se fosse? Sarà bello vedere che non esisteranno più pokémon deboli e insignificanti… Ma soltanto pokémon potenti che popoleranno il resto del mondo. >
< Quindi tu hai deciso di essere contro di noi, Sandra? >
< Jasmine, sei tu quella che deve ragionare… Prova a riflettere. Hai ancora tempo. >
Ash e Jasmine furono alquanto scioccati nel sapere che la più forte capopalestra di Jotho aveva sposato la causa di Giovanni.
< Jasmine, andiamocene immediatamente da qui. Non abbiamo altro da fare > replicò Ash con tono serio.
< Mi hai sentito, Jasmine? Hai ancora tempo… >
Ma la capopalestra evitò di rispondere, montando in groppa al Charizard di Ash per lasciare quella città che era caduta nelle mani di Giovanni e del suo meschino potere.

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Capitolo 6
*** Un cataclisma inaspettato ***


Cascate Meteora ore 23:45
Era la prima volta che Giovanni, insieme al suo Team, metteva piede nella regione di Hoenn.
< Questo sarà il posto giusto per provare i nostri esperimenti. >
James, che era il suo fidato braccio destro, rimase silenzioso per tutto il tempo contemplando ogni singolo movimento del suo Capo.
< James? >
< Mi dica, Capo. >
< Adesso ho bisogno di te. Fai uscire il tuo Alakazam. Voglio testare la sua potenza. >
< D’accordo. Alakazam, scelgo te. >
Il pokémon psico datogli in dotazione dal Professor Elm, sprizzava energie ovunque.
“Il Professor Elm non sarà per niente contento utilizzandolo per scopi malvagi.”
< Adesso fagli usare il colpo più forte che conosce. >
< Alakazam, attacco psichico. >
UN’elevata potenza si erse per tutta la grotta delle cascate meteora, provocando una scossa di terremoto che fece tremare tutto il perimetro circostante.
< Molto bene. Questo sarà il mio punto di forza quando userò il mio Nidoking per scopi scientifici… Grazie mille, James. >
Dopo aver fatto ritornare il suo pokémon nella sua sfera, James cercò di carpire dal suo capo il perché aveva scelto le Cascate Meteora per i suoi esperimenti.
< Adesso devo solo riunire i capipalestra di questa regione… E sarà meglio per loro che mi ascoltino se non vogliono fare una brutta fine. >
< Ha intenzione di scatenare un cataclisma grazie al terreno instabile delle Cascate Meteora? >
< Non al terreno instabile… Bensì grazie ai pokémon che popolano questo territorio. Hanno un’energia misteriosa che ancora non riesco a comprendere. >
< E come credete di fare? >
< Facendoli capire chi davvero comanda qua dentro… Adesso però dobbiamo recarci alla Zona Safari della regione. E’ lì che i miei uomini riuniranno tutti i capipalestra. >
< E per quanto riguarda i capipalestra di Jotho?  >
< Quegli smidollati non sono buoni a nulla. Tranne che la capopalestra Sandra… Mi è bastata la sua alleanza per impossessarmi di una parte di controllo che ho su quella regione… Ma la mia conquista su quella regione si concluderà una volta che l’avrò schiacciati grazie agli allenatori e ai pokémon che controllerò in regione. >
< Capisco > replicò James senza sapere cosa dire.
< Non ti preoccupare, James. Ogni cosa a suo tempo… >
 
 
Azzurropoli – Rifugio del Team Rocket ore 01:26
Brock, Misty ed Erika passavano le loro giornate soffrendo le numerose torture che il Team Rocket aveva in serbo per loro.
< Secondo voi quali sono le loro reali intenzioni? Non possono maltrattarci a vita. >
< Non so cosa dirti, Brock > rispose Erika < So soltanto che se non troviamo una via d’uscita alla svelta, rischiamo di morire sul serio. >
< Ma perché Ash non viene a salvarci? Cosa glielo impedisce? >
< Magari il momento non favorevole > rispose Erika senza sapere cosa dire.
< Sì, certo… >
La rabbia di Misty non faceva che aumentare ogni minuto che passava.
Rimanere rinchiusa in quella cella stretta e fredda di un misero rifugio, la stava facendo impazzire.
< La mia città… tutti gli abitanti che conoscevo… non posso credere che stia succedendo questo. >
< Erika, vedrai che si sistemerà tutto per il meglio. >
< Smettila di dare false speranze, Brock! Qui non si sistemerà proprio un bel niente! Ricordatelo. >
Ormai Misty aveva perso la fede che aveva nella liberazione e nel suo futuro.
Credeva che Ash non sarebbe mai venuto a salvarli.
< Molte guardie non fanno altro che guardarci a vista. 24 ore su 24. Secondo te come potremmo mai scappare? >
Nel mentre la capopalestra di Celestopoli continuava a sbraitare come una bambina, nel rifugio del Team Rocket scese una delle generali incrociando gli sguardi dei prigionieri.
< Jessie… tu qui? >
< Credevate che non sarei mai più tornata dalla mia prigione, non è vero? Ebbene, eccomi qui. In carne ed ossa a fissare la vostra disperazione. >
< Tu e quel dannato del tuo Capo non riuscirete a tenerci rinchiusi per sempre. >
< Non dire cose che non puoi mantenere, Erika. Ormai tu e la tua città siete finiti in mano nostra. >
< Liberateci! Alla svelta! >
< La tua rabbia si placherà da qui a poco, mocciosa che non sei altro. >
Dopo aver fatto un richiamo ai suoi sottoposti, le reclute del Team Rocket accorsero verso il generale Jessie.
< Generale, che cosa possiamo fare per lei? >
< Sedate immediatamente questi ragazzi. >
Spaventati, i tre capopalestra cercarono di divincolarsi dalle prese delle guardie.
Ma fu tutto inutile.
I tre ragazzi si addormentarono all’istante placando tutta la loro rabbia.
< Ottimo lavoro… Adesso sapete dirmi dove posso trovare il Capo? >
< Mi cercavi, Jessie? >
< Oh, mi scusi Capo. Non l’avevo vista > fece la ragazza sobbalzando dallo spavento.
< Che cosa sta succedendo qua dentro? Perché stavo sentendo degli urli provenire da qua sotto? >
< E’ a causa di questi tre mocciosi che non la finivano di tacere… Ma grazie ad un potente sedativo, l’ho messi a tacere per un po’. >
< Credevo che tenerli prigionieri qua sotto fosse una grande idea… Ma purtroppo non è stato così. Molto bene… Vorrà dire che faranno un viaggio di sola andata in un posto dove non li troveranno mai nessuno. >
< E sarebbe? >
< Questa è una faccenda che riguarda solo me, Jessie. >
< Come vuole lei. >
< Reclute, portate immediatamente i prigionieri sull’elicottero verso l’estremo sud della regione e fate in modo che non tornino mai più indietro. >
< Sì, Capo > risposero le guardie ubbidendo alla richiesta del loro capo.
< Adesso un problema in meno da risolvere. >
< Capo, chi è contro di lei farà la stessa fine di quei tre mocciosi? >
< Senza alcun dubbio, Jessie. Presto capiranno chi è il vero Giovanni. >
 
 
Cuoripoli, Pokéfan club ore 16:07
< Oak! >
Un urlo acuto del Professor Rowan attirò l’attenzione del suo collega.
< Ehilà, Professor Rowan. Da quanto tempo non ci vediamo. >
< Troppo, Oak. Lo studio dei pokémon ci ha portato via un sacco del nostro tempo.>
< Tempo che non è stato sprecato, presumo. >
< Ovvio che no… Tornando a noi, ho saputo che stavi viaggiando verso la mia regione e ho chiesto informazioni a chi ti ha visto dove potevo incontrarti. >
< Purtroppo un impegno più grande di me mi ha portato lontano da casa. >
< Che tipo d’impegno, se posso chiedere? >
< E’ più azzeccato dire una missione… Una missione che varrà il futuro del nostro mondo e di quello dei pokémon. >
Lo sguardo del Professor Rowan divenne più tetro e impaurito.
< Si tratta del Team Rocket. >
< Quella banda di delinquenti che circolava nelle regioni di Kanto e di Jotho? >
< Sì, proprio loro… Ash Ketchum, un giovane allenatore nato nella mia solita città, è venuto a conoscenza di alcuni allenamenti di pokémon alla sede dell’Altopiano Blu dove si svolge la Lega del Pokémon di Kanto… Allenamenti crudeli e molto singolari. >
< Spiegati meglio. >
< Ash dice di aver visto i Superquattro e il campione della lega portare i loro rispettivi pokémon ad un limite estremo e insopportabile solo per farli diventare più forti… Ma c’è di più! Egli sostiene pure che quelli non siano dei pokémon selvatici, bensì dei cloni. >
< Pokémon clonati? Accidenti! E chi potrebbe mai fare una cosa del genere? >
< Giovanni, il Capo del Team Rocket. >
< Questo è davvero incredibile. >
< E non finisce qui… In questo momento Giovanni sta radunando tutti i Capopalestra delle quattro regioni per costruire alleanze che lo faranno diventare ancora più potente. >
< E i Capopalestra di tutte le città sono disposti a seguirlo in quel folle progetto? >
< Ash mi ha riferito che tre degli otto capopalestra di Kanto, hanno rifiutato di seguire il volere di Giovanni. E sai cos’è successo? Sono stati imprigionati chissà dove. >
< Questo è terribile… Quel folle di Giovanni vuole distruggere il mondo dei pokémon che noi tutti conosciamo. >
< Esatto… E sono convinto che dietro i suoi marchingegni non ci sono solo i capopalestra, bensì anche gli altri Team rivali che stanno facendo di tutto per tornare alla luce. >
< Se è vero quello che mi stai dicendo, devo avvertire mia nipote Lucinda, il Professor Birch e il Professor Elm di questa cosa. >
< Che io sappia, il Professor Elm sta già collaborando insieme alla polizia segreta. È il Professor Birch che dobbiamo subito contattare.  >
< Lascia fare a me. >
A quel punto, il Professor Rowan, spaventato dalle sorti che l’intero mondo dei pokémon attraverserà da lì a poco, chiamò immediatamente il Professor Birch per un incontro urgente.
< Accidenti. Non risponde. >
< Meglio se riproviamo più tardi… Adesso devo mettermi in contatto con Ash e sapere quello che adesso ha in mente. >
 
 
Brunifoglia ore 18:11
Il Professor Birch era impegnato a studiare alcune pratiche di pokémon misteriosi che si stavano aggirando nella zona nord della regione di Hoenn in compagnia della studentessa Lanette.
< Professore, purtroppo gli unici pokémon che sono riuscita a scovare alle Cascate Meteora erano un gruppo di Zubat e di Golbat. >
< E di Solrock? Lunatone? Di quei due pokémon nessuna traccia? >
< Sembrano scomparsi nel nulla… >
< Questo è impossibile. Sono pokémon provenienti dallo spazio che hanno vissuto in quel posto per migliaia di anni. Come potrebbero essere scomparsi nel nulla? >
< Professore, secondo me sarebbe meglio andare a controllare insieme, se vuole. >
< Sì. Buona idea. >
Una volta che Lanette e il Professor Birch uscirono dal centro pokémon, una forte scossa di terremoto mise in allarme gli abitanti della piccola città.
< Presto, Lanette! Dobbiamo trovare un rifugio alla svelta! >
Fortunatamente, il professore e la donna riuscirono ad allontanarsi dal posto e a rifugiarsi verso il laghetto a sud est della città.
Anche se la scossa di terremoto era durata pochi secondi, aveva distrutto tutti gli edifici circostanti e causato centinaia di feriti e alcuni morti.
< Un terremoto di tali proporzioni non sì è mai scatenato con tale energia in queste zone. >
Guardando il suo pokénavigatore, Lanette poté leggere la notizia che stava impazzando su internet.
< Questo terremoto furibondo ha avuto epicentro alle Cascate Meteora e dalle immagini che si posso vedere, il sisma ha colpito lievemente la città di Ferrugipoli e ha distrutto la città di Cuordilava. >
< Per caso si contano già i morti e i feriti? >
< Ancora no. >
< Secondo me questo terremoto non è normale… E’ stato causato da qualcuno… >
< E come fa ad esserne sicuro, professore? >
< Dobbiamo recarci subito alla Cascate Meteora per scoprirlo. >
< Ma professore è pericoloso! >
< Non m’interessa. Ne va del futuro di questa regione. >
< Non possiamo mettere a repentaglio la nostra vita per andare alla ricerca di informazioni in un posto dove è cominciato tutto questo disastro. >
< Lanette, sei libera di non aiutarmi, se vuoi. Ma ti assicuro che se andremo fin là, troveremo delle risposte… Allora? Vieni con me? >
Dopo aver riflettuto velocemente, Lanette accettò la richiesta del professore.
< Spero tanto che lei abbia ragione. >
< Fidati. Me lo sento. >
 
 
Cascate Meteora ore 18:53
L’entrata che portava alla grotta era completamente distrutto.
I corsi d’acqua che costituivano quel posto erano stati seppelliti da enormi massi.
< Professore, è tutto distrutto > fece Lanette toccandosi la fronte.
Il Professor Birch si guardava intorno in attesa di trovare qualche risposta sull’accaduto.
< Guarda là. >
Alzando lo sguardo, il professore indicò alla ragazza un’entrata nascosta ancora intatta.
< Secondo lei che cosa ci potrebbe essere là dentro? >
< Non ne ho la minima idea. Dobbiamo andare a controllare. >
< Ma se il soffitto della grotta crollasse da un momento all’altro. >
< Non credo che sia probabile, Lanette. Quel terremoto fortissimo di poco fa’ avrebbe distrutto qualsiasi cosa… Ma non quella rientranza. >
< E se dovessero avvenire altre nuove scosse? Rischieremo di rimanere seppelliti là dentro. >
< Lo so, Lanette. Ma non possiamo fermarci proprio ora. >
Per quanto Lanette potesse conoscere il Professor Birch, non l’aveva mai visto così testardo e determinato prima d’ora.
Una volta saliti al piano di sopra della grotta che, incredibilmente era rimasto intatto, videro un gruppo di Solrock e di Lunatone completamente esausti.
< Eccoli, Lanette! Li abbiamo trovati. >
I pokémon provenienti dallo spazio giacevano a terra senza forze.
< Dobbiamo portarli immediatamente al centro pokémon prima che sia troppo tardi. >
< E come facciamo a trasportarli? Sono pesantissimi. >
< Purtroppo hai ragione… Vedrò di rivitalizzarli con questa mia cura. >
A quel punto il professore tirò fuori dalla sua borsa una specie di medicinale che Lanette non aveva mai visto prima.
< E’ sicuro che potrebbe funzionare? >
< Non abbiamo niente da perdere, Lanette. Dobbiamo solo pregare. >
Dopo aver somministrato il farmaco a tutti i Lunatone e Solrock che erano in cattivo stato, una vecchia signora anziana si avvicinò ai due con fare circospetto.
< E’ una vera fortuna che siate arrivati in tempo… Se questi pokémon avessero aspettato dell’altro tempo, non so se sarebbero sopravvissuti. >
< Signora, lei si trovava dentro questa grotta durante la scossa di terremoto che ha devastato tutto il nord di Hoenn? >
< Sì. Ed è stato davvero terribile… Credevo di rimanere seppellita sotto questa grotta. Ma incredibilmente, il terremoto non ha minimamente intaccato questa zona. >
< Tutto questo è inspiegabile > ribatté Lanette.
< Non del tutto, signorina… Infatti, durante la scossa di terremoto, ho visto quel gruppo di Solrock e Lunatone che stavano emanando un’energia psichica fuori dal normale. Forse è stato a causa loro quel terremoto. >
< Perché avrebbero dovuto fare una cosa del genere? > si domandò il professore.
< Forse potrebbe essere la loro indole > rispose Lanette.
< No. Siete completamente fuori strada… Sono stati costretti mediante un campo elettromagnetico che li ha fatti completamente impazzire. >
< E chi può averlo fatto? >
< Se i miei occhi non mi hanno ingannato, ho visto un uomo di mezza età accompagnato da altre reclute che portavano una divisa con impressa una grande R sopra… Ma non ho ancora capito chi fossero. >
< Il Team Rocket! >
< E chi sarebbero, professore? >
< Una banda di criminali che ha seminato un sacco di problemi nelle regioni di Kanto e Jotho… Ma adesso mi domando cosa mai ci potrebbero fare qui? >
< Professore, credo che dovremmo avvertire il Professor Oak o il Professor Elm, non crede? >
< Sì, hai ragione… Signora, secondo me è meglio se venga via con noi da questa grotta. >
< La ringrazio del pensiero ma è tutta una vita che vivo qua dentro e non sarà un terremoto a fermarmi. >
< Come vuole lei… Grazie di tutte le informazioni che ha saputo darci. Non sa che grande aiuto ci ha dato. >
< Figuratevi. È sto un piacere. Buona fortuna contro quella banda di criminali… Distruggere un territorio come questo utilizzando dei poveri pokémon. È inaudito. >
< Vedremo quello che potremmo fare > disse infine il Professor Birch prima di raggiungere l’uscita della grotta.
 
 
Ferrugipoli ore 19:47
Gli abitanti di Ferrugipoli stavano continuando a contare i danni a persone e cose causate dal forte sisma.
Fortunatamente, nella cittadina posta all’estremo ovest di Hoenn, non si registrarono morti, bensì alcuni feriti e alcuni danni alle case.
< Com’è la situazione, signor Presidente? > domandò la capopalestra Petra al presidente della Devon spa.
< Quelli che non sono feriti stanno aiutando i propri abitanti in medicine e cibo, mentre noi stiamo cercando di salvare tutti i dati della società che si sono persi a causa dei computer che sono andati in crash. >
< Non sarebbe meglio pensare prima alle cose materiali e poi a quelle non materiali? >
< Signorina, tutti i dipendenti della Devon stanno facendo enormi sacrifici… E i dati della nostra società sono troppo importanti. >
< Più importanti delle persone? >
< Ascolti bene, Petra: da molto tempo la società non naviga in bellissime acque. Per colpa di questo terremoto, stiamo perdendo quello che di buono siamo riusciti a raccogliere. >
< Ok, ho capito… La vostra società è molto più importante. Ma chi aiuterà tutti questi abitanti? I soccorsi tardano ad arrivare! >
< Non se si tratta del Team Rocket e del Team Idro. >
Giovanni, accompagnato da Ivan e dai loro rispettivi generali, fecero ingresso nella città disastrata per aiutare i più bisognosi e mettere in salvo donne e bambine.
< Trasportate tutti i feriti a Ciclamipoli. Lì stiamo preparando delle attrezzature apposta per i senzatetto e i feriti. >
Facendosi forza e trovando il coraggio necessario, i membri del Team Rocket e del Team Idro trasportarono la maggior parte degli abitanti di Ferrugipoli a Ciclamipoli.
< Non so davvero come potremmo mai ringraziarvi > fece Petra stringendo la mano a Giovanni e ad Ivan.
< Saprete ripagarci in un futuro non molto lontano, signorina > gli rispose Giovanni con ghigno malefico.
< Voi chiedetemi pure qualsiasi cosa e saprò ricompensarvi a dovere. >
< Grazie del pensiero, Petra… Potrei sapere dove posso trovare il Presidente della Devon spa? >
< Quel vile egoista? È laggiù che sta rientrando nella sua fortezza. >
< Molto bene. Lei sta bene? è ferita? >
< Fortunatamente no. >
< Credo che sia meglio che raggiunga i suoi abitanti a Ciclamipoli. Non è saggio rimanere qui. >
< Non lo so. Dovrei chiudere la mia palestra. >
< Gli allenatori se ne faranno una ragione, non si preoccupi. E poi potrebbe avvertirli che si è spostata per alcuni giorni in attesa che questa città ritorni ad essere abitabile > replicò Ivan.
< Avete ragione. Farò come mi avete detto… Grazie ancora per tutto. >

Dopo aver liquidato la capopalestra della città, Ivan e Giovanni si concentrarono verso la Devon spa.
< Mi scusi, vorrei parlare con il presidente di questa azienda > fece Ivan parlando al segretario.
< Sono io > fece un uomo anziano con i baffi e tutto ben vestito.
< Buonasera. Potremmo per caso parlarle in privato? >
< Va bene. Venite nel mio ufficio. >
L’azienda che sovrastava tutta la città di Ferrugipoli, era l’unica ad essere rimasta in buone condizioni come la palestra.
< Devo dire che ha delle mura molto solide > fece Giovanni.
< Questo edificio fu progettato molto tempo fa’ con il metodo antisismico. >
< Ingegnoso. Davvero ingegnoso. >
< Signori, non vorrei essere troppo scortese ma non posso perdere ulteriormente tempo. Che cosa posso fare per voi? >
< Veniamo subito al dunque: ho sentito dire da fonti straniere che lei sarebbe disposto a vendere questa azienda, giusto? >
Ma il presidente decise di non rispondere.
< Dipende a chi… >
< Come sarebbe a dire, scusi? >
< Credete che non vi abbia inquadrato voi due? So chi siete. Giovanni, il capo del Team Rocket e Ivan Capo del Team Idro. Due dei criminali della peggior specie… Ed io non venderò mai la mia azienda a due tipo come voi. >
< Ormai la nostra è storia passata. Vogliamo acquistare la sua azienda per aumentare l’egemonia e il potere d’acquisto della sua tecnologia per utilizzarla a fin di bene e far ritornare la sua azienda allo splendore di un tempo > spiegò Ivan.
< Signor presidente. A mio parere, sarebbe meglio se accettaste. Non avete alternativa. >
Nel sentire quelle parole, il vecchio uomo assunse un’espressione carica d’odio.
< Preferisco farla fallire che darla a dei tipi come voi. Uscite immediatamente da qui e non fatevi vedere mai più, altrimenti chiamo la sicurezza. >
< Ve la potete permettere? > lo canzonò Ivan.
< Fuori di qui! >
< Va bene, stia calmo. Ce ne andiamo… Ma si ricordi: non finisce qui. Torneremo > replicò Ivan uscendo dall’ufficio con Giovanni senza mai voltarsi verso il presidente.
< Adesso cosa facciamo, Giovanni? > domandò il Capo del Team Idro.
< Se il presidente della Devon spa non vuole ascoltarci, dovremmo prenderla con la forza… Ma prima dobbiamo recarci alla stazione spaziale di Verdeazzupoli. >
< A fare cosa, scusa? >
< Lo scoprirai molto presto. >

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Capitolo 7
*** Un nemico insospettabile ***


Regione Hoenn, settore Monte Camino – Ciclamipoli ore 21:57
Dopo aver colpito la cittadina di Ferrugipoli, la lava del Monte Camino si stava riversando giù dalla montagna.
Se non fosse stata fermata al più presto, avrebbe colpito la cittadina di Cuordilava già pesantemente distrutta.
«Dobbiamo uscire di qui! Alla svelta!» gridò il Capo del Team Magma Max ai suoi sottoposti.
Le giovani reclute si diressero fuori il loro rifugio per dirigersi a sud del passo Selvaggio.
Ma purtroppo per loro erano in trappola.
Gli alberi crollati si frapposero tra di loro e l’entrata della cittadina di Cuordilava.
«Capo! Siamo in trappola!» gridò uno di loro.
«Tornate immediatamente indietro. Passeremo sottoterra.»
Ma ormai era troppo tardi.
La lava li aveva completamente rinchiusi, uccidendoli tutti.
L’unico a sopravvivere fu Max, riuscendo a fuggire grazie al suo Crobat.
Dal cielo che si era oscurato a causa della cenere, Max poté intravedere tutto il disastro che il terremoto e la lava aveva colpito le vicinanze.
“Non ho mai visto niente di simile.”
Una volta che si ritrovò sopra il paese di Cuordilava, Max vide una giovane ragazza che si prodigava a salvare le persone intrappolate in quella gola.
«Crobat, dirigiti verso quella città!»
S’eppur contrariato, il pokémon di Max arrivò a distanza di sicurezza dalle macerie del paesino.
«Camerupt, scelgo te!»
IL pokémon vulcano di Max cercò di aiutare gli abitanti fermando la lava che si stava velocemente facendo spazio tra gli alberi caduti.
«Crobat, porta tutta questa gente in salvo.»
Dopo aver percorso il sentiero in volo che portava dritto alla città di Ciclamipoli, Max e il suo pokémon riuscirono a salvare tutti gli abitanti del posto.
La cittadina, capitanata dal capopalestra Walter, era diventata un rifugio per profughi.
«Grazie mille, buon uomo» fece un’anziana signora che proveniva proprio da quella città disastrata «Le dobbiamo tutti la vita.»
«Ho fatto solo il mio dovere.»
Mentre stringeva la mano della vecchia signora, Max non riusciva a togliersi dalla mente le sue reclute inghiottite dalla lava.
«Non è vero. Lei poteva andarsene in volo per salvare se stesso… Invece ha scelto di salvare anche noi. È stato un gesto a dir poco nobile.»
«La ringrazio, signora.»
«Ha per caso visto mia nipote? L’ultima volta era in groppa al suo Crobat.»
«Chi è sua nipote?»
«La Capopalestra di una cittadina ormai distrutta.»
«Sta parlando di Fiamma?»
«La conosce, per caso?»
«L’ho sentita solo nominare… Ah, eccola là!»
La giovane capopalestra di Cuoridlava era in compagnia del capopalestra di Ciclamipoli Walter.
«Eccolo qui il vostro salvatore!» fece l’anziano mettendosi a ridere «Hai avuto davvero un gran fegato, non c’è che dire.»
Ma Max evitò di rispondere, concentrando il suo sguardo su Fiamma.
«Fiamma, come stai?»
«Adesso molto bene.»
«Sono felice.»
«Grazie per aver salvato mia nonna e tutti gli altri abitanti.»
«Non c’è di che.»
«Bene. Vi lascio un po’ soli. Vado a vedere se qualcuno ha bisogno di me.»
Una volta che Walter si fu allontanato, Max cercò in tutti i modi di parlare con la giovane ragazza.
«Non avrei mai creduto che un pregiudicato come te avesse un cuore così grande.»
«Io non sono un criminale.»
«Ah davvero? Allora cosa mi dici quando hai provato a risvegliare Groudon con la sfera blu che hai rubato insieme ai tuoi scagnozzi sul Monte Pira scatenando una siccità senza precedenti?»
«È stato molto tempo fa’… E da allora non passa giorno che io me ne penti.»
«Il passato non si cancella. Ricordatelo… Ah, per non parlare quando ho scoperto il tuo rifugio in mezzo al Passo Selvaggio… Quale mente bacata può arrivare a costruire tutto questo?»
«Adesso basta, Fiamma» ribatté l’uomo con tono perentorio «IL mio rifugio è distrutto e tutti i miei uomini sono morti… Adesso il Team Magma non esiste più.»
«Questo mi dispiace davvero… Ma come Capo quale sei, finché sarai in vita il Team Magma continuerà ad esistere.»
«A questo punto ti faccio un domanda… Preferiresti che io fossi morto?»
«Ma cosa dici?» ribatté la ragazza sorpresa.
«Rispondi alla mia domanda, per favore.»
Gli occhi della giovane capopalestra divennero due fessure.
Guardava il giovane uomo con sguardo innocente e pieno d’amore.
«Certo che no… non auguro la morte a nessuno.»
«Quindi sei felice di vedermi?»
«Più di qualsiasi altra cosa.»
Improvvisamente, il cuore di Fiamma cominciò a battere all’impazzata.
Aveva ritrovato l’amore che si era assopito dentro di lei dopo molto tempo.
Una volta messo da parte i loro litigi, si scambiarono un lungo bacio che sembrò durare all’infinito.
«Adesso cosa credi di fare, Max?»
«Fare quello che avrei dovuto fare molto tempo fa’: tornare ad essere una persona leale e onesta.»
«Perché dici questo?»
«Perché sono sicuro che qualcuno mi vuole ancora morto.»
«Stai pensando a Ivan?»
«Sì… proprio lui…»
«Ma il terremoto… Credi che…»
«Tutto è possibile, non scordarlo.»
«E come faresti a provare tutto questo?»
«C’è solo una persona che può aiutarmi.»
 
 
Torre Bruciata ore 14:26
«Ash, perché ci troviamo dinanzi a questo edificio che sta cadendo a pezzi?» domandò Jasmine confusa.
«Devo parlare con il capopalestra Angelo sui pokémon leggendari che abitano questa città.»
«Non riesco a capire…»
«Non ti preoccupare… So quello che sto facendo.»
«Ne sono sicuro, ma…»
La Torre Bruciata che sovrastava la città di Amarantopoli era un vecchio edificio che si reggeva a malapena in piedi.
< Jasmine, devi sapere che la leggenda narra che questa torre sia stata distrutta da Ho – Oh, il pokémon arcobaleno… E che di conseguenza, abbia dato alla luce i tre cani leggendari che scorazzano nella regione di Jotho. >
< Sì, ne avevo già sentito parlare. >
Una volta che Ash e Jasmine si ritrovarono all’ingresso della Torre, poterono scorgere un allenatore di mezza età che stava parlando ad una persona molto più giovane di lui.
< E’ proibito entrare qua dentro. Quante volte te l’ho detto?! >
< Sono convinto che qua dentro abiti il pokémon arcobaleno… Perché non mi dici dove sta?>
< Non ti rivelerò mai un simile segreto. >
< Molto bene. Vorrà dire che passerò alle maniere forti… Charizard, attacca questo impostore con lanciafiamme. >
Il pokémon del giovane allenatore si scagliò contro l’uomo con forza inaudita, ma per fortuna egli non riuscì a beccarlo.
< Tu sei pazzo! Vuoi addirittura uccidermi? >
< O ti decidi a parlare, o farai una brutta fine. Non te lo voglio ripetere mai più. >
< Angelo! Gary! Ma cosa state facendo. >
L’uomo di mezza età che stava provando a difendere l’edificio da Gary non era altro che il capopalestra della città.
< Ah, ci mancavi pure tu Ash. >
< Che cosa diavolo stai facendo? >
< Questi non sono affari tuoi. >
< Invece lo sono eccome > ribadì il ragazzo con tono ferreo.
< Non vorrei farti troppo del male, Ash. >
< Non ce la faresti, mio caro. Sono più forte di quanto tu possa mai immaginare. >
< Ah, davvero? Eppure Lance mi ha detto il contrario > ribatté Gary canzonandolo < I suoi cloni e i miei sono superiori più di qualsiasi altro pokémon… Lo sai? Abbiamo fatto bene ad allearci con Giovanni. Sta facendo di tutto per migliorare questo mondo. >
< Non dirmi che anche tu… >
< All’inizio ero molto titubante, ma alla fine è riuscito a convincermi. Vuoi davvero vedere il mio Charizard all’opera? >
< Tu e quel maledetto criminale non riuscirete ad avere in pugno me e questa città. >
< Angelo, non fare promesse che non puoi mantenere. >
< Scommettiamo?! >
Angelo e Gary stavano per incominciare una durissima battaglia pokémon che sarebbe sfociata in qualcosa di ancora più grave.
< Fermi! Non vi permetteremo di distruggere questo luogo sacro. >
La voce perentoria del Capo dei saggi della cittadina di Amarantopoli risuonò in tutta la torre.
< Lo sapete cosa state facendo? Se comincerete a darvi battaglia in questo posto, rischierete di distruggerlo. >
< Allora bando alle ciance e mi dica dove si trova il famigerato pokémon arcobaleno > insistette ancora una volta Gary.
< Ragazzo, perché lo vuoi sapere? >
< Questo non posso dirlo. >
< Ed io non posso rivelarti il suo reale posto… E comunque non si trova in questa cittadina. >
< Bugiardo. Lei sta mentendo. >
< Non ho mai detto una bugia in vita mia > fece il Capo dei Saggi con tono indifferente.
< D’accordo… Vorrà dire che me lo rivelerà con la forza. Charizard, attacca immediatamente il Capo dei saggi. Fuocobomba! >
Il pokémon di Gary diede sfogo a tutta la sua potenza di cui era capace, andando a colpire il malaugurato Capo dei saggi.
< Gary, ma non ti rendi conto di quello che stai facendo?! >
< Taci, Ash. Ormai il tempo di pace è finito… Se vuoi essere una persona potente come lo è Giovanni, devi prenderti le cose con la forza. >
Una volta che le fiamme si dissolsero, tutti i presenti credettero che il povero anziano fosse morto carbonizzato.
Ma invece era ancora vivo e vegeto.
< Com’è possibile? > domandò Gary rimanendo a bocca aperta < Il mio Charizard ti avrebbe dovuto carbonizzare. >
< Il mio spirito è più forte anche degli attacchi dei pokémon, non te lo scordare… Ma visto che non riesci ad imparare la lezione tocca a me insegnarti le buone maniere. Gengar, scelgo te! >
Il pokémon spettro/veleno fece il suo ingresso in campo fissando il suo nemico con rabbia.
< Sai quello che devi fare. >
< Con una sola mossa, il pokémon di Gary cadde a terra completamente senza forze. >
< Ma cosa gli hai fatto. >
< Niente di che. È solo sotto il controllo del mio pokémon. >
< Smettila immediatamente! >
< Solo se tu te ne andrai da qui e non ti farai mai più vedere. >
Con le spalle al muro, Gary dovette acconsentire alla richiesta dell’anziano saggio.
< Va bene! mi arrendo! >
< Perfetto. >
Dopo che Gengar rientrò nella sua poké ball, Charizard si risvegliò all’istante.
< Ma vi avverto: non finisce qui. >
< Aspetta un momento, giovane ragazzo. >
< Che cosa vuole adesso da me? >
< Non crederai davvero che te la caverai così… Saggi, circondatelo immediatamente. >
< Che cosa volete farmi? > domandò Gary spaventato.
< Trascorrerai il tempo necessario in cima alla Torre di Latta che si trova qui accanto a questa Torre. Così capirai una volta per tutte quali penitenze noi saggi abbiamo in serbo per gli assetati di potere come te. >
< No! Vi prego! Lasciatemi andare! >
< Ormai è troppo tardi. Dovevi pensarci prima. >
Sotto lo sguardo attento di Ash, Jasmine e di Angelo, Gary fu rinchiuso nella Torre di Latta.
Il capo dei Saggi si limitò a fare un cenno d’assenso agli altri monaci della Torre di Latta, senza dare dovute spiegazioni o ordini.
< Se non ricordo male, quel ragazzo è il figlio del Professor Oak, non è vero? >
< Sì, Anziano Saggio. >
< Non avrei mai creduto che uno dei professori di pokémon più intelligenti al mondo avesse cresciuto un ragazzo simile. >
< Lui non ha grandi colpe > gli spiegò Ash < E’ tutta colpa di Giovanni e del Team Rocket che stanno trasformando il mondo che noi tutti conosciamo. >
< Ne ho sentito parlare… Ma non dovete preoccuparvi. Angelo e gli altri capopalestra non si fideranno mai di lui. >
< Purtroppo Sandra, la capopalestra di Ebanopoli e suo fratello Lance hanno accettato di allearsi con lui. >
< Capisco… >
< Anziano saggio, per quanto riguarda me, sono riuscito momentaneamente ad evitare che Amarantopoli cadesse nelle sue mani. Ma i suoi poteri e la sua influenza stanno crescendo ogni giorno che passa. >
< Amarantopoli non cadrà mai sotto il suo controllo. Di questo dovete stare tranquilli. C’è qualcuno più grande di noi che ci protegge dalle sue infamie. >
< Vi state riferendo ad Ho – OH? > domandò Jasmine.
< Non ho detto questo, signorina > disse infine il Capo dei Saggi mentre si ritirava nella Torre di Latta.
< Angelo, sai bene che per qualsiasi cosa, non esitare a chiamarci. >
< Certo, Ash… Hai per caso notizie degli altri capopalestra? >
< No. Ma presto ci metteremo in contatto con tutti loro. Non abbiamo più tempo da perdere. >
 
Fiorlisopoli ore 15:53
Furio, il capopalestra della piccola cittadina posta all’estremo est della regione di Jotho, era impegnato ad allenarsi con il suo Primeape e il suo Machamp.
< Bravi, ragazzi. Continuate così. >
Ma durante il suo allenamento, la sua attenzione si spostò verso un anziano uomo che continuava a fissare il mare senza una ragione apparente.
< Voi continuate l’allenamento. Io torno subito. >
incuriosito, Furio si diresse verso di lui per riuscire a capire chi fosse.
Una volta arrivato vicino a lui, capì subito che era Alfredo, il capopalestra di Mogania.
< Alfredo, sei davvero tu? >
< Sì… sono quello che resta di un uomo vecchio e senza forze. >
< Che cosa ci fai nella mia cittadina? >
< Avevo bisogno di andarmene da Mogania e di cercare rifugio il più lontano possibile. >
< E perché? Cosa è successo? >
< Ad un certo punto arriva nella vita di una persona il bisogno di mettersi da parte… e così ho fatto con la mia città. Purtroppo non sono energico come tempo fa’ e credo proprio che non mi rimarrà molto da vivere. >
Furio lo fissava con sguardo confuso e scioccato.
< Ma Alfredo… >
< La mia città… e tutto quello che conoscevo… è in mano a persone senza scrupoli… >
< A chi ti stai riferendo? >
< Mi dispiace, ma adesso non voglio parlarne… Ho bisogno di riposarmi. >
< Alfredo, se tu mi dici cosa realmente sta succedendo, forse potrò darti una mano. >
< Non servirà a niente. >
< Perché dici questo? >
< La polizia segreta sta facendo tutto il possibile per contrastarli, ma è tutto inutile… Non credo che tu riuscirai a migliorare le cose. >
< Questo è tutto da vedere. >
< Sì… come no… >
Ad un certo punto, malandato e stanco com’era, Alfredo si accasciò a terra tossendo paurosamente e toccandosi lo stomaco.
< Alfredo, cosa ti sta succedendo? >
< Ormai è arrivata la mia ora, Furio… Avverti il giovane Ash Ketchum e la capopalestra di Olivinopoli Jasmine che il mio tempo è finito… Loro ti sapranno aiutare su quello che sta succedendo a Jotho. >
< Ma cosa stai farfugliando? Alfredo! >
Ma ormai era troppo tardi.
Il povero allenatore dei pokémon di ghiaccio si spense per sempre fissando quella spiaggia bianca e quel mare cristallino sotto lo sguardo scioccato di Furio che non poté far niente per aiutarlo.
 
Ferrugipoli ore 08:30
Alcuni giorni dopo
La situazione alla Devon spa stava precipitando in maniera irrimediabile.
L’azienda non riusciva più a risollevarsi e il presidente doveva attuare immediatamente dei licenziamenti se non voleva incorrere nel fallimento immediato.
«Presidente, dobbiamo trovare subito una via d’uscita» fece il suo più fidato uomo nonché segretario.
«Purtroppo non riesco a vedere nessuna via d’uscita» replicò il presidente con tono triste «Sembra che questo sia il nostro destino…»
«Presidente, so che non dovrei dirlo, ma credo che faremo bene ad accettare la richiesta del capo del Team Rocket e…»
«Non ci pensare nemmeno. Non venderò la mia società a dei criminali senza scrupoli.»
«Quindi avrebbe deciso irrimediabilmente di fallire?»
«Sto provando a lottare in tutti i modi…»
«Ma è tutto inutile, presidente! Quando lo capirete?!»
L’uomo anziano non voleva darsi per vinto per nessuna ragione.
Ma sapeva anche lui che la fine era ormai giunta.
«Non ci sono altri venditori che potrebbero risanare la mia azienda?»
«No. Mi dispiace, Signor Petri.»
«Fa lo stesso… Prepara le ultime lettere di licenziamento. Nei prossimi giorni chiuderemo i battenti.»
«Va bene… signor Presidente.»
Ma prima che il segretario del Signor Petri potesse uscire dall’ufficio, un uomo alto e dai capelli grigi corti entrò di straforo facendo spaventare i presenti.
«Oh, scusatemi. Non volevo spaventarvi.»
«Possiamo fare qualcosa per lei, signore?»
«Ma come? Non riuscite più a riconoscermi?»
Togliendosi il travestimento che gli copriva il volto, il presidente Petri vide con grande piacere che si trattava di suo figlio.
«Rocco! Che cosa ci fai qui?»
«Sono venuto a tirarti fuori dai guai, papà.»
«Cosa? E come pensi di fare?»
«Con il nuovo acquirente che ti ho portato.»
Da dietro le spalle del primogenito del Signor Petri, spuntò una coppia di ragazzi dall’animo gentile ma determinato.
«Buonasera, Signor Petri. Siamo lieti di fare la sua conoscenza.»

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Capitolo 8
*** La rivolta dei capipalestra di Jotho ***


Violapoli ore 07:26
La notizia della morte del capopalestra Alfredo, si diffuse in poche ore in tutta la regione di Jotho.
«È davvero terribile quello che hai dovuto vedere» fece Jasmine mentre si trovava in contatto con Furio tramite cellulare «E adesso dove si trova?»
«È in casa mia. In attesa di poterlo riportare a Mogania, s’intende.»
«Capisco.»
«L’unica cosa che non riesco a credere è il perché si trovava nella mia cittadina… Farfugliava qualcosa del tipo che era stato cacciato dal suo paesino… Ma non sono riuscito a capire chi potrebbe essere stato… Tu ne sia qualcosa?»
«No. Nemmeno io so nulla.»
Jasmine pensò bene di non dire niente al suo collega capopalestra per paura di non allarmarlo più del dovuto.
«Ma se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiamarmi.»
«Andrò direttamente a Mogania per vedere chiaro a questa strana faccenda… A risentirci, Jasmine.»
«No, Furio. Aspetta.»
Ma ormai era troppo tardi.
Furio aveva riagganciato la chiamata.
«Con chi eri al telefono?» gli domandò Ash.
«Con Furio. Mi ha chiamato per dirmi che Alfredo è morto.»
«Cosa?!»
«Sì. Gli è preso un infarto.»
«Oh, cielo.»
«Deve essere stato causato dalla perdita della sua città di Mogania…»
«Se è così, il Team Rocket ha superato il limite! Dobbiamo toglierli di mezzo una volta per tutte!»
«È vero… Ma ancora non capisco perché ci troviamo nel paesino di Violapoli.»
«Dobbiamo parlare con tutti i capipalestra della regione per convincerli ad unirsi a noi contro Giovanni e la sua tirannia.»
«Ma credi davvero che ci daranno ascolto?»
«Lo devono fare se non vorranno vivere in un mondo comandato da un dittatore senza scrupoli… Ecco. Questa è la palestra.»
Una volta che i due allenatori si ritrovarono dinanzi all’edificio che si ergeva nel centro della città, videro con grande sorpresa che la palestra era chiusa.
«Grandioso. Adesso dove possiamo trovarlo?»
«Se state cercando Valerio, lo trovate alle Rovine d’Alfa» fece un anziano mentre si aggirava in città.
«Le Rovine D’Alfa?»
«Sì. Si trovano poco più a sud del paese. Di solito se Valerio ha la palestra chiusa, o si trova nella Torre Bellsprout ad allenarsi, oppure è alle Rovine D’Alfa… Ma visto che io vengo proprio da quella torre, io non l’ho visto lì.»
«Grazie dell’informazione» fece Jasmine sorridendo «Ci è stato di grande aiuto.»
«Ma state attenti, ragazzi: quel luogo è pieno di misteri. Si dice che se vi si addentra senza una guida, si rischia di non tornare mai più indietro.»
«Grazie per l’avvertimento. Cercheremo di stare attenti.»
Dopo aver salutato l’anziano e averlo ringraziato di nuovo, Jasmine e Ash si diressero verso quel posto misterioso.
«UN posto dove non si fa più ritorno… Per quanto posso conoscere le Rovine D’Alfa, sono convinta che non è il posto adatto per scomparire misteriosamente.»
«Questo significa che allora non lo conosci affatto» ribadì Ash con tono serio.
«Che intendi dire?»
Ash fissava la ragazza con sguardo attento e truce.
«IL mio risale ad un sogno di molto tempo fa’… Ero tutto solo in un posto mistico popolato da pokémon che assomigliavano a delle lettere… e da strani fenomeni che vi abitavano…
«Che tipo di strani fenomeni?»
«Magari il ragazzo si riferiva al movimento del terreno causato dagli Unown.»
Una voce alle loro spalle fece sobbalzare i due allenatori.
«Valerio! Da quanto tempo!»
«Ciao, Jasmine. Come stai?»
«Non c’è male. E tu?»
«Bene… Sono appena ritornato dalle Rovine D’Alfa per le mie solite ricerche su quei pokémon misteriosi…»
«E come li avresti chiamati, scusa?»
«Unown.»
«Non ne ho mai sentiti nominare…»
«Vuoi per caso fare un salto alle Rovine? Con la fortuna che abbiamo, potremmo anche vederne uno.»
«No, grazie. Non ci tengo.»
«Che cos’hai, Ash? Paura di quegli insignificanti pokémon?»
«Insignificanti o no, quel posto non mi è mai piaciuto.»
«Ah, giusto… Ricordo ancora quando ti sei perso. Per fortuna sono riuscito a recuperarti e a farti uscire da quel posto.»
«Allora quell’anziano non aveva tutti i torti dicendoci di stare attenti…»
«Tornando a noi, che cosa ci facevate in questo posto?»
«Volevamo cercarti… Per parlarti della situazione che si sta venendo a creare nell’universo dei pokémon.»
«Allora forse è meglio cercare un luogo più sicuro. Venite con me.»
 
 
Fiordoropoli  ore 08:30
Chiara era impegnata ad aiutare la signora dei fiori ad annaffiare le piante che contornavano il centro commerciale della città.
Era una bellissima mattinata di sole.
Nessuno si sarebbe mai immaginato che subito dopo sarebbe stata invasa da un’orda di uomini completamente vestiti di nero com’era accaduto qualche anno prima.
< Chiara, guardi là > fece la fiorista attirando la sua attenzione.
Alzando lo sguardo, la capopalestra della città divenne pallida in volto.
< Signora, rientri subito in negozio. >
< Perché? Cosa sta succedendo? >
< Rientri senza fare ulteriori domande > replicò Chiara con voce perentoria.
Intimorita, la fiorista ubbidì alla richiesta di Chiara, rientrando nel suo negozio di fiori e rinchiudendosi dentro.
Facendosi coraggio, Chiara avanzò verso quel gruppo d’individui facendo subito la voce grossa.
< Non siete benvenuti in questa città. Andatevene immediatamente da qui. >
< E tu che cosa credi di fare? Mocciosa! >
< Rimangiatelo immediatamente. >
< Altrimenti che cosa mi fai? >
< Il mio Miltank e il mio Tauros non vedono l’ora di combattere. >
< Sai che paura. >
< Jessie, adesso basta > replicò Giovanni andando incontro alle due donne.
< Aspettami alla Torre Radio. Ti raggiungerò presto. >
< Va bene, Capo. >
A quel punto, Chiara si ritrovò dinanzi il Capo del Team Rocket.
< E’ lei che sta manovrando tutta questa follia? >
< Come? Non so a cosa lei si sta riferendo, signorina. >
< Non scambiatemi per una sciocca… Pensa che non mi ricorda quando i suoi seguaci hanno preso la Torre Radio e conquistato tutta la città? >
< Ormai quella è acqua passata… Adesso io e il mio Team abbiamo in serbo un altro piano che cambierà il corso della storia. >
< Che cosa avete in mente? >
< Se ti alleerai con me, lo scoprirai all’istante. Altrimenti… >
< Altrimenti cosa? >
< Ne pagherai le conseguenze. >
< E’ una minaccia? >
< Io l’ho solo avvertita. Quando mi impadronirò di questa città, chi è contro di me sarà messo da parte. >
< Ha intenzione di ucciderci tutti allora? >
< Assolutamente no. Io non sono un assassino. >
< Però è lo stesso un criminale… >
< Ho deciso di seguire la via della lealtà… E vedo che in questi tempi mi sta ripagando… Mi scusi se sono scortese, ma ho già perso ulteriormente tempo con lei. >
Ma mentre Giovanni se ne stava andando, la voce della ragazza riattirò la sua attenzione.
< Non riesco a credere che dei tipi come lei si trovino a piede libero… >
< Io ho già pagato tutto quello che dovevo… Adesso voglio prendermi quello che mi spetta per rendere questo mondo un posto in cui tutti si sentiranno diversi. >
< Avanti, non faccia il buon samaritano… Lei vuole sottomettere tutti gli esseri umani e i pokémon. Non è forse così? >
< Ahahah e anche se fosse? >
< Io non le permetterò mai di fare tutto ciò… Miltank! Tauros! Tocca a voi. >
I due pokémon di Chiara fissavano il loro avversario con sguardo truce e serio.
< Vuole davvero sfidarmi? >
< Sì. Per il bene della mia città e di tutto quello che ne può conseguire dopo. >
< D’accordo. L’ha voluto lei… Nidoking, è il tuo turno! >
Il pokémon prorompente di Giovanni emanò un grido che scosse l’intera città.
< Un Nidoking, eh? Più sono grossi più fanno più rumore quando cadono. >
< Ahahah attenta con le parole, signorina. Potrebbero costarle molto caro. >
< So quello che dico… Avanti Miltank! Tauros! Attaccate Nidoking con azione! >
Nel mentre i due pokémon di Chiara si preparavano ad attaccare il loro nemico, Giovanni fissava la scena con sguardo divertito e ghigno malefico.
< E’ più facile di quanto potessi mai immaginare… Nidoking, attacco abisso. Chiudiamola immediatamente qui. >
Un enorme voragine si creò sul campo di battaglia, inghiottendo i due pokémon della capopalestra.
< Oh no! >
Chiara, sconvolta, si precipitò verso di loro per vedere in che condizioni erano.
< Ormai non ci sono più speranze. Hai perso, ragazzina. >
I due pokémon di Chiara ritornarono in superficie completamente esausti.
Nidoking li aveva fatti fuori in un solo colpo.
< Allora? Cosa mi dici? Ti arrendi? >
< Per questa volta ha vinto lei… Ma non finisce qui. >
< E’ ancora in tempo per allearsi con me… Vedrà che non se ne pentirà. >
< Preferisco morire che allearmi con lei. >
< Molto bene… Una volta che mi sarò impadronito della Torre Radio e della stazione che collega Fiordoropoli a Zafferanopoli, tu e quelli contro di me verrete rinchiusi nei sotterranei della città. È una promessa.>  
S’eppur spaventata dal suo destino, Chiara decise di non controbattere, lasciando il campo di battaglia per recarsi al centro pokémon della città per curare il prima possibile i suoi pokémon feriti gravemente.
 
 
Azalina ore 09:15
Raffaello si divertiva a cacciare i pokémon coleottero che popolavano la zona con il suo enorme retino.
Era il più bel passatempo che il giovane capopalestra della cittadina in mezzo ai boschi potesse fare.
< Ehi, Franz! Hai elaborato nuove sfere per la cattura dei pokémon? >
< Ancora no. Però ci sto lavorando. >
< Le ultime che hai creato erano davvero sensazionali… Hai provato a metterli sul mercato? >
< Le ho provato a vendere al centro commerciale di Fiordoropoli, ma con scarso successo. Mi avevano detto che i miei prodotti non si sarebbero venduti perché erano troppo costosi. >
< Che cosa? >
< In fondo non hanno tutti i torti… gli allenatori preferiscono comprare le solito poké ball, mega ball e ultra ball per catturare i pokémon… Le mie creazioni non gli servono. >
< Mi dispiace, ma non sono d’accordo. Perché non provi a venderle in altre città come Ebanopoli o Olivinopoli? Sono convinto che in quelle città passano più allenatori rispetto a Fiordoropoli. >
< Mi sembra alquanto impossibile visto che Fiordoropoli è la città più grande di Jotho. >
< Fa lo stesso. Tu provaci comunque. >
< Va bene… Venendo a te, come te la cavi con la cattura dei pokémon coleottero? >
< Non c’è male. Ieri sono riuscito ad acchiappare un Butterfree e un Beedrill. >
< Ottimo bottino, non c’è male. >
< Vero? Da quando ho iniziato la mia avventura come capopalestra, mi sento molto più forte e migliorato. >
< Negli ultimi tempi sono passati dei bravi allenatori. >
< Sì, bravi… Ma non abbastanza da sconfiggermi. >
< Ricordi il tuo sfidante Ash Ketchum? Lui si che era un portento. >
< Già… Chissà se è riuscito ad arrivare fino ad Altopiano Blu… E’ un vero peccato che si siano perse le sue tracce… >
< Vedrai che presto sentiremo ancora parlare di lui. >
Nel mentre Raffaello era intento a conversare con il suo amico Franz, un ordina di uomini completamente incappucciati circondarono il perimetro della palestra e circondando i due individui.
< Ma che diavolo… >
< Non muovetevi! > tuonò uno di loro < Polizia segreta di Jotho. Mani bene in vista. >
< Ma cosa volete da noi? >
Uno degli individui incappucciati, si avvicinò a Franz e a Raffaello per cominciare ad interrogarli.
< Sbaglio o lei l’ho già visto da qualche parte? >
< Una volta ero un collaudatore di computer... >
< Accidenti! Che salto che ha fatto! >
< Ma non sono venuto qui per parlare di me… Per caso avete notizie di un certo Ash Ketchum e della capopalestra di Olivinopoli Jasmine? >
< No… Perché dovremmo? >
< Nessuno di voi sa se è passato di qua? >
< No, signori > rispose Franz < Altrimenti li avremmo visti. È difficile passare inosservati in una cittadina così piccola. >
< Se per caso avete notizie di loro, contattatemi immediatamente. Io sono l’agente 01994. Questo è il mio codice per contattarmi. >
< D’accordo. >
< Scusate per la nostra invasione e per lo spavento… Buona giornata. >
< Aspetti un momento > lo fermò Raffaello.
< Che cosa c’è? Non ho molto tempo da perdere. >
< Perché state cercando Ash Ketchum e la mia collega di Olivinopoli? >
< Questi non sono affari che la riguardano > replicò l’agente di polizia senza mezzi termini.
< Forse sarebbe meglio che mi diciate qualcosa su questa storia… Almeno saprò come comportarmi… >
L’agente di polizia scrutò con sguardo minaccioso il capopalestra di Azalina.
< E’ meglio che si prepari a combattere, giovane ragazzo. Una minaccia sta per incombere sul nostro mondo… >
< Che intende dire? >
< Presto lo scoprirà… Ma una domanda mi sorge spontanea: lei predilige la forza di polizia o la criminalità che sta prendendo piede in questo mondo? >
< La giustizia della polizia, è ovvio. >
< Benissimo… Allora se un giorno di questo un uomo alto e ben vestito le dirà di scegliere, lei saprà cosa dire… Addio > disse infine il poliziotto lasciando interdetto il povero Raffaello senza che lui abbia capito a cosa realmente si stava riferendo.
 
 
Al largo della costa di Porto Selcepoli ore 10:02
Max, l’ex Capo del Team Magma, non faceva altro che contemplare il mare immenso che si trovava dinanzi a lui.
< A cosa stai pensando? > gli domandò Fiammetta.
< Ogni volta che vedo l’acqua e il mare, non so perché mi viene in mente il mio acerrimo nemico Ivan. >
< Ti riferisci al Capo del Team Idro? >
< Non so perché, ma sono convito che il terremoto sia stato causato proprio da lui. >
< Perché avrebbe dovuto distruggere il nord di Hoenn? >
< Non lo so… Forse perché vuole uccidermi… >
< Ed è per questo che stiamo andando a Kanto? >
< Esatto. Qualcosa mi dice che lo troveremo lì. >
< Max? >
< Che cosa c’è? >
La giovane allenatrice fissava l’uomo con occhi imploranti.
< Sei convinto di quello che stai facendo? >
< Mai stato più convinto… Ho già pagato i miei più profondi errori… E adesso ho intenzione di rimediare… Insieme a te. >
< Ed io ti appoggerò sempre. Qualsiasi cosa accada > ribatté Fiammetta abbracciando con calore l’uomo che non avrebbe abbandonato per nessun motivo.
 
 
Fiordoropoli ore 11:23
Il Team Rocket si era completamente impossessato della città.
In solo poche ore, Giovanni aveva acquisito prima la Torre Radio e poi la stazione della città, aumentando la sua più totale supremazia.
< Gente, oggi è un nuovo giorno per il Team Rocket > gridò Giovanni ai microfoni delle stazioni di tutta la regione < Dopo essermi impossessato della Silph spa e di tutta Kanto, è giunta l’ora anche per la regione di Jotho. La conquista per un nuovo mondo dei pokémon sta procedendo senza alcun intoppo. E tutto grazie alle mie reclute e ai miei alleati che hanno deciso di scegliere le mie ambizioni e le mie idee…Vedrete che verrete ripagati… Ma adesso non posso fermarmi proprio ora… La conquista del mondo dei pokémon deve continuare fino alla fine… A tutti voi che credete in me, vi prego di supportarmi. Presto tutti coloro che hanno deciso di mettermi i bastoni fra le ruote, ne pagheranno le conseguenze. Parola di Giovanni.  >
Dopo il discorso prorompente di Giovanni, tutti gli abitanti della regione che ascoltarono il suo messaggio, si prepararono ad affrontare le dovute conseguenze.
Soprattutto i capipalestra delle principali città di Jotho, che si mobilitarono per unirsi e respingere una minaccia più grande di loro.
I capipalestra di Jotho non tardarono a marciare verso la cittadina di Fiordoropoli.
«Giovanni!» tuonò Furio in compagnia di Angelo e Raffaello «Non ti permetteremo di sottometterci!»
Giovanni, non essendo minimamente indispettito, affrontò i tre capipalestra a viso aperto facendogli capire chi davvero comanda.
«Voi di Jotho siete tutti degli smidollati... Non avrei mai creduto che fosse così facile sconfiggervi.»
«Dannazione! Ma non finisce qui!» tuonò Furio «Prima o poi il tuo impero del terrore crollerà e avrai quello che ti meriti.»
«Ti consiglio di non parlarmi così... Il tuo destino potrebbe peggiorare ulteriormente.»
«Perchè? Che cosa hai intenzione di farci?»
«Vi farò marcire nei sotterranei insieme alla capopalestra Chiara e a tutti gli abitanti di questa insulsa città. Così vi renderete conto chi è davvero Giovanni, Capo indiscusso del Team Rocket.»
Non potendo fare più niente, Furio, Angelo e Raffaello furono scortati nelle prigioni dei sotterranei della città e rinchiusi nei punti più profondi per evitare ogni loro sorta di fuga.
 
 
Amarantopoli, Torre di Latta ore 12:47
Il Professor Oak era giunto nella piccola cittadina posta a nord di Jotho dopo che ebbe ricevuto una lettera anonima che lo pregava di dirigersi subito nella città di Amarantopoli.
«Mi scusi» fece il Professor Oak ad una giovane Kimono girl «Sa per caso dove posso trovare il Capo della Torre di Latta?»
«Sono io, Professor Oak» fece un anziano saggio avvicinandosi «Benvenuto ad Amarantopoli... Signorina, può per favore lasciarci soli.»
Senza dire neanche una parola, la giovane Kimono Girl fece un doveroso inchino scomparendo dietro l'edificio che si trovava in mezzo alla città.»
«Anziano saggio, potrebbe dirmi il perchè di questa lettera anonima?»
«Riguarda suo nipote...»
«Mio nipote? Sta parlando di Gary?»
«Ha tentato di profanare la Torre Bruciata estorcendo alcune informazioni provate sulla leggenda di Ho - Oh e dei cani leggendari che albergano in questo posto.»
«Capisco» replicò il Professor Oak senza sapere cosa dire «Adesso dove si trova mio nipote?»
«È rinchiuso nella cima della Torre di Latta a scontare la sua punizione... Sono convinto che un po' d'aria fresca non può che fargli bene.»
«Anziano Saggio, con tutto il dovuto rispetto, non è che avete un pochettino esagerato?»
«È la punizione che si merita, professore. Infatti non riesco a capire come una persona intelligente come lei, abbia come nipote uno screanzato assetato di potere.»
«Assetato di potere? Ma cosa...»
«Lo guardi con i suoi stessi occhi.»
Una volta che l'anziano saggio scortò il Professor Oak fino in cima alla Torre di Latta, il vecchio conoscitore di pokémon rimase completamente in silenzio.
Appena il suo sguardo incrociò quello di suo nipote, non fu felice di vederlo come pensava.
«Gary...»
«Ciao, nonno. Finalmente sei qui.»
«Già... finalmente...»
«Sei venuto a portarmi via da qui?»
Ma il Professor Oak non rispose, rimanendo a contemplare la cima della Torre.
«Vi lascio un momento soli» fece l'anziano saggio.
Gary non riusciva a comprendere il perchè suo nonno era così serio e silenzioso.
«Gary, dovrai spiegarmi un sacco di cose...»
«Quel vecchio senza cervello di un saggio. Mi ha rinchiuso qua dentro solo perchè ho domandato di Ho - Oh e dei pokémon leggendari. È inaudito!»
«Sai bene che il nascondiglio dei leggendari è un segreto per tutti, stupido che non sei altro!» lo redarguì il professore «Perchè avevi tutta questa voglia di saperlo?»
«Ecco, io...»
Gary non sapeva cosa dire.
Sembrava profondamente imbarazzato.
«Rispondi alla mia domanda! Perchè volevi saperlo?»
«Perchè voglio diventare l'allenatore più forte del mondo.»
«Se non ricordo male lo sei già abbastanza... Sei o non sei il campione della Lega di Kanto?»
«Sì. Ma questo non mi basta.»
«Io, come altre persone che vogliono mantenere l'equilibrio e la pace dei pokémon, non ti permetteremo di catturare pokémon proibiti.»
«Ma nonno, sono creature anche quelle... Giovanni ne sarebbe molto lieto se venisse a sapere che un suo alleato è riuscito in questa impresa.»
«Giovanni? Che diavolo centra il membro del Team Rocket in questa storia?»
«Ecco, veramente...»
«No dirmi che tu e lui...»
Adesso per il Professor Oak era tutto chiaro.
Suo nipote si era alleato con quel personaggio meschino e senza scrupoli che usa i pokémon per schiavizzarli e renderli malvagi.
«Nonno, cerca di capire... Giovanni trasformerà il mondo in cui viviamo in un posto migliore.»
«Ma ti senti quando parli?! Quell'individuo non farà altro che distruggerlo!»
«Non è vero. È già riuscito a impossessarsi di molti territori sia a Kanto che a Jotho e la sua supremazia non avrà fine.»
Sentendo le parole di suo nipote, Oak non potè più trattenersi.
Gli mollò un pugno in volto scatenando tutta la sua rabbia.
«Nonno!»
«Non ho cresciuto mio nipote per farsi che si alleasse con un criminale... L'ho cresciuto perchè diventasse un maestro di pokémon senza eguali... Peccato però che ho fallito in pieno.»
«Nonno, tu non hai fallito con me...»
«Ho parlato con l'anziano saggio e l'ho convinto a darti la grazia... Ma non ti permetterò di tornare a girovagare per le regioni di Kanto e di Jotho. Tu tornerai a casa con me fino a quando questa storia non si sarà conclusa.»
«Ma nonno...»
«Niente ma. La decisione è presa.»
Senza che Gary potesse controbattere ulteriormente, seguì suo nonno verso il piano terra della torre.
«Grazie per aver fatto capire a mio nipote qual è il suo posto in questo mondo... Adesso però è il mio turno.»
«Abbia cura di lui.»
«Senz'altro Anziano Saggio» disse infine il Professor Oak trascinando suo nipote per ritornare il più velocemente possibile alla cittadina di Biancavilla.

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Capitolo 9
*** Ricordi dal passato ***


Nevepoli, Tempio di Nevepoli ore 13:22
Bianca era impegnata a pulire il Tempio della sua città insieme al custode che proteggeva il sacro edificio.
«Oggi il cielo sembra più scuro e tetro» fece la guardia «Tu non trovi che sia così Bianca?»
«Secondo me sta succedendo qualcosa di meschino e oscuro...»
«Perchè dici questo? Hai forse qualche presentimento?»
«In un certo senso, sì.»
Nei giorni passati, Bianca trascorse tutto il tempo al Tempio di Nevepoli per pregare la buon'anima di suo nonno Alfredo che non vedeva da un sacco di anni.
Gli unici suo ricordi che aveva di lui era quando era molto piccola e trascorreva le sue estati sul Lago D'Ira a pescare.
"Bianca, vuoi che ti racconti una leggenda su questo posto?"
"Che leggenda, nonno?"
"Di un enorme Gyarados completamente rosso che vaga nelle profondità di questo lago... Hai presente che forma ha Gyarados?"
"Certo. È un enorme drago acquatico molto spaventoso."
"Ahahah definizione azzeccata, piccola mia."
Alfredo non gliel'aveva mai confessato, ma era molto fiero di avere una nipote molto solare e piena di felicità.
Infatti, ogni volta che i suoi genitori trascorrevano le loro vacanze a Jotho, si fermavano sempre un paio di giorni nella piccola casetta che Alfredo aveva comprato tanti anni prima.
«Bianca, che cos'hai?»
«Ripenso ai momenti trascorsi con mio nonno... Ancora non riesco a capire come possa essere morto...»
«Era molto vecchio, Bianca. Purtroppo era normale che prima o poi...»
«No. Non è così che stanno le cose... Mio nonno, s'eppur era molto avanti con l'età, era un personaggio che sarebbe vissuto per molti anni.»
«Ma Bianca...»
«Appena avrò un po' di tempo per me stessa, andrò a Mogania e al Lago d'Ira per pregare sulla sua tomba.»
«Se vuoi potresti partire immediatamente...»
«Non lo so. Ho sentito che stanno succedendo delle cose molto strane a Kanto, Jotho e Sinnoh... Forse è meglio se aspetto ancora un po'.»
«È inutile aspettare ancora un po'... Parti subito e non farti fermare da nessuno. Per qualsiasi problema, ti avvertirò immediatamente.»
Alla fine Bianca si convinse delle parole della custode del tempo.
«Ti ringrazio infinitamente. Ti devo un favore» replicò Bianca contenta come non lo era da un sacco di tempo.
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Rupepoli, Sede del Team Galassia ore 14:08
Cyrus era impegnato con i suoi generali nel tentare di fare la clonazione di alcuni pokémon selvatici come faceva Giovanni.
«Accidenti! Non funziona!» fece inviperito il Capo indiscusso del Team Galassia.
«Secondo me stiamo sbagliando qualcosa…»
< Visto che sei tu lo scienziato della situazione, perché non riesci a trovare il problema? >
< Devo vedere alcune cose… Se può farti stare tranquillo, nemmeno Giovanni è riuscito ancora a trovare la formula perfetta per la clonazione dei pokémon. >
< Che intendi dire, Saturno? >
< Voglio dire, che anche se continua a clonare alcuni pokémon che gli vengono offerti dalle sue reclute, c’è qualcosa che non va… Lui non ne ha mai parlato con nessuno, ma dopo un breve periodo i pokémon clonati vengono colpiti da pokévirus o da altre malattie molto gravi, mettendo a repentaglio la loro salute e di tutti coloro che gli stanno intorno. Umani e non umani… >
Cyrus fu molto sorpreso dalle parole del suo generale.
< Se quello che dici è vero, vuol dire che il suo impero presto o tardi crollerà miseramente… >
< Se non riesce a trovare una soluzione a questo problema, sì. >
< Molto interessante. Forse noi del Team Galassia abbiamo una grande possibilità per provare a riprenderci tutto il potere che ci hanno tolto… Non posso dimenticare la nipote mocciosa del Professor Rowan e di suo fratello… La pagheranno tutti molto cara. Parola mia. >
< Cyrus, intanto cosa devo fare? >
< Tu continua con le tue ricerche… Se riusciamo a venire a capo del problema, potremmo avere una possibilità di soppiantarlo e di tornare ad essere grandi. >
< Vai bene, Cyrus. Vedrò cosa posso fare. >
 
 
Ferrugipoli, Devon spa ore 15:11
La Devon spa non era andata mai così bene prima d’ora.
Grazie alla vendita da parte del Signor Petri e dall’inserimento di suo figlio come vicepresidente, la società stava avendo molti profitti.
< Ragazzi, non avrei mai creduto che avremmo fatto un ottimo lavoro > disse Rocco congratulandosi con i nuovi acquirenti Vera e Brendon < Gli abitanti della città stanno riprendendo ad abitare nelle loro case distrutte dal terremoto di qualche mese fa’. >
< Era il nostro obiettivo, no? >
< Ben detto, Brandon. La Devon spa non deve inchinarsi proprio a nessuno > ribadì invece Vera.
Mentre Rocco era impegnato con i nuovi proprietari sulla contabilità dell’azienda, quello stesso giorno il Professor Birch e l’assistente dei computer Lanette erano a colloquio con alcuni scienziati della zona per studiare il misterioso fenomeno dei Solrock e dei Lunatone che avevano distrutto il nord di Hoenn.
< Purtroppo i morti sono stati più di quelli che avrei pensato > fece il professore dei pokémon con tono tetro.
< Per caso avete capito chi potrebbe aver causato tutto questo? >
< Io, insieme alla mia assistente, abbiamo dei sospetti. Ma niente di più… Di tutto questo, se ne sta occupando la polizia segreta capitanata da una vecchia conoscenza di Lanette: Bill. >
< Già… Non avrei mai creduto che quel ragazzo potesse diventare una spia segreta > replicò Lanette con tono divertito.
< Spero che prima o poi riusciranno a trovare la verità… > ribadì lo scienziato.
< Ma purtroppo il terremoto non è il solo problema che abbiamo attraversato e che stiamo risolvendo rimboccandoci le mani… Ho sentito dire da fonti sicure che Giovanni, insieme ad Ivan del Team Idro, sono riusciti ad accaparrarsi prima la Silph spa di Zafferanopoli, poi l’intera città di Fiordoropoli, arrivando a conquistare anche tutti i mezzi di comunicazione delle quattro regioni. >
< Questa è una notizia molto allarmante > replicò il Professor Birch < Infatti, non riesco in nessun modo a collegarmi né con il Professor Elm né con il Professor Oak. >
< Non è che per caso il Professor Oak si trova da qualche parte a Sinnoh? Sapevo che aveva preso una casa in affitto ad Evopoli. >
< Non so cos’altro pensare, Rocco… >
< Comunque l’importante è resistere all’avanzata di Giovanni e di Ivan… A causa loro, stanno trasformando i pokémon in replicanti assetati di sangue. >
< Come possono clonare i pokémon? È impossibile! >
< Mi dispiace contraddirla, ma non è come dice lei scienziato… Con i dovuti esperimenti e le dovute ricerche, Giovanni è arrivato a scoprire la clonazione del DNA, dando vita a pokémon artificialmente. >
< Tutto questo è contro natura… >
Nel mentre Rocco era impegnato a conversare con il Professor Birch e la sua assistente, assisterono alla notizia che Giovanni e Ivan erano arrivati fino ad Amarantopoli per ricercare le tracce di Ho – OH e dei tre cani leggendari.
< Maledetti > fece Rocco a denti stretti < Se arriveranno ai pokémon leggendari della regione e ci faranno i dovuti esperimenti, diventeranno più forti del dovuto. Dobbiamo fermarli il più presto possibile. >
< Credo che un allenatore di pokémon molto abile sia sulle loro tracce > replicò il Professor Birch.
< A cosa si sta riferendo, Professore? >
< Ad Ash Ketchum. >
 
 
Porto di Olivinopoli ore 16:02
«Non ho mai visto così tante reclute del Team Rocket e del Team Idro in vita mia... È davvero terribile» fece Valerio toccandosi la testa.
«Ormai Giovanni è riuscito a conquistare tutta la regione di Jotho sotto l’influente appoggio dei capopalestra di Kanto» ribadì Ash.
«Secondo te come possiamo fermarlo?»
«Ancora non lo so… So soltanto che più tempo passa, più lui diventa molto più forte. Molto presto arriverà fino a Sinnoh conquistando anche quella regione diventando il supremo dittatore mondiale… E sarà in quel momento che non potremmo fare più niente per contrastarlo.»
«Allora dicci Ash Ketchum, quale sarà la tua prossima mossa?»
«Secondo me è meglio lasciare il più fretta possibile questa regione cercando di contrastarlo verso Hoenn, dove sono sicuro ci saranno molti capipalestra o Superquattro che faranno di tutto per aiutarci… Ma non lo faremo in volo, bensì tramite la M/N Acqua che salperà tra poco.»
«Cosa? ma io credevo di poter contrastare Giovanni proprio oggi con le nostre forze… Che significa questa storia?» domandò Jasmine contrariata.
«Jasmine, cerca di ragionare. Non possiamo combattere Giovanni, Ivan e le loro reclute. Sarebbero in netta maggioranza.»
«Quindi la tua idea brillante sarebbe abbandonare Jotho senza fare niente e fuggire come un codardo, non è vero?»
«Mi dispiace Jasmine, ma non vedo altre possibilità.»
«C’è sempre una possibilità, Ash Ketchum.»
«Dobbiamo essere cauti e più furbi di loro. Solo così potremmo vincere la nostra guerra.»
Ma Jasmine non voleva sentire ragioni.
Avrebbe difeso la sua città con le unghie e con i denti.
«Non posso abbandonare la mia città come se niente fosse… Mi capisci, non è vero?»
«Sì, Jasmine… Ma vedi il lato positivo: è per una buona causa.»
Mentre Jasmine, Valerio e Ash stavano conversando tra di loro ed erano pronti per salpare sull’ultima nave di giornata, vide un folto gruppo di reclute del Team Rocket entrare in città.»
«Sono arrivati.»
IL gruppo di Team Rocket era capitanato da Giovanni in persona.
«Finalmente siamo giunti nell’ultima città libera di questa insulsa regione» fece Giovanni a denti stretti.
«Che cos’ha detto quel maledetto?!» replicò Jasmine cercando di mantenere tutto il suo controllo.
«Cerca di stare calma, Jasmine.»
«E come dovrei fare?!»
«Silenzio!»
«Membri del Team Rocket, impossessatevi immediatamente della Torre Lotta e del Porto di Olivinopoli. Non abbiamo tempo da perdere.»
«Sì, Capo!» risposero gli uomini in coro.
Con velocità fulminante, le reclute del Team Rocket occuparono la città e tutti gli edifici più importanti.
«Avanti, ragazzi! Dobbiamo salpare alla svelta prima che ci vedano» li esortò Valerio.
«Ma… la mia città…»
«Ti prometto che quando torneremo, sarà per liberarla.»
Ala fine, Jasmine si convinse della parole del suo compagno Ash, montando a bordo di una piccola nave nascosta dietro la M/N Acqua-
«Capitano, grazie per tutto quello che sta facendo per noi» fece Ash stringendogli la mano.
«Lo faccio per una giusta causa… Adesso andiamocene da qui» replicò il capitano accendendo i motori.
Nel mentre si trovavano in mare aperto, il capitano ed Ash stavano concordando su quale doveva essere la loro destinazione.
«In questo momento, il porto più sicuro è quello di Canalipoli a Sinnoh.»
Ma improvvisamente, ad Ash venne in mente un’idea imprevista.
«Capitano, prima di giungere a Canalipoli, dovremmo fare una capatina ad est di Bluruvia.»
«A Bluruvia? Che cosa ci potrebbe essere in quella cittadina in mezzo al mare?»
«Un passato oscuro che deve tornare alla luce.»
 
 
Al largo dell’Isola Cannella ore 17:27
Il sole era ancora molto alto sull’isoletta sperduta che si trovava al largo dell’Isola Cannella.
«Accidenti. Fa un gran caldo» fece Brock asciugandosi la fronte.
«Brock, sei riuscito quest’oggi a pescare qualcosa?» gli domandò Misty con sguardo interrogativo.
«Purtroppo sono riuscito ad acchiappare questo pesciolino» ribadì l’uomo mostrandogli il Remoraid.
«Questo non servirà a sfamarci, sciocco!»
«Allora perché non provi tu?! Sei o non sei un’allenatrice di pokémon d’acqua?»
«Io ed Erika abbiamo radunato la legna, quest’oggi… E il tuo compito era di procurarci un po’ di cibo, cosa che non hai adempito.»
«Mi dispiace, ma non è colpa mia se oggi non ho pescato nulla.»
«Caro Brock, sarai pure un ottimo capopalestra e allevatore di pokémon, ma in altre mansioni lasci molto a desiderare.»
«Comunque se volete, potrete mangiarlo voi due quel pesce. Io oggi non ho fame.»
«Non dirlo neanche per scherzo, Erika» fece MIsty con tono furente «È da molti giorni che non tocchi cibo. Se continui di questo passo, rischi di ammalarti seriamente.»
«Tanto a cosa servirebbe? Ormai non abbiamo nessuna speranza di sopravvivere. Molto presto finiranno anche le scorte alimentari e saremo costretti ad ucciderci a vicenda se almeno uno di noi vorrà sopravvivere.»
«Ti giuro su me stessa che non accadrà niente di tutto ciò.»
«Misty, ti conosco da molto tempo ormai… Non fare promesse che non puoi mantenere.»
«La mia è una promessa che sarà esaudita!»
«Da chi? Chi potrebbe mai salvarci?»
«Ash…»
Ma la ragazza evitò di parlare di lui.
«Misty, perché ti sei interrotta? Volevi forse dirmi che la nostra unica speranza è l’allenatore di Biancavilla?»
«Non volevo dire questo…»
«Allora cosa?»
«Sentimi bene… Sono convinta che la polizia sta facendo di tutto per cercarci. Andiamo! Siamo o non siamo tre dei capopalestra più famosi di Kanto?»
«Questo potrebbe non servire a niente, Misty» s’intromise Brock «Magari Giovanni e la sua banda ha fatto in modo che noi rimanessimo in questa isola sperduta senza che nessuno ci possa cercare.»
«Grazie tante, Brock. Io cerco in tutti i modi di dare un po’ di speranza e tu mi smonti in questo modo? Sei un fenomeno.»
«Purtroppo la verità è questa.»
«Ma io…»
«Adesso basta parlare delle nostre speranze. Cerchiamo di vivere giorno per giorno senza pensare al peggio, d’accordo?»
«Sì… Erika.»
«Adesso mangiamo. Vi farò un po’ di compagnia.»
«Sempre se mangerai qualcosa pure tu.»
«Ci proverò.»
Mentre i tre ragazzi si erano riuniti per consumare il loro pesce, una piccola nave dalle dimensioni modeste si avvicinò verso la loro isoletta.
«Non ci posso credere… Questo è un miracolo…»
Una volta che la nave attraccò sull’isoletta, i tre capipalestra di Kanto non poterono immaginare chi si trovava a bordo.
«È da molto tempo che non ci ritroviamo, ragazzi.»
«Fiammetta! Che cosa ci fai qui?»
«Sono venuta a salvarvi… Insieme al mio nuovo fidanzato.»
«Cosa? Max del Team Magma?» replicò Brock allibito «Ma lui…»
«Stai tranquillo, Brock. Non è più quello di una volta… Adesso è dalla nostra parte.»
«Come avete fatto a trovarci?» domandò Erika.
«Se devo essere sincera, è stato un caso fortuito… Mentre stavamo navigando per raggiungere Aranciopoli, le truppe del Team Idro ci stavano venendo dietro per imprigionarci ed interrogarci sulla nostra navigazione. Ma grazie alle doti di marinaio di Max, siamo riusciti a seminarli ed arrivare fino a voi.»
«È grazie al fumo dato dalla legna da ardere de siamo riusciti a vedervi, altrimenti avremmo proseguito oltre.»
«Quindi siamo stati fortunati…»
«Molto fortunati.»
«Scusate la mia invadenza, ma se tu non fai più parte della criminalità di Hoenn, perché ti stavi dirigendo insieme a Fiammetta ad Aranciopoli?»
«È una lunga storia che non vi sto a raccontare… Posso solo dirti che molti dei miei nemici pagheranno per tutto quello che stanno causando.»
«E visto che abbiamo bisogno di validi aiutanti, che ne dite di venire con noi per incominciare la liberazione della regione di Kanto?»
«Io ed Erika accettiamo con piacere la vostra richiesta» replicò entusiasta Misty «Non è vero, Erika?»
«Sì… certo…»
«E tu cosa ci dici, Brock?»
Il capopalestra di Plumbeopoli rimase in silenzio alcuni secondi per riflettere sulla richiesta di Fiammetta e di Max.
«Non so se noi cinque da soli potremmo riuscirci… Ma sono sicuro che potremmo dare un duro colpo a quei maledetti. Quindi accetto volentieri la vostra richiesta.»
«Molto bene… Allora cosa aspettate? Saltate su! La disfatta dell’impero di Giovanni e di Ivan è appena incominciata.»
 
 
Vecchia nave ore 17:57
Il sole era ancora molto alto nel profondo sud della regione di Hoenn.
«Eccoci qua. Siamo arrivati» fece Ash indicando la vecchia nave naufragata una volta che entrarono nel percorso 108.
Il capitano della piccola nave che li aveva condotti fino a lì, si fermò poco lontano dagli scogli per paura di andarli a colpire e di causare danni ingenti.
< Questa è la distanza di sicurezza massima che posso ottenere. Da qui dovrete farvi un pezzo a nuoto. >
< Va bene. nessun problema. >
Dopo essersi tolti i vestiti, Ash, Jasmine e Valerio nuotarono fio ad arrivare verso la nave distrutta.
Nel corso del tempo, il giovane allenatore di Biancavilla aveva notato che la vecchia nave versava ancora in ottime condizioni.
< Ash, sei sicuro che montare su questa vecchia nave non sia troppo pericoloso? > domandò Valerio.
< No, tranquillo. >
< Ancora non riesco a capire il motivo del perché siamo arrivati fino a qui. >
< Per scoprire fatti accaduti sul passato di Giovanni. >
< E secondo te una vecchia nave malandata come questa ci potrà dare delle risposte importanti? >
< Tra poco vedrai con i tuoi occhi. >
Dopo essere saliti a bordo ed essersi diretti verso il punto più basso della nave, Ash notò che per proseguire dovevano immergersi sott’acqua.
< Ce la fate a trattenere il respiro per alcuni secondi? >
< Io ci proverò. >
< E tu Jasmine? >
< Per quanto riguarda me, forse è meglio se vi attendo in questo punto. >
< Non se ne parla nemmeno. Non ti lascio tutta sola in questa nave. >
< Perché? Hai paura che mi accada qualcosa? >
< No. È solo che non mi fido… >
Jasmine fu molto sorpresa nel constatare che Ash si preoccupava molto di lei.
< Ok, non farò storie. Verrò con voi. >
< Splendido. Andiamo. >
L’immersione durò meno del previsto e una volta che tornarono a galla, Ash fu molto contento di constatare che si trovava nel posto giusto.
< Ash, potresti togliermi una curiosità? >
< Dimmi, Jasmine. >
< Come sapevi di questo posto? >
< E’ una lunga storia… >
< Perché non ce la racconti? >
< Ve la racconterò appena troveremo quello che stiamo cercando. >
Mentre Ash era indaffarato a scovare alcuni progetti risalenti a qualche anno fa’, fu molto sorpreso di constatare che non c’era nessun documento che risaliva al Capo del Team Rocket.
< Quindi abbiamo fatto un buco nell’acqua? >
< Non necessariamente… Questi sono progetti risalenti all’epoca quando Brendon e Vera, i nipoti del Professor Birch, erano riusciti a sconfiggere i membri del Team Idro e del Team Magma. Infatti qui dietro c’è il loro simbolo. >
< Ma cosa sono questi disegni? >
< Le due bande criminali stavano trasportando dei container con dentro materiali che servivano alla costruzione di una macchina attua a studiare pokémon provenienti da altri pianeti. >
< E questi materiali secondo te sono sempre su questa nave? >
< No. Qualche anno dopo il naufragio, alcuni scienziati sono giunti fin qui per prendere questi materiali… Me lo ricordo perché ne parlarono qualche tempo fa’ in tv. >
< Ma allora cosa centra Giovanni con tutto questo? >
< Avete presente il terremoto che ha colpito il nord della Regione di Hoenn qualche giorno fa’? >
< Sì, perché? >
< Se le mie deduzioni non sono sbagliate, credo che Giovanni abbia usato alcuni di quei materiali per causare una catastrofe di quelle dimensioni. >
< Ma come si potrebbe aver procurato tutte queste cose? >
< Grazie all’aiuto del Capo del Team Idro… Stando ad alcune fonti che sono riuscito a riscontrare, sembrano che i due siano alleati. >
< Questo è davvero un grande problema > fece Valerio scuotendosi la testa.
< Ash, puoi venire un secondo qui? >
< Che cosa c’è, Jasmine? >
< Guarda questo progetto… >
Mentre Ash fissava intensamente quel pezzo di carta, fu molto sconcertato nel constatare che Giovanni era giunto sulla nave prima di loro.
< Ecco il progetto della clonazione di pokémon che Giovanni ha iniziato a stilare una volta fuggito dal suo nascondiglio… Infatti si vedono dei procedimenti sulla clonazione del DNA. >
< Non ho mai visto niente di simile > rispose Jasmine.
< Sarà meglio che io mandi queste foto al Professor Oak per farli esaminare. >
< Ottima idea… E dato che abbiamo trovato quello che stavamo cercando, è meglio se ce ne andiamo da qui. Questo posto sta cominciando a farmi venire i brividi. >
< Sì, hai ragione Jasmine > rispose Ash.
Ma mentre ritornarono al primo piano della nave, i tre allenatori furono messi in allarme a causa di alcuni rumori che provenivano nelle loro vicinanze.
< Che cosa diavolo è stato? >
< Non ne ho la minima idea… >
Ma prima che potessero uscire dalla loro nave, furono colpiti da uno stormo di Pellipper impazziti che si scagliarono contro di loro.
< Che cosa vogliono questi pokémon da noi?! > gridò Jasmine esasperata.
< Fuggiamo immediatamente! >
Senza pensarci due volte, i tre allenatori si buttarono in mare, facendo però segno al capitano della nave che li aveva condotto fin lì di venirli a riprendere all’istante.
Furono minuti di grande paura per Ash, Valerio e Jasmine.
< Che cosa potrebbe aver causato in quei pokémon un tale accanimento contro di noi? >
< Non lo so, ragazzi > rispose Ash asciugandosi la fronte < Ma nei loro occhi ho intravisto uno sguardo assassino. Come se fossero posseduti.  >
< Già. Non erano dei pokémon selvaggi normali. >
< A meno che non fossero frutto di un esperimento andato male… >
< A proposito di esperimenti, sei riuscito a prendere le carte sulla nave? >
< Sì. Le ho messe nel mio zaino. E tra poco li spedirò al Professor Oak. >
< Benissimo. >
Ma Ash non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di quei Pelipper assetati di sangue.
Il giovane allenatore era convinto che si trattassero di creature geneticamente modificati a tal punto di averli trasformati in pokémon micidiali.
< Ash, quale è la nostra prossima destinazione? >
< Forse è meglio giungere a Canalipoli, l’ultimo porto libero delle quattro regioni. >
< Perché dobbiamo andare fin laggiù? > domandò Jasmine.
< Perché in quella città c’è una vasta biblioteca che ci aiuterà a scoprire altre cose sulla scienza dei pokémon… E poi sarà un luogo sicuro per noi. Almeno per il momento. >

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Capitolo 10
*** L'inizio della resistenza ***


Zafferanopoli, Silph spa ore 19:47
James era impegnato a sistemare le ultime pratiche che Giovanni aveva lasciato nel suo ufficio il giorno prima.
Da quando si era insediato il Tema Rocket nella vecchia azienda di Kanto, i profitti non erano mai andati così bene.
“Se continuerà di questo passo, Giovanni ed Ivan diventeranno i due uomini più potenti del Giappone” pensò il generale del Team Rocket.
Una volta uscito dall’ufficio, Jessie s’imbatté accidentalmente in una sua vecchia conoscenza.
< Avevo sentito di un tuo ritorno alle vecchie origini… Ma io non riuscivo a crederci… >
< Jessie, anche tu qui? >
< Ti sorprendi forse? Semmai dovrei fartela io questa domanda. >
< Ormai il mio destino è legato a questo Team e non c’è niente che mi farà cambiare idea… >
< Davvero? Eppure quando c’eravamo rivisti l’ultima volta ad Aranciopoli non eri di questo parere. >
< Le persone cambiano idea volubilmente > replicò il ragazzo sudando freddo.
< Che cos’hai, James? Ti senti bene? >
< Sì… Ma adesso devo andare. Devo sistemare queste pratiche e ho già perso molto tempo. >
< Fai pure. Non sarò io che ti farò fare tardi… Ci vediamo presto, collega. >
< A presto, Jessie > disse infine il ragazzo scomparendo da dietro il corridoio dell’ultimo piano.
Mentre Jessie si accurò che era completamente sola, entrò di nascosto nell’ufficio di Giovanni.
Da quando era rientrata nel Team Rocket, non aveva ancora conosciuto appieno i movimenti dell’azienda.
< Esperimento sulla clonazione e sulla schiavitù dei pokémon… >
Cercando di non fare troppo disordine, Jessie si accaparrò molti dei documenti e dei segreti che Giovanni stava architettando.
< Jessie, che cosa sta rovistando? >
Sentendo la sua voce, Jessie si girò di scatto con il cuore che gli batteva all’impazzata.
< Io… ho visto tutto questo disastro e… volevo controllare che non avessero preso niente d’importante. >
Con lo sguardo serio e furente, Giovanni si fece largo tra i fogli che erano caduti a terra per controllare se avevano portato via qualcosa.
< Sembra tutto in ordine nel mio ultimo cassetto… molto bene. >
< Meno male, capo. >
< Dimmi Jessie, che cosa ci facevi nel mio ufficio? >
< Ci sono finita per caso… Ho visto la porta aperta e ho voluto controllare se c’era qualcuno oppure no… Poi ho visto tutto questo disastro e sono voluto entrare. >
< Dovevi avvertire immediatamente me. Perché non l’hai fatto? >
< Mi dispiace Capo, ma mi sono fatta prendere dalla foga. >
< Va bene… Andrò fino alla fine in questa storia… e quando scoprirò chi è, ti giuro che farà una brutta fine. >
< Credo di avere l’indizio per lei. >
< Hai visto per caso qualcuno? >
< Sì… Una mia vecchia conoscenza si aggirava proprio qui prima che io entrassi nel suo ufficio. Sto parlando del generale James. >
< James? >
< Sì. Secondo me è stato lui… Sarebbe meglio tenerlo d’occhio, non pensa anche lei? >


< Ci penso io, Jessie. Grazie di tutto > disse infine Giovanni squadrando la giovane donna uscire dal suo ufficio spaventata come non mai.
“Jessie e James… I vostri guai sono ricominciati…”
 
 
Sabbiafine ore 20:27
Il Professor Rowan era continuamente impegnato con il suo lavoro di studioso di pokémon.
Per lui, il lavoro veniva prima di qualsiasi altra cosa.
Persino dell’affetto dei suoi nipoti e di tutti gli altri membri della sua famiglia.
< Nonno, secondo me dovresti smettere di lavorare e riposarti un po’ > gli fece Lucinda distraendolo dal suo lavoro.
< Nemmeno per sogno > replicò l’uomo con tono fermo < Sono quasi arrivato ad una scoperto che prima di adesso, credevo impossibile.  >
< A che scoperta ti sta riferendo? >
< Guarda attraverso questo microscopio. >
Incuriosita, Lucinda ubbidì alla richiesta di suo nonno.
< Non vedo niente di strano > replicò la ragazza.
< Adesso guarda più attentamente… hai visto quei due filamenti? Quello è un DNA di un Bidoof. >
< Da quando in qua ti metti a studiare queste cose? >

< E che cosa speri di ottenere? >
< La scissione di due DNA. >
< Cosa? Quindi vorresti provare a clonare i pokémon. >
< L’idea sarebbe molto affascinante… Però sarebbe anche una cosa contro natura. >
< Nonno, secondo me dovresti interrompere questo esperimento finché sei in tempo. >
< Perché adesso dici questo? >
< Perché la tua scoperta potrebbe portare un sacco di problemi agli ambienti dei pokémon e a tutto l’ecosistema mondiale. >
< Lucinda, secondo me stai esagerando. >
< E non è tutto… Da fonti sicure, ho sentito dire che c’è un uomo che sta provando in tutti i modi di clonare i pokémon per farli diventare creature perfette e invincibili. >
< Ma questo è del tutto impossibile! > replicò il professore mettendosi a ridere < Non potrebbe mai esistere una cosa del genere. Un pokémon non può mai essere invincibile. Hanno tutti dei punti deboli. Come del resto noi esseri umani. >
< Sarà, ma secondo me ci sta quasi riuscendo. >
< Lucinda, secondo me ti stai preoccupando più del dovuto. >
< Ascoltami bene, io ti ho avvertito… E non sono nessuno per negarti questo genere di cose… Sta di fatto che se non smetti subito, potresti trovarti in guai molto seri. >
< Lucinda, ormai io ho la mia età… Non credi che posso ancora badare a me stesso? >
< Sinceramente se ti dovessi trovare in un pericolo del genere, non so se ne usciresti vivo… >
< Lucinda! >
Il vecchio studioso di pokémon stava perdendo la pazienza.
Sua nipote non gli aveva mai parlato così prima d’ora, e sentire quelle parole lo facevano preoccupare e stare molto male più del dovuto.
< Adesso ti lascio in pace. La cena è quasi pronta… Se vuoi degnarci della tua presenza, noi saremo molto felici > disse infine la giovane allenatrice di pokémon prima di uscire dal suo laboratorio.
< Magari verrò più tardi. >
< Fai come vuoi. >
Una volta che il Professor Rowan fu di nuovo solo, ricominciò subito con i suoi esperimenti.
Ma non avrebbe creduto che da lì a poco qualcuno sarebbe entrato di nuovo nel suo laboratorio per disturbarlo ancora una volta.
< Lucinda, ti ho già detto che verrò più tardi a cena. >
< Aspettava qualcuno, professore? >
Nel sentire quella voce sconosciuta che non si trattava di sua nipote, rimase completamente immobile.
< E lei chi è, scusi? >
< Mi dispiace averla spaventata, professore… Mi presento: mi chiamo Cyrus e sono il presidente di un importante azienda che lavora a Sinnoh. >
< Quale genere di azienda? >
< Siamo nel settore di commercio… Lavoriamo per di più oggetti che servono alla cattura dei pokémon selvatici e al loro studio. >
Ma il Professor Rowan non si fidava.
Era convinto che quell’uomo l’aveva già visto da qualche parte.
E una volta averlo inquadrato alla perfezione, rimase alquanto sorpreso di vederlo nel suo laboratorio.
< Cyrus, Capo indiscusso del Team Galassia… >
< Lo sapevo che prima o poi mi avrebbe riconosciuto > rispose l’uomo smorzando un sorriso.
< I criminali si riconoscono sempre… Soprattutto quelli della peggior specie… >
< Lo devo prendere come un complimento? >
< Faccia come vuole, ma se ne vada immediatamente da qui. >
< Professore, se sono venuto fin qui da lei, era per parlare di uno studio che lei sta facendo da qualche mese a questa parte. >
< E lei come fa a sapere dei miei studi? >
< Ho i miei informatori. >
< Sa cosa le dico? Non voglio entrare a far parte di un gruppo di criminali che usano i pokémon per comandare l’universo… E’ da pazzi. >
< Pazzi o no, il potere è l’unica cosa che può far felice l’essere umano… Senza tralasciare i soldi, s’intende. >
< Adesso basta parlare di queste sciocchezze. Ho molto lavoro da fare. >
< Va bene, la lascio in pace… se ha bisogno di contattarmi, questo è il mio numero > fece Cyrus dandogli il suo biglietto da visita < Spero di rivederci presto, professore. Buona serata. >
Una volta che anche il Capo del Team Galassia se ne fu andato, una sorte di liberazione invase il professore.
“Mia nipote aveva ragione… Questi studi sulla clonazione dei pokémon sono molto pericolosi… Potrebbero cadere in mani sbagliate…”
Senza pensarci due volte, il Professor Rowan gettò via il suo lavoro di alcuni mesi per concentrarsi su quello che gli piaceva davvero: lo studio e la crescita dei pokémpn selvatici.
< Nonno, finalmente sei arrivato > fece Lucinda sorridendogli una volta che entrò in casa.
< Lucinda, mi dispiace averti trattato male prima… Solo ora comprendo i miei reali sbagli. >
< Non ti preoccupare… Per me è tutto passato. Adesso pensiamo alla cena. >
< Ottima idea > disse infine il professore prima di mettersi accanto alla sua famiglia e riscoprire quel calore che aveva perso da fin troppo tempo.
 
 
Mogania, ore 07:00
Bianca era appena giunta nella cittadina dove suo nonno si era stabilito anni e anni prima diventandone capopalestra e uomo rispettato da tutti.
Nell’ambiente circostante regnava un silenzio surreale che faceva accapponare la pelle.
La città era completamente vuota come i pochi edifici circostanti tranne per il centro pokémon.
< Buongiorno, signorina. Come posso esserle utile? > domandò l’infermiera Joy.
< Buongiorno. Sa per caso dirmi dove posso trovare ehm… come posso spiegarle… Lei conosceva Alfredo, il capopalestra della città? >
< Certo. Lo conoscevamo tutti. >
< Già. Che domande… >
< Peccato che sia scomparso nel nulla dopo che alcuni malviventi travestiti di nero sono piombati in questa città occupandola. >
< Dei malviventi vestiti di nero? >
< Già. Credo che li chiamino Team Rocket… Da quel giorno infatti, il capopalestra Alfredo è scomparso misteriosamente. >
< Purtroppo le devo dare una brutta notizia: è venuto a mancare qualche settimana fa’. >
< Oh, mi dispiace tanto. >
< Io sono sua nipote Bianca, capopalestra della città di Nevepoli a Sinnoh. >
< Capisco… E’ davvero un duro colpo. Se solo lo sapessero gli abitanti… >
< Quindi, se nessuno sapeva della sua morte, non sapete nemmeno dove possa essere stato seppellito. >
< Sì, esatto. Purtroppo né io né altri possiamo aiutarla. >
< Ho capito… Cambiando discorso, sa dove posso trovare questi uomini travestiti di nero chiamati Team Rocket? >
< Perché lo vuole sapere, scusi? > domandò l’infermiera con tono tetro.
< Non vorrei che siano stati loro a farlo perire… Se fosse davvero così, dovranno assaggiare tutta la mia vendetta implacabile. >
< Signorina, per quanto posso conoscerla, non è saggio sfidare quella banda… Sentendo le notizie di cui parlano i telegiornali, Giovanni il loro Capo, è diventato il padrone indiscusso delle regioni di Kanto e di Jotho grazie ai suoi investimenti e al suo potere. >
< Io non conosco questo uomo ma di sicuro non mi fa paura. Potrei sconfiggerlo grazie ai miei pokémon di ghiaccio. >
< Stando quasi sempre fissa dentro questo centro pokémon, non li vedo molto girovagare in città… Secondo me si nascondono qui da qualche parte e nessuno lo sa. >
Nel mentre le due donne stavano conversando tra di loro, una donna con un lungo mantello completamente vestita di blu seguita da un giovane ragazzo dai capelli rossi e vestito tutto nero, entrarono nel centro pokémon chiedendo assistenza all’infermiera.
< Mi può porgere il suo pokémon? Così Chansey lo visiterà immediatamente. >
< Molto bene. quando possiamo ripassare? >
< Potete anche attendere qui, se volete. >
< Abbiamo molto da fare > rispose il ragazzo < Torneremo tra qualche ora, va bene? >
< D’accordo. Come volete voi. >
Una volta che i due individui misteriosi uscirono dal centro pokémon, Bianca si ricordò dove li aveva già visti.
< Ma quel ragazzo… E’ Lance. Campione indiscusso della Lega di Jotho insieme a sua sorella Sandra… Ma cosa ci facevano qui? >
< Lui era il campione? Pensa un po’. Non li avevo nemmeno riconosciuti. >
“Chissà se loro…”
< Grazie per la bella chiacchierata, infermiera Joy. Ma adesso devo andare. Devo scoprire dove si trova mio nonno. A presto. >
< Grazie a te, Bianca. E buona fortuna. >
Senza perdere ulteriormente tempo, Bianca corse verso Lance e sua sorella per cercare di capire le loro reali intenzioni.
Riuscì a raggiungerli mentre stavano entrando in una casetta malandata e cadente che ci trovava nel centro della piccola città.
Una volta entrati, la curiosità di Bianca aumentò sempre di più.
Per controllare cosa stessero facendo e stando molto attenta a non essere vista, Bianca vide Lance e Sandra chiacchierare con i famigerati uomini completamente vestiti di nero di cui parlava l’infermiera Joy.
< Prego. Potete passare. >
Improvvisamente, Lance e Sandra scesero le scale lungo una via buia e poco illuminata.
“Quei due stanno nascondendo qualcosa…”
Stando a distanza di sicurezza, Bianca decise di seguirli anche attraverso quel passaggio segreto.
< Capo, non siamo riusciti a trovare da nessuna parte Ash Ketchum. Sembra sparito nel nulla. >
Giovanni, che li fissava con sguardo serio e truce, decise di non controbattere.
< Sembrano scomparsi nel nulla… >

< Ci scusi la nostra curiosità, ma com’è andata a finire con la Devon spa? >
< Sandra, perché questa domanda diretta? >
< Era solo… >
< Fa lo stesso, non ti preoccupare… La mia infiltrazione nella regione di Hoenn è solo rimandata. La polizia segreta non fa che starmi alle costole e non vede l’ora che io faccia qualche passo falso per poi arrestarmi. Ma non hanno ancora capito con chi veramente hanno a che fare… I miei esperimenti sulla clonazione dei pokémon stanno procedendo molto bene… E presto tutti i pokémon selvatici saranno clonati e io potrò dare inizia alla mia conquista del mondo. >
< E noi non vediamo l’ora, Capo. >
< Allora sono stato chiaro? Qualsiasi anomalia o cosa strana vedrete, non esitate a chiamarmi. >
< Sarà fatto. >
< Benissimo. >
Nel sentire tutto ciò, Bianca divenne pallida in volto.
Non aveva mai ascoltato prima una cosa del genere.
L’infermiera Joy aveva ragione: il mondo era davvero in pericolo per colpa di Giovanni e del suo Team Rocket.
Doveva avvertire immediatamente la polizia segreta per raccontargli di quello che aveva visto e sentito.
Ma purtroppo non si era minimamente accorta che le guardie che dovevano sorvegliare l’entrata del nascondiglio di Mogania l’avevano catturata.
< Adesso ne dovrai rispondere, mocciosa che non sei altro. >
 
 
Ferrugipoli, Devon spa ore 09:47
Alla Devon spa erano ore molto calde.
Vera e Brandon, i nuovi padroni dell’azienda si stavano mobilitando dopo che le notizie su Giovanni e il suo insediamento nelle varie aziende e istituti commerciali di Kanto e Jotho stavano aumentando paurosamente.
< Quell’uomo vuole conquistare il mondo e sottometterci contro il nostro volere > fece Rudy, capopalestra di Bluruvia.
< E secondo te come potremmo contrastarlo? > domandò Alice, capoplaestra di Forestopoli.
< Rimanendo uniti > replicarono in coro Tell e Pat.
< Non è così semplice come possiate immaginare > ribadì Norman con tono saggio < Se è davvero arrivato a causare il terremoto delle Cascate Meteora, allora siamo già tutti in pericolo. >
< Ma se la notizia è vera, chi potrebbe averlo aiutato? >
< Il Team Idro e il Team Magma, è ovvio > replicò Brandon rispondendo alla domanda di Walter < Quelle due bande stavano distruggendo l’ecosistema mondiale scatenando siccità e piogge torrenziali che si sono abbattute sulla nostra regione e sui territori circostanti solo per riuscire ad impadronirsi di Kyogre e Groudon… Ma grazie al cielo non sono riusciti nel loro intento. >
< E’ da un sacco di tempo che non ne sentiamo parlare… Siete sicuri che siano tornati in azione? > domandò Rodolfo.
< Sì. Ash Ketchum, un giovane allenatore di Biancavilla, mi ha detto di aver visto Ivan insieme a Giovanni > rispose Vera.
< Quindi si sono alleati? >
< Credo proprio di sì, papà. >
< A questo punto proporrei una vivace resistenza contro lo strapotere che quei due criminali stanno avendo ogni giorno che passa > fece Rocco.
< E come credi di fare, scusa? Marciando verso Kanto o verso Jotho rivendicando la liberazione? >
< Marciando o no, dobbiamo fermarli con le buone o con le cattive > fece Petra.
< Purtroppo non è così facile come credete. >
Una voce in fondo alla sala, riscosse tutti i presenti mettendoli in allarme.
< E tu chi saresti, scusa? > domandò ingenuamente Alice.
< Va bene che sono passati molto tempo quando ero capopalestra a Ceneride, ma non credo di essere invecchiato così molto… >
< Adriano! Quanto tempo! > fece Rodolfo abbracciando il suo ragazzo < Come stai? >
< Non c’è male, maestro. E lei? >
< Stiamo assistendo ad un momento ricco di tensione… Tornando a noi, perché dici che combattere Giovanni e Ivan è così difficile? >
< Perché oltre ad essere due bande molto potenti, hanno l’appoggio di alcuni capopalestra di Kanto e soprattutto dell’appoggio del campione della Lega di Kanto Lance. >
< Quel pallone gonfiato… Mi ricordo quando lo vidi in televisione che sfidava Ash > fece Brandon a denti stretti.
< Ma se ci facciamo aiutare dalla polizia segreta… >
< Non servirà a nulla > rispose Adriano a Vera < In questo momento Giovanni sta attuando le sue ultime mosse per creare l’esperimento perfetto. >
< E sarebbe? >
< Me ne ha parlato il Professor Oak che a sua volta ne ha parlato con Ash Ketchum: la clonazione dei pokémon. >
< E scommetto che fa tutto questo per trasformarli in perfette creature da combattimento, non è vero? >
< Esatto, Brandon. >
< Questo è davvero terribile… Adesso come potremmo fermarlo? >

< Quindi la cosa saggia da fare è sfidare i capipalestra, giusto? >
< Esatto, Brandon. >
< Ebbene, se deve essere così, non ci possiamo tirare indietro. Partiremo tutti per Kanto. E che Dio ce la mandi buona. >

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Capitolo 11
*** Combattimenti ***


Biblioteca di Canalipoli ore 12:11
Ash Ketchum stava facendo di tutto per mettersi in contatto con il Professor Oak per parlargli delle ultime scoperte che aveva fatto con i suoi amici nella vecchia nave sul percorso 108.
< Niente. Sembra che le comunicazioni siano disturbate. >
< Credi che sia per colpa di Giovanni? > gli domandò Valerio.
< E chi sennò? Dobbiamo tornare immediatamente a Biancavilla. È l’unico modo con cui posso parlarci senza problemi. >
< Ma se siamo appena arrivati > protestò Jasmine.
< Jasmine, questi nostri viaggi non sono gite di piacere, bensì un’avventura contro quel maledetto impostore di Giovanni e di quei suoi dannati alleati. >
< Sì, scusa. Hai ragione. >
< Tornando a noi, che ne dite di farci aiutare dai capipalestra di Sinnoh? Ho sentito dire che sono molto forti. >
< No. Non voglio mettere altra gente in pericolo, Valerio. >
< Ma potrebbero darci una mano. >
< La mia risposta non cambia. Mi dispiace. >
< Io non ti capisco… Siamo qui che cerchiamo di mettere i bastoni tra le ruote a Giovanni e cercando fondi di verità per distruggerlo e tu non vuoi farti aiutare? Io… >
Ma mentre Ash era impegnato a discutere con Valerio, in lontananza riuscì a scorgere il capitano della nave che li aveva portati fin lì che stava parlando con una persona molto sospetta.
< Non ci posso credere… >
< Che cos’hai visto, Ash? >
< Il capitano della nave… con Giovanni… >
Nemmeno Valerio e Jasmine credevano ai loro occhi.
< Accidenti! Siamo stati traditi! >
< E’ meglio se li seguiamo quei due. >
< E come? Non vedi che stanno salpando per chissà dove? Come faremo a raggiungerli? >
< Non dimenticatevi che possiamo volare grazie al mio Charizard. >
< Hai ragione… Allora andiamo. Non sanno che sorpresa stiamo per fargli. >
 
 
Isola Ferrosa ore 12:42
< Finalmente siamo arrivati > fece Giovanni stiracchiandosi le braccia < Credevo che questo viaggio non finisse mai. >
< Anche se si vede dalla città di Canalipoli, l’Isola Ferrosa è molto lontana > fece Ivan.
< Ma adesso basta perdere tempo. L’oro e i minerali ci aspettano. >
Per un escursione più sicura, Giovanni e Ivan furono accompagnati da un minatore che abitava proprio su quell’isoletta in mezzo al mare.
< Grazie mille. Lei è davvero gentile. >
< Grazie a voi > replicò il minatore dopo aver riscosso una grossa cifra da parte dei due boss dei due Team.
LA grotta dell’Isola Ferrosa dove erano contenuti oro e altri minerali preziosi era davvero vastissima.
< Prego, seguitemi. E state molto attenti a dove mettete i piedi. >
Dopo essere scesi per un paio di livelli, Giovanni rimaneva sorpreso ogni minuto che passava.
< Qui potrei costruirci una base segreta davvero immensa > fece l’uomo mettendosi a ridere.
< Eccoci arrivati nella parte più profonda dell’Isola Ferrosa. >
< E’ qui che troveremo quello che stiamo cercando? > domandò Ivan.
< Se siamo abbastanza fortunati, sì. >
Intanto, Ash e i suoi amici erano approdati sulla costa dell’Isola Ferrosa intenti a seguire Giovanni e Ivan.
< Non riusciremo a stargli dietro > fece Jasmine < Adesso potrebbero essere chissà dove. La grotta di quest’isola è davvero vastissima. >
< Non m’interessa > replicò Ash < Io non rimango qui fuori senza poter fare niente. >
Senza attendere la risposta dei suoi amici, Ash entrò nella grotta.
< Aspetta! Non andare! > gli gridò Valerio.
Ma ormai era inutile.
Il giovane allenatore di Biancavilla si limitò a fissare una mappa della grotta per avere un’idea di dove poter trovare Giovanni.
“Il punto più profondo della grotta…”
Correndo con tutta la velocità che aveva in corpo, Ash riuscì a raggiungere il punto più profondo senza farsi del male e trovando ancora i tre uomini intenti a scavare nella roccia.

< Ma siamo sicuri che potremmo trovare i minerali? Perché qui non c’è proprio niente. >
< Con il mio pokémon sarà molto più facile… Vai Nidoking! >
Il pokémon di Gionvanni non perse tempo nello scavare nella roccia.
< Giovanni, è meglio se ci andate piano > fece la guida < Qui potrebbe crollare tutto. >
< Non finché ci sarò io e il mio Nidoking. >
Ma era tutto inutile.
Nemmeno Nidoking riuscì a trovare i preziosi minerali di cui la guida prima aveva parlato.
< Non è che per caso lei ci ha mentito, vero? > domandò Ivan a denti stretti.
< Assolutamente no. Perché avrei dovuto? >
< Non vorrei che ci avesse condotto qui dentro per seppellirci vivi… Sarebbe un dannato errore. >
Spaventato dalla situazione, la guida cominciò a correre cercando di fuggire dai due uomini.
Ma purtroppo non era agile come il Nidoking di Giovanni.
< Nidoking, uccidilo immediatamente. >
< No! >
Grazie all’intervento di Ash Ketchum, egli riuscì ad evitare il peggio.
< Ci mancavi tu, dannato moccioso! >
< Siete voi quelli dannati > replicò Ash con tono serio < E adesso non uscirete vivi da qui. >
< Scommettiamo?! Crobat, è il tuo turno! > fece Ivan dando inizio alla sfida.
< Golem, scelgo te! >
Nidoking e Crobat contro il Golem di Ash.
< Crobat, attacco velenodenti. >
S’eppur velocissimo, il colpo si Crobat non sortì nessun effetto contro Golem.
< Accidenti! >
< Ivan, un capo esperto come te che non sa le resistenze dei pokémon di tipo roccia/terra… Mi sorprendi sai? >
< Adesso voglio vedere se ti piace questo… Attacco stordiraggio, Crobat. >
< Megapugno, Golem! >
L’attacco di Golem fu talmente potente da scuotere l’intera grotta e a mandare K. O. il pokémon di Ivan.
< Sei una vera delusione, Ivan > fece Giovanni serio < Levati di mezzo e lascia fare a me. >
La sfida tra Nidoking e Golem avrebbe deciso le sorti dell’incontro.
< Nidoking, attacco frana. Seppellisci il tuo avversario. >
A quel punto, una moltitudine di massi colpirono il malcapitato Golem.
Ma questo non riuscì a fermare il pokémon di Ash.
< Golem, attacco abisso. >
Con quest’ultimo attacco, Golem cercò in tutti i modi di far fuori il suo avversario.
Ma il suo colpo aveva causato il crollo parziale della grotta.
< Dobbiamo andarcene subito da qui! > fece la guida.
Giovanni, Ivan, Ash e la guida riuscirono a risalire la grotta prima che potesse crollare e causare una catastrofe.
< Bene. questo è il momento per fuggire. >
< Ash, ma cosa… >
< Charizard, usa il tuo volo e conducici verso Canalipoli. >
Senza dar tempo ai suoi nemici di controbattere o di fermarli, Ash portò in salvo i sue due amici e il comandante della nave fuori dalle grinfie di Ivan e Giovanni.
< La nostra sfida è solo rimandata, Ash Ketchum > fece Giovanni con tono deciso.
 
 
Altopiano blu ore 14:15
I capopalestra della regione di Hoenn erano arrivati fino alla Lega di Kanto per cercare di mettersi in contatto con i capopalestra della regione.
< Mi dispiace > fece Lorelei dei superquattro < Ma non è proprio possibile. >
< Molto bene… O ci mettete subito in contatto con loro, altrimenti avanzeremo da soli ribaltando tutte le gerarchie e il potere oscuro che c’è dietro tutto questo schifo. >
< Ma di cosa sta parlando, signor… >
< Mi chiamo Norman, capopalestra di Petalipoli… Lei, come tutti gli altri componenti, sa meglio di me quali atrocità si celano dietro questa Lega del Pokémon. >
< Ma io… >
< Non glielo ripeterò una seconda volta: raduni immediatamente i capipalestra di Kanto, altrimenti assaggerete la nostra collera.»
«Che cosa sta succedendo qua dentro?»
Lance, sentendo le urla provenire dal piano terra, si precipitò verso Lorelei per chiedere spiegazioni.
«I capipalestra di Hoenn vogliono che…»
«Tu sei Lance, non è vero?»
«Ci conosciamo per caso?»
«IL mio nome è Norman e sono il capopalestra di Petalipoli.»
«Petalipoli? Deve essere una città insulsa per non averla mai sentita nominare» lo stuzzicò il campione dei pokémon drago.
«Occhio a come parli» lo avvertì Norman «I mie pokémon potrebbero essere spietati.»
«Ma mi faccia il piacere… Anche se a Hoenn avete delle specie molto più conosciute di noi, questo non vi da il diritto di essere superiori.»
«Mi ascolti bene: non ho tempo da perdere. Voglio parlare con i capipalestra di Kanto o con colui che li comanda.»
«Perché lei crede che siano comandati da qualcuno?»
«Noi sappiamo cose che lei non può immaginare… allora?»
«Può parlare benissimo con me. Essendo una figura influente a Kanto, può ricevere benissimo spiegazione da me personalmente.»
«Molto bene… Da fonti segrete, abbiamo sentito nominare che Giovanni, capo di una banda criminale chiamata Team Rocket, sta facendo di tutto per conquistare l’influenza delle quattro regioni per diventare il padrone assoluto e costruire un nuovo ordine mondiale clonando tutti i pokémon conosciuti e schiavizzarli in maniera indicibile… Non è forse vero quello che ho detto?»
Prima di rispondere alla domanda di Norman, Lance emise un sorrisetto compiaciuto.
«Per caso c’è qualcosa di divertente?»
«Sì. I suoi discorsi… Non so come avete fatto ad avere queste informazioni, ma le assicuro che non ce la farete mai a fermarci. Giovanni diverrà il padrone del mondo ed useremo i pokémon com’è giusto che sia.»
«Allora dovrà passare sul nostro corpo se vorrete attuare una crudeltà simile.»
Una voce alle spalle di Norman fece riscuotere Lance e tutti gli altri capipalestra di Hoenn.
«Fiammetta! Ma allora sei viva!» esclamò Norman.
«Viva e più in forma che mai.»
Fiammetta, accompagnata da MIsty, Brock, Max del Team Magma, il Professor Birch e da Lanette, stavano dando vita ad una resistenza senza precedenti.
«Anche se siete così in tanti, non riuscirete a fermarci! Dragonite, scelgo te!»
Il maestoso pokémon drago di Lance fece il suo ingresso in campo spaventando tutti i presenti.
«Scaccia tutte queste persone con il tuo attacco fuocobomba!»
«Non pensare che sarà così facile, Lance! Slaking, è il tuo turno.»
Il pokémon pigro di Norman cominciò la sua battaglia proteggendo i presenti.
I colpi dei due pokémon rimbombarono così forte che causarono gravi danni all’edificio della Lega Pokémon.
«Uscite immediatamente da qui! Adesso!» gridò Norman.
Dopo che tutti le persone, compresi i superquattro furono messi in salvo, Norman e Lance poterono dare sfogo con i loro rispettivi pokémon.
«Finiamo questa sfida una volta per tutte… Dragonite, attacco oltraggio.»
Il pokémon drago di Lance si andò a scagliare contro il suo nemico con tutta la forza che possedeva.
Ma Slakin non era un pokémon insignificante come si poteva credere.
Dopo i moltitudini attacchi di Dragonite, Slaking era ancora in piedi vivo e vegeto.
«Non è possibile che un pokémon normale possa resistere agli attacchi del mio Dragonite…»
«Perché non conosci Slaking… Adesso colpisci il tuo nemico con l’attacco gelopugno.»
Prendendo bene la mira ed essendo lento, Slaking riuscì a colpire il malcapitato Dragonite e a ferirlo gravemente.
«No! Dragonite!»
«E adesso finiscilo con centripugno.»
Dopo aver preso accuratamente la mira, Slaking mandò K. O. il suo nemico, gettando nel più totale sconforto Lance.
«Arrenditi, campione della Lega di Kanto. Ormai il tuo destino è segnato.»
Inchinatosi dinanzi al suo avversario, Lance fu scortato via dalla polizia segreta prima che qualcuno potesse fargli del male.
«Il tempo della resistenza è solo all’inizio… Adesso dobbiamo riprenderci le due regioni di Kanto e di Jotho… Solo così l’impero di Giovanni può aver fine.»
«Dobbiamo trovarlo! E alla svelta!» gridò Misty inviperita.
«Purtroppo non è così facile… Viaggia in tutte le quattro regioni senza una meta precisa… Cambiando discorso, sapete dove si trova Ash Ketchum?»
«Purtroppo non abbiamo più notizie di lui da molto tempo» replicò Bill.
«Questo è un vero guaio… Spero che non sia in pericolo di vita.»
«Anche se non è stato lui a salvarci, Ash sa benissimo quello che fa’… Vedrete che presto lo potremmo rivedere» rispose Misty appianando la collera che aveva contro di lui.
«Molto bene… Dopo questa importante battaglia, direi di avanzare verso Zafferanopoli, ovvero verso il quartier generale. Solo così potremmo distruggere il punto nevralgico dove Giovanni tiene il suo potere.»
«Ben detto, Norman… Vedrò di avvertire il Professor Oak. Forse lui può saperne di più su questi pokémon clonati.»
«Sì, Professor Birch. Dobbiamo essere pronti per sfidarli.»
 
 
Lega del Pokémon di Sinnoh ore 16:02
Giovanni ed Ivan si apprestavano a parlare con i membri dei superquattro di Sinnoh e con il campione dalle regione.
«Giovanni, credi davvero che loro ci ascolteranno? Insomma, accetteranno la nostra causa?»
«Lo devono fare» replicò Giovanni a denti stretti «Per il bene di tutto l’universo pokémon… E poi gli farò capire che anche loro ne avranno dei benefici…»
«Lo so, ma io la vedo molto complicata…»
Nel mentre i due individui stavano parlando tra di loro, i Superquattro e il campione fecero il loro ingresso nella sala grande della Lega Pokémon.
«Buonasera, signori» fece Giovanni con tono cordiale.
«Buonasera a voi e benvenuti alla Lega del Pokémon» replicò la campionessa Camilla «Che cosa possiamo fare per voi?»
«Ecco, siamo giunti fin qua da Kanto per parlarvi di un progetto che intendo costruire insieme a voi.»
«Che tipo di progetto?» domandò Aaron.
«Un progetto per far diventare i pokémon invincibili.»
«Spiegatevi meglio.»
Dopo aver parlato per alcuni minuti, i Superquattro si squadrarono a vicenda per decidere sulla proposta di Giovanni e Ivan.
«Lei è colui che ha comprato la Silph spa a Zafferanopoli, non è vero?»
«Esatto.»
«Come pensavamo… Signor Giovanni, credo che sia meglio che lei se ne vada immediatamente da qui prima che chiamiamo la polizia segreta» fece Vulcano.
«Come scusi?»
«Oppure potremmo dar vita ad una sfida pokémon senza precedenti… Potrebbe essere molto divertente» replicò Luciano.
«Voi credete che i miei desideri siano solo frutto della mia pazzia, non è vero? Ok, come voi… Diamo vita ad una sfida in piena regola. Se vinco io, appoggerete il mio progetto, mentre se vincete voi faremo finta che non sia successo nulla.»
«E lei finirà in prigione insieme al suo amico» finì Terrie.
«Ahahah ma questo non succederà mai» rispose Giovanni stramazzando a ridere «Voi non sapete ancora contro chi vi siete messi contro.»
«Vedremo… Se per voi non è un problema, inizierò io» fece Aaron.
«No.»
«Come Camilla?»
«Lasciate questi palloni gonfiati a me… So io come sistemarli.»
«Ma noi…»
«Non osate discutere i miei ordini proprio ora… Il destino del mondo è nelle nostre mani.»
«D’accordo. Come vuoi tu» replicò Aaron a malincuore.
Dopo che i Superquattro si misero da parte, Camilla condusse i due sfidanti nel campo da battaglia del campione.
«Accidenti. Non ho mai visto un’arena così grande» fece Ivan.
«Lasciamo stare i discorsi e concentriamoci sulla nostra battaglia» rispose Camilla con tono freddo.
«Giovanni, se per te non è un problema, potrei iniziare io?»
«Accomodati pure, Ivan.»
«Grazie… Walrein, tocca a te!»
«Spiritomb, è il tuo turno.»
Il pokémon foca e il pokémon spirito si fissarono con sguardo serio a vicenda.
«Quella specie di vaso di pokémon non riuscirà ad avere la meglio contro il mio Walrein… Attacco geloraggio!»
Dopo aver preso accuratamente la mira, Walrein colpì in pieno viso il pokémon di Camilla.
«Non sarà così facile sconfiggermi… Spiritomb, neropulsar.»
Un’onda oscura colpì il malcapitato Walrein, gettandolo in un vortice oscuro.
«Perché è diventato tutto buio?»
«Paura, Ivan?»
«Per niente!»
«Allora stai a vedere… Attacco finta, Spiritomb.»
Non riuscendolo a vedere, Walrein non poteva difendersi in nessun modo.
«Accidenti!»
«Adesso finiscilo con l’attacco gigaimpatto.»
Con tutta la forza che aveva in corpo, Spiritomb piombò contro il suo nemico mettendolo K. O.
«Bravissimo, Spiritomb» fece Camilla fiero del suo pokémon.
«Non riuscirai a cavartela così facilmente… Milotic, adesso tocca a te.»
Camilla fu molto sorpresa di vedere quali pokémon potenti disponesse Ivan.
«Un Milotic, eh? Perfetto… Roserade, scelgo te!»
«Quella specie di pokémon fiorellino non può che farmi ridere…»
«Adesso lo vedrai di cosa è capace… Roserade, attacco fangobomba.»
«Milotic, proteggiti!»
Il pokémon di Ivan riuscì ad evitare il colpo appena in tempo.
«Devo dire che sono molto agguerriti i tuoi pokémon. Non me lo sarei mai aspettato.»
«Se non fossero stati agguerriti, non sarei la campionessa della Lega di Sinnoh» rispose la donna con tono ovvio.
«Questo è vero… Milotic, colpisci Roserade con geloraggio.»
Con un raggio fulmineo, Roserade fu colpito tra i suoi bouquet di rose che contraddistinguevano le sue braccia.
«Credo che sia il momento di addormentarlo… meloderba, Roserade.»
Con un dolce suono che si diffuse nell’aria, MIlotic chiuse gli occhi come se avesse esaurito le sue energie.
«Milotic! Svegliati!»
«Non sarà così facile come tu pensi… Roserade, attacco gigassorbimento.»
Dopo una moltitudine di attacchi ai danni di Milotic e dopo avergli assorbito tutta l’energia, anche Milotic fece la stessa fine di Walrein.
«Mi resta solo un pokémon in questo combattimento… Un pokémon che ho saputo crescere con deduzione e sacrificio…»
«Molto bene. Allora cosa spettiamo? Mettiamo in campo i nostri pokémon migliori.»
«Con estremo piacere. Sharpedo!»
«Garchomp!»
«Un Garchomp? Quella specie di drago non mi fa per niente paura.»
Nel vedere che il suo compagno Ivan stava perdendo malamente, Giovanni non tolse gli occhi di dosso dai pokémon di Camilla.
“Sono davvero sensazionali quei pokémon… chissà se clonati…»
«Sharpedo, attacco sgranocchio.»
Essendo un pokémon molto veloce, Sharpedo colpì il braccio destro del pokémon di Camilla.
Ma i dagli inflitti erano molto minimi.
«Garchomp, sfregalo con l’attacco dragartigli.»
Con una forza spaventosa, Garchomp ferì gravemente il pokémon di Ivan.
«No!»
«E adesso vai con l’attacco terremoto.»
L’arena pokémon del campione iniziò a tremare con violenza.
L’unico a farne le spese fu il pokémon di Ivan, che dopo quell’attacco non riuscì più ad alzarsi.
«Ho perso… ho perso questa sfida…» fece incredulo Ivan.
Con sguardo truce, Camilla si avvicinò ai due uomini.
«Adesso andatevene e non vi azzardate mai più ad entrare nella regione di Sinnoh. Sono stata abbastanza chiara?»
Senza dire una parola, i due uomini uscirono da un porta secondaria, mentre la rabbia funesta di Giovanni albergava nella sua mente per una missione fallita che li avrebbe consacrati come padroni delle quattro regioni del Giappone.

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Capitolo 12
*** La caduta di un impero ***


Zafferanopoli, Silph spa ore 18:00
Da quando Ivan era stato sconfitto, Giovanni non si era azzardato a scambiarci nemmeno una parola.
Toccò proprio ad Ivan capire cosa stava succedendo al suo alleato.
«Giovanni?»
«È meglio se mi lasci solo, Ivan… Per il tuo bene.»
«So che sei arrabbiato per il mio fallimento… Ma vedrai che ci rialzeremo e saremo più forti di prima.»
«Saremo?»
«Sì. Noi due insieme… Presto coroneremo il nostro sogno di supremazia sull’intero mondo dei pokémon e nessuno ci potrà fermare.»
Giovanni fissava il Capo del Team Idro con sguardo furente.
«Adesso ti spiegherò come si evolveranno le cose: sarò io l’unico padrone dell’universo. Mentre tu farai una brutta fine… Eppure mi conosci bene… Sai che non tollero un minimo fallimento… E tu oggi sei riuscito a farmi essere ridicolo dinanzi alla campionessa della Lega di Sinnoh… Mi dispiace Ivan ma questo non potrò mai perdonarla.»
«Giovanni, ti prego. Dammi un’altra possibilità…
«Non esistono altre possibilità… Addio.»
Dopo aver preso la sua pistola nel cassetto del suo ufficio ed averla puntata contro Ivan, il pover’uomo cadde stramazzato a terra sanguinante e senza vita.
Nel corso degli anni, Giovanni era divenuto più cattivo e spietato.
In quel momento non aveva pensato che Ivan era stato l’unico a salvarlo dal suo isolamento.
Ormai non gli importava più niente.
Gli importava solo del potere e della supremazia universale.
Dopo aver nascosto il corpo in un luogo dove nessuno l’avrebbe mai trovato, Giovanni si mise in contatto con il Capo del Team Galassia per riuscire a trovare un altro modo per poter estendere la sua supremazia su Sinnoh.
«Ufficio del Team Galassia.»
«Sono Giovanni Capo del Team Rocket. Devo parlare immediatamente con Cyrus.»
La segretaria del Team Galassia, spaventata dalla voce che  c’era dall’altro capo del telefono, rimase alcuni secondi impassibile e inerme.
«Mi dispiace, ma non è qui.»
«Mi metta subito in contatto con lui. È urgente.»
«Purtroppo è in viaggio per lavoro.»
«La smetta di mentirmi e faccia quello che le ho detto, altrimenti…»
«Giovanni, sono Cyrus» fece l’uomo prendendo il telefono dalla mano della segretaria.
«Finalmente ti fai vivo… Voglio parlarti in privato. Immediatamente.»
«D’accordo. Allora ti aspetto qui a Rupepoli nel mio ufficio.»
«Purtroppo entrare a Sinnoh non è così facile come possa sembrare… Vieni tu alla Silph spa. Qui potremmo parlare tranquillamente.»
Ma Cyrus non rispose, riflettendo sulle parole di Giovanni.
«Allora? C’è qualche problema?»
«È per caso una trappola, Giovanni? O sei venuto a conoscenza che i tuoi piani stanno andando in fumo in maniera imprevista?»
«I miei piani non stanno andando a rotoli come pensi tu… Ma sono venuto a conoscenza che tu conosci un metodo per rendere i pokémon clonati invincibili, giusto?»
«E anche se fosse? Non ti rivelerò mai il mio segreto.»
«Ah no? Eppure credevo che noi due alleati potremmo essere una cosa sola… Potremmo comandare l’intero pianeta grazie alle nostre forze…»
«Certo, lo farò… ma da solo… Addio Giovanni. Preparati alla disfatta» disse infine Cyrus agganciando la chiamata.
«Pronto?! Pronto?!»
Ma era tutto inutile.
La conversazione si era interrotta bruscamente, scatenando in Giovanni tutta la sua rabbia.
 
 
Lega Pokémon di Sinnoh ore 19:17
Ash e i suoi amici erano giunti a nord di Arenipoli dopo aver volato per un sacco di ore.
«Finalmente, Ash Ketchum.Tti stavo aspettando» fece Camilla.
«Mi dispiace per questo mostruoso ritardo… Ma abbiamo avuto dei grossi problemi all’Isola Ferrosa.»
«Spero che si siano risolti al meglio.»
«Sì, fortunatamente… Se siamo giunti fin qui, è per chiedere il tuo aiuto contro Giovanni e Ivan, i Capi indiscussi di due bande criminali che vogliono conquistare il mondo.»
«Lo so. Ho già fatto la loro conoscenza.»
«Che cosa vuoi dire?»
«Che la nostra campionessa li ha già sfidati vincendo magistralmente e cacciandoli da qui» intervenne Aaron.
«Ho solo dato una bella lezione a Ivan… Mentre Giovanni…Se n’è andato prima che potessi sfidarlo. Ma fa lo stesso… Non ci proveranno mai più a tornare in questa regione.»
«Questa si che è una notizia entusiasmante» fece Ash sorridente.
«Questo vuol dire che Giovanni e Ivan hanno fallito» disse Jasmine.
«E questo è solo l’inizio della loro caduta… Dobbiamo subito recarci al suo Quartier Generale per dargli il colpo di grazia» mormorò Valerio.
«LO so bene. Ma non sarà così facile.»
«Magari con il nostro aiuto potrete avere una possibilità…»
«Fareste questo per noi, Terrie?»
«Certo che sì» disse Vulcano «La loro sete di potere deve finire.»
Dopo aver ricevuto l’appoggio dei Superquattro e del Campione, Ash e i suoi amici si misero immediatamente in cammino.
Se non fosse per un problema che albergava nella mente di Ash.
«Accidenti! Prima devo liberare Brock, Misty ed Erika che sono stati fatti prigionieri.»
«Caro Ash Ketchum, credi davvero che i tuoi amici non ce l’abbiano fatto a liberarsi? A quest’ora stanno preparando la resistenza come stiamo facendo noi.»
«Cosa? vuoi forse dirmi che sono stati liberati?»
«Sì. Da una persona che non sospetteresti mai…»
«E chi sarebbe?»
«Max, il Capo del Team Magma.»
«Questo è davvero impossibile» fece Ash non credendo alle parole della donna «Max è un criminale proprio come Giovanni e Ivan.»
«Non più ormai.»
«E tu come fai ad esserne sicura?»
«Le notizie corrono molto veloci… Soprattutto in una regione come Sinnoh.»
«Non ci posso credere. Piano piano stiamo riacquistando tutto quello che Giovanni e Ivan ci avevano tolto.»
«Esatto. È solo questione di tempo. Il trionfo è vicino.»
 
 
Rupepoli, Ufficio del Team Galassia ore 20:22
«Capo, l’esperimento è completato. La clonazione di questo Bidoof è riuscita alla perfezione.»
«Come possiamo esserne certi, Saturno?»
«LO dicono le sue statistiche vitali. Guarda qua… Per essere di livello molto basso, è più forte risèetto ai suoi simili e ad altri pokémon selvaggi dello stesso livello.»
Cyrus fu molto sorpreso di vedere gli sviluppi che i suoi scienziati erano arrivati.
«Davvero sensazionale, non c’è che dire. Ottimo lavoro.»
«Grazie mille, Cyrus.»
«Adesso basterà catturare una moltitudine di pokémon selvatici per clonarli e uccidere le razze più deboli… Raggruppate i miei uomini migliori per la cattura di pokémon selvatici nella regione di Sinnoh.»
Cyrus non stava più nella pelle.
Il sogno prima di Giovanni e ora suo di diventare il padrone di tutte le razze dei pokémon stava per diventare realtà.
Se non fosse per una soffiata misteriosa che fecero piombare la polizia segreta negli uffici del Team Galassia.
«Che diavolo sta succedendo qui?»
«Questo ce lo deve dire lei, Cyrus» replicò Bill.
«Io non vi devo spiegare proprio un bel niente!»
«Davvero? Allora che cosa ci dice di questi esperimenti?»
«Non so di che diavolo sta parlando, agente.»
«Certo, come no… La smetta immediatamente di prendermi in giro e confessi tutti i suoi malefatti.»
«Ormai ho qualcosa da perdere?»
«No. Il suo arresto è imminente…»
A quel punto, Cyrus scoppiò in una risata isterica.
«Che diavolo c’è di così divertente?»
«Ero arrivato ad un passo dalla supremazia della conquista del mondo… Ma anche stavolta mi è andata male. Il progetto della clonazione dei pokémon rimarrà per sempre un sogno.»
Dopo quelle parole che sapevano di resa, Cyrus fu scortato dalla polizia insieme a tutti gli scienziati che lavoravano a quel progetto e a tutti i membri del Team Galassia.
«Bill!» esclamò un agente attirando l’attenzione dell’ex progettista di computer.
«Che succede?»
«Abbiamo avuto un’altra soffiata anonima… Ci è stato detto che tutti gli abitanti di Fiordoropoli sono prigionieri nei sotterranei.»
«Ottimo lavoro, agente. Prepari una squadra speciale per liberarli immediatamente… Io preparerò una squadra per dirigermi verso Zafferanopoli.»
«Agli ordini, Capo» disse infine l’agente scomparendo all’infuori dell’edificio.
 
 
Azzurropoli, Piazza centrale della città ore 21:07
Tutti i membri della resistenza si riunirono ad Azzurropoli liberando l’intera città dall’oppressione del Team Rocket e del Team Idro.
«Dobbiamo dirigerci verso Zafferanopoli! Subito!» ordinò Max.
I membri della resistenza non stavano più nella pelle.
Non vedevano l’ora di circondare l’edifico della Silph e arrestare Giovanni una volta per tutte.
«Non avrei mai creduto che Max fosse un vero leader» fece Ash incredulo.
«Già. È diventato come uno di noi.» replicò Jasmine.
«Ah, eccoti finalmente!» fece una voce conosciuta dietro di Ash.
Nel vederla, Ash fu molto contento e sorpreso allo stesso tempo.
Ma non si poteva dire lo stesso di Misty.
«AHI! Ma sei impazzita?!»
«È quello che ti meriti, screanzato che non sei latro» replicò la ragazza dopo avergli dato un pugno «Come hai potuto abbandonarci in quell’isola deserta?!»
«Io non vi ho abbandonato! Per nessun motivo!»
«Bugiardo. Eri troppo occupato a provare a salvare il mondo ancora una volta senza pensare ai tuoi amici… Sei un vile egoista.»
«Misty, adesso basta» intervenne Brock «Non è colpa sua se siamo finiti nelle mani del Team Rocket.»
«Infatti non stavo dicendo questo…»
«Ma adesso siamo liberi… Ed è questo che conta.»
«Erika ha ragione. Ormai è tutto finito.»
Ma Misty non ne voleva sapere.
Era ancora profondamente arrabbiata con Ash.
«Vattene dai tuoi amici e non farti mai più vedere» replicò la donna seguendo i membri della resistenza che si stavano incamminando verso Zafferanopoli.
«Ash, va tutto bene?»
«Credo di sì, Jasmine.»
«Vedrai che a Misty passerà tutto… È solo questione di tempo.»
«Spero che tu abbia ragione, Valerio… Andiamo.»
 
 
Zafferanopoli, ore 21:47
Giovanni aveva capito tutto.
Aveva capito chi li aveva traditi ed era venuto a conoscenza che il suo impero stava crollando malamente ogni secondo che passava.
Ormai era solo questione di pochi attimi e sarebbe stato catturato una seconda volta.
Ma la sua vendetta non poteva concludersi proprio sul più bello.
«Capo, ci ha fatti chiamare?» domandarono Jessie e James in coro.
«Chiudete le porta e sedetevi.»
I due membri del Team Rocket ubbidirono alla richiesta del loro Capo senza fiatare minimamente.
Non l’avevano mai visto così serio e turbato.
«Capo, c’è qualcosa che non va?»
«Il mio sogno di diventare il padrone del mondo si sta infrangendo a vista d’occhio… E tutto per colpa di una spia che ha lavorato alle mie spalle… Una mia spia molto vicina a me.»
«A chi si sta riferendo?» domandò Jessie.
LO sguardo indagatore si andò a posare sul povero James, che stava cercando di tutto per mantenere la calma.
«James, non hai niente da dirmi?»
«I-io…»
«Smettila di balbettare… So che sei stato tu.»
«No, Capo. Io non l’ho mai tradita.»
«Dannato bugiardo!» gridò inviperito Giovanni «Adesso pagherai per tutte le tue spiate e soccomberai come un vile traditore.»
Non vedendoci più dalla rabbia, Giovanni piombò la sua pistola contro James.
«Ancora mi pento per aver dato ascolto a quello stupido di Ivan… Sapevo di non doverti far rientrare nella mia squadra, ma lui ha voluto insistere… È stato il mio più grande errore… E se non fosse stato per te, a quest’ora la polizia segreta non sarebbe mai giunto fino a me.»
Mentre James e Giovanni stavano parlando tra di loro, le sirene della polizia attirarono la loro attenzione.
«Ormai sono qui… Arrenditi Giovanni.»
«Mai!»
Preso da uno scatto d’ira, Giovanni sparò dritto in testa al povero James, facendolo piombare a terra sotto gli occhi attenti di un’incredula Jessie.
«Capo…»
«Adesso toccherà anche a te.»
Ma questa volta, Giovanni fu fermato in tempo dalle forze speciali e dai membri della resistenza che si erano fatti largo tra le reclute del Team Rocket sconfiggendoli a suon di battaglie pokémon.
Ormai era tutto finito.
Il Capo del Team Rocket fu scortato da Bill e da altri agenti di polizia, sottoponendolo ad un  processo ferreo che l’avrebbe condannato all’esilio nelle freddissime Isole Spumarine, evitando così di poter in un futuro fare ritorno.

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