La vittoria di Pirro

di vjtgenbry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Fairy tail ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Quella fu l'ultima volta che vidi il suo sorriso ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 Vi racconto una storia: ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 Perchè mi hai tradito: ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 Isabella Redfox: ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 Il viaggio: ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 La fiamma che arde dentro di noi: ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 Il viaggio: ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 Un mago del ghiaccio: ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 La speranza: ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 Quindici anni indietro: ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11..... Qualche ora prima.... ***
Capitolo 13: *** Cap 12: Una corsa contro il tempo ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 Una luce argentea l'avvolse: ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 Maghi Sacri: ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 La maledizione di Jackal: ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 12 Spriggan: ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 Star Melody: ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 È giusto salvare la vita a chi non lo merita?: ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 Occhi magici: ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Fairy tail ***


Capitolo 1 Fairy tai: Ci sono giorni in cui ancora mi fermo a pensare a quel giorno in cui ho perso mia sorella: Lei era una bella ragazza, aveva dei lunghi capelli rosa, oggetto di discriminazione nei suoi confronti, nessuno ha mai capito perché quel colore non piacesse a nessuno ma a lei non importava se alcune delle persone che conosceva la discriminavano, aveva gli occhi di color nocciola, un bel colore direi e poi aveva quel sorriso, che mostrava solo a pochi ma era bellissimo, irradiava chiunque fosse vicino a lei e la rendeva bellissima. Ma mia sorella non aveva solo pregi, portava rancore ed è proprio questo che ci ha allontanato da lei. Ogni volta che ci ripenso sento una fitta al cuore, ancora faccio fatica a pensare che ci sia un motivo per giustificare il suo comportamento ma ormai non sono più arrabbiato, vorrei solo sapere se sta bene o no. E bello pensarci ma come dice sempre Sara: ”Mai pensare al passato per piu di dieci minuti” e io credo che sia passato più tempo per questo voglio andare a chiamare mia cugina, lei avrà sicuramente già pensato a quale missione prendere. “Io non so cosa stia facendo, davvero, e mai possibile che dobbiamo aspettarlo per ore?” chiese la ragazza sbattendo i pugni contro il tavolo, la sua amica stava osservando con particolare attenzione le proprie unghie, non ascoltando la ragazza. “Pronto? Serafina, mi stai ascoltando?” chiese quest’ultima sventolando le mani davanti al viso della ragazza risvegliandola dal suo sonno profondo, quest’ultima sbatte la palpebre più volte prima di voltarsi verso l’amica chiedendo un fievole scusa; il ragazzo si avvicinò al tavolo sorridendo: “Ciao ragazze, mi stavate aspettando?”, loro si voltarono guardando male l amico: “Carlo!” urlo una delle due “Sei uno stupido, hai idea da quanto aspettiamo?” Il ragazzo sbuffò rispondendo: “Sicuramente da pochi minuti Sofia” Serafina stava guardando i due amici litigare come facevano tutte le mattine ormai ma sapeva che dopo qualche minuto sarebbero tornati a parlarsi come facevano sempre; ridendo e scherzando come se nulla fosse successo, loro avevano questo rapporto, strano ma duraturo, loro erano una squadra da anni ormai e si conoscevano molto bene, anche se sapevano che c’erano alcuni particolari della vita di ognuno ancora sconosciuti agli altri due, ma loro avevano deciso che la fiducia che ponevano l’uno nell’altro si basava su altri principi, quindi avevano stretto un patto taciturno, i segreti che non volevano essere svelati così dovevano rimanere. Sofia sventolo’ nell’aria una foglio in modo da far ritornare alla realtà i due amici, dopo aver attirato la loro attenzione spiego’ in cosa consisteva la missione del giorno. I due ragazzi ascoltavano interessati; finita la spiegazione i ragazzi uscirono dalla gilda pronti per una nuova avventura affrontandola con il solito grande sorriso. PS: Scusate se il primo capitolo non e entusiasmante come spero i prossimi capitoli ma dovete solo darmi tempo e tutto vi sarà spiegato. Scusate se gli accenti molte volte mancano ma e una problema del computer.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Quella fu l'ultima volta che vidi il suo sorriso ***


Capitolo 2: Quella fu l’ultima volta che vidi il suo sorriso La sua mano era molto calda, lo era sempre stata, teneva stretta la mia rendendomi quasi impossibile il movimento, i suoi capelli svolazzavano da una parte all'altra, si muovevano leggeri nell'aria, non vedevo il suo viso ma potevo immaginare il suo sguardo afflitto, le lacrime minacciavano di scendere, era una lotta continua, io cercavo di non piangere ma il mio corpo voleva sfogarsi, i piedi mi facevano male ma sapevo che non potevo fermarmi. Dovevo correre, correre anche se non avevo più fiato. Qualche ora prima “Papa cosa possiamo fare con questa?” gli chiesi mentre sventolavo davanti a lui una cartina del lago che avrei desiderato diventasse la meta delle nostre vacanze, la mamma si avvicino sorridendo sedendosi sopra alle gambe di papa che stava comodamente seduto sulla poltrona del salotto, la mamma mi sorrise mentre papa ci guardava con sguardo compiaciuto: “Io e papa abbiamo pensato che questa estate sara l’estate perfetta per andare al lago ma con noi verrà anche Aurora” Io sorrisi e li guardai con sguardo compiaciuto, finalmente saremmo andati in vacanza insieme, avremmo passato qualche giorno come una vera famiglia, come se il nemico non esistesse. Quello fu l’ultimo ricordo felice che ebbi dei miei genitori, gli ultimi minuti usati per parlare del futuro che non sarebbe mai accaduto. Quando Aurora entro in casa spalanco la porta e si fermo qualche secondo a guardarmi, aveva lo sguardo spaventato e tremava eppure il suo corpo si muoveva automaticamente, io non alzai lo sguardo subito, sapevo perché lei era li, sapevo perché lei tremava e sapevo perché intorno a noi i lampi provocati dalle esplosioni ci illuminavano, dopo pochi secondi mi feci coraggio e alzai lo sguardo, la sua mano era ferma protesa davanti a me, io la afferrai e iniziammo a correre, quando uscii dalla porta sentii l’aria fredda pungente entrarmi nelle ossa e la pioggia bagnarmi i capelli e le braccia nude, non mi voltai, non aveva senso e non mi avrebbe aiutato, era la sua mano a infondermi coraggio, a donarmi la forza di muovere le gambe nonostante i polmoni bruciavano. Quando raggiungemmo una radura ci buttammo a terra per riprendere fiato, non eravamo al sicuro ma eravamo lontani. La pioggia aveva smesso di scendere e l’aria fredda stava sparendo lasciando il posto ai raggi del sole, era primavera e ancora erano pochi i fiori che stavano sbocciando, non mi sorprese sentire le lacrime scendere dai miei occhi, i miei genitori era morti, per la seconda volta altre persone erano morte ingiustamente, per la seconda volta la città era stata distrutta, ricordai i sorrisi di mia madre e lo sguardo premuroso di mio padre e piansi ancora più forte, non riuscii a trattenermi e piansi finché non sentii il peso della sua testa appoggiarsi sul mio petto, le lacrime scesero dai suoi occhi e bagnarono il mio collo, eravamo affranti, ci sentivamo distrutti e sconfitti. “Non abbiamo nemmeno un posto dove andare” disse Aurora mentre osservava la fiamma che ardeva davanti a lei, io alzai lo sguardo, non capivo cosa ci trovasse di cosi interessante nel fuoco, sarebbe rimasta ore a osservare il fuoco che bruciava la legna davanti a lei; io sospirai rispondendo: “Forse non dovremmo restare uniti, ci troverebbe facilmente” Lei sorrise domandandomi: “E quello che vuoi?” Io risposi dopo pochi secondi: “Facciamoci una promessa” “Che tipo di promessa?” “Ci promettiamo che quando ci rivedremo saremo più forti di prima, saremo talmente forti da battere Larcade” Aurora rimase qualche minuto con lo sguardo fisso sul mio, forse noto la determinazione nei miei occhi, dopo un sospiro profondo mi rispose: “Io sono cresciuta con Grey eJuvia anche se i miei genitori non sono loro, gli volevo veramente molto bene, anche i miei genitori sono morti per colpa del nostro nemico, tante persone sono morte per colpa del nostro nemico, provo odio nei suoi confronti ma io non voglio rimanere sola” “Vuoi forse che uccida qualcun’altro? Non ti basta quello che e successo finora?” “Giacomo per favore” mi disse quasi mugugnando Io mi avvicinai e sorrisi: “Aurora anche io volevo bene alla mia famiglia, per questo voglio vendetta e poi non scherziamo, siamo già soli” “Troveremo un’altra gilda che ci vorrà?” “Certo che si” dissi sorridendo “Allora accetto, va bene” rispose alzandosi da terra con una nuova innata gioia e voglia di vivere “Diventerò forte, cosi forte da batterti, cosi forte da uccidere Larcade” Io sorrisi rispondendo: “Non vedo l’ora”. Quella fu l’ultima volta che rividi il suo sorriso, quella fu l’ultima volta che sentii il suo profumo, ma la voglia di andare in vacanza non era sparita, erano passati giorni ormai dall'ultimo attacco dei nemici, ma chissà al lago ci sarei tornato con lei, io sapevo che ci sarebbe stata in un futuro prossimo la pace, io confidavo in quel sogno e anche lei. Sorrisi prima di voltarmi per intraprendere il mio nuovo viaggio, non sapevo dove mi avrebbe portato ma lo avrei affrontato con la mia nuova e innata forza di volontà’. PS.: Piano piano i capitoli saranno più lunghi, scusate ancora per l’accento ma il computer continua ad aver problemi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 Vi racconto una storia: ***


Capitolo 3 Vi racconto una storia: Ciao, io sono Sara e solo ora ho deciso di raccontarvi questa storia, la mia storia, scusate se i capitoli precedenti non vi hanno soddisfatto e scusate se sembra che abbiano senso solo per me ma quando prendo la penna in mano inizio e scrivere, fiumi di parole legate da un racconto, una vicenda o un sorriso, questo é un dono che ho acquisito da mia madre, lei era una scrittrice, mia madre era Lucy Heartphilia, la donna più saggia che io avessi mai conosciuto, so che vi può sembrare strano, aveva un aspetto che dimostrava tutt’altro che saggezza ma vi assicuro che lei conosceva la vita e conosceva il dolore della vita, il dolore di essere tradita anche da chi dovrebbe amarti. Era un giorno di luglio quando mio nonno si presentò nella nostra casa, io stavo giocando con mio fratello Carlo sul grande tappeto della sala mentre mia madre stava leggendo un libro ad Aurora e a Natsu, seduti comodamente sul divano non avrebbero mai e poi immaginato cosa sarebbe successo dopo. Mio nonno entrò spalancano la porta d’ingresso e sotto lo sguardo impietrito e stupito di tutti i presenti iniziò a dire che lui era stato eletto come ministro, per questo aveva approvato una legge che avrebbe sancito la fine degli slayer, chiamati così per racchiudere i dragon slayer, i devil slayer e i God slayer; mia madre e mio padre provarono a combattere contro di lui ma ogni loro attacco sembrava non scalfirlo, ci provarono con tutte le loro forze ma mio nonno vinse e mentre i miei genitori erano a terra inermi lui prese mia sorella in braccio e sorrise, io non ho dimenticato nemmeno ora quel maledetto sorriso, Aurora aveva solo quattro anni, I suoi occhi bruni ancora splendevano, nessuno aveva il coraggio di agire tranne mio fratello provò a salvarla ma non poté fare nulla, in fondo cosa poteva fare un bambino di sei anni contro un uomo che aveva sconfitto i nostri genitori in pochi minuti. Non fu l’ultima volta che vidi mia sorella, i miei genitori dopo qualche giorno di cure offerte da Juvia si erano svegliati, avevano subito gravi ferite ma non erano in pericolo di vita, in fondo credo che fosse la voglia di rivedere la loro figlia ad accelerare le cure; avevano cercato mia sorella per settimane, tutti i giorni Juvia e Grey restavano con noi e loro partivano alla ricerca di Aurora. Dopo qualche settimana mio nonna riportò mia sorella a casa, i miei genitori non capivano cosa fosse successo, non aveva un graffio, ma lei non volle parlare con nessuno di cosa fosse successo. Siccome anche il figlio di Grey è Juvia era stato minacciato decisero di far vivere mia sorella a casa del mago del ghiaccio e il figlio di Juvia qui con noi. Per me non era un dispiacere, io capivo perché dovessero proteggerci, mio nonno voleva davvero ucciderci, di nascosto potevano vederci ma da allora nessuno di noi ebbe una vita normale. Nessuno ci aveva preparato al pericolo che avremmo dovuto affrontare in futuro, forse qualcuno voleva ma non aveva avuto il tempo o forse nessuno conosceva quel pericolo; io ho deciso di raccontare questa storia perché ne rimanga testimonianza, se noi non dovessimo farcela voglio che il mondo sappia che noi abbiamo fatto tutto il possibile anche se non dovessimo tornare. Sorriso prima di chiudere anche questa pagina del mio libro perché in fondo che anche se siamo divisi noi combattiamo per un unico scopo. Questo é il significato di squadra. PS. Tutto vi sarà chiarito, con calma capirete tutto, tranquilli

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 Perchè mi hai tradito: ***


Capitolo 4 Perché mi hai tradito: Gerard sorrise quando vide il sorriso di sua figlia prendere strada sul viso di essa, sua madre era davanti a lei e mentre la guardava con uno sguardo amorevole le stava spiegando che sarebbe potuta andare in biblioteca ma solo per poche ore; lei non era uno slayers ma non poteva rischiare, Erza era già coinvolta e era controllata continuamente, dopo che era stata vista parlare con Grey era riuscita a salvarsi per un pelo dalle grinfie dei regnanti ma non poteva rischiare. Sospirò nel pensare a quanto fosse cambiata la loro vita, in poco tempo le loro vite erano cadute in un catafascio, in poco tempo le loro gilde si erano distrutte e i loro componenti separati forse per sempre, alcuni di loro si vedevano ancora come per esempio Gerard e Meldy ma dovevano comunque usare la massima discrezione, con le nuove leggi tutto era cambiato e non solo era stata abolita qualsiasi forma di magia ma chiunque possedesse la magia era controllato. C’era solo un posto dove non esistevano controlli, era la zona neutrale, l’unica zona in cui non esistevano leggi, zona dove non esistevano controlli, tutti gli salyers che non volevano rischiare di morire si erano nascosti lì ma alcuni intrepidi sfidavano la sorte tutti i giorni e continuavano a vivere nei regni oppositori, alcuni di loro credevano ancora che si potesse tornare alla libertà. Anche Gerard ed Erza credevano che il futuro potesse migliorare e cercavano di spiegare alla figlia che la speranza non sarebbe mai morta. Gerard sorrise voltandosi e raggiungendo la foresta, dopo circa dieci minuti di camminata raggiunge il luogo d’incontro, un piccolo laghetto si mostrava lento e tranquillo, l’acqua limpida sgorgava da una piccola cascata, si sedette su una roccia osservando i raggi filtrare tra le foglie degli alberi, il suo contatto arrivò in perfetto orario, si sedette di fianco a lui restando qualche secondo in silenzio “Meldy, come sempre in perfetto orario” “Gerard non posso tardare, ricordi la regola?” restò qualche secondo in silenzio “Se gli amici non si presentano bisogna pensare al peggio” “Già, hai ragione, novità?° “Si, i ribelli stanno aumentando, gli slayers riescono a convincere in modo molto semplice chiunque ad andare contro il governo, anche chi non è slayers, sia nella zona neutrale che nelle altre zone ma loro non sanno contro chi vogliono combattere” “Come il governo non conosce la loro vera forza” “Ti sbagli Gerard, proprio per questo il governo vuole fare sparire la loro razza, sono pericolosi” “Meldy parli come loro” “Mi dispiace ma io non posso essere dalla tua parte” “Cosa?°chiese il ragazzo alzandosi di scatto La ragazza alzò la mano e mentre il mago indietreggiava disse solo due parole: “Morfos Zeref” Gerard si chinò tenendosi la testa tra le mani e mentre perdeva i sensi si chiese perché l’amica lo avesse tradito. Erza stava sorridendo mentre mangiava la sua torta guardando la figlia che gli mostrava i suoi disegni, Elisa aveva un vero talento che la madre già pensava come sviluppare; Gerard arrivò e salutò la moglie con un bacio, sorrise alla figlia e si avvicinò accarezzandole il volto, sembrava una famiglia felice se Erza non si fosse accorta della verità, si alzò in piedi puntando una spada al collo del marito: “Tu non sei Gerard!” Il ragazzo sorrise e mentre la bambina si chiedeva ancora cosa stesse succedendo il padre rispose: “Brava la mia mogliettina, io non sono Gerard, sono Zeref e ora che ti ho trovato non puoi più scappare° “Elisa vai via” urlò la madre facendo nascondere la figlia sotto il tavolo “Erza stai tranquilla, non voglio tua figlia, un giorno ucciderò anche lei ma ora è il tuo turno° sorrise avanzando davanti a lei, la ragazza non si mosse, sapeva di non poter battere il nemico ma non aveva paura, lei non aveva paura di nessuno, passarono pochi minuti quando la ragazza si dovette stringere la pancia a causa del forte dolore: “Questa è una strana magia, ha il potere di far concentrare il potere magico di una persona in unico punto, siccome la propria magia diventa il nemico la persona attaccata non può fare altro che soccombere. Quando il ragazzo fu vicino prese la ragazza alla gola, sorrise finchè lei non perse i sensi, appoggiandola a terra si voltò e raggiunse la bambina nascosta sotto il tavolo e le disse: “Un giorno verrà anche il tuo turno ma nel frattempo goditi lo spettacolo piccola” Quando l’uomo sparì Elisa si avvicinò alla mamma inerme e appoggiando la testa sul suo petto iniziò a piangere, lei non sapeva che un giorno avrebbe capito e trovato la forza di combattere. PS.: Finalmente riesco a mettere la punteggiatura!!!, scusate per il ritardo ma ho poco tempo ma giuro che quando posso pubblico.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 Isabella Redfox: ***


Capitolo 5 Isabella Redfox: Isabella non aveva un buon rapporto con suo padre, nessuno dei due aveva una colpa specifica, semplicemente non riuscivano a esporsi, in fondo funziona così no?, il rischio e una parte fondamentale in un rapporto, se non si rischia non si può sapere se si sta facendo la cosa giusta. Gajeel trovava molti ostacoli quando doveva parlare con sua figlia, il suo carattere molto riservata era d’intralcio anche con lei ma non sapeva come risolvere questo problema, ne aveva parlato anche con Levy ma lei gli aveva solo consigliato di provare a cambiare ma non sembrava che questo aiutasse il ragazzo, lui non riusciva a cambiare aveva troppa paura. In quegli anni in cui dovevano affrontare ogni giorno una guerra sapeva di dover stare ancora più vicino a sua figlia, lei era una dragon slayer e aveva bisogno di sostegno; nemmeno Isabella riusciva ad aprire il suo cuore con lui, si sentiva giudicata e aveva paura, anche lei era molto riservata per questo faceva fatica a parlare con suo padre. Un giorno Isabella si trovava in un bosco poco lontano da casa, era seduta a gambe incrociate sull’erba, aveva gli occhi chiusi e la sua mente era rilassata, era una tecnica che aveva imparato leggendo un libro in biblioteca, concentrava il suo potere magico in un unico punto, in questo modo sarebbe cresciuto piano piano e lei aveva già verificato la sua veridicità; suo padre la stava osservando da lontano, aveva notato quanto impegno sua figlia metteva negli allenamenti che voleva sempre praticare da sola, la sua forza era cresciuta notevolmente negli ultimi anni e Gajeel di questo ne era orgoglioso. Si avvicinò sedendosi accanto, la ragazza aprì gli occhi e si voltò verso il padre: “Ti serve qualcosa?” “No” rispose il mago restando in silenzio, la ragazza richiuse gli occhi “Questa guerra e durata per troppo tempo, sono anni che viviamo nel terrore, ma durerà ancora per molto tempo per questo ricordati che nulla e scontato” La ragazza non capì cosa volesse dire il padre e quindi rimase in attesa di altre parole: “I fiori di ciliegio cadono a 5 metri al secondo, lo sapevi?” “No”. Una forte esplosione si sentì provenire da un gruppo di case, Isabella si alzò e volto lo sguardo verso il fumo che ormai stava invadendo il cielo, dopo pochi secondo capì che il luogo dell’esplosione era casa sua così corse più forte che potè. Quando arrivo a destinazione le mura di casa sua si erano sgretolate, il fumo rendeva difficile vedere cosa avesse davanti a sé ma prosegui spostando le macerie con le mani, si guardò intorno quando vide il corpo di sua madre inerme pochi passi davanti a se, suo padre era sopra di lei con le mani sporche del suo sangue; la ragazza non proferì parola non riuscì nemmeno a muoversi, guardo solo suo padre andare via, non aveva alcun senso tutto quello che aveva visto, perché suo padre avrebbe dovuto uccidere sua madre, non si sentiva triste e nemmeno arrabbiata ma solo vuota, come se insieme alla vita di Levy fosse stata portata via anche la sua anima, per alcuni giorni rimase in casa, non uscì, mangiava e dormiva, era come se ormai il suo corpo si muovesse da solo, dopo riempi la sua borsa con alcuni vestiti e uscì di casa, l’aria fredda del mattino le scompiglio i capelli e per qualche secondo Isabella sentì ancora l’odore di sua mamma. Quando parti non seppe dove andava e nemmeno cosa avrebbe trovato ma rischiare era qualcosa che non aveva mai fatto e questa era l’occasione per iniziare a farlo. PS.: Spero davvero che la mia storia vi piaccia!. ;)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 Il viaggio: ***


Cap 7 Il viaggio: Carlo, Sofia e Serafina avevano deciso di intraprendere quel viaggio con grande fermezza, volevano sconfiggere il nemico anche se esso faceva paura, anche se aveva creato un ambiente invivibile. I ragazzi stavano intraprendendo un viaggio in cerca di tutti i loro compagni, riformando la squadra avrebbero avuto più speranza di battere il nemico per questo stavano percorrendo quella strada truciolata in aperta campagna, la fortuna gli aveva messo davanti un cielo limpido ma il loro cammino nel bosco avrebbe continuato solo per un giorno quindi era improbabile che il tempo cambiasse. I ragazzi camminarono per ore tra alberi imponenti e prati infiniti, la sera mentre il tramonto illuminava la sua strada arrivarono a destinazione, una piccola cittadina si poneva davanti al loro sguardo, quando entrarono vvidero che le strade erano poco popolate, nella piazza principale alcune persone parlavano animatamente vicino a una fontana, quattro grossi edifici costeggiavano la piazza e il suo terreno, ricoperto da piastrelle color rame, era un paesaggio suggestivo, i tre ragazzi si sedettero vicino alla fontana, mentre Carlo entrava immergendosi in acqua, Sofia e Serafina restavano sedute a riposarsi: “Perché lo abbiamo fatto?” chiese la prima “Perché siamo una squadra e abbiamo bisogno di divertimento e senza quest'ultimo che vita abbiamo” “Alla fine mi avete seguito” disse Sara sedendosi vicino a loro “Potresti avvisare prima di comparire così a caso, mi fai sempre spaventare” si lamentò Sofia “Scusa, ma è comodo usare il mondo degli spiriti stellari come teletrasporto ma è anche bello farti spaventare” disse la ragazza ridendo “Abbiamo deciso di aiutarti perché siamo una squadra Sara e se restiamo uniti possiamo sconfiggere qualsiasi nemico” urlò Carlo uscendo dalla fontana “Forza dobbiamo andare alla gilda” “Gilda?” chiese sua sorella incredula La gilda era un piccolo bar situato in centro, comteneva molti tavoli nonostante le sue dimensioni ed era molto popolato, c’erano coppie che amoreggiavano, bambini che giocavano intorno ai tavoli e una ragazza, seduta da sola su una sedia vicino alla finestra, con una mano giocava con la cannuccia di un bicchiere ormai vuoto, nessuno fece caso a quella ragazza eppure era l’unica che non sembrava felice, non seppe perché ma Sofia era attratta dal bracciale argentato che portava, era spesso e sopra vi erano scolpiti alcuni disegni. Sofia lo guardò per molti secondi ma non disse nulla, le sembrava inutile e privo di significato. Doveva godersi la festa e la serata, perché questi momenti di gioia non sarebbero durati per molto. “Dobbiamo parlare con il suo master” disse Carlo sbattendo un pugno sul bancone, il barista deglutí appoggiando un bicchiere sul bancone: “Che volete?” “Siamo maghi anche noi non preoccuparti” disse Sara dolcemente cercando di convincerlo. Il barista dopo un attimo di esitazione, scomparve dietro a una porta a vetri e mentre i ragazzi aspettavano una ragazza si avvicinò a loro: “Sara! Sei tu? “ La maga si voltò e sorrise quando riconobbe chi aveva parlato: “Ti abbiamo trovato, sapevamo che ti avremmo trovato qui” La due ragazze si abbracciarono sotto gli sguardi increduli del resto del gruppo. “Io sono Silvia, figlia di Lyon” si presentò la ragazza “spero di potervi accompagnare nel vostro viaggio”.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 La fiamma che arde dentro di noi: ***


Capitolo 6 La fiamma che arde dentro di noi: Carlo? “chiamo la ragazza avvicinandosi” Stai bene? Il ragazzo si voltò verso di lei sorridendo: “Tutto a posto ma tu cosa ci fai qui?, e da molto che non ti fai vedere, tutte le volte che vieni da me sta succedendo qualcosa di molto grave” Sara si sedette di fianco a lui e sospiro: “Ho passato questi ultimi mesi a convincermi che non si potesse fare nulla, cercando di restare nel mondo degli spiriti stellari perché avevo paura ad affrontare la realta ma ora sono stufa, stufa di aspettare e di non fare nulla per cambiare il futuro, voglio cercare i nostri compagni” Carlo rispose dopo pochi secondi tornando serio: “Il nemico è forte ed e possibile che non riusciamo a batterlo” “Da quando il figlio di Natsu ha paura?” “Io non ho paura, e solo che non lo so” La maga sospiro e si voltò verso il cielo: “Se non vuoi aiutarmi intraprendo questo viaggio da sola” “Sara e una pazzia, non puoi” “Invece sì” rispose la ragazza sparendo davanti allo sguardo preoccupato dell amico. Serafina sospiro mentre Sofia spostava lo sguardo da un angolo all'altro della gilda, nessuno sapeva cosa rispondere alla domanda dell'amico, nessuno sapeva dove trovare il coraggio per riuscire a combattere di nuovo, quasi tutti ormai avevano accettato il loro presente. Eppure dopo svariati minuti in cui Carlo osservava le due ragazze Sofia si alzò in piedi e disse: “Pensando a quanto potrebbe essere dura combattere contro un nemico così forte mi sono scordata una cosa importante, noi siamo una squadra per questo nulla dovrebbe farci paura, in questi mesi tutti noi siamo stati vittime di questa guerra ma adesso basta, noi abbiamo la forza di combattere contro ogni nemico, una forza che risiede in ognuno di noi, quindi la cosa giusta da fare e combattere, questo mi ha insegnato mio padre” La cugina sorrise annuendo e Carlo senti una nuova forza nascere dentro di lui, forse poteva sembrare strano ma ci era voluto poco per far capire che il futuro può cambiare solo cambiando il presente. Sorrisero rallegrandosi perché sapevano che finché sarebbero stati una squadra nulla avrebbe potuto la fiamma che ardeva in ognuno di loro. Il ragazzo che si stava avvicinando non prometteva nulla di buono, aveva un aura malvagia infatti quando era a pochi passi da lei evoco una spada lunga color argento così in risposta la maga indietreggiò e si preparò per combattere, alcune fiamme comparvero nella sua mano, dopodichè salto e avvicinandosi al nemico con la mano cerco di colpirlo inutilmente perché quest ultimo schivo l attacco abilmente “Sei forte ragazzo ma chi sei?’ Il mago sorrise: “Io sono un mercenario, Sevil, la persona che ti ucciderà qui e ora Dragneel” “Osi sfidare un mago del Concilio, che coraggio ragazzo ma il tuo coraggio verrà ripagato” disse lanciandosi contro il nemico, due calci infuocati colpirono il nemico mentre un pugno lo spinse più indietro di qualche metro “Devo ammetterlo, sei veloce e forte come dicono le voci” Aurora sorrise mentre il nemico si avvicinò con un fendente che la maga paro con un calcio, dopo roteando su stessa uso il soffio del drago di fuoco sconfiggendo il nemico, q quest'ultimo cadde in ginocchio e ammettendo di aver perso spari. Una ragazza si avvicinò e appoggiò una mano sulla spalla: ”Era solo un mercenario?” “Si ma ormai stanno aumentando, dobbiamo andare” “Certo Aurora, vado ad avvisare Giorgio” “Grazie Elisa” disse sospirando. I mercenari che li stavano attaccando erano deboli ma se gli attacchi aumentano voleva dire che i nemici sapevano dove trovarli e questo non poteva succedere. PS: Grazie a tutti dell’attenzione……:)

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 Il viaggio: ***


Cap 7 Il viaggio: Carlo, Sofia e Serafina avevano deciso di intraprendere quel viaggio con grande fermezza, volevano sconfiggere il nemico anche se esso faceva paura, anche se aveva creato un ambiente invivibile. I ragazzi stavano intraprendendo un viaggio in cerca di tutti i loro compagni, riformando la squadra avrebbero avuto più speranza di battere il nemico per questo stavano percorrendo quella strada truciolata in aperta campagna, la fortuna gli aveva messo davanti un cielo limpido ma il loro cammino nel bosco avrebbe continuato solo per un giorno quindi era improbabile che il tempo cambiasse. I ragazzi camminarono per ore tra alberi imponenti e prati infiniti, la sera mentre il tramonto illuminava la sua strada arrivarono a destinazione, una piccola cittadina si poneva davanti al loro sguardo, quando entrarono vvidero che le strade erano poco popolate, nella piazza principale alcune persone parlavano animatamente vicino a una fontana, quattro grossi edifici costeggiavano la piazza e il suo terreno, ricoperto da piastrelle color rame, era un paesaggio suggestivo, i tre ragazzi si sedettero vicino alla fontana, mentre Carlo entrava immergendosi in acqua, Sofia e Serafina restavano sedute a riposarsi: “Perché lo abbiamo fatto?” chiese la prima “Perché siamo una squadra e abbiamo bisogno di divertimento e senza quest'ultimo che vita abbiamo” “Alla fine mi avete seguito” disse Sara sedendosi vicino a loro “Potresti avvisare prima di comparire così a caso, mi fai sempre spaventare” si lamentò Sofia “Scusa, ma è comodo usare il mondo degli spiriti stellari come teletrasporto ma è anche bello farti spaventare” disse la ragazza ridendo “Abbiamo deciso di aiutarti perché siamo una squadra Sara e se restiamo uniti possiamo sconfiggere qualsiasi nemico” urlò Carlo uscendo dalla fontana “Forza dobbiamo andare alla gilda” “Gilda?” chiese sua sorella incredula La gilda era un piccolo bar situato in centro, comteneva molti tavoli nonostante le sue dimensioni ed era molto popolato, c’erano coppie che amoreggiavano, bambini che giocavano intorno ai tavoli e una ragazza, seduta da sola su una sedia vicino alla finestra, con una mano giocava con la cannuccia di un bicchiere ormai vuoto, nessuno fece caso a quella ragazza eppure era l’unica che non sembrava felice, non seppe perché ma Sofia era attratta dal bracciale argentato che portava, era spesso e sopra vi erano scolpiti alcuni disegni. Sofia lo guardò per molti secondi ma non disse nulla, le sembrava inutile e privo di significato. Doveva godersi la festa e la serata, perché questi momenti di gioia non sarebbero durati per molto. “Dobbiamo parlare con il suo master” disse Carlo sbattendo un pugno sul bancone, il barista deglutí appoggiando un bicchiere sul bancone: “Che volete?” “Siamo maghi anche noi non preoccuparti” disse Sara dolcemente cercando di convincerlo. Il barista dopo un attimo di esitazione, scomparve dietro a una porta a vetri e mentre i ragazzi aspettavano una ragazza si avvicinò a loro: “Sara! Sei tu? “ La maga si voltò e sorrise quando riconobbe chi aveva parlato: “Ti abbiamo trovato, sapevamo che ti avremmo trovato qui” La due ragazze si abbracciarono sotto gli sguardi increduli del resto del gruppo. “Io sono Silvia, figlia di Lyon” si presentò la ragazza “spero di potervi accompagnare nel vostro viaggio”. Capitolo 8: “Silvia, hai detto? “ domandò la bionda ancora incredula “Io ancora mi domando come sia possibile che questo bar nasconda una gilda” aggiunse Sofia Silvia allungò una mano e sospirando chiuse gli occhi, dopo pochi secondi un piccolo cristallo di ghiaccio si formò sulla sua mano e lei sorridendo domandò: “Ora siete convinti che io sia un mago del ghiaccio? “ I ragazzi guardarono stupefatti la piccola magia che aveva creato la maga e sorrisero. Dopo qualche secondo di silenzio Carlo parlò sconvolgendo i presenti: “Allora Silvia, io sono Carlo figlio di Natsu, lei è mia sorella Sara figlia di Lucy, loro invece sono Sofia figlia di Laxus e sua cugina Serafina, figlia di Elfman, siccome sei un mago e sei figlia di Lyon immagino che accetterai di venire con noi” I presenti rimasero allibiti fissando per vari minuti, la prima che si svegliò dallo stupore fu Sofia che urlò: “Sei forse impazzito? Non solo le hai appena rivelato chi siamo ma addirittura vuoi che venga con noi? Ti rendi conto della gravità di quello che stiamo per fare? “ La maga del ghiaccio sorrise e alzandosi in piedi disse: “Voi avete speranza, avete coraggio e non vi importa dei nemici che dovrete affrontare, io non ho motivi per combattere ma la vostra energia è espansiva, non m’importa quanto sarà forte Zeref o i suoi sudditi io verrò con voi, per un futuro migliore” “Scusa ma in questo periodo è difficile fidarsi di chiunque” sospirò Sara “Io lo capisco” continuò Silvia “ma voglio aiutarvi e immagino vorrete riunire tutti, sapete già dove sono?” “Sappiamo dove si trovano Aurora, Elisa e Giorgio, sappiamo dove si trova anche Francesco e Isabella ma molti di loro sono anni che non li sentiamo” “Mio cugino?” domandò la ragazza “È scomparso da oltre due anni ormai” le raccontò Sara sospirando “Lo cerco ormai continuamente e assiduamente senza risultati” Il silenzio piombò nella sala e fece rendere conto delle varie possibilità ai ragazzi, non era facile mantenere il coraggio e la speranza sempre vivi ma la presenza dei loro compagni fece rendere conto a ognuno che non potevano abbattersi e che la verità andava scoperta, il nemico andava abbattuto, dovevano rischiare perché solo così avrebbero potuto vivere in pace, loro sapevano che qualunque cosa fosse successa non avrebbero mai avuto rimpianti. I ragazzi passarono la notte in un albergo, Carlo volle dormire con sua sorella nel divano, il letto fu occupato da Sofia e Serafina mentre Silvia non aveva molto sonno, restava sul lettino che si trovava in terrazza, osservava il cielo e le stelle che si illuminavano, accese una sigaretta e sorrise: suo padre aveva sempre odiato vederla fumare, la sgridava sempre e lei odiava sentirlo e mai lo ascoltava eppure in quel momento volle più di ogni altra cosa sentire la voce di suo padre ma purtroppo questo non era possibile. Chiuse gli occhi dopo pochi minuti addormentandosi sulla sdraio. Spero che vi piacciano i miei capitoli, tra poco inizierò una mia storia personale e inventata interamente da me, spero che abbiate la curiosità di leggerla. Alla prossimaaaa

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 Un mago del ghiaccio: ***


Capitolo 8 Un mago del ghiaccio: “Silvia, hai detto? “ domandò la bionda ancora incredula “Io ancora mi domando come sia possibile che questo bar nasconda una gilda” aggiunse Sofia Silvia allungò una mano e sospirando chiuse gli occhi, dopo pochi secondi un piccolo cristallo di ghiaccio si formò sulla sua mano e lei sorridendo domandò: “Ora siete convinti che io sia un mago del ghiaccio? “ I ragazzi guardarono stupefatti la piccola magia che aveva creato la maga e sorrisero. Dopo qualche secondo di silenzio Carlo parlò sconvolgendo i presenti: “Allora Silvia, io sono Carlo figlio di Natsu, lei è mia sorella Sara figlia di Lucy, loro invece sono Sofia figlia di Laxus e sua cugina Serafina, figlia di Elfman, siccome sei un mago e sei figlia di Lyon immagino che accetterai di venire con noi” I presenti rimasero allibiti fissando per vari minuti, la prima che si svegliò dallo stupore fu Sofia che urlò: “Sei forse impazzito? Non solo le hai appena rivelato chi siamo ma addirittura vuoi che venga con noi? Ti rendi conto della gravità di quello che stiamo per fare? “ La maga del ghiaccio sorrise e alzandosi in piedi disse: “Voi avete speranza, avete coraggio e non vi importa dei nemici che dovrete affrontare, io non ho motivi per combattere ma la vostra energia è espansiva, non m’importa quanto sarà forte Zeref o i suoi sudditi io verrò con voi, per un futuro migliore” “Scusa ma in questo periodo è difficile fidarsi di chiunque” sospirò Sara “Io lo capisco” continuò Silvia “ma voglio aiutarvi e immagino vorrete riunire tutti, sapete già dove sono?” “Sappiamo dove si trovano Aurora, Elisa e Giorgio, sappiamo dove si trova anche Francesco e Isabella ma molti di loro sono anni che non li sentiamo” “Mio cugino?” domandò la ragazza “È scomparso da oltre due anni ormai” le raccontò Sara sospirando “Lo cerco ormai continuamente e assiduamente senza risultati” Il silenzio piombò nella sala e fece rendere conto delle varie possibilità ai ragazzi, non era facile mantenere il coraggio e la speranza sempre vivi ma la presenza dei loro compagni fece rendere conto a ognuno che non potevano abbattersi e che la verità andava scoperta, il nemico andava abbattuto, dovevano rischiare perché solo così avrebbero potuto vivere in pace, loro sapevano che qualunque cosa fosse successa non avrebbero mai avuto rimpianti. I ragazzi passarono la notte in un albergo, Carlo volle dormire con sua sorella nel divano, il letto fu occupato da Sofia e Serafina mentre Silvia non aveva molto sonno, restava sul lettino che si trovava in terrazza, osservava il cielo e le stelle che si illuminavano, accese una sigaretta e sorrise: suo padre aveva sempre odiato vederla fumare, la sgridava sempre e lei odiava sentirlo e mai lo ascoltava eppure in quel momento volle più di ogni altra cosa sentire la voce di suo padre ma purtroppo questo non era possibile. Chiuse gli occhi dopo pochi minuti addormentandosi sulla sdraio. Spero che vi piacciano i miei capitoli, tra poco inizierò una mia storia personale e inventata interamente da me, spero che abbiate la curiosità di leggerla. Alla prossimaaaa

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 La speranza: ***


Capitolo 9 La speranza: “Ora ti spiegherò tutto Silvia” disse Sara mentre sorseggiava il suo the. I ragazzi erano seduti al bar, intorno a un tavolo per escogitare un piano. “Va bene Sara” la ragazza ripose tutta la sua attenzione nelle parole dell’amica quando quest'ultima inizió a parlare: “Questa è una guerra tra noi maghi di gilde e i demoni di Zeref, ma questo lo sai già, i demoni di Zeref vogliono uccidere tutti i maghi del mondo per far si ché non nascano più degli slayer, sai benissimo che esistono tre tipi di slayer, dragon slayer, god slayer e devil slayer, queste persone possiedono una magia che va aldilà della concezione umana, una magia troppo pericolosa, loro non vogliono che accada di nuovo ciò che è successo ormai tanti anni fa” “Di cosa parli Sara? “ chiese prontamente la ragazza “Igneel, Metalicana, Silver e Layla hanno creato grandi maghi, persone che lui stesso teme” “I nostri genitori sono morti per sua mano, la scorsa guerra ha devastato tutto il mondo rovinando qualsiasi cosa, ma per sua sfortuna ci siamo noi che lo sconfiggeremo” disse Carlo sorridendo Silvia sorrise nascondendo il suo stupore, i ragazzi davanti a lei sembravano davvero convinti della loro vittoria, mentre pensò questo si stupì notando la speranza che avevano infuso in lei per questo decise di seguirli nelle loro avventure, per vivere un futuro migliore. Quella stanza aveva una forma circolare, un candelabro al centro della stanza pendeva su un grosso tavolo, intorno c’erano una decina di sedie con ricami in oro, un uomo stava seduto su una di queste, aveva gli occhi chiusi e le mani appoggiate sotto il mento, la sua lunga tunica bianca risaltava sulla stanza tetra e buia; un altro uomo entrò nella stanza sedendosi su una sedia seguito da una ragazza: “Sappiano dove sono, dovremmo attaccarli prima che si uniscono” disse l ultimo uomo arrivato, la donna sorrise mostrando il suo consenso, il ragazzo aprì gli occhi e sorridendo rispose: “Ragazzi state calmi, dobbiamo fargli provare terrore, dobbiamo attaccarli quando saranno uniti” “Io voglio stritolare quella dragon slayer e il suo dannato fratello” “Loro sono miei” disse un uomo entrando nella stanza “Silver amico mio non ti arrabbiare, te lo promesso, potrai fare di loro tutto quello che vuoi, stai monitorando gli spostamenti di quel ragazzo? “ “Si anche se i suoi spostamenti non hanno alcun senso, raggiunge terre lontane in cui compra armi o libri di magia, si rinchiude nella sua stanza per giorni e dopo ricomincia, l’unica cosa che mi pare davvero strana è che ogni tanto si siede davanti a una cascata a pochi kilometri da qui, resta li seduto per ore” “Vai avanti Silver” disse l’uomo “Quella cascata è magica, quando lui si avvicina noi perdiamo le tracce, sappiamo che è li perché io stesso l’ho seguito ma non riusciamo a capire cosa faccia li” “Presupponi che incontri un’altra persona?” domandò la ragazza “Si, ne sono quasi sicuro”. La cascata si mostrava sempre più affascinante ai suoi occhi, ogni volta che andava li, si sedette su un grosso sasso vicino all’acqua osservando il suo riflesso nel laghetto che lei formava. “Giacomo” lo chiamò una ragazza avvicinandosi “Novità? “ Il ragazzo alzò lo sguardo e rispose: “Si stanno muovendo e si stanno preparando ad attaccarvi ma vogliono farlo solo quando sarete tutti uniti” “Cosa proponi di fare? “ “Di seguire il loro gioco, ho bisogno di ancora un po’ di tempo ma ho anche bisogno che voi stiate attenti” “Sei tu quello più esposto” “Già lo so” disse sospirando “Aurora Silver ha tradito tutti ed è stato lui a uccidere Grey” La ragazza guardò stupefatta l amico: “Silver ha ucciso Igneel? Come lo hai scoperto?” “È stato lui stesso a rivelarlo” “Credi che sappia chi sei?” “Questo non lo so ma devo andare avanti se vogliamo scoprire la verità” “Forse ho davvero fatto bene a scegliere te per questo piano” disse sorridendo “Chi meglio di me?” La ragazza sorrise alzandosi in piedi: “Troverò i nostri compagni e un giorno saremo tutti insieme e potremmo vivere la vita che i nostri genitori desideravano per noi” “Giusto, mi piacerebbe trovare un modo per parlare di nuovo con la Zia Lucy, è stata la persona che mi ha amato di più” “I morti non possono tornare in vita Giacomo ma sono sicura che vivremo meglio tutti” rispose la ragazza andandosene Il ragazzo restò qualche minuto in più e dopo con molta calma raggiunse la sua gilda. Allora ragazzi scusate se non sono più tornata ma ho avuto tanto da fare ma eccoci qui con un nuovo capitolo.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 Quindici anni indietro: ***


Capitolo 10 Quindici anni indietro: “Andare nel passato?” chiese la ragazza dai3 capelli rossi, posò lo sguardo sull’amico cercando di convincersi che stesse scherzando, il ragazzo invece sorrideva certo che ciò che avesse detto avrebbe avuto un senso e un guadagno: “Certo Elisa, dove tutto è iniziato, torneremo nel passato dove Tartaros è debole, dove Zeref non sa chi siamo, dove potremmo rivedere Igneel e tutti gli altri draghi” Una seconda ragazza stava seduta di fianco a loro sospirando: “Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Come dovremmo fare per tornare nel passato?” “Chiediamo a Ultear” Le due ragazze rimasero sbigottite e si misero a ridere domandando: “Perché dovrebbe farlo, sempre se sia possibile? “ “Perché anche lei vuole vedere la pace nel mondo, dai amiche almeno proviamoci” Le ragazze sospirarono annuendo. Isabella si stava allenando in una grande radura, un albero era l’unico bersaglio dei suoi potenti pugni, si fermò quando dietro lei arrivò un suo fedele compagno. “Ho parlato con Ultear, vuole vederci” La ragazza si fermò e si voltò rispondendo: “Per quale motivo? “ “Questo non ha voluto dirmelo, sai dov'è Sara? “ La ragazza ancora con il fiato corto fissò l amico: “Giacomo? Chi si sta muovendo? “ “Questa volta non credo che l’idea sia solo di Carlo” “Vado a chiamare Sara” disse la ragazza voltandosi “sarà tornata ormai” Il mago rimase a fissare la sua figura scomparire tra gli alberi per qualche secondo prima di riprendere a camminare anche lui. Nel frattempo la gioia regnava a casa di Ultear: “Sorellina! “urlò Carlo lanciandosi addosso ad Aurora seguito da Sara, la maga dai capelli rosa cadde rovinosamente a terra sorridendo e abbracciando i fratelli”, gli altri maghi si salutarono con un ciao più sobrio, Ultear richiamò l'attenzione dei maghi con un colpo di tosse e dopo qualche minuto si trovavano seduti intorno a un tavolo: “Ho già avvisato Giacomo e Isabella, stanno arrivando” “Quindi verrà anche quel ghiacciolo ambulante” commentò Carlo “Verrà anche Isabella, interessante” sorrise parlando Aurora Sara sospirò richiamando all’ordine i fratelli: “Ragazzi restiamo seri per favore, allora Ultear, come procediamo? “ Prima che Ultear ebbe il tempo di rispondere i due maghi attesi entrarono in casa sorpresi di vedere tutti i compagni presenti: “Che sta succedendo? “ chiese Giacomo “Sapevo che l’idea era tua, stupida fiammela” “Hey ghiacciolo l’idea non è stata mia” disse il mago alzandosi dalla sedia “ma se vuoi delle botte io sono pronto a dartele” Prima che Elisa poté mettersi tra di loro per fermarli Giorgio si alzò dalla sedia rivelando che l’origine dell’idea era lui. Tutti i presenti rimasero sbigottiti fissando il ragazzo, dopo qualche minuto Ultear richiamò l’attenzione di tutti i maghi cominciando a parlare: “Si tratta di un antico incantesimo, ho trovato l'essenziale in un vecchio manuale in una biblioteca ma non è una cosa semplice, vi farà tornare indietro nel tempo di quindici anni, non un giorno di più e non uno di meno, dovrete stare attenti perché non so se vi farà tornare tutti nello stesso luogo” “Potrebbe esserci la possibilità di tornare in anni diversi? “ chiese Sofia “No, ma solo in luoghi diversi” “Cosa ti turba Ultear? “ chiese Aurora “Una grande magia richiede un grande sacrificio, io sono disposta a dare qualsiasi cosa ma voglio che sappiate che non so se riuscirò a riportarvi indietro” disse sospirando “Non possiamo chiederti una cosa simile” rispose Giacomo “Non me lo state chiedendo voi, lo sto facendo io di mia volontà, voglio veramente che tutto si possa risolvere e che tutti possiate tornare a vivere in pace e sono disposta a dare qualsiasi cosa” “Noi siamo disposti anche a non avere la possibilità di tornare indietro” disse Giorgio “combatteremo e vinceremo anche per te Ultear” “Io sono convinto che ci rivedremo” disse sorridendo Carlo La sera era arrivata e anche se sapevano che ci voleva molto tempo per creare un incantesimo simile non riuscivano comunque a riposare e quindi ognuno cercava di passare il tempo come poteva. “Ultear? “ chiese Aurora “sai che per me sei come una zia quindi mi sento responsabile della scelta che vuoi intraprendere” La donna sorrise e si sedette sul prato: “Aurora la mia magia è particolare, è potente e come qualsiasi magia potente chiede qualcosa in cambio, ho già dovuto fare i conti con lei molte volte. Io voglio aiutarvi e questo è l’unico modo in cui posso farlo, oggi ho visto la determinazione negli occhi dei tuoi compagni, per questo so che c'è la farete”. Il giorno dopo tutti i maghi si tenevano per mano formando un cerchio, Ultear teneva le mani sopra alla sua sfera di cristallo recitando una formula, un grande cerchio magico si formò intorno a loro, un forte bagliore circondò i ragazzi per qualche secondo facendoli sparire. La donna cadde in ginocchio e mentre il sudore grondava il suo viso lei sorrise convinta di avercela fatta. Ecco a voi un cambio di trama, questo immagino che ve lo aspettavate vero? Almeno spero! 😜

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Capitolo 12
*** Capitolo 11..... Qualche ora prima.... ***


Capitolo 11 Qualche ora prima: ….. Qualche ora prima…. Serafina stava seduta su una panchina nel piccolo giardino della casa di Ultear, i suoi pensieri erano lontani e i suoi occhi vuoti, pensava alla grande avventura che avrebbe dovuto affrontare dal giorno seguente, lei era molto legata ai suoi compagni anche se molte volte non lo dimostrava, da quando erano nati altri avevano combattuto per loro e a loro era stato insegnato di nascondersi, non di scappare ma di nascondersi quindi i giorni a seguire per loro erano qualcosa di nuovo. “Serafina? Finalmente ti ho trovato! “ disse Carlo avvicinandosi e sedendosi vicino all’amica “Pensavo volessi parlare del tempo con tua sorella, sono mesi che non vi vedete” rispose la maga “Sara e Aurora si sono messe a parlare di modelli e a me non interessa” “Questo è il nostro ultimo giorno di pace, da domani dovremo combattere” “Finché saremo insieme non ti devi preoccupare, nessuno può battere la nostra squadra, non importa se tra di noi c'è quell antipatico di Giacomo e Elisa che a me fa sempre paura, noi vinceremo” “Potremmo essere soli e potrebbero passare mesi prima che ci rivediamo di nuovo se ci rivedremo” “Serafina noi non saremo mai soli, anche se non ci vedremo per mesi sono sicuro che tutti noi combatteremo con tutte le nostre forze qualunque cosa possa accadere” “Già su questo hai ragione” rispose la maga guardando il suo compagno sorpresa. Il ragazzo si voltò e si diresse verso l’entrata della casa, la ragazza lo guardò sospirando, un giorno gli avrebbe rivelato il suo amore, ne era sicura, lui pensava ad altro e quindi sapeva di non essere corrisposta ma a lei andava bene anche solo averlo vicino. “Io credo che questo ragazzo sia molto più bello, i suoi occhi sono spettacolari” disse Sara aprendo una rivista e mostrando il ragazzo alla sorella “Assomiglia troppo a Grey, no grazie” rispose la ragazza incrociando le braccia sotto il seno “Di cosa parlate?”domandò Giorgio entrando nella stanza e appoggiando le mani sul tavolo “Cose da ragazze” rispose Sara chiudendo la rivista “Immagino non vi serva questa” conclusa alzandosi tra le mani e uscendo dalla stanza. Il ragazzo si sedette di fianco all’amica: “Aurora voglio dirti una cosa” “Dimmi” rispose la ragazza osservandolo “Voglio che mi prometti che qualunque cosa accada non ti arrenderai” “Perché mi stai chiedendo questo? “ domandò sorpresa “Perché ho bisogno di contare su di te” “Giorgio tu puoi sempre contare su di me” Il ragazzo avvicinò il viso a quello della ragazza provocando rossore sulle sue guance: “È possibile che non ci vedremo ma l’obiettivo deve restare quello in qualunque caso” “Sarà sempre così, la cosa più importante deve essere sconfiggere i nemici” disse Elisa entrando nella stanza. Giacomo e Isabella stavano parlando animamente, sorridevano osservando il sole: “Isabella se dovessi rivedere Gajeel cosa faresti? Ci hai pensato?” chiese il ragazzo spiazzando la maga che rimase qualche secondo in silenzio: “Il nostro obiettivo non è rivedere i nostri genitori ma salvare il nostro mondo quindi quello resterà il nostro obiettivo principale” “Questo è la amica che voglio avere, voglio fidarmi di te” “Questo è un fatto assoluto” disse la ragazza alzandosi e dirigendosi verso l'abitazione. Silvia e Sara stavano legando molto da quando avevano avuto la possibilità di parlarsi, camminavano ormai da ore nel giardino, Silvia raccontava le piccole avventure che aveva vissuto e Sara la ascoltava con gusto: “Quindi Lyon e Meredy sono stati grandi genitori” “Si, i miei genitori mi hanno amato fino alla fine per questo voglio venire con voi, in loro memoria voglio vincere per creare un futuro migliore per tutti” “Questo è lo spirito giusto per essere nella squadra”, le due ragazze sorrisero entrando nella casa. Ultear leggeva il pesante volume che aveva appoggiato sulla scrivania, con impegno e dedizione cercava di riprodurre quell’incantesimo tanto temuto, dopo qualche ora, quando il sole stava tramontando la stanchezza iniziò piano piano a prendere il sopravvento così la ragazza decise di chiudere il libro e coricarsi nel letto; sorrise chiudendo gli occhi, forse non stava facendo la cosa giusta mandando quei ragazzi a combattere i nemici ma sapeva di potersi fidare, per questo aveva deciso che li avrebbe aiutati qualunque cosa avesse dovuto dare per rendere possibile l'uso di quella magia, aveva visto nei loro sguardi la stessa determinazione che aveva visto nei loro genitori, lo stesso coraggio e la stessa forza di volontà per questo sapeva che loro avrebbero vinto, si addormentò con il sorriso, felice di aver trovato un altro modo per aiutare gli amici.

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Capitolo 13
*** Cap 12: Una corsa contro il tempo ***


Capitolo 12 Una corsa contro il tempo: “Sara sei con me?” domandò la ragazza sorpresa osservando la sorella “Non siamo soli sorellina” rispose guardando Isabella e Silvia Quest’ultima si guardò intorno sospirando: “Siamo a Magnolia” Isabella incrociò le braccia sotto il seno: “Andiamo a Fairy tail, loro potranno aiutarci” Le ragazze iniziarono a camminare lentamente osservando la città che si svegliava con i primi raggi del sole del mattino, era diversa da come la ricordavano, più tranquilla e più soave, quasi un sogno, le persone intorno a loro non li guardavano con orrore ma gli porgevano sorrisi. Quando arrivarono alla cattedrale di Caldia si sedettero su una panchina, intorno a loro c’erano gruppi di persone che parlavano tra di loro, bambini che rincorrevano palloni e alcune donne sedute su delle panchine, una donna dai lunghi capelli rossi stava sgridando un bambino che tentava di scappare mentre piangeva, Aurora si alzò, avvicinò le mani e creò un cristallo di ghiaccio e lo porse al bambino, lui smise di piangere e sorrise ringraziando. Questi gesti sconvolsero le maghe, nella loro vita e nel loro mondo erano abituati a vivere tra il rancore e l’odio eppure qui l’unica cosa che vedevano era amore. Era strano per loro, non avevano mai visto il mondo prima della catastrofe. Makarov era rimasto basito dopo aver ascoltato il racconto dei ragazzi venuti dal futuro, come del resto tutti i membri della gilda, alcuni pensavano a quanto fossero forti i nemici e se sarebbero riusciti a vincerli, altri pensavano a quanto avevano sofferto quei ragazzi e altri invece, come Erza per esempio aveva chiesto: “Se voi venite del futuro e dite di essere i nostro figli, chi sono i vostri genitori? “ Le quattro ragazze si guardarono e la prima a parlare fu Sara che rispose: “Io mi chiamo Sara Heartphilia e sono figlia di Lucy e Loki” fu interrotta dalla sorella che sbuffando disse: “Non siamo costretti a dirglielo” “Aurora per favore” riprese il discorso la sorella “Loro sono Giorgia Vastia, figlia di Lyon e Sherry, lei è Isabella Redfox, figlia di Gajeel e Levy e infine lei è Aurora Lucy Dragneel, figlia di Lucy e Natsu” Quando la ragazza finì di parlare calò un silenzio raggelante, tutti i maghi della gilda guardavano i nuovi arrivati con sorpresa e divertimento: “Perché io dovrei fare un figlio sia con Natsu che con Loki? “ chiese la maga degli spiriti stellari imperterrita “È una storia lunga, lo capirai in futuro” rispose la figlia scocciata. Juvia appoggiò le mani sul tavolo e sorridendo chiese: “Juvia farà un figlio con Grey-sama? “ Il mago del ghiaccio sbiancó e si irrigidì mentre le maghe venute dal futuro ridevano: “Si, Juvia, si chiama Giacomo Fullbuster” disse ridendo Giorgia La donna abbracciò il suo amato immaginando quanti figli avrebbero fatto e l'atmosfera intorno a loro si calmó per qualche secondo prima di tornare seria grazie alle parole di Isabella: “Noi non dovremmo essere soli ma venendo nel passato ci siamo persi e chissà dove sono i nostri compagni” “Vi aiuteremo noi a trovarli, di questo non dovete preoccuparvi” rispose Natsu “Perché siete venuti? “ domandò Erza Aurora lanció un’occhiata alle amiche e dopo parlò: “Come vi stavamo dicendo prima i nostri nemici hanno vinto la guerra nel nostro tempo, gli slayer e sono stati quasi tutti uccisi e chiunque sia un mago deve nascondersi, ma noi vogliamo far tornare la pace e siamo disposti a tutto, sono venuti qui in questo tempo per sconfiggere gli unici che davvero potrebbero batterli, i vostri genitori” “Cosa? “ domandò Natsu “Igneel, Metallicana, Silver, Layla, Jude, Grandine, Weisslogia, Skiadrum e Irene non sono morti ma solo scomparsi” I presenti rimasero allibiti, nessuno emise un suono o una parola, nessuno sapeva cosa dire: “Mi dispiace, noi non possiamo e non vogliamo giustificarli ma prima o poi lo avreste saputo” intervenne Sara “Comunque loro sono venuti qui per ucciderli definitivamente e noi per distruggere questi nemici che conoscete bene” disse Aurora “Loro sono la gilda di Tartaros e i seguaci di Zeref, per questo li state affrontando” finì Sara “Noi vi aiuteremo così come voi volete aiutare noi” disse sorridendo Natsu “la nostra gilda è conosciuta per questo” Le ragazze non si aspettarono una risposta tanto positiva soprattutto dopo avergli rivelato che i loro genitori erano ancora vivi eppure il loro animo era più forte di quanto loro ricordassero. Makarov sorrise e salendo sul palco disse: “Ora si festeggia, prepara la birra Kana che stasera non uscirà nessuno di qui senza aver bevuto” I maghi della gilda iniziarono a festeggiare con enormi calici di birra in mano parlavano, alcuni giocavano a carte e altri brindavano ai nuovi arrivati. Isabella si guardava intorno, di fianco a lei Sara sorrideva osservandola: “È difficile da capire vero? “ “Sara siamo in guerra e loro trovano il tempo di divertirsi” “Così fa Fairy tail” disse Levy avvicinandosi Isabella si irrigidì osservandola per qualche minuto “Siete proprio una bella gilda Levy, non ne faccio parte ma ho passato tanto tempo qui dentro e so che forse per chi non ne è abituato è difficile da capire ma rimane la gilda più bella che esista secondo me” rispose Sara. Intanto vicino al bancone Giorgia restava con la testa appoggiata sul bancone mentre osservava il calice di birra davanti a lei, di fianco a lei Aurora cantava muovendo la testa, Mirajane si avvicinò e sorridendo disse: “Ragazze avete bevuto troppo non è vero? “ Giorgia alzò la testa e gonfiando le guance rispose: “Non è vero” Aurora smise di cantare, il suo viso divenne più rosso e sputó chiudendo gli occhi: “Ho guardato ho sputato fuoco” disse ridendo “Ho chiamato Lyon, è sua figlia che ci pensi lui, Natsu è più ubriaco di sua figlia ma ha detto che ci penserà Lucy” “Dove volete portarci? “ chiese ridendo Giorgia, appoggió la testa sul suo petto “sei morbido Zio”. Dopo qualche minuto arrivò Lucy e Lyon, il mago del ghiaccio prese la figlia in braccio osservandola per qualche minuto prima e la portò a casa sua mentre Grey aiutò Lucy a prendere Aurora e la portarono a casa di Lucy.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 Una luce argentea l'avvolse: ***


Capitolo 13 Una luce argentea l’avvolse: Elisa si strinse forte nel suo grande foulard nero che aveva coperto la testa, il sole caldo era molto forte e per lei era davvero difficile rimanere concentrata, intorno a lei c’erano solamente dune di sabbia, non vedeva nessun segno di vita: “Possibile che non ci sia altro che deserto qui? “ domandò arrabbiata, non ebbe nessuna risposta ovviamente così riprese a camminare, i suoi pensieri erano pessimisti, una parte di lei credeva che non sarebbe mai potuta uscire da quella landa desolata eppure le sue gambe continuavano a camminare perché un’altra parte di lei sapeva che non era la parte peggiore il deserto, avrebbe passato momenti molto più duri di questi. Camminava lentamente mentre il caldo assillante si faceva sempre più forte, erano ore ormai che camminava e doveva trovare dell’acqua se non voleva morire disidratata. Aguzzó gli occhi quando vide il viso di una donna, aveva lunghi capelli azzurri e gli occhi celesti, non sembrava umana eppure non ebbe il tempo di pensare ad altro perché perse i sensi in un istante. Quando si risveglió si trovó dentro a una grotta, era distesa su un letto di paglia e davanti a lei ardeva una piccola fiamma, l’ultima cosa che ricordava era quella donna che ora sedeva davanti a lei: “Hai perso i sensi, immagino per colpa del caldo” disse la donna “Io sono Grandine” Elisa sospirò e dopo qualche secondo sorrise: “Grandine, il nonno di Luca? “ La donna si voltò e osservò per qualche secondo la ragazza: “Elisa? “ “Si, sono io” Il drago sorrise rimanendo sorpresa: “Dove sono i tuoi compagni? “ “Non lo so, il viaggio nel passato ci ha divisi ma aspetta, perché non sei sorpresa di vederci in questa epoca? “ “Sapevo sarebbe successo, siete venuti qui per cercarci immagino” disse lanciando un ramo sulla fiamma che ardeva tra le due ragazze “Si, abbiamo bisogno del vostro aiuto” “La situazione è peggio di ciò che pensiamo allora” disse sospirando la donna “Elisa ascolta, ora ti porterò alla città più vicina ma devi promettermi che troverai i tuoi compagni e dovete restare uniti, in questo momento perfino i miei compagni sono scomparsi” “In che senso? “ chiese la ragazza “Igneel e Layla sono scomparsi, Metallicana, Weisslogia e Skiadrum sono morti, Silver e Irene sono parte del nemico” “Mia nonna” disse abbassando lo sguardo “Mi dispiace Elisa ma l’unico che ti può aiutare è tuo padre” La ragazza si alzò in piedi e senza dire una parola si avvicinò all’uscita della grotta: “Io non parlerò con lui” “Elisa devi farlo, lui è un grande mago e saprà cosa fare, lui è stata una spia per anni quindi conosce a memoria i nostri nemici” La ragazza sospirò: “Grazie per avermi salvato Grandine ma questo non posso accettarlo” “Almeno pensaci, per favore” disse la donna, una luce argentea l’avvolse trasformandola in un possente drago, aveva molte scaglie bianche sul corpo e gli occhi di un celeste molto brillante: “Sali” disse alla ragazza che ancora guardava il drago, con fatica salì sulla sua groppa e insieme presero il volo.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 Maghi Sacri: ***


Capitolo 14 Maghi Sacri: Giacomo si sedette su una della sedie in marmo che circondavano il tavolo, la stanza intorno a lui era illuminata da fievoli candele che emettevano poca luce, quella che bastava per vedere il viso delle altre persone che si stavano sedendo accanto a lui; sospirò ancora sorpreso di essere seduto intorno al tavolo con i membri di Tartaros. "Lui sarebbe il nostro nuovo membro?" chiese Kyoka sbattendo i pugni sul tavolo "Il figlio di maghi di Fairy tail?" "Siamo davvero arrivati a questo punto?" chiese Seyla "State calmi, lui ha mostrato di essere un vero membro di questa gilda, ha colpito una sua vecchia amica, questo credete sia poco?" domandò Zeref Quella domanda fece calare il silenzio nella stanza e mentre tutti fissarono il mago nero un sorriso si dipinse sul volto del mago di cui avevano tanto timore. Dopo qualche ora la riunione finì e tutti i membri si alzarono raggiungendo le loro stanze. Quando Giacomo aprì la porta della sua stanza aveva già capito che qualcuno lo stava aspettando al suo interno così aprì la porta lentamente e accendendo la luce rimase fermo sull'uscio della porta. Un uomo si alzò da una poltrona posizionata vicino a una grande finestra iniziando a parlare: "Ho messo una buona parola per te, non mi deludere" "Che ho fatto Silver?" chiese il ragazzo chiudendo la porta alle sue spalle "Non devi più avere contatti con loro e questo significa nemmeno vedere tua sorella" "Le devo riferire ogni mio passo, si preoccupa troppo e se mi dovesse succedere qualcosa qualcuno deve sapere cosa ho scoperto" "Se manderai a monte tutto per loro ti ucciderò Giacomo, non m'interessa se sei mio nipote, questa cosa è troppo importante" disse l'uomo lasciando la stanza. Il ragazzo si coricó nel suo letto sospirando pesantemente. "Ti sembrerà strano ma non sarà così strano quando capirai le mie ragioni" disse il drago alla donna che sedeva di fianco a lei "È strano, è vero, ma siamo una squadra quindi mi fido di te" rispose la ragazza sorridendo. Lei aveva corti capelli blu e gli occhi azzurri del medesimo colore, aveva un paio di pantaloni bianchi e una canotta nera, la sua mano accarezzava la testa del possente drago che sedeva di fianco a lei, le sue squame erano di un colore grigio acceso, sembrava fossero d'acciaio. Il tramonto davanti a loro splendeva rendendo un tale spettacolo unico. Metallicana aveva odiato Silver per le sue azioni, si era affiancato a Tartaros rovinando qualsiasi rapporto avesse con loro, questo non gli e lo avrebbe mai perdonato, alcuni suoi compagni lo avevano fatto perché capivano il motivo mentre per lui sembrava un concetto privo di senso. Non si sarebbe più fidato di lui qualunque cosa avesse fatto. Aurora si svegliò a mattino inoltrato, si guardò intorno, era coricata su un divano, si trovava in un salotto, di fianco a lei su un altro divano riposava Sara. Dopo pochi minuti Lucy arrivò con un piatto di biscotti appena sfornati che posò sul tavolo tra i due divani, di seguito si svegliò anche l'altra maga sbadigliando: "Che è successo ieri?" chiese la maga dai capelli rosa "Hai bevuto un po' troppo Aurora" rispose ridendo la sorella "Mangiate questi biscotti, vi aiuterà. " disse ridendo la maga degli spiriti stellari "Sono sicura che non siamo sole" disse osservando la finestra, anche le due ragazze si voltarono vedendo un ragazzo entrare in casa seguito da un gatto. "Ciao Natsu" salutó Lucy Il ragazzo non rispose e si avvicinò al tavolo mangiando i biscotti che erano rimasti "Ragazze dovete dirci che cosa sta succedendo" disse Happy "Che intendi?" chiese Sara "Quando stavamo venendo qui ci ha attaccato una donna dicendo che dovevamo dirle dove era Elisa Fernandez" "Ma io l'ho battuta subito" disse sorridendo Natsu "Non era così forte" "Non l'hai battuta Natsu, lei è voluta scappare" rispose Sara "Ma non è vero" "Quella ragazza è uno dei dieci maghi sacri" disse Sara "Chi è la persona che sta cercando?" chiese Lucy "È una nostra compagna, la figlia di Erza e Gerard" rispose Aurora "È ancora più spaventosa della madre?" chiese Natsu preoccupato "Sapete come si diventa uno dei dieci maghi sacri?" "Penso siano cambiate le cose" disse Lucy "Esiste un torneo in cui gli aspiranti maghi combattono tra di loro, non solo quello che vince diventa uno dei maghi sacri ma dipende dai punti che ottiene, essi vengono dati in base alla strategia messa in atto, alla scelta della magia o dell'attacco ma per avere accesso a questo torneo bisogna saper controllare quattro magie" "Quattro magie?" chiese Grey entrando in casa seguito da Erza Lucy li salutó con la mano dando di nuovo tutta l'attenzione alla figlia "Ma Elisa non sa controllare quattro magie, ha avuto accesso al torneo perché ha sconfitto uno dei dieci maghi sacri" "Quella ragazza è quella che hai visto tu Natsu" "Mia figlia è un mago sacro?" chiese Erza "Lo sarebbe diventato se non avesse dovuto combattere contro Kyoka, ci attaccati di sorpresa, lei l'ha sconfitta ma le ferite che ha riportato non le hanno permesso di combattere al torneo il giorno dopo, lo ricordo quel giorno ero presente" "Hai partecipato anche tu al torneo?" chiese Natsu "Io e Giacomo, il figlio di Grey e Juvia, diventanto maghi sacri" "Voi siete maghi sacri?" chiese Lucy sorpresa "Sapevo che mi figlia sarebbe stata forte" "Tu sai controllare quattro magie?" chiese il mago del ghiaccio "Si, e anche Giacomo".

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 La maledizione di Jackal: ***


Capitolo 15 La maledizione di Jackal: "Non posso credere che tu sia la prima persona che abbia incontrato qui" disse sbuffando Carlo "Ti sto antipatico?" chiese Giorgio sorpreso "No, ma tu dovevi proteggere mia sorella, lo hai promesso ma io qua non la vedo" "Aurora si sa difendere da sola" si aggiunse Lector "Zitto gatto" "Hey, non trattare male Lector" disse avvicinandosi al mago del fuoco Il mago si avvicinò per qualche metro immobilizandosi "Di chi è questo odore?" domandò il suo interlocutore Il mago del fuoco iniziò a correre seguito dal gatto e dal suo compagno. Dopo qualche kilometro arrivarono in una grande radura: "Eppure arriva da qui, tu lo senti ancora?" "Si Carlo come se fosse davanti a noi eppure qui non c'è nessuno" "State attenti qui non c'è nulla di buono ed è troppo calmo" disse il gatto rosso Un uomo stava seduto sull'erba davanti a loro, aveva una barba lunga bianca, i suoi capelli erano avvolti intorno ad un anello di legno, era un uomo basso e ai piedi portava un paio di scarpe bianche con la punta in oro. "Questo tizio prima non c'era" disse Giorgio "Teletrasporto?" chiese Carlo L'uomo aprì gli occhi e in pochi secondi il terreno intorno a lui divenne instabile e una luce fuoriscì, i ragazzi fecero qualche passo indietro, la luce divenne più intensa fino a creare una grande esplosione. Il terreno esplose e una grande coltre di fumo invase il cielo per kilometri e kilometri. Lector con prontezza aveva afferrato i colletti dei due amici portandoli lontano. Quando atterrano, ormai lontani da quella radura, il gatto si coricó per terra respirando lentamente, il mago del fuoco si coricó di fianco a lui mentre Giorgio si sedette davanti a loro: "Chi era quello?" "Qualcuno che voleva ucciderci" "Ma che razza di magia usava?, ha fatto esplodere il terreno" rispose Giorgio "Ora credi ancora che io sia inutile?" chiese il gatto ridendo "No, assomigli un po' ad Happy infatti" rispose Carlo "Happy era il gatto azzurro che accompagnava Natsu vero?" domandò Giorgio Lector sospirò: "Ci siamo salvati solo io e Lily quel giorno, avevano piazzato bombe ovunque in quella stanza dove ci avevano rinchiusi" disse Lector stringendo i pugni. "Lector non sforzarti" disse Giorgio accarezzandogli la testa Il mago del fuoco sospirò osservando il cielo: "È per questo che io combatto, non per noi ma per loro, le persone che amiamo ma non ci sono più" rispose Carlo facendo calare il silenzio. "Esplosioni?" domandò quasi a se stesso Giorgio "La stessa maledizione che usava Jackal" "Tartaros" disse sospirando il ragazzo dai capelli rosa "Eppure non sembrava lui, credi sia un altro demone di Zeref?" "Era il suo stesso odore" rispose Carlo "Ragazzi andiamo via, dobbiamo raggiungere Magnolia e abbiamo ancora molta strada da fare" consigliò Lector. I maghi seguirono il consiglio del gatto iniziando a camminare verso la loro meta. Le manette antimagia erano strette e la pelle sotto di esse bruciava, la gamba fissava il metallo che teneva legate le sue caviglia a un punto indefinito del pavimento, era buio e non vedeva molto bene ciò che aveva intorno, le braccia indolenzite le teneva appiggiate sulle sue gambe, la luna illuminava il piatto che si trovava a pochi metri da lei, le mosche avevano già iniziato a nutrirsi del cibo che avrebbe dovuto mangiare lei ma non aveva fame. Davanti a lei il suo compagno era ancora svenuto, anche lui aveva le gambe legate e poggiava la testa sulle sue mani. Non sapeva dove fossero e nemmeno da quanto tempo fossero lì, si era appena svegliata e non ricordava molto di ciò che era successo, sapeva di essere venuta nel passato con i suoi compagni ma non sapeva come era finita nella grinfie del nemico, provó a immaginare in quale prigione fosse, se fosse nelle mani di Tartaros o dei 12 Spriggan, ma pensó di essere con questi ultimi, i membri della prima gilda li avrebbero già uccisi o torturati. Anche Zeref amava torturare le sue vittime ma in modo completamente diverso, lui ti entrava dentro e leggeva tutto di te, sapeva cosa ti avrebbe fatto male appena il suo sguardo si posava su di te. Il ragazzo davanti a lei si svegliò, si guardò intorno e chiese: "Dove siamo?" "Non lo so, non so neanche come siamo finiti qui" "Serafina ma tu sei ferita" disse indicando il suo ventre coperto di sangue "Non ti preoccupare per me, sto bene, dobbiamo capire dove siamo, il sono il dragon slayer dei fulmini e tu quello del cielo, non ci aspetta un bel futuro se restiamo qui.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 12 Spriggan: ***


Capitolo 16 12 spriggan: La maga del ferro stava sfogliando una rivista con al suo fianco la sua compagna stellare, Gajeel si avvicinò a loro sedendosi intorno al loro tavolo: "Non pensavo che a mia figlia potessero piacere questo genere di riviste" La ragazza arrossì ma non rispose perché le spiegazioni le diede la sua compagna "Quando si parla di Jackie Isabella non ragiona più" "Jackie?" "Un cantante molto famoso nel nostro futuro, bello e bravo ma soprattutto amato da tutte le ragazze" "Sara chiudi la bocca" rispose la ragazza sbuffando "Cugina sei sicura che funzioni?" chiese Giorgia "Eh dai fidati" rispose Aurora mentre le sue mani si intrecciavano Gli occhi di Lucy e quelli di Grey insieme allo sguardo interrogatorio di Giorgia erano fissi sull'oggetto che era appoggiato sul tavolo. Una piccola luce lo avvolse e dopo qualche secondo esplose. La maga dai capelli rosa sbuffó mentre la sua compagna rise sonoramente, Grey cercò di rincuorare la maga: "Non è semplice usare questo incantesimo ma non ti preoccupare, riprovandoci varie volte c'è la farai" Natsu aprì le porte e avvicinandosi ai presenti chiese: "Che sta succedendo qui?" appoggiò una mano sulla testa di Aurora "Sembra un incantesimo" Aurora sospirò pesantemente osservando il ragazzo: "Emh scusate ma devo andare via" "Andare via?" chiese Natsu sorpreso La ragazza non rispose e voltandosi uscì dalla gilda lasciando tutti i presenti interdetti; Sara si voltó verso Giorgia lanciandole uno sguardo di intesa e dopo iniziò a parlare: "Dovete scusarla, non è semplice per lei stare vicino a te Natsu, non è semplice per nessuno" "Perché? Che è successo?" chiese il ragazzo ingenuamente "Io ora vi racconterò la verità ma vi prego, comportatevi come se non vi avessi raccontato nulla va bene?" I maghi annuirono ponendo tutte le loro attenzioni alla ragazza "Io, lei e nostro fratello Carlo siamo cresciuti con Lucy e Natsu, Lisanna veniva molto spesso a trovarci ma dopo vario tempo, quando la nostra vita è peggiorata è venuta a vivere con noi. Il demone che alberga nei tuo corpo Natsu negli ultimi anni stava prendendo il soprravento. Ogni qual giorno le squame ricoprivano il tuo corpo, il tuo sguardo diventava spento e scappavi per qualche giorno finché non riuscivi di nuovo a controllarti. Quando questi episodi sono aumentati Lucy ha chiesto a Lisanna di tornare a vivere a casa di Mirajane e portarsi Carlo con sé, consegnò me nelle mani dei suoi spiriti stellari e Aurora crebbe con Grey e Juvia insieme a Giacomo. Lei aveva paura che tu ci avresti fatto del male ma non ti avrebbe mai abbandonato Natsu. Un giorno Aurora venne a trovarvi, Grey la lasciò insieme a voi perché nell'ultimo periodo sembrava che tu fossi migliorato, infatti il demone dentro di te prendeva il controllo meno frequentemente. Ma quando Grey tornò a prenderla alla sera la casa era ridotta in macerie e lei era appoggiata, in lacrime, al corpo di Lucy inerme. Anche Juvia era con loro quindi riuscì a fermare Grey che nel frattempo aveva attaccato Natsu, se Juvia non convinse suo marito ad andarsene avresti ucciso anche Aurora. Ora capite perché per lei è cosi difficile stare vicino a te Natsu? " I presenti rimasero ammutoliti, alcuni abbassarono lo sguardo, altri fissavano Sara increduli; solo Lucy ebbe il coraggio di parlare: " Io mi fido di Natsu e so che non mi farebbe mai del male, non voglio dire che tu abbia mentito Sara ma il nostro Natsu non è lo stesso Natsu che ha fatto del male a me e che farebbe del male ai propri figli" "Sara ti prometto che combatteró questo demone distruggendolo" aggiunse Natsu rasserenando i presenti "Così io avrei cresciuto la figlia di Natsu?" chiese il mago del ghiaccio "È una fortuna, almeno non è stata influenzata dai tuoi modi rozzi" "Prova a ripetere occhi a mandorla" istigó Natsu Grey rispose con fermezza iniziando una grossa lite che Erza fermó subito dopo. Aurora stava passeggiando per le strade di Magnolia, lei aveva vissuto poco in quella città, Grey e Juvia vivevano a Crocus, osservava le case colorate che aveva intorno, grandi fiori abbellivano i terrazzi dei palazzi, al secondo piano di un palazzo c'era una donna che stendeva i panni su un cordone appeso ai lati del terrazzo; la donna sorrise e Aurora la osservò per qualche secondo, sembrava così calmo l'ambiente intorno a loro, tutti vivevano tranquilli nonostante la minaccia della guerra pendesse sulle loro teste, ammirava la loro voglia di vivere, sembrava che non conoscessero il significato dello sconforto. Alla sua destra un piccolo ponte sovrastava il fiume che attraversava la città, lo raggiunse e nel punto più alto si appoggiò al del ponte, abbassò lo sguardo e osservò l'acqua del fiume, dopo secondi un dolore lancinante sovrastó i suoi pensieri, appoggió una mano sul braccio sinistro piegandosi dal dolore. Quando il dolore diminuì iniziò a correre raggiungendo il punto in cui si incontrava con Giacomo, nessuna traccia di esseri viventi nemmeno dentro al laghetto che rendeva magica la zona. Tutto questo le sembrò strano ma i suoi pensieri furono attrati dal dolore che stava sparendo lentamente. Non capiva il motivo, restó lì qualche ora appoggiandosi su un grande masso che costeggiava il lago. Alla gilda Sara stava iniziando a preoccuparsi, erano ore che Aurora non entrava dalla porta della gilda, restava seduta vicino all'entrata osservando il grande portone d'ingresso. Lucy si avvicinò e appoggiandogli una mano sulla spalla disse: "Sara non ti preoccupare, sa cavarsela da sola, starà bene" "È sua abitudine sparire per ore o anche per giorni" aggiunse Giorgia "Lo so ma non riesco a non pensarci in questo periodo" Isabella stava camminando per le strade di Magnolia quando una ragazza dai lunghi capelli biondi si avvicinò lentamente: "È un vero piacere rivederti Isabella" La maga si voltò di scatto sbuffando: "Ancora tu? O sarebbe meglio dire anche tu" "Ultear ha usato le sfere magiche per portarvi qui mischiando passato e futuro, alcuni sono venuti qui non volendolo quindi prenditela con lei se sono qui" "Allora vedi di non intralciare il nostro piano" "Isabella non butterò via il tempo che trascorrerró qui, questa volta nessuno di voi potrà sconfiggermi, nemmeno tu" "Se l'ho fatto la prima volta, lo farò anche la seconda" "Su questo ti sbagli, Silver ha spezzato i limitatori magici rendendoci molto più forti di prima" "Silver ha spezzato i limitatori? Perché avrebbe dovuto aiutarvi?" "Chiedilo a Giacomo, so che siete molto legati voi due" "Giacomo? Tu sai dov'è?" chiese Isabella facendo qualche passo verso la ragazza "Si è unito ai 12 Spriggan" La maga del ferro rimase qualche secondo interdetta non sapendo bene cosa credere, lei e Giacomo facevano parte della stessa squadra, lo conosceva bene e sapeva che lui non avrebbe mai tradito i suoi compagni come nessuno di loro quindi rispose con rabbia all'accusa: "Giacomo non ci tradirebbe mai, queste accuse non serviranno a rendermi più debole" La maga alzò un braccio standendolo davanti a lei, sorrise mentre dalla punta delle sue dita si creó una sfera di colore rosa facendo esplodere una delle pareti di una casa, la maga del ferro schivó l'attacco e facendo un respiro profondo disse: "Tetsuryuu no Houko" Il nemico creó una barriera trasparente fermando l'attacco ma non vide il pugno dell'avversaria che la colpì facendola indietreggiare di qualche metro, le ragazze continuarono a colpirsi per vari minuti, erano ferite perché i loro attacchi erano della stessa intensità fino a quando l'avversaria sorrise e attaccó la maga del ferro ripetutamente, la sua velocità era aumentata e quindi faceva fatica a resistere ai suoi attacchi, due pugni la colpirono e la fecero balzare contro una panchina; un rigolo di sangue si fece strada sulle sue labbra mentre il suo nemico sorrise: "Te l'ho detto Isabella, non puoi battermi, non potete vincere, non più" La donna aveva un grosso cappuccio calato sulla testa ma quando oltrepassó l'uscio della porta lo abbassò rivelando una folta chioma nera, aveva un occhio bendato mentre l'altro aveva un colore tetro ma il suo sorriso era dolce e buono; si sedette su una poltrona sospirando e osservando la fiamma che ardeva nel camino, prese una foto da sopra a un tavolino e la osservò, c'era un uomo e una donna, davanti a loro due bambini, avranno avuto circa dodici anni, sorridevano, sembravano felici, sorrise anche lei. Ora aveva le tracce, prove di dove li avrebbe trovati, provava ansia ma anche paura, finalmente li avrebbe rivisti e finalmente avrebbe potuto chiedere a loro scusa ma sapeva che sarebbe stati quasi impossibile ottenere il loro perdono.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 Star Melody: ***


Capitolo 17 Star Melody: Isabella era esausta ma l'avversaria era a pezzi, stava in piedi ma tremava e con lo sguardo terrorrizzato, la maga del ferro sorrise dicendo: "Non dovevi sconfiggermi?" La nemica sbuffó e spostando una gamba in avanti si preparò per ricevere il colpo, l'avversaria scattò rivestendo il suo pugno di ferro colpì l'avversaria in pieno volto che cercò di schivare inutilmente. Sorrise e voltandosi iniziò a camminare lasciando l'avversaria inerme. Aurora tornó alla gilda sbuffando e quando oltrepassó l'uscio della porta tutti si voltarono a guardarla: "Mi dispiace per il mio comportamento, avevo troppi pensieri" Natsu sorrise e avvicinandosi alla figlia la rassicuró: "Tutti noi abbiamo i nostri momenti difficili basta tornare dai propri compagni" Nello stesso momento entrò Isabella, le sue ferite erano evidenti quindi tutti i presenti si allarmarono compreso Gajeel che si avvicinò chiedendo che cosa fosse successo, Mirajane corse verso di lei mostrando una piccola cassetta di colore rosso: "Lascia fare a me" rispose mettendole una mano sulla spalla, Isabella sorrise imbarazzata ringraziando. Mentre Wendy curava le ferite della maga con la sua magia lei iniziò a raccontare dello scontro "Mia figlia è imbattibile, lo so" si rallegró Gajeel "Silver è stato un grande padre per Grey" disse Giorgia quasi assorta nei suoi pensieri Grey osservava Aurora con la coda dell'occhio, da quando Isabella aveva nominato suo padre il suo viso si era incupito e il suo sguardo era puntato su un punto indefinito della stanza, ma decise di non fare domande, sembrava che avesse molti segreti che non voleva svelare per questo tacque ma se la situazione avesse richiesto la sua conoscenza allora avrebbe varie domande pretendendo risposta. "Giacomo non sarà contento di sapere che Silver ci ha traditi" disse Isabella "Non capisco il motivo, cosa ci guadagna a stare dalla loro parte" aggiunse Sara. "Ora non pensiamoci, Isabella deve riposare ed è sera, credo sia meglio andare a riposare" disse Lucy. La notte arrivó in fretta così Isabella si alzò dal letto raggiungendo la cucina, aprì l'anta di un mobile prendendo un pacchetto di biscotti e portandoselo con sé sul tavolo, immersa nei suoi pensieri non vide la figura di Gajeel raggiungerla, lui aprì il frigo e prese una lattina di birra appoggiandosi al bancone del bar. Qiando la ragazza lo notó lo osservò per qualche secondo, il suo sguardo rivolto verso il pavimento, le sue braccia muscolose che tenevano in mano la lattina e il suo respiro che lei stessa poteva sentire e giudicare calmo e sereno. "Mi sono chiesto una cosa oggi" disse Gajeel "Come siamo morti io e Levy?" La ragazza rimase sbigottita da quella domanda, non se lo sarebbe mai aspettato e con gli occhi sgranati lo fissava in cerca delle parole giuste, cosa avrebbe dovuto dirgli, la verità, quello che aveva visto lei o solamente l'odio che provava nei suoi confronti, sospirò ma non parló perché inaspettatamente lo fece Gajeel: "Questa è la prima notte che dormi da me, vivevi con Levy e quando hai dovuto scegliere dopo la mia proposta non hai neanche scelto, neanche pensato, non mi guardi negli occhi e quando lo fai contrai i muscoli, la nostra o meglio, la mia morte ti ha causato qualche trauma? " La ragazza non sapeva cosa rispondere, continuava a guardarlo sbigottita senza proferire parola finché l'uomo non se ne andò, lei rimase ancora lì ferma fissando il punto in cui suo padre era appoggiato, quando era partita per questo viaggio non avrebbe mai pensato che avrebbe dovuto fare i conti con una persona che non sapeva ancora che crimini aveva commesso, non riusciva a credere a quello che aveva visto lei stessa, quel giorno non lo avrebbe mai dimenticato. Sapeva di non poter odiare Gajeel, lui non aveva ancora fatto niente ma non poteva smettere di collegarlo alla morte di sua madre, non avrebbe mai saputo se raccontarle la verità sarebbe stata la cosa giusta, questo lo sentiva ma comunque le dispiaceva provocare del dolore a un uomo che non aveva ancora fatto nulla. Sorrise ripensando alla persona che era un tempo, fino a qualche anno prima lei non teneva ai propri compagni, non conosceva nemmeno il significato, faceva parte di una gilda solamente perché così poteva avere un lavoro ma non aveva mai lottato al fianco dei propri amici fino al giorno in cui aveva iniziato a far parte di quella gilda, se lo ricordava bene il suo primo giorno, quando aveva varcato la soglia di quel palazzo si era chiesta se fosse nel posto giusto, sembrava più una locanda che una gilda, c'erano solamente tre grandi tavoli rotondi con delle panche intorno, c'erano due gruppi di persone sedute che parlavano animamente e altri gruppi di persone in piedi. Non appena entrò tutti i presenti si volsero verso di lei mentre il master della gilda la raggiunse dicendole: "Benvenuta a Star Melody, io sono Rick". Quelle furono le parole che la portarono a dove era ora, non avrebbe mai immaginato che avrebbe iniziato ad amare quella gilda e ciò lo doveva soprattutto a due persone che ora componevano la sua squadra, le avevano dato fiducia quando nessun altro lo aveva fatto. Ora tutti si fidavano di lei eppure non riusciva a mostrare il suo dolore. Sospirò prima di uscire dalla stanza, strabuzzó gli occhi quando sentì il suo odore, uscì di casa velocemente, fece qualche passo in avanti e alzò lo sguardo mentre la pioggia le bagnava il viso cadendo poi sul suo corpo, lo vide all'istante, seduto sul tetto della sua casa, la osservava dall'alto con sguardo dolce ma anche severo, la ragazza si voltò e stringendo i pugni urlò: "Hai ucciso Levy" Ci furono vari secondi in cui il suo respiro diventó affannoso mentre lo sguardo penetrante di Gajeel la osservava, non mosse un muscolo per un po' fino a quando senza nessuna fatica scese dal tetto e raggiunse l'erba, il vento soffiava freddo ma il corpo della ragazza era caldo; Gajeel si avvicinò e con voce calma disse: "Credo che sia meglio che tu vada a dormire da lei domani" Isabella rimase sconcertata, non si aspettava una reazione così tranquilla, le aveva appena detto che in futuro avrebbe ucciso la donna che amava e lui non aveva battuto ciglio, rimase ferma immobile mentre la figura di lui spariva lentamente verso la casa, in quel momento si rese conto di non conoscerlo abbastanza, forse non lo conosceva affatto. Sospirò ed entrò in casa.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 È giusto salvare la vita a chi non lo merita?: ***


Capitolo 18 È giusto salvare la vita a chi non lo merita? : Elisa stava seduta su una panchina ormai da ore, seduta con le mani appoggiate sulle gambe e ancora il fiato corto osservava le sue ginocchia con sguardo assorto. Le persone camminavano intorno a lei con estrema tranquillità e due bambini giocavano davanti a lei sorridendo. Alzò il viso puntando lo sguardo su quei bambini, erano così spensierati, riuscivano a divertirsi solamente stando insieme, avrebbe voluto anche lei vivere un'infanzia in cui pensare solamente ai giocattoli ma purtroppo lei aveva vissuto una guerra, una battaglia quasi impossibile da vincere. Quello che aveva scoperto l'aveva scioccata, non poteva credere che la sua migliore amica aveva lasciato in vita quell'uomo, Aurora era spietata e non provava nessuna pietà verso i nemici eppure aveva la bontà incondizionata di sua madre, paragonava quell'uomo a Natsu dicendo che anche lui avrebbe dovuto avere una seconda possibilità ma ciò non poteva essere vero. Si voltò osservando il castello che imponeva sulla città, sospirò e alzandosi iniziò a camminare verso di esso. Carlo e Giorgio stavano camminando l'uno vicino all'altro con estrema calma, lo scenario che avevano intorno era terribile, grandi macerie regnava o sul terreno circostante, nessun segno di vita, solamente desolazione, Happy raccolse un piccolo lembo di vestito mostrandolo con sguardo triste a Lector, Giorgio appoggiò una mano sulla spalla del compagno, quest'ultimo si voltò verso di lui e con sguardo d'intesa iniziarono a correre verso un punto più lontano, ai confini delle macerie, dietro a una grande sasso un bambino piangeva a causa del dolore che gli provocava un masso che bloccava la sua gamba con il suo peso, i due ragazzi sollevarono il masso liberando il bambino, aveva un ciuffo disordinato di capelli che risplendevano sui suoi occhi verdi, una maglietta e una paio di pantaloni sporchi, rotti e ridotti quasi a brandelli. Il bambino smise di piangere guardando i due ragazzi, Carlo mise una mano sulla sua testa sorridendogli, il bambino toccò la pietra che aveva al collo trasformandosi in una donna alta con dei lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri, i due ragazzi balzarono indietro pronti a capire se lei fosse ostile oppure no. Lei mosse una mano creando una spada lunga, saltò verso i due ragazzi preparando due fendenti ma loro lo schivarono abilmente, Carlo circondó il suo pugno di fiamme ma quando fu vicino alla ragazza le sue fiamme sparirono e voltandosi con un fendente colpì il mago che cadde rovinosamente a terra. Giorgio allora provó a colpirla con una pugno senza l'uso della magia ma la magao schivó anche quello in risposta con velocità usò il soffio del drago della luce ma lei annullando l'attacco colpì anche lui. Happy e Lector guardarono i loro amici sconfitti ma nonostante la paura fecero qualche passo avanti minacciando la ragazza; lei si avvicinò ma Carlo si alzò dicendo: "Non osare toccare i miei amici" Il nemico sorrise e voltandosi piantò la spada nel terreno iniziando a sorridere, i maghi iniziarono a stare male, Giorgio si coprì l'addome con le mani, Lector si chiese che stesse succendondo quando sentì la forza mancare, Carlo cadde in ginocchi mentre Happy rivolse tutto il suo odio in una sguardo verso la ragazza, lei sorrise e impugnando di nuovo la spada la puntó verso il cielo facendo sparire tutti i presenti. Sofia chiuse gli occhi addormentandosi in pochi secondi, l'oggetto su cui giaceva era una brandina fredda e rigida, un braccio penzolava verso il pavimento mentre le ferite ancora sanguinavano bagnando il lettino. Non sapeva dove fosse il suo compagno e non aveva la concezione del tempo, restava al buio dentro quella cella, ogni ora veniva uno dei suoi rapitori a torturata in un modo diverso da quello precedente, non aveva finestre e non sapeva quando era notte e quando giorno. Era un dragon slayer e conosceva bene l'odore dei suoi compagni per questo era convinta che quel posto fosse impregnato dell'odore di Giacomo, era ovunque come se lui abitasse lì eppure quella era una gilda oscura e non aveva alcun senso che lui fosse lì, doveva uscire di lì e cercare di capire che stesse succendendo, in fondo era la figlia di due grandi maghi, doveva trovare una soluzione. Aprì gli occhi e si alzò dal lettino a fatica, intorno a lei vedeva solamente le mura e la cancellata che la chiudevano in quella stanza, si avvicinò al cancello cercando di guardare oltre, altre celle con qualche fiaccola appesa al muro circa ogni venti metri, in fondo al corridoio c'era un apertura sul soffitto dove entrava la luce del sole qualche goccia di pioggia, era giorno, in quel momento fuori splendeva il sole, era da molto che non vedeva i raggi, aveva la pelle secca e gli occhi ormai stanchi non aveva una missione, appoggiò le mani sulle sbarre che la separavano dalla libertà e provó a romperle ma la sua debolezza prese il sopravvento rendendo il suo respiro pesante, le manette le impedivano di usare la magia mentre la sua debolezza le impediva di usare la forza, non sapeva cosa fare ma aveva forza di volontà così continuó a cercare di rompere le sbarre ma ad un certo punto una frusta colpì le sbarre rompendo e alcune, Virgo aveva aperto la cella e Sofia fece qualche passo avanti chiedendosi chi l'avesse aiutata ma lo spirito si nascondeva nel buio, la ragazza approffitó dell'aiuto e iniziò a camminare verso la pozzanghera, dopo pochi passi i suoi piedi toccarono l'acqua e alzando il viso le gocce di poggia che cadevano dal cielo bagnato o il suo viso, il sole splendeva e allo stesso tempo la pioggia cadeva imperterrita, adorava quando il tempo si mescolava, creava un spettacolo surreale, alzò la mano verso il cielo chiudendo gli occhi, aveva ancora le manette anti magia, quasi sicuramente non avrebbe funzionato ma se avesse potuto assorbirne anche poco avrebbe avuto la forza, un fulmine colpì la pozzanghera e mentre il sorriso si dipinse sulle labbra le manette si ruppero.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 Occhi magici: ***


Capitolo 19 Occhi magici: Le manette vennero ridotte in piccoli pezzi di metallo e caddero rovinosamente a terra, il rumore eccheggió nel silenzio di quel posto, sentendo la forza tornare a governare il suo corpo si mise a correre verso un punto indefinito, doveva cercare Luca e salvare anche lui, intorno a lei era molto buio ma la sua magia le permetteva di vedere lo stesso, una brutta sensazione si fece spazio dentro di lei, l'odore di Giacomo, non era con fievole come il loro, quasi come se non fosse stato rapito ma sembrava calmo e tranquillo come se quella fosse casa sua, ridendo pensò che il troppo potere assorbito in una volta sola la stava facendo diventare matta. Più si guardava intorno e più non capiva, non c'era assolutamente nessuno, né prigionieri né nemici, sembrava ci fosse solamente lei, ad un certo punto si fermó, si guardò intorno con attenzione, aveva solamente sbarre intorno a lei, sembrava che quella prigione non avesse fine come se fosse tornata al punto di partenza, sospirò, uscire da lì sarebbe stato più complicato di quanto potesse immaginare, tornó a correre cercando l'uscita. Elisa entró guardandosi intorno, era stata dentro quel castello poche volte ma tutte le volte rimaneva stupita a causa dello sfarzo che vedeva, lampadari in diamanti, enormi affreschi sui muri perfettamente ristrutturati, grandi finestre con gli infissi in oro e pesanti tende colorate che le decoravano, fece qualche passo avanti verso il grande trono su cui tutti posavano gli occhi, un ragazza stava seduta sopra di esso e osservava la maga con noia, aveva lunghi capelli rossi che cadevano sul pavimento e le gambe appoggiate sopra a un poggiolo del trono rendeva il vestito rosa che la ragazza indossava completamente spiegazzato, si intravedevano i suoi piccoli piedi con le unghie colorate con uno smalto di un colore rosso acceso. Elisa sorrise e si avvicinò e disse: “Tu sai sempre tutto, avresti potuto dirmelo non credi?” La ragazza sospirò e rispose: “I vostri inutili sforzi per ripagare i vostri errori non mi riguardano, io vi osservo ridendo, non affrontate il problema, lo aggirate e ciò è veramente divertente ma dimmi il vero motivo della tua visita” Elisa spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio: “Ho bisogno di trovare tutti i miei compagni in un modo veloce” “Mest?” “Lavora qui da molto tempo, quella biblioteca è la sua vita e so che ci osserva, sa quello che facciamo in rempo reale” “Credi ti aiuterà?” Domandò la ragazza alzandosi dal trono “Tu devi dargli il permesso di andarsene Rosy, ha un patto con te” “Se io lasciassi andare credi che ti aiuterà?” Domandò la ragazza avvicinandosi a una finestra Elisa non rispose, si volse e raggiunse una porta, aprendola intraprese un lungo corridoio, non aveva bisogno di risposte, conosceva Rosy da troppo tempo, avrebbe lasciato andare Mest ma lei aveva ragione, convincerlo non sarebbe stato così facile. Quando entrò nella stanza l’uomo stava osservando una grande planisfero dorato che appoggiava su un tavolo di vetro, intorno a loro grandi scaffali di vetro tenevano tanti libri, di diversi colori e di diverse forme, tante fatine volavano intorno a loro da una parte all’altra della stanza. Quando l’uomo notò la ragazza si sistemò gli occhiali e indicò un tavolo e due sedie che raggiunse subito dopo, la stessa cosa fece Elisa: “Sapevo che prima o poi qualcuno di voi sarebbe venuto ma non mi aspettavo proprio te Elisa Fernandez” “Sono da sola e non so quanto riuscirò a resistere” “Ho chiuso con la magia, sono venuto qui per non avere a che fare con nessuna gilda e nessun nemico” “Mest il passato non si può cancellare” “Ogni tanto mi ricordi tua madre, fiera e sempre sicura di se, peccato che quella donna sia morta ma io vorrei chiedervi perché lottate Elisa” “Per il nostro futuro” “Giacomo è al fianco di Silver, Aurora vuole trovare Natsu, Sara vuole eiventate più forte di Loki, Isabella non si fa più vedere da quando ha scoperto che Gajeel è ancora vivo e tu? Hai pagato le cure di quei tre uomini per tre mesi, io non sono sicuro che voi stiate combattendo per il futuro perché non potete, se non regolate i conti con il vostro passato non potete vincere contro il futuro perché lui vi rincorrerà sempre” Elisa non rispose, sapeva in cuor suo che aveva ragione ma era sicura che ciò accadeva solo perché non erano insieme quindi lo guardò fisso negli occhi e alzandosi in piedi disse: “Nessuno può batterci quando siamo insieme” L’uomo osservò la ragazza per qualche secondo e dopo posò un foglio sul tavolo, sorrise e concluse il discorso dicendo: “Ho perso gli occhi durante una battaglia, Poluscha mi ha dato occhi magici che mi rendeno una vista eccezionale ma ci sono cose che ancora non riesco a vedere, spero che tu riesca ad aiutarmi Elisa” La ragazza sorrise prese il foglio e uscì dal palazzo correndo verso una meta sconosciuta. Carlo e Giorgio si risvegliarono in una cella molto piccol, umida e buia, della manette blocca magia tenevano i loro polsi legati alle sbarre che delimitavano la loro cell, il mago della luce era ancora privo di sensi e ciò poteva vederlo dalle fioca luce che entrava da una piccola finestra chiusa anche quella con delle sbarre: “Lector? Mi senti?” Chiese il ragazzo Il gatto aprì gli occhi e rispose: “Sono qui con voi Carlo e c’è anche Happy, Giorgio?” “È ancora privo di sensi” Il ragazzo sospirò, l’odore di un suo compagno era li, che avessero rapito anche lui? Era un mago molto potente ma anche i nemici lo erano, sperava che fossero solo loro quelli che erano stati rapiti ma non poteva averne la certezza. Giacomo si asciugò il viso con un piccolo asciugamano che aveva trovato di fianco al lavandino, nulla stava andando come sperava, faceva fatica a mantenere il lavoro che faceva ma non poteva cedere, avrebbe potuto fidarsi di Aurora in un qualsiasi momento, poteva chiamarla e farsi dare una mano ma non poteva fidarsi, si guardò il braccio, dal gomito al polso la pelle era completamente bruciata, non gli faceva più male ma faceva comunque fatica a utilizzare il braccio ma almeno non era più collegato ad Aurora.

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