Let me love you

di Piccola_Luna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


 
Capitolo 1
 
Sbuffai mentre guardavo fuori dal finestrino, ero innervosita, eravamo fuori dalla casa di James da almeno 10 minuti, e quel ragazzo ancora non era pronto. “Vedrete che adesso arriva” affermò la mia migliore amica, seduta nei sedili davanti, mentre Jason, le afferrò la mano portandosela alle labbra, alzai gli occhi a quel gesto, troppo mielosi, in più io non sopportavo Jason, e per Callie non andava bene, ma loro due ormai stavano insieme da tre anni, e si amavano. Dopo poco il rumore della portiera si aprì e un James trafelato si sedette in auto. Dan scoppiò a ridere guardandolo, io invece non ci trovavo proprio niente da ridere “Grazie a dio ci onori della tua presenza, ancora un po’ e la scuola era già finita” affermai, mentre le risa di Dan si intensificavano, “Scusatemi il ritardo, è che non ho sentito la sveglia” poi mi guardò “Buongiorno anche a te Allison, sempre un piacere” disse James, ironico. “Va bene, andiamo la scuola ci aspetta” disse Jason facendo partire la macchina. Già la scuola, quell’edificio dove passi la maggior parte della tua vita adolescenziale e dove incontri persone che possono cambiare la tua vita. Sarebbe stato l’ultimo anno l’ultimo sforzo, e finalmente ci saremmo liberati. Io, Callie, James e Dan frequentavamo il quarto anno, mentre Jason aveva deciso di fare il quinto, per riuscire ad ottenere una borsa di studio per il football. Lui, diversamente da noi, aveva ben chiaro cosa volesse fare, noi invece eravamo indecisi, l’unica forse era Callie decisa a fare ostetricia a Yale oppure Harvard, dove avrebbe fatto richiesta. Guardai di sfuggita Dan, il mio migliore amico, e mi domandai se anche lui, come me, non sapeva cosa fare del suo futuro. poco dopo vidi i cancelli della Boston Latin Academy, ora che ci pensavo meglio non mi era mancata, mentre cercavamo parcheggio vidi come il resto della scuola era già bello attivo, pronto per un nuovo anno, niente sembrava cambiato, tutto era uguale, i diversi gruppi nelle diverse zone, lo sguardo spaesato dei nuovi arrivati, le bidelle già pronte sul piede di guerra e alcuni professori già felici di farci sudare sui libri.
Appena Jason parcheggiò scendemmo, e mi ritrovai un braccio di Dan intorno alle spalle, mentre parlava con James. Poco dopo però ci separammo, i ragazzi raggiunsero la squadra di football, mentre io e Callie restammo vicine “Sono elettrizzata Al! Siamo all’ultimo anno!” sorrisi, Callie era contenta per ogni cosa anche la più futile “Questo è il nostro ultimo anno e tutto andrà bene, me lo sento” mi disse decisa, mentre mi afferrava un braccio e mi trascinava verso l’entrata. “Ora che l’hai detto di sicuro qualcosa andrà male” dissi guardandola, ricevendo uno sguardo abbastanza scontroso. Non ci diedi peso, troppo impegnata a guardare i soliti sguardi curiosi o ammirati, non era per darmi delle arie o per sentirmi al centro dell’attenzione, ma io e Callie eravamo due delle ragazze più quotate dell’istituto, ricoprendo il ruolo di capo cheerleader e cheerleader eravamo sempre sotto i riflettori, in più Callie era la fidanzata del quarterback della squadra di football, mentre i nostri più cari amici, oltre ad essere giocatori di football erano dei bei ragazzi, e avevano molto successo tra la fauna femminile. Ovviamente non sono io a dire tutto ciò ma un sondaggio fatto tra studenti, dove nelle liste delle ragazze io era al primo posto mentre Callie al quarto, e nella lista dei ragazzi Daniel era il primo, mentre James era al quinto posto. “Callie, Capitano!” “Francy, quante volte ti ho detto di non chiamarmi capitano?” lo odiavo quando qualcuno mi chiamava così, come se io mi trovassi in una posizione superiore, già odiavo quando tutti mi fissavano oppure quando ero sulla bocca di tutti.
“Scusami Allison, sai che non lo faccio apposta.” Mi rispose, poi sorridendomi, ricambia per farle capire che comunque non me l’ero presa. Poco dopo ricevetti un colpo sulla spalla da un ragazzo, che correva trafelato “Ehi! Stai più attento!” “Allison, scusami! Devo correre a prenderci i posti!” Callie scoppiò a ridere quando riconobbe la voce di James, io guardai confusa il nostro amico allontanarsi e correre sulle scale “Ci hanno messo nel piano superiore, sai quanto i ragazzi vogliono avere i posti vicino alla finestra, dove possono vedere tutto” affermò una voce maschile di fianco a me, e poco dopo un braccio mi si appoggiò sulle spalle, e l’odore  del mio migliore amico mi investì “Fin su lì ci hanno messo?” affermai seccata, erano due rampe di scale in più. “Beh ma noi possiamo sempre usare l’ascensore” mi disse con un sorrisino sghembo, che ricambia, poi un colpo di tosse “Va beh, Callie Cap..Allison, ci vediamo in giro dopo” disse Francy allontanandosi “Si è sentita in imbarazzo. Potreste evitare di fare così se non volete far nascere pettegolezzi già il primo giorno” “Callie tanto sono pettegolezzi che vanno avanti da quattro anni” dissi ridendo, mentre io e Dan iniziavamo a incamminarci verso la classe, “Lo dico solo per voi eh”. Callie sapeva quanto odiavo essere in mezzo ai pettegolezzi, e il pettegolezzo che da sempre girava per i corridoi era di una relazione aperta tra me e Dan, visto le ragazze che Dan aveva conquistato a scuola e con cui ogni tanto passava il sabato sera, mentre io, secondo i pettegolezzi, non avevo mai avuto nessuno, ma solo avventure di poco conto.
Quando arrivammo, dopo aver fatto le scale, visto che l’ascensore era controllato dal mastino del preside, trovammo la classe agitata, chi litigava per i posti, chi già controllava i libri, mentre James era il più tranquillo stravaccato sugli quattro posti, tenuti tutti occupati. Nessuno si accorse di noi, perciò nessuno ci fermò per domandarci delle vacanze e ci sedemmo tranquilli, aspettando il professore. Poco prima dell’arrivo del prof entrarono gli ultimi arrivati, tra cui Jessica, una delle ragazze più odiose della scuola. Si era ripassata la maggior parte dei ragazzi, tra cui Daniel e Jason, conquistandosi la fama di essere riuscita a conquistare i due fratelli più ambiti, prima ovviamente che Callie si mettese con Jason, da quel momento iniziò a voler imitare Callie, si fece la tinta ai capelli nera, tentò di entrare nelle cheerleader, e cercò di avvicinarsi a James, per conquistare la sua amicizia o magari anche qualcos’altro, ma il ragazzo non la degnava di uno sguardo. Anche perché James aveva occhi solo per una persona, più ceca di lui.. “Ciao James” io la guardai stranita, aveva usato un tono troppo mieloso, per girarsi a guardare due sue amiche e facendo una risata da oca. Vidi Callie guardare incuriosita la scena e poi puntare lo sguardo su James, che però non ricambiava, ma teneva gli occhi bassi. Molto strano “James, oh. Devi dirmi qualcosa?” senti sussurrare da Callie, mi spinsi con la sedia per cercare di cogliere altre frasi ma Dan si mise in mezzo “Non dovresti intrometterti” mi disse, fissandomi “Tu sai qualcosa.  Qualcosa che non vuoi dirmi perché sai che mi farebbe incazzare” affermai, guardandolo fisso. Aveva degli occhi blu scuro, così profondi, lo conoscevo da quando eravamo piccoli, dato che le nostre mamme erano migliore amiche al liceo, e una volta sposate si erano trasferite vicino. Avevo imparato a superare quella barriera e capivo quando aveva qualcosa o non voleva dirmela. Intanto il professore era entrato e si era accomodato, facendo una presentazione del programma e informandoci sugli esami come si sarebbero svolti.
 

 
 Non riuscivo a non pensare a quello che era successo, eravamo sempre abituati alle uscite di Jessica, ma era molto strana con quel saluto, ma ancor più strano era James, di solito neanche la considerava, ma ora invece non riusciva neanche a guardarla, e soprattutto non guardava me. La sua migliore amica, mi aveva dato molto fastidio. Non ascoltai neanche il professore, troppo presa nei miei pensieri. Forse davvero non dovevo dire niente stamattina su questo nuovo anno.
Continuai a guardare James, che non aveva alzato gli occhi da terra, poi guardai di sottecchi Jessica seduta qualche posto più avanti e la beccai girata a guardarci, in realtà a guardare James. Cosa stava succedendo, perché si comportava così lei? La odiavo, era l’unica persone in tutta la scuola che non sopportavo. Primo troppo oca, secondo era stata con Jason poco prima che io e lui ci fidanzassimo, ha iniziato a imitarmi in qualsiasi cosa e ora puntava James.
Il suono della campanella mi riportò alla realtà, rendendomi conto che non avevo seguito neanche un po’ della lezione. La sedia di fianco a me produsse un rumore, e James si alzò, ancora immerso nel suo mutismo e uscì dalla classe. Vidi che anche Dan lo stava guardando, ma non lo seguì, io invece volevo vederci chiaro. Così mi alzai, quando mi affacciai in corridoio, il mio amico era già sparito, mi guardai intorno, vedendo la porta del bagno che si chiudeva. Mi avvicinai stavo per aprire la porta, pronta a parlare con lui, ma una frase mi gelò sul posto. “Pensavo che non rispondere ai messaggi fosse un chiaro segnale che non voglio parlarti. Ti ho già detto che è stato un errore” con chi poteva avercela James, poi un singhiozzo “Ma tu quella notte.. eri così dolce..” la voce era di una ragazza, ed era molto simile a quella di Jessica, ma quando era uscita dalla classe? Ma soprattutto di che cosa stavano parlando? “Perché non eri tu quella con cui mi immaginavo di farlo” ed era una frase dura e fredda. Mi vennero i brividi, come se quella frase fosse rivolta a me, come se fossi io la ragazza che aveva appena saputo che quella notte era semplicemente stato del sesso “Ovviamente, però ti sei divertito. Mi ricordo molto bene” di nuovo Jessica, e mi venne il voltastomaco, poi fu improvviso un flash, un ricordo.
 
"Ciao James" Finalmente aveva risposta, era più di un’ora che tentavo di chiamarlo, per sapere se fosse atterato. “Callie!” mi urlò dal microfono “Non urlare, ti sento. Comunque  tutto apposto? È andato bene il volo? E soprattutto per il 16 torni vero? Perché se manchi al mio compleanno, potrei toglierti il saluto” dissi con un finto tono arrabbiato. Avrei festeggiato il mio compleanno con amici intimi in una sala affittata dai miei, ma il mio migliore amico aveva visto bene di partire con nonna e cugino per la Costa Azzurra. “Comunque, tutto bene, il volo è andato bene, l’atterraggio anche. Per quanto riguarda il tuo compleanno, forse riuscirò ad esserci, oppure incontrerò una francesina con cui deciderò di passare la mia vita con lei e mi stabilirò qua.” Scoppiai  ridere, all’idea di James con una francesina tutta perfettina. “Callie, devo salutarti, perché mio cugino è quasi pronto, abbiamo deciso di fare un giro in qualche discoteca, giusto per capire come passare le serate” dopo esserci salutati riattaccai.
Ci sentimmo quasi ogni giorno, nonostante il fuso orario. Poi un giorno mi telefonò “Non ci crederai chi c'è qui” mi disse, scandendo bene le parole, “Jessica.” “Quella Jessica? Mi stupiì “Si, credo che sia venuta qui apposta, credo che mi abbia seguito e stalkerato per tutto questo tempo” mi disse con finto tono preoccupato “Non prenderla molto sullo scherzo, magari è così. Ti ha seguito, ha indagato.. e ti ha trovato” “Ora mi preoccupi sul serio Callie” si sentì un tonfo, poco dopo delle risate “James?” “Aspetta, ahah, dio mio cugino è rimasto chiuso sul balcone, ed è inciampato per terra” Dopo esserci raccomandati di sentirci il giorno dopo, per l’orario del volo, visto che quella era l’ultima sera, riattaccammo
Il giorno dopo, non lo sentì, mi mando solo un messaggio, con il numero e l’ora del volo, dicendomi che non serviva che andassi a prenderlo. Ci rimasi male, ma dopotutto sarà anche stato stanco, così non ci diedi peso. Quando riuscì a vederlo era qualche giorno prima del mio compleanno, sembrava molto strano, provai a chiedergli se fosse successo qualcosa l’ultima sera, ma mi rispose superficialmente, quando nominai il nome di Jessica però sembro irritato, quasi si incazzò rispondendomi solo “Cosa vuoi che mi interessi di quello che fa”.

Collegai tutto, mi scappò un singhiozzo e mi portai subito la mano alla bocca sperando che non mi avessero sentito, sentì che le voci si erano fermate, così mi allontanai velocemente, non abbastanza però che la porta si aprì “Callie” mi fermai, ma non mi girai, avevo il terrore che potesse leggermi in faccia tutto il dolore che provavo. “Ma bene, ora non si può neanche parlare sena che qualcuno spii” la voce di Jessica, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Sentì una lacrima cadere, e cercai di trattenere i singhiozzi. Poi un braccio, mi prese la mano “Andiamo in bagno” Allison.. era arrivata a salvarmi, a portarmi lontano da lì. Mi portò semplicemente in bagno, cacciò fuori due ragazze, che mi guardarono stupite, chiuse la porta a chiave, e poi per ogni servizio per sicurezza, per non avere orecchie in ascolto “Vai, ora puoi” e io scoppiai in lacrime, piansi, neanche capivo bene per cosa, non capivo perché il solo pensiero di loro due insieme mi faceva stare così, perché stavo piangendo, perché mi prendeva così. “Tieni” mi porse un fazzoletto, per sistemarmi. Dopo aver preso un respiro profondo, mi appoggiai ai lavandini e mi sciacquai la faccia, e poi mi guardai allo specchio, gli occhi erano un po’ lucidi, il trucco un po’ colato. Uno spettacolo. Allisn restava ferma, non parlava, lei faceva così, aspettava che fossi io ad iniziare, in modo che potessi spiegarmi al meglio. “James è stato con Jessica. E quando dico starci, intendo che sono andati a letto insieme. Quest’estate credo.” Dissi gelida, mentre riprendevo a sistemarmi il viso. Vidi Allison annuire, e poi abbassare lo sguardo pensierosa. “Lui è il mio James, è il mio migliore amico, mi sarei aspettata che me lo dicesse. Non l’ha fatto. Perché non dirmelo?” “Forse non voleva farti stare male” “Ah perché ora sto bene no!?” urlai, girandomi a guardarla “Averlo saputo così, e poi perché lei? Sai quante francesine e turiste ci sono in Costa azzurra?!” maledizione lo stavo odiando “E poi neanche pensava a lei mentre scopavano!” appena mi resi conto del verbo utilizzo mi tappai la bocca. Non ero una che utilizzasse un gergo simile. “Oh mio dio, scopare, come ti sei permessa di utilizzare un verbo così scurrile.” Disse scandalizzata Allison, prendendomi in giro. “Voglio solo farti una domanda, sicura che tu non sia gelosa perché hai scoperto che anche James è un ragazzo e ha dei bisogni?” la guardai storta “IO so che James è un ragazzo e ha dei bisogni, ma mi da fastidio che proprio con lei” “Quindi è di lei che sei gelosa” “No! Lei non ha niente di cui essere gelosa!” “Lei ha avuto James..” “Non l’ha avuto, io ho James, io sono la sua migliore amica, io sono la sua preferita. Lei non è niente, è stata solo una notte. E ora pensa di venire qua e portarmelo via?!” “Callie, nessuno ti ha portato via niente, James non è il tuo ragazzo, è il tuo migliore amico.” Mi resi conto di quello che avevo detto fino adesso solo quando avevo sentito la frase di Allison e avevo osservato il suo viso. Io ero gelosa, gelosa di James. Lei aveva ragione, lui era un ragazzo, aveva certi bisogni, e insomma Jessica l’aveva soddisfatto, ma il punto era perché stavo reagendo così. Mi sentivo vuota, triste, gelosa come se il mio ragazzo mi avesse tradito. “Al, perché sto così?” domandai alla mia migliore amica, non ricevetti risposta, scosse solo la testa
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James era entrato in catalessi, fissava la porta del bagno, aspettando di vedere uscire le due ragazze appena entrate. Jessica se ne era ritornata in classe appena Allison aveva portato via Callie, e io ora fissavo il mio amico, “James, andiamo in classe” Lui scosse la testa restando fermo, così lo spinsi in la. “Non usciranno subito, in più sta arrivando la prof, almeno noi dobbiamo farci trovare in classe” affermai. Pochi secondi e James si mosse verso la classe come un automa.
Avevo seguito Allison appena era uscita dalla classe, non so cosa sia successo, quello che so è che Callie era pallida e cercava di non piangere, mentre James era alle sue spalle con Jessica di fianco eravamo, poi vidi Allison incamminarsi velocemente verso di loro, e afferrare Callie per una mano e portarla verso il bagno, poi Jessica superò James, borbottando qualcosa. E ora siamo qua, ai due banchi ad aspettare, fermi immobili, perché io non ho ancora capito cosa sia successo e James non si è ancora ripreso dal mutismo. La prof era già entrata, ma non sembrava si fosse accorta dei due banchi vuoti di fianco a me. Aveva subito iniziato a spiegare fisica e vedevo già molte facce disperate. La sua spiegazione fu interrotta dalla porta che si apriva “Scusi prof, non è stata molto bene e sono rimasta con lei” Callie era un po’ pallida, e in effetti poteva sembrare fosse stata male. La prof annuì e fece il gesto di accomodarsi, riprendendo la spiegazione. Osservai le due ragazze, Allison mi guardò, un chiaro segno che dopo ci saremmo parlati e forse mi avrebbe spiegato qualcosa. Sentì Jessica sbuffare, così la osservai, stava guardando James, poi dopo aver sbuffato e alzato gli occhi si rigirò davanti.

 
Ero proprio un imbecille cosa pensavo, che Jessica se ne sarebbe stata zitta, e che Callie non lo sarebbe mai venuta a sapere? Solo Dan lo sapeva, e più di una volta mi aveva detto di non tenerlo nascosto, non a Callie, perché lei si prendeva male per la minima cosa, ovviamente non erano fatti suoi con chi andavamo, ma Jessica non era chiunque, era l’unica ragazza che lei odiava. Il mattino dopo, mi ero pentito subito, anche perché era stato un rapporto frettoloso, sulla sdraio di  quella spiaggia dove c’era la discoteca all’aperto. Per tutto il rapporto non avevo fatto altro che pensare ad un’altra persona con cui volevo essere lì, che volevo stringere tra le mie braccia, che volevo baciare. Poi i fiumi dell’alcool avevano iniziato a sfumare, e avevo realizzato cosa avevo fatto. Subito dopo l’ho allontanata e le ho detto di dimenticare tutto, che era stato un errore e che non doveva farne parola con nessuno, sono stato stronzo lo so, ma era quello che pensavo. Ora invece lei aveva tirato fuori il discorso, e per colpa sua Callie l’aveva scoperto. L’unica persona che non volevo lo venisse a sapere. Non riuscivo neanche a guardare in faccia Callie, perché non sapevo neanche cosa dirle, come spiegarle la situazione. “Jam, James! Andiamo” la voce di Dan mi riscosse, osservai che la classe era mezza vuota, ma vidi Callie e Allison ferme vicino al banco. “Hai intenzione di farci aspettare anche per andare in laboratorio?” mi domandò ironicamente Allison, mentre Callie, finalmente, sorrideva. Scossi la testa e sorrisi “No, scusatemi. Ero immerso nei miei pensieri” e subito vidi il volto della mia migliore amica scurirsi. Imbecille. Arrivammo in aula informatica in silenzio, presi posto e accesi il computer, seguendo le istruzioni per accedere al mio account. “Dan, è più complicato del solito sto robo” affermai, mentre inserivo quella password impossibile. “Hai ragione. La password non è delle migliori.. meno male che dobbiamo cambiarla dopo.” Non era la voce di Dan, almeno che lui non avesse una voce calda e gentile, due gambe da urlo, e un sorriso dolce. “Meno male, non vorrei mai che la mi password pensasse che ne preferisco un’altra” e sperai che Callie capisse che non mi riferivo solo ad una password, ma da come arrossì e distolse gli occhi capì, che aveva capito cosa intendevo. “Beh, allora dovresti muoverti, se aspetti potrebbe sentirsi tradita” “Non lo farei mai Callie” afferma, guardandola negli occhi, non l’avrei mai fatto, mai. Non lei, non la ragazza a cui più tenevo, l’unica con cui potevo essere me stesso, e da cui venivo accettato.  L’ora di informatica, finalmente finì, non si faceva mai niente di produttivo, se non giocare. Il lato positivo era che io e Callie avevamo scherzato e parlato, senza aver fatto riferimento a quello successo qualche ora prima. Guardai Dan e lo ringrazia, se avevo avuto Callie vicino a me era di sicura opera sua e di Allison.
Al suono della campanella che segnava la pausa pranzo, la classe si svuotò in fretta, tutti affamati, ed eravamo solo al primo giorno. “Io sono già stanco.” Esclamai, mentre mi sedevo al tavolo con il vassoio, accanto a Callie. “”Beh per essere il primo giorno, in effetti ci vanno giù pesanti” esclamò la ragazza accanto a me. “Ecco qua la mia ragazza” Jason si posizionò tra me e Callie, gesto che mi diede molto fastidio, mentre due sue compagni presero posto uno di fianco a Dan e l’altro a capotavola “Ciao Amore, come è andata a te?” Jason si mise a spiegare le novità e tutto ciò che il suo cervello era stato capace di capire. Nonostante sia il fratello di Dan non sono molto simili. Dan alto con un fisico asciutto, capelli neri e occhi blu, molto simile al padre, mentre Jason era più come la madre, capelli biondi e occhi marroni, e un corpo un po’ più in carne, dovuto all’allenamento intensivo che praticava. Dan era molto intelligente, Jason invece aveva bisogno di ripetizioni e a volte non bastavano, per quello stava ripetendo il quarto anno, perché le ripetizioni non erano bastate. È molto bravo nello sport, infatti è il quarterback della squadra dove giochiamo sia io che Dan. non mi è mai piaciuto Jas, quando l’ho conosciuto era il fratello più grande, e da una parte lo ammiravo, suolo di ragazze dietro, un grande giocatore di football, poi aveva iniziato ad interessarsi a Callie, e la simpatia che avevo era scemata. Era un donnaiolo, non volevo certo che la mia migliore amica potesse soffrire per uno come lui. Lui però si era dimostrato gentile, anche Dan sembrava molto sbalordito, Jas sembrava molto preso da Callie, anzi lo è visto che sono tre anni che stanno insieme, evidentemente Callie è la classica ragazza che fa mettere la testa apposto ai tipi come Jason. Ma perché proprio lei.. con altre mille che c’erano. “James, James. Dovremo arrangiarci per tornare a casa. Jason deve stare qua un’ora in più” annuì alle parole di Dan, mentre finivo di mangiare, quel poco che riuscivo a mandare giù a causa di Jason che baciava Callie di fianco a me. Mi sentivo osservato, e mi girai a guardare Allison, da quanto mi guardava? Lei mi metteva molta pressione, sembrava studiarmi in ogni mossa, cercare di leggermi dentro, e ci riusciva, perché niente sfuggiva allo sguardo di Allison. Ma se era lei a volerti nascondere qualcosa, ci riusciva tranquillamente, perché nessuno poteva capirla, nessuna se non Dan. C’era anche Callie, ma il rapporto che avevano Dan e Allison era più profondo, come se a volte fossero una sola persona. A volte sembrava che comunicassero con il pensiero.  Anche se a volte riusciva a nascondere certe cose anche a Dan.
Le ultime due ore furono pesantissime, avevamo storia e poi letteratura, materie pesanti che non sopportavo, troppo pesanti. “A me e Dan ci passa a prendere sua mamma, se volete possiamo darvi un passaggio” affermò Allison. Io e Callie non avevamo più parlato dopo informatica, non ce n’era stato tempo. Ma al suono della campanella decisi di prendere la palla al balzo “Callie, per non disturbare, ti va di fare la strada insieme?” io e Callie abitavamo a pochi metri di distanza, perciò poteva anche sembrare normale la mia richiesta. La vidi pensarci un po’, poi mi sorrise ed annuì “Grazie dell’offerta, ma ha ragione James, possiamo farla a piedi, non è neanche tanto lontano” disse, al cancello dopo esserci salutati ci dividemmo.
 

 
Mi buttai sul letto a braccia aperta, già stanco, in più la settimana prossima sarebbero cominciati gli allenamenti, quindi sarebbe stata più pesante ancora. Guardavo Allison sdraiata di fianco a me, mentre guardava il soffitto "Tu cosa ne pensi?" domandò, continuando a guardare in alto “Io non ho ben capito cosa sia successo, devo dire che dopo Callie mi sembrava più tranquilla, ma sia lei che lui erano, insomma, distrutti, James appena lei gli ha parlato era più sereno..” “Tu lo sapevi di loro due? Di James e Jessica?” mi immobilizzai, ovvio che lo sapevo ero il suo migliore amico, non potevo mentire perché l’avrebbe capito, annuì debolmente. E lei sottigliò lo sguardo “Perché non mi hai detto niente?” “Beh, non mi sembrava così importante che lo sapessi. Cioè non immaginavo succedesse tutto questo” sospirai, passandomi una mano tra i capelli. “E poi se te l’avessi detto, tu saresti andata da lui e l’avresti costretto a dirlo a Callie” Allison si sollevò e mi guardò “Ovvio. Almeno non sarebbe successo tutto questo. E ora guarda, Callie è confusa, se io l’avessi saputo le avrei fatto aprire gli occhi subito” rimasi confuso, dalla sua affermazione “Aprire gli occhi?” Allison mi guardò eloquente “Dai Dan, lo sappiamo entrambi che James è innamorato di Callie da una vita, e lei anche.”

Eravamo nella mia macchina, pronti a tornarcene a casa, dopo la festa per il compleanno di Callie.  "Ha fatto la roba in grande prenotando la sala. Ma hai visto quanta gente c’era? Era proprio tanta è? Ma secondo te li conosceva tutti?” James era andato, aveva bevuto parecchio, aveva iniziato appena arrivato e aveva finito qualche minuto prima. Io invece ero rimasto sobrio, dato che dovevo guidare “Sembrava felice di avere tutti i suoi amici, in particolare, te.. Quando ti ha visto ha subito lasciato mio fratello ed è corse da te;a volte mi chiedo come faccia mio fratello a non essere geloso" affermai, mentre mi immettevo in strada per essere notte c’era un po’ di traffico, molto probabilmente chi tornava a casa oppure andava a lavorare. James era girato verso il finestrino e pensai che forse si era addormentato "Non sarebbe così felice di avermi come amico, non se sapesse che... " poi si lasciò sfuggire una risata isterica, più che isterica sembrava sull’orlo del pianto "Insomma quale amico ti tradirebbe? Sono il suo migliore amico, Dannazione! Dovrei non farla soffrire" Rimasi in silenzio, poiché non sapevo di cosa parlasse, aveva bevuto molto, perciò non sapevo neanche che fare. "Ahah e io mi scopo Jessica. La ragazza che non sopporta, colei che non ha mai potuto vedere. Io cosa faccio? Me la faccio, in un bagno di una discoteca. Il motivo? Ero talmente ubriaco che neanche capivo cosa stavo facendo, e quando ho visto quei capelli, lunghi e neri, ho pensato fosse Callie, la mia Callie.” Tacque un attimo, poi riprese  “Quando ho capito cosa fosse successo, me ne sono andato, non avevo il coraggio di guardarmi allo specchio. La cosa più sconvolgente non è stato il fatto di essermi scopato Jessica, ma il fatto che per tutto il tempo ho sperato che fosse Callie" E la risata si trasformò in un singhiozzo "sono innamorato di lei, Daniel. Della mia migliore amica, dalla prima superiore.. Diamine è la fidanzata di tuo fratello ti capirei se dopo questo decidessi di lasciarmi qui e non parlarmi più”. Non sapevo cosa fare, immaginavo che James provasse molto di più per Calie, ma venire a sapere che era stato con una dona e aveva pensato solo a lei, mi lasciava un po’ scioccato. “Non ti lascerei mai a piedi.. non in queste condizioni almeno” James rise, poi si appoggiò con la testa al finestrino per trovare il fresco.
La mattina dopo mi aveva scritto un messaggio, chiedendomi di tenere il segreto, di dimenticarmelo, e che se non volevo più essere il suo migliore amico lo capiva. Gli risposi con un semplice messaggio per fargli capire che io non l’avrei lasciato solo. Che su di me poteva contare.

 Aveva ragione, James aveva fatto finta di niente, assopito i suoi sentimenti per restare di fianco a Callie, anche solo come amico. Erano chiari i segnali che provava molto di più. Ma di Callie non mi ero mai accorta, insomma stava con mio fratello mi sembrava molto presa, molto innamorata. “Callie non lo sa neanche lei, ma è chiaro, o almeno per me che la conosco, io so che infondo è innamorata di James. Ma ha scelto Jason, perché almeno con lui” “Era sicura” terminai, in effetti James non aveva mai confessato niente a lei, cercava di mascherare ogni cosa. Mentre pensavo sentì una testa appoggiarsi sul mio petto “Sai che è Callie che se l’è tirata? Ha detto che sarebbe stato un anno meraviglioso. E guarda come è cominciato. E siamo al primo giorno” me la strinsi addosso, annuendo. “Appunto è appena iniziato e può ancora esserlo un anno meraviglioso.” Puntualizzai. Allison sospirò, poi mi guardò “Per me può succedere di tutto, l’importante che tu mi rimanga a fianco. Lo sai che senza di te io non potrei farcela” Al non era una ragazza dolce, lei non tendeva mai a dimostrarti quanto ci tenesse, erano rare. Ma quelle rare volte che lo faceva, ti scaldava il cuore. Me la strinsi contro lasciandole un bacio tra i capelli, lei era la mia ancora e io la sua.
Verso cena Allison se n’era andata, mia mamma l’aveva invitata a restare, ma lei preferiva andare a casa sua. Allison abitava vicino a me, la casa accanto, ci divideva solo il cortile. Eravamo cresciuti insieme, le nostre madri erano amiche dal tempo del liceo, e poi una volta diventati adulte avevano deciso di andare a vivere vicino con i rispettivi mariti. E così, da quando ho memoria, non c’è un giorno che io non abbia passato con lei. Spesso restava anche a dormire da me, infatti nell’armadio, ho un paio di suoi pigiama e di cambi per le occasioni. Mia madre ormai aveva preso l’abitudine a mettere una branda in più in camera mia, anche se poi Al dormiva sempre con me.
“Dan, mi passeresti l’insalata?” domandò mia madre, mentre già si stava versando della carne nel piatto.  Jason invece stava parlando con mio padre, delle novità del campo, ovviamente mio padre non era molto un fanatico di football, ma dopo che Jason a chiare lettere aveva rifiutato di voler seguire le sue orme studiando giurisprudenza, mio padre si era arreso, ma ovviamente dimostrava ogni volta la sua delusione. A Jason non cambiava niente, aveva il sostegno di mamma e a lui bastava, dopo il liceo lui avrebbe seguito il fratello di Allison, Christian. Aveva 2 anni di differenza da noi e uno da mio fratello, aveva seguito la carriera di giocatore di football e si era trasferito a New York, avendo ottenuto una borsa di studi dalla Columbia. Christian non aveva trovato problemi in famiglia, anzi si erano visti contentissimi della scelta. Da noi, prima che mio padre si arrese, ci volle un mese. Un mese in cui non si parlavano, e quando lo facevano litigavano. È stato orribile. “Tu Dan invece? Ti senti pronto per affrontare quest’anno?” domandò mio padre sviando l’attenzione da Jason. “Si, se devo essere sincero, mi sento abbastanza motivato” “Beh, vedi Jas, dovresti prendere esempio da tuo fratello e sentirti motivato, almeno quest’anno, insomma anche i giocatori di football hanno bisogno il diploma” affermò gelido. A tavola restammo tutti ammutoliti, mamma aveva guardato subito Jason, che stringeva la forchetta, “Beh almeno noi giocatori di football un po’ di tatto ce l’abbiamo” affermò poi si alzò facendo strisciare la sedia, e dopo aver sbattuto le posate in tavola sparì sulle scale. “Potevi essere un po’ meno duro” “Se non è abbastanza maturo per ricevere critiche non è colpa mia.” Affermò mio padre, tornando poi a guardarmi e a chiedermi altro, e mentre io rispondevo, vedevo mia madre sparecchiare tenendo lo sguardo basso. Quella sera, di sicuro, li avrei sentiti litigare.

 
I primi minuti eravamo stati in silenzio, “James senti..” “Callie” e poi entrambi avevamo deciso di parlare contemporaneamente, e poi eravamo scoppiati a ridere. Lo guardai, sorridendo “Prima le signore” mi disse, così presi un sospiro profondo. “Mi dispiace per oggi, ho avuto una reazione esagerata… è che, insomma sai quanto non la sopporti… e venirlo a sapere così… non era neanche mia intenzione sentirvi, volevo solo sapere cosa avevi di strano” dissi, rendendomi conto di aver trattenuto il fiato, e di avere le mani sudate. Lo fissai, di sbieco mentre continuavamo a camminare e lui teneva lo sguardo basso. “Volevo dirtelo, ma proprio perché sapevo che la odiavi, non sapevo come potevi reagire. Così ho fatto finta di niente, e speravo che sta storia non venisse mai fuori, ma evidentemente sperare non è stato sufficiente.” “Ma perché lei?” domandai di getto, rendendomi conto del tono che avevo usato e di cosa gli avevo chiesto. James mi guardò fermandosi, e facendo arrestare anche me. “Che domanda è? Non c’è un motivo è capitato” mi rispose scazzato, come se quella domanda gli fosse scomoda, e si stava agitando “Ah quindi adesso è così che dici, che ti è capitato, e così con quante altre ti è capitato?” domandai un po’ arrabbiata mentre lo fissavo “Ma che diavolo stai dicendo Callie? Non sei la mia ragazza, saranno anche fatti miei chi mi  capita di scopare” mi rispose, come mi rispose mi diede molto fastidio, perché James non aveva mai usato quel tono con me e soprattutto un gergo simile. “Hai ragione, non sono la tua ragazza, ma la tua migliore amica. E te lo sto dicendo da amica, il fatto che tu sia stato con quella mi dà fastidio, e mi fa incavolare che tu non volevi dirmelo, che speravi  che non venisse fuori. Invece guarda, ora è uscita, e cosa speri che succeda adesso?” risposi, mi aveva fatto uscire dai gangheri, io non ero la sua ragazza -appunto- ero la sua migliore amica, ma comunque meritavo un po’ di sincerità. James non mi guardava più “Stavo sperando che noi due potessimo chiarire speravo che tu capissi perché non te ne parlavo. Ma  come hai detto tu sei la mia migliore amica, non sono tenuto a darti spiegazioni” detto questo riprese a camminare, mentre i suoi passi rimbombavano il mio cuore andava a pezzi. Restai ferma un attimo per metabolizzare, “Ti muovi? Vorrei andare a casa” mi disse senza neanche fermarsi, feci finta di niente, iniziai a seguirlo, ma non parlammo più, nonostante non mi parlasse mi accompagnò fin sotto a casa, poi dopo un breve saluto senza guardarmi si incamminò verso casa sua. 
Mi chiusi in camera, non mangiai nemmeno troppo nervosa, troppo delusa  e triste. Aveva ragione, io sono solo la sua migliore amica, ma il solo pensiero che le mani di quella stavano addosso al mio James, mi mandava fuori di testa. Cosa aveva pensato James mentre lei si avvicinava, cosa aveva provato mentre lo facevano? L’aveva definito come una cosa che capita.. ma con lei no. Mi veniva anche da piangere. Mi sentivo un idiota, star qui in un letto a piangere per uno che neanche era il mio ragazzo, ma da cui mi sentivo tradita come se lo fosse stato. Non mi accorsi neanche di essermi addormentata fino a quando mia madre non mi svegliò per la cena. “Amore, è pronto” annuì stiracchiandomi, mentre mi alzavo, afferrai il telefono e la schermata si illumino, facendomi notare diversi in primis di Jason, più due sue chiamate, poi due messaggi da Allison. Nessuno da James. Dovevo ammetterlo speravo in un suo messaggio di scuse, o comunque di chiarimento. Forse  lui si aspettava le mie scuse. Dopo aver cenato tornai in camera, presi il cambio e andai in bagno a farmi una doccia. Tornata in camera, afferrai il telefono e chiamai Allison. “Callie, dimmi todos” “Abbiamo litigato. Dovevamo tornare insieme per parlare e invece abbiamo discusso.” La sentì sospirare “Spiegami” “beh lo sai io gli ho detto che doveva dirmelo subito, che io sono la sua migliore amica e che certe cose devo saperle, poi gli ho chiesto perché lei, e lui mi ha risposto che è capitato. Ma Al, come può capitare una cosa del genere? Cioè so come capita, ma perché con lei. E io mi sono un po’ alterata” affermai, “E lui cosa ha detto?” “Dopo si è innervosito  mi ha detto che lui voleva chiarire. Ma che, come ho detto io, sono la sua migliore amica e non è tenuto a darmi spiegazioni” sussurrai. “Callie, in effetti lui non ha tutti i torti, insomma è andato a letto con Jessica, ma poteva essere qualsiasi ragazza, non te l’ha detto, conoscendolo perché non voleva deluderti. Infondo lo sai che James non parla delle sue conquiste. E poi giustamente Callie tu hai avuto una reazione molto esagerata.. si insomma capisco la lealtà ma non sei la sua fidanzata..”  mi innervosì “Quindi mi stai dicendo che sono io in errore? Insomma che lui ha tutto le ragioni del mondo per aver litigato con me” “Non ho detto questo ma da come hai detto tu, neanche l’hai fatto spiegare, l’hai attaccato sul come è potuto succedere. Senza lasciarlo parlare. E poi sai Callie, forse tu sei arrabbiata perché ti sei veramente sentita tradita, perché una reazione come hai avuto oggi non te l’ho mai vista fare per Jason.” “Cosa stai dicendo, se fosse stato Jason era tutt’altra storia!” affermai decisa. Mi dava fastidio sentirmi dire quelle cose “Più di una volta Jason ti ha dato motivo di essere gelosa tu però non hai fatto niente. James è il tuo migliore amico giusto? Quindi devi comportarti da migliore amica, chiedendogli scusa. Se invece  Callie ci fosse qualcosa di più dovresti farti un esame di coscienza” “Al, cosa diamine stai dicendo? È tutto il giorno che dici cose strane. Ti ho chiamato per conforto, ma se sapevo che non l’avrei trovato, avrei evitato. E ora scusami ma devo chiamare il mio ragazzo” calcai sulla parola -ragazzo- riaggancia, più confusa ed nervosa di prima. Non chiamai Jason, però lo tranquillizzai tramite messaggi, non ero in vena di rispondere alle sue domande. Prima di dormire, rimasi sulla chat aperta di James, indecisa se scrivergli o no, ogni tanto rientrava, ma stava poco. Digitai poche lettere -Scusa- poi le ricancellai, alla fine mi decisi -Scusami per oggi. È tutto apposto- e inviai, ma non era tutto apposto, non per me. I discorsi di Allison mi avevano confusa, non capivo dove volesse arrivare. Chiusi gli occhi e cercai di dormire.
 
 
 
 
 
 
Spazio D'autrice
Ciao a tutti! Eccomi tornata dopo mesi dedicati alla maturità e felicemente passa – si spera almeno-. Come detto ho cambiato un po’ di cose, ho deciso di farla in prima persona, con i punti di vista dei diversi personaggi. Loro però sono sempre gli stessi, non cambiano. La storia è la stessa, ma ho voluto modificarla. Purtroppo dovrò modificare tutti gli altri capitoli, e la storia verrà eliminato. Il titolo molto probabilmente resterà lo stesso. Fatemi sapere che ne pensate, e niente un bocca al lupo a chi sta affrontando esami di maturità o universitari. Un bacio.
Piccola_Luna
 



 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***


 

Capitolo 2

Callie’s Pov

“Jas... no, sono molto stanca, te l’ho detto è stata una giornata pesante” mi scansai dal mio ragazzo che aveva cercato di approfondire il contatto. Eravamo appena rientrati dal pranzo, e ci trovavamo a casa mia. Si sollevò dal mio corpo e si sdraiò di fianco a me, mi sembrò di sentirlo sbuffare, ma non mi preoccupai “Si, giornata pesante, dì pure un paio di settimane pesanti eh” era scocciato e lo immaginavo, erano pochi i giorni in cui riuscivamo a vederci, un po’ per i suoi allenamenti un po’ per i miei, e quei pochi che ci vedevamo io non ero coinvolta. Ero molto stanca a scuola dovevamo impegnarci, ci avevano subito messo sotto a studiare. Eppure non era solo questo, avevo altri pensieri, pensieri che temevo di dire ad alta voce, per non realizzarli. Mi avvicinai a lui e lo baciai, sforzandomi di farmelo piacere, e sperando che lui non se ne accorgesse, e molto probabilmente fu così visto che mi attirò a sé, facendomi sdraiare su di lui. Mi staccai un momento da lui, prendendo un respiro e cercando di trovare la voglia. Mi sforzai, mentre gli sfilavo la maglietta, continuavo a baciargli le porzioni di pelle che man mano venivano scoperte. Evidentemente però lui capì che non era voluto, che non ero trasportata dalla voglia. “Callie, finiscila. Non ha senso se tu non sei qua con me” lo guardai chiedendomi cosa ci fosse di sbagliato in me, perché non riuscivo a far l’amore con il mio ragazzo? “Sei strana, da un po’ ormai eppure non mi dici cos’è” era preoccupato... ma come potevo dirgli che era per colpa di un altro ragazzo se non riuscivo ad andare con lui, come potevo spiegargli che io e James ci eravamo un po’ distaccati e che io ne soffrivo? Lui non l’avrebbe capito. “Dì la verità è per la storia di James?” “Tu come fai a saperlo?” lo vidi sorridere, “Beh tutta la scuola è venuta a saperlo.” Certo quella non avrà perso mezzo minuto per farlo sapere in giro, dovevo immaginarlo, di sicuro dopo la chiacchierata che avevano fatto in bagno lei aveva deciso di sbandierarlo ai quattro venti. “Si è messa a parlarne in un bagno con due ragazzine di seconda, e sai quanto sono in cerca di scoop quelle di seconda, dicono che lei diceva che fosse ben messo, e che lui si era parecchio divertito.” Continuò Jason. Ad ogni parola era un battito in meno del mio cuore, sembrava lo stesse facendo apposta. “Non vedo come il fatto che loro siano stati insieme possa darmi problemi” affermai guardandolo. Sapevo che Jason era sempre stato geloso di James, diceva che spesso lo trascuravo perché passavo più tempo con il mio migliore amico. “Quindi le voci di un litigio tuo e di James riguardo a questo sono infondate?” mi domandò, in effetti io e lui ci eravamo un po’ distaccati, ma speravo che nessun se ne fosse accorto. “Si, perché io e lui abbiamo avuto un disguido u altre cose” restai vaga, sperando che non mi domandasse quali altre cose. Per fortuna non mi domandò altro, ma rincarò la dose di domande “Ti dà fastidio che loro siano stati insieme?”

“Non tollero lei, ma non vuol dire che James non si possa fare chi vuole lui, non sono sua mamma o la sua ragazza, non mi deve niente a me.” Affermai un po’ troppo acida, vidi Jason fare una smorfia di fastidio, e alzarsi dal letto. “Te lo chiedo perché vedo come reagisci quando passa lei, e stranamente tu e James non siete più gli stessi da quando è venuta fuori sta storia. Credi che sia stupido? Io ti conosco, e sai che mi piace guardarti. Ma la Callie che ho visto in queste settimane, è una ragazza nervosa e arrabbiata, delusa e amareggiata. Sei la mia ragazza e ti conosco.” So che non è stupido, ma speravo non se ne accorgesse. Invece vengo a scoprire che nelle ultime settimane lui si è accorto di tutto. “Jas..non è come pensi tu..” “Perché come penso io? Sai forse cosa mi passa per la testa?”

“No amore, ma non vorrei che ti facessi un’idea sbagliata. È che lui di solito mi dice tutto e mi ha dato fastidio venir a sapere da altri qualcosa che riguarda a lui. Infondo sono la sua migliore amica, volevo saperlo da lui” “Beh essere la sua migliore amica non vuol dire che ti deve dire tutto” quella frase mi diede fastidio, parecchio. “Più che infastidita, sembri gelosa” mi infuriai “Non sono gelosa. Ti ho detto che perché sono infastidita, ma se vuoi crede che sono gelosa fai un po’ quel che ti pare.” mi alzai anche io, e andai verso il bagno chiudendomi dentro. Mi sciacquai la faccia, mi veniva quasi da piangere, ora pure il mio ragazzo metteva in dubbio tutto. Presi due respiri profondi ed uscì, convinta che avremmo chiarito. Quando arrivai in camera era nella stessa posizione “Jas.. senti non volevo reagire così... mi dispiace” cercai di avvicinarmi ma lui si scostò “Io sono fottutamente geloso Callie. Perché tu non lo vedi, ma tu sta reagendo come se ti avesse tradita. Sei amareggiata come se lui fosse il tuo ragazzo, ma sono io il tuo. Ma ovviamente se si tratta di James io sono messo sempre da parte. Sempre. Oggi non possiamo vederci, devo aiutare James. Ciao amore scusa ma ero al telefono con James. Ciao ora sono da James ti chiamo dopo. Lui è costantemente nella tua vita, l’unica differenza è che con me ci scopi. Oppure lo fai anche con lui?” non mi controllai, non mi accorsi di aver alzato la mano e di avergli tirato lo schiaffo. Solo quando la mia mano si era staccata dalla guancia e avevo visto la pelle diventare rossa mi ero resa conto. Non mi sentì in colpa però, se l’era meritato, mi sentivo le lacrime agli occhi, e una rabbia dentro. “Pensi che io possa veramente stare con te e contemporaneamente con lui? Ma che razza di ragazza pensi che sia? Vattene da casa mia Jason. Subito prima che tu dica altro.” Dissi, mentre gli aprivo la porta della stanza, tentennò un attimo, poi senza dire niente uscì, non lo accompagnai alla porta. Aspettai di sentire la porta di entrata chiudersi. Poi scoppiai a piangere, non ci potevo credere, il mio ragazzo che pensava una cosa simile, che schifo, mi appoggiai al muro e scivolai a terra, quando mi calmai andai a chiudere a chiave la porta di casa, tornata in camera decisi di distrarmi con i compiti e lo studio, così cercai di concentrarmi su storia.

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Dan’s Pov

“La guerra di Indipendenza ci fu nel?” eravamo sdraiati sul tappeto di camera mia, con fogli e libri sparsi in giro, era da quando eravamo rientrati che io, Allison e James stavamo studiando storia, visto che domani ci sarebbe stato il test.  “Ehm, 1789?” rispose incerto James, cercando sugli appunti, “Oh! Aspetta, 1775 vero?” Allison annuì, per poi sbuffare, “Basta vi prego siamo da oggi pomeriggio su questi libri, basta!” buttò i libri per terra, e appoggiò la testa sulla mia spalla, chiudendo gli occhi e massaggiandosi la testa. “Non potevi studiare con Callie? Lei ha più pazienza” disse, osservai il mio migliore amico intristirsi, mentre scuoteva la testa “Avrà avuto da fare con Jason, e poi lo sapete che, insomma, non ci vediamo da un po’” io annui, James me ne aveva parlato, e gli avevo anche detto che avrebbero dovuto comunque chiarirsi poiché entrambi ci stavano male, James aveva replicato che lui aveva voluto chiarire ma che Callie non l’aveva capito, e così aspettava lei che dopo le scuse che gli aveva mandato non si era più fatta sentire.  Allison invece non aveva fatto nessuna piega, come me non aveva più affrontato il discorso, quindi non sapevo cosa aveva in mente. “Beh io vado in bagno” sentimmo il rumore della porta di casa sbattere e dei passi sulle scale, passi talmente arrabbiati che mi spinsero ad alzarmi per affacciarmi sul corridoio dove si era fermato anche James. “Ehi Jason! Che ci fai qui? Pensavamo fossi con Callie”  “E invece sono qui.” Il tono di mio fratello era arrabbiato, ed erano poche le cose che lo facevano arrabbiare e una di queste era litigare con Callie, “E lei è a casa ora?” Allison ci aveva raggiunto e ora guardava Jason, io sapevo che lei non aveva mai visto di buon occhio mio fratello. Jason si girò verso James indicandolo “Perché non lo chiedete a lui! Infondo sa sempre tutto di lei!” affermò ironico “Jas, va che ti ha solo chiesto dove è lei. Qual è il problema?” non riuscì a fermarlo, perché Jason in un impeto afferrò James per il colletto della camicia e lo sbatté contro il muro “Il mio unico problema Wood, sei tu.” Mi misi in mezzo, cercando di staccarli, dopo aver fatto un po’ di forza, ero riuscito a liberare James dalla stretta “Ma che diavolo ti prende Jason?” dissi appoggiandogli una mano sull’addome. Mi cacciò via il braccio “lasciami in pace” si allontanò e si chiuse in camera. “Io andrò da Callie, di sicuro avranno litigato, avrà bisogno di parlare. Vuoi un passaggio?” James era frastornato, “Si. Ma perché se l’è presa con me?” “Io sono una donna, lui è suo fratello, tu sei un amico. È andato ad esclusione” rispose Al, con un sorriso ovvio. Certo, James ci credette pure, ma io lo sapevo che molto probabilmente Jason aveva discusso con Callie di James, visto che quando litigavano lui era sempre la causa. Accompagnai i due alla porta, dopo che presero i libri, poi decisi di andare direttamente da mio fratello a farlo parlare. Non bussai nemmeno “Ti è passata il momento  io sono il maschio Alfa ?” “Cosa diavolo vuoi?”  era sdraiato sul letto, il braccio a coprirgli gli occhi, “Sapere cosa è preso a mio fratello, per attaccare in quel modo il mio migliore amico” mi sedetti sulla sedia della scrivania, lo sentì sbuffare “A cosa servirebbe? Tanto staresti dalla sua parte comunque” alzai gli occhi al cielo “Tu dimmelo, poi deciderò io. Infondo sei mio fratello” “Bene, allora se tu non parli, lo farò io. Tu e Callie avete litigato, e nel litigio è entrato anche il nome di James. Quindi tu arrivi a casa arrabbiato, ti trovi il tuo problema davanti e lo spiaccichi contro il muro.” Jason si sollevò “Capisci sempre tutto vero?” alzai le spalle, poi lo guardai, “Sono geloso, ma questo tu lo sai. E quella storia di Jessica e James ha diciamo segnato Callie. Insomma è sempre triste, è tra i suoi pensieri, non è coinvolta... mi chiedo se fossi io ad andare con un’altra come reagirebbe?” Annuii, “Credo che il fatto che Callie abbia reagito così è perché lei vuole molto bene a James, e si è sentita esclusa da una cosa che lo riguardava. Infondo lui le dice sempre tutto, mentre lei è venuta a sapere che la ragazza che più odia al mondo è stata con il suo migliore amico. E l’ha scoperto spiando una conversazione in bagno. In più sappiamo che Callie è permalosa” “Okay, Callie è permalosa, però a me sembra gelosia la sua; oppure sono io il pazzo che la pensa così, dimmelo Daniel.. ti prego” Cosa potevo dirgli? Che è vero che Callie era gelosa di James? Che molto probabilmente la sua ragazza si stava scoprendo innamorata di un altro? Io sono il fratello, non posso dargli questo dispiacere. Spettava a qualcun altro dirglielo. Nel frattempo Jason si era alzato, per aprire la finestra “Ho insinuato che lei andasse a letto con James e lei mi ha tirato uno schiaffo. Non so cosa mi sia venuto in mente, mi sono subito pentito, di averlo detto e di averlo pensato. Poi arrivo qua, e lo trovo. Insomma è comunque sua la colpa se Callie, negli ultimi giorni, sta così. E ho dato fuori di matto.” “Beh Jason.. hai sbagliato a dirle una cosa del genere, ed hai sbagliato anche con James. Infondo, non si parlano e James non immagina che Callie possa essere cosi, diciamo, distaccata da tutti.” Affermai “Certo, io sono il cattivo e James è il buono, immaginavo che avresti preso le sue difese” mi disse, alzandosi dal letto. “Non c’è nessuno buono e nessun cttivo, semplicemente ti sto dicendo che.” ma non mi lasciò terminare “Tu non hai idea di cosa voglia dire avere una ragazza, perché non ne hai mai avuta una, ma fidati se tu ne avessi una e l’ameresti tano come io amo Callie, vederla che ogni giorno si allontana da te, e vedere come sta male per un altro ragazzo reagiresti come me.” Detto questo mi lasciò da solo in stanza. Aveva ragione io non sapevo cosa volesse dire avere una ragazza, e quindi non potevo capirlo. Lui aveva bisogno di sostegno e io invece non gliel’avevo dato.

 

∞                                                        ∞

Allison’s Pov

Parcheggiai di fronte alla casa di Callie “Vuoi venire con me?” domandai al ragazzo accanto ame. James scosse la testa “Non mi sembra il caso.” alzai gli occhi al cielo, maledetto orgoglio.  “Come vuoi.” Scendemmo dalla macchina, lo vidi incamminarsi verso casa sua “James! Ricordati che l’orgoglio lo puoi ricostruire sempre. Il legame con Callie no!” ero stufa di vederli così, entrambi stavano facendo una guerra silenziosa, che però non aveva vincitori. Callie perché riteneva che anche lui dovesse scusarsi, James invece non si sentiva in dovere di niente, lui le spiegazioni aveva cercato di dargliele ma lei non l’aveva ascoltate. Non mi rispose tirò dritto. Suonai al campanello, e mi venne ad aprire sua mamma “Oh. Allison... non ti aspettavo, vieni cara entra, Callie è in camera sua. Io sono appena rientrata” mi accolse sua mamma, ringrazia e poi mi diressi verso la camera di Callie. Non bussai, spalancai la porta “Eccomi arrivata in tuo soccorso.” Affermai, mentre la vidi sussultare e girarsi a guardarmi era sdraiata nel letto con il libro di storia sulle gambe “Al. cosa ci fai qua?” mi domandò, aveva gli occhi un po’ gonfi. “Ho appena visto una cosa molto interessante” dissi, mentre mi incamminavo verso il letto, dove mi accomodai. “Vedi, ero a casa di Daniel, e stavamo studiando. C’era anche James. Tutto tranquillo. Poi è arrivato Jason” dissi, osservando la reazione, la vidi aggrottare la fronte, ma non fare altro “E niente ha appeso James al muro tenendolo per il colletto” affermai calma. Strabuzzò gli occhi e si voltò a guardarmi,” Cosa ha fatto Jason?  E come sta James?” “Te l’ho detto l’appeso al muro. Ma credo che stia bene, frastornato perché non ha capito come mai Jason l’abbia fatto, ma quello nemmeno io e Dan” affermai “E quindi credi che venendo qui, io ti possa dire cosa ha scatenato Jason contro James” sbuffò, mentre si sollevava. Io semplicemente annuì. Solo lei poteva darmi le risposte che volevo. “Abbiamo discusso io e Jason. In realtà è più lui che ha discusso con me. Per il fatto che io sto male per uno che è semplicemente un mio amico... poi ha messo in dubbio che io e James siamo amici.. insomma mi ha detto se io vado anche con James..” sussurrò mentre si torturava le mani. “Beh, è geloso normale.. chi non lo sarebbe vedendo la propria fidanzata stare male per un altro ragazzo. Ovviamente poteva risparmiarsi quello che ti ha detto. Perciò Jason è geloso di James, avete discusso per colpa sua e lui tornato a casa l’ha appeso al muro..” guardai la sua faccia stranita “Non lo sto difendendo, sto solo capendo cosa è successo” affermai, mentre sdraiavo del tutto sul letto. “Solo Callie.. io non ti capisco, non parli con James da giorni, ed è chiaro che entrambi ne soffrite. Litighi con Jason per una questione che tu neanche riesci ad affrontare. Sul serio tu non riesci a capire cosa sta succedendo?” la guardai, riuscì a guardarla solo un attimo negli occhi. “Tu hai già capito, ma non vuoi dirlo.” Dissi scuotendo la testa “No Allison, io non ho capito, non so cosa mi prenda. Io non so più cosa provo, cosa voglio.” La guardai “Tu sai esattamente cosa vuoi, o soprattutto chi vuoi. Ma hai paura. Dovreste parlarvi. Sul serio, restare in silenzio e far vincere l’orgoglio non vi porterà da nessuna parte.” “Lo so, è che non riesco, non riesco a non pensarci, a non pensare a lui.. Al.. ma cosa mi succede?” mi disse, mi avvicinai e l’abbracciai e scoppiò in lacrime, un pianto che aveva trattenuto per troppi giorni. Mi dispiaceva vederla così, soprattutto per Callie odiava non capire cosa avesse. Ma ora non mi sembrava il caso di dirle altro, era già demoralizzata senza che io le facessi ulteriori domande o le dessi ulteriori pensieri. Si calmò da sola, mi guardò e mi sorrise “Grazie Allison, di essere venuta qua, di non aver chiesto niente.” “Figurati, altrimenti cosa dovrei fare?” sorrisi.

Poco dopo decisi di tornarmene a casa, rifiutai l’invito a restare della madre di Callie e tornai a casa.

Parcheggiata la macchina nel viale, entrai in casa, salutando mia madre. “Allison, giusto in tempo per la cena” affermò raggiunsi mio padre a tavola, e quando anche mia mamma si accomodò iniziammo a mangiare, parlando e ridendo del più e del meno.

 

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James’s Pov

Ero appena uscito dalla doccia, per tutto il tempo le parole di Jason mi giravano in testa, non capivo cosa fosse successo, perché se l’era presa proprio con me. Avevamo nominato Callie e si era alterato, ma non capivo il collegamento con me. Pensai un attimo a Callie, erano giorni che non ci vedevamo, che non ci sentivamo, ma io non volevo dargliela vinta, non mi aveva neanche fatto parlare, era andata avanti per la sua strada e per la sua teoria. Doveva essere lei a chiedermi scusa. -l’orgoglio lo puoi ricostruire sempre. Il legame con Callie no- anche Allison aveva ragione, ma era più forte di me. Tirai un pugno al muro del bagno. Se non fosse stato per Jessica. ma che dico, se non fossi stato io così stupido da andare a letto con lei, tutto questo non sarebbe successo. Io non avrei litigato con Callie e tutto sarebbe andato avanti come sempre. Mi vesti, e decisi di mangiare qualcosa, vista l’ora. Mentre mi riscaldavo in microonde la mia cena sentì il cellulare squillare, segnale che era arrivato un messaggio. Non lo guardai subito, mi misi a cenare e poi mi spostai sul divano. Mi dimenticai del messaggio, ricordandomene solo verso le 11 quando il film, poliziesco, stava giungendo al termine. Afferrai il telefono senza attenzione e notai il nome di Callie. All’inizio non ci feci caso, poi mi soffermai, era lei e mi aveva scritto. Cazzo, dovevo guardarlo prima! Ormai era troppo tardi per risponderle.  “Ciao James, volevo solo sapere come stavi. Mi dispiace” ecco cosa mi aveva scritto, era preoccupata per me – o forse era solo curiosa- però quel mi dispiace sembrava volesse intendere anche altro.. la chiamai, nonostante l’ora sperai che fosse sveglia, poco dopo mi rispose la voce assonnata di Callie. “Ehi. Come stai?” “In realtà dovrei essere io a chiederlo a te, non trovi?” mi rispose, con un accenno di risata “Allison ti ha già detto?” “Si, e mi dispiace.. è che noi abbiamo avuto una piccola discussione, e si vede che ha tirato in mezzo te” mi disse sconsolata, la voce tranquilla di prima era sparita. “Non importa Callie, non mi ha fatto niente. Tu piuttosto come stai?” “Bene” “Callie.. non mentirmi” la conoscevo troppo bene, quando dava risposte dirette era perché stava mentendo. “Come vuoi che stia? Prima litigo con te, ora con Jason..” “Callie con me non hai litigato, abbiamo avuto solo divergenze” “Certo divergenze per colpa mia. Io non ti ho voluto ascoltare, non ti ho dato neanche una possibilità di lasciarti spiegare.” Sospirai, fino all’altro giorno avrei sperato di sentirle dire che era colpa sua se ci eravamo allontanati, ora però mi sentivo io in colpa, non volevo che si sentisse così. “Vedi, io, non so perché ho reagito così, ho sbagliato, insomma. Io non sono la tura ragazza. Ma James, io non mi capisco più..” mi sussurrò debolmente. “Mi manchi Jam” il mio cuore si fermò “Anche tu Callie” “Domani, ti va di vederci?” “Si” riposi subito, senza pensarci troppo “Va bene, allora io andrei a letto, notte James” ricambia e poi riattaccai, sospirai forte per calmare il cuore. Mi sentivo un tredicenne in crisi ormonale, alle prese con la sua prima cotta. Diamine Callie non poteva farmi questo effetto. Mi passai una mano sul viso e mi alzai dal divano. Raggiunsi il letto, e mi addormentai quasi subito.

 

∞                                                                                                         ∞

Allison’s Pov

Mi girai a cercare il telefono che andava avanti ad avvertirmi che era ora di alzarmi. Andai in bagno e mi preparai. Presi il borsone per l’allenamento mettendoci dentro la divisa e quello che poteva servirmi. Scesi in salotto, dirigendomi in cucina, prendendo un bicchiere di succo di frutta e quattro biscotti. Poco dopo entrò mio padre, con una tazza di caffè in mano ormai vuota. “Ciao Splendore, buona giornata” mi lasciò un bacio tra i capelli e uscì. Guardai l’orologio e mi diressi fuori, dopo aver salutato mia madre urlando dalla porta. Mi avvicinai alla macchina di Jason, e aspettai che i due fratelli mi degnassero della loro presenza. Dovetti aspettare ben dieci minuti, come sempre erano in ritardo. “Oh Allison, già qui?” domandò Jas, sembrava più tranquillo, feci un cenno di assenso poi guardai Dan, sorridendogli, quel giorno aveva qualcosa di strano. Non mi soffermai però, salì in macchina e basta.

Arrivati a scuola, io e Dan cercammo subito James, meravigliandoci di trovarlo con Callie, che sempre piuttosto agitata, anche se cercava di non dimostrarlo. Riuscimmo solo a salutarci, dato che la campanella suonò. Arrivati in classe, però, notai che Callie non aveva il borsone “Callie oggi ci sono gli allenamenti lo sai vero?” domandai, lei prima divenne rossa poi iniziò a torturarsi le dita “Ecco, io dovrei chiederti una cosa. Dovresti coprirmi, dire che non sono stata bene.” “Salti gli allenamenti?” chiesi meravigliata, annuì debolmente “E perché?” divenne rossa e sposto per una frazione di secondo lo sguardo da me a James “Callie! Cosa stai combinando?” “Niente!” affermò un po’ troppo ad alta voce “Dovresti chiarire con Jason, non scappare con lui” dissi, sinceramente non speravo chiarisse con Jason, ma lei doveva rendersene conto che era una cosa molto strana che preferisse andare via con James “Noi non scappiamo. Andiamo solo a mangiare fuori” “E pensi che Jason non si accorgerà che entrambi mancate?” “Lui non ha allenamento oggi” “Avete organizzato tutto nei minimi piani!” dissi stupita “Va beh, mi copri?” “Certo, ti pare che non lo faccio? Vai che conquistalo tesoro, anche se non ne hai bisogno!” dissi facendole un occhiolino. Ovviamente mi guardai confusa, e io scoppia a ridere. Oh quando si sarebbe resa conto di cosa intendevo forse avrebbe riso anche lei. Ovviamente forse.

Mentre passava la lezione, mi soffermai a pensare a come era nata la relazione tra Jason e Callie e a come si era evoluta. Callie aveva conosciuto Jason per caso un pomeriggio a casa di Dan. In quel periodo Jas si frequentava una ragazza. Da come mi aveva detto Dan, sembrava che per Jason fosse stato un colpo di fulmine appena l’aveva vista. C’è da dire ce Callie aveva una cotta per James, che ricambiava, ma non facevano alcun passo avanti. Dan mi aveva vietato di intromettermi che le cose dovevano evolversi da sole. Ma lei aveva deciso di accettare le moine di Jason, e in poco tempo si misero insieme. James invece aveva iniziato a frequentare alcune ragazze, tutte brune e tutte basse, ovviamente non era una casualità, avevano tutte qualcosa che ricordava Callie. Jason a me non piaceva, lo conosco da quando ero piccola e spesso Dan mi raccontava di come si vantasse delle sue conquiste anche solo a tredici anni. Jas però si dimostrò molto preso da Callie, anche se io infondo speravo che Callie si rendesse conto che la sua amicizia con James era molto di più. Osservai come si guardavano di sottecchi, beh la speranza è l’ultima a morire, mi lasciai sfuggire un sorriso. Rimanevo però dell’idea che Callie stava sbagliando.

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Callie’s Pov

Ero nervosa, quella mattina mi ero svegliata agitata sarei uscita con James e avremmo parlato, e forse aveva ragione Allison, avrei dovuto parlare con Jason prima e non con James. Eppure le parole di Jason, e il litigio con lui mi sembravano niente in confronto a quello con James, che  mi premeva di più risolvere. La telefonata di ieri era stato un bel passo avanti, almeno avevamo parlato e alla fine io avevo ammesso di essermi sentita in colpa. Non avevo accennato a niente della litigata con Jason, se era necessario ne avrei parlato quel pomeriggio, altrimenti ci avrei sorvolato sopra. Ritornando su Jason, non l’avevo ancora visto, e forse era meglio così, visto che non avrei saputo cosa dirgli. Durante il cambio di lezione però vidi entrare proprio lui in classe “Ehi” fece un saluto generale, poi si avvicinò al mio banco, sedendosi su una sedia che aveva spostato e mi guardò “Callie, volevo sapere se oggi dopo i tuoi allenamenti ti va di fare qualcosa, di uscire per parlare un po’ ” sbianca, non avevo più saliva, non riuscivo a spiaccicare parola. Poi mi ripresi “Io, dopo devo subito andare via con mia madre. Non posso” per un attimo guardai James, alle spalle del mio ragazzo. Fu solo una frazione “Ah.. capisco. Ci sentiamo allora stasera” annuì, non mi baciò, si alzò e uscì dalla classe. Rilasciai un sospiro, e mi girai a guardare Allison, che aveva uno sguardo serio e mi osservava ma  non riuscì a parlarle, perché la prof entrò qualche secondo dopo e presi a seguire la lezione.

Al suono della campanella che metteva fine alle lezioni, mi alzai, affiancandomi ad Allison “Lo so, sono orribile” affermai sconsolata “Io non ho detto niente” scrollò le spalle. Uscimmo dalla classe, e l’accompagnai al bagno per cambiarsi “Non hai mica fretta tu?” mi domandò, mentre indossava la divisa “Ah capisco, perdi tempo così Jason non vi vede” sbuffai “Allison, so che non è un comportamento corretto. Ma non farmela pesare così tanto.” “Semplicemente non è un comportamento da te. E sinceramente non mi sembra giusto che tu gli menta. Pensa se dovesse scoprirlo. Cosa accadrebbe? Non ti parlerebbe più” mi disse guardandomi dallo specchio, dove era per farsi la coda di cavallo. “Io.. non lo so. So che non voglio affrontare un’altra litigata. Non voglio nascondergli niente, ma se glielo dicessi..” “E avrebbe torto?” mi domandò guardandomi dallo specchio, mi immobilizzai. No non avrebbe avuto torto.. stavolta avrebbe avuto tutte le ragioni. Sospirai, non emisi più una parola, mi sentì sconfitta. Lei non parlò più uscì dal bagno e si allontanò. Mi mossi verso l’uscita per raggiungere James nel parcheggio, quando lo vidi cercai di far finta di niente, volevo uscire con lui e parlare. Non volevo pensare a nient’altro.

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Daniel’s Pov

Era stata una mattinata strana, l’aria era stata pesante sia tra Callie e Jason, che non si erano parlarti poi molto, ma soprattutto tra Callie e Allison. Avevo intuito che forse la mia amica non era d’accordo con Callie su qualcosa, ma io non le capivo. Avevo seguito le lezioni, e stranamente, preso anche appunti. Per fortuna non avevo allenamenti quel giorno, così potevo andare a casa e rilassarmi. Al termine delle lezioni, aspettai che Allison andasse a cambiarsi per poi salutarla.

Nel frattempo guardai James che restava fermo di fianco a me, era nervoso “Vuoi dirmi qualcosa?” affermai, mentre lo vedevo continuare a stringere le mani. “Callie esce con me. Vogliamo parlare per risolvere la situazione.” Mi disse io annuì. “Ti stai mettendo in mezzo a Callie e Jason per caso?” diretto, senza peli sulle lingua, almeno mi toglievo il peso, volevo sapere la verità. Insomma che James l’amasse non era un mistero, e io lo sapevo perché, oltre ad essere un suo caro amico, me l’aveva confessato una sera da ubriaco. Ma non si era mai fatto avanti “Cosa? NO! Non lo farei mai lo sai, lei è felice con lui.” Era partito così bene.. per poi inclinare il tono sull’ultima frase, dirlo gli pesava molto. “James a me puoi dirlo, l’ho capito che ti piace” stavo aspettando la sua reazione, lo vidi intristirsi, e poi mi guardò “L’ho capito da tempo.. in più me lo hai detto tu, la sera del compleanno di Callie. In macchina.” lo vidi assottigliare gli occhi per concentrarsi per ricordare qualcosa poi mi guardò “E non mi hai detto niente? Perché non mi hai dato del cretino? Insomma amo la ragazza di tuo fratello, mi dovresti odiare!” mi disse, con un  tono amaro “Tu sei suo fratello, dovresti andare a dirglielo subito” “Anche tu sei mio fratello, non posso tradirti”  lo vidi guardarmi silenziosamente “Ma così stai tradendo lui” abbassai lo sguardo, aveva ragione, eppure non mi fece effetto. Non perché non volessi bene a mio fratello ma perché con James avevo un rapporto più forte. E poi Jason mi avrebbe capito, proprio perché mio fratello. Se invece avessi allontanato James, lui non avrebbe più avuto nessun amico su cui fare affidamento “Callie con Jason non sta più bene, continuano a litigare. E se tu pensi che con te lei possa stare meglio, allora vai a prenderla” Lo vidi sorridermi, e poi fare un occhiolino. E poi si diresse verso l’uscita della scuola, io aspettai l’arrivo delle ragazze. Callie si allontanò poco dopo verso l’uscita, mentre io accompagnai Allison fino agli spogliatoi per lasciar giù il borsone. Mentre mi camminava davanti non riuscì a non guardarla. Sono pur sempre un maschio eh. Quella divisa le fasciava i fianchi, lasciando scoperte le gambe tonico e magre. Poi mi soffermai su altro, eh beh si, era ben attrezzata. “Dan, di nuovo?” non mi ero accorto che si era girata e mi stava guardando, alzai lo sguardo, facendo il finto tonto mentre vidi un sorriso malizioso sul suo viso. “Sono un maschio!” affermai “Potrò guardarti no? Sei la mia migliore amica, ma sei anche una ragazza” dissi ridendo, senza alcun imbarazzo, mentre si avvicinava, mi prese una mano e se la portò su un fianco avvicinandosi “Beh niente ti viete di toccarmi allora.” Mi disse, e okay, mi fece effetto deglutì, mentre lasciavo la mano ferma sul fianco. “Avanti Dan, sei un ragazzo e io una ragazza, dovresti reagire” mi disse, portandomi una mano tra i capelli. Riuscì a staccarmi, quando iniziai a sentire le voci delle altre “Al, non scherzare con il fuoco, rischi di bruciarti” le dissi “Beh lo sai, a me piace bruciarmi” mi disse allontanandosi. Io sorrisi e scossi la testa, per poi uscire per raggiungere mio fratello per tornare a casa. 

 

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James’Pov

Eravamo arrivati in un bar, vicino a casa mia, un bar poco frequentato a quell’ora. Avevamo ordinato qualcosa da mangiare, e avevamo parlato di un po’ di cose in generale. Avevamo finito di mangiare con tranquillità lei aveva riso e scherzato anche se era un po’ nervosa, ma riusciva a mascherarlo. Dopo un po’ decisi che era arrivato il momento di parlare di quello per cui eravamo lì. “Callie, credo che dovremmo parlare di altro” “Si hai ragione. Inizio io. Io non ero veramente arrabbiata con te, ero un po’ delusa, ma non volevo capire, non ti avevo neanche ascoltato. Mi ero solo concentrata su quello che era successo, su quello che io stavo sentendo e provavo. E non ho pensato a te.” Mi aveva scombussolato tutto il discorso, mi ero promesso di dirle quanto ero dispiaciuto, che non doveva essere arrabbiata, che io mi sentivo in colpa per come mi ero comportato e lei ora mi diceva questo. “Io credo di aver reagito così perché lei, per una sera, ti aveva portato via da me. Sai che lei ha sempre voluto avere qualcosa di mio, dopo che Jason ha scelto me al suo posto. Non è mai riuscita, e poi scopro che invece ha avuto te. Io non ci ho visto. Non volevo ascoltare te, né Allison. Tu sei una delle persone più importanti per me, James” “Anche tu Callie. Sei importante per me. È di questo che voglio parlarti. Lei non mi avrebbe mai portato via da te. Perché quella sera, io avevo bevuto. E io per tutta la serata, non ho fatto altro che..” non riuscivo a dirlo, era troppo osceno dire che pensavo solo a lei. “Io me ne sono pentito subito, non le ho dato neanche modo di credere di poter avere qualcosa di più. Io volevo dirtelo, non volevo fartelo scoprire così.” La vidi sorridere, e portarsi una mano a nascondere gli occhi “Dovevo ascoltarti prima, mi sento così in colpa. Ti ho escluso perché io non ho voluto sentire quello che avevi da dirmi. Io ti ho evitato, non volevo neanche sentirti a volte. E più passavano i giorni che non ti parlavo più diventavo nervosa. E più litigavo con Jason. Per ogni cavolata. E quando ho saputo che ti aveva appeso ad un muro, io mi sono sentita in colpa, perché lui non aveva il diritto di coinvolgerti nei nostri problemi” “Evidentemente per lui, io sono un vostro problema.” Affermai, la vidi stringere le mani, e mordersi un labbro. “Jam.. io..lui è geloso. Ha detto molte cose, troppe. Ma se su alcune ha insinuato e basta, su altre io credo che ci abbia preso.” E la voglia di chiederle quali fossero queste cose era tanta. Mi sentivo come se per la prima volta anche a me era stata data una possibilità. “Io non credo di stare più bene con lui. Credo che quello che stiamo vivendo ora, non sia la cosa migliore per noi. Ho molti dubbi James.. e devo capire anche me stessa. Oggi non ho voluto dirgli che ci saremmo visti perché avremmo litigato, ma lui avrebbe ragione” mi sentivo scemo, soprattutto per quello che stavo per dire, potevo cogliere l’occasione dirle tutto. Ma non sarei stato corretto “Magari è solo un periodo no. Le cose possono sistemarsi” la vidi guardarmi e poi scuotere la testa “Forse sono io che non vogliono che si sistemino” mi guardò negli occhi. Baciarla, ecco cosa volevo fare. Baciarla dirle che l’amavo. Ma non era il caso, le avrei creato più confusione “Allora se la metti così, fai quello che ti senti di fare” poi cercare di alleggerire il discorso, cercai di distrarla, di puntare su altro. Ma dentro di me, sentivo come se qualcosa,per una volta,  girasse a mio favore.

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Allison’s Pov

Ero stanca ed ero anche affamata. In più non vedevo l’ora di fare una doccia.  “Allison, mangia pure qualcosa, è rimasto un po’ di roba da mangiare dal pranzo” la mamma di Daniel era così dolce con me, anche perché ero la sua figlioccia “Oddio, grazie Sidney. Sto morendo di fame” dissi, mentre Dan mi passava un piattino con su un pezzo di pasta al forno.  “E non farti problemi se vuoi fare una doccia, ha qui un po’ di vestiti ancora, oppure Dan ti presterà una maglia e dei pantaloni” continuò, mentre io avevo iniziato a mangiucchiare, mentre Dan mi guardava sorridendo dal banco della cucina. “Quanta fame” lo guardai storto “Tu mangi sempre come un animale. Ogni tanto anche io mi lascio andare”  dopo aver riposto il piatto nel lavandino andammo in camera, aspettai che mi desse qualcosa con cui cambiarmi, e afferrai una maglia enorme e un paio di boxer suoi. Anche se avevo qualche cambio li, indossavo sempre roba sua perché ero più comoda “Bene io vado sotto la doccia” dissi, dirigendomi in bagno. Mi chiusi dentro, e inizia a far scorrere l’acqua calda. Anche se non faceva freddo. Quando uscì dal bagno, con i capelli ancora umidi guardai Dan sul letto “Dimenticavo quanto fosse buono il tuo bagnoschiuma. Ora capisco cosa piace tanto alle ragazze” affermai, mentre mi sdraiavo di fianco a lui  “Hai scoperto il mio segreto. Ora dovrò ucciderti.” Mi disse ridendo, per poi tornare a dare attenzione alla sua rivista. E la tiro giù sul letto “a te  James ha scritto qualcosa’” dissi, tenendo un po’ bassa la voce, sapendo che Jason era in casa e poteva sentire. Mosse la testa in un gesto negativo. “Oggi era un po’ restio dal dirmi qualche cosa, sai Jason è mio fratello.” Annuì, e si non era molto una posizione favorevole la sua. Sospirai, girandomi pancia in giù. Vidi Dan seguire con la coda dell’occhio la maglietta che si era tirata su, lasciando scoperti i boxer. “Ma oggi hai una fissazione per il mio di dietro?” dissi ridendo “Può darsi” mi rispose sghignazzando “Comunque gli ho detto che anche lui è come un fratello, che non deve farsi problemi a dirmi le cose.” “Beh, lo sai che io ho sempre tifato per James. Jason non è fatto per Callie. Era troppo uno sbruffone, in più si credeva chissà chi, solo perché era più grande di noi di due anni.” “Ma come, i ragazzi più grandi ti sembrano sbruffoni? Non la pensavi così di solito” gli tirai uno schiaffo sul braccio “Ehi, calma ahaha ho solo detto la verità” “non è divertente Dan” dissi seccata. “Pensa l’infarto che prenderebbe tuo fratello a sapere che sei stata con uno dei suoi migliori amici” “E’ stata una sbandata.” Affermai ancor più seccata. Lui la prendeva sul ridere, ma sapeva che cosa avevo passato a causa di Jack. “Beh, pensa cosa potrebbe farti se scoprisse che sei tu ad avermi iniziato all’arte dei baci” sbiancò, non che Chris, mio fratello, fosse cattivo, anzi, ma era molto protettivo, lui non voleva mai sapere niente della mia vita sentimentale. Per lui ero la sua dolce sorellina. “Avevamo tredici anni” mi disse, poi si soffermò a guardarmi, non mi sentivo in imbarazzo ma non capivo cosa volesse fare. Poi chiuse la rivista, la lasciò cadere a terra e si girò e mi portò verso di lui, appoggiando una mano sul mio fianco. “Dan che diavolo fai?” “Quello che un ragazzo dovrebbe fare con una ragazza” mi disse malizioso, e poi mi baciò. Mi vennero i brividi, il mio corpo ebbe una scossa. Assaggiai le sue labbra, morbide, lente e al sapore agrodolce. Mi strinsi a lui, portando una mano tra i suoi capelli, mentre approfondavamo il bacio. E quando le nostre lingue entrarono in contatto il mio cervello si scollegò. Sentivo il suo profumo, i suoi muscoli sotto la mia mano e il suo sapore. Mosse la sua mano, con lentezza dal mio fianco a poco sotto il mio seno. Decisi di capovolgere la situazione, ci staccammo un attimo il tempo di respirare, e il tempo per farlo finire sotto di me, e mettermi a cavalcioni. Ripresi a baciarlo, stringendogli i capelli tra le mie mani, mentre le sue mani, dio le sue mani, mi accarezzavano la schiena, le gambe e a volte mi sfiorava anche il sedere. Baciava da dio. Avevo un ricordo sbiadito del bacio, ma tredici anni si era troppo piccoli. Ma in quei quattro anni Dan aveva fatto molta pratica. “Dan” sussurrai, doveva essere un cazzo di segnale per allontanarlo. Invece mi era uscita una voce roca. La sua mano si spostò sul davanti restando ferma sul ventre. Strinsi di più i capelli, e me lo strinsi addosso, facendo scontrare i nostri corpi. Dan poi si spostò sul collo, iniziando a lasciarmi dei baci, mi scapo un ansito, mordeva e leccava, e poi mordeva. Non riuscivo a connettere, i suoi capelli, i suoi baci, le sue carezze. Poi tornò a baciarmi. Sembrava che in tutto quel tempo lui non avesse bisogno di ossigeno. Anzi, io ne avevo più bisogno, mi sembrò di sentire un campanello in lontananza, ma non ci feci caso. Mi allontanai dalle sue labbra scendendo sul collo, appena sfiorai la pelle sotto l’orecchio, lo sentì irrigidirsi, e stringere le mani sui miei fianchi. E sentì una presenza molto pronunciata tra noi. Rilasciò un gemito, e sorrisi sul suo collo. Mi staccai un attimo, lui aveva le labbra gonfie e gli occhi scuri, i capelli spettinati. Stava per parlare quando sentimmo Jason alzare la voce dall’entrata. Lo guardai un attimo, poi tirai fuori entrambi dall’imbarazzo alzandomi, e dirigendomi verso la porta. Mi raggiunse qualche secondo dopo, mentre cercava di ricomporsi. Aprì la porta e mi affacciai sulle scale per vedere che stava succedendo, feci in tempo a vedere Jason uscire e sbattere la porta. Mentre io guardavo le altre due figure presenti. Dan mi raggiunse, e mi superò scendendo le scale. Si posizionò davanti alla ragazza “Cosa diavoli ci fai in casa mia, Jessica?” e il tono non ammetteva repliche.

 

Note d'autrice

Lo so, lo so, lo so. Sono imperdonabile. Sono stata presa veramente tanto, tra maturità, il lavoro e il test per l’università, che ho passato (yuppie). Sono riuscita però ad aggiornare. Per il terzo capitolo, in revisione, sono quasi a metà, è un lavoro molto lungo. Comunque ringrazio chi l’ha aggiunta tra le preferite e le seguite.

Ricordate recensite, recensite e recensite! Ditemi cosa vorreste vedere, cosa vorreste sapere. Tutto quello che pensate!

Un bacio! Alla prossima!

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***


Capitolo 3
 
Daniel’s Pov

In quel momento stavo provando mille emozioni, ero incazzato perché avevo in casa mia quella ragazza, ma una parte di me era ancora in camera con Allison. Decisi però che la mia attenzione doveva essere rivolta ad un’altra ragazza, precisamente a quella che negli ultimi giorni stava causando solo problemi. Ero infastidito dalla sua presenza, Jessica non mi era mai piaciuta, era una serpe, una delle ragazze peggiori che si potessero incontrare, era una falsa. “Ti ho fatto una domanda Jessica, cosa ci fai in casa mia.” Lei mi guardò, sorridendomi falsamente “Niente, sono venuta a trovare Jason, infondo siamo amici, no?” Era uno sguardo da sfida, e mi faceva venire il nervoso, perché non sapevo cosa fosse successo. “E tu Cristin, cosa ci fai qui?” solo quando Allison pose la domanda mi accorsi della ragazza presente, rimasta accanto alla porta fino adesso. Cristin era una compagna di squadra di Allison, si conoscevano dalla prima. Tra di loro c’era sempre stato uno strano legame, del quale però Allison non aveva  mai voluto parlarmene “Eravamo insieme, poi ha visto ed è voluta venire qua.” Rispose, calcando sul verbo e guardando Allison “Il punto ora è dove è mio fratello” dissi, tornando a Jessica “E’ Da Callie, lei è qui perché l’ha avvertito su cosa ha visto, dico bene?” guardai Allison, quasi stupito, “Complimenti Allison, molto intelligente. Immagino che visto con la foga con cui sia uscito, penso che ormai sia già davanti a casa sua.” Allison iniziò a scendere le scale, raggiungendola Jessica la guardò con un’altra dei suoi sorrisi, stavolta più ironico. Scesi le scale anche io, cercando di raggiungere Allison. Ero ormai quasi vicino a lei, ma fu abbastanza veloce Allison che nonostante i miei riflessi, l’aveva già sbattuta contro il muro. “Ascoltami bene Jessica, augurati che Jason non abbia fatto cazzate, altrimenti ti giuro che questa volta non la passi liscia” Mi avvicinai “Lascia stare. Non perdere tempo.” Dissi e le misi una mano sulle spalle per allontanarla. Jessica era rimasta zitta, la guardava quasi spaventata. Notai che le spalle di Allison si fossero rilassate, “Penso che tu debba uscire da questa casa, ora Jessica. ” dissi guardandola, non annuì nemmeno, non ci saluto, prese ed uscì di casa, seguita da Cristin. “Ormai, il casino l’ha fatto, ora dobbiamo solo decidere cosa fare. O aspettiamo che Jason ritorni, o andiamo da Callie per fermare l’inevitabile.” Ma sapevo già quale fosse la risposta, quando la guardai negli occhi. Poco dopo l’uscita delle due ragazze, afferrai la giacca e le chiavi della macchina ed uscimmo diretti verso casa di Callie.
 
Callie’s Pov

Stavamo tornando a casa a piedi, James aveva deciso di riaccompagnarmi, per non farmi tornare da sola, anche se casa mia era a pochi passi da casa mia. Era stato un pomeriggio tranquillo, avevamo chiarito, avevamo riso e mi sembrava di essere tornata prima di tutta questa faccenda, con la differenza che a volte mi soffermavo a guardarlo. Quando rideva, quando si spostava i capelli, era bello James. E dopo che lo avevo ascoltato sapevo che era anche mio. Ed ero egoista, perché io avevo un ragazzo, un ragazzo che diceva di amarmi. Eppure.. i miei pensieri furono interrotti quando ci trovammo a pochi passi da casa. “Allora grazie James, della giornata e di tutto. Sono contenta di essere riuscita a chiarire” dissi abbassando lo sguardo, “Callie, non ringraziarmi, abbiamo risolto. Ti voglio bene Callie.” disse, poi mi abbracciò, e io sentì il mio cuore a mille, ricambiai la stretta. L’atmosfera però venne rotta d un applauso, sentì James irrigidirsi e poi mi allontanò mi girai a guardare il punto da cui proveniva il rumore. Strabuzzai gli occhi, e la tranquillità che avevo prima passò quando guardai Jason negli occhi. “Ma che romantici.” Disse, aveva solo una maglietta a maniche corte e i pantaloni della tuta. Era scuro in volto, “E così avevi da fare eh. Con lui immagino.” Cercai di aprire bocca, ma non sapevo cosa dirgli, come potevo difendermi, aveva ragione lui. “Sai quando Jessica mi ha detto che vi aveva visto insieme non volevo crederci, ma poi.. qualcosa mi ha detto che era vero. Ed eccomi qui.” “Jas.. aspetta, posso spiegarti” dissi con tono dolce, allontanandomi da James e avvicinandomi a lui. “Lo so, ho sbagliato a non dirtelo, ma non volevo litigare con te. Siamo solo andati  mangiare un toast insieme, e abbiamo parlato per chiarire. Lo dicevi anche tu che ero nervosa. Adesso va tutto bene.” Dissi, guardandolo negli occhi, era arrabbiato, ma sembrava che quella frase lo stesse un po’ calmando. Ma solo un po’. “E con me? Con me quando avresti risolto? Hai deciso di scegliere lui al mio posto. Di risolvere con lui. Anche noi avevamo litigato.” Mi disse avvicinandosi e afferrandomi un braccio. La presa era forte e faceva male, ma cercavo di non farglielo capire. “Jas, stai tranquillo, ho insistito io. Lei non c’entra” avevo sentito James parlare e lo sguardo di Jason indurirsi. Spostò lo sguardo su di lui, tenendomi sempre il braccio. “Sto parlando con la MIA ragazza” disse sottolineando, il mia. “Tu dovresti pensare a calmare quella che ti sei scopato se continua a intromettersi in tutto.” Disse sprezzante, lasciandomi il braccio e avvicinandosi a James. Mi mossi immediatamente mettendomi in mezzo “Amore, guardami, lui non c’entra, dobbiamo risolvere noi”  “Ora vuoi risolverla Callie? Che ne sai, magari sono io che non ho voglia adesso, magari ho da fare.” Era un tono cattivo il suo, e il suo sguardo altrettanto. La verità era che non volevo che toccasse James, che non se la prendesse con lui. “Jas” dissi, sussurrandolo e mettendogli una mano sul petto, sentivo gli occhi bruciare. Mi guardò e per un attimo rividi la tranquillità nel suo sguardo. “Hai ragione.. dobbiamo prima risolverla tra di noi.” Disse, quasi sconfitto, si allontanò poco da noi, e io rilasciai un sospiro di sollievo. Con la coda dell’occhio vidi James rilassarsi, almeno, per ora, Jason non se la sarebbe presa con lui. “Possiamo entrare ora?” mi guardò negli occhi, e lessi la supplica, la tristezza come se fosse consapevole di qualcosa che  neanche io capivo. Annui debolmente, e lui si mosse verso la porta di casa, io mi girai a guardare James, rimasto in silenzio. Lo guardai dispiaciuta, e lui alzò le spalle e  dopo averlo guardato di nuovo, mi allontanai seguendo Jason.
Appena entrati, mi resi conto che la luce era accesa e che anche la tv andava, segno che qualcuno fosse in casa. Perciò chiunque ci fosse, o mamma o papà, aveva sentito le urla. Varcata la porta della cucina, trovi mia mamma che stava asciugando gli ultimi piatti, guardando fuori dalla finestra che dava sulla casa dei vicini. “Ciao mamma” “Ciao cara. Jason” vidi che la tavola non era ancora apparecchiata, nel frattempo Jason era andato in bagno. “Si ferma a mangiare?” mi domandò mia madre, guardandomi. Annuì, mentre iniziavo ad apparecchiare. Mi sentivo osservata come se mia madre stesse seguendo ogni mia mossa. Mi girai a guardarla, lei aveva ascoltato, o per lo meno aveva sentito qualcosa. “Sei troppo buona Callie.. è questo che ti frega” mi disse semplicemente, tornando poi ai fornelli, dove notai solo ora che c’era una pentola e dell’acqua che bolliva. “Mamma” “Posso aiutarvi’” mi interruppe Jason, era sempre stato gentile ed educato, e aiutava sempre, ma ora mi dava fastidio, avercelo in casa  mi dava fastidio. “Si, aiutala ad finire di apparecchiare.” Poi suonò il campanello. Non una ma due, tre, un continuo di suoni. “Ma chi è che può suonare così?” domandò mia mamma abbastanza infastidita. “Non saprei” mi mossi verso la porta “Callie!  APRI PORCA MISERIA!” Allison. Aprì la porta e la guardai, lei e Dan, di fronte a me. “Cosa diavolo stai facendo. Sei impazzita?” lei mi guardò, scrutandomi, “Stai bene.. sta bene” disse girandosi verso Dan. “Sta bene” affermò lui. “Lui è qui?” mi domandò Al, spostandomi ed entrando, seguita da Dan che mi guardò. “Si, è in cucina, con MIA MAMMA” sottolineai, guardandoli. Allison, ovviamente, era già in cucina “Ciao Candice, tutto bene?”, io mentre sentivo la mia amica parlare con mia madre, guardai Dan. “Cosa ci fate qui?” “Jessica è venuta da noi oggi. Ha detto a Jason che tu eri con James. Lui è corso fuori, incazzato. E noi beh siamo venuti qua, per sapere se andava tutto bene.” Lo guardai sempre più sbigottita, “Jessica? cosa diav..” poi mi ricordai della frase detta da Jason, e  capì. “Ma come si permette..” sussurrai. “Mi sembra che tutto vada bene, perciò io e Allison possiamo anche tornare a casa.” Io annuì, e raggiungemmo gli altri in cucina “Sera signora Grent” “Dan, quante volte ti ho detto di chiamarmi Candice” rispose mia madre, sorridendogli. “Hai ragione Candice, forse è meglio che andiamo eravamo passati per un saluto” disse Dan, fissando Jason. “Va bene ragazzi, quando volete, sapete che siete sempre i benvenuti” li riaccompagnai alla porta, prima di uscire Allison mi disse di farmi sentire poi dopo.
Aspettammo l’arrivo di mio padre per mangiare, non ci furono altre interruzioni fino alla fine della cena. Dopo aver aiutato mia madre a sparecchiare, io e Jason ci spostammo in stanza. Chiusi la porta , poi mi trovai con la schiena contro e il corpo di Jason addosso. “Jas..aspetta.. cosa fai” ma Jason non mi ascoltava, si era spostato a baciarmi il collo, mi dava i brividi, ma non era piacere, era dal fastidio, dal nervoso. Prima voleva chiarire, e questo per lui era chiarire. Eppure, per un attimo mi sentì in colpa. Perché mi sentivo così in presenza del mio ragazzo, perché l’idea di baciarlo mi disturbava, in più sarebbe stata a seconda volta che lo rifiutavo. Mi sforzai di farmelo piacere, mossi le mani tra i capelli, glieli strinsi, e lui tornò a baciarmi, cercai di ricambiarlo, di sforzarmi. Lui mi sollevò, portandosi le mie gambe intorno ai fianchi, per poi portarmi verso il letto. Mi fece stendere, lentamente, continuando a baciarmi. Poi qualcosa scattò nella mia testa, forse fu la mano di Jason che passò sotto la mia maglietta, la sua bocca che scendeva sul mio collo e poi sempre più giù. Lo fermai, cercai di spingerlo via, lo sentì resistere, “Jas, no, staccati. Non voglio. Dobbiamo parlare” si staccò sbuffando, e io mi alzai dal letto, mettendo una distanza “Di cosa? Cosa vuoi chiarire Callie? Tu hai sbagliato a nascondermi che sei uscita con lui oggi pomeriggio. Ti sto perdonando, non voglio pensare ad altro che a noi ora.” Mi disse, mentre si passava una mano sulla faccia “Jas, io voglio parlare, per farti capire che se non ti ho detto niente era per evitare questo! O  che tu potessi pensare chissà cosa!” affermai guardandolo, la mia sicurezza stava iniziando  cedere, iniziavo a provare un po’ di sensi di colpa, su come stavo reagendo e sui miei stessi pensieri. “E secondo te, cosa posso pensare eh? Mi menti, mi dici che avevi da fare, e poi mi dicono che eri con lui. Dimmi Callie! Cosa posso pensare.” Si era alzato e si era avvicinato, come una furia, e io avevo arretrato. Lui stava soffrendo, lo sta facendo stare male. “Jas..solo fidati di me.. per favore” “Tu.. tu non capisci. Io posso fidarmi di te, ma di lui? Lui è innamorato di te.” Rimasi con la bocca aperta, James innamorato.. di me.. “Jas.. cosa stai dicendo? Non è vero” “Dio Callie, come fai a non capirlo!” alzò la voce, avvicinandosi “Ti ha sempre amato. Sempre. Lo vuoi sapere cosa ha fatto quando  è stato con lei? Lo sai? Ha ripetuto il tuo nome tutta la notte! mentre se la scopava lui immaginava te!” sentì gli occhi bruciare, cercai di allontanarmi, ma lui mi afferrò il braccio “Non scappare. Non ora. Cos’è lui non ti ha detto questo particolare?!” “Jas, lasciami, mi fai male..” la stretta era forte, non riuscivo ad allontanarlo. “Hai idea di quanto tu mi stia facendo male Callie? Pensi che non l’abbia capito?! Pensi che sia così cieco da non accorgermi che anche tu lo ami? O che se non lo ami comunque provi qualcosa per lui” Iniziai a muovere la testa, negando le sue parole “Smettila Jason. Finiscila di dire cavolate. Tu non sai niente. Io avrò sbagliato a non dirti che avrei visto James, ma ora stai esagerando.” Non volevo urlare, non volevo agitarmi e agitare lui, volevo che se ne andasse, che mi lasciasse sola.  “Callie” “No Jas, niente Callie, io.. ho bisogno di dormire, e ne hai bisogno anche tu. Domani saremo più lucidi, e potremo parlarne meglio, ma non stasera. Non ora che siamo entrambi agitati e potremmo dire qualcosa che non pensiamo veramente.” Lo vidi vacillare mentre io cercavo di restare fredda, impassibile, mi diresse verso la porta, spalancandola, aspettando che uscisse. Non lo accompagnai all’uscita, lo guardai solo allontanarsi, senza neanche un saluto o uno sguardo. Quando sentì la porta di casa sbattere, chiusi quella di camera mia, e mi lasciai andare ad un pianto appoggiandomi ad essa. Tutta la stanchezza di quel giorno mi scivolò addosso. Piansi per me, per la situazione creata con James, per la mia confusione e i miei dubbi. Ma piansi soprattutto per Jason, perché lui stava pagando per una situazione che avevo creato io, e che rischiava di rovinare la nostra relazione.
 
Mi rigirai tra le lenzuola, mentre la sveglia continuava a suonare, allungai il braccio spegnendola. Avevo un forte mal di testa, notai che il cuscino fosse bagnato, a causa delle lacrime che avevo versato la sera prima. Mi alzai, dirigendomi in bagno, avevo bisogno di una doccia. Mi guardai allo specchio, il trucco colato, gli occhi rossi e gonfi. Decisi di muovermi in fretta, per evitare che mia mamma potesse vedermi, optai per la doccia, più veloce per darmi una svegliata. Afferrai il borsone e il telefono mettendomelo in tasca.  Quando scesi di sotto però non trovai nessuno, solo  un bicchiere di spremuta e alcuni biscotti, e un biglietto dei miei, in cui mi auguravano una buona giornata e  di ricordarmi il pranzo nel frigorifero.
Guardai l’orario ero ancora in tempo per prendere il bus, uscì e mi diressi verso la fermata. C’era un bel sole, caldo, e poco vento. Restai in piedi tutto il viaggio, poiché i posti erano tutti occupati, ma non mi costò, ero immersa nei miei pensieri, e mi chiedevo cosa poteva succedere, se Jason sarebbe venuto, mi avrebbe parlato? James? Lui che avrebbe fatto?  Quando arrivai davanti ai cancelli della scuola, mi guardai indecisa se cercare gli altri oppure dirigermi subito in classe. Guardai il telefono, rendendomi conto che effettivamente non lo guardavo dalla sera prima. Trovai tantissime notifiche, messaggi dal gruppo di cheerleader, della classe, due chiamate di Allison e dieci messaggi tutti suoi, un messaggio di Jason, e tre messaggi di James. Jason mi aveva mandato la buonanotte, e delle scuse. James mi chiedeva se era andato tutto bene, come mai non rispondevo e una buonanotte. I messaggi di Allison erano quasi più minacciosi, come mai non rispondevo alle chiamate, cosa era successo, tutti così. Guardai l’orario, accorgendomi che mancavano pochi minuti alle 8. Guardai verso i cancelli, non notai nessuno di loro. Poi vidi Jas, Allison e Dan arrivare dai parcheggi. Jason sviò verso i suoi amici, seguito da Daniel che raggiungeva un gruppo un po’ più in là. Mentre Allison venne verso di me. “Callie, potrei sapere dove hai tenuto il tuo cellulare finora? Ti avrò mandato un centinaio di messaggi” disse quando mi fu di fronte, “Scusai, ma non l’ho guardato da ieri” “Ti va di entrare così mi racconti un attimo cosa è successo?” mi domandò Al, annuì, ma prima di andarmene guardai un’ultima volta il cancello, cercando James “Dan non l’ha sentito.” Allison aveva dato una risposta alla domanda che avevo in testa da quando avevo messo piede a scuola. Optammo per il corridoio più isolato della struttura, mentre le spiegai come si era conclusa ieri sera mantenni comunque un tono basso, per evitare che se fosse passato qualcuno non avrebbe potuto sentire o almeno capire di cosa stavamo parlando. “Quindi fondamentalmente neanche tu sai come si è conclusa. Insomma tu l’hai respinto, e lui se ne è andato. Poi non l’hai più sentito?” mi domandò, “Mi ha scritto un messaggio in cui diceva che gli dispiaceva. Ma l’ho visto stamattina, e non gli ho risposto. “Tu lo sai che mandando via James, è come se avessi scelto Jason, vero?” mi accigliai, e mi bloccai di colpo. “Io non ho scelto proprio nessuno, la situazione era pesante, non sapevo cosa Jason potesse fare. Così ho cercato di allontanarlo da James. Non ho scelto Jason.” Alzò lo sguardo, e mi fissò come se stesse metabolizzando tutto quello che le avevo detto. “Chi sceglierai, allora, Callie?” non riuscì a rispondere alla domanda, ma in cuor mio, forse, la risposta c’era.
Quando entrammo in classe Dan era già seduto al solito posto, ma il banco vicino al suo era ancora vuoto, e molto probabilmente lo sarebbe stato per l’intera giornata. la prima ora passò lenta, non avevo risposto ad Allison e sentivo il suo sguardo addosso, mi stava ancora cercando di leggere, la odiavo quando faceva così, perché sapevo che avrebbe trovato una risposta o sarebbe arrivata ad una conclusione prima di me, conclusione che poi io avrei confermato, come succedeva sempre. Al suono della campanella che dava inizio alla seconda ora la porta della classe si aprì. James entrò consegnando una giustifica del ritardo e prendendo posto accanto a Daniel. Non mi aveva neanche guardata.


James’s Pov

Si dice che la notte porti consiglio, a me invece non aveva portato niente. Se non un gran mal di testa e un bel ritardo. La sveglia non aveva suonato, mi ero vestito in fretta, e il viaggio era stato disastroso. In tutto questo avevo solo pensato a Callie, mi ero esporto troppo con lei, in più l’idea di non sapere cosa fosse successo tra lei e Jason mi stava mandando fuori di testa. Non mi aveva risposto al messaggio, e io non sapevo cosa pensare. Avrebbe voluto essere ancora mia amica? Aveva capito cosa provavo per lei? Aveva scelto lui? La risposta a quell’ultima domanda mi spaventava, se avesse scelto lui, cosa sarebbe successo a noi? Mi sentivo pure un imbecille a pensare queste cose. Non cera un noi, o almeno c’era, ma solo un noi legato al termine amicizia. Quando arrivai a scuola, tentennai, per un attimo pensai di saltare lezione, tornarmene a casa e non uscirci, ma ormai ero lì. In realtà non volevo affrontare Callie e la verità, avevo quasi timore. Per questo quando entrai in classe, non la guardai nemmeno, troppo spaventato di leggere nei suoi occhi una risposta. Mi accomodai di fianco a Dan, e iniziai a seguire lezione. O almeno cercai, ma non solo sentivo ogni tanto lo sguardo di Allison addosso, ma quello che mi pesava di più era quello di Callie, lo sentivo che mi guardava. e per un attimo fui sul punto di dirle di smetterla, di non guardarmi perché non aveva scelto me.
Alla pausa pranzo mi alzai subito, ed uscì, ma non ero stato abbastanza veloce, perché mi trovai Dan alle calcagna. “Jam, almeno aspetta me.” Io rallentai, “Come mai questo ritardo?” “Non era suonata la sveglia” lo vidi annuire, per poi guardare dritto di fronte a lui. “Vuoi parlarne?” arrestai il passo, fermandomi nel bel mezzo del corridoio. Volevo parlarne? Di cosa poi? Di come ero stato felice quel pomeriggio? Di come stare con Callie mi facesse stare così bene? O di come mi era crollato il mondo quando avevo visto lei entrare in casa con Jason. Si era fermato anche lui, ora eravamo due idioti fermi in mezzo al corridoio, mentre gli altri studenti ci passavano accanto “Non saprei cosa dirti” non aspettai un commento, mi allontanai continuando verso la mensa, che si stava iniziando a riempire. Dopo aver preso il mio vassoio, mi diressi al solito tavolo, quello che occupavamo con la squadra, che per ora ancora era in fila per prendere il pranzo. Fissai anche il tavolo delle cheerleader, Callie era già entrata e come al solito si era portata il pranzo da casa, era seduta al tavolo ma non stava toccando cibo. Era bellissima e semplice, come l’avevo sempre vista, non era cambiata dai primi tempi che l’avevo conosciuta, il fatto che fosse diventata una cheerleader non le aveva montato la testa. La vidi mentre si sistemava i capelli, in un gesto che faceva ogni volta che era nervosa. La visuale su di lei però mi fu coperta da un’altra figura “Ehi James! Come butta?” guardai Eric, giocatore della seconda linea difensiva, che si sedeva di fronte a me con il suo vassoio “Eric, tutto bene, te? Non ti ho visto a lezione” chiesi “No ho avuto un permesso, oggi ho fatto da guida turistica all’interno della scuola a mio cugino. A proposito lui è Bill.” Solo in quel momento mi accorsi del ragazzo silenzioso, che aveva preso posto accanto a lui. Si guardava in giro abbastanza spaesato e incuriosito “Ciao! Io sono James, da dove arrivi?” gli chiesi mentre gli stringevo la mano “Mi sono trasferito da San Francisco, e sono qua da qualche giorno, ma solo oggi sono riuscito a venire a scuola” “Cavolo però è un bel cambiamento, come mai questo trasferimento?” chiesi “Perché a mio padre è stato offerto un ottimo lavoro qui” mi rispose sorridendo. Dopo qualche minuto il tavolo venne occupato da altri ragazzi della squadra. Dan ci raggiunse qualche minuto più tardi, sedendosi accanto a me. Bill iniziò a conoscere gli altri, spiegando che al padre era stato offerto un ottimo lavoro come ingegnere, che nella sua vecchia scuola faceva football, e ricopriva il ruolo di ricevitore, “Dan, tu sei il quarterback giusto? Io volevo sapere se ecco ti serviva un  secondo ricevitore, sai tanto per tenermi un po’ in allenamento. Perché so che ormai le selezioni sono già state fatte.” “Dovrei prima vederti in azioni, ma un giocatore in più non fa mai male”. Durante tutta la conversazione io avevo tenuto sotto controllo non solo Callie, ma anche Jason, il quale era rimasto seduto ad un altro tavolo, senza mai avvicinarsi a lei. Mi sembrava molto strano, oppure c’era qualcosa che non capivo. Oppure.. forse, lei non aveva scelto lui. Il mio cuore, per un attimo, perse un battito. Immaginarmi Callie che sceglieva me, che baciava me, che faceva l’amore con me, mi faceva sentire una femminuccia. Dovevo smetterla con questi pensieri.
Finito il pranzo, ci dirigemmo in aula per l’ultima lezione prima degli allenamenti. Bill ci seguì, essendo del nostro anno, sarebbe stato nel nostro stesso corso. “Mi dispiace che tu debba iniziare la scuola con scienze, ma purtroppo mi sa che ti tocca” affermai, mentre entravamo in classe. Le ragazze erano già dentro, stavolta non riuscì a non guardarla. Così mentre prendevo posto la fissai dritta negli occhi, venendo ricambiato. Nei suoi occhi leggevo mille dubbi, incertezze. E poi le sorrisi, per un attimo mi sembrò che si fosse rilassata. “Ragazze, lui è Bill, è il cugino di Erik, è un nuovo arrivato.” Lo presentò Dan, facendolo sedere nel banco di fronte ad Allison “Piacere Bill, io sono Allison, spero che ti troverai bene qui e per qualsiasi cosa chiedi” disse sorridendogli, aveva usato un tono abbastanza malizioso che aveva reso Bill abbastanza imbarazzato visto che aveva ringraziato velocemente. “Forza tutti a sedere. Siamo già in ritardo con la lezione.” “E ti pareva che non lasciava neanche respirare” sussurrò sottovoce Allison “Si signorina Preston? Qualcosa da dire” “Effettivamente si, abbiamo un nuovo compagno signorina Reth, non se ne è accorta?” disse Allison con un tono di sfida “Giusto, lei è il nuovo studente” “Si sono Bill Johnson” “Molto bene, non pensi che perché sia l’ultimo arrivato possa prendere la mia lezione sottogamba. Verrà trattato come gli altri.” “Che caloroso benvenuto” rispose, abbassa voce, ma abbastanza da farci sentire. Allison si lasciò scappare un risolino, come d’altronde alcuni ragazzi poco più in là. Non mi sfuggì però lo sguardo di Dan

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Allison’s Pov

Quell’ora sembrava interminabile, ma poco prima della fine della lezione, il rappresentante di istituto bussò alla porta, interrompendo la vipera e permettendoci di rilassarci. Lasciò sulla cattedra il volantino per la festa di Halloween, che come ogni anno si sarebbe tenuto in una discoteca, con un prive, ma senza gli studenti del primo e del secondo anno, che sarebbero però potuti venire alla cena. Ovviamente bisognava presentarsi rigorosamente mascherati. Sbuffai perché in effetti non aveva preso molti minuti alla professoressa, e quindi quella aveva ripreso la sua lezione, non più molto silenziosa, perché molti bisbigliavano già sulla festa che si sarebbe tenuta fra poche settimane. Poi suonò la campana, mettendo fine a quel supplizio, mi stiracchiai dal posto, per poi spostare il mio sguardo su Dan che proprio in quel momento si era alzato e, nel compiere il mio stesso gesto, aveva sollevato la maglietta mostrando un po’ del suo fisico. Ripensare a quel fisico, e alle mie mani che neanche qualche ora prima lo stavano accarezzando mi fece seccare le labbra su cui passai la lingua per inumidirle. Quel gesto però non passò inosservato Dan mi stava guardando, e nei suoi occhi lessi quello che avevo letto ieri sera dopo il bacio, eccitazione. “Vedi Bill, come benvenuto potrai venire alla festa di Halloween” affermò James, quasi entusiasta. Da quando era arrivato non aveva mai rivolto una parola a Callie, anzi se non fosse stato per lo sguardo che le aveva lanciato all’inizio di questa lezione lei sarebbe stata depressa e in crisi per tutta la giornata. “Sarà la solita festa, con gente che vomita e ormoni a mille” affermò Dan mentre raccoglieva l sua roba. “Ma dai, non sono così male” “Disse quello che l’anno scorso ha vomitato pure l’anima” affermai, mentre guardavo James, che imbarazzato si grattava la testa “è stata una congestione okay?!” disse sempre più rosso, mentre ci seguiva verso l’uscita “Dillo alla ragazza a cui hai vomitato sul vestito” Bill scoppiò a ridere a quella rivelazione. James si infurio di più facendoci ridere tutti, persino Callie si lasciò andare ad un sorriso “Oggi vi allenate all’aperto?” non mi accorsi di quanto Dan si fosse avvicinato, lo guardai. “Si penso di sì, perché?” chiesi mentre raggiungevamo il portone che avrebbe portato al campo “Così potrò fissarti deliberatamente il tuo fondoschiena” me l’aveva sussurrato all’orecchio, mi ero bloccata con la mano sulla maniglia, rimanendo ferma i flashback del bacio tornarono di botto. Era stato solo un bacio, impulsivo maledizione, un solo bacio non poteva farmi sto effetto. Riuscì solo a fargli un sorriso, appena entrai in contatto con l’aria mi sentì più libera. “Ragazzi io vi saluto, che vado a casa a finire di sistemare. A domani!” Salutammo Bill e poi ci separammo, ognuno diretto nel propri spogliatoio.
Nello spogliatoio delle cheerleader c’era un bel po’ di casino, le ragazze ridevano e parlavano, l’argomento? Il ballo. Alzai gli occhi al cielo e mi accomodai sulla panchina per cambiarmi, non eravamo molte ma quelle poche che c’erano urlavano come se fosse stato il gruppo completo. “come mai non ci sono le altre?” “Staranno arrivando, so che un professore ha dato di matto e ha tenuto gli alunni in classe più del dovuto” neanche a dirlo, alcune ragazze entrarono proprio in quel momento “Quel rincoglionito. Cosa pensava di fare rinchiudendoci in classe. Ci ha sequestrato” “Non farla cosi esagerata dai.. ha solo sbroccato” aveva affermato Cristin. “Bene, quando sarete tutte pronte e al completo, mi raggiungerete fuori. E non fatemi aspettare, sapete quanto odio i ritardatari” dissi alzandomi, e sistemandomi meglio la divisa, aspettai Callie, ormai pronta, e poi mi lasciai lo spogliatoio alle spalle. “Sembra che anche la squadra di Dan abbia dei ritardatari” annuì mentre con lo sguardo guardavo l’altra metà del campo, mezza vuota “Non capisco perché ci fanno allenare all’aperto” “Beh All, fino a quando è caldo ci siamo sempre esercitati fuori” mi rispose Callie. “Mmh, ma non fa più tanto caldo.” “No okay, però alla fine quando dobbiamo essere presenti alle partite siamo all’aperto. Quindi è meglio se ci alleniamo all’esterno” “Tu stai bene?” dissi guardandola, ma lei annuì, semplicemente “Capo, ecco qua le casse come promesso” “Deb quante volte ti ho detto di chiamarmi solo Allison, e non capo.. grazie delle casse, puoi andarmi a chiamare il resto delle squadra?!” affermai, mentre collegavo le casse al telefono, facendo partire la musica casuale. “Forza, su. Muovetevi. Altrimenti vi faccio recuperare i minuti che perdete tenendovi qua!”
“Forza! Cristin più forza in quelle braccia! Gordon e Kart non dovete essere rigidi, rischiate di farvi più male!” era da una mezz’oretta che continuavo ad urlare e ripetere le stesse cose. Non era concentrata la squadra. Sembrava presa da altri pensieri “Callie, ferma la musica! Cosa avete intenzione di fare? Vi sembra il modo di allenarvi? Ditelo subito, avete intenzione di fare cosi per il resto dell’anno? Vi siete visti? Siete disattenti, sembrate su un altro pianeta. Gordon e Kart sembra che non abbiate mai fatto quelle mosse, sembrate quasi preoccupati di non riuscire ad afferrarla al volo. Voi quattro” affermai guardando quattro ragazze “Dovreste essere quelle più attente, invece continuate ad inciampare nei vostri stessi piedi. Parliamoci chiaro. se siete troppo distratti dal ballo o da altro ditelo subito e vi mando a casa. Ma sappiate che se avete davvero intenzione di comportarvi così io ci metto un attimo a trovarmi una squadra più pronta e attenta.” “Non serve trovarti un’altra squadra, adesso cercheremo di stare più attente.” Mi rispose una delle quattro ragazze che avevo ripreso. “Si, e io e Kart cercheremo di essere meno rigidi.” Mi rispose Gordon. “Bene, voi altre? Pensate di poter continuare?” chiesi al resto della squadra che in silenzio annuì. “Bene, ora riprendiamo da capo. E non voglio vedere distrazioni.”
 
Daniel’s Pov

“Sembra che la squadra di Allison oggi non voglia collaborare” mi disse Erik, spostai lo sguardo sull’altro lato del campo, aveva fatto stoppare la musica e ora lei stava davanti al gruppo. Guardai la mia squadra che stava finendo il riscaldamento. Osservai James, concentrato nei suoi addominali, poi spostai lo sguardo sul resto della squadra. Jason non era ancora arrivato, e sinceramente non sapevo neanche se sarebbe venuto. “Dovrei ringraziare il preside per aver premesso alle cheerleader di fare allenamento in campo. Almeno abbiamo una bella vista” sentì dire da un ragazzo della squadra. “Si è vero. Quanto è sexy la Preston?” “Voi due. Avete intenzione di continuare per molto?” dissi, girandomi a guardare i due, concentrandomi maggiormente su Logan, che aveva fatto quel commento su Allison. Sapevo che Allison attirava le attenzioni dei ragazzi, ma sentire quel commento mi aveva dato fastidio “E dai capitano! Non puoi dire che non è vero. Anzi mi chiedo come fai tu che sei sempre con lei a resistere.” Disse ridendo, “Vedi di pensare all’allenamento e non chiederti altro” “Capitano, io stavo solo scherzando. E poi sono cose che pensiamo tutti” “Allora, penso che dovreste tutti concentrarvi sugli allenamenti, visto che non mi sembrate tutti in forma. Bene, finiamo con il riscaldamento. iniziamo con il gioco vero.” ribollivo di rabbia, quei commenti.. e l’idea che altri della mia squadra pensavano le stesse cose mi faceva imbestialire. Non aveva detto niente, aveva solo detto che era sexy. E dannazione se lo era. Con quella divisa e quelle gambe. E mentre si arrabbiava era ancor più sexy. Maledizione… non potevo continuare con questi pensieri. Dovevo smetterla di pensarla o ne sarei uscito matto.
L’allenamento mi era servito, avevo scaricato la tensione. Eravamo tornati nei nostri spogliatoi, ed ero passato davanti ad Allison, l’avevo guardata, giusto un attimo, e poi avevo distolto lo sguardo. Jason non si era fatto vedere agli allenamenti, ma realizzai solo in quel momento che molto probabilmente mi aveva anche scritto un messaggio. Messaggio che trovai sul mio telefono, dove c’era scritto che aveva preferito andare a casa, ma che mi aveva lasciato la macchina con le chiavi nel cruscotto.
“James, vuoi un passaggio?” “Se non ti scoccia, lo accetto volentieri” annuì, afferrai il borsone, e mi diressi verso l’uscita dello spogliatoio, aspettando fuori James. Di fronte alla porta trovai Allison “Non sapevo se aspettarti o meno. Vieni con me e Callie in bus?” mi chiese “Ho la macchina, vi porto a casa  io. Dobbiamo solo aspettare James. È un problema?” dissi, mentre la guardavo, si sistemo la coda “Non penso, se non lo è per te” “Jason mi ha lasciato la macchina, lui non è venuto agli allenamenti” semplicemente annuì. E poi cadde il silenzio, prima arrivò Callie, poi, finalmente, ci raggiunse James “Possiamo andare allora” ci dirigemmo verso il parcheggio, c’era tensione tra tutti e quattro. Callie camminava con il viso basso, stringendo il borsone. James poco dietro di lei, mentre Allison camminava affianco a me.
“Grazie Dan del passaggio, ci vediamo domani. Ciao Allison, ciao Callie” mi sembrava che sull’ultimo nome avesse temporeggiato un po’. In effetti non avevano ancora parlato, non si erano nemmeno rivolti la parola in quella giornata. “Callie questa è la tua fermata.” “Grazie Dan. Al ci sentiamo dopo.”
“Ho visto che oggi hai ripreso la tua squadra” dissi per spezzare la tensione “Si, erano distratti. E non erano concentrati, mi davano il nervoso. Però dopo che li ho ripresi hanno dato il meglio” disse con uno sguardo compiaciuto “Beh hai fatto bene, anche io riprendo i miei quando si distraggono, e devo dire che da quando ci siete voi ad esercitarvi in campo succede spesso” dissi, guardandola con la coda dell’occhio “Beh, a volte anche i tuoi sono un motivo per distrarre le mie ragazze” “Beh si devo dire che siamo molto affascinanti” il discorso finì lì.
“Accosta un attimo Dan.” la guardai confuso, mancavano pochi isolati “Perché?” “Accosta e basta no?!” disse quasi isterica. “Va bene” misi fuori la freccia, e accostai. ”Cosa c’è? Hai perso qualcos..” ma non riuscì a parlare perché Allison mi bacio. Un bacio prima a stampo, e poco dopo sentì la sua lingua. Ricambiai il bacio, portando la mano dietro la sua testa, con una mano le accarezzavo il collo, mentre con l’altra spingevo la sua testa verso di me. Si sollevò di poco, e l’aiutai a passare sopra il freno a mano. Si posizionò a cavalcioni su di me, senza staccarsi. Continuava a baciarmi, mentre sentivo le sue mani sulle spalle e sul petto. Poi si staccò. Il respiro affannoso, le labbra gonfie e gli occhi lucidi. La guardavo ed era bellissima, avevo il fiatone anche io. Si sistemò in fretta sul sedile, mentre io restai immobile sul sedile. Presi un respiro profondo e la guardai “Perché?” “Non lo so okay. È stato un momento. Una voglia che ho da tutto il giorno e ho dovuto togliermela. Possiamo andare ora?” “Una voglia? Da tutto il giorno?” dissi, “Si e allora?” mi disse guardandomi nervosa “Sapevo che non dovevo cedere, maledizione” “Va bene, andiamo a casa.” Dissi rimettendo la macchina in moto “Una voglia.. almeno l’hai fatto tu” dissi, con un sorrisino. “Perché avresti voluto farlo tu?” “E’ tutto il giorno che ci penso. Ma almeno sei stata tu a cedere” dissi ridendo compiaciuto. “Maledizione. Sapevo che non dovevo. Perché non l’hai fatto tu?” “Perché io ho ceduto ieri” dissi, parcheggiando nel vialetto. Spensi la macchina. “Quando vuoi sono disponibile per soddisfare le tue voglie” “Dan sei un cretino” mi disse tirandomi uno schiaffo sulla spalla e scendendo dalla macchina. Io restai in auto, la guardai mentre correva in casa. Guardai il volante e sorrisi “Allora Allison anche tu mi desideri”.
 
 
Allison’s Pov

Ero un imbecille, avevo ceduto. Per un attimo, un semplice attimo mi ero lasciata andare. Desideravo assaggiare di nuovo le sue labbra, sentire quelle mani da uomo su di me. E l’avevo ottenute, ma poi avevo realizzato della cazzata che avevo fatto nell’esatto momento in cui mi ero trovata su di lui. Uscì dalla doccia, indossai il pigiama e raggiunsi i miei in cucina. “Allora, come è andata oggi?” “Bene, allenamenti un po’ pesanti. Sono tutti distratti dal solito ballo di Halloween.” “Sono adolescenti Allison, ti ricordo che un paio d’anni fa anche tu eri così” mi rispose mia madre “Beh okay, ma erano le prime volte!” dissi un po’ scocciata per essere stata paragonata a quel branco di imbecilli. “e allora non ci andare” “Mamma, sono il capo cheerleader, non posso non andarci. Almeno ci saranno Dan, James e Callie. Spero. Comunque mangiamo? Ho davvero fame” dissi, guardando cosa stava cucinando. “Non ti aspettare chissà che cosa, ho fatto del riso con gli avanzi di carne e verdure.” “Mmh, lo sai che mi piace!” dissi sedendomi a tavola.
Dopo cena, scrissi un messaggio a Callie, chiedendole se James o Jason si erano fatti sentire. Mi rispose che non aveva avuto notizie da nessuno dei due. E che sinceramente non sapeva se doveva essere lei a scrivere per prima ad entrambi. In effetti si era fatto un certo orario, e iniziare una conversazione a quest’ora non era l’ideale. È meglio che cerchi di affrontare il discorso domani, con più calma e da sveglia. Ora vado a letto. Notte Callie inviai il messaggio. Entrai in camera, misi il telefono in carica, mentre mi sistemavo sotto le coperto vibrò il cellulare. Avrei una certa voglia da soddisfare, ma per oggi ti lascio in pace. Un cretino, ecco cosa era il mio migliore amico, un cretino.
Spensi la sveglia, mi stiracchiai e scesi dal letto. Dopo essermi preparata e vestita, afferrai lo zaino e scesi di sotto. C’era la tv accesa, segno che mio padre non era ancora andato al lavoro, e si stava informando sulle ultime notizie “Ciao papà” dissi mentre iniziai a fare colazione “Oggi inizi più tardi?” “In teoria sono a casa oggi” “Wow, papà mi stupisci. Un giorno a casa?” dissi ridendo. Ti aspettiamo fuori “Io vado papà. Dan e Jason mi aspettano!” misi il cappotto, afferrai lo zaino ed uscì.
“Eccomi, scusate il ritardo” dissi salendo in macchina. “Tranquilla Al, siamo anche in anticipo.” Mi rispose Jason, sorridendomi. In effetti eravamo molto in anticipo. “Dove è Dan?” “Sta arrivando, ha dormito poco mi sa stanotte e ha fatto fatica a svegliarsi” poco dopo la portiera davanti si aprì e salì Dan “Sono pronto, possiamo andare” lo guardai di sottecchi, beccandolo che mi osservava dallo specchietto.
Jason parcheggiò nel solito posto, una volta scesi ovviamente si separò da no, raggiungendo il suo gruppo d’amici. Scrissi un messaggio  a Callie, chiedendole dove fosse, se era già arrivata a scuola. Mi rispose che era in bus, che aveva fatto un po’ di ritardo.  “Hai sentito James?” domandai a Dan, mentre ci dirigevamo in cortile “Si, è in macchina.” ”Va bene” mi sedetti sul muretto. “Come mai non hai dormito stanotte?” gli chiesi, sollevò lo sguardo, osservandomi “Chi te l’ha detto?” “Jason” “In realtà ho dormito bene” disse, spostando lo sguardo altrove. “Sicuro?” domandai “SI” mi rispose nervoso. “Va bene”. “Ciao ragazzi!” James ci raggiunse “C’era traffico stamattina” disse, mentre si sedeva accanto a me “Noi non abbiamo trovato molto traffico” “Grazie voi abitate qui vicino” “Ciao…Ragazzi.. scusate il ritardo” disse Callie con il fiatone “Ritardo Callie? Non è neanche suonata la prima campanella” le dissi ridendo “Vuoi dire che ho fatto gli scalini di corsa per niente?” domandò guardandoci. E tutti e tre scoppiammo a ridere. “Ehi non prendetemi in giro” disse mettendo il broncio “Su togliti quel broncio che non ti sta bene” disse James, sorridendole. Callie lo guardò per un attimo tornando poi  sorridere. La campanella suonò dando inizio alla mattinata di scuola, così ci dirigemmo verso la classe.
Le prime due ore furono molto pesanti. la professoressa di scienze aveva deciso di interrogare e poi spiegare. Al cambio dell’ora però, dalla porta entrò Jason. Guardai subito Callie, che ancora non si era accorta di lui, e poi osservai James, immobile, che aveva lasciato lo sguardo fisso a terra. Ma lo vedevo che continuava a stringere i pugni. “Callie” a quella voce, la mia amica aveva sollevato di botto lo sguardo, restando a guardarlo fissa. “Potremmo parlare?”. La guardai, la vidi osservare di sottecchi dove si trovava James. “Si” disse, poi si alzò. Mi guardò un attimo, la guardai cercando di comunicarle di stare calma. Lei annuì impercettibilmente. E poi uscì dalla classe. Sentì una sedia spostarsi “No. Fermati. James lascia perdere” vidi Dan mettere una mano sulla spalla del ragazzo “Non complicare le cose.” “James siediti, tornerà” affermai, James mi guardò, e poi si sedette.  “Allison, ehm, scusa” nel mio campo visivo comparve Bill, “Dimmi Bill” “Ecco, la professoressa di scienze mi ha detto che tu sei molto brava in chimica, ed ecco io sono un po’ indietro. E mi ha consigliato di chiedere a te per un ripasso. Volevo sapere se potevi darmi qualche ripetizione” era imbarazzato, e non riusciva a guardarmi più di qualche secondo negli occhi. “Beh, io ho anche gli allenamenti, ma penso che qualche ora riesco a ritagliartela.” Risposi, guardandolo, poi decisi di divertirmi un attimo “Se vuoi, ti do il mio numero, così possiamo sentirci e metterci d’accordo, per quando vogliamo farlo” dissi sorridendogli vedendolo arrossire e balbettare qualche cosa. Sentì un colpo di tosse poco più in là, accorgendomi che era stato Dan. E così sei geloso eh, pensai fra me e me “Dammi il telefono” Bill continuò a ringraziarmi mentre gli salvavo il numero “Ecco qua. Allora ci sentiamo” dissi, poi mi girai verso Dan, guardandolo. Ero compiaciuta a leggere una certa gelosia nel suo sguardo. Poi gli sorrisi. E l’unica cosa che pensai era che volevo un altro bacio.

∞ 

Callie’s Pov

Seguivo Jason, ero agitata. Non mi sentivo pronta a parlare con lui. Non sapevo cosa dirgli, cosa fare, non sapevo cosa poteva aspettare che gli dicessi. Mi accorsi che avevamo raggiunto la biblioteca, entrammo, e si diresse nell’angolo più appartato che poteva trovare. Ci sedemmo al tavolo. Per un po’ rimanemmo in silenzio “Callie… ecco, io..maledizione.. mi sono preparato il discorso” borbottò mentre continuava a muoversi sulla sedia “Volevo innanzitutto chiederti scusa. Per quello che ti ho detto l’altra sera. Ero fuori di me. Non riuscivo più a sostenere questa situazione. Sai quanto sono orgoglioso e quanto ci metto a dire di aver sbagliato. In più Jessica mi aveva detto che tu eri con James e io non c’ho visto più.” “Jason, accetto le tue scuse, ma ho sbagliato anche io. Ho sbagliato a non affrontare la situazione, a non accettare determinate cose e soprattutto ho sbagliato il mio comportamento ne tuoi confronti. Non dovevo escluderti. Dovevo comunque parlarti, ma non sapevo cosa dirti,  o come comportarmi. È una situazione pesante per tutti.” Lo vidi annuire “Mi dispiace davvero. Mi dispiace non averti parlato ieri, ma io non sapevo cosa dirti. O almeno come dirtelo” “Jason non lo sapevo nemmeno io fino ad un attimo fa. Non sapevo come comportarmi con te” mi guardò “Quindi, ora abbiamo sistemato ? Insomma abbiamo chiarito” mi sembrava più sollevato, eppure per me non era chiarito niente “No Jason. Non è tutto sistemato. Tu hai detto tante cose l’altra sera, e mi hai anche aggredito verbalmente. Hai insinuato che io ti tradissi, hai insinuato che tra me e James ci fosse qualcosa. Non puoi pensare di chiarire così tranquillamente. Perché quelle frasi tu e pensi, ti hanno creato dei dubbi” Lo vidi irrigidire la mascella “Quindi cosa vuoi fare? Punirmi per i miei dubbi?” “Non capisci vero che le tue insinuazioni mi hanno ferito? Tu hai messo in dubbio i miei sentimenti” Alzai un po’ la voce perché mi stavo innervosendo. “E ora, sono io che sono stufa. Io non accetto più questo comportamento immaturo. Io voglio solo stare tranquilla.” Mi prese la mano tra la sua, guardandomi “Possiamo sistemare io posso cambiare. Possiamo ancora essere tranquilli” “No Jason. Io voglio stare tranquilla da sola.” Solo quando dissi la frase realizzai il vero significato. Realizzai che quella frase aveva mille significati, realizzai quello che veramente volevo, quello che in fondo non volevo accettare. Ora capivo cosa intendeva Allison quando diceva che a volte le parole uscivano da sole. Jason mi guardava, la mascella sempre più rigida, e solo in quel momento realizzai che la mia mano era stretta nella sua. E che non la sentivo più da quanto stava stringendo. “Jas, lasciami la mano, mi fai male” “Mi stai lasciando Calliope?” nome completo, mai mi aveva chiamato così. mai. “Mi stai dicendo che dopo quattro anni che stiamo insieme, la prima volta che abbiamo delle incomprensioni non vuoi nemmeno provarci?” “No, perché non servirebbe, ti conosco. E poi non sono incomprensioni da niente. Tu hai dei dubbi su di me. Hai insinuato che ti tradissi con James.” “E guarda caso, tu mi lasci dopo che, a causa sua, sono nati questi problemi” disse ancor più duro. “Non scaricare la colpa delle tue frasi e dei tuoi comportamenti su di lui. E lasciami la mano ho detto.” Nel mentre strattonai via la mano, liberandola dalla sua stretta. Ci fissammo, per qualche secondo poi, prese un respiro profondo. “Non poso costringerti a stare con me, se non vuoi. Vuoi stare tranquilla? Va bene. Mi metterò da parte. Ti renderai conto, Callie, che i miei dubbi non erano che realtà. Non mi avrai tradito, ma tu provi dei sentimenti per lui. Sentimenti che ti hanno spinta a lasciarmi. Io ti amo. Potrò averti detto delle cattiverie, ma io ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre. E si ho avuto dubbi, ma quei dubbi rappresentavano la mia paura più grande, quella di perderti, per un altro e per il mio carattere. E ora quella paura è reale” Sentì le mie guance umide, il suo era un discorso d’addio. Stava accettando la mia richiesta, si stava mettendo da parte. I suoi occhi erano sinceri, e un po’ lucidi, ma non avrebbe pianto, non davanti a me. Anzi molto probabilmente avrebbe semplicemente sofferto in silenzio.”Ci vediamo in giro Callie” mi disse semplicemente, per poi alzarsi e lasciarmi sola. Lo guardai andare via, incapace di muoversi. Dopo quattro anni, la nostra relazione era finita.
 
 
 
 
Note d’autrice
Buonasera. Si sono ancora viva, e si sono tornata non è un’allucinazione.. vi chiedo perdono. Veramente anno difficile, mi sono ambientata in università, ho studiato, sono diventata pazza. Ma finalmente sono riuscita a sistemare il capitolo.
Che dire, abbiamo diversi sviluppi:
Allison e Dan giocano molto sulla loro attrazione, molto di più Dan, che accetta senza lamentarsi, che ci scherza. Perché si sono migliori amici, ma sono anche giovani, sono governati a volte dagli impulsi. Il personaggio di Allison, di questa nuova versione, è molto più morbida, lei cerca di resiste e di restare fredda, ma a volte ha dei cedimenti, si lascia trasportare dall’irrazionalità.  Ma siamo solo all’inizio.
Sono stati introdotti due nuovi personaggi, Cristin, che, per chi già conosce la storia, non è molto superficiale nella storia ma anzi ha un ruolo. E Bill, che ovviamente sta già scatenando una piccola gelosia in Dan, su cui Allison tende a giocarci solo per infastidirlo.
Ma arriviamo ora al punto saliente. Callie e Jason. Callie si sta rendendo conto di provare qualcosa per James, sa che non riesce a stare più in pace con se stessa, ma non sa come fare per non far soffrire Jason, che al contrario sa già tutto. Il discorso di sto ragazzo è abbastanza dolce, semplicemente perché non ho mai  mostrato un suo lato tenero e dolce, l’abbiamo conosciuto come il geloso, l’impulsivo, ma mai il ragazzo dolce e innamorato che in fondo è. Devo essere sincera, un po’ mi è dispiaciuto per lui, ma ovviamente il suo personaggio non sparirà, sarà presente nella storia, con un ruolo secondario ma molto importante.     
Per quanto riguarda Callie e James, loro intesi come coppia e non singoli, li ho trascurati in questo capitolo, perché era giusto vedere il loro pensiero sulla questione. Entrambi con i dubbi, ma dubbi di diversa origine. James che ha chiaro cosa vorrebbe, e Callie che ancora non sa come gestire il tutto.
Detto ciò, lasciatemi una piccola recensione, anche negativa, che sono sempre costruttive.
E alla prossima!
Piccola_Luna
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto ***


Capitolo 4
 
James’s Pov

La lezione era già iniziata, ma lei non era ancora tornata. Se fosse stato per me li avrei seguiti, ma sia Dan che Allison mi avevano fermato. In fondo avevano ragione, erano fatti loro, dovevano sbrigarsela tra loro due. Ma ero preoccupato, non ero calmo. Non mi fidavo del tutto di Jason, era diventato imprevedibile negli ultimi tempi. Continuavo a stringere i pugni, mentre osservavo la porta “Smettila James, non è una cosa che può risolversi in qualche minuto” mi sussurrò Dan, mentre prendeva appunti. annuì, ma non l’avevo sentito veramente, perché lei doveva tornare, subito.
Guardai l’orologio, ed era già passata mezz’ora, fissai Allison ma lei sembrava tranquilla, maledizione, come faceva a esserlo. Potevo chiedere di andare in bagno e andare a cercarla, ma poi che figura avrei fatto? Insomma una volta trovati cosa potevo fare o dire? “Scusa, non mi fidavo di lui e poi voglio sapere cosa vi state dicendo”? no dai, avrei fatto proprio una figura. Il rumore della porta mi riporto alla realtà. “Prof, mi scusi, ma non stata bene, ed ero in bagno” Callie era più pallida rispetto a quando era uscita, e gli occhi erano lucidi. Sembrava che stesse veramente male. Cosa diavolo era successo, sicuramente aveva pianto. La prof non fece domande, molto probabilmente convinta dalla condizione della sua faccia. La guardai mentre prendeva posto. Neanche uno sguardo, né un sorriso. Stava cercando di evitarmi. Notai che Allison non aveva distolto la sua attenzione dalla lavagna, come se il rientro di Callie non la toccasse minimamente. Sembravo io l’unico a vedere in che condizioni fosse? La osservai ancora, le guance arrossate, gli occhi lucidi, i capelli un po’ scompigliati. Ma sempre bella, bella e semplice. Non ero calmo, ma averla lì, aveva sedato un po’ la mia agitazione, e così cerca di seguire gli ultimi momenti di lezione, almeno per capirci qualcosa.
Al suono della campanella, Callie era già sgusciata fuori dalla classe, seguita da Al, evidentemente aveva scelto di evitarmi. Molto probabilmente non aveva il coraggio di affrontare anche me, o aveva paura di come potevo reagire. Non sapevo cosa si fossero detti. Ma avevo un brutto presentimento, me lo sentivo che ci avrei rimesso di nuovo io. “Jam, non fare pensieri, non sa ancora cosa sia successo” la voce di Dan mi sembrava lontana, non dovevo pensare per lui. Certo, la faceva facile, lui, non aveva di questi problemi. “Infatti non stavo pensando a niente” “Ragazzi, ma Callie sta bene?” domandò Bill, girandosi a guardarci. “Si, non ti preoccupare sarà solo stanca” dissi. Era chiaro che anche Bill aveva capito che stavo mentendo. Ma evidentemente aveva deciso di restare fuori. Mi piaceva Bill, sapeva il fatto suo. Certo non ci avevo passato chissà quanto tempo insieme, però non era male. “E così, ti farai dare ripetizioni da Allison eh?” dissi, facendogli l’occhiolino. Ero certo che a Bill, Allison non era differente e dal rossore delle guance doveva essere così. “Si beh, ne ho proprio bisogno se non voglio partire già con un voto basso” “Aah ho capito. Quindi non hai scelto lei perché hai un piccolo interesse?” dissi, ridendo, ma la mia risata era stata sepolta da un colpo di tosse, irritato, di Daniel. “Beh è una bella ragazza, senza dubbio. Ma per ora non sono interessato” annuì semplicemente, un po’ imbarazzato “Ah, ho capito hai una ragazza allora” “Oh nono. Solo che sono appena arrivato e per ora voglio mettermi in pari con le lezioni. Magari più avanti un pensierino potrei farlo” rispose sorridendo. “Bravo ragazzo” affermai, “Magari su qualche altra ragazza no?” guardai il mio migliore amico, “Vabbè ma che c’è di strano, Allison è stata una delle prime ragazze che ha conosciuto, e poi è bella, è normale che ci possa fare un pensierino” mi guardò stralunato, come se avessi detto chissà che roba “Oh Dan, scusami, io non sapevo che tra te e Allison” “Tra me e lei non c’è proprio niente. Siamo migliori amici. E ora scusatemi” si alzò e lasciò l’aula scazzato. “Beh devo dire che oggi sono un po’ tutti nervosi. Scusalo Bill.” Il ragazzo semplicemente mi sorrise, per poi tornare a sedersi al suo banco. Non capivo la reazione di Dan, è vero era stato sempre un tipo geloso nei confronti di Allison, ma mai così esageratamente. Mancavano ancora due ore alla fine della scuola, e non avremmo poi avuto gli allenamenti. Poco prima dell’arrivo del professore, entrò Callie. Da sola. Non aveva più gli occhi lucidi, sembrava più tranquilla. Eppure non mi aveva ancora guardato. E in quel momento provai rabbia. Rabbia perché mi stava escludendo da una situazione in cui anche io c’entravo. Ero arrabbiato perché non mi guardava, ma soprattutto perché non sapevo cosa fosse successo. Il professore si accomodò, sembrò non notare l’assenza di Allison e di Dan che magicamente erano spariti nel nulla. Non fece manco l’appello, per essere sicuro che ci fossimo tutti, molto probabilmente se mi fossi alzato e uscito dalla classe neanche se ne sarebbe reso conto.
Continuavo a fissarla e lei niente, nessuno sguardo, niente. Strinsi i pugni, cercando di calmarmi. Perché si comportava così, cosa era successo?
 
 
 
Allison’s Pov

Osservai James, che restava in silenzio ad osservare Callie, studiando i suoi movimenti. Lei però non dava un cenno di risposta non lo guardava. in bagno non aveva parlato, si era sciugata gli occhi, sistemata la faccia, e mi aveva solo abbracciato. Ma non mi aveva parlato. Molto probabilmente lei e Jason si erano lasciati, ma chi avesse fatto cosa e le dinamiche non le sapevo. James era abbastanza agitato, ma non capiva che per oggi Callie era meglio lasciarla sola. Molto probabilmente aveva bisogno di metabolizzare. Dan invece non aveva mosso ciglio, non si era interessato a niente, aveva seguito solo le lezioni, mi persi a guardarlo, e dovevo ammetterlo, che capivo perché alcune non sapevano resistere al suo fisico. Da sotto la felpa potevi vedere i muscoli risaltare. Come se quei muscoli stessero urlando “Ehi. Siamo qua, ci vedi? Guardaci, toccaci” era un invito. Mi morsi il labbro, accorgendomi che Dan mi stava osservando. Gli occhi più scuri. Non riuscì a non guardarlo. Lo fissai, sapevo cosa stava pensando, sapevo che desiderava anche lui quello che stavo desiderando io, ma ne valeva la pena? Correre il rischio? Avevamo abbastanza problemi da gestire ci mancava solo un altro problema.  Distolsi lo sguardo, tornando a concentrarmi sulla lezione. Sentendomi i suoi occhi addosso.
Terminata la lezione, mi stiracchiai, Callie era rimasta in silenzio e zitta, inoltre notai Dan fermare James e dirgli qualcosa, poi li rividi sedersi ai loro posti. Dovevo parlare con Dan, mi alzai e mi avvicinai “Dan, ti va di accompagnarmi a prendere l’acqua?” lo vidi annuire. La macchinetta distava pochi passi dalla classe. “Secondo me si sono lasciati, ma non saprei dirti chi ha fatto cosa.. Callie non ha parlato è solo molto scioccata penso perché non se lo aspettava così velocemente” dissi abbassandomi a prendere l’acqua. “James darà fuori di matto se lei non gli parlerà. Ho già dovuto trattenerlo” “Si ho visto, ma anche lui deve capire che deve metabolizzare” affermai, mentre inserivo la moneta e selezionavo il numero. “Si beh, ma deve chiarire anche con lui” disse, portandosi una mano a sistemarsi i ciuffi “Ogni cosa a tempo debito. Prima risolvere con Jason, poi potrà affrontare anche James” mi abbassai a prendere l’acqua e quando mi rialzai, notai il suo sguardo. Lo guardai, un po’ confusa e poi mi ritrovai contro il muro, bloccata da lui e nascosta dietro la macchinetta. Inarcai la schiena a causa del colpo, e poi lo guardai. Dio sembrava famelico, mi morsi il labbro mentre lo guardavo. E il bacio che avevo agognato per tutta la mattinata arrivò, prima mi baciò delicatamente, come per chiedermi il permesso poi mi morse il labbro superiore, per poi sentire la sua lingua intrufolarsi. Non lo feci aspettare, gli diedi l’accesso, portando le mie mani, di cui una impegnata a tenere la bottiglia, dietro il suo collo. Le nostre lingue entrarono in contatto. Sentivo le sue mani spostarsi su di me, dalla vita alla schiena, fino al collo, una mi afferrò i capelli facendomi inclinare la testa. Mi feci scappare un gemito, e lui ricambiò stringendomi ancor di più a lui, spingendomi sempre di più contro il muro. Fu il rumore di una porta che sbatté a farci staccare, lo guardai con il fiatone. Aveva gli occhi lucidi e le labbra rosse per via del bacio, ci allontanammo. Non gli chiesi niente, neanche perché l’avesse fatto. Lo desiderava, come lo desideravo io.
Appena varcata la porta della classe, ci ritrovammo non solo la prof seduta alla cattedra, ma James sempre più scuro in volto, Bill girato verso Callie e Callie seduta al suo banco, con la testa china.
“Cosa è successo?” domandai, senza farmi sentire, una volta raggiunto il posto, a Bill. “Niente, lei ha abbassato di colpo la testa, e singhiozzava, James si è avvicinato, ma lei l’ha mandato via un po’ brusca” annuì al discorso, e lo ringraziai. Con la mano toccai dentro la spalla di Callie, “Non venire agli allenamenti oggi.” “No, ho bisogno di distrarmi” pigolò, annuì semplicemente. 
La pausa pranzo sembrò durare molto poco, Callie aveva mangiato solo sotto mia pressione, eravamo rimaste appartate vicine al campo, così nessuno sarebbe venuto a rompere. Pensavo che Callie si sarebbe lasciata andare, invece non parlava. Di Jason non avevamo avuto notizie, sembrava si fosse volatilizzato. “Callie, sei sicura che ce la fai?” dissi, mentre ci stavamo cambiando: gli allenamenti sarebbero stati di nuovo al campo di football, questo voleva dire che aveva più opportunità di vedere sia Jason che James. “Si, devo abituarmici no?” mi chiese, anche se in realtà non si aspettava una risposta, era più un’affermazione con sé stessa. Lo spogliatoio iniziò a riempirsi, e il chiacchiericcio a diffondersi. Uscì fuori, nel campo per iniziare a sistemare. Mentre aspettavo il resto della squadra osservai l’altro lato del campo occupato dai ragazzi, notai su una panchina Bill, mentre Dan stava parlando con un gruppo di ragazzi, di Jason ancora nessuna traccia. Mi domandai se si sarebbe presentato, in fondo nessuno ancora sapeva niente, cosa fosse successo quella mattina era ancora un mistero visto che Callie non ne parlava e Jason non si era più visto nei corridoi. “allora incominciamo capo?” mi domandò, annuì posizionandomi.
 

Dan’s Pov
Bill aveva deciso di fermarsi, per seguire gli allenamenti, e iniziare a vedere come funzionava il gioco e lo schema.  Durante il pranzo ero riuscito a parlare con James, chiedendogli cosa fosse successo, con Callie, mentre io ero fuori. Aveva risposto che semplicemente lei l’aveva allontanato. Fissai il telefono per vedere se c’erano messaggi di Jason, che magari l’avvertissero che se ne era andato. Quando intercettai Eric negli spogliatoi lo bloccai “Eric, sai che fine ha fatto mio fratello?” questo alzò le spalle “A lezione c’era, ma ha detto di non aspettarlo per venire in qua. Ma penso che stia arrivando. Perché?” “Così, non l’ho più visto in giro da stamattina” Eric annui, “Era un po’ strano, ma non mi ha detto niente” lo guardai, sembrava sul serio non sapere niente. Annuì e lo lasciai andare a cambiarsi.  Ci mancava pure mio fratello che spariva. Era inutile stare ad impazzire, se voleva sarebbe venuto.
Iniziammo gli allenamenti, eravamo a metà di un’azione quando mio fratello si palesò in campo, già cambiato e come se nulla fosse si posizionò nella sua postazione. Fischiai, per fermare tutti “Ti sei degnato di venire” lo fissai, aveva una faccia sciupata, occhi quasi spenti, non rispose, iniziò a riscaldarsi Lasciai perdere e fischiai per far riprendere l’allenamento.
Tutto il tempo del gioco, la passai ad osservare James e Jason, non si guardavano, non si sfioravano, stavano uno più lontano dall’altro, neanche la palla si passavano.  L’allenamento peggiore della mia carriera, soprattutto perché la tensione cera percepita da tutti. Insomma le azioni sembravano meccaniche, inoltre non erano fluide ma quasi spezzettate poiché due giocatori non riuscivano a giocare in sintonia. “Pausa!” urlai, lasciando i ragazzi liberi di recuperare. Osservai la metà di campo occupata dalla squadra di cheerleader, avevano ripreso da poco, e non mi sembrava il caso di andare da Allison e disturbarla. Rimasi imbambolato a guardarla, le gambe lunghe, il fisico asciutto. Dovevo smetterla, già oggi avevo ceduto, nel corridoio rischiando di farci vedere. Scossi la testa, “Dan, posso parlarti un attimo?” mi domandò Eric “Hai notato che tuo fratello ha qualcosa che non va? Sembra perso...” potevo capirlo, insomma Jason era il suo migliore amico e non sapere cosa avesse poteva preoccuparlo. “Lo so, inoltre è arrivato in ritardo… ma penso che gliene parlerò quando saremo a casa stasera.”
Il vapore delle docce aveva raggiunto lo spogliatoio, e già faceva caldo, eravamo rimasti in pochi, Jason era già uscito, mi stava aspettando alla macchina, almeno aveva deciso di aspettarmi. Sentì la porta aprirsi e dei fischi dei pochi rimasti “Signorina, cosa ci fa lei qua?” domandò un compagno. Mi voltai per capire con chi stesse parlando. Dietro d me c’era Allison, impassibile, nonostante fosse in mezzo a dei ragazzi, mezzi nudi e che la guardavano quasi famelici. “Aria Ragazzi” “Sisi, capitano lo sappiamo, solo tua.” Affermò ridendo guardandomi. Vidi Allison fare un mezzo sorrisetto. “Ero venuta per sapere se avevi il passaggio per venire a casa. “Si, Jason è fuori che mi aspetta, ti portiamo noi no?” “Jason? È venuto? Comunque no, ho chiamato mio padre, non sapevo se ci sarebbe stato,” “Okay, comunque è arrivato a metà degli allenamenti” sussurrai, evitando di far sentire agli ultimi rimasti “Ciao Al! Dan, ci vediamo domani” “Okay, James, fatti sentire dopo nel caso” dissi guardandolo. “Non ti dico gli allenamenti, una tensione, abbiamo giocato proprio male.” “Si, anche Cal era nel suo mondo...” disse Allison, guardandomi.  Stavo per parlare quando Mike, ci interruppe “Dan, non riusciamo a staccare tuo fratello da James. Lo sta riempiendo di botte.!” Vidi Allison girare a guardare il ragazzo, poi me. Sbattei un attimo le palpebre e registrai la frase. Mio fratello, James botte. Corsi subito fuori verso il parcheggio. Non sapevo se Allison mi stesse seguendo o meno. Quando raggiunsi il posto, vidi Jason tenere James a terra, mentre alzava la mano in un nuovo pugno. Mentre James restava fermo, sembrava non reagire. Eric era già su Jason, cercava di bloccarlo. “Jason! Smettila immediatamente” urlai mentre con l’aiuto di Eric cercavo di fermarlo. Ma niente Jason sembrava una macchina. La cosa che maggiormente mi stupiva era James, che restava fermo e immobile.

James’s Pov
Non mi capacitavo di come fossi finito a terra con Jason sopra. Non capivo neanche perché non stessi cercando di difendermi. Io avevo solo sonno, e mal di testa e non vedevo l’ora di arrivare a casa. Erano bastate poco per far scattare Jason. “Chi aspetti?” “Nessuno, sto raggiungendo la macchina” “E dovrei crederti?” “Credi quello che vuoi, e ora lasciami passare” mi fronteggiava, e pochi metri mi dividevano dalla macchina. “E se non volessi ‘” “Jason non so cosa ti prenda, davvero, ma non è giornata” e poi mi ero trovato per terra, un dolo alla guancia per il pugno che avevo appena ricevuto. “La tua non è giornata è. Io sono stato lasciato da Callie. E scommetto che la colpa è tua.” Mi disse, mentre stringeva il pugno con cui mi aveva colpito.  Cercai di rialzarmi, “Jason, non so di cosa parlai” fu inutile, alzarmi perché poi me lo trovai addosso. Era inutile tentare di reagire. Era arrabbiato, e i pugni si susseguivano. “Jas! Smettila, alzati subito” vidi qualcuno tentare di bloccare Jason, ma non capì chi fosse. “Jason, per favore fermati” balbettai, cercando di calmarlo. Poi qualcosa mi bagno la guancia, una lacrima. Guardai Jas in viso, nonostante fosse arrabbiato, stava piangendo, non copiosamente, ma qualche lacrima stava solcando la guancia. “Me l’hai portata via” sussurrò, e per la prima volta, vidi un ragazzo diverso. Era un ragazzo che stava soffrendo per aver perso il suo amore. Un ragazzo che era arrabbiato molto probabilmente, prima che con me, con sé stesso. Forse è stato quel momento, che decisi di non reagire, lo lasciai sfogare, e questo mi costò un altro pugno, e sentì il labbro spaccarsi.
“Jason! Smettila immediatamente” Dan, e poi vidi lui scaraventarsi sul fratello, per togliermelo di dosso. Tornai a respirare quando non sentì più il peso addosso, ma non mi alzai, non ne avevo le forze. Poi vidi il viso di Allison, “James, mi senti?” dalla confusione, dalle botte era tutto ovattato, ma annuì. La vidi prendere una bottiglietta d’acqua, e passarla su un fazzoletto, che poi sentì sul viso. Mi scappò una smorfia, il bruciore delle ferite si stava facendo sentire. Con la mano di Bill, riuscì almeno a portarmi a sedere, guardai per un attimo dove fosse Jason, “Cazzo pensavi di fare è? Ti rendi conto di cosa hai fatto? Cosa potevi rischiare se ti vedeva il coach?” vedevo Dan urlare e sbraitare, davanti a Jason, che però non replicava. “Ti pare un comportamento maturo?!” “SMETTILA! Cosa ne sai tu? Eh? Non sono neanche cose che ti riguardano.!” Questo era Jason, “No? Sei mio fratello, e quello che hai preso a pugni fino adesso è il mio migliore amico! Siete compagni di squadra! Lui neanche stava reagendo! Te ne sei accorto?!” Dan era furioso. Continuava a gesticolare. “Se non ha reagito evidentemente sa di essere una merda!”
Poi si sentì un tonfo, un rumore di sacca sbattere a terra. Il rumore attirò l’attenzione di tutti, e guardai da dove provenisse. Callie era in piedi, pallida, con la sacca davanti a sé. Alternava lo sguardo da Jason a me, gli occhi strabuzzati.  Poi abbassò la testa, “Callie” sussurrai. “Tu sei una merda Jason! Tu e solo tu! Te la sei presa con lui per niente, solo perché sei tu che lo ritieni la causa dei nostri problemi. Ma in realtà sei tu il problema! Tu e il tuo carattere!” aveva urlato, facendo sussultare tutti noi. Jason aveva riabbassato lo sguardo, e abbassato di colpo le spalle. “Tirami su Bill” chiesi, mentre mi feci aiutare. Un rincoglionito, riuscì a restare sulle mie gambe. Non volevo intromettermi, perché avevo visto il suo sguardo disperato. Non guardai nessuno, né Allison, né Callie, e neanche Dan. Mi allontanai e andai verso la macchina, aprì il baule, appoggiai il borsone, e poi salì in macchina. Restai un attimo seduto, e mi guardai nello specchietto. Avevo il labbro e il sopracciglio spaccato e l’occhio stava iniziando a gonfiarsi. Guardai un’ultima volta in direzione dei ragazzi. Allison ora era accanto a Callie, Dan mandava via gli altri rimasti, mentre Eric e Bill seguivano Jason probabilmente verso la macchina. Misi in moto e partì per arrivare a casa.
Non mangiai, feci una doccia, mille pensieri in testa. Che cavolo era successo. Perché io non sapevo niente, perché lei mi sta escludendo dalla sua vita. Maledizione. Sbattei un pugno sulla parete della doccia. Uscito mi guardai allo specchio, l’occhio si stava un po’ gonfiando, e il labbro spaccato faceva un po’ male, decisi di disinfettarlo, e poi andai in cucina a prendere del ghiaccio da mettere sopra l’occhio. Non feci niente, non chiamai nessuno, e non scrissi a nessuno. Sentivo il telefono vibrare, ma non lo guardai. Mi sdraiai sul divano, e poi cercai di riposare.
 
Allison’s Pov
“Callie andiamo, mio padre mi sta aspettando, ti do un passaggio io” dissi, guardandola, mentre era ancora scossa. Lo eravamo un po’ tutti. James si era allontanato senza dire niente, Dan stava mandando via gli ultimi rimasti. Mentre Jason stava raggiungendo la macchina, accompagnato da Bill e Eric. “Noi andiamo Dan.” dissi, mentre mi abbassai a prendere la borsa di Callie. Vidi Dan annuire, mentre guardava Callie, rimasta immobile, non aveva ancora alzato la testa. Mimai un - ci sentiamo dopo – e poi spinsi Callie verso l’uscita, restò in silenzio. “Di qua Callie, è lì mio padre.” La vidi annuire, e solo quando raggiungemmo la macchina, risentì la sua voce, per salutare mio padre.  “Papà, Callie resterà da noi, dici che ci sono problemi per la mamma?” domandai, mentre mi accomodavo davanti. “Nono, sai come è tua mamma, prepara sempre da mangiare in più.”
“Mamma, ciao. Callie si ferma qui stanotte va bene?” “Oh certo, ciao cara, volete farvi una doccia mentre finisco di preparare?” “Si andiamo su” Callie mi seguiva, “Adesso, puoi anche piangere, urlare o parlare, sono stufa di portarti in giro come una bambola” la vidi reagire, mentre lasciava cadere il borsone “Non sono un disturbo vero?” “Se lo fossi stato, non ti avrei portata qua.” Dissi, mentre mi scioglievo i capelli “fatti una doccia, penso che ti aiuterà a pensare e a calmarti” andai in bagno, prendendo un asciugamano, e uno più grande per il corpo. Tornai in camera porgendoglieli, per poi cercare della biancheria pulita e un pigiama da prestarle “Prendi, io ti aspetto qua” la vidi annuire e prendere la roba che le stavo porgendo, per poi dirigersi verso l’uscita e andare in bagno.
Mi diressi verso la finestra, e osservai la luce della camera di Dan accesa, poco dopo la sua figura si stagliava di fronte. – Come sta? - vibrò il telefono, risposi subito -Non parla. Jason? - -Idem- appoggiai il telefono e osservai Dan alla finestra, si appoggiò ad essa e rimase lì fermò. I suoi occhi sembravano preoccupati ma anche confusi. Ma l’unica cosa a cui pensavo era quel bacio dato in corridoio, avevo voglia di correre da lui e ricambiare. Ma era solo una voglia, dettata dagli ormoni che ormai da troppo erano assopiti. Mi allontanai e andai a sdraiarmi sul letto, sperando che la doccia potesse aiutare Callie a parlare.
“Tua madre ci sta chiamando” affermò Callie entrando in camera, ci aveva messo relativamente poco, sembrava un po’ più calma. “Bene, andiamo, io la farò dopo la doccia”. A tavola Callie chiacchierò con i miei, mi ero resa conto che entrambi non facevano domande su Jason, o James, come se loro sapessero qualcosa. Li ringraziai mentalmente. Però sia io che Callie sapevamo che più tardi avremmo dovuto affrontare il discorso. Serviva a me per capire, ma soprattutto a lei per sfogarsi.
Dopo essermi fatta la doccia, e averla lasciata davanti ad una tisana fumante entrai in camera. La vidi seduta a gambe incrociate sulla brandina posta da mia madre. “Callie, puoi dirmi cosa sta succedendo? Se non vuoi nei minimi dettagli, almeno una panoramica. non puoi tenerti tutto dentro, ti sei vista? Sei pallida, e sembri quasi un automa” affermai, decisa, posizionandomi davanti a lei. Poi iniziò a piangere, pianse tanto, non parlava, piangeva. Era un pianto disperato, sofferto e liberatorio.
“Io… e Jas..., noi, ci siamo lasciati.” Disse tra un pianto e l’altro, capì parole come “tradito” “James” “carattere” ma tutte molto incomprensibili, dato che le farfugliava tra le lacrime. L’abbracciai, mentre iniziava a calmarsi, a riprendere un respiro tranquillo. “Ha insinuato che l’avessi tradito, che con James c’era stato qualcosa. Io ho continuato a ripetere che non era vero, che non c’era stato niente tra di noi, che era lui e il suo carattere che stava mandando a rotoli tutto. Così l’ho lasciato. E ti giuro Al, non era pianificato, le parole sono uscite da sole” farfugliò, mentre si asciugava gli occhi. “Ha affermato che in realtà io provo qualcosa per James, ribadendo che lui per me qualcosa lo prova” “è per questo che non l’hai più guardato o non ci hai più parlato?” la vidi annuire, “Si, avevo paura di trovare conferma delle parole di Jason...” “Ti hanno messo dei dubbi?” domandai, mentre lei si bloccò. “Si” non feci più domande, avevo capito che era troppo per lei quella sera. L’abbracciai, e poi ci mettemmo a vedere un film comico, per tirarle su di morale. Callie fu la prima ad addormentarsi, evidentemente provata. Io la seguì poco dopo.
Fui svegliata dal rumore di una sveglia, aprì gli occhi, notando che Callie fosse ancora sotto le coperte, così mi alzai, mi diressi in bagno, a prepararmi, l’avrei svegliata con calma, visto che era ancora presto. Scesi di sotto e feci colazione, poi tornai in camera, era arrivato il momento di svegliarla, aprì le veneziane e la finestra per fare arieggiare. “Ehi... bella addormentata oggi c’è scuola. non vorrai arrivare tardi.” Bastarono quelle due paroline per vederla alzarsi di botto, ancora mezza addormentata, “Che ore sono” domandò, ancora confusa “Fai con calma, hai tempo di fare colazione e poi scegli qualcosa di mio. Ci porta mia mamma” dissi, mentre sistemavo i libri “Grazie” disse, per poi uscire. – a che ora uscirete? Perché non vorrei che si incontrino- scrissi a Dan – Noi usciamo tra poco- -Ok, noi allora quando vedo che siete usciti, andremo, ci vediamo in classe- inviai il messaggio e poco dopo arrivò Callie. “Sei pronta? Perché se non te la sentissi, restiamo a casa. Non succederà niente se non ci vai” dissi, facendo bloccare i movimenti di Callie nel vestirsi.  “Dimmelo, e non ci andiamo, restiamo a casa, guardiamo qualche cosa mangiamo gelato a non finire e poi ti riporto a casa” continuai, e poi le sue braccia mi avvolsero. “Io ce la farò, se tu sarai lì con me.” Sussurrò, tra le lacrime, la strinsi a me. “Io ci sarò sempre” “Non posso scappare infondo” disse allontanandosi, “Ma non scapperesti, spariresti solo per questa giornata” “No Al. Io devo farcela.” Disse alzando lo sguardo determinata. “è anche colpa mia se ieri Jason ha picchiato James, non posso non presentarmi. Farei un torto ad entrambi.” Disse, per poi riprendere a vestirsi e non guardarmi. Scesi di sotto, per aspettarla. “Ciao cara, Callie è già in piedi?” “Si mamma, si sta vestendo. Dici che papà riesce a portarci a scuola?” chiesi mentre la guardai prendere il giubbotto per uscire. “Penso di sì tesoro. Ma va tutto bene?” “Si, mamma. Tranquilla, buon lavoro” le diedi un bacio e poi mi andai a sedere in cucina. Dalla cucina osservai Dan e Jason uscire. “Allison, avete bisogno di un passaggio per andare a scuola?”  domandò mio padre, appena entrato in cucina, intento a prendersi una tazza di caffè, e stranamente era in tuta. “Non lavori oggi?” “No, giorno di riposo” mi disse. Non era mai di troppe parole, e sinceramente mi sembrava pure strano vederlo a casa. “Allison, devo chiederti un favore. Stasera, potresti restare da Dan?” lo guardai un po’ confusa “Se non è un disturbo per loro sì. Ma perché?” domandai scrutandolo. “Voglio fare una sorpresa alla mamma” mi disse, tranquillo. Sinceramente sarebbe stato anche molto dolce, ma fu lo sguardo che gli vidi. Lo sguardo che ogni uomo ha quando sta pensando ad una determinata cosa. Feci una faccia disgustata, “Dio papà. Va bene resto fuori”. “Al io sono pronta.” Guardai Callie, comparsa sulla soglia e guardai mio padre.
A scuola c’era tensione, era palpabile, solo che non era solo tra gli studenti, ma anche i professori sembravano sapere. E tutti osservavano Callie, e alcuni studenti bisbigliavano, odiosi, come se io non potessi sentirli. Mentre ci avvicinavamo vidi Dan e James vicino al portone “Sei ancora in tempo” dissi, fermandola. Lei mi guardò, prese un respiro profondo, guardò James e poi mi riguardò. “No, voglio farlo.”
 

Callie’s Pov
Mi sentivo fissata, lo sapevo che la notizia di un litigio tra Jason e James era già arrivata. Ma mi preoccupavo che anche i professori potessero sapere qualcosa, visto che anche alcune occhiate di loro erano arrivate. Non avevo sentito nessuno la sera prima. Ne Jason, ne James. Allison era stata così carina a lasciarmi il mio spazio, e a lasciarmi pensare. E forse aveva ragione lei, potevo starmene a casa a dormire. Ma quando fui arrivata al portone e guardai James, sentì di aver fatto la cosa giusta. James ricambiò il mio sguardo, per poco, per poi riabbassarlo.  “Jam. oh mio dio. James! che ti è successo?” la voce stridula di Jessica, e ancor più finta di come la ricordavo si intromise. La vidi avvicinarsi a James e toccarle il viso. Sentì una rabbia dentro di me, lei non poteva, non doveva toccarlo, chi era lei per farlo? “Questo è il risultato della tua bocca larga” rispose James, a denti stretti. La vidi allontanarsi “Ma di cosa parli?” “Lo sai benissimo. Ti sei intromessa in qualcosa che non c’entravi, hai raccontato tutti i particolari a Jason di quella notte. cosa pensavi che Jason ci sorvolasse sopra? Mm? Sei patetica lo sai?” disse guardandola, in effetti Jessica sembrava sul serio offesa, quasi triste per come James la stava trattando.  “E tu allora? Cosa sei? Cerchi ragazze che le assomigliano, e poi te le porti a letto, solo per immaginarti che sia lei quella che stai baciando o con la quale stai facendo l’amore.” Disse alzando la voce e avvicinandosi a James, che strabuzzò gli occhi. Rimasi impietrita, sentirlo dire così ad alta voce, e trovando conferma negli occhi di James era molto traumatico. Sentì poi la mano di Allison sfiorarmi il braccio.  “Cosa ne vuoi sapere tu eh?! Tu non sai niente.” E fece un passo in avanti, verso lei, Dan si mise in mezzo cercando di tenerlo fermo, molto probabilmente aveva paura che potesse fare qualche cavolata avventata. “Io te la ricordo, no? Per questo sei venuto a letto con me, non eri poi così ubriaco, hai preferito crederlo per giustificarti.” e lo sguardo di Jessica si riempì di rabbia“Infondo io assomiglio a Callie. Ma guardati... non hai neanche le palle di dirle che sei innamorato di lei.” Il tono era stato tagliente, come la lama di un coltello, era calato il silenzio. Io non sentivo più bisbigli, non sentivo più Allison sussurrarmi che andava tutto bene. “Sai Jessica, sei buona solo per una cosa. Anzi forse neanche per quella” l’occhiata di James, era chiara, tutti avevano capito di cosa parlasse. Io restavo immobile, ad osservare la scena che mi sembrava troppo sovrannaturale per crederla vera. James restava immobile, vidi che anche Bill si era avvicinato, come notai il fatto che molti studenti osservavano la scena. Jessica sembrava pronta a ribattere, ma fu bloccata sul nascere “Penso che tu ora possa andare. Hai parlato fin troppo per i miei gusti” la voce tagliente di Allison, aveva fatto girare Jessica verso di noi, sembrava pallida, e ancora arrabbiata per l’uscita di Jam. La mia migliore amica la osservava, impassibile, Jessica non parlò, non disse niente, ma non si mosse. Calò il silenzio, nessuno parlava, nessuno bisbigliava. Eppure sentivo gli sguardi curiosi su di noi.  “Non vedo cosa ci sia da guardare, riprendete quello che stavate facendo” pronunciò Allison e come se niente fosse, la folla intorno a noi si dileguò, in fretta, come se non fosse mai successo niente. Guardai James, trovando il suo sguardo, era arrabbiato, agitato, triste e imbarazzato. Cercai di fargli capire che io ero lì, che ci sarei sempre stata. Anche se negli ultimi giorni eravamo stati distanti.  “Sai, visto quanto ti piace parlare dei fatti degli altri, potrei iniziare a farlo anche io... Magari iniziando con tuo padre, che ne dici? Di un certo Tyler, che ne pensi?” il silenzio fu rotto da Allison, non capivo di cosa stesse parlando, e osservando gli altri capì che anche loro non sapevano.” No.… io... tu non.” Jessica era sbiancata, di qualsiasi cosa Allison parlasse l’aveva terrorizzata. “Ma come? Tu puoi rovinare la vita alle persone ed io no? Così non è giusto. Non mi lasci neanche un po’ di divertimento?” Fece una pausa, una pausa che fece lasciare Jessica senza respiro. “Se ti sento un’altra volta mettere zizzania tra i miei amici, Sai cosa farò.” Jessica annuì, poi mi guardò, non disse niente, se ne andò, seguita da alcune ragazze.  “Hai spaventato anche me, Alli.” disse Steve per smorzare la tensione, Allison sorrise, poi guardò James “Tu stai bene?” “Si... grazie. Qualcuno doveva farla star zitta. E grazie amico, non so cosa avrei fatto se non mi avessi bloccato” affermò, guardando Dan, che non aveva ancora fiatato e non si era nemmeno allontanato. “Abbiamo attirato un po’ di sguardi. Ma almeno abbiamo messo in chiaro le cose.” “Comunque io direi di entrare se no arriviamo in ritardo.” Continuò Bill, eppure io non avevo voglia di entrare, non sarei riuscita a concentrarmi. “Callie?” “Si, vengo” sussurrai, mentre mi incamminavo, e venni affiancata da James. Non mi parlò, ma neanche mi sfiorò, eravamo semplicemente vicino. Prima di attraversare il portone, guardai il giardino, di Jason non c’era nessuna traccia.
La lezione di due ore passò in fretta, o molto probabilmente così mi era sembrato, visto che non avevo seguito molto. Mi chiedevo dove fosse Jason, cosa avrei detto a James, che era stato osservato con occhio critico dal professore per via dell’occhio nero. Al cambio dell’ora, passando tra i corridoi gli studenti bisbigliavano su cosa fosse successo, sentivo i loro commenti, commenti stupidi, e alcuni anche cattivi, su Jason, James, su me. Arrivata al bagno mi chiusi dentro in un cubicolo. e mi appoggiai alla porta. “Hai sentito di stamattina?” sentì sussurrai da fuori “Si, hanno parlato di un confronto tra James e Jessica, e sembra che poi si sia intromessa anche Allison, e ovviamente la sconfitta. Insomma chi si metterebbe mai contro la regina.” “Beh, ma come mai?” ” Penso che c’entri la Grent, la fidanzata del maggiore dei Deil. O dovrei dire ex. Sembrano che si siano lasciati.” “Era sprecato per lei. Ma come mai?” “Ma scusa, tu frequenti sta scuola si o no? Lo sanno tutti. Per James” sentii una delle due sbuffare, mentre apriva il rubinetto dell’acqua “Madonna, tutti lei se li prende i più fighi? Fosse poi così bella. Insomma non è chissà che cosa. Ma ha tradito Jason con lui?”  “ah boh, può darsi, stava quasi sempre di più con Wood che con Jason.” Lasciai andare un sospiro, sentivo gli occhi pizzicare. Allora era questo che tutti pensavano di me, che magari avevo tradito Jason. Aspettai che le ragazze uscissero dal bagno, per uscire dal mio nascondiglio. Mi guardai allo specchio, mi passai un po’ di acqua fredda in fronte e poi mi diressi in classe.
Arrivata in classe, mi stupì di non vedervi né Dan, né Allison e neanche James, e dalla confusione che c’era, realizzai che mancava il professore. Mi alzai, e mi diressi in biblioteca, non avevo voglia di stare in mezzo alla confusione. Avevo voglia di silenzio.
 

Daniel’s Pov
“Jason non ha fiatato a casa, gli ho chiesto cosa gli fosse preso, ma non ha risposto” affermai sedendomi sulla panchina in cortile, “Si sono lasciati, sono riuscita a farmelo dire da Callie, a fatica, ma alla fine me l’ha detto.” Disse, mentre prendeva posto accanto a me. Avevamo deciso di uscire a prendere aria, dato l’ora buca.  “Mi chiedo come siamo arrivati a tutto questo. Insomma lo sapevamo che tra James e Callie c’era sempre stato qualcosa. Eppure non abbiamo fatto chissà che cosa per farglielo capire. E ora guarda. Rischiano di mandare a monte un’amicizia per cosa? Perché sono innamorati?” disse Allison, continuando a guardare davanti a lei. “Beh, non la rovinano, se si amano, la loro amicizia può solo solidarsi” dissi, convinto di quello che dicevo. Lei non rispose, ma era chiaro che non la pensava allo stesso modo. “Jason comunque dove è?” scossi la testa “Non lo so, dopo aver parcheggiato la macchina è sceso e si è allontanato. Credo che si senta un po’ in colpa per quello che è successo.” “Lo sai che Jason è istintivo e non sa trattenersi” disse “Speriamo almeno che Callie voglia parlare con James. Insomma lui non è ancora al corrente bene della situazione. Cioè si è preso le botte ma è l’unico che non sa niente.” Continuò Al, già James non sapeva, come me fino a quel momento, che Callie e Jason si erano lasciati, molto probabilmente lo pensava visto che ne aveva prese, ma non aveva avuto la conferma. Nel cortile era chiaro che Callie tentasse un avvicinamento a James e anche durante la discussione con Jessica, non lo lasciava con lo sguardo. Ma quando era successo? Quando Callie aveva iniziato ad amare James e non Jason? O forse eravamo stati troppo ciechi per accorgerci che infondo quei due si erano sempre voluti? “A cosa pensi?” “A quando è successo che quei due provassero qualcosa, Callie prova qualcosa per James, oppure è solo confusa?” “Sai meglio di me che James si è innamorato di Cal in prima superiore, come sai che ha messo da parte i suoi sentimenti perché ha pensato che con Jason, sarebbe stata meglio.” “Lui ha messo da parte i sentimenti per non perdere la sua amicizia, per non rischiare di perderla.” “Già, eppure ora, sono arrivati al punto che entrambi volevano evitare.” Sussurrò, appoggiando poi la testa sulla mia spalla. “eppure, sono convinta che se Callie avesse parlato prima con James, non sarebbe successo tutto questo.” Sospirai “Non sappiamo come poteva andare, ora dobbiamo solo aspettare” dissi, mentre le accarezzai i capelli. Sentì il suo naso passare sul mio collo, mentre si lasciava coccolare dalla mia mano. Era un gesto che facevo sempre, senza malizia, eppure ora mi sembrava di impazzire. “Dan” sussurrò sul mio collo, “si?” “Te l’ho detto che adoro quando lo fai?” disse, mentre si spingeva ancor più addosso a me. “non è la prima volta che me lo dici”. Restammo immobili poi, immersi nel silenzio fino al suono della campanella. E per tutto il tempo io pensai a quanto sarebbe stato semplice baciarla.
 

Callie’s Pov
“Sono passato nella tua classe, ma ho notato che tu non c’eri. E così ho immaginato di trovarti qui”
Sussultai sul posto, non mi ero neanche accorta che fosse entrato qualcuno. Chi mi conosceva sapeva che la biblioteca era il mio rifugio, il posto dove trovare la calma e la pace di cui avevo bisogno. E lui mi conosceva bene.  “Callie, io ti amo. E tu lo sai. Sono innamorato di te. Ti ho amato da quel giorno che mi hai sorriso raccogliendo la palla e ridandomela, ti ho amato quando sei arrossita la prima volta che ti ho baciata, e tutte le volte che arrossivi ad ogni nostra prima volta. Ti amo, e ti amerò per sempre. Però so anche che ti ho fatto stare male. Non sono la persona matura che pensavo di essere diventata grazie a te, non ho mantenuto il controllo. Non ho saputo accettare una situazione che io stesso avevo creato. Ma credimi che mi dispiace” “Jas...” “No fammi finire, mi dispiace averti offeso e averti detto cose che non pensavo. E ti ho già chiesto scusa. Ma non ti chiederò scusa per i pugni di James. Non lo farò perché io tutt’ora penso che lui sia la principale motivazione della nostra rottura, ma sono stufo di continuare a litigare. Tu la tua decisione l’hai già presa ieri, e io non posso non accettarla. Quindi, te lo ripeto io ti amo. Ma ora ti lascio andare.” Continuavo ad aprire la bocca ma non riuscivo a parlare. Guardavo Jason stupefatta e sentivo le lacrime pronte ad uscire. Mi stava lasciando andare, lui che non aveva mai lasciato perdere niente, che portava avanti una cosa fino a quando non otteneva i risultati da lui sperati. Lui che mi amava tanto da allontanarsi.
Lo guardavo, e non sapevo cosa rispondere, perché se avessi aperto bocca sarei scoppiata a piangere. Eppure lui sembrava quasi tranquillo, molto probabilmente il discorso se l’era preparato. “Io, Jason ti chiedo scusa per le parole di ieri” Ma non riuscì a continuare, perché non sapevo cosa dire. Non potevo dirgli che si sbagliava, e di restare, perché anche io lo avevo amato, ma ora non sapevo più niente. “Lascia stare okay?  Dei due sei sempre stata tu quella che parlava di più, per una volta va bene anche che non dici niente.” Mi sentì poi avvolgere dalle sue braccia, quelle braccia che mi avevano sostenuto, amato, abbracciato, le stesse braccia che ora mi stavano dicendo addio.
Al termine dell’ora buca, rientrai in classe, c’era ancora confusione perché gli altri stavano rientrando tutti insieme, e non volevano arrivare tardi visto che ora avremmo avuto Burgh, quella metteva note di ritardi di qualche secondo. Mi sedetti, e subito notai James, che però manteneva lo sguardo basso. In realtà avrei voluto parlargli, ma in quel momento davanti a tutti non mi sembrava il caso. Dan e Allison furono tra gli ultimi ad accomodarsi in classe. Nonostante fossi più leggera e calma di quella mattina, non riuscì lo stesso. Adesso il mio pensiero fisso era di parlare con James. Ma cosa gli avrei detto? Come gli avrei spiegato cosa provavo, cosa stava succedendo, mi avrebbe ritenuto la causa dei pugni di Jason? Mi girai a guardarlo, stava guardando la lavagna, eppure non prendeva appunti. sembrava turbato e pensieroso. Mi imbambolai a guardarlo, e poi lo vidi girarsi, molto probabilmente si sentiva osservato, mi guardò, sorrisi, un po’ imbarazzata per essere stata beccata. Ma lui non ricambiò mi guardò solamente, per poi tornare alla lavagna. Rimasi spiazzata dal suo comportamento, mi sentì toccare il braccio “Callie?” guardai Allison, annuì, come per farle capire che andava tutto bene, anche se non era così.
Terminata la lezione, restai ferma al mio posto, ora mancavano solo due ore, e poi saremmo potuti andare a casa. E forse io sarei riuscita a parlare con James, e chiarire. Il ragazzo in questione si alzò dal posto e lo vidi uscire, guardai Dan cercando risposte, ma in cambio alzò semplicemente le spalle, non sapendo spiegare dove stesse andando Jam. “Stai tranquilla, è confuso anche lui, è normale.”  “Lo so, però non capisco perché non riesce neanche a guardarmi” “Devi solo aspettare, anche lui ieri sta aspettando chiarimenti da te, e non li ha ancora avuto.” Mi rispose Allison, e se devo essere sincera mi diede abbastanza fastidio il tono che usò. Ma non risposi, non dissi niente. Volevo solo che quella giornata terminasse. Per fortuna che questa è l’ultima ora della mattinata, stare chiusa in quell’aula, non poter parlare con James mi stava facendo impazzire.
Suonata la campanella, l’aula si svuotò in fretta, vidi James afferrare lo zaino e uscire. Non salutai neanche Allison, presa dalla foga di seguirlo. Trovai difficoltà nei corridoi, per via della massa di studenti che stava spostando. “James!” urlai, ma oltre ad attirare l’attenzione di qualcuno non funzionò.
Arrivati nel cortile lo individuai, gli afferrai il braccio. Si immobilizzò, e si girò a guardarmi “James, finalmente, volevo parlarti” però con uno strappo, allontanò il braccio dalla mia mano. “Ora vuoi parlare? Dopo due giorni hai voglia di parlarmi?” restai immobilizzata, era cattivo, aveva uno sguardo freddo, uno sguardo che non avevo mai visto in lui.  “Però va bene, dai parliamo” “In realtà vorrei parlare solo noi due, non qua.” Abbassai lo sguardo, e mi guardai le scarpe. “Ora non ho né tempo ne voglia. Torna pure dal tuo ragazzo prima che mi prenda un altro pugno per i vostri problemi” “James, ma che stai dicendo?” ma non mi ascoltò, si allontanò e lo vidi sparire tra la folla. E mentre gli altri mi passavano accanto, io restai ferma, e mi venne da piangere. Sentì la guancia bagnarsi, mi affrettai ad asciugarla per non farmi notare da nessuno. Non volevo aspettare Allison, non volevo mi vedesse così, raggiunsi la fermata e mi augurai che il bus arrivasse subito. Perché cavolo James si era comportato così, io volevo solo parlargli e spiegargli tutto, ora che anche con Jason era stata messa una pietra sopra.
Iniziai a piangere solo quando varcai la porta di camera mia, mi buttai sul letto e piansi. Mi sentivo in colpa, aveva ragione Allison, l’avevo fatto aspettare. Si era beccato un pugno perché io non gli avevo parlato di quello che stava succedendo e ora mi stupivo se non aveva voglia di ascoltarmi? Era normale. Chi l’avrebbe fatto. Eppure, eppure doveva ascoltarmi, non poteva evitarmi per sempre. Mi alzai, andai in bagno, mi sciacquai la faccia, non potevo andare da lui con il trucco sbavato, afferrai le chiavi, il telefono e una felpa e uscì di casa. L’avrei costretto ad ascoltarmi.
Davanti alla sua porta suonai due, tre volte. Poi mi sedetti sulle scale, molto probabilmente non era a casa, magari era fuori oppure in palestra. Guardai il cellulare, che avevo messo in silenzioso perché continuavano ad arrivarmi chiamate e messaggi.  Decisi di fare un tentativo, feci uno squillo al telefono di James, dopo un po’ sentì una suoneria in fondo al vialetto. Alzai lo sguardo e lo vidi li, con in mano il cellulare, lo lasciò squillare e lo ripose in tasca. E poi mi vide. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime, e poco dopo qualche goccia mi cadde sulla guancia, ma non ero io, aveva iniziato a piovere, così all’improvviso. E man mano le gocce aumentavano, e noi restavamo lì a guardarci. Poi lo vidi iniziare a muoversi, ad avvicinarsi, i suoi capelli iniziavano ad appiccicarsi e molto probabilmente anche i miei, dovevo essere uno straccio.  Mi sorpassò e si avvicinò alla porta, lo sentì armeggiare con le chiavi.  “Entri o hai intenzione di restare lì e prendere tutta la pioggia?” affermò, e io sorrisi, mentre mi alzavo e lo raggiungevo per entrare in casa.

Note d’autrice
Lo so, lo so, lo so. Non ho scuse. Perdonatemi davvero! Un ritardo mostruoso.  Però sono qui, con un capitolo nuovo. Allora, abbiamo diversi avvenimenti. Diversi sviluppi. Una storia è appena terminata, cosa ne pensate di Jason? Della sua decisione? Avrebbe dovuto lottare per Callie?  E James? Cosa farà? Cosa succederà tra questi due? Chiariranno? Sono aperte le scommesse. Mi piacerebbe anche sapere i vostri pensieri, quello che vorreste vedere, chi vorreste vedere maggiormente o “sentire” di più. Ovviamente cerco di essere equilibrata tra i diversi punti di vista, e di non dare maggiore spazio a qualche personaggio rispetto ad un altro, anche se a volte è difficile. Abbiamo anche un nuovo personaggio da tenere in considerazione Bill, che per ora è l’ultimo arrivato. Bill rimane molto sulle sue, non vuole immischiarsi nei problemi, ma non si accorge che per -QUALCUNO- inizia ad essere un problema.
Detto ciò lascio a voi le considerazioni, come sempre mi fa piacere sapere quello che pensate. Perciò attendo le vostre recensioni.
Un bacione,
alla prossima!
Piccola_Luna
 
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo Quinto ***


Capitolo 5
 
Allison’s Pov

Volevo seguire Callie, per evitare che facesse qualche cosa di azzardato. Ma mi senti fermare dalla mano di Bill, “Allison, scusami, senti, per le ripetizioni, come ci mettiamo d’accordo?” lo guardai, quasi un po’ confusa, poi mi ricordai che gli avevo promesso di aiutarlo. Ci ragionai un attimo, ormai Callie era andata, e con tutta la calca di gente non l’avrei raggiunta. “Stavo pensando, visto che nessuno dei due ha allenamenti oggi, possiamo trovarci nel pomeriggio, anche se magari non faremo molto.” Dissi, tenendo conto dell’ora in cui avremmo iniziato e del fatto che avrei dovuto lasciare casa libera a mio padre. Bill mi sorrise, “Allora a dopo! Grazie ancora Allison!” disse, per poi dileguarsi, afferrai il mio zaino, iniziando a dirigermi almeno fuori dalla classe “Ora sei anche professoressa?” mi domandò Dan al mio fianco, “Se hai bisogno, posso anche essere la tua” dissi guardandolo, sorridendo, lui però non sembrava molto in vena. “Evita di fare cazzate. Sono già stufo di sorbire i commenti su di te durante gli allenamenti, perché non sanno contenersi. Se poi vedono che dai corda ad uno di loro, saranno impossibili.” “Io non do corda proprio a nessuno. Non mi sembra di essere mai stata con un tuo compagno, a differenza tua che con le mie cheerleader ci sei stato.” Dissi stizzita “E soprattutto tu dovresti farli stare zitti visto che parlano della tua migliore amica” affermai, mi aveva veramente fatto incavolare nel giro di un minuto. Ma come si permetteva di parlarmi in questo modo. “E poi scusami, se dovessi interessarmi a qualcuno di loro tu mi vieteresti di iniziare una relazione?” “Ma per favore... una relazione? Veramente?  Ma se non fai avvicinare nessuno, gli unici maschi con cui hai qualche contatto siamo io, tuo fratello e James. E forse è meglio così, visto come è finita l’ultima volta.” E lì, in quella frase, aveva usato una cattiveria sottile. Quelle più brutte, quelle dette dalla persona da cui non te lo aspetteresti mai. Lo guardai, e non gli risposi nemmeno. Mi diressi fuori dalla classe, lui non mi raggiunse, neanche cercò di fermarmi. Lo sapeva che aveva detto una cazzata e che poteva risparmiarsela. Raggiunto il cortile, ancora pieno, cercai Callie, ma non la vidi. “Hai visto, sembra che ci siano guai in paradiso” sentì dire da un gruppetto lì vicino. “Già, hai visto come l’ha allontanata James?” e di sicuro la ragazza in questione non poteva che essere Callie. Maledizione sapevo che dovevo seguirla. Vidi Jason appoggiato alla sua macchina, mentre, molto probabilmente, stava aspettando Dan. Maledizione. Dovevo andare anche a casa con loro. Mi avvicinai a Jason, sorridendogli “Ehi” “Ciao Al, vieni con noi?” “Non saprei, ho litigato con Dan. quindi sto valutando.” “Tu Sali, non devi parlarci.” Mi rispose, in effetti, non aveva tutti i torti. E poi un viaggio in bus non mi andava di farlo. “Hai ragione” dissi, poi mi aprì la macchina e mi posizionai dietro. Poco dopo ci raggiunse anche Daniel. Per tutto il viaggio non mi guardò e non cercò di parlarmi.
“Grazie Jason! Buon appetito” dissi, senza guardare o salutare Dan scendendo dalla macchina. Entrata in casa, trovai da mangiare qualche cosa in frigo, mentre lo scaldavo continuavo a chiamare Callie. Per sapere come stava, se fosse a casa. Mi arrivò anche un messaggio da Bill, in cui mi diceva se mi andava bene per le quattro, gli risposi che andava bene e gli mandai il mio indirizzo. Fino a quando non arrivò Bill, continuai a chiamare Callie, senza però ottenere risposta.
Alle 16 sentì suonare, Bill era perfettamente in orario. “Ciao” “Ciao, sei perfettamente in orario, non vedi l’ora di buttarti sulla scienza?” chiesi ridendo, mentre lo facevo entrare. “Scusami se oggi non ti dedicherò tanto tempo, ma poi più tardi è l’anniversario dei miei, quindi…” “Non ti preoccupare, infondo te l’ho chiesto senza preavviso. Bella la casa” mi rispose, mentre salivamo verso camera mia “Grazie, vuoi qualche cosa?” “No grazie” “sembri ammaliato” dissi ridendo, mentre gli passavo la sedia e io mi accomodavo “Sisi in effetti, non mi aspettavo fosse così grande” rispose. Poi tirò fuori i libri e iniziammo subito le basi della chimica, o almeno gli argomenti un po’ più semplici. Ogni tanto lo vedevo perdersi via e guardare le foto che avevo appeso in camera. Le due ore passarono in fretta, per fortuna Bill non era messo malissimo, ed era anche molto intelligente. “Ecco fatto, per oggi va bene così. almeno ora hai delle basi un po’ solide, e poi non sei messo così male.” Dissi, mentre aspettavo che raccogliesse la sua roba. “Grazie mille, ancora. Allora poi ci mettiamo d’accordo per la prossima volta” “Certo, non ci vorrà molto per recuperare” Lo accompagnai alla porta e lo salutai, andai verso la cucina, guardai l’orario, mio padre sarebbe arrivato a momenti. Come se l’avessi evocato, spuntò dalla porta. “Ciao, papà, fra poco vado. Tranquillo.” Dissi salutandolo, mentre lo vidi dirigersi in salotto, mentre da un sacchetto tirava fuori dei petali, spargendoli per terra, e sul tavolino. “Papà, ma sei veramente tu?” dissi ridendo, mentre lo guardavo. Si bloccò e mi guardò “Simpatica. Vai a prendere la tua roba e vai da Sidney e George.” Scoppiai a ridere e mi diressi in camera. Solo in quel momento realizzai, che avrei dovuto condividere la stanza con Daniel quella sera, vabbè se non mi avesse parlato potevo andare nella stanza degli ospiti. In effetti ero ancora abbastanza offesa. E lui non si era minimamente preoccupato di scrivermi o scusarsi.

Daniel’s POV

Non sopportavo litigare con lei, e quelle cose io non le pensavo, ero semplicemente arrabbiato, geloso pensò una vocina dentro di me. Ero si geloso di Bill, non lo sopportavo era chiaro il suo interesse per lei, e molto probabilmente sfruttava la storia delle ripetizioni per interesse personale.
Non potevo però vietare alla mia migliore amica di interessarsi a qualcuno, non dopo Jake. A pranzo Jason non parlò poi molto, era immerso nei suoi pensieri. A tavola davanti a mia madre non era il caso di parlare di questioni personali, o almeno non di Callie. Bussai alla sua porta, ma non aspettai il permesso: lo trovai in piedi, con una scatola aperta in cui intravidi una cornice, e in una mano una foto. “l’ho lasciata. L’ho lasciata perché io l’amo. Ma lei non mi amava abbastanza” non sapevo se stesse piangendo, ma sapevo che stava soffrendo. Erano poche le volte che l’avevo visto così giù. Non sapevo neanche cosa dirgli, cosa si diceva a tuo fratello maggiore dopo una rottura? Non avrei mai pensato di doverlo consolare. Mi avvicinai, e guardai meglio il contenuto della scatola, tutte le loro foto, c’era anche un braccialetto, un piccolo pupazzo e delle cianfrusaglie. Poi lo vidi mettere la foto insieme alle altre “Vabbè, doveva andare così. come è che si dice? il mare è pieno di pesci” disse, cercando di sorridere “Jason, va bene sentirsi così, è normale. Soffrire non ti fa sentire meno uomo. Siete stati insieme quattro anni. Sarà difficile dimenticarla, ma non devi buttarti in mare per farlo.” “Credimi fratellino, se soffrire facesse sentire meno uomo, ora sarei una ragazzina. Dan non sto dicendo che tornerò il Jason di prima, perché non sono più così. Comunque come mai eri qua?” “Volevo solo vedere come stavi” dissi semplicemente. “Okay, oggi comunque si ferma qua a dormire Allison, te lo ricordi? Avete discusso giusto?”  “Si, ho detto delle cose che potevo evitare. Ma non sono ancora riuscito a chiederle scusa.” Confermai “Torno in camera mia.” Mi diressi verso la porta “Dovresti dirglielo, sai. Che sei semplicemente geloso.” Non mi girai a guardarlo, se l’avessi fatto avrei confermato solo quell’emozione che sentivo dentro.

Allison’s Pov

“Papà allora io vado eh! Mi raccomando, non voglio altri fratelli.” Dissi uscendo di casa, alla fine mi ero messa direttamente il pigiama, tanto ero lì accanto, non mi serviva chissà che. Suonai alla porta, venendo accolta da Sidney e George in procinto di uscire, “Ciao cara, deduco che Christopher sia arrivato” “Si, papà è a casa, non immaginavo avesse questo lato così romantico. Ma voi dove state andando?” “Ah già, non ti avevamo avvertito. Usciamo anche noi, ma tanto ho cucinato tutto il pomeriggio per lasciarvi una bella cena, visto che quei cavernicoli si mangiano di tutto. Comunque lo sai già, fai come se fossi a casa tua, non ti preoccupare. Buona serata allora!” rimasi un po’ stupita, mentre George, ovviamente senza salutare, ci superava per andare verso la macchina. “Ragazzi, io vado! Dan è arrivata Allison! Ciao bella!” Ciao Sid, buona serata. Ciao George” urlai, lo vidi semplicemente fare un saluto con la mano. Entrai in casa, sentendo la tv accesa in salotto, mi affacciai “Ciao Jas” “Ciao, Dan è in camera” annuì, cosciente che non avrebbe mai potuto vedermi, visto che mi dava le spalle. Salì le scale, davanti alla porta di Dan mi fermai, presi un respiro, e poi entrai. Tv accesa, stanza vuota. Molto bene, appoggiai la borsa a terra e poi decisi di uscire. Lo trovai sulla porta “Ciao” lo guardai ero ancora scazzata dalla frase di oggi, così iniziai a dirigermi giù, per andare verso il salotto.
Quando presi posto accanto a Jason, lui sembrò far finta di niente. Sapevo che aveva intuito qualcosa, ogni volta che andavo a casa sua, mi chiudevo in camera con Dan, non ero mai stata in salotto con lui. Dan si accomodò sulla poltrona. E poi ci fu silenzio. La tensione era palpabile, e sicuramente io non sarei stata lì a dormire se la situazione era questa. Guardai l’ora, in effetti era anche ora di cena “Vi va di mangiare? So che vostra madre ha lasciato qualcosa” dissi alzandomi, mentre ricevevo come risposta dei grugniti, di chi fossero non lo capì. Dan apparecchiò, mentre io riscaldavo quella cena deliziosa lasciataci da Sid. “Jas, vieni?” “Madonna sembri mia madre. E tu con quel muso Dan assomigli a papà.” Rispose, prendendo posto. Mangiammo in silenzio, ogni tanto era Jason a spiccicare qualche parola, con Dan, sul football.  
Mentre stavo sparecchiando e posizionando i piatti nella lavastoviglie, sentì Dan accanto a me “Al, possiamo parlare dopo?” sembrava molto ansioso. “Va bene, finisco qua e poi andiamo in camera” “Okay”. Appenai finì e mi asciugai le mani, andai in salotto, per dire a Dan che avevo fatto. “Jas, dove è Dan?” “In camera”
Salì le scale, e appena entrai lo trovai seduto sul letto, con la tv accesa, molto probabilmente l’aveva lasciata accesa da prima. “Dan?” restava con lo sguardo basso, stringendo le mani in pugni. “Dan posso sapere cosa c’è? Posso sapere perché oggi hai detto quelle cose?” dissi esasperata avvicinandomi di poco. “Dan, hai per caso il ciclo? Ho letto da qualche parte che anche voi maschi avete il ciclo premestruale, senza le perdite ovviamente.” Dissi, cercando di smorzare il silenzio. Ma non ricevetti risposta, sentivo solo la tv. “Senti, hai detto tu che dovevamo parlare giusto? Ma ora hai fatto voto del silenzio, io prendo e me ne vado nell’altra stanza okay?” affermai, dandogli poi le spalle e dirigendomi verso la porta, su cui però venni sbattuta. “Dan, che diavolo f…” ma non riuscì a concludere, perché la sua bocca fu sulla mia, prepotente, la lingua che premeva per entrare in contatto con la mia. All’inizio cercai di divincolarmi, poi realizzai, che anche io lo volevo. Volevo che mi baciasse, così mi lasciai andare, permettendogli l’accesso. Dan mi premette ancor di più addosso alla porta, mentre la sua mano finiva tra i miei capelli, stringendoli. Poco dopo ci staccammo, entrambi senza fiato “E’ vero, ti desidero, continuo a pensare a te, al tuo bacio e al tuo corpo. E maledizione Allison, non sai quanto è difficile guardarti, desiderarti e non poter fare niente.  Sei la mia migliore amica e non dovrei neanche pensare a te in quel senso, ma io, io ti desidero.” Disse, guardandomi negli occhi, occhi che sembravano un mare in tempesta. L’unica cosa a cui pensavo era a quanto fosse bello.

Daniel’s Pov

Avevo parlato tutto di un fiato, e ora lei mi guardava, i suoi occhi cossi azzurri, sembravano leggermi dentro. “E mi dispiace anche per quella frase. Io non volevo, non la pensavo sul serio. È che sono impulsivo. È colpa di mio padre, lui è impulsivo, e ho ceduto. Volevo baciarti e l’ho fatto. E ora ho rovinato tutto” ma poi fu lei a baciarmi, si spinse verso di me, sentendo le sue mani tra i capelli. Quel bacio, poteva avere un sacco di significati, ma io decisi di lasciarmi andare, di interpretarlo come qualcosa che anche lei desiderava e voleva. Ricambiai subito il bacio, mentre con le mani le accarezzavo la schiena e scendevo, finché non la tirai su di peso, facendole portare le gambe intorno ai miei fianchi. E continuando a baciarla, mi spostai verso al letto, su cui poi l’adagiai, con un po’ troppa fretta. Quando ci staccammo, per prendere fiato, fu lei la prima a togliersi la maglia, seguita subito dopo dalla mia. La stavo desiderando. La desideravo. Io, desideravo la mia migliore amica. E lei, mio dio, lei era fantastica, e ora era mia. Non di Bill, non di quei coglioni, i loro commenti e le loro considerazioni non rendevano giustizia. Scesi a baciarle il collo, mentre armeggiavo con i pantaloni del suo pigiama, mentre lei con una mano mi strizzava i capelli, e con l’altra mi accarezzava braccia e petto. Scesi a baciarle il seno attraverso il reggiseno, poi le lasciai una scia di baci, fino all’ombelico, per poi ripercorrere con le labbra lo stesso percorso. La sentì ansimare sotto di me, mentre raggiungevo la sua bocca. Ci baciammo, ancora, e ancora. E poi mi ritrovai con lei sopra, mentre mi mordeva il collo, cosa che mi fece ansimare. Poi scese, con la bocca, sul petto, mentre la sentivo con le mani scendere sui pantaloni della tuta. Quando sentì la sua mano su di me, rilasciai un sospiro, cercando di trattenermi. Poco dopo, senza che me ne rendessi conto, la sentì scendere. Maledizione, se fosse andata avanti di questo passo, non so quanto avrei resistito. Così la fermai e la rimisi sotto di me “Ora tocca a me” dissi, “Non vedo l’ora” e quello sguardo, dio quello sguardo mi accese. Solo in quel momento mi accorsi che fuori stava piovendo.
Mi svegliai perché c’erano delle voci che mi disturbavano, aperti gli occhi mi resi conto che fosse la tv, a tentoni cercai il telecomando. Lo trovai infondo. La spensi e guardai fuori dalla finestra. Stava ancora piovendo. Qualche tuono ogni tanto. Poi mi girai a guardarla, stava dormendo. Addosso la mia maglia e i miei boxer. I capelli sciolti, e alcune ciocche davanti al viso. Un braccio, quello rimasto su di me tutta notte, era ancora allungato, mentre l’altro era piegato sotto al cuscino. Era bella Allison, ma quella notte avevo visto un’altra bellezza. Una molto più intima. Era bella mentre godeva, mentre si mordeva le labbra. Guardai l’ora, solo le due, mi alzai cercando un altro paio di boxer e poi tornai a letto. Le alzai il braccio e me lo rimisi sulla pancia, poi un movimento, la sentì avvicinarsi, e stringersi a me “Cosa ci fai sveglio?” sussurrò, addormentata. “Ho spento la tele, torniamo a dormire” annuì, e appoggiò la sua testa su di me. Non volevo che si svegliasse, e si rendesse conto di quello che avevamo fatto. Chiusi gli occhi e poco dopo mi addormentai.
Qualcosa vicino al mio orecchio suonava, allungai il braccio verso la sveglia e la spensi. Guardai comunque l’orario, le 6:55, ancora cinque minuti e poi ci saremmo dovuti svegliare. Mi girai a guardarla, di nuovo, sembrava che la sveglia non l’avesse disturbata minimamente. “Se vai avanti a guardarmi rischi di consumarmi” sentì sussurrare. Okay forse l’aveva disturbata, mi scappo un sorriso. La sua voce era roca, assonnata, ma sembrava tranquilla.  “Fra poco dovremmo svegliarci” le dissi, mentre scesi dal letto, mi misi i pantaloni. La vidi stiracchiarsi e tirarsi su, e poi mi guardò. Quegli occhi, erano ancora come quella notte: magnetici. “Dan, smettila” mi disse con un sorriso, e poi si alzò anche lei. “Non ho fatto niente” dissi, “Ma il tuo sguardo dice tutto” me la ritrovai addosso, mentre si allungava quei pochi centimetri per baciarmi. Mi morse il labbro inferiore e poi mi baciò delicatamente, sorrisi sulla sua bocca e poi me la tirai addosso, sentendo ancora il suo corpo caldo su di me. “Ora posso scendere a fare colazione” mi disse, dopo essersi staccata. La vidi uscire da camera mia e chiudersi la porta alle spalle. Beh forse non si era pentita più di tanto. Sorrisi, e poi decisi di scendere.
In cucina trovai solo mia madre e Allison. “Eccoti qui, viene vi ho preparato la colazione. Oggi prendi il pick-up” “Jason non viene?” “No, prende l’altra macchina, mi ha detto che dopo scuola non veniva a casa” annuii semplicemente. Finita la colazione ritornai in camera per cambiarmi mentre Allison era andata a casa sua per vestirsi. In camera ragionai su cosa fosse successo la sera prima, mi domandai se ne avremmo mai parlato, mi chiesi come stava lei, cosa provava. Sarebbe risuccesso? Mio dio. Un coglione. Sono stato un coglione, farmi prendere così dai miei impulsi, chiusi con foga l’armadio e andai a finire di prepararmi in bagno. Una volta fuori aspettai Allison in macchina, la vidi uscire da casa tranquilla, non sembrava particolarmente agitata o pentita, era la solita. “Andiamo?” mi disse una volta che fu in macchina, la guardai un attimo sorrisi e misi in moto.
Forse ero io a farmi mille paranoie, ma non ero mai stato così teso, il viaggio sembrava stato lunghissimo. Il parcheggio era ancora semivuoto, c’erano poche macchine, sicuramente di qualche professore. Spensi il motore, strinsi il volante e la guardai: si stava controllando allo specchio, si tolse un po’ di mascara finito sulle palpebre e poi incontrai il suo sguardo dallo specchietto. “Dan, va tutto bene ok?” disse semplicemente guardandomi, un sorriso pulito e tranquillo, “Al ma noi dovremm.”  ma mi ritrovai la sua bocca sulla mia, allungai una mano dietro alla sua testa, spingendomela contro e approfondendo il bacio. Poi si staccò, mi rivolse un altro sorrise e scese semplicemente dalla macchina. Restai ancora un attimo in macchina, presi un sospiro e osservai il cortile iniziare a riempirsi, e guardai Allison incamminarsi verso le scale, mentre salutava alcuni compagni.
 
Callie’s Pov

Mi girai a guardare la sveglia, mancava poco prima che suonasse ma decisi di spegnerla e alzarmi lo stesso. Ero ancora frastornata da tutto quello che mi stava succedendo, erano troppe cose tutte insieme. Guardai il cellulare, rendendomi conto di non aver fatto sapere niente nemmeno ad Allison. Andai in bagno, e decisi di farmi una doccia, e sotto l’acqua calda, ripensai al giorno prima.
Entriamo, non sia mai che sia io a farti ammalare di polmonite” lo vidi venire verso di me, con già le chiavi in mano. “Vuoi qualcosa?” mi domandò, mentre toglievamo le scarpe e ci spostavamo in cucina. “No grazie “lo vidi prendersi un bicchiere di succo, e poi accomodarsi dall’altra parte del tavolo, e quella distanza un po’ mi fece male. “Perché ce l’hai con me?” mi ero ripetuta un altro discorso, ero stata troppo diretta. “Io non ce l’ho con te. O almeno non ora. Solo che…” “Cosa James?” ” Mi sono preso dei pugni, mi sono sentito insultato, per qualcosa in cui io sono stato tirato in mezzo ma di cui non so niente.” Aveva alzato la voce, ma non sembrava arrabbiato, nervoso sì. “Tu non dovevi essere tirato in mezzo, era una cosa tra me e Jason.” “Beh, intanto sono io quello che è stato picchiato” disse sarcastico, strinsi in due pugni le mani. Aveva ragione, “Perché ci sei tornata insieme? Insomma io pensavo che, tu l’hai aggredito quando mi ha colpito e io credevo che tu l’avresti lasciato” rimasi spiazzata, non eravamo tornati insieme, a cosa si riferiva? “Ma James” “No lo so, Lo so, è una stupidaggine, hai ragione. È ovvio, tu lo ami e io non posso competere con lui, però…” “James, ma io non ci sono tornata insieme” “Ah, io pensavo.. sai dopo che sei sparita durante l’ora buca, ho pensato che voi due…” “Si ci siamo visti, ma penso che fosse più un addio.” Dissi, più a me stessa in realtà, che a lui. “Perciò tu eri arrabbiato perché pensavi fossimo di nuovo insieme?” “Anche, ma soprattutto perché avrei voluto sapere da te quello che stava succedendo tra di voi. Invece tu mi hai tenuto all’oscuro. Ho dovuto scoprirlo da voci di corridoio.” Disse, e realizzai che più che arrabbiato era deluso, che non avevo parlato con lui di tutto ciò. “E cosa dicono le voci di corridoio?” “Due sono le teorie, la prima che lui ti abbia tradito e tu l’hai scoperto. L’altra invece., che sei stata tu a tradirlo, con me.” Disse guardandomi. “Sono solo voci di corridoio. Noi, o almeno io, mi sono resa conta che non mi andavano più bene degli atteggiamenti, in più ha messo in dubbio determinate cose.” Dissi, abbassando lo sguardo. “Ma tu non c’entri niente, non voglio che ti senti tirato in mezzo” “Troppo tardi non trovi?” disse sarcastico. Non risposi.  “In realtà tu un po’ c’entri. Io sono molto confusa, ultimamente. E lo sono per te.”  James mi guardava dubbioso “Sai, voci di corridoio, dicono che tu sei innamorato di me.” Lo guardai, aspettando una risposta. James sembrava sbiancato di colpo, come se stesse trattenendo il respiro. Ma io dovevo sapere, volevo saperlo. “Quello che ha detto Jessica..” “Cosa cambierebbe? Se fosse vero?” rimasi spiazzata, lo guardai incerta. Se fosse vero? se quindi avessero ragione i pettegolezzi, se quindi avesse ragione in qualche modo Jason? E Allison. “Perché io sono davvero innamorato di te” Mio dio. Ero sicura che la mia mandibola aveva raggiunto il pavimento. James innamorato di me. Il mio migliore amico innamorato di me. James restava in silenzio, molto probabilmente in tensione. “dalla prima volta che ti ho visto tu mi hai fatto sentire speciale, hai creduto in me, cosa che fanno poche persone. Ed è squallido, ma quello che ha detto Jessica è vero, io cercavo in altre te, sono ridicolo.” “No che non lo sei” “Di tutto quello che ti ho detto hai capito solo ridicolo?” chiese facendo un lieve sorriso. “Si, cioè no, ho capito il resto. Ma perché non me ne hai mai parlato?” “E che cosa ti dicevo –Ehi Callie, sai ti amo-?” “Si! Avresti dovuto?” dissi alzandomi e facendo strisciare la sedia. ” Cosa sarebbe cambiato Callie?” “Sarebbe cambiato” urlai. “Ma se tu in quel periodo volevi Jason!” si alzò anche lui. “In quel periodo io avevo una cotta per te, ma tu non hai mai dimostrato interesse per me! Dopo è venuto Jason” quando diventavo nervosa iniziavo a gesticolare. Mi ritrovai James vicino, che mi sovrastava con quei centimetri che ci dividevano in altezza. “Ora stai dando la colpa a me? Neanche tu mi hai fatto capire niente. Davanti a me parlavi solo di Jason. Ti pare che potessi rovinare la nostra amicizia?” aveva ragione, stavo riversando su di lui la colpa di tutto, ma neanche io avevo mai parlato, troppo timida, troppa spaventata di un rifiuto. “Anche tu non hai rischiato, hai fatto finta di niente, ti sei fidanzata con Jason e ci sei stata insieme per 4 anni” Aveva ragione, io ero comunque andata avanti “Ma stavolta, se c’è solo una possibilità di averti, non la voglio sprecare. Io ti voglio, voglio poter avere quella possibilità che ho perso quattro anni fa. Sempre se anche tu lo voglia” James mi stava dicendo apertamente che mi voleva, che voleva combattere per me. E io? Cosa volevo? Ero troppo confusa, stavo ancora cercando di realizzare che io e Jason ci eravamo lasciati. Poi il suono di un telefono mi salvò. “Io devo rispondere” dissi, avvicinandomi all’entrata, ed estraendo il cellulare dalla giacca. “Mamma? Si sto bene, hai ragione scusami. Sono da James. Si arrivo.” Chiusi la chiamata e presi un sospiro, trovai James dietro di me, con la giacca in mano. “Ti accompagno.”
Mi guardai allo specchio, oggi stavo molto meglio. Mi sentivo più tranquilla. Eppure avevo ancora delle cose in sospeso con James, in più avrei dovuto spiegare tutto ad Allison, a cui non avevo risposto per tutta la giornata. Mi sentivo in colpa, molto probabilmente era preoccupata. Dopo aver fatto colazione, spettai mio padre, che quella mattina mi avrebbe accompagnato a scuola. “Papà andiamo?” urlai, ero agitata, non sapevo come comportarmi con James, se Allison avrebbe capito, e soprattutto con Jason. ““Andiamo, andiamo, non capisco tutta questa fretta.” Poco dopo eravamo in macchina diretti a scuola. “Ciao papi, buona giornata” gli lasciai un bacio sulla guancia e scesi. Appena varcai il cancello cercai Allison, trovandola sulle scale, mi aveva già vista e molto probabilmente mi aspettava anche.  Vicino a lei vidi Dan. “Ciao ragazzi” sorrisi, avvicinandomi. Allison mi sorrise, poi mi guardò come a studiarmi, mimai un dopo con le labbra. “Ehi ragazzi” il mio corpo si riempi di brividi. Quando mi resi conto di avere vicino James mi senti arrossire, dopo tutto avevamo ancora un discorso in sospeso. Notai Allison osservarmi con un sorriso strano. “Ciao” sussurrai, per poi spostarmi di lato in modo da non dargli le spalle.  “Ragazzi, oggi allenamenti vero?” Eric ci aveva raggiunto, insieme a Bill, che si posizionò tra me e Allison.” Anche noi abbiamo allenamento giusto?” domandai guardando Allison “Si, ho pensato anche da dei nuovi passi. Ma voglio discuterne con tutti” disse, “Inoltre fra poco è Halloween, quindi saranno tutte esaltate per la festa. Dobbiamo capire anche quali saranno i prossimi eventi” è vero, di solito venivano organizzati dalle associazioni studentesche ma richiedevano l’aiuto di Allison. “Beh prima godiamoci quella di Halloween no? È questo weekend giusto?” domandò Bill. “Si infatti” disse Allison scocciata, non le erano mai piaciute queste feste “Comunque, ci sono gli allenamenti oggi. Spero che tu venga, sempre che tu riesca a rimanere concentrato e non farti distrarre da cose come la festa” disse Dan guardando Bill, che era arrossito. “Che dite se andiamo in classe? Fra poco suonerà la campanella” dissi, mentre iniziai ad andare dentro. “Mi devi dire raccontare tutto chiaro?” mi disse Allison affiancandomi “Si, tranquilla, all’intervallo, va bene?” dissi, lei annuì.
L’intervallo arrivò subito, metà mattinata era già volata, io e Allison ci spostammo verso il corridoio della scuola meno affollato per poter parlare. “Allora, ieri Jason è venuto a parlarmi durante l’ora buca, era molto tranquillo rispetto all’altra volta. Ha detto di amarmi, si è scusato per il suo comportamento, per ciò che ha detto e per avermi offeso. L’unica cosa di cui non si è scusato sono stati i pugni per James. E poi dopo mi ha detto che mi avrebbe lasciato andare. Io non sapevo cosa dirgli, ho cercato di scusarmi, di chiedergli scusa, ma lui non ha voluto ascoltarmi, ha detto che andava bene così.” dissi mentre allungavo una gamba lungo le scale dove ci eravamo sedute. Guardai la faccia di Allison, per cercare di capire a cosa pensasse. “E tu come ti senti?” domandò poco dopo “Sinceramente, mi sento più leggera, comunque Jason è stato una parte importante della mia vita. Io sono ancora molto confusa, sono triste ma allo stesso tempo anche felice” dissi, ripensando al discorso di James, a tutto quello che ci eravamo detti la sera prima. “Per James? Cosa vi siete detti?” “Ha detto di amarmi” dissi tutto d’un fiato vedendo Allison alzare un sopracciglio. “Wow, non pensavo che avesse così tanto coraggio” disse stupita “Ha detto che vuole conquistarmi, Allison. ha detto che stavolta vuole avere quella possibilità” “E tu?” “E io ho risposto al telefono perché mia madre mi stava chiamando” “Ma cosa vorresti?” restai in silenzio, mentre Allison mi scrutava. “Callie, tu lo sai cosa vuoi, e non c’è niente di male a volere qualcosa che si desidera. Se tu vuoi dargli questa possibilità, puoi.” Era come se stesse parlando più a sé stessa che a me, però aveva ragione. Ci avevo pensato tutta la notte: da una parte avrei voluto, ma dall’altra io mi ero appena lasciata con Jason.
La campanella suonò “Grazie Al… per esserci sempre ad ascoltarmi” mi sorrise senza rispondermi, ma io sapevo che quel sorriso era una dimostrazione di affetto e di sicurezza, qualsiasi cosa avessi scelto lei ci sarebbe stata. Durante la lezione mi perdevo ad osservare James senza farmi vedere da lui ma soprattutto dagli altri. Poi osservai Allison di fianco a me, era strana c’era qualcosa, che io non sapevo. Sembra tranquilla ma allo stesso tempo agitata, ma non avevo voluto sforzarla a parlare, con Allison bisognava fare così, aspettare che fosse lei a parlarne e non indagare, altrimenti si sarebbe chiusa ancor di più a riccio. Un particolare non mi era sfuggito, anche Dan la osservava, ma il suo sguardo, il suo sguardo non mi piaceva per niente, sembrava provasse mille emozioni, e io non riuscivo a comprenderle tutte, c’era tormento, agitazione, ma c’era anche desiderio. Cosa stava succedendo? Ero talmente stata distratta da Jason e James da non accorgermi di cosa mi stava succedendo intorno?
L’ultima ora arrivò, e la professoressa di Storia entrò “Bene, oggi, direi di interrogare, in fondo, non pensate di scamparla solo perché siamo all’inizio dell’anno” panico totale, oltre agli appunti non avevo studiato molto e dalle facce dei miei compagni nemmeno loro. “Bene, ne interrogherò quattro. Partiamo da vediamo, il nuovo arrivato Jhonson, così testiamo la sua preparazione, poi Felton, Millar e Deil.” Dan si alzò dirigendosi verso la scrivania con un sorrisino strafottente, lui, come Allison, aveva una memoria fotografica e uditiva che gli permetteva di cavarsela ad ogni interrogazione a sorpresa. L’interrogazione portò via tutta l’ora, non mmi concentrai poi molto sugli interrogati, ma mi persi nei miei pensieri, ripensando a cosa fare con James.
Quando arrivammo al campo, dopo la mensa, notai che gli allenamenti di football erano già iniziati, guardai tra le file, c’era anche Jason. Non mi soffermai a cercare James, perché non volevo creare altre situazioni spiacevoli. Raggiunsi la squadra negli spogliatoi. “Ragazze oggi vi voglio concentrate, non mi interessa se questo weekend c’è la festa” sentì dire da Allison. “In più fra poco inizieranno ad organizzare altre feste, per l’ultimo anno, quindi non riusciremo a mantenere gli stessi giorni di allenamento e lo stesso ritmo. Detto ciò vi aspetto in campo” Allison, già cambiata uscì. Sentì alcune lamentele, ma nessun commento negativo, tutti sapevamo che era vero, che molto probabilmente il consiglio studentesco avrebbe chiesto aiuto ad Allison, che avrebbe scelto poi alcuni per farsi aiutare. “Ciao Callie” mi girai a guardare Cristin, che si stava cambiando vicino a me “Ciao” dissi, un po’ sospettosa “Mi dispiace per quello che è successo, tra te e James” rimasi stupita, più che altro perché aveva detto James e non Jason. Cristin era una ragazza molto particolare, sapevo che aveva avuto una storia con il fratello di Allison e sapevo che tra la mia migliore amica e lei, c’era un legame particolare. Non sapevo se considerarle amiche oppure nemiche, si salutavano il necessario, ma sapevo che in un momento buio di Allison anche Cristin le era stata vicina. “Non ti preoccupare, tu non c’entri.” Risposi, facendo riferimento che l’unica ad avere creato tutto ciò era Jessica “Lo so. Spero solo che ora farai la scelta giusta, deve essere frustrante amare due persone, e stare insieme a quella che si ama meno.” mi lasciò spiazzata, dopo quell’uscita se n’era andata, mi guardai in giro, per vedere se qualcuno aveva sentito quella frase, ma nello spogliatoio ero rimasta solo io e due ragazzi troppo lontane per aver sentito. Cosa voleva dire quella frase? Come poteva Cristin sapere cosa provavo se neanche io lo avevo ancora capito? Ma soprattutto da quando Cristin si interessava della mia vita?
Quando raggiunsi il campo vidi che Allison aveva già iniziato, mi unì subito all’allenamento. “dieci minuti di pausa” disse Al, eravamo tutte provate, l’aveva presa sul serio la storia del dobbiamo - dare il massimo-. “Al, ma tu hai mai parlato di me con Cristin?” domandai, mentre prendevamo le nostre borracce. “Callie perché mai avrei dovuto parlare con Cristin?” “Hai ragione, è che sai ha detto delle cose, su me e …” e indicai l’altra parte del campo “Lei è solo molto brava ad osservare, o spiare, come preferisci.” Disse solamente “Hai comunque fatto una scelta?” annuì, e guardai il campo, i ragazzi stavano andando in pausa “Penso di sì, ma non gli parlerò ora non qui.” Dissi, non con Jason vicino a noi pensai. Gli avrei parlato domani, con calma visto che nessuno dei due avrebbe avuto allenamenti. Avrei comunque dovuto chiedergli se poteva, magari aveva qualche impegno.
 
James’s Pov

Dalla sera prima io e Callie non ci eravamo sentiti ma avevo preferito così. Volevo che ci ragionasse, che pensasse a quello che le avevo confessato. Quella mattina quando l’avevo vista arrossire, dovevo ammettere che mi aveva fatto piacere vedere l’effetto che le facevo.
“Certo che la Kent è stata abbastanza bastarda ad interrogare senza preavviso no?” dissi a Dan mentre ci dirigevamo in mensa, le ragazze le avevamo lasciate in classe, sarebbero scese con più calma. “Beh, me la sono cavata, no?” “Come se te non te la cavassi mai, no? Sei proprio un secchione” dissi ridendo, “Lo sai che sono semplicemente troppo intelligente” mi rispose sorridente, ovviamente scherzava, Dan era intelligente, lo sapevano tutti, ma non se la tirava mai.  “Hai parlato con tuo fratello?” annuì “So che si sono lasciati” “Già.” Restammo in silenzio, “Ho detto a Callie di amarla” dissi mentre ci trovavamo davanti alla mensa in procinto di entrare. Mi guardò “Ho detto che voglio una possibilità” “E lei?” “Non lo so, l’hanno chiamata i suoi.” “E non l’hai più sentita?” negai con il capo. “James, tu sei il mio migliore amico. Jason è mio fratello. Lui ne sta soffrendo, ma so anche quanto hai sofferto tu. La tua parte l’hai fatta, ora tocca a lei” non disse altro per il resto del pranzo forse per la presenza degli altri o forse perché era stato molto chiaro con il suo pensiero.
“Non ti sembra più rilassato il capitano?” mi disse Steve “In che senso?” “Boh, sembra molto più disteso, tranquillo. Secondo me ha fatto sesso” “Magari si è svegliato dalla parte giusta del letto” No, Dan non poteva aver fatto niente, non aveva nessuna. Molto probabilmente era Steve fissato. E poi me l’avrebbe detto, se avesse avuto qualcuna, e poi me l’avrebbe detto. “Mh, no ha la faccia di uno che ha fatto sesso e gli è anche piaciuto.” Continuò, sbuffai le lo lasciai perdere, portando a termine l’allenamento. Osservai le cheerleader e vidi che anche loro avevano finito, e stavano rientrando, ma non mi soffermai, Jason era comunque poco più lontano da me, e non volevo rischiare altri pugni, anche se lui e Callie avevano rotto. In effetti avevo notato che Jason mi era restato lontano, ma meglio non rischiare. “Oggi hai deciso di ucciderci?” domandai al mio migliore amico avvicinandomi “Mi sembrava fossimo un po’ fiacchi. Non sopporto quando ci si concentra su robe frivole come una stupida festa” non capì il perché di quel tono tanto alterato. Non era la prima volta che tra i compagni di squadra si parlasse di feste. “Beh fai passare questo weekend e poi torneranno più concentrati” dissi mentre ci incamminavamo verso gli spogliatoi. Non vedevo l’ora di arrivare a casa farmi una doccia, ripassare e andare a dormire.  Negli spogliatoi c’era il classico chiacchiericcio, man mano che se ne andavano si affievoliva “Dan guarda che io non vengo subito a casa, passo da Steve che dobbiamo finire una roba insieme” sentì dire da Jason, che fu l’ultimo a rimanere insieme a noi e Steve “Okay, non ti preoccupare, avverto mamma” restati soli guardai Dan “Lei non mi ha detto ancora niente” dissi “Dalle tempo James, si è appena lasciata con il suo ragazzo dopo quattro anni, ha scoperto da poco che il suo migliore amico è innamorato di lei, è normale che ci sta pensando.” “Lei ha detto, che per un periodo ha provato qualcosa per me” dissi “Lo sapevo” lo guardai confuso, “Come lo sapevi? E non mi hai detto niente?” “Beh, non era stata Callie a dirmelo, l’ho sempre pensato. Poi di recente Allison mi ha dato conferma. “Ma non potevi dirmelo prima?!” alzai la voce, “Ma se ti ho detto che ho ricevuto da poco la conferma che fosse vero, correvo il rischio di farti fare una dichiarazione e scoprire che lei non provava niente per te?” “Ma se tu ci azzecchi sempre su queste cose. Tu ci osservi tutti, capisci i pensieri e tiri le tue conclusioni, che sono sempre vere. Pensaci veramente all’idea che avevi di studiare psicologia” dissi ricordandomi del suo interesse per quella materia, “Ma non è vero che capisco tutti” “Certo, l’unica è Allison, ma quella sai che fa fatica a capirla anche Callie, è brava a nascondere i suoi pensieri” vidi Dan fare una faccia strana “Perché fai così?” “Cosa?” “Quella faccia, hai fatto una faccia stranissima” “Non ho fatto nessuna faccia” lo guardai sospettoso, aveva ancora quella faccia, sembrava sollevata ma allo stesso tempo preoccupata “Avete litigato?” domandai, mentre sollevai il borsone, gesto che imitò anche lui dandomi subito le spalle per andare verso l’uscito “No” “Ma allora.” “Non ho nessuna faccia ok James? È la mia” disse scazzato “Va bene, ma stai tranquillo. Steve si sbagliava a pensare che fossi rilassato.” Dissi, aprendo la porta per uscire “In che senso?” “Diceva che avevi la faccia di uno che aveva fatto sesso. E che sembravi rilassato, se ti dovesse vedere adesso di sicuro si ricrederebbe” vidi la porta degli spogliatoi delle cheerleader aprirsi, la prima ad uscire fu Callie, che mi guardò subito, prima guardandosi intorno poi sorridendomi. Ricambia il sorriso, poi dietro di lei subito Allison. Riguardai Dan che non aveva più risposto ed ecco di nuovo quella faccia. “Ciao Ragazzi, come è andato l’allenamento?” domandò Al venendo vicino “Bene, ma siamo morti: Dan ha deciso di stremarci” dissi ridendo guardando le due, che sorrisero “Anche Allison, sai con le feste che verranno dopo Halloween per l’ultimo anno è normale.  In più anche noi saremo più impegnati con la scelta dei college” rispose Callie. “Callie siamo solo ad ottobre e già pensi al college’” disse sorridendo Allison, eravamo tranquilli, mi sembrava di respirare la tranquillità che ci aveva sempre caratterizzato. “Vabbè Daniel, andiamo? Ho voglia di farmi una doccia e mettermi a letto” disse, vidi il mio migliore amico ridestarsi, annuire semplicemente. Vidi che anche Allison lo guardava abbastanza stranita dal suo comportamento “Caio ragazzi, a domani” Allison ci superò dirigendosi al parcheggio, “Ciao James, Callie” disse a mo’ di saluto Daniel, seguendo Allison. Mah e chi lo capiva Daniel. “Ti viene a prendere qualcuno?” domandai a Callie, lei annuì, “Vuoi che aspetto con te?” “No, mio padre mi sta già aspettando” “Ah okay, allora andiamo, che tanto io vado a prendere la macchina” annuì, restammo in silenzio, quando arrivammo nel parcheggio vidi suo padre, fermo in macchina, mi sorrise e mi salutò dal finestrino. “James, domani pomeriggio hai da fare?” mi stupì quella domanda, era stata in silenzio per tutto il tempo. “No, perché?” “Ti va se ci vediamo?” domandò, non dovevo farmi viaggi mentali, magari voleva solo parlare, magari non voleva darmi una risposta “Si. Certo” dissi “Al bar dell’altra volta ti va bene? Quello vicino a casa tua’” domandò lei “Certo, facciamo alle 15.30?” “Si va benissimo!” disse sorridendomi, poi mi salutò e raggiunse suo padre.
Arrivai a casa e parcheggiai la macchina. Decisi di riscaldarmi qualcosa di già pronto, mentre attendevo la cena pensai al motivo che aveva spinto Callie a chiedermi di vederci, magari aveva preso una decisione, magari aveva scelto non volermi dare nessuna possibilità.  Presi il telefono e chiamai Daniel. Uno squillo, due squilli e tre squilli, suonava a vuoto, inutile insistere magari stava cenando vista l’ora. Osservai per un attimo anche il contatto di Allison, lei di sicuro poteva sapere qualcosa, ma figurati se quella si lasciava sfuggire qualcosa Se i pensieri non mi avevano dato pace a cena, figuriamoci mentre ero sotto la doccia, mille pensieri uno più confuso dell’altro, e disperati. Il cellulare non segnalava nessuna nuova notifica, segno che Dan non  mi avesse ne richiamato e neanche scritto. Presi in mano il quaderno di scienze, cercando di concentrarmi almeno su quello, poi crollai a letto.

Allison’s Pov

Mi staccai a fatica, presi dei respiri profondi, mentre Daniel scendeva a baciarmi il collo. Mio dio come eravamo finiti così? Un minuto prima stavamo parlando, il minuto dopo ero addossata al muro della sua camera e le mie mani tra i suoi capelli. Sentì una sua mano sollevarmi la maglia, mentre con la bocca saliva verso l’orecchio “Dan… aspetta…” sospirai, Dan sembrava non ascoltarmi, continuava con la sua tortura, spostò una gamba in mezzo alle mie, facendomele divaricare. “Aah Dan” “Che c’è?” disse scocciato, mentre staccava le labbra dal mio collo, e guardandomi negli occhi, le mani e la gamba non le mosse. Lo guardai aveva due occhi ardenti, le labbra rosse e i capelli spettinati a causa mia. “Mi spieghi cosa stiamo facendo?” “Non sei più piccola, devo ancora spiegartele certe cose?” disse malizioso, mentre mi schiacciava ancor di più contro il muro, essendosi rialzato avevo dovuto inclinare di poco il viso verso l’alto. “Stavamo parlando di James e Callie.” “è vero, solo che poi tu mi hai guardato in quel modo e io non ho più capito niente” mi rispose “Io non ti ho guardato in nessun modo” obbiettai, “Si che l’hai fatto, mi stavi pregando di baciarti, cos’è una gara a chi cede prima?” disse allontanandosi di poco quasi arrabbiato. È vero, io lo volevo, volevo che mi baciasse, ma non pensavo che fosse così chiaro. Non era una gara, semplicemente io cercavo di resistere. La scorsa notte avevo ceduto, avevo deciso di staccare il cervello, ed eravamo finiti a letto insieme ed io non avevo la minima idea di come comportarmi. Era il mio migliore amico, ci conoscevamo fin da piccoli, e io ci ero andata a letto. E mi era anche piaciuto maledizione e lui ci sapeva fare, inutile negarlo. “No che non è una gara, non è niente” dissi e, approfittando dello spazio che aveva lasciato tra me e lui mi spostai di lato, guardandolo. “Senti, io vado a casa mia, è quasi ora di cena, e devo ancora farmi la doccia” “Non è niente?” mi domandò, come se non avesse ascoltato altro dopo quella frase “Sentiamo Dan cosa sarebbe? Siamo stati insieme, ok, mi è piaciuto, ok, ma ora cosa dovremmo fare? Di certo non è che ora ogni occasione è buona per saltarci addosso. Davvero è meglio che me ne vada, altrimenti finiamo per litigare e non mi va, non con te” risposi, aprì la porta scesi le scale afferrai il borsone e uscì da quella casa. Non gli avevo dato neanche il tempo di rispondermi, maledizione, non sapevo neanche io cosa fosse, ma non poteva guardarmi come se solo io avessi le risposte a tutto.  Entrai in casa e sbattei la porta sentì mia madre lamentarsi per il rumore, ma non mi scusai, buttai il borsone infondo alle scale e mi diressi in cucina “Allison, tutto bene?” “Si mamma. Tutto bene” dissi, ma dal tono acido che usai era chiaro che non fosse vero. mio padre mi guardò ma non diede molto peso, non perché non gli interessasse, ma perché sapeva che se fosse stato qualcosa di cui volevo parlare l’avrei fatto. Durante la cena non seguì nessuno dei discorsi che fecero i miei, troppo presa a pensare a quello che era successo: un errore. Ecco cos’era un errore che rischiava di rovinare 17 anni di amicizia, un errore che io avrei rifatto altre volte solo per sentirmi di nuovo così. Non mi accorsi di star stringendo la forchetta finche non sentì la mano di mia madre sulla mano “Allison, rilassati” la guardai e cercare di respirare. Mio padre iniziò a rivolgermi diverse domande sulla scuola, sulle novità e su come avevo intenzione di organizzarmi per i prossimi mesi  sia con gli allenamenti sia con lo studio. Gli fui così grata di quelle domande,  perché almeno mi aiutò a non pensare per un po’. “Vado a fare la doccia, e poi vado a letto” dissi, dando un bacio a mia madre e poi dandolo a mio papà. Recuperato il borsone salì in camera e lo disfai, mettendo la roba sporca nel bidone della lavanderia e poi andai in bagno. Optai per una doccia veloce volevo solo mettermi a letto, dormire e augurarmi che Dan non ce l’avesse troppo con me.  Ero stata stronza, forse avrei dovuto chiedergli scusa per il mio comportamento, dirgli come mi sentivo e non escluderlo da qualcosa in cui anche lui era in mezzo quanto me. Uscì dalla doccia, indossai l’accappatoio ed entrai in camera per prendere il cambio che mi ero dimenticata. Sul letto però notai Dan ad aspettarmi, restai sulla soglia della porta per qualche minuto poi mi diressi verso i cassetti. “Non è vero che non è niente.” Disse “E’ qualcosa, è qualcosa che c’è stato, qualcosa che non siamo stati capaci di gestire. Hai ragione non è più una gara a chi cede per primo. Ieri notte è successo, abbiamo ceduto entrambi. Ma non puoi dire che non è niente” restai di spalle, senza dare cenni di averlo sentito. “Hai ragione. È stato solo un errore, ecco cosa è stato.” “Non è vero” sentì dire, poi sentì il rumore del letto segno che si era alzato, sentì lo spostamento d’aria e capì che fosse dietro di me “ Non è un errore sapere come è toccarti” e nel dirlo mi lasciò una carezza sui capelli, per poi scendere lungo la schiena “Sapere com’è il tuo odore” e mi scostò i capelli, lasciandomi libero il collo, dove appoggiò il suo naso inspirando. Presi un respiro profondo, e mi girai a fronteggiarlo. I suoi occhi erano due pozzi blu. Lo guardai negli occhi, mentre sentivo la sua mano andare ad appoggiarsi sul mio fianco “Sapere come è il tuo sapore” continuò e sempre mantenendo il contatto visivo si abbassò assaggiando, letteralmente, il mio collo. Rilasciai un gemito, e mi sentì premere contro i cassetti. “Sapere cosa vuol dire baciarti” e il bacio che aspettavo da quando aveva iniziato tutto quel discorso arrivò. Lento e poi  passionale, sentì la sua lingua chiedere l’accesso, baciarmi lentamente, poi mi sentì sollevare per appoggiarmi sopra alla cassettiera, fu automatico portare le gambe intorno ai suoi fianchi e spingermelo ancora più contro, mentre con le mani percorrevo tutta la schiena fino ad arrivare al sedere, per tornare su ai capelli con cui mi misi a giocare. L’accappatoio ormai si era slacciato davanti, perciò fu facile per Daniel avermi a sua disposizione, quando scese a baciarmi il collo e poi il seno mi lasciai sfuggire un gemito, poi un altro, poi sentì le sue mani che lente risalivano le mie gambe e raggiungere il centro. Staccai una mano dai suoi capelli e scesi ad accarezzargli le spalle, poi il petto e infine raggiunsi l’erezione. Lo sentivo gemere e spingersi sempre di più verso di me, mentre lui continuava a alternare baci sul collo a baci in bocca, e mentre continuava a muovere le mani. Quando stavamo entrambi per raggiungere il culmine sentì la sua mano sul mio polso fermarmi, mi sentì sollevare e poi atterrai su letto. Furono pochi i secondi fu di nuovo su di me “Non è valido tu sei più vestito” brontolai, mentre gli baciavo il collo, e gli tiravo via la maglia “Ti accontento subito” disse sorridendo, si tolse gli ultimi indumenti “Allison, io non” “Primo cassetto del comodino” lo anticipai, ne avevo tenuto qualcuno di scorta per pure evenienze, mai scelta fu più saggia. E poi… poi Dan dovette tapparmi la bocca più volte per evitare che qualcuno ci potesse sentire.
“No decisamente non è un errore” dissi, mentre mi giravo a pancia in giù guardandolo e vedendolo sorridermi.   Decisi di alzarmi dal letto, per continuare quello che stavo facendo prima di essere distratta, nel frattempo lo sentì muoversi e ipotizzai che stesse raccogliendo i vestiti da terra. Così mentre aprivo il cassetto dei pigiami gli lanciai il suo. “Non vorrai dormire con su i vestiti della giornata” dissi, restando di spalle. Dopo aver sistemato l’accappatoio, presi il telecomando accesi la tv e mi misi sotto le coperte, aspettando che Dan rientrasse dal bagno. “A me sta bene” dissi semplicemente “Questa cosa, mi sta bene, non dobbiamo per forza darle un’etichetta, se abbiamo voglia perché no. Infondo ci conosciamo. Ma appena c’è accenno di qualcosa, di qualsiasi cosa. Finisce e torniamo i soliti Allison e Dan. ok?” esalai tutto d’un fiato. Quando ci avevo pensato a questo? Nell’attimo in cui l’ho sentito rivestirsi, non volevo se ne andasse. In quel momento non mi sarebbe neanche fregato se questo ci avrebbe portato alla distruzione. Io l’avevo avuto, e lo volevo ancora, ora che sapevo cosa voleva dire baciarlo, toccarlo. Dan restava in silenzio, non rispose, mi guardò e basta. Poi si avvicinò a me “Allora dovremmo inaugurare questa nuova situazione, non credi?” domandò, ma con la mano aveva già sollevato il pigiama. Risi e mi spinsi verso di lui per baciarlo. Si, avrei mandato tutto allo sbaraglio se questo voleva dire godersi lui a pieno. 

Daniel’s Pov

Sentì suonare la sveglia allungai il braccio per spegnerla ma mi accorsi che non avevo nessun comodino vicino a me. Poi sentì un peso addosso a me. E qualcuno sbuffare “Non ho voglia di alzarmi” disse Al, mentre si rannicchiava sempre di più verso di me. “Dai dormigliona che dobbiamo andare a scuola” la sentì sbuffare ma poco dopo si alzò. “Vado a fare colazione” “Va bene, io vado in bagno, mi vesto e poi ti raggiungo” dissi. Mi guardai allo specchio, avevo dormito bene, e rilassato. Avevo accettato di iniziare una relazione di sesso, con la mia migliore amica. Mi sciacquai la faccia e poi uscì.
Quando scesi le scale sentì Carole e Allison parlare “Dan! buongiorno!” mi salutò Carole “Ciao” “Dormito bene? Ieri Christopher mi aveva detto che eri passato ma non sapevo fossi rimasto a dormire” “Si abbiamo guardato un film e ci siamo addormentati” spiego Allison “A proposito papà?” È venuto a prendere il suo figlio preferito!” sentì dire dalla porta dell’entrata. Vidi Allison correre incontro al fratello “Cristian! Sei tornato?!” “Mi sono preso una pausa per questo weekend” rispose “Dan” mi fece un salutò con il capo. Il sorriso di Allison si pietrificò quando vide con chi era suo fratello. “Jake, ma ci sei anche tu” esclamò sua madre “Già mamma hai visto chi ti ho riportato? Jake!” disse entusiasta Cristian. Allison si allontanò dal fratello restando impassibile. Osservai la scena dall’esterno, lui che fissava insistentemente Allison, lei che invece fuggiva al suo sguardo. Non era la prima volta che lo rivedeva, ma non era mai successo che fosse così a contatto o comunque in casa dove non aveva vie di fuga. “Scusate vado a prepararmi” disse la mia amica, la seguì con lo sguardo, mentre saliva le scale “Ciao a tutti, già sono tornato. Deil che piacere vederti” non risposi nemmeno, il piacere era solo suo. Mi diressi in cucina, per prendere la tazza di caffe che Carole mi aveva gentilmente  versato. Ero combattuto, tra il salire per vedere come stava o restare lì e non sembrare sospetto. Infondo nessuno, oltre me e Jake, e ovviamente Allison, sapeva. Osservai per tutto il tempo Jake, mentre rispondeva alle domande che i genitori di Cris gli ponevano. Guardai l’ora,  forse era il caso che anche io andassi a vestirmi, ma non prima di essermi accertato che Allison stesse bene.
 “Scusate vado un attimo in bagno” sentì dire da Jake, non mi piaceva l’idea che lui stesse salendo, magari voleva andare proprio da lei. “Vado anche io, recupero delle cose” dissi alzandomi poco dopo che lui era sparito sulle scale. “Quella non è la porta del bagno” dissi quando lo vidi fermo davanti alla porta della camera di Allison “Lo so, forse meglio di te” mi rispose con quello sguardo e una faccia da schiaffi, più lo guardavo più mi veniva voglia di prenderlo a pugni. “Comunque stavo andando in bagno. Cos’è sei la sua guardia del corpo?” mi disse, mi avvicinai ancora, posizionandomi davanti alla porta di Al “Perché sei qui?” “Sai mi mancava casa” rispose semplicemente “E poi mi stavo annoiando alla MIT, qua magari trovavo qualche piacevole distrazione” disse lanciando uno sguardo alla porta dietro di me. Non resistetti e lo spinsi contro il muro. Tenevo i pugni serrati sulla maglia, lo superavo di poco e ringraziai l’altezza e gli allenamenti di football, nonostante Jake fosse comunque muscoloso, riuscivo a tenergli testa “Ahah però gli hai messi su un po’ di muscoli eh” disse prendendomi in giro” “Devi starle lontano” risposi, fissandolo negli occhi. Ero arrabbiato, chi si credeva di essere per tornare e avere il coraggio di pensare ad Allison solo come una distrazione? Non si rendeva conto di quello che le aveva fatto? Di quello che lei aveva passato per colpa sua? In più l’idea che qualcuno, soprattutto lui, potesse toccarle mi diede fastidio. “Oh, vedo della gelosia. Ma non mi dire, finalmente l’hai avuta anche tu eh ” disse sogghignando, cercai di restare impassibile “Stai zitto” iniziai a lasciare la presa, ma tenendolo sempre contro il muro. “Sai, l’avevo capito subito. Lei aveva quella faccia così rilassata, la sua faccia da post sesso. E infondo io la conosco bene, quell’espressione ” continuò, cercai di stare calmo, decisi che per lui non ne valeva la pena. Lo lasciai andare, non risposi alla sua frecciatina. Gli diedi le spalle per dirigermi in camera di Allison “Deil, quel giochetto con la lingua lo fa ancora? Mio dio a volte ci ripenso anc” non aveva terminato la frase, l’avevo colpito con un pugno. Lo vidi perdere l’equilibrio, evidentemente, come me, non se l’aspettava. “Bastardo” disse ridendo una volta che si rialzò, non tentò neanche di colpirmi “Guarda caso non ho più tanto bisogno di andare in bagno” disse indicando alle mie spalle. Allison era ferma sulla porta, vestita, con le mie chiavi e il mio cellulare in mano.  “Dan, è il caso che tu vada a vestirti se non vuoi che facciamo tardi” disse semplicemente, guardai Jake e poi mi concentrai di nuovo su Allison, “Va bene” mi avvicinai a lei “Ma vieni con me a casa mia” dissi facendomi sentire dall’altro ragazzo, che sbuffò. Lei annuì semplicemente, rientrò in camera afferrò lo zaino. Mi posizionai di fianco a lei, in modo che lui non potesse neanche avvicinarsi. 
 
 
Note d’autrice
Lo so… non ho scusanti. Mi dispiace per essere sparita così. ma ho avuto molti problemi organizzativi diciamo.
Parliamo della storia però, abbiamo degli sviluppi, non credete? Callie e Jason, che dopo quattro anni si sono lasciati. James che finalmente ha avuto il coraggio di dire a Callie di amarla, e di dargli la possibilità che sta aspettando da una vita. Callie che è combattuta sa cosa vuole ma è frenata dalla fretta con cui si sta evolvendo il tutto, ed è spaventata. La fragilità di Jason, che ha dovuto prendere lui la decisione di lasciare Callie, nonostante ne sia innamorato. Dan e Allison, che ormai non riescono a restare lucidi da soli, e finiscono per cedere ad un’attrazione che è stata sopita troppo tempo. Jake, di cui si sa poco o niente, amico di Cristian, che ruolo ha giocato nella vita di Allison? Perché Dan, oltre alla gelosia, sembra odiarlo profondamente?
Ovviamente vi ringrazio in anticipo per chi lascerà una recensione, negativa o positiva che sia. Le recensioni sono sempre costruttive. Ringrazio che ancora aspettava l’aggiornamento della storia e spero di riuscire ad avere più tempo per dedicarmi. Le idee sono tante, devo solo trovare il tempo per realizzarle.
Un bacione
Piccola_Luna
 
 

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