Scene di vita quotidiana in casa bennoda di Akane (/viewuser.php?uid=27)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nove lunghi mesi ***
Capitolo 2: *** Un parto che è proprio un parto ***
Capitolo 3: *** La creatura ***
Capitolo 1 *** Nove lunghi mesi ***
scene1
NOTE: ok per me
scrivere di questi due dal 20 luglio 2017 è sempre una sfida, inteso
scrivere di loro due insieme senza quella conclusione. Ed oggi la sfida
è enorme perché per una follia assurda mi sono messa ad immaginare di
Mike e Chester con un figlio loro, cioè di entrambi. Ed ecco la seconda
m-preg della mia vita. La prima parte è stata molto spontanea, ma la
seconda è stata più complicata, ma ho voluto farla tutta lo stesso. La
dedico a Sara che se non era per lei di sicuro non la finivo. Oggi la
prima parte, la seconda parte fra qualche giorno. Spero che possiate
gradire perché ovviamente è totalmente folle e comica. Buona lettura.
Baci Akane
SCENE DI VITA QUOTIDIANA IN CASA
BENNODA
1. NOVE LUNGHI MESI
Non è la cosa più
normale, ma trattandosi di Chester non c’è quasi mai da preoccuparsi.
Quasi.
Questa volta, però,
forse, e dico forse, la questione non va sottovalutata.
La notizia decide di
dargliela quando sono a colazione e lo fa anche con un certo orgoglio.
Quando Mike apre il
contenitore dei cereali si ritrova dentro una specie di termometro
elettronico, lo prende e lo guarda bene corrucciato senza capire cosa
sia. Quando capisce che si tratta di un test di gravidanza salta giù
dalla sedia e butta via tutto quanto senza nemmeno leggere l’esito né
domandarsi come sia finito un test del genere nella scatola dei cereali
del loro appartamento.
Loro inteso suo e di
Chester.
Che poi sarebbe lo
studio.
Quando il suo compagno
arriva tutto saltellante con un sorriso da un orecchio all’altro, Mike
lo fulmina con lo sguardo.
- Che diavolo ci faceva
un test di gravidanza nei cereali? Chi ci ha pisciato sopra? Se è uno
scherzo di Joe... - Chester impallidisce mentre lo ascolta e lo ferma
shoccato.
- Lo hai buttato?! -
Mike lo guarda senza
capire.
- E che dovevo fare?
Magari era finto ma che ne so se invece mangio cereali al gusto di
piscio? Questa me la paga, se non vuole che usiamo lo studio come casa
nostra... - Chester però lo interrompe tuffandosi nell’immondizia a
cercare il test, con ansia lo prende e se lo stringe, poi stizzito
glielo piazza questa volta sulla ciotola dove voleva metterci il latte.
- Intanto è vero! -
Esordisce.
- Nel senso che davvero
ci hanno pisciato sopra? - E così Mike butta anche la tazza. - Vorrei
sapere chi diavolo... -
- Ma lo leggi almeno? -
Mike che ha visto i test di Anna in due occasioni, quelle delle
gravidanze, cerca di ricordare il significato delle striscioline, ma
dalla sua faccia si desume che non ricorda proprio così Chester
orgoglioso e seccato insieme, se ne esce con la traduzione:
- È positivo! -
Mike sospira alzando
gli occhi al cielo.
- Non dirmi che Talinda
è di nuovo incinta! Pensavo che la squadra che avete vi bastasse!
Credevo che dopo le gemelle non faceste più sesso! Chester, insomma! -
Mike parte in quarta nella cosa più logica. - E poi mi metti sulla
colazione la pipì di T! - Chester così che non ne può più lo interrompe
strillando come se facesse A place for my head.
- NO BRUTTO IMBECILLE,
È MIO! -
E così a questo segue
silenzio. Tanto silenzio.
Un silenzio piuttosto
lungo dove i due si guardano e Mike è davvero inespressivo, come una
statua.
Chissà cosa pensa,
chissà cosa prova. Chester si è fatto un paio di ipotesi, ma poi Mike
semplice come se niente fosse si alza, va a mettersi le scarpe, si
infila una giacca, porta le cose a Chester e poi con aria
accondiscendente fa:
- Ok, ci sei ricaduto.
Non fa niente, va tutto bene. Ti seguirò passo per passo anzi sai cosa
faccio? Mi ricovero con te così è meglio. Dai, ti preparo la valigia...
quando è stata l’ultima che hai bevuto? Un’ora fa? Però non puzzi di
alcool. - Quando Chester capisce che è seriamente convinto sia ricaduto
nell’alcool, trattiene a stento l’impulso di buttarlo giù dalla
finestra, ma ricorda che non è facile accettare che un uomo sia
incinta, per cui respira profondamente e ci riprova.
- Sono sobrio da anni,
piantala. Io sono davvero... -
- Ok, allora è un
crollo nervoso. Talinda ti rompe troppo le palle? Forse troppi impegni
con la band... andiamo da Farrel. - Farrel è il terapista di Chester e
Mike è davvero calmissimo mentre affronta un probabile crollo psicotico
di Chester. A questi a momenti il crollo viene sul serio, poi decide di
usare davvero Farrel, ma non per rinsavire, bensì per spiegare a Mike
che è davvero incinta.
- Ok andiamoci allora,
con lui sarà più facile! -
Con lui non è stato più
facile, ma dopo un tempo a dir poco infinito...
Dave ha quello sguardo
vuoto, lo sguardo di chi è convinto di essere finito in un tunnel
spazio temporale dove succedono cose strane e ti conviene stare buono.
È lì, seduto fermo, che
fissa davanti a sé.
Joe è corso a prendere
videocamera per filmare e comincia:
- Giorno uno, Chester
ha appena detto di essere incinta, Mike è lì dietro di lui che se ne
sta zitto. - Poi inquadra Chester che fa un sorriso ebete e soddisfatto
e si massaggia la pancia che Joe riprende. - A guardarlo così sembra
solo un’indigestione. -
- Smettila, non
dovresti dargli corda... M-Mike, tu non dici niente? - Brad sgomita Joe
il quale in risposta lo riprende per filmare le reazioni, ovviamente si
sofferma sul silenzio vacuo di Dave.
Rob smanetta sul suo
I-phone, cosa che di solito non fa.
- Che fai Rob? - Chiede
curioso. Joe si sposta e lo inquadra, vede così che sta guardando su
Amazon le tavole da surf con rispettive tute abbinate.
- Cerco il regalo. -
- Per il ricovero di
Chester? - Chiede Joe.
- No scemo, per il
bambino! -
- E se è femmina? -
Chiede Chester, Brad si chiude la faccia con le mani.
- Non dovreste dargli
tutti corda! Dave... M-Mike, mi stupisco di te! - Insiste Brad
cocciuto.
- L’ho già portato da
Farrell il quale lo ha ricoverato per diversi giorni. Lo ha riempito di
terapie ma alla fine... - E così tira fuori le foto del ventre di
Chester tipiche di un’ecografia.
Mike indica un
fagiolino.
- Vedete questo? I
dottori, e più di uno, sostengono che avrà un cuore che batte fra una
settimana. - Il tono di Mike è di chi spera di non essere internato
lui.
Brad prende le foto
dell’ecografia.
- Ma non è Chester! -
Esclama deciso, Joe riprende e Rob sorride ebete.
- Saremo zii! -
Esclama.
- E che novità, lo
siamo da una vita! - Puntualizza Brad per poi rendersi conto che ci sta
credendo, sta cedendo sul serio. - No sentite, non è possibile! È un
uomo, non dovrei essere io a ricordarvelo. Sebbene a volte ho dei
dubbi... - Ed alla fine mette una bella mano sul suo pacco per
assicurarsene visto che ha un momento di tentennamento perfino lui.
Chester scoppia a
ridere e Mike gli toglie subito la mano mentre Rob lo fulmina con
uno sguardo assassino.
- Ok è uomo. E quindi
non può essere incinta. - Chester sta per buttarlo fuori dalla finestra
e Mike se ne accorge, così decide di intervenire e chiarire una volta
per tutte le cose:
- Va bene, so che è
pazzesco ma ci sono passato per primo. La scienza non mente. È davvero
incinta. È un raro caso di gravidanza maschile che conosce solo chi
l’ha vissuta ed i dottori, non si pubblicizza per ovvie ragioni ma...
insomma, non è una cosa proprio spiegabilissima, fatto sta che si forma
un utero e tutte le cose che servono per una gravidanza. Ed è vera, un
bambino a tutti gli effetti. Nascerà col cesareo fra nove mesi se non
fa lo scalmanato sui palchi! - E qua fulmina Chester. - E non lo farà.
- Decisamente è meglio non lo faccia.
- E quindi di chi è? -
A quella domanda epica di Joe, vedi tutti e cinque impallidire e
fissarlo come se fosse del tutto rincitrullito. - Che c’è, perché date
per scontato che sia di Mike? Magari a Talinda è cresciuto un pene e a
lui una vagina e... - E non finisce la frase che mentre Mike gli tira
una scarpa, Chester gli tira l’acqua che per un pelo non rompe la
telecamera. Alla fine, sgocciolando, conclude: - Ok, è di Mike. - E poi
inquadrandosi con un sorriso demente: - Evviva saremo zii! -
- Di nuovo. - ripete
Brad il quale si fissa ancora l’ecografia incredulo.
In tutto questo Dave è
rimasto ancora fermo a fissare il vuoto.
I nove mesi sono lunghi
per chiunque, figurarsi per un uomo che non è abituato ad avere nemmeno
un ciclo in tutta la sua vita.
Se quell’uomo poi è
Chester è finita.
- Oh Gesù Chester, la
cosa che ho sempre amato più di te è la tua capacità di sopportare il
dolore stoicamente! Perché ti sei trasformato in una piattola? - La
voce snervata di Mike arriva dopo l’ennesima giornata di Chester
passata a lamentarsi come la sirena di un’ambulanza.
- Ma io sto
morendooooo.... - Grida con voce che effettivamente supera un bel po’
la nota più alta della scala musicale.
Chester è steso sul
letto con le braccia larghe, una pende verso l’esterno e sembra Gesù in
croce, quello che prima Mike ha citato esasperato.
- Non stai morendo, è
quello che miliardi di donne in questo pianeta patiscono nei primi
mesi. Le nausee! Sono solo nausee! -
- Solo, solo... SOLO?!
TU NON LE PROVI, NON SAI COSA SIGNIFICA! - Esclama esasperato mentre
gli prudono le mani, sta cercando di non andare a soffocarlo.
- No guarda, non ho mai
avuto un’influenza intestinale in vita mia! - Sbotta Mike che davvero
non ne può più di lui che dice ogni secondo ‘Mike sto morendo’.
- Stai paragonando un
bambino ad un’influenza intestinale?! - Mike si chiude la faccia e
guarda in alto.
- Ok, vado a prenderti
qualcosa in farmacia e andrò in quella più lontana da qua così torno
quando partorisci! - Con questo sbatte la porta fra le urla davvero
acute di un Chester imbestialito.
È ancora in macchina
che riceve la chiamata di Dave.
- Mike come hai potuto
abbandonare Chester? Quello sta male e tu... - Il rimprovero viene
interrotto perché a questo punto è Mike che si mette a gridare
sembrando anche lui incinta.
- Ti ha pure chiamato!?
Ma lo senti quanto è melodrammatico? Cioè come se fosse l’unico con le
nausee! Non fa che lamentarsi di tutto dall’inizio ed è solo nausea
cazzo! Cosa fa quando sarà grande come un cocomero e avrà mal di
schiena? - Ricordandosi che Anna era piena di mal di schiena si
preoccupa giustamente.
- È davvero così
pesante? - Chiede Dave capendo che forse a dover essere soccorso è Mike
e non Chester.
- Ti prego, prenditelo
per qualche giorno! Non c’è il sollievo familiare? -
- Quello è per i vecchi
che vengono messi per qualche settimana in casa di riposo... - La
risposta di Dave è sconcertata, alla fine Mike sospira massaggiandosi
la tempia mentre stringe convulsamente il volante.
- Io non ce la posso
fare Dave. Mi serve il sollievo familiare. Lo spedisco in un ospizio! -
E sentendolo davvero al limite, Dave capisce che è troppo presto per un
esaurimento il terzo mese.
Così decide di
organizzare i turni per dare il famoso sollievo familiare.
Quando è il turno di
Dave e Brad le cose vanno mediamente bene. Hanno una gran pazienza, ma
sono anche molto fermi nel negargli ogni capriccio.
Quando è il turno di
Rob quello si fa schiavizzare e non c’è verso, si trasforma tipo nel
suo zerbino.
Con Joe dopo la prima
ora insieme è Chester che chiama Mike implorando di tornare e
riprenderselo che lo vuole uccidere.
- Mi filma sempre!
Anche se mi scraccolo! Vomito e mi filma, scoreggio e mi filma e se gli
dico che ho fame mi dice che deve tenere la videocamera e che devo
arrangiarmi! - Brontola Chester al telefono con Mike che nel frattempo
cercava di approfittare e stare con l’altra famiglia.
Chiaramente non è che
possono proprio vivere sempre insieme e stanno meditando di prendere
una di quelle ville gigantesche e vivere tutti insieme
appassionatamente.
La famiglia Bennington
con la Shinoda.
Tanto Anna e Talinda
sanno tutto da sempre e sono loro complici, i figli si adorano già e
questo faciliterebbe molto la vita di Mike, per lo meno.
È comunque una cosa che
vedranno con calma, per il momento per Mike è vitale superare i nove
mesi senza soffocarlo.
Cosa non tanto facile
visto che appena finiscono le nausee iniziano le voglie impensate ed i
famosi dolori di schiena.
- Oddio Chester questo
fa schifo, tu non puoi avere davvero voglia di questo! - Esclama Mike
guardando come si ingozza tutto soddisfatto di biscotti e sottaceti.
Chester gliene porge
uno. Un cetriolino infilato nel buco di un biscotto frollino e a Mike a
quel punto vengono le famose nausee che prima aveva l’altro.
- Che ti devo dire,
sicuramente quando partorisco vomiterò ripensandoci ma ora mi sembra la
cosa più buona... - Mike lo fissa male e schifato e quando Chester
sorridendo si sporge per chiedergli un bacio, quello si alza e va a
fare i gargarismi nella speranza che la sua immaginazione non gli
trasmetta più quello che potrebbe essere il saporaccio di quella roba.
I problemi con le
voglie di Chester raggiungono livelli davvero gravi quando intorno ai
cinque sei mesi, quando la pancia cresce a vista d’occhio, inizia a
chiedere cose complicate da accontentare.
- Ti prego... - Lo
implora Chester con gli occhioni a cuore e sbrilluccicosi. Mike scuote
la testa continuando a trascrivere delle cose su un foglio.
‘100 modi di uccidere
Chester senza essere scoperto.’
- Chez, seriamente... -
Lui annuisce speranzoso.
- Lo sono! -
- Anche io! -
- Ma ti prego! -
Chester si stende tutto sul divano, sul fianco perché ormai a pancia in
giù non può starci, e con le mani giunte sulle sue gambe lo fissa con
gli occhioni imploranti.
- Chester, è notte e
l’ananas non è di stagione! Non lo trovo nemmeno nei negozi di frutta e
verdura di giorno, figurati di notte! Un anans in inverno! - Sottolinea
frustrato a dir poco.
Chester così si siede
di schiena e incrocia le braccia al petto e comincia con l’altra
modalità.
- Tu non mi vuoi
abbastanza bene! - Mike sospira e scrive.
‘Soffocarlo con un
anans’
- Sai che non è vero. -
- Come no! Non sai cosa
si prova ad essere incinta, ci sono tutti questi sbalzi ormonali e a me
viene da piangere all’idea che tu non sai cosa si prova e non ti va
nemmeno di accontentarmi su una cosa così importante! - Mike spalanca
gli occhi e si gira a guardarlo per assicurarsi che non finga. Quando
vede i grossi lacrimoni scivolargli lungo le guance capisce che è uno
di quei momenti.
Era peggio se iniziava
a lanciargli oggetti contro insieme ad insulti vari.
È capitato anche
quello.
Alla fine aggiunge
all’ultima riga:
‘L’ananas con la buccia
e il ciuffo!’
Poi prende e va.
Non che sia facile
trovare un ananas.
Infatti non lo trova.
Perché i supermercati
aperti di notte ci sono, ma non hanno ananas interi.
Gli porta quelli in
scatola, nello sciroppo, consapevole della fine che farà.
Infatti quando glielo
consegna lui sta guardando It piangendo come una fontana nel pezzo in
cui uccidono il ragno gigante. Cosa non tanto normale nemmeno per
Chester.
Così in questo stato
d’animo si ritrova un mortificato Mike che cerca di essere ottimista:
- Amore, ho trovato
solo questi confezionati... insomma, di notte e fuori stagione non è
che... - Ma Chester prende la scatola e se la rigira fra le mani
tirando su col naso.
- Mi stai prendendo in
giro? -
Chiede paurosamente
calmo, con vocina flebile.
- No io... -
- Cioè tu davvero torni
a casa con una scatola di finti ananans per tuo figlio? -
-I-intanto è per te e
non per tuo figlio e poi... ehm, ecco... se non c’è non c’è! E poi sono
buon... - Ma non riesce a finire che si ritrova a schivare la scatola
per un pelo, la scatola poi si pianta contro il muro che si rompe
perché è di cartongesso e rimane lì come un’opera d’arte moderna.
Poi le urla che prima
Mike aveva schivato per un pelo.
- LO SAPEVO TU NON MI
AMI! NON TE NE FOTTE UN CAZZO DI NOI UN CAZZO! NASCERÀ UN ANANAS PERCHÉ
OGGI NON NE MANGIO UNO, SPERO CHE TE LO GODA! ANANAS SHINODA
BENNINGTON! -
Chester continua a
gridare per un bel po’ mentre Mike torna al suo quaderno.
‘Strozzarlo con le sue
corde vocali’
Tre mesi, si dice
disperato.
Sicuramente i più
lunghi e dolorosi della sua esistenza.
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Capitolo 2 *** Un parto che è proprio un parto ***
scene2
*Ho deciso di
dividere la fic in 3 perchè poi altrimenti sarebbe stato troppo lungo.
Qua vediamo il fatidico momento del parto, ma prima vediamo come ci
arrivano a quel momento. Perchè Chester non sarebbe Chester se non
arrivasse a partorire grazie a qualcosa che non dovrebbe fare. E poi
vediamo Mike alle prese con le proprie sensazioni non facili durante il
lungo cesareo. La fic è già tutta dedicata alla mia sis, oggi le faccio
anche gli auguri di buon compleanno! Buona lettura. Baci Akane*
2. UN PARTO CHE È PROPRIO UN PARTO
Il cesareo è
programmato per un giorno di fine Marzo e ovviamente c’è una cosa a cui
Chester non rinuncerebbe nemmeno se fosse in punto di morte.
Festeggiare il suo
compleanno.
Così nonostante le
raccomandazioni di fare qualcosa di tranquillo, con pochi intimi e non
eccedere, quel giorno Chester non guarda in faccia nessuno mentre se ne
va in giro a ringraziare, mangiare e saltellare felice.
Già ha le palle girate
perché ha dovuto limitarsi agli amici più fidati perché sono gli unici
che sanno, sarebbe complicato spiegare a tutti come è ingrassato.
Ha detto tutto solo ai
figli più grandi che possono capire la questione fra lui e Mike, ai
piccoli ha raccontato che non sta bene e che ha dentro qualcosa che lo
gonfia come una mongolfiera ma che presto lo toglieranno e tornerà a
stare bene.
Stessa cosa ha detto
Mike ai suoi perché non hanno trovato giusto tenerli separati, specie
perché le due donne si stanno carinamente impegnando per il progetto
villa bennoda. Hanno deciso di chiamarla così sfruttando anche il
grande legame di Anna e Talinda.
Così almeno la festa
che si consuma momentaneamente a casa Bennington intanto che trovano la
villa giusta, è composta dai fedeli della band, ovviamente dai fedeli
dell’altra vecchia band di Chester con cui è in costante contatto e a
cui ha raccontato tutto e le famiglie che già solo quella di Chester
non è ristretta.
Il caos non si spreca,
la gioia e la gente che gli chiede ogni volta che lo incrocia:
- Ma come, non l’hai
ancora espulso? - Visto che lo vedono sempre più grande.
Chester si sta
divertendo e Mike respira visto che sono stati nove mesi a dir poco
impegnativi, anche se è preoccupato di vederlo ballare e sgambettare a
destra e sinistra.
- Chezy tesoro, non
dovresti stare un po’ più... non lo so, seduto? - Chiede quando lo vede
acchiappare il microfono e salire sul tavolo.
- Sciocchezze, l’ho
fatto mille volte! - Risponde schietto.
- Certo, ma eri
leggermente più magro e agile... - Azzarda Mike mentre Brad si copre la
faccia con una mano. Chester lo fulmina, gli fa il dito medio e poi dà
a Joe l’ordine di far partire la canzone. Quando sente che si tratta di
Given Up, Mike impallidisce e salta in piedi puntandolo col dito
severo.
- Tu non farai questa
canzone a meno che non vuoi partorire ora! - Ma Chester lo spinge con
un piede in faccia e parte con le sue melodiose urla che in nove mesi
di isteria e sbalzi d’umore e per giunta lontano dai palchi, ha
esercitato in abbondanza.
Arriva così, su un non
poco preoccupato Mike che è andato a prendere la borsa dell’ospedale,
alla famosa nota lunga gridata.
Chester ha la beata
idea di farla come ha sempre fatto e visto che lui fa gli acuti di quel
genere tutto piegato in avanti, lo fa anche lì.
Ma con non mica pochi
chili in più, finisce che proprio a metà del suo non ineccepibile
capolavoro, finisce giù sulle ginocchia e strozza la nota.
Quando vede che si
tiene la pancia con una smorfia, Mike scatta come una molla e lo prende
subito per le spalle, immediatamente il caos perché capiscono che non
si sente bene e che probabilmente era azzardata una canzone così in un
momento simile.
Mentre c’è chi dice
ovvietà che irritano un pericoloso Mike, del tipo:
- Forse aveva ragione
Mike! -
Con ruggito del
suddetto:
- EH MA FORSE EH?! -
Joe molla la sua postazione da DJ, prende la videocamera che aveva
momentaneamente affidato ad uno dei figli maggiori di Chester e inizia
a correre incontro avvicinando l’obiettivo al muso contratto dal dolore
dell’uomo gravido.
Per questo si becca una
testata che dà un momentaneo sollievo a Chester il quale si fa aiutare
da Mike e dal buon Ryan a scendere dal tavolo, c’è chi gli mette le
scarpe, chi strilla:
- STA ARRIVANDO! -
Chi chiede:
- Chi arriva? -
Chi non sa proprio cosa
rispondere per la presenza dei figli piccoli, chi appunto prende questi
ultimi e li porta da un’altra parte in tempo per la liberazione delle
parolacce più fantasiose mai sentite.
E c’è chi cerca il
bambino per terra, convinto che con quell’acuto interrotto sia uscito
anche il famoso mostriciattolo a forma di ananas!
Alla fine fra urla,
imprecazioni ed isteria, Chester, Mike, Dave e Joe vanno in clinica
privata.
Hanno deciso tutti di
rimanere a casa Bennington in attesa di novità e di non asfissiare
tutti.
Dave è quello che pare
avere più cervello, pare almeno. Joe è per le riprese a cui non
rinuncerebbe per nulla al mondo, mentre ovviamente Mike è scontato.
Chester arriva urlando,
si sente prima la sua voce e poi si vede lui seguito da Mike che gli
stringe la mano come andasse al patibolo e Joe che riprende tutto.
- Ficcagli quella cazzo
di telecamera su per il culo! - Esclama Chester una volta che viene
ricevuto dal personale sanitario, precedentemente preparato per
l’evento.
Mike chiaramente se ne
frega altamente di Joe e della videocamera, appena vede il medico
lascia la mano di Chester per chiedere -strillare- come si procede.
Al calmo:
- Come era da
programma. - A Mike partono altro che cinque minuti. Ne partono almeno
venti.
- ‘Come da programma un
cazzo!’ Le sembra normale che un uomo partorisca? Quello ha le doglie
Dio Cristo e non dovrebbe averle, doveva fare il cesareo perchè i nove
mesi erano in scadenza! Non può partorire normalmente! Da dove diavolo
esce, dal buco del pisello? Che programma è che comprende il parto di
un uomo? - A questo punto arriva il compito di Dave che prende Mike per
le spalle e fraterno lo trascina via con le scuse nello sguardo rivolto
al dottore, impallidito seduta stante.
- Ecco, spieghi a me. -
Dice dopo aver rifilato Mike a Chester che sta cercando di non
ammazzare Joe.
A quel punto il dottore
spiega che procederanno col cesareo subito e che le doglie erano in
preventivo. Significa solo che il bambino è pronto.
- Solo... - Dave fatica
ancora a far pace col concetto che Chester è incinta e partorirà, ma
col suo solito aplomb annuisce e lo ringrazia.
Quando torna in stanza
Mike cerca di tenere giù Chester che a sua volta vuole picchiare Joe,
questi si limita a filmare per bene tutto.
A quel punto, con il
delirio più assurdo davanti ai suoi occhi, Dave fischia forte e li
ferma tutti.
Finalmente il mondo
rallenta, si zittiscono, lo guardano e lui sospirando fa calmo:
- Adesso vengono a
prepararti per il cesareo. Sembrate delle scimmie scappate da Alcatraz.
Smettetela di fare gli idioti. - E come per magia sembrano in grado di
smettere.
Mike torna a
concentrarsi su Chester il quale è maledettamente spaventato, così gli
stringe la mano e appoggia la fronte sulla sua.
- Dai, vedrai che va
tutto bene. - Chester non ne è tanto certo perché dal suo corpo
dovrebbe uscire tutto tranne che un bambino, ma alla fine sono lì e non
hanno scelta che provare anche quell’avventura.
- Sei sicuro che non
puoi entrare? - Mike sorride.
- Sono bravo in tante
cose ma non ho ancora una laurea in medicina. - Perché solo chi è un
sanitario può entrare.
- E se ti fingi
infermiere? - Chester lo vorrebbe tanto dentro, ma ovviamente non è una
cosa possibile e alla fine arrivano gli infermieri a prenderlo con la
carrozzina. Chester li guarda e guarda Mike, gli lascia una carezza
sulla guancia, sorride tirato e terrorizzato insieme e lo aiuta a
sedersi sul trabiccolo.
- Ti aspetto qua. -
Dice sforzandosi di essere calmo e sereno. Chester sa che Mike se la
sta facendo sotto quanto lui e sa che darà di matto, ma sorride e si
finge forte anche lui.
- Chester, saluta la
telecamera! - Poi Joe arriva ad inquadrarlo e Chester fa il dito medio
mentre se ne va.
Naturalmente dopo
mezz’ora Mike inizia a dare di matto cominciando a fermare qualunque
essere vivente dentro quella clinica.
- Mike, quello è un
altro papà, smettila che li terrorizzi tutti! - Dice Dave tirandolo via
per l’ennesima volta.
- Loro? Se sapessero
che io aspetto che mio marito partorisca! - Dave gli mette una mano
sulla bocca e sorride al padre che ha appena shoccato.
- Non... non intendeva
marito... per gioco sua moglie è molto mascolina e quindi la chiama
marito... - Si inventa qualcosa prontamente e ancora una volta dimostra
il motivo per cui è lì.
Joe se la ride perché è
meglio così visto che ci pensa già Mike a dare di matto.
Le ore passano, non è
facile aspettare fuori perché poi è anche vero che dalla sala
operatoria non dicono mai niente ed è peggio per i parti naturali
perché possono durare anche tutto il giorno e nessuno viene poi a dire
niente ai parenti in attesa.
Succede così, ma con
Mike è difficile ignorarlo, tanto che degli infermieri sono costretti
ad andare a parlarci per via della minaccia di denuncia di rapimento.
Dave mortificato si
scusa, ma almeno Mike ha ottenuto degli aggiornamenti.
- Tutto sta procedendo
molto bene. - Non che poi siano dei grandissimo aggiornamenti, ma
tengono buono Mike per un’altra mezz’ora. Il tempo di ricevere il
definitivo:
- È un maschietto
bellissimo e sanissimo! -
Quando gli dicono
questo con un gran sorriso soddisfatto e poi quando si ricordano anche
di dire che il padre sta bene, Mike sviene e se non fosse per Dave
picchierebbe la testa.
A svegliare Mike sono
le strilla simili a quelle di Chester, nel dormiveglia si lamenta:
- Dio ma come fa a
gridare appena sveglio? - Dave e Joe vanno da lui e quando lo vedono
finalmente svegliarsi, lo chiamano.
- Mike era ora! - Mike
apre gli occhi e confuso si guarda intorno, è steso in un letto, mette
a fuoco Chester accanto ancora addormentato e si aggrotta. Eppure le
strilla ci sono.
- Un momento. - Dice
tirandosi su a sedere, la ricerca dell’origine delle urla dura poco
perché lo individua subito.
Un fagottino avvolto in
una copertina bianca in braccio a Dave, con Joe dietro che filma tutto.
Mike spalanca gli occhi
ed è come se per un momento il mondo intero si sospendesse.
- Ma è lui che piange?
- Dice meravigliato. Dave esasperato glielo consegna subito in braccio,
lui è ancora steso nel letto, ma con la schiena tirata su.
- Degno figlio di
Chester! - Esclama rifilandoglielo. Appena le braccia di Mike ed il
piccoletto si incontrano, questi smette improvvisamente di piangere e
strillare. Mike lo vede, il piccolo angelo anzi diavolo lo vede.
Spalanca gli occhioni neri dal taglio leggermente a mandorla pieni di
lacrimoni.
Lo cerca, più che altro
lo percepisce ed è come se sentisse che queste sono braccia diverse.
- Ehi, piccola
canaglia... - mormora piano, la voce è spezzata, Joe riprende il viso
di Mike, fa il primo piano sugli occhi che brillano e sulle lacrime che
scendono.
Non è la prima volta
che diventa padre, ma come fa a non commuoversi nello stringere quel
miracolo inspiegabile?
Il reale frutto
dell’amore fra lui e Chester.
Come si fa a non
piangere?
Il piccolo non strilla
più, completamente catturato come se fossero davvero sotto l’effetto di
un incantesimo.
È in quel momento che
Chester inizia a svegliarsi e lo fa lamentandosi come una sirena, la
prima cosa che si distingue sono delle parolacce.
Come al solito un
risveglio storto.
Mike sorridendo e
piangendo insieme si alza dal letto e va al suo, lo guarda mentre si
sveglia piano, gli prende le mani e le stringe mentre tiene loro figlio
in braccio.
Quando Chester si
sveglia del tutto e mette il mondo a fuoco, nota Mike in piedi con le
lacrime agli occhi ed un sorriso inequivocabile.
- È andata bene... -
Poi lo vede, Mike glielo posa in braccio mentre Dave alza un po’ la
parte superiore del letto, con la schiena un po’ più alta può
accogliere la canaglia non più urlante.
- Sognavo che piangeva.
- Mormora come se avesse senso. Mike ride.
- Non stavi sognando! -
Chester capisce che piangeva davvero e vederlo ora così calmo lo
meraviglia. Se lo rimira ed è come rinascere per l’ennesima volta. Ogni
volta che è diventato padre è successo, ma lì è diverso. Lì è come
essere madre, lì tiene il frutto dell’unico vero amore della sua vita.
È un miracolo ed è
reale. Lo capisce solo mentre stringe il piccolo che lo osserva
meravigliato.
Chester ha le lacrime
agli occhi a sua volta e sorride emozionato.
- Benvenuto piccolo
Kisa. -
Ed ecco che una nuova
vita comincia.
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Capitolo 3 *** La creatura ***
scene3
*Ecco il capitolo
finale, non me ne ero dimenticata ma settimane intensissime per me.
Avverto che quest'ultima parte ero bloccata di nuovo, le prime due sono
andate lisce e veloci, ma la terza non riuscivo di nuovo a scrivere,
l'ho fatta un po' a forza e sono sicura si percepisce, ma ho voluto
comunque concluderla. Spero sia piacevole lo stesso. Se scriverò ancora
di loro due insieme e felici? Non lo so visto che ci ho provato ed è
stato come sempre complicato. Però seguite la mia
pagina e lo scoprirete. Buona lettura e grazie a tutti. Baci Akane*
3. LA CREATURA
La creatura, così viene
definita da Chester, è decisamente figlio loro.
Non tanto per le
somiglianze fisiche che per ora è presto notare se non per gli occhi di
Mike e la bocca di Chester, ma quanto per il carattere.
Definirlo deciso è
poco.
Kisa ha le idee chiare
su cosa vuole e sa come ottenerle.
Ha capito nel giro di
subito che se strilla gli danno da mangiare, per cui strilla. E da lì
in poi il passo è breve per capire che può avere anche altro sempre se
strilla.
Così lui strilla. E
strilla. E strilla fino a che non lo calcolano.
Mike ha la fissa di non
viziarlo per cui anche se partono queste urla lui ha questa malaugurata
idea di ignorarlo fino a che smette. Ma visto che non smette Chester si
alza ogni volta e gli dà qualunque cosa voglia.
Così da lì in poi la
Creatura li ha in pugno perché per sentirlo strillare il meno
possibile, e capendo che il metodo di Mike non funzionerà mai con uno
come lui, finisce che lo soccorrono immediatamente.
L’unica cosa positiva è
che di notte dorme.
Del resto di giorno non
sta fermo e zitto un secondo, non riposa nemmeno un’ora e di
conseguenza la Creatura arriva alle 22 che crolla malamente qualunque
cosa faccia.
Oggi per esempio è
steso nel lettone con i due papà ed ha il braccio sollevato in aria per
prendere un gioco sopra la sua testa e lì proprio così crolla.
Stacca la spina.
Il braccio rimane
sollevato in aria, nemmeno si abbassa, ma del resto quando lui si
addormenta lo noti subito visto che non dice nulla e c’è un dolcissimo
e meraviglioso silenzio.
Chester e Mike, che
aspettano le ore dieci di sera a mille mani, si guardano divertiti e
abbassano il braccino della Creatura.
Vedendo che dorme e
sapendo che quando parte possono sparare i cannoni che non si sveglia
più fino alle sette di mattina, lo posano nella culla vicino al letto e
si danno il cinque per festeggiare un’altra giornata superata, poi si
danno anche un bacio e proprio come il figlio, crollano immediatamente
appena mettono la testa sul cuscino.
Del resto la loro
giornata inizia molto presto e finisce alle dieci.
Ma non è tanto che
inizia presto, quanto tutto quello che c’è nel mezzo.
L’inferno.
Ore sette, puntuale
come un orologio e senza bisogno di sveglie, le urla della Creatura si
levano a trapanare le orecchie.
- Questo qui farà death
metal, vedrai! - Grugnisce Chester, Mike si alza per primo e lo prende
per poi metterlo sul letto. A quel punto comincia a giocare con lui e
la Creatura smette di strillare, adora quando i suoi papà giocano con
lui, è sicuramente uno dei suoi momenti preferiti.
Anche la pappa l’adora,
a quella di solito ci pensa Mike il quale va a mettere su le tonnellate
di caffè e di latte.
Poi si rimane nel
lettone per un po’ a fare la pre colazione, ovvero chi col biberon di
latte chi con quello di caffè.
Finché si fa questo è
ancora tutto sopportabile.
Poi iniziano i guai.
Kisa infatti detesta la
parte che viene dopo, ma ovviamente non ci si può esimere visto che si
tratta dei bisogni.
Mike lo cambia di
pannolino mentre Chester prepara la vasca per il bagnetto.
All’inizio provavano a
farlo separati, ovvero solo alla Creatura, ma questi strillava fino a
che uno dei due non entrava e continuava fino a che non entrava anche
l’altro.
In breve vuole tutti e
due con sé, sempre. Qualunque cosa faccia.
In parte probabilmente
è perché odia le pulizie, infatti mentre Mike lo cambia, Kisa piange. E
piange ancora più forte quando viene messo dentro l’acqua.
Dà sollievo alle
orecchie solo quando si mettono con lui.
Ormai sono rassegnati,
a volte si mettono i tappi nei momenti che sanno urlerà.
La fase critica è
questa, ma c’è anche il resto della giornata che è composta da un
programma fitto di cose da fare, altrimenti la Creatura si annoia e
strilla.
Così si gioca in tanti
modi, si esce, si va a trovare gli altri fratelli e sorelle. Insomma,
il stare a casa tranquilli non è proprio contemplato.
Momenti morti sono
riempiti di strilla, ovviamente.
Chester quel giorno
torna a casa dopo degli impegni e quando torna lo spettacolo che gli si
presenta davanti agli occhi lo lascia senza parole. E lasciare Chester
senza parole ci vuole.
Mike e Kisa non ci sono
nei paraggi ma gli indizi lo conducono a loro.
Colori. Colori ovunque.
Non pennarelli per terra.
Pennellate. Per terra,
sui muri.
Bombe di pittura
esplose su pareti.
Chester impallidisce e
senza dire nulla segue le tracce che si fanno sempre più definite fino
a che in camera di Kisa trova delle opere d’arte che fanno opere
d’arte.
Kisa e Mike ognuno con
pennelli in mano disegnano sui muri, uno in basso e l’altro in alto,
alle rispettive altezze.
Mike fa qualcosa di
senso vagamente compiuto, mentre Kisa va completamente a caso, ma è
impossibile non notare quanto si amalgami a quello che disegna sopra
suo padre. È qualcosa di a dir poco incredibile vedere che in effetti i
segni di Kisa si sposano con quelli di Mike e Chester dopo un primo
momento di shock dove non sapeva nemmeno come reagire, prende il
telefono ed inizia a fare foto.
Gli artisti non si
notano subito nelle foto perché sono dipinti quanto le pareti.
- Oh sei tornato! -
Esclama Mike sentendo il suono della foto, Chester lo vede tutto
sorridente e che si comporta come se fosse normale.
Kisa si accorge della
sua presenza e corre da lui abbracciandolo, lo sporca ma Chester lo
prende e lo solleva.
- Mike, tu e lui non
starete più soli, sai? - Mike alza le spalle.
- Ormai abbiamo finito
i rinnovamenti... - Chester inarca le sopracciglia scettico.
- Rinnovamenti? -
- Beh è da un po’ che
volevo rinnovare lo stile di casa... -
- Ah quindi l’hai anche
fatto apposta! - Esclama ancora incredulo.
- Beh non è che fai
questo macello per sbaglio, eh? -
Eh no per niente!
A questa volontarietà
Chester non sa cosa dire, così gli riconsegna Kisa e gli dice:
- Quando avete finito
pulitevi, intanto preparo la cena. Farò qualcosa di lungo perché mi sa
che non ci metterete poco. -
E così come se lì fosse
sempre tutto normale, si va oltre verso la prossima follia.
Chester non è da meno
in quanto a danni visto che quando è lui che deve vedere di Kisa
finiscono per fare gavettoni con il fango, perché quello è più
divertente.
Quelli li fanno
all’esterno, nel giardino.
La prima pipì senza il
pannolino di Kisa si compie in solitaria.
Sono settimane che Mike
e Chester fanno una testa così a Kisa sull’usare il water ed hanno
deciso di togliergli il pannolino per costringerlo, perché Mike aveva
letto un sacco di articoli sui modi migliori per farli smettere di fare
i bisogni nei pannolini, ma Chester è più spiccio.
Prende e gli toglie il
pannolino e gli mette le mutandine con la stampa personalizzata
dei Linkin Park.
Ovviamente i primi
giorni li passa a bagnarsi e sporcarsi senza ritegno, Chester lo
sgrida, Mike gli spiega di non farsela nelle mutande.
Gli hanno anche preso
uno sgabellino per raggiungere il water, gli fanno sempre vedere come
si usa la tazza infatti quando vanno loro in bagno se lo portano
dietro.
È così che vedendo che
se lo prendono in mano per fare la pipì, lui comincia a fare la stessa
cosa pensando che sia questo ciò che quei due rompiscatole vogliono.
Il risultato è un Kisa
di tre anni che non fa altro che tirarsi il pisellino come se fosse uno
yo-yo.
Mike ci mette un secolo
a fargli capire che non è quello lo scopo della pipì fuori dal
pannolino, Chester non si sente di biasimarlo molto.
- Ma Chez, se inizia a
masturbarsi già così presto da grande lo rinchiudono per atti osceni!
Dobbiamo trasformarlo in un maniaco? - A quel punto anche Chester si
impegna a togliergli quel vizio, comunque il problema della pipì
addosso resta.
- Forse dovremmo
rimettergli il pannolino. - Commenta Mike depresso, ma è proprio in
quel momento che nel silenzio depresso di casa sentono il fantomatico
suono di pipì.
Mike e Chester si
fermano e si guardano spalancando gli occhi, poi si girano alla ricerca
di Kisa e lo trovano in piedi davanti al ficus gigante d’ingresso che
ci fa la pipì dentro.
A quel punto Mike e
Chester si mettono a saltare come matti e gridare e fare le feste.
Scrivono subito ai
ragazzi che stasera si festeggia la prima pipì non addosso di Kisa,
mentre se lo lanciano in aria felici come dei canguri in Australia.
- Amore hai fatto la
pipì senza dirci nulla! -
- E l’hai fatta giusta!
-
- Cioè devi farla in
bagno, ma il fatto che cerchi un posto migliore delle tue mutande è
favoloso! - Kisa ride con ancora le mutandine calate ed il pisellino
all’aria, gli piace quel gioco. Se per una pipì sulla pianta fanno
così, allora cosa succederà quando la farà nel portaombrelli?
- Forse dovevamo
spiegargli che la deve fare nel water... - Dice Mike mentre butta via
la pianta morta per via della pipì di Kisa, gli ombrelli e sacchi di
scarpe.
- Ci abbiamo provato...
- commenta Chester mentre lo aiuta a smaltirli.
- Pensava che andasse
bene farla lì ed ora la pianta è morta... -
- Così come i nostri
ombrelli... -
- E le nostre scarpe...
- Mike si sente in colpa per via della pianta più che tutto il resto,
ma ormai che le cose sono così ci possono fare poco.
- Dai adesso si
arrangiano all’asilo, gli insegneranno loro dove cazzo si piscia! -
L’ottimismo è il pane della vita, si dice.
Kisa viene espulso
dall’asilo perché usava ogni tipo di pianta e contenitore per fare la
pipì al posto dei water.
Alla fine comunque ce
la fanno ad insegnargli il water. Alla fine. Dopo due scuole cambiate e
diverse piante morte di urina umana.
Mike nemmeno sclera
quando Chester lo chiama dicendogli titubante che Kisa si è rotto un
braccio.
- Mm... - Commenta Mike
semplice e tranquillo.
- Come mm? - Chiede
Chester preoccupato della sua strana reazione. Se lo immaginava fuori
di sé a sentirlo.
- Mmm... tre anni e
mezzo il primo osso rotto. Me lo ero programmato molto prima. È stato
più tardivo di quel che immaginavo! - E Chester ride nonostante sappia
che Mike non sta scherzando ed è davvero convinto che sia stato
tardivo.
Non che abbia torto...
- Beh, è mio figlio,
doveva per forza cominciare prima o poi... -
Per forza. Utopia
immaginarsi il contrario, proprio.
In fondo buon sangue
non mente.
E non mente proprio in
effetti...
Quando quel giorno
tornano a casa insieme per una cosa che dovevano fare entrambi, sono
stupiti nel sentire tutto silenzio, si guardano intorno ed è anche più
shoccante vedere tutto in ordine.
Di norma quando sta con
uno dei ragazzi poi vige il disastro ed i ragazzi poi scappano a gambe
levate.
Ma lì quel giorno è
tutto in ordine.
Si guardano perplessi:
- Vuoi che lo abbia
ucciso? - Quel giorno toccava a Brad il baby sitting.
- O gli ha dato una
canna! - Commenta Chester serio, Mike impallidisce.
- No, il periodo delle
canne è finito da un pezzo! - Risponde logico Mike, però l’ansia sale e
preferisce trovarli subito.
Quando si inoltrano in
casa sentono dalla porta chiusa dello studio dei suoni. Si fermano.
- Oh gli sta suonando
la chitarra! - lo studio è una delle stanze che sono sempre state
rigorosamente chiuse per impedirgli di fare danni agli strumenti, la
sacralità è lì dentro.
- Evidentemente stava
meditando di ucciderlo. - Sussurra Mike giustificando il fatto che Brad
ha osato far incontrare Kisa con i loro strumenti per la prima volta
nella sua piccola vita di bambino di quattro anni.
Fino a quel momento se
ne erano guardati per bene, consapevoli che poteva fare danni seri.
Brad non sta suonando
niente di specifico, magari strimpella a caso, ma fa suoni piuttosto
interessanti e Mike chiude gli occhi annuendo.
- Questa la dobbiamo
ricordare, è un riff molto carino! - Chester annuisce e quando fa
capolino rimane senza parole, inebetito a guardare la scena.
Brad è seduto vicino a
Kisa, ma non è lui a suonare la chitarra.
Brad sorride mentre
Mike e Chester dimenticano la bocca spalancata.
Kisa imbraccia una
chitarra più grande di lui almeno il doppio e sta facendo a ripetizione
alcune note che probabilmente ha imparato in quel momento. Le fa anche
molto bene e sono degli accostamenti melodiosi che si sposano alla
perfezione.
Ed è qua che ai
genitori vengono su le lacrime agli occhi.
Kisa si accorge della
loro presenza e si gira a sorridere.
A 4 anni si vedono
meglio le fattezze, gli occhioni di Mike così come il naso, la zona
inferiore del viso di Chester, i sorrisi radiosi e smaglianti di
entrambi. I capelli neri sono un po’ mossi ma non ricci. O meglio
sarebbero neri se Chester non avesse avuto la bella idea qualche giorno
prima di fargli lo shampoo colorato facendo venire un infarto a Mike.
Ha anche le braccia
piene di tatuaggi finti. Finti in quanto sono disegni che si fa da solo
e sulla schiena ci pensa Mike a fargliene.
Per i piercing finti si
sta attrezzando.
I vestiti sono sempre
tutti rigorosamente in stile punk, Mike però per uscire gli mette le
camice di flanella a quadri.
Quel momento i due se
lo imprimono nella memoria.
- E se volete saperlo è
anche molto intonato! - Dice Brad con un sorriso calmo e beato.
Non si stupisce di
vederli commossi ed abbracciati, sa quanto è importante la musica per
loro e sa anche che non lo hanno mai avvicinato ad alcuno strumento o
suono solo per paura che in realtà non fosse dotato o che non gli
piacesse.
Le solite stranezze di
Mike e Chester. Ma lui sapeva, in quanto zio, che il figlio di quei due
non poteva che essere dotato nel campo musicale.
- Al posto tuo gli
insegnerei il piano, sono sicuro che lo impara in un paio di ore. Ha
imparato le note in pochissimo! - Kisa mette giù la chitarra nelle mani
dello zio e corre dai genitori, gli salta al collo e si fa sollevare.
Sa che sono commossi perché sono felici per qualcosa che ha fatto lui
ed è contento che per una volta non siano arrabbiati e non lo sgridino,
è contento per una volta di averli fatti felici e resi orgogliosi.
Quella cosa della
musica è proprio una cosa bellissima. La vuole rifare. Sì sì, è sicuro.
- Ma ci pensi che se
gli avessimo dato degli strumenti sin da piccolissimo magari ci saremmo
risparmiati un sacco di strilla allucinanti? - sussurra Mike a Chester
mentre Kisa suona perfettamente la nona di Beethoven perché ovviamente
Mozart è troppo noioso.
- Sta ore ed ore agli
strumenti. Ed è buonissimo quando è lì! - sibila Chester capendo quanto
si sono dannati la vita da soli.
Mike ridacchia e
appoggia la testa alla sua spalla mentre Chester fa altrettanto.
Kisa si è fatto fare la
cresta e se la tira su col gel.
- Beh, ma se fosse
stato buono non sarebbe stato nostro figlio, non credi? - Suggerisce
Mike, Chester deve concordare.
- Siamo entrambi
iperattivi, tu non sai stare fermo senza produrre qualcosa, io non so
stare fermo e basta! - I due ridono insieme senza disturbare il figlio.
Abituarsi ai miracoli è
facile, si dicono.
Incredibilmente facile.
Ormai quel miracolo è
la loro quotidianità, sono una famiglia vera e propria e stanno
programmando i divorzi con le mogli con cui rimarranno amici ed in
rapporti, per potersi sposare e rendere tutto ufficiale.
L’idea della villa
comune è ancora in voga ed un giorno la realizzeranno, per il momento
fanno su e giù fra le varie famiglie, ma la sera tornano sempre lì.
La sera sono Chester,
Mike e loro figlio Kisa, la Creatura.
E lo saranno per
sempre.
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