Zabaione e tulipani

di lunarossa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** CAP 1 ***
Capitolo 3: *** CAP 2 ***
Capitolo 4: *** CAP 3 ***
Capitolo 5: *** Cap 4 ***
Capitolo 6: *** CAP 5 ***
Capitolo 7: *** CAP 6 ***
Capitolo 8: *** CAP 7 ***
Capitolo 9: *** CAP 8 ***
Capitolo 10: *** CAP 9 ***
Capitolo 11: *** Cap 10 ***
Capitolo 12: *** CAP 11 ***
Capitolo 13: *** CAP 12 ***
Capitolo 14: *** CAP 13 ***
Capitolo 15: *** CAP 14 ***
Capitolo 16: *** CAP 15 ***
Capitolo 17: *** CAP 16 ***
Capitolo 18: *** Cap 17 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Zabaione e tulipani 
Prologo
Lily si ricordava perfettamente qual era stato il momento in cui era tutto cambiato.
Era stato alla tana, da nonna Molly. 
Era il 23 dicembre e c’era odore di zabaione caldo e muffin al cioccolato, tutti erano allegri e, inutile dirlo, erano molto, molto numerosi.
Festeggiavano il suo venticinquesimo compleanno e, naturalmente, c’era anche lui.
Lui che fino ad un attimo prima era semplicemente il migliore amico di suo fratello. 
Lui che le aveva sempre dimostrato un amore fraterno.
Lui che quella sera aveva bevuto un bicchiere di whisky incendiario per aver perso una scommessa ed era decisamente più allegro del solito.
Lui che l’aveva presa per la vita un attimo prima che cadesse e se l’era portata vicino al corpo, troppo vicino, fino ad arrivare con la bocca accanto al suo orecchio, e aveva sussurrato:
“Se posso venirti così vicino, cadi più spesso Lils” e poi l’aveva guardata sogghignando.
 Occhi negli occhi.
No.
Occhi nell’anima.
Aveva guardato nella sua anima.
E quando l’aveva lasciata andare, lei aveva cominciato ad avvertire una mancanza, e questa sensazione non era più andata via. 
Quella era la sera in cui era cambiato tutto.
Quella era la sera in cui si era innamorata di Scorpius.
E non riusciva a capacitarsene, perché lui era nella sua vita da tanto, troppo tempo, e non aveva mai pensato a lui in certi termini, in certi atteggiamenti e con il cuore che accelerava.
Non ci riusciva anche perché lui era innamorato di Rose, da sempre, di Rose, non di lei…e non riusciva proprio a capire come avesse potuto dirle quella frase, come avesse potuto guardarla con quell’intensità, che al solo ricordo le veniva la pelle d’oca.
E poi questa cosa del batticuore e il balbettio, la sudorazione e la pelle d’oca, appunto, doveva finire. Non era mica un’adolescente! Era sicura che tutto sarebbe tornato a posto, nel suo cervello e nel suo cuore. Doveva solo aspettare un po’ di tempo ed era sicura che tutto sarebbe tornato come prima, quando si lanciavano le palle di neve o andavano a nuotare nel laghetto vicino a casa sua tutti insieme e non c’era il minimo imbarazzo. 
Sapeva che sarebbe andata così.
Era una stupida cotta un po’ tardiva.
E doveva darle questo peso. 
Nessun altro significato.
Tutto era cambiato, ma sarebbe ritornato uguale a prima in brevissimo tempo. Ne era sicurissima.
Se lo ripeteva da quella sera di 10 mesi e 13 giorni prima.
Ma adesso che in mezzo a Diagon Alley lo stava guardando baciare un’altra, faceva male.
Tanto male.
Come una pugnalata.

Zabaione e tulipani 

Prologo

 
Lily si ricordava perfettamente qual era stato il momento in cui era tutto cambiato.

Era stato alla tana, da nonna Molly.

Era il 23 dicembre e c’era odore di zabaione caldo e muffin al cioccolato, tutti erano allegri e, inutile dirlo, erano molto, molto numerosi.Festeggiavano il suo venticinquesimo compleanno e, naturalmente, c’era anche lui.

Lui che fino ad un attimo prima era semplicemente il migliore amico di suo fratello.

Lui che le aveva sempre dimostrato un amore fraterno.

Lui che quella sera aveva bevuto un bicchiere di whisky incendiario per aver perso una scommessa ed era decisamente più allegro del solito.

Lui che l’aveva presa per la vita un attimo prima che cadesse e se l’era portata vicino al corpo, troppo vicino, fino ad arrivare con la bocca accanto al suo orecchio, e aveva sussurrato:“Se posso venirti così vicino, cadi più spesso Lils” e poi l’aveva guardata sogghignando.

Occhi negli occhi.No.

Occhi nell’anima.Aveva guardato nella sua anima.

E quando l’aveva lasciata andare, lei aveva cominciato ad avvertire una mancanza, e questa sensazione non era più andata via.

Quella era la sera in cui era cambiato tutto.

Quella era la sera in cui si era innamorata di Scorpius.

E non riusciva a capacitarsene, perché lui era nella sua vita da tanto, troppo tempo, e non aveva mai pensato a lui in certi termini, in certi atteggiamenti e con il cuore che accelerava.

Non ci riusciva anche perché lui era innamorato di Rose, da sempre, di Rose, non di lei…e non riusciva proprio a capire come avesse potuto dirle quella frase, come avesse potuto guardarla con quell’intensità, che al solo ricordo le veniva la pelle d’oca.

E poi questa cosa del batticuore e il balbettio, la sudorazione e la pelle d’oca, appunto, doveva finire. Non era mica un’adolescente! Era sicura che tutto sarebbe tornato a posto, nel suo cervello e nel suo cuore.

Doveva solo aspettare un po’ di tempo ed era sicura che tutto sarebbe tornato come prima, quando si lanciavano le palle di neve o andavano a nuotare nel laghetto vicino a casa sua tutti insieme e non c’era il minimo imbarazzo. Sapeva che sarebbe andata così.

Era una stupida cotta un po’ tardiva.E doveva darle questo peso. Nessun altro significato.

Tutto era cambiato, ma sarebbe ritornato uguale a prima in brevissimo tempo. Ne era sicurissima.

Se lo ripeteva da quella sera di 10 mesi e 13 giorni prima.

Ma adesso che in mezzo a Diagon Alley lo stava guardando baciare un’altra, faceva male.Tanto male.

Come una pugnalata.

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Capitolo 2
*** CAP 1 ***


 

Cap 1
Forse avrebbe dovuto smettere di mangiare gelato.
Se avesse continuato in quel modo avrebbe sicuramente vomitato e il giorno dopo non sarebbe riuscita ad andare al lavoro. Ma il cucchiaio sembrava avere una vita propria.
Il suono di una smaterializzazione la fece girare.
Alice buttò il suo cappotto sulla poltrona e andò in cucina ignorandola.
Tornò con un cucchiaio e si sedette accanto a lei.
Lily spostò la vaschetta tra loro e prese un’altra cucchiaiata mettendola in bocca.
Sapeva che avrebbe cercato di consolarla. Sperava solo che facesse in fretta.
Avrebbe fatto finta di ascoltarla, per sprofondare poi nel divano con suo pigiama peloso e la copertina di pile.
Ma sembrava che tutto quello che Alice volesse era mangiare il gelato.
“Buono questo giallo” disse ad un certo punto. “Che gusto è?”
Lily ruotò la testa e la guardò stupita. Allucinata, forse, era un termine più adatto.
“Zabaione” rispose sempre guardandola con gli occhi a palla.
“Che ne dici di andare al cinema?” Le disse mangiando sempre il gelato come se nulla fosse.
Lily ed Alice vivevano insieme nella Londra babbana da 3 anni ormai ed avevano imparato a fare cose da babbani. Compreso andare al cinema, che per Alice era una vera e propria passione. Ma da qui a chiederglielo in questo momento le sembrava davvero assurdo. 
“Al cinema?” Le rispose Lily basita. “ Alice, non credo di aver voglia di andare al cinema in questo momento. Voglio solo annegare nel gelato.” È così dicendo se ne servì un altro cucchiaio.
“Dai, verranno anche James e Albus.” Disse senza guardarla.
Albus.
Albus non sarebbe mai uscito senza Scorpius. L’unica condizione perché ciò accadesse era uscire da solo con Alice.
“No”
“E dai Lily dovrai rivederlo prima o poi”
“Meglio poi!”
“Se non ti vesti ti affatturo!” Disse Alice con tono imperativo.
“Non voglio vederlo!”
Lily sì accoccolò ancora di più nella coperta e Alice glie la strappò di dosso.
“Alzati e vai a farti una doccia che puzzi!”
“Dovresti essere più gentile con me!” si lamentò lei, ma Alice la ignorò prendendola per un braccio e facendola alzare.
“Vuoi picchiarmi?” Disse Lily simulando un incontro di lotta alla babbana. Alice mise le mani sui fianchi e la guardò perplessa.
“Hai finito? Vestiti che tra mezz’ora usciamo. E non voglio se, ma, no, non vengo eccetera eccetera.”
Lily si fermò dal suo balletto e si diresse in bagno.
 Non riusciva a dire di no ad Alice.
E poi aveva ragione.
Era già due settimane che aveva visto Scorpius a Diagon Alley e non poteva più rimanere in casa, né evitarlo.
Avrebbe solo dovuto far finta di nulla come aveva fatto nell’ultimo anno.
Poteva farcela. 
Mentre l’acqua della doccia le scorreva sul viso pensava e ripensava a quel bacio e al fatto che fosse normale che Scorpius avesse una ragazza e che, forse, questo l’avrebbe aiutata a toglierselo dalla testa.
Sperava solo che non la portasse.
Ma anche quella poteva essere un’eventualità che non doveva scartare, e doveva essere preparata mentalmente per non scappare via come aveva fatto quel giorno.
Dopo 25 minuti era pronta e tornò sul divano ad aspettare Alice.
Naturalmente l’aspettò un quarto d’ora…ma quando fu ora di uscire ebbe un attimo di esitazione. 
Si bloccò alla porta ed Alice, accorgendosene, tornò indietro e le prese la mano sorridendole. 
Bastò.
Erano spesso così loro. Si capivano senza parlare.
Arrivarono davanti al cinema e si misero a cercare i ragazzi.
Pugnalata.
Eccolo lì.
Cioè, eccoli. Tutti mica solo lui.
“Lily, per favore…” si disse nella sua testa. “ respira.” 
Almeno non c’era traccia di quella.
Qualche battuta, i saluti di rito, bacini sulle guance “respira Lily, respira” ed entrarono a vedere il film. 
Inutile dire che Alice fece in modo di farla stare vicino a Scorpius, all’esterno della fila, in modo che non potesse parlare con nessun altro.
Si sedettero e fecero gli scemi ancora una decina di minuti buoni, mentre Lily lanciava sguardi minacciosi ad Alice che promettevano vendetta, lenta vendetta.
Le luci si spensero.
Scorpius le mise la mano sulla sua e le si bloccò il cuore.
Fermo.
Completamente.
Si può vivere col cuore fermo?
“Lily, dopo ho bisogno di parlarti. È importante. Alice dopo andrà da Albus. Ti spiace se ti accompagno a casa?”
Alice andrà da Albus.
Beh, bisognava vedere se “dopo” sarebbe stata ancora in vita.
“Nessun problema Scorpius, ci mancherebbe. Guarda, inizia il film.”
Salvata dal film. Per ora.
È inutile dire che all’uscita non ne avrebbe saputo neanche il titolo.
Inutile anche dire che per tutta la durata, seduta accanto a lui, pensando al “dopo”, aveva avuto 2 o 3 aritmie cardiache chiaramente percepite, sudorazione alternata a brividi, secchezza della bocca e respiro affannato. Per fortuna il film era un horror.
Quando poi lui, credendola spaventata per le scene, le mise un braccio intorno alle spalle ridendo e chiamandola fifona, si alzò di scatto e corse in bagno.
Inutile dire che fu molto, molto faticoso. Ma nulla poteva essere peggiore di quando uscirono.
Si salutarono tutti.
Alice andò via con Albus, come preannunciato e James andò in un vicolo nascosto per smaterializzarsi.
“Andiamo a piedi?” Chiese Scorpius con le mani in tasca.
“Ok.”
 Casa di Lily e di Alice era ad appena 5 minuti da lì.
Faceva freddo, era fine novembre, ma lei stava sudando. Era rossa in viso e, camminando, preannunciava mentalmente il disastro della notizia che credeva di ricevere. Perché lei pensava che lui volesse parlare della ragazza del bacio. Magari se la sposava.
“Non prendi le chiavi?”
Pensando alle sue paranoie non si accorse che erano arrivati.
“Certo, scusa ero distratta.”
Prese chiavi e salirono nel piccolo appartamento. 
“Siediti pure, vuoi qualcosa da bere?” gli chiese appendendo i cappotti.
“No grazie Lily, vorrei arrivare subito al sodo se non ti dispiace.”
A lei mancò un battito.
“Certo, allora dimmi pure…” non si era nemmeno seduto, erano in piedi l’uno di fronte all’altro e lui sembrava imbarazzato. Mai lo aveva visto imbarazzato.
Scorpius Iperius Malfoy poteva essere tutto, ma non certamente in imbarazzo.
“Ho bisogno di un favore assurdo Lily.”
Si passava la mano tra i capelli, passava il peso del corpo ininterrottamente da una gamba all’altra e cercava di deviare lo sguardo ogni volta che i loro occhi si incrociavano.
“Per la barba di Merlino Scorp, dimmi cosa vuoi!” sbottò Lily. 
“Lily, ho bisogno che mi sposi!”

Cap 1

 
Forse avrebbe dovuto smettere di mangiare gelato.

Se avesse continuato in quel modo avrebbe sicuramente vomitato e il giorno dopo non sarebbe riuscita ad andare al lavoro.

Ma il cucchiaio sembrava avere una vita propria.

Il suono di una smaterializzazione la fece girare.

Alice buttò il suo cappotto sulla poltrona e andò in cucina ignorandola. Tornò con un cucchiaio e si sedette accanto a lei.

Lily spostò la vaschetta tra loro e prese un’altra cucchiaiata mettendola in bocca.

Sapeva che avrebbe cercato di consolarla. Sperava solo che facesse in fretta.Avrebbe fatto finta di ascoltarla, per sprofondare poi nel divano con suo pigiama peloso e la copertina di pile.

Ma sembrava che tutto quello che Alice volesse era mangiare il gelato.

“Buono questo giallo” disse ad un certo punto. “Che gusto è?”

Lily ruotò la testa e la guardò stupita.

Allucinata, forse, era un termine più adatto.

“Zabaione” rispose sempre guardandola con gli occhi a palla.

“Che ne dici di andare al cinema?” Le disse mangiando sempre il gelato come se nulla fosse.

Lily ed Alice vivevano insieme nella Londra babbana da 3 anni ormai ed avevano imparato a fare cose da babbani. Compreso andare al cinema, che per Alice era una vera e propria passione.

Ma da qui a chiederglielo in questo momento le sembrava davvero assurdo. 

“Al cinema?” Le rispose Lily basita. “ Alice, non credo di aver voglia di andare al cinema in questo momento. Voglio solo annegare nel gelato.”

E così dicendo se ne servì un altro cucchiaio.

“Dai, verranno anche James e Albus.” Disse senza guardarla.

Albus.

Albus non sarebbe mai uscito senza Scorpius.

L’unica condizione perché ciò accadesse era uscire da solo con Alice.

“No”

“E dai Lily dovrai rivederlo prima o poi”

“Meglio poi!”

“Se non ti vesti ti affatturo!” Disse Alice con tono imperativo.

“Non voglio vederlo!” Lily sì accoccolò ancora di più nella coperta e Alice glie la strappò di dosso.

“Alzati e vai a farti una doccia che puzzi!”

“Dovresti essere più gentile con me!” si lamentò lei, ma Alice la ignorò prendendola per un braccio e facendola alzare.

“Vuoi picchiarmi?” Disse Lily simulando un incontro di lotta alla babbana.

Alice mise le mani sui fianchi e la guardò perplessa.

“Hai finito? Vestiti che tra mezz’ora usciamo. E non voglio se, ma, no, non vengo eccetera eccetera.”

Lily si fermò dal suo balletto e si diresse in bagno.

Non riusciva a dire di no ad Alice.

E poi aveva ragione.

Era già due settimane che aveva visto Scorpius a Diagon Alley e non poteva più rimanere in casa, né evitarlo. Avrebbe solo dovuto far finta di nulla come aveva fatto nell’ultimo anno.

Poteva farcela.

Mentre l’acqua della doccia le scorreva sul viso pensava e ripensava a quel bacio e al fatto che fosse normale che Scorpius avesse una ragazza e che, forse, questo l’avrebbe aiutata a toglierselo dalla testa.

Sperava solo che non la portasse...Ma anche quella poteva essere un’eventualità che non doveva scartare, e doveva essere preparata mentalmente per non scappare via come aveva fatto quel giorno.

Dopo 25 minuti era pronta e tornò sul divano ad aspettare Alice.Naturalmente l’aspettò un quarto d’ora…ma quando fu ora di uscire ebbe un attimo di esitazione. Si bloccò alla porta ed Alice, accorgendosene, tornò indietro e le prese la mano sorridendole.

Bastò.

Erano spesso così loro.

Si capivano senza parlare.

Arrivarono davanti al cinema e si misero a cercare i ragazzi.

Pugnalata.

Eccolo lì.

Cioè, eccoli.

Tutti mica solo lui.

“Lily, per favore…” si disse nella sua testa. “ respira.” 

Almeno non c’era traccia di quella.

Qualche battuta, i saluti di rito, bacini sulle guance “respira Lily, respira” ed entrarono a vedere il film.

Inutile dire che Alice fece in modo di farla stare vicino a Scorpius, all’esterno della fila, in modo che non potesse parlare con nessun altro.Si sedettero e fecero gli scemi ancora una decina di minuti buoni, mentre Lily lanciava sguardi minacciosi ad Alice che promettevano vendetta, lenta vendetta.

Le luci si spensero.

Scorpius le mise la mano sulla sua e le si bloccò il cuore.

Fermo.

Completamente.

Si può vivere col cuore fermo?

“Lily, dopo ho bisogno di parlarti. È importante. Alice dopo andrà da Albus. Ti spiace se ti accompagno a casa?”

Alice andrà da Albus. Beh, bisognava vedere se “dopo” sarebbe stata ancora in vita.

“Nessun problema Scorpius, ci mancherebbe. Guarda, inizia il film.”

Salvata dal film. Per ora.

È inutile dire che all’uscita non ne avrebbe saputo neanche il titolo. Inutile anche dire che per tutta la durata, seduta accanto a lui, pensando al “dopo”, aveva avuto 2 o 3 aritmie cardiache chiaramente percepite, sudorazione alternata a brividi, secchezza della bocca e respiro affannato.

Per fortuna il film era un horror.

Quando poi lui, credendola spaventata per le scene, le mise un braccio intorno alle spalle ridendo e chiamandola fifona, si alzò di scatto e corse in bagno.Inutile dire che fu molto, molto faticoso.

Ma nulla poteva essere peggiore di quando uscirono.Si salutarono tutti.Alice andò via con Albus, come preannunciato e James andò in un vicolo nascosto per smaterializzarsi.

“Andiamo a piedi?” Chiese Scorpius con le mani in tasca.

“Ok.” 

Casa di Lily e di Alice era ad appena 5 minuti da lì.Faceva freddo, era fine novembre, ma lei stava sudando. Era rossa in viso e, camminando, preannunciava mentalmente il disastro della notizia che credeva di ricevere. Perché lei pensava che lui volesse parlare della ragazza del bacio. Magari se la sposava.

“Non prendi le chiavi?”

Pensando alle sue paranoie non si accorse che erano arrivati.

“Certo, scusa ero distratta.”

Prese chiavi e salirono nel piccolo appartamento.

 “Siediti pure, vuoi qualcosa da bere?” gli chiese appendendo i cappotti.

“No grazie Lily, vorrei arrivare subito al sodo se non ti dispiace.”

A lei mancò un battito.

“Certo, allora dimmi pure…” non si era nemmeno seduto, erano in piedi l’uno di fronte all’altro e lui sembrava imbarazzato.

Mai lo aveva visto imbarazzato.

Scorpius Hiperion Malfoy poteva essere tutto, ma non certamente in imbarazzo.

“Ho bisogno di un favore assurdo Lily.”

Si passava la mano tra i capelli, passava il peso del corpo ininterrottamente da una gamba all’altra e cercava di deviare lo sguardo ogni volta che i loro occhi si incrociavano.

“Per la barba di Merlino Scorp, dimmi cosa vuoi!” sbottò Lily.

“Lily, ho bisogno che mi sposi!”

 

 

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Capitolo 3
*** CAP 2 ***


Ed eccomi qui dopo tantissimi anni con una nuova storia. Ringrazio tantissimo chi ha messo la storia tra quelle da ricordare o addirittura tra le seguite…sono contentissima, e ringrazio anche chi legge solamente.
Se volete lasciarmi una recensione ve ne sarò grata, dopo tutto questo tempo in cui non scrivo nulla un confronto mi sarebbe utile. Ma ora basta…si torna a questi 2 pazzi qui sotto. Buon divertimento!

CAP 2

Lily lo guardava e sì, si rendeva conto di avere la bocca aperta, ma proprio non riusciva a chiuderla.
Cercò 2 o 3 volte di articolare qualche parola, qualsiasi parola, ma non ci riuscì.
“Capisco che tu sia stupita.” ricominciò Scorpius, “Se vuoi ci sediamo e ti spiego tutto.”
Lei aprì la bocca di nuovo e ne uscì un suono cavernicolo.
Poi senza provare più a parlare si sedette.
Lo fece anche lui, cautamente, lontano da lei.
Lei lo guardava aspettando.
“Mia madre mi ha trovato una fidanzata.”
Silenzio.
Nessuna reazione da parte di lei, allora Scorpius si schiarì la voce e continuò.
“Devo sposarmi entro il mio prossimo compleanno. È una condizione dei miei nonni per l’eredita.”
Allo sguardo interrogativo, schifato e stupito di Lily si affrettò ad aggiungere:
“Ho provato a dirle che non me ne frega nulla e che rinuncio a tutto, ma mia madre mi ha pregato e scongiurato di non lasciare che la sua vecchia casa vada a sua cognata. È dove è cresciuta, e sua cognata è la persona che odia di più al mondo.”
“Non mi sembra ancora un motivo abbastanza valido per sposarti. Sposarti Scorpius, sposarti!”
Si era alzata in piedi.
“Lo so, e ho provato a rifiutare di nuovo, ma poi mi ha trovato questa fidanzata e io per svincolarmi da questo casino ho detto che mi vedevo già con te.”
Gli occhi di Lily divennero due fessure e Scorpius ebbe paura che stesse per lanciargli un Avada Kevadra.
“Con me? E perché mai, di grazia, proprio con me?”
“Non lo so, mi è scappato, solo che mia madre ora vuole organizzare il nostro matrimonio.”
“Scusa ma non puoi dirle che ci siamo lasciati?” 
“Conoscendola mi tirerà un tranello tale che mi ritroverò in chiesa a sposare quella cozza senza che possa rendermene conto. Ti prego salvami. Per avere la casa dobbiamo rimanere sposati 1 anno. Solo 1 anno e poi potremmo separarci e tornare alla nostra vita. Ti prego Lily non farmi sposare quella stupida. Dovresti vederla, è una con un neurone solo che sbatte da una parte all’altra. Mi abbraccia e bacia davanti a tutti e io non ho intenzione di sposarla. Ma non voglio nemmeno rovinare i rapporti con mia madre. Sai lei e mio padre non si sono sposati per amore, era un matrimonio organizzato, sono stati fortunati ad innamorarsi dopo, e mia madre è talmente convinta che capiterà lo stesso anche a me che non riesco proprio a farla ragionare.”
“È tuo padre che dice di tutta questa storia?” Disse Lily sempre più perplessa e sempre più contenta di non essere nata in una famiglia di nobili.
“Ha tentato di farla ragionare, ma non ci è riuscito, allora mi ha consigliato di proporti il finto matrimonio.”
Prevedibile da parte di Draco Malfoy un suggerimento così viscido. Che però Scorpius lo accettasse la rendeva quantomai stupita.
Quel che era certo era che le si era spento il cervello, che non riusciva a formulare nessun pensiero sensato o non sensato. Continuava a guardarlo e non sapeva proprio perché non lo mandava al diavolo seduta stante. Vide per una frazione di secondo Scorpius in chiesa con un vestito nero elegante che l’aspettava sorridente e lei col vestito che si fermava sempre a guardare in quella vetrina da ormai 3 mesi che lo raggiungeva col bouquet di tulipani.
Per fortuna, un attimo prima di rispondere sì, ripensò a quella frase.
Finto matrimonio.
Finto matrimonio.
Finto.
Ma lo sguardo implorante non le permisero nemmeno di dire di no.
“Senti, mi stai chiedendo una cosa assurda sai?”
Lui non rispose, ma la guardò come per dirle che aveva perfettamente ragione.
“Fammici pensare Scorpius. Non riesco a darti una risposta ora.”
Lui parve un po’ deluso, ma disse:
“Ti capisco, è una cosa assurda davvero. E non so nemmeno io come mi sono ritrovato in questo casino. E, qualunque sia la tua risposta, la capirò.”
Dicendo questo riprese il suo cappotto e lo indossò. Si voltò a guardarla ancora una volta, alzò la mano in segno di saluto e si smaterializzò.


Alice si stava sbellicando dalle risate.
Lily aveva uno sguardo omicida e le braccia conserte.
Erano in negozio da Lily che gestiva una piccola bottega di articoli per la scuola e da regalo a Hogsmeade e stava per chiudere.
“Non mi sembra affatto che sia divertente. Anzi, direi che la situazione è tragica, qualsiasi cosa decida di rispondere!”
“E cosa vuoi rispondere!?” disse Alice non smettendo di ridere “gli dirai di sì mi sembra ovvio!”
Lily aprì di nuovo la bocca senza poter emettere un suono.
“Stai scherzando vero?”
“Scusami Lily…” disse Alice senza più ridere “ se gli dici no la madre lo obbligherà a sposare un’altra, tu sei innamorata di lui..” ma Lily la interruppe.
“Io non sono innamorata di lui, il fatto che mi piaccia non vuol dire che ne sia innamorata”.
Questa fu la volta di Alice di guardarla perplessa. E partì a raffica senza darle un solo secondo per controbattere.
“Certo come no!Forse dovresti accettare questa cosa Lily, lo ami e basta e puoi sposarlo e conquistarlo, pensaci. Fagli vedere che non sei solo la sorella del suo migliore amico, ma una donna, una donna vera…avresti dovuto farlo tempo fa, come ti avevo già detto, ma tu sei testarda come un mulo e ti sei fissata con questa cosa che hai solo una cotta per lui che svanirà magicamente da un giorno all’altro. Non mi sembra che in quasi un anno sia successo proprio questo. E poi parliamo di una persona che conosci bene, da sempre. Vuoi giocartelo perché sposi una che neanche vuole? Magari non ti sposerà per amore, ma a te lo ha chiesto e questo vuol dire che non gli fai poi così schifo. Fallo cadere ai tuoi piedi…ne sei perfettamente capace!”
Lily era basita.
Non avrebbe mai, proprio mai, immaginato un discorso del genere dalla correttissima Alice.
E per l’ennesima volta si ritrovò con la bocca aperta ad emettere suoni cavernicoli senza senso.
E che non aveva argomenti. 
Doveva ammetterlo, era innamorata di lui. E l’idea che sposasse un’ altra la mandava fuori di testa. L’avesse poi sposata per amore, forse si sarebbe rassegnata. Ma saperlo sposato e anche infelice era una cosa che non poteva immaginare senza provare una stretta al cuore.
Ma sposarlo…
Cavolo. 
Per finta….ma sposarlo.
Guardò Alice che la stava scrutando da un po’, come se sapesse che qualcosa le passava nella testa e non volesse interrompere il flusso dei suoi pensieri.
Poi le disse: “Non aspettarmi a cena!” e si smaterializzò.


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Capitolo 4
*** CAP 3 ***


Ciao a tutti eccomi con un altro capitolo. Ringrazio tantissimo le 11 persone che hanno messo la storia tra le seguite. Sono commossa davvero. E ringrazio di più chi ha recensito. Un bacio a tutti.

CAP 3

Lily apparve nell’ appartamento di Scorpius senza aver nemmeno pensato minimamente di annunciarsi in qualche modo e si rese conto delle possibili conseguenze dopo circa 3 secondi.
“Chi è?” Sentì dalla sua camera.
“Albus quante volte ti ho detto di non biombare qui senza….” Ma si bloccò vedendola. E a lei per poco non venne un coccolone.
Doveva essere uscito dalla doccia perché aveva un asciugamano legato in vita e con un altro si frizionava i capelli.
Lily pregò che fosse solo e che non spuntasse una donna dalla camera da letto.
“Lily ciao, non sapevo che saresti venuta.”
“Scusami, ho interrotto qualcosa?”gli chiese a bruciapelo lei.
Lui ebbe un attimo di smarrimento, poi sembrò capire e si affrettò a negare leggermente imbarazzato.
“Sono solo, stai tranquilla.”
Silenzio.
Lily non muoveva un muscolo, perché se lo avesse fatto gli sarebbe come minimo saltata addosso.
Cercava di avere un espressione neutra, ma per riuscirci doveva continuamente guardarsi le scarpe.
“Vado a vestirmi. Tu hai cenato?”
“No, arrivo dal negozio”.
“Neanche io, mi vesto e ti preparo qualcosa ok?”
Lei annuì.
Non si sedette sul divano, ma sulla poltrona, per evitare che lui potesse mettersi accanto a lei.
Lui tornò fin troppo presto e si accomodò sul divano.
Era da quando glie lo aveva chiesto che pensava e ripensava a questa storia e le erano venute in mente una miriade di domande in caso la risposta fosse stata affermativa. E da buona Grifondoro qual’era, 
innamorata certo, ma sempre Grifondoro, diede voce a tutti i suoi dubbi.
“Ho delle domande da farti Scorpius. Domande su come dovremmo gestire la situazione se io ti dicessi sì.”
Negli occhi di lui si accese la speranza, ma Lily sembrò accorgersene perché aggiunse in fretta “Ho detto se…”
Lui sogghignò, prima abbassando la testa con gli occhi chiusi, per poi piantarli ben aperti nei suoi.
“Il fatto che tu non mi abbia ancora detto no è già un sollievo, ti giuro. Comunque hai ragione, chiedimi tutto ciò che vuoi, anche se qualcosa dovremmo deciderlo insieme perché io non ci ho minimamente pensato…”
“Tu sei un incosciente lo sai?”
Lui si passò la mano tra i capelli e fece quello sguardo da bimbo dispiaciuto che la mandava in bestia, da sempre, anche quando per lui non provava nulla.
“Mi spiace Lily. Io non credevo che mia madre potesse comportarsi in questo modo, perdonami.”
I suoi occhi erano troppo per continuare a guardarli, e distolse lo sguardo.
“Allora, domanda numero uno. Come hai intenzione di dire tutto questo a mio fratello?”
“Lo sa già. Ed è rimasto basito dal fatto che tu non mi abbia affatturato quando te l’ho chiesto.”
“Lo sa già? Ed è d’accordo?” Lo sguardo di Lily stava diventando assassino.
“Ha detto che ne sarebbe felice. Che ha sempre sperato che ci sposassimo.”
“Ma siete tutti folli lo sapete? Va bene che se siete così amici dovete avere come minimo lo stesso disturbo mentale, ma non credevo che foste così gravi.”
“Secondo lui se ci sposiamo non ci separeremo tra un anno. Ma io e te sappiamo che non è così, che sarà un finto matrimonio e che tra un anno ognuno andrà per la propria strada. Vero?”
Ecco.
Faceva malissimo.
Proprio tanto.
E non si capacitava proprio di non riuscire a dargli una sberla e uscire per sempre dalla sua casa e dalla sua vita.
Ma non ci riusciva.
Il perché non lo sapeva ancora, ma non ci riusciva.
“Vero!” Ma dentro di se sognava qualcosa di molto diverso.
“E come ci dovremmo comportare davanti a tutti?” aggiunse.
“Da fidanzati, è ovvio, ma non credo sia un problema…io e te siamo stati sempre molto complici.”
Era vero, perfino Albus ne era geloso, e questa cosa non era mutata nemmeno dopo il cambiamento nel cuore di Lily, magari diminuita, ma non mutata.
“Dovremmo baciarci.” Disse Lily in un soffio.
“È un così grosso problema, siamo adulti no? Sono così brutto?”rispose lui scherzando.
“Sei stupido, non sei brutto!” disse lei accigliata.
“Possiamo provare se vuoi.”
Ok, non lo aveva detto. E non si stava alzando dal divano. E non si stava sedendo sul bracciolo della poltrona.
Si alzò di scatto.
“Si, ribadisco che sei stupido!” Si allontanò ma lui la raggiunse e la bloccò contro il muro.
“Proposta…” disse serio, con le mani al lato delle sue orecchie, “proviamo una volta, se ti fa così schifo troveremo un'altra strategia”
“O capirò che la risposta giusta è no…”
Lui sembrò pensarci. Ma poi la guardò negli occhi e sembrava che il suo sguardo si scaldasse…e poi cominciò a fissarle le labbra e lei ne era come ipnotizzata. E non sapeva più se affogarci in quegli occhi azzurri o se continuare a fissare la sua bocca carnosa.
Lei si sporse un po’ in avanti, senza neanche rendersene conto e lui, che non aspettava che un suo piccolo segnale, la baciò.
Di quei baci che ti fanno dimenticare perfino il tuo nome, di quelli che non sai più se la pancia è salita in gola o la gola è scesa nella pancia.
Uno di quei baci che Lily aveva preso a sognare dal 23 dicembre dell’anno prima, con Scorpius che la teneva stretta per la vita facendo aderire i loro corpi, e lei con le sue mani tra i capelli biondi.
Si staccarono con il respiro un po’ accelerato e sentì la propria voce dire, come se vedesse la scena dall’alto:
 “È vero che sei stupido, ma baci da Dio”
Lui sorrise con la bocca che ancora sfiorava la sua.
“Allora Lily, vuoi sposarmi?”
Lei si divincolò scappando lontano da lui.
“Ho fame, non hai detto che mi prepari la cena? Ed ho ancora un sacco di domande.”
Lui la guardò un po’ deluso, forse pensava di averla spuntata con quel bacio.
Ma Lily era così, lo spiazzava sempre.
Sorrise e si avviò verso la cucina.
“Non vorrei mai che tu perdessi quelle meravigliose maniglie dell’amore mia cara, cosa vuoi mangiare?”
“Come ti permetti buzzurro!”
“Ho detto meravigliose, sai che non mi piacciono le ragazze secche…”
“Mi hai appena detto che sono grassa!”
“Assolutamente no! Non ho detto niente del genere!”
Continuarono a battibeccare così per tutta la sera. Sembrava tornato il tempo in cui Lily non provava imbarazzo a stare con lui, e parlarono anche di come, tecnicamente, avrebbero affrontato il fidanzamento/matrimonio e si divertirono un sacco a pensare alle varie reazioni che avrebbero visto negli altri.
Scorpius le disse che avrebbero dovuto fingere per bene: week end, partecipazioni ad eventi mondani, feste…forse poteva non essere così male.
Quando Lily guardò l’orologio erano le 2:00
“Merlino, domani in negozio sembrerò un troll!”
“Sarai bellissima, come sempre.”
E che lui se ne usciva con queste frasi e non si riusciva proprio a capire se ti stava prendendo in giro o no.
“E tu sei stupido, come sempre.”
“Allora Lily? Considerato tutto quello che abbiamo detto, vuoi sposarmi?”
Si era avvicinato a lei e…si era messo in ginocchio!
Mise la mano nella tasca e ne estrasse una scatolina.
E quando l’apri quello che vide era qualcosa di meraviglioso.
Un anellino semplice, che sembrava un tulipano che si avvolgeva al dito, con al posto dei petali, dei piccoli rubini luminosi come il fuoco.
Un tulipano.
E non seppe mai come il suo cervello potesse aver dato ordine alla sua bocca di dire:
 “Sì.”


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Capitolo 5
*** Cap 4 ***


CAP 4

Il giorno dopo in negozio Lily era sulle spine come non mai.
Aveva appuntamento con Scorpius per cena, quella sera come ormai tutte le precedenti.
Si incontravano per pianificare tutto il pianificabile da ormai una settimana, ma non avevano detto nulla a nessuno.
Sia Alice che Albus sapevano che Lily doveva ancora decidere e, anche se li tediavano fino allo tremo, loro due avevano mantenuto in piedi questa bugia per organizzarsi al meglio senza interferenze.
Ma niente più baci o nulla del genere. Solo serate sul divano di casa di Scorpius a far uscire dalla loro bocca tutte le ipotesi possibili su…tutto.
E Lily aspettava ormai la chiusura come un assetato aspetta l’acqua.
Vederlo tutte le sere era più di quanto potesse sperare e le stava facendo prendere consapevolezza a pieno del sentimento che provava per lui.
A parte la tentazione perenne di sbatterlo al muro e baciarlo, per iniziare naturalmente, tutto quello che lui faceva o diceva la faceva sentire bene.
Era simpatico e spiritoso, ma sapeva essere anche molto serio quando doveva.
Chiuse il negozio sorridendo come una scema.
Sembrava davvero un’ adolescente e non sapeva più se questo le dispiaceva così tanto.
“Sorridi pensando a me vero?”
Lily saltò per lo spavento poi, vedendolo, sorrise. Quanto era vera questa frase detta per gioco.
“Scorpius  ti ho mai detto che sei stupido?”
“Mmmmmm, fammi pensare, una volta o due…”
E poi quel sorriso. Quello che la stendeva sempre e comunque.
“Che ci fai qui?”
Lui le mostrò il sacchetto di cibo pronto che aveva comprato lì a Hosmegade e aggiunse:
“Ho fatto tardi al lavoro e sono passato a comprare qualcosa da mangiare. Non vorrei che morissi di fame, sai!”
 Sghignazzava e lei non sapeva se essere divertita o seccata.
“Vuoi dire che mangio tanto?”
“Perché mi metti in bocca sempre cose che non ho mai detto?” fece lui con un finto broncio.
Poi le offrì il braccetto quando vide che lei aveva finito con l’incantesimo per la chiusura e, appena lei lo agganciò, si smaterializzarono da lui.
E ricominciarono a pianificare, come ogni sera. Cercavano ogni possibile scenario. 
Ma Lily cominciò a farsi sempre più silenziosa pensando e ripensando a ciò che non osava chiedere.
In effetti avevano parlato davvero di tutto.
Tutto tranne una cosa, che tormentava Lily togliendole il sonno, ma che non avrebbe mai avuto il coraggio di vocalizzare.
Scorpius sembrava non pensarci minimamente, e questo la faceva sentire in imbarazzo ancora di più.
“E poi c’e mia zia Cassandra. È un tipo alquanto permaloso perciò fai attenzione a …Lily mi stai ascoltando?”
No, decisamente Lily non lo stava ascoltando. Lo fissava angosciata e lui strinse lo sguardo per recare di capire che cosa le passasse per quella testolina rossa.
“Mi chiedevo solo…”ma lasciò la frase a metà scuotendo la testa.
“Nulla, nulla, continua con la tua zia permalosa Cassandra per favore.”
“Lily dimmi cosa ti preoccupa per favore!”
Ma appena finì la frase la sua espressione cambiò. E lei diventò un tutt’uno con i suoi capelli perché capì che lui aveva capito.
“Non crederai che io pretenda quello vero?”
“No che non lo credo, cioè, non lo so, non so cosa..”
Lui si alzò di scatto e la raggiunse sedendosi accanto a lei per poterla guardare negli occhi.
“Guardami per favore!”
Ma lei non aveva il coraggio e teneva gli occhi fissi sui suoi piedi.
“Lily per favore.”
E con una delicatezza senza paragoni le prese il viso tra le mani e la obbligò a guardalo.
E di nuovo lei si sentì cadere. Con la differenza che questa volta lui la stava tenendo.
“Non devi fare nulla del genere.”
Ma la sensazione che provò non fu certo piacevole.
Lei annuì.
“Si, scusa, non so perché ho pensato una cosa del genere. Certo che non dobbiamo.”
Lui le aveva lasciato il viso, ma non si era allontanato.
“Non preoccuparti, dormiremo in camere separate.”
Un tonfo sordo in mezzo al petto la immobilizzò.
In camere separate.
In camere separate.
Ma cosa aveva immaginato? Cosa aveva sperato?
Lui la scrutava. Era come se volesse capire cosa pensava davvero, perciò lei riprese lucidità e sorrise.
“Ok, ora sono molto più tranquilla. Questa cosa mi tormentava. Allora? La tua zia Cassandra?”
Lui rimase ancora un attimo a guardarla.
Quando faceva così Lily cominciava a farsi mille domande. 
Di non essergli indifferente lo aveva capito, dopo un periodo di negazione di qualche mese, prontamente distrutto da Alice che le aveva fatto notare piccoli dettagli che comunque lei continuava a giudicare insignificanti.
Ma quando la guardava così cominciava a sperare che lui potesse provare qualcosa, e questo non era affatto un bene.
Scorpius distolse lo sguardo.
“Dai sparecchiamo la tavola. Abbiamo valutato ogni scenario possibile. Direi che forse possiamo pianificare come dirlo ai tuoi e a mia madre.”
I giochi si stavano concretizzando.
“Mio padre darà di matto credo.” Disse Lily abbassando lo sguardo e sorridendo.
Anche lui sorrise pensando ad Harry. Sì, avrebbe dato di matto.
“Sai cosa Scorpius ? Non ci siamo detti nulla di noi.”
“In che senso.” Disse lui con un’espressione interrogativa.” 
“Nel senso di conoscersi. Che ne so, che colore preferisci, cosa mangi a colazione, che libri leggi…cose così.”
Lui sorrise.
“Allora, rosso, bevo solo un caffè all’italiana e leggo gialli. Tu invece ami l’azzurro, mangi il pane imburrato con la marmellata e il the al bergamotto e leggi storie fantasy.”
Lily aveva la bocca aperta. 
Ma come faceva lui a sapere queste cose.
E lui divertito le rispose dandole un colpo col dito sulla fronte.
“Sono un Auror, è il mio mestiere osservare.”
Lei richiuse le bocca, delusa da questa affermazione, e si alzò per sparecchiare la tavola e lui si apprestò ad aiutarla.
Pur essendo ricco non aveva voluto un elfo domestico con disappunto della madre, perciò lavarono i piatti e riordinarono la cucina in silenzio. Lui la guardava di soppiatto fino a che le chiese.
“Che è successo Lily? Ogni tanto ti estranei. Sembri entrare in un mondo tutto tuo.”
“Scusami, è che forse devo ancora realizzare che cosa sta accadendo, non mi sembra neanche reale. Richard mi sembra così lontano che non sono più abituata ad avere un uomo accanto…” spostò lo sguardo verso i suoi occhi azzurri e aggiunse “neanche se per finta.”
Non aveva notato che al suono del nome del suo ex Scorpius si era irrigidito e innervosito.
Erano stati insieme dalla fine della scuola per ben 5 anni, di cui 2 convivendo e Scorpius non aveva mai fatto mistero dell’antipatia verso di lui.
Era finita nel modo più squallido possibile. Lo aveva trovato a letto con un’altra. Classico.
Come furono classiche le lacrime e la chiusura a riccio di Lily. 
Per fortuna c’era Alice e, si rese conto solo ora, Albus e Scorpius.
Lo riguardò di nuovo.
“Ti eri di nuovo rieclissata nel tuo mondo?”
Lei sorride ma abbassò lo sguardo.
E lui parve impanicarsi un poco.
“Non avrai mica cambiato idea vero?”
Aveva cambiato idea?
La sua testa gridava come una matta di cogliere al volo l’occasione e di tirarsi indietro, ma nulla. Il disturbo mentale di Albus doveva essere genetico perché scosse la testa in senso di diniego.
E lui la stupì di nuovo.
La raggiunse con due falcate e l’abbracciò.
Sapete quegli abbracci che ti avvolgono tutto il corpo e che ti fanno sentire i piedi staccati da terra anche se non lo sono? Ecco, quelli.
E lei non sapeva se stringerlo a sua volta o allontanarlo, per non perdere quel briciolo di sanità mentale che ancora le rimaneva.
Ma lui non le diede il tempo.
La lasciò andare in fretta, troppo in fretta, come se scottasse e mormorò uno “scusa, mi hai fatto paura.”
Lei tentò di ricomporsi, mentalmente più che altro, e si congedò.
“Ma non sono neanche le 10.”
Sembrava deluso?
Non lo sapeva. Perdeva ogni tipo di obiettività quando era con lui, ma non era una sciocca, e capiva che la sua “non indifferenza” forse poteva essere qualcosa di più di quello che aveva interpretato fin ora. Oppure no?
“Lo so, ma oggi pomeriggio è arrivata un sacco di merce e volevo essere in negozio un po’ prima per metterla a posto.”
“Ok, allora quando rendiamo pubblico il tutto?”
Aveva fretta?
“Non so, magari potremmo approfittare del mio compleanno?”
“Ma manca ancora un mese.”
“Hai paura che cambi idea?” Rise lei divertita.
“Ok, dai. La prossima domenica ci sarà un pranzo da nonna Molly. Cinque giorni puoi aspettarli?”
Lui sorrise, le mise le mani sui fianchi e le poggiò la fronte contro la sua.
“Ok, ma non cambiarmi idea in cinque giorni, ti prego.”
Aveva bisogno d’aria. Tanta aria.
Lo salutò ancora e si smaterializzò a casa.
Lui rimase a guardare il punto dove lei era scomparsa e aggiunse…
“E ti gratti la testa con la piuma con cui scrivi come Harry, quando ti arrabbi ti impettisci e diventi silenziosa, quando ridi arricci il naso e dondoli avanti e indietro. Non ami essere toccata, specie da estranei, soprattutto i capelli. Ami i cani alla follia e vorresti tatuarti il boccino sulla schiena. E adori lo zabaione  e i tulipani, meglio se rossi.”



Nell’ingresso si sedette per terra.
Sentiva la fronte bruciare dove lui ci aveva appoggiato la sua e i fianchi pizzicare dove c’erano le sue mani.
Era dovuta scappare per non baciarlo e saltargli addosso.
Le faceva un effetto assurdo.
Altro che cotta adolescenziale tardiva.
Era arrivata tutta l’adolescenza di nuovo, compresi gli ormoni a palla.
Vide la testa di Alice ed Albus fare capolino dal soggiorno.
“Lily?”
La voce di Alice era dolce.
Avrebbe voluto accoccolarsi tra le sue braccia e farsi consolare, ma quel troll di suo fratello bloccava ogni sua confidenza.
Ed Alice lo capì in un nano secondo.
“Albus, ci vediamo domani ok?”
Si diedero un bacio per nulla casto tra le smorfie di disgusto di Lily che fecero ridere Alice, e poi lui si congedò salutandole e mandando a sua sorella un bacino volante.
“È andato?”
Alice annuì.
“Ti va di spostarci sul divano? O vuoi rimanere seduta lì per terra per molto?”
Lei nascose la faccia tra le mani per dieci secondi, poi si alzò e andò a sedersi in salotto.
Alice la guardava aspettando che parlasse, lasciandole tutto il tempo necessario.
“Tu pensi che Scorpius possa provare qualcosa per me?” Disse ad un tratto senza guardarla.
Alice sospirò e si mise una mano in fronte, sconsolata.
“A volte credo che sia tu che lui siate ottusi sai? Certo che prova qualcosa, ma credo che lui non lo abbia ancora realizzato.” Lily la guardò interrogativa.
“Sai com’è Scorpius. Deve arrivare alle sue conclusioni da solo, senza che nessuno intervenga, se no si impunta sul contrario. Infatti Albus ha fatto malissimo a dirgli che non vi separerete, ma Albus è un maschio e non ha certe finezze di pensiero.”
Lily era sempre più stranita.
“Ti ricordi quando da bambini si era convinto di non saper volare? Albus invece di rispettare il fatto che semplicemente non fosse pronto a a capire che poteva farcela, lo aveva obbligato a salire sulla scopa e lui per 2 anni non ci è più salito.”
Ricordava quell’evento. E ricordava anche che 2 anni dopo ci era salito per recuperare lei che aveva rubato la scopa di James ed era rimasta incastrata sull’albero davanti casa.
“E ti ricordi quando stava con quella sgualdrina approfittatrice e tutti gli dicevamo che non era per lui? Ha dovuto trovarla a letto con un altro per mollarla. Più cercavamo di fargli vedere che tipa era più lui si attaccava a lei.”
Un brivido scosse Lily al ricordo di quell’oca e alla brutta esperienza che li accomunava.
“Ma questo cosa c’entra con quello che ti ho chiesto?”
“C’entra per il fatto che sì, secondo me gli interessi eccome, ma lui non se n’è ancora reso conto. E cerca di far finta di nulla con se stesso probabilmente per quel muto accordo tra migliori amici per cui le sorelle sono off limits. E quando Albus gli ha detto quella frase lui ha iniziato a negare. Ora, ad Albus ho fatto un bel discorsetto, e anche a James e non dovrebbero più fiatare… Con gli altri non posso mi spiace…ma secondo me se gli lasciamo il tempo di capire i suoi sentimenti si scoprirà molto presto innamorato di te.”
“Mi presenti il tuo pozionista spacciatore? Deve avere pozioni buone dai tuoi discorsi.”
Disse Lily con la faccia sgomenta e, come sempre quando Alice partiva con i suoi deliri, l’amica la ignorò totalmente continuando a vaneggiare.
“Tu dovrai semplicemente essere te stessa Lily. Non devi fingere mai. E lui cadrà ai tuoi piedi prima della fine di questa farsa.”
“Ok, sì, confermo che stai delirando.”
“Ho mai sbagliato nei miei deliri? Positivi o negativi che fossero?”
In effetti mai. Aveva previsto dell’oca di Scorpius, di Richard, di mettersi insieme ad Albus e che James e Dominique si sarebbero messi insieme.
Aveva anche azzeccato durante gli ultimi anni ad Hogwarts le carriere degli amici. Anche le più improbabili. Aveva probabilmente una dote innata di divinazione.
“No Alice, mai in effetti.” 
“Allora fidati di me. Conquistalo.”
“Ho paura di rimanerne schiacciata. Se dovesse rifiutarmi che farei? Dovrei vivere sotto lo stesso tetto per un anno vergognandomi di guardarlo?”
“Oh, ma io intendo che dovrai conquistarlo in modo lento e letale…ci dovrai mettere un po’. Sai che lui è lungo nelle sue elaborazioni. Geniale in quelle nel suo lavoro da Auror, ma per quando riguarda se stesso è davvero un caso quasi disperato. Quasi perché poi almeno alla fine arriva alla soluzione giusta. E per lui la soluzione giusta sei tu. Prima cominci a crederci, prima smetterai di comportarti come un’adolescente in calore.”
“Alice!” Gridò Lily fintamente scandalizzata.
“Ascolta Lily. Sei una persona intelligente, ora cerca di mettere da parte quella tua insicurezza sul fatto che un uomo non possa innamorarsi di te perché credi di non essere all’altezza. Ragiona come se fossi fuori da tutta questa storia e pensa a come Scorpius ti guarda, come ti tocca, come ti parla e cosa ti dice e cerca di ricordare se con gli altri fa tutte queste cose e con lo stesso sorriso sul viso. E comunque ti si legge in faccia da una settimana che gli hai già detto di sì.”
Lily rimase ammutolita.
Alice si alzò, le diede un bacio sulla guancia e aggiunse:
“Con questa riflessione ti auguro buona notte. Ne avrai da pensare stasera.”
E andò in camera sua.
Lily rimase sul divano incapace di muoversi per andarsene nel letto.
Prese la copertina di pile e, ancora vestita, si accoccolò sul divano, pensando e ripensando alle parole della sua migliore amica. 
Inutile dire che sognò Scorpius.
Inutile dire che erano senza i vestiti.





Eccomi di nuovo qui. Ringrazio di nuovo tutti quelli che leggono, recensiscono e mettono la storia tra le seguite o ricordate. Se mi lascerete una recensione ne sarò contenta.





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Capitolo 6
*** CAP 5 ***


Vi chiedo scusa per l’attesa, grazie a tutti per le belle recensioni e per seguire la mia storia. 

CAP 5

Il pranzo a casa di nonna Molly arrivò troppo in fretta.
Lily cercava di prepararsi senza sembrare una pazza furiosa, ma era molto, molto difficile.
Alice, pronta da un pezzo, la guardava appoggiata alla porta del salotto con le braccia conserte ed un ghigno divertito.
Lei, in accappatoio, lanciava vestiti dall’armadio al suo letto sbraitando che non aveva nulla da mettersi, che sarebbe stato un disastro, che li avrebbero scoperti, che non sarebbe stata in grado di mentire ai suoi genitori neanche per 2 minuti. E in tutte queste parole non prese fiato una sola volta.
Alice scoppiò a ridere.
“Non ridere tu!” Le disse puntando l’indice verso di lei.
“Tu mi hai consigliato di accettare questa pazzia, tu!”
“Adesso calmati.” Le rispose ancora ridendo.
“Sei grande e vaccinata, i consigli si possono non accettare.”
Prima che Lily potesse ricominciare a gridare però suonarono alla porta.
“Sarà quel buzzurro di mio fratello.”
Ma non lo era affatto.
Lily si ammutolì quando sporse la testa dalla sua camera con l’intento di insultare Albus. Ma non era lui.
Era Scorpius.
“Ciao.”
Lei non riuscì a rispondere. Sembrava che le avessero lanciato un Pietrificus Totalum.
“Ragazzi io vi abbandono. Vado da Molly. Albus mi aspetta lì. Ciao ciao.” Disse Alice smaterializzandosi subito via da lì.
Infame.
Doveva strapparle ad uno ad uno tutti i capelli appena l’avrebbe avuta tra le mani.
Ma lei non riusciva ad articolare parola. Sensata o non sensata che fosse.
“Credevo avessi bisogno di sostegno. Mi aspettavo di trovarti urlante contro Alice  e senza riuscire a decidere cosa metterti.”
Ma come faceva? Sembrava che la conoscesse così bene, meglio di come si conoscesse lei. 
“Hai solo zittito le urla col tuo arrivo, ma la scena era giusta.”
Lo disse abbassando lo sguardo e sorridendo, come se fosse imbarazzata.
“Dai, scegliamo cosa ti metterai.” Disse Scorpius entrando nella sua camera.
La sua faccia fu impagabile e lei scoppiò a ridere. Lui, dopo un momento di stupore, la seguì a ruota.
“Ok, immaginavo meno casino sai?”
“Eppure è solo un pranzo da nonna.” Sembrò dirlo soprattutto a se stessa.
Lui cominciò a cercare sul letto. Sembrava voler trovare proprio qualcosa in particolare. Tirò fuori un paio di jeans e un golfino azzurro, molto morbido che assomigliava ad un peluche. 
“Che ne dici? Io adoro quando indossi questo.”
Adoro? Adoro????
Lei prese i vestiti e scappò in bagno. 
Dieci minuti dopo era pronta, vestita, truccata e pettinata.
Quando uscì dal bagno lui era seduto sul divano, ma quando la vide si alzò di scatto.
“Stai benissimo.”
Le si avvicinò e le posò le mani sulle braccia.
“Agitata?”
“Secondo te?”
“Sapessi io, ho la tremarella.”
“Non prendermi in giro, Scorpius Malfoy non può avere la tremarella!”
“E chi lo dice?”
E niente…non si era mica accorta che lui, piano, piano, si era avvicinato sempre più a lei. Ed erano vicinissimi. E lui le fissava la bocca.
Il suo cuore era fuori dal petto.
Poi trovò il coraggio di dire flebilmente:
“Forse è il caso di andare, ci staranno aspettando.”
Lui si destò come da un sogno.
“Hai ragione. Devi prendere qualcosa?”
Lei scappò a prendere la sua borsa, il mantello e  tornò immediatamente accanto a lui, che la prese per mano prima di smaterializzarli davanti casa di Molly ed Arthur.
Inutile dire che non dovettero bussare. Albus gli aprì subito.
Appunto numero uno della giornata. Ricordarsi di far pagare amaramente a suo fratello il suo sguardo divertito e canzonatorio. No, numero due, dato che il numero uno era strappare i capelli di Alice.
Il pranzo a casa della nonna fu come al solito. Tanto casino, scaramucce, risate, tutti che si impicciavano di tutto e tutti, fino a che nonno Arthur non disse ad alta voce.
“E tu, Lily, quando ci riporterai un bel ragazzo qui a casa.”
Il cuore si fermò.
Ma cavolo. Era o no una grifondoro?
Prese coraggio.
Intrecciò la mano a quella di Scorpius e lo guardò. Lui le sorrise, e tutto divenne facile.
“Veramente nonno io e Scorpius dovremmo dirvi una cosa.”
In un secondo ci fu silenzio.
Silenzio.
Era una parola impossibile da abbinare alla Tana.
Ma ci fu silenzio.
“Beh, io e Scorpius ci sposiamo.”
Lily contò.
Contò 9 interminabili secondi prima di sentire una specie di boato e trovarsi addosso chiunque della sua famiglia.
Tutti erano contentissimi. Nessuno si chiedeva nulla, come se fosse una cosa normale, tanto che Lily ebbe il sospetto che tutti sapessero tutta la verità.
Ma non era possibile. Sembravano tutti sinceri.
E poi suo padre l’abbracciò, tenendola stretta stretta e le sussurrò all’orecchio:
“ Finalmente amore mio, avevo paura che volessi non farmi diventare nonno.”
E poi aggiunse guardando Scorpius:
“Ce ne hai messo di tempo a dichiararti ragazzo mio, credevamo diventaste vecchi continuando a flirtare come due adolescenti.”
Ok. Era surreale.
Non poteva aver detto quelle cose, come se ci credesse…
E invece si. Le aveva dette proprio convinto.
Altro che dare di matto.
E poi si ritrovò tra le braccia della madre che la riempì di baci senza dire nulla, solo sorridendo. 
Come solo sua mamma sapeva fare.
Stava per scoppiare.
Era tutta una menzogna.
Stava mentendo alla sua famiglia.
In un attimo si ritrovò con la mano di nuovo intrecciata a quella di Scorpius.
“Credo che porterò Lily via di qua.” Disse a tutti. “ Dobbiamo passare dai miei a fare lo stesso annuncio, non vi arrabbiate.”
Ancora altri baci e abbracci e sguardi divertiti di Albus ed Alice.
E poi riuscirono a smaterializzarsi nel soggiorno di Lily.
E di nuovo silenzio. Dal caos più totale.
Pausa.
Pochi secondi di pausa e Lily capì che Scorpius l’aveva salvata, di nuovo.
Ma prima che salvata, l’aveva capita.
 Aveva capito che stava pensando che era tutta una bugia, che stava per entrare in crisi,  e l’aveva portata via.
Avevano ancora le mani intrecciate.
“Lily, stai bene?”
Spostò lo sguardo su di lui e si fiondò tra le sue braccia.
E non ebbe nemmeno il tempo di farsi le sue paranoie che lui la stava già stringendo, forte.
“Sei stata bravissima, è andato tutto bene.”
Lei annuì, sepolta sul suo petto.
“Lily guardami.”
Ma lei scosse la testa, sempre col viso nascosto.
“Ti prego, guardami.”
Non era un ordine, ma una supplica piuttosto.
E lei lo accontentò.
E non seppe come, chi o perché, ma le loro labbra si avvicinarono. Dapprima si sfiorarono, poi esplose il bacio.
 Non un bacio.
Era il bacio.
Quello delle favole.
Quello che hai la sensazione di star già facendo l’amore. 
Quello che abbandona le labbra per succhiare il collo o la base dell’orecchio. Quello che sospiri ed escono gemiti incontrollati dalla tua bocca senza che tu possa fermarli.
Ma il suono chiarissimo di una smaterializzazione nell’ingresso lì fece separare immediatamente.
“Lily sei a casa?”
Ma Alice capì che la sua arte divinatoria questa volta aveva fatto cilecca e che, forse, non era stato il momento adatto per tornare a casa.
“Stavo andando.”disse solo Scorpius.
Si voltò verso Lily e mimò un “ciao” con la bocca subito prima di smaterializzarsi.
“Lily stai bene?” si sentì chiedere per la seconda volta.
“Credo di si.” Rispose.
Ma stava ancora fissando il punto in cui lui era sparito.



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Capitolo 7
*** CAP 6 ***


Iniziamo dicendo subito che so di essere in terribile ritardo e che so che pensiate che abbia abbandonato la storia, ma NON È COSÌ, vi giuro.
E che la vita è veramente troppo frenetica e il tempo di scrivere davvero pochissimo.
Spero vivamente di non dover far aspettare di nuovo così tanto e chiedo scusa a tutti. Spero che continuiate a seguire questa storia che mi sta molto a cuore. Ora basta chiacchiere. Un ringraziamento come al solito a chi recensisce, a chi legge o a chi fa anche solo una passeggiata per dare uno sguardo.

CAP 6


Lily non vide Scorpius per 3 interminabili giorni.
E lei non aveva la minima intenzione di chiamarlo. 
Dopo una prima reazione di sbalordimento durata 24 ore (se così si può chiamare essere una specie di zombie che cammina, che va al lavoro con i calzini diversi e senza pettinarsi, che risponde alle domande, purtroppo anche dei clienti, con la bocca aperta e un poco intelligente “eh?”), entrò in modalità orgoglio.
Ma chi si credeva di essere quel pallone gonfiato per baciarla ogni volta che voleva e poi ripeterle continuamente che era tutta una finta?
Adesso basta fare l’adolescente con gli ormoni al ballo del Ceppo.
Adesso si entrava in modalità “ Grifondoro”.
Ma fu difficile aspettare che lui si facesse vivo.
Fu difficile perché era arrabbiata con lui, perché voleva prenderlo a calci.
Perché voleva un po’ di rispetto, diamine.
Cosa credeva di fare quel gradasso? Voleva un’amica di letto?
Gli avrebbe spaccato in faccia il letto piuttosto.
Era già stata presa in giro. Ed aveva imparato a non farsi più ingannare.
E la rabbia le montò ancora di più alla testa quando lo vide, tre giorni dopo l’annuncio, fuori dal suo negozio che la aspettava per la chiusura. 
Come quando le aveva comprato il cibo pronto.
Come quando non si era ancora sentita presa in giro anche da lui.
D’altronde era un uomo. Cosa poteva aspettarsi? Che fosse gentile perché lo era e basta?
No, lui era gentile con lei perché la stava usando.
Doveva metterselo bene in testa. 
Dovevano fare finta di essere fidanzati e poi sposati? 
Va bene, avrebbe fatto finta.
Una Grifondoro non si tira mai indietro, non viene mai meno alla parola data.
Ma quando sarebbero stati soli gli sarebbe stata lontana anni luce. E non gli avrebbe mai più permesso di baciarla.
Tanto avrebbero avuto camere separate no?
Uscì dal negozio facendo finta di non vederlo e fece l’incantesimo di chiusura. 
Quando finì per poco non le venne un infarto.
Lui era dietro di lei e, con la bocca accanto al suo orecchio, sibilò:
“Ciao.”
“Sei impazzito?” disse più acida di quanto Scorpius fosse abituato a sentirla.
E poi la spiazzò. E non riuscì proprio a capire come ci riuscisse sempre.
“Scusa se ti ho baciata l’altro giorno. Non accadrà più se non saremo obbligati. Ho approfittato di un momento in cui eri fragile e non avevi davvero potere decisionale. Ti chiedo perdono, non so proprio cosa mi sia preso.”
Disse tutto questo come se se lo fosse preparato a casa davanti allo specchio.
Non accadrà più se non saremo obbligati.
Era quello che voleva no? Quello che aveva deciso nei due giorni precedenti. 
Eppure il suo cuore era un macigno.
Per la prima volta si pentì di aver accettato questa follia. Perché solo così si poteva chiamare quello che stavano facendo.
E allora disse l’unica cosa sensata dall’inizio di questa storia.
“Ok, va benissimo, ora però voglio stare sola. Ci vediamo prossimamente.”
E senza aspettare risposta si smaterializzò a casa.
Scorpius rimase lì, inebetito, con la bocca semiaperta a guardare il punto in cui era sparita. Ma durò un attimo.
Richiuse le labbra, sorrise abbassando gli occhi, si voltò e si smaterializzò a sua volta.



Lily fece volare il suo mantello fino all’attaccapanni del corridoio. Si tolse le scarpe e le mise nello sgabuzzino. Il tutto con sguardo serio e deciso, nel più assoluto silenzio.
Alice spuntò dal salotto.
“Ciao, mi sembrava di averti sentita arrivare. Com’è andata?”
“È venuto Scorpius in chiusura.” Rispose senza preamboli raggiungendola.
Si sedettero sul divano.
“Ok. E che ti ha detto?”
“Con parole sue? Allora… Scusa se ti ho baciata l’altro giorno….non accadrà più se non saremo obbligati…ho approfittato di un momento in cui eri fragile e non avevi potere decisionale…bla bla bla….blea. Mi viene da vomitare. Ma sono tutti uguali? Com’è possibile che riesca ad innamorarmi solo di esseri egoisti ed egocentrici. Come può comportarsi in questo modo e poi dirmi …non accadrà più se non saremo obbligati???!!! Ma io ti lancio una fattura orcovolante degna di mia madre e vedrai se fai ancora lo splendido, brutto zotico di un Malfoy!!!”
Alice rideva sotto i baffi mentre Lily era diventata di uno splendido color porpora violaceo.
“Dai stai calma. Tutto il discorso dell’altra volta? Dimenticato? Lui sarà confuso. Sta cominciando a provare qualcosa per te e ne è spaventato. E un uomo spaventato fa e dice un sacco di cagate.”
Lily balzò in piedi.
“E no per favore. Cerca di non difenderlo che mi salta ancora più la cioccorana in testa. Questa idea è stata assurda ed io sono stata una folle ad accettare!”
“Vuoi tirarti indietro?” le chiese con dolcezza l’amica, ignorando del tutto la sua reazione rabbiosa.
“Tirarmi indietro? Quando mai una Grifondoro si tira indietro? Ho preso un impegno, per quanto ne sia amaramente pentita. Ma l’ho preso e lo porterò a termine. Devo solo studiare una strategia per sopravvivere senza farmi distuggere mentalmente.”
Sembrava che la rabbia avesse lasciato il posto al ragionamento.
“E questo può rientrare nella strategia?” Chiese Alice mostrandole un completino di pizzo nero al quanto trasparente.
“Tu sei un’arpia lo sai?” Disse Lily di nuovo arrabbiata. 
“Tieniti pure quel coso, e abbandona ogni idea amorosa tra noi due.”
Si prese la sua copertina peluchosa dal divano e si andò a chiudere in camera sbattendo la porta.
Alice cercò di trattenere una risata che le sarebbe costata il linciaggio. Rimise nella scatolina il completino e andò a posarlo in camera sua. Glie lo avrebbe dato a sbarellamento finito.
Intanto Lily in camera si lavò e mise il pigiama. Non aveva per niente fame perciò si mise a letto.
Voleva solo stare con la testa sotto al cuscino per una settimana.
Ma un ticchettio sul vetro le annunciò un gufo.
Portava un messaggio in una zampa e un tulipano rosso nell’altra.
Sarà sicuramente di quello stupido, pensò mentre apriva la finestra senza farsi incantare dal fiore…..forse.
Pagò il volatile che se ne andò.
Ed era proprio di Scorpius il messaggio.
“Volevo solo avvertirti che partirò per una missione e starò via una settimana. Al mio rientro ci sarà la festa di fidanzamento al Malfoy Manor. Domani ti verrà recapitato il vestito per l’occasione. Se non ti piace vai pure a cambiarlo. Nel pacco ci sarà l’indirizzo del negozio. Mi spiace per come ci siamo lasciati, ma capisco. Ti chiedo ancora scusa. Ciao”
Missione? Una settimana? 
Era tanto.
Non era mai stato via un’intera settimana. 
Il suo cuore aveva abbandonato tutta la rabbia ed aveva lasciato lo spazio alla preoccupazione.
Fece un respiro profondo.
Non doveva preoccuparsi. Scorpius era una bravo Auror. Bravissimo. 
Non sarebbe accaduto nulla. 
Guardò il tulipano che aveva in mano. Prese un piccolo portapenne da tavolo svuotandolo del suo contenuto, lo pulì e riempì d’acqua con un incantesimo.
Vi alloggiò il tulipano e se lo mise sul comodino, in modo da poterlo vedere.
Si rimise sotto le coperte e pensò che avrebbe avuto la sua settimana per tenere la testa sotto il cuscino senza vederlo.
Ma forse non ne era più molto contenta.



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Capitolo 8
*** CAP 7 ***


CAP 7

Lily non credeva che una settimana potesse essere così lunga.
Al terzo giorno era già stata presa dall’ansia.
Mentre riponeva sugli scaffali la merce appena arrivata, la sua mente vagava senza sosta, tanto che dovette rifare il lavoro diverse volte perché aveva sbagliato a sistemare.
Ma come poteva anche solo pensare di sposare un Auror???
Per finta o per davvero poco importava.
Ogni volta che sarebbe andato via lei sarebbe stata così male?
Cominciava a capire la mamma ed ebbe un moto d’amore verso di lei, che mai aveva trapelato la preoccupazione per suo padre quando stava via, da un giorno a qualche mese, per non passarla a loro tre.
E le venne una voglia matta di vederla perché sapeva che solo lei era in grado di capire quello che si agitava nel suo cuore, ma anche nella sua testa e nelle sue budella.
Mandò un gufo a casa chiedendo se poteva invitarsi a cena o se fossero impegnati. 
E quello tornò appena mezz’ora dopo confermando che era la benvenuta.
Fu una giornata molto lunga, dove essere cortese con i clienti fu uno sforzo continuo e non una cosa naturale come avveniva di solito.
Per fortuna riuscì a mascherare i suoi tormenti e nessuno si rese conto di nulla. O almeno sperava…
Quando varcò la porta di casa sua, già, considerava quella ancora casa sua, anche se lo era anche quella che condivideva con Alice, la mamma la accolse con un abbraccio…e un profumino di pollo arrosto con patate che la faceva impazzire.
“Ciao cara. Vieni è pronto, vai a lavarti le mani e vieni a tavola.”
“Ma papà?” Chiese, vedendo che la tavola era apparecchiata per due persone.
“Missione. Poco questa volta, una settimana. È partito tre giorni fa.” Poi la guardò di sbieco. “Tu ne sai qualcosa vero?”
“Sono partiti insieme.” Disse guardando il vuoto. Non era una domanda, più una presa di coscienza.
“Già.” Le rispose sua madre.
“Vai a lavare le mani che dopo ci coccoliamo e consoliamo sul divano. Ti ho fatto lo zabaione.” E le strizzò un occhio.
E così fecero.
Non dissero molto, rimasero vicine vicine sul divano, Lily con la testa sulla spalla di Ginny, in silenzio, se non per qualche battutina sulla quanto sarebbero diventate grasse se avessero continuato con quel regime alimentare.
Lily non voleva parlare di Scorpius. Non mentiva a sua madre. Non ne aveva mai sentito il bisogno, e nasconderle la verità era atroce per lei.
Ma la stupì.
Come sempre del resto.
“Allora. Mi vuoi raccontare che cavolo succede? Perché è chiaro che tu e Scorpius non siete davvero fidanzati, ma è chiaro anche che tu sei pazza di lui. E forse anche lui di te…”
Rimase col cucchiaino a mezz’aria e la bocca aperta.
“Cos…io…noi…”
La madre scoppiò in una fragorosa risata.
“Tuo padre l’hai fregato per bene. Altro che Auror…non fa che dire che aveva capito da secoli che stavate insieme. Ma non è così vero?”
“Mamma io…” disse con la voce rotta per il dispiacere.
“Scommetto che hai avuto un buon motivo per mentire, non l’ha mai fatto perciò non sono arrabbiata. Ma curiosa si…perciò ora mi racconti tutto…se puoi e vuoi naturalmente.
E Lily partì con un fiume in piena a raccontare tutto, ma proprio tutto, da dicembre e la cotta da adolescente cerebrolesa ai baci e al biglietto e il tulipano.
E poi guardò la madre.
Aspettava un suo giudizio nello sguardo, ma come sempre sua madre le sorrise.
“Cavolo, meglio delle telenovelas babbane che guarda la moglie di tuo zio Duddley.”
Lily rimase a bocca aperta con lo sguardo da triglia.
“Mamma che cavolo di commento è  questo?!” Le disse Lily un po’ offesa.
“Vuoi dirmi che è una situazione normale?”
Lily aprì la bocca, poi la richiuse.
“No.” Dovette ammettere poi. “Direi di no.”
“Devi essere proprio cotta per aver detto sì ad una pazzia del genere.”
E le parole uscirono dalla sua bocca senza che lei potesse fermarle.
“Io credo di amarlo mamma.”
E poi guardò Ginny e scoppiò a piangere.
Ginny la abbracciò.
Non chiese nulla come se non c’è ne fosse alcun bisogno. Le accarezzava e baciava la testa come quando cadeva da bambina e si sbucciava le ginocchia.
Pianse a lungo fino a che i singhiozzi si spensero e lei si staccò dall’abbraccio e si asciugò gli occhi con le maniche del maglione.
“Queste lacrime sono perché credi di non essere ricambiata, giusto?”
Lo sguardo di Lily era tra il perplesso e l’affermativo.
“Non vorrei dire cose sbagliate.” Continuò Ginny “ Ma credo che lui per te provi qualcosa. Non so se è amore, attrazione, stima, simpatia…ma qualcosa che lega sempre il suo sguardo a te. E da parecchio tempo che Scorpius frequenta questa casa, e ha sempre avuto una simpatia per te. Ma ad un certo punto il suo sguardo si è fatto più attento. All’inizio credevo fosse una specie di amore fraterno. Da un paio d’anni a questa parte invece non lo credo più…ti ha sempre sottocchio, e l’ho visto più volte sorridere a delle tue reazioni o espressioni quando tu non vedevi. Io questo lo chiamo interesse. Sta a te ora cercare di capire che tipo di interesse è, e anche se lui è a conoscenza di questa cosa, sai, a volte gli uomini non si fanno troppe domande su cosa provano.”
Lily non disse nulla. Abbassò lo sguardo e cercò di registrare dentro di se le parole della madre.
Tornò a casa più confusa che mai.
Alice non c’era. Un biglietto sul tavolo la avvertiva che era andata a dormire da Albus e che era arrivato un pacco per lei.
Il suo sguardo fu catturato da una scatola blu sul divano e subito le venne in mente che poteva essere il vestito di cui parlava Scorpius. La festa di fidanzamento sarebbe stata il 9 dicembre.
Quando lo aprì rimase di stucco.
Era un abito bellissimo, elegante e fine.  Era senza maniche con uno scollo a cuore, una fascia sotto al seno e una gonna a balze oblique. Azzurro.
Lo provò subito e si stupì ancora di quanto fosse perfetto in tutto, anche nella taglia.
Lo tolse, non voleva rovinarlo. 
Ora Scorpius le mancava ancora di più. Pensando a quello che le aveva detto sua madre capì che la conosceva bene, molto più di quanto lei conoscesse lui. 
Ma perché?
Perché era la sorella del suo migliore amico?
Perché in fondo, anche se non se lo erano mai detto, anche lei era una sorta di migliore amica per lui?
In fondo anche suo padre conosceva così zia Hermione.
Le voleva talmente bene che a volte era gelosa per sua madre.
Poteva essere quello il sentimento di Scorpius per lei?
Sua madre credeva di no, Alice, Albus e James nemmeno.
Ma lei non poteva crederci. Non poteva permetterselo.
Perché se così non fosse stato lei ne sarebbe uscita a pezzi.
Dopo una lunga doccia calda, si mise a letto.
Ci mise un sacco ad addormentarsi.
Il suo sguardo era catturato incessantemente dal tulipano sul suo comodino.



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Capitolo 9
*** CAP 8 ***


CAP 8

L’11 dicembre Lily era fuori di sé.
 Scorpius sarebbe tornato il giorno dopo e ci sarebbe stata la festa di fidanzamento.
Inutile dire che era agita all’ennesima potenza, ma non sapeva se più per il primo o il secondo motivo.
Aveva promesso a sé stessa di non farsi prendere in giro da nessun altro uomo, ma con quello che provava per lui non sapeva se ne sarebbe stata in grado.
Comunque, pensare che lui potesse prenderla in giro era quantomai strano.
Era sempre stato molto protettivo e corretto con lei.
Poi Albus lo avrebbe evirato…e lui lo sapeva.
Oh, per Merlino…aveva ricominciato a con i suoi deliri mentali…
Per fortuna si avvicinava il Natale e  in negozio ci fu una marea di lavoro.
Così ebbe ben poco tempo per pensare a qualsiasi cosa.
Arrivò a casa stanca morta.
Alice era partita per 2 giorni con Albus. Erano andati a  Parigi, ma Alice non voleva lasciare Lily da sola a prepararsi…sapeva che avrebbe avuto bisogno di supporto morale…perciò sarebbero tornati il 12 in mattinata.
Perciò ora era sola soletta.
Aveva già in mente un bel bagno caldo e poi divano, hamburger ,  film babbano primo tempo, pop corn e film babbano secondo tempo.
Riempì la vasca e vi si immerse cercando di rilassarsi e di non pensare a nulla.
E ci provava, ci provava davvero, ma i suoi occhi accoppiati a quel suo ghigno le tornavano in mente senza che lei potesse farci nulla.
Il suono di una smaterializzazione nell’ingresso la mise sull’attenti. 
Aspettò la voce di Alice che si annunciava, magari erano tornati prima per qualsiasi motivo…
Ma fu un'altra la voce che la gelò.
“Lily sei in casa?”
Scorpius era nell’ingresso.
Scorpius era decisamente nell’ingresso, e lei decisamente nella vasca da bagno.
“Sì, sono in bagno. Esco subito.”
Si sciacquò più in fretta che potè e rischiò di scivolare più di una volta ed uccidersi.
Uscì in accappatoio e con un asciugamano in testa.
Purtroppo non poteva fare altrimenti. Non si era portata i vestiti in bagno e la sua bacchetta era sul tavolo.
Poi si rese conto che avrebbe potuto benissimo smaterializzarsi nella sua camera, ma lui la mandava talmente fuori di testa che ci arrivò troppo tardi.
Lui sgranò gli occhi. Poi si schiarì la voce e disse:
“Scusami, torno domani. Non sapevo di disturbare.”
“Non disturbi. Figurati, accomodati sul divano, mi vesto e arrivo.”
Il suo cuore batteva come se volesse uscire dal petto.
Poi, una frazione di secondo prima di voltarsi verso la sua camera, vide che Scorpius era sporco, ed aveva un taglio sulla mano.
“Ma tu sei ferito!”
Si fiondò accanto a lui prendendogli delicatamente la mano.
“Cosa è successo? Stai bene?”
“Si stai tranquilla non è nulla di che. Ma vai a vestirti per favore.”
“Ma sei ferito. E mio padre sta bene? Per Godric, mi farete morire.”
Lui le bloccò i polsi per fermarle le mani che lo tastavano sul torace e sul viso, come per accertarsi che fosse tutto intero.
Si fissarono in silenzio per un attimo, poi lui le disse:
“Stiamo tutti benissimo. Ti prego, vai a vestirti.”
Lei annuì e fece come lui le aveva chiesto senza accorgersi del suo sguardo che la seguì fino all’ultimo.
Tornata in salotto non disse nulla. Prese la cassettina delle medicazioni ed una bacinella con dell’acqua e si mise accanto a lui a pulirgli e medicargli la mano che tornò a posto in un minuto.
“Grazie.” Disse lui allargandole uno di quei sorrisi pericolosi, anzi, pericolosissimi.
“Figurati. Quando siete tornati?”
“Adesso. Sono venuto subito qui.”
“Non sei passato neanche da casa? Tua madre sarà in pensiero.”
“Le ho mandato un gufo, le ho scritto che sto bene e sarei passato prima da te.”
“Come un bravo fidanzato modello.” Disse Lily.
Lui, percependo un velo di sarcasmo nella sua voce, disse:
“Volevo solo vederti.” 
Dicendolo aveva abbassato lo sguardo, per poi riagganciarlo al suo.
Ma la modalità orgoglio era ormai entrata nel  cervello di Lily che non rispose nulla.
“Ti è piaciuto il vestito? Ti sta?” Chiese lui non sapendo come riempire il silenzio.
“Si, grazie.”
“Sei telegrafica stasera. Allora se non sono gradito ci vediamo domani sera. Ti passo a prendere alle sette.”
Si era alzato in piedi.
“No, aspetta!” Lily non sapeva quale parte suicida del suo cervello le avesse permesso di trattenerlo per il braccio e dirgli:
“Hai cenato?”  Lui scosse la testa.
“Dai siediti, ti preparo qualcosa.”
“Vuoi uccidermi mica?” Disse lui ridendo.
“Tu, buzzurro che non sei altro, credo di saper preparare un hamburger. Ma se vuoi tornartene a casa dei tuoi a mangiare manicaretti preparati dal vostro elfo domestico nessuno ti tiene!” Gli rispose voltandogli le spalle.
Ma lui le prese il braccio e la fece rivoltare tirandola un poco indietro.
“Credo che il tuo hamburger sarà buonissimo.”
Lei, che non riusciva più a sostenere il suo sguardo, si spostò in cucina e, come ogni volta, lui le si accostò senza farsi sentire, per aiutarla, ma ormai lei se lo aspettava e disse bofonchiando: “Comunque sei un buzzuro.”
“Pensavo di essere stupido.”le rispose  prendendo l’insalata.
“Sei un buzzurro stupido!”
Lui scoppiò in una risata contagiosa, e infatti scoppiò a ridere anche lei.
Poi lo guardò e il suo cuore perse un battito.
 Distolse subito lo sguardo. Non doveva lasciarsi abbindolare. Ricorda Lily ,ricorda, orgoglio e coraggio.
La cosa importante era non guardarlo negli occhi. Quelli erano il problema.
Ma riguardandolo sottecchi si rese conto che era ancora tutto sporco.
“Lascia Scorpius, faccio io. Vai a farti una doccia. Ti procuro dei vestiti di Albus. Ne tiene sempre qualcuno qui per quando si ferma. Ti giuro che non ti avveleno e che i miei hamburger saranno accettabili.”
Lui sorrise.
Per Merlino, il suo sorriso avrebbe dovuto essere illegale.
“Una doccia in effetti potrei gradirla”
Lily gli diede un cambio di Albus.
“Mi spiace, mio fratello non ha nulla di elegante qui. Ti ho recuperato solo una tuta.”
“Direi che è perfetta, starò comodo.” 
Prese la tuta e la biancheria che Lily gli aveva procurato e si chiuse in bagno.
Lei riuscì a cucinare molto più agevolmente senza lui intorno e impostò il lettore dei DVD babbani con il film che aveva scelto…Alice in Wonderland.
L’aveva incuriosita il titolo, che conteneva il nome della sua migliore amica. Alice poi le aveva detto che lo aveva adorato, perciò non poteva che essere bello.
Lui uscì dal bagno che aveva appena finito di preparare 4 grossi hamburger e una dose per una dozzina di persone di patatine fritte.
Lily lo invitò sul divano e si sedettero vicini, cominciando a mangiare.
“Volevo vedere un film babbano che mi ha consigliato Alice. Ti va?”
“Certo. Mi piacciono i film babbani. È un altro horror?”
“Direi di no, è una fiaba. Ma se non ti va lo guardo un'altra sera.”
“Una fiaba? Lily non mi starai diventando romantica?”
Lei gli rispose con una linguaccia e addentò il suo panino.
Fecero partire il film e,  senza nemmeno sapere come, si ritrovarono vicini, con i corpi che si sfioravano, commentando il film, ridendo ed emozionandosi
Verso la fine però la stanchezza si impossessò di Lily che si addormentò sulla spalla di Scorpius. Lui si accorse dell’esatto momento in cui il corpo di lei si abbandonava al sonno, contro di lui.
Sorrise e si mise a guardarla per qualche minuto.
Le scostò i capelli dal viso poi se la tirò addosso stendendosi sul divano.

Appellò una coperta dalla poltrona e coprì tutti e due. 
Il film era finito. Spense la tv con quell’aggeggio nero con i tastini colorati.
Si erano persi la fine.
Lily si mosse e mugugnò qualcosa sistemandosi meglio su di lui che sorrise e mormorò “Nox”.









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Capitolo 10
*** CAP 9 ***


CAP 9

Era un bel tepore quello che percepiva. Un tepore che l’avvolgeva tutta, anche emotivamente. La faceva sentire protetta e amata.
Stava sognando di essere abbracciata a Scorpius. Di nuovo.
Ora avrebbe aperto gli occhi e si sarebbe ritrovata avvinghiata al cuscino.
Ma il cuscino…si mosse un poco.
Spalancò gli occhi e si ritrovò, non solo abbracciata a Scorpius, ma anche sopra di lui.
Ma come cavolo….
Il film. Doveva essersi addormentata.
Sapeva di doversi alzare ma non riusciva a smettere di guardarlo.
Ma come poteva essere cambiato tutto così, nella sua testa e nelle sue budella.
Fino ad un anno prima erano amici, amici e basta.
Amici speciali forse, di riflesso alla sua amicizia con Albus, ma amici.
Ed ora lei non riusciva più a far connettere i suoi neuroni ed il suo cuore impazziva.
Orgoglio e coraggio. Forza Lily.
Fece per alzarsi e lui si svegliò istantaneamente, la trattenne per la vita e disse solo:
“Ciao”
Ciao. Solo ciao e lei sentì che avrebbe potuto violentarlo sul divano in quel momento.
Orgoglio e coraggio Lily.
“Ciao” disse alzandosi.
Fece finta di stirarsi e gli sorrise.
“Ti ho costretto a dormire sul divano, mi spiace. Potevi andare a casa…”
“Figurati, ho dormito comodissimo, non riuscivo a dormire così bene da mesi.”
Lei non fece in tempo a chiedergli il perché non dormisse da mesi, che lui si alzò e si avviò verso la cucina. Senza dire nulla preparò il caffè e poi disse:
“Mentre sale posso rubarti il bagno o vuoi andare prima tu?”
“Vai pure.”
E lo vide sparire.
Cercò immediatamente di reagire e non farsi di nuovo deviare dai pensieri idioti che aveva quando lui era nei paraggi.
Andò in camera e prese i vestiti dall’armadio. Rientrando in salotto vide che lui era già uscito e si diedero il cambio.
Fece una doccia velocissima e indossò dei vestiti semplici.
Uscita dal bagno rimase a bocca aperta. Lui le aveva preparato il pane tostato e il the al bergamotto.
Sorrise.
“Non viziarmi, potrei abituarmici” ed addentò il pane.
Lui si congedò e le disse che sarebbe passato a prenderla per le 19.30. Poi si smaterializzò.
Cavolo, il fidanzamento.
Lo aveva rimosso.
Lo aveva davvero rimosso.
Doveva fare un sacco di cose e non sapeva assolutamente da dove iniziare.
Fece un lungo respiro, sorrise e si disse mentalmente che era ora di smettere di essere una cerebrolesa alla prima cotta. Un po’ di dignità, per Merlino! 
Aveva accettato ed ora doveva giocare. E lei era brava a giocare di solito.
Perciò riportò l’informazione “festa di fidanzamento” in un angolino della testa e decise di pensarci dopo pranzo, quando Alice sarebbe stata con lei.
Mise le sue cose in borsa, prese il mantello e si smaterializzò in negozio.

La mattina passò veloce e riuscì a rimanere ben concentrata su quello che faceva.
Fu di nuovo una mattina caotica, e sarebbe stato così fino a Natale, lo sapeva bene.
Dopo pranzo sarebbero arrivate a darle il cambio due ragazze che di solito assumeva nei periodi di festa, dove c’era molta gente e non avrebbe potuto cavarsela da sola.
Così il tempo passò veloce e venne presto il momento in cui Alice venne a prenderla per portarla in un salone di bellezza per streghe e maghi. Al posto di cerette e parrucchieri c’erano pozioni e incantesimi, e Lily li odiava. Non amava essere toccata e di solito faceva tutto a casa, ma Alice era stata categorica. Doveva essere perfetta.
Ci sarebbero stati persino i giornalisti…si fidanzava con Scorpius Hyperion Malfoy diamine, mica con uno qualsiasi!
Così tornarono a casa alle 19:00.
Lily era alquanto agitata e continuava a sbraitare che era tardi e che le aveva detto che avrebbero dovuto saltare il trucco, che poteva benissimo truccarsi da sé. Alice alle sue spalle la scimmiottava divertendosi un mondo.
“Per Silente, Lily! Smettila! Devi solo infilarti un abito e un paio di scarpe. Hai mezz’ora, sarà fin troppa…avrai tutto il tempo di vestirti e ti avanzerà pure per agitarti. Anzi, ti consiglio di aspettare l’ultimo secondo. Conoscendoti comincerai a mangiare e sporcherai il vestito”
Lily le fece una linguaccia e fece levitare il mantello fino all’attaccapanni.
Anche Alice aveva approfittato del centro e perciò anche lei doveva solo vestirsi perciò si lasciarono cadere sul divano.
Lily sospirò.
“Allora” aggiunse l’amica “nervosa?”
Ma Lily non rispose. Invece disse:
“ Scorpius ha dormito qui stanotte.”
“Cosaaaaa? E quando aspettavi a dirmelo brutta troll che non sei altro!”
Poi battè le mani, felice e aggiunse.
“Ed è stato bello? Ma che domande Alice, certo che è stato bello, è di Scorpius che parliamo!”
Stava ricominciando con i monologhi naturalmente.
“Ma che cavolo dici, scema, non è successo niente!” Le rispose Lily indignata.
“Ti ho detto che non andrò a letto con lui. Stavamo guardando un film e ci siamo addormentati sul divano!”
La smaterializzazione di Albus nell’ingresso le interruppe e andarono ognuna nella propria camera a prepararsi.
Quando Albus le vide si agganciò come una cozza alla sua fidanzata riempiendola di complimenti. Poi girò appena la testa verso Lily e le disse:
“Se non sapessi che sei tu manco ti riconoscerei Lily…sembri una donna, pensa!”
Per tutta risposta lei gli fece un gestaccio.
“Eccola la sorella grezza di sempre! Meno male, pensavo fossi diventata femminile” 
Poi Alice disse qualcosa al suo orecchio e Albus aggiunse:
“Bene, allora noi andiamo a casa a recuperare mamma papà e gli altri. Ci vediamo al Malfoy Manor, ok?”
“Cosa? Alice non dirai sul …”
Ma, dopo un cenno della mano e un sorriso furbo della sua migliore amica, si smaterializzarono.
Così lei rimase come un ebete al centro del salotto.
Da lì a poco sarebbe arrivato.
Forse orgoglio e coraggio stavano venendo un po’ meno…soprattutto il coraggio.
Si mise il mantello. Non voleva che la vedesse così vestita lì da soli…si sarebbe imbarazzata. Non vestiva mai abiti eleganti, e non si sentiva troppo a suo agio.
Sentì il suono inconfondibile dell’arrivo di Scorpius.
“Lily?” Sentì chiamare…
Rispettosamente la aspettava nell’ingresso, come la sera prima.
Lei lo raggiunse e vide il suo sguardo stupito…o era deluso?
“Hai già il mantello?”
“Sì, ti aspettavo. Andiamo?”
Ma le tremava la voce.
Lui si avvicinò e le prese le mani.
“Andrà tutto bene Lily. Quando sei in crisi prendimi per mano, troverò un modo per aiutarti.”
Lei annuì e sorrise.
“Andiamo?” Ripetè lei.
E si smaterializzarono al Malfoy Manor. 



Naturalmente gli invitati sarebbero arrivati alle 20:00, quindi avevano ancora un attimo per stare tranquilli. O questo era quello che credeva Lily.
Ma Astoria la abbracciò prima ancora che potesse togliersi il mantello.
“Cara, ciao. Dai pure il mantello a Melfi.”
Una piccola Elda domestica si inchinò e le porse le manine per prendere il suo mantello.
Lei se lo tolse e glie lo diede ringraziandola.
Si girò subito verso Scorpius. Non avrebbe dovuto importarle cosa lui pensava di lei, ma in realtà le importava eccome.
Lui la guardava imbambolato e si lasciò sfuggire:
“Eri già bellissima  prima che ti togliessi il mantello, ma ora…”
Lei arrossì.
“Su ragazzi, niente smancerie. Quelle dopo. Ora cara vieni a fare il giro della casa, così mi dici se ti piace come ho fatto allestire. Scorpius mi ha detto che ti piacciono i tulipani e ne ho fatti arrivare un po’ dall’Olanda.”
“Grazie Astoria per aver organizzato tutto. Io non ne avrei proprio avuto il tempo. E grazie per i tulipani, sono bellissimi .” 
Lei le sorrise e la prese a braccetto, portandola via da Scorpius.
Draco si avvicinò a suo figlio e gli  porse un bicchiere di vino.
“È bellissima stasera la piccola Potter. Non sembra neanche figlia di Sfreggiato.”
“Papà ti prego!”
“Tranquillo, mi sfogo prima che arrivi, poi sarò un angioletto lo giuro. Comunque dicevamo…è davvero notevole. Hai scelto bene direi.”
“Detto da te che sai tutto papà mi sembra una frase fuori luogo, no?”
“Perché vuoi farmi credere che questa finta fidanzata non ti fa attorcigliare lo stomaco quando la guardi? Perché dai a vedere altro Scorpius.”
E si allontanò senza aspettare risposta.
In breve tempo la casa fu piena di gente e Scorpius cominciò a cercare Lily che era sparita con sua madre.
Quando la vide e poté osservarla, questa volta senza fretta e senza interruzioni, gli mancò un battito. Gli tornarono in mente le parole di suo padre, ma da bravo serpeverde, le ricacciò in un angolino nascosto della mente, cercando di ignorarle.
La raggiunse. Lei chiacchierava amabilmente con tutti, fine ed elegante.
Lily era così. Camaleontica.
Era in grado di stare ad una partita di Quiddich bevendo idromele e gridando a squarciagola oppure in mezzo ai nobili, fine ed educata.
Non era mai finta o falsa, ma sapeva avere il giusto comportamento in ogni circostanza. Ed era intelligente e sveglia.
Le aveva detto più volte che le sembrava sprecata in quel negozio, ma lei voleva un lavoro tranquillo e che non la esponesse più alla notorietà che aveva sempre subito fin da bambina.
In quel momento comprese quanto doveva pesarle tutto questo e si chiese se una persona  fosse davvero disposta a fare un sacrificio del genere…solo per amicizia.
Perché questo erano lui e Lily no? Amici…
Scosse la testa.
Non era il tipo da paranoie lui, e non lo sarebbe certo diventato ora.
Con tre falcate la raggiunse.
“Mamma, hai per caso monopolizzato la mia fidanzata? Potrei riaverla?”
E le porse il braccio.
Si guardarono per un secondo, poi lei si congedò educatamente dai presenti.
“Come va?” Le chiese.
“Meglio di quanto credessi, anche se ho già dimenticato il nome di quasi tutte le persone con cui ho parlato. Ma ho incontrato tua zia Cassandra. In effetti non mi ha dato una bella impressione. È a lei che tua madre non vuole che vada a finire la casa?”
Come aveva pensato, era intelligente e sveglia.
“Già…proprio a lei.”
Continuarono a parlare con tutti e Lily si muoveva bene in mezzo alla gente. Videro i suoi genitori salutarla con la mano e lei si fiondò verso di loro.
Si baciarono e Ginny la prese per mano.
“Ciao ragazzi, una festa incantevole. Scorpius ti dispiace se ti porto via Lily un attimo?”
“Certo che no, signora Potter”  e le vide scomparire tra la folla.
E, cominciando a chiacchierare con Harry, cercò di ignorare quel senso di mancanza che sentiva alla bocca dello stomaco.


Lily raccontò velocemente le ultime novità a sua madre riguardo al film e al divano.
Mentre, sorrideva a desta e a manca e, ogni tanto, si interrompeva per dire qualche stupida frase di circostanza che imponeva l’etichetta. O almeno quella dei Malfoy.
Sua madre ascoltava e chiacchierava anche lei amabilmente quando le era richiesto.
Ad un certo punto si avvicinò un ragazzo coetaneo di Scorpius, almeno all’apparenza, che si presentò come il figlio di un certo chissà chi di importante per il ministero, che Lily non aveva mai sentito nominare. 
Si mise a chiacchierare con lei pomposamente, vantandosi di un sacco di cose che sapevano di frottole.
Ogni tanto le toccava il braccio e gli occhi di Lily cominciarono a stringersi in uno sguardo omicida.
Doveva stare assolutamente calma. È vero, la stava toccando, e anche spesso, ma era al Malfoy Manor alla sua festa di fidanzamento e non poteva certo lanciargli una fattura orcovolante davanti a tutti.
Ma in un secondo sentì la mano di Scorpius stringersi alla sua.
“Come vedo hai conosciuto la mia fidanzata Marcus.”
“Scorpius buona sera, è lei la tua fidanzata? Buona scelta amico, è un bel bocconcino”
Ma chi cavolo era questo cafone presuntuoso ed arrogante. Ma la risposta di Scorpius la gelò completamente.
“Si, Marcus, infatti se allunghi ancora una volta la mano te la mozzo, sai che sono alquanto geloso.”
Lo disse sorridendo, come se volesse scherzare, ma il suo sguardo non scherzava affatto. 
Marcus fece ancora una battuta che Lily non sentì nemmeno, rise e si congedò.
E fu Ginny a parlare.
“Scorpius devi tranquillizzarti, Lily lo avrebbe accoppato con le parole in un secondo se non fossi arrivato. E se non fosse riuscita così lo avrebbe affatturato.”
Risero insieme, ma Scorpius non le lasciò più andare la mano per tutta la serata.
Ma le sorprese non erano affatto finite.
Quando anche le ultime persone si furono congedate e Lily poté riprendere a respirare, Astoria li raggiunse.
“Ragazzi è stata una bellissima festa. E tu Lily sei stata stupenda. Ora però sono stanchissima. Vi saluto.
La dependance è pronta caro, potete dormire lì stanotte.”
“Veramente noi mamma…” ma non lo lasciò finire.
“Non accetto un no come risposta. Avete bevuto troppo tutti e due sia per usare il camino che per smaterializzarvi. Ovunque dobbiate andare, potete farlo domattina.”
Poi guardò Lily.
“Se no mi offendo. Ci sono degli indumenti nuovi che ho fatto comprare per te cara, spero vadano bene.”
Li aveva incastrati.
Li stava mettendo alla prova? Aveva mica capito qualcosa?
“Va bene mamma, andremo a dormire nella dependance.”
Dopo gli ultimi saluti (con ammiccamenti alquanto imbarazzanti da parte di Draco) si guardarono.
Non dissero nulla. Si fecero portare i mantelli da Melfi e uscirono, avviandosi verso la loro seconda notte insieme.
E Scorpius continuava a tenerla per mano.




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Capitolo 11
*** Cap 10 ***




CAP 10

La dependance era calda. Era un posto incantevole, se non fosse stato per i colori…
Riproduceva in tutto e per tutto una camera dei dormitori di Hogwarts. 
Ma era verde/argento… e c’era un solo letto.
Lui l’aiutò a togliersi il mantello.
Lei cercava di ragionare su una qualsiasi alternativa a dormire con lui in un letto da una piazza e mezza, ma non riusciva a trovare null’altro che il pavimento.
E sapeva perfettamente che lui non le avrebbe mai permesso di dormire a terra. Lei però non voleva certo costringere lui a farlo, per di più in casa sua.
Ma lui le lesse di nuovo nel pensiero.
“Lily rilassati. Abbiamo dormito un sacco di volte insieme a casa tua no? Anche ieri sera…”
Ma tutte le altre volte c’erano anche i suoi fratelli. Se le ricordava le estati col sacco a pelo a dormire tutti sul pavimento in soggiorno o in tenda fuori in giardino. Spesso Scorpius finiva accanto a lei e nessuno, né lui né i suoi fratelli e tantomeno lei, erano toccati dalla cosa, ma non erano certo soli. E invece la sera prima si era addormentata prima di capire che cosa stesse accadendo.
Ora si sarebbe dovuta addormentare accanto a lui…se fosse riuscita ad addormentarsi!
“Se la cosa ti agita mi girerò dall’altra parte e non ti sfiorerò nemmeno.” 
Il suo sorriso era divertito e questo la indispettì non poco.
Recuperò istantaneamente il suo amor proprio, raddrizzò le spalle e disse:
“Figurati non c’è nessun problema. Dove posso cambiarmi? E con cosa soprattutto?”
Trovarono presto gli “indumenti” che le aveva fatto comperare Astoria.
Si ritrovò ad arrossire con la bocca aperta mentre tirava su da una scatola infiocchettata un baby doll nero che non lasciava nulla all’immaginazione. Poi un altro di seta verde decisamente corto, ma almeno non trasparente e della biancheria intima sempre nera e sempre alquanto provocante. Poi un tailleur blu e una camicia bianca. Per il giorno dopo ipotizzava. E basta.
Girandosi vide che Scorpius sghignazzava.
I suoi occhi divennero una fessura.
“Non sghignazzare brutto…brutto…”
“Fammi indovinare” rispose lui “…stupido?” E aveva sempre quel ghigno divertito.
“Non preoccuparti, smaterializzati un attimo a casa tua e prendi uno dei tuoi pigiami, no?”
Forse poteva non ucciderlo.
Annuì e provò a smaterializzarsi. Ma non ci riuscì.
Astoria aveva fatto un incantesimo per non permettere a nessuno di materializzarsi o smaterializzarsi.
Agguantò furiosa il baby doll verde e si chiuse in bagno sbattendo la porta. Quando ne uscì Scorpius era disteso sul letto senza la giacca e con i primi due bottoni della camicia sbottonati. Aveva tolto anche le scarpe e se ne stava stravaccato a leggere.
Tirò su la testa guardandola e si mise di scatto a sedere sul letto facendo cadere il libro.
Ok, lei si era dimenticata in un nano secondo del suo “pigiama”  ma non voleva farsi vedere imbarazzata. Non voleva dargliela vinta o, sapeva, lui l’avrebbe presa in giro per mesi.
Più naturale possibile andò al letto ma si infilò velocemente sotto le coperte fingendo di aver freddo.
Lui scosse la testa, come a voler riprendere il controllo, e si fiondò in bagno.
Quando tornò e le si mise accanto,  lei fece finta di dormire e lui non fece nulla per accertarsi se fosse vero o meno.


Quando aprì gli occhi sentì un profumino niente male di pane tostato e the che le riempirono le narici.
Si stirò e vide Scorpius di spalle che apparecchiava il piccolo tavolo rotondo.
Quando la sentì si voltò e sorrise.
E il suo cuore accelerò immediatamente.
Lily, contegno…torna in te.
Ormai sembrava aver sviluppato una voce interiore che sembrava tanto quella di Alice o di sua madre a seconda dei momenti.
“Ciao, hai fame?” Le chiese.
Lei annuì e, dimentica completamente della sua mise, uscì dal letto e andò a sedersi a tavola.
Il contatto delle sue gambe nude con la sedia fredda le ridiede la consapevolezza della cosa e si congedò in bagno per vestirsi dicendo di nuovo di aver freddo.
Lei si accorse dello sguardo fisso e del respiro accelerato di Scorpius, ma giustificò la cosa pensando:
“È un uomo, io sono mezza nuda…non è mica di marmo!”
Ma la vocina interna era la sua stavolta, e immaginò Alice e sua madre guardarla contrariate…
Si fece una doccia rinvigorente e acconciò i capelli in uno chignon.
Il tailleur le stava davvero bene, ma doveva passare da casa a cambiarsi. Non poteva certo andare in negozio vestita così.
Anche quando uscì sentì il suo sguardo su di sé.
“Sto male? Non sono abituata a vestirmi così.”
“Male?” Rispose lui incredulo.
“Lily ma tu ti rendi conto…?” Ma lasciò la frase sospesa.
“Di cosa?” Disse toccandosi continuamente i capelli come a volerli sistemare.
“Tu... come credi di essere Lily?” Chiese Scorpius guardandola fissa negli occhi, come a cercare di capire cosa Lily pensasse di sé stessa.
“In che senso?” Le rispose imbarazzata.
“Come aspetto. Sincera però, niente bugie.”
Lei ci pensò un po’ su, sempre imbarazzata.
“Beh, credo di essere accettabile, cioè, nè bella nè brutta.
Lui la guardò come se lei gli avesse detto che Albus aveva lasciato Alice.
“Perciò non ti rendi proprio conto…ma quell’idiota del tuo ex ti diceva qualcosa sul tuo aspetto? Che ne so, un sei bellissima, stai davvero bene vestita così… cose del genere”
Lei scosse la testa.
“Non era tipo da complimenti. Ogni tanto mi diceva che mangiavo troppo e che se avessi continuato così sarei diventata una balena”
Sorrise Lily, ma di un sorriso triste e Scorpius si sentì un perfetto idiota per tutte le volte che anche lui aveva fatto commenti su quanto mangiasse.
“Ma, anche se non con le parole, faceva qualcosa per farti sentire bella?”
Lily lo guardò corrucciata, con la bocca piegata leggermente verso il basso.
“Dove vuoi arrivare Scorpius? Sii diretto per favore, non mi piacciono i giri di parole!”
“Cerco solo di capire chi ti ha messo in testa che tu sia accettabile, perché non è assolutamente vero. Tu sei uno schianto. Sempre, anche col pigiama. E no, non parlo di quello di stanotte, ma di quello rosa e grigio di peluche con le orecchie da gatto e ti giuro che se avessi il tuo ex tra le mani ne farei del porridge per come ti ha convinta del contrario”
Lily aveva la bocca aperta e gli occhi sgranati, ma durò solo un attimo.
“Credo che sia ora di andare a casa ora. Devo cambiarmi per andare in negozio. Credo che tua madre si aspetti che andiamo a salutarla per sbloccare il Malfoy Manor dall’incanto anti smaterializzazione”
Lui la guardò un attimo.
“Non mi credi vero?” 
Scorpius era troppo intuitivo, a volte sembrava un legimentis.
“Non credo sia importante questo discorso Scorpius. E mi fa male ricordare Richard. Perciò forse è meglio andare non credi?”
E lui si arrese. Annuì e capì che non era il caso nemmeno di chiederle di fare colazione.
Salutati Draco e Astoria si salutarono e Lily si smaterializzò a casa sua.


La casa era deserta. Alice era sicuramente già al lavoro.
Si cambiò in fretta e scappò in negozio.
Per tutto il giorno continuò a pensare e a ripensare a quello che Scorpius le aveva detto, e lo scomponeva in due ragionamenti. Il primo  riguardava la sua bassa autostima come donna. Era da tempo che si era resa conto che era portata da ciò che Richard aveva fatto di lei nell’ultimo anno insieme…non perdeva occasione per farle notare quanto fosse sciatta e mediocre.
E lei ci aveva creduto. 
O meglio, lei continuava a ripetersi che non era vero, ma il suo subconscio ci aveva proprio creduto. 
Lei si era resa conto da tempo di questo, aiutata da Alice probabilmente, e ci stava anche lavorando, ma sentirselo vocalizzare così era tutta un’altra storia. Faceva male.
Il secondo riguardava Scorpius.
Perché le aveva detto quelle cose? Voleva sedurla? 
Sarebbe stata dura per lui rimanere senza sesso per un anno. E tradirla non era un opzione da considerare. Con tutti i giornalisti che aveva sempre intorno non sarebbe riuscito a nasconderlo.
Nemmeno per un momento sembrò pensare che lui potesse davvero aver pensato quello che aveva detto e continuò ad avere in testa questi due pensieri per tutto il giorno mentre dava consigli sui regali natalizi e sorrideva gentile a tutti.
Alla fine della giornata non aveva voglia di tornare a casa.
Alice si sarebbe accorta del suo umore e lei non aveva affatto voglia di parlare di quello che era accaduto.
Solo che non parlare con Alice era alquanto difficile.
Chiuse il negozio e si guardò intorno.
Si ritrovò ad essere delusa.
Non è che si aspettasse di vederlo.
Ma non vederlo le fece sentire il cuore che si stringeva in una morsa.
Non riusciva più a trattenere le lacrime così si smaterializzò a casa.
Nell’ingresso cercò di respirare per ricacciarle dentro e ci riuscì abbastanza. 
Poi fece un respiro, come a darsi coraggio, posò il mantello ed andò in salotto, dove la voce della televisione le annunciava che Alice era in casa.
Sperava solo che non ci fosse Albus. Se Albus avesse saputo cosa provava e come stava sarebbe andato da Scorpius e gli avrebbe chiesto di annullare il matrimonio. Lo conosceva bene.
Ma seduto sul divano non c’era Albus e nemmeno Alice.
Scorpius si girò sentendola.
“Ciao, ti aspettavo. Alice e Albus sono usciti 5 minuti fa”
Poi lui la guardò negli occhi e s’incupì.
“Hai pianto” non era una domanda.
Lily non negò, non confermò.
Si toccò la testa come se avesse male. In realtà la sentiva solo pesante per i troppi pensieri.
“Un po’. Le donne lo fanno a volte sai”
Pensò che mentire era inutile.
Lui sorrise, il che fece alzare un sopracciglio di Lily.
“Ti va di andare a cena fuori? Ho prenotato in un bel posto, se ti va…”
“Non tanto Scorpius, sono stanca, davvero”
Ma lui non si arrese.
Era strano, Scorpius non era insistente. Era molto rispettoso.
“Ti prego, è davvero un bel posto, mi piacerebbe che lo vedessi”
Strano quanto il fatto che Lily cedette immediatamente. Lei non era un tipo che si faceva convincere.
“Ok, ma ceniamo e mi riporti subito a casa, sono proprio stanca.”
“Agli ordini capo!” Scherzò lui.
“Mi cambio un attimo” ma lui si avvicinò a lei e le cinse la vita con un braccio e la immobilizzò guardandola negli occhi.
“No…vai benissimo così” 
E lei sentì lo strattone della smaterializzazione.
Quando aprì gli occhi erano in un vicolo buio.
“Dove mi hai portato?”
Lui la guidò per un paio di altre vie strette e buie fino a che non si avvicinarono ad una via più illuminata che le aprì davanti agli occhi la vista della città più bella che avrebbe potuto immaginare.
Davanti a lei al posto delle strade c’erano fiumi, battelli, strane barche ricciolute, una miriade di colori e musica nell’aria…
Erano a Venezia.



Ciao a tutti, iniziamo con ringraziare tanto chi ha recensito e chi segue o legge soltanto. Sono davvero molto felice dei commenti bellissimi che mi avete lasciato.
In quanto a questi due…sono un po’ lenti, mi rendo conto, ma io mi sto divertendo un sacco. Astoria e il baby doll nero mi hanno fatta sghignazzare per un po’…. 
Cercherò di essere un po’ più allegra nei prossimi capitoli comunque. La mia Lily è una tosta, ed è ora che lo faccia vedere.
Aggiornerò sempre ogni 1 o 2 settimane a seconda di come riesco. Spero di non sforare con i tempi…un bacio a tutti.







 

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Capitolo 12
*** CAP 11 ***


CAP 11

Lo spettacolo era talmente bello da mozzare il fiato.
E non intendeva Venezia.
Scorpius si era fermato a guardare la reazione di Lily non staccando lo sguardo dai suoi occhi e si rese conto che c’era qualcosa che forse doveva ammettere a sé stesso
Solo che lei rabbrividì e lui si diede mentalmente dello stupido, tanto per cambiare.
Non le aveva permesso nemmeno di prendere il mantello ed erano in pieno inverno in piazza San Marco investiti dal vento gelido.
Ma lei non sembrava curarsi minimamente del freddo.
I suoi occhi si erano illuminati e sembrava che volesse cercare di non perdersi nemmeno un particolare.
Scorpius la fece accostare all’ imbocco di un viale e trasfigurò i loro maglioni in giubbotti babbani.
“Grazie” gli disse lei con lo sguardo ancora meravigliato.
Lui allora la guidò verso la piazza e cominciarono a passeggiare.
“Il ristorante è a 15 minuti  da qui, possiamo andarci a piedi se vuoi”
Lei annuì e si avviarono all’interno della città.
Sembrava aver perso le parole.
Nel petto di Scorpius si gonfiò una sensazione che non aveva mai provato. Era come se essere riuscito a renderla così felice fosse la cosa più bella che potesse provare. 
Lei lo distrasse spesso, entusiasta, indicando un piccolo negozio di souvenir e poi una gondola, un ponte o uno scorcio particolarmente bello, tutto condito da gridolini, strattoni e saltelli degni di una quindicenne.
E lui non riusciva più a smettere di sorridere.
Arrivati al ristorante il cameriere li fece accomodare. C’era una certa confidenza con Scorpius, come se fosse un cliente abituale.
Non era un ristorante chic, sembrava un posto carino, curato, ma non da persone ricche.
Lui come sempre sembrò leggerle nel pensiero.
“Magari ti aspettavi un posto più lussuoso?”
“In realtà si” rispose lei, ma aggiunse “ ma sono contenta che non lo sia, non sono molto a mio agio nel lusso. Meglio…beh, meglio questo” mosse la mano per indicare il locale.
“Ci porti tutte le ragazze che vuoi portarti a letto?”
Lui rise e disse senza scomporsi “ Veramente sei la prima ragazza che portò qui. Vengo spesso con i miei...Questo è il ristorante dove mia madre ha accettato di sposare mio padre alla settima volta che glie lo ha chiesto”
“E gli ha detto di no per sei volte?” Disse allibita Lily.
“Già, mio padre è stato davvero caparbio con mia madre. Sapeva che non avrebbe potuto essere felice con nessun altra.”
Ci fu un silenzio che sembrò dilatare il tempo e i loro occhi sembravano incatenati.
Po Lily abbassò lo sguardo.
“Perciò se non ci hai mai portato nessuna posso star tranquilla, non stai cercando di portarmi a letto, no?”
Frecciata.
Andata a segno.
Lily era sempre stata diretta, ma questo non se lo aspettava proprio.
Lui e Lily a letto…ok, non doveva pensarci.
Già quando era uscita dal bagno con quel coso verde la sera prima aveva cominciato a pensare a cose non accostabili al nome di Lily, ma aveva dato la colpa all’astinenza.
Lei era stupenda per Merlino, e averla che girava mezza nuda per la dependance non era certo un aiuto.
No, forse in realtà aveva cominciato a pensarci da quando l’aveva baciata la prima volta.
Ma ora doverle rispondere era alquanto difficile.
Per fortuna non gli mancava il senso dell’ironia e scoppiò in una fragorosa risata.
“Lily vuoi rilassarti per favore? Sono sempre io, sempre Scorpius. Lo stesso di un mese fa che riempivi di battute acide e con cui giocavi a scacchi magici o a sparaschioppo.”
“Il solito Scorpius non mi aveva mai portata a cena fuori prima, a Venezia.”
Il cameriere li interruppe chiedendo di poter prendere le ordinazioni.
Lily lo guardò in cerca di aiuto. Non conosceva i piatti italiani.
“Va bene se ti consiglio qualcosa?”
 Non si sarebbe mai sognato di ordinare per lei senza chiederglielo, ma lei annuì grata e lui scelse due pizze e della birra.
“Grazie” disse appena il cameriere si allontanò.
“Non sapevo cosa ordinare”
Lui sorrise. Avevano cambiato discorso per fortuna, ma nella sua testa c’era la seconda guerra magica.
Che diavolo stava succedendo.
Lei era solo Lily. Era sempre stata Lily e basta. Cosa stava accadendo adesso???
Perché aveva voglia di baciarla e di sapere perché piangeva quando era tornata dal lavoro?
La pizza arrivó in fretta e Scorpius riuscì a ricacciare a forza ogni pensiero molesto al fondo del suo cervello.
Chiacchierarono del negozio e di quanto lavoro c’era in quei giorni e del lavoro da Auror accanto ad Harry Potter che pretendeva da lui il massimo, ma che non aveva mai nascosto una certa ammirazione nei suoi confronti.
E ancora di Astoria e Draco, di tanti piccoli episodi divertenti di quando era piccolo, di Ginny e di quanto fosse il modello al quale Lily voleva arrivare.
Tante piccole confidenze vere, che non si scambiavano più da un po’. E Lily realizzò che non erano più “amici” da esattamente un anno. Da quando lei aveva cominciato a provare qualcosa.
Questa consapevolezza la riportò alla realtà.
Si incupì un poco e Scorpius, accorgendosene, prese coraggio.
“Perché piangevi quando sei arrivata a casa?”
Lei riversò le sue pozze verdi in quelle azzurre di lui.
“Sono stanca Scorpius, andiamo a casa per favore?”
“Stai cambiando discorso Lily”
“Allora dovresti capire che non voglio parlarne” lo disse in tono dolce in realtà, ma deciso.
“Prima mi parlavi di tutto”
“Prima di cosa Scorpius?”
“Beh, in realtà vorrei dirti prima del fidanzamento, ma mi rendo conto che è da più tempo, anche se non saprei quantificare quanto…9 mesi? Un anno? È successo qualcosa che mi sono perso? Non so…” e ammiccò per cercare di sembrare stupido e disse scherzando “ti sei mica innamorata di me?” Lo disse con ironia perché escludeva assolutamente la cosa, e fece una faccia buffa per fingere un’espressione da donnaiolo, portando le labbra in avanti.        
Lily bloccò la sua espressione per cercare di riprendere il controllo, anche se sentiva il suo viso in fiamme e il cuore aveva accelerato i battiti all’impazzata.
Il suo cervello, che in quei giorni era tornato abbastanza attivo e che riusciva a tenere a bada il suo cuore a sufficienza per avere un certo autocontrollo, ebbe bisogno di tutto il suo essere “figlia di Ginny Weasley” per non modificare una virgola della sua faccia.
Poi fece l’unica cosa che poteva fare. Rise.
Rise nascondendosi il viso tra le mani.
Scorpius sorrideva, ma il suo cuore pulsava dolorosamente.
Sì, ormai doveva ammetterlo. Provava qualcosa per lei.
E questo era un casino. Un totale casino.
Le aveva promesso che sarebbe stati insieme un anno e che poi si sarebbero separati. Ognuno per la propria strada. Un anno a far finta di essere marito e moglie ma da amici/conviventi. 
Invece che diavolo sarebbero stati?
In che casino si era cacciato?
Albus lo avrebbe ucciso se avesse anche solo immaginato che cosa stava cominciando ad immaginare con la sua sorellina.
“Scorpius dopo questa tua stupenda uscita direi che è ora che mi riporti a casa” disse lei interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Lui si alzò in silenzio e lei lo imitò.
Pagò e scambiò qualche parola col cameriere che gli chiese di salutargli i suoi genitori, poi uscirono.
L’aria fredda fece rabbrividire Lily e Scorpius, d’istinto, le mise un braccio attorno alle spalle avvicinandola al suo corpo.
Lei si irrigidì.
“Stai serena…se non sei innamorata di me non vedo che problemi ti fai. Tu hai freddo, io sono…com’e che dici di solito? Ah, sì, una specie di termosifone, e ti conosco da quando portavi il pannolino…direi che posso permettermi di scaldarti, no?”
Lily si voltò a guardarlo ed esplose in un sorriso divertito.
“Ok, te lo concedo. Ma solo perché sto gelando.”
E portò il braccio attorno alla sua vita e si strinse a lui, come quando erano ragazzini e quei gesti erano così fraterni da essere spontanei.
Scorpius sapeva di dover cercare un vicolo per smaterializzarsi, ma non voleva.
Tenerla tra le braccia era qualcosa che non avrebbe mai voluto interrompere, ma cercò di imporsi un contegno e svoltò in un posto adatto.
In un attimo furono a casa di Lily e si salutarono con ancora qualche battuta stupida.
Quando Scorpius fece per andarsene Lily disse:
“Scorpius…grazie per stasera, anche se penso che domani mattina ti maledirò per la stanchezza. Ma è stato stupendo”
Lui sorrise e si girò per smaterializzarsi, ma poi la riguardò e disse:
“Ah, volevo dirti che mia madre mi tampina per una data”
Lily ci mise una decina di secondi a capire il senso di quella frase.
Poi arrossì e il suo cuore accelerò ancora una volta.
Una data.
Cavolo.
“Non lo so…entro il tuo compleanno vero?”
Lui annuì.
Sarebbe stato comunque prestissimo. Il compleanno di Scorpius era il 12 febbraio.
“Quando vuoi Scorpius. Fai tu, anzi, fai decidere a tua madre, così sarà contenta”
Lui sorrise di nuovo e alzò la mano per salutarla prima di sparire.


Scorpius si buttò sul letto della dependance. Andava sempre lì quando era in crisi.
Scrisse un biglietto e poi chiamò Melfi, chiedendole di portarlo a sua madre.
“Sono a casa. Rimango nella dependance stanotte. Lily dice che le farebbe piacere se decidessi tu una data per il matrimonio. Baci. Scorpius.”
Melfi sparì e lui nascose la testa sotto il cuscino.
Le lenzuola avevano ancora il suo profumo e lui si alzò rabbioso.
Diede un calcio ad un vaso che aveva la terribile colpa di essere sul suo tragitto e poi si nascose il viso tra le mani.
“Sei un idiota Scorpius” disse ad alta voce.
Prese la bacchetta e la puntò verso il vaso, riparandolo.
Si fece una doccia e si buttò a letto. 
Il solo profumo sul cuscino lo faceva impazzire. Continuava a pensare a quelle pozze verdi e alle sue labbra carnose, a quando si mordicchiava il labbro inferiore…e poi a quegli occhi gonfi di poche ore prima.
Gli stava sfuggendo qualcosa, ma non riusciva a capire cosa.
Che Lily si fosse davvero innamorata di qualcuno? E magari aveva detto di sì a quella pazzia perché non era ricambiata.
Perché da qualche tempo non era più come prima tra loro?
Era anche vero che il suo lavoro da Auror lo aveva tenuto spesso via e che avevano passato poco tempo insieme. Forse era solo perché la vita li aveva un po’ allontanati?
Ripensò a quando quel viscido le toccava ripetutamente il braccio alla festa e alla sensazione di rabbia che aveva provato. Per Salazar, era geloso marcio.
Geloso.
Mai era stato geloso nella sua vita, di nessuna.
Poteva un singolo bacio aver cambiato tutto? 
Scorpius si addormentò così, con una miriade di pensieri completamente disconnessi che gli affollavano la mente e con la sensazione di avere degli occhi verdi sempre davanti ai suoi che non smettevano di fissarlo.
Il giorno dopo si svegliò esausto e trovò sul tavolino della colazione un biglietto.
“Nella dependance caro? Spero che tu non abbia litigato con Lily. Comunque lei è stata dolcissima a permettermi di decidere la data. Dille che se vuole aiuto per il matrimonio io sono assolutamente disponibile. Allora direi che può andar bene il 3 febbraio. Ti voglio bene. Mamma.”
Lo gettò a terra e si lavò e vestì per andare al lavoro.
Il 3 febbraio. Neanche 2 mesi.
Neanche 2 mesi e l’avrebbe avuta sotto il suo stesso tetto 24 ore su 24.
Era stato un folle ad assecondare sua madre.
Un folle.

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Capitolo 13
*** CAP 12 ***


Volevo ringraziare tutti. Avete messo la storia tra le seguite proprio in tanti. Era dai tempi di “Rosso” che non ero così contenta perciò vi ringrazio davvero. 



CAP 12

Nelle settimane successive Lily pensò di essere stata catapultata in un tornado.
Astoria la stava facendo impazzire con il matrimonio.
Partecipazioni, luogo del ricevimento, colore predominante…
Non sapeva nemmeno che in un matrimonio ci dovesse essere un colore predominante.
L’unica cosa su cui non voleva cedere erano  lo zabaione ed i tulipani.
Al suo matrimonio non poteva mancare nessuno dei due.
“Ma i tulipani li abbiamo già usati al fidanzamento cara, sarà una ripetizione…”
“Non importa Astoria. Voglio assolutamente i tulipani. Rossi.”
“Il rosso non credi che sia troppo aggressivo cara?”
Ok, accettare l’aiuto di Astoria era stato assolutamente necessario. 
Lei non aveva assolutamente il buon gusto e la pazienza di organizzare un matrimonio degno dei Malfoy, ma a volte tenere per se il suo carattere schietto era davvero difficile.
“Mamma smettila per favore. Lily ha chiesto il tuo aiuto, non ti ha dato il monopolio sulle decisioni. I tulipani devono esserci, è il primo fiore che ho regalato a Lily.”
In quel momento nella testa di Lily si ripresentò il flash del suo terzo anno ad Howgwart, e di Scorpius che andava a consolarla mentre piangeva perché Alan, la sua prima cotta, era uscito  con un’altra.
Erano davanti al lago nero e faceva caldo, e lui trasfigurò un filo d’erba in un tulipano rosso e glie lo porse facendola sorridere.
Lo aveva tediato finché non le aveva insegnato a farlo con la conseguenza di avere la camera piena di tulipani di tutti i colori, ma quello rosso lo tenne sul comodino.
Guardò Scorpius e si rese conto di avere la bocca leggermente aperta.
“Va bene caro, ma possiamo usare il giallo,  è più tenue, meno squillante…”
“Credo proprio di no mamma” continuò Scorpius “tulipani bianchi e rossi e colore dominante rosso, come i capelli di Lily . Direi che è significativo no?”
Astoria stava per controbattere ma poi vide come Scorpius e Lily si stavano guardando e capì che, forse, era meglio tacere ed accettare.
Così, decisi questi due parametri obbligati, Lily disse alla sua futura suocera che aveva carta bianca e poteva organizzare tutto lei. Inutile dire che il volto di Astoria si illuminò.
L’unica cosa in cui non volle coinvolgerla fu l’abito.
Per quello voleva sua madre.
Era un matrimonio finto, ma era pur sempre il suo matrimonio, e l’abito doveva essere come lo aveva sempre sognato.
Semplice, lungo, che cadeva morbido.
Non fu molto facile trovarlo, soprattutto contando che aveva solo la pausa pranzo data la mole di lavoro che aveva in negozio e che perché fosse pronto entro il compleanno di Scorpius doveva sceglierlo il prima possibile…
Ma alla fine Ginny scovò l’abito perfetto proprio il giorno prima del suo compleanno, color champagne, con le maniche scampanate e lo scollo quadrato e una gonna lunga che cadeva morbida con un accenno di strascico.
La semplicità.
Così aveva sempre sognato il suo vestito. Semplice ma che sembrasse magico quando si muoveva. E quella gonna faceva proprio sembrare fine anche lei. E questa era senz’ombra di dubbio una magia.
Il primo problema si presentò per dove doveva festeggiare il Natale.
Astoria voleva che andassero lì da loro, ma Lily non ci pensava minimamente.
Il Natale lei lo avrebbe passato alla tana. E che Scorpius facesse proprio come gli pareva.
Alla fine lui si trovava tra l’incudine e il martello e non lo invidiava minimamente.
Ma non avrebbe ceduto sul Natale.
Loro erano tornati “amici”.
Nulla che facesse pensare altro quando erano soli e recitavano bene quando c’era qualcuno con cui dovevano fingere.
Niente baci o roba del genere, ma Scorpius non perderva occasione per toccarla o tenerle la mano. E la teneva d’occhio come un falco.
Lily aveva fatto su di sé un lavoro enorme, in cui il cervello era tornato ad essere la parte più forte, o almeno quella che riusciva a gestire il buon senso.
Continuava a ripetersi che lei e Scorpius erano solo amici e stavano recitando. Lo avrebbe aiutato in questa cosa ma poi sarebbe tornata alla sua vita. Un anno non era poi così lungo.
Alice non perdeva occasione per farle i suoi sermoni su come fossero belli insieme e su come lui la guardasse, ma lei aveva imparato a farla parlare e ad annuire, finché lei si accorse che la prendeva in giro e non le rivolse la parola per 3 giorni, offesa.
Albus era passato in modalità osservatore e non diceva una parola se non per sottolineare quanto fosse stupito che sotto i vestiti di una volta  potesse nascondersi una donna.
Infatti Scorpius la portò a fare “shopping” su consiglio di sua madre naturalmente.
Doveva essere più curata. Sarebbe diventata una Malfoy.
All’inizio era seccata…poi questa trasformazione cominciò a piacere anche a lei.
Cominciava a trovarsi di nuovo bella ed era bastato così poco tempo da quando aveva preso consapevolezza di quello che il suo ex aveva combinato nella sua testa, che si diede della stupida per non averlo fatto prima.
Stava tornando la Lily di un tempo e ne era felice.
Il 23 dicembre si stava preparando nel retro del negozio per andare a festeggiare il suo compleanno.
Si sarebbero trovati nel pub di fronte. 
Ci sarebbero stati tutti i suoi cugini, qualche amico e i suoi fratelli naturalmente.
Sentì il rumore di una smaterializzazione e si affrettò a gridare:
“Mi dispiace il negozio è chiuso!!”
“Lily sono io”
“Ciao, sono nel retro, mi sto cambiando!”
La voce di Scorpius le fece pensare che appariva sempre quando stava per vestirsi e questo non era un bene.
In più non riusciva a chiudere la lampo del vestito, e aveva lasciato la bacchetta sul bancone.
Stupida!
Fece un respiro.
Ok, era solo la schiena. Le avrebbero visto solo la schiena. Che problema c’era?
Uscì dal retro e fece per andare a prendere la bacchetta sul bancone.
Naturalmente lui le fu dietro in un secondo e sentì le sue mani sulla lampo. La chiuse con una lentezza esasperante, con il naso vicino al suo orecchio, poi poggiò le mani sulla sua vita.
Lily si girò, sperando che lui si spostasse, ma il suo sguardo fu subito attratto dai suoi occhi azzurri e poi dalle sue labbra.
Ok, avrebbe dato di matto se non si fosse allontanata.
Ma Scorpius non si muoveva e lei era tra lui e il bancone.
“Sei bellissima” si lasciò sfuggire e lei arrossì.
“Grazie” rispose.
Cavolo, non poteva arrossire come una studentessa. Lo scostò con la mano e cominciò a parlare per dissimulare l’imbarazzo.
“Gli altri saranno già al pub, prendo il mantello”
Si allontanò da lui come se avesse la peste.
Lily chiuse il negozio e si avviarono verso i festeggiamenti.
La serata fu bella.
Erano tutti allegri e la musica invogliava a ballare.
Albus la trascinò in mezzo alla pista più volte, facendola ridere, mentre Scorpius la guardava sorridendo.
Alice gli mise in mano un bicchiere di whisky incendiario e si appoggiò al muro accanto a lui.
“Che cambiamento in meno di un mese…Lily è rifiorita da quando le hai chiesto di sposarla. Vi date alla pazza gioia?”
Scorpius ci mise un attimo a realizzare quel che aveva affermato Alice e divenne, forse per la prima volta in vita sua, rosso come un peperone.
Alice sapeva tutto sul finto matrimonio, che cavolo stava dicendo?
“Alice che dici? Siamo Scorpius e Lily, non possiamo certo darci alla pazza gioia che stai intendendo tu!”
Alice fissò gli occhi nei suoi e disse:
“Perché? Chi ve lo vieta? Mica siete fratello e sorella!”
E si allontanò da lui.
Ok, era sconvolto. Erano tutti matti.
Vuotò in un sorso il bicchiere per poi pentirsene istantaneamente. Lui non reggeva i superalcolici. 
Cominciò a pensare, prima che la sua lucidità venisse rallentata, che Alice lo avesse fatto apposta, perché  poco dopo, non capì come, si ritrovò a ballare accanto a Lily, che rideva felice.
Aveva il viso accaldato e i capelli spettinati in una maniera così sexi che annientò tutti i suoi pensieri.
Senza avere il potere di controllarsi le mise le mani intorno alla vita e la baciò.
Lei si bloccò all’istante. Era impazzito? 
Che bisogno c’era di fare tutto questo teatrino?
Non poteva respingerlo. C’era un sacco di gente che credeva che loro fossero fidanzati.
Ma rimase immobile senza reagire.
O, meglio, avrebbe voluto non reagire.
Ma non ce la fece.
Affondò le mani nei suoi capelli e ricambiò il bacio.
La riportò alla realtà il suono dei fischi e delle ovazioni che arrivavano dai suoi cugini e si staccò da lui.
Fece finta di spostarsi a ballare con James per potersi allontanare, ma il cuore le martellava ancora nel petto.
James rideva felice ma Lily troncò ogni sua possibile frase.
“Non ti azzardare a dire niente!”
Lui alzò le mani in segno di resa ma non riusciva a dissimulare un sorriso a 32 denti.
La serata finì e Alice naturalmente le disse che sarebbe andata a dormire da Albus.
Non capiva proprio perché non si trasferiva da lui.
Stava più a casa sua che da loro, e sapeva perfettamente che non si sarebbe arrabbiata. Era il corso naturale delle cose. Era giusto.
Si salutarono e ognuno tornò a casa propria.
Non voleva che Scorpius la accompagnasse, ma non sapeva come potesse evitarlo.
Poi si rese conto che lui era un po’ rallentato. Non sarebbe stato in grado di smaterializzarsi senza il rischio di spaccarsi, così lo prese per mano e lo riportò al Malfoy Manor, nella dependance.
Non si erano più rivolti la parola da quando lui l’aveva baciata e lei non sapeva come congedarsi.
Ma lui non era dell’idea di lasciarla andare.
Mentre la tratteneva tra le sue braccia si rese conto che non doveva assolutamente più bere whisky incendiario in vita sua, ma sembrava comunque che il suo corpo fosse autonomo, perché abbracciò Lily e prese ad accarezzarle la schiena, dondolando, come per ballare un lento.
“Scorpius cosa stai facendo?”
“Sto ballando” disse lui con naturalezza.
“Non c’e neanche la musica.”
Lui mormorò un incantesimo a fior di labbra, e la musica si diffuse nella stanza, lenta e dolce.
Lei sorrise.
Sì, era decisamente ubriaco.
“Dai, vai a letto, ci vediamo domani?”
Lui sorrise. Indietreggiò fino al letto senza lasciarla e poi si lasciò cadere all’indietro, ma si portò dietro anche lei.
“Scorpius sei ubriaco”
“Lo so” disse lui prima di baciarla di nuovo.
Questa volta Lily però si staccò in fretta.
“Ciao Scorpius ci vediamo quando non sarai più ubriaco” disse alzandosi e ricomponendosi un poco.
Lui era deluso e cercava di riacchiapparla ma, essendo brillo, non ci riuscì.
“Stai lì buono, torno tra dieci minuti”
Lily si smaterializzò a casa sua e in poco tempo fece una pozione che annullava l’effetto dell’alcol e ritornò in fretta.
Lo trovò per terra che dormiva.
“Scorpius, alzati. Ma quanto hai bevuto?”
Cercò di tirarlo su, ma con poco successo. Allora lo girò.
Questa situazione stava diventando grottesca.
Gli sollevò la testa e gli fece bere la pozione a piccoli sorsi.
Poi si inginocchiò accanto a lui e gli fece da cuscino con le gambe.
Nel giro di dieci minuti si riprese ed aprì gli occhi che trovarono subito i suoi.
“Cosa è successo?” le chiese…
“Ti sei ubriacato, ti ho dato una pozione…ma quanto hai bevuto?”
“Solo un whisky incendiario. Me lo ha dato Alice. Non reggo molto i super alcolici. Non dovevo berlo”
Si alzò e si mise seduto.
“Ho fatto qualcosa di stupido?”
“Mi hai baciato davanti a tutti”
Lui la fissava.
“Scusa, non me lo ricordo”
“Non importa. Ora stai meglio?”
“Ho un gran male di testa, ma direi che sto bene. Per fortuna domattina non devo andare al quartier generale. Sono in ferie”
“Io invece domattina sarò oberata di lavoro. Tengo aperto fino alle 13:00, perciò è meglio che vada”
Si alzarono.
“Grazie Lily. Mi hai salvato come salvavi Albus ai vecchi tempi” disse sorridendo.
Anche Lily sorrise e lo salutò con la mano.
Aveva perso il conto di quante volte aveva preparato la pozione per i suoi due fratelli in effetti, ma per Scorpius non c’era mai stato bisogno…
Lily si smaterializzò a casa e si preparò per andare a letto. 
Era fiera di sé, per non aver ceduto. Sapeva che se non lo avesse fermato sarebbero finiti aletto insieme, ma sapeva anche che Scorpius era ubriaco e non era proprio il caso.
Ma da quel momento seppe anche un’altra cosa.
Lei piaceva a Scorpius se no non si sarebbe mai comportato così, soprattutto mentre non era in grado di controllarsi.
Non sapeva se era innamorato di lei, ma era cambiato qualcosa, qualcosa che Alice e sua madre cercavano di farle veder da un po’, ma che lei era restia ad ammettere.
Ora cominciava a vedere.
Mano mano che la Weasley che era in lei tornava prepotentemente fuori e le ridava fiducia, vedeva che Scorpius sì, voleva portarsela a letto, senza ombra di dubbio, ma non come una sciacquetta da usare, ma come una donna a cui teneva.
Alice però aveva ragione su un altro punto. 
Scorpius doveva accorgersi da solo di quello che provava, non doveva essere forzato, se no si sarebbe chiuso a riccio e allontanato.
Scorpius era complicato. Lo era sempre stato.
Un complicato bello, certo, ma pur sempre complicato.
Andò a letto sorridendo.
Da domani cominciava l’operazione “far innamorare Scorpius”.
Non vedeva l’ora di vedere la sua migliore amica e sua madre.
Sapeva che le avrebbero fatto la faccia da “te lo avevo detto” che lei odiava tanto, ma questa volta l’avrebbe sopportata più che volentieri.

Eccoci qui…Lily finalmente si è ripresa la sua autostima e, facendo questo, ha cominciato ad aprire gli occhi. Piano piano tutti e due si stanno rendendo conto che qualcosa sta cambiando davvero e che forse amici non lo sono mai stati…chissà in che condizioni arriveranno al matrimonio….












 

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Capitolo 14
*** CAP 13 ***


Vi chiedo scusa per l’attesa…troppi impegni e poco tempo. Grazie ancora a tutti quelli che seguono questa storia.


CAP 13

Il giorno dopo per Lily fu un caos totale.
Alle 10 voleva già maledire il Natale e tutte le persone che aspettavano l’ultimo secondo per cercare i regali.
Lei aveva finito di comprarli a novembre.
Certo,  era obbligata,  dato che dai primi di dicembre non aveva più una vita propria e si trasferiva praticamente in negozio, ma arrivare al 24 dicembre le sembrava comunque assurdo.
Anche se aveva assunto una ragazza che veniva ad aiutarla in quei periodi di piena era comunque un disastro.
Ci sarebbe voluta almeno un’altra persona. 
L’anno prima erano riuscite a chiudere circa 4 ore dopo l’orario di chiusura, e sospettava che sarebbe andata così anche quel giorno.
Alle 10:30 vide tra la folla una testa bionda che non poteva non riconoscere e sorrise.
Continuò a servire la signora che aveva davanti e che le faceva richieste assurde su una piuma di un preciso modello e lamentandosi del fatto che Lily l’avesse finita. Ma cosa sperava alla vigilia di Natale? Che avesse ancora tutto l’assortimento in scelta?
Non vedeva l’ora che fosse la sera.
O forse no.
Alla fine avevano deciso di passare la vigilia con i genitori di Scorpius e il Natale alla Tana.
Un buon compromesso.
Lui si avvicinò e la signora si sciolse.
“Scorpius caro, cosa ci fai qui? Regali dell’ultimo minuto?”
“Salve signora Parkinson come sta? No, sono venuto a trovare la mia ragazza” e dicendolo spostò il suo sguardo su Lily, che arrossì come una quindicenne.
“Questa è la tua ragazza?”disse la signora con tono sprezzante.
Lily le rivolse un sorriso forzato, era proprio una cafona. Poi si ricordò del nome.
Cavolo, quella era Pansy Parkinson? Quella follemente innamorata, e non ricambiata nemmeno per un secondo, da Draco?
“Come sta tuo padre caro?”
“Bene direi”
Ma Lily non aveva proprio tempo di chiacchierare e cercò la piuma più cara che avesse ancora in negozio proponendola alla signora.
“Se proprio non c’è altro mi accontenterò di questa” disse col suo tono arrogante e Lily pensò a vari posti dove avrebbe voluto ficcargli la suddetta piuma. Ma sorrise e le fece un pacchetto regalo.
Scorpius la guardava divertito, sapendo perfettamente cosa le passava per la testa.
Vedendolo sorridere con quel ghigno lei gli disse:
“Ciao Scorp, cosa sei venuto a fare?”
“Mi sembra ovvio, a salvarti. Tutti gli oggetti hanno il prezzo attaccato?”
Lei sgranò gli occhi.
“Si, tutti. Li ho messi per la commessa nuova.”
“Bene.”
E sparì a servire una signora che li guardava spazientita parlare.
Fu inutile dire che il suo aiuto fu provvidenziale e riuscirono a chiudere alle 13:30
Solo mezz’ora dopo il previsto.
Alle 14 avevano finito anche di fare le pulizie.
La commessa si congedò e rimasero soli.
“Hai impegni per pranzo?”
Lei scosse la testa sorridendo.
“Ok, allora ti porto a mangiare nella Londra babbana, ti va?”
“È un’ottima idea!”
Almeno nessuno li avrebbe riconosciuti  e fermati.
Camminarono in silenzio, uno accanto all’altro, fino a che non si sedettero in una specie di pub.
Fu Lily la prima a parlare.
“Grazie per oggi. Mi spiace che tu abbia sprecato uno dei tuoi giorni di ferie.”
“Non l’ho sprecato, mi ha fatto piacere aiutarti. Poi ti ho tirata prima via da li, così ti porto a fare shopping.”
“Di nuovo?” Disse lei esasperata. Non ne poteva più di questa etichetta dei nobili. E doveva resistere un anno.
Forse.
Cioè, se fosse riuscita a far innamorare Scorpius, forse un anno avrebbe potuto diventare tutta la vita…
“Per stasera. Ci sarà altra gente alla cena della vigilia.” Le disse interrompendo i suoi vaneggiamenti.
“In che senso altra gente?”
“Non lo so. Mia madre mi ha informato stamattina”
Sì, l’etichetta e la nobiltà non erano proprio di suo gradimento.
Finirono di mangiare in silenzio.
Lily cominciò a capire molte cose di Scorpius, del suo essere così restio a esprimere, e forse anche accettare i suoi sentimenti, le sue emozioni più forti. Essere un Malfoy non doveva essere facile.
Forse essere nobili non era poi così uno sballo come gli dicevano sempre lei e i suoi fratelli quando erano ragazzi.
Ed ora ne era coinvolta anche lei.
E non le piaceva affatto.
Ma il suo sguardo cadde di nuovo sul viso del suo “ragazzo” e i suoi occhi le fecero di nuovo desiderare di stare con lui e basta, nonostante tutto ciò che poteva esserci di negativo.
E per fare questo doveva essere un po’ più “femmina”, come le diceva Alice. 
Lei non ne era molto capace in realtà. 
Giochi di sguardi o battutine non erano proprio il suo forte, ma qualcosa doveva pur fare.
I consigli della sua migliore amica e di sua madre le sarebbero stati utili, ma non le aveva ancora viste ed aggiornate, perciò per quel pomeriggio avrebbe dovuto improvvisare.
“Ok, dai”disse “ prima andiamo e prima finiamo”
Lui la guardò stupito.
“Tutto qui? Pensavo ad almeno mezz’ora di lamentele”
Lei per tutta risposta gli fece una linguaccia.
Nel negozio prescelto Lily cominciò a provare dei vestiti proposti dalla commessa, ma erano orrendi.
Nel frattempo, la suddetta commessa faceva gli occhi dolci a Scorpius.
Stava cercando nella sua mente una maledizione lenta e dolorosa da infliggerle, ma  lui arrivò con un vestito di pizzo nero.
“Prova questo”
Ok, doveva ammettere che aveva buon gusto. Era un tubino nero, con uno strato di pizzo che lo rendeva elegante e ricercato, ma non volgare o pacchiano.
Quando poi entrò nello spogliatoio per tirarle su la lampo ebbe quasi uno svenimento.
Sembrava che ogni scusa fosse buona per metterle le mani addosso e questo le confermò solamente quello che aveva capito la sera prima. 
Anche Scorpius cominciava ad essere attratto da lei.
Si rimise i suoi vestiti e lo raggiunse in cassa.
E poi successe una cosa che la sconvolse.
Le cinse la vita avvicinandola a sé e le diede un piccolo e veloce bacio sulle labbra.
“Buona scelta amore, quel vestito ti sta un incanto” disse, e la trascinò fuori dal negozio, sotto lo sguardo umiliato della commessa.
Fuori lei lo guardava fisso, con sguardo interrogativo.
“Che c’è?”disse lui. “Quella non smetteva di provarci e mi ha dato fastidio, volevo solo metterla al suo posto”
“Sarà” disse Lily ricominciando a camminare. “Ma ogni scusa è buona per baciarmi, hai notato?”
Bene.
Colpito.
Lily si girò. Lui era rimasto fermo col cuore che sembrava uscirgli dal petto con un turbinio di pensieri che gli affollavano la mente, ma la sua testa stava velocemente elaborando una risposta che potesse salvarlo.
Per Lily Scorpius stava tornando trasparente, come lo era stato prima del suo blackout cerebrale l’anno prima, in cui si era presa quella bella cotta per lui.
Infatti lui le diede una spintarella scherzoso.
“Dì la verità che non ti dispiace…”
Lei sorrise sorniona…
“In effetti hai ragione”
Colpito e affondato.
Lui rimase zitto fino a Diagon Alley quando si salutarono.
“Allora ti passo a prendere stasera alle otto”
“Posso venire anche da sola, che senso ha che vieni a pren…” ma lui le mise un dito sulle labbra.
“No, passò a prenderti”
Lei sorrise.
“Ok, allora a dopo” e lui con un cenno della mano la salutò e si smaterializzò a casa.
Per Merlino…stavano flirtando, come due adolescenti.
Ma poteva vederle le rotelle di Scorpius girare vorticosamente per cercare di capire cosa stesse succedendo, e darsi mille motivi per soffocare sul nascere ogni briciolo di attrazione e sentimento che non fosse fraterno per lei.
E qui sarebbe dovuta entrare in gioco lei. 
Urgeva un consiglio di sua madre e di Alice.
“Ciao Lily”
Si voltò per vedere chi l’avesse salutata.
A Lily si chiuse immediatamente lo stomaco.
Richard era davanti a lei, con le mani in tasca.






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Capitolo 15
*** CAP 14 ***


CAP 14


Dopo circa dieci secondi Lily si rese conto di avere la bocca aperta e cercò di chiuderla e ricomporsi.
Il cuore le batteva come un pazzo, ma la sensazione che stava provando non era certamente quella che provava quando era Scorpius a farla andare in tachicardia.
Piuttosto era una sensazione di pericolo che la stava facendo agitare.
Ma la Lily che era riaffiorata dopo tanto tempo non voleva certo essere messa da parte solo per il ritorno di un decerebrato, perciò tirò indietro le spalle e assunse uno sguardo fiero.
“Ciao Richard”
“Sono contento di vederti, sei davvero bellissima”
Per poco lei non estrasse la bacchetta per schiantarlo.
Sei bellissima?!
Sei bellissima?!!!!
Ma come osava!!!
Ok, doveva star calma. Scorpius le aveva spiegato che i giornalisti erano dietro ogni angolo e che lei avrebbe dovuto essere fine ed educata SEMPRE, se non voleva finire sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta.
“Grazie Richard, devo lasciarti ora, ho da fare”
“Non vieni a prendere neanche una burrobirra con me? O uno zabaione magari” 
Lily non poteva crederci. Uno zabaione?????
“Non credo sia il caso, sai sono fidanzata con…”
“Con Malfoy, sì, ho letto.” 
“Malfoy” lo aveva detto con tono un po’ sprezzante, ma Lily si ripetè che non doveva dare spettacolo e cercò di ignorarlo.
“Il mio invito però è sempre valido, non credo che tu non possa vedere altra gente solo perché sei fidanzata”
“Io non credo di aver voglia di accettare il tuo invito”
“Ti prego Lily, dieci minuti, vorrei parlarti. Solo dieci minuti”
Lui aveva lo sguardo implorante e lei voleva solo mandarlo al diavolo…ma dalla sua bocca uscì altro.
“Che siano dieci minuti Richard, e poi sparisci per sempre dalla mia vita, è chiaro?”
E lo superò dirigendosi nel in un pub a pochi passi da loro.
Lui la raggiunse vittorioso.
Quando si sedettero le scostò la sedia come un gentiluomo, naturalmente era la prima volta. Quando erano fidanzati non aveva mai avuto dei gesti del genere verso di lei.
Ora che ci pensava doveva proprio capire che diavolo ci trovasse in lui. E pensare che suo padre le ripeteva questa frase abbastanza spesso.
Persa nei suoi pensieri si accorse solo in quel momento che lui la stava fissando e sorrideva.
“Allora? Dimmi pure, come ti ho già detto ho da fare”
“È difficile da spiegare in effetti”
Lei lo guardò interrogativa.
“Io non so come dirlo”
“Se non ti sbrighi me ne vado” disse lei con un tono neutro.
Lui la guardò stranito.
Non le aveva mai risposto così.
“Beh, vedi Lily, ti ho vista sul giornale spesso in questi giorni, e ho visto una Lily veramente stupenda….”
Lui la guardò aspettando un cambio di espressione che non ottenne. Era sempre fredda.
Si schiarí la voce per continuare.
“Sei veramente cresciuta e migliorata da quando ci siamo lasciati, ed io ho cominciato a sentire di nuovo accelerare il cuore ogni volta che spuntavi sulla Gazzetta, e ad avere una morsa di gelosia vedendoti accanto a quello, e volevo chiederti se mi hai dimenticato o, come spero, lui è solo un ripiego”
Lily sgranò gli occhi.
Non poteva credere a quello che era uscito da quella bocca.
Scorpius un ripiego.
Lui la guardò speranzoso ma Lily scoppiò a ridere. Rise quasi in silenzio, come se cercasse di trattenersi.
“Scusa Richard, non volevo essere scortese, ma sei davvero assurdo. Prima di tutto noi non ci siamo lasciati, tu mi hai tradito e io ti ho lasciato…e Scorpius non solo non è un ripiego, ma penso che sia l’uomo che mi ha fatto capire come devo pretendere che un compagno mi tratti, e che mi ha fatto davvero capire cosa significa amare. Con questo ti saluto e ti auguro buona vita”
Lily si alzò e fece per andarsene, ma lui la trattenne per un braccio facendola voltare e, a sorpresa, la attirò a sé e la baciò.
Lei lo spinse via immediatamente.
“Sei impazzito?”
“Dimmi che non hai provato niente e me ne andrò”
In Lily stava montando una tale rabbia che avrebbe voluto schiaffeggiarlo, ma cercò di contenersi e rispose solo:
“Ho provato qualcosa sai?”
Lui sorrise e fece per tornarle vicino, ma lei alzò la mano a stopparlo.
“Ho provato schifo, solo schifo, ma non solo verso di te sai? Anche verso di me, perché mi ero ridotta a farmi trattare come un essere inferiore, a farmi giudicare continuamente come inadeguata su tutti i fronti. Credi che io sia migliorata solo perché mi vedi vestita in modo elegante? Non hai mai capito niente di me. Hai ragione sai, sono cambiata. Sono tornata la Lily grifondoro di un tempo, e non è certo merito tuo!”
E si girò e andò via decisa.
Lui la prese di nuovo per il braccio e lei questa volta reaggì.
Si voltò e gli diede una bella sberla alla babbana in pieno volto.
Lui rimase impietrito.
“Non mi devi toccare mai più” disse quasi sibilando lei.
Andò via e questa volta lui non la seguì.



Quando Lily arrivò a casa ci trovò stranamente Alice.
“Lily sei tu?”
“Si”
E Alice capì immediatamente da quel sì che c’era qualcosa che non andava perché la vide catapultarsi nell’ingresso mentre lei toglieva il mantello e posava il sacchetto col vestito.
“Cosa è successo Lily?”
Lei si diresse in salotto e si lasciò cadere sul divano.
Poi si prese la testa tra le mani.
Stranamente la sua reazione fu più contenuta del solito ed iniziò a raccontare tutto ad Alice, di Scorpius e di Richard senza mai fermarsi, dando voce ai fatti ed alle emozioni.
Alice era a tratti felice e furibonda a seconda di chi era il protagonista perché Lily raccontava tutto in maniera un po’ forsennata.
Alice però capiva tutto. Conosceva questo modo di raccontare le cose di Lily quando era agitata e faceva le domande giuste al momento giusto per mettere gli eventi in un ordine cronologico accettabile.
“Brava, una bella sberla se la meritava quel viscido! Ma per Merlino, come si è permesso quel verme!”
“Guarda me lo chiedo anch’io, ho le mani che mi tremano per la voglia di picchiarlo ancora!”
Alice la abbracciò.
“Pensa alle cose belle, il vestito, lui che ti bacia continuamente o che ti tira su la cerniera ogni volta che può, tu che ti sei risvegliata dal rincoglionimento …”
A questo si beccò un buffetto sulla testa da Lily, che se la rideva.
“Hai ragione, non mi farò rovinare la festa, ora mi preparo e divento uno schianto!”
“Tu sei già uno schianto Lily”
“Grazie, ma voglio che Scorpius rimanga con la bocca aperta stasera”
Ed iniziarono l’operazione trucco e parrucco.






Alle venti il suono di una smaterializzazione nell’ingresso annunciò l’arrivo di Scorpius. Alice era andata via da poco.
“Dovete essere soli, così potrai goderti la sua bocca aperta per bene, anche se mi dispiace un po’ perdermela!”le aveva detto la sua amica poco prima di andare da Albus.
E lei se la godette per bene perché sì, Scorpius rimase con la mascella sublussata per circa quindici secondi.
Poi dovette notare il sorriso beffardo di lei e si ricompose immediatamente.
“Ciao, sei stupenda”
“Ciao, grazie, anche tu non sei male”
Disse lei mettendosi gli orecchini.
Poi prese una collana da un ripiano e la porse a Scorpius.
“Puoi aiutarmi a metterla per favore?” 
Naturalmente Lily era perfettamente in grado di mettersela…ma Alice le aveva dato qualche consiglio che lei voleva seguire.
Quando lui si avvicinò lei si girò di spalle.
Aveva già messo il profumo e lui dovette mordersi le labbra per non posarle sul suo collo.
“Grazie, andiamo?”
Li annuì deglutendo più volte.
Quando si smaterializzarono lui la tenne più stretta del dovuto e Lily pensò che non avrebbe più voluto staccarsi da lui.
Al Malfoy Manor era tutto meraviglioso.
Le decorazioni natalizie erano tutte coordinate in modo fine ed elegante come solo Astoria avrebbe potuto fare e vennero accolti dal suo stupendo sorriso.
“Lily cara, vieni, accomodati. Gli altri ospiti saranno qui a momenti. Vieni pure in salotto per l’aperitivo”
La serata fu splendida.
Gli amici di Draco e Astoria erano piacevoli e lei, dopo un primo momento di imbarazzo, si rilassò e dialogò amabilmente con tutti di molte cose. Con un amico di Draco in particolare parlò di pozioni anche molto complicate e Scorpius si trovò ad ammirare la sua intelligenza e a pensare di nuovo che in quel negozio era sprecata.
La serata finì con saluti calorosi e complimenti a Scorpius per la “scelta”.
Lily divenne rossa, si imbarazzava ogni volta che le rivolgevano un complimento come una bambina e questo Scorpius lo adorava.
“Ragazzi che bella serata, sono proprio contenta che tu sia venuta Lily”
“Grazie a voi di avermi invitata Astoria, sono stata benissimo sia con voi che con i vostri amici”
Mamma mia che fatica questo cerimoniale…
Ma sembrava andar bene, stava andando sempre meglio anche con il suo modo di esprimersi, infiorettato al punto giusto.
“La dependance è pronta. Ci vediamo domani sera Scorpius”
Draco fece un cenno con la mano e alzò le sopracciglia in maniera allusiva verso suo figlio facendo diventare, per l’ennesima volta, rossa Lily.
Rimasti soli Lily disse:
“Perciò devo dedurre che ogni volta che verrò qui di sera poi dovrò fermarmi a dormire?”
“Credo che mia madre la pensi in questo modo…”
Lei fece una faccia fintamente scocciata e raggiunsero la dependance.
Trovò gli stessi indumenti della volta precedente, lavati e piegati sul comodino.
Prese di nuovo la mini sottoveste verde e ripensò ai consigli di Alice.
Avevano ipotizzato che avrebbero dormito di nuovo lì ed Alice le aveva dato qualche piccolo consiglio su come farlo impazzire un po’.
Gli chiese se poteva andare prima lui a prepararsi e lui ci mise appena cinque minuti.
Si infilò a letto con i boxer e una canotta che fecero vacillare per un momento la ragazza.
Ok, non doveva saltargli addosso, doveva far in modo che lui le saltasse addosso.
Lily, cavolo, un po’ di contegno!!!
Andò in bagno e lasciò apposta la porta socchiusa, e si fece una doccia senza lavarsi i capelli che tenne acconciati nello chignon.
Poteva immaginare Scorpius che cercava di resistere alla tentazione di sbirciare e sorrise.
Si asciugò e mise il “pigiama”.
Quando si sedette sul letto dandogli le spalle, molto lentamente, sciolse i capelli lasciandoli ondeggiare un po’.
Lo sentì chiaramente deglutire.
Poi tirò impercettibilmente giù una spalla e la spallina verde scivolò giù.
Come aveva predetto Alice lui si mosse immediatamente verso di lei e la tirò su.
E rimase impietrito.
Aveva tutte e due le mani sulle sue spalle e si era avvicinato troppo, ma non riusciva ad allontanarsi.
Lei si lasciò cadere leggermente indietro e girò la testa appoggiandola nell’incavo del suo collo.
Inspirò e disse:
“Hai un buon odore” e lo guardò con la bocca leggermente socchiusa.
E lui esplose.
Si avventò sulle sue labbra senza più pensare, sobrio questa volta, ma comunque senza senno.
Lei gli butto le braccia al collo affondando una mano nei suoi capelli mentre le mani di lui riportarono giù prima una spallina e poi anche l’altra.
Nessuno dei due sembrava voler pensare a nulla che non fosse baciarsi, spogliarsi e toccare quanta più pelle dell’altro riuscivano.
In un attimo erano sotto le coperte senza più vestiti a perdersi nel corpo dell’altro.
Niente parole, il silenzio rotto dai gemiti di Lily che non resisteva alle sue mani che la stavano facendo impazzire.
Quando fu dentro di lei allacciò le gambe intorno al suo bacino e inarcò la schiena cantilenando il suo nome ad occhi chiusi come un mantra.
Lui continuava a darle baci sul viso e sul collo mentre perdeva completamente il controllo sentendo come lei sincronizzava perfettamente i movimenti con i suoi.
Come se fossero fatti per incastrarsi. Anzi di più.
Come se fossero fatti per fare l’amore.
Quando la sentì esplodere ed aggrapparsi a lui catturò di nuovo le sue labbra un attimo prima di raggiungerla emettendo un suono animalesco che la fece ridere.
Lui si accasciò su di lei.
Cercarono di riprendere un respiro accettabile per poter parlare anche se ogni tanto Lily ridacchiava.
Lui si sollevò da lei guardandola interrogativo.
“Cos’hai da ridere?”
“ Nulla, ripensavo a quel verso che hai fatto”
“Quale verso?”disse lui.
Si scostò da lei ma se la trascinò dietro mettendosi di lato e continuando ad abbracciarla.
“Quello del drago, quale sennò!”
Lui la guardò un po’ offeso, ma lo sguardo di Lily era cambiato.
Lo guardava negli occhi così intensamente che cominciò a sentire il suo cuore esplodere nel petto e le cosiddette “farfalle” che facevano le capriole nel suo stomaco.
Lei si buttò di nuovo sulle sue labbra chiudendo gli occhi e lui la strinse a sé.
“Lily che diavolo stiamo combinando?”
Silenzio…
“Cioè, per Salazar, siamo Lily e Scorpius, com’è possibile che sia capitato questo?”
Lily si tirò su per guardarlo.
“Ora che è capitato in realtà, mi chiedo perché abbiamo aspettato tanto!”
Risero insieme.
Lei si risistemò tra le sue braccia come a voler ribadire che non era affatto pentita.
Rimasero in silenzio per un po’ prima che Lily parlasse di nuovo.
“E se facessimo finta di non essere Lily e Scorpius? Se facessimo per una volta solo quello che abbiamo voglia di fare? Senza chiederci nulla, senza pensare al domani. Ci sposiamo, e se tra un anno vorremo lasciarci lo faremo. Se invece non lo vorremo non lo faremo.” 
Cavolo. Aveva esagerato? Aveva corso troppo?
Le parole le erano uscite senza che potesse fermarle ed ora il suo cuore batteva talmente forte che ebbe paura che lui potesse sentirlo chiaramente.
Invece lui sembrò rifletterci un po’ poi la strinse di più posandole un bacio sui capelli.
“Albus e James mi strapperanno i testicoli”
Lily rise.
“Non preoccuparti, ti difenderò io” lo canzonò.
“Sai, non ti ho dato il mio regalo di Natale” le disse sorridendo.
“Non me lo dai domani alla tana? Io ce l’ho a casa il tuo”.
“Vorrei dartelo ora…ti va?”
Lei si mise seduta sulle ginocchia. Sembrava una bambina.
“Ok, sono pronta” e chiuse gli occhi.
Lui vedendola nuda stava per impossessarsi di nuovo della sua bocca, ma, con uno sforzo sovrumano, si concentrò sul regalo e lo richiamò con un incantesimo di appello.
“Puoi aprire gli occhi”
Lei si trovò davanti un pacco rettangolare abbastanza grande.
“Un altro vestito?”
Ma prendendolo in mano si accorse che pesava troppo.
“No, direi di no…aprilo” la invitò lui e lei tolse il coperchio alla scatola.
Dentro c’era un libro di cuoio.
Ma si accorse immediatamente che non era affatto un libro.
Quando lo aprì scorse la prima foto.
Scorpius a 12 anni, a tavola da loro, lei subito dietro che imburrava il pane.
Nella pagina successiva Lily e Scorpius con le cannucce nel naso a fare i cretini.
Poi ancora stravaccati sull’erba, con Albus.
C’erano foto che non sapeva nemmeno esistessero, da quando Scorpius era entrato nella loro vita a qualche sera prima.
E in tutte c’erano sia lui che lei, a volte soli a volte con altra gente, ma sempre tutti e due.
Si accorse della lacrima perché lui si sporse verso di lei e glie la tolse dalla guancia con una carezza.
“Sei delusa? Ti aspettavi un regalo più bello?”disse con il panico nella voce.
“Delusa? Ti rendi conto che è il regalo più bello che abbia mai ricevuto nella vita?”
Lui allora riprese a respirare e le tolse l’album dalle mani per abbracciarla.
Lei si avvinghiò a lui posandogli un bacio leggero sulle labbra.
“Grazie” sussurrò.
Lui sorrise da serpe.
“Oh, ma mica era gratis!”
Lei inarcò un sopracciglio, ma poi sorrise intuendo quello che voleva dire.
“E mi costerà molto, signor Malfoy”
“Abbastanza, sa signorina Potter, ho faticato parecchio per trovare tutte quelle foto”
Mentre aveva già cominciato ad accarezzarle la schiena e a baciarle il collo.
“Allora mi prodigherò immediatamente per pagare il mio debito, sono una donna d’onore io, sa?”
E si gettò sulle sue labbra dimenticando completamente tutto il resto.










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Capitolo 16
*** CAP 15 ***


Con estremo ritardo, come al solito direi, vi invio il prossimo capitolo…buona lettura e grazie a tutti quelli che leggono.


CAP 15


Quando Lily si svegliò capì immediatamente che qualcosa non andava.
Una strana sensazione la faceva sentire osservata.
Allungò la mano per cercare il corpo di Scorpius che non trovò.
Allora aprì gli occhi e lo trovò seduto, vestito che la osservava dormire con uno sguardo per niente amichevole e con la Gazzetta del Profeta in mano.
“Cosa è successo?!” gli chiese.
Lui per tutta risposta lanciò il giornale sul letto e continuò a guardarla senza cambiare espressione.
Quello che Lily vide le fece gelare il sangue.
Per Godric, come aveva potuto essere così stupida.
In prima pagina l’immagine di Richard che la tirava per il braccio e la baciava occupava gran parte dello spazio e sopra un titolone lampeggiante diceva:
“Matrimonio Malfoy/Potter in pericolo?”
L’articolo non era affatto lusinghiero, parlava di corna belle e buone e la foto si bloccava al momento del bacio senza far vedere la sberla che sarebbe seguita nella realtà.
Alzò gli occhi verso Scorpius che incontrarono i suoi, ancora con quel terribile sguardo accusatorio. Poi lui si alzò e le voltò le spalle senza dire nulla.
Ma come?! Non le chiedeva neanche uno straccio di spiegazione?
L’aveva già condannata come se fosse colpevole senza nemmeno voler sapere se lei aveva una versione diversa della cosa?
Si vestì in fretta e prese la sua borsa.
Scorpius si voltò e capendo che lei voleva andarsene disse sarcastico:
“Te la svigni vero?”
Lei gli fu di fronte in un secondo, col viso a pochi centimetri dal suo, guardandolo dritto negli occhi.
“Io non me la svigno, ti darò una spiegazione se me la chiederai, ma ne dubito. Mi hai già giudicata e condannata senza chiedermi nulla. Per cosa poi? Ti ricordo che io e te dovremmo star insieme per finta!”
Così dicendo prese il mantello ed uscì dalla dependance sbattendo la porta.
Arrivò velocemente al Malfoy Manor per far sbloccare l’incantesimo anti smaterializzazione.
Si fece annunciare da Melfy e trovò Draco e Astoria col giornale in mano.
Ma la scena fu molto diversa.
Draco stava in poltrona e non disse nulla, ma il suo sguardo non era accusatorio.
Astoria si alzò immediatamente e la raggiunse facendole vedere l’immagine.
“Cara cosa è successo?”
Le chiedeva di spiegarsi, senza accusarla e aspettando che lei si scagionasse.
“Astoria Draco, sappiate solo che non ho fatto nulla di male, è un equivoco, ma finché non mi sarò chiarita con Scorpius non è giusto che racconti questa cosa ad altri, anche se credo che lui abbia già deciso che sono colpevole.”
Astoria sembrava comunque sollevata.
“Cara, sapevo che doveva esserci una spiegazione, ora chiameremo Scorpius così potrai spiegargli…”
“No!” Lily bloccò la sua frase.
“Io non elemosinerò mai più le attenzioni, la fiducia o il rispetto di un uomo. Se Scorpius vorrà delle spiegazioni verrà a chiedermele. A me basta sapere di avere la coscienza più che pulita. Adesso, se volete scusarmi, vorrei potermi smaterializzare a casa.”
Astoria fece per parlare, ma Draco le mise una mano sulla spalla e le fece cenno di tacere.
Tolse l’incantesimo protettivo e disse:
“Tieni solo in considerazione che l’unica persona di cui è stato innamorato oltre te si è fatta trovare a letto con un altro.”
“Mi spiace Draco, lui dovrebbe tenere in considerazione il fatto che anche io ho passato questa esperienza e  mi dovrebbe conoscere abbastanza bene da sapere che non farei mai una cosa così meschina.”
Li salutò con un cenno della mano e si smaterializzò a casa.
Alice era già in piedi e canticchiava un motivetto allegro.
Vedendola si bloccò immediatamente.
“Lily che cavolo è successo?”
Ma Lily non riusciva a parlare.
Le si fiondò tra le braccia ed iniziò a piangere.




Alice stava in silenzio.
Aveva ascoltato tutto il racconto senza dire nulla mentre Lily alternava momenti di pianto a momenti di rabbia contro Richard o contro Scorpius.
Quando parlò le teneva ancora le mani e la guardò sorridendo leggermente.
“Ora ci prepariamo ed andiamo alla Tana. È Natale, e tu non ti farai rovinare il Natale da nessuno, Richard o Scorpius che sia…ti fai una bella doccia e ti metti il golfino verde, quello che ti ho regalato per il tuo compleanno, e te ne freghi. Domani ritornerai in paranoia se vuoi, e ti chiederai cosa fare o non fare. Che dici?”
Lily annuì, pensando che, in effetti, era la cosa più sensata e saggia da fare.
Si fece una doccia veloce e si vestì.
In salotto trovò Albus che parlava con Alice e le mostrava la gazzetta del profeta.
Lui fece per parlarle ma lei lo precedette.
“Non dire nulla per favore Albus. Alice ti avrà già spiegato credo.”
“In realtà no…”
“Non importa, ora, come mi ha consigliato la tua intelligentissima ragazza prima, non affronteremo il problema fino a domani, perché oggi è Natale, e nessuno può rovinarmi, anzi, rovinarci, il Natale!”
Albus sorrise.
“Ok sorellina. Hai ragione, ma c’è un altro problema.” È così dicendo le fece vedere una scatola forata che aveva appoggiato sul tavolo.
“Non possiamo certo lasciarlo qui. Stamattina sono andato a prenderlo dal mio amico come ci eravamo messi d’accordo…ora non posso più riportarglielo.”
Sbirciò nella scatola attraverso uno dei buchi.
Dormiva.
“Beh, portiamocelo alla Tana. È l’unica soluzione mi sa…”
Così prese la scatola e si rivolse ancora ai due.
“Ci vediamo lì…non tardate per sbaciucchiarvi troppo!” E si smaterializzò.
Albus guardò la sua fidanzata.
“Mi sfugge qualcosa vero? Cioè, è successo qualcosa tra quei due?”
“Sai che non riferisco le cose che la mia migliore amica mi confida…se è successo qualcosa te lo dirà lei quando e se vorrà.”
Albus stava per protestare ma sentirono chiaramente un rumore di materializzazione nell’ingresso.
Sapevano perfettamente chi era ancora prima di vedere Scorpius spuntare.
Sembrava un cane bastonato.
“Ciao ragazzi, Lily si sta preparando?”
Alice gli rispose con astio, arrabbiata.
“Lily è già alla Tana, ma non credo che oggi tu sia gradito. Magari torna domani, che dici!”
Scorpius cercò sostegno nello sguardo dell’amico che lo guardò interrogativo, facendo capire di non sapere nulla.
Ci mancava solo che sapesse che si era portato a letto sua sorella.
“Ok. Allora magari la raggiungo alla Tana.”
Alice divenne tutta rossa.
“Le rovinerai il Natale!”
“Voglio scusarmi! Credo di averne diritto no?”
“Scusarti per cosa?” Albus non ci capiva più nulla ma Alice lo zittì con uno sguardo.
“Fai come vuoi, ma se le rovini il Natale ti strappo i testicoli” e senza aspettare Albus o Scorpius si smaterializzò.
Albus riguardò Scorpius.
“Qualcuno può spiegarmi qualcosa per favore?”
“È complicato Albus.”
Ma lui continuava a guardarlo in attesa.
“Mi sono arrabbiato quando ho visto la Gazzetta del Profeta e ho dato per scontato che fosse tutto vero e Lily è andata su tutte le furie e mi ha mollato da solo nella dependance…e”
“Nella dependance? Avete passato la notte insieme?”
Scorpius divenne cereo e fu quello a tradirlo.
Ma Albus invece di arrabbiarsi lo abbracciò battendogli due pacche sulle spalle.
“Finalmente, perciò ora state insieme davvero!”
“Albus è complicato davvero.”
“In che senso scusa?”
Ma per Albus,  Scorpius era trasparente come il vetro.
“Vuol dire che non state insieme? Che è ancora tutto una farsa e tu te la sei portata lo stesso a letto e poi stamattina hai dato per scontato che la Gazzetta del Profeta dicesse la verità? Non le hai creduto?”
“Veramente non le ho chiesto nulla. Non so quale sia la sua versione.”
“Cosa???? Non le hai nemmeno fatto spiegare cosa è successo? E poi cosa vuol dire ‘la sua versione’?”
“Tu al mio posto cosa avresti pensato?”sbottò Scorpius.
“Nulla finché non mi avesse dato una spiegazione! Per Salazar Scorpius! È Lily, la conosci da quando era una bambina. Dimmi una sola volta, una sola, in cui ti ricordi che si sia comportata scorrettamente con qualcuno! Perché avrebbe dovuto farlo proprio col ragazzo di cui è innamorata!”
“Innamorata??? Io non ci capisco più nulla Albus davvero, ma vorrei chiarire prima con Lily se non ti dispiace, non so più niente! Cosa provo io, cosa prova lei…”
“Cosa prova lei???”
Ok, il suo amico ora era proprio arrabbiato.
“Tu conosci Lily. Andrebbe mai a letto con uno di cui non è innamorata?”
Albus lo guardò fisso negli occhi. Poi non aspettò risposta e si smaterializzò lasciando Scorpius come un ebete da solo in mezzo al soggiorno.
No, Lily non sarebbe mai andata a letto con qualcuno per pura attrazione fisica. E non sarebbe mai stata scorretta con nessuno, figuriamoci con lui.
Era un idiota.
Lily lo amava e probabilmente era innamorata di lui da tempo.
Avrebbe dovuto capire a Venezia che gli aveva mentito.
E lui?
Cosa provava?
Forse non lo sapeva ancora, ma sapeva che era da diverso tempo che anche lui pensava a lei un po’ troppo per essere solo un amico, e che, da quando l’aveva baciata, pensava a lei addirittura continuamente.
Era il suo primo pensiero al mattino e l’ultimo di sera. Si addormentava vedendo i suoi occhi.
Aveva preso ad immaginarla vestita da sposa, ed ogni volta il suo cuore accelerava.
Era amore?
Credeva proprio di sì. 
Gli piombò addosso una felicità folle.
Un euforia strana. Voleva solo dirglielo e stringerla.
Cercò di calmarsi  e respirare.
Se si fosse smaterializzato in quelle condizioni si sarebbe spaccato.
In più doveva ricordarsi che Lily era ancora arrabbiata.
Fece due lunghi respiri, si concentrò e sparì.

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Capitolo 17
*** CAP 16 ***


CAP 16


Lily aveva spiegato l’assenza di Scorpius con:
“È un idiota, e non voglio più nessuna domanda per favore!”
E tutti avevano obbedito, senza più chiederle nulla.
Riuscì a dire tutto a sua madre, riassumendo il più possibile, in un momento in cui erano tutti impegnati, chi ad apparecchiare, chi ad aiutare nonna Molly in cucina, chi a sistemare meglio le decorazioni.
Ginny rise di gusto.
“Mamma, stai ridendo?” Le chiese indignata.
“Ma sai fare solo casini?”
Lily le fece una linguaccia offesa.
“Vedrai che entro un ora sarà qui a scusarsi. E prima della fine della settimana ti dirà che ti ama.”
“Non credo proprio mamma. Magari gli piaccio, ma da lì ad amarmi…”
“Lily a volte mi chiedo di chi sei figlia sai? Ma poi mi ricordo che in famiglia c’e anche Ron, e tutto fila.”Lily le lanciò una decorazione e Ginny rise. 
La prendeva in giro, ma in realtà aveva il potere di tranquillizzarla, di farle credere che, davvero, sarebbe andato tutto bene, tutto a posto.
Quando vide Alice materializzarsi da sola però capì subito il perché e rischiò di andare di nuovo in ansia.
Ma era Natale, erano alla Tana, sua madre ogni tanto le strizzava l’occhio. Nulla poteva andare male. 
Dopo poco arrivò anche Albus, scuro in volto.
“L’hai picchiato?” Disse divertita.
“Non scherzare Lily. Siete da picchiare tutti e due. Dovete annullare il matrimonio. Ne uscirai distrutta!”
“Prima eravate tutti così contenti di questa follia, tu più di tutti, come se fosse la cosa più bella e normale del mondo…e ora vuoi che annulliamo il matrimonio? Sei impazzito?”
“Forse ho fatto un errore di valutazione. Credevo vi sareste innamorati invece…”
“Invece cosa? Magari sta succedendo proprio questo, ma non ci dai nemmeno il tempo di capirci qualcosa noi che devi ficcarti in mezzo e dire la tua. Stai facendo esattamente quello che ha fatto lui. Non ti fidi di me!”
E si voltò andando a parlare con Rose.
Albus non disse più nulla rendendosi conto che Lily aveva più che ragione, e che stava rischiando di rovinare quello che poteva davvero nascere tra Scorpius e sua sorella.
Suonarono il campanello.
Tutti ammutolirono. Nessuno suonava il campanello.
Di solito ci si materializzava direttamente nell’ingresso, oppure sul pianerottolo, ma poi si entrava senza bussare.
Poteva essere solo Scorpius.
Ed era proprio lui.
Quando Harry andò ad aprire gli sorrise e gli battè una mano sulla spalla.
“Ciao Scorpius, buon Natale. Non ti invidio molto. I litigi con le donne di questa famiglia sono sempre impegnativi…e ci scappa sempre qualche fattura poco gradevole. L’ultima 
volta che ho litigato con Ginny mi sono stranamente grattato per due giorni.”
“Guarda che ti sento!!!!” Gli gridò sua moglie dal fondo della sala.
Tutti risero e anche Scorpius sorrise ma cercò immediatamente lo sguardo di Lily che si era avvicinata.
“Ciao Lily, possiamo andare un attimo di sopra per favore?”
“Direi che qualsiasi cosa tu voglia dire puoi farlo qui!” rispose lei piccata.
Cavolo. Fare e dire quello che aveva in mente davanti a tutti era un po’ diverso che farlo da soli, ma era un Auror, mica un ragazzetto di Hogwart!
“Ok, allora…puoi ridarmi l’anello per favore?”
Ai risolini divertiti si sostituì un silenzio pesantissimo.
Lily divenne bianca, ma, molto dignitosamente si sfilò l’anello e lo diede a Scorpius.
Glie lo avrebbe lanciato in faccia, ma non voleva sembrare una ragazzetta ferita.
E non avrebbe pianto.
Lei piangeva solo davanti ad Alice o sua madre. 
Stava lì fiera, col cuore che si stava sgretolando e non aveva abbassato lo sguardo dai suoi occhi nemmeno un secondo.
Ma Scorpius si inginocchiò.
Si schiarì la voce e le disse:
“Lily, ti amo. Mi vuoi sposare? Davvero!”
Lily ci mise un buon dieci secondi per capire il vero significato di quella frase ma poi… gli saltò letteralmente addosso, facendolo cadere.
Pochi compresero quello che stava accadendo, ma per tutti era chiaro che avevano fatto pace, perciò reclamavano di sedersi a tavola.
Le liti tra innamorati non erano una novità in una famiglia così chiassosa e numerosa, e solo 4 persone erano in estasi come loro, per gli altri era una situazione più che normale.
Litigio e poi pace.
Scorpius le rimise l’anello e le diede un bacio leggero sulle labbra. 
“Scusa, sono uno stupido”
“Veramente lei ti ha chiamato idiota appena è arrivata!” disse Hugo.
“Mi hai cambiato il soprannome?” 
Ma Lily non riusciva nemmeno a parlare.
C’era qualcosa che le stava scoppiando dentro.
Per Godric, le aveva detto che l’amava, le aveva chiesto di sposarla…Non poteva far finta di nulla.
Voleva urlare, correre, urlare, saltare, lanciare fatture, urlare…e baciarlo, fino a che le labbra di tutti e due avessero implorato pietà.
Scorpius, come sempre, le lesse non pensiero.
Le prese la mano, oppure non glie l’aveva mai lasciata, e guardandola le disse:
“Dopo, esploderemo dopo…”
Lei annuì e fece dei lunghi respiri per calmarsi, poi risero e si sedettero a tavola.
Non facevano altro che guardarsi, sfiorarsi e ridere.
Finito il pranzo iniziarono i consueti giochi natalizi.
Loro due si sedettero accanto al camino e Lily gli raccontò quello che era successo con Richard.
Scorpius minacciò qualche volta di andare a prenderlo e affatturarlo e Lily rise, anche se capì che non scherzava affatto.
“Credi che qualcun altro abbia scattato qualche foto?”
Chiese poi lei.
“Per che motivo?”
“Perché se abbiamo anche il momento in cui si prende la sberla potremmo farla pubblicare e tranquillizzare i tuoi, sai, l’etichetta, l’apparenza…”
“Indagherò. Ma ora basta. È Natale, diventerai mia moglie, davvero, e oggi voglio solo godermi questa felicità.”
Lei gli buttò le braccia al collo e lui se la strinse addosso come se non volesse più lasciarla.
“Ehi, per i bambini dovete aspettare dopo il matrimonio!!!” disse Louis tra le risate generali.
Ma nonna Molly richiamò  l’attenzione di tutti battendo la bacchetta contro una caraffa.
“Ragazzi è il momento dei regali!”
Ci fu un via vai generali in cui tutti prendevano i pacchi da dare agli altri, anche Lily sparì di sopra per poi tornare con una scatola strana e poi iniziò la distribuzione.
Quando Scorpius aprì il suo gli si bloccò il respiro.
Dentro c’era un gattino, ormai del tutto svegliò e un po’ spaventato dalla ressa, con il pelo grigio e gli occhi azzurri.
E ricordò immediatamente una loro conversazione sul treno, forse al suo terzo anno, in cui lui le diceva che aveva dovuto dare via il suo gatto a  sei anni perché si era scoperto allergico, e che ci era stato male, davvero male.
“Questo gatto non ha il sottopelo, è un gatto che possono avere anche gli allergici, non dovrebbe darti fastidio” spiegò prontamente Lily quando lui la guardò.
Lui la baciò sulle labbra con ancora il gatto appeso tra le sue mani che miagolava.
“Ha bisogno di un nome direi…come vuoi chiamarlo? È maschio.”
Iniziò la gara a chi trovava il nome più strano, più bello, più comico. Vennero fuori cose come Schiuma, Barattolo, Nimbus, Grattapulci…ma Scorpius non cedette a nulla e disse che voleva pensarci con calma.
Finiti i regali, e dopo ancora un paio d’ore di giochi e chiacchiericcio, tutti  cominciarono piano piano a congedarsi per tornare a casa.
Anche Lily e Scorpius decisero di andare, mentre Alice ed Albus erano già via da un po’.
Misero il gattino nella scatola e la chiusero per bene con una corda, poi si smaterializzarono.
Ma quando Lily aprì gli occhi si rese conto che non erano a casa sua.
Erano in una casa vuota.
Scorpius sorrideva.
“Siamo nella casa in cui dovremmo vivere.Ti piace? Se non ti piace la vendo e ne prendiamo un’altra…la scegliamo insieme…”
Lily si guardò intorno.
Era un appartamento spoglio, con dei grandi spazi aperti e grandi finestre.
“Lo avevo scelto per venirci a vivere da solo prima della follia di mia madre, ma è abbastanza grande anche per noi, che ne dici?”
“È bellissimo Scorpius, ma dove siamo?”
“A Hogsmeade, a due isolati dal tuo negozio…chissà, magari il mio subconscio mi portava vicino a te già prima…”
Lei sorrise e lo sentì che l’abbracciava da dietro.
“Allora? Ti va bene?”
“È davvero bellissima, non avrei saputo scegliere di meglio davvero”
“Ora dovremmo arredarlo…vieni con me a scegliere i mobili?”
“Proprio come una coppia…”
“Da questa mattina ormai direi che siamo una coppia…o no?”
Lei si voltò e sorrise.
“Direi che siamo proprio una coppia.” E si girò per baciarlo. 
Dal bacio presto sentì le mani di Scorpius cercare di togliergli la maglia, ma un miagolio insistente li fece ridere.
“Andiamo nella dependance o da te?”
“Nella dépendance direi che va bene…non so Alice e Albus che programmi hanno…” e, preso il gatto, sparirono, con le labbra ancora incollate, allacciati l’uno all’altra, come se non volessero staccarsi mai più.




 

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Capitolo 18
*** Cap 17 ***


È una vita che non aggiorno, dovete scusarmi ma ho avuto un vero e proprio blocco e non riuscivo più a scrivere. Spero proprio che non mi capiti ancora. Le idee ci sono, ma bisogna metterle nero su bianco e non sempre vengono fuori come vorremmo e allora si inizia a scrivere cancellare, scrivere e cancellare…
Questo capitolo non è proprio come lo volevo, ma rileggendolo non mi è dispiaciuto, perciò ora aspetto con ansia le vostre recensioni e anche un qualche suggerimento per il nome del  gatto…



CAP 17

Lily si stava mettendo le scarpe, mentre Scorpius era ancora nel letto che giocava col gattino.
“Non capisco perché vuoi andare a casa. È Natale, domani è ancora festa, non puoi stare qui?”
Lei lo guardò come si guarda un bambino a cui si deve spiegare ogni cosa.
“Per me domani non è affatto festa. Il negozio è chiuso, ma io devo fare l’inventario, o mi troverò a doverlo fare il 31 dicembre.”
Si sedette sul letto e fece una carezza al gattino che, per tutta risposta le agguantò la mano tentando di morderla per giocare.
“Hai deciso come chiamarlo?”
“Non lo so. Il gatto che ho dovuto dare via si chiamava Mao”
“Mao? Che fantasia!” gli disse ridacchiando.
Lui le fece una linguaccia.
“Avevo solo 5 anni quando me l’hanno regalato” aggiunse col broncio.
“Vero, non ci avevo pensato, comunque sei troppo permaloso!”
“Io non sono permaloso, puntualizzo solo con precisione gli avvenimenti.”
Lei scoppiò a ridere e lo contagiò immediatamente.
Poi si guardarono negli occhi e riesplode la magia…
Scorpius le prese la mano e la tirò verso di sè, trascinandosela con poco garbo addosso facendo scappare il gattino.
“Hai quasi ucciso il mio regalo di Natale, buzzurro!”
Ma lui non l’ascoltava già più, le tappò la bocca con la sua e lei si chiese come potesse un suo bacio ridurla ogni volta in quello stato.
“Dai, per favore, sai come finirà se non ti vesti.”
Disse lei cercando di alzarsi.
“Si, in effetti so esattamente come finirà” rispose lui con un sorriso sornione.
Stava già cercando di sfilarle la maglia quando vennero interrotti da qualcuno che bussava alla porta.
Chi poteva essere? Nessuno sapeva che erano lì.
Scorpius si infilò velocemente i vestiti ed andò ad aprire.
Melfi lo guardava mortificata e gli porse un biglietto, prima di congedarsi.
“Ti prego vieni subito a casa. C’è la zia Cassandra che dà di matto. Mamma”
Scorpius sospirò e passò il biglietto a Lily, che lo lesse.
“Ma questa è davvero un’arpia!” sbottò lei.
Scorpius finì di sistemarsi senza dire nulla.
Una volta pronto diede un bacio sulle labbra a Lily.
“Allora io vado, ci vediamo domani?”
“Ma non scherzare nemmeno, vengo anch’io dall’arpia. Credi che non abbia capito che dà di matto per l’articolo sulla Gazzetta? La metterò a posto con due parole o, se serve, una fattura!”
“Cerca di stare brava per favore. Mia zia è molto vendicativa, è meglio fare le cose con strategia.”
“Io sono brava, e la mia strategia è metterle un calzino in bocca, così starà zitta e non romperà più i boccini!”
Lui rise e abbracciandola le disse a fior di labbra:
“Tu sei fantastica lo sai?”
Lei arrossì di colpo. Forse in effetti doveva contenersi un po’.
“E poi dobbiamo ammettere che se non fosse per lei io e te…”
Le avvolse le braccia attorno alla vita e le baciò il collo.
“In effetti, se vista così la cosa, dovremmo quasi ringraziarla.”
Lily chiuse gli occhi e affondò le mani nei suoi capelli biondi, sospirando per i baci che lui le dava.
“Scorp, dobbiamo andare, tua madre ha bisogno del nostro aiuto.”
Doveva ammettere che era stato difficile dire quella frase, perché avrebbe voluto che non smettesse più di baciarla.
In cinque minuti erano al Malfoy Manor.
Le urla di sua zia si sentivano da fuori.
Entrarono e Scorpius prese la mano di Lily.
Quando sua zia li vide cominciò a gridare verso di lei.
“Cosa ci fa qui quella sgualdrina!”
Gli occhi di Scorpius divennero due fessure e strinse più forte la sua mano ma fu preceduto da un’altra voce.
“Ti ho già detto che è tutto un equivoco Cassandra, perciò abbassa la voce e soprattutto usa termini adeguati!” Era stato Draco a parlare, con un tono imperativo e alterato che non lasciava spazio a risposte.
Non doveva aver parlato mai così perché Cassandra, in effetti, ammutolì per un attimo, aprendo la bocca sbalordita.
“Allora cercate di spiegarlo anche ai giornali questo equivoco, perché non permetterò mai che Scorpius sposi una donna che può sporcare il nome della mia famiglia.” E senza aspettare nessuna risposta si smaterializzò.
Astoria era visibilmente provata e Draco molto, molto contrariato.
Lily era invece mortificata.
Era tutta colpa sua. Non avrebbe dovuto accettare nemmeno di parlarci con Richard. Se lo avesse mandato via subito non sarebbe successo nulla.
“Mi dispiace molto di aver creato tutti questi problemi.”
Astoria le prese le mani e cercò di rassicurarla.
“Tu non hai fatto nulla di male. Anche se non so cos’è successo hai detto che è tutto un equivoco e noi ti crediamo. Ti conosciamo da quando sei una ragazzina e sappiamo che tipo di persona sei.”
Lily era commossa, perché leggeva sincerità negli occhi di Astoria mentre le parlava.
Lily allora raccontò brevemente quello che era capitato tra i gridolini e le facce sbalordite di Astoria e lo sguardo serio di Draco.
“Cara, sei solo stata sfortunata che ci fosse proprio in quel momento un giornalista senza scrupoli!”
Ma Scorpius si bloccò.
“Certo che è strano.”
Anche a Lily si illuminò lo sguardo.
“Già, che coincidenza che Richard mi chieda di parlare dopo anni che non mi considera minimamente e che i giornalisti fossero lì proprio in quel momento.”
Astoria li guardava interrogativa ma Draco cominciava a capire.
“Ha organizzato tutto Cassandra, sì in effetti ci ho pensato anch’io.”
“La zia deve aver elargito una bella somma al tuo ex per fargli recitare la parte ed ha chiamato un giornalista chiedendogli di seguirti.” Il cervello di Scorpius stava cominciando a lavorare in modalità Auror…
“Ma se troviamo le foto della sberla che si è beccato per avermi baciata possiamo farle pubblicare no?”
Draco sorrise.
“Allora siamo fortunati ad avere un Auror in famiglia…”
Scorpius e Lily si guardarono.
Dovevano risolvere questo problema al più presto. 
Ora che avevano capito di amarsi non avrebbero certamente permesso a quell’arpia di rovinare il matrimonio.
Certo, avrebbero potuto anche sposarsi dopo, tanto lei puntava solo ad avere la casa. Ma ormai era diventato un fattore d’orgoglio.
Quella megera non poteva averla vinta. 
Non certamente contro Lily Potter.







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