Frammenti di Relena_AliScheggiate (/viewuser.php?uid=54506)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cage - UlquiHime [Bleach] ***
Capitolo 2: *** Hogwarts AU - Victuuri [Yuri on Ice] ***
Capitolo 3: *** Monopoly Night AU - Victuuri [Yuri on Ice] ***
Capitolo 4: *** Pacific Rim AU - Victuuri [Yuri on Ice] ***
Capitolo 5: *** Which asshole hasn't returned the book I want yet AU - Klance [Voltron] ***
Capitolo 6: *** Pirates AU - Shallura [Voltron] ***
Capitolo 7: *** Sangue Freddo - IwaOi [Haikyuu!!] ***
Capitolo 1 *** Cage - UlquiHime [Bleach] ***
Lo
amo.
Quel
suo sorriso, la malinconia smarrita in fondo al suo sguardo.
Ichigo
Kurosaki.
Un
Uomo.
Ma…
LUI.
Quella
Cosa con forma umana,
quell’uomo
senza un Cuore
mi
ha
reso cieca.
E
ora
che ogni Luce è svanita, non riesco più a capire
cosa siano questi sentimenti
che sto provando.
"Che
qualcuno mi salvi"
"—Cosa
hai detto…?"
La tua voce bassa che si alza dalle tenebre—
“Ripetilo”
"N-non
ho detto niente. Io..."
"Bene.''
e qui taci per un secondo, guardandomi con attenzione prima di
continuare a
parlare.
''Perchè
tu non puoi scappare da qui." Per te questo desiderio è
senza speranza.
Oh,
sento il mio Cuore ridursi in pezzi.
"Lo
so. Io appartengo ad Aizen-sama ora."
I
tuoi
occhi indugiano nei miei, indagatori. Non era questo, quello che volevi
sentire?
"E'
esatto, femmina."
Questa
oscurità mi tiene stretta a sé, soffocando ogni
altro suono.
Cage
…Sei
forte.
"E’
ora. Devo andare."
Cosa
farai?
Se
rimani qui prigioniera, puoi salvare i tuoi amici
ma
finché starai qui, non farai che metterli in pericolo.
Cosa
sceglierai?
Ora
non sei che una bambola, esattamente come me:
senza
una Volontà, senza un Cuore.
"Dove
stai-- Aspetta!"
Guardo
i tuoi occhi spalancati dal terrore: non ti fidi di me, almeno un po'?
Non che
faccia la differenza, ma—
"I
tuoi amici, immagino. Ti ho già detto che questo non deve
più avere alcun
significato per te."
"Io
sono venuta qui per proteggerli!" Non per ucciderli.
Non
toccarli,
o questa oscurità diverrà totale.
"Dal
momento in cui hanno messo piede qui, non posso più
garantire per la loro
vita."
Io
non
riesco a capirti.
"Amici"
in concreto non equivale a "collaboratori"?
Tutti,
qui a Las Noches, collaborano per un unico scopo, esattamente come voi.
Ma
allora perchè sento di non riuscire a comprenderti?
Come
se tu mi guardassi da un luogo per me irraggiungibile.
Il
tuo
Cuore, la tua Anima- Dove li nascondi?
Mi
sento
come se volessi divorarli. La mia natura di Hollow li desidera senza
tregua.
Guardo
il tuo volto: ancora, è come se tu stessi per piangere.
Credi
che sopravvivranno ma non credi in loro— per quanto ancora
potrai sopportare
questa contraddizione?
"Non
sottovalutarli."
Lo
dico andandomene, in un sussurro.
Forse
è proprio questa la ragione per cui cerco di non starti
troppo vicino: la tua
presenza mi influenza, mi cambia. E questa debolezza è
qualcosa di cui mi
rifiuto di ammettere anche la piena esistenza. Non c'è modo
che un Hollow possa
tornare ad essere un Uomo, dunque non guardarmi come se potessi
diventarlo; è
inutile, non vedi? Un Vasto Lorde- Io sono fiero di esserlo, ma ai tuoi
occhi
sono un mostro. Un uomo che non
è un
Uomo.
Invece
quel Kurosaki Ichigo... E' in lui che riponi tutte le tue speranze,
vero?
Bene.
Allora questa è la ragione per cui devo combattere contro di
lui.
Forse
così potrò capire perchè ai tuoi occhi
è meglio essere spazzatura, che un
mostro; la ragione per cui quando mi guardi, sembri dimenticare che il
tuo
compito è scappare da questa gabbia dorata che ti ho
costruito attorno.
"Rimani
qui."
Aside:
Ho
scritto questa storia più di un anno fa, prima di venire a
conoscenza del destino di questo personaggio, che rimane per me uno dei
migliori che Tite Kubo abbia mai creato. L’UlquiHime
è una coppia che apprezzo
molto; mi piacciono i loro momenti di tensione, i loro silenzi, i loro
taciti
intendimenti. Prima non riuscivo davvero ad apprezzare Orihime come
personaggio, ne vedevo solo le debolezze che l’amore per
Ichigo non faceva che
sottolineare; ora so che lei possiede una forza che solo qualcuno come
Ulquiorra avrebbe potuto notare.
“Frammenti”
è una raccolta di storie autoconclusive
sull’Ulquihime.
Spero che “Cage” sia stata una buona lettura. I
commenti sono sempre benvenuti!
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Capitolo 2 *** Hogwarts AU - Victuuri [Yuri on Ice] ***
Victor Nikiforov, nel corso della sua carriera scolastica a Hogwarts, raccoglie onori e riconoscimenti in ogni campo: prefetto, caposcuola, battitore per Tassorosso ma presto capitano, si diploma ai M.A.G.O. con un Eccellente. Uno studente dal profilo straordinario, vincitore della Quidditch Cup per cinque volte di seguito.
Yuuri Katsuki, quattro anni più giovane, dai sotterranei della sala comune di Serpeverde adora ogni suo passo e venera ogni suo respiro. Tre anni nello stesso istituto, pensa Yuuri, undicenne, nel vederlo partecipare come Campione di Hogwarts al Torneo Tre Maghi. Tre anni. Fanne tesoro, pensa.
—
A quattordici anni Yuuri cresce con una fame di vita sproporzionata rispetto al suo piccolo corpo. Yuuri non è speciale, non ha talenti su cui contare o una famiglia facoltosa. Yuuri arde di desideri inespressi, di un'ostinazione silenziosa al limite del sacrificio.
Yuuri non ha un briciolo della scaltrezza di Salazar Serpeverde ma è disposto a lavorare duro pur di avvicinarsi all'eccellenza che ha visto riflessa negli occhi di Victor. Rispetto ai suoi coetanei, Yuuri risalta come un livido per la feroce modestia con cui giustifica ogni risultato che persegue; non esterna i propri successi e non si accoda al seguito di nessuno. Ma nonostante la solitudine, lo Yuuri che odia perdere preferisce isolarsi che rinunciare.
Lilia, severa direttrice della casa di Serpeverde, si limita a tenerlo d'occhio e a chiedergli il massimo. A volte, incrociando il suo sguardo, ha persino l'impressione che lo capisca. Yuuri, che non ha un sorriso in grado di fargli vincere le simpatie delle persone, nè il talento per superare le loro aspettative, risponde dando il massimo e anteponendo i risultati a se stesso.
Voglio vincere, pensa. Voglio rincontrarlo. Questo desiderio più di tutti definisce Yuuri, affilato come la lama con cui vince i suoi Duelli.
—
A ventitrè anni, Yuuri rincontra Victor.
Il suo sorriso è lo stesso di tanti anni prima, pensa Yuuri, che non può fare a meno di guardarlo incantato. Entrambi lavorano come Auror per il Ministero ora ma i lunghi periodi da passare sotto copertura durante le missioni impediscono a Victor di passare spesso per l'ufficio di Londra, dove Yuuri è stazionato per la maggior parte dell'anno.
«Vuoi che scattiamo una foto?», chiede Victor cortesemente.
No, Yuuri non vuole foto. Ciò che Yuuri ha sempre desiderato è, almeno una volta, sentirsi degno dell'attenzione di Victor, un suo pari. Ma Yuuri sapeva anche che non avrebbe potuto reggere il confronto per più di pochi istanti, perciò nell'incontrarlo, aveva pregato semplicemente di poter avere la sua attenzione almeno per quell'attimo.
L'attimo è finito e Yuuri, insoddisfatto, se ne va.
—
«…Perciò fammi da maestro!»
Yuuri, ubriaco, abbraccia Victor senza curarsi di apparire inappropriato; lo tiene stretto, per paura che possa scivolargli tra le dita. E Victor si sente stabile per la prima volta in anni, libero, come se il mondo fosse infinito ed alieno ma Yuuri Katsuki ne fosse il centro.
«Volentieri», risponde, sciogliendosi nell'abbraccio. «Per tutto il tempo che mi vorrai concedere al tuo fianco».
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Capitolo 3 *** Monopoly Night AU - Victuuri [Yuri on Ice] ***
«Non ho parole. Assolutamente inaccettabile».
Yuuri risponde all'espressione corrucciata sul volto di Victor con un sorriso pacato, non prima di aver sfilato con disinvoltura i soldi appoggiati sulla casella del Parcheggio.
«È la fortuna dei dadi».
«No, è che sono i dadi di Georgi, sanno che sono io. Mi riconoscono».
«Victor…»
«Anzi, sai tenere un segreto?», aggiunge con espressione cospiratoria, protendendosi in avanti con il corpo. Quando Yuuri lo guarda interdetto, Victor si avvicina ancora un po' facendo leva sulle gambe.
«Yuuri», sussurra e Yuuri ingoia saliva sentendo il respiro di Victor sull'orecchio, «Georgi è… Una strega».
«Al femminile?!» esclama, e un gemito rantolato gli scappa dalle labbra vedendo, o meglio, sentendo Victor allontanarsi.
«Yuuuuri, non sottovalutare Georgi!».
Yuuri pensa di ribattere che non è quello il punto ma Victor sceglie quel momento per tornare alla sua posizione dall'altra parte del tabellone e Yuuri si lascia distrarre dalle linee fluide ed eleganti del suo corpo. È solo per caso che nota con la coda nell'occhio un movimento alla periferia della sua visuale.
«Ah! Avevi solo una casa sul Parco della vittoria prima!»
Ridendo, Victor si alza di scatto e scappa verso la camera, con Yuuri alle calcagna.
«Victor!»
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Capitolo 4 *** Pacific Rim AU - Victuuri [Yuri on Ice] ***
«Ponte neurale stabilito in 3…2…1…»
La mente di Yuuri viene inondata da immagini risalienti a pochi giorni prima. Yuuri che legge, cucina e sorride nell'appartamento che già da un anno occupa con Victor. Nell'angusta cabina di pilotaggio dello Jaeger, si volta a guardare Victor con un sorriso.
«Dovremo prenderci delle settimane per noi un po' più spesso».
«Vuoi farmi credere che sei già stanco dei Kaiju?», commenta Victor con un sorrisetto.
«No. No, mai».
Non quando Victor è il suo partner alla guida dello Jaeger.
«E pensare che volevi ritirarti».
«Ricorderai male. Mai successo».
«Yuuri!».
Yuuri, ridendo, ricorda quando Victor si era presentato anni prima al fronte giapponese della lotta ai Kaiju per chiedere a Yuuri di formare una coppia. I pensieri si trasformano in immagini e ballano davanti ai suoi occhi.
Il primo istinto era stato quello di scappare a nascondersi. Come poteva il migliore pilota al mondo abbandonare il suo compagno, per chiedere a Yuuri, giovane, inesperto e incapace di trovare un legame stabile con chiunque di diventare il suo partner? Sarebbe stato più semplice credere che Victor si fosse alleato con i Kaiju per sabotare la salvezza della Terra.
«Hmm, una bella alleanza con i Kaiju, perchè non ci ho pensato? Magari oggi sarei su qualche pianeta tipo Hawaii a fare la bella vita», dice, strizzando l'occhio a Yuuri.
«E rinunciare al brivido di vivere una vita sul filo del rasoio? Non ci credo, Nikiforov».
«Ma magari», aggiunge Victor, esitante, con voce bassa e leggermente roca, «magari è solo perchè ho incontrato te, che mi è venuta voglia di continuare».
«…Questo non me l'avevi mai detto».
«È sempre stato qui» e Yuuri vede Victor indicarsi con una mano la testa e poi il petto, «non ti ho mai nascosto niente».
«Eri venuto in Giappone per ritirarti?»
«Per nascondermi».
Per Yuuri è troppo, interrompe la sessione d'allenamento e scivola via dai vincoli intorno ai polsi e alle gambe. Chiude la distanza con Victor e lo abbraccia.
«Yuuri, non piangere».
«Se non piangi tu, devo farlo io. Ricorda i patti. Un'unico legame, un'unica entità». Victor sorride.
«Ti amo, Yuuri».
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Capitolo 5 *** Which asshole hasn't returned the book I want yet AU - Klance [Voltron] ***
«…vorrei proprio vedere chi è lo stronzo che non ha ancora restituito il libro che cerco».
Keith, con una mano stretta intorno alla maniglia d'ingresso, la porta spalancata a metà e con un piede ancora fuori dalla biblioteca, si ferma e guarda con aria apprensiva il libro che stringe tra le mani.
Voltron di Allura Castle, dice il titolo. In ritardo di due settimane.
Con il cuore in gola, considera per un istante l'idea di tornare in un secondo momento, giusto il tempo di liberarsi dello scocciatore che sta sistemando alcuni libri sul carrello. Non essere sciocco, si ripete, che ti sia di monito per la prossima volta.
Con un respiro profondo, chiude la porta dietro di sè e si avvicina al banco. Il bibliotecario è un ragazzo di costituzione robusta, che vedendolo arrivare interrompe la catalogazione di alcuni volumi e lo saluta con un sorriso.
«Vorrei restituire questo libro», borbotta velocemente e appoggia il volume sul banco. Fai in fretta, prega.
«È un dollaro».
Keith allunga la banconota sul banco e si volta.
«Ah! Ehi, stronzo!»
Keith si gira a guardare basito lo scocciatore. Ovviamente tra tutti i volumi in prestito doveva riferirsi al suo. La sua solita fortuna.
«Due settimane! Che hai fatto, l'hai usato come sostegno per il letto? Sai quanto ho aspettato per leggerlo?».
«…Due settimane?». Sostegno per il letto. Keith non riesce a credere alle sue orecchie. No, sono nel mezzo di un trasferimento e l'ho perso tra gli scatoloni, vorrebbe dire. Tace perchè sono affari suoi.
«Un mese e mezzo! Quando sono stato io a richiederne l'acquisto!».
«Non è un problema mio».
Seccato, si volta e se ne va. L'ultima cosa che sente prima che la porta si chiuda alle sue spalle, è:
«Hunk! Immagina se il mio nuovo coinquilino fosse stronzo come lui!»
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Capitolo 6 *** Pirates AU - Shallura [Voltron] ***
Allura, unica principessa della famiglia reale di Altea, era stata cresciuta fin da piccola tra mille restrizioni, perchè un giorno ereditasse quelle terre dal suo amato padre, Re Alfor.
Quindici anni dopo invece, in compagnia del suo fedele Coran, fuggiva da Altea sulla prima nave disposta ad imbarcarla.
Libertà!, aveva urlato, vedendo la costa svanire all'orizzonte.
L'unica via era la pirateria. L'unica vita, quella del pirata.
—
«La mappa è autentica. Se esiste, dovrebbe essere qui intorno, grado più, grado meno».
«Esiste, Coran, ne sono sicura. C'è un fondo di verità a questa leggenda. E questa è la volta giusta».
A distanza di dieci anni, Allura era al massimo del suo splendore. Whitehair, la chiamavano a terra. Whitehair, sussurravano per mare. La sua sfera d'influenza copriva tutte le rotte che contavano. Sconfitte le Marine di tutto il mondo, Allura si era dedicata ai suoi progetti: scoprire i segreti del mare, creare cartine dei fondali marini di tutto il mondo e dare la caccia alle sirene.
Le sirene. Allura poteva ancora sentire sulla pelle il sogno ad occhi aperti che l'aveva accarezzata quel giorno di dieci anni fa, quando era scappata da Altea. Qualcuno la chiamava, cantando il suo nome. E Allura aveva desiderato rispondervi più di ogni altra cosa al mondo.
«Coran, stasera dormo a terra. Non seguirmi».
—
Seduta su una spiaggetta dell'isola con un sacco a pelo, Allura ha solo bisogno di un po' di spazio e di silenzio. Annoiata, immagina la sirena descritta da quei pochi marinai che le erano sopravvissuti: meravigliosa, irresistibile, pericolosa. La pirata che è in Allura ne è irrimediabilmente attratta.
Le sembra quasi di sentirla. Incerta che non si tratti solo di un'impressione, si alza in piedi e muove qualche passo verso quella che le sembra la fonte del suono. Non può essere. O si? Un fruscio la allerta di una presenza a distanza e allora, abbandonando il sacco a pelo, si muove verso la vegetazione, il rumore sempre più vicino. Con il cuore in gola, corre facendosi spazio tra i cespugli e il sottobosco.
Giunta ad una nuova spiaggetta isolata dalle altre dal verde lussureggiante dell'isola, ecco che scorge qualcosa in lontananza: una sagoma maestosa, che esponendo il collo canta sempre più forte.
La voce è mascolina, baritona. Allura non distingue parole nel canto, che copre note impossibili per le corde vocali umane. La sirena è… un tritone. Devo resistere, pensa. Ma la voce è bellissima, sublime e Allura non ha la forza di opporsi. Si avvicina alla creatura senza nemmeno accorgersene.
Il tritone guardandola sorride, i tratti del volto illuminati da una luce gentile. Ricorda ad Allura di Alfor. E se Allura ha pianto abbandonando casa è solo perchè amava suo padre. Sono ancora la tua piccola?, vorrebbe chiedergli un giorno.
Una lacrima le riga il volto. A poche spanne di distanza dal tritone, Allura gli porta una mano al viso.
«Ti ho cercato tanto. Il mare mi ha regalato tante avventure, ma non potevo fermarmi prima di trovare te».
Il tritone sorridendo tace. Metà pesce, metà uomo, come raccontano le leggende, appoggia la propria mano sopra quella di Allura, intrecciando le dita alle sue.
«Hai le corde vocali?»
Il tritone annuisce e si porta la mano di Allura alle labbra, in un lungo bacio.
«È vero che ti nutri di carne umana?»
Questa volta scuote la testa in dissenso e sorride divertito contro il palmo della sua mano. Ha anche un senso dell'umorismo, nota Allura. Oltre che un corpo perfetto e una faccia attraente. Sentendosi arrossire, si concentra sul calore che irradia dal contatto fisico tra le due mani.
Il tritone si schiarisce la voce.
«Shiro. Mi chiamo Shiro». E poi schiarendosi di nuovo la voce, «Scusami, non parlo con qualcun'altro da moltissimo tempo», aggiunge.
La voce è triste, bassa, suadente. È la voce di chi ha perso qualcuno di importante. Allura sente fiorire un sorriso sulle labbra.
«Shiro, vuoi venire con me?».
Shiro la guarda con una tensione quasi ansiosa, negli occhi il calore di una casa.
«Noi abitanti del mare abbiamo… un destino. Anch'io ti ho aspettata tanto. Ti parrà strano, ma tu sei la persona che darà senso alle mie azioni fino alla fine dei miei giorni».
«Proteggimi ed io proteggerò te», mormora. «Va bene?»
Il sorriso di Shiro è accecante.
Aside
Ho scritto questa AU prima che si scoprisse della sessualità di Shiro. Ma la coppia mi piace e quindi ho deciso di caricarla ugualmente ♥
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Capitolo 7 *** Sangue Freddo - IwaOi [Haikyuu!!] ***
«Iwachan! Ma dove sei finito? Iwachan!»
Shittykawa.
Hajime fa un respiro profondo, due, chiude gli occhi e si perde per qualche istante nel silenzio. Quando li riapre, ha riacquistato un nuovo controllo sulla massa di emozioni che spesso la rabbia gli impedisce di tenere a distanza di braccio. Ritrovato il proprio centro, apre la porta dell'aula ed esce sul corridoio, trovandosi naso a naso con l'amico.
«Eccoti!» esclama, con una variazione del sorriso a trentadue denti che Oikawa riserva a quelle occasioni in cui non vuole far capire di essere irritato o nervoso.
Ad Hajime ricorda di un periodo alle medie, in cui ogni volta che Oikawa riceveva una confessione da una nuova ragazza dietro la scuola, usava poi vestire quel sorriso per giorni. Col passare delle settimane era diventata routine e non era parso strano che Oikawa avesse iniziato ad accettare qualcuna di quelle proposte.
«Allora, andiamo?».
«Prendo le mie cose».
Senza aggiungere altro, rientra, prende la borsa dalla sedia ed si incammina verso casa con Oikawa al suo fianco.
«Oggi niente allenamenti per la prima volta in mesi, eh?»
«L'ultima volta mi hai mollato in asso, Shittykawa»
Oikawa sobbalza e Hajime sorride.
«Farai meglio a offrirmi qualcosa oggi».
Qualcosa negli occhi di Oikawa si scioglie e Hajime adora il modo in cui sorride quando non porta sulle spalle il peso del mondo.
Gli fa venire voglia di stargli accanto un po' più a lungo.
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