Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Vi
ricordate quando da bambini vi raccontavano che tutto avesse un
equilibrio? Di fare i bravi perché altrimenti sarebbe
arrivato il lupo cattivo per mangiarvi? Quando
si cresce ci si ritrova catapultati in un mondo dove non si crede
più alle fiabe e il lupo cattivo sono gli esseri umani, per
cui tu, Cappuccetto Rosso, devi usare artigli affilati e forza di
volontà per non permettergli di divorarti. In
un mondo popolato solo da normalità e da crudeltà
umana, dove la fantasia ormai è concessa solo ai bambini,
tre amiche, tre luci pure saranno coloro che eviteranno al mondo di
conoscere cosa sia la vera oscurità, utilizzando la
più grande delle magie: amore e speranza.
Questa opera letteraria è coperta da diritto d'autore e, in
rif. alla Legge 22 aprile 1941, n.633, depositata regolarmente presso
ufficio SIAE (Società Italiana Autori ed Editori).
Ogni tentativo di plagio, in questo e in altri luoghi, è
punibile a norma di legge e pertanto verrà segnalato alle
autorità competenti.
Salve
a tutti, come state? Da
quando sono diventata una scrittrice vera e propria, questa
è la prima volta che torno a scrivere qualcosa di originale
solo ed esclusivamente per pubblicarlo qui su Wattpad (almeno per ora). Io
sono sempre più incasinata con la pubblicità per
At World's End: Wanted Pirates (che vi ricordo trovate in tutte le
librerie e gli store online) e la revisione del nuovo romanzo che
dovrò consegnare a Settembre/Ottobre alla casa editrice. E
intanto mi complico la vita anche pubblicando questa storia? Si, ormai
sapete come sono fatta ahah. Nel
cuore di Arcadia nasce dalla mente della sottoscritta e di due mie care
amiche, Chiara e Teresa, quindi gli avvenimenti sono idee di tutte e
tre. Prendetela come una storia leggera, qualcosa di carino per perdere
il tempo perché è semplicemente questo. Chiamiamolo
un esperimento di tre menti insieme ed un unica mano per la stesura
letteraria. A
breve posterò il primo capitolo revisionato, quindi restate
connessi! Vi
mando un bacio e aspetto tanti pareri belli o brutti,
purché, ricordate, siano sempre educati.
Non
era male quel posto, o almeno per chi ci aveva vissuto praticamente
tutta la vita, era un'isola confortante e con molto turismo, un bel
luogo in cui vivere, insomma, a meno che non si avessero grandissime
ambizioni. I
suoi passi si mossero velocemente sull'asfalto, dopo aver finito il
turno lavorativo in biblioteca, per raggiungere il Café
Leclamp, dove una delle sue migliori amiche stava quasi per concludere
la propria giornata lavorativa. Sarebbero
dovute passare a prendere al lavoro la terza del loro trio, per godersi
insieme quella serata che avevano organizzato da un po' ma che a causa
dei vari impegni di tutte e tre, era stata rimandata già
abbastanza.
Le
venne da sorridere, nonostante quella notizia non molto confortante,
quando la voce della terza amica in questione, risuonò nella
trasmissione radio quando varcò la soglia del locale. Sarah
sorrise a Jude che era intenta a pulire le ultime stoviglie prima di
finire il turno, ed alzò una mano per salutarla senza
volerla disturbare, indicandole che l'avrebbe attesa seduta ad un
tavolino. L'amica
le sorrise a sua volta, afferrando velocemente quel bicchiere che stava
asciugando ma che a causa della sua solita sbadataggine stava per
finire in frantumi sul pavimento. Sarah cercò di non ridere:
lei, Jude e Hertz si erano conosciute per caso durante una fiera ed era
bastata una sola chiacchierata a farle divenire ormai amiche per la
pelle da cinque anni: diverse nell'aspetto e nel carattere, erano l'una
ciò che completava le altre. Sarah
cacciò dalla sua borsetta un block notes dove aveva ormai
abitudine da un annetto, di annotare ogni cosa le venisse in mente per
quel famoso romanzo che voleva pubblicare in self non appena si fosse
sentita pronta e soddisfatta del suo lavoro, eppure anche se era
riuscita da qualche mese ad entrare come bibliotecaria nella biblioteca
di città, non riusciva più ad avere una grande
ispirazione. Sospirò,
portando dietro l'orecchio una ciocca dei corti capelli bruni, mentre
gli occhi marroni si muovevano veloci su quel testo ormai ancora ad un
bel punto morto. «Ehi,
Sara, scusa se ti ho fatto aspettare.» Jude le si
avvicinò, chinandosi a darle un bacio per salutarla, Sarah,
invece, in tutta risposta si alzò per stringerla in un
abbraccio caloroso «Jude! Mi sei mancata!» non che
non si vedessero da così tanti giorni, ma anche quello era
il loro rapporto: forse poteva sembrare esagerato, troppo appiccicoso,
ma si sapeva che spesso le persone erano così tristi da
vedere anomalo il più profondo e sincero degli affetti. «Aspetta,
metto le cose in borsa e andiamo» posato il tutto, mise la
borsa in spalla e si mise a braccetto dell'amica per avviarsi fuori dal
locale. «Hai
avuto molto da fare, oggi?» Sarah guardò di sbieco
Jude, prima di dare attenzione alla strada che stavano percorrendo. Non
era sera tardi eppure forse a causa del tempo pericoloso, non c'era
molta vita per le strade. La scelta quella giornata di camminare a
piedi e non prendere l'auto di qualcuna di loro, era stato per la
vicinanza tra lavoro, casa e luogo d'uscita. Jude
lasciò il braccio di Sarah per legare in un codino i lunghi
capelli mori. L'amica adorava il colorito in contrasto fra i capelli e
gli occhi scuri, e la pelle chiara dell'altra, le ricordava un po' la
bellezza eterea di Biancaneve. Sulla
capigliatura di entrambe spiccavano dei cerchietti dalla rifinitura
elegante, con delle rose in azzurro per Jude, in rosa per Sarah e in
rosso lo aveva anche Hertz. Forse potevano risultare infantili, in
fondo avevano quasi trent'anni, ma era un regalo che si erano fatte
insieme, giusto per avere un simbolo che le unisse anche se lontane,
anziché usare anelli, collane, bracciali o classici
orecchini divisi tra amici. Si poteva dire che ormai li usassero quasi
come un amuleto, dato il grande valore affettivo che vi era impresso. «Marco
oggi aveva il giorno libero, quindi fare doppio turno per dare qualche
dritta al nuovo assunto per coprire appunto i nostri turni durante il
free day, è sempre dura. Ma non sarà per
molto» Marco era il collega di lavoro perfetto, uno di quelli
difficili da trovare: divertente, solare, e sempre pronto a darti una
mano. Jude lo adorava «Peccato che abbia avuto l'ennesima
delusione da un ragazzo conosciuto su un sito d'incontri.» «Own.
Diciamo che è sfigato quanto noi. E tu, invece?»
Sarah non poté fare a meno di punzecchiarla con una
risatina, anche se quell'argomento in realtà non le piaceva
molto, ma non poteva farla preoccupare «Con signor
"Sfogliatella"?» Mr. Sfogliatella era un ricco uomo italiano
che da quando si era trasferito sull'isola per affari, aveva messo gli
occhi addosso a Jude, tanto da non riuscire a non farle continue avance
e inviti sui social e sul lavoro. L'avevano soprannominato in quel modo
perché come primo approccio aveva tentato di invitarla a
prendere un dolce tipico napoletano in una pasticceria apposita. Sarah
e Hertz lo trovavano troppo invadente e avevano pensato spesso che se
avesse insistito più del normale, avrebbero fatto ricorso a
maniere diverse. «Per
fortuna oggi non si è presentato, ma l'altro giorno ho messo
una foto nostra su Facebook e mi ha mandato un messaggio su Messenger
per farmi i complimenti. L'ho trovato nelle richieste di
messaggi» sospirò, Jude, alzando le spalle. «Mh,
beh, se dovesse diventare troppo invadente, parlane, mi
raccomando.» Sarah aveva abbastanza paura di persone del
genere e andava nel panico per un nonnulla, in fondo se ne sentivano
tante, alla tv, quindi pensava che fosse sempre meglio non abbassare la
guardia con nessuno. Insomma,
essere previdenti non faceva mai male. «Non
preoccuparti, in caso insista e inizi a darmi seriamente fastidio, lo
farò presente a voi per prime. Sai che non sono un tipo che
si tiene le cose che la preoccupano, per sé» la
mora non poté fare a meno di sorridere intenerita dalla
solita dolcezza di Sarah che come una mammina, nonostante fossero
coetanee, si preoccupava sempre per tutti, amici o sconosciuti che
fossero. Forse era troppo buona, troppo ingenua e troppo pura per quel
mondo, tanto che lei e Hertz la consideravano una principessa delle
fiabe. L'abbracciò, avvicinandola al suo fianco
«Ti voglio bene» sperava solo che quella sua
purezza un giorno non venisse inghiottita dall'oscurità,
facendo del male al suo bellissimo spirito.
«Si,
ci vediamo domani. Buona serata.» Hertz uscì
dall'edificio radio, decidendo di aspettare le sue amiche all'ingresso,
per non tardare ancora. Controllò i messaggi WhatsApp per
vedere se vi fossero novità ma se Sarah non le aveva scritto
nulla, voleva dire che erano vicine. Sistemò il cerchietto
sui capelli ramati per portare le lunghe ciocche dietro le orecchie,
dove invece i capelli erano cortissimi: un taglio folle, quasi come
lei. Gli occhi neri si alzarono al cielo mentre le braccia li seguivano
per lasciar andare un mugolio di stanchezza. «Hertz!»
la voce squillante e allegra di Sarah la fece uscire dai suoi pensieri,
spingendola a muovere i primi passi verso le sue amiche, prima di
abbracciarle. «Vi
prego, anche se vicine, alla prossima prendo ugualmente la macchina:
sono esausta» si lamentò con un sorriso, quando
iniziarono il loro percorso verso la pizzeria/pub dove avrebbero cenato
e perso tempo per un po'. «Oggi
non era comunque il caso» rispose Jude, rivolgendosi a lei in
modo ingenuo: a volte era così distratta e sbadata che le
due amiche si chiedevano se ci facesse o ci fosse, ma era
così adorabile proprio per quello «Hai sentito del
tifone? È già pericoloso che ci siamo noi, per
strada.» «Davvero?
Quale tifone?» Hertz, sarcastica come al solito, non
poté fare a meno di afferrare la palla al balzo per
prenderla in giro: insomma, aveva dato lei la notizia alla radio, Jude
avrebbe dovuto saperlo. Si trattenne dal ridere «È
pericoloso?» Sarah
scosse il capo, accanto a lei, e ridendo le diede un colpo sul braccio
«E smettila, scema.» «Dicono-
ehi!» solo in quel momento Jude ricordò del fatto
che fosse stata appunto Hertz a parlarne in trasmissione, e le diede un
pizzico sulla guancia «Prendimi pure per scema, vedrai che mi
vendicherò, nanerottola.» «Ma
zitta, gigante, che so che mi ami» la speaker rise a sua
volta, abbracciando la mora. Anche in altezza erano diverse, difatti
Jude era molto più alta delle altre due mentre Hertz era la
più bassina. «Comunque,
la notizia del tifone ha qualche sorpresa che come al solito viene
nascosta alla popolazione oppure si sa davvero così
poco?» Sarah prese a braccetto entrambe, spostandosi nel
mezzo, dando però l'attenzione a Heatz. «Ci
è stato detto solo ciò che ho annunciato in
radio, ma credo che potremo stare tranquille, stasera»
rispose, quest'ultima, non sapendone davvero più di quanto
non avesse già detto.
Il
tragitto verso il locale non durò molto e quando le tre
amiche varcarono la soglia, quello che doveva essere un luogo chiassoso
e ben frequentato, specialmente nel week-end, si rivelò
quasi vuoto e con poche persone, probabilmente proprio per quella
notizia meteorologica. La
musica in sottofondo era un blues quindi un degno rilassamento dopo una
giornata di stressante lavoro. Si accomodarono poco lontane dalla band
che suonava e ci misero un po', prima di decidere di ordinare alla fine
la stessa pizza, come ormai capitava spesso. Insomma, non si poteva
dire che non fossero davvero in sintonia. «Ho
fame.» Sarah si lamentò, portando una mano allo
stomaco brontolante «Speriamo non ci mettano molto. Hertz,
come vanno le cose in radio?» L'amica
ingoiò un sorso di birra, prima di risponderle
«Beh, diciamo che sto portando una vera rivoluzione, con la
mia trasmissione» il gioco di parole, tipico delle freddure
della ragazza, era dovuto al nome per l'appunto di "Revolution Radio"
«Penso che se continuiamo così, ci ascolteranno
sempre più persone, non solo gli abitanti
dell'isola» il suo sogno era quello di sfondare e di essere
sempre più conosciuta, portando la radio ad una crescita
sempre maggiore e magari, chissà, anche lei un giorno
sarebbe finita in uno spot pubblicitario «E tu, piuttosto? Ti
sei sbloccata col romanzo?» Sarah
scosse il capo, prima di cacciare dalla sua borsa quel block notes che
aveva usato per poco nel Café Leclamp «Ho tanti
appunti, tante idee basilari, ma non so davvero come metter su il
tutto. I primi capitoli sono stati semplicissimi, poi è
successo un fattore importante che mi ha bloccato e non so come andare
avanti senza essere banale, ripetitiva o già vista. Ormai
devi solo pregare per non essere paragonata a nulla.» «Io
credo che oggi come oggi sia quasi impossibile fare qualcosa di mai
visto, in fondo quasi tutte le idee sono uscite fuori nei secoli, e la
mente umana si muove in base a ciò che vede, quindi credo
venga naturale prendere spunto da altre cose, anche senza volerlo: tu
puoi anche non ricordare di sapere quella cosa perché vista
altrove, forse da bambina, ma la mente ha un magazzino apposito che
apre quando serve. Sono pochi i fortunati che hanno colto una
novità e l'hanno messa su per primi. Vai a vedere che anche
loro hanno usato ciò che hanno visto ma nessuno lo
saprà mai perché boh, forse è capitato
in un luogo sperduto.» Jude rigirò fra le mani il
suo bicchiere, mentre l'amica dai capelli corti riposava il block
«Anche l'idea di modernizzare il Leclamp in stile Steampunk,
nonostante sia stata mia quando il titolare ha deciso di ristrutturare
per dare un tocco di nuovo, non è una vera
novità. Forse lo è qui sull'isola, ma altrove ve
ne sono tantissimi di locali su questo tema. All'inizio io ero tutta
gasata di aver portato qualcosa di diverso e mai visto, qui, poi un po'
mi è morto l'entusiasmo quando ho compreso che tanto
brillante come idea non fosse, dato che non era una cosa sconosciuta
ovunque.» Jude parlava poco, ma quando lo faceva diceva cose
sagge e attente, era per questo motivo che confidare a lei i propri
dubbi e problemi era un qualcosa di positivo, perché si era
sempre certi che lei ti avrebbe messo davanti un piattino pieno di
tanti punti di vista ma detti da un'unica voce. «Beh,
ma non tutti i locali possono dire di avere delle bellissime
rappresentazioni artistiche sulle pareti, firmate Jude» Sarah
ammiccò, stringendole una mano e Hertz strinse una di
entrambe, parlando a sua volta «Vedrai che un giorno, durante
i tuoi debutti di artista di strada, troverai qualcuno che ti
farà sfondare» Jude desiderava lavorare nel campo
artistico ma non riuscendoci aveva finito per lavorare in quel
Café. Non demoralizzata, però, vendeva e mostrava
il suo lavoro come artista di strada ogni week-end nelle ore in cui non
lavorava. «Voi
siete troppo buona con me» un lieve rossore le
coprì le gote pallide.
«Sono
piena come un pallone» Sarah sospirò compiaciuta,
massaggiandosi lo stomaco. Alla fine lei era così: sembrava
avere una fame micidiale, mangiava e poi lasciava il cibo
perché tremendamente sazia con poco. Peccato che il suo
fisico robusto lasciasse intendere diversamente. «Io
un gelato me lo prenderei ma ho sonno» Hertz si
fermò all'angolo della strada che portava al suo
appartamento, alzando poi le braccia in direzione delle amiche per
stringerle forte «Ci becchiamo domani? Un salto veloce al
Leclamp quando finisco di lavorare?» «Si»
l'amica dai corti capelli annui, prima di ricambiare con Jude il suo
abbraccio. Quando
Hertz fu abbastanza lontana e loro avevano già fatto qualche
altro passo, anche Jude lasciò sola Sarah per dirigersi
nella casa che ancora condivideva con i suoi genitori, a differenza
delle due amiche che invece vivevano da sole. Avevano pensato spesso di
condividere un appartamento in tre, ma per ora non lo avevano messo
ancora in atto. "Spero
proprio che domani sia di nuovo una splendida giornata." Come
a voler andare contro al pensiero di Sarah, accadde qualcosa che
nessuno si sarebbe aspettato: la terra iniziò a tremare e un
boato spinse le tre amiche, ognuna ormai vicina alla propria
abitazione, a stringersi al primo appoggio vicino: un terremoto o un
maremoto? Avevano
insegnato spesso che in momenti del genere il panico era il peggior
nemico possibile, ma nel momento in cui un fascio di luce
abbagliò loro la vista e dinanzi ai loro visi prese la forma
di una strana entità, fu impossibile ricordare quella regola. «Ti
stavo cercando.»
*✿。:.
*.:。✿*
Ed
eccoci qua al primo capitolo revisionato dalcellulare!
In più è anche la prima volta che posto da
Android. Che
dire di questa storiella? È un po' sciocca, almeno per ora,
ma si sa che io le cose che dico di aver iniziato come una c****a alla
fine mi diventano così angst che voi mi bestemmiate dietro. Ok!
Detto ciò, per ora quale delle tre pulzelle vi è
più simpatica? Ah si, ho scritto quasi trent'anni ma hanno
dai venticinque ai ventisette, eh ahah. Se
ci sono errori di battitura,sorri
mima
dal cellulare già è tanto (?) Mr.
Sfogliatella è qualcosa che mi fa ridere ogni volta che
scrivo. Grazie Chiara per averlo inventato ahah. Passate
buone vacanze e non sperate in aggiornamenti veloci. Sono cattiva ma vi
amo. Bye.
«Ti
stavo cercando.» Jude
urlò, risvegliandosi nel suo letto prima del suono della
sveglia, pronta a ricordarle che quel giorno avesse il turno
mattiniero, al Café. Sua madre e suo padre a quell'ora erano
sicuramente già usciti per andare a lavoro. La
figura di quello strano essere era ancora viva nella sua mente,
nonostante adesso potesse dire di essere del tutto sveglia:
dall'aspetto esile e quasi etereo, poteva essere alta più o
meno quanto un suo braccio compreso di avambraccio, con i capelli che
le ricadevano oltre i piedi, mentre fluttuava nell'aria. Era bella,
quasi paragonabile ad un folletto o ad una banshee, eppure le aveva
fatto immensamente paura. Possibile
che fosse stato solo un sogno? Ricordava di aver salutato Sarah e
Hertz, quella notte, e poi quello che sembrava un terremoto l'aveva
presa alla sprovvista prima che apparisse quell'essere. Ma se i suoi
ricordi erano giusti: come si trovava nel suo letto? E per di
più in pigiama? Probabilmente
la paura l'aveva condotta a casa senza che se ne accorgesse? Accese
la tv in camera sua per ascoltare le ultime notizie ma a parte
l'allerta tifone, non vi era nulla che parlasse di un terremoto e la
stessa cosa accadde cercando su Google. "Ma
com'è possibile..."
«Ehi,
Sarah, sono arrivati dei nuovi romanzi, dovresti sistemarli mentre io
carico il DTT» la sua collega di lavoro era una tipa
abbastanza arrogante ma nonostante tutto, Sarah pensava che lavorare in
biblioteca fosse molto più bello del negativo che portava
quella persona. «Vado
subito» raccolse il carrello dove erano depositati in pedana
i romanzi in questione e lo trascinò per i corridoi, andando
per scaffalatura: fortunatamente a quell'ora le persone non entravano
molto, quindi potevano fare tutto senza disturbare o essere disturbati. Quello
che era successo la notte prima era ancora al limite del normale e non
sapeva spiegarselo bene: aveva avuto un allucinazione o c'era davvero
stato quel terremoto che l'aveva spinta a trovarsi davanti quella
strana creatura che aveva detto di star cercando proprio la sua
persona? Eppure era astemia, quindi non beveva, ma come spiegava il
fatto che poi fosse svenuta e si fosse ritrovata nel suo letto? Nulla
poteva spiegarlo, anche perché viveva da sola, quindi
nessuno avrebbe potuto trovarla e portarla dentro. Lei
scriveva romanzi, lavorava fra i libri, ma aveva troppo la testa sulle
spalle e pensava troppo razionalmente per credere a qualche fenomeno
paranormale... eppure... "Forse
dovrei parlarne con Jude e Hertz... ma se non si parla da nessuna parte
di un terremoto, cosa dovrei pensare? Io sono sicura che ieri sera ci
siamo viste."
"Con quale cazzo di testa lo preparo un briefing?"Hertz
sbuffò, portando alle labbra una tazza di caffè
mentre smanettava col pc, al Café Leclamp. La sua
trasmissione era sempre nel pomeriggio, dalle diciannove alle ventuno,
quindi avendo tutto il giorno davanti, avrebbe potuto fare un bel
lavoro e approfittarne per vedere anche Jude, casomai dopo andare a
trovare anche Sarah in biblioteca, così da vedersi anche
prima del suo stacco da lavoro, ma la sua testa non era per niente al
suo posto, dopo la sera precedente. Lei era una speaker, una Dj
radiofonica, e quando si trattava di notizie paranormali era sempre
quella che nella sua trasmissione le smontava, quindi ora non riuscire
a capire com'era arrivata a casa sua dopo quel terremoto di cui nessuno
parlava, era un dilemma che la stava facendo uscire pazza. Aveva anche
chiamato il capo redattore ma le aveva riso in faccia, dicendole che
forse aveva bevuto troppo. La cosa l'aveva innervosita ma forse era
ciò che di più sensato poteva pensare. Jude
varcò la soglia del locale del tutto zuppa e Hertz
inarcò un sopracciglio, confusa «Stai bene? Che
fine ha fatto l'ombrello?» «Sono
zuppa, potrei mai stare bene?» non era da Jude essere
così rude nelle risposte quindi l'amica pensò che
probabilmente si fosse solo svegliata con la luna storta. Bene:
a quanto sembrava era una pessima giornata per due.
Jude
sbuffò, scendendo nello spogliatoio dipendenti per
abbandonare gli abiti bagnati ed asciugarsi, prima di mettere la divisa
e scusarsi per il ritardo che aveva portato gli altri dipendenti a
lavorare alla zona caffetteria, nell' attenderla. Solitamente era
puntuale ma quella mattina la testa altrove, l'ombrello dimenticato, e
la pioggia che sembrava scendere ancora di più quando si
innervosiva per la situazione, quasi a farle dispetto, l'avevano messa
nel completo malumore. "Se
Hertz è già andata via, le manderò un
messaggio di scuse su WhatsApp". Per
andare peggio quella giornata aveva solo bisogno di Mr. Sfogliatella,
quindi sperava di non ritrovarselo al bancone per nessuna ragione al
mondo, o era la volta buona che avrebbe risposto in malo modo.
«Sei
davvero sicuro di ciò che stai facendo?» il
ragazzo, molto più giovane di quello a cui si stava
rivolgendo, gli si avvicinò con espressione incerta, seppur
nel suo sguardo vi fosse la stessa determinazione dell'altro. Mettersi
contro il loro popolo era davvero la scelta giusta? Eppure lui non
aveva potuto fare a meno di seguirlo in quella follia, quando mesi
prima era stata proposta. L'altro
gli sorrise, giocherellando con il misterioso oggetto che stringeva fra
le mani «Mai stato più sicuro in vita
mia.»
L'appuntamento
con Hertz e Sarah era in serata al Leclamp, quindi dato che aveva
appena concluso il suo turno, sostituita da Marco, aveva ben sei ore
davanti per riposarsi. Tornare nel luogo dove lavoravi anche quando hai
finito il turno, per un caffè, per chiunque sarebbe stato un
incubo, ma Jude amava così tanto quel posto e chi vi
lavorava che lo vedeva come una seconda casa... tranne quel giorno, che
invece non riusciva a sopportare nulla. "E
per fortuna Sfogliatella non si è visto". La
mente era ancora ferma sul perché di quella stranezza della
sera prima e per quanto volesse parlarne con le sue amiche, al tempo
stesso pensava di essere stupida a pensare a qualcosa che non aveva poi
chissà quanta importanza, dandole una spiegazione umana. «Ci
vediamo!» uscì dal locale con l'ombrello
d'emergenza che avevano sempre nel deposito e sbuffò,
notando che la pioggia non aveva alcuna intenzione di abbandonare
l'isola, quel giorno. Se fosse andata avanti così avrebbe
sicuramente portato qualche danno, altro che tifone! L'auto
quella mattina serviva a suo padre quindi andare a lavorare a piedi era
stato scocciante, ora medesima noia per il ritorno. "Ma
perché non vuoi smettere?" Amava
la pioggia ma quando si sentiva di pessimo umore, non faceva altro che
peggiorare le cose. "Dico
io, ma non potevo svegliarmi meglio? Che lato del letto ho usato?" Ma
cosa strana era che più si innervosiva, più la
pioggia sembrava aumentare, tanto che all'ennesima scaricata d'acqua ne
seguì un tuono che la fece urlare, spingendola a rintanarsi
sotto il porticato di una casa sfitta, a pochi passi dalla propria. «Se
non ti calmi, non smetterà.» Una
voce soave, quasi come il canto di una bambina, riecheggiò
nelle sue orecchie, facendola sussultare. Jude iniziò a
guardarsi intorno ed inizialmente non trovò nulla,
finché, all'ennesimo sguardo, stavolta davanti ai suoi occhi
comparve quello strano essere che era convinta di aver sognato e non
aver davvero visto, la notte prima. Lo
spirito(?) le sorrise e Jude, in tutta risposta, urlò,
spingendosi quanto più lontano possibile dalla sua figura,
finendo per ritrovarsi schiena al muro «Oh, no, no, sto
iniziando ad avere le visioni... no, no, no, non sei reale, non sei
reale!» eppure per quanto continuasse ad aprire e chiudere
gli occhi, la realtà non cambiava «C-cosa sei,
tu?» «Oh,
finalmente, temevo che avessi intenzione di scappare e balbettare tutto
il tempo. Questo mi facilita le cose. Voi umani siete sempre
così poco credenti, eppure da bambini credete alle fiabe
senza batter ciglio» l'essere iniziò a
sproloquiare, fluttuando intorno alla sua figura, mentre Jude
continuava a tenersi lontana quanto possibile, e più si
sentiva spaventata, più la pioggia aumentava «Io
sono Keiros e vengo da un Regno chiamato Arcadia. L'equilibrio
dell'umanità è stato distrutto e per impedire che
fenomeni tremendi portino il vostro mondo ed il mio alla fine, cercavo
da tempo un'anima pura in grado di contenere l'essenza del guerriero
della grande Terra.» D'accordo,
adesso doveva davvero star sognando: un folletto che parlava della fine
del mondo? Doveva essere uno scherzo stupido o un reality, insomma,
qualcosa che spiegasse quella cavolata assurda. Lei era un artista, era
stravagante, certo, ma pensare che credesse a quelle cose, insomma,
aveva smesso di credere a Babbo Natale da piccola, figurarsi una cosa
simile «Scusami, Keiros, giusto? Folletto, Banshee, qualsiasi
cosa tu sia-» «Non
sono una Banshee e nemmeno un folletto: sono uno spirito di Arcadia.
Insomma, hai mai visto uno dei due? Sono molto diversi da me»
la interruppe la creatura, portando le braccia al petto come offesa per
quei paragoni poco consoni alla sua persona. Jude
inarcò un sopracciglio «Si-insomma, se
è uno scherzo l'ho già scoperto, quindi possono
uscire le telecamere.» «Scherzo?
Ti dico che il tuo mondo sta per finire e me lo chiami
scherzo?» Keiros si accigliò e si
avvicinò di più al volto di Jude che ancora una
volta urlò, tenendosi con le spalle al muro per paura di
toccarla «Sei la prescelta, Jude, che tu lo voglia o no,
Arcadia ha scelto te e questa pioggia è la prova esatta che
senza il mio aiuto, i poteri che ti ha donato finiranno per procurare
solo danni, velocizzando la fine per la tua isola. Al momento potresti
preoccuparti di questo?» Jude
si fermò un attimo a studiarla, logicamente ancora restia. E
se avesse avuto ragione, invece? In fondo non aveva trovato anche lei
anomala quella situazione, da quando si era svegliata? Ora ammetterlo o
meno era una sua decisione, si era al limite dell'assurdo ma c'era
anche da dire che era impossibile elaborare uno scherzo su tutta la
città. «Dimostramelo» disse, allora
«Dimostrami che dipende da me e deciderò di
ascoltarti.» Keiros
sorrise, allungando una mano verso di lei «Pensieri felici,
Jude: ti basterà chiudere gli occhi» la ragazza la
guardò sospettosa e lei rise «Se si
dimostrerà davvero uno scherzo hai il diritto di fare di me
ciò che vuoi.» Era
una magra consolazione ma cosa ci perdeva? «Mi
sembra di essere in un film di serie B su Peter Pan»
borbottò, prima di fare come le era stato detto. Nel momento
in cui chiuse gli occhi le bastò pensare alla gioia che
provava ogni volta che prendeva fra le mani i suoi strumenti artistici,
alla pace che sentiva nel cuore, per sentir scorrere nelle vene come
una scarica elettrica, qualcosa che le procurava una piacevole pelle
d'oca. Fu
quando sentì la luce del sole sfiorarle il viso che
riaprì di colpo gli occhi neri, restando totalmente basita
dal cielo limpido sopra di lei. Lo sguardo ricadde su Keiros che
intanto sorrideva ancora ma con una luce del tutto nuova negli occhi
«Bene, credo che ora tu sia disposta ad ascoltarmi.» Era
ancora titubante, questo era certo, ma non si poteva dire che al tempo
stesso, per quanto fosse strano, stavano accadendo cose insolite
«Si... credo di sì.» Jude era comunque
un artista e come ogni artista che si rispettava aveva una punta di
eccentricismo che le permetteva di dare una possibilità
anche all'impossibile, arrivata a quel punto «Quindi:
perché io sarei la prescelta? Che ho di così
speciale?» Keiros
rise, di una risata cristallina e quasi confortante, come il suono
dell'acqua che scorreva in un torrente in mezzo alla natura
«Arcadia ti ha scelto, non c'è una risposta o un
perché, semplicemente quando il suo equilibrio è
andato perduto, ti ha trovato e ti ha donato il potere per riportare
tutto come deve essere.» «Continuo
a non capire» Jude si guardò intorno per
assicurarsi che ancora nessuno fosse da quelle parti e la prendesse per
matta. Meglio non attirare l'attenzione più del necessario
«Quindi quali sono i miei poteri? E cosa dovrei fare
esattamente?» «La
tua essenza è collegata al corpo di Arcadia, il suo intero
essere, ciò che nutre il nostro mondo e anche il vostro:
l'acqua. Non puoi solo scatenare una pioggia incessante, Jude, puoi
plasmarla come vuoi, usarla per calmare gli imminenti danni che si
abbatteranno a Talas, così che non possano espandersi nel
mondo velocemente per distruggerlo. Questo luogo sin
dall'antichità è stato il Tempio Sacro che
collegava Arcadia al mondo degli uomini. Con il corso degli anni esso
si è evoluto e noi non abbiamo più fatto ritorno
fra voi perché ormai non si credeva più nella
nostra esistenza. Ma tu, Jude:» poggiò una mano
sul suo viso, carezzandolo dolcemente «Hai in te lo spirito
di una delle sacre sacerdotesse di Talas e devi usare tutto
ciò per trovare le gemme sacre.» «Delle
gemme? E dove dovrei cercarle?» troppe informazioni, troppe
cose assurde nel cervello che le facevano pensare ancora di
più a storielle da serie tv o anime. Keiros
intristì lo sguardo, scuotendo appena il capo
«Purtroppo non lo so. Uno dei principi del nostro regno
è impazzito e ha portato Arcadia nel caos. All'interno del
Regno, nel suo cuore, vi era una bilancia sacra dove l'equilibrio dei
nostri due mondi era racchiuso in tre sacre gemme: Corpo, Spirito e
Mente. Il loro peso equilibrato su di essa, permetteva al mondo magico
e a quello umano di vivere serenamente, ma bastava che anche solo una
di loro vacillasse e il mondo umano subiva danni tremendi: ci sono
stati molti pericoli nel corso dei secoli, molti procurati dagli
uomini, questo è vero, ma quelli causati dalla terra stessa
erano dovuti tutti alla bilancia sacra.» aspetta... questo
voleva dire che i disastri dovuti ai vulcani, ai terremoti... Jude
ancora stentava a crederci «Nel corso dei secoli molti hanno
tentato a distruggere tutto per avere il controllo ma siamo sempre
riusciti a risolvere le cose... ma stavolta nessuno si sarebbe
aspettato che un membro della casata reale perdesse i lumi della
ragione e facesse sparire tutte e tre le gemme. Nessuno sa dove sia,
adesso, ma abbiamo la certezza che abbia perso il controllo
dell'immenso potere delle gemme sacre che si sono poi nascoste da
qualche parte qui a Talas. Dobbiamo trovarle prima che sia troppo
tardi.» «Stai
pretendendo troppo, da me.» forse era solo ancora incredula o
spaventata, ma, insomma, quello strano essere appariva dal nulla e
pretendeva che diventasse una super guerriera. Lei non riusciva quasi a
lottare per sé stessa, figurarsi per il mondo intero!
«Io- io devo pensarci.» «Jude!
Jude ti prego aspetta! Senza di te il mondo è perduto!
Jude!» ma prima che Keiros potesse dire altro, la ragazza era
già corsa lontana.
★·.·'¯'·.·★
Ciao
bimbi bellissimi, come state? Io sono tornata ieri dalle ferie quindi
questa settimana torno a lavorare sulla revisione del mio nuovo romanzo
da consegnare entro fine anno, di conseguenza andrò molto a
rilento con Arcadia e il riprendere le vecchie mie FanFiction che mi
avete chiesto di continuare (lo so, sono una brutta persona ahah). Che
ne dite di come sta procedendo la storia? Come vi ho già
detto è una cosa sciocca, un qualcosa che mi ricorda un
copione per una nuova serie anime con le super eroine, ma adoro
già i personaggi, non solo perché li abbiamo
inventati in tre. Fatemi sapere che ne pensate, non siate lettori
silenziosi che sapete che adoro leggere i vostri pareri. Vi
mando un bacio ;)
Certo che quel temporale quasi infinito aveva scocciato abbastanza,
quel giorno. Per
fortuna Sarah aveva finito di lavorare proprio qualche minuto dopo che
quello strano acquazzone aveva deciso di abbandonare il cielo per
lasciarlo respirare un po'. Jude
aveva avvisato che non stava molto bene quindi avrebbero rimandato il
loro vedersi al Café Leclamp e lei, allora, ne aveva
approfittato per riposare a sua volta, non sentendosi molto in forma.
Anche Hertz aveva preferito tornare a casa dopo il lavoro, accusando
un’emicrania. Tutto
ciò le sembrava alquanto strano per essere una
coincidenza… Scosse
il capo per eliminare dal cervello quei pensieri, anche se abbastanza
preoccupata, a dire il vero, ma Sarah si preoccupava costantemente di
tutto, anche se non avrebbe dovuto, Hertz glielo ripeteva in
continuazione. «Ah,
come sono stremata» Si
lamentò fra sé e sé, sgranchendosi le
braccia quando varcò la soglia del suo appartamento. Lavorare
in biblioteca poteva sembrare un lavoro sciocco ma in realtà
c'erano così tante cose da fare e sistemare, da tenere
catalogate, che alla fine passavano ore su ore e la schiena, per gli
scatoloni sistemati e le cose spostate, se ne andava quasi a quel paese. «Miaaao»
quell’adorabile miagolio riempì il silenzio,
facendole sentire subito l'atmosfera di casa: Salem era un adorabile
gattino nero che aveva trovato per strada un anno prima e da allora non
se ne era più separata: era uno delle gioie nella sua vita,
specialmente quando i momenti di malinconia l’assalivano
senza motivo. «Salem?
Vieni dalla mamma!» strano, eppure solitamente si faceva
trovare alla porta «Amore? Hai di nuovo male al
pancino?» non avrebbe mai potuto trattarlo diversamente,
importante com'era, per lei. Ancora
un miagolio e Sarah lo seguì sino a vedere la sua coda
apparire da dietro il tavolo della cucina «Oh, eccoti
qu-» di certo non si sarebbe aspettata quella sorpresa! Lo
strano esserino apparso il giorno prima dinanzi ai suoi occhi era
davanti a lei che giocava con il suo gatto! Stava forse delirando o
sognando ad occhi aperti? Batté
più volte le palpebre prima di rendersi conto che la scena
non cambiasse affatto. Deglutì, quasi immobilizzata da
quella che era sicuramente paura: odiava ogni sorta di film horror e
tutto ciò che parlava di spiriti e quello che stava
accadendo davanti ai suoi occhi in quel momento sembrava proprio uno di
quei momenti che non avrebbe mai voluto vivere. «Oh,
Sarah! Ben tornata a casa!» fu quando Keiros le rivolse la
parola che allora lei urlò dallo spavento, cadendo seduta a
terra per la paura. «Non
avere paura di me! So che può sembrare strano per un essere
umano ma ho bisogno che tu mi ascolta senza timore, spetterà
poi a te la scelta se credermi o no» dopo Jude, Keiros aveva
capito che probabilmente avrebbe dovuto usare un nuovo tipo di
approccio, sperava solo che almeno Sarah non finisse per fuggire come
l'amica.
«Aspetta,
aspetta: quindi mi stai dicendo che io sono l'unica che può
salvare il mondo?» Sarah inarcò un sopracciglio,
dopo aver ascoltato tutta quella storia assurda che tanto le ricordava
un intro della trama di Sailor Moon. Keiros aveva detto che presto le
sarebbero comparsi i primi segni del suo potere legato allo Spirito di
Arcadia e che senza il suo aiuto non sarebbe stata in grado di
gestirlo… avrebbe voluto non crederci ma nulla spiegava
logicamente come facesse ad esistere un’entità
come Keiros, quindi o lei era pazza o stava davvero succedendo tutto
ciò, seppur assurdo. «Keiros,
davvero, io sono lusingata di essere una prescelta, una discendente di
una sacra sacerdotessa di Talas» d’accordo, adesso
invece, le sembrava di essere nei panni di Belle mentre dava un bel due
di picche a quel figo di Gaston. Ma perché diamine la sua
mente doveva divagare su assurdità simili in quel momento?
Diamine, ecco perché era perfetta nel suo ruolo che la
vedeva sommersa dai libri « ma per quanto voglia crederti,
anche perché trovo tutto ciò una figata pazzesca
e potrei prendere spunto per un mio nuovo romanzo, sono troppo debole
per fare una corsetta, figurarsi per cercare delle gemme che
salverebbero i nostri mondi dalla distruzione. Non potrei mai
combattere calamità o nemici in carne ed ossa»
Keiros per scelta non le aveva parlato del fatto che anche Jude fosse
una prescelta e le parole di Sarah la fecero convincere ancor
più di aver fatto bene. A differenza dell'amica, la ragazza
che aveva di fronte sembrava affascinata da quella storia, seppur
ovviamente ancora titubante. «Non
ti lascerei mai affrontare tutto senza darti un adeguato insegnamento,
Sarah cara» le sfiorò il viso, sorridendole con
espressione dolce e comprensiva «Vedrai che con qualche
allenamento riuscirai ad usare i tuoi poteri con una
facilità tale che cercare le gemme prima che i nostri mondi
finiscano nel caos, sarà una sciocchezza» Sarah
la guardò per qualche attimo, soppesando ancora una volta
tutta quella situazione: che doveva fare? Era da sciocchi credere ad
una storia del genere ma era da altrettanto sciocchi ignorare la
realtà perché fosse troppo illogica. Insomma,
quante volte nei romanzi, nei film, negli anime e nei manga erano
successi putiferi perché la protagonista stupida ci aveva
messo troppo tempo ad accettare le situazioni che la vita le metteva
davanti? Lei poteva dire di avere almeno la fortuna di allenarsi, prima
di essere spedita sul campo senza saper fare nulla.
D’accordo, forse in quel momento poteva davvero ritenersi
sciocca ed ingenua come i suoi genitori avevano sempre affermato, prima
che prendesse la forza fra le mani per lasciare casa propria e andare a
vivere da sola per una propria indipendenza. Ok,
stava di nuovo divulgando. Sospirò, quindi e si morse le
labbra per poi tornare a parlare
«D’accordo… posso provarci, ma non ti
prometto niente!» «Ahh,
sapevo di poter contare su di te!» lo spirito rise, alzando
le braccia al cielo: finalmente il primo passo era andato.
«Keiros
è arrivata a Talas» il giovane sospirò,
avvicinandosi all’altro con fare alquanto preoccupato
«Hai idea di dove si siano disperse le gemme?» L’altra
figura alzò lo sguardo verso di lui, prima di lasciar uscire
dalle labbra un suono di frustrazione «Non avevo messo in
conto che velocizzasse le cose in questo modo. Non possiamo permetterle
di trovarle prima di noi e lo sai anche tu.» «Il
problema è che liberandole si sono sparse su Talas e questo
non potevo di certo prevederlo.» chiuse gli occhi, tornando a
guardare quella mappa artificiale che aveva creato con le sue
capacità magiche «Ma ti assicuro che non
permetterò che il nostro piano venga distrutto a causa di
quello spiritello.»
Tutta
la storia su Arcadia e sul suo essere la discendente di una sacra
sacerdotessa le aveva messo una sorta di eccitazione/ansia nel petto.
Sarah trovava affascinante quella storia ma non poteva fare a meno di
pensare che fosse tutta un’assurdità. Voleva
parlarne con Jude e Hertz ma Keiros si era preoccupata di dirle di non
parlare con nessuno di quella storia perché, come per la
questione di Spiderman: da grandi poteri derivano grandi
responsabilità, e quando tutto si sarebbe messo in moto, i
nemici di Arcadia avrebbero preso di mira le persone che lei amava. Aveva
davvero fatto bene ad accettare? Carezzò Salem, allungando
un sorriso «Sembra che finalmente nella nostra vita
accadrà qualcosa di unico, sai? Speriamo che finisca tutto
bene» poi d’un tratto accadde qualcosa che non si
sarebbe mai aspettata: ciò che la circondava
sparì dalla sua visuale e al suo posto vi fu un luogo che
conosceva, in una zona lontana di Talas. Un uomo indistinguibile
sorrideva mentre la terra tornava nuovamente a tremare. Solo
quando urlò e si ritrovò di nuovo a casa propria,
Sarah si accorse del primo sintomo di quel potere di cui Keiros aveva
parlato: passato e futuro avrebbero fatto parte della sua
quotidianità ma se non avesse imparato a gestire quel
potere, probabilmente sarebbe andato fuori controllo. Per
la prima volta da quando era iniziata quella storia, si
ritrovò a sentirsi spaventata.
Jude
non riusciva a non pensare a quello che era successo: era
così scossa che aveva persino annullato il suo incontro con
Sarah e Hertz, forse pensando di sembrare folle persino ai loro occhi.
Keiros le aveva detto tante cose e per quanto non volesse crederle,
quando di nuovo l’acqua aveva preso possesso del tempo, per
un suo stato emotivo, svanendo subito dopo, non aveva potuto evitare di
accettare la verità dei fatti, ancora una volta. Aveva
lottato molto per accettare tutta quella storia ma alla fine aveva
capito che se il destino aveva voluto quello per lei, non avrebbe
potuto evitarlo per sempre. In fondo si diceva che al mondo non
esistevano casualità ma solo l’inevitabile. «Hai
preso la tua decisione, Jude?» quando Keiros le apparve
dinanzi, stavolta, non ebbe timore di rispondere con aria risoluta
«Sono pronta.»
★·.·'¯'·.·★
Ciao
bimbi belli, come andiamo? Non sono più abituata a scrivere
cose così easy, dato che i miei romanzi sono molto
più angst ahah ma mi piace l'idea di creare, al di fuori
delle pubblicazioni letterarie in libreria, qualcosa per perdere il
tempo. Man mano le vicende diverranno sempre più incasinate
(ancora??) e probabilmente in mezzo ci metterò qualcosa da
mangiarsi le unghie (ma non fatelo, fa male!). Un
bacio a tutti voi e perdonate ancora una volta questa scrittrice
crudele che non aggiorna mai. Sono una brutta persona. xoxo