Nel cuore di Arcadia

di SabrinaPennacchio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ɪɴᴛʀᴏᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ***
Capitolo 2: *** ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴘʀɪᴍᴏ ***
Capitolo 3: *** ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ sᴇᴄᴏɴᴅᴏ ***
Capitolo 4: *** ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴛᴇʀᴢᴏ ***



Capitolo 1
*** ɪɴᴛʀᴏᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ***


°°°·.°·..·°¯°·._.· ᴛʀᴀᴍᴀ ·._.·°¯°·.·° .·°°°


Vi ricordate quando da bambini vi raccontavano che tutto avesse un equilibrio? Di fare i bravi perché altrimenti sarebbe arrivato il lupo cattivo per mangiarvi?
Quando si cresce ci si ritrova catapultati in un mondo dove non si crede più alle fiabe e il lupo cattivo sono gli esseri umani, per cui tu, Cappuccetto Rosso, devi usare artigli affilati e forza di volontà per non permettergli di divorarti.
In un mondo popolato solo da normalità e da crudeltà umana, dove la fantasia ormai è concessa solo ai bambini, tre amiche, tre luci pure saranno coloro che eviteranno al mondo di conoscere cosa sia la vera oscurità, utilizzando la più grande delle magie: amore e speranza.

°°°°°° 

Copyright © 2017, Sabrina Pennacchio.

Questa opera letteraria è coperta da diritto d'autore e, in rif. alla Legge 22 aprile 1941, n.633, depositata regolarmente presso ufficio SIAE (Società Italiana Autori ed Editori).
Ogni tentativo di plagio, in questo e in altri luoghi, è punibile a norma di legge e pertanto verrà segnalato alle autorità competenti.

©Sabrina Pennacchio sceneggiatura e stesura manoscritto. 
©Chiara Romeo aiuto sceneggiatura e illustrazioni Instagram. 
©Teresa Mallardo aiuto sceneggiatura. 
©Copertina: autore sconosciuto ma trovata su [ https://www.pinterest.de/pin/792915078117222302 ] 

★·.·'¯'·.·★ ᴘʀᴏᴛᴀɢᴏɴɪsᴛᴇ ★·.·'¯'·.·★

©ClaudiaMcKinney [ https://phatpuppyart

©ClaudiaMcKinney [ https://phatpuppyart.com/ ]

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  ©Aegils [ https://www

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*✿。:.*.:。✿*


Salve a tutti, come state?
Da quando sono diventata una scrittrice vera e propria, questa è la prima volta che torno a scrivere qualcosa di originale solo ed esclusivamente per pubblicarlo qui su Wattpad (almeno per ora). 
Io sono sempre più incasinata con la pubblicità per At World's End: Wanted Pirates (che vi ricordo trovate in tutte le librerie e gli store online) e la revisione del nuovo romanzo che dovrò consegnare a Settembre/Ottobre alla casa editrice.
E intanto mi complico la vita anche pubblicando questa storia? Si, ormai sapete come sono fatta ahah. 
Nel cuore di Arcadia nasce dalla mente della sottoscritta e di due mie care amiche, Chiara e Teresa, quindi gli avvenimenti sono idee di tutte e tre. Prendetela come una storia leggera, qualcosa di carino per perdere il tempo perché è semplicemente questo.
Chiamiamolo un esperimento di tre menti insieme ed un unica mano per la stesura letteraria.
A breve posterò il primo capitolo revisionato, quindi restate connessi!
Vi mando un bacio e aspetto tanti pareri belli o brutti, purché, ricordate, siano sempre educati.

Sabrina
 

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Capitolo 2
*** ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴘʀɪᴍᴏ ***


ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴘʀɪᴍᴏ




Iꜱᴏʟᴀ ᴅɪ Tᴀʟᴀꜱ - Oɢɢɪ.


Non era male quel posto, o almeno per chi ci aveva vissuto praticamente tutta la vita, era un'isola confortante e con molto turismo, un bel luogo in cui vivere, insomma, a meno che non si avessero grandissime ambizioni.
I suoi passi si mossero velocemente sull'asfalto, dopo aver finito il turno lavorativo in biblioteca, per raggiungere il Café Leclamp, dove una delle sue migliori amiche stava quasi per concludere la propria giornata lavorativa.
Sarebbero dovute passare a prendere al lavoro la terza del loro trio, per godersi insieme quella serata che avevano organizzato da un po' ma che a causa dei vari impegni di tutte e tre, era stata rimandata già abbastanza.

"Uɴ ᴛɪғᴏɴᴇ ᴀɴᴏᴍᴀʟᴏ ᴘʀᴏᴠᴇɴɪᴇɴᴛᴇ ᴅᴀʟ Sᴜᴅᴀғʀɪᴄᴀ è ᴘʀᴇᴠɪꜱᴛᴏ ꜱᴜʟʟᴇ ɴᴏꜱᴛʀᴇ ꜱᴘɪᴀɢɢᴇ. Rɪᴄᴏʀᴅɪᴀᴍᴏ ᴀʟʟᴀ ᴘᴏᴘᴏʟᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴅɪ ᴇᴠɪᴛᴀʀᴇ ᴅɪ ᴀʟʟᴏɴᴛᴀɴᴀʀꜱɪ ᴛʀᴏᴘᴘᴏ ᴅᴀʟʟᴀ ᴘʀᴏᴘʀɪᴀ ᴀʙɪᴛᴀᴢɪᴏɴᴇ, ɪɴ ϙᴜᴇꜱᴛɪ ɢɪᴏʀɴɪ. Lᴇ ғᴏʀᴢᴇ ᴅᴇʟʟ'ᴏʀᴅɪɴᴇ ꜱᴛᴀɴɴᴏ ɢɪà ᴘʀᴇɴᴅᴇɴᴅᴏ ʟᴇ ɢɪᴜꜱᴛᴇ ᴍɪꜱᴜʀᴇ ᴘᴇʀ ᴍᴇᴛᴛᴇʀᴇ ʟᴀ ᴄᴏᴍᴜɴɪᴛà ᴀʟ ꜱɪᴄᴜʀᴏ."


Le venne da sorridere, nonostante quella notizia non molto confortante, quando la voce della terza amica in questione, risuonò nella trasmissione radio quando varcò la soglia del locale.
Sarah sorrise a Jude che era intenta a pulire le ultime stoviglie prima di finire il turno, ed alzò una mano per salutarla senza volerla disturbare, indicandole che l'avrebbe attesa seduta ad un tavolino.
L'amica le sorrise a sua volta, afferrando velocemente quel bicchiere che stava asciugando ma che a causa della sua solita sbadataggine stava per finire in frantumi sul pavimento. Sarah cercò di non ridere: lei, Jude e Hertz si erano conosciute per caso durante una fiera ed era bastata una sola chiacchierata a farle divenire ormai amiche per la pelle da cinque anni: diverse nell'aspetto e nel carattere, erano l'una ciò che completava le altre.
Sarah cacciò dalla sua borsetta un block notes dove aveva ormai abitudine da un annetto, di annotare ogni cosa le venisse in mente per quel famoso romanzo che voleva pubblicare in self non appena si fosse sentita pronta e soddisfatta del suo lavoro, eppure anche se era riuscita da qualche mese ad entrare come bibliotecaria nella biblioteca di città, non riusciva più ad avere una grande ispirazione.
Sospirò, portando dietro l'orecchio una ciocca dei corti capelli bruni, mentre gli occhi marroni si muovevano veloci su quel testo ormai ancora ad un bel punto morto.
«Ehi, Sara, scusa se ti ho fatto aspettare.» Jude le si avvicinò, chinandosi a darle un bacio per salutarla, Sarah, invece, in tutta risposta si alzò per stringerla in un abbraccio caloroso «Jude! Mi sei mancata!» non che non si vedessero da così tanti giorni, ma anche quello era il loro rapporto: forse poteva sembrare esagerato, troppo appiccicoso, ma si sapeva che spesso le persone erano così tristi da vedere anomalo il più profondo e sincero degli affetti.
«Aspetta, metto le cose in borsa e andiamo» posato il tutto, mise la borsa in spalla e si mise a braccetto dell'amica per avviarsi fuori dal locale.
«Hai avuto molto da fare, oggi?» Sarah guardò di sbieco Jude, prima di dare attenzione alla strada che stavano percorrendo. Non era sera tardi eppure forse a causa del tempo pericoloso, non c'era molta vita per le strade. La scelta quella giornata di camminare a piedi e non prendere l'auto di qualcuna di loro, era stato per la vicinanza tra lavoro, casa e luogo d'uscita.
Jude lasciò il braccio di Sarah per legare in un codino i lunghi capelli mori. L'amica adorava il colorito in contrasto fra i capelli e gli occhi scuri, e la pelle chiara dell'altra, le ricordava un po' la bellezza eterea di Biancaneve.
Sulla capigliatura di entrambe spiccavano dei cerchietti dalla rifinitura elegante, con delle rose in azzurro per Jude, in rosa per Sarah e in rosso lo aveva anche Hertz. Forse potevano risultare infantili, in fondo avevano quasi trent'anni, ma era un regalo che si erano fatte insieme, giusto per avere un simbolo che le unisse anche se lontane, anziché usare anelli, collane, bracciali o classici orecchini divisi tra amici. Si poteva dire che ormai li usassero quasi come un amuleto, dato il grande valore affettivo che vi era impresso.
«Marco oggi aveva il giorno libero, quindi fare doppio turno per dare qualche dritta al nuovo assunto per coprire appunto i nostri turni durante il free day, è sempre dura. Ma non sarà per molto» Marco era il collega di lavoro perfetto, uno di quelli difficili da trovare: divertente, solare, e sempre pronto a darti una mano. Jude lo adorava «Peccato che abbia avuto l'ennesima delusione da un ragazzo conosciuto su un sito d'incontri.»
«Own. Diciamo che è sfigato quanto noi. E tu, invece?» Sarah non poté fare a meno di punzecchiarla con una risatina, anche se quell'argomento in realtà non le piaceva molto, ma non poteva farla preoccupare «Con signor "Sfogliatella"?» Mr. Sfogliatella era un ricco uomo italiano che da quando si era trasferito sull'isola per affari, aveva messo gli occhi addosso a Jude, tanto da non riuscire a non farle continue avance e inviti sui social e sul lavoro. L'avevano soprannominato in quel modo perché come primo approccio aveva tentato di invitarla a prendere un dolce tipico napoletano in una pasticceria apposita. Sarah e Hertz lo trovavano troppo invadente e avevano pensato spesso che se avesse insistito più del normale, avrebbero fatto ricorso a maniere diverse.
«Per fortuna oggi non si è presentato, ma l'altro giorno ho messo una foto nostra su Facebook e mi ha mandato un messaggio su Messenger per farmi i complimenti. L'ho trovato nelle richieste di messaggi» sospirò, Jude, alzando le spalle.
«Mh, beh, se dovesse diventare troppo invadente, parlane, mi raccomando.» Sarah aveva abbastanza paura di persone del genere e andava nel panico per un nonnulla, in fondo se ne sentivano tante, alla tv, quindi pensava che fosse sempre meglio non abbassare la guardia con nessuno.
Insomma, essere previdenti non faceva mai male.
«Non preoccuparti, in caso insista e inizi a darmi seriamente fastidio, lo farò presente a voi per prime. Sai che non sono un tipo che si tiene le cose che la preoccupano, per sé» la mora non poté fare a meno di sorridere intenerita dalla solita dolcezza di Sarah che come una mammina, nonostante fossero coetanee, si preoccupava sempre per tutti, amici o sconosciuti che fossero. Forse era troppo buona, troppo ingenua e troppo pura per quel mondo, tanto che lei e Hertz la consideravano una principessa delle fiabe. L'abbracciò, avvicinandola al suo fianco «Ti voglio bene» sperava solo che quella sua purezza un giorno non venisse inghiottita dall'oscurità, facendo del male al suo bellissimo spirito.

«Si, ci vediamo domani. Buona serata.» Hertz uscì dall'edificio radio, decidendo di aspettare le sue amiche all'ingresso, per non tardare ancora. Controllò i messaggi WhatsApp per vedere se vi fossero novità ma se Sarah non le aveva scritto nulla, voleva dire che erano vicine. Sistemò il cerchietto sui capelli ramati per portare le lunghe ciocche dietro le orecchie, dove invece i capelli erano cortissimi: un taglio folle, quasi come lei. Gli occhi neri si alzarono al cielo mentre le braccia li seguivano per lasciar andare un mugolio di stanchezza.
«Hertz!» la voce squillante e allegra di Sarah la fece uscire dai suoi pensieri, spingendola a muovere i primi passi verso le sue amiche, prima di abbracciarle.
«Vi prego, anche se vicine, alla prossima prendo ugualmente la macchina: sono esausta» si lamentò con un sorriso, quando iniziarono il loro percorso verso la pizzeria/pub dove avrebbero cenato e perso tempo per un po'.
«Oggi non era comunque il caso» rispose Jude, rivolgendosi a lei in modo ingenuo: a volte era così distratta e sbadata che le due amiche si chiedevano se ci facesse o ci fosse, ma era così adorabile proprio per quello «Hai sentito del tifone? È già pericoloso che ci siamo noi, per strada.»
«Davvero? Quale tifone?» Hertz, sarcastica come al solito, non poté fare a meno di afferrare la palla al balzo per prenderla in giro: insomma, aveva dato lei la notizia alla radio, Jude avrebbe dovuto saperlo. Si trattenne dal ridere «È pericoloso?»
Sarah scosse il capo, accanto a lei, e ridendo le diede un colpo sul braccio «E smettila, scema.»
«Dicono- ehi!» solo in quel momento Jude ricordò del fatto che fosse stata appunto Hertz a parlarne in trasmissione, e le diede un pizzico sulla guancia «Prendimi pure per scema, vedrai che mi vendicherò, nanerottola.»
«Ma zitta, gigante, che so che mi ami» la speaker rise a sua volta, abbracciando la mora. Anche in altezza erano diverse, difatti Jude era molto più alta delle altre due mentre Hertz era la più bassina.
«Comunque, la notizia del tifone ha qualche sorpresa che come al solito viene nascosta alla popolazione oppure si sa davvero così poco?» Sarah prese a braccetto entrambe, spostandosi nel mezzo, dando però l'attenzione a Heatz.
«Ci è stato detto solo ciò che ho annunciato in radio, ma credo che potremo stare tranquille, stasera» rispose, quest'ultima, non sapendone davvero più di quanto non avesse già detto.

Il tragitto verso il locale non durò molto e quando le tre amiche varcarono la soglia, quello che doveva essere un luogo chiassoso e ben frequentato, specialmente nel week-end, si rivelò quasi vuoto e con poche persone, probabilmente proprio per quella notizia meteorologica.
La musica in sottofondo era un blues quindi un degno rilassamento dopo una giornata di stressante lavoro. Si accomodarono poco lontane dalla band che suonava e ci misero un po', prima di decidere di ordinare alla fine la stessa pizza, come ormai capitava spesso. Insomma, non si poteva dire che non fossero davvero in sintonia.
«Ho fame.» Sarah si lamentò, portando una mano allo stomaco brontolante «Speriamo non ci mettano molto. Hertz, come vanno le cose in radio?»
L'amica ingoiò un sorso di birra, prima di risponderle «Beh, diciamo che sto portando una vera rivoluzione, con la mia trasmissione» il gioco di parole, tipico delle freddure della ragazza, era dovuto al nome per l'appunto di "Revolution Radio" «Penso che se continuiamo così, ci ascolteranno sempre più persone, non solo gli abitanti dell'isola» il suo sogno era quello di sfondare e di essere sempre più conosciuta, portando la radio ad una crescita sempre maggiore e magari, chissà, anche lei un giorno sarebbe finita in uno spot pubblicitario «E tu, piuttosto? Ti sei sbloccata col romanzo?»
Sarah scosse il capo, prima di cacciare dalla sua borsa quel block notes che aveva usato per poco nel Café Leclamp «Ho tanti appunti, tante idee basilari, ma non so davvero come metter su il tutto. I primi capitoli sono stati semplicissimi, poi è successo un fattore importante che mi ha bloccato e non so come andare avanti senza essere banale, ripetitiva o già vista. Ormai devi solo pregare per non essere paragonata a nulla.»
«Io credo che oggi come oggi sia quasi impossibile fare qualcosa di mai visto, in fondo quasi tutte le idee sono uscite fuori nei secoli, e la mente umana si muove in base a ciò che vede, quindi credo venga naturale prendere spunto da altre cose, anche senza volerlo: tu puoi anche non ricordare di sapere quella cosa perché vista altrove, forse da bambina, ma la mente ha un magazzino apposito che apre quando serve. Sono pochi i fortunati che hanno colto una novità e l'hanno messa su per primi. Vai a vedere che anche loro hanno usato ciò che hanno visto ma nessuno lo saprà mai perché boh, forse è capitato in un luogo sperduto.» Jude rigirò fra le mani il suo bicchiere, mentre l'amica dai capelli corti riposava il block «Anche l'idea di modernizzare il Leclamp in stile Steampunk, nonostante sia stata mia quando il titolare ha deciso di ristrutturare per dare un tocco di nuovo, non è una vera novità. Forse lo è qui sull'isola, ma altrove ve ne sono tantissimi di locali su questo tema. All'inizio io ero tutta gasata di aver portato qualcosa di diverso e mai visto, qui, poi un po' mi è morto l'entusiasmo quando ho compreso che tanto brillante come idea non fosse, dato che non era una cosa sconosciuta ovunque.» Jude parlava poco, ma quando lo faceva diceva cose sagge e attente, era per questo motivo che confidare a lei i propri dubbi e problemi era un qualcosa di positivo, perché si era sempre certi che lei ti avrebbe messo davanti un piattino pieno di tanti punti di vista ma detti da un'unica voce.
«Beh, ma non tutti i locali possono dire di avere delle bellissime rappresentazioni artistiche sulle pareti, firmate Jude» Sarah ammiccò, stringendole una mano e Hertz strinse una di entrambe, parlando a sua volta «Vedrai che un giorno, durante i tuoi debutti di artista di strada, troverai qualcuno che ti farà sfondare» Jude desiderava lavorare nel campo artistico ma non riuscendoci aveva finito per lavorare in quel Café. Non demoralizzata, però, vendeva e mostrava il suo lavoro come artista di strada ogni week-end nelle ore in cui non lavorava.
«Voi siete troppo buona con me» un lieve rossore le coprì le gote pallide.

«Sono piena come un pallone» Sarah sospirò compiaciuta, massaggiandosi lo stomaco. Alla fine lei era così: sembrava avere una fame micidiale, mangiava e poi lasciava il cibo perché tremendamente sazia con poco. Peccato che il suo fisico robusto lasciasse intendere diversamente.
«Io un gelato me lo prenderei ma ho sonno» Hertz si fermò all'angolo della strada che portava al suo appartamento, alzando poi le braccia in direzione delle amiche per stringerle forte «Ci becchiamo domani? Un salto veloce al Leclamp quando finisco di lavorare?»
«Si» l'amica dai corti capelli annui, prima di ricambiare con Jude il suo abbraccio.
Quando Hertz fu abbastanza lontana e loro avevano già fatto qualche altro passo, anche Jude lasciò sola Sarah per dirigersi nella casa che ancora condivideva con i suoi genitori, a differenza delle due amiche che invece vivevano da sole. Avevano pensato spesso di condividere un appartamento in tre, ma per ora non lo avevano messo ancora in atto.
"Spero proprio che domani sia di nuovo una splendida giornata."
Come a voler andare contro al pensiero di Sarah, accadde qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato: la terra iniziò a tremare e un boato spinse le tre amiche, ognuna ormai vicina alla propria abitazione, a stringersi al primo appoggio vicino: un terremoto o un maremoto?
Avevano insegnato spesso che in momenti del genere il panico era il peggior nemico possibile, ma nel momento in cui un fascio di luce abbagliò loro la vista e dinanzi ai loro visi prese la forma di una strana entità, fu impossibile ricordare quella regola.
«Ti stavo cercando.»

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Ed eccoci qua al primo capitolo revisionato dal cellulare! In più è anche la prima volta che posto da Android.
Che dire di questa storiella? È un po' sciocca, almeno per ora, ma si sa che io le cose che dico di aver iniziato come una c****a alla fine mi diventano così angst che voi mi bestemmiate dietro.
Ok! Detto ciò, per ora quale delle tre pulzelle vi è più simpatica? Ah si, ho scritto quasi trent'anni ma hanno dai venticinque ai ventisette, eh ahah.
Se ci sono errori di battitura, sorri mi ma dal cellulare già è tanto (?)
Mr. Sfogliatella è qualcosa che mi fa ridere ogni volta che scrivo. Grazie Chiara per averlo inventato ahah.
Passate buone vacanze e non sperate in aggiornamenti veloci. Sono cattiva ma vi amo.
Bye.

Sabrina.

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Capitolo 3
*** ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ sᴇᴄᴏɴᴅᴏ ***


ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ sᴇᴄᴏɴᴅᴏ




«Ti stavo cercando.»

Jude urlò, risvegliandosi nel suo letto prima del suono della sveglia, pronta a ricordarle che quel giorno avesse il turno mattiniero, al Café. Sua madre e suo padre a quell'ora erano sicuramente già usciti per andare a lavoro.
La figura di quello strano essere era ancora viva nella sua mente, nonostante adesso potesse dire di essere del tutto sveglia: dall'aspetto esile e quasi etereo, poteva essere alta più o meno quanto un suo braccio compreso di avambraccio, con i capelli che le ricadevano oltre i piedi, mentre fluttuava nell'aria. Era bella, quasi paragonabile ad un folletto o ad una banshee, eppure le aveva fatto immensamente paura.
Possibile che fosse stato solo un sogno? Ricordava di aver salutato Sarah e Hertz, quella notte, e poi quello che sembrava un terremoto l'aveva presa alla sprovvista prima che apparisse quell'essere. Ma se i suoi ricordi erano giusti: come si trovava nel suo letto? E per di più in pigiama?
Probabilmente la paura l'aveva condotta a casa senza che se ne accorgesse?
Accese la tv in camera sua per ascoltare le ultime notizie ma a parte l'allerta tifone, non vi era nulla che parlasse di un terremoto e la stessa cosa accadde cercando su Google.
"Ma com'è possibile..."

«Ehi, Sarah, sono arrivati dei nuovi romanzi, dovresti sistemarli mentre io carico il DTT» la sua collega di lavoro era una tipa abbastanza arrogante ma nonostante tutto, Sarah pensava che lavorare in biblioteca fosse molto più bello del negativo che portava quella persona.
«Vado subito» raccolse il carrello dove erano depositati in pedana i romanzi in questione e lo trascinò per i corridoi, andando per scaffalatura: fortunatamente a quell'ora le persone non entravano molto, quindi potevano fare tutto senza disturbare o essere disturbati.
Quello che era successo la notte prima era ancora al limite del normale e non sapeva spiegarselo bene: aveva avuto un allucinazione o c'era davvero stato quel terremoto che l'aveva spinta a trovarsi davanti quella strana creatura che aveva detto di star cercando proprio la sua persona? Eppure era astemia, quindi non beveva, ma come spiegava il fatto che poi fosse svenuta e si fosse ritrovata nel suo letto? Nulla poteva spiegarlo, anche perché viveva da sola, quindi nessuno avrebbe potuto trovarla e portarla dentro.
Lei scriveva romanzi, lavorava fra i libri, ma aveva troppo la testa sulle spalle e pensava troppo razionalmente per credere a qualche fenomeno paranormale... eppure...
"Forse dovrei parlarne con Jude e Hertz... ma se non si parla da nessuna parte di un terremoto, cosa dovrei pensare? Io sono sicura che ieri sera ci siamo viste."

"Con quale cazzo di testa lo preparo un briefing?"
Hertz sbuffò, portando alle labbra una tazza di caffè mentre smanettava col pc, al Café Leclamp. La sua trasmissione era sempre nel pomeriggio, dalle diciannove alle ventuno, quindi avendo tutto il giorno davanti, avrebbe potuto fare un bel lavoro e approfittarne per vedere anche Jude, casomai dopo andare a trovare anche Sarah in biblioteca, così da vedersi anche prima del suo stacco da lavoro, ma la sua testa non era per niente al suo posto, dopo la sera precedente. Lei era una speaker, una Dj radiofonica, e quando si trattava di notizie paranormali era sempre quella che nella sua trasmissione le smontava, quindi ora non riuscire a capire com'era arrivata a casa sua dopo quel terremoto di cui nessuno parlava, era un dilemma che la stava facendo uscire pazza. Aveva anche chiamato il capo redattore ma le aveva riso in faccia, dicendole che forse aveva bevuto troppo. La cosa l'aveva innervosita ma forse era ciò che di più sensato poteva pensare.
Jude varcò la soglia del locale del tutto zuppa e Hertz inarcò un sopracciglio, confusa «Stai bene? Che fine ha fatto l'ombrello?»
«Sono zuppa, potrei mai stare bene?» non era da Jude essere così rude nelle risposte quindi l'amica pensò che probabilmente si fosse solo svegliata con la luna storta.
Bene: a quanto sembrava era una pessima giornata per due.

Jude sbuffò, scendendo nello spogliatoio dipendenti per abbandonare gli abiti bagnati ed asciugarsi, prima di mettere la divisa e scusarsi per il ritardo che aveva portato gli altri dipendenti a lavorare alla zona caffetteria, nell' attenderla. Solitamente era puntuale ma quella mattina la testa altrove, l'ombrello dimenticato, e la pioggia che sembrava scendere ancora di più quando si innervosiva per la situazione, quasi a farle dispetto, l'avevano messa nel completo malumore.
"Se Hertz è già andata via, le manderò un messaggio di scuse su WhatsApp".
Per andare peggio quella giornata aveva solo bisogno di Mr. Sfogliatella, quindi sperava di non ritrovarselo al bancone per nessuna ragione al mondo, o era la volta buona che avrebbe risposto in malo modo.

«Sei davvero sicuro di ciò che stai facendo?» il ragazzo, molto più giovane di quello a cui si stava rivolgendo, gli si avvicinò con espressione incerta, seppur nel suo sguardo vi fosse la stessa determinazione dell'altro. Mettersi contro il loro popolo era davvero la scelta giusta? Eppure lui non aveva potuto fare a meno di seguirlo in quella follia, quando mesi prima era stata proposta.
L'altro gli sorrise, giocherellando con il misterioso oggetto che stringeva fra le mani «Mai stato più sicuro in vita mia.»

L'appuntamento con Hertz e Sarah era in serata al Leclamp, quindi dato che aveva appena concluso il suo turno, sostituita da Marco, aveva ben sei ore davanti per riposarsi. Tornare nel luogo dove lavoravi anche quando hai finito il turno, per un caffè, per chiunque sarebbe stato un incubo, ma Jude amava così tanto quel posto e chi vi lavorava che lo vedeva come una seconda casa... tranne quel giorno, che invece non riusciva a sopportare nulla.
"E per fortuna Sfogliatella non si è visto".
La mente era ancora ferma sul perché di quella stranezza della sera prima e per quanto volesse parlarne con le sue amiche, al tempo stesso pensava di essere stupida a pensare a qualcosa che non aveva poi chissà quanta importanza, dandole una spiegazione umana.
«Ci vediamo!» uscì dal locale con l'ombrello d'emergenza che avevano sempre nel deposito e sbuffò, notando che la pioggia non aveva alcuna intenzione di abbandonare l'isola, quel giorno. Se fosse andata avanti così avrebbe sicuramente portato qualche danno, altro che tifone!
L'auto quella mattina serviva a suo padre quindi andare a lavorare a piedi era stato scocciante, ora medesima noia per il ritorno.
"Ma perché non vuoi smettere?"
Amava la pioggia ma quando si sentiva di pessimo umore, non faceva altro che peggiorare le cose.
"Dico io, ma non potevo svegliarmi meglio? Che lato del letto ho usato?"
Ma cosa strana era che più si innervosiva, più la pioggia sembrava aumentare, tanto che all'ennesima scaricata d'acqua ne seguì un tuono che la fece urlare, spingendola a rintanarsi sotto il porticato di una casa sfitta, a pochi passi dalla propria.
«Se non ti calmi, non smetterà.»
Una voce soave, quasi come il canto di una bambina, riecheggiò nelle sue orecchie, facendola sussultare. Jude iniziò a guardarsi intorno ed inizialmente non trovò nulla, finché, all'ennesimo sguardo, stavolta davanti ai suoi occhi comparve quello strano essere che era convinta di aver sognato e non aver davvero visto, la notte prima.
Lo spirito(?) le sorrise e Jude, in tutta risposta, urlò, spingendosi quanto più lontano possibile dalla sua figura, finendo per ritrovarsi schiena al muro «Oh, no, no, sto iniziando ad avere le visioni... no, no, no, non sei reale, non sei reale!» eppure per quanto continuasse ad aprire e chiudere gli occhi, la realtà non cambiava «C-cosa sei, tu?»
«Oh, finalmente, temevo che avessi intenzione di scappare e balbettare tutto il tempo. Questo mi facilita le cose. Voi umani siete sempre così poco credenti, eppure da bambini credete alle fiabe senza batter ciglio» l'essere iniziò a sproloquiare, fluttuando intorno alla sua figura, mentre Jude continuava a tenersi lontana quanto possibile, e più si sentiva spaventata, più la pioggia aumentava «Io sono Keiros e vengo da un Regno chiamato Arcadia. L'equilibrio dell'umanità è stato distrutto e per impedire che fenomeni tremendi portino il vostro mondo ed il mio alla fine, cercavo da tempo un'anima pura in grado di contenere l'essenza del guerriero della grande Terra.»
D'accordo, adesso doveva davvero star sognando: un folletto che parlava della fine del mondo? Doveva essere uno scherzo stupido o un reality, insomma, qualcosa che spiegasse quella cavolata assurda. Lei era un artista, era stravagante, certo, ma pensare che credesse a quelle cose, insomma, aveva smesso di credere a Babbo Natale da piccola, figurarsi una cosa simile «Scusami, Keiros, giusto? Folletto, Banshee, qualsiasi cosa tu sia-»
«Non sono una Banshee e nemmeno un folletto: sono uno spirito di Arcadia. Insomma, hai mai visto uno dei due? Sono molto diversi da me» la interruppe la creatura, portando le braccia al petto come offesa per quei paragoni poco consoni alla sua persona.
Jude inarcò un sopracciglio «Si-insomma, se è uno scherzo l'ho già scoperto, quindi possono uscire le telecamere.»
«Scherzo? Ti dico che il tuo mondo sta per finire e me lo chiami scherzo?» Keiros si accigliò e si avvicinò di più al volto di Jude che ancora una volta urlò, tenendosi con le spalle al muro per paura di toccarla «Sei la prescelta, Jude, che tu lo voglia o no, Arcadia ha scelto te e questa pioggia è la prova esatta che senza il mio aiuto, i poteri che ti ha donato finiranno per procurare solo danni, velocizzando la fine per la tua isola. Al momento potresti preoccuparti di questo?»
Jude si fermò un attimo a studiarla, logicamente ancora restia. E se avesse avuto ragione, invece? In fondo non aveva trovato anche lei anomala quella situazione, da quando si era svegliata? Ora ammetterlo o meno era una sua decisione, si era al limite dell'assurdo ma c'era anche da dire che era impossibile elaborare uno scherzo su tutta la città. «Dimostramelo» disse, allora «Dimostrami che dipende da me e deciderò di ascoltarti.»
Keiros sorrise, allungando una mano verso di lei «Pensieri felici, Jude: ti basterà chiudere gli occhi» la ragazza la guardò sospettosa e lei rise «Se si dimostrerà davvero uno scherzo hai il diritto di fare di me ciò che vuoi.»
Era una magra consolazione ma cosa ci perdeva?
«Mi sembra di essere in un film di serie B su Peter Pan» borbottò, prima di fare come le era stato detto. Nel momento in cui chiuse gli occhi le bastò pensare alla gioia che provava ogni volta che prendeva fra le mani i suoi strumenti artistici, alla pace che sentiva nel cuore, per sentir scorrere nelle vene come una scarica elettrica, qualcosa che le procurava una piacevole pelle d'oca.
Fu quando sentì la luce del sole sfiorarle il viso che riaprì di colpo gli occhi neri, restando totalmente basita dal cielo limpido sopra di lei. Lo sguardo ricadde su Keiros che intanto sorrideva ancora ma con una luce del tutto nuova negli occhi «Bene, credo che ora tu sia disposta ad ascoltarmi.»
Era ancora titubante, questo era certo, ma non si poteva dire che al tempo stesso, per quanto fosse strano, stavano accadendo cose insolite «Si... credo di sì.» Jude era comunque un artista e come ogni artista che si rispettava aveva una punta di eccentricismo che le permetteva di dare una possibilità anche all'impossibile, arrivata a quel punto «Quindi: perché io sarei la prescelta? Che ho di così speciale?»
Keiros rise, di una risata cristallina e quasi confortante, come il suono dell'acqua che scorreva in un torrente in mezzo alla natura «Arcadia ti ha scelto, non c'è una risposta o un perché, semplicemente quando il suo equilibrio è andato perduto, ti ha trovato e ti ha donato il potere per riportare tutto come deve essere.»
«Continuo a non capire» Jude si guardò intorno per assicurarsi che ancora nessuno fosse da quelle parti e la prendesse per matta. Meglio non attirare l'attenzione più del necessario «Quindi quali sono i miei poteri? E cosa dovrei fare esattamente?»
«La tua essenza è collegata al corpo di Arcadia, il suo intero essere, ciò che nutre il nostro mondo e anche il vostro: l'acqua. Non puoi solo scatenare una pioggia incessante, Jude, puoi plasmarla come vuoi, usarla per calmare gli imminenti danni che si abbatteranno a Talas, così che non possano espandersi nel mondo velocemente per distruggerlo. Questo luogo sin dall'antichità è stato il Tempio Sacro che collegava Arcadia al mondo degli uomini. Con il corso degli anni esso si è evoluto e noi non abbiamo più fatto ritorno fra voi perché ormai non si credeva più nella nostra esistenza. Ma tu, Jude:» poggiò una mano sul suo viso, carezzandolo dolcemente «Hai in te lo spirito di una delle sacre sacerdotesse di Talas e devi usare tutto ciò per trovare le gemme sacre.»
«Delle gemme? E dove dovrei cercarle?» troppe informazioni, troppe cose assurde nel cervello che le facevano pensare ancora di più a storielle da serie tv o anime.
Keiros intristì lo sguardo, scuotendo appena il capo «Purtroppo non lo so. Uno dei principi del nostro regno è impazzito e ha portato Arcadia nel caos. All'interno del Regno, nel suo cuore, vi era una bilancia sacra dove l'equilibrio dei nostri due mondi era racchiuso in tre sacre gemme: Corpo, Spirito e Mente. Il loro peso equilibrato su di essa, permetteva al mondo magico e a quello umano di vivere serenamente, ma bastava che anche solo una di loro vacillasse e il mondo umano subiva danni tremendi: ci sono stati molti pericoli nel corso dei secoli, molti procurati dagli uomini, questo è vero, ma quelli causati dalla terra stessa erano dovuti tutti alla bilancia sacra.» aspetta... questo voleva dire che i disastri dovuti ai vulcani, ai terremoti... Jude ancora stentava a crederci «Nel corso dei secoli molti hanno tentato a distruggere tutto per avere il controllo ma siamo sempre riusciti a risolvere le cose... ma stavolta nessuno si sarebbe aspettato che un membro della casata reale perdesse i lumi della ragione e facesse sparire tutte e tre le gemme. Nessuno sa dove sia, adesso, ma abbiamo la certezza che abbia perso il controllo dell'immenso potere delle gemme sacre che si sono poi nascoste da qualche parte qui a Talas. Dobbiamo trovarle prima che sia troppo tardi.»
«Stai pretendendo troppo, da me.» forse era solo ancora incredula o spaventata, ma, insomma, quello strano essere appariva dal nulla e pretendeva che diventasse una super guerriera. Lei non riusciva quasi a lottare per sé stessa, figurarsi per il mondo intero! «Io- io devo pensarci.»
«Jude! Jude ti prego aspetta! Senza di te il mondo è perduto! Jude!» ma prima che Keiros potesse dire altro, la ragazza era già corsa lontana.


★·.·'¯'·.·★



Ciao bimbi bellissimi, come state? Io sono tornata ieri dalle ferie quindi questa settimana torno a lavorare sulla revisione del mio nuovo romanzo da consegnare entro fine anno, di conseguenza andrò molto a rilento con Arcadia e il riprendere le vecchie mie FanFiction che mi avete chiesto di continuare (lo so, sono una brutta persona ahah). Che ne dite di come sta procedendo la storia? Come vi ho già detto è una cosa sciocca, un qualcosa che mi ricorda un copione per una nuova serie anime con le super eroine, ma adoro già i personaggi, non solo perché li abbiamo inventati in tre. Fatemi sapere che ne pensate, non siate lettori silenziosi che sapete che adoro leggere i vostri pareri.
Vi mando un bacio ;)

Sabrina

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Capitolo 4
*** ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴛᴇʀᴢᴏ ***


ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴛᴇʀᴢᴏ




Certo che quel temporale quasi infinito aveva scocciato abbastanza, quel giorno. 

Per fortuna Sarah aveva finito di lavorare proprio qualche minuto dopo che quello strano acquazzone aveva deciso di abbandonare il cielo per lasciarlo respirare un po'.
Jude aveva avvisato che non stava molto bene quindi avrebbero rimandato il loro vedersi al Café Leclamp e lei, allora, ne aveva approfittato per riposare a sua volta, non sentendosi molto in forma. Anche Hertz aveva preferito tornare a casa dopo il lavoro, accusando un’emicrania. 
Tutto ciò le sembrava alquanto strano per essere una coincidenza… 
Scosse il capo per eliminare dal cervello quei pensieri, anche se abbastanza preoccupata, a dire il vero, ma Sarah si preoccupava costantemente di tutto, anche se non avrebbe dovuto, Hertz glielo ripeteva in continuazione.
«Ah, come sono stremata»
Si lamentò fra sé e sé, sgranchendosi le braccia quando varcò la soglia del suo appartamento.
Lavorare in biblioteca poteva sembrare un lavoro sciocco ma in realtà c'erano così tante cose da fare e sistemare, da tenere catalogate, che alla fine passavano ore su ore e la schiena, per gli scatoloni sistemati e le cose spostate, se ne andava quasi a quel paese.
«Miaaao» quell’adorabile miagolio riempì il silenzio, facendole sentire subito l'atmosfera di casa: Salem era un adorabile gattino nero che aveva trovato per strada un anno prima e da allora non se ne era più separata: era uno delle gioie nella sua vita, specialmente quando i momenti di malinconia l’assalivano senza motivo. 
«Salem? Vieni dalla mamma!» strano, eppure solitamente si faceva trovare alla porta «Amore? Hai di nuovo male al pancino?» non avrebbe mai potuto trattarlo diversamente, importante com'era, per lei. 
Ancora un miagolio e Sarah lo seguì sino a vedere la sua coda apparire da dietro il tavolo della cucina «Oh, eccoti qu-» di certo non si sarebbe aspettata quella sorpresa! Lo strano esserino apparso il giorno prima dinanzi ai suoi occhi era davanti a lei che giocava con il suo gatto! Stava forse delirando o sognando ad occhi aperti? 
Batté più volte le palpebre prima di rendersi conto che la scena non cambiasse affatto. Deglutì, quasi immobilizzata da quella che era sicuramente paura: odiava ogni sorta di film horror e tutto ciò che parlava di spiriti e quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi in quel momento sembrava proprio uno di quei momenti che non avrebbe mai voluto vivere. 
«Oh, Sarah! Ben tornata a casa!» fu quando Keiros le rivolse la parola che allora lei urlò dallo spavento, cadendo seduta a terra per la paura. 
«Non avere paura di me! So che può sembrare strano per un essere umano ma ho bisogno che tu mi ascolta senza timore, spetterà poi a te la scelta se credermi o no» dopo Jude, Keiros aveva capito che probabilmente avrebbe dovuto usare un nuovo tipo di approccio, sperava solo che almeno Sarah non finisse per fuggire come l'amica. 

«Aspetta, aspetta: quindi mi stai dicendo che io sono l'unica che può salvare il mondo?» Sarah inarcò un sopracciglio, dopo aver ascoltato tutta quella storia assurda che tanto le ricordava un intro della trama di Sailor Moon. Keiros aveva detto che presto le sarebbero comparsi i primi segni del suo potere legato allo Spirito di Arcadia e che senza il suo aiuto non sarebbe stata in grado di gestirlo… avrebbe voluto non crederci ma nulla spiegava logicamente come facesse ad esistere un’entità come Keiros, quindi o lei era pazza o stava davvero succedendo tutto ciò, seppur assurdo.
«Keiros, davvero, io sono lusingata di essere una prescelta, una discendente di una sacra sacerdotessa di Talas» d’accordo, adesso invece, le sembrava di essere nei panni di Belle mentre dava un bel due di picche a quel figo di Gaston. Ma perché diamine la sua mente doveva divagare su assurdità simili in quel momento? Diamine, ecco perché era perfetta nel suo ruolo che la vedeva sommersa dai libri « ma per quanto voglia crederti, anche perché trovo tutto ciò una figata pazzesca e potrei prendere spunto per un mio nuovo romanzo, sono troppo debole per fare una corsetta, figurarsi per cercare delle gemme che salverebbero i nostri mondi dalla distruzione. Non potrei mai combattere calamità o nemici in carne ed ossa» Keiros per scelta non le aveva parlato del fatto che anche Jude fosse una prescelta e le parole di Sarah la fecero convincere ancor più di aver fatto bene. A differenza dell'amica, la ragazza che aveva di fronte sembrava affascinata da quella storia, seppur ovviamente ancora titubante. 
«Non ti lascerei mai affrontare tutto senza darti un adeguato insegnamento, Sarah cara» le sfiorò il viso, sorridendole con espressione dolce e comprensiva «Vedrai che con qualche allenamento riuscirai ad usare i tuoi poteri con una facilità tale che cercare le gemme prima che i nostri mondi finiscano nel caos, sarà una sciocchezza»
Sarah la guardò per qualche attimo, soppesando ancora una volta tutta quella situazione: che doveva fare? Era da sciocchi credere ad una storia del genere ma era da altrettanto sciocchi ignorare la realtà perché fosse troppo illogica. Insomma, quante volte nei romanzi, nei film, negli anime e nei manga erano successi putiferi perché la protagonista stupida ci aveva messo troppo tempo ad accettare le situazioni che la vita le metteva davanti? Lei poteva dire di avere almeno la fortuna di allenarsi, prima di essere spedita sul campo senza saper fare nulla. D’accordo, forse in quel momento poteva davvero ritenersi sciocca ed ingenua come i suoi genitori avevano sempre affermato, prima che prendesse la forza fra le mani per lasciare casa propria e andare a vivere da sola per una propria indipendenza. 
Ok, stava di nuovo divulgando. Sospirò, quindi e si morse le labbra per poi tornare a parlare «D’accordo… posso provarci, ma non ti prometto niente!»
«Ahh, sapevo di poter contare su di te!» lo spirito rise, alzando le braccia al cielo: finalmente il primo passo era andato.

«Keiros è arrivata a Talas» il giovane sospirò, avvicinandosi all’altro con fare alquanto preoccupato «Hai idea di dove si siano disperse le gemme?»
L’altra figura alzò lo sguardo verso di lui, prima di lasciar uscire dalle labbra un suono di frustrazione «Non avevo messo in conto che velocizzasse le cose in questo modo. Non possiamo permetterle di trovarle prima di noi e lo sai anche tu.»
«Il problema è che liberandole si sono sparse su Talas e questo non potevo di certo prevederlo.» chiuse gli occhi, tornando a guardare quella mappa artificiale che aveva creato con le sue capacità magiche «Ma ti assicuro che non permetterò che il nostro piano venga distrutto a causa di quello spiritello.»

Tutta la storia su Arcadia e sul suo essere la discendente di una sacra sacerdotessa le aveva messo una sorta di eccitazione/ansia nel petto. Sarah trovava affascinante quella storia ma non poteva fare a meno di pensare che fosse tutta un’assurdità. Voleva parlarne con Jude e Hertz ma Keiros si era preoccupata di dirle di non parlare con nessuno di quella storia perché, come per la questione di Spiderman: da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e quando tutto si sarebbe messo in moto, i nemici di Arcadia avrebbero preso di mira le persone che lei amava.
Aveva davvero fatto bene ad accettare? Carezzò Salem, allungando un sorriso «Sembra che finalmente nella nostra vita accadrà qualcosa di unico, sai? Speriamo che finisca tutto bene» poi d’un tratto accadde qualcosa che non si sarebbe mai aspettata: ciò che la circondava sparì dalla sua visuale e al suo posto vi fu un luogo che conosceva, in una zona lontana di Talas. Un uomo indistinguibile sorrideva mentre la terra tornava nuovamente a tremare.
Solo quando urlò e si ritrovò di nuovo a casa propria, Sarah si accorse del primo sintomo di quel potere di cui Keiros aveva parlato: passato e futuro avrebbero fatto parte della sua quotidianità ma se non avesse imparato a gestire quel potere, probabilmente sarebbe andato fuori controllo.
Per la prima volta da quando era iniziata quella storia, si ritrovò a sentirsi spaventata. 

Jude non riusciva a non pensare a quello che era successo: era così scossa che aveva persino annullato il suo incontro con Sarah e Hertz, forse pensando di sembrare folle persino ai loro occhi. Keiros le aveva detto tante cose e per quanto non volesse crederle, quando di nuovo l’acqua aveva preso possesso del tempo, per un suo stato emotivo, svanendo subito dopo, non aveva potuto evitare di accettare la verità dei fatti, ancora una volta.
Aveva lottato molto per accettare tutta quella storia ma alla fine aveva capito che se il destino aveva voluto quello per lei, non avrebbe potuto evitarlo per sempre. In fondo si diceva che al mondo non esistevano casualità ma solo l’inevitabile.
«Hai preso la tua decisione, Jude?» quando Keiros le apparve dinanzi, stavolta, non ebbe timore di rispondere con aria risoluta «Sono pronta.»


★·.·'¯'·.·★


Ciao bimbi belli, come andiamo? Non sono più abituata a scrivere cose così easy, dato che i miei romanzi sono molto più angst ahah ma mi piace l'idea di creare, al di fuori delle pubblicazioni letterarie in libreria, qualcosa per perdere il tempo. Man mano le vicende diverranno sempre più incasinate (ancora??) e probabilmente in mezzo ci metterò qualcosa da mangiarsi le unghie (ma non fatelo, fa male!).
Un bacio a tutti voi e perdonate ancora una volta questa scrittrice crudele che non aggiorna mai. Sono una brutta persona.
xoxo

Sabrina

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