Guardando i suoi occhi

di Heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In cerca di un tetto in cui vivere. ***
Capitolo 2: *** Una rosa millenaria ***
Capitolo 3: *** A cena con i vampiri ***
Capitolo 4: *** Cuore di ghiaccio ***
Capitolo 5: *** Segreti celati nell'oscurità ***
Capitolo 6: *** Dubbi nel cuore ***
Capitolo 7: *** Un bivio tra due mondi ***
Capitolo 8: *** Gli immortali ***
Capitolo 9: *** Il bisbiglio del dolore ***
Capitolo 10: *** Frasi a metà ***
Capitolo 12: *** Tutto ha una ragione ***
Capitolo 12: *** Lo specchio dell'anima ***



Capitolo 1
*** In cerca di un tetto in cui vivere. ***


Guardando i suoi occhi


 


 

 

 

"In cerca di un tetto in cui vivere"


 

Uno


 


 


 


 


 


 


 

Erano le undici del mattino e un sole cocente bruciava il paese. Due ragazze della stessa etá, more e belle che ogni volta che passavano si lasciavano sguardi di ammiratori, proseguivano senza badarci. Le mani cariche di valigie camminavano con un passo spedito e dritto, erano stanche, accaldate ma non mollavano. L'aereo era atterrato cinque ore fa, avevano dovuto abbandonare la loro città natale, per diversi problemi, ma adesso che erano in un nuovo continente e paese, anche se poco abitato si credevano al sicuro, ma mai si sarebbero immaginato che tutto quello che sembrava normale non lo fosse, perché al calar della notte succedeva qualcosa di misterioso e oscuro, ma per quel momento ancora non era giunto, la mattina era appena sbocciata, all'improvviso una di loro si fermò.


 


 


 

-Basta, non ne posso più! E' da tre ore che camminiamo, sbattiamo da un a parte all'altra – sbuffò sedendosi sopra una delle sue valigie.


 

-Yuuki smettila di lamentarti, se non troviamo un tetto in cui stare, sta notte ci toccherà dormire sotto un ponte e io non ho nessuna intenzione di farlo, adesso alza il tuo bel sedere e muoviamoci!- sgridandola, la sorella si alzò mormorando parole mute e procedettero.


 

La giornata stava per concludersi e le due sorelle non avevano trovato un posto in cui stare, i pochi hotel che avevano visitato erano pieni o costavano troppo, gli ostelli erano chiusi cosa alquanto strana, avevano chiesto se in giro c'erano degli appartamenti, ma nulla.


 


 


 

-Non pensi che siano strano che nessuno ci voglia affittare una stanza? - chiese Yuuki ravvivando la sua lunga chioma.


 

-Hai ragione sorellina, ma che ci possiamo fare? - borbottò Juuri.


 

-Comunque che facciamo, si sta facendo sera e io sto iniziando ad avere fame, non abbiamo toccato cibo- si lamentò Yuuki, mentre si guardava in giro, fino a che una raffica di vento si mosse, facendo cadere alcune delle loro valigie.


 

-Che accidenti!, anche il vento si mette contro di noi!- urlò Juuri spazientita.


 

-Calmati sorellina, andrà tutto bene- consolandola.


 

-Sei troppo buona Yuuki!- l'apostrofò.


 

-Dovremo dormire sotto un ponte, anche se dormire è una parola grossa!- demoralizzandosi.


 

Yuuki abbassò la testa, era successo troppo in fretta. Erano fuggiti da Londra in un paio di ore, cercando un volo diretto verso il Giappone sapendo che nel continente ci fosse qualche loro parente, ma non sapevano dove cercare, si erano fatte un paio di ore di viaggio per poi atterrate nelle vicinanze della capitale, ma adesso non avevano un tetto. I pochi spiccioli che avevano accumulato non bastavano per lo più per due mesi, e poi dovevano continuare i loro studi, le loro vite e tutto.


 

All'improvviso un volantino si fermò dinanzi alla gamba destra della giovane, non si accorse da prima, ma poi il vento si fece più insistente e lo trovò: era giallo con delle scritte nere, parlava di un affitto di una casa al confine della montagna, leggendo ancora notò che era situata proprio al centro della montagna, voleva sapere anche il prezzo ma non c'era.


 

-Ehi Juuri guarda cosa ho trovato?- porgendolo alla sorella, lei lo prese e lo lesse.


 

-Sarebbe perfetto e sperando anche poco caro, non possiamo spendere troppo, dove si trova?-


 

-In montagna, ci facciamo un salto prima di notte?-


 

-Va bene.- presero le valigie e iniziarono a incamminarsi.


 

Attraverso le indicazione presero il sentiero diretto verso la foresta, iniziarono a entrare nel cuore di essa e notarono l'atmosfera chiusa e buia, tremarono un poco,ma tenendosi per mano si incoraggiarono a vicenda. Ad un tratto all'orizzonte si stagliò una maggiore, era grande come un palazzo ottocentesco, con ampie finestre e un grande portone di mogano. Era troppo bello e sfarzoso, non poteva essere quello.


 


 


 

-Avremo sbagliato strada -


 

-Si – concordò Yuuki, voltandosi, ma nel momento in cui le due ragazza si stavano girando la porta si aprì. Ne uscì un ragazzo alto, bello, da urlo.


 

I suoi occhi erano magnetici e infiniti, dal suo viso apparve un sorriso.


 

-Avete bisogno di aiuto?- domandò. La sua voce era dolce e gentile, sembrava un tipo apposto.


 

-No, abbiamo sbagliato strada – Juuri non diede importanza al suo faccino dolce come un orsacchiotto e trascinò con se la sorella, che non abbandonava con lo sguardo del ragazzo che rimaneva a fissarle.


 

-Non è prudente camminare alla sera nel bosco- disse all'improvviso il ragazzo.


 

-Vai al diavolo!- sputò Juuri, girò con forza la sorella e si inoltrò nella foresta, lasciando un sorriso più luminoso sul viso del giovane.


 

All'improvviso dalla porta apparve un altro ragazzo quasi identico, ma con due occhi più profondi e dalle tonalità marroncini e nero.


 

- Chi erano?- chiese al ragazzo che guardava ancora oltre la boscaglia come se li vedesse.


 

-Le nostre nuove coinquiline, già mi piacciono!- affermò, il ragazzo che era appena spuntato alzò un sopracciglio.


 

-Allora perché non sono rimaste?-chiese.


 

-Pensavano di aver sbagliato strada, li vado a riprendere non è prudente camminare a quest'ora- il ragazzo annuí e chiuse la porta, mentre il compagno s'incamminava.


 

Il ragazzo dal sorriso d'oro s'incamminò tranquillo in quel luogo che sembrava buio, ma non lo era per lui, abituato a camminare in quelle circostanze. Ogni suo passo era leggero e senza rumore, con il suo udito fino sentiva tutti i suoni della natura e delle due che si allontanavano, gli occhi s'illuminarono e ripensò a quell'episodio.


 

Flash Back


 


 


 

-Haruka sei diventato pazzo? Vuoi affittare questa casa, lo sai meglio di me che custodisce molto segreti – urlò un ragazzo.


 

-Kaname stai calmo. Lo so bene, ma sai anche tu che nessuno li può scoprire se non ha dei poteri, e poi siamo solo noi due e mi sto annoiando, la casa è abbastanza grande per ospitare una trentina di persone, non dico quel numero ma almeno altre due, così le cose possono cambiare -


 

-Il solito. Come siamo diversi.-


 

-Lo so Kaname, ma mi sono stufato di questo silenzio. Domani appenderò la locandina al centro del paese.-


 

-E tu credi che qualcuno si avvicinerà a questa zona, lo sai quante leggende ci sono dietro-


 

Già, ma ho un presentimento... accadrà qualcosa di nuovo, me lo sento, abbi fiducia in me-


 

-Va bene.-


 


 


 

Fine Flash Back.


 


 


 

E così alla fine avevano ricevuto la loro prima visita, due ragazze molto belle, sicuramente straniere, perché i popolari non si avvicinavano in quei territori. Camminando arrivò a destinazione, le due ragazze erano ferme, il vento rinforzò e uno strano odore metallico lo attraversò da capo fino ai piedi, chiuse gli occhi e quando riaprì vide una delle due ragazze ferite alla caviglia.


 


 


 

-Juuri ti fa molto male? - chiese preoccupata Yuuki.


 

-Sto bene, é solo che brucia – trattenendo le lacrime.


 

-Accidenti a te! Te lo avevo detto di chiedere informazione, ma sei una zuccona!- gridando.


 

-Smettila di rimproverarmi Yuuki! Fai peggiorare il nostro stato d'animo!-


 

-Mi dispiace- abbassando la testa.


 

Scusami tu Yuuki non dovevo gridarti – si abbracciarono.


 

All'improvviso quell'atmosfera che per un attimo aveva protetto le due sorelle si ruppe, un silenzio innaturale si fece avanti e iniziarono a tremare, la sera era giunta e il buio investiva tutto.


 

-Meglio allontanarci, non mi piace questo silenzio-


 

-Concordo con te.- Ma nemmeno il tempo che qualcosa aggredì le due sorelle, Yuuki vide un ombra che prendeva la sorella dai capelli e la trascinava nel fitto bosco, Yuuki cercò di vederla, ma era impossibile, iniziò a urlare il suo nome ma nulla.


 

-Juuri! Juuri! - iniziò a piangere avendo paura per la sorte della sorella. Ma il suo sesto senso diceva che stava bene o almeno questo che sentiva, ma le sensazioni erano forti. Juuri aveva paura, ma stava lottando.


 

-Sto venendo a salvarti.- prese un ramo abbastanza robusto e si inabissò nell'oscurità, camminò per un certo punto fino a che trovò la sorella imprigionata a un tronco legata come un salame.


 

-Juuri! - la ragazza notando la figura della sorella pianse.


 

-Yuuki scappa! Stanno per ritornare! - urlò, ma non riusciva a togliere gli occhi da quelli della gemella.


 

-Non mi puoi dire una cosa del genere o ce ne andiamo insieme o rimango qui con te, io e te legate per sempre.


 

-Per sempre.- disse piano.


 

Successe tutto in breve tempo, la paura s'impossessò delle due, mentre due mani forti stringevano le spalle della giovane, gridarono, ma nessuno riusciva a salvarli. Combatterono, si divincolarono, ma sembrava che la loro fine fosse arrivata, chiusero gli occhi ormai spacciate.


 

Il silenzio che si creò nuovamente faceva tremare, le due accortasi che ancora erano vive, si guardarono in giro, i due aggressori erano svaniti nel nulla, e dalla folta nebbia che si era creata apparve il ragazzo di prima.


 


 


 

-Finalmente vi ho trovate. Vi avevo detto che era pericoloso. - si avvicinò a Juuri e con uno scattò la liberò da quelle corde, che infine erano solo liane degli alberi.


 

-Come hai fatto a liberarmi, chi sei? - chiese Juuri, prendendo la mano della gemella che tremava.


 

-Sono Haruka e ti ho liberato con questo. - facendo vedere il piccolo coltellino.


 

-Ti prego aiutaci.- Yuuki parlò, Juuri la guardò per sbieco, ma ormai il danno era fatto.


 

-Venite in casa mia,non vi mangio, non vi preoccupate- le due si guardarono, ma soprattutto Juuri, Yuuki lo aveva seguito senza esitare ...Arrivati a destinazione, la casa era illuminata, Haruka li fece entrare e un grande camino si presentò alle due... posarono le valigie all'ingresso.


 

-Accomodatevi, vi porto qualcosa di caldo- scomparì dietro ad un angolo.


 

-Yuuki che ti è saltato in mente-sgridandola.


 

-Scusa, nee-chan ma non sono riuscito a trattenerlo – ormai il danno era fatto, ma almeno erano dentro casa e quegli esseri non potevano raggiungerli, la strinse in un abbraccio materno.


 

-Non fa nulla, speriamo che non siamo più in pericolo -


 

-Non preoccupatevi qui nessuno vi torcerà un capello- Haruka sbucò con due tazze fumanti e le porse alle due, che le presero e iniziarono a sorseggiare il contenuto.


 

Credo che siate troppo stanche per parlare, vi mostro le camere, domani ne parleremo con calma- le due annuirono e seguirono il ragazzo in quella maestosa casa, le scale erano di legno pregiato, anche tutto il resto. Ma erano troppo stanche per dare attenzione a tutto lo avrebbero fatto la mattina dopo, Haruka mostrò due camere vicine per poi congedarsi, le due rimasero sole per poco, per poi riunirsi in una sola stanza, Juuri abbracciò la sua sorellina, e poi si addormentarono.


 


 


 


 


 


 


 


 


 

* * *


 


 


 

Buongiorno é di tanto che non mi sentite, soprattutto che posto una storia con i personaggi originali. Spero che vi piaccia la mia idea.


 

Storia revisionata


 

Ciau.


 

Heart

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Capitolo 2
*** Una rosa millenaria ***


“Una rosa millenaria”


 

Due


 


 


 

L'alba giunse come da rituale. La natura si risvegliava dal torpore notturno, i fiori si aprivano e si mostravano con i loro splendidi colori, gli animali uscivano dalle loro tane.


 

Lo schiarire delle nubi oscure, il sole si fece avanti lento. Il colore del cielo si dipinse di un rosa pallido pian piano sfumandosi di un rosso corallo e infine di un azzurro che tenuto quel passo avrebbe ripreso il suo colore originale di ogni mattina.


 

In una stanza di un palazzo vecchio, dove i segreti erano celati sotto forma di libreria o di quadri, dove nessuno metteva piede da parecchio, due ombre stavano parlando a bassa voce. Uno di loro era seduto su una poltrona con le braccia robuste di pelle, la schiena alta e forte. L'ombra teneva con se con fare noncurante il suo calice di cristallo, mentre con distrazione ondeggiava il contenuto del bicchiere. Un vino dalle sfumature rossastre e rosa, più si muoveva e più si notavano quei particolari strani; infine quando lo posó il contenuto si bloccò e divenne trasparente come se la sostanza che c'era fosse scomparsa per magia. L'altra ombra invece era dietro una scura e pesante tenda, il sole stava per entrare dentro la stanza, con quei raggi caldi e brucianti, scosse il tendaggio per chiudere tutto. La stanza cadde nel buio, ma grazie a un camino alto quanto una persona dalle fiamme vive e focose ribaltava le ombre di essa.


 


 


 

-Sei il solito. Una volta tanto cambia il tuo stato di vita, sei sempre chiuso in questa casa, dovresti aprirti, lì fuori c'è un mondo che ti aspetta forse troverai una nuova fiamma e amico te lo dico con il cuore ti serve eccome!-


 

-Haruka mi fa piacere di starmene zitto, la sai qual'è la mia risposta. Comunque per quelle due ragazze, vedremo quando si sveglieranno ora se mi vuoi scusarmi ritorno alle mie camere- così chiuse la conversazione e si diresse con passo felpato ai piani alti.


 


 


 


 


 


 


 

Proprio in quel momento una giovane ragazza si era appena svegliata, si guardò intorno e solo allora si ricordò cosa era successo il giorno prima. Si toccò la fronte per poi dirigersi verso il bagno che c'era in camera, non fece nient'altro che lavarsi la faccia e guardarsi allo specchio; aveva un viso sciupato e con due occhiaie profonde intorno agli occhi, si chiese se tutto quello stess avrebbe portato a qualcosa, ma non riusciva a mettere in ordine un pensiero era meglio prendere aria. Si guardò attorno e notò la gemella che dormiva ancora, Juuri era proprio una grande dormigliona, afferrò un elastico e si acconciò i capelli, stranamente quella mattinata sentiva caldo, aprì piano la porta e uscì fuori. Il corridoio era buio solo grazie ad alcune candele riusciva a vedere qualcosa. Yuuki si chiese dove fossero capitate, la notte scorsa non aveva percepito nessun segno maligno da quel ragazzo ma le apparenze ingannano e lei lo sapeva benissimo, si concentrò sulla vista di quel corridoio che dava un' atmosfera lucubre e pesante con le pareti vermiglie, dal parche' scuro, dalle porte di mogano, ma gli oggetti e lo stile era quello antico forse '800. I pilastri erano di un marmo bianco, anche le scale erano fatte dello stesso materiale dalla ringhiera di ferro lucido, in ogni angolo di quella lunga scala c'era un vaso, ma della pianta nessuna traccia. Yuuki sentiva una tetra aria fatta di malinconia e di sofferenza, si chiese a chi potesse appartenere. Non ci fece più caso ai vari oggetti, il suo naso iniziò a sentire una dolce fragranza e senza capirci nulla si avviò verso un corridoio diverso dove il bianco e il nero sovrastava il tutto come se fossero il nucleo del palazzo. Alla fine giunse in una porta, non sapeva che cosa aspettarsi e con il fare ingenuo che la caratterizzava l'aprì. Rimase ferma per attimi interi fino a che la vista ritornò ad essere lucida, una fontana sovrastava quell'immenso prato verde smeraldo, si avvicinò rapita e si trovo a girare su se stessa per diverse volte come fa una bambina appena entra nel mondo delle favole. Era bellissimo quel posto, la natura sembrava rigogliosa, gli alberi erano pieni di frutti o di fiori che emanavano un essenza profumata, proseguì quel giro e si trovò dinanzi ad un'altalena dove le pesanti corde la tenevano stretta a due alberi imponenti, sembravano due querce, come sia possibile che si trovano in questo paradiso? Si chiese.


 

Rimase in quel giardino per chissà quanto tempo, giocando con le farfalle che le danzavano attorno, con all'altalena, Yuuki si risentiva bambina, alla fine decise di uscire, ma purtroppo per lei che era un'imbranata nell'orientarsi non sapeva più da dove prendere, ma non si scoraggiò cercò a destra e a sinistra e quando parve di non riuscirci più qualcosa catturò la sua attenzione.


 

Alzò la testa piano e i suoi occhi s'illuminarono, in un roseto più avanti brillavano diverse rose e tra le quali una di un colore particolare infatti si chiese se esistesse realmente o era frutto della sua fantasia. Una rosa che aveva i colori dell'arcobaleno, ma la cosa strana era che quelle rose non fossero proprio legati ai rovi, ma che danzassero sopra di essi.


 

Era magia ! Ne era sicura.


 


 


 

-Che profumo buonissimo, sembra che vivano qui da molto tempo, non ho mai sentito un profumo di questa entità- disse.


 

-La vorrei raccogliere, ma non so , forse è meglio lasciarla, in fin dei conti non ne sono degna – abbassò il capo e in quel momento si ricordò la strada del ritorno, s'incamminò e dopo diverse giravolte si ritrovò dove era prima, il sole lì non riusciva a penetrare, si sentì un poco scossa da quell'aria ma infine che doveva fare?


 


 


 

Accidenti chissà quanto tempo sarà passato di sicuro Juuri sarà incazzata nera, ma che me ne importa posso fare ciò che voglio, lei dice che ogni cosa che devo fare devo dirlo prima a lei, si da tutte quelle arie perché è nata prima di me, ma che ci posso fare? Siamo comunque gemelle, un legame eterno. Pensò la ragazza mentre camminava con il volto a terra, in quel fragrante si sentì travolta da un muro e cadde sul pavimento gemendo dal dolore.


 


 


 

-Accidenti!- esclamò. Su che cosa sono andata a sbattere su un muro? Nel momento in cui alzò lo sguardo fu travolta da una tempesta fatta di pioggia e grandine, uno sguardo di ghiaccio la penetrò fin dentro l'anima bloccando ogni parola o pensiero. Chi era costui e perché la guardava in quella maniera assassina, si chiese se avesse fatto qualcosa di sbagliato.


 

-Chi sei?- disse. Ma ciò che domandò sembrò più che altro un mormorio senza senso dato che la voce si era spenta nel momento in cui lo aveva guardato. L'uomo non disse nulla, rimaneva fermo a guardare quella figura che aveva di fronte, era una piccola ragazza dalla carnagione chiara, due occhi nocciola e dei capelli del medesimo colore con qualche sfumature ramate, gli occhi avevano una forma da cerbiatto, il viso era allungato ma risultava fino e aggraziata, non era male come ragazza ma per lui risultava una bambina.


 

-Dovrei chiederlo io a te, io ci abito – la sua voce risultava forte, Yuuki ne ebbe paura infatti appena rialzata aveva iniziato a indietreggiare. Non capiva per quale motivo non riusciva a pensare, era un fatto strano.


 

-Sc- scusami allora – abbassò la testa per dargli rispetto, ma si sentiva osservata e quello sguardo la intimoriva.


 

-Come ti chiami – disse lui.


 

-Mi ch-chiamo Yu-u – non riusciva proprio a dirlo, era ferma con il cuore le batteva forte nel petto.


 

-Guardami- la prese dal mento e i loro sguardi s'incontrarono in quel preciso momento il cuore di Yuuki si fermò. Tutto ciò che c'era intorno non aveva più significato, il mondo era diventato tutto bianco o nero, da quegli occhi un onda malinconica la travolse come un uragano facendola annegare in quel vortice di emozioni. Scossa da quelle sensazione Yuuki cercò di ritornare al presente, ma ciò che vedeva in quei due occhi color mattone le faceva venir da piangere solo quando sentì la voce della gemella chiamarla ritornò. Si allontanò dallo sconosciuto.


 

-Che cosa hai visto? - chiese l'uomo.


 

-La morte – e fuggì.


 


 


 


 


 

Le ombre danzavano in quella grande stanza, i raggi del sole creavano quell'antico gioco di colori con quei cristalli che erano appesi alle lampade, un ragazzo era sdraiato sul letto con una mano sugli occhi e con le gambe penzolanti, fissando un punto indefinito.


 


 


 

-Chi è quella ragazza? So soltanto il suo nome... Yuuki... principessa gentile – e chiuse gli occhi ormai stanco.


 


 


 


 


 

* * *


 


 


 

-Dannazione Yuuki dove eri finita? Mi sono svegliata e tu eri sparita lo sai che mi hai fatto prendere un colpo! – la sgridò la gemella, mettendosi le mani sui fianchi, sembrava una mamma che rimprovera il proprio bambino dopo aver fatto un guaio, e Yuuki si sentiva come se fosse sotto processo, cercava in tutti i modi di starle attenta se no erano dolori, ma la sua mente era rimasta a quelle parole che aveva detto di fronte a quel ragazzo dallo sguardo vuoto e pieno di dolore. Era un anima infranta che galleggiava ancora in questo mondo solo perché non riusciva a placare la sua sofferenza, era possibile che era intrappolato in questo mondo e non potesse far altro che vivere? No. Ma non sapeva dare un significato a quella sua aura tra il bianco e il grigio.


 

-Era lo spettro di se stesso- mormorò.


 

-Come scusa?- chiese Juuri.


 

-Non sto parlando con te- borbottò.


 

-Questo lo avevo capito, mi dici che cosa ti passa per quella pazza di testa? Da quando siamo entrati qui ti comporti in maniera alquanto folle -


 

-Non ho nulla, ma tu non capiresti. Sei troppo scettica e poi se te lo raccontassi non mi crederesti mai, siamo nati nello stesso giorno ma non vuol dire che siamo uguali, tu hai la tua vita e io la mia. In breve mi hai stufata Juuri non sei la mamma e non lo sarai – disse nervosa.


 

-Yuuki.-


 

-Yuuki un corno! - uscendo dalla camera della gemella per poi fare due passi ed entrare nella sua.


 

-Si, sono del tutto folle Juuri, perché ciò che ho visto non è normale! - buttandosi sul letto – ma infine che cosa mi aspettavo? Un trattamento speciale. Chissà se questa nuova esperienza ci potrà portare qualcosa di buono. - si alzò con uno scatto e si guardò allo specchio. Si girò su se stessa e poi prese il telefono e accese il lettore, le cuffie nelle orecchie e via. La musica scoppiò e fu travolta dalla voce chiara e cristallina dell'autrice. Non le importava della gente, lei stava bene così … la musica era la sua via di fuga dal mondo reale, ballò su quelle note e quando la musica finí era esausta, il sudore le scivolava dalla fronte al basso, si tolse i vestiti e si diresse verso il bagno una doccia era quello che faceva a caso suo.


 


 


 


 


 


 


 

Juuri era rimasta a fissare la finestra coperta dalla spessa tenda, si avvicinò e con uno strappo la spostò rivelando un cielo azzurro. Sul balcone diversi uccellini passeggiavano e cantavano, sorrise a quella visuale, ma un attimo dopo i suoi occhi si scurirono. Ce la stava mettendo tutta ma non ci riusciva, lo aveva promesso nel momento in cui la sua mamma aveva dato il suo ultimo respiro. Quella perdita era stata la causa di molta sofferenza sia per Yuuki, Juuri e sia per suo padre che era impazzito. Si erano mantenute attraverso lavoretti e l'eredità della madre, ma alla fine era finito anche quello il suo ricordo stava in quei due ciondoli che avevano sempre dietro. Lo toccò distrattamente, accarezzando quella superficie liscia e perfetta, si guardò allo specchio e spostò il maglione che aveva indosso. Il ciondolo a forma di un cuore era lì, in quel luogo che fin dalla nascita era stato posto, non lo avevano mai tolto, era un cimelio troppo importante.


 

Chiuse gli occhi per ricordare gli occhi della madre defunta e respirò, dovevano rimanere insieme, così munita di pazienza uscií dalla stanza per andare alla ricerca della gemella.


 

Juuri si accorse solo in quel momento delle vesti di quella casa. Ormai mancavano due anni alla laurea e presto sarebbe diventata un architetto, toccò una colonna di marmo e si stupì di ciò che trovò. Quel materiale erano unico e raro, ne esistevano pochi esemplari ma ciò che lo colpì era che la fattura era grezza ma quel particolare dava una luce diversa a quello stile antico. Ispezionò tutto l'ingresso e non si accorse di una figura che si avvicinava con un passo silenzioso, la guardava da lontano senza farsi vedere, si sorprese che quella ragazza avesse una delicatezza del genere, guardava quegli oggetti con ammirazione e devozione.


 


 


 

-Presumo che sei un'esperta in questo campo – disse. Juuri saltò in aria per lo spavento appena si voltò si trovò a faccia a faccia contro il ragazzo di ieri.


 

-Ma sei stupido? Mi hai fatto prendere un colpo! - urlò.


 

-Scusa non volevo farti spaventare, ma eri così assorta nella contemplazione di queste colonne che non ti sarai accorta della mia presenza – disse sorridendole.


 

-Ok. - il silenziò calò. Haruka la fissò attentamente, aveva ragione quella ragazza era diversa dalle altre, aveva un temperamento forte e aggressivo ma dentro custodiva tanta dolcezza e ne aveva la certezza dopo aver visto come consolava la sorella.


 

-Andiamo in soggiorno la colazione è pronta – annunciò.


 

-Va bene – s'incamminò dietro di lui lasciando le sue care colonne e proseguì in silenzio. Haruka le mostrò la biblioteca e alcuni salotti mentre procedevano verso il soggiorno, appena entrata si dovette ricredersi quella casa era un museo visto le diverse sculture e gli affreschi.


 

-Ti piace?- chiese il suo accompagnatore.


 

-Eccome! -


 

-Mi fa piacere, prego accomodati – sulla tavola c'erano diverse prelibatezze e Juuri ne prese alcune per formare il suo piatto, i suoi occhi stavano sognando fino a che da un angolo apparve sua sorella, lei aveva ancora il volto abbassato.


 

-Yuuki -


 

-Sono qui Juuri – le sorrise e tutti gli animi si placarono. Haruka si sedette accanto a Juuri lasciando il capo tavola vuota le due ragazze se ne accorsero ma non dissero nulla, dopo la consumazione si spostarono verso il salotto.


 

-Dovremo andare Yuuki, vorrei trovare quel posto – affermò Juuri, la sorella la guardò.


 

-Ma Juuri ancora non hai capito che...- ma fu anticipata da Haruka.


 

S-ignorina ci siete già, è questa la casa -


 

-Non può essere-


 

-Oh... è questa -


 

-Non ce lo possiamo permettere di sicuro l'affitto sarà alto -


 

-Non si preoccupi, non lo facciamo per soldi ma solo per compagnia – Juuri lo guardò per bene – su non fate quello sguardo io e mio cugino non abbiamo loschi piani- si sbrigò a dire Haruka calmando gli animi.


 

-Chi sarebbe suo cugino e perché non è qui?- domandò.


 

-Kaname è un tipo solitario, ma credo che presto lo incontrerete – disse.


 

-Ok ci stiamo, anche perchè non sappiamo dove andare oltre qui. Domani io e Yuuki ci informeremo dove dovremo finire i nostri studi -


 

Se posso consigliarvi l'università Cross è la più fornita -


 

-Ci andremo domani-


 


 


 

Il giorno dopo come avevamo prefissato Juuri e Yuuki uscirono presto di casa per aver più informazioni per quell'università, la trovarono a qualche chilometro di distanza, era situata sopra una collinetta l'afflusso di gente che faceva avanti e indietro portò a chiedersi se forse veramente famosa, al suo interno chiesero le dovute informazione e una dolce signorina spiegò tutto, alla fine diede gli orari delle lezioni. Soddisfatti ritornarono a casa, erano distrutte per il troppo camminare, appena giunte aprirono la porta e posato le giacche.


 

Il camino era stato appena acceso e delle fiamme uscivano dal loro posto.


 


 


 

-Juuri quando iniziano le tue?- chiese, mentre si sedeva sul tappeto.


 

-La prossima settimana, ne ho parecchie e non vedo l'ora di sentirle – commentò – Yuuki sei la solita vieni a sederti sul divano e non sul tappeto – ma la giovane non se ne curò.


 

-Invece le mie inizieranno tra due settimane, peccato, comunque cercherò un lavoretto per il pomeriggio così almeno ci potremo vivere – tastando il suo cellulare.


 

-Sono concordo con te, e poi i risparmi non dureranno molto meglio anticipare il vuoto cassa- trafugò nella borsa per poi estrarre dei giornali dove c'erano gli annunci lavorativi.


 

-Sei un genio Juuri!-


 

-E lo so sorellina -


 

Continuarono così fino a che Haruka l'informò che la cena era pronta, lo seguirono e consumarono le loro porzioni fino a che dopo diverse chiacchiere si ritirarono nelle loro camere.


 


 


 

-Vado a prendermi un bicchiere d'acqua a domani sorellina – salutò Yuuki.


 

-Buona notte – chiudendo la porta.


 

Yuuki s'incamminò verso la cucina, aprì il frigorifero ed estrasse la bottiglia, ne versó un quarto in un bicchiere e ne bevve solo un sorso, posò tutto e iniziò a camminare verso la sua stanza.


 

Che strano sento di nuovo quel profumo si disse, cambiò direzione e incontrò di nuovo quel ragazzo, ma sta volta era di spalla.


 

Aveva delle spalle veramente larghe e il di dietro di mozzafiato, arrossì per quel commento, cercò di far piano e scomparire ma una voce la fermò.


 


 


 

-Hai finito di fissarmi?- la sua voce risultava fredda e tagliente e un brivido di paura attraverso la spina dorsale di Yuuki.


 

-Scusa non volevo – balbettò.


 

-Mi danno fastidio questi sguardi, finiscila!- tagliò netto.


 

-Ehi, come ti permetti! Non ho fatto nulla! - disse scocciata lei.


 

-Non essere imprudente con le persone più grandi di te mocciosa, non ho tempo. - lasciandola come un pesce lesso.


 

-Idiota!


 

-Smettila!-


 

-Neanche per idea, ti sembra che m'impressiono così facilmente? - Yuuki stava urlando, non si accorse dello sguardo di fuoco di Kaname che si stava accendendo ad ogni parola, alla fine non riuscì più a trattenersi e spinse sul muro la ragazza che gemette dal dolore. Kaname si era sporto e adesso guardava Yuuki mentre tremava.


 

-Adesso non fai più la sbruffona? Sei solo una ragazzina egoista e viziata, ritorna da dove sei venuta... farai una brutta fine se rimani qua!- i suoi occhi lampeggiava d'ira.


 

-Sei un mostro!- gli gridò, mentre gli occhi si inumidivano.


 

-Esatto! - la lasciò andar via.


 

Yuuki correva, il bicchiere che aveva tra le mani era caduto dopo lo scontro. Chi diavolo era quel tizio? Ma la cosa che la sorprendeva era che quel profumo che aveva sentito qualche giorno prima adesso si era fatto di nuovo sentire e a scoprirlo da dove proveniva si chiedeva come era possibile che una persona così gelata ne sapesse.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

* * *


 

Salve.


 

Mi ritrovate di nuovo qui a postare il secondo capitolo, ringrazio Lilian Potter in Malfoy ,canada00


 

per il loro commento e spero che vi piaccia anche questo.


 

Non mi fermo molto, a presto.


 

Heart


 

Revisionata.

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Capitolo 3
*** A cena con i vampiri ***


“A cena con i vampiri”


 

Tre


 


 


 

Erano passata una settimana dopo quell'incidente, Juuri e Yuuki si erano stabilite in quella casa gigantesca, ma non volevano chiedere il motivo di tanta carità. L'affitto poteva risultare molto più caro di quei quattro spiccioli che ogni mese avrebbero dovuto dare, ma nel contempo alla felicità di aver finalmente un tetto in cui ripararsi nelle notti d'inverno, le due ragazze erano sempre fuori di casa il giorno. Infatti appena a fine settimana avevano trovato impiego in un caffè e lo stipendio era abbastanza buono da elogiare le due che si erano ritrovate nuovamente a lavorare assieme.


 

Per Juuri era qualcosa di straordinario poter trovare impiego nello stesso luogo in cui c'era la gemella così la poteva tenere d'occhio anche lì, ma senza essere troppo evasiva, sapeva bene che Yuuki si sarebbe arrabbiata. Mentre per l'altra avere la sorella maggiore accanto le procurava alcuni fastidi, come ad esempio quando i ragazzi si avvicinavano alla cassa e iniziavano a chiacchierare con lei. Non ci poteva far nulla che la sua aura ingenua portasse tanti bei maschietti nelle sue braccia.


 

Era giunta l'ora di staccare e così si munirono di borse e giacche per salutare il proprietario un uomo di mezza età con gli occhi che brillavano per i soldi, era assurdo pensare a una persona così anziana ad aprire un locale del genere, ma era un genio per dare la pubblicità al suo negozio.


 

Le due gemelle dopo l'ultimo saluto procedettero verso la montagna, il sole stava morendo dietro le montagne e le ombre avanzavano impertinenti, allungarono il passo fino a tirare un respiro sollevato, la casa era dinanzi a loro. Aprirono e posarono le loro borse all'entrata, poi si sedettero sul divano di fronte al camino, non c'èra nessun dei due ragazzi, si chiedevano che cosa facessero i due, Juuri aveva conosciuto il fantomatico cugino di Haruka un tipo alquanto tenebroso che all'inizio sembra un pazzo uscito da un manicomio, ma lo stesso Haruka aveva detto che Kaname era un ragazzo molto solitario e all'apparenza poteva mostrarsi scorbutico e antipatico, ma dentro era tutt'altro che così. Lei non aveva detto niente dopo quella confessione si era ritirata, ma aveva notato lo sguardo cupo della gemella e si chiese se loro due si erano già incontrati, da quando erano giunte in Giappone lei non aveva parlato più con lei in quel modo di una volta, si teneva tutto per se, era frustrante per la ragazza non sapere i pensieri e le sofferenze della sorella, loro erano così unite in tutto.


 


 


 

-Yuuki io vado a farmi una doccia – stirandosi.


 

-Va bene, io mentre mi leggo qualcosa a riguardo delle lezioni che si apriranno lunedì – prendendo un libro dalla borsa. Juuri si allontanò da quel salone che poteva contenere migliaia di persone, e salì le scale. Haruka le aveva mostrato una stanza piena di cianfrusaglie ma per lei era come una camera del tesoro, piena di oggetti dimenticate per la gente che valeva un sacco di soldi. Gli aveva chiesto come mai li possedevano poiché c'erano quadri molto antichi che risalivano al medioevo e alcuni al' 500, lui aveva risposto che i suoi antenati amavano l'arte e come tale erano lì.


 

-Meglio che vada in camera, la prossima volta chiederò ad Haruka di accompagnarmi di nuovo in quella stanza, non vorrei essere evasiva – si disse tra se e se. Nel momento in cui chiuse la porta un ombra attraverso quel tratto di zona, si avvicinò alle scale e via giungendo al salone dove una Yuuki si era appoggiata al bracciolo del divano per chiudere un momento gli occhi, non sentiva nulla a causa degli auricolari e all´ eccessivo volume della musica, la potevano uccidere facilmente ma non avvenne nulla di che.


 


 


 

Kaname aveva sentito le due giovane rientrare, Haruka sarebbe ritornato il giorno dopo, doveva esserci pure lui, ma non confidava su quelle due che potevano entrare in alcune e rivelare il loro segreto anche se era impossibile. Ogni stanza sotterranea era bloccata da una barriera e quasi nessuno riusciva ad attraversarla solo coloro che facevano parte della famiglia e a parte lui ed Haruka non c'era nessuno.


 

Alla fine si era deciso ad uscire non sentiva più i rumori delle due e scese, passò accanto alla porta della ragazza di nome Juuri, non era un granché, bellissima con le sue forme e il suo sorriso splendido ma nulla che potesse colpirlo. In lei proveniva una strana energia che non sapeva dare nome, forte ma al contempo debole come se la sua proprietaria non sapesse di lei, oscurata dal suo scetticismo. Invece l'altra ragazza di nome Yuuki era diventato un mistero, anche se si era rivolto in un modo così arrogante ogni volta che s'incontravano il suo sorriso era sempre aperto per lui e non capiva il motivo, l'aveva trattata come una bambolina, ma non si era arrabbiata invece si era fortificata. In quella ragazza c'era la stessa energia della sorella, ma era più forte come se in lei quel potere latente fosse più utilizzato. Quelle due sorelle erano un mistero al suoi occhi, piene di vita anche se nei momenti solitari i loro occhi si scurivano, ognuno di noi aveva una ferita aperta nel proprio cuore e si domandava quale fosse quella delle due che anche se giovani custodivano un dolore forte dentro le proprie anime.


 

Con il passo cadente si fermò nel salone dove sul divano riposava la ragazza appena nominata, aveva le cuffie nelle orecchie e la musica gli arrivava forte e chiaro ma non era una di quelle canzoni strappa timpani, era dolce e senza parole solo fatta di note che la componevano. La fissò per un lungo istante imprimendo nella sua mente i suoi lineamenti, un colpo vellutato dalla pelle biancastra, un viso da bambina e un sorriso da far scongelare i cuori più ghiacciati di tutti, Kaname si avvicinò a Yuuki e con la mano incerta le accarezzò una guancia risultava morbida e vellutata per poi avvicinarsi a quelle labbra rosee, un brivido di piacere lo invase e in un attimo una forte sete lo devastò facendolo inginocchiare il due per il dolore.


 

Yuuki non dormiva era in dormiveglia, non riusciva a non pensare a quello strano ragazzo dagli occhi mattoni, per tutti quei giorni aveva tentato di toglierselo dalla testa ma era inutile, si era inabissato dentro i suoi pensieri e ogni volta anche quando pensava ad altro in mente appariva il suo viso. Quando si era incontrati la prima volta non era riuscita a guardarlo seriamente in volto colta dall'imbarazzo, ma appena lui l'aveva sfiorato il mento con quelle dita fredde come l'acqua gelata e scontrata con i suoi occhi qualcosa si era smosso in lei, una forte nebbia che soggiornava il suo cuore si era dissipata;nel momento cui i loro occhi erano entrati in quello dell'altro una sorte di telepatia era iniziata dando informazioni dell´ altro con fare stravagante, aveva visto terra bruciata intorno a Kaname, un fuoco divampato forse dall'inferno non era che lui fosse una creatura oscura? Ci aveva pensato tutta la notte, ma le sue conoscenze erano a zero, anche se l´affascinava il mondo soprannaturale e tutti quei fenomeni paranormali credeva solo a quello che vedeva in quasi tutto, solo a volte si era fidata delle sue sensazioni e quella volta si era compita la tragedia, ma alla fine ce l'avevano fatta a superarla.


 

Adesso si trovava sul quel divano che forse in passato aveva ospitato il ragazzo dei suoi pensieri, quei braccioli avevano sostenuto il peso delle sue braccia...forse c'era ancora quel suo profumo di rose. Tutto profumava di lui ogni oggetto, ogni piccolissima parte, sapevano di lui.


 

I suoi pensieri si erano interrotti quando una mano gelida l'aveva accarezzata, si chiese chi fosse, non poteva essere Juuri, la sorpresa fu quando risentì quell'essenza forte, profumata di rosa, lui era accanto a lei. Cercò di non aprire gli occhi anche se la curiosità di vederlo calmo era alta, cercò di regolarizzare il battito e di dormire anche per finta. Il suo tocco era dolce e premuroso, la sua pelle anche sé fredda stava bruciando il suo corpo di una strana sensazione che ogni secondo aumentava, spinta da chissà cosa si abbandonò a quel tocco fino a che non sentì più la sua mano, ma lui non era lontano, no era solo lì. Lo sentiva respirare a fatica, la paura di saper che lui stesse male la faceva stringere i denti, ma in fine tutto terminò, il profumo si dissolse e Yuuki potette apri di nuovo gli occhi. Le sensazioni che aveva provato erano strane e contraddittorie, ma avendo un assaggio di ciò che l'uomo potesse dare sorrise e poi illuminandosi si toccò le labbra dove le sue dita le avevano sfiorate, un balzo del suo cuore la fece fremere.


 


 


 


 


 


 


 

Un nuovo giorno si era aperto, Juuri con la sorella scesero dalle scale, nelle prime ore aveva lezione mentre Yuuki andava al caffè a dare una mano, presero le loro cose e in quel momento un Haruka sfinito e pallido aprì la porta.


 


 


 

-Stai bene?- Juuri guardò prima la sorella e poi il ragazzo che chiuse la porta per poi respirare a grandi polmoni.


 

-Adesso si – sorrise alle due, ma sopratutto alla più grande.


 

-Soffri il caldo?- domandò, mentre si aggiustava la sciarpa.


 

-Diciamo di si. Comunque state uscendo? - guardandoli.


 

-Esatto ritorneremo all'ora di cena. Su, Yuuki andiamo tra breve la mia lezione inizia – prendendo l'ombrello.


 

-A che ti serve quello, mica piove? - chiese Haruka, ma la giovane non rispose lo fece Yuuki.


 

-Juuri è una meteorologa provetta, meglio di tutti quei palloni gonfiati che ci sono in TV e poi sbagliano anche il tempo – spiegò, prendendo anche lei un ombrello.


 

-Allora presumo che pioverà?-


 

-Esatto, adesso scusaci ma dobbiamo andare – aprendo la porta, ma fu fermata.


 

Juuri, Yuuki stasera ci sarà una cena un poco speciale, diciamo per festeggiare il vostro nuovo inizio. Ne ho parlato anche con Kaname e per lui non ci sono problemi, per voi?- guardando negli occhi Juuri, lei sentendosi imbarazzata per quei sguardi abbassò il capo e disse un veloce si, Yuuki sorrise a quello che vedeva, la gemella aveva un debole per quel ragazzo. Lo salutarono e si avviarono nelle loro postazioni.


 


 


 

Il tempo volò via e si fece ora di ritornare, Yuuki stava sistemando le sue ultime cose fino a che entrò uno strano tizio vestito tutto di nero. Lei rimase dietro a un pilastro, in quel momento apparve Juuri con diverse scatole tra le mani, rovesciò tutto su quel tizio che senza accorgerne si ritrovò a terra con tante scatole di farina.


 

Yuuki li osservava, non sapeva dove lo avesse visto ma non aveva una buon presentimento.


 

Anche Juuri provò quelle stesse sensazioni, e quando lo sguardo dell'uomo volse nelle loro direzioni sorrise. Le due ragazze non persero tempo, raccolsero le poche cose e uscirono dal bar e corsero verso la loro abitazione.


 


 


 

-Juuri quel tizio non era quello....- correndo con il fiatone.


 

-Si Yuuki. E' il tizio dell'aeroporto, vorrei tanto sapere che cosa vogliono da noi. Corri sorellina, corri...- Correvano con tutte le forze che avevano ma il viaggio era impedito dalla pioggia che iniziò a cadere, il terreno era scivoloso e fangoso, ogni colpo risultava un'impresa.


 

-O Dio Juuri è dietro di noi, ci sta raggiungendo!- gridò Yuuki, in quel momento un secondo uomo apparve da chissà dove e parò l'unica via di fuga delle due, erano in trappola.


 

-Che cosa facciamo?- chiese Juuri, non riusciva a pensare con lucidità, l'adrenalina era a un livello altissimo, si portò la sorella vicino a lei.


 

-Juuri ti fidi di me?- La ragazza guardò la gemella seria, che cosa aveva in mente? Annuí e in un attimo le due si schiantarono al suolo, i due tizi sorrisero a quella scena, ma nel momento in cui abbassarono le ginocchia formando un´ apertura abbastanza larga le due scivolarono e furono di nuovo libere, in quello stesso momento diedero un calcio ai due che caddero per terra, si guardarono negli occhi e si promisero di arrivare al luogo sicuro, corsero più veloce possibile, i due tizi si alzarono e presero dalla giacca qualcosa, non poterono capire nulla poiché erano divise, ma nel momento in cui sentirono il rombo sordo si fermarono.


 

Yuuki era sola in quel fitto bosco, il suo cacciatore le stava puntando una pistola di calibro grosso. Le gambe le tremavano per la paura, ma doveva rispettare la promessa, era stato un bene separarsi, ma adesso si sentiva male.


 

Sperava che la gemella avesse avuto più fortuna e avrebbe trovato la via di casa e chiedere aiuto, il tizio si avvicinò così velocemente che quando ritornò al presente le era di fronte, cercò di allontanarsi ma fu presa dalla sua mano che strinse con violenza gemette dal dolore, strinse i denti per non urlare …


 


 


 

-Dannazione che cosa volete da noi? - domandò, mentre gli occhi diventavano umidi.


 

-La pietra. Dammi la pietra e ti lascio viva – disse autonomo.


 

Yuuki non capiva che cosa c´entrasse una pietra a tutto quel caos, ma non sapeva dargli una risposta lei non possedeva nulla.


 


 


 

-Mi dispiace gigante io non ho questa pietra di cui tu stai parlando, adesso vattene e non rompere più – ma ricevette solo uno schiaffo.


 

-Stronzo! -


 

-Dammi la pietra!- gridò.


 

-Ti ho detto che non ce l'ho! Sei sordo!- l'uomo si stava preparando a un nuovo attacco quando qualcosa lo colpì e lo mise fuori combattimento. Yuuki si guardò in giro, e trovò Juuri con un ramo tra le mani, si abbracciarono e piansero.


 

-Stai bene? Oh Dio stai sanguinando – prendendo dalla tasca un fazzoletto.


 

-Adesso si, ho avuto tanta paura, ma hai capito che cosa volevano?- chiese Yuuki tenendo il fazzoletto sul labbro.


 

-Una pietra gli ho detto che non l'avevo e lui ha gridato come un pazzo – spiegò.


 

-Anche a me ha detto questo, chi sono questi uomini e perché cercano noi, sono gli stessi che ci seguivano a Londra. - esaminò Yuuki.


 

-Non so darmi una risposta, ma so solo che dovremo aprirci gli occhi da ora in poi, non mi piace quello che ho visto , dai ritorniamo a casa e ...- fermando il suo passo – Yuuki nessuno deve sapere questa cosa, promettimelo -Yuuki la guardò e alla fine acconsentì, tanto non sapeva a chi dirlo non conoscevano nessuno in quel paese.


 

Quando arrivarono a casa Haruka gli chiese il motivo di que ritardo, ma loro si inventarono che a causa di un imprevisto lavorativo si erano dovuti fermare al bar e in quel momento c'era stata una rapina nel locale, avevano preso come ostaggio Yuuki e spiegarono anche il fatto che fosse ferita. I due che ascoltarono quel racconto si guardarono negli occhi senza dire nulla, alla fine si accomodarono in sala per consumare la loro cena.


 


 


 

-Un brindisi a questa nuova vita per voi ragazze, che la fortuna vi assista – i bicchieri si alzarono e brindarono anche se negli occhi di Juuri e Yuuki quella luce di felicità non c'era proprio e fu notata dai ragazzi che sospettavano qualcosa.


 

Appena le due si furono congedate Haruka e Kaname rimasero nel salone, non parlavano erano concentrati nei loro pensieri fino a che il silenzio non fu spezzato.


 

-Nella foresta c'è odore di sangue .- parlò Kaname.


 

-Lo sento anch'io. Credo che sia successo qualcosa, Juuri e Yuuki non ce ne vogliono parlare – confermò Haruka.


 

-E hanno ragione. Non centriamo nulla in queste cose, Haruka non mettere la testa nelle cose che non ci riguardano, ci basta i ratticapi che abbiamo per i nostri affari, a proposito come è andata l'assemblea?-


 

-Richiedono la tua presenza Kaname, io sono come un pesce piccolo tra di loro, la tua presenza calmerà un poco gli stati d'animo. - Osservando la tempesta che si stava scatenando – mi hanno parlato anche di alcuni omicidi strani, c'è puzza di guai in vista Kaname ed è il nostro compito scoprirlo.


 

Dopo quanto i due rimasero in silenzio a contemplare o il cielo o le fiamme, mentre i loro occhi brillavano in una strana luce inquietante, guai in vista erano alle porte.


 


 


 


 


 


 


 


 


 

* * *


 

Ola, sono di nuovo qui.


 

Non era previsto questo capitolo, ma mi annoiavo ed eccomi qua.


 

Non avevo nessuna idea all'inizio ma poi mi sono lasciata coinvolgere.


 

Allora vi è piaciuto questo colpo di scena? Per voi chi sono questi due tizi e che cosa vogliono realmente dalle due gemelle e quegli omicidi c´entrano qualcosa?


 

Be seguitemi e lo scoprirete.


 

Heart


 

Rivisionata

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Capitolo 4
*** Cuore di ghiaccio ***


“Cuore di ghiaccio”


 

Quarto


 


 


 


 


 

L'aria era cupa.


 

Il grande salone dove ogni volta si eseguiva l'assemblea generale degli esponenti più influenti di tutto il paese si svolgeva in quella sala, dove era situato un tavolo lungo metri in cui accoglieva gli ospiti, seduti come una giuria, ma loro non avevano nessun diritto di giudicare o decidere poiché questo compito era solo e unicamente del capo dei capi cioè: Kaname Kuran.


 

Il primo vampiro della stirpe. Un vampiro millenario, la sua fama era elogiata da tutti e se da parte dei vampiri era onorata dall'altra parte gli umani che conoscevano questa specie li detestavano, ma mai nessuno osava contraddire lui, il fondatore di tutto, l'inizio del mondo.


 

Kaname Kuran era il capostipite di una delle famiglie più prestigiose, l'unico Re che ci fu in quegli anni bui.


 

Kaname era predisposto a capotavola dopo di lui Haruka e poi i più anziani di quel consiglio, il fondatore li guardava con occhi pigri, smuovendo il calice che aveva tra le mani; un uomo si alzò dalla sua postazione e guardò in giro e poi espose le informazioni che le sue spie avevano recapitato.


 


 


 

-Abbiamo delle notizie fresche Maestro Kaname. Riferiscono che gli omicidi avvengono specialmente di notte, sono uomini vestiti di tutto punto, con uno strano tatuaggio sulla spalla destra. -venne interrotto.


 

-Cosa raffigura?- Domandò Haruka.


 

-Una testa di serpente trafitta con un pugnale- rimanendo in silenzio.


 

-Si tratta per caso di un organizzazione criminale?- continuò Haruka, era da anni che il loro regno veniva scosso da tali gruppi, ma ogni volta venivano sterminati prima che potessero fare dei danni.


 

-Non lo sappiamo Haruka-sama. Ma abbiamo la conferma che non sono orientali, precisamente occidentali, parlavano inglese.- Comunicò l'uomo.


 

-Bene, un´informazione in più. - Haruka si volto verso Kaname – come dobbiamo muoverci? Non possiamo rimanere con le mani in mano, abbiamo un patto con gli umani...-,continuò.


 

-Non c'è bisogno di farmelo ricordare Haruka, sono stato io stesso a stipularlo anni fa.- Kaname si alzò dal suo posto seguito dagli sguardi di tutti, osservò la luna abbassarsi per dare spazio al sole che piano si stava facendo strada.


 

-Sorvegliate questi individui, semmai causerebbero altri danni eliminateli, - decise infine. Tutti annuirono e pian piano l'assemblea fu sciolta. Haruka si avvicinò al cugino e gli pose una mano sulla spalla.


 

-Ottimo lavoro. Ritorniamo a casa, di sicuro si staranno svegliando – il ragazzo si voltò e procedette verso la porta, Kaname lo seguí stanco e malinconico.


 

Camminarono a un'andatura lenta anche se possedevano la capacità di volare, ogni passo era cadente e silenzioso, avvertivano il risveglio degli animali che uscivano dalle loro tane, i fiori che si aprivano al nuovo giorno, il cielo si fece azzurro è il sole s'innalzò.


 


 


 


 


 


 


 

Juuri era già pronta, prese la sua tracolla e scese dalle scale.


 

L'odore del caffè giunse al suo naso, fece una deviazione al suo tragitto per entrare in cucina e trovò Haruka intento a preparare due tazze.


 

-Giorno- disse lui, prima che la ragazza parlasse. Lei lo guardò sorpresa, ma gli rispose con un sorriso.


 

-Giorno anche a te, mattiniero?- chiese.


 

-Non esattamente, ma ho del lavoro da sbrigare...- disse porgendole una tazza – tieni, ti servirà. Stai attenta.- le disse per poi uscire dalla stnza, Juuri lo guardò e si chiedeva che cosa avesse quel ragazzo di così speciale. Era un bel tipo, affascinante e di classe, ma nel suo mistero c'era qualcosa d'inquietante, ma non riuscì a terminare il pensiero che la sveglia del telefonino trillò e le avvertì che era già tardi, così prese un goccio di caffè per poi uscire tutta trafelata.


 

-Chissà se Yuuki ha scelto la facoltà. - Si chiese.

Dopo l'arrivo in Giappone la loro vita era cambiata, lei si era iscritta alle lezioni che già frequentava a Londra, mentre Yuuki si era fermata avendo dei dubbi sul suo percorso. Ne aveva cambiati parecchi, ma ogni volta non trovava ciò che cercava e questo metteva in seri dubbi la gemella, il tempo passava ma lei non aveva nessun futuro assicurato.


 

-La chiamerò alla pausa pranzo – prese il viale alberato e s'incamminò verso l'università Cross.


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Una ragazza dai lunghi capelli era stesa sul letto a pancia in aria, gli occhi puntati sul soffitto e la testa vuota. Ci aveva riflettuto a lungo e initerrottamente.


 

Sul pavimento c'erano diverse iscrizioni , ma nessuno di tutte quante le interessavano. Chiuse gli occhi e si girò di un lato, che cosa doveva fare? Non sapeva che strada prendere, invidiava Juuri poiché lei aveva un percorso ben preciso in testa, lei voleva diventare un architetto famoso e stimato, dove l'ecologia era il padrone, ma sopratutto la natura almeno avevano qualcosa in comune.


 

Alla fine sbuffò e si alzò di scatto, rimanendo a casa non si sarebbe risolto nulla, si vestì, afferrò il suo Mp3 e lo accese... la musica partì e le prime note di una canzone iniziarono. Yuuki si fece trascinare dalla melodia e uscí dalla sua stanza. Con gli occhi aperti si fece condurre dal suo sesto senso fino a camminare verso un corridoio diverso dagli altri. Più scendeva più freddo sentiva, si chiese dove si stesse inabissando, ma non riusciva a fermarsi una strana aura la stava richiamando. Dolore. Frustrazione. Stanchezza. Solitudine. Erano questi i sentimenti che percepiva … la mente era sgombra di tutto … non le era successo mai, ma ogni minuto che si avvicinava verso quella porta che c'era in fondo a quel lungo corridoio dalla pavimentazione di pietra e dalle mura screpolate dal tempo, l'aria era spettrale come se ci abitassero dei fantasmi o anime spezzate. Con il cuore che batteva a mille si affacciò in quello spiraglio, ciò che vide la fece rabbrividire: al centro a quella grande stanza ci stava un mausoleo con un coperchio di marmo aperto, sulle pareti di essa conteneva diversi simboli e al centro uno stemma con un orchidea.


 

Sopra di essa c'era appoggiato un ragazzo che in quel momento sembrava vecchio con le spalle portate in avanti, il volto soffrente e ...un cuore che batteva con fatica.


 

Yuuki rimase senza fiato nel percepire quel profumo, li dentro c'era lui: Kaname. L'uomo che da quando aveva varcato quella porta inondava i suoi sogni con vissuti spettrali, con guerre apocalittiche e tanto sangue versato. Lo vedeva sempre fermo a guardare il mondo cadere a pezzi, lui era uno spettatore.


 

Non capiva che cosa le stava succedendo, perché quando lo vedeva sentiva solo compassione e pena? Che cosa racchiudevano i suoi occhi? Il buio. Si era risposta da sola.


 

Io sarò la tua luce Kaname. Si disse. Nel momento in cui la sua mente formulò quel pensiero si inorridì, come poteva dire una cosa del genere non lo conosceva, poteva essere un pazzo o lo faceva per finta.


 

Lui non finge, percepisco il suo dolore, come se fosse mio.


 

Se lo chiedeva spesso come mai riuscisse a sentire quelle sensazioni, ciò che toccava aveva una sua anima.


 

Osservò quell'ombra fino a un tempo indefinito, una parte di lei voleva scappare, ma l'altra non riusciva a distogliere gli occhi da lui, ormai ammaliata di tale bellezza.


 

Lui rimaneva fermo, con quell'aria avvilita.


 

I suoi occhi erano vuoti e spenti come se avesse vissuto per secoli senza chiuderli un attimo.


 

La voglia irrefrenabile di accoglierlo tra le sue braccia la svegliarono e si prese per stupida, lui non avrebbe mai accettato, lui era un lupo indomabile. Un lupo che ululava nelle notti di luna piena e gridava i suoi malesseri.


 

Lui che aveva stregato la sua vita piana di casini.


 

Lui,semplicemente Kaname.


 

Solo allora si accorse che qualcosa scivolava dalle sue guance, si toccò e si accorse che piangeva, le forti sensazioni percepite l'avevano scossa fino dentro l'anima.


 

-Kaname...- sussurrò.


 


 


 

Kaname si voltò sentendosi chiamato, ciò che trovò lo paralizzò. La ragazza, Yuuki era dietro quella porta e adesso che i loro sguardi s'incontrarono tutto era esploso.


 

Ridusse gli occhi a due fessure infastidito di quella indecenza di essere spiato nel momento in cui il suo spirito era spento, nel momento in cui la sua maschera era tolta. Si alzò di scatto e si diresse a gran velocità verso la ragazza che accortasi di quel cambiamento d'aria schizzò via, Yuuki corse veloce, rientrò nei corridoi che conosceva per correre e cercare di raggiungere la sua stanza, ma non ci riuscì.


 

Kaname la prese da un polso per poi farla sbattere sul muro, la ragazza cadde a terra e i suoi lunghi capelli le coprirono il volto.


 


 


 

-Che cosa stavi facendo?!- tuonò. Nessuna risposta ricevette e questo portò a incendiarlo, la prese con forza senza controllarsi per farla alzare e tenerla alle giunture delle spalle e strattonarla con violenza. - Odio essere spiato, sopratutto da un effimero essere come te, che cosa hai visto? - gridò. Yuuki risvegliata da quel tono forte rabbrividì.


 

-Io..Io... non ho visto nulla- disse, parlò piano tentando di non scoppiare a piangere di fronte a lui.


 

-Menti!-


 

-Ti ho detto che non visto nulla- riprendendo il controllo del suo corpo, ma lui se ne andava per i fatti suoi, le scosse provocate dal corpo di lui la stavano bruciando, sentiva gli occhi pizzicare e la testa scoppiare.


 

-Parla mocciosa o ti riduco in polvere – i suoi occhi divennero scarlatti.


 

Yuuki si dimenava con forza da quella presa, la sua mente stava andando in incandescenza, troppe visioni la stavano facendo impazzire, immagini seguite da voci, suoni, urla, lacrime. L'emozioni le tagliava il fiato.


 


 


 

-Basta! Non toccarmi! - urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, il corpo le tremava per le convulsioni. Kaname non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.


 

In quel momento Juuri fece la sua comparsa e dietro di lei Haruka che avvertendo il potere di Kaname si affrettò a superare la ragazza ed afferrarlo in tempo prima che arrivasse Juuri. Kaname aveva gli occhi rossi ed era furioso.


 

Juuri giunse accanto alla gemella e la prese tra le braccia, Yuuki bisbigliava monosillabe incompressibile.


 


 


 

-Che le hai fatto?- gli urlò.


 

Kaname non le rivolse nessun sguardo, Haruka osservava il cugino con attenzione …


 

-Juuri porta Yuuki in camera .- la ragazza annuí, si caricò Yuuki tra le braccia era leggera e non le dava peso come si dovrebbe aspettare da una ragazza, la condusse in camera e la depose, lei urlava.


 

-Yuuki svegliati sorellina, ci sono io qui con te.- le mise un panno sulla fronte, ma nemmeno quello le faceva nulla.


 

-Yuuki stai tranquilla adesso sei al sicuro – l'abbracciò e rimase a vegliarla.


 


 


 


 


 

Nel frattempo in un'altra stanza Haruka interrogava Kaname, sapendo che a lui non piaceva quel trattamento si sentiva accusato di un crimine che non aveva commesso, alla fine esplose facendo uscire la sua energia e alcuni oggetti si frantumarono.


 


 


 

-Smettila Haruka! - disse lapidario.


 

-Dimmi che cosa è successo! Quella ragazza era in crisi respiratoria, stava impazzendo e non mi dire che non hai fatto nulla perché non ci credo, conosco i tuoi poteri!-


 

-L'ho solo sbattuta al muro, non le ho fatto nulla. - confessò.


 

-E per quale motivo?-


 

-Mi ha spiato nel mausoleo – Haruka spalancò gli occhi.


 

-Com'è possibile nessuno riusce ad attraversare la barriera.- affermò.


 

-Glielo volevo dire ma lei non mi rispondeva, ho perso la pazienza-


 

-E così le hai gridato e lei si è spaventata ancor di più- concluse Haruka, Kaname si allontanò a si avvicinò alla finestra dove i vetri si inclinarono.


 

-Mi chiedo chi sia realmente, lei e sua sorella. - parlò.


 

-Sbuf.- sbuffò il ragazzo- Kaname lo sapevi che Yuuki e Juuri sono gemelle?- dichiarò Haruka.


 

-E che cosa centra su questo? Non sono mica cacciatori? - disse Kaname.


 

-Non lo sono, ma avverto intorno a loro una strana energia latente – sedendosi, prese una pasticca da una scatolina rossa dalla tasca e la emerse in un bicchiere contenente dell'acqua in breve si tinse di rosso.


 

-Lo so già. Il loro potere è ambiguo per due essere umani -


 

-Vorresti indagare, la tua natura di amplificare tutto... perché.-


 

-No, Haruka noi non cercheremo niente. Loro non rimarranno qui a lungo, scommetto che quella ragazza che hai messo gli occhi sopra cercherà in tutte le maniere a convincere la sorella ad andarsene.-


 

-Sei un chiaroveggente?- chiese.


 

-Lo immagino. E quando loro se ne andranno ritornerà tutto come una volta – rise Kaname.


 

-Kaname! - ma il vampiro non lo ascoltò più scomparendo con uno stormo di pipistrelli. - Maledetto era tutto pianificato, ma non credere che tutto va come tu progetti, so che quella ragazza ti cambierà.-


 


 


 


 


 


 


 

La mattina dopo Juuri si alzò di buon ora e si preparò. Aveva deciso non sarebbe ritornata un ora in più in quella casa c'era un psicopatico che tentava di far impazzire sua sorella era il suo compito era di proteggerla, nella notte Yuuki si era risvegliata in lacrime, aveva tentato di parlarle di alcuni sogni che aveva fatto ma lei non ci credeva, quel pazzo sicuramente le aveva fatto qualcosa e lei dopo lo choc aveva iniziato a immaginare. Preparò le valigie le sue e quella della gemella, pronto tutto aprii la porta, Yuuki ancora dormiva. Scese di sotto e trovò i due ragazzi, Haruka la salutò calorosamente, si era affezionata al ragazzo lo trovava affascinate e irresistibile, e pensava anche che si era presa una cotta, ma i suoi sentimenti si dovevano bloccare, prima la salute della sua sorellina.


 

Prese un lungo respiro e si avvicinò ai due, la luce che vedeva negli occhi di Kaname non le piaceva sembrava vittorioso.


 


 


 

-Che cosa ci fai sveglia a quest'ora? Oggi è sabato, credevo che non avessi lezioni – parlò Haruka.


 

-Vi dovevo avvisare che io e Yuuki lasceremo questa casa – disse piatta- Haruka rimase senza fiato, vedeva la sua speranza scomparire, e si voltò verso suo cugino che rideva sotto i baffi, aveva vinto lui... i suoi piani erano infallibili. Abbassò la testa deluso e amareggiato, doveva lasciarla andare, finalmente l'aveva trovata. In quel momento ebbe la tentazione di prendere a pugni Kaname con la sua mania di rimanere solo per l'eternità. Juuri stava per consegnare le chiavi della casa …


 

-Io non mi muoverò da qui Juuri.- una voce calma e forte si espanse, dalle scale apparve Yuuki con uno sguardo tenace e determinato.


 

-Yuuki che cosa dici?- disse la gemella.


 

-Ciò che hai sentito sorellina. Non lascerò questa casa finché tutto non sarà ritornato alla luce – abbandonò lo sguardo verso la gemella per indirizzarlo a Kaname, il suo sorriso era svanito nel nulla – e tu, cuore di ghiaccio hai le ore contate. Scoprirò il tuo segreto, Kaname Kuran! - li lasciò tutti a bocca aperta, si voltò e con la sua chioma bruna che svolazzava come se intorno a se ci fosse un ventaglio che svolazzasse risalì le scale.


 

-Che le danze iniziano – tutti si voltarono verso Haruka compreso Kaname che bruciò il ragazzo che aveva osato contraddirlo. Prospettava giorni duri.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

* * *


 

Eccomi!


 

Buona domenica anche se sta per finire, sta sera chi guarderà il cielo aspettando qualche stella che cade? Io ora ci vado e chissà.


 

Allora come vi sembra? Forse ho osato troppo?


 

Be è una cosa nuova trattare un Kaname così burbero e freddo, di solito é così gentile e dolce. Sembra un altro.


 

Aspetto le vostre opinioni...sperando in altri pesci :P

Revisionata


 

Heart

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Capitolo 5
*** Segreti celati nell'oscurità ***


“Segreti celati nell'oscurità”


 

Quinto


 


 


 


 


 


 


 

Yuuki vagava nell'immenso andrione dell'università Cross. Le piastrelle lucide del lungo corridoio brillavano in quella luce tenue dei lampioni che c'erano ad ogni angolo . Raggiunse un grande tabellone dove c'erano le diverse facoltà e si chiese se mai avrebbe trovato la strada giusta. Non poteva continuare a stare in mezzo al mondo senza una via, si sentiva una pecorella in mezzo al bosco, avrebbe trovato la via dalla fitta boscaglia.


 

Alla fine esasperata da quel giro senza meta si fermò al bancone delle informazione che casualmente lo trovò vuoto, solo una sedia che era rivolta all'incontrario facendo notare che il suo custode era da qualche altra parte. Imprecò per quella sfortuna e dopo varietà di minuti a fissare le punta delle sue scarpe alzò di scatto la testa per fermarsi a guardare due occhi.


 

Era un ragazzo supergiù sui venticinque anni, indossava una camicia con due bottoni sbottonati e si intravedevano i pettorali scolpiti, capelli fino alle spalle di un candore unico, sembrava seta di luna di quanto erano luminosi, e poi, due occhi così ambigui. Ametista. Yuuki credeva che ci fosse solo la pietra, ma si dovette ricredere alcuni esseri avevano ereditato dei colori così particolari in quel pensiero le venne subito in mente quei due occhi così ipnotici e scuri, ma nello stesso tempo docili e gentile anche se queste qualità erano chiusi a chiave. Si diede della stupida a pensare a lui,lui che l'aveva spaventata a morte e che da un poco lo evitava come la peste.


 

-Posso esserti utile? Ti ho visto entrare ma non mi sembri una che frequenta – disse con un sorriso seducente che Yuuki lo catalogò come “tizio da evitare” troppo evasivo al solo guardarlo e non era rimasto a fissarle il viso ma si era spostato anche al di sotto e Yuuki si sentì nuda. Cercò di riscaldarsi con lo sfregare delle mani ma ebbe solo effetto contrario, alla fine si decise di parlare.


 


 


 

-Potresti, ma non so se ne sei ingrato.- Parlò con quella voce piccola.


 

-Se mi dici, potrei – annunciò il ragazzo.


 

-Cercavi qualche lezione? - prese degli occhialini che aveva sulla tasca della camicia e se li mise, sembrava un secchione- dove vorresti iscriverti?- prendendo dei moduli da chissà dove, la ragazza non sapeva che pensare, di sicuro quel tizio che si sentiva un Dio che di sicuro non lo era voleva pavoneggiare con lei, ma Yuuki non ne aveva nessuna intenzione.


 

-Ci sono delle lezioni sulla magia o qualche cosa simile? - Chiese. Il ragazzo la guardò per attimi per poi alzare gli occhiali che gli erano caduti sul naso, fece un sorriso per poi prenderla da un braccio e trascinarla in un lungo corridoio per poi girare e trovarsi davanti una porta.


 

-Credo che questo faccia a caso tuo, sono pochi gli iscritti, ma il corso va alla grande. Se ti stai chiedendo se sei in ritardo e un no – aggiunse frettolosamente lasciando Yuuki shoccata.


 

-Su, vai, se no la professoressa si potrebbe arrabbiare – la incitò, Yuuki si sentiva come un pesce fuori dall'acqua ma appena varcata la porta si sentì diversi sguardi puntati su di lei. Si voltò verso la porta e il ragazzo era sparito per magia, si avvicinò al banco e si sedette. Una lunga lavagna era ricoperta da scritte e formule, la giovane non ne capì nulla ma presuppose che si trattasse delle origini della materia, così prendendo il suo quaderno iniziò a prendere nota.


 

A fine lezione poiché era durata ben tre ore, venne richiamata dalla professoressa una signora di mezz'età che sapeva di vecchiaia ma sopratutto di esperienza. I suoi occhi erano di un grigio materializzato che s'illuminarono nel momento in cui Yuuki si avvicinò, volle subito la mano e la guardò a lungo come se avesse visto Babbo Natale.


 

-Nome? - Disse, mentre con i suoi occhi la guardava dalla testa ai piedi.


 

-Yuuki – tentennò.


 

-Come?-Domandò stranita.


 

-Yuuki – ripeté.


 

-Il cognome!- urlò spazientita.


 

Yuuki si spaventò e cercò di dire il suo cognome che in quel momento non voleva proprio uscire dalla sua bocca, ma si fece coraggio e si disse che a confronto a Kaname quella vecchia non era nulla di eccezionale il suo coinquilino era il diavolo in persona.


 

-Yuuki Hara – balbettò. La vecchia la guardò per poi lasciarla come un salice, si spostò nella sua scrivania gettando fogli di qua e di là. Yuuki si chiese se era schizofrenica o qualcos'altro di sicuro sulla basa di cosa insegnava forse la follia l'aveva preso. Cosa si aspettava di trovare in quel covo? Gente razionale? No solo folli che come lei credevano nei poteri o alla magia? Era pazza! No peggio, doveva essere rinchiusa in un manicomio per ciò che vedeva.


 

-Mi scusi lei è?- Domandò.


 

-Kaede. Hara tenga questa lista e cerchi di trovare tutti i libri, e studia per domani poiché ci sarà un test – disse per poi prendere tutte le sue cose e svanire. Yuuki adesso ne aveva la conferma era entrata in una setta satanica, come diavolo faceva una vecchia come quella Kaede a camminare? Aveva la schiena curva, i capelli sul bianco e il marroncino legati in una coda bassa, un occhio coperto, “benvenuti all'inferno” ok, lesse distrattamente la lista e scoprì che erano tutti libri con titoli assurdi, alla fine uscí da quell'aula che aveva uno strano odore, forse incenso? Forse e s'incamminò verso l'uscita. Appena varcato il portone si accorse che si era fatta sera, come era possibile se quando era entrata fosse mattina? L'orologio della piazza segnava le cinque, aveva due ore prima che tutto chiudeva, prese una lunga boccata d'aria per poi iniziare la sua missione.


 

Era sulla strada di casa e fece mente locale; aveva recuperato tutti i libri di testo, anche se ne mancava uno. Durante il viaggio tra le cartolerie e le biblioteche si era presa un panino per non sorbirsi le lamentare della sua gemella e per ultimo arrivati a casa doveva mettersi subito a studiare.


 

Infatti quando varcò la porta sentì diverse voci, tra le cui quella di Juuri e poi quella di Haruka si capiva da un miglio che quei due erano cotti, si tolse la giacca e riprese la borsa che aveva posato per un attimo. Salutò con un gesto di mano i due per salire.


 


 


 

-Yuuki, ma non mangi? - disse Juuri raggiungendo la gemella.


 

-Ho già mangiato – cercando di non perdere troppo tempo.


 

-Sarebbe?-


 

-Un panino con il tacchino, ora posso andare?- Chiese.


 

-E questa sarebbe cena? Non ti guardi? Stai scomparendo tra quei vestiti?- protestò, ma Yuuki non le disse nient'altro per poi salire le scale e chiudere la porta, buttò tutto sul letto per poi prendere i libri e iniziò a leggere.


 

-Allora vediamo cosa c'è scritto qui. - sfogliando l'indice.


 

La Parapsicologia è lo studio scientifico di esperienze che, se sono quel che sembrano essere, sono in vita di principio esterne al campo delle capacità umane così come è attualmente concepito degli scienziati convenzionali. I fenomeni parapsicologici, perciò, in apparenza indicano interventi di fattori sconosciuti o non riconosciuti dalla scienza ortodossa detti fattori “paranormali”.


 

Yuuki lesse con attenzione le altre informazioni e così si fecero le due di notte, si stirò per poi uscire dalla stanza per prendere qualcosa da bene con tutto quel leggere l'era seccato la gola. S'incamminò verso la cucina facendo attenzione a non svegliare nessuno, con eleganza di un felino si avvicinò in cucina, le ombre della notte creavano quel contrasto tra ombre e luci.


 

In quella residenza l'oscurità era padrona e per le prime volte le era sembrato che ci fosse solo quello, senza un spiraglio di luce. Era troppo strano, ma i misteri l'incuriosiva e quanto pareva quella villa ne era piena quanto i due possessori. Haruka era sembrato un ragazzo abbastanza bizzarro, ma alquanto suscettibile, di solito pavoneggiava con la sorella. Aveva scoperto che le aveva fatto vedere alcune stanze e Juuri ne era rimasta folgorata, ma lei non sapeva nulla, più di quelle stanze non sapeva oltre. Si sentì invidiosa ma per poco, prese ciò che le serviva per uscire e recarsi nella sua stanza. Nel frattempo che procedeva vide un'ombra camminare verso quel sotterraneo; per un momento volle andare anche lei, ma la sua parte razionale glielo sconsigliava, doveva ricordarsi cosa l'era successo quella volta, meglio farsi i fatti suoi. Così mansueta entrò in camera e buona notte.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

La lezione sui templi greci era appena conclusa. Juuri raccolse le sue cose per poi camminare verso il portone principale, la sua gemella Yuuki era ancora in classe, le aveva spiegato che le lezioni che seguiva erano lunghe poiché non avevano altre vie per il momento era l'unica facoltà che trattasse quella materia. Si chiese quale fosse, ma dalla sua bocca non usciva un ragno, ma lo avrebbe scoperto.


 

Appena varcata la porta stravide Haruka, la salutò con un gesto della mano e lei si avvicinò al giovane.


 


 


 

- Ehi che ci fai qui?- Domandò, mentre gli rivolgeva un sorriso radioso in cui il ragazzo lo prese al volo.


 

-Passavo da qua e mi è venuta una strana idea – disse lui.


 

-E sarebbe questa strana idea?- sorrise ancora.


 

-Se non hai null'altro adesso, ti va di cenare fuori? - Propose.


 

-Perché no. Anche se avevo intenzione di far una ramanzina a Yuuki, quella ragazza mi sta nascondendo qualcosa – disse, mentre cercava il cellulare nella borsa per poi accenderlo, intanto Haruka l'aveva condotta verso il ristorante all'italiana. Una cameriera diede il benvenuto e li fece accomodare in un tavolo vicino alla finestra.


 

-Vi porto i menù- e se ne andò. Calò il silenzio tra i due, Juuri era troppo impegnata a controllare il telefono che non si accorse dei sguardi di Haruka, il giovane aveva voglia di prendere quell'affare e tirarlo sotto un burrone, ma capiva che fosse preoccupata per la sorella.


 

-Tutto ok?- Chiese, vedendo la smorfia di lei.


 

-Yuuki mi ha mandato un messaggio: dice che ritornerà più tardi. Quella ragazza un giorno mi farà morire di crepa cuore! - Esclamò Juuri, Haruka sorrise.


 

-Che hai da ridere?- lo fulminò.


 

-Scusa non volevo, ma sei così carina quando fai l'arrabbiata – confessò, facendo arrossire la ragazza che iniziò a balbettare.


 

-Dimmi una cosa Juuri. Perché ve ne siete andati via da Londra?- Domandò e a quella domanda la ragazza si fece triste e preoccupata. Nessuno sapeva nulla, si era fatta una promessa e non voleva frantumarla.


 

-Scusa non volevo essere evasivo – in quel momento il silenzio fu padrone. Si sentiva solo il rumore delle posate e dei bicchieri, Juuri era troppo assorta nei suoi pensieri e in quel momento anche Haruka che si domandava che cosa fosse successo a Londra per farle giungere qui, ma lo avrebbe scoperto. Dopo la cena uscirono in piazza, il cielo era pueblo e le prime stelle erano apparse già da un po'. Camminavano a fianco, senza proferire parole fino a che Juuri si fermò di scatto. I suoi occhi incrociarono due occhi coperti da due lenti nere, rabbrividì. Haruka avvertendo quell'agitazione guardò dove i suoi occhi stavano fissando e si trovò a fissare due uomini che parlottavano tra di loro, - le avete trovate?- disse uno di loro. -No, signore, ma siamo quasi giunti a scoprire dove stanno – parlò. - Li voglio vive! - urlò.


 

Haruka si riprese quando la mano di Juuri lo trascinò verso un vicolo, si appiattì contro il muro e cercò di guardare verso i suoi inseguitori, fino a che si mossero nella direzione opposta, Juuri ritornò a respirare.


 


 


 

-Chi erano?- chiese serio Haruka.


 

-Nessuno – disse velocemente, mentre teneva ancor il braccio del ragazzo.


 

-Se non fosse nulla, non tremassi – Juuri lo lasciò – perchè vi cercano? - Domandò. Juuri si sorprese come diavolo faceva a sapere che cosa dicevano era già difficile per lei, pensa per lui.


 

-Non lo so – abbassando la testa – so solo, che quella volta ci hanno aggredite – confessò.


 

-Aggredite? Non mi dire che quello ch'è successo a Yuuki è stata colpa loro? - Haruka stava per scaldarsi.


 

-Accidenti non fare quella faccia, dovrei essere io quella arrabbiata poiché mia sorella è stata ferita!- urlò sul punto di piangere, il ragazzo accortosi del suo comportamento si arrestò.


 

-Che cosa cercavano?- parlò calmo.


 

-Una pietra. Ma noi non sappiamo nulla dei questa fantomatica pietra, ho paura per Yuuki, per me – iniziò a piangere. Haruka non perse l'occasione per stringerla a se, e in quel momento, mentre teneva stretta la donna che amava avvertí qualcosa di strano. Una grande energia si estendeva sul corpo di Juuri, che cos'era? Forse aveva ragione Kaname le due gemelle custodivano un segreto, chi erano in realtà?


 

-Andrà tutto bene- le mormorò, mentre fissava l'orizzonte.


 


 


 


 


 


 


 

* * *


 


 


 

Salve.


 

Capitolo noioso.


 

Avevo le idee ben chiare, ma grazie all'intervento di mio padre ho dimenticato tutto.


 

Spero che vi piaccia.


 

Anche se i lettori sono pochissimi, non vi piace?


 

Heart


 

Revisionata

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Capitolo 6
*** Dubbi nel cuore ***


Sex

“Dubbi nel cuore”

 

 

Juuri era lì. Il tempo non era migliorato un granché da quella mattina. Le nuvole di pioggia si erano riversate senza remore, lasciando cadere tutta l'acqua immaginabile dal cielo. Il suo sguardo era appoggiato sulla finestra. Il vetro risultava freddo e opaco causato dal suo respiro. Si sentiva sola e abbandonata. Da quando erano arrivate in Giappone la loro vita era stata travolta da un tsunami di emozioni. Per prima cosa si erano perse nella foresta e avevano incontrato animali strani, poi i due cugini che li ospitavano nella loro immensa villa, anche se pagavano un piccolo affitto. Per secondo Yuuki aveva un comportamento differente e allusivo nei suoi confronti, non si confidava e non parlava più con lei. E per terzo, il suo rapporto con Haruka si evolveva ogni giorno di più, ma c'era qualcosa che la fermava, che le diceva di stare attenta con quel ragazzo gentile, che la faceva sorridere sempre. Lo aveva capito fin da subito che era diverso da tutti quelli che aveva frequentato in passato, il suo modo di parlare e il suo brillante sorriso, la faceva sentire strana, come se galleggiasse su una nuvola di zucchero. Era una sensazione strana, mai provata, ma qualcosa le diceva che doveva stare all'erta, non tutto era impossibile e forse, Yuuki se ne era accorta. La vedeva fissare i due ragazzi, anche se, il suo sguardo si provava su Kaname. La vedeva ansiosa e turbata.

Quei due nascondevano un oscuro segreto ed era sicuri che rimanesse tale.

Juuri si staccò dalla finestra e si avviò verso il salotto. Il cielo era cupo e il buio copriva la maggior parte della stanza. S'intraprendere la via per arrivare in cucina e preparai una cioccolata calda, non le andava di studiare o di fare qualcosa, la sua mente era un groviglio di pensieri. Si sedette sullo sgabello e iniziò a girare la cioccolata...era immersa nel suo mondo, quando all'improvviso una mano si appoggiò sulla sua spalla. La ragazza presa alla sprovvista saltò in aria, gettando la tazza al suo nemico, quando girò gli occhi per capire chi fosse stato si accorse che era Haruka.

Il ragazzo si scostò un poco per poi andare verso il lavandino e aprire il rubinetto e far defluire l'acqua.

-Haruka.- Disse Juuri, il suo sguardo si posò sulla mano del ragazzo che si stava ustionando. Rimase per un attimo ferma a collegare tutti i pensieri per poi andargli incontro per vedere come stava.

-Non è nulla, Juuri. Sto bene-, disse lui, premendo la scottatura con un panno freddo.

-Sono stata un'avventata, mi dispiace tanto. -Parlò. Si sentiva colpevole, che le era venuto in mente? Aveva ferito il ragazzo. Una lacrima le scese dal viso, perché si stava comportando in quella maniera? Lui non ne aveva colpa. Troppe cose l'erano successe e poco tempo per assimilare il tutto.

-Perché stai piangendo? Non è successo nulla, sto bene. Vedi?-Affermò, facendola avvicinare a se e poi esporle la mano ferita. C'era solo una piccola scottatura violacea, sembrava che pian piano scomparisse. Juuri non ci fece tanto caso, si sentiva inutile, sola. Era questo il problema, non lo era stata mai. Adesso convivere con questa situazione la facevano perdere il lume della ragione.

Haruka vedendola in quello stato, l'abbracciò cercando di aiutarla a superare quel momento. Anche lui si era sentito in quel modo, forse peggio, ma era riuscito a superarlo. La prese tra le braccia e la portò con se sul divano e iniziò a cullarla. La ragazza non aveva protestato tale gesto, sapeva di poter fidare, lo sentiva da dentro l'anima. Chiuse gli occhi e pian piano s'immerse in un sonno gentile.

 

 

 

 

 

 

Kaname passeggiava per la sua casa, notando solo dopo poco che il cugino si era addormentato accanto all'umana. Da quando quelle due erano arrivate la loro tranquillità si era destabilizzata, Haruka aveva fatto di tutto per farle rimanere e ci era riuscito. Che cosa sperava che succedesse? Forse di conquista il cuore di quella ragazza? Chiuse gli occhi e fissò intensamente la ragazza. Aveva i lunghi capelli castani, alcune ciocche si arricciavano sulle punte. I suoi occhi erano chiusi, ma sapeva che il suo sguardo era determinato quando voleva, a quella visione le apparve un altro viso, quello di Yuuki, quella si che era un mistero. Anche lei nascondeva dei segreti e di sicuro si sarebbero svelati, si. Strinse un pugno e si avviò verso la sua stanza, aveva bisogno di far scorrere il suo potere, aveva bisogno di sentirsi vivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Buona sera.

Ops. Mi dispiace tanto, vi ho fatto attendere molto, diciamo tanto.

Ritorno di nuovo e spero di concluderla questa volta.

Per ora questo capitolo è solo transitorio dal prossimo entriamo nel vivo delle situazioni. Credo di essere stata noiosa, ma dopo tanto tempo non ho più elasticità con la trama. Spero che ci siate ancora, e alla prossima.

Heart

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Capitolo 7
*** Un bivio tra due mondi ***


7

“Un bivio tra due mondi”

 

 

La notte stava giungendo in fretta, Yuuki si apprestava a rincasare in più velocemente possibile. Le lezioni della signora Kaede erano durati più del previsto. Era stanca sia fisicamente e mentalmente. Comunque si sentiva soddisfatta, stava imparando molte cose, tra cui a sviluppare i suoi poteri latenti; credeva che non fosse un caso che tutto si stava svolgendo in quella maniera. Forse il destino stava per girare nel verso giusto.

Sospirò e vide di lontananza la villa, ma prima che giunse a destinazione incontrò un auto. La macchina si stava dirigendo proprio dove lei stava andando, si fermò un attimo prima per fissarla. Era un auto costosa, dove un uomo vestito con una uniforme scese e poi aprì la portiera anteriore, scese un uomo con i capelli biondi, alcune rughe gli incorniciava il viso, ma sembrava che la sua vita fosse illimitata.

Yuuki accorta che era rimasta ferma per un tempo indeterminato si apprestò a raggiungere il portone principale, non si fermò a salutare nessuno, si recò direttamente in camera sua. Si tolse i vestiti umidi dalla neve e si buttò sotto la doccia calda. Era stanca, ma era curiosa. Si sentiva agitata, chissà come stava sua sorella. Con la sola forza del pensiero si concentrò sull'immagine della gemella e la sua mente proiettò ella sul letto che riposava, sembra irrequieta e con fare dolce e spirituale le accarezzò la testa con cure materne, l'avrebbe protetta ad ogni costo. Ritornò nel suo corpo, con la consapevolezza che quel viaggio le aveva tolto parecchie energie, infatti si accorse che dal naso le fuorusciva del sangue. Uscita dalla doccia, le girava la testa, si sentiva una trottola umana. Aveva bisogno di nutrirsi e poi riposare, ai libri avrebbe pensata il giorno dopo, infine le lezione si sarebbero svolte nel pomeriggio.

Si apprestò a vestirsi con qualcosa di comodo per poi uscire dalla camera, era molto silenzioso, non sentiva nessun rumore. Con passi silenziosi si avviò verso la cucina, oltre il lungo corridoio dal lato opposto c'erano delle cameriere con dei vassoi. Appoggiati su essi, c'erano dei boccali contenente del liquido rosso, sicuramente era del vino. I due cugini avevano una società di ciò che aveva capito, per lo più delle volte erano impegnati. Continuò la sua camminata e quando giunse a destinazione aprì il frigo, come immaginava sua sorella le aveva preparato qualche panino, ne prese uno e poi un altro ancora, quella esperienza le era costato davvero tanto. Bevve qualche bicchiere d'acqua per poi sentirsi pesante, qualcosa la stava osservando. Tutto di un tratto apparve da chissà dove un ragazzo. Era slanciato e virile. Aveva due occhi azzurri che brillavano di una strana luce, i capelli biondi come il grano o meglio il sole. Si avvicinò a lei, con un passo elegante e snob.

-Chi sei? Una delle ragazze che vive qua?-Chiese, mentre la osservava dalla testa ai piedi.

-Chi sei tu?- Domandò lei.

-Oh, lo sai che non si fa una domanda sopra un'altra? Comunque sono un gentiluomo e mi presenterò. Sono Hanabusa Aidou.- Annunciò, prendendo la mano di Yuuki.

-Yuuki. Comunque con me non attacca, puoi fare la faccia da gentleman, ma ti ho capito-, ritirando la mano e guardandolo negli occhi.

-Ah si? E dimmi piccola umana, che cosa sarei?-Disse lui.

-Uno squilibrato che importuna una ragazza, non mi fai né caldo né freddo.- Puntualizzò piccata.

-Brutta mocciosa, porta un poco di rispetto a persone più grande di te!-Affermò freddo Hanabusa.

-Il rispetto lo da a chi me lo porta!-

-Io...io.-

-Hanabusa che cosa stai facendo?-Disse una voce autoritaria, comparve una nuova figura e Yuuki lo riconobbe, era quell'uomo. Osservò il ragazzo a malo modo.

-Mi dispiace padre, ho perso tempo con questa ragazzina- sentenziò il ragazzo, abbassando il capo come rispetto per la figura paterna.

-Ci stanno aspettando, non perdere tempo!-

I due si dileguarono in fretta, senza però che il biondino le lanciasse un occhiata assassina.

 

Il sonno non voleva venire. Yuuki si era distesa da oramai un'ora. Maledetto ragazzo! Sbuffò e si alzò a sedere, guardò in giro per poi afferrare un libro dalla sua borsa.

Lo sfogliò. La professoressa aveva eseguito diversi incantesimi quel giorno, tra erbe e pozioni, la stanza si era riempita di fumo. A uno alla volta avevano tentato di far uscire il loro potere, Yuuki ci era riuscita, infatti tutti gli occhi la stavano guardando. Dalla sua mano era apparsa una strana pallina di luce, Kaede l'aveva chiamata essenza dell'anima. Era il potere che ognuno di noi possedeva, alcuni esseri non sapevano nemmeno della loro esistenza, si sviluppava nel periodo infantile, quando l'immaginazione era più fervida. Poi pian piano svaniva, lasciando l'essere crescere, solo pochi se la tenevano stretta, avendo avuto la dimostrazione che fosse reale e non frutto di un sogno di un bambino.

Yuuki la prima volta che se ne era accorta aveva sette anni. Era una giornata come tutte le altre, stava giocando nell'immenso giardino di famiglia quando una farfalla dai colori arcobaleno le aveva passata davanti gli occhi. Juuri era accanto a lei, ma non l'aveva vista, si era apprestata a rintracciarla e dopo tanto cercare l'aveva trovava su un fiore. Il suo tocco fu una esperienza magnifica, sentiva il corpo pieno di calore e quando la ritoccò le sue ali erano mutate di un nuovo colore. Lo aveva raccontato alla sua gemella, a sua madre, ma niente, loro credevano che fosse frutto della sua fantasia, quanto si sbagliavano.

Alla fine aveva imparato a non raccontare più a nessuno, il suo potere cresceva con lei, si sentiva diversa, speciale.

Ritornò al presente e si accorse con stupore che si trovava in una posizione strana, aveva le mani alzate verso l'alto e il pollice e l'indice che si toccavano a formare una goccia. Solo un attimo e si immerse in una conversazione che non apparteneva a quel mondo, c'erano delle voci distinti, lontane, il suo spirito si era di nuovo distaccato dal suo corpo. Vagava inconsapevolmente tra lo spazio. Yuuki ne fu spaventata all'inizio, ma poi prese coraggio e continuò quel viaggio. Si trovava in un corridoio stretto ma ben illuminato da diverse candele, defluì e arrivò di fronte a una grande porta. Lo trapassò e si trovò circondata da un sacco di gente ben vestita, seduti su tavolo rettangolare, dove alla punta si sedevano due ombre. Sentiva il loro potere come tutti gli altri, ma quei due era forti. Si sentiva vacillare, perdere le forze. Solo un attimo che si accorse che accanto al capotavola c'era Haruka e infine Kaname.

Quest'ultimo era annoiato, seguiva la discussione con pigrizia. Le vicende che si erano susseguite stavano diventando intollerabili, quegli strani tizi stavano destabilizzando il loro equilibro, si dovevano fermare. All'improvviso i suoi occhi si aprirono e con stupore si accorse che c'era una nuova presenza, qualcuno li stava spiando. Mise all'erta i sensi per individuarla e ci riuscì.

Si alzò di scattò facendo interrompere la discussione.

Non perse tempo e si diresse verso lo spirito. Yuuki stava già correndo, sentiva tutto lontano, il respiro era irregolare. Non poteva essere, non loro. Giunse in camera, ma nemmeno il tempo che un onda di potere la investì facendola perdere i sensi.

 

 

 

 

Quando si risvegliò il sole era alto. Sentiva le ossa intorpiditi e la testa che le scoppiava. Si mise in piedi e cadde per terra. Ricollegò il tutto della sera prima, come era possibile? Non esistevano. Non perse tempo, si vestì con movimenti goffi e raggiunse la porta. In quel momento qualcuno stava bussando alla sua porta, si trovò di fronte sua sorella.

-Yuuki.- Disse la ragazza più grande.

-Buongiorno Juuri, scusa ma non ho tempo , devo andare a lezione.- Affermò agitata.

-Eh no! Adesso io e te parliamo!- Accusò Juuri, stanca dei comportamenti della gemella.

-Ti ho detto che non posso, sono in ritardo.- Aggiunse lei determinata.

-Dimmi almeno che lezioni frequenti, te ne stai tutto il giorno sopra quei libri e non li vuoi toccati.- L'ammonì.

-Smettila di fare la mamma, non lo sei. Non ho bisogno di te, ho sempre fatto tutto da sola, e adesso se mi permetti ho una faccenda più importante.- le disse quelle parole fredde, senza sapere che l'avevano ferita.

Juuri lasciò la sorella andare via, si rannicchiò al suolo e pianse. Da quando tutto era diventato difficile? La sentiva distante, fredda. Forse …

-Juuri, tesoro che hai?- Dal nulla apparve Haruka, sentiva la sua sofferenza, la prese tra le braccia.

-Andrà tutto bene, dalle tempo.-Juuri si chiedeva come ogni volta sapeva cosa le succedeva. Quando si sentiva triste c'era lui e l'abbracciava, si sentiva una bimba piccola, ma forse era meglio così. Aveva bruciato tutte le tappe per crescere in fretta e proteggere la sua sorellina, era un suo dovere e poi doveva mantenere una promessa. Chiuse gli occhi e sprofondò suol petto del ragazzo che non la lasciò andare.

Da quando Juuri era entrata nella sua lunga vita si sentiva nuovo, le ferite si era rigenerate. La paura di una vita di solitudine era scomparsa, forse aveva trovato la sua ancora di salvezza.

 

 

 

 

 

 

Yuuki correva, la neve non le permetteva di fare molto. Giunse all'università, nei dintorni della sua classe non c'era praticamente nessuno. Quando entrò trovò la professoressa che sistemava delle carte. La richiamò e la donna la guardò.

-Le lezioni saranno alle quattro.- L'apostrofò.

-Professoressa posso domandarle una cosa?-Chiese titubante.

La donna annui e la fece avvicinare.

-E' possibile sentire le cose anche da una distanza lontana?-Domandò.

La donna la fissò a lungo per poi rispondere.

-Ti è successo qualcosa?- Domandò curiosa.

Lo aveva intuito che quella ragazza aveva un potere diverso dagli altri, glielo diceva la sua lunga esperienza, lei era diversa. Il suo potere era più evidente.

-Ieri sera mi è successo un episodio alquanto strano, ero a conoscenza di visualizzare nella mente alcuni spostamenti di alcune persone,ma ieri. Il mio spirito è uscito dal mio corpo, mi sentivo un poco frastornata, ma ho potuto scoprire parecchio nella casa in cui vivo. Ci sono degli strani esseri.- parlò assorta nei pensieri.

-Una tecnica molto difficile da sviluppare e da controllare, da come me la racconti presumo che non hai avuto problemi ad amplificarla. Sei una ragazza molto dotata, questo implica che puoi fare ancora tanto, credo questo libro ti potrà aiutare, se avrai domande ti darò una risposta. Sei la seconda che mette in pratica queste tecniche.- disse.

-Chi sarebbe l'altro?-

-Ichiruu. Lui amplificato le sue conoscenze ed è a un livello alto, tra poco giungerà alla mia destinazione. Se continui così, ti permetterò di essere la mia aiutante. Adesso vai, bambina mia. E stai attenta l'oscurità è più vicino di quanto pensi.- aggiunse per poi farmi uscire, mancavano ancora tre ore alla lezione.

Decisa a sapere di più e si diresse verso la biblioteca, conteneva molte leggende e istruzioni.

Con decisione acchiappò diversi volumi per poi iniziarli a sfogliare, parlavano di come nasceva le varie scienze. Chiuse gli occhi per un attimo e proprio in quella frazione di secondi si addormentò.

La sua mente sembrava offuscata da diverse immagini, forse era dovuto al libro che stava leggendo. Cercò di di fare mente vuota e ci riuscì per un momento. Solo un momento, infatti la sua mente si materializzò su un episodio. Vedeva sua sorella, Juuri, tra le braccia di Haruka. I due sembravano in sincronia perfetta, due anime che si stavano riunendo in una sola. Un'altra immagine le proiettò il ragazzo che stringeva i pugni e lo dibatteva sul pavimento, sembrava che soffrisse molto. Un'altra ancora le fece vedere lui, affiancò la sorella, a carponi su di lei. Lei dormiva. Il suo viso si avvicinò al collo di Juuri, non capiva che cosa stava facendo, un solo attimo che due lunghe zanne uscirono dalla bocca. Yuuki si allarmò. Haruka procedeva come se fosse ipnotizzato. Era un mostro, un vampiro e sua sorella era in pericolo.

“Nooo!” urlò con tutta la voce e il suo potere defluì dal suo corpo. Un solo attimo che tutto si spense.

Il suo corpo cadde al suolo.

 

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Capitolo 8
*** Gli immortali ***


8
Gli Immortali
 
 
Yuuki si risvegliò frastornata. Aveva la testa pesante e le girava.
Si mise eretta per fissare la stanza in cui era stata posta; aveva le pareti di un arancio dolce e caldo, il mobile era quelli essenziali, ma le trasmettevano tanto calore. Chiuse gli occhi per respirare quel profumo che sapeva di quercia e di peperoncino. L’ultimo ricordo era che si era addormentata in biblioteca, poi regnava il vuoto.
Strinse i pugni per quell’assurda vicenda, fino a che dalla porta spuntò una testa.
Era Ichiru.
Il ragazzo aveva in mano delle erbe, anche se non sapeva che cosa potesse farne, ma comunque non disse nulla. Lo fissò nei suoi gesti, quando poi si sedette accanto a lei, sussultò.
Le aveva fatto sempre una strana sensazione, come se dentro di se sapesse chi fosse.
Lo aveva incontrato per caso, ma da quella volta si era aperta una porta dentro di se.
Il ragazzo era calmo, forse troppo.
-Come va?-Chiese all’improvviso prendendola di sorpresa. Yuuki lo guardò, ma non riuscì a captare nulla di lui, sembrava che fosse avvolto da un guanto trasparente e le sue energie fossero custodite al meglio. Alla fine decise di rispondere non era educato starsene in silenzio.
-La verità che non lo so veramente, mi gira la testa, mi sento strana.-Dichiarò a disagio, perché gli aveva detto la verità?  La risposta le veniva spontanea, si fidava di quel ragazzo sconosciuto, sembravano legati da qualcosa, ma cosa non lo sapeva. Non si era aperta nemmeno con sua sorella Juuri così tanto.
-Credo che sia normale. Anch’io la prima volta ero nelle tue stesse condizioni.-Disse composto.
Yuuki spalancò gli occhi a quelle parole per poi voltarsi verso di lui, nella sua mente si formavano molte domande, ma non riusciva proprio a chiederle.
-Non credevo che ci fosse qualcun altro come me. Kaede mi spiegò una volta che era rarissimo che nello stesso secolo nascesse due uguali dello stesso potere.- Dichiarò.
-Non capisco.- Annunciò Yuuki confusa. Di che cosa parlava?
-Hai uno straordinario potere dentro di te, Yuuki. Io sono come te.- Disse, per poi diventare triste all’improvviso.
La ragazza era entrata in confusione, di che cosa parlava; si lei aveva uno strano potere ma nulla di che. Non lo aveva mai caratterizzato come “potente”, forse banale.
-Riesci a camminare?-Chiese.
Lei annuì.
Lo seguì con curiosità, fino a trovarsi dentro una stanza senza finestre.
Yuuki si sentì in trappola, ma non c’era nulla di pericoloso al suo interno. Ichiru la guidò verso il centro della stanza per poi prenderle mano destra.
-Vedi questo punto qua?-Disse, voltando il palmo della mano. Yuuki lo guardò, ma non trovò nulla di anomalo.
Poi come per magia apparve una semplice linea che iniziò a segnare un percorso sconosciuto, fino a giungere al polso. Lì apparve uno strano disegno con tre spirali.
Il disegno sembrava surreale, Yuuki non credeva ai suoi occhi. Ma nello stesso istante anche nella mano di Ichiru apparve la medesima cosa.
-Che cosa è?-Domandò.
-Il suo significato è ancora ignoto; tuttavia è un simbolo celtico. Rappresenta i movimenti del sole ed è collegato al Dio Dagda. Raffigura l’alba,  lo zenith e il tramonto. Come il passato, il presente e il futuro. Oh agli elementi.
Ci sono molte leggende su di se, ma soprattutto rappresenta il mondo sovrannaturale. Gli equilibri tra mortali e gli immortali. Il mito e la leggenda. Ma ciò che coglie l’essenza è che nessuno sa perché appare ogni 100 anni in un nuovo predestinato. La cosa è assurda che questa volta è ritornato in due, tu non dovresti esistere. La cosa mi mette in allarme. Chi sei Yuuki?- Disse Ichiru sospettose.
Non sapeva un granché di quella ragazza, le poche informazioni che aveva accumulato erano vane.
-Chi sei tu? Io non ti conosco, anche se mi sento a mio agio con te. Vorrei essere normale come tutte le altre.- Rispose frettolosamente, allontanandosi da lui.
-La realtà che tu stai bene con questa diversità. Lo vedo nei tuoi occhi, siamo attratti perché abbiamo lo stesso potere. Dimmi Yuuki perché sei venuta qua? Di quante università ci sono…- reperì lui, avvicinandosi a lei.
-Non lo so. Sono stata guidata da qualcosa. Noi non volevamo lasciare Londra, ma siamo state costrette.- Rispose, mentre si abbracciava con forza, ritornò in mente quei momenti di paura, quando li avevano attaccati nella loro casa di famiglia, facendole del male. Quante volte si era piegata per piangere la sua disperazione. Le volte in cui vedeva la sua gemella proteggerla con il proprio corpo.
-Andate, chi hai …-disse a monosillabi lui, mentre i suoi occhi si spalancavano. Non era possibile, il destino stava giocando sporco.
-Io e mia sorella.- Disse piano lei.
-Di quanto?- Domandò, facendosi scuro in volto.
-Siamo gemelle.- A quelle parole Ichiru ebbe la conferma. Il puzzle si era ricomposto, ora capiva perché lei era nata ed era giunta fino la, abbassò lo sguardo consapevole del futuro, povera Yuuki, il dolore non aveva pietà per nessuno.
Rimase a fissare il pavimento senza dire una parola, entrambi in verità aspettavano una parola dall’altro, ma purtroppo non arrivò nulla.
 
 
La lezione di Kaede era interessante, anche se, Yuuki non riusciva proprio a stare attenta. Ripensava allo sguardo che Ichiru le aveva lanciato. Era pieno di dolore represso e solitudine, quel ragazzo aveva sofferto molto. I suoi occhi le apparivano come uno specchio della sua anima. Quel pensiero si frappose a un’altra persona. Quel ragazzo misterioso che viveva sotto il suo stesso tetto. Di lui non sapeva molto, vivevano in due mondi paralleli, doveva informarsi, doveva capire con chi abitava. Ripensò anche a sua sorella, lei si stava legando a Haruka, non l’aveva mai vista felice come adesso. Forse se lei non fosse esistita, lei non sarebbe stata marchiata di quel dolore viscerale che portava sulle spalle.
Chiuse gli occhi stanca. La testa le scoppiava, si appoggiò sul braccio, mentre tentava di non chiuderli, ma fu invano.
 
 
 
-Yuuki vieni qui.-Disse una voce gentile.
-Mamma?- Si domandò Yuuki. Che cosa ci faceva sua madre lì? Non era possibile, lei era morta. Doveva trattarsi di un sogno e infatti lo era. Ritraeva lei e sua madre quando ancora era viva. La signora aveva dei lunghi capelli castani, due occhi brillanti e un sorriso come una stella.
Era dolce e gentile con le sue bambine.
La sua luce contro l’oscurità.
Yuuki da bambina si avvicinò alla madre e le porse un fiore.
-Grazie amore della mamma. E’ molto bello, lo metterò sul comodino così mi farà compagnia.- Le sorrise, appoggiando la sua calda mano sulla guancia della figlia.
-Sei bella mamma.-Disse la piccola, abbracciandola di scatto. – Non devi essere triste, Yuuki ti proteggerà.- Disse ingenua. La donna sorrise, mentre alcune lacrime le rigava il viso.
-Tu sarai la mia guardiana tesoro. Ho fiducia in te.-Le disse, baciandole la testa.
-Ti voglio bene.- Sussurrò Yuuki, ricordando quel momento fatto di dolcezza e tristezza.
 
Rivenne sul banco. Le lezioni si sarà finita già da un pezzo.
Fuori era già buio, chissà quanto tempo era passato. Si apprestò a prendere tutto e s’incamminò verso l’uscita. Erano anni che non sognava più la sua cara mamma, le mancava da morire.
Durante il tragitto verso casa, cercava di analizzare i fatti che erano successi nella giornata. Ichiru aveva ragione su tutto quello che aveva detto? Era stata sempre ragionevole su quei fatti, ma adesso le sue intuizioni stava vacillando e non sapeva se credere o meno.
Si fermò un attimo a concentrarsi, portando la mano sul mento. Ritornò a camminare, ma si scontrò con uno sconosciuto. Alzò lo sguardo per chiedere scusa, ma incontrò un paio di lenti scure che la squadrarono dalla testa ai piedi. Un brivido freddo le percorse, la schiena e indietreggiò.
L’uomo non rimase a lungo fermo e cercò di acchiapparla, infatti si era rivelato uno di quegli uomini che tanto la cercavano.
Iniziò una corsa contro il tempo, Yuuki non vedeva l’ora di arrivare alla villa ed essere al sicuro, ma l’uomo non demordeva. La inseguiva senza perdere fiato, lei aveva tentato di seminarlo con tutte le forze, ma alla fine la prese. Si strattonò con forza, ma l’uomo le puntò qualcosa contro la schiena.
-Se ti muovi ancora ti uccido.- Le disse, Yuuki rimase ferma e spaventata.
Era un’arma quella puntata addosso?
Non fece e ne disse nulla. Il cuore le batteva forte nella gabbia toracica, sentiva freddo. Che cosa voleva quell’uomo da lei?
Lo sconosciuto l’afferrò da un polso per tenerla ferma, mentre con l’altra prese il telefonino per comunicare qualcosa, fu in quel fragrante che Yuuki sentì la stretta allentare. Non demorse. Alzò il ginocchio e lo piegò verso l’interno per poi tirare un calcio ai genitali dell’uomo che mollò la presa per difendersi.
Yuuki libera iniziò di nuovo a correre, scostava rami e rocce per mettere più distanza.
Nel frattempo urlava aiuto, ma era invano nessuno sarebbe corso in suo soccorso.
Tutto sembrava ormai arrivato al termine, Yuuki non sapeva più, dove prendere. Davanti a lei c’era solo una distesa di neve, ovunque guardava non c’era uno spiraglio di speranza.
La neve cadeva leggiadra dal cielo, il suo respiro si faceva sempre più irregolare, la testa girava in tutte le direzioni. Uno sparo si udì da lontano, ma le sembrava vicinissimo. Corse fino a che non ebbe più fiato, si ritrovò ansimante al suolo, mentre le ginocchia crollavano per la stanchezza.
-Non mi puoi scappare, sei in trappola.- Udì da lontano, si rimise in piedi, il dolore alla milza era insopportabile. Sarebbe stata catturata e torturata. Non voleva rivivere quell’esperienze.  All’improvviso fu tirata da qualcuno. Si sentì nel panico più totale, ma non ebbe via di uscita. Scalciava e urlava, ma dalla sua gola non usciva nulla.  Le fu tappata la bocca con una mano e tenuta saldamente da qualcuno. Rimase inerme e attese la sua fine.
L’uomo che la rincorreva passò proprio di lì, ma non si accorse di lei e continuò la sua corsa. Quando fu abbastanza lontano, Yuuki fu lasciata andare e si voltò.
 Si scontrò con due occhi castano scuro.
Fece un passo indietro e inciampò.
La neve le copriva lo stomaco e le caviglie. Era stata salvata da lui, chi l’aveva aggredita più volte in quell’ultimo periodo.
-Che cosa voleva da te?-Chiese autoritario.
Yuuki non riusciva a toglierci  gli occhi di addosso. Era bellissimo anche se dal suo viso non trapelava nulla di positivo. Ingoiò un groppo alla gola per poi cercare di alzarsi dal suolo. Le si erano bagnati i vestiti dopo la caduta.
-Non lo so.- Disse timidamente, pulendosi il cappotto con una mano.
Lui non le credente molto, ma non fece nulla di azzardato.
Aveva avvertito uno strano spostamento di energie e si era subito messo all’erta. Si era ritrovato a seguirla che fuggiva da un losco individuo che maneggiava una pistola contro di lei. Aveva eseguito d’istinto quel gesto. Non voleva spargimenti di sangue, il suo dovere era di proteggere la sua gente e il patto stipulato con gli hunter. Era un suo territorio e come tale doveva custodirlo nei migliori dei modi.
L’aveva aiutata e abbracciata e per un brevissimo tempo fu felice di averla. Era talmente fragile che la poteva frantumarla tra le sue braccia. La sua  luce era forte;  non la conosceva, ma dentro di se lo aveva già sorpreso. Tutte le tattiche per poterla far uscire dalle loro vite era stato vano, si era rivelata più tenace di quanto immaginasse, e poi quel suo profumo di cannella. Lo aveva riconosciuto fin da subito. Lei era diversa. Lei era la chiave di tutto il mistero.
-Ritorniamo a casa, potrebbe ritornare ai suoi passi.-Disse indicandole la direzione giusta.
 
Kaname osservava i movimenti di Yuuki in assoluto silenzio.
La ragazza era instabile. Il viso era pallido e infreddolito, per un momento pensò di riscaldarla, ma durò poco quel fugace pensiero. Lui che si abbassava a tanto? Mai!
Tuttavia non riuscì a non fissarla. Aveva dei lunghi capelli castano, morbidi e lucenti. Gli occhi così teneri, che si trasformavano quando si arrabbiava. Era un’umana molto speciale. Era riuscita a farlo impazzire e non solo lei; la sua gemella aveva stregato Haruka, anche se quest’ultimo ne era consapevole e voleva molto di più.
Purtroppo il tempo di osservazione terminò, poiché giunsero dinanzi alla villa. Yuuki entrò dopo Kaname, si apprestò a salire in camera sua, senza guardarsi in giro. La sorella era proprio a pochi metri di lei. Il suo sguardo era triste, ferito e accanto a lei stava Haruka. I due cugini si guardarono attentamente per poi salutarsi con un accenno.
-Perché non mi guardi più, Yuuki?-Disse piano Juuri, mentre le lacrime le scendevano dagli occhi. Faceva male. Erano sempre stati unite, adesso tutto si sgretolava senza un perché? Raccolse le lacrime e si allontanò anche lei, non voleva dare spettacolo, alla fine erano ospiti.
Fece le scale con calma, con gli occhi semichiusi.
Fino a che un giramento di testa la colse.
Non capì il vero motivo, ma si sentii pesante e traballare e poi cadere indietro.
-JUURI!-Esclamò Haruka notando lo spostamento d’aria. La prese tra le braccia e la portò in camera sua. La depose dolcemente e le mise una mano sulla fronte per darle calore. Il viso era pallido e le labbra si erano dipinte di viola.
Il ragazzo osservò attentamente il suo stato di salute, ma era tutto alla norma. Rimase finché non rivenne.
Si sentiva stordita. Cercò di alzarsi, ma fu prontamente fermata da una mano.
Dinanzi a lei c’era Haruka. La guardava con due occhi preoccupati.
-Come stai?-Chiese dolcemente, mentre le accarezzava i lunghi capelli.
-Che cosa mi è successo?-Chiese disorientata.
-Sei svenuta.- Le disse.
-Capisco.-Richiudendo gli occhi.
-Ti lascio riposare.- Le comunicò Haruka in pensiero per la ragazza, anche se aveva posto la mano per farla riprendere non ci era riuscito.
Juuri riaprì gli occhi e gli prese la mano. – Ti prego…rimani qui con me…ho paura delle ombre.-Disse imbarazzata, ma anche tesa. Quelle ombre non era che i fantasmi del passato. Da quando la madre era morta, infestava le sue notti. Forse era dovuto a quello il malessere, non lo aveva detto mai a nessuno. Ma adesso, di fronte a lui, il suo cuore aveva chiesto pietà. Lui era diverso da tutti gli altri. Forse sarebbe riuscito a guarirla.
Haruka fu sorpreso di tale richiesta, ma non rifiutò.
Si tolse le scarpe e s’infilò sotto le coperte.  I due erano nello stesso letto, occhi dentro gli occhi. Il ragazzo la vedeva perfettamente anche al buio, ma lei no.
Seguì il suo cuore e cercò le sue mani.
-E’ strano, anche imbarazzante…ma mi sento strana in compagnia tua. Emani una strana energia.-Disse. Ringraziò il buio, così da nascondere il suo rossore.
-Lo sento anch’io.-Riferì Haruka, sorridendo a quel suo comportamento.
-Allora mi puoi capire, se…-si avvicinò a lui e sfiorò con le dita il suo viso.
Il vampiro rimase fermo alludendo che continuasse. Con i suoi sensi amplificati, sentiva tutto. Lei con le sue piccole mani sul suo volto e piano che si avvicinava alle sue labbra. Fu solo un momento, che le dita furono sostituite da due labbra tremanti. Juuri lo stava baciando. Il suo profumo, ma soprattutto il suo sapore lo stavano drogando.
Era magnifico. Sentiva delle dolci scariche invadergli il corpo. Respirò il suo profumo, per poi stringerla con gentilezza. Nel frattempo Juuri sembrava felice di aver azzardato, ma adesso tutto aveva preso una nuova sfumatura. Ala fine quel viaggio aveva portato qualcosa di positivo, si stava innamorando.
 
 
 
 
Un nuovo giorno si era aperto. Yuuki era uscita molto presto da casa, la sua meta era solo una: L’università.
Doveva parlare con qualcuno senno sarebbe scoppiata.
Sentiva il corpo che le faceva male. Ma non capiva il motivo.
La neve le impediva di andare più velocemente, giunse dopo un bel po’ di tempo.
Le aule erano ancora tutte vuote, che cosa poteva fare? Notò una sedia e si sedette con la testa china. La testa le pulsava e sentiva il cuore batterle alla rinfusa.
-Che cosa ci fai a quest’ora qua?-Chiese una voce.
Yuuki aveva paura, si sentiva strana. La notte scorsa aveva avvertito un brutto presentimento, e con la mente aveva vagato per la casa e alla  fine si era ritrovata nella camera della gemella. Non era sola, Haruka era con lei. Quella visione l’aveva sconvolta. Si era ripresa subito. L’aveva sostituita. La rabbia ritornò in circolo  nel momento in cui alzò lo sguardo,  Ichiru spalancò gli occhi e fu trascinato da una forza invisibile al muro.
-Respira.- Le comunicò.
Ma lei non rispose.
-Yuuki, i tuoi occhi sono…vuoti.- Le comunicò.
La ragazza svenne di fronte a lui.
-Accidenti!-Urlò Ichiru prendendola in braccio. Non immaginava che potesse succedere così velocemente.
Yuuki non si svegliava.
-Dannazione ci sta mettendo più del previsto.- Disse, fece solo l‘unica cosa che gli venne in mente. Le toccò la fronte due dita e in quell’istante partì una strana visone che lo capultò nel futuro.
Sangue. Urla. Pianti.
Un pugnale conficcato nella neve e quattro ombre. Una piangente su un corpo esamine, e gli altri due che guardavano quella scena. C’era freddo in quelle immagine discontinue. Continuò ancora per un bel pezzo, che quando ritornò alla realtà cadde al suolo. La testa gli scoppiava.
-Questo non era nel piano. Sa prevedere il futuro ecco svelato il motivo di questo sonno. Devo subito chiamare Kaede, lei mi aiuterà a riportarla al presente.- Detto questo, uscì dalla stanza per chiamare l’anziana professoressa, che in quel momento stava iniziando una lezione.
-Ichiru che cosa succede?-Chiese lei.
-Mi devi seguire, è urgente.- Proferì. La donna lo guardò per poi uscire.
La portò nella camera, dove la ragazza ancora dormiva.
- Perché è in questo stato?-Domandò subito.
-Sta avendo una visione. Lo spazio temporale è così potente che non riesce a uscirne.-Disse, mentre trafficava con delle erbe.
-Dobbiamo subito riportarla tra di noi, sennò si perderà.- Dichiarò la donna.
I due iniziarono a trafficare con delle erbe sperando che i profumi acre la riportassero al presente, ma più il tempo passava e più la percentuale diminuiva.
-Dannazione non si sveglia!-Si rimproverò Ichiru sbattendo le mani sul tavolo.
-Ichiru guarda…-Mormorò Kaede, spalancando gli occhi. Una strana luce violacea si stava propagando nel corpo della ragazza, fino a che scomparve dal nulla.
-Che strana magia-bisbigliò il ragazzo, mettendosi di spalle alla ragazza che stava aprendo gli occhi.
-Mmm.-Mormorò Yuuki.
-Bentornata ragazza mia, la prossima volta avvertici quando ti capita una cosa del genere.-La canzonò Kaede.
-Che cosa mi è successo?La mia testa.-Disse, tenendosi appunto quest’ultima con la mano.
-Hai avuto una visione e tra poco ci rimanevi per sempre.-Confermò Ichiru, aiutandola ad alzarsi. Yuuki era sorpresa, una visione? Era tutto qui? Beh si, il mal di testa era cessato, ma sentiva un sapore metallico in bocca, come se ci fosse del sangue.
-Tutto bene?-Chiese la signora. –Che cosa ricordi per l’ultimo?-Domandò.
-Occhi rossi come il sangue.-Disse fredda.
La donna e il ragazzo si guardarono negli occhi, sapevano a chi riferirsi. Erano in pochi a conoscere la loro esistenza.
-Forse ti sei confusa.-Disse velocemente Ichiru.
-I vampiri esistono e voi siete dei pessimi a mentire.-Dichiarò risolutiva.
-Credo che ormai non serva più mantenere la maschera, ragazzo mio. E’ una ragazza molto sveglia, anche se dimostra l’incontrario. –Annuì Kaede per poi fissare la parete di fronte. –Bambina mia, i vampiri sono delle creature assetate di sangue, si nutrono di quest’ultimo. Devi stare molto attenta nel nominarli, sono scaltri e hanno molti poteri. Non ti devi avvicinare a loro mai, senno sarai catturata dai loro occhi. –Annunciò calma.
-Sono creature senza pietà e cuore. La loro unica ragione di vita è il sangue.-Continuò Ichiru.
-Capisco. Comunque queste cose li sapevo. Sul web puoi leggerle di tutti i colori. In ogni modo c’è molto altro. Non sono tutti così, ci sono alcuni gentili e difendono il più debole, i loro occhi non sono del tutto rossi, mutano attraverso l’emozione.-Parlava Yuuki senza un filo logico. Ne aveva avuto la conferma, sotto il suo tetto ci vivevano due vampiri. Sua sorella piaceva uno di questi.
-Stai molto attenta Yuuki. Il mondo dei vampiri è rappresentato da un capo. Loro lo seguiranno sempre, e lo difenderanno per tutta l’eternità. Loro sono gli immortali.-
Sentenziò Ichiru, ponendo la mano sulla spalla della ragazza.
-Ne sono consapevole.- Commentò Yuuki.
 
 
 
 
 
 
 
***+
Buon anno!
Iniziamo con questa il 2016 che ne dite?
L’ultimo aggiornamento risale a quest’estate, lo so che sono imperdonabile, ma ne ho troppe. Sto cercando di aggiornare quelle vecchiotte, e ci starò un poco, ma spero di Nn annoiarvi.
Comunque in questo capitolo succedono un po’ di cose. Vediamo lo sviluppo di uno strano potere e la comparsa con più efficienza di Ichiru. Ben presto avremo la sua storia. Haruka e Juuri si stanno avvicinando sempre più e Kaname che si sente attratto da Yuuki.
Spero che vi sia piaciuto e alla prossima.
Se ci sono errori indicatemeli.
Heart
 

 
 
 
 
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Capitolo 9
*** Il bisbiglio del dolore ***


9
Il bisbiglio del dolore
 
Il cielo era nuvoloso, una nuova ondata di freddo si stava abbattendo.
Kaname sorseggiò il suo vino e si avvicinò alla poltrona accanto. Erano passati cinque giorni da quando quegli uomini l’avevano attaccata, tuttavia non aveva recuperato nessuna informazione a riguardo. Le due sorelle sembravano vivere in due continenti opposti, poiché la più giovane non viveva proprio sotto il suo stesso tetto, si, rincasava la sera, ma durante la giornata non c’era proprio. Invece la più grande si apprestata a rimanere più vicino casa o ad Haruka, quei due si stavano legando in modo stretto. Aveva notato lo sguardo del ragazzo nei confronti di lei, pieno di premure e di dolcezza, era chiaro che il cugino si stava facendo coinvolgere da lei e di tutti i suoi drammi.
Su quest’ultima si stava abbattendo qualcosa di sinistro, ella era spesso stanca e debole, come se ci fosse qualcosa che le togliesse l’energia, aveva pensato al banale influenza che colpiva gli umani, ma questa era diversa, a volte la vedeva esausta e pallida, c’era qualcosa sotto e bello grosso.
Kaname distolse lo sguardo al vuoto per seguire i passi di una certa ragazza che si metteva sempre nei guai, si stava affrettando ad uscire. Seguii attraverso l’udito per poi aprire gli occhi e vederla a pochi metri da lui. Indossava un cappotto pesante, la sciarpa e guanti. La solita borsa a tracollo che a quanto pareva pesava parecchio, facendo ricadere tutto il peso nella spalla destra, invece la sinistra tentava di rimanere in equilibro. La studiò con attenzione e vide chiaramente una luce strana nei suoi occhi, ella aprì la porta per uscire – ti consiglio di non varcarla, tra breve la bufera inizierà- comunicò Kaname, lei si voltò per guardarlo senza essere sorpresa. Aveva lo sguardo carico di una strana curiosità, e lo ribadiva, quella lì era diversa.
Tuttavia dargli conferma a ciò che già sapeva non gli diede importanza e uscii ugualmente. Kaname fissò la porta chiusa e sbuffò fastidiosamente, quella ragazza era una mina vagante. Si alzò contrariato e si apprestò a infilarsi la giacca e uscire anche lui, non aveva nessuna intenzione di recuperare un corpo congelato. Con la vista acuta la individuò prima di partire e con la sola forza del pensiero si trasformò in un corvo. Era raro che lo facesse, poiché quel piccolo uccellino fosse così nero dava brutte dicerie agli umani, come se quell’animale portasse sfortuna o meglio ancora la morte, superstizioni fasulle.
La seguii in silenzio, la ragazza era affaticata a causa dalla neve che ancora non era sciolta, ma proseguiva con determinazione fino a raggiungere il piccolo sentiero che portava in paese.
Lì c’erano degli alberi spogli, ma ella si allungò per sfiorarli e sussurrare qualche parola di conforto? Ma che stava facendo quella lì. Ecco adesso aveva tutte le idee chi fosse quella ragazza, pazza!
Be’ forse non del tutto, si poteva catalogare come sensibile non c’era nulla di male fare una cosa del genere. Disse l’altra parte della sua coscienza. Si chiese perché sbucasse adesso quel lato di sé, comunque continuò il viaggio fino a giungere all’università. Quel palazzo assomigliava per lo più una chiesa, in effetti lo era stata nei tempi passati, poi era stata sconsacrata ed ecco una delle università più vecchie del Giappone.
La vide entrare e da quel momento non riuscì più a percepirla, quella maledetta struttura aveva una barriera contro le creature dell’oscurità come lui, l’avrebbe aspettata lì, sopra quell’albero.
 
 
 
Yuki arrivò presto all’università. Il freddo le aveva gelato le dita delle mani e non ne parlammo quelli dei piedi, non era bastato infilarsi tre paia di calzette, tuttavia appena giunta si apprestò a toccare un termosifone e pian piano iniziò a riprendere tatto. Mancavano quindici minuti alla prima lezione e stanca di far nulla si recò in biblioteca, oltre i soliti libri c’era una sezione adibita per i libri segreti. Ne prese uno contando mentalmente quanto ce ne fossero, ma era milioni. Si sedette e iniziò a leggere con interesse, ne finì uno in dieci minuti, fu in quel momento che arrivò Ichiru che la notò.
-Mattiniera anche oggi? – Domandò sorridendole.
-Già. – Rispose senza lasciare il libro che stava leggendo.
-Noto che ti piacciono questo tipo di genere, ti consiglio uno che troverai veramente interessante soprattutto per placare la tua curiosità. –Disse per poi sparire tra gli scaffali, ritornò dopo poco con un librone gigantesco che conteneva più di mille pagine, la copertina era sul grigio e il dorato e aveva un lucchetto ai due lati delle giunture.
-Buona lettura. –Disse per poi guardarla. E già, sembrava una bambina nel mondo magico di Alice. Lo sfiorava con delicatezza e quando aprì la prima pagina i suoi grandi occhi si aprirono per lo stupore, era davvero bella, attraente e poi così forte.
-Oh è tardi devo andare a lezione …- si alzò, ma il ragazzo la fermò.
-Calmati la tua lezione si farà nel pomeriggio. Kaede- sensei ci vuole entrambi per una lezione speciale, ritieniti lusingata e raro che li fa.  Adesso ti leggi questo bel libro e se avrai delle domande li potrai porgerli di pomeriggio. – Terminò uscendo.
Yuki rimase ferma al suo posto senza parole, aveva indagato sulla sua sensei e aveva scoperto che era una delle ultime anziane del paese, lei sapeva molto, aveva vissuto nel passato. Be’ quel “passato” l’era sembrato strano, ma non ci aveva fatto tanto importanza, lei voleva sapere di più suoi poteri come usarli e controllarli.
Si sedette al suo posto e iniziò a leggere.
In quella mattinata scoprì tanto. Credeva che molti miti fossero solo leggende invece non era vero. Come la maledizione dei licantropi, ad ogni luna piena si trasformavano: un morso da loro significava la morte.
Scoprì che c’erano anche i maghi o creature mitologiche nel mondo, ma poiché erano diventati dei miti nel mondo si nascondevano o prendevano sembianze umane per controllarli.
I vari incantesimi erano tantissimi, erbe e infusioni. Ricordò quello usato per lei quel pomeriggio e tanti altri. Giunse alla fine dove regnava la parola immortali. La prima pagina parlava di uomini bellissimi, dotati da una grande bellezza che di giorno sembravano normali e di notte si trasformavano. I loro occhi mutavano e diventavano rossi. Venivano chiamati vampiri. C’era una classe sociale, in quale ogni grado veniva sottoposto da quello più alto e infine giungere alla classe reale.  Essi possedevano tutto il potere, avevano straordinari poteri e nessuno sapeva fin dove si potevano spingersi.  Lesse anche in grassetto che essi avevano il potere di trasformare un umano in vampiro, una capacità unica e sola data dal loro potere.
Chiuse il libro stroncata da quella rivelazione.
Si alzò in fretta e cercò quel libro che tanto tempo fa aveva letto il titolo, “Re e regina”, sapeva che era solo un titolo provvisorio poiché all’interno c’era un libricino con il vero. Lo trovò molto in alto, con l’aiuto della scala lo prese con mani tremanti. Lo sfogliò in quel posto senza andare al tavolo, lesse i vari schemi di nascite e morte e infine trovare ciò che cercava. I Kuran erano in cima alla classe sociale e sotto il nome di regnanti, essi erano i reali, ma ciò che la paralizzò fu l’ideogramma che se ne stava accanto: vampiri.
Lo sapeva, ma adesso il segreto era stato svelato.
Vivevano sotto lo stesso tetto di due vampiri. Quella casa era piena di essi, come mai non ci aveva fatto caso prima? Il suo corpo glielo diceva sempre, ma si era fatta confondere dal potere che cresceva dentro. Si disse mille volte cretina, ma alla fine non risolveva nulla, la frittata era fatta, ci doveva convivere.
Non aveva nessuna intenzione di urlargli contro, né di farsi scoprire, doveva filare liscio come l’olio; fino a che non avessero fatto nulla di male, potevano convivere pacificamente.
Yuki strabuzzò gli occhi, che diavolo stava dicendo? Erano assassini, mostri, allora perché non li odiava? Facevano anche loro parte del ciclo della natura. Si prese la testa nelle mani e si chiuse a guscio, che cosa doveva fare?
-Ti ho trovato. Che cosa stai facendo qui? –Chiese una voce maschile, la riconosceva non ci voleva tanto a capire chi fosse. Raccolse il libricino che l’era caduto e lo lesse. –Sei giunta fino qua? Mi congratulo con te, tuttavia stai attenta. Coloro che stanno al loro servizio sono protetti, e da anni che cerchiamo la loro dimora, ma mai li abbiamo scovati, semmai scoprissi qualcosa riferiscimelo. –Concluse.
La ragazza si alzò e si chiese il perché di quelle parole, che cosa significava che li cercavano?
-Su, andiamo. Kaede ci sta aspettando. –Affermò prendendole la mano e avanzare, uscirono dalla biblioteca e si recarono in un aula differente dalla solita, essa non aveva finestre.
Era vuota quella stanza, eccetto per tre sedie e un tavolo. L’insegnante era già dentro e quando giunsero chiese al ragazzo di chiudere la porta.
Le lezione di magia iniziò.
Yuki era esausta, aveva il sudore che le colava dalle tempie fino al collo.
Kaede e Ichiru la incitavano a far di meglio, il suo equilibro era precario e non riusciva a stabile un contatto preciso con ciò che le circondava. Aveva la testa che le scoppiava e ad ogni fallimento il cuore le batteva ancor più forte, era allo stremo ma i due non lo capivano. Fino a che la vista non le annebbiò tutto di un tratto e fu allora che non riuscì più a sopportare quello stress fisico. Il suo corpo esplose e gettò tutti al suolo.
-Ma che accidenti fai! –Esclamò Ichiru furioso.
-Non lo ho fatto di proposito, sono stanca. –Affermò lei per proteggersi da quelle accuse.
-E nel momento in cui che sei più stanca che l’equilibro nasce. – Confermò Kaede, dando inizio alla sezione più dura. Yuki dovette lottare per non urlare, si vedeva alle strette, non aveva immaginato che quei due le facesse una cosa del genere, stavano lottando per la vittoria. Chi diavolo erano e che cosa volevano da lei? S’inginocchiò priva di forza, i suoi muscoli sembravano che da un momento all’altro sarebbero ceduti. Prese un lungo respiro e fu allora che captò qualcosa giungere alle sue spalle, chiuse gli occhi sapendo che sarebbe stata colpita in pieno ma successe qualcosa inaspettato, intorno al suo corpo si parò una barriera.
-Che accidenti è?! –L’ammonì Ichiru.
-Una barriera. – continuò la vecchia.
-Non è capace a farla, -Iniziò a dire il ragazzo girandole intorno come se fosse una creatura strana; Yuki si sentiva a disagio, perché quelle sensazioni le arrivavano solo ora? Paura, rabbia, timore.
-Proviene da quel pendente. –Sussurrò Kaede avvicinandosi, ma nel momento in cui la sfiorò le bruciò le dita.
-Chi sei? –Chiese a brucia pelo Kaede. Yuki non ci capiva più nulla, prese con mani tremanti il ciondolo e non le capitò nulla.
-Ti sta proteggendo, c’è qualcosa legato ad esso.  Comunque per oggi abbiamo finito, la ragazza è stremata. –Concordò Kaede per poi sedersi, anche lei era esausta. Yuki si alzò tremante e chiuse gli occhi nel momento in cui si sedette.
-Non credo che sia pronta per quel passo, ha un bel potere ma ancora instabile. – Affermò deciso Ichiru portando un grande volume.
-Ciò che stai fissando e la nostra storia, Yuki, tu sei come noi. – Dichiarò Kaede, sfogliandolo e con precisione prese una pagina, con le dita scheletriche e ossute indicò due nomi. Yuki non ci credeva. Erano i loro ideogrammi e accanto c’era il simbolo di maghi. Aveva una grande confusione in testa, sembrava la storia di uno di quei grandi libri di fantasia, ma quella non era.
-Maghi? –Domandò.
-Esattamente. Facciamo parte dell’ordine della stella, essa distrugge coloro che non stanno alle nostre leggi. È una storia lunga, forse un giorno te la racconterò. Abbiamo rigide leggi di comportamento e ogni tanto abbiamo delle missioni, per il momento siamo sotto copertura per scovare il nascondiglio dei sanguisughe, il loro capo ha distrutto il nostro facendo cadere il nostro mondo nel caos totale, lo uccideremo e lì ergerà la nostra diplomazia. –Sentenziò. Per poi continuare – se notassi qualcosa di anomalo riferiscilo subito, li cattureremo e li distruggeremo una volta e per sempre. –tali parole la tagliarono in due. Una parte di lei ne fu terrorizzata.
Il cielo era diventato nero, un altro giorno era passato tra quelle mura.
Si apprestò a ritornare a casa, anche se… i pensieri le giunsero con fermezza bloccandola. Lei sapeva, lei non aveva parlato e perché? Era semplice aveva capito che sua sorella si stava  innamorata, e di chi? Di un vampiro. Haruka era un nobile e faceva parte della famiglia reale, be non aveva visto altri della loro famiglia, ma suo cugino era men che non si dica il Re. Era perfetto per quel ruolo, ci calzava a pennello. Si sbloccò e procedette.  Tutta quella situazione le stava iniziando ad andarle stretta, non voleva essere immischiata anche in quella cosa. L’ordine della stella, mai sentita. Era esausta ma un grande macigno le pesava sul cuore, non poteva privare la sua gemella di quell’amore appena sbocciato. Era suo dovere proteggerla a tutti i costi. Giunse in casa prima che il cielo si aprisse e una cascata di acqua. Che cosa doveva fare?
 
 
Kaname giunse poco dopo a casa. L’aveva seguita senza dire nulla. Aveva notato il suo sguardo perso, vuoto. L’era successo qualcosa, ma cosa? Una strana sensazione gli procurò un dolore al petto, che cosa significava? La sua andatura stanca, i capelli macchiati da una strana sostanza verdastra, il suo viso pallido. Che cosa c’era andata a fare in quel palazzo, di certo non per studiare, aveva il sentore che accadesse qualcosa tra quelle mura e lo avrebbe scoperto.
Erano due di notte e la pioggia non voleva cessare, il camino scoppiettò e sospirò.
Fu in quel momento che si accorse dello sbattere di una porta. Si alzò e si diresse verso la porta che conduceva al giardino interno, la chiuse ma si accorse che c’era qualcuno vicino al portico, ma non se lo immaginava chi fosse. Indossava una lunga maglietta che l’è arrivava sulle ginocchia, i capelli sciolti e il viso verso l’alto.
Yuki si trovava sotto la pioggia, mentre il suo corpo tremava per il freddo e per qualcos’altro. Era una pazza. Perché affondare il viso in quella pioggia ghiacciata.
Non fece nulla solo guardarla, mentre lacrime silenziose scendevano dal suo pallido viso, mentre la pioggia cessava. La sua anima gridava e nessuno accorreva per salvarla. Era piccola e glaciale, ma dentro di se racchiudeva tanta forza. Chissà chi l’aveva ferita in quella maniera.
S girò per andarsene quando captò uno spostamento di aria, si voltò e la ritrovò al suolo. Non ci pensò un secondo in più, si ritrovò al suo capezzale, la maglia era diventata trasparente e si notava le sue forme da donna, l’accarezzò gentilmente le guance rosse.
-Perché tenti di ucciderti? –Mormorò sottovoce prendendola in braccio era talmente leggera che sembrava irreale. La portò in camera sua, e notò i vari libri sparpagliati ovunque.  Non se la sentiva di lasciarla bagnata e così con i suoi poteri l’asciugò facendosi trasportare dal momento le diede un bacio sulla fronte –riposati –le sussurrò. Fu in quel momento gli cadde l’occhi su alcuni titoli, li presi e poi la guardò.
“Magia ancestrale. Immortali. Pozioni e intrugli …”
Che cosa significava? E perché stava leggendo quelle porcherie? E se fosse…? Non poteva essere. Quella ragazza era una loro spia? No. Non sapeva nulla di tutto ciò. Doveva scoprirlo, c’era in gioco troppe vite.
 
 
∞∞∞
 
 
La luce della cucina era accesa con circospezione Haruka svoltò angolo e aprì la porta che era socchiusa. Non si aspettava trovarla lì, intenta a preparare qualcosa. La osservò da dietro, con i suoi fianchi snelli e la cascata di capelli accorciati da una coda malferma. Indossava un grembiule dove i lacci erano scoordinati. Si avvicinò con calma e mise le mani sui fianchi a mo’ di rimprovero.
-Mi dici che cosa stai combinando? –Le domandò serio anche se un sorriso gli spuntò nel mentre le si voltava, Juuri aveva del cioccolato sul mento. –Dovresti riposarti. –Le disse infine. Lei rimase ferma in quella postazione, per poi parlare.
-Devo mantenere una promessa e non sarà un poco di febbre a fermarmi. –Gli disse fiera. Completò ciò che stava facendo prima di essere fermata, infornò l’impasto e poi tolse il caos che regnava sul bancone della cucina. Finito di pulire si sedette e fissò per un momento Haruka.
-Che promessa? –Domandò dolcemente, mentre le toglieva il cioccolato sul viso a quel gesto Juuri divenne rossa.
-L’ho fatta nel momento in cui mia madre morì. Mi sarei presa cura di Yuki. –Mormorò triste.
-Scusa se ho preso un tasto dolente. – Disse, posando la sua grande mano su quella sua, piccola e tremante.
-Anche se sono passati tre anni dalla sua scomparsa fa comunque male, in lei rivedo Yuki, hanno gli stessi occhi. Mi manca tanto. –Sussurrò le ultime parole, quando i singhiozzi le arrivarono in gola.
Haruka non aspettò tanto chiuderla in un abbraccio caldo, quel piccolo corpo stava tremando dalla testa ai piedi, fece pochi gesti che furono apprezzati, si sedettero nella piccola panca vicino alla finestra.
-Scusami ti sto sporcando tutta la camicia. –Disse lei allontanandosi, ma lui la riporto vicino a se.
-Non ti scusare a volte abbiamo bisogno di sfogarci e riprendere le redini della nostra vita. –Mormorò piano.
Rimasero lì per un tempo indeterminato quando la giovane iniziò a raccontare pezzi di quel passato nostalgico.
-Era solita sedersi sul prato del nostro grande giardino, ai lati ci stavano due querce centenarie. Il sole le accarezzava i capelli morbidi e lucidi e ogni qualvolta che andavo lì per lei, mi prendeva tra le braccia e mi cullava. Il suo profumo era così buono che mi addormentavo, mi sentivo protetta. Mia madre era una donna di classe e rispettata, anche se, non tutti la volevano bene. –Si fermò. Alzò il viso e si alzò per uscire la torta nel forno.
Quando lo raggiunse si sedette sulle sue gambe e appoggiò la testa sul suo petto, non fu scacciata ma amata. Sorrise e cercò di non pensare alle vicende brutte.
-Parlami della tua famiglia, non so molto. –Rise Haruka per alleggerire l’atmosfera.
Lei annuii. –Eravamo una famiglia benestante, mia madre e mio padre si erano conosciuti ad un ballo, era scoccata la scintilla e dopo due anni eravamo nati noi. Mia madre mi raccontava spesso che mio padre ci amava più di tutti, ci regalava attenzioni e doni, fino a che…scomparve. Nessuno ci diede informazioni o scoprì qualcosa, da quel momento in poi mia madre iniziò a sentirsi male. Avvertivo un cambiamento in lei. Tutto divenne buio in quella notte, quando ci lasciò sole. Ci scacciarono via dalla nostra casa e fuggimmo, ed eccoci qua. –Riassunse in fretta. Quella rivelazione scottava, si sentiva prudere ovunque.
-Scappati da chi? Sono quei loschi uomini a farvi paura? –Si alzò Haruka congiungendo le sue mani su quelli di lei che aveva il viso abbassato,- non avere paura, ti proteggerò io. –Le disse, dandole un tenero bacio sulla guancia.
-Non ti voglio mettere in pericolo. –balbettò lei.
-Nessun problema, il pericolo è nella mia natura. –
-Grazie – Balbettò.
-Per cosa? -
-Per esserci. – Affermò rossa. Haruka spalancò gli occhi e in quel momento i suoi sentimenti si condensarono e presero una piega più dritta.
Rimase a fissarla mentre ultimava il dolce, era talmente concentrata che non gli rivolgeva quei sguardi affascinati. La torta stava venendo veramente bella era di due piani, la glassatura era di cioccolato e al suo interno regnava la panna e le fragole, si chiese quando li avesse presi.
Quando ritornò alla realtà la vide china su di lui, con una fragola sporca di cioccolato, ma fu il gesto ad eccitarlo. Quella fragola vicino alla sua bocca, oh –mangia. –Gli ordinò.
Si mise dritto e la fissò- perché dovrei farlo? –Chiese.
-Ah quante parole inutili, se non la vuoi me la mangio io. – E detto questo se la mise in bocca, lasciando una strana sensazione nell’animo di Haruka. Non ci pensò proprio per prenderla tra i fianchi e sbatterla sul muro. Sentiva la solita reazione di eccitazione quando beveva del sangue, ma quella era più forte, travolgente. Voleva assaggiarla, farla godere. Le leccò il collo, mentre lei gli aveva lasciato campo libero senza sapere di ciò che le stava veramente accadendo.
Le baciò il collo esile e succhiò la pelle per poi vedere la vena sporgere. Lottò contro se stesso per rimmergere da quella sete incontrollabile, e infine ci riuscì.
Juuri era del tutto sconcertata da quella passione che stava leggendo nello sguardo di Haruka, il ragazzo la mollò su due piedi per allontanarsi a gran passi.
Scivolò dal pavimento per rannicchiarsi su se stessa e sentire il battito del suo cuore correre all’impazzita. Che cosa era quella sfumatura di obblio nelle sue iride? E perché aveva sentito quell’eccitamento immischiato al brivido?
 
Haruka era giunto in camera sua appena in tempo, si osservò allo specchio e vide i suoi occhi rossi risplendere, aveva sete e non di un qualunque calice di sangue, ma il suo. Sentiva ogni goccia del suo sangue nelle sue vece, il suo corpo era pieno di quel liquido vitale per lui. Chiuse le nocche fino a farle diventare bianche, non poteva morderla, non poteva farla sua. Perché il destino era talmente crudele? Perché non la poteva amare come qualsiasi uomo? Chiuse gli occhi, ma fu invano le zanne uscirono fuori dalle sue labbra, era un mostro, lei si sarebbe spaventata a quella vista. Il suo animo era già tormentato, non poteva distruggerla ancora.
Fu una notte lunga, la più devastante, fino a che prese una decisione sofferta. Non sarebbe stato mai più.
 
 
 
 
 
Salve.
Non è un miraggio sono veramente ritornata. Perdonate il ritardo, ma lo sapete che devo scriverne tante di quelle storie che il tempo scarseggia. Abbiamo un’altra fetta di questo fantomatico mistero. I due vampiri stanno cedendo alle tentazioni, in effetti solo uno per il momento, ma non sarà il solo.  Il mistero s’infittisce anche su ciò che scopre Yuki, poverina non ci sta capendo più nulla, mentre i godo. Infatti finalmente ho visto una luce infondo a questo tunnel, so come la potrò finire.
Ok vi lascio e aspetto le vostre opinioni. Alla prossima.
Heart

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Capitolo 10
*** Frasi a metà ***


Dieci
“Frasi a metà”
 
Il sole era sorto da un bel po’ di tempo, nella grande residenza vittoriana. In una stanza una ragazza si rigirava in quel letto troppo grande per lei. Si sentiva sola, abbandonata. Credeva che avesse tutto in pugno, invece tutto si stava sgretolando. Tutto era precario.
Chiuse con forza gli occhi per non rivedere quelle scene che aveva tentato invano di dimenticare, per poi essere catapultata in un passato che bruciava ancora fin troppo.
 
-Amore di mamma, vieni qui. –Una donna richiamò con molta calma la figlia mentre rincorreva una farfalla.
La bimba richiamata più di una volta, si apprestò a recarsi dalla madre, che l’accolse tra le sue braccia calde.
-Dimmi mammina. –Sussurrò per poi prenderle una ciocca di quei capelli che tanto amava.
La donna le sorrise e sfiorò il viso ancora infantile della figlia, chiuse gli occhi per assaporare quel tocco.
-Mi fai una promessa, Juuri? –Chiese sorridendo.
La bimba annuii.
-Dovrai proteggere il tuo cuore, perchè lui è molto importante. Lui ti saprà indicare la via giusta. Non sentirti diversa, perché lo sei. – Disse arruffandole i capelli.
 
Le scena cambiò.
-Juuri. Proteggi te e tua sorella. Siete la cosa più importante che rimane in questo mondo. –Disse la donna, adesso con qualche anno in più.
-Mamma non capisco. –Disse una Juuri piangente, mentre era al cospetto della madre morente.
-Tua sorella ha già sentito quella forza, lei avrà molte responsabilità, ma tu, mia cara, potrai dare un freno alla sua impulsività. Siete collegate, siete uniche. Il mondo vi pretende. –Disse mentre tossiva.
-Mamma stai dicendo un sacco di cose insensate. Noi siamo ragazze normali. –Affermò convinta.
-Ti sbagli. In voi risiede il sangue degli Hara. Loro erano speciali, ecco perché furono sterminati, voi siete le uniche rimaste. State attente bambine mie…–la donna ormai stava per cedere –ciò che cercate lo avete già. Mi dispiace non potervi essere d’aiuto. –
 
La visione terminò.
Juuri si svegliò di soprassalto e si guardò intorno. Era al sicuro. Ma fin quanto. Che cos’era quello? Perché aveva rimosso quel ricordo? Che cosa c’era in ballo? Si alzò e traballò tra le sue gambe. Perché le girava la testa, un attimo dopo tutto divenne nero.
 
 
 
 
-Ti vedo sconsolato, Haruka. –Il ragazzo neppure si voltò a quella frase. Era passato due notti da quello che gli era accaduto. Quella sete, atroce per lui. Mai aveva sperimentato un dolore così acuto. Fissò il riflesso del cugino che gli stava dietro le spalle.
Anche lui aveva un’aria poco stabile, cosa al quanto strana.
-Ti sei attaccato a quella ragazza, Juuri, e adesso avverti la fame. –Disse ripentivo Kaname. La conosceva quella sete, ma con il tempo l’aveva placato, ma a quale prezzo?
-Non dirmi che mi capisci perché non è vero. La voglio proteggere, se lei soffre, lo sono anch’io. Credo di amarla. –Rispose più a se stesso.
-Sai bene quale sono i rischi di tale azioni. Abbiamo una setta sulle nostre tracce, loro saranno in pericolo. – Girandosi.
Haruka aveva captato un cambiamento nel suo modo di esporre le cose. –Perché hai detto saranno? Non e che ti stai affezionando alla sua gemella? –Sorrise. Sperava in un miracolo, ma il suo Re era di ghiaccio.
-Non dire sciocchezze. Se Juuri ti scegliesse, la sua gemella non si separerà dalla sorella. –Affermò deciso.
Rimasero in silenzio per un poco di tempo.
-Ho un presentimento. Sicuramente tu mi dirai che sarà solo una sciocchezza, ma penso proprio che Yuki ti cambierà. Lei ti darà la luce che tanto speri. –Chiuse la conversazione scomparendo.
 
 
 
 
Il ragazzo fissava la ragazza più di due ore. Lei sembrava persa nei suoi pensieri, che neppure lo aveva calcolato quando si era avvinato per salutarla. Aveva notato occhi smarriti e vuoti, al disperazione era presente come una macchia di olio. Che cosa era quella solitudine che alleggeriva addosso?
Juuri non era presente in quel momento, la mente era in viaggio. Era strana quell’esperienza, ma era più forte di lei. Tutto girava intorno alla sua famiglia, soprattutto a quella della madre. Era una ragazza scettica, ma adesso ne aveva fin sopra i capelli. Sapeva che Yuki si stava mettendo nei guai, e lei aveva il compito di proteggerla. Con la sola forza del pensiero si catapultò nella vecchia residenza di famiglia. Quella Maggione era stata sempre piena di misteri, anche se lei non aveva mai avuto curiosità nel scoprirli, altrettanto non si poteva dire di Yuki. Sorpasso le pareti come se fosse solo un’anima, in effetti lo era, anche se non sapeva bene come avesse fatto. Tuttavia procedette tralasciando quel particolare a dopo. Giunse davanti a una porta, l’odore era quella della madre. Aprì uno spiraglio e ciò che trovò non era ciò che immaginava. La stanza era vuota, spoglia. Tutta la residenza era senza anima. Tuttavia una corrente la trascinò nell’ignoto. Si ritrovo di fronte a una grande coperta in cui copriva qualcosa. La scoprii e si ritrovò riflessa. Sfiorò con le dita lo specchio. Un lampo di luce la fece coprire gli occhi e un attimo dopo i suoi occhi fissavano un immagine. Capelli scuri, occhi del medesimo colore. Fece due passi indietro, e urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Lo sbalzò tra spazio e tempo la riportarono al presente, si alzò dalla sua postazione, -non voglio. –traballò e svenne. Per fortuna non si schiantò al suolo poiché due braccia la presero in tempo.
Haruka fissò il suo viso pallido e livido. Lo aveva sentito chiaramente l’afflusso di potere scatenato da quell’urlo.
-Juuri, piccola, stai calma. –Appoggiò la mano sulla fronte, ma la ragazza aveva iniziato ad avere le convulsioni.
-Haruka svegliala, immediatamente. –Kaname era entrato come un fulmine, giungendo accanto alla ragazza. Il cugino aveva una espressione vacuo, come se anche lui si trovasse in quel vortice. Toccò la ragazza per spezzare quel collegamento ma ricevette sola una scarica.
-Dannazione, le cose si stanno facendo più serie. –Pose la sua mano sull’altra libera, sotto di se, si formò una stella a cinque punte rosse e dal lì un fascio di luce scarlatta si scaturì per bloccare quel procedimento.
Tutto era cessato, il cugino e la ragazza erano lontani, solo lui rimaneva dinanzi a lei.  Com’era stato possibile una cosa del genere. Haruka doveva essere in grado di respingere un talo attacco, invece…forse era causato dal sentimento che stava nascendo tra i due? Doveva imporre il suo potere su di loro, era troppo pericoloso. Tuttavia riuscii facilmente sul ragazzo, altrettanto non si poteva dire della ragazza, che era forte anche se la sua proprietaria non se ne rendeva conto. Ma alla fine ci riuscii, stremato per quello sforzo si occupò prima del cugino per farlo riposare in camera sua e poi della ragazza. La sistemò nella sua stanza. Erano così simile, ma al contempo diverse. In quella stanza regnava l’armonia. Una fotografia lo catturò. C’erano le due sorelle di fronte a una torre, ma la cosa più bella era che Yuki aveva un sorriso splendido. Pieno di luce.
 
 
 
 
 
 
 
Buon pomeriggio.
Anche se e da tempo che non aggiorno ne questa ne altre, vi comunico che sono ancora viva. Forse un poco accaldata, ma sopravvissuta. Come sempre ho ribadito concluderò tutte le mie ff, ma ci vuole del tempo. Cmq accontentatevi di questo capitolo, corto, ma essenziale per i prossimi, le cose si stanno mettendo in moto. Alla prossima.
Heart
 

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Capitolo 12
*** Tutto ha una ragione ***


Undici
“Tutto ha una ragione”
 
La neve era troppo alta, si chiedeva quando sarebbe passata. Lei amava la primavera e poi l’estate. Era una ragazza solare. Perché aveva detto “era”? Forse non lo era più? Si domandò su questo punto fino a che si ritrovò dinanzi all’università. Quel covo di pazzi era alquanto inquietante. Era stata una sorpresa scoprire che la tana del lupo si trovava proprio lì dentro. Ichiru ne aveva dato la conferma, in quei corridoi segreti risedeva la setta nemica dei vampiri. Quei vampiri che tanto si stavano entrando nelle loro vite, soprattutto della sua gemella. Si fermò dinanzi al portone socchiuso per salire quei pochi scalini che le permettevano di varcare quell’edificio. L’aria calda la riscaldò dal gelo che c’era fuori. C’erano molti studenti che passeggiavano nervosi nei corridoi e non ne capii la situazione. La sua tracolla pesava dovuto a quei macigni chiamati libri; chiese informazioni a uno studente.
-L’ala ovest è allagata. Questa notte c’è stata una rottura di alcune tubature anche se i vigilanti non capiscono come sia accaduto. –Rispose.
-In che senso? –Domandò dubbiosa.
-Erano stati revisionati la settimana scorsa e non c’era nessuna perdita. C’è una inchiesta. –Se la filò appena vide apparire un uomo impotente e alto. L’uomo aveva uno sguardo scuro, tagliente e da lui proveniva una energia che le dava dei brividi. Poi vide apparire accanto a se, Kaede seguita da Ichiru…una idea le attraversò la mente, c’era lo zampino di qualcosa di fuori dagli schemi.
La voglia di controllare di presenza era forte, ma in un attimo la vista si annebbiò e vide tutto a puntini. Si sentiva male e aveva la nausea. Si tenne alla colonna di gesso per respirare e controllare in giro, ma oltre quel gruppo non c’era nessuno. Uno squillo la fece spaventare, prese il telefono e riconobbe il numero della gemella, rispose.
-Yuki sono Haruka. –Disse il vampiro.
Lei non rispose, la testa non voleva smettere un attimo di girarle.
-Mi senti? Per favore ritorna a casa tua sorella sta male. –Dette quelle ultime parole, Yuki si decise di prendere in mano la situazione. Fece un lungo respiro e si concentrò sulla fonte di quel malessere. Il cuore le batteva forte, sicuramente l’agitazione era causata dal malessere della gemella, ma era pure a quell’aura che avvertiva da quei tre. Ripreso l’equilibro fece dietro front e si diresse direttamente verso casa.
 
 
Kaname si stava interrogando sulle varie situazione che quelle due ragazze stava innescando. Non solo abitavano nello stesso tetto, ma adesso li mettevano nei guai, lo sapeva che sarebbe stata una mossa sbagliata, ma aveva dato fiducia a suo cugino. Quello stupido credeva che avendole dentro avrebbe portato un poco di luce a quella sua vita immortale, come no. Aveva pagato caro la sua libertà e adesso ci stava di nuovo ricadendo.
La porta si spalancò lo rifece rinvenire e vide Yuki affannarsi per salire le scale. Non aveva un colorito sano, le due erano collegate e provavano lo stesso malessere.
-Fermati. –Le disse lui. La fissò con attenzione, il fiato corto, i capelli scompigliati forse dovuto alla corsa e poi quell’odore disgustoso. Quella feccia ancora non era morta, ma lo sarebbe stato presto.
-Non mi puoi fermare. Stiamo parlando di mia sorella e tu non hai il diritto di farlo, adesso lasciami stare! –Obbiettò con vigore.
La lasciò entrare e vide Haruka al capezzale di Juuri la teneva la mano per infondere calore, ma era vano il suo tentativo.
-Per favore lasciatemi sola con lei. –Affermò notando la situazione grave.
-Yuki. –Rispose Haruka ma una sua occhiata non voleva sentire storie, così si allontanarono e si rifugiarono in corridoio. Solo un attimo e un campo di energia li bloccò.
-Che diamine ci succede? –Urlò Haruka. Erano immobilizzati al pavimento, si sentivano mille aghi premuti sulla carne ed erano infuocati.
-Questa è magia antica, Kaname! Chi diavolo abbiamo in casa! –Era troppo sconvolto a quella scoperta, non poteva essere. Era incredulo. Quella energia la conosceva, ma erano passati millenni dall’ultima volta. Erano tutti morti, ma allora era solo una illusione quella che avvertiva?
 
Quando l’afflusso di potere svanii si alzarono indolenziti ed entrarono in camera e trovarono le due sorelle con le mani intrecciate. Haruka si avvicinò a Juuri e la ragazza era ritornata fra di noi, il suo stato di saluto era migliorato, ma non si poteva dire della sua gemella che era livida e perdeva sangue dal naso. La prese e la depose accanto l’altra. Le sfiorò la fronte ma non accadde nulla, una goccia di sangue tinse il polpastrello ma neppure il tempo di annusarla che divenne cenere e sparii dai suoi occhi. Quella storia si stava intrigando fin troppo. Che segreto celava quelle due ragazze ed erano a conoscenza?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve. Ritorno con un nuovo capitolo, forse corto per i miei standard ma non ho saputo allungarlo, suspense la chiamerei. Il prossimo capitolo è corto, ma servono per i prossimi che arriveranno. Spero che vi piaccia, tra poco inizieremo ad entrare nel vivo della storia.
Heart

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Capitolo 12
*** Lo specchio dell'anima ***


Dodici
Lo specchio dell’anima


 
I primi cinguettii si avvertivano da fuori della finestra. La primavera era alle porte finalmente. Yuki ne sarebbe stata felice, si sentiva libera in quelle stagioni che si stavano avvicinando. Lei preferiva le altre due, ma non rimpiangeva il calore del sole. Il suo corpo era guarito, come per magia. Ma la sua mente era rimasta a quelle scene che l’avevano sconvolta. Sapeva che c’era qualcosa di più in mezzo. Doveva chiarire per sempre quel dilemma. Doveva trovare un buon piano per riprendersi la sua eredità, perché di questo di trattava, la sua e della gemella. I pochi parenti che erano rimasti non volevano sapere nulla, ma forse nella vecchia dimora degli Hara si poteva captare qualcosa di ancora nascosto. Scese dal letto e si stirò; avvertiva il profumo della sua sorellina, l’era stata vicina come succedeva da sempre, lei era la sua medicina. Yuki sapeva qualcosa che lei non riusciva a comprendere, ma oramai era arrivato il tempo di capire. In casa non avvertiva nessuna presenza, né di Haruka, né del cugino. Si diresse verso una camera predestinata ed entrò. Il rumore dell’acqua le diede delle speranze, cogliere il tempo era una impresa, ma lei ci sarebbe riuscita.
Yuki uscii con l’accappatoio addosso e non si sorprese nel vedere Juuri seduta sul suo letto; qualche notte fa era dovuta rincorrere alla sua magia per curarla e per questo aveva sprecato energie fondamentali, ma non rimpiangeva quell’atto. Si era costretta a riposarsi e dare tempo alla sue energie di riabilitarla a dovere. Nel mondo in cui viveva non era fatto da persone buone e caritevoli, ma tutto l’opposto il suo scudo doveva essere forte per permettere che nessuno varcasse la soglia intima.
-Come stai? –Chiese, mentre strofinava l’asciugamano sul capo.
-Mi sto riprendendo alla grande. –Tintinnò per continuare, -e questo è dovuto a te, Yuki. Tu mi hai fatto qualcosa, mentre ero in quel limbo ho sentito la tua voce ed è stato calmante per me. –Affermò decisa guardando la sorella di fronte. Nel contempo Yuki era girata e rifletteva il suo riflesso sul vetro della finestra. Chiuse gli occhi e s’incamminò sul piccolo separé che era posto vicino a lei per cambiarsi, vestita si sedette accanto alla sorella. Oramai era inutile nascondere quel pizzico di verità che aveva intuito.
-Juuri poni la mano sulla mia. –Affermò.
La gemella non capiva, ma fece come aveva ordinato.
-Sento il bisogno di capire, beh sorellina la saprai, ma avrà il suo prezzo. –Detto questo da quelle due mani incastonate uscii una flebile bagliore, Juuri ne fu affascinata ma nello stesso tempo spaventata, ma Yuki era al suo agio. Di sicuro tra breve avrebbe scoperto qualcosa di importante.
-Da quando sono bambina in me c’era qualcosa di speciale e nel tempo lo scoperta. Ho perfezionato la mia tecnica, scoprendo parti di me che non avrei mai immaginato. Questo non vuol dire che sono diversa da te, perché lo sei anche tu. Siamo gemelle e in noi scorre lo stesso potere, tu non ci hai creduto e lui è scomparso, ma se lo cerchi lo percepisci. Lui è qui nel tuo cuore. –Toccandole il petto. –Vedi non è stato facile, ma lui mi ha sempre aiutato. Ho cercato in tutte le maniere scoprire di più e alla fine ci sono riuscita. Riesco a proteggermi, a invocare tecniche antiche ma soprattutto riesco più di un umano. Juuri che cosa percepisci intorno a noi? –Domandò. La ragazza era scettica di quello che aveva appena scoperto, ma si voleva fidare. Chiuse gli occhi e ispirò. Intorno a se c’era l’odore della polvere, il profumo della gemella e poi c’era quello di Haruka. Buono e rassicurante.
-Non ti fermare solo all’apparenza, questa casa nasconde molti segreti. –Annunciò la gemella, prendendola per mano. Juuri si stupii dell’energia di Yuki. Con lei riusciva a captare più cose, le energie erano così forti, vibranti. Superarono barriere impossibili fino a raggiungere un lato di una casa inesplorata. Juuri si spaventò vedendo il suo corpo evanescente, ma il sorriso rassicurante della sorella la fece calmare.
-Questa casa è uno scrigno di segreti come i suoi padroni. Quel profumo di rose…-Yuki lo avvertii di nuovo. Le rose erano decise ma allo stesso tempo delicate. Li segui come se ne fosse attratta, e si ritrovò in una stanza grande forse quando tutte due le stanze che avevano. Juuri avvertii un forte senso di angoscia e di dolore, le lacrime scorrevano senza senso, ma erano forti. Yuki era nelle sua stessa situazione. –Questa stanza è una nursery. Era di un bambino una volta. –Si toccò il cuore tamburellante, Yuki dovremo ritornare. –Mormorò. La sorella era in trance. Il tutto terminò con a rottura del legame, Juuri aveva percepito il pericolo, ma ormai il danno era fatto.
-Era il suo bambino. –Disse prima di svenire dinanzi alla gemella.
 
 

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