Tell Them Stories

di Ronnie the Fox
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***
Capitolo 4: *** IV. ***
Capitolo 5: *** V. ***



Capitolo 1
*** I. ***


Il daemon di Samuel Vimes era un cane.
 
Con il suo muso allungato, le orecchie dritte, e una pelliccia marrone che finiva spesso per diventare grigia a causa della nuvola di smog e sporcizia che aleggiava costantemente su Ankh-Morpork, difficilmente avreste potuto scambiarla per un qualsiasi altro animale.
 
E se nonostante tutto vi fosse rimasto ancora qualche dubbio al riguardo, i latrati che riecheggiavano nel pieno della notte tra i luridi vicoli della città, terrorizzando ladri e assassini seriali, non vi avrebbero lasciato poi molto spazio per speculare.
 
Ciò che Vimes non sapeva, però, era che tipo di cane fosse il suo daemon, di preciso. Non che avesse mai passato poi così tanto tempo a domandarselo. Il mistero avrebbe potuto essere facilmente risolto con una rapida visita alla sezione 'piante e animali' della biblioteca dell'Università Invisibile, ma Vimes aveva continuato a rimandare le ricerche fino a che non se n'era completamente dimenticato.
 
Dopotutto, in qualità di Comandante della Guardia Cittadina in una città tristemente famosa per la sua attività criminale, c'erano fin troppe cose di cui doveva occuparsi per potersi permettere il lusso di abbandonarsi a riflessioni esistenziali.
 
Ciò di cui era sicuro, era che il suo daemon non fosse il tipo di cane che si vedeva spesso in compagnia di ricche signore dell'alta società - di quelli che somigliano più a topi che a veri e propri cani - e questo gli bastava.
 
La risposta giunse, del tutto inaspettata, una mattina d'inverno mentre Vimes si apprestava a lasciare il Palazzo dopo aver incontrato il Patrizio.
 
"Un pastore di Überwald," commentò all’improvviso Vetinari. "Ho sentito dire che sono cani eccellenti. Rinomati per la lealtà verso i loro padroni."
 
Vimes si bloccò sulla porta. L'esperienza gli aveva insegnato che Vetinari raramente diceva qualcosa senza motivo. Forse quello era il suo modo di metterlo alla prova, osservando come avrebbe reagito ad una smile affermazione. O forse si stava semplicemente divertendo con lui; non sarebbe nemmeno stata la prima volta. Vimes alzò gli occhi verso il tiranno, nella speranza di cogliere un indizio che gli suggerisse dove volesse andare a parare con quel commento improvviso, ma il sorriso del Patrizio era enigmatico come sempre.
 
"Non saprei proprio, signore."
 
Vimes lasciò il palazzo con più domande che risposte. Anzi, con una sola risposta ad una domanda di cui non gli era mai importato molto.



Note dell'autrice: Era da un po' che volevo scrivere una daemon!AU ambientata nel Mondo Disco e visto che faccio abbastanza schifo a scrivere long-fics con tanti capitoli e una vera e propria trama, ho deciso di optare per una meno impegnativa raccolta di drabbles/flashfics.
Potete trovare la versione di questa storia sul mio profilo AO3, sotto lo stesso titlo.
Grazie in anticipo a chi leggerà/recensirà e ci vediamo alla prossima drabble!

- Ronnie

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Capitolo 2
*** II. ***


Era risaputo che tutti i lupi mannari avessero lupi come daemon.
 
Il che non era poi un grande problema ad Überwald, dove c'era una possibilità su due che una qualsiasi persona incontrata per strada fosse un vampiro o un lupo mannaro, ma lo era ad Ankh-Morpork, dove camminando con un lupo al tuo fianco avresti di certo attirato sguardi diffidenti e, nel peggiore dei casi, perfino occhiate cariche d'odio.
 
Angua lo sapeva fin troppo bene.
 
Ed era anche per questo che rimase interdetta, quando il giovane poliziotto le aveva offerto un sorriso e un'amichevole stretta di mano il suo primo giorno di lavoro nella Guardia Cittadina. Sarebbe stato fin troppo facile per il daemon-lupo di Angua assalire la lepre che se ne stava tranquillamente seduta ai piedi del ragazzo e affondare le zanne nel suo pelo grigio. Eppure non c'era la minima traccia di timore nei suoi occhi, né il suo daemon tradiva qualche segno di inquietudine.
 
Angua si odiò per averci anche solo pensato. Non era che la dimostrazione che per quanto ci avesse provato, non sarebbe mai riuscita a sopprimere la sua vera natura. E nonostante tutto, Carota si era fidato di lei al punto di avvicinarsi e attaccare bottone, mentre tutti gli altri membri della Guardia - perfino il Comandante Vimes, nonostante i suoi sforzi per rimanere impassibile - la osservavano da lontano con occhi sospettosi.
 
Quella stessa notte, con gli occhi rivolti a un cielo senza luna e le dita affondate nella pelliccia morbida del suo daemon, Angua decise che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di dimostrare al mondo che la sua fiducia non era mal riposta.





Note dell’autrice: Seconda drabble, yay! Ho già quasi finito la terza e la quarta è in lavorazione; devo ammettere che è la prima volta in assoluto in cui riesco a star dietro ad una fanfic a più capitoli (per quanto brevi possano essere), quindi questo è una sorta di traguardo personale ahahahah
Stay tuned per i futuri aggiornamenti e alla prossima!

- Ronnie

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Capitolo 3
*** III. ***


Era raro che un daemon si stabilizzasse in forma di drago. Raro quasi quanto imbattersi in un drago in carne ed ossa, in effetti.

Si diceva che molti degli eroi protagonisti di antiche leggende avessero un drago come daemon, una rappresentazione perfetta del loro coraggio, un simbolo della purezza del loro animo che li aiutava a sconfiggere i nemici grazie ad artigli affilati e respiro infuocato.

Alcuni eruditi sostenevano perfino che i draghi-daemon non fossero mai esistiti, affermando che i draghi fossero creature troppo simili agli uomini nel modo di agire e di pensare razionalmente, e facendo leva sul fatto che non c'erano prove certe che i casi apparentemente documentati di persone con un drago come daemon  non si trattassero semplicemente di casi di persone con lucertole piuttosto grandi e un ego di altrettanto grandi dimensioni.

Tale convinzione era rafforzata dal fatto che, con tutta probabilità, nessuno sulla piatta superficie del Disco potesse vantare di avere un drago come daemon. Con l'unica eccezione di Sybil Ramkin, ovviamente.

Bisogna ammettere, tuttavia, che l'aspetto del daemon di Sybil non era esattamente ciò che ci si potrebbe aspettare nell'udire la parola 'drago'. O meglio, tutto ciò che rende un drago...beh, un drago, era al suo posto; dalle ali coriacee alle zampe munite di artigli, dalle corna fino alle scaglie lucenti. Ma il tutto in scala ridotta, solitamente appollaiata sulla sua spalla, con le ali raccolte intorno al piccolo corpo squamoso.

Durante la sua giovinezza non erano mancati i detrattori, che sfogavano la loro invidia bisbigliando ogni genere di cattiverie alle sue spalle. E se lei si sforzava di offrir loro sorrisi e parole gentili sempre e comunque, non si poteva certo dire che il suo daemon fosse altrettanto mite.

Tutto considerato, Sybil Ramkin e il suo daemon erano la perfetta dimostrazione che, a volte, le dimensioni non sono poi così importanti; nessuno si azzardava mai a contraddire Lady Sybil una volta che avesse visto il suo daemon sputare una gigantesca nuvola di fuoco.

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Capitolo 4
*** IV. ***


Giravano molte dicerie sul daemon del Patrizio.
 
Lord Vetinari non ha un daemon. Falso. Chiunque fosse dotato di un apparato visivo più o meno funzionante sarebbe stato in grado di notare il grosso corvo dalle piume nere che se ne stava spesso appollaiato sulla spalla o sul bastone da passeggio del tiranno.
 
E ovviamente, il semplice fatto che il suo daemon fosse un corvo non faceva che incoraggiare la diffusione di tutt'altra serie di teorie assurde, tra cui la più popolare era: Lord Vetinari è un vampiro. Quest'ultima era basata sul vecchio stereotipo secondo cui tutti i vampiri avessero animali inquietanti e dai colori cupi come daemon; uno stereotipo che persisteva nella mente di parecchie persone nonostante i molteplici esempi che dimostravano il contrario. Uno tra tutti, Lady Margolotta e il suo gatto del Bengala.
 
Quelli che non si erano lasciati convincere da questo genere di affermazioni, per contro, erano invece certi del fatto che se Vetinari aveva un uccello come daemon si trattava allora di un segno lampante del fatto che il Patrizio fosse una strega.
 
Sembrava che per i cittadini della più grande metropoli del Disco fosse più difficile credere che il daemon di Lord Vetinari fosse esattamente ciò che sembrava - un semplice, normalissimo daemon, piuttosto che immaginare che si trattasse di chissà quale creatura dai poteri occulti e misteriosi in grado di rivelare oscuri segreti sull'uomo che accompagnava. E come biasimarli? Ammettere che il Patrizio avesse un daemon ordinario avrebbe significato ammettere che il Patrizio stesso non era che un essere umano perfettamente ordinario.
 
Non essendo il tipo da lasciarsi infastidire da supposizioni infondate, Vetinari non si era mai preoccupato di smentire o confermare nessuna delle numerose dicerie. Anzi, trovava piuttosto divertenti gli sforzi che anche alcuni dei più rispettabili cittadini facevano per dimostrare la verosimiglianza delle loro teorie, spesso scatenando infiniti dibattiti al termine dei quali ognuno se ne tornava a casa ancora convinto che la propria opinione fosse l'unica degna di nota, e nessuno si abbassava ad ammettere che forse poteva esserci un briciolo di verità anche nelle tesi dell'avversario.
 
"Ma che cos'è la verità, in fondo?"
 
"Avete detto qualcosa, signore?"
 
Il Patrizio distolse gli occhi dal panorama cittadino e volse le spalle alla finestra per incontrare lo sguardo del giovane uomo in piedi accanto alla porta del suo ufficio, il suo daemon al fianco.
 
"Oh, nulla di importante, Drumknott. Stavo solo pensando a voce alta."
 
Il segretario annuì e attraversò la stanza soltanto per lasciare qualcosa sulla scrivania, prima di girare i tacchi e lasciare la stanza nello stesso modo in cui vi era entrato, in completo silenzio.
 
Vetinari sedette alla scrivania e, mentre il suo corvo-daemon spiegava le ali per andarsi a posare sullo schienale della sedia, rivolse la sua attenzione alla cosa - il giornale, come lo aveva sentito chiamare da alcune persone - che Drumknott gli aveva appena recapitato. La dicitura ANKH-MORPORK TIMES era riportata a grandi lettere scure sulla prima pagina e, subito sotto di esse, il titolo dell'articolo principale recitava: "Scioccante rivelazione su Lord Vetinari! Un'anziana signora ci ha rivelato di aver visto il suo daemon mutare forma! Sappiamo davvero chi è l'uomo che governa la nostra città?"
 
L'uomo in questione e il suo daemon si scambiarono un'occhiata e il Patrizio non riuscì a fare a meno di sorridere tra sé e sé.
 
 
Angolo dell'autrice: Wow, questa drabble è venuta fuori molto più lunga di quanto pensassi! E vabbè, tanto ormai ho perso ogni speranza di mantenere i capitoli più o meno della stessa lunghezza ahahah Sempre grazie a tutti quelli che leggono/recensiscono e ci si vede alla prossima drabble!

 

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Capitolo 5
*** V. ***


Le regole della causalità narrativa, seppur non abbiano una coscienza propria, sono famose per approfittare di qualsiasi cosa possa essere trasformato in una battuta o in un gioco di parole.
 
Con tutta probabilità, è proprio questo il motivo per cui il daemon di Rufus Drumknott si era stabilizzato in un esemplare di sagittarius serpentarius * lo stesso giorno in cui aveva deciso di presentare il suo curriculum per un’offerta di lavoro a Palazzo.
 
Il suo aspetto era bizzarro e fuori dal comune tanto quanto quello dell'umano che accompagnava era semplice e ordinario. L'opinione generale era che i due formassero davvero una strana coppia, soprattutto se paragonati al Patrizio al suo corvo-daemon, tutto piume nere e sguardi curiosi.
 
L'opinione generale era anche che dovesse per forza esserci un motivo che andasse oltre i suoi modi educati e la sua straordinaria abilità nel prevedere le richieste del suo datore di lavoro ancor prima che venissero formulate, se Lord Vetinari aveva deciso di fare di lui il suo segretario personale, nonché braccio destro.
 
E la verità era che Vetinari aveva scelto Drumknott tra dozzine di altri candidati semplicemente perché il ragazzo con lo strano daemon l'aveva incuriosito - e se cera una tentazione a cui il Patrizio non sapeva resistere, quella era proprio soddisfare la sua curiosità. Beh, quello e il fatto che trovava terribilmente divertente aver sostituito il suo precedente segretario e la sua vipera-daemon con qualcuno la cui anima aveva giudicato appropriato prendere la forma di un volatile estremamente abile nell'inseguire e uccidere i serpenti.
 
Va detto che Vetinari non si pentì mai della sua decisione. Anzi, rimase piacevolmente sorpreso quando una notte, svegliatosi di soprassalto nell'udire uno strano fracasso provenire dall'Ufficio Oblungo, si trovò di fronte ad una scena decisamente inaspettata.
 
Il daemon del segretario, di solito tanto schivo e silenzioso, teneva tra gli artigli la donnola-daemon dell'aspirante assassino che era appena entrato dalla finestra e spiegava le ali con fare minaccioso ogni volta che esso si contorceva nel tentativo di sfuggire alla sua presa. Lo stesso Drumknott, nonostante la sua totale mancanza di addestramento presso la Gilda degli Assassini, non sembrava avere grossi problemi nel tenere la situazione sotto controllo; stava infatti tenendo a bada il pover uomo con l'aiuto di una penna dall'aria piuttosto affilata.
 
Quando il suo sguardo incontrò quello del Patrizio, l'espressione che comparve sul suo viso non avrebbe potuto definirsi che mortificata.
 
"Mi dispiace di aver disturbato il vostro sonno, signore," si affrettò a dire. "Ma non preoccupatevi, qui ci penso io."
 
 
* Anche conosciuto con il nome di "uccello segretario".



Note dell’autrice: Confesso che questa drabble non era pianificata, ma dopo avergli fatto fare un cameo in quella precedente mi sono sentita in dovere di dare anche al povero Drumknott le sue trecento o poco più parole di gloria. Perché per quanto secondario è un personaggio che amo troppo…e anche un po’ anche per il fatto che avevo in mente la stupidissima battuta sull’uccello segretario da mesi e non ce la facevo più a tenerla per me.
Grazie ancora a chi legge e/o recensisce e alla prossima drabble!

- Ronnie

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