Fugaci pensieri nel mezzo del cammino

di DominaNoctis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La verità non è una favola ***
Capitolo 2: *** Storia di un’emozione trascurata ***
Capitolo 3: *** Equilibrio ***
Capitolo 4: *** Pride ***
Capitolo 5: *** Nausea ***
Capitolo 6: *** Bianco ***
Capitolo 7: *** Nebbia ***
Capitolo 8: *** Scusa ***
Capitolo 9: *** Dobbiamo parlare ***
Capitolo 10: *** Sabbia ***
Capitolo 11: *** Estasi ***
Capitolo 12: *** Incubi ***



Capitolo 1
*** La verità non è una favola ***


Brilla sorridente un sole lontano;
la luna ci gioca ridendo innamorata
della terra figlia
sorella del mare.
Ma chi ammirando viene vicino
non è un sorriso quello che trova:
il sole non brilla, ma brucia la terra;
la luna gioca, sì,
ma muovendo le acque
a suo piacimento,
le scaglia contro le rocce
le scuote e ricatta.
Non è una favola la verità,
ma un romanzo dell'orrore
che diventa realtà.
La favola è fittizia
un velo che si spiega
per illudere i passanti.
La verità non è una favola,
ma una bugia dimenticata.

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Capitolo 2
*** Storia di un’emozione trascurata ***


Controllo costante 

senza sosta 

cerco e bramo.

Non chiudere occhio

non dormire!

Ti sfuggirà.

Spaventoso e proibito

istinto animale

ci ho poggiato le dita

e si sono incollate.

Stacca la mano!

Toglila, fa male!

Staccala a morsi 

pur di fermarlo.

A qualunque costo

impedisci all'ustione

di bruciare carne e vita.

Contieni l'istinto

riversalo sulla tua pelle

o mai più cesserà 

la distruzione.

Ma nel cuore ardo più forte,

ardo ancora

silenziosamente nascosta.

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Capitolo 3
*** Equilibrio ***


Equilibrista monco,

non ho gambe

non ho braccia né testa.

Viaggio su questo filo tagliente

senza equilibrio

senza attenzione.

Sono stanca

dentro il cuore.

Sono una ribelle rotta,

un cappone ignaro

che lotta contro se stesso.

Il mio cuore

l'ho stancato io,

la mia anima

l'ho divorata

senza ripensamenti.

La testa l'ho tagliata

per far spazio alle nuvole,

gambe e braccia

le ho distrutte.

 

Solo il filo mi rimane,

solo un equilibrio

che non c'è.

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Capitolo 4
*** Pride ***


Non conosco parole
per descrivere l'amore.
Non ci sono colori
per dipingere un momento.
Un istante infinito
di immense emozioni.
Luce negli occhi
urla di gioia
e Orgoglio
Orgoglio fiorente,
fiorente come noi
piccole fragili foglie calpestate
rinate come sempre
all'inizio di giugno.

Non conosco parole
per descrivere l'amore,
e se ne conosco
allora sei tu
mio timido sole.
Se ne conosco
sei tu
divina Elena
che scateni guerre
non in città
ma nel mio cuore.

Non ci sono colori
per dipingere un momento,
ma se ci sono
quelli sono arcobaleni fieri
sfoggiati sulle guance.
Sono petti nudi
e lacrime di gioia
e urla felici
e musica ribelle.
Se ci sono sono i baci tuoi
che sono il mio ossigeno
in un mare d'odio.

Non conosco parole né colori
ma il mio cuore
sussurra emozioni al vento
sperando di raggiungere
le tue dolci orecchie.

Orgoglio
Amore.

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Capitolo 5
*** Nausea ***


Nausea.

Brividi
ribrezzo.

Nausea

Pelle cadente
velenoso fiato.

Nausea.

Indesiderato piacere
paralisi totale
grida mancate.
Schifo
panico
terrore.
Basta
basta
basta.

Nausea.

Finisci adesso
smetti per sempre.
Le tue mani
non sono gradite,
la tua lingua
non è richiesta.

Nausea.
Nausea umana.

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Capitolo 6
*** Bianco ***


Come si riempie un vuoto?

 

La fisica lo studia

lo ricopre di formule,

lo circonda con cautela

sfiorandolo e accarezzandolo,

come il telo bianco

che nasconde un cadavere.

Ma il cadavere lì rimane

e così quel buco nero che lascia,

che tira tutto a sé.

 

Come si riempie un vuoto?

Qualcuno lo sa?

Forse si dimentica,

si lascia andare.

Ma non voglio l'oblio

non voglio seppellire il ricordo.

Voglio riportarlo in vita.

Voglio sentirlo, toccarlo, percepirlo.

Voglio viverlo.

Ancora e di nuovo come allora.

Ma non sono uno scienziato,

non sono una storia.

Non mi è possibile.

 

Come si riempie un vuoto?

Forse la risposta è 

"Sostituzione".

Ma come si sostituisce

qualcosa di così unico?

È solo illusione,

è il telo del morto

che confonde la mente

che la fa sperare.

Ma sperare in cosa?

Basta alzare il velo

e puoi osservare la realtà

negli occhi.

Puoi richiuderli

ma quella ti rimane sulle spalle,

ti respira sul collo

finché non ti giri a guardarla

e le dici di conoscerla.

 

Allora forse è vero,

"Il tempo guarisce ogni ferita".

Quindi attendo impaziente,

aspetto l'impossibile.

Ma le ferite malvagie

sono sorde alle mie preghiere,

mi deridono incuranti

e perpetuamente sanguinano crudeli.

E allora come si riempie un vuoto

se non con l'attesa?

 

Come si riempie un vuoto?

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Capitolo 7
*** Nebbia ***


Giorno di nebbia

in questa stanca mente.

Umidità soffocante

colori soffusi

visi confusi.

Giorno di nebbia dietro i miei occhi,

cosa succede? cosa è realtà?

Mi abbracciano voci di nebbia

divorano la vista

rubano il ricordo.

Di nebbia le mani

che toccano e colpiscono

picchiano e osano.

Mani violente e lingua che mente

bocca bugiarda e avide dita,

cosa succede? cosa è realtà?

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Capitolo 8
*** Scusa ***


È così semplice sentirsi in colpa,

chiedere scusa non lo sarà mai.

Eppure lo faccio continuamente

ma non davvero.

Lo ripeto come un mantra,

così come 

quando mi chiedono

come sto

cosa voglio

come va

io rispondo non lo so.

So come sto

so cosa voglio

so come va.

So quando sbaglio,

so quando ho ragione,

so il perché.

Ma fammi una domanda,

chiedimi chi sono

ti dirò non lo so, scusa.

Chiedimi che giorno è

ti dirò non lo so, scusa.

Fammi una domanda

la risposta sarà

non lo so, scusa, non lo so, scusa.

Un incontrollabile disco rotto.

Non lo so, scusa, non lo so, scusa.

Attiro ciò che fuggo,

sono consapevole preda

di una belva insaziabile.

Non lo so, scusa.

Mi chiudo nella mia familiare bolla

invisible prigione,

urlo nella mia testa.

Non lo so, scusa.

Tutto è finito, tutto è finito.

Non lo so, scusa.

Tutto è sbagliato.

Non lo so, scusa.

Perché lo faccio?

Non lo so, scusa.

Perché sono così? Perché, perché, perché?

Non lo so, scusa, non lo so, scusa

non lo so... scusa.

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Capitolo 9
*** Dobbiamo parlare ***


Sai, quando respiro

dedico ogni respiro

a te

che sei la mia musa più grande.

Quando sento il mio cuore

battere

so che batte per te,

amando ogni centimetro

della tua anima

ogni brezza del tuo corpo.

Amandoti e temendoti

pregando

di non dover mai sentire

“Dobbiamo parlare”.

Dobbiamo parlare è un fucile

che punta al mio cuore

tenuto in mano dal tuo.

I suoi proiettili sono le schegge

che hai portato via da me

che ti ho ceduto

per eccesso di entusiasmo.

Dobbiamo parlare

è l’arco teso sulla mia testa

che ignoro baciandoti.

Dobbiamo parlare

è la tristezza che nascondo

dopo aver fatto l’amore,

è il tuo nettare avvelenato

che bevo per averti con me.

Dobbiamo parlare

è il mio segreto

che ti ho rivelato

accarezzandoti i capelli.

Sulle mia cicatrici

c’è scritto dobbiamo parlare

perché dobbiamo parlare

quando sbaglio.

Cosa ho sbagliato stavolta?

Dobbiamo parlare

perché me lo chiedo senza sosta

e devo chiederlo a te.

Dobbiamo parlare

perché devo dirti per l’ultima volta

che sei perfetta

che i tuoi colori

sono il mio arcobaleno.

Dobbiamo parlare

prima che anche tu

ti accorga di chi sono

prima che anche tu

smetta di amarmi.

Prima di lasciarmi

dobbiamo parlare perché

non ho mai amato qualcuno

come amo te.

Dobbiamo parlare

dobbiamo lasciarci.

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Capitolo 10
*** Sabbia ***


Dove vai, sabbia,

quando fuggi via dalle mie mani?

Un tempo mi sommergevi,

forse perché il vento

pietoso del mio sguardo perso

ti conduceva alla mia porta.

Ma non esiste essere

che non conosce

la tua irrequieta natura.

Questa crudele 

non conosce catene d’amore

e ti porta via da me.

Che cosa vana

rincorrerti!

Ma con fare coatto

non posso smettere

o anche la speranza sarà persa.

E quel vento

che un tempo era benigno

adesso ti fa scivolare 

tra le mie dita disperate

ruba il mio cuore

ruba il mio amore

e con esso

il sole che riscaldandoti

mi teneva al caldo.

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Capitolo 11
*** Estasi ***


E le nubi sono fragili veli

spazzati via dal vento

con un delicato soffio spezzati

squarciati per far posto al sole

che mai così forte

ha brillato su di me.

 

Momenti di estasi,

momenti nubi che durano un istante

poi trascinate ancora via

e ancora tornano

in un eterno ciclo

che mai si spezzerà.

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Capitolo 12
*** Incubi ***


Fa caldo in questo buco nero

fa caldo e si gela.

Brucia la paura nella gola

si congela il corpo

in una isterica paralisi

in un terrore voluto

cercato

bramato.

Non voglio godere.

Perseguitata in vita e nella morte

in veglia e nel sonno.

Cosa è la mia vita

se non una folle ricerca della follia?

Cerco il mostro

che mi ha fatto nascere

che mi tiene appesa

su questo filo sottile

in bilico tra il tutto e il niente.

Un incubo che mi spinge giù 

e mi riprende al volo,

un giocoliere sadico

che mi guarda cadere in pezzi.

Tortura la mente

non mi lascia respiri.

 

Ti cerco anche io

negli uomini che passano

nei segni sul mio corpo

negli sporchi muri

che insieme abbiamo eretto

nella mia mente.

Lavo via lo sporco dalle mie gambe

per insozzarmi la faccia.

Faccio il tuo lavoro

mi carico il peso

delle pietre tue sulle mie spalle

e me le lancio addosso

lapidandomi con rabbia,

mi flagello con le tue corde

con le tue parole

con i tuoi sguardi

i tuoi velenosi respiri.

Mi graffio con le tue unghie

e ti perdono.

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