Strani libri e giochetti da bambini.

di Anown
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la ragazza infernale e il bambino annoiato. ***
Capitolo 2: *** la bambina smarrita. ***
Capitolo 3: *** Piccola e astuta ***
Capitolo 4: *** Troppo rumore per nulla ***
Capitolo 5: *** Idee stupide e Oscure Signore a cui raccomandarsi ***
Capitolo 6: *** Gestione dei problemi. ***
Capitolo 7: *** Famigerata gita ***



Capitolo 1
*** la ragazza infernale e il bambino annoiato. ***


Una ragazza infernale e un bambino annoiato.


Una bambina con due codini bassi e ondulati si aggirava per il parco infastidita, strisciando con i piedi.
“Codarde… mai che mi diano una mano!” pensò a denti stretti. Ma guardandosi intorno ebbe il piacere di puntare una possibile preda… emh… possibile alleato. C’era un bambino occhialuto tutto solo, accovacciato in un angolo che scarabocchiava sul terreno umido con un bastoncino. Decise di avvicinarsi. L’obbiettivo era vestito piuttosto pesante per il mese d’ottobre… la giacca che portava era su per giù di una taglia più grande e portava una sciarpa marroncina…
-Ciao! - esclamò la bambina fissandolo. Il bambino alzò un attimo la testa nella sua direzione, anche se la parte inferiore del viso era coperta dalla sciarpa a giudicare dalle sopracciglia aggrottate non sembrava contento del contatto. Tornò a ignorarla, ma la bambina non si arrese e si accovacciò davanti a lui cercando di fissarlo dritto negli occhi. -Ciaaao… - ripetè lentamente.
-...Ciao.- rispose rassegnato dopo un po’.
-Chi sei? -
-...Io. - rispose dopo averci riflettuto.
-Intendevo, come ti chiami? -
-Perchè dovrei dirlo a una sconosciuta? -
-E’ agli sconosciuti adulti che non si deve parlare, ma al parco si va per giocare e fare amicizia con gli altri bambini. - ribattè risoluta, il bambino sospirò…
-...Sakutaro Morishige. - rispose alla fine.
-Piacere! Mitsuki Yamamoto! - la bambina sorrise vittoriosa. -Sakutaro… - il bambino sospirò annoiato e tornò a giocare col legnetto. -Mi piace! È un bel nome! - concluse annuendo. Il bambino si sorprese… era l’ultimo commento che si aspettava a proposito di un nome insolito… ma finito quel momento si girò e diede le spalle alla bambina. -Vuoi diventare il mio commilitone? - gli propose.
-...Il nonno mi ha detto di non entrare nell’esercito, spiacente! - ribattè secco.
-Eh? Non intendevo sul serio… e non credevo neppure che sapessi cosa fosse un commilitone… -
-Oh… capisco… quindi contavi di reclutarmi sperando che non capissi i tuoi veri intenti… il nonno mi aveva detto che l’esercito era subdolo, ma non fino a questo punto. Non sapevo che fossero tanto disperati da cercare bambini… -
-Non volevo reclutarti per nessun esercito! Era per dire! Volevo solo chiederti di aiutarmi a recuperare un’altalena… dei bambini si sono convinti che gli appartenga e nessuna delle mie amiche ha voluto darmi una mano a riconquistarla! - spiegò determinata.
-...Ah ...questo cambia tutto. -
-Quindi vuoi unirti a me in questa operazione di riconquista? - domandò fiduciosa.
-...No. Non ho alcuna intenzione di azzuffarmi per una stupida altalena. E poi… perché ti atteggi a conquistatore? - disse il bambino con perplessità genuina, ma anche un pizzico di cattiveria.
-...Tanto con quei vestiti così lunghi e pesanti saresti stato lento, avresti inciampato e mi saresti stato sicuramente d’intralcio! - sbuffò energicamente la piccola.
-La volpe non riuscendo a raggiungere l’uva disse che tanto era sicuramente aspra… - sentenziò il bambino senza nemmeno guardarla.
-…Eh?! -
-Niente… è una favola di Esopo, non mi aspettavo la conoscessi comunque. -
-...Hai un’aria intelligente, eh? - disse leggermente sarcastica e si sedette vicino al bambino. Dopo un po’ d’attesa Morishige cominciò a temere che Mitsuki non avesse intenzione di spostarsi… -Perchè hai dei vestiti così pesanti? - gli domandò tirandogli leggermente la manica.
-Perchè non voglio ammalarmi. - calcando con troppa forza, il bastoncino che il bambino teneva si ruppe…
-E allora perché sei seduto sulla terra fredda? - il bambino rimase in silenzio senza fare una piega… -Quanti anni hai? -
-otto. -
-E quando li hai fatti? -
-A febbraio… - non gli piacevano tutte quelle domande, ma pensava che prima o poi si sarebbe stancata… o comunque ci sperava…
-Ah… sono più grande io! Di due mesi… ma le bambine crescono più in fretta quindi è come se avessi due anni più di te! - concluse allegra.
-...Te lo sei inventata. - affermò il bambino.
-E invece no! Guarda, sono anche più alta di te! -
-Non è vero… - disse scontroso, si alzò e si misero a confronto, ma…  -Ok, forse solo un po’... Non avevi un’altalena da riconquistare? - le ricordò speranzoso.
-...Non mi va di lasciarti da solo. - disse seria, poi gli diede delle rapide pacche sulla testa lasciandolo un po’ disorientato. -Del resto sono più grande di te, no? - mise le mani sui fianchi nel tentativo di assumere una posa più impressionante.
-...Ma sei seria? Stavo molto meglio prima che arrivassi tu a disturbarmi. - disse sgarbatamente… “Forse dovrei imparare ad essere meno diretto?” si domandò, ma contro ogni pronostico la bambina si limitò a sospirare, poi gli sorrise.
-Suppongo di non starti simpatica… - si guardò intorno e localizzò un altro possibile obbiettivo, cominciò a fare segnali con la mano cercando di richiamare la sua attenzione. Morishige la osservava incuriosito.
La bambina puntata da Mitsuki si indicò timidamente con la mano e quando Mitsuki annuì si avvicinò.
Anche questa bambina aveva i capelli raccolti in due piccoli codini, ma erano alti e tenuti da due fermagli dalla forma sferica. La bambina osservò i suoi due curiosi interlocutori, poi li salutò incerta.
-Come ti chiami? - domandò cordiale Mitsuki.
-...Mayu Suzumoto. - rispose. La bambina si sentì un po’ a disagio... il bambino sembrava fissarla molto incuriosito. “Credo di aver già visto la sua divisa da qualche parte...” pensò lui. “Inoltre...” Mitsuki prese a guardarlo storto… il bambino sospirò e si decise a fare la domanda.
-...Quanti anni hai? -
-Otto… -
-Fatti a…? - domandò un po’ insistente, la bambina non capiva cosa volessero da lei, ma rispose.
-Li ho fatti a dicembre... -
-Ah… avevi mentito! Le bambine non crescono più in fretta! - rise il bambino puntando il dito contro Mitsuki. -O comunque ti eri sbagliata… - annuì soddisfatto. La nuova arrivata era più bassa di loro e appariva piuttosto infantile, Morishige ci aveva messo un po’ a stabilirne un’età indicativa. Mitsuki sbuffò.
-Scusate, ma voi chi siete? - domandò titubante la bambina.
-Io sono Mitsuki Yamamoto, lui è Sakutaro Morishige. Ti andrebbe di farmi da commilitone? -
-…Ehm, cos’è un commilitone? - domandò imbarazzata la bambina.
-Non ti fidare. Lei è una persona malvagia che vuole qualcuno che le dia una mano ad azzuffarsi per recuperare un’altalena. - la avvertì infastidito Morishige.
-Eh?! Non voglio, mi dispiace! - declinò allarmata la bambina. Mitsuki guardò minacciosa Morishige che resse il suo sguardo senza problemi.
-Ok… vuol dire che andrò da sola… -
-Ad azzuffarti? Non potrebbe essere pericoloso? - domandò un po’ preoccupata Mayu.
-Ma no, tornerò sana e salva! - rispose spavalda, Morishige si lasciò scappare una risatina a causa di questo suo atteggiamento… -Comunque, lui voleva chiederti se potevate giocare un po’ insieme è solo che è molto timido… - dichiarò sorridendo malignamente.
-C-cos…? Dannata, impicciona, disturbatrice di quiete pubblica...- sibilò irritato.
-Umh… va bene… - la bambina scrollò le spalle e si sedette accanto al bambino poco solare mentre Mitsuki si incamminava, di nuovo solitaria, verso la sua missione. “Beh, sono più tranquilla non avendolo lasciato da solo. Ho fatto la mia buona azione quotidiana...” ghigno la bimbetta.

-Allora, cosa vuoi fare? - domandò Mayu.
-...In realtà… non voglio giocare, puoi anche andartene… - rispose. La bambina sembrò intristirsi un po’. -Non hai fatto nulla di male… è solo che non ne ho voglia… -
-E’ capitato qualcosa di brutto pure a te? - domandò incuriosita.
-No… perché? A te sì? - la bambina annuì.
-Un mio compagno di classe ha improvvisamente cominciato a nascondermi le cose… così, senza alcun motivo! - spiegò agitata. -Non so perché, ma sembra che abbia cominciato ad odiarmi e sono un po’ preoccupata… -
-...Ah ...capisco. - in realtà non aveva la minima idea di cosa risponderle, si sentiva un po’ a disagio, parlare con due bambine in un solo pomeriggio non era proprio nei suoi programmi… ed era stancante, non capiva perché per gli altri esseri umani, le chiacchiere, apparissero come qualcosa di naturale e spontaneo...
-Mi ha nascosto pure le scarpe da tennis e non ho potuto fare ginnastica… -
-A me avrebbe fatto piacere… - si lasciò sfuggire lasciando perplessa la compagna. -Non sopporto la ginnastica quindi usare una scusa del genere mi avrebbe fatto comodo. - spiegò.
-La odio anch’io. - sorrise la bambina. -Non sono per niente brava! -
-Già, alla fine è solo una scusa per misurarci e far prendere in giro i bambini meno atletici è più fragili! - disse indignato e fu un po’ deluso dalla reazione insicura della bambina.
-Umh… in realtà non mi ha mai insultata nessuno… inoltre, credo che uno scopo dovrà pur esserci… -
-Sei troppo fiduciosa. - sentenziò -Non è che solo perché un adulto dice una cosa, vuol dire che sia giusta per forza. - Mayu prima lo osservò incuriosita, poi le sue labbra presero una piega strana… sembrava un po’ nervosa.
-Già… credo che anche gli adulti possano sbagliare… - i due rimasero in silenzio per un po’.
-Ho detto qualcosa di offensivo? - domandò dubbioso.
-…No, pensavo solo a una cosa… - mormorò.
-Ah… va bene… - e scese di nuovo il silenzio, Mayu si sarebbe aspettata un’altra domanda, ma il bambino non sembrava molto interessato.
-Se non ti andava di giocare perché sei venuto qua? -
-Mi ha costretto mia madre...- sbuffò.
-...Non ti piace tua madre?- domandò la bambina un po’ inquieta.
-Beh… né lei, né mio papà passano molto tempo con me… non li conosco bene e non ho molto da apprezzare… - spiegò senza molto entusiasmo. Dicendo qualcosa del genere a un adulto, avrebbe subito una bella ramanzina, ma non era qualcosa che pensava con cattiveria, erano semplicemente i suoi sentimenti e non aveva avuto motivo di cambiarli fino a quel momento.
-Capisco… - annuì la bambina sentendosi un po’ a disagio. -Anche mio padre non passa molto tempo con me o con la mamma e a lei non piace molto… quando litigano lo fanno per questo… -
-Forse potrebbero separarsi… - commentò distrattamente Morishige. Mayu ebbe un sussultò e si fece improvvisamente pallida. “Perchè l’ho detto?!”-Lascia perdere, ho detto una cosa stupida! Nemmeno i miei passano molto tempo insieme eppure non sembra affatto che debbano separarsi e… litigano spesso… - mentì, se litigavano non ne era a conoscenza… in ogni caso non sembrava essere riuscito a tirarle su il morale che lui stesso aveva fatto precipitare.
-O forse si separeranno anche i tuoi… e finiremo abbandonati sotto un ponte perché uno solo dei nostri genitori non sarebbe capace di mantenerci, o magari finiremo per essere spediti avanti fra casa di mamma e casa di papà come dei p… dei p-pacchi postali!- riflettè angosciata a voce a alta. -Non voglio, non voglio, non voglio! - ripetè più volte.
-Non accadrà invece… perché… emh… - non aveva la più pallida idea di cosa dirle e forse era un bene che fosse troppo distratta dai propri pensieri per ascoltarlo, mostrandosi così insicuro l’avrebbe solo ulteriormente agitata… le passò una delle estremità del bastoncino che aveva rotto. -Vuoi pasticciare qualcosa sul terreno? - le propose, lei sorrise debolmente, forse intuendo il tentativo di farla distrarre.
-Ok… cosa disegniamo? - domandò curiosa.
-In realtà… niente… sollevo il terreno… faccio delle linee e dei cerchi... e basta… così per passare tempo. - Mayu non sembrava entusiasta della prospettiva. -Ma tu puoi disegnare qualcosa se vuoi… - sospirò. Mayu si stancò presto di smuovere la terra col bastoncino, disegnare in quel modo non era divertente, sembrava più che altro una scusa del suo nuovo amico per poter passare del tempo senza parlare, così cominciò a stuzzicarlo col legnetto. Dopo un po’ il bambino si arrese e si girò irritato.
-Che c’è? -
-...Umh… ho avuto un idea più divertente. - sorrise Mayu. -Inseguiamo i piccioni! - disse indicando un gruppo di poveri uccelli intenti a beccare un pezzo di pane lasciato da chissà chi…
-...No. -
-Beh… ma sarebbe più divertente, no? - tentò la bambina.
-Se vuoi puoi farlo, io non ti fermo… -
-Ma noi dovevamo giocare insieme… - “Perchè quella Mitsuki mi ha messo in questa situazione?”
-Oppure… - sussurrò la bambina, poi sembrò ricordare qualcosa… -Credo di dover andare… in teoria dovevo passare dalla cartoleria per prendere delle cose… - Morishige sospirò “Devo averla annoiata davvero molto...” concluse pensando che si doveva trattare di una scusa.
-Ok, va pure… -
-Sicuro? - lui annuì. -Ok, allora vado… Ciao… - titubante gli fece cenno con la mano e si allontanò. Morishige non era particolarmente dispiaciuto, ansi era piuttosto sollevato per certi versi di non dover più intrattenere la bambina… ma il tempo di sessanta, centoventi minuti sentì il rumore di piccoli passi che andavano velocemente nella sua direzione.
-Scusa se ti ho lasciato da solo! -
-Emh… fa niente… - rispose sorpreso di vederla spuntare. -Ma non dovevi andare in cartoleria? -
-Posso farlo anche domani e poi mi sentivo un po’ in colpa a lasciarti così… -
-Ah… capisco… - disse confuso.
-C’è qualcosa che non va? -
-No… ma perché ti sentivi in colpa? Non capisco… -
-Beh, siamo amici… credo… -
-Amici? Eh, questa è probabilmente la prima e ultima volta che ci vediamo, non è che siamo compagni di scuola o qualcosa di simile… -
-Se non vuoi più incontrarmi potevi anche dirmelo. -
-No, non intendevo questo… - sospirò. E finì per passare altro tempo a chiacchierare con quella bambina, o meglio, a sentirla parlare… era un po’ una fortuna, non avrebbe avuto la minima idea di cosa dirle. Subì anche qualche tentativo di Mayu di coinvolgerlo in qualche gioco, ma più o meno riuscì sempre a scoraggiarla. Poi la bambina dovette andarsene sul serio…
Ma si ripresentò poco dopo piagnucolando…
“Cosa le è successo?!” si chiese allarmato.

Mitsuki notò soddisfatta che a sorvegliare l’altalena era rimasto solo un bambino“Perfetto, alla fine non mi servirà nemmeno aiuto, li ho praticamente sconfitti per sfinimento, sono tutti andati a casa! O comunque quasi tutti...” il bambino rimasto era il più rognoso… un certo Yuuya… si avvicinò di soppiatto, poi notò un altro bambino che andava verso Yuuya con un succo di frutta. Mitsuki non poteva credere ai suoi occhi...
-Tradimento! - protestò la bambina infuriata andando verso di loro, il nuovo arrivato si girò verso di lei e le sorrise ingenuamente.
-Ciao, Mitsuki! Questo è Yuuya Kizami il mio vicino di casa, è un bambino di poche parole, ma… -
-Si, si! Già lo conosco questo fetente! - lo interruppe lei. -Kurosaki… non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da te… -
-Ah… quindi sei tu la bambina con cui ha iniziato la sfida mortale per l’altalena… - il bambino deglutì.
-Che succede? - domandò un altro bambino, un quattrocchi dai capelli chiari.
-Ah… lui si chiama Masato Fukuroi… da domani darà un nostro compagno di classe. - spiegò Kurosaki ansioso di cambiare discorso.
-Ah, quindi sei tu quella con cui sono cominciate le ostilità dell’altalena. - disse il bambino incrociando le braccia. -Dovete finirla, le altalene sono due, non vedo perché dovete comportarvi in questo modo. -
-Non è l’altalena in sé il problema. - disse brusco Kizami. -E’ una questione di principio, non mi piace il suo comportamento quindi non andrà sull’altalena. -
-E’ lui che ha cominciato tutto! Se volete rendervi utili dovete allearvi con me! - Kurosaki e Fukuroi si lanciarono una rapida occhiata perplessa, ma prima che potessero stabilire il da farsi Mitsuki tirò fuori delle corde… -Allora sarete miei prigionieri. -
-Cosa?! - protestò Fukuroi e guardò stupito Kurosaki che invece sospirò e si lasciò legare arrendevole.
-Prendilo come un gioco… la accontentiamo facendole da ostaggi e aspettiamo che lei e Kizami la finiscano...- si limitò a spiegare.
-Ma come sarebbe a dire?! Sono due squilibrati, non dovremmo assecondarli! - poi si lasciò intimorire dallo sguardo arcigno e poco raccomandabile della bambina, deglutì e sia lui che Kurosaki si lasciarono condurre sotto uno scivolo.
-Come ci siamo finiti in questa situazione… e quelli dovrebbero essere i miei nuovi compagni di classe?! - cominciò a lamentarsi Fukuroi.
-Mi dispiace. - ridacchiò Kurosaki tranquillo. -Non sono male come sembrano… di solito Kizami è un bambino tranquillo e amichevole anche se a volte ha comportamenti strani ed è meglio ubbidirgli… -
-Non dovresti andargli dietro! Peggiorerai solo le cose! - protestò l’altro bambino.
-Tranquillo, siamo amici da tempo, so come gestirlo. - si atteggiò Kurosaki rendendo il compagno solo più nervoso. -Mentre Mitsuki è un tipo molto volenteroso e affidabile. - Fukuroi sentiva il sospetto di essere preso in giro. -Anche se non ha una buona fama… al parco e nella scuola molti la chiamano la ragazza infernale… -
-Cominciamo bene! -
-Oh… c’è mia madre… hey! Mitsuki! Dovrei andare! - le gridò Kurosaki. Lei si voltò e sbuffò, ma alla fine fece un gesto di consenso. Il ragazzo si slegò, saluto l’amico e andò dal genitore.
-Ragazza inf… Mitsuki! Non è che potrei andare anche io?! - la chiamò speranzoso dopo essersi fatto coraggio.
-No! -
-Ma a che ti servo?! A Kizami non interesso come ostaggio! -
-Peggio per te che non ti sei messo dalla mia parte… - la corda da salto con cui Fukuroi era legato non era stretta. Era più rappresentativa, non capiva nemmeno com’era possibile che si fosse fatto coinvolgere in quello stupido gioco…  cominciò a slegarsi sperando di potersela svignare di nascosto, ma la bambina si girò verso di lui immediatamente… “Cos’ha?! Gli occhi dietro la testa?!” si chiese con orrore. Lei interruppe lo scontro, andò verso di lui minacciosa e lo legò più stretto…
-Ma stai scherzando?! - lei scosse la testa mortalmente seria.
-La guerra e guerra… - pronunciò solenne e tornò da Kizami.

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Capitolo 2
*** la bambina smarrita. ***


La bambina smarrita.


-Quindi ti sei persa... come? - le domandò Morishige cercando di decifrare le parole singhiozzate della bambina.
-Tornando da scuola stavo facendo la strada con delle mie amiche e hanno deciso di tagliare per il parco e rimanere un po'. - gli spiegò calmandosi. -I-io mi vergognavo a dire di non conoscere la zona così le ho seguite cercando comunque di orientarmi… c-credevo di esserci riuscita! Infatti sono rimasta qui un po’ con loro, poi se ne sono andate e me ne stavo andando anche io, ma sono stata chiamata da quella tua strana amica... - Morishige sospirò, lo sapeva da quando gli era comparsa davanti che quella piccola peste dai capelli arricciati sarebbe stata una fonte di guai. -Poi non avevo molta fretta così ho deciso di rimanere con te, ma ora mi sono accorta di essermi completamente scordata di come tornare sulla strada per casa mia! - singhiozzò inconsolabile. -O-ora c-come faccio?! -
-Non puoi telefonare ai tuoi? - Morishige si pentì subito, se avesse auto un modo per farlo probabilmente ci avrebbe già pensato… la bambina, infatti, scosse la testa e tirò fuori dalla tasca un vecchio cellulare.
-Ho scordato di metterlo a caricare... s-sono proprio un impiastro... - disse asciugandosi il naso. -E non conosco nemmeno il nome della via che devo prendere... - divenne completamente rossa dalla vergogna... -Non posso nemmeno chiedere indicazioni! Come ho potuto cacciarmi in questo guaio? E' ridicolo! - Morishige sospirò di nuovo e cominciò a riflettere… -S-scusa… se ti ho coinvolto in questo pasticcio… - sussurrò a fatica.
-Ma no... nemmeno io conosco molto a parte la via per tornare a casa e di non caricare i cellulari capita a tutti, potrebbe succedere anche a me qualcosa del genere... - le spiegò tranquillizzandola. “Però io non prenderei mai una via sapendo di non conoscerla solo per seguire altri bambini...” -C’è un panificio qui vicino, magari possiamo comprare qualcosa e chiedere se hanno un telefono da farci usare per chiamare a casa tua. - propose. Per un attimo la bambina sorrise… poi però tornò a singhiozzare.
-N-non ricordo nemmeno il numero... - ammise ancora più imbarazzata.
-Ma magari hanno un carica batterie. - concluse e cercò di far alzare la bambina per accompagnarla.
-M-ma sei sicuro che così non disturbiamo troppo?! - singhiozzò intimidita. Morishige era un po’ perplesso, Mayu sembrava farsi un sacco di problemi inutili...
-L'alternativa è aspettare che i tuoi genitori si preoccupino non vedendoti tornare e chiamino la polizia per cercarti… - rispose molto calmo. La bambina sbiancò e capì di non avere altra scelta se non seguirlo.
Fu Morishige a dover spiegare la situazione, Mayu sembrava troppo spaventata e imbarazzata per farlo, ma anziché seccare la signorina alla cassa, la cosa sembrò intenerirla e renderla più incline a collaborare… complice forse l’aura infantile e indifesa di Mayu… “Forse se cercassi di comportarmi anche io in questo modo quando mi perdo, gli adulti sarebbero molto più apprensivi e disposti ad aiutarmi quando glielo chiedo… forse è l’essere troppo freddo a renderli così curiosi e sospettosi nei miei confronti…” sospirò il bambino. Mayu sembrò ancora più a disagio quando si rese conto di aver finito pure il credito e di dover dettare il numero per far chiamare a sua madre dalla signorina. “O forse è questa tizia ad essere particolarmente disponibile...”
Quando ebbero finito Mayu cercò… di stritolarlo? “Ma che l’è preso?!”
-Grazie! - gridò a pieni polmoni abbracciando un Morishige molto sorpreso. -Non so davvero cosa avrei fatto senza di te! -
-Che avrei dovuto fare... nessuno al mio posto ti avrebbe lasciata sola, no? - disse ancora un po' disorientato dall'improvvisa allegria della bambina.
-Ti ho dato fastidio? - domandò preoccupata.
-No. - rispose e le sorrise leggermente. -Non avevo di meglio da fare comunque. -
-Allora… ti andrebbe di rimanere con me finché mia madre non viene a prendermi? - gli domandò un po’ nervosa. Il bambino accettò e dimenticandosi della situazione di Mitsuki e delle altalene i due andarono proprio in quella zona dove trovarono la bambina intenta in una lotta all’ultimo sangue con un bambino dai capelli scuri e… un po’ dietro Mitsuki, sotto uno scivolo, c’era un bambino legato con una corda…
-Ma... ma che diamine...? - disse incredulo il bambino.
-Ed ora... che facciamo? -
-Niente... lasciamoli fare... -
-Sicuro che non dovremmo chiamare qualcuno? -
-Stanno solo giocando... non si faranno veramente del male... -
-Se lo dici tu... - la bambina si sedette sull'altalena, continuando a guardare i due contendenti... dopo un po' cominciò a spingersi. Poi guardò Morishige che rimaneva in piedi osservandola. -Perchè non vieni anche tu? - il bambino si avvicinò e si sedette nell’altalena accanto, ma rimase fermo… -Non ti sai spingere da solo? - domandò stupita. Il bambino scosse la testa infastidito. -Ma… hai anche tu otto anni, no? -
-Già… ma non è obbligatori saper andare sull’altalena, no? - la bambina sorrise entusiasta e scese.
-Tranquillo ti spingo io! -
-No, non c'è bisogno… - ribattè imbarazzato, ma la bambina gli diede due spinte poi si tornò sulla sua altalena.
-Dei fare così con le gambe. - gli spiegò muovendo le gambe avanti e indietro ordinatamente. -O se vuoi posso spingerti ancora. - propose con un ampio sorriso.
-No, no... - Morishige cercò di imitarla, dopo un po’ riuscì a prendere il ritmo giusto.
-...Sicuro che non dovremmo fermarli? - gli domandò preoccupata osservando Mitsuki e Kizami che si tiravano con forza i capelli.
-Si, tranquilla... si stancheranno... -
-...Ok. - Dopo un po' venne una ragazza più grande, afferrò sia Mitsuki che Kizami per le orecchie e cominciò a sgridarli.
-Meno male... - sospirò Mayu. La ragazza se ne andò portando via Kizami. Mitsuki si diresse verso le altalene soddisfatta.
-E alla fine ho vint... - poi si accorse dei due bambini sull'altalena. -E... voi da dove siete spuntati...? -
-Fra i due litiganti il terzo gode... tu e quello eravate troppo occupati per accorgervi che le altalene vi era state fregale da sotto il naso...-spiegò Morishige.
-Ma se le altalene erano due perché vi siete scontrati in quel modo? -
-L-lasciamo perdere che è meglio... - disse esausta Mitsuki.
-Come lasciamo perdere?! Qualcuno mi sleghi! - urlò agitato il bambino sotto lo scivolo.
-Ah giusto! - ridacchiò Mitsuki -Mi stavo proprio scordando di te! -
-Eh?! - il bambino era nervosissimo e sembrava volersene andare il prima possibile, ma Mitsuki lo intrattenne con la scusa che si era sporcato tutto di terra e cominciò a scrollarlo e sfregarlo poco delicatamente… forse era un modo per scusarsi “O forse vuole solo continuare a divertirsi alle sue spalle… poveretto...” pensò Morishige.
-Ma quand'è l’ultima volta che hai pulito gli occhiali? - ridacchiò temporeggiando la bambina e glieli levò per dargli un occhiata.
-Ridameli! - Fukuroi si mise quasi a piagnucolare, Mitsuki ne fu abbastanza infastidita.
-Beh... non... non pensavo di spaventarti così… - rispose presa alla sprovvista. “Magari se lo racconta a sua madre finirai nei guai...” pensò divertito Morishige mentre Mayu lo osservava sforzandosi  di capire cosa stesse pensando e da cosa dipendesse il suo buon umore…
-Non sono spaventato! Sono solo nervoso ed esausto! - protestò nuovamente.
-Va bene... a domani allora. - gli restituì gli occhiali e un po’ per scusarsi un po’ per fare un esperimento gli diede un bacio sulla guancia. -Ecco… - il bambino rimase paralizzato per poi emettere uno strano stridio, indietreggiò bruscamente finendo per inciampare… poi cominciò a balbettare confuso.
-Scema... - commentò Morishige.
-Che?! - esclamò arrabbiata lei
-P-prenditi le tue responsabilità! - disse Fukuroi… poi scappò…
-Ma che gli è preso? Non capisco... - si chiese nervosa Mitsuki
-Credo che voglia denunciarti per averlo legato... - spiegò Morishige -Non ho avvocati da presentarti, mi dispiace... più o meno. -
-Forse intende che devi prenderti la responsabilità di averlo baciato sposandolo… sai, un matrimonio riparatore... - suggerì imbarazzata Mayu. Mitsuki rabbrividì e si voltò verso Morishige.
-C-credo che abbia ragione tu, Sakutaro... -
-In realtà Mayu potrebbe esserci andata vicina, magari è vittima della sindrome di Stoccolma e si è innamorato di te… poveretto, che sfortuna. -
-Matrimonio riparatore... Sindrome di Stoccolma... ma che razza di bambini siete?! -
-Non ero io a girovagare per il parco alla ricerca di un commilitone... - gli fece subdolamente notare il bambino...
-Touchè… emh...- poi Mitsuki cominciò senza un motivo apparente a guardare Morishige… -Per caso... tua madre sembra la tua versione adulta femminile? Intendo... vi somigliate? - domandò lei.
-...M-ma cosa? - cominciò a balbettare il bambino, poi si sentì picchiettare sulla spalla e si girò. -Ah… ciao, mamma… - disse imbarazzato e senza troppo entusiasmo, poi si sentì ancora più a disagio notando la curiosità con cui la donna osservava le due bambine.
-Emh... voi siete sue amiche? - domandò lei, Morishige si allontanò velocemente.
-Io sto andando, ciao... - disse ad alta voce sperando che la madre lo seguisse e evitasse di fare domande alle due bimbette.
 -Mi sembra che sia andata bene... no? - disse la donna raggiungendolo, lui si limitò a guardare verso il basso.
-Si... - mormorò incerto. La donna provò ad avvicinarlo con la mano… poi ci rinunciò…

Camminando per i corridoi della scuola, Mitsuki si ritrovò davanti un viso tutto arrossato…
-C-ciao... - era il bambino che aveva legato il giorno prima.
-Ciao... -
-S-senti... dimentica ciò che ti ho detto ieri! Per favore… - disse fra un balbettio e l’altro.
-Dimenticare cosa? - rispose con una smorfia -Tranquillo... è come se non mi avessi detto nulla… - precisò sospirando avendo notato l’espressione perplessa dell’altro. Fukuroi sembrò un po’ più a suo agio.
-Sono quasi le otto, dovreste entrare in aula... - disse l'insegnate con tono severo sporgendosi dalla porta della classe. -Ah... vedo che hai già conosciuto la capoclasse. - “Capo classe? Quando...” si chiese il bambino, poi guardò la bambina davanti a sé e rimase scioccato…
-C-cosa c'è…? - Mitsuki sbuffò e entrò. Fukuroi la seguì ancora un po’ stordito.

Fukuroi passò gran parte della ricreazione a guardare Mitsuki con sospetto. “Capo classe… capo classe… Quella? Com’è possibile?!” a quanto pare non c’erano errori, anche in aula tutti le avevano affibbiato quel ruolo.
-La stai guardando da troppo tempo... - gli disse un po' infastidito Kurosaki durante la ricreazione, Fukuroi si era posizionato nel banco di fronte al suo. -Ok... è carina… ma non mi sembra proprio il caso, non è che potresti concentrarti su qualcun’altra, per favore? -
-Carina? - ripetè dubbioso, poi scosse la tessa infastidito. -Non è questo il problema! Insomma… lei sarebbe la capoclasse? Mitsuki detta il mastino infernale?! - esclamò incredulo.
-E' ragazza infernale. - gli disse una voce femminile alle spalle. Nonostante sembrasse piuttosto calma nel correggerlo, al ragazzo si rizzarono i capelli in testa. -Sul serio, dove sta il problema? - domandò proprio Mitsuki tenendo le braccia conserte.
-N-non c'è nessun problema… ma… non ti ci vedevo… Non sembri un tipo molto paziente. - le rispose facendosi coraggio.
-Solo perché so come farmi rispettare? -
-Ah, mastino... in effetti quei codini sembrano le orecchie di un cocker... - ridacchiò, a voce troppo alta, qualcuno alle sue spalle, lei si girò minacciosa.
-Da quando mastino e cocker sono la stessa cosa? - domandò gelida, il bambino si zittì… -Dicevo, solo perché so farmi rispettare, posso avere modi di fare poco ortodossi e non ho l’aria da secchiona devota alle regole come te non vuol dire che non sia adatta a questo compito. Anzi, se non mettessi paura non potrei tenere le cose sotto controllo. -
-...Suppongo sia così. - rispose il ragazzo evitando il suo sguardo.
-Quindi, per qualunque perplessità, rivolgiti pure alla tua amichevole capoclasse. - sorrise minacciosamente e uscì fuori.
-L'avevi scambiata per una piccola teppista? - ridacchiò Kurosaki dandogli una pacca sulla spalla. Fukuroi sembrava un po’ frustrato. -Dai… capisco che non ti abbia fatto una grande prima impressione, ma… ti assicura che sa essere molto gentile. - Fukuroi gli rivolse un sorriso forzato, non voleva non fidarsi del compagno, ma non era affatto fiducioso riguardo alla sua opinione su Mitsuki…

Non riusciva a crederci, ma la madre era di nuovo riuscita a costringerlo ad andare al parco...
Il bambino si sedette annoiato e sperò perlomeno di passare un pomeriggio tranquillo… ma dopo un po’, guardandosi intorno vide una bambina girare per il parco con l’aria di una persona intenta a cercare qualcuno o qualcosa… la squadrò incuriosito… era di nuovo la bambina con i codini alti… “Non si sarà persa di nuovo?”
Poi guardò sorpresa verso di lui e si avvicinò cauta.
-Ciao... emh... e... - dopo aver salutato normalmente sembrò andare nel panico… - Shig… Shi… Shige…? - cominciò a balbettare a voce bassa. Il bambino sorrise leggermente.
-Almeno hai azzeccato qualche sillaba... io non ne ricordo nessuna né del tuo nome né del tuo cognome. - rispose con molta sincerità. Mayu sembrò molto meno a disagio…
 -Meno male... - sospirò “Eh? Ma non è una bella cosa!” si accorse improvvisamente. -Comunque ho azzeccato… ti chiami Shig qualcosa, quindi? -
-Sakutaro Morishige... - E anche lei si dovette ripresentare alla fine. -Comunque, stavi cercando qualcosa? - Lei sembrò allarmarsi.
 -No, nulla! T-tranquillo... Stavo solo... cercando delle mie amiche. -
-Vuoi che ti aiuti? - domandò cortesemente.
-Eh? Ma no, non c'è ne più bisogno… - Morishige sembrava un po’ dubbioso…
 -Non è che l’amica che cercavi sono io? - riflettè ad alta voce indicandosi. La bambina si fece paonazza.
-E... ecco... -
"Ma cos'ha... è un po’ strana...” pensò sentendosi a disagio “Forse per alcuni bambini è più imbarazzante parlare con altri di genere diverso… eppure la scorsa volta mi era sembrata normale...”
-…Quindi ci verresti? -
-...Eh? - "Deve aver detto qualcosa mentre non ascoltavo..."
-Dicevo, se uno di questi giorni ti andrebbe di studiare a casa mia... - domandò timidamente. Morishige rimase un po’ turbato e ci mise del tempo per rispondere.
-Ehm... non so se mia madre me lo permetterebbe... - rispose grattandosi la nuca. La bambina sembrò intristirsi un po’.
-Capisco... tu prova a chiederglielo comunque... sai, mi piacerebbe sdebitarmi per l'aiuto dell'altra volta. -
-E invitarmi a studiare da te ti aiuterebbe a farlo? - domandò perplesso -Comunque… ok… chiederò, poi ti farò sapere. - e si voltò per andarsene. “Tanto non ho modo per contattarla.” pensò “Non che mi abbia fatto qualcosa o che mi stia antipatica, ma… no, proprio non mi va...”
-Aspetta! - lo chiamò Mayu. -Dobbiamo scambiarci i numeri, altrimenti non possiamo comunicare!-
-Ah... non ci avevo fatto caso... - mentì, si sentiva quasi in colpa...
-Grazie, ciao! - disse felice la bambina dopo aver fatto tutto... era proprio una strana bambina. "Ma tanto la mamma non vorrà che ci vada..." pensò fiducioso.
Giorni dopo si presentò per studiare a casa di Mayu e le cose erano anche peggiori del previsto… oltre a Mayu c’erano un bambino e una bambina!

Appunti:
-In realtà perché avvenga un matrimonio riparatore (da noi avveniva fino agli anni sessanta, non so se esistono posti in cui accade ancora qualcosa di simile e non so neanche se erano presenti usanze di questo tipo fuori dall’Europa, ma essendo questa una fanfiction di un’italiana e non potendo essere corretta al cento per cento sul contesto d’origine dei personaggi chiedo di poter utilizzare comunque questi riferimenti improbabili per diciamo… licenza creativa…? ) c’è bisogno che i due abbiano consumato (indipendentemente dal fatto che si sia trattato di un rapporto consensuale o meno) non basta un bacio, ma Mayu è una bambina, non ha chiare parecchie cose infatti il fatto che, a grandi linee, pensi di sapere cosa sia un matrimonio riparato dipende probabilmente dall’aver sentito nominare di sfuggita il concetto alla televisione, magari in un film storico.
-La vicenda di Mayu che si perde è vagamente ispirata a una cosa che mi successe veramente quando ero piccola, ero molto nervosa ma non mi comportai in modo così spaventato in realtà e non ebbi bisogno di spinte per decidere il da farsi.

Se vi andasse di lasciarmi una recensione ne sarei felice, ritengo che i pareri esterni siano utili e importanti. Ciao, ciaaao!

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Capitolo 3
*** Piccola e astuta ***


Piccola e astuta.


Non aveva previsto che la madre avrebbe accettato, ansi, l’avrebbe praticamente costretto ad andare a casa da quella bambina...
Aveva sempre pensato che quella donna non impazzisse per lui e non vedesse l’ora di toglierselo dai piedi, a giudicare con quanta foga cercava di spedirlo a scuola anche quando stava male, ma non avrebbe mai pensato che avrebbe insistito in quel modo! Morishige cominciava a pensare che l’avrebbe “accidentalmente” abbandonato da Mayu mentre evadeva dal paese. In quel modo sarebbe finalmente riuscita a non vederlo più… “Non che mi importi di non vedere più quella madre degenerata, ma non voglio essere adottato da una bambina che conosco appena!” aveva pensato deglutendo, mentre guardava la macchina della donna sparire dalla sua vista… forse per sempre… “Non ti libererai così facilmente di me… non ci sperare troppo, brutta strega!” pensò deciso.
-Sono molto contenta che tu sia potuto venire! - disse Mayu interrompendo i pensieri del bambino. -Ecco… va tutto bene? - gli chiese preoccupata notando che sembrava abbastanza irrequieto.
-Si, è tutto a posto. - rispose secco il bambino. Mayu non sembrò particolarmente soddisfatta dalla risposta. La bambina aveva un aspetto diverso dal solito, invece di essere raccolti nei due soliti codini, i suoi capelli erano sciolti, le arrivavano poco sopra le spalle. Morishige ci si soffermò un po’, Mayu diventò leggermente rossa in viso senza nessun motivo apparente…
-B-bene, andiamo! - balbettò la bambina portandolo dentro casa.
Da brava padroncina di casa, Mayu introdusse il suo ospite alle altre persone presenti in quel momento. Sua madre e i due compagni di classe della bambina che aveva intravisto dall’ingresso, si chiamavano Ayumi Shinozaki e Yoshiki Kishinuma. Sembravano piuttosto tesi, Morishige si chiese se a renderli così fosse stato l’arrivo di un completo estraneo, anche se loro coetaneo, o se fosse successo qualcosa prima del suo arrivo… La mamma gli aveva detto che poteva stare tranquillo perché tanto i bambini fra loro socializzano subito, era solo lui ad essere un po’ timido quindi non aveva niente di cui preoccuparsi… “Perchè mi ha mentito?” si chiese nervoso. Cercò di non soffermarsi troppo su Shinozaki e Kishinuma per non creare ulteriori problemi. Nessuno di loro sembrava particolarmente interessato a socializzare con lui… Da una parte la cosa non gli dispiaceva… ma dall’altra non poteva fare a meno di domandarsi se c’era qualcosa che non andava… In realtà i due bambini non sembravano molto interessati a parlare neanche fra loro quindi il problema, probabilmente non era lui. Nemmeno Mayu, almeno inizialmente, chiacchierava molto con quei due, se aveva qualche dubbio ne parlava con lui, anche quando non sembrava veramente in difficoltà con i compiti. Era davvero una chiacchierona, ma per qualche motivo sembrava più concentrata su di lui che su gli altri. Dopo un po’, vedendo che Kishinuma e Shinozaki se ne stavano per conto loro e sembravano tutto meno che intenzionati a rivolgersi la parola, Mayu si intromise sperando di alleggerire l’atmosfera.
-Cugina... Quand’è che torniamo a casa? Voglio provare il Necronomicon... - L’attenzione di Morishige fu immediatamente attirata da quel nome pronunciato da una vocina docile e infantile. Si girò sorpreso cercando di identificare la fonte di quelle parole. Si trattava di una bambina più piccola di loro, dai capelli lunghi e neri che sembrava essersi materializzata li dal nulla.
-Sachiko, non parlare di cose strane mentre sono occupata! - rispose un’ irritata e imbarazzata Shinozaki tornando con lo sguardo puntato sul libro di storia.
-Ah, quella bambina è la cuginetta di Ayumi, si chiama Sachiko… scusa se non te l’ho presentata prima, ma stava dormendo e mi è passato di mente. - si affrettò a spiegare la piccola padrona di casa con un tono molto cordiale.
-Non fa niente, tranquilla. - la rassicurò Morishige. “Necronomicon...” ripetè in mente il bambino, poi fece un mezzo sorriso. Mayu sembrò osservarlo con parecchia curiosità.
-Cosa c’è di divertente? - gli domandò.
-N-nulla… - la bambina era un po’ delusa dalla risposta.
-Ayumi, dai andiamo... Voglio dare un’occhiata al Necronomicon... - continuò a dire cantilenando.
-Ne… neko-chè? - disse confuso Kishinuma.
-Necronomicon… da nekros… in greco significa cadavere… - intervenne Morishige sperando che nessuno gli chiedesse cosa significasse il resto dato che la sua conoscenza sul significato del nome si fermava lì... si trattava qualcosa del tipo “leggi dei morti”... o qualcosa di simile. Gli altri lo guardarono stupiti, la bambina più piccola sorrise.
-Ti intendi di queste cose? - domandò timidamente mostrando un certo interesse.
Morishige si sentì un po’ teso… prima annuì, poi scosse la testa.
-So che è un libro presente in dei racconti del terrore, in particolare di un certo Lovecraft… era una sorta di enciclopedia demoniaca contenenti incantesimi per evocare creature mostruose spesso somiglianti a polpi. - Kishinuma e Mayu si scambiarono un'occhiata inquieta, poi Kishinuma ridacchiò.
-Non sei un po’ troppo piccolo per gli hentai? - chiese il bambino.
-Non c’entrano gli hentai!- ribattè Morishige, rosso per la rabbia e l’imbarazzo. -L’autore era americano ed era spaventato dalle creature marine! Per questo molti mostri hanno l’aspetto di polpi o parti che ricordano pesci! -
-Calmati, calmati scherzavo. - ribbattè confuso Kishinuma. Morishige si sentì molto strano, era accaldato e avrebbe voluto scomparire…
-T-tranquillo, non è successo nulla. - si affrettò a dire Mayu. Morishige evitò di guardarla…
-Non fa parte di dei racconti! Esiste sul serio, si trova a casa mia! - disse a voce alta Sachiko. Ayumi sbuffò.
-Non dovresti inventarti certe cose… Dai smettila! - disse imbarazzata.
-Dicono che è fatto di pelle umana, ma io toccandolo non sono riuscita a capire se vero… - disse la piccola avvicinandosi a Morishige.
-Beh, non saprei, non ricordo nulla di simile… - “Ha un sacco di fantasia…” pensò quasi divertito Morishige.
Aveva finito i compiti in fretta e senza accorgersene aveva passato la maggior parte del tempo rimasto a rispondere alle domande di Sachiko, quella curiosa e vivace bimbetta, fino a quando non venne sua madre. “Sembra che alla fine non abbia deciso di abbandonarmi qui… meno male!” pensò sollevato, per un attimo ci aveva creduto davvero...   Quando Mayu andò a salutarlo sentì una specie di fitta allo stomaco… era come se si sentisse in colpa in qualche modo per il fatto che la bambina fosse giù di umore. “In fondo mi ha invitato lei qui… Forse voleva passare del tempo con me e si sente triste perché ne ho passata di più con Sachiko?” cominciò a domandarsi. Si vergognò un po’ di essersi trovato più in sintonia con una bimba di sei anni che con tre di otto... “Devo essere sembrato piuttosto infantile...”
-M-mi dispiace per aver passato più tempo con Sachiko che con te… - disse confuso… in realtà non sapeva nemmeno lui se doveva scusarsi…
-No, non è stato un problema! - precisò Mayu sorridendo. -Sono contenta che tu e la cuginetta di Ayumi andiate d’accordo. -
-Già… - “Forse però non è proprio un buon segno...” penso sospirando… ma vedere Mayu sorridere sembrava averlo rassicurato almeno un po’. -Ah… Ho dimenticato di dirtelo prima, ma stai meglio con i capelli sciolti. - disse senza pensarci troppo, la bambina arrossì un po’. “Perchè reagisce così? Fa sembrare che io le abbia detto qualcosa di strano...” -Se tieni i capelli legati troppo stretti potresti perderli in futuro e avere dei problemi di mal di testa… - continuò, la bambina sembrò un po' delusa.
-Grazie, sei gentile a preoccuparti della mia salute… -
-In realtà con stai meglio intendevo dire anche che sei carina… - precisò e sentì la madre alle sue spalle che sembrava trattenersi dal ridere “Perchè? ...Sto dicendo davvero delle cose così strane?”
Si mise in macchina e notò che la madre sembrava inusualmente di buon umore… aveva cercato di parlare con lui di come aveva passato il pomeriggio e diverse cose l’avevano fatta ridere.
-A quanto pare hai fatto colpo su due signorine, congratulazioni! Visto che ho fatto bene a mandarti? - la donna sorrise e fece un occhiolino.
“Ora si diverte anche alle spalle di un bambino…” pensò imbronciato. Aveva l’impressione di aver già visto sorridere quella donna… ma non ne aveva ricordi particolarmente nitidi… si sentiva abbastanza scombussolato dalla cosa…

Quella sera Mayu parlò un po’ al telefono con Ayumi.
-Scusa se mia cugina ti ha rubato quel bambino… - disse la bambina.
-Cosa…? M-ma di cosa parli? - balbettò l’altra imbarazzata, Ayumi rise.
-Anche se non capisco cosa ci trovi… -
-So che può non sembrare, ma in realtà è un tipo veramente gentile… - sospirò Mayu. -E-e poi hai capito male! Volevo solo conoscerlo meglio! - precisò agitata. -Lo trovo curioso e voglio che diventiamo amici… t-tutto qua! - Ayumi continuò a ridere.
-Ma certo! Sei andata tutti quei pomeriggi a cercarlo al parco sperando che fosse là solo perché lo trovi gentile e vuoi diventare sua amica! Non c’è proprio nessuna cotta di mezzo, proprio no... -
-Ayumi! - esclamò imbarazzata.
-Beh, comunque deve essere per forza gentile per averti soccorsa quando ti eri persa… - Mayu annuì istintivamente anche se l’amica non poteva vederla. -Ma… perché diamine non hai avvertito me che non conoscevi quella strada?! - chiese Ayumi un po’ irritata.
-Mi vergognavo… -
-Però non ti sei vergognata a raccontarmi che ti eri persa... e nemmeno del tuo primo amore! -
-Ripeto, hai solo frainteso la situazione… -
-E poi non capisco perché mi hai voluta coinvolgere… sarei potuta andare da Satoshi piuttosto… -
-Scusa… è che mi vergognavo un po’ a rimanere da solo con lui… -
-Ok, ma perché coinvolgere anche Kishinuma? -
-Eh… pensavo che alla fine avresti detto di no, così per sicurezza l’ho chiesto anche a lui… - si giustificò…
-Capisco… -
Poco dopo ricevette una telefonata da Kishinuma…
-Praticamente ti sei fatta fregare il cavaliere da una moolto più giovane di te… - Yoshiki rise, ma in effetti era un po’ confuso… non sapeva se scherzarci o essere dispiaciuto per lei.
“Questa conversazione non l’ho già avuta?” pensò Mayu…
-Che poi più che cavaliere… sembra più un mago malvagio! - riflettè ad alta voce. -Non mi sorprenderei di vederlo incappucciato a svolgere riti satanici… che ci trovi di preciso in un tipo così strano? -
-Hai fraint… - poi sospirò “Già, l’ho già avuta questa conversazione!” -E tu che ci trovi invece in una a cui piace un altro e per cui sei praticamente invisibile? - ribbattè.
-Ah… colpito e affondato! -
-Mi dispiace… -
-Tranquilla… anzi, grazie per aver cercato di avvicinarci invitandoci a studiare a casa tua… e per farlo ti sei pure fatta fregare Morishige… - alla fine ci rise su anche Mayu.
-Di niente… siamo amici, no? E poi mi sarei sentita sul serio in imbarazzo a rimanerci da sola… mi dispiace solo che non ti sia andata bene… -
-Beh, non è andata bene a nessuno dei due… -
-E già… -
-Comunque… in che senso in imbarazzo? Mi pare che al parco siate rimasti da soli tutto il tempo, no? -
-Si, ma è stato un caso… se lo avessi invitato per stare con me da solo avrebbe potuto pensare di piacermi! -
-Ma… non è così? - Mayu avvampò… -Non capisco perché ci giri così attorno… -
-...D-da che pulpito! -


-Sakutarooo! - Ritornando da scuola Morishige sentì una vocetta chiamarlo. Girandosi scorse una bimbetta che gli correva incontro.
-Sachiko? Ciao… - rispose sorpreso, la bambina riprese il fiato dalla corsa.
-Cosa ci fai qua? Abiti nei paraggi? - gli domandò incuriosita.
-Si... circa due isolati più avanti… - rispose titubante.
-Che fortuna! Anche io abito qua vicino! - disse la bambina piuttosto allegra. -Ti va di fare la strada insieme? -
-Umh… perché no? - era un po’ sorpreso dal fatto che una bambina così piccola girasse da sola… ma forse era lui a fare le cose con un certo ritardo rispetto agli altri bambini…
La casa di Sachiko era più vicina della sua. La bambina suonò al citofono e gli chiese di aspettare con lei, Morishige acconsentì. La porta venne aperta da una giovane donna dai capelli corti, lei e Sachiko si somigliavano molto.
-Ciao mamma, ecco, ti ho portato l’amico di cui ti avevo parlato. - disse mostrandogli il compare. Morishige rimase interdetto e anche la donna sembrava un po’ sorpresa. -Sono piuttosto matura per la mia età quindi stringo amicizia più facilmente con i bambini più grandi. - spiegò lei orgogliosa.
-Ok… beh, entrate pure… -
-E…entrare? -
-Non… non vi eravate messi d’accordo che avresti pranzato qui? -
“Sono... Sono stato fregato da una bambina?” Morishige osservò Sachiko che gli rivolse un sorriso innocente.
-Ma come? Te ne eri dimenticato?- disse la bambina fintamente sorpresa. La madre le lanciò un’occhiata sospettosa, poi sospirò.
-Già… mi sa che dovrò avvertire mia madre. - si limitò a rispondere adattandosi alla situazione ed entrò nella vecchia casa. Com’era prevedibile, la madre di Morishige acconsentì facilmente. “Sembra davvero felice di non dover cucinare per me” pensò infastidito. Sachiko era andata in camera sua e Morishige si sedette su una sedia della cucina ad aspettarla.
-Scusala, è che… a modo suo è molto timida… - cominciò a dire Yoshie… quello era il nome della donna. -Magari era imbarazzata a chiedertelo e ha preferito portarti qui direttamente. - sorrise la donna.
Finito di mangiare, la bambina lo trascinò nella sua stanza. Morishige era deluso, sperava di non doversi trattenere oltre il pranzo… Sachiko cominciò a cercare freneticamente qualcosa. Morishige si guardò intorno, era una camera un po’ strana, molto disordinata e disseminata di oggetti vari, alcuni apparentemente vecchi e di cui non capiva l’utilizzo. Molti erano in legno, alcuni sembravano fatti di cera. C’erano diverse candele di lunghezze varie e una sorta di acchiappa sogni appeso alla finestra. “Non… non è un po’ troppo piccola per essere attirata da queste cose?” si domandò…
-Cosa stai cercando? - domandò dopo un po’.
-Il Necronomicon, voglio mostrartelo! - disse spazientita, sembrava in difficoltà.
-Vuoi che ti aiuti? -
-Eh? No… sei un ospite! -
-Ti piacciono molto questo genere di cose, eh? -
-Umh… in realtà prima non mi piacevano… credo che mio padre sia morto a causa di un incantesimo, ma non ricordo molto… - rivelò tranquillamente. Morishige la ascoltava senza scomporsi anche se era un po’ curioso di sapere perché quella bambina credeva una cosa simile. -E’ stata mia cugina Ayumi a farmi interessare, anche se ora fa la parte di quella che a queste cose non ci crede… lo fa per sembrare più grande… com’è immatura! - sbuffò la bambina. A Morishige, quella cosa detta da una bambina di sei anni fece un po’ ridere. -Ah! Diamine! Ma dov’è sparito?! - si sfogò la bambina. -Sono sicura che me l’abbia fregato Ayumi! E meno male che queste cose non le interessavano più! In realtà se lo vuole tenere tutto per lei... - la bambina si avvinò a lui osservandolo fisso per un po’, notando la sua perplessità gli sorrise. -Lo sai… hai addosso l’inconfondibile alone della morte… - gli disse finendo a pochi centimetri dal suo viso e gli poggiò una mano sulla testa. -Ti è mai capitato di morire? - Morishige si ritrovò ad essere un po’ intimorito. Quegli occhi grigi... temeva di esserne risucchiato e ritrovarsi a vagare chissà dove... poi si riprese. “E’ solo una bambina e poi non esiste nessun alone di morte! Io sono vivo e vegeto...”
-Ah… interessante. -  rispose vago e si allontanò un po’.
-Umh… ti ho messo paura? - domandò ingenuamente.
-No… -
-Non stavo provando a spaventarti, né ti auguravo nulla di male. Ho solo fatto un commento… è che mi hai dato questa strana impressione… -
-Magari ti sembro un po’ malaticcio… o pallido… in effetti sono un po’ cagionevole di salute, intendevi questo? -
-Già, dev’essere proprio così. -annuì la bambina. -Ti va di venire con me da mia cugina? Così troviamo il Necronomicon! -
-In realtà avrei dei compiti da fare… - Morishige si sentì un po’ in colpa guardando l’espressione delusa di quella bambina. -Se vuoi possiamo farlo domani. - “Ma che mi prende?” si domandò sospirando.
-Ok! - esclamò soddisfatta la bambina. -Magari porta anche il libro di cui parlavi a casa dell’amica di mia cugina! - suggerì Sachiko.
-Intendi quello di Lovecraft? - la piccola annuì entusiasta.
-Così mi leggi qualcosa! -


Angolo dell’autrice.
Salve! Mi spiace che la storia vada più a rilento di quanto mi aspettassi, ma sono poco motivata al momento.
Non è esattamente un buon periodo in questo momento per me, in teoria ho molte cose da fare, in pratica ho poca voglia e oggettivamente poca energia… e, considerando il periodo, nei prossimi giorni potrebbe anche andare peggio. La mia resistenza al calore e alla luce solare non è tanto meglio di quella che potrebbe avere un vampiro.
Inoltre per questa storia sto andando alla cieca. Non so se può andare bene per altre persone oltre a me o se ci sono problemi, posso regolarmi unicamente sulle visite dei capitoli. Spero solo che vada bene e che questo capitolo sia stato di vostro gradimento.
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Troppo rumore per nulla ***


Troppo rumore per nulla.


Mayu si presentò a casa di Ayumi quel pomeriggio, ma l’amica non l’accolse troppo entusiasta…
-Ah… C-ciao Mayu! -
-Qualcosa non va?- chiese preoccupata la bambina.
-G-giudica tu stessa… - la fece entrare in casa, c’erano altri due bambini seduti vicini sul divano...
-Uffa... Queste storie di paura non fanno per niente paura. - protestò debolmente una voce infantile.
-Ci vuole pazienza e maturità per apprezzarne veramente l’atmosfera… - rispose un’altra voce. Lovecraft non era certo uno scrittore per bambini, neanche lui sapeva i significati di tutte quelle parole, semplicemente gli piaceva come suonavano e l’effetto che facevano. La bambina sbuffò e guardò storto Morishige, su cui appoggiava pigramente la testa.
-Mayu?! - esclamò sorpreso il bambino.
-Ah... ciao amica di Ayumi... - la salutò timidamente la bambina. Mayu sbattè più volte le palpebre e una volta sicura che non ci fosse nulla che non andasse nella sua vista si rivolse all’amica…
-M-ma che ci fanno qui?!- sussurrò agitata.
-Non chiederlo a me, per favore… - sospirò Ayumi.
-Bene cugina, ora vuoi finalmente ridarmi il Necronomicon? - domandò la piccola. Ayumi arrossì.
-Non… non so di cosa tu stia parlando. Di quel libro non me ne frega assolutamente nulla! -
-Non nasconderti! Lo so che mentre nessuno guarda, spegni le luci, accendi le candele e cerchi di compiere riti magici! -
-Ayumi… tutto questo è vero? - domandò Mayu mentre la compagna si faceva sempre più rossa in viso.
-Mi piace leggere le storie di paura… ma ti giuro che non cerco di fare alcun incantesimo! - si giustificò lei.
-Ok… Ma guarda che non ci trovo nulla di male! - le sorrise l’amica. -Anzi, se mai volessi leggere qualcosa in compagnia posso rimanere con te… -
-D-davvero? - Mayu annuì.
-Non penso proprio che mi piacciano questo genere di cose… ma forse… forse potrebbe anche essere divertente… chissà! - Ayumi era quasi commossa.
-Grazie! È un grosso sollievo! - disse come se si fosse tolta un peso dalla coscienza. -Beh… ho comprato un nuovo libro, mi farebbe piacere leggerlo insieme! -
Mayu annuì e Ayumi, piuttosto felice la portò con se nella sua stanza, poi si accorse di essere seguita. -Non ho detto che potevate venire anche voi due...-
-Io non sono interessato… è lei che mi sta trascinando… - ribbattè Morishige indicando Sachiko che lo tirava.
-Non ti sembra un po’ strano farti comandare così da una bambina più piccola? - osservò Ayumi.
-Dacci il Necronomicon così ce ne possiamo andare per la nostra strada. -
-Sachiko… non penso che Ayumi possa avertelo preso. - intervenne Mayu in difesa dell’amica.
-Ah… e va bene! - sospirò Ayumi, Sachiko era felice… Mayu era confusa e sorpresa… Morishige si chiedeva come fosse finito li!

Ayumi aveva deciso di… creare la giusta atmosfera? Si era messa una mantella scura con cappuccio addosso e aveva disseminato diverse candele accese per la stanza.
-Ma a che servono? É giorno… - osservò Morishige, Mayu ne capiva meno di lui. -Conosci delle persone un po’ strane… - disse rivolto alla bambina, più che altro era un tentativo di fare conversazione… sentiva il bisogno di rompere il ghiaccio…
-Beh, mi pare che queste cose piacciano anche a te. - ridacchiò lei indicandogli il libro che teneva in mano. Morishige si sentì un po’ a disagio in un primo momento.
-N-non…  non fino a questo punto. - rispose. -Speriamo che nulla prenda fuoco… sai con tutte queste candele… -
-Già… - sospirò preoccupata la compagna… Sachiko si buttò letteralmente in mezzo ai due agitando verso Morishige uno strano libro.
-Ecco, ecco! Guarda qua! - glielo porse e si sistemò accanto al bambino al posto di Mayu, osservandolo in attesa di qualche reazione. Morishige ebbe una stranissima impressione toccando la copertina, era strana al tatto, a tratti liscia, anche se presentava diverse pieghe e appariva molto rinsecchita… il bambino si ritrovò a deglutire “Calmo… non ti fare suggestionare...” Lesse in mente qualche pagina del libro pensando che si sarebbe tranquillizzato, ma invece si ritrovò a constatare che quel libro presentava alcune formule molto simili a quelle che ricordava di aver letto nei racconti dello scrittore statunitense… “Beh… è fatto molto bene… chiunque l'abbai fatto doveva proprio essere un appassionato, eh?” pensò improvvisandosi esperto nonostante non ne avesse realmente le capacità data la giovane età...
-Dove l’hai trovato? - domandò inquieto.
-Era in soffitta. - rispose naturalmente, sporgendosi verso di lui. -Sai, la mia è una famiglia di streghe… ci trovi un mucchio di oggetti strani in soffitta… se vuoi, qualche volta ci andiamo insieme! - propose speranzosa. Morishige sorrise debolmente.
-Poi vediamo… -

La signora Shinozaki aprì alla porta e si ritrovò davanti un bambino un po’ nervoso.
-Ah, Kishinuma… sei qui anche tu? - “...Anche?”
-Ayumi si trova nella sua stanza con gli altri. - sorrise amichevolmente la donna.
“Quali altri? Mayu?”
Aprì la porta… se non fosse stato per qualche candela sparsa qua e la e per la luce proveniente dal corridoio, la camera sarebbe stata praticamente buia, le finestre erano coperte da tende scure e sedute in cerchio c’erano quattro piccole figure, di cui una incappucciata… quest’ultima si mosse e si girò verso di lui e…
-Kishinuma? -
-Sh-Shinozaki?! -

Mayu e Yoshiki fecero la strada insieme per tornare a casa, Yoshiki sembrava un po' irrequieto…
-Beh… alla fine quella incappucciata era Ayumi, non Morishige… anche se non c’era nessun rito satanico di mezzo! - rise sollevata.
-Mi sa che i gusti strani li abbiamo entrambi… - mormorò esausto il bambino.
-Già… Dovremmo darci una mano a vicenda. - disse fiduciosa lei e gli tese la mano.
-Credo proprio di sì. - rise Yoshiki e battè il cinque all’amica.

-Sei molto gentile ad accompagnarmi a casa, Sakutaro. - disse vivacemente Sachiko.
-Beh, di niente… è una cosa naturale, no? - rispose pacato. -Abitiamo vicini e sei più piccola di me. -
-Senti… hai passato molto tempo con quella… Mayu… eh? -
-Già… - ammise arrossendo leggermente. -Non… non c’è niente di strano… - riflettè ad alta voce.
-No… ma penso che l’influenza che abbia su di te sia strana… - gli disse indispettita, Morishige notò che stingeva forte a se il Necronomicon…
-Strana influenza? - ripetè pensieroso.
-Beh… credo che catturi troppo la tua attenzione… Inoltre ho una brutta impressione. - disse guardandolo con serietà, troppa per una bimba di sei anni. -Potrebbe accaderti qualcosa di brutto se continui a passare così tanto tempo con lei… - improvvisamente sorrise lasciandolo di sasso. -Non ti sto maledicendo o qualcosa del genere, si tratta solo di quello che sento. - lo rassicurò a modo suo. - Io sono arrivata, ciaaao! - la piccola, dopo avergli tenuto stretta la mano per qualche secondo si allontanò con qualche saltello verso la porta.

La mattina seguente Morishige ebbe tutto il tempo una sensazione persistente e inquietante che gli impedì di concentrarsi durante la lezione… non poteva fare a meno di ripensare a Sachiko, temeva che avesse preso in antipatia Mayu e il modo in cui stingeva quel libro… “Ridicolo… una bambina non può certo evocare qualche mostro che attacchi un’altra persona da una copia di un libro maledetto… né volontariamente, né involontariamente! Ma se fosse l’originale? Che vado a pensare?! L’originale non esiste! È un libro presente solo nei racconti di Lovecraft e altri scrittori, è solo frutto della sua fantasia! E anche se esistesse… beh, perché dovrebbe averlo Sachiko?!”
Uscendo da scuola passò davanti a un edificio che ospitava un'altra scuola, sembrava quasi un segno del destino e la cosa non lo tranquillizzava affatto… “Ecco perché la divisa di Mayu era così familiare… non ci avevo mai fatto caso...” gli scolari che uscivano portavano una divisa molto simile a quella che  ricordava di aver visto portare a Mayu la prima volta che si erano incontrati, anzi… più che essere simile era proprio la stessa… Morishige inizialmente passò avanti, poi tornò indietro e si posizionò a lato del cancello dell’edificio per vedere se fra i bambini riusciva a scorgere Mayu…
Erano troppi per riuscire a controllarli tutti, inoltre si sentiva scrutato da migliaia di piccoli occhi… aveva una divisa diversa dalla loro ed era certo che il suo comportamento lo facesse apparire sospetto o comunque strano… come se tutti i bambini che uscivano da scuola fossero più interessati a guardare lui piuttosto che avere fretta di tornare a casa…
-M-Morishige…? - sussultò sentendo quella voce alle sue spalle, si girò lentamente.
-Ki… - poi si arrese… anche se la situazione gli creava imbarazzo era più forte di lui, non riusciva a ricordare i nomi degli altri se non sapeva in anticipo che si sarebbe trattato di persone che sarebbe stato costretto a vedere più volte. Era come se i nomi altrui fossero ritenuti inconsciamente poco e nulla importanti... l’unica cosa di cui era certo era che si trattava dello stesso bambino che aveva incontrato a casa di Mayu e a casa della cugina di Sachiko.
-Kishinuma… - lo corresse sospirando -Perchè sei qui? - gli domandò un po’ curioso, Morishige non sapeva che dire.
“Ho il brutto presentimento che a Mayu possa essere successo qualcosa. Sai, la piccola Sachiko potrebbe averle mandato più o meno inconsciamente una maledizione!” Morishige sospirò “Quante sono le probabilità che chiami uno psicologo sentendomi dire qualcosa di così assurdo?”
-...Dovevo parlare con Mayu di una cosa. -
-In realtà, Mayu oggi è assente… - l’ascoltatore sembrò divenire di pietra finito di pronunciare la frase. -Beh… sto andando a trovarla per consegnarle i compiti… vuoi venire…? - continuò preoccupandosi del fatto che il bambino fosse rimasto immobile e atterrito per un po’ senza proferire alcuna parola e senza alcuna ragione apparente… alla fine Morishige annuì e cominciò a seguirlo.
Era il tratto di strada più disagiante che Yoshiki ricordava di aver mai fatto. Non aveva idea di cosa dirgli e Morishige da parte sua non sembrava intenzionato a conversare. Non c’era neanche contatto visivo, non gli camminava a fianco… rimaneva dietro di lui e lo seguiva. I passanti si voltavano un po’ incuriositi guardandoli.
-Eh… ma devi per forza camminarmi dietro come un ombra inquietante? - gli domandò spazientito non potendone più.
-Non ricordo la strada. - ribbattè l’altro.
-Non è che se cammini alla mia destra o alla mia sinistra rischi di non vedermi più e perdermi… - Morishige sospirò e avanzò.
-Comunque cammini troppo velocemente. - commentò il quattrocchi. Poi cominciò a camminargli troppo vicino, praticamente rischiava di schiacciarlo contro il muro.
-Ma che ti prende?! - esclamò Kishinuma esasperato.
-Questo marciapiedi è troppo stretto anche per due bambini! E non mi piace come passano le macchine, non voglio essere investito! - disse nervoso Morishige. -Non è che mi faresti camminare dal lato interno? - domandò.
-Va bene… - i due si scambiarono di posto.
-Grazie… Comunque qualcuno deve parlare al comune di questo terribile marciapiede… - sibilò infastidito. Avendolo accanto Yoshiki notò che appariva sorprendentemente nervoso e non faceva altro che torturarsi le mani e le unghie.
-Senti… è successo qualcosa di strano con Mayu? - domandò cauto.
-E’ complicato. - rispose secco Morishige e Yoshiki non provò più ad entrare in confidenza col bambino.
Arrivati a casa della compagna, Morishige si mise ad annusare l’aria, incurante della strana impressione che stava dando a Yoshiki.
“C’era un racconto che parlava di un mostro muffa che succhiava l’energia e faceva ammalare la gente... ed è proprio quello che ho letto a Sachiko...” riflettè atterrito mentre, cercando di non apparire sospetto e non riuscendoci minimamente, scrutava la casa alla ricerca di qualcosa.
-Eh… Mayu si trova nell’altra stanza… - disse Yoshiki. Morishige cominciò a rendersi conto di averlo messo a disagio e dandosi una calmata lo seguì. La moribonda a quanto pare non era affatto moribonda… e non dava neanche l’impressione di essere malata… Morishige si sentì già un po’ più sollevato… e anche stupido per essersi agitato in quel modo.
-Certo che per una malata hai una bella cera. - scherzò Yoshiki. -Stai bene? - chiese praticamente all’unisono con Morishige. La cosa inquietò entrambi e fece un po’ ridere la bambina.
-Si sto bene, grazie per essere venuti. -
-Come mai eri assente? - domandarono di nuovo insieme e si scambiarono un’occhiataccia come se sospettassero che l’altro lo facesse apposta.
-Non mi sono svegliata… - rispose imbarazzata.
-...Eh? - di nuovo entrambi...
-Ma ce la finisci?! - si sfogò Yoshiki.
-Come se fosse colpa mia! - sbuffò l’altro. -Come mai non ti sei svegliata? È successo qualcosa di strano? È qualcosa di insolito per te? Ti senti particolarmente stanca? - Continuò a domandare preoccupato.
Mayu scosse la testa.
-No, semplicemente mi hanno svegliata, sarei dovuta andare a scuola da sola, ma… mi sono riaddormentata.. tutto qua… - Morishige sospirò sollevato “Mi sa proprio di essermi preoccupato per niente...” -Tu piuttosto… cosa ci fai qui? - domandò Mayu. -N-non che mi dispiaccia! - gesticolò. -Sei gentile a preoccuparti per me, ma… non capisco perché tu sia qui e come facessi a sapere che non ero a scuola… -
-L’ho trovato davanti alla nostra scuola che ti cercava. - spiegò Yoshiki al posto suo. -Dice che doveva parlarti di una cosa importante o… qualcosa del genere. -
-Ah, cosa dovevi dirmi? -
-Beh, magari se Kishinuma se ne andasse… - il bambino sospirò e si allontanò.
-Allora? - ripetè curiosa.
-Eeee… - “peccato che in realtà fosse solo una scusa ed io non abbia nulla da dirle...” -L’ho dimenticato… - si giustificò. Mayu non riusciva proprio a comprenderlo.
-O-okay, allora… - poi sospirò -Spero che questa assenza non mi porti guai… -
-Perchè? Ne hai fatte molte? - domandò curioso.
-No, questa sarà la seconda… o la… terza? - riflettè lei.
-Scusa, ma allora perché dovrebbe essere un problema? -
-Beh, potrei comunque aver perso qualche spiegazione importante, saltato senza accorgermene qualche interrogazione… poi molti potrebbero essere curiosi di sapere perché non sono venuta e dovrò trovarmi una buona scusa. Dire che non c’ero perché mi sono addormentata suonerebbe un po’ strano! - ridacchiò un po’ nervosa. Notò che il suo ascoltatore sembrava piuttosto infastidito o nervoso… non l’avrebbe saputo dire… -Poi chissà, magari mi viene voglia di addormentarmi  anche domani e dopo domani e alla fine mi presenterò poco prima della fine dell’anno e nessuno si ricorderà chi sono! - scherzò Mayu.
-Io ho fatto tantissime assenze in passato, eppure avendo dei buoni motivi nessuno mi ha detto niente, le cose le sapevo comunque e non ho perso anni… se tu per esempio cominciassi a soffrire di narcolessia credo che fare molte assenze andrebbe bene, sarebbe considerato un buon motivo… credo... -
-...Narco… lessia…? - ripetè incerta.
-Mio padre dice che è una malattia per cui una persona non può fare a meno di addormentarsi, anche se nel frattempo cammina o guida… è pericoloso... - spiegò.
-...Sai molte cose. -
-No, è che mio padre parla solo di queste cose quando è a casa. - disse grattandosi la nuca. -Fa il medico… - precisò osservando il volto confuso della compagna.
-Ah, deve essere un bel lavoro! -
-Penso di sì… - rispose non troppo entusiasta. -Comunque, non devi preoccuparti per una sola assenza, beh, alcuni bambini e insegnanti fanno troppo i curiosi… - disse particolarmente acido. -Appena non ci sei un giorno ti tempestano di domande… ma… beh, è solo la tua seconda o terza assenza, no? Non smetteranno di ricordare come sei fatta per questo… se non hanno smesso di ricordare chi ero io perché dovrebbero farlo con te? -
-Guarda che non ero veramente preoccupata… stavo solo scherzando… -
-...Ah. - Il bambino si grattò nervosamente.
-Perchè ti è capitato di fare tante assenze? - Si decise a chiedergli. Il suo tono risultava quasi apprensivo.
-Nulla di grave, è solo che stavo male di continuo. -
-Eh?! M-mi dispiace! -
-Non fa nulla. Tanto non mi ammalo più così facilmente da quando ho compiuto gli otto anni. - precisò sorridendo. -Eppure è andato tutto bene, la maggior parte dei compagni mi ignorava… ma in realtà loro mi interessavano poco e nulla... - spiegò mentre Mayu faceva una strana smorfia un po’ intristita. -A parte… -
-A parte…? - domandò interessata. Lui sospirò e le indicò infastidito la grande giacca che nella fretta non si era tolto.
-Per paura che mi prenda un malanno mi costringono ad andare in giro con dei vestiti troppo pesanti… mi verrà un insolazione prima o poi… - sbuffò.
-Ah, capisco. - ridacchiò lei.
-Hey! Ma quanto ancora a lungo volete parlare?! - urlò infastidito Yoshiki.
-Comunque, sono contento che tu stia bene. - disse Morishige -Ma se… - per qualche ragione continuava a pensarci. -Se accedesse qualcosa di strano non esitare a parlarmene! -disse Morishige con un’espressione serissima.
-Beh… d’accordo… - Prima che potesse andarsene dalla stanza, Morishige si sentì tirare per la manica. -A-aspetta! - disse titubante la bambina. -Mi… mi piacerebbe se tu venissi a farmi visita più spesso, anche senza un motivo preciso!-
-Per me va bene… - rispose il bambino poco sicuro. -Ma… perché? - si sentì un po’ stupido a farle quella domanda.
-Beh… siamo amici, no? Mi piaci e vorrei vederti più spesso. - le sue labbra si piegarono dolcemente in un sorriso. Morishige non sapeva bene cosa provare, sembrava disorientato.
-...D’accordo. - ripetè teso.

Angolo dell'autrice.
Mi piacerebbe tanto sapere se questi capitoli come lunghezza vanno bene o se deve accorciarli... non so... se avete qualche altra perplessità da rifermi fate pure, le recensioni servono proprio a questo.
Mi piace scrivere questa storia, in parte mi fa ripensare a diversi modi di comportarmi che avevo da piccola... ma purtroppo non sono molto brava e non sono molto sicura che questa storia possa interessare o piacere ad altri, spero di si e spero di non annoiare chiunque finisca per leggere questa roba.
Buone vacanze se le avete! Ma in ogni caso buona estate! Sperando che non soffriate il caldo come lo soffro io.

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Capitolo 5
*** Idee stupide e Oscure Signore a cui raccomandarsi ***


 Idee stupide e Oscure Signore a cui raccomandarsi.


Dopo il suono della campanella Fukuroi si diresse verso gli armadietti. Come al solito le sue scarpe erano sparite lasciando il posto ad una lettera minatoria e diverse puntine. Il bambino sospirò, a quanto pareva non era stato preso in simpatia dai bambini più grandi. Aveva cercato di non farci caso e non parlarne con nessuno, ma stranamente Mitsuki sembrava essersi accorta di qualcosa. Da quando avevano cominciato ad infastidirlo lei sembrava osservarlo da vicino e cercare di capire cosa non andasse, perché fosse giù, non faceva altro che domandargli “Va tutto bene?” e alle risposte positive di Fukuroi sembrava reagire infastidita. Fukuroi era stupito, non si aspettava che fosse così intuitiva. Cominciò a pensare di aver giudicato troppo in fretta Mitsuki. Sì, era una testa calda… ma non attaccava mai per prima, si trattava sempre di difendere i suoi compagni più deboli o di “questioni di principio” come quando aveva litigato con Kizami per le altalene. Ma Fukuroi non voleva metterla in mezzo. Non aveva mai reagito, si era sempre e solo limitato ad aspettare sperando che non dandogli conto i bulletti si stancassero. Finché non arrivavano alle mani per lui era tutto a posto…
-Ok, ora mi dai sui nervi! - disse un ragazzo dai capelli neri appostato dietro gli armadietti. Fukuroi indietreggiò impaurito.
-Che cosa dobbiamo fare? Appenderti a testa in giù? Possibile che qualunque cosa ti venga fatta tu te ne stia sempre muto? Così che gusto c’è? - il bambino era più alto di un terzo rispetto a Fukuroi, lo guardò minaccioso e lo afferrò per la camicia, ma lui cercò di rimanere impassibile. Erano effettivamente degli idioti che si divertivano a generare disperazione nei nuovi arrivati tanto per avere qualcosa di divertente da fare in gruppo, ma a quanto pareva non reagivano bene al fatto che Fukuroi non li divertisse manifestando il suo disagio e invece di annoiarsi e cercare qualcun’altro da infastidire avevano deciso di scontrarsi faccia a faccia col bambino più piccolo. Da uomo a uomo insomma… quattro contro uno…
-Perchè continui a non dire niente? - lo schernì uno di loro. Il bambino cercava di non guardarli neanche negli occhi per quanto era possibile, sperava ancora di potersi liberare del problema in quel modo, se gli avesse dato soddisfazione non se ne sarebbe liberato più… ancora un piccolo sforzo…
-Ora mi sono stancato! - esclamò quello che lo teneva bloccato cercando di colpirlo.
-Ma sei pazzo? - lo fermò uno del gruppo. -Se gli lasciamo dei segni ci puniranno. -
-Sta buono, mica gli spacco il naso! - improvvisamente Fukuroi cadde a terra, il bambino che lo teneva era stato spinto con forza da Kurosaki.
-Che cosa pensavate di fargli!? - disse arrabbiato il bambino -Lasciatelo in pace, codardi! -
-Non metterti in mezzo! - Kurosaki venne colpito e si vide un flash.
-Bene… quando gli insegnanti vedranno queste foto sarete in grossi guai… - ghigno minacciosa Mitsuki con un cellulare in mano. -Scusate, non sono riuscita a fare abbastanza in fretta. - si scusò abbassando leggermente il capo.
-Tu piccola… dammi quel telefono! -
-Vieni a prendertelo se proprio vuoi… - lo sfidò Mitsuki preparandosi allo scontro.
-Hey, che succede laggiù? - domandò un bidello passando. Il quartetto scomparve. -Mah… - il bidello sbuffò e diede un’occhiata ai bambini rimasti. Poi si spostò incurante della faccenda.
-Kensuke, stai bene? - domandò Mitsuki al compagno.
-Ma certo! - Kensuke le sorrise.
-Perchè ti sei messa in mezzo invece di scappare e cercare un insegnante per mostrargli la foto? - domandò confuso Fukuroi.
-E nel frattempo vi lasciavo picchiare? -
-Non avevi speranze! Erano quattro e più grandi di te! -
-E allora? - chiese Mitsuki infastidita, poi cambiò discorso. -Perchè non hai portato tu le prove dagli insegnanti? - Mitsuki indicò la lettera.
-Prove? Delle lettere minatorie scritte da chissà chi? Magari avrebbero pure pensato che me le scrivevo da solo per attirare l’attenzione su di me… Meglio aspettare che si stufino e basta.- rispose cupo.
-Ti è già successo? È per questo che hai cambiato scuola? - domandò Mitsuki cercando di essere delicata.
-N-no… - disse imbarazzato.
-Beh, comunque siano andate le cose… C’è chi si stufa, c’è chi si arrabbia se i risultati non sono quelli che si aspetta. Io per esempio se uno mi ignora mi arrabbio, non lo lascio perdere. - spiegò con aria severa.
-E dai, Mitsuki, non infierire. Si sarà spaventato. - si intromise Kurosaki.
-Cosa? Ma io stavo solo… -
-Grazie a tutti e due… sul serio… - disse Fukuroi sorridendo timidamente. -Comunque… sai, Mitsuki… credo che in fondo tu sia davvero una brava persona. -
-Eh? Perché? Che credevi? - disse un po’ risentita. Kurosaki si mise a fissarlo di traverso.
-…Sei un po’ troppo rosso in faccia. - disse sospettoso. -Cosa succede? -
-N -niente… - rispose Fukuroi. I bambini fecero la strada per tornare a casa fin quando era possibile.

Morishige era stato nuovamente costretto da sua madre a passare il tempo libero al parco. La donna credeva che in questo modo avrebbe avuto più probabilità di rincontrare quella bimbetta che lo aveva invitato a studiare da lei o che sarebbe riuscito a fare nuove amicizie. Il bambino non era esattamente in vena di andarci, ma alla fine si era lasciato accompagnare.
-Hey, Sakutaro! - una voce femminile richiamò la sua attenzione, Morishige alzò il capo e scorse Mitsuki, ma non sembrava così felice di vederla.
-Ciao… - ricambiò il saluto non proprio entusiasta.
-Ah, quanto sei allegro… è successo qualcosa, mio giovane amico? - domandò scherzosa. Morishige arricciò il naso.
-Non sono affari tuoi, vecchia befana.- rispose schivo.
-Beh, sei ricercato. Posso essere curiosa di cosa è successo, no? - lo punzecchiò.
-Io sarei cosa?! -
-Ci sono tre bambine di prima o seconda elementare che ti stanno cercando. O forse stanno cercando un bambino col tuo stesso nome, cognome, colore dei capelli, età e occhiali… - gli spiegò lei.
-Stai scherzando, vero? - domandò lui sospettoso.
-No… - rispose la bambina confusa. -Sei davvero sicuro di non conoscerle? - Morishige ci riflettè.
-Una di loro ha i capelli lunghi e neri e gli occhi grigi? -
-No, una ha i capelli neri, ma sono a caschetto. -
-Non ho la minima idea di chi siano! - esclamò preoccupato.
-Allora non eri preoccupato per questo… -
-Se avessi saputo che qualcuno mi cercava non mi sarei trovato di certo qua! -
-Hai litigato con qualche bambina di recente? - Morishige scosse la testa. -E’ che hanno detto che ti cercavano per conto di una loro amica… -
“Non ho litigato con Sachiko… ma...”
-L’unica cosa che mi viene in mente è che non ho più visto Mayu dopo che lei mi aveva detto che voleva che ci vedessimo più spesso… e non ho risposto alle sue telefonate… -
-Allora te lo meriti. - sentenziò. -Cos’è successo di preciso? - Morishige fece scena muta. -Guarda che potrei aiutarti… - ancora niente… -Oppure potrei decidere di consegnarti a quelle bambine… - Morishige la guardò storto, Mitsuki sorrise.
-Mi ha detto che le piaccio e vuole che diventiamo buoni amici… -
-Eh… scusa, non riesco a capire… -
-Perchè mi ha detto una cosa del genere? Tutti mi hanno sempre trovato noioso! Insomma, non mi va che poi se la prenda con me perché si accorge che passare il tempo insieme è terribile… sarebbe fastidioso! Non voglio essere incolpato perché non sono divertente! - Mitsuki si mise a ridere. -Perchè ho finito per aprirmi con te?! - esclamò infastidito.
-In pratica hai paura di deluderla? - domandò la bambina.
-No, voglio solo evitare una seccatura non diventando suo amico fin dal principio… - sbuffò imbarazzato.
-Ah… davvero non ti capisco! - disse divertita.
-Invece tra te e il bambino con gli occhiali come va? - disse sperando di infastidirla e cambiare discorso.
-Inizialmente andava tutto bene, poi… - Mitsuki sospirò.

Il giorno prima, durante la ricreazione, era andata in bagno e ci aveva trovato Fukuroi. Il bambino non si era accorto della sua presenza e aveva continuato a parlare a voce alta davanti lo specchio, Mitsuki sospettava che stesse dando i numeri… oppure stava provando un discorso che voleva fare davanti a qualcuno.
-Mitsuki… allora, io… - aveva cominciato a dire. Mitsuki da un lato avrebbe voluto fermarlo, dall’altro era curiosa di ascoltare. Prima che si decidesse sul da farsi Fukuroi parlò. -Penso che tu mi piaccia molto… - ormai era troppo tardi per andarsene… -Tranquilla, non ho fretta, potremmo fidanzarci alle medie...poi sposarci dopo la scuola… volevo avvertirti solamente perché così eviti di cambiare scuola e di non dirmi a quali scuole medie vuoi andare. Inoltre, dato che lo sai eviterai di fidanzarti con qualcun’altro nel frattempo! Ecco… - il bambino era rosso fino alle orecchie. Emise un flebile lamento… -Non importa quante volte lo ripeta! La mia faccia continua a sembrare ridicola! - come aveva fatto Mitsuki a scappare senza che Fukuroi si accorgesse di nulla non lo sapeva nemmeno lei…

-Sai Sakutaro, è un problema complicato! Non te ne voglio parlare… - il bambino la fulminò con lo sguardo.
-No, anche il mio era un problema complicato, eppure tu mi hai costretto a parlarne! - ribattè aspro.
-Diciamo che per un po’ mi toccherà starci lontano… fino alle medie diciamo! A quanto pare vuole dichiararsi e chiedermi di sposarci dopo le superiori! Ma se lo eviterò per tutte le ricreazioni avvenire dovrei riuscire a impedirglielo. Tanto lui è troppo rispettoso delle regole per parlarmi durante la lezione e poi chissà… magari si stancherà di provarci entro pochi giorni! - spiegò stranamente nervosa. Quella era la prima volta da un po’ di giorni che Morishige riusciva a trovare divertente qualcosa…
-Congratulazioni Mitsuki! Stai andando proprio benissimo! -
-...Ti detesto! -
-Uhm… non ci avevo mai fatto caso, ma in questa situazione suona quasi rassicurante! - constatò sorpreso.
-Davvero? - disse dubbiosa. -Ok, dimmelo anche tu allora! -
-Eh? - Morishige era un po’ a disagio, delle persone che trovava insopportabile c’erano… anche parecchie! Però… Mitsuki, nonostante fosse fastidiosa, non stava fra quelle. Il bambino prese un respiro e si concentrò.
-La stai prendendo troppo sul serio…- disse Mitsuki.
-Ok… ti desto anche io Mitsuki… - Mitsuki sorrise.
-Hey, avevi ragione! Suona quasi bene in questo contesto… -
-Comunque, perché non gli dici semplicemente che non ti piace? - domandò Morishige. -Oppure puoi semplicemente dire che ci devi pensare… ha detto che vuole che vi sposate dopo le superiori, lo fai dichiarare e ti levi il pensiero, no? -
-N -non posso… -
-Eh? -
-Sarebbe troppo imbarazzante! - disse arrossendo e affondando il volto fra le mani.
-...Sei proprio strana! -
 -Senti, da te non voglio sentirmi dire qualcosa del genere… proprio da te, no! - sospirò irrequieta. -Vado un attimo a bere alla fontanella, mi accompagni? -
-No. - rispose.
-...Ok. - non se lo aspettava. -Tranquillo, torno tra poco. -
-In realtà puoi anche non tornare. - disse Morishige scrollando le spalle. -Troppo diretto? -
-Già! - rise Mitsuki. Poi Morishige si rese conto di una cosa, ma gli ci volle qualche secondo perché avesse il coraggio di richiamarla.
-E -ehy… M -Mitsuki? -
-Tranquillo, torno tra poco! Nel frattempo non farti acciuffare da quelle bambine, sembravano davvero agguerrite! - Morishige deglutì.
“Proprio questo mi preoccupa… in questa situazione una guardia del corpo potrebbe essermi utile!” Morishige si voltò sentendo un rumore, per un attimo pensò potesse trattarsi del trio di bambine che lo cercava, ma non era quello il caso… era ancora peggio, si trattava di Mayu… il bambino si alzò quasi istintivamente e cercò di allontanarsi.
-Ehy aspetta! - lo chiamò la bambina. Morishige si rese conto di essere con le spalle al muro così fece quella che in quel momento gli era sembrata una buona idea, nascose gli occhiali dietro un cespuglio e si fermò. Mayu lo raggiunse e lo bloccò.
-Mi spieghi perché mi stai evitando? - chiese la piccola.
-...Ah, scusa Mayu. È che non ho gli occhiali e non ti ho riconosciuta. - si giustificò Morishige… si accorse subito che non poteva avere un’idea più cretina…
-Eh… sono sicura che c’è li avevi fino ad un attimo fa! - rispose incredula. Morishige si fece molto imbarazzato.
-Cercherò di essere diretto… - disse preparandosi e prendendo un bel respiro. -Non capisco perché dovresti voler diventare mia amica. Non so cosa tu abbia visto, ma sono molto noioso, puoi chiederlo davvero a chiunque. Quindi non voglio che tu te ne accorga  e che te la prenda con me, per un tuo errore di calcolo! Finiamola qua, ok? - spiegò tentando di darsi un tono serio. Mayu rimase un po’ perplesse e non disse niente per un po’.
-E’ una scusa per allontanarmi? - chiese dubbiosa la bambina.
-No, guarda che ero serio! - la bambina sospirò.
-Ti preoccupi veramente di cose strane! - rispose con un leggero sorriso, anche se Morishige non poteva vederla.
-Non è affatto così! - esclamò guardando dritto di fronte a sè.
-Emh… guarda che la mia faccia è più in basso! Non siamo della stessa altezza! - lo avvertì divertita.  Il bambino abbassò lo sguardo. -No, quelle sono le mie scarpe! - e il tentativo di fare il serio di Morishige falliva miseramente. -Dove hai messo gli occhiali? Te li vado a riprendere… -
-D -dietro quel cespuglio… - ammise indicandolo. Sentì la bambina allontanarsi, poi altre giovani vocine inquietanti che sembravano bisbigliare poco lontano da lui…
-Sei certa che Sakutaro sia quel bambino? - domandò una vocina insicura.
-Sì, è così che l’ha chiamato Mitsuki, La Signora dell’inferno. Deve essere lui, per forza! - disse decisa un’altra voce.
-Ma il bambino che stiamo cercando noi porta gli occhiali… - ricordò una voce più ferma e ragionevole.
-Sarà un tentativo di travestirti! È sicuramente un essere viscido! - disse nuovamente la voce più decisa. Morishige si sentiva inquieto.
-M-Mayu! - cercò di richiamare l’amica, ma sentì qualcosa che gli arrivava addosso e improvvisamente si ritrovò bloccato contro il freddo praticello.
-Preso! - esclamarono più voci.
-Nana, Nari, Chihaya?! C -cosa state facendo?! - chiese Mayu.
-Abbiamo trovato il mostriciattolo che ti evitava! Ora non potrà più scappare! - disse fieramente una delle bambine che schiacciava l’inerte Morishige.
-Eh?! -
-Scusa se non ti abbiamo avvertito Mayu, ma eravamo molto preoccupate per te. - disse un’altra.
-In realtà è stata Nari a costringermi! Mi ha minacciata! - piagnucolò quella dalla voce più stridula e tremolante.
-Zitta Chihaya! -
“Immagino che a rispondere sia stata Nari...” pensò Morishige privato della vista. “Com’è possibile che io sia finito in una situazione simile? Avevo una vita così tranquilla e solitaria, aiuto!”
-V -vi ringrazio di cuore, ma… -
-Cosa succede qui? -
“Non avrei mai pensato di essere felice di sentire la voce di Mitsuki...” riflettè il bambino.
-L -L’oscura Signora degli inferi! - esclamarono le voci che secondo Morishige appartenevano a Nari e Chihaya.
-Oscura Signora… degli inferi? - ripetè lentamente Mitsuki. -Wow! Ho fatto carriera senza neppure saperlo! - esclamò un po’ compiaciuta.
-M-Mitsuki… - sussurrò con fatica Morishige. “non si respira proprio benissimo con la schiena schiacciata da tre bambine!”
-Lasciatelo andare, è un ordine. - disse solenne L’oscura Signora degli inferi. Morishige constatò con sollievo di non avere nulla di rotto e di poter tornare a respirare tranquillamente.- Neanche il tempo di allontanarmi e sei già stato rapito… peggio della Principessa Peach!- scherzò  Mitsuki. Non sapendo come risponderle Morishige era molto frustrato. Qualcuno si avvicinò a lui e gli mise un oggetto in mano.
-Ecco i tuoi occhiali… M -mi dispiace… - disse Mayu con una vocina tremolante.
-N-non fa niente… - cercò di rassicurarla Morishige.
-Quindi fra voi due è tutto a posto? Com’è  finita con la paura di annoiarla e delud… -
-Mitsuki! - esclamò il bambino interrompendola.
-Non c’è alcun problema, è lui che esagera preoccupandosi di cose stupide, vero? - chiese la bambina.  Morishige annuì pacatamente. -Grazie per essere intervenuta con Nana, Nari e Chihaya Oscur… emh… Mitsuki! - disse la bambina con un lieve inchino, poi si rivolse anche a Morishige. -Non sono cattive, anzi sono delle bambine adorabili… ma a volte si comportano in modo un po’ strano… -
-Beh… di nulla… ma non capisco perché non le hai fermate tu... -
-I-io ero troppo confusa in quel momento per intervenire, s-scusate! - balbettò dispiaciuta, poi si girò direttamente verso Morishige. -Mi dispiace tanto! -
-Tranquilla! - rispose Mitsuki al suo posto. -In fondo ho capito, senza la vostra onee-san siete persi! - ridacchiò scherzosa la bambina.
-...Onee-san? Stai scherzando? - disse Morishige guardandola storto. Mayu rise.
-Ok, allora… Mitsuki-nee? - Morishige inorridì.
-Ah, che bello! - esclamò Mitsuki compiaciuta. -Hey, dove andate?! - Morishige prese per mano Mayu e la trascinò via.
-Mayu, devi stare attenta a non assecondare loschi individui come quella lì… non si sa mai… - disse serio il bambino. Mayu sorrise per la serietà con cui glielo diceva, poi si scurì improvvisamente, Morishige se ne accorse. -Va tutto bene? - le chiese con un tono leggermente apprensivo.
-Si, ma… perché hai parlato dei tuoi problemi prima con lei che con me? - chiese un po’ insicura. -Non è che il problema sono io? -
-No. - rispose sicuro Morishige. -E’ che è molto più facile parlare con un’altra persona piuttosto che con la diretta interessata. Inoltre… - “Non mi interessa molto del modo in cui mi vede Mitsuki quindi mi viene abbastanza facile parlare con lei...” decise di non dirlo temendo che le sarebbe sembrato strano. -All’oscura Signora non puoi nascondere nulla, non credi?- Decise di scherzare, Mayu sorrise un po’.
-Quindi tra noi è veramente tutto apposto, giusto?- gli chiese fiduciosa.
-Si… - nonostante si fosse fatto molti problemi, dopo aver parlato direttamente con Mayu si sentiva più tranquillo. “Questa bambina ha qualcosa di molto strano...”
-Mi fa piacere… Shige-nii… - Morishige si bloccò improvvisamente.
-Eh?! - esclamò sorpreso.
-E’ che usando il tuo nome mi suonava un po’ strano… Shige-nii invece suona molto bene, non trovi? - chiese ingenuamente.
-O-ok… -

Angolo dell’autrice.

Mi è piaciuto scrivere e rileggere questo capitolo, spero vivamente possa piacere anche a voi. Ho inserito Nana, Nari e Chihaya anche perché le avevo già inserite in un altra mia storia… ma… non era finita per niente bene… così ho avuto voglia di inserirle in una situazione più strana e allegra.
Alla prossima! Spero stiate facendo buone vacanze!

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Capitolo 6
*** Gestione dei problemi. ***


Gestione dei problemi.


Morishige aveva fatto tutto il possibile per nascondere quell’invito, ma alla fine la madre l’aveva scoperto lo stesso. Un invito per il compleanno di uno dei suoi compagni, invito che il compagno, con cui aveva parlato si e no due volte, gli aveva dato decisamente contro voglia e solo perché era stato costretto a invitare tutti i compagni di classe senza fare distinzioni.
Non aveva alcuna voglia di andarci, nonostante la madre stesse provando a convincerlo già da parecchio.
-Ma perché non ci vuoi andare!? - chiese, alla fine, spazientita.
-Mamma, non ci parlo nemmeno con quelli la! Cosa dovrei andare a farci? Rimanere in un angolo tutto il tempo con gli altri che mi fissano?! - domandò ormai isterico.
-Non essere così pessimista, almeno provaci! Cerca di essere normale! Perché devi sempre fare in questo modo?!- lo riprovò.
-Normale? Non lo sono, ok? T-ti vado bene solo quando ti sembro normale… - disse con tono molto ferito.

Il bambino rimase nella sua stanza senza farsi sentire fino alla mattina successiva quando scese per andare a scuola.
-V-vuoi mangiare qualcosa? - gli domandò la madre.
-...No. - sussurrò schivo il bambino.
-Stai bene? - il bambino annuì e aprì la porta.
-A -aspetta! Vuoi che ti accompagni? - il bambino scosse con forza il capo. -Dai, così fai prima. - insistette la donna. Morishige si limitò a sospirare.
In macchina la situazione non sembrava migliorare, fra i due sembrava essersi creata una sorta di barriera di ghiaccio. Sapeva che rimproverarlo non avrebbe fatto che peggiorare la situazione, avrebbe fatto meglio ad accompagnarlo a piedi, almeno avrebbe avuto più tempo. Prima che il bambino scendesse dalla macchina la madre provò a fermarlo un attimo.
-Senti, Saku… - il bambino si voltò a guardarla con un’espressione gelida… non sembrava l’espressione di un bambino di otto anni. La donna rimase paralizzata a fissarlo. -No niente, va pure che fai tardi… - il bambino fece un veloce cenno con la mano e scese dalla macchina.
Si bloccò davanti al cancello. Non aveva alcuna voglia di varcarlo... non che l’avesse mai avuta, ma quel giorno era peggio del solito. Aveva pure cominciato a dolergli il ventre. Morishige si allontanò, non aveva la minima idea di dove andare a quell’ora ma l’ultima cosa che voleva era trovarsi in classe. Non voleva interagire né con gli insegnanti, né tanto meno con gli altri bambini. Con l’umore che si ritrovava, la giornata scolastica sarebbe risultata ancora più lunga di quanto fosse.
“Non se ne parla! Però dove dovrei andare adesso? A-ahia!” il dolore alla pancia era peggiorato, il bambino fu costretto a rimanere accovacciato in mezzo al marciapiede. Cercò di calmarsi e respirare lentamente, il dolore si stava un po’ attenuando.
Sentì una voce confusa, non riconoscendola, in un primo momento, saltò all’indietro spaventato.
-S-Shige-nii… - Morishige sorrise debolmente.
-S-scusa Mayu… mi hai colto di sorpresa… -
-Stai bene?! - Morishige annuì, non ci aveva fatto caso inizialmente, ma si accorse che la bambina era accanto a Kishinuma che li osservava teso.
-Riesci ad alzarti? - domandò il bambino, Morishige si mise in piedi, era indolenzito ma il peggio sembrava essere passato, o almeno così sperava.
-Quindi la tua scuola si trova da queste parti? - domandò preoccupata Mayu. -Se vuoi ti accompagnamo… -
-N-non c’è bisogno! C-ci vado da solo! -
-Sai, considerando come ti abbiamo trovato un momento fa non mi sembra una buona i… - provò a dire Kishinuma, ma venne interrotto.
-Non ci voglio andare, ok?! - sbottò Morishige.
-Shige-nii, ma cosa…? -
-Ho i miei motivi. Voi due non preoccupatevi e andate pure a scuola. -
-Ma… - Mayu non sapeva cosa dirgli. Kishinuma sembrò riflettere, poi sospirò.
-Ho capito… Perché non mariniamo la scuola tutti e tre? Mayu, tu non vuoi lasciarlo solo, giusto? - la bambina sembrava molto titubante all’idea. Diede una seconda occhiata a Morishige, infine annuì. -Bene, allora mariniamo tutti e tre da bravi teppisti. -
-Teppisti… - ripetè dubbioso il bambino.

-Ah, quindi i teppisti quando non vanno a scuola… vanno al parco? - domandò perplesso Morishige.
-Non c’era bisogno di prendermi così sul serio… -
-Ma… non c’è nessuno della nostra età a parte noi. - fece notare Mayu guardandosi intorno. Effettivamente in quell’orario non c’erano molte persone in generale, solo qualche anziano che dava da mangiare ai piccioni.
-E va beh, meglio così! Abbiamo tutto il parco per noi!- Kishinuma sembrava piuttosto contento. -Comunque, c’è una cosa che volevo chiedervi… - si sentiva abbastanza stupido a fare quella domanda -Siete imparentati in qualche modo? -
-No, perché? Ci somigliamo? - chiese Mayu incuriosita.
-Per niente! È che l’hai chiamato in quel modo, così… -
-Ah! Intendi Shige-nii ? In realtà è solo un soprannome. -
-Ah, interessante! Non mi sembravi il tipo da soprannomi, Shige-nii! - ridacchiò il bambino poi incontrò lo sguardo poco amichevole di Morishige. “Okeeey… forse non gli va che lo chiami così...”
Morishige si voltò verso Mayu, sembrava guardare con interesse la signora che distribuiva briciole di pane sul terreno, seduta poco lontano.
-Comunque, si può sapere che cosa ti è successo stamattina? - Morishige si era già allontanato. -Hey! - lo richiamò Kishinuma, Morishige era andato a parlare con un’anziana signora, tornò con qualcosa in mano.
-Tieni... - disse a Mayu porgendole un pezzetto di pane.
-Ah, si! G-grazie! - disse leggermente imbarazzata, si allontano un po’ dagli altri due e sbriciolò il pane sperando di attirare qualcosa. Dopo un po’ anche Morishige la ragiunse cercando di fare silenzio per non spaventare gli animali, Kishinuma lo seguì.
-Sapete proprio come divertirvi voi due, eh? - disse Kishinuma con tono sarcastico.
-Perchè, tu cosa volevi fare a quest’ora? - domandò Morishige. -Rubare una moto? Teppista? -
-Ancora con quella storia? - sospirò il bambino. -No, ma andare sull’altalena sarebbe già più divertente, giocare a nascondino in tre… no, siamo troppo pochi. - riflettè il bambino. -Comunque… si può sapere cosa avevi prima? - Morishige lo guardò diffidente.
-In realtà vorrei saperlo anche io. - disse Mayu sollevando lo sguardo verso di lui. -Magari potremmo darti una mano…- Morishige decise di provarci.
-Il problema è che mia madre voleva costringermi ad andare alla festa di compleanno di un mio compagno… - disse nervoso e l’ansia aumentò vedendo che gli altri bambini sembravano perplessi. -Ecco! Sapevo che non avreste capito… Io con quel tizio non ricordo di averci nemmeno mai parlato! Praticamente sarei andato li solo per sentirmi a disagio, non ci sarebbe stato nulla di divertente. E poi non sopporto il modo di fare di mia madre, ormai l’ho capito, le vado bene solo quando fingo di socializzare e riesce a costringermi a stare in mezzo ad altri bambini… -
-Io… io non credo che tua madre lo faccia per cattiveria… - disse la bambina un po’ tesa. -Credo sia solo preoccupata per te… -
-E allora perchè sembra quasi spaventata da me? Come dovrei parlarle se si comporta come se dovesse toccare un gatto randagio con dei coltelli al posto degli artigli? Inoltre lei non prova mai capirmi... finge di voler parlare, ma ogni cosa che le dico per tentare di spiegarmi, lei la considera stupida! Vuole solo potermi lanciare in situazioni imbarazzanti per poter fingere che che fatto un bambino normale... - “La odio… Io la odio...” non riuscì a dirlo ad alta voce, ma la rabbia gli impedì di non pensarlo. Sapeva che già che al ritorno si sarebbe sentito in colpa.
-Sono d’accordo con Mayu, secondo me è solamente preoccupata. Forse sei troppo ti… - Morishige gli lanciò più o meno consapevolmente un’occhiataccia. -Timido… in maniera inquietante però… -
-Non sono affatto timido! -
“Però sai di essere inquietante!”
-Se non voglio stare solo, sono capace di trovarmi qualcuno con cui parlare… ma voglio cercarmelo io e non sopporto quando le persone sono troppe… non ci trovo nulla di divertente! Affatto! Per niente!-
-Ok… ok! - Kishinuma sembrava un po’ divertito. -Però andare in un posto dove ci sono tante persone potrebbe servirti da allenamento, no? - Morishige sembrava contrariato. -Se ti allenassi magari riusciresti ad essere meno suscettibile… -
-Io non sono… - il bambino sembrava offeso, ma non continuò. -Ho già molte cose da fare in questo momento e non ho intenzione di aggiungere anche questo stupido allenamento… -
-Se vuoi stare con qualcuno puoi sempre stare con noi due!- disse Mayu dopo essersene stata per un po’ in silenzio.
“Perchè mi metti in mezzo?” Si chiese Kishinuma.
-Magari se ci fossimo noi con te ti sentiresti più a tuo agio in mezzo ad altri bambini? -
“Non mi risulta che io e Shige-nii siamo amici, Mayu...”
-N… non lo so… - rispose indeciso Morishige.
-Yoshiki, alla gita scolastica possiamo portare qualcuno con noi, giusto? -
-Beh, sì… in effetti... - Morishige si guardò intorno a disagio, temeva di sapere cosa stessero per suggerire.
-Veramente io... - Mayu gli prese la mano e lo guardò determinata.
-Dai! Mi farebbe veramente tanto piacere se mi accompagnassi! - Morishige deglutì, l'idea di trovarsi in mezzo a tanti estranei non lo entusiasmava.
-Potete fingere di essere cugini se non volete fatte delle domande imbarazzanti. No, Shige-nii? -
"Chissà se sono peggio di questo qui..." si chiese infastidito il bambino. Mayu continuava a tenergli la mano e a guardarlo pieno di aspettative.
-V-va bene... - sussurrò alla fine...

Sua madre fu molto felice quando Morishige la informò della cosa, lui se lo aspettava e glielo disse proprio per riappacificarsi con lei in un certo senso. La gita sarebbe stata un mese dopo, quindi aveva tutto il tempo per preparasi psicologicamente all'evento.
Un pomeriggio ricevette una chiamata di Mayu, sembrava piuttosto ansiosa.
-C-ciao... - balbettò la bambina.
-Ciao... va tutto bene? - le domandò. Credeva di essere diventato abbastanza bravo a percepire quando un’altra persona era nervosa e spaventata e il tono dell’amica non prometteva nulla di buono secondo lui. Mayu ci mise un po' per rispondergli.
-Sì, sì! ... C-Certo!-
"Lo prenderò per un no…"
-Senti... ti dispiace se tua madre passa a prendermi così vengo a casa tua? -
"Non sono preparato psicologicamente per questo!" Però pensò che Mayu ne avesse bisogno e cercò di trovare quell'elasticità che non aveva.
-Ok, perchè no... ma sei sicura che vada tutto bene? - "Forse dovrei chiederglielo di persona..."
-Sì, devo per forza aver bisogno di un motivo per andare da un amico? - disse in tono allegro.
-Suppongo di no... -
La madre non ebbe problemi ad accompagnarla. La bambina sembrava apparentemente tranquilla, ma Morishige continuava ad essere dubbioso.
-Sai se c'è qualcosa di cui vuoi parlarmi puoi farlo... - gli disse. "Forse non c'è proprio niente e farò la figura dello stupido..."
-N-Non è niente di troppo grave... tranquillo... - gli disse diventando improvvisamente cupa.
-Mayu... - il suo tono era più rigido e infastidito di quanto avrebbe voluto. “Forse seguire l’allenamento di Kishinuma potrebbe aiutarmi a nascondere meglio le cose… potrebbe essermi molto utile...”
-Si tratta dei mie genitori… - sospirò. -Quando litigano si chiudono in soggiorno, credono che io non li noti… non so di cosa discutono... - disse intristita la piccola.
-Io non... non so... - "Ho voluto saperlo, ma ora non ho la minima idea di cosa risponderle... Mi sento così inutile..."
-Guarda che non mi aspetto qualche consiglio da te. - precisò la bambina cercando di tranquillizare l’amico. -Ma mi piacerebbe parlarne… S-se la cosa non ti da fastidio, ovviamente! -
-Non mi da, fastidio... - disse scrollando le spalle. “E poi sono stato io a cominciare” -Se vuoi farlo non c'è problema. - cercò di sorriderle per metterla a suo agio.
-O-Okey… Il fatto è che… non credo che i miei genitori fossero così prima di sposarsi… Magari è colpa mia? - disse angosciata. -O… o funziona così per tutte le coppie? Io spero di no, però… Era di questo che ti preoccupavi quando hai detto che temevi che passando troppo tempo con me mi sarei annoiata e ti avrei incolpato? -
-Eh? Ma noi non dobbiamo sposarci… -
-Si, però non si sa mai… la vita può essere imprevedibile! - ridacchiò la bambina.
-Ne dubito… -
-Ti sembra un idea così terribile? -
-No. - contintinuò temendo di essere frainteso. -Ma non ci vedo in una situazione simile. - per un attimo la bambina sembrò piuttosto delusa, poi si finse offesa. Morishige non riusciva a comprenderla bene.
“Crede che fosse venuta qui perché aveva un problema di cui parlare invece ho dovuto insistere ed ora ha sviato la conversazione… o forse è venuta qui solamente per cambiare aria e per non pensare ai suoi problemi!” realizzò con ritardo. “Ho completamente sbagliato… E’ l’ho praticamente costretta a parlarmi!” pensò nervoso. “Posso sempre rimediare… io non ho la minima idea di cosa fare, ma qualcuno in questa casa dovrà pur sapere come risolvere il problema di Mayu...”

Quando Mayu se ne andò, Morishige cercò subito di mettere in atto il suo piano.
-Mamma, cosa si può fare quando una coppia sposata litiga? - la madre era piuttosto perplessa.
-Non mi riferivo a te e papà ma ai genitori di una mia amica. -
-La piccola Mayu, giusto? - chiese sorridendo, secondo Morishige in modo sospetto e infido. -Dipende, qual’è la causa? - Morishige ci riflettè, gli sembrava di aver sentito parlare di una cosa simile la prima volta che si erano incontrati.
-Credo il lavoro del padre… credo, non lo so… forse passa troppo tempo a lavoro o qualcosa del genere. -
-Devi ascoltare più attentamente quando una graziosa signorina in cerca di supporto ti confida qualcosa. - lo richiamò scherzosa, il bambino sbuffò. -Comunque, non credo che il padre di Mayu possa fare qualcosa per il suo lavoro… forse Mayu potrebbe aiutare la madre in casa, con meno faccende da fare potrebbe essere meno stanca e nervosa. - Morishige non sembrava affatto convinto. "Ho paura che dicendo una cosa del genere a Mayu finirebbe per cercare di sostituirsi completamente alla madre nei lavori di casa...”
Quella sera decise di riprovarci, questa volta chiedendo al padre. Forse lui avrebbe avuto qualche consiglio migliore… ma non ci sperava più di tanto...
-Papà, cosa si deve fare quando una coppia sposata con figli litiga troppo spesso e i figli ci rimangono male? Non parlo di te e mamma. -
-Lasciarsi. -
-Cosa?! - era stato preso completamente alla sprovvista.
-Purtroppo, anche se può sembrare brutto, i bambini soffrono meno in questo modo. Se i genitori si allontanano e non litigano più l’aria diventa meno pesante. - rispose distrattamente l’uomo.
“Non posso dire niente del genere a Mayu!”
-Ma bisogna anche considerare la situazione economica, il modo in cui verranno gestiti i figli, il giudizio delle famiglie dei genitori… ah, ora che ci penso, perchè lo chiedevi? - il bambino si era già volatilizzato.

Rifece la stessa domanda il pomeriggio seguente, stavolta al nonno, fiducioso che avrebbbe ricevuto una risposta quantomeno decente.
-Mi spiace Sakutaro, ma questi non sono discorsi adatti ad un bambino.-
-Ma mi serve per una mia amica… è una cosa molto importante! - rispose nervoso.
-La situazione non può essere risolta né da te, né dalla tua amica. Dubito che abbiate chiara la situazione… - pose una mano sulla testolina del nipote vedendolo frustrato. -Magari è solo un brutto periodo e la cosa si risolverà da se. - sorrise l’anziano. -Dì semplicemente alla tua amica di fare la brava e non dare preoccupazioni ai suoi genitori. Mi fa piacere vederti così preoccupato per la situazione di un’altra persona. -
-Ma perchè tu e la mamma notate solo dettagli inutili? - sospirò infastidito.
-E’ una bambina gentile? -
-Si… si lo è… - ammise imbarazzato. Il nonno sembrava piuttosto divertito. “Perfetto! Ora anche mio nonno mi prende in giro! E’ una congiura!”


Angolo dell’autrice.
La storia sta venendo aggiornata lentamente, ho diverse altre cose da fare, come studiare per l’università. Ma, fortunatamente, riprendere l’abbozzo che avevo per questo capitolo non è stato così difficile. Mi piace scrivere questa storia, mi rasserena… è questo suppongo possa risultare curioso considerando che la storia si basa su un bambino complessato… molto complessato…
E… nient’altro… spero che il capitolo e la storia possano piacervi. 

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Capitolo 7
*** Famigerata gita ***


Famigerata gita.


Morishige stava seduto sull'altalena del parco vicino casa, oscillava senza staccare i piedi da terra. Secondo Mayu aveva un'aria molto pensierosa, le aveva dato appuntamento per le tre e mezzo, ma entrambi era arrivati prima. Mayu gli si avvicino silenziosamente per potergli apparire alle spalle senza essere notata, appena fu abbastanza vicina gli coprì gli occhi con le sue piccole mani.
-Chi son...-
-Ah?!- per un momento, Morishige, nell'alzarsi dal sedile rischiò di inciampare.
-Scusa, non volevo spaventarti! E' che mi sembravi un po' giù, così ho pensato di farti una piccola sorpresa...- disse Mayu imbarazzata.
-Va bene, è tutto a posto.- rispose ricomponendosi.
-Ottimo!- esclamò la bambina, Morishige volse lo sguardo verso il basso imbarazzato, aveva l'aria di volerle dire qualcosa.
-Mayu, io ci ho provato...- disse serio.
-Eh? Non vuoi più venire con me in gita?- ipotizzò la bimba.
-N-no, no! Non è quello...- “Mi ero completamente scordato del problema gita...” -Mi dispiace perchè non ho trovato un modo per risolvere il tuo problema, ho anche chiesto a mio nonno, ma niente... è stato inutile.- ammise rassegnato.
-...Problema?- disse dubbiosa. -Non ne sono sicura... ti riferisci ai miei genitori?- Morishige annuì, Mayu rise leggermente.
-Cosa c'è di divertente?-
-E' che non avevi niente da risolvere, è una cosa che non posso fare neanche io. Però sono contenta che tu ci abbia provato, grazie davvero!- la bambina sorrise.
-Ah... di niente...- rispose il bambino per nulla soddisfatto. Mayu continuava a sorridergli, lo faceva sentire un po' infastidito.
-L'hai presa come una specie di missione molto seria, vero?- forse lo stava prendendo in giro. -Non mi sbagliavo, sei davvero molto gentile nonostante l'apparenza.- annuì fiduciosa.
-Okey, grazie.- rispose, non sapeva bene come orientarsi, non aveva mai ricevuto un complimento  sulla gentilezza, non pensava nemmeno che potesse essere considerata una sua peculiarità, ma capiva che gli piaceva essere considerato gentile da lei. “Solo che vorrei potermi anche rendere utile... Non riuscire a fare niente è frustrante...”
-Quindi mi avevi chiamata solo per questo? Speravo che volessi semplicemente vedermi.- disse giocando a fare l'offesa.
-Preferisco non disturbarti senza un motivo.- rispose serio.
-Potevi mentirmi e dirmi che non era solo per questo...- rispose un po' sorpresa dal modo in cui l'aveva presa.
-Perchè dovevo? Poi è ovvio che al di la della ragione mi faccia piacere vederti- alzò leggermente le spalle. Mayu era molto felice, non la riteneva una cosa così ovvia.
-Beh, io comunque stavo fingendo di esserci rimasta male...- disse per sicurezza, temendo che l'amico potesse non averlo capito.
-Lo so, non ho una qualche forma di disturbo che mi impedisce di capirlo, inoltre sei una pessima attrice...- rispose abbozzando un sorriso. -Però non capisco perchè oggi sembri così di buon umore...- disse dubbioso, quasi sospettoso.
-Perchè non dovrei esserlo?- non era per niente una risposta soddisfacente. -Comunque, per la gita sei sicuro, giusto?- ripetè. Sembrava essersi fatta improvvisamente nervosa.
-Si... perchè, c'è qualche problema?- non sapeva se esserne felice o no. “Sono solo un codardo che spera di non andare in gita per cause che non dipendano da lui” accettò passivamente. “Poteva essere una sorta di prova che dovevo affrontare... ma c'è ne saranno altre, no? Non è una tragedia se non si farà... la colpa non sarebbe neanche mia...” riflettè. “In fondo è davvero un male essere un codardo? Il mondo ha bisogno anche di persone prudenti, non solamente di spericolati.”
-Sai, il giorno dopo la gita ci sarebbe il matrimonio di una mia cugina... non è che mi faresti compagnia?- domandò titubante. Morishige era sbiancato. -Magari in cambio potresti non venire con me per la gita, è che sarei l'unica bambina sopra i due anni al matrimonio e mi sentirei un po' isolata.- il bambino cercò di riprendersi dalla brusca sorpresa anche se finire ad un matrimonio pieno di sconosciuti non era più scocciante di una gita per lui. -Forse era un'idea stupida! L-lascia perdere!- balbettò lei. Morishige la guardò in viso e non riuscì a frenarsi.
-Va bene... verrò anche al matrimonio.- “Sono diventato uno di quei poveri sventurati che non riesce a dire di no a quanto pare...” pensò davanti allo stupore di Mayu. “Forse sto facendo il passo più lungo della gamba, finirò completamente svuotato e privo di energie... è come se essere costretti a passare il tempo in mezzo a degli sconosciuti in un luogo a cui non sei abituato ti risucchiasse l'anima a poco a poco.” Morishige era abbastanza convinto di quell'ipotesi, nonostante il padre non l'avesse preso sul serio e la madre si fosse arrabbiata e l'avesse classificata come scusa, l'unico che aveva provato a capirlo era il nonno.
-Sei sicuro che ce la fai?- domandò Mayu.
“No.” avrebbe voluto rispondere. -Se gli altri riescono ad affrontare scocciature di questo tipo senza problemi non vedo perchè per me dovrebbe essere diverso... e anche se fosse devo imparare a fare in modo che non lo sia.- rispose evitando di scomporsi. -Inoltre non mi va di lasciarti sola.-
-Non sarà un problema neanche se ci scambieranno per fidanzati? Non mi sembra che ti piaccia come cosa...-
-No, non sarà un problema.- rispose abbastanza fiducioso. -Tanto non è vero, quindi di che cosa dobbiamo preoccuparci? Mica si metteranno d'accordo per organizzarci un matrimonio se ci vedranno insieme.-
-Va bene ho capito... come futura moglie non ti piaccio proprio...- rispose con una leggera smorfia.
-Non è... eh... però lo dici tu che per te sono una specie di fratello maggiore chiamandomi con quel nomignolo... O forse ti sono sembrato un po' patetico quando tu e Yoshiki mi avete trovato in mezzo al marciapiede e la situazione è un po' diversa...- riflettè ad alta voce leggermente imbarazzato.
-Perchè? I genitori non sono perfetti, dovrebbero esserlo i fratelli acquisiti?- rispose spontaneamente. -Anzi... è bello che anche se non ti piace ritrovarti in mezzo alle situazioni affollate cerchi di starmi vicino.- disse arrossendo un po'. -E sì, sei davvero molto gentile Shige-nii...-
“Di nuovo quella parola... però mi piacerebbe essere qualcuno su cui può fare affidamento, sarebbe qualcosa di cui non vergognarsi...” pensò. “Sono solo io che non riesco a non essere egoista neanche in queste cose o è così per tutti?” si domandò “Non è molto altruista pensare di voler essere un sostegno per qualcuno per stare meglio con se stesso.”
-Eh... è tutto a posto?- domandò Mayu.
-Si.- rispose con un sorriso leggero. “Però voglio sul serio poterle essere d'aiuto...” -Per quanto riguarda la gita, se ho ben capito si tratta di una specie di scampagnata nel bosco, giusto?-
-Eh... non proprio...- rispose Mayu. -C'è un bosco, ma è all'interno di una proprietà con una una villa in stile occidentale...-
-All'interno?-
-Sì, non è una villa circondata da un bosco... il bosco è più una specie di giardino per la villa...- rispose in modo confuso la bambina.

Per partecipare alla gita si era svegliato prima del solito, nemmeno il sole era ancora sorto. Doveva realmente alzarsi un po' prima, ma effettivamente il motivo per cui si era svegliato a quell'orario era la tensione.
Anche sua madre era assonnata nonostante quando si era svegliata lei il sole era già visibile nel cielo, dopo aver fatto tre sbadigli l'accompagnò in macchina. “Cos'è che ha detto papà? Ah, sì. La sonnolenza al volante è fra le principali cause di incidenti...” commentò mentalmente, ma non era realmente preoccupato, era più un modo per avere qualcosa a cui pensare anziché addormentarsi o concentrarsi sul fatto che da lì a poco sarebbe salito su un pullman pieno di bambini sconosciuti con insegnanti che non avevano la minima idea di chi fosse. Sua madre gli diede anche delle medicine per il mal di strada. Essendo stato per la maggior parte dei suoi primi sette anni di vita particolarmente malaticcio non aveva partecipato a molte gite scolastiche, quella era tipo la terza... nelle due gite precedenti non aveva avuto problemi di nausea, ma in caso fosse quella la volta buona era meglio farsi cogliere preparato. “Inoltre l'idea di vomitare davanti a Mayu non mi piace affatto...” pensò sbadigliando. Si sorprese di non essersi preoccupato per prima cosa del fatto che si sarebbe dimostrato debole di fronte a un mucchio di sconosciuti. “Ma in fondo perchè dovrebbe disturbarmi? Io sono debole, è la verità, fisicamente sono fatto così e non ci posso fare molto.”
La madre posteggiò nelle vicinanze del pullman.
-Telefona per vedere se la tua amica è già arrivata.- gli disse. In effetti entrare nel pullman prima che ci fosse qualcuno che conosceva non lo faceva proprio impazzire come idea. Rimase un po' colpito dal fatto che sua madre si fosse posta il problema prima di lui, l'aveva sempre considerata indifferente ai suoi problemi...
-Sì, è arrivata...-
-Allora ciao.- sorrise la donna.
-Grazie.- rispose senza riflettere.
-Beh... è il mio dovere accompagnarti come genitore e mi sembra di averti sempre salutato quando ti lasciavo da qualche parte.- disse sorpresa dal inusuale “grazie” che il figlio le aveva rivolto. Nonostante non andassero sempre d'accordo non era un bambino maleducato, ma la cosa l'aveva comunque stranita.
-Non intendevo... e-era per... niente. Ciao, ciao.- l'aveva salutata un po' imbarazzato, era convinto di aver sentito la donna ridacchiare, ma non si era girato.
Il bambino aveva preso un bel respiro e aveva salito la scaletta del pullman. Appena salito si era sentito chiamare, ma non dalla voce che si aspettava di sentire.
-Sakutaro!- una bambina dai lunghi capelli neri si stava agitando per richiamarlo sporgendosi dal suo sedile. Morishige fece un cenno con mano per salutarla. -Che fai qua?- gli domandò Sachiko.
-Mi ha invitato Mayu.- rispose un po' cauto ricordando ciò che la bambina gli aveva detto su di lei.
-Oh...- si era limitata a quel suono per rispondergli. -Oh!- aveva ripetuto più vivace. -Problema risolto cugina.- aveva detto girandosi verso la bambina seduta vicino a lei. -Io posso mettermi vicino a lui e tu puoi stare vicino a Mayu.-
-Eh?!- aveva esclamato Mayu seduta qualche sedile dietro Ayumi e Sachiko, lei e Morishige si scambiarono un'occhiata imbarazzata.  
-Tanto lo so che non volevi stare vicino a me ma con la tua amica.- rispose sorridente Sachiko.
-Non farmi sembrare irresponsabile, non è che volessi scaricarti dove capita, altrimenti mi sarei direttamente rifiutata di portarti con me.- rispose Ayumi un po' innervosita.
-Mayu, per te va bene?- aveva domandato la più piccola delle Shinozaki ignorando la cugina.
-A quanto pare non abbiamo voce in capitolo...- commentò ad alta voce Morishige.
-Infatti...- Ayumi era un po' spazientita.
-O-okey...- rispose titubante Mayu.
“Anche lei è incapace di dire di no.” riflettè per un attimo Morishige poi si domandò se era realmente sicuro che Mayu preferisse lui ad Ayumi, in fin dei conti conosceva l'altra bambina da più tempo di lui. Mentre Mayu avanzava per mettersi al posto di Sachiko e quest'ultima lo trascinava per la mano per sedersi ai loro posti, Morishige riconobbe Yoshiki, per un attimo gli sembrò che guardasse Mayu e Ayumi con gelosia. “Che gli piaccia una delle due?” si chiese infastidito. Notò anche che Mayu lo guardava come se si sentisse in colpa.
-Passeremo del tempo insieme dopo.- le disse sbrigativamente sorridendole.
-Ma sì, certo, a dopo.- lei lo salutò un po' più tranquilla.
“E' convinta che mi possa sentire a disagio vicino ad una bambina di sei anni?” si chiese osservando Sachiko che avanzava con passo spedito e si sedeva vicino il finestrino. “Però è bello avere qualcuno che si preoccupa per te.” pensò inavvertitamente. Poi si sedette vicino la bambina.
-Tu invece perchè sei venuta?- Le domandò curioso -Volevi passare del tempo con tua cugina?-
-No...- arrossì per un attimo. -Ma ho avuto uno strano presentimento e sono voluta venire.- disse squadrandolo attentamente. Poi guardò in avanti, Morishige ebbe l'impressione che stesse cercando nella direzione di Mayu. -Comunque, che  coincidenza fortunata trovarti qui!- gli sorrise la bambina. Morishige cercò di mettere da parte i suoi sospetti.
Quando il pullman partì Morishige rimase in attesa per un po', poi concluse che se fosse rimasto fermo e non avesse fatto troppi movimenti con la testa non gli sarebbe venuto il mal di strada, ma Sachiko invece rimaneva particolarmente concentrata sul paesaggio che uscendo dalla città diveniva pian piano sempre più verde, aveva il viso molto teso.
-Hai la nausea?- domandò, la bambina si limitò ad annuire tenendo la testa appoggiata al finestrino -Avresti dovuto farti mettere davanti...- Morishige le porse una delle pillole che gli aveva dato la madre poi l'accompagnò verso i posti davanti. La lasciò seduta vicino a Mayu che aveva avuto lo stesso problema. “Ma perchè non si sono messe davanti dal princip...” si interruppe rendendosi conto che neppure lui stava tanto bene, rimase appoggiato ad uno dei sedili.
-Tutto bene, Shige-nii?- domandò Yoshiki. Morishige ebbe la forza di guardarlo storto poi si mise la mano davanti la bocca e si protese in avanti. Molti bambini sembravano guardarlo incuriositi, odiava quella tendenza degli esseri umani che li spingeva a voltarsi e accalcarsi quando c'era un incidente o uno che si sentiva male, capiva che poteva essere utile che fossero spinti a non ignorare certe situazioni “Ma se non è una situazione di vita di morte e se non potete aiutarmi preferirei non essere guardato come un fenomeno da baraccone, grazie... mai vista una persona con la nausea?” sapeva che se l'avesse detto ad alta voce sarebbe risultato acido, ma era abbastanza suscettibile in quei momenti. Si diresse a tentoni verso i primi posti.
-Stai un po' meglio?- domandò Mayu dopo un po'. Lei e Sachiko sembrano essersi riprese leggermente. Morishige annuì debolmente.
-A quanto pare saremo il trio nauseabondo...- disse Sachiko massaggiandosi le tempie. -O il trio vomitevole...-

-Perfetto Sachiko... ora ci chiameranno trio vomitevole per il resto della gita.- sospirò scocciato Morishige mentre scendeva dall'autobus. Aveva sentito delle bambine dietro di loro ridacchiare e chiamarli in quel modo.
-Shige-nii, stai tranquillo, non è un problema...- lo rassicurò Mayu, esausta, ma contentissima di essere scesa, sembrava che ci fosse voluta un'eternità prima che le ampie mura scure che circondavano la proprietà fossero visibili e il pullman si fermasse per farli scendere. -Non ce la facevo più a stare sul pullman, tutte quelle curve... è stato un incubo!- si sfogò la bambina, non era stata solo la nausea a stressarla, mentre il veicolo saliva su per la montagna aveva avuto paura. -Per un attimo ho pensato che saremmo caduti tutti!- disse ancora atterrita pensando ad una curva che l'autobus aveva preso poco prima di arrivare. -Com'è possibile che un mezzo così alto non si capovolga? Come faremo al ritorno?- rimuginò la bambina.
-Non ci pensare Mayu... andrà tutto bene...- le disse Morishige continuando a carezzarle la testa, fece caso solo in quel momento al fatto che teneva i capelli raccolti in una sola codina.
-Shige-nii?- sussurrò Sachiko tirandolo per un orecchio, lo allontanò da Mayu. -Hai scordato il mio avvertimento? O forse non mi prendi sul serio?- Sachiko sembrava più fredda del solito, improvvisamente sorrise innocentemente e cambiò completamente tono. -Però stiamo attenti, ok?- rispose tranquilla tornando da Mayu.
“Forse crede davvero che Mayu porti sventura o qualcosa del genere...” concluse Morishige massaggiandosi l'orecchio.
Sentì dei passi svelti dietro di lui, improvvisamente qualcuno gli salto contro afferrandogli le spalle.
-Chi non muore si rivede! Che ci fai qui?- domandò Mitsuki divertita.
-Sono perseguitato dalla sfortuna...- commentò freddo -E tutto è cominciato da quando ti ho incontrato... coincidenze?-
-Interessante... io invece sono qui in gita con la mia scuola.- Sachiko osservava insicura la nuova arrivata, quando Mitsuki lo mollò per avvicinarsi alle altre, Sachiko si nascose un po' dietro Mayu. Per lui che l'aveva conosciuta un po' meglio era strano vederla così intimidita.
-Ciao, Mayu.- la salutò cordialmente. -Quindi voi andate nella stessa scuola?- poi si chinò per arrivare all'altezza di Sachiko. -E lei chi è? La tua sorellina?- domandò visibilmente intenerita mentre Sachiko la osservava riparata e un po' tesa.
-No, Shige-nii e Sachiko sono degli ospiti, diciamo... Sachiko è la cugina di una mia amica.- Sachiko si girò a cercare Ayumi.
“E troppo occupata ad essere di malumore per darle retta...” riflettè Morishige. “Yoshiki non ne fa una giusta.” pensò dando la colpa a quello che era diventato il vicino di posto di Ayumi dopo Mayu.
-Mitsuki!- la chiamò Fukuroi correndo verso di loro. -Non dovresti allontanarti così dal gruppo... c'è qualcosa che non va?- domandò con un tono un po' apprensivo. -E' perchè Kensuke ha portato in gita Kizami? Però è da un po' che mi sembri strana...-
-E' solo la tua impressione, forza andiamo...- rispose schiva. -Ci si vede!- disse voltandosi verso Morishige e Mayu.
Mentre tornavano al loro gruppo Fukuroi prese la mano di Mitsuki che scivolò via immediatamente.
-Mitsuki, la maestra ha detto che dobbiamo tenere per mano il nostro compagno di fila per non perderci...- disse un po' imbarazzato il bambino, Mitsuki si limitò a sbuffare.
-Sono contenta che abbiano fatto pace.- commentò ingenuamente Mayu.
Ad un certo punto, prima che Morishige si fosse riuscito a riprendere del tutto dal viaggio e a posare il suo zaino su uno dei lunghi tavoli in legno, posizionati poco più avanti il portone della villa, in un punto dove era sicuro di poterlo ritrovare facilmente, l'insegnante che accompagnava la classe di Mayu e quella che accompagnava la classe di Mitsuki chiamarono a raccolta entrambi i gruppi di bambini e dopo che ebbero finito l'appello fecero un annuncio.
-Bene bambini, abbiamo deciso di mettere alla prova le vostre capacità di orientamento lasciandovi liberi di girare per il bosco, l'importante è che restiate in gruppi da quattro e che non raccogliate funghi, bacche o erbe varie pensando di poterle mangiare. Vi diamo il compito di fotografare gli animali, le piante o in generale gli elementi che cattureranno la vostra attenzione. Non pensate di tagliare la corda e avventurarvi dove il bosco è più fitto però, l'area visitabile è ben delineata dalle mura e non potete superarle a meno che non ci siano piccoli uomini ragno fra di voi capaci di arrampicarsi sul muso.- ridacchiò la maestra mentre la parola “irresponsabile” si faceva sentire sempre più prepotentemente nella mente di Morishige. “lasciare i bambini liberi di gironzolare qua e là in un area boschiva, seppur delimitata non mi sembra una grande idea... se ci saranno incidenti su chi credete ricadrà la colpa?” pensò severo. “Adulti, pretendono rispetto a prescindere e poi non sanno gestire le situazioni...” Effettivamente neanche il maestro che accompagnava la classe con cui era venuto sembrava del tutto a suo agio con l'idea.
Morishige cercò Mayu tra gli altri bambini, ma fu lei a trovarlo apparendogli nuovamente alle spalle.
-Shige-nii? Facciamo coppia?- domandò la bambina, questa volta Morishige evitò reazioni di sorpresa per lo spavento che la compagna gli aveva fatto prendere.
-Si, certo.- rispose lui naturalmente. “Non posso permettere che si perda a causa di qualche insegnate imprudente...” pensò serio.
-Ottimo, dobbiamo solo trovare altre due persone, che ne dici di Sachiko e Ayumi?-
-Perchè n...- venne interrotto proprio da Sachiko che lo tirava per la manica. “Parli del diavolo...”
-Ma è un complotto? Non è che in realtà quei due brutti tizi hanno intenzione di sacrificarci a qualche divinità del bosco?- bisbigliò sospettosa. -Dico sul serio...- si accorse che Morishige aveva un'aria scettica. -Non ho proprio una buona sensazione sul costruttore della villetta e della recinzione...-
-Sul costruttore?- ripetè Morishige. -Intendi su quello che le ha progettate o su chi le ha commissionate e abitava nella villa?-
-Lo so che costruttore e proprietario non devono essere la stessa persona...- sbuffò lei. -Ma chi ha disegnato questo posto era antenato di chi ci ha abitato quando i lavori sono finiti!-
-Anche questa è una tua sensazione?- Domandò perplesso Morishige.
-No, queste sono cose che mi ha detto Ayumi... ha detto anche che tentare di ingabbiare un bosco come se fosse un giardino non porta a nulla di buono.- spiegò la bambina delusa dal fatto che l'amico non le desse retta. Morishige avvertì un leggero colpa.
-Scusate, ma non rischiamo di essere mangiati da qualche bestia feroce?- obbiettò un compagno di Mitsuki.
-Tranquillo Kurosaki...- aveva risposto il maestro. -Non ci sono animali pericolosi, né all'interno della proprietà, né fuori.- aveva cercato di rassicurarlo, ma Kurosaki continuava a sembrare in allerta.
-Bene, ora faremo il sorteggio per dividervi in gruppi!- aveva annunciato la maestra mentre un brusio scontento si diffondeva.
-Sorteggio?- “Di male in peggio...” riflettè infastidito.
-Il primo gruppo verrà formato da... Yamamoto Mitsuki, Shinozaki Sachiko...-
-Eh? Ma io neanche la conosco!- esclamò allarmata la bambina.
-Forse se gli diciamo che hai sei anni e vuoi rimanere con tua cugina accetteranno di metterti con lei.- le spiegò Morishige.
-Sventura...- commentò Sachiko ignorandolo.
-Kizami Yuuya...- il maestro continuò.
-E... Morishige Sakutaro...- Morishige era deluso anche se sapeva che le probabilità di finire proprio con Mayu fossero basse. “Ma lo erano anche quelle di finire con tre persone che già conosco...”
-Deluso?- domandò Mayu.
-Sì... tu?-
-Un po'...- l'unico di quelli a che erano stati chiamati ad essere indifferente era Kizami, Mitsuki lo guardava con denti stretti mentre insieme a lui raggiungeva Morishige e Sachiko. Anche Fukuroi e Kurosaki sembrava abbastanza delusi.
-Nell'altro gruppo ci sono Suzumoto Mayu, Kishinuma Yoshiki, Fukuroi Masato e Ayumi Shinozaki...-
-Beh, allora ci vediamo dopo...- lo salutò Mayu.
-Si, a dopo...- sospirò Morishige cercando di non risultare troppo preoccupato. “Forse sto prendendo troppo sul serio questa faccenda dell'esserle utile, non è che se non la tengo d'occhio io sparisce o qualcosa del genere... mi sto facendo prendere troppo la mano!”


Angolo dell'autrice:
Mi scuso per eventuali errori, spero che non abbiate trovato noioso il capitolo e che vi possa essere piaciuto.
Vi auguro in anticipo buona festa dei morti e buon Halloween!
 

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