Strani libri e giochetti da bambini. di Anown (/viewuser.php?uid=625123)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la ragazza infernale e il bambino annoiato. ***
Capitolo 2: *** la bambina smarrita. ***
Capitolo 3: *** Piccola e astuta ***
Capitolo 4: *** Troppo rumore per nulla ***
Capitolo 5: *** Idee stupide e Oscure Signore a cui raccomandarsi ***
Capitolo 6: *** Gestione dei problemi. ***
Capitolo 7: *** Famigerata gita ***
Capitolo 1 *** la ragazza infernale e il bambino annoiato. ***
Una ragazza infernale e un bambino annoiato.
Una bambina con due codini bassi e ondulati si aggirava per il parco
infastidita, strisciando con i piedi.
“Codarde… mai che mi diano una mano!”
pensò a denti stretti. Ma guardandosi intorno ebbe il
piacere di puntare una possibile preda… emh…
possibile alleato. C’era un bambino occhialuto tutto solo,
accovacciato in un angolo che scarabocchiava sul terreno umido con un
bastoncino. Decise di avvicinarsi. L’obbiettivo era vestito
piuttosto pesante per il mese d’ottobre… la giacca
che portava era su per giù di una taglia più
grande e portava una sciarpa marroncina…
-Ciao! - esclamò la bambina fissandolo. Il bambino
alzò un attimo la testa nella sua direzione, anche se la
parte inferiore del viso era coperta dalla sciarpa a giudicare dalle
sopracciglia aggrottate non sembrava contento del contatto.
Tornò a ignorarla, ma la bambina non si arrese e si
accovacciò davanti a lui cercando di fissarlo dritto negli
occhi. -Ciaaao… - ripetè lentamente.
-...Ciao.- rispose rassegnato dopo un po’.
-Chi sei? -
-...Io. - rispose dopo averci riflettuto.
-Intendevo, come ti chiami? -
-Perchè dovrei dirlo a una sconosciuta? -
-E’ agli sconosciuti adulti che non si deve parlare, ma al
parco si va per giocare e fare amicizia con gli altri bambini. -
ribattè risoluta, il bambino sospirò…
-...Sakutaro Morishige. - rispose alla fine.
-Piacere! Mitsuki Yamamoto! - la bambina sorrise vittoriosa.
-Sakutaro… - il bambino sospirò annoiato e
tornò a giocare col legnetto. -Mi piace! È un bel
nome! - concluse annuendo. Il bambino si sorprese… era
l’ultimo commento che si aspettava a proposito di un nome
insolito… ma finito quel momento si girò e diede
le spalle alla bambina. -Vuoi diventare il mio commilitone? - gli
propose.
-...Il nonno mi ha detto di non entrare nell’esercito,
spiacente! - ribattè secco.
-Eh? Non intendevo sul serio… e non credevo neppure che
sapessi cosa fosse un commilitone… -
-Oh… capisco… quindi contavi di reclutarmi
sperando che non capissi i tuoi veri intenti… il nonno mi
aveva detto che l’esercito era subdolo, ma non fino a questo
punto. Non sapevo che fossero tanto disperati da cercare
bambini… -
-Non volevo reclutarti per nessun esercito! Era per dire! Volevo solo
chiederti di aiutarmi a recuperare un’altalena…
dei bambini si sono convinti che gli appartenga e nessuna delle mie
amiche ha voluto darmi una mano a riconquistarla! - spiegò
determinata.
-...Ah ...questo cambia tutto. -
-Quindi vuoi unirti a me in questa operazione di riconquista? -
domandò fiduciosa.
-...No. Non ho alcuna intenzione di azzuffarmi per una stupida
altalena. E poi… perché ti atteggi a
conquistatore? - disse il bambino con perplessità genuina,
ma anche un pizzico di cattiveria.
-...Tanto con quei vestiti così lunghi e pesanti saresti
stato lento, avresti inciampato e mi saresti stato sicuramente
d’intralcio! - sbuffò energicamente la piccola.
-La volpe non riuscendo a raggiungere l’uva disse che tanto
era sicuramente aspra… - sentenziò il bambino
senza nemmeno guardarla.
-…Eh?! -
-Niente… è una favola di Esopo, non mi aspettavo
la conoscessi comunque. -
-...Hai un’aria intelligente, eh? - disse leggermente
sarcastica e si sedette vicino al bambino. Dopo un po’
d’attesa Morishige cominciò a temere che Mitsuki
non avesse intenzione di spostarsi… -Perchè hai
dei vestiti così pesanti? - gli domandò
tirandogli leggermente la manica.
-Perchè non voglio ammalarmi. - calcando con troppa forza,
il bastoncino che il bambino teneva si ruppe…
-E allora perché sei seduto sulla terra fredda? - il bambino
rimase in silenzio senza fare una piega… -Quanti anni hai? -
-otto. -
-E quando li hai fatti? -
-A febbraio… - non gli piacevano tutte quelle domande, ma
pensava che prima o poi si sarebbe stancata… o comunque ci
sperava…
-Ah… sono più grande io! Di due mesi…
ma le bambine crescono più in fretta quindi è
come se avessi due anni più di te! - concluse allegra.
-...Te lo sei inventata. - affermò il bambino.
-E invece no! Guarda, sono anche più alta di te! -
-Non è vero… - disse scontroso, si
alzò e si misero a confronto, ma… -Ok,
forse solo un po’... Non avevi un’altalena da
riconquistare? - le ricordò speranzoso.
-...Non mi va di lasciarti da solo. - disse seria, poi gli diede delle
rapide pacche sulla testa lasciandolo un po’ disorientato.
-Del resto sono più grande di te, no? - mise le mani sui
fianchi nel tentativo di assumere una posa più
impressionante.
-...Ma sei seria? Stavo molto meglio prima che arrivassi tu a
disturbarmi. - disse sgarbatamente… “Forse dovrei
imparare ad essere meno diretto?” si domandò, ma
contro ogni pronostico la bambina si limitò a sospirare, poi
gli sorrise.
-Suppongo di non starti simpatica… - si guardò
intorno e localizzò un altro possibile obbiettivo,
cominciò a fare segnali con la mano cercando di richiamare
la sua attenzione. Morishige la osservava incuriosito.
La bambina puntata da Mitsuki si indicò timidamente con la
mano e quando Mitsuki annuì si avvicinò.
Anche questa bambina aveva i capelli raccolti in due piccoli codini, ma
erano alti e tenuti da due fermagli dalla forma sferica. La bambina
osservò i suoi due curiosi interlocutori, poi li
salutò incerta.
-Come ti chiami? - domandò cordiale Mitsuki.
-...Mayu Suzumoto. - rispose. La bambina si sentì un
po’ a disagio... il bambino sembrava fissarla molto
incuriosito. “Credo di aver già visto la sua
divisa da qualche parte...” pensò lui.
“Inoltre...” Mitsuki prese a guardarlo
storto… il bambino sospirò e si decise a fare la
domanda.
-...Quanti anni hai? -
-Otto… -
-Fatti a…? - domandò un po’ insistente,
la bambina non capiva cosa volessero da lei, ma rispose.
-Li ho fatti a dicembre... -
-Ah… avevi mentito! Le bambine non crescono più
in fretta! - rise il bambino puntando il dito contro Mitsuki. -O
comunque ti eri sbagliata… - annuì soddisfatto.
La nuova arrivata era più bassa di loro e appariva piuttosto
infantile, Morishige ci aveva messo un po’ a stabilirne
un’età indicativa. Mitsuki sbuffò.
-Scusate, ma voi chi siete? - domandò titubante la bambina.
-Io sono Mitsuki Yamamoto, lui è Sakutaro Morishige. Ti
andrebbe di farmi da commilitone? -
-…Ehm, cos’è un commilitone? -
domandò imbarazzata la bambina.
-Non ti fidare. Lei è una persona malvagia che vuole
qualcuno che le dia una mano ad azzuffarsi per recuperare
un’altalena. - la avvertì infastidito Morishige.
-Eh?! Non voglio, mi dispiace! - declinò allarmata la
bambina. Mitsuki guardò minacciosa Morishige che resse il
suo sguardo senza problemi.
-Ok… vuol dire che andrò da sola… -
-Ad azzuffarti? Non potrebbe essere pericoloso? - domandò un
po’ preoccupata Mayu.
-Ma no, tornerò sana e salva! - rispose spavalda, Morishige
si lasciò scappare una risatina a causa di questo suo
atteggiamento… -Comunque, lui voleva chiederti se potevate
giocare un po’ insieme è solo che è
molto timido… - dichiarò sorridendo malignamente.
-C-cos…? Dannata, impicciona, disturbatrice di quiete
pubblica...- sibilò irritato.
-Umh… va bene… - la bambina scrollò le
spalle e si sedette accanto al bambino poco solare mentre Mitsuki si
incamminava, di nuovo solitaria, verso la sua missione. “Beh,
sono più tranquilla non avendolo lasciato da solo. Ho fatto
la mia buona azione quotidiana...” ghigno la bimbetta.
-Allora, cosa vuoi fare? - domandò Mayu.
-...In realtà… non voglio giocare, puoi anche
andartene… - rispose. La bambina sembrò
intristirsi un po’. -Non hai fatto nulla di male…
è solo che non ne ho voglia… -
-E’ capitato qualcosa di brutto pure a te? -
domandò incuriosita.
-No… perché? A te sì? - la bambina
annuì.
-Un mio compagno di classe ha improvvisamente cominciato a nascondermi
le cose… così, senza alcun motivo! -
spiegò agitata. -Non so perché, ma sembra che
abbia cominciato ad odiarmi e sono un po’
preoccupata… -
-...Ah ...capisco. - in realtà non aveva la minima idea di
cosa risponderle, si sentiva un po’ a disagio, parlare con
due bambine in un solo pomeriggio non era proprio nei suoi
programmi… ed era stancante, non capiva perché
per gli altri esseri umani, le chiacchiere, apparissero come qualcosa
di naturale e spontaneo...
-Mi ha nascosto pure le scarpe da tennis e non ho potuto fare
ginnastica… -
-A me avrebbe fatto piacere… - si lasciò sfuggire
lasciando perplessa la compagna. -Non sopporto la ginnastica quindi
usare una scusa del genere mi avrebbe fatto comodo. - spiegò.
-La odio anch’io. - sorrise la bambina. -Non sono per niente
brava! -
-Già, alla fine è solo una scusa per misurarci e
far prendere in giro i bambini meno atletici è
più fragili! - disse indignato e fu un po’ deluso
dalla reazione insicura della bambina.
-Umh… in realtà non mi ha mai insultata
nessuno… inoltre, credo che uno scopo dovrà pur
esserci… -
-Sei troppo fiduciosa. - sentenziò -Non è che
solo perché un adulto dice una cosa, vuol dire che sia
giusta per forza. - Mayu prima lo osservò incuriosita, poi
le sue labbra presero una piega strana… sembrava un
po’ nervosa.
-Già… credo che anche gli adulti possano
sbagliare… - i due rimasero in silenzio per un po’.
-Ho detto qualcosa di offensivo? - domandò dubbioso.
-…No, pensavo solo a una cosa… -
mormorò.
-Ah… va bene… - e scese di nuovo il silenzio,
Mayu si sarebbe aspettata un’altra domanda, ma il bambino non
sembrava molto interessato.
-Se non ti andava di giocare perché sei venuto qua? -
-Mi ha costretto mia madre...- sbuffò.
-...Non ti piace tua madre?- domandò la bambina un
po’ inquieta.
-Beh… né lei, né mio papà
passano molto tempo con me… non li conosco bene e non ho
molto da apprezzare… - spiegò senza molto
entusiasmo. Dicendo qualcosa del genere a un adulto, avrebbe subito una
bella ramanzina, ma non era qualcosa che pensava con cattiveria, erano
semplicemente i suoi sentimenti e non aveva avuto motivo di cambiarli
fino a quel momento.
-Capisco… - annuì la bambina sentendosi un
po’ a disagio. -Anche mio padre non passa molto tempo con me
o con la mamma e a lei non piace molto… quando litigano lo
fanno per questo… -
-Forse potrebbero separarsi… - commentò
distrattamente Morishige. Mayu ebbe un sussultò e si fece
improvvisamente pallida. “Perchè l’ho
detto?!”-Lascia perdere, ho detto una cosa stupida! Nemmeno i
miei passano molto tempo insieme eppure non sembra affatto che debbano
separarsi e… litigano spesso… - mentì,
se litigavano non ne era a conoscenza… in ogni caso non
sembrava essere riuscito a tirarle su il morale che lui stesso aveva
fatto precipitare.
-O forse si separeranno anche i tuoi… e finiremo abbandonati
sotto un ponte perché uno solo dei nostri genitori non
sarebbe capace di mantenerci, o magari finiremo per essere spediti
avanti fra casa di mamma e casa di papà come dei
p… dei p-pacchi postali!- riflettè angosciata a
voce a alta. -Non voglio, non voglio, non voglio! - ripetè
più volte.
-Non accadrà invece…
perché… emh… - non aveva la
più pallida idea di cosa dirle e forse era un bene che fosse
troppo distratta dai propri pensieri per ascoltarlo, mostrandosi
così insicuro l’avrebbe solo ulteriormente
agitata… le passò una delle estremità
del bastoncino che aveva rotto. -Vuoi pasticciare qualcosa sul terreno?
- le propose, lei sorrise debolmente, forse intuendo il tentativo di
farla distrarre.
-Ok… cosa disegniamo? - domandò curiosa.
-In realtà… niente… sollevo il
terreno… faccio delle linee e dei cerchi... e
basta… così per passare tempo. - Mayu non
sembrava entusiasta della prospettiva. -Ma tu puoi disegnare qualcosa
se vuoi… - sospirò. Mayu si stancò
presto di smuovere la terra col bastoncino, disegnare in quel modo non
era divertente, sembrava più che altro una scusa del suo
nuovo amico per poter passare del tempo senza parlare, così
cominciò a stuzzicarlo col legnetto. Dopo un po’
il bambino si arrese e si girò irritato.
-Che c’è? -
-...Umh… ho avuto un idea più divertente. -
sorrise Mayu. -Inseguiamo i piccioni! - disse indicando un gruppo di
poveri uccelli intenti a beccare un pezzo di pane lasciato da
chissà chi…
-...No. -
-Beh… ma sarebbe più divertente, no? -
tentò la bambina.
-Se vuoi puoi farlo, io non ti fermo… -
-Ma noi dovevamo giocare insieme… -
“Perchè quella Mitsuki mi ha messo in questa
situazione?”
-Oppure… - sussurrò la bambina, poi
sembrò ricordare qualcosa… -Credo di dover
andare… in teoria dovevo passare dalla cartoleria per
prendere delle cose… - Morishige sospirò
“Devo averla annoiata davvero molto...” concluse
pensando che si doveva trattare di una scusa.
-Ok, va pure… -
-Sicuro? - lui annuì. -Ok, allora vado…
Ciao… - titubante gli fece cenno con la mano e si
allontanò. Morishige non era particolarmente dispiaciuto,
ansi era piuttosto sollevato per certi versi di non dover
più intrattenere la bambina… ma il tempo di
sessanta, centoventi minuti sentì il rumore di piccoli passi
che andavano velocemente nella sua direzione.
-Scusa se ti ho lasciato da solo! -
-Emh… fa niente… - rispose sorpreso di vederla
spuntare. -Ma non dovevi andare in cartoleria? -
-Posso farlo anche domani e poi mi sentivo un po’ in colpa a
lasciarti così… -
-Ah… capisco… - disse confuso.
-C’è qualcosa che non va? -
-No… ma perché ti sentivi in colpa? Non
capisco… -
-Beh, siamo amici… credo… -
-Amici? Eh, questa è probabilmente la prima e ultima volta
che ci vediamo, non è che siamo compagni di scuola o
qualcosa di simile… -
-Se non vuoi più incontrarmi potevi anche dirmelo. -
-No, non intendevo questo… - sospirò. E
finì per passare altro tempo a chiacchierare con quella
bambina, o meglio, a sentirla parlare… era un po’
una fortuna, non avrebbe avuto la minima idea di cosa dirle.
Subì anche qualche tentativo di Mayu di coinvolgerlo in
qualche gioco, ma più o meno riuscì sempre a
scoraggiarla. Poi la bambina dovette andarsene sul serio…
Ma si ripresentò poco dopo piagnucolando…
“Cosa le è successo?!” si chiese
allarmato.
Mitsuki notò soddisfatta che a sorvegliare
l’altalena era rimasto solo un bambino“Perfetto,
alla fine non mi servirà nemmeno aiuto, li ho praticamente
sconfitti per sfinimento, sono tutti andati a casa! O comunque quasi
tutti...” il bambino rimasto era il più
rognoso… un certo Yuuya… si avvicinò
di soppiatto, poi notò un altro bambino che andava verso
Yuuya con un succo di frutta. Mitsuki non poteva credere ai suoi
occhi...
-Tradimento! - protestò la bambina infuriata andando verso
di loro, il nuovo arrivato si girò verso di lei e le sorrise
ingenuamente.
-Ciao, Mitsuki! Questo è Yuuya Kizami il mio vicino di casa,
è un bambino di poche parole, ma… -
-Si, si! Già lo conosco questo fetente! - lo interruppe lei.
-Kurosaki… non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da
te… -
-Ah… quindi sei tu la bambina con cui ha iniziato la sfida
mortale per l’altalena… - il bambino
deglutì.
-Che succede? - domandò un altro bambino, un quattrocchi dai
capelli chiari.
-Ah… lui si chiama Masato Fukuroi… da domani
darà un nostro compagno di classe. - spiegò
Kurosaki ansioso di cambiare discorso.
-Ah, quindi sei tu quella con cui sono cominciate le
ostilità dell’altalena. - disse il bambino
incrociando le braccia. -Dovete finirla, le altalene sono due, non vedo
perché dovete comportarvi in questo modo. -
-Non è l’altalena in sé il problema. -
disse brusco Kizami. -E’ una questione di principio, non mi
piace il suo comportamento quindi non andrà
sull’altalena. -
-E’ lui che ha cominciato tutto! Se volete rendervi utili
dovete allearvi con me! - Kurosaki e Fukuroi si lanciarono una rapida
occhiata perplessa, ma prima che potessero stabilire il da farsi
Mitsuki tirò fuori delle corde… -Allora sarete
miei prigionieri. -
-Cosa?! - protestò Fukuroi e guardò stupito
Kurosaki che invece sospirò e si lasciò legare
arrendevole.
-Prendilo come un gioco… la accontentiamo facendole da
ostaggi e aspettiamo che lei e Kizami la finiscano...- si
limitò a spiegare.
-Ma come sarebbe a dire?! Sono due squilibrati, non dovremmo
assecondarli! - poi si lasciò intimorire dallo sguardo
arcigno e poco raccomandabile della bambina, deglutì e sia
lui che Kurosaki si lasciarono condurre sotto uno scivolo.
-Come ci siamo finiti in questa situazione… e quelli
dovrebbero essere i miei nuovi compagni di classe?! -
cominciò a lamentarsi Fukuroi.
-Mi dispiace. - ridacchiò Kurosaki tranquillo. -Non sono
male come sembrano… di solito Kizami è un bambino
tranquillo e amichevole anche se a volte ha comportamenti strani ed
è meglio ubbidirgli… -
-Non dovresti andargli dietro! Peggiorerai solo le cose! -
protestò l’altro bambino.
-Tranquillo, siamo amici da tempo, so come gestirlo. - si
atteggiò Kurosaki rendendo il compagno solo più
nervoso. -Mentre Mitsuki è un tipo molto volenteroso e
affidabile. - Fukuroi sentiva il sospetto di essere preso in giro.
-Anche se non ha una buona fama… al parco e nella scuola
molti la chiamano la ragazza infernale… -
-Cominciamo bene! -
-Oh… c’è mia madre… hey!
Mitsuki! Dovrei andare! - le gridò Kurosaki. Lei si
voltò e sbuffò, ma alla fine fece un gesto di
consenso. Il ragazzo si slegò, saluto l’amico e
andò dal genitore.
-Ragazza inf… Mitsuki! Non è che potrei andare
anche io?! - la chiamò speranzoso dopo essersi fatto
coraggio.
-No! -
-Ma a che ti servo?! A Kizami non interesso come ostaggio! -
-Peggio per te che non ti sei messo dalla mia parte… - la
corda da salto con cui Fukuroi era legato non era stretta. Era
più rappresentativa, non capiva nemmeno com’era
possibile che si fosse fatto coinvolgere in quello stupido
gioco… cominciò a slegarsi sperando di
potersela svignare di nascosto, ma la bambina si girò verso
di lui immediatamente… “Cos’ha?! Gli
occhi dietro la testa?!” si chiese con orrore. Lei interruppe
lo scontro, andò verso di lui minacciosa e lo
legò più stretto…
-Ma stai scherzando?! - lei scosse la testa mortalmente seria.
-La guerra e guerra… - pronunciò solenne e
tornò da Kizami.
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Capitolo 2 *** la bambina smarrita. ***
La bambina smarrita.
-Quindi ti sei persa... come? - le domandò Morishige
cercando di decifrare le parole singhiozzate della bambina.
-Tornando da scuola stavo facendo la strada con delle mie amiche e
hanno deciso di tagliare per il parco e rimanere un po'. - gli
spiegò calmandosi. -I-io mi vergognavo a dire di non
conoscere la zona così le ho seguite cercando comunque di
orientarmi… c-credevo di esserci riuscita! Infatti sono
rimasta qui un po’ con loro, poi se ne sono andate e me ne
stavo andando anche io, ma sono stata chiamata da quella tua strana
amica... - Morishige sospirò, lo sapeva da quando gli era
comparsa davanti che quella piccola peste dai capelli arricciati
sarebbe stata una fonte di guai. -Poi non avevo molta fretta
così ho deciso di rimanere con te, ma ora mi sono accorta di
essermi completamente scordata di come tornare sulla strada per casa
mia! - singhiozzò inconsolabile. -O-ora c-come faccio?! -
-Non puoi telefonare ai tuoi? - Morishige si pentì subito,
se avesse auto un modo per farlo probabilmente ci avrebbe
già pensato… la bambina, infatti, scosse la testa
e tirò fuori dalla tasca un vecchio cellulare.
-Ho scordato di metterlo a caricare... s-sono proprio un impiastro... -
disse asciugandosi il naso. -E non conosco nemmeno il nome della via
che devo prendere... - divenne completamente rossa dalla vergogna...
-Non posso nemmeno chiedere indicazioni! Come ho potuto cacciarmi in
questo guaio? E' ridicolo! - Morishige sospirò di nuovo e
cominciò a riflettere… -S-scusa… se ti
ho coinvolto in questo pasticcio… - sussurrò a
fatica.
-Ma no... nemmeno io conosco molto a parte la via per tornare a casa e
di non caricare i cellulari capita a tutti, potrebbe succedere anche a
me qualcosa del genere... - le spiegò tranquillizzandola.
“Però io non prenderei mai una via sapendo di non
conoscerla solo per seguire altri bambini...”
-C’è un panificio qui vicino, magari possiamo
comprare qualcosa e chiedere se hanno un telefono da farci usare per
chiamare a casa tua. - propose. Per un attimo la bambina
sorrise… poi però tornò a singhiozzare.
-N-non ricordo nemmeno il numero... - ammise ancora più
imbarazzata.
-Ma magari hanno un carica batterie. - concluse e cercò di
far alzare la bambina per accompagnarla.
-M-ma sei sicuro che così non disturbiamo troppo?! -
singhiozzò intimidita. Morishige era un po’
perplesso, Mayu sembrava farsi un sacco di problemi inutili...
-L'alternativa è aspettare che i tuoi genitori si
preoccupino non vedendoti tornare e chiamino la polizia per
cercarti… - rispose molto calmo. La bambina
sbiancò e capì di non avere altra scelta se non
seguirlo.
Fu Morishige a dover spiegare la situazione, Mayu sembrava troppo
spaventata e imbarazzata per farlo, ma anziché seccare la
signorina alla cassa, la cosa sembrò intenerirla e renderla
più incline a collaborare… complice forse
l’aura infantile e indifesa di Mayu…
“Forse se cercassi di comportarmi anche io in questo modo
quando mi perdo, gli adulti sarebbero molto più apprensivi e
disposti ad aiutarmi quando glielo chiedo… forse
è l’essere troppo freddo a renderli
così curiosi e sospettosi nei miei
confronti…” sospirò il bambino. Mayu
sembrò ancora più a disagio quando si rese conto
di aver finito pure il credito e di dover dettare il numero per far
chiamare a sua madre dalla signorina. “O forse è
questa tizia ad essere particolarmente disponibile...”
Quando ebbero finito Mayu cercò… di stritolarlo?
“Ma che l’è preso?!”
-Grazie! - gridò a pieni polmoni abbracciando un Morishige
molto sorpreso. -Non so davvero cosa avrei fatto senza di te! -
-Che avrei dovuto fare... nessuno al mio posto ti avrebbe lasciata
sola, no? - disse ancora un po' disorientato dall'improvvisa allegria
della bambina.
-Ti ho dato fastidio? - domandò preoccupata.
-No. - rispose e le sorrise leggermente. -Non avevo di meglio da fare
comunque. -
-Allora… ti andrebbe di rimanere con me finché
mia madre non viene a prendermi? - gli domandò un
po’ nervosa. Il bambino accettò e dimenticandosi
della situazione di Mitsuki e delle altalene i due andarono proprio in
quella zona dove trovarono la bambina intenta in una lotta
all’ultimo sangue con un bambino dai capelli scuri
e… un po’ dietro Mitsuki, sotto uno scivolo,
c’era un bambino legato con una corda…
-Ma... ma che diamine...? - disse incredulo il bambino.
-Ed ora... che facciamo? -
-Niente... lasciamoli fare... -
-Sicuro che non dovremmo chiamare qualcuno? -
-Stanno solo giocando... non si faranno veramente del male... -
-Se lo dici tu... - la bambina si sedette sull'altalena, continuando a
guardare i due contendenti... dopo un po' cominciò a
spingersi. Poi guardò Morishige che rimaneva in piedi
osservandola. -Perchè non vieni anche tu? - il bambino si
avvicinò e si sedette nell’altalena accanto, ma
rimase fermo… -Non ti sai spingere da solo? -
domandò stupita. Il bambino scosse la testa infastidito.
-Ma… hai anche tu otto anni, no? -
-Già… ma non è obbligatori saper
andare sull’altalena, no? - la bambina sorrise entusiasta e
scese.
-Tranquillo ti spingo io! -
-No, non c'è bisogno… - ribattè
imbarazzato, ma la bambina gli diede due spinte poi si tornò
sulla sua altalena.
-Dei fare così con le gambe. - gli spiegò
muovendo le gambe avanti e indietro ordinatamente. -O se vuoi posso
spingerti ancora. - propose con un ampio sorriso.
-No, no... - Morishige cercò di imitarla, dopo un
po’ riuscì a prendere il ritmo giusto.
-...Sicuro che non dovremmo fermarli? - gli domandò
preoccupata osservando Mitsuki e Kizami che si tiravano con forza i
capelli.
-Si, tranquilla... si stancheranno... -
-...Ok. - Dopo un po' venne una ragazza più grande,
afferrò sia Mitsuki che Kizami per le orecchie e
cominciò a sgridarli.
-Meno male... - sospirò Mayu. La ragazza se ne
andò portando via Kizami. Mitsuki si diresse verso le
altalene soddisfatta.
-E alla fine ho vint... - poi si accorse dei due bambini sull'altalena.
-E... voi da dove siete spuntati...? -
-Fra i due litiganti il terzo gode... tu e quello eravate troppo
occupati per accorgervi che le altalene vi era state fregale da sotto
il naso...-spiegò Morishige.
-Ma se le altalene erano due perché vi siete scontrati in
quel modo? -
-L-lasciamo perdere che è meglio... - disse esausta Mitsuki.
-Come lasciamo perdere?! Qualcuno mi sleghi! - urlò agitato
il bambino sotto lo scivolo.
-Ah giusto! - ridacchiò Mitsuki -Mi stavo proprio scordando
di te! -
-Eh?! - il bambino era nervosissimo e sembrava volersene andare il
prima possibile, ma Mitsuki lo intrattenne con la scusa che si era
sporcato tutto di terra e cominciò a scrollarlo e sfregarlo
poco delicatamente… forse era un modo per scusarsi
“O forse vuole solo continuare a divertirsi alle sue
spalle… poveretto...” pensò Morishige.
-Ma quand'è l’ultima volta che hai pulito gli
occhiali? - ridacchiò temporeggiando la bambina e glieli
levò per dargli un occhiata.
-Ridameli! - Fukuroi si mise quasi a piagnucolare, Mitsuki ne fu
abbastanza infastidita.
-Beh... non... non pensavo di spaventarti così… -
rispose presa alla sprovvista. “Magari se lo racconta a sua
madre finirai nei guai...” pensò divertito
Morishige mentre Mayu lo osservava sforzandosi di capire cosa
stesse pensando e da cosa dipendesse il suo buon umore…
-Non sono spaventato! Sono solo nervoso ed esausto! -
protestò nuovamente.
-Va bene... a domani allora. - gli restituì gli occhiali e
un po’ per scusarsi un po’ per fare un esperimento
gli diede un bacio sulla guancia. -Ecco… - il bambino rimase
paralizzato per poi emettere uno strano stridio,
indietreggiò bruscamente finendo per inciampare…
poi cominciò a balbettare confuso.
-Scema... - commentò Morishige.
-Che?! - esclamò arrabbiata lei
-P-prenditi le tue responsabilità! - disse
Fukuroi… poi scappò…
-Ma che gli è preso? Non capisco... - si chiese nervosa
Mitsuki
-Credo che voglia denunciarti per averlo legato... - spiegò
Morishige -Non ho avvocati da presentarti, mi dispiace...
più o meno. -
-Forse intende che devi prenderti la responsabilità di
averlo baciato sposandolo… sai, un matrimonio riparatore...
- suggerì imbarazzata Mayu. Mitsuki rabbrividì e
si voltò verso Morishige.
-C-credo che abbia ragione tu, Sakutaro... -
-In realtà Mayu potrebbe esserci andata vicina, magari
è vittima della sindrome di Stoccolma e si è
innamorato di te… poveretto, che sfortuna. -
-Matrimonio riparatore... Sindrome di Stoccolma... ma che razza di
bambini siete?! -
-Non ero io a girovagare per il parco alla ricerca di un commilitone...
- gli fece subdolamente notare il bambino...
-Touchè… emh...- poi Mitsuki cominciò
senza un motivo apparente a guardare Morishige… -Per caso...
tua madre sembra la tua versione adulta femminile? Intendo... vi
somigliate? - domandò lei.
-...M-ma cosa? - cominciò a balbettare il bambino, poi si
sentì picchiettare sulla spalla e si girò.
-Ah… ciao, mamma… - disse imbarazzato e senza
troppo entusiasmo, poi si sentì ancora più a
disagio notando la curiosità con cui la donna osservava le
due bambine.
-Emh... voi siete sue amiche? - domandò lei, Morishige si
allontanò velocemente.
-Io sto andando, ciao... - disse ad alta voce sperando che la madre lo
seguisse e evitasse di fare domande alle due bimbette.
-Mi sembra che sia andata bene... no? - disse la donna
raggiungendolo, lui si limitò a guardare verso il basso.
-Si... - mormorò incerto. La donna provò ad
avvicinarlo con la mano… poi ci
rinunciò…
Camminando per i corridoi della scuola, Mitsuki si ritrovò
davanti un viso tutto arrossato…
-C-ciao... - era il bambino che aveva legato il giorno prima.
-Ciao... -
-S-senti... dimentica ciò che ti ho detto ieri! Per
favore… - disse fra un balbettio e l’altro.
-Dimenticare cosa? - rispose con una smorfia -Tranquillo...
è come se non mi avessi detto nulla… -
precisò sospirando avendo notato l’espressione
perplessa dell’altro. Fukuroi sembrò un
po’ più a suo agio.
-Sono quasi le otto, dovreste entrare in aula... - disse l'insegnate
con tono severo sporgendosi dalla porta della classe. -Ah... vedo che
hai già conosciuto la capoclasse. - “Capo classe?
Quando...” si chiese il bambino, poi guardò la
bambina davanti a sé e rimase scioccato…
-C-cosa c'è…? - Mitsuki sbuffò e
entrò. Fukuroi la seguì ancora un po’
stordito.
Fukuroi passò gran parte della ricreazione a guardare
Mitsuki con sospetto. “Capo classe… capo
classe… Quella? Com’è
possibile?!” a quanto pare non c’erano errori,
anche in aula tutti le avevano affibbiato quel ruolo.
-La stai guardando da troppo tempo... - gli disse un po' infastidito
Kurosaki durante la ricreazione, Fukuroi si era posizionato nel banco
di fronte al suo. -Ok... è carina… ma non mi
sembra proprio il caso, non è che potresti concentrarti su
qualcun’altra, per favore? -
-Carina? - ripetè dubbioso, poi scosse la tessa infastidito.
-Non è questo il problema! Insomma… lei sarebbe
la capoclasse? Mitsuki detta il mastino infernale?! -
esclamò incredulo.
-E' ragazza infernale. - gli disse una voce femminile alle spalle.
Nonostante sembrasse piuttosto calma nel correggerlo, al ragazzo si
rizzarono i capelli in testa. -Sul serio, dove sta il problema? -
domandò proprio Mitsuki tenendo le braccia conserte.
-N-non c'è nessun problema… ma… non ti
ci vedevo… Non sembri un tipo molto paziente. - le rispose
facendosi coraggio.
-Solo perché so come farmi rispettare? -
-Ah, mastino... in effetti quei codini sembrano le orecchie di un
cocker... - ridacchiò, a voce troppo alta, qualcuno alle sue
spalle, lei si girò minacciosa.
-Da quando mastino e cocker sono la stessa cosa? - domandò
gelida, il bambino si zittì… -Dicevo, solo
perché so farmi rispettare, posso avere modi di fare poco
ortodossi e non ho l’aria da secchiona devota alle regole
come te non vuol dire che non sia adatta a questo compito. Anzi, se non
mettessi paura non potrei tenere le cose sotto controllo. -
-...Suppongo sia così. - rispose il ragazzo evitando il suo
sguardo.
-Quindi, per qualunque perplessità, rivolgiti pure alla tua
amichevole capoclasse. - sorrise minacciosamente e uscì
fuori.
-L'avevi scambiata per una piccola teppista? - ridacchiò
Kurosaki dandogli una pacca sulla spalla. Fukuroi sembrava un
po’ frustrato. -Dai… capisco che non ti abbia
fatto una grande prima impressione, ma… ti assicura che sa
essere molto gentile. - Fukuroi gli rivolse un sorriso forzato, non
voleva non fidarsi del compagno, ma non era affatto fiducioso riguardo
alla sua opinione su Mitsuki…
Non riusciva a crederci, ma la madre era di nuovo riuscita a
costringerlo ad andare al parco...
Il bambino si sedette annoiato e sperò perlomeno di passare
un pomeriggio tranquillo… ma dopo un po’,
guardandosi intorno vide una bambina girare per il parco con
l’aria di una persona intenta a cercare qualcuno o
qualcosa… la squadrò incuriosito… era
di nuovo la bambina con i codini alti… “Non si
sarà persa di nuovo?”
Poi guardò sorpresa verso di lui e si avvicinò
cauta.
-Ciao... emh... e... - dopo aver salutato normalmente sembrò
andare nel panico… - Shig… Shi…
Shige…? - cominciò a balbettare a voce bassa. Il
bambino sorrise leggermente.
-Almeno hai azzeccato qualche sillaba... io non ne ricordo nessuna
né del tuo nome né del tuo cognome. - rispose con
molta sincerità. Mayu sembrò molto meno a
disagio…
-Meno male... - sospirò “Eh? Ma non
è una bella cosa!” si accorse improvvisamente.
-Comunque ho azzeccato… ti chiami Shig qualcosa, quindi? -
-Sakutaro Morishige... - E anche lei si dovette ripresentare alla fine.
-Comunque, stavi cercando qualcosa? - Lei sembrò allarmarsi.
-No, nulla! T-tranquillo... Stavo solo... cercando delle mie
amiche. -
-Vuoi che ti aiuti? - domandò cortesemente.
-Eh? Ma no, non c'è ne più bisogno… -
Morishige sembrava un po’ dubbioso…
-Non è che l’amica che cercavi sono io?
- riflettè ad alta voce indicandosi. La bambina si fece
paonazza.
-E... ecco... -
"Ma cos'ha... è un po’ strana...”
pensò sentendosi a disagio “Forse per alcuni
bambini è più imbarazzante parlare con altri di
genere diverso… eppure la scorsa volta mi era sembrata
normale...”
-…Quindi ci verresti? -
-...Eh? - "Deve aver detto qualcosa mentre non ascoltavo..."
-Dicevo, se uno di questi giorni ti andrebbe di studiare a casa mia...
- domandò timidamente. Morishige rimase un po’
turbato e ci mise del tempo per rispondere.
-Ehm... non so se mia madre me lo permetterebbe... - rispose
grattandosi la nuca. La bambina sembrò intristirsi un
po’.
-Capisco... tu prova a chiederglielo comunque... sai, mi piacerebbe
sdebitarmi per l'aiuto dell'altra volta. -
-E invitarmi a studiare da te ti aiuterebbe a farlo? -
domandò perplesso -Comunque… ok…
chiederò, poi ti farò sapere. - e si
voltò per andarsene. “Tanto non ho modo per
contattarla.” pensò “Non che mi abbia
fatto qualcosa o che mi stia antipatica, ma… no, proprio non
mi va...”
-Aspetta! - lo chiamò Mayu. -Dobbiamo scambiarci i numeri,
altrimenti non possiamo comunicare!-
-Ah... non ci avevo fatto caso... - mentì, si sentiva quasi
in colpa...
-Grazie, ciao! - disse felice la bambina dopo aver fatto tutto... era
proprio una strana bambina. "Ma tanto la mamma non vorrà che
ci vada..." pensò fiducioso.
Giorni dopo si presentò per studiare a casa di Mayu e le
cose erano anche peggiori del previsto… oltre a Mayu
c’erano un bambino e una bambina!
Appunti:
-In realtà perché avvenga un matrimonio
riparatore (da noi avveniva fino agli anni sessanta, non so se esistono
posti in cui accade ancora qualcosa di simile e non so neanche se erano
presenti usanze di questo tipo fuori dall’Europa, ma essendo
questa una fanfiction di un’italiana e non potendo essere
corretta al cento per cento sul contesto d’origine dei
personaggi chiedo di poter utilizzare comunque questi riferimenti
improbabili per diciamo… licenza creativa…? )
c’è bisogno che i due abbiano consumato
(indipendentemente dal fatto che si sia trattato di un rapporto
consensuale o meno) non basta un bacio, ma Mayu è una
bambina, non ha chiare parecchie cose infatti il fatto che, a grandi
linee, pensi di sapere cosa sia un matrimonio riparato dipende
probabilmente dall’aver sentito nominare di sfuggita il
concetto alla televisione, magari in un film storico.
-La vicenda di Mayu che si perde è vagamente ispirata a una
cosa che mi successe veramente quando ero piccola, ero molto nervosa ma
non mi comportai in modo così spaventato in
realtà e non ebbi bisogno di spinte per decidere il da farsi.
Se vi andasse di lasciarmi una recensione ne sarei felice, ritengo che
i pareri esterni siano utili e importanti. Ciao, ciaaao!
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Capitolo 3 *** Piccola e astuta ***
Piccola e astuta.
Non aveva previsto che la madre avrebbe accettato, ansi,
l’avrebbe praticamente costretto ad andare a casa da quella
bambina...
Aveva sempre pensato che quella donna non impazzisse per lui e non
vedesse l’ora di toglierselo dai piedi, a giudicare con
quanta foga cercava di spedirlo a scuola anche quando stava male, ma
non avrebbe mai pensato che avrebbe insistito in quel modo! Morishige
cominciava a pensare che l’avrebbe
“accidentalmente” abbandonato da Mayu mentre
evadeva dal paese. In quel modo sarebbe finalmente riuscita a non
vederlo più… “Non che mi importi di non
vedere più quella madre degenerata, ma non voglio essere
adottato da una bambina che conosco appena!” aveva pensato
deglutendo, mentre guardava la macchina della donna sparire dalla sua
vista… forse per sempre… “Non ti
libererai così facilmente di me… non ci sperare
troppo, brutta strega!” pensò deciso.
-Sono molto contenta che tu sia potuto venire! - disse Mayu
interrompendo i pensieri del bambino. -Ecco… va tutto bene?
- gli chiese preoccupata notando che sembrava abbastanza irrequieto.
-Si, è tutto a posto. - rispose secco il bambino. Mayu non
sembrò particolarmente soddisfatta dalla risposta. La
bambina aveva un aspetto diverso dal solito, invece di essere raccolti
nei due soliti codini, i suoi capelli erano sciolti, le arrivavano poco
sopra le spalle. Morishige ci si soffermò un po’,
Mayu diventò leggermente rossa in viso senza nessun motivo
apparente…
-B-bene, andiamo! - balbettò la bambina portandolo dentro
casa.
Da brava padroncina di casa, Mayu introdusse il suo ospite alle altre
persone presenti in quel momento. Sua madre e i due compagni di classe
della bambina che aveva intravisto dall’ingresso, si
chiamavano Ayumi Shinozaki e Yoshiki Kishinuma. Sembravano piuttosto
tesi, Morishige si chiese se a renderli così fosse stato
l’arrivo di un completo estraneo, anche se loro coetaneo, o
se fosse successo qualcosa prima del suo arrivo… La mamma
gli aveva detto che poteva stare tranquillo perché tanto i
bambini fra loro socializzano subito, era solo lui ad essere un
po’ timido quindi non aveva niente di cui
preoccuparsi… “Perchè mi ha
mentito?” si chiese nervoso. Cercò di non
soffermarsi troppo su Shinozaki e Kishinuma per non creare ulteriori
problemi. Nessuno di loro sembrava particolarmente interessato a
socializzare con lui… Da una parte la cosa non gli
dispiaceva… ma dall’altra non poteva fare a meno
di domandarsi se c’era qualcosa che non andava… In
realtà i due bambini non sembravano molto interessati a
parlare neanche fra loro quindi il problema, probabilmente non era lui.
Nemmeno Mayu, almeno inizialmente, chiacchierava molto con quei due, se
aveva qualche dubbio ne parlava con lui, anche quando non sembrava
veramente in difficoltà con i compiti. Era davvero una
chiacchierona, ma per qualche motivo sembrava più
concentrata su di lui che su gli altri. Dopo un po’, vedendo
che Kishinuma e Shinozaki se ne stavano per conto loro e sembravano
tutto meno che intenzionati a rivolgersi la parola, Mayu si intromise
sperando di alleggerire l’atmosfera.
-Cugina... Quand’è che torniamo a casa? Voglio
provare il Necronomicon... - L’attenzione di Morishige fu
immediatamente attirata da quel nome pronunciato da una vocina docile e
infantile. Si girò sorpreso cercando di identificare la
fonte di quelle parole. Si trattava di una bambina più
piccola di loro, dai capelli lunghi e neri che sembrava essersi
materializzata li dal nulla.
-Sachiko, non parlare di cose strane mentre sono occupata! - rispose
un’ irritata e imbarazzata Shinozaki tornando con lo sguardo
puntato sul libro di storia.
-Ah, quella bambina è la cuginetta di Ayumi, si chiama
Sachiko… scusa se non te l’ho presentata prima, ma
stava dormendo e mi è passato di mente. - si
affrettò a spiegare la piccola padrona di casa con un tono
molto cordiale.
-Non fa niente, tranquilla. - la rassicurò Morishige.
“Necronomicon...” ripetè in mente il
bambino, poi fece un mezzo sorriso. Mayu sembrò osservarlo
con parecchia curiosità.
-Cosa c’è di divertente? - gli domandò.
-N-nulla… - la bambina era un po’ delusa dalla
risposta.
-Ayumi, dai andiamo... Voglio dare un’occhiata al
Necronomicon... - continuò a dire cantilenando.
-Ne… neko-chè? - disse confuso Kishinuma.
-Necronomicon… da nekros… in greco significa
cadavere… - intervenne Morishige sperando che nessuno gli
chiedesse cosa significasse il resto dato che la sua conoscenza sul
significato del nome si fermava lì... si trattava qualcosa
del tipo “leggi dei morti”... o qualcosa di simile.
Gli altri lo guardarono stupiti, la bambina più piccola
sorrise.
-Ti intendi di queste cose? - domandò timidamente mostrando
un certo interesse.
Morishige si sentì un po’ teso… prima
annuì, poi scosse la testa.
-So che è un libro presente in dei racconti del terrore, in
particolare di un certo Lovecraft… era una sorta di
enciclopedia demoniaca contenenti incantesimi per evocare creature
mostruose spesso somiglianti a polpi. - Kishinuma e Mayu si scambiarono
un'occhiata inquieta, poi Kishinuma ridacchiò.
-Non sei un po’ troppo piccolo per gli hentai? - chiese il
bambino.
-Non c’entrano gli hentai!- ribattè Morishige,
rosso per la rabbia e l’imbarazzo. -L’autore era
americano ed era spaventato dalle creature marine! Per questo molti
mostri hanno l’aspetto di polpi o parti che ricordano pesci! -
-Calmati, calmati scherzavo. - ribbattè confuso Kishinuma.
Morishige si sentì molto strano, era accaldato e avrebbe
voluto scomparire…
-T-tranquillo, non è successo nulla. - si
affrettò a dire Mayu. Morishige evitò di
guardarla…
-Non fa parte di dei racconti! Esiste sul serio, si trova a casa mia! -
disse a voce alta Sachiko. Ayumi sbuffò.
-Non dovresti inventarti certe cose… Dai smettila! - disse
imbarazzata.
-Dicono che è fatto di pelle umana, ma io toccandolo non
sono riuscita a capire se vero… - disse la piccola
avvicinandosi a Morishige.
-Beh, non saprei, non ricordo nulla di simile… -
“Ha un sacco di fantasia…”
pensò quasi divertito Morishige.
Aveva finito i compiti in fretta e senza accorgersene aveva passato la
maggior parte del tempo rimasto a rispondere alle domande di Sachiko,
quella curiosa e vivace bimbetta, fino a quando non venne sua madre.
“Sembra che alla fine non abbia deciso di abbandonarmi
qui… meno male!” pensò sollevato, per
un attimo ci aveva creduto davvero... Quando Mayu
andò a salutarlo sentì una specie di fitta allo
stomaco… era come se si sentisse in colpa in qualche modo
per il fatto che la bambina fosse giù di umore.
“In fondo mi ha invitato lei qui… Forse voleva
passare del tempo con me e si sente triste perché ne ho
passata di più con Sachiko?” cominciò a
domandarsi. Si vergognò un po’ di essersi trovato
più in sintonia con una bimba di sei anni che con tre di
otto... “Devo essere sembrato piuttosto
infantile...”
-M-mi dispiace per aver passato più tempo con Sachiko che
con te… - disse confuso… in realtà non
sapeva nemmeno lui se doveva scusarsi…
-No, non è stato un problema! - precisò Mayu
sorridendo. -Sono contenta che tu e la cuginetta di Ayumi andiate
d’accordo. -
-Già… - “Forse però non
è proprio un buon segno...” penso
sospirando… ma vedere Mayu sorridere sembrava averlo
rassicurato almeno un po’. -Ah… Ho dimenticato di
dirtelo prima, ma stai meglio con i capelli sciolti. - disse senza
pensarci troppo, la bambina arrossì un po’.
“Perchè reagisce così? Fa sembrare che
io le abbia detto qualcosa di strano...” -Se tieni i capelli
legati troppo stretti potresti perderli in futuro e avere dei problemi
di mal di testa… - continuò, la bambina
sembrò un po' delusa.
-Grazie, sei gentile a preoccuparti della mia salute… -
-In realtà con stai meglio intendevo dire anche che sei
carina… - precisò e sentì la madre
alle sue spalle che sembrava trattenersi dal ridere
“Perchè? ...Sto dicendo davvero delle cose
così strane?”
Si mise in macchina e notò che la madre sembrava
inusualmente di buon umore… aveva cercato di parlare con lui
di come aveva passato il pomeriggio e diverse cose l’avevano
fatta ridere.
-A quanto pare hai fatto colpo su due signorine, congratulazioni! Visto
che ho fatto bene a mandarti? - la donna sorrise e fece un occhiolino.
“Ora si diverte anche alle spalle di un
bambino…” pensò imbronciato. Aveva
l’impressione di aver già visto sorridere quella
donna… ma non ne aveva ricordi particolarmente
nitidi… si sentiva abbastanza scombussolato dalla
cosa…
Quella sera Mayu parlò un po’ al telefono con
Ayumi.
-Scusa se mia cugina ti ha rubato quel bambino… - disse la
bambina.
-Cosa…? M-ma di cosa parli? - balbettò
l’altra imbarazzata, Ayumi rise.
-Anche se non capisco cosa ci trovi… -
-So che può non sembrare, ma in realtà
è un tipo veramente gentile… - sospirò
Mayu. -E-e poi hai capito male! Volevo solo conoscerlo meglio! -
precisò agitata. -Lo trovo curioso e voglio che diventiamo
amici… t-tutto qua! - Ayumi continuò a ridere.
-Ma certo! Sei andata tutti quei pomeriggi a cercarlo al parco sperando
che fosse là solo perché lo trovi gentile e vuoi
diventare sua amica! Non c’è proprio nessuna cotta
di mezzo, proprio no... -
-Ayumi! - esclamò imbarazzata.
-Beh, comunque deve essere per forza gentile per averti soccorsa quando
ti eri persa… - Mayu annuì istintivamente anche
se l’amica non poteva vederla. -Ma…
perché diamine non hai avvertito me che non conoscevi quella
strada?! - chiese Ayumi un po’ irritata.
-Mi vergognavo… -
-Però non ti sei vergognata a raccontarmi che ti eri
persa... e nemmeno del tuo primo amore! -
-Ripeto, hai solo frainteso la situazione… -
-E poi non capisco perché mi hai voluta
coinvolgere… sarei potuta andare da Satoshi
piuttosto… -
-Scusa… è che mi vergognavo un po’ a
rimanere da solo con lui… -
-Ok, ma perché coinvolgere anche Kishinuma? -
-Eh… pensavo che alla fine avresti detto di no,
così per sicurezza l’ho chiesto anche a
lui… - si giustificò…
-Capisco… -
Poco dopo ricevette una telefonata da Kishinuma…
-Praticamente ti sei fatta fregare il cavaliere da una moolto
più giovane di te… - Yoshiki rise, ma in effetti
era un po’ confuso… non sapeva se scherzarci o
essere dispiaciuto per lei.
“Questa conversazione non l’ho già
avuta?” pensò Mayu…
-Che poi più che cavaliere… sembra più
un mago malvagio! - riflettè ad alta voce. -Non mi
sorprenderei di vederlo incappucciato a svolgere riti
satanici… che ci trovi di preciso in un tipo così
strano? -
-Hai fraint… - poi sospirò
“Già, l’ho già avuta questa
conversazione!” -E tu che ci trovi invece in una a cui piace
un altro e per cui sei praticamente invisibile? - ribbattè.
-Ah… colpito e affondato! -
-Mi dispiace… -
-Tranquilla… anzi, grazie per aver cercato di avvicinarci
invitandoci a studiare a casa tua… e per farlo ti sei pure
fatta fregare Morishige… - alla fine ci rise su anche Mayu.
-Di niente… siamo amici, no? E poi mi sarei sentita sul
serio in imbarazzo a rimanerci da sola… mi dispiace solo che
non ti sia andata bene… -
-Beh, non è andata bene a nessuno dei due… -
-E già… -
-Comunque… in che senso in imbarazzo? Mi pare che al parco
siate rimasti da soli tutto il tempo, no? -
-Si, ma è stato un caso… se lo avessi invitato
per stare con me da solo avrebbe potuto pensare di piacermi! -
-Ma… non è così? - Mayu
avvampò… -Non capisco perché ci giri
così attorno… -
-...D-da che pulpito! -
-Sakutarooo! - Ritornando da scuola Morishige sentì una
vocetta chiamarlo. Girandosi scorse una bimbetta che gli correva
incontro.
-Sachiko? Ciao… - rispose sorpreso, la bambina riprese il
fiato dalla corsa.
-Cosa ci fai qua? Abiti nei paraggi? - gli domandò
incuriosita.
-Si... circa due isolati più avanti… - rispose
titubante.
-Che fortuna! Anche io abito qua vicino! - disse la bambina piuttosto
allegra. -Ti va di fare la strada insieme? -
-Umh… perché no? - era un po’ sorpreso
dal fatto che una bambina così piccola girasse da
sola… ma forse era lui a fare le cose con un certo ritardo
rispetto agli altri bambini…
La casa di Sachiko era più vicina della sua. La bambina
suonò al citofono e gli chiese di aspettare con lei,
Morishige acconsentì. La porta venne aperta da una giovane
donna dai capelli corti, lei e Sachiko si somigliavano molto.
-Ciao mamma, ecco, ti ho portato l’amico di cui ti avevo
parlato. - disse mostrandogli il compare. Morishige rimase interdetto e
anche la donna sembrava un po’ sorpresa. -Sono piuttosto
matura per la mia età quindi stringo amicizia più
facilmente con i bambini più grandi. - spiegò lei
orgogliosa.
-Ok… beh, entrate pure… -
-E…entrare? -
-Non… non vi eravate messi d’accordo che avresti
pranzato qui? -
“Sono... Sono stato fregato da una bambina?”
Morishige osservò Sachiko che gli rivolse un sorriso
innocente.
-Ma come? Te ne eri dimenticato?- disse la bambina fintamente sorpresa.
La madre le lanciò un’occhiata sospettosa, poi
sospirò.
-Già… mi sa che dovrò avvertire mia
madre. - si limitò a rispondere adattandosi alla situazione
ed entrò nella vecchia casa. Com’era prevedibile,
la madre di Morishige acconsentì facilmente.
“Sembra davvero felice di non dover cucinare per
me” pensò infastidito. Sachiko era andata in
camera sua e Morishige si sedette su una sedia della cucina ad
aspettarla.
-Scusala, è che… a modo suo è molto
timida… - cominciò a dire Yoshie…
quello era il nome della donna. -Magari era imbarazzata a chiedertelo e
ha preferito portarti qui direttamente. - sorrise la donna.
Finito di mangiare, la bambina lo trascinò nella sua stanza.
Morishige era deluso, sperava di non doversi trattenere oltre il
pranzo… Sachiko cominciò a cercare freneticamente
qualcosa. Morishige si guardò intorno, era una camera un
po’ strana, molto disordinata e disseminata di oggetti vari,
alcuni apparentemente vecchi e di cui non capiva l’utilizzo.
Molti erano in legno, alcuni sembravano fatti di cera.
C’erano diverse candele di lunghezze varie e una sorta di
acchiappa sogni appeso alla finestra. “Non… non
è un po’ troppo piccola per essere attirata da
queste cose?” si domandò…
-Cosa stai cercando? - domandò dopo un po’.
-Il Necronomicon, voglio mostrartelo! - disse spazientita, sembrava in
difficoltà.
-Vuoi che ti aiuti? -
-Eh? No… sei un ospite! -
-Ti piacciono molto questo genere di cose, eh? -
-Umh… in realtà prima non mi
piacevano… credo che mio padre sia morto a causa di un
incantesimo, ma non ricordo molto… - rivelò
tranquillamente. Morishige la ascoltava senza scomporsi anche se era un
po’ curioso di sapere perché quella bambina
credeva una cosa simile. -E’ stata mia cugina Ayumi a farmi
interessare, anche se ora fa la parte di quella che a queste cose non
ci crede… lo fa per sembrare più
grande… com’è immatura! -
sbuffò la bambina. A Morishige, quella cosa detta da una
bambina di sei anni fece un po’ ridere. -Ah! Diamine! Ma
dov’è sparito?! - si sfogò la bambina.
-Sono sicura che me l’abbia fregato Ayumi! E meno male che
queste cose non le interessavano più! In realtà
se lo vuole tenere tutto per lei... - la bambina si avvinò a
lui osservandolo fisso per un po’, notando la sua
perplessità gli sorrise. -Lo sai… hai addosso
l’inconfondibile alone della morte… - gli disse
finendo a pochi centimetri dal suo viso e gli poggiò una
mano sulla testa. -Ti è mai capitato di morire? - Morishige
si ritrovò ad essere un po’ intimorito. Quegli
occhi grigi... temeva di esserne risucchiato e ritrovarsi a vagare
chissà dove... poi si riprese. “E’ solo
una bambina e poi non esiste nessun alone di morte! Io sono vivo e
vegeto...”
-Ah… interessante. - rispose vago e si
allontanò un po’.
-Umh… ti ho messo paura? - domandò ingenuamente.
-No… -
-Non stavo provando a spaventarti, né ti auguravo nulla di
male. Ho solo fatto un commento… è che mi hai
dato questa strana impressione… -
-Magari ti sembro un po’ malaticcio… o
pallido… in effetti sono un po’ cagionevole di
salute, intendevi questo? -
-Già, dev’essere proprio così.
-annuì la bambina. -Ti va di venire con me da mia cugina?
Così troviamo il Necronomicon! -
-In realtà avrei dei compiti da fare… - Morishige
si sentì un po’ in colpa guardando
l’espressione delusa di quella bambina. -Se vuoi possiamo
farlo domani. - “Ma che mi prende?” si
domandò sospirando.
-Ok! - esclamò soddisfatta la bambina. -Magari porta anche
il libro di cui parlavi a casa dell’amica di mia cugina! -
suggerì Sachiko.
-Intendi quello di Lovecraft? - la piccola annuì entusiasta.
-Così mi leggi qualcosa! -
Angolo dell’autrice.
Salve! Mi spiace che la storia vada più a rilento di quanto
mi aspettassi, ma sono poco motivata al momento.
Non è esattamente un buon periodo in questo momento per me,
in teoria ho molte cose da fare, in pratica ho poca voglia e
oggettivamente poca energia… e, considerando il periodo, nei
prossimi giorni potrebbe anche andare peggio. La mia resistenza al
calore e alla luce solare non è tanto meglio di quella che
potrebbe avere un vampiro.
Inoltre per questa storia sto andando alla cieca. Non so se
può andare bene per altre persone oltre a me o se ci sono
problemi, posso regolarmi unicamente sulle visite dei capitoli. Spero
solo che vada bene e che questo capitolo sia stato di vostro gradimento.
Alla prossima!
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Capitolo 4 *** Troppo rumore per nulla ***
Troppo rumore per nulla.
Mayu si presentò a casa di Ayumi quel pomeriggio, ma
l’amica non l’accolse troppo entusiasta…
-Ah… C-ciao Mayu! -
-Qualcosa non va?- chiese preoccupata la bambina.
-G-giudica tu stessa… - la fece entrare in casa,
c’erano altri due bambini seduti vicini sul divano...
-Uffa... Queste storie di paura non fanno per niente paura. -
protestò debolmente una voce infantile.
-Ci vuole pazienza e maturità per apprezzarne veramente
l’atmosfera… - rispose un’altra voce.
Lovecraft non era certo uno scrittore per bambini, neanche lui sapeva i
significati di tutte quelle parole, semplicemente gli piaceva come
suonavano e l’effetto che facevano. La bambina
sbuffò e guardò storto Morishige, su cui
appoggiava pigramente la testa.
-Mayu?! - esclamò sorpreso il bambino.
-Ah... ciao amica di Ayumi... - la salutò timidamente la
bambina. Mayu sbattè più volte le palpebre e una
volta sicura che non ci fosse nulla che non andasse nella sua vista si
rivolse all’amica…
-M-ma che ci fanno qui?!- sussurrò agitata.
-Non chiederlo a me, per favore… - sospirò Ayumi.
-Bene cugina, ora vuoi finalmente ridarmi il Necronomicon? -
domandò la piccola. Ayumi arrossì.
-Non… non so di cosa tu stia parlando. Di quel libro non me
ne frega assolutamente nulla! -
-Non nasconderti! Lo so che mentre nessuno guarda, spegni le luci,
accendi le candele e cerchi di compiere riti magici! -
-Ayumi… tutto questo è vero? - domandò
Mayu mentre la compagna si faceva sempre più rossa in viso.
-Mi piace leggere le storie di paura… ma ti giuro che non
cerco di fare alcun incantesimo! - si giustificò lei.
-Ok… Ma guarda che non ci trovo nulla di male! - le sorrise
l’amica. -Anzi, se mai volessi leggere qualcosa in compagnia
posso rimanere con te… -
-D-davvero? - Mayu annuì.
-Non penso proprio che mi piacciano questo genere di cose…
ma forse… forse potrebbe anche essere divertente…
chissà! - Ayumi era quasi commossa.
-Grazie! È un grosso sollievo! - disse come se si fosse
tolta un peso dalla coscienza. -Beh… ho comprato un nuovo
libro, mi farebbe piacere leggerlo insieme! -
Mayu annuì e Ayumi, piuttosto felice la portò con
se nella sua stanza, poi si accorse di essere seguita. -Non ho detto
che potevate venire anche voi due...-
-Io non sono interessato… è lei che mi sta
trascinando… - ribbattè Morishige indicando
Sachiko che lo tirava.
-Non ti sembra un po’ strano farti comandare così
da una bambina più piccola? - osservò Ayumi.
-Dacci il Necronomicon così ce ne possiamo andare per la
nostra strada. -
-Sachiko… non penso che Ayumi possa avertelo preso. -
intervenne Mayu in difesa dell’amica.
-Ah… e va bene! - sospirò Ayumi, Sachiko era
felice… Mayu era confusa e sorpresa… Morishige si
chiedeva come fosse finito li!
Ayumi aveva deciso di… creare la giusta atmosfera? Si era
messa una mantella scura con cappuccio addosso e aveva disseminato
diverse candele accese per la stanza.
-Ma a che servono? É giorno… - osservò
Morishige, Mayu ne capiva meno di lui. -Conosci delle persone un
po’ strane… - disse rivolto alla bambina,
più che altro era un tentativo di fare
conversazione… sentiva il bisogno di rompere il
ghiaccio…
-Beh, mi pare che queste cose piacciano anche a te. -
ridacchiò lei indicandogli il libro che teneva in mano.
Morishige si sentì un po’ a disagio in un primo
momento.
-N-non… non fino a questo punto. - rispose.
-Speriamo che nulla prenda fuoco… sai con tutte queste
candele… -
-Già… - sospirò preoccupata la
compagna… Sachiko si buttò letteralmente in mezzo
ai due agitando verso Morishige uno strano libro.
-Ecco, ecco! Guarda qua! - glielo porse e si sistemò accanto
al bambino al posto di Mayu, osservandolo in attesa di qualche
reazione. Morishige ebbe una stranissima impressione toccando la
copertina, era strana al tatto, a tratti liscia, anche se presentava
diverse pieghe e appariva molto rinsecchita… il bambino si
ritrovò a deglutire “Calmo… non ti fare
suggestionare...” Lesse in mente qualche pagina del libro
pensando che si sarebbe tranquillizzato, ma invece si
ritrovò a constatare che quel libro presentava alcune
formule molto simili a quelle che ricordava di aver letto nei racconti
dello scrittore statunitense… “Beh…
è fatto molto bene… chiunque l'abbai fatto doveva
proprio essere un appassionato, eh?” pensò
improvvisandosi esperto nonostante non ne avesse realmente le
capacità data la giovane età...
-Dove l’hai trovato? - domandò inquieto.
-Era in soffitta. - rispose naturalmente, sporgendosi verso di lui.
-Sai, la mia è una famiglia di streghe… ci trovi
un mucchio di oggetti strani in soffitta… se vuoi, qualche
volta ci andiamo insieme! - propose speranzosa. Morishige sorrise
debolmente.
-Poi vediamo… -
La signora Shinozaki aprì alla porta e si ritrovò
davanti un bambino un po’ nervoso.
-Ah, Kishinuma… sei qui anche tu? -
“...Anche?”
-Ayumi si trova nella sua stanza con gli altri. - sorrise
amichevolmente la donna.
“Quali altri? Mayu?”
Aprì la porta… se non fosse stato per qualche
candela sparsa qua e la e per la luce proveniente dal corridoio, la
camera sarebbe stata praticamente buia, le finestre erano coperte da
tende scure e sedute in cerchio c’erano quattro piccole
figure, di cui una incappucciata… quest’ultima si
mosse e si girò verso di lui e…
-Kishinuma? -
-Sh-Shinozaki?! -
Mayu e Yoshiki fecero la strada insieme per tornare a casa, Yoshiki
sembrava un po' irrequieto…
-Beh… alla fine quella incappucciata era Ayumi, non
Morishige… anche se non c’era nessun rito satanico
di mezzo! - rise sollevata.
-Mi sa che i gusti strani li abbiamo entrambi… -
mormorò esausto il bambino.
-Già… Dovremmo darci una mano a vicenda. - disse
fiduciosa lei e gli tese la mano.
-Credo proprio di sì. - rise Yoshiki e battè il
cinque all’amica.
-Sei molto gentile ad accompagnarmi a casa, Sakutaro. - disse
vivacemente Sachiko.
-Beh, di niente… è una cosa naturale, no? -
rispose pacato. -Abitiamo vicini e sei più piccola di me. -
-Senti… hai passato molto tempo con quella…
Mayu… eh? -
-Già… - ammise arrossendo leggermente.
-Non… non c’è niente di
strano… - riflettè ad alta voce.
-No… ma penso che l’influenza che abbia su di te
sia strana… - gli disse indispettita, Morishige
notò che stingeva forte a se il Necronomicon…
-Strana influenza? - ripetè pensieroso.
-Beh… credo che catturi troppo la tua attenzione…
Inoltre ho una brutta impressione. - disse guardandolo con
serietà, troppa per una bimba di sei anni. -Potrebbe
accaderti qualcosa di brutto se continui a passare così
tanto tempo con lei… - improvvisamente sorrise lasciandolo
di sasso. -Non ti sto maledicendo o qualcosa del genere, si tratta solo
di quello che sento. - lo rassicurò a modo suo. - Io sono
arrivata, ciaaao! - la piccola, dopo avergli tenuto stretta la mano per
qualche secondo si allontanò con qualche saltello verso la
porta.
La mattina seguente Morishige ebbe tutto il tempo una sensazione
persistente e inquietante che gli impedì di concentrarsi
durante la lezione… non poteva fare a meno di ripensare a
Sachiko, temeva che avesse preso in antipatia Mayu e il modo in cui
stingeva quel libro… “Ridicolo… una
bambina non può certo evocare qualche mostro che attacchi
un’altra persona da una copia di un libro
maledetto… né volontariamente, né
involontariamente! Ma se fosse l’originale? Che vado a
pensare?! L’originale non esiste! È un libro
presente solo nei racconti di Lovecraft e altri scrittori, è
solo frutto della sua fantasia! E anche se esistesse… beh,
perché dovrebbe averlo Sachiko?!”
Uscendo da scuola passò davanti a un edificio che ospitava
un'altra scuola, sembrava quasi un segno del destino e la cosa non lo
tranquillizzava affatto… “Ecco perché
la divisa di Mayu era così familiare… non ci
avevo mai fatto caso...” gli scolari che uscivano portavano
una divisa molto simile a quella che ricordava di aver visto
portare a Mayu la prima volta che si erano incontrati, anzi…
più che essere simile era proprio la stessa…
Morishige inizialmente passò avanti, poi tornò
indietro e si posizionò a lato del cancello
dell’edificio per vedere se fra i bambini riusciva a scorgere
Mayu…
Erano troppi per riuscire a controllarli tutti, inoltre si sentiva
scrutato da migliaia di piccoli occhi… aveva una divisa
diversa dalla loro ed era certo che il suo comportamento lo facesse
apparire sospetto o comunque strano… come se tutti i bambini
che uscivano da scuola fossero più interessati a guardare
lui piuttosto che avere fretta di tornare a casa…
-M-Morishige…? - sussultò sentendo quella voce
alle sue spalle, si girò lentamente.
-Ki… - poi si arrese… anche se la situazione gli
creava imbarazzo era più forte di lui, non riusciva a
ricordare i nomi degli altri se non sapeva in anticipo che si sarebbe
trattato di persone che sarebbe stato costretto a vedere più
volte. Era come se i nomi altrui fossero ritenuti inconsciamente poco e
nulla importanti... l’unica cosa di cui era certo era che si
trattava dello stesso bambino che aveva incontrato a casa di Mayu e a
casa della cugina di Sachiko.
-Kishinuma… - lo corresse sospirando -Perchè sei
qui? - gli domandò un po’ curioso, Morishige non
sapeva che dire.
“Ho il brutto presentimento che a Mayu possa essere successo
qualcosa. Sai, la piccola Sachiko potrebbe averle mandato
più o meno inconsciamente una maledizione!”
Morishige sospirò “Quante sono le
probabilità che chiami uno psicologo sentendomi dire
qualcosa di così assurdo?”
-...Dovevo parlare con Mayu di una cosa. -
-In realtà, Mayu oggi è assente… -
l’ascoltatore sembrò divenire di pietra finito di
pronunciare la frase. -Beh… sto andando a trovarla per
consegnarle i compiti… vuoi venire…? -
continuò preoccupandosi del fatto che il bambino fosse
rimasto immobile e atterrito per un po’ senza proferire
alcuna parola e senza alcuna ragione apparente… alla fine
Morishige annuì e cominciò a seguirlo.
Era il tratto di strada più disagiante che Yoshiki ricordava
di aver mai fatto. Non aveva idea di cosa dirgli e Morishige da parte
sua non sembrava intenzionato a conversare. Non c’era neanche
contatto visivo, non gli camminava a fianco… rimaneva dietro
di lui e lo seguiva. I passanti si voltavano un po’
incuriositi guardandoli.
-Eh… ma devi per forza camminarmi dietro come un ombra
inquietante? - gli domandò spazientito non potendone
più.
-Non ricordo la strada. - ribbattè l’altro.
-Non è che se cammini alla mia destra o alla mia sinistra
rischi di non vedermi più e perdermi… - Morishige
sospirò e avanzò.
-Comunque cammini troppo velocemente. - commentò il
quattrocchi. Poi cominciò a camminargli troppo vicino,
praticamente rischiava di schiacciarlo contro il muro.
-Ma che ti prende?! - esclamò Kishinuma esasperato.
-Questo marciapiedi è troppo stretto anche per due bambini!
E non mi piace come passano le macchine, non voglio essere investito! -
disse nervoso Morishige. -Non è che mi faresti camminare dal
lato interno? - domandò.
-Va bene… - i due si scambiarono di posto.
-Grazie… Comunque qualcuno deve parlare al comune di questo
terribile marciapiede… - sibilò infastidito.
Avendolo accanto Yoshiki notò che appariva sorprendentemente
nervoso e non faceva altro che torturarsi le mani e le unghie.
-Senti… è successo qualcosa di strano con Mayu? -
domandò cauto.
-E’ complicato. - rispose secco Morishige e Yoshiki non
provò più ad entrare in confidenza col bambino.
Arrivati a casa della compagna, Morishige si mise ad annusare
l’aria, incurante della strana impressione che stava dando a
Yoshiki.
“C’era un racconto che parlava di un mostro muffa
che succhiava l’energia e faceva ammalare la gente... ed
è proprio quello che ho letto a Sachiko...”
riflettè atterrito mentre, cercando di non apparire sospetto
e non riuscendoci minimamente, scrutava la casa alla ricerca di
qualcosa.
-Eh… Mayu si trova nell’altra stanza… -
disse Yoshiki. Morishige cominciò a rendersi conto di averlo
messo a disagio e dandosi una calmata lo seguì. La moribonda
a quanto pare non era affatto moribonda… e non dava neanche
l’impressione di essere malata… Morishige si
sentì già un po’ più
sollevato… e anche stupido per essersi agitato in quel modo.
-Certo che per una malata hai una bella cera. - scherzò
Yoshiki. -Stai bene? - chiese praticamente all’unisono con
Morishige. La cosa inquietò entrambi e fece un po’
ridere la bambina.
-Si sto bene, grazie per essere venuti. -
-Come mai eri assente? - domandarono di nuovo insieme e si scambiarono
un’occhiataccia come se sospettassero che l’altro
lo facesse apposta.
-Non mi sono svegliata… - rispose imbarazzata.
-...Eh? - di nuovo entrambi...
-Ma ce la finisci?! - si sfogò Yoshiki.
-Come se fosse colpa mia! - sbuffò l’altro. -Come
mai non ti sei svegliata? È successo qualcosa di strano?
È qualcosa di insolito per te? Ti senti particolarmente
stanca? - Continuò a domandare preoccupato.
Mayu scosse la testa.
-No, semplicemente mi hanno svegliata, sarei dovuta andare a scuola da
sola, ma… mi sono riaddormentata.. tutto qua… -
Morishige sospirò sollevato “Mi sa proprio di
essermi preoccupato per niente...” -Tu piuttosto…
cosa ci fai qui? - domandò Mayu. -N-non che mi dispiaccia! -
gesticolò. -Sei gentile a preoccuparti per me,
ma… non capisco perché tu sia qui e come facessi
a sapere che non ero a scuola… -
-L’ho trovato davanti alla nostra scuola che ti cercava. -
spiegò Yoshiki al posto suo. -Dice che doveva parlarti di
una cosa importante o… qualcosa del genere. -
-Ah, cosa dovevi dirmi? -
-Beh, magari se Kishinuma se ne andasse… - il bambino
sospirò e si allontanò.
-Allora? - ripetè curiosa.
-Eeee… - “peccato che in realtà fosse
solo una scusa ed io non abbia nulla da dirle...”
-L’ho dimenticato… - si giustificò.
Mayu non riusciva proprio a comprenderlo.
-O-okay, allora… - poi sospirò -Spero che questa
assenza non mi porti guai… -
-Perchè? Ne hai fatte molte? - domandò curioso.
-No, questa sarà la seconda… o la…
terza? - riflettè lei.
-Scusa, ma allora perché dovrebbe essere un problema? -
-Beh, potrei comunque aver perso qualche spiegazione importante,
saltato senza accorgermene qualche interrogazione… poi molti
potrebbero essere curiosi di sapere perché non sono venuta e
dovrò trovarmi una buona scusa. Dire che non c’ero
perché mi sono addormentata suonerebbe un po’
strano! - ridacchiò un po’ nervosa.
Notò che il suo ascoltatore sembrava piuttosto infastidito o
nervoso… non l’avrebbe saputo dire…
-Poi chissà, magari mi viene voglia di
addormentarmi anche domani e dopo domani e alla fine mi
presenterò poco prima della fine dell’anno e
nessuno si ricorderà chi sono! - scherzò Mayu.
-Io ho fatto tantissime assenze in passato, eppure avendo dei buoni
motivi nessuno mi ha detto niente, le cose le sapevo comunque e non ho
perso anni… se tu per esempio cominciassi a soffrire di
narcolessia credo che fare molte assenze andrebbe bene, sarebbe
considerato un buon motivo… credo... -
-...Narco… lessia…? - ripetè incerta.
-Mio padre dice che è una malattia per cui una persona non
può fare a meno di addormentarsi, anche se nel frattempo
cammina o guida… è pericoloso... -
spiegò.
-...Sai molte cose. -
-No, è che mio padre parla solo di queste cose quando
è a casa. - disse grattandosi la nuca. -Fa il
medico… - precisò osservando il volto confuso
della compagna.
-Ah, deve essere un bel lavoro! -
-Penso di sì… - rispose non troppo entusiasta.
-Comunque, non devi preoccuparti per una sola assenza, beh, alcuni
bambini e insegnanti fanno troppo i curiosi… - disse
particolarmente acido. -Appena non ci sei un giorno ti tempestano di
domande… ma… beh, è solo la tua
seconda o terza assenza, no? Non smetteranno di ricordare come sei
fatta per questo… se non hanno smesso di ricordare chi ero
io perché dovrebbero farlo con te? -
-Guarda che non ero veramente preoccupata… stavo solo
scherzando… -
-...Ah. - Il bambino si grattò nervosamente.
-Perchè ti è capitato di fare tante assenze? - Si
decise a chiedergli. Il suo tono risultava quasi apprensivo.
-Nulla di grave, è solo che stavo male di continuo. -
-Eh?! M-mi dispiace! -
-Non fa nulla. Tanto non mi ammalo più così
facilmente da quando ho compiuto gli otto anni. - precisò
sorridendo. -Eppure è andato tutto bene, la maggior parte
dei compagni mi ignorava… ma in realtà loro mi
interessavano poco e nulla... - spiegò mentre Mayu faceva
una strana smorfia un po’ intristita. -A parte… -
-A parte…? - domandò interessata. Lui
sospirò e le indicò infastidito la grande giacca
che nella fretta non si era tolto.
-Per paura che mi prenda un malanno mi costringono ad andare in giro
con dei vestiti troppo pesanti… mi verrà un
insolazione prima o poi… - sbuffò.
-Ah, capisco. - ridacchiò lei.
-Hey! Ma quanto ancora a lungo volete parlare?! - urlò
infastidito Yoshiki.
-Comunque, sono contento che tu stia bene. - disse Morishige -Ma
se… - per qualche ragione continuava a pensarci. -Se
accedesse qualcosa di strano non esitare a parlarmene! -disse Morishige
con un’espressione serissima.
-Beh… d’accordo… - Prima che potesse
andarsene dalla stanza, Morishige si sentì tirare per la
manica. -A-aspetta! - disse titubante la bambina. -Mi… mi
piacerebbe se tu venissi a farmi visita più spesso, anche
senza un motivo preciso!-
-Per me va bene… - rispose il bambino poco sicuro.
-Ma… perché? - si sentì un
po’ stupido a farle quella domanda.
-Beh… siamo amici, no? Mi piaci e vorrei vederti
più spesso. - le sue labbra si piegarono dolcemente in un
sorriso. Morishige non sapeva bene cosa provare, sembrava disorientato.
-...D’accordo. - ripetè teso.
Angolo dell'autrice.
Mi piacerebbe tanto sapere se questi capitoli come lunghezza vanno bene
o se deve accorciarli... non so... se avete qualche altra
perplessità da rifermi fate pure, le recensioni servono
proprio a questo.
Mi piace scrivere questa storia, in parte mi fa ripensare a diversi
modi di comportarmi che avevo da piccola... ma purtroppo non sono molto
brava e non sono molto sicura che questa storia possa interessare o
piacere ad altri, spero di si e spero di non annoiare chiunque finisca
per leggere questa roba.
Buone vacanze se le avete! Ma in ogni caso buona estate! Sperando che
non soffriate il caldo come lo soffro io.
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Capitolo 5 *** Idee stupide e Oscure Signore a cui raccomandarsi ***
Idee stupide e Oscure Signore a
cui raccomandarsi.
Dopo il suono della campanella Fukuroi si diresse verso gli armadietti.
Come al solito le sue scarpe erano sparite lasciando il posto ad una
lettera minatoria e diverse puntine. Il bambino sospirò, a
quanto pareva non era stato preso in simpatia dai bambini
più grandi. Aveva cercato di non farci caso e non parlarne
con nessuno, ma stranamente Mitsuki sembrava essersi accorta di
qualcosa. Da quando avevano cominciato ad infastidirlo lei sembrava
osservarlo da vicino e cercare di capire cosa non andasse,
perché fosse giù, non faceva altro che
domandargli “Va tutto bene?” e alle risposte
positive di Fukuroi sembrava reagire infastidita. Fukuroi era stupito,
non si aspettava che fosse così intuitiva.
Cominciò a pensare di aver giudicato troppo in fretta
Mitsuki. Sì, era una testa calda… ma non
attaccava mai per prima, si trattava sempre di difendere i suoi
compagni più deboli o di “questioni di
principio” come quando aveva litigato con Kizami per le
altalene. Ma Fukuroi non voleva metterla in mezzo. Non aveva mai
reagito, si era sempre e solo limitato ad aspettare sperando che non
dandogli conto i bulletti si stancassero. Finché non
arrivavano alle mani per lui era tutto a posto…
-Ok, ora mi dai sui nervi! - disse un ragazzo dai capelli neri
appostato dietro gli armadietti. Fukuroi indietreggiò
impaurito.
-Che cosa dobbiamo fare? Appenderti a testa in giù?
Possibile che qualunque cosa ti venga fatta tu te ne stia sempre muto?
Così che gusto c’è? - il bambino era
più alto di un terzo rispetto a Fukuroi, lo
guardò minaccioso e lo afferrò per la camicia, ma
lui cercò di rimanere impassibile. Erano effettivamente
degli idioti che si divertivano a generare disperazione nei nuovi
arrivati tanto per avere qualcosa di divertente da fare in gruppo, ma a
quanto pareva non reagivano bene al fatto che Fukuroi non li divertisse
manifestando il suo disagio e invece di annoiarsi e cercare
qualcun’altro da infastidire avevano deciso di scontrarsi
faccia a faccia col bambino più piccolo. Da uomo a uomo
insomma… quattro contro uno…
-Perchè continui a non dire niente? - lo schernì
uno di loro. Il bambino cercava di non guardarli neanche negli occhi
per quanto era possibile, sperava ancora di potersi liberare del
problema in quel modo, se gli avesse dato soddisfazione non se ne
sarebbe liberato più… ancora un piccolo
sforzo…
-Ora mi sono stancato! - esclamò quello che lo teneva
bloccato cercando di colpirlo.
-Ma sei pazzo? - lo fermò uno del gruppo. -Se gli lasciamo
dei segni ci puniranno. -
-Sta buono, mica gli spacco il naso! - improvvisamente Fukuroi cadde a
terra, il bambino che lo teneva era stato spinto con forza da Kurosaki.
-Che cosa pensavate di fargli!? - disse arrabbiato il bambino
-Lasciatelo in pace, codardi! -
-Non metterti in mezzo! - Kurosaki venne colpito e si vide un flash.
-Bene… quando gli insegnanti vedranno queste foto sarete in
grossi guai… - ghigno minacciosa Mitsuki con un cellulare in
mano. -Scusate, non sono riuscita a fare abbastanza in fretta. - si
scusò abbassando leggermente il capo.
-Tu piccola… dammi quel telefono! -
-Vieni a prendertelo se proprio vuoi… - lo sfidò
Mitsuki preparandosi allo scontro.
-Hey, che succede laggiù? - domandò un bidello
passando. Il quartetto scomparve. -Mah… - il bidello
sbuffò e diede un’occhiata ai bambini rimasti. Poi
si spostò incurante della faccenda.
-Kensuke, stai bene? - domandò Mitsuki al compagno.
-Ma certo! - Kensuke le sorrise.
-Perchè ti sei messa in mezzo invece di scappare e cercare
un insegnante per mostrargli la foto? - domandò confuso
Fukuroi.
-E nel frattempo vi lasciavo picchiare? -
-Non avevi speranze! Erano quattro e più grandi di te! -
-E allora? - chiese Mitsuki infastidita, poi cambiò
discorso. -Perchè non hai portato tu le prove dagli
insegnanti? - Mitsuki indicò la lettera.
-Prove? Delle lettere minatorie scritte da chissà chi?
Magari avrebbero pure pensato che me le scrivevo da solo per attirare
l’attenzione su di me… Meglio aspettare che si
stufino e basta.- rispose cupo.
-Ti è già successo? È per questo che
hai cambiato scuola? - domandò Mitsuki cercando di essere
delicata.
-N-no… - disse imbarazzato.
-Beh, comunque siano andate le cose…
C’è chi si stufa, c’è chi si
arrabbia se i risultati non sono quelli che si aspetta. Io per esempio
se uno mi ignora mi arrabbio, non lo lascio perdere. -
spiegò con aria severa.
-E dai, Mitsuki, non infierire. Si sarà spaventato. - si
intromise Kurosaki.
-Cosa? Ma io stavo solo… -
-Grazie a tutti e due… sul serio… - disse Fukuroi
sorridendo timidamente. -Comunque… sai, Mitsuki…
credo che in fondo tu sia davvero una brava persona. -
-Eh? Perché? Che credevi? - disse un po’
risentita. Kurosaki si mise a fissarlo di traverso.
-…Sei un po’ troppo rosso in faccia. - disse
sospettoso. -Cosa succede? -
-N -niente… - rispose Fukuroi. I bambini fecero la strada
per tornare a casa fin quando era possibile.
Morishige era stato nuovamente costretto da sua madre a passare il
tempo libero al parco. La donna credeva che in questo modo avrebbe
avuto più probabilità di rincontrare quella
bimbetta che lo aveva invitato a studiare da lei o che sarebbe riuscito
a fare nuove amicizie. Il bambino non era esattamente in vena di
andarci, ma alla fine si era lasciato accompagnare.
-Hey, Sakutaro! - una voce femminile richiamò la sua
attenzione, Morishige alzò il capo e scorse Mitsuki, ma non
sembrava così felice di vederla.
-Ciao… - ricambiò il saluto non proprio
entusiasta.
-Ah, quanto sei allegro… è successo qualcosa, mio
giovane amico? - domandò scherzosa. Morishige
arricciò il naso.
-Non sono affari tuoi, vecchia befana.- rispose schivo.
-Beh, sei ricercato. Posso essere curiosa di cosa è
successo, no? - lo punzecchiò.
-Io sarei cosa?! -
-Ci sono tre bambine di prima o seconda elementare che ti stanno
cercando. O forse stanno cercando un bambino col tuo stesso nome,
cognome, colore dei capelli, età e occhiali… -
gli spiegò lei.
-Stai scherzando, vero? - domandò lui sospettoso.
-No… - rispose la bambina confusa. -Sei davvero sicuro di
non conoscerle? - Morishige ci riflettè.
-Una di loro ha i capelli lunghi e neri e gli occhi grigi? -
-No, una ha i capelli neri, ma sono a caschetto. -
-Non ho la minima idea di chi siano! - esclamò preoccupato.
-Allora non eri preoccupato per questo… -
-Se avessi saputo che qualcuno mi cercava non mi sarei trovato di certo
qua! -
-Hai litigato con qualche bambina di recente? - Morishige scosse la
testa. -E’ che hanno detto che ti cercavano per conto di una
loro amica… -
“Non ho litigato con Sachiko… ma...”
-L’unica cosa che mi viene in mente è che non ho
più visto Mayu dopo che lei mi aveva detto che voleva che ci
vedessimo più spesso… e non ho risposto alle sue
telefonate… -
-Allora te lo meriti. - sentenziò.
-Cos’è successo di preciso? - Morishige fece scena
muta. -Guarda che potrei aiutarti… - ancora
niente… -Oppure potrei decidere di consegnarti a quelle
bambine… - Morishige la guardò storto, Mitsuki
sorrise.
-Mi ha detto che le piaccio e vuole che diventiamo buoni
amici… -
-Eh… scusa, non riesco a capire… -
-Perchè mi ha detto una cosa del genere? Tutti mi hanno
sempre trovato noioso! Insomma, non mi va che poi se la prenda con me
perché si accorge che passare il tempo insieme è
terribile… sarebbe fastidioso! Non voglio essere incolpato
perché non sono divertente! - Mitsuki si mise a ridere.
-Perchè ho finito per aprirmi con te?! - esclamò
infastidito.
-In pratica hai paura di deluderla? - domandò la bambina.
-No, voglio solo evitare una seccatura non diventando suo amico fin dal
principio… - sbuffò imbarazzato.
-Ah… davvero non ti capisco! - disse divertita.
-Invece tra te e il bambino con gli occhiali come va? - disse sperando
di infastidirla e cambiare discorso.
-Inizialmente andava tutto bene, poi… - Mitsuki
sospirò.
Il giorno prima, durante la ricreazione, era andata in bagno e ci aveva
trovato Fukuroi. Il bambino non si era accorto della sua presenza e
aveva continuato a parlare a voce alta davanti lo specchio, Mitsuki
sospettava che stesse dando i numeri… oppure stava provando
un discorso che voleva fare davanti a qualcuno.
-Mitsuki… allora, io… - aveva cominciato a dire.
Mitsuki da un lato avrebbe voluto fermarlo, dall’altro era
curiosa di ascoltare. Prima che si decidesse sul da farsi Fukuroi
parlò. -Penso che tu mi piaccia molto… - ormai
era troppo tardi per andarsene… -Tranquilla, non ho fretta,
potremmo fidanzarci alle medie...poi sposarci dopo la
scuola… volevo avvertirti solamente perché
così eviti di cambiare scuola e di non dirmi a quali scuole
medie vuoi andare. Inoltre, dato che lo sai eviterai di fidanzarti con
qualcun’altro nel frattempo! Ecco… - il bambino
era rosso fino alle orecchie. Emise un flebile lamento… -Non
importa quante volte lo ripeta! La mia faccia continua a sembrare
ridicola! - come aveva fatto Mitsuki a scappare senza che Fukuroi si
accorgesse di nulla non lo sapeva nemmeno lei…
-Sai Sakutaro, è un problema complicato! Non te ne voglio
parlare… - il bambino la fulminò con lo sguardo.
-No, anche il mio era un problema complicato, eppure tu mi hai
costretto a parlarne! - ribattè aspro.
-Diciamo che per un po’ mi toccherà starci
lontano… fino alle medie diciamo! A quanto pare vuole
dichiararsi e chiedermi di sposarci dopo le superiori! Ma se lo
eviterò per tutte le ricreazioni avvenire dovrei riuscire a
impedirglielo. Tanto lui è troppo rispettoso delle regole
per parlarmi durante la lezione e poi chissà…
magari si stancherà di provarci entro pochi giorni! -
spiegò stranamente nervosa. Quella era la prima volta da un
po’ di giorni che Morishige riusciva a trovare divertente
qualcosa…
-Congratulazioni Mitsuki! Stai andando proprio benissimo! -
-...Ti detesto! -
-Uhm… non ci avevo mai fatto caso, ma in questa situazione
suona quasi rassicurante! - constatò sorpreso.
-Davvero? - disse dubbiosa. -Ok, dimmelo anche tu allora! -
-Eh? - Morishige era un po’ a disagio, delle persone che
trovava insopportabile c’erano… anche parecchie!
Però… Mitsuki, nonostante fosse fastidiosa, non
stava fra quelle. Il bambino prese un respiro e si concentrò.
-La stai prendendo troppo sul serio…- disse Mitsuki.
-Ok… ti desto anche io Mitsuki… - Mitsuki sorrise.
-Hey, avevi ragione! Suona quasi bene in questo contesto… -
-Comunque, perché non gli dici semplicemente che non ti
piace? - domandò Morishige. -Oppure puoi semplicemente dire
che ci devi pensare… ha detto che vuole che vi sposate dopo
le superiori, lo fai dichiarare e ti levi il pensiero, no? -
-N -non posso… -
-Eh? -
-Sarebbe troppo imbarazzante! - disse arrossendo e affondando il volto
fra le mani.
-...Sei proprio strana! -
-Senti, da te non voglio sentirmi dire qualcosa del
genere… proprio da te, no! - sospirò irrequieta.
-Vado un attimo a bere alla fontanella, mi accompagni? -
-No. - rispose.
-...Ok. - non se lo aspettava. -Tranquillo, torno tra poco. -
-In realtà puoi anche non tornare. - disse Morishige
scrollando le spalle. -Troppo diretto? -
-Già! - rise Mitsuki. Poi Morishige si rese conto di una
cosa, ma gli ci volle qualche secondo perché avesse il
coraggio di richiamarla.
-E -ehy… M -Mitsuki? -
-Tranquillo, torno tra poco! Nel frattempo non farti acciuffare da
quelle bambine, sembravano davvero agguerrite! - Morishige
deglutì.
“Proprio questo mi preoccupa… in questa situazione
una guardia del corpo potrebbe essermi utile!” Morishige si
voltò sentendo un rumore, per un attimo pensò
potesse trattarsi del trio di bambine che lo cercava, ma non era quello
il caso… era ancora peggio, si trattava di Mayu…
il bambino si alzò quasi istintivamente e cercò
di allontanarsi.
-Ehy aspetta! - lo chiamò la bambina. Morishige si rese
conto di essere con le spalle al muro così fece quella che
in quel momento gli era sembrata una buona idea, nascose gli occhiali
dietro un cespuglio e si fermò. Mayu lo raggiunse e lo
bloccò.
-Mi spieghi perché mi stai evitando? - chiese la piccola.
-...Ah, scusa Mayu. È che non ho gli occhiali e non ti ho
riconosciuta. - si giustificò Morishige… si
accorse subito che non poteva avere un’idea più
cretina…
-Eh… sono sicura che c’è li avevi fino
ad un attimo fa! - rispose incredula. Morishige si fece molto
imbarazzato.
-Cercherò di essere diretto… - disse preparandosi
e prendendo un bel respiro. -Non capisco perché dovresti
voler diventare mia amica. Non so cosa tu abbia visto, ma sono molto
noioso, puoi chiederlo davvero a chiunque. Quindi non voglio che tu te
ne accorga e che te la prenda con me, per un tuo errore di
calcolo! Finiamola qua, ok? - spiegò tentando di darsi un
tono serio. Mayu rimase un po’ perplesse e non disse niente
per un po’.
-E’ una scusa per allontanarmi? - chiese dubbiosa la bambina.
-No, guarda che ero serio! - la bambina sospirò.
-Ti preoccupi veramente di cose strane! - rispose con un leggero
sorriso, anche se Morishige non poteva vederla.
-Non è affatto così! - esclamò
guardando dritto di fronte a sè.
-Emh… guarda che la mia faccia è più
in basso! Non siamo della stessa altezza! - lo avvertì
divertita. Il bambino abbassò lo sguardo. -No,
quelle sono le mie scarpe! - e il tentativo di fare il serio di
Morishige falliva miseramente. -Dove hai messo gli occhiali? Te li vado
a riprendere… -
-D -dietro quel cespuglio… - ammise indicandolo.
Sentì la bambina allontanarsi, poi altre giovani vocine
inquietanti che sembravano bisbigliare poco lontano da lui…
-Sei certa che Sakutaro sia quel bambino? - domandò una
vocina insicura.
-Sì, è così che l’ha
chiamato Mitsuki, La Signora dell’inferno. Deve essere lui,
per forza! - disse decisa un’altra voce.
-Ma il bambino che stiamo cercando noi porta gli occhiali… -
ricordò una voce più ferma e ragionevole.
-Sarà un tentativo di travestirti! È sicuramente
un essere viscido! - disse nuovamente la voce più decisa.
Morishige si sentiva inquieto.
-M-Mayu! - cercò di richiamare l’amica, ma
sentì qualcosa che gli arrivava addosso e improvvisamente si
ritrovò bloccato contro il freddo praticello.
-Preso! - esclamarono più voci.
-Nana, Nari, Chihaya?! C -cosa state facendo?! - chiese Mayu.
-Abbiamo trovato il mostriciattolo che ti evitava! Ora non
potrà più scappare! - disse fieramente una delle
bambine che schiacciava l’inerte Morishige.
-Eh?! -
-Scusa se non ti abbiamo avvertito Mayu, ma eravamo molto preoccupate
per te. - disse un’altra.
-In realtà è stata Nari a costringermi! Mi ha
minacciata! - piagnucolò quella dalla voce più
stridula e tremolante.
-Zitta Chihaya! -
“Immagino che a rispondere sia stata Nari...”
pensò Morishige privato della vista.
“Com’è possibile che io sia finito in
una situazione simile? Avevo una vita così tranquilla e
solitaria, aiuto!”
-V -vi ringrazio di cuore, ma… -
-Cosa succede qui? -
“Non avrei mai pensato di essere felice di sentire la voce di
Mitsuki...” riflettè il bambino.
-L -L’oscura Signora degli inferi! - esclamarono le voci che
secondo Morishige appartenevano a Nari e Chihaya.
-Oscura Signora… degli inferi? - ripetè
lentamente Mitsuki. -Wow! Ho fatto carriera senza neppure saperlo! -
esclamò un po’ compiaciuta.
-M-Mitsuki… - sussurrò con fatica Morishige.
“non si respira proprio benissimo con la schiena schiacciata
da tre bambine!”
-Lasciatelo andare, è un ordine. - disse solenne
L’oscura Signora degli inferi. Morishige constatò
con sollievo di non avere nulla di rotto e di poter tornare a respirare
tranquillamente.- Neanche il tempo di allontanarmi e sei già
stato rapito… peggio della Principessa Peach!-
scherzò Mitsuki. Non sapendo come risponderle
Morishige era molto frustrato. Qualcuno si avvicinò a lui e
gli mise un oggetto in mano.
-Ecco i tuoi occhiali… M -mi dispiace… - disse
Mayu con una vocina tremolante.
-N-non fa niente… - cercò di rassicurarla
Morishige.
-Quindi fra voi due è tutto a posto?
Com’è finita con la paura di annoiarla e
delud… -
-Mitsuki! - esclamò il bambino interrompendola.
-Non c’è alcun problema, è lui che
esagera preoccupandosi di cose stupide, vero? - chiese la
bambina. Morishige annuì pacatamente. -Grazie per
essere intervenuta con Nana, Nari e Chihaya Oscur…
emh… Mitsuki! - disse la bambina con un lieve inchino, poi
si rivolse anche a Morishige. -Non sono cattive, anzi sono delle
bambine adorabili… ma a volte si comportano in modo un
po’ strano… -
-Beh… di nulla… ma non capisco perché
non le hai fermate tu... -
-I-io ero troppo confusa in quel momento per intervenire, s-scusate! -
balbettò dispiaciuta, poi si girò direttamente
verso Morishige. -Mi dispiace tanto! -
-Tranquilla! - rispose Mitsuki al suo posto. -In fondo ho capito, senza
la vostra onee-san siete persi! - ridacchiò scherzosa la
bambina.
-...Onee-san? Stai scherzando? - disse Morishige guardandola storto.
Mayu rise.
-Ok, allora… Mitsuki-nee? - Morishige inorridì.
-Ah, che bello! - esclamò Mitsuki compiaciuta. -Hey, dove
andate?! - Morishige prese per mano Mayu e la trascinò via.
-Mayu, devi stare attenta a non assecondare loschi individui come
quella lì… non si sa mai… - disse
serio il bambino. Mayu sorrise per la serietà con cui glielo
diceva, poi si scurì improvvisamente, Morishige se ne
accorse. -Va tutto bene? - le chiese con un tono leggermente
apprensivo.
-Si, ma… perché hai parlato dei tuoi problemi
prima con lei che con me? - chiese un po’ insicura. -Non
è che il problema sono io? -
-No. - rispose sicuro Morishige. -E’ che è molto
più facile parlare con un’altra persona piuttosto
che con la diretta interessata. Inoltre… - “Non mi
interessa molto del modo in cui mi vede Mitsuki quindi mi viene
abbastanza facile parlare con lei...” decise di non dirlo
temendo che le sarebbe sembrato strano. -All’oscura Signora
non puoi nascondere nulla, non credi?- Decise di scherzare, Mayu
sorrise un po’.
-Quindi tra noi è veramente tutto apposto, giusto?- gli
chiese fiduciosa.
-Si… - nonostante si fosse fatto molti problemi, dopo aver
parlato direttamente con Mayu si sentiva più tranquillo.
“Questa bambina ha qualcosa di molto strano...”
-Mi fa piacere… Shige-nii… - Morishige si
bloccò improvvisamente.
-Eh?! - esclamò sorpreso.
-E’ che usando il tuo nome mi suonava un po’
strano… Shige-nii invece suona molto bene, non trovi? -
chiese ingenuamente.
-O-ok… -
Angolo dell’autrice.
Mi è piaciuto scrivere e rileggere questo capitolo, spero
vivamente possa piacere anche a voi. Ho inserito Nana, Nari e Chihaya
anche perché le avevo già inserite in un altra
mia storia… ma… non era finita per niente
bene… così ho avuto voglia di inserirle in una
situazione più strana e allegra.
Alla prossima! Spero stiate facendo buone vacanze!
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Capitolo 6 *** Gestione dei problemi. ***
Gestione dei problemi.
Morishige aveva fatto tutto il possibile per nascondere
quell’invito, ma alla fine la madre l’aveva
scoperto lo stesso. Un invito per il compleanno di uno dei suoi
compagni, invito che il compagno, con cui aveva parlato si e no due
volte, gli aveva dato decisamente contro voglia e solo
perché era stato costretto a invitare tutti i compagni di
classe senza fare distinzioni.
Non aveva alcuna voglia di andarci, nonostante la madre stesse provando
a convincerlo già da parecchio.
-Ma perché non ci vuoi andare!? - chiese, alla fine,
spazientita.
-Mamma, non ci parlo nemmeno con quelli la! Cosa dovrei andare a farci?
Rimanere in un angolo tutto il tempo con gli altri che mi fissano?! -
domandò ormai isterico.
-Non essere così pessimista, almeno provaci! Cerca di essere
normale! Perché devi sempre fare in questo modo?!- lo
riprovò.
-Normale? Non lo sono, ok? T-ti vado bene solo quando ti sembro
normale… - disse con tono molto ferito.
Il bambino rimase nella sua stanza senza farsi sentire fino alla
mattina successiva quando scese per andare a scuola.
-V-vuoi mangiare qualcosa? - gli domandò la madre.
-...No. - sussurrò schivo il bambino.
-Stai bene? - il bambino annuì e aprì la porta.
-A -aspetta! Vuoi che ti accompagni? - il bambino scosse con forza il
capo. -Dai, così fai prima. - insistette la donna. Morishige
si limitò a sospirare.
In macchina la situazione non sembrava migliorare, fra i due sembrava
essersi creata una sorta di barriera di ghiaccio. Sapeva che
rimproverarlo non avrebbe fatto che peggiorare la situazione, avrebbe
fatto meglio ad accompagnarlo a piedi, almeno avrebbe avuto
più tempo. Prima che il bambino scendesse dalla macchina la
madre provò a fermarlo un attimo.
-Senti, Saku… - il bambino si voltò a guardarla
con un’espressione gelida… non sembrava
l’espressione di un bambino di otto anni. La donna rimase
paralizzata a fissarlo. -No niente, va pure che fai tardi… -
il bambino fece un veloce cenno con la mano e scese dalla macchina.
Si bloccò davanti al cancello. Non aveva alcuna voglia di
varcarlo... non che l’avesse mai avuta, ma quel giorno era
peggio del solito. Aveva pure cominciato a dolergli il ventre.
Morishige si allontanò, non aveva la minima idea di dove
andare a quell’ora ma l’ultima cosa che voleva era
trovarsi in classe. Non voleva interagire né con gli
insegnanti, né tanto meno con gli altri bambini. Con
l’umore che si ritrovava, la giornata scolastica sarebbe
risultata ancora più lunga di quanto fosse.
“Non se ne parla! Però dove dovrei andare adesso?
A-ahia!” il dolore alla pancia era peggiorato, il bambino fu
costretto a rimanere accovacciato in mezzo al marciapiede.
Cercò di calmarsi e respirare lentamente, il dolore si stava
un po’ attenuando.
Sentì una voce confusa, non riconoscendola, in un primo
momento, saltò all’indietro spaventato.
-S-Shige-nii… - Morishige sorrise debolmente.
-S-scusa Mayu… mi hai colto di sorpresa… -
-Stai bene?! - Morishige annuì, non ci aveva fatto caso
inizialmente, ma si accorse che la bambina era accanto a Kishinuma che
li osservava teso.
-Riesci ad alzarti? - domandò il bambino, Morishige si mise
in piedi, era indolenzito ma il peggio sembrava essere passato, o
almeno così sperava.
-Quindi la tua scuola si trova da queste parti? - domandò
preoccupata Mayu. -Se vuoi ti accompagnamo… -
-N-non c’è bisogno! C-ci vado da solo! -
-Sai, considerando come ti abbiamo trovato un momento fa non mi sembra
una buona i… - provò a dire Kishinuma, ma venne
interrotto.
-Non ci voglio andare, ok?! - sbottò Morishige.
-Shige-nii, ma cosa…? -
-Ho i miei motivi. Voi due non preoccupatevi e andate pure a scuola. -
-Ma… - Mayu non sapeva cosa dirgli. Kishinuma
sembrò riflettere, poi sospirò.
-Ho capito… Perché non mariniamo la scuola tutti
e tre? Mayu, tu non vuoi lasciarlo solo, giusto? - la bambina sembrava
molto titubante all’idea. Diede una seconda occhiata a
Morishige, infine annuì. -Bene, allora mariniamo tutti e tre
da bravi teppisti. -
-Teppisti… - ripetè dubbioso il bambino.
-Ah, quindi i teppisti quando non vanno a scuola… vanno al
parco? - domandò perplesso Morishige.
-Non c’era bisogno di prendermi così sul
serio… -
-Ma… non c’è nessuno della nostra
età a parte noi. - fece notare Mayu guardandosi intorno.
Effettivamente in quell’orario non c’erano molte
persone in generale, solo qualche anziano che dava da mangiare ai
piccioni.
-E va beh, meglio così! Abbiamo tutto il parco per noi!-
Kishinuma sembrava piuttosto contento. -Comunque,
c’è una cosa che volevo chiedervi… - si
sentiva abbastanza stupido a fare quella domanda -Siete imparentati in
qualche modo? -
-No, perché? Ci somigliamo? - chiese Mayu incuriosita.
-Per niente! È che l’hai chiamato in quel modo,
così… -
-Ah! Intendi Shige-nii ? In realtà è solo un
soprannome. -
-Ah, interessante! Non mi sembravi il tipo da soprannomi, Shige-nii! -
ridacchiò il bambino poi incontrò lo sguardo poco
amichevole di Morishige. “Okeeey… forse non gli va
che lo chiami così...”
Morishige si voltò verso Mayu, sembrava guardare con
interesse la signora che distribuiva briciole di pane sul terreno,
seduta poco lontano.
-Comunque, si può sapere che cosa ti è successo
stamattina? - Morishige si era già allontanato. -Hey! - lo
richiamò Kishinuma, Morishige era andato a parlare con
un’anziana signora, tornò con qualcosa in mano.
-Tieni... - disse a Mayu porgendole un pezzetto di pane.
-Ah, si! G-grazie! - disse leggermente imbarazzata, si allontano un
po’ dagli altri due e sbriciolò il pane sperando
di attirare qualcosa. Dopo un po’ anche Morishige la ragiunse
cercando di fare silenzio per non spaventare gli animali, Kishinuma lo
seguì.
-Sapete proprio come divertirvi voi due, eh? - disse Kishinuma con tono
sarcastico.
-Perchè, tu cosa volevi fare a quest’ora? -
domandò Morishige. -Rubare una moto? Teppista? -
-Ancora con quella storia? - sospirò il bambino. -No, ma
andare sull’altalena sarebbe già più
divertente, giocare a nascondino in tre… no, siamo troppo
pochi. - riflettè il bambino. -Comunque… si
può sapere cosa avevi prima? - Morishige lo
guardò diffidente.
-In realtà vorrei saperlo anche io. - disse Mayu sollevando
lo sguardo verso di lui. -Magari potremmo darti una mano…-
Morishige decise di provarci.
-Il problema è che mia madre voleva costringermi ad andare
alla festa di compleanno di un mio compagno… - disse nervoso
e l’ansia aumentò vedendo che gli altri bambini
sembravano perplessi. -Ecco! Sapevo che non avreste capito…
Io con quel tizio non ricordo di averci nemmeno mai parlato!
Praticamente sarei andato li solo per sentirmi a disagio, non ci
sarebbe stato nulla di divertente. E poi non sopporto il modo di fare
di mia madre, ormai l’ho capito, le vado bene solo quando
fingo di socializzare e riesce a costringermi a stare in mezzo ad altri
bambini… -
-Io… io non credo che tua madre lo faccia per
cattiveria… - disse la bambina un po’ tesa. -Credo
sia solo preoccupata per te… -
-E allora perchè sembra quasi spaventata da me? Come dovrei
parlarle se si comporta come se dovesse toccare un gatto randagio con
dei coltelli al posto degli artigli? Inoltre lei non prova mai
capirmi... finge di voler parlare, ma ogni cosa che le dico per tentare
di spiegarmi, lei la considera stupida! Vuole solo potermi lanciare in
situazioni imbarazzanti per poter fingere che che fatto un bambino
normale... - “La odio… Io la odio...”
non riuscì a dirlo ad alta voce, ma la rabbia gli
impedì di non pensarlo. Sapeva che già che al
ritorno si sarebbe sentito in colpa.
-Sono d’accordo con Mayu, secondo me è solamente
preoccupata. Forse sei troppo ti… - Morishige gli
lanciò più o meno consapevolmente
un’occhiataccia. -Timido… in maniera inquietante
però… -
-Non sono affatto timido! -
“Però sai di essere inquietante!”
-Se non voglio stare solo, sono capace di trovarmi qualcuno con cui
parlare… ma voglio cercarmelo io e non sopporto quando le
persone sono troppe… non ci trovo nulla di divertente!
Affatto! Per niente!-
-Ok… ok! - Kishinuma sembrava un po’ divertito.
-Però andare in un posto dove ci sono tante persone potrebbe
servirti da allenamento, no? - Morishige sembrava contrariato. -Se ti
allenassi magari riusciresti ad essere meno suscettibile… -
-Io non sono… - il bambino sembrava offeso, ma non
continuò. -Ho già molte cose da fare in questo
momento e non ho intenzione di aggiungere anche questo stupido
allenamento… -
-Se vuoi stare con qualcuno puoi sempre stare con noi due!- disse Mayu
dopo essersene stata per un po’ in silenzio.
“Perchè mi metti in mezzo?” Si chiese
Kishinuma.
-Magari se ci fossimo noi con te ti sentiresti più a tuo
agio in mezzo ad altri bambini? -
“Non mi risulta che io e Shige-nii siamo amici,
Mayu...”
-N… non lo so… - rispose indeciso Morishige.
-Yoshiki, alla gita scolastica possiamo portare qualcuno con noi,
giusto? -
-Beh, sì… in effetti... - Morishige si
guardò intorno a disagio, temeva di sapere cosa stessero per
suggerire.
-Veramente io... - Mayu gli prese la mano e lo guardò
determinata.
-Dai! Mi farebbe veramente tanto piacere se mi accompagnassi! -
Morishige deglutì, l'idea di trovarsi in mezzo a tanti
estranei non lo entusiasmava.
-Potete fingere di essere cugini se non volete fatte delle domande
imbarazzanti. No, Shige-nii? -
"Chissà se sono peggio di questo qui..." si chiese
infastidito il bambino. Mayu continuava a tenergli la mano e a
guardarlo pieno di aspettative.
-V-va bene... - sussurrò alla fine...
Sua madre fu molto felice quando Morishige la informò della
cosa, lui se lo aspettava e glielo disse proprio per riappacificarsi
con lei in un certo senso. La gita sarebbe stata un mese dopo, quindi
aveva tutto il tempo per preparasi psicologicamente all'evento.
Un pomeriggio ricevette una chiamata di Mayu, sembrava piuttosto
ansiosa.
-C-ciao... - balbettò la bambina.
-Ciao... va tutto bene? - le domandò. Credeva di essere
diventato abbastanza bravo a percepire quando un’altra
persona era nervosa e spaventata e il tono dell’amica non
prometteva nulla di buono secondo lui. Mayu ci mise un po' per
rispondergli.
-Sì, sì! ... C-Certo!-
"Lo prenderò per un no…"
-Senti... ti dispiace se tua madre passa a prendermi così
vengo a casa tua? -
"Non sono preparato psicologicamente per questo!" Però
pensò che Mayu ne avesse bisogno e cercò di
trovare quell'elasticità che non aveva.
-Ok, perchè no... ma sei sicura che vada tutto bene? -
"Forse dovrei chiederglielo di persona..."
-Sì, devo per forza aver bisogno di un motivo per andare da
un amico? - disse in tono allegro.
-Suppongo di no... -
La madre non ebbe problemi ad accompagnarla. La bambina sembrava
apparentemente tranquilla, ma Morishige continuava ad essere dubbioso.
-Sai se c'è qualcosa di cui vuoi parlarmi puoi farlo... -
gli disse. "Forse non c'è proprio niente e farò
la figura dello stupido..."
-N-Non è niente di troppo grave... tranquillo... - gli disse
diventando improvvisamente cupa.
-Mayu... - il suo tono era più rigido e infastidito di
quanto avrebbe voluto. “Forse seguire l’allenamento
di Kishinuma potrebbe aiutarmi a nascondere meglio le cose…
potrebbe essermi molto utile...”
-Si tratta dei mie genitori… - sospirò. -Quando
litigano si chiudono in soggiorno, credono che io non li
noti… non so di cosa discutono... - disse intristita la
piccola.
-Io non... non so... - "Ho voluto saperlo, ma ora non ho la minima idea
di cosa risponderle... Mi sento così inutile..."
-Guarda che non mi aspetto qualche consiglio da te. -
precisò la bambina cercando di tranquillizare
l’amico. -Ma mi piacerebbe parlarne… S-se la cosa
non ti da fastidio, ovviamente! -
-Non mi da, fastidio... - disse scrollando le spalle. “E poi
sono stato io a cominciare” -Se vuoi farlo non c'è
problema. - cercò di sorriderle per metterla a suo agio.
-O-Okey… Il fatto è che… non credo che
i miei genitori fossero così prima di sposarsi…
Magari è colpa mia? - disse angosciata. -O… o
funziona così per tutte le coppie? Io spero di no,
però… Era di questo che ti preoccupavi quando hai
detto che temevi che passando troppo tempo con me mi sarei annoiata e
ti avrei incolpato? -
-Eh? Ma noi non dobbiamo sposarci… -
-Si, però non si sa mai… la vita può
essere imprevedibile! - ridacchiò la bambina.
-Ne dubito… -
-Ti sembra un idea così terribile? -
-No. - contintinuò temendo di essere frainteso. -Ma non ci
vedo in una situazione simile. - per un attimo la bambina
sembrò piuttosto delusa, poi si finse offesa. Morishige non
riusciva a comprenderla bene.
“Crede che fosse venuta qui perché aveva un
problema di cui parlare invece ho dovuto insistere ed ora ha sviato la
conversazione… o forse è venuta qui solamente per
cambiare aria e per non pensare ai suoi problemi!”
realizzò con ritardo. “Ho completamente
sbagliato… E’ l’ho praticamente
costretta a parlarmi!” pensò nervoso.
“Posso sempre rimediare… io non ho la minima idea
di cosa fare, ma qualcuno in questa casa dovrà pur sapere
come risolvere il problema di Mayu...”
Quando Mayu se ne andò, Morishige cercò subito di
mettere in atto il suo piano.
-Mamma, cosa si può fare quando una coppia sposata litiga? -
la madre era piuttosto perplessa.
-Non mi riferivo a te e papà ma ai genitori di una mia
amica. -
-La piccola Mayu, giusto? - chiese sorridendo, secondo Morishige in
modo sospetto e infido. -Dipende, qual’è la causa?
- Morishige ci riflettè, gli sembrava di aver sentito
parlare di una cosa simile la prima volta che si erano incontrati.
-Credo il lavoro del padre… credo, non lo so…
forse passa troppo tempo a lavoro o qualcosa del genere. -
-Devi ascoltare più attentamente quando una graziosa
signorina in cerca di supporto ti confida qualcosa. - lo
richiamò scherzosa, il bambino sbuffò. -Comunque,
non credo che il padre di Mayu possa fare qualcosa per il suo
lavoro… forse Mayu potrebbe aiutare la madre in casa, con
meno faccende da fare potrebbe essere meno stanca e nervosa. -
Morishige non sembrava affatto convinto. "Ho paura che dicendo una cosa
del genere a Mayu finirebbe per cercare di sostituirsi completamente
alla madre nei lavori di casa...”
Quella sera decise di riprovarci, questa volta chiedendo al padre.
Forse lui avrebbe avuto qualche consiglio migliore… ma non
ci sperava più di tanto...
-Papà, cosa si deve fare quando una coppia sposata con figli
litiga troppo spesso e i figli ci rimangono male? Non parlo di te e
mamma. -
-Lasciarsi. -
-Cosa?! - era stato preso completamente alla sprovvista.
-Purtroppo, anche se può sembrare brutto, i bambini soffrono
meno in questo modo. Se i genitori si allontanano e non litigano
più l’aria diventa meno pesante. - rispose
distrattamente l’uomo.
“Non posso dire niente del genere a Mayu!”
-Ma bisogna anche considerare la situazione economica, il modo in cui
verranno gestiti i figli, il giudizio delle famiglie dei
genitori… ah, ora che ci penso, perchè lo
chiedevi? - il bambino si era già volatilizzato.
Rifece la stessa domanda il pomeriggio seguente, stavolta al nonno,
fiducioso che avrebbbe ricevuto una risposta quantomeno decente.
-Mi spiace Sakutaro, ma questi non sono discorsi adatti ad un bambino.-
-Ma mi serve per una mia amica… è una cosa molto
importante! - rispose nervoso.
-La situazione non può essere risolta né da te,
né dalla tua amica. Dubito che abbiate chiara la
situazione… - pose una mano sulla testolina del nipote
vedendolo frustrato. -Magari è solo un brutto periodo e la
cosa si risolverà da se. - sorrise l’anziano.
-Dì semplicemente alla tua amica di fare la brava e non dare
preoccupazioni ai suoi genitori. Mi fa piacere vederti così
preoccupato per la situazione di un’altra persona. -
-Ma perchè tu e la mamma notate solo dettagli inutili? -
sospirò infastidito.
-E’ una bambina gentile? -
-Si… si lo è… - ammise imbarazzato. Il
nonno sembrava piuttosto divertito. “Perfetto! Ora anche mio
nonno mi prende in giro! E’ una congiura!”
Angolo dell’autrice.
La storia sta venendo aggiornata lentamente, ho diverse altre cose da
fare, come studiare per l’università. Ma,
fortunatamente, riprendere l’abbozzo che avevo per questo
capitolo non è stato così difficile. Mi piace
scrivere questa storia, mi rasserena… è questo
suppongo possa risultare curioso considerando che la storia si basa su
un bambino complessato… molto complessato…
E… nient’altro… spero che il capitolo e
la storia possano piacervi.
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Capitolo 7 *** Famigerata gita ***
Famigerata gita.
Morishige stava seduto sull'altalena del parco vicino casa, oscillava
senza staccare i piedi da terra. Secondo Mayu aveva un'aria molto
pensierosa, le aveva dato appuntamento per le tre e mezzo, ma entrambi
era arrivati prima. Mayu gli si avvicino silenziosamente per potergli
apparire alle spalle senza essere notata, appena fu abbastanza vicina
gli coprì gli occhi con le sue piccole mani.
-Chi son...-
-Ah?!- per un momento, Morishige, nell'alzarsi dal sedile
rischiò di inciampare.
-Scusa, non volevo spaventarti! E' che mi sembravi un po'
giù, così ho pensato di farti una piccola
sorpresa...- disse Mayu imbarazzata.
-Va bene, è tutto a posto.- rispose ricomponendosi.
-Ottimo!- esclamò la bambina, Morishige volse lo sguardo
verso il basso imbarazzato, aveva l'aria di volerle dire qualcosa.
-Mayu, io ci ho provato...- disse serio.
-Eh? Non vuoi più venire con me in gita?-
ipotizzò la bimba.
-N-no, no! Non è quello...- “Mi ero completamente
scordato del problema gita...” -Mi dispiace perchè
non ho trovato un modo per risolvere il tuo problema, ho anche chiesto
a mio nonno, ma niente... è stato inutile.- ammise
rassegnato.
-...Problema?- disse dubbiosa. -Non ne sono sicura... ti riferisci ai
miei genitori?- Morishige annuì, Mayu rise leggermente.
-Cosa c'è di divertente?-
-E' che non avevi niente da risolvere, è una cosa che non
posso fare neanche io. Però sono contenta che tu ci abbia
provato, grazie davvero!- la bambina sorrise.
-Ah... di niente...- rispose il bambino per nulla soddisfatto. Mayu
continuava a sorridergli, lo faceva sentire un po' infastidito.
-L'hai presa come una specie di missione molto seria, vero?- forse lo
stava prendendo in giro. -Non mi sbagliavo, sei davvero molto gentile
nonostante l'apparenza.- annuì fiduciosa.
-Okey, grazie.- rispose, non sapeva bene come orientarsi, non aveva mai
ricevuto un complimento sulla gentilezza, non pensava nemmeno
che potesse essere considerata una sua peculiarità, ma
capiva che gli piaceva essere considerato gentile da lei.
“Solo che vorrei potermi anche rendere utile... Non riuscire
a fare niente è frustrante...”
-Quindi mi avevi chiamata solo per questo? Speravo che volessi
semplicemente vedermi.- disse giocando a fare l'offesa.
-Preferisco non disturbarti senza un motivo.- rispose serio.
-Potevi mentirmi e dirmi che non era solo per questo...- rispose un po'
sorpresa dal modo in cui l'aveva presa.
-Perchè dovevo? Poi è ovvio che al di la della
ragione mi faccia piacere vederti- alzò leggermente le
spalle. Mayu era molto felice, non la riteneva una cosa così
ovvia.
-Beh, io comunque stavo fingendo di esserci rimasta male...- disse per
sicurezza, temendo che l'amico potesse non averlo capito.
-Lo so, non ho una qualche forma di disturbo che mi impedisce di
capirlo, inoltre sei una pessima attrice...- rispose abbozzando un
sorriso. -Però non capisco perchè oggi sembri
così di buon umore...- disse dubbioso, quasi sospettoso.
-Perchè non dovrei esserlo?- non era per niente una risposta
soddisfacente. -Comunque, per la gita sei sicuro, giusto?-
ripetè. Sembrava essersi fatta improvvisamente nervosa.
-Si... perchè, c'è qualche problema?- non sapeva
se esserne felice o no. “Sono solo un codardo che spera di
non andare in gita per cause che non dipendano da lui”
accettò passivamente. “Poteva essere una sorta di
prova che dovevo affrontare... ma c'è ne saranno altre, no?
Non è una tragedia se non si farà... la colpa non
sarebbe neanche mia...” riflettè. “In
fondo è davvero un male essere un codardo? Il mondo ha
bisogno anche di persone prudenti, non solamente di
spericolati.”
-Sai, il giorno dopo la gita ci sarebbe il matrimonio di una mia
cugina... non è che mi faresti compagnia?-
domandò titubante. Morishige era sbiancato. -Magari in
cambio potresti non venire con me per la gita, è che sarei
l'unica bambina sopra i due anni al matrimonio e mi sentirei un po'
isolata.- il bambino cercò di riprendersi dalla brusca
sorpresa anche se finire ad un matrimonio pieno di sconosciuti non era
più scocciante di una gita per lui. -Forse era un'idea
stupida! L-lascia perdere!- balbettò lei. Morishige la
guardò in viso e non riuscì a frenarsi.
-Va bene... verrò anche al matrimonio.- “Sono
diventato uno di quei poveri sventurati che non riesce a dire di no a
quanto pare...” pensò davanti allo stupore di
Mayu. “Forse sto facendo il passo più lungo della
gamba, finirò completamente svuotato e privo di energie...
è come se essere costretti a passare il tempo in mezzo a
degli sconosciuti in un luogo a cui non sei abituato ti risucchiasse
l'anima a poco a poco.” Morishige era abbastanza convinto di
quell'ipotesi, nonostante il padre non l'avesse preso sul serio e la
madre si fosse arrabbiata e l'avesse classificata come scusa, l'unico
che aveva provato a capirlo era il nonno.
-Sei sicuro che ce la fai?- domandò Mayu.
“No.” avrebbe voluto rispondere. -Se gli altri
riescono ad affrontare scocciature di questo tipo senza problemi non
vedo perchè per me dovrebbe essere diverso... e anche se
fosse devo imparare a fare in modo che non lo sia.- rispose evitando di
scomporsi. -Inoltre non mi va di lasciarti sola.-
-Non sarà un problema neanche se ci scambieranno per
fidanzati? Non mi sembra che ti piaccia come cosa...-
-No, non sarà un problema.- rispose abbastanza fiducioso.
-Tanto non è vero, quindi di che cosa dobbiamo preoccuparci?
Mica si metteranno d'accordo per organizzarci un matrimonio se ci
vedranno insieme.-
-Va bene ho capito... come futura moglie non ti piaccio proprio...-
rispose con una leggera smorfia.
-Non è... eh... però lo dici tu che per te sono
una specie di fratello maggiore chiamandomi con quel nomignolo... O
forse ti sono sembrato un po' patetico quando tu e Yoshiki mi avete
trovato in mezzo al marciapiede e la situazione è un po'
diversa...- riflettè ad alta voce leggermente imbarazzato.
-Perchè? I genitori non sono perfetti, dovrebbero esserlo i
fratelli acquisiti?- rispose spontaneamente. -Anzi... è
bello che anche se non ti piace ritrovarti in mezzo alle situazioni
affollate cerchi di starmi vicino.- disse arrossendo un po'. -E
sì, sei davvero molto gentile Shige-nii...-
“Di nuovo quella parola... però mi piacerebbe
essere qualcuno su cui può fare affidamento, sarebbe
qualcosa di cui non vergognarsi...” pensò.
“Sono solo io che non riesco a non essere egoista neanche in
queste cose o è così per tutti?” si
domandò “Non è molto altruista pensare
di voler essere un sostegno per qualcuno per stare meglio con se
stesso.”
-Eh... è tutto a posto?- domandò Mayu.
-Si.- rispose con un sorriso leggero. “Però voglio
sul serio poterle essere d'aiuto...” -Per quanto riguarda la
gita, se ho ben capito si tratta di una specie di scampagnata nel
bosco, giusto?-
-Eh... non proprio...- rispose Mayu. -C'è un bosco, ma
è all'interno di una proprietà con una una villa
in stile occidentale...-
-All'interno?-
-Sì, non è una villa circondata da un bosco... il
bosco è più una specie di giardino per la
villa...- rispose in modo confuso la bambina.
Per partecipare alla gita si era svegliato prima del solito, nemmeno il
sole era ancora sorto. Doveva realmente alzarsi un po' prima, ma
effettivamente il motivo per cui si era svegliato a quell'orario era la
tensione.
Anche sua madre era assonnata nonostante quando si era svegliata lei il
sole era già visibile nel cielo, dopo aver fatto tre
sbadigli l'accompagnò in macchina.
“Cos'è che ha detto papà? Ah,
sì. La sonnolenza al volante è fra le principali
cause di incidenti...” commentò mentalmente, ma
non era realmente preoccupato, era più un modo per avere
qualcosa a cui pensare anziché addormentarsi o concentrarsi
sul fatto che da lì a poco sarebbe salito su un pullman
pieno di bambini sconosciuti con insegnanti che non avevano la minima
idea di chi fosse. Sua madre gli diede anche delle medicine per il mal
di strada. Essendo stato per la maggior parte dei suoi primi sette anni
di vita particolarmente malaticcio non aveva partecipato a molte gite
scolastiche, quella era tipo la terza... nelle due gite precedenti non
aveva avuto problemi di nausea, ma in caso fosse quella la volta buona
era meglio farsi cogliere preparato. “Inoltre l'idea di
vomitare davanti a Mayu non mi piace affatto...”
pensò sbadigliando. Si sorprese di non essersi preoccupato
per prima cosa del fatto che si sarebbe dimostrato debole di fronte a
un mucchio di sconosciuti. “Ma in fondo perchè
dovrebbe disturbarmi? Io sono debole, è la
verità, fisicamente sono fatto così e non ci
posso fare molto.”
La madre posteggiò nelle vicinanze del pullman.
-Telefona per vedere se la tua amica è già
arrivata.- gli disse. In effetti entrare nel pullman prima che ci fosse
qualcuno che conosceva non lo faceva proprio impazzire come idea.
Rimase un po' colpito dal fatto che sua madre si fosse posta il
problema prima di lui, l'aveva sempre considerata indifferente ai suoi
problemi...
-Sì, è arrivata...-
-Allora ciao.- sorrise la donna.
-Grazie.- rispose senza riflettere.
-Beh... è il mio dovere accompagnarti come genitore e mi
sembra di averti sempre salutato quando ti lasciavo da qualche parte.-
disse sorpresa dal inusuale “grazie” che il figlio
le aveva rivolto. Nonostante non andassero sempre d'accordo non era un
bambino maleducato, ma la cosa l'aveva comunque stranita.
-Non intendevo... e-era per... niente. Ciao, ciao.- l'aveva salutata un
po' imbarazzato, era convinto di aver sentito la donna ridacchiare, ma
non si era girato.
Il bambino aveva preso un bel respiro e aveva salito la scaletta del
pullman. Appena salito si era sentito chiamare, ma non dalla voce che
si aspettava di sentire.
-Sakutaro!- una bambina dai lunghi capelli neri si stava agitando per
richiamarlo sporgendosi dal suo sedile. Morishige fece un cenno con
mano per salutarla. -Che fai qua?- gli domandò Sachiko.
-Mi ha invitato Mayu.- rispose un po' cauto ricordando ciò
che la bambina gli aveva detto su di lei.
-Oh...- si era limitata a quel suono per rispondergli. -Oh!- aveva
ripetuto più vivace. -Problema risolto cugina.- aveva detto
girandosi verso la bambina seduta vicino a lei. -Io posso mettermi
vicino a lui e tu puoi stare vicino a Mayu.-
-Eh?!- aveva esclamato Mayu seduta qualche sedile dietro Ayumi e
Sachiko, lei e Morishige si scambiarono un'occhiata imbarazzata.
-Tanto lo so che non volevi stare vicino a me ma con la tua amica.-
rispose sorridente Sachiko.
-Non farmi sembrare irresponsabile, non è che volessi
scaricarti dove capita, altrimenti mi sarei direttamente rifiutata di
portarti con me.- rispose Ayumi un po' innervosita.
-Mayu, per te va bene?- aveva domandato la più piccola delle
Shinozaki ignorando la cugina.
-A quanto pare non abbiamo voce in capitolo...- commentò ad
alta voce Morishige.
-Infatti...- Ayumi era un po' spazientita.
-O-okey...- rispose titubante Mayu.
“Anche lei è incapace di dire di no.”
riflettè per un attimo Morishige poi si domandò
se era realmente sicuro che Mayu preferisse lui ad Ayumi, in fin dei
conti conosceva l'altra bambina da più tempo di lui. Mentre
Mayu avanzava per mettersi al posto di Sachiko e quest'ultima lo
trascinava per la mano per sedersi ai loro posti, Morishige riconobbe
Yoshiki, per un attimo gli sembrò che guardasse Mayu e Ayumi
con gelosia. “Che gli piaccia una delle due?” si
chiese infastidito. Notò anche che Mayu lo guardava come se
si sentisse in colpa.
-Passeremo del tempo insieme dopo.- le disse sbrigativamente
sorridendole.
-Ma sì, certo, a dopo.- lei lo salutò un po'
più tranquilla.
“E' convinta che mi possa sentire a disagio vicino ad una
bambina di sei anni?” si chiese osservando Sachiko che
avanzava con passo spedito e si sedeva vicino il finestrino.
“Però è bello avere qualcuno che si
preoccupa per te.” pensò inavvertitamente. Poi si
sedette vicino la bambina.
-Tu invece perchè sei venuta?- Le domandò curioso
-Volevi passare del tempo con tua cugina?-
-No...- arrossì per un attimo. -Ma ho avuto uno strano
presentimento e sono voluta venire.- disse squadrandolo attentamente.
Poi guardò in avanti, Morishige ebbe l'impressione che
stesse cercando nella direzione di Mayu. -Comunque, che
coincidenza fortunata trovarti qui!- gli sorrise la bambina. Morishige
cercò di mettere da parte i suoi sospetti.
Quando il pullman partì Morishige rimase in attesa per un
po', poi concluse che se fosse rimasto fermo e non avesse fatto troppi
movimenti con la testa non gli sarebbe venuto il mal di strada, ma
Sachiko invece rimaneva particolarmente concentrata sul paesaggio che
uscendo dalla città diveniva pian piano sempre
più verde, aveva il viso molto teso.
-Hai la nausea?- domandò, la bambina si limitò ad
annuire tenendo la testa appoggiata al finestrino -Avresti dovuto farti
mettere davanti...- Morishige le porse una delle pillole che gli aveva
dato la madre poi l'accompagnò verso i posti davanti. La
lasciò seduta vicino a Mayu che aveva avuto lo stesso
problema. “Ma perchè non si sono messe davanti dal
princip...” si interruppe rendendosi conto che neppure lui
stava tanto bene, rimase appoggiato ad uno dei sedili.
-Tutto bene, Shige-nii?- domandò Yoshiki. Morishige ebbe la
forza di guardarlo storto poi si mise la mano davanti la bocca e si
protese in avanti. Molti bambini sembravano guardarlo incuriositi,
odiava quella tendenza degli esseri umani che li spingeva a voltarsi e
accalcarsi quando c'era un incidente o uno che si sentiva male, capiva
che poteva essere utile che fossero spinti a non ignorare certe
situazioni “Ma se non è una situazione di vita di
morte e se non potete aiutarmi preferirei non essere guardato come un
fenomeno da baraccone, grazie... mai vista una persona con la
nausea?” sapeva che se l'avesse detto ad alta voce sarebbe
risultato acido, ma era abbastanza suscettibile in quei momenti. Si
diresse a tentoni verso i primi posti.
-Stai un po' meglio?- domandò Mayu dopo un po'. Lei e
Sachiko sembrano essersi riprese leggermente. Morishige
annuì debolmente.
-A quanto pare saremo il trio nauseabondo...- disse Sachiko
massaggiandosi le tempie. -O il trio vomitevole...-
-Perfetto Sachiko... ora ci chiameranno trio vomitevole per il resto
della gita.- sospirò scocciato Morishige mentre scendeva
dall'autobus. Aveva sentito delle bambine dietro di loro ridacchiare e
chiamarli in quel modo.
-Shige-nii, stai tranquillo, non è un problema...- lo
rassicurò Mayu, esausta, ma contentissima di essere scesa,
sembrava che ci fosse voluta un'eternità prima che le ampie
mura scure che circondavano la proprietà fossero visibili e
il pullman si fermasse per farli scendere. -Non ce la facevo
più a stare sul pullman, tutte quelle curve... è
stato un incubo!- si sfogò la bambina, non era stata solo la
nausea a stressarla, mentre il veicolo saliva su per la montagna aveva
avuto paura. -Per un attimo ho pensato che saremmo caduti tutti!- disse
ancora atterrita pensando ad una curva che l'autobus aveva preso poco
prima di arrivare. -Com'è possibile che un mezzo
così alto non si capovolga? Come faremo al ritorno?-
rimuginò la bambina.
-Non ci pensare Mayu... andrà tutto bene...- le disse
Morishige continuando a carezzarle la testa, fece caso solo in quel
momento al fatto che teneva i capelli raccolti in una sola codina.
-Shige-nii?- sussurrò Sachiko tirandolo per un orecchio, lo
allontanò da Mayu. -Hai scordato il mio avvertimento? O
forse non mi prendi sul serio?- Sachiko sembrava più fredda
del solito, improvvisamente sorrise innocentemente e cambiò
completamente tono. -Però stiamo attenti, ok?- rispose
tranquilla tornando da Mayu.
“Forse crede davvero che Mayu porti sventura o qualcosa del
genere...” concluse Morishige massaggiandosi l'orecchio.
Sentì dei passi svelti dietro di lui, improvvisamente
qualcuno gli salto contro afferrandogli le spalle.
-Chi non muore si rivede! Che ci fai qui?- domandò Mitsuki
divertita.
-Sono perseguitato dalla sfortuna...- commentò freddo -E
tutto è cominciato da quando ti ho incontrato...
coincidenze?-
-Interessante... io invece sono qui in gita con la mia scuola.- Sachiko
osservava insicura la nuova arrivata, quando Mitsuki lo
mollò per avvicinarsi alle altre, Sachiko si nascose un po'
dietro Mayu. Per lui che l'aveva conosciuta un po' meglio era strano
vederla così intimidita.
-Ciao, Mayu.- la salutò cordialmente. -Quindi voi andate
nella stessa scuola?- poi si chinò per arrivare all'altezza
di Sachiko. -E lei chi è? La tua sorellina?-
domandò visibilmente intenerita mentre Sachiko la osservava
riparata e un po' tesa.
-No, Shige-nii e Sachiko sono degli ospiti, diciamo... Sachiko
è la cugina di una mia amica.- Sachiko si girò a
cercare Ayumi.
“E troppo occupata ad essere di malumore per darle
retta...” riflettè Morishige. “Yoshiki
non ne fa una giusta.” pensò dando la colpa a
quello che era diventato il vicino di posto di Ayumi dopo Mayu.
-Mitsuki!- la chiamò Fukuroi correndo verso di loro. -Non
dovresti allontanarti così dal gruppo... c'è
qualcosa che non va?- domandò con un tono un po' apprensivo.
-E' perchè Kensuke ha portato in gita Kizami?
Però è da un po' che mi sembri strana...-
-E' solo la tua impressione, forza andiamo...- rispose schiva. -Ci si
vede!- disse voltandosi verso Morishige e Mayu.
Mentre tornavano al loro gruppo Fukuroi prese la mano di Mitsuki che
scivolò via immediatamente.
-Mitsuki, la maestra ha detto che dobbiamo tenere per mano il nostro
compagno di fila per non perderci...- disse un po' imbarazzato il
bambino, Mitsuki si limitò a sbuffare.
-Sono contenta che abbiano fatto pace.- commentò
ingenuamente Mayu.
Ad un certo punto, prima che Morishige si fosse riuscito a riprendere
del tutto dal viaggio e a posare il suo zaino su uno dei lunghi tavoli
in legno, posizionati poco più avanti il portone della
villa, in un punto dove era sicuro di poterlo ritrovare facilmente,
l'insegnante che accompagnava la classe di Mayu e quella che
accompagnava la classe di Mitsuki chiamarono a raccolta entrambi i
gruppi di bambini e dopo che ebbero finito l'appello fecero un annuncio.
-Bene bambini, abbiamo deciso di mettere alla prova le vostre
capacità di orientamento lasciandovi liberi di girare per il
bosco, l'importante è che restiate in gruppi da quattro e
che non raccogliate funghi, bacche o erbe varie pensando di poterle
mangiare. Vi diamo il compito di fotografare gli animali, le piante o
in generale gli elementi che cattureranno la vostra attenzione. Non
pensate di tagliare la corda e avventurarvi dove il bosco è
più fitto però, l'area visitabile è
ben delineata dalle mura e non potete superarle a meno che non ci siano
piccoli uomini ragno fra di voi capaci di arrampicarsi sul muso.-
ridacchiò la maestra mentre la parola
“irresponsabile” si faceva sentire sempre
più prepotentemente nella mente di Morishige.
“lasciare i bambini liberi di gironzolare qua e là
in un area boschiva, seppur delimitata non mi sembra una grande idea...
se ci saranno incidenti su chi credete ricadrà la
colpa?” pensò severo. “Adulti,
pretendono rispetto a prescindere e poi non sanno gestire le
situazioni...” Effettivamente neanche il maestro che
accompagnava la classe con cui era venuto sembrava del tutto a suo agio
con l'idea.
Morishige cercò Mayu tra gli altri bambini, ma fu lei a
trovarlo apparendogli nuovamente alle spalle.
-Shige-nii? Facciamo coppia?- domandò la bambina, questa
volta Morishige evitò reazioni di sorpresa per lo spavento
che la compagna gli aveva fatto prendere.
-Si, certo.- rispose lui naturalmente. “Non posso permettere
che si perda a causa di qualche insegnate imprudente...”
pensò serio.
-Ottimo, dobbiamo solo trovare altre due persone, che ne dici di
Sachiko e Ayumi?-
-Perchè n...- venne interrotto proprio da Sachiko che lo
tirava per la manica. “Parli del diavolo...”
-Ma è un complotto? Non è che in
realtà quei due brutti tizi hanno intenzione di sacrificarci
a qualche divinità del bosco?- bisbigliò
sospettosa. -Dico sul serio...- si accorse che Morishige aveva un'aria
scettica. -Non ho proprio una buona sensazione sul costruttore della
villetta e della recinzione...-
-Sul costruttore?- ripetè Morishige. -Intendi su quello che
le ha progettate o su chi le ha commissionate e abitava nella villa?-
-Lo so che costruttore e proprietario non devono essere la stessa
persona...- sbuffò lei. -Ma chi ha disegnato questo posto
era antenato di chi ci ha abitato quando i lavori sono finiti!-
-Anche questa è una tua sensazione?- Domandò
perplesso Morishige.
-No, queste sono cose che mi ha detto Ayumi... ha detto anche che
tentare di ingabbiare un bosco come se fosse un giardino non porta a
nulla di buono.- spiegò la bambina delusa dal fatto che
l'amico non le desse retta. Morishige avvertì un leggero
colpa.
-Scusate, ma non rischiamo di essere mangiati da qualche bestia
feroce?- obbiettò un compagno di Mitsuki.
-Tranquillo Kurosaki...- aveva risposto il maestro. -Non ci sono
animali pericolosi, né all'interno della
proprietà, né fuori.- aveva cercato di
rassicurarlo, ma Kurosaki continuava a sembrare in allerta.
-Bene, ora faremo il sorteggio per dividervi in gruppi!- aveva
annunciato la maestra mentre un brusio scontento si diffondeva.
-Sorteggio?- “Di male in peggio...”
riflettè infastidito.
-Il primo gruppo verrà formato da... Yamamoto Mitsuki,
Shinozaki Sachiko...-
-Eh? Ma io neanche la conosco!- esclamò allarmata la bambina.
-Forse se gli diciamo che hai sei anni e vuoi rimanere con tua cugina
accetteranno di metterti con lei.- le spiegò Morishige.
-Sventura...- commentò Sachiko ignorandolo.
-Kizami Yuuya...- il maestro continuò.
-E... Morishige Sakutaro...- Morishige era deluso anche se sapeva che
le probabilità di finire proprio con Mayu fossero basse.
“Ma lo erano anche quelle di finire con tre persone che
già conosco...”
-Deluso?- domandò Mayu.
-Sì... tu?-
-Un po'...- l'unico di quelli a che erano stati chiamati ad essere
indifferente era Kizami, Mitsuki lo guardava con denti stretti mentre
insieme a lui raggiungeva Morishige e Sachiko. Anche Fukuroi e Kurosaki
sembrava abbastanza delusi.
-Nell'altro gruppo ci sono Suzumoto Mayu, Kishinuma Yoshiki, Fukuroi
Masato e Ayumi Shinozaki...-
-Beh, allora ci vediamo dopo...- lo salutò Mayu.
-Si, a dopo...- sospirò Morishige cercando di non risultare
troppo preoccupato. “Forse sto prendendo troppo sul serio
questa faccenda dell'esserle utile, non è che se non la
tengo d'occhio io sparisce o qualcosa del genere... mi sto facendo
prendere troppo la mano!”
Angolo dell'autrice:
Mi scuso per eventuali errori, spero che non abbiate trovato noioso il
capitolo e che vi possa essere piaciuto.
Vi auguro in anticipo buona festa dei morti e buon Halloween!
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