More Than You Know

di ombra_di_cenere
(/viewuser.php?uid=795790)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come a little closer ***
Capitolo 2: *** Let me taste your smile ***
Capitolo 3: *** Until the morning lights ***
Capitolo 4: *** I just need to get it off my chest ***
Capitolo 5: *** You Should Know ***
Capitolo 6: *** They Can Never Tame a Fire like Yours ***
Capitolo 7: *** Down on my Knees ***



Capitolo 1
*** Come a little closer ***


“Giacca di pelle!”, sono in rotazione e il piede mi scivola: cado sul ghiaccio.
Alzo subito lo sguardo per controllare se è lui; nulla da fare, è solo un tizio a caso, con una felpa per di più. Scuoto la testa per togliermi certe assurdità dalla mente. Mi rialzo e vado a cambiarmi. L'allenamento appena concluso è stato a dir poco disastroso. Sono stato terribile: nessun quadruplo mi è riuscito decentemente e sono caduto ben tre volte!

- Yura, che ti prende? - la voce roca di Yakov mi interrompe mentre sto allacciando le scarpe. Non rispondo e finisco di sistemarmi velocemente per poter lasciare il palazzo del ghiaccio il più in fretta possibile.

- Sei distratto ultimamente e non ti stai impegnando, che succede? Problemi a casa?

- Niente! Non succede niente!- rispondo bruscamente mentre mi alzo e me ne vado.

Appena esco sento il freddo di fine ottobre pizzicarmi il volto, alzo il cappuccio e mi avvio verso casa, dove il nonno mi sta aspettando. Il cielo è grigio e nuvoloso, con qualche chiazza più chiara qua e là, dove le nuvole si assottigliano, lasciando intravedere un poco del sole nascosto. Manca poco a che nevichi, nonostante le poche nuvole riconosco il profumo della neve nell'aria. Mentre cammino velocemente non riesco a non pensare, cercando di capire cosa mi stia succedendo. Il vecchio istruttore ha ragione: ultimamente sono molto distratto, però non so cosa è che mi distrae. Anzi, so cosa mi distrae, ma non ne capisco il motivo.
Giungo alla conclusione che sia tutto dovuto alla rabbia, e alla conseguente rassegnazione, per via del mio volo cancellato. Dovevo andare a trovarlo per il suo compleanno, avevo preparato tutto, ma una settimana fa tutti i voli per il Kazakistan sono stati bloccati. Sarebbe stata l'occasione perfetta per fare un viaggio visto che in quei giorni il nonno deve andare in Italia da un suo vecchio amico e non avrebbe mai voluto lasciarmi a casa da solo. Anche se non sarei stato solo, Potya è sempre con me, ma al nonno non piace l'idea che io dorma da solo. Avevamo deciso che a Potya avrebbe pensato la vicina, come quando andiamo in vacanza in estate. Solo che le cose sono andate come dovevano. Manca un giorno ormai e il suo regalo è impacchettato, sulla mia scrivania e ci rimarrà per un po' a questo punto. È da troppo che mi scopro a pensare a lui sempre più spesso; ammetto che è un tipo interessante. Siamo rimasti in contatto via messaggio dopo la finale e ci siamo potuti conoscere meglio. Già quando mi portò sulla terrazza panoramica a Barcellona, per poi fermarci in quel bel bar, avevo capito che mi sarebbe stato veramente simpatico. Infatti, continuando a parlarci, mi son reso conto che è un tipo tosto: fa il DJ, ama gli animali( nota personale importante: preferisce i gatti ai cani) e adora le moto. È da un po' ora che nella mia testa sta bussando l'idea che forse, per me, è qualcosa più di amicizia quella che desidero con lui. Troppe volte mi sono soffermato a controllare le moto parcheggiate sotto casa, il cellulare è nelle mie mani tutto il giorno, in attesa della notifica di un suo messaggio. Quando lo schermo si illumina e leggo il suo nome, mi scopro sorridere per il pizzicore che sento in pancia. Però, nonostante tutti questi segni, non riesco a arrendermi all'evidenza dei mie sentimenti. Perso nei miei ragionamenti non mi accorgo di essere arrivato già a casa. Salgo le scale e entro:

- Yurochka, è arrivato un pacco per te! - la voce roca del nonno arriva dalla cucina, accompagnata da un profumino troppo invitante.

- Un pacco? Non ho ordinato niente!

- Non so che dirti! L'ho messo in camera tua!

- Grazie...

Un pacco? Che sia da parte di Viktor? Quel folle continua a inviarmi cosette dal Giappone allegate a delle odiose foto sue e del suo innamorato ma, nonostante tutto, non ho il cuore per buttarle e le conservo appese in camera. Un po' quei due mi fanno invidia, ma non capisco bene perchè. Chissà cosa mi ha inviato questa volta, spero non siano altre ricostruzioni in scala di tempi samurai, ne ho abbastanza da creare una città in miniatura! 
Incuriosito apro velocemente la porta della mia camera e appena guardo nella stanza mi immobilizzo: è lì, davanti alla mia scrivania che osserva le fotografie appoggiate sulla mensola. Si volta e mi sorride, mentre io rimango fermo, con la sacca in spalla, la giacca addosso e la bocca spalancata. Appena i miei occhi l'hanno riconosciuto il mio petto ha avuto un sobbalzo, lo stomaco si è stretto e il mio cervello si è bloccato. Non so che mi stia succedendo ma so che ora sto sorridendo involontariamente. Otabek sembra imbarazzato, è immobile come me, e mi osserva; un attimo dopo allarga leggermente le braccia.

- Non mi saluti nemmeno Yuri?

La sua voce è come me la ricordavo, calda, alquanto bassa e morbida. Bella.
Lascio cadere la sacca e mi avvicino a lui, spinto da non so che istinto, e lo abbraccio. Sento il profumo della sua giacca di pelle e il calore della sua stretta.

- Ciao Beka!

Lui mi stringe ancora di più per poi allontanarsi.

- Cosa? Ma come? I voli per il Kazakistan sono stati annullati!

- Giusto, i voli dalla Russia al Kazakistan, ma non quelli dal Kazakistan alla Russia...

Sono sorpreso, imbarazzato e felice. Fino ad oggi ci siamo rivisti solo per video-chat, e vederlo qui, davanti a me, mi fa uno strano effetto. Sento lo stomaco in subbuglio e non riesco a smettere di sorridere, vorrei saltellare dall'emozione ma mi trattengo.
Subito noto dietro di lui il pacchetto regalo che ho lasciato sulla scrivania e la felicità diventa panico. Devo nasconderlo, quindi ci lancio sopra la giacca, come se nulla fosse e per distogliere la sua attenzione inizio ad urlare:

- Tu lo sapevi ded !- sbraito verso la porta così che il nonno mi senta per bene, - e tu invece non mi ha detto niente! - continuo puntando l'indice verso il naso di Beka.

- Se non mi vuoi torno a casa... – risponde con voce piatta, guardandomi dall'alto, nonostante la relativa differenza di altezza.

- Sarei un idiota a dirti di andare! - non riesco a guardarlo mentre parlo, ma noto che sorride alla mia risposta.

Il casco della sua moto è sul mio letto, mentre a fianco della porta c'è la sua valigia:

- quanto rimani? E dove dormi?

- Rimango qui tutta la settimana.

- Ok, qui in che hotel di preciso?

- Qui, qui! Proprio da te!

- Cosa?! - “COOOSA!?!”

- Me l'ha detto il nonno, visto che va via non voleva rimanessi da solo, quindi ci sarò io al suo posto. - risponde tranquillo, come se stesse raccontando la sua giornata tipo, e non credo si sia accorto del panico misto a gioia che sto provando. Io a casa con Beka!? Una settimana?! Stiamo scherzando?!
Non so cosa rispondere quindi mi volto per andare in cucina e lui mi segue. Appena entro nella stanza vedo che è tutto apparecchiato per la cena e che il nonno sta togliendo il grembiule. Potya sta dormendo su una sedia del tavolo, la presento a Beka e lui affettuosamente le carezza la testa.
Appena mi siedo e incrocio lo sguardo del nonno mi ricordo. Mi ero completamente scordato che partisse proprio questa sera!

- Spero tu sappia cucinare, visto che Yuri è un disastro in cucina. - il nonno mi sorride.

- Non è vero! Ho solo problemi con le cotture...

- Posso sopravvivere, non morirò di fame! - Beka sorride a sua volta.

La cena procede tranquilla e io ancora non credo alla situazione che sto vivendo! Subito dopo scendiamo in garage, la moto di Beka è parcheggiata a fianco della macchina del nonno. Si è offerto di portare la sua valigia e la carica in macchina mentre il nonno mi sorride e io mi lancio ad abbracciarlo.

- Fai il bravo Yuri! - si allontana e mi fa l'occhiolino, mi sento arrossire. Prima di salire in macchina stringe la mano a Beka, si scambiano qualche parola poi parte per l'aeroporto.

“Bene Yuri, e adesso?”

 

Tornati in casa mostro le varie stanze a Beka, che dormirà nel letto del nonno. Lo avviso che potrebbe trovarsi Potya sul cuscino ma non sembra preoccuparlo molto.

- Quando hai allenamento?

Siamo sul divano e stiamo cercando un film in tv; Beka non se la sentiva di fare un giro per la città visto che per il viaggio si sente stanco.

- Tutti i giorni, però se non voglio andarci non mi presento e basta, quindi domani non ci vado. - mi rannicchio stringendomi le ginocchia contro e continuando a cambiare canale; Potya salta sul divano e si accoccola a fianco di Beka, che le tende una mano per farsela mordicchiare.

- A proposito di domani, dovrei partecipare ad un evento particolare... - Beka sbadiglia mentre prende il telefono dal tavolino davanti il divano. Lo guardo inarcando un sopracciglio e mi fa cenno di attendere un secondo. Quando mi mostra il display del cellulare leggo l'invito ad un evento: Halloween party, discoteca Shadows. Ciò che attira la mia attenzione è il nome del DJ: AO, mi ci vuole un attimo per capire che sono le iniziali di Altin Otabek.

- Domani suoni? - annuisce spegnendo il telefono, - ma io posso entrare? Dico per l'età...

- Se sei l'assistente del DJ puoi andare ovunque! - mi fa l'occhiolino e io mi metto in ginocchio sul divano dalla felicità. Andrò in discoteca! Con Beka!

- Davvero?! - annuisce e sorride, la gatta sobbalza per la mia reazione ma non si sposta.
- Però non dovrai mai allontanarti da me: il nonno mi ha minacciato di morte se mai dovesse accaderti qualcosa!

- Ded lo sa? Ed è favorevole? Non ci credo!

Il nonno non sembra mai entusiasta quando fantastico sull'andare in discoteca, però finchè non ho l'età giusta non deve preoccuparsi e se ne sta tranquillo. Ripensandoci, io non sono mai andato in discoteca, come devo vestirmi? E i capelli? Li porto gli occhiali da sole? Nella mia testa ci sono troppe domande e troppa confusione, ma Beka interviene.

- Comunque domani si entra solo se travestiti quindi, conosci un posto dove vendono costumi per Halloween? - annuisco e già inizio a pensare a cosa indossare. Volendo potrei riutilizzare un mio costume di gara, alcuni sono terribili( quelli scelti da Yakov ovviamente!).

Non ho troppo tempo per ragionarci perchè Beka dà i primi segni di sonno imminente; continua a sbadigliare e ha difficoltà a tenere gli occhi aperti.

- Forse è meglio se vai a dormire... - la mia voce esce troppo dolce dalle mie labbra, ma vederlo con quell'espressione mette tenerezza.

- No ma sono sveglio devo sol- si interrompe per sbadigliare nuovamente,- sì, forse è meglio se vado a dormire...

Spengo la tv, rido leggermente e, spinto da non so che istinto strano, mi avvicino a lui per lasciargli un bacio veloce sulla guancia: -Buonanotte!

- N-notte..

Solo dopo essermi alzato ed essere scappato nella mia stanza mi insulto per ciò che ho fatto. Non so che mi sia preso, ho agito senza ragionarci troppo e ora mi sento un idiota. Saltello un poco sulle punte per cercare di calmarmi. Pazzo, folle, stupido! Ho dato un bacio a Beka! Sono stato troppo impulsivo, e se la prendesse male? Magari ho invaso la sua barriera personale troppo improvvisamente e ora mi odia?! E se non mi parlasse più? Che faccio se domani mi sveglio e lui è sparito?! Cerco di calmarmi, ripensando che anche in chat ci inviavamo la faccina col bacino... Quella a gatto ovviamente... Ma era comunque un bacio, per virtuale che fosse. Soprattutto, a tranquillizzarmi, torna l'immagine veloce della sua espressione un istante dopo quella vicinanza: sembrava felicemente sorpreso. Mi lascio cadere sul letto e penso che se domani chiederà spiegazioni risponderò che ero troppo gasato per la notizia della festa e che non ragionavo più lucidamente, magari anche a causa del sonno.

 

 

Sono sveglio nel letto, il piumone è troppo caldo e comodo per abbandonarlo. Potrei stare così fino a mezzogiorno... Beka!
Mi alzo a sedere di scatto ricordandomi che il nonno non è in casa e al suo posto c'è lui.
Guardo l'orologio, sono le dieci. Chissà se è sveglio?
Meglio che mi alzi e vada a aspettarlo, così appena si sveglia gli preparo la colazione. Rimango in pigiama e appena esco dalla stanza sento delle voci; in salotto vedo Beka sul divano che sta guardando un cartone animato con una tipa coccinella, su uno di quei canali pensati per i bambini. La mia gatta è addormentata sulle sue gambe.
Quando si volta e si accorge di me dice:

- Posso spiegare! - evidentemente la mia faccia è scioccata.

- Buongiorno... - dico mentre continuo a guardare male la tv.

- É una serie troppo bella Yuri, lei è Ladybug, poi c'è Chatnoir e sono dei super- mentre spiega arrossisce in volto e si zittisce completamente quando mi lancio davanti alla tv, contemplando il ragazzo-gatto biondo appena apparso.

- Yuri?

- Così! Voglio vestirmi così! - mi volto a guardarlo per capire cosa ne pensa della mia idea e capisco di averlo preso in contropiede, perchè rimane un secondo con la bocca aperta, come per dire qualcosa, per poi richiuderla.

- Non ti piace..? - se non piace a Beka non c'è nulla da fare.

- Adoro Chatnoir – sto per proporgli la mia idea per la serata quando continua,- Però non pensare minimamente a dei travestimenti abbinati, non farò mai Ladybug!
Mi guarda serio e io metto il broncio: ha distrutto il mio sogno.

 

 

 

Dopo aver mangiato passiamo tutta la mattinata a guardare altri episodi di Miraculous. Per tutto il tempo siamo stati rannicchiati sul divano e abbiamo commentato la serie; il cielo ha voluto che Beka non nominasse il bacio di ieri quindi per ora tutto fila liscio. Pranziamo, e ci avviamo per lo shopping. Conosco il luogo adatto per certi acquisti ma dobbiamo andarci in moto. Mentre io apro il garage Beka accende la moto e quando sento il rombo del motore mi spunta un sorriso. Mi ricordo del primo giro che abbiamo fatto, quando mi ha salvato dalle mie pazze ammiratrici. Dal casco gli spuntano alcune ciocche; ha sostituito i guanti senza dita che usa di solito con quelli interi, fa troppo freddo per usare gli altri. Salgo in sella, mi allaccio il casco:

- Attaccati bene – la voce di Beka è attutita dal casco che mi copre le orecchie.

Come risposta poso le mani sui suoi fianchi e stringo, Beka gasa e partiamo. Gli ho spiegato la strada prima di partire e ha capito perfettamente dove è il luogo, quindi posso anche non concentrarmi sul tragitto, ma solo su lui. Il profumo della sua giacca di pelle mi circonda e, nonostante non sia molto più alto di me, con la sua schiena copre tutta la mia visuale. Quando lungo un rettilineo accelera decido di circondargli la vita con le braccia e stringerlo più forte, non voglio rischiare di venire scaraventato per terra! Così mi ritrovo abbracciato a Beka, giro la testa da un lato e mi appoggio a lui, godendomi il movimento dei muscoli della sua schiena quando svolta, inclinandoci leggermente. Potrei rimanere così per sempre ma purtroppo siamo già arrivati.
Irina è la proprietaria del negozio al quale mi rivolgo per alcune modifiche particolari per i mie costumi di gara, ma durante i periodi di Halloween o altre feste il suo negozio si riempie di costumi di tutti i generi, e scommetto che lei ha ciò che voglio.

- Yuri! Come stai? Che piacere rivederti! Chi è questo bel giovanotto con te!?

Irina sembra entusiasta, come sempre, e non mi lascia neppure il tempo di rispondere che sta già squadrando Beka da capo a piedi, studiando la sua corporatura, anche se non sa nemmeno perchè siamo qui.

- Irina ci servirebbero dei costumi per questa sera – Beka sorride leggermente, imbarazzato, mentre lei continua ad osservarlo soffermandosi sui suoi anfibi neri.

- Sì, questo l'avevo intuito... avete idee? - finalmente allontana gli occhi da Beka, cosa che stava iniziando ad infastidirmi, e ritorna a me.

- Non so se lo conosci, ma voglio il vestito di un tipo-gatto nero, che ha un campanello gigante al collo e una cintura per coda... ho una foto se vuoi.
Le mostro la fotografia di Chatnoir e lei arriccia le labbra riflettendo.

- Potrei avere quello che fa al caso tuo... mentre per il bel moro che facciamo? - sorride mentre lancia uno sguardo interessato ad Otabek che risponde serio:

- Pensavo ad un lupo... o qualcosa di simile.

- Un licantropo dici? Mmmm... non saprei, ti vedrei meglio con qualcosa di elegante. Come un vampiro! Che ne dici?

Beka fa spallucce, come se fosse indifferente, quindi Irina spera di trovare più entusiasmo nella mia risposta.

- L'importante è che sia comodo, deve riuscire a guidare.

Annuisce e sparisce dietro il banco da lavoro in una stanza dove tiene tutti i vari costumi, pezzi di stoffa e ricambi.

- Hai fatto colpo Beka! - lo prendo in giro sghignazzando.

- Sì, ho notato... deve essere colpa della giacca. Fa sempre colpo! - dice mentre si alza le maniche. Subito la proprietaria sbuca con tra le mani stoffe varie e pezzi di costumi.

- Allora signor micio, questi sono per te – pantaloni di pelle, maglia nera con inserti in pelle, orecchie nere, guanti e cintura, - mentre questi sono per il bel vampiro.
Un gilet rosso ricamato, un mantello nero col collo alto, un nastro nero con una spilla verde.

- Bene, partiamo dal micetto?

Annuisco e vedo Beka guardarmi confuso.

- Proviamo gli abiti così da vedere se servono modifiche o no - annuisce ma non sembra troppo felice; infatti, pensandoci, dovrà rimanere da solo con Irina mentre mi cambio. Decido che farò in fretta, non solo per salvarlo ma, soprattutto, perchè mi infastidisce l'idea di Beka solo con qualcun altro.
Come sempre la sarta ha azzeccato le taglie di tutti i capi, mi vanno a pennello, però ho problemi con la cintura: non riesco ad attaccarla. Esco dal camerino con la coda in mano e la prima cosa che vedo sono gli occhi di Beka illuminarsi: solo ora mi ricordo di vestire i panni di un personaggio che adora (quando si dice vent'anni e non sentirli!).

- Ma che amoreee! - Irina è entusiasta, che novità – aspetta che ti faccio vedere io come attaccarla.

Mentre mi sistema la coda Beka è in silenzio e sento i suoi occhi fissi su di me, sento caldo e mi mordo un labbro.

- Ecco fatto! Cosa ne pensi ragazzone timido? - si rivolge al kazako con un sorriso splendente.

- È fantastico,davvero! - mi sento avvampare e non riesco a sostenere lo sguardo del moro.

- O-ok, ora tocca a te! - scappo nel camerino e mi cambio in un lampo.

Mentre aspettiamo Beka, Irina mi ammicca e mi dice:

- è proprio carino il tuo amico, così timido e silenzioso.

- Sì, Beka è molto introverso... ma una volta che prende confidenza è più sciolto.

Esce da camerino e non capisco bene cosa abbia combinato. La camicia di prova ha le maniche rimboccate, il gilet è aperto e ha il nastro in mano.

- Che devo fare?! - sembra molto confuso.

Irina scoppia in una sonora risata, in effetti è divertente vedere la sua faccia spaesata, e accorre in suo soccorso.

- Innanzitutto un vampiro è ordinato, quindi maniche giù! Gilet abbottonato!questo è solo un nastro da incrociare e bloccare con la spilla. Il mantello lo blocchiamo coi bottoni che son sul gilet. Ecco fatto!

Ora Beka sembra un vampiro ma gli manca ancora qualcosa...

- Irina, dei guanti!

- Bravo Yuri! Ci starebbero benissimo!

Dopo aver concluso lo shopping vestiario e essere sfuggiti alle grinfie della sarta entusiasta, torniamo a casa per prepararci. Il viaggio in moto è sembrato ancora più corto dell'andata.

 

 

- Devo proprio?

- Sì, devi essere almeno un po' pallido.

Beka è sotto tortura da quasi venti minuti: gli ho sistemato i capelli e ora sto pensando al trucco.

- Però non mi metti altro in faccia vero? - tiene gli occhi chiusi mentre parla e io lo inciprio per bene.

- Ovvio che no! Nessuno te la toglie una bella linea di eyeliner!

Beka spalanca gli occhi terrorizzato:

- No! No no no! Mai! Non ti avvicinerai ai miei occhi con uno pseudo pastello!

- E invece sì! Oppure dirò al nonno che mi hai perso di vista e la tua vita si concluderà a diciott'anni!- fa per alzarsi dal bordo della vasca su cui è seduto e, visto che ho le mani impegnate, lo blocco con una gamba piegandola e appoggiandola sulla sua. Mi ritrovo così in equilibrio su un piede e con un ginocchio poggiato sul suo quadricipite. Mi son mosso senza pensarci e ora mi ritrovo ancora più vicino a Beka di quanto fossi prima. Appena iniziai a truccarlo cercai di mantenere una certa distanza, anche perchè mi agita un po' stargli così vicino. Però ora siamo più vicini e più imbarazzati entrambi perché lui richiude gli occhi e si morde il labbro inferiore.

- Hai vinto...

Gli spunta un canino candido e uno spruzzo di rosa gli colora le guance, sta arrossendo. Il mio cuore perde un battito e per un secondo rimango immobile ad osservarlo, col pennello in mano, trattenendo un certo istinto che mi spinge ad accarezzargli il volto.
Quando sente che non sto più usando il pennello socchiude un occhio per sbirciare e mi riprendo all'istante, allontanandomi e cercando il trucco nero. Gli dico come posizionare il viso e lui esegue gli ordini, senza controbattere ed arrendendosi all'idea del trucco sugli occhi. Una volta completato il lavoro gli permetto di alzarsi e specchiarsi, inclina il capo così da vedersi per bene, controlla i capelli per poi commentare:

- Hai fatto un ottimo lavoro Yuri... io non ci sarei mai riuscito! - mi sorride e i canini finti risaltano.

- Ti sta molto bene il trucco sugli occhi... Anche i capelli così ti donano. - mentre glielo dico gioco con la mia coda per non incrociare il suo sguardo.

- Grazie Chatnoir, spero non si rovinino... - si sistema il colletto e si passa la lingua sulle labbra. Quando nota la mia coda staccata si offre per aiutarmi ad attaccarla; arrossendo gli volto le spalle così da permettergli di armeggiare con l'attaccatura lungo il bordo dei pantaloni. Che vergogna! Le sue mani sono così vicine al mio fondo schiena! Oddio che imbarazzo! Quando sento che ha finito, agendo guidato dall'agitazione, mi volto.

- Bene! Ora fuori di qui! - lo spingo fuori dal bagno e mi chiudo dentro. Tocca a me, e voglio vedere la sua reazione quando vedrà il risultato finale.

- Hei ma che!? Yuri!

- Scusa Beka ma se mi fissano sbaglio! Farò in fretta! Promesso!

- I-io... ok! Vado a preparare la moto...

Mi prendo un attimo per fissare lo specchio senza però vedermi. La mia testa è altrove... altrove con Beka.
Non avrei ma creduto sarebbe stato così bene col ciuffo così pettinato, metà indietro e metà a coprire un occhio lateralmente, e che il trucco nero mettesse in risalto il marrone caldo dei suoi occhi. Col bianco sono stato leggero, giusto quel che bastava per nascondere il rossore delle guance. È da tutto il pomeriggio che rifletto e sommando i vari pezzi che ho raccolto sono giunto alla conclusione che mi spaventa... Sono geloso di chi sta con Beka, mi piace da morire la sua compagnia, la sua vicinanza mi fa venire le farfalle nello stomaco... l'ipotesi che si era insinuata nella mia mente torna a far capolino e sì, sono cotto!
Faccio un respiro profondo e mi metto al lavoro; non avendo trovato una maschera me la disegno sul volto sfumando un ombretto nero. Il risultato finale mi piace: nella zona del naso e degli occhi il nero è forte mentre, allontanandosi verso le tempie, si sfuma. Metto il cerchietto e sistemo il campanello; sì, sto proprio bene!
Esco dal bagno convinto di trovare Beka ad aspettarmi e rimango deluso quando non c'è. Scopro che sta guardando la tv in salotto quindi, prima di mostrarmi faccio un salto in camera a cercare la giacca. Appena la sollevo dalla scrivania mi sfugge un'imprecazione di bocca. Il regalo di Beka è lì impacchettato e io mi sono completamente dimenticato che domani è il suo compleanno, scordandomi di andare a cercare una torta!

- Yura, tutto ok?

- Sì sì, si è solo leggermente sbavato il trucco...

Yuri niente panico! Ho tempo fino a domani! Però stasera faremo tardi, mezzanotte passerà e sarà già il suo compleanno! Devo fargli gli auguri per primo! Devo stare calmo!
Bene... mi ero ripromesso di dargli il regalo il giorno esatto, ma se aspettassi la mattina non vorrei pensasse io mi sia dimenticato, quindi quando torniamo gli darò il regalo. Però mancano la torta e il biglietto; che posso fare?
Potrei fare un salto in pasticceria ora, ma rischio di non trovare nulla... però meglio provare!
Il problema è Beka ora, come faccio a nascondere la mia fuga?
Trovo una scusa banale e inizio ad avviarmi, appena apro la porta per uscire sento la sua voce:

- Dove vai? - sbuca dal salotto per sbirciarmi e rimane a bocca aperta quando mi vede col trucco completo. Non gli do tempo di parlare perchè rispondo alla velocità della luce e scappo:

- Mi sono appena ricordato che dovevo passare in biblioteca per una cosa del nonno, me ne ero dimenticato e devo per forza andare, non preoccuparti faccio in fretta, ciao!
Chiudo la porta e mi lancio giù per le scale; la pasticceria dista dieci minuti a piedi, quattro in corsa, posso farcela. Esco in strada e inizio a correre sul marciapiede, evitando le persone a volte di pochi centimetri. Fa freddo, col vento della sera che mi pizzica le guance, vedo il mio respiro uscire dalle labbra in una nuvoletta opaca. Non sento minimamente la fatica della corsa finchè non entro in negozio, quindi prendo fiato appoggiandomi alle mie ginocchia. La commessa mi guarda incuriosita e mi chiede gentilmente cosa cerco.

- Una torta di compleanno... - il suo viso si contrae in una leggera smorfia.

- Mi dispiace ma oggi abbiamo venduto tutte le torte che avevamo... abbiamo biscotti, pasticcini, cupcake -, la interrompo - Cupcake! Vanno bene! Benissimo!

La osservo muoversi dietro al bancone per raggiungere il vassoio coi cupcakes;

- hai preferenze? Mirtilli, cioccolato, mele?

- Cioccolato, due grazie! - non mi è mai piaciuto così tanto respirare. Prendo boccate d'aria come fossero la mia salvezza... Anche se a dire il vero lo sono!
Compro anche una candelina, pago e il ritorno lo faccio a passo veloce, senza però correre.
Siano lodate le pasticcerie che lavorano anche di sera!
Fuori dalla porta mi preparo a scattare, il piano è: entro, scappo in camera, nascondo il bottino e andiamo! Prendo un respiro profondo, abbasso la maniglia e via!

- Sono tornato, mezzo secondo e andiamo!

Non avrei mai creduto di essere capace di parlare così velocemente; completo il piano e una volta fuori dalla mia stanza lui è lì, a braccia incrociate.

- Sai, anche il vero Chatnoir scappa così all'improvviso per poi ricomparire come nulla fosse... - non è arrabbiato e mi sorride, - non sono riuscito a dirti quanto stai bene prima...

- Sssì, scusa ma davvero dov,- mi interrompe, - nessun problema, spero sia tutto risolto. Comunque, wow! Fossi in te penserei ad un programma per la prossima gara con questo costume.

Mi sento le guance in fiamme, e il tutto non migliora quando allunga una mano per giocare col campanello appeso al mio collo, sorridendo sempre più. I canini finti spuntano dal sorriso rendendolo più intrigante. Il cuore mi rimbomba nelle orecchie, come faccio a sopravvivere a questa serata? E per i prossimi giorni? Se dovesse sorridermi così altre volte rischierei seriamente lo svenimento.

- Andiamo?

Annuisco senza parlare, la sua voce mi ha sciolto. Ha parlato lentamente e mantenendo un tono basso, non so se è dovuto alla vicinanza, che quindi richiede un volume più basso, o ad altro, però sono sempre più convinto che voglia attentare alla mia vita.
Il tragitto in moto è corto, circa cinque minuti, però il freddo della sera mi costringe ad abbracciarmi a Beka anche per non congelare. Devo tenere in mano la mia coda e la parte finale del suo mantello, che gli sbuca da sotto la giacca di pelle. Se dovesse lasciarlo sventolare potremmo essere scambiati per batman e catwoman...
La discoteca da fuori è un edificio alquanto anonimo, non fosse per la scritta “Shadows” in argento sullo sfondo nero della facciata. C'è già parecchia gente in fila però Beka non si accoda, costeggia tutti, fino all'entrata. I due tizi vestiti di nero fuori dalla porta lo salutano e quello che intuisco essere l'organizzatore dell'evento, vestito da faraone, ci invita ad entrare. Saluta entrambi e inizia a chiacchierare con Beka:

- Stammi vicino. - il mio vampiro mi affianca e mi appoggia una mano sulla schiena, guidandomi dietro al tizio egizio. Nell'altra mano ha una borsa che si è portato dietro da casa. Il locale è illuminato, i barman sono in attesa dietro al bancone mentre alcune ragazze corrono lungo la pista cercando qualcuno, tutti sono in costume. La postazione del Dj è rialzata, la zona adibita a pista è a forma circolare e il perimetro è costituito da divanetti anch'essi su una parte rialzata.

- La console la conosci, sistemati pure. Tra 10 minuti apriamo, se vuoi da bere o ti serve qualcosa chiedi pure!

Il faraone ci saluta e torna verso l'entrata. Beka inizia a schiacciare bottoni e accendere lucine, prende la sua borsa e vedo che estrae il pc, delle cuffie e altre cose strane.

- Beka... ma non dovrebbe esserci buio?

Mi guarda con un mezzo sorriso:

- hai fretta vedo... Ai tuoi ordini! - fa un cenno strano ad un tizio dietro al bancone e subito le luci si spengono, lasciando il posto a scie colorate. Ci vuole un attimo ai mie occhi per abituarsi al cambiamento. Lui continua a sorridermi e mi fa cenno di avvicinarmi. Inizia una musica di sottofondo e Beka toglie le cuffie.

- Yuri mi raccomando non accettare nulla da nessuno, non voglio portarti a casa ubriaco, ma soprattutto non allontanarti da me. Ti devo tenere d'occhio, quindi se vuoi puoi ballare qui vicino ok?

È tremendamente serio mentre mi dice questo quindi annuisco con altrettanta serietà:

- ai tuoi ordini!

Sorride per la mia citazione e si prende un secondo per scostarmi un ciuffo dal viso e portarmelo dietro l'orecchio. Rimango immobile e sento le guance scottare; grazie al cielo c'è poca luce e il rossore non dovrebbe notarsi. Sembra rendersi conto di sorpresa di quello che ha fatto, con uno scatto torna a osservare lo schermo del pc e la musica aumenta. Vedo entrare le prime persone, le luci colorate diventano più intense, la serata sta iniziando!



ANGOLO SCRITTRICE: ciao a tutti! :D Innanzitutto ti ringrazio per aver dedicato il tuo tempo alla mia storia. Questo primo capitolo mi ha permesso di gettare le basi per una storia più intrigante nei prossimi. Credo si sia capito abbastanza quanto io ami Otabek! <3  Il titolo è preso dall'omonima canzone che adoro e che avrà un ruolo alquanto importante nel prossimo capitolo( e forse anche più in là), quindi se non la conosci già a memoria vai ad ascoltarla e innamoratene XD! 
Essendo la mia prima Otayuri sarebbe molto utile se mi lasciassi un commento, magari un consiglio su cosa migliorare o controllare! 
Grazie mille!  :*
Al prossimo capitolo!
Un bacio
                       Ombra

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Let me taste your smile ***


Un remix spettacolare di “Waiting for Love”, uno altrettanto figo di “Somethng Just Like This” per non parlare di “It's my Life” !
Alla prima nota di quest'ultima ho perso il controllo: ho spiccato un salto dall'entusiasmo, guadagnandomi uno sguardo, prima preoccupato poi divertito, di Beka. Stare al suo fianco dietro la console limita la mia possibilità di ballare come vorrei, ma finchè sono vicino a lui va tutto bene. È completamente assorto nel suo compito: lo sguardo concentrato, le mani che si muovono sui tasti, lui che si muove a ritmo di musica illuminato ora di verde, ora di viola e infine di rosso. Penso che potrei contemplarlo per l'eternità senza mai stancarmi; però il suo turno finisce all'una e mezza, molto prima dell'infinità del tempo che gli dedicherei. Anche travestito sembra a suo agio: ha rimboccato le maniche della camicia, tenendo i guanti. In effetti si muore di caldo.
La massa di giovani accalcati davanti a noi deve essere sull'orlo della fusione, sono ammassati uno a fianco all'altro, si muovono a ritmo e si mischiano tra loro. Alcuni hanno drink in mano, mentre altri ballano avvinghiati e finiscono col baciarsi in mezzo a tutta la gente; questo fatto mi ha disturbato un pochino. Così come la presenza di quelle tipe che ballano su una struttura a destra della console, vestite da conigliette. Però non devo preoccuparmi: Beka non le ha degnate di uno sguardo per tutto il tempo. Al contrario ha continuato a controllarmi con delle occhiate veloci, giusto per vedere se fossi ancora vivo. Mi avvicino a lui per provare a capire meglio come funziona quell'apparecchiatura complicata. Niente da fare, troppi tasti, troppe luci, troppi cavi... mi sorride e mi dice:

- Vieni qui! – il volume della musica quasi copre la sua voce. Si allontana dal tavolo, mi si mette dietro e mi posiziona dove era lui prima. Mi volto a guardarlo tremendamente confuso; lui mi lascia intendere di aspettare un attimo per capire le sue intenzioni. È dietro di me, mi circonda con le braccia andando a cliccare sul pc, mi prende le mani e le muove come fossero le sue, cliccando un paio di tasti, alzando dei cursori e infine cliccando sul bottone della macchina del fumo, che adoro!

-  Adesso sei quasi un DJ!

Gli sorrido di rimando, entusiasta della situazione, per poi sentirmi avvampare una volta realizzata la vicinanza tra noi. Mi volto a guardare lo schermo, la canzone che ho iniziato si intitola “more than you know”, purtroppo non la conosco, quindi mi concentro ad ascoltarla. Mi sposto, quasi a malincuore, per lasciare più libertà a Beka e mi incanto ad osservarlo mimare le parole. La canzone mi piace, troppo. Le parole si mischiano perfettamente alla musica e le persone si muovono in sintonia con essa. Torno ad osservarlo; deve davvero piacergli quello che fa, ci mette così tanta grinta! Sorride mentre si aggiusta le cuffie e incita le persone a muoversi a ritmo con la mano libera. Mi spunta un sorriso spontaneamente. Le luci colorate creano giochi di ombre sul suo viso, rendendolo ancora più bello. I capelli sono spettinati e gli sfuggono sempre alcune ciocche davanti agli occhi.
Prima che me ne accorga la canzone è finita e un tizio alto, biondo, è sbucato da dietro per affiancarsi a Beka. Deve essere l'altro DJ, è già ora del cambio?! Mi sembra di avere iniziato da pochissimo! I due si scambiano qualche parola e mentre Beka sistema le sue cose il biondo prepara le sue, riescono a darsi il cambio senza che la musica ne risenta. Wow!

- Allora, ti stai divertendo?

Beka mi sorride, è sudato e i capelli spettinati, che continuava a sistemare per via delle cuffie, sono scompigliati.

- A dir poco! Sei stato grande! Wow!

- Grazie! Ti va qualcosa da bere? - lo guardo confuso, è stato lui a dirmi di non bere e ora...

-analcolico ovvio!- continua vista la mia perplessità. Annuisco e ci avviamo al bancone:

-Beka... io non so cosa prendere però. - si ferma un attimo a guardarmi, si morde il labbro mostrando il canino appuntito per poi parlare.

- Sex!

Strabuzzo gli occhi e mi sento arrossire violentemente, che sia impazzito?! Mi guarda perplesso:

- Sex on the beach: è alla frutta e dovrebbe piacerti.

“Parlava di un drink! Oddiooo, Yuri che pensi?!”

Annuisco fidandomi del suo consiglio; lui invece prende un invisible. Il mio drink non è male, per essere un mix di succhi di frutta...

Parliamo un po' della serata e decidiamo di rientrare per le 2, quindi abbiamo mezz'oretta a disposizione per ballare. Ci lanciamo in pista e siamo costretti a stare abbastanza vicini vista la calca presente, colgo l'occasione per avvicinarmi e fargli segno di abbassarsi:

- Mi piacevano di più le tue canzoni! - devo quasi urlare per farmi sentire; la musica è alta e più confusa rispetto a quella di Beka.

- È un altro genere! - mi risponde muovendosi a ritmo, per quanto possibile sia muoversi compressi come delle sardine.

Il tempo rimastoci scorre in fretta e in men che non si dica mi ritrovo al freddo, fuori dalla discoteca, con un fiocco di neve sul naso. Avevo detto che sarebbe nevicato! Mi volto per guardare Beka e rimango sorpreso dal suo sguardo meravigliato, sorride mostrando i canini e alzando il naso al cielo. Inizio a sentire un po' d'ansia pensando che a casa dovrò fargli gli auguri... Chissà, magari riesco a dargli un altro bacio!
Il viaggio di ritorno è tranquillo e io mi accoccolo sulla sua schiena senza pensarci troppo, causa sonno che mi stordisce un po', causa freddo, causa la sua presenza che mi fanno perdere quasi il senno. In testa continuo a sentire il ritornello della canzone che ho fatto partire in discoteca. Non mi ricordo né le parole né il titolo, solo il ritmo, ed è quello che canticchio mentre saliamo le scale.

- Ti è proprio piaciuta vedo. - annuisco aprendo la porta. Appena dentro lo obbligo ad andare per primo a struccarsi, così ho abbastanza tempo per preparare il tutto. Corro in camera a cercare il regalo e i muffin, li porto in salotto e li posiziono sul tavolino davanti al divano. Cosa posso fare per creare un'atmosfera migliore?
Decido di usare delle candele, così da fare abbastanza luce per non farlo schiantare contro qualcosa ma mantenendo l'atmosfera della festa a sorpresa. Mi blocco quando mi ricordo che non ho un biglietto da consegnargli e, men che meno, una frase carina da dirgli. Inizio a pensare a soluzioni improponibili finchè la mia attenzione non è catturata dalla chitarra del nonno posizionata in un angolo della sala. Mi illumino quando mi ricordo che l'unica canzone che so suonare è “happy birthday to you”! È la soluzione perfetta: non devo parlare, basterà suonare qualche accordo.
Prendo un accendino, raccatto tutte le candele sparse per casa e aspetto di sentire la porta del bagno aprirsi per accendere quella sul muffin di Beka. Mi domando dove sia Potya: solitamente mi viene sempre incontro quando rientro. Sono seduto per terra, sento che Beka mi chiama e mi chiede, come se avesse letto nella mia mente, se è normale che la mia gatta dorma nel lavandino del bagno. Rispondo affermativo e ascoltando la mia voce capisce dove sono; quando sento i passi abbastanza vicini inizio a suonare. Le mie mani sono lente, non sono affatto un suonatore nato, ma la sinfonia si riconosce. Non riesco a togliere gli occhi dalle corde per paura di sbagliare, ma con la coda dell'occhio noto che è fermo, in piedi, davanti al tavolino. Quando finisco mi faccio coraggio e, guardandolo dritto negli occhi, parlo:

- Buon compleanno!

Non risponde, scuote solo la testa e si siede davanti a me; sembra pensieroso. Il divano ci fa da poggia braccio, a me per il braccio destro, a lui per il sinistro; infatti, ci si appoggia. Chiude gli occhi, prende un respiro e finalmente parla:

- Non so che dire Yura... Grazie! Non- non dovevi, questo era già il più bel compleanno che potessi desiderare...

Mi regala un sorriso abbagliante e sento il mio cuore saltare un battito; cerco di distrarmi e, porgendogli il cup cake con la candelina, gli dico:

- Esprimi un desiderio!

Lui si sofferma un secondo sulla fiammella che proietta ombre e sfumature calde suo viso, non troppo distante dal mio. Prende fiato e soffia sulla candela spegnendola, prende il muffin dalla mia mano, lo addenta poi lo posa sul tavolo. In silenzio accenno al regalo sul tavolino e subito inizia a scartarlo. Sono delle cuffie da DJ nere con un cerchio dorato sulla parte che posiziona sull'orecchio che le rende stilose mantenendole semplici, un po' come Beka stesso. Dalle sua labbra sfugge un'esclamazione di stupore: ho fatto ricerche specifiche per scoprire che queste sono le migliori cuffie in circolazione, evidentemente è vero. Il pezzo forte però è l'altro pacchetto nascosto nella scatola, che subito attira la sua attenzione; lo scarta per poi guardarmi confuso, inarcando un sopracciglio.

- Sono delle orecchie da orso che puoi attaccare alle cuffie, al casco, a qualsiasi cosa! Ti piacciono?

Rimane a bocca aperta, aprendo subito la confezione e attaccandole, tramite le apposite ventose, all'arco delle cuffie, per poi provarsele. Non riesco a trattenere le risate appena mi guarda. Coi capelli così scompigliati ricorda davvero un orso bruno, un orso bruno tremendamente carino. Si unisce a me con la risata e noto che si sta avvicinando; rimango immobile finchè sento le sue labbra lasciarmi un bacio sulla guancia, veloce e delicato.

- Grazie mille Yura!

Posso giurare di aver visto le sue guance arrossire mentre si allontanava, per poi sistemarsi i capelli in imbarazzo. Io mi sento bollire e rimango pietrificato, nonostante dentro di me senta come un'esplosione di gioia e colori. Si leva le cuffie e mentre le appoggia sul divano sento la sua voce morbida:

- Non sapevo suonassi...

Prova a rompere il silenzio che si era creato che, per quanto imbarazzante, trovavo piacevole: mi permetteva di assaporare fino in fondo ogni minima vibrazione del mio animo.

- Infatti so suonare solo questi pochi accordi! Ahah...

Mi guarda ridendo con me, io afferro il mio muffin e inizio a mangiarmelo; lui invece si concentra sulla chitarra.

- Posso? - chiede gentilmente, annuisco con la bocca piena. Il cupcake è buonissimo!

Prende lo strumento e inizia a scorrere le dita sulle corde, come se stesse valutando gli accordi da suonare. Vedo che si ferma, mi guarda e inizia a suonare. Già dalle prime note riconosco la canzone: è quella di prima, che ho continuato a canticchiare e che ho messo in discoteca. Sorrido quando capisco che cosa sta facendo e rimango a bocca aperta quando sento le prime parole uscire dalla sua bocca. Sta cantando e la sua voce è meravigliosa a dir poco. Mentre canta tiene gli occhi fissi sulle sue mani e io non posso far altro che rimanere ammaliato dalla sua voce incantevole, guardando la sua figura illuminata dalla tenue luce delle candele.

“I just need to get it off my chest, yhea more than you know, yhea more than you knew … You should know that baby you're the best, yheah, more than you know yhea more than you knew!”

Mi sorride e io mi ritrovo a canticchiare con lui la melodia, comprendendo meglio le parole del testo. Mentre le ascolto penso che vorrei potergliele dire io certe cose! Vorrei avere il coraggio di dirgli quello che sento, dirgli che lui, per me, è il migliore in assoluto!
La sua voce è profonda e scorre come una carezza morbida sul viso, mi scalda dall'interno e diffonde un brivido lungo la mia spina dorsale. Le parole fluiscono dolci dalle sue labbra e devo mordermi il mio, di labbro, per non lasciarmi sopraffare dalle emozioni che mi esplodono dentro. Vorrei ascoltarlo all'infinito, sentirlo ogni sera come una ninnananna che ti accompagna nel mondo dei sogni. Quando sento la sua voce diminuire e capisco che sta finendo, vorrei chiedergli di continuare, ancora e ancora...
Ferma le corde dello strumento e prima di puntare i suoi occhi nei miei poggia la chitarra al suo posto; solo ora mi accorgo di quanto siamo vicini. Il marrone scuro delle sue iridi è reso più caldo dalle sfumature delle fiamme, il suo viso è colorato di tenue giallo e i capelli scintillano in contrasto con la debole luce.

- Visto che ti piace tanto ho pensato di dedicartela...

Sento il cuore sobbalzare nel petto, schiudo le labbra sorpreso e strabuzzo gli occhi. Mi sento attraversare da mille brividi. Il ricordo caldo della sua voce che cantava per me mi spinge quasi le lacrime agli occhi.

- Nessuno mi aveva mai dedicato qualcosa... di così bello poi...

La mia voce è bassa, esce quasi in un sussurro, per paura di lasciar trapelare l'agitazione interna. Lui sorride e il suo sorriso mi riscalda ancora di più, confondendo maggiormente quei brividi che sentivo nello stomaco. Ripenso a quelle parole; Beka me le ha dedicate... ma era quello che io volevo dire a lui! Non avrei mai creduto qualcuno potesse volerle dire a me! Un brivido mi scuote, serro le labbra per paura che esca il suono del mio animo scosso dolcemente. I suoi occhi brillano incrociando i miei e io mi stupisco nel percepire una scia calda lungo una guancia. Una lacrima solitaria sta scorrendo sul mio volto; il sorriso di Beka si fa più ampio e ancor più dolce. È stato tutto troppo bello, troppo forte, troppo vicino. Mi ha scosso dall'interno ma in maniera gentile, affettuosa, come un abbraccio a lungo atteso e infine ottenuto nel più toccante dei modi.

- È stato bellissimo!

Sorrido gustando la sensazione di calore che la goccia lascia scorrendo sul mio viso; la mia voce è uscita tremolante rispecchiando perfettamente cosa provo dentro. Tutte le emozioni si concentrano in un unico punto quando sento la mano di Beka posarsi delicatamente sul mio volto, scorrendo col pollice a scacciare la lacrima umida.

- Non era proprio questo il desiderio che ho espresso... - parla piano, senza allontanare la mano dalla mia guancia. Lo guardo interrogandolo con gli occhi lucidi, quindi continua:

- Volevo ti piacesse la canzone e...

La sua voce si spezza e serra le labbra deciso a lasciare la frase in sospeso; io non riesco a rimanere col fiato sospeso più a lungo, quindi domando:

- E...? - ora mi sento vuoto dentro, troppe emozioni si sono annullate tra loro lasciando spazio alla prossima che prenderà il posto.

- E possibilmente evitare uno schiaffo!

Parla velocemente, prendendomi in contropiede e non permettendomi di realizzare cosa stia per fare, prima che lo faccia.
Esplosione.
Ecco la parola esatta per descrivere cosa avverto dentro, mentre sento le sue labbra premere sulle mie. Un'esplosione di colori, brividi, scosse e sensazioni calde e piacevoli. Chiudo gli occhi istintivamente per concentrami, più o meno, sulla pressione delicata e tremendamente piacevole. Mantiene la mano sulla mia guancia bollente e il contatto persiste per qualche secondo che percepisco infinito. Quando si allontana socchiude gli occhi timoroso, come pronto per ricevere uno schiaffo, ma tutto ciò che ottiene è uno sguardo sorpreso, confuso e innamorato da parte mia.
Ancora non realizzo bene cosa sia successo... Beka!
Ho baciato Beka!
Mi sento tremare, sono in imbarazzo ma percepisco una scarica di energia nelle vene. Non posso starmene fermo, ora che ho la certezza non solo dei suoi, ma soprattutto dei miei sentimenti. Lascio che sia la carica interna a guidarmi, così prendo i lembi della sua camicia e lo attiro a me. Lui sposta la sua mano dalla mia guancia alla mia nuca e mi attira a sé a sua volta. Le sue labbra sono morbide a contatto con le mie, sento il suo profumo avvolgermi. Percepisco che la pressione del suo tocco aumenta, portandomi a cedere, e socchiudere leggermente la bocca. Un brivido mi attraversa non appena sento la punta della sua lingua sfiorarmi, prendo fiato e decido di lasciarmi andare completamente così da assecondare i suoi movimenti. È una sensazione strana, nuova, ma piacevole. Il suo tocco è delicato e sento il suo respiro pizzicarmi le guance di tanto in tanto. Percepisco il sapore dolce del cioccolato ancora presente sulle sue labbra. Continua a giocare nella mia bocca, trascinandomi in un vortice confuso e fluido. Mi sto completamente distaccando dalla realtà quando sento qualcosa picchiettarmi in testa; inizialmente credevo fosse Beka però, quando realizzo che le sue mani sono una sulla mia nuca e l'altra su un mio fianco, socchiudo un occhio perplesso. Rimango scioccato e mi allontano all'improvviso da Beka quando apro entrambi gli occhi. Potya, saltata sul divano, mi stava picchiettando con la zampa sulla testa, evidentemente proprio per allontanarmi dal moro. Beka apre gli occhi confuso e quando realizza l'accaduto sorride, imbarazzato, felice, ma leggermente dispiaciuto per la separazione.

- Che novità è mai questa Potya?

Mi rivolgo alla gatta irritato, mi stava piacendo davvero baciare Beka in quel modo. Per tutta risposta si siede sul divano mantenendosi più vicina al kazako che a me. Mimo una faccia teatralmente scioccata mentre osservo la mia micia serena.

- Va bene, stai pure col tuo innamorato, io vado a struccarmi. Ma non venire a chiedermi di darti da mangiare! Traditrice...

Beka scoppia un una dolce risata mentre accarezza la testolina di Potya, mi guarda e noto che ha le guance belle rosse. Sorrido e scappo in bagno. Una volta pulitomi il viso mi prendo un secondo per ragionare col me stesso riflesso nello specchio. Ancora non credo a quello che è successo! Ci siamo baciati!
Sento un formicolio in pancia ripensandoci. Siamo stati così vicini, così a lungo ed è stato così bello! Sorrido e prendo un respiro ampio per smorzare leggermente la gioia interiore, dopotutto è ora di andare a dormire. Mi metto il pigiama e uscito dal bagno cerco Beka per augurargli la buonanotte. Noto che in salotto le candele sono spente e l'unica luce proviene dalla stanza del nonno, la porta è aperta quindi sbircio all'interno. La scena che mi si presenta davanti agli occhi mi scalda teneramente dall'interno: Beka in pigiama che dorme supino, con le gambe divaricate, un braccio sopra la testa e Potya sulla pancia, circondata con l'altro braccio. Non ho il cellulare a portata di mano se no avrei immortalato il momento e l'avrei condiviso su tutti i social possibili. Anzi, ripensandoci no, avrei conservato gelosamente quella foto solo per me, proprio come sto cercando di fare ora, bloccando questa immagine nella mia memoria per conservarla a lungo. Le coperte del letto sono spostate a lato, come se stesse per coprirsi; evidentemente in quel momento Potya l'ha assalito. Mi avvicino in silenzio, sposto delicatamente la gatta sul cuscino a fianco del viso di Beka e copro quest'ultimo con le coperte calde. Prima di allontanarmi lascio un bacio sulla fronte a entrambi. Una volta a letto non ho neppure il tempo di ripensare a tutto ciò che è successo oggi che già scivolo nel mondo dei sogni.

 

DRIIIIN DRIIIN DRIIIN

Squilla il telefono fisso! Merda, il nonno!
Ieri mi sono dimenticato di chiamarlo, gli avevo promesso ci saremmo sentiti tutti i giorni.
Salto fuori dal letto e scatto verso il salotto, alzo la cornetta e rispondo velocemente:

- Pronto!

- Buongiorno!

- Scusa ded ieri mi sono dimenticato ma stiamo bene, siamo vivi e abbiamo mangiato.

- Lui dov'è?

- Credo stia ancora dormendo...

- si trova bene?

- Credo di sí, Potya preferisce lui a me...

Chiacchiero per un po' col nonno che mi racconta di Firenze, descrivendola come “piú bella del solito”; quando chiudo la telefonata sento un'altra voce dietro di me:

- 'giorno Yura.

- Hey! - mi volto per salutarlo, ha i capelli tremendamente scompigliati e mi domando come siano messi i miei. Mi sorride timidamente e sembra valutare la prossima mossa, finchè non si avvicina per lasciarmi un bacio sulla guancia. Sento che le mie guance si colorano e sorrido spostandomi in cucina per preparare la colazione. Ded mi ha consigliato di non saltare troppi allenamenti quindi oggi credo faremo un salto da Yakov. Propongo a Beka di andare di mattina per un paio d'ore e accetta volentieri, dicendomi che ha portato apposta i suoi pattini.
Dopo esserci rifocillati e cambiati ci avviamo per andare alla pista; è abbastanza vicina da poterci andare a piedi senza bisogno di usare la moto. Mi sarebbe piaciuto fare un giretto abbracciato a Beka ma comunque manteniamo le vicinanze anche camminando tranquilli. Appena usciti di casa mi accorgo che deve essere nevicato per tutta notte, perchè le strade sono coperte da un alto strato di neve accumulata ai lati. Le macchine si spostano lente e pensandoci la moto non sarebbe stata una scelta molto azzeccata. Una volta arrivati Yakov sta per iniziare a rimproverarmi per l'assenza di ieri quando, vedendo Beka, si interrompe per salutarlo. Quando eravamo ancora alle elementari siamo stati suoi allievi e Yakov si ricorda bene di ogni suoi singolo allievo del passato. Quindi inizia a chiacchierare col kazako che risponde alle domande dell'anziano gentilmente. Io scappo a mettere i pattini per lanciarmi in pista e distrarmi un po' dai pensieri che mi affollano la testa. Durante il viaggio verso il palazzo del ghiaccio io e Beka abbiamo parlato tranquillamente, discutendo della serata, della neve e di cosa mangiare a pranzo. Nessuno dei due ha aperto il discorso bacio e non so cosa pensarne. Dopotutto prima o poi dovremmo parlarne, per quanto io odi queste situazioni e preferirei evitarle, ne sono consapevole; per il momento aspetto sia lui a fare la prima mossa.
Appena sento le lame a contatto col ghiaccio mi sento più leggero e libero.
Ecco perchè amo pattinare.
Inizio lentamente a prendere confidenza con la superficie liscia e lucida, schivando i bambini che stanno seguendo la loro insegnate al centro della pista. Le mattine al palazzetto sono dedicate solo agli allenamenti, quindi si possono trovare principianti a fianco di pattinatori pluripremiati. Inizio ad aumentare velocità e, ignorando completamente la fase del riscaldamento, tento un triplo toe loop semplice. Sorrido leggermente quando sento i commenti affascinati dei bimbi che mi hanno visto. Noto che Beka è entrato in pista e dietro di lui Yakov mi fa segno di avvicinarmi.

- Sorvolando sulle tue assenze avrei una proposta da farti: che ne dici di crearti da solo un programma per la prossima stagione?

Lo guardo stupito, una proposta del genere non me la sarei mai aspettata.

- Ovviamente controllerei ogni cosa io, ritoccherei gran parte delle tue scelte, già lo sai. Ma anche solo il pezzo e alcune figure potresti proporle tu, per vedere come te la cavi.

- Qualsiasi pezzo? Nel senso che potrei prendere la prima canzone che trovo sul mio telefono e usarla?

- Solo se ha un significato! – il vecchio istruttore sembra spaventato, probabilmente si sta pentendo di quello che mi ha proposto.

- Va bene! Troverò il pezzo perfetto e tutti riconosceranno il talento della tigre russa!

Mi allontano dal vecchio per scattare verso Beka. Solo mentre mi avvicino noto quanto gli stiano bene i pantaloni che indossa: sono grigio scuro e gli delineano bene i fianchi dritti. Anche la maglietta nera lo fascia alla perfezione, facendo risaltare le spalle. Si può proprio definire una bella vista! Subito mi rimprovero per certi pensieri e per essermi concentrato su certe cose! Arrivato da lui, e dopo avergli riferito la proposta di Yakov, anche lui mi parla di una proposta ricevuta:

- mi hanno chiesto di provare il pattinaggio di coppia... - sento come un pugno in pancia.

- Cosa!?

- Alla fine ho provato solo poche volte, per imparare una sola figura e capire che non fa per me!

Non so bene perchè ma ora mi sento sollevato; deduco che forse, ma solo forse, un pizzico di gelosia aveva iniziato a farsi strada in me.

- Quindi che hai imparato? - chiedo incuriosito, nonostante non credo potrò mai farlo, il pattinaggio di coppia non mi sembra così male.

- Una trottola, molto facile, volendo potrei farla con te ora...

Lo guardo illuminandomi, oddio sì! Gli sto parlando con gli occhi, quasi sento la voce uscire dal mio stesso sguardo!

- Però c'è comunque il rischio che non riesca e se dovessi cadere e farti male non me lo perdonerei mai, poi Yakov mi ammazzerebbe, per non parlare del nonno!

- Non me ne può fregare di meno! Voglio provarci! Che devo fare?

Lui mi guarda stupito e arrossendo leggermente, sospira arrendendosi all'idea di rischiare; mi spiega velocemente che devo fare. Nulla di troppo difficile: tenendo le sue mani, iniziamo a girare per poi lasciare che io mi faccia trascinare dalla forza centrifuga, in modo da trovarmi a contatto col ghiaccio solo con un piede inclinato e aggrappato a Beka che si abbassa piegando le ginocchia. Vedendoci dall'esterno dovremmo creare una specie di triangolo retto con la superficie del ghiaccio, del quale io sono l'ipotenusa.
Tutto questo in teoria, ora dobbiamo passare alla pratica.
Improvvisamente, ripensando al rischio che corre Beka vorrei quasi fermarmi. Se dovessi farmi male il nonno lo giustizierebbe pubblicamente davvero! Però ora non posso tirarmi indietro, ormai ho detto che l'avrei fatto e devo farlo!

- Dovrei riprendere il pezzo della coreografia... - Beka mi riporta alla realtà, con la sua voce dolce.

- Che devo fare? - sono curioso di scoprire se riusciremo davvero.

- Mentre ci avviciniamo al centro... Tu vai normale che ti spiego man mano.

Inizio a scivolare verso il centro della pista, Beka mi si affianca da destra, mi posa una mano sul fianco sinistro e mi prende la desta. Istintivamente poso la mia mano libera sulla sua, delicata sul mio fianco, mentre raggiungiamo il centro. Inizia a curvare leggermente verso sinistra, rallenta un poco e , proprio come se stessimo ballando, alza il braccio destro, muovendo il mio e portandolo sopra la mia testa per farmi roteare su me stesso. Mentre ruoto percepisco che lui sta continuando la sua rotazione più ampia e lenta, quando con un movimento della mano mi fa capire di rallentare percepisco la forza che mi spinge all'indietro. La rotazione di Beka mi trascina e, come previsto, mi fa allontanare da lui coi piedi portandomi a distendermi e mantenere il contatto solo attraverso le mani unite. Si piega sulle ginocchia per migliorare l'equilibrio generale e così è fatta!
Ci siamo riusciti al primo colpo! Sembra un sogno, soprattutto perchè con lui. Sento l'aria fredda circondarmi creare un contrasto piacevole con il contato caldo della la sua mano. La stretta è sicura e stabile, il rumore dei pattini che scivolano è una melodia inimitabile.
Aveva aumentato la velocità ma ora la diminuisce e, alzandosi, mi permette di tornare alla mia altezza e posizionarmi di fronte a lui mente ancora ruotiamo piano piano.
Le sue guance sono rossissime ma non scosta il suo sguardo dal mio; mi sento arrossire a mia volta ma decido di sostenere il contatto visivo. Sorrido e lui mi segue, a malincuore decido di spezzare questo momento ricordandomi che non siamo affatto soli:

- Non ci avrei mai sperato! Al primo tentativo!

- Sono salvo! È stato facile: sei così gracile.

- Hey io non sono gracile! Sono ben robusto! - sarò anche bassino ma sono abbastanza ben piazzato. Sono una tigre dopotutto!

- Come no! Un armadio proprio! Ahahah

Faccio una faccia imbronciata, odio quando mi danno del gracile, io non sono gracile! Sono resistente e forte!

- Sì, ridi, ridi... io posso sempre dire al nonno che mi hai fatto cadere però! E a chi dici che crederà? Al suo amato nipotino o al Kazako irresponsabile?

Vedo Beka pietrificarsi e sbiancare, terrorizzato all'idea del nonno arrabbiato. Guardando la sua faccia scoppio in una risata che pervade tutto il palazzetto.

 

 

Una volta a casa pranziamo e decidiamo che è anche ora di fare una doccia, vista la festa di ieri e l'allenamento di questa mattina. Insisto perchè sia Beka il primo così che io possa lavare i piatti in tutta tranquillità. Almeno speravo di starmene un po' tranquillo e valutare bene come comportarmi, cercando di creare altre situazioni come quella di ieri. Sì, perchè mi sono accorto che ho un voglia tremenda di rubargli un altro bacio; durante il pranzo non ho fatto altro che pensarci e mentre camminavamo lungo il marciapiede ero tremendamente tentanto di prenderlo per mano, ma non vorrei mai infastidirlo o, ancora peggio, imbarazzarlo. Potrei proporgli un film, magari un horror che ci costringa a farci coraggio a vicenda, o forse è meglio una commedia strappalacrime, così che gli serva qualcuno che lo consoli? Non riesco a concentrami troppo perchè subito la mia attenzione è catturata dalla sua voce che mi chiama:

- Yuri?

- Oi!? - chissà che ha?

- Hem...Riusciresti a portarmi una salvietta?

Mi ricordo solo ora di non avergli portato la salvietta prima che entrasse in bagno! Sono un idiota!

- Oddio sì! Scusa mi sono dimenticato! - tolgo i guanti di gomma per andare a cercare la salvietta nell'armadietto appena fuori dal bagno; il nonno preferisce tenerle lì piuttosto che in bagno. Vedo Beka che sporge la testa da dietro la porta per osservarmi, ha i capelli bagnati e delle gocce d'acqua gli cadono sul viso rosso, rendendolo lucido. Mentre gli porgo la salvietta e la afferra non posso fare a meno di notare il suo braccio scolpito. Mi mordo il labbro e mi scuso ancora per la svista, lui mi rassicura e mi abbaglia con un sorriso imbarazzato, arrossendo sempre più. Per spezzare il silenzio che si è creato gli propongo la mia idea per il pomeriggio:

- ti andrebbe un film?

Sembra spiazzato dalla domanda, alquanto fuori tema, lo ammetto, ma annuisce mentre risponde:

- sì, certo! Hai già un'idea?

- No, scegli tu..

- Qualcosa della Disney... se ti va! - sorride leggermente imbarazzato dalla sua proposta.

- Sì, certo! Hai già un'idea? - solo ora mi accorgo di aver ripetuto esattamente la sua frase! Infatti ridacchia notandolo:

- No, scegli tu! - mi fa l'occhiolino e si richiude in bagno. Appena scompare dalla mia vista mi porto le mani all'altezza del viso coprendomi. Mi sento scottare e percepisco lo stomaco solleticare dolcemente; amo queste sensazioni che il solo parlare con Beka mi permette di percepire. Anzi rettifico, amo Beka! Tremendamente e dolcemente!
Tornando a lavare i piatti inizio a ragionare su che film proporgli e su come rubargli finalmente un altro bacio.





ANGOLO SCRITTRICE: grazie per aver letto la mia FF! Spero vi sia piaciuta!
Continuo ad innamorarmi sempre più di Beka, proprio come Yuri! <3
Sottolienando che questa FF era pensata per essere pubblicata per il compleanno di Beka e sono arrivata a postarla a Natale, non mi resta che farvi gli auguri! 
Al prossimo capitolo! ;)
 Un bacio
                   Ombra!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Until the morning lights ***


 

La porta del bagno si apre, Beka deve aver finito. Nel mentre che aspettavo terminasse ho iniziato a sistemare tutta la cucina: odio vederla disordinata anche se non la uso. Guardando fuori dalla finestra noto che si è alzato un forte vento, rendendo ancora più invitante l'idea di trascorrere il pomeriggio in casa, al caldo. Mi avvio verso la camera per prendere i vestiti puliti ma, appena entro nel corridoio, mi pietrifico. Non credo lui si sia accorto della mia presenza ma io, della sua, sì. Infatti, Beka è passato dal bagno alla sua stanza gironzolando tranquillamente in mutande; il mio blocco però non è dovuto al fatto che fosse in mutande, ma a ciò che le mutande non coprivano, ovvero circa il 90% del suo corpo. Noto che, come se fossimo su una pellicola e stessero proiettando il rewind, torna sui suoi passi e mi guarda perplesso:

- Che c'è? - ha un asciugamano piegato sulle spalle, i capelli ancora bagnati. Per il resto è illuminato dalla luce gialla del corridoio, che gli dona un colorito aranciato e meraviglioso. Non riesco a capire se il rossore sul suo viso sia dovuto alla doccia recente o alla situazione, ma lo rende tremendamente carino.
“ Error 404, Yuri explorer not fuond”.
Scommetto possa leggere questo sulla mia faccia, ma davvero non riesco a collegare bene i pensieri e formulare una frase. Non mi aspettavo fosse così ben scolpito, ovvio essendo un atleta deve avere anche una buona struttura... Ma chi se l'aspettava una così buona struttura?! Le spalle sembrano ancora più ampie rispetto a quando le ho osservate questa mattina, le braccia pure e gli addominali non li avevo ancora visti. Ora che li ho visti, bhé sì, proprio niente male il mio kazako; per non parlare delle gambe, asciutte e sinuose.
Non so come, ma riesco a formulare una scusa abbastanza buona affinché la mia espressione possa passare per confusione più che per ammaliamento:

- S-Stavo pensando a dove ho lasciato il mio accappatoio nuovo...

- ...'key.

Sembra convinto e tira dritto entrando in stanza, scappando dalla via vista.
Mi lancio a mia volta in camera e, appena chiusomi dentro, mi copro il viso con le mani, di nuovo. Ammetto che i miei occhi si sono gustati l'immagine del suo fondo schiena che fuggiva e ora mi do dell'inopportuno e del pervertito!
“Ma che mi succede?! Sto impazzendo!? Certo che anche lui però, andarsene in giro così, poi rischio di prendermi un colpo!”
Nella mia testa sento una confusione assurda, quindi decreto che prima mi butto sotto l'acqua, meglio è.
Prendo dei vestiti puliti e mi chiudo in bagno. Tempo un minuto e il getto d'acqua bollente mi sta investendo, sciogliendomi lentamente; il profumo del mio shampoo si diffonde ovunque, limone e fiori di sambuco, lo adoro. Mi prendo qualche minuto per starmene immobile e lasciarmi invadere dal vapore che si sta generando. Mi piace troppo sentire l'acqua scorrermi addosso, è rilassante, come se ogni goccia portasse via un po' di ansia, agitazione, rabbia, tutte le sensazioni negative che mi assalgono ogni giorno. Solamente che ora non mi sento così negativo, non sono stressato come al solito, non sono irritato ma bensì sono sereno. Certo l'imbarazzo di qualche minuto fa è già stato spazzato via, ma non vogliono andarsene la sensazione di morbidezza e calore del bacio di ieri, grazie a cielo. È già passata mezza giornata ma, se ci ripenso, sento tutto come se fosse appena successo; però ho comunque voglia di rinnovare quella strana sensazione, quel pizzicore così dolce. Dopo qualche minuto che ci sto riflettendo giungo alla conclusione più ovvia: tutto dipende da me.
“Yuri devi agire!”
Proprio nell'attimo in cui mi sto auto convincendo sento la sua voce provenire da dietro la porta:

- Yuri?!

- Sì, Beka? - mi sporgo da dietro la tenda azzurra della doccia, per sentire meglio cosa vuole chiedere.

- Hem... Posso entrare? Mi scappa la pipì...

Rimango spiazzato dalla richiesta, com'è possibile? In tutti i momenti proprio ora?

- S-Sì, dammi un secondo che apro... - mi sporgo pericolosamente dalla vasca per girare la chiave, lui aspetta un attimo prima di aprire la porta. Lo sento fiondarsi verso il fondo del bagno, alzare la tavoletta per poi ascoltare la sua voce attutita dal fruscio della doccia.

- Ho cercato di trattenerla ma... é tutta colpa del thè: era lì sul tavolo che mi guardava dicendomi di berlo! Grazie, mi hai salvato!

- Figurati... - sto pensando a che thè si stia riferendo quando ricordo che avevo preparato del thè caldo, per farlo poi raffreddare per il film.

- Aspetta che? Ti sei bevuto tutto il thè che avevo preparato?! Era per il film! Stava raffreddando apposta!

Mi agito nella doccia schizzando la schiuma dello shampoo ovunque.

- E chi se lo immaginava? Era abbandonato lì al suo destino solitario!

- Non dirmi che l'hai finito!?

- Secondo te perchè adesso sono qui?!

- Beka era un litro e mezzo!

- Scusa!!! Ma era troppo buono! - sento che ha abbassato la tavoletta e vedo la sua ombra passare a fianco della vasca.

- Disgraziato! - allungo una mano per dargli un pugno attutito dalla tenda.

- AAAA assassino! - urla colto di sorpresa dal mio assalto. Inizio a ridere sotto l'acqua senza curarmi delle sue parole minacciose. A un tratto la mia risata si tramuta in un urlo: sono stato investito da un getto d'acqua gelida. Beka sta ridendo come un folle dall'altro lato della tenda:

- Quando dicono che la vendetta va servita fredda! AHAHAH – deve avere riempito i bicchieri degli spazzolini per poi lanciarmi l'acqua addosso.

- Sei una bestia di satana tu! Non un umano! Subirai la furia della tigre della Russia!!! non appena riuscirò ad uscire di qui!

Spengo l'acqua e mi preparo a saltare fuori per aggredirlo così come sono, ma grazie al cielo mi rendo conto in tempo della mia condizione di nudità per ritirarmi dal mio intento.

- Giusto! Non appena riuscirai ad uscire... Sarebbe un peccato se ti chiudessi dentro vero?

- Altin Otabek tu non stai per farlo vero?! VERO?!

- Ooooh sì che sto per farlo!

A conferma della sue parole arriva il suono della chiave che gira nella serratura del bagno, salto fuori dalla vasca mi metto l'accappatoio e inizio a scagliare pugni contro la porta.
L'unica risposta alle mie imprecazioni è la risata di Beka, che giunge forte e chiara. Se non fossi arrabbiato mi prenderei un momento per ascoltare e imprimere quel suono nella mia memoria per sempre, ma sono arrabbiato quindi mi dedico a urlargli contro. Solo dopo un po' che continuo a parlare inutilmente mi rendo conto di quanto ridicola sia la situazione; ridicola e tremendamente divertente. Soprattutto perchè dall'altra parte della porta c'è lui, che ride e, ora che mi dedico all'ascolto di quel suono, mi sta contagiando. Infatti, inizio anche io a ridacchiare, immaginandomi come possa sembrare la situazione vista dall'esterno: uno dei due che si sbellica dalle risate mentre l'altro urla come un pazzo picchiando su una porta.

- Ti è passata, piccola tigre?

- Dai, fammi uscire da qui, stronzo.

- Uumm vediamo... Cosa potresti offrirmi in cambio? - posso immaginarmelo al di là della porta, che si prende il mento tra le dita, picchiettandosi con l'indice sulla guancia, - Dell'altro thè non sarebbe affatto male, o forse è meglio un altro muffin... ?

La mia mente non è veloce tanto quando il mio istinto, che muove le parole per uscire dalla mia bocca prima che io possa valutarne l'intelligenza.

- Che ne dici di un altro bacio?

Mi congelo, l'accappatoio umido sembra pesantissimo sulle mie spalle, mi copro la bocca in un lampo, come per tentare di ricacciarci le parole appena dette, così da farle sparire. Dall'esterno non giunge risposta e, non riuscendo a vederlo in volto, non so nemmeno decifrare il suo silenzio; potrebbe essere sorpreso quanto irritato.
Mi sento avvampare quando capisco che era proprio questa la situazione che speravo di creare, così da potergli rubare un bacio, magari capendo meglio le sue intenzioni. La sua risposta ora mi permetterà di capire come vuole far procedere la storia.
Sento il cuore rimbombarmi nelle orecchie, non c'è nessun altro suono all'infuori di questo e mi sta soffocando. Voglio sentire la sua voce, la sua risposta, ma allo stesso tempo ne sono terrorizzato. E se non accettasse? Se semplicemente aprisse la porta per poi allontanarsi e rinchiudersi in camera e ignorarmi? Se decidesse di lasciarmi qui per un paio di ore per farmi riflettere sulla cazzata che ho detto? Se-
I miei pensieri sono interrotti da quel suono tanto atteso e temuto: la chiave è girata nella porta. Si apre e finalmente vedo Beka; indossa una maglietta grigia su dei pantaloni in tuta neri che lo fanno sembrare più alto. Trovo il coraggio per guardarlo negli occhi e noto i suoi brillare, non è arrabbiato, affatto. Fa un mezzo sorriso e, facendo spallucce, dice:

- ci sto!

Mi sento arrossire ancora di più e vedo che anche le sue guance prendono colore leggermente.
“Yuri te la sei cercata! Forza!”, dopotutto è quello che stavo aspettando... ma mi sento assalire dall'imbarazzo, quindi afferro velocemente il suo viso con una mano, voltandolo, e mi alzo sulle punte per lasciargli un bacio veloce sulla guancia. Non avevo specificato che tipo di bacio, quindi questa è una mossa più che lecita, che mi ha permesso di non svenire dalla vergogna. Quando lo guardo il suo viso è estremamente contrariato: ha le sopracciglia aggrottate e le labbra serrate, gli occhi sono seri.

- Non era questo che intendevo.

La sua voce è dura, tagliente; sembra veramente irritato e ho paura di aver rovinato tutto.
“Oddio Yuri! Che hai combinato!?!”, preso dal più sincero dei panici provo a proferire parola, ma non esce nulla dalle mie labbra. Nella mia testa si proiettano immagini terribili di Beka arrabbiato che non mi parla e sento le braccia muoversi da sole. Afferro poco delicatamente la sua maglia e lo attiro a me, azzerando le distanze tra noi con il bacio che attendeva. Gli occhi chiusi, sperando di percepire una risposta da parte sua; il cuore batte troppo forte e quasi si ferma quando sento che le sue labbra si tendono in un sorriso e le sue mani si poggiano sulla mia schiena, premendo l'accappatoio umido. Quasi mi sciolgo per il sollievo e gli permetto di socchiudere la mia bocca dolcemente; la tensione che provavo svanisce completamente quando, allontanandosi leggermente, sussurra:

- molto meglio...

Mi abbandono al suo tocco; gli allaccio le braccia intorno al collo attirandolo più vicino, sento che mi stringe più forte. Quasi chiedendo il permesso posa la punta della lingua sul mio labbro, ma non gli permetto di attendere una risposta perchè mi inoltro io tra le sue. Preso di sorpresa muove qualche passo avanti, costringendomi a camminare all'indietro finendo sulla pozza d'acqua creata alla mia uscita dalla vasca. “Dovevo mettere il tappetino...Oddio Beka!”, non riesco a concentrarmi su altro che non sia lui. Prendo fiato e sento il profumo del mio shampoo che ha usato, gli passo una mano tra i capelli corti e morbidi. Mi alzo sulle punte per potermi avvicinare invano sempre di più, scivolando sull'acqua.
“MERDA!” , scivola il primo piede, seguito dal secondo, mi allaccio a Beka ,che mi stringe impedendomi di cadere e trascinarlo a terra. Ci separiamo e sento che ride col viso a fianco al mio. Non appoggio più i piedi sul pavimento perchè, tenendomi per i fianchi, mi ha sollevato prendendomi in braccio, avvicinandosi alla lavatrice per posizionarmici.

- Attento micetto! - mi lascia un bacio sulla guancia, poi uno sull'altra, uno sul naso, uno in fronte e comincia a tempestarmi il viso di baci veloci. Cerco di allontanarlo per farlo smettere, vorrei ricominciare da dove eravamo rimasti, ma subito mi viene un'idea!

- Hei Beka... posso darti un bacio della mucca?

Lui inarca un sopracciglio confuso e prova a rispondere:

- Un bac- ma si interrompe non appena inizio a far scivolare la mia lingua dal suo mento fino allo zigomo, leccandolo come fanno le mucche. Mi guarda scioccato: forse l'ho traumatizzato visto che rimane bloccato per qualche secondo. Quando si riprende dal mio bacio sono io quello che si blocca, visto che scosta il mio accappatoio dalla mia spalla mentre mi dice:

- bene, io ti do un bacio del lupo!

Mi morde la spalla, facendo pressione ,ma senza farmi male. Quando si stacca, passa la lingua umida sul segno dei denti impresso sulla mia pelle; mi guarda con occhi caldi e si avvicina al mio orecchio per sussurrare:
- woof! - con una voce bassa, che mi procura un brivido che scorre lungo la schiena. Vedo che i suoi occhi però non si posano sulle mie labbra, ma sul collo; inclino la testa a destra così da mostrargli meglio la superficie che sta ammirando, per permettergli di avvicinarsi. Leggendo il consenso nei mie gesti inizia a posare le labbra morbide sulla pelle calda e delicata, ancora bagnata dalle gocce d'acqua, che scappano dalle ciocche dei mie capelli. Porto le mie mani sulla sua nuca, per sentire i suoi, di capelli, sotto le mie dita; mi cinge i fianchi e si avvicina al bordo dell'elettrodomestico quando allargo le gambe per permetterglielo. Riesco a percepire l'accappatoio che copre i punti critici, quindi mi concedo di abbandonarmi ai brividi dovuti al suo tocco, senza più considerare cosa mi circonda. Ora ha iniziato a tartassare diversamente la mia pelle, non più limitandosi a pressioni ma mordendo e succhiando, facendomi quasi il solletico. Io rispondo alle varie sensazioni stringendo la sua maglia quando mi pizzica coi canini e scorrendo una mano nei suoi capelli, giocando con le ciocche più lunghe del ciuffo, ininterrottamente. Un nuovo brivido mi percorre quando sento la sua mano posarsi sulla pelle del mio fianco, scorrendo verso l'alto, lungo il torace; l'accappatoio ormai è caduto fino al gomito sinistro. Sento le sue labbra allontanarsi per posarsi più in basso, sulla clavicola, e riservarle lo stesso trattamento appena concluso sul collo. Ormai non percepisco più il rimbombo del cuore nelle orecchie come suono anomalo, mi ci sono abituato, così come al brivido che mi scuote lo stomaco. Sento la sua mano portarsi verso il pettorale quando il naso inizia a pizzicarmi, capisco subito cosa sta per succedere quindi picchio ripetutamente la mano sulla spalla di Beka, che si ferma e si allontana giusto in tempo perchè io possa girarmi per starnutire.

- Etciuuu!

Stropiccio il naso e mi volto a guardarlo imbarazzato, ho rovinato il momento. Lui mi sorride e mi sposta le ciocche di capelli bagnati che si sono spostate davanti al mio viso:

- Direi che è meglio se ti asciughi i capelli, micetto.
Si avvicina per lasciarmi un bacio sulla punta del naso, - Ti aspetto di là!
Mi sorride e si avvia verso il salotto; prima che io scenda dalla lavatrice mi prendo qualche secondo per metabolizzare l'avvenuto e imbarazzarmi per bene al ricordo recente, e che ancora scotta, dei suo baci sulla mia pelle. Quando poi vedo il mio riflesso allo specchio, e noto il segno che mi ha lasciato, mi sento avvampare ancora di più.

 

 

Lo trovo in salotto, sul divano, con Potya al suo fianco; tra le mani ha qualche CD, appena mi vede ne solleva uno:

- Cosa c'è meglio di un gatto? - guardo il film scelto da Beka e rispondo rubandoglielo di mano.

- Un gatto versione XL! - abbiamo scelto di guardare Il Re Leone, che è pure il mio preferito. Accendo la play e inserisco il disco, mentre torno sul divano noto che ha in mano una tazza, me la porge.

- Ho provato a rimediare... Non sarà buono come il tuo, ma almeno ci ho provato - si passa una mano sul collo mentre assaggio il thé che mi ha preparato. Leggermente troppo dolce, ma decido di mentire:

- è Perfetto! - sorrido e decreto che Potya dovrà spostarsi dal suo fianco, visto che quello diventerà il mio posto. Sollevo la mia micia e mi siedo a gambe incrociate dov'era lei poco fa, tenendola in braccio. Il film inizia e io mi lascio prendere dalle immagini colorate che passano sullo schermo, cercando di non concentrarmi troppo sulla vicinanza con Beka. Ho deciso che non ragionerò assiduamente sulle situazioni, ma semplicemente lascerò che lui faccia la prima mossa questa volta. Non ci vuole molto prima che mi chieda:

- Yuri, ti fa niente se conto le spalle? - bingo! Ecco la mossa che aspettavo.

- No, figurati... Però contale davvero! - sorrido mentre ascolto la sua voce contare fino a quattro mentre si tocca la spalla destra, per passare alla sinistra, per poi toccare la mia destra e infine fermarsi sulla mia sinistra, posando il braccio dietro la mia testa. Aspetto la scena peggiore di tutte per posarmi sulla sua spalla, rannicchiandomi vicino a lui quando Simba chiede a Mufasa se staranno sempre insieme. Perchè è questa la scena peggiore per me, non l'incidente nel dirupo, quando tutto è confuso, ma il discorso nella prateria, sotto le stelle, quando tutto è così meraviglioso. È qui che mi diventano sempre lucidi gli occhi, perchè penso che, prima o poi, mi troverò anche io a osservare il cielo pensando a qualcuno che non è più con me. Ma questa volta c'è Beka al mio fianco, sento che preme leggermente la mano sul mio braccio e si avvicina alla mia testa con la sua.
Il film prosegue e la cosa che mi piace di più in assoluto e che Beka conosce ogni singola parola di ogni canzone. Infatti, ci ritroviamo a canticchiare Hakuna Matata insieme, finendo con l'irritare Potya, che sia alza e si sposta lontana da noi. Questa è un'occasione unica, non posso permetterle di riprendersi il posto che aveva o, peggio, sedersi in braccio a Beka. Devo agire, ma che scusa uso? Dovrei farlo voltare leggermente così da fargli appoggiare la schiena sull'angolo, permettendomi di posizionarmi comodo sul suo addome, come se fosse lui stesso lo schienale del divano.
“Pensa Yuri, pensa...” , la mia attenzione è catturata da Pumba, incastrato in una radice, che muove le gambe invano: ho un'idea!

- Non mi sento più le gambe... - in effetti sono stato con le gambe piegate fin'ora. Le stendo e le muovo cercando di farle riprendere e, da cavaliere qual è, Otabek mi chiede se voglio stenderle.

- Sì, però anche prima ci stavo comodo col tuo braccio lì...

Il ragazzo è troppo sveglio: si siede come avevo pensato poco prima, mostrandomi lo spazio creatosi tra le sue gambe per accogliermi, formano un cuscino perfetto con la sua spalla e un appoggio caldo con il torace. Fa spallucce, arricciando le labbra, come per chiedere scusa se l'unica soluzione trovata è alquanto “stretta”. Mi avvicino e sono rigido mentre mi appoggio a lui, non vorrei pesargli addosso ma subito la sua voce dissolve i miei dubbi:

- Appoggiati pure, non pesi.

Mi lascio andare rimanendo comunque alquanto teso, vista questa vicinanza nuova.

- Sei comodo? - non riesco a non chiederglielo, lui annuisce in silenzio preso dal film.

Ha le gambe piegate, mentre le mie sono distese lungo il divano, Potya è seduta appena dopo i miei piedi; ho le braccia incrociate e la testa girata leggermente verso destra, così come Beka.
Ecco che arriva la parte imbarazzante: Simba e Nala insieme. Senza nemmeno scambiarci un'occhiata diciamo io le battute di Pumba e lui quelle di Timon, mentre inizia la canzone più romantica del film.

- Io l'ho già capito!

- Cosa?

- Ma loro ancora no!

- Chi?

- Si stanno innamorando e il nostro trio, diventerà un duo!

- Ouuh...

Scoppiamo in una risata, guardandoci di sfuggita. Le sue guance sono arrossate, così come devono esserlo le mie, la canzone inizia ma lui non canta. Mi dispiace, perchè era proprio questa la canzone che più attendevo di sentire uscire dalle sue labbra, scommetto che cantata con la sua voce è bellissima. Non domando il perchè, accetto solo questa sua scelta silenziosa; mi prende quasi un colpo quando sento il suo braccio scivolare a circondare il mio per cercare la mia mano. Gli permetto di prenderla e, per assecondare il suo gesto, stringo leggermente. Mi prendo la libertà di posare la testa vicino alla sua, sto per abbandonarmi a questa specie di abbraccio quando vediamo una scena fantastica: Nala che da un bacio della mucca a Simba. Sento che cerca di trattenere le risate, ma quando vede che anche io ho notato la similitudine con la scena in bagno, inizia a ridere con me. Si passa una mano sul volto, continuando a sorridere e voltandosi verso di me, io lo guardo e gli regalo un sorriso da malandrino perfetto. Capisce cosa voglio fare e comincia a difendersi:

- Non ci pensare nemmeno! - mi lancio verso di lui, ma riesce a bloccarmi. Nei suoi occhi leggo il terrore dovuto alla possibilità di un altro bacio della mucca, che ora potrei chiamare del leone. Scivola più in basso sul divano, trascinandomi con lui; ora ha la testa poggiata al bracciolo e con la mano libera mi tiene il viso voltato di lato.

- Sparisci, no, Yuri! No!

- Daaai Bekaaa! Solo unooo!

- No, no e poi no! Se vuoi darmi un bacio dammene uno come si deve!

- Come faccio se mi tieni una mano in faccia!?

Sembra accorgersi solo ora della situazione, infatti, allontana velocemente la mano dal mio viso:

- Scusa! - sorride imbarazzato e seguendo il mio sguardo, che punta alle sue labbra, finisce col suo sulle mie. La mano che fino a pochi attimi prima era sul mio viso ora è sulla mia nuca e mi attira verso di lui; chiudo gli occhi e mi lascio prendere dalle emozioni che mi trasmette il suo tocco morbido. Sono sdraiato sopra il suo torace, ma non mi preoccupo del pericolo di schiacciarlo; dopotutto è stato lui a definirmi gracile. Sento che non preme sulle mie labbra, quindi mi allontano e decido di riservargli lo stesso suo trattamento di prima: gli tempesto il viso di baci veloci, soffermandomi sulla mandibola. Lui sorride e mi lascia fare posando le braccia sulla curva della mia schiena, verso il bacino; le nostre gambe sono intrecciate. Il suo collo è proprio qui vicino, invitante come non mai, il suo profumo così buono mi stuzzica il naso. Concludo che sarebbe un peccato non ricambiargli il favore di prima, lasciando la sua pelle dorata perfetta, quindi poso le labbra sul suo collo. Sento il calore del contatto generarmi un brivido lungo la schiena, Beka deglutisce e sento il movimento dei muscoli sottopelle. Ricordando come ha fatto lui provo ad imitarlo, divertendomi a stuzzicarlo con piccoli morsi alternati a dolcissimi baci leggeri. Non dedico un briciolo di attenzione all'ultima parte del film: sono immerso nel mio lavoro completamente. Infatti, quando sento la canzone dei titoli di coda mi allontano, rendendomi conto della situazione. Beka punta i suoi occhi scuri nei miei:

- Ho paura di vedere che hai combinato... - controllo il segno lasciatogli, non è poi così piccolo come credevo.

- Ooops... - rido della mia vendetta e, quasi a malincuore, mi alzo per andare a estrarre il CD.

 

 

 

Ceniamo abbastanza presto, ho calcolato male il tempo di cottura della pasta, senza dare retta a Beka che voleva aspettare, ma almeno è stata mangiabile, ed è questo l'importante. Dopo aver sparecchiato insieme noto che si poggia una mano sul ventre, proprio sugli addominali delineati che questo pomeriggio ha mostrato, e sento che borbotta:

- c'è spazio per qualcos'altro...

- Gelato? Torta? Però non ho niente qui. - in effetti ho anche io voglia di dolce, ma il nonno non ne tiene mai in casa oppure mi abbuffo. Vedo che stropiccia le labbra riflettendo, come se stesse cercando di capire di cosa abbia effettivamente più fame, ma nel frattempo mi viene un'idea:

- Possiamo passare alla pasticceria dei muffin!

Mi guarda e annuisce con gli occhi brillanti, deve essergli davvero piaciuto quel dolcetto. Ci prepariamo ad uscire: mi do una sistemata veloce e mi vesto decentemente, visto che sono stato tutto il pomeriggio in pigiama. Prendo la giacca mentre Beka mi aspetta fuori dalla porta, con la sua immancabile giacca di pelle nera addosso.
Il viaggio, sia all'andata che al ritorno, lo facciamo tenendoci timidamente per mano; è stato lui a prendere l'iniziativa e ne sono rimasto felicemente sorpreso. Una volta tornati velocemente a casa, visto che stavamo quasi per congelare, ci abbandoniamo sul divano addentando i dolcetti. Abbiamo fatto la scorta anche per la colazione di domani e abbiamo preso vari gusti, per staccare dal solito cioccolato. Io scelgo quello ai mirtilli mentre lui quello con la crema alle nocciole, mentre li mangiamo li condividiamo anche, così che entrambi proviamo tutti i gusti. Mentre Beka mi avvicina il muffin ricoperto di crema, quando è sotto al mio naso, lo alza di scatto, sporcandomi la punta di glassa. Scoppia in una risata fragorosa e io lo guardo come per rimproverarlo, senza riuscirci. Mi tolgo la crema dal naso con l'indice e, mentre non mi vede mi avvicino per spargergliela sul viso. Rimane a bocca a aperta, teatralmente scioccato dal mio gesto; ora sono io quello che ride. Una volta che abbiamo finito di mangiare e sporcarci, giochiamo alla play per un po' finchè non decidiamo che è quasi ora di ritirarsi a letto, quindi laviamo i denti, ci infiliamo i pigiami, di nuovo, e ci avviamo nelle camere. Io raggiungo Beka nella sua per dargli la buonanotte, lo trovo in piedi che si sta sfilando i calzini. Quando mi avvicino, fiancheggiando il letto, mi guarda di scatto, in silenzio:

- L'hai sentito? - il suo tono è serio, mi preoccupo.

- Cosa?! - non so cosa possa aver sentito di così allarmante, sento il cuore battere velocemente, preso dall'ansia.

- La gravità... Sta cambiando! - non faccio in tempo a rispondere che vedo Beka avvicinarsi, abbandonandosi di peso su di me, spingendomi verso il letto.

- No, Beka! Beka!

- Aiuto! Il peso dell'aria è opprimente! Mi sta schiacciando Yuri! - riesce a mantenere un tono abbastanza serio mentre dice queste sciocchezze e io resisto in piedi finchè non decide di abbandonarsi, per davvero, di peso su di me. Ecco che ora sento la gravità aumentare; infatti, piombo sul letto di schiena, con Beka che ride comodamente sdraiato sopra di me. Non resisto e mi unisco alla sua risata, continuiamo finchè non sento il suo tono diminuire e la sua voce cambiare, diventando più dolce e bassa mentre canticchia vicino al mio orecchio:

- Baby, you're the best... More than you know, yhea more than you know.

Sospiro ricordandomi la prima volta che ho sentito quella canzone, in discoteca con lui, e mi sento tremare lo stomaco quando mi ricordo della sua voce che la cantava tutta. Dopo qualche attimo di silenzio chiede premurosamente se mi stia schiacciando, per tutta risposta rispondo:

- No, anzi... Sei alquanto comodo.

- Bene, perchè anche tu sei tremendamente comodo... - sento che prende un respiro più profondo e posa la testa delicatamente a fianco alla mia. Non ho mentito, Beka è davvero comodo; gli circondo la vita con le braccia e lo stringo, non so bene il perchè io lo faccia, ma sentivo di volerlo stringere a me. Senza pensarci troppo e preso da non so che spirito di iniziativa, comincio a canticchiare tra me e me la canzone di Beka, mantenendo il tono basso visto che essere intonato non è il mio forte. Sento che posa le labbra sul mio collo, sempre come oggi in bagno, e sorride ascoltandomi. Diversamente da oggi pomeriggio, non si sposta sulla clavicola, ma sull'orecchio. Inizia stuzzicare il mio lobo sinistro, permettendomi di scoprire che sono tremendamente sensibile al suo tocco. Infatti, mi devo fermare con la melodia poiché mi si spezza la voce dopo qualche istante che si sta divertendo con la mie pelle. Ho gli occhi chiusi e stringo la sua maglietta, mordendomi il labbro, cercando di trattenermi. Sento il solletico ovunque, e nel basso ventre un calore strano, che non pensavo sarebbe arrivato così in fretta. Beka continua tranquillamente a giocherellare con il mio lobo, ogni tanto si sposta sul collo, ogni tanto sulla mandibola. Apro la bocca e mi sfugge un suono basso e lieve, che lascia intendere al moro quanto mi stiano stuzzicando le sue attenzioni, seppur così ristrette. Si ferma, si allontana da me per portare il suo naso a toccare il mio, le sue braccia sono posate al di sopra della mie spalle e sento che si solleva sulle mani. Piega le ginocchia, posandole una vicino al mio fianco e l'altra in mezzo alle mie gambe, mi prende da sotto le ascelle e mi sposta più in avanti, verso il centro del letto, permettendogli di sovrastarmi mentre inizia a baciarmi lentamente. Parte delicato come sempre, gentile, e questa volta lo seguo senza farmi prendere dalla veemenza, godendomi ogni minimo tocco e ogni singolo brivido caldo. Sento il sapore del mio kazako, inimitabile e unico, le sue labbra sono sempre morbide e il suo profumo mi avvolge tenue; non riesco più a controllare le mie emozioni, mi lascio trascinare nel vortice in cui mi sta portando. Sento che il calore in me non diminuisce, anzi, aumenta e comincio a sentire qualcosa darmi fastidio lì sotto.
“Yuri controllati!” ma la mia mente non riesce a ragionare bene, e anche se riuscisse non saprei bene come tornare indietro, ormai il danno è fatto. La cosa tremenda è che Beka si ferma, mi guarda coi suoi occhi caldi e quasi sciolti e fa un mezzo sorrisetto mentre sussurra:

- Direi che ti stai divertendo... - le sue guance arrossiscono leggermente mentre parla e le mie si infiammano. Lanciando un'occhiata furtiva verso le mie gambe noto che il suo ginocchio è posizionato in mezzo, proprio come se l'avesse fatto apposta a stuzzicarmi lì. Il pensiero che possa essere stata tutta un'azione premeditata svanisce quando, guardandolo, noto che è in imbarazzo tanto quanto me. Prestando attenzione noto che ha le gambe più divaricate di prima, come se stesse cercando di nascondere la mia stessa situazione nei suoi pantaloni larghi del pigiama.

- Direi che non sono l'unico... - chiude gli occhi, mordendosi il labbro e arrossendo ancor di più. Improvvisamente sento che voglio provocarlo, per vederlo ancora più rosso, perchè è troppo carino quando è imbarazzato. Gli allaccio le braccia attorno al collo, lo avvicino e gli sussurro all'orecchio:

- Comunque è tutta colpa tua...Quindi, così come hai creato il problema, che ne dici di risolverlo?

Non avrei mai avuto il coraggio di dire certe parole guardandolo negli occhi, considerando che già sussurrargliele mi ha richiesto una dose di coraggio non indifferente. Lo sento irrigidirsi e si volta a guardarmi, lo sguardo stupito e la bocca semichiusa; mi assale la paura di aver fatto una gran cazzata, quindi mi sollevo il colletto della maglia, tirandola fin sopra in naso per cercare di coprirmi.

- Solo se tu- I-Io non so- Scusa dimen- - non riesco a formulare una frase, non me la sento di dire che scherzavo perchè, sinceramente, non stavo scherzando, ma non so come sistemare la situazione. Sento l'imbarazzo avvolgermi e non capisco più che dovrei fare, quindi decido che rimarrò nascosto sotto la mia maglietta a vita.

- Hey, va tutto bene micetto... guardami.

Faccio segno di no con la testa, rimanendo coperto. La sua voce è dolce, non sembra scioccato.
“Che vergogna!”
Sento che delicatamente prende la mia maglietta e la tira, per rimetterla al suo posto. Tengo gli occhi serrati per non vederlo, sento che vorrei diventare invisibile.

- Yuri, guardami... Per favore. - come poco prima la sua voce non è arrabbiata, ma è quella di sempre solo con un pizzico di miele in più. Socchiudo gli occhi lentamente, sentendomi arrossire ancora di più quando i nostri sguardi si intrecciano.

- È tutto ok, davvero. - si morde un labbro, anche lui sembra non saper bene che dire, -Se vuoi io- cioè tu vuoi..- ti va? P-posso?  Scuote la testa, mordendosi il labbro ancora più di prima. Non so se dovrei fermarmi a riflettere per un secondo sulla situazione e valutare bene le mie scelte, so solo che lascio scegliere quello che sento. Vedere Beka così timido mi spinge a reagire timidamente a mia volta, bisbigliando:

- Sì, puoi...

Mi guarda come per domandarmi un'ultima volta il permesso, quindi mi mostro più sicuro della mia scelta e mi lascio riavvolgere dal calore che sentivo fino a poco prima. Mi avvicino a lui per fargli scogliere quella specie di espressione insicura che aveva assunto con un bacio. Nel mentre sento la sua mano scendere, accarezzarmi il fianco, farmi come il solletico. Esita un istante prima di cominciare a dedicarsi al mio “problemino”, evidentemente ancora titubante visto il mio comportamento. Sento che, quando non riesco più a trattenermi reprimendo la mia voce nel suo bacio, si scioglie completamente, abbandonando quella lieve rigidità nei movimenti che aveva assunto. Sento un caldo soffocante, non distinguo più nulla che non sia Beka e il suo tocco; riesco a capire che le sue labbra si sono allontanate dalla mia bocca perchè sento la mia voce più alta, mi mordo il labbro. Quando sento un calore diverso avvolgermi, per me non c'è più speranza. Mi abbandono al tremore generale che mi scuote, sento che ho un tono più roco del solito e ogni tanto Beka risponde alla mia voce con dei gemiti sommessi. Percepisco i suoi capelli morbidi tra le dita, sono soffici come sempre; sento solo una delle sue mani su di me, che cerca la mia per stringerla. Mi sento ribollire, scuotere da brividi gelidi, circondare da un calore nuovo. Una delle ultime parole che escono dalla mia bocca è il suo nome, che ho continuato a chiamare sempre più spesso, perchè troppo importante ormai per me. Sento un brivido più forte scuotermi da capo a piedi prima che io perda la concezione di tutto; infine sento il mio kazako che mi chiama per nome.

 

 

ANGOLO SCRITTRICE: Hey! Grazie per il tempo dedicato alla mia FF! Spero ti sia piaciuto il capitolo nuovo. Non c'è nulla di particolare da dire, forse il fatto che mi immagino Beka come un patito di cartoni e un amante del thé ha influito sulla storia. Che dire? La sua reazione per quanto riguarda il bacio della mucca è stata spudoratamente ispirata alla mia quando ho scoperto cosa fosse, diciamo che non era nella mia lista delle "cose da conoscere" , però è tornato utile. 
Non mi resta che augurarti un buon anno nuovo, anche se leggermente in ritardo, e invitarti a lasciare un commento, che sia positivo o negativo, accetto tutto!
Al prossimo capitolo,
     un bacio :*
     Ombra

P.S: "contare le spalle" l'ho scoperto da poco come trucchetto, ma mi sembra tremendamente carino che ho deciso di usarlo. se la spiegazione non dovesse essere stata chiara cerca su google immagini e ti uscirà un comic che svelerà il mistero. Meglio se scritto in inglese ;)

 

 

 

 

 

 

Until the morning lights

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** I just need to get it off my chest ***


Il tè è quasi pronto, la tavola è apparecchiata: due tazze, cucchiai, tovaglioli e muffin.
Appena ho aperto gli occhi sono scappato in cucina, senza nemmeno controllare se lui respirasse o fosse sveglio. Stranamente mi sono alzato presto, di solito cerco di rimanere a letto più che posso, ma oggi non sono riuscito a non svegliarmi. Verso l'acqua calda nelle tazze; ripensando a cosa abbiamo fatto ieri sera mi sento le ginocchia tremare, mai avrei pensato si potessero provare certi brividi. Il tocco di Beka mi ha fatto provare sensazioni indescrivibili, che fino ad ora, imbarazzante ammetterlo, avevo quasi sfiorato da solo. Sento caldo, solo ripensandoci arrossisco, mi lego i capelli cercando di liberarmi la nuca. Preparo le bustine e, mentre le immergo nelle tazze, chiudo gli occhi sospirando, non riuscendo a togliermi dalla testa l'accaduto; credo di aver trovato la mia droga: Beka. Non riesco a far altro che ripensare a ieri sera, al suo viso arrossato e così tremendamente bello, gli occhi languidi una volta finito il lavoro iniziato e al voce bassa che rispondeva alla mia.

“ODDIO!!!” la mia testa sembra non metabolizzare l'evento, però metabolizza il fatto che Beka è qui da soli tre giorni e tra quattro se ne andrà. “Solo tre giorni e siamo già qui?!”, ripenso però a tutte le chiamate, i messaggi e i video condivisi con lui: siamo in contatto da molto più che tre giorni. Vorrei poter bloccare il tempo, così da aver sempre la sua compagnia accanto, ma so che è impossibile, quindi decido che mi godrò ogni singolo istante che passerò con lui. Ormai credo di aver quasi, solo quasi, superato l'imbarazzo nell'essere il primo ad avvicinarsi per un bacio, visto che anche lui è ancora alquanto timido, come dimostra il rossore di ieri. Ma, ripensandoci, mi rendo conto che, dopo l'inizio alquanto titubante, entrambi abbiamo svelato un aspetto di noi ancora nascosto e, ora che mi rendo conto della scarsezza del tempo rimastoci, mi scopro sempre più propenso a riscoprire quel lato.

Sento uno sbadiglio in lontananza, si è svegliato e sta arrivando. Non mi volto a guardarlo quando entra in cucina, per paura di arrossire troppo incrociando i sui occhi. Sento che si avvicina fino a riuscire a circondarmi da dietro con le braccia, appoggiando la testa sulla mia spalla:

- 'giorno Yuri...

- Buongiorno! - stranamente sono pimpante, nonostante l'orario. Prende un respiro profondo, affondando il viso ancora di più nell'incavo del mio collo; io mi volto e gli sfioro la guancia con un bacio. Sembra soddisfatto, quindi si allontana prendendo una tazza e va a sedersi al tavolo. Prima di afferrare un muffin si prende qualche secondo per osservarmi attentamente; io, che cercavo di evitare il suo sguardo, sono costretto a guardarlo e inarcare un sopracciglio, ponendogli una domanda silenziosa.

- Stai bene così! - mi sorride indicando la mia pettinatura inusuale, sorrido bisbigliando un “grazie” veloce. Anche oggi andremo al palazzetto ad allenarci poi, al contrario di ieri, vorrei trascorrerlo fuori il pomeriggio. Dopo che gli propongo questa idea annuisce convinto, sottolineando che, volendo, potremmo andare anche in moto, visto che hanno pulito la neve dalle strade.

Finita la colazione ci cambiamo e ci avviamo subito verso la pista.

 

 

Yakov mi fa fare un riscaldamento adeguato e mi distrugge chiedendo di vedere quadrupli e tripli uno dietro l'altro: scommetto che sta valutando quale combinazione potrebbe essere la migliore per la prossima stagione, cercando qualcosa di nuovo per me. Ogni qual volta riesco a intravedere Beka sulla pista mi sento spuntare un sorriso sul volto, soprattutto perchè indossa un felpa con la cerniera chiusa, che gli accentua le spalle ampie e i fianchi dritti. Alla fine della sessione Yakov mi lascia con qualche dritta, io mi avvio a passi ampi verso Beka, voltato di schiena e, quando sto per passargli a fianco, gli lascio una pacca sul sedere, continuando poi a pattinare come se nulla fosse. Quando mi giro noto che mi guarda colto in contropiede dal mio gesto, poi si avvicina e con sguardo serio dice:

- Questa è guerra micetto!

Scommetto che troverà un modo fantastico per vendicarsi.

 

Tornati a casa lascio al kazako il comando della cucina, mentre io sistemo il bagno, il salotto e la lettiera di Potya, che gli sta tenendo compagnia dal tavolo. Devo ammettere che è molto più bravo di me ai fornelli; infatti, ha preparato delle fantastiche braciole accompagnate da un purè di patate strepitoso. Spazzolo il piatto e mi complimento con lui, che mi risponde con un sorriso smagliante, fiero del suo lavoro. Mentre sparecchio noto Potya che si avvicina e, una volta saltatagli sulle gambe, si alza per posarli una zampina sul viso, facendo le fusa rumorosamente mentre lui le gratta il mento. Sopporto la vista di questa scena finchè Potya non cerca di avvicinarsi per leccargli il naso, a questo punto mi lancio verso di loro, mettendo la mia mano in mezzo ai due.

- Mi spiace Potya, ma Beka non si tocca...

- Uh, qualcuno qui è geloso! - risponde l'altro parlando alla gatta, che ora si è ritirata sulle sue gambe come poco prima.

- Anzi direi “inutilmente” geloso... Senza offesa, tu sei fantastica Potya, ma il mio micetto lo preferisco! - si volta per farmi l'occhiolino e mi circonda con un braccio la vita, avvicinandomi a lui ancora seduto. Gli prendo il viso tra le mani e gli lascio un bacio sulla testa, vorrei tanto abbassasse la presa dal fianco per dedicare attenzioni a un altro lato di me, ma aspetterò che faccia da solo.

- A proposito, questo micetto deve subire la mia vendetta per le sue azioni impulsive...

- Non ti temo Beka!

- Fai il presuntuoso? Guarda che posso essere molto crudele. - alza gli occhi verso di me con uno sguardo che lascia pensare a cose poco candide. Cerco di spiazzarlo con una risposta inaspettata:

- La cosa più crudele che potresti fare sarebbe lasciare il cartone del latte vuoto nel frigorifero...

Non fa in tempo a rispondere perchè viene interrotto dallo squillo del telefono che risuona per tutte le stanze. Mentre mi lancio verso la cornetta però risponde:

- Ora vediamo come la metti micetto!

Rispondo: è il nonno. Riesco a salutarlo prima che mi si spezzi la voce improvvisamente: Beka, da dietro, ha posato le sue mani sul mio fondo schiena, tastandolo appassionatamente. Provo a scacciarlo con la mano libera ma, quando noto che i miei sforzi sono inutili, reggo la cornetta con la spalla e inizio a usare tutte e due le mani.

- Lì tutto bene?

- Sì, Ded... siamo andati ad allenamento e – qui mi interrompo perchè Beka mi ha bloccato entrambi i polsi con una mano e, con l'altra, inizia a giocherellare con l'elastico della mia tuta, questa volta da davanti.

- E? Yuri? Mi senti?

- S-sì, siamo stati a casa per via del tempo. - rispondo velocemente, così da non rischiare di far spezzare la mia voce a causa dei brividi che mi percorrono.

- Del tempo? C'è stata una tempesta?

- Non proprio-, sento Beka sghignazzare dietro di me e iniziare a infilare le dita sotto il bordo delle mie mutande leopardate, - solo forti nevicate e venti.

“Disgraziato, questo sì che è crudele!”, scende sempre più e, quando sta per arrivare all'obiettivo, si ritira. Ormai mi ero convinto che avrei provato, come ieri, la dolcezza del suo tocco, però si è allontanato, lasciandomi quasi deluso. Ripensandoci è meglio così però, visto che sono al telefono col nonno; riprendo la cornetta in mano quando mi lascia andare i polsi.

- Lì in Italia invece?

Mi ero solo illuso che avesse finito di scherzare: portandosi davanti a me, mi prende per i fianchi e inizia ancora a giocherellare come prima, posando le labbra sul mio collo per aumentare la difficoltà nel mantenere l'attenzione. Per fortuna tocca al nonno parlare e io posso mordermi la mano libera nel mentre che Beka si inginocchia tranquillamente per iniziare a farmi il solletico all'ombelico. Sento che le ginocchia stanno per iniziare a tremare, mi irrigidisco per trattenermi e non parlare, rischiando di produrre suoni diversi da parole comprensibili. Purtroppo però la chiacchierata non prosegue a senso unico e il nonno chiede che piani abbiamo per oggi.

- Andremo a fare un giro... - Beka posa le labbra sul mio ventre caldo, mordicchiandomi la pelle chiara. Abbasso gli occhi per fulminarlo, ma lo sguardo che mi lancia mi stordisce: dal basso i suoi occhi, così sollevati, mi fanno pensare a cose inadatte alla situazione.

- Dove? - “ded perchè?!”

- Non sappiamo ancora...- ,mi mordo il labbro quando posa la punta della lingua su di me, - al parco forse...

- Potreste andare … - il nonno continua a parlare ma io non riesco a seguirlo visto che Beka ha posato la mano lì. Proprio dove la tuta iniziava a stringere per via delle sue attenzioni. Socchiudo gli occhi involontariamente, mordo più forte il labbro, non posso lasciarmi sfuggire il minimo rumore.

“Oddio Beka! Che mi fai?!” , sento la punta del suo naso scorrere dal mio ombelico al bordo dei miei pantaloni, lentamente, molto lentamente. Sembra godersi ogni minimo millimetro di pelle che percorre, respirando e facendomi il solletico col fiato. Anche questo contribuisce ad accentuare i brividi che mi percorrono da capo a piedi.

- Quindi? Yuri?! Che ne dici? - sento la voce del nonno che mi riporta per un attimo alla realtà, “e ora che dico? Probabilmente ha proposto una meta per il pomeriggio... ma se avesse fatto un'altra domanda?”. Vado in agitazione e dico le prime parole che mi passano per la testa:

- Sì! ottima idea! - spero vada bene come risposta.

- Yuri?! - “oddio che cazzata ho detto?!”. Devo aver sbagliato totalmente la frase da dire, ma non posso rispondere che non stavo ascoltando. Beka è sempre intento nella sua vendetta, provo a fermarlo portando una mano nei suoi capelli, pronto a bloccarlo se dovesse peggiorare la situazione. Sentendomi avvampare ancora di più provo a salvarmi:

- sì, ded scusa ma- mi interrompe.

- Yuri!? Mi senti? Non prende bene qui! - mi sento improvvisamente più leggero, ma non meno accaldato, visto che Beka non smette di divertirsi, lasciando baci verso il basso ventre e stuzzicandomi con le dita sinuose.

- Yuri ti devo lasciare non si sente nulla! Ci sentiamo domani! - e riattacca.

Sospiro.

Che sollievo appoggiare la cornetta e poter lasciare andare il labbro che ora sento bruciare.

Sto per iniziare a insultare Beka per lo scherzo quando sento che prende fiato profondissimamente, mantenendo sollevata sulla mia pancia la mia maglietta, poi si avvicina e impazzisco: ha poggiato la bocca sui miei addominali soffiando forte, così da farmi le pernacchie e il solletico. Non riesco a trattenermi in alcun modo, ho sopportato abbastanza al telefono, quindi inizio a ridere e agitarmi:

- AHAHAHAHAHA – muovo le braccia cercando di colpirlo per farlo smettere, ma la sua presa è forte e mi tiene per i fianchi, muovendo le dita per aumentare il fastidio.

Prende fiato nuovamente, allontanandosi in fretta, poi torna all'attacco; io muovo le gambe e cerco di liberarmi piegando le ginocchia, così da tentare di accovacciarmi a terra. Il mio piano fallisce miseramente: appena mi abbasso lui si allontana dal mio ventre per iniziare a far scorrere le sue dita anche sul mio collo. Continuo a ridere e sbraitare, cercando di minacciarlo ma non riuscendoci, visto che le mie parole son sempre interrotte dalla mia risata. Anche lui ride, con quella sua risata che ascolterei per ore, così bella, chiara e dolce. A terra sento il tappeto sotto la schiena, morbido, ma non riesco a percepire altro oltre a solletico; Beka non mi da tregua, continua a scorrere le sue dita su di me e, dopo un po' che non riesco a prendere fiato, si blocca. Inizialmente il suo sguardo è preoccupato, allarmato quasi, come se stessi rischiando la morte, poi torna col suo sguardo di sempre. Ci guardiamo sorridendoci per qualche istante, che non trovo minimamente imbarazzante nonostante il contatto visivo, mentre riprendo fiato. Mi aiuta ad alzarmi porgendomi una mano e, una volta sistematomi, mi osserva incrociando le braccia e sollevando il mento leggermente:

- Non hai nulla da dirmi? - mi domanda aspettandosi una risposta ben precisa, ma decido che non ammetterò mai la sua crudeltà. Quindi assumo un'espressione concentrata, apro la bocca attendendo un secondo prima di parlare, per poi dire:

- No, nulla!

Mi guarda, prima con occhi stupiti, poi con sguardo truce e, quando noto che sta per iniziare a muoversi, mi do alla fuga. Inizia un inseguimento senza precedenti: schivo le sedie della cucina come un gatto, fatto il giro del tavolo mi lancio in salotto, saltando sul divano e fiondandomi nel corridoio delle camere. Riesco a raggiungere la mia e a chiudere la porta, poggiandomici di peso per non farlo entrare. Riprendo nuovamente fiato, questa volta per via dello scatto inaspettato. Lui è riuscito a starmi alle calcagna fino al divano, poi credo non si sia fidato a saltarci sopra come ho fatto io, finendo per fare il giro e perdere tempo, così da arrivare solo ora alla porta e iniziare a spingere per aprirla. Sembra che non ci sia nemmeno l'aria a contrastare la sua azione: riesce ad aprire tranquillamente, spostandomi senza il minimo sforzo. Mi appoggio alla parete guardandolo con le labbra arricciate: non è giusto che sia così forte e riesca sempre a vincere. Incrocio le braccia per slacciarle subito quando si avvicina e, poggiando l'avambraccio alla parete, vicino alla mia testa, mi blocca tra questa e lui, puntando i suoi occhi nei miei in silenzio. Sciolgo il broncio che avevo per ammettere la verità:

- Ok, hai ragione... - sorride e sento nuovamente il solletico nello stomaco, ma questa volta non sono le sue mani a causarlo: è la sua vicinanza.

Nuovamente ci perdiamo in un bacio, ma questa volta è più grezzo rispetto agli altri, più confuso, ci muoviamo con foga e mi sento sempre più schiacciato contro la parete. Mi perdo nel suo bacio, gustandomi intensamente ogni attimo concessomi.

 

 

Il cielo è limpido nonostante il mal tempo di ieri, non fa nemmeno troppo freddo e i bordi delle strade sono imbiancati della neve, così come tutte le case e le auto parcheggiate. Stringo la vita di Beka e mi appoggio alla sua schiena, godendomi lo spettacolo creato dalla neve ancora candida in contrasto coi colori di alcuni edifici. Abbiamo deciso di andare al parco Gorky per fare un giro tranquillamente, anche se lui non sa che i miei piani sono leggermente diversi dai suoi: non ho portato i guanti inutilmente. Mentre svoltiamo ad un incrocio l'aria fredda mi pizzica le guance; finchè siamo controvento, Beka mi protegge dalle folate più forti. Perdo la concezione del tempo mentre sono abbracciato a lui e, quando arriviamo, mi sembra di essere partiti da soli due minuti.

Iniziamo a passeggiare vicini ma, ogni volta che trovo uno spiazzo di neve ancora intatta e perfetta, mi ci lancio lasciando le mie impronte ovunque. Il parco imbiancato è meraviglioso e, stranamente, non c'è molta gente. Dopo alcune volte che distruggo la perfezione di alcune superfici in solitaria Beka si unisce a me e inizia a superarmi, rubandomi il divertimento. Quando, per la terza volta di seguito, mi anticipa, decido che è ora di passare all'azione: mi metto i guanti neri e preparo un perfetta palla di neve. Mi volto per controllare la sua posizione e lo vedo intento a schiacciare la neve con gli anfibi scuri, voltato di spalle: perfetto! Prendo la mira e lancio; colpisco il bersaglio sulla nuca, coperta dal cappuccio della felpa. Si volta portando una mano alla zona colpita e, quando mi vede sorridere colpevole, con un'altra palla in mano, punta un dito verso di me:

- E guerra sia!

Scappo al riparo dietro l'albero più vicino mentre lui si abbassa per preparare il colpo, indossa già da prima i guanti quindi ci impiega poco ad avvicinarsi e scagliare il proiettile.

Riesco a evitarlo e rispondo al fuoco, centrando l'albero al suo fianco; a ogni colpo, lanciato o schivato, sono associate minacce da parte di entrambi. Mi colpisce sulla spalla ed esulta, la palla di neve frantumata ha lasciato delle briciole sulla mia giacca. Lo insulto e rispondo al colpo, che riesce a schivare all'ultimo secondo; scatto per cambiare riparo e scegliere un albero più grande. Attendo qualche secondo prima di voltarmi, ho appena creato il proiettile migliore mai visto; mi sporgo per controllare la sua posizione ma non lo vedo. Deve essere nascosto dietro l'albero più grande, a destra. Sento il cuore battere velocemente, nonostante sia una stupidissima battaglia a palle di neve, mi sono fatto prendere dalla situazione. Prendo un respiro profondo prima di lanciarmi verso l'albero spoglio; dopo il primo passo sento freddo alla faccia e vedo tutto nero. Non capisco bene come sia successo, arretro e sento Beka ridere come un folle: si era nascosto dall'altro lato del mio stesso albero e, una volta uscito allo scoperto, mi ha spiaccicato la palla di neve sul viso. Mi pulisco la faccia, sentendola quasi scottare e lo fulmino con lo sguardo, lui continua a ridere godendosi la vittoria. Decido che devo fare qualcosa per farlo smettere, quindi mi lancio verso di lui prepotentemente e lo placco.

- Ouch!

Atterra sulla schiena, sprofondando nella neve, con me sdraiato su di lui: inizio a prendere manciate di neve e gliela lancio in faccia.

- Vedetta! Dolce vendetta!

- Yuri no!! Smettila! - implora pietà, ma mi sto divertendo troppo, visto che ora, quello che ride, sono io. Decido però di fermarmi e godermi lo spettacolo del suo viso arrossato e dei capelli neri sparsi di fiocchi bianchi. Socchiude la bocca prendendo fiato e mi spia da sotto le palpebre timide; mi punto sulle braccia così da non premerlo troppo a terra. Mi avvicino per un bacio quando parla:

- Yura... - mi fermo e lo osservo aspettando che continui, - ho i pantaloni bagnati... - e mi attira lui afferrando i lembi della mia giacca. “Cos-?” la sua frase mi ha spiazzato, “possibile che stia succedendo come ieri?” mentre sta per approfondire il bacio io ancora non ho compreso bene le sue parole, quindi mi allontano allarmato.

- In che senso?

- Nel senso che la neve me li sta bagnando tutti... - solo ora comprendo che, sdraiato a terra com'è, era ovvio si sarebbe bagnato. Risponde con occhi brillanti e caldi, che lasciando quasi intendere che stesse cercando di stuzzicarmi.

- Scusa non ci ho pensato! - mi alzo subito e gli offro una mano per alzarsi; decidiamo che è meglio tornare a casa prima che i suoi pantaloni gli si congelino addosso, visto il nuovo vento alzatosi.

 

 

 

È un miracolo che si arrivato a casa vivo: in moto l'aria fredda era continua e, non solo i suoi pantaloni si sono quasi congelati davvero, ma si sono bagnati anche i miei mentre ero seduto dietro di lui. Quindi, appena entrati in casa, picchiando i denti dal freddo, lo incito ad andare a farsi un bagno:

- Bagno?

- Sì... C-così ti scaldi per bene e te lo godi un attimo.

- Sì, nel frattempo tu congeli aspettando che io finisca! Faccio una doccia veloce oppure potremmo – si blocca arrossendo leggermente; sembra riflettere, indeciso se continuare o no la frase. Lo guardo perplesso e, quando vedo che inizia a intrecciare le dita capisco che non continuerà mai se non chiedo:

- Oppure potremmo..? - si guarda attorno, tremendamente imbarazzato, non riesco a capire che gli prenda. Si ferma un secondo e, abbassando lo sguardo, risponde timidamente:

- Potremmo f-fare il bagno insieme. - mi guarda dall'alto, cercando di capire la prima impressione delle sue parole su di me. Mi sento avvampare e non riesco a formulare una risposta; lui continua gentilmente:

- Solo se ti va ovvio, era solo un'idea così a-, - Va bene... - la mia voce mi riporta alla realtà.

“Aspetta! Quando ho deciso di rispondere così io?”, non comprendo come sia possibile che la mia pancia anticipi sempre la mia testa.

- S-solo, bhè sì, dammi un po' di tempo.- cerco di “rimediare”.

- Sì, certo. I-io vado a preparare l'acqua. - scappa verso il corridoio mentre io rimango fermo dove sono.

“YURI IN CHE SITUAZIONE TI SEI CACCIATO!?! Oddio! Fare il bagno con Beka?! Il bagno si fa nudi! Sì ma anche ieri lui mi ha vist- NO non ci devo pensare! Oddio! Beka!!!”

La mia testa è un casino, mi sento percorrere da tremiti continui, nonostante ciò che è successo ieri sera, nonostante Beka abbia già visto quella parte di me, sono in ansia. Respiro velocemente, pensando a dove io possa trovare il coraggio per raggiungerlo nella vasca. Il pensiero di Beka in acqua, del suo corpo muscoloso a disposizione del mio sguardo avido, mi fa arrossire ancora di più, e mi fa solletico allo stomaco. Capisco che, se non voglio fare una figuraccia, devo sbrigarmi ad andare da lui; mentre cammino verso il bagno le ginocchia tremano leggermente. Nella mia testa però si fanno spazio i ricordi della sera passata, dei suoi baci ardenti e delle sue carezze dolci; faccio un respiro profondo. Mi scopro a stringere nervosamente la mia maglietta, mentre la mano sulla maniglia della porta non si muove. Non sento rumori, tranne il leggero guizzare dell'acqua di tanto in tanto: Beka è già dentro.

Il cuore mi rimbomba nelle orecchie, mi confonde, ma mi affascina anche, inducendomi quasi ad abbandonarmi all'istinto, senza ragionare. Mi piacerebbe assecondarlo, se non mi sentissi così rigido: la schiena sembra un tronco d'albero irremovibile, le gambe, ormai non più tremanti, sembrano di cemento, attaccate a piedi di piombo che non vogliono saperne di muoversi. Per un istante mi sfiora l'idea di scappare in camera, sprecando l'occasione di riprovare i brividi di ieri, ma, a convincermi, interviene lui. Sento che, da dietro la porta, arriva un suono dolcissimo, che mi calma immediatamente: sta canticchiando la nostra canzone. La sua voce è morbida, calda e incantevole; infatti, mi attira a lui, sciogliendo la rigidità che avevo addosso e facendomi abbassare la maniglia. Appena sente il rumore della porta che si apre si zittisce e mi sbircia con un occhio; è sdraiato nella vasca con le braccia aperte lungo i bordi, per sostenerlo comodamente nell'acqua. Dopo un secondo nasconde nuovamente i suoi occhi ai miei, chiudendo le palpebre e continuando con la sua canzone. Mi ero preparato ad arrossire per l'imbarazzo nel vederlo chiaramente oltre la superficie trasparente ma, diversamente da ciò che aspettavo, trovo l'acqua sovrastata da un pieno strato di schiuma bianca, non so se l'abbia fatto apposta o meno, ma gliene sono silenziosamente grato: questo mi ha risparmiato un poco di agitazione. Mi lancio verso il fondo del bagno e inizio a sfilarmi i vestiti nervoso, sentendo le mani tremare leggermente.

“Yuri sei patetico! Ieri ti sei fatto levare le mutande senza pensarci troppo e ora tremi!”, cerco di tranquillizzarmi pensando che è come fare la doccia insieme ai compagni di squadra dopo l'allenamento. Ma io non pratico sport di squadra...

Sento l'acqua guizzare, sbircio dietro una spalla e noto che, sempre ad occhi chiusi, ha piegato le gambe, così da liberare spazio per me. Ancora una volta mi stupisco di quanto sia premuroso: sta cercando in ogni modo di ridurre al minimo la mia tensione. Sento che smette di canticchiare, ormai sono pronto ad entrare in acqua; mi avvicino, prendo un respiro profondo e silenzioso e supero il bordo della vasca. Non appena la punta del piede tocca l'acqua calda mi sento sciogliere, mano a mano che mi immergo la tensione si allontana lentamente e, quando finalmente sono seduto tra la schiuma, lui apre gli occhi e mi guarda.

- L'acqua va bene? - mi sembrano secoli che non sento la sua voce, mi era mancata.

Annuisco in silenzio prendendo della schiuma in mano casualmente. Lui si raddrizza a sedere e le nostre gambe piegate si toccano; prende della schiuma su due dita e si avvicina, sporcandomi il naso. Non sono riuscito a fermarlo in quanto troppo preso nell'osservare le sue spalle e il suo petto ricoperti dalle piccole bollicine compatte che scivolavano verso il basso, trascinate dai residui di acqua. Tento di guardarmi il naso ma noto solo una macchiolina bianca a sovrastarlo, sbuffo in un sorriso mentre lui mi regala un'espressione che mi scioglie: gli occhi sono così calmi e caldi che sembrano fondersi come caramello fluido. Decido di agire a mia volta quindi gli prendo il viso tra le mani, sporcandolo con la schiuma che avevo preso appena prima. Ride dolcemente mentre mantengo il contatto col suo volto; chiudiamo gli occhi contemporaneamente mentre ci avviciniamo per perderci in un bacio lentissimo, a base di Beka e sapone. Per quanto fastidioso possa essere, l'aroma dello shampoo sulla lingua è sovrastato dal dolce sapore del kazako, che sembra anch'esso sopportare il retrogusto alieno. Per stare più comodi spostiamo le gambe senza rifletterci troppo, solleva una delle mie per portarsela a fianco e lo imito con l'altra, trovandoci quindi allacciati, lui con le gambe divaricate e io, seduto lì al centro, con le mie ai suoi fianchi. Mi irrigidisco tremendamente quando percepisco un contatto inaspettato, che mi fa avvampare violentemente quando capisco cosa, dei nostri corpi, si è sfiorato. Percepisce la mia tensione, infatti si ferma, come per darmi l'opportunità di allontanarmi se non dovessi voler continuare. Di nuovo lo ringrazio silenziosamente per la sua comprensione nei confronti del mio imbarazzo; prendo un respiro lento e, quando sento il suo profumo invadermi, decido di accettare il contatto e proseguire lentamente. Le sue mani scorrono sulla mia schiena, facilitate dall'acqua e dal sapone, mentre continuiamo ad assaporarci, avvolti dal calore del bagno. Sento il solletico al basso ventre aumentare, cerco di ignorarlo e trattenere la mia voce, che vorrebbe esprimere quel brivido leggero. Stiamo aumentando la velocità del bacio, così come quella dei respiri e, senza accorgermene, mi ritrovo stretto a lui, coi toraci quasi a contatto, le gambe a circondare la sua vita e le braccia il suo collo. Ormai i brividi mi percorrono ininterrottamente, la sensazione di calore prodotta, prima dall'acqua poi dal suo tocco, si è diluita in ogni goccia del mio sangue, scorrendomi dentro e sciogliendomi, come una candela a fianco di un camino acceso d'inverno. Le sue mani scorrono sempre più in basso, dolci e morbide, io mi aggrappo ai suoi capelli bagnandoli leggermente; sento che la tensione pietrificante di prima se n'è andata completamente, lasciando spazio a quell'istinto animalesco che mi assale ogni tanto e mi anticipa, lasciando la mia razionalità indietro. Per questo non mi irrigidisco quando sento le sue mani poggiarsi sui miei fianchi, stringerli, graffiarli delicatamente per godersi la mia pelle morbida. Io, di rimando, gli tiro qualche ciocca per stuzzicarlo, senza mai allontanarmi dalle sue labbra calde; come ieri sera inizio a non distinguere bene cosa mi circonda al di fuori di Beka, tutto si concentra su di lui, il suo tocco e il suo profumo. Quando si allontana leggermente, e sussurra il mio nome, la sua voce mi stordisce completamente, facendomi desiderare infinitamente le sue mani su tutto me stesso. Come se mi avesse letto nel pensiero sposta una mano più verso il mio basso ventre, senza però completare il movimento, come attendendo un cenno di consenso. Un mio movimento veloce verso di lui lascia che capisca la mia risposta affermativa; mi son mosso quasi involontariamente, cercando di diminuire ancora di più la distanza tra noi. Proprio come ieri mi sfiora delicatamente con le mani morbide, come se stesse toccando un fiore raro e fragile. Già solo quel tocco mi manda in estasi, fondendo i circuiti del mio cervello e lasciando che la mia mente sia così sopraffatta dalle sensazioni, senza più un briciolo di spazio per i ragionamenti. Quando prende confidenza con le mie reazioni e il mio corpo, perde quella delicatezza timida per lasciarsi andare a sua volta; a questo punto non riesco a fermare la mia voce che sfugge dal suo bacio. Mi allontano, sentendo che l'ossigeno fatica ad arrivare ai polmoni, come se i battiti euforici del cuore bloccassero la via. Socchiudo gli occhi e, inaspettatamente, incontro i suoi: ha le guance arrossate e le pupille dilatate. Alcune ciocche nere gli sfuggono sul viso, rendendo più intrigante lo sguardo languido e bollente che ha ora. Mi aggrappo al suo collo mentre continua a farmi sciogliere; chiudo gli occhi mentre appoggio la testa nell'incavo del suo collo, che sento scottare. Un brivido tremendo mi percorre quando sento la sua voce sfuggire dalle sue labbra, sento una scossa fredda seguita subito da un'ondata bollente, “la sua voce...” , è ancora più bella del normale: più bassa, leggermente più roca, ma sempre morbida e avvolgente. La mia, ormai, non riesco più a trattenerla, e, senza quasi accorgermene, mi ascolto dire il suo nome. Anche la mia voce è diversa, ma il suo nome suona come bello sempre. A sua volta inizia a sussurrare il mio, a bassa voce, vicino e quelle parole mi stordiscono completamente, insieme al suo tocco e al calore che mi circonda. Proprio come ieri sera, di nuovo mi fa provare quella sensazione dolcissima e ammaliante. Il volume delle nostre voci aumenta simultaneamente e gradualmente, come se stessimo rincorrendo qualcosa, un punto preciso che stiamo raggiungendo insieme. Una volta raggiunto non riesco a descrivere cosa sento, ma percepisco solo Beka.

 

- Miiiiaaaaooooo!

Sono ancora tra le sue braccia, comodissimamente sdraiato sul suo petto, mentre lui ha riassunto la posizione in cui l'ho trovato appena entrato in vasca.

Allontana un braccio per aprire leggermente la porta e permettere a Potya di entrare, per andare a posizionarsi sulla tavoletta del WC abbassata e osservarci. Percepisco il calore del suo petto forte sotto la schiena prevalere su quello dell'acqua, che oramai si sta raffreddando lentamente. Inizio a prendere la spugna e il sapone e passarmeli sul corpo, partendo dalle gambe, per poi passare al ventre e fermarmi quando Beka mi ruba la spugna dalle mani. Capisco le sue intenzioni quindi, a malincuore, mi allontano da lui mostrandogli la schiena, su cui inizia a trascinare il sapone dolcemente. Immerge poi la spugna nell'acqua e, una volta ricolma, la spreme sopra la mia testa cogliendomi d sorpresa. Mi ritrovo col viso pieno di schiuma e commento:

- Nooooo.... - per tutta risposta mi giunge la sua risata profonda e subito dimentico il fastidio del sapone negli occhi. Mi volto per poterlo guardare in viso e, dopo avergli rubato la spugna di mano, gli offro il suo stesso trattamento. Lo ripeto un paio di volte cosí da bagnargli tutta la testa per bene e, prendendo il mio shampoo e iniziando ad insaponargli i capelli, comincio a che a giocarci un poco; infatti, sono della misura perfetta per fargli una bella cresta stile punk. Appena concludo l'opera non riesco a trattenere una risata e pure Beka sorride divertito; ammetto che non sta affatto male. Decido di divertirmi ancora un po', quindi gli pettino bene il ciuffo alle “Grease”, e me lo immagino, con la sua immancabile giacca di pelle nera, cantare come in un musical. Le risate si rinnovano e lui mi lascia fare, non staccando mai gli occhi dal mio viso per nemmeno un secondo; mi sento alquanto infantile, ma mi piace giocare con lui. Ora decido di passare alle pettinature pesanti: divido i capelli con una riga centrale e li pettino a lato, morendo dalle risate per il risultato finale. Sembra un incrocio tra un torero e un musicista classico; dopo un bel po' che non apriva bocca parla:

- Dai Yuri, ora rendimi guardabile... - ride con me mentre aspetta che io intervenga. Dopo avergli scompigliato tutti i capelli provo a portargli il ciuffo in avanti, a coprire gli occhi, spostandolo leggermente a lato. Il risultato finale mi fa arrossire: sta tremendamente bene così, con le ciocche che coprono a sprazzi il suo sguardo scuro. Il mio silenzio deve averlo convinto del risultato, quindi ricomincia il lavoro che per primo aveva iniziato, e prende lo shampoo. Mi massaggia i capelli delicatamente, senza provare a farmi creste o trecce, solo scorrendo le dita tra le ciocche bionde. È rilassante, quasi ammaliante, scommetto che potrei addormentarmi. Chiudo gli occhi per godermi ogni istante di questo nuovo trattamento, anche se la testa inizia a pensare a cosa faremo per cena ma, soprattutto, dopo.


ANGOLO SCRITTRICE: innanzitutto grazie mille per il tempo dedicato alla lettura del nuovo capitolo e scusa per il ritardo! ( la gita scolastica mi ha rubato un po' di tempo)
Spero, come sempre, ti sia piaciuto l'aggiornamento ;)  Mi sto innamorando sempre sempre sempre più di Beka e di questa coppia, li shippo troppo! Ecco perchè mi immagino Beka così premuroso, è una caratteristica che adoro e gliel'ho impressa, sperando vesta bene il personaggio non solo secondo me.  Bene, nient'altro da dire. Come sempre commenti e critiche ben accette, soprattutto se costruttive ;)
Al prossimo capiotlo,
     un bacio :*
                          Ombra 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** You Should Know ***


- Americana ?

- Mia!

Finalmente la mia pizza è arrivata, sto morendo di fame. La cameriera posa il piatto davanti a me sorridendo e si allontana permettendoci di continuare a parlare tranquillamente. Beka è stato così gentile da attendere che arrivasse anche la mia pizza prima di iniziare a mangiare, nonostante avessi insistito perchè iniziasse senza di me, e ora mi sento leggermente in colpa: la sua si sarà raffreddata.

- Sarà diventata fredda... - indico il suo piatto col coltello. Si porta un boccone alle labbra e, dopo averlo assaggiato, fa cenno di no con la testa.

- E invece è ancora calda! - mi sorride mentre continua a tagliare a fette la sua pizza al salamino piccante. Io inizio mangiando qualche patatina bollente, per poi darmi da fare col coltello e, una volta fatta in otto, poggiare le posate e usare le mani.
Ho proposto a Beka questo posto perchè il nonno dice che la pizza cucinata qui è la più simile a quella italiana, quindi la più buona di tutte. Il locale è anche vicino a casa, infatti siamo venuti a piedi e Beka si è potuto prendere una birra media, che ora scintilla dorata sotto le luci gialle del locale, sormontata da un dito di schiuma bianca.

- È veramente buonissima! - Beka ha finito la prima fetta e sta passando alla seconda, sembra apprezzare.

- Sì, davvero. Vuoi una? - indico le patatine davanti a me, annuisce e allunga una mano per rubarmene un paio. Quando solleva il suo bicchiere per prendere un sorso di birra lo sporge leggermente verso di me, come per domandare se ne volessi un po'. Faccio cenno di no e infilzo un wurstel con la forchetta, lo osservo mentre beve e mi sfugge una risata quando posa il bicchiere. Mi guarda per un secondo confuso poi sembra capire la causa della mia reazione: si passa la lingua sul labbro superiore, pulendosi il baffo di schiuma che vi era rimasto. Ammetto che quel gesto mi fa arrossire leggermente, quindi cerco di rinfrescarmi prendendo un sorso di cola fredda, mentre lui sorride. La serata scorre tranquilla, l'atmosfera creatasi è piacevole ed è merito anche del locale: le luci calde, il chiacchiericci dei clienti, la musica di sottofondo, tutto crea un'aria accogliente che mette a proprio agio. Quando arrivano i dolci vedo gli occhi di Beka illuminarsi: davanti a lui hanno posato il tiramisù che aveva ordinato e ora lo guarda ammaliato, come fosse una piuma di angelo caduta dal cielo. Durante questi giorni ho capito che ha seriamente un debole per i dolci, di qualsiasi genere, quindi non poteva non provare il tiramisù che fanno qui, perchè è veramente troppo buono. Io, come sempre, mi sono preso del gelato con le fragole, che adoro, e appena arriva in tavola lo inizio a divorare. Alla prima cucchiaiata sento il freddo sulla lingua e il sapore dolce delle fragole spargersi per la bocca, che meraviglia. Anche Beka sembra apprezzare il suo dolce visto che, appena lo assaggia, chiude gli occhi e posa la fronte sulla mano, col gomito sul tavolo per sorreggersi.

- Stiamo scherzando!? - mi guarda con gli occhi brillanti: - è la cosa più buona che abbia mai assaggiato! - e subito prende un altro boccone.

Io ridacchio soddisfatto della sua reazione, “seriamente, i dolci gli piacciono troppo!”.
Mi guarda come attendendo un mio commento sul gelato:

- Buono come sempre! - col cucchiaino prendo un po' di gelato e mezza fragola, allungo il braccio portandoglielo sotto il naso. Lui sorride e si lascia imboccare, gusta attentamente e annuisce confermando il mio commento. Quindi prende anche lui un po' del suo tiramisù e me lo offre, così come ho appena fatto io. Accetto volentieri e sì, è veramente buonissimo.
Una volta terminati i dolci lasciamo il locale e ci avviamo verso casa, ci vogliono circa quindici minuti a piedi quindi ce la prendiamo con comodo, passeggiando tranquillamente nell'aria fredda della sera, approfittandone per fare una passeggiata. Beka mi circonda le spalle con un braccio, io gli circondo la vita e lui mi prende la mano, così da infilarsela in tasca con la sua e non farmi congelare le dita. Allacciamo le altre mani all'altezza della mia spalla e iniziamo a giocherellare con le nostre falangi fredde. Non abbiamo parlato di cosa è successo in bagno, neppure di cosa è accaduto la sera scorsa, ma sento che non ce n'è bisogno. È come se fosse tutto come deve essere, non sento tensioni, non sento il bisogno di parlarne e questa cosa mi sembra strana, visto che non capita tutti i giorni di fare il bagno con un'altra persona. Soprattutto non mi aspettavo che la situazione si sarebbe sviluppata in quel senso, ma non mi è dispiaciuto, affatto. Il solo sfiorare quei ricordi non troppo lontani mi solletica lo stomaco. Sento che anche Beka è tranquillo e rilassato, cammina con passo moderato e, ogni qual volta, mi sbircia dall'alto. Decido di godermi il momento e permetto alla mia mente di girovagare.
Anche se...
“Chissà quante altre volte è andato in giro così con qualcuno?” , sento una leggera gelosia farsi strada in me, accompagnata da curiosità. I miei pensieri hanno preso una strada che arei preferito nono percorrere.
“ Chissà quanti altri baci ha dato?”, fermo le mie dita e percepisco che mi irrigidisco leggermente. Stupido me! Devo smetterla, Beka è-
“Chissà quante altre volte ha -!” , qui mi sento pervadere da un senso di tristezza enorme. Ad un tratto tutta la serenità che provavo svanisce, come spazzata via da una violenta folata di vento. Mi assalgono mille domande, mi sento quasi schiacciare da un peso indefinito, che non riesco a quantificare. Maledetta la mia mente! Non so che mi stia prendendo, ma il pensiero di Beka con qualcun altro mi opprime, ed evidentemente si nota anche, visto che subito si accorge che ho qualcosa che non va.

- Hey, che succede? - la sua voce è calda come sempre, non riesco a non rispondergli mentre mi stinge più forte sulla spalla.

- Stavo pensando... - ma non riesco nemmeno a esplicitare i miei tormenti, se così posso definirli. Queste sono solo paranoie che mi faccio perchè sono problematico, stupido me!

- A cosa?

- A te... - mi osserva dall'alto, porgendomi una domanda silenziosa, prendo un respiro e una boccata di coraggio, come spesso ultimamente la mia lingua si muove prima che il mio cervello la comandi: - Beka, quante altre volte hai avuto una storia?
Ci vuole un secondo prima che risponda con voce ferma e chiara:

- Mai. - a questo punto sono io a guardarlo, stupefatto e incredulo, “ Cosa?!”

- Non guardarmi così, è vero... - mi stringe dalle spalle, sorridendomi imbarazzato. Immediatamente sento il peso immaginario volatilizzarsi, permettendomi di ritrovare quell'armonia di poco prima. La mia mente torna chiara e mi sembra di sentire fuochi d'artificio in sottofondo.

- Quindi mi stai dicendo che baci così bene di natura?

- Io non so se bacio bene! - ride arrossendo, mi unisco a lui.

- Sì, te lo assicuro ahah... - non so da cosa mi sia data questa scioltezza nella discussione, solitamente non avrei cercato di parlare di cose del genere, ma almeno ora sono molto più sollevato. Mi sono lasciato prendere da “preoccupazioni” inutili.

“Aspetta ma quindi io...?”

- No! Ma... sono stato il tuo primo ba-

- Sei il mio primo tutto... - arrossisce ancora di più mentre risponde, guardandomi negli occhi. Mi sento avvampare prepotentemente.

- Sono sempre stato preso dal pattinaggio e dalla musica, non avevo altro per la testa... Poi sei comparso tu e, non so che mi è preso, sei diventato più importante dei pattini e del ghiaccio. - non mi sento più lo stomaco, percepisco un vuoto tremendamente piacevole, solleticato da mille farfalle che sbattono le ali confuse.
Non so che rispondere, quindi abbandono l'idea di usare le parole e, voltandomi leggermente, sciolgo le nostre mani per circondarlo in un abbraccio silenzioso. Lo stringo forte, fortissimo, per fargli capire quanto gli voglio bene, e lui ricambia la stretta, poggiando la testa sulla mia. In questo momento non percepisco il freddo attorno, non percepisco le macchine per strada e le poche persone sotto i lampioni, ci siamo solo io e Beka. Quando respiro e sento il suo profumo, misto a quello della giacca di pelle, mi ricordo del gusto del tiramisù e delle fragole. Quando mi allontano e alzo il viso verso di lui, l'unica cosa che fa oltre a sorridermi è posarmi un bacio leggero sulla fronte, godendosi la vista delle mie guance che diventano ancora più rosse di prima.

 

Arrivati a casa corro subito a mettermi il pigiama, così da starmene comodo per il resto della serata. Non abbiamo piani precisi, ma credo che finiremo ancora col guardare un film o massacrarci alla play. “Anche se...” , chiudo gli occhi e mi si rilassano le spalle mentre mi si proietta dietro le palpebre il ricordo del suo viso arrossato e bagnato nella vasca. Mi sento scuotere da un brivido che parte dai talloni, il solo ricordo mi scalda tutto. Mi fermo un attimo, seduto sul letto, e prendo un respiro profondo mentre ripercorro, con gli occhi chiusi, ciò che è accaduto qualche ora prima. Mi lascio cadere di schiena sul materasso e comincio a fissare il soffitto bianco, illuminato dalla luce centrale alla stanza.
“Beka...”
Mi spunta un sorriso sulle labbra e sento lo stomaco chiudersi e farsi vuoto, leggero, pensando a lui.
Voglio approfondire ancora di più la vicinanza che siamo riusciti a creare, ampliare i contatti, percepire ogni singolo brivido che può farmi provare il mio kazako. Vorrei farglielo capire, magari anche a parole, sarei disposto a sopprimere la vergogna e spiccicare qualche frase confusa solo per mostrargli quanto io ci tenga a lui. Però mi frena qualcosa...
Sento come un elastico che, se teso troppo, mi tira indietro, rimettendomi a posto. Ho come paura di rompere questo elastico e quindi rompere la connessione che si è creata tra noi che, per quanto forte, non è ancora completa e indistruttibile. Ma perchè sento questo freno? Mi sembra chiaro che Beka condivida e ricambi i miei sentimenti, quindi perchè mi blocco?

- Tutto ok?

Per un pelo non rotolo giù dal letto per il sobbalzo che ho. Spalanco gli occhi di colpo e lo vedo sulla soglia della mia camera, con la testa inclinata per cercare di raddrizzare la mia figura sdraiata dalla sua visuale.

- Sì... Mi sono perso un attimo con la testa...

Annuisce in silenzio e si avvicina al mio letto mentre io mi metto a sedere. Indossa un pigiama grigio con i pantaloni rossi a quadretti, la maglia è della taglia perfetta e lo fascia mettendo in risalto le spalle e le braccia. Le maniche sono alzate fino al gomito, lasciando in bella vista gli avambracci chiari e ampi. Osservandoli potrei dire che sono tranquillamente il doppio dei miei. Si siede al mio fianco e punta i suoi occhi marroni nei miei:

- sicuro che sia tutto ok?

- Sì, davvero! Stavo solo pensando a... oggi... - mentre confesso dov'è vagata la mia testa poco prima non riesco a non arrossire e chiudere gli occhi, mantenendoli comunque verso i suoi.

- Sì... sai, a-anche io ci ho ripensato...

Apro gli occhi leggermente e sorrido quando noto che le sue guance sono rosse, lui sbircia verso di me e abbozza un sorriso timido. Non gli lascio nemmeno il tempo di fare un altro respiro perchè mi lancio verso le sue labbra. Non so che cosa mi ha precisamente spinto a farlo, ma capisco di aver fatto la cosa giusta quando sento che risponde sorridendo nel contatto. Poggio le mani sul suo collo, passo i pollici lungo la sua mandibola, approfondiamo il bacio. Mi prende e mi porta a sedere su di lui, poggiando le mani sui miei fianchi e giocando con le mie labbra. Sento il suo profumo e uno schiocco quando le nostre bocche si separano, per poi riprendersi e ricominciare a giocare. Il suo respiro solletica le guance, passo una mano nei suoi capelli, sono morbidi. Mi circonda la vita con le braccia e si lascia cadere indietro, finendo con la schiena sul materasso. Perdo il conto delle volte in cui ci separiamo per prendere fiato velocemente, cercando di non infrangere mai il flusso di sensazioni creatosi. Mi sistemo meglio sdraiato sopra di lui, sentendo i toraci a contatto; non mi preoccupo del mio peso su di lui, non lo schiaccerei neppure volendo. Porto una mano sul suo petto, sento il cuore che gli batte all'impazzata, così come il mio, che mi rimbomba nelle orecchie. Apro la mano e cerco di tastare più superficie possibile, i muscoli risaltano da sotto lo strato di cotone. Decido che non mi posso accontentare: faccio scivolare ma mano sotto la sua maglietta, alzandogliela, e andando a cercare il contatto diretto con la sua pelle. Mi morde il labbro sogghignando e sibila quando gli lascio un pizzicotto leggero sul torace.
Sento i muscoli sodi sotto le mani, scorro le dita leggero, e mi soffermo là dove la pelle diventa più sensibile. Sento che sospira nel bacio e, come per ripicca, infila le mani sotto la mia maglia e inizia a solleticarmi la schiena dolcemente. Ormai sento del calore sparso ovunque in me; nello stomaco percepisco un vortice di sensazioni che mi stordisce e prende il sopravvento. Mi allontano dalle sue labbra per sostituire il contatto delle mie mani col suo petto con quello. Lascio un bacio nell'incavo centrale, la pelle è liscia e sento che scotta. Di bacio in bacio, mi sposto sempre più verso il lato, fino a sfiorare le mie dita che ancora stavano tartassando la pelle delicata. Allontano la mano, portandola sul suo fianco e inizio a lasciare dei baci leggeri anche lì. Sento che porta una mano sulla mia nuca, mentre l'altra si allontana dalla mia schiena. Si lascia sfuggire un sospiro più profondo che mi provoca un brivido lungo tutta la schiena; decido di fare un altro passo avanti, quindi mordo la superficie sensibile e ascolto la sua voce che protesta dolcemente, senza riuscire a celare il brivido dolce che deve averlo percorso. Ci prendo gusto e lui mi lascia fare, finchè non mi decido ad alzare lo sguardo quando non sento più nessun gemito provenire dalle sue labbra. Noto che si sta coprendo la bocca con la mano libera, così da trattenersi anche se siamo solo all'inizio. Questo suo gesto mi invita a continuare ancora: avanzare seguendo quello strano impulso proveniente dallo stomaco, per vedere fin dove possiamo arrivare e fin dove resisterà. Mi sollevo sulle braccia e inizio a lasciare dei baci leggeri sul suo ventre. Solleva la testa cercando di capire che intenzioni ho, ma non riesce a leggere nessuna risposta nel mio sguardo, perchè nemmeno io so cosa sto per fare. Mantiene il contatto visivo, mostrandomi il volto arrossato, mentre io mi sposto sempre più in basso, lentamente, verso dove sento una pressione crescente, ormai posizionata sotto il mio petto. Non so bene quando ha divaricato le gambe ma non posso dargli torto, dando una sbirciatina direi che sta parecchio stretto lì sotto. Sento i suoi addominali forti sotto le mie mani, lo graffio gentilmente per osservare la sua reazione: socchiude gli occhi mantenendo la bocca coperta dalla mano. Continuo a divertirmi scendendo sempre più, stuzzicandolo con baci e morsi fino all'elastico dei pantaloni. Qui mi fermo, titubante, “che faccio?”
Deglutisco nervosamente, mentre afferro il bordo del pigiama e, aspettando che sollevi il bacino, glielo sfilo. Lascio cadere i pantaloni a fianco del letto e noto che indossa delle mutande grigie, abbinate alla maglia. Sento le punte delle dita tremare leggermente. Tornando a ragionare quell'attimo prima mi sono allontanato dal vortice di sensazioni che mi aveva avvolto e ora devo trovare il modo di rientrarci, per poter tornare in sintonia col suo sguardo fluido. I suoi fianchi sono chiari e le gambe muscolose e toniche. L'interno coscia sembra invitarmi a morderlo, è così… così... appetitoso. Capisco di essere fuori controllo, ormai ho ritrovato quel vortice: ho di nuovo perso la testa. Mordo la sua pelle bollente e quando sento che chiama il mio nome il mio cuore impazzito perde un battito. Non riesco a dedicarmi molto alle sue gambe perchè porto l'attenzione ad un'altra sua parte, che sembra dare più soddisfazione ad entrambi, considerando la sua voce tremante e i brividi violenti che mi scuotono. Mi lasco trascinare dal fervore che provo senza rispondere pienamente della mie azioni successive. Sento le labbra scottare, così come ogni centimetro del mio corpo e del suo, teso sotto di me. Le mie mani scorrono sulle sue cosce, sul suo ventre, ovunque io possa toccare, gustandomi ogni singolo sospiro, più o meno roco, che sfugge dalle sue labbra. Le sue mani sono tra i miei capelli, afferrano delle ciocche e le stringono più forte quando mi spingo più in profondità in quel che sto facendo, meravigliandomi. Chiama il mio nome, più e più volte, e io impazzisco ogni volta che la sua voce scorre su di me, come una scia di liquore bollente.

 

- D-devo andare a prendere... una cosa di là...

Dopo che mi sono dedicato completamente a lui ha iniziato a ricambiarmi il favore e torturarmi con baci lenti e strazianti su tutto il corpo, lasciando segni ovunque; ora che mi ritrovo senza pigiama e in mutande, scambiandoci uno sguardo, abbiamo capito di poter andare oltre. Il mio viso è bollente, mi sento tremare dall'interno da troppo tempo ormai. Beka mi ha prosciugato di ogni briciola di pudore e vergogna. Fatto sta che la sua richiesta mi suona strana, quindi lo guardo perplesso, percependo la fronte umida di sudore, mentre si solleva per allontanarsi un poco da me.

- Devo prendere un.. non è che l'avessi pianificato, ma ho pen- , - Lascia stare, vai e torna!

Mentre parlava le sue guance arrossivano sempre più e la voce era più roca del solito, quindi ho deciso di evitargli le spiegazioni e agire: “Che amore!”.
Rimangio subito quello che ho pensato quando, vedendolo rientrare, si chiude veloce la porta dietro la schiena, si avvicina e getta qualcosa sul comodino, avvicinandosi a me sul materasso con qualcosa in bocca. Un rettangolino di plastica e, quando vedo che ne strappa un pezzetto per aprirlo e capisco cos'è, mi sento scuotere da tremila brividi freddi.
“Oddio! Sta per-!”
Deve leggermisi in faccia che mi son lasciato sopraffare dalla situazione, infatti si ferma:

- Yuri, se non te la senti mi fer-,- no!
Mi guarda confuso,:

- No io, io sì. Cioè tu, io -, ride leggermente e decido di salvarmi da questa situazione con un bacio. È così che mi perdo dolcemente nel vortice di calore e brividi provocato da Beka, sperando di non riemergerne mai più, estasiato da quel calore e dal suo amore.


Angolo Scrittrice: Scusate!!! Chiedo perdono per la persona terriible che sono!!! Vi ho fatto aspettare tantissimo per un capitoletto corto come questo. A mia discolpa posso solo dirvi che la scuola mi impegna troppo e ho passato davvero un periodo difficile per colpa di questa...
Comuqnue spero che il capitolo vi sia piaciuto e non vi abbia deluso. Non vorrei essere risultata troppo "sdolcinata" nella parte inizale coi due piccioncini al ristorante, spero prorio di no, visto che non amo troppo le situazioni così "zuccherate".
Come sempre se volete lasciare un commento o una critica sono sempre felice, soprattutto se mi date consigli per cosa migliorare o correggere! ;)
Spero di pubblicare il prossimo capitolo al più presto, sempre che l'avvicinamento degli esami non mi sopprima...

GRAZIE <3
un bacione,
                   Ombra

P.S: ho appena finito Haikyuu!! e credo proprio che le prossime FF saranno inerenti a quell'anime. Ormai è una droga! *-*
         

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** They Can Never Tame a Fire like Yours ***


Prendo fiato, cercando di introdurre più ossigeno possibile nei polmoni.

“W.o.w.”

Sento che, al mio fianco, anche Beka respira a fondo, sdraiato supino, col petto che si solleva seguendo la sua ricerca per l'aria. Quando lo guardo mi sento travolgere da una tempesta che vorrebbe scagliarglisi addosso, per risentire di nuovo tutte le sensazioni di poco prima. Il suo volto è arrossato e i capelli sono scompigliati; sul viso scorrono alcune goccioline di sudore. Le labbra schiuse sono umide e invitanti, gli occhi chiusi fanno si che le ciglia proiettino delle ombre sugli zigomi. Prendo un'ultima boccata d'aria, più profonda, prima di avvicinarmi a lui il più delicatamente possibile, per lasciargli un bacio leggerissimo sulle labbra, mentre ha le palpebre abbassate. Ci sfioriamo appena, ma in quell'attimo sono racchiuse mille parole che vorremmo dirci, ma che non riusciamo a proferire; non servirebbero nemmeno, perchè le parole non sarebbero abbastanza per descrivere il sentimento che abbiamo condiviso e che, tutt'ora, ci unisce. Mi adagio su di lui, con il viso nascosto sul suo collo caldo. Dopo qualche istante mi accorgo che abbiamo sincronizzato i respiri, ma soprattutto, che si è addormentato. Nel modo più silenzioso possibile vado alla ricerca del piumino, ormai caduto a lato del materasso, e lo sollevo per coprirci. Mi accoccolo al suo fianco e lui volta il viso verso di me; la sua espressione rilassata e pacata mi trasmette un senso di leggerezza e gioia che mi inonda partendo dal cuore.

Non sono mai stato più felice.

 

 

“Sete. Sto morendo di sete. Passami il bicchiere, per favore”. Una mano allunga un bicchiere pieno d'acqua verso di me, ma non riesco ad afferrarlo.
“ Più vicino, non ci arrivo!”, dopo un ultimo stento riesco ad afferrarlo. Porto il vetro alle labbra e provo a bere tutto d'un fiato.
“Ma dov'è l'acqua?”, credo di aver sbagliato qualcosa e non aver bevuto realmente; riprovo.
“Perchè non mi disseta?”, non sento il sapore dell'acqua, non sento il fresco scendere in gola, non sento nulla tranne che la sensazione opprimente della sete che aumenta.
“Perchè?! Io ho sete!” ,mi scivola il bicchiere dalla mano e si schianta a terra.

O almeno credo: mi sono svegliato di sobbalzo appena prima che questo toccasse il pavimento.
Era un sogno; un sogno terribilmente realistico.
Ho davvero sete.
Beka è ancora al mio fianco, siamo aggrappati l'un l'altro, compressi nel mio letto singolo. Si muore di caldo sotto le coperte. Cercando di non svegliarlo mi allontano per andare a bere in cucina. Appena apro lo sportello del frigorifero per cercare la bottiglia dell'acqua mi sento percorrere da una sensazione piacevole di fresco, che colpisce il mio corpo ancora nudo. Un piccolo brivido mi percorre dopo l'impatto iniziale. Afferro la bottiglia e me la poso sulla guancia, godendomi il freddo. Mentre mi avvio in cerca di un bicchiere cambio guancia, poi la poso sulla fronte, sul collo e sulle labbra. Appena la poggio su queste vengo investito da un'ondata di calore dovuta ai ricordi della sera. Non che mi fossi dimenticato di me e Beka in atteggiamenti particolarmente intimi, ma mi ero completamente dimenticato del calore avvolgente e delle scosse che mi hanno percorso. Guardo l'orologio appeso sulla parete di fronte: le 2,40. Saranno passate forse due, tre ore, ma mi sento caldo come in quell'attimo.

Faccio per posare il bicchiere sul tavolo però mi scivola e, come nel sogno, cade a terra. Non si rompe: è di plastica dura e non di vetro. Ma fa comunque un casino bestiale...

“Complimenti Yuri, non ti smentisci mai!”.

Lo raccolgo e finalmente, dopo quella che mi è parsa un'eternità, riesco a bere dell'acqua gelida che pare buonissima. Sento il fresco scorrere per tutta la gola, per poi propagandarsi e trasmettere freschezza a tutto il mio corpo. Prendo una boccata d'aria soddisfatta una volta scolato il bicchiere e prendo un colpo quando sento una voce dietro di me:

- Tutto bene? - mi volto di scatto e per un pelo non mi cade di nuovo il bicchiere di mano.

- Stavo morendo di sete! - Beka è nella mia stessa situazione: senza un vestito addosso.

Non che questo mi dispiaccia, anzi, ma non aiuta affatto nel rimanere calmi e freschi.
Dalla finestra con le persiane aperte entra la tenue luce della luna, coperta solo da alcune nubi sottili e dalle tende trasparenti. Lo illumina come un velo argentato che ricopre la sua pelle perfetta. I capelli sono schiariti dalla luce fredda e, mentre si avvicina, gli occhi appaiono, per un istante, argentei. Come fossero due stelle solitarie in un cielo buio e misterioso.
Appena la sua mano sfiora la mia mi sento esplodere dall'interno e, quando inizia a baciarmi dolcemente, un calore mi avvolge e mi pervade, come se nelle mie vene scorresse della lava.
Mi avvicino a lui e finisco col posare la bottiglia d'acqua, che ho ancora in mano, tra noi due, provocando un sobbalzo in entrambi. Questo contatto provoca una certa reazione in me, notevole. Continuo ad assaporare il suo bacio mentre un'idea, scaturita dal contatto col freddo, si fa strada nella mia mente. Prima di metterla a punto però devo capire che intenzioni abbia: se vuole semplicemente tornare a dormire o preferisca giocare ancora un po' come prima.
Non riesco a continuare nella mia impresa perchè si allontana, afferra il mio bicchiere, la mia mano, e si versa dell'acqua.

- Stavo morendo anch'io... Ho un caldo tremendo!

“Bingo!”

Come se mi avesse letto nel pensiero: ha proprio detto ciò che volevo sentirmi dire.

- Se vuoi ho un'idea per rinfrescarci... - lo guardo da sotto il bicchiere, che ha ancora sollevato sopra il naso. Quando lo posa incrocia i miei occhi e inarca un sopracciglio scuro, domandandosi cosa mi stia mai frullando per la testa. Sorrido malizioso e mi mordo il labbro , giusto per provocarlo leggermente e incuriosirlo ancora di più. Vedo che deglutisce e, presa la bottiglia, la porta verso il frigo. Mentre la rimette a posto noto la sua figura muscolosa in contrasto con la luce che esce dall'elettrodomestico; le spalle larghe e i fianchi stretti e dritti, le gambe sinuose e i capelli spettinati.
Mi manca il fiato per un secondo, sento ancora più caldo di prima.
Chiude e torna da me:

- Non so che intenzioni tu abbia, ma io mi trasferirei nel lettone, così c'è più fresco.

Annuisco in silenzio, mentre mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio, in un soffio leggero:

- Ti aspetto micetto...

Mi sento avvampare, ormai il calore che mi ha invaso fa parte di me.

“Preparati, che il micetto sta per diventare una tigre!”

Sorrido ancora mente si avvia verso l'altra camera; posso prendere l'occorrente.

 

Sbircio nella stanza: è sdraiato di pancia, con il viso affondato nel cuscino, avvolto nelle lenzuola pulite, verde smeraldo. Mi avvicino in silenzio, tenendo nascosto dietro la schiena un bicchiere pieno di cubetti di ghiaccio. Mi sente, ma non apre gli occhi, rimane fermo e continua a respirare regolarmente. Noto che sul comodino ci sono le stesse cose che era andato a recuperare prima, mentre eravamo nell'altra stanza. Evidentemente anche lui si augura un secondo giro.

Poggio il bicchiere lì a fianco e mi armo di un cubetto; il suo viso è girato verso l'altro lato, non c'è pericolo che sbirci nulla. Mi avvicino quatto, quatto, e con un movimento rapido poso il cubetto alla base del suo collo.

Il suono che produce la sua voce potrebbe bastare per farmi impazzire.

Alza la testa e apre gli occhi, il viso è arrossato e stringe il cuscino tra le mani.

- Che... meraviglia... - l'ho colto di sorpresa, ma è stata una piacevole sorpresa.

Poggia di nuovo il viso sul cuscino e lascia che io giochi con la sua pelle calda.

Inizio a far scorrere lentamente il cubetto, seguendo la linea della colonna vertebrale. Il ghiaccio si scioglie, lentamente, a contatto col calore del suo corpo, lasciando una traccia umida sul suo cammino. Sembra così fresca che mi avvicino, posando la lingua su quella scia trasparente. La sua voce ha di nuovo un sobbalzo, che mi scatena un fremito interno. Continuo a far scivolare il cubetto, risalendo, scendendo e fermandomi a mio piacimento. Nel frattempo ho iniziato a mordicchiare la sua schiena forte, lasciando qualche traccia dei miei denti, associata a qualche piccola zona arrossata. Mi fermo per osservarlo meglio, noto che le punte delle orecchie sono rosse. Questo dettaglio mi fa impazzire e mi permette di trovare uno dei suoi punti deboli; infatti, quando decido di posare il ghiaccio sull'orecchio, posso giurare di aver sentito un brivido scuoterlo da capo a piedi. Stringe ancora di più il cuscino, mi avvicino a lui e gli sussurro:

- Questo micetto ha le orecchie sensibili...- lascio un bacio sulla punta, - sarebbe un peccato non divertirsi un po'...

Gli mordo il lobo, sentendolo impazzire sotto di me. Si volta di scatto, trascinandomi con se. Ora è sdraiato di schiena e io sono poggiato di traverso su di lui, comodamente adagiato sul suo petto. Mi ruba un bacio, ma voglio ancora giocare. Allungo una mano verso il comodino e mi armo con un cubetto di ghiaccio: l'altro si è sciolto completamente.

Lo poso sul suo mento, costringendolo ad alzare la testa; scorro verso il pomo d'Adamo e mi soffermo a giocare un po', osservando le goccioline che scivolano ai lati del collo e segnano la sue pelle come fossero striature nel marmo. Proseguo fino al punto d'incontro delle clavicole, così in evidenza ora che è sdraiato, che attira lo sguardo come una calamita. Mi avvicino per mordicchiare l'osso e, senza pensarci troppo, prendo il cubetto in bocca e mi sposto lungo una clavicola. Sento le sue mani sulla schiena, che stringono e quasi graffiano, ogni volta che il ghiaccio provoca un brivido più forte. Mi riporto verso il centro del torace e scorro in mezzo ai pettorali, gustandomi ogni millimetro di pelle morbida. Mi concedo il lusso di sbirciare verso il suo volto, cogliendolo mentre si morde il labbro, con gli occhi socchiusi, colorato di una dolce sfumatura rossa.

Mi sposto dove la pelle diventa più sensibile, godendomi il singulto che gli sfugge per la sorpresa del contatto freddo.

- Yuri... - la sua voce è bassa e roca, meraviglia pura, - è una tortura!

Sorrido maligno, godendomi lo spettacolo che ho creato. Ormai anche questo cubetto di ghiaccio è esaurito, inizio quindi a giocare con le mie labbra, mordicchiandolo, creando un contrasto caldo rispetto al freddo di cui l'ho appena privato. Una sua mano finisce tra i miei capelli, ci gioca dolcemente e li tira in modo scherzoso quando aumento la pressione coi denti sulla pelle. Proseguo scegliendo un altro pezzo di ghiaccio, e scendendo fino all'ombelico. Qui osservo la sua pelle chiara, cercando di non prestare troppa attenzione alla zona sottostante, che sta prepotentemente richiedendo attenzioni da sotto le lenzuola tiepide. Lascio che si sciolga abbastanza ghiaccio da poter succhiare via l'acqua con le mie labbra, solleticando l'epidermide del mio kazako, che sorride paonazzo. La pressione della sua mano, forse involontariamente o forse no, spinge delicatamente verso il basso. Come un dolce invito a procedere in quella direzione, per porre fine alla tortura lentamente impartitagli, senza nessun motivo preciso.

Decido di assecondare quella spinta, portando con me il ghiaccio e godendomi ogni singolo sussulto, brivido e gemito che lo percorre mentre gli dedico l'attenzione dovuta.

Infine, prima che il cubetto si sciolga del tutto lo prendo in bocca, sento il freddo del ghiaccio a contatto con la lingua e i denti. Resisto all'impulso di scacciarlo e inizio a far girare la lingua, così che il cubetto si sciolga e rinfreschi ogni angolo della mia bocca, che tra poco sarà occupata da un corpo ben più caldo, con cui creerà un contrasto micidiale.

Infatti, credo che se fosse stato possibile, Beka si sarebbe sciolto a sua volta.

Inizialmente il contrasto del suo corpo caldo con le pareti della mia bocca fredde gli hanno fatto proferire un sussulto sorpreso, poi degenerato in un suono più simile alle fusa di un gatto, più soddisfacente anche per me. Le sue mani mi hanno accompagnato per tutto il tempo dedicatogli, tirando e accarezzando i miei capelli. Le mie hanno invece iniziato a cercare per trovare le parti più sensibili da stuzzicare in lui, così che la sua voce suonasse sempre morbida e accogliente come quando trovavo i punti giusti. Quando però dalle sue labbra inizia a sfuggire il mio nome non riesco più a dedicare attenzioni solo a lui. Lascio che una mia mano vada ad assecondare le scosse che mi percorrono e quando la sua voce si fa ancora di un tono più bassa capisco che ciò che desidero ora è che azzeri le distanze in me, come abbiamo fatto prima.

A malincuore mi allontano da Beka, che mi guarda straziato, come se lo avessi ferito a tradimento. Evidentemente non è stato un gesto molto carino da parte mia lasciarlo in sospeso così, però non potevo resistere un secondo di più. Basta uno sguardo affinché capisca le mie intenzioni e gli rispunti il sorriso sulle labbra. Non distolgo gli occhi dal suo volto per un secondo mentre si prepara e, una volta che ha terminato, mi avvicino al suo volto, sovrastando il suo corpo supino, e inizio a stuzzicare le sue labbra con le mie. Gli rubo un bacio, poi un altro e un altro ancora. Con le mani accarezzo il suo viso imperlato da goccioline di sudore e mi aggrappo ai suoi capelli scuri quando approfondisce il bacio che ci stiamo scambiando. Sento la sua mano sulle mie gambe, farsi strada verso il bassoventre, scivolando fluida verso il punto di suo interesse. Con l'altra mi avvicina a lui per la nuca, avvinghiandomi in un bacio che soffoca il mio sussulto quando viola il suo obiettivo. La sensazione di estraneità e stranezza è annullata quasi completamente dal calore del suo bacio e così riesce a farsi strada finchè non è soddisfatto e torna a posare la mano sul mio fianco. Prendo fiato e incontro i suoi occhi socchiusi, scuri e languidi, che paiono chiedere il permesso di violarmi completamente. Mi avvicino a lui col bacino e lascio che mi distragga con un altro bacio, profondo come quello di prima.

 

 

 

La mattina trascorre serena; ho avvisato Yakov che non sarei andato ad allenarmi per via di un forte mal di testa... Bugia inventata per coprire un altro dolore che mi avrebbe reso difficile allenarmi. Appena sveglio ho trovato Beka che mi osservava da vicino e mi coccolava tranquillamente, finché non ho incrociato il suo sguardo facendolo arrossire istantaneamente. Allora , arrossendo a mia volta, ho trovato il coraggio di proferire qualche commento sulla serata. In conclusione abbiamo capito che dovremo vederci più spesso.

Dopo aver superato una fase di senso di colpa, dovuta al pensiero di aver usurpato il letto del nonno, mi sono deciso a preparare la colazione per entrambi.

Ora stiamo decidendo che fare per il resto della giornata; nonostante la notte fosse priva di nuvola ora alcune increspano il cielo. Non promettono pioggia, ma non si allontaneranno per tutto il giorno.

- Shopping? - butto lì l'idea.

- Sì, può andare. Devo cercare delle T-shirt nuove.

- Ottimo, allora prossima fermata centro commerciale!

 

 

Adoro fare shopping! Girare per negozi, provare vestiti, specchiarsi nel camerini, scoprire capi di abbigliamento mai visti indosso a nessuno!

Però non avrei mai pensato di provare certe cose... Tipo i tacchi 10 che indosso ora.

Non ho ben capito come, ma Beka, scherzando, mi ha portato questi in camerino e ha insistito affinchè li provassi. Guardandomi allo specchio, devo dire che questi centimetri in più non mi stanno affatto male, senza considerare che mettono in risalto il mio lato b. Esco dal camerino e Beka, con alcune delle mie borse in mano, mi squadra spudoratamente da capo a piedi fischiando la sua approvazione.

- Niente male... - i suoi occhi non si staccano dalle mie gambe.

- C'è solo un piccolo problema: non ci so camminare!

Come per conferma alle mie parole provo a fare qualche passo verso lo specchio sul fondo della corsia dei camerini e ondeggio non poco. Devo dire che mi piacciono molto però: sono di pelle nera, chiuse, tranne che sulla punta e una cerniera di decoro scorre nel centro di entrambe le scarpe. È leggermente fastidiosa la cerniera a lato per chiuderle, ma questo poiché ho dovuto togliere i calzini per infilarle. Il numero è perfetto, Beka ha un ottimo occhio e ottimi gusti.

- Ora li tolgo prima di cadere! - e scappo in camerino; Beka però mi segue.

- Scusa un attimo- si avvicina e, dopo aver poggiato le mie borsette per terra, mi prende per un fianco con una mano e con l'altra allontana i miei jeans neri dal mio ventre, sbirciando le mie mutande verde petrolio.

- Hey! - scaccio la sua mano in modo esagerato e provo a lanciargli un'occhiataccia. Per tutta risposta mi fa vedere la lingua e scappa fuori dal mio camerino.

- Io vado a cercare ancora qualcosina, arrivo tra un attimo. - il tono della sua voce non mi rasserena affatto, chissà cos'ha in mente?

Ora sto provando una maglietta a maniche corte nera con un fulmine in velluto giallo brillante, mi pace, ma non mi sta troppo bene, forse una taglia in più farebbe effetto oversize , più carino. Dopo qualche minuto Beka torna ai camerini.

- Yuri, sono in quello qui a fianco. - la voce di Beka è leggermente ovattata visto la parete che ci separa.

- 'key! Trovato qualcosa?

- Yes! Una t-shirt niente male e qualcosa per te...

- Ovvero? - ho paura a scoprire che si è inventato.

- Guarda su! - alzo il capo e vedo qualcosa di indefinito e verde scuro piombare verso di me dall'alto, lanciato nel mio camerino da quello a fianco.

Una volta giunto nelle mie mani e disteso, mi sento avvampare.

- B-Beka...?

- Ti va di provarlo per me? - la sua voce è più bassa rispetto a prima, ma pare più vicina, come se si fosse avvicinato alla parete che ci separa per sussurrarla. Tutto questo aiuta a renderla più provocante.

- Non voglio credere a quello che sto per fare...

Mi guardo allo specchio: le mie gambe sono completamente scoperte, tranne che per le mutande a slip verdi scuro e il mio torace è accarezzato da uno strato semitrasparente di stoffa color smeraldo. Beka mi ha passato una specie di canottiera intima da donna, con le spalline sottili e i triangoli ricamati in pizzo; la parte di fronte però è aperta in due e un bordino di pizzo segue il perimetro dell'indumento, andando a incorniciare il mio ombelico.

Guardandomi mi sento tremendamente in imbarazzo, non per l'indumento, ma per il fatto che mi piace come mi calza.

- Si può?

La voce di Beka arriva da fuori il mio camerino, accompagnata da un tocco leggero sulla porta. Lo invito ad entrare e rimango a bocca aperta: indossa una T- shirt bellissima. La fascia centrale del torace, che avvolge i pettorali, è leopardata, la parte superiore che copre le spalle è nera, mentre quella che avvolge gli addominali è bianca. Credo che sia di una taglia troppo stretta per il suo solito, ma non mi dispiace affatto. Il suo torace è avvolto in maniera perfetta e ogni muscolo è messo in risalto, in più la fascia centrale è veramente sexy. Allo stesso tempo pure lui rimane inizialmente senza parole, mi squadra in modo delicato con gli occhi e sulle labbra si forma un sorriso sorpreso.

- Wow... - commentiamo nello stesso istante. Ridiamo insieme per qualche attimo finchè non torniamo a contemplarci.

- Yuri sei uno spettacolo, davvero.

- Adoro come ti sta questa maglia Beka!

Il fatto che lui mi faccia impazzire solo per una maglietta mi fa capire quanto io sia innamorato perso di lui. Mentre lui, nel vedermi così pare aver visto un miraggio. Non mi stacca gli occhi di dosso.

- Sta benissimo col colore dei tuoi occhi...- mi si avvicina per scostare lo strato sottile di stoffa dal mio ventre e cingermi un fianco. Sento le guance in fiamme e per bloccarlo dall'avvicinarsi poso entrambe le mani sul suo petto. Mai mossa fu più errata! In questo modo riesco a sentire perfettamente i suoi muscoli sotto i miei palmi. Questo mi fa tornare con la testa a ieri notte e mi fa venire voglia di baciarlo qui e ora, per ore e ore, provocandolo più che posso. Allo stesso tempo però non voglio pensare a certe cose perchè provocherebbero in me un reazione troppo evidente. Non riesco però a fermarlo quando si avvicina per lasciarmi un bacio sul collo, per poi proseguire lentamente e giungere a spostare la spallina prendendola tra i denti e facendola scivolare lungo la mia spalla.

“Beka non qui...!”

Una parte di me vorrebbe farlo continuare senza pensare a nient'altro che al suo tocco sulla mia pelle, ma un'altra parte insiste sul fermarlo vista la situazione e il luogo.

“Se solo per un minuto, non succede nulla di male...”, mi arrendo momentaneamente alle sue attenzioni quando, improvvisamente, si immobilizza. Allontana le labbra dalla mia clavicola e sussurra:

- No, non è il caso...- si allontana e, con le guance in fiamme, mi sistema la spallina e sospira.

- Torno al mio posto. - e inizia ad uscire dal mio camerino.

Io sono rimasto spiazzato dalla sua durezza nei suoi confronti, è stato fulmineo nella decisione e ferreo nell'agire. Stupido da parte mia pensare che Beka potesse lasciarsi andare in modo troppo spinto in una situazione come questa. Prima di cambiarmi torno a osservarmi nello specchio; dovrei indossare il verde più spesso.




Angolo Scrittrice: chiedo umilmnte perdono per l'attetsa spropositata del capitolo! Lo so merito un girone dell'inferno tutto per me!  Spero di farmi perdonare col contenuto spicy di qeusto capitolo e con i piccoli siparietti del prossimo!
preparatevi a un Beka strapitoso più del solito ;) 
Potete insultarmi nelle recensioni e vi capirò appieno se lo farete ! Se invece avete dei commenti costruttivi ben venga! <3
Il prossimo capitolo arriverà a breve LO GIURO!
Nel frattempo mi sono fatta una cultura su Votron e My Hero Academia, quindi tenetevi pronti a FF su quelle serie *-*

Vi lascio e vi chiedo ancora scusa!

Un bacio, 
                                                       Ombra


P.S: da adesso mi trovate anche su Wattpad, se vi va di passare a seguirmi e lasciare qualche commento mi aiutereste molto nell'aumentare e conoscere nuove persone! :D Ve ne sarei molto grata!
Il mio nome rimane lo stesso anche lì ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Down on my Knees ***


Istruzioni per l'Uso: Hey! Qui è Ombra che vi parla :D
Scusate l'interruzione, ma se volete godervi al massimo tutto il capitolo, quando leggete il titolo di una canzone vi consiglio di andare ad ascoltarvela.
Per la prima che viene nominata bastano solo i 20 secondi iniziali ;)

Vi lascio, buona lettura!

                                                                               ***


Dopo aver girato altri sette negozi circa e dopo cinque nuove borse aggiunte alle tre precedenti, ho finito di comprare roba per me. Ora sono seduto su un divanetto fuori dai camerini mentre aspetto che Beka si provi i pantaloni strappati color kaki che gli ho consigliato. Grazie al cielo non c'è troppa gente oggi quindi si trova facilmente posto per sedersi. Alle mie spalle c'è il reparto uomo mentre, dall'altro lato dei camerini, quello donna. La radio passa musica commerciale e, mentre aspetto e rifletto su tutto il tempo che ho fatto passare in questo modo a Beka, mi viene un'idea.

È giunta l'ora della mia vendetta...

In pochi minuti sono fuori dal camerino con le mie armi a fianco. Finalmente esce e vedo come gli stanno i pantaloni: proprio un bello spettacolo.

Il colore gli sta bene e slancia le sue gambe, in più lo fasciano benissimo e mettono in risalto la sua figura. Anche lui sembra felice del risultato e si guarda ancora un po' nello specchio in fondo alla fila di porte. Mentre si sposta verso il suo camerino lo seguo all'interno e, quando si accorge, mi guarda inarcando un sopracciglio:

- Ho una cosetta per te... anzi due cosette! - mentre parlo, da dietro la schiena, porto avanti un paio di decoltè 12 con plateau, rosse fuoco. Sorrido mentre gliele porgo e vedo che si è arreso in principio all'idea di ribattere e passarla liscia.

- 44 va bene come numero?

- Dovrebbe... - mi guarda sospirando teatralmente, poi esco e lo aspetto fuori, armato di cellulare. Pochi attimi dopo la porta si apre e il mio video comincia:

- Yuri, preferirei mi dessi una mano... - è appoggiato con una delle sue allo stipite della porta, ma si regge dritto sulle gambe.

- Noooooon posso, ho le mani impegnate! Ahahah!

-Aspetta solo che riesca a prenderti!- inizia a camminare per venire verso di me, sono pronto a filmare la scena più epica di tutte, con una caduta spettacolare, quando rimango tremendamente deluso.

-Beka!?!

“Com'è possibile?!”, sta camminando verso di me senza nessun problema, come se ci fosse nato su quelle scarpe.

-È più facile di quel che credessi! - sorride mentre passeggia allegro su quelle scarpette rosse. Una volta arrivato di fronte a me, ancora troppo traumatizzato per alzarmi, mi prende il telefono di mano e spegne il video. Mi sorride malizioso avvicinandosi:

-Questa non te l'aspettavi vero?

Riesco solo a far segno di no con la testa.

Lui sorride e mi lascia un bacio veloce sul naso, poi fa per allontanarsi quando, ascoltando la nuova canzone passata alla radio si bocca e mi guarda. Capisco che, nonostante la delusione di prima, ora avrò la mia scena epica.

Beka, con la faccia più seria che mai, cammina verso lo specchio sulle prime note di “ Crazy in love”, come se fosse Beyoncé stessa, in equilibrio su quei tacchi vertiginosi e con indosso i pantaloni che lo fasciano alla perfezione. Credo che quelli appena vissuti siano stati i 10 secondi più confusi della mia vita.

Prima di iniziare a ridere devo collegare ciò che è successo.

Mi alzo, per poi ricadere sul divanetto piegato dalle risate:
- AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

“Non posso crederci! È stato bellissimo!!!”

Anche Beka sta ridendo con me, divertito dalla sua interpretazione e dagli sguardi dei pochi presenti che hanno visto la scena e di cui non mi curo minimamente.

Sto piangendo dalle risate, delle lacrime mi scivolano lungo le guance, la vista è offuscata, ma riesco a distinguere Beka che si regge alla porta mentre cerca di riprendere fiato. Mi asciugo gli occhi e, una volta che incrocio il suo sguardo ricomincio a ridere, pensando a quanto fosse serio mentre faceva la sua sfilata. Decido che devo calmarmi, quindi controllo il respiro finché non riesco a guardarlo senza ridere e parlare:

-Sei spettacolare!

Mi sorride, abbagliandomi mentre torna nel camerino per levarsi le scarpe. Una volta che scompare dalla mia vista mi ricordo che avevo ancora una sorpresa in serbo per lui. Abbandono le borse ancora un poco per andare a infilarmi nello spazio angusto e illuminato, senza nemmeno bussare. Sorprendo Beka in mutande e, prima che possa aprir bocca, comincio a parlare:

-Non ho ancora finito con te!

-No Yuri, basta! Ho già dato per oggi!

-Ma questo spettacolo è solo per me... - sorrido troppo maliziosamente, a tal punto che si allontana da me e alza le braccia, come per bloccarmi se volessi attaccarlo.

-Che intenzioni hai? - la sua voce suona preoccupata, ma alquanto incuriosita.

-Voglio divertirmi ancora un po'! - mentre dico quest'ultima frase prendo il capo scelto da fargli indossare e glielo pianto in testa.

-Stai benissimo! - gli faccio l'occhiolino, cercando di non ridere troppo quando si gira per vedersi allo specchio e scoprire che ciò che ha in testa è uno slip leopardato. Per la seconda volta in pochi minuti la sua faccia assume un' espressione impagabile. Chiude gli occhi portandosi una mano a coprirsi il volto, mentre arrossisce leggermente sulle guance.

-Non puoi chiedermelo davvero Yuri! - lui si volta per essermi di fronte.

-Ooooh, sì che posso... - mi avvicino e inizio a giocherellare con l'elastico dello slip che gli sovrasta la fronte. Gli sfioro il naso col mio e lo vedo arrossire ancora di più.

Voglio cercare una scusa per obbligarlo a provare quelle mutande quando la radio mi lascia senza parole.

Stanno passando “More Than You Know”.

Mi immobilizzo, sorpreso da questa coincidenza meravigliosa.

I nostri occhi si incrociano, gli levo gli slip dal capo e, in una frazione di secondo, le nostre labbra si incontrano.

Sento la scossa famigliare che mi percorre da capo a piedi e tutto dentro di me sembra sciogliersi. Subito iniziamo a far giocare le nostre lingue, come se stessero ballando una danza antica e proibita, confusa e rovente. Le sue mani scorrono sulla mia schiena, le mie si aggrappano al suo collo. Si lascia andare poggiandosi alla parete con la schiena e avvicinandomi sempre di più a lui.

Le parole della canzone risuonano lontane nelle mie orecchie, le note sono ovattate, sovrastate dal rombo del mio cuore che batte all'impazzata. Cerco di prendere fiato e riempio i miei polmoni del dolce profumo di Beka, sciogliendomi sempre più. Una della mie gambe si posiziona in mezzo alle sue spogliate dai pantaloni e inizia a strusciare, stuzzicandolo attraverso la stoffa dei boxer e facendogli capire quanto lo desidero in questo istante. Per tutta risposta le sue mani scivolano in fondo alla mia schiena, insinuandosi nelle mie mutante e stringendo avidamente la mia carne.

Le sue labbra paiono scottare, il suo sapore è sempre buonissimo e il suo respiro mi solletica le guance, provocandomi brividi leggeri per tutto il corpo. Le sue mani continuano a scorrere sulla mia pelle, stringendo e pizzicando, provocandomi. Sento i pantaloni stringere ora che nel basso ventre sento un calore ormai famigliare e tremendamente piacevole. La mia gamba continua a strusciare tra le sue e percepisco che anche lui è nella mia stessa situazione. Mi sfugge un gemito leggero, che cerca di nascondere nel bacio confuso e languido che mi sta logorando. I suoi boxer sono già parecchio stretti per la sua eccitazione.

Mentre volta il capo si allontana leggermente dalle mie labbra e la sua voce bassa e seducente pronuncia il mio nome:

-Yuri...

Quelle poche lettere, dette con quel tono, mi fanno impazzire. Mi spingo ancora di più contro di lui; la musica non la sento più. Non riesco a trattenermi e tener dentro quello che provo:

-Beka... ti voglio...

Quasi non riconosco la mia voce, suona lontana, bisognosa di attenzioni, troppo calda per la situazione che ci circonda.

-Yuri... Non sai... quanto... ti vorrei!

Ogni parola è intervallata a uno sprazzo di bacio. La sua voce è come un balsamo lieve, che lenisce il mio corpo rovente, ma non può smorzare il fuoco che lo consuma. Il suo tono è così avvolgente e ammaliante. Non faccio altro che sentire un gran desiderio di averlo in me.

Una parte di me è più che consapevole del fatto che siamo in un luogo veramente inadatto a soddisfare i miei desideri, ma gran parte della mia volontà è offuscata dalla voglia di sentire Beka sempre più vicino.

Allo stesso modo pure lui sembra in una situazione difficile. Percepisco la sua erezione premere sotto la stoffa, le sue mani scorrono sulla mia schiena e mi graffia leggermente:

-Non possiamo...

La sua voce è suonata chiara, ma non sembra troppo convinto e felice di ciò che ha detto.

Ci allontaniamo a malincuore, separando le nostre bocche che stavano per fondersi. Ora che le mie labbra non sono più a contatto con le sue, le percepisco fredde e umide. Vorrei tornare a unirle alle sue, arrossate e invitanti, e certamente bollenti.

I suoi occhi castani sono caldi come metallo fuso.

Allacciamo i nostri sguardi e capisco che ha ragione: non posso averlo qui.

Dentro di me sento ancora il desiderio farsi strada, insinuandosi tra la morale e la volontà; ormai la vergogna è sparita da quando mi sono infilato nel suo camerino senza preoccuparmi di niente e nessuno.

Abbiamo entrambi un problema evidente e fastidioso e io so che non riuscirei a fare nulla in questa situazione: figuriamoci uscire dal centro commerciale e arrivare a casa in moto! In più non sono solo io con questo problemino, ma anche Beka che dovrebbe pure guidare.

Non voglio arrendermi all'idea di dover soffrire e sopportare fino a casa. Lancio un'occhiata verso il suo basso ventre: sulle mutande c'è una chiazza leggermente più scura, segno che ha già iniziato a perdere liquido. Essendo a questo punto non dovremmo metterci molto. Quindi decido di oppormi all'idea di Beka di lasciar perdere e rispondo:

-Sì invece, possiamo.

I suoi occhi tentano di guardarmi per fermarmi, ma è evidente che non è veramente intenzionato a farlo. Mi lascio cadere sulle ginocchia, arrivando sui suoi jeans che aveva lasciato cadere a terra quando mi sono intrufolato nel camerino. Lui mi osserva dall'alto, il viso arrossato e gli occhi languidi. Porto le mani all'elastico dei suoi boxer, lo sento sussultare. Si appoggia meglio alla parete con la schiena, come se avesse paura di cadere.

-Adesso, da bravo, non fare rumore...

Non gli lascio il tempo di rispondere che ha già i boxer abbassati e mi sto occupando della sua eccitazione.

Riesce a coprirsi la bocca con una mano per smorzare il primo gemito che stava per sfuggirgli.

Vedo che socchiude gli occhi e piega leggermente le ginocchia. La mano libera la porta nei miei capelli e io mantengo il contatto visivo finché non devo andare a concentrarmi su di me con una delle mie mani.

Mi sento scorrere calore puro nelle arterie, non sento nient'altro che il calore di Beka. Sussulta di tanto in tanto, cercando di trattenersi dal fare qualsiasi rumore. Nonostante le emozioni che mi travolgono prepotentemente, sono consapevole di essere in un luogo pubblico, probabilmente separati da una sottile parete da una persona che si sta provando dei vestiti, ignara di ciò che sta succedendo nel camerino a fianco. Questa consapevolezza rende la situazione ancora più intrigante, rendendo sempre più difficile trattenere ogni minimo singulto.

Percepisco il suo tocco tra i capelli e il suo calore che mi riempie, sento caldo.

La sua mano mi accompagna nei movimenti e in poco tempo accolgo il culmine del suo piacere nelle pareti della mia bocca. Allo stesso tempo mi riverso a terra, sui suoi pantaloni.

Riprendo fiato mentre mi allontano da lui e lo sbircio dal basso: ha la testa appoggiata alla parete e guarda verso il soffitto, respirando velocemente. Prende aria con la bocca socchiusa, felice di poter levare la mano da essa.

Quando finalmente incrocio il suo sguardo, lo trovo riconoscente e fluido.

-Scusa... non ci ho pensato...

Indico i suoi pantaloni, ancora a terra, ormai macchiati.

-Ho fatto un disastro... - continuo scoraggiato. Nonostante il sollievo ottenuto mi sento appesantito dal disagio del-pasticcio combinato.
- Non preoccuparti, metto quelli nuovi...

La sua voce suona dolce e morbida come sempre, mi attira a lui incantandomi. Mi alzo e sento le ginocchia leggermente doloranti, ma sono felice. Ricomincio a ragionare ora che la mia mente si è schiarita, libera dal pensiero di far godere Beka e me.

Infatti il kazako ha ragione, il problema dei pantaloni sporchi si può risolvere mandando me alla cassa a comprare i pantaloni nuovi e facendoglieli indossare subito.

Ci sistemiamo e attuiamo il nostro piano infallibile.

Appena fuori dal camerino prendo una boccata d'aria fresca, non ci avevo fatto caso, ma in quello spazio ristretto si soffocava. Mi ricordo solo ora di aver abbandonato tutte le altre borse sulla poltroncina in pelle, guardo allarmato la postazione, sospirando di sollievo: per fortuna ci sono ancora tutte.

Mentre sono alla cassa coi pantaloni nuovi di Beka ho paura ad incrociare lo sguardo della cassiera: sono convinto che possa ancora vedere riflessa nei miei occhi l'immagine di Beka arrossato che si copre la bocca e mi osserva dall'alto.

Sicuramente ci vorrà un po' prima che scompaia da sotto le mie palpebre.

Da quando mi sono rialzato in piedi, facendo affidamento alle mie gambe tremanti e alle ginocchia indolenzite, quell'immagine meravigliosa mi ha accompagnato.

“Se solo si potessero stampare i ricordi”

Con questo tappezzerei tutta la mia camera.

Le sue guance arrossate e gli occhi socchiusi, così caldi, i capelli spettinati e le sopracciglia inarcate. La mano che copriva la bocca non nascondeva l'espressione estasiata dal piacere, e lo sguardo ricco di lussuria che dipingevano il suo volto solitamente disteso e pacato. Non mi stancherei mai di guardarlo.

 

 

 

 

-Cosa vi porto? - chiede la cameriera con voce gentile.

-Un milkshake alla fragola grande... - Beka risponde guardandomi negli occhi, - con due cannucce, grazie!

“Che carino!” , mi sento arrossire; la scena di prima continua a essere impressa nella mia mente.

Dopo aver completato la “missione pantaloni puliti”, abbiamo deciso di fare merenda con qualcosa di fresco. Ci siamo rifugiati in questa gelateria che fa anche dei milkshake spettacolari ed ora eccoci qui: seduti ad un tavolino per due, circondati da una miriade di borsette.

Solo ora mi ricordo che siamo venuti in moto e non in macchina!

-Beka! Dove mettiamo le borse per tornare a casa?!

Mi osserva tranquillissimo:

-La mia moto ha due box, quello che non sta lì lo mettiamo nel minor numero di sacchetti e li tieni tu...

-Ah, giusto... - mi ero completamente dimenticato dei dettagli della sua moto.

-Qualcuno è ancora un po' stordito dall'avventura in camerino, giusto?

Mi guarda facendomi un mezzo sorriso colpevole, che sta benissimo sul suo viso, rendendolo troppo malizioso. Noto però che non riesce a non arrossire leggermente.

Decido che non posso arrendermi e dirgli che “Sì, effettivamente la scena del tuo viso estasiato mi si proietta in mente a ogni battito di palpebra”, quindi vedo di ribaltare la situazione.

-Non ti sei ancora ripreso Beka? Ti facevo più reattivo...

La mia risposta lo lascia spiazzato per un secondo, vedo sul suo viso prepararsi la risposta al mio commento, quando arriva la cameriera con il milkshake.

Posa il bicchierone enorme di fronte a Beka che prende le due cannucce, una per mano.

Mi aspetto che me ne passi una per poter iniziare a dividere la merenda quando parla avvicinandosi entrambe le cannucce alle labbra:

-guarda come faccio in fretta a finirlo!

Avvicina ancora di più la bocca alle cannucce e io rimango pietrificato.

“SCHERZIAMO!?”

Credo mi si possa leggere questo pensiero in fronte, perchè subito Beka si allontana dalle cannucce, ancora intoccate, e inizia a ridere.

-Yuri dovresti vedere la tua faccia!

Io ancora devo riprendermi dallo shoc, ci sono rimasto malissimo...

-Hey, scherzavo... Non, non piangere!

-No che non piango! - finalmente riesco a rispondere, - è che, davvero, mi hai traumatizzato...

Lui mi sorride, teneramente commosso dalla mia delicatezza.

-Scusa non credevo di esagerare... Mi perdoni?

Così dicendo avvicina il bicchierone a me e mi offre entrambe le cannucce.

Io sorrido, ne prendo una, e l'altra gliela offro.

Ci godiamo il nostro fresco milkshake guardandoci timidamente negli occhi, gustando il dolce sapore delle fragole, che tingono di rosa il latte come l'imbarazzo le nostre guance di rosso.

 





ANGOLO SCRITTRICE: Hey Hey Hey!
Rieccomi! Ho mantenuto la parola e ho pubblicato presto il nuovo capitolo! Siete un po' fieri di me?! 
Che ne pensate di questo Yurio tigre? ;)
E di Beka top model ?!? Devo confessarvi che ho riso da sola al PC per cinque minuti mentre scrivevo e mi immaginavo la scena. Con la musica in sottofondo poi è uno spettacolo!
Spero abbiate seguito il consiglio a inizio capitolo, oppure avete sprecato l'occaisone di farvi una bella risata XD

Spero anche di riuscire a pubblicare presto il prossimo capitolo, anche se sarò presa dai preparativi per Lucca! <3

Tenetevi pronti, perchè i due innamorati faranno ancora fuoco e fiamme ;)


Grazie per il tempo dedicato alla lettura!
Un bacio, 
                                                                                                                               Ombra


P.S: se sabato a Lucca Comics incontrate un Mikaela Hyakuya selvatico con mantello, ma senza spada ( Sooo Sad :(  )
provate a fermarlo e chedetegli se è Ombra, potrei essere io ;)
Vorrei incontrare qualcuno di voi ! <3
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3725879