Turn Right

di FrancyF
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vesper’s Goodbye ***
Capitolo 2: *** First Time ***
Capitolo 3: *** Close ***
Capitolo 4: *** Don't Forget ***
Capitolo 5: *** Wedding Bells ***
Capitolo 6: *** Can't Have You ***
Capitolo 7: *** These Four Walls ***
Capitolo 8: *** Stay ***
Capitolo 9: *** Scars ***
Capitolo 10: *** Rose Garden ***
Capitolo 11: *** 7 Things ***
Capitolo 12: *** One Man Show ***
Capitolo 13: *** Permanent December ***
Capitolo 14: *** Sorry ***
Capitolo 15: *** Video Girl ***
Capitolo 16: *** World War III ***
Capitolo 17: *** Two More Lonely People ***
Capitolo 18: *** Break The Silence ***
Capitolo 19: *** Love Bug ***
Capitolo 20: *** A Little Bit Longer ***
Capitolo 21: *** Chainsaw ***
Capitolo 22: *** Hello Beautiful ***
Capitolo 23: *** Back To Tennesee ***
Capitolo 24: *** I Miss You ***
Capitolo 25: *** Unhinged ***
Capitolo 26: *** Full Circle ***
Capitolo 27: *** G.N.O. (Girls Night Out) ***
Capitolo 28: *** Obsessed ***
Capitolo 29: *** Your Biggest Fan ***
Capitolo 30: *** Wherever I Go ***
Capitolo 31: *** Right Here ***
Capitolo 32: *** Home ***
Capitolo 33: *** Epilogo:Turn Right (15 mesi dopo) ***



Capitolo 1
*** Vesper’s Goodbye ***


“All of you
Shaped me into what I am
Carried out the better man
Do you have a master plan?”
- “Vesper’s Goodbye” Nick Jonas & the Administration
 
Nicholas affondò la forchetta nel ultimo, invitante, pezzo di bistecca ai ferri e sospirò.
Era una giornata davvero magnifica a Belmont in North Carolina: la luce del sole inondava tutto il ristorante e dalle finestre aperte si poteva ancora sentire una calda brezza estiva, nonostante l’autunno fosse già arrivato da più di un mese. Negli ultimi giorni Nick era stato sempre in viaggio: prima a Los Angeles per registrare delle nuove canzoni in studio, poi era subito volato in New Jersey per conoscere la sua nuova nipotina Valentina, infine si era fermato un paio di giorni con i suoi genitori e Frankie a Belmont e ne aveva approfittato per scroccare dei pasti caldi e casalinghi al ristorante di famiglia.
Il locale era strapieno di clienti, come sempre del resto. Kevin Senior non aveva mai avuto intenzione di sfruttare l’immagine dei suoi figli, ma le voci giravano. Si sapeva che quello era il ristorante aperto dai nonni e dal padre dei Jonas Brothers. E quindi era quasi sempre pieno. Certo, era pieno anche perché il cibo era strepitoso. La tipica cucina del sud che faceva la nonna Cecilia e che aveva imparato, a sua volta, dalla bis nonna di Nicholas, Nellie. Il ritratto della sua bis nonna era appeso sul muro frontale del locale: aveva due occhi dolci e il ragazzo sorrise nel pensare a quanto sarebbe stata fiera della parte paterna della famiglia.
A volte pensava di essere un privilegiato, di non meritare tutto quel successo. D’altronde suo padre era cresciuto in una famiglia modesta del North Carolina, senza padre e con pochi soldi. Lui invece era cresciuto in una splendida famiglia. Piena di soldi e successo. E con un padre, soprattutto. Un padre incredibile. 
Già la famiglia.
Nick alzò lo sguardo dal suo fratellino Frankie, che era costantemente incollato al suo I – Phone, e sorrise ad Hannah, che gli aveva appena portato via il piatto.
-Grazie piccola-.
La ragazzina arrossì violentemente e farfugliò un “Figurati” veloce, prima di scomparire in cucina alla ricerca di sua sorella maggiore o della madre.
Nick sorrise: dopo tutto quel tempo la gente non si era ancora pienamente abituata a vedere lui e i suoi fratelli girovagare per il ristorante. Joe qualche volta aveva anche cucinato qualche piatto. Ma lui aveva placidamente rinunciato: mica voleva avvelenare qualcuno!
Kevin Senior e Denise si erano anche premurati di allestire un piccolo palcoscenico, dove ogni sera si esibivano gli artisti locali. Era un bel modo per aiutare la comunità e Nicholas era grato che suo padre stesse offrendo a tante giovani musicisti quello che a lui e ai suoi fratelli aveva offerto la Disney.
Era difficile però ora come ora sentire la sua famiglia veramente vicina. A Nicholas costava ammetterlo, gli costava davvero, ma a volte rimpiangeva i tempi della Disney. Era un’industria di talenti, ma gli aveva permesso di passare molto tempo con tutta la sua famiglia. Sua madre e suo padre accompagnavano lui, Joe e Kevin a tutti gli spettacoli televisivi, a tutte le interviste e durante tutte le date del tour.  E anche se nell’ultimo tour della band, nel 2013, i genitori non erano stati presenti fisicamente li avevano sempre supportati chiamando più volte al giorno e venendo ai concerti più vicino casa.
Ora era tutto diverso. Kevin e Danielle vivevano in New Jersey con le piccole e Nick faceva i salti mortali per passare più tempo possibile con le nipotine, Joseph aveva avuto un enorme successo con la sua nuova band i DNCE ed aveva preso dimora fissa a Los Angeles, mentre i signori Jonas e Frankie si erano trasferiti da una paio di anni in North Carolina per gestire il ristorante.
-Ehi Frankie mi passi l’acqua per piacere?-.
Frankie rimase perennemente incollato allo schermo del cellulare.
Nick sospirò: ne era certo, lui da adolescente non si era mai comportato così.
-Frank ascoltami quando ti parlo, fra poco me ne vado… Frank?-.
Nicholas sbuffò e prese dalle mani del fratello minore il cellulare.
-Ehi- il diciassettenne grugnì.
-Frankie volevo solo parlare un po’ con te. Non hai quasi aperto bocca-
-Non ho granchè da dirti-
-Ti piace il college?-
-E’ ok. Mamma non mi sta più addosso, ho la mia libertà adesso-
-E come sta la tua fidanzata…- Nick tentò di ricordarsi il nome –Austin?-
-Bene-.
Per un momento Nick desiderò di riavere indietro il suo fratellino, quello scricciolo che gli correva incontro e si faceva prendere in braccio dopo ogni concerto… erano cambiate veramente troppe cose in troppo poco tempo.
-Te ne vai di già? Sei stato solo tre giorni!- Denise Jonas apparve dalla cucina, portando nella sala ristorante una nuova di caldo vapore.
Si sedette al tavolo con i due figli minori e guardò il terzogenito con un piglio severo, incitandolo a giustificarsi.
-Mamma  lo sai che ho il lavoro, delle faccende da sbrigare-
-Oh per l’amor di Dio! Avete sempre il lavoro tu e i tuoi fratelli! Nicholas non morirai se ti fermi un po’ qui, insomma Josh mi ha chiamato ieri sera dicendo che sono secoli che non vi vedete e tua nonna Fran ti ha fatto le lasagne che ti piacciono tanto…-.
Nick sorrise. A volte sua madre usava una voce davvero infantile e quando lo faceva significava che lo stava implorando.
-Prima di andarmene volevo passare a trovare nonno e poi prendo il primo volo per New York-.
Sua madre si fermò per un istante: aveva perso suo padre, Jerry, due anni fa ma gli occhi le si inumidivano ancora di lacrime quando qualcuno lo nominava. Sapeva quanto era stato doloroso per Nick dovergli dire addio.
-Ah vai a NY?- Kevin Senior raggiunse il tavolo.
Il figlio annuì. Per la verità erano secoli che non ritornava nel suo vecchio appartamento a New York, ma aveva sempre adorato la Grande Mela. Non voleva tornare a Los Angeles: aveva troppi ricordi della sua vita assieme ad Olivia in quella casa. Era stata al sua prima relazione da adulto e doverla chiudere gli aveva fatto male. Era stato realmente innamorato di lei: l’aveva amata realmente, ci aveva fatto l’amore. Ad un certo punto aveva anche immaginato un futuro con lei… sposarla, avere dei bambini. Poi però il lavoro li aveva portati ad allontanarsi e i due giovani si erano accorti che vivevano assieme ma da sconosciuti. Però erano adulti, erano stati onesti e così avevano chiesto un altro capitolo delle loro vite. “Saremo solo amici” si erano detti, ma nel momento stesso in cui aveva pronunciato quella frase Nicholas sapeva che era una promessa morta in partenza.
Ci aveva provato ad essere solo un amico.
Ci aveva provato con Miley Cyrus quando si erano lasciati nel 2007 e si erano comportati come due perfetti adolescenti con il cuore spezzato: sempre a lanciarsi stupide frecciatine o ad implorarsi l’un l’altra di tornare assieme tramite delle canzoni.
Aveva molto rispetto per Olivia e tanto affetto per lei e la sua famiglia, che l’avevano accolto in maniera straordinaria in quei due anni di relazione. Ma nulla di più. Era un capitolo chiuso ormai, lei e tutte le emozioni che gli aveva fatto provare erano da dimenticare se voleva andare avanti.
-Si vado a New York- ripeté Nick.
-Posso venire a trovare quando ho finito con gli esami?- Frankie guardò speranzoso verso il fratello maggiore.
Nick sorrise, stupito: nonostante fosse alto quanto lui era confortante vedere che Frankie lo adorasse ancora.
-Certo, se vuoi. Ti preparerò una stanza tutta per te macho-.
-Oh beh si però solamente qualche giorno tesoro- lo ammonì la madre –insomma vorrai anche stare con me e tuo padre spero. Che è successo in questi anni? Sembra che tutti voi ragazzi vogliate macinare sempre più chilometri lontano da noi-.
Nicholas concesse alla madre uno dei suoi rari sorrisi.
-Ti adoriamo mamma, lo sai. Il mese prossimo Kev e Dani porteranno qui le piccole, ti divertirai-.
Il ragazzo si mise la giacca di pelle e baciò la madre.
Non era poi così male la vita da single dopotutto.
 
Nicholas attraversò il cancello del cimitero con il cuore pesante.
Suo nonno era stato sepolto in Texas, dove aveva vissuto gli ultimi mesi della sua terribile malattia. Lui e i suoi fratelli avevano speso soldi in tutti gli specialisti del paese alla disperata ricerca di una cura miracolosa ma non c’era stato nulla da fare: Jerry si era spento lentamente, divorato dal cancro al pancreas.
Nick si avvicinò silenziosamente alla tomba: il cimitero a quel ora del mattino era praticamente deserto. Faceva abbastanza freddo e il giovane notò con disappunto che la brina, che annunciava l’imminente arrivo dell’inverno, aveva ricoperto il prato vicino alla tomba e delle gocce fredde di pioggia avevano bagnato la foto della lapide. Suo nonno sorrideva con accanto l’amato cane Charlie. L’incisione recitava “Gerald “Jerry” Miller II nato il 21 agosto 1940 – morto il 28 gennaio 2014: il tuo amore era così grande che non poteva essere contenuto in una stanza. Sei sempre con noi. La tua famiglia”.
Nick scostò delicatamente la pioggia dalla lapida e mise i gerani che aveva appena comprato nel vaso.
-Ehi Papa hai visto? Sono venuto a trovarti. Te l’avevo promesso. Volevo portati questa-.
Il ragazzo si asciugò una lacrima silenziosa e appoggiò vicino alla lapida una foto incorniciata: ritraeva le sue nipotine, Alena e Valentina. Alena accennava un timido sorriso mentre stringeva la sorellina appena nata.
-Dovresti vederle Papa, sono adorabili. Insomma tutti pensano che siano belle ma loro lo sono molto di più; sono meravigliose. Kevin sta facendo davvero un magnifico lavoro con loro e anche Dani-.
Nicholas sapeva che il più grande rimpianto di suo nonno era stato quello di non essere vissuto abbastanza per conoscere le pro nipoti. Era morto solamente due settimane prima che Alena nascesse.   
-Io sto bene sai? Sto bene, Papa. Mi piace questa mia nuova libertà. Non che lei non mi manchi, ma sto bene. Davvero-.
Suo nonno gli mancava come l’aria. Era un dolore costante e sordo quello che portava dal giorno della sua morte, ma Nick stava ben attento a on esternare i suoi sentimenti, soprattutto davanti alla madre. Non l’avrebbe sopportato perché non voleva mostrarsi vulnerabile.
 
Quando Nick si alzò, la mattina dopo, era tornato a New York da poche ore e voleva solo buttarsi sul divano e rilassarsi.
I valori nel sangue erano saliti parecchio dalla sera precedente e il ragazzo non aveva per nulla voglia di mangiare.
Aveva di nuovo sognato Olivia quella notte. Si erano lasciati da quasi due anni ma gli capitava spesso di sognarla.  
I ricordi non lo lasciavano stare: lo assalivano di notte soprattutto, un momento prima di addormentarsi. Di giorno, se teneva la mente impegnata, era più raro incontrarli ma appena sveglio faceva più fatica a scacciarli.
Erano i suoi demoni.
Aveva portato Olivia nel suo appartamento a New York solo una volta, ma se la ricordava perfettamente.
La risata della sua ex fidanzata poteva ancora sentirla distintamente nelle orecchie.
 
-Indovina chi sono ?- Olivia rise di gusto, mentre con una mano copriva il volto del suo ragazzo e con l’altra gli scompigliava i capelli.
Sentì le labbra di Nicholas curvarsi in un inconfondibile sorriso.
-Ehi volevo farti una sorpresa!-
Il ragazzo sbuffò mentre si liberava, dolcemente, dalla presa della fidanzata.
La baciò con passione.
-Ti amo-
-Ti amo anch’io… ma che cosa credevi di fare?- lo sguardo di Olivia si perse fra le varie padelle che Nick aveva messo sul fuoco: in una il bacon sfrigolava, nell’altra c’era l’impasto per i pancake.
-Volevo prepararti la colazione-
-Ma tu odi cucinare-
Nick sorrise: il suo petto si gonfiò. L’amava davvero.
- Ma mi piace vederti felice-.
Olivia assaggiò la panna che il ragazzo aveva preparato.
-Non è così male sai- ammise.
Lo baciò nuovamente e rabbrividì di freddo nella maglia degli Yankees di Nick: la indossava sempre dopo avere fatto l’amore con lui, le piaceva sentire il suo odore sulla pelle.
-Sei vuoi ti porto da Starbuck…- Nick si arrese: si sfilò il grembiule, pieno di macchie, e sorrise.
-Aspetta…- Olivia ghignò –possiamo utilizzare questa panna in un modo migliore…-.
Un secondo dopo Nick le aveva già sfilato di dosso la maglia degli Yankees e l’aveva portata in camera da letto.
 
Nick sbuffò pesantemente: incapace di cacciare via dalla testa quel ricordo.
I ricordi lo avrebbero fatti impazzire: era sempre stato questo il problema di tutte le sue relazioni più importanti.
Chissà se scrivere qualche riga per una canzone lo avrebbe aiutato…
Il suono ininterrotto del campanello lo avvertì che  evidentemente qualcuno aveva altri piani.
-Ciao Nicky!- Demi entrò come una furia in casa sua, trascinata da uno scodinzolante Elvis e da Batman.
-Ehi- Nicholas si mise in ginocchio e si fece leccare dal suo golden retriver, felice –mi sei mancato bello. Grazie per averlo tenuto Dems, davvero-.
-Ma figurati. Lui e Batman si sono divertiti un mondo assieme- Demi strinse l’amico in un lungo abbraccio -ci sei mancato Nick. A tutti e due-.
Poi lo sguardo di Demi si soffermò su Nicholas: indossava una tuta da ginnastica, la televisione era accesa e una tisana sul fuoco.
-Ma quanti anni hai? Settantacinque?-
-Ehi! Sono stanco va bene? Non ho voglia di uscire, voglio riposare. Domani ho un’intervista e…-.
Demi fece una piroetta, esibendo il suo lungo e costoso abito rosso da sera.   
-Wow!- Nick sorrise.
Doveva ammetterlo, era dannatamente bella.
-Sai non dovresti vestirti in maniera così appariscente quando porti a spasso Elvis-
-Finiscila Nicky dai! Usciamo a divertitici-
-A divertirci? Quanti anni hai? Quindici?-
-Ok va bene- Demi sorrise radiosa, Nick le era mancato troppo –touches Jonas. Ti volevo solo portare ad una festicciola. Dobbiamo uscire Nicholas, conoscere altra gente-
-Conoscere altra gente?-
Nicholas era sorpreso. Certo erano mesi ormai che Demi aveva rotto con Wilmer Valderrama, e Nick sapeva quando erano stati male entrambi, ma non avrebbe mai creduto che la sua amica fosse già pronta per ricominciare.
-Nicky sono seria. Insomma da quanto è che non esci con qualcuna? Te lo dico io… da quando tu e quella lì avete rotto un anno e mezzo fa!-
-Quella lì?- Nicholas era sempre più divertito da quella conversazione: Demi era la sua migliore amica ma non era un segreto il fatto che non avesse mai sopportato la ex del ragazzo, Olivia Culpo.
-Dems lo sai che l’amavo veramente no?-.
Per un momento Demi tornò seria.
-Lo so’- disse asciutta –Nick mi spiace, davvero. Ma lo sai come la penso. Ti meriti di meglio. Voglio vederti con qualcuna che ti faccia ridere. Quindi puoi stare qua e fare l’asociale per sempre oppure puoi metterti qualcosa di figo e darti alla pazza gioia con me-.    
Il ragazzo la guardò, seriamente divertito. Effettivamente un po’ di sano divertimento non l’avrebbe di certo ucciso! Il sonno sembrava essergli scomparso del tutto.
-Dammi dieci minuti ok Lovato?-.
 
Miley vide il riflesso dei suoi occhi nello specchietto da cipria.
Aveva un mal di testa terribile e il lungo viaggio in aereo da Philip Island fino a New York, non l’aveva di certo aiutata. 
Era stata dura per lei e Liam tornare nel mondo reale: passare da essere viziata dalla famiglia di lui, in una casa sulla spiaggia situata in una meravigliosa isola australiana, alla caotica New York, non era di certo una cosa che giovava al suo umore.
Finchè era con la famiglia Hemsworth o con la sua, andava tutto bene, ma poi lo stress del lavoro, dei paparazzi, del caos delle grandi città si ripercuoteva in maniera indelebile su di lei, svuotandola. E anche la reazione con Liam funzionava meglio quando non erano immersi nel lavoro.
-Siamo quasi arrivati signori Hemsworth- il taxista si aggiustò il berretto e li rivolse un sorriso mesto.
Liam era impegnato a sfogliare qualche nuovo copione, ma strinse piano la mano della futura moglie. Gli piaceva che la gente considerasse già Miley come sua moglie: l’aveva ferita in passato, ma ora avrebbe dato tutto per lei.
Miley appoggiò svogliatamente il viso al finestrino e rabbrividì al contatto con il vetro freddo: dal cielo terso scendeva una pioggerellina leggera, cosa che rendeva ancora più nero l’umore della ragazza. Chiuse gli occhi, tentando di svuotare la mente da tutti i pensieri.
Il suono del cellulare la fece quasi sobbalzare.
Era sua madre.
-Ciao mami-
-Ciao tesoro. Come è andato il viaggio?-
-Bene. Ci siamo rilassati-
Seguì una lunga pausa. Miley poteva sentire benissimo la madre sospirare. Capì che qualcosa non andava.
-Tutto bene mamma? Tu e papà state bene?-
-Oh stiamo tutti bene si. Solo che… la casa discografica mi ha chiamato. Hai voglia di andare ad un evento questa sera?-.
Miley sbuffò: non ne aveva la benché minima voglia. Aveva un mal di testa allucinante e voleva solo andare a casa, buttare i bagagli in un angolo remoto, e dormire assieme ai suoi cani.
-Lo so cosa stia pensando Destiny sai?- Tish usò di proposto il nome di battesimo della figlia.
-Lo so-
-Ti ricordi tutto il discorso che abbiamo fatto quando ti sei rimessa con Liam?-.
Miley sospirò e lanciò al fidanzato uno sguardo carico di vecchi risentimenti. Certo che se lo ricordava. Era impossibile dimenticarlo. Era stato un lungo discorso sull’essere diventati adulti, sulle responsabilità, sul fare la cosa giusta e sul smettere di essere eccesiva. Sul metter la testa a posto e cercare di stare bene. Cosa che non le capitava da parecchio tempo.
-Ok-
-Che hai detto?-
-Ok- la ragazza sapeva che se ne sarebbe pentita ma non voleva essere una fonte di delusioni per i genitori –ok. Ci vado. Si ci vado. Sopporterò per una notte-
-Grazie tesoro. Lo so quanto ti costa farlo. Ti voglio bene. –
-Senti puoi venire anche Noie?-
-Mi spiace bocciolo. E’ ad una festa di compleanno-
-E Braison? Brandi? Trace?-
-Ti sono mancati eh? Detesto deluderti Mils. Brai ha una sfilata, Brandi è ad un provino e Trace e Brenda sono a Los Angeles. Comunque appena tornate qua faremo una cena di famiglia tesoro, stanne certa. Anche tu e Liam siete mancati a tutti-.
Miley fece fatica a trattenere un sospiro di delusione. Affrontare un evento mondano senza il supporto dei suoi fratelli le incuteva ancora timore.
-Ok- borbottò tentando di nascondere la sua delusione.
-Salutami Liam ok? Vi voglio bene-
Miley chiuse la telefonata e sospirò. Si sentiva al testa esplodere: era così dannatamente piena di pensieri che non sapeva come avrebbe potuto autoconvincersi ad andare a quella festa da sola. C’erano i preparativi per il matrimonio, la pressione dei paparazzi, il rilanciare la sua “immagine”, il nuovo disco. A volte avrebbe preferito rintanarsi fra le braccia dei suoi genitori e lasciarsi cullare come quando era una bambina. A volte avrebbe voluto tornare adolescente per rifare tutto da capo.  
-Cosa ha detto?- Liam appoggiò teneramente un braccio dietro alle spalle della ragazza, attirandola a se.
-Nulla. Ti saluta. Ah stasera devo andare ad una sottospecie di festa. Ordine dai piani alti. Credo lo facciano per obbligarmi a rientrare in studio-.
-Poco male- Liam la baciò e Miley sia accoccolò ancora di più a lui –mi piacerebbe accompagnarti tesoro, ma sai il film… i media-.
Miley non lo stava ascoltando però: era troppo occupata a pensare a come sarebbe potuta sopravvivere andando a quella dannata festa.
 

WoW! Eccomi tornata! Lo so, lo so... qualcuno di voi aspettava che io pubblicassi questa Niley long dall'estate scorsa, ma sono all'ultimo anno di università e ho preferito concentrarmi su tesi/esami/lezioni (se tutto va bene ad Ottobre mi laureo!). Allora ci tengo a sottolinerare il fatto che Niley è purtroppo un dolce ricordo: Liam rende felice Miley e mi piace, Nick deve trovare la donna giusta per lui e, quando accadrà, io piangerò di gioia perchè si merita l'amore. Pubblicherò ogni sabato, salvo eccezzioni. Pubblicherò questa storia anche su Wattpad.
-Fran 

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Capitolo 2
*** First Time ***


“This is a thrill of a lifetime
What a night for a good time
With the beat of the life line
Make you feel like the first time”
- “First Time” Jonas Brothers
 
Mezz’ora dopo Nick e Demi avevano salutato i loro due amici pelosi e stavano percorrendo, con la Mustang del ragazzo, le strade trafficate di New York.
-Non riesco a credere che sei riuscita a convincermi…- sbuffò il ragazzo. Il suo corpo era nella sua auto, ma la sua mente era ancora sul divano di casa.
-Odio il traffico- sbuffò Demi ignorando completamente il lamento del amico.
-Non c’è poi così traffico oggi dai- Nicholas non riusciva ad odiare New York, neanche se si sforzava.  Ci era troppo affezionato.
Demi cacciò un urlo quando controllò la sua borsetta.
-Accidenti l’ho dimenticato!-
-Cosa?- Nick svoltò ad un incrocio.
Il sole stava già iniziando a tramontare e le strade si erano già riempite di taxi e di pendolari.
-I preservativi- rispose distrattamente Demi.
Nicholas inchiodò.
-Che fai?! Dio Nick siamo adulti! Tu ne hai uno?-.
Nick le rispose con un grugnito: non voleva intraprendere quel genere di conversazione. Certo non era più il ragazzino con l’anello della purezza al dito, aveva avuto una vita sessuale stabile quando stava con Olivia. Era un uomo, aveva testosterone; ma era pur sempre un bravo ragazzo. L’idea di fare sesso con una ragazza conosciuta ad una festa lo intristiva. E facendo quei discorsi Demi lo stava facendo agitare: d’altronde lui era stato solamente con due sole donne in tutta la sua vita, e il fatto di avere lasciato l’ultima lo faceva ancora soffrire.
Demi era così diversa da lui: quando erano ragazzini, a quindici anni, Nicholas era stato geloso di suo fratello Joseph, del periodo che aveva trascorso con Demi come fidanzati. Era geloso perché aveva una piccola cotta per lei, e il fatto di vedere Joe fare sempre lo scemo con lei, farla ridere, gli dava fastidio. Ora era geloso di Demi per il suo essere Demi: lei era forte, combattiva, gioiosa, solare. Sapeva che anche lei aveva sofferto per amore, ma non era timorosa come lui. Lei amava la vita e Nick gli era immensamente grato in quanto suo migliore amico; perché lei faceva di tutto per far si che anche lui iniziasse ad amare un po’ di più la vita e a preoccuparsi di meno.
-Allora?- Demi lo scrutava divertita: adorava metterlo in imbarazzo.
-Guarda nel cruscotto, ma controlla la scadenza. Non voglio mica che vai con il primo che capita e finisci nei guai-.
Demi ne prese uno.
-Nicholas stai tranquillo, ci divertiremo. Senti non pensi mai che è ora di incontrare qualcuna? Sii uomo!-
-Io pensavo volessi solo ballare e fare quattro chiacchiere- borbottò lui.
-Si parleremo, mi racconterai tutto di Valentina, ma se incontro un uomo carino voglio essere preparata-. 
Nick scosse la testa. A volte gli sembrava che tra lui e Demi ci fosse una distanza incolmabile di anni d’età.
-Come vuoi… ma non sceglierlo troppo vecchio-.
 
Miley non ci voleva neanche andare a quella festa, ma sua madre aveva insistito.
Doveva iniziare a pensare al prossimo album e quindi doveva farsi vedere in giro da qualche parte, a qualche evento. E comunque era meglio averlo saputo da Tish che dalla casa discografica.
La ragazza era così presa dai preparativi per il matrimonio, così totalmente immersa nella sua vita sentimentale con Liam, da non avere  il tempo e la voglia di dedicarsi a fare qualcosa di diverso da quello.
Onestamente la rottura con Liam era stata dura: mai aveva mai sospettato che lui la potesse tradire. Anzi per la stampa era lei quella “sopra le righe”, ma per lei tutti meritavano una seconda possibilità. Erano talmente giovani quando si erano fidanzati nel 2009. Alla ragazza parevano secoli fa, la Miley di quegli anni sembrava appartenere ad un passato così lontano. Erano due ragazzini immersi in un mondo hollywoodiano vorace: le loro carriere erano appena iniziate, erano gli idoli di migliaia di adolescenti. Si amavano e avevano deciso di sposarsi. Quando aveva visto Liam inginocchiarsi e porgerle l’anello, pronunciando le magiche  parole –Mi vuoi sposare?-, si era sentita felice. Aveva accettato sorridendo e l’aveva stretto a se, mentre lui la faceva girare in aria e rideva. In quel preciso momento la ragazza non aveva la minima idea che l’inferno la stava aspettando dietro la porta:  prima le pressioni famigliari sul fatto di essere “troppo giovani per sposarsi”, poi la pressione dei media, lo stress dato dal lavoro, infine il tradimento di Liam. Certo, lei non si era comportata da meno tra varie relazioni durate una sola notte e varie esibizioni provocanti, ma ora tutto il dolore e le decisioni sbagliate erano solo un lontano ricordo. Lei e Liam avevano deciso di riprovarci: entrambi non credevano nel tradimento ma credevano nelle seconde possibilità e volevano darsene una.  Adesso erano due adulti consapevoli di amarsi. Solamente lo scorso week-end avevano passato una deliziosa mini vacanza in compagnia della famiglia di Liam, tra cibo australiano e risate.
Tutti nella famiglia Hemsworth adoravano Miley e lei adorava loro a sua volta. Il padre Craig e la madre Leonnie che non la smettevano di complimentarsi con lei e di cucinarle qualsiasi cosa volesse, i fratelli maggiori di Liam, Chris e Luke con le mogli, che per Miley erano diventate amiche e confidenti e con i figli, che chiamavano già “zia Mils” la ragazza.
Tuttavia Miley non si voleva illudere: sapeva che la relazione che aveva con Liam non era perfetta, soprattutto dopo la dolorosa rottura di due anni fa. Ma si stavano impegnando per farla funzionare.
La ragazza si sedette sul letto, accanto a Mary Jane e Bean e si mise delle scarpe nere con il tacco.  Avrebbe tanto voluto andare a quella festa con il suo promesso sposo. Lei e Liam erano volati da Los Angeles a New York perché il ragazzo era impegnato in una qualche evento promozionale per “The Client”, il suo nuovo film.  Così la ragazza aveva lasciato a malincuore i suoi cani e il divano per entrare in un vestito bianco con lo spacco mozzafiato e stare pigiata in una stanza con circa cento persone che ballavano e bevevano.  Liam aveva insistito affinchè fosse il suo autista ad accompagnarla all’evento promozionale. L’evento promozionale in questione altro non era che una festa a casa di una delle tante celebrità newyorchesi. Quale celebrità fosse a Miley non era stato detto, doveva solo andare a quella stupida festa e farsi fare qualche foto dai paparazzi.
Appena mise un piede fuori dall’auto il flash dei fotografi la accecò. Odiava doverli affrontare da sola.
Miley si mise gli occhiali da sole e camminò diritta, dirigendosi a passo svelto verso l’entrata ignorando le domande dei paparazzi.
 –Ehi Miley! Miley, sorridi dai!-
-Miley tu e Liam state veramente di nuovo assieme? Ci state riprovando?-
-Vi sposerete seriamente questa volta?- .
Non aveva più tempo per le scenate.
 
Miley strizzò gli occhi, sbuffando: si sentiva una cretina. Sola in mezzo ad una stanza piena di gente che non conosceva o che conosceva solo di sfuggita, con un bicchiere di tequila in mano.
Aveva passato mezz’ora a cercare di riconoscere qualcuno, poi ci aveva rinunciato e si era seduta in disparte su uno dei divanetti, accanto alla pista da ballo.
Evidentemente il proprietario della casa non aveva il benché minimo gusto musicale: il dj aveva messo solo pezzi discotecari e la gente si scatenava in pista, lanciando alla ragazza ,di tanto in tanto, occhiate strane. Sembrano dei gorilla che scimmiottavano per il cibo.
Miley li ignorava. Era diventata davvero brava in quello, ad ignorare le persone che la guardavano storto. Nell’ultimo anno si era stancata di leggere sulle prime pagine dei giornali scandalistici e non, articoli imbarazzanti che la ritraevano mentre ballava sul palco in vestiti attillati o mentre si infuriava con l’ennesimo paparazzo che le impediva anche solo di camminare. La stampa si era divertita parecchio alle sue spalle affibbiandole una serie di orribili soprannomi. E lei aveva imparato a non reagire più. Si chiudeva nel suo piccolo mondo, trovava la sua pace interiore, e non reagiva più. Mai più, si era detta. Ma più qualcuno l’avrebbe derisa. Mai più avrebbe cercato di giustificarsi, di giustificare le sue azioni perché degli estranei la obbligavano a farlo.
Aguzzò ancora di più la vista, nel tentativo di riconoscere qualche faccia amica, quando sentì la mano di qualcuno sulla propria spalla.
Sobbalzò.
-Ehi Cyrus mica volevo spaventarti!-
In piedi davanti a lei, stretta in un abito rosso da sera, c’era una sorridente Demi Lovato.
Miley si prese un attimo per fissarla: non la vedeva da secoli. Aveva i capelli più scuri e più corti di come li ricordava, aveva perso qualche chilo e il suo volto irradiava serenità. Si era ripresa alla grande.
-Demi! Dio… come … cosa… come stai?-
-Quello che fai te!- la mora l’abbraccio e le sorrise. Il suo sorriso sembrava illuminare la stanza.
I mille rancori sembravano lontani anni luce. Non erano mai state grandi amiche, negli ultimi anni alla Disney si erano praticamente ignorate. Miley era sorpresa nel vedere quando Demi fosse felice di vederla. E doveva ammettere che era stata veramente una grande donna a risollevarsi in quel modo dopo lo scandalo delle droghe e dei disturbi alimentari. In un certo senso le loro storie erano simili…
-E congratulazioni per l’anello. Ho visto l’intervista ad Ellen-
-Grazie… - Miley arrossì: nel buio soffuso della sala probabilmente nessuno ci aveva fatto caso, ma si sentì comunque in imbarazzo. L’anello di 3,4 carati era troppo vistoso per lei, ma non voleva offendere di certo Liam non indossandolo.  Così cambiò subito argomento di conversazione.
- Sei da sola?-.
Miley per un attimo cercò Wil con lo sguardo, ma poi se ne pentì: era difficile stare al passo con tutte le notizie e gli scandali hollywoodiani, e non vedeva Demi da anni perciò si era completamente scordata che i due si erano appena lasciati. Si sentì una completa idiota, ma Demi parve non farci caso.
-Oh no- la ragazza sorrise – sono con Nick, se vuoi salutarlo è uscito un attimo in terrazza. L’ho trascinato qui a forza, ma lo sai che odia la folla e i pezzi discotecari-.
Il cuore di Miley si fermò un attimo.
Sono con Nick.
Nicholas era lì? Il suo cuore prese ad accelerare senza motivo. Era logico. Nick e Demi passano ogni momento assieme: dove andava lui c’era lei e dove era lei c’era lui: Demi poteva essere assieme solo a lui. Ed era anche logico che Nick si fosse presto stufato della festa. Miley sorrise nel ricordare quanto dannatamente riservato fosse il primo ragazzo di cui era stata innamorata.
-Sai voleva venire anche Joe-
-Joe… Joseph è qui?-
-Oh no. Lui è impegnato in questo periodo sai... con i DNCE…  e io ho detto a Nick che deve muoversi sai… dopo quella lì-
A Miley sfuggì una risata. Si era dimenticata di quanto fosse divertente stare con Demi.
La musica e il rumore della folla erano diventate così alte che le due ragazze on riuscivano quasi a parlare tranquillamente. Per tutto il locale risuonarono le note di “First Time” dei Jonas Brothers e Demi lanciò un urlo di gioia.
-Scusa- strillò la mora a Miley, mentre di esibiva già in una danza sfrenata – non posso non ballare su questa canzone! Comunque trovi l’imbronciato Nick in terrazza. Stammi bene ok?-.
 
Miley scosse la testa, divertita. Era sinceramente sorpresa della piega inaspettata che stava prendendo la serata. Forse sua madre aveva fatto bene ad insistere tanto. Aveva voglia di salutare Nicholas: erano davvero cresciuti assieme, letteralmente. E dopo tutti i drammi che avevano vissuto in passato sarebbe stato bello potere parlare della loro relazione come due persone mature. Le era piaciuto incontrare Demi, di certo nessuno l’avrebbe uccisa se avesse fatto anche due chiacchiere con Nick. Prima ancora che potesse rendersene conto le sue gambe la stavano guidando verso la terrazza.
E lui era lì. Stava appoggiato con i gomiti sulla ringhiera di pietra della terrazza e guardava le mille luci di New York. Miley notò con disappunto che si era di nuovo tagliato i capelli, forse fin troppo, aveva messo su più muscoli ed era sempre un solitario. Era anche cresciuto di qualche altro centimetro e la barba gli stava proprio bene.
Nick non si accorse subito che Miley stava venendo da lui, aveva così tanti pensieri per la testa: lo scorso anno per lui era stato complicato; fra la rottura con Olivia, le varie apparizioni televisive, il tour con Demi…  non era di certo in vena di fare festa. Si sentiva soffocare in mezzo a tutta quella gente. Ora più che mai desiderava avere i suoi fratelli accanto. Era strano, appena tre anni fa avevano deciso di prendersi una pausa dalla band, di smettere di suonare assieme per essere fratelli, per concertarsi sulla famiglia e sulle loro carriere soliste. Kevin e Joe però gli mancavano terribilmente, soprattutto in eventi mondani come quello. Erano la sua spalla.
Si accese un sigaro e ispirò una boccata: non si considerava un fumatore. Ma fumare una sigaretta, a volte, lo aiutava a schiarirsi le idee. Sapeva che i suoi genitori non facevano altro che dirgli quando il fumo fosse nocivo per la sua salute, ma il ragazzo non aveva mai trovato altri modi per riflettere, se non quello di vedere le forme che il fumo prendeva nel buio della notte.
Lo rilassava.
-Ehi non sapevo fumassi. Non dovresti farlo sai? Sei diabetico.-
Miley si pentì di avere detto quelle parole non appena le erano uscite di bocca.
Era la solita. Non era di certo quello il modo di iniziare una conversazione con un suo ex fidanzato! No di certo, ma lei l’aveva appena fatto! In fondo lei non era di certo una santa per fare la predica a Nicholas: fumava, beveva, aveva avuto varie relazioni quando si era lasciata con Liam, aveva fatto balletti sexy su vari palcoscenici e, una volta, aveva pure fumato erba.
Nick si girò e restò di sasso: era sorpreso. Il suo cuore mancò di un battito e rimase con il sigaro acceso in bocca senza prendere fiato. Cosa ci faceva Miley lì? Non la vedeva da anni. Tuttavia  le accennò un timido sorriso.
-Ehi non sapevo fossi qui- cercò di darsi un contegno. Gettò via il sigaro e tossì nella speranza di coprire il forte odore del tabacco cubano. Non si aspettava quell’imboscata.
-Beh ci sono invece-
Miley l’abbracciò e Nick si irrigidì.
La mente del ragazzo schizzò ad una velocità impressionante al loro primo incontro. Alla prima volta che Miley l’aveva abbracciato, il giorno stesso in cui si erano incontrati l’11 giugno 2006. Lei era sempre stata fin troppo espansiva.
Io non stringo le mani. Io abbraccio.
E quando Miley sciolse delicatamente l’abbraccio anche Nicholas notò che Miley si stava facendo ricrescere i capelli, che i suoi occhi erano di un azzurro ancora più magnifico di quello che ricordava, e che indossava l’anello di fidanzamento che le aveva donato Liam.
-Dove è Liam? Volevo salutarlo- chiese usando un tono neutrale.
Ed era vero. Quattro anni prima, nel 2012, lui e Miley erano amici. Cosa non facile dopo due dolorose rotture.  E lei aveva invitato lui e tutta la famiglia Jonas al matrimonio. Gli aveva detto –Puoi tenere un segreto? C’è una cerimonia fissata per giugno. So che stiamo andando di corsa, ma io lo amo così tanto. Spero che presto vi incontrerete-. E lui da idiota aveva accettato.
Era stata la prima ed unica volta in cui aveva incontrato Liam, gli aveva stretto cordialmente la mano. Poi più nulla. Non che Nick se ne fosse mai pentito: il matrimonio era stato annullato e lui non aveva avuto nulla di cui preoccuparsi.
Adesso però era diverso.
La storia con Olivia l’aveva fatto cambiare molto e non voleva essere scortese nei confronti di Miley e del suo promesso sposo.
Tuttavia Nick era sicuro di avere intravisto sorpresa negli occhi della ragazza: probabilmente Miley si aspettava una domanda diversa. Avrebbe potuto chiederle qualsiasi cosa dato che non la vedeva almeno da tre anni, ma era stato così scemo da mettere subito in mezzo Liam.
-Non c’è. Aveva un’intervista sai…-.
-Ah-
Seguì un momento di breve silenzio. Nicholas si sentiva impacciato.
-Come hai fatto a trovarmi?-
-Demi- sorrise lei –sai poco fa stava ballando sulle note di “First Time”. Gran bel pezzo-
Nick sorrise ampiamente: era uno di quei rari sorrisi, speciali. Li riservava solo a poche persone e in poche occasioni.
Nonostante tutto era bello vedere quanto la gente amasse ancora la musica dei Jonas Brothers, anche se i nuovi pezzi non era sfociati nel tanto atteso e mai realizzato quinto album. Pensò a cosa dire, ma non gli venne in mente niente. Tipico: non era mai stato bravo con le parole e se continuava a stare zitto Miley avrebbe pensato che le stava fissando le tette. Cosa che in realtà aveva fatto, ma solo per circa tre secondi. Non era mica così stupido da mettersi a fissare le forme di una donna sposata. Beh, quasi sposata. 
-Ti va di bere qualcosa?-
Ecco aveva detto la prima stronzata che gli era passata per la testa e si era fregato da solo. Ma chi diavolo invita una ex fidanzata a bere qualcosa? Un deficiente ecco chi. Nick sentì i rimproveri di suo fratello Joseph farsi vivi nella sua testa.
Tuttavia Miley gli sorrise. I suoi occhi azzurri brillarono.
-Mi piacerebbe si. Grazie Nicky-.



Capitolo numero 2. Ci vediamo sabato prossimo con il capitolo 3: sarà un capitolo decisivo che darà inzio ad una serie di disastrose conseguenze per i nostri amati Niley. Grazie a chi legge, recensisce e mette mi piace. V ricordo che questa ff è disponibile anche su il mio account wattpad
-Fran 

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Capitolo 3
*** Close ***


“Cause if I want you, and I want you, babe
Ain't going backwards, won't ask for space
'Cause space is just a word made up by someone who's afraid to get too close”
- “Close” Nick Jonas
 
Era iniziato tutto in maniera così innocente.
Miley gli aveva sorriso e poi lo aveva preso delicatamente per mano guidandolo di nuovo dentro la sala, facendosi largo fra la gente che ballava.
La leggerezza con la quale aveva compiuto quel gesto aveva fatto perdere a Nicholas il contatto con la realtà.
Ma che diavolo gli prendeva? Fino a due ore fa lui a quella festa non ci voleva neanche andare! Fino a due ore fa lui era sempre stato quello che aveva affermato, durante decine e decine di interviste, che la sua nuova vita da single lo soddisfaceva pienamente. Che lui non voleva immischiarsi in una relazione, non adesso. E poi, si disse, Miley se la doveva levare dalla testa. Anzi, ci era riuscito a levarsela dalla testa. Con Selena Gomez e Delta Goodream non ci era riuscito: gli piacevano, ma le aveva frequentate anche per ripicca. La prima Miley la odiava, la seconda era australiana: quando la donna di cui sei innamorato vive appiccata ad un australiano beh… Nicholas aveva pensato che allora sarebbe uscito anche lui con un’australiana. Non era molto maturo all’epoca, ma era solo un ragazzino e nella sua testa quelle ragioni avevano un senso logico. Olivia invece l’aveva completamente cambiato.  L’aveva fatto crescere come uomo e come persona, aveva attutito la sua esagerata gelosia e gli aveva insegnato come corteggiare per bene una donna. Nicholas ormai credeva di essere pronto per dimenticare… eppure una semplice stretta di mano gli aveva quasi fatto perdere la testa. Ora non riusciva a fare altro che fissare Miley.
Si erano seduti vicino al bar e avevano parlato di tutto, come due vecchi amici che si erano salutati il giorno prima: delle loro famiglie, dei loro amici, dei tempi della Disney, della loro musica.
Avevano ordinato da bere.
Un bourbon, uno scotch, una birra.
A Nick venne in mente una vecchia canzone di John Lee Cocker che gli aveva insegnato suo padre quando era piccolo, ma per qualche strano motivo, non ricordava le parole. Sapeva che non avrebbe dovuto bere così tanto, non solo per il diabete ma anche perché quando beveva succedevano sempre dei casini: “Wedding Bells” era stato il risultato di una sbronza e si era sempre pentito di averla scritta. Però, per quanto si sforzasse, non riusciva a staccare gli occhi di dosso da Miley. Lei gli stava parlando della sua sorellina Noah, ma a lui non importava. Continuava a guadare i suoi occhi, i suoi seni, la sua bocca, le sue gambe. Anche se ogni cellula del suo corpo gli gridava di non farlo, che si stava comportando da idiota, che non aveva motivo per cacciarsi in dei guai così grossi, che non aveva senso provare a riconquistarla. Era così dannatamente bello potere essere di nuovo assieme a lei e averla tutta per se. Senza ex troppo ingombrati e fotografi ficcanaso nei dintorni. Era davvero passato troppo tempo da quando lui e Miley non si erano seduti e avevano potuto intavolare una vera conversazione come amici. Forse l’ultima volta era stata a marzo del 2013 quando si erano incontrati per un pranzo veloce al “Paty’s Restaurant”. Miley era in crisi con Liam e Nick era stato la sua valvola di sfogo e la spalla sul quale piangere. Avevano filtrato un po’ ma poi si erano salutati come sempre, premurandosi di uscire uno alla volta e in tempi diversi. Qualche fan li aveva sorpresi e il loro pranzo segreto era diventato il nuovo scandalo degli sciacalli di Hollywood: “Miley Cyrus pranza segretamente con la sua ex fiamma Nick Jonas!”.  Così avevano mentito. Erano diventati molto bravi ad ingannare i media e a batterli nel loro stesso gioco: grazie al cielo non c’erano foto perciò si erano limitati a smentire. Miley aveva twittato che non vedeva Nicholas da anni e Nick aveva detto che stava lavorando in studio quel giorno e che poi aveva giocato un po’ a golf.
Stranamente la cosa si era conclusa lì.
Nicholas fissò il bicchiere di tequila che teneva in mano e scosse la testa con forza per allontanare quei pensieri. Forse stava esagerando. Era meglio andare a cercare Demi e tornare a casa sani e salvi. Magari avrebbe potuto finalmente berla quella dannata tisana.
-A che stai pensando?-
La voce di Miley lo distrasse dai suoi pensieri. Ovviamente lei si era accorta che lui non la stava minimamente ascoltando. O peggio che aveva passato l’ultima mezzora a fissarle il seno.
-Nulla- Nick non nascose un sorriso –pensavo all’ultima volta che ti avevo visto. Sai quel famoso pranzo al Paty’s?-
-Famoso?-
-Si famoso. Insomma signora “Non vedo Nick Jonas da anni”. Ho controllato, hai cancellato il tweet tre minuti dopo-
-Controllato?- Miley rise –Nicholas non sono io quella che ha dato due versioni: prima eri al lavoro nello studio di registrazione e poi stavi giocando a golf?-
-Ok hai vinto. Ma ammetto di essere migliorato adesso- Nick bevve un lungo sorso di tequila e tossì.
No. Stava decisamente bevendo troppo.
-Va tutto bene Nicky?-
-Cosa? Oh si… forse devo… devo solo prendere un po’ d’aria. Ho bevuto troppo-.
Non era una bugia.
Miley gli sorrise, rassicurante.
-Vieni- gli disse –ti accompagno di nuovo in terrazza-.
Fece per prendergli nuovamente la mano, ma il ragazzo fu più rapido di lei e la guidò lui, senza nemmeno sfiorarla, fra al folla di gente che si dimenava e ballava in pista.
I due ragazzi salirono le scale che conducevano alla terrazza.
Erano ormai arrivati in cima, quando Miley si scostò per permettere ad una coppia di passare. Si fermò un secondo a guardarli: erano così belli, giovani e così spensierati. L’uomo doveva avere sui trent’anni ma sembrava molto più giovane vicino ad una ragazza, più o meno dell’età di Miley. Erano felici, ridevano. La risata della ragazza era così spensierata e Miley li invidiò per un momento. Erano secoli che lei non rideva così.  
Non sia accorse nemmeno di essersi appoggiata al petto di Nicholas.
-Scusa- gli disse, distogliendo subito lo sguardo. Non voleva guardarlo negli occhi. Non voleva che lui si mettesse in testa strane idee.
-No- il tono di voce del ragazzo era così dolce che Miley chiuse gli occhi per costringersi a non guardarlo.
-Non ti devi scusare di nulla Mils- Nick prese delicatamente il viso della ragazza fra le mani e le fece aprire gli occhi.
-Non devi scusarti di niente- ripetè.
E la baciò.  La baciò come non l’aveva mai baciata prima. La baciò con desiderio e disperazione, con la paura di doverle dire addio per sempre e con la speranza di non doverlo fare mai più. Non poteva farci niente e non sapeva perché l’aveva fatto, ma Miley gli era mancata troppo e voleva ancora una volta prendersi un pezzo di lei per conservarlo nel profondo.
E Miley rispose al bacio, si strinse alla maglietta di Nick e continuò a baciarlo, anche se sapeva che stava rovinando tutto un’altra volta, che erano entrambi ubriachi e che quello che stavano facendo sarebbe stato il preludio di una miriade di casini.
Fu come se il tempo si fosse fermato per entrambi. E quando si separarono Miley guidò Nick in una delle camere da letto, chiudendo la porta dietro di loro.
 
La luce accecante del sole investì il volto di Nicholas, facendolo svegliare di soprassalto.
Per una frazione di secondi il ragazzo si sentì smarrito: era ancora tutto sfuocato nella sua mente. Si trovava in una camera da letto che sembrava simile a quella di un albergo: muri bianchi, mobili bianchi, lenzuola immacolate.
La testa gli faceva un male allucinante ed era certo che l’insulina fosse a livelli preoccupanti perché le sue mani stavano tremando e aveva una spiacevole sensazione di nausea alla bocca dello stomaco. Si ricordava perfettamente che Demi l’aveva trascinato a quella stupida festa… poi più nulla. Doveva tornare subito a casa e farsi un’iniezione. Dio! Come aveva potuto essere così irresponsabile? Aveva bevuto troppo e il mal di testa che si ritrovava ne era la prova. Ma se lui era lì allora Demi dove era?
Nick si mise seduto e solo allora realizzò di essere completamente nudo. Il suo sguardo si spostò sull’altro lato del letto.
Merda!
Ora ricordava tutto!   
Miley era profondamente addormentata, nuda, accanto a lui. Aveva un’espressione serena in viso, il trucco sfatto, il rossetto sbavato e i capelli arruffati.  Era rannicchiata su se stessa e teneva  un cuscino stretto con entrambe le mani, ma il volto era rivolto verso il corpo di Nick. Con un lieve tuffo al cuore, Nick notò che la ragazza indossava ancora la sua dog-tag: era strano che, sebbene non si parlassero da anni, lei avesse comunque scelto di indossarla sempre.
I mille flash back di quella notte di passione gli attraversarono la mente ad una velocità impressionante.
 
Miley che rideva e gli slacciava con foga i bottoni della camicia.
Lui che si fermava a contemplarla. L’aveva quasi fermata. Ma lei aveva continuato a spogliarlo, rassicurandolo che aveva tutto sotto controllo.
Sicuramente non era vero, ma in quel momento il ragazzo aveva salutato tutto il suo buon senso perché era troppo occupato a fissare i seni della sua ex.
Quando era entrato dentro di lei Nicholas era sicuro di avere toccato con mano il Paradiso. Poteva ancora sentire i gemiti di piacere di Miley, la sua voce che continuava a dirgli di non fermarsi…
Lei si era addormentata sul suo petto. Nick le aveva accarezzato i capelli biondi e aveva sentito i battiti del suo cuore per qualche minuto prima di depositarla delicatamente dal lato opposto del letto. Si era sentito veramente un’idiota a fare una cosa del genere, così carica di dolcezza e amore, quando aveva appena scopato con la sua ex ragazza ma Nick non poteva farci niente. Voleva sentirla vicino.
Perché era sempre stato tutto dannatamente complicato quando si trattava di Miley.
 
Il cuore di Nick accollerò di diversi battiti: si sentì straordinariamente vicino a lei, come mai non lo era stato prima in due anni e mezzo di relazione. Per una frazione di secondo pensò di aspettare che si svegliasse.
No, si disse, sarebbe stato decisamente troppo imbarazzate. In più Nicholas era convinto che Miley l’avrebbe cacciato fuori dalla stanza a calci se l’avesse svegliata. E lui non voleva rischiare di complicarle ulteriormente la vita. Non adesso ch erano entrambi adulti e avevano delle responsabilità. L’eccitazione presto lasciò il posto ad un sentimento di imbarazzo e vergogna. Si sentiva sporco, ma era incapace di distogliere lo sguardo da quella meraviglia che aveva davanti.
Dio era così bella. Così dannatamente bella che solo guardandola aveva paura di sciuparla. Sembrava così fragile ed indifesa mentre dormiva. Non voleva svegliarla. Non avrebbe saputo cosa dire. Si limitò a osservarla per ore o pochi minuti, non ne era certo perché gli sembrava di essere sospeso in un’altra dimensione quando era accanto a lei. Nick fissò nella mente ogni dettaglio di lei, in modo da conservarlo quando l’avrebbe lasciata:  la forma dei suoi occhi chiusi, il numero esatto delle sue ciglia, il colore rosso intenso delle sue labbra, persino il ritmo dei suoi respiri.    
Il ragazzo dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per alzarsi dal letto ed andare alla ricerca dei sui vestiti, sparsi per il pavimento. Impiegò quasi venti minuti per vestirsi: si sforzò di pensare che l’aveva fatto per non svegliare Miley, per non fare rumore; ma mentalmente si stava dando dell’idiota.  Nella sua mente e nel suo cuore stava infuriando una vera e propria battaglia.
Che hai fatto idiota?! Adesso vai a letto con le donne sposate? Pochi mesi d’astinenza sessuale e ti sei ridotto ad uno che cerca il sesso di una notte? E poi fra tutte le tue ex dovevi proprio fare sesso con il tuo primo amore vero? Aspetta che lo scopra Liam! Aspetta che lo scopra il signor Cyrus! Aspetta che lo scopra la stampa e aspetta che lo scopra il mondo intero! E lei adesso cosa penserà di lui? Che ci voleva riprovare? Che la amava ancora?
No. Sapeva che non aveva nessun diritto. Era stato tremendamente bello per lui sentire Miley dentro di lui, i sui gemiti, il suo odore, le sue labbra sulla pelle. Avevano aspettato secoli per farlo ma in una sola notte, lei gli aveva fatto dimenticare tutte le notti che Nick aveva passato con Olivia. E, per lui, Olivia era stata dannatamente brava.
Nicholas scribacchiò qualcosa su un foglietto di carta e lo depositò sul letto accanto a Miley.
Poi uscì, facendo attenzione a non fare rumore nel chiudere la porta.
No. Si ripetè.
Delta e Olivia gli avevano insegnato fin troppo bene a fare sesso e Nick era sicuro che quello che aveva fatto con Miley quella sera, era stato il sesso più bello di tutta la sua vita. Però doveva dimenticarsene in fretta. Ormai era un uomo: aveva imparato a non aspettarsi nulla dalle persone. Erano ubriachi e avevano fatto una cazzata. Lui sapeva che Miley amava Liam, si sforzava di essere felice per lei.
Era stato solo del sesso.
 
Miley si svegliò lentamente e si stiracchiò, sbadigliando: erano secoli che non dormiva così bene, anche se non ne sapeva realmente il motivo.
La sera prima aveva esagerato con l’alcol alla festa e se ne pentì, ma per fortuna non ricordava di essersi scontrata con i paparazzi. Anzi si sentiva alla grande e non aveva nemmeno avuto bisogno di bere il famoso beverone anti sbornia che le aveva consigliato secoli fa Katy Perry! Non aveva ne un accenno di mal di testa ne la nausea.
Rotolò dal altro lato del letto e cercò Liam con un braccio, sempre tenendo gli occhi chiusi: il sole era già alto e tutta quella luce nella stanza infastidiva.
Che stupida, si disse, Liam sarà già uscito per qualche altra intervista.
Aprì gli occhi.
Cazzo.
Quella di certo non era la sua camera da letto e di Liam non c’era traccia. Avendo convissuto con lui per anni, oramai Miley conosceva a memoria anche la forma che Liam lasciava nelle lenzuola. E quella forma non era del corpo dell’australiano. Solo allora si accorse di essere nuda.
Merda! Aveva dormito con qualcuno! Fece uno sforzo immenso per ricordare: si stava annoiando a morte, aveva bevuto qualcosa e poi aveva incontrato Demi…
Niente si ricordava solo che aveva bevuto e forse il fumo del giorno prima aveva attenuato ancora di più la sua memoria. Poteva anche non essere successo nulla. Insomma, poteva anche essere andata a dormire nuda in una stanza, in una casa di un tizio che nemmeno conosceva.
Certo, era abbastanza plausibile come ipotesi… ma chi credeva di ingannare?
Iniziò a sudare, il cuore accelerò. No. Miley avrebbe voluto urlare tutta la sua rabbia. Perché diavolo era stata così stupida? Perché doveva rovinare il suo fidanzamento un’altra volta? Cercò di darsi un contegno e aprì le finestre. L’aria fresca dell’oceano le impedì di perdere completamente il controllo su se stessa.
Non era così grave, insomma lei era Miley Cyrus, era brava a cacciarsi nei casini e a tirarsene fuori: la sua carriera ne era la prova più lampante. Liam non sapeva niente e probabilmente il tipo con cui aveva mischiato i genitali, non l’avrebbe mai più incontrato. Insomma se ne era già andato! Avrebbe almeno potuto offrirle la colazione! In più era Liam che aveva iniziato a tradirla quindi ora lei aveva solo pareggiato i conti. Dentro di se si sentì quasi fiera. Non aveva mai del tutto perdonato al suo futuro marito tutta la faccenda del tradimento. E non le erano nemmeno andate giù tutte le calunnie che Liam aveva raccontato su di lei durante varie interviste nei mesi successivi alla loro rottura.
Fece un respiro profondo per tranquillizzarsi: doveva solo tornare a casa e fingere che non era successo niente. Non era poi una situazione così irrecuperabile. E dato che, per fortuna, il tipo con cui aveva attuato il tradimento se ne era già andato non doveva neanche preoccuparsi del fastidio di doverlo ringraziare. Quella notte era stato fantastica e si era potuta lasciare andare finalmente: cosa che con Liam non succedeva da settimane.
Miley chiuse le finestre e rabbrividì. Fece per prendere le coperte e solo allora notò un bigliettino.
Era scritto di getto.
Era di Nick.
“Ciao Smile. Mi ha fatto piacere rivederti. Grazie per la serata e per il resto. E’ stato magnifico. Spero tu stia bene. Se ti fa piacere questo è il mio numero: Il tuo amico Nicky”.
Il tuo amico Nicky.
Il suo cuore sprofondò. Perfetto. Era andato a letto con uno che sognava di farsi da quando aveva tredici anni, peccato che forse anche l’essere umano più stronzo al mondo per lei. Ma come aveva fatto ad essere così stupida? E perché Nick si firmava come suo amico? Gli amici solitamente non finiscono a letto assieme! In più quell’”amico”, quella parola così semplice ma allo stesso tempo pesante, sottolineava che era meglio non fare il remake di quella notte. E lì Miley si trovò finalmente in accordo con il suo storico ex.
Forse era stato il fatto che non si vedevano da anni, forse per il fatto che entrambi avevano bevuto troppi drink, forse perché erano ormai adulti e vaccinati, forse per i vecchi rimpianti…  ma Miley, adesso, si ricordava perfettamente tutti i dettagli di quella notte. Lui era diventato dannatamente bravo, su questo lei non aveva nulla da dire. Era riuscito in una sola notte a fare quello che Liam non riusciva a fare bene da mesi.
Il sesso con Liam, dopo il tradimento di lui, non era mai stato granchè.
Miley sollevò lo sguardo dal biglietto e solo allora notò che la camera da letto era anche provvista di un bagno.
Si sentì immediatamente sollevata. Si levò di dosso la coperta ed entrò nella doccia.
Dato che stava usurpando la camera da letto di qualcuno, tanto valeva usurpare anche il bagno di qualcuno.
L’acqua calda picchiettava delicatamente sul suo corpo e sulla sua pelle ma non allontanava la miriade di pensieri che vorticavano senza sosta nella sua testa.  Perché doveva sempre finire nei casini? Perché non era stata capace di passare tutta la serata su quel cavolo di divanetto? Perché era stata così scema da pensare di potere avere una normale conversazione con Nick Jonas senza fare accadere nulla? Si sentiva morire per Liam, ma da un lato lui quel tradimento se lo era anche meritato. Dopotutto non erano ancora sposati, ma di certo lei non era giustificata a fare la cascamorta con uno dei suoi ex.  Lei ormai amava Liam, lui la faceva stare bene ed era praticamente suo marito, Ok, non era ancora suo marito ma vivevano assieme da anni ed era come se lo fosse.
Con Nicholas Jerry Jonas aveva chiuso. Era stato solo del sesso.
Certo, il sesso più fottutamente bello che lei avesse mai fatto.
Ma era stato solo quello.
Nulla di più, nulla di meno.

Allora eccoci qua! Vi avevo promesso un capitolo particolare... BUM! Spero di non avervi deluso! Cosa succedera ora? Nick e Miley dovranno affrontare tutte le conseguenze di quella fatidica notte. Ci vediamo sabato prossimo, 24 marzo con il capitolo 4. Non so' se l'avete notato, ma ogni capitolo porta il titolo di una canzone di Nick/Miley /Jonas Brothers. In totale la storia ha 31 capitoli più l'epilogo e sono tutti terminati tranne l'epilogo e qualche aggiunta qua e là. Quindi la pubblicazione dovrebbe procedere senza intoppi.
PS sul mio profilo trovate tutti i link ai miei social/siti, mi farebbe piacere seguire altre Jonatics. E su youtube trovate anche degli unboxing video di cds dei Jonas rari che ho la fortuna di avere.
Ora la smetto di parlare, ciao e grazie per avere letto il capitolo. :)
- Fran  

 

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Capitolo 4
*** Don't Forget ***


“And at last
All the pictures have been burned
And all the past
Is just a lesson that we've learned
I won't forget
Please don't forget… us”
- “Dont’ Forget” Demi Lovato
 
Nick scese le scale di corsa, quasi volando e senza guardarsi indietro nemmeno una volta.
Doveva dimenticarla e doveva dimenticare tutto quello che era successo quella notte. Dio come aveva potuto comportarsi in maniera così sconsiderata! Non gli era mai capitato di perdere il controllo della situazione e gettare via il buon senso, ma era proprio quello che aveva fatto con Miley!
Quando entrò nel parcheggio sotterraneo la sua Mustang era l’unica auto ancora parcheggiata, segno inequivocabile che tutti gli ospiti erano già andati a casa a dormire e a smaltire il post sbornia. Cosa che doveva fare anche lui. Cercò Demi con lo sguardo, ma non la trovò. Il suo cuore mancò di un battito, ma era troppo esausto per dare un senso razionale alle sue preoccupazioni: probabilmente Demi, non vedendolo tornare, aveva chiamato un taxi ed era tornata a casa già diverse ore prima. Montò in macchina: le mani gli tremavano vistosamente mentre tentava di infilare la chiave nella serratura per mettere in moto. Si sentì svenire e l’alcol della sera prima gli risalì nello stomaco portandolo quasi al vomito. Respirò profondamente e schiacciò l’acceleratore.
Il viaggio fino a casa fu il più lungo della sua vita: Nick andava diritto solo grazie alla sua perfetta conoscenza delle strade di New York. Gli effetti della sbronza della sera prima non si erano ancora attenuati e il ragazzo aveva dei forti giramenti di testa. L’insulina faceva le bizze e il suo corpo ne chiedeva disperatamente dell’altra.
Era da tanto tempo che non si sentiva così male.
Era stato un coglione.
Un emerito coglione, si ripetè. Sia a dimenticarsi di essere diabetico, sia ad andare a letto con una donna sposata.  
Entrò in casa quasi barcollando ma non dovette fare molta strada prima di udire la voce arrabbiata di Demi provenire dalla sua camera da letto.
-Sei proprio un coglione Nicholas Jonas!-
La ragazza marciò a grandi passi in cucina, ma alla vista del ragazzo, pallido ed esausto, si arrestò.
-Che hai fatto?-
Ora era visibilmente preoccupata.
-Nulla- Nick sbuffò e si stese sul divano: era troppo esausto per parlare. Si sentiva a pezzi. Prima che potesse raccogliere le forze per alzarsi Demi era già di fianco a lui e gli porgeva l’insulina.
Non appena sentì l’insulina in corpo il pallore scomparve e le forze gli tornarono. Si mise seduto sul divano, ma le vertigini e il senso di nausea persistevano.
-Ti senti meglio?-
-Si un pochino-
-Vuoi che ti faccia qualcosa?- Demi lo scrutò come se si aspettasse di vederlo svenuto da una momento all’altro.
-No… no grazie-.
Elvis gli si sdraiò accanto, uggiolando sommessamente e Nick gli diede una grattatina sulla testa per rassicurarlo. In pochi secondi il suo volto riprese un colorito normale: si sentiva già meglio.
-Come va?- ripetè l’amica.
Nick finalmente alzò lo sguardo e mise a fuoco la stanza.
-Molto meglio grazie-.
-Mi ha lasciato da sola!- Demi gli tirò uno scappellotto che lo fece quasi sussultare.
-Ahi! Ma che ti prende? Non vedi che sto male?-
-Ti ho aspettato per un’ora ieri notte!- strillò lei – per un’ora! E di te non c’era traccia e non rispondevi nemmeno al cellulare! Poi ho scroccato un passaggio ad un tipo con cui avevo parlato tutta la sera-
-Che hai fatto? Ma poteva essere pericoloso!- Nick si sentì tremendamente in colpa.
-Beh, che altro potevo fare? Non potevo mica tornare a casa a piedi! Sei praticamente scomparso!-
Tutto quello sbraitare stava solo aumentando il mal di testa del ragazzo.
-Demi andiamo! Mi spiace se ti sei preoccupata. Ho incontrato una persona e ho seguito il tuo consiglio…-
-Ah!- Demi si sedette: sembrava tornata completamente calma. Si zittì subito e lanciò all’amico uno sguardo eloquente, per incitarlo a continuare.
-E’ stato solo del sesso- si giustificò Nick, tentando di essere convincente.
-Beh hai fatto bene Nick. Non ti devi mica sentire in colpa! Cielo sei così paranoico a volte! Hai fatto sesso con una sconosciuta e allora? L’importante è che ti sei divertito e che stai iniziando di nuovo a vivere. Ti ho preparato la colazione a proposito-.
Solamente allora Nicholas notò che la tavola era stata apparecchiata per due: Demi gli aveva preparato la sua colazione preferita: omelette di funghi e spinaci con succo d’arancia. Un senso di gratitudine si diffuse in tutto il suo corpo: Demi era la numero uno.
Il ragazzo era troppo stanco e affamato per continuare a parlare perciò si sedette a tavola e iniziò a mangiare. Dieci minuti dopo lui e Demi si erano riempiti di cibo fino al midollo ed erano tornati a ridere come sempre.
- Comunque non era una sconosciuta- Nick arrossì violentemente.
Demi rimase immobile con la tazza piena di caffè ferma sulle labbra.
-Che hai detto scusa? Nick la prima regola quando vai ad una festa e sei appena uscito da una lunga relazione è quella di non andare con una persona che conosci già! Dio! E’ come se tu fossi andato a letto con me! Ma sei serio?-
-Io… io sono serio. La conoscevo già. E’ capitato e ci sono andato a letto assieme. Ed è stato anche molto soddisfacente, se devo essere sincero-
-Non ci credo! Non ci credo… e chi sarebbe?-
Nick le sorrise, ma continuò a bere il suo caffè. Non era a suo agio. Fino a poche ore fa era nudo con Miley in un letto e non voleva rivelare tutti i dettagli a Demi. Perché Demi di sicuro l’avrebbe detto a Joe, che l’avrebbe detto a Kevin, che l’avrebbe detto a Danielle, che l’avrebbe detto alla sua famiglia. E probabilmente, grazie alla sua famiglia di impiccioni, l’avrebbero anche saputo i suoi genitori. E quella era una cosa che Nick voleva del tutto evitare: non era una cosa sana comunicare ai suoi genitori con chi andava a letto. Anche se era stata solo per una notte. E in più sua madre, nel sentire pronunciare il nome di Miley, sarebbe uscita di testa e avrebbe tentato una rimpatriata famigliare con i Cyrus.
-Oh no! Non puoi fare così Jonas! Non puoi dirmi una cosa del genere e poi non dirmi più nulla! Oh ok… proverò ad indovinare…-.
E, in quel preciso momento, come se fosse stata un’illuminazione divina, a Demi ritornò in mente un particolare.
Miley.
-Miley…- sussurrò.
A Nick andò di traverso il caffè.
-Oh mio Dio! Sei stato con Miley!-
-No…-
-Come no? Si! Cazzo Nick sei stato con Miley! Ma che ti salta in mente? Non puoi mica scopare con la prima ragazza di cui ti sei stato innamorato!-
-Beh ma… ma… ma non sei mica tu che decidi e poi non era mica una cosa premeditata. E’ successo!-
-Oh mio Dio!- Demi era sconvolta, boccheggiava. Dopo anni di convivenza con Wil credeva che alla stupidità degli uomini ci fosse un limite, ma Nick l’aveva decisamente sorpresa e aveva sorpassato di molto quel limite.
-Nick cazzo, ma hai scopato con una donna sposata!-.
Il ragazzo abbassò lo guardo.
-Non è sposata… non ancora!-
-Ma se sta con Liam da tre anni! E come se lo fosse! E se adesso lei ti cerca…-
-Le ho lasciato il mio numero – ammise candidamente il ragazzo –mi sembrava maleducato andarmene così senza dirle niente-
-Ma ti senti quando parli?-
-Demi è tutto a posto. Io e Miley siamo adulti. Siamo stati attenti. Sappiamo che non ci può essere nulla fra di noi. Non siamo più due ragazzini pieni di rancore! Insomma se mi cercherà uscirò con lei come una coppia di amici, farò il gentile con quell’australiano e nessuno scoprirà che abbiamo fatto sesso!-.
Demi sospirò e guardò Nick negli occhi. Usò un tono di voce dolce, come se parlasse ad un bambino di pochi anni.
-No. Non c’è da stare tranquilli quando si tratta di te e lei, Nicholas. Perché niente è così forte  come il primo amore. Insomma è come se io avessi fatto sesso con tuo fratello dopo la nostra rottura. Come mi sentirei secondo te? Ti ricordi quanto tempo è passato prima che fossi in grado di parlarci nuovamente assieme? Almeno due anni e Joe l’avevo solo baciato-
Nick sospirò: per quanto gli costasse ammetterlo sapeva che Demi aveva ragione. Perché con Miley lui aveva sempre combinato dei grandi casini. Forse non erano in grado di essere amici, forse doveva solo lasciare perdere e fare finta di niente.
-Forse hai ragione…- sbuffò –forse non dovevo farlo, ma cavolo mi è piaciuto tantissimo, lo sai?-
Demi si morse il labbro inferiore e rivolse all’amico uno sguardo carico di pietà.
-Devi dimenticarla Nicholas- disse fermamente.
Nick fece una smorfia poco convinta.
La mora sospirò e strinse la mano dell’amico.
-Nicky sei il mio migliore amico e non voglio vederti soffrire. E so che se continuerai a vederla ti farai solo del male. Sappiamo entrambi che non l’hai mai dimenticata- fece una pausa evitando accuratamente di nominare quella volta che aveva dovuto soccorrere Nick, ubriaco, quando aveva scritto “Wedding Bells” –ma devi farlo perché glie lo devi. Non puoi tormentarla e non puoi tormentarti intesi?-.
Il riccio sospirò: odiava quando Demi si dimostrava ben più saggia di lui. Annuì piano.
-Intesi, ma comunque stai tranquilla. Sono un uomo adesso-
-Esatto-  la mora roteò gli occhi e rise di gusto - per questo mi preoccupo-.
 
Nicholas mantenne fede alla promessa fatta a Demi. Si sentiva tranquillo: non era più un quattordicenne in preda agli ormoni ed ad un’ossessione snodata per Hannah Montana.
Non pensava ne a Miley ne alla festa.
Dopo colazione lui e Demi avevano fatto una passeggiata con i cani e poi lui ne aveva approfittato per andare in palestra ad allenarsi. Aveva parlato al telefono con i suoi genitori e aveva cenato con John Taylor. Si sentiva alla grande.
Ma poi arrivò la calma e con la calma arrivavano i ricordi.
 
-Mamma finiscila con le foto dai!- un Nicholas tredicenne protestò invano mentre la madre scattava l’ennesima fotografia della giornata.   
-Ma tesoro siete così carini assieme!- Denise premette di nuovo il pulsante ed immortalò per sempre sulla pellicola due sorridenti Nick Jonas e Miley Cyrus.
I Jonas Brothers erano impegnati a fare da gruppo spalla ad Aly & AJ Michalka per tutto il mese di agosto e così Miley e la sua famiglia ne avevano approfittato per passare a salutarli. Faceva tremendamente caldo, i finestrini del bus erano abbassati e Nick stava grondando sudore. E il fatto che Miley gli avesse fatto una sorpresa aveva solo peggiorato le cose: sulla sua maglietta si erano formate già diverse chiazze di sudore. 
-Scusala- sussurrò Nick alla sua prima fidanzatina –prometto che la prossima volta si comporterà meglio quando verrai a trovarci a Wyckfoot-.  
Miley rise sinceramente e il cuore di Nick fece una capriola all’indietro: adorava la sua risata. Sarebbe stata a sentirla per giorni interi.
Joe fece il verso a Nick, ma l’urlo di Kevin Senior che gli ordinava di apparecchiare la tavola per il barbeque lo fece sgattaiolare fuori.
-Scusalo- ripeté Nick.
Perché la sua famiglia si divertiva a metterlo in imbarazzo?
Miley fece spallucce: il suo ragazzo si preoccupava troppo. Anche la sua famiglia la metteva sempre in imbarazzo!
-Nicky dai…-  lo baciò a fior di labbra e Nick ringraziò il Cielo che nessuno dei loro genitori fosse presente – smettila di scusarti. E’ Joey, sono abituata ormai. –
Nick deglutì. Non era ancora così abituato ai baci di Miley. Stavano assieme solo da due mesi.
-Beh che fate?- Denise fece nuovamente capolino sul bus –è pronto da mangiare, dai ragazzi venite!-.  
 
Nick stette fermo per mezz’ora davanti allo schermo del computer a fissare quella foto: non sapeva il motivo, il come, il perché ma aveva aperto una vecchia cartella piena di vecchi foto e ricordi e non l’aveva più chiusa. Ci aveva passato tutta la serata quando, invece, avrebbe dovuto iniziare a scrivere qualche nuovo singolo.
Le parole di Demi gli risuonavano ancora in testa.
“No. Non c’è da stare tranquilli quando si tratta di te e lei, Nicholas. Perché niente è così forte  come il primo amore”.
Si stava odiando ma quella strana conversazione lo aveva reso inquieto per tutto il giorno.
Premette invio di getto, chiudendo gli occhi per la paura.
Sapeva, in quel preciso istante, di avere fatto un’altra enorme cazzata.
 
Miley non potè fare a meno di sorridere.
Il post di Instagram diceva: “Throwback Thrusday: quando hai 13 anni… e sei con la tua prima cotta… e vuoi essere figo. #doveerailmiodeodorante”.
Sopra la scritta c’era la foto: due sorridenti Nick e Miley, allora appena tredicenni, erano seduti al tavolo del bus ed erano sereni e felici. Nick sorrideva, incurante della macchia di sudore che si era formata sotto l’ascella sul tessuto viola della maglietta. Miley scherzava, facendo il segno di vittoria. Erano così giovani e adorabili, carini, felici, spensierati ed innamorati.
Miley sospirò.
Innamorati.
Era stato un periodo splendido per lei. Lei e Nicholas erano inseparabili. Passavano ogni minuto di ogni giorno assieme, ventiquattrore su ventiquattro e sette giorni su sette. Lui andava a casa Cyrus dove  tutti i fratelli Jonas e Cyrus intavolavano delle partite di basket amichevoli, lei andava a casa Jonas ogni sera a cena a gustare i deliziosi piatti italiani cucinati da Denise. Nick si alzava anche alla cinque di mattina per affacciarsi alla finestra della camera di Miley ed augurale buon lavoro sul set di “Hannah Montana”. Dopo la loro rottura Miley aveva buttato quasi tutte le loro foto, pentendosene certo. Però era davvero arrabbiata con Nicholas.
Era prima del successo e della fama: gli aveva cambiati entrambi, e non sempre in positivo. Ma alla ragazza quel periodo così spensierato mancava davvero, certi giorni desiderava solo tornare indietro. Avrebbe anche rinunciato a Liam per assaporare il senso di libertà e di spensieratezza dei suoi tredici anni.
-Ehi? Quanti anni avevi lì?- Liam la fece quasi sussultare.
Si diede della stupida: lui non sapeva nulla della notte trascorsa con Nick. Forse era proprio quello il motivo per il quale il ragazzo aveva postato quella vecchia foto. Cercò di non fare trapelare la sua agitazione, ma dentro era tutta un tremito.
-Tredici. Ne avevo tredici, quasi quattordici-.
Liam scrutò meglio la foto e nel leggere la scritta gli spuntò un sorriso.
-Come mai non li hai invitati al matrimonio?- chiese, quasi usando un tono di non curanza.
-Chi?-
-I Jonas. Non eravate amici?-
-Si- Miley si guardò la punta dei piedi. In effetti non li sentiva da anni, ed il perché non le era chiaro: era solo capitato.
-Siamo praticamente cresciuti assieme alla Disney e poi… basta. Non li sento da un po’-
-Ho sentito che uno è diventato padre-
-Si- la ragazza sorrise. Era davvero felice per Kevin. Le sue figlie erano davvero adorabili.
-L’ultima volta che li ho incontrati era il 2013 penso ai Teen Choice Awards. Ah beh a parte ieri sera-
-Ieri sera?-
Wow! Miley si insultò così tante volte che perse il conto. Grazie alla sua boccaccia si era quasi fregata.
-Si- distolse per un secondo lo sguardo da Liam e si focalizzò di nuovo sulla foto –ho incontrato lui e Demi l’atra sera a quella festa. Pensavo di avertelo detto… ti da fastidio?-
-Lui chi?-
-Nick-
Liam si finse indifferente, ma Miley era certa di averlo visto indugiare. Stava riflettendo.
-No. Non mi infastidisce. Perché dovrebbe?-
-Perché lui è sempre uno dei miei ex ragazzi e tu sei il mio quasi marito-
-Si, ma tu ami me- Liam sorrise e si avvicinò a lei baciandola.
Miley si sentì morire: lei l’aveva tradito e lui ora faceva tutto il premuroso.
-Non voglio che smetti di frequentare un tuo amico per causa mia. Che ne dici di invitarlo a pranzo fuori?-
A Miley quasi cascò la mandibola in terra: era stupita di quanto Liam fosse maturato negli ultimi sei mesi.
-Ma sei serio?-
-Serissimo- Liam le sorrise, rassicurante. Era sereno.
Beh, Miley prese il suo I-Phone e scorse i numeri in rubrica, lei non lo era per niente invece. Liam non sapeva quello che diceva, lei ne era certa. Aveva sempre odiato Nicholas e ora voleva addirittura pranzare con lui? Sapeva che Liam voleva solo vederla contenta e di certo un pranzo non avrebbe ucciso nessuno. Almeno così sperava Miley. La verità era che la notte che aveva trascorso con il suo ex l’aveva terribilmente confusa e Miley era fin troppo intelligente per fare due volte lo stesso errore: dovevano perlomeno vedersi un’altra volta per chiarirsi, per dirsi che era stata solo una botta e via. Ora potevano essere semplicemente amici e non voleva sprecare quella possibilità. Compose il numero del ragazzo.
Non sapeva quello che faceva, sapeva solo che voleva farlo.
 
Nicholas si svegliò di soprassalto: sentiva nella sua testa un suono acuto e gli ci vollero parecchi secondi per capire che era il suono del suo I- Phone. Si era addormentato mentre era al computer e aveva dormito per ore!
Prese al volo il telefono e lesse il mittente: numero sconosciuto.
-Pro… pronto?- gracchiò con la voce ancora impastata dal sonno.
-Ciao Nicky-
Gli ci volle un nano secondo per capire chi c’era dall’altro capo del telefono. Solo tre persone al mondo potevano chiamarlo Nicky e fare al suo cuore una capriola all’indietro: sua madre, sua nipote Alena e Miley. E Nick era certo che quella voce allegra appartenesse ad una sola ragazza in tutto il globo.
Era Miley.
Perché diavolo lo stava chiamando? Ecco. Liam aveva visto al foto e ora voleva ucciderlo. O peggio lei aveva visto la foto e l’aveva chiamato per insultarlo! Insomma chi è che è così pervertito da scoparsi una e postare una sua vecchia foto nell’arco di ventiquattro ore?
-Senti ti volevo solo chiedere se sei libero domani?-
Nick stette in silenzio.
Un’offerta di pace… cosa era una specie di riconciliazione 2.0?
-Si... –rispose lentamente dando il tempo al suo cervello di elaborare la conversazione -insomma non ho nulla in programma-
-Io e Liam ci chiedevamo se volevi venire a pranzo con noi-
-Come scusa?-
Era uno scherzo. Liam voleva incontrarlo? Certo, voleva incontralo per ucciderlo! O peggio per sbatterli in faccia ancora un volta il fatto che, nonostante avesse fatto sesso con Miley, alla fine era l’autraliano che vinceva. Era lui ce aveva Miley.
-Ti ho chiesto se vuoi pranzare con me e Liam? A lui farebbe piacere conoscerti meglio. Non ci vediamo da secoli-
No. Non c’è l’avrebbe fatta ad affrontare un pranzo con Miley ed il suo sposino australiano. Non avrebbe resistito alla sola vista di loro due che si tenevano per mano. Di tutti gli “amore” e “tesoro” che si sarebbero scambiati. Non avrebbe resistito agli occhi languidi, alle loro mani intrecciate assieme e ai baci e alle effusioni.
Non avrebbe resistito perché gli sarebbe sicuramente tornata in mente la notte che aveva appena trascorso con Miley: lei sotto di lui, i loro corpi uniti, i suoi gemiti.
No. Non ci sarebbe andato, ne andava a discapito la sua sanità mentale. Anche a costo di ferire Miley.
Questo fu quello che pensò il ragazzo, ma la sua bocca invece disse.
-Certo. Porterò anche Demi-.
 

Capitolo 4 ragazzi!  Spero vi piaccia! La canzone usata come titolo per questo capitolo è "Don't  Forget" di Demi Lovato: perchè ho scelto questa canzone? Beh perchè  l'ha scritta Nick per il primo album di Demi ( e adoro la loro amicizia *---*) e perchè  il testo urla Miley! da tutte le parti.  La prossima settimana ci saranno le vacanze pasquali e io sarò fuori città, a casa di parenti: per questo pubblicherò il prossimo capitolo NON di sabato, ma di venerdì 30 marzo.
- Fran

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Capitolo 5
*** Wedding Bells ***


“No, I don’t wanna love if it’s not you
I don’t wanna hear the wedding bells bloom
Maybe we can try one last time
But I don’t wanna hear the wedding bells chime”
- “Wedding Bells” Jonas Brothers
 

-Ok senti, quale parte del “stare lontano da lei” non hai capito? Perché se vuoi ti rispiego tutta la faccenda Nicholas-
Demi era seduta su letto di Nicholas e guardava il ragazzo con un misto di pietà e rassegnazione.
Nick si passò un mano fra i capelli: i ricci stavano ricrescendo. Era disperato e aveva chiamato Demi alle cinque del mattino totalmente nel panico.  Aveva passato la notte precedente in bianco a maledirsi per avere accettato l’invito a pranzo di Miley e Liam. Poi, verso l’alba, il senso di colpa aveva ceduto il passo al panico. Non sapeva cosa dire, cosa indossare, come comportarsi. Non sapeva cosa avrebbe provato nel momento esatto in cui avrebbe rivisito Miley e l’avrebbe fissata negli occhi.
-Che altro potevo fare?- chiese, sentendosi completamente uno stupido.
-Ehm… forse dirle di no? No grazie devo andare in studio. No grazie devo vedermi con i miei fratelli. No grazie mia nonna è stata ricoverata in ospedale. No grazie la mia casa è stata invasa dagli zombie di “The Walking Death”! Qualsiasi cosa, ma non si!-
-Beh non ci ho pensato va bene? E poi non volevo ferirla…-
Demi gli scompigliò i capelli.
-Sei troppo buono Nick-
-Non… non mi sembrava giusto. Insomma lei … abbiamo fatto sesso e non potevo sparire così. Non l’ho mai fatto. Solo che adesso non voglio vederla con quello perché non so come posso reagire. Non voglio essere il responsabile della fine di un matrimonio, non voglio che lui pensi questo. Perché io sono felice per loro e sono fiero di lei-
-Si certo…- Demi non lo stava ascoltando –quello che dobbiamo fare è solamente sopravvivere a questo appuntamento-.
Tirò fuori dall’armadio del ragazzo una camicia bianca e un paio di jeans.
-Mettiti questo. E’ una scelta classica. E parla il meno possibile, lascia parlare me. La gente mi adora-
-Sei sicura?-
-Certo. Devi solo fingere che non hai più nessun impulso sessuale verso la sua futura moglie e Liam ti prenderà in simpatia, vedrai. E non fissare Miley perché so che lo farai. E già che ci sei non ordinare cibo piccante, per precauzione-
-Demi… c’è  qualcosa che mi dai il permesso di fare?-
-Si- Demi si illuminò –parla dei tuoi fratelli e delle piccole. Ecco! Quello si che ti riesce bene!-.
-Non ci posso credere…- Nick si sfilò la maglietta e indossò la camicia –non ci posso veramente credere-.
Forse i suoi fratelli avevano ragione su di lui: forse lui era negato con le ragazze. Soprattutto era negato con Miley. Non era troppo tardi per rinunciare. Poteva fingere di avere avuto un attacco improvviso di diarrea. Nessuno vuole uscire a pranzo con uno che ha la diarrea.
-Nicholas stai rimuginando troppo su questo pranzo. Senti è solo un pranzo… o intendi rivederla perché ti complicheresti ancora di più la vita-
-Io… io non lo so. Dio, Demi non lo so. Non so neanche perché ho detto si. Insomma che succede  se quando la vedo me la immagino nuda?-
-Oh Dio! Ma voi uomini siete dei pervertiti allora!- Demi scosse la testa, divertita –adesso capisco perché tu e Wil passavate ore al telefono! Parlavate di cose sconce ecco di cosa!-.Demi lo sospinse oltre la porta -vedrai mi ringrazierai dopo questo pranzo Jonas. Si va in scena!-.
 
-Non sei nervoso?-
Miley era appoggiata allo stipite della porta del bagno e stava guardando Liam aggiustarsi la cravatta.
Sembrava pronto per una cena di gala.
-No tesoro. Me lo hai già chiesto e ti ho già risposto. Almeno dieci volte. Sono dei tuoi amici d’infanzia praticamente. Li voglio conoscere-
-Beh sia ma non sei geloso? Insomma sei un uomo e stai per conoscere un mio ex. Ti capirei se fossi geloso-.
La ragazza non riusciva a capirlo fino in fondo: come poteva Liam essere così tranquillo? Se lei avesse mai incontrato una delle sue ex sarebbe uscita di testa. Per non parlare di quando aveva scoperto del tradimento. A volte si chiedeva se facesse bene a nascondere al suo promesso sposo la notte di passione che aveva avuto con Nick. A Liam importava ancora veramente di lei?
-L’ho già incontrato. Sia lui sia i suoi fratelli. E beh, si ammetto che all’inizio ero geloso, ma piccola come potrei dubitare di te?-.
Ora la stava facendo sentire una merda. Nell’ultimo anno Liam era diventato davvero sdolcinato e anche se Miley apprezzava quelle attenzioni in più, a volte  l’australiano esagerava.
Beh dovresti. Si disse fra se e se. La sua vita sessuale aveva preso una brutta piega dopo che era finita a letto con Nick, ma per fortuna era brava a fingere e Liam non era mai stato un uomo particolarmente acuto.
Voleva andare a quel pranzo perché Nick gli mancava da morire: era sempre stato così con lui. Poteva odiarlo, insultarlo, non parlargli per anni, ma alla fine gli bastavano poche ore con lui per pendere nuovamente dalle sue labbra. E si odiava per questo. Avrebbe voluto andare a pranzo solamente con Nick e parlare di tutto, come quella sera alla festa. Non voleva necessariamente fare sesso con lui, solo vederlo. Potevano ritornare amici se lui non rovinava tutto.
Perché lui rovinava sempre tutto e di questo Miley aveva paura.
Aveva la nausea mentre indossava una semplice felpa oversize e un paio di jeans. Non si truccò: non voleva impressionare nessuno e non voleva fare venire a Nicholas strane idee.
-Sei pronta?- Liam le baciò dolcemente la nuca e prese le chiavi dell’auto.
Stettero zitti per tutto il viaggio.
Quando arrivarono al bistrot Nick e Demi non erano ancora arrivati e così Miley e Liam ne approfittarono per sedersi sulla veranda esterna per aspettarli.
Non appena Miley li vide il suo stomaco sia attorcigliò ancora di più. Nicholas indossava semplicemente occhiali da sole, dei jeans ed una maglietta bianca. Il bianco gli stava da Dio e Miley sentì una strana sensazione di calore diffondersi in tutto il corpo. Demi camminava stretta accanto a lui, ma nonostante i due ragazzi fossero vicinissimi, tra di loro non csi percepiva nessuna carica sessuale. Anzi sembravano quasi fratello e sorella. 
Miley li invidiava. Li invidiava perché non stavano assieme, non erano fidanzati, ma erano legatissimi. Erano migliori amici da dieci anni e Miley era invidiosa di tutto il tempo che Demi aveva trascorso con i Jonas. Nonostante tutto le mancava quella famiglia: le mancavano i piatti deliziosi di Denise e i discorsi di Kevin Sr. che non dovevano essere imbarazzanti per i figli ma poi finivano per esserlo, le mancavano le chiacchierate con Kevin e le battute di Joseph, le mancava vedere Frankie e Noah giocare assieme. E sapere che Demi aveva avuto accesso a tutto quello negli ultimi anni la infastidiva.
-Ehi- Demi la strinse in un abbraccio, cosa che la sorprese. Poi fece lo stesso con Liam.
-Ciao Miley. Ciao Liam- Nick si limitò a due sobrie strette di mano.
Tipico di Nick. Miley sorrise: il suo ex ragazzo odiava gli abbracci.
Si sedettero fuori: era una giornata piacevole. Il freddo dell’autunno non si era ancora fatto sentire e fuori c’era un tiepido sole. Tuttavia il clima al tavolo non era dei più sereni. Nessuno sapeva come intavolare una conversazione.
-Allora voi due ragazzi state assieme?- chiese Liam, con fare innocente.
Miley avrebbe voluto scavare una buca e sotterrarcisi dentro.
Come poteva essere così scemo? Lo amava, certo, ma il suo quasi marito era dannatamente tonto a volte. Quella era l’ultima cosa che avrebbe dovuto chiedere per mettere a loro agio Nick e Demi!
Tuttavia i due ragazzi non si scomposero più di tanto e Miley capì che erano abituati a domande del genere. Perché diavolo un maschio e una femmina non possono essere amici? Perché cavolo la gente era così stupida ed ipocrita nel pensare che una coppia di amici di sesso opposto deve per forza diventare una coppia di fidanzati?
-In effetti c’è lo chiedono ad ogni intervista che facciamo- sorrise Demi – ma no-.
-Cielo no- Nick si beccò un’occhiataccia dalla mora, ma sorrise –è come una sorella per me e i miei fratelli. Ma non stiamo assieme, siamo entrambi single e ci piace esserlo-.
Miley diede un colpo di tosse. Se a Nicholas piaceva così tanto essere single, beh allora non avrebbe dovuto saltarle praticamente addosso due sere fa.
-Beh… - Liam divenne tutto rosso ma cercò di riprendere in mano la conversazione. Strinse la mano di Miley e la baciò, gesto che fece provare a Nick un grande ed improvviso interesse per il suo hamburger.
 - Comunque mi fa piacere conoscervi. Insomma, parlarvi di persona. Miley mi racconta sempre dei tempi della Disney e delle vostre avventure in tour-.
Nick non riuscì a nascondere un sorriso sornione: Miley però non ti ha detto tutte le cose che abbiamo fatto l’altra sera.
Il ragazzo gemette: Demi gli aveva appena tirato un calcio negli stinchi. A volte pensava davvero che quella ragazza gli leggesse nella mente!
-Miley, Nick ti ha fatto vedere le foto delle sue nipotine?- chiese la mora, con un tono di voce eccessivamente alto.
Nick la guardò torvo ma tirò fuori il suo cellulare e mostrò orgoglioso qualche foto. Non si sarebbe mai stancato di parlare di quanto fossero meravigliose per lui Alena e Valentina, di quanto assomigliassero a Kevin e quanto adorassero quando lui e i suoi fratelli improvvisavano dei concerti solo per loro.
E a quel punto anche Liam li mostrò le foto dei suoi nipoti, dei suoi sette nipoti per l’esattezza: Holly, Ella, Harper ed Alexander, i figli di suo fratello Luke e  India, Tristian e Sasha, i figli di suo fratello Chris. E fu allora che Nicholas capì che il suo gioco era sleale e meschino, che era giusto così e non poteva e voleva fare niente per cambiare gli eventi. Perché vide quanto era felice Miley in quelle foto: stretta ad India, Holly, Ella ed Harper, sorridente mentre giocava in acqua con i gemellini, lei e Liam che si baciavano in mezzo all’abbraccio dei nipoti, Miley e Liam che sorridevano assieme ai fratelli di lui e alle loro mogli, e tutta la famiglia Hemsworth e la famiglia Cyrus a Natale sulla spiaggia australiana. 
Chi era lui per distruggere quella serenità? Che diritti aveva su Miley? Cazzo! Ci aveva scopato una notte e la conosceva da dieci anni ecco cosa aveva! Equivaleva al nulla assoluto in confronto a Liam che stava con lei da tre anni e che l’aveva resa parte di una famiglia! Non aveva alcun diritto di rubarle la felicità che le dava Liam. Tutto quello che doveva fare era farsi da parte. Si incupì improvvisamente e anche se sia Miley e Liam sia Demi facevano di tutto per coinvolgerlo nella conversazione, lui non diede una grande prova in quanto affabilità per il resto del pranzo.
 
Nick fissò il fondo vuoto del bicchiere di tequila che si era appena bevuto e con un sospiro mesto lo allineò con gli altri.
Aveva la vista annebbiata e la testa gli doleva: le tempie pulsavano e la stanza sembrava girare su se stessa, ma non aveva intenzione di smettere.
Stava troppo male per smettere. E l’alcol era la sua unica medicina per dimenticare. Per dimenticare la conversazione che aveva avuto con lei quel pomeriggio.
Voleva dimenticare la felicità che aveva letto nei suoi occhi azzurri, di un azzurro più inteso del mare, quando gli diceva che presto si sarebbe sposata con Liam.
“Puoi mantenere un segreto? C’è una cerimonia fissata per giugno. Lo so che stiamo andando di corsa, ma lo amo così tanto e spero che tu possa incontralo presto”.
Era tornato a casa e ci si era chiuso dentro. Aveva oscurato tutte le finestre e spento il cellulare. Non voleva vedere nessuno. Non voleva leggere negli occhi dei suoi fratelli un misto di pietà e dispiacere. Non voleva sentire le ammonizioni di Demi e Joe e tutti i loro “Te l’avevo detto!”.
Voleva solo scomparire dalla faccia della Terra- perché era quello l’unico modo per non provare così tanto dolore. E Nick non voleva assistere alla disfatta del suo amore per Miley quando si sarebbe ritrovato in una chiesa con loro, con lei vestita di bianco che veniva consegnata ad un altro uomo.
Aveva iniziato bevendo un bicchiere di tequila e aveva scritto di gettò il primo verso. Poi si era scolato il secondo, il terzo e il quarto e così via: man mano che i bicchieri sul tavolo aumentavano più velocemente procedeva quella canzone. Quella dannata canzone. Perché diavolo era stato così codardo? Perché non l’aveva fermata? Perché non gli aveva urlato che l’amava ancora? Che aveva lasciato Delta per lei?
Gettò i fogli per terra e cercò di alzarsi, ma cadde dopo aver fatto il primo passo. L’amaro del alcol gli salì in gola e vomitò sul pavimento.
Era un coglione, e lei non meritava un uomo come lui. Si odiava con tutto se stesso.
 
-NICHOLAS!-
Nick si alzò di scatto.
Suo fratello Joseph era davanti a lui, con un’espressione veramente preoccupata in volto.
Al ragazzo ci vollero parecchi secondi per accorgersi che tremava. Prima che potesse fare qualsiasi cosa suo fratello era già corso a prendere l’insulina.
-Cazzo Nick ma ti diverti a farci prendere dei colpi così?- Joe era ancora piuttosto sconvolto mentre osservava il fratello che ritornava di un colorito accettabile.
Nick scosse la testa, confuso, mentre si sdraiava nuovamente. In quei giorni l’insulina continuava a fargli scherzi del genere. Il ragazzo sapeva che l’incubo che aveva avuto probabilmente aveva fatto alzare di molto i valori dato che era un sintomo del diabete di tipo 1; ma sapeva anche che quel incubo non era un incubo era un lontano ed oscuro ricordo che aveva tentato di rimuovere e che era riaffiorato nella sua mente, tradendo il suo corpo. 
Demi si sedette accanto ai due fratelli.
-Ero preoccupata perché è da ieri che non rispondi ne ai messaggi ne al telefono perciò ho chiamato Joe –
-Ci hai spaventati – Joe scostò delicatamente i capelli di Nick, madidi di sudore –hai dormito tutto questo tempo?-
-Si. Insomma si. Mi ricordo solo che ero con Liam e Miley…-
-Aspetta cosa?- Joe scattò in piedi così in fretta che Elvis si spaventò e si rifrugò sotto il letto del padrone.
Nella stanza calò il silenzio, ma Nick era troppo stanco per parlare. Per spiegare.
-Allora?- Joe lanciò a Demi un’occhiata assassina: si aspettava che suo fratello non gli dicesse proprio tutto della sua vita ma non essere tradito anche da una delle sue migliori amiche.
-Non è successo nulla. Nick e io siamo stati invitati da Liam e Miley a pranzo fuori. Poi siamo tornati a casa e beh… si eri un po’ taciturno-.
Nick si sedette sul letto: finalmente la testa aveva smesso di girare e riuscì a vedere nitidamente Joe e Demi.
-Lui non mi è mai piaciuto e non mi piace vederli assieme, lo sapete. Ero stanco. Ho dormito e basta-.
Joe gli rivolse uno sguardo truce.
-Da quando hai ripreso a vederla?-
-Dal giorno della festa. Sai quando tu eri troppo impegnato con la tua band- lo informò Demi che non gradiva affatto il tono accusatorio del amico.
Joe però era concertato sul fratello minore. Lo scrutava serio come in cerca di qualche sintomo mortale.
-Forse dovresti prenderti una vacanza Nick. Mi sembri stressato in questo periodo-
-Sto lavorando- si giustificò il riccio –e no. Non sono stressato-.
Demi si sedette accanto ai fratelli.
-Joe ha ragione Nick. Non ti stai facendo del bene continuando a vederla. Io te l’avevo detto!-
-Io non mi sto facendo del male- borbottò Nick mettendosi seduto diritto. Poteva ancora sentire il sapore amaro dell’alcol misto al vomito. Ma era stato solo un brutto sogno giusto? Allora perché si sentiva uno schifo?
-Allora che ne dici se dormo un po’ da te? Per una settimana. Non ti darò fastidio giuro!- Joseph lo stava quasi supplicando.
Nick riflettè per pochi secondi, poi annuì.
-Se proprio insisti- disse con un tono di voce neutro. Se avesse rifiutato probabilmente Joseph avrebbe telefonato a sua madre e Denise si sarebbe trasferita a New York in pianta stabile, cosa che Nick preferiva evitare.
-Bene – Joe pareva soddisfatto –allora faccio un salto a casa e preparo una valigia. Torniamo ai vecchi tempi eh?- strizzò l’occhio al fratello minore e si precipitò fuori.
-Grazie per non avere detto nulla- disse Nick, stringendo la mano di Demi.
-Ma figurati. L’ho conosco – sorrise lei – Joe avrebbe dato di matto se solo avesse saputo che tue e Miley l’avete fatto-.
-Già. E spero che non l’ho debba mai scoprire-
-Ma tu stai bene?- Demi scrutò torva l’amico –perché oggi credevo ti fosse successo qualcosa di grave e sono quasi impazzita. Ti voglio troppo bene-
-Scusa- Nick si sentì male per lei, ma non si era realmente accorto di avere dormito per quasi un’intera giornata.
L’unica cosa che voleva fare era dimenticare Miley.
Questa volta per davvero.
-Sto bene- ripetè per autoconvincersene –davvero Demi non tu devi preoccupare per me. Devi pensare a te-
-Tu ti sei preoccupato per me per un anno intero. E avevi anche i casini con i tuoi fratelli. Davvero a volte penso che è anche colpa mia se non suonate più assieme-
-Non dirlo nemmeno per scherzo questo-.
Nick la baciò teneramente su una guancia e si alzò come per dimostrarle che era sano come un pesce.
-Ti va di fermarti a cena stasera? Cucina Joe-.
Demi fece una smorfia poco convita. Nick era il suo migliore amico e lei sapeva che non stava affatto bene, ma gli sorrise ostentando una falsa sicurezza.
-Ho mai rifiutato un tuo invito a cena?-.
 

Ma ciao belli! Per chi la festeggia buona Pasqua! Io domani parto e vado in campagna dai parenti, ma l'incubo degli ultimi esami aleggia sempre su di me! XD
Spero passiate dei bei giorni di riposo. Pubblicherò il prossimo capitolo sabato prossimo, il 7 aprile. Intanto godetevi questo quà che porta il nome della iconick song di Nick.
- Fran 

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Capitolo 6
*** Can't Have You ***


“I don't wanna fall asleep
'Cause I don't know if I'll get up
And I don't wanna cause a scene
But I'm dyin' without your love”
- “Can’t Have You” Jonas Brothers
 
“IL RITORNO DI FIAMMA DI NILEY? NO E’ UN’USCITA A QUATTRO!
3 novembre 2016. New York. Beh sembra che finalmente, dopo anni di speculazioni, false promesse e frecciatine, in casa Disney il clima si sia veramente appianato! Lo scorso pomeriggio abbiamo beccato delle ex Disney stars a pranzo assieme in atteggiamenti molti intimi e amichevoli che ci fanno ben sperare nel futuro di due delle coppie più in vista della giovane Hollywood. Miley Cyrus (24), ex Hannah Montana, ora artista provocante e senza freni e il suo futuro marito, uno degli attori più belli e talentuosi degli ultimi anni, l’australiano Liam Hemsworth (26), sono stati fotografati assieme alla coppia di musicisti e migliori amici per sempre (o anche qualcosa di più?) Nick Jonas (24) e Demi Lovato (24).  Le coppie sembravano molto spensierate e serene ma Nick,  con il passare del tempo, è diventato sempre più imbronciato! Cosa gli avranno mai detto per farlo incupire? Per ora le nostre fonti non ci possono dire niente di più. Certo è che finalmente il Jonas e la Cyrus si siano riappacificati… è forse più di un’offerta di pace? Allora perché Miley avrebbe portato il suo bel Liam all’appuntamento? Il triangolo si infittisce, ma l’unica certezza che abbiamo è che Nick e Demi sono sempre più inseparabili. Beh… vedremo i futuri sviluppi per queste due coppie!”.
 
Nick sbuffò, mentre prendeva una boccata dal suo sigaro cubano.
Era appena tornato dallo studio di registrazione e ora si stava rilassando sulla terrazza con un bel sigaro in bocca e il suo I-Phone in mano.
Ovviamente le foto del suo pranzo con Miley e il suo promesso sposo australiano avevano già fatto il giro del mondo e i fan erano usciti di testa. Oramai Nick era abituato alle mille teorie strampalate che i fan elaboravano ogni giorno, ma certo la cosa lo infastidiva ancora. Insomma perché la gente usciva di testa alla semplice vista di lui che pranzava fuori con un paio di amici? Cosa c’era di così tanto interessante? Onestamente la sua stessa vita lo annoiava! Perché la gente non lo lasciava stare tranquillo per una volta? Oh, per non parlare di tutti gli articoli, le foto e i video pubblicati dai media: lui e Demi erano praticamente una coppia per i maggiori siti di gossip e presto si sarebbero sposati e avrebbero avuto sei figli.  Il ragazzo ormai era abituato alle cavolate dei media, che un giorno lo davano per morto, ed il giorno dopo annunciavano una rimpatriata dei Jonas Brothers, mentre il giorno dopo ancora dicevano che era gay. Ma gli dava comunque fastidio: era riservato per natura e non voleva che la gente ficcasse il naso nella sua vita privata. Per questo le sue relazioni erano fallite clamorosamente: la pressione dei media era troppa, soprattutto quando era ancora un adolescente.
Inspirò una grossa boccata e fece uscire il fumo dalle narici e dalla bocca perdendosi nel vedere le mille forme e sfumature che prendeva il fumo grigio all’ombra del crepuscolo.
-Nick… la smetti per favore? Mi dai fastidio- Joe si sedette accanto a lui e mise i piedi nudi sulla ringhiera, godendosi il sole.
Nick gli lanciò un’occhiataccia: sembrava sua madre, ma il ruolo di fratello maggiore non si era mai adattato a Joe, ma sempre a Kevin.
-Sei tu che dai fastidio a me. Metti giù le gambe-
Joe lo ignorò clamorosamente.
-Lo sai che così ti uccidi vero?-
-Dio Joseph! Non conosco altro modo per rilassarmi va bene? Ne fumerò uno al mese!-
-Beh è sempre troppo!-
-Cazzo Joe, ma che vuoi? Perché mi devi stare così addosso?- Nick si alzò di scatto e si rifugiò in casa.
Inutile. Joe lo seguì. Neanche fosse stato il suo cane: Nicholas cominciava a rimpiangere la solitudine di cui aveva goduto negli ultimi mesi della sua vita.
Suo fratello Joseph si era trasferito da Los Angeles a New York solo da due giorni ma lo stava già facendo andare fuori di testa.  Aveva occupato la camera degli ospiti trasformando il pavimento nel suo guardaroba e spargendo profumo ovunque. Aveva anche portato Winston che non era abituato a vivere in appartamento e lasciava chiazze di pipì dappertutto. Ma soprattutto aveva occupato metà del bagno della casa riempiendolo di shampii e occupava l’unica doccia disponibile per delle mezz’ore.
Era snervante.
-Mi preoccupo- sentenziò Joe tirandogli un braccio –perché sono tuo fratello e ti voglio bene. Ti bastano come ragioni?-
Nick accennò un debole sorriso.
-Però non sei mia madre. Joe… io ti ho mai rotto le palle?-
-Sempre. Sei tu quello serio, non io. Ogni volta che andavamo in un locale e iniziavamo a bere qualcosa tu borbottavi sempre “Ragazzi contenetevi ci sono i fotografi! Ragazzi poi dovete guidare!” e scommetto che controlli ancora i polsi di Demi no?-.
-Questo che centra?- il ragazzo abbassò lo sguardo a terra con aria colpevole.
-Dovresti smettere di fumare e farti più seghe fratellino- Joe sorrise: faceva il buffone per farlo ridere, ma la cosa non gli riusciva granché bene.
Nick grugnì.
-Preferisco la solitudine alle seghe grazie-
-Come vuoi tu. Ma ti aiuterebbero ad essere meno irritabile. Sembri una donna con il ciclo mestruale cavoli e non dire che non è vero!-.
Nick lo squadrò: non riusciva ad essere arrabbiato con suo fratello. Gli voleva troppo bene e sapeva che si era trasferito lì solo per aiutarlo, per tirarlo su di morale. Joseph era sempre impegnato con i DNCE e sapeva quando gli era costato prendersi qualche giorno di pausa.
-Senti visto che sei mio ospite puoi cucinare tu questa sera?-.
Joe si illuminò: adorava cucinare.
-Solo se mi fai da assistente Nick-.
Venti minuti dopo Joseph aveva cucinato un delizioso piatto di spaghetti e Nick dovette ammettere che avere suo fratello come ospite aveva i suoi innegabili vantaggi: non era costretto a cucinare.
-Senti ma come facevi prima di me? Tu odi cucinare?-
Nick fece spallucce.
-Chiedevo ad Olivia-  
Joe scoppiò in una fragorosa risata.
-Vuoi dire che la assillavi ecco cosa. Oppure la ricattavi con qualcosa…-
Il fratello minore arrossì, ma finse di provare più interesse per gli spaghetti che aveva nel piatto.
-Veramente era più brava lei a ricattarmi. E sai bene come- borbottò.
-Certo il sesso! E’ ovvio Nick dai!- Joe rideva così tanto che la coca - cola gli uscì di bocca -però anche tu Nick… potevi trovare qualche altra strategia! Prima o poi dovrai imparare a cucinare… ehi… non mi hai detto come è andato il pranzo con Miley?-.
Nick inarcò un sopracciglio: Joseph l’aveva fatto apposta a parlare di cibo. Sapeva che moriva dalla voglia di sapere.
-Non mi dire che non hai letto qualcosa…-
-Ti prego! Ho smesso di leggere tutte le puttanate dei media secoli fa! Allora come è andata?-
-Bene-
-Bene?-
-Bene. C’era Demi con me. Quindi bene. Te l’ho detto, sono grande ormai Joe. Lo so che mi vedete ancora come un nanerottolo…-
-Non è vero…-
-Si. Tu e Kev mi trattate ancora come se avessi tredici anni a volte, ma la verità è che sono più alto di voi due e anche più saggio-
-Adesso non esagerare Nicky-.
Sorrisero entrambi.
-Sono contento sai- Joe fissò il fratello minore negli occhi- insomma con Olivia sei cambiato. Ho sempre pensato che vi sareste sposati, ma va bene così. Mi ricordo di tutte le cavolate che facevi… anzi che facevate tu e Miley da ragazzini. Di quante volte ho dovuto consolarti, di quando le cantavi “Sorry”… beh mi fa piacere che adesso potete uscire come due amici. Come due persone normali-.
-Si- Nick capì che Joe era sincero e lo apprezzò infinitamente –lei ha la sua vita ed io ho la mia. E non vogliamo rovinare tutto, quindi credo che ci siano delle buone basi-.
-Davvero?-
-Certo! Perché? Io voglio solo la tua felicità fratellino-
-Ma sei quando uscivo con Olivia la guardavi come se fosse stata un piatto marcio di spaghetti?-
-Ok… non è vero! A Demi non piaceva neppure dai! E poi lo sai che ho sempre avuto un debole per Mils. E se ora voi site diventati finalmente maturi per rimanere amici beh tanto meglio anche per me!-
Joe annuì con vigore e si concertò sul suo profilo Instagram, ma i pensieri del fratello minore rimasero inquieti.
Ma chi voleva prendere in giro?
Era da quella fottuta notte che il pensiero di Miley, nuda ed ansante che lo pregava di non smettere di farlo, lo tormentava. E il fatto che non poteva più averla, che lei apparteneva ad un altro uomo lo stava mandando al manicomio.
La notte si malediva per avere accettato quel invito a pranzo che aveva risvegliato in lui tutte le cose non dette. Desiderava Miley, ma non poteva averla. E quella consapevolezza lo stava uccidendo, anche se era bravo a nasconderlo.
 
Georgia 2009.
Nicholas non aveva la minima idea del perché e del cosa avesse scatenato quella ridicola discussione. Sapeva solo che un minuto prima lui e Miley stavano camminando sulla spiaggia, tenendosi per mano, e un minuto dopo lei gli stava urlando contro.
-Perché cavolo non capisci? urlò Miley colpendolo sul petto, allontanandolo. Nick era cresciuto parecchio nell’ultimo anno: aveva messo su muscoli ed era diventato molto più alto di lei, tuttavia Miley gli stava incutendo timore.
Iniziò a sudare. Il sole di giugno, ne era certo, non centrava con tutta quella ansia improvvisa.
-Capire?-
- CAZZO! Ma perché devi rovinare tutto?-
-Miley- Nick tentò di abbracciarla ma lei lo respinse – Mils abbassa la voce te ne prego-.
Il riccio gettò uno sguardo furtivo nei paraggi. Il giorno prima era certo di avere visto dei paparazzi mentre lui e Miley facevano sky jet nell’oceano. Odiava i paparazzi e lo metteva tremendamente in imbarazzo che li seguivano sempre come dei segugi.
Avevano passato due giorni splendidi: Nick si era sorpreso che i suoi genitori gli avevano dato il permesso per andare in Georgia dove Miley stava girando il suo nuovo film “Last Song”. Dopotutto aveva solamente un giorno libero prima di dovere riprendere il tour mondiale. Quel giorno e mezzo trascorso con lei però l’aveva ripagato di tutto: avevano preso un frozen yogurt e avevano fatto sky jet. Lei gli aveva presentato tutto il cast e la crew del film e lui gli aveva canticchiato “My Girl” dei Temptations. Sembrava tutto procedere per il meglio…
-Miley va tutto bene. Non ti sto chiedendo il mondo! Ti ho solo chiesto se Liam è simpatico… insomma vi baciate un sacco di volte… e io sarò in Europa fra un giorno-.
-Cazzo Nicholas ma per chi mi hai presa? Pensi che ti tradisca con lui!?-
-Non ho detto questo!-
-Sei geloso!-.
Nick fece un passo indietro. Era vero, ma non l’avrebbe mai ammesso ne a se stesso ne a Miley. Odiava vedere la sua ragazza nelle braccia di quel tronco di pino australiano.
-Non sono geloso!-
-Dio! Certo che lo sei! Non puoi assillarmi così per altri tre mesi! Credevo fossi cresciuto!- Miley stava urlando e nei suoi occhi si erano già formate delle lacrime.
-Cresciuto? Sei tu quella che sta facendo una scenata per nulla!-
-Sai che c’è? Vattene in Europa e non disturbarti a chiamarmi più Jonas!-.
 
In quei giorni Miley avrebbe dovuto riprendere i preparativi per il matrimonio, ma un viaggio di lavoro per Liam e un’improvvisa ondata di influenza per lei, l’avevano costretta a passare i due giorni precedenti a letto. Non era poi così male avere casa libera, anche se Miley non aveva mai considerato nessun posto come “casa” al di fuori di Los Angeles, dove era cresciuta, e del suo adorato Tennessee. E la sua casa newyorchese era stata comprata da Liam, quindi tecnicamente non era ancora casa sua.
Non fino al matrimonio almeno.
Già il matrimonio. Era quello l’argomento principale sia nei media di mezzo mondo sia nelle loro famiglie. Dovevano decidere una data e, questa volta, Miley aveva scartato tutto il mese di giugno per non dare ai giornali scandalistici altri motivi per buttare merda su di lei e sul suo matrimonio. E anche per ringraziare Nick.
Davvero, lui era stato così gentile con lei negli ultimi giorni che non se la meritava tutta quella cattiveria gratuita. L’aveva sinceramente sorpresa. Finalmente sembrava davvero maturato e si poteva relazionare con lui senza la paura di ferirlo o di fargli venire qualche folle idea per scrivere qualche canzone che avrebbe mandato in bestia Liam. Dopo la loro notte assieme Miley aveva avuto paura di confrontarsi con Nick, ma ora tutta l’ansia dei giorni scorsi si era dissolta: il pranzo era andato bene, nonostante Nick non avesse parlato granché. E questo, per il momento, a Miley bastava.
Liam le mancava più del solito: quando era via lei si annoiava a morte. Non c’era nulla da fare a New York e tutti i suoi amici e la sua famiglia erano a Los Angeles.
Si sforzò di alzarsi e scostò via le coperte. Era sceso già il crepuscolo e le mille luci della Grande Mela che brillavano alla grande vetrata della camera matrimoniale le ricordavano che non era con la sua famiglia. Le mancavano tutti così tanto, ma sapeva che avrebbe visito tutti fra un paio di settimane. Dopotutto si avvicinava la stagione delle Feste e Miley non aspettava altro che precipitarsi a Los Angeles dai suoi genitori e dai suoi fratelli.
Sul letto c’erano ancora i vari book per il matrimonio che aveva tentato di sfogliare la sera prima, prima di crollare addormentata: la maggior parte della cerimonia era stata pianificata da lei e da sua sorella maggiore Brandi. Aveva già scelto l’abito e la location. Si era premurata di cambiare entrambi dopo che la prima volta non era andata bene: non voleva attirare un’altra volta la sfortuna o il destino.  Dopo varie mediazioni Liam aveva gentilmente acconsentito a sposarsi a Franklin in Tennessee e Miley glie ne era stata grata. Ora doveva solo decidere un tema per addobbare la location ed era fatta.
Miley stava giusto valutando il tema total white quando rabbrividì. La febbre le era passata, ma non la nausea e il mal di testa. Si strinse in una coperta e andò in cucina per mangiare qualcosa. Aveva appena fatto in tempo a mandare giù qualche cucchiaiata di cereali che sentì lo squillo del cellulare.
Era Mandy. Un sorriso si dipinse sul volto della ragazza: la sua amica Mandy era stata una delle poche a rimanerle sempre affianco, qualsiasi cosa facesse. E anche se purtroppo non si vedevano molto negli ultimi anni, Miley sapeva che Mandy ci sarebbe sempre stata per lei.
-Ehi Mils!-
-Ciao Mandy-
-Che facevi?-
-Niente- Miley mandò giù un’altra cucchiaiata di cerali –stavo mangiando qualcosa. Influenza intestinale, erano ore che non mettevo qualcosa nello stomaco-
-Oh mi spiace-
-Lascia stare. Liam è fuori città e io non so proprio cosa fare. Tutti i miei amici sono a LA e qua il tempo fa schifo. Per non parlare dello smog…-
Mandy rise.
-Beh la solita Miley. Io invece stavo in studio di registrazione, ma non è questo il punto-.
Miley si zittì. Era confusa.
-Quale punto scusa?-  
-Allora come è andato il pranzo con Nick?-
-Che ne sai che ho visto Nick?-
-Tesoro lo sanno tutti. Non li legge i giornali?-
-No- sentenziò Miley. Ed era vero. Aveva smesso di leggere riviste scandalistiche quando aveva quindici anni.
-Beh io non ho mai smesso. E so che ti sei vista con Nick. Meglio conosciuto come “Mr. Irresistibile Jonas”-
-Davvero? Avevo quattordici anni Mandy-
-Si. E adesso stai con Liam e sei innamorata di Liam. Lo so- Mandy rise di gusto - comunque sono seria. Come si è comportato Nick? Liam ha provato ad ucciderlo?-.
Miley ripercorse mentalmente tutto il pranzo.
-Bene. E’ stato diverso da come me l’aspettavo-
-Diverso?-
-Più maturo. Cazzo, finalmente siamo stati in grado di fare quello che volevamo fare da tanto tempo: sederci e parlarci da persone mature ecco-
-Bene. E Liam?-
-Liam si è comportato molto bene. Mi ha davvero sorpreso. Insomma lui e Nick... beh diciamo che non si potevano vedere. Invece credo proprio che abbiano sotterrato l’ascia di guerra-.
Seguì un minuto di silenzio.
-Beh sia lodato il Cielo! E io che credevo che quei due non sarebbero mai andati d’accordo-
-Già- Miley ingoiò un’altra cucchiaiata di cerali –lo credevo anche io-.
-Come vanno i preparativi?
-Abbastanza bene grazie. Senti la prossima settimana ti va di fare un salto qui a New York?-.
Miley sentì un brusio di sottofondo.
-Oh senti Mils ti devo lasciare mi spiace. Bisogna mixare il pezzo. Ciao. Salutami tutti-.
Non le diede neanche il tempo di salutarla.
-Ciao-.
Miley sospirò pesantemente e si ributtò nel letto matrimoniale. Per sottostare agli impegni lavorativi di Liam avevano festeggiato il ventiquattresimo compleanno della ragazza in anticipo: aveva fatto una semplice festicciola con i genitori di Miley, i suoi fratelli e Liam in un piccolo locale di Brooklyn. Era stata appena dieci giorni fa ma a Miley pareva una vita fa. Li mancavano tutti terribilmente.
Si sentiva così sola a volte.
Terribilmente sola.
 

Oggi vado di fretta scusate, perchè è tempo di progetti ed esami e mancano pochi mesi alla tesi e io sto uscendo di testa per stare dietro a tutto. L'ansia è la mia bff oramai. Grazie ancora a chi legge e recensisce. Ci vediamo sabato prossimo, 14 aprile :)
-Fran

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Capitolo 7
*** These Four Walls ***


“These four walls
They whisper to me
They know a secret
I knew they would not keep”
- “These Four Walls” Miley Cyrus
 

Miley era così nervosa che le mani le tremavano mentre guardava, impietrita, il risultato positivo dell’ennesimo test di gravidanza.
Come era arrivata a quel punto?
L’influenza dei giorni scorsi era passata, ma la ragazza aveva sempre la nausea e un’immensa voglia di dormire. Liam si era sorpreso quando era rientrato da Los Angeles e aveva trovato la sua futura moglie profondamente addormentata, anche se erano solo le otto di sera. Non era da lei. Solitamente lei era sempre l’ultima ad andare a dormire, pronta a buttarsi in un nuovo progetto e, sempre piena di energia. Questo cambiamento l’aveva sorpresa, ma la ragazza aveva dato la colpa allo stress e all’ipoglicemia. Era così presa dal matrimonio che non si era nemmeno accorta che il mese scorso il suo ciclo mestruale non si era presentato. Una gravidanza non era un’opzione possibile nella sua mente. Insomma al giorno d’oggi nessuno rimane incinta per sbaglio!
Chiuse gli occhi e agitò in aria il bastoncino, nella speranza che il risultato cambiasse.
Niente.
Due linee blu indelebili e una scritta “Incinta + 4”. Le stesse degli altri quattro test che aveva fatto quella mattina.
Istintivamente si portò una mano sul ventre: non poteva essere tutto vero.
Era tutto così sbagliato! Come aveva fatto a rimanere incinta? Come aveva potuto essere così stupida? Certo il come lo sapeva benissimo, ma questo non cambiava il fatto che non era un evento programmato. Beh, vuoi che ti faccia un disegnino Miley?
Lei e Liam non l’avevano di certo cercato quel bambino:  lei stessa si assicurava di prendere la pillola ogni mattina alla stessa ora e, qualche volta nei giorni più fertili Liam usava pure un preservativo. Certo i discorsi sui figli c’erano stati, soprattutto durante l’ultimo anno, ma non adesso.
Cielo, non adesso.
Era troppo presto e loro non erano pronti.
Perché il bambino era di Liam.
Il bambino è certamente di Liam.
Miley ne era convinta. Insomma lei e Liam ultimamente erano spesso lontani e la loro vita sessuale non era così attiva ed eccitante, ma la ragazza aveva sempre fatto sesso solo con il suo promesso sposo.
Beh, eccetto quella volta poco prima di Halloween.
Quando era stata con Nick Jonas. Ma erano stati attenti. Miley ricordava benissimo cosa era successo quella notte: Nicholas si era premurato di chiederle se lei prendesse delle precauzioni. Era troppo un bravo ragazzo per metterla incinta.  E poi ci era stata solo una volta assieme. Insomma quanto poteva essere sfortunata? Le statistiche erano tutte a favore di Liam!
Le persone normali non rimangono incinte per sbaglio.
Le persone normali non fanno sesso non protetto con i propri ex.
Le persone normali sanno chi è il padre di loro figlio.
Una lacrima silenziosa rigò il volto della ragazza mentre quelle frasi, pronunciate da delle ombre invisibili sepolte dentro di lei, le rimbombavano in testa senza posa e la stordivano.
Lei era Miley Cyrus e sapeva benissimo che per il mondo intero non era una persona normale.
In una frazione di secondo però nella mente della ragazza balenò un ricordo che aveva tentato, inutilmente, di reprimere nelle ultime settimane.
 
Non appena aveva chiuso la porta della camera Nick l’aveva sollevata, stringendola a se’.
Lei gli aveva sorriso. Era inusuale per lei, negli ultimi anni sorrideva sempre meno ma Nick la stava trattando con passione e allo stesso tempo con un’estrema delicatezza.
Miley sapeva che quello che stava facendo era tremendamente sbagliato, ma non riusciva a fermarsi. Aveva le labbra incollate a quelle di Nick e non voleva smettere.
Aveva spinto Nick sul letto, sistemandosi sul suo grembo, sorridendo all’evidente erezione di Nicholas.
E a quel punto lui si era fermato. Aveva delicatamente separato le loro bocche e le aveva chiesto.
-Forse dovremmo fermarci…-
Miley si era staccata da lui. Il suo respiro si era fatto più lento.
Aveva intravisto del timore negli occhi marroni di Nick.
-No…- gli sfiorò il volto e lo baciò con passione, non dandogli nemmeno un attimo per protestare. Lo spinse sul letto e si mise sopra di lui, facendolo gemere. La eccitava avere il controllo: sapeva che in quel momento Nick avrebbe fatto di tutto per lei.
Gli tolse la maglietta e sorrise. Era diventato un uomo, i media avevano ragione. Fece scivolare le sue labbra dalla mandibola fino al petto del ragazzo, lasciandogli una scia di baci.
Lo stava facendo impazzire. Nick ne era certo.
Quando Miley si era tolta il reggiseno la sua mente si era azzerata e aveva gettato il buon senso lontano: se lei voleva farlo beh lui era un uomo libero. Non doveva rendere conto a nessuno. Ma quando le mani si Miley raggiunsero la sua erezione la bloccò nuovamente, invertendo i loro ruoli. Lei era leggera, minuta e lui era alto e muscoloso: Nick ci mise due secondi a sollevarla e a mettersi sopra di lei. Non avrebbe ceduto così facilmente. Era la prima volta che lo faceva con lei e voleva fare le cose per bene. Inoltre aveva aspettato quasi dieci anni per quel momento.
Miley gli rifilò un’occhiataccia ma presto il broncio fu sostituito da un gemito di piacere quando Nick le sfiorò le mutandine. Era già bagnata e la cosa lo fece impazzire.
-Mio Dio… sei bellissima lo sai?- le sussurrò, all’orecchio, baciandola piano, come se avesse paura di rovinarla.
-Non dire così…- ribatté Miley. Non era di certo il momento e lui non era l’uomo adatto.
Nick smise di baciarla e fece per alzarsi.
-Puoi aspettare cinque minuti?-.
Miley lo scrutò con i suoi occhi azzurri: che diavolo di domande faceva?
Nick la baciò, dolcemente.
-Ho i profilattici in auto- si giustificò, arrossendo.
-Non serve- Miley si sfilò le mutandine –prendo la pillola-.
 
Prendo la pillola.
Miley cercò disperatamente di ricordarsi se, effettivamente, quel giorno aveva preso la pillola ma non ci riuscì.
Merda!
Ora nel panico più totale. Fissava inorridita i test di gravidanza sparsi per il pavimento del bagno e si maledì nell’essere stata una cretina.
Fu scossa letteralmente dai singhiozzi, mentre si rannicchiava in posizione fetale.
No, era impossibile. Era decisamente uno scherzo. Lei la pillola l’aveva presa! Certo, era solo troppo sconvolta per ricordarsene.
Il bambino era di Liam.
Doveva essere di Liam. Doveva esserlo per forza, per lei e per la sua sicurezza fisica e mentale.
Con gli occhi inumiditi dalle lacrime si sforzò di mettersi seduta. Aveva la nausea e le vertigini. Dovette appoggiarsi al vetro della doccia per non cadere.
Si sentì uno schifo.
Prese in mano il test e fece un rapido calcolo mentale.
Incinta di 4 settimane o oltre.
Niente, le istruzioni sul retro erano così fottutamente chiare che pure un’idiota avrebbe capito. Doveva essere rimasta incinta fra l’ultima settimana di ottobre e la prima di novembre.
Perfetto.
Perché cazzo doveva combinare sempre dei casini? Per una volta che si stava riprendendo, che stava di nuovo prendendo in mano la sua vita, ecco che il destino le faceva di nuovo uno sgambetto. Beh, questa volta era anche un po’ colpa sua. Ma non poteva rimanere incinta di un solo uomo? No.
Sentì grattare la porta e sobbalzò. Pensava fosse Liam, invece un uggiolare la avvertiti che era Happy.
Miley aprì la porta con un calcio, abbracciando subito il cane.
-Oh Happy! Ho fatto un casino questa volta!-.
Per tutta risposta il suo cucciolo la leccò per bene.
Beh, almeno qualcuno era pur sempre felice anche se le circostanze erano tragiche, ma era una magra consolazione. Miley si specchiò: di quante settimane era? La sua pancia le sembrava appena un po’ più gonfia del solito ma nulla di più.
Non si era mai vista come una madre: aveva solamente ventiquattro anni, non si sentiva pronta ma sapeva già che  per lei sarebbe stato impossibile rinunciare al bambino.
Lei lo voleva con tutta se stessa e non sapeva nemmeno il perché.
Lo voleva e basta.
O no?
No. Era totalmente nel panico. Che razza di madre sarebbe stata? Certo i soldi non le mancavano, ma che vita avrebbe offerto a suo figlio? Cosa avrebbe pensato, una volta cresciuto, di tutti i casini che lei aveva combinato? Si era comportata come una puttana. Come quella serpe che le aveva portato via Liam mesi fa. Era stata così cretina da andare con due uomini nello stesso periodo e rimanere incinta.
Come cavolo faceva adesso?
Non poteva dirlo a Nick e non poteva dirlo a Liam.
-Sono fottuta- si disse.
E questa volta pensava di esserlo davvero perché quelle quattro mura custodivano un segreto.
Un segreto che nessuno doveva scoprire.
 
-Allora piccola sei contenta della sorpresa?-.
Nick non riusciva a smettere di sorridere. Teneva stretto a sé le sue due nipotine e, onestamente per lui, quella era la sensazione migliore al mondo. Baciò delicatamente Valentina di due mesi appena sulla testa e strinse a sé Alena che ciondolava vicino a loro sul divano.
-Si!- esclamò lei gettandosi sul petto di Nick.
-Davvero Nicky, non ti aspettavamo –gli sorrise Danielle –ma sei sempre il benvenuto qui, lo sai questo-
-Beh ho pensato che dato che starò a New York per un po’ di tempo dovevo approfittarne e vedere le mie ragazze-
-Oh intendi le mie ragazze- Kevin si intromise nella conversazione. In qualche modo lo infastidiva tutte le attenzione che i suoi fratelli riservavano alle sue figlie. Insomma erano i loro zii e Kevin adorava il fatto che Nick, Joe e Frankie adorassero Alena e Valentina, ma qualche volta era dannatamente geloso.
-Beh come vuoi…- Nick sogghignò e lanciò al fratello maggiore un sguardo divertito mentre Valentina continuava a dormire placidamente sul suo petto –e poi mi devo avvantaggiare rispetto e Joe e Sophie e a Frankie-
-Sophie è deliziosa- Danielle si sedette assieme a loro –Joe finirà per sposarla- sentenziò la giovane donna con occhi sognanti.
I fratelli Jonas si scambiarono no sguardo poco convinto che però non smorzò l’entusiasmo della ragazza.
-Andiamo ragazzi io ho bisogno di una cognata!-  squittì la mora. Poi lanciò a Nick uno sguardo eloquente- credevo che tu e Olivia sareste arrivati all’altare, invece mi ero solo illusa!-.
Nick la guardò confuso. Perché ogni membro della sua famiglia continuava a nominare la sua ex? Perché? Si erano lasciati da due anni ormai e, onestamente, il ragazzo non riusciva a credere quanto la ex Miss Universo si fosse legata alla sua famiglia.
-No… no- si schiarì la voce –davvero, non ho mai pensato nemmeno di farle la proposta-
-Bugiardo- Kevin battè le mani e gli sorrise -comunque Nick vogliamo solo che tu sia felice. E’ da un po’ che stai solo e Demi…-
-Oh- il riccio sbuffò. Era chiaro come il sole che c’era lo zampino di Demi in quella conversazione. La sua migliore amica avrebbe dovuto preoccuparsi più per la sua salute invece di pensare a sistemarlo con qualche ragazza. 
-Demi mi ha detto che tu e Miley avete ripreso a vedervi- concluse Kevin –e…-
-E siamo amici- tagliò corto Nick.
Kevin fece una smorfia e Danielle non nascose un sorriso.
-Dani sono serio. Avevo tredici anni, ero un bambino praticamente-
-Beh in ogni caso non credo che…-
-Cosa?- Nick si sorprese del tono brusco che eruppe dalla sua voce. Non voleva stare sulla difensiva, ma era quello che stava facendo. Lo infastidiva quando qualcuno gli dava consigli sulla sua vita sentimentale. Lo infastidiva che Kevin avesse nominato Miley.
-Non credo che ti faccia bene vederla….-
-Kevin… Kevin… ci sono le bambine- lo ammonì Danielle.
-Amore stiamo solo parlando-
-Lo so’…- sussurrò Danielle –ma ricordati che Nick è un uomo. Non ha più tredici anni-.
Nick sospirò: avrebbe voluto baciare sua cognata!
-Sto bene Kev, davvero. Io e Miley ci siamo visti due volte, tutto qui. Magari non la rivedrò mai più-
-Si magari- asserì Kevin –ma voglio solo che tu stia attento. Avevate tredici anni , poi diciassette e tutte e due le volte siete partiti in quinta e poi eravate a pezzi quando è finito tutto. Voglio solo che stia attento, ok Nicholas?- .
Il minore scosse la testa, quasi divertito. I suoi fratelli si preoccupavano sempre troppo.
 

Ciao ragazzi! Sono finalmente uscita da una settimana frenetica e non ho avuto tempo per fare nien'altro... ho solo studiato come una matta. Grazie a tutti per leggere la ff, sopratutto alla mia Jessi che fangirlizza sermpre assieme a me da ben 7 anni. <3 Come vedete questi sono capitoli decisivi per il futuro sviluppo della storia. Ci vediamo sabato prossimo, 21 aprile.
-Fran

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Capitolo 8
*** Stay ***


“Say you love me more than you did before
And I'm sorry it's this way
But I'm coming home, I'll be coming home
And if you ask me I will stay, I will stay”
- “Stay” Miley Cyrus

 
Buttare via quei maledetti test di gravidanza. Nasconderli.
Scappare.  Andare da papà.
Cercare info su Google.
 
Miley si complimentò con se stessa.
Dopotutto erano solo le otto del mattino e lei aveva già attuato due dei punti della lista che aveva stilato la sera prima quando si era ritrovata stretta ad Happy a piangere a dirotto. Era stata abbracciata con lui sul pavimento per un tempo imprecisato. Sapeva solo che, ad un certo punto, aveva trovato la forza di alzarsi e di asciugarsi la faccia; aveva raccolto tutti e quattro i test di gravidanza e li aveva ficcati alla rinfusa nella borsa ed era salita in auto.
Direzione: J.F.K. Internation Airport of New York. Voleva tornare a Los Angeles, in California.
Voleva tornare a casa dalla sua famiglia.
Liam era andato nuovamente via per lavoro quindi non se ne sarebbe dispiaciuto se, una volta tornato a casa, non l’avrebbe trovata intenta a preparargli una deliziosa cenetta.  Aveva bisogno di stare un paio di giorni con la sua famiglia per schiarirsi le idee.
Sapeva che l’unica persona al mondo che poteva calmarla era suo padre.
Negli ultimi anni la sua famiglia era stata sotto al luce dei riflettori per l’inaspettato divorzio dei suoi genitori. Nel 2010 tutto il mondo di Miley era crollato quando i suoi genitori avevano messo la parola fine al loro matrimonio. Lei ne era uscita devastata, arrabbiata, allibita.
Come era possibile?
Come era possibile che due persone che sia amavano, che avevano vissuto diciassette anni assieme, che avevano messo al mondo tre figli, all’improvviso decidessero di divorziare per “differenze inconciliabili”?
Differenze inconciliabili. Erano due parole così senza senso da non sembrare nemmeno reali.
Poi, però, e Miley ringraziava Dio ogni giorno per questo, non si sa come, suo padre e suo madre avevano deciso di riprovarci. Dall’estate del 2013 vivevano di nuovo assieme ed erano felici.
Miley adorava suo padre alla follia. Aveva trovato rifugio nelle sue braccia tutte le volte in cui il suo cuore si era infranto: con Nick per ben due volte nel 2007 e nel 2009 e con Liam nel 2013.
E adesso che era incinta di uno dei due si rifugiava da suo padre un’altra volta. Non aveva ancora pienamente realizzato di essere veramente incinta. Si, insomma mangiava più del solito e aveva sviluppato una insolita voglia per i cetriolini sott’olio, ma non riusciva ancora a crederci.
Voleva tenere il bambino? Era giusto tenerlo? Se fosse stato figlio di Liam il problema non sussisteva: sapeva che non era pianificato, ma Miley era certa che Liam ne sarebbe stato felice. Per non parlare dei suoi genitori che pregavano per decine di centinaia di piccoli Hemsworth.
Nicholas invece era un’incognita.
Era già di per se un’incognita perché non aveva avuto un grande rapporto con lui negli ultimi anni, sapeva solo che era diventato più complicato. Perché se no avrebbe preso la decisione di smettere di suonare con i suoi fratelli?
Per Miley aveva fatto una pazzia a mollare tutto, ma quello non era di certo affar suo. A lei interessava come avrebbe potuto reagire Nick alla notizia di un’eventuale gravidanza: da pazzi ecco come avrebbe reagito. Era così paranoico. Si preoccupava sempre dei media, era ossessionato dalla sua vita privata. Di certo quello sarebbe stato un problema, per non parlare del fatto che avrebbe rovinato per sempre la sua reputazione di perfetto cristiano. Insomma chi è così stronzo da mettere incinta la moglie di un altro? 
L’unica cosa che la ragazza aveva deciso nelle lunghe ore di volo era stata quella che, padre o non padre, non avrebbe abortito. Poteva anche odiare tutti e due i possibili padri, ma quel piccolo nonostante tutto era anche suo. Era metà lei. Non voleva rinunciare a quel bambino che non aveva nessuna colpa, se non quella di avere una madre sprovveduta. Aveva sempre voluto essere mamma e non voleva rinunciarci adesso. Certo, sarebbe stata tremendamente dura ma lei amava già quel piccolo essere umano. Lo amava davvero di  un amore immenso e lo aveva solo incontrato sei ore prima, davanti ad un test di gravidanza.
Non voleva abortire anche perché non voleva rinunciare alla vita che Liam poteva offrirle: la famiglia perfetta, un matrimonio imminente ed un bambino in arrivo.
Come nelle favole che le leggeva sua madre quando era piccola.
Miley sorrise nell’immaginare Liam papà.
Non voleva rinunciare a tutto quello.
 
-Beh ecco il mio bocciolo!- suo padre la strinse a se’ in un lungo abbraccio, prima di baciarle la testa.
-Ciao papi- Miley sorrise. La sola presenza di suo padre la tranquillizzava.
La casa era stranamente silenziosa. 
-Mami, Brai e Noie?-
-Usciti a fare shopping Mils…- suo padre scrutò la borsa che Miley teneva in mano. La ragazza la strinse al petto con forza.
-Non ri preoccupare bocciolo- aggiunse poi, quando vide la delusione della figlia, -arriveranno sta sera e faremo un barbeque con qualche aggiunta vegana per festeggiare. Ti suona bene?-
-Si- rispose lei senza troppo entusiasmo. Era distrutta dal viaggio e, al momento, aveva troppe cose alle quali pensare per preoccuparsi di cosa avrebbe mangiato quella sera a cena. 
-E’ successo qualcosa? Lui l’ha rifatto? Perché se l’ha rifatto vado a casa e lo prendo a calci in…-
-Papà è tutto ok. Liam è ancora a New York, sta lavorando. Sono venuta io da voi perché mi mancavate, tutto qui-.
-Ah- suo padre sembrava soddisfatto dalla spiegazione.
Si passò una mano nei capelli e sorrise.
-Vuoi che ti prepari qualcosa Miley? Toast alla cannella? Pun – cake?-
Miley storse il naso. Il solo pensiero del cibo ricco di grassi di suo padre le fece venire la nausea, ma d’altronde era sempre incinta di un bambino quindi era normale avere la nausea.
O almeno così aveva sentito dire.
-No grazie. Ti spiace se vado in camera e sto un po’ tranquilla? Sono un po’ stanca dal viaggio-
-No di certo amore-.
Miley gli sorrise riconoscente e si incamminò per le scale.
-Mils?-
-Si papà?-.
Suo padre le sorrise: gli occhi lucidi, colmi di felicità.
-E’ bello riaverti a casa-
-Anche io sono felice di rivedervi-.
 
La sua stanza era praticamente rimasta la stessa di qualche anno fa. C’era il suo enorme letto ad una piazza e mezza pieno di animali di peluche, c’erano le foto di lei con i suoi amici e i suoi fratelli attaccati ai muri color turchese, c’erano le chitarre acustiche e c’era il suo enorme guardaroba.
Nella sua stanza era ritornata ad essere un’adolescente.
Si buttò sul letto e chiuse gli occhi.
Era emotivamente distrutta. Perché combinava solo casini? Perché non era stata capace di rimanere fedele all’immagine di ragazza acqua e sapone che le aveva affibbiato la Disney?
Prese l’I-Phone e scrisse tre parole su google: test paternità gravidanza.
Un’ora dopo la ragazza aveva scoperto tantissime cose delle quali non sospettava neanche l’esistenza: poteva fare il test di paternità in gravidanza a partire dalla ottava settimana e le serviva un frammento di DNA dei possibili padri.
Questo era un problema. Doveva risolverlo alla svelta per il bene del bambino, ma era talmente esausta…
 
-Ehi Mils-
Miley impiegò parecchi secondi per mettere a fuoco il volto allegro di suo padre.
-Sono venuto a vedere come stavi. Eri proprio distrutta tesoro. Hai dormito più di due ore-
Le donne incinte dormono un sacco.
La ragazza non aveva nemmeno il coraggio di guardare suo padre negli occhi: lui si era sempre fidato ciecamente di lei, delle sue scelte, l’aveva supportata nei periodi bui, l’aveva difesa quando aveva tutto il mondo contro. Era stato al suo fianco quando si era lasciata con vari ragazzi -veri o presunti – e quando i media e i fan le si rivoltavano contro. Non poteva dargli una delusione così grande.
-Come va? E’ strano. Di solito parli molto di più tesoro-.
-Non ho nulla da dire- Miley fece spallucce.
Quella conversazione non stava andando da nessuna parte.
Suo padre osservò una parete ricoperta di foto e ne indicò una: Miley e Nick erano  stretti l’uno all’altra in una giornata di pioggia. Miley ricordava perfettamente il giorno in cui era stata scattata: lei, Nick, Noah, Frankie e Big Rob erano andati ad un luna park ed erano stati sorpresi dalla pioggia. Avevano passato una giornata stupenda e scattato moltissime foto. 
-Ho visto che hai ripreso a vedere Nicholas, mi è sempre piaciuto quel ragazzo-.
Miley era sorpresa ma gli rivolse un timido sorriso. La frase appena pronunciata da suo padre era un eufemismo: Nicholas piaceva a suo padre solamente quando lo doveva confrontare con Liam, se no lo odiava in egual misura. Certo, lo odiava perché aveva fatto soffrire la sua preziosa bambina per ben due volte, ma era pur sempre un bravo ragazzo, gentile ed educato; e soprattutto non aveva mai tradito Miley andando a letto con chissà chi.
Non ti piacerebbe così tanto se sapessi cosa abbiamo fatto due mesi fa.
-Si. Insomma è mio amico e volevo che incontrasse Liam. Non si erano mai incontrati, non per un pranzo-.
Suo padre le accarezzò i capelli.
-Sei mancata a tutti bocciolo, davvero-
-Lo so papà. Ma dopo il matrimonio io e Liam abbiamo in progetto di trasferirci qui a L.A., quindi mi potrai vedere tutti i giorni-.
Suo padre la strinse a sé.
-Beh, Liam sta riacquistando punti dopo tutto. Lo sai che voglio solo che tu sia felice vero?-
-Si-
-Se hai anche un minimo ripensamento… non voglio che finisca tutto come due anni fa tesoro. Non voglio vederti soffrire così-.
Miley stette stretta a Billy Ray e chiuse gli occhi: le sembrava di tornare bambina, quando si rannicchiava sempre fra le braccia fra di suo padre in cerca di protezione. Più quella conversazione procedeva più la ragazza si sentiva morire dentro.  Come poteva dirgli che la sua preziosa bambina era incinta?
Già solo quando gli aveva detto che aveva perso la verginità con Liam era uscito di testa. Billy Ray si era chiuso in un mutismo selettivo che era durato circa una settimana prima di riprendersi.
Miley non fece in tempo a trovare le parole che sentì il suo cellulare vibrare.
Era Liam.
Suo padre intuì il suo sguardo e tolse il disturbo. Miley lo sentì fischiettare allegramente: era la sua roccia. Si sarebbe uccisa piuttosto che dargli un’altra delusione.
-Come sta il mio amore?- dopo anni a Los Angeles Liam non aveva ancora perso il suo famoso accento australiano, ma Miley sapeva che gli piaceva: faceva impazzire tutti parlando in modo così buffo.
-Bene- la ragazza cercò di mantenere un tono di voce positivo: non voleva farlo preoccupare.
-Sai mi sono spaventato oggi quando sono tornato tu non c’eri-.
Miley sospirò. Doveva per forza controllare ogni suo singolo movimento?
-Avevo nostalgia. Sono andata da papà e mamma. Se non ti spiace starò qui un paio di giorni. Così rivediamo gli ultimi dettagli per il matrimonio ok?-
Liam aspettò cinque secondi prima di rispondere: stava riflettendo.
-Ok- disse infine e, Miley era certa, che gli era costato acconsentire.
-Mi mancherai da morire però- aggiunse come per volerlo ringraziare della sua infinita pazienza.
-Lo so piccola, anche tu-
-Chiamami per qualsiasi cosa ok?-
-Certo. Ti amo, a dopo-
Ti amo anch’io…ehi Liam…-
-Si?-
Miley si morse la lingua: non poteva dirglielo, non poteva dirgli che era incinta. Una piccola parte di lei avrebbe voluto farlo: era certo che Liam non l’avrebbe mai lasciata sola. Ma la sua parte più razionale le diceva di aspettare, di aspettare e di fare quel dannato test di paternità per levarsi ogni dubbio.
-No... niente. Ci vediamo-.

 

Ehilà! Finalmente sono finite due settimane nelle quali sono stata chiusa in casa a studiare. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo sabato prossimo per il numero 9, quindi il 28 aprile.
Peace, love & Jonas.
 - Fran

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Capitolo 9
*** Scars ***


“If I could, have just one night, to be with you, and make it right,
To what we were, and what we are,
It's hidden in the scars”
- “Scars” Miley Cyrus
 

Nicholas era rimasto sorpreso quando Miley l’aveva chiamato chiedendogli se poteva vederlo.
Era forse una tregua reale quella fra loro? Di tregue ce ne erano state molte in quegli anni, ma nessuna di esse si era mai concretizzata del tutto.
Che cosa diavolo gli prendeva questa volta? Avrebbe dovuto essere contento. Avrebbe dovuto ringraziare il Cielo del fatto che Miley, finalmente, si stava comportando da persona matura.
Eppure era inquieto. Cosa diavolo voleva da lui? Nick era convinto che Miley si divertisse a dimostrarsi così serena e disponibile nel passare del tempo con lui come amici.
Già, come amici.
Era o non era stato lui d'altronde a dare inizio a quel subdolo gioco? Cavoli Nick stesso si era firmato come “il tuo amico Nicky” sul bigliettino che aveva lasciato a Miley settimane fa in quella maledetta stanza!
Lo stava facendo uscire di testa, ecco cosa stava facendo. Ed il ragazzo era pienamente convinto che lei era consapevole di questo: si divertiva a fargli venire voglia di saltarle addosso? Si divertiva nel vedere il modo in cui lui si comportava quando vedeva Liam che la baciava?
Nicholas stava seriamente rimpiangendo i consigli di suo fratello Joseph: i vecchi ricordi e i film mentali in quel periodo lo aiutavano di certo, ma non l’avrebbe mai e poi mai detto a suo fratello. Non voleva dargli quella soddisfazione. E nemmeno a Demi. Perché il ragazzo sapeva che non avrebbe retto nel vedere la faccia di trionfo dell’amica: Demi c’era quando aveva incontrato Miley a quella stupida festa, Demi sapeva cosa aveva provato mentre faceva l’amore con la sua ex, Demi sapeva che il pranzo con Miley e Liam era stato un disastro emotivo.
Nick aveva il cuore pesante ed inquieto quando sfornò i waffles. Non sapeva il perché li avesse fatti, ma Joe gli aveva consigliato di cucinare qualcosa ed i waffles erano una delle poche cose che Nicholas cucinava decentemente.
Era nervoso del fatto che Miley avrebbe visto la sua casa: era il suo santuario, il suo rifugio e ben poche donne l’avevano vista. Aveva appena posato il succo d’arancia vicino ai waffles quando sentì Elvis abbaiare contro la porta.
Nick lo spinse via e aprì la porta.
Miley era lì, davanti a lui: Dio era così bella. Nick l’aveva vista solamente un paio di settimane prima, ma ogni volta le sembrava sempre più bella.
E la cosa non lo aiutava di certo.
-Ehi Smile –la salutò, cercando di mostrarsi tranquillo.
Lei lo baciò sulla guancia e lui sorrise di rimando.
-Dove è Liam?-.
Era sorpreso: si aspettava di trovarlo lì, accanto alla sua ormai quasi moglie.
-Aveva da fare- Miley finse non curanza.
Si sentiva uno schifo: il possibile padre di suo figlio era lì, davanti a lei e lei si stava comportando come se non fosse successo niente. Come se quella fosse un semplice incontro fra amici.
-E’ successo qualcosa?-
-No. Volevo… volevo solo parlarti. Sai a New York non ho molti amici e Liam torna domani dal suo viaggio promozionale quindi avevo solo voglia di vederti ecco. Tutto qui Nicky-.
Il cuore del ragazzo perdeva sempre un colpo quando sentiva Miley chiamarlo in quel modo.
-Beh allora non mi fai entrare?-.
Nick si scostò e sorrise alla vista di Miley che si chinava per baciare Elvis.
Avrebbe voluto essere al posto del suo cane.
-Quanti cani avete?-
Nick non pronunciò il nome di Liam di proposito: lo detestava non solo perché era il fidanzato di Miley, ma anche perché sapeva quanto lei aveva sofferto per il suo tradimento.
-Quattro in casa, ma con quelli dei miei genitori nove-
-Nove?- il ragazzo sorrise: era una cosa da pazzi, ma amava Miley anche per questo. Come lei anche lui adorava i cani. Prima che potesse pensare a qualcosa intelligente da domandarle, Miley lo precedette.
-Me la immaginavo proprio così sai- disse, guardandosi intorno.
-Cosa?-
-La tua casa Nicky-.
Per qualche dannato motivo le veniva sempre da chiamarlo così: ci era affezionata a quel soprannome così speciale. Sapeva che era stata l’unica donna della sua vita a poterlo chiamare così. E poi voleva che anche lui si sentisse a suo agio.
-Oh-.
Beh almeno poteva spendere dieci minuti nel mostrale la sua dimora: Nicholas era sollevato.
-Sei molto ordinato. Lo sei sempre stato-.
Lo sguardo di Miley si soffermò su un cappotto da donna che giaceva ancora appeso sull’appendiabiti, come se fosse in attesa del proprietario.
-E’ di Olivia- la precedette Nick.
Miley non aveva intenzione di chiedergli nulla, ma Nick continuò a spiegarle.
-Si… insomma… ecco l’ha lasciato qui. Per me l’ha fatto di proposito solo per irritarmi, ma io non ho alcuna intenzione di riportarglielo-.
-Nick è tutto ok- Miley gli sorrise, rassicurante –io quando avevo scoperto che Liam andava con quella troia ho rovesciato tutti i suoi vestiti in piscina-.
Risero. Era bello stare lì con lei, pensò Nick. Era bello sentirsi ascoltati.  
-Hai fatto i waffles!- lo sguardo Miley si soffermò sul tavolo della cucina.
Nicholas si ritrovò a fissarla come un idiota: sembrava una bambina, gli ricordava Alena per certi versi. Miley mangiava i waffles come sua nipote di due anni e mezzo.  La ragazza si sporcò tutta e poi si leccò per bene le labbra.
Nick adorava stare a guardarla. Adorava potere di nuovo stare con lei serenamente e guardarla negli occhi.
Quegli occhi.
-Posso usare il bagno?-.
La voce della ragazza riportò Nick sul pianeta terra.
-Certo-.
 
Posso usare il bagno?
Ma come cazzo le era venuta in mente di fare una cosa del genere?
Voleva solo scappare da quella casa e così si era rifugiata in bagno ed aveva avuto un’illuminazione: rubare i capelli di Nicholas dalla spazzola e usarli per fare il test di paternità. Era un’idea così stupida e subdola che poteva anche funzionare.
Miley non avrebbe resistito un secondo più. Nick era cambiato ed era diventato gentile. Era maturato ed era diventato ancora più figo. Era educato, gentile e non aveva il benchè minimo rancore nei sui confronti. Miley questa l’aveva capito dal modo in cui le parlava: i suoi occhi brillavano, ma non le aveva lanciato nessuna frecciatina e non aveva citato nessuna delle sue canzoni. Diavolo le aveva anche preparato i waffles più buoni del mondo!
Era come se stesse parlando amichevolmente con la sua prima cotta. Cosa che effettivamente stava facendo, ma Miley non poteva permettersi questo. Non poteva permettere a Nicholas Jerry Jonas di entrarle nuovamente nel cuore e nell’anima; e di rompere il primo e scombussolare la seconda.
Il bagno di Nick era straordinariamente ordinato per essere quello di un uomo: era pulito e lucido come uno specchio e ogni cosa era perfettamente impilata al suo posto. Appeso dietro la porta c’era il suo accappatoio.
Miley lo sfiorò con le mani e si avvicinò, prese una manica e inspirò il profumo di Nick: colonia e deodorante al pino. Era straordinario e la mente di Miley viaggio indietro nel tempo. Come era arrivata a quel punto? A doversi nascondere nel bagno di uno dei suoi ex per cercare qualche capello?
Per fortuna che i capelli di Nick avevano iniziato a ricrescere, Miley non avrebbe sopportato la vista della testa pelata del suo ex.
Prese la spazzola dalla mensola dello specchio e prese qualche capello.
Operazione compiuta.
 
Los Angeles. Aprile 2009.
-Miley… Miley…-.
La voce di sua madre le giunse come un eco lontano. 
Miley era impegnata a truccarsi davanti allo specchio del bagno. Stava già lì da un quarto d’ora, ma voleva essere bellissima.
Tutto doveva essere perfetto per quel giorno.
-Ehi, ma non si risponde?- Tish si appoggiò allo stipite della porta e lanciò un’occhiata severa alla figlia.
-Scusa mami- Miley finì di sistemarsi l’eye – liner e si specchiò: era soddisfatta. Indossava un paio di jeans ed una camicetta blu con un paio di stivali di pelle ed aveva un trucco leggero.
- Cosa farete tu e Nicholas allora?-
-Credo che andremo a pranzo fuori. Sai ha appena comparato una Munstang-
La ragazza cercava di contenere la sua eccitazione, ma si vedeva lontano un miglio che non stava più nella pelle.
Le e Nick si era casualmente riconnessi all’inizio di quell’anno e le cose andavano alla grande. Nel momento stesso in cui si erano detti di riprovarci avevano gettato ogni sorta di dolore e offesa nel dimenticatoio ed avevano ripreso a essere assieme ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette.
Tish guardò la figlia con apprensione: avrebbe voluto proteggerla in eterno. Miley aveva solo diciassette anni ed era così fragile. Tish non si fidava ancora totalmente di quel ragazzo perchè aveva fatto soffrire troppo la sua bambina e, a volte, desiderava ardentemente che Miley lo lasciasse perdere.  Ma sapeva che era impossibile perché quei due, come la stampa sottolineava insistentemente, erano inseparabili. 
Miley scese le scale di corsa, ma all’ultimo gradino si fermò.
-Papà? Nicky?-.
Suo padre e Nicholas erano seduti al bancone della cucina e discutevano come se fossero stati due vecchi amici, anche se dalla faccia del ragazzo sembrava che Billy Ray gli stesse elencando tutti i “101 motivi per non uscire con Miley Cyrus.”
-Eih! Stavo solo dando qualche consiglio di guida al ragazzo. Ho visto l’auto, gran bella macchina-
Billy Ray diede una pacca a Nick che nascose una smorfia di dolore.
-Ok, perfetto. Ciao Nicky- Miley lo baciò teneramente su una guancia.
- Divertiti bocciolo- Billy Ray la strinse per un attimo a se’, prima di lascarla andare.
Nick strinse la mano di Miley e sorrise. Era piccola e calda. L’amava. Lei lo guardava con quegli enormi occhi azzurri pieni di fiducia e lui, accanto a lei, sentiva di potere fare qualsiasi cosa.
- Arrivederci signori Cyrus- disse educatamente per poi voltarsi verso Miley –viene, oggi ti porto a pranzo fuori-.
 
Miley scacciò via dalla mente quel ricordo.
Non doveva perdersi in fantasticherie. Doveva attenersi al suo piano, ma i ricordi erano pezzi di vita indelebile dentro di lei.
Era dura a dimenticare. Ed era dura perdonare.
A volte, di notte sotto le coperte, la sua mente vagava indietro nel tempo. A volte si chiedeva ancora se aveva fatto bene a perdonare Liam, se non avesse chiesto troppo al suo cuore e a se stessa.
Se e lei Nick non avessero rotto quel giorno d’estate in Georgia dove sarebbe lei ora? Sarebbe sposata con lui? Quella casa sarebbe già stata piena di figli? O avrebbero rotto? O lei l’avrebbe dimenticato? Liam sarebbe diventato il suo ragazzo?
Miley sbuffò e mise delicatamente e con estrema attenzione i capelli raccolti dentro una bustina. Se la mise in tasca. Fece tre grossi respiri profondi e provò a godersi il resto della conversazione con un vecchio amico.
Quando tornò Nick aveva già messo i piatti sporchi nella lavastoviglie.
E’ diventato anche servizievole. 
Il ragazzo sembrò intuire i suoi pensieri.
-Che ti credevi? Mamma ci ha addestrati per bene. Diceva sempre che voleva che fossimo educati, che fossimo rispettosi. Lei e papà hanno sempre detto che stavano crescendo degli uomini, dei padri e dei mariti; quindi beh… con cinque uomini in casa mamma ci ha insegnato tutto ecco-
-Lo so Nicky. Mi ricordo sai? E comunque anche Liam lo fa. Se non lo facesse gli darei una buona ragione per farlo- .
Nick non nascose un sorriso: poteva immaginare benissimo le tecniche persuasive di Miley.
-Non so come ringraziarti Nicky, davvero- Miley gli appoggiò una mano sul petto, ma la ritrasse subito dopo, pentendosene quasi.
-Ringraziarmi? Per cosa?-
Era lei, per Nick, che gli stava facendo un favore: se non la vedeva sentiva di potere impazzire.
-Sai io odio New York. Insomma sono qui solo per Liam ma mi sento davvero sola a volte-.
Miley non sapeva perché gli stava dicendo quelle cose. Erano intime, private, quasi segrete. A Liam non l’aveva mai detto, non gli aveva mai rivelato quanta tristezza le trasmettesse la Grande Mela. Ma a Nicholas le stava dicendo e si sentiva malissimo nel farlo. Sentiva lo stomaco contorcersi. Come se stesse tradendo nuovamente Liam.
Ma lei non stava tradendo Liam, stava solo chiacchierando con un suo ex.
-Beh è un piacere. Io invece amo questa città. Credo di amare persino l’aria inquinata. Se vuoi uno di questi giorni ti faccio fare un giretto turistico-
-Mi piacerebbe Nicky-.
La bionda sorrise. Ed era un sorriso sincero: c’erano così tante cose sul suo primo ragazzo che aveva dimenticato e che aveva amato. Perché allora non sapeva cosa dire quando era con lui? Perché non riusciva ad andare oltre ad una semplice conversazione di cortesia? Avrebbe voluto dirgli troppe cose. Non si erano visti da troppo tempo e avevano decisamente troppi discorsi lasciati in sospeso, ma Miley non sapeva davvero da che parte iniziare.
-Smile?-
Nick le lanciò uno sguardo carico di pensieri.
-Mi sei mancata sai in questi anni- il riccio dondolò pigramente, come per pensare a cosa aggiungere, e tossì nervosamente –si…insomma… mi è mancato parlare con te. Lo so che è da pazzi perché non ci siamo visti per anni, ma eravamo amici- .
Miley gli sorrise rassicurante.
-Lo siamo ancora Nicholas. E anche a me sono mancate le nostre chiacchierate-.
Nick le sorrise di rimando e Miley sentì il suo cuore accelerare. Quelle dannate fossette.
-Sicura di stare bene Miley? Hai l’aria malinconica-.
Cazzo! Perché diavolo Nick era diventato così straordinariamente dolce nei suoi confronti?
-Sto bene- mentì cercando di fare una faccia spavalda –stai tranquillo Nicky, davvero. Volevo solo fare due chiacchiere-.
Nick la squadrò poco convinto, poi sospirò pesantemente.
-Ti va di restare a cena?-.
Miley lo fissò allibita. Era bastato un pomeriggio assieme per spingerlo a provarci con lei?
-Non cucinerò io- si affrettò a ribadire il riccio –Joe è qui-.
-Joe? Perché è qui scusa?-
-Oh- Nick abbassò lo sguardo imbarazzato, ma fu rapido nel darsi nuovamente un contegno – è venuto solo per passare con me un paio di giorni qui a NY-.
Miley sospirò e si morse le labbra: le costava un sacco dovere pronunciare quelle parole, ma per il bene di se stessa, del suo matrimonio e della sua vita sentiva di doverlo fare.
-No grazie Nick, davvero. Liam mi aspetta a casa per cena-.
Poi lo fissò con apprensione. Le dispiaceva dargli quella delusione perché, fino ad allora, lui con lei era stato un vero gentiluomo. E non voleva correre il rischio di dirgli del bambino quando lei stessa non sapeva ancora la verità.
-Tu stai bene?-
Era da almeno tre anni che voleva fargli quella domanda, fin dal loro ultimo incontro ai Teen Choice Awards 2013. E, finalmente, c’era riuscita. Dopo che non si erano più visti Miley era stata depressa. Anche se c’era Liam, ed era allora che le erano venuti dei dubbi sul prolungamento della relazione,  non osava immaginare quanto Nicholas avesse sofferto. Lo vedeva tutte le volte sul palco che piangeva mentre intonava “Stay”.
Nick tirò un forte sospiro e la guardò negli occhi, penetrandola con lo sguardo. Sembrava che riuscisse a leggerle l’anima.
-Si sto bene. Non ti preoccupare. Lo sai, non devi credere a tutto quello che scrivono i giornalisti. Sono imbronciato per natura-
-Non quando stavi con me- la frase le era uscita spontanea, ma Miley non si pentì di averla detta. Anzi vide con piacere il viso di Nicholas illuminarsi in un sorriso bellissimo.
-Neanche tu eri così musona allora… Liam però ti fa stare bene- la voce del ragazzo tremò troppo.
Seguì un minuto di silenzio.
-Si-
-Lui…- Nick si sforzò di trovare le parole giuste –non ha niente in contrario se… se noi due ci frequentiamo?-
-Come amici?-
-Si-
-No di certo-
 “E’ solo stata una relazione adolescenziale. Eravamo piccoli. Era un normale tira e molla”.La ragazza aveva usato la stessa definizione che Nick aveva dato ad un tabloid mesi prima, per giustificarsi con Liam, che continuava a non vedere di buon occhio il Jonas.
-Bene- Nick fece un mezzo sorriso che assomigliava ad una smorfia mentre l’accompagnava alla porta.
-Allora a presto Mils-
-Ciao Nicky. Ci vediamo-.
Grosse lacrime rigavano il volto della ragazza mentre si dirigeva verso la fermata di un taxi.
Era una codarda a comportarsi in quel modo con Liam e Nick, ma era letteralmente paralizzata dalla paura.
Dalla paura di sapere.
Miley entrò nel taxi e si asciugò le lacrime con la manica della felpa.
Doveva levarsi ogni dubbio.

 

Ciao bella gente! Qui siamo sempre nello studio matto e disperato... e matta e disperata sta diventando anche Miley con tutti quei dubbi. Spero che la ff continui a piacervi! Pubblicizzatela se vi va. Ci vediamo sabato prossimo, 5 maggio con il capitolo numero 10!
- Fran

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Capitolo 10
*** Rose Garden ***


“Brought into this world
Out of a beautiful mistake
When  mom was just a girl
And  daddy didn't stay”
-“ Rose Garden” Nick Jonas & the Administration
 

Miley era profondamente innamorata.
E questa volta per davvero.
Si era innamorata nel istante esatto in cui il dottor Sherman le aveva mostrato suo figlio: era un piccolo puntino grosso appena come un dado, ma lo amava già con tutta se stessa. E quando aveva sentito il suo cuoricino battere aveva pensato di potere urlare della felicità. Quel suono delicato di un tamburo leggero era meglio di qualsiasi assolo.
Lo amava da impazzire e l’aveva visto solo per circa cinque minuti.
Come era possibile? Come aveva anche potuto pensare di potere rinunciare a quella vita?
La mattina dopo la sua conversazione con Nick la ragazza aveva deciso di andare finalmente da un ginecologo per levarsi ogni dubbio.
Doveva assolutamente scoprire chi era il padre e voleva farlo nella maniera più veloce possibile.
-Sembra andare tutto bene- il dottor Sherman, un uomo nero sulla quarantina con capelli grigi, una barbetta brizzolata ed occhiali rayban al naso, le sorrise rassicurante mentre spostava il sensore intra vaginale.
-Sei di sei settimane e tre giorni e questo piccoletto qua, se ti interessa saperlo, ha già la testa, le braccia, le gambe e persino i piedi. Oh e la coda-
-La cosa?- Miley lo guardò inorridita. Suo figlio era già perfetto, altro che coda!
-La coda, la coda. E’ solo una piccola protuberanza che hanno i feti. Non ti preoccupare, cadrà prima del parto te lo garantisco- il medico  le rivolse un sorrisetto e fece cenno a Miley di vestirsi.
-Ci vediamo fra un mese se non ci sono problemi. La prima gravidanza spesso è la più complicata, ma tu sei giovane e i rischi sono minimi. Nemmeno la tua ipoglicemia è un problema così grave, darà giusto qualche fastidio in più-.
Miley si stava guardando le scarpe. Si sentiva a disagio. Doveva chiedere al medico del test di paternità, sapeva che doveva farlo ma si vergognava. Si vergognava del suo giudizio. Di solito le brave ragazze non rimangono incinta senza sapere chi è il padre.
Ma lei non lo era. Lei per i media era una che dava il cattivo esempio a milioni di ragazzine.   
-Ecco… mi stavo chiedendo… devo fare un test di paternità. E ho letto che si può fare anche prima che nasca il bambino perché… cavoli.. vorrei saperlo il prima possibile ecco-.
Miley era sicura di avere letto sul volto del dottor Sherman una lieve punta di sorpresa mista a superiorità, ma solo per un momento. Perché l’uomo si tirò su gli occhiali sul naso e le sorrise affabile. Probabilmente, lavorando con i vari artisti e attori di Hollywood, era abituato a richieste di quel genere.  
-Sono delle semplici analisi del sangue Miley. Possiamo farle anche subito se vuoi. Una volta analizzato estrarremo dal tuo sangue dei frammenti del tuo DNA e li confronteremo con quelli dei possibili padri. Anche se io consiglierei di farlo dopo la nascita. E’ sempre un esame abbastanza invasivo per il piccolo e per te-
La ragazza scosse la testa con forza.
-Non posso aspettare così tanto-.
-Allora mi serviranno anche dei capelli o dei peli, un frammento di pelle dei possibili padri…-
Miley non lo fece nemmeno finire e depositò con foga le due buste con i capelli: quello di Nick sottratto dal suo bagno e quello di Liam che gli aveva preso quella stessa mattina, quando lui era ancora addormentato.
Il dottor Sherman pareva sorpreso dalla celerità della ragazza, ma cercò di darsi un contegno.
-Ok- disse prendendo in mano le buste –puoi sederti di nuovo là e procediamo con il prelievo-.
 
Miley uscì dallo studio medico dieci minuti dopo, con al braccio il cerotto per dell’analisi del sangue e un intontimento generale. Ed era certa che tutta la sua confusione mentale non dipendeva dal fatto che aveva sempre odiato gli aghi e i prelievi.
Si chiuse in auto e tirò fuori dalla borsa le foto dell’ecografia che il dottor Sherman le aveva appena stampato, e che lei si era premurata di mettere, con estrema cura, in una cartellina trasparente.
La prima foto di suo figlio. O di sua figlia.
Sua madre le aveva sempre detto che, dal momento in cui aveva scoperto di aspettare lei, aveva sempre sostenuto che sarebbe stata una bambina. E Tish aveva avuto ragione. Ma Miley non possedeva proprio quella capacità di pre veggenza materna. Perciò si limitò a fissare ossessivamente le foto della sua prima ecografia.
Esisteva qualcosa di più perfetto di quel piccolo essere umano?
No di certo.
Sentiva già di doverlo proteggere con tutta se stessa e questo voleva dire assicurarsi che conoscesse il suo vero padre. Quel pensiero stava diventando la sua ossessione continua e si insinuava sempre nelle pieghe della sua mente. Si portò una mano sul ventre e lo accarezzò dolcemente.
- Senti piccoletto sono la mamma. Non so bene come chiamarti ok? In teoria sei tu che dovresti farmi capire se sei Baby H. o Baby J. ?-
Lo avrebbe chiamato così, usando tutti e due i nomi finchè non avesse scoperto la verità? Certo era una decisione strana, ma necessaria in quella situazione.
Cercò di scrutare meglio la foto. Niente. Era decisamente impossibile trovare qualche indizio che potesse anche solo suggerirle un’idea su chi fosse realmente il padre: si vedeva solamente il sacco amniotico e un piccolo puntino che assomigliava tremendamente ad un anacardo.
La ragazza sospirò e mise in moro l’auto. Sarebbe stato un lungo viaggio quella gravidanza.
 
-Allora io ho detto a Jen che se lei è libera può benissimo venire da noi… tipo la settimana prossima. Oppure tu volevi andare ai tuoi? Perché sai che sia lei sia Josh vivono ad LA e siccome è molto tempo che non facciamo un’uscita assieme come un trio beh ecco... avevo pensato che…-
Liam si bloccò.
Miley aveva in mano il coltello da cucina e avrebbe dovuto tagliare le verdure per la cena, ma aveva lo sguardo perso verso la finestra e, ovviamente, non aveva ascoltato minimamente una parola di quello che lui aveva appena detto.
-Tesoro?- le si avvicinò da dietro e le cinse i fianchi depositandole un lieve bacio sul collo –tutto ok? Sei silenziosa. Mi stavi ascoltando?-.
-Cosa?- Miley uscì dal suo stato di trance. La sua mente aveva ancora impressa l’immagine  dell’ecografia. Si voltò verso il suo futuro marito e gli rivolse un sorriso forzato. Scrollò le spalle.
-Scusami amore. No, non ti stavo ascoltando. Ultimamente ho un po’ di pensieri in testa. Che dicevi?-.
-Mils sicura di stare bene? Sei un po’ pallida. Hai controllato la glicemia?-
Liam le prese le mani e iniziò a tagliare le verdure al posto suo. Il tac… tac metallico del coltello sull’asse di legno non faceva altro che amplificare i pensieri della ragazza.
Basta doveva dirglielo. Doveva dirglielo perché Liam si meritava di sapere della gravidanza. Nell’ultimo anno si era così dannatamente impegnato per riconquistarla e lei non voleva tradire tutta la fiducia che lui le aveva donato.
Bloccò la mano di Liam e si girò, in modo da poterlo vedere negli occhi.
-Ti devo dire una cosa in effetti- la sua voce tremò. Miley deglutì mentre la bocca le diventava incredibilmente secca. Era abbastanza forte per non piangere, ma dentro di se era tutta un tremito.
-Cosa?- Liam la incoraggiò con lo sguardo, ma Miley era certa di avere visto una rapida ombra di sospetto negli occhi dell’australiano: era geloso ed era anche sospettoso. Probabilmente si aspettava che lei lo scaricasse nuovamente e che gli confessasse di averlo tradito. Miley chiuse gli occhi per una manciata di secondi raccogliendosi: doveva trovare la forza di farlo.
-Oggi sono stata dal medico- disse e Liam la squadrò preoccupato.
-Dal medico?-
-Si dal medico. Era da un paio di giorni che mi sentivo strana-
-Strana? Strana come? E perché non mi hai detto nulla scusa?- Liam le sfiorò delicatamente una guancia e la costrinse a guardarlo negli occhi.
-Non volevo farti preoccupare- ammise lei.
Ed era vero.
-Quindi?- la incalzò lui.
-Quindi… tieni-
Miley sospirò e gli porse la foto dell’ecografia.
Liam la scrutò per un secondo, confuso, poi il suo volto si illuminò.
-Stai scherzando?-
-No- Miley sorrise e si intromise fra le sue braccia, affondando la testa nel petto del ragazzo.
-Oh mio Dio! Aspetti un bambino! Aspettiamo un bambino!-
Liam la strinse così forte quasi da soffocarla e la baciò molte volte, dappertutto, prima di mettersi a piangere dalla commozione.
Miley stessa si ritrovò a piangere. Non si aspettava una reazione del genere. Liam l’aveva felicemente sorpresa. Si sentì più vicina a lui; molto di più di quanto non lo fosse stata nell’ultimo mese della loro relazione.
-Avevo paura di dirtelo- le sussurrò lei e Liam la strinse ancora di più, sollevandola e facendola ridere.
-Perché?-
-Perché non era panificato. Sicuro che non sei arrabbiato?-
-Come potrei arrabbiarmi?-
Per esempio sapendo che forse tu non sei il padre.
-Beh ero spaventata a morte all’idea di dirtelo…-
L’australiano non la fece nemmeno finire. La zittì con un bacio e attaccò  la foto dell’ecografia sul frigo con un sorriso enorme in volto.
-Stasera dobbiamo festeggiare! Cucino io non ti preoccupare amore! Voi andate a riposarvi!-.
 
Miley si svegliò sul petto di Liam.
Era mattina presto e la casa era ancora avvolta nel silenzio più totale. Liam era stato eccitato tutta la sera: dal momento esatto in cui Miley gli aveva fatto vedere la foto dell’ecografia un sorriso enorme si era dipinto sul volto dell’australiano. Le aveva preparato la sua cena preferita e non aveva smesso di dirle quanto era bella e quanto la amasse. Poi erano andati a letto presto ed avevano fatto sesso.
Sesso non amore.
Perché Miley era talmente confusa che non sapeva cosa provava.
Né per Liam né per Nick.
E la cosa le faceva tremendamente male. Come poteva provare così tanto amore per suo figlio e, contemporaneamente, così tanto odio per se stessa?
Sapeva solo che non voleva fare soffrire nessuno. Adesso però era lei quella che stava morendo dentro.
-Vorrei dirlo ai miei-.
La voce di Liam era appena un sussurro, ma Miley si voltò verso di lui. La testa ancora appoggiata al suo petto.
Il ragazzo le sfiorò delicatamente il volto e la baciò teneramente. Era quasi commosso: aveva le lacrime agli occhi dalla gioia e Miley provò una sincera noto d’affetto per lui. Si stava sforzando molto per fare funzionare le cose tra di loro e lei lo stava ingannando.
Chiuse gli occhi per un secondo e pregò che il bambino fosse di Liam e non di Nick.
Le cose andranno a posto, si disse, il bambino sarà di Liam e lui ci amerà. Saremo una famiglia perfetta. Una famiglia da copertina. 
La logica era dalla sua parte: aveva fatto sesso centinaia di volte con Liam e solo una volta con Nicholas. La pillola, è vero, se la era dimenticata solo una volta ma poteva anche avere concepito il bambino qualche giorno prima o qualche giorno dopo.
-Sarai una mamma bravissima lo sai questo vero?-.
Dannazione. Quando l’avrebbero finita Liam e Nick di essere così dolci e comprensivi nei suoi confronti? Perché non potevano tornare gli stronzi enormi che erano stati?
-Sicuro? Non vuoi aspettare? Io preferirei aspettare un po’- Miley si scostò i capelli dal viso e si mise seduta: le gambe contro il petto. Si sentiva malissimo. Pregava solo che i risultati del test arrivassero presto.
-Perché? I miei usciranno di testa dalla gioia. Mamma me lo chiedeva da un po’ sai?-
-Veramente?- Miley era sorpresa: Liam non le aveva mai messo nessun tipo di pressione sull’avere un figlio e di questo, lei, glie ne sarebbe sempre stata grata. Odiava quando le persone le dicevano quando e in che tempi fare una determinata cosa.
-Beh suppongo che allora dovrò dirlo anche io a miei- la ragazza si morse il labbro inferiore. Era insicura.
-Amore che hai?- Liam si appoggiò su un gomito e le sorrise –saranno felici vedrai. Andrà tutto bene-.
 
Miley fissava il telefono da ore. Era infagottata in una vecchia felpa di Liam e si stava nervosamente mangiando le unghie: aspettava di avere abbastanza coraggio per dare la notizia ai suoi genitori.
Quella stessa mattina Liam aveva chiamato tutta la sua famiglia e Miley aveva passato ore a rispondere alle domande più variegate e a ricevere complimenti e raccomandazioni: Leonie e Craig erano stati entusiasti e Elsa e Samantha le avevano assicurato che poteva chiamarle per chiderli qualunque consiglio e anche per avere i vestititi usati dei loro figli.
E lei, a pomeriggio inoltrato, non aveva ancora avuto il coraggio di telefonare ai suoi genitori. In cuor suo sapeva che sarebbero stati felici parchè l’avevano sempre amata e supportata in tutto… ma poi? Ma poi cosa sarebbe successo se tutta la questione del test di paternità sarebbe venuta a galla? Miley non gli avrebbe di certo biasimati se non le avessero rivolto la parola per giorni.
Sei una stupida a farti mille paranoie.
Prese il telefono in mano e digitò il numero dei suoi genitori. Le sue mani tremavano.
-Ehi tesoro-
-Ehi mamma- la sua voce tremò. Inspirò profondamente per calmarsi,
-Mils che c’è?-.
-Cosa?-.
Miley si diede mentalmente della cretina: era così ovvio che c’era qualcosa che non andava e sua madre non avrebbe impiegato troppo tempo per scoprirlo.  
-Ho chiesto cosa c’è. Sembra che stai per scoppiare a piangere-.
Miley ingoiò un groppo di saliva e respirò a fondo.
-Stai per diventare nonna- disse tutto d’un fiato.
Seguì un minuto di silenzio.
-Mi prendi in giro?-.
La voce di Tish era tre volte più alta del normale, ma non c’era una traccia di ansia e preoccupazione in essa. Era gioiosa.
-Si. Insomma sono stata oggi dal medico. Ero da un po’ di tempo che pensavo di esserlo e oggi io e Liam…-
-Oh amore ma è meraviglioso!- ora Tish stava praticamente urlando dalla felicità –ne sei certa? Perché non mi hai detto niente?-
-Si. Certissima. Ti mando le foto via mail se vuoi. Tu e papà state per diventare nonni!-
-Aspetta ho messo il vivavoce così ci può sentire anche papà-.
-Ehi bocciolo-.
Miley sorrise.
L’entusiasmo di sua madre le aveva restituito il buon umore. Per un momento tutto le sembrò perfetto. Padre o no, suo figlio avrebbe di sicuro avuto una famiglia meravigliosa sul quale contare.
-Stai per diventare nonno-
Miley poteva chiaramente sentire suo padre borbottare qualcosa a sua madre: evidentemente stava chiedendo conferma.
-Mils! Perché non ci hai detto niente? Tu ne sapevi qualcosa Tish?-
-Papà! Sono stata solo oggi dal medico…-.
Suo padre non la lasciò nemmeno finire.
-Cosa aspetti ad inviarmi le foto del mio nipotino? Voglio vederlo-
-Tutti vogliamo vederlo!- aggiunse Tish.
Miley rise di cuore. Li amava immensamente.
-Ve le invierò subito, promesso-.
-Liam cosa dice bocciolo?-
-Liam è felice mamma-
-E tu amore? Non sapevo che ci stavate provando-
-Beh- improvvisamente i battiti del cuore della ragazza aumentarono -diciamo che non era nei nostri piani per l’immediato futuro, ma avevamo iniziato a parlarne. Però sono felice si. Tanto-.
 

 

Allora vi garba il capitolo? Vi sareste aspettati una reazione del genere da Liam? (Nonostante tutto io credo che sia lui sia Mils sarebbero degli ottimi genitori, davvero) In ogni caso non perdetevi il seguito... il capitolo numero 11 che pubblicherò sabato prossimo (12 maggio).
- Fran 

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Capitolo 11
*** 7 Things ***


“The seven things I like about you
Your hair, your eyes, your old Levi's
When we kiss, I'm hypnotized”
- “7 Things” Miley Cyrus

 
 “DNA Test compatibilità del 98% con il campione prelevato dal soggetto 2, corrispondente al nome di Nicholas J. Jonas”
 
Miley lesse e rilesse il reperto medico più volte e, dopo ogni lettura, sentiva il suo corpo e la sua anima  farsi più leggeri.
Il padre era Nick.
Non che la ragazza avesse mai avuto dei dubbi: fin dai primi giorni della gravidanza sapeva che era Nicholas il padre, lo sapeva e basta. Anche se tutte le statistiche erano a suo sfavore.
-Beh mistero risolto Baby J.-
Era la prima volta che lo chiamava per nome e l’effetto le piacque molto.  
-Adesso bisogna solo dire al tuo finto padre che non è veramente tuo padre e al tuo vero padre che ha fatto un figlio senza saperlo. Nulla di più semplice insomma…-.
Miley si specchiò: la pancia, di nove settimane, ora era quasi visibile. Era tonda e morbida e lievemente arrotondata. La ragazza rabbrividì al pensiero di quando la stampa e il mondo intero si sarebbero accorti della gravidanza. Lei e Liam avevano deciso di aspettare a dirlo al mondo, ma di certo era più complicato rivelare al mondo intero che il bimbo non era di Liam ma di un altro uomo…
-Sai Baby J cosa odio di tuo padre?- Miley baciò la pancia prima di buttarsi nuovamente sul letto –che è insicuro e paranoico. Insomma vede un po’ drammi e problemi ovunque… non credo che in questi anni sia cambiato poi così tanto sai?-
7 Things.
L’essere insicuro era una delle cose che aveva sempre odiato di Nicholas.
7 Things That I Like About You.
I suoi capelli.
I suoi occhi.
I suoi vecchi jeans Levi.
Cavoli: Miley avrebbe dato tutto solo per vedere suo figlio con i capelli ricci di Nick.
-Non permetterò mai a nessuno di tagliarti i capelli- disse ad alta voce.
Diavolo stava diventando così disinvolta!
Nel momento esatto in cui aveva letto il nome Jonas sul referto dell’ospedale nella sua mente si era formata l’immagine di un neonato paffuto con un sacco di capelli ricci e scuri e due splendidi occhi azzurri.  Come poteva non esserlo? Era metà lei e metà Nick!
Che diavolo le stava succedendo? Era davvero così sollevata? Liam l’avrebbe di sicuro uccisa. Anzi avrebbe ucciso prima Nick e poi lei. E poi suo padre avrebbe ucciso Liam.
Si sedette sul letto e rilesse ancora una volta i risultati. Quel 98%  non lasciva spazio a nessun dubbio.  E di certo non poteva continuare a mentire ad entrambi e aspettare che il piccolo nascesse con una miriade di ricci scuri.
Ora doveva solo trovare il coraggio di dirlo ai due diretti interessati.
Miley si presentò a casa di Nick infagottata  in una felpa troppo larga e in jeans. Voleva evitare tutti i rumor scandalistici dei paparazzi, quindi per ora, nascondeva ancora la pancia.
Nicholas venne ad aprire, sorridente.
-Ehi Mils- era sorpreso di vederla lì. Non si erano dati un secondo appuntamento e quella era un’imboscata bella e buona, tuttavia Nick era felice di vederla.
-Ciao-
Sembrava parecchio scossa.
-Tutto… tutto bene? Tu e Liam avete litigato?-
Merda! Nick le stava rendendo le cose tremendamente difficili. Perché doveva sempre essere così fottutamente figo e gentile nei suoi confronti?
-Sei da solo? Ti dovrei parlare-.
Nick si voltò verso il corridoio. Non era solo, ma aveva detto a Miley che di lui si poteva fidare. Non voleva deluderla. Non di nuovo. Perciò le rivolse un mezzo sorriso e si scostò per farla entrare.
-Entra-.
Nick la guidò lungo un corridoio grigio fino alla cucina. Elvis trotterellava dietro di loro.
Solo quando giunsero in cucina Miley realizzò che Nick non era solo.
Non era solo.
No.
Seduto al bancone della cucina, intendo a divorare una tazzona di cerali Cheerios, c’era Frankie.
I due guardarono per un secondo prima che Frankie le facesse un gesto con il capo, segno che aveva accettato la sua presenza.
-Frankie puoi dire ciao?- Nick grugnì. Sembrava fosse suo padre.
-Ciao- si limitò a dire Frankie e Miley sorrise sentendo la profondità della voce del sedicenne.  Sapeva che Frankie e Noah erano ancora migliori amici e che si sentivano spesso, ma erano secoli che non lo vedeva di persona ed era incredibilmente cresciuto.
Frankie riprese a digitare messaggini sul suo I-Phone. La musica dei Green Day nelle cuffie era così alta che sia Nick che Miley potevano capire distintamente le parole della canzone. 
-Quindi…che volevi dirmi?- la incalzò Nick.
Miley lanciò un’occhiata a Frankie. Non era sicura che lui stesse sentendo, ma era un argomento troppo delicato.
Nick colse il suo sguardo.
-Frank puoi alzarti per favore? Io e Mils dobbiamo parlare-.
Frankie si alzò sbuffando mentre passava dallo sgabello della cucina al letto della camera degli ospiti.
-Prometto che la prossima volta sarà più loquace. E’ solo una fase credo, ha già sedici anni-.
Miley sorrise: non che Nick a sedici anni fosse così loquace.
-E’ una cosa delicata. Non te l’ho detta prima perche non volevo farti arrabbiare. Non sapevo come dirtela ne da che parte iniziare-.
Miley sospirò pesantemente, mentre Nick si incupiva.
Ora era preoccupato. Miley aveva sempre avuto problemi. Aveva realmente paura che avesse ripreso a stare male.
-E’ successo qualcosa di grave?- chiese.
Miley fissava il pavimento. Si vergognava da morire.
-Sei uno dei primi a saperlo, a parte Liam e i miei genitori- la ragazza prese delicatamente la mano di Nick e la appoggiò sul suo ventre: era solo di nove settimane, ma era già lievemente tondo.
-Diventerò mamma fra sette mesi-.
Nick tolse la mano dalla sua pancia in meno di mezzo secondo, come se Miley gli avesse fatto toccare dei carboni roventi.
La reazione del ragazzo, per quanto istintiva, la ferì.
Nick si sentì svenire. Perché diavolo era venuta a dirle quella cosa? Perché gli dava una notizia del genere? Perché adesso? Era stato uno stupido anche solo a pensare di poterle essere amico. Non avrebbe di certo retto alla vista di Liam e Miley e della loro famiglia perfetta.
-Miley… perché? Perché sei venuta fin qui per dirmi questo? Insomma tu e Liam…-
-Non si tratta di Liam-  tagliò corto lei, porgendogli il risultato del test di paternità.
-Che significa questo?- Nicholas guardò impietrito il referto medico, pallido.
Nei suoi occhi c’era il panico.
-Sono incinta di nove settimane Nick – gli spiegò Miley in tono piatto, calmo: come se lui fosse un bambino piccolo –siamo stati assieme nove settimane fa. Ti ricordi? A quella festa…-.
Ora Nick era scivolato irrimediabilmente nel panico più totale.
-Che.. cosa… - annaspava quasi. Chiudeva e apriva la bocca in cerca di aria, mentre il suo cervello si sforzava di analizzare la situazione. Era tutto troppo assurdo per essere vero.
Miley si stava odiando. Si stava letteralmente odiando. L’unica cosa che voleva fare in quel momento era scavare una buca così profonda da mettere fra lei, Nicholas e Liam una distanza chilometrica. Ingoiò la saliva, mentre la bocca le si impastava sempre di più.
-Non ho preso la pillola. Lo so tu sei stato corretto, me lo hai chiesto ma ti giuro… cazzo Nicholas ti sto giurando che mi sono dimenticata. Non so cosa mi sia preso! La prendo sempre alla stessa ora, ma mi sono dimenticata-.
Nick sentì la bocca della stomaco capovolgersi e il sangue schizzare al cervello.
No. Non era possibile. Era uno scherzo. Un dannato scherzo, un modo subdolo e diabolico per fargli perdere dieci anni di vita.
Cazzo non poteva essere vero!
Si dovette sedere sul divano per non svenire: nella sua mente si stavano formando tutte le immagini di quella notte di passione,  ma il suo cervello sembrava incapace di fargli formulare anche una sola, semplice parola.
Lesse e rilesse più volte il referto. Niente. C’era il suo nome su quel dannato foglio. Ma come diavolo aveva fatto Miley ad avere il suo DNA per il test?
-Cazzo… ma io… ma tu mi hai detto che prendevi la pillola!- ripetè come se quella dimenticanza lo giustificasse.
-Ti ho detto che mi sono dimenticata!-
Ora Miley stava decisamente urlando.
-Che vuol dire che ti sei dimenticata?- sibilò Nick. L’aveva detto con un tono di voce talmente basso che persino Miley faticò a capire le parole. Ma era livido in volto. Miley non l’aveva mai visto così, nemmeno durante uno dei loro più brutti litigi da ragazzini.
-Non ci si dimentica di prendere la pillola! Io te l’avevo detto che avevo i preservativi e tu non mi hai fermato! Cazzo, non puoi essertene dimenticata!-.
Nicholas era furioso. Non voleva di certo essere preso in giro! Aveva i suoi diritti. Non voleva urlare addosso a Miley, non voleva spaventarla, non voleva insultarla; ma era dannatamente furioso. Non sapeva nemmeno da dove era venuta fuori tutta quella rabbia repressa. Si era sforzato di fare l’uomo per una volta e questo era stato il risultato. Si era sforzato di fare funzionare le cose con una donna, di esserle solo amico, e adesso lei lo stava praticamente ricattando?
Sventolò in aria il test di paternità.
-Che cazzo significa?-
-E’ un test Nicholas- Miley era furente. Non era più la dolce Hannah Montana, la ragazzina che aveva fatto innamorare l’America, e complice la gravidanza, era davvero irritabile. In più l’atteggiamento di Nick, seppur comprensibile, la stava mandando al manicomio. Tutto quello che lei voleva era comportasi da persona civile e sedersi per parlare di tutta la faccenda.
-Ormai si può fare in fase uterina- spiegò, cercando di rimanere il più calma possibile, ma dentro era una valanga di emozioni –hanno analizzato il mio sangue, o meglio i frammenti di DNA nel mio sangue-.
La ragazza cercò di ricordarsi le esatte parole del ginecologo: voleva dare a Nick più conferme possibile. Non voleva che si sentisse costretto, incastrato in una situazione più grande di loro.
Anche se lei, in quella situazione, ci era dentro fino al collo.
- E…-
- Ho preso i capelli di Liam. Poi... ti ricordi quando sono stata a casa tua? Ho usato il tuo bagno? Beh ho preso i tuoi capelli dalla tua spazzola. E dato che sei l’unico che vive qui…-
-Dio! Ma io potrei anche denunciarti!- ululò Nick –cazzo… ..io… ne sei certa?-
-I capelli erano i tuoi si o no?-
-Certo che erano i miei! Non è che faccio entrare tutti nel bagno di casa mia!-
-Allora si. Credimi Nick io sono la prima che non vorrebbe che questo bambino sia tuo… ma è così-.
Nick la interruppe bruscamente.
-Ok senti però tu non puoi presentarti a casa mia in questo modo e dirmi queste cazzate. Quindi ti prego… puoi lasciarmi solo?-.
Le sue parole furono peggio di una doccia gelata per Miley.
Voleva stare da solo? E lei? Lei non avrebbe voluto non trovarsi in quella situazione?
-Sei uno stronzo! Dio, non sei cambiato per niente!-
-Io? Sei tu quella che fa cazzate enormi! Senti rifai il test fino ad allora io non ci voglio avere niente a che fare!-.
Nick fu così rapido a guidarla fino alla porta che la ragazza non ebbe neanche la forza e il tempo di protestare.
Ma Miley non se ne andò. Si chiuse in macchina, si toccò la pancia, si rannicchiò su se stessa e pianse.
 

Ciao ragazzi! Capitolo decisivo eh? Sappiamo tutti che Nick è un ragazzo d'oro, ma è anche troppo paranoico quindi per me avrebbe reagito così... cioè da deficente. Ma non preoccupatevi... la ff ha 31 capitoli e tutto può succedere. Io torno tristemente a studiare... ciao... a sabato prossimo (19 maggio).
- Fran

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Capitolo 12
*** One Man Show ***


“I'm a one man show (one man show)
I don't need no one (need no one)
I'll be fine alone (fine alone)”
- “One Man Show” Jonas Brothers
 

Miley aveva mandato a Nick decine e decine di messaggi sia via telefono sia sui social, e aveva provato a chiamarlo almeno tre volte al giorno. Ma non aveva ottenuto nulla e quella situazione la stava facendo ribollire di rabbia. Mentalmente aveva già insultato il ragazzo almeno un milione di volte.  Era passata una settimana da quando era andata a casa di Nicholas e le aveva raccontato tutto e lui l’aveva deliberatamente ignorata.
Aveva ignorato tutte le sue chiamate e tutti i suoi messaggi.
Senti rifai il test. Fino a quel momento io non ci voglio avere niente a che fare.
Le parole di Nick le rimbombavano in testa senza tregua.
Ora si ricordava perché l’aveva lasciato: perché era uno stronzo insensibile, ecco perché. Perché non era così tanto sconvolto quando se la era sbattuta due mesi fa.
Come poteva comportarsi in quel modo? Miley odiava come i media continuavano a dipingere Nick: come un bravo ragazzo: sempre gentile e disposto ad aiutare gli altri, con un fisico perfetto, sempre pronto ad aiutare i bambini malati in ospedale.
Peccato. Nick si premurava tanto dei figli degli altri, ma non gli importava minimamente di suo figlio.
Anzi del suo unico figlio.
-Baby J. mamma risolverà ogni cosa ok? Non ti devi preoccupare-.
Miley sospirò pesantemente mentre si girava e rigirava nel grande letto vuoto. Erano già due giorni che si alzava dal letto solo per andare in bagno e mangiare qualcosa. Sapeva che doveva nutrirsi bene e, se non fosse stato per sua madre e suo padre che si erano trasferiti in pianta stabile a casa sua, non avrebbe mai saputo cosa fare. In quei giorni aveva proprio bisogno di loro, si era riscoperta bambina. E Billy Ray e Tish la aiutavano a riempiere il vuoto della casa deserta. Era tornata a Los Angeles da pochi giorni.
Liam se ne era andato. Aveva preso le sue cose – inclusi quasi tutti i mobili della loro enorme e costosa villa hollywoodiana – ed era uscito dalla sua vita sbattendo la porta con rabbia e urlando come un matto.
Alla fine gli aveva detto tutta la verità sul bambino e farlo, doveva ammetterlo, era stata la cosa più difficile della sua vita. Ma anche la migliore.
 
-Che cazzo significa? Che cazzo significa?- il volto di Liam era rosso di rabbia.
 A Miley pareva di rivivere la scenata che le aveva fatto Nicholas una settimana prima.  Liam le faceva paura però quando si arrabbiava, lo temeva; ma soprattutto temeva l’idea di perderlo per sempre perché per anni era stato il centro del suo mondo.
-Liam  non urlare ti prego…- Miley chiuse gli occhi e desiderò nuovamente di scomparire. Sarebbe stato meglio per tutti e avrebbe fatto meno casini.
-CERTO CHE URLO CAZZO! Mi stai dicendo che non io sono il padre?-
-Beh che altro potevo fare? Volevi vederlo in faccia e scoprire che non era figlio tuo?-
-No cazzo! Ma non… Dio… mio fai schifo! Con chi hai scopato? Con il tuo amichetto Patrick? O con qualche…-
Ora anche Miley era furiosa.
-Io? Io?- la ragazza non voleva rivelargli chi fosse il vero padre - Cazzo e tu cosa facevi un anno fa? Ti scopavi quella! Te le scopavi tutte mentre stavi con me, mentre stavamo organizzando il matrimonio!-.
Liam si zittì, ma solo per mezzo secondo.
-Ho avuto i miei motivi!-
Miley smise di ragionare in quel momento: “ho avuto i miei motivi” suonava tanto male quanto “non voglio averci nulla a che fare”. Ma perché doveva innamorarsi degli uomini più stronzi dell’universo?
-Sei uno stronzo Liam Hemsworth!-
-Io sarei lo stronzo? Non è da stronzi non sapere chi è il padre di tuo figlio?-.
Il tono del ragazzo era così sprezzante che a Miley vennero le lacrime agli occhi. Sapeva che Liam aveva ragione ma lei non meritava di essere tratta in quel modo. Lei non aveva fatto scenate del genere, nemmeno dopo che aveva saputo del tradimento.
La ragazza era così terrorizzata dalla realtà che non sia accorse nemmeno che Liam si era fatto bruscamente strada al piano di sopra, aveva gettato qualche vestito alla rinfusa in una valigia ed era uscito sbattendo la porta.
-E’ finita Cyrus! Salutami tanto il tuo amichetto del cazzo!-.
 
-Io non ci credo ancora. Che grande coglione!- Billy Ray ululò nascondendo un brontolio soffocato mentre preparava una spremuta d’arancia.  Aveva spremuto le arance a mano e le stringeva così forte che il succo aveva bagnato tutto il mobile della cucina.
-Caro, non biasimarti così dai. Ci fidavamo di Liam e ci fidavamo anche di Miley- lo sguardo di Tish si perse nel vuoto per un paio di secondi. Come avevano potuto essere così ingenui? Come avevano potuto essere così ciechi nel non vedere il dolore della figlia?
Non riusciva ancora a capacitarsene, sapeva solo che voleva la felicità della sua bambina. Una felicità che le mancava da anni ormai.  
Nonostante tutto era felice: un bambino era una benedizione, forse avrebbe cambiato Miley in meglio. Forse l’avrebbe salvata, come Miley e tutti gli altri suoi figli avevano salvato lei e Billy Ray anni prima. Tish scosse la testa, facendo fatica a nascondere un lieve sorriso al marito. Quel bambino l’aveva già salvata. L’aveva salvata in ogni modo possibile. E, per quanto ora la situazione sembrava senza via d’uscita, un giorno tutto quel dolore e quella rabbia sarebbero stati un granello di sabbia in confronto all’amore che già Tish provava per suo nipote. Per il suo primo nipote.
-Non stavo parlando di me, ma di Liam. L’ho sempre detto che era un coglione e non si è smentito-
-Billy non possiamo biasimarlo… insomma Mils…-
-Ha combinato un casino  lo so- l’uomo abbassò la voce e lanciò uno sguardo preoccupato al piano di sopra, come se si aspettasse di vedere scendere la figlia –ma è sempre la nostra Mils. E il padre deve prendersi le sue responsabilità. Hai un’idea vaga di chi possa essere?-.
-No. Nessuna. Non credo sia Patrick. Comunque ha promesso di parlarcene appena possibile. Lo sai, ha i suoi tempi per riprendersi …-.
I passi della figlia le fecero interrompere la frase.
Miley aveva ancora indosso il pigiama, ma si era raccolta i capelli in un chignon fatto male. Il suo sguardo era vacuo, ma sorrise lievemente alla vista dei genitori intenti a preparare una ricca colazione. Si sedette a mangiare senza dire una parola: l’omelette era deliziosa.
Aveva appena dato due forchettate alla sua colazione che Billy Ray sbuffò, impaziente.
-Possiamo tornare alla questione principale?-.
Miley lo fissò confusa. In quei giorni le sembrava di vivere in uno stato perenne di trans.  
Tish lanciò al marito un’occhiata torva. Di certo lui non aveva mai avuto molto tatto, soprattutto quando si trattava di parlare dei sentimenti dei figli. Ma lei voleva che Miley si sentisse pienamente ascoltata e supportata da loro. In tutto. Voleva darle un ambiente famigliare sereno per lei e per il piccolo.
-Tuo padre voleva dire tesoro che forse devi finirci di raccontare tutto. Ti vogliamo bene e sai che ti sosterremo sempre…-
-Non voglio mica abortire mamma!-
-Non è questo che intendevo. Insomma sai chi è il padre? Per la sicurezza del piccolo, per il suo futuro, questo è un punto fondamentale-
-Si- Miley abbassò lo sguardo. Tremava dalla paura.
-Si so chi è il padre - ripetè con un filo di voce.
Nella stanza era calato il silenzio più totale, ma entrambi i signori Cyrus faticavano a sentire le parole della figlia.
Tish non ebbe bisogno di sentire altro: le bastò guardare gli occhi della figlia. Perdersi in quell’azzurro chiaro che rivelavano mille segreti custoditi nel profondo per anni. Era tutto così chiaro. Come aveva fatto a non capirlo prima? Le bastava ripercorre gli ultimi mesi della figlia per sentirsi completamente affranta per lei. Sperava con tutto il suo cuore di sbagliarsi.
-Hai capito chi è- Miley lanciò un rapido sguardo alla madre mentre i battiti del suo cuore acceleravano sempre di più. Le mancava il respiro e, automaticamente, una delle sue mani si posizionò sul ventre. Sentiva di dovere proteggere suo figlio dal dramma famigliare imminente.
-Dio, Destiny Hope Cyrus. Pensavo che foste andati oltre dopo tutti questi anni- Tish aveva le lacrime agli occhi –è per questo che lo chiami Baby J. vero? -
-Che? Chi? Cosa ha capito?- Billy Ray imprecò e tossì: pezzetti di uova finirono sul tavolo.
A Miley venne la nausea. Sentiva che stava per vomitare e che poteva esplodere da un momento all’altro. Doveva levarsi il peso di quel segreto. Doveva farlo una volta per tutte.
-E’ Nick papà-
Dio l’aveva detto. L’aveva finalmente detto. Fu come se un macigno enorme si fosse rotto dentro di lei.
Poi suo padre rovinò ogni cosa.
-Nick chi?-
Cazzo avrebbe voluto rompergli il piatto in testa. Li odiava gli uomini. Ma come faceva ad esistere un mondo pieno di uomini in politica? Suo padre non era nemmeno capace di ricordarsi i ragazzi con i quali i era uscita ed erano stati solamente quattro!
-Come Nick chi? Non ti ricordi di Nick Jonas?-
Billy Ray rimase pietrificato.
-Ma non vedi i Jonas da anni! Insomma… da anni…-
La ragazza scosse la testa con forza: stava prendendo tempo per non dovere affrontare quella spaventosa realtà. La sua mente si stava sforzando di formulare una frase di senso compiuto ma non ci riusciva: l’unica cosa alla quale riusciva pensare era Nick. E quando pensava a lui le lacrime avevano il sopravvento.
-Bocciolo scusa… non volevo alzare la voce- Billy Ray sfiorò delicatamente il volto della figlia, raccogliendo una lacrima con un dito. Era così fragile: avrebbe voluto proteggerla con tutto se stesso, avrebbe voluto annientare tutto quel dolore. Avrebbe voluto squartare Nick Jonas pezzo dopo pezzo per avere messo la sua preziosa Miley nei casini un’altra volta. Per averla fatta soffrire.
Tish s alzò e abbracciò la figlia. Non sopportava di vederla in quello stato.
-Mils io e tuo padre vogliamo solo capire cosa è successo – la donna si morse il labbro inferiore.
-L’ho incontrato ad Halloween- Miley reprimette i singhiozzi, ma non riusciva a sostenere lo sguardo dei suoi genitori –l’ho incontrato ad Halloween quando tu mia hai chiamato e mi hai detto di andare a quella stupida festa-.
Non voleva usare un tono accusatorio nei confronti di sua madre, ma lo fece.
Tish indietreggiò, ma non disse nulla.
- E siamo andati a letto. E’ successo una volta cazzo! E il giorno dopo mi sono dimenticata di prendere la pillola-
-Ma cosa vuol dire che siete andati a letto? Non salti addosso al primo che ti capita davanti! E nemmeno Nicholas è il tipo…- sbottò suo padre.
-Eravamo ubriachi. Eravamo ubriachi e lui era così gentile. E io … beh… siamo stati due coglioni va bene?-.
-Certo che lo siete stati- la interruppe sua madre –Dio Destiny. Come hai fatto a dimenticarti la pillola? L’hai detto a Nicholas?-
-Si- Miley alzò finalmente lo sguardo: gli occhi erano pieni di lacrime. – Glie l’ho detto. Gli ho mandato anche decine di messaggi e l’ho chiamato non so quante volte. Si è incazzato. Sono andata da lui con il test di paternità e mi ha praticamente cacciata quella testa di cazzo-
-Che coglione!- ululò Billy Ray, brandendo la forchetta come se fosse stato un fucile carico –che coglione!-.
-Ok- Tish sospirò –quel coglione è sempre il padre di tuo nipote e bisogna sforzarsi di rintracciarlo. Per legge ti deve un assegno mensile. Basta portare il test di paternità un giudice-.
-Questo non cambia il fatto che devo andare da quel figlio di puttana e trascinarlo qui a calci!-
Miley lanciò un’occhiata preoccupata a suo padre: era rosso ed era così arrabbiato che gli poteva vedere le coronarie.
Non l’aveva mai visto così sconvolto.
Complimenti, si disse, hai vinto il premio come figlia dell’anno.
Suo figlio sarebbe nato in una famiglia sfasciata. In una famiglia sfasciata di spostati e di coglioni.
Avrebbe veramente dovuto usare un preservativo quella dannata notte.
 
-Sei sconvolto-
Maya guardò con disgusto il caos che regnava in cucina: il bancone era invaso da cibo cinese stantio e il lavello era pieno di piatti sporchi. Un lieve strato di polvere indicava che non era più venuto nessuno a pulire quella casa, almeno da una settimana.
Nick si passò una mano nei capelli nel tentativo di calmarsi.
Maya era la sua migliore amica da sempre e solo lei poteva capire in che casini si era cacciato. Aveva tentato di cancellare tutto: la notte trascorsa assieme, il pranzo con Liam e Demi, l’inaspettata visita di Miley; ma non c era riuscito. Credeva di stare bene da solo, di non avere bisogno di niente e nessuno, invece una stupido foglio di carta aveva fatto crollare tutte le sue certezze.
-Hai rivisto le vecchie foto tue e di Olivia? Lei ti ha scritto?- tentò Maya -ho capito… hai litigato con qualcuno? Hai problemi alla casa discografica?-.
Silenzio.
La brunetta sbuffò.
-Nick! Ho preso il primo volo da Tokyo perché mi hai chiamato piangendo. Mi sono spaventata! Insomma che hai combinato?-
Il ragazzo scosse la testa: aveva la mente annebbiata. E non aveva neanche bevuto, quindi la cosa era preoccupante.
-Che hai fatto? Lo sai che puoi dirmi tutto vero?- Maya si inginocchiò per guardarlo negli occhi.
-Miley è incinta-.
Maya aggrottò la fronte. Era confusa. Erano secoli che Nicholas non nominava Miley, anzi pensava se la fosse tolta dalla testa una volta per tutte. Dopotutto quando le aveva presentato Olivia era così felice. L’aveva visto felice ed innamorato e sapeva quando aveva sofferto dopo la loro rottura. Evidentemente però nessuno scorda mai il primo amore.
-Ok… quindi? Vuoi che vada da Liam e lo picchi?-.
Nick nascose un sorriso: era così grato per Maya. Era una delle poche persone al mondo che lo capiva veramente.
-No… ho fatto un casino- ripetè.
Aveva le lacrime agli occhi.
La ragazza sbuffò: non l’aveva mai visto piangere.
-L’ho messa io incinta-.
Maya deglutì. Era certa di avere capito male perché la frase che il suo migliore amico aveva appena pronunciato era tropo assurda per essere vera.
-Dimmi che scherzi… Nick.. dimmi che… no non scherzi. Cazzo! Ma ne sei certo?-
La faccia di Nicholas non lasciava spazio ai dubbi. Le porse, con mani tremanti, il test di paternità.
-Ne farà un altro, ma questo dice così-.
Maya lo lesse con cura: sembrava autentico. Non che Miley avesse un buon motivo per andare in giro dicendo che Nick Jonas l’aveva messa incinta. Insomma, per quanto Maya ricordasse, Miley stava ancora con Liam Hemsworth. Tuttavia era meglio essere scrupolosi.
-Non ci credo…. cazzo… non ci credo- la brunetta dovette sedersi per non svenire. Quello era di certo un motivo valido per averla svegliata in piena notte e averle fatto prendere un aereo diretto da Tokyo fino a New York.
-Maya dimmi cosa cazzo devo fare- il tono di voce di Nicholas era disperato – non so cosa fare-
-Io…io…- la ragazza trasse un respiro profondo, era talmente in confusione da non riuscire a ragionare. Solitamente era lei che chiedeva consiglia all’amico, non il contrario. Nick sapeva sempre cosa dirle per farla stare male, sapeva analizzare i problemi e sapeva dare i giusti consigli.
E lei?
-Non sapevo foste tornati assieme-.
Wow! Maya si diede mentalmente dell’idiota. Nicholas era sconvolto e lei cosa gli chiedeva?
-No infatti- gli occhi color cioccolato di Nick la fissarono, seri –non stiamo assieme siamo solo stati assieme. Una fottuta volta e lei si è dimenticata di prendere quella cazzo di pillola anti concezionale. E ora sono nella merda fino al collo!- stava usando lo stesso tono lamentoso di un bambino di pochi anni. Come se non fosse colpa sua. Come se lui non centrasse. Nick non era affatto cattivo, lei lo sapeva, era solo smarrito. Smarrito e teorizzato da quella situazione. Aveva bisogno di una guida, ma Maya non era certa di potergliela offrire.
-Ok-.
-Ti faccio schifo vero?-.
Il riccio si vergognava di se stesso. Si vergognava del modo in cui era finita la sua conversazione con Miley e si odiava per il solo fatto di averle urlato addosso in quel modo, ma era sconvolto.
-No. Nick sei sconvolto è naturale, ma Dio non puoi fare finta di niente. Lo so che tieni ancora a lei-
Nick sollevò la testa di scatto. Sapeva che Maya aveva ragione, ma non l’avrebbe neanche ammesso sotto tortura.
-Sotto la doccia canti sempre “Wrecking Ball” e tieni ancora le vostre foto di quando eravate ragazzini nei tuoi album dei ricordi-
Il ragazzo fece una smorfia.
-Va bene, a volte ci penso ancora. Maya lei è stata il mio primo amore-
-Lo so e adesso aspetta tuo figlio. E non puoi ignorare questa cosa in eterno. Lo so che sei un tipo riflessivo. ma devi agire di pancia qualche volta. Cosa dirai ai tuoi?-
-Oh Dio! Prima devo assicurarmi che si davvero figlio mio. Ai miei e alle loro reazioni esagerate penserò dopo credo-.
Che razza di codardo era diventato? Si faceva schifo. Aveva trattato Miley di merda pur sapendo che lei non aveva alcun motivo per fingere che quel bambino fosse suo. Per lei sarebbe stato di certo più comodo se il padre fosse stato Liam.
Maya lo fissò in silenzio.
-Vuoi che resti con te stanotte?-
-No. Dio no. Mi spiace averti fatto venire fin qui-.
Nicholas sembrava ritornato in se: calmo e riflessivo. Aveva anche iniziato a ragionare.
Sentì le piccole mani di Maya stringere le sue e le sorrise.
-Ti voglio bene lo sai?-
-Si lo so. A mamma non dirò nulla tranquillo. Ma tu devi risolvere la questione-.
Nick la baciò sulla fronte in un gesto d’affetto. Le era davvero grato per tutto l’aiuto che lei gli stava dando.
-La chiamerò domani. Promesso-.

 


Ciao ragazzi! Urlate di gioia con me perchè sono uscita da un mese pieno di studio e sono sopravvissuta! Ci vediamo sabato prossimo, 26 maggio con il prossimo capitolo. PS chi è che non adora l'amicizia fra Nick e Maya? *___* 
- Fran



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Capitolo 13
*** Permanent December ***


“But now I realize that I was wrong
When I said I didn't need you, so
Miss you bad so now I'm comin' home
So you better leave the light on
Wait for me and just leave the light on”
- “Permament December” Miley Cyrus
 


-Pronto?-
Il cuore di Nicholas si fermò del tutto quando sentì la voce del suo interlocutore. Era un voce con un marcato accento del profondo sud.
Una voce arrabbiata, furiosa.
Una voce che a lui era molto famigliare, ma che non sentiva da anni.
-Sono Billy Ray Cyrus-
Cazzo.
Sapeva tutto! Sapeva tutto del bambino e del modo in cui lui si era comportato nei confronti di sua figlia negli ultimi giorni! Sapeva che aveva scopato con Miley e l’aveva praticamente ignorata. Forse sapeva anche che nelle ultime settimane aveva provato invano ad essere suo amico. La parte peggiore era che sapeva del test di paternità. Nick si maledì.
Prima che potesse inventarsi anche una sola schifosissima, patetica scusa, il signor Cyrus lo precedette.
-Penso che tu sappia il motivo della mia chiamata. Miley mi ha raccontato tutto-
Nick deglutì. Ovvio. Miley raccontava sempre tutto a suo padre. Era la sua prediletta, e lui adesso era nella merda fino al collo. Beh era Miley che lo aveva trascinato in quella camera da letto quella notte e gli aveva permesso di fare l’amore con lei senza usare un preservativo. I figli si fanno in due. E lui si era rotto di sentirsi il cattivo della situazione.
-Si beh. Si Billy -
-Signor Cyrus!- adesso Billy Ray stava praticamente urlando.
-Si signor Cyrus- Nick ingoiò il primo rospo amaro –non era mia intenzione ferirla. E sto solo cercando di fare valere i miei diritti…-
-E mi parli di diritti? Tu sei il padre cazzo! Il test di paternità lo ha confermato e adesso tu ti prendi le tue responsabilità bello mio! Io glie l’avevo detto! Nel momento esatto in cui lei ti ha rincontrato… glie l’avevo detto di starti lontano e le cose sono andate di male in peggio! Era fin troppo incasinata e si stava riprendendo… poi ha incontrato te!-
-Ma che vuole da me?- Nick sbottò – lei si è messa nei casini con Liam!-
-Liam non centra adesso! Non cambiare argomento! E sei fortunato che non ti ho incontrato di persona perché te lo avrei tagliato Cristo! Quel coglione dell’australiano se ne è andato ovviamente quando ha scoperto che il figlio non è suo!- .
Adesso Nick si sentiva un completo idiota. A quell’ipotesi non aveva minimamente pensato. Dentro di lui zampillò una piccola nota di affetto per Miley, affetto che aveva sepolto secoli fa. Si sentì vicino al signor Cyrus e provò un irresistibile desiderio di andare dall’australiano e di dargli fuoco alla casa. Il che era ironico dato che anche lui aveva fatto soffrire Miley nelle ultime settimane.
Non sapeva cosa dire.
Ingoiò di nuovo la saliva. La sua bocca si era impastata e sentiva le ginocchia deboli.
-Io sono il primo a sapere che voi due avete qualcosa in sospeso – continuò il signor Cyrus –ma qualsiasi cosa sia non mi interessa adesso. Voglio solo che ti prendi cura del bambino-
-Non puoi mica obbligarmi a stare con lei. Insomma le ho detto di rifare il test…-
-Miley devi lasciarla stare, non provare a cercare nemmeno di sfiorarla. Le hai già causato troppo dolore e non voglio che soffra un’altra volta a causa tua. Rifaremo il test come vuoi tu ragazzo, ma se è tuo figlio, e io credo di si, dovrai garantirci che sarai presente. Se scopro che te la sei fatta un’altra volta giuro che vengo a casa tua e te la distruggo. Credimi, non vorrei fare questo ma tu mi stai quasi obbligando comportandoti in questo modo Nicholas-.
Non gli diede nemmeno il tempo di ribattere.
Nick chiuse la telefonata e si guardò intorno. Aveva dormito male, ma la casa grazie all’aiuto di Maya, adesso aveva una aspetto decente:  i piatti sporchi erano stati messi in lavastoviglie, il cibo avanzato era stato buttato nella spazzatura, ed i mobili e il pavimento erano stati lucidati. Ci avevano messo tutto il pomeriggio precedente ma le pulizie avevano aiutato Nick a non pensare.
L’ordine della sua casa non rispecchiava affatto il suo ordine mentale.
Come diavolo aveva fatto a cacciarsi in una situazione del genere?
Non sapeva cosa fare. Non riusciva a credere di essere stato così insensibile nei confronti di Miley. Quando aveva saputo della gravidanza era passato dal desiderare Miley ad ignorarla nel giro di due secondi; ma era terrorizzato a morte. Se quel bambino era suo aveva diritto ad un padre e lui, fino ad ora, non si era certo comportato in maniera esemplare. Cosa avrebbe pensato suo padre? Cosa avrebbe pensato suo nonno?
Prese l’I – Phone e scorse i numeri in rubrica.
-Allora l’hai chiamata?- la voce di Maya lo fece sussultare.
-No. Non ancora- Nick la guardò distrattamente –ti ho preparato la colazione se vuoi-.
Lui e Maya aveva dormito assieme. Erano così amici da dormire assieme e da non provare alcun desiderio sessuale l’uno nei confronti dell’altra.  Nicholas le era molto grato: la sua presenza lo confortava.
-Hai detto che l’avresti chiamata-
-Lo sto facendo. Insomma le sto mandando un messaggio-.
Nella rubrica aveva memorizzato il numero di Miley come “Smile”. Gli l’aveva lasciato lei dopo il pranzo con Liam e Demi, ma non ce ne era bisogno: Joe glie l’aveva detto già dal 2012. 
“Dimmi cosa devo fare per rimediare. Nicholas”.
 
Dimmi cosa devo fare per rimediare.
Miley lesse il messaggio più e più volte ma non riusciva a trovarci un qualcosa di positivo. Non riusciva nemmeno a leggerci un qualsiasi tentativo di scuse.
Stronzo ed insensibile, si ripeté.
-Tuo padre è proprio uno stronzo. Non si smentisce mai sai Baby J.?-
Era bloccata a letto da quella mattina e quel messaggio aveva peggiorato ulteriormente l’umore già nero della ragazza. Aveva avuto un piccolo mancamento a causa di un calo glicemico e il dottor Sherman e suo sorella Brandi le avevano imposto uno o due giorni di riposo forzato.
Non aveva detto nulla a Nicholas, tanto di certo non gli sarebbe importato visto che era così dannatamente impegnato ad ignorare lei e il bambino.  In quei giorni le erano tornate in mente le ultime settimane prima della loro rottura nel 2009. Le erano tornate in mente tutte le ragioni, tutte le litigate e tutti i motivi per i quali lo odiava. 
Sapeva di non poterlo odiare in eterno, ma con Nick era sempre andata così: dopo un periodo positivo nel quale andavano d’accordo lui faceva qualcosa di idiota e lei si incazzava e non gli rivolgeva più la parola per mesi. Peccato che non poteva più farlo perché adesso era incinta di suo figlio.
E sapeva anche che, per quando lo odiasse, non poteva di certo biasimarlo. Nella sua mente di paranoico totale, probabilmente, ora, Nick stava impazzendo per trovare una soluzione al loro enorme problema. Ma su questo si sbagliava. Per Miley il fatto di essere incinta non costituiva minimamente un problema.  
Forse un modo per rimediare c’era: poteva semplicemente fingere che il precedente test di paternità era sbagliato. Poteva sempre dirgli che non era figlio suo.
No, non se lo sarebbe mai perdonato.
-Ehi Mils posso entrare?- Brandi si affacciò dal corridoio –volevo solo sapere se ti senti meglio-
-Meglio, si. Grazie- la ragazza sospirò ma sorrise: Brandi era fin troppo comprensiva con lei. E sapeva che probabilmente aveva altro da fare invece di stare al suo capezzale.
Il fatto che fossero sorellastre non aveva inciso di una virgola tutto l’affetto e l’amore che Miley provava per sua sorella maggiore.
-Mi hai spaventato sorellina-
-Lo so e mi dispiace. Non sei costretta a stare qui-
-E invece si-.
Brandi si sedette sul letto e la guardò con apprensione.
-Quando mamma e papà mi hanno raccontato tutto credevo di morire-.
A quelle parole Miley si senti ancora più male.
-So che sei forte, ma questa cosa è sconvolgente. Ho pensato “La sua vita è finita”. Insomma non è per il bambino, ma per Liam. Andavate così bene ultimante, sembravate finalmente sereni-.
-No- Miley la interruppe, si vergognava, ma era grata a Brandi per avere intavolato quella conversazione: voleva chiarire le cose.
-La mia vita non è perfetta Brandi. Insomma non devi credere a tutto quello che leggi sulle riviste-
-No. Infatti non ci credo, ma sorridevi con lui. Non sorridevi da tanto tempo, almeno da quando uscivi con Patrick-.
-Patrick mi piaceva. Non posso dire di esserne stata proprio innamorata, ma mi piaceva davvero. Era l’opposto di Liam, era intelligente e spiritoso e mi faceva ridere, mi faceva vivere con leggerezza. Liam non l’ha mai fatto.  E’ vero, dopo la rottura, dopo tutto quello che abbiamo passato volevamo riprovarci; ma non è mai stata la stessa cosa. Il tradimento è una cosa che non accetto e, credimi, ci stavamo riprovando seriamente ma credo di averlo sempre saputo-
-Cosa?-
-Che era finita ancora prima di iniziare. Era finita già nel 2013 e io non l’avevo pienamente realizzato-.
Brandi la fissò in silenzio.
-Sei una tosta Miley- l’abbracciò.
-Grazie-
-Senti e Nicholas? Insomma…-.
Era almeno la centesima volta che qualcuno le rivolgeva quella domanda. Persino nelle interviste le chiedevano sempre di Nicholas. Ed a lui chiedevano sempre di Miley, anche quando stava con Miss Universo. Cosa che Miley trovava alquanto irritante.
-Non so cosa succede tra di noi. Non l’ho mai saputo. Ogni volta che dicevo che era finita lui ricompariva. Insomma se ci avessi fatto solo sesso la cosa sarebbe finita lì credo. Magari saremmo amici ora. E’ cambiato, è cresciuto, potevamo essere amici. Ma il bambino ha complicato tutto e sto vedendo il lato peggiore di lui-.
-Ma ti manca vero?-
Miley abbassò lo sguardo, imbarazzata.
-Certo che mi manca. Nick mi manca e mi sto insultando non so quante volte per questo- la ragazza sospirò e represse le lacrime – mi manca perché da quella notte non riesco a levarmelo dalla testa. Mi manca perché è il mio Nicky, ma non si sta comportando come tale, si sta comportando come un’idiota-.   
-Già- Brandi sospirò –se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami ok? Sono di sotto. Mi fermo un paio di giorni per stare con la mia sorellina e mio nipote-.
Sua sorella le fece l’occhiolino e uscì.
Miley si sentì un pochino meglio: era fortunata ad avere una famiglia così amorevole, una famiglia che rispettava e sosteneva le sue scelte, che era sempre dalla sua parte. In ogni momento. 
Prese nuovamente in mano l’I-Phone pensando a cosa scrivere.
Il giorno dopo avrebbe avuto la sua terza ecografia: quella delle dodici settimane. Il primo trimestre della gravidanza era volato via e lei quasi non se ne era accorta. Certo aveva scoperto di essere incinta solo sei settimane prima, ma le faceva effetto pensare che suo figlio era quasi un essere umano in tutto e per tutto: nel libro che le aveva dato sua madre c’era scritto che un feto di dodici settimane aveva già le unghie.  
 -Quindi… Baby J. Possiamo chiedere a quel deficiente di tuo padre se vuole venire a vederti? Scusa se lo chiamo in quel modo, ma mi deve ancora delle scuse arretrate-.
“Inizia con il venire a vedere tuo figlio. Domani ho un’ecografia. E’ di mattina, alle 9:00. Vedi di essere puntuale”.
-Sono stata fin troppo gentile Baby J. sai?-.
 

Allora bella gente come state? Ecco solo per voi il capitolo 13! Nel prossimo il nostro Nick dovrà iniziare a darsi dare se vuole che noi, assieme a Miley, lo perdoniamo. Quindi appuntamente a sabato prossimo 2 giugno.
- Fran

PS ah e grazie al royal wedding da oggi shippo Harry e Meghan che hanno tinto di rosa i miei occhi (e mi hanno  fatto addolcire anche questa ff). Ma in ogni caso noi sappiamo che il vero Royal Wedding era quello tra Kev e Dani. Non so come farò quando si sposeranno Joe e Sophie questo inverno.... piangerò di gioia come non mai. 


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Capitolo 14
*** Sorry ***


“Filled with sorrow, filled with pain
Knowing that I am to blame
For leavin' your heart out in the rain
And I know your gonna walk away
Leave me with the price to pay”
- “Sorry” Jonas Brothers

 
Quando Nicholas arrivò allo studio medico Miley era già lì, in sala d’attesa. Indossava un maglioncino di lana bianca che metteva in risalto la sua pancia di ormai dodici settimane e un paio di jeans.  
Nick fece un rapido calcolo mentale mentre lei gli rivolgeva un rapido cenno di saluto.
Dodici settimane. Il primo trimestre di gravidanza era già volato via e lui si era perso tutto. Sapeva di essere in torto: si era comportato come un vero idiota nelle ultime settimane, da quando Miley era venuta da lui con il test di gravidanza in una mano  e il risultato del test di paternità nell’altra. Aveva ignorato i suoi messaggi e le sue chiamate, si era rifiutato di guardare le foto delle prime ecografie come se quel bambino non lo riguardasse. Come se fosse figlio di nessuno, come se non avesse mai fatto l’amore con Miley. Si odiava per questo. Ancora di più si odiava per non avere offerto a Miley appoggio e comprensione quando gli aveva comunicato che Liam aveva rotto il fidanzamento. Di nuovo.
Probabilmente ora lei stava malissimo, anche se non lo dava a vedere.
-Stai bene?-.
Miley sollevò lo sguardo dal pavimento e, finalmente, lo guardò in faccia.
-Una meraviglia- rispose in tono ironico.
Gli stava solo facendo un favore permettendogli di assistere all’ecografia. In fondo pure lei voleva ripetere ancora una volta il test di paternità, anche se in testa non aveva nessun dubbio. Avrebbe potuto benissimo crescere questo bambino da sola, come le tanti madre single americane. Avrebbe potuto benissimo fare in modo che Nick Jonas non avesse niente a che fare con lui.
-Buongiorno Miley-
Il dottor Sherman li accolse caloroso nel suo studio.
-Lei è il padre allora eh?- strinse cordiale la mano a Nick, che rispose di rimando con un sorriso forzato –c’è l’ha fatta a venire finalmente!-.
-Allora Miley tutto ok? Come ti senti?-
-Abbastanza bene. La nausea mi è passata, ma sono sempre stanca-
Il dottor Sherman scribacchiò qualcosa su una cartella e si tirò su gli occhiali sul naso –E quel mancamento che hai avuto qualche giorno fa?-
Nick sussultò. Svenimento! Ma Miley non glie ne avere nemmeno parlato! Perché diavolo non aveva chiamato lui? Non era suo diritto essere avvertito? Diavolo era in ballo la salute di suo figlio dopotutto!
-No. Non ne ho più avuti. Per fortuna che mia sorella era in casa. Però mi sento sempre stanchissima-
-Beh è normale, sei incinta. E poi soffri di ipoglicemia quindi il tuo corpo sopporta di meno tutto lo stress della gravidanza. Preferirei che comunque stessi a riposo-.
Lanciò uno sguardo eloquente a Nicholas che distolse subito lo sguardo. Si sentiva giudicato.  
-Ora- il dottor Sherman li sorrise in tono gioviale –se vogliamo dare un’occhiata a questo fagiolino…- .
Fece stendere Miley sul lettino e Nick si accomodò sullo sgabello accanto a lei.
Era tesissimo. Non sapeva come faceva Miley a restate così tranquilla, ma probabilmente lei aveva già fatto varie ecografie quindi ci aveva fatto l’abitudine.
L’ecografia era in 3d: Nick si era offerto di pagarla, e non l’aveva di certo fatto per pietà ne per lavarsi dai sensi di colpa, ma perché gli andava di farlo.
Vide Miley sussultare per un secondo quando il dottor Sherman le spalmò il gel sopra la pancia.
-E’ freddo?- chiese, in un sussurro quasi udibile, ma Miley non lo sentì: era troppo occupata a fissare il monitor dell’ecografia.
E per la prima volta Nicholas vide suo figlio.
O figlia.
Il ragazzo si ricordava di avere visto le ecografie di suo fratello Frankie e anche quelle delle nipotine ma questa era tutta un'altra storia.
Suo figlio era lì. Non c’era nessun dubbio. Era un’immagine chiara e perfetta: un piccolo essere umano con due gambe, due braccia e una testa.
-Ha già le unghie sapete?- li informò il dottor Sherman.
Nick rimase come incantato, come sospeso in un’altra dimensione. Sentiva il suono di un tamburo leggero, il battito del cuore di un essere umano che si appresta alla vita.
Come aveva potuto essere così insensibile? Quell’esserino così perfetto non aveva di certo nessuna colpa se non quella di avere un padre totalmente idiota.
Non si accorse nemmeno quando il dottor Sherman spense il monitor. La sua mente era troppo impegnata a ripercorre la prima immagine di suo figlio.
-Miley mi ha detto che lei voleva ripetere il test?-.
Nick si riscosse dal suo stato di tepore.
-Si…- rispose distrattamente.
Aveva ancora qualche importanza? Il test precedente aveva dato esito positivo, ma dopo avere visto quale miracolo aveva creato assieme a Miley… non riusciva quasi a respirare sapendo quanto dolore aveva procurato a Miley e al loro bambino.
-Ok… i risultati di prima erano comunque attendibili ma stavolta lo saranno ancora di più- il dottor Sherman prese l’ago e le fialette per il prelievo di sangue.
Nick sentì Miley che gli stringeva la mano, forte. Era terrorizzata: Nick si ricordava che la ragazza aveva il terrore del sangue.
Glie la strinse delicatamente, sorpreso. Sembrava un gesto così naturale: la mano di Miley completava la sua in qualche modo. La avvicinò alla sua bocca e la baciò. Miley non protestò ma sussultò appena quando sentì l’ago penetrarle la pelle.
-Avremo i risultati settimana prossima- disse il dottor Sherman -puoi rivestirti Miley, sei stata bravissima-.
 
-Beh come mai tutto ad un tratto sei diventato così servizievole?-
Miley si sistemò il rossetto mentre Nick la riportava a casa. Lei voleva andare a piedi, come aveva fatto all’andata, ma lui aveva insistito e così si era ritrovata sul sedile anteriore della Mustang.
-Mi dispiace per te e non voglio che ti stanchi. Hai sentito, lo ha anche detto il medico-
Per la prima volta dopo anni, Nick era sincero con Miley. Gli dispiaceva per tutto: per le loro rotture e per i litigi, per non essere stato sempre affianco a lei. 
-Non ho bisogno che tu ti dispiaccia per me Nicholas. Non sono mica una povera donna da compatire!-
-Lo so, ma sei sola-.
-No. Non sono sola: ho un padre e una madre che sono disposti a fare di tutto per il loro primo nipote. E lo stesso le mie sorelle e i miei fratelli. Non sono sola “Mr io non sono sicuro che sia figlio mio”. Ho nove cani che ti staccerebbero quel tuo amichetto dei piani bassi a morsi se sapessero tutte le volte che ti ho chiamato e non mi hai riposto-.
-Si ma… ma è mio figlio-
-Davvero? Beh fino a mezz’ora fa non ne eri così convinto. Che ti credevi? Che ti stessi ingannando? A che scopo? Cazzo guadagno più di te, Liam mi è stato vicino per anni…-
-Si ma intanto si scopava quella…-
-Liam mi è stato vicino- ripetè Miley, poco convinta –e se solo non avessi deciso di essere onesta e dirgli che questo bambino non era suo, beh allora adesso non sarei in questo casino-
-Sei ingiusta però!- Nick strinse le mani sul volante nel tentativo di calmarsi. Non stava andando affatto bene.
-Io sono ingiusta? Tu mi hai trattato, anzi ci hai trattato di merda, in queste settimane! –
-Qualsiasi uomo avrebbe avuto dei dubbi però qualsiasi. Dio Mils non puoi biasimarmi-
-Lo sappiamo entrambi. Il risultato del test di paternità sarà positivo, come lo era quello precedente. Non ti ingannerei mai su una cosa così Nicky. E lo sai questo-.
Il cuore di Nick mancò di un battito.
Nicky.
Tutta la sua rabbia sembrò evaporare. Per la prima volta vide Miley come la sua Miley. Come un ragazza che aveva disperatamente tentato di fare la cosa giusta, di provare ad essere quantomeno sua amica. E lui aveva buttato via tutto per il suo orgoglio.
-Mi dispiace- ripetè dandosi mentalmente dell’idiota.
-Sta di fatto che sei stato un coglione in questi ultimi giorni. Dio e io che pensavo che fossi finalmente cambiato-
Nick sospirò e si morse la lingua.
-Puoi non dire così tante parolacce mentre parli? Non vorrei che mio figlio le imparasse prima del necessario-
-Certo che non la smetti mai di essere stronzo eh?- Miley guardò fuori dal finestrino fingendosi annoiata. In verità Nick la stava facendo uscire di testa. Adesso faceva tutto il gentile per compiacerla, ma di lei non glie ne era mai importato nulla. Si era comportato come un codardo e basta –devo ricordati che mi hai praticamente cacciata da casa tua due settimane fa?-.
Ok quello era troppo. Nick si era decisamente stufato di sentirle ripetere quelle parole.
Inchiodò di colpo e Miley imprecò.
-Bene. Senti puoi stare zitta per un secondo? Dio… ti ho già detto che hai ragione, sono venuto, ci sto provando. Ok vuoi sentirmelo dire? Sono stato un idiota, un coglione. La verità è che mi sono spaventato a morte all’idea di essere padre! Soprattutto perché la madre sei tu! Mi hai colto di sorpresa e avevo così tanta paura di essere un completo fallimento da non dormire la notte! Certo che avevo dei dubbi poi! Chiunque gli avrebbe avuti ma poi ho visto i risultati del test di paternità e beh… hai ragione non avevi nessun motivo per ingannarmi e io mi sono comportato da perfetto stronzo. Come sempre con te del resto-.
Miley lo fissò con i suoi grandi occhi azzurri e Nick, per quanto fosse furioso in quel momento, si dovette trattenere dal baciarla.
Era così bella.
La ragazza non sapeva cosa dire. Era evidente. Non si aspettava una reazione del genere. Nick era così nervoso che le sue mani sul volante tremavano mentre dava nuovamente gas e rimboccava la strada principale.
-Non ho detto ancora nulla alla mia famiglia- continuò il ragazzo.
-I miei sanno già tutto- ammise Miley.
-Lo so-
-Lo sai?-
-Tuo padre mi ha chiamato ieri urlandomi contro-
-Beh… ha fatto bene- Miley si fermò lì. La confessione di Nick era stata più che sufficiente per concedergli il beneficio del dubbio.
Lo squillo del cellulare pose fine alla conversazione.
-Yooh bro!- la voce gioviale di Joe irruppe nella’auto e Miley sussultò. Aveva dimenticato quanto poteva essere rumoroso il fratello mezzano dei Jonas.
Nick sospirò pesantemente. Suo fratello aveva la brutta abitudine di chiamare nei momenti meno opportuni. 
 -Cosa c’è Joe?-
-Cosa è questo tono depresso fratellino? Nulla ascolta… si glie lo sto dicendo ora… si è Nicky…-
Joe parlottava fitto fitto con una terza persona in sottofondo. C’era molto rumore e Nick non riuscì a distinguere le varie voci.
-Joe…- sbuffò Nick.
Suo fratello gli stava facendo perdere tempo prezioso. Avrebbe potuto chiarirsi con Miley per esempio. Nick gettò una rapida occhiata alla ragazza. Miley se ne stava rannicchiata sul sedile, straordinariamente in silenzio. Evidentemente aveva paura della possibile reazione di Joseph se avesse saputo che anche lei era lì. Era furba.
Anche Nick però aveva paura perché non era bravo a mentire.
-Si.. ci sono... ci sono. Senti Nick io in questi giorni sono a Belmont…-
-Pensavo di venire- Nicholas non gli diede nemmeno il tempo di completare la frase: sapeva dove voleva arrivare suo fratello.
-Davvero?- Joe era sorpreso.
-Devo parlarvi. Ah… dici che mamma si farà dei problemi se porto un ospite?-
-Che genere di ospite? Ti sei fatto una ragazza finalmente? Lo sai che mamma non la prenderà bene. Lei adorava Olivia-
-Si lo so…- Nick si morse la lingua e lanciò a Miley un’altra occhiata. La ragazza sembrava immersa nei propri pensieri e stava armeggiando con il telefonino. Non voleva che sentisse parlare della sua ex ragazza.
-Comunque è solo una vecchia amica… è Miley-.
Ci fu una lunga pausa.
-Hai sentito Joe?-
-Si ho sentito. Ma che sta succedendo fra voi due? Non ti starai mettendo nei casini spero-
-No. No nessun casino. Solo che lo sai, siamo amici ora. Non posso portare una vecchia amica a pranzo?-
-No… cioè si. Non vedo l’ora scherzi! Allora ci vediamo fra due giorni Nick-
-Ok ciao-.
-Eh quello cosa era?- Miley lo scrutò con i suoi grandi occhi azzurri.
-Bisogna che parliamo ai miei genitori. Prendiamo i risultati del test domani e andiamo da loro. Voglio parlarci. Voglio essere onesto con loro-
-E questo include me nei piani? I tuoi mi uccideranno religiosi come sono, scherzi! Tu sei pazzo!-.
Per la prima volta da quando la conosceva Nick intravide della paura nel volto di Miley.
-Andrà tutto bene. Non li diremmo subito del bambino o di questo casino. Li diremo solo che siamo tornati a vederci, solo come amici però. Bisogna andare per gradi con loro. A mamma farà piacere vederti e tutti si abitueranno di nuovo alla tua presenza-.

 

Allora? Che dite? Siete emozionati? Assisterete ad una family reunion nel prossimo capitolo! E avete visto che Nicky sta tornando in sè? Finalmente aggiungerei! Non potevo mica lasciare che fosse un deficente per 31 capitoli xd
Ci vediamo VENERDI' NON sabato (perchè il prossimo weekend sarò via), quindi il prossimo capitolo verrà pubblicato venerdì 8 giugno.
Ciao

- Fran 

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Capitolo 15
*** Video Girl ***


“You know it's bad when your momma doesn't like her
All your friends are sayin' she's a lair
Never ending phone calls aren't enough”
- “Video Girl” Jonas Brothers
 

Miley non voleva ammetterlo, ma era spaventata a morte. Viveva nella preoccupazione di quel fatidico incontro con la famiglia di Nick.
Non li vedeva tutti assieme almeno da otto anni e aveva paura. Di sicuro non erano ciechi e avevano letto i giornali scandalistici in questi ultimi anni, si erano fatti un’immagine di lei. Un’immagine che nella maggior parte dei casi non corrispondeva alla realtà.
-Sei nervosa?-
Nick fece per stringerle la mano per confortarla, ma lei la ritrasse. Non voleva sembrare debole.
-No- mentì. Inforcò gli occhiali da sole e gettò lo sguardo verso il finestrino.
Il loro aereo era appena decollato da Los Angeles. Per arrivare a Belmont ci avrebbero messo cinque ore di viaggio tra il volo in aereo fino a Charlotte e il viaggio in auto fino a Belmont, le quali erano un lasso di tempo appena sufficiente per elaborare il loro piano d’attacco. O piano per il suicidio, come continuava a chiamarlo Miley.
Sarebbero andati per gradi: non avrebbero detto a nessuno ne della loro notte di sesso ne del bambino. Avrebbero semplicemente testato il terreno come se fossero solamente una coppia di vecchia amici disposti a gettarsi in un’amicizia più che cordiale.
-Io si - ammise il ragazzo – io sono nervoso-.
-Ti pareva se non lo eri. Dio come sei insicuro Nicholas! Andrà tutto bene. Sarò un angelo prometto. Non dirò nemmeno una parolaccia, neanche se rovescerò dell’acqua sul tavolo-.
Nick sorrise: Miley si stava sforzando per lui e di questo era grato.
- Ti sono mancati-
-Chi scusa?-
-Dico la tua famiglia- Miley si slacciò la cinta e si rannicchiò sul sedile in pelle nera: adorava viaggiare in prima classe.
-Ti prego Miley riallacciati la cinta dai…-
-Che hai se… te l’ho detto che sei paranoico! Rilassati mica stiamo precipitando-
-Mils aspetti mio figlio-.  
Gli occhi del ragazzo erano serissimi.
-Ok- Miley ubbidì: non voleva irritarlo e tutto sommato le faceva piacere che finalmente lui avesse iniziato a preoccuparsi per loro figlio. Anche se la ragazza faceva fatica ad usare il plurale quando si trattava di Baby J. : era solo suo. Suo e di nessun altro –ma non devi preoccuparti. Io e Baby J. siamo sanissimi-
-Lo chiami Baby J.?-
Il sorriso divertito di Nick era una delle cose che più gli erano mancate e Miley arrossì.
Era carino, doveva ammetterlo.  Forse era solo una sua impressione, ma le sembrava che le cose tra di loro si stavano appianando. Che fosse in corso una specie di tregua silenziosa.
-Certo. E ti avviso già che sul nome non transigo, lo scelgo io. Tu hai fatto solo il dieci per cento del lavoro-.
Nick non osò contraddirla: era piacevole starsene seduto con Miley a parlare. Agli altri passeggeri potevano sembrare una semplice e felice coppia in attesa e non due ex fidanzati in una gran casino. 
La casa della famiglia Jonas a Belmont assomigliava tutte le altre case del quartiere. Miley non c’era mai stata dato che i signori Jonas e Frankie si erano trasferiti in North Carolina solamente tre anni prima. Era un quartiere molto benestante e la casa era piuttosto grande, ma non era un imponente maniero come la casa che i Jonas avevano posseduto in Texas.  Era semplicemente una grande casa in mattoni rossi circondata da un ampio giardino all’inglese. L’unico segno distintivo era dato da una macchina d’epoca rossa che era parcheggiata sul vialetto.
- Beh... eccoci qui- Nick aveva già scaricato le valigie dal taxi e guardava accigliato il portone d’ingresso. Aveva paura: glie lo si leggeva negli occhi.
Miley gli sorrise, incoraggiante e suonò il campanello pronta ad affrontare qualsiasi persona avesse aperto quella porta.
Si sentirono l’abbaiare dei cani e delle voci eccitate. La porta si spalancò e prima ancora che potesse accorgersene Miley vide tre cani schizzare fuori e precipitarsi verso Nicholas, seguiti da un esserino pieno di cappelli ricci che gridava eccitata agitando le braccia in aria.
Era Alena.
-Zio Nicky! Zio Nicky!-.
Il ragazzo la sollevò in area e l’abbracciò stretta.
-Ehi piccola, stai bene? Sai che mi sei mancata vero? Come diciamo? Mi sei mancata…-
-Fino alla luna!- Alena rise mentre Nick le faceva il solletico.
-E ti voglio un mondo di bene lo sai? Dove è tua sorella? Voglio vedere quanto è cresciuta-.
Era così preso da lei che tutti i problemi scomparvero dalla sua mente: Nick avrebbe fatto qualsiasi cosa per le sue nipoti. Qualsiasi. Persino Miley sorrise: non riusciva a capacitarsi che Nick poteva essere così dolce ma allo stesso tempo così stronzo. Era dannatamente ingiusto perché era troppo complicato da capire.
Alena era la copia esatta di Kevin ed era senz’altro una Jonas: stessi capelli ricci scuri e stessi occhi di quella sfumatura particolare che andava dal verde scuro al marrone chiaro.
Miley le rivolse un sorriso sincero e la bimba lo ricambiò. Anche il sorriso era quello di Kevin. La bionda si ritrovò a pensare che con quei geni suo figlio sarebbe stato la copia di Nicholas: sperava almeno prendesse i suoi ricci. Era così strano da pensare: stava conoscendo sua nipote e nel frattempo pensava a quanto le potesse somigliare il suo futuro figlio. Chissà se lui/lei sarebbe andato d’accordo con le sue cugine. La ragazza chiuse gli occhi per un secondo: no, doveva rimanere critica. Forse suo figlio non le avrebbe nemmeno conosciute le sue cugine. I signori Jonas potevano cacciarla di lì in due secondi una volta scoperta la verità.
-Ehi Alena questa è Miley. E’ una mia amica-.
La bimba fece ciao con la manina mentre si stringeva timidamente al petto dello zio.
-Ehi ragazzi!- una sorridente Denise, armata di grembiule e guanti da forno, li accolse calorosa. Strinse a se prima il figlio e poi Miley, sorridendole. Miley era certa che la donna si stesse sforzando, ma rimase comunque piacevolmente sorpresa da quell’abbraccio.
-Venite dai… vi stanno aspettando tutti. Non vedevamo l’ora che arrivaste-.
In circa due secondi Miley si ritrovò circondata dalla famiglia Jonas. Si era aspettata di vedere un mucchio di teste ricce ma evidentemente il karma era contro di lei: sembrava che ogni componente della famiglia si fosse da poco tagliato i capelli. Tutti tranne Kevin ed Alena.
Se li ritrovò tutti lì, davanti a lei. Lei e Nick con in braccio Alena da un lato e il resto dei Jonas dall’altro. Nell’area si respirava una strana atmosfera: c’era odore di ansia e di attesa e di voglia di scoperta. Erano davvero tutti cambiati in quei pochi anni?
Kevin diede una leggera pacca sulla spalla a suo fratello minore Joe che avanzò, porgendo la mano alla ragazza e sorrise gentilmente.
-Beh ciao Mils. E’ un piacere rivederti-.
Miley l’abbracciò e il sorriso di Joseph si allargò ancora di più. Le era sempre stato simpatico Joe e, in un certo senso, era il Jonas con cui aveva mantenuto i più i rapporti, anche durante gli anni in qui lei e Nick si parlavano appena.
-Mi mancavano i tuoi abbracci-
-A me mancavano i tuoi-.
-Ehi Miley- Kevin le diede un veloce abbraccio mentre Danielle la abbracciò calorosa e lasciò che Miley salutasse Valentina, l’ultima arrivata della famiglia.
-Ehi dolcezza- Miley la prese delicatamente in braccio e la piccola gorgogliò felice. Nick sorrise: c’era qualcosa di magico in Miley quando era attorno ai bambini. Qualcosa che gli ricordava tanto la Miley di cui si era innamorato. Poteva anche essere la Regina del Dramma, ma il ragazzo ne era certo: sarebbe stata un ottima madre. Sicuramente lui non aveva dimostrato uguale bravura genitoriale in quelle ultime settimane.
-Tesoro le lasagne stanno bruciando… almeno credo… Frankie sta facendo la guardia…-  il signor Jonas comparve dalla cucina portando con se un piacevole odore di pasta al forno -oh… ehi ragazzi- fece un rapido cenno di saluto ad entrambi. A Miley parve quasi a disagio e, ne era certa, la fonte di disagio era lei.
Frankie invece rivolse alla ragazza un largo sorriso e esibì fiero i suoi capelli ricci tinti di blu.
-Li ho fatti ieri!- esclamò fiero, facendo notare a Miley quanto profonda fosse ora la sua voce da sedicenne.
Denise aveva preparato la sala da pranzo con una dovizia maniacale: c’era qualsiasi tipo di cibo in una sola tavolata. Si sedettero tutti intorno al tavolo Miley impugnò la forchetta, ma un colpo di tosse di Nick glie la fece posare.
La ragazza roteò gli occhi al cielo: aveva dimenticato che la famiglia di Nick era terribilmente religiosa.
-Frankie vuoi dire tu la preghiera oggi?- Kevin Sr. guardò speranzoso verso il figlio minore che però scrollò le spalla e si sistemò un ciuffo di capelli ribelle. Miley dovette trattenere una risata. Aveva sempre pensato che Frankie fosse un ragazzino troppo forte per quella famiglia.
-Beh grazie Signore…- Kevin Sr. chinò il capo e gli altri membri della famiglia lo imitarono. Nick socchiuse gli occhi e sorrise alla vista di Miley: aveva si chinato il capo, ma la ragazza fissava ostentamente il piatto di patate al forno che aveva davanti agli occhi.
-… per il cibo che ci offri oggi. Grazie per averci riuniti tutti qui sotto lo stesso tetto, per avere portato tutti i nostri figli e Miley da noi. Grazie perché continui a benedire la nostra famiglia con la tua infinita Misericordia. Amen-.
-Amen-.
Per qualche minuto l’unico rumore che riempì la sala fu il tintinnare delle posate sui piatti: sembrava che Miley non fosse l’unica persona ansiosa di tuffarsi nei deliziosi pranzetti italiani di Denise.
Poi, finalmente, Kevin Sr. si schiarì la gola e chiese.
-Come è andato il volo ragazzi?-.
Miley e Nick si scambiarono un veloce guardo: erano nervosi, ma entrambi sapevano che quella domande era più rivolta a lei che a lui. Era chiaro che tutti i presenti fossero curiosi di sapere il perché Miley si trovasse esattamente lì dato che non si vedevano da anni.
-Bene- rispose semplicemente Nick, sperando che i suoi genitori non iniziassero con il loro classico interrogatorio sul perché non era venuto a trovarli per mesi ed ora si presentava con una nuova donna che per di più era una sua storica ex.
Non fu così fortunato.
-Nick ci ha detto che venivi solo all’ultimo minuto Miley. E’ un piacere rivederti- gorgogliò Denise.
Nick fissò d’impulso l’arrosto che aveva nel piatto. Non voleva assistere a quell’interrogatorio.
-Oh… ehm… grazie signora Jonas. E’ un piacere anche per me. Un paio di mesi fa ho incontrato Nicky e Demi ad una festa e lui mi ha invitato per vedere le piccole-.
Denise annuì comprensiva, ma non sembrava convinta.
Nick tentò di cambiare argomento.
-Frank come vanno gli studi?-
Pessima scelta. Suo fratello minore ingoiò un gigantesco pezzo d’arrosto e bofonchiò un rapido “bene” prima di riconcentrarsi sul cibo che aveva nel piatto.
-Frankie studia ingegneria - spiegò Joe, soccorrendo il fratello –sono sicuro che Nick te l’ha detto-
-Siamo tutti fieri di lui sai?- sorrise Danielle –praticamente è un genio per essersi diplomato in anticipo di un anno e mezzo-.
Frankie arrossì, ma Miley sorrise a tutti loro. Era grata che stessero facendo di tutto per metterla a suo agio.  
Tutti tranne i signori Jonas, ma Miley non potè fare a meno di pensare che i suoi genitori avrebbero fatto la stessa cosa, se non peggio, con Nick.
-Come sta la tua famiglia? Sai qualche giorno fa siamo stati in Tennessee e il clima era delizioso- Denise si pulì la bocca con il tovagliolo e socchiuse gli occhi: la stava scrutando e Miley abbassò lo sguardo.
Non si ricordava che la signora Jonas la metteva così a disagio. O forse era solo una sua impressione, ma la ragazza era quasi certa che la donna la stava osservando dall’inizio del pranzo.
-Stanno bene grazie. Noah, Trace e Brandi stanno facendo la loro musica mentre Braison ha appena girato un piccolo film. Mamma e papà stanno bene-
-E con Liam come va?-.
La ragazza abbassò lo sguardo: il tono di Denise era amichevole, ma la ragazza sospettava che la donna morisse dalla voglia di sapere. Come se non avesse mai letto un articolo in un giornale scandalistico. A Nick andò di traverso un pezzo d’arrosto ma tutti lo ignorarono: erano concentrati su Miley e su nessun altro.
-Beh ci siamo lasciati-.
Un gelido silenzio calò all’improvviso. Persino le piccole si zittirono.
Miley guardò nervosamente Nick che la fissava impassibile. Era chiaro che era terrorizzato da quella conversazione.
-Oh… qualcuno vuole delle patate?- chiese Joe, tentando di rompere quel pesante silenzio.
 
Quando asciugò l’ultimo piatto Denise non resistette più: doveva levarsi quel dubbio.
Fece un sorriso forzato al terzogenito, mentre gli porgeva l’ultima stoviglia da riporre nell’armadio.
-Nick tu non centri vero con questa storia?-.
Denise guardò il ragazzo con apprensione, ma dal suo sguardo confuso capì che non aveva afferrato il messaggio.
La donna sospirò: a volte le pesava eccome essere la madre di quattro esemplari di sesso maschile.
O forse Nicholas la trovava troppo ingenua, cosa di certo che lei non era: una madre queste cose le sente subito.
-Mi sembra ovvio- ora il tono di voce era più duro.
Nick si ritrovò ad indietreggiare. Sarà stato pure un uomo adulto, ma la madre gli incuteva ancora parecchio timore. Rispettava troppo i suoi costanti giudizi.
-Tesoro, sono una madre di quattro figli. So riconoscere quando una donna è incinta e Miley lo è. Riconoscerei le forme di un pancione anche ad occhi chiusi dopo quattro gravidanze-.
Merda! Tutte le frasi fatte e i gesti di circostanza che Nicholas aveva concordato dettagliatamente con Miley si frantumarono davanti ai suoi stessi occhi. Cercò di salvare il salvabile, provando a giustificarsi e ad evitare l’argomento.
-Siamo amici ora. Abbiamo ripreso a sentirci da un po’. Dallo scorso Halloween-
-Non ti sto chiedendo questo- sua madre non lo fece neppure finire di parlare, cosa che lo irritò parecchio, ma cercò di non darlo troppo a vedere. Non voleva farla arrabbiare. O farla preoccupare eccessivamente.
-Si… si lo è- rispose il ragazzo con un filo di voce.
-E dato che si è lasciata con Liam tu le stai vicino?- azzardò Denise, pur sapendo che quella risposta non era quella giusta. Era quella alla quale lei voleva credere perché tutta quella storia era troppo assurda per essere vera.
“Nicholas è un ragazzo d’oro, uno splendido ragazzo” si ripeté la donna.
Era sempre stato sincero, onesto, rispettoso di se stesso e degli altri. Non c’era alcuna ragione che la inducesse a pensare che era finito in qualche cosa più grande di lui. Soprattutto non in una cosa così insormontabile, così dannatamente meravigliosa ma complicata.
-Sei un bravo ragazzo Nicky. Il mio Nicky-.
La donna sfiorò delicatamente il viso del figlio, ma quel semplice gesto per Nick fu l’orlo del baratro.
Era troppo.
-Dio mamma non dire queste cazzate!- sbuffò, sbattendo i pugni uno contro l’altro nel tentativo di calmarsi.
A volte sua madre pensava ancora che fosse il bambino dodicenne che aveva pianto disperato quando aveva scoperto di essere affetto dal diabete di tipo 1. Tirò fuori dalla tasca dei jeans i risultati del test di paternità e li porse alla madre.
Denise piegò con estrema cura il pezzo di carta e lesse. I suoi occhi si ridussero a due fessure.
-Che significa?-
Sbattè una volta le palpebre. Nella stanza era calato un silenzio irreale. Sembravano tutti distanti anni luce: Nick sentiva le risate dei suoi famigliari come un eco lontano.
-Ad Halloween siamo stati assieme e questo è il risultato. Per questo quello là, l’australiano, l’ha piantata così su due piedi. Perché il figlio non è suo-.
-Che significa che siete stati assieme?- Denise era rossa in volto. Sembrava fosse sul punto di dovere scoppiare in lacrime da un momento all’altro. 
-Mamma lo sai che non sono più vergine da anni ormai-
-Questo si!- Denise era stizzita. Non riusciva a capacitarsi che uno dei suoi figli si fosse cacciato in una situazione del genere - Ma tesoro, insomma. Ascoltami non puoi venire qui e darmi una notizia del genere. Non sto dicendo che non dovevi andare con altre donne- e lanciò al figlio uno sguardo eloquente –sto solo dicendo che ti ho educato in un certo modo… insomma davvero siete stati così stupidi da non pensare ad usare dei profilattici?-.
-Si!- Nick urlò talmente forte che tutti si zittirono nella stanza a fianco –che cavolo ti devo dire si! E’ figlio mio! Diavolo aspetto un figlio dalla mia ex ragazza! Anche io sono sconvolto, ma ero venuto qua per farti vedere che ci stiamo provando!-
-Provando a fare cosa?- le lacrime oramai avevano preso il soppravvento su Denise che non riusciva più a controllarsi ed era scossa dai singhiozzi –Dio Nick! Un figlio! Ma come pensate di crescerlo? Come una coppia di vecchi amici? Non potete mettere al mondo un altro essere umano così! Pensando che vada tutto a posto! Dovevate pensarci, dovevate stare attenti! Tu e Miley siete cambiati. Lei è…è… è diversa. Nick tu sei diverso! Non potete fare finta che questa cosa sia una bazzecola perché è evidente che non vi rendete conto di quanto sia grave la situazione!-
-Ehi tesoro…-
Kevin Senior sbirciò dal corridoio.
-Non stavate mica urlando vero?-.
Solo allora Nicholas e Denise realizzarono che erano pericolosamente vicini l’uno all’altra, sulla difensiva. E che tutti i membri della famiglia avevano smesso di parlare già da un bel po’.
Kevin e Danielle erano appena dietro il signor Jonas, lei sembrava sconvolta si portava una mano alla bocca spalancata. Joe si era zittito, con Alena in braccio, e aveva persino smesso di fare le sue solite squallide battute per intrattenere tutti i presenti; era vigile e attento.  Frankie sembrava il più sconvolto di tutti, continuava ad aprire e chiudere la bocca come un pesce lesso in attesa che il sangue ritornasse a scorrere verso il cervello. E Miley, che aveva la piccola Valentina in braccio, stava seduta sul divano di casa Jonas, con uno sguardo colpevole e pieno di dispiacere.
Lei e Nick erano stati due schiocchi ragazzini ad andare dalla famiglia di lui in cerca di appoggio e comprensione. Miley aveva sempre ritenuto quella famiglia come perfetta. Non c’era famiglia più bella di quella di Nick: dove tutti rispettavano tutti e si volevano bene. E se lo dicevano in continuazione. Ma quella era una situazione assurda: nessuno l’avrebbe potuto capire, nessuno avrebbe potuto accettare quel compromesso.
-Forse- disse con un filo di voce –forse io e Nick dovremmo andarcene…-
-NO!- tutti i membri della famiglia Jonas urlarono la stessa parola in coro.
-Viene fuori Nicholas- finalmente Kevin Sr. prese in mano la situazione –dai su parliamo con calma-.
Nick non voleva seguirlo, ma suo padre lo trascinò praticamente fuori.
Era sorpreso di quanta forza avesse nonostante ormai lui era molto più alto e prestante del signor Jonas. 
Non appena uscirono in giardino Nick iniziò ad accelerare il passo, andando verso il boschetto che confinava con il terreno della casa.
-Ehi Nick- suo padre gli tenne testa però –non correre. Che è successo? Voglio solo parlare con te. Tu e la mamma non avete mai litigato…-
-Lo sai… avrete sentito tutto immagino-.
Kevin Sr. abbassò lo sguardo: si sentiva un po’ in colpa.
-Sei sicuro che sia figlio tuo? Insomma quante volte ci sei stato con lei?-
-Una-
-Una soltanto? Beh allora come fate ad esserne certi?-
-Una basta e avanza! Abbiamo fatto il test di paternità. Insomma credo… credo… lo abbiamo fatto per due volte. Una volta all’ottava settimana, un’altra alla tredicesima. Pochi giorni fa. Volevamo esserne certi e tutte e due le volte è risultato come positivo. Non so… probabilmente i medici ripeteranno il test una volta che il bambino nascerà-
-Ah- suo padre si fermò e fissò gi alberi in lontananza: stava iniziando a fare veramente freddo. Sembrava soddisfatto della spiegazione.
Perché non hai usato un preservativo? Sei sempre stato così attento con Olivia e Delta-
-Mi ha detto che prendeva la pillola- tagliò corto il ragazzo: non voleva incolpare Miley. Probabilmente dentro sua madre le stava già facendo il terzo grado. E dopotutto sapeva che era anche colpa sua. Un figlio si fa in due.
Ormai lui e suo padre stavano tornando verso il vialetto.
-Nick dimmi una cosa però. E’ importante e non voglio che gli altri la sentino- Kevin Senior guardò suo figlio dritto negli occhi –tu la ami? Perché ho visto come la guardi…-
-Non lo so- ammise Nick.
E, doveva ammetterlo a se stesso, non lo sapeva realmente.
Non ancora.

 

Il dramma è arrivato... muahahaha! Finalmente ho finito gli esami... ripetiamo assieme dai... ho finito gli esami (per sempre)... alleluia! Vi sareste mai aspettati una reazione del genere da aprte della family Jonas? E immaginatevi il seguito....
A sabato prossimo (16 giugno), -
Fran

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Capitolo 16
*** World War III ***


“No you can't have World War III
If there's only one side fighting
And you know, whoa-oh
That there's lessons left to learn”
- “World War III” Jonas Brothers


 
-Davvero non hai minimamente pensato alle conseguenze?-
-Io non credevo fossi così idiota-
-Ma perché sei diventato così egoista?-
Le parole dei suoi fratelli colpivano Nick come lame gelate mentre cercava ancora di non affogare in quel vortice di emozioni che lo aveva inghiottito nel momento esatto in cui lui e suo padre erano rientrati in casa.
-Nick ci stai ascoltando?- Joe era pallidissimo in volto mentre cercava disperatamente di ottenere anche solo una risposta alle mille domande che gli ruotavano in testa.
-Come ti è saltato in mente di portarla qui?- Kevin si sedette di fronte a Nick e lo costrinse a guardarlo in faccia.
-Non lo so- sbuffò il fratello minore, lanciando ad entrambi un’occhiataccia: non era necessaria tutta quella paternale. Era già stato abbastanza umiliante dovere sostenere lo sguardo deluso dei suoi genitori.
Miley si era rifugiata nella camera degli ospiti, ma lui non era stato altrettanto fortunato: Kevin e Joe l’avevano praticamente sequestrato per parlargli faccia a faccia.
-Dio, hai presente che la mamma fra un po’ rischiava l’infarto Nicholas?!- Kevin boccheggiava ancora.
Ora Nick si stava decisamente arrabbiando.
-Non mi importa della mamma- mentì –Kevin tu più di tutti dovresti conoscerla, insomma mamma fatica ancora adesso a non criticare Danielle!-
-Cosa centra adesso?- Kevin scattò in piedi sulla difensiva.
-Ok ragazzi basta. Che è vi devo dividere? La situazione è già grave e sta degenerando. Non finiamo come tre anni fa vi prego…- Joe si sedette accanto ai fratelli e sospirò, sconsolato.
Vecchi ricordi, dolorosi, invasero la stanza.
Solo allora Nick realizzò che non aveva mai più avuto una reale conversazione assieme ai suoi fratelli dalla loro rottura nell’ottobre del 2013.  Non che non ci avesse mai più parlato, continuava ad adorarli alla follia ma i loro dialoghi si erano concertati sulle loro carriere individuali, sulle ragazze e sulla famiglia. Non su cose personali come un figlio. Ne su cosa avessero realmente provato a non suonare più assieme.
Ci vollero parecchi minuti prima che  uno di loro parlasse di nuovo.
-Ho fatto un casino lo so- Nick singhiozzò e una lacrima silenziosa gli rigò il volto.
-Nick quello che io e Kevin volevamo dirti e che comunque siamo dalla tua parte, sempre. Sei il nostro fratellino- Joe gli battè un’affettuosa pacca sulla spalla.
Nick alzò lo sguardo e finalmente guardò i suoi due fratelli negli occhi. Ora era sorpreso.
-Che ti aspettavi?- Kevin intuì il suo sollievo e gli rivolse un debole sorriso –vogliamo solo delle risposte, come tutti credo. Mamma e papà avranno tempo per strigliarti per bene, soprattutto papà-
-Siete seri?-
-Che ti credevi?- Joe gli sorrise, gioviale –sto per diventare zio. E anche se sono sconvolto beh… Alena e Valentina sono le donne della mia vita e non posso aspettare per diventare di nuovo lo zio preferito di qualcuno. Insomma… lo sai che io ho sempre avuto un debole per voi. Miley con te è sempre stata la ragazza giusta al momento sbagliato e…- .
-E questo è decisamente il momento sbagliato però- puntualizzò Kevin – hai distrutto un matrimonio-
-Lo so-
-L’hai messa incinta-
-Lo so-
-E adesso vorreste farci credere che è tutto a posto e che siete in grado di crescere un figlio?-
-Beh no… non lo so-
-Che intendi con non lo so?-
-Non lo so. Io … è mio figlio. Il DNA non mente. Che razza di uomo sarei se lo abbandonassi? Io… io credo di non averla mai dimenticata e quando me la sono ritrovata lì davanti quella sera sono uscito di testa-
-Nick non siete in grado di crescere questo bambino se prima non vi chiarite-
-Lo so…- il ragazzo si passò una mano negli occhi, umidi di lacrime e tentò di darsi un contegno. Non voleva farsi vedere così vulnerabile perché era lui quello da biasimare, non di certo Miley. E il ragazzo temeva che la sua ex rischiasse molto più di lui in quel momento: dopotutto l’aveva portata nella tana del lupo.
- Mamma ha chiamato i signori Cyrus- lo informò Joe.
-Che?-
-Si beh… mentre tu e papà facevate la vostra chiacchierata mamma ha afferrato il telefono e li ha chiesto di incontrarsi. Vorrà chiarire tutto immagino-
-Ma non ne ha il diritto. Questo… è un problema mio e di Miley-
-Sappiamo tutti che mamma non è capace di restare fuori dai nostri problemi. Eh… beh forse è meglio che tu e Miley non vi parliate fino a domani mattina-
 
Miley sospirò pesantemente. Era seduta al grande tavolo di casa Jonas proprio come la sera precedente, ma stavolta era diverso. I signori Cyrus erano accorsi a soccorrerla dopo che i signori Jonas li avevano chiamati informandoli della situazione. E adesso lei e Nick era stati costretti a sedersi con tutti loro e sentire le loro ramanzine. Il tutto davanti ad una falsa, perfetta colazione: uova e bacon, pun - cake alle fragole, waffles con cioccolato fuso e succo d’arancia imbastivano il tavolo.
Kevin Senior si era seduto a capo tavolo, ostentando una idilliaca supremità paterna da padrone di casa ma gli si leggeva in volto la paura dell’imbarazzo. Denise e Nicholas era seduti alla sua destra. Miley, Billy Ray e Tish alla sua sinistra. Sembravano due fazioni nemiche pronte e schierate sui due fronti di guerra. Sembravano tutti sul punto di esplodere, ma nessuno intavolò una conversazione per più di dieci minuti. Denise continuava a lanciare occhiate assassine a Miley e Billy Ray continuava a lanciare occhiate assassine a Nick.
Poi Tish sbottò.
-Non è che non voglio fidarmi… insomma io e Billy ti abbiamo sempre rispettato Nick e sappiamo che genere di famiglia siete, ma ecco l’ultima volta l’hai lasciata da sola, quella prima anche… –.
-Esattamente!- ululò Billy Ray, attaccando gli ultimi residui della sua crostata alle mele - quando è l’ultima volta che vi siete fidanzati? Eravate due ragazzini no?-
-Nel 2009 avevamo diciassette anni- borbottò Miley, spostando svogliatamente la forchetta sul suo bacon vegano. Aveva lo stomaco contorto. Era così umiliante dovere stare al cospetto dei suoi genitori e di quelli di Nicholas come se fossero stati due ragazzini di quattordici anni.
-Ecco appunto- Tish era così agitata che aveva le narici dilatate.
-Beh scusate tanto se ho addosso un cartello enorme con su scritto “sono una delusione per la nostra cazzo di famiglia”!-.
-Miley ti prego! Controllati!- gridarono contemporaneamente Billy Ray e Tish.
La ragazza si morse le labbra e si riempì la bocca di fragole: se volevano criticarla almeno l’avrebbero fatto per altre cose e non per il suo linguaggio.
-Scusate- Tish rivolse ai signori Jonas una rapido cenno con la testa che suonava tanto come un “non era nostra intenzione farvi venire qui ad assistere ad uno spettacolo del genere”.
Miley avrebbe voluto alzarsi e scappare via, ma aveva troppo autocontrollo per farlo. Denise la squadrava male dall’inizio della colazione: la odiava, era chiaro. La odiava perchè aveva macchiato il suo prezioso terzogenito, perché l’aveva reso meno cristiano, meno perfetto.
-Siamo rimasti scioccati quando ci hai detto che il bambino non era di Liam. Ti rendi conto di questo almeno?- Billy Ray aveva gli occhi lucidi.
Miley continuò imperterrita a masticare senza proferire una parola.
I signori Cyrus sbuffarono.
-Voi siete rimasti sconvolti?-
Tutti i presenti si girarono verso di Nicholas: era la prima volta che il ragazzo apriva bocca dall’inizio della colazione.
-Perché sono io quello che è stato fregato qui…. insomma… Dio me la sono ritrovata davanti con il test di paternità in mano! Non… non mi sono comportato bene è vero ma…-
-Senti bello- Billy Ray gli puntò minacciosamente la forchetta addosso, pezzi di bacon schizzarono sulla tovaglia provocando in Denise un lieve lamento –quanto ti sei ritrovato davanti la mia bambina non ci hai pensato due volte a fartela! Beh impara a ragionare con il cervello una volta tanto! Ho ancora il fucile carico nel capanno degli attrezzi e per te conservo un proiettile dal dicembre del 2007!-.
Nick rimpianse di avere aperto bocca e gettò uno sguardo verso i genitori in cerca di supporto. Sua madre gli rivolse un timido sorriso.
-Io credo che qui la situazione sia molto complicata- affermò Kevin Senior –mi scuso da parte mia Billy, davvero. E’ chiaro che mio figlio non si è comportato bene e non è questo il modo in cui io e sua madre l’abbiamo educato-
-Sa cosa me ne faccio delle sue scuse?- Billy Ray stava praticamente urlando.
-Quello che mio marito sta cercando dire è che vi capiamo- squittì Denise con una voce di tre decibel più alta del normale –io non mi aspettavo tutto questo da te Nicholas-.
Ecco, Nick si morse la lingua e si preparò alla paternale materna: sua madre era una donna che emanava molta luce esteriormente, appariva a tutti come la madre perfetta, dolce e amorevole; ma lui sapeva che quando si trattava di donne e relazione Denise non era di certo una santa. Danielle stessa aveva sudato tre camicie per entrare nelle grazie di Mama Jonas e Nick sapeva che sua madre trovava Miley completamente inadatta a lui. Il solo comportamento che Miley aveva avuto negli ultimi anni l’aveva scioccata.
-Mamma, non ho cinque anni-
-Nicholas tua madre stava parlando, non interromperla- Kevin Sr. agitò la sua forchetta in aria.
Miley sbuffò.
Cristo quanto lo odiava: si faceva comandare ancora dai suoi genitori manco avesse due anni.
-E’ tutto a posto- finalmente la ragazza prese parola –insomma. Mamma tu hai sposato il tuo ex marito dopo una settimana e sei rimasta con lui per diciassette anni cazzo! E poi voi avete divorziato e siete tornati assieme. Mi sembra che qui io non sono l’unica che fa dei casini del genere-.
Ad ogni parolaccia, che usciva dalla bocca di Miley, Denise sussultava e Nick le stringeva la mano: sapeva che voleva proteggerlo.
-Mamma, tu e papà vi siete sposati a diciotto anni no?- Nick guardò dentro gli occhi della madre –ci avete avuti giovani. Non sto mica dicendo che andrà tutto bene, ma non voglio lasciare mio figlio. Non è giusto. -.
-Nicky tesoro non è questo… è che avete fatto tutto così… così... male. Insomma ti sei lasciato con Olivia e sai che l’adoravo. Dio eravate così carini, speravo che tu prima o poi l’avresti sposata!-
Miley mandò giù un lungo sorso di succo d’arancia: era seria? Nominava la ex del padre di suo figlio mentre lei era presente?
-Si beh avrei anche potuto decidere di abortire o di non dire a Nicholas che era lui il padre- puntualizzò Miley –insomma siamo stati onesti e vogliamo prenderci cura del bambino al meglio-
-Dio voi non sapete di cosa parlate!- esclamò Kevin Sr. –insomma, ma vi sentite? Un bambino ha bisogno di stabilità! Non potete crescerlo come se fosse un pacco da consegnare l’uno all’altra!-.
-Appunto!- ululò di rimando il signor Cyrus –che cosa gli direte? Che cosa penserà? Mamma e papà sono stati così scemi da mettermi al mondo in una famiglia sfacciata! Dovete ameno sforzarvi di andare d’accordo! Vostro figlio Nick ha ignorato ogni chiamata ed ogni messaggio della mia Mils per settimane! Voi lo definireste un buon padre?- 
-No- Nick guardò i signori Cyrus negli occhi, voleva essere serio e chiaro –no. Insomma avevo dei dubbi. Non potete biasimarti, insomma lei stava con Liam. L’avevamo fatto solo una volta a quella festa e poi più nulla. Ho avuto paura. Non so perché… non volevo avere niente a che fare con lei. E mi odio per questo. Mi odio perché ho perso parte della vita di mio figlio, perché non ho dato fiducia a lei. Insomma mi dispiace, lo so che non è sufficiente dire “mi dispiace” ma sono stato un’idiota-
-Nicky tesoro… sei così dolce- Denise lo guardava con gli occhi pieni di lacrime.
-Tesoro…- Kevin Sr. diede un colpo di tosse e lanciò alla moglie uno sguardo truce.
-Che c’è?!-
-Non è più un bambino, ha ragione. Devi iniziare a trattarlo come un adulto-
-Dovrei trattarlo da adulto?- Denise gonfiò il petto in maniera esagerata. La situazione stava lentamente degenerando in una faida famigliare e Nick recitò una preghiera silenziosa: era certo che suo nonno sarebbe stato dalla sua parte. Ma Jerry era morto e adesso lui doveva cavarsela da solo.
-Paul, un adulto non si sarebbe mai cacciato in questa situazione-.
Nick rivolse a Miley uno sguardo disperato, ma lei osservava sua madre con un’espressione pietrificata. Persino i signori Cyrus si era zittiti e assistevano in silenzio alla disfatta di Nick.
-Io… io… Nick io non ti  riconosco quasi più. Fino a tre anni fa le cose andavano così bene. Avevate la band, avevate dei progetti, avevi una relazione magnifica con Liv…-
Miley piantò la forchetta nei puncake con così tanta forza che il piatto scricchiolò. Cazzo ma quella donna voleva proprio farla uscire di testa! Perchè continuava a nominare la ex di Nick ogni tre frasi? 
-Ti sei allontanato da noi e dalla fede e ora questo. Davvero pensavi che io e tuo padre accettassimo questa pazzia senza battere ciglio?-.
-Non mi importa cosa pensiate di vostro figlio- si intromise Billy Ray e, per una frazione di secondo, Nicholas gli fu riconoscente di avere interrotto quello strazio –ma io e Tish amiamo già nostro nipote. Se per voi non è lo stesso questa conversazione non ha più senso-.
Il signor Cyrus si alzò di colpo e così fece il signor Jonas. Stavano in piedi, l’uno di fronte all’altro, con i pugni alzati.  
-Amerei molto di più il bambino se fossi certo che è mio nipote- borbottò Kevin Sr.
-Papà!- Nick porse a suo padre i test di paternità e rivolse ai Cyrus uno sguardo dispiaciuto.
-La mia bambina non ha nessun motivo per mentire- puntualizzò Billy Ray stringendo i denti.
Kevin Senior lesse e rilesse il referto più volte, poi lo passò alla moglie con uno sguardo truce.
-A questo punto ecco… non posso fare altro che lasciarvi stare-
-Come hai detto scusa?- Nick era decisamente sorpreso.
Suo padre sospirò, massaggiandosi le tempie.
-Nicholas mi sto trattenendo… - ammise –ti ho educato in un altro modo e sappi che negli ultimi anni mi hai mostrato un lato di te che non sempre mi rende entusiasta, sono onesto. Ma ormai il danno è fatto-.
-Paul!- strillò Denise: aveva gli occhi lucidi –non dirgli queste cose!-
-Denise sto cercando di essere onesto. Non è dicendogli che andrà tutto bene che risolveremo la cosa!-
-Ma è sempre tuo figlio! E’ il mio Nicky…-
Miley sbuffò. Il nonno di suo figlio aveva davvero chiamato suo figlio “danno”? Non pensava che quella conversazione potesse diventare ancora più irritante, ma i signori Jonas la stavano facendo imbestialire. Loro e le loro manie religiose! Che si aspettavano? Che Nick rimanesse vergine fino alla fine dei suoi giorni? Beh non aveva battuto ciglio quando lui li aveva presentato Olivia dato che non la smettevano di nominarla! Oh certo, se Nick avesse conosciuto una pia ragazza cristiana, non l’avesse nemmeno sfiorata fino al giorno delle nozze e poi ci avesse fatto quattro o cinque figli allora a loro sarebbe andata bene. Ma dato che il loro prezioso bambino era stato così idiota da andare con lei allora il loro piccolo mondo si era capovolto!
Miley non poteva permettere che suo figlio crescesse circondato da quei religiosi bigotti. Lanciò un rapido sguardo si suoi genitori che stavano rileggendo il test di paternità e provò un grosso modo di compassione per loro: l’avevano sempre sostenuta e amata, anche in quella pazzia ma Nick non era stato altrettanto fortunato. Si era sempre sentita un gradino sotto rispetto a lui, rispetto alla sua famiglia. La famiglia Jonas d'altronde esercitava una certa attrattiva ad Hollywood: sempre perfetti, sempre eleganti, una grande famiglia italo – americano tutta chiesa, rispetto ed amor reciproco. I figli erano educati, i nonni e i genitori erano estremamente giovani ed accattivanti. Gestivano la carriera musicale e quella imprenditoriale con una facilità ed un’armonia invidiabili. Alla ragazza tornarono in mente tutti i servizi fotografici che i Jonas avevano fatto durante i loro anni d’oro: tutte quelle foto di famiglia impomatate e piene di volti sorridenti. Cosa avrebbero pensato tutti adesso? Come avrebbe reagito Hollywood se avesse potuto assistere a quella scena di disfatta famigliare? Sua madre aveva sempre invidiato i Jonas, ma solo adesso Miley si rendeva conto che, tra lei e Nick, era lei quella fortunata. Certo i Jonas non aveva dovuto affrontare ne un quasi divorzio ne vari scandali e dipendenze ma erano più fragili di quanto volessero fare pensare.
-Ho anche una foto-
La voce di Nick riportò Miley alla realtà.
Il ragazzo aveva estratto il portafoglio e stava tirando fuori una foto della scorsa ecografia.
Se non era così coinvolto allora come mai teneva una foto di loro figlio dentro il portafoglio? In tutto quel vortice emotivo nel petto di Miley zampillò una sincera nota d’affetto per il su ex: Nicholas poteva rivelarsi davvero dolce in certe situazioni.
Denise prese la foto con mani tremanti: era la prima volta che vedeva suo nipote. Era un essere umano in tutto e per tutto, solo in miniatura. Le sue piccole mani si stavano formando ma per fortuna il volto era ben visibile. Era perfetto.
-Ha il tuo naso Nicky-
La donna non sapeva perché gli fosse venuto così spontaneo quel commento: l’aveva solo pensato e le parole le si erano formate in gola ancora prima che il suo cervello potesse riuscire a trattenerle.
-Veramente- si intromise il signor Cyrus, prendendo con cura la foto dalle mani della donna –assomiglia a Mils. E’ già identico a lei. E saremo fortunati se non prenderà nulla dal padre-
-Papà finiscila- Miley gli lanciò un’occhiataccia –ci avete già tormentato abbastanza-.
La ragazza abbassò lo sguardo e, per una frazione di secondo, incontrò gli occhi di Nick: erano riconoscenti.
Denise sorrise, mentre si riappropriava della foto.
-Posso darci un ultima occhiata?-.
Una lacrima silenziosa rigò il volto della donna.
-Mi commuovo sempre quando guardo queste cose!- cinguettò.
Nick sentì che le era vicina.
-Mamma…-.
Le sfiorò il volto e lei gli sorrise.
-Paul…-
Il signor Jonas fece una smorfia.
Il clima si era decisamente disteso e tutto grazie ad una semplice foto! Se Miley l’avesse saputo avrebbe portato l’intero book fotografico delle ecografie precedenti!
-Io sono ancora arrabbiato- sentenziò Kevin Senior –ma se è quello che vuoi ti aiuterò in ogni modo Nick. Lo sai che ti adoriamo e adoreremo anche nostro nipote, anche se è stato mandato da Dio in maniera così inusuale-.
-Questo non significa che sto accentando la cosa- Billy Ray puntò la forchetta verso Nick con fare minaccioso – vuol dire che ci sto provando-.
 

Allora? Vi è piaciuta questa bella rimpatriata famigliare? Chi, come me, non vedeva l'ora di rivedere queste due famiglie all together sedute ad un tavolo? Ci vediamo sabato prossimo (23 giugno) con il capitolo numero 17!
Peace & love,
Fran

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Capitolo 17
*** Two More Lonely People ***


“And there’s two more lonely people
In the world tonight
Baby you and I”
- “Two More Lonely People” Miley Cyrus
 


-Andrà tutto bene ok? Mamma sistemerà tutto, stai tranquillo Baby J-
Miley si accarezzò delicatamente la pancia e si raggomitolò su se stessa. Nella penombra della stanza degli ospiti di casa Jonas si sentiva smarrita: non vedeva l’ora di tornare a casa sua. Non sapeva come aveva fatto a sopravvivere a quella lunga giornata, ma c’è l’aveva fatta. Non avrebbe retto i genitori di Nick e tutta la loro apparente perfezione un minuto di più. Dopo la colazione disastrosa di quella mattina i suoi genitori erano tornati in California. Tecnicamente lei avrebbe voluto andare con loro, ma  Nick si era offerto di riportala personalmente a casa. E lei aveva stretto i denti ed aveva accettato: perlomeno dovevano apparire uniti agli occhi dei loro scettici parenti.
Miley però sentiva Nick sempre più distante da lei. Si sentiva spersa, sola, inutile ed incompleta.
Come erano arrivati a quel punto di rottura?
Era stato un terribile errore tornare in quella famiglia. I fratelli Jonas e Danielle non le avevano praticamente rivolto la parola: avevano passato semplicemente l’intera giornata fuori usando come scusa l’arrivo dei signori Cyrus, ma Miley sapeva che l’avevano fatto solo per evitarla . La verità era che provavano un senso di vergogna per lei, ne era certa. E non avevano avuto neanche il coraggio di affrontare Nick.
Nick.
Miley chiuse gli occhi e grosse lacrime iniziarono a rigarle il volto.
Perché non poteva tornare tutto come prima? Perché non potevano tornare semplicemente indietro a quell’11 giugno 2006 e ricominciare tutto da capo? Quando lei era la dolce ed innocente Hannah Montana e lui era un ragazzino tutto ricci che suonava ogni sera in piccoli locali assieme ai suoi fratelli.
 
11 giugno 2006. Mi ricordo l’esatta data. In quel giorno ho incontrato il mio primo amore. Ho incontrato il mio Principe Azzurro.
-Ehi Mils lui ti trova carina sai?- Zac Efron le rivolse uno sguardo furbo e le fece l’occhiolino e Miley dovette combattere con la luce accecante del sole californiano di metà pomeriggio per vedere con chiarezza il sorrisetto compiaciuto che si era appena formato sul volto dell’amico.
-Che? Chi?- la ragazzina arrossì, ma tentò invano di nasconderlo: si calò il berretto sugli occhi ancora di più. Certo, i ragazzi le interessavano come interessano ad  ogni ragazzina tredicenne del pianeta, ma le sembrava strano che un ragazzo reale avesse una cotta per lei. E che non fosse l’ennesimo fan innamorato.
-Nick dei Jonas-.
-Chi?-.
Miley non era certo di conoscerlo: aveva appena sentito nominarli quei fratelli Jonas.
Poi lo vide. Era il ragazzo più bello che avesse mai visto: esile per la sua età, con la testa piena di ricci scuri e due occhi marroni della stessa sfumatura della Nutella.
Sentì lo stomaco contorcersi e il suo cuore accelerare.
Lui venne verso di  lei, circondato dai suoi fratelli, Joseph e Kevin, e da David Henri, Zac Efron, e altri Disney stars.
 
-Ciao sono Nicholas. Nick Jonas- Nick tese la mano a Miley.
Tremava.
Non gli  accadeva tutti i giorni di incontrare la sua prima cotta!
-Miley Cyrus. E comunque io non stringo mani! Io do’ abbracci!-.
E in un secondo il profumo di Miley lo investì e Nick la strinse a se.
Avrebbe voluto stare stretto a lei per sempre. Poi però, lei lo lasciò e gli rivolse un dolce sorriso.
-Non mi piace la tua maglietta sai?-.
Nick guardò in basso: indossava una semplice maglietta viola con le maniche a righe bianche e nere.
Poi guardò di nuovo lei. Aveva degli occhi ancora più belli dal vivo. Di un azzurro zaffiro più chiaro di quello del cielo. Nick sarebbe potuto andare dall’altra parte del mondo, ma gli sarebbero sempre mancati.
 
Nick si girò e rigirò nel letto, chiudendo gli occhi e sbuffando con forza.
Dannati ricordi! Erano ore che provava a dormire ma il sonno non era stato clemente con lui. Gli faceva male la testa da tutti i pensieri che aveva. L’indomani lui e Miley sarebbero tornati a casa e avrebbero dovuto imparare ad andare d’accordo per il bene del bambino.
Come aveva mai potuto essere così idiota da cacciarsi in quella situazione? Aveva sempre voluto avere dei figli ma non in quel modo. Diavolo, e non con una delle sue ex fidanzate.
Il suo sguardo vagò per la sua vecchia stanza che era rimasta la stessa di quando avevano comprato la casa nel 2014: i poster dei Dodgers e degli Yankees appesi alle pareti, la chitarra autografata da Elvis Costello, la sua vecchia bici. Era quasi impossibile per lui pensare che quel ragazzino pieno di ricci e di sogni, che amava suonare con i suoi fratelli, non esisteva più ormai.
Ora aveva ventiquattro anni, era un uomo con le sue idee ed una solida carriera solista.
Era cambiato. Era cresciuto. E non sempre si sentiva capito ed accettato dalla sua famiglia. Era certo che suo padre l’avrebbe ucciso prima o poi: Nicholas l’aveva sempre stimato, quasi venerato. Da bambino il suo sogno era diventare proprio un uomo degno di suo padre e sapeva di averlo deluso enormemente negli ultimi anni: prima la rottura della band e adesso questo. Sapeva che per i suoi genitori era stato già un duro colpo accettare il fatto dello scioglimento dei Jonas Brothers. Certo, non avevano mai detto fine, nessuno di loro. Nick era certo che Kevin e Joseph avrebbero accettato subito di rimettere insieme la band se solo lui glie l’avesse chiesto; ma non voleva farlo, non per ora almeno. E non in questo casino. Suo padre aveva stretto i denti ed accettato la cosa, ma e, Nicholas di questo ne era certo, si era praticamente morso la lingua per il bene della famiglia.
E adesso lui l’aveva nuovamente deluso con questa notizia. Essendo uno dei figli del pastore da piccolo aveva già subito imparato a dare un’immagine pulita di se e ora aveva rovinato tutto. Già si immaginava i titoli a caratteri cubitali dei media…
La sveglia segnava le tre di notte e Nick decise che la cosa migliore da fare era alzarsi e bere una camomilla.
Scese in cucina, ma indietreggiò subito.
Evidentemente non era il solo a non riuscire a dormire. Seduta al bancone della cucina, con un the fumante fra le mani, c’era sua cognata Danielle.
-Dani?-
Lei gli sorrise timidamente e gli fece cenno di avvicinarsi.
-Non riuscivo a dormire- si giustificò lui. Non sapeva perché si era messo subito sulla difensiva, in fondo quella era anche casa sua, ma Nick aveva passato i due giorni precedenti a giustificarsi e ormai gli veniva quasi naturale.
Danielle non fece una piega.
-Nemmeno io. C’è del the se vuoi-.
Nick si avvicinò riluttante e si verso un po’ di thè, sedendosi accanto a lei. Non sapeva cosa dire. Si sentiva a disagio perché lui era in boxer e maglietta e Danielle indossava solo una semplice camicia da notte. Stettero in silenzio per parecchi minuti
-Nick ti conosco da quando avevi quindici anni. Negli ultimi tempi sei cambiato-.
Beh, ora Nick preferiva il silenzio. Perché gli parlava in questo modo?
-Perché non fate altro che ripetermi questa cosa…-
-Perché è vero. Eri un ragazzino riccio e timido a quindici anni e adesso ti togli la maglietta nei servizi fotografici-
Nick inarcò le sopracciglia. Il fatto che sua cognata avesse visto i suoi addominali lo infastidiva, ma una piccola parte di se era lusingata. Chissà se Kevin ne era a conoscenza…
- Questo però non significa che ti amiamo di meno, lo sai- continuò la donna.
-Davvero? Perché oggi mi avete ignorato per tutto il giorno e papà era sul punto di uccidermi per non parlare della mamma…-
-Non farmi parlare di tua madre, ti prego…-.
Nick represse una risata. Kevin era davvero un uomo fortunato ad avere una moglie così straordinaria.
-Sto solo dicendo che ti ho sempre ammirato per quello che fai. Perché tu sei sempre stata una persona intelligente, una persona che afferra un cambiamento e lo trasforma in qualcosa di positivo-
Nick le rivolse un sorriso sincero: le era riconoscente. Dopo tutti quei discorsi catastrofici finalmente un membro della sua famiglia aveva qualcosa di positivo da dire su di lui.
-Grazie, ma questo non mi aiuta. Insomma lo so che ho fatto un casino, che sono stato un’idiota ma non fanno altro che ripeterlo. E il fatto che siamo famosi beh…-
-Ingigantisce tutto lo so. Ti ricordi quando ero incinta delle piccole?-
-Si-
-Beh evitare tutti i pettegolezzi dei media è stato un incubo. Tutti ovviamente vogliono  sapere: i fans, i  media, i paparazzi. Erano arrivati a fermarmi mentre facevo la spesa per chiedermi dettagli sulla gravidanza…-
-Mi stai spaventando… è una tattica?-
-Oh cielo no- Danielle sembrava sinceramente dispiaciuta – non so cosa pensi Kevin esattamente. Lo sai come è fatto… ha i suoi tempi di riflessione, deve maturare la notizia perché non ha detto praticamente nulla…. ma io sono felice-
-Davvero?-
-Si. Ho sempre desiderato che le bimbe crescessero assieme a dei cuginetti. Tu e Miley siete due brave persone e crescerete un bambino meraviglioso-
-Lo pensi veramente?-
-Si. La conosco pochissimo è vero, ma Kevin ne parla sempre con molto affetto e oggi è stata molto dolce con tutti. Riesce anche a sopportare tua mamma!-.
La donna sorrise e diede un ultimo sorso al suo thè.
- Beh credo che andrò a coricarmi. Buonanotte Nicholas, cerca di riposare va bene-?.
Il ragazzo la seguì con lo sguardo e sorrise debolmente. Nel suo petto zampillò una sincera nota d’affetto per sua cognata.
 
L’indomani i due giovani salutarono frettolosamente la famiglia Jonas e presero un aereo per New York.
I signori Jonas erano ancora piuttosto freddi nei confronti del terzogenito e non degnarono Miley nemmeno di uno sguardo di cortesia. Proprio quando Nick pensava che non sarebbe potuto andare peggio di così il destino gli ricordava, ancora una volta, tutte le persone che aveva deluso.
-Demi come cavolo sei entrata qui?-
Nick richiuse la porta di casa dietro di loro e sorrise amichevolmente alla mora. Lui e Miley avevano passato il viaggio di ritorno verso New York praticamente in silenzio. E adesso il ragazzo era felice di rivedere Demi: aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno che lo capisse. Ma evidentemente Demi non era della sua stessa opinione perchè aveva in volto un’aria decisamente scocciata. Quasi inviperita. Fulminò sia Nick sia Miley con lo sguardo e poi si scagliò contro di loro, urlando a pieni polmoni.
-Oh ti prego Nicholas lo sanno tutti che sei così scemo da nascondere la chiave di riserva sotto lo zerbino!-.
Il ragazzo indietreggiò, sorpreso: non si aspettava quell’accoglienza.
-Ma perché mi urli contro?-
-Ti ho riportato Elvis ma non te lo meriteresti neppure!-
Demi urlava così tanto che sia Elvis sia Batman uggiolarono e si nascosero dietro Miley. Solo allora Demi la vide: i suoi occhi si ridussero a due fessure piccolissime e le sue narici si dilatarono.
Nick si infilò velocemente fra le due giovani donne che già si guardano minacciose l’una l’altra.
-Dio! Ma allora è vero credevo che fosse solo uno scherzo di quell’idiota di Joseph!-
-Che cosa?-
-Che l’hai messa incinta cazzo!-.
Il cuore di Nick mancò un battito: odiava deluderla. Si odiava con tutto se stesso perché lui avrebbe dovuto essere quello assentato tra loro due:  dopo che Demi era finita in riabilitazione era lui che le controllava sempre i polsi, era lui quello che le faceva la spesa all’ultimo minuto quando lei era troppo impegnata per farlo, era lui quello che le ricordava di prendere ancora qualche antidepressivo, era lui quello che aveva dormito con lei per notti intere dopo la rottura con Wil solo per non farle sentire il triste peso della solitudine.
Ed ora aveva mandato in fumo tutte le sicurezze di Demi. La capiva: probabilmente Demi era così sconvolta perché aveva paura di perderlo, ma Nick sapeva che una cosa del genere non sarebbe mai successa. Neanche se avesse avuto dodici figli. Ci sarebbe sempre stato per la sua Demi.
-Senti Demi puoi farla finita?- Miley si massaggiò la testa
-Oh ma da quando mi rivolgi la parola Cyrus?!-
-Demi per piacere- Nick si  mise davanti a Miley –calmati. Abbiamo passato due giorni d’infermo con i nostri genitori. Non ci serve un’altra ramanzina-.
-NO CHE NON MI CALMO! Cazzo quando ti avevo detto di scopare non intendevo di farti la tua ex e di metterla incinta! Ma quando la finirai di pensare con il tuo cazzo?-
-Beh me lo offri o no questo thè?- Miley si sedette sul divano, incurante del clima teso, e rivolse a Nick un’occhiata torva.
-Perché l’hai portata qui?!-
Demi non sembrava per niente sul punto di calmarsi: aveva il respiro affannoso ed era rossa in volto.
-Volevo solo offrile un thè, il viaggio è stato lungo. Poi se ne va, te lo assicuro Dems- la rassicurò Nick. Non voleva farla precipitare ancora di più nel panico e, purtroppo, Miley non lo stava per niente aiutando.
Demi guardò Miley con sospetto.
-Nick sarà un casino… è già un casino… ma perché proprio lei cazzo? Sei sicuro di quello che stai facendo?-
-Ehi Nicky non mi hai risposto!- lo rimbeccò Miley.
Nick si sentiva sempre più a disagio: era circondato da due fuochi che non accennavano a spegnersi e doveva, suo malgrado, compiere una scelta. Ma non voleva farlo, non in quel momento almeno. In quel momento voleva solamente che Demi e Miley la finissero di urlarsi contro e di metterlo in mezzo. Perché lui non si sarebbe mai schierato contro una di loro due.
-Io… io… io… Demi vuoi del thè?-
-Ma stai scherzando? Ti sembra che voglia del thè?- ormai le lacrime stavano quasi prendendo il sopravvento. La ragazza era rossissima in volto. Il tono di voce si era decisamente abbassato, ma Demi continuava a stare ben lontano da Miley. E pensare che un tempo erano così amiche…
Nick si diresse in cucina ma Demi lo seguì, puntandolo come un segugio.
-Nicholas cosa è successo con i tuoi?-
Senza la presenza di Miley Demi era tornata la sua migliore amica. Gli sfiorò i capelli e lo guardò: i suoi occhi erano pieni di paura ed apprensione.
-Come vuoi che sia andata? Sono usciti di testa ecco come- Nick non voleva risultare sgarbato, ma stava trattenendo già troppa rabbia e sbattè il bollitore su fuoco così forte che il rumore rimbombò per tutta la casa, facendo sussultare anche Demi.
Tuttavia la mora si riprese subito e non si fece problemi a mostrare all’amico una smorfia di leggero disgusto.
-Lo sai cosa penso di lei-
Nick sbuffò.
-Lo dici di ogni mia ragazza. Odiavi Delta ed odiavi Liv. E ora non puoi odiare la madre di mio figlio-
-Ok, primo non odiavo nessuno pensavo solo che non fossero giuste per te. Secondo, sei proprio sicuro che lei sia la madre di tuo figlio?-.
Nick si bloccò con la tazza di thè in mano. Quello era troppo anche per la sua migliore amica. Sapeva benissimo che Demi aveva pronunciato l’ultima frase a voce alta in modo che anche Miley sentisse. E, per quanto Nick trovasse logici i mille dubbi dell’amica, gli dava fastidio che la gente continuasse a mettere in dubbio la sua paternità e l’onestà di Miley.
-Pensi sia così stronza da costringerlo?- Miley comparve dietro di loro e sorrise riluttante a Nick che le porgeva una tazza di thè.
-Penso che lui sia troppo buono. Dio… non sei cambiata affatto Cyrus..- rispose la bruna con uno sguardo acido.
-Demi è sempre Miley. Non puoi torturarmi in questo modo-  sentenziò Nick –non puoi torturarci così. Ti prego, lasciaci… lasciaci soli-.
Per Demi fu come ricevere uno schiaffo in piena faccia. Trattene a stento le lacrime di delusione e marciò verso la porta d’ingresso non degnandoli di uno sguardo. Poi Demi si rivolse a Nick.
- Quando ti ricorderai di dirmi una delle cose più importanti della tua vita chiamami va bene?-.
Poi uscì, sbattendo la porta.
 
-Ho esagerato vero?-
Miley era sinceramente dispiaciuta. Non voleva allontanare Nick dalla sua migliore amica. Non voleva e basta, e per la prima volta dopo anni, provò un sentimento di pietà per il suo ex ragazzo. L’aveva già allontanato a sufficienza dalla sua famiglia in quel rocambolesco fine settimana, non voleva portagli via anche gli amici più fedeli
-Sei seria? Cazzo Miley l’hai praticamente ignorata!-
-Io? E’ lei quella che è entrata in casa tua e ti ha urlato contro! Senti non so se te la sei fatta o meno in questi anni ma Dio, sembri il suo cagnolino! Non puoi farti urlare addosso in questo modo!-.
Nick respirò a fondo e fece appello a tutta la sua forza di volontà per non dire niente di offensivo. Sapeva che Miley era sincera, ma non apprezzava comunque tutte le sue allusioni sessuali. D’altra parte… era gelosa? Era gelosa del fatto che lui potesse avere fatto sesso con Demi? Per quanto potesse assurda quell’ipotesi, il fatto che Miley l’avesse anche solo pensato, lo confortava.  
-Miley tu mi stai urlando contro adesso. Demi è … credo sia la persona più importante della mia vita al di fuori della mia famiglia. La sua opinione è importante-.
-Non è suo figlio. E’ praticamente mi ha dato della puttana… non so come fai a sopportarla…-
-Basta-
Fu un attimo e Miley sentì le braccia di Nick bloccarla contro la parte. La tazza le cadde dalle mani e si frantumò ai loro piedi, il thè bagnò la moquette color sabbia. Miley non sapeva cosa avesse innescato una reazione del genere ma il battito del suo cuore accelerò. Non aveva mia visto Nicholas così arrabbiato.
-Non puoi insultarla così- sibilò lui – non in casa mia. E non puoi costringermi a scegliere perché sai che non lo farò mai-.
-Nicholas… io voglio solo che nessuno insulti nostro figlio. Lo sai cosa succederà… fra pochi mesi lo sapranno tutti e ci insulteranno tutti. Se quella è veramente la tua migliore amica dovrebbe risparmiarti gli insulti- la ragazza abbassò lo sguardo –perché non te li meriti-
-Che hai detto?- il tono di voce del ragazzo si addolcì e anche i suoi occhi riacquistarono quella luce di dolcezza che li contraddistinguevano.
-Non pensare che non apprezzi i tuoi sforzi. Si, sei stato uno stronzo all’inizio ma sei troppo buono per me, per noi. Su questo la Lovato ha ragione, sei sempre stato buono-.
-Non me lo hai mai detto. Credevo mi odiassi-
-Non ti odio. Si beh fino al 2012 ti odiavo un po’ ma poi… beh Liam… Liam era il mio uomo, lo amavo e tu eri solo un ricordo. Ma adesso… mi piace questo nuovo Nick, mi piace il Nick che ho visto negli ultimi anni rispetto al Nick maniaco che mi stalkerava e scriveva canzoni su di me e il mio quasi matrimonio…-. 
Miley era così impegnata nel suo discorso, nel tirare fuori tutti i suoi sentimenti, che non si accorse neppure che Nick aveva iniziato a sorridere ed annullare la distanza tra i loro corpi. Vide il volto del ragazzo farsi più vicino, poteva contargli i nei… finchè non sentì le loro labbra unirsi.
 

Tatataaaaa!!!!! Colpi di scena e dove trovarli! Ci vediamo sabato prossimo (30 giugno).
- Fran

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Capitolo 18
*** Break The Silence ***


“But if you lay my body down
And kiss my soul while you're still around
We might not miss this chance
To break the silence”
- “Break the Silence” Nick Jonas
 


La prima cosa che Nick sentì quando si separarono furono le dita di Miley sulla sua faccia.
-Ahia! Ma sei impazzita?- strillò.
Lei gli aveva appena dato un sonoro schiaffo.
-Io sarei  impazzita?- Miley cercò di divincolarsi, ma il corpo di Nicholas premeva contro il suo e la inchiodava contro la parete. Era molto più forte di lei ed era inutile opporsi.
-Sei tu quello che un minuto prima mi urla contro e un minuto dopo mi bacia! Che hai sei diventato una sottospecie di maniaco?-.
-Senti la finisci di urlare per una buona volta? Ti ho appena sfiorato!- Nick le rivolse un’occhiataccia, ma arrossì.
-Che hai detto?- Miley non voleva ascoltarlo. Avrebbe voluto urlargli di chiudere quella bocca perché lui e i suoi discorsi rovinavano sempre tutto, ma non poteva fare altro che stare lì: bloccata fra le sue braccia a pochi centimetri dal suo viso, dai suoi occhi, dai suoi capelli ricci e dalle sue labbra. Era certa che Nick non le avrebbe mai torto neppure un capello però, per la prima volta in vita sua, lui le incuteva timore. L’aveva baciata e l’aveva colta totalmente impreparata. Si aspettava una sfuriata dopo i due giorni disartrosi che avevano appena trascorso e invece, ancora una volta, lui l’aveva sorpresa.
-Era un’idiota. Ti ha tradito e non ti conosce nemmeno-.
Ecco aveva rovinato tutto di nuovo. Era sempre stato così fottutamente geloso. Perché doveva sempre insultare Liam? Liam ormai era uscito dalla loro vita e Miley non voleva aprire un discorso del genere. Non voleva perché l’avrebbe fatta soffrire troppo. Si odiava ancora per quello che aveva fatto passare al suo ex fidanzato australiano.
- Finiscila di tirarlo in ballo! Liam mi conosce eccome! Siamo stati assieme tre anni-.
Non sapeva perché continuava a giustificarlo. A giustificare la loro relazione.
-Ah si? Beh non ti credo. Olivia è stata con me per due anni e tu sai molte più cose su di me!-
-Oh Cristo!- Miley tentò di alzare le mani, ma la presa di Nick era troppo salda –Olivia aveva solo un altro tipo di interesse in te! E poi tu sei così asociale! Dovresti finirla di uscire di testa per ogni minchiata che scopre la stampa!-.
Nick la ignorò. Non ce la faceva. Non ce la faceva a non provare così tanta rabbia verso di Liam. Lo odiava con ogni singola cellula del suo corpo.
- Sapeva dei tuoi sorrisi?-
-Di che?-
Miley era sempre più confusa.
-Dei tuoi sorrisi! Tu hai sei sorrisi diversi. Uno quando qualcuno ti fa ridere all’improvviso, è il più veloce e il più inaspettato di tutti. Uno per quando ridi in maniera composta nelle interviste, lo usi spesso se il presentatore fa una battuta squallida che non farebbe ridere nemmeno un sasso. Il terzo è il sorriso che usi quando stai pensando a qualcuna delle tue idee folli, una nuova canzone per esempio; è il tuo sorriso più adorabile. Uno per quanto ti stai prendendo in giro. Un altro è per quando ti senti a disagio. E l’ultimo è il sorriso che preferisco in assoluto-
-Cioè?-
Miley lo fissava pietrificata: la sua mente si era azzerata nell’istante esatto in cui Nicholas aveva pronunciato quelle parole.
Perché le stava dicendo quelle cose? E diavolo, ora Miley aveva la conferma che lui era davvero un maniaco: quella strampalata idea dei sorrisi da dove cavolo l’aveva tirata fuori se no?
-Quello che usi quando parli delle persone al quel vuoi veramente bene. Sorridi sempre in quel modo quando parli di Baby J.-.
Nick le rivolse un mezzo sorriso e Miley si costrinse a distogliere lo sguardo, mordendosi nervosamente il labbro inferiore. Quando aveva sentito le labbra di Nick sulle sue aveva raccolto tutta la sua forza di volontà per non rispondere al bacio, ma la ragazza poteva sentire ancora quel  dolce sapore.  Pensò a cosa dire. La innervosiva avere Nick così vicino e disse la prima cosa che gli saltava in mente ogni volta che lo vedeva. Voleva chiedergliela da secoli e quello le sembrava il momento più adatto.
-Perché tu e i tuoi fratelli avete smesso di suonare assieme?-.
Questa volta fu il turno del riccio di distogliere lo sguardo. Si allontanò da Miley e si sedette sul letto. Sospirò pesantemente e si scompigliò i capelli. Non si aspettava quella domanda a tradimento. E, sinceramente, non  la capiva: lui gli stava aprendo il suo cuore e lei gli voleva chiedere del perché lui non volesse più suonare con i suoi fratelli?
Miley lo fissava seria e in silenzio. Sebbene era stata stretta dalle possenti braccia del ragazzo per svariati minuti, lui era stato estremamente delicato.
-Smile non lo so. C’era troppa pressione-
-Non è una risposta. Ti conosco. Li adori: adori Kev e Joey. E adoravi suonare con loro. Ok il vostro sound era cambiato, ma tutti aspettavano il vostro ritorno-
-Nessuno si aspettava il nostro ritorno invece- sentenziò Nick cupo. La gola gli si stava chiudendo e la bocca gli divenne improvvisamente asciutta: gli faceva ancora male parlarne, anche se erano passati  tre anni. Tossì per schiarirsi la voce e proseguì.
-Nessuno aveva più fiducia in noi. Avevamo delle carriere soliste. Kevin era padre, aveva una famiglia. Insomma ad un certo punto si è creata tutta questa tensione e non c’è l’ho più fatta a fare finta di niente. Kevin ha subito detto che per lui andava bene, che gli faceva male, ma andava bene. Ormai aveva la sua vita in New Jersey e Dani era incinta quindi ha lasciato me e Joe ecco… ho preso io la decisione finale. E’ colpa mia. Joe mi ha tenuto il muso per diversi mesi, voleva quasi prendermi a pugni ma alla fine sono io quello da biasimare-.
Aveva le lacrime agli occhi.
Miley provò un immenso moto di compassione per Nick.
-Nicky…- si mise davanti a lui. Tutta la rabbia sembrava essere evaporata di colpo. Sapeva cosa voleva dire cambiare e perdere la fiducia delle persone.
-Non sei da biasimare. Si cresce e si cambia e io avevo fiducia in voi, nella band. Siete davvero i ragazzi più talentuosi che io abbia mai conosciuto e… sei solo cresciuto. Si cambia è normale. Anche io sono cambiata, Anche io sono stata criticata e tu mi hai sempre difeso-.
Il ragazzo alzò lo sguardo, sorpreso.
-Credevo che avessi appena detto che mi odiavi e che io avevo passato l’ultimo anno della mia vita a stalkerarti come un maniaco-
-Beh… ho letto qualche tua intervista- ammise lei, arrossendo –Kevin gestisce bene la vostra azienda. E Joe… beh ora Joe ha un nuovo gruppo. Insomma io ti vedo sorridere veramente solo quando sei con loro. Ci hai pensato bene?-
-E’ stata la cosa più difficile della mia vita smettere di suonare con loro- il ragazzo aveva le lacrime agli occhi, ma si sentiva incredibilmente sollevato: era la prima volta che tirava tutto fuori  -comunque i miei genitori non la pensano così e poi sarebbe potuta finire molto peggio se non avessi deciso di darci un taglio. Non eravamo più felici le ultime settimane durante il tour e abbiamo preso la scelta giusta-
-Dio Nick fregatene di cosa pensato i tuoi per una volta tanto!-
Il riccio le lanciò un’occhiataccia.
-Facile parlare per te. Sei la cocca di papà-
-Io cosa?- Miley finse di usare un tono arrabbiato, ma era piacevolmente divertita dalla conversazione.
Fece per allungare le mani e fare il solletico al ragazzo, ma Nick fu più veloce di lei e le bloccò le braccia, attirandola nuovamente a se e baciandola.
Di nuovo.
Si staccò quasi subito da lei e chiuse gli occhi, aspettandosi un altro schiaffo. Ma non arrivò nessuno schiaffo. Nemmeno un lieve brontolio di protesta eruppe da Miley.
Invece la ragazza si sedette, lentamente, sul suo grembo e lo fissò negli occhi, mettendo entrambe le braccia sulle sue spalle. Poteva sentire il suo respiro caldo. Poteva specchiarsi nei suoi occhi.
-Mils…- Nick sussurrò piano, rapito da quel momento. Una strana energia alleggiava in tutta la stanza.
-Mils non siamo costretti a fare niente se non vuoi…-
Gli occhi azzurri di Miley lo scrutarono per qualche secondo.
-Non hai ancora imparato vero quando tacere e lasciarmi fare Jonas?-.
Lo baciò con passione e si staccò da lui lentamente, godendosi l’effetto. Nick era completamente perso in lei, non aveva occhi che per lei.  Miley sorrise: con Liam non era mai successo, nemmeno quando erano a letto assieme.
Si tolse la maglietta e rivelò il suo seno nudo.
Nick si chiese se Miley non indossasse il reggiseno di proposito. Se aveva panificato tutto quello o se l’aveva fatto solo per provocarlo maggiormente. O per irritarlo.  In ogni caso tutto quello che era in grado di fare in quel momento era fissare immobile la donna che amava spogliarsi per lui.
Si sentiva come un dio del sesso e la sensazione gli piaceva.
Cercò un contatto con il corpo della ragazza attirandola a se e baciandole il collo ma lei lo spinse sul letto, facendolo sdraiare supino.
Nick grugnì e cercò nuovamente di mettersi seduto ma Miley spinse il suo bacino sul membro, già eccitato, del ragazzo e lui gemette di dolore e d’impazienza.
Miley lo stava torturando, ma il ragazzo sapeva che era meglio lasciarla fare. Almeno per quella notte.
Così lasciò che le piccole mani di Miley gli levassero la felpa e quando la ragazza slacciò la cintura dei jeans Nick credette di morire. 
-Beh qualcuno è eccitato qui- Miley sorrise, diabolica e si fermò.
-Che cosa?- Nick la guardò, rosso in volto e accaldato –che stati facendo Miley? Ti diverti a mandarmi al manicomio?-
Miley sorrise e si alzò tanto quanto per permettere a Nick di toglierle i pantaloni e le mutandine.
Ora erano nudi tutti e due e, per un attimo, lo sguardo di Nick vagò per tutto il corpo nudo della ragazza soffermandosi sulla pancia.
Era stano pensare a suo figlio in un momento del genere, ma Nick fu pieno d’amore per quel esserino che era metà lui e metà Miley. Baciò delicatamente la pancia facendo allargare ancora di più il sorriso della ragazza. Nick approfittò di quel breve attimo di distrazione invertendo i ruoli: Miley era leggera in confronto a lui e fu per lui fu facile ritrovarsi sopra di lei.
-Dio, sei meravigliosa Mils davvero-
La baciò deliacamente e fece cozzare il loro nasi. Respiravano piano.
-Sei sicura?- le sussurrò all’orecchio.
Miley annuì, impaziente.
Con una mossa decisa Nick entrò dentro di lei e Miley gemette.
 

Ciao ragazzi! Contenti eh? Finalmente era ora che quei due carciofi si decidessero a fare qualcosa! Io sono sempre più sommersa dagli impegni, quindi mi spiace se tavete trovato qulache errore di battitura, ma non ho avuto tempo di rileggerlo oggi. Prossimo appuntamento a sabato prossimo (7 luglio).
- Fran

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Capitolo 19
*** Love Bug ***


“Now I’m speechless
Over the edge, I’m just breathless
I never thought that I’d catch this
Love Bug again”
- “Love Bug” Jonas Brothers
 


Miley si stirò piano e si prese il giusto tempo per svegliarsi. Non voleva essere in nessun altro posto se non lì in quel letto. E non voleva essere con nessun altro uomo se non che con Nicholas.
Non le sembrava vero. Dopo tutti quei mesi di ansia e preoccupazioni ora, per la prima volta, si sentiva in pace. Sentiva le braccia di Nicholas sulla pancia, attorno a lei. Sentiva il suo respiro caldo sulla pelle. Sentiva il metallo freddo della dog- tag del ragazzo sulla schiena.  Rabbrividì.
-Hai freddo?-.
La voce di Nick le giunse dolce e premurosa.
-Un po’- ammise. Non sapeva che lui era già sveglio. Si girò su un fianco, in modo da poterlo vedere in faccia.
Lui le sorrideva, rassicurante.
Nick fece per alzarsi, ma lei lo trattenette dolcemente con un bacio a fior di labbra ed inspirò il profumo di colonia misto all’aria mattutina. Era il suo profumo. Era il suo Nicky.
-No, stai qui con noi Nicky. -
Nick sorrise contro le sue labbra e continuò a tenerla stretta al suo petto, beandosi semplicemente di lei. Adorava quando lo chiamava in quel modo. Sorrise: era uno di quei suoi rari e grandi sorrisi. I sorrisi che riservava alle persone speciali della sua vita. E Miley e il bambino erano quel tipo di persone. Non riusciva a credere che Dio gli avesse offerto una terza possibilità per stare con l’amore della sua vita.
- Volevo solo prenderti una coperta-.
Miley sorrise e accarezzò i capelli di Nicholas, mentre lui appoggiava un orecchio alla pancia per sentire il piccolo.
Era strano compiere quei gesti: venivano così naturali ad entrambi, ma solamente otto ore prima nessuno dei due si sarebbe mai sognato di farli.
-Non senti ancora nulla? La prima volta che Dani mi ha fatto sentire Alena scalciare sono quasi svenuto dalla felicità. Non dovrebbe mancare molto-.
Il sorriso della ragazza si allargò ancora di più: il broncio di Nick era così adorabile!
-Sono solo alla sedicesima settimana-
-Ah ok, quindi la prossima settimana sapremmo se è un ometto o una signorina-.
Miley lo guardò, sinceramente stupida.
-Che c’è?-.
-Non ti credevo così informato-
-Non sai quanti libri sulla gravidanza mi ha fatto leggere Kevin quando sono nate le mie nipoti!-.
Il sorriso di Nick era al cosa più straordinaria di questo mondo.
Miley sospirò mentre si massaggiava la pancia. Le nausee mattutine non le erano ancora del tutto passate.
Restarono in silenzio per un po’ di tempo. Era strano per entrambi essere passati dall’odiarsi ed urlarsi contro al fare l’amore, tutto in meno di dieci ore.
-Sei stato fantastico a proposito-
Miley lo baciò nuovamente, ma Nick la guardava smarrito.
-La scorsa notte dico- la ragazza soffocò una risata e il petto di Nick si gonfiò d’orgoglio: quella era l’ultima cosa alla quale aveva pensato, ma buon a sapersi.
-Beh tu sei fantastica e l’ultima volta che ti ho visto nuda non ricordavo che avessi così tanti tatuaggi-.
Lo sguardo di Nick indugiò per molti secondi sul corpo di Miley: era di una bellezza sconvolgente, lo stordiva e lo ammaliava. E gli faceva perdere il contatto con il mondo. Emotivamente era esausto e non capiva come Miley potesse avere ancora tutta quell’energia dopo tre giorni infiniti, due ramanzine, litigi e riappacificazioni varie.
-Non devi lavorare oggi?-
-No- Nick scosse la testa con forza, stringendola di più a se: aveva avuto così paura di perderla. Di perdere suo figlio che gli sembrava impossibile anche lasciarsi per un minuto. Figuriamoci per un’intera giornata di lavoro! Era così bello stare lì con loro. Sentire i respiri di Miley contro il suo petto, appoggiare le mani sulla sua pancia appena arrotondata.
-Devo presentarti per bene a Dani e alle piccole- disse Nick, rompendo quel magico silenzio.
Miley annuì piano e si morse il labbro inferiore per l’agitazione. Non sapeva perché ma la agitava incontrare l’intera famiglia Jonas, ma l’ultima volta il signor Cyrus e il signor Jonas erano quasi venuti alle mani…
-Andrà tutto bene- Nicholas le sistemò una ciocca di capelli dal viso. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Dalla sera in cui avevano concepito il bambino avrebbe voluto saltarle addosso così tante volte… ora che ne aveva avuto la possibilità voleva godersi il momento.
-Mi prendo una settimana di ferie. John mi odierà lo so, ma voglio stare con la mia famiglia. Lo so che è difficile, che è stato tremendo stare con me in questi mesi. Siamo cambiati, siamo adulti. Ti giuro non sono quello di prima-
-Lo so- Miley era sincera –l’ho visto. Insomma sei cresciuto Nicky e ti sarai già scusato mille volte. Cinquecento di queste mentre stavamo facevamo l’amore… quindi credo ci avere compreso il concetto, davvero. E poi non devi biasimarti. Sono stata tremenda anche io. E ecco non sono così. Sai i media e i paparazzi loro…-.
- Gonfiano ogni cosa lo so-
Miley lo guardò dritto negli occhi. Si vergognava per come la dipingevano i media e voleva che Nick al capisse, che la capisse fino in fondo.
-Nicholas sono seria. Insomma ero un po’ fuori controllo negli ultimi anni. La Disney e le loro stupide regole, ci hanno trattato come degli idioti. Non ci potevamo nemmeno baciare in pubblico ti ricordi? E poi credo.. credo di essermi un po’ ribellata indossando vestiti sexy e facendo balletti provocanti, ma non sono una cattiva ragazza-
-Miley lo so. Non devi giustificarti con me. Sai sono un artista anche io. Ho posato in mutande per pubblicità, quindi so benissimo come funzionano queste cose. E si mi ricordo-.
C’era molto risentimento nella voce di entrambi, ma Miley gli era grata: Nicholas la capiva, forse era l’unica persona al mondo che l’aveva mai capita pienamente.
-Ti ricordi il nostro primo incontro?-
Nick scosse la testa. Che idee le venivano? Come avrebbe potuto dimenticarlo?
Annuì, lanciando alla ragazza uno sguardo divertito; ma i suoi pensieri viaggiavano altrove. Viaggiavano verso l’oltre, verso l’ignoto del futuro. Ne era terrorizzato e ora non poteva più nasconderlo.
-A che pensi Nicky?- le labbra di Miley sul suo petto lo destarono.
-Non posso proteggervi in eterno-
-Che hai detto?-
-Lo sai. Lo hai detto anche tu. Mils cosa succederà quando verrà fuori tutto?- le sua mani indugiarono sulla pancia lievemente arrotondata.
Era di sedici settimane, ancora piccola ma già leggermente visibile. Con il passare del tempo il ragazzo aveva imparato ad ignorare i media, ma gli dava ancora fastidio essere continuamente fotografato soprattutto quando era con le sue nipotine o con suo fratello Frankie. A volte avrebbe voluto essere forte come Miley. Abbassò al testa e la infilò nell’incavo del collo della ragazza, beandosi del suo profumo, poi baciò nuovamente la pancia.
-Papà ti ama tanto Baby J.-
Aveva pronunciato quella frase così di getto che non si rese nemmeno conto della portata di quelle parole. Sentì solo le mani di Miley stingersi attorno a lui.
-Nicky…-
-Che c’è? Vuoi che ti faccia qualcosa da mangiare?-
-Si, ma non cambiare argomento. Lo sai che è inevitabile, lo sai che lo scopriranno e basta. Bisogna solo accettarlo e gestirlo al meglio-
-Mmmm…- Nick si sdraiò accanto a lei – secondo te possiamo essere dei buoni genitori? E’ spaventoso per me tutto questo-
-Nicky deve farti crescere i capelli-
-Cosa? Nick la guardò storto. Era seria? Lui stava cercando di dirle tutti le cose che si era tenuto dentro per quasi quattro mesi di gravidanza e lei commentava i suoi capelli?
Nick si passò una mano sulla testa: non era proprio pelato, ma i suoi ricci dovevano ancora crescere.  
-Miley possiamo fare un discorso serio?-.
Miley non lo ascoltò. Rotolò sopra di lui e rabbrividì di freddo.
La vista del corpo nudo della ragazza fece eliminare dalla mente di Nick tutti i suoi pensieri. Forse Miley aveva ragione, forse pensava troppo e agiva troppo poco.
-Ehi- lei lo baciò dolcemente sulle labbra e sorrise contro il suo viso –se hai finito di contemplarmi Jonas possiamo andare a mangiare la colazione-.
 
Dieci minuti dopo Miley stavo osservando la strada del quartiere di Nick da dietro le cortine, in modo da non essere vista se qualche paparazzo fosse passato per caso di lì. Indossava solamente le mutandine e una vecchia felpa degli Yankees che le aveva prestato Nick, ma che a lei arrivava quasi fino alle cosce. Il suo sguardo vagava per la strada, scrutando le case del vicinato e i prati falciati di fresco. Era gennaio ma il clima era insolitamente caldo e la luce fioca e rossa del sole si stava spargendo lungo tutto il vicinato, inondando ogni casa con la sua luce.
Nick armeggiava con i fornelli. Si era ricordato che Miley aveva apprezzato i suoi waffles e quindi aveva messo l’impastato nella piastra e aveva fritto del bacon in un’altra padella. Voleva essere il più servizievole possibile nei suoi confronti adesso che ne aveva la possibilità. Voleva rimediare all’inferno che le aveva fatto passare durante i primi mesi della gravidanza. Il ragazzo alzò lo sguardo: Miley era così dannatamente bella e il fatto che indossava solo una maglia e le mutande non lo aiutava di certo. Forse avrebbe dovuto dirle di mettersi un paio di jeans. Nick sentiva lentamente di essersi di nuovo innamorato: adorava tutto di lei.  Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso: Miley aveva lo sguardo perso verso la strada, la testa piegata leggermente, era stretta nella felpa che era decisamente troppo grande per lei e sospirava. Come aveva potuto rinunciare a lei per anni? Come aveva potuto essere così cieco? Non riusciva a crederci: erano bastate poche ore con lei per sentirsi nuovamente completo e compreso.
-Nicky… Nicholas!-
La voce di Miley lo fece sussultare. Solo allora si accorse che dalla piastra usciva del fumo.
-Oh merda!- esclamò tentando di salvare il salvabile. Come aveva potuto essere così scemo!
-Mi ero distratto- si giustificò mentre Miley scoppiava a ridere. Era talmente bella mentre rideva. Nicholas non ricordava neppure l’ultima volta che aveva riso insieme a qualcuno, ma vedendo Miley così divertita rise anche lui.
-Lascia fare a me- Miley lo spinse da parte e mise nuovamente l’impasto nello stampo.
-Sicura?-
-Certo. Tu puoi passarmi le fragole se ti va, ma è meglio che non tocchi più padelle per non fare altri danni-
-Intendi che sono il tuo assistente… tipo uno sguattero?-
-Tipo un sous –chef  Nicky- lei gli fece l’occhiolino mentre impiattava due waffles perfetti e ci metteva sopra un po’ di fragole – se non ti fossi distratto a fissare il mio culo non avresti bruciato la nostra colazione-.
-Io non…-
-Oh andiamo sappiamo entrambi che mi fissavi. In questo voi uomini siete tutti uguali, pensate solo a quello!-.
Nick non potè fare altro che sorridere e sedersi.
-E’ buono?- gli occhi blu di Miley era ridenti. Nick non la vedeva così rilassata da secoli. Era tutto così strano ma dentro di se il suo cuore chiedeva disperatamente momenti normali come quello. Come fare assieme una semplice colazione senza litigare.
-E’ delizioso- le sorrise, pulendosi la bocca. Poi la fissò. Non poteva aspettare per dirle quello che provava. Per dirle che si stava nuovamente innamorando di lei e che gli era bastata una sola notte per capirlo. Ma come? Di certo non l’avrebbe biasimata se l’avesse preso per pazzo. Non avevano un bel passato alle spalle e le premesse non erano delle migliori.
Però sentiva che doveva farlo.
-Mils volevo… volevo chiederti una cosa-
-Cosa?- lo incalzò lei, ma la faccia seria di Nick la stava facendo preoccupare.
-Stavo pensando… si ecco… stavo pensando che dopo stanotte insomma… che ne dici di fermarti da me per un po’? Dato che vivi con i tuoi e qui non hai un post…-
Il cuore di Miley fece un tuffo. Aveva temuto quel momento, ma non aveva mai pensato che potesse arrivare così presto. Nick stava partendo di nuovo a mille e le faceva promesse che probabilmente non era in grado di mantenere. Se si fossero rimessi assieme probabilmente avrebbero litigato, avrebbero sentito la pressione di tutti addosso e lui l’avrebbe lasciata. Solo che ora di mezzo c’era anche un bambino. E Miley sentiva di dovere proteggere suo figlio con tutta se stessa. Anche da suo padre e dai loro sentimenti.
-Nick… non dire queste cose ti prego. Non… non so cosa provo in questo momento. Dio, Nicholas la mia testa è un casino. Stanotte è stato fantastico, sei stato gentilissimo a prepararmi la colazione e il resto…. -.
Nick si scurì in volto.
-Credevo che dopo stanotte era tutto a posto fra di noi… che non era stato solo sesso-.
Miley chiuse gli occhi, ma le lacrime iniziarono a prendere il sopravvento. Respirò con forza e le cacciò via. Fece appello a tutta la sua forza di volontà per non piangere. Doveva trovare le parole adattate. Non voleva farlo soffrire.
-Non ho detto questo. Nick io ti voglio bene- la piccola mano di Miley raggiunse quella di Nick e la strinse. Il ragazzo fu costretto ad alzare lo sguardo. Temeva di incrociare i suoi occhi. Perché sapeva che lei conosceva già tutta la verità sui suoi sentimenti.
- Ma nessuno di noi due può dire con certezza “ti amo”-.
-Miley io però voglio impegnarmi. Lo so che abbiamo un passato, che abbiamo fatto una marea di casini e che siamo usciti da relazioni importanti, ma ti chiedo solo di provarci. Perché io credo in te e credo in noi-
-Ho paura di innamorarmi di te- Miley abbassò lo sguardo. Nick la stava indebolendo, stava facendo crollare tutte le sue certezze e facendo riaffiorare dolorosi ricordi –quante volte ci siamo presi e mollati?-
-Miley siamo adulti adesso-
-Io non voglio che stai con me per il bambino-
-Io mi sto innamorando di te- Nick le sfiorò delicatamente il volto –non sto con te solo per Baby J.- - Ma è questa l’unica ragione per il quale adesso sto mangiando i waffles nella tua cucina, perché aspetto tuo figlio. Perché se non fosse stato per questa gravidanza probabilmente non ci saremo mai più rivolti la parola per altri due o tre anni. Perché lo sai anche tu che per quanto possiamo comportarci da adulti non riusciremo mai a fare funzionare le cose-
-Mils…-
Nick si alzò e si inginocchiò in modo da poterla vedere in volto. Appoggiò la testa sulla pancia e respirò il profumo della ragazza.
-Lo sai che ci possiamo provare, ti sto chiedendo solo questo. Qualsiasi cosa accada lo sai che potrai sempre contare su di me d’ora in poi-
-Nick smettila…- grosse lacrime rigavano il volto di Miley –io…io non posso capisci? Io ho appena lasciato Liam e avevo dei progetti. E poi sei rispuntato tu e mi hai ricordato perché ti ho amato così tanto. E anche i motivi per i quali abbiamo rotto-.
- Ma possiamo provare a fare funzionare le cose. Un’ultima volta. Non dico che dobbiamo fidanzarci oggi però… io… io provo qualcosa e…. e sarei un’idiota a rinunciare nuovamente a te. Voglio fare un tentativo per il bambino e perché credo che una parte di me non ha mai smesso d’amarti-.
-Sei un bravo ragazzo Nick, lo sei veramente- Miley lo baciò sulla testa e passò una mano nei suoi capelli corti. Diavoli, le mancava così tanto affondare una mano nei ricci di Nick.
-Possiamo essere amici allora se non ti senti pronta- Nick gettò la frase lì come se non fosse successo nulla. Non voleva farla piangere. Non era assolutamente sua intenzione provocarle così tanto dolore e sapeva che una decisione come quella non doveva essere presa assolutamente alla leggere. Perché si sarebbe ucciso piuttosto che vedere suo figlio crescere in una famiglia nella quale i suoi genitori non andavano d’accordo.
-Nick… Nick… non voglio che tu creda che non provi nulla per te ma non voglio neanche che ci illudiamo. Non si tratta solo più di noi-.
-Lo so’- rispose Nick –lo so-.
 

Ciao ragazzi! Questo è uno dei mie capitoli preferiti. E spero che anche voi abbiate apprezzato! C vediamo sabato prossimo (14 luglio).
- Fran

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Capitolo 20
*** A Little Bit Longer ***


“But you don't know what you got till it's gone
And you don't know what it's like to feel so low
And every time you smile, you laugh, you glow
You don't even know, know, know”
- “A Little Bit Longer” Jonas Brothers
 
 
-Dimmi che scherzi. Tish, cazzo tesoro dimmi che scherzi. Cosa ha fatto quel coglione?-.
Billy Ray grugnì. Era livido in volto mentre concentrava tutta la sua rabbia su una fetta di pane tostato, riducendola in tanti pezzettini.
Tish alzò gli occhi al cielo e si assicurò che Noah non fosse nei paraggi. Non voleva iniziare quel genere di conversazione davanti a sua figlia diciassettenne.
-Caro, Nick è il padre del tuo primo nipote. E ti sto dicendo che Miley mi ha detto che vanno d’accordo. Insomma più di quanto non andassero d’accordo due settimane fa. Io lo trovo un segnale incoraggiante-.
L’uomo era così rosso in volto che Tish gli poteva chiaramente vedere le coronarie. Non era quello che avevano sempre voluto? Che Miley e Nicholas riuscissero ad andare d’accordo? Che riuscissero a crescere quel bambino nel migliore dei modi?
Evidentemente suo marito aveva ben altri piani.
-Sai cosa vuol dire? Che quel deficiente ci ha scopato! Come ha osato anche solo pensare di poterla sfior…-
-Billy, Miley non mi ha detto questo. E anche se fosse successo nostra figlia è un’adulta ed è perfettamente in grado di decidere con chi andare a letto. E, per quanto la conosca, so che non prende queste decisioni alla leggera. Significa solo che si stanno sforzando per il bene del piccolo-.
-Se quello là le fa mancare anche una solo piccolissima cosa io giuro che questa volta gli sparo!-
-Come vuoi tu amore, ma temo che avrai molte persone contrarie…- la donna mise gli ultimi piatti nella lavastoviglie e sospirò –Mils…-.
-Io non capisco!- sbraitò Billy Ray – non capisco! Insomma un minuto prima dice che lo odia e un minuto dopo ci va a vivere assieme?! Sapevo che non dovevamo lasciarla tornare assieme al ragazzo! Lo sapevo! L’ha plagiata! Plagiata ti dico!-
-Tesoro respira!- Tish lanciò uno sguardo sinceramente preoccupato al marito. Billy Ray teneva in mano ormai le briciole della sua fetta di pane tostato. Il pugno era così serrato che le dita erano completamente rosse –insomma di sicuro nostra figlia non è una stupida…-
-Certo che non lo è!-
Miley e Braison scesero le scale carichi di valigie.
-Stavate parlando di me vero?- la ragazza si sciolse i capelli, che ormai le arrivano oltre le spalle e si sedette al bancone della cucina, facendo oscillare le gambe avanti ed indietro.
-No- borbottò suo padre –stavo parlando dell’idiota-
-Io me ne vado- disse Braison, scomparendo di sopra ad una velocità supersonica. Non voleva assistere a quella conversazione.
-Billy cosa avevamo detto?- Tish sbatté lo strofinaccio sul tavolo, stizzita.
-Non mi ricordo veramente…-
-Che non avresti più chiamato Nicholas in quel modo! E che…-
-Ho detto che avrei supportato la mia bambina, ma non mi ricordo di avere detto nulla su quello lì-
-Quello lì- sentenziò Miley –è il padre di mio figlio-.
Si fermò un secondo. Non l’aveva mai detto ad alta voce e il fatto di avere pronunciato quelle parole la face sentire strana. Strana ma anche completa. Appoggiò una mano sul suo ventre.
-Si beh solo che non capisco perché vuoi andare a viverci assieme- borbottò Billy Ray.
-L’avete detto voi che volevate solo che lui si impegnasse-
-Non puoi scoparci e andare a vivere assieme come se non fosse successo nulla!- urlò suo padre.
-Quello che tuo padre vuole dire Miley- la voce di Tish era eccessivamente alta  -è che non pensavo che fosse più comodo per te stare qui con noi. Non vogliamo lasciarti andare lo sai. Dopo quello che è successo con Liam… ti eri ripresa alla grande e ora per noi è difficile vederti andare via-
-Sentite me lo ha chiesto lui. Avete passate gli ultimi due giorni a tormentarci, a dirci che dovevano crescere, che dovevano essere amici per dare a Baby J. una stabilità. Io e Nick stiamo diventando amici. Per questo ho deciso di andare a vivere da lui. Inoltre così non dovrò più fare avanti ed indietro e mi ha assicurato che voi siete sempre i benvenuti-.
Billy Ray grugnì ancora più forte.
-Poteva darti tutto quello di cui tu e Baby J. avete bisogno stando a casa sua-
Miley lo ignorò.
-Comunque sta arrivando-
-Come sta arrivando?-
-Papà calmati!- Miley si mise in piedi e sorrise al genitore –abbiamo l’ecografia non ti ricordi?-
-Ah già…-.
Billy Ray sembrò calmarsi di colpo, prese il suo cappello da cow-boy e sorrise alle sue donne.
-Vedremo il piccolo Cyrus!-.
 
-Io credo che tu debba ascoltare Demi Nicholas. Non so cosa ti sei messo in testa di fare, ma non è salutare gettarsi in una nuova relazione così…-
La voce gracchiante ed eccessivamente preoccupata di sua madre gli arrivò ad un volume insolitamente alto mentre Nick svoltava l’angolo e si dirigeva verso casa Cyrus: Miley aveva accettato di vivere a casa sua a patto che non avrebbero accelerato le cose tra loro due. E Nick era d’accordo perché nemmeno lui voleva rovinare tutto come sempre.
- Mamma io adoro Demi lo sai, ma Miley è la madre di mio figlio e voglio essere onesto con lei-
-Ok ma puoi essere onesto senza impicciarti in una cosa troppo grande per te-
-Troppo grande? E’ mio figlio mamma-
-E’ anche mio nipote. E ha diritto ha una stabilità. E Miley non è in grado di dargliela, tanto meno se vi rimettete assieme-
Ci fu un minuto di silenzio. Diavolo il ragazzo odiava quando sua madre entrava nella modalità iper protettiva. Era sempre stata molto riluttante nei confronti di una sua nuova ragazza, quasi al limite dell’antipatia come se nessuna donna fosse adatta ad uno dei suoi preziosi figli maschi. Solo che Miley non era la sua nuova ragazza adesso. Era la madre di suo figlio.
-Ma non stiamo assieme- ripetè Nick con forza.
-Non hai appena detto che andate d’accordo?-
-Si-
-Nick- Denise sospirò pesantemente -ci sei stato a letto?-
Le madri e il loro dannato radar.
Cosa cavolo avrebbe dovuto rispondere? Non era per niente normale che sua madre volesse sapere i dettagli della sua vita sessuale.
-No-
-Si che lo hai fatto. Riconosco quando menti Nicholas Jerry Jonas! Sono tua madre cosa credi?-
-Ok va bene. Si, ma è stato… è stato…-
-E’ stato uno sbaglio? Perché sarebbe la seconda volta! Perché non torni un po’ a casa da noi? –
Nick non vedeva il senso di quella conversazione.
-Mamma finiscila. Voglio stare qui perché lei è qui. Vogliamo solo non accelerare le cose per non rovinare tutto come sempre. Ma andiamo più d’accordo e io le voglio molto bene. E sono certo che anche lei me ne vuole-
-Nicky io voglio che tu sia felice-
-Mamma lo sono. Sto cercando di esserlo. Io non capisco. Dio, è ridicolo parlare di queste cose al telefono. Voglio rendervi fieri di me, voglio dimostrare che sono un uomo responsabile. Puoi concederle una chance? Perché Miley è affezionata a te, lo sai-.
Sua madre stava riflettendo: Nick lo capiva dall’improvviso silenzio. Giocò la sua ultima carta.
-Mami lo faresti per me?-
-Nick io non la odio affiato, lo sai ma devi darci tempo. A te e a tuo padre e anche ai tuoi fratelli-
-Certo mamma. Certo-.
Nick sospirò mentre casa Cyrus gli compariva davanti agli occhi. Era già arrivato.
-Nicholas ci sei?-
-Si mamma. Senti ora devo andare o arriverò in ritardo-
-In ritardo? In ritardo per dove?-
Denise sospirò pesantemente. Possibile che nessuno dei suoi figli si degnasse di informarla sui loro impegni?
-Oh già… non ve l’ho detto-
-Cosa?-
-Oggi abbiamo l’ecografia. Insomma Mils ha l’ecografia della diciassettesima settimana-
-E perché io e tuo padre non siamo stati informati di ciò?-.
Nicholas sospirò pesantemente: odiava quando sua madre usava quella voce così saccente.
-Mamma mi è passato di mente-
-Nicky, è mio nipote! Come può esserti passato di mente? Potevamo esserci!-
-Ci sono i signori Cyrus già e vi manderò di sicuro delle foto-
-Beh mandacene tante! Voglio vedere se ci somiglia. Ci somiglierà di certo… cosa dico? Sarà bellissimo-.
Nick si trattene dallo sbuffare nuovamente solo perché sapeva che sua madre non lo avrebbe tollerato. Lei e i suoi discorsi gli avrebbero fatto fare tardi accidenti!
-Ok mamma. Ciao eh?-
-Ricordati le foto!- trillò lei di rimando.
 
-Oh mio Dio è identico a te!-
-No… tu dici?- Miley si voltò verso Nick. Le sue labbra si incurvarono in un ampio sorriso che il ragazzo ricambiò. Le loro mani si strinsero in maniera inaspettata.
-Il ragazzo ha ragione Mils. E’ uguale a te! Ma guardalo!- Billy Ray sorrise alla figlia mentre tentava di nascondere gli occhi lucidi –è proprio un Cyrus!-.
-Forse ha il naso e le labbra di Nicholas- aggiunse Tish –il naso è di sicuro quello di Nicholas-.
Erano tutti incantati a vedere il monitor dell’ecografia.
-E’ sicuro che vada tutto bene?- chiese Nick che scrutava con sospetto la sonda del monitor. Voleva che suo figlio avesse il meglio e che la sua salute fosse perfetta. Sapeva che la sua forma di diabete non era ereditaria, ma sapeva anche che c’erano dei rischi. E non voleva essere causa di dolore per suo figlio.
-E’ la sesta volta che lo chiede signor Jonas…- puntualizzò il dottor Sherman facendo scorrere il sensore sulla pancia di Miley –ma lo guardi! Il piccolo ha una testa, due braccia e due gambe. Il cordone ombelicale si vede benissimo. E, a quanto pare, ha già tantissimi cappelli-.
-Questo viene dalla tua famiglia Nicky- gli sussurrò piano Miley e Nick non potè fare altro che depositarle un affettuoso bacio sulla guancia.
Billy Ray tentò di nascondere un grugnito di disapprovazione con un colpo di tosse.
 -E’ solamente un pochino più piccolo del normale. E’ lungo 10 centimetri e pesa 85 grammi. Dovrò darti un po’ di integratori Miley siccome sei vegana, ma il resto è tutto nella norma. Vi posso anche dire già il sesso se volete- il dottore li sorrise affabile.
-Si!-
-No!
-No?!-
-Andiamo Smile perché no?- piagnucolò Nick.
-Si perché no tesoro?- per una volta Billy Ray era d’accordo con il ragazzo.
-Cioè si. Nel senso voglio che c’è lo dica ma non adesso. Voglio fare un gender reveal party. Potrebbe mettere il risultato in una busta chiusa?-
-Come vuole signora Cyrus-
-Sei sicura amore?- Nick era pensieroso. Come poteva Miley non voleva sapere il sesso?
-Si certo. Voglio che sia speciale. E poi se è tuo figlio sarà un maschio.-
-Veramente io voglio una femmina….-
-Tesoro io e le tue sorelle ti organizzeremo il baby shower più bello di sempre!- trillò Tish.  
 
Milky, Happy, Mary Jane, Emu, Bean, Penny Lane, Keke, Lilo e Shanti fissavano Nick perplessi.
Elvis, di rimando, abbaiò al padrone tutto il suo disappunto.
Che cavolo gli prendeva? Erano sempre stati solamente lui e Nick. Nick e lui. Due prodi scapoli… e adesso? Adesso dovevano condividere la loro tana con ben sei cani? Per non parlare dei tre gatti. 
Nicholas sembrò intuire i pensieri del suo amico a quattro zampe. Diede un buffetto al suo fedele golden retriver che rispose con una sana grattata.
-Beh non guardarmi così bello. Sono padre adesso e tutti noi dobbiamo fare dei sacrifici. Quindi da oggi loro vivranno con noi. E dovrai imparare a condividere i tuoi giochi-.
-Oh fidati Nick non ti daranno problemi!-  Miley abbracciò Elvis che prese a scodinzolare –ehi chi è il piccolo di mamma?-.
Elvis scodinzolò energicamente e la leccò in faccia. 
-Beh sei sicura che non daranno problemi?- Nick era poco convinto. Tutti quegli animali in casa sua erano decisamente troppi. E poi cosa avrebbero fatto quando si sarebbero di nuovo trasferiti a New York?
-Andiamo Nick te l’ho già detto! Floyd e Ziggy gli ho dati a qualcun altro e loro sono educatissimi. In più i maiali staranno a casa dei miei- Miley roteò gli occhi al cielo. Era davvero troppo paranoico quel ragazzo.
Nick ringraziò silenziosamente il Cielo per quello: casa sua sarebbe già stata messa troppo alla prova con tutti quei nuovi coinquilini. Scatoloni pieni di roba e le valigie di Miley ingombravano il soggiorno mentre i cani girovagavano per tutta la casa annusando in giro.
-Nick andrà tutto bene. Guarda stanno già facendo amicizia-.
Elvis e Mary Jane si stavano annusando a vicenda e le loro code accecavano dei piccoli movimenti: sembravano piacersi.
Il ragazzo si grattò il mento, poco convinto.
-Nicky… vieni qui dai…- Miley allargò le braccia e Nick si sedette accanto a lei, sul letto.
-Smettila di essere così negativo. Non si uccideranno a vicenda!-
.-Sicura che sia una cosa saggia? Quando arriverà Baby J…-
-Lo adoreranno Nicholas-.
-Sarà… hai mai letto su internet quelle storie orribili di cani che uccidevano i neon..-
-Nick finiscila dai-.
-Sono serio Miils.
-Pure io-
Nick si sedette vicino alla compagna e le accarezzò la pancia.
-Hai pensato a come faremo una volta tornati a casa?-
 -No- ammise candidamente la bionda, sfiorando una guancia al ragazzo.
-Beh io si. Penso che dovremmo comprare una casa. Il mio appartamento a Los Angeles è troppo piccolo per tutti questi… questi… esseri viventi-.
Mary Jane saltò sul letto, facendolo quasi traballare.
-Ehi! Come sta il mio amore?- Miley diede al cane un grosso bacio sulla testa.
Nick fece una smorfia.
-Mils falla scendere dai-.
Gli occhi azzurri di Miley ebbero un guizzo: stava parlando seriamente?
-Nicky no. I miei cani dormono con me-
-Sei seria?-
-Ehm si-
-Elvis ha la sua cuccia. Possono stare in camera nostra, ma devono dormire fuori dal letto. Lo riempiranno di peli e in più come faremo quando nascerà…-
-Si, quando nascerà Baby J. lo so!- ora Miley si stava irritando.
-Avanti dai scendi- Nick scostò via il cane che, seppur quasi sbuffando, gli diede incredibilmente retta.
-Che hai fatto?-.
Miley stava usando lo stesso tono di voce che avrebbe usato sua madre.
Nick sbuffò. Tentò di trovare le parole giuste, non voleva ferirla.
-Miley… Mils. Senti lo so che adori i tuoi cani, ma non possiamo viziarli in questo modo-
-Ma non sono solo i miei cani Nicholas. Sono i miei figli-
-Non sono bambini. Baby J. lo è e scommetto che a lui o lei darebbe fastidio dormire in un materasso di peli-.
Nick non voleva attaccarla, ma il suo tono ora era teso. Perché dovevano iniziare a discutere per una cosa tanto stupida?
-Non dirmi che Elvis non ha mai dormito con te?-
-No mai-
-Beh scusa se sei Hitler, ma se Elvis vuole potrà benissimo dormire con me, anzi con noi. Con me e Baby J. Tu se vuoi puoi usare la stanza degli ospiti-.
A quel punto Nick scoppiò a ridere. Erano ridicoli.
-Che c’è?- anche Miley lo guardava divertita. Era grata che Nick non avesse dato di matto.
-E’ casa mia ti ricordo-
-Bene- Miley gli scompigliò i capelli. I capelli di Nick erano la cosa più straordinaria di questo mondo –allora la cena la prepari tu stasera-.

 

Ciao ragazzi! Spero che nella vostra estate vada tutto bene. Il prossimo capitolo verrà pubblicato sabato prossimo (23 luglio).
- Fran 

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Capitolo 21
*** Chainsaw ***


“Walk in the house, lights are off
In the closet by the door, there's your coat
I wasn't thinking of you before
Too many rooms in this house, so I keep going out
What the hell is that about?
We gotta find a way to be okay”
- “Chainsaw” Nick Jonas
 
 
-Sei silenzioso stasera. E’ la nostra prima cena-
Miley posò le posate sul suo piatto ormai vuoto e fissò Nicholas con i suoi profondi occhi azzurri.
Il ragazzo impiegò circa tre secondi di orologio per distogliere lo sguardo: si sentiva in colpa. Era stata una giornata quasi perfetta: per una volta era riuscito a stare in una stanza con i genitori di Miley senza che lui lo guardassero storto, Tish l’aveva persino abbracciato! Poi aveva aiutato Miley a sistemare parte dei suoi bagagli e aveva iniziato a svuotare gli scatoloni. I loro cani aspettavano anelanti che qualche pezzo di cibo cadesse dalla tavola, il camino era accesso e il fuoco donava alla stanza un calore familiare. Miley gli aveva preparato una bistecca deliziosa.
Cosa c’era allora che non andava in lui? Perché non riusciva a guardare Miley in faccia?
Perché?
Si sentiva in colpa perché aveva pensato ad Olivia tutto il giorno, perché quella maledetta casa era stato il loro nido d’amore e i ricordi lo tormentavano: il letto gli ricordava tutte le volte che avevano fatto l’amore, il divano tutte le vuole che lei si era addormentata sul suo petto davanti alla televisione, il bancone della cucina tutte le volte che lei aveva cucinato per lui il suo piatto preferito solo per farlo sorridere.
Nick era certo di amare Miley alla follia, in poco tempo aveva riscoperto un amore sincero e profondo; ma a volte si chiedeva se amava ancora anche Olivia. Di certo non l’aveva dimenticata, ma si sentiva un verme nel pensare a lui e Olivia che facevano l’amore mentre cenava con la sua attuale ragazza. La futura madre di suo figlio. Perché Miley aveva già sofferto troppo a causa sua.
-Nick ti conosco meglio di chiunque altro. Cosa hai?-
Gli occhi azzurri di Miley lo scrutarono indagatori.
Il ragazzo mandò giù l’ultimo boccone di carne ma continuò a fissare il vuoto. Il volto di Olivia era impresso nella sua memoria. Era scappato da quella casa la sera stessa in cui si erano lasciati e ci aveva fatto ritorno pochissime volte.
 
Olivia chiuse la porta lentamente, rivolgendogli un ultimo sguardo carico di risentimento, ma c’era dell’affetto sincero negli occhi della ragazza. Nick ne era certo.
-Beh allora addio Nick. Stammi bene-.
Il ragazzo fece per sollevare la mano in un gesto di saluto, ma poi ci ripensò: non voleva dimostrarsi così disperato e non voleva assolutamente farsi vedere afflitto e in lacrime.
-Ciao Liv-.
La porta si chiude dietro di lei,.
Era solo. Ora era solo davvero.
Nick sospirò per calmarsi. Non provava rabbia ne risentimento, si sentiva insolitamente bene per avere appena troncato una relazione durata ben due anni. Sentiva però che doveva uscire in fretta o le mura di quella casa e tutti i ricordi che custodivano l’avrebbero schiacciato.
Voleva evadere dalla devastazione del caos cittadino di fine giugno. Prese una valigia e la gettò sul letto, rimpendola con estrema precisione di vestiti e insulina. Fischiò ad Elvis e lo caricò in auto assieme alla valigia. La sua destinazione era la sua casa californiana in Mammouth: lontano dalla folla e soprattutto, lontano dai paparazzi.
Compose il numero di John con le mani che gli tremavano, ma la voce dell’amico, questa volta non gli fu di nessun conforto.
-Ehi bello! Come sta il mio finto fratellino?-
-Sto andando a Mammouth. Ti va di venire? Volevo chiamare anche John Taylor, Demi e… e il resto della band per una jam session improvvisata-
-Cosa? Si certo vengo. E’ successo qualcosa bello? Perché… perché credevo che tu e Liv… insomma dovevate andare a Rhode Island no?-
-Veramente no-.
Nick fece una pausa e ingoiò un fastidiosissimo groppo in gola. Non voleva piangere, ma gli faceva terribilmente male.
-Ci siamo appena lasciati-
-Wow!-
-Già… wow-.
-Senti stai bene Nick? Ti serve qualcosa? Vuoi che chiami i tuoi fratelli o che…-
-No… no grazie-.
Il ragazzo rabbrividì al suolo pensiero: Kev e Joe l’avrebbero guardato con commiserazione ritenendolo incapace di portare avanti una relazione per più di due anni. Sua madre gli avrebbe tenuto il muso per giorni incolpandolo di avere mollato la donna della sua vita:“Quando tu e Liv stavate assieme!” Nicholas poteva chiaramente sentire già i rimproveri della madre.
-No vieni solo  tu e porta una chitarra. Sento che esploderò se non scrivo una canzone-.
 
Nick sussultò: sentì la piccola mano di Miley stringere la sua e accennò un debole sorriso. Gli ci vollero circa tre secondi per tornare alla realtà: a parte la roba di Miley che ingombrava parte del soggiorno quella casa era rimasta la stessa da quel dannato giorno.
-Ci siamo promessi basta segreti-.
Segreti? Come poteva mentirle? Nicholas non sapeva bene il perché ma la rabbia e il senso di impotenza iniziarono a montare dentro di lui.
-Bene ma poi non incazzarti- sbuffò. Si mise seduto composto e fissò Miley negli occhi.
-Sto pensando ad Olivia- disse tutto d’uno fiato ma se ne pentì subito dopo. Avrebbe anche potuto mentire e fare finta di niente invece che comportarsi da stronzo per l’ennesima volta.
-Hai presente “Chainsaw”?- Nick addolcì il tono di voce ma Miley era già sulla difensiva.
Doveva rimediare.
Le accarezzò lievemente una guancia.
-Ti amo- le disse.
-Sei stronzo. Sei davvero così idiota da dirmi che questa casa ti ricorda tu e la tua ex? Dio magari avete anche scopato su questo cazzo di bancone e adesso io ci sto mangiando!-
-Mils, mi dispiace davvero – Nick si morse la lingua –io… io ti amo-.
Adesso era Miley quella arrabbiata. Stringeva le posate con così tanta forza da romperle. Aveva preso le distanza da Nick. Ma perché diavolo le stava dicendo quelle cose? Perché non era così furbo da inventarsi una bugia a fin di bene? Perché la sua ex doveva sempre perseguitarla?
-Si, bel tentativo-.
Nick si alzò di scatto, ma cercò di contenersi.
-Sei ingiusta-
-Io sarei ingiusta? Tu mi stai praticamente sbattendo in faccia il fatto che stai cenando con me e non mi stai prestando attenzione perché pensi a tutte le porcate che facevi con quella! Lo sai quanti completi intimi ho trovato in fondo al tuo armadio?-.
Nick si alzò in piedi. Fremeva, ma allo stesso tempo nel sentire parlare di Olivia il suo cuore fece un tuffo. Non voleva fare soffrire Miley e non voleva fare soffrire se stesso. E odiava il fatto che Olivia avesse lasciato un sacco di cose sparse per casa. Certo, la sua ex ragazza aveva così tanti vestiti che forse poteva anche non ricordarsene, ma il ragazzo era totalmente convinto che lei  avesse lasciato la sua roba solo per irritarlo ulteriormente. Anche perché la maggior parte di essi erano completi intimi.
-L’ha fatto di proposito-
-Certo-
-Sono serio! L’ho anche scritto…-
-Ma finisci di citare quelle tue cazzo di canzoni! Cosa ti credi? Mica sei il re del mondo?!-
Miley si precipitò a grandi passi nella camera matrimoniale.  
Nick la seguì. Non gli sembrava vero: erano in quella casa solo da poche ore e si stavano già urlando l’uno contro l’altra. Forse sua madre aveva ragione. Forse lui e Miley assieme non sarebbero mai funzionati. Forse avrebbero dovuto iniziare a fare i genitori separati per il bene del bambino.
-Tieni!- non fece in tempo in tempo ad entrare nella sua stanza che Miley gli lanciò addosso tutti i vestiti che Olivia aveva lasciato.
-Mils io non me ne faccio nulla-
-Ti prego Nicholas!- Miley tratteneva a stento le lacrime – sono passati quasi due anni e i suoi vestiti sono ancora lì-.
Tutto quello era ridicolo. Tutta quella conversazione era ridicola. Nick si maledì per il solo fatto di avere aperto bocca, ma dentro di lui stava montando così tanta rabbia che era impossibilitato a parlare.  Gettò i vestiti per terra e si diresse verso la porta d’ingresso senza dire una parola.
Il rumore della porta che sbatteva fu l’ultima cosa che Miley sentì.
Poi il vuoto.
 
-Avete litigato vero?-
Demi lo accolse in casa in pantofole e pigiama.
Nick le rivolse un mezzo sorriso. Non si parlavano da sei giorni, dal giorno nel quale Demi era entrata in casa sua e si era scagliata contro di lui e Miley.  Era stato il periodo più lungo che il ragazzo avesse mai trascorso senza rivolgere la parola alla sua migliore amica, senza mandarle nemmeno un messaggio. E lei gli era mancata da morire. Nick sperava e pregava che l’arrabbiatura le fosse passata e che tutto fosse tornato come prima.
-Mi aspettavo un’altra scenata-.
La mora gli lanciò uno sguardo seccato e lo squadrò dalla testa fino a piedi, come se si aspettasse di vedere Miley sbucare fuori dai cespugli. Ma non successe niente.
Era solo.
Erano di nuovo solo loro due come ai vecchi tempi. Nonostante ciò Demi era decisa a fargliela pagare.
-Del tipo “Te l’avevo detto” o “Guarda chi si è presentato alla mia porta con la coda fra le gambe”?- chiese con tono sprezzante, ma il riccio era certo di avere intravisto un debole sorriso sul volto di Demi.
-Si,  ecco cose del genere-
-Beh non so una regina drammatica come quella lì- la mora lanciò all’amico uno sguardo mesto –puzzi di fumo Jonas. Hai fumato qualcuno dei tuoi sigari ultimamente?-
-Miley non vuole che fumi quando sono vicino a lei perciò sono uscito a comprarmene uno-.
Il ragazzo si tolse il cappotto nel vano tentativo di mandare via la puzza di sigaro cubano.
Demi si spostò per farlo entrare e Nick fu ben contento di entrare in un luogo caldo e asciutto.
-Oh certo e c’è qualcos’altro che Miley vuole che tu faccia oltre obbedirle senza un minimo di ritegno?-
No.
Evidentemente la rabbia non le era ancora passata.
-Demi mi dispiace. Mi sei mancata molto in questi giorni lo sai-.
Demi lo guardò fisso negli occhi: i suoi occhi scuri lo scrutavano indagatori. Aveva le braccia lungo i fianchi e  la testa alta. Non temeva il confronto a differenza di Nick. Non aveva paura e, ancora una volta, Nick si stupì di quanto straordinariamente forte fosse Demi, anche nelle situazioni più avverse.
Il suo sguardo lo stava incitando a continuare.
Nick aveva la bocca stranamente asciutta.
-Abbiamo litigato per una cazzata…. ha visto che avevo ancora nell’armadio i vestiti di Liv e si è arrabbiata. Le ho detto che lei li aveva lasciati li di proposito-
-Che stronza…-
Nick ignorò il commento dell’amica ma dentro di lui fece capolino una piccola nota di speranza nel vedere l’amica prendere le sue difese.
-Non è che abbiamo proprio litigato… cioè non … non stiamo assieme. Avevamo solo deciso che lei si sarebbe trasferita per un po’ di tempo da me-
-Aspetta che cosa?-
Nick la guardò, stupito.
-Credevo di avertelo detto-
-Beh come facevi a dirmelo se non ci siamo parlati per giorni?-
Demi gli tirò uno scalpellato e Nick gemette.
-Testa quadra di un Jonas! Ma come fate a essere così impulsivi da vivere assieme dopo appena tre settimane?-
-Beh non è proprio così. Miley viveva con i suoi perché ora a LA non ha più una casa e io le ho proposto di stare da me. Ma abbiamo deciso di non forzare le cose, di non stare assieme. Non subito almeno. Però abbiamo litigato e ci siamo urlati contro e allora…-
-Dio ci hai scopato di nuovo!- urlò Demi, portandosi una mano alla bocca –ci hai scopato ecco perché lei ora vive da te!-.
-No…-
Nick non riusciva a capire come tutte le donne della sua vita fossero così brave a capire quando faceva sesso con qualcuno.
-Come no si! Cazzo ma allora siete due coglioni!-
-Demi è successo...-
-Solo una volta lo so! L’avevi detto anche la volta scorsa! E poi dite di volere andarci piano! Se non la finite tempo che il bambino sarà nato e ne farete già un altro!-.
-Oh giusto…- Nick si infilò una mano nei jeans e tirò fuori una foto ripiegata con estrema cura: la foto dell’ecografia. La foto di suo figlio.
Demi la prese e la fissò per circa mezzo minuto.
-Ti detesto- sibilò rivolta all’amico –ti detesto perchè lo hai fatto a posta!-.
Nick la guardò confuso ma tempo due secondi e si ritrovò stretto in un lungo abbraccio.
Demi  prese a singhiozzare.
-Nicky non mi puoi fare vedere queste foto a tradimento! E’ stupendo!-.
-Sei seria?-
-Certo che sono seria!- Demi lo baciò su entrambe le guancie –posso farne una copia?-
-Dems… fino a tre secondi fa…-
-Finiscila! Potrò anche non andare d’accordo con la madre ma tu sei suo papà e so che questo piccoletto è troppo fortunato ad averti. E poi guardalo… ha il tuo naso-
Nick sorrise. Era così grato, così felice di essere di nuovo in sintonia con lei. Non sarebbe sopravvissuto al dolore di perderla. Era un momento speciale per lui e voleva condividerlo con le persone che amava di più al mondo.
-Veramente? Perché io invece penso che sia identico a Mils-
-Figurati! Nascerà con i ricci come Alena e Baby V e sarà stupendo proprio come te!-.
Demi lo baciò sulla guancia, lavandogli poi via il segno del rossetto.
-Non vogliamo dare alla Cyrus un altro motivo per dubitare di te vero?-.
-Dems ti prego…-
Ma l’amica era così felice che lo baciò nuovamente.
-Ah non ne ho ancora discusso con Miley ma per me tu e Joe siete la madrina e il padrino perfetti- buttò lì Nick. Voleva renderla felice.
-Dimmi che non scherzi… non è uno scherzo vero? Oh Dio Nick mi stai uccidendo con tutte queste novità!-.
La ragazza aveva un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
-Devo respirare per riprendermi…. prometto che mi tratterò in presenza di Miley, giuro. Ma tu devi promettermi anche che non farai cavolate-
-Te lo prometto Demi, lo giuro-
-No Nicholas- Demi gli prese la mano e lo costrinse a guadarla in faccia –non devi stare con lei solo per il bambino. Non devi stare con lei solo per i media. Lo sai questo vero? Non devi dimostrare a tutti di essere l’eterno bravo ragazzo-.
-Per ora i media non sanno ancora nulla ma sono terrorizzato ugualmente-
-Ricordati che potrai sempre contare su di me ok?-
-Certo- Nick si passò una mano fra i capelli. I ricci non erano ancora ricresciuti ma i capelli iniziavano a ricrescere velocemente.
-Ti fai ricrescere i capelli finalmente? Nel 2015 non stavi male…-
-A Miley mancano i miei ricci- si giustificò lui.
Nick si morse la lingua. In effetti era ridicolo.
-La nomino un po’ troppo spesso vero?-
-Beh si… grazie Dio… finalmente te ne sei accorto! Sembra che ti abbia fatto il lavaggio del cervello, ma …. ma mi sforzerò per te va bene?-
-Grazie-
-E appena scopri se è maschio o è femmina devi chiamami! Devo saperlo ancora prima dei tuoi genitori! Promettimelo Mr. Jonas avanti!-
-Te lo prometto Dem, davvero. Hai la mia parola-
Demi lo strinse un’ultima volta e gli fece l’occhiolino.
-Ora va da lei Nick-.
 

Prossimo cappy sabato prossimo (28 luglio).
 - Fran

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Capitolo 22
*** Hello Beautiful ***


“Cause I could go across the world
See everything and never be satisfied
If I couldn't see those eyes”
- “Hello Beautiful” Jonas Brothers

 
Miley sentì il rumore delle chiavi nella serratura e l’abbaiare dei cani, segni inequivocabili che Nick era tornato.
Si tirò su le coperte fin sopra la testa e le sue mani indugiarono subito sulla pancia. Sebbene ce l’avesse a morte con lui il suo cuore si fece più leggero. Era tornato.
Lo sentì posare le chiavi e camminare lungo il corridoio. La luce fioca la investì e chiuse gli occhi con forza. Non era pronta ad affrontarlo.
Nick sospirò pesantemente. Si sedette sul letto e Miley si raggomitolò su se stessa per difendersi.
-Mi dispiace e ti amo- sussurrò Nick, temendo che Miley stesse già dormendo.
Certo che gli dispiaceva, l’aveva fatta sentire una merda. Miley non aveva nemmeno raccolto da terra i vestiti di quella puttana tanto le facevano ribrezzo. Gli aveva lasciati nel punto esatto in cui Nick li aveva gettati. L’unica cosa che aveva fatto era rintanarsi nel grande letto vuoto e piangere a dirotto. Aveva avuto paura di aver rovinato tutto. Aveva avuto paura che la litigata avrebbe portato Nick via da lei. Che l’avrebbe considerata come una pazza squilibrata, che l’avrebbe cacciata, che avrebbe deciso di non rivolgere la parola per giorni. Ed invece era tornato.
Grazie a Dio era tornato.
-Ti amo- ripetè lui –Mils non fare così. Non puoi avercela con me in eterno per dei vestiti!-.
Miley strinse ancora di più le coperte, ma Nick era molto più forte di lei. Fece resistenza e le tirò via. La ragazza chiuse gli occhi così forte che le palpebre le fecero quasi male. Non era pronta ad un’altra scenata, non voleva trovare delle giustificazioni per la loro litigata, non voleva affrontare l’argomento “Olivia” non voleva parlare di Liam; o di quanto fossero stati ingenui lei e Nick a pensare che potevano costruire tutta una relazione in una giornata.
-Ehi piccola- la voce di Nick era dolce. Non era per niente accusatoria, non sembrava nemmeno più arrabbiato –ascolta sono stato un completo idiota ad aggredirti in quel modo Miley. Sono mortificato davvero. Io… io di solito non sono così. Non alzo mai la voce. Ecco non so proprio cosa mi sia preso-.
Miley aprì gli occhi e lo fissò, ma non proferì parola. Voleva metterlo alla prova. Voleva vedere se teneva veramente a lei o se fosse lì solo per il bambino o per una scopata occasionale. Perché a quel punto si stava chiedendo se lui da lei volesse solo del sesso. Cosa immaginava? Come immaginava il loro futuro? Vivere da separati in casa e fare sesso occasionale? Beh non era quello che cercava lei. Doveva conoscerlo di nuovo, ma la tempistica stava rendendo le cose davvero difficili.
Nick si sdraiò accanto a lei e la ragazza si immobilizzò e si portò entrambe le braccia sulla pancia per proteggerla. Non sapeva perché l’aveva fatto, era un gesto istintivo. Sentiva di dovere proteggersi.
Era la prima volta che lei e Nicholas si trovavano così vicini – e con i vestiti addosso - in un letto e tutto quello la stava mettendo a disagio. Poteva sentire i suoi respiri caldi sul volto, poteva quasi percepire il battito del suo cuore.  
-Che vuoi?- Miley non voleva essere scortese. Non voleva litigare di nuovo, ma il suo tono di voce risultò comunque lamentoso alle orecchie di Nick. Aveva pianto. Il ragazzo poteva capirlo benissimo dal trucco sfatto e dagli occhi rossi e gonfi. Si sentì un completo fallito. Doveva essere un compagno per Miley, doveva supportala e sopportala, doveva farla sentire speciale ed amata. Non voleva recarle altro dolore.
- Mi dispiace veramente Smile. Amo te e il bambino più di chiunque altro al mondo davvero, ma devi darmi una tregua. Ho vissuto con lei qui e ho dei ricordi, ma non significa che non possa crearne di nuovi assieme alla donna che amo adesso-.
-Mi sono sentita umiliata. Lo sai questo vero?-
-Mils… ti giuro che non provo più niente per lei-
-No… Nicholas non voglio che me lo giuri- Miley si sedette a gambe incrociate, portandosi la coperta dietro – non devi giurare su queste cose. Anche io avevo giurato che non avrei più amato Liam. Eppure l’ho fatto ancora. Voglio solo che me lo dimostri-
-Cosa? Che ti amo? Perché ti amo-
-Smettila di ripeterlo-
Miley arricciò il naso.
-Non puoi ancora esserne certo-
-Credimi ne sono più che certo. E lo vuoi sapere perchè?-
-Sentiamo-
-Perché non ho mai smesso di amarti. Ecco perché. Non ho mai smesso d’amarti. Non ho smesso quando abbiamo rotto a quindici anni, non ho smesso quando ne avevamo diciassette. E non ho smesso neppure l’anno scorso, l’anno prima e quello prima ancora. E, di certo, non smetterò adesso-
Miley lo spinse via, allontanando i loro volti. Doveva proteggersi. E doveva proteggere suo figlio. E Nick, con tutti quei bei discorsi, la stava facendo di nuovo sentire una tredicenne innamorata.
-Non puoi saperlo con certezza- ripetè -tu credi amarmi adesso ma è solo una cot…-.
Nick la zittì con un bacio.
-Dicevi Cyrus?-.
Miley si lasciò sfuggire un mezzo sorriso.
-Sono ancora arrabbiata con te. Potevi buttarli quei cavolo di vestiti…-.
Nick sbuffò mentre le lasciava una scia di baci che partivano dalle labbra e le arrivavano fino al collo. In quel momento aveva ben altri piani e non aveva più voglia di discutere con la sua ragazza.
 Miley lasciò che le mani di Nick raggiungessero i suoi seni…
 
- E comunque stasera dormi sul divano-.
Il tono di voce di Miley era severo, come se si rivolgesse ad un ragazzino. Di certo non lasciva spazio ad obiezioni di nessun tipo.
Nick rise di gusto.
-Mils andiamo…-
-Sono seria Nicholas-.
Il riccio sospirò e le sfiorò una guancia, delicatamente, attirando i loro volti. Era così bello stare con lei. Nudi, in un letto, lei sopra di lui, sul suo petto. Erano sudati, Miley aveva i capelli bagnati e il fiato ancora corto dopo che era finito tutto, ma gli aveva comunque intimato di andarsene dal letto.
-Veramente?- Nick  fece per e baciarla ma lei lo precedette e si scostò –ma è casa mia non puoi cacciarmi dal mio letto. Non dopo quello che ti ho fatto fino a dieci minuti fa-.
-Beh potevi pensarci cinque mesi fa quando mi hai messo incinta. E levati quel ghigno dalla faccia Jonas- -
-Bene- Nick si alzò, era inutile stare a discutere ed era quasi divertito da quella conversazione. Baciò la pancia di Miley –fai il bravo Baby J-.
-Ti va bene che sei carino- Miley fece scorrere velocemente le sue dite nei capelli di Nick, beandosi del fatto che stavano ricrescendo in fretta.
Nicholas la fissò per qualche istante. Non riusciva ancora a comprenderla fino in fondo. Un attimo prima sembrava ce l’avesse a morte con lui mentre un attimo dopo piangeva e gli accarezzava i capelli. Sapeva che Miley aveva i suoi tempi e capiva la sua paura e i suoi timori. Perciò che saggiamente di dargliela vinta per quella sera.
-Chiamami per qualsiasi cosa va bene? Mi troverai sul divano-.
 
-Ehi-.
La luce del sole investì Nick, cogliendolo di sorpresa. Impiegò parecchi secondi per mettere a fuoco la stanza.
Miley era di fronte a lui: indossava dei leggins e la sua vecchia felpa degli Yankees, i capelli non ancora pettinati le ricadevano disordinatamente sulle spalle.
-Sono le dieci- gli comunicò come se quello fosse un motivo più che valido per alzarsi.
Nick sbuffò. Aveva mal di testa e mal di schiena. Non era abituato a dormire sul divano e in più aveva preso freddo. Tuttavia non voleva litigare. Non un’altra volta. Perciò accennò un timido sorriso e si mise seduto.
-Hai dormito bene?-
-Una meraviglia- rispose sarcastico, ma se ne pentì subito dopo. Miley però non ci fece caso.
-Senti. L’altra notte l’ho sentito muoversi- si mise di fronte a Nick e portò le sue mani sul ventre.
-Non sento nulla-
-Beh il medico ha detto che tu dovrai aspettare. Ma tuo figlio si è mosso, posso giurartelo-.
Nick sorrise e la fece sedere sulle sue ginocchia. Era diventato molto più alto di lei negli ultimi anni e adorava il fatto di potere tenere Miley stretta a se, proteggendola dal resto del mondo.
La baciò sulla guancia e poi sul collo, inspirando il suo profumo. Lo eccitava averla in casa sua, averla sottratta a Liam ma lei lo spinse via.
-Che c’è?-
-Dobbiamo smetterla di scopare-
-Perché?-
-Perché facciamo solo quello da due giorni. Litighiamo e poi facciamo sesso e non dovrebbe funzionare così normalmente-
-Beh… - Nick spostò lo sguardo dalle sue cosce e si concentrò sul suo viso – noi non siamo come la gente normale piccola-.
Miley sorrise divertita: apprezzava davvero che Nick fosse diventato finalmente più spiritoso.
-Piuttosto dovresti dirmi dove sei stato ieri sera-.
Solo allora Nick realizzò che probabilmente lei era preoccupata che lui avesse di nuovo rovinato tutto. La strinse a se, per rassicurala.
-Ieri sera sono stato da Demi. Abbiamo fatto pace e le ho detto che pensavo che lei e Joe potrebbero essere la madrina e il padrino. E pensavo di invitarla a quella cosa che hai in programma di fare per il piccolo…-.
-Oh Nicholas ti sei scordato?-
-Cosa?- Nick si difese –non mi sono scordato. Solo non capisco perché non possiamo aprire quella dannata busta e scoprire se avremmo una femmina o un maschio!-.
-Ti sei scordato del gender reveal party?-
-Oh si quello. L’hanno fatto anche Kev e Dani, ma ho sempre pensato che fosse una cosa superflua-
Miley non gli fece finire la frase e lo baciò.
-Hai finito di blaterare cose senza senso?- gli disse, solleticandogli un orecchio con la lingua.
Nick le sorrise e le diede un buffetto al naso. Adorava quando faceva così.
-Voglio solo riunire le nostre famiglie senza procurare un massacro generale- borbottò Nick scacciando dalla mente i terribili ricordi di una settimana fa.
-Già- Miley sospirò pesantemente e un brivido le percorse la schiena. Mai e poi mai avrebbe voluto ripetere quella dannata colazione di famiglia.
-Ehi vuoi che ti prepari qualcosa per colazione piccola?-
-Colazione? Cielo no!-.
Nick la guardò accigliata: era consapevole di non essere un cuoco provetto, ma non credeva di cucinare così male.
-Nicky…-
-Cucino così male?-
-No Nicky. Davvero no-.
Lui non sembrava molto convinto.
-Vorrei andare da Joe-
-Da Joe?-.
Che idiota! Joe di sciuro, e di questo Nick ne era certo, cucinava molto meglio di lui.
-Si abita dall’altra parte della strada no? E poi c’è anche Sophie. Sembra simpatica-
-Lo è. Molto- confermò Nick.
-Beh andiamo allora-.  
 
-Beh sinceramente non mi aspettavo visite!- Joseph li accolse caloroso all’ingresso ancora in vestaglia.
-Vi abbiamo svegliato?-
-No è tutto ok Mils- il moro la strinse a se’ –è sempre un piacere averti qui, lo sai-.
-Davvero? E io chi sono? Il vicino della porta accanto?- borbottò Nick.
-Precisamente Nicky!- gongolò il maggiore, godendosi l’effetto di quelle parole. Adorava prendere in giro Nick.
-Smettila d chiamarmi Nicky! Lo sai che…-
-Oh santo Cielo lo sappiamo che le uniche persone che ti possono chiamarti Nicky sono mamma, le bimbe e…-
-E la sottoscritta- concluse Miley entrando in casa.
-Si beh però Joseph dovresti davvero lasciarlo stare- si intromise una voce femminile.
Sophie comparve dal soggiorno. Indossava semplicemente un tuta ed era senza trucco, ma a Miley parve bella anche così. Adorava “Games of Thrones” ma si era completamente scordata che la ragazza uscisse con un Jonas. D’altronde non erano state molte le occasioni che aveva avuto per stare da sola con i tre fratelli e parlare del più e del meno, relazioni amorose incluse.
-Ciao sono Sophie- si presentò, allungando la mano a Miley in perfetto stile britannico.
-Miley. Vi abbiamo disturbato? Volevamo fare colazione assieme-
-No di certo. Nick viene quasi sempre dai noi- le sorrise Sophie guidandoli in cucina –ho preparato il porridge con mirtilli e toast alla cannella-.
-Sta scherzando non vado sempre da loro. So provvedere a me stesso- si affrettò a ribadire il riccio. Perché avevano deciso di andare da suo fratello?  Lo stava facendo sentire un incapace e non voleva sfigurare davanti alla madre di suo figlio!
-Se provvedere a me stesso vuol dire cucinare allora no. Non lo sai fare- Joe rise di gusto, ma lo sguardo torvo della sua fidanzata lo fece smettere. Tossì.
-Vedi di stare zitto e apparecchiare- Sophie scosse la testa divertita –ti va bene che Nicholas è quello serio- disse rivolta a Miley.
-Già- Miley passò una mano nei ricci del ragazzo –sono fortunata lo so. Ma non è così tanto serio adesso, almeno non come quando aveva quindici anni-.
Nick le rivolse un sorriso sincero.
-Bene mangiamo!- sentenziò Joe passando i piatti con il porridge fumante.
Per cinque minuti si sentì solo il rumore dei cucchiai sulle scodelle: il porridge era delizioso.
-Beh allora come sta nostro nipote?- chiese Sophie: i suoi occhi brillavano. Nick sapeva quando adorasse le piccole ed era sicuro che sarebbe stata una zia perfetta anche per suo figlio. O figlia.
-Benissimo- Miley si sfiorò la pancia –insomma la prossima settimana siete invitati tutti al gender reveal party a Franklin-.
-E quella festa dove ci son un sacco di palloncini?-
-Si quella Joe-
-Ah. Beh noi ci saremo sicuramente!-
-Oh quasi dimenticavo…- aggiunse Miley frugando nella borsa -abbiamo una foto della scorsa…-.
Sophie e Joe glie la strapparono di mano.
-Oh Dio è bellissimo ragazzi!- cinguettò lei.
-Guarda quanto è piccolo!- aggiunse Joe –sarò il suo zio preferito lo sento!-.
Nick e Miley si scambiarono uno sguardo d’intesa e si strinsero le mani.
-Siete adorabili- cinguettò Joe.
-Joseph…-
-No, davvero Nick. Sono serio questa volta. Sono…-
-Siamo- lo corresse Sophie.
-Siamo- il mezzano dei Jonas le fece l’occhiolino –davvero, davvero, davvero felici che il nostro Nicky qua si sia sistemato. E io ho sempre tifato per te-.
Miley gongolò. Joseph le era mancato più di tutti gli altri membri della famiglia Jonas. Lo adorava.  
 
-E’ davvero simpatica quella ragazza-.
Miley sorrise a Nicholas dal divano. Era in tuta e con un plaid sulle gambe ed era intenta a sfogliare un libro di nomi per bambini.
-Chi?-
-Sophie-  
 -Ah lei- Nick mescolò la zuppa. Aveva insistito per cucinare lui sotto le direttive della ragazza. Non voleva farla stancare eccessivamente.
Miley si alzò dal divano e lanciò un’occhiata alla pentola.
-Sembra buona-
-Dovresti riposarti. Il medico dice che devi riposarti- le fece notare Nick.
-Sai dovresti smetterla di essere così paranoico-.
Nick sbuffò.
-Non sei per niente preoccupata?-
-E perché dovrei esserlo? Le ultime analisi erano perfette-
-No…- il ragazzo scosse la testa. Come faceva a rimanere così calma? Lui era un fascio di nervi. Voleva dimostrare a tutti che era in grado di prendersi cura della sua famiglia. Voleva che le loro famiglie andassero d’accordo e tutta quella storia del gender reveal party lo stava agitando.
-Intendevo non sei nervosa per questa festa? Insomma ci hanno massacrati l’ultima volta e non voglio tornare là per farmi insultare. Lo sai che sono un ragazzo di città-
-Nicky… ti piacerà il Tennessee vedrai. E’ passato tanto tempo dall’ultima volta che sei stato alla fattoria. Credevo che ti piacesse quel posto!-
-Mai piaciuto- ammise candidamente il ragazzo – mi spiace Mils, ma l’ho sempre detestato-.
Miley si finse offesa e diede uno scappellotto al compagno.
- Il gallo, i cavalli e tutti quegli uccelli!- Nick rabbrividì al solo pensiero.
La bionda rise.
-Come fai ad avere paura degli uccelli?-
-Come fai tu a non averne! Insomma hanno gli artigli e il becco e… e poi lo facevo perché sono pazzo di te-
-Perché eri. Dicevi di amare la fattoria perché eri pazzo di me- lo corresse lei.
-Beh lo sono ancora in realtà- Nick sogghignò e catturò le labbra della ragazza in un dolce bacio.
 

Ciao ragazzi! Scusate veramente tanto se la settimana scorsa non ho pubblicato, ma stavo davvero male. Comunque ora sto molto meglio, quindi eccovi il nuovo capitolo. Vi avviso che settimana prossima pubblicherò di VENERDì 10 AGOSTO. Perchè poi parto per le vacanze (finalmente). Spero che questo capitolo vi piaccia.
- Fran

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Capitolo 23
*** Back To Tennesee ***


“I know just what I need
To find my way back to Tennessee
I'm going home now
To Southern, is so sweet”
- “Back to Tennesee” Billy Ray Cyrus
 


Miley si stiracchiò e appoggiò una mano sul suo ventre. In quei ultimi giorni il piccolo aveva preso a muoversi sempre di più ed ogni volta che sentiva un suo lieve movimento il cuore di Miley accelerava.
Rendeva tutto così dannatamente reale.
E poi adorava il fatto che questo primo legame con suo figlio fosse suo e basta. Ne di Nick ne delle loro famiglie. E neppure della stampa.
La stampa in quel periodo stava diventando davvero un problema. Ormai Liam aveva sputtanato ai media la loro rottura, ma era stato clemente: non aveva nominato la gravidanza e di quello Miley gli era immensamente grata. I fotografi avevano iniziato a notare che lei e Nicholas passavano davvero tanto tempo assieme, anche troppo, come aveva sottolineato insistentemente Ted di E! News.
La ragazza sospirò e guardò il cielo rosso fuoco dall’oblò dell’aereo. Lei e Nick avevano deciso di viaggiare di notte per evitare i paparazzi ma non era servito granché dato che per tutti i giorni scorsi i fotografi li avevano pedinati.
“NILEY IS BACK BITCHES! Beh in caso non l’aveste notato sembra proprio che le voci che giravano da mesi nella giovane Hollywood non siano solo più voci ormai! Nick Jonas (24) e Miley Cyrus (24) passano sempre più tempo assieme e sembrano davvero in sintonia. Ieri sono stati clamorosamente beccati a spasso per le vie di Los Angeles assieme ai loro adorati cani: Elvis, il golden retriver di Nick, e i ben quattro cani di Miley, Milky, Mary Jane, Bean e Happy. Che la Cyrus si sia buttata nelle braccia di un altro uomo pochi giorni dopo la rottura con il suo storico ex Liam Hemsworth? Che i due siano di nuovo amici? Non ci resta che dare tempo al tempo e se son rose fioriranno!”
-Non dovresti leggere tutte quelle cazzate-
-Beh buongiorno anche a te Mr. Jonas!-
Miley chiuse di scattò la rivista e fece una smorfia a Nick che sbadigliò.
-Posso avere un bacio?-
-No-
-Perché?-
-Perché te l’ho detto, non è che non ti amo è che…-
-Vuoi andarci piano lo so. Ma da quando lo hai detto sono passati già tre giorni e abbiamo fatto sesso ameno…-.
Miley lo ignorò e tentò di cambiare argomento.
-In ogni caso ormai sanno di noi. Sanno che ci vediamo e che stiamo assieme-.
Nick sospirò sfogliando distrattamente la rivista finchè non trovò l’articolo.
-Non devi leggerne altri però. Non voglio che ti stressi o che ti preoccupi. Lo stress decisamente deve stare lontano a te ok?-.
Miley si rannicchiò vicino a lui, appoggiando la testa sulla spalla di Nick. Era tenero a preoccuparsi così per lei. Stava decisamente riacquistando punti in classifica.
-Non sono preoccupata. Sono abituata ai media e a tutti i loro deliri. Sono solo seccata ecco-
-Non aprire nemmeno i social network. Ormai saranno pieni di insulti-
-Nicky… qualcuno sarà pure felice per noi-
-Beh … nessuno sa ancora nulla di Baby J. ed è meglio così ma qualcuno avrà già intuito qualcosa…-
Miley lo zittì con un rapido bacio.
Nick rimase fermo a fissarla.
-E questo cosa era?-
-Il bacio del buongiorno-
-Sei fantastica-  
La ragazza sorrise e appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo. Era serena. Stavamo tornando in Tennesse per il gender reveal party del bambino e il cuore di Miley scoppiava dalla gioia. Aveva pensato ad una festa in grande con amici e parenti. Voleva celebrare suo figlio perché per lei niente era più importante. E voleva farlo nell’unico posto che considerava casa: la sua fattoria in Tennessee.
 
-Ehi un secondo…- Nick la interruppe bruscamente provocando in Billy Ray un brontolio soffocato –quando hai deciso che il bambino nascerà qui?-.
Tutti si zittirono. C’era voluta la mano di Dio per preparare una tavola di cibo per entrambe le famiglie dei ragazzi, ma erano tutti lì per festeggiare il piccolo Jonas - Cyrus.
Miley posò le posate e fissò Nick, sorpresa. Non ne avevamo mai parlato. Anzi, non avevano mai parlato dei loro piani dopo la nascita del bambino.
-Beh pensavo fosse scontato- Miley alzò le spalle, quasi indifferente alla protesta del ragazzo.
Evidentemente, a giudicare dalle facce della famiglia Jonas, quella cosa per le così ovvia tanto ovvia non lo era.  
-Pensavo di andare a New York nell’ultimo mese. Avrò qualche cosa da sbrigare in studio e… e pensavo che il piccolo ecco...che anche il piccolo- annaspò Nick.
-Vuoi che nostro figlio nasca a New York?- lo incalzò lei.
Cielo, Nick aveva il potere di fare nascere delle discussioni anche su questioni di poco conto.
-Si. Mi sembra la cosa più ragionevole. A Los Angeles ci sarà il putiferio mediatico e voglio che tu non ti stressi. Perciò dato che lo studio di registrazione è a due passi da casa pensavo che fosse ok. Sarebbe tutto più semplice-
-Beh io pensavo che sarebbe più ragionevole avere il bambino qui a Franklin. Mamma e papà mi staranno vicino e ci daranno una mano per i primi mesi-.
-Ma certo tesoro!- la supportò Tish –Los Angeles è fuori questione e qui sia lei sia il bambino starebbero più tranquilli, lontano dal caos della città e da tutto quello smog-
Nick era allibito: a che gioco stavano giocando? Lanciò uno sguardo disperato verso i suoi genitori: si tenevano per mano e lo guardavano allibiti. Probabilmente si aspettavano che lui risolvesse la situazione da solo, ma il ragazzo stentava a crederci. Si schiarì la voce.
-Sto solo dicendo che io sono originario del New Jersey e mi piacerebbe che mio figlio nascesse a New York. Non mi sembra una proposta così insensata dato che ho una casa anche lì. I tuoi genitori sono i benvenuti e inoltre io ho mia nonna, zii e cugini a meno di mezz’ora d’auto-
-Io sono originaria di qui e mio figlio ha lo stesso diritto di nascere qui in Tennesee- ribattè Miley.
Erano in un vicolo cieco.
-Ragazzi qui non si tratta di quale Stato è il migliore- si intromise Brandi –il dottore cosa vi ha detto durante l’ultima visita?-.
Nick e Miley si scambiarono un rapido sguardo.
-Ha detto che dobbiamo trovare un posto dove stare durante le ultime settimane di gravidanza-
-Ma il bambino sta bene?- trillò Denise, portandosi una mano sulla bocca come se si aspettasse qualche tragedia.
-Sta benissimo- si affrettò a puntualizzare Nick - ma il medico ha detto che comunque con l’ipoglicemia di Mils ci possono essere dei rischi durante le ultime settimane e durante il parto-.
-Io starei più tranquilla se rimaneste a LA-  suggerì Denise.
-Io sto benissimo- borbottò Miley. Perché tutti la trattavano con i guanti? Era incinta mica malata!
-Non stiamo dicendo questo dolcezza- cinguettò Tish, stringendo la mano della figlia –stiamo solo dicendo che sei incinta e che… che…-
-Che ci preoccupiamo solo per te- continuò Nicholas –si chiama volere bene ad una persona… o due in questo caso-.
-Beh che ci importa del posto? – Joe cosparse le sue costolette di salsa barbeque –come si chiamerà mio nipote? Avete già deciso il nome spero!-
Nick alzò le spalle.
-Non proprio-
-Che significa non proprio?-
-Significa che io ci ho pensato- si intromise Miley –ma Nick non lo sa-.
Nick smise nuovamente di mangiare e restò con il suo pezzo di rognone infilzato nella forchetta.  Perché diavolo Miley non lo rendeva partecipe delle duemila decisioni che lei aveva preso su loro figlio?
-Veramente?-
-Si… beh ci ho pensato mesi fa, poche settimane dopo che avevo scoperto di essere incinta-
Nick fece per aprire bocca ma suo fratello Joseph lo precedette.
-Sentiamo allora- Joe si sporse sul tavolo, come per sentire meglio.
-Come secondo nome voglio che, maschio e femmina cha sia, abbia Ray. Come me e come papà, e anche come il nonno. Come primo nome invece mi piacerebbe che avesse un nome originale. Unico. Perciò se è maschio vorrei si chiamasse Kai, se è femmina Painsley-.
-Dimmi che scherzi- sussurrò Nick, ingoiando a fatica il boccone di carne.
-No che non scherzo-
-Ma sono nomi da hippi! Nostro figlio non si chiamerà mai così!-.
-Nick!- Joe gli tirò uno scappellotto così forte da farlo quasi sussultare.
-Che ho fatto?- borbottò il riccio massaggiandosi la nuca.
Si girò nuovamente verso Miley, ma non la trovò seduta al suo posto. Se ne era già andata.
Miley si alzò da tavola e salì le scale senza voltarsi indietro..  
-Non  sei stato per nulla carino – gli sussurrò Kevin –Dio come fai a essere così ottuso?-.
-Come fai a essere così scemo?- borbottò Braison a voce alta.
-Braison!- esclamò Tish.
-Che c’è?-
-Sentiamo le tue proposte allora ragazzo!- tuonò Billy Ray per sovrastare al chiacchiericcio agitato che si è sparso nella tavolata.
-Forse è il caso che ci vada a parlare- Tish fece per alzarsi e raggiungere la figlia ma suo marito la bloccò dolcemente, tenendola per un braccio.
-Non dovresti andarci tu tesoro- e lanciò uno sguardo eloquente a Nick.
Tutti i presenti si voltarono verso di lui.
-Va bene- disse lui alzandosi -andrò da lei… ma prima devo fare una cosa-.
 
-Mi dispiace-.
Nick realizzò solo allora che praticamente aveva ripetuto “mi dispiace” una miriade di volte da quando lui e Miley avevano deciso di riprovarci.
Le porse con cura il pacchetto che aveva appena comprato e subito il suo cuore si riempì di gioia nel vederla sorridere.
Miley stava sorridendo e Nick era certo di non avere mai visto niente di più bello in vita sua. Ancora una volta lui e la sua cocciutaggine avevano rovinato tutto. Si diede mentalmente dell’idiota.
-Mi hai preso un frozen yougurt!- esclamò lei sedendosi sull’enorme letto matrimoniale e infilando nello yogurt  tre dita per assaggiarlo.
Nick si fece scappare una risata nel vederla contenta. Perché Miley mangiava in maniera così adorabile?
-Ti ricordi quanti ne mangiavamo da ragazzini?-
-Oh beh ci andavamo solo per stare un po’ di tempo da soli. Insomma con cinquanta fratelli  a testa era quasi impossibile avere un po’ di privacy-
-Già-
-Senti… mi dispiace anche a me. Sono gli ormoni credo-
-Non importa-.
-No Nick. Si che importa-
Si avvicinò a lui e lo baciò.
Nick sorrise contro le sue labbra e la strinse a se, appoggiando le mani sul pancione.
-Non sono nomi così orribili. Potrei abituarmi a Kai e…-
-Pansley-
-Pansley. Cielo io avrei preferito dei nomi biblici o…-
-Nick che nomi ti piacciono?-.
Nick si zittì.
-Come scusa?-
Miley sbatté gli occhi e gli accarezzò i ricci. Dio, ne era di nuovo diventata dipendente.
-Che nome vorresti mettergli?-
-Se è femmina Hope- rispose subito Nick.
Miley sorrise.
-Ok, l’hai sempre detto questo. Se è maschio?-
-Se è maschio non so. Non credo che questa possibilità si verifichi-
-Nicholas sputa fuori un nome. Dai! Il primo nome che ti viene in mente!-
-Non mi dispiacerebbe continuare la tradizione di famiglia e chiamarlo come mio padre-
-Ok dimmi che scherzi!-
Miley sorrise, ma si godette lo stesso l’effetto di quelle parole.
-E’ importante. Non voglio che si chiami come tuo padre. Le nostre famiglie dovrebbero starne fuori-
-Ma Mils… è mio padre-
-Si ed è tuo figlio. Come pensi di chiamarlo Paul? Andiamo! Tuo padre e tuo fratello odiano già quel nome!-
-Bene- Nick si grattò la barba, pensieroso.
 -Gerald-
-Gerald?-
-Si. Cosa ha che non va?-
-E’… vecchio…-
-E’ il nome di mio nonno. Intendo quello vero, Jerry era solo un diminutivo-.
La ragazza lo fissò negli occhi, l’azzurro chiaro delle sue iridi si colorò di vecchi ricordi. Sapeva quanto Nick tenesse a suo nonno e viceversa.
-Ci penserò su Jonas-.
Nick la baciò in testa, dolcemente. Aveva sempre voluto dare quel nome al suo primo figlio maschio e il fatto che Miley non si fosse rifiutata gli faceva scoppiare il cuore di gratitudine.
-Vuoi tornare giù dagli altri?-
-No-  lei gli fece cenno di avvicinarsi –è bello stare un po’ da soli-
-Già-.
Nick si sedette accanto a lei.
-Posso avere un po’ di yogurt?-
-Te lo puoi anche scordare!- Miley rise di gusto –è il tuo pegno Jonas-.
Nick sorrise e la baciò, riuscendo a infilare le dita nello yogurt e ad assaggiarlo. Le sorrise soddisfatto.
-Nicholas Jerry Jonas!-
-Che c’è?- Nick le fece l’occhiolino.
-Se lo fai un'altra volta giuro che mi metto a urlare- 
-Ok, hai vinto Cyrus- il riccio alzò le mani in segno di difesa e si sedette a distanza di sicurezza –non voglio correre il rischio. Tuo padre mi odia ancora-
-No. Odiava anche Liam credimi, sia all’inizio sia… beh dopo quello che ha fatto. C’è voluto del tempo perché papà si fidasse nuovamente di lui. Ma ti adorerà con il passare del tempo, credimi-.  
 
-Non hanno idea di quello che stanno facendo-  borbottò Billy Ray.
-Tesoro!- Tish svuotò i resti del pranzo nell’immondizia, premurandosi di chiudere il coperchio: in quella casa c’erano troppi cani al momento.
-Totalmente- si intromise Denise –Nick è terrorizzato-.
-A me sembrava tranquillo- si intromise Joe –mamma lo sappiamo che è il tuo Nicky, ma si è comportato come un coglione-.
La donna sospirò.
-E’ terrorizzato- ripetè ignorando completamente le ultime parole del figlio. Denise conosceva i suoi figli, conosceva le loro sicurezze e le loro debolezze. E Nicholas, anche se si mostrava spavaldo e sicuro di sé, era terrorizzato da tutta quella situazione. Lei ne era più che certa.  Nick poteva fingere davanti agli altri, ma non con lei.
-E’ qualcosa di troppo grande per lui. E’ sempre stato così dannatamente responsabile- una lacrima silenziosa rigò il volto della donna. Cercava disperatamente di essere felice per Nick ma non ci riusciva.
-Si beh Miley è molto determinata invece- Tish si affiancò alla donna e l’aiutò a lavare i piatti in un gesto di tacita solidarietà –non l’ho mai vista così sicura di una cosa. Per me non c’erano dubbi: se aveva deciso di tenere il piccolo beh l’avrebbe fatto fino alla fine e non avrebbe dato retta a nessuno-.
-Resta il fatto che sono completamente impreparati e che tocca a noi prepararli- borbottò Billy Ray –e dobbiamo fare in modo che anche i ragazzi accettino la cosa. Braison oggi avrebbe tirato fuori il fucile-.
-Beh i miei di ragazzi hanno accettato benissimo la cosa- ribattè Kevin Sr.
-Tesoro- Denise gli lanciò uno sguardo severo.
- Che c’è? E’ vero! Non sono i miei figli quelli ostili! E abbiamo cresciuto nostro figlio affinchè fosse abbastanza coraggioso per prendersi le proprie responsabilità. Cosa che ha fatto. Abbiamo cresciuto Nicholas affinchè diventasse un buon marito e un buon padre-
-Ha fatto il padre solo dopo che l’ho minacciato- sussurrò a denti stretti Billy Ray.
Kevin Senior tossì forte.
-Se non sarà il primo a prendersi cura di Miley e del bambino…-
-Amore stanno assieme adesso. Lasciamoli un po’ in pace- sbuffò Tish –insomma dovranno conoscersi, riscorprisi. Noi stiamo qua a preoccuparci del loro futuro ma la realtà è che abbiamo cresciuto due adulti a modo, compassionevoli, gentili ed educati. E se cresceranno loro figlio con i valori che noi li abbiamo tramesso beh… sarà…-
-Sarà un bambino meraviglioso- completò Denise portandosi una mano al cuore.
-Certo che lo sarà- Miley comparve in cucina con la coppetta di yogurt vuota –è mio figlio-.
Tutti si voltarono a guardarla.
-Oh- Miley sorrise –me lo ha portato Nicky. E’ stato carino- ammise quasi arrossendo.
Si sentiva come se stesse confessando ai suoi genitori di avere una stupida cotta.
-Dove è Nick?- chiese Denise, aspettandosi di vederlo comparire dietro alla ragazza.
-E’ con Noie. Le sta dando un paio di consigli musicali credo. Le vuole bene-.
-Tesoro quello che stavamo cercando di dire è che siamo qui per voi. Forse a tavola siamo stati tutti un po’… un po’ aggressivi ecco ma solo perché dobbiamo abituarci a stare di nuovo tutti assieme. E per qualsiasi cosa veramente-
-Qualsiasi- ribadì Denise –noi ci siamo-
-Totalmente- concluse Tish.
-Ovviamente su alcune cose dovremmo accordarci- continuò Billy Ray –oltre al luogo di nascita del piccolo-.
-Tipo cosa?- sopraggiunse Nick.
Billy Ray si schiarì la voce.
-Ad esempio ecco… gli dovrete fare ascoltare la musica country-
-E sarò io a battezzarlo- aggiunse Kevin Senior.
-Si beh siamo cristiani ma io pensavo di fare decidere a lui- rispose Miley –sono cristiana ma liberale e non voglio obbligare nessuno-
-Beh ma è mio figlio Voglio battezzarlo e iscriverlo ad una scuola cristiana-
-Oh Dio! Nicky!-
-Mils non  litighiamo di nuovo ti prego- sussurrò il ragazzo. Era consapevole che i loro genitori li stavano scrutando, pronti ad intervenire.
-Lo battezzeremo- concesse Miley –ma per la scuola ci penserò quando verrà il momento-.
-E se sarà femmina e diventerà bella come sua madre- aggiunse Nick –non potrà uscire di casa fino ai diciotto anni-. 
-Questo è poco ma sicuro- dissero all’unisono Kevin e Joseph. I tre fratelli si scambiarono uno sguardo d’intesa.

 

Ok, siamo nella fase dove tutto il mondo è dentro ad un schermo rosa vero? Ma quanto sono teneri tutti all together? Nel prossimo capitolo scoprirete se Baby J. è maschio o femmina... voi che ne pensate? :)
Vi avviso che il prossimo capitolo sarà pubblicato sabato 24 agosto, perchè la settimana prossima sarò fuori città.
- Fran 

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Capitolo 24
*** I Miss You ***


 “I miss you, I miss your smile
and I still shed a tear every once in a while
And even though it's different now,
you're still here somehow”
- “I Miss You” Miley Cyrus

 
Joe puntò la micro camera in faccia al più giovane dei fratelli Jonas.
-Frank maschio o femmina? Frank… -
Nessuna risposta. Frankie era decisamente troppo preso del buffet che avevano allestito Tish e Denise in soggiorno per preoccuparsi del filmino ricordo.
-Frankie cazzo dai!-
-Joe!- esclamò Sophie –ci sono le piccole!-.
Joe non si finse nemmeno dispiaciuto e ricominciò a tormentare il fratello minore che fece finta di non vederlo. Con tre fratelli famosi sempre inseguiti da fan e paparazzi, Frankie era diventato piuttosto bravo ad ignorare le telecamere e le domande imbarazzanti.
-Frankie dai maschio o femmina per te?-
-Dobbiamo farla per forza questa cosa?- il sedicenne ingoiò un grosso biscotto e alzò gli occhi al cielo.
-Si!-
-Bene- Frankie bevve un lungo sorso di limonata e si prese qualche secondo per pensare –maschio. Ci sono buone percentuali che sia femmina, ma mi piacerebbe avere un nipote questa volta-.
-Bene. Grazie. Visto che ci voleva?- Joe spostò l’inquadratura verso l’androne delle scale, ma Sophie lo vide distintamente borbottare uno scocciato “Adolescenza!” rivolto al fratello minore.
Nick scese le scale di corsa e si diresse in cucina, ma si bloccò subito quando vide sua madre, Tish, Brandi e Danielle intente a cucinare.
-Oh buongiorno Nicky!- Denise si alzò i punta di piedi e lo baciò su una guancia per poi riconcentrarsi sullo sformato di patate che sfrigolava in forno.
-Mamma che succede qui?-
-Beh caro- rispose Tish –suppongo che è per questo che tu e Miley siete venuti qui no? Per scoprire finalmente se è maschio o è femmina giusto?-
-Si beh- il riccio si guardò intorno con area smarrita. La cucina sembrava un campo di guerra: muffin, pun –cake, waflles, la torta che avevano ordinato dalla pasticciera con su scritto “Benvenuto/a Baby J.”, e poi uova e bacon, mini hot-dog e hambuger.
-Credevo.. credevo che fosse solo per parenti e amici intimi-
-Ma certo amore solo che beh… siamo parecchi-
Suo madre non lo stava ascoltando.
-Mamma davvero non è una cosa esagerata insomma non è ancora nato e…-
-Tesoro puoi chiedere a Kevin e Joe di spostare il tavolo grande in soggiorno per favore? Anzi dovresti proprio portare a Miley uno di questi muffin, povera cara. Insomma dovresti prenderti cura di lei-
No. Sua madre non lo stava decisamente ascoltando.
-Bene- Nick scosse la testa, ancora più confuso di prima mentre prendeva un muffin al cioccolato.
-Ehi paparino!-.
Joe gli si piazzò davanti con la micro camera.
-Ehi Joe-
Le cose potevano decisamente andare peggio. Ora ne era certo.
-Che fai?-
-Vado a portare questo muffin a Mi…-
-Si bene senti. Sto facendo  il filmino, a proposito non mi ringraziare quando tuo figlio  o tua figlia lo vedrà. Senti è maschio o femmina per te?-
-Come scusa?-
-Sto facendo un sondaggio. Mils ha avuto questa idea. Bisogna vestirsi  del colore che si pensa possa essere il sesso di Baby J. E io vado in giro a chiedere. Mamma e papà hanno detto maschio, e anche io e Frank pensiamo sia maschio. Invece Kev, Dani, Alena e Sophie femmina. Quindi cosa ne pensi?-.
Nick si fermò a metà gradino. Non ci aveva mai pensato seriamente e se ne rese conto solamente in quel momento.
-Femmina. Mi piacerebbe avere una bambina ecco-
-Perfetto ciao-.
Joe se ne andò con tutta la foga con il quale era comparso e Nick scosse la testa divertito, salendo al piano di sopra. 
 
Miley dormiva ancora, ma aprì subito gli occhi quando Nick entrò nella stanza con tutto il profumo dei muffin al seguito.
Nick si fermò ad osservarla: vide i suoi meravigliosi occhi azzurri dischiudersi piano, vide il suo volto illuminarsi alla vista del muffin. E anche Nick sorrise alla vista della pancia. Adesso era chiaramente visibile e rendeva tutto più reale.
-Come hai dormito Smile?
-Bene- lei sorrise e addentò il muffin.
-Bene? Ottimo. Senti giù c’è già un gran trambusto, mi spieghi come ci si organizza oggi?-
-Niente. Ci si veste del colore del sesso del bambino. Se pensi sia femmina rosa e se pensi sia maschio blu. Poi Alena ci aiuterà a dirlo a tutti. Quelli dell’ospedale hanno messo la foto dell’ecografia e alcuni coriandoli in un palloncino nero. Ci hanno inviato tutto dentro una scatola. Assieme ad Alena apriremo la scatola e scoppieremo il palloncino. E’ semplice Nicholas. E comunque ero convinta di avertelo detto-
-No-.
Perché diavolo era sempre l’ultimo a sapere le cose?
-Oh be- Miley fece spallucce –lo sai adesso-.
Nick iniziava a pentirsi di avere lasciato tutto in mano di Miley.
-Mils senti io ti amo e lo sai questo, ma quanta gente hai invitato?-
-Pochi-
-Pochi? Le nostri madri e le tue sorelle stanno cucinando per un intero reggimento di sotto-
Miley sbuffò leggermente e alzò gli occhi al cielo.
-Nicky…- lo strinse a se’ e lo baciò, lasciandogli pezzetti di cioccolato sulle labbra.
-Ho invitato tutta la mia famiglia e tutta la tua famiglia. Siamo in tanti, non è mica colpa mia! E poi Mandy-
-Quale?-
-Entrambe tesoro-
-E Cav, Demi, Maya, Coach K, Big Rob… giusto?-
-Si giusto. Ti è tutto chiaro?- Miley si infilò in fretta una maglietta azzurra.
-Si- Nick la squadrò e sorrise.
Non sarebbero mai andati d’accordo su niente.
-Io penso che invece sia una femmina- disse indossando una felpa rosa.
-Miley lo strinse a se’ un’ultima volta e gli fece l’occhiolino.
-Non ci resta che scoprirlo Mr. Jonas-.
 
Quando Nick e Miley scesero in soggiorno tutti gli invitati erano già lì e furono accolti da un boato festoso.
Erano tutti lì per loro.
Le donne di casa Cyrus e Jonas avevano fatto un lavoro maniacale e avevano addobbato tutto alla perfezione: un ricco buffet metà rosa e metà azzurro era disposto sul grande tavolo di legno del soggiorno, striscioni e palloncini di eguali colori addobbavano l’intero piano della casa.
Presto si strinsero tutti intorno a Miley per sentire il piccolo scalciare.
-Beh sembra che le cose si siano appianate alla fine – Maya gli sorrise. Lei e Nick si erano appartati per un minuto in giardino, fuori dal caos dei parenti e degli amici. I Cyrus e i Jonas assieme facevano così tanto chiasso che Nick ringraziò il Cielo di aver accettatori fatto quella festa alla fattoria di Miley e non in New Jersey. Probabilmente se l’avessero celebrata lì, a quest’ora si sarebbero ritrovati la polizia in casa.
Nick ricambiò il sorriso e si rigirò fra le mani il succo d’arancia.
-Si. Insomma demi e Miley stavano chiacchierando. E’ un inizio. E papà e il signor Cyrus non si sono rivolti la parola ma non sono arrivati quasi alle mani come la volta scorsa. Grazie a proposito-
-Di cosa?-
-Per essere qui. Lo apprezzo molto sai-
-Beh- Maya gli scompigliò i capelli –qualcuno doveva pur fare delle foto decenti-.
 
-Ok sei pronta piccola? Non devi fare altro che scoppiare quel palloncino così vedremo sei avrai un cuginetto o una cuginetto-  Nick si inginocchiò in modo che Alena potesse guardarlo in faccia.
La adorava e lui e Miley erano stati pienamente d’accordo sul fatto che sarebbe dovuto essere Alena a svelare agli altri invitati il sesso del nascituro.
-Ok zio Nicky!- la bimba le sorrise., nascondendosi quasi dietro le gambe di Miley.
Il salotto di casa Cyrus per quanto grande fosse, era stato messo a dura prova dalla quantità di invitati presenti. Sembrava che tutti non volessero perdersi nemmeno un secondo del gender reveal. I nonni di Nick erano in prima fila. Nonna Cecilia era così emozionata che a stento sbatteva le palpebre. Kevin, Joe, Frankie, Brandi, Braison e Noah avevano gli I-Phone in mano pronti ad immortalare il fatidico momento. I signori Jonas e i signori Cyrus, davanti a tutti in posizione strategica, avevano il volto contratto in una smorfia di contrazione totale.  Non si sentiva volare nemmeno una mosca.
Alena con le sue manine goffe aprì la scatola e il palloncino nero uscì.
Tutti trattennero il fiato.
-Pronta dolcezza?-
Nick e Miley si scambiarono uno sguardo d’intesa. Il ragazzo sollevò in braccio Alena tanto da poterle permettere di bucare il palloncino con uno spillo. Attimi concitati di silenzio seguirono quel gesto. Fu come se il tempo andasse al rallentatore.  Poi coriandoli azzurri, si un azzurro più inteso del cielo, invasero il soggiorno e tutta la casa fu pervasa da un boato di gioia.
-Oh Dio è un maschio!- urlò qualcuno.
-Un altro Jersey boy!-  la voce di Joseph sovrastò tutte le altre.
Nick si ritrovò stretto nell’abbraccio di Miley. Le sue labbra sulla guancia. Alena che gli gettava le braccia al collo ridendo felice.
-Sei felice Nicky?- le sussurrò Miley in mezzo a tutto quel trambusto.
Solo allora il riccio uscì da uno stato di tenace e le rivolse un enorme sorriso, baciandola in bocca, lentamente.
-Non sai quanto Smile. Non sai quanto-.
 
-E’ deliziosa- Cavanaugh lanciò uno sguardo divertito a Miley che giocava con Alena, Valentina e Claire sul pavimento del soggiorno.
 –E’ deliziosa- ripeté bevendo un lungo sorso di limonata -davvero Nick non capisco perché tu non mi abbia detto tutto subito. Sono il tuo migliore amico-
Nick si levò e si rimise in testa il cappello: non lo sapeva con certezza, probabilmente non voleva deluderlo, non voleva dargli quel peso da portare sull’anima e non voleva essere giudicato. Sapeva che Cavanaugh riponeva troppo rispetto e troppa fiducia in lui. Cav era uno dei suoi migliori amici e lui gli aveva praticamente nascosto Miley per quasi cinque mesi.
-Ma sei felice?-
Cavanaugh lo fissò dritto negli occhi e Nick capì che doveva essere sincero. Diede un altro rapido sguardo a Miley e alle bambine che ridevano felice, adesso al gioco del solletico si era aggiunto anche Michael uno dei cugini più piccoli.
-Lo sono- si schiarì la voce – lo sono. Lo so che penserai che sono pazzo, almeno così la pensa Dems anche se è venuta fin qui. Ma Dio Cav, ti giuro che non sono mai stato così felice. Dopo Olivia credevo di avere chiuso. Poi è arrivata lei… e… e tutto ha avuto un senso capisci?-
-Ah ah- annuì il ragazzo guardandolo divertito –ho capito che sei di nuovo partito a mille-
-No… insomma no. Cioè si dato che è incinta però no. La amo davvero Cav, farei di tutto per lei e per Gerald-
-Gerald?- Cavannaugh sorrise e un guizzo gli attraversò gli occhi -vuoi veramente chiamarlo così? E Miley è d’accordo?-
-Beh ne stiamo parlando- ammise Nick arrossendo lievemente –pensi sia stupido?-
-Dio no! Penso che sia fantastico. E Miley è… è… -
-Magnifica- completò Nick che non riusciva a staccare gli occhi di dosso dalla sua compagna. Sentiva di amarla con tutto se stesso. Quegli ultimi giorni con lei, passati finalmente in armonia, erano stati stupendi.
-Già lo è-
-La stai fissando?-
-Amico!- il biondo scosse la testa e sorrise –non essere così geloso dai! Certo che la fissavo. Tutto il mondo ha una cotta per Miley Cyrus! Mica ci voglio andare a letto!-.
Gli occhi di Nick si ridussero a due fessure. Non poteva farci niente. Miley lo rendeva pazzo ed era sempre stato geloso di lei, anche se si trattava di stupide cotte.
 -Comunque stavo pensando di vendere la Munstag per comparare una 4x4. Insomma starebbe sempre ferma sul vialetto e il seggiolino non ci sta-
-Tu sei pazzo! Sei pazzo! Comprati una macchina nuova, ma non vendere la Munstag!-
-Ho smesso di fumare sai…-
-Beh questa è una nota positiva bello-
-Si sai per il bambino… Miley ci teneva e io non voglio deluderla-.
 
-Grazie- Miley fece segno a Nick di sdraiarsi accanto a lei e lui ubbidì, appoggiò la testa alla pancia e la baciò.
-Per cosa?-
-Per essere venuto qui-.
Nick sollevò lo sguardo. Non era abituato ad una Miley così gentile ma non capiva neanche perché lei si sentisse in dovere di ringraziarlo.
-Mils, ti amo. Andrei ovunque con te e poi te lo dovevo. Tu due mesi fa sei venuta in North Carolina a casa mia e…-.
Stettero in silenzio per circa dieci secondi. Nessuno dei due poteva dimenticare quei giorni e i vari litigi. E nessuno dei due poteva ancora perdonare all’altro tutte le colpe. Non ancora almeno.
-Ed è stato un disastro- completò lei –perciò sono felice che tu e papà andiate più d’accordo ora. Ti ha sempre voluto bene, gli serviva solo del tempo per metabolizzare la notizia della gravidanza. Credo che in fondo lui e la mamma pensino di essere ancora troppo giovani per diventare nonni-. 
-Beh mia madre invece non vede l’ora di diventarlo per la terza volta. E credo che anche mio padre sia felice, anche se continua a risponderci per monosillabi-.
-Mi dispiace- Miley affondò nuovamente la mano nei ricci del ragazzo. Non poteva farne a meno. Erano la sua droga.
-E di che? Mils, lo conosco. E’ mio padre e gli passerà ne sono certo è solo che… che.. che non si aspettava di diventare di nuovo nonno in questo modo-.
Miley gli accarezzò dolcemente i capelli e Nick si concentrò sul pancione. Lo baciò nuovamente e lo accarezzò. Non voleva assolutamente che Miley si attribuisse qualche colpa.
-Tua madre mi odia invece- sentenziò Miley facendo sollevare nuovamente lo sguardo di Nick.
Sentiva di doverglielo dire per essere completamente onesta nei suoi confronti.
-Mia madre non ti odia-
Nick tentò di pronunciare quelle parole con un tono più convincente possibile, ma fallì.
Miley lo spinse via ma lanciò uno sguardo divertito al broncio del riccio.
-Sono serio-
-Nick ti prego… non che si noti la differenza poi… sei quasi sempre serio. E poi anche tu sai che è così. E’ passata da amarmi ad odiarmi nel giro di dieci secondi-
-Non è colpa tua. Avrebbe odiato chiunque credo dopo Olivia-.
Seguì un minuto di silenzio. Il fantasma delle relazioni passate alleggiava ancora su di loro.
-Odi veramente il nome Gerald? Perché sono d’accordo a dargli Ray come secondo nome, ma se a te Gerald proprio non ti piace potremmo sfogliare la Bibbia -
-Oh beh… potremmo sempre chiamarlo Jay- Miley lo attirò nuovamente a se e gli fece appoggiare la testa sul pancione.
-Jay?--
-Si. Jerry era tuo nonno, ma Jay è un bel soprannome. In effetti è sempre stato Baby J. per noi quindi si è sempre chiamato così. E poi lo chiameremo Gerald solo quando lo sgrideremo-
-Mi piace. Jay Jonas. Gerald Ray Jonas. Sarà un bravo bambino me lo sento-.
Miley sorrise e gli sfiorò nuovamente i ricci.
-Lo so. Sono contenta che sia un maschio. L’ho sempre saputo-
-Io no. Credevo che questa cosa dei maschi saltasse una generazione-.
Miley lo guardò confusa.
-Si insomma Kev ha due figlie. Credevo di avere anche io una figlia. Ho sempre voluto una bambina-
-Ma sei contento?-
-Si- Nick scosse la testa –certo. Possiamo sempre riprovarci fra un anno-
-A fare cosa?-
-Una figlia femmina-
-Te lo puoi scordare- Miley si infilò sotto le coperte e Nick al imitò stringendola a se’ –adesso spegni la luce dai. Sono esausta-.
-Come te lo immagini?- chiese Miley osservando il suo respiro volteggiare nell’aria. Faceva freddo per essere già a marzo.
-Non lo so. Sono solo un po’ preoccupato perché è un maschio e quindi toccherà a me essere il suo modello di riferimento-
-Direi che modelli maschili ne avrà già troppi amore. Non essere paranoico. Sarai perfetto-  lo baciò nuovamente e si strinse a lui, respirando il suo profumo. Le era tremendamente mancato stare tra le sue braccia.
- Spero che non sia un musone come me. Da piccolo mia madre faceva di tutto per farmi sorridere ma niente-
-Sicuramente sarà un prodigio musicale. Probabilmente suonerà sette strumenti all’età di sette anni. Imparerà a suonarne uno all’anno-
-Che faremo se non gli piacerà la musica?-
Entrambi si zittirono. Quel pensiero era talmente insensato. Era loro figlio! Diavolo aveva geni canterini fin dentro al midollo! Era praticamente un predestinato!
-Beh lo sosterremo comunque, come due bravi genitori- affermò Miley.
-Già… potrebbe sempre fare il giocatore di baseball-
-Nicky!-
-Che c’è?-
-Amore esistono centinaia di lavori oltre che il cantate e il giocatore di baseball! E poi avrà già abbastanza seccature avendo due genitori famosi-.
-Ci pensi mai? Sarà un bel peso da portare. E se poi finirà per odiarci?-
-Non finirà per odiarci!-
-Ah si?- Nick le lanciò uno sguardo mesto. Adorava la sua positività, ma Miley lo disarmava.
-Avrà una famiglia meravigliosa. Hai visto quanta gente c’era solo per lui? Persino la mia amica Mandy ha mollato tutto per nostro figlio! E Dio… mi è terribilmente mancato tutto questo-.
Il riccio le rivolse un piccolo sorriso: nonostante tutto era la sua Miley, era sempre la stessa ragazza del Tennessee solo che la gente non lo capiva. Ma lui la amava così dannatamente tanto.
-Veramente?-
Non credeva di essere ancora così importante per lei. Non credeva che le fosse mancata la sua famiglia.
-Non sai quanto mi mancava il cibo di tua madre- la bionda arrossì.
Era la cosa più adorabile del mondo.
-Ti amo- disse Nick –so che non vuoi… ecco…-
-Ti  amo anch’io Nicky-.
Nicholas rimase immobile. Aveva sentito bene?
Miley gli scostò un ciuffo di ricci dalla faccia e lo baciò.
-Sei seria? E dove sono finiti i discorsi sul “dobbiamo andarci piano”? –
-Vuoi andarci piano?-
-Dio no!- si affrettò a ribadire lui.
-Allora prometti- Miley ritornò seria di colpo.
-Cosa?-
-Che starai sempre con me-.
Nick fece per ridere ma se ne pentì. Miley era seria in volto e lui sapeva il perché. Lei gli stava dando fiducia, quella fiducia che lui aveva chiesto, sperato ed agogniamo negli ultimi due mesi e lui doveva garantirgliela. Sapeva che Miley era terrorizzata da tutta quella situazione, almeno quanto lo era lui. Sapeva che entrambi si stavano comportando come se dovessero lasciarsi da un giorno all’altro.
-Mils-
-No Nick. E’ importante. Sono stanca di… di essere la tua ragazza ma di dovermi trattenere perché abbiamo paura del futuro. Il futuro è inevitabile-
-Ma noi non abbiamo quasi mai avuto un futuro. Miley io ti amo e voglio stare con te, ma ho paura… vivo nel terrore di una nostra ipotetica rottura e mi dispiace. Perché sono io la causa di tutta questa incertezza e lo so-
Aveva le lacrime agli occhi. Miley non l’aveva mai visto così amareggiato. Non si aspettava una confessione del genere. Si avvicinò a Nick e lo strinse a se.
-Vuoi che di dimostri quanto sono felice di essere qui con te?-.gli sussurrò in un orecchio.
Nick trasalì. Voleva farlo con le loro famiglie sotto lo stesso tetto? Ma tutto quello che gli uscì dalla bocca fù.
-Comunque lo prometto-.
 

Ciao ragazzi! Allora contenti del responso del gender reveal party?
Finalmente eccomi tornata dalla mia settimana di ferie. Ne avevo bisogno!
Ci vediamo sabato prossimo, 30 agosto 2018.
- Fran  

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Capitolo 25
*** Unhinged ***


“Every sway just breaks me a little
And I know you can't take this back and forth
It's not really safe for you in the middle”
- “Unhinged” Nick Jonas
 

Nick si svegliò presto quella mattina.  Miley era ancora profondamente addormentata al suo fianco e il ragazzo sorrise. Era stupenda ed era sua finalmente. In quei giorni le era sembrata così felice, ma anche così vulnerabile, che il ragazzo sentiva di doverla proteggere ancora di più dal resto del mondo. Era sua e basta.
La baciò sul collo ed inspirò il suo profumo. Miley borbottò nel dormiveglia.
Nick si scostò le coperte di dosso, attento a non svegliare la ragazza, e si infilò i jeans e una maglietta pulita. Stava per chiudersi la porta alle spalle quando sentì la voce di Miley chiamarlo.
.-Nicky… che fai?-
Aveva indosso solo la vecchia maglietta di Nick e la voce era ancora impastata dal sonno. Si stropicciò gli occhi e allargò le braccia.
Nick sorrise e tornò da lei, stringendola in un lungo abbraccio. Le baciò la testa.
-Shhh. E’ tutto a posto piccola. Sto solo scendendo a prendere un po’ di cose da portare a casa. Sai vecchi ricordi-.
Miley si strinse al ragazzo, tenendo sempre gli occhi chiusi.
-Va bene ma poi torni qui con noi ok? Ho bisogno di stare un po’ con te-
-Certo piccola.- lui la baciò deliacamente e poi le sfiorò la pancia. Adorava quando Miley non poteva fare a meno di lui. Gli piaceva sentirsi indispensabile per lei, stringerla forte a sé e proteggerla dal resto del mondo.
-Papà ti ama tanto Jay- baciò nuovamente la pancia.
Miley nascose il viso nel petto del ragazzo. Sembrava che nel fosse impossibile lasciarlo.
Che le prendeva?
-Ti amo- cercò di rassicurarla.
-Ti amo anch’io… sai Nick- Miley soffiò con il naso e lo fissò negli occhi- pensavo… pensavo… secondo te c’è la faremo?-
-Certo piccola- Nick la baciò nuovamente e gli sfiorò una guancia. Non voleva vederla preoccupata. Voleva dimostrale di essere in grado di offrirle tutto.
-Adesso posso andare? Tornerò in un attimo, promesso-.
 
-Ehi Nick che ci fa qui? Credevo che foste già in partenza…-.
-Ouch…- il ragazzo si alzò di scatto e sbattè la testa contro una mensola facendo cadere una pila di vecchi spartiti musicali. Era andato, o meglio si era intrufolato, nella soffitta di casa Cyrus per recuperare alcuni ricordi. Se lui e Miley volevano ricominciare tutto da capo allora li sarebbero servite basi solide e Nick voleva ricordare a se stesso e alla sua donna quanto si erano amati da ragazzini.
-Vuoi svegliare tutti? Sono appena le otto- Kevin Senior si inginocchiò e lo aiutò a rimettere tutto a posto, mentre Nick apriva un vecchio scatolone. Non si aspettava che suo padre cercasse un reale confronto con lui. L’aveva sempre rispettato troppo e sapeva di averlo deluso, sapeva che Kevin Senior si trovava ancora fortemente a disagio assieme ai Cyrus e sapeva quando gli era costato esserci.
-Stavo solo cercando una cosa-
-Non devi mica giustificarti-
-Già… beh… mi hai spaventato-
-Nick mi guardi negli occhi. Ti sto parlando-.
A voce di Kevin Sr. era ferma e a Nick parve di tornare indietro nel tempo. Sospirò pesantemente e si girò, pronto ad affrontare quello che gli spettava.
Suo padre  lo fissava serio.
-Non mi hai quasi rivolto la parola in questi due giorni-
-Io? Sei tu quello che mi ha evitato per tutto questo tempo-
-Non è vero-
-Si- sibilò Nick, quasi in tono di sfida. Odiava contraddire suo padre, odiava farlo ma non riuscì a trattenersi. -Beh non sei stato molto loquace nei confronti dei Cyrus. Si stanno sforzando papà.  Lo so che sono una delusione per te, che mi avresti voluto vere sposato e con figli e non con Miley ma..-
-Nick io queste cose non le ho mai dette-
-Hai detto che fai fatica a capirmi-
-Ho detto che sei cambiato. Ed è vero, sei cambiato.  Sei cresciuto e sei diventato una persona meravigliosa e a volte io e tua madre dimentichiamo che tutti possono farei dei passi falsi-.
Nick gli fece una smorfia che assomigliava ad una mezzo sorriso.
-La mamma non ha fatto altro che sorridere sai? Tu invece non hai detto nulla. Sei contento di diventare nonno? Sei felice di avere un nipote?-
-Cosa stavi cercando?- Kevin Senior gli diede una pacca amichevole sulla spalla che Nick interpretò come un abbraccio di scuse.
-La mucca che avevo fatto per Miley-
-Che?-
-Da ragazzino avevo regalato a Miley un peluche di mucca che avevo fatto io a “Built A Bear” e poi quando c’eravamo lasciati era rimasto a me. Voglio trovarlo per il bambino-
-Ah-
Kevin Senior si guardò introno con aria assente. Era nervoso.
-Papà?-
-Eh?-
-Non mi hai risposto prima-.
L’uomo si torse le mani. Stava sudando.
-Sono felice sì- disse piano –son felice se trovate un equilibrio ma…-
-Ma…- il cuore di Nick accelerò.
-Nick ti devo dire una cosa. I tuoi fratelli lo sanno già, anche Frankie…-.
Il clima era cambiato di colpo.
Cancro.
Come era possibile?
Nick rimase immobile. Congelato. Allibito.
Stringeva così dote la mucca di peluche appena ritrovata sul fondo di un vecchio scatolone che temeva di romperla.
-Non mi sento bene-.
 
Miley fissava il muro bianco dell’ospedale da quelle che le sembravano ore. Non pensava di essersi così legata a Nicholas in quelle ultime due settimane, eppure era successo. Si erano creati il loro piccolo universo e lei gli si era aggrappata. Era stato il suo porto sicuro ed il suo punto fermo. Era stato paziente, comprensivo e leale. E tutto l’odio e il rancore che aveva provato verso di lui negli ultimi anni era, di colpo, scomparso.
In mano, stretta vicino alla pancia, c’era la mucca di peluche che Nick aveva scovato in soffitta.
Miley tirò su con il naso e si asciugò le grosse lacrime che le rigavano il volto.
-Oh tesoro!- Sophie e Joe arrivarono trafelati nella sala d’aspetto.
Sophie la strinse a sé, in un lungo abbraccio di conforto, e le sorrise.
-Vediamo di asciugare queste lacrime ok? Devi stare tranquilla-.
-Si Mils- Joe le si sedette accanto e le accarezzò una gamba in un gesto d’affetto –Nick è in buone mani. Fidati…. mamma e papà sono con lui-.
-Ma stava bene!- protestò Miley con un singhiozzo –stava molto bene! Stamattina stava bene!-.
-Ma il diabete è… è così insomma starà bene. Gli è già capitato parecchie volte. Ha questi cali glicemici e sviene ma secondo me lo fa anche per fare scena! Sai come è! Adora i riflettori!-.
Ma neppure la battuta di Joseph ebbe l’effetto sperato.
A Miley non glie ne importava nulla se era già capitato. Nicholas ora stava male e lei si sentiva completamente impotente.
-Mils Mils devi mangiare qualcosa però. Tuo padre è rimasto a casa con le piccole e mi ha chiamato almeno sei  volte raccomandandomi caldamente di darti da mangiare-.
La bionda scosse la testa con forza. Come poteva pensare al cibo?
 
-Nick quale ‘è il problema? Dovresti riposare. I medici hanno detto che devi riposare-
-Smettila di dirlo- borbottò il riccio -continuate a dirlo-
-Continuiamo a dirlo perché ci preoccupiamo per te- insistette Kevin –perché sei così ottuso? Stiamo cercando di aiutarti non puoi odiare papà e la mamma per sempre perché ha ancora dei dubbi su Miley-
-Smettila- ripetè Nick.
Tentò di alzarsi dal letto ma le vertigini lo costrinsero a ributtarsi sul cuscino e a sospirare di dolore. Aveva ancora la nausee e i brividi di freddo. Le vertigini erano un effetto secondario ma era ancora troppo debole per alzarsi. Odiava sentire Kevin che trovava giustificazioni per la sua famiglia.
-Il dottor Pibody dice che sei troppo stressato, che devi rilassarti-
-I medici dicono sempre quello ma la realtà è che sono diabetico e mi devo sempre aspettare dei cali glicemici-
-Ma era da tanto che non stavi così male. Nick sei svenuto e ci hai messo qualche minuto prima di riprendere conoscenza. Hai idea di quanto ci siamo spaventati? Hai idea di quanto Miley si sia spaventata? Joe e Sophie hanno dovuto calmarla per un’ora, anche quando ha visto che eri di nuovo in te-.
Nick chiuse gli occhi. La rabbia e il dolore erano troppo forti. Voleva essere perfetto per tutti loro. Per Miley e per il piccolo. Voleva dimostrare ai signor Cyrus e a se stesso che era un uomo, che era cambiato e che era in grado di avere una famiglia. Di amare e proteggere suo figlio e la sua fidanzata con tutto se stesso, ma sapeva che non era vero, perché oggi non c’era riuscito. Perché non poteva fare niente, non poteva lottare con il diabete pensando sempre di vincere, di essere sopra di lui, di sorpassare tutti i sintomi che gli dava quotidianamente.
-Se Miley avesse avuto un problema… un minimo problema. Se avesse avuto lei un calo ipoglicemico, se fosse svenuta come all’inizio della gravidanza, se il bambino avesse smesso di muoversi, se fosse successa qualsiasi cosa… anche la più stupida ed insignificante io non ci sarei stato. Non ci sarei potuto esserci-
-Nick…-
-No. Papà mi ha detto del cancro-.
Kevin tacque. Era come se tutto intorno a loro fosse diventato di ghiaccio.
-Mi…. ah… così lo sai anche tu-,
Nicholas era sciuro di aver intravisto delle lacrime negli occhi del fratello maggiore.
-Starà bene vedrai-
-Non puoi saperlo-
-Nicholas bisogna solo pregare, sperare e mandarlo dai migliori medici del paese. E’ comunque non tentare di cambiare discorso. Lo vuoi capire che Miley si è spaventata? E’ da stamattina che non mangia nulla perché è preoccupata per te-.
Nick sbuffò. Era come ricevere delle pugnalate al cuore.
-Sono io il padre. Sono io l’uomo di casa. Come ti saresti sentito se fossi stato al mio posto? Se a Dani o alle bimbe fosse successo qualcosa e tu non fossi stato lì con loro? Se non fossi stato in grado di rassicurale e soccorrerle, di proteggerle, di dirle che sarebbe andato tutto bene?-
Kevin non risposte, ma si guardò la punta delle scarpe, imbarazzato.
-Lo vedi? Già suo padre non mi considera all’altezza. Ora neppure io mi considero degno di loro. Mils e Jay sono la mia vita e preferirei morire che non essere sempre affianco a loro in ogni minuto della mia vita-
-E’ un grand bel nome fratellino lo sai?-
-Che?-
-Dico Jay è un bel nome-
-Oh si… si- Nick si trattenne. Non voleva svelare subito il nome al resto della famiglia. Era un momento troppo delicato.
-Ti chiamo Miley allora-.
 
Miley entrò nella stanza tutta concitata ma si fermò accanto al letto di Nick, fissandolo con le lacrime agli occhi.
Era spaventata a morte da tutto: Nick era pallido e aveva una serie di aghi e fili nel braccio destro collegati ad una flebo.  
-Ehi- Nick alzò la mano in segno si saluto e accennò un debole sorriso.
-Ehi-.
Miley si fiondò su di lui e la baciò sulle labbra lentamente. Aveva avuto paura di perderlo.
-Mils- Nick si staccò da lei -sto bene. Va tutto bene-
-Senti lo so che stai cercando in tutti i modi di proteggermi. E so anche che non mi devo stressare, ma siamo una famiglia adesso- Miley si sistemò una bretella della salopette e premette delicatamente la fronte di Nick alla sua, in modo da averlo vicino a se –i tuoi problemi sono anche i miei problemi e i miei problemi sono anche i tuoi. Sono qui per te Nick. Ascolta in queste ultime settimane è stato tutto perfetto, veramente. Sei stato fenomenale con me e con la mia famiglia-
-Sei tu che stata fenomenale dopo tutto quel che io ti ho fatto passare-
-Non ricominciare a scusarti-
-Ok-.
Lui sorrideva finalmente, ma Miley era ancora visibilmente preoccupata. Appoggiò la mucca sul letto di Nick che sorrise alla vista del peluche.
-L’hai trovata!-
-Si… ma Nicky i medici che ti hanno detto?-
-I medici dicono tante cose-.
Miley sbuffò.
-Miley tu dovresti mangiare. Ho avuto un normale calo glicemico, mi spiace dia averti spaventata. Davvero, perdonami-.
Miley rimase un minuto in silenzio. Era nervosa.
-Non fa niente….-
-Papà ha il cancro-.
Il cuore di Miley fece un tuffo.
-Che?-
-Papà ha il cancro- Nick si fece scappare un singhiozzo finale e la voce gli termò –è per questo che sono stato male. Almeno credo…  scusa-.
-Cazzo Nick! Finiscila di scusarti! Tuo padre ha il cancro e ha bisogno di te-
-Lo so questo, sono solo incazzato. Mi dispiace, scusa… mi dispiace. Doveva essere una giornata spensierata-
-Nick non ti devi dispiacere per nulla! Dio… da quanto è che lo sai?-
-Cosa?-
-Del cancro!-.
Nick abbassò lo sguardo e fissò il pavimento.
-Da… da stamattina-
Una lacrima rigò il volto del ragazzo  e Miley glie la asciugò con un bacio intenso. Voleva che sentisse che lo amava, voleva portagli via tutto quel dolore. Nick non se lo meritava, nessuno in quella famiglia se le meritava.
-Non lo so- Nick la strinse a se così forte che , per un attimo, temette di farle male -non lo so. Non volevo farti preoccupare, non volevo darti un ulteriore dolore dopo tutto quello che ti ho fatto-.
-Nick ti ricordi quando i miei avevano divorziato?-
-Si. Cosa centra adesso?-
-Ti avevo chiamato. Mi avevi confortato un casino sai? Anche solo sentire la tua voce mi aveva fatto sentire meglio-
-Eh…-
 
-Sei sicura che abbiano detto proprio così?-.
La voce di Nick le giunse con un forte rimbombo. Miley si chiuse in bagno e girò la chiave nella serratura. Voleva essere sicura che nessuno la sentisse, specialmente Branson e Noah.
-Nicholas hanno detto divorzio, le orecchie le uso per sentire-.
Ci fu una lunga pausa. Miley poteva sentire i respiri dell’amico. Non voleva essere sgarbata nei confronti di Nick. Non adesso che erano finalmente migliori amici dopo vari tentativi falliti
-Mi dispiace. Mi dispiace davvero. Non sapevo che avessero dei problemi-
-Be nemmeno io- Miley si morse al lingua. Avrebbe voluto dirgli che era colpa sua se i suoi genitori avevano deciso di divorziare. Sua e di nessun altro. D’altronde sua madre e suo padre avevano dato tutto per lei e la sua carriera. E ora che lei era cresciuta loro si erano ritrovati come due sconosciuti nella stessa casa.
-Mils andrà tutto bene. Devi solo stare tranquilla, va bene?-.
Miley si lasciò sfuggire un singhiozzo. No, sarebbe andato tutto a puttane. Per quanto desiderasse credere alle parole di Nick, lei sapeva benissimo che i suoi non sarebbero mai tornati assieme. Mai.
-Come fai ad esserne certo?-
-Lo so e basta-.
 
-E tu mi avevi detto che l’avrei superato prima o poi. Che assieme l’avremmo superato. E faremo così anche per tuo padre. Guarirà Nicky ne sono certa-.
Nick le rivolse un vero sorriso questa volta. Non se la meritava. Non meritava una donna tanto straordinaria al suo fianco.
-Come fai ad esserne certa? Non voglio che nostro figlio nasca e lui… e lui…-
-Ne sono certa e basta-.
 

 

Ci vediamo sabato prossimo, 8 agosto.

- Fran 

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Capitolo 26
*** Full Circle ***


 
“I  don’t wanna hear people interfere,
What do they know, oh?
What I feeling inside when I up all night
Needing you home”
- “Full Circle” Miley Cyrus

 
“MILEY CYRUS INCINTA! TUTTE LE FOTO CHE LO PROVANO!”
“ADDIO LIAM! MILEY ORA E’ INCINTA DEL SUO EX NICK JONAS: LO SCANDALO CHE HA SCONVOLTO I FAN!”
 “TMZ EXCLUSIVE! Miley Cyrus è chiaramente un esempio di quanto talento e bellezza risultino sprecati quando una persona non riesce ad autogestirsi. Balletti sexy, un fidanzamento rotto per ben due volte, dipendenza da droghe e da erba. Adesso la star ventiquattrenne è incinta! Di chi? Di Liam Hemsworth, direte voi? Beh no. Fonti anonime confermano che sia incinta del suo ex più famoso - con la quale causalmente aveva riallacciato i rapporti negli ultimi mesi- ovvero Nick Jonas.  Che per una volta abbiano veramente sotterrato l’ascia di guerra? Con i Niley non si può mai sapere e sicuramente i due ragazzi hanno gettato ogni buon senso alle ortiche facendo un figlio in poco meno di tre mesi!”.
“PEOPLE! Le voci giravamo da un paio di mesi. Tutti a Hollywood vociferavano che Nick Jonas (24) e Miley Cyrus (24) erano tornati a frequentarsi. Forse troppo per due semplici amici, tanto che la Cyrus aveva rotto (per la seconda volta in un anno e mezzo!) il fidanzamento con il bel attore australiano Liam Hemsworth. Ora le ultime foto della coppia, scattate all’aeroporto di Los Angeles pochi giorni fa, non lasciano alcun dubbio: Miley è visibilmente incinta, anche se ha tentato di nascondere la pancia con una felpa over-size. Il padre ovviamente è Nick dato che è sempre accanto a lei. I due giovani sono apparsi rilassati e amichevoli verso i paparazzi. Miley sorrideva e Nick le ha portato tutti i bagagli”.
“E NEWS! Il nostro ben amato Ted l’aveva già annunciato anni fa quando Nick e Miley erano entrambi all’inizio delle loro carriere… Niley è destino! Possiamo urlarlo al mondo… avranno un baby Niley!”.
Miley fissò lo schermo del computer. Era incapace di distogliere lo sguardo. Stava fissando quelle scritte da più di due ore ormai. Aveva una sensazione di nausea alla bocca della stomaco che non aveva niente a che fare con la gravidanza.
Nick era uscito presto quella mattina perché aveva delle faccende da sbrigare in studio assieme a John Taylor. Aveva svegliato Miley riempiendola di baci e le aveva promesso che avrebbe preparato lui la cena quella sera. Lei si era sentita amata e felice, l’aveva stretto un’ultima volta, infagottata da sotto le coperte, e aveva ispirato il suo profumo. La ragazza aveva mangiato la colazione e aveva deciso di portare a spasso i cani.
Quegli attimi di spensieratezza però le sembravano superflui adesso. Superflui e distanti come non mai perché la sua più grande paura si era appena avverata.  Miley chiuse rapidamente le pagine degli articoli e aprì i suoi profili Instagram e Twitter. Sia lei sia Nick erano nei trend della giornata: #Niley, #MileyCyrus, #NickJonas, #Nileybaby. La ragazza fece scorrere i vari commenti: “Come possono essere gli idoli dei giovanissimi?”, “Miley ha trascinato Nick sulla cattiva strada!”, “Beh tanto tuonò finchè piovve! Quei due sono veramente passati dall’essere dei cristiani all’essere dei formicatori!”, “Qualcuno la faccio abortire!”, “Tempo due mese si lasceranno! Tanto il bambino non è suo… sarà di un altro, conoscendo la Cyrus”.
Chiuse gli occhi e si rannicchiò su se stessa, massaggiandosi la pancia.
Non era giusto. Tutti quegli articoli che recavano assieme a parole di scherno ed insulti le foto de lei e Nick all’aeroporto.
Eppure avevano cercato di essere sempre attenti e discreti.
Lacrime silenziose rigavano il volto della ragazza mentre tutto intorno a lei sembrava scomparire. Suo figlio non aveva nessuna colpa e non meritava tutti quelli insulti. Lei e Nick stavano disperatamente cercando di fare la cosa giusta. Solitamente non davano grande importanza ai media e ai loro pettegolezzi, ma stavolta era diverso. La gente e i media non sapevano nulla di loro, di come erano andate veramente le cose. Dietro tutte quelle frase fatte da pseudo giornalisti e quei commenti acidi e iracondi c’era molto di più. Sembrava una cosa negativa. Nessuno sapeva che in realtà Nick e Miley erano felici. Nessuno sapeva quanto per loro significava già loro figlio. Nessuno sapeva nulla dei pianti, della paura, delle urla, delle settimane di silenzio e di rifiuto, delle litigate, dei sacrifici, delle riappacificazione, dei baci, delle notti stretti l’uno all’altra, dei progetti per il futuro.
Il mondo stava già trattando Jay come se fosse stato un oggetto fatto per fini di lucro, un’esclusiva da sbattere sulla prima pagina di qualche schifoso giornaletto scandalistico.
Nessuno si poteva arrecare il diritto di usare suo figlio.
Miley si sfiorò delicatamente la pancia. La rabbia stava rapidamente lasciando spazio al panico e alla tristezza. Singhiozzò.
-Oh Jay… chiamiamo papà-.
Compose il numero di Nicholas con le mani che tremavano.
Rispondi. Ti prego. Rispondi.
-Ehi Smile-
-Nick vieni a casa-
-Che succede?-
- Vieni e basta- la voce di Miley fu scosso da un singhiozzo –sono qui a casa da sola e…e… e abbiamo bisogno di te ok? Non fare domande e vieni cazzo!-.
 
-Ehi-
Miley si svegliò di soprassalto. Era rannicchiata su stessa nel letto e aveva una coperta sopra di lei. Nick era al suo fianco.
-Ehi- si strinse a lui e lo abbracciò stretto, senza dargli neanche il tempo di parlare.
-Dimmi che mi ami-.
Nicholas intuì subito che la voce di Miley non era allegra come al solito. Doveva essere successo per forza qualcosa. Si staccò un attimo da lei e la guardò, confuso.
-Certo che ti amo. Ti amo più della mia stessa vita. Anzi, ad essere onesto, non credo di avere mai smesso di amarti- le sfiorò una guancia e lasciò che Miley appoggiasse su di lui tutto il suo corpo, stringendogli un braccio. Era come se avesse paura di perderlo.
-Sono arrivato un’ora fa e tu dormivi- spiegò lui -ti ho messo una coperta addosso perché sembravi infreddolita-.
Miley fece cozzare i loro nasi e lo baciò sulle labbra. Lentamente.
Era straordinario.
-Che succede piccola? Hai pianto? Stai bene? Mi hai spaventato. Credevo stessi male-
-Scusa… scusa- Miley tirò su con il naso e appoggiò la testa al petto del ragazzo. Si lasciò accarezzare i capelli e sentì la labbra di Nick baciarle la testa.
-Va tutto bene Mils… la mia Mils-.
Nicholas aspettò che il respiro di Miley ridiventasse regolare e che le sue lacrime si asciugarono prima di guardarla nuovamente negli occhi. Lo uccideva vederla in quello stato.
-Mi spiace che sei dovuto andare via dal lavoro-.
-Mils me ne frego del lavoro quando ricevo una tua telefonata in cui piangi disperata- le scostò una ciocca di capelli dal viso- quindi che è successo?-.
-Sanno di noi-
-Chi?- Nick era sempre più confuso.
-Tutti. I media e la stampa. Quando siamo tornati dal Tennessee un fotografo ci ha scattato delle foto all’aeroporto e hanno scoperto del bambino e… e poi ero così felice stamattina. Ho portato i piccoli fuori a fare una passeggiata e poi ho aperto Instagram e Twitter e… e ho letto i commenti e gli articoli…-
Il cuore del ragazzo si fermò per un istante. Nick chiuse gli occhi, ma li riaprì subito. Non voleva che Miley intuisse la sua preoccupazione, tantomeno la sua rabbia e la sua frustrazione. Si sentiva così impotente e, la parte peggiore, era che ne lui ne nessun altro poteva fare qualcosa per cambiare quello schifo di situazione.  I media avevano il controllo sulle loro vite e avrebbero anche avuto il controllo sulla preziosa vita di Gerald. E questo Nick non poteva permetterglielo. Non voleva ritrovarsi a combattere con i fotografi ogni volta che lui e Miley sarebbero semplicemente usciti con Jay a passeggiare. Cercò di contenere la rabbia crescente e sospirò pesantemente.
-Non voglio neppure che li apri quei siti Miley. Sono solo cazzate, non devi darci retta-
-Mi hanno dato della puttana Nick!- sbottò lei rossa in volto - e anche con te non sono stati gentili sai? Penso che da oggi hai perso la tua aureola da santo-.
Nick scrollò le spalle.
-Miley non mi importa se insultano me. E tu non devi starli a sentire. Diavolo te ne sei sempre fregata delle critiche-
-Nicky non si tratta più solo di me e di te e nemmeno di noi. Si tratta di Jay. Non possono dire che è un bastardo che non è stato voluto e che finirà per crescere in una famiglia sfasciata! Sai cosa fa la gente? Scommette su di noi. Su quando ci lasceremo-
-Jay non è stato cercato, ma è stato sempre voluto lo sai-.
Nick appoggiò la fronte a quella di Miley e la guardò negli occhi.
Era fiero di loro e non gli importava minimamente cosa pensasse il resto del mondo. Perché il suo mondo ora erano solo Miley e Gerald.
-Mils ci amiamo. Io ti amo alla follia. Jay è già viziato da tutti in famiglia. Che importa se un branco di idioti ci insulta? Gli dimostreremo che hanno torto. Li faremo vedere quanto ci amiamo e quanto meraviglioso sarà nostro figlio-.
La guardò un secondo negli occhi, sollevandole il mento per essere sicuro di averla rassicurata.
Miley gli rivolse un sorriso acquoso: aveva ancora gli occhi gonfi di lacrime ma si vedeva che era più tranquilla.
-Grazie-.
Lo baciò nuovamente, cercando un contatto con il suo corpo.
-Mils… Miley…- bofonchiò Nick.
La ragazza smise di baciarlo.
-Che c’è?-
-Devo andare. Devo tornare al lavoro-
-No… hai appena detto che non te ne fregava granché del lavoro-.
Miley lo spinse sul letto e lo costrinse a sdraiarsi, posizionandosi sopra di lui.
Nick sbuffò, ma sorrideva. Era divertito.
-Sei malvagia- le disse, mentre armeggiava già con la cintura dei pantaloni.
-Lo so- sogghignò lei levandosi la maglietta –è anche per questo che mi ami-.
 
Quando Miley si svegliò Nick si stava già vestendo. Sorrise nel vederlo armeggiare con i bottoni della sua camicia.
-Te ne vai di già?-
-Si. Mils davvero, scusa ma devo lavorare. Sono solo le undici di mattina e John e gli altri si staranno chiedendo che fine ho fatto-.
Miley sbadigliò. Seriamente erano solo le undici del mattino? Lei aveva fatto più pisolini di un neonato accidenti!
-Sicura di essere tranquilla adesso?-
Nick si avvicinò a lei e la baciò da fior di labbra.
-Si-
Miley si sedette in ginocchio sul bordo del letto e lo attirò a se.
-Ti amo- gli disse avvicinando i loro visi.
-Ti amo anch’io piccola ma…-
Miley lo zittì con un altro bacio ma presto sentì le mani del suo compagno staccarsi da lei.
-Devo proprio andare adesso- sorrise lui, sfiorandole delicatamente la pancia.
-Nicky…-
-Mils-
-Nicky non puoi stare a casa oggi?-.
Nick cercò di non guardarla in faccia. Miley gli stava facendo due occhioni da cucciolo smarrito e lui non poteva di certo resistere ad una supplica del genere. Era la stessa faccia che Alena esibiva quando si trovava in un negozio di giocattoli.
Miley rabbrividì e si rintanò sotto le coperte, facendo finta di niente. Il suo corpo nudo trovò subito sollievo sotto il calore del piumone.
-Va bene- sussurrò lievemente Nick –hai vinto. Si sfilò nuovamente jeans e camicia e si stese accanto a Miley, al caldo sotto le coperte.
Miley soffiò contro il viso del ragazzo e rise alla smorfia del riccio. Lo baciò teneramente sulle labbra.
-Grazie-
-Figurati-.
Nick le sorrise e fissò i suoi occhi azzurro chiaro. Era stupenda. Ed era meraviglioso stare nudo sotto le coperte assieme a lei. Assieme alla donna che amava. Voleva rassicurala e confortarla il più possibile.
-Forse avevi ragione, sai Nicky?-
-Ragione? Ragione su che cosa?-.
Era strano che Miley ammettesse che era lui tra i due che aveva ragione su qualcosa. Su qualsiasi cosa. In effetti Miley era parecchio in preda agli ormoni in quel periodo.
-Su New York. Ho deciso che voglio andare a New York e va bene se Jay nascerà lì. Mi stà bene, davvero-
-Sei sicura? Fino a due giorni fa…-
 
-Lo so- Miley lo interruppe. Si prese una ciocca di capelli e iniziò a giocarci, evitando lo sguardo del ragazzo. –E’ diverso ora. Insomma a New York ce ne possiamo stare un po’ più tranquilli. Almeno lo spero. E mi farebbe piacere avere parte della tua famiglia vicino. Soprattutto le piccole-.
Nick intuì che le costava molto. L’amava per questo.
-Beh mi fa piacere. Nei prossimi giorni…-
-Oh no Nicky. Io intendevo domani-
-Domani? Vuoi partire domani?-
-Si. Sarà una sorpresa e poi ne ho abbastanza di dovere vivere in una casa con le persiane abbassate perché i fotografi vivono accampati nel nostro giardino-.
-Mils…-.
Nick si mise seduto. Non voleva prendere decisioni affrettate dettate dalla rabbia o dalla paura. Voleva che Miley fosse a suo agio, che fosse convinta.
-Sei sicura perché so che qui hai i tuoi genitori e…-
-I miei genitori staranno in un hotel per un paio di mesi. Non c’è nessun problema, davvero. Voglio farlo e basta. Voglio andarmene per un po’-.
-Ok- Nick le sorrise, sembrava più convinto.
La baciò sulla testa.
Miley era davvero una donna straordinaria.
 

Scusate per il ritardo, ma ieri sono stata fuori casa tutto il giorno. Ci vediamo VENERDI' prossimo14 settembre (non sabato perchè sarò via per il weekend). Grazie a chi segue sempre la ff! Ormai manca poco alla fine della storia!
- Fran 

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Capitolo 27
*** G.N.O. (Girls Night Out) ***


 
“Let's go
G.N.O.
Let's go
It's a girl's night”
- “G.N.O.” Miley Cyrus

 
-Miley non essere nervosa! Non c’è nessunissima ragione per esserlo!-.
Nick posò l’ultimo scatolone a terra e chiuse la porta di casa con un tonfo sordo.
Lui e Miley avevano intrapreso spesso quella conversazione negli ultimi giorni, ma non erano ancora riusciti a venirne a capo. Miley era sempre nervosa e Nick voleva rassicurarla. Non voleva che si stressasse per quel genere di sciocchezza ma, evidentemente, la ragazza non la considerava una sciocchezza.
-Lo so- Miley smise di mangiarsi le unghie e si guardò intorno. L’appartamento di Nick aveva dannatamente bisogno di una mano femminile. Soprattutto rifletteva lo stile del ragazzo: era grigio come lo era Nicholas. Grigio e straordinariamente ordinato e pulito per essere stato inabitato per diversi mesi.
-Dani è veramente una donna stupenda dentro e fuori credimi-.
Miley si trascinò verso il soggiorno e si sdraiò sul divano, massaggiandosi la pancia.
Il volo in aereo l’aveva distrutta. Aveva accettato di trascorrere gli ultimi mesi di gravidanza a casa di Nick a New York per stare più vicino alla famiglia Jonas e principalmente per conoscere meglio Danielle e le piccole. Voleva crescere Gerald in una famiglia unita e per farlo doveva cercare di recuperare il tempo perduto.
-Allora ti piace?- Nick era così nervoso che si stava torcendo le mani. Voleva renderla felice, voleva darle tutto quello che voleva e anche di più. E sapeva che a Miley era costato separarsi dalla sua famiglia.
-Si- Miley si sforzò di sorridere, ma in realtà dentro era un subbuglio di emozioni. Desiderava davvero piacere almeno a Danielle dato che Denise continuava a guardarla come se fosse stata un piatto marcio di spaghetti.
-Mils- Nick si inginocchiò davanti a lei e le accarezzò ala pancia. –Dani ti adora già ne sono certo. E Alena e Valentina sono contente quando ci sei. Ti ricordi come era emozionata Alena al gender reveal party?-.
Miley fece una smorfia tentando di auto convincersi. No.
Aveva troppo paura di non piacere agi altri, soprattutto alle persone più importanti della sua vita. Aveva così tanta paura che spesso passava le notti a pensarci.
-Come fai ad esserne così certo?-
-Perché la conosco e perché ti conosco. Piaceresti a chiunque, credimi-.
Miley gli sorrise: non era ancora del tutto convinta.
New York la intristiva sempre con il suo cielo quasi sempre coperto e grigio e i suoi grattacieli così alti che toglievano spazio al verde. Ma con Nick era diverso. Si sentiva bene con lui, si sentiva accolta e protetta.  Ed era incredibile pensare che tutta quella pazza storia era iniziata a New York ad una festa alla quale lei non ci voleva nemmeno andare. Sembrava quasi un secolo fa.
-Sei sicuro di non volere una mano per la stanza di Jay?-
-Figurati no-
-Nicky lo so che pensi di essere l’uomo di casa ma comunque ho detto a Kevin di venire a darti una mano. Non hai mai montato un mobile in vita tua! E cerca di non farti male- Miley lanciò al compagno un’occhiata scettica.
-Smile tranquilla. Devi solo…-
-Smetterla di preoccuparmi  lo so – Miley allungò le braccia e lo attirò a sé. Lo baciò sui ricci.
-Ti amo-
-Ti amo anche io. E grazie per essere venuta a NY-. 
 
-Quindi che ne pensi cara?-
Danielle le sorrise amichevole e porse a Miley una tazza di thè fumante mentre Alena e Valentina si rannicchiavano sul grembo delle due ragazze, desiderose di prendere parte a quella serata fra donne.
-Del New Jersey?-
-Si del New Jersey-.
Miley lanciò un rapido guardo fuori. Era marzo ma il sole primaverile sembrava ancora timoroso di affacciarsi e di penetrare la spessa coltre di nubi grigie di cui era costellato il cielo. Aveva nevicato nei giorni scorsi e una brina leggera copriva ancora il giardino di casa Jonas.
-Beh non mi piace granchè onestamente, ma penso che stare qui un paio di mesi non mi ucciderà di certo-.
Danielle esplose in una risata sincera.
-Beh questa è la stessa cosa che ho pensato io quando io e Kevin abbiamo dovuto vivere per pochi mesi a Los Angeles-
-Credevo che foste sempre vissuti qui-
-Oh no, cioè si. Questa è sempre stata la nostra casa ma spesso Kevin doveva andare a LA perché doveva lavorare con i suoi fratelli e io odiavo quel posto. Odiavo che a marzo ci fossero trenta gradi e odiavo il fatto che ti ritrovavi i paparazzi fuori dalla porta di casa-.
Miley si sentì improvvisamente ed incredibilmente vicina a lei. Dani capiva perfettamente cosa voleva dire avere una relazione con uno dei fratelli Jonas.
-Beh tu vivi qui adesso. E’ un paradiso davvero- ammise Miley. Invidiava Kevin e Dani e la loro casa nella campagna del New Jersey. Era solo a mezz’ora da New York ed era il posto perfetto per crescere dei figli.
-Si, sono fortunata. Ma anche Nick lo farebbe. Sai ha tutta questa ossessione per il New Jersey, ma ciò non toglie il fatto che se tu gli chiedessi di vivere in pianta stabile a Los Angeles o persino in Tennessee lui lo farebbe-.
Miley la fissò sorpresa.
-Tu dici?-
-Si- Danielle le rivolse uno sguardo sincero ma che nascondeva un sacco di cose non dette.  -Lo vedo come ti guarda. Credimi Nick è quel genere di uomo che farebbe di tutto per la donna che ama-.
-Posso chiederti una cosa Dani?-
-Si-
-Come fai con la gelosia? Insomma lo so che per Kevin è diverso, ma Nick ha tutte quelle fan urlanti che lo toccano e che… non sarebbe davvero un problema se gli chiedessero solo una foto o l’autografo ma sono…-
-Eccessive lo so. Ogni volta che usciamo con le bimbe è un problema. Urlano davvero troppo forte-
-E poi c’è Demi-
-Demi? Oh non mi preoccuperei per Demi. Lei e Nick sono come fratello e sorella credimi. Anche se a volte ho pensato anche io che potevano mettersi facilmente assieme-.
-Nah Demi è davvero solo una sorella per Nick- Sophie sopraggiunse dalla cucina portando quattro scodelle di cerali. Si mise Valentina in grembo ed iniziò ad imboccarla.
-A volte penso che Nick abbia un legame più stretto con Demi e non con Joe. E per quanto riguarda la gelosia anche Nick è dannatamente geloso di te, solo che è diventato bravo a nasconderlo-.
-Davvero?-
Miley era sorpresa. Credeva che Olivia avesse fatto passare a Nick la fase del fidanzato geloso.
-Certo. E sua madre non ti odia. Denise conserva ancora in qualche album le vostre foto da ragazzini-.
Miley rise di gusto. Quel pomeriggio si stava rivelando davvero interessante. E lei che non ci voleva nemmeno andare!
Era così piacevole stare sola con le donne di casa Jonas. Probabilmente Danielle moriva dalla voglia di avere delle cognate con le quali potersi finalmente scambiare confidenze fra donne. E Alena e Valentina errano le bambine più adorabili del mondo.
Il suono del campanello le avvertì che erano in arrivo altri ospiti.
-Spero che non ti dispiaccia- disse Dani sorridendole ampiamente –ho invitato anche le mie sorelle-
-No di certo- Miley ricambiò il sorriso. Non aveva mai incontrato il resto dei Deleasa. Divenne di colpo nervosa, come se l’avessero punta con un spillo. Aveva sempre il terrore di non piacere alla gente.
-Ehi come stanno le mie nipoti preferite?-.
Dina e Katie entrarono portando un magnifico vassoio di cannoli, ma si fermarono alla vista di Miley.
Era chiaro che Danielle non le aveva avvertite. Ma furono veloci nel ricomporsi.
-Ora capisco cosa intendevi Dani con “ospite speciale” in una giornata fra ragazze- disse Dina stringendo calorosamente la mano a Miley.
Miley ricambiò, notando la pancia appena accentuata della giovane donna.
-Compagne di pancia- la precedette lei con uno sguardo fiero e radioso – sono solo di otto settimane ma io e Brian siamo estasiati-.
Nella stanza scese per un attimo il silenzio.
Evidentemente Dani non aveva raccontato a Miley tutta la faccenda e di questo glie ne era immensamente grata. 
-Io sono già alla ventesima settimana. E’ un maschio-
-Un maschio? Beh sarà beato fra le donne. Almeno quando verrò qui- Dina le mise una mano sulla pancia.
-Tu e Nicholas vi sposerete?- chiese Kate.
-Katie!- esclamò Dani.
-No va bene- Miley ingoiò un cannolo e prese tempo. Erano davvero deliziosi. Non si sentiva per nulla offesa. Sapeva che i Deleasa, così come i Jonas, provenivano tutti da famiglie più conservatrici della sua.
.-Non tocca a me dirlo- .
Tutte le donne esplosero in risatine nervose.
 
-Eh fratellino ti serve una mano qui?-
Kevin comparve sullo stipite della porta con un enorme sorriso in volto e tanta voglia di fare.
-Si grazie- Nick sbuffò lanciando le istruzioni in aria. Diavolo non poteva essere così difficile! Si trattava solo di montare una culla!
-Non è poi così complicato paparino-
Kevin i sedette sul parquet e tirò fuori un cacciavite mentre Nick gli lanciava un’occhiataccia. Odiava quando qualcuno dei suoi fratelli lo trattava come se avesse avuto cinque anni. E odiava quando qualcuno riusciva a fare una cosa e lui no. Kevin era lì da meno di tre minuti e aveva già montato un’intera anta della culla. E per di più l’aveva fatto con una facilità estrema, fischiettando.
-Hai visto Miley mentre venivi qui?-
-Si certo. Si stava divertendo. Danielle… ecco.. credo che avesse invitato anche Dina e Kate. Perché? Ti vedo leggermente teso oggi… sicuro di stare bene?-
-Sto bene grazie- rispose Nick brusco.
-Nicholas non usare questo tono. Sto cercando di aiutarti-.
-Scusa- Nick si passò una mano fra i capelli e si sorprese di quanto velocemente stessero ricrescendo –è solo che mi sto chiedendo se sto facendo la cosa giusta per la mia famiglia-.
-Che intendi dire scusa?-
-Da quando la stampa ha scoperto tutto ho pensato che venire qui fosse un modo per sfuggire al loro radar-
-E?-
-E invece credo… credo che lo sto facendo per me. Perché adoro New York e perché voglio che mio figlio sia come me. Voglio che nasca nel New Jersey-.
Kevin si massaggiò la testa. I discorsi contorti di Nick gli facevano venire sempre il mal di testa.
-Dio Nick, Miley ha ragione, sei paranoico. Non puoi stare tranquillo e goderti il momento?-
-Chi è paranoico?- la voce di Joseph irruppe dal corridoio come uno squillo di tromba e Kevin per lo spavento lasciò cadere un’anta della culla. Il rimbombo fece sanguinare a tutti le orecchie.
-Joe?!-
-Ehi ragazzi! Come stanno i miei fratelli preferiti?- il mezzano li strinse in un saldo abbraccio.
Nick alzò gli occhi al cielo: Joe e le sue entrate sceniche.
-Joe che ci fai qui?-.
-Oh- i due fratelli maggiori si scambiarono uno sguardo d’intesa.
-Ho riunito i Jonas Brothers per celebrare l’arrivo del primo nipote maschio in famiglia- lo informò Kevin –Frankie ha gli esami, ma ci teneva molto a venire e così è venuto solo Joe. E Sophie è a casa con le ragazze-.
Joe sogghignò al pensiero.
-Scommetto che sono pericolose assieme. Ma vi avviso che se iniziano a fare paragoni sessuali allora voi due non avete alcuna possibilit…-
-Joe!-
-Che c’è?-
-Perché devi sempre parlare di queste cose?- rise Kevin – non abbiamo più sedici anni! Cresci una volta tanto e passami quel cacciavite dai. Il paparino qua non sa montare una culla-.
-Perché mi dovete sempre denigrare?- sbuffò Nick.
-Perché sei il nostro fratellino ecco perché- Joe gli battè una pacca sulla spalla e gli sorrise gioviale.
-Rilassati Nicky-
-Non chiamarmi Nicky-
-Alena ti chiama sempre così-
-Beh si. Alena può, è la mia bambina-
-Veramente è mia figlia- puntualizzò il  maggiore dei Jonas - ed in ogni caso anche Miley e la mamma ti chiamano così. E anche ….-
Kevin e Joe si guardarono e poi guardarono il fratello.
-Cavoli Nick come si chiama il bambino?-
-Oh, Jay. Si chiama Jay-
-Jay?-
-Gerald. Gerald Ray ma penso che lo chiameremo sempre Jay perché sarà strano chiamarlo come il nonno-.
I tre fratelli si scambiarono lunghi sguardi.
-Sarebbe fiero di te sai Nick? Di come stai lottando per la tua famiglia- Kevin lo abbracciò stretto con le lacrime agli occhi e Nick non potè fare altro che ricambiare. Presto si unì a loro anche Joe.
Pareva di essere tornati indietro nel tempo. Indietro di anni fa quando i tre fratelli si univano sempre in un abbraccio pre- show mentre la folla scandiva i loro nomi. Quando suonavano ancora assieme e non avevano pensieri ne per le mogli ne per i figli. Eppure Nick sentiva ancora un legame fortissimo. Sentiva che  i suoi fratelli gi erano vicino. E che non l’avvierebbero mai abbandonato. 
-Stavo pensando anche di chiedere a Dani qualche consiglio per il matrimonio- butto lì Nick come se nulla fosse.
I suoi fratelli si immobilizzarono.
-Aspetta cosa? Hai intenzione di sposarti?-
-E quando l’avresti deciso?!- sbraitò Joe –Nicholas io e Kevin abbiamo il diritto di sapere!-.
-Beh scusate tanto- Nick si strofinò il naso e lanciò uno sguardo torvo ai fratelli maggiori –Kevin tu non mi hai informato per primo quando hai chiesto a Dani di sposarti e Joe… beh Joe tu e Sophie non vi state per sposare, non ancora. E comunque non voglio sposarla domani. Non subito almeno. Sarebbe troppo scontato e i media si scatenerebbero. Dio, poi suo padre non mi darebbe mai il permesso ora. Ma più avanti… ecco voglio fare le cose per bene. Il matrimonio per me è importante-.
-Vuoi fare una cosa in grande stile?- chiese Kevin non nascondendo un sorriso –io ero così nervoso con Dani che appena ha aperto la porta mi sono inginocchiato e glie lo chiesto-
-Non lo so insomma… non l’avrei mai pensato prima di due mesi fa però… però voglio renderla felice e voglio sposarla-. 
-Beh quando ti deciderai farai meglio a chiamarci bro- Joe gli diede una pacca sulla spalla prese in mano il pennello, intingendolo nella vernice azzurra –ora diamo a mio nipote la stanza che merita-. 
 
Nick fu felicissimo quando Miley tornò a casa quella sera e gli comunicò allegra che aveva passato uno splendido pomeriggio assieme alle donne di casa Jonas - Deleasa.
Era così dannatamente bella mentre sorrideva. Diavolo era già a casa da tre ore ma Nicholas continuava a fissarla come se fosse un maniaco. Voleva davvero sposarla?
Certo che lo voleva. Voleva chiederle di sposarla dal momento esatto i suoi occhi azzurri avevano incrociato i suoi. Sua madre aveva sempre pensato che fosse lui il primo dei fratelli Jonas a sposarsi e Denise non aveva mia nascosto al figlio di avere una predilezione per Miley. Beh, almeno fino a qualche mese fa.  Era lui che si faceva molti problemi, troppi; ma il ragazzo temeva veramente di potere rompere l’equilibrio che lui e Miley avevano cercato e conquistato con così tanta fatica. Pensava di non essere abbastanza per lei. Di non poterle offrire qualsiasi cosa.
Aveva forse torto?
-Avevi ragione sai? Sono tutte stupende- Miley sfogliò distrattamente le pagine di “Cosa aspettarsi quando si aspetta”.
La voce di Miley le rimbombò in testa, ma non distrasse Nick da quel pensiero assillante.
-Senti se ti chiedessi di sposarmi tu come reagiresti?-
Miley smise all’istante di leggere il suo libro.
-Che hai detto scusa?-
Non riusciva a credere che quello che aveva predetto Danielle si stesse già verificando. Perché doveva avere per forza capito male dato che quella suonava come una proposta di matrimonio, anche se non era affatto come Miley se la era immaginata.
-Mi stai chiedendo di sposarti?-
-NO!- si affrettò a ribadire Nick con molto impeto, pentendosene subito dopo –cioè no. Insomma ti sto solo chiedendo come reagiresti-.
-Come vuoi che reagisca? Ti prenderei per pazzo. Anzi ti sto già prendendo per pazzo Jonas. Vieni qui- Miley scoppiò in una risata fragorosa e Nick stirò un sospirò di sollievo. Per un attimo aveva penato di averla irritata: con tutti gli ormoni della gravidanza bastava anche una piccola sciocchezza per fare arrabbiare Miley.
Nick gli si avvicinò cautamente e Miley lo strinse a se’ quasi cullandolo avanti ed indietro.
-Vorrei sposarti però- lui la baciò ma era serio in volto –non adesso è ovvio. Più avanti ma la mia famiglia ci tiene e anche io-
-Beh certo il cristiano perfetto- la ragazza non nascose un sorrisetto furbo –in ogni caso voglio una proposta di matrimonio decente-.
-Ma mi sposeresti?-
-Certo che lo farei Nicholas. Sognavo di farlo da quando avevamo tredici anni-
-Prima devo chiederlo a tuo padre. Sicuramente mi dirà di no-
-Ti dirà di sì  invece, ne sono certa. E ti dirà un sì ancora più convinto quando nascerà Jay-.

 

Ciao ragazzi! Ormai ci stiamo avvicinando alla fine. Non so' ancora se riuscirò a scrivere il seguito. Lo vorrei tanto e  ho già  qualche idea in mente, ma laureandomi il 2 ottobre sarà impossibile. Poi dovrò lavorare (si spera... ho toppa ansia raga xd). In ogni caso proverò a lavorarci nel tempo libero perchè adoro troppo i miei Niley. Ci vediamo sabato prossimo (22 settembre) per il prossimo capitolo.
- Fran  

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Capitolo 28
*** Obsessed ***


“Am I obsessed wiht you?
I do my best not to want  you
But I do all the time”
-  “Obsessed” Miley Cyrus
 
Miley continuava a girarsi e rigirarsi nel grande letto matrimoniale senza riuscire a prendere sonno.
Era tutto inutile.
Ormai era alla venteuduesima settimana di gravidanza: aveva una pancia enorme e i continui calci del bambino la tenevano sveglia tutta la notte.
Insonnia da gravidanza. L’aveva definita così il dottor Sherman, e aveva pure sorriso mentre le elencava tutti i sintomi. Miley avrebbe voluto strozzarlo. Prima di tutto, lui era un uomo e quindi non sapeva cosa voleva dire portare avanti una gravidanza, in secondo luogo la mancanza di sonno la rendeva irritabile. E quando era irritata Miley si arrabbiava per un non nulla, complici anche gli ormoni. Solo poche ore fa aveva urlato i peggiori insulti possibili al ragazzino che le aveva consegnato a casa la piazza perché era arrivato con cinque minuti di ritardo.
Evidentemente quei minuti di ritardo non avevano di certo guastato l’umore di suo figlio: che si era invece accinto a tirarle calci.
Miley era certa che là dentro Baby J stesse già facendo pratica come batterista. Beh in un modo o nell’altro i geni dei Jonas dovevano manifestarsi.
-Oh Baby J…- la ragazza si accarezzò la pancia, nel tentativo di calmarlo ma invano.
Gettò uno sguardo accusatore a Nicholas che riposava accanto a lei. Lui poteva dormire. Quello era uno dei motivi che Miley gli avrebbe rinfacciato quando loro figlio si sarebbe svegliato urlando nel cuore della notte reclamando la loro attenzione.
La ragazzo sospirò pesantemente.
Più andava avanti la gravidanza più i dubbi e le paure aumentavano. Si era sempre considerata una ragazza forte ed indipendente, viveva al vita al limite sempre avanti e a tutta birra; ma ora si rendeva conto che non era così forte come pensava. Aveva una paura tremenda del parto: aveva paura di morire, di lasciare Nick e il bambino da soli. Perché sapeva che lui senza di lei non sarebbe stato in grado di sopravvivere. Lo sapeva perché era lo stesso per lei. Aveva paura di non essere in grado di essere una buona madre: sua madre non faceva altro che ripeterle di stare tranquilla che era una cosa naturale avere qualche dubbio, ma Miley non riusciva a tranquillizzarsi. Negli ultimi anni non era di certo stata un esempio di buona condotta. Cosa avrebbe pensato suo figlio? Nicholas era diverso: in tanti anni di fama e successo mai un intoppo, mai uno scandalo. Era dolce, premuroso e paziente. Il cuore di Miley era scoppiato d’amore quando aveva visto Nick giocare con le sue nipotine. Era davvero nato per fare il padre.  
Gettò uno sguardo alla sveglia: le tre di notte. Miley si morse il labbro e affondò la testa nel cuscino, nella speranza che il sonno arrivasse. No. Non poteva resistere. Doveva svegliarlo. Sfiorò i capelli del ragazzo.
-Nick- sussurrò –Nicky… Nicholas-.
Nick si alzò di scatto, in un groviglio di coperte.
-Stai male? Vuoi che faccia qualcosa?-.
Miley scosse la testa.
-Tuo figlio non mi fa dormire-.
Anche se era buio Miley era certa che Nicholas stava sorridendo. Sorrideva sempre nel sentire qualcuno nominare suo figlio.
Si avvicinò a Miley e la baciò dolcemente, inspirando il suo profumo.
-Non vedo l’ora che sia qui-
Miley gli rivolse un sorriso acquoso mentre si stringeva a lui. Voleva sentirsi protetta.
-Si insomma- la ragazza tirò su con il  naso –sarò abbastanza per lui?-.
Ora Nicholas aveva capito tutto: quel dubbio tormentava anche lui ma non pensava che Miley ne fosse turbata a tal punto.
L’amava per questo. Per quanto amasse già loro figlio.
Sfiorò deliacamente il viso della ragazza e le raccolse una lacrima.
-Lo sei. Sei abbastanza per me, anzi sei tutto quello che potrei desiderare. E sarai una madre straordinaria anche per lui. Anche per Jay. Insomma abbiamo fatto un bel casino e Dio ci ha mandato questo piccoletto qui perché siamo destinati a stare assieme. Lo sai…-
Nick si interruppe. Miley stava piangendo.
-Oh non volevo farti piangere piccola- la strinse di più a se, in modo da vederla negli occhi. Aveva due occhi così puri e limpidi che Nicholas si perdeva ogni volta.
-No. Dio, è che mi irriti! Sei così perfetto!-
Nick esplose in una risata.
-Beh puoi chiedere ai miei fratelli tesoro. Credimi, ti potrebbero elencare mille motivi per i quali non sono perfetto-
-Smettila- Miley gli scompigliò i capelli –sei perfetto e basta-.
Nick arrossì: come diavolo erano passati dall’insultarsi e non potersi mai vedere in faccia, all’essere amici, all’essere la coppia di perfetti fidanzatini in soli sette mesi?
-Io invece sto diventando una balena…-
-No…- Nick la colse di sorpresa e le fece il solletico, beandosi del suono della sua risata.
-Custodisci la parte più preziosa di noi e ti amo più di ogni altra cosa al mondo per questo- .
Miley non resistette e lo baciò: gli era dannatamente mancato.
-Scusa se ti ho svegliato amore. Volevo solo sentire al tua voce… sapere che ci sei-.
Le piccole dita di Miley formavano dei piccoli cerchi sulla maglietta di Nick che sbuffò sommessamente. Voleva davvero fare quel tipo di conversazione adesso? Diavolo era esausto, ma non riusciva a staccarle gli occhi di dosso: l’amava così tanto che stava male per lei.
-Ma io ci sono. Insomma… sono qui. E ci sarò sempre per voi-
-Ok dillo ancora-
-Perché?-.
Miley guidò le mani del ragazzo al suo ventre.
-Perché lo calma. Sei suo padre quindi parla con tuo figlio dai-
Nick sorrise.
-Ho detto che ci sarò sempre per te. Per voi. E lo sai quanto mi dispiace per tutto quello che ho fatto- 
-Lo so. Anche a me. L’abbiamo praticamente scritto in un centinaio di canzoni- la ragazza si morse il labbro inferiore. Aveva i crampi dalla fame. Di nuovo.
Nick colse il messaggio al volo.
-Vuoi che ti faccia i waffles amore?-
Miley lo baciò con passione. 
-Grazie amore si-.
Nick si scostò le coperta di dosso e l’aiuto ad alzarsi, sorridendo. Adorava prendersi cura di lei e del bambino. Adorava vedere quel magnifico sorriso sul volto della donna che amava.
La casa era immersa nel silenzio, ma appena i ragazzi giunsero in cucina furono circondanti dai loro cani.
Miley si sedette al bancone della cucina e osservò Nick. Si vedeva che era un uomo senza speranza ai fornelli, ma ci stava provando per lei. E la cosa la stava facendo sentire immensamente amata.
-Nick cosa farai quando sarà nato Jay?-.
Quello era più un pensiero espresso ad alta voce per sbaglio, più che una domanda.
Nick si girò verso di lei con in mano la padella dei waffles.
-In che senso?-
-Non è una domanda difficile...-
L’ ansia e la preoccupazione stavano di nuovo prendendo possesso della mente della ragazza.
-Pensavo… pensavo di stare a casa con voi per un po’-
-Un po’ quanto?-.
La domande della ragazza restò per pochi secondi in sospeso perché Nick li servì due waffles perfetti con crema alla vaniglia.
Miley si riempì la bocca.
-Un po’- ripeté Nick.
Perché Miley le faceva queste domande? Mancavano ancora mesi al parto!
-Nick non voglio… non voglio che smetti di lavorare per noi. Sei… se un animale da lavoro-
-Un cosa?
-Adori lavorare e non voglio che ti senti obbligato a stare a casa bloccato con noi-
-Bloccato?-.
Nick sospirò e si inginocchio davanti a Miley. La pancia era tra di loro.
-Ehi- il ragazzo poggiò entrambi le mani sul pancione –devi stare tranquilla amore ok?.
Le mani di Miley si infilarono nei ricci di Nick.
-Miley andrà tutto bene. Sarai perfetta. Saremo perfetti. E nessuno mi costringe s stare a casa. Io voglio stare a casa. Perché vi amo-
-Sei serio?-.
Una lacrima silenziosa rigò il volto della ragazza. Dannati ormoni!
-Sono sempre serio Smile. Perché ti vengono questi dubbi?-.
Miley ripulì con estrema cura il piatto e scrollò le spalle.
-Non lo so’…- ammise. Ed era vero.
-Io non vedo l’ora che nasca-
-Io sono terrorizzata invece. E’ al sicuro dentro la mia pancia e quando uscirà sarà…-
-Sarà perfetto- ripetè Nick. Baciandola teneramente.
-No. Sarà vulnerabile Nick. Io..io… ho paure che mi succeda qualcosa, che gli succeda qualcosa…. Ho paura dei media e della loro reazione, ho paura dei fan e ho paura per le nostre carriere-.
-Miley…- Nick allargò le braccia e Miley vi si rifugiò –immagino che questa notte mi lascerai dormire vero?-.
Finalmente Miley abbozzò un sorriso.
-Il piccolo si è calmato- disse, rendendosi conto solo adesso che finalmente Jay si era quietato e aveva smesso di tirargli calci.
-Non siamo soli. Abbiamo due famiglie straordinarie e degli amici fantastici. E non sei la sola che ha dei dubbi ssai?-.
Miley lo fissò negli occhi.
Se Nick aveva mai avuto qualche preoccupazione era stato tremendamente bravo a nascondergliela.
-I bambini non nascono mica con un manuale delle istruzioni. Devo insegnarli ad essere un uomo per bene, come mio padre ha fatto con me, ma io sarò bravo solo la metà di quanto non lo sia mai stato lui e…-
-Nick sarai perfetto invece-.

 


Eccomi! Sono stata risucchiata dagli ultimi giorni di preparazione per la laurea! Il prossimo capitolo verrà postato sabato prossimo, 29 settembre.
- Fran

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Capitolo 29
*** Your Biggest Fan ***


“Every time you smile for me
Takes me a while to bring myself back
Cause your all that
And I just had to let you know
That I'm screaming out in the crowd for you”
“Your Biggest Fan” Jonas Brothers


 
-Sicura di stare bene tesoro?-
La voce di sua madre le giunse all’orecchio cinque volte più alta del normale.
Miley allontanò da sé l’I-Phone.
-Mamma va tutto bene. Sto bene, Jay sta bene. Stiamo bene-
-No che non state bene!- Tish sospirò pesantemente. Quando avrebbe imparato sua figlia a dare il giusto peso alle cose?
-Amore il dottor Sherman ha detto che le tue ultime analisi non vanno tanto bene e che…-
-Che è una gravidanza difficile, lo so mamma. Grazie per ricordarmelo ogni due secondi. Ma io e Nick lo sospettavamo già. Anzi io lo sospettavo già  sin dall’inizio data la mia ipoglicemia. E poi il dottor Sherman ha detto solo che devo smetterla di lavorare e stare a riposo. Ma non sto male-.
La ragazza bevve un lungo sorso di thè verde e cercò di scrollarsi di dosso tutta quella agitazione.  
-Nick che dice?-.
Miley sbuffò. Per quanto lo amasse Nicholas era diventato ancora più paranoico dopo le ultime raccomandazioni del medico. Non la faceva nemmeno alzare dal divano e tornava a casa dallo studio ogni pomeriggio alle tre precise: cosa più unica che rara dato che normalmente il ragazzo stava al lavoro fino a tarda serata. Non voleva neanche più fare sesso.
-Nick è tranquillo- mentì Miley. Sentì un borbottare in sottofondo.
-Mami chi c’è?-
-Oh è tuo padre cara…. si chiedeva se Nick ti tratta bene ma suppongo di si…-
-Si mamma. Io e Nick siamo a posto…-
-Sicura? Mils, sono tua madre. Cosa ti ha fatto questa volta?-.
-Nulla mamma, davvero. E’ solo iper protettivo. Non vuole che esca di casa da sola perché ha paura che mi stressi e i paparazzi non ci danno tregua. Oh e Joe ci ha fatto delle foto straordinarie l’altro giorno, te le invierò per mail-
-Non tentare di cambiare argomento Destiny… Nick deve imparare a fidarsi di te-.
Ora il tono della donna era estremamente serio.
La ragazza si morse il labbro inferiore: ci provava ogni volta a rassicurare i suoi genitori, ma puntualmente ogni volta falliva. Non li vedeva da ben tre settimane che, per li, erano l’equivalente di un’eternità. I primi giorni a New York erano stati piacevoli grazie a Kevin e Danielle e alle piccole che passavano a trovarla quasi tutti i giorni, ma Miley sentiva la nostalgia di casa. I suoi genitori le mancavano enormemente e la sera prima, in presa ad una crisi improvvisa, si era trattenuta dal chiamare casa in lacrime supplicando la sua famiglia di farle visita. Nick non l’avrebbe sopportato e Miley non voleva ritornare a Los Angeles dove i media si stavano ancora scatenando sulla sua gravidanza. Così aveva stretto i denti. Ma ogni giorno sentiva i suoi genitori per ore prima che Nick tornasse a casa dal lavoro.
-Lo so’ mamma- Miley scostò la tenda. Tre fotografi bazzicavano per il giardino mentre il furgone di una troupe televisiva girava avanti ed indietro per il loro quartiere.
Sospirò.
Sapeva di dovere stare tranquilla e sapeva di non doversi stressare, ma odiava tutta quella attenzione mediatica. La odiava con tutta se stessa perché suo figlio non aveva scelta di essere famoso, non aveva avuto quella possibilità che invece era toccata a lei e a Nick. Temeva il momento in cui Jay le avrebbe potuto rinfacciare la vita che lei e Nick gli stavano offrendo: una vita da figlio di gente famosa. Chi avrebbe potuto reggerla? Innocentemente Miley sperava che Jay potesse avere il meglio dei tuoi mondi, ma sapeva che sarebbe stato tremendamente difficile.
-In ogni caso Miley io e tuo padre saremo lì a New York domani per le cinque del pomeriggio ok? Abbiamo trovato un appartamento carino che ha una camera in più pronta per ogni evenienza-.
La ragazza sorrise e il suo cuore si fece più leggero: i suoi genitori le erano mancati davvero molto.
-Va bene mamma- Miley si accarezzò il pancione. Stava diventando troppo grossa per i suoi gusti e si sentiva sempre affaticata.
-Manca solo più un mese- strillò Tish, visibilmente eccitata.
-Manca ancora un mese mamma- la corresse Miley –fino ad allora stiamo bene. E questa sera Nick ha promesso di portare fuori a cena-.
-Ma come scusa?!-.
Miley poteva chiamare sentire i borbottii di suo padre in sottofondo.
-Aspetta metto il vivavoce-…-
-Papà che vuoi?-
-Ma il ragazzo lo sa che la tua gravidanza è…-
-E’ a rischio si papà- completò la frase la bionda –ma fra due giorni è anche il nostro anniversario se ti ricordi, quindi è normale che Nick voglia portami fuori a cena-.  
-Si ma…-
-Ciao papà va bene? Passami mami-
Su padre non sarebbe mai cambiato.
-Mils…-
-Si mami?-
Miley notò con diffidenza che anche nella voce di sua madre c’era un punta di preoccupazione.
-Sta attenta però ok? E divertitevi stasera-.
 
-Awww! Dio siete stupendi!- Demi si asciugò una lacrima di gioia e strinse la foto che aveva tra le mani. Era uno scatto del servizio fotografico che Joe aveva appena fatto a suo fratello Nick e a Miley. Il mezzano dei Jonas si era presentato di buon ora di domenica mattina a casa di Nick e Miley e aveva allestito il soggiorno della coppia con un telo bianco e luci da ribalta per il loro servizio fotografico. Aveva sempre avuto un animo da fotografo e aveva fatto degli scatti meravigliosi.
-Si vero?- Joseph rise di gusto e diede un’allegra pazza sulla spalla al fratello minore –tutto merito del fotografo eh Nicky?-.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, ma sorrise. Era così bello stare lì con loro. Lui e Demi avevano avuto una giornata frenetica al lavoro alla Safe House Records. Nicholas avrebbe voluto tornare presto a casa da Miley, ma Demi l’aveva convinto a bere qualcosa assieme a Joseph e Sophie.
-Si certo…-.
Lo sguardo di Nick si perse fra le strade della Grande Mela: dall’altro lato della strada un fotografo stava scattando foto all’impazzata. Il ragazzo rimpianse di avere scelto il tavolo vicino alla finestra del locale.
Joe seguì lo sguardo del fratello e tossì. Strinse la mano a Sophie e la baciò. Davano sui nervi anche a loro i fotografi.
-Cavolo, vi danno sempre il tormento eh?-
-Praticamente si. Ma finchè lo danno solo a me non c’è problema. Non voglio che rompano le scatole a Mils però-.
-Lei sta bene?- chiese Sophie –l’ultima volta che l’ho vista mi sembrava un po’ giù di tono?-
-E’ la gravidanza credo… piange ogni volta che le dico che la amo. E comunque domani devo andare a prendere i suoi genitori e Noah all’aeroporto. Staranno nell’appartamento di fronte al nostro durante l’ultimo mese di gravidanza. Credo che a Miley farà bene avere la sua famiglia vicino-.
Il fotografo si era pericolosamente avvicinato ad una macchina in corsa che strobazzò. Voleva avvicinarsi sempre di più al locale.
-Mi manca Big Rob sai?- la voce di Joe divenne insolitamente acuta –lui era un maestro nel cacciare i paparazzi-.
-Già…- borbottò Demi.
-Vuoi che c’è ne andiamo Nick? chiese Sophie, premurosa –perché possiamo anche farli il dito medio se vuoi…-
.Nick trattene una risata: l’adorava.
-No…- il riccio un lungo sorso del suo frullato proteico – ho un’idea migliore…-.
Posò cinque dollari sul tavolo come mancia per il cameriere, si mise la giacca di pelle e uscì dal locale.
-Nicky… Nick…- Joe seguì a rotta di collo il fratello minore.
Nicholas si diresse a passo deciso verso il fotografo che si mise la macchina fotografica sulle spalle e sogghignò.
-Ehi amico…-
-Ehi ragazzo! Nick!-  quel uomo puzzava di fumo e Nick storse il naso. Non era più abituato all’odore del tabacco. Senti passi di Joe dietro di lui e in men che non si dica suo fratello era al suo fianco.
-Dai Nick non fare cavolate eh… andiamo su…- Joe lo prese per un braccio, ma Nick si scostò. Sapeva che tra i due era lui quello con più muscoli ed era anche più alto di Joseph.
-Voglio solo parlargli Joe- lo rassicurò.
Era straordinariamente calmo, ma la sua voce era bassa e seria.
-Parlargli?- gli occhi del mezzano saettarono verso il paparazzo, poi di nuovo si posarono su Nick.
-Senti sono straordinariamente felice in questo momento della mia vita- Nick si schiarì la voce e si girò per la macchina fotografica mentre il fotografo riprendeva avido.
-Sono felice e non mi interessa minimamente che tu e i media cerchiate di impedire a me e a Miley anche solo di fare quattro passi senza avere quelle cose puntate addosso. Non volevo un figlio in questo momento, non ci avevo mai pensato veramente; ma amo alla follia Miley e questo e quanto. Perciò ti prego, vi prego a tutti voi, lasciateci un po’ vivere in santa pace ok? Miley è la donna più straordinaria che io conosca e sarà una madre meravigliosa. E no, non posso assicurarti che staremo assieme per tutta la vita ne che saremo perfetti, ma ci proveremo. Ci proveremo perché ci amiamo e perché vogliamo dare a nostro figlio la vita migliore possibile. Ah e se proprio volte saperlo è un maschio e si chiamerà Gerald va bene? Ed è già il bambino più amato di questo mondo- lo sguardo del ragazzo si spostò nuovamente verso il paparazzo -adesso che hai avuto quello che volevi lasciami in pace per il resto della giornata ok? Voglio passare del tempo di qualità con la mia famiglia-.
-Hai finito?!- Joe diede uno scappellotto al fratello minore, ma non nascose un sorriso mentre lo trascinava dall’altro lato della strada lasciando il fotografo incredulo.
-Non posso credere che lo hai fatto!- esclamò Demi saltellando allegramente di fianco al suo migliore amico –cazzo non ci posso credere!-.
-Tu non ci puoi credere?- Joe era scioccato –Nicholas, cazzo, la prossima volta avvertimi mi devo preparare! Cazzo! Non puoi sapere quanto ti abbia stimato in quel cavolo di momento!-.
-Aspetta che lo sappia Miley!- esclamò Sophie.
 
-Dov’eri?-
Miley lo fissava seria con le mani sui fianchi, la pancia enorme, e un’espressione tesa in volto.
Nick si fermò quasi sulla soglia di casa e chiuse lentamente la porta alle sue spalle. Accennò un mezzo sorriso e gonfiò il petto, pieno d’orgoglio.
-Ero al lavoro…-
-Eri con Demi. Ho visto le foto-
-Mils andiamo…
-Eri con lei!-
-Ceto, siamo amici.
Miley sbuffò. Solo allora il ragazzo sia accorse che qualcosa non andava.
-Mils…- cercò di sfiorarle una guancia, ma lei lo respinse.
-Non volevi diventare padre-
Miley guardava Nick dritto negli occhi. Aveva un tono di voce estremamente serio. Tra di loro c’era una minima distanza fisica, ma a Nick parve che la ragazza si fosse allontana chilometri da lui. 
-Mils?-
-Ho visto l’intervista sai. Sembrava che volessi giustificarti di qualcosa-.
Il gelo scese rapido tra di loro.
-Mils non volevo dire quello… insomma ero diverso-
-L’hai detto un’ora fa. Hai detto che non volevi figli, che non era nei tuoi piani-.
Il ragazzo chiuse gli occhi per pochi secondi: aveva detto veramente quelle parole? Perché nella sua testa suonavano in una maniera così stupida adesso?
-Mils, ma stai piangendo?-
-No ti odio!-Dio sono gli ormoni ma ti odio comunque!- grosse lacrime scendevano ora sul volto della ragazza e presto trovò rifugio fra le braccia di Nick.
Non sapeva neppure perché avessero inscenato quella litigata.
-Ho detto che non mi aspettavo di avere figli così giovane e ho detto che tu mi rendi l’uomo più felice del mondo-..
Miley singhiozzò contro il suo petto.
-Ero con Demi ma anche con Joe e Sophie. Un fotografo ha iniziato a tormentarci e io ho voluto chiarire le cose. Mi spiace, non volevo farti preoccupare piccola, davvero-.
Il ragazzo appoggiò la fronte a quella di Miley e inspirò il suo profumo. Pareva essersi calmata. Lo scrutava con le sue grandi iridi azzurre.
-Scusa… scusa… sai sono stata chiusa in casa tutto il giorno per i fotografi e poi ho visto le foto…-
-Quante volte te lo devo dire che Demi è come una sorella per me? Davvero… Dio… lo ripetiamo sempre anche nelle interviste che non abbiamo nemmeno mai pensato di baciarci o… Mils guardami ti prego-.
-E’ che prima mi ha chiamato mamma- farfugliò lei, appoggiando il peso della pancia sul corpo del fidanzato.
-Eh?-
-E mi ha chiesto se tra di noi va tutto bene-.
Il cuore di Nick mancò di un battito. Si era perso qualcosa?
-Va tutto bene tra di noi?- quella che voleva essere un’affermazione risultò una domanda.
-Non facciamo sesso da due settimane ormai-.
Miley potè chiaramente vedere il volto del ragazzo diventare rosso. Era visibilmente imbarazzato o le nascondeva qualcosa?
-Nicholas…-
-Mils non c’è niente di qui parlare. Stiamo bene. Perché devi… perché devi complicare tutto?-
-Complicare tutto?- Miley si scostò dal ragazzo –non sto complicando un bel niente. Sei tu che non vuoi farlo più. Sicuro che non ti pesa?-
-Per niente- Nick cercò di fissare il soffitto, ma era difficile sottostare allo sguardo indagatore della compagna.
-Veramente?-
-Mils…-
-Nick. Nick sono la tua ragazza. Perché ti imbarazza tanto parlare della nostra vita sessuale?-.
Il ragazzo arrossì, ma riuscì finalmente a guardarla negli occhi.
-Non è che mi imbarazza. Sai come funziona no? Sono un uomo e ho dei bisogni ma…ma non voglio farti stare male. La gravidanza è a rischio e va bene così-
-Si ma ti ricordi quando avevamo quindici anni? Ti ricordi che ti mandavo delle foto…-
-Si so dove vuoi andare a parare. E mi hanno sempre aiutato quando ne avevo bisogno, anche in questi giorni - ammise con una punta di imbarazzo nella voce.
-Posso mandartene altre- gli sussurrò Miley nell’orecchio con un ghigno –o puoi fare da te…-.
Nick si voltò, rosso in volto. Dannazione. Era l’uomo più fortunato del mondo. Un secondo dopo lui e Miley erano in camera da letto.
 
Miley aprì gli occhi e si guardò intorno, assonnata. Le ci vollero parecchi secondi per mettere a fuoco la stanza. La luce del sole la accecò e le fece chiudere nuovamente gli occhi. Sbuffò mentre si girava su un fianco. La sua pancia era enorme ed era difficilissimo muoversi senza sentirsi impacciata. Allungò una mano verso l’altro lato del letto in cerca di Nick, ma non lo trovò.
Dove diavolo era finito?
La risposta le si presentò davanti neppure due secondi dopo.
-Ehi ti sei svegliata finalmente- Nicholas era di fronte a lei, con addosso solo un paio di pantaloni della tuta. In mano reggeva due tazze di cioccolata con panna.
Miley spalancò gli occhi e sorrise e Nick la raggiunse, posando le tazze sul comodino e stringendola in un abbraccio. Appoggiò la testa, piena di ricci, nell’incavo del collo della ragazza e ispirò il suo profumo.
Miley rise. Lo baciò e lo fissò negli occhi.
-Oh Nicky…-
Nick si sdraiò e Miley si stese accanto a lui. La ragazza appoggiò la testa sul petto del ragazzo e chiuse gli occhi. La pancia era tra di loro. Sentiva il petto di Nick alzarsi e abbassarsi ad ogni suo respiro: era l’unica cosa che riusciva a calmarla, a non far entrare tutti i problemi nella sua testa.
-Nicky?-
-Mmmm…- sbuffò lui.
-Grazie per avere chiarito le cose con i media-.
Il ragazzo sospirò.
-Mils davvero.. l’ho fatto per te. Per te e per Jay. Insomma siete voi i miei fan più grandi alla fine, siete voi la mia forza e beh… vi amo. Spero solo che adesso la smettano di accamparsi fuori casa nostra-
-Già…-
Nick strinse nella sua la piccola mano di Miley e la baciò, poi fece lo stesso con il pancione.
-E’ buona la cioccolata?-
-Si è ottima, davvero Nicky-
-Mi dispiace di averti fatto preoccupare piccola. Ma Demi-
-E’ tua amica lo so. E mi dispiace, ma anche tu sei geloso-
-Non quanto te piccola. Quando eravamo ragazzini non volevi che parlassi nemmeno con Maya…-
Miley gli fece la linguaccia.
-Era perché avevi stormi di ragazzine urlanti che ti venivano dietro Mr. Jonas! E…-.
Miley si bloccò. La tazza di cioccolata fumante ancora stretta tra le mani. Il battito del cuore accelerò. Non poteva essere già arrivato il momento.
Non era pronta. Lui non era pronto.
Nick si voltò, sorpreso che Miley avesse già dato carta bianca sull’argomento. Solo allora in ragazzo si accorse che il letto era bagnato. Lo sguardo di entrambi si focalizzò sui pantaloni bagnati della ragazza.
-Mi si sono rotte le acque!- disse Miley col fiato corto e subito avvertì una contrazione.
-Ma manca ancora un mese!- strillò Nick in preda al panico.
-Secondo te è importante?-.

 

Ciao! Ormai siamo quasi alla fine raga. Grazie a chi segue sempre la ff. Ci vediamo sabato prossimo, 6 ottobre.
- Fran
PS come regalo di laurea i miei genitori  mi hanno permesso di prendere i biglietti per vedere il mio ginger Teddy Bear Ed Sheeran a Barcellona il prossimo giugno. Se anche qualcuno dei Jonas si muovesse a venire in Italia o ditorni glie ne sarei grata xd

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Capitolo 30
*** Wherever I Go ***


“So excited I can barely even catch my breath
We have each other to lean on for the road ahead
This happy ending is the start of all our dreams
And I know your heart is with me”

- “Wherever I Go” Miley Cyrus
 
Nick non si allacciò nemmeno la cintura, girò la chiave e diede gas. L’auto sgommò sulla ghiaia e in men che non si dica stava guidando verso la strada principale, diretto all’ospedale.  Si era decisamente pentito di averla avuto vinta sull’abitare a New York: erano le quattro del pomeriggio e le strade erano intasate dal traffico dei pendolari. Con una mano stringeva il volante tanto forte da farsi venire le nocche bianche, con l’altra teneva la mano di Miley che respirava a fondo e guardava preoccupata la strada.
-Nicholas ci vogliono ore prima che nasca, rallenta-
-Ah si? Beh fidati io sono di qui, a volte ci vogliono ore persino ad uscire dal traffico!-.
Una fitta particolarmente forte fece gemere Miley che strinse la mano di Nick.
-Non ti dispiace se bagno i sedili della Munstang vero?-
-No di certo! Che mi frega! Chiama Joe piuttosto! I tuoi… i miei… Dio amore c’è la fai a chiamarlo, vero?-
Con le mani che tremavano Miley fece partire la chiamata.
Il tuuu…tuuu del cellulare rimbombò in tutta la macchina.
-Rispondi…rispondi….-
Miley poteva chiaramente sentire Nick quasi pregare che il fratello rispondesse. Si stava agitando anche lei in quel modo. La stava irritando. Gli aveva promesso che non sarebbe caduto nel panico durante il travaglio, ma evidente quella promessa era già morta in partenza.
-Ehilà Mils!- il tono gioviale di Joe la rincuorò.
-Ehi Joey…-
-Senti io e Sophie pensavamo di fare un giro a Central Park domani e siccome il nostro hotel è poco distante da casa vos…-
-Joe! ZITTO UN ATTIMO!- sbraitò Nick –Miley sta per partorire!-.
Ci fu un minuto di silenzio.
-Come dici?- la voce del mezzano appariva incerta –Nick, ma sei serio?
-Certo che sono serio! Sto guidando verso l’ospedale fregandomene della segnaletica per una volta!-
- Oh mio Dio! Sto per diventare zio!- la voce di Joe era così alta che a Miley sanguinarono le orecchie. In tutto quel marasma emotivo dentro di lei, zampillò una sincera nota d’affetto per l’amico.
-Joe ma tu sei già zio!- rise Miley.
-Intendo di nuovo! Io e Sophie arriviamo in men che non si dica! Chiamo io Kevin, mamma e papà! Tranquilli! Sto per diventare zio!-.
 
-Benvenuti al Lennox Hills Hospital dove il paziente è al primo posto. Vi prego di riempire questi moduli e aspettare il vostro turno- un’impiegata attempata fu la prima persona che Nick e Miley incrociarono una volta usciti dall’ascensore nel reparto maternità.
-Sa cosa me ne faccio dei suoi moduli?!-
-Nick tesoro calmati-
-No che non mi calmo! Mia moglie sta per partorire e io non mi calmo!-
-Signor Jonas!- il dottor Sherman arrivò dietro di loro, seguito da due infermiere, e fece sedere Miley su una sedia a rotelle –non può importunare mezzo ospedale!-.
Nick si zittì e seguì il quartetto lungo le corsie fino alla loro camera.
-Beh mi spiace ragazzi, ma il piccolo ha deciso di arrivare un po’ prima. Vi potete accomodare lì e mi assicurerò che nessun fotografo entri-
-Beh la pago per questo!- strillò Nick –credevo di avere pagato per la stanza migliore!-
-Nicholas!-
Miley gli lanciò un’occhiataccia. Stava andando fuori di testa, era chiaro. Non l’aveva mai visto così agitato. E nemmeno così pallido. Era terrorizzato.
-No Miley- il dottor Sherman le sorrise caloroso mentre collegava tutti i monitor e passava una sonda sul pancione –Nick ha ragione. Effettivamente ha pagato per farti stare in una suite con champagne e menù personalizzato, tv privata, connessione wi fii, e persino una guardia del corpo fuori dalla porta-.
L’uomo scrutò la coppia di sbieco da dietro i suoi occhiali e scribacchiò qualcosa di rapido su una cartellina.
-Ma quella prenotazione è stata fatta per il mese di luglio, ovvero fra tre settimane. Siamo solo a giugno ma nessun poteva immaginare che vostro figlio sarebbe nato così presto. Perciò vi dovrete accontentare. Torno fra due ore per un controllo-.
-Nicholas ti vuoi calmare?- Miley gli fece cenno di avvicinarsi –non ti riconosco. Sei troppo agitato-.
Nick si lasciò cadere sulla poltrona, vecchia e sfondata, vicino a Miley e le strinse la mano. Le contrazioni non erano ancora così dolorose tuttavia il ragazzo poteva percepire benissimo il dolore che sentiva Miley ogni volta che lei gli stringeva la mano.
-Jay ti sbrighi a nascere?- Nick appoggiò la testa sulla pancia e Miley sorrise –mamma e papà vogliono vederti. Tutti vogliono vederti: i tuoi nonni, gli zii e le tue cuginette e persino i fan-.
-Amore ti sei accorto di avermi chiamato moglie prima?-
-Chi? Quando?-
-Prima- un sorriso furbo si dipinse sul volto della ragazza –quando eravamo alla recepition e tu hai dato di matto-
-Non ho dato di matto. E’ che non voglio vederti soffrire-
-Vedermi soffrire?- Miley lo baciò dolcemente –Nick non soffrirò così tanto. E poi non era necessario prenotare quella suite con tutte quelle cose superflue? Insomma un body guard fuori dalla porta? Che ne è stato del tuo motto di famiglia? Di vivere umilmente anche quando si è al top?-
-Si era necessario. Era necessario perché farei di tutto per voi e vi amo fino ala follia. E poi insegnerò a mio figlio a essere umile e a apprezzare le piccole cose quando sarà nato, ma questo non toglie il fatto che farei di tutto per lui e per la sua scurezza, per renderlo felice-.
Miley lo baciò con passione. Lo amava così tanto. Era straordinario. Non riusciva ancora a credere al fatto di aspettare suo figlio, ma Miley non vedeva l’ora di vedere il volto di suo figlio.
-Ti amo-
-Ti amo anch’io. Sicura di non volere nulla?-
-Sto bene Nick. Davvero e scusami in anticipo se ti urlerò contro i peggiori insulti di questo mondo… ah…-
-Era una contrazione?-.
La mano di Miley strinse forte quella di Nick e il ragazzo dovette trattenersi per non gemere.  
-Si era un po’ più forte delle altre, ma sto bene davvero. Spero solo che tutti riescano ad arrivare per vederlo-.
 
-Yoooo! Si può?-
Dieci minuti dopo una parte del desiderio di Miley si era già avverata.
Joe e Sophie entrarono sorridenti, mano nella mano e con un mazzo di fiori enormi.
-Beh come va futuri genitori?- cinguettò Sophie apprestandosi a baciare entrambi sulle guancie. Era radiosa: si vedeva che non stava più nella pelle. E Joe non era da meno: saltellava da un piede ad un altro, dondolandosi nervosamente.
Sophie sorrise a Miley.
 –Stai male? Perché se stai male devi cogliere l’occasione e insultarlo. Almeno io farei così…-
-No, sto bene grazie- Miley sorrise.
-E’ una donna forte- Nick fece l’occhiolino al fratello maggiore e Miley non potè fare altro che arrossire lievemente e sorridere.
-Mamma, papà e Frankie sono in viaggio. Kev e Dani arriveranno domani con le piccole e Alena mi ha detto di dirvi che vuole assolutamente scegliere lei il primo completo che metterete a Jay- .
-Ehi dolcezza!- il signore e la signora Cyrus entrano nella stanza e strinsero la figlia in un lungo abbraccio.
-Beh i Jonas sono già qui- sorrise impaziente Billy Ray.
-Quasi- puntualizzò Nick.
-Tu come stai amore?- Tsi si affrettò a servire alla figlia un piatto di fragole.
-Non c’è  male mamma grazie- rispose Miley respirando profondamente. Dannazione era solo in travaglio da due ore e già avrebbe voluto uccidere tutti i presenti nella stanza. Perché cavolo continuavano a chiederle come stava andando? Perché non potevano farle diminuire il dolore?
-Ricordati che la respirazione è fondamentale. Fidati tesoro ho avuto cinque figli e tutti i parti sono stati estrema…-
-Ti serve qualcosa Miley?- Nick iniziava innervosirsi in mezzo a tutta quella gente che continuava a preoccuparsi per Miley. Era compito suo prendersi cura di lei!
-NO Nicholas!- sbottò Miley e tutti si zittirono all’improvviso.
-Amore rilassati dai!- il ragazzo tentò di accarezzarle una guancia, ma Miley si scostò.
-Sei serio? Rilassarmi? Tuo figlio mi sta provocando un dolore immenso! In questo momento devo essere in grado di fare uscire un bambino grosso come una palla da bowling dalla mia vagina e tu mi dici di rilassarmi?!-.
-Ok beh…- Tish strinse la mano della figlia –perché voi uomini non vi prendere un caffè? Ci vorrà ancora molto tempo. Starò io con Miley-.
 
Era già sera inoltrata quando Billy Ray e Nick si concedettero una pausa caffè.   
-Come va?-
Billy Ray prese la sua tazza di caffè fumante e allungò il braccio, ma lo ritrasse quasi subito: stava per dare una pacca sulla spalla di Nick ma all’ultimo secondo aveva cambiato idea. Gli piaceva quel ragazzo, davvero. Tuttavia non si fidava ancora completamente di lui. Così come in passato non si era mai fidato completamente di Liam.
-Io sto bene-
-Dalla tua faccia non si direbbe. Anche io ero un fascio di nervi quando doveva nascere la mia Mils-
La mia Mils. L’uomo faticava ancora ad accettare che da quel momento in poi sua figlia sarebbe stata una donna adulta a tutti gli effetti. Che avrebbe dato alla luce una’altra vita. Che gli uomini della sua vita sarebbero stati altri due, non più lui solamente.
Nick gli rivolse un sorriso forzato.
Era evidente che entrambi si sentissero ancora a disagio quando erano soli.
-Senti…-
-Volevo chiederle-
-Prima te-
-No… no prima lei si figuri-
-Dovresti darmi del tu ragazzo. Sei uno di famiglia ormai-
-Oh- Nick tossì e si pulì la schiuma del caffè dalla labbra –ok-
-In ogni caso volevo solo chiederti come sta tuo padre-
-Sta… - Nick riflette un attimo –bene. Bene credo. Insomma ha fatto il primo ciclo di chemio ed è stato operato, ma sta bene. O almeno finge di stare bene con noi, soprattutto quando c’è Frankie-.
-Bene. Bene-.
Billy Ray si grattò il mento e sbuffò. Stava per aggiungere qualcosa quando dei passi concitati risuonarono per il corridoio.
-Ncky!- Denise strinse a se il figlio, facendogli quasi cadere di mano il caffè.
-Ehi ragazzo. Come sta Miley?- suo padre lo strinse in un lungo abbraccio.
-E’ già nato?- Frankie stringeva nervosamente il suo I-Phone: pronto ad inviare una foto del nipotino a tutti i membri e agli amici dei Jonas.
Nick sorrise nel vederli tutti lì al suo fianco. Sua madre, suo padre, Kevin e Dani con le piccole, Joe e Sophie e Frankie.
-Ci vorrà un po’ di tempo Denise- Billy Ray gli fece l’occhiolino e Nick gli sorrise.
-Sta soffrendo tanto? Perché in quel caso dovresti andare da lei- asserì Kevin Senior.
-Ma ha detto di non vuole vedermi-.
Perché doveva sempre giustificarsi in quelle situazioni?
-Si tesoro, ma l’ho detto anche io a tua padre quando ti stavo partorendo. Intendeva dire che vuole che la supporti stando zitto-
Nick si sentiva sempre più confuso, ma annuì lievemente e si incamminò per il corridoio.
-Ehi come va?- chiese, quasi timoroso.
-A rilento signor Jonas, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi- il dottor Sherman gli sorrise.
-Si è un po’ calmata- lo informò Tish che accarezzò i capelli alla figlia, addormentata –sta dormendo ora. Le hanno dato un po’ di gas anestetico per il dolore e sembra andare un po’ meglio-
-E’ normale che ci voglia così tanto?-
-Dopo le ventiquattro ore iniziamo con gli antibiotici- lo informò il dottor Sherman –ma durante il primo parto è normale, si rassereni-.
Battè una pacca sulla spalla a Nicholas e uscì fischiettando.
Nick invidiava la sua serenità.
-Vuoi che resti?- le chiese Tish.
-No… no. Ti chiamo se cambio qualcosa ok?
-Siamo tutti qui fuori- Tish lo baciò su una guancia ed uscì.
Nick si portò la mano sul volto. Era stato piacevolmente sorpreso da quel gesto.
Il ragazzo si sedette vicino a Miley e stette ad osservarla dormire per un tempo imprecisato. La amava così dannatamente tanto che si odiava per essere stato la causa di così tanta sofferenza.
Era notte inoltrata quando Miley si svegliò. Anche se aveva dormito più di otto ore era distrutta. Le contrazioni non accennavano a diminuire, ma il travaglio si era fermato ed era sempre dilatata di pochi centimetri.
-Ehi Nicky…- allungò le braccia verso di lui e Nick la baciò dolcemente.
-Ti senti meglio dolcezza?-
-Si. Un po’… ma ti odio comunque. Promettimi che non mi metterai di nuovo incinta?-
-Tesoro non credo sia…-.
-Ah!-
Miley gli strinse la mano così forte che Nick fece fatica a trattenere un gemito.
-Ti amo lo sai? Ho parlato poco fa con le infermiere. Hanno detto che ti daranno un po’ di antibiotico e che sei stata bravissima fino ad adesso. Sicura che non vuoi fare l’epidurale?-
-No…no… davvero sono per le cose naturali Nicholas-
-Ok no. Va bene.-
Miley si sedette composta e fece per alzarsi.
-Faccio una doccia. Ho letto da qualche parte che dovrebbe accelerare il travaglio, almeno spero-.
Nick scattò in piedi e l’aiuto a scendere dal letto e ad andare in bagno.  
-Nicky…- Miley lo trattene –mi canti qualcosa?-.
Il cuore di Nick mancò un battito a quella richiesta. Avrebbe fatto di tutto per lei, altro che cantare!
-Certo Smile-
Called her for the first time yesterday
Finally found the missing part of me
Felt so close but you were far away
Left me without anything to say…
Cullata dalla dolce voce di Nicholas e dall’acqua calda sul proprio corpo Miley respirò profondamente e cercò di allontanare tutto quel dolore fisico ch stava provando.
Provò a focalizzarsi sul suo bambino.
-Mamma e papà ti amano tanto sai Baby J.? Lo so che sei spaventato perché sono terrorizzata anche io, ma ti sarei eternamente grata se finalmente ti decidessi a nascere-.
Stette sotto l’acqua calda per un’ora. Nick stava diventando rauco a forza di cantare per lei. Poi il dottor Sherman la chiamò.  
 
-Non sono pronta- sussurrò Miley, quasi intimorita dalle contrazioni che si facevano sempre più forti –Nick digli che non sono pronta!-.
-Beh tesoro tu non sarai pronta ma il piccolo si- la intimò il dottor Sherman mentre si sedeva su una sedia girevole e si raddrizzava gli occhiali.
Sorrise alla coppia.
-Le tenga pure la mano Nick. Dovreste essere genitori in non meno di mezz’ora-.
-Nicky…- Miley singhiozzò sommessamente. Era stremata.  E aveva paura.
Non poteva vedere nascere suo figlio così.
-Miley…- la incitò il dottor Sherman.
-Senta!- sbottò Nick, pentendosene subito dopo. Si schiarì la voce e alleggerì il tono –puoi darci un minuto?-.
-Va bene- il dottor Sherman alzò le mani, già coperte dai guanti, e sbuffò leggermente ma fece un lieve cenno del capo alle infermiere che si spostarono e diedero a Nick e Miley una parvenza di intimità.
-Un minuto. Non di più. Vostro figlio vuole nascere da un giorno e mezzo e Miley è dilatata di dieci centimetri finalmente-.
Ma Nick non lo stava ascoltando. Miley era così bella. Anche in quegli attimi così concitati le sembrava la donna più meravigliosa del mondo. Le sfiorò delicatamente i capelli, mantidi di sudore, nel tentativo di calmarla. Prima di quel momento credeva di amare Miley alla follia, ma ora sapeva di avere avuto torto. Perché tutto l’amore che aveva provato per lei in quei nove anni, tutto era una parte insignificante ora, paragonato all’amore che provava per lei in quel preciso momento. La amava come non mai.
-Shhh va tutto bene- le sussurrò all’orecchio –sei stata bravissima amore lo sai? Mi hai reso così fiero di te-
-Sono distrutta…-
-Lo so. Lo so. Mils credimi vorrei non vederti soffrire così. Ma stai per vedere Jay-
Miley accennò un sorriso debole e acquoso nel sentire pronunciare il nome del figlio.
-E sarà meraviglioso come te, come la sua mamma. So che sei abbastanza forte piccola. Quindi stringimi la mano, anche quella della chitarra non mi importa. Stringila e facciamo questo bambino ok?-
-Ok…- Miley annuì debolmente mentre stringeva la mano a Nicholas che si mise di fianco a lei.
-Credo in te va bene Smile? Ce la possiamo fare-.
La baciò sulla fronte e fece un rapido cenno al dottor Sherman.
-Ok adesso apri bene le gambe e alla prossima contrazione spingi più forte che puoi. E’ un bel giorno per avere un bambino sai?-
Miley gli sorrise debolmente ma avrebbe tanto voluto strozzarlo. Gettò un rapido sguardo a Nick che le sorrise incoraggiante.
Poteva farcela con lui al suo fianco.
Iniziò a spingere con tutte le sue forze.  Sentiva la calda mano di Nick stringere la sua. Sentiva il contare delle infermiere “Uno… due… tre…”. Non credeva di avere mai provato un dolore fisico così intenso. Era come se le si stessero rompendo tutte le ossa dal bacino in giù, ed era ancora sotto l’effetto del gas anestetico. 
-Ok ferma adesso. Vedo la testa. Devi fermarti così posso vedere se è messo bene- la voce del dottor Sherman le giunse come un eco lontano.
Fermarsi? Proprio ora che aveva iniziato a spingere? Dio santo avrebbe dovuto scegliersi un ginecologo donna!
Nick si sporse per vedere, ma se ne pentì subito e sbiancò.
-Non ti azzardare a svenire!- gli sibilò Miley.
-Mils…- Nick prese un fazzoletto e le asciugò il sudore dalla fronte –non ti ho mai amata tanto sai?-
-Ok- il dottor Sherman emise un borbottio e Miley si voltò verso di lui -ultime spinte. Si vede la testa. Ha tanti capelli-.
Un debole vagito irruppe l’aria e Miley urlò un’ultima volta, accasciandosi sul cuscino.
-Congratulazioni!- esclamò allegro il dottor Sherman sollevando in aria un esserino minuscolo, coperto di sangue e muco.
Suo figlio.
Miley si sciolse in un pianto liberatorio e allungò istintivamente le braccia verso il piccolo. Era rosso in volto e piagnucolava piano.
Un’infermiera mise in mano a Nick un paio di forbici .
-Può tagliare il cordone se vuole-.
Tagliare cosa?
Nick era completamente in trance. Tagliò piano il cordone tenendo gli occhi fissi su suo figlio.
-Ve lo lascio per pochi minuti. – li intimò la donna, mentre gli liberava le vie aeree.
Ma Miley non la stava sentendo. Le aveva passato suo figlio. Loro figlio. Il loro miracolo e lei non poteva fare altro che stare in completo silenzio ed ammirarlo.
-Jay ti voglio bene- Miley baciò deliacamente la fronte del piccolo che teneva ancora gli occhi chiusi –è stupendo Nick. Hai visto quanto è bello?-.  
-E’ … è magnifico- una lacrima rigò il volto di Nick.
-E tranquillo- Miley lo osservò meglio: era piccolo, più piccolo di quanto si aspettasse e mingherlino. Aveva il naso di Nick e tanti capelli scuri ma per tutto il resto era figlio suo. Era identico a lei.
-Anche troppo silenzioso- si intromise un’infermiera –fatemi dare una controllata. E’ decisamente troppo pallido-.
Nick avrebbe voluto strapparglielo dalle mani. Gettò una rapida occhiata al dottor Sherman che aggrottò la fronte e posò Gerald sulla bilancia, con fare preoccupato.
Che diavolo stavano facendo? Glie l’avevano praticamente strappato dalle braccia e lui non l’aveva neppure stretto per un secondo!
Dio no ti prego…
Il suo cuore prese ad accelerare mentre sentiva la stretta della mano di Miley sempre più lontano. Tutto quello che voleva sentire era il pianto di suo figlio.
Miley al suo fianco era pietrificata. Aveva il volto bagnato di lacrime, ma questa volta non erano di gioia. Stringeva ancora forte la mano di Nick.
-Ha bisogno di un po’ di ossigeno- si affrettò a spiegare i dottor Sherman mentre usciva velocemente dalla stanza con in braccio Gerald.
Le porte della sala parto si chiusero dietro di loro.
Erano andati.

 

Finalmente pubblico questo capitolo da laureata!!! *___* Ancora non ci credo! In ogni caso, torniamo al capitolo... lo so', mi state odiando adesso. Non perdetevi il seguito per vedere cosa succederà! Ci vediamo sabato prossimo 13 ottobre.
- Fran


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Capitolo 31
*** Right Here ***


“All you have to do is call my name
No matter how close or far away
Ask me once and I'll come, I'll come running”
- “Right Here” Miley Cyrus
 

-Va tutto bene Jay. C’ è papà qui. C’ è papà qui-
Nick sfiorò i piedi rugosi e perfetti di suo figlio attraverso l’oblò dell’incubatrice.
Era terrorizzato. Cercava di non farlo vedere, ma la realtà era che era terrorizzato a morte.
Miley aveva stretto Gerald solo per pochi minuti prima di lasciarlo alle infermiere ed ora l’unico che poteva stare con lui era Nick. Cosa che lo uccideva dato che era spaventato di fargli male anche solo sfiorandolo con una mano.
Non era giusto.
Un attimo prima andava tutto bene, avevano trovato un equilibrio ed un attimo dopo lei infermiere avevano portato via suo figlio. Anche se il dottor Sherman aveva sempre assicurato a tutti che la ipoglicemia di Miley non era affatto un problema circa due settimane prima della nascita di Jay la placenta di Miley aveva smesso di funzionare regolarmente e il piccolo non si era nutrito come avrebbe dovuto.
-Mi dispiace ma la glicemia di vostro figlio è davvero troppo bassa- aveva sentenziato il pediatra quando le infermiere avevano notato il pallore del piccolo subito dopo il parto. Così Gerald era stato ricoverato subito nel reparto di terapia intensiva.
Nick aveva seguito le infermiere e il dottor Sherman lungo tutto il corridoio: solamente pochi metri separavano la sala parto dal reparto di terapia intensiva, ma al ragazzo parve di camminare nel vuoto per chilometri. Non aveva mai provato tanta paura in vita sua. Il dottor Sherman e una delle infermiere avevano dato a Jay dell’ossigeno e il cuore di Nick si era leggermente sollevato quando aveva sentito il primo forte vagito di suo figlio.
Allora non era morto.
Crisi ipoglicemica, così l’avevano chiamata i medici e sia Nick sia Miley sapevano fin troppo bene cosa volava dire. Significava che il loro prezioso miracolo doveva stare collegato ad una flebo, all’ossigeno e dentro un’incubatrice, lontano da loro due. E la cosa li stava uccidendo lentamente.
-Posso prenderlo in braccio?- chiese Nick speranzoso.
-Beh non credo mi spiace- una giovane infermiera gli lanciò uno sguardo sinceramente dispiaciuto mentre controllava la cartella di Jay –suo figlio è qua solo da poche ore e i suoi valori sono molto bassi. Normalmente la glicemia nei neonati dovrebbe essere sopra i 56 mentre quella di…-
-Jay-
- …di Jay è appena 20. Dovrà pazientare un po’-
-Si ma non l’ho ancora preso in braccio ed è nato già da…-
-Signor Jonas mi creda stiamo facendo il possibile per suo figlio-.
Che cavolo voleva dire “stiamo facendo tutto il possibile”? Gerald non era mica un condannato a morte aveva solo i valori un po’ sballati!
-Si ma…-
- Dovrebbe andare da sua moglie-
-Ma non voglio lasciarlo solo-
-E’ qui da sei ore- puntualizzò lei.
Sei ore? Il cuore del ragazzo mancò un battito. Non vedeva Miley da sei ore! Era stato con Jay per tutto il tempo da quando era nato!-
–Inoltre uno dei suoi parenti ha provato a corrompere una delle infermiere con cinquecento dollari per entrare. Forse è il caso che vada a dire alla sua famiglia che, in questo momento, sia suo figlio sia la madre devono riposare e riprendersi-.
Nick sfiorò ancora una volta il piede di Jay. Non era pronto a lasciarlo, neppure per un minuto. Cercò di fissare nella una mente ogni minimo dettaglio di suo figlio: era piccolissimo, più piccolo di quello che erano state Alena e Valentina ed era molto mingherlino. Aveva di certo il suo naso, come avevano già notato tutti dalla sua ecografia, e forse anche le sue labbra; Nick era sorpreso di quanti capelli avesse già suo figlio, ma la testa del piccolo era già coperta da tanti piccoli ricci scuri. Per il resto era la fotocopia di Miley: stessi lineamenti e stessi occhi. Gli sfiorò nuovamente un piede e Gerald, con grande sorpresa di Nick, sembrò avere percepito il suo tocco perché ritrasse il piede. Scattò un paio di foto.
-Torno fra cinque minuti, ok ometto? Non farmi brutti scherzi hai capito?-
 
-Dovresti essere da lui- Miley aveva il volto rigato di lacrime.
Stava piangendo da quando Nicholas aveva messo piede nella stanza d’ospedale.
Tutta quella situazione era troppo assurda per essere vera. Cosa altro voleva da lui Dio? Perché cavolo lo aveva messo in una situazione del genere?
-Mils…- si avvicinò a lei. Gli sembrava così piccola in confronto al resto del mondo. Miley stava rannicchiata su se stessa con le mani strette nel lenzuolo del letto e singhiozzava sommessamente. Nick si sentì orrendamente in colpa. Era Miley quella che aveva il diritto di essere arrabbiata con Dio, con il Destino, con la Natura o chi per essi. Era lei che aveva preso la decisione di tenere il bambino anche se sapeva che sarebbe stato un casino, lei che aveva preso il coraggio a due mani ed era andata da Nick con il test di gravidanza stretto nelle mani tremanti, lei che si era presa cura di Gerald per otto mesi senza mai lamentarsi ne di una nausea ne di un giramento di testa improvviso. E adesso, dopo avere affrontato i dolori del parto per un giorno e mezzo, non poteva neanche stringere il suo bambino.
-Mils…- ripete – i tuoi genitori…-
-Non voglio vedere nessuno. Devono farmi vedere lui prima-.
Nick sospirò e si inginocchiò davanti a lei.
-Mils- tirò fuori l’I – Phone e le mostrò alcune foto di Gerald.
Miley glie lo strappò quasi di mano ma accennò un debole sorriso.
-Cosa ti hanno detto? Dovresti essere lì dentro con lui non con me-
-Miley- Nick la baciò sulla fronte. Non si era lavata nemmeno il sudore di dosso.
-Nicholas cosa ti hanno detto?- negli occhi di Miley c’era un determinazione che solitamente non le apparteneva.
-Mi hanno detto che c’è stato un problema. E’ ipoglicemico Mils, come te e… e… e ecco bisogna solo aspettare che il suo livello di zucchero nel sangue torni normale-
-Aspettare?-
-Si lo so. Mi hanno mandato loro da te. Io… io ero lì con lui e non mi hanno nemmeno permesso di prenderlo in braccio. Tutto quello che potevo fare era sfiorargli un piede!-
-E il dottor Sherman?-
-Il dottor Sherman ha detto le stesse cose delle infermiere. L’ho potuto toccare. Ha ritratto un piede… Dio Miley è straordinario davvero…-.
Si fermò. Era egoista dire quelle cose a Miley. Era egoista perchè sarebbe dovuta essere lei a potere toccare Gerald.
Nick si avvicinò alla compagna, le prese il volto fra le mani e la baciò sulla fronte, appoggiandoci la sua.
-Mils sono un coglione scusa…-.
Il ragazzo poteva distintamente sentire le lacrime di Miley sfiorargli la pelle.
-Grazie. Grazie per avermi reso padre. Non sai quanto mi hai reso fiero di te in quella stanza piccola. E adesso… e adesso io… io… hai chiesto se puoi vederlo? Dio… posso pagare qualcuno ma voglio che tu possa vederlo Mils-.
-Nicky…- Miley asciugò una lacrima di Nick e lo guardò negli occhi -no… va bene. I medici dicono che ho perso troppo sangue e devo stare qui ferma a riposo. Voglio che stai con lui ogni secondo va bene?-
-E’ bello come te…- il ragazzo si asciugò le lacrime –però tu cerca di non sforzarti ok? Chiamo tua madre e tuo padre va bene?-.
Per i successivi dieci minuti Nick e Miley dovettero sottostare ad un fuoco incrociato di domande da parte di loro famigliari e dai loro amici più intimi. Seguirono numerose imprecazioni da parte di Joe e del signor Cyrus rivolti ai medici e all’ospedale.
-Joseph ti prego!- sibilò Denise.
-Mamma che c’è? Non mi hanno nemmeno fatto entrare e li stavo corrompendo con cinquecento dollari!-.
-Tu stai bene bocciolo?- il signor Cyrus appoggiò delicatamente un panno bagnato sulla fronte della figlia.
Miley era sdraiata a letto, una mano stretta attorno a quella di Nick.  
-Sto bene papà davvero-
-No che non stai bene…- borbottò Nick. Fece appoggiare a Miley la testa alla sua spalla.
-Nick…-
-No Smile… devi riposarti. Hai perso tanto sangue e ti hanno fatto una trasfusione, ti devi riprendere-.
-Sto bene- ripetè Miley –voglio solo potere vedere Jay il prima possibile-.
Il dottor Sherman bussò alla porta con aria gioviale.
Nick avrebbe voluto saltargli al collo. Cosa diamine aveva da sorridere?
-Posso disturbarvi ragazzi?-
-Senta come sta mio nipote?- tuonò Billy Ray, sistemandosi in testa il suo capello da cow-boy con fare minaccioso.
-Jay sta bene? Sono ore che aspettiamo…- piagnucolò Denise.
.-Nessuno ci dice niente!- fece notare Kevin.
-Io posso pagarla se me lo fa vedere!- strillò Joe.
Il dottor Sherman si sistemò gli occhiali: sudava quasi. Evidentemente non sia spettava un’imboscata del genere.
-Vostro figlio ha bisogno di stabilizzarsi. I suoi valori sono sotto la norma, molto sotto e deve rimanere in terapia intensiva per almeno altri tre giorni finchè i suoi valori non riprendono un po’ a salire. Lo stiamo monitorando. So’ che per voi è difficile, ma Gerald sta a cuore a tutti noi-.
Non che non lo sa quanto è difficile.
Miley avrebbe voluto urlarli tutti peggiori insulti di questo mondo. Se davvero il dottor Sherman sapeva quanto quella situazione di merda la stava dilaniando, allora avrebbe fatto qualcosa. Allora sarebbe stato al capezzale di suo figlio ogni secondo per farlo migliorare. E invece perdeva tempo a sedare le lamentele dei famigliari. Si era innamorata di suo figlio dal primo momento in cui l’aveva sentito dentro di lei, dalla prima ecografia. Ricordava perfettamente ogni fotogramma del volto perfetto di Gerald e niente e nessuno poteva impedirle di stare accanto a suo figlio quando lui aveva più bisogno di lei. Ricacciò dentro le lacrime e strinse forte la mano di Nick.
-Voglio vederlo-
La sua affermazione non lasciava spazio a repliche di nessun tipo.
-Signora Jonas…-
-No. Sono Cyrus-
-Come prego?-
-Lui è Jonas- Miley indicò Nick – io sono Cyrus-.
Stava usando un tono di voce calmo ma i suoi occhi azzurri erano ridotti a due fessure.
-Non mi importa che ho perso sangue. Voglio vedere mio figlio. Ho il diritto di farlo-
-Beh ma la situazione di suo figlio è critica e…-
-Si ma voglio vederlo-.
-Vogliamo tutti vederlo- asserì Nick guardando Miley con gli occhi pieni di amore ed ammirazione.  
Il dottor Sherman sospirò pesatamente.
-Posso farvi entrare per quindici minuti, non uno di più. E al massimo tre persone per oggi. Gerald non deve essere toccato da troppa gente, ha ancora il sistema immunitario molto debole ed è a rischio di infezioni-.
Nick e Miley si scambiarono uno sguardo d’intesa. Un’infermiera dall’aria gentile aiutò Miley a sistemarsi su una sedia a rotelle e Nick si mise dietro di lei per spingerla. Come avrebbe fatto a decidere chi sarebbe andato con loro?  Non voleva che nessuno dei suoi famigliari si sentisse escluso, ma d’altronde il ragazzo era pienamente consapevole del fatto che se non avesse scelto Billy Ray suo suocero l’avrebbe ucciso. Miley però lo precedette.
-Signora Jonas se vuole può venire con noi-.
Era seria? Voleva che fosse sua mamma a vedere Gerald prima di tutti gli altri?
-Amore sei sicura?- le sussurrò all’orecchio, ma il tocco delicato di Miley fu una risposta più che sufficiente.
-Oh chiamami Denise cara!- tubò Denise con le lacrime agli occhi mentre si infilava la tuta sterile.
 
Miley rimase con il volto impassabile quando vide per la prima volta suo figlio dentro l’incubatrice. Era piccolissimo e magrolino. Non era paffuto come tutti gli altri neonati. E non sorrideva neppure, ma piagnucolava in maniera quasi impercettibile. Il colorito era quasi ceruleo e i capelli erano già tutti disordinati in tanti piccoli ricci.
Denise si portò una mano al cuore.
-Nicky ha i tuoi ricci guarda! E’ bellissimo ragazzi. E’ una benedizione!-.
Ma il figlio non la stava ascoltando. Si era chinato assieme a Miley e non riusciva a staccare gli occhi di dosso da Gerald. Miley stringeva piano una manina del figlio da dentro l’incubatrice.
-E’ nostro amore. Hai visto quanto ti assomiglia?-
-Somiglia anche a te Nicky- grosse lacrime bagnarono il volto di Miley. Tremava dall’emozione.
-Prima ha socchiuso gli occhi sai? Sono del tuo stesso azzurro- Nick baciò la compagna sulla testa ed inspirò il suo profumo.
Avrebbe voluto congelare il tempo per stare sempre lì con loro.
-I medici hanno detto che è stabile Mils. Non ti angosciare- la voce di Nick tremò. Voleva rassicurarla in tutti i modi, ma come poteva? Lui stesso era terrorizzato.
Miley strinse forte la sua mano mentre con l’altra sfiorava Gerald. Era semplicemente perfetto sotto ogni punto di vista. Ed era già un lottatore. Non si era mai immaginata così la nascita di suo figlio.
-Mi dispiace ragazzi-.
La voce di Denise fece voltare entrambi. La donna era sempre stata di lato in silenzio durante quei dieci minuti. Solo allora Nick sia accorse che sua madre stava piangendo. Intendeva davvero sprecare quei quindici preziosi minuti?
-Mamma…-
-No. Sono stata… ecco… avevo i miei dubbi su di voi, sulla vostra relazione. Ma mio nipote è un miracolo e voi sieste stupendi assieme. Io… io e tuo padre avremmo voluto supportati di più Nicholas ma…-.
-Mamma non serve… papà ha il cancro e… avevate altro a cui pensare. Davvero, va bene così-
-No. Io… Dio avrei dovuto non stressarvi, non stressarti così tanto Miley. Potrete mai perdonarci?-
-Mamma non abbiamo niente da perdonarti- Nick la strinse a sè. Singhiozzava sommessamente.
La donna li stinse in un lungo abbraccio.
-E buon anniversario ragazzi!- tubò la donna mentre si asciugava le lacrime.
Anniversario?
Solo allora Nick realizzò che era l’undici giugno! Diavolo la sua donna le aveva praticamente regalato un figlio e lui si era completamente scordato che era il giorno del loro anniversario! In qualche modo doveva rimediare.
-Mamma- sussurrò all’orecchio di Denise –puoi accompagnare te Mils in stanza? Io devo fare una cosa prima…-.
 
 -Sorpresa!-.
Miley non riusciva a credere ai suoi occhi. La sua stanza d’ospedale era irriconoscibile: era sommersa di mazzi di rose rosse, un cartellone con la scritta “Felice anniversario Nick e Miley” era appeso malamente al soffitto.
-L’ho fatto io!- strillò Alena venendo incontro alla ragazza con un sorriso a trenata due denti.
-Cosa?-
Miley era frastornata.
-Tu ne sapevi niente?- chiese, quasi con tono accusatorio, rivolto alla amdre.
-Beh amore è il vostro anniversario dopotutto-  ripose Tish.
Una lampadina si accese nella mente della bionda. Il loro anniversario! Suo figlio era nato l’undici giugno!
-Onestamente siamo stati pessimi- ammise Nick chinandosi per baciarla –lo so che abbiamo altro nella testa in questo momento ma…-
-Ma con tutto quello che è successo oggi –si intromise Dani – c’eravamo scordati, poi Nick è tornato dalla terapia intensiva e allora ci siamo attrezzati-.
-Attrezzati? Avete comprato un roseto per caso?- rise Miley.
-Beh sono solamente undici mazzi di rose rosse. Uno per ogni anno- spiegò Nick.
-Nicky siamo stati assieme si e no per due anni e mezzo-
-Beh ma ci conosciamo da undici- .
Per la prima volta dopo ore Miley sorrise. Era enormemente grata a Nick. Era grata a Nick e alle loro famiglie che avevano travolto quella anonima stanza d’ospedale e l’avevano fatta diventare una meraviglia solo per lei, solo per strapparle un sorriso.
Lei e Nick si scambiarono un lungo sguardo d’intesa. Lui le fece l’occhiolino.
-Beh… forse è meglio che vi lasciamo soli belli- disse Joe con fin troppo entusiasmo –offro il caffè a tutti vi va?-.
 Miley aspettò che tutti fossero usciti prima di alzarsi e dirigersi ad abbracciare Nick.
-Che fai? Sei pazza?- Nick la sollevò in aria e la depositò gentilmente sul letto –devi…-
-Nicholas Jerry Jonas se mi dici ancora una volta che devo riposare chiamerò nostro figlio Kyson-.
Nick ingoiò la saliva. Non era sicuro che Miley stesse scherzando.
La ragazza esplose in una risata fragorosa e il cuore di Nick si fece più leggero nel vederla ridere.
-Oh Nick- Miley gli appoggiò una mano sul petto e lo attrasse a se baciandolo –non puoi credermi dai…-.
Il ragazzo sorrise lievemente.
Era dannatamente strano per entrambi celebrare qualcosa di così speciale ed intimo quando il loro prezioso figlio era bloccato nel reparto di terapia intensiva.
-Fra dieci minuti chiedo se possiamo vederlo nuovamente ok piccola?-
-Mmmm- Miley appoggiò la sua fronte a quella di Nick. Voleva sentirlo vicino.
-Mi puoi abbracciare per favore?-
-Certo piccola. Tutto quello che vuoi-.
Miley chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sui battiti del cuore di Nick. L’aveva sempre calmata, ma evidentemente entrambi quel giorno avevano vissuto troppe emozioni. Anche il battito del ragazzo era accelerato.
-Ti amo Nicky-
-Ti amo anche io Smile. E Jay starà bene vedrai-
Nick si schiarì la voce tentando di essere convincente, ma la verità era che non sapeva cosa pensare. Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo quando sua madre l’aveva portato d’urgenza al pronto soccorso, quando gli avevano diagnosticato il diabete. Si sentiva totalmente inadeguato, avrebbe dovuto essere lui a garantire a suo figlio protezione. E invece non poteva fare altro che aspettare.
 

Ciao ragazzi! Scusate per il ritardo, ma ieri ero alla mia festa di laurea. :) Mancano solamente 2 capitoli alla fine. Grazie di cuore a chi ha sempre seguito la ff, adoro scivere sui miei Niley. A sabato prossimo.
- Fran

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Capitolo 32
*** Home ***


“No more running
I'm good knowing
That I belong
(Happy to call this)
Home”
-“Home” Nick Jonas
 
Miley non riusciva a credere di avercela fatta.
Non aveva mai creduto all’amore per sempre ne che i principi azzurri restassero per sempre al fianco delle principesse. Non aveva mai creduto a quei vecchi saggi che amavano  la vita anche se stavano morendo, al fatto che l’amore rende sopportabile qualsiasi tipo di dolore.
Non ci aveva mai creduto, fino a quel momento. Quella mattina il dottor Sherman aveva finalmente acconsentito loro di fare uscire Gerald dall’incubatrice. Il suo livello di zuccheri nel sangue si era finalmente ripristinato e se la giornata sarebbe passata senza ulteriori complicazioni, l’indomani avrebbe potuto fintamente portare il piccolo a casa. Miley era totalmente convinta che suo figlio fosse il bambino più bello dell’universo, ma fino a quando non aveva potuto stringerlo fra le braccia, non si era mai resa veramente conto di quanto Jay fosse perfetto e di quanto le fosse mancato poterlo stringere durante la sua prima settimana di vita.
Non riusciva a staccargli letteralmente gli occhi di dosso. Era così meravigliosamente perfetto che lei e Nicholas erano rimasti incantati a guardarlo per ore. Aveva due guancie paffute, il naso a patata, occhi di un azzurro chiarissimo e tanti capelli neri e ricci.
Miley non riusciva a credere a tutti i segni e le coincidenze legati alla nascita di suo figlio.
Gerald era nato l’11 giugno 2017 alle ore 4:00 del mattino.
11 giugno: il giorno del loro anniversario, il giorno del loro primo incontro.
2017: certamente Jay aveva fretta di nascere, di mostrare alla sua mamma e al suo papà che, in fondo, anche dopo undici anni esatti dal loro primo incontro, erano destinati ad amarsi. Ancora e ancora.
4:00 del mattino: pochi giorni dopo essersi messi assieme Nick e Miley avevano passato un’intera nottata a parlarsi al telefono, fino alle quattro del mattino.
Jay pesava 2 chili e 300 grammi, era lungo 43 centimetri ed era nato al Lenox Hill Hospital di New York, seguendo la volontà paterna.  
-Vi amo fino alla luna e ritorno lo sapete?- Nick le sorrise. Era il sorriso più ampio che avesse mai fatto. Sorrideva dal momento esatto nel quale le infermiere gli aveva concesso di tenere Jay in camera con loro.
Miley arrossì stringendo il piccolo a se. Non voleva separarsene. Aveva permesso solo a Nicholas di toccarlo e suo figlio era già nato da una settimana. Ma separarsi da lui fisicamente, anche per pochi secondi, la faceva stare male. Lo aveva desiderato così tanto che considerava sprecati i ventiquattro anni che aveva vissuto senza di lui.
-Smettila Nicky-
-Ma è vero-
-Lo so che è vero. Ma continui a ripeterlo da quanto è nato Jay e di fronte a qualsiasi essere vivente che entri in questa stanza. E’ imbarazzante che pure la donna delle pulizie sappia quando sei ossessionato da noi. Ti considererà un maniaco-
-Ma lo sono. Sono pazzo di voi Smile. E poi ero serio-
-Riguardo a cosa?-
-Al discorso della luna. L’ho letto su internet. Lo sapevi che il cuore ogni giorno produce tanta energia per guidare fino alla luna e ritorno? Sono circa 32.4000 chilometri. Quindi quando vi dico che vi amo fino alla luna e ritorno significa che vi amo con tutto il sangue che il mio cuore pompa e pomperà per tutta la mia vita. Perché questo è quanto vi amo: più della mia stessa vita e credimi, non me ne andrò mai più. Farò di tutto per renderti fiera di me e sarò per Gerald il miglior padre possibile -.
Miley lo baciò nuovamente.
Era straordinario, forse un po’ troppo apprensivo, ma straordinario.
-Vuoi prenderlo in braccio Nicky?- chiese la ragazza.
Nick annuì e prese in braccio il neonato meglio che potè. Miley sorrise, ci avrebbero ben presto fatto l’abitudine.
-Ciao piccolo- sussurrò Nick all’orecchio di suo figlio, aveva paura di stringerlo troppo era così fragile ed indifeso -sai hai le dita lunghe Jay? Sono delle dita da pianista. Papà ti insegnerà a suonarlo un giorno-.
Miley sbadigliò, cosa che non sfuggì a Nick.
-Dovresti riposare- le suggerì lui, incapace però di distogliere lo sguardo da suo figlio. Ora che lo teneva lui in braccio non voleva lasciarlo a nessun’altro.
-Riposare…- Miley si tirò su, cercando di sembrare sveglia. Aveva dormito poco quella notte tanto era stata forte l’emozione di potere finalmente avere suo figlio accanto; a non voleva addormentarsi. Non voleva farlo perché si sarebbe persa Nick e Jay assieme. Ed era straordinario vederli assieme. Anche se le sembrava ancora strano che il padre di suo figlio fosse Nick Jonas.
Avrebbero voluto rimanere così in silenzio per ore, solamente fermi a contemplare il loro piccolo miracolo; ma presto vennero interrotti da un incessante e crescente vociferare fuori dalla porta.
-Ehi possiamo entrare ragazzi?- Tish fece capolino dalla porta, sorridendo radiosa.
Nick e Miley ebbero appena il tempo di guardarsi che presto tutte e due le loro famiglie al gran completo riempirono la stanza e si strinsero attorno a Jay per vederlo meglio. 
-E’ tutto suo zio!- gorgogliò felice Joe –guardatelo è identico a me!-
-A me non sembra scusa- borbottò Frankie che stava reggendo la videocamera.
-Che importa? Guardatelo!- Denise aveva le lacrime agli occhi mentre sottraeva il nipotino dalle braccia di Nick –guardate quanto è bello! E poi ha i ricci! –.
Nick sbuffò, ma la madre e tutti presenti lo ignorarono.
-Mamma…-
-Si Nicholas… si. Lasciami tenere in braccio mio nipote! Cielo non potevate farlo più bello. E’ una benedizione!-.
-Oh si. E’ proprio un Jonas. I ricci sono un marchio di garanzia- aggiunse Kevin Senior.
-Veramente è la copia di Miley- si intromise Billy Ray –hanno gli stessi occhi e lo stesso sorriso-
-Non ha ancora sorriso. E’ super serio, come il suo papà- sorrise Miley.
Tutti i presenti scoppiarono a ridere e Nick arrossì. 
-Zio Nicky! Posso prenderlo in braccio?- Alena tirò con forza la mano dello zio per reclamare attenzione.
-Certo piccola- sorrise lui –se riesci a sottrarlo alla nonna si volentieri-.
-Oh tieni cara- Denise appoggiò delicatamente Gerald fra le braccia della cuginetta- ricordati solamente di tenergli bene la testa ok?-.
Alena strinse Jay goffamente a se.
-Ti piace Jay piccola?- Kevin mise Valentina accanto  a loro e sorrise nel vedere la scena.
-Si!- squittì Alena.
Un “awwww” generale riempì la stanza.
Erano troppo adorabili assieme. Nick era davvero convinto di non meritarli, di non mentire ne suo figlio ne le sue due nipotine per quanto erano straordinari.  
-Hai fatto un capolavoro, veramente amore. Non so come è successo, ma ci siamo riusciti- baciò Miley sulla fronte –adesso dovresti veramente riposarti però-.
-Si Nick ha ragione cara- asserì Tish –non dormi praticamente da giorni-
-Nick deve stare zitto- rise Miley –sono stanca ma sto benissimo e non voglio dormire quando anche Jay è sveglio-
-Beh ma ci siamo noi cara...-
-Ok beh posso prendere il mio figlioccio in braccio?- sbuffò Joe –dovremmo metterci in coda, ma io ho la precedenza!-.
Sophie nascose una risata, ma sottrasse gentilmente il piccolo ad Alena e lo diede a Joe.
-Contento adesso Joseph?-.
-Molto grazie. Quanto sei carino! Zio Joey ti racconterà tante storie divertenti sui tuoi genitori-.
Nick lo guardò storto ma non disse nulla. Nonostante fosse un pazzo adorava suo fratello.
 
Miley aprì lentamente gli occhi e la luce del sole la accecò. Sbattè un paio di volte le palpebre e mise a fuoco la camera dell’ospedale. Era vuota e silenziosa rispetto a poche ore prima: le decorazioni e i palloncini che nell’ultima settimana parenti ed amici avevano portato per Gerald erano stati riposti in uno scatolone, le valigie erano state fatte e sistemate vicino alla porta e non c’era traccia ne dei Jonas ne dei Cyrus.
-Buongiorno bellissima!- Nick era seduto sulla poltrona accanto al letto, con Jay stretto al petto e, in volto, il sorriso più grande del mondo.
Miley lo guardò confusa, ma Nick la precedette.
-Sono riuscito a mandare via tutti-  rispose con uno sguardo furbo –non sai quanto ho dovuto lottare con i nostri genitori, ma sono tutti a casa di Kev e Dani per ora. Le piccole li terranno impegnati almeno per mezza giornata. E i bagagli sono già fatti. Fra due ore dovremmo tornare a casa Mils-.
Nick le fece l’occhiolino, si alzò e la baciò sulla fronte. Era più bella di prima adesso che era diventata la madre di suo figlio. Non credeva di averla amato così tanto come in quel momento.
Jay prese a singhiozzare e Miley lo sottrasse dalle braccia del ragazzo.
-Shhh va tutto bene Jay- gli baciò la punta del nasino e gli sfiorò i capelli. I ricci di suo figlio avevano su di lei lo stesso effetto che avevano quelli di suo padre: Miley li adorava alla follia. Jay si calmò subito non appena Miley gli offrì il seno. L’allattamento stava risultando difficile per via della nascita prematura, ma Miley si fidava di suo figlio.
-E’ un mammone- Nick mise su il suo famoso broncio –preferisce stare con te, me lo sento-.
-Nicky non dire cavolate- Miley rise di gusto  ma dentro di sé urlava di gioia –non è mica colpa mia se ha preso da te. Tu sei un mammone di prima categoria!-.
Il riccio preferì non ribattere e si sedette sul bordo del letto: avrebbe potuto trascorrere giorni ad osservare Miley e Gerald.
-Credi… credi che saremo bravi con lui?- Miley baciò delicatamente i soffici ricci del figlio.
Nick strinse a se una manina di Gerald solo per avere un pezzo di lui fra le braccia. Lui e Miley avevano praticamente passato il giorno prima a litigarselo e Nick non voleva cedere così facilmente. Tuttavia la domande della ragazza aveva un po’ turbato la magia di quei primi momenti tutti e tre assieme: aggrottò la fronte. Quella domanda l’aveva sorpreso. Di solito era lui quello paranoico fra i due, era lui che doveva sempre essere rassicurato, era lui quello che aveva avuto più dubbi sulla loro relazione e sulla paternità.
-Che intendi dire?-
-E’ così piccolo e fragile- Miley sfiorò i capelli del figlio, che si rannicchiò sul suo petto – Nicky ti giuro che io lo amo più della mia stessa vita e voglio dagli tutto. Dovremmo essere dei buoni genitori ok? Dovremmo sgridarlo quando tornerà a casa da scuola dopo avere preso un brutto voto o quando vorrà a tutti i costi avere ragione lui.  E dovremmo farlo sentire amato ogni secondo della sua vita-.
Nick sorrise. Adorava rassicurarla.
-Amore, Jay ha solo otto giorni-
-Sono seria Nicholas-
-Beh certo che gli daremo una buona educazione. La stessa che i nostri genitori ci hanno dato. Lo prometto, lo sgrideremo. Però dovrà sicuramente amare Elvis e Stevie. Dovrà amarli per forza-.
La ragazza scosse la testa, divertita. Era il solito Nick.
-Nick!-
-Che vuoi? Probabilmente tuo padre lo tormenterà con la musica country! Toccherà a me fargli amare la vera musica!-
- Sei peggio di mio padre!-
-Che ha fatto tuo padre scusa?-
-Oh ha comprato delle ridicole cuffie per neonati. Come se gli permettessimo di metterle nelle orecchie di Jay..-.
Risero entrambi e anche il piccolo emise un gorgoglio soddisfatto.
-Dovremmo fare un comunicato secondo te?-
-Un comunicato?- Nick storse il naso –adesso?-.
-Si, adesso. Nicky, Jay ha già una settimana-
-Volevi dire solo… Jay ha solo una settimana e non voglio che la gente sappia di lui-.
Miley sospirò: Nick era davvero testardo come un mulo a volte. Sapeva che era dannatamente riservato, molto più di lei, ma davvero non capiva tutta quella sua fobia dei media.
-Voglio proteggerlo- asserì Nick.
-Credi che io non voglia?- Miley tenne un tono di voce basso, non era arrabbiata solo non riusciva a capire.
-Jay… Gerald è la cosa più meravigliosa che io abbia mai fatto- Nick baciò la testa del figlioletto –e…-.
-Nick, papà mi ha detto che i paparazzi assediano l’ospedale da giorni. Sanno già che siamo qua e non ci metteranno molto a sapere che Jay è nato. Perciò voglio avere il controllo, voglio che siamo noi a dare la notizia. Non qualche cavolo di rivista-. 
Nick piegò la testa di lato: stava riflettendo, era chiaro. Il discorso di Miley aveva senso nella sua testa, ma al ragazzo faceva male pensare a tutte le difficoltà che suo figlio avrebbe dovuto affrontare crescendo. Avrebbe dovuto imparare in fretta a giustificarsi e a scappare ai fotografi solamente perchè era figlio loro.
-Va bene- sussurrò –prendo il cellulare…-.
Nick si sedette sul letto accanto alla sua famiglia e premette il tasto dell’autoscatto: Miley teneva Gerald stretto a sé, Nick era accanto a loro e con un dito stringeva la manina di Jay. Il piccolo teneva gli occhi socchiusi ed era silenzioso.
Il ragazzo si schiarì la voce ed digitò il comunicato sui suoi profili social ufficiali, voleva scegliere con estrema cura ed attenzione le parole da usare: “Io e Miley siamo fieri di annunciare la nascita del nostro primogenito, il nostro piccolo miracolo, Gerald Ray Jonas. Jay è entrato in questo mondo alle ore 4:00 del mattino di domenica 11 giugno 2017, arricchendo di un nuovo, speciale significato il giorno del nostro anniversario. Pesa 2 chili e 300 grammi ed è lungo 43 centimetri. E’ uguale alla sua meravigliosa madre. Miley mi ha reso incredibilmente fiero di lei in questi giorni. Non potrei chiedere di meglio. Mi sento benedetto in così tanti modi che ho perso il conto. Dio è grande e misericordioso per avermi dato il mio prezioso figlio. Grazie per gli auguri. Jay è perfetto ed è già immensamente amato”.
-Può andare?-
-Direi proprio di sì- Miley aveva gli occhi lucidi dalla commozione, baciò Nick sulle labbra –ti amo-
-Ti amo anche io piccola-.
Nick premette invio e sospirò: era terrorizzato ed eccitato dal fatto che suo figlio stava ufficialmente entrato nella grande macchina hollywoodiana. Come sempre Miley aveva ragione: il ragazzo era contento di essere stato lui la persona che aveva potuto introdurre Jay al mondo, non qualche rivista scandalistica.
-Oh Jay tu hai due nomi importanti sai?- Miley guardò il figlio dritto negli occhi: sembrava che l’ascoltasse –porti i nomi di due persone meravigliose che avrebbero fatto di tutto per vederti-.
Miley tirò su con il naso percepì la calda mano di Nick stringerla a sé.
Erano tutte e due persi nei ricordi dei loro magnifici nonni.
-Non riesco a credere che ai già qui?- sussurrò Nick –cavoli, mi sembra ieri che sei entrata a casa mia con quel dannato test e io…-
-E tu ti sei comportato da…-
-Da idiota lo so’..- il riccio fece una smorfia, scuotendo la testa come per cancellare quel orrendo ricordo.
Era davvero passato così poco tempo? Non riusciva a capacitarsene.


Appuntamento imperdibile a sabato prossimo con l'ultimo capitolo.
- Fran

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Capitolo 33
*** Epilogo:Turn Right (15 mesi dopo) ***


So turn right

Into my arms

Turn right

You won't be alone

You might fall off this track sometimes

Hope to see you on the finish line”

- “Turn Right” Jonas Brothers

 

Nicholas premette invio e congelò nella memoria del suo I-Phone quell’immagine perfetta: sua moglie e suo figlio abbracciati e ancora nel mondo dei sogni. Tecnicamente Miley non era ancora sua moglie, ma Jay li aveva legati in maniera così indissolubile che il matrimonio pareva ad entrambi una scelta così superflua che poteva aspettare.

Era una splendida mattina e il sole illuminava già la stanza donando ai volti ancora addormentati una luce immensa. Nick poteva stare fermo a guardarli per ore: li amava con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima. Lui e Miley si erano impegnati in quell’ultimo anno, ma ora Gerald aveva compiuto da poco quindici mesi e diventava ogni giorno più bello. Nick era sicuro che con quei ricci scuri alla Jonas e gli occhi dello stesso azzurro cielo della madre, probabilmente suo figlio avrebbe fatto strage di cuori in futuro. Ma non era certo il caso di preoccuparsene adesso. Adesso voleva solamente godersi quei semplici, preziosi, attimi di tranquillità. Dopotutto era il giorno del suo ventiseiesimo compleanno. Due anni fa non aveva nemmeno incontrato Miley e adesso aveva un figlio con lei! Nick non riusciva ancora a credere che la sua vita si fosse trasformata in maniera così radicale in quei soli pochi mesi. Ma, come ormai amava ripetere anche suo padre, era destino che lui e Miley si incontrassero nuovamente ed era destino che si ritrovassero incastrati in una situazione più grande di loro. Il piccolo Jay che dormiva stretto fra di loro ne era la prova vivente. E Nick ringraziava Dio ogni giorno per avergli dato un dono così prezioso.

-La metti su Instagram?-.

Nick non si era nemmeno accorto che Miley fosse sveglia. Lei lo fissava con i suoi grandi occhi azzurri, ancora assonati, i capelli scompigliati. La amava per quanto fosse perfetta. Lasciò che si girasse fra le sue braccia e le sorrise.

-Ma figurati! Nemmeno morto! Così avrei una folla di uomini che commenterebbe in maniera inappropriata quanto sei sexy con indosso solo una maglietta!-.

Miley sorrise: adorava quando Nick era geloso. Lo bacio sulle labbra, lentamente e fece sfiorare i loro nasi.

-Si, ma questa è la tua maglietta Mr. Jonas e entrambi sappiamo perché ho indosso solo questa- .

Il ragazzo sorrise.

-Ehi è il mio compleanno dopotutto-

-Si… buon compleanno amore-

Lo baciò nuovamente, gettandoli le braccia al collo.

-Il piccolo dorme ancora?-

-Si- Miley sfiorò delicatamente i ricci del figlio e inspirò il suo profumo. Era stupendo.

Nicholas avrebbe voluto prendersi la mattinata libera e stare nel letto con la sua famiglia, ma il suo sguardo si spostò sulla sveglia che segnava inesorabilmente le nove e mezza.

Sbuffò.

-Siamo in ritardo!- gli fece notare Miley.

-Non siamo in ritardo. E’ Joe quello che è sempre in ritardo-

-Tua madre avrà un altro motivo per farmi la predica…-

-Smettila lo sai che ti adora- Nick la attirò a se: era incapace di staccarle gli occhi di dosso. Dio, era talmente bella.

-Dille che siamo in ritardo perché stiamo cercando di darle un altro nipotino. Impazzirà di gioia-

-Cielo non voglio mentirle! Sicuramente avrà un consiglio anche per quello!-

-Papà! Mamma!- la vocina di Jay fece voltare entrambi.

-Buongiorno amore- Miley baciò il figlio su entrambe le guancie –vuoi dure buon compleanno a papà?-

-Compleanno!- squittì Gerald buttandosi addosso a Nick.

Nick si mise il figlio sul petto e sorrise ampiamente. Il suo cuore poteva scoppiare dalla gioia. Suo figlio lo rendeva così fiero.

-Grazie bello, papà ti ama tanto lo sai?-.

Il piccolo battè le manine felice e si rannicchiò sul petto del padre.

 

Nicholas avrebbe voluto una festa tranquilla in famiglia, ma sapeva benissimo che non avrebbe avuto nessuna speranza di ottenerla. La sua famiglia non era mai tranquilla e con il matrimonio di Joe e Sophie alle porte sembrava che tutti avessero voglia di ridere e scherzare più del solito.

Quando lui e Miley arrivarono a casa di Joe e Sophie, dove si sarebbe tenuta la festa di compleanno dato che era l’unica casa abbastanza grande per ospitare tutti, i signori Jonas non li degnarono nemmeno di uno sguardo. Erano troppo impegnati a sottrarli di mano Jay e a ricoprirlo di baci e moine.

-Mamma.. puoi anche dire…-

-Oh Nicholas!- Denise alzò gli occhi al Cielo e strinse il terzogenito in un affettuoso abbraccio –lo so’… auguri tesoro! Stavo solo salutando il mio nipotino lo vedo così poco che…-

-Non lo vedi poco. Lo vedi almeno una volta al mese e chiami sempre per sapere come sta-.

Sua madre non lo stava minimamente ascoltando. Era circondata da Jay, Alena e Valentina. Ora il ragazzo capiva perfettamente perché Kevin era geloso quando lui passava sempre del tempo esclusivo con Alena e Valentina.

-Ehi fratellino- Kevin invece l’abbracciò stretto e Nick ricambiò con una pacca sulla spalla –non riesco a credere che hai ventisei anni!-

-Già… beh nemmeno io-

-Sai la prima cosa che ho detto quando ti ho visto è stata “Mi assomiglia!”.Ero così contento che assomigliassi a me e non a Joseph!-

-Ah già divertente!- Joe emerse dalla cucina –sono scappato da Sophie e da mamma che stanno già scegliendo il tema della location. Insomma ci sposiamo fra tre mesi! Abbiamo tempo! Sembra che si sia trasformata in spozzila! La amo da morire davvero, ma a volte mi spaventa con tutta questa ossessione da matrimonio-.

-Non è vero!-la voce di uno dei fratelli di Sophie li giunse come un eco lontano.

Nick non aveva ideato di quanta gente fosse stata invitata alla sua festa di compleanno.

-Si Will e James sono qui. E anche i genitori di Sophie. Spero non ti spiaccia, ma non potevo non invitarli dato che fra poco saranno parte della famiglia-.

Nick scrollò le spalle.

-Anche i Cyrus saranno qui e anche i genitori e i fratelli di Dani quindi va bene. E’ un bel po’ di gente per una semplice festa di compleanno-.

-Beh lo sai come è fatta mamma. Ogni occasione è buon per riunire tutti-.

 

-Ehi a che pensi? Sei stato silenzioso- le piccole mano di Miley si intrecciarono in quella di Nick.

Il riccio sospirò.

-Niente. A noi-

-A noi?- un piccolo sorriso si formò sul volto della ragazza.

-Si a noi e a tutto quello che abbiamo. Siamo fortunati-

Lo sguardo di Nick si perse sul giardino di casa Jonas. Kevin e Joe stavano saltando sul trampolino con Alena mentre Valentina e Jay trotterellavano sul prato e venivano rincorsi da Elvis e Porky. Era assurdo che fino a due anni fa prendeva in giro suo fratello per come avesse persone la testa per le sue figlie. E ora? Ora lui avrebbe fatto salti mortali per Gerald. Si era preso un anno sabatico per stare con lui e con Miley, per dedicarsi solo a loro e adesso era da poco rientrato nell’ingranaggio di Hollywood. Presto sarebbe partito il suo tour nelle arene e nei teatri e dovere stare lontano dalla sua famiglia lo uccideva.

-Mi mancherete da morire il mese prossimo in Europa- gli occhi color cioccolato di Nick si soffermarono su Miley per pochi secondi, ma era un tempo più che sufficiente per fare intravedere alla giovane donna che c’era un velo di nostalgia in quello sguardo. Era come se Nick si stesse scusando già per la sua assenza.

Il cuore di Miley fece una capriola all’indietro e una famigliare sensazione di calore invase il suo corpo. Si alzò dalla sedia e si sedette in braccio a Nick, mettendogli le braccia dietro il collo e baciandolo teneramente sulle labbra.

-Beh io e Jay ti verremo a trovare amore. Non ti preoccupare-

-Sicura di farcela? Non voglio lasciarti solo con il bambino e il lavoro-.

Miley scrollò le spalle.

-Guarda quanto è piena questa casa! Credi che nessuno di loro si offrirà di tenere Jay quando dovrò stare in studio per qualche ora?-.

Nick sbuffò: non voleva scomodare i suoi parenti, anche se aveva il sospetto che sua madre avrebbe fatto carte false per avere Gerald qualche ora solo per se.

-Ragazzi! Dai tutti dentro! E’ pronta la torta!- la voce di Denise pose fine alla conversazione.

 

Persino l’enorme casa di Joe e Sophie sembrava piccola quando tutti gli invitati arrivarono. Non c’erano solamente l’intera famiglia Jonas, la famiglia Deleasa e la famiglia Turner; ma anche Big Rob, Maya e Coach K, , John Taylor con la moglie, i DNCE, Ryan con tutta la sua famiglia, Garbo e Paris, Big Rob, Demi, Chord Overstreet, Phil e un altro paio di persone della Safe House Records.

-Miley… Mils…- Nick baciò il collo della ragazza e appoggiò le mai sul suo ventre.

Miley rise mentre finiva di mettere le candeline sulle torte.

-Quanta diavolo di gente c’è in questa casa? Avevo detto…

-Lo so Nicky… avevi detto che ventisei non era un numero così importante da festeggiare. Ma non potevo non invitare tutti, ti vuole bene tanta gente-.

-Si?-

-Si Nick!-.

Miley si girò e gli fece l’occhiolino –e adesso fila dritto in cucina. Devi spegnere le candeline!-.

Kevin Sr. si schiarì la voce.

-Siamo davvero fieri di te, lo siamo davvero-.

Nick prese un respiro profondo e soffiò forte, stringendo Jay a sé.

-Cosa ha desiderato Nicky?- gli sussurrò Miley all’orecchio.

Il ragazzo le rivolse uno sguardo adorante.

Cosa altro poteva desiderare?Nulla.

Aveva semplicemente chiesto a Dio di fare durare quella felicità per più tempo possibile.
 

FINE.

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