La regola dell'amante

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Problemi adolescenziali ***
Capitolo 2: *** Il carattere di Justin ***
Capitolo 3: *** Non saper resistere ***
Capitolo 4: *** A letto con il nemico ***
Capitolo 5: *** Il calore di chi ti vuole veramente bene ***



Capitolo 1
*** Problemi adolescenziali ***


Hanna Baker si trovava dinanzi la scuola fissando le centinaia di ragazzi che stavano per cominciare un’altra giornata ricca di studi e di pensieri.
Sembrava che la loro vita non avesse nessun problema.
Ma non per lei.
Dopo che i suoi genitori avevano divorziato, Hannah si era chiusa in sé stessa.
Non voleva parlare con nessuno.
Ma la sua situazione insostenibile non poteva rimanere all’oscuro per sempre.
«Hannah…»
Clay, uno dei suoi compagni di scuola, la stava fissando con sguardo pieno di commozione e di sincerità.
«Come stai?»
«Come dovrei stare?»
«Sei stata assente da scuola da quasi una settimana… Nessuno riusciva a sapere che fine hai fatto.»
«Meglio così, no? Sai bene che non mi piace essere al centro dell’attenzione.»
«Già. Siamo in due.»
La loro conversazione fu interrotta fin dall’inizio del suono della campanella.
«Sarà meglio che andiamo in classe. La lezione sta per iniziare.»
«Da quando in qua ti interessa andare a scuola?»
«Da questo momento» replicò seccata la ragazza.
«Perché non vuoi parlare con me? Che cosa ti ho fatto?»
«Non è che non voglio parlare con te… Non voglio parlare con nessuno. Voglio essere lasciata in pace. È così difficile rimanere sola in completa solitudine?»
«La solitudine non fa altro che avvelenarti l’anima.»
«Bella frase. Sei diventato poeta?»
«Sono solo un ragazzo che ultimamente sta impiegando più del suo tempo nella lettura.»
«E perché non continui senza che tu possa disturbarmi ogni volta che sto per entrare da scuola?»
«Perché mi piace molto parlare con te.»
Hannah si stava piano piano spazientendo nel parlare con il suo compagno Clay.
Sembrava quasi che il ragazzo volesse farla innervosire.
«Perché non saltiamo la prima ora e rimaniamo fuori in giardino?»
«Non è una buona idea. Ho già perso fin troppe lezioni.»
«Alla prima ora abbiamo educazione fisica e guarda caso il professore è assente per malattia.»
«Questo non vuol dire che io debba rimanere a perdere del tempo con te.»
«Va bene, vai pure. E scusami tanto.»
Ma prima che Hannh potesse entrare a scuola, uno dei giocatori di basket più famosi della scuola, si avvicinò a Clay squadrandolo malamente.
«Jensen, La devi smettere di dare fastidio ad Hannah.»
«Fatti gli affari tuoi, Justin.»
Per farsi rispettare, Justin diede uno spintone al ragazzo facendolo cadere a terra.
«Che cosa credi di dimostrare? Vuoi farti grande dinanzi ad Hannah? Fai pure. Tanto non ho nessuno interesse per lei» mentì il ragazzo.
«Allora perché sei rimasto tutto il tempo a parlare qui fuori con lei?»
«Perché mi andava di farlo… Da quando in qua devo rendere conto delle mie cose ad uno come te?»
«Da questo momento.»
«Adesso smettetela! Tutti e due!»
«Hannah…»
«Finiscila, Justin.»
«Adoro quando sei così focosa» fece Justin avvicinandosi a lei con modo sensuale.
«Che cosa credi di fare?»
«Non lo vedi? Voglio provarci con te.»
Presa da un moto di collera, Hannah mollò una ginocchiata ai testicoli al povero ragazzo che ci stava provando con lei.
«Ma come cazzo ti sei permessa?!»
«Lasciami in pace. Non te lo dirò una seconda volta.»
Senza controbattere alle parole della ragazza, Justin la guardò entrare a scuola con quella sua aria malinconica e rabbiosa che la contraddistingueva.
«Vedrai quando si spargerà la voce che le hai prese di santa ragione» fece Clay mettendosi a ridere sotto i baffi.
«Fai come ti pare. Ma nessuno ti crederà. Sei peggio di una nullità, Jensen.»
«Questo lo vedremo» ribatté Clay entrando anche lui a scuola.
 
 
Hannah aveva passato la prima ora di scuola rimanendo a guardare le notizie su facebook.
«Adesso non mi saluti più?» domandò Hannah con il suo solito tono serio.
«Scusami, non ti avevo visto.»
«Non occorre che tu mi menti. Lo so anch’io che non siamo più amiche.»
«Questo non è vero…»
«Prima mi rubi Alex e poi lo lasci impunemente senza una valida ragione. Mi credi così stupida?»
«Non sapevo che tu e Alex avevate un rapporto ben oltre l’amicizia.»
«Jessica, quando la finirai di prendermi in giro?»
Scocciata dalla sua presenza, Hannah lasciò il corridoio che dava dinanzi alla sua classe.
«Scappare da me non ti servirà a niente, Hannah.»
«Che cosa?»
«Mettiamo una pietra sopra il nostro passato burrascoso. È la cosa migliore da fare.»
Ma la giovane ragazza non rispose, limitandosi a lasciarla sola in mezzo al corridoio.
«Alla fine vuoi metterti tutti contro, giusto?»
«Fatti gli affari tuoi, Clay.»
«No. Io voglio aiutarti. Ma non me ne vuoi dare l’occasione.»
«Io non voglio essere aiutata da nessuno! Ho solo bisogno di essere lasciata in pace!»
«Non ti lascerà nessuno in pace. E tu lo sai bene… Ormai ti hanno preso di mira, Hannah.»
Ma sembrava che alla ragazza non gli importasse, facendo finta di nulla della situazione che si andava piano piano creando.
«Adesso dove te ne vai?»
«Me ne ritorno a casa. Non ho più voglia di rimanere in questo posto di merda.»
«Hannah, aspetta…»
Ma la giovane Baker non rispose, andandosene da scuola come se niente fosse.
«Clay, che cosa facciamo con lei?»
«Non dobbiamo fare nulla… a parte proteggerla da eventuali malintenzionati.»
«Ti stai riferendo a Bryce e Justin?»
«I bulli della scuola.»
«Zitto! Vuoi che ti sentano?»
«Non me ne importa niente. Loro non mi fanno paura.»
«Adesso smettila di fare il coraggioso, Clay. Non ti si addice proprio.»
«Per ora finiamola qui, Jessica. Andiamo in classe.»
˲
 
Hannah tornò a casa con gli occhi gonfi a causa delle lacrime che gli stavano rigando il viso.
IL caso volle che quel giorno, sua madre era rientrata prima a casa per una visita di una lontana parente.
«Ciao, Hannah. Come mai sei già a casa?»
«Non mi sentivo tanto bene.»
Ma la signora Baker aveva notato che sua figlia stava mentendo.
«Hai bisogno di qualcosa, tesoro?»
«No. Vado a riposarmi in camera mia.»
Insospettita da quello che stava accadendo a sua figlia, la signora Baker la seguì fino in camera.
«Hannah, davvero non vuoi dirmi che cosa ti sta succedendo?»
«Non mi sta succedendo niente, mamma! Non insistere!» gridò spazientita la ragazza.
«Tesoro, lo sai che puoi parlarmi di tutto. Oltre che essere tua madre, io sono anche la tua migliore amica.»
«Fantastico. Mia madre una mia amica…»
«Hannah, devi capire che non puoi fidarti dei tuoi amici. Loro non aspetteranno altro che farsi beffe di te e farti soffrire… Cosa che molto probabilmente stanno già facendo…»
«E tu cosa ne vuoi sapere?»
«Ti conosco, Hannah. E non credere che io non sappi niente di te…»
«Mi stai forse spiando?»
«Spiando no… Ma sono venuta a scuola qualche giorno fa’. Avevo bisogno di parlare con il preside.»
«Che cosa vi siete detti?»
«Hai bisogno di essere controllata… E il preside ha accettato.»
«Mamma, ho diciassette anni! Non credi che sono troppo grande per essere controllata?»
«Allora cerca di aiutarmi e di non remarmi contro! Lo sai che non posso vederti soffrire. Pensi che non abbia notato quando ritorno a casa la tua sofferenza che alberga dentro di te? pensi che io non mi sia mai accorta le volte che ti richiudi in camera a piangere?»
Nel sentire quelle parole, Hannah non poté più trattenersi.
«Dammi retta, Hannah. È la cosa migliore.»
Senza dire niente, la giovane Baker si gettò nelle braccia di sua madre, cercando tutto il conforto di cui gli mancava.
«Ho notato anche il tuo amico Clay che non fa altro che starti dietro…»
«Mamma, lui non è mio amico.»
«E allora come lo consideri? Come un nemico?»
«Certo che no… È solo che…»
«Lui ti piace, non è vero?»
«Sì. È l’unico ragazzo che riesco a sopportare.»
«Ma tu non riesci a confessarglielo, non è vero?»
«Ho paura che il mio cuore non possa più sopportare una disperazione del genere…»
«Perché non provi a parlarci amichevolmente? Sono sicuro che dopo ti sentiresti meglio.»
Dopo essersi asciugata le lacrime, Hannah lasciò la presa di sua madre ritrovando quel sorriso che aveva perso.
«Adoro vederti sorridere, sai?»
«Grazie mille, mamma. Per tutto quello che stai facendo per me.»
«Non devi ringraziarmi… Cerca di fidarti più di me. Io non ti tradirò mai.»
«Va bene. Farò come dici tu.»

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Capitolo 2
*** Il carattere di Justin ***


Il giorno dopo a scuola sembrava tutto diverso per Hannah Baker.
Credeva fermamente che non gli sarebbe andato niente storto.
Ma non poteva immaginarsi quale brutto incontro avrebbe fatto da lì a poco.
Una volta entrata in bagno per sistemarsi i capelli, stava sentendo degli strepiti venire da lì vicino.
Incuriosita, controllò tutte le porte del bagno, e una volta arrivata in fondo, da sotto la porta vide Jennifer  e Justin fare sesso in bagno.
«Ma che cazzo…»
Anche se aveva fatto il più piano possibile, Hannah non poté far nulla per venire scoperta.
«Ti sei goduta lo spettacolo, Baker?» tuonò il ragazzo «Adesso spii le coppie che fanno sesso in bagno?»
«Il bagno non è un bel posto per fare questo tipo di cose.»
«E tu che cosa ne vuoi sapere se non hai fatto mai sesso?»
«Tu che cazzo ne vuoi sapere della mia vita!» tuonò la ragazza.
«Justin, adesso smettila.»
«Non ci pensare neanche. Quella stronzetta non può avermi spiato!»
«Invece l'ho fatto... E poi quella stronzetta come mi hai appena definito tu, il giorno prima veniva corteggiata proprio dal tuo nuovo fidanzato, sai?»
Jennifer rimase allibita dalle parole della sua amica.
«È vero quello che sta dicendo, Justin?»
«E anche se fosse? Io e te non stavamo nemmeno insieme ieri mattina!»
«Quindi non è neanche ventiquattr'ore che state insieme e già fate sesso in bagno? Davvero un gran record, non c'è che dire.»
«Vattene da qui, Hannah. Mi hai stufato.»
Con le lacrime che gli stavano sgorgando sul viso, Jennifer scappò da quella scena per essere lasciata sola.
«Si può sapere che cosa vuoi dalla mia vita, Hannah?!»
«Niente in particolare... A parte darti fastidio come tu davi fastidio a me.»
«Non sai contro chi ti stai mettendo contro.»
«È una minaccia? Perchè se è così, non ho paura.»
«Brutta stronza che non sei altro...»
«Che sta succedendo qui?!» tuonò Clay.
«Vattene da qui, Jensen.  È una questione tra me e la Baker.»
«Hannah, stava per darti uno schiaffo?»
«No. Sono sicuro che non l'avrebbe mai fatto se non voleva finire in guai molto seri.»
«Già... Sennò chi ti avrebbe salvato? Il custode delle cause perse Clay Jensen?»
«Io non ho bisogno di essere salvata da nessuno.»
«Ah giusto... Sei sola come un cane. E rimarrai per sempre così.»
Spazientita dalle parole di Justin, Hannah gli mollò un ceffone che non avrebbe dimenticato tanto presto.
«Me la pagherai, Hannah Baker. Parola mia» disse infine Justin uscendo dal bagno con la rabbia che non gli smetteva di circolargli nelle vene.
«Sei sicura che vada tutto bene, Hannah?»
Una volta rimasti soli, la giovane Baker non poté che trattenersi dal ridere.
«Perchè adesso stai ridendo?»
«Non avrei mai creduto che rovinare i piani di Justin mi avrebbe fatto così piacere.»
«Adesso però dovremmo stare attento a lui...»
«Non mi fa nessuna paura, Clay. La situazione è sotto controllo.»
«Spero che tu abbia ragione... Adesso verrai in classe? Oppure te ne andrai come ieri?»
«No. Oggi mi sento molto meglio. Andiamo.»
Una volta che Hannah entrò in classe con Clay, i suoi compagni di scuola non facevano altro che fissarla.
Soprattutto Bryce e Alex che non smettevano di guardarla con sguardo torvo.
«Volete per caso una mia foto?» domandò irritata la ragazza.
«Certo che no» rispose Bryce.
«Allora giratevi dall'altra parte. Non sopporto la gente che mi fissa.»
«Perchè no? Credevo che ti piaceva stare sotto i riflettori» replicò Bryce prendendola in giro.
«Non quanto te visto che fai di tutto per farlo...»
«Che cosa intendi dire?»
«Bryce, credi che ci siamo scordati quando hai tentato di picchiare quel ragazzino del primo anno davanti a tutta la scuola?»
«Si meritava una lezione. Stava facendo il filo alla mia ragazza... Ma poi è arrivato il preside e ha rovinato tutto.»
«Già... Un vero peccato...»
Dopo aver distolto lo sguardo da uno dei ragazzi più odiosi della sua classe e del liceo in generale, Hannah si avvicinò a Jennifer ancora tremendamente scossa per il suo rapporto con Justin.
«Jennifer, non devi piangere. Quel ragazzo non si merita le sue lacrime.»
«Ti prego, lasciami in pace.»
Senza insistere ulteriormente per paura di peggiorare ancora di più la faccenda, Hannah si concentrò sulla lezione che era appena iniziata.
 
 
Una volta uscita da scuola, Hannah non poté evitare gli occhi indagatori di Justin che la stavano irritando ulteriormente.
«Mi dispiace per te e Jessica.»
«Ah sì? Ti dispiace? Quando la smetterai di fare la coraggiosa e deciderai di stare al tuo posto?»
«Io rimango sempre al mio posto... È solo che quando sono andata in bagno vi ho visti fare sesso. Tutto qui.»
«E io dovrei crederti?»
«Fai come vuoi. A me non cambia niente.»
«Hannah Baker, ti rendi conto che ti stai mettendo in un giro di cui ti pentirai amaramente?»
«Io non voglio mettermi in nessun giro. Voglio solo essere lasciata in pace.»
«Solo se tu lascerai in pace me.»
«Tranquillo, lo farò... Ci vediamo domani» disse infine la ragazza prima di incamminarsi verso la strada di casa.
 
 
Dopo aver finito i compiti, Hannah si preparava ad andare a letto.
«Ciao tesoro» fece sua madre entrando nella stanza.
«Ciao mamma.»
«Non ti ho sentita entrare. Oggi com'è andata?»
«Molto bene. I miei compagni non mi hanno dato fastidio.»
«Sono contenta... Ho notato che stasera non ti sei fatta niente da mangiare. Vuoi che ti prepari qualcosa?»
«No, grazie. Sono molto stanca e voglio andare a letto.»
«D'accordo, ti lascio riposare. Se c'è qualcosa chiamami, ok? Buonanotte.»
«Buonanotte, mamma.»
Ma appena sua madre lasciò la stanza Hannah si era dimenticata di mettere il silenzioso sul suo cellulare, venendo disturbata dal suono di un messaggio.
"Ho bisogno di parlarti. Ti sto aspettando qui fuori."
Il destinatario del messaggio non era altro che Justin Foley.
Guardando fuori dalla finestra, Hannah poté notare Justin intento a fissare la finestra della sua camera.
«Hannah, scusami se ti disturbo, ma c'è un ragazzo fuori dal portico che desidererebbe parlare con te.»
«Tranquilla, mamma. Lo mando via immediatamente.»
Facendosi coraggio, Hannah si precipitò verso di lui con il cuore che gli batteva a mille.
«Che cosa ci fai qui a quest'ora?»
«Sono solo le undici di sera, Hannah. Non pensavo che ti avrei trovata a letto.»
«Domattina abbiamo scuola. Te ne sei dimenticato?»
«Certo che no. Come potrei dimenticarmi di una cosa del genere ben sapendo che ti incontrerò un'altra volta?»
«E questo ti da' fastidio?»
«Certo che no. La tua rabbia certe volte è davvero irritante oltre che divertente.»
«Da come ti ho visto stamattina, non direi che eri molto divertito.»
«Jennifer è una stupenda ragazza, ma non ci tengo come tengo a te.»
«Che cosa?»
«Hannah, perchè non mettiamo la parte le nostre divergenze e ci mettiamo insieme?»
«Non ci pensare nemmeno.»
«Potrei cambiare se io volessi... Non ti darei mai più fastidio.»
«Non ci riusciresti mai. È una cosa più forte di te.»
«So che sono un vero stronzo, ma se voglio posso essere gentile.»
«Sarei proprio curiosa di vedere come faresti...»
«Dammi un'altra possibilità. Ti prego...»
Hannah intravedeva che negli occhi di Justin c'era un pizzico di verità.
ma in quel momento non si sarebbe mai sognata di mettersi con Justin facendo soffrire la sua amica Jennifer.
«Buonanotte, Justin. È meglio che adesso tu te ne torni a casa.»
«Io non ti piaccio, non è vero? Preferisci Clay a me?»
«Clay è solo un amico per me. Nient'altro.»
«Perchè mi riesce difficile crederti?»
«Se mi credi oppure no, non m'interessa...»
«Ti prometto che non ti darò mai più fastidio.»
«Tu puoi darmi fastidio quanto vuoi, Justin... Ma io non cambierò mai opinione su di te.»
Nel sentire quelle prole, Justin decise di non rispondere, limitandosi a riprendere la sua bicicletta e tornarsene nel suo quartiere con la coda tra le gambe.
"Justin che vorrebbe mettersi con me... È davvero incredibile... E poi per cosa? per far soffrire Jennifer? Anche se non siamo amiche come prima, non potrei fargli una cosa del genere... In questo momento sto pensando che una delle regole più importanti dell'amante è fare soffrire colei che ama impunemente, senza vergognarsi dei suoi metodi... Ma io non voglio essere così. Devo resistere ai suoi vili trabocchetti."
«Hannah, che cosa ci fa ancora fuori? È molto freddo.»
«Stavo rientrando, mamma.»
«Va tutto bene con quel ragazzo?»
«Sì. Adesso non mi darà più fastidio.»
"Quanto vorrei che fosse davvero così."

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Capitolo 3
*** Non saper resistere ***


Una volta entrata in classe, nessuno la fissava malamente come avrebbe creduto.
Anzi, tutti i suoi compagni di scuola erano impegnati a fare tutt'altro che guardare la ragazza più odiata del liceo.
«Buongiorno, Hannah» fece Clay mettendosi accanto a lei.
«Ciao, Clay.»
«Oggi come ti senti?»
«Sono stanchissima. Stanotte non sono riuscita a dormire come volevo.»
«Mi dispiace. Troppi pensieri?»
"Ma perchè ne sto parlando con lui?"
«Sì. Più che altro riguardano le materie che dovremmo fare oggi.»
«Non abbiamo nessuna verifica o nessun compito in particolare...»
«Però sono lo stesso nervosa!»
«Scusa. Non volevo farti arrabbiare.»
«No, scusami tu. È che non riesco a stare mai tranquilla...»
«Adesso chi è che ti disturba?»
nel sentire la domanda di Clay, lo sguardo di Hannah si andò a posare verso Justin, che la stava guardando con occhi pieni di piacere.
"Justin Foley, tu non ti arrendi mai..."
«Se sei una ragazza intelligente come io credo, penso che tu abbia capito che Justin non vede l'ora di portarti a letto.»
«Sei forse geloso?» domandò Hannah con sorrisetto compiaciuto.
«Certo che no! Sei libera di metterti con chi vuoi.»
«Non posso nasconderti che Sono attratta da Justin, ma non credo che mi getterò molto facilmente tra le sue braccia.»
«Però potrebbe essere una possibilità...»
Ma Hannah non rispose, limitandosi a seguire la lezione e a girarsi numerose volte verso Justin che non smetteva di guardarla.
 
 
Una volta finita la lezione, Hannah si riversò nel corridoio per riporre i suoi libri nel suo armadietto.
«Quante foto mi avrai fatto durante la lezione di storia?» domandò la ragazza mentre vide passargli Justin vicino.
«Ho molte altre cose da fare, sai?»
«Davvero? Mi dispiace ma non mi hai dato questa sensazione.»
«Solo perchè ti ho guardata un paio di volte, non vuol dire che sei al centro delle mie attenzioni.»
«E Jessica? A lei non pensi?»
«La relazione tra me e Jessica non è affar tuo.»
«Lei è mia amica. Ti consiglio di non farla soffrire, altrimenti...»
«Cosa mi fai? Mi prendi a schiaffi? Andiamo Hannah, chi vuoi prendere in giro? Pensi che Jessica non mi abbia detto che tu e lei non siete più amiche?»
«Ti ha detto così?»
«Rassegnati, Hannah Baker. Sei rimasta sola... Anzi no, hai il tuo angelo custode delle cause perse Clay Jensen.»
«Lascialo in pace, capito?»
«Sicuro. Non ho tempo da perdere con uno sfigato come lui» fece Justin mentre era pronto per rientrare in classe.
«A che gioco stai giocando, Justin?»
«A nessun gioco, Hannah...»
«Dimmi che cosa vuoi da me... Vuoi baciarmi e subito dopo scoparmi in bagno? Ho bisogno di saperlo.»
«Non fare la stupida» rispose il ragazzo mettendosi a ridere «È vero, sei molto carina... Però non so se io e te...»
«Hai paura di rovinarti la reputazione con me, giusto? Pensate tutti che io sia una sfigata come Clay? Sapete che cosa c'è? Fate quello che volete. Ma voi non mi conoscete affatto» disse infine Hannah con il nervosismo che si riversava nelle sue vene.
 
 
Mentre uscirono da scuola per un'altra giornata spesa a non imparare quasi niente, Clay raggiunse Hannah che stava tornando a casa a piedi.
«Sai Clay, sei l'unico che non mi ha ancora voltato le spalle.»
«Sei mia amica, Hannah. Non lo farei mai.»
«Solo un'amica? Oppure...»
Ma Clay, imbarazzato come non mai, decise di distogliere lo sguardo da lei sviando il discorso.
«Allora? Sei pronta per la verifica di domani?»
«Della verifica non m'interessa niente... Ho bisogno di sapere se tu tieni a me più di un'amica.»
Clay, dopo l'insistenza continua di Hannah, decise di rimanere in silenzio per tutto il tragitto, senza nemmeno accorgersi di essere arrivato dinanzi la casa di Hannah.
«Non mi vorrai lasciare così...»
«Hannah, da quando ci siamo incontrati e parlati la prima volta, ti ho sempre visto come una mia cara amica. E non ci sarà niente che potrà cambiare questa situazione.»
Nel sentire quella parola, Hannah non disse nulla.
«Spero di non averti ferito in nessun modo, Hannah.»
«No, certo che no. Mi ha fatto piacere la tua sincerità... Adesso devo andare. Ci vediamo domani.»
«A domani» disse infine Clay allontanandosi dal portico senza riuscire ad aver compreso i reali sentimenti della sua amica.
 
 
Appena Clay fu abbastanza lontano, Hannah entrò in casa solo per posare il suo zaino e prendere le chiavi dell'auto dei suoi genitori.
Fino all'ultimo era stata indecisa se andarci oppure no, ma alla fine aveva ceduto.
Aveva bisogno di essere compresa in un altro modo.
Aveva bisogno di sfogarsi come non aveva mai fatto con nessun.
E l'unica persona disponibile era proprio Justin.
«Hannah! Che cosa ci fai qui?» domandò Justin visibilmente sorpreso.
«Vuoi davvero metterti con me e portarmi a letto?»
«Io veramente...»
«Sei un grandissimo pezzo di merda se cambierai idea... A meno che tu non ti importi veramente di Jessica. Cosa che ne dubito.»
«Visto che me lo dici così...»
Preso da un moto irrefrenabile, Justin attirò a sé Hannah per baciarla con una passione che non aveva mai espresso prima.
Sembrava che fosse l'inizio di un vero amore.
Ma lui era sempre fidanzato con Jessica, e sembrava non avere nessuna intenzione di troncare la loro storia fatta di problemi e litigi.
< Justin, hai davvero intenzione di restare con me? >
< Solo per questo giorno. Poi chissà… >
Ma ad Hannah non gli interessava niente.
Voleva solo godersi quegli attimi con il ragazzo più bello e odiato della scuola.
 
 
Appena riaprì gli occhi, vide che il cielo si era fatto più oscuro.
Nel vedere l’ora, la giovane Baker notò che erano le sette passate.
“Oh no!”
Con rapidità fulminante, recuperò le sue scarpe e i suoi vestiti.
Ma prima di uscire dalla camera del suo amante, notò che stava dormendo come un angioletto.
“Ci vediamo domattina, Justin. Dormi bene.”
Dopo essere uscita di casa di Justin, essersi rivestita e senza essere vista da nessuno, Hannah cominciò a correre per ritornare a casa.
“Forse riesco ad arrivare prima dei miei genitori.”
Ma una volta arrivata nel suo salotto, vide che non era così.
< Dove sei stata, Hannah? >
< Io? A studiare con Clay. >
< Ah davvero? Peccato che ho chiamato sua madre e mi ha detto che Clay era solo. >
A quel punto, la povera ragazza divenne pallida in viso.
< Oh, scusami. Volevo dire che ero da una mia amica. >
< Quale amica? >
< Mamma, per caso mi stai facendo il terzo grado? >
< E anche se fosse? >
< Anche se fosse? Mamma, ti rendi conto che ho diciassette anni? So benissimo badare a me stessa. >
< Sei stata a letto con lui, vero? Con quel Justin. >
< Adesso ti metti pure a spiarmi?! Questo è troppo! >
< Ti ho vista per caso uscire dalla sua casa. Non ti stavo spiando. >
< Certo, come no. Raccontalo a qualcun altro. >
Furibonda, Hannah si rinchiuse in camera sua ad ascoltare la musica, mentre sua madre non faceva altro che bussare alla sua porta per parlargli.
< Olivia, sarebbe meglio lasciarla in pace > fece suo marito.
< Non se ne parla nemmeno! Mia figlia non è più vergine ed io esigo che me ne parli. >
< Sicuramente non la convincerai se continuerai a bussare come una pazza… Non l’hai ancora capito che nostra figlia ha bisogno dei suoi spazi? >
< Ma io sono sua madre… >
< Ed io suo padre. Mi vedi per caso qualche volta che do fastidio ad Hannah facendomi raccontare i suoi problemi adolescenziali? Assolutamente no. >
< Perché tu non sei mai a casa! >
< Anche se sarei a casa solo la metà del tempo che ho a disposizione, le lascerei vivere la sua vita in santa pace. Ed è quello che dovresti imparare a fare tu, Olivia. >
Alla fine, la Signora Baker acconsentì alla richiesta del marito.
< Andiamo a cena. Se Hannah avrà fame, vedrai che ci raggiungerà. >
 
 
La mattina dopo, Hannah uscì di casa all’alba prima che i suoi genitori si svegliassero.
Non aveva nessuna voglia di parlare con loro, soprattutto con la curiosa e insistente di sua madre.
Essendo uscita molto presto, ebbe pure il tempo di passare dinanzi casa di Clay.
Ma non si rendeva conto che avrebbe peggiorato solo la situazione.
< Ieri sera tua madre ha chiamato la mia… Sembrava disperata. Ma dov’eri finita? >
< A casa di una mia amica… Mi scuso per mia madre. Quando non mi vede rientrare in casa, tende sempre ad esagerare. >
< Ti dava per scomparsa! >

Nel guardarla più a fondo, Clay notò che c’era qualcosa di diverso in Hannah.
< Perché hai gli occhi lucidi? >
< Non lo so. Forse mi sono svegliata da poco. >
< E non è tutto. Stai pure sorridendo. Che cosa ti è successo ieri sera? >
Dopo aver tirato un sospiro profondo, Hannah cominciò a raccontargli del pomeriggio d’amore passato con Justin.
< Non mi sarei mai aspettata che sarebbe stato così bello. E per di più Justin è stato molto dolce con me. >
Nel sentire quelle parole, Clay decise di rimanere zitto e immobile.
< Che cosa ti succede, Clay? >
< Stavo pensando se mi ero scordato un libro di scuola che dovevo portare proprio oggi… >
< Ma mi stavi ascoltando? >
< Certo. Mi stavi raccontando di come Justin ti spingeva con tanto amore. >
< Non è carino da come l’hai detto. >
< Andiamo Hannah, perché l’hai fatto? Fino a due giorni fa’ ti disturbava la sua presenza, e adesso mi vieni a dire che hai fatto l’amore con lui e per di più ti è piaciuto? Se non ti conoscessi abbastanza, direi che hai dei seri sbalzi d’umore. >
< Forse hai ragione tu… Ma non posso permettermi di rimanere vergine a vita. >
< Ma nessuna ti ha detto di rimanere vergine a vita! È solo che secondo me Justin non è il tuo ragazzo ideale… >
< E secondo te chi sarebbe il mio ragazzo ideale? >
Ma Clay non rispose, limitandosi a dare un colpo di tosse.
< Non dirmi che saresti tu… >
< Non ho detto questo. >
< Ma lo stavi pensando! Dimmi la verità. >
< Non posso nascondere che tu mi piaccia… >
Sentendo quelle poche parole, Hannah non riuscì a trattenere una risata.
< Che cosa c’è da ridere? >
< Clay, non mi starai dicendo che ti stai innamorando di me spero… >
< E anche se fosse? >
< Ascoltami bene: io e te siamo soltanto amici. Mi dispiacerebbe rovinarla con queste cazzate. >
< I miei sentimenti non sono cazzate! Sono puri e sinceri! > ribatté Clay arrabbiato < Ma vedo che tu non riesci a capirli. >
Sentendosi offeso, Clay cambiò strada per non rimanere un secondo in più con la sua amica Hannah.
< Clay, dove stai andando? >
< A scuola. E ci andrò da solo. >
< Scusami. Non volevo dire quelle parole. >
Ma Clay non l’ascoltò, mettendosi le cuffie nelle orecchie e raggiungendo la scuola con la rabbia che gli fremeva in viso.
 
 
Giunta a scuola, Hannah si dovette imbattere con la sua amica Jessica.
< Ciao Jessica. >
< Ciao Jessica? Hai pure il coraggio di salutarmi dopo quello che mi hai fatto?! >
< A cosa ti stai riferendo? >
< Adesso fai pure la finta tonta? Che cosa pensavi? Che non avrei mai scoperto che tu hai scopato il mio ragazzo?! > gridò la ragazza facendosi sentire da gran parte della scuola.
< Abbassa la voce, ti prego. >
< Non ci pensare neanche! Tutti devono sapere che razza di troia meschina sei! Non ti vergogni a farmi soffrire? >
< Io veramente… >
< Aveva ragione Bryce… Dovevo stare molto attenta a te… Non ti azzardare mai più a rivolgermi la parola, altrimenti, ti farò pentire di essere nata. Mi hai capito?! >
Rimanendo visibilmente allibita per quello che gli era accaduto, Hannah si riversò nel bagno delle ragazza chiudendosi dentro a piangere.
In quel momento avrebbe volentieri voluto l’aiuto di una persona che l’avrebbe capita appieno.
Che l’avrebbe potuta consolare.
Ma dopo quest’ultimo fatto, si sentiva sola come non mai.

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Capitolo 4
*** A letto con il nemico ***


Uscita dal bagno, Hannah credeva che ad attenderla ci fossero le amiche di Jessica intente a fargliela pagare.
Ma fortunatamente per lei, non fu così.
Adesso doveva farsi forza di andare in classe e affrontare le lezioni di giornata con la sua ormai ex amica.
Mentre stava per rientrare in classe, Hannah s’imbatté con Justin.
< Hannah… >
< Lasciami in pace, Justin. Devo tornare in classe. >
< Che cosa ti è successo? >
< Niente di grave. Non preoccuparti. >
< E’ stata Jessica a ridurti così, non è vero? >
Senza riuscire a trovare le parole adatte, Hannah si limitò a rispondere con un cenno della testa.
< Mi dispiace. Avrei dovuto impedirlo. >
< No. Me lo sono meritato. >
< Dovevo chiudere il rapporto tra me e lei ieri sera… Ma mi dispiaceva troppo. Sai quanto io e lei siamo legati… Distruggere quello che abbiamo costruito in pochi minuti è molto doloroso. Mi capisci, vero? >
< Certo… >
< Adesso vorrai sapere chi scelgo tra te e lei, giusto? >

< Hai ragione. Senti, che ne dici se questa sera ti fermi a dormire da me? Ho la casa libera e non mi va di rimanere solo con un cane. >
< D’accordo. Verrò volentieri. >
< Splendido. Mi raggiungi alle nove? >
< Alle nove è perfetto. >
< Adesso però fatti forza, ok? Non vorrei mica farti vedere dai tuoi compagni con gli occhi gonfi e lucidi, spero. >
< Sì, hai ragione > replicò Hannah asciugandoseli e ritrovando il sorriso.
< Bene. Adesso sì che riconosco la mia Hannah… Ci vediamo stasera. >
< A stasera, Justin. >
 
 
Le lezioni di quella mattina non furono così pesanti e terribili come Hannah poteva prevedere,
Anche se era in classe con Jessica, la ragazza non gli aveva degnato di uno sguardo.
Ma la cosa che gli aveva dato più fastidio, era che anche Clay non gli aveva più rivolto la parola da quella mattina.
L’occasiono per chiarire la faccenda gli capitò appena Clay stava per prendere il pullman della scuola.
< Clay? >
Nel sentire il suo nome, il ragazzo si girò forzatamente.
< Che ne dici se andiamo a casa insieme? >
< Non mi sembra una buona idea. E poi Justin potrebbe non essere d’accordo. >
< Justin non è qui. E poi non mi vieterebbe mai di tornarmene a casa con il mio migliore amico. >
< Addirittura adesso sarei diventato il tuo migliore amico? >
< Lo sei sempre, stato, Clay… Allora? Vuoi farmi compagnia o vuoi che vada da sola. >
Sentendosi anche un po’ in colpa per come si era comportato stamattina, Clay accettò la richiesta di Hannah con un sorriso.
< Mi dispiace per come mi sono comportato stamattina. >
< Non ti preoccupare. Ormai è acqua passata… Ma dovrai fartene una ragione se io e Justin stiamo insieme. >
< Per esempio potresti non parlarmene. >
< Scusa. >
< Ahahah non ti preoccupare. Mi piace quando mi racconti le cose. >
< Sai Clay? Mi sarebbe dispiaciuto aver perso un amico come te. >
< Tu non mi perderai mai, Hannah. Lo sai che io ci sarò sempre per te. >
< E’ molto gentile da parte tua > replicò la ragazza sorridendogli.
Nel vedere come la guardava, il cuore di Clay mancò un battito.
In quel momento avrebbe voluto gettarsi tra le sue braccia per assaporare tutto il suo calore.
Ma purtroppo credeva anche che non ci sarebbe mai stato il lieto fine per lui, anche se fosse rimasto sempre con lei risolvendole tutti i problemi e le avversità che le attanagliavano.
< Ho visto come stamattina Jessica ti sbraitava contro… >
< Purtroppo non ha tutti i torti. >
< Diciamo che potrebbe avere tutte le ragioni. >
< Ma Justin non la ama più. Se ne deve fare una ragione. >
< E tu ne sei estremamente certa che sia così? >
< Sì. Io e lui… >
Ma Hannah si bloccò di colpo, ripensando a quel discorso di Justin.
< Hannah, a cosa stai pensando? >
< A niente d’importante. >
< Secondo me dovresti parlarci chiaramente prima che la situazione diventi insostenibile tra te e lei. >
< E come dovrei fare? Non vuole nemmeno vedermi. >
< Tu provaci una seconda volta… Se vedi che è ancora profondamente arrabbiata con te, allora dovrai metterti l’anima in pace. Ma se vorrà parlarti, tu dovrai dirgli le cose come stanno. >
< Ma così si arrabbierà di più! Secondo me tocca a Justin intervenire… >
< A lui non gli importa niente di questa situazione. Anzi, ha fatto di tutto per mettervi contro. >
< Non è vero. Secondo me ti stai sbagliando. >
Per evitare di litigare ulteriormente e mettere la loro amicizia in discussione, Clay interruppe la loro conversazione.
< Stasera che cosa fai?>
< Stasera? Ecco io… >
< Magari potresti venire a casa mia per vedere un film. >
Ma Hannah non rispose, limitandosi a distogliere lo sguardo.
< Guarda che puoi confessarmi benissimo se stasera sei da lui. >
< Scusa. Ma mi hai appena detto che non ne volevi sentire più parlare. >
< E’ vero. Però ogni tanto non mi da così fastidio. >
< Allora sei un controsenso! >
< Divertiti con lui stasera… E se avrai bisogno di me, non esitare a chiamarmi ok? >
< Va bene. Grazie ancora di tutto, Clay > replicò Hannah abbracciandolo.
< Grazie a te. Ci vediamo domani > rispose Clay visibilmente arrossito per aver sentito il suo tocco.
 
 
Quella sera Hannah si sentiva più euforica che mai.
Avrebbe passato la notte con Justin.
Solo lui e lei senza pensare a tutti i problemi che si andavano a creare.
< Eccomi qui > fece appena Justin gli aprì la porta < Le nove in punto.  >
< Sei stata davvero brava a non farmi aspettare… Vieni, accomodati pure. >
Entrando nel suo salotto, Hannah poté sentire quel calore e quel conforto che la casa del suo ragazzo poteva trasmettergli.
< Allora? Che cosa preferisci fare? >
< Dimmelo tu. Sei tu il padrone di casa. >
< E tu sei l’ospite… Vuoi guardare qualcosa alla tv oppure ce ne andiamo diretti in camera mia? >
< Sono venuta qui per rimanere in intimità con te, Justin> gli sussurrò all’orecchio con tono sensuale.
< Bene. E’ quello che volevo sentirti dire. >
Una volta presa per mano e gettata sul suo letto, Justin non perse tempo nel baciarla e nel coccolarla.
< Adesso chiudi gli occhi, d’accordo? >
< Che cosa vuoi farmi? > domandò Hannah in preda all’eccitazione.
< Non te lo dico. È un segreto. >
< Vuoi tenermi sulle spine tutta la sera? >
< Forse sì… Adesso però fai quello che ti ho detto. >
Una volta ubbidito alla richiesta del suo ragazzo, Hannah cercò di sbirciare quello che stava facendo.
< Che cosa fai? Vuoi essere punita per la tua furbizia? > replicò Justin prendendola sullo scherzo.
< Scusa. È che non sto più nella pelle. >
< E’ solo questione di un attimo e vedrai… >
Mentre stava aspettando con eccitazione i suoi tocchi, Hannah ripensò alla conversazione che aveva avuto con Clay.
“Spero tanto di non essermi sbagliata con lui… Io lo vedo solo come un amico, mentre lui è pazzamente innamorato di me… Non vorrei continuare a farlo soffrire.”
< Eccomi qua. Adesso sono pronto per te. >
Senza perdere ulteriormente tempo, Justin cominciò a spogliare Hannah e a massaggiargli il clitoride, facendogli provare un ebbrezza erotica che non aveva mai assaggiato prima.
< Posso riaprire gli occhi? > domandò ansimante.
< Sì. Aprili. >
Con grande sorpresa, vide Justin intento ad entrare dentro di lei.
< Stai tranquilla. Non ti farò del male. >
< Sono solo un po’ agitata… >
< Non devi esserlo… Ti ricordi che cosa mi hai detto ieri sera? Che ti sentivi protetta da me. >
< E lo sono ancora. >
< Allora goditi questi tocchi. >
Inizialmente, Justin cominciò con il muoversi dentro di lei molto lentamente, per poi andare più veloce facendogli sentire quel dolore sopportabile.
Hannah non avrebbe mai dimenticato quei tocchi e quella voglia di fare l’amore.
< Hannah, sto per venire. >
Con uno scatto repentino, Justin uscì dentro di lei facendogli provare un bruciore insopportabile ed esplodere in un orgasmo incontrollato.
Justin cadde sul suo letto stremato e senza forze, mentre Hannah chiuse gli occhi per non dimenticare le scene di poco fa’.
 
 
Era completamente sola in mezzo a quel mucchio di gente che non facevano altro che fissarla.
Se fosse stato per lei, sarebbe scappata.
ma non aveva nessun luogo sicuro in cui nascondersi.
Solo Justin era la sua salvezza.
Almeno era quello che lei pensava.
“Justin, finalmente sei qui” fece la ragazza con tono raggiante.
Ma Justin, completamente insensibile al suo tocco, la spinse per terra malamente.
“Stai lontana da me, puttana. Non voglio più vederti.”
“Ma perché fai così?”
“Perché ti disprezzo!”
“Ma questa notte…”
“Questa notte non ha significato niente tra noi due… Se pensavi che mi sarei innamorata di te, allora hai fatto un grande errore.”
Nel sentire quelle parole, gli occhi di Hannah si gonfiarono di lacrime.
Presa dalla disperazione, si recò in classe per cercare il conforto di Clay.
“Justin è un grande bastardo, Clay. Non lo voglio più vedere” fece la ragazza gettandosi tra le sue braccia.
“Che cosa ti aspettavi da lui? Un amore incontrastato che poteva nascere da un momento all’altro? Allora saresti una sciocca.”
“Ma io…”
“Ti avevo avvertito. Non ti dovevi confondere con uno come lui… Invece tu non mi hai mai ascoltato, calpestando i reali sentimenti che avevo per te.”
“Mi dispiace Clay, ma per me eri solo un amico…”
“Solo un amico? Molto bene. allora da questo momento non sarò nemmeno più un tuo amico. Vattene immediatamente.”
Completamente scossa per gli ultimi avvenimenti, Hannah esplose in un pianto fragoroso dinanzi a tutti i suoi compagni di classe, provando una vergogna che l’avrebbe segnata per tutta la vita.
 
 
< Hannah! Svegliati! > gli urlò Justin.
Appena la ragazza aprì gli occhi, le sue lacrime scesero lentamente dai suoi occhi gonfi.
< E’ stato solo un incubo. >
< Un incubo che sembrava reale… >
< Adesso non devi più preoccuparti. È tutto passato. >
Dopo aver fatto un respiro profondo, Hannah si rigettò sul letto del suo ragazzo, attendendo i suoi tocchi che l’avrebbero consolata definitivamente.
< Aspettami qua sul letto, va bene? io vado a farmi una doccia veloce. >
< D’accordo > replicò la ragazza dandogli un bacio.
Nel mentre il suo ragazzo era impegnato a lavarsi dai segni della scopata, Hannah notò una telecamera che la stava fissando.
Con fare curioso, controllò se era accesa o spenta.
“Adesso è spenta. Ma non vorrei…”
Controllando le ultime registrazioni, vide con grande stupore che Justin aveva filmato il loro momento d’amore.
“Che cosa significa tutto questo?”
Subito dopo, la sua attenzione fu attirata da un messaggio di Bryce sul cellulare di Justin.
“Non vedo l’ora di vedere la tua registrazione con quella troia. Vedrai quando lo saprà tutta la scuola.”
Nel vedere quel messaggio, Hannah rimase completamente scioccata.
“Justin… Justin ha filmato il tutto per ricattarmi e distruggere la mia autostima…”
Mentre la rabbia si stava impadronendo sempre di più di lei, Hannah prese la telecamere dove c’era il filmato per distruggerla e ridurla in mille pezzi.
Sentendo alcuni rumori provenienti dalla sua stanza, Justin corse verso di lei per capire che cosa stava succedendo.
< Sei un maledettissimo bastardo! > gridò inviperita la ragazza < Credevi che non mi sarei accorta che mi avevi filmata e che volevi girare il video del nostro amore a tutta la scuola?! >
< Hannah, posso spiegarti… >
< Che cosa c’è da spiegare?! Volevi distruggere la mia autostima! Ma sono riuscita a fermarti in tempo, stronzo che non sei altro. Non riuscirai a rovinare la mia vita! Mai! >
Mentre era presa da una collera incontrollabile, Hannah prese i suoi vestiti per uscire per sempre dalla casa di colui che l’aveva tradita.
< Aspetta un momento Hannah… >
< Non mi toccare! Sei solo un viscido verme che gioca con i sentimenti degli altri… Ed io non voglio più vederti! >
Senza riuscire a fermarla in nessun modo, Justin vide la sua amata lasciare il portico di casa sua per correre più veloce che poté lontano da lui e dalla sua cattiveria.

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Capitolo 5
*** Il calore di chi ti vuole veramente bene ***


Dopo quella notte, Hannah non uscì dalla sua camera per un paio di giorni, rimanendo a piangere come una disperata in completa solitudine.
< Ti prego Hannah, fammi entrare > fece sua madre disperata bussando ripetutamente alla sua porta.
< Vattene via! Non voglio vedere nessuno. >
< Ma sono tre giorni che non esci dalla tua camera. Mi stai facendo seriamente preoccupare. >
< Ho detto di lasciarmi in pace! >
Senza sapere cosa fare, la Signora Baker fissava suo marito con lo sguardo perso nel vuoto.
< Non posso sapere che mia figlia sta soffrendo… è insopportabile. >
< Se noi non possiamo fare niente, c’è solo un ragazzo che potrebbe aiutarla. >
Sentendo l’idea di suo marito, la Signora Baker capì a chi si stava riferendo.
< Sì, hai ragione. Adesso lo chiamo immediatamente. >
 
 
Anche se era nel bel mezzo della sua giornata scolastica, Clay prese la sua bicicletta per raggiungere la casa di Hannah con il cuore che gli martellava all’impazzata.
< Buongiorno, Signora Baker > fece il ragazzo con tono affannato dopo aver pedalato più veloce che poté:
< Buongiorno, Clay. Mi dispiace averti disturbato nel bel mezzo della lezione, ma la questione che riguarda Hannah è troppo importante. >
< Non si preoccupi. La scuola può aspettare… E’ ancora in camera sua? >
< Sì. E non vuole assolutamente aprirmi la porta. >
< Cercherò di parlarci io. >
Appena Clay si ritrovò dinanzi alla camera di Hannah, cominciò a persuaderla e ad insistere nel farsi aprire.
< Clay, avevi ragione tu… >
< Adesso questo non ha importanza > rispose il ragazzo con tono pacato < Ho bisogno assolutamente di vederti.  >
Dopo alcuni secondi di attesa, alla fine Hannah aprì al ragazzo.
< Hannah… >
< Hai visto come sono conciata? Mi vergogno anche a farmi vedere. >
La povera ragazza aveva il viso sciupato da tutto il sonno perso negli ultimi tre giorni e gli occhi gonfi di lacrime.
< Hannah, finalmente ti sei decisa ad aprire > fece sua madre scaraventandosi verso sua figlia per abbracciarla < Chi ti ha ridotto così? Ti prego di dirmelo. >
< E cosa vorresti fare? >
< Fargli pentire che non può far soffrire nessuno come gli pare e piace. Soprattutto mia figlia. >
< E’ Justin Foley… >
< Forse è meglio se domani mattina verrò a scuola. Devo parlare immediatamente con il preside. >
< No mamma, non lo fare. >
< Perché? Quel ragazzo… >
< E’ una questione che devo risolvere solo io. Ti prego di non immischiarti. >
< Ma Hannah… >
< Mamma, per favore… >
Alla fine la Signora Baker si convinse delle parole di sua figlia.
< D’accordo. Farò come dici tu. >
< Ti ringrazio. Adesso posso rimanere solo con Clay? Ho bisogno di parlargli. >
< Certo > disse infine la Signora Baker lasciandoli da soli.
Dopo essersi asciugata accuratamente le lacrime, Hannah tornò a sorridere.
< Perché stai ridendo? > domandò confuso il ragazzo.
< Perché sei qui con me. >
Sentendo quelle parole, Clay non poté evitare di diventare rosso per l’imbarazzo.
< La devi smettere di farmi questo effetto. Non lo sopporto. >
< Ci tieni così tanto a me, non è vero? >
< Più di qualsiasi altra cosa… Ho mandato al diavolo la scuola per poter venire da te e aiutarti. >
< Clay, se non ci fossi tu, non saprei come fare… >
< Dimmi solamente che mi ascolterai e che quando rivedrai Justin farai non gli degnerai nemmeno di uno sguardo. >
< Clay, ho paura di farmi vedere in sua presenza… >
< Non puoi dargliela vinta così! > insistette il ragazzo < La vita va avanti. Tu vai avanti! >
< E se mi dovesse ricordare di quella notte che passata insieme? Io non saprei come reagire… >
< Non lo farà, stanne certa… Secondo me si vergogna anche lui per quello che ha combinato. Justin non arriverebbe mai a tanto… Secondo me c’è dietro qualcuno. >
< Ora che mi ci fai pensare, è stato Bryce a dirgli se mi aveva filmata e che non vedeva l’ora di vedere il video per farlo guardare a tutta la scuola. >
< Oh no! Se è così dobbiamo recuperare al più presto quel video. >
< Non ce ne sarà bisogno visto che ho distrutto la sua telecamera in mille pezzi. >
< Ah, meno male… >
< Ma adesso basta parlare di lui e della scuola. Quest’oggi voglio pensare solo a te e alla mia famiglia. >
< Soprattutto alla tua famiglia visto che anche loro ti appoggeranno in tutti i casi. >
< Ma adesso che siamo soli… >
A quel punto, Hannah si gettò tra le braccia di Clay baciandolo con passione.
Per Clay sembrava un desiderio che si avverava.
Lei per sempre tra le sue braccia.
E non ci sarebbe stato nessuno in grado di minare la loro felicità.
 
 
La mattina dopo, Hannah e Clay arrivarono nella scuola mano nella mano causando stupore a tutti coloro che li avevano visti.
< Lì c’è Jessica. Secondo me gli dovresti chiedere scusa > fece Clay.
< Sì, hai ragione. >
Con il cuore che gli martellava all’impazzata, Hannah si avvicinò alla sua ex amica Jessica.
< Ciao, Jessica. >
< Ciao > replicò la ragazza con indifferenza.
< Posso parlarti per pochi minuti? >
< Sì, va bene. >
< Voglio solo dirti che io e Justin abbia rotto definitivamente. Sono stata una vera stupida e una grande stronza per essermi messa tra te e lui. >
< Questo non mi farà cambiare idea su di te, Hannah. >
< Lo so bene… Però se un giorno di questi vorrai degnarmi di parlarmi come facevi un tempo, io ti accoglierò come una grande amica… Sei sempre nei miei pensieri, Jessica. >
Detto questo, Hannah ritornò verso Clay che la stava aspettando per andare in classe.
< Hannah… >
< Dimmi, Jessica. >
< Vieni qua. >
Una volta che le due ragazze si ritrovarono faccia a faccia, Jessica la prese con sé per abbracciarla come una vera amica.
< Questo vuol dire… >
< So bene quanto Justin possa essere uno stronzo bastardo… Ma tra me e te è tutto apposto. >
< Sul serio? >
< Sono contenta di essere ancora tua amica, Hannah. >
< LO stesso vale per me > replicò la ragazza sorridendo.
Dopo essersi parlati per altri minuti, lo sguardo di Hannah incrociò quello di Justin e Bryce.
A quel punto, il suo cuore cominciò a ribollirgli di rabbia e i suoi pensieri più oscuri affiorarsi nella sua mente.
< Hannah, vorrei parlarti un momento… >
< Io e te non abbiamo niente da dirci. >
< Lasciami spiegare almeno quello che ho fatto… >

< Hai scoperto il mio messaggio che gli ho mandato, vero? > domandò Bryce con tono innocente ed irritante.
< Alla fine la verità viene sempre a galla, Bryce… Ma non ti preoccupare, non ce l’ho con te… Ce l’ho solo quando cerchi di sforzare quel tuo cervello da gallina che ti ritrovi… Sai cos’è? Evita di prendermi di mira una seconda volta se non vuoi passare guai seri. Ci siamo intesi? >
Nel sentire, ciò, Bryce distolse lo sguardo da lei vergognandosi ancora per quello che aveva fatto.
< E tu Justin non provare ad avvicinarti a me… Se vuoi divertirti con le altre ragazze del liceo fai pure, ma lasciami vivere la mia vita. Sono stata chiara? >
< Sì… certo… >
< Bene > disse infine Hannah prima di ritornare da Clay felice per come aveva affrontato e chiarito la situazione.
< Adeso come ti senti? >
< Libera da ogni problema. E tutto grazie a te e ad essermi stato vicino. >
< Figurati… Adesso andiamo in classe > disse infine Clay baciandola dinanzi a un centinaio di alunni che percorrevano ogni giorno quel corridoio.

 

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