Lullaby of a banshee di Nazuhi (/viewuser.php?uid=479725)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1- Poisonous ***
Capitolo 2: *** Day 2- Tranquil ***
Capitolo 3: *** Day 3- Roasted ***
Capitolo 4: *** Day 4- Spell ***
Capitolo 5: *** Day 5- Chicken ***
Capitolo 6: *** Day 6- Drooling ***
Capitolo 7: *** Day 7- Exhausted ***
Capitolo 8: *** Day 8- Star ***
Capitolo 9: *** Day 9- Precious ***
Capitolo 10: *** Day 10- Flowing ***
Capitolo 11: *** Day 11- Cruel ***
Capitolo 12: *** Day 12- Whale ***
Capitolo 13: *** Day 13- Guarded ***
Capitolo 14: *** Day 14- Clock ***
Capitolo 15: *** Day 15- Weak ***
Capitolo 16: *** Day 16- Angular ***
Capitolo 17: *** Day 17- Swollen ***
Capitolo 18: *** Day 18- Bottle ***
Capitolo 19: *** Day 19- Scorched ***
Capitolo 20: *** Day 20- Breakable ***
Capitolo 21: *** Day 21- Drain ***
Capitolo 22: *** Day 22- Expensive ***
Capitolo 23: *** Day 23- Muddy ***
Capitolo 24: *** Day 24- Chop ***
Capitolo 25: *** Day 25- Prickly ***
Capitolo 26: *** Day 26- Stretch ***
Capitolo 27: *** Day 27- Thunder ***
Capitolo 28: *** Day 28- Gift ***
Capitolo 29: *** Day 29- Double ***
Capitolo 30: *** Day 30- Jolt ***
Capitolo 31: *** Day 31- Slice ***
Capitolo 1 *** Day 1- Poisonous ***
Day
1 – Poisonous
Il
calice di cristallo si frantumò sulle
piastrelle del salone. Schegge acuminate schizzarono
tutt’intorno, mescolandosi
al Chianti che aveva appena sorseggiato.
Veleno?
Byron
portò una mano al petto, si
aggrappò alla stoffa della camicia. Le nocche scrocchiarono,
lugubri presagi di
un destino infausto. Un sudore gelido gli scivolò lungo le
vertebre, il sangue
gli martellò nelle orecchie. I polmoni erano tizzoni
ardenti. Sgranò gli occhi,
spalancò la bocca disperato.
Aveva
bisogno di
aria!
Fu tutto inutile. Thomas, in piedi
davanti a lui, gli sorrideva beffardo. Byron stramazzò al
suolo, sopra le
schegge e il vino rosso. Sulle labbra livide, aleggiava una sola
domanda
rivolta al figlio: perché?
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Capitolo 2 *** Day 2- Tranquil ***
Day
2 – Tranquil
Non
un suono, né
una voce.
Solo silenzio.
Tranquillo
silenzio.
V
si richiuse la porta alle spalle,
sollevò gli occhi sul volto del fratellino.
L’espressione tranquilla che
aleggiava sulle labbra, i riccioli rossicci adagiati sul cuscino, le
palpebre
abbassate. Respirava ancora, ma la sua mente non era più
lì con lui.
Si sedette sul letto e gli strinse una
mano. Tra quelle quattro mura spoglie e tetre non sentiva
più le accuse che IV
stava urlando a Tron. C’era solo quella
tranquillità che a lungo aveva desiderato
di poter sfiorare e che adesso era lì, cristallizzata in
quell’eterna nicchia fredda
che il coma di III aveva creato.
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Capitolo 3 *** Day 3- Roasted ***
Day
3- Roasted*
«Sei
una delusione!»
Papà…
«Sei
un incapace! Ti avevo detto di
ucciderla! Perché non l’hai lasciata in mezzo alle
fiamme? Perché l’hai portata
via dall’incendio? Eppure era semplice: bastava voltarle le
spalle e andarsene.
Pure uno stupido ci sarebbe riuscito. Persino una scimmia! Dimmi, IV,
sei più
stupido di un scimmia? No, immagino di no. Sei soltanto un debole! Un
incapace!
Se non ti avessi ingannato con quella carta, non saresti stato capace
neanche
di ferirla. Senza di me non sei capace di fare nulla. Sei solo un
figlio inutile!»
Non
è vero, non
è vero!
«Non
sei capace neanche di morire per me.
O di perdere un fottuto occhio.»
*In
questo caso ho preso il significato
figurativo inglese del
termine, ovvero quello di “criticare aspramente o parlare in
maniera arrabbiata
con qualcuno”. In italiano è un significato che
non esiste, perciò mi sembrava
giusto farvelo presente.
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Capitolo 4 *** Day 4- Spell ***
Day
4- Spell
Una
singola goccia stillò dalla ferita
sul polpastrello e cadde in terra, rimbombando nel silenzio della
stanza.
Troppo rumore, lo deconcentrava.
Chris appoggiò l’indice sul pavimento e
prese a seguire i simboli tracciati precedentemente.
Rosso
su bianco.
Sangue su gesso.
Non
doveva sbagliare.
Quando
ebbe finito si scostò i capelli argentei
dietro le orecchie: lo intralciavano. Si asciugò la fronte,
imperlata di
sudore. Controllò per l’ennesima volta
quell’intricato disegno e poi sorrise:
non aveva dimenticato nulla, l’incantesimo era pronto.
Impose le mani e mormorò la formula. Il
cerchio brillò e una densa nube comparve
tutt’intorno. Un boato scosse l’intero
edificio, una silhouette si stagliò tra la nebbia.
Eccolo, il demone!
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Capitolo 5 *** Day 5- Chicken ***
Day
5- Chicken*
Per
favore, Liz, non guardarmi in quel
modo! Non guardarmi come se li avessi appena uccisi! Non l’ho
fatto, non avrei
mai potuto. Li amo, capisci? Come amavo te, come amavo me stesso prima
di tutto questo!
Ho
paura di perdonare, di scoprire di
non avere più un’anima. Di sentirmi dire da loro
che sono un mostro di padre e che
ormai è troppo tardi per tornare indietro, troppo tardi per
fare qualsiasi cosa.
Di scoprire che la mia famiglia non esiste più e che non
posso più amare ed
essere amato.
Ho paura di averli persi, Liz.
Come ho perso me stesso.
Come ho perduto te.
Sono
un codardo.
*anche
in questo caso, ho preso il
significato figurativo del termine, ovvero
“codardo”.
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Capitolo 6 *** Day 6- Drooling ***
Day
6- Drooling
Thomas
inspirò con forza, schiuse le
palpebre, deglutì. Espirò, esaminò i
canini con la lingua e deglutì ancora. Doveva
controllarsi, l’odore di sangue si percepiva appena
nell’aria profumata della
sala da ballo
Tornò a guardare il sottile collo della
donna. Candido come la porcellana, creava uno strano contrasto con il
rosso
fiammante delle labbra. Un contrasto che gli stava mettendo appetito.
Si portò
di nuovo il fazzoletto di seta alla bocca e la tamponò dalla
saliva in eccesso.
Doveva essere impeccabile, perfetto, o non sarebbe mai diventata sua.
Aveva
fame, voleva nutrirsi.
Doveva.
Si asciugò di nuovo gli angoli della
bocca. Quel sangue doveva essere suo.
Era
la sua
preda.
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Capitolo 7 *** Day 7- Exhausted ***
Day
7- Exhausted
Esausto,
ecco come si sentiva. Quel
duello lo aveva sfiancato.
Socchiuse le palpebre per un lungo
istante. Il sangue fluiva lento dentro il suo corpo, il battito del
cuore era
rallentato. Lo udiva a fatica, sovrastato dal silenzio che lo
circondava.
Li
circondava.
Che
buffo, adesso aveva l’impressione di
trovarsi in una bolla fatta di parole non dette e gesti mai compiuti.
Una bolla
fatta di stanchezza.
Aprì gli occhi, inspirò quanta più
aria
poté e, finalmente, guardò Ryoga.
Nash.
Qualsiasi persona fosse diventata il suo
amico.
Amico.
“Che
strana parola…” pensò Thomas.
Avrebbe dovuto dirgli qualcosa – un addio,
un “mi dispiace” – ma era esausto.
Voleva solo riposare.
Per sempre.
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Capitolo 8 *** Day 8- Star ***
Day
8- Star
Le
stelle divorano
le persone.
Lo
diceva una vecchia storia che gli
raccontava Thomas quando erano bambini, ma Michael non ci aveva mai
creduto. Almeno
finché una di loro non si era portata via suo padre.
Era sicuro che la colpa fosse anche delle
stelle. Per certi versi lo sentiva. Tutte le volte che sollevava gli
occhi al
cielo una fitta gli serrava la gola. Terrore, ecco cos’era;
aveva paura che le
stelle gli portassero via tutto quanto.
Che
lo
lasciassero solo.
Per
questo odiava annegare la tristezza
e la solitudine nella flebile luce degli astri. Temeva di essere
divorato dal
loro scintillio fasullo e di sparire per sempre.
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Capitolo 9 *** Day 9- Precious ***
Day
9- Precious
Stava
per
dannarsi l’anima, lo sapeva.
Eppure
non aveva molta scelta. Era una
decisione sofferta, ma la sua famiglia veniva prima di qualsiasi altra
cosa. Prima
di Yuma e della sua amicizia. Sbagliava?
Certo
che
sbagliava, uccidere era da vili.
Eppure
uccidere Astral non era poi così
sbagliato, se poteva proteggere ciò che aveva di
più prezioso. In fondo uccidere
era da mostri e lui non lo era.
No,
lo era. Un
mostro mascherato.
Eppure,
per loro, era disposto a
compiere qualsiasi gesto.
Per loro, era pronto anche a varcare un
confine invalicabile.
Per proteggere quell’unico legame prezioso
che gli era rimasto avrebbe anche ucciso.
E
avrebbe
sofferto per sempre.
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Capitolo 10 *** Day 10- Flowing ***
Day
10- Flowing
Era
caldo, denso, e scorreva lentamente.
Inesorabile.
Non
sarebbe riuscito a fermarlo neanche
se ne avesse avuto la forza.
E
non l’aveva.
Poteva
solo restarsene seduto a guardare
quella pozza rossa allargarsi a pochi passi da lui, lambendogli i
lunghi
capelli argentei e i vestiti candidi.
Rosso.
Il
colore della vita che scorreva via.
Della
morte.
La
pozza fioriva come la corolla di una
grossa camelia rossa nel pieno dell’inverno, e più
quel macabro fiore
sbocciava, più la sua vita si spegneva.
Si portò una mano all’addome, a quello
squarcio che sembrava deriderlo. Non ricordava chi glielo avesse
inflitto, ma
non importava. Tanto sarebbe vissuto solo per qualche altro minuto.
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Capitolo 11 *** Day 11- Cruel ***
Day
11- Cruel
Crudele.
Lui, Faker, il destino. Tutto quanto!
Il mondo si era piegato alla crudeltà.
Di lui, degli altri.
Di
Dio.
Altro che dio buono e generoso! Era solo
una creatura capricciosa e crudele, che si divertiva a torturare i
mortali,
privandoli della felicità e dell’amore, gettandoli
in un baratro senza fondo di
rabbia, disperazione e morte, e gioendo nel vederli aggrapparsi con le
unghie e
con i denti al quel poco di umanità che ancora conservavano.
Quello stesso dio che aveva pregato anni
addietro e che adesso lo stava spingendo sempre più a fondo,
privandolo un po’
alla volta dell’unica luce che ancora illuminava le sue
tenebre: i suoi figli.
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Capitolo 12 *** Day 12- Whale ***
Day
12- Whale*
Lo
colpì con forza, una, due, tre volte.
Il bastone si abbatteva sul suo corpo senza rimorsi, senza
ripensamenti.
Diretto, freddo. Cieco.
Violento.
Ogni
volta che il legno scheggiato gli sfregiava
la pelle o gli rompeva un osso, il suo cuore si faceva un po’
più leggero e il
fardello che gravava sulle sue spalle sembrava svuotarsi un
po’ del suo
contenuto.
Se le meritava tutte, quelle botte.
Tutte!
Aveva ferito Rio, in fondo.
Mentre
la furia di Ryoga si abbatteva
sul suo corpo, Thomas non poteva fare a meno di sorridere. Quel dolore
sordo ai
muscoli e alle ossa era una liberazione per lui.
Un
sollievo a
lungo desiderato.
*anche
qui il significato non è quello
classico del termine, ma quello del verbo “to
whale”, che significa “picchiare,
bastonare, battere sonoramente”.
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Capitolo 13 *** Day 13- Guarded ***
Day
13- Guarded
Si
accostò alla cella e lanciò un’occhiata
al suo interno. Lui era seduto con
la
schiena al muro, lo sguardo rivolto al pavimento. La poca luce che
filtrava gli
illuminava il volto piccolo e deforme. Lo odiava, era solo colpa sua se
aveva
perso tutto quanto.
Di
Tron.
“Perché
sei qui?”
«Volevo controllarti.»
Il bambino sollevò l’occhio dorato,
trafiggendolo, e accennò un sorriso crudele.
“Hai paura di me, Byron? Perché mai? Io
e te siamo la stessa cosa, siamo le due facce di una stessa
medaglia.”
«Sei un mostro.»
“Siamo
un mostro. Le mie colpe sono anche le tue. Siamo la stessa persona,
Byron, è
ora che tu lo capisca.”
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Capitolo 14 *** Day 14- Clock ***
Day
14- Clock
Tic,
toc, tic,
toc
La
pendola ticchettava nel silenzio
della notte. V era solo, sdraiato sul divano del soggiorno. Gli occhi
rivolti
al soffitto, la mente a suo padre.
Era davvero scomparso? Impossibile, gli
aveva promesso che sarebbe ritornato. Non poteva essersene andato e
averli
abbandonati. Non ci voleva credere.
Tic,
toc, tic,
toc
La
pendola scandiva i secondi, il tempo correva
inesorabile. Perché non poteva controllarlo?
Perché non poteva arrestarne il
corso una volta per tutte? E magari tornare indietro nel tempo, a
quando la sua
vita valeva ancora la pena di essere vissuta? A quando suo padre era
con loro.
A quando la sua famiglia era ancora
unita.
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Capitolo 15 *** Day 15- Weak ***
Day
15- Weak
Debole.
Debole,
debole, debole,
debole, debole, debole.
Era
solo un essere debole, stupido,
sciocco, incapace.
Inutile.
Tron e V avevano ragione.
Aveva deluso III, aveva deluso tutti.
Aveva perso il duello, contro Kaito.
Debole.
Un
vigliacco, inutile essere umano.
Perché era così, perché?
Avrebbe dovuto proteggere il suo
fratellino, almeno lui, e invece non era stato capace neanche di
vincere un
fottuto duello.
Aveva sopravvalutato le sue capacità,
sottovalutato il suo avversario, e aveva perso.
Come sempre.
Debole
e
bugiardo.
Tutti
i suoi successi erano frutto di
inganni e menzogne, e lui vi sguazzava dentro, gioendo della sua stessa
mediocrità.
Era mediocre e debole.
Lo sapeva, e gli andava bene.
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Capitolo 16 *** Day 16- Angular ***
Day
16- Angular
“Certe
stelle,
quando si trasformano in nane bianche, aumentano la loro
velocità di rotazione;
questo avviene grazie alla legge della conservazione del momento
angolare.”
Christopher
spalancò gli occhi,
mettendosi a sedere.
Era stato solo un sogno oppure il
frammento di un ricordo antico?
Quanti anni fa era successo? Due,
cinque?
Perché, all’improvviso, il suo cervello
aveva deciso di riproporgli quel ricordo?
Cosa voleva comunicargli?
Non lo sapeva, l’unica certezza era che
quel ricordo esisteva ancora dentro di lui. Si era convinto di non aver
conservato nulla del genitore, neanche la forma del suo viso, ma si era
sbagliato. E, forse, negli abissi più reconditi della sua
mente ce n’erano
altri.
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Capitolo 17 *** Day 17- Swollen ***
Day
17- Swollen*
Orgoglioso.
E’
così che si sentiva. Il suo bambino,
quel piccolo batuffolo rosa che si aggrappava alle sue gambe e gli
regalava
sorrisi dolcissimi quanto tornava a casa, aveva gonfiato il suo cuore
d’orgoglio
paterno. Aveva deciso di uccidere Astral, aveva deciso di sacrificarsi
per la sua vendetta.
Come
un adulto.
Tron
non sarebbe potuto essere più
fiero. Finalmente III aveva capito che la vendetta veniva prima di
tutto.
Prima
ancora di loro, della famiglia.
Non
poteva fare a meno di sentirsi
ancora più orgoglioso di quel figlio un tempo gentile e
dolce. Era riuscito a
renderlo una macchina perfetta, assetata di vendetta.
Freddo.
Scostante.
Crudele.
E
ne andava fiero.
*”swollen”
significa gonfio, turgido; in
questo caso è utilizzato in maniera astratta.
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Capitolo 18 *** Day 18- Bottle ***
Day
18- Bottle
Sollevò
gli
occhi su Sfera Dyson. Stava implodendo, collassando su se stessa come
una
stella reale, come una gigante rossa in procinto di trasformarsi in
supernova.
Una stella
morente.
Aveva perso,
Kaito lo aveva sconfitto davvero. Lo aveva superato. O forse una parte
di lui aveva
desiderato perdere.
Unirsi a III.
Era stata una
carta che non conosceva a decretare la sua fine, forse
l’unico segreto che
c’era mai stato tra loro.
Messaggio in
bottiglia
E in quel
momento, con Sfera Dyson che implodeva e i suoi LP che si azzeravano,
desiderava davvero poter inviare un messaggio al Futuro.
Dirgli che Kaito
lo aveva salvato.
E che era finalmente felice.
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Capitolo 19 *** Day 19- Scorched ***
Day
19- Scorched
Fuoco.
Caldo, bollente.
Bruciava.
Non
era neanche reale, solo un
ologramma, ma IV avvertiva lo stesso quelle lingue vermiglie lambirgli
il corpo,
come mani carezzevoli.
Quelle fiamme gli riportavano alla mente
ricordi che cercava disperatamente di annegare nei recessi
più profondi della
sua coscienza.
Gli
facevano
male.
Perché
doveva bruciare di nuovo? Non era
bastata quella volta in cui aveva ferito una ragazzina indifesa?
No, non bastava. Lo sapeva, sapeva che
bruciare di nuovo, una seconda, terza, ottava volta era il modo
migliore per
sentirsi ancora parte di quel mondo.
Per
sentirsi
umano.
Bruciare
era l’unica cosa che gli
rimanesse.
Anche
se a
diventare cenere era solo la sua anima.
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Capitolo 20 *** Day 20- Breakable ***
Day
20- Breakable
Scagliò
lo specchio contro la parete. La cornice di legno laccato si
spezzò in tre
pezzi; la superficie di vetro era riversa a terra, in frammenti
piccoli,
aguzzi, taglienti. Era bastato lanciarlo contro la parete per
distruggerlo.
Forte
all’apparenza, eppure così fragile
Come
lui.
Come
la sua anima.
Si
era ripromesso di essere forte, almeno per i suoi fratelli maggiori.
Non c’era
riuscito.
Era
crollato, prima di quanto avrebbe dovuto. Nel
momento sbagliato.
Non
poteva mostrarsi fragile, non prima di aver sconfitto Yuma.
Eppure…
Eppure
Non
c’era riuscito. Vedere il suo acerrimo nemico circondato da
una famiglia vera,
reale, aveva fatto sanguinare il suo cuore.
Era
fragile.
Come
uno specchio.
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Capitolo 21 *** Day 21- Drain ***
Day
21- Drain
Sentiva
l’energia scorrere nel suo corpo, fluire come un torrente in
piena e travolgere
ogni fibra del suo essere. Si sentiva potente, inarrestabile. Non aveva
mai
provato una sensazione simile, era come se i limiti umani non valessero
più per
lui. Come se fosse un dio.
Energia
bariana
Man
mano che
procedeva l’esperimento per estrarre l’energia dal
corpicino di Haruto, Tron
aveva l’impressione di scalare sempre più la
gerarchia che governava l’universo,
ma non gli importava. Voleva solo distruggere Faker.
Piegò la testa
verso l’altro bambino e piegò le labbra in un
ghigno soddisfatto. Urlava, chiedeva
pietà. Tron non gliel’avrebbe mai concessa. Prima
doveva terminare di
assorbire i suoi poteri.
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Capitolo 22 *** Day 22- Expensive ***
Day
22-
Expensive
«Ne
sei sicuro,
Tron?»
«Sì, V, quei tre
sono perfetti.»
«Saranno
costosi…»
«I soldi non ci
mancano.»
«Lo so, però…»
«Vendicarsi è
costoso, V, sempre. E non parlo solo di soldi. Tienilo bene a
mente.»
«Tron?»
«Che c’è, V?»
«Io non credo
che pagare quei professionisti sia il modo migliore per testare le
capacità di
Yuma.»
«Vuoi farlo tu?
Perché, vuoi tradirmi?»
«Non lo farei
mai, sei mio padr…»
«NON DIRLO! NON
DIRLO!»
«Scusami.»
«Non sono più
vostro padre, non sono più niente. Ho pagato a caro prezzo
il tradimento di
Faker. Ora prendi i soldi, V, il tempo stringe. Questa
volta sarà lui a pagare, con tutti gli interessi.»
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Capitolo 23 *** Day 23- Muddy ***
Day
23- Muddy*
Chris
abbassò lo sguardo dal volto di
Michael. Sembrava febbricitante, con la fronte arrossata e imperlata di
sudore.
Papà gli aveva detto che sarebbe guarito e lui lo sperava.
«Pa…pà…»
mormorò Michael. «C’è un
mostro!
Brutto! Mandalo via!»
«Shhh…»
«Il cielo brucia… E fa bum bum. Anche il
bombo fa bum bum, e poi tutti cadono in terra. Anche le api grandi
grandi!»
Michael si voltò verso di lui: lo sguardo lucido e assente.
«Digli di smettere
di dire cose brutte! Mandalo via!»
«Di chi parli?»
«Del bambino. Quello con un occhio solo
e i capelli gialli. Ride e dice che vuole papà…
E’ un tato cattivo cattivo… Mandalo
via…»
*oltre al significato classico,
significa anche “illogico, confuso o vago”. Qui ho
usato questo significato.
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Capitolo 24 *** Day 24- Chop ***
Day
24- Chop
Tron
abbassò la mannaia e un urlo spezzò
il silenzio.
Un altro colpo, un altro urlo.
Ancora,
e
ancora, e ancora.
Tutte
quelle grida, e quelle preghiere,
erano un balsamo per le sue orecchie. Un suono piacevole, rilassante.
Ancora un colpo, sul pollice. Uno po’ di
sangue lo schizzò in volto, non se ne curò.
Sorrise. L’ennesimo grido.
Ci stava prendendo gusto. L’odore
ferroso del sangue, lo scricchiolio sinistro delle dita mozzate, il
liquido vermiglio
che si allargava sul tavolaccio sbilenco, tutto lo eccitava. Gli
procurava
gioia.
Soddisfazione.
Ancora più appagante era vedere le
lacrime sul volto del figlio maggiore mentre lo supplicava.
Tron sorrise e gli mozzò l’ultimo dito.
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Capitolo 25 *** Day 25- Prickly ***
Day
25- Prickly
Come
aveva osato, quello stupido
ragazzino, intromettersi nel suo duello? Osare togliergli dei LP? A
lui, un
genio come se ne vedevano di rado! Lo odiava, aveva ferito il suo
orgoglio, il
suo ego. L’aveva ridicolizzato! Era quasi riuscito a
sconfiggere quell’odioso
del braccio sinistro di Mr Heartland, ma Yuma aveva pensato bene di
correre in
suo soccorso.
Odioso!
L’aveva
offeso, mancato di rispetto.
Aveva preso in giro la sua intelligenza, la sua abilità! Si
era preso gioco di
lui!
Inconcepibile!
Imperdonabile!
Si
sarebbe vendicato presto per quell’affronto.
Gli avrebbe impresso nella mente la sua mediocrità.
Attraverso il dolore gli
avrebbe fatto capire quanto fosse stato sciocco il suo tentativo.
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Capitolo 26 *** Day 26- Stretch ***
Day
26- Stretch*
V
ebbe l’impressione che il pavimento si
fosse appena squarciato sotto i suoi piedi. Una fitta allo stomaco gli
mozzò il
fiato, lo sguardo crudele del bambino gli impedì di
ribattere. Si limitò a
distogliere lo sguardo, come faceva sempre da oltre due anni. Come
faceva da quando
era iniziata quella storia.
Quel compito avrebbe calpestato il suo
cuore, avrebbe ridotto in cenere quella poca anima che gli era rimasta.
L’avrebbe
spinto una volta per tutte su un sentiero senza ritorno, dritto verso
la
follia.
Ferire
Haruto.
Kaito
l’avrebbe ucciso.
Era disposto a vendere l’anima per Tron?
A convivere con l’orrore di quel gesto?
Sì.
Tron era suo
padre.
*in
maniera informale è utilizzato anche
per indicare “un compito difficile o esigente”, che
è il significato che ho
scelto per questa drabble
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Capitolo 27 *** Day 27- Thunder ***
Day
27- Thunder
Uno
squarcio di luce attraversò la
stanza. Per un breve attimo i profili dei mobili divennero visibili.
Byron contò mentalmente, finché non
udì il
rombo sordo del tuono: venti secondi. Girò la testa; accanto
a sé, il vuoto
lasciato dalla moglie sembrava una voragine nera e fredda.
Mancava
del suo
calore.
L’ennesimo
lampo illuminò la stanza.
Contò ancora: meno di dieci secondi e il fragore si era
fatto molto più
assordante di prima. Sorrise, mesto. Tra non molto, Michael avrebbe
spalancato
la sua porta, in lacrime; con lui sarebbero giunti anche Chris e Thomas.
Tutti e quattro, in un solo letto.
E
forse quel
vuoto si sarebbe riempito un poco.
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Capitolo 28 *** Day 28- Gift ***
Day
28- Gift
Mentre
precipitava verso lo Sphere Field
collassato, per la prima volta da quando era diventato Tron, ebbe il
coraggio
di guardare ciò che c’era stato in quei lunghi
cinque anni.
E
vide solo
sofferenza, rancore e disprezzo, verso tutto e tutti.
Verso
i suoi figli.
Eppure
prima qualcosa c’era stato. E
forse qualcosa ci sarebbe stato anche dopo. Socchiuse la mano in cui
vorticavano le
tre sfere brillanti e accennò un tenue sorriso.
Senza
di lui,
avrebbero trovato la felicità, prima o poi.
Senza la sua
crudeltà.
Senza Tron
Senza Byron.
Trattenne
a stento una lacrima e liberò
le tre anime. Quel gesto era il suo regalo per loro.
L’ultimo.
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Capitolo 29 *** Day 29- Double ***
Day
29- Double
«Chi
sei tu? Perché sei nella mia mente?»
Lo sai chi sono.
«Sei… me?»
Forse sì,
forse no. Forse è più giusto
dire che sono ciò che tu non puoi essere. O che non vuoi
essere. Sono il tuo
alter ego, il tuo doppio; sono ciò che hai
sempre cercato di ignorare.
«Bugiardo!»
Ne sei sicuro, Byron?
Sorpreso, vero?
Eppure è ovvio che conosca il tuo nome: sono il tuo doppio,
in fondo.
«Bugiardo! Vattene via!»
Come vuoi, ma non
sparirò mai del tutto. Sarò sempre
al tuo fianco, ad
osservarti e aspettare il momento migliore
per strapparti tutto ciò che possiedi. La tua vita, i tuoi
figli... Tutto
quanto!
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Capitolo 30 *** Day 30- Jolt ***
Day
30- Jolt
All’ennesimo
grido di dolore, il volto
di IV si deformò in un sorriso sghembo. Una scarica di
eccitazione gli percorse
il corpo, mentre infieriva ancora sul ragazzino. Si sentiva forte,
appagato.
Vivo.
Ingannare
i suoi avversari, spingerli ad
abbassare la guardia e poi gettare la maschera e colpirli a tradimento,
infierire sui loro corpi già provati fino a sentire le ossa
spezzarsi, l’odore
del sangue appestare l’aria e le suppliche lasciare le loro
labbra era un’unica,
era un’unica, continua scossa di emozioni, così
forte da offuscare tutto il
resto.
Così forte da farlo sentire vivo.
Appagato.
Solo
quella scossa di emozioni poteva
riempire il suo vuoto.
Solo
il suo fanservice.
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Capitolo 31 *** Day 31- Slice ***
Day
31- Slice
Abbassò
la lama del coltello,
lentamente. Trasse un lungo, profondo sospiro, poi fece scendere ancora di più
la
lama. Sempre più in basso. La sollevò,
controllò con attenzione che il taglio
fosse preciso, dritto, poi spostò la lama e
ripeté il movimento.
Una, due, tre, quattro volte.
Quattro fette di torta, identiche e
precise, per quattro persone.
Michael ripose la Red Velvet nella
confezione e si sedette; in grembo aveva una fetta di torta, le altre
erano
poggiate di fronte a lui, in un piatto.
Di fronte a lui, tre volti che lo ferivano
con mute accuse.
Tre fotografie immobili.
Tre tombe bianche.
Tre
fette di
torta, una per ogni morto.
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