Ti Porterei In Un Sogno

di CKS
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 3: *** Confidenze e Scontri ***
Capitolo 4: *** Genzo ***
Capitolo 5: *** Shopping! ***
Capitolo 6: *** Una sorpresa ***
Capitolo 7: *** Other Situations ***
Capitolo 8: *** Un aspro confronto ***
Capitolo 9: *** Who is Kiri? ***
Capitolo 10: *** Al Campionato Nazionale ***
Capitolo 11: *** Tranelli e conoscenze ***
Capitolo 12: *** Chiavi di svolte ***
Capitolo 13: *** Love isn't rational ***
Capitolo 14: *** Inviti speciali e decisioni importanti ***
Capitolo 15: *** Abbattere una barriera ***
Capitolo 16: *** Prove generali - Prima parte ***
Capitolo 17: *** Prove generali - Seconda parte ***
Capitolo 18: *** Il ballo di inizio estate - Prima parte ***
Capitolo 19: *** Il ballo di inizio estate - Seconda parte ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                                                   Ti Porterei In Un Sogno

                                                                                 
Prologo 


-Principessa, volete venire un attimo?-.

 

Ecco, ci risiamo. Perché Chiaroluna si ostina a darmi del voi anziché del tu?! Lo sa che io odio queste stupide ed inutili formalità, inoltre la considero un'amica e ci conosciamo da tantissimo tempo.

 

Ma non posso farci niente. Lei è abituata a quella roba obbrobriosa che tutti chiamano "Etichetta Di Corte"...

 

Sbuffo e mi avvicino alla mia consigliera.

 

-Certo Chiaroluna! Vengo subito!- mi fermo davanti a lei, fissandola minacciosa.

 

-Cosa c'è?! Un altro discorso da imparare a memoria? Un'altra assemblea? Oppure un'ennesima lezione extra di Etichetta per imparare quella rottura di scatole che tutti chiamano Bon Ton? Se è una di queste cose elencate, giuro che faccio fuori qualcuno, perché mi avete veramente stancato!-.

 

Chiaroluna sobbalza ed indietreggia lievemente, sul viso è dipinto un lieve timore. Subito mi pento di essere stata così aggressiva con lei.

 

-Scusa... Non volevo attaccarti così...- le prendo la mano tra le mie -Ma sono davvero stufa di girare come una trottola per seguire le indicazioni di persone che mi dicono cosa devo o non devo fare. Mi dispiace di essermela persa con te...-.

 

Abbasso la testa e mi mordo il labbro inferiore, mentre cerco di riprendere il coraggio per guardarla nuovamente negli occhi.

 

-In realtà sono venuta a chiamarti per l'incarico che ti ha affidato Heart-

 

-Davvero?!-. Sono incredula. Finalmente posso allontanarmi da qui e viaggiare un po'!

 

-Dove devo andare?- chiedo euforica, e da una parte, nella mia testa, continuo a ripetermi che è tutto vero. 

 

-In Giappone, Principessa- 

 

-Oh, è bellissimo! Finalmente potrò visitarlo di persona e non vederlo soltanto in foto!-

 

-Sì, ma mi raccomando, cercate di fare un ripasso della lingua, perché è da un bel po' che avete smesso di studiarla!-.

 

Accidenti, ha ragione! È da un sacco di tempo che non apro un libro di grammatica giapponese!

 

-Grazie per questa bella notizia, Chiaroluna. Ora, se non ti dispiace, dovrei andare in biblioteca- le faccio l'occhiolino e lei capisce il sottinteso.

 

Si congeda con un inchino, come da prassi… E io vorrei semplicemente che dicesse un 'Ciao' o 'Ci vediamo dopo', senza queste formalità eccessive.

 

Con passo spedito mi dirigo verso la biblioteca, uno dei luoghi che preferisco del castello: raccoglie centinaia di migliaia di volumi antichi e non, si spazia dalla magia alla cura delle piante, da manuali di cucina alle prime edizioni di romanzi classici. 

 

Tutti i nostri sudditi possono accedervi e prendere in prestito quello che desiderano, fermarsi a leggere e studiare… 

 

-Principessa Cherry!- mi saluta l'anziana bibliotecaria -Cosa vi porta qui, oggi?-

 

-Ho bisogno di recuperare un libro speciale-

 

-Capisco…- mi sorride -È passato un bel po' di tempo dal vostro precedente incarico-

 

-Già. E sono davvero al settimo cielo!-

 

-E vostra sorella?-

 

-Eh?-.

 

Sospira, sistemandosi meglio gli spessi occhiali.

 

-Sono desolata, ma devo comunicarvi che Vanessa si trova qui, e sa che dovete andare via-.

 

Dannato tempismo!

 

-Devo entrare- dico secca.

 

Lei non replica, si limita ad annuire.

 

Con decisione, senza curarmi degli sguardi puntati addosso, salgo la lunga scala di marmo che permette l'accesso ai piani superiori.

 

E vedo che mia sorella è davvero qua. Fissa, scontenta, il bagliore che proviene da un punto alla sua sinistra.

 

-Vanessa…-.

 

Ma non si volta. Rimane ferma come uno stoccafisso.

 

-Mi dispiace… Devo prendere il libro- sussurro, incapace di dire altro.

 

-Quanto andrà avanti questo, Cherry? Quanto?- chiede con voce tremante -Quante volte dovrò ancora vederti partire? Quante volte dovrò aspettare ansiosamente una tua chiamata, per assicurarmi che stia andando tutto bene, e che tu non…-

 

-Basta, ti prego, basta!-.

 

E prima che io possa muovere un passo, lei corre via ed esce dalla biblioteca sotto gli sguardi perplessi ed allibiti delle persone.

 

Avvilita, mi passo una mano tra i capelli. Odio litigare con mia sorella, specialmente in queste occasioni.

 

Allungo il braccio verso la fonte luminosa e prendo il pesante volume.

 

Le piccole gemme incastonate sulla copertina stanno scintillando, segno che è arrivato il tempo di utilizzarlo… Di nuovo…

 

Con delicatezza sfoglio le pagine, osservo attentamente i volti di coloro che dovrò incontrare. Sull'ultima pagina è segnata la destinazione: Nankatsu.

 

Chiudo di scatto il manuale e torno dalla bibliotecaria, che continua a fissarmi con gli occhi scuri, penetranti.

 

-Vi auguro buona fortuna per questa avventura, Principessa-

 

-Uh?- sono stupita: non aveva mai detto nulla del genere prima d'ora!

 

Ma lei non aggiunge altro e si volta ad accogliere la gente che, nel frattempo, ha formato una fila ordinata e ci guarda curiosa.

 

Scrollo le spalle, i dubbi non portano a nulla, meglio metterli da parte.

 

"Giappone, arrivo!" penso, salendo di corsa le scale per arrivare al più presto nella mia camera.









 

Note dell'autrice: Questa sarà la storia principale, a cui saranno legate varie One Shot. Ora iniziamo a scoprire qualcosa in più sulla vita di Cherry, e sul perché debba andare in Giappone. 

 

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e letto la precedente storia, e che leggeranno e recensiranno ancora. Vi ringrazio, perché desidero crescere come autrice, e le opinioni altrui mi aiuteranno molto.

 

Alla prossima!

 

CKS

 

 

 

Edit 2022

 

Ho riletto con attenzione la storia, ma ci sono stati tanti, troppi errori di battitura e buchi di trama che non posso ignorare, e che adesso sono qui a correggere. Ci saranno diverse modifiche a fatti e avvenimenti della storia.

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno ***


                                                                               Capitolo Uno

 

Cherry asciugò le piccole gocce di sudore che le imperlavano la fronte. Il lavoro di manager era estremamente faticoso, e, come se non bastasse, il calcio non le interessava affatto.

Non lo odiava, certo, tuttavia non riusciva in alcun modo a trovarlo appassionante. Eppure era lì, ufficialmente come quarta manager, ufficiosamente per essere più vicina ai ragazzi e per tenerli d'occhio.

Diede un'occhiata ai palloni raccolti che più tardi avrebbe pulito con l'aiuto di Kumi; la presenza della manager più giovane aveva alleggerito molto la pesantezza dell'incarico ma d'altra parte risultava una spina nel fianco per il completamente della sua missione, dato che nutriva un smisurato interesse nei confronti di Tsubasa.

Era davvero un peccato che fossero rivali, anche se lei ovviamente non poteva saperlo, perché quella ragazza non soltanto era carina, ma anche espansiva e perennemente di buonumore.

Purtroppo in quegli anni, con sua grande delusione, non c'erano stati molti progressi tra le varie coppie; inoltre da quando era entrata alle medie era comparsa una nuova coppia da formare: Ryo e una ragazza di nome Yukari Nishimoto, che aveva scoperto essersi iscritta come manager assieme a Sanae. Ovviamente, perché tutte le sfortune capitavano sempre e solo a lei, Ishizaki e Nishimoto non andavano per nulla d'accordo e passavano il tempo a prendersi in giro e rimbeccarsi a vicenda.

Sbuffò mentre raccoglieva l'ennesimo pallone che era sfuggito al suo controllo e lo ripose nella cesta. I ragazzi della squadra sembravano fare a gara nel rendere più complicate le loro mansioni.

Kumi la raggiunse poco dopo e si misero a pulire e lucidare le sfere bianche e nere. Dopo che ebbero terminato questo incarico Cherry controllò l'ora e si accorse che erano le sette passate: doveva ancora andare a fare la spesa, cucinare e poi fare tutti i compiti.

Salutò frettolosamente la sua amica/rivale e si diresse verso gli spogliatoi per cambiare la tuta da ginnastica blu con l'uniforme scolastica. Sistemando il fazzoletto al collo le venne da sorridere: i primi giorni che aveva trascorso in Giappone erano stati complicati, specialmente con la scuola. Il suo accento straniero e soprattutto la chioma bionda, che non passava di certo inosservata, l'avevano più volte messa a disagio. Ma quando era con Anego e con i ragazzi della squadra non si sentiva intimidita, ed era libera di essere Cherry, libera di dimenticare, almeno per un po', di essere una principessa, cosa che invece non le era permessa nel luogo che avrebbe dovuto chiamare casa.

Uscendo dalla struttura, notò due figure: erano Tsubasa e Sanae. La ragazza gli stava porgendo un asciugamano e scuoteva la testa mentre lui si grattava il ciuffo ribelle. Intuì che Tsubasa era imbarazzato e capì anche il motivo: probabilmente la manager gli aveva fatto presente l'ora tarda. E infatti lasciarono il campo.

 

*

 

-Come va, sorella?-

-Direi bene, Vanessa-.

-Non mentirmi, ti prego. La situazione è già pessima di suo, e con le bugie peggiora soltanto!-.

La sottospecie di sorriso con la quale si era presentata a Vanessa scomparve subito, sostituito da una smorfia amara.

-Va bene. La verità è che sono un po' frustrata-

-Soltanto un po'?-

-Okay, okay, mi correggo: sono molto frustrata-

-Così è meglio. Sempre per Tsubasa e Sanae?-

-Soprattutto loro. Lui la vede soltanto come un'amica… Stasera li ho visti al campo, ma si comportavano normalmente-

-Non puoi parlare con Tsubasa? O quantomeno fargli notare l'ovvio, cioè che Sanae è cotta di lui?-.

Cherry scosse il capo con rassegnazione.

-È una situazione delicata: non mi è concesso forzare i legami, che devono intrecciarsi spontaneamente. Tuttavia ho qualche sospetto su Tsubasa…-

-E sarebbe?-

-Credo che in un qualche modo sia consapevole dei sentimenti di Sanae… Ma è più una sensazione che altro, e non vorrei poi alimentare false speranze. Comunque non si tratta solo di Tsubasa e Sanae ma per tutte le coppie. Dannazione, non capita nulla di nuovo!-.

Si abbandonò contro lo schienale della sedia e con le mani toccò la fronte. A Vanessa non sfuggì questo gesto.

-Non stai bene?-

-Sono un po' stanca, oggi ho avuto una giornata molto impegnativa, e devo ancora fare tutti i compiti...-

-Per i compiti non ti preoccupare! Tu sei intelligentissima, li farai in un baleno!-

-Grazie- mormorò Cherry -Mi dispiace, ti ho solo parlato di me e non ti ho nemmeno chiesto come stavi...-

-Come le tue coppie, nulla di nuovo!- rise sua sorella -Battute a parte, qui va tutto benissimo, se si esclude qualche disastro combinato da Chiaroluna… Che consigliera reale ci siamo trovate!-.

Quella frase riuscì a strapparle un sorriso. 

-È nella sua natura! Chiaroluna è una pasticciona di prima categoria, ma possiede anche tanta buona volontà!-

-Oh, sì. Almeno rende le giornate meno noiose, specie quelle in cui devo stare a sentire Madame Angèlique!-

-Non ti invidio per niente! Ma almeno non ti sei mai sorbita le sue ramanzine infinite come la sottoscritta!-

-Cherry, ora ti lascio, non voglio rubarti altro tempo e farti stancare troppo. Per il mal di testa prendi un'aspirina e qualche cosa di caldo, magari un tè. Hai la Menta Brillante?*-

-No, ma sarebbe stata una buona idea avercela, effettivamente!-

-Aspetta un attimo, dovrei averne una piccola scorta qui in camera!-.

La vide allontanarsi e aprire dei cassetti, finché non tornò davanti allo schermo con un sacchettino di stoffa. Vanessa lo sfiorò appena con una mano e l'oggetto scomparve; dopo pochi secondi Cherry se lo ritrovò tra le mani.

-Grazie mille, mi aiuterà un sacco!-

-Bene, ora vado, Cherry, non voglio trattenerti di più-

-Ciao Vanessa, stammi bene!-.

Sua sorella sorrise e pochi istanti dopo il collegamento Skype venne interrotto.

Appoggiò le mani alla scrivania e sospirò; dopo la sua partenza per il Giappone non si erano sentite per almeno un mese, e questo le aveva spezzato il cuore. Poi, una sera, Vanessa l'aveva chiamata e, nonostante fosse ancora un po' arrabbiata e triste, si era scusata per il suo comportamento. 

Spense il PC e tirò fuori i libri dalla cartella. Diede un'occhiata veloce  all'ora: erano già le dieci. 

-Domani mattina sarò sicuramente uno zombie ambulante!-.

 

*

 

La mattinata trascorse abbastanza velocemente tra i cambi d'ora e la pausa pranzo, ed era andata più o meno bene, occhiaie e libro a parte. Ogni tanto lo sentiva vibrare nella cartella, e questo la preoccupava molto.

Cherry divise il riso con Sanae, e ne approfittò per chiederle la situazione con il Capitano, pur sapendo già la risposta. 

-Come va con Tsubasa?- Le chiese, pur sapendo già la risposta.

-Penso che voglia intensificare gli allenamenti con i ragazzi. Ieri mi ha detto che la squadra dell'Otomo è estremamente agguerrita, e pronta a tutto per vincere-

-Sarò più specifica dato che non intendevo quello. Come va con Tsubasa sul piano sentimentale?-.

Sanae posò le bacchette nel cestino, sconsolata.

-Niente di nuovo…- si strinse nelle spalle, un po' imbarazzata.

Con la coda dell'occhio notò che Tsubasa si stava dirigendo verso di loro e Cherry capì che doveva togliersi di mezzo per due buoni motivi: non voleva fare il terzo incomodo e Tsubasa avrebbe trascorso un po' di tempo assieme alla manager e senza la squadra della Nankatsu a dare fastidio con allusioni e battutine inopportune! 

-Scusa, Tsubasa, io devo fare una cosa- meglio rimanere su qualcosa di generico, non avrebbe saputo cosa inventarsi che non fosse troppo strano -Mi spiace lasciare Sanae da sola, potresti farle compagnia?-

-Cherry!- 

Non badò al richiamo della sua amica e cedette il posto a Tsubasa.

Una volta che lui si fu seduto accanto a Sanae, uscì dalla mensa e passò velocemente in classe per recuperare la cartella con il libro. Dopodiché si mosse verso i bagni femminili e, una volta chiusa la porta, guardinga, lo aprì.

-Vediamo un po'...- sfogliò le pagine -Mi sembra tutto nella norma…- ma fece giusto in tempo a dirlo che sgranò gli occhi -No, questo non è nella norma!-.

Il riquadro di un ragazzo con un cappellino rosso era vicino a quello di Kumi.

-Non ci posso credere…- sbuffò sconsolata -Come se i problemi non fossero già abbastanza! Pure Wakabayashi ora!-.


*

 

Sanae non si era sbagliata: Tsubasa aveva veramente intensificato gli allenamenti. Lo sguardo di Cherry seguì con attenzione la scena davanti a lei.

Il Capitano stava rimproverando aspramente Ryo e tutti gli altri ragazzi per il loro scarso impegno. 

-Tsubasa, calmati, se continuiamo così non saremo al massimo della forma per il torneo! Non siamo come te, che sei un superuomo-

-Se fate così adesso, non riusciremo nemmeno a qualificarci per il campionato nazionale! Voglio giocare adesso una partita: cinque contro quattro!-

-Basta così- intervenne l'allenatore -Giocherete dopo una pausa di cinque minuti. Tu, Tsubasa, giocherai con quelli del primo e del secondo anno! Va bene?-

-Sì signore!-.

Cherry vide Kumi porgere un asciugamano al Capitano, che lui accettò, ringraziandola freddamente, e si allontanò poi in silenzio; Sanae si stava occupando degli altri e decise di darle una mano. Distribuì a tutti dell'acqua mentre la sua amica pensava agli asciugamani.

-Non so cosa sia preso a Tsubasa… Da qualche tempo è diventato così nervoso ed intrattabile!- si lamentò Ishizaki.

-Puoi ben dirlo!- gli diede man forte Izawa -Forse, però, siamo tutti noi ad essere troppo nervosi-.

-Eppure stiamo facendo del nostro meglio!- intervenne Kisugi.

-Ne siete proprio sicuri?- 

-Che vuoi dire, Anego?-

-Gli occhi di Tsubasa ora sembrano essere diversi dai vostri-.

Ryo e gli altri ragazzi la guardarono perplessi, ma non dissero nulla.

Più tardi constatò che Sanae aveva, ancora una volta, avuto ragione: Tsubasa era animato da uno spirito diverso rispetto ai compagni, e la sua voglia di vincere era arrivata a livelli altissimi. E questo, durante la partita di allenamento, divenne chiaro a tutti, e, dato che non potevano essere da meno, si impegnarono a giocare sul serio e a prendere con meno leggerezza le partite di qualificazione.

Yukari accanto a lei sembrava stupita di quel repentino cambiamento mentre Sanae sorrideva.

Kumi invece era più in disparte, e sul volto non c'era più l'espressione allegra che la caratterizzava, sembrava corrucciata. 

 

*

 

-Tutto bene Kumi?-

-Eh?-

-È da un po' che stai pulendo quel pallone, se continui così lo consumerai!- le fece notare Cherry.

-Scusa, scusa! Ero sovrappensiero- scosse la testa -Posso chiederti un parere?-

-Certo- 

-Stanno girando delle voci, non so se le hai sentite, su Tsubasa senpai e Sanae senpai. Secondo te sono vere?-

-Scusa, ma che tipo di voci?-.

Kumi sembrava in difficoltà e in imbarazzo -Vedi, qualche giorno fa mi sono incontrata con delle mie amiche. Abbiamo parlato un po'... È saltato fuori che secondo molti il Capitano e la manager si vedono di nascosto dopo che tutti se ne sono andati via. Secondo te è vero?-.

Cherry tenne in un primo momento gli occhi fissi sul pallone, poi, quando credette di riuscire a mantenere un'espressione neutra, guardò Kumi.

-No, secondo me no. Li conosco da diverso tempo e non ho mai notato cambiamenti nel loro modo di fare-

-Ah, davvero?!- Kumi non riuscì a nascondere la felicità, o forse nemmeno era una sua intenzione. Sistemò nella cesta il pallone che aveva tenuto in mano per parecchio tempo e prese in mano gli ultimi due rimasti.

-Ci penso io a questi, Cherry senpai! Tu vai pure!-.

Tentò di protestare, ma davanti all'irremovibilità di Sugimoto fu costretta a cedere-.

-Grazie Kumi, ci vediamo domani!- la salutò, sperando di sorridere in modo decente. Le dispiaceva davvero per quella ragazzina, però, forse l'arrivo di Wakabayashi avrebbe impedito, almeno parzialmente, una grande delusione amorosa. "Forse" pensò Cherry sconsolata.


(*)Pianta di mia invenzione. La Menta Brillante ha un effetto estremamente rilassante se aggiunta a bevande come il tè. Ha un sapore molto dolce, ma al contempo dona freschezza, proprio come la menta.

 

Il capitolo è stato completamente rivisto, alcune parti sono state tagliate o riviste, altre aggiunte.

Spero che questa nuova versione vi piaccia!

CKS

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Capitolo 3
*** Confidenze e Scontri ***


Capitolo 2
Confidenze e Scontri

"Sei così bella..."
"... Sei così bella"
Tsubasa osservò le stelle brillare luminose nel cielo, e la loro luce gli ricordò il sorriso di Sanae.
"Già, Sanae..."
Non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo: da un po' di tempo, infatti, si ritrovava a pensarla ogni giorno sempre di più. Era incredibilmente attratto da lei, nella scuola c'erano molte ragazze carine, non era così scemo da non notarle, tuttavia solamente con Sanae si sentiva strano. Ogni volta che pronunciava il suo nome, anche mentalmente, gli veniva il batticuore e sentiva gli arti tremare. La voglia di toccarla diventava sempre più forte, e faceva una fatica immensa a starle lontano.
Sentiva spesso i ragazzi parlare delle Managers, più volte aveva sentito commenti sui loro fisici, ma se era rimasto indifferente con Nishimoto e Sugimoto, non lo era stato con Sanae.
I compagni l'avevano infastidito con le parole decisamente poco lusinghiere sul fisico della capo Manager, e per questo aveva troncato bruscamente le chiacchiere e li aveva spediti a fare dieci giri di campo, usando come scusa l'allenamento per la qualificazione al Campionato Nazionale. 
Tsubasa rigirò il telefono tra le dita: era tentato di chiamare l'unica persona che potesse fare un po' di chiarezza in tutto quel caos. 
-Cherry?-
-Non mi aspettavo una chiamata alle undici di sera, Tsubasa. Ne deduco che sia qualcosa di importante-
-Effettivamente...-
-Si tratta di Sanae?-.
Il ragazzo ammutolì. Come faceva a saperlo?
-Sì, ma come hai capito che ti ho telefonato per chiederti di lei?-
-Stasera vi ho visto tornare a casa insieme, e diciamo che hai detto una frase che mi ha lasciata stupita...-.
Tsubasa si sedette sul letto, in attesa della domanda diretta da parte di Cherry. Essa, però, non arrivò.
-Sto aspettando-
-Aspettare cosa?!-
-Ciò che hai da dirmi su Sanae. È per questo che mi hai chiamato, no?-
-Io non so nemmeno da che parte cominciare!-
-Io, invece, credo che tu stia soltanto prendendo tempo!- Tsubasa sentì uno sbuffo -Comunque... Che reazioni hai quando sei con lei? Cosa senti?-.
Il ragazzo le disse tutto, compreso il fastidio che aveva provato quel giorno al campo con i compagni.
-E tu come trovi Sanae, fisicamente parlando?-
-Bella, molto bella. Non m'importa il fatto che sia "piatta". Io non mi baso solamente sull'aspetto fisico, ma anche sulle qualità morali-
-Credo che tu abbia preso una malattia incurabile, Tsubasa!-
-E quale sarebbe?-
-L'Amore- il tono di Cherry era serio, molto meno scherzoso rispetto alla frase precedente.
-Forse è presto per dirlo, ma penso che tu ti stia innamorando di Sanae-
-Ma...-
-Io posso aiutarti fino ad un certo punto, a tutto il resto devi trovare le risposte da solo. L'unico suggerimento che posso darti è quello di cercarle nel tuo cuore-
-Grazie, Cherry, mi sei stata di grande aiuto!-
-Non devi ringraziarmi Tsubasa- e poi a bassa voce, ma che lui udì -È il mio compito...-
-Compito? Che compito hai?-
-No, scusa, stavo pensando ai compiti d'inglese per lunedì! Buona notte!- e la linea cadde subito giù: la ragazza aveva chiuso la chiamata piuttosto frettolosamente.
"Non credo che Cherry si riferisse ai compiti. C'è dietro qualcos'altro..." 

*

Kumi si fermò a prender fiato: era in ritardo per l'appuntamento al caffè con le amiche. Sua madre aveva avuto la geniale idea di appiopparle una commissione, e ciò le aveva fatto perdere moltissimo tempo.
Sistemò meglio la gonna blu lunga fino al ginocchio e la camicetta rosa pallido, e riprese a correre.
Era quasi arrivata, tanto da vedere l'insegna colorata dell'edificio, quando sbattè contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
Fece per scusarsi, ma quando alzò il capo, vide due occhi brillanti di malizia, insieme al sorrisetto sghembo di quello sconosciuto.
-Ti sei fatta male, Piccoletta?-
Ma come si permetteva! Che maleducato!
-Scusi, io ho un nome e cognome, e gradirei essere chiamata con questi!-
-Bene, come ti chiami?-
-Kumi Sugimoto-
-Kumi... Kumi... Bel nome, ma credo che Piccoletta ti si addica di più!-
La ragazza arrossì sia per la collera che per il bell'aspetto dello sconosciuto.
-Ti sei offesa?-
-Secondo te?- ed incrociò le braccia al petto -Non è carino dare della Piccoletta ad una ragazza sconosciuta...-.
Buttò l'occhio sull'orologio da polso.
-Cavolo, le mie amiche si preoccuperanno!-.
Con una velocità insospettabile riprese la sua corsa, senza aver salutato quel ragazzo misterioso.
Lui si sistemò meglio il cappellino rosso con il logo dell'Adidas.
-Non mi aspettavo un incontro così... Interessante-.

*

Yukari e Sanae ordinarono da bere. Avevano deciso di incontrarsi di domenica, unico giorno in cui erano libere dall'incarico di Managers. 
-Ishizaki è proprio uno scansafatiche! L'altro giorno l'ho visto dormire appoggiato al muro dello spogliatoio maschile mentre gli altri si allenavano!-
-Ma devi ammettere che cerca comunque di impegnarsi molto. Ma, dimmi un po', Yukari, come mai parli sempre di lui?-
-Io non parlo sempre di lui!-
-Davvero? Tra tutti i ragazzi che ci sono nella squadra di calcio, tu fai sempre commenti su di lui!-.
Yukari abbassò lo sguardo, imbarazzata. Cercò di cambiare argomento.
-Che bel collarino! Dove l'hai preso?-.
A Sanae andò di traverso il succo di mela e menta che aveva preso per rinfrescarsi la gola, ed iniziò a tossire: non si aspettava un repentino cambio di argomento.
Yukari la fissò stranita. La sua migliore amica le stava nascondendo qualcosa.
-Conosco quell'espressione, Yukari. Prima che tu possa immaginare chissà cosa, ti dico che è un regalo di Tsubasa-.
La bocca della ragazza rischiava di toccare terra per lo stupore.
-E cosa aspettavi a dirmelo! Quando te l'ha dato?-
-Ieri sera, mentre stavamo tornando a casa. E...-
-Cosa altro è successo?-
-Mi ha detto di trovarmi bella-
-Ma ha preso una botta in testa? Si è svegliato tutto d'un botto!-
-Yukari!-
-È la verità!-
-I ragazzi sono sempre argomento di discussione a questa età, vero?-
-Cherry!- Le due ragazze sobbalzarono, stupite.
-E tu di cosa discuti con le tue amiche?-.
La domanda di Yukari lanciò una stilettata precisa nel cuore della ragazza: lei, essendo una principessa, non aveva amiche, ad eccezione di Chiaroluna.
Sanae comprese che la sua migliore amica aveva involontariamente toccato un tasto dolente nei confronti di Cherry. 
-Oggi fa molto caldo! Che ne diresti di prendere qualcosa- disse, cercando di recuperare la situazione.
-Cosa mi consigli, Sanae?-
-Prendi il frullato di pesca. È buonissimo!-
-E allora sia!-.
La cameriera le portò la bevanda richiesta.
-Mi dispiace Cherry. Non volevo ferirti-
-Lo so, non è colpa tua- e bevve un sorso di frullato -Effettivamente ci sono molte cose che non sapete di me...-.
Yukari e Sanae si guardarono. La prima volle stemperare quell'atmosfera di tensione che si era creata.
-Lo sai che Tsubasa ha sbattuto la testa?-
-Come?!- 
-Ha fatto un dono bellissimo a Sanae- indicò il collarino -È così dolce-.
Cherry sorrise, fingendo stupore.
-Accidenti! Questa non me la sarei mai aspettata da lui!-.
-Dai ragazze, basta!-.
Tutte e tre scoppiarono in una fragorosa risata.
-Finalmente sei arrivata, Kumi. Iniziavano a darti per dispersa!-.
Le tre ragazze si voltarono: un paio di tavoli più indietro si trovavano quelle che evidentemente erano le sue amiche, e la ragazza che aveva da poco varcato la soglia della struttura.


Grazie a tutti coloro che leggono la mia storia!

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Capitolo 4
*** Genzo ***


Capitolo 3
Genzo

-Che coincidenza, Kumi!- Cherry battè le mani per spezzare il silenzio che era calato -Possiamo unirci a voi?-.
La ragazza era rimasta sulla soglia, stile stoccafisso, a guardarle tutte. A quanto pare le sorprese di quel giorno non erano affatto terminate.
-Oh sì, certo!-.
Tempo tre secondi e tutte si ritrovarono allo stesso tavolo. Kumi stava presentando le sue amiche.
-A proposito, perché hai tardato così tanto?- chiese Sakumi -Noi stavamo iniziando a preoccuparci!- concluse.
La più piccola delle Managers prese a tormentarsi uno dei due codini, legati da elastici decorati con piccole stelline.
A Sanae non sfuggì il suo nervosismo -C'è qualcosa che non va, Sugimoto?-.
L'interpellata trasalì -No, cioè... Sì... Mi sono scontrata con un ragazzo pochi minuti fa...-.
Le amiche della ragazza avevano gli occhi brillanti d'interesse.
-Chi era? E soprattutto... Era carino?!- chiese la più impicciona.
-Hatsune!- la richiamò Kumi, rossa per l'imbarazzo.
-Sapresti descrivercelo?- Cherry tentò di riportare ordine tra le amiche della ragazza.
-Sì... Aveva gli occhi color antracite, ed era piuttosto alto. Indossava un cappellino rosso con una "G" sul davanti-
-Una "G" sul davanti?! Kumi, aveva anche un modo di fare... Come dire... Disinvolto?-
-Sì, ha anche osato chiamarmi "Piccoletta"!-
-Non ci posso credere! Ma allora Gen...-
-Cherry! Ne è passato di tempo!-.
Le ragazze si girarono nella direzione della voce, e Kumi riconobbe subito il ragazzo con il quale si era scontrata.
Sanae non riuscì a soffocare la risata, incredula per quell'incredibile coincidenza. 
-Finalmente sei tornato, Wakabayashi!-
-Prego?- il ragazzo aveva un'aria perplessa, e Cherry ipotizzò che non avesse riconosciuto quella che lui era solito a chiamare "Anego*".
-Vieni qua Genzo! Dobbiamo spiegarti un bel po' di cose!-.
Il portiere si avvicinò al loro tavolo e si sedette tra Cherry e Sanae.
-Tu mi ricordi un po' quel maschiaccio di Anego...-
-Per forza che te lo ricorda, Genzo! Lei è Anego!-.
Il SGGK* rischiò un infarto: la sua amica d'infanzia era cambiata tantissimo, tanto che non era riuscito a riconoscerla.
-E le sorprese non sono finite, caro mio! Guarda davanti a te!-.
Il ragazzo fece ciò che aveva detto Cherry, e gli prese un altro colpo: davanti a lui si trovava proprio la "Piccoletta".
-Mi dispiace se prima sono stata aggressiva, ma pretendo che tu mi porti rispetto, come io lo porto a te. Quindi, adesso, possiamo presentarci decentemente?-
-Sono piacevolmente colpito. Hai fegato, ragazza!-
-Preferirei che tu mi chiamassi Kumi!-
-D'accordo!- e le tese la mano -Io sono Genzo Wakabayashi-
-Piacere!- disse, ricambiando la stretta del ragazzo.
-Che strano, Wakabayashi!- iniziò a dire Sanae -Non ti ho mai visto così nervoso con una ragazza!-.
Cherry la guardò: nella sua mente iniziava ad insinuarsi un dubbio sulla Capo Manager.
-Io e Sanae usciamo un attimo a prendere una boccata d'aria!- bloccò sul nascere le proteste della ragazza con uno sguardo di marmo.
Con la grazia di un elefante prese Sanae per un braccio e la trascinò fuori.
-Che diavolo hai, Cherry!-
-Come hai capito che Genzo era nervoso? Esternamente è riuscito a mascherare l'agitazione piuttosto bene-
-Non lo so... L'ho capito e basta-.
Cherry tacque e decise di mettere fine alla discussione.
-Ciao ragazze!-
-Tsubasa!-
-Capitano!-.
La Principessa scrollò le spalle, e decise seduta stante di creare l'occasione per Tsubasa e Sanae di trascorrere un pomeriggio assieme.
-Io devo andare a badare al figlio di mia zia- mentì Cherry -Potresti accompagnarla tu a fare shopping? Ti prego, Tsubasa, è un'emergenza!-.
Il ragazzo si grattò la nuca, indeciso. Ogni volta sua madre lo costringeva a venire per fargli fare il facchino, ma Sanae non era sua madre, inoltre negli ultimi tempi gli scocciava il fatto che avesse sempre meno tempo da trascorrere con la ragazza. Fatte queste riflessioni, decise di accettare la proposta.
-Va bene!-
Cherry colse la palla al balzo e si allontanò, nascondendosi alle vista dei ragazzi.
-Andiamo, Manager?-
-Sì-.

*

La Principessa rientrò velocemente nel bar. Naturalmente la mancanza di Sanae saltò subito all'occhio.
-Sanae è dovuta tornare subito a casa, perché sua madre aveva bisogno di una mano in casa-.
Tutti credettero alla bugia e ripresero il precedente argomento di conversazione.
-Sei davvero un portiere eccezionale!-
-Schneider ha avuto pane per i suoi denti!-
-E chissà quante ammiratrici avrai!-
-Aspettare un attimo- Cherry bloccò il fiume di complimenti rivolti a Genzo -Chi è Schneider?-
-È uno dei giocatori più forti che io abbia mai conosciuto, ed insieme a Tsubasa è stato l'unico capace di segnare il un goal da fuori area. Il suo soprannome è Kaiser-
-L'Imperatore- tradusse Cherry.
-Non sapevo che conoscessi il tedesco-
-Invece sì-.
Genzo mostrò il polso a Cherry.
-Durante un allenamento mi sono infortunato nel tentativo di parare il suo "Fire Shot", e visto che avevo il desiderio di ritornare in Giappone, ho deciso di chiedere il permesso per poter fare fisioterapia qui-.
-Hai anche intenzione di assistere alle partite che disputeremo durante il Campionato Nazionale?-
-Certamente! Anche se spero in una sconfitta della Nankatsu, visto che vincete sempre!-.
Kumi, irritata per la frase pronunciata, gli pestò il piede da sotto il tavolo. Il ragazzo trattenne a stento un urlo di dolore.
-Ehi! Vacci piano, ragazza!-
-Kumi- lo corresse lei.
-Ragazzi, si è fatto tardi. Che ne dite di uscire?- propose Kyoko, cercando di sedare la diatriba.
-Per me va benissimo- annuì Cherry.
Le altre ragazze non erano molto d'accordo, volevano ancora trascorrere del tempo con Genzo, tuttavia accettarono.
Pagato il conto uscirono dall'edificio. Il sole stava iniziando a tramontare, colorando di uno spettacolare arancione, sfumato di rosso e giallo, il paesaggio.
-Allora ci vediamo a scuola, Genzo! Domani sarà il tuo primo giorno, vero?-
-Sì, Cherry. Non vedo l'ora di incontrare i miei ex compagni di squadra. Mi sono mancati!-
-Ricordati che dovrai sorbirti anche le Managers, ovvero io, Anego e la sua migliore amica Yukari, e anche Kumi!-
-Ah, davvero sei una Manager, Piccoletta?-
-Sei una testa dura! Solamente cinque minuti fa ti ho detto di chiamarmi Kumi!-.
Genzo sorrise. Quella Piccoletta gli stava piacendo parecchio, non aveva il solito atteggiamento svenevole come le sue amiche, o più semplicemente delle sue fans. Ne era incuriosito e... Attratto. 
Cherry notò l'interessamento del ragazzo e festeggiò mentalmente: quel giorno era stato particolarmente "produttivo" per il suo incarico.
Inoltre quella sera avrebbe chiamato Sanae, per torchiarla sul pomeriggio passato con Tsubasa. Non sapeva perché, ma aveva la sensazione che fosse accaduto qualcosa di particolare...


(*) Anego è il soprannome di Sanae quando veniva considerata un maschiaccio a causa del suo carattere ribelle. In italiano il soprannome può essere tradotto con un "Sorella Maggiore".

SGGK sono le iniziali di Super Great Goal Keeper. Genzo è infatti considerato un portiere pressoché imbattibile.

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Capitolo 5
*** Shopping! ***


Capitolo 4
Shopping!

La stanza era immersa nella penombra, illuminata solamente dalla luce dell'abatjour posta sul comodino in legno lucido. Una dolce melodia risuonò limpida tra le pareti. Sanae adorava suonare il violino. Questo le permetteva di sgomberare la mente da pensieri tristi. 
Il cellulare vibrò e la distrasse, facendole sbagliare nota: lo strumento emise, infatti, un suono sgradevole.
Seccata, ripose con delicatezza il violino all'interno della custodia rigida nera con interni in velluto. Cherry glielo aveva regalato per il suo undicesimo compleanno, e le aveva insegnato personalmente a suonarlo. Sul manico era incisa la lettera "S", ma quando Sanae aveva chiesto a Cherry il perché non ci fosse l'iniziale del suo cognome, lei aveva risposto di aspettare: infatti c'era la possibilità che, nel frattempo, potesse diventare la signora Ozora.
Sospirò ed accese lo schermo del telefono, e vide che il messaggio arrivatole era proprio della sua amica.
"Com'è andata con Tsubasa?"
"Perché me lo chiedi?"
"Voglio sapere tutto"
"Non ti dirò niente!"
"Signorina Nakazawa, non faccia la bambina. Ora pretendo che lei mi dica tutto, altrimenti verrò a casa sua a farle il terzo grado. Le assicuro che non è conveniente".
Sanae meditò, quando Cherry si esprimeva in modo formale, non prometteva proprio nulla di buono. 
"Va bene, ti racconterò tutto" capitolò.
"Ottimo! Non omettere i dettagli piccanti, se ci sono!"
"Vedrai Cherry, vedrai..."
Nel momento in cui iniziò a scrivere il lungo messaggio per la sua amica, la sua mente volò a quel pomeriggio...

*

Sanae si guardava intorno. Era circondata da abiti di svariati modelli e taglie. Tsubasa si grattava il ciuffo ribelle in palese imbarazzo. Non sapeva nemmeno lui da dove gli fosse saltata in testa l'idea di portarla lì.
-Sei sicuro di riuscire a resistere a qualche ora di shopping?-
-In realtà no! Ma voglio comunque provarci!-
-Bene! Allora la prova comincia...- si allontanò di qualche passo -... Ora!-.
Subito iniziò a cercare delle gonne: il suo guardaroba ne comprendeva pochissime, e si era stufata di uscire con le amiche sempre e solo con i pantaloni.
-È la sua ragazza?-.
Il ragazzo si voltò di scatto. Davanti a lui c'era una commessa molto giovane. I capelli di media lunghezza erano raccolti in una treccia che ricadeva sulla spalla destra. Il trucco, semplice ma efficace, risaltava il colore scuro degl'occhi.
Ella rise, vedendo l'espressione imbarazzata dipinta sul volto di Tsubasa.
-Mi scusi. Effettivamente sono stata un po' invadente. Comunque credo che quel vestito le starebbe d'incanto- ed indicò un manichino poco distante.
Il ragazzo gli lanciò inizialmente uno sguardo distratto, ma mutò subito quando si avvicinò ad esso.
L'abito in questione era di seta rossa, con un corpetto con la scollatura a cuore decorata in oro. Non aveva le spalline, inoltre scopriva buona parte della schiena. La gonna era ampia, ma per niente ingombrante.
-Allora? Le piace?- chiese la commessa -Vorrebbe farlo provare alla sua ragazza?-
-Sì-.
Non aveva ancora negato il fatto che Sanae venisse considerata la sua fidanzata.
La giovane raggiunse subito Sanae, e la costrinse a provare il vestito.
Passarono alcuni minuti, anche se per Tsubasa potevano essere considerate ore, e la ragazza uscì finalmente dal camerino. Lui, la commessa ed alcuni clienti che avevano sbirciato nella loro direzione rimasero a bocca aperta: era stupenda. L'abito era fatto apposta per lei, sembrava una giovane Regina.
Il ragazzo si avvicinò a lei e la coprì da tutti quegli sguardi, provando, per la prima volta, gelosia per Sanae.
La sua mano si mosse lungo la curva del fianco, per poi risalire lenta fino al centro della schiena nuda. Sentì rabbrividire la ragazza.
-Hai freddo?-
-N-No-.
Continuò ad esplorare la schiena, saggiando la pelle morbida, e percorrendo la colonna vertebrale. Improvvisamente Tsubasa smise di accarezzarla e ritrasse la mano.
-Scusa. Sono stato sfacciato. Il vestito ti piace?-.
Sanae faticò a riprendere l'uso della parola, confusa dopo ciò che era appena accaduto.
-Sì, ma non avrei mai occasione d'indossarlo-
-Non importa-.
Sfilò una carta di credito dorata dalla tasca dei pantaloni: mentalmente ringraziò Cherry che gliel'aveva passata prima di allontanarsi.
La commessa prese delicatamente il vestito, trattandolo come se fosse una reliquia, e sparì dietro al bancone.
-Hai trovato ciò che cerchi?- 
-Sì- e prese tra le mani un paio di gonne di lunghezza diversa, insieme ad una camicetta color verde acqua.
-Bene. Dammeli-.
Sanae non obbiettò, ancora perplessa da quell'inusuale atteggiamento.
La commessa fece tutti i pacchi, che consegnò a Sanae, mentre Tsubasa pagò il conto.
Uscirono dal negozio: si stava facendo buio.
-Oh cielo! Mio padre mi ucciderà!- esclamò la ragazza dopo aver controllato l'ora con l'orologio da polso che indossava. 
-Non ti preoccupare! Cherry mi ha detto che avrebbe cercato una scusa per giustificare il nostro ritardo!-
-Veramente?-
-Sì, ma ora andiamo!-.
Ripresero a camminare, ma Tsubasa si fermò alla domanda della ragazza.
-Perché mi hai accarezzato la schiena?-
-...-
-Ti prego, dimmi solo questo!-
"Mi piaci" 
-È un segreto!-
-Per ora non insisto, ma sappi che continuerò a chiedertelo!-
-Ed io continuerò a non rispondere!-.
Sanae sospirò, irritata.
-Che spiritoso!-.
Arrivarono a casa, ed in quel momento Tsubasa si rese conto che la ragazza aveva messo il broncio.
Prima che suonasse il campanello, le afferrò il polso con una stretta salda, ma non dolorosa.
-Si può sapere che cosa ti sta succedendo?! È da un po' che ti comporti in modo strano!-.
Il ragazzo non ascoltò le sue parole, ed avvicinò il polso alle labbra, schiudendole per un bacio delicato.
Il cuore di Sanae prese a battere velocemente.
-Ci vediamo, Manager!- e corse via, forse perché l'emozione non era più sopportabile anche per lui.

*

Cherry si posizionò al centro del salotto a gambe incrociate. I palmi delle mani aderivano perfettamente al pavimento.
Ad un tratto l'aria della stanza cambiò, facendosi densa. Sembrava quasi vibrare.
"Purianne..."
"..."
"Riesci a sentirmi?"
"Cherry!"
"Ho bisogno di chiederti un favore"
"Tutto quello che vuoi! Lo sai che ti sono debitrice!"
"Devo utilizzare la Dimensione Del Sogno"
"Perché?"
"È l'unico modo che ho per poter creare un legame..."
"Non dire altro. Sono a tua completa disposizione"
"Ti ringrazio. Attuerò il mio piano al Ballo d'Estate, tieniti pronta!"
"Sì".
Cherry aveva il fiatone. Non era ancora in grado di mantenere a lungo il contatto mentale. Prese ampi respiri e cercò la forza per tirarsi su. Con le braccia che tremavano, riuscì ad aggrapparsi al legno della testata del letto, e si alzò.
-Fino ad adesso il gioco è stato semplice. Ma ora...-.

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Capitolo 6
*** Una sorpresa ***


Capitolo 5
Una sorpresa

L'aeroporto di Narita era un viavai di gente. Tra di esse spiccava la figura di una ragazza che indossava un leggero vestitino estivo color blu notte.
Vanessa si guardò intorno per individuare l'uscita, la trovò e fermò un taxi.
-Dove deve andare, signorina?-
-A Nankatsu, nello Shizuoka-
-Ci vorrà un po' di tempo, è parecchio distante-
-Non ha importanza-
-Bene-.
La ragazza si sedette ed il tassista mise in moto il veicolo.
"Sto arrivando, sorella!".

*

Cherry si sistemò il nastro della divisa con un gesto nervoso. Si sentiva stanca, la notte non era stata sufficiente a ripristinare le energie spese per il contatto mentale con Purianne.
Si specchiò per l'ennesima volta. Nonostante avesse ricevuto, sin da piccola, un'educazione piuttosto rigida, faticava a seguire tutte le norme scolastiche giapponesi.
Lanciò un'occhiata distratta all'orologio appeso alla candida parete, e si accorse di essere in ritardo.
Afferrò la cartella di pelle nera con le fibbie lucide e si mise a correre. Per fortuna aveva un fisico ben allenato, frutto degli allenamenti sul combattimento.
-Stavolta anche tu sei in ritardo!-
Cherry riconobbe subito la voce.
-Per una volta posso sbagliare anch'io, Ozora!-
-Ti sei svegliata con la luna storta?-.
-Sì, quindi ti consiglio di starmi alla larga!-.
Tsubasa si allontanò da lei.
-Ricevuto!-
-Ha ragione Sanae, a volte sei proprio spiritoso!-.
Arrivarono davanti ai cancelli e corsero immediatamente in classe. Per fortuna l'aula era al piano terra, e non avevano da salire rampe di scale.
-Kirk, Ozora, siete in ritardo!- tuonò il professore -Non state facendo una buona impressione sul vostro nuovo compagno di scuola!-.
Si accorsero solo in quel momento della presenza di Genzo. Accanto a lui c'era un'imbronciata Kumi*.
Le labbra del portiere si curvarono in un sorrisetto ironico -Io e la Piccoletta siamo destinati!-
"Non sai neppure quanto, Genzo!"
-Dovrai avere molta pazienza- Cherry si rivolse a Kumi -Il nostro SGGK è molto testardo e non accetta nessun aiuto-
-Bene, ha trovato pane per i suoi denti!- replicò la ragazza. 
-Ragazzi, insomma! Io devo iniziare la lezione!- 
-Ci sediamo subito, professore!- esclamarono in coro Cherry e Tsubasa.

*

-Yayoi mi ha detto che Misugi potrà ritornare a giocare!-
-Davvero?- 
-Sì- Sanae accese il telefono e mostrò a Cherry una foto. Essa ritraeva i due ragazzi, ma erano abbracciati.
-Ci sono novità su loro due?-
-Ah, sì... Yayoi mi ha detto che Misugi la ricopre di attenzioni, e la invita più spesso ad uscire assieme- disse Sanae godendosi l'espressione sorpresa sul volto di Cherry.
-Che bello!- esclamò infine la Principessa, compiaciuta dai loro progressi.
-È strano...-
-Cosa?-
-Sei molto interessata alle storie d'amore...-.
Cherry andò in panico, ma, per fortuna, due persone salvarono involontariamente la situazione.
-Restituiscimi il pranzo!- gridò una disperata ed infuriata Kumi.
-Vienilo a prendere!- Sanae guardò attentamente il ragazzo e serrò la mascella.
-Quello è Masao Iwami, il ragazzo più scontroso della scuola!- fece una pausa -Nessuno osa mettersi contro di lui. È capace di farti male... Tanto male-.
Cherry stava per intervenire, ma qualcuno fu più rapido di lei.
-Dammi quel cestino!-.
Iwami si girò stizzito.
-Ma guarda, il nuovo arrivato! Vuoi iniziare male la tua permanenza in questa scuola?-
-Ma certo che no!-
-Allora smettila di rompermi le scatole e lasciami concludere con questa bambolina!-.
Cherry odiava con tutta se stessa le risse, ma due pugni a quel gradasso glieli avrebbe dati molto volentieri.
Genzo afferrò il bavero della camicia del bullo -Te lo ripeterò soltanto un'altra volta: restituiscile il pranzo. Sai, io sono abituato alle risse, e non ho nessun problema a darti ciò che meriti!-.
Un fremito di terrore scosse le braccia del ragazzo che gli allungò l'oggetto della disputa. 
-Ed ora vattene! Lasciaci stare!- urlò Genzo, quasi fuori di sé. 
L'altro annuì e si dileguò rapidamente.
-Ti senti bene, Cherry?- domandò Sanae
-S-sì-.
-Sei sicura? Sei un po' pallida-
-Sanae...-
-CHERRY!-.
La Principessa tentò di aggrapparsi ad un sostegno, ma non ci riuscì. Crollò a terra.

*

-Dove sono?-
-In infermeria, sorellina. L'infermiera dice che hai avuto un calo della pressione, ma sappiamo benissimo tutte e due che non è così-
-Sì, Van... Vanessa! Che ci fai qui?-
-Sono venuta a trovarti. Volevo farti una sorpresa-
-Ma non dovevi! E poi...-
-Emily* mi sostituirà, insieme a Chiaroluna-.
Cherry emise un sospiro di sollievo. 
-Comunque sia, in tuoi amici erano a bocca aperta quando mi hanno vista-
-Per forza! Non gli ho mai detto di avere una sorella!-
-Perché?- chiese Vanessa, leggermente indispettita.
-Molti di loro fanno un po' i cascamorti, e visto che tu, oggettivamente, sei molto bella, temevo che ci provassero- dicendo questo si alzò lentamente dalla branda. Vanessa l'aiutò porgendole la mano.
-Fa male vederti così...-
-Non ho altra scelta. L'incarico comporta anche questo- sorrise amaramente -Oramai ho imparato a sopportare il dolore, anche se non sempre riesco ad arginarlo-
-È Sanae?-
-Sì. Nonostante il miglioramento del suo rapporto con Tsubasa, continua a soffrire...-
-Lui partirà veramente per il Brasile?-
-Sì-.
-Qualche sera fa mi hai detto di avere dei sospetti proprio su Sanae, ma non hai specificato su che cosa...-
-Potrebbe essere una 'Sensitiva'-
-Una che?-
-Sono persone in grado di leggere nel cuore dagl'altri, e percepiscono emozioni che all'esterno non si possono notare-
-Incredible!-
-Già...-
-Ora usciamo, Cherry. I tuoi amici ti stanno aspettando fuori-.
Vanessa accompagnò la sorella all'uscita e lì incontrarono tutta la squadra insieme alle Managers. 
-Stai meglio?- chiese subito Sanae, preoccupata per l'amica.
-Sì, ho avuto semplicemente in calo della pressione. Forse sono solo troppo stanca-
-Ti sei persa la scenetta tra Ishizaki e la Nishimoto!-
-Cosa hanno fatto stavolta?-.
Cherry roteò gli occhi.
-Ishizaki ha finto di infortunarsi e quando la Nishimoto lo ha scoperto sono stati guai!-
"Che cretino!"
-Quando imparerai ad allenarti seriamente, Ryo?!-
-Ha parlato quella che nemmeno ci ha detto di avere una sorella!-
-Cosa te ne importa!- disse Cherry freddamente.
Ryo si spaventò: non era da lei comportarsi così.
Vanessa capì che la situazione si stava mettendo male.
-Cherry è molto stanca... Sarà meglio che torniamo a casa-.
Ryo stava per parlare, ma Sanae lo bloccò -Grazie Vanessa-.
Annuì e si allontanò velocemente con Cherry.
-Sorellina, sei stata molto scortese!-
-Non è vero!- protestò.
Vanessa sbuffò. Il suo arrivo era capitato al momento giusto!


(*) Emily è la prima migliore amica sia di Cherry che di Vanessa. Ha i capelli lunghi e lisci, color blu scuro. Aveva anche le lentiggini, ma queste non piacevano molto a Cherry, e quindi al loro primo incontro gliele ha fatte sparire.


Grazie per i commenti! Sono felice che questa storia vi stia piacendo!

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Capitolo 7
*** Other Situations ***


Capitolo 6
Other Situations 

Hikaru correva velocemente nel tentativo di arrivare il più presto possibile all'infermeria della scuola. 
Era andato un attimo a sciacquarsi il viso, per togliere le tracce della fatica, quando Oda gli era venuto incontro, trafelato. L'espressione dipinta sul volto del compagno non prometteva niente di buono.
Nella sua mente si ripetevano incessanti le parole dell'amico.
"Capitano! La Manager Fujisawa stava raccogliendo i palloni, ma Yamamori ha ben pensato, forse per scherzo, di farle uno sgambetto. Durante la caduta sembra che abbia appoggiato male il polso. Quando l'abbiamo vista rialzarsi era chiaramente sofferente!".
Il ragazzo si ripromise di rimproverare il compagno: di solito era piuttosto tollerante, e gli scherzi per ridere un po' dopo una faticosa giornata di allenamento erano sempre ben accetti, tuttavia non poteva permettere che qualcuno si facesse male.
Lui era il Capitano della Furano, ed in quanto tale si sentiva responsabile di tutti. Comprese le due Managers.
Sì fermò davanti alla porta scura dell'infermeria per riprendere fiato. Poi appoggiò la mano sulla maniglia un po' rovinata ed entrò.
Vide Fujisawa che cercava di trattenere dei gemiti di dolore, mentre l'infermiera le spalmava una crema sulla zona lesa, piuttosto arrossata.
-Capitano!-.
Lui si focalizzò sull'altra ragazza presente nella stanza. Era talmente preso dagli allenamenti che non aveva notato il cambiamento che era avvenuto in Machida.
I capelli della ragazza erano raccolti in una treccia morbida, piuttosto sbarazzina, che le conferiva un'aria molto meno austera.
Anche il modello degli occhiali era cambiato: le lenti erano decisamente più piccole, e la montatura degli occhiali non aveva più il classico colore argenteo del metallo, ma era viola.
Hikaru non seppe perché, ma in quel momento si ritrovò a pensare che Machida fosse carina, anche se, spostando il suo sguardo su Fujisawa, si rese conto che trovava quest'ultima piuttosto bella, anche con gli occhi arrossati dalle lacrime che non era riuscita a trattenere.
Il ragazzo chinò la testa, piuttosto dispiaciuto, poiché quell'incidente era avvenuto in un momento in cui non era presente.
-Mi dispiace-.
Yoshiko alzò il volto, ed un sorriso estremamente dolce comparve sul suo viso.
-Non scusarti. Infondo è una semplice slogatura. Qualche giorno di riposo ed il mio polso ritornerà come nuovo!-.
Machiko non volle fare da terzo incomodo, e con discrezione abbandonò l'infermiera, lasciando soli i due ragazzi, decidendo poi di andare a riportare un po' di ordine e disciplina nella squadra: infatti, se Fujisawa era gentile e disponibile con tutti, Machida invece era autoritaria e controllava con più polso i giocatori. Insomma, le Managers si completavano a vicenda.
-Scusami ancora, Fujisawa!-
-Capitano, adesso basta! Non sono mica moribonda!- Lo rimproverò scherzosamente la ragazza -Comunque non stare lì in piedi, vieni a sederti qui!- e gli indicò una sedia posta accanto al lettino.
Hikaru annuì continuando a fissare il volto della Manager, non riuscendo a capire perché non avesse ancora distolto lo sguardo.
-Tutto bene, Matsuyama? Mi sembri un po' stanco...-.
Lui si lasciò sfuggire un sospiro.
-Tra la scuola e gli allenamenti le mie giornate sono piuttosto piene. A volte ho a malapena le forse per mangiare e per buttarmi sul letto!-
-Secondo me dedichi molto più tempo al calcio che alla scuola! Nel compito di oggi sei riuscito a cavartela solo grazie ai miei suggerimenti!-.
Hikaru si grattò una guancia: l'inglese era la materia che più detestava. 
Fujisawa era invece molto brava a scuola, e adorava l'inglese: una volta gli aveva confidato che avrebbe voluto diventare insegnante di lingue straniere.
-Senti, in uno di questi giorni ci organizziamo per fare i compiti assieme? Tu sei piuttosto brava, ti sarei veramente grato se potessi darmi un po' di aiuto-.
Le gote di Yoshiko si colorarono, mentre gli occhi avevano iniziato a brillare.
-Certamente!-.
Una voce dall'esterno interruppe il dialogo.
-Signorina Fujisawa, sua madre è venuta a prenderla!-
-Beh, ora devo proprio andare... Ci sentiamo stasera, va bene?-
-Sì-.
Hikaru aiutò Yoshiko a scendere dal lettino e le spalancò la porta, poi osservò la ragazza allontanarsi assieme al bidello.
-È ancora troppo difficile pronunciare il tuo nome...- mormorò Matsuyama con lo sguardo rivolto nel vuoto.
Dietro di lui si trovava Machiko. Un sorriso felice e soddisfatto aveva disteso i lineamenti seri della ragazza.

*

Azumi osservò il suo riflesso nello specchio. Indossava una maglietta bianca, con sopra disegnate delle palme, una spiaggia e due bicchieri stilizzati ripieni di un succo arancione.
Il suo sguardo critico scese sugli shorts azzurri, per poi terminare la scansione sui sandali bassi che aveva scelto per completare il tutto.
Eppure le sembrava che mancasse qualcosa.
-Sei nervosa?-.
Azumi si voltò di scatto verso la sua amica, che sorseggiava svogliata la limonata che sua madre le aveva portato.
-Un po'...-.
Laure sorrise. Azumi era sempre stata una ragazza espansiva, tranne nella faccende di cuore.
-Secondo me stai benissimo così come sei!-
-Dici?-
-Azumi, tutta questa insicurezza non è da te!-
-Certo, perché prima non avevo un appuntamento con Taro!-
-Ok, ma non puoi continuare ad essere nervosa! Lui ti ha solo chiesto di fare una semplice passeggiata!-
-E allora? Il ragazzo in questione è quello che mi piace!- si lasciò sfuggire Azumi.
-Tombola!- esclamò Laure, felice di essere riuscita finalmente a strappare una confessione alla sua amica. 
-Ahh! Mi stai facendo parlare troppo!-
-Senti, perché non ti trucchi un po'? E magari potresti anche aggiustare quel disastro di capelli che ti ritrovi!-.
Azumi tentennò, non essendo per niente sicura della trovata dell'amica. Cercò una via di fuga.
-Io non ho mai comprato alcun tipo di cosmetico, e dubito sinceramente che tu te li sia portati dietro...-
-Ho previsto quest'eventualità, mia cara! Infatti ho chiesto a tua sorella di prestarmi il suo set!- commentò Laure, sventolandole davanti la trousse.
Azumi si arrese, e si sedette sulla poltroncina della specchiera, borbottando epiteti poco simpatici per la sorella.
Laure agguantò una spazzola, e con molta pazienza si mise a districare i nodi dei capelli dell'amica, che sì, era molto carina, ma non faceva niente per valorizzarsi.
Prese tra le dita alcune ciocche laterali dei capelli, e fece una piccola treccia, che fermò con una molletta piena di brillantini.
Aprì la trousse di Christine e chiese ad Azumi di scegliere il trucco. Lei le indicò un ombretto arancione chiaro, ed un gloss rosato.
Laure annuì, ma estrasse anche un tubetto di mascara.
-No! Quella roba no!-
-Invece sì. Per tua sfortuna hai le ciglia un po' corte, e con questo creiamo volume! Così Taro non potrà assolutamente resistere ai tuoi begli occhioni!-.
Azumi rinunciò a discutere con l'amica, ben sapendo che sarebbe risultato tutto inutile.
Laure applicò i cosmetici con delicatezza e precisione. Lei era sempre stata un'appassionata di make up, e desiderava diventare un'estetista. Per questa ragione si offriva spesso e volentieri di truccare le amiche.
Azumi si specchiò, e per la prima volta in vita sua si trovò carina.
-Niente male!-
-Già! Ora sei pronta ad andare dal tuo cavaliere!-
-Oddio Laure, è tardissimo! Devo scappare!-.
Imboccò le scale, mentre l'amica le urlava dietro.
-Non fare cavolate, ok?! E domani evita di sfuggirmi come fai di solito! Ti assicuro che ogni tentativo che proverai a fare sarà futile!-.

*

-Siete pronti, ragazzi?-.
Due voci, una maschile ed una femminile si sovrapposero alla perfezione.
-Il minimo errore o sbadataggine potrebbe costarci caro, molto caro- disse quello che tra i ragazzi sembrava essere il più grande, sia di età che di statura -Quindi, vi prego, fate tutti attenzione- e puntò lo sguardo verso quello di cui si fidava meno.
-Va bene... Kirito-
-Ohh... Finalmente sei riuscito a dirlo!-
-Sì... K-Kiri-
-Ottimo! Allora possiamo fidarci! Tanto c'è anche Akako che lo terrà d'occhio!-
-Puoi contarci!- disse la ragazza chiamata in causa.
-Bene, adesso siamo pronti. Tenetevi stretti i polsini: questi saranno gli unici oggetti con i quali potremmo comunicare passando indisturbati- disse Kiri con un tono molto serio, venato di apprensione -Siete pronti a sfidare il destino?-.
Tutte le voci si mescolarono, sicure e decise.
-SÌ!-




Nota dell'autrice:
Non pensate che questi nuovi personaggi abbiano scoperto le loro carte! L'apparenza spesso inganna! ;).

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Capitolo 8
*** Un aspro confronto ***


Capitolo 7
Un aspro confronto 

Vanessa continuò a trascinare la sorella per un braccio, mentre si chiedeva ripetutamente che cosa avesse causato un cambiamento così brusco in Cherry.
Il modo in cui aveva risposto a Ryo non le era per niente piaciuto. Di solito era proprio Cherry la più calma e riflessiva, tranne che nelle situazioni di estremo pericolo, in cui seguiva l'istinto.
-Lasciami, Vanessa! So perfettamente come si cammina, senza bisogno che tu mi trascini!-
-Cosa accidenti ti prende?! Non sei mai stata così scortese!-
-Non è vero! Non sono stata scortese!-
-Certo che lo sei stata! Ti sei già dimenticata del modo in cui hai risposto a Ryo?!-
-Forse...- disse Cherry seccata dalla piega che aveva preso la conversazione.
Vanessa si fermò di scatto, impedendo così alla sorella di proseguire.
-Cos'è? Hai messo le radici?-
-Chi diavolo sei tu?! Tu non sei mia sorella! Lei è solare, spigliata, forte... Tu invece mi sembri soltanto un'ombra piccola ed insignificante!-
-La tua cara sorella è ANCHE fragile, Vanessa. Ma a quanto pare non mi hai mai conosciuta veramente!-.
Nell'aria rimbombò il suono di uno schiaffo.
-LO SO CHE SEI FRAGILE! SECONDO TE PER COSA SONO VENUTA?! PER ROMPERTI LE SCATOLE OGNI GIORNO?! PER ACCALAPPIARE RAGAZZI?! NO... LA VERITÀ È CHE SEI TU A NON CONOSCERMI BENE!-.
Vanessa, con le lacrime agli occhi, diede le spalle alla sorella.
-RIVOGLIO INDIETRO LA VERA CHERRY!-
-Aspetta, Vanessa!-.
Ma ormai era troppo tardi: sua sorella si era già allontanata carica di tristezza ed amarezza.
Rimase lì, incredula, scioccata, con la guancia che quasi bruciava a causa della forza incredibile di quello schiaffo.
Trattenne a stento le lacrime, che si liberarono soltanto quando si rifugiò nel suo appartamento. 
Pianse così tanto che la testa iniziò a farle male.
"Mi devo sfogare... Non sono lucida in questo momento".
Cherry si alzò con fatica dal bracciolo della poltrona e schioccò le dita; una porta si materializzò sul muro del soggiorno. Lei sapeva bene che cosa c'era oltre.
Non appena varcò la soglia, avvertì un peso leggero sul fianco destro.
Estrasse la spada dal fodero, e ripensò a tutti i combattimenti che aveva affrontato assieme a quell'arma. Molti avversari, prima di duellare, l'avevano spesso derisa per il materiale fragile della spada, ovvero il cristallo, che avrebbe dovuto facilmente frantumarsi. Invece, dopo pochi colpi, erano stati costretti a rimangiarsi la parola, oltre che ad aver capito che quella che ironicamente chiamavano 'Principessina' era un'avversaria tenace e molto pericolosa.
Cherry chiuse gli occhi, concentrandosi. Scagliò il primo fendente contro la parete magica, che aveva il compito di misurare la forza e la precisione con cui era stato dato il colpo.
Continuò così per tutta la sera, mentre cercava di capire chi fosse veramente dalla parte del torto. Con dispiacere si accorse che era proprio lei ad aver sbagliato, e non Vanessa. 
Il loro rapporto non era sempre stato roseo, a causa della totale opposizione dei loro caratteri, ma erano comunque legate da un profondo legame che si rafforzava nelle molteplici avversità che si erano viste costrette a fronteggiare.
-Che cosa faccio ora?-.

*

Vanessa era in contemplazione del soffitto assieme a Sanae ed a quella strana ragazza che aveva chiesto ospitalità ai Nakazawa. 
-Così ti chiami Kiri?-
-Sì-
-Mi piace! E come fa il tuo cognome?-
-Sora-.
Vanessa arcuò un sopracciglio.
-Lo sai che un nostro compagno di squadra ha un cognome simile al tuo?-
-E quale sarebbe?-
-Ozora-.
L'espressione sul volto di Kiri era indecifrabile, troppe sfumature che creavano confusione.
-Mi piacerebbe conoscerlo...-
-Ma in che scuola ti sei iscritta?-
-Alla Nankatsu-.
Gli occhi di Sanae brillarono di gioia.
-Che bello! Allora potrai conoscere Tsubasa, sai, lui fa parte della squadra di calcio e ne è il Capitano. Io invece, insieme a Yukari, Sugimoto e Cherry, sua sorella, svolgo l'incarico di Manager-.
Il volto di Kiri era ancora enigmatico, e Vanessa iniziò ad innervosirsi: lei e Cherry avevano la capacità di leggere i pensieri delle persone, ma con Kiri era diverso, non riusciva a captare alcun pensiero. 
-Comunque Cherry ha ragione, tu, Sanae, sei una sensitiva-
-Cosa?- chiese la ragazza in questione, confusa.
-Sei una sensitiva. Una persona che ha la capacità di ricevere e comprendere le emozioni degli altri, e a volte, se queste sono molto forti, può anche provarle sulla propria pelle. Piacevoli o spiacevoli che siano. Questo spiega anche il fatto che tu soffra proprio nel momento in cui Tsubasa sta male-.
Il silenzio calò nella stanza. Sanae era a dir poco scioccata per quella rivelazione, mentre Kiri sembrava impassibile. Come se sapesse già tutto quanto.
-Kiri, non mi sembri affatto stupita da questa notizia- setenziò Vanessa -Perché?-
-Ad ogni perché c'è sempre una risposta, ma non spetta a me darvela...-
-E chi dovrebbe darcela, di grazia?!-
-Voi... Forse...-.
Vanessa la squadrò, mentre sentiva l'irritazione crescere ancora. 
Sanae spezzò il silenzio.
-Che bella collana, Kiri!-.
La sorella di Cherry studiò la catenina argentata, e la sua attenzione si concentrò sui ciondoli dello stesso materiale: erano una 'D' ed una 'Q', legati da un'altro ciondolo a forma di infinito. Oltre che a questi, vide anche due numeri, un 10 ed un 8, ai lati delle lettere.
-Che cosa significano le lettere? Ed i numeri?-
-Anche questo, forse, capirete...-
-Adesso basta, ragazzina, non ti conviene tirarla per le lunghe! La mia pazienza sta per esaurirsi!-
-Calmati, Vanessa!-
-No, Sanae, io non mi calmo! Ma non lo vedi che ci sta prendendo in giro?! E questa è uno degli atteggiamenti che meno tollero in una persona!-
-Io, invece- ribattè Kiri con calma -Detesto le persone che saltano subito a conclusioni affrettate!-.
Vanessa vide rosso. Con una rabbia incredibile caricò il pugno che avrebbe dovuto colpire in pieno volto la ragazza, ma Kiri, inaspettatamente ed abilmente, parò la mossa senza alcuna difficoltà.
-Ma come?!-
-Non te l'aspettavi, vero? Avresti dovuto conoscermi bene prima di attaccarmi. Sono cintura nera di karate, inoltre mio zio è un ottimo maestro-
-Tuo zio è un karateka?-
-Più o meno...-
-Almeno hai risposto a questa domanda-
-Già-.
La tensione sembrò essersi sciolta nell'aria.
-Comunque, Kiri- commentò Vanessa -Attenzione che Tsubasa è off limit! Altrimenti rischi di essere linciata da Sanae!-
-Smettila!-
Mentre continuava il battibecco, Kiri sorrise ancora in quel modo strano.
-Mi piacerebbe molto conoscere tua sorella, Vanessa. Stando a ciò che hai detto, sembra che sia una persona molto interessante-
-È vero!- confermò Sanae, dando poi una pacca sulla spalla di Vanessa -Ma prima devono fare pace queste due testone!-.

*

-Tua sorella picchia sodo!-
-Questo lo sapevi già-
-Vero! Ho fatto a pugni con lei chissà quante volte... Però...-
-Però?-
-Non lo ammetterò mai davanti a lei, ma è bellissima!-
-Sì, certo, e tu, naturalmente, insieme a quell'altro di Tora siete innamorati di lei!-
-Adesso non è Tora, è Keitaro! Se ti sentisse la tua amata sorellina!-
-Con tutti questi falsi nomi finirò per confondermi!-.




Note dell'autrice
Grazie a tutti i lettori e lettrici di questa storia. Un grazie speciale a Fafanella, che mi fa riflettere, ma a volte mi strappa anche una risata con le recensioni ;).

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Capitolo 9
*** Who is Kiri? ***


Capitolo 8
Who is Kiri?

Vanessa continuò a fissare il soffitto della camera da letto, pensando alla sorella.
Non avrebbe mai dovuto essere così aggressiva nei confronti di Cherry, e di ciò si era pentita subito, oltre che ad essere scappata come una vigliacca, senza riuscire a sopportare la vista del volto abbattuto, confuso, disperato e pentito di Cherry.
Sospirò e si voltò di lato, e cercò di focalizzarsi su altri pensieri, possibilmente più calmi e sereni, al fine di agevolarle il sonno.
Avvertì qualcosa di caldo stringerle la mano, e si stupì quando trovò le dita di Kiri intrecciate alle sue.
Fece un debole tentativo di ritrarre la mano, ma fu inutile: uno strano tepore la avvolse e scivolò nel mondo dei sogni...

*

-Ehi, Princesa, cosa stai facendo?-
-Papà!- arrossì la bambina, che era stata letteralmente (ma anche praticamente) colta in piena notte, col cucchiaino nella mano destra e un vasetto di crema spalmabile al cioccolato in quella sinistra.
Il padre sorrise, capendo da dove poteva avere pescato quella leccornia.
-Hai proprio presto da tua madre, non c'è che dire!-
-Non è mica colpa mia se tu sei un salutista ossessionato!-
-Guarda che anche a me piacciono i dolci, specialmente quelli di tua madre, tesoro, ma di sicuro non mi metto a mangiarli di nascosto e a notte fonda!-.
La piccola mise il broncio, mentre il papà scoppiava a ridere in una grassa risata. Che venne interrotta da un bel cucchiaio stracolmo di crema.
-Caro, dovresti capire che per noi due donne è indispensabile avere qualcosa da mettere sotto i denti a qualunque ora della giornata-
-Sì, certo, ma preferirei che mangiaste della frutta, anziché queste robe altamente caloriche-
-Eppure sembrava che qualche giorno fa non ti dispiacesse mangiare la panna di notte...- ribattè quella che doveva essere la moglie, con un tono leggermente ambiguo, che fece arrossire l'uomo. Ma la bambina non vi badò affatto, rimproverando il padre.
-Ah papà, allora anche tu fai spuntini notturni a base di dolci! Predichi benissimo, ma razzoli altrettanto male!-
-Ritorna a dormire con tuo fratello, amore, ti prometto che domani potrai mangiare tutta la crema al cioccolato che vorrai, d'accordo?-
-Sì!- rispose allegramente la piccola, e dopo aver abbracciato la madre e stampato un bacio sulla guancia del papà, si diresse verso la stanza da letto.
-Ed ora scommetto che domani, davanti ai suoi occhioni, non riuscirai a dirle di non mangiare dolci!-
-E ci credo, ha preso da te!-
-Modestamente...-.
L'uomo rise e le circondò la vita sottile, chiudendola in un caldo abbraccio. Lei si sollevò sulle punte, essendo decisamente più bassa del marito, ed appoggiò le labbra morbide ed arrossate su quelle di lui.
Sorrise, poi fece passare le braccia sotto le ginocchia della moglie e la prese in braccio. 
La portò nella loro camera, adagiandola sul letto, poi le sussurrò all'orecchio -Tanto tempo fa, una persona mi disse che ero fortunato, perché avrei trascorso la mia vita assieme ad un angelo. E questa persona aveva ragione-.

*

-Vanessa, insomma, alzati!-
-Eh?-.
Una cuscinata in pieno volto la costrinse a mettersi a sedere.
-Alla buon'ora!- fece ironicamente Sanae -Io e Kiri siamo già pronte da un pezzo, vedi di sbrigarti!-.
Vanessa sussultò a quel nome e si toccò la mano; con suo stupore avvertì che una era gelida, mentre l'altra era caldissima, come se fosse stata a contatto con una grande fonte di calore.
S'interrogò subito sullo strano sogno che aveva fatto, soffermandosi poi sulle persone che aveva visto: le erano stranamente familiari, nonostante i loro volti fossero oscurati.
-Che ci fai ancora a letto, Vanessa?-.
La bocca della ragazza si spalancò per lo stupore.
-Cherry!-
-Io... Mi dispiace davvero tanto per averti trattato così. Tu sei qui per aiutarmi, ed io, invece, mi sono comportata in maniera meschina. Perdonami!- sussurrò con le lacrime agl'occhi.
-Sciocca, non piangere! Così mi fai stare male!- gridò Vanessa, buttando le braccia al collo della sorella e stringendola in un abbraccio di riconciliazione.
Sanae si voltò verso Kiri, e notò che lei aveva fatto la stessa cosa. Non riusciva a capire il perché, ma si sentiva incredibilmente vicina a quella misteriosa ragazza, oltre che a provare una sorta d'istinto protettivo nei suoi confronti.
-Allora, Cherry, hai già conosciuto Kiri?- domandò la sorella.
-Sì, Sanae me l'ha presentata. È una persona molto interessante ed intelligente!-
-Grazie!- disse la ragazza in questione, che fece uno scherzoso inchino. Tuttavia il modo in cui lo eseguì, lasciò senza fiato sia Cherry che Vanessa: infatti l'esecuzione era perfetta, oltre che molto elegante. Entrambe sapevano che per farlo in quel modo, ci volevano anni ed anni di prove.
Tuttavia pochi secondi dopo sentirono un bel tonfo, seguito da un 'Ahi!' di Kiri.
La ragazza era seduta per terra.
-Scusatemi, a volte sono così imbranata...-
-Non ti preoccupare, Kiri- le sorrise Sanae, tendendole la mano per aiutarla a rialzarsi.
-Oggi, al bagno delle ragazze al terzo piano, Vanessa- mormorò Cherry al suo orecchio, prestando attenzione a non farsi sentire dalle altre due -Dobbiamo assolutamente parlare-.


*

Kumi tirò fuori, stizzita, i quaderni con gli appunti di storia giapponese dalla cartella. Quel borioso Portiere non perdeva un mezzo secondo per tormentarla e rompere le scatole ovunque lei provasse ad andare.
-Vedi di comportarti bene agli allenamenti, Piccoletta! Non ho voglia di litigare un altro giorno con te!-
-Quando imparerai ad avere rispetto per me, allora non dovrai più preoccuparti dei litigi!- rispose seccata.
Il parlottare accanto a loro li fece voltare: una ragazzina che non avevano mai visto, minuta, con i capelli castani chiaro lunghi fino alle spalle si trovava accanto al Capitano, che sorrideva allegro.
-Genzo, Sugimoto, vi presento Kiri Sora...-
-Non dirmi che avremo UN'ALTRA Manager! Ce ne sono già troppe persone i miei gusti...- e schioccò un'occhiata si fuoco a Kumi, che ricambiò con pari ardore.
-Mi dispiace deluderti, ma io sono iscritta al club di arti marziali. Nel caso ti interessi, sono cintura nera, e mi guarderei bene dal provarci con me...-
-Ed io lo posso confermare!- aggiunse Vanessa -Tuo zio deve essere veramente fenomenale in questo sport!-
-Già...- sorrise ancora sibillina Kiri, e ciò fece inquietare molto Cherry.
Ryo si grattò il mento e a bassa voce commentò -Graziosa sì, ma niente di che... C'è decisamente di meglio in questa scuola!-.
Kiri udendo ciò, sfoderò un sorrisetto sarcastico e malizioso, e gli rispose per le rime -Peccato che tu non potrai mai avere 'Il meglio' di questa scuola, Ishizaki. Il tuo aspetto scimmiesco non lo permette-.
Tutti la guardarono stupiti, compreso Ryo che era gelato da quelle parole.
Cherry intervenne -Beh, Ryo, questa tecnica la sei proprio cercata! Ti ricordi il detto 'Chi di spada colpisce di spada perisce'? Direi che questa è una bella applicazione pratica!-.
Tutti risero a quell'affermazione, mentre Ryo si allontanava borbottando qualcosa sulla scarsissima solidarietà maschile.

*

Cherry si guardò intorno, ed oltre a lei e sua sorella, non notò nessun'altra presenza femminile.
-Allora, Vanessa, facciamo il punto della situazione. Questa Kiri arriva misteriosamente in casa di Sanae, e, stando a ciò che pensi, dimostra di conoscerci benissimo, ma non solo: l'esecuzione del suo inchino è stata veramente troppo perfetta, e la caduta, a mio parere, deve per forza essere stata fatta intenzionalmente, non so, forze per sviarci-
-Già. E poi ci sono due dettagli che mi hanno lasciata perplessa-
-Quali?-
-La collana che indossa Kiri. Non riesco proprio a capire il perché delle lettere 'Q' e 'D'. E poi quel 10 e quell'8...-
-Per le lettere non so proprio che cosa pensare, Vanessa. Ma i numeri... Non potrebbero essere una sorta di data?-
-Ok. Allora se la tua ipotesi è corretta, la data è il 10 agosto, ma cosa potrebbe rappresentare?-
-Ne so esattamente quanto te, ovvero nulla!-
-Cherry... Questa notte, ora non so più dite se è stata una casualità o meno, ma Kiri mi ha preso la mano...- Si morse il labbro inferiore -Ed ho fatto un sogno un po' strano. C'erano una bambina ed i genitori, ma tutti e tre mi sembravano così familiari, nonostante non vedessi i loro volti-
-La bambina non potrebbe essere Kiri?-
-Non lo so, Cherry. Potremmo formulare mille ipotesi, ma per il momento non conosciamo poi così bene Kiri, e non sappiamo niente di lei-
-Tuttavia alcuni dei suoi comportamenti sono troppo ambigui. D'ora in poi dobbiamo tenerla d'occhio, perché adesso ne abbiamo la certezza, ci sta nascondendo qualcosa-.
Appena fuori, Kiri sorrise. Vanessa si era lasciata sfuggire un dettaglio molto importante del sogno, dettaglio che, molto probabilmente, le avrebbe fatto capire sin da subito l'identità dei suoi genitori.
Accostò il polsino alle labbra -Mi ricevi, fratello? C'è mancato veramente poco...-.





Grazie a tutti i lettori 'Dichiarati' che silenziosi. Spero con tutto il cuore che la storia vi stia piacendo!

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Capitolo 10
*** Al Campionato Nazionale ***


Capitolo 9
Al Campionato Nazionale

Cherry guardò il paesaggio dal finestrino dello Shinkansen con aria assorta: aveva la sensazione che Kiri fosse soltanto l'inizio di una serie di misteri, ma anche di guai. 
Le sue orecchie dovevano anche fare il miracolo di sopportare l'ennesimo battibecco scoppiato tra Kumi e Genzo, sul fatto che il Portiere si fosse seduto vicino a lei senza il suo consenso.
Di solito erano Sanae e Yukari a sedare gli animi surriscaldati dei due ragazzi, ma quella mattina Kumi aveva toccato un tasto molto dolente nei confronti di Wakabayashi.
-Sei solo un ragazzino viziato! Oh, vorrei proprio incontrare i tuoi genitori ed elencare a loro tutti i difetti che ti ritrovi, compresa la mancanza di rispetto per i più piccoli!-.
Le labbra di Genzo, anziché distendersi in un sorrisetto di scherno, s'incurvarono in una smorfia amara.
-Purtroppo non avrai mai la possibilità di farlo, Sugimoto- calcò freddamente sul cognome -I miei genitori vivono a Londra, io sono venuto qui dalla Germania con Tatsuo Mikami, il mio ex allenatore-.
Kumi strinse tra le dita le pieghe della gonna.
-Mi dispiace-
-Non lo potevi sapere- Genzo scrollò le spalle -Comunque sia, ora voglio riposare, quindi, per favore, lasciami in pace-
-Va bene- rispose la ragazza, alzandosi dal suo posto a sedere -Da quanto ho capito, la mia presenza non è per niente gradita- e si sedette il più lontano possibile da lui.
Cherry sbuffò, voleva intervenire, ma negli ultimi tempi si era intromessa troppo tra le coppie. Per un po' avrebbe dovuto limitarsi a tenerle d'occhio. Inoltre, oltre che a pensare a Kiri, doveva studiare i dettagli del piano assieme a sua sorella e a Purianne per l'utilizzo della Dimensione Del Sogno. 
La sua attenzione venne attirata da Yuzo e Mamoru, che, manco a dirlo, erano seduti vicini. Storse le labbra, perché Vanessa le aveva messo un bel tarlo in testa: quei due ragazzi stavano avendo atteggiamenti molto intimi, che andavano bene oltre ad una semplice amicizia.
Cherry non aveva nulla contro l'omosessualità, così come Vanessa, ma essendo abituata allo 'Standard' eterosessuale, non avrebbe saputo gestire quella coppia.
Si stancò di tutti quei pensieri e alla fine si addormentò.

*

Tsubasa si svegliò dal sonno in cui era sprofondato. La sera prima era stato sveglio fino a tardi per fare lezione di portoghese assieme Carlos, suo insegnante privato. 
Si accorse che la testa era premuta contro qualcosa di molto morbido e comodo, ma arrossì come un peperone quando capì che si era appoggiato (probabilmente sempre nel sonno) sul seno della prima Manager.
Lei stava ancora dormendo.
Con delicatezza si tirò su e si sistemò meglio sul sedile. Ma appena lo fece, Sanae affondò il viso nel suo petto.
-Tsubasa...-.
Lui sussultò quando sentì il suo nome, mormorato dalla ragazza, forse inconsciamente.
Quello che sentì dopo lo lasciò senza parole.
-Ti prego, non andare in Brasile! Non mi lasciare...-.
S'irrigidì, scioccato dalla frase. Sanae lo aveva sempre incoraggiato durante tutte le sue partite, e quando aveva comunicato la sua decisione di andare in Sud America dopo la terza vittoria consecutiva del Campionato Nazionale, lei era stata la prima a congratularsi.
Che avesse soltanto finto di essere felice?
Studiò meglio il volto della ragazza, ed arrivando alle labbra, avvertì la voglia di appoggiare la sua bocca su quella di Sanae, per assaggiare il suo sapore.
Fece scorrere lo sguardo sui suoi amici. Tutti erano addormentati.
Con delicatezza sfiorò le labbra di Sanae. Quelle di lei erano calde, umide e profumate. 
Sorrise, sentendo il gusto della fragola sulla sua bocca.
Solo dopo notò due occhi che lo fissavano: erano quelli di Kiri.
-Non ti preoccupare, Capitano. Saprò tenere il segreto- mormorò, facendolo diventare rosso ancora di più.

*

Cherry mise una mano sulla spalla di Kumi, facendole intendere di voler parlare.
-Kumi, sinceramente se io fossi in te, lascerei stare ciò che è successo con Wakabayashi. Non stare a tormentarti troppo-
-È solo che...-
-Che?-
-Mi dispiace di aver fatto venire a galla un fatto spiacevole e personale-
-Non lo potevi sapere!- l'interruppe Cherry, decisa -Anche Genzo lo ha ammesso-
-Senti... Tu sapresti dirmi qualcosa sulla sua famiglia? Non voglio fare l'impicciona, sia chiaro. Desidero solo capire la sua reazione, e possibilmente evitare discorsi di questo genere con lui-
-Genzo ha sempre avuto un rapporto conflittuale con la sua famiglia. I Wakabayashi sono molto importanti per il Giappone, sia a livello economico che politico. Per questo i genitori di Genzo volevano che lui seguisse la stessa strada intrapresa dai suoi due fratelli- si arrestò quando l'espressione di Kumi divenne confusa.
-Wakabayashi ha due fratelli maggiori?-
-Sì-.
L'espressione della ragazzina mutò, fino a diventare amara -Siamo sempre stati così impegnati a litigare e a discutere che nessuno di noi due ha mai provato a conoscere meglio l'altro-
-Non è mai troppo tardi per recuperare- sorrise Cherry facendole l'occhiolino e continuando il discorso -La madre di Genzo, Eri, era molto esigente con lui, e pretendeva il massimo in tutto. Lei desiderava avviarlo verso una carriera politica, prospettiva a suo parere molto interessante e facilmente raggiungibile anche a causa della notorietà della famiglia Wakabayashi. 
Quando aveva nove anni, Genzo, stufo delle continue pressioni da parte della madre, decise di iscriversi, ad insaputa di lei, alla squadra di calcio della scuola. Lì tentò di ricoprire diversi ruoli, scoprendosi poi un'abile e talentuoso portiere.
La sua bravura venne notata da Tatsuo Mikami, che si presentò alla famiglia, chiedendo direttamente ai genitori il permesso di seguire il loro figlio.
Eri andò su tutte le furie, e quando venne a sapere che Genzo aveva tutte le intenzioni di seguire Mikami, arrivò a minacciare l'uomo di voler sporgere denuncia per aver 'Rapito' suo figlio-
-E cosa accadde?-
-Il padre di Genzo convinse la moglie a lasciarlo andare. Lui aveva compreso che la donna lo aveva soffocato fin troppo a lungo, e lo lasciò libero di seguire la strada che preferiva.
Tutt'ora padre e figlio sono in contatto, ma Genzo, da quel momento in poi, non ne volle più sapere di sua madre-.
Kumi era rimasta in silenzio, colpita da tutta la storia. Aveva giudicato male Wakabayashi, fermandosi solo a vedere la superficie, e non aveva mai tentato di vedere cosa c'era dietro quella maschera di strafottenza e sicurezza che indossava ogni giorno.
-Ammetto anche che questa storia non me l'ha raccontata lui in persona. Mi vergogno molto, però, poco prima della partenza di Genzo per la Germania, ho origliato una conversazione tra lui e Tsubasa, e sono venuta a sapere di tutto questo. Wakabayashi era in lacrime, mentre raccontava la sua infanzia al Capitano. Forse è stata la prima e unica volta che l'ho visto piangere-.

*

Kiri sgattaiolò fuori dalla stanza delle ragazze, e raggiunse guardinga suo fratello.
Lui l'abbracciò stretta, e la ragazza rispose con altrettanta energia.
-Allora, tutto bene?-
-Sì, anche se è stato difficile fingere con zia Cherry!-
-I tuoi occhi brillano, sorella, cos'hai visto?-
Kiri raccontò del bacio tra Tsubasa e Sanae.
-Che sfortuna!- commentò lui, deluso -Ci tenevo tanto a vederlo pure io!-.
Kiri scosse la testa e fece una carezza al fratello, percorrendo la pelle liscia della guancia.
Lui imprigionò la mano della ragazza tra lei sue, fissandola intensamente. Poi la avvicinò alle labbra, posando un bacio leggero sopra.
Kiri ripeté il gesto del fratello: quello era uno dei tanti modi (per loro) di comunicare affetto e vicinanza sia fisica che morale.
-Sarà meglio andare ora- disse lui -Non vorrei che le tue compagne di stanza si svegliassero e non ti trovassero a letto-
-Hai ragione- 
Si abbracciarono ancora, poi si staccarono.
-Ti prego, stai attenta-
-Certo!- rispose lei tranquilla, e voltandogli le spalle, tornò con passo veloce alla camera.



Note dell'autrice: Colgo l'occasione per augurare buona Pasqua e Pasquetta a tutti!

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Capitolo 11
*** Tranelli e conoscenze ***


Capitolo 10
Tranelli e conoscenze 

Una risata sguaiata rieccheggiò tra le mura del palazzo, abitato dalle creature più mostruose e raccapriccianti che esistessero sulla faccia del pianeta.
-Ci avete chiamato, padrona?-
-Fobos, Deimos, adesso esigo sapere in che condizioni versa la nostra odiata Principessa!-
-Buone notizie- incominciò Fobos -La Principessa è molto vulnerabile in questo momento: il suo incarico inizia ad essere molto difficoltoso e poco produttivo- terminò.
-Benissimo!- sulle labbra della donna si dipinse un sorriso vittorioso, ma al tempo stesso velato di una malvagità estrema.
-Scusatemi, padrona- disse educatamente Deimos -Ma io e mio fratello vorremmo sapere ciò che ha intenzione di fare con queste informazioni-
-Mi sembra ovvio: attaccarla e sconfiggerla una volta per tutte!-
-Ma come fate a sapere che questo è il momento adatto?- domandarono in coro di due gemelli, forse un po' ingenuamente.
-Idioti!- disse lei duramente -Mi avete appena detto che la nostra Principessa ha molte difficoltà, e di conseguenza è più vulnerabile. ORA è il momento adatto per mettere in atto il mio piano!-
-A-avete un p-piano, mia signora?- chiese Deimos, un po' intimorito dal tono di voce della padrona.
-Seguitemi!- ordinò lei.
I due esseri obbedirono senza fiatare, e giunsero nelle stanze private della donna.
Al centro di quello che sembrava un piccolo salottino, c'era un tavolo rotondo, di cristallo viola.
Sopra di esso, sospesi nell'aria, c'erano tre pietre, di forma allungata, che terminavano alle due estremità con punte acuminate. 
I due gemelli si guardarono bene dall'allungare le mani sulle pietre: esse erano pregne di energia negativa, talmente potente che avrebbe potuto causare dolore a migliaia di persone umane.
-Tanatos ci sarà di grande aiuto. Lei non potrà fare nulla contro di lui!-
-Mia signora, ne siete sicura?- Deimos ricevette in cambio uno sguardo glaciale -Mi spiego meglio: non c'è proprio niente in grado di contrastare Tanatos?-
-Sì, effettivamente qualcosa, o meglio, qualcuno c'è-
-E sarebbe?-
-Eros- disse lei in un sibilo, quasi disgustata da quella parola -Ed è l'Amore passionale. Comunque sia, visto che la Principessa è in grandi difficoltà, non credo proprio che possa contrastarci con Eros-
-Ma questo Eros si trova in cristalli simili a questi?-
-No. A differenza di Tanatos, che solitamente è contenuto in questo tipo di cristallo, Eros è presente nelle persone-.
I due gemelli smisero di fare domande, e si congedarono con diversi ossequi dalla padrona.
Lei appoggiò i gomiti sulla tavolo, ed un sorriso perfido increspò le labbra tinte di nero -Mia cara Purianne, sarò molto felice di vederti priva del tuo potere di angelo, e di spezzarti quelle ali ridicole!-.
E detto questo si alzò una risata isterica ed inquietante allo stesso tempo.

*

Vedere Kojiro Hyuga arrivare assieme ai suoi amici di sempre (ovvero Takeshi Sawada e Ken Wakashimazu) era normale. Vederlo arrivare con una ragazza no.
Tutti i ragazzi della Nankatsu fissavano a bocca aperta la sconosciuta che, un po' imbarazzata, non guardava negli occhi nessuno.
-Il grande Kojiro Hyuga con una ragazza?! Naaa, è più probabile che nevichi nel pieno dell'estate- commentò Genzo.
-Tsk! Cosa fate quelle facce?! Lei è una nostra compagna di scuola!- chiarì Hyuga seccato da tanto interesse nei suoi confronti.
Vanessa osservò la ragazza, reputandola molto carina, sebbene un po' maschiaccio.
-E non fatevi ingannare da tutta questa timidezza!- esclamò allegro Sawada -Fa così perché è imbarazzata, ma appena prenderà una po' di confidenza ci sarà da divertirsi! Non è così, Hyuga?-
-Stai zitto, Takeshi!-
Sanae strinse le labbra e notò il disagio della ragazza. Sicuramente non era molto felice di sentirsi soggetto di una discussione tra i due amici.
-Come ti chiami?- chiese gentilmente, ma con tono abbastanza alto da far udire a tutti la sua domanda.
-Maki Akamine-
-Sei una Manager?-.
Maki scosse la testa.
-Ehm... Non proprio...-
-Andiamo, non avere timore. Mica ti mangiamo!- la incoraggiò Vanessa.
-Sono una giocatrice di softball-
-Veramente?!-
-Sì-
-Non ti abbiamo mai visto prima- riprese Sanae, Akamine non la lasciò finire.
-All'inizio di quest'anno mi sono trasferita alla Toho. Prima andavo a scuola ad Okinawa-
-Hai fatto fatica a fare amicizia- la voce calma di Kiri interruppe il racconto. Ma ciò che stupì Maki era il tono con cui era stata pronunciata la frase: non era una domanda, bensì un affermazione.
Wakashimazu prese parola -Molte ragazze che frequentano la Toho sono molto diverse caratterialmente da Akamine. Infatti, all'inizio, sparlavano molto spesso di lei.
Dovete sapere che il suo essere così differente da tutte le altre studentesse che vengono nella nostra scuola ha colpito molto Hyuga- gli diede un colpetto scherzoso sul braccio, poi tornò serio -E così poco a poco Akamine è entrata a far parte del nostro piccolo gruppetto, tanto da guadagnarsi il rispetto di coloro che l'avevano mal giudicata-.

*

Vanessa continuò a guardare Kiri di sottecchi, non prestando attenzione alla sfilata dei componenti delle squadre che avrebbero preso parte a quella settimana di sfide.
Cherry le dette una gomitata -Cerca almeno di fingere di prestare attenzione!-
-Ma Kiri...-
-Lasciala stare. Come abbiamo concordato, non dovremo agire finché non scopriremo qualcosa di più-
-Hai ragione! Conviene goderci la sfilata e la partita che si disputerà tra poco!-.
Sanae, seduta poco distante da loro, teneva gli occhi fissi su Tsubasa che a sua volta guardava serio gli avversari.
La ragazza intuì i suoi pensieri e si ritrovò a condividerli: non sarebbe stato facile.
Sospirò e pregò che tutto andasse bene.

*

Kumi si mosse a disagio sulle sedie. Il goal che aveva segnato l'Azumachi l'aveva innervosita all'inverosimile. Forse, però, non era solo preoccupata per la partita.
-È libero?- chiese Genzo avvicinandosi a lei.
-Ma non eri tu quello che voleva stare il più lontano possibile da me?- domandò con ironia la ragazza.
Wakabayashi irrigidì il suo fisico piuttosto imponente, per poi rilassare le spalle.
-Sugimoto- cominciò lui, ed ebbe la piena attenzione di Kumi, visto che l'aveva chiamata per cognome e non utilizzando l'espressione 'Piccoletta' -Vorrei infatti scusarmi con te per il mio atteggiamento. Mi rendo conto di essere stato molto maleducato-.
Lei rimase per qualche secondo a bocca aperta, che poi si chiuse, distendendosi in un sorriso -Scuse accettate-
-Che ne dici di cambiare un po' il nostro rapporto? Forse potremmo iniziare dal rispetto e stima reciproca- e le porse la sua mano.
Kumi, sicura di ciò che stava facendo, la strinse -Ottimo inizio-.
Quel momento durò solamente un attimo, perché il boato del pubblico li riportò alle realtà: Tsubasa, grazie ad un contropiede, si stava dirigendo verso la porta avversaria con la velocità di un fulmine.
Pochi secondi dopo un tiro potente e preciso s'insaccò nella rete. Adesso erano uno a uno uno.
-Un bel goal- commentò Genzo -Tsubasa è incredibilmente migliorato, sono sicuro che Roberto Hongo sarà fiero di lui-
-Roberto Hongo? E chi sarebbe?-
-È stato capocannoniere della nazionale brasiliana, e qualche anno fa è venuto qua in Giappone per un problema alla vista, che lo ha costretto ad abbandonare il mondo del calcio. Ha promesso a Tsubasa di portarlo in Brasile a patto che lui, prima, avrebbe dovuto vincere il Campionato Nazionale con la Nankatsu di allora. Tra i giocatori c'ero anche io-
-Ma Tsubasa è ancora qua...-
-Questo perché Roberto non ha mantenuto la promessa-
-E perché mai?!- s'indignò Kumi.
-Questo non lo so, Sugimoto. Comunque sia, alla fine di quest'anno lui partirà per il Brasile e raggiungerà Hongo-
-COSA?!- 
-Non dirmi che non lo sapevi!-
-Certo che non lo sapevo! Oh, allora non ho molto tempo per confessargli i miei sentimenti!- non fece in tempo a chiudere la bocca.
-Ah, sei innamorata di lui! Adesso capisco tutte quelle attenzioni nei suoi confronti...-
-Hai qualche problema?-
-Mh, io no, ma la credo che sia un problema per la Nakazawa-.
-EVVIVA!- esultò Kiri.
-Cos'hai da esultare?- chiese Kumi, felice di poter cambiare velocemente argomento.
-Come cos'ho da esultare?! Abbiamo vinto! Non hai seguito la partita?-.
La ragazza guardò verso il tabellone e notò che le cifre erano 2 per la Nankatsu e 1 per l'Azumachi. Era vero. La loro squadra aveva vinto la partita.
Kiri si avvicinò al suo orecchio -Be careful- sussurrò in inglese perfetto -You're doing a mistake, obasan* Kumi-.
Si allontanò e la lasciò con la bocca spalancata. Aveva sentito male o Kiri l'aveva chiamata zia?!





(*) Obasan in giapponese significa 'Zia'.

Φοβός (Fobos) = Paura
Δειμός (Deimos) = Terrore
Θάνατος (Tanatos) = Morte
Έρος (Eros) = Passione 


La storia inizia ad ingarbugliarsi: alcune cose iniziano a risolversi, altre a complicarsi...
Grazie per i commenti, sono molto felice di sapere cosa ne pensate!
E ringrazio anche chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate :).

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Capitolo 12
*** Chiavi di svolte ***


Capitolo 11
Chiavi di svolte 

-Dove stai andando, Tsubasa?- domandò Ryo curioso.
Erano quasi le nove e mezza, ed il Capitano aveva preso un pallone sottobraccio.
-Vado a fare due tiri-
-A quest'ora?-
-Perché no?- chiese, infastidito dal difensore che gli stava facendo perdere tempo prezioso.
-Certo che non ho mai visto nessuno così fissato con il calcio come te!- e lo lasciò passare.
Tsubasa sbirciò fuori dalla porta della camera per vedere se c'erano in circolazione altri suoi compagni, ma sembrava tutto tranquillo.
Si allontanò abbastanza velocemente dalla camera che condivideva con Ryo, ma non si diresse verso il campo di calcio: l'allenamento, in verità, era stata semplicemente una scusa per non destare sospetti negli altri ragazzi, specialmente in quelli più impiccioni, come Ishizaki.
Tsubasa aveva bisogno di riflettere e di fare un po' di chiarezza riguardo la sua vita.
Si sedette a terra e si fece una semplice domanda: andare in Brasile era davvero quello che voleva?
Pochi mesi prima avrebbe sicuramente risposto affermativamente, ma adesso non era poi così tanto sicuro della risposta.
E un'altra domanda che si pose riguardava la sua famiglia ed i suoi amici: era disposto a lasciarli? Ad andare in un continente dall'altra parte del mondo e subire un distacco netto con quelle che erano le sue abitudini in Giappone? Poteva farcela?
Prese un respiro profondo per allontanare tutti quei dubbi dalla sua testa, ma a quel punto fu il suo cuore a farsi sentire, e gli ricordò che c'era qualcuno che era ancora più importante tra tutti i suoi amici.
-Sanae...- mormorò a bassa voce.
Non capiva perché l'aveva baciata, ma ogni volta che la guardava, riusciva a ricordare l'incredibile sapore che aveva sentito sulla propria bocca dopo averle sfiorato le labbra.
Un piccolo sorriso comparì sul suo volto, ma si spense quando la mente gli rammentò malefica del suo viaggio di sola andata per il Brasile. 
Ecco, la sua mente diceva che era giusto andare via dal Giappone, ma il cuore non era affatto d'accordo su questa prospettiva.
Sbuffando, si accorse di essere più confuso di prima.
Un rumore di un pallone che rimbalzava riuscì a distoglierlo momentaneamente dai suoi pensieri.
Sì avvicinò verso la sagoma scura.
Era un ragazzo molto alto, con un fisico magro ed atletico, con i capelli lisci e lunghi poco sotto le orecchie. Tsubasa intuì che avrebbe potuto avere più o meno la sua stessa età.
-Ehi!-
-Buonasera-.
Ci fu un attimo di silenzio.
-Come ti chiami?- domandò Tsubasa, sinceramente incuriosito.
-Kirito-
-E il tuo cognome?-
L'altro chinò il capo.
-Allora?-
-Sora. Mi chiamo Kirito Sora-
-Sora? Io conosco una ragazza che ha il tuo stesso cognome!-
-Per forza! Kiri è la mia sorellina!- e sorrise, perché lei odiava essere chiamata così.
-Kiri non ci aveva detto di avere un fratello- mormorò Tsubasa amareggiato. 
-Beh, adesso lo sai- e scrollò le spalle.
-Ti piace giocare a calcio?-
-Sì, molto-.
Una voce che Tsubasa conosceva molto bene attirò la loro attenzione.
-Lasciami!-
-Eddai, piccola, cosa ti costa darmi un bacetto?!-
-Mi fai male- gridò Yayoi con le lacrime agli occhi.
Lei era uscita un attimo per prendere una boccata d'aria, quando quel tizio, probabilmente un giocatore di una squadra, aveva iniziato ad importunarla.
-Non hai sentito cosa ti ha detto?! Sei sordo, per caso?!-
-E tu cosa vuoi? Guarda che sono libero di divertirmi!-
-Lasciala andare- scandì lentamente Kirito. Tsubasa gli diede manforte, tuttavia fu costretto a dire una bugia (anche se quella non lo era propriamente, in quanto i due ragazzi si comportavano già come se fossero fidanzati) -Il suo ragazzo non la prenderà affatto bene se continui a darle fastidio-.
L'altro non si fece intimorire -Non me ne frega un bel niente del suo ragazzo! Una merce così preziosa non dovrebbe girare da sola di notte...-.
Gli occhi di Kirito si ridussero a due fessure. Quelle parole lo rimandarono ad un avvenimento che era accaduto del tempo prima.

(*)

Si allacciò velocemente gli scarpini: era in ritardo per l'allenamento, ed il Mister non glielo avrebbe perdonato. Le conseguenze erano fare il doppio dei giri di campo e degli esercizi previsti per il riscaldamento.
-Alla buon'ora ora!- Rafael gli circondò le spalle con un braccio, subito supportato da Serge, che disse -Di solito, quando si tratta di calcio, sei sempre in anticipo!-
Il ragazzo sbuffò.
-Ho tardato perché ero in giro con mia sorella a cercare un regalo per nostra madre. Lo sapete che manca poco alla festa della mamma o no?-
-Per la miseria! Ce ne siamo scordati! Allora dovremmo ringraziarti per avercelo ricordato!- esclamò Rafael.
-E comunque...- Serge si fece malizioso -Ma lo sai quanti ragazzi vorrebbero uscire con quella sventola di tua sorella? Lei è proprio una merce rara, anzi rarissima, come il colore dei suoi occhi! E poi anche tu sei parecchio corteggiato!-.
Gli occhi del ragazzo diventarono cupi, cosa che non piacque molto a Rafael e Serge.
-SPARITE! NON FATEVI PIÙ VEDERE FINCHÉ NON AVRÒ SBOLLITO LA RABBIA!-
Gli altri due si defilarono.
Il suo respiro sembrava che fosse diventato affannoso, e aveva serrato i pugni.
-Tsk! Mia sorella una merce preziosa! Ma come diavolo si permettono di dire queste cose! Lei è una persona in carne ed ossa, non un oggetto! Ah, se li avesse sentiti nostro padre, avrebbero di sicuro fatto un brutta fine!-.

(*)

Kirito si riscosse dai suoi pensieri e prese un altro respiro, ma irrigidì le spalle -Te lo ripeto per l'ultima volta: lasciala andare!-.
L'altro rise grassolanamente -Anch'io ti ripeto per l'ultima volta che voglio spassarmela con lei, e non sarete di certo voi ed il suo ragazzo ad impedirmelo!-
Con una velocità sbalorditiva, accompagnata ad una precisione quasi maniacale, Kirito sferrò un pugno nello stomaco del ragazzo.
L'altra si accasciò a terra, tenendosi la pancia dolorante.
-Ops! Avevo dimenticato di dirti che oltre al calcio pratico anche il pugilato!- commentò il ragazzo con voce innocente, ma che suonava molto di più come presa per i fondelli.
Tsubasa, superato lo shock del momento, si avvicinò a Yayoi che tremava violentemente.
-Stai bene? Non ti ha fatto niente?-
-No, Tsubasa, grazie. Mi sono solo spaventata. Chi è il tuo amico?-
-Mi chiamo Kirito, piacere- disse lui allegro e gioviale, come se non fosse successo nulla.
-Yayoi Aoba, il piacere è anche mio-.
Un rumore di passi li fece sussultare.
-Che accidenti è successo qui?!-
-Jun!- urlò Yayoi di sorpresa.
-Lei sta bene, vero Tsubasa?-
-S-sì- balbettò lui -Ma, Misugi, come facevi a sapere che Yayoi è stata aggredita?-
-Ho incrociato Kiri nel corridoio, e mi ha detto che stava accadendo qualcosa di brutto- si grattò la testa con fare meditabondo -Anche se adesso che ci penso, non capisco come facesse a sapere che c'era qualcosa che non andava...-.
Jun, dopo aver finito di parlare, andò accanto alla ragazza ancora impaurita, si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle. 
-Vieni Manager- sussurrò con voce dolce -Ti riaccompagno in dormitorio...-.
Cherry, distante da loro, sorrise soddisfatta. A dirla tutta non amava molto gli incantesimi che riguardavano l'ipnosi, tuttavia doveva ammettere che, a volte, tornavano utili.
Ma la sua sicurezza ed il suo sorriso si spensero quando incrociò lo sguardo penetrante di Kirito. Sembrava strano, ma quella ragazzo dava l'impressione di aver capito il suo piano...

*

Jun strinse a sé Yayoi, tentando di confortarla con quell'abbraccio.
-Sei sicura di stare bene?-
-Sì, sono solo un po' scombussolata...-.
Lui annuì e non fece più domande.
Arrivati davanti alla camera della ragazza, Jun fissò profondamente la ragazza negli occhi.
-Forse non è il momento adatto...- disse lui serio -Ma non riesco più a tenermelo dentro-
-Cosa stai dicendo Jun?- domandò Yayoi in un soffio -Non è il momento adatto per cosa? E specialmente, cosa non riesci più a tenertela dentro?-
Jun appoggiò la sua fronte a quella della ragazza, che si appoggiò alla parete perché le gambe non avevano più la forza per sorreggersi.
-Mi sono innamorato di te- confessò il ragazzo.
Yayoi sentì i battiti furiosi del suo cuore, mentre Jun sfiorava le sue labbra con un dolce bacio.
-A domani!- mormorò lui, allontanandosi dopo averle accarezzato una gota con delicatezza.




(*) L'asterisco chiuso tra le parentesi segnala l'inizio e la fine di un flashback.
Alcuni personaggi come Rafael e Serge, oppure il ragazzo che ha infastidito Yayoi, sono semplici comparse che ho dovuto inserire per spiegare alcuni dettagli (ad esempio una parte del carattere di Kirito).

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Capitolo 13
*** Love isn't rational ***


Capitolo 12
Love isn't rational 

Genzo tirò un pugno contro al muro, non badando alle mani in via di guarigione grazie alla fisioterapia.
Da quando la Piccoletta gli aveva detto che voleva dichiararsi a Tsubasa, lui si era sentito strano... Quasi infastidito da quella rivelazione.
-Che diavolo mi sta succedendo?! Io non mi comporto mai così!-.
Una vocina nella mente gli sussurrò una probabile risposta, ma non era disposto ad accettarla.
-Io innamorato? Genzo Wakabayashi innamorato di una ragazzina? Naaa, impossibile!-.
Una voce femminile interruppe i suoi ragionamenti.
-Ne sei sicuro? Io non ci giurerei così tanto, SGGK!-
-Kiri Sora! Che accidenti ci fai qui, e come hai fatto ad entrare in camera mia?!-
-Sei non lo sai tu...-
-Mi stai prendendo in giro?-
-Wakabayashi, sto pensando la stessa cosa visto la tua domanda: hai notato che la porta della tua camera non è chiusa a chiave? Questo vuol dire che chiunque potrebbe entrare-.
Genzo imprecò in tedesco.
-Ehi, vacci piano con i termini!-
-Perché? Hai capito ciò che ho detto?-
-Questa è un'altra cosa che non sapete di me e mio fratello: sia io che lui siamo in grado di capire e parlare correttamente, oltre al giapponese, naturalmente, anche inglese, tedesco, spagnolo e port...- Kiri si morse la lingua.
-E?-
-Niente, spagnolo è l'ultima lingua-.
Genzo comprese che lei stava mentendo, ma decise di non pressarla per non metterla in difficoltà.
-Perché non ci hai mai detto di avere un fratello?-
-Avrei dovuto? Non mi avete mai chiesto della mia famiglia-
-Allora adesso rimedio io: parlami un po' dei tuoi genitori!-.
Kiri gli disse che suo padre la viziava troppo, con grande esasperazione di sua madre.
-Mia madre è incredibile: abbiamo un rapporto confidenziale, con lei è facile parlare e scherzare-.
Genzo la guardò con un sorriso amaro, mescolato all'invidia.
-Col tempo tutto si sistema- disse lei, inaspettatamente -Tutte le fratture verranno sanate. Occorre soltanto avere pazienza e tanta buona volontà-
-Che intendi dire?- domandò Genzo, stupito da quell'affermazione. La ragazza non poteva sapere della sua situazione famigliare!
-Lo hai capito benissimo, Wakabayashi-.
Il Portiere divenne ancora più inquieto: Kiri gli dava la sensazione di sapere già tutto di loro...
-Tu e tuo fratello portate entrambi una collana. Ma cosa rappresenta?-
-So che sei una persona discreta, quindi è arrivato il momento di un piccolo fondo di verità-.
Kiri sfilò la catenina ed indicò i numeri.
-Questa è la nostra data di nascita, il dieci agosto, mentre queste- disse, indicando le lettere -Sono le iniziali dei nostri veri nomi-
-Voi usate nomi falsi?! Se lo venisse a sapere Tsubasa si arrabbierebbe moltissimo, come Sanae! Loro ripongono fiducia nelle persone, ma non devono essere 'Traditi'!-
-Queen è il mio vero nome- disse lei, indicando la lettera 'Q' della collana.
-E tuo fratello?- 
-Spetta a lui dire il suo vero nome, non di certo a me!- disse lei, incrociando le braccia con aria battagliera.
A Genzo ricordò un po' quel maschiaccio che era Anego. 
-Non so perché, ma mi fai venire in mente la prima Manager della Nankatsu come era qualche anno fa- 
-Forse arriverete a capirlo... D'altra parte un cielo fatto male è un po' strano...-
-Come?! Mi stai prendendo in giro?!-
-Questa volta sì. E comunque sia- commentò, voltandogli le spalle, con l'intenzione di uscire dalla camera del Portiere -L'amore non è mai razionale. Non sai mai quando verrà il momento, anche se sai che accadrà. Non negare ciò che è vero, Wakabayashi. Non ti porterà da nessuna parte...-.
Genzo si appoggiò allo muro, e poi si lasciò scivolare, sedendosi sul freddo pavimento. Riflettè su ciò che gli aveva detto Queen, ma al tempo stesso non riusciva proprio a capacitarsi sul perché si dovessero nascondere. Di sicuro era qualcosa legato ai loro genitori...

*

La partita contro la Hirado fu una delle più dure in assoluto, contando anche che la situazione non era delle migliori.
Tsubasa sentiva dolore alla spalla destra, dolore che si era riacutizzato dopo la spallata da parte di Jito, che lo aveva fatto cadere a terra, inerme.
Taki e Kisugi non erano messi meglio a causa dello scontro con il potente difensore.
E la preoccupazione per la squadra non era l'unica cosa che aveva in mente; oltre al fastidioso punto interrogativo sulla partenza per il Brasile, ed ai sentimenti che provava per Sanae, adesso si era anche aggiunta la misteriosa ed improvvisa partenza di Cherry e Vanessa per problemi famigliari. 
Si riscosse solo quando avvertì lo sguardo critico e severo del dottore su di lui.
-Tsubasa, così non va proprio bene! Ti ho rimesso a posto la spalla, ma le tue condizioni non sono affatto buone!-
-Non si preoccupi! Cercherò di evitare il più possibile i contrasti durante il secondo tempo!-.
Il dottore sospirò rassegnato.
-È inutile contrattare con te, in un modo o nell'altro riesci sempre a spuntarla! Promettimi, però, che starai molto attento-
-Sì dottore, lo prometto! Grazie di tutto!-.
Il Capitano si congedò con un inchino e si preparò a tornare sul campo.

*

Sanae strinse le labbra e congiunse le mani quando il cugino di Yukari si apprestava a scontrarsi ancora fisicamente con Tsubasa.
Da quando Cherry le aveva rivelato che lei era una sensitiva, aveva iniziato ad analizzare meglio ciò che provava quando giocava Tsubasa.
Ed in quel momento avvertiva scosse di adrenalina mista al dolore.
Di sicuro il Capitano non aveva dato ascolto agli avvertimenti del dottore, e adesso stava per scontrarsi ancora con quel muro di muscoli che era Hiroshi Jito.
-Tutto bene Sanae? Sembri un po' pallida- le chiese Yukari, preoccupata.
-Sì, sono solamente un nervosa per l'esito di questa partita-.
Pochi secondi dopo il Capitano crollò rovinosamente a terra.
-TSUBASA!- gridò Sanae spaventata.
Una mano gentile le si posò sul braccio ed incontrò gli occhi di Kiri.
-Come si dice? Everything is gonna be alright! Oppure everything will be fine!-
-Ti sembra il momento di parlarci in inglese?!- sbottò Yukari -E poi non sappiamo mica quale sarà il risultato di questa partita con i nostri giocatori in queste condizioni!-.
Il sorriso indecifrabile di Kiri la lasciò interdetta.
E Yukari si limitò a pensare che quella ragazza avesse seriamente qualche problema.

*

Tsubasa aprì lentamente gli occhi. Con sua sorpresa era ancora sul campo da calcio. Sentiva il profumo e la consistenza dell'erba, vedeva le linee bianche tracciate con la calce. Tuttavia non c'erano giocatori su quel campo, ed era molto più grande di quello in cui si giocava il Campionato Nazionale.
-Ma dov'è sono?- si domandò ad alta voce, smarrito.
-Benvienido al Camp Nou-.
Tsubasa si girò di scatto, e rimase a bocca aperta.
Una donna, evidentemente giovane, si stava avvicinando a lui.
Era bellissima: indossava un maglioncino leggero, che le lasciava scoperte le spalle, ed una gonna a trapezio rosso fuoco. Ai piedi un semplice paio di sandali con il tacco alto.
La cosa che più lo colpì, oltre ai vestiti ed al viso perfetto, sapientemente truccato, erano i capelli lunghissimi, che arrivavano ben sotto alle ginocchia.
-Il Camp Nou? Questo è veramente il Campo Nou?!-
-A quanto pare- gli rispose lei in giapponese.
-Chi sei? Perché sono qui? Io stavo giocando una partita... Come ci sono finito in Spagna?-
-Non sei veramente qui, infatti. Il tuo corpo materiale è ancora su quel campo. Ma la tua mente è qui, adesso-
-Chi sei?- ripetè.
-Non posso rispondere a questa domanda. Posso solo dirti che sono qualcuno che tu conosci benissimo-
-Non credo. Non conosco nessuno che è uguale a te-
-Io non ne sarei così sicura...-
-Effettivamente il tuo volto mi ricorda qualcuno, ma non capisco chi...-
-Come stanno Kiri e Kirito? Hanno fatto qualche guaio?-
-E tu come fai a conoscerli?-
-Ok, avendoti incontrato, hanno già combinato un casino- sospirò lei.
-Che intendi dire?-
"Sanae!"
-Mi sa che devo proprio andare. Il mio tempo è scaduto- disse lei alzandosi -E non arrenderti mai Eagle! Tu sei l'unico in grado di rigiocare le carte sul tavolo tanto da far ribaltare un risultato!-.
Tsubasa riuscì solo a sentire quelle parole per poi ricadere nel buio.

*

-Perché il Capitano non si è ancora alzato in piedi?!- quasi urlò Kumi, seriamente preoccupata per le condizioni del ragazzo.
-Evidentemente lo scontro con Jito deve essere stato tremendo- commentò Genzo, apparentemente tranquillo.
-Ma tu come diavolo fai a stare così calmo in una situazione del genere?!-
-Infatti non è calmo, Kumi. La sua è semplicemente una maschera- disse Kiri.
Genzo serrò la mascella, e strinse forte le braccia incrociate. Chi diamine era quella ragazza?! Sembrava davvero che sapesse tutto di tutti.
-Tsubasa si sta rialzando!- esclamò Sanae, rilassano le spalle, ed appoggiandosi meglio alla gradinata.
Il ragazzo si era rimesso in piedi, aiutato dai compagni.
-Come ti senti Tsubasa?- chiese Ryo -Tsubasa?-.
Ma il ragazzo non rispose. La sua mente era ancora rivolta al Camp Nou e a quella donna bellissima...
Sanae.






Siccome Tsubasa, nella partita contro la Hirado, sviene e sogna Roberto, Taro e Genzo, ho deciso di cambiare un po' ciò che vede nel flashback.

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Capitolo 14
*** Inviti speciali e decisioni importanti ***


Capitolo 13
Inviti speciali e decisioni importanti


La lettura era una delle più grandi passioni di Kiri. 
Le piaceva prendere un libro, sfogliarlo, leggere pezzetti di alcune frasi e provare ad immaginarne la trame.
Aveva un debole per le storie d'Amore e le tragedie classiche.
Qualcuno bussò alla porta.
-Chi è?- domandò Kiri, sistemando meglio il libro che aveva posato sulle ginocchia.
-Sono Sanae. Posso entrare?-.
La ragazza si alzò dal letto, ed andò ad aprire la porta.
-Lo so è un po' tardi, mi dispiace di averti disturbata- si scusò Sanae, giocherellando con i bottoni del pigiama rosa.
-Non ti preoccupare. Di solito non vado a dormire tanto presto-
-Cosa stavi leggendo?- 
-Romeo e Giulietta, o meglio Romeo and Juliet!-.
Sanae alzò un sopracciglio, non capendo bene la differenza.
Kiri rise della sua espressione confusa.
-È una copia interamente in inglese- le spiegò aprendole il libro davanti.
Sanae la guardò stupita: sapeva bene che Kiri era brava in inglese, ma non credeva che lo fosse così tanto da riuscire a leggere romanzi in lingua originale.
-Per la verità non avrei neanche bisogno di leggerlo. Sia io che Kirito conosciamo a memoria l'intera opera-
-Cosa?!-
-Sì, non sto scherzando! Lo conosciamo veramente a memoria!-
-In giapponese?-
-Anche-
-In inglese?-
-Sì-
-Ma come fate?-
-A dire il vero è stata nostra madre a farci imparare a memoria questa storia. E non è l'unica: di Shakespeare conosciamo anche Amleto e La Bisbetica Domata. 
E poi ci sono tutte le tragedie greche. La mia preferita in assoluto è la Medea di Euripide-
-Chi?-
-Euripide era un tragediografo incredibile a mio parere. I suoi monologhi sono sublimi, toccanti, e...-.
Sanae scoppiò a ridere fragorosamente.
-Che ho detto di male?!- borbottò Kiri, che non riusciva proprio a capire il perché di tutta quell'ilarità -Non stavo mica facendo un discorso comico!-
-No, no!- disse Sanae dopo aver smesso di ridere -Non mi sono messa a ridere per ciò che hai detto, bensì dalla luce che avevi negli occhi mentre parlavi-.
Kiri la guardò inquieta.
-Assomigliavi molto a Tsubasa, sai? Anche lui ha quella luce negli occhi quando parla di calcio!-.
La ragazza s'irrigidì e strinse sia le labbra sia i pugni.
-D-devo andare un attimo in bagno. Non mi sento bene- mormorò Kiri.
-Vuoi che ti accompagni?-
-No. Faccio da sola- e corse velocemente fuori dalla camera.
-Mi chiedo cosa le sia successo- riflettè Sanae ad alta voce -Sembrava quasi che avesse una crisi di panico-.
Dal libro posto sul letto s'intravedeva un angolo bianco probabilmente di una foto.
La Manager si avvicinò incuriosita, e tirò fuori la fotografia dalle pagine.
Ma non appena la vide si portò una mano alla bocca per soffocare il grido che ne sarebbe uscito fuori: l'immagine ritraeva quattro persone, due maschi e due femmine.
Il problema era che il maschio, sebbene avesse lineamenti più adulti, era uguale a Tsubasa.
Girò la foto, ed avvertì una scossa al cuore: sulla carta c'erano quattro firme.
Ed erano quelle di Tsubasa Ozora, Sanae Ozora, Daibu Ozora e Queen Ozora.

*

-Dici sul serio, Roberto?-
-Sì, Tsubasa. Tra un mese mi sposerò-
-Chi è la fortunata? Come si chiama?-
-Rebeca Ortuño. Aspetta!-.
Tsubasa si appoggiò allo schienale della sedia, ancora un po' stupito da quella notizia. 
Sullo schermo comparve il volto sorridente della donna: il sorriso di Rebeca era allegro e contagioso. I capelli ricci, color cioccolato, erano raccolti in una coda scomposta.
-Tu devi essere Tsubasa! Roberto mi ha parlato tanto di te!- disse lei in giapponese.
Roberto gli fece l'occhiolino.
-Ora che siamo qua, cara, perché non diciamo a Tsubasa come ci siamo incontrati?-.
Lei annuì felice, e prese parola.
-Vedi... Io e Roberto ci siamo incontrati alcuni mesi fa in una situazione pericolosa-
-In che senso?-
-Era di notte, ed io ho corso il rischio di essere violentata da ben quattro uomini... Se non ci fosse stato lui, io avrei di sicuro fatto una brutta fine-
-Ma questo non è successo perché io, da buon principe azzurro ho difeso coraggiosamente la mia principessa!-
-Certo- disse lei alzando gli occhi al cielo ed incrociando le braccia al petto, ma la bocca si distese in un tenero sorriso.
-Non vedo l'ora di vederti, Tsubasa!- esclamò lei allegra -Roberto mi ha detto che tra poco verrai qui in Brasile!-.
Gli occhi di Tsubasa s'incupirono e il ragazzo avvertì un nodo chiudersi sia in gola che nello stomaco.
-Roberto, Rebeca- sospirò lui -In questi giorni ho riflettuto attentamente, ma sono giunto alla conclusione di non essere ancora pronto per venire in Brasile-.
Guardò Roberto e vide che nei suoi occhi non c'era delusione. 
-Capisco la tua scelta- commentò lui con voce ferma e tranquilla -Ma dimmi una cosa: c'entra anche quella ragazza che vedo sempre accanto a te nelle foto che ci mandi?-.
Lui arrossì, e ciò bastò a Roberto per avere la risposta a quella domanda.
-Di che ragazza state parlando?- domandò Rebeca.
-Di lei- disse Roberto indicandola bella foto che aveva recuperato dal cellulare.
-Oh, Tsubasa è così carina! È la tua ragazza?-
-No-
-Ma vorresti che lo fosse?- gli domandò Rebeca.
-Sì-
-Ma non ci posso credere!- rise Roberto -Tu non hai mai ammesso apertamente questo, Tsubasa! Stai cambiando in meglio!-
-E tu, in quanto a prese in giro, stai decisamente peggiorando-
-Capitano, non vorrei sbagliarmi, ma lì è già mezzanotte. Non dovresti andare a dormire?-
-Hai ragione, Roberto. Come Capitano dovrei dare l'esempio- e ridacchiò -Buon giorno a voi!-
-E buonanotte a te!- esclamarono in coro i due.

*

-Azumi!-.
La ragazza si voltò di scatto.
-Ciao Taro. Mi cercavi?-
-Secondo te?- domandò lui affannato dalla corsa che aveva fatto per raggiungerla.
-Cosa succede?-
-È arrivato un invito da Cherry che mi ha invitato al Ballo d'Estate che si terrà il 21 giugno al suo castello-.
Azumi guardò il ragazzo confusa e un po' amareggiata. Chi diavolo era quella Cherry?!
Taro si accorse dell'errore e si affrettò a spiegare con chiarezza la situazione.
-Azumi, Cherry è un'amica che ho conosciuto in Giappone alcuni anni fa. Lei in quel periodo mi ha confidato di essere una principessa-
-Ok. Ma adesso dimmi una cosa: cosa avrei a che fare io con il tuo invito?-.
Taro sorrise, ma le sue gote si colorarono di rosso.
-Sul biglietto che ho ricevuto c'era scritto che potevo portare qualcuno assieme a me. Ed io vorrei chiederti se avessi piacere di accompagnarmi come dama-.
Azumi rimase di stucco, e ci mise qualche secondo per riprendere l'uso della parola.
-Mi piacerebbe molto, ma ci sono due problemi: il primo riguarda gli abiti. Non so te, ma i vestiti più 'Eleganti' che ho io sono quelli per uscire con le mie amiche. E poi dove si trova questo castello?-
-Sul biglietto c'è anche scritto il numero con cui possiamo metterci in contatto con Cherry-.
Azumi si guardò intorno, e vide che alcuni compagni stavano chiacchierando tra di loro. Argomento della conversazione? La loro presunta relazione amorosa.
-Ehm Taro, la mia aula è al secondo piano. Devo sbrigarmi se non voglio arrivare tardi-
-Certo, vai pure, ma promettimi di incontrarci nella pausa pranzo!-
-Ok. A dopo!- gridò lei voltandosi per poi salire le scale di corsa, per evitare di venire addocchiata da Laure, altrimenti sarebbe stata nuovamente costretta ad un micidiale terzo grado da parte della sua amica.

*

Hikaru sorrideva felice. Il motivo era semplice: Yoshiko, la ragazza che amava, gli aveva riferito al termine della partita che non avrebbe dovuto andare in America perché suo padre era riuscito a farsi trasferire in Giappone.
-Ehi Capitano, stai attento!-
-Hikaru!-.
Guardò intorno compagni di squadra e Yoshiko, perplesso, per poi andare a sbattere contro qualcuno è cadere rovinosamente a terra.
-Ma che diavolo?!-
-Scusa, scusa! Ti sei fatto male? Accidenti a me che non guardo mai dove vado!-.
Matsuyama osservò la ragazza che gli chiedeva ripetutamente scusa. I capelli erano biondi, ma a tratti si notava delle ciocche colorate di blu, che era lo stesso colore dei suoi occhi.
Sulla guancia sinistra c'era un buffo tatuaggio a forma di luna crescente.
La squadra si radunò attorno al suo Capitano.
-Tutto bene? Chi è quella ragazza?-
-Come hai detto che ti chiami?- domandò lei in un giapponese un po' incerto.
-Hikaru Matsuyama- 
-Perfetto- disse lei con un sorriso enigmatico -Conosci altri ragazzi che si chiamano Tsubasa Ozora, Jun Misugi, Kojiro Hyuga...-
-Sì, se vuoi posso fartelo conoscere. Anche se non capisco cosa vuoi da noi-
-Portami da loro e capirai-.
Hikaru la guardò inquieto, ma poi si diresse verso lo stadio dove si sarebbe disputata la finalissima tra la Toho e la Nankatsu.
-Ragazzi!- Matsuyama richiamò l'attenzione di tutti.
Ryo puntò subito l'attenzione verso la ragazza con i capelli biondi.
-Chi è quella? È molto carina!-.
Yukari s'infastidì a quel complimento e pestò un piede ad Ishizaki 
-Non si curerà mai di te, caro il mio difensore! Il tuo aspetto non lo permette!-
-Ma da chi hai preso tutta questa carineria? Da quella svitata di Kiri?-
-Certo che no!-
-Piccioncini, smettetela di tubare! Chiaroluna ci vuole dire qualcosa di importante!-.
Yukari e Ryo arrossirono in contemporanea, colti in fallo.
-Io sono Chiaroluna Moon, messaggera al sevizio delle principesse Cherry e Vanessa Kirk-
-Cherry e Vanessa delle principesse?! Ma ti si è fuso il cervello?!- ringhiò Hyuga.
-Qualunque domanda che riguardi la loro natura potrà essere posta al ricevimento a cui siete invitati tutti voi, il 21 giugno nella loro dimora- prese un respiro e tirò fuori dalla borsa un rotolo di pergamena -I nomi degli invitati sono: Tsubasa Ozora, Sanae Nakazawa, Jun Misugi, Yayoi Aoba, Hikaru Matsuyama, Yoshiko Fujisawa, Kojiro Hyuga, Maki Akamine, Ryo Ishizaki, Yukari Nishimoto, Ken Wakashimazu, Machiko Machida, Kiri Sora e Kirito Sora.
Ognuno di voi, se vorrà, potrà portare anche amici o parenti.
Le principesse vi vorrebbero al castello per provare gli abiti consoni al ricevimento. Saranno loro a venirvi a prendere.
Questo è tutto- terminò Chiaroluna ripiegando la pergamena e riponendola nella borsa.
Tutti erano ancora frastornati dalla notizia.
-Sanae che ti prende? Stai tremando!- disse Yukari allarmata.
Ma lei non le rispose. Nella sua mente era riemersa la foto che aveva trovato nel libro di Kiri, e i nomi delle quattro persone. Kiri e Kirito erano nomi falsi.
Daibu e Queen erano i suoi figli.

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Capitolo 15
*** Abbattere una barriera ***


Capitolo 14
Abbattere una barriera 


-Te lo sto chiedendo con le buone, Cherry. Perché diavolo non l'hai fatto?!-
-Non ho fatto cosa, scusa?-
-Yuzo e Mamoru! Perché non hai invitato anche loro al Ballo?!-
-Perché non voglio!- replicò lei in maniera infantile.
-Cherry- disse Vanessa con i pugni serrati, che però tremavano -Qual'è il tuo problema con loro?-
-Nessuno!- mentì lei.
-Nessuno un corno, sorellina!- la sfottè lei, appellandola in una maniera che detestava.
Cherry rimase zitta, e tentò di distogliere lo sguardo dalla sorella.
-Io lo so cosa ti causa problemi. E forse lo sai anche tu, ma non lo vuoi ammettere!- si fermò un attimo, per poi passeggiare nervosamente avanti ed indietro -La verità è che tu hai ancora una mentalità troppo chiusa. Lasciatelo dire, Cherry, se per alcuni aspetti ti si può reputare una principessa moderna, in altri sei ancora troppo chiusa e conservatrice-.
Cherry rimase in silenzio, soppesando le parole di Vanessa. Dovette ammettere tra sè che ogni cosa detta da lei era giusta.
-I tempi sono cambiati. Non so come tu faccia, ma per te è davvero inconcepibile che le persone dello stesso sesso si possano amare?-
-Temo di sì, viste le mie reazioni- ammise lei abbassando il capo -Tutto ciò che Heart mi ha insegnato riguarda l'eterosesssualità!-
-No, Cherry. Ora ti stai arrampicando sugli specchi-
-Non è vero!-
-Sì che lo è- sospirò Vanessa, che credeva di parlare non con sua sorella, ma con una bambina di due anni -Heart non ha mai specificato che i suoi insegnamenti riguardassero l'amore eterosessuale. Lei ha semplicemente detto che riguardavano l'amore e basta-.
Cherry s'irrigidì e serrò la mandibola. Possibile che lei avesse interpretato in modo sbagliato le parole Heart? 
Vanessa si accorse della reazione della sorella e le mise una mano sulla spalla stringendo la presa.
-Non è mai troppo tardi per cambiare. Cherry, abbatti questa barriera, abbatti questo pregiudizio. Io ti conosco bene, se ti metti in testa una cosa tu la fai ad ogni costo. E poi...-
-Cosa?-
-Temo che Yuzo la pensi come te- affermò Vanessa con tristezza.
-In che senso la pensa come me?-
-Pochi giorni prima che partissimo dal Giappone, per una fortunata coincidenza ho beccato Mamoru che baciava Yuzo negli spogliatoi-
-E allora?-
-Tuttavia Morisaki ha subito interrotto il bacio e ha detto a Mamoru che il loro amore era impossibile-
-Fammi capire: Yuzo ricambia i sentimenti di Mamoru ma è intrappolato nel rigido schema della società che non vede di buon occhio le relazioni omosessuali. Esattamente come me-
-Precisamente-
-Che casino!- borbottò Cherry sprofondando nella poltrona -Se sopravviverò a questo incarico allora potrò dire di essere pronta ad affrontare tutto-
-Mamma mia quanto sei melodrammatica!-
-Lo so. Ma questo piace a te perché ti faccio sbellicare dalle risate!-
-Infatti!- convenne Vanessa tentando di cacciare indietro la voglia di ridere. Poi tornò seria.
-Quindi includiamo anche Yuzo e Mamoru nella lista?-
-Sì. Però dobbiamo dirlo a Chiaroluna-
-E devi correggere un altro tuo errore, Cherry- 
-Eh? Ma di cosa stai parlando?-
-Ti sei dimenticata di aggiungere Genzo e Kumi. Guarda!- disse lei porgendole la copia della pergamena data alla messaggera.
-Oh, cazzo!- sbottò Cherry -Che sbadata che sono!-
-Principessa Cherry, cos'è questo turpiloquio?!- la rimproverò Madame Angèlique appena entrata nel salone -Non si addice ad una principessa!-
-Scusatemi, Madame- tossicchiò lei imbarazzata ed un po' seccata -Vi prometto che non lo dirò più-
-Le vostre promesse non sono mai state poi così rispettate, principessa. Ad ogni modo sono qua per definire i dettagli del ballo-
-Allora si accomodi!- esclamò allegramente Vanessa, e con un gesto della mano invitò la donna a sedersi.
-Cherry deve contattare Chiaroluna per correggere la lista degli invitati, quindi non può trattenersi per molto. Sarò io ad ascoltarvi per poi riferirle ciò che abbiamo deciso-.
Cherry si alzò dalla poltrona e fece un breve inchino per congedarsi dalla sorella e da Madame Angèlique.
Trasmise mentalmente una frase a Vanessa.
"Ti devo un favore, sorella!"

*

Le domande sulla natura principesca di Cherry e Vanessa erano fioccate subito dopo l'annuncio dell'imminente ballo.
Chiaroluna aveva tentato di rispondere come meglio poteva senza però svelare troppe informazioni. Quel compito sarebbe dovuto toccare alle gemelle, non a lei.
-Aspetta un attimo- Yukari si grattò il mento, pensierosa -Allora quando Cherry si riferiva al fatto di non avere amiche...-
-Era perché aveva troppi impegni e responsabilità per pensare all'amicizia- terminò Sanae per lei.
Chiaroluna annuì grave, anche se i suoi pensieri erano diversi: forse era la volta buona che Cherry e Vanessa trovassero altre amiche all'infuori di lei ed Emily.
Tutte le ragazze che aveva incontrato sembravano nutrire un sincero affetto per Cherry e Vanessa, e la stessa cosa valeva con i ragazzi. Persino Kojiro Hyuga era rimasto piacevolmente impressionato della caparbietà e forza d'animo che le due ragazze avevano continuamente dimostrato.
Se tra i ragazzi c'era o c'era stata competizione a causa del Campionato Nazionale, tra le ragazze la situazione era differente: avevano formato un gruppo ben affiatato.
L'ultima arrivata era Machiko.
Yoshiko si era accorta che la sua amica tendeva spesso ad isolarsi, e si era spesso domandata il motivo di tale reazione.
Pochi giorni prima la ragazza, tra le lacrime, le aveva confessato che temeva i paragoni con lei.
Machiko aveva paura dei giudizi che i ragazzi le avrebbero dato.
Yoshiko l'aveva rimproverata con piglio deciso, affermando che lei non doveva sentirsi inferiore a nessuno. 
Grazie all'incoraggiamento dell'amica Machiko era riuscita ad eliminare ogni paura, e una Yoshiko entusiasta l'aveva incitata a conoscere le sue amiche.
Dopo quell'incontro Machiko era entrata a far parte ufficialmente del gruppo.
In particolare si trovava bene con Kumi perché le piaceva la sua esuberanza e il suo perenne buonumore.
A dispetto di ciò che aveva pensato i ragazzi non avevano mai fatto paragoni tra lei e Yoshiko, ma ciò che l'aveva più sorpresa era di notare gli sguardi ammirati ed interessati che Ken Wakashimazu le rivolgeva, salvo per poi distogliere i contatti visivi quando si accorgeva di essere osservato da lei.
Sperò di avere una possibilità per parlargli e conoscerlo meglio al ballo.

*

-Tutto bene Genzo?-
-Ah, sei tu, Tsubasa-
-Sembri pensieroso. C'è qualcosa che non va?-
-No, cioè sì... Non lo so!- disse poggiando la fronte alle ginocchia.
-C'entra per caso Kumi?-.
Genzo sollevò la testa e tentò di non rimanere con la bocca aperta. Tsubasa l'aveva preso in contropiede.
-Dal tuo silenzio credo di aver fatto centro-
-Sì, ma come...-
-Non sono scemo, Genzo! So benissimo come la guardi quando pensi di non essere notato-.
Il SGGK ringraziò la notte per celare il rossore che gli si era dipinto sulle guance.
-Ecco, io non capisco perché mi sento così strano quando sono con lei. Di solito sono sicuro di me stesso-
-Dì pure arrogante, in certi casi!-
-Ma con lei è diverso! Ogni volta che le parlo sono costretto ad indossare una maschera. Con voi mi riesce facile a essere un megalomane, ma con lei no. Devo fingere-
-Allora credo che tu ti sia semplicemente innamorato, Genzo-
-Tu non sai cosa vuol dire essere innamorati, Tsubasa! Non l'hai mai provato!-.
Il Capitano sorrise.
-Non sai quanto ti sbagli, Wakabayashi. Io so cosa voglia dire essere innamorati perché lo sono-
-E di chi?-
-De minha Rainha-
-Cosa?!-
-Scusami!- sussurrò lui grattandosi la testa.
-Sto aspettando la risposta, Tsubasa!-
-Quella è la mia risposta!-
-Mi stai prendendo in giro, vero?-
-No-
-Io credo proprio di sì!-
-Io dico di no!-
-Tsubasa, sul serio, cosa ti è successo? Ti hanno catturato degli alieni in visita sulla Terra e ti hanno fatto il lavaggio del cervello per poi riportarti indietro?-
-Ma certo che no, scemo! Sono solo gli effetti dell'amore!-
-Lo Tsubasa di un tempo non avrebbe mai detto questa frase!-
-Ma quello di adesso sì. Si cambia, Wakabayashi, fattene una ragione!-
-In realtà una volta mi sono preso una cotta per una ragazza che entrambi conosciamo-
-Non lo sapevo. Chi era?-
-Cherry-
-Sei serio?-
-Eravamo in sesta elementare, poco prima di partire per la Germania le confessai i miei sentimenti-
-E lei?-
-Mi ha guardato dritto negli occhi e con voce sicura e battagliera mi ha detto che non avrebbe mai potuto innamorarsi di una persona sbruffona, megalomane ed egocentrica come me!-
-Cioè, tu sei stato rifiutato?-
-Sì. Ci rimasi un po' male all'epoca, ma in seguito capii che era solo una cotta passeggera-
Un colpo di tosse zittì il Portiere.
-Chiaroluna, cosa ci fai qui?- chiese Tsubasa stupito da quella visita.
-Cherry mi ha contattato per dirmi che ci sono state delle modifiche alla lista degli invitati- e tirò fuori dalla tasca della gonna un cartoncino color crema -Questo è il tuo invito, Wakabayashi-.
Lui lo prese tra le dita -Chi altri avete invitato?-
-Kumi Sugimoto, Yuzo Morisaki e Mamoru Izawa. Ora, se volete scusarmi, devo andare- disse lei congedandosi con un inchino appena accennato.
-Tsubasa, posso chiederti una cosa?-
-Dimmi pure-
-Non ti sembra che Cherry sia troppo interessata a noi?-
-In che senso?-
-Non so perché, ma mi ha dato l'impressione che lei tenga a me e Kumi. Così come Aoba e Misugi...-
-Cherry è qui in Giappone per un incarico, Genzo. Diverse sere fa ne parlammo, ma lei tagliò subito corto. È come se noi non dovessimo sapere nulla-
-Credi che questi due elementi siano collegati?-
-Potrebbe anche essere. Quando la rivedremo, dovrà darci molte spiegazioni-.

*

Yukari e Kiri andavano d'accordo come cane e gatto. La prima non faceva altro che tirare frecciatine o dire battutine acide nei confronti della seconda che, per la maggior parte delle volte chinava la testa senza sapere cosa ribattere.
Il motivo di tanta acidità nei confronti di Kiri era la vicinanza con Sanae, la sua migliore amica.
Yukari e Sanae erano amiche sin dall'infanzia, ma Kiri si era avvicinata in modo incredibile a quest'ultima, tanto che Yukari credeva di non essere più tenuta in considerazione.
Quella sera Kiri aveva incrociato la seconda Manager della Nankatsu che aveva colto la palla al balzo e le aveva detto l'ennesima cattiveria.
-Sinceramente non capisco cosa Sanae ci trovi in te. Vorrei proprio incontrare i tuoi genitori per chiedere che cos'ha di buono la loro figlia. O magari potrei chiedere direttamente a tuo fratello!-.
Kiri si piantò in mezzo al corridoio e poi si girò verso Yukari. Ma questa volta non teneva gli occhi a terra. Aveva lo sguardo fisso in quello sorpreso di Yukari, che fu colta in contropiede.
-Ascoltami bene, Nishimoto. Me ne sono sempre fregata delle tue prese in giro e delle tue cattiverie, perché ingiustificate e inutili.
Tu non ti puoi permettere di dire certe cose perché non mi conosci-
-Conosco quanto basta per giungere alle mie conclusioni-
-Adesso stammi a sentire, cara mia! Kiri Sora è gentile e tollerante, ma Queen non lo è. Non oltrepassare il limite della mia pazienza, perché ti avverto, te ne potresti pentire!-
-E chi sarebbe questa Queen? Un tua amica che ti difende a spada tratta senza sapere chi sei?-.
Yukari sentì il rumore di uno strappo. Guardò Kiri e sussultò. Ella aveva in mano una maschera oramai rovinata.
I capelli corvini, lunghi almeno fino alla parte bassa della schiena, erano leggermente scompigliati.
I veri occhi della ragazza erano rossi, e sembravano scintillare. Ma quella brillantezza era inquietante perché mossa dall'ira.
-Ecco qua, Nishimoto. Ecco chi è Queen-
-M-ma tu... Chi diavolo sei?!-.
Riuscì appena a terminare la frase che sentì un specie di puntura sul collo.
Yukari cadde tra le braccia di Daibu.
-Cosa le hai dato?- domandò Kiri al fratello.
-Era un innocuo sonnifero. Per il momento si farà una bella dormita-
-Ottimo!-
-Mi sembra inutile dirti che sei stata un incosciente. Grazie a questa trovata hai fatto saltare la tua copertura!-.
Lei fece spallucce.
-Ho detto semplicemente di chiamarmi Queen, e non Queen Ozora. Nulla è compromesso.
E poi credo di averle fatto prendere un bello spavento...-
-Sei proprio terribile!- affermò Daibu accarezzandole la guancia -Però sono abituato a queste tue trovate! Ti ricordi lo scherzo che abbiamo fatto a zio Taro con la complicità di zia Azumi?-
-Come dimenticarselo! Gli avremmo fatto perdere almeno qualche anno di vita!- rise lei ricordando il dispetto.
Non potevano certamente sapere che Sanae stava osservando la scena con il cuore in gola e con la mente confusa da mille domande.






La piccolissima parte con Madame Angèlique è una sorta di omaggio ad una mia ex professoressa di Latino che diceva sempre 'Cos'è questo turpiloquio?!' ad alcuni miei compagni che ogni tanto dicevano parolacce in sua presenza.
In questa fanfic Genzo sarà Tsubasa e Tsubasa sarà Genzo (o quasi).
La mia interpretazione sul Portiere è basata da una domanda che mi sono posta sul personaggio, ovvero 'Perché lui così tanto bello, ricco e famoso non ha una ragazza?'.
E la mia risposta è che lui non ha ancora trovato colei che lo farà innamorare.
Di conseguenza ho pensato alla reazione che potrebbe avere se per caso riuscisse ad incontrarla, ed è ciò che accade in questo capitolo.
Tsubasa invece ho deciso di farlo più sveglio, e, al contrario di ciò che ho letto in diverse fanfic, è lui a consigliare Genzo per quanto riguarda l'amore, in quanto penso che sia più esperto del Portiere.
Un ringraziamento speciale a Fafanella, Ania83e, cerason, anna1976 e kiaraethel per aver recensito. Mi fa sempre molto piacere confrontare il mio punto di vista con quello altrui.
E ringrazio ancora chi segue la mia storia, dedicandovi del tempo.
CKS

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Capitolo 16
*** Prove generali - Prima parte ***


Prove generali - Prima parte

-Mi chiedo ancora chi me l'abbia fatto fare a venire qui!- brontolò Kojiro Hyuga che fissava il cielo ormai diventato scuro.
-Sei stato invitato anche tu al ballo! E nell'invito c'era scritto che Cherry e Vanessa sarebbero venute a prenderci!- gli ricordò Maki accanto a lui.
Lei era l'unica ragazza a cui dava ascolto e a volte ragione.
Molti dei ragazzi credevano che in un modo o nell'altro Hyuga avesse trovato la sua anima gemella. Ovviamente questo non si poteva dire ad alta voce, perché si correva il comprensibile rischio di far arrabbiare Kojiro Hyuga. E ciò non era proprio cosa buona.
Udirono diversi tintinnii di campanelli.
-Ma che diavolo?!- urlò Ryo alzando anche lui lo sguardo al cielo. Ma non fu per niente preparato allo spettacolo che gli si parava davanti.
I cavalli dal manto bianco candido stavano miracolosamente sospesi in aria. I morsi e le briglie (alle quali erano attaccati i campanellini) erano d'argento, così come i loro zoccoli. Trainavano due carrozze, anch'esse d'argento.
-Buonasera a tutti! Mica ve la aspettavate questa accoglienza, vero?-.
Ryo credette di avere le allucinazioni quando vide Cherry su un cavallo... Con le ali e un corno?!
-Oddio quello è un vero alicorno!- urlò Yayoi eccitata all'idea di vederne uno: lei adorava i cavalli e aveva fatto equitazione da piccola, ma per permettersi il mantenimento dell'animale i genitori avevano dovuto chiedere la fida ad una sua compagna di equitazione.
Tuttavia, pochi anni dopo questa fatto, il cavallo cominciò a rendere sempre meno perché risentiva il fatto di dover essere cavalcato da due persone. Il veterinario aveva addirittura affermato che l'animale era a rischio di tendinite. Per questo Yayoi venne estromessa dalla fida e non ebbe più la possibilità di praticare l'equitazione.
Cherry sorrise.
-Sulla terra non esistono perché l'umanità ha smesso presto di credere nell'esistenza di queste creature! Ma nel regno mio e di mia sorella esistono eccome! Loro e tanti altri esseri che pensavate esistessero solo nelle favole- si schiarì la voce -Comunque vi siete trovati bene con Chiaroluna? Ha combinato qualche disastro dei suoi?-.
Colei che era stata chiamata in causa arrossì: in quei pochi giorni che era stata con loro aveva fatto qualcosa, effettivamente.
Chiaroluna non aveva mai sentito parlare del calcio, e per questo aveva chiesto ai ragazzi di insegnarle a giocare. Al suo primo tentativo di tiro era riuscita a beccare in faccia Ryo Ishizaki. La botta era stata tale da doverlo ricoverare in infermeria perché aveva iniziato a sanguinargli il naso.
E la ragazza era rimasta talmente mortificata da chiedergli scusa per ogni secondo durante il tragitto e anche durante la visita medica, intralciando senza volere il dottore e facendolo inciampare almeno per un paio di volte.
-Ok, ho capito- sospirò Cherry -D'altra parte non saresti tu se non combinassi tutti questi casini!- prese un attimo di pausa per poi tornare seria -Bando alle ciance! Vi faccio salire!-.
I cavalli planarono dolcemente, e toccarono terra.
La prima porta della carrozza si aprì, mostrando l'interno rosa. Le ragazze furono molto colpite: se dall'esterno sembrava una normalissima carrozza (tranne per il materiale, ovviamente) all'interno presentava dimensioni enormi!
-Ehi, Cherry!- esclamò Genzo richiamando l'attenzione di tutti -Noi dovremmo viaggiare in questa carrozza con un colore da femminucce?!-.
Cherry si morse la lingua trattenendo la voglia incredibile di dirgli alcune parole molto poco gentili.
-Guarda Pirlenzo che quella è la carrozza riservata alle ragazze! La seconda che ho portato è per voi! E l'interno è blu. Spero sia di vostro gradimento, altrimenti vi arrangiate!-
-Quanto ci metteremo per arrivare a destinazione?- domandò infine Tsubasa lanciando un'occhiataccia a Genzo per impedirgli di ribattere.
-Non ci vorrà molto tempo, vedrete! Diciamo una mezz'ora!-
-Ma tu abiti in Italia! Dal Giappone mica ci vuole così poco!- affermò perplesso Matsuyama.
-Con i vostri aerei sì. Ma con questi cavalli no! E ora salite! Abbiamo già perso troppo tempo, e l'incantesimo che ho lanciato per impedire che la gente qui attorno sentisse le carrozze non durerà molto!-.
Tutti si affrettarono a salire e quando le porte furono chiuse, Cherry si mise in testa agli altri cavalli.
-E ora andiamo!-.

*

Il gruppo era appena entrato nel palazzo e quasi tutti rimasero a bocca aperta: il marmo bianco era sapientemente mescolato a quello rosa e messo in contrasto: uno era opaco, l'altro lucido.
Durante il giorno i raggi del sole entravano nella sala grazie alle ampie vetrate, mentre di notte, come in quel momento, l'ambiente era illuminato da un gigantesco lampadario di cristalli attaccato al centro del soffitto a volta.
-Direi che vi abbiamo lasciati a bocca aperta!- commentò una voce che loro conoscevano molto bene.
Vanessa stava scendendo l'enorme scalinata che conduceva ai piani superiori.
-E questa è soltanto la sala principale! Temo che ci vorrà più di un giorno per farvi vedere tutta la proprietà!-.
Cherry concordò con la sorella: quando erano piccole spesso e volentieri si perdevano in quel castello, e puntualmente doveva sempre venire qualcuno della servitù a fare strada alla principessa che si era persa.
Ma quando il suo sguardo si ritrovò su Kiri e Kirito rimase basita: i due ragazzi non sembravano affatto stupiti. Era come se avessero già visto la sala e che avessero familiarità con il luogo.
-Sarete certamente stanchi- Vanessa continuò il discorso -Dormirete qui per stanotte, vi abbiamo fatto preparare le camere. Riposatevi bene, perché domani avrete una giornata molto impegnativa-.
Tutti la fissarono curiosi. Fu Cherry a prendere la parola.
-Vi assicuro che partecipare a un ricevimento non è una passeggiata. Inoltre domani dobbiamo trovarvi degli abiti adatti all'occasione e naturalmente darvi almeno delle basi per il ballo. Dubito che qualcuno di voi sappia ballare correttamente il valzer-
-Io non ballerò il valzer, nè indosserò abiti eleganti come fa un certo damerino di mia conoscenza!- protestò Hyuga.
-Ehi uomo delle caverne, ce l'hai per caso con me?-
-Ma certo Wakabayashi, io ce l'ho sempre con te!-.
Cherry s'interpose tra di loro e li allontanò -Basta, basta! Le risse non sono volute qua al castello! Fino a che rimarrete qui sarà vostro preciso dovere comportarmi in maniera civile. Se proprio non ce la fate, ignoratevi, ma non datevi i pugni!-
-Ah, Tsubasa- lo richiamò Vanessa che stava risalendo le scale -Credo che in camera troverai una sorpresa gradita. Cherry, per piacere, puoi mostrare a loro le stanze? Io devo terminare il preparativi-
-D'accordo- confermò lei.

*

-Ecco, queste sono le vostre camere, ragazzi- disse Cherry invitandoli ad entrare.
Genzo si guardò attorno: la stanza era enorme, tanto da poter contenere tranquillamente i letti per tutti. Su di uno erano posati degli asciugamani asciutti, assieme ad un cambio d'abiti.
-C'è già qualcuno, Cherry?-.
-Ragazzi, siete proprio voi?-.
Tutti si voltarono: Taro Misaki era davanti a loro.
-Taro!- urlò Tsubasa che, non riuscendo a contenere la felicità, corse verso di lui e lo abbracciò. Taro ricambiò l'abbraccio con la stessa forza.
-Mi sei mancato tanto anche tu Tsubasa!- disse Misaki sciogliendo la stretta.
Dopo il Capitano andarono tutti a salutarlo, compreso Hyuga che sotto sotto era felice di rivederlo.
-Sei stato invitato anche tu al ballo?-
-Sì, io ed Azumi-.
I sorrisetti sulle loro facce erano molto poco rassicuranti. Taro capì istantaneamente di essere diventato il soggetto di svariate prese in giro.
Ryo gli andò accanto e gli tirò una gomitata -Adesso vogliamo sapere tutto di lei! È carina? L'hai già baciata o dovete ancora mettervi assieme?- poi additò Tsubasa -Ti prego, dimmi che state assieme, altrimenti sei al suo stesso livello!-.
A Tsubasa non piacque quella frase e decise a rendergli pan per focaccia.
-Prima di dire tanto di me, Ishizaki, dovresti tentare a far qualcosa con la Nishimoto. Sei noi siamo messi male, tu sei peggio!-.
Ryo ammutolì e guardò il Capitano con la faccia da pesce lesso.
Genzo alzò le mani a mo' di protezione -Io gliel'ho già detto: l'hanno rapito gli alieni, gli hanno fatto un lavaggio del cervello e poi l'hanno rispedito tra i comuni mortali-.
Tutti si misero a ridere e trascorsero la serata scherzando e parlando dei propri obbiettivi.

*

-Yukari, c'è qualcosa che non va?- domandò Sanae preoccupata per l'atteggiamento dell'amica. Già da un po' aveva la sensazione che la loro amicizia fosse in pericolo.
Così, mentre le altre ragazze facevano domande a raffica ad Azumi, si era decisamente ad affrontare di petto la situazione.
-Perché non me lo dici tu? Kiri qua, Kiri là, Kiri su e Kiri giù! Non ci hai messo molto a buttarmi via come un vecchio giocattolo!-
-È per Kiri?!- chiese lei stupita -Sei invidiosa del nostro rapporto? Yukari, seriamente, non ti facevo tanto invidiosa!-
-Io ci tengo alla tua amicizia!-
-Guarda che l'ho capito!-
-E allora perché preferisci Kiri a me?!-
-Intanto la 'Preferenza' te la sei inventata. Per quanto riguarda Kiri...- le ragazze erano troppo prese da Azumi per prestare attenzione alla loro conversazione.
Nonostante ciò invitò Yukari a seguirla in bagno. Una volta là chiuse la porta a chiave.
-Kiri è una faccenda un po' complicata. Diciamo che la nostra complicità è naturalmente giustificata-
-Cosa intendi per 'Naturalmente giustificata'?-
-Devo incominciare dall'inizio per farti avere un quadro completo: alcune sere fa io e lei abbiamo parlato sulle sue passioni. Ed io le ho fatto notare che nei suoi occhi c'era una luce molto simile a quella che ha Tsubasa quando gioca una partita-.
Yukari la invitò a continuare con un cenno del capo.
-A quel punto mi è sembrato che Kiri avesse una sorta di crisi di panico ed è scappata in bagno. Mi sono domandata la ragione di questo comportamento e per puro caso l'ho trovata-
-E sarebbe?-
-Una foto che sporgeva dalle pagine di un libro di Kiri. Dietro era firmata ma...- le tremò la voce e dovette tentare di calmarsi -Una delle firme era la mia-.
Yukari la guardò scioccata.
-E non solo: c'era anche quella di Tsubasa di Kirito Sora e Kiri Sora, o meglio, Daibu Ozora e Queen Ozora-
-N-non è possibile!- balbettò Nishimoto -Cioe loro sarebbero i vostri figli?! Come hanno fatto a venire nel... Passato? Ora che ci penso, io ho fatto un sogno su di loro, credo di essermi immaginata il vero volto di Kiri-
-Non è immaginazione, Yukari. Ieri sera ti ho vista svenuta tra le braccia di Daibu. Probabilmente ti hanno addormentata e messa a letto facendoti credere che fosse stato tutto un sogno. Invece è tutto reale... Tutto!-.
Sanae si gettò tra le braccia di Yukari, piangendo. 
-Non sei felice di questo, Sanae?-
-Da una parte sì, ma dall'altra ho paura della reazione di Tsubasa alla notizia! Non voglio che sia triste, disgustato o altro!-
-Adesso basta, Sanae! Ti stai facendo troppi problemi, e stai pensando subito al peggio! Chi te lo dice che il Capitano potrebbe reagire così? Potrebbe anche essere felice, naturalmente dopo aver superato lo shock!-.
Sanae si staccò da lei ed aprì il rubinetto del lavandino. Si sciacquò la faccia, togliendo le tracce delle lacrime che le avevano rigato le guance.
-Sanae, ultimamente non ti sembra che Tsubasa ti guardi più spesso e con occhi diversi? Ci hai mai fatto caso?-
-Sì, alcune volte sì-
-E se guardi il suoi occhi cosa leggi?-
-Affetto... Sentì Yukari, potrebbe anche essere vero, ma non voglio farmi troppi castelli in aria. Potrebbe essere semplice affetto che si prova per un'amica-
-Io credo che tu sia più ingenua di lui, Sanae! Lui non ti guarda con affetto, ti divora proprio con gli occhi! Giuro che l'ho beccato più di una volta a farlo, e quando ha incrociato il mio sguardo mi ha sorriso ed ha fatto spallucce come per dire 'Non posso guardare così la ragazza che amo?'-
-Ma dai, smettila!-
-Non che non la smetto! Secondo me muore dalla voglia di baciarti!-.
Sanae diventò rossa a quell'affermazione.
-Non so chi tra voi due abbia il desiderio più forte di baciare l'altro!-.
Sanae aprì nuovamente il rubinetto e dopo essersi bagnata le mani schizzò Yukari.
-Ehi! Non è giusto, io non ho niente per difendermi!- l'ammonì Yukari tentando di proteggersi con le mani, ma con scarsi risultati.
-Yukari, Sanae, siete qui dentro?- domandò Maki dando leggeri colpetti alla porta.
-Sì, adesso arriviamo!- rispose la prima Manager -Giusto il tempo che Yukari si sistemi con l'acqua!-
-Avete fatto la battaglia?- chiese Maki, incuriosita dalla risposta. Yukari precedette Sanae.
-In verità è stata lei a fare battaglia! Io sono stata costretta a ricevere!-
-Allora sbrigatevi, di là si stanno dando battaglia con i cuscini, non perdetevela!-
-Per nulla al mondo!- risposero loro due in coro.







Inizialmente pensavo di fare un capitolo unico, ma alla fine della stesura mi sono accorta che sarebbe venuto più lungo rispetto ai miei standard, quindi ho deciso di spezzarlo in due.
Ho modificato un po' l'incontro tra Taro è Tsubasa, perché lo ammetto, nel manga Takahashi ha proprio fatto una cosa che non doveva essere fatta (per me): come puoi far incontrare due AMICI sotto la Tour Eiffel?! Questo mi ha lasciata davvero basita...
Secondo la mia concezione del tempo, questa parte è ambientata durante la sera del giorno della finale tra la Nankatsu e la Toho (vinta ex aequo tra le due, come nel manga).
Ho tagliato diverse parti, come il vero e proprio arrivo al castello di Cherry e l'incontro tra le ragazze e Azumi. Preferisco lasciare tutto questo alla vostra immaginazione ;).
Inoltre colgo l'occasione per augurare buon compleanno al Capitano che dovrebbe avere 48 anni (nel 1982 avrebbe dovuto avere 11 anni, quindi presumo sia nato nel 1971. Correggetemi se sbaglio!), ma li porta benissimo visto che ne dimostra circa 21 o 22 (età che dovrebbe avere nell'attuale serie in corso, Rising Sun).
CKS

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Capitolo 17
*** Prove generali - Seconda parte ***


Prove generali - Seconda parte

Ryo spalancò gli occhi davanti alla tavola imbandita di leccornie di ogni genere: c'erano croissants ripieni di marmellata, vuoti o con il cioccolato. Cestini di pane fresco erano stati disposti su tutta la lunghezza del tavolo. 
C'erano brocche piene di caffè, the, aranciata, latte o semplicemente acqua.
Non mancava la frutta fresca di stagione come pesche, albicocche e fette di anguria.
Cherry stava portando al tavolo un grande vassoio stracolmo di paste di tutti i tipi: dalle più classiche a quelle un po' più particolari.
-Avete dormito bene?- domandò lei con tono gentile.
Ryo non rispose alla domanda e ne fece subito un'altra.
-Ma dov'è avete preso tutta questa roba?-
-In genere io e Vanessa siamo solite a prendere un bicchiere di latte assieme a dei biscotti o al massimo con una brioche. Ma vista l'occasione abbiamo deciso di concederci qualcosa di più sostanzioso.
Quindi, prego, non fate complimenti!-.
In pochi secondi tutti si sedettero entusiasti al lungo tavolo.
Sanae fece scivolare il pollice sulla tazza e sul piattino davanti a lei. Riconobbe subito il materiale, ovvero finissima porcellana.
Si versò del the e afferrò un pasticcino di un bell'arancione.
-Cos'è questo, Cherry?-
-È una mousse al mango- spiegò quella -Hai mai assaggiato questo frutto?-.
Sanae scosse la testa in segno di dissenso -No-
-Allora provalo!-.
Nakazawa annuì e gli diede un piccolo morso. Era abbastanza dolce.
-Il mango ha la stessa dolcezza di un'albicocca smorzato però dalla lieve asprezza dell'ananas-.
Sanae la ascoltò con attenzione e finì la pasta.
Vanessa battè delicatamente il cucchiaino d'argento contro il bicchiere di cristallo.
-Posso avere la vostra attenzione? Bene, come sapete oggi ci aspetta una giornata molto impegnativa. Dopo la colazione io e Cherry vi accompagneremo nel salone per la lezione di ballo. In seguito Dop avrete il pomeriggio libero, diciamo fino alle cinque e mezza. Dodiché dovrete fare la prova abito, e per le ragazze scegliere quello che rientra nei vostri gusti. Vi prego di arrivare puntuali al salone-.
Tutti annuirono alle parole della ragazza, tranne Kojiro Hyuga che borbottò sottovoce qualcosa di incomprensibile.
Yukari allungò il braccio per prendere il pane dal cestino, e quando lo fece sfiorò involontariamente le dita del ragazzo di fronte a lei: Ryo. Il difensore sembrava non voler mollare l'alimento.
-L'ho preso prima io!- protestò Yukari.
-Ma che stai dicendo?! Sono stato io ad affermarlo per per primo!-
-Bugiardo!-
-Bugiarda tu!-.
Kiri si battè la mano sulla fronte per la stupidità del litigio. Avrebbe capito se fosse rimasto solo un pezzo di pane, ma il cestino ne conteneva ancora molti!
Suo fratello vide la scena e decise di divertirsi un po'.
-Non è molto galante da parte tua, Ishizaki. Perché non lo lasci a lei e prendi per te un altro pezzo? Tanto non è l'unico rimasto-
-E se ne fosse rimasto uno? O io o lei, giusto?-
-Stiamo avendo seriamente questa discussione?- domandò teatralmente Kirito -Se ne fosse rimasto solo un pezzo avresti dovuto dividerlo a metà con lei-
-Ma quando mai! Sei solo te che sei troppo sottomesso alle ragazze, Sora! O forse vuoi compiacerle per chissà quali favori!-.
Il sorriso divertito di Kirito sparì e venne sostituito da una smorfia amara.
Sua sorella rimase rigida al suo posto, anche se in quel momento avrebbe tanto voluto tirare un bel pugno sulla faccia del difensore, che aveva tirato fuori quella cattiveria gratuita.
-Io spero vivamente che tu stia scherzando, Ishizaki, e che non pensi davvero questo di me. Mia madre mi ha insegnato ad avere rispetto per le donne-
-Lo posso confermare- disse Yayoi -Un po' di tempo fa ho rischiato di venire aggredita da un giocatore di un'altra squadra, ma grazie all'intervento di Kirito sono riuscita a scamparla-
-Non mi piace molto usare le maniere forti, ma a tutto c'è un limite e quel giocatore lo ha passato- affermò lui serio.
Ryo chinò il capo, mortificato, e si scusò con la ragazza per la sua maleducazione.
-Mi dispiace Yukari. Non avrei dovuto essere così idiota!-.
Lei battè le palpebre e si trovò in imbarazzo: il difensore non le aveva mai chiesto scusa per delle malefatte, anzi! Molto spesso si ritrovavano a portare avanti una discussione molto per le lunghe e i compagni di squadra dovevano sempre avere molta pazienza per sopportarli.
-Cherry, vorrei chiederti se posso parlare un momento in privato con Ishizaki e Wakabayashi-.
Tutti puntarono lo sguardo su Kiri, perplessi da quella richiesta, in particolar modo i due diretti interessati.
-Va bene- acconsentì quella -Ma vedete di non tardare alla lezione di ballo. Mr e Mrs Summer non amano i ritardi-
-Non preoccuparti! Anche io sono amante della puntualità!- la rassicurò Kiri mentre si alzava seguita da Ryo e Genzo che avevano ancora quell'espressione di confusione stampata sul volto.
-Siete due coglioni!*- esordì lei una volta che furono abbastanza lontani da non essere ascoltati dagl'altri.
-Prego?!- gridò Ryo con voce stridula -Ma chi ti credi di essere, ragazzina?! Come ti permetti di usare certe espressioni!-
-Mi permetto perché mi avete rotto le scatole, uso questo termine per non dire altro, con i vostri comportamenti! Tu- e indicò Genzo -Sei un codardo della peggior specie! Tutto perché non vuoi ammettere una fottuta buona volta che sei innamorato di Kumi! E tu Ryo devi smetterla di provocare Yukari! Stai sicuro che lei si è già accorta di te, ma nel modo peggiore!-
-Aspetta! Ishizaki tu facevi tutti quei dispetti alla Nishimoto solo per... Attirare la sua attenzione?!-
-Oh, finalmente le rotelline del cervello del grande SGGK hanno iniziato a girare! Me ne compiaccio!- fece lei in tono sarcastico, per poi ritornare più seria -Per quanto possa sembrare il contrario, in verità Ryo non è né superficiale né fastidioso. Ha semplicemente scelto il metodo meno corretto per farsi notare da Yukari!-.
Ryo diventò rosso -Lo sanno in tanti che sono innamorato di lei?-
-Potrebbero saperlo tutti, ma la persona alla quale dovrebbe essere rivolto questo sentimento è l'unica a non esserne al corrente. Vi state ferendo a vicenda, dato che credo che lei abbia comunque una cotta per te, nonostante tutto. E con te Ryo, ho finito. Rifletti su ciò che ho detto e agisci di conseguenza. Non tutto è ancora perduto-.
Il difensore annuì e sparì velocemente: quello strano cambiò di personalità di Kiri era stato spiazzante, di solito lei, tranne alcune uscite, era calma e tranquilla e in alcuni casi sembrava essere addirittura arrendevole.
-Wakabayashi, negare i tuoi sentimenti per Kumi è la cosa peggiore che tu abbia potuto fare!-
-Che importa! Tanto è innamorata di Tsubasa, no? Cosa vado a perdere tempo con una sciocca ragazzina della quale mi stancherei subito?!-.
Un singhiozzo fece voltare il Portiere. Kumi era davanti a lui e negl'occhi si leggeva un'immensa delusione mista ad amarezza.
-È questo che pensi di me? Io sarei una sciocca ragazzina?!-
-Kumi... Io...-
-TI ODIO GENZO WAKABAYASHI! STAI LONTANO DA ME, NON TI AVVICINARE!- e fuggì tentando con scarsi risultati di cacciare indietro le lacrime.
-L'hai chiamata tu?-
-Assolutamente no, Wakabayashi. E ti consiglio di mettere in pace cuore e cervello, altrimenti non arriverai mai a niente- controllò l'orologio da polso -Tra poco inizierà la lezione. Cosa vuoi fare? Venire con me o cercare di chiarire con Kumi?-
-La seconda- mormorò lui passandosi la mano sul volto -Sempre che mi voglia perdonare dopo ciò che ho detto-
-Allora siamo già un passo avanti, Genzo. Non provare a reprimere i sentimenti, è inutile e fa stare soltanto male-.

*

Mr e Mrs Summer erano una coppia davvero singolare: sorvolando sullo strano abbigliamento, che richiamava il modo di vestire degl'elfi, lui era basso e un po' robusto, mentre la moglie era l'esatto contrario, essendo altissima e slanciata.
-Good morning, Ladies and Gentlemen!- esclamarono i due in coro quando tutti i ragazzi furono all'interno di quella stanza.
Cherry e Vanessa risero davanti al loro sgomento.
-Non potete pretendere che tutti parlino giapponese! Comunque sia non dovete preoccuparvi: a turno io e mi sorella vi tradurremo le loro indicazioni!- li rassicurò Cherry.
-E quelle cosa sono?-.
In un angolo c'era un tavolino con sopra due scatole, una rosa e un'altra blu. Accanto ad esso si trovava una ruota provvista di due lati, sempre rosa e blu, con una freccia gialla al centro.
-Io e Vanessa abbiamo pensato di creare le coppie per il ballo, così da non fare confusione stasera. Certo, durante la serata potrete anche ballare con persone diverse rispetto al vostro partner, ma alla prima danza è meglio che ci siano delle coppie già stabilite per evitare problemi. Questa ruota serve per decidere chi estrarrà i biglietti- e così dicendo fece girare la freccia. I prescelti furono i ragazzi.
Vanessa prese la scatola blu in mano -Chi è il primo intrepido a voler estrarre la propria dama?-.
Tutti i maschi cercarono di farsi piccoli piccoli.
Tsubasa rise e si avvicinò alla ragazza -Non capisco perché questi 'Cuor di Leone' si siano trasformati in fifoni patentati!-
-Beh, tu ce lo vedi Hyuga a ballare con Sanae?- chiese Cherry nonostante sapesse che ciò non sarebbe mai potuto accadere.
-No-
-Appunto!- rise lei -Su, forza, pesca il biglietto!-.
Mentre il Capitano faceva ciò che gli era stato detto Kiri e Kirito comunicavano mentalmente.
"Sorellina, quanto ci scommetti che zia Cherry ne ha inventata un'altra delle sue?"
"Non scommetto nulla perché sarà sicuramente così! Tra pochi secondi papà leggerà il nome di nostra madre sul biglietto!"
"Mi chiedo che trucchetto abbia usato per permetterlo..."
"Non ne sono sicura al cento per cento, ma i biglietti potrebbero essere cosparsi di una polverina che riconosce le impronte digitali. Guarda le dita della tua mano destra!".
Daibu osservò attentamente e notò dei minuscoli bagliori sul pollice e sull'indice.
"Come ce l'ha messo addosso?"
"Le tazze della colazione".
Il loro dialogo s'interruppe quando Vanessa esortò Tsubasa a leggere il nome della propria dama.
-Sanae Nakazawa- lesse lui ancora piacevolmente sorpreso.
-Ehi Cherry!- gridò Yukari -Non è che c'è sotto qualcosa?-
-Assolutamente nulla, Nishimoto!- ribattè lei con un'incredibile faccia di bronzo.
Yukari non replicò, tuttavia non era molto convinta della risposta.
Come fu prevedibile Jun finì assieme a Yayoi, Hikaru con Yoshiko, Kojiro con Maki, Ryo con Yukari, Taro con Azumi, Kiri con Kirito, Machiko con Ken, Kumi con Genzo (i ragazzi non erano presenti al momento dell'estrazione, ma il biglietto di lei era l'ultimo rimasto).
-Yuzo, Mamoru carissimi!- il sorrisetto dipinto sulla faccia di Vanessa non prometteva assolutamente nulla di buono -Naturalmente io e Cherry non ci siamo scordate di voi!-
-Che avete in mente?- domandò Morisaki con ingenuità -Io non ho una dama!-
-Certo che ce l'hai! È Mamoru!-
-Io sono un ragazzo!-
-E allora? Ballerai con Yuzo ma anziché indossare lo smoking ti metterai un abito da femmina!-.
Tutti risero in sala, tranne il diretto interessato. L'idea di essere conciato come una bambolina non lo allettava per nulla.
-Massì, basteranno delle extensions per i capelli, un po' di trucco e un abito imbottito qua sopra- disse indicandosi il petto -E sarai una dama perfetta!-.
La faccia allibita del ragazzo era in netto contrasto con le espressioni di ilarità comparse sul volto di tutti gli altri, Yuzo compreso.
Certe trovate assurde erano proprio nelle corde di quelle due strambe gemelle!

*

-Kumi!-
-Stammi lontano!-
-Ti prego, ascoltami!-
-No!-.
Le afferrò un braccio -Non fare la bambina!-
-Levami le mani di dosso, cafone!- gridò lei e con una mossa repentina gli diede uno schiaffo.
Genzo posò la mano destra sulla guancia dolorante.
Ma non era solo quella a fargli male. Sentiva un malessere emotivo, che gli fece capire che stava sbagliando tutto.
Serrò la mandibola e strinse gli occhi -Perdonami, ti prego!- la supplicò -Io sono stato un'idiota! E sono geloso di Tsubasa!-
-Come?- balbettò lei
-Sì, perché è lui che ha le tue attenzioni e il tuo amore!- gridò lui esternando il suo tormento.
Una lacrima scese dall'occhio della ragazza. E dopo quella ne seguirono molte.
-Sei uno stupido! Io voglio bene a Tsubasa, ma dal giorno che ti ho incontrato ho iniziato a sentirmi strana. All'inizio non ci facevo caso, ti ricordi che ho detto davanti a te di voler confessare al Capitano i miei sentimenti?-
-Come potrei scordarmelo?- mormorò Genzo con amarezza.
-In quel momento stavo ignorando il mio cuore. Soltanto dopo mi sono soffermata a decifrare le mie sensazioni e ho cominciato a prendere consapevolezza di ciò che volevo veramente-
-Kumi- sussurrò lui avvicinandosi di un passo.
-Sono innamorata di te!- confessò infine guardandolo negli occhi.
Un lungo brivido percorse il corpo di Genzo, e in uno slancio inaspettato strinse forte la ragazza in un abbraccio pieno di affetto.
-Non so cosa tu abbia fatto, ma hai sciolto l'intera corazza che soffocava il mio cuore. Grazie-
-No- affermò lei scuotendo il capo -È grazie a te che sono riuscita davvero a capire cosa provo per chi. Mi hai salvato da una delusione immensa, Genzo-.
Lui la guardò interrogativamente.
-Sei non ci fossi stato tu mi sarei dichiarata a Tsubasa, e di sicuro lui mi avrebbe rifiutata. Non vede ragazze all'infuori di Sanae-
-È proprio cotto, vero?-
-Sì, ma credo che lei non riesca a vederlo. Mi sto ancora chiedendo perché-.
Udirono un rumore di passi concitati e si staccarono dall'abbraccio.
-Signorina Sugimoto, signor Genzo, finalmente vi ho trovati!- e posò le mani sulle ginocchia per riprendere fiato -Vi state perdendo il bello della lezione di ballo! A proposito, il sorteggio ha decretato che voi dobbiate ballare assieme!-.
I due ragazzi le chiesero di spiegare meglio e lei fece un veloce riassunto della vicenda mentre li accompagnava verso la stanza.

*

-It's bad, It's bad Mr Monkey!-.
Vanessa ridacchiò quando vide Ryo pestare per l'ennesima volta i piedi della sua dama.
Gli insegnanti avevano reputato troppo difficili i nomi e cognomi dei ragazzi, quindi si erano divertiti a dare soprannomi in inglese.
Però c'era da dire che Ishizaki si stava impegnando davvero moltissimo nonostante gli scarsi risultati.
Kiri e Kirito assieme a Ken e Machiko potevano essere considerati quelli che riuscivano a cavarsela meglio. Specialmente i primi, e sembrava addirittura che non fosse la prima volta che stessero ballando un valzer.
In mezzo c'erano tutti gli altri, che non avevano risultati così disastrosi ma non erano certamente al livello delle altre due coppie.
Tsubasa, in particolare, apprendeva con rapidità.
-Ok Captain, you have a good foudations for attending tonight's dance!-
-Ha detto che hai delle buone basi per partecipare al ballo di stasera- rise Sanae.
-Ah, thank you!- disse Tsubasa in inglese.
-You can take a break. We must deal with those who are most in diffculty!-.
Tsubasa e Sanae si sedettero in un angolo per non intralciare il lavoro.
-Non avrei mai creduto che Hyuga si convincesse a ballare!-
-Di sicuro gli occhi degli invitati saranno puntati sul suo originalissimo smoking!-.
Cherry gli aveva assicurato che avrebbe ricevuto una camicia (a maniche corte) e se avesse voluto avrebbe anche potuto fargli i risvoltini come era solito a fare con le magliette. 
-Tu cosa indosserai per il ballo, Sanae? Hai già in mente un vestito in particolare?-
-In realtà sì- rispose lei arrossendo leggermente -Vorrei indossare il vestito che mi avevi regalato durante quel giorno di shopping. Te lo ricordi?-
-Sì. Eri bellissima con quell'abito!- confermò lui con sincerità -Non vedo l'ora di vedertelo nuovamente addosso-.
Se prima era arrossita leggermente adesso stava andando letteralmente a fuoco.
-G-grazie- borbottò imbarazzata.
Accanto a loro giunsero anche Kiri, Kirito, Ken e Machiko.
-Credo che tra poco ci lasceranno liberi. Forse tratteranno un po' Ryo e Yukari e faranno provare Kumi e Genzo- affermò Kirito.
-Sapete come mai Wakabayashi e Sugimoto si sono assentati?-
-Hanno avuto una piccola discussione, ma nulla di che!- commentò Kiri gesticolando con la mano.
Kirito sorrise. Sua sorella non era del tutto sincera quando faceva troppi gesti. Più tardi le avrebbe chiesto di dirgli tutto quanto.
Vanessa battè le mani e chiamò l'attenzione si di sé -Ottimo lavoro ragazzi! Tranne loro- indicò Ryo e Yukari e Kumi e Genzo -Potete andare via tutti. Avete il pomeriggio libero, ma verso le cinque e mezza dovrete iniziare a prepararvi per la sera. Buon pomeriggio!-
-Grazie!- e uscirono tutti dalla stanza pronti per il pomeriggio libero.


(*) Quando Queen si arrabbia molto a volte tira fuori anche qualche parolaccia. D'altronde è sempre figlia di Anego, no? ;).


Il capitolo avrebbe dovuto comprendere anche la prova abiti, ma visto che anche a questo giro stavo oltrepassando la lunghezza standard, ho deciso di spostare l'episodio al capitolo successivo in cui finalmente ci sarà il ballo (e l'inizio di tanti guai per i ragazzi).
La parte degli abiti non l'ho inclusa perché a sorpresa è sbucato il litigio tra Genzo e Kumi che li ha portati ad aprirsi a vicenda (l'accenno alla dichiarazione riprende le vicende del manga).
Ishizaki d'ora in poi subirà molti cambiamenti, il suo carattere scherzoso c'è e rimarrà, ma adesso sarà decisamente più serio nei confronti di Yukari.
Grazie ancora a chi si è avvicinato alla storia, nei giorni successivi allo scorso aggiornamento sono andata un po' in crisi poiché non capivo se la storia stesse piacendo o meno.
Inoltre vorrei chiedervi un piccolo favore: Cherry e Vanessa sono i miei personaggi e di conseguenza potrei notarlo di meno, ma se in un capitolo ci fossero degli atteggiamenti tipici delle 'Mary Sue' vi prego di segnalarmeli.
Ad ogni modo, il prossimo capitolo darà inizio all'arco narrativo sulla Dimensione Del Sogno. Spero vi piacerà!
CKS

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Capitolo 18
*** Il ballo di inizio estate - Prima parte ***


Capitolo 16
Il ballo di inizio estate - Prima parte 

Le ragazze avevano trascorso un pomeriggio piacevole, avevano chiacchierato e riso tantissimo.
Soltanto Kiri era rimasta in disparte a leggere.
Machiko le aveva chiesto il titolo del libro che in quel momento stava leggendo e come risposta era arrivato un semplice 'Jane Eyre'.
Machida lo conosceva: la sua famiglia possedeva un'enorme biblioteca e a lei non era mai dispiaciuto leggere.
Si stupì, però, quando vide che Kiri aveva in mano la versione inglese.
Jane Eyre era un classico della letteratura ottocentesca e il linguaggio utilizzato non era affatto semplice.
Machiko si sedette accanto a lei, decisa nel bene o nel male a parlare con lei.
-Anche io ho letto questo libro- esordì infine, sperando che Kiri non la ignorasse, nè risultasse infastidita per averle interrotto la lettura.
-Ti è piaciuto?- domandò lei distogliendo l'attenzione dalle pagine.
-Sì. Solo che ho avuto una certa difficoltà a leggerlo. Non immagino tu che ti sei cimentata con la versione inglese!-
-La lingua non è un problema- affermò Kiri con semplicità -Il giapponese è la mia lingua madre, ma posso comprendere e parlare correttamente l'inglese, lo spagnolo, il portoghese e il tedesco... Beh, forse il tedesco non proprio così correttamente. Tutt'ora mi mette ancora in difficoltà.
Comunque sia anche a me e piaciuto molto questo libro- disse mentre se lo metteva sulle ginocchia -A dir la verità l'ho già finito- confessò infine.
-Perché lo stavi rileggendo?-
-Quando una storia mi colpisce, provo sempre il desiderio di volerla rivivere e di scovare nuovi dettagli che di primo acchito non avevo notato-
-Sei una persona con una grande capacità critica, allora!-
-Se lo dici tu!-
-Posso dirti una cosa, Kiri?-
-Certo!-
-Sei fortunata ad avere un fratello così-.
Kiri alzò un sopracciglio in segno di perplessità.
-Intendo dire che lui ti adora! Non c'è nulla che non farebbe per te!- disse con la voce che tremava in modo percettibile.
-Machiko, cos'hai?- chiese lei preoccupata, lasciando stare il libro e poggiandole le mani sulle spalle.
-Si tratta di mio fratello! Ultimamente si comporta in modo strano, vedi, lui è lontano da casa per lo studio, ma da qualche tempo ci teniamo in contatto sempre meno! Sta diventando freddo, sgarbato, addirittura quando tento di contattarlo rifiuta le mie chiamate!-.
Kiri abbracciò la ragazza in lacrime nel tentativo di confortarla.
Ci riuscì, e Machiko smise di piangere.
-Grazie. Avevo bisogno di sfogarmi un po'-
-È normale. Ti sei tenuta tutto dentro! Io credo che dovresti aspettare il ritorno di tuo fratello per parlargli direttamente-
-Hai ragione- concordò lei asciugandosi le tracce che avevano lasciato le lacrime -Farò così-
-Kiri, Machiko, venite!- Le richiamò Cherry -È ora di andare a prepararsi per il Ballo!-.
Tutte le ragazze la seguirono.
Cherry le condusse in camera. Con loro grande sorpresa c'erano degli abiti corredati di accessori sui loro letti.
-Spero vi piacciano- rise la ragazza alla loro sorpresa -Ho cercato di sceglierli in base a ciò che conosco sui vostri gusti-.
Sanae si avvicinò al suo letto e con delusione notò che non c'era nessun vestito per lei.
-Guarda bene, Sanae...- l'avvertì Cherry proprio nel momento in cui stava per aprir bocca.
La ragazza si accorse di un sacchetto tra il suo letto e quello di Kiri. Lo afferrò con mani tremanti e gli occhi lucidi per l'emozione.
-È l'abito che mi ha comprato Tsubasa...- mormorò lei ancora incredula.
Quando era con Tsubasa gliel'aveva detto un po' per scherzo, sapendo benissimo che non se l'era portato dietro.
Invece ora avrebbe potuto davvero indossarlo per quella speciale occasione!
-Ho solo fatto un piccolo ritocco!- Le disse Cherry prima che lei lo prendesse dal sacchetto -Ti ho accorciato un po' la gonna per comodità!-.
Le ragazze provarono estasiate i loro abiti, e furono felici che calzassero a pennello su ognuna di loro.
Anche le calzature scelte dalle due principesse andarono bene per quasi tutte. Solo Kiri aveva chiesto un cambio, sostituendo delle semplici ballerine con un paio di décolleté.
-Sei sicura di riuscire a stare in piedi su quei trampoli?- chiese ironica Cherry.
-Mia madre è un po' bassa di statura- rispose -Quindi i tacchi sono obbligatori per guadagnare qualche centimetro in più. Li ho indossati per la prima volta quattro o cinque anni fa, e poco a poco sono riuscita ad abituarmici-.
Kiri stava davvero bene: l'abito nero, a sirena, risaltava il suo fisico slanciato, e Cherry dovette ammettere che le décolleté erano decisamente più adatte rispetto alle ballerine proposte.
-Però tu non sei bassa- osservò Yayoi che aveva seguito la conversazione.
-Grazie al cielo no! Per fortuna sia io che mio fratello abbiamo preso da nostro padre e non abbiamo di questi problemi!-.
Cherry si sedette sul letto e aspettò con pazienza che tutte finissero di vestirsi.
Aveva intenzione di fare entrare le parrucchiere e le estetiste per terminare l'opera.
Poi sarebbero state finalmente pronte per partecipare al ballo.

*

Il poco senso dell'orientamento era uno dei principali difetti di Tsubasa: voleva rientrare in camera per recuperare le ore di sonno perse nei giorni del Campionato Nazionale; aveva avuto tante cose a cui pensare, e il calcio era il suo ultimo pensiero. 
Sanae era invece il primo.
La amava e voleva dichiararsi, ma più pensava a come dirlo più non trovava le parole.
Era come se sentisse una miriade di voci sussurrare nella sua testa, e lui non capiva a quali dare ragione.
Imboccò un corridoio, ma quando prese quella strada sentì una sensazione negativa... Un qualcosa di oscuro e pesante.
Davanti a lui una porta. La aprì.
La stanza era in penombra. Sotto una teca c'erano dei cristalli neri, circondati da sinistri bagliori violacei.
Più si avvicinava a loro più avvertiva quella sensazione farsi sempre più forte.
Tsubasa stava per girarsi indietro e uscire da quella strana stanza, quando un sibilo tagliò l'aria e lo fece bloccare.
"Quanto conti per lei?".
Il Capitano fu scosso da un brivido di paura.
La voce femminile continuò incessantemente le domande.
"Sai che le farai del male se continuerai a volerla accanto a te? La tua partenza la sta davvero rendendo triste!".
-Io non partirò- interruppe lui, sperando che la sua voce sembrasse ferma.
"Ma lei non lo sa... E chi ti dirà che sarà felice per questa decisione? Potrebbe anche arrabbiarsi con te...".
-Rabbia o no, non tornerò indietro-
"Sei molto sicuro di te, Capitano, forse troppo...
Sai, magari sta già cercando qualcuno che potrebbe consolarla... Wakabayashi, Misaki e Hyuga sono dei bei ragazzi, ti pare?"
-Cosa vuoi da me?! Chi diavolo sei?!-
"Se parteggi per quelle due stupide principessine allora la questione è semplice: tu sei un mio nemico.
Ma tu potresti cambiare le carte in tavola, Capitano..."
-Ti ripeto: cosa vuoi da me?!-
"Passa dalla mia, anzi, dalla nostra parte... In cambio ti garantisco in modo sicuro l'amore di questa ragazza. E non solo...".
Una catenina con un pendente a forma di goccia nera scivolò davanti ai suoi occhi.
"Se lei la metterà al collo sarà sotto il tuo controllo. Ti dirà tutto quello che vuoi sentire, farà tutto ciò che tu le chiederai..."
-Mi conosci male, molto male! Io voglio solo che Sanae sia felice e se stando come me non lo sarà, allora la lascerò andare!- e scagliò il pendente lontano da lui -La proposta che mi hai fatto è disgustosa! Io, controllare una persona? Si vede che non sai proprio nulla di me!-.
Sentì un ringhio, poi un qualcosa di morbido gli avvolse il braccio come una spirale.
Sebbene all'apparenza sembrasse fragile, la spirale si strinse attorno all'arto e la presa d'acciaio gli tolse il respiro.
Poi una voce...
-Tsubasa, fa attenzione!-.
Giusto il tempo di voltarsi verso Chiaroluna che vide una sorta di lampo azzurro-blu squarciare la morsa che aveva avviluppato il braccio.
-Vieni, andiamo via!-.
Il Capitano non se lo fece ripetere, e più veloce del vento sfrecciò verso la porta.
Una volta usciti Chiaroluna pronunciò delle parole a bassa voce e Tsubasa videogame apparire una sorta di lucchetto che sigillò la serratura.
La ragazza si portò le mani al petto nel tentativo di calmare i furiosi battiti del cuore.
-Come cavolo hai fatto a finire qui?!- lo aggredì lei, ancora scossa da ciò che aveva visto.
Lui spiegò brevemente ciò che gli era accaduto.
Chiaroluna aggrottò le sopracciglia e strinse le labbra in una smorfia carica di preoccupazione.
-Non dovrei essere io a dirtelo, ma l'accaduto mi costringe a farlo-.
Tsubasa la guardò curioso e un po' ansioso: l'espressione, il tono e le parole usate dalla ragazza erano tutt'altro che rassicuranti.
-Cherry e Vanessa sono tornate qua perché eravamo sotto attacco. Non ha creato gravi danni, ma pensiamo che sia stato soltanto un avvertimento-.
Il Capitano era sgomento -E quegli strani cristalli che ho visto nella stanza-
-Sono l'unica traccia dell'attacco che ho accennato prima. Un concentrato di malvagità pura. Sei fortunato ad aver rifiutato quel pendente-
-Fortunato? È stata una mia scelta!-
-Ok. Mi sono espressa male. Ma non immagino se tu avessi avuto la possibilità di darlo a Sanae-
-Perché? Cosa sarebbe successo?-
-Tutto quello che hai sentito. A caro prezzo, però. Gli esseri malvagi ti mostrano soltanto una faccia della medaglia!-
-Chiaroluna...-
-È vero, Sanae sarebbe stata in tuo potere, ma così facendo ci sarebbe stato il rischio di schiacciarla... Distruggerla... Annientarla!-.
Lui rimase in silenzio, ma ringraziò mentalmente il proprio buon senso che gli aveva impedito di fare una cavolata.
-Ma si può sapere chi è questo nemico? Dalla voce sembrava una donna...-.
Chiaroluna sospirò -Seguimi!-.
Lo condusse verso quella che sembrava una galleria piena di ritratti.
Gliene indicò uno in particolare.
-Lei è una nostra collaboratrice, Purianne. La voce che hai sentito apparteneva alla sua nemesi. Molti anni fa Cherry e Vanessa sono riuscite a tenerla a bada, però non ce l'hanno fatta a sconfiggerla. Adesso pensiamo che nel corso degl'anni sia riuscita di nuovo a potenziarsi, e temiamo che da un giorno all'altro possa esserci un nuovo attacco-
-Perché non ci avete detto nulla? Non vi fidate di noi?- mormorò Tsubasa amareggiato da quelle scoperte.
Chiaroluna gli mise gentilmente una mano sulla spalla -Non credere che per Cherry e Vanessa sia stato facile nascondere tutto questo. Il loro scopo era proteggervi, oltre che a non farvi invischiare in queste faccende. Sono troppo pericolose per voi che non conoscete il mondo magico-.
Tsubasa tacque e decise di finirla con le domande. Tutte quelle rivelazioni lo avevano scioccato.
-Vieni, ti mostro la strada per le camere. Era lì che volevi andare, giusto?-.

*

I ragazzi si guardarono attorno, ammirati da tanta magnificenza.
L'enorme lampadario di cristallo scintillava con la luce delle candele e delle fiaccole.
Gli invitati avevano iniziato a fare il loro ingresso in sala, erano uno più elegante dell'altro.
Hyuga era quello che attirava di più l'attenzione a causa della camicia con i risvoltini, che scoprivano le braccia abbronzante e muscolose.
-State davvero bene in abiti eleganti, dovreste indossarli più spesso!- suggerì Cherry mentre si avvicinava a loro.
Era molto carina con quel vestito azzurro.
-Senti, ma se sei una principessa perché non indossi la corona?-
-Troppo banale- rispose lei in uno sbuffo -In primo luogo perché sia la mia corona che quella di mia sorella pesano tantissimo, e in secondo luogo è perché non voglio gli occhi degli invitati fissi su di me. Preferisco rimanere anonima-
-E tua sorella dove si trova?- chiese Machiko che era stata la prima a scendere tra le ragazze: era stupenda nel suo abito color argento.
-Lei arriverà come minimo tra un'ora! Per lei i vestiti sono una componente molto importante della sua routine, quindi passa moltissimo tempo davanti allo specchio. Stessa cosa per scarpe, acconciatura, make up e unghie*. Io, invece, quando va bene controllo un attimino quello che indosso. In caso contrario prendo le prime cose che mi capitano tra le mani e le indosso!-.
Finalmente arrivarono tutte le ragazze, elegantissime negli abiti scelti da Cherry, seppur un po' impacciate perché era la prima volta che partecipavano ad un ricevimento in grande stile.
Con grande sorpresa, assieme a loro era arrivata anche Vanessa.
-Complimenti!- ironizzò Cherry -Sei arrivata con ben mezz'ora di anticipo, Vanessa!-
-Hai visto come sono stata brava?- fece una piroetta che terminò in uno scherzoso inchino.
-Mi sembra strano...- Kojiro scosse la testa -Siete principesse eppure non vi comportate come tali, mi sembra di aver capito che abbiate anche certe doti magiche e le usate raramente. Avreste potuto arrivare in uno schiocco di dita in Giappone, eppure entrambe avete preso l'aereo...-.
Cherry fermò il suo discorso.
-Hyuga, noi non accettiamo che qualcuno ci dica 'Non vi comportate come delle principesse', perché questo significa che voi avete in mente un fastidioso stereotipo e che adesso lo state applicando a noi.
Per quanto riguarda il prendere l'aereo...-.
Vanessa intervenne, dato che Cherry tentennava ancora un po', restia a raccontare tutto.
-Io e mia sorella stiamo lavorando sull'accettazione delle nostre origini e dei doveri che comporta proprio l'essere principesse.
Non dovete credere che sia tutto bello: avere la responsabilità di un intero popolo non è una passeggiata; prendere decisioni importanti non è una passeggiata; governare non è una passeggiata; difenderci da coloro che vogliono distruggere la nostra quiete non è una passeggiata; abbiamo tanti pesi sulle spalle e spesso abbiamo desiderato di avere una vita come la vostra, una vita normale- le labbra si piegarono in una smorfia amara -La nostra normalità e questa- disse infine, indicando l'intero castello.
Tutti rimasero ammutoliti. Tsubasa si passò la mano tra i capelli: era davvero troppo sentire tutto questo in una sola giornata.
Sanae si accorse di tutto ciò che stava provando il ragazzo, guardò che nessuno la stesse osservando, e poi intrecciò le sue dita a quelle del Capitano.
Lui sussultò a quel contatto, salvo poi per rivolgerle uno sguardo dolce.
-Odio farmi vedere debole davanti agli altri-.
Cherry stava rispondendo ad una domanda che qualcuno aveva posto, ma Tsubasa e Sanae non avrebbero saputo dire chi l'avesse fatta e cosa avesse chiesto.
-Non voglio che nessuno riesca a cogliere le mie fragilità e a usarle contro di me. E vi assicuro che è già accaduto-.
L'aria si era fatto davvero troppo pesante, e Vanessa piegò giù le labbra in una smorfia di disappunto. Lo scopo del ballo era quello di avvicinare le varie coppie, e non parlare della loro vita!
Buttò uno sguardo a Yuzo e Mamoru, che era riuscito a spuntarla e alla fine aveva potuto indossare lo smoking anziché l'abito femminile. Lui mimò un grazie, dato che Vanessa lo aveva appoggiato in quella 'Battaglia'.
-Bene, ragazzi! Adesso basta chiacchiere, è ora di mettere in pratica ciò che avete imparato con Mr e Mrs Summer!-.

*

Purianne* era seduta a gambe incrociate sulla soffice nuvola. Si stava godendo quella tranquillità che presto sarebbe stata interrotta dall'arrivo di Cherry.
La principessa avrebbe addormentato i ragazzi e li avrebbe portati lì, per poi dividerli secondo le prove che avevano concordato per ogni coppia.
Avrebbero monitorato tutte le situazioni affinché nessuno rischiasse la vita oppure grandi ferite, dato che per alcuni era anche previsto il combattimento.
L'angelo sorrise: per loro quella dimensione non sarebbe stata affatto un sogno...
"Mi dispiace interrompere i vostri pensieri, innocente angioletto...".
Purianne voltò di scatto la testa e si ritrovò davanti una figura molto somigliante a lei, se non che fosse vestita di nero e non aveva le sia orecchie da coniglio sia le ali ricoperte di candide piume.
-Dark Light*- sputò lei con amarezza -E così le mie sensazioni non sbagliavano... Siere tornata davvero!-
"Oh, sì. Non vedo l'ora di potervi spezzare quelle ridicole alucce... Sapete, mi danno davvero sui nervi!"
-A me la vostra presenza dà sui nervi!-.
La figura spalancò gli occhi con sincera sorpresa.
"Sono sorpresa. Non mi aspettavo che voi foste capace di pronunciare una simile frase!"
-Ho imparato farlo a causa vostra. Mi avete fatto trascorrere un incubo-
"E lo sarà ancora, se non accetterete la mia proposta"
-E quale sarebbe?-
"Datemi la Dimensione Del Sogno!"
-Mai!-
"Peccato, sarebbe stato bello trattare... Comunque sia preferisco la violenza e la brutalità, quindi meglio per me! Vi rivedrò, caro angioletto!".
L'ombra si dissolse e Purianne poggiò sia le ginocchia che i palmi a terra. Era madida di sudore e le lacrime premevano per uscire dagli occhi.
-Ho paura- sussurrò lei scossa da tremiti violenti -Per me, per questa dimensione, per Cherry e per i ragazzi che verranno qua-.





(*) Per unghie non s'intende unghie finte, bensì lo smalto. Vanessa in base agli abbinamenti utilizza diversi colori di smalto.

Purianne è già comparsa nei capitoli precedenti, la ritrovate anche nella fanfic 'Our Last Night' pubblicata precedentemente che è una sorta di Missing Moment sulla Dimensione Del Sogno.

Dark Light è la donna che compare nel capitolo 11. I suoi discorsi sono evidenziati con le virgolette perché lei non appare di persona, bensì sottoforma di ombra.
Volevo un nome che ricordasse qualcosa di negativo e 'Luce Oscura' mi è sembrata la soluzione migliore ;).




Machiko Machida è in realtà Grace nella traduzione italiana. Nella serie italiana 'Holly e Benji' compare nell'episodio 78 assieme a Yoshiko (Jenny).
Ho inserito questa spiegazione nel caso qualcuno non riesca a ricollegare il personaggio. Il fatto che lei abbia un fratello è una mia invenzione.
Ammetto che tutto questo capitolo non lo avevo previsto: la mia intenzione era di narrare del ballo. Tuttavia mi sono venute diverse idee in mente e ho deciso di dedicarlo alle spiegazioni di certi comportamenti delle due gemelle.
Tuttavia prometto che il prossimo capitolo sarà incentrato totalmente sul ballo e sulle coppie: infatti ognuna avrà una parte, e Cherry e Vanessa compariranno solo alla fine.
Quindi credo che il capitolo successivo a quello accennato sopra aprirà l'arco narrativo sulla Dimensione Del Sogno.
Un altro piccolo chiarimento: Cherry e Vanessa sono molto presenti in questa prima parte delle storia, ma in seguito il loro ruolo sarà certamente più limitato. Anche nella Dimensione Del Sogno avranno minore spazio, poiché Vanessa comparirà più sporadicamente, mentre Cherry si limiterà a commentare ciò che accadrà alle coppie (nella One Shot citata prima viene mostrato questo).
Chi vuole dire la propria opinione può anche contattarmi su PM. Sarei felice nel caso ci fossero osservazioni, critiche o anche complimenti.
CKS

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Capitolo 19
*** Il ballo di inizio estate - Seconda parte ***


Capitolo 16
          Il ballo di inizio estate - Seconda parte 
Ryo prese la mano di Yukari e la condusse tra la gente.
-Ancora? Non ti sono bastate le altre... Boh, non ricordo nemmeno il numero talmente abbiamo ballato!-
-Ah, non fare la noiosa! Per una sera diversa dal solito, divertente, speciale per certi versi. Non so se nella mia vita ricapiterà l'occasione? Nella tua sì?-
-Ok, forse no!-.
Ryo continuò a stringerla a sé.
-Non avrei mai immaginato che Cherry e Vanessa fossero davvero così ricche ed importanti-
-Nemmeno io. Ma stando a ciò che ho capito, non sono propriamente soddisfatte di questa vita. Troppo soffocante, troppo piena di responsabilità-
-Basta così- Ishizaki la fermò -Non voglio sentire queste cose che rovinano l'atmosfera!-
-Quale atmosfera, scusa?!-.
Ryo sbuffò: possibile che Yukari non avesse percepito tutte le emozioni di quei balli?! 
Lei rise.
-Scemo, ti sto prendendo in giro!- e si sollevò sulle punte, per poi sfiorargli la guancia con un bacio leggero.
La guardò sorpreso, toccandosi il punto in cui si erano appoggiate le labbra della ragazza.
Yukari lo tirò per il polso invitandolo ancora a ballare.
-Chi era stufo di farlo?- domandò ironicamente.
-Non ho detto mica di essere stufa! Ho semplicemente chiesto quanto abbiamo ballato!-
-Tanto, e lo faremo ancora per molto!-.
                                         *
Machiko osservava attentamente le vivande poste sul lungo tavolo.
Si decise a prendere un piattino con sopra una gelatina all'arancia. Per divertirsi mosse un po' il piatto, facendola traballare.
Sorrise del suo comportamento, forse un po' infantile.
Non si era accorta che Ken la guardava divertito.
Lui si avvicinò lentamente e fece finta di non aver visto quella scena.
-Accidenti, quanta roba!-.
Machiko sussultò e rischiò quasi di far cadere il piattino.
-Sì, è vero! Ma non mi stupisce, hai visto quanta gente c'è?-.
Ken non rispose. Non si era affatto curato delle persone, la sua attenzione era sempre stata puntata sulla ragazza che adesso gli era accanto.
Machiko lo aveva molto colpito. Tra tutte le ragazze era quella che parlava meno, sembrava essere perennemente in imbarazzo e aveva ipotizzato che lei faticasse ad integrarsi con il loro gruppo.
-Ti trovi bene con noi?-
-Beh, sì- rispose affermativamente lei, mentre dondolava un calice colmo di succo rosso -Però... Come dire... Non mi sento al livello delle altre...-.
Ken la invitò a continuare con un cenno del capo.
Machiko lo fece, ma priva bevve un sorso di succo -Mi sono sempre reputata inferiore a Yoshiko, e devo dire che questo mi ha condizionata in modo pesante-
-Non mi sembri inferiore a Yoshiko. Siete due persone diverse, ma questa non è una motivazione per buttarsi giù così-
La ragazza inclinò la testa -Lo so, credo di non avere abbastanza autostima...-
-Allora facciamo così: stasera ti aiuto io ad aumentarla, ma poi promettimi che non ti sentirai mai più così-
-E sentiamo, come ci riuscirai?-
-Ovviamente trascorrendo questa serata con te, e conoscendoci meglio! Il resto verrà da sé!- le prese la mano, e la condusse verso i divanetti che erano stati sistemati appositamente dalle principesse, nel caso qualcuno si volesse appartare da tutto il caos della festa.
                                        *
Yoshiko si sfregò le mani e guardò la sua amica andare assieme a Wakashimazu "Bel colpo, Machiko!" pensò orgogliosa.
-Ehi, Machida si sta aprendo, vero?-
-Sì- gli rispose Yoshiko con gli occhi brillanti dalla gioia -Finalmente. E soprattutto con una persona diversa da me. E che persona!-.
Hikaru rise.
-Mi sa che hai bevuto per sbaglio dell'alcol, sembri un po' brilla- commentò lui riuscendo a levarle di mano il bicchiere e annusando il contenuto. C'era della frutta, ma percepì anche l'alcol.
-La sbadataggine è sempre stata un brutta bestia per te! Adesso mi toccherà farti da babysitter per tutta le sera!-
-Ma non è vero!- protestò lei, inciampando però nella gonna lunga dell'abito indaco e finendo addosso a Hikaru.
-Sta bene, vero?-
-Cherry!-.
La principessa si avvicinò a lui. In mano aveva due piattini con una bella fetta di torta ciascuno.
-Non mi sembra che Yoshiko sia sobria-
-Non ha fatto caso alle bevande e probabilmente ha preso un bicchiere a caso. Purtroppo per lei era alcolico-
-Capisco... Sarebbe il caso di non farla girare da una parte all'altra di questo salone- e si accarezzò il mento.
-Senti, faccio una cosa: io salgo in camera, ho giusto una cosa che potrebbe andare bene, intanto andate a sedervi- lanciò un'occhiata ai divanetti -Possibilmente il più lontano da Machiko e Ken, a meno che non vogliate rompere loro le scatole-
-D'accordo. A proposito Cherry, grazie per aver festeggiato anche il mio compleanno. Non credevo alle mio orecchie dopo aver saputo che facevamo gli anni nello stesso giorno!-.
Cherry sorrise, e sparì tra gli invitati.
                                         *
Sanae appoggiò i gomiti sulla ringhiera di quella grande terrazza. 
Una ventata d'aria fresca era quello che voleva, dopo tutti quei balli.
Bellissimi, ma decisamente estenuanti.
Tsubasa si avvicinò piano.
-Ehi, stai bene?-
-Sì, non preoccuparti. Avevo solo bisogno di allontanarmi per un po' da tutta quella gente-
-Hai ragione. Dopo un po' mi è sembrato di soffocare!-.
Lei rise -Addirittura!-
-Lo giuro!-
Poi, dopo quel momento, Tsubasa ritornò serio.
-Sembravi pensierosa. C'è qualcosa che ti turba, Sanae?-
La ragazza cercò di non darlo a vedere, ma internamente era stupita. Aveva cercato di fare di tutto per nascondere la paura, eppure Tsubasa era comunque riuscito a percepirla.
Non seppe cosa rispondere.
La guardò negli occhi e si avvicinò.
-Se non vuoi dirmelo, non importa. Però non mi piace vederti così-
-Scusa. È solo che... Davvero, non posso-
Il ragazzo annuì e ripeté lo stesso gesto che aveva fatto al negozio, e le accarezzò la schiena nuda.
-Comunque stai davvero bene con questo vestito, ti dona molto!-.
Sanae ringraziò l'oscurità della notte che celò il rossore al viso.
-G-grazie-.
-Senti, vuoi tornare dentro o preferisci stare ancora qua fuori?-
-Vorrei rimanere qua, almeno per un po'...-
-Va bene- e si appoggiò tranquillamente alla ringhiera, sempre vicino a lei.
-Ma se vuoi, puoi rientrare!-
-Scherzi?! Io la mia dama non la lascio mica sola!-
-Ah, sarei la tua dama? Quindi ti dovrei definire 'Mio cavaliere'-
-E perché no? Per una sera ce lo possiamo permettere, non trovi?-.
-Giusto!-.
                                          *
Yuzo e Mamoru erano ancora lì a fissare il pavimento, stando ben attenti a non incrociare alcuno sguardo curioso degli invitati.
Dopo che le due gemelle avevano deciso di dare spettacolo con una bella lite sul fatto di vestire o meno Mamoru da donna, cosa che li aveva messi in un imbarazzo indicibile, specialmente Yuzo.
-Che casino! Ora crederanno che sono davvero gay!- si lamentò il Portiere della Nankatsu.
Mamoru si congelò sul posto.
-Che diavolo intendi dire?!-
-Che ovviamente non sono gay!-
-Ovviamente un corno Yuzo!- s'infervorò Izawa -Lo sei, ma non lo ammetti! Non che tu non lo sei!-
-Ma non è vero. Sei tu che ti stai facendo tutti questi film mentali!-
-Mi stai prendendo per i fondelli, vero?-
-Assolutamente no! È per questo che continuo a dirti che non sono gay! Proprio per evitare che tu ti faccia strane fantasie!-
-Certo, e allora perché quando ti ho baciato non mi hai tirato un bello schiaffo? La tua reazione me la ricordo a memoria, ti sei staccato e mi ha detto: 'No, Mamoru, NON POSSO!'. Non posso, non 'Non voglio!'-.
Yuzo, per la prima volta nella sua vita, si trovò con le spalle al muro. Non seppe più cosa dire per controbattere.
Fu la stessa principessa che li aveva messi nei guai a troncare la discussione.
Vanessa si avvicinò.
-Su, forza, questa sera dovete pensare a divertirvi, non a discutere!-
-Ha parlato quella che ha dato spettacolo pochi minuti fa!-
-Sì, ma la nostra discussione era per una buona causa!-.
Mamoru rischiava seriamente di esplodere. Quella sera si stavano tutti arrampicando tutti sugli specchi, prima Yuzo, poi Vanessa.
-Posso parlarti un attimo in privato?- domandò lei rivolta a Izawa.
-Va bene-.
Lo allontanò dal centro della sala.
-Senti, lo so che non è una bella situazione. Yuzo mi pare di aver capito che sia una testaccia dura-.
Prima che Mamoru potesse dire qualcosa, lei lo zittì.
-Lo so che tu sei gay e che ti piace Yuzo. Così come so che pure lui lo è, ma non lo accetta e fatica ad ammetterlo. Stupida società!-
-Cioè, tu sei a favore dei gay?-
-Certo. Il problema è Cherry. Pochi giorni fa ci ho fatto un bel discorsetto, ma pure lei sembra faticare a cambiare-
-Io non so più cosa fare, non posso costringere Yuzo ad ammettere una cosa che non vuole. Questa sera sono stato davvero maleducato-
-Senti, ho una soluzione, ma dovrete aspettare ancora un po'-
-Di cosa si tratta?-
-Lo scoprirete a tempo debito. Ma fidati che funzionerà-
-Se lo dici tu...-.
                                              *
Cherry sorrise mentre versava dentro a dei bicchieri un po' d'innocuo sonnifero.
Così non ci sarebbero stati problemi a trasportare tutti nella Dimensione Del Sogno senza dover fornire troppe spiegazioni.
Avvertì un brivido freddo scorrere lungo le schiena.
-Com'è possibile?!- rifletté tra sé -L'aria della sera non è così fredda...-.
"Buonasera! Vi state divertendo, principessina?".
Conosceva quella voce. Si mise sulla difensiva.
-Dark Light... Ancora voi!-
"Ma che accoglienza gentile!" ribatté mellifua "Nessuno mi ha mai salutato così... Cortesemente!"
-Grazie per la vostra presa per i fondelli. Cosa volete?! Perché siete qui?!-
"Volevo solo passare a farvi un salutino, principessina"
-Impossibile, c'è dell'altro!- gridò Cherry con decisione -Avanti!, ditemi cosa siete veramente venuta a fare qui!-
"Lo scoprirete presto...".
E dopo quella risposta l'aria nella camera ritornò ad una temperatura normale per quella stagione.
Incrociò le braccia: aveva un brutto presentimento...
                                             *
Kumi si lasciava guidare da Genzo in quel ballo lento, e in un certo senso intimo.
Cherry aveva sapientemente chiesto di alternare pezzi lenti ad altri più ritmati e moderni. 
Genzo sospirò.
-Ehi, stai bene?- chiese la ragazza, guardandolo dritto negli occhi.
-Sì- affermò lui -È solo che Kiri e Kirito mi preoccupano. Cioè... Si comportano in modo strano...-
-Allora l'hai notato anche tu- Kumi si adombrò -È successa una cosa strana. Durante una partita della nostra squadra, Kiri mi si è avvicinata è mi ha chiamata zia! Ti pare normale questa cosa?!-.
Genzo ammutolì. Da un po' di tempo, dopo il dialogo che aveva ritenuto quasi surreale con Kiri, aveva incominciato a nutrire dei dubbi sulla reale identità della ragazza.
-Kumi, ti devo dire una cosa, ma ti prego, non farne parola con nessuno!-
-Mi stai spaventando, Genzo. Cosa è successo?-
-Kiri e Kirito sono nomi falsi. Ci stanno celando le loro vere identità-
-Scusa, ma tu come lo sai?-
-È stata Kiri in persona a dirmelo, e non sono nemmeno sicuro sul perché l'abbia fatto. Se non vogliono che si scoprano le loro identità, rivelare queste cose è stato un rischio-
-E come si chiamano, scusa?-
-Daibu e Queen-
-E il cognome? Anche quello dovrebbe essere falso!-.
Genzo smise di ballare e si bloccò. Queen aveva accennato a un qualcosa come 'Un cielo fatto male è un po' strano', o comunque una cosa simile.
All'improvviso un flash lo fece rabbrividire. Non era possibile...
-No. Non posso crederci! Non...-
-Genzo, mi stai davvero preoccupando!-
-Queen mi ha dato un indizio sul loro cognome, ma quando lo ha detto non ho fatto il ragionamento!-
-Sarebbe?-
-Sora assomiglia a Ozora!*-
-Eh?!-.
                                               *
-Complimenti a tutti, ragazzi! Vi siete divertiti?-
-Sì, anche se è stato un po' stancante- Azumi si fece avanti e disse la sua opinione, che rappresentava un po' quella di tutti.
-Molto bene. Vorrei fare un brindisi con tutti voi per questa bella serata!- esclamò Cherry allegra, e con l'aiuto della sorella distribuì ad ognuno il calice con dentro il sonnifero preparato prima.
-Yoshiko non potrebbe evitare?- chiese Hikaru, non volendo che la ragazza ripetesse l'esperienza di prima.
-Non ti preoccupare, sono tutti analcolici- disse Vanessa con un sorriso rassicurante.
Quando tutti ebbero in mano il bicchiere li fecero scontrare, festeggiando la bella serata trascorsa assieme, per poi bere.
Cherry sorrise -Dormite bene, perché il risveglio sarà l'inizio di tante prove da superare!-.
(*) Queen, con la frase che ho fatto riportare da Genzo, allude proprio al fatto che il cognome Ozora sia molto simile alla parola sora, che in giapponese significa cielo.
E finalmente sono riuscita ad ultimare questo capitolo.
Come ho scritto a molte persone, d'ora in poi mi concentrerò solo su questa storia, e non pubblicherò altre long.
Forse ci saranno delle One Shot, nel caso mi cogliesse l'ispirazione, ma nessuna long.
Ho lasciato passare troppo tempo da un aggiornamento all'altro, e mi auguro di cuore che non sarà più così.
Vi ringrazio per la vostra pazienza, e spero che una cosa del genere non si ripeterà più.
CKS 

                                                 Capitolo 16 

                       Il ballo di inizio estate - Seconda parte 


Ryo prese la mano di Yukari e la condusse tra la gente.

-Ancora? Non ti sono bastate le altre... Boh, non ricordo nemmeno il numero talmente abbiamo ballato!-

-Ah, non fare la noiosa! Per una sera diversa dal solito, divertente, speciale per certi versi. Non so se nella mia vita ricapiterà l'occasione? Nella tua sì?-

-Ok, forse no!-.

Ryo continuò a stringerla a sé.

-Non avrei mai immaginato che Cherry e Vanessa fossero davvero così ricche ed importanti-

-Nemmeno io. Ma stando a ciò che ho capito, non sono propriamente soddisfatte di questa vita. Troppo soffocante, troppo piena di responsabilità-

-Basta così- Ishizaki la fermò -Non voglio sentire queste cose che rovinano l'atmosfera!-

-Quale atmosfera, scusa?!-.

Ryo sbuffò: possibile che Yukari non avesse percepito tutte le emozioni di quei balli?! 

Lei rise.

-Scemo, ti sto prendendo in giro!- e si sollevò sulle punte, per poi sfiorargli la guancia con un bacio leggero.

La guardò sorpreso, toccandosi il punto in cui si erano appoggiate le labbra della ragazza.

Yukari lo tirò per il polso invitandolo ancora a ballare.

-Chi era stufo di farlo?- domandò ironicamente.

-Non ho detto mica di essere stufa! Ho semplicemente chiesto quanto abbiamo ballato!-

-Tanto, e lo faremo ancora per molto!-.


                                                     *


Machiko osservava attentamente le vivande poste sul lungo tavolo.

Si decise a prendere un piattino con sopra una gelatina all'arancia. Per divertirsi mosse un po' il piatto, facendola traballare.

Sorrise del suo comportamento, forse un po' infantile.

Non si era accorta che Ken la guardava divertito.

Lui si avvicinò lentamente e fece finta di non aver visto quella scena.

-Accidenti, quanta roba!-.

Machiko sussultò e rischiò quasi di far cadere il piattino.

-Sì, è vero! Ma non mi stupisce, hai visto quanta gente c'è?-.

Ken non rispose. Non si era affatto curato delle persone, la sua attenzione era sempre stata puntata sulla ragazza che adesso gli era accanto.

Machiko lo aveva molto colpito. Tra tutte le ragazze era quella che parlava meno, sembrava essere perennemente in imbarazzo e aveva ipotizzato che lei faticasse ad integrarsi con il loro gruppo.

-Ti trovi bene con noi?-

-Beh, sì- rispose affermativamente lei, mentre dondolava un calice colmo di succo rosso -Però... Come dire... Non mi sento al livello delle altre...-.

Ken la invitò a continuare con un cenno del capo.

Machiko lo fece, ma prima bevve un sorso di succo -Mi sono sempre reputata inferiore a Yoshiko, e devo dire che questo mi ha condizionata in modo pesante-

-Non mi sembri inferiore a Yoshiko. Siete due persone diverse, ma questa non è una motivazione per buttarsi giù così-.

La ragazza inclinò la testa -Lo so, credo di non avere abbastanza autostima...-

-Allora facciamo così: stasera ti aiuto io ad aumentarla, ma poi promettimi che non ti sentirai mai più così-

-E sentiamo, come ci riuscirai?-

-Ovviamente trascorrendo questa serata con te, e conoscendoci meglio! Il resto verrà da sé!- le prese la mano, e la condusse verso i divanetti che erano stati sistemati appositamente dalle principesse, nel caso qualcuno si volesse appartare da tutto il caos della festa.


                                                        *


Yoshiko si sfregò le mani e guardò la sua amica andare assieme a Wakashimazu "Bel colpo, Machiko!" pensò orgogliosa.

-Ehi, Machida si sta aprendo, vero?-

-Sì- gli rispose Yoshiko con gli occhi brillanti dalla gioia -Finalmente. E soprattutto con una persona diversa da me. E che persona!-.

Hikaru rise.

-Mi sa che hai bevuto per sbaglio dell'alcol, sembri un po' brilla- commentò lui riuscendo a levarle di mano il bicchiere e annusando il contenuto. C'era della frutta, ma percepì anche l'alcol.

-La sbadataggine è sempre stata un brutta bestia per te! Adesso mi toccherà farti da babysitter per tutta le sera!-

-Ma non è vero!- protestò lei, inciampando però nella gonna lunga dell'abito indaco e finendo addosso a Hikaru.

-Sta bene, vero?-

-Cherry!-.

La principessa si avvicinò a lui. In mano aveva due piattini con una bella fetta di torta ciascuno.

-Non mi sembra che Yoshiko sia sobria-

-Non ha fatto caso alle bevande e probabilmente ha preso un bicchiere a caso. Purtroppo per lei era alcolico-

-Capisco... Sarebbe il caso di non farla girare da una parte all'altra di questo salone- e si accarezzò il mento.

-Senti, faccio una cosa: io salgo in camera, ho giusto una cosa che potrebbe andare bene, intanto andate a sedervi- lanciò un'occhiata ai divanetti -Possibilmente il più lontano da Machiko e Ken, a meno che non vogliate rompere loro le scatole-

-D'accordo. A proposito Cherry, grazie per aver festeggiato anche il mio compleanno. Non credevo alle mio orecchie dopo aver saputo che facevamo gli anni nello stesso giorno!-.

Cherry sorrise, e sparì tra gli invitati.


                                                       *


Sanae appoggiò i gomiti sulla ringhiera di quella grande terrazza. Una ventata d'aria fresca era quello che voleva, dopo tutti quei balli.

Bellissimi, ma decisamente estenuanti.

Tsubasa si avvicinò piano.

-Ehi, stai bene?-

-Sì, non preoccuparti. Avevo solo bisogno di allontanarmi per un po' da tutta quella gente-

-Hai ragione. Dopo un po' mi è sembrato di soffocare!-.

Lei rise -Addirittura!-

-Lo giuro!-.

Poi, dopo quel momento, Tsubasa ritornò serio.

-Sembravi pensierosa. C'è qualcosa che ti turba, Sanae?-.

La ragazza cercò di non darlo a vedere, ma internamente era stupita. Aveva cercato di fare di tutto per nascondere la paura, eppure Tsubasa era comunque riuscito a percepirla.

Non seppe cosa rispondere.

La guardò negli occhi e si avvicinò.

-Se non vuoi dirmelo, non importa. Però non mi piace vederti così-

-Scusa. È solo che... Davvero, non posso-.

Il ragazzo annuì e ripeté lo stesso gesto che aveva fatto al negozio, e le accarezzò la schiena nuda.

-Comunque stai davvero bene con questo vestito, ti dona molto!-.

Sanae ringraziò l'oscurità della notte che celò il rossore al viso.

-G-grazie-

-Senti, vuoi tornare dentro o preferisci stare ancora qua fuori?-

-Vorrei rimanere qua, almeno per un po'...-

-Va bene- e si appoggiò tranquillamente alla ringhiera, sempre vicino a lei.

-Ma se vuoi, puoi rientrare!-

-Scherzi?! Io la mia dama non la lascio mica sola!-

-Ah, sarei la tua dama? Quindi ti dovrei definire 'Mio cavaliere'-

-E perché no? Per una sera ce lo possiamo permettere, non trovi?-

-Giusto!-.


                                                     *


Yuzo e Mamoru erano ancora lì a fissare il pavimento, stando ben attenti a non incrociare alcuno sguardo curioso degli invitati.

Dopo che le due gemelle avevano deciso di dare spettacolo con una bella lite sul fatto di vestire o meno Mamoru da donna, cosa che li aveva messi in un imbarazzo indicibile, specialmente Yuzo.

-Che casino! Ora crederanno che sono davvero gay!- si lamentò il Portiere della Nankatsu.

Mamoru si congelò sul posto.

-Che diavolo intendi dire?!-

-Che ovviamente non sono gay!-

-Ovviamente un corno Yuzo!- s'infervorò Izawa -Lo sei, ma non lo ammetti! Non che tu non lo sei!-

-Ma non è vero. Sei tu che ti stai facendo tutti questi film mentali!-

-Mi stai prendendo per i fondelli, vero?-

-Assolutamente no! È per questo che continuo a dirti che non sono gay! Proprio per evitare che tu ti faccia strane fantasie!-

-Certo, e allora perché quando ti ho baciato non mi hai tirato un bello schiaffo? La tua reazione me la ricordo a memoria, ti sei staccato e mi ha detto: 'No, Mamoru, NON POSSO!'. Non posso, non 'Non voglio!'-.

Yuzo, per la prima volta nella sua vita, si trovò con le spalle al muro. Non seppe più cosa dire per controbattere.

Fu la stessa principessa che li aveva messi nei guai a troncare la discussione.

Vanessa si avvicinò.

-Su, forza, questa sera dovete pensare a divertirvi, non a discutere!-

-Ha parlato quella che ha dato spettacolo pochi minuti fa!-

-Sì, ma la nostra discussione era per una buona causa!-.

Mamoru rischiava seriamente di esplodere. Quella sera si stavano tutti arrampicando tutti sugli specchi, prima Yuzo, poi Vanessa.

-Posso parlarti un attimo in privato?- domandò lei rivolta a Izawa.

-Va bene-.

Lo allontanò dal centro della sala.

-Senti, lo so che non è una bella situazione. Yuzo mi pare di aver capito che sia una testaccia dura-.

Prima che Mamoru potesse dire qualcosa, lei lo zittì.

-Lo so che tu sei gay e che ti piace Yuzo. Così come so che pure lui lo è, ma non lo accetta e fatica ad ammetterlo. Stupida società!-

-Cioè, tu sei a favore dei gay?-

-Certo. Il problema è Cherry. Pochi giorni fa ci ho fatto un bel discorsetto, ma pure lei sembra faticare a cambiare-

-Io non so più cosa fare, non posso costringere Yuzo ad ammettere una cosa che non vuole. Questa sera sono stato davvero maleducato-

-Senti, ho una soluzione, ma dovrete aspettare ancora un po'-

-Di cosa si tratta?-

-Lo scoprirete a tempo debito. Ma fidati che funzionerà-

-Se lo dici tu...-.


                                                        *


Cherry sorrise mentre versava dentro a dei bicchieri un po' d'innocuo sonnifero.

Così non ci sarebbero stati problemi a trasportare tutti nella Dimensione Del Sogno senza dover fornire troppe spiegazioni.

Avvertì un brivido freddo scorrere lungo le schiena.

-Com'è possibile?!- rifletté tra sé -L'aria della sera non è così fredda...-.

"Buonasera! Vi state divertendo, principessina?".

Conosceva quella voce. Si mise sulla difensiva.

-Dark Light... Ancora voi!-

"Ma che accoglienza gentile!" ribatté mellifua "Nessuno mi ha mai salutato così... Cortesemente!"

-Grazie per la vostra presa per i fondelli. Cosa volete?! Perché siete qui?!-

"Volevo solo passare a farvi un salutino, principessina"

-Impossibile, c'è dell'altro!- gridò Cherry con decisione -Avanti, ditemi cosa siete veramente venuta a fare qui!-

"Lo scoprirete presto...".

E dopo quella risposta l'aria nella camera ritornò ad una temperatura normale per quella stagione.

Incrociò le braccia: aveva un brutto presentimento...


                                                         *


Kumi si lasciava guidare da Genzo in quel ballo lento, e in un certo senso intimo.

Cherry aveva sapientemente chiesto di alternare pezzi lenti ad altri più ritmati e moderni. Genzo sospirò.

-Ehi, stai bene?- chiese la ragazza, guardandolo dritto negli occhi.

-Sì- affermò lui -È solo che Kiri e Kirito mi preoccupano. Cioè... Si comportano in modo strano...-

-Allora l'hai notato anche tu- Kumi si adombrò -È successa una cosa strana. Durante una partita della nostra squadra, Kiri mi si è avvicinata è mi ha chiamata zia! Ti pare normale questa cosa?!-.

Genzo ammutolì. Da un po' di tempo, dopo il dialogo che aveva ritenuto quasi surreale con Kiri, aveva incominciato a nutrire dei dubbi sulla reale identità della ragazza.

-Kumi, ti devo dire una cosa, ma ti prego, non farne parola con nessuno!-

-Mi stai spaventando, Genzo. Cosa è successo?-

-Kiri e Kirito sono nomi falsi. Ci stanno celando le loro vere identità-

-Scusa, ma tu come lo sai?-

-È stata Kiri in persona a dirmelo, e non sono nemmeno sicuro sul perché l'abbia fatto. Se non vogliono che si scoprano le loro identità, rivelare queste cose è stato un rischio-

-E come si chiamano, scusa?-

-Daibu e Queen-

-E il cognome? Anche quello dovrebbe essere falso!-.

Genzo smise di ballare e si bloccò. Queen aveva accennato a un qualcosa come 'Un cielo fatto male è un po' strano', o comunque una cosa simile.

All'improvviso un flash lo fece rabbrividire. Non era possibile...

-No. Non posso crederci! Non...-

-Genzo, mi stai davvero preoccupando!-

-Queen mi ha dato un indizio sul loro cognome, ma quando lo ha detto non ho fatto il ragionamento!-

-Sarebbe?-

-Sora assomiglia a Ozora!*-

-Eh?!-.


                                                         *


-Complimenti a tutti, ragazzi! Vi siete divertiti?-

-Sì, anche se è stato un po' stancante- Azumi si fece avanti e disse la sua opinione, che rappresentava un po' quella di tutti.

-Molto bene. Vorrei fare un brindisi con tutti voi per questa bella serata!- esclamò Cherry allegra, e con l'aiuto della sorella distribuì ad ognuno un calice con dentro il sonnifero preparato prima.

-Yoshiko non potrebbe evitare?- chiese Hikaru, non volendo che la ragazza ripetesse l'esperienza di prima.

-Non ti preoccupare, sono tutti analcolici- disse Vanessa con un sorriso rassicurante.

Quando tutti ebbero in mano il bicchiere li fecero scontrare, festeggiando la bella serata trascorsa assieme, per poi bere.

Cherry sorrise -Dormite bene, perché il risveglio sarà l'inizio di tante prove da superare!-.





(*) Queen, con la frase che ho fatto riportare da Genzo, allude proprio al fatto che il cognome Ozora sia molto simile alla parola sora, che in giapponese significa cielo.



E finalmente sono riuscita ad ultimare questo capitolo.

Come ho scritto a molte persone, d'ora in poi mi concentrerò solo su questa storia, e non pubblicherò altre long.

Forse ci saranno delle One Shot, nel caso mi cogliesse l'ispirazione, ma nessuna long.

Ho lasciato passare troppo tempo da un aggiornamento all'altro, e mi auguro di cuore che non sarà più così.

Vi ringrazio per la vostra pazienza, e spero che una cosa del genere non si ripeterà più.

CKS 




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