Waiting For You

di wangiebaexo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***
Capitolo 10: *** X ***
Capitolo 11: *** XI ***
Capitolo 12: *** XII ***
Capitolo 13: *** XIII ***
Capitolo 14: *** XIV ***
Capitolo 15: *** XV ***
Capitolo 16: *** XVI ***
Capitolo 17: *** XVII ***
Capitolo 18: *** XVIII ***
Capitolo 19: *** XIX ***
Capitolo 20: *** XX ***
Capitolo 21: *** XXI ***
Capitolo 22: *** XXII ***
Capitolo 23: *** XXIII ***



Capitolo 1
*** I ***





















 

Waiting For You — I

























 

12 Gennaio 2014.

























 

Byun Baek Hyun era indomabile, era un'anima pura e vuota allo stesso tempo. Non provava paura per il mondo che lo circondava, poiché era impassibile a tutto e tutti. Guardava negli occhi i suoi nemici senza timore, con il coraggio di chi aveva vissuto una vita piena di ostacoli, sofferenza e, soprattutto, dolore.

Lui si osservava intorno ed ammirava come tutti si lasciavano indietro, si gettavano senza pietà, si rovinavano con semplici gesta e si riscrivevano con poche parole.

Meschino, sembrava quasi giostrare con i peccati capitali come semplici carte da gioco e scommettere su di essi la sua vita. Egoista, come il sole che tramontava quando ancora qualcuno aveva bisogno della sua radiosa luce. Nascosto nei meandri del suo mondo, era così effimero e peccaminoso da ingannare come la cospirazione.

Era il fuoco che ardeva intensamente nel suo corpo e non provava dolore per nessuno, nemmeno per se stesso. Era le fiamme rosse della passione, che contemplavano silenziosamente assieme alla disperazione. Era le pagine di un libro consumato nonostante nessuno l'avesse mai avuto e nemmeno mai letto. Era la rosa che nasceva e moriva meccanicamente prima che gli amanti potessero osservare la sua bellezza.

E Park Chan Yeol era il suo unico amante.

Il loro era un amore travagliato che li avrebbe trascinato alla deriva, ma troppa era l'attrazione. E troppa era il desiderio di possedersi.

Era un amore destinato a fallire, a crollare come un castello di carte, ma come potevano sapere che non erano destinati ad amarsi per sempre?















 

Due piccoli fiocchi di neve si sciolsero su entrambi i palmi delle mani di Byun Baek Hyun, lasciandogli una piccola macchia d'acqua. Erano così belli e delicati, prima che scomparissero; li aveva osservati come se non avesse mai visto niente del genere e la prima cosa che pensò fu che erano freddi e bagnati.

Si avvolse la sciarpa intorno al collo e strinse a sé il soffice, ma pesante tessuto, cercando riparo da quel gelido inverno. La neve cadeva lentamente davanti ai suoi occhi, creando un sottile strato sul cemento, per poi attecchire a terra.

Il tempo passava e Baek Hyun rimaneva lì, fermo e inerme, ad osservare gli altri vivere, nel silenzio più totale, mentre la vita sembrava quasi scorrere davanti ai suoi occhi inespressivi.

 

Park Chan Yeol l'aveva notato da tempo ormai: seduto sempre sulla stessa panchina di legno della fermata dell'autobus, alla stessa ora, tutti i giorni. Quando scendeva dal quel mezzo infernale, lo trovava sempre seduto lì a fissare il nulla; i suoi occhi erano vuoti e essenti. Lo considerava strano e intrigante allo stesso tempo.

Ogni volta si chiedeva perché fosse lì e cosa, o chi, stesse aspettando.

Col passare dei giorni, però, si ritrovò a guardarlo più volte, soffermandosi sui più piccoli dettagli del ragazzo; pensò che fosse bellissimo come nessun altro e trovò i suoi lineamenti delicati, quasi perfetti per lui. Più il tempo passava, più si rendeva conto che i suoi occhi, anche senza volerlo, andavano alla sua ricerca, per poi rimanere incollati su di lui per un tempo che sembrava quasi infinito.

Le settimane passavano e Chan Yeol iniziò a restare lì fino al passaggio dell'ultimo autobus, sul quale saliva malinconicamente per tornare a casa, osservando Baek Hyun finché non spariva dalla sua visuale con il cuore stretto da una morsa di dolore.

Rimaneva in piedi accanto al ragazzo, rivolgendo lo sguardo altrove per non insospettirlo - in realtà Baek Hyun sapeva benissimo cosa stava facendo l'altro. Ogni tanto gli lanciava degli sguardi fugaci e lo trovava a rimirare la strada con sguardo vitreo e perennemente assente.

















 

Quel giorno Chan Yeol corse velocemente verso la fermata per non perdere l'ultimo autobus; aveva fatto troppo tardi all'università e non si era reso conto dello scorrere del tempo, studiando per gli imminenti esami del mese. Nonostante la sua corsa a perdifiato, il destino si prese gioco di lui e quando arrivò, vide il mezzo già lontano dalla fermata.

Imprecò a gran voce, senza neanche rendersene conto, e quando vide Baek Hyun fissarlo, avvampò di colpo, maledicendosi per la figura di merda che aveva appena fatto.

Sospirò pesantemente e prese tutto il coraggio che aveva in corpo per sedersi vicino a lui, dovendo riprendere fiato da quell'estenuante corsa. Baek Hyun non lo degnò neanche di uno sguardo, i suoi occhi color nocciola rimasero fermi davanti a sé ad osservare il vuoto.

Chan Yeol se lo aspettava eppure sentii uno strano dolore al petto.

Si soffiò sulle mani alla ricerca di calore e poi, coprendosi con la sciarpa blu, ancora tutto rosso in viso, emise un rantolo sordo. Imbarazzato come non mai, non ebbe neanche il coraggio di voltarsi per vedere se l'altro si fosse girato a guardarlo.

«Fa freddo, eh», sussurrò Baek Hyun, annoiato da quella situazione è volendosi divertire un po'. Chan Yeol rimase sorpreso, sentendo la voce del ragazzo, che trovò semplicemente bellissima.

In quell'istante andò nel panico più totale e non seppe altro che dire, se non un semplice e inutile giàPatetico, pensò, mentre si schiaffeggiava mentalmente. I suoi occhi puntarono su un cartellone posto di fronte a sé e lo trovò particolarmente interessante in quel momento: tutto pur di non pensare alla sua stupida risposta.

«Cosa stai aspettando?», chiese di nuovo, inaspettatamente, Baek Hyun, lasciando sorpreso il più piccolo ancora una volta. «Non ci sono più autobus, ormai».

Chan Yeol balbettò qualcosa di indefinito, colto alla sprovvista. Avvampò più che mai, non riuscendo a gestire quella situazione fuori dalla sua portata. Non stava aspettando niente e nessuno, in realtà, ma come poteva dirgli, e con quale coraggio, che era seduto lì solo per poter parlare con lui, almeno una volta nella sua vita?

La sua esagerata reazione fece ridere l'altro, che trovava alquanto divertente quella situazione che gli aveva spezzato la monotonia delle sue giornate. Chan Yeol diventò ancora più rosso in viso.

«Non devi agitarti, eh», sottolineò Baek Hyun, ridacchiando per un altro po', notando il nervosismo del ragazzo. Sfregò le mani tra di loro e ci alitò sopra, cercando calore. «Non ti mangio mica».

«Io... s-sto aspettando te», rispose Chan Yeol, girandosi verso il ragazzo, dopo un paio di minuti di silenzio con tutto il coraggio che aveva in corpo.

Baek Hyun gli rivolse il suo sguardo vitreo all'improvviso, rimase sorpreso a quell'affermazione, si imbarazzò e avvampò di colpo, diventando più rosso dell'altro. Iniziò a balbettare parole senza senso, parole come non dire idiozie, mentre Chan Yeol lo trovava bellissimo e dolcissimo. Nonostante il suo viso fosse rosso come un pomodoro e il cuore gli battesse nel petto a mille, si meravigliò della sua irruenza in quella frase. Mai avrebbe pensato che sarebbe riuscito a dire una frase del genere. E soprattutto non a quel ragazzo.

Quella notte d'inverno, Baek Hyun non aggiunse un'altra parola, rimase nel silenzio più totale, ascoltando il dolce suono del battito del suo cuore e del respiro di Chan Yeol.
















 

|| || ||















 

12 Gennaio 2015.
















 

Attese a lungo qualcosa o qualcuno che sperava di poter rivedere, ma che, in fondo, sapeva non avrebbe più rivisto e sentito. Si strinse le gambe al petto e rimase fermo in quella posizione a lungo, chiudendo gli occhi e immergendosi nel suo piccolo mondo in cui lui era ancora vivo. Un dolore al petto lo opprimeva da tempo, lasciandolo senza fiato.

Oh Se Hun, quel giorno, correva a perdifiato verso la fermata dell'autobus per poter prendere l'ultimo mezzo che passava a quella tarda ora. Ogni giorno era sempre sempre la stessa storia: in ritardo perenne, saliva all'ultimo secondo sul veicolo senza neanche guardarsi intorno.

Ma quella giornata di neve di quell'inverno qualcosa cambiò: l'autobus passò prima e sgommò via davanti ai vitrei ed esterrefatti occhi del moro, il quale imprecò a gran voce dopo aver realizzato quello che era appena successo.

Byun Baek Hyun a pochi metri di distanza ascoltò il lungo sfogo del ragazzo in silenzio, ricordandosi come anche lui imprecasse allo stesso modo. La sua mente trovò divertente la situazione, gli sembrò quasi uno scherzo del destino eppure non lo era.

Lui per lo stesso motivo aveva urlato affermazioni poco consone per un linguaggio educato con delle note di rabbia e scocciatura, miste a pesanti parolacce, gridate al vento. Baek Hyun quella volta aveva riso e aveva trovato la situazione divertente; dal canto suo, si era rivolto al ragazzo lamentandosi dell'inutilità degli autisti.

Oh Se Hun sbuffò rumorosamente e si sedette sulla panchina accanto a Baek Hyun, ignorandolo completamente. Afferrò con rabbia il suo telefono e compose il numero del suo migliore amico, Jong In, che in quelle situazioni veniva sempre a soccorrerlo - se così si poteva definire.

«Devi venire a prendermi alla fermata, l'autobus è passato prima», disse soltanto, prima di riattaccare e imprecare di nuovo. Baek Hyun si lasciò sfuggire una risata, trovando quella situazione troppo simile a quella di Chan Yeol. Capì, per la prima volta, quanto il suo cuore stesse ancora soffrendo e fosse vuoto.

Se Hun lo guardò di sbieco e chiuse gli occhi in due fessure. «Che hai da ridere?», domandò irritato e arrabbiato. Baek Hyun sospirò, creando una piccola nuvola di condensa. Guardò davanti a sé e sorrise malinconicamente.

«Trovo veramente divertente questa situazione», rispose senza mezzi termine, lasciando a bocca aperta l'altro.

Se Hun non disse niente, pensò che fosse inutile discutere con quell'uomo. Ma lo guardò a lungo, cercando di interpretare quelle parole. Gli occhi di Baek Hyun mostravano un'infinita tristezza, mentre osservava l'altra parte della strada.

«Il destino si sta prendendo gioco di me, eh», affermò all'improvviso, girandosi per guardare il ragazzo seduto affianco a sé. Gli occhi del più grande erano iniettati di sangue, delle lacrime erano pronte a scorrere sul suo viso, ma si impose di essere forte e di non piangere ancora. «Non credi?».

«Di che parli?», chiese Se Hun confuso e disorientato.

«Vuoi sentire una storia?».

«Che storia?».

«Una storia vera», rispose Baek Hyun con la voce incrinata, tornando ad osservare davanti a sé. Il silenzio calò tra i due e Se Hun sperò che Jong In arrivasse da un momento all'altro.

«Allora?», domandò di nuovo Baek Hyun. «Vuoi sentire?».

L'altro lo trovò veramente strano, ma annuì per niente convinto della sua scelta. Baek Hyun mostrò un sorriso strano, che Sehun trovò decisamente inquietante.

«Si chiamava Park Chan Yeol», iniziò il ragazzo, mentre sul suo viso si formava un'espressione mista alla tristezza e al dolore. «Un anno fa, proprio come te, aveva perso l'autobus e si era seduto su questa panchina».

Se Hun lo trovò alquanto preoccupante, poi si ricordò dell'ospedale psichiatrico di fronte alla fermata e si chiese se quel ragazzo non fosse un paziente fuggito alla sorveglianza.

«A differenza tua, non aveva qualcuno che potesse riportarlo a casa e rimase seduto qui per un lungo tempo che sembrò troppo breve». Baek Hyun ripercorse i suoi ricordi dell'anno precedente, alla ricerca dei dettagli che lentamente stavano svanendo dalla sua mente. «Gli parlai io per primo, lasciandolo senza parole. Devi sapere che Chan Yeol mi osservava quasi tutti i giorni. Lui non lo sapeva, ma io me n'ero accorto. Lo vedevo da lontano fissarmi e arrossire ogni volta che incrociavamo i nostri sguardi. Ma lui non lo sapeva che anch'io lo osservavo».

Se Hun si chiese se fosse normale quel ragazzo, perché gli stava raccontando quella storia? Cosa gliene interessava a lui?

Lo osservò per capire se fosse veramente un paziente di quell'ospedale: indossava una giacca pesante, troppo grande per il suo corpo minuto e da sotto si poteva intravedere una camicia completamente bianca, i pantaloni era leggeri e svolazzavano contro il vento, mentre ai piedi indossava un paio di scarpe malconce.

Sì, decisamente lo era.

«Parlammo un po' e lo presi un po' in giro, poi gli chiesi chi o cosa stesse aspettando e lui mi rispose che aspettava me. Non saprei descriverti la felicità che provai in quel momento».

«E poi?», domandò Se Hun, curioso di sapere. «Cos'è successo?».

A interrompere il racconto fu il suono di un clacson e la testa di Jong In spuntare dal finestrino di un auto. «Muoviti, coglione!», urlò a gran voce, facendo rimbombare per tutta la strada il rumore del veicolo.

Se Hun si alzò in piedi, senza farselo ripetere due volte e, a passo spedito, si allontanò da Baek Hyun, che non disse niente e fissò semplicemente davanti a sé come se non fosse successo nulla. Se Hun sperò di non rivederlo più, mentre un brivido gli passava lungo la sua schiena.

«Alla fine, ha chiamato un taxi ed è andato via», sussurrò a bassa voce, mentre osservava la parte posteriore del torace del ragazzo davanti a sé e la paragonava a quella di Chan Yeol. Quella del ragazzo era decisamente più piccola.

«Ma ci siamo rivisti il giorno dopo», aggiunse, sorridendo malinconicamente con un sorriso che, lui stesso, avrebbe definito sadico.

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Capitolo 2
*** II ***


 

 

 

 

 

 

 

Waiting For You — II

 

 

 

 

 

20 Gennaio 2014.
 

 

 

 

 

 

Il tempo sembrava prendersi gioco di loro, ridendo alle loro spalle con un ghigno sul volto. Il freddo che tanto odiavano dava l'impressione di non voler andar via per far spazio al sole, ai suoi raggi e al suo calore.

Chan Yeol era comodamente, se così si poteva definire, sulla panchina in legno scuro con le spalle appoggiate allo schienale; aveva le guance rosse, che facevano concorrenza con la punta del suo naso. Sentiva freddo ovunque, ma agognava ancora di più poter passare del tempo prezioso con Baek Hyun. In quelle ultime settimane aveva pensato a lui per molto. Da quando lo aveva notato, si era chiesto se potesse fidarsi, se non fosse veramente un paziente di quell'ospedale come gli aveva fatto notare il suo migliore amico, Do Kyung Soo. In fondo, non lo conosceva neanche, ma sentiva ddi potersi fidare, anche se la realtà era ben altra.

Ma Chan Yeol era troppo accecato dai suoi sentimenti per potersene rendere conto. E nonostante tutto, non gli interessava per davvero.

Per lui Baek Hyun poteva anche essere mentalmente instabile, ma i sentimenti che provavano l'uno verso l'altro erano veri; lui lo sapeva, lo sentiva, lo vedeva da come si guardavano, da come si sorridevano e da come il suo cuore battesse all'impazzata solo allo sfiorare della sua pelle.

«Perché stai sempre qua?», domandò Chan Yeol, mentre sorseggiava lentamente la sua tazza di caffè da cui usciva un filo di fumo. Le sue mani erano completamente arrossate a causa del freddo e quel bicchiere caldo lo aiutava non poco a non farle congelare; le sentiva indolenzite e non faticava anche a muoverle normalmente. «Sei abbastanza inquietante mentre osservi la gente», sottolineò con un ghigno sul viso, che fece ridere l'altro.

Baek Hyun scosse la testa, ridacchiando. In realtà lo sapeva cosa pensava di lui la gente, le sentiva le voci sussurrate quando gli passavano davanti. Eppure non ci badava più di tanto; era semplicemente così, non ci poteva fare nulla, neanche i suoi medici.

«La stessa domanda potrei farla a te», ribatté Baek Hyun, ridacchiando, per poi bere il cappuccino che gli aveva portato il più piccolo. Quando glielo aveva teso, sul suo viso era spuntato un dolce sorriso mentre le sue guance si tingevano di un rosso vivo. Lo aveva ringraziato, mostrandogli tutta la sua felicità, in cui anche i suoi occhi sembravano brillare.

«Io sto qua per te», rispose l'altro, scostandosi i capelli dalla fronte e dagli occhi; con la mano nascose il viso che era avvampato a quell'affermazione. Pensò di essere anche troppo audace; da dove derivava tutto quel suo coraggio?. «Non l'avevi capito?», aggiunse poi, rilasciando una piccola nuvola di condensa dalle labbra.

Baek Hyun trattene a fatica l'ennesimo sciocco sorriso che stava per emergere sul suo volto; sentiva le farfalle nello stomaco e il cuore battere a mille, come se volesse uscire dal suo petto. Sbuffò rumorosamente, per mascherare il suo imbarazzo, mentre con lo sguardo osservava l'insegna dell'ospedale. I suoi occhi all'improvviso si riempirono di malinconia e tristezza, provò una forte sensazione di rimpianto mista a dubbi. E si rese conto di essere diverso da Chan Yeol, di non essere adatto a lui.

«Presto capirai che non sono quello giusto», affermò con una nota di dolore nella voce. Quelle parole lasciarono di stucco il più giovane. La sensazione che Baek Hyun gli nascondesse qualcosa diventò sempre più consapevole; ebbe paura per una frazione di secondo.

«Io dico di sì», rispose fermamente Chan Yeol, mostrando un sorriso più che ampio. Lo guardò annuendo con forza e vigore, come per dire che lui aveva ragione e che Baek Hyun aveva torto; che loro erano destinati a stare insieme e che anche se tutto il mondo fosse stato contro di loro, lui avrebbe lottato, per loro.

«Te ne pentirai, stanne certo», sussurrò il più grande più a se stesso che a lui, mostrando un sorriso sadico e sbieco. Il moro perse un battito del cuore vedendo quell'espressione sul viso del ragazzo; sentì in brivido passargli lungo la schiena e qualcosa arrivò al suo cervello, ma lo ignorò deliberatamente, nascondendolo nei meandri più reconditi della sua mente. Non voleva pensarci, era troppo inebriato da quel ragazzo piccolo e indifeso accanto a lui.

«Cosa intendi?», balbettò Chan Yeol insicuro e preoccupato. Sentiva che c'era qualcosa che non quadrava e quella sensazione sembrava non volerlo abbandonare dal primo giorno.

«Niente». Baek Hyun osservò il cielo stellato sopra di loro e allungò una mano verso di essa, come per afferrare una di quelle stelle. «Dimentica tutto».

Chan Yeol lo fece, ignorò quel commento e continuò a parlare con lui come se non fosse successo nulla; ignorò completamente l'ansia che provava nel petto e il nodo allo stomaco.

Il silenzio calò tra i due, Baek Hyun non sapeva più che dire; era a corto di argomenti e l'unica frase che in quel momento sembrava voler dire, era estremamente imbarazzante. Ingoiò la sua stessa saliva assieme alle parole che sembravano galleggiare nell'aria.

Chan Yeol non seppe mai la sua risposta alla prima domanda.

«Comunque, ancora non mi hai detto il tuo nome», ribadì ancora una volta, quella che sembrava una lunga serie di domande ripetute, il ragazzo, spezzando quel silenzio che quasi lo torturava. «Io te l'ho detto il mio». Lo guardò in quella strana posizione, sul suo volto comparve un sorriso: lo trovava estremamente dolce.

«Chan Yeol, ti dirò il mio nome quando sarà il momento», rispose l'altro, rilasciando una piccola nuvola di condensa. Il più piccolo si chiese quando fosse quel momento e cosa avrebbe dovuto fare per farlo arrivare più in fretta.

«Quindi come dovrei chiamarti?».

«Chiamami hyung».

 

 

 

 

 

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20 Gennaio 2015.
 

 

 

 

 

 

Se Hun aveva cercato in tutti i modi di evitarlo, ma Baek Hyun era sempre lì, seduto fermo ad osservare il vuoto di fronte a lui. Se lo trovava davanti anche senza volerlo e ogni volta che non lo vedeva, sembrava quasi sentire lo sguardo del ragazzo su di lui.

Quando aveva raccontato quello strano incontro al suo migliore amico, aveva ricevuto in risposta solo una grossa risata. Kim Jong In aveva trovato quella situazione a dir poco comica e pensò che l'amico lo stesse semplicemente prendendo in giro, quindi non gli diede ascolto seriamente, ricevendo da parte di Se Hun un pugno sulla spalla.

Quando, invece, l'aveva raccontato a Lu Han, il suo ragazzo, aveva ricevuto in cambio, per fortuna, pensò, uno sguardo preoccupato. Il cinese gli disse di evitarlo a tutti i costi e di andare all'ospedale a chiedere di quel ragazzo, poi aveva anche sottolineato che però coloro che stavano nelle cliniche non avevano il permesso di uscire dalle strutture. E questo, rassicurò un po' Se Hun, anche se non sapeva perché.

Nel pomeriggio, quando finì i corsi universitari di quella giornata, si ritrovò da solo alla fermata dell'autobus con Baek Hyun, come se fosse uno scherzo del destino. Non c'era anima viva oltre a loro.

Il più grande però non gli rivolse neanche una parola, sembrò essersi completamente dimenticato di Se Hun. Rimase lì immobile, come sempre, ad osservare davanti a sé.

Il più piccolo, leggermente irritato da quel comportamento, sbuffò e stufo di stare in piedi, si sedette accanto al ragazzo. Sperò con tutto se stesso che lo ignorasse ancora.

Baek Hyun prese una grande boccata di aria e iniziò a parlare. «Vuoi sapere cosa successe poi, esattamente un anno fa?», disse all'improvviso, facendo spaventare Se Hun che sussultò sul posto. Il cuore iniziò a battergli a mille nel petto e gli rivolse uno sguardo tra l'arrabbiato e lo spaventato. Si chiese ancora una volta se quel ragazzo fosse normale e se non avesse problemi per davvero.

«Ho scelta?», chiese Se Hun, guardandosi in giro alla ricerca di una salvezza. I suoi occhi però non videro niente e nessuno, l'unica opzione che aveva era correre verso l'università, ma sarebbe stato del tutto inutile.

Baek Hyun cercò di ridere, ma dalle sue labbra uscì solo un rantolo sordo, poi iniziò a tossire pesantemente. Pensò che quell'ansimo fosse simile a quello di Chan Yeol; sorrise dolcemente ripensando a quel giorno.

«Mi ha chiesto perché sto sempre seduto su questa panchina», iniziò e Se Hun lo interruppe subito. «Me lo chiedo anche io».

Il più grande lo ignorò e continuò a immergersi nei suoi ricordi che col passare del tempo stavano cambiando. «Non gli ho risposto e Chan Yeol ha detto ancora una volta che lui stava qua per me. Lo presi in giro, ma il mio cuore ha preso a battere all'impazzata».

Baek Hyun strinse la sciarpa blu intorno al collo e sentì il profumo del ragazzo inebriarlo fino al cervello. «Mi aveva chiesto pure come mi chiamavo, ma non gli ho risposto».

Se Hun si mosse impercettibilmente sul suo posto; anche lui era curioso di sapere come si chiamava quel ragazzo. Non ebbe neanche il tempo di porgli la domanda che lui lo precedette.

«Ti dirò il mio nome l'ultimo giorno che ci vedremo», disse, guardandolo negli occhi. «Sarà il mio regalo d'addio, dongsaeng».

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** III ***


 

 

 

 

 

 

Waiting For You — III

 

 

 

 

 

28 Gennaio 2014.

 

 

 

 

 

Byun Baek Hyun odiava con tutto se stesso il freddo e tutto quello che era strettamente collegato a esso: la pioggia, il vento e l'aria gelida, che entrava in qualsiasi spiraglio fino a colpire la pelle. Ma trovava estremamente piacevole la neve; guardare quei piccoli fiocchi granulosi lo tranquillizzava. Ogni volta che nevicava, rimaneva a fissarli cadere lentamente fino al suolo, dove sparivano dissolvendosi.

Di quella stagione però amava coprirsi completamente con più strati di vestiti, riscaldandosi, poiché il calore che gli provocava intorno a tutto il corpo lo faceva sentire protetto e al sicuro.

 

 

 

 

 

 

Quella notte, invece, seduto scomposto e scomodo sulla panchina, tremava febbrilmente a causa del gelido vento che superava le sue barriere ed entrava nei suoi vestiti, sferzando la sua candida pelle, questi gli provocava dei brividi ovunque. Sapeva di non poter resistere ancora a lungo eppure strinse i denti e chiuse gli occhi, forzandosi di scacciare il freddo. Si coprì di più e rimase lì ad aspettarlo con impazienza, ansioso di poterlo rivedere.

Quando Chan Yeol arrivò trafelato e con il respiro pesante a causa della corsa, che creava delle nuvole di condensa nell'aria, trovò il più grande rannicchiato sulla solita panchina posta al lato della strada. Le sue iridi castane tendenti al dorato, in quel momento, notarono il leggero e incostante tremore del ragazzo, immediatamente si sentì in colpa. Il cuore gli si strinse intorno a una morsa, immaginandolo seduto ad aspettare il suo ritorno al freddo e alla pioggia.

Respirò a pieni polmoni e si tolse la sua pesante giacca color nera, per poi avvolgerla intorno all'esile e fragile corpo dell'altro. Baek Hyun si girò di colpo spaventato, non l'aveva sentito neanche arrivare, troppo immerso nei suoi pensieri. Rimase sorpreso sentendo il soffice tessuto dell'indumento sulle sue spalle, lo trovava confortevole e accogliente.

«Scusa, sono in ritardo», disse a gran voce il ragazzo con voce affannata; gli sorrise ingenuamente, mostrandogli la fila di denti bianchi. «È colpa mia».

Baek Hyun lo guardò stranito, basito, si preoccupò e per una frazione di secondo, cercò di realizzare quello che stesse facendo Chan Yeol. Il cuore si gonfiò nel suo petto, facendogli quasi male.

«Cosa credi di fare?», sibilò, togliendosi l'indumento, nonostante sul volto gli fosse spuntato un sorriso divertito alla vista del più piccolo. «Così congelerai tu».

Chan Yeol ricambiò dolcemente con le guance completamente rosse a causa del freddo e del breve tragitto che aveva percorso correndo a perdifiato, si sentiva in imbarazzo, ma ancora di più si sentiva felice.

«Preferisco congelare io che far congelare te», sussurrò a bassa voce timidamente. Baek Hyun si sentì mancare il respiro, gli occhi iniziarono a pizzicargli all'improvviso. «È colpa mia se prenderai freddo», sottolineò di nuovo, mentre le sue forti braccia avvolsero il corpo del giovane in un dolce gesto affettuoso.

Baek Hyun avvampò completamente, le gambe iniziarono a tremargli e si sentì come una ragazzina alle presi con il suo primo amore di fronte a quel ragazzo. «Chan Yeol, non devi», borbottò a malapena contro il petto dell'altro; cercò di trattenere le sue emozioni in quel momento, ma sembravano voler straripare fuori da petto in quel preciso momento.

Chan Yeol gli prese la giacca dalle mani e lo avvolse di nuovo intorno al corpo minuto del ragazzo. Poi gli strinse le mani e le tenne saldamente, cercando di riscaldarle con il calore delle sue.

«Mi hai aspettato fino ad adesso, quindi è il minimo che possa fare». Baek Hyun scosse la testa come per dirgli che veramente non doveva, che non se lo meritava e che non aveva fatto niente per ottenere tutta quella felicità, non lui.

Alla fine si arrese, rilassando le spalle, che fino a quel momento erano rimaste tese come delle corde. Si tolse la sua sciarpa blu e, riducendo la loro distanza paurosamente, di nuovo, la mise intorno al collo di Chan Yeol avvolgendolo più volte per mantenerlo al caldo. Poi gli disse di non prendere freddo, perché se lo avesse fatto, si sarebbe arrabbiato, aggiunse anche che dovevano vedersi per forza il giorno dopo.

Park Chan Yeol sorrise vedendo il leggero rossore sulle guance dell'altro e il suo imbarazzo. Lo rassicurò affermando che non si sarebbe mai ammalato, che aveva una costituzione forte e che, anche se si fosse ammalato, sarebbe venuto lo stesso.

Si sentiva felice come non mai, aveva come la sensazione che tutto in quel momento andasse per il verso giusto, che niente avrebbe potuto distruggere quel loro legame che andava persino contro il tempo e lo spazio.

Baek Hyun lentamente si avvicinò al corpo di Chan Yeol e si appoggiò a lui con delicatezza, lo trattò come qualcosa di prezioso che si potesse rompere da un momento all'altro, anche se, probabilmente, quello fragile era proprio lui.

«Grazie Chan Yeol», sussurrò chiudendo gli occhi per assaporarsi a pieno quel momento che apparteneva solo a loro. Sentiva il dolce suono del cuore di Chan Yeol battere nel petto a un ritmo veloce e incostante, accompagnato dal delicato profumo misto al respiro pesante del ragazzo. L'altro lo avvolse con le braccia e lo accoccolò sul suo petto con fare protettivo.

Rimasero così per un tempo che sembrò quasi infinito. Tutto sembrava essersi fermato in quel momento: c'erano solo loro. Nessuno dei due disse niente e il silenzio che si era creato, venne riempito dai silenziosi respiri dei ragazzi.

Quando Chan Yeol dovette andare, Baek Hyun lo lasciò riluttante. Non se la sentiva, non voleva farlo andare; sentiva un nodo allo stomaco e questo rendeva tutto ancora più doloroso. Aveva la sensazione che se l'avesse lasciato in quel momento, poi non sarebbe più tornato.

«Domani tornerai?», domandò con un filo di voce, guardandosi le punte dei piedi. Era più imbarazzato che mai e sentiva lo sguardo persistente dell'altro su di sé.

«Certo», rispose quest'ultimo, ridacchiando. Si abbassò alla sua altezza e gli sorrise. «Non ti lascerei per nulla al mondo».

«Me lo prometti?».

Chan Yeol si rimise in piedi, vedendo l'autobus arrivare lungo la strada, questi si fermò davanti a lui, che salì un gradino e poi si girò a guardare Baek Hyun, il quale per tutto quel tempo l'aveva osservato con un'espressione indecifrabile sul volto.

«Ci vediamo domani, hyung», salutò il più piccolo, mostrandogli il mignolo. Proprio in quel momento la porta del veicolo si chiuse davanti a loro due e partì velocemente.

Nonostante questo Baek Hyun riuscì a vederlo chiaramente e quell'immagine rimase impressa nella sua mente per sempre. Strinse gli occhi e lasciò una calda lacrima scorrere sul suo volto.

«È una promessa, Yeol».

 

 

 

 

 

 

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28 Gennaio 2015.


 

 

 

 

 

 

Se Hun non se la sentiva di lasciarlo da solo, aveva come l'impressione che se lo avesse fatto poi sarebbe crollato mentalmente per davvero; che si sarebbe chiuso in un mondo suo e avrebbe iniziato a delirare.

Nonostante tutto, ebbe la sensazione che la presenza di quel ragazzo si fosse intensificata. Riusciva a vederlo ovunque andasse, sempre seduto su quella panchina e provava compassione e pietà allo stesso tempo.

In quegli ultimi giorni non era riuscito ad allontanarlo e alla fine aveva ascoltato tutti i racconti di Baek Hyun. Non sapeva se fossero finti o veri; sapeva solo che quando ne parlava, una strana scintilla si accendeva nei suoi occhi e allo stesso tempo, però, lo rendesse triste parlarne.

«Ciao», salutò, avvicinandosi al suo ormai solito posto, sempre vuoto. Aveva notato da tempo ormai che nessuno aveva il coraggio di sedersi lì. Prese una generosa quantità di caffè dal suo bicchiere da cui fuoriusciva del denso fumo e lo bevette. «Come va oggi?».

Baek Hyun non gli rispose, continuò a fissare davanti a sé, assorto nel suo mondo. «Anche Chan Yeol adorava bere il caffè e ogni volta mi portava una tazza di cappuccino». Fece finta di avere tra le mani la sua solita tazza e immaginò il ragazzo accanto a sé ancora una volta, provando un senso di nostalgia. Il più giovane rimase in silenzio.

«Se Hun perché mi ascolti?».

L'altro scrollò le spalle, colto alla sprovvista dal cambio di direzione della conversazione e dalla domanda. Si guardò le mani a disagio, provando, per la prima volta da quando l'aveva conosciuto, un forte imbarazzo. «Perché me lo chiedi?».

«La maggior parte della gente mi ignora. Tu invece mi ascolti, perché?». Baek Hyun aveva paura, era spaventato dalla probabilità che Se Hun lo trovasse diverso da lui. Eppure sperava in una piccola parte del suo cuore, che lo considerasse una normale persona.

«Deve esserci per forza un perché?», domandò di rimando il ragazzo, sorseggiando il suo caffè. «Non posso volerti semplicemente ascoltare?».

Rimasero in silenzio per un po': Baek Hyun rielaborò le parole del ragazzo, cercando qualcosa di nascosto dietro quella frase, che, però, non trovò.

«Chan Yeol mi ha regalato questa giacca, è uno dei miei più grandi tesori», ammise poi, in un attimo di confusione, deviando il loro discorso. «Quel giorno era arrivato tardi e faceva particolarmente freddo. Mi disse che non voleva farmi congelare».

«È stato dolce, no?». Se Hun sorrise, immaginandosi la scena. Si chiese se anche Lu Han gli avrebbe regalato qualcosa che avrebbe trattato come il suo più grande tesoro.

«Ci siamo abbracciati e siamo rimasti in silenzio finché non è dovuto andare via». Baek Hyun si strinse la mano destra e sentì un formicolio lungo il mignolo. «Mi aveva promesso che il giorno dopo ci saremmo rivisti».

Se Hun rimase in silenzio e aspettò il continuo che sembrava non arrivare, non notando lo strano comportamento dell'altro. «E?».

«E ha mantenuto la sua promessa».

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** IV ***


















 

Waiting For You — IV















 

02 Febbraio 2014.















 

A quei tempi, Baek Hyun, nella sua fragile mente, non si era mai posto il dilemma del legame che li univa; era solo consapevole dei suoi sentimenti per Chan Yeol e questo gli bastava, poiché non era fisicamente e, soprattutto, mentalmente stabile da reggere quel bagaglio di emozioni troppo instabili.

Park Chan Yeol questo non lo sapeva.

«Hyung, vuoi venire a casa mia?», domandò il più giovane, mentre raccoglieva la sua scialba borsa dal terreno umidiccio. Non si rese neanche conto dell'enorme macchia che si era depositata sotto di essa, troppo disattento verso tutto quello che non riguardava Byun Baek Hyun. Si alzò in piedi, mostrandogli un sorriso sarcastico e l'altro lo guardò sospettosamente, esibendo un atteggiamento circospetto. Scosse la testa con troppo vigore, lasciando l'amara delusione in bocca a Chan Yeol, il quale non si aspettava, di certo, una risposta negativa.

«Non posso». I suoi occhi si scurirono di colpo, qualcosa di freddo e gelido passarono davanti a essi. Chan Yeol si limitò a lasciare stare il brivido che gli percosse la schiena e scrollò le spalle, nascondendo tutto dietro un'enorme muro posto nel suo cervello e nel suo cuore, troppo inebriato dall'amore per Baek Hyun.

«Perché? Stai sempre qua», borbottò, incrociando le braccia al petto. Si sentì offeso, in un certo senso, e mostrò il broncio, tornando a sedersi composto sul suo posto. Baek Hyun lo trovò carino e per niente serio. «Vorrei fare anche qualcos'altro una volta ogni tanto».

Il più grande rimase in silenzio, realizzando la realtà che si celava dietro quelle parole. Capì che Chan Yeol stava facendo uno sforzo enorme per rimanere al suo fianco anche nei suoi giorni di pausa; che odiasse rimanere sempre lì assieme a lui non potendo fare niente. Si rese conto che avrebbe preferito fare qualcosa di produttivo o semplicemente andare da qualche altra parte lontano da occhi indiscreti che li scrutavano con sguardi pieni di pregiudizi, ma come poteva allontanarsi senza essere scoperto? Come poteva allontanarsi senza perdere Chan Yeol definitivamente?

Egoista, si definì quando realizzò il significato che si celava dietro quelle sue parole.

«Mi spiace Chan Yeol, ma non ci riesco. È più forte di me, non è una mia scelta». Baek Hyun si sentì in colpa, nonostante sapesse la crudele realtà che lo legava a quel luogo, provò una sensazione al petto che gli fece mancare il respiro per pochi attimi.

«Perché non puoi? Hyung, perché devi stare per forza qua?», quasi urlò in preda ad un attacco d'ira. Chan Yeol prese delle grandi boccate d'aria per calmare i suoi nervi e la rabbia che sentiva dentro. In realtà non avrebbe mai voluto urlargli contro, ma la delusione che sentiva nel petto era troppa.

Si alzò in piedi, rivolgergli a malapena lo sguardo. Le lacrime minacciavano di scendere sul suo volto deformato da una smorfia di disagio. Sentiva che sarebbe crollato da un momento all'altro.

«Perché non riesci a fidarti di me? Perché devi avere segreti? Perché non puoi dirmelo?».

Baek Hyun rimase in un muto silenzio, che pareva, però, urlare tutto quello che Chan Yeol non sentiva. Il più grande rimase a testa bassa, non sapendo che dire per rincuorare il cuore dell'altro che lentamente, col passare del tempo, si stava sgretolando tra le sue mani.

«Non puoi capire», sussurrò scuotendo ancora una volta il capo. Cercò di mantenere, per quel che poteva, il tono della voce neutrale, ma il groppo, che sembrava estendersi a ogni lettera, gli faticava anche solo respirare; tutto quello che disse sembro più un lamento straziante.

«Come faccio a capire se tu non me lo spieghi?». Chan Yeol lo guardò con rabbia, i suoi occhi era velati da un sottile strato di dolore mista a tristezza. «Perché non puoi fidarti?». Raccolse tutte le energie che aveva in corpo e salì sull'ultimo autobus di quella giornata, non rivolse neanche per un attimo lo sguardo verso il ragazzo. Puntò i suoi occhi scuri davanti a sé, mentre silenziose lacrime gli scorrevano sul viso: sentiva che qualcosa tra loro sarebbe cambiato per sempre e che i segreti che in quel momento non erano mai emersi, li avrebbe allontanati sempre di più.

«Chan Yeol». Baek Hyun si alzò all'improvviso in piedi, quando il veicolo fu già in fondo alla strada. Allungò una mano verso di essa, ma quando ritornò in sé, non vide più niente. Il groppo che sentiva in gola si allargò ancora di più e sentì un pesante macigno sul petto all'altezza del cuore.

La sua mente continuava a proiettargli l'espressione sul viso del ragazzo: un misto tra la rabbia, la delusione e la tristezza. Il cuore di Baek Hyun si incrinò ancora di più e una piccola crepa si aprì su di essa, lasciandolo sanguinare in solitudine.

Quella fu la prima di tante che distrusse completamente il suo piccolo e fragile organo.














 

|| || ||















 

02 Febbraio 2015.















 

Se Hun quel giorno, mentre camminava verso la fermata dell'autobus, si chiese cosa gli avrebbe raccontato Baek Hyun, si chiese se sarebbe stato di nuovo circospetto e dubbioso. Quando lo trovò rannicchiato su se stesso in un piccolo lato della panchina, sentì una piccola stretta al cuore.

«Hyung?», lo chiamò avvicinandosi. «Che hai?».

Baek Hyun non gli rivolse lo sguardo, puntò i suoi occhi vitrei e scuri sul cemento. Sentiva un peso al cuore che sembrava non voler andare via.

«Ehi...». Se Hun gli appoggiò una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione, lo scosse anche leggermente, ma questi sembrava essersi immerso in un altro mondo in cui solo lui riusciva ad entrare.

«Se Hun, Chan Yeol mi odia?». La voce di Baek Hyun era afona e roca, risultava quasi silenziosa alle orecchie del più giovane, che dovette sforzarsi per poter sentire quello che aveva pronunciato l'altro ragazzo.

«Lui mi odia, vero?», ribadì Baek Hyun, lasciandosi scappare una lacrima che attraversò rapidamente la sua guancia. Si strinse la giacca intorno al corpo e rimase a piangere silenziosamente, sotto lo sguardo preoccupato di Se Hun, il quale, non sapeva proprio che fare. Aveva paura che confortandolo avrebbe potuto peggiorare la situazione e, pensò, di certo, dargli una risposta per quella domanda, non spettava a lui.

Eppure sentiva che Park Chan Yeol non aveva mai odiato quel ragazzo; sentiva che invece lo amava, che lo aveva amato come non l'aveva mai fatto come nessun altro.

«Io non credo ti odi», bisbigliò alla fine, sorridendo ingenuamente per rassicurarlo. Byun Baek Hyun in quel momento ebbe un lampo di lucidità a cui si aggrappò con tutte le sue forze.

«Se Hun?», lo chiamò, guardandolo sorpreso e spaesato. «Che ci fai qua? Quando sei arrivato?».

Se Hun lo guardò a occhi spalancati, cercò di nascondere il suo stupore dietro la sua facciata impassibile. «Appena adesso», mentì, rivolgendo lo sguardo altrove. Baek Hyun non aggiunse niente, restò nel silenzio più totale, contemplando il cielo stellato sopra di lui.

«Sai, Chan Yeol mi aveva chiesto se volevo andare a casa sua», sbottò all'improvviso, mentre la sua mente rievocava più e più volte la stessa scena. Chiuse gli occhi come per scacciare via quelle immagini, però ricordò il viso del ragazzo che aveva tanto amato. «Ma io gli ho detto che non potevo, che non posso».

«Cosa vuoi dire?».

«Abbiamo litigato», continuò Baek Hyun troppo assorto nel suo racconto. Se Hun si chiese se lo avesse ignorato o se non lo avesse ascoltato per niente. «Alla fine se n'è andato, lasciandomi da solo».

Il più giovane sentì una fitta al cuore per il ragazzo; pensò cosa avrebbe fatto lui se Lu Han lo avesse lasciato da solo in balia dei suoi sentimenti e si sentì tremendamente male.

«In quel momento mi chiesi se Chan Yeol mi odiasse. Piansi tutta la notte fino al mattino dopo. E anche per le settimane a venire».

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Capitolo 5
*** V ***


 

 

 

 

 

 

Waiting For You — V

 

 

 

 

 

6 Febbraio 2014.

 

 

 

 

 

Chan Yeol tirò violentemente un calcio allo stipite della porta in legno massiccio del suo piccolo ma confortevole appartamento situato in un palazzo color pesca poco distante dall'università. Si sentiva frustrato e arrabbiato con Baek Hyun, ma ancora di più, con se stesso. La rabbia che aveva provato e che era affluita nel suo corpo quel giorno, era svanita nell'istante in cui si era allontanato dal ragazzo con freddezza, rimpiazzato da un senso di vuoto e solitudine. Non si rese nemmeno conto della fitta al piede, che gli percorse tutta la gamba. Ignorò il dolore, rimanendo concentrato su Byun Baek Hyun e su come poter far pace con lui.

Varcò la soglia del suo appartamento, raccogliendo la scialba borsa che la sera precedente aveva lanciato davanti all'ingresso con un gesto rapido senza neanche guardare per seguire Do Kyung Soo e passare la serata con il suo migliore amico e dimenticare, almeno per quel che riusciva, l'altro ragazzo che aveva sconvolto la sua vita.

Scese, zoppicando, lentamente lungo i gradini della scalinata, reggendosi al corrimano con fatica. Si maledisse mentalmente per essere stato un coglione impulsivo  e si ripromise di cambiare, poi pensò che fosse quasi impossibile. Coglione, si disse mentalmente, lanciando un'occhiata a Kyung Soo, che ai piedi delle scale, gli corse incontro, notando l'espressione sofferente del ragazzo.

«Che hai fatto?», disse preoccupato, sorreggendolo da un lato. Do Kyung Soo si preparò mentalmente alla risposta dell'amico, che probabilmente sarebbe stata sicuramente stupida; lo considerava troppo scontroso e precipitoso.

«Ho tirato un calcio alla porta», rispose sinceramente Chan Yeol, evitando lo sguardo dell'altro, che, come aveva pensato, lo osservò con un'espressione scioccata. «Ero incazzato», cercò di giustificarsi, mostrando anche un sorriso compiaciuto.

«Ma sei stupido?!», urlò Kyung Soo mentre la sua espressione passava dalla sorpresa alla rassegnazione. Camminarono a passo lento verso la fermata dell'autobus e Chan Yeol sorrise innocentemente all'amico, salendo sul mezzo pubblico. 

All'improvviso sentì una stretta al cuore chiudergli il petto, affaticandogli il respiro. Più si avvicinava alla fermata dell'università, più sentiva l'ansia salirà come tutti i giorni da quando aveva litigato con Baek Hyun.

Scesero lentamente, ricevendo delle lamentele da parte degli altri passeggeri, che Kyung Soo liquidò, sbraitandogli contro con rabbia accompagnato da parole poco gentili. «Non rompete il cazzo, non vedete che gli fa male la gamba».

Chan Yeol, dal canto suo, si era completamente isolato nel suo mondo, mentre con lo sguardo andò alla ricerca del corpo minuto di Baek Hyun. Lo trovò lì, al solito posto ad osservare davanti a sé; non si accorse nemmeno della presenza di Chan Yeol.

«Andiamo?», sussurrò Kyung Soo al suo fianco, afferrandolo per una mano, ma Chan Yeol si immobilizzò in mezzo al marciapiede, troppo assorto su Baek Hyun. «Così faremo tardi», aggiunse ancora, cercando di trascinarlo con forza, non ottenendo nessun risultato. Sbuffò rumorosamente, guardando quello che il suo amico stava osservando così attentamente. Quando si rese conto di quello che passava nella mente di Chan Yeol, scosse la testa con esasperazione.

«Chan Yeol, muoviti», gridò a gran voce, facendo girare alcune persone, compreso Baek Hyun, che incrociò gli occhi scuri del ragazzo più piccolo fissarlo con insistenza. Chan Yeol distolse subito gli occhi da quelli troppo scuri dell'altro e scosse la testa, concentrandosi sull'amico accanto a sé.

Baek Hyun in quel momento avrebbe voluto alzarsi, abbracciarlo e chiedergli perdono, ma non fece niente, rimase lì ad osservarlo andare via, trascinato dal ragazzo più basso.

«Yeol...», sussurrò, osservandolo malinconicamente con il cuore sanguinante. «Non può finire così».
 

 

 

 

 

 

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6 Febbraio 2015.

 

 

 

 

 

La signora paffuta, comodamente seduta dietro il bancone della hall, portava un paio di occhiali da vista sulla punta naso. Quando Oh Se Hun entrò nella struttura, questa non gli rivolse nemmeno uno sguardo di sfuggita, troppo concentrata nei suoi compiti da svolgere. Si limitò a controllare di nuovo i documenti che aveva dentro delle cartelle di alcuni pazienti e ignorò completamente il giovane ragazzo. Se Hun tossicchiò, cercando di attirare l'attenzione della signora, che sollevando il capo, finalmente si accorse del nuovo arrivato.

«Salve», salutò gentilmente con un sorriso cordiale, si spostò gli occhiali dalla punta del naso. «Come posso aiutarla?».

Se Hun rimase in silenzio; non seppe come formulare la sua domanda, si limitò a balbettare parole incomprensibili che fecero alterare l'umore della donna.

«Mi scusi, ma non riesco a capirla», lo interruppe, cercando di calmare la confusione che aveva in testa. Il ragazzo, chiuse gli occhi, cercando di raccogliere tutte le informazioni che aveva in mente.

«Vorrei sapere il nome di un paziente», domandò Se Hun, mostrando il suo miglior sorriso che Jong In definiva da vero e proprio leccaculo. «So che non potrebbe, ma farebbe un'eccezione per me?».

La donna si tolse gli occhiali con un'espressione decisamente troppo seria per i gusti del giovane, rilasciò un sospiro e rimase in silenzio per un paio di minuti, che sembrarono quasi non passare più. Se Hun mostrò il viso più convincente e dolce che potesse avere.

«Dimmi qualche sua caratteristica», si arrese alla fine la signora, rimettendosi lo strumento ottico. Se Hun iniziò a descrivere Baek Hyun e le prime parole che gli vennero in mente furono un ragazzo minuto molto inquietante che indossa una giacca nera e una sciarpa blu.

«Byun Baek Hyun, nato il 6 Maggio 1992», rispose questa, dopo aver digitato un po' al computer. «Affetto da una particolare forma di depressione, sotto farmaci costanti ed ha tentato il suicidio più volte».

Se Hun sentì un peso allo stomaco a quelle parole, suicidio?, pensò, ringraziando la signora, che trovò estremamente gentile nonostante l'iniziale diffidenza. La sua mente ancora non recepiva il messaggio: quello strano ragazzo si chiamava Baek Hyun e aveva tentato di uccidersi volontariamente, gli sembravano parole senza un senso logico.

Attraversò la strada e si diresse verso la fermata dell'autobus su cui trovò seduto Byun Baek Hyun. «Hyung», lo chiamò forzando un sorriso che trovò decisamente finto. «Come stai oggi?».

«Come ieri, direi», rispose il più grande, sorridendo mesto. «Tu come stai?».

Se Hun si limitò a scrollare le spalle con fare innocente. «Direi come al solito».

Il più grande lo guardò per un secondo, poi rivolse i suoi occhi altrove. «Chan Yeol dopo aver litigato con me, mi ha ignorato per tutto il tempo», iniziò, riprovando la sensazione di dolore che aveva sentito la scorsa volta. «Ci guardavamo negli occhi, ma lui si girava e andava via insieme a un altro ragazzo, il suo migliore amico, mi pare».

«Non avete risolto?», chiese Se Hun, guardando l'ora dal telefono, che lampeggiava da più di mezz'ora: aveva una decina di messaggi da Jong In che gli chiedeva perché avesse saltato le lezioni senza di lui. Le ignorò e rimise l'oggetto elettronico nella tasca della sua felpa.

«Fu lui a fare il primo passo. Forse perché si era accorto che stavo giorno e notte su quella panchina ad aspettare che si sedesse al mio fianco e mi parlasse come tutti gli altri giorni. O forse non si era accorto di niente e provava semplicemente pietà».

Baek Hyun riprovò il vuoto che sentì nel petto vedendo allontanarsi Chan Yeol da lui, vedendolo andare via con un altro ragazzo.

«Fatto sta che non ci parlammo per quasi due settimane. E probabilmente una delle cause per cui ci lasciamo un anno dopo furono i segreti che gli tenevo nascosto».

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** VI ***


 

 

 

 

 

Waiting For You — VI

 

 

 

 

 

 

12 Febbraio 2014.

 

 

 

 

 

Quando Park Chan Yeol sentì le parole del suo migliore amico, che insultava a gran voce la sua compagna di corso per aver parlato per tutto il tempo del suo ragazzo, le sue labbra formarono, quel che lui definiva perfettamente reale, un sorriso tirato e del tutto finto. Cercò di nascondere il suo disinteresse nel discorso dell'altro, mascherandolo dietro un comportamento normale, se così si poteva definire, e continuò ad annuire lentamente.

Agli occhi vigili e scattanti di Do Kyung Soo questo non sfuggì minimamente, quasi lo trovò divertente, esilarante. Ignorò la sensazione di offesa che sentiva e scoppiò in una fragorosa risata, osservando la smorfia sul viso dell'amico. Si sentì male a causa dei fremiti che gli percorrevano tutto il corpo, ma riuscì a regolare il suo respiro e a formulare delle frasi compiute, dopo aver inspirato a pieni polmoni.

«Con me, non devi fare finta, lo sai», ribadì per l'ennesima volta, tirandogli un pugno sulla spalla amichevolmente. Gli sorrise allegro per convincerlo della sua frase e lo spinse leggermente divertito.

Chan Yeol rilassò le spalle, che fino a quel momento erano state tese, e il sorriso che, poco prima, aveva sul viso, sparì rimpiazzato da un'espressione affranta e desolata. Subito si sentì stanco e provato, il peso che portava da giorni diventò troppo e si lasciò schiacciare sconfitto.

«Non faccio finta», borbottò con il broncio, mentendo. Cercò di nascondere il suo disagio, dietro un comportamento apparentemente normale, poi si sistemò la borsa sulla spalla mentre camminava a fianco del più basso verso la loro solita fermata dell'autobus. 

Chan Yeol sentiva i piedi sempre più pesanti ad ogni passo che faceva. Aveva iniziato, o quasi, ad abituarsi alla morsa allo stomaco, che si stringeva sempre di più, da quando aveva litigato con Baek Hyun. Aveva anche ignorato completamente la predica di Kyung Soo dell'altra notte, in cui lo catalogava come un essere stupido e testardo per rinunciare a lui così facilmente. Aveva sottolineato che però non approvava la loro relazione poiché affaticava troppo quest'ultimo.

«Hai sbagliato tu», sbottò all'improvviso il più piccolo infastidito dall'espressione sul viso dell'amico che sembrava diventare sempre più ansiosa ad ogni passo che facevano. Fermandosi dietro la panchina in legno, si parò davanti a lui, bloccandogli il passaggio con il suo corpo. 

Chan Yeol, ignorando completamente Kyung Soo, osservò le spalle curve di Baek Hyun: il peso che sentiva al cuore diventò ancora più pesante. Emise un sospiro e tornò a concentrarsi sul suo amico che non aveva smesso per un attimo di parlare.

«Dovreste fare pace», affermò l'altro, incrociando le braccia al petto. Lo osservò con fare annoiato e infastidito più del solito.

«Non sono affari tuoi». La voce del più grande fu dura e fredda, lasciando Kyung Soo a bocca aperta. Fu come uno schiaffo in pieno viso che lo risvegliò dal suo momento di bontà.

In quegli anni, non gli aveva mai parlato con quel tono, neanche per le questioni che lui riteneva più importanti. Pensò che, nonostante tutto, quello fosse una buona cosa, poiché significava che veramente Chan Yeol provava qualcosa per Baek Hyun, che veramente ci teneva a lui e che tra loro tutto si sarebbe risolto. Perché lui lo conosceva, sapeva com'era e sapeva che avrebbero fatto pace.

«Allora torna a casa tua a dormire e lasciami in pace», sibilò allontanandosi da lui; non lo pensava realmente, ma Chan Yeol, secondo lui, doveva iniziare a prendersi le responsabilità delle sue azioni senza che lui gliele facesse notare sempre.

«Soo», lo chiamò quest'ultimo, inseguendolo preoccupato. «Mi sento solo nell'appartamento, non mi cacciare». L'amico sbuffò e lo ignorò, mostrandogli le spalle. Chan Yeol lo scosse per un po', facendo il broncio e, come risultato, ottenne solo uno sguardo omicida.

Byun Baek Hyun seduto a pochi metri di distanza, aveva affilato le orecchie e origliato tutta la loro conversazione. Ad ogni parola sentiva le lacrime premere contro le palpebre per uscire e che il suo fragile cuore si frantumava in pezzi sempre più piccoli, fino a diventare delle piccole briciole. Cercò di resistere, di essere forte, di non lasciarsi andare, ma era stanco e senza forze, soprattutto da quando il più giovane lo aveva abbandonato, perdendo ancora una volta qualcosa che riteneva prezioso.

«Cosa vuoi fare a San Valentino?», domandò all'improvviso Kyung Soo, guardando la strada per vedere se quel maledetto autobus stava per arrivare. «Festeggiamo insieme? Due single a vita?».

Chan Yeol ridacchiò divertito da quell'affermazione eppure pensò che se non avessero litigato, avrebbe potuto passarlo assieme a Baek Hyun, magari, mangiando insieme in un bel ristorante, avrebbero ordinato da mangiare qualcosa di delizioso, finendo poi con un bacio da togliere il fiato.

La sua mente realizzò che quel giorno gli avrebbe sicuramente chiesto di diventare il suo ragazzo.

«Non saprei, possiamo fare quello che vuoi», rispose il più grande, grattandosi il capo imbarazzato. 

In quel momento si permise di guardare di sfuggita Baek Hyun per poter imprimere la sua immagine nella sua mente e passare un'altra notte in bianco, pensando a lui. Il suo cuore perse un battito, quando i loro sguardi si incrociarono: quelli del più grande erano scuri e avvolti da un velo di tristezza, che fecero stringere il cuore di Chan Yeol intorno ad una morsa. Baek Hyun non tentò in nessun modo di mascherare la sua sofferenza e lo fissò intensamente sperando di attirare la sua attenzione.

I due si osservarono a lungo, isolandosi in un mondo tutto loro; un mondo fittizio e idilliaco in cui potevano essere felici per sempre. Si persero in qualcosa di più grande, qualcosa che andava oltre la concezione delle loro menti.

Baek Hyun avrebbe voluto alzarsi e andare a chiedergli perdono, lì davanti a tutti. Avrebbe voluto abbracciarlo, stringendolo a sé. Avrebbe potuto ma l'orgoglio glielo impediva. E tutto quello che fece fu gridare a gran voce il nome di Chan Yeol nella sua mente.

Non andare, resta qui con me.
 

 

 

 

 

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12 Febbraio 2015.

 

 

 

 

 

Oh Se Hun rimase in silenzio, non sapendo che dire e come iniziare il discorso, Baek Hyun non pronunciava neanche una parla e rimase muto come sempre a contemplare il tempo di quella giornata d'inverno inoltrato.

«Hyung, oggi non vuoi dirmi niente?», provò a cominciare il discorso che sperava avrebbe riportato la serenità nel ragazzo seduto accanto a lui. Una speranza che sembrò svanire quasi subito.

«San Valentino è alle porte, eh». Baek Hyun guardò Se Hun negli occhi, i suoi erano spenti e consumati come se avessero visto troppo dolore nel tempo per una sola persona. «Come lo passerai tu?».

«Credo che andrò dal mio ragazzo», sussurrò l'altro riflettendoci per qualche secondo; in realtà, Se Hun non si era posto quella domanda come neanche Lu Han, poiché i due si incontravano quasi ogni giorno nell'appartamento del più grande. «Perché?».

«Lo passeresti con un tuo amico? Magari, con me?». Oh Se Hun perse un battito del suo cuore. Mai si sarebbe immaginato una domanda del genere, soprattutto non da Baek Hyun.

«Penso che San Valentino sia una festività da passare con il tuo ragazzo o ragazza», sottolineò Se Hun, cercando di calcare il tono su ragazzo. «Non credi?».

«Chan Yeol lo voleva passare con il suo migliore amico, Do Kyung Soo», ribadì invece Baek Hyun come per dirgli che non doveva essere per forza con l'altra metà. Sentì ancora la fitta al cuore che aveva provato quella volta quando aveva sentito il loro discorso. 

Se Hun chiuse gli occhi, cercando le parole adatte per poter cambiare discorso. Sentiva i sensi di colpa già chiudergli lo stomaco. «Non stavate ancora insieme, no?», sottolineò, cercando di fargli capire che in fondo, Chan Yoel aveva ragione.

«No, ma ci speravo comunque», disse il più grande, osservando l'insegna posta dell'altra parte della strada. «Tu non ci spereresti?». 

«Certo».

«Allora come credi mi senta ora che sono senza di lui, per sempre?».

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Capitolo 7
*** VII ***


 

 

 

 

 

 

Waiting For You — VII

 

 

 

 

 

 

14 Febbraio 2014.

 

 

 

 

 

La grande vetrata del negozio floreale, posto di fronte alla stazione, sembrava chiamarlo a gran voce e urlargli a pieni polmoni di comprare il mazzo di fiore più grande che ci fosse per la persona che più amava. Chan Yeol, però, era indeciso sul da farsi, non sapeva se quello che aveva in mente fosse una stupida idea irrealizzabile e imbarazzante o se fosse invece quella più giusta che potesse fare.

Sospirò, pensando al ragazzo seduto sulla panchina con cui mesi prima aveva iniziato una relazione ambigua e per certi versi eccitante.

Entrò nel locale, facendo tintinnare il campanello posto sopra l'entrata, e ci rimase a lungo, soppesando mentalmente su quali fiori erano perfetti da dare a Baek Hyun; quando li trovò, quasi non si mise ad esultare per la gioia come un bambino, sul suo viso si stampò un sorriso dolce, vero.

Uscì dal negozio, ringraziando a gran voce la commessa, dopo aver pagato una cifra esorbitante, diretto alla gioielleria a qualche metro di distanza, che era anche la più vicina al suo appartamento.

Camminava a passo spedito come se qualcuno lo stesse inseguendo, ma sapeva benissimo che in realtà, era perché non vedeva l'ora di rivederlo. Prima svolgeva le sue commissioni per la sua sorpresa, prima l'avrebbe visto e prima avrebbero risolto quella situazione.

Sentiva lo stomaco chiuso dalla sera precedente e il cuore avvolto da una sensazione di ansia mista ad agitazione, ma immaginare la possibile reazione da parte di Baek Hyun, lo riempiva di felicità e divertimento allo stesso tempo. Sul suo viso spuntava sempre un sorriso sincero e ambiguo, per certi versi, ridendo da solo al solo pensarci.

La rabbia e la delusione che aveva provato nei giorni scorsi erano lentamente svaniti come evaporati, lasciando posto solo al rimpianto, al rammarico e alla tristezza. Un vuoto che nel petto sembrava pesargli come un macigno.

Sentiva, sapeva, di aver sbagliato tutto, quel giorno, che non avrebbe dovuto urlargli contro e, probabilmente, anzi, ne era quasi certo, lo aveva ferito profondamente, perché aveva come l'impressione che Baek Hyun fosse fragile come il vetro, che a ogni parola potesse infrangersi come le onde contro le scogliere.

Quando arrivò alla sua destinazione con il fiato corto, non si rese neanche conto che si mise a correre per un tratto di strada, lo trovò lì, sempre al solito posto, sempre seduto composto ad osservare sempre davanti a sé come la prima volta che l'aveva notato.

Ma ora gli sembrava tutto diverso, l'inquietante sensazione che emanava sembrava essersi dissolta, lasciando spazio solo ai sentimenti luminosi che provava per lui.

Si avvicinò lentamente con passo felpato accompagnato da un ghigno sul viso: trovava estremamente eccitante ed elettrizzante quella situazione.

Allungò un braccio e gli mise davanti al viso il mazzo di fiori che coprì completamente la visuale dell'altro.

Baek Hyun sussultò spaventato, non capendo cosa fosse successo. Si girò rapidamente per vedere chi fosse e rimase sorpreso nel vederlo. Sul suo viso spuntò involontariamente uno dei sorrisi che Chan Yeol trovò tra i più belli che gli avesse mai mostrato.

«Buon San Valentino», sussurrò il più giovane mostrando un sorriso radioso, che quasi abbagliò il più grande.

«Chan Yeol?», lo chiamò sorpreso e confuso, mentre il cuore gli batteva forte nel petto e sentiva un nodo alla gola che da giorni sembrava non voler andare via. «Che ci fai qua?», gli domandò, non capendo il repentino cambiamento da parte del ragazzo.

Chan Yeol, dal canto suo, lo trovò estremamente divertente e dolce allo stesso tempo. Aveva immaginato tutte le possibili reazioni da parte dell'altro, ma mai avrebbe pensato che questi potesse mostrargli quell'espressione di sorpresa mista a felicità e qualche nota di tristezza.

«Per festeggiare con te», rispose come se fosse ovvio, mentre la fronte del più grande si corrugava, sempre più allibito. Chan Yeol appoggiò i fiori sulla panchina, sistemandoli nel migliore dei modi, per poi sedersi accanto a lui.

Sul viso di Baek Hyun apparì un sincero sorriso quasi spontaneamente e sentì gli occhi pizzicargli, pronto a scoppiare a piangere in qualsiasi momento. Realizzò che veramente Chan Yeol era lì per lui, che stavano insieme e che non sembrava odiarlo perché la sua paura più profonda era di perderlo per i suoi errori.

«Non sei arrabbiato con me?». Chan Yeol scosse la testa con fervore, mostrando un'espressione leggermente affranta. Si sentì in colpa sentendo quelle parole.

«Non sono arrabbiato», affermò con sincerità, prendendogli la mano e stringendola gentilmente tra le sue. Arrossì imbarazzato, cercando le parole giuste da dire. «Mi dispiace molto per l'altro giorno, ero arrabbiato e deluso da te ma più da me stesso. Non sono riuscito a contenere la mia rabbia, e mi ha accecato, così l'ho riversata su di te». Chan Yeol prese un profondo respiro, cercando di calmare la sua voce che gli sembrava sempre più tremolante. Guardò Baek Hyun negli occhi, che, in quel momento, trovò dorati. Si perse in quelle iridi per qualche secondo, riemergendosi in un mondo di cui aveva sentito la mancanza.

«Hyung, la verità è che volevo solo sapere più di te, conoscerti di più, potermi avvicinare di più al tuo mondo e capirti. Vorrei che ti potessi aprire per davvero con me e ti lasciassi aiutare, condividendo il tuo dolore, la tua tristezza e la tua sofferenza. Vorrei davvero che non avessimo segreti. Perché di me ti puoi fidare. Io accetterò ogni tuo aspetto e ogni tua caratteristica, sia difetti che pregi».

Fu come se il suo mondo fosse crollato in mille pezzi, come se tutto quello in cui credeva si fosse annullato attraverso quelle parole. Baek Hyum sentì un calore avvolgerlo completamente e gli occhi riempirsi di lacrime.

«Chan Yeol, io...».

Rimase in silenzio, che galleggiò nell'aria per un tempo che sembrò infinito, non sapendo cosa dire. Si sentiva in colpa per non essersi fidato, ma come poteva rivelargli tutto del suo passato e del suo presente? Come poteva esporsi ancora una volta senza una protezione adeguata? Come poteva fidarsi senza ferirsi da solo?

«Quando te ne sei andato senza dire niente, mi ha fatto veramente male. Non voglio tenerti nascosto niente, ma il mio passato e anche adesso, sono qualcosa che non vorrei che tu scoprissi, io... non sono perfetto e mai lo sarò. Mentre tu, lo sei in tutto». Baek Hyun si avvicinò ancora di più a lui, gli strinse le mani e lo guardò negli occhi ormai gremiti di lacrime che sembravano un fiume in piena. «Io ho fatto degli sbagli che mi hanno portato a oggi, ho vissuto esperienze che mi hanno sconvolto completamente la vita. Ho visto cose che probabilmente tu non hai mai visto e vorrei non vedessi mai. Io vorrei solo che tu ti fidassi di me e pensassi al presente, a me adesso e non a quello che mi è successo perché incontrati probabilmente è stato il più bel regalo delle mia vita».

Chan Yeol sentì un groppo in gola, il cuore gli batteva nel petto velocemente, mentre le lacrime premevano per uscire. Mise la mano dentro la tasca della sua giacca ed estrasse la scatolina vellutata che conteneva due anelli. La aprì davanti agli occhi esterrefatti del più grande. «Yeol...».

«Hyung, era da un po' che volevo chiedertelo». Gli sorrise dolcemente, arrossendo sulle guance. «Vuoi essere il mio ragazzo?».

Baek Hyun scoppiò a piangere non riuscendo a trattenere le sue emozioni. Annuì con vigore, coprendosi il viso per l'imbarazzo. Mai avrebbe pensato di poter incontrare un ragazzo che glielo potesse chiedere. Chan Yeol sorrise con gentilezza guardandolo, prese uno dei due anelli e glielo mise nell'anulare sinistro, Bark Hyun fece altrettanto con le mani che gli tremavano. Poi lo abbracciò con forza, sussurrandogli dolci parole.

«Yeol...». Il più giovane lo interruppe velocemente, sentendo il borbottio contro il suo petto, mentre la voce veniva spezzata dai suoi singhiozzi. Gli accarezzò il viso con delicatezza e si guardarono negli occhi, perdendosi.

Fu un attimo, una scintilla improvvisa; Chan Yeol appoggiò le sue labbra su quelle di Baek Hyun, che sentì il mondo svanire in quell'istante. Tutto gli sembrava irreale, sembrava un sogno. Sentiva il soffice tocco dell'altro su di se, mandarlo in estasi. Chan Yeol lo strinse dolcemente a se, mentre le sua labbra si muovevano a ritmo su quelle dell'altro. Sembrava fatti per stare insieme, per sentirsi e toccarsi.

«Baek Hyun», sussurrò allontanandosi da quel semplice bacio, che gli sembrò il più intenso e profondo che avesse mai provato. «Mi chiamo Byun Baek Hyun».

 


 

 

 

 

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14 Febbraio 2015.

 

 

 

 

 

Camminava lentamente, osservando il cielo limpido e azzurro, venato da striature di un bianco candido. Il tempo sembrava perfetto mentre il sole illuminava la città con i suoi raggi solari.

Nonostante questo però, si sentiva profondamente in colpa per aver abbandonato il ragazzo da solo. Aveva ascoltato Baek Hyun per una mezz'ora scarsa in quella giornata che Se Hun definiva diversa dalle altre; aveva la sensazione che doveva passarlo con Lu Han perché da tempo non si vedevano, e sentiva la sua mancanza.

Baek Hyun, dal canto suo, mostrando un sorriso spento e stanco, gli aveva sussurrato con voce rauca di andare da Lu Han e di non preoccuparsi per lui; di fare e seguire quello che il suo cuore gli suggeriva a gran voce come avevano fatto lui e Chan Yeol un anno prima.

Il più piccolo, però, aveva insistito con foga che non fosse necessario che se ne andasse, che se voleva poteva rimanere con lui e passare il tempo insieme a parlare. Nonostante le sue parole, sapeva che in realtà desiderava soltanto vedere Lu Han il più presto possibile.

Ma l'altro aveva scosso la testa e, sorridendogli di nuovo, gli aveva assicurato che andava bene così, che lui sarebbe stato bene e che non avrebbe fatto niente di stupido.

«Vai da Lu Han, io sto bene», cercò di rassicurarlo con un sorriso tirato sul viso, che Se Hun notò quasi subito. Baek Hyun in realtà desiderava essere egoista e tenerlo per sé, per non sentirsi solo come ogni altro giorno. Era vero, sentiva la mancanza di Chan Yeol ma questo non implicava che Se Hun dovesse subire a causa sua.

Voleva Chan Yeol accanto a sé, per abbracciarlo e sussurrargli che lo amava, che non l'avrebbe mai lasciato e che gli sarebbe stato accanto per sempre, ma lui non c'era più, non era più in questo mondo, e Baek Hyun sentiva un profondo vuoto nel petto che nessuno mai più riempirà.

«Cosa è successo con Chan Yeol, invece?». Se Hun cambiò discorso, sentendosi a disagio: non era abituato a quelle attenzioni da parte del ragazzo; decise che avrebbe insistito più tardi se lo riteneva necessario.

«È venuto», disse in un sussurro che quasi non si udì. «Chan Yeol ha passato il San Valentino con me», mormorò dolcemente, rievocando quell'unico ricordo che gli sembrava nitido e vivido. «Non me l'aspettavo, pensavo che non mi avrebbe mai più parlato. Ma mi ha comprato un mazzo di fiori e un anello».

«Un anello?».

«Sì, ha comprato due anelli di coppia, uno per me e uno per lui». Se Hun in quel momento si accorse di non averlo mai visto portarlo, ma quando guardò meglio, lo trovò lì, che luccicava e brillava sotto la luce del sole.

«Poi mi ha chiesto se volevo essere il suo ragazzo. In quel momento mi è sembrato che il mondo si fosse fermata e che tutto avesse un senso e allo stesso tempo no. Mi sembrò che tutto stesse crollando e che l'unico che riuscissi a vedere in quel momento fosse Chan Yeol».

Baek Hyun strinse l'anello e sentì il palmo bruciare come se stesse tenendo un pezzo di ferro rovente tra le mani. Se Hun notò solo in quel momento l'oggetto argentato, si chiese se ci fosse sempre stato.

«Fu il giorno più bello della mia vita».

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** VIII ***


 

 

 

 

 

Waiting For You — VIII

 

 

 

 

 

 

18 Febbraio 2014.

 

 

 

 

 

Baek Hyun appoggiò le sue gambe, stiracchiandole per un po', su quelle lunghe di Chan Yeol, il quale era seduto comodamente, o quasi, accanto a lui. Si sistemò, il più possibile, nel migliore dei modi: accoccolandosi sulla borsa nera del suo ragazzo - ancora gli faceva uno strano effetto chiamarlo così - e si lasciò sfuggire un sospiro rilassato, rimanendo inerme ad assaporarsi quel meraviglioso tempo che da tempo non vedeva più. Il sole splendeva alto nel cielo limpido e sereno, mentre colpiva dolcemente il suo volto sorridente. Sentiva il dolce calore dei raggi avvolgerlo con cura, mentre si riposava in pace per la prima volta dopo tanto tempo.

I suoi occhi, ormai annoiato e leggermente assonato, osservavano con cura i lineamenti del profilo di Chan Yeol, il quale era concentrato - se così si poteva definire - a studiare da uno spesso libro, che il più grande trovò decisamente troppo complesso per i suoi gusti, per un esame che il più giovane aveva deliberatamente perso qualche mese prima a causa della sua scarsità di voglia e della sua immensa pigrizia.

Baek Hyun, sorridendo dolcemente, appoggiò i suoi gomiti sulle gambe e il capo sopra di essi per osservare meglio il suo ragazzo: vide la sua fronte, che con molte probabilità stava cercando di decifrare qualche frase incomprensibile, corrugarsi leggermente, formando una piccola ruga d'espressione quasi inesistente, mentre borbottava parole senza senso - parolacce, sicuramente.

Baek Hyun rimase in quella posizione per un po', concentrandosi su Chan Yeol: lo trovava estremamente divertente e carino allo stesso tempo. Si avvicinò al più giovane, ridacchiando, e lo scosse un po' per attirare la sua attenzione che non ricevette per niente.

«Parlami un po' di te», affermò all'improvviso dopo averlo fissato per un altro po'; anche questa volta non ottenne nessuno sguardo in cambio poiché l'altro lo ignorò deliberatamente, ma Baek Hyun non se ne accorse minimamente.

La realtà era un'altra: Chan Yeol era fin troppo consapevole della presenza di Baek Hyun, e sentiva la sua presenza ovunque. La sua mente non si liberava dell'immagine sorridente del ragazzo, ma soprattutto del loro primo bacio, che aveva trovato semplicemente perfetto. Quindi, si chiese come potesse studiare qualcosa di cui non era realmente interessato, quando accanto a sé aveva l'unico ragazzo che gli aveva fatto battere il cuore così forte da voler quasi uscire fuori dal petto.

«Cosa?», domandò il ragazzo distogliendo teatralmente lo sguardo dal libro. I suoi occhi, che fino a quel momento erano stati di una tonalità scura, si schiarirono di colpo, addolcendosi, vedendo il sorrisetto sul viso dell'altro. «Che hai detto?».

«È inutile che studi se non capisci», lo ammonì il più grande, per poi calciare, come atto di ribellione, il libro che l'altro aveva appoggiato sulla sua gamba. Questi fece un volo, sotto lo sguardo esterrefatto di Chan Yeol, e cadde a terra a qualche metro di distanza, giacendo inerme. «Non credi sia più divertente passare il tempo con me?».

Chan Yeol lo guardò scioccato con un'espressione divertita, in contrasto a quella situazione anormale, dipinta sul volto. Sibilò flebilmente un il mio cazzo di libro come per fargli notare che non avrebbe dovuto farlo ma, nonostante tutto, non fece niente per riprenderselo: rimase semplicemente lì a fissarlo, ridacchiando.

«Cosa vuoi fare, allora?», domandò curioso, girandosi, con ancora le gambe dell'altro sulle sue, verso gli occhi di Baek Hyun che trovava troppo dorati in quell'ultimo periodo. Aveva come l'impressione che quelle iridi, quando si posavano su di lui, lo leggessero nel profondo e che lo svuotasse di tutto, lasciandolo completamente allo scoperto come se fosse nudo. E a Chan Yeol quella sensazione non dava per niente sicurezza.

«Conoscerti meglio», rispose subito il più grande senza soppesarci troppo. Chan Yeol lo guardò un po' scettico, domandandosi cosa volesse sapere Baek Hyun.

«Ad esempio, il tuo hobby qual è?».

Chan Yeol scosse la testa non concependo quello che stava facendo e pensò a quanto tempo stesse sprecando per dar retta a quelle attenzioni, che, in realtà nel più profondo del suo cuore, desiderava incessantemente. Cosa poteva farci lui se ora si era finalmente innamorato di qualcuno che lo ricambiava e non poteva far altro che accettare quei suoi sentimenti così luminosi e accecanti, lasciandosi trasportare?

«Credo che sia passare il tempo con te», sussurrò, spavaldo, in risposta, per poi sorridere dolcemente. Chan Yeol incatenò il suo sguardo a quello di Baek Hyun e si immerse nelle sue iridi per l'ennesima volta. Ancora una volta non era riuscito a contenere i suoi sentimenti e li aveva riversati in affermazioni alquanto imbarazzanti. Baek Hyun non poté fare altro se non arrossire per la felicità, sentendo quelle parole.

«Idiota. Sono serio», ribadì, cercando di nascondere il cuore che gli batteva a mille nel petto e lo stomaco chiuso in una morsa, tirandogli una leggera pacca sulla spalla, che l'altro quasi non sentì. «Non prendermi in giro».

«Anche io sono ser-», si bloccò senza finire la frase, notando l'occhiataccia, che l'altro gli aveva lanciato; sembrava quasi volerlo fulminare. «Va bene», si arrese alla fine, portandosi davanti le mani in segno di resa. «Probabilmente, è cantare. Soddisfatto?».

«Estremamente», sottolineò subito il più grande con un ghigno divertito, poi tornò a prendere il sole, riaccomodandosi nella sua posizione precedente, sotto lo sguardo sconcertato dell'altro. Chan Yeol, sbuffando, riprese il libro, che sembrava sempre più spesso e lungo da studiare tutto, da terra e ricominciò là dove era stato interrotto, senza ricavarne risultati: la sua mente era troppo curiosa di sapere, anche lui doveva chiederglielo e non poteva resistere ancora a lungo.

Chiuse il volume di scatto, dopo un paio di minuti a soppesare su come potesse approcciarsi al ragazzo, decise per la via diretta, girandosi poi verso Baek Hyun. Lo guardò per un po', prima di aprire bocca: il più grande sembrava così rilassato e felice, Chan Yeol d'istinto sorrise, rimanendo incantato ancora una volta.

«Il tuo hobby, invece?».

Quest'ultimo aprì un occhio, ancora mezzo addormentato, e lo guardò divertito, cercando di decifrare le parole del suo ragazzo. Sul suo volto spuntò un sorriso innocente mentre si strofinava gli occhi. «Me lo chiedi solo adesso?».

«Non cercare scuse e rispondi», lo dileguò Chan Yeol, conoscendolo abbastanza per quel poco tempo che avevano passato insieme: avrebbe sicuramente inventato una scusa e avrebbe evitato di rispondere.

Baek Hyun prese un grande sospiro che l'altro trovò molto strano.

«Se si può definire un hobby lottare contro se stessi per poter andare avanti e non lasciarsi andare, allora probabilmente è questo che faccio per passare il tempo», rispose il più grande sinceramente con un sorriso malinconico, tornando a prendere il sole. Chan Yeol raggelò sul suo posto: aveva visto lo sguardo dell'altro, della freddezza, il dolore e la sofferenza dietro le sue iridi.

Lo osservò per un altro po', cercando di capire il senso di quelle parola, il senso a tutto quello che aveva visto. Cercò dei collegamenti tra loro, ma, forse, era troppo accecato da un amore del tutto nuovo per potersi rendere conto di quanto Baek Hyun fosse disadattato.

Si chiese se lo stesse prendendo in giro. Decisamente no. E allora cosa significava? Provò un inquietante sensazione al petto, ma la ignorò e cercò di tornare al suo libro che in quel momento gli sembrava tutto fuorché importante o, semplicemente, interessante.

Quel giorno Chan Yeol non riuscì a studiare niente, la sua mente non recepì nessuna delle informazioni che erano riportate sopra quel libro, ma non aggiunse neanche una parola a quella strana conversazione come nemmeno Baek Hyun: rimasero nel più agghiaiante dei silenzi, in cui sembrava quasi galleggiare la tensione. 

 

 

 

 

 

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18 Febbraio 2015.

 

 

 

 

 

Oh Se Hun, mentre ripensava alla mattinata passata assieme a Lu Han, camminò verso la fermata dell'autobus con la sua enorme borsa su una spalla e la felpa, che gli aveva regalato il suo ragazzo, legata intorno alla vita sottile. Il sole batteva forte in cielo, ardeva e scaldava l'atmosfera di quella giornata: Se Hun sentiva le vampate di calore, nonostante fosse ancora pieno inverno.

Trovò Baek Hyun seduto composto al suo solito posto, come aveva immaginato, rannicchiato su se stesso, mentre si dondolava lentamente. Sembrava quasi in trance, perso in qualcosa di più grande di lui, immerso completamente in un mondo che solo lui conosceva.

«Hyung?», domandò il più giovane, appoggiandogli una mano sulla spalla gentilmente, e lo scosse per quel poco che poteva. Ormai da tempo non si impressionava più per lo strano comportamento del ragazzo, forse, pensava così, ci stava lentamente facendo l'abitudine.

Baek Hyun si girò passivamente e lo guardò, ma i suoi occhi sembrarono quasi passarlo, non vedendolo e guardare altrove come se Se Hun non fosse lì accanto a lui, come se fosse invisibile.

«Non lo sospettava», sussurrò, chiudendo gli occhi di scatto. Sulla sua fronte si formò una ruga d'espressione che Se Hun non aveva mai notato prima d'allora.

«Cosa non sospettava?», domandò Se Hun, sedendosi accanto curioso di sapere.

«Dei miei problemi». La voce di Baek Hyun era così tagliente e fredda, che il più giovane sentì un brivido percorrergli la schiena per l'ennesima volta, nonostante tutto, a quello non era ancora abituato e, forse, mai ci si abituerà.

«Non mostravo ancora i sintomi della depressione e lui non ne sapeva nulla. I farmaci avevano effetto ed ero quasi normale», spiegò Baek Hyun con gli occhi vitrei e assenti. Se Hun lo guardò interrogativo, poi notò il leggere tremore delle mani del ragazzo; si chiese se anche lui sentiva i brividi. «Probabilmente se l'avesse saputo fin dall'inizio non mi avrebbe nemmeno mai parlato».

Baek Hyun prese un profondo sospiro, notando l'espressione dell'altro. «Lo so che sei andato alla clinica. So che sai tutto». Se Hun si sentì in difficoltà davanti a quelle parole, non sapendo bene come rispondere per confortare l'amico, ma che poteva fare se non poteva capire di cosa stesse parlando l'altro.

«Cos'è successo?», domandò infine, ignorando deliberatamente l'affermazione del più grande, voleva  capire più a fondo i suoi sentimenti e poterlo aiutare.

«Chan Yeol ha rispettato la mia scelta e non mi ha mai chiesto niente». Baek Hyun strinse le mani tra loro ancora tremanti, giocando con quella fede che trovava estremamente pesante in quelle occasioni. «Ma io cercavo di attirare la sua attenzione in qualche modo».

Se Hun continuava a non capire a cosa si stesse riferendo l'altro. Lo guardò con un'espressione interrogativa dipinta sul viso, attendendo una risposta che sembrava quasi non arrivare.

«Sai Se Hun, io non vivo più ormai. La mia vita è stata completamente distrutta e ora, da anni ormai, io sopravvivo a questo mondo». Fu come se stesse ricordando il suo passato tormentato e macchiato di dolore; tutto riaffiorò nella sua mente e quasi vacillò.

«Ma Chan Yeol mi faceva sentire vivo come non mai. Mi faceva sentire felice e pieno d'amore. Riempiva il vuoto, che provavo, semplicemente con la sua presenza, mi bastava averlo accanto per poter sorridere e andare avanti senza cedere alla tentazione di farla finita. Chan Yeol probabilmente era l'unica cosa che mi teneva ancora in vita, che mi teneva legato a questo mondo, e probabilmente, se non l'avessi incontrato quel giorno avrei tentato il suicidio quella stessa notte. E, credimi, l'avrei fatto e ci sarei riuscito sicuramente».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** IX ***


 

 

 

 

 

Waiting For You — IX

 

 

 

 

 

 

05 Marzo 2014.

 

 

 

 

 

Baek Hyun sentì una forte e pungente fitta al petto, all'altezza del cuore. Era così dolorosa da fargli mancare il fiato per qualche secondo, quasi si sentì svenire. Si colpì il torace più volte, con quella poca forza che aveva, per calmare il fuoco che ardeva dentro di lui, bruciando tutto quello che trovava davanti al suo passaggio. Stava peggiorando di giorno in giorno e ne era pienamente consapevole. Ma cosa poteva fare per poter fermare tutto quel dolore?

Il suo dottore non ne capiva la causa e Baek Hyun non sapeva come poterla definire a parole. Così, semplicemente, gli aveva prescritto degli antidolorifici che sembravano avere effetto, ma solo temporaneo. Una volta aveva descritto, al suo psichiatra, quel malessere come una serie continua di aghi appuntiti che gli venivano confiscati nella pelle fino a farlo urlare, tant'era insopportabile. Un'altra volta ancora, l'aveva definito come un martello che lo colpiva con violenza, ripetitivamente. E ancora, come tanti pugni scagliati senza precisione, ma con forza.

Non sapeva come spiegarsi e il tutto rimaneva avvolto in una nuvola di mistero, quasi da far credere al suo psichiatra che quel tanto chiacchierato dolore, non esistesse per niente e che fosse tutto frutto della sua immaginazione. Probabile, aveva pensato Baek Hyun, senza giustificarsi.

Infilò la piccola mano tremolante nell'enorme tasca del suo giubbotto nero ed afferrò con forza, poiché aveva paura di farla cadere a terra, l'oggetto della sua ricerca. Aprì il piccolo barattolo trasparente di plastica, su cui era attaccata l'etichetta del nome del farmaco, che conteneva le sue familiari pillole per il dolore. Subito ne ingoiò due, in un colpo, tutto d'un fiato, vorace, per poi rimettere al suo posto la custodia, al sicuro da occhi indiscreti e curiosi. Sospirò, sentendo il bruciante dolore, che fino a poco prima gli attanagliava il petto, lentamente svanire, lasciando il posto al sollievo. Si sentiva decisamente meglio. Chiuse gli occhi, inspirando profondamente e si fece cullare dal quel momento di serenità, di leggerezza e di pace, come se fosse una dolce melodia.

Nonostante tutta la sua attenzione nel cercare di nascondere quelle pillole, non poté immaginare che proprio in quel momento, Chan Yeol arrivò con qualche minuto di anticipo. La sua giornata universitaria si era accorciata all'improvviso, per la mancanza di numerosi professori.

Chan Yeol aveva pensato di fargli una grande - per così dire - sorpresa, ossia, di portarlo da qualche parte a pranzare, ma, quando, l'aveva visto ingerire quelle piccole pillole, tutto il suo entusiasmo era svanito come polvere nel vento e il suo cuore si era fermato per un millesimo di secondo nel petto, stretto nella gabbia toracica.

In quel momento, osservò attentamente il maggiore con gli occhi vigili, per la prima volta, e notò alcuni piccoli dettagli che prima gli erano sfuggiti, o, che, invece, aveva deliberatamente ignorato. Baek Hyun non indossava scarpe, ai suoi piedi portava un semplice paio di ciabatte color blu e malmesse. Chan Yeol si chiese se li avesse sempre portati e come aveva fatto ad non accorgersene. Il polso destro era avvolto da un braccialetto color giallo ocre, sul quale era inciso un numero di serie, probabilmente, il suo. Riuscì anche a distinguere il leggero tic, quasi impercettibilmente, che faceva con la spalla destra: la sollevava di scatto senza rendersene conto - così pensava - per più di tre volte almeno in un'ora.

Chan Yeol si domandò dove fosse stato fino a quel momento, cosa avesse guardando e come avesse fatto ad ignorare tutti quei piccoli segnali che sembravano invece lampeggiare come cartelloni pubblicitari. Ma l'amore l'aveva accecato, rendendo tutto ottenebroso, tutto più bello e meno problematico. Si era costruito una favola da solo ed era andato tutti in pezzi in un solo istante di lucidità.

All'improvviso, sentì il mondo sprofondargli sotto i piedi, per risucchiarlo, e un profondo buco aprire la sua voragine, alla bocca del suo stomaco, che si chiuse in una stretta morsa a causa dei sensi di colpa. L'unica cosa che la sua mente lucida - per quanto potesse esserlo - si domandò, fu a cosa servissero quelle medicine e perché Baek Hyun le prendesse.

La sua mente capì, però, di avere una grande paura, terrore, di chiederglielo, perché aveva come la sensazione, che se l'avesse fatto, che se glielo avesse chiesto, poi tutto sarebbe potuto cambiare, in peggio. Pensò che il loro rapporto, la loro ambigua relazione, probabilmente, sarebbe diventata piena di complicazione, del tutto instabile, fragile. Il suo cuore aveva estremamente timore che i sentimenti dell'altro potessero cambiare o, addirittura, spegnersi sotto i suoi occhi, senza poter fare niente. O, ancora, che i suoi sentimenti si rivelassero completamente falsi, finti, che si fosse innamorato dell'idea di poter amare qualcuno e non di Baek Hyun. Ma quello di cui aveva più terrore, che lo spaventava fino a fargli mancare anche il respiroera di poter perdere quel loro strano legame che si erano costruiti con fatica e sudore, di poter perdere Baek Hyun e se stesso completamente, perdere loro.

Chan Yeol cercò di reprimere e scacciare quell'immagine dalla mente, che gli sembrava fin troppo reale, vivido, dietro a quel muro che si era creato da solo, dove nascondeva tutti gli evidenti atteggiamenti del disturbo mentale di Baek Hyun. Questi sembrava, però, spingersi sempre più avanti prepotente, come se stesse urlando a Chan Yeol di accorgersene, di aprire gli occhi, di aiutarlo e di non lasciarlo andare alla deriva, almeno, non da solo.

Per la prima volta, diede retta alle parole del suo migliore amico e nella sua mente collegò le parole di Kyung Soo a quello che aveva visto, rabbrividendo di nuovo. Si chiese di cosa soffrisse Baek Hyun: probabilmente di un disturbo mentale. Non aveva ancora avuto il coraggio di confessarglielo e, sperava, che gliene parlasse in futuro.

La realtà era un'altra, completamente differente e meno splendente da come immaginava fosse. Era più oscura, piena di segreti inconfessabili e di un fiume di bugie che scorreva imperterrito sotto i suoi piedi.

Ma questo Chan Yeol non lo seppe mai, prima della sua morte, ebbe solo piccolo dubbi sulla verità nelle parole rivelate del più grande. Starà dicendo la verità o mi sta mentendo?, pensava spesso, prima di sorridere e sperare fosse tutto vero quello che Baek Hyun diceva.

Il maggiore si girò di scatto, come se avesse percepito qualcosa. In realtà, si guardò intorno, per vedere se il più piccolo fosse arrivato. Vide l'altro, che non si accorse di niente, assorto nel suo mondo con lo sguardo perso nel vuoto. Sorrise addolcito da quella visuale e camminò fino ad arrivare di fronte a lui, per poi stringergli una mano dolcemente. Chan Yeol, a quel piccolo tocco, reagì immediatamente, rimanendo sorpreso e spaesato, lo guardò per qualche istante, prima di sorridergli.

«Baek», lo chiamò leggermente confuso, mentre cercava di scacciare i suoi pensieri. Decise che ci avrebbe riflettuto per bene più tardi, lontano dal maggiore, perché aveva paura che lui, potesse confonderlo. «Buongiorno».

«Che hai, Yeol?», chiese l'altro, notando la preoccupazione negli occhi del minore. Sperava che quest'ultimo non avesse visto niente di strano, eppure sentiva una strana ansia nel petto che sembrava non volersene andare facilmente.

«Niente», sussurrò in un sospiro, sorridendogli con gentilezza, per rassicurarlo. «Vuoi una tazza di cappuccino?».

Baek Hyun annuì ancora un po' scettico ma sorrise felice di quelle piccole attenzioni da parte di Chan Yeol. Si sedette sulla panchina e rimase lì ad aspettarlo. Quando il più piccolo tornò, consegnando gli la sua bevanda, rimasero nel più pacifico silenzio a contemplare l'un l'altro.

Tuttavia, Chan Yeol sentiva il cuore pesante, si sentiva impotente, mentre osservava l'edificio scialbo di fronte a se.

 

 

 

 

 

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05 Marzo 2015.

 

 

 

 

 

«Quest'anno fa più freddo dell'anno precedente», affermò Baek Hyun in un piccolo sospiro, mentre con gli occhi osservava le nuvole di condensa che si creavano contro il suo respiro.

«Non credi?». Se Hun sorrise cinicamente e annuì lentamente, come assorto nei suoi pensieri; lui considerava qualsiasi inverno eccessivamente freddo e ne soffriva tremendamente.

«Allora, dovresti coprirti di più», affermò leggermente imbarazzato. Aveva l'impressione di comportarsi come una madre con il proprio figlio.

Si sfregò le mani arrossate tra loro, cercando calore, poi ci alitò sopra, senza ottenere risultati. Se Hun pensò, che si sarebbe pure quasi congelato.

«Sennò ti ammalerai, come succede spesso a me». Baek Hyun emise una risata strozzata simile a un rantolo, che sembrò spezzare rumorosamente il silenzio di quella notte. Il minore fece un piccolo sussulto, quando lo sentì e il cuore tremò timidamente.

«Non mi ammalerò mai», rispose il maggiore con la voce rauca e impastata della sua stessa saliva. Io ho Chan Yeol che mi protegge, pensò Baek Hyun.

«Se lo dici tu».

Se Hun non aggiunse nient'altro: calò il silenzio tra i due e nessuno osò pronunciarsi di nuovo. Non aprirono bocca e non emisero il minimo rumore, mentre il Sole calava all'orizzonte, la notte assieme alla Luna li avvolgeva velocemente. A tenerli compagnia era solo il suono delle autovetture che percorrevano la strada principale e il chiacchiericcio delle persone che li superavano come se fossero invisibili. Tutto sembrava apparentemente tranquillo e desolato, ma dietro quella facciata, si nascondevano tutti i segreti che Baek Hyun negli anni si era portato avanti, sulle spalle.

«Sai, credo che Chan Yeol lo sapesse». Baek Hyun spezzò, ormai innervosito da quel silenzio agghiacciante, la magia - se così si poteva definire - di quel momento. Si osservò le mani rosse e fredde come il ghiaccio, mentre contemplava il cielo terso.

«Cosa sapeva?», domandò Se Hun, non capendo l'affermazione improvvisa del maggiore. I suoi occhi lo guardarono interrogativo, aspettando una risposta, che non tardò ad arrivare.

«Quello che sai anche tu», rispose l'altro in un sibilo quasi impercettibile, rivolgendogli lo sguardo, per la prima volta in quella giornata. Se Hun ebbe paura in quell'istante, un brivido percorse tutto il suo corpo. Si chiese se la sua espressione facciale lo stesse tradendo, e, se era così, cosa Baek Hyun stesse vedendo.

«Di cosa parli?», domandò di rimando, facendo finta di niente, ignorando la sua coscienza, che sembrava urlargli contro con prepotenza. Lasciò la voce vibrare leggermente per la tensione, ingoiando la sua stessa saliva.

«Del fatto che sono un paziente della clinica», rispose Baek Hyun, mettendolo davanti alla brutale ed orrenda verità di cui era già a conoscenza. Se Hun rimase in silenzio, cercando di elaborare e metabolizzare quelle parole così semplici e coincise: l'aveva detto senza peli sulla lingua, senza esitazione, senza paura del suo giudizio. Come se niente fosse, come se non fosse importante e fosse chiaro a tutti.

«Capisco...». Non ebbe neanche il coraggio di chiedergli quando l'aveva scoperta e come aveva fatto. «E perché pensi che Chan Yeol lo sapesse?».

«Perché mi ha visto ingoiare le pillole, ne sono sicuro: il suo sguardo non mentiva. La sua faccia trapelava desolazione e tristezza, ma nonostante questo non mi ha chiesto niente. È rimasto in silenzio e mi ha offerto un cappuccino». Baek Hyun sentì una piccola fitta al petto, al cuore. Sembrava quasi quel suo vecchio dolore, quasi come se fosse ritornato a tormentarlo anche in quel momento della sua vita, in un momento in cui si sentiva, almeno, un po' in pace.

«Quindi, le opzioni erano due: o lo sapeva, ma non mi ha chiesto niente per rispetto. O lo sapeva e non gliene fregava niente di me».

Il silenzio calò per qualche secondo intorno a loro, mentre il più grande cercava di elaborare la frase. La sua mente sembrava star vacillando lentamente, lasciandolo alla deriva, solo e abbandonato. In quel momento pensò, che Chan Yeol non glielo avrebbe mai permesso.

«Quindi preferisco optare per la prima scelta: lo sapeva ma non mi ha chiesto niente per rispetto. Credo sia la scelta migliore per la mia sanità mentale. E per il mio fragile cuore».

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** X ***


 

 

 

 

 

 

Waiting For You — X

 

 

 

 

 

 

10 Marzo 2014.

 

 

 

 

 

Chan Yeol lanciò uno sguardo di sfuggita verso la panchina, che a malapena si intravedeva da dov'era, per accertarsi che il maggiore non stesse guardando verso quella direzione. Poi, però, si chiese perché dovesse farlo e, ridendo di se stesso, scosse la testa in segno di rassegnazione. Quando fu certo, lo stesso, che il maggiore non stesse minimamente dando alcuna attenzione all'ospedale, chiuse gli occhi ermeticamente, immergendosi nel nero come la pece, nell'unico luogo che in quel momento trovavo sicuro e pacifico. Sospirò a pieni polmoni, con il cuore in gola, che batteva a mille a causa dell'ansia, il quale sembrava averlo circondato ovunque.

Fece quei pochi passi che lo separavano dalla porta automatica dell'edificio e si fermò davanti al sovrastante palazzo color grigio opaco di fronte a lui. Lo osservò, ammirando quanto fosse sobria, ma, al tempo stesso, appariscente la presentazione frontale - nonostante, non si poteva dire lo stesso del retro.

Con un piede in avanti esitante e gli occhi titubanti puntanti sulla porta d'ingresso, osservava uscire ed entrare freneticamente milioni di persone, a lui, tutte sconosciute e ignote; proprio non riusciva, non poteva immaginarsi, il minuto e fragile corpo di Baek Hyun, varcare quella soglia; nella sua mente, era un'immagine che non trovava spazio per la sua creazione, rimanendo semplicemente un'idea astratta. Ebbe paura per una frazione di tempo, che gli sembrò quasi infinito: le sue sicurezze lentamente stava vaccinando.

L'ospedale, che era stato costruito a più piani, probabilmente, per i numerosi pazienti, che risiedevano al suo interno, era immenso, imponente, lo sovrastava, lo intimoriva.

La verità su Baek Hyun era sempre più vicina e, questo, gli causava dei sensi di colpa poiché stava per richiedere informazioni riservate a insaputa del diretto interessato. Chan Yeol stava andando incontro a quella realtà senza protezioni, senza una sicurezza su cui aggrapparsi, ma doveva sapere, doveva liberarsi da quel peso che quasi lo stava uccidendo. Sentiva un enorme e pesante macigno opprimergli il torace, il cuore. Il fiato iniziò a mancargli, almeno così credeva. E a riportarlo all'agghiacciante realtà della sua vita, alla realtà di quel mondo, era il pensiero di poter scoprire di cosa soffrisse Baek Hyun, e, così, aiutarlo di conseguenza.

Aveva pensato a lungo e meticolosamente per tutte quelle notti passate insonnie; aveva meditato e riflettuto attentamente, ripercorrendo minuziosamente tutti i più piccoli particolari, o dettagli, che gli erano sfuggiti a prima vista, i quali erano impressi nella sua mente, che, però, aveva archiviato in una recondita parte del suo cervello e li aveva dichiarati futili, del tutto inutili, privi di senso. Alla fine, l'unica conclusione a cui riuscì ad arrivare, che sembrava aver senso, aver logica, era solo una, solo quella.

Nonostante tutto però, non voleva accettarlo, non poteva, non doveva essere vero, non voleva crederci, per niente. Baek Hyun non era un paziente di quella clinica, no, non riusciva a capacitarsene, non poteva essere vero. Non si spiegava come potesse uscire per tutto il giorno indisturbato, alla luce del Sole e della Luna, senza che nessuno se ne accorgesse.

No, decisamente non poteva essere vero, mentiva a se stesso, ogni volta che ci pensava.

Prese una grande boccata d'aria, chiudendo gli occhi per raccogliere tutto il coraggio che aveva in corpo, o almeno, quel poco che gli rimaneva. Le mani gli tremavano, sudavano e l'ansia lo stava quasi uccidendo, lasciandolo senza tranquillità, senza pace.

Con il cuore a mille, che batteva nel petto ad un ritmo incostante, varcò la porta di quell'ospedale, mentre anche le sue slanciate gambe iniziavano a tremare. Non poteva farcela, pensò, osservando gli unici cartelloni all'interno dell'ingresso.

Il forte odore di medicinali, misto a una quantità industriale di detersivo, arrivarono alle sue narici come uno schiaffo in pieno viso; intenso e nauseante allo stesso tempo. Chan Yeol si bloccò davanti all'ingresso, otturando l'entrata. Ricevette di conseguenza, sguardi di rimprovero e occhiatacce infastidite da parte degli altri, mentre lo riempivano di parole, ma lui non le sentiva o le ignorava: erano brusii e tali rimanevano.

Prese un profondo respiro, cercando di calmarsi e regolare il battito del cuore: decisamente, era troppo nervoso e ansioso di sapere la verità; forse, non era ancora pronto psicologicamente.

«Salve, come posso aiutarla?». La signora di mezz'età, sentendo l'intenso borbottio, si alzò per vedere cosa stesse succedendo. Era seduta dietro il bancone laccato in nero lucido e mostrò un sorriso gentile, che l'altro trovò estremamente falso.

Chan Yeol si avvicinò riluttante con passo svelto e ansioso, la guardò per quel poco che bastava, per capire che non le stava simpatica. Mostrò uno dei suoi falsi sorrisi e con un ghigno in viso, cercò di sembrare il più gentile possibile, per persuaderla.

«Salve, vorrei avere delle informazioni», rispose con la voce tremolante a causa dell'ansia. Si schiarì la gola, cercando di tornare serio e sicuro.

«Certo, mi dica pure».

Il cuore iniziò a battergli ancora più veloce, se possibile, nel petto, sentendo l'avvicinarsi della verità. Le mani iniziarono a sudargli sempre di più e le pulì sui jeans blu che aveva indossato come portafortuna, almeno, così sperava.

«Vorrei avere delle informazioni su un paziente».

La signora, lanciandogli uno sguardo di sbieco e di rimprovero, non ebbe neanche il tempo di ribattere o di elaborare cosa poter dire, che Chan Yeol continuò a parlare senza sosta, frenando l'imminente risposta negativa. «Si chiama Byun Baek Hyun. Vorrei solo sapere se è ricoverato qui e perché. So che non potrebbe darmi queste informazioni, ma per me sono di vitale importanza. La prego».

«Mi spiace molto, signore. Non posso dirle niente». Chan Yeol la guardò non poco deluso, nonostante sapesse con certezza l'esito di quella richiesta - almeno ci aveva provato, pensò -, con gli occhi di chi aveva perso l'unica speranza. Lei si sentì subito in colpa.

«Va bene», sbuffò alla fine, non potendo vedere qualche secondo di più l'espressione affranta di Chan Yeol. «Confidenzialmente le posso dire che il paziente Byun Baek Hyun è ricoverato qua da anni e so che ha una rara forma di depressione. Per il resto non so niente e non posso dirle altro».

Chan Yeol la ringraziò di cuore, gli bastava sapere quelle informazioni per poter essere certo di una cosa: Baek Hyun gli aveva nascosto tutto, gli aveva mentito. Quando uscì dell'edificio, sentì una straziante sensazione di bruciore al petto.

In quell'istante, Chan Yeol si domandò perché non lo avesse fatto, perché si fosse tenuto tutto dentro. Forse, perché non si fidava, si rispose da solo, sentendo il cuore sgretolarsi sotto le sue stesse mani come la loro piccola ma fragile relazione, che si erano creati in quei pochi mesi.

Le gambe del minore, quasi involontariamente, lo riportarono alla panchina, mentre i suoi occhi vagavano nel nulla, alla ricerca di una sicurezza. Il più grande, non lo notò subito, ma quando lo vide arrivare dalla strada che portava all'ospedale, sentì una strana sensazione al petto. Saltò subito in piedi e gli corse incontro senza pensarci. «Chan Yeol? Non sei andato all'università?».

Il minore, che si era promesso di domandargli tutto, di farlo parlare, quando lo guardò negli occhi, perse la cognizione del tempo, dello spazio e di se stesso. Si dimenticò di tutto e non capì più niente, pensò solo a Baek Hyun e al suo sorriso; la sua mente era in subbuglio e il cuore sottosopra. «Baek...».

«Ehi, che succede?». Il più grande notò subito lo sguardo ferito dell'altro, vide la tristezza dentro di essi, la pietà e la compassione. In cuor suo, sentiva che qualcosa non andava, che qualcosa tra loro si era spezzato, che il loro legame si era incrinato.

Chan Yeol, vedendo l'evidente preoccupazione dipinta sul viso del maggiore, si sentì in colpa. Sorrise nel migliore dei suoi modi e per quello che poteva, cercando di rassicurarlo, di dargli conforto e forza.

«Niente», disse infine, decidendo di rimanere in silenzio, di aspettare che fosse lui, di sua spontanea volontà, a rivelargli tutta la verità.

Chan Yeol però non sapeva che erano un errore. E gli errori non si cancellano, rimangono delle macchie indelebili nel futuro.

Come poteva prevedere quella loro catastrofe?

 

 

 

 

 

 

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10 Marzo 2015.

 

 

 

 

 

 

Il sole illuminava le strade di Seoul dall'alto del cielo, baciando i due ragazzi che rimanevano in silenzio: ognuno immerso nei propri pensieri. Intorno a loro, si sentiva solo il rumore provocato dalle auto misto al parlare degli altri, che erano anche loro in attesa dell'autobus.

Se Hun, osservando di fronte a sé il palazzo grigio con un'espressione indecifrabile, leccò avidamente il suo gelato alla vaniglia e stracciatella, rimirando le piccole e varie venature che ricoprivano il muro dell'ospedale, questi era causato dal logoramento dei mattoni in quei lunghi anni, provocato dalle piogge e da altre cause naturali; semplicemente, era il corso della sua vita.

Baek Hyun, invece, freddoloso qual era, sentiva dei lunghi brividi percorrergli tutto il corpo, mentre lo osservava con gli occhi inebetiti e la bocca semi spalancata; lui si ricordava con certezza che l'altro gli aveva detto che soffriva molto il clima rigido, eppure, in quel momento, si stava gustando con gioia il suo gelato.

Il maggiore tremava dal freddo, si coprì per quel che poteva con i pochi indumenti che indossava, gli unici che possedeva, sentendo la pelle d'oca. A riscaldarlo, per sua fortuna, vi erano i raggi solari, che in quel momento sembravano aver capito quanto stesse soffrendo.

«Tu sei seriamente pazzo», sussurrò lievemente, mentre si sistemava ermeticamente la sua preziosa sciarpa intorno all'esile collo. Inspirò profondamente, assaporando a pieni polmoni il dolce e intenso profumo di Chan Yeol, che ancora emanava quel piccolo indumento, nonostante fosse passato un intero anno. «Ho freddo solo a guardarti».

Se Hun si strinse nelle sue ampie spalle come per dirgli che lui non poteva farci nulla. Le scrollò con nonchalance, non sapendo come rispondergli efficacemente; semplicemente, gli sorrise ironicamente. Poi ridacchiò leggermente, ripensando alle divertenti, così le definiva, parole dell'altro. «Io ho caldo, problemi?».

Non gli rispose, l'unica cosa che l'altro ottenne fu solo un muto silenzio, che Se Hun interpretò come una tacita, ma esplicita risposta da parte di Baek Hyun: non c'erano problemi. Rimasero di nuovo in un silenzio tombale, eppure, questa volta, Se Hun sentiva dentro di sé qualcosa di ben diverso dalle precedenti situazioni, sentiva che nell'aria alleggiava qualcosa che gli fece accapponare la pelle; ebbe la strana sensazione che la causa principale fosse proprio Byun Baek Hyun.

«Vuoi raccontarmi qualcosa?», domandò esitante dopo un po', non sapeva cosa poteva rivelargli l'altro e questo lo spaventava non poco. Nonostante, si sentisse decisamente esasperato a causa del mutismo, in cui si era rilegato l'altro, creando un muro che, ogni volta che parlavano, sembrava sgretolarsi, ma poi, ogni volta, ridiventava sempre più solido. Vide l'espressione vacua e persa, negli occhi color nocciola dell'altro, che in quel momento sembravano diventare sempre più scuri, man mano che passava il tempo.

«Lui sapeva tutto», affermò d'improvviso, spezzando la tensione che s'era creata nell'aria. Aveva la voce rauca e afona come se a causare quel timbro vocale fossero ore di pianti, ma di lacrime non ne aveva versato nemmeno una, almeno, non esternamente. Se Hun sospirò mentalmente, grato di essere riuscito a farlo parlare. Dall'altra parte, però, aveva paura di cosa potesse rivelargli il maggiore. «Sapeva ogni cosa. Gliel'hanno detto».

«Non ti seguo», affermò confuso l'altro, guardandolo impacciato. Il gelato che teneva ancora in mano, si stava lentamente sciogliendo sotto il calore del sole, per atterrare a terra come piccole chiazze di pioggia. A Se Hun, però, non importava in quel momento, Baek Hyun era diventato il suo centro, la sua attenzione era concentrata esclusivamente su di lui.

«Lui sapeva della mia depressione, sapeva tutto. L'ho visto venire fuori dall'ospedale». Lasciò in sospeso la frase. Il minore, invece, sembrava desiderare ardentemente il continuo, di essere a conoscenza di tutti i fatti che legavano quei due ragazzi. Baek Hyun, da parte sua, si avvolse le esili braccia intorno alle sottili gambe che strinse al petto con forza, come per cercare un riparo dai suoi ricordi, un oasi in cui trovare pace. Sentiva qualcosa di opprimente schiacciargli il petto con energia; doloroso, pensò in quel preciso istante.

«Mi ha guardato con occhi disgustati, di chi aveva scoperta la verità ed era rimasto nauseato. Ho visto il terrore e la compassione trasparire dal suo viso». La sua voce si incrinò e tremò verso la fine, trattene i singhiozzi che sentiva premere contro le sue palpebre, mordendosi il labbro inferiore con violenza.

«Baek Hyun». Se Hun sospirò, non sapendo cosa dire per poter consolare l'altro, che sembrava ricordare solo vari frammenti del passato. «Io non credo che lui ti disprezzasse, se lo fosse stato, ti avrebbe lasciato senza dire niente». Annuì, più che certo della sua teoria; sì, decisamente, aveva ragione. «Secondo me, era solo preoccupato per te».

«Allora perché è sparito all'improvviso, senza dire niente?». Baek Hyun non poté fare a meno di far scorrere una lacrima sul suo volto, che subito sparì contro la manica della sua giacca. Se Hun, invece, rimase in silenzio, sentendo una fitta al petto per il dolore che stava provando il maggiore.

Quella semplice è coincisa domanda aleggiò nell'aria senza una precisa risposta.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** XI ***







 

Waiting For You — XI





 

18 Marzo 2014.




 

Byun Baek Hyun, a quei tempi, passava il tempo in attesa dell'arrivo di Chan Yeol, giocando con le pillole per la depressione, seduto sul letto della sua stanza. Poi, quando sentiva che mancava poco alla fine delle lezioni dell'altro, sgattaiolava via con fare innocuo, sotto lo sguardo dei sorveglianti, che non sembravano accorgersi del corpo minuto di Baek Hyun.

Prima di incontrare Chan Yeol, aveva più volte tentato di ingoiarle per porre fine alle sue sofferenze, di farlo assumendo una dosa di troppo, eccessiva. Aveva tentato, ma la paura di poter trovare qualcosa di peggiore ad attenderlo dopo la morte, lo spaventava.

L'incontro con Chan Yeol fu come un miraggio, un oasi in mezzo al deserto. Era l'ancora a cui doveva aggrapparsi con le unghie e i denti, fino a sanguinare. Chan Yeol era diventato la sua ragione di vita, l'unico motivo per cui la mattina si alzava e sorrideva per davvero, senza sforzarsi.



 

Sospirò con stanchezza, riparato sotto lo spesso tettuccio della panchina, ed osservò con noia le piccole gocce scendere con furore e senza esitazione. Esse colpivano la lussuosa macchina parcheggiata in divieto di sosta di fronte a lui, come per punirla di quella piccola irregolarità. Ogni goccia si appoggiava con violenza contro il vetro del veicolo, quasi volesse perforarla, senza pietà, prorompente.

Baek Hyun trovò che quel tempo potesse essere un impedimento per Chan Yeol. Sarebbe riuscito ad arrivare puntale come sempre?, si domandava ogni tanto.

La realtà era un'altra.

Baek Hyun aspettò a lungo e per giorni il ritorno di Chan Yeol, ma il minore non si presentò più, non si fece più vedere. Baek Hyun cercava una scusa dietro l'altra per potersi illudere ancora una volta. E ancora una volta, sentire il suo cuore frantumassi in mille pezzi.

In un'istante sparì, come i granelli di sabbia trasportati via dalle onde del mare. Fu un attimo, una piccola folata d'aria e tutto era svanito, si era dissolto, come vapore. Gli ampi sorrisi, le battute e la risata di Chan Yeol, Baek Hyun capì di averne bisogno, come se fosse il suo ossigeno, il suo alimento per vivere.

Non sapendo cosa fosse successo all'altro ragazzo, il maggiore poté solamente rimanere silenziosamente su quella panchina, in cui aveva vissuto le sue più intense esperienze, a fissare il vuoto con uno sguardo lugubre e tetro, ad attendere con ansia il, così sperava, ritorno di Chan Yeol.

Nonostante cercasse di mostrarsi forte fuori, il dolore al petto e la pressante sensazione di aver sbagliato tutto, erano lì, persistenti e indelebili. Si sentiva svuotato di tutto, come un contenitore ripulito del suo interno.

La sua mente era completamente annebbiata e offuscata dai ricordi di Chan Yeol, dalla sua voce e dal suo profumo. Si sentiva privo di qualcosa di essenziale, smarrito, spaesato.

Il tempo sembrava scorrere con una lentezza snervante e Baek Hyun trascorresse quelle interminabili ore a pensare. Rimuginò su cosa avesse sbagliato, cosa avesse di sbagliato, mentre lacrime salate percorrevano il suo viso come un fiume in piena. Era consapevole di essere lui, in tutto e per tutto, l'errore. L'errore che avrebbe mandato alla collisione sia lui che Chan Yeol.

Era completamente inconsapevole delle sue azioni, delle sue parole e delle sue emozioni. Era un tornado di sentimenti, pronto a schiantarsi contro il suo mondo idilliaco, per poi farlo scomparire. Era un'immensa onda, che si sarebbe prosciugata contro la costa, cancellando i segni del passaggio di Chan Yeol. Era come il fuoco, pronti a bruciare qualsiasi cosa.

Bastava una scintilla e tutto sarebbe smarrito come parole nel vento.

Rimase inerme per un tempo, che non seppe neanche lui definire, silenzioso e tenebroso. I suoi occhi erano assenti e le sue iridi erano tinte di un marrone scuro, sembravano quasi neri, era circondati dalle venature rosse, causate delle numerose lacrime versate.

Baek Hyun si ritrovò, all'improvviso, a notte fonda, dopo essersi ripreso a causa di un urlo stridente proveniente dall'altra parte della strada.

Era da solo, seduto sul ciglio della strada, svuotato delle sue forze e anche delle sue lacrime.
 

Fu Do Kyung Soo a dirgli tutta la verità, quel giorno. Il ragazzo era appena uscito dall'università e si stava dirigendo verso la fermata dell'autobus con passo svogliato, come per ritardare il suo arrivo. Ci aveva pensato a lungo durante le ore di lezione, riuscendo perfino a perdere le spiegazioni delle sue materie preferite, e, alla fine, aveva deciso di affrontare Baek Hyun, faccia a faccia; non poteva continuare a vedere il suo migliore amico soffrire per colpa sua.

«Byun Baek Hyun?», lo chiamò con fare indispettito, mettendosi davanti alla sua visuale del ragazzo. L'altro lanciò uno sguardo al nuovo arrivato; per un attimo, aveva sperato fosse Chan Yeol.

Lo squadrò a lungo, cercando di capire chi fosse, ma la sua mente sembrava non avere la risposta, al meno, non in quel momento.

«Chi sei?», domandò scettico e infastidito dal tono della voce di Kyung Soo. Cercò di ricordare, per quel che poteva, il viso del ragazzo, che trovava abbastanza familiare, forse, anche troppo.

Kyung Soo lo guardò annoiato e sospirò pesantemente, cercando di reprime quella parte del suo cervello che gli suggeriva prepotentemente di mettergli le mani addosso e, fargli capire l'antifona, allontanandolo, così, dal suo Chan Yeol.

«Mi chiamo Do Kyung Soo e sono il migliore amico di Park Chan Yeol», proruppe con violenza, fiero di quel che aveva appena dichiarato. Guardò negli occhi Baek Hyun, il quale, con stupore, rievocò a fatica l'immagine dei due insieme.

Subito scattò in piedi e afferrò in una tenace stretta, quasi a stringerla con forza, un braccia di Kyung Soo. Lo strattonò e, quello, quasi perse l'equilibrio. L'altro sorpreso da quella reazione, non seppe come reagire. Riuscì solo a guardarlo per quei secondi che sembravano interminabili. Ebbe l'impulso di spingerlo via, allontanandolo da se stesso.

«Davvero?! Chan Yeol? Sai dov'è? Ti prego, dimmelo», quasi urlò Baek Hyun, con la voce tremolante ed affranta. Sperava con tutto il cuore di ricevere una risposta concreta che gli alleggerisse, anche se di poco, il peso, che gli opprimeva il petto.

Kyung Soo, sentendo quelle parole, si ricordò perché fosse lì. Ritornò impassibile di fronte al ragazzo, guardandolo con occhi freddi, che fecero accapponare la pelle di Baek Hyun. Venne spinto via dall'altro con un semplice gesto, cadendo sulla panchina. Kyung Soo lo guardava dall'altro in basso, con fare superiore, quasi con disprezzo.

«Chan Yeol si è ammalato». La sua voce rimase ferma e i suoi occhi diventarono più scuri. Incrociò le braccia al petto, pronto a scagliarsi contro il fragile ragazzo che aveva davanti a se. Baek Hyun, appena udì quelle parole, sentì le spalle alleggerirsi di colpo e il petto più leggero.

«Quindi non è arrabbiato con me», sussurrò più a se stesso che all'altro ragazzo. Si sentiva sollevato di poter sperare ancora, con tutto se stesso, anche se per poco, di poterlo rivedere.

Kyung Soo sbuffò sonoramente, infastidito più che mai dall'incuranza di Baek Hyun verso il reale significato delle sue parole. Si lasciò sfuggire intenzionalmente un colpo di tosse per attirare di nuovo la sua attenzione.

«Non lo so se è arrabbiato con te», rispose duramente e con disprezzo, nonostante sapesse perfettamente, in cuor suo, la realtà. «Ma so un'altra cosa». A ogni parola che pronunciava, la sua voce sembrava diventare sempre di più rauca e fredda. Baek Hyun lo guardava intimorito, il corpo di Kyung Soo sembrava sovrastarlo in quel momento.

«Tu, devi stargli lontano perché è colpa tua se sta male», tuonò, rivelando la sua rabbia repressa per tutto quel tempo. I suoi occhi non erano più freddi, ma scuri come la pece.

«Di cosa parli?», balbettò Baek Hyun, a corto di parole. Non capiva la rabbia e il rancore, che si celava dietro, e, ancor meno, capiva il significato di quelle parole.

Kyung Soo strinse le mani in due pugni, fino a far sbiadire le nocche. Stava reprimendo la sua collera, per Chan Yeol, ma sentiva il fastidio che provava per la totale ignoranza di Baek Hyun.

«Non ti sei mai accorto che è sempre stanco? Che è sempre assonnato? O che, non so, negli ultimi giorni aveva iniziato a star male?», quasi gli sbraitò in faccia, inveendo contro Baek Hyun, che rimase scioccato sentendo quelle parole. Il ragazzo non capiva ancora pienamente, ma sentiva solo che il problema per Kyung Soo, era lui.

«È colpa tua se ora è ammalato! Perché cazzo deve stare qui fino a notte fonda per farti compagnia?!». Kyung Soo lanciò un urlo esasperato contro il vento di quella notte. Lanciò un ultimo sguardo a Baek Hyun, in cui traspariva l'odio, prima di girarsi e andarsene, salendo sull'autobus, che pochi attimi prima si era fermato davanti a loro.

«Devi lasciarlo in pace, chiaro?», proferì minaccioso, prima che le porte del veicolo si chiudessero. Baek Hyun non ebbe neanche il tempo di ribattere.

Rimase da solo, con le taglienti parole di Kyung Soo aleggiargli intorno. Realizzò la realtà che si celava in quelle frasi e, finalmente, capì. Si sentì tutt'un tratto in colpa, capendo di essere stato egoista, pretendendo troppo da Chan Yeol, senza dargli niente in cambio.

Baek Hyun, però, non sapeva che per Chan Yeol gli attimi che passavano insieme, erano i più importante. Che avrebbe fatto di tutto pur di stare con lui, anche andare contro l'amore che il suo migliore amico provava per lui.

Baek Hyun ancora non sapeva che la loro relazione era fatto di ricordi sbiaditi, attimi sfuggenti, promesse mai fatte e frasi mai dette.




 

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18 Marzo 2015.





 

Se Hun era assorto nei suoi pensieri, i quali erano quasi tutti rivolti verso Lu Han e il possibile regalo da fare per il compleanno del maggiore, nonostante mancasse ancora un mese a quella data. Pensò che nulla potesse rovinargli la sorpresa che aveva preparato per il maggiore.

Sospirò leggermente, quando vide Baek Hyun raggomitolato su se stesso. Non gli diede molta importanza e lo superò, fermandosi davanti all'altro, che sembrava ignorarlo.

«Hyung!», urlò questi per farsi notare. L'altro sollevò lo sguardo e si concentrò sul minore con gli occhi arrossati. Se Hun ebbe un colpo al cuore.

«Che succede?», domandò preoccupato, abbassandosi all'altezza del maggiore.

Baek Hyun non gli rispose, rimase in un silenzio assordante. Si coprì il viso con le braccia, iniziando a dondolarsi lentamente con il corpo, assorto nel suo mondo. Strinse in due pugni le mani con rabbia, fino a far diventare bianche le nocche e conficcò le unghie nelle carni dei palmi delle mani.

«Ehi». La voce di Se Hun era vellutata e soffice, sembrava quasi una carezza sulla pelle. Strinse la mano intorno al braccio del maggiore, come per infondergli sicurezza e cercò di riscuoterlo dal suo stato in trance. Baek Hyun lo guardò spaesato, con gli occhi pieni di lacrime e tristezza mista a dolore. Se Hun ebbe un attimo di esitazione: non sapeva bene come affrontare quello stato emotivo del maggiore.

«Hyung, che succede? Ci sono io qua con te, ora».

Le guance arrossate del maggiore erano segnate da lunghe scie di lacrime che sembravano uscire senza fine dai suoi occhi arrossati e gonfi. Il cuore di Se Hun si strinse a quella visione.

«Se Hun, sono io il problema?», domandò l'altro con la voce spezzata dai singhiozzi. Il suo corpo ebbe un fremito e iniziò a tremare leggermente. «Ho qualcosa di sbagliato, vero?».

Se Hun scosse la testa con fervore non capendo perché l'altro stesse tenendo quel comportamento, ma non gli interessava realmente, voleva solo rassicurarlo e calmarlo.

«Tu non hai niente di sbagliato», affermò, guardandolo negli occhi castani. L'altro evitò il suo sguardo, gli fece segno di no con il capo come per dirgli che non aveva ragione e che lui era il problema.

«Ehi, guardami». Se Hun gli afferrò la testa saldamente e lo obbligò a guardarlo negli occhi. «Non so cosa sia successo, ma tu non hai niente di sbagliato. Sei come sei e nessuno può cambiarti, devono solo accettarti per come se fatto».

Baek Hyun scoppiò a piangere ancora di più. Il groppo che aveva in gola cresceva a dismisura.

«Come faccio? È tutta colpa mia, è colpa mia se lui è morto! Aveva ragione a dirmi di stargli alla larga. Perché non l'ho ascoltato, ora lui sarebbe vivo!».

Se Hun rimase sconcertato da quelle parole, paralizzato, era il termine perfetto. Non seppe che dire, rimase in silenzio e lo avvolse tra le sue braccia, cullandolo, in trance. Le lacrime di Baek Hyun sembravano un fiume in piena appena straripato: non finivano più mentre il tempo passava.

Se Hun, tornato a casa, riuscì solo a pensare alle parole del maggiore. Riecheggiavano nella sua mente come lampadine accecanti. Ma tutto non aveva un senso, non aveva una logica. Si decise a cancellare quei ricordi inutili, chiudendo gli occhi contro il cuscino del suo soffice letto.

Baek Hyun, quella notte, crollò sul suo materasso, dopo aver preso le sue medicine, dimenticando quello che era successo per l'ennesima volta. E per l'ennesima volta, sognò il sorriso di Chan Yeol, accompagnato dalla sua risata; probabilmente, era l'unico frammento del suo passato, che non avrebbe mai dimenticato.

La sua mente stava vacillando velocemente e lui non aveva più le forze di vivere serenamente come aveva sperato e promesso a Chan Yeol.

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Capitolo 12
*** XII ***


 

 

 

 

 

Waiting For You — XII

 

 

 

 

 

31 Marzo 2014.

 

 

 

 

 

Le iraconde parole di Kyung Soo furono come piccoli pezzi di carta, da usare e gettare. Baek Hyun le prese, le udì, le interpretò e le capì. Dopo, com'erano penetrate nella sua mente, alla stessa velocità, vi erano uscite.

E così aveva sempre fatto con tutti gli insulti e le cattiverie nei suoi confronti, di tutti coloro che lo trovavano strano, troppo fuori posto in un mondo di normali - ma cos'era davvero la normalità?. Coloro che desideravano non esistesse o che, per lo meno, potesse sparire all'istante. 

Baek Hyun aveva imparato ad ignorare tutti e tutto, aveva imparato a credere solamente in se stesso, in quello che riteneva essere reale. Aveva imparato, ma non era riuscito ad isolarsi completamente. Le cattiverie che sentiva, di giorno in giorno, fin da piccolo, erano diventate per lui la normalità, la sua realtà.

Lui era quello strano. Lui era quello diverso. Lui era quello sbagliato. Lui era l'errore.

Alla fine, Baek Hyun fece come suo solito; le parole di Kyung Soo furono come le onde del mare: lo passarono e lo lasciarono nel suo tormento, alla deriva di una spiaggia desolata.

Per quei pochi giorni a venire, Baek Hyun poté solo aspettare con impazienza il ritorno di Chan Yeol, che, però, sembrava non accennare ad affrettare quel momento. Il tempo sembrava scorrere con lentezza, lasciando Baek Hyun ai suoi dubbi, alla sue preoccupazioni e ai suoi pensieri tormentati.

Ogni giorno, osservava con meticolosità gli estranei che scendevano dagli autobus, alla ricerca del suo ragazzo. Agli occhi di tutti quegli sconosciuti, Baek Hyun sembrava completamente impazzito.

Ogni tanto, la sua mente scambiava qualcuno per Chan Yeol: una volta per la statura, l'altra per il colore dei capelli e ancora per il timbro della voce profonda. Ogni volta, Baek Hyun si alzava di scatto, quasi cadendo. Sperava con tutto il suo cuore che Chan Yeol gli venisse incontro, con il suo ampio sorriso stampato in faccia, per abbracciarlo e stringerlo al suo petto, affondando il viso nei capelli del maggiore. Erano pochi attimi, poi la sua mente lo riportava alla cruda realtà e si rendeva conto che tutto era solo un'illusione, che Chan Yeol non c'era, non era tornato.

Baek Hyun aveva quasi perso le speranze più volte, si era quasi arreso, stremato dalle sue forze. Eppure, nonostante tutto, non voleva, non poteva. Rimase lì ad aspettarlo con la pioggia, il vento e il freddo, con gli sguardi di pietà e compassione, accompagnato dal borbottio di sottofondo. Baek Hyun lo avrebbe aspettato fino alla fine.

Per l'ennesima volta Baek Hyun pensò di vederlo, di intravederlo tra la folla. Ma si era abituato agli scherzi che gli faceva la sua mente. Per l'ennesima volta pensò di esserselo immaginato, di essersi sbagliato. Per l'ennesima volta, rimase deluso e sconfitto.

Eppure, era vero, lui era lì. 

Quando si rese conto che Chan Yeol, in carne ed ossa, gli stava andando incontro come aveva immaginato in quei giorni, il piccolo cuore di Baek Hyun perse un colpo e ebbe un fremito nel petto.

Tutto quello che fece, fu d'istinto. Non riusciva nemmeno a pensare, la sua mente era completamente annebbiata e gli occhi si erano appannati a causa delle numerosi lacrime che sgorgavano dal suo viso. Si alzò di scatto dalla panchina e corse verso il ragazzo. 

Baek Hyun non riuscì a trattenere il sorriso che mostrò a Chan Yeol, quando questi allargò le braccia e lo accolse in un abbraccio caloroso. E non poté nascondere il sussultò del suo cuore quando Chan Yeol lo strinse con forza a se. Quest'ultimo inspirò l'odore dei suoi vestiti, che gli arrivarono alle narici come una realtà cruente: era identico a quello dell'ospedale, evitò di pensarci.

«Baek, come stai?», fu la prima domanda che passò per la mente del più giovane. Il maggiore lo guardò negli occhi scuri, mentre gli stringeva una mano. Chan Yeol poté distinguere con chiarezza il gelido tocco dell'altro ed ebbe un leggere tremito. «Ma hai le mani congelate».

Baek Hyun rimase completamente incantato, sentendo di nuovo la soffice voce dell'altro. I loro occhi si incontrarono di nuovo e, di nuovo, si persero nel loro mondo. Tutto sembrava essersi fermato in quel momento, come se il tempo non scorresse più, solo per loro. Il cinguettio degli uccelli divenne un suono di sottofondo in lontananza, il motore delle macchine e il chiacchiericcio delle persone divennero flebili rumori.

Tutto sembrò essersi mutato.

Chan Yeol strinse dolcemente le mani di Baek Hyun tra le sue, cercò di riscaldarle come poteva. I loro sguardi non si lasciarono mai, rimasero incatenati per tutto il tempo. Baek Hyun aveva paura, che chiudendo le palpebre, il minore potesse sparire e dissolversi nell'aria, realizzando che era tutta un'illusione.

«Ti ho aspettato così tanto», sussurrò all'improvviso Baek Hyun con la voce incrinata. Sentiva le palpebre riempirsi di lacrime, ma non aveva intenzione di piangere. «Perché non sei venuto prima?».

Chan Yeol lo guardò, felice di poterlo rivedere, e gli sorrise come aveva fatto la prima volta che Baek Hyun gli aveva parlato. Il maggiore sentì una piccola fitta al cuore, ammirando di nuovo il viso del suo ragazzo. Poi Chan Yeol gli accarezzò la testa con un tocco gentile e affettuoso, come per fargli capire che lui era davvero lì.

«Sono qui, è questo l'importante». Poche parole, brevi ma coincise, che colpirono nel profondo Baek Hyun. Lui era lì e ora non l'avrebbe più lasciato andare. Sembrava quasi una tacita promessa, che però Chan Yeol non riuscì mai a mantenere.

Gli occhi di Baek Hyun si allagarono come un fiume in piena e le lacrime strariparono oltre le sue palpebre, scorrendo lungo le guance. Pianse per un tempo che sembrò infinito, singhiozzando contro il petto del minore, avvolto dal suo caloroso abbraccio. Le sue lacrime furono più significative di mille parole. Chan Yeol era diventato un parte essenziale della sua vita. Era entrato come un uragano ed aveva abbattuto tutte le sue difese in un colpo solo. Era riuscito a farlo innamorare di lui e ora doveva prendersi le sue responsabilità.

Baek Hyun aveva la sensazione che tutto sarebbe andato per il verso giusto, se fossero stati insieme. Ma la loro storia era un percorso sterrato pieno di sbandamenti fuori dalla strada principale.

Quando il maggiore riuscì a calmarsi, si sedettero sulla panchina, accompagnati dal rumore chiassoso della città urbana.

Chan Yeol si passò una mano tra i capelli con fare agitato e sorrise ambiguamente al maggiore. Dettagli che non sfuggirono agli occhi vigili di Baek Hyun.

«Che succede?», domandò Baek Hyun. Chan Yeol gli lanciò uno sguardo rassicurante, ma il più grande sentiva che qualcosa non andava.

«Lo so che abbiamo litigato per questo l'altra volta. Lo so che probabilmente non vuoi, ma io te lo voglio chiedere lo stesso». Chan Yeol trattenne il fiato, prima di espirare e rivelare tutto d'un fiato senza pensarci più di un secondo. «Vieni a vivere con me, per favore».

Baek Hyun guardò Chan Yeol in faccia: decisamente non se lo aspettava. L'espressione sul viso del minore sembrava urlargli di accettare, di farlo per lui. Si sentì crollare addosso il mondo, come poteva accettare? Come poteva permettersi di scappare e sparire dall'ospedale?

Eppure ci pensò per un po', evitando di guardare negli occhi il più giovane, e ricordò lo straziante dolore che aveva provato, quando Chan Yeol lo aveva - come aveva definito lui - abbandonato.

E capì che la sua unica opzione era quella, per salvaguardare il suo cuore.

«Ti seguirei ovunque Chan Yeol».

Nonostante tutte le loro promesse e i loro sogni, Park Chan Yeol non seppe mai quanto Byun Baek Hyun avesse bisogno di aiuto, né come aiutarlo.

Era completamente inconsapevole della vastità e delle moltitudini di possibilità, con cui avrebbe potuto stringere la mano del maggiore e trascinarlo fuori da quel baratro in cui era caduto anni prima. 

Non lo sapevo, non lo capiva e non poteva aiutarlo.

Chan Yeol era accecato dall'amore che provava per Baek Hyun. È questo rendeva il suo mondo tutto più luminoso, ma, allo stesso tempo, nascondeva le difficoltà della loro relazione perché Chan Yeol e Baek Hyun erano troppo diversi per potersi capire realmente l'un l'altro. Vivevano in due mondi completamente differenti e, per un secondo, si erano scontrati. Quel piccolo incontro, fu la scintilla della miccia che incendiò tutto.

 

 

 

 

 

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31 Marzo 2015.

 

 

 

 

 

Baek Hyun non sapeva bene come affrontare Se Hun. La vergogna e l'imbarazzo lo divoravano interiormente. Si sentiva a disagio, ripensando a quello che era successo.

Quando, giorni dopo l'accaduto, ricordò tutto quello ch'era successo, si meravigliò e rimase stupefatto di se stesso. Era crollato emotivamente e non sapeva bene come gestire quelle sue emozioni. Non avrebbe mai voluto che accadesse, ma si era lasciato andare, dissolvendo l'involucro che aveva costruito per proteggersi e non sembrare vulnerabile agli occhi altrui. Aveva paura che potesse avere di nuovo una ricaduta, ma, che la prossima volta, probabilmente, non si sarebbe limitato a piangere. Lo sapeva, in cuor suo, ne era pienamente consapevole.

Se Hun non aveva proferito parola su quant'era successo e non aveva neanche chiesto cosa fosse accaduto l'anno precedente. Era rimasto in silenzio, rispettando Baek Hyun e la sua volontà. Il maggiore si sentiva confortato da questo, sentiva che il giovane lo capiva più di quanto dimostrasse. Ma sentiva anche di poter diventare una voragine in cui Se Hun sarebbe precipitato. E non poteva permetterlo, non di nuovo.

La sensazione di angoscia e dolore non erano ancora del tutto svanite. Pressanti e agonizzanti erano radicati dentro di lui come macchie d'inchiostro sugli abiti.

Baek Hyun era a conoscenza della sua vulnerabilità, eppure si disse di dover essere forte, di dover andare avanti e lasciarsi indietro il passato, di dover vivere la sua vita a pieno, perché questo era quello che Chan Yeol avrebbe voluto: che lui fosse felice in ogni occasione.

Se Chan Yeol fosse stato ancora vivo, non avrebbe mai permesso a Baek Hyun di piangere per i sensi di colpa, lo avrebbe rassicurato, confortandolo tra le sue braccia e sussurrandogli dolci parole rassicuranti. Dall'altro canto, però, se Chan Yeol fosse stato ancora vivo Baek Hyun non si sarebbe sentito così.

Il solo ricordare il minore provocava un dolore immenso al ragazzo, un dolore che andava oltre la concezione mentale e fisica, che superava qualsiasi dolore emotivo.

Baek Hyun era lacerato dentro e quella ferita stava sanguinando copiosamente. Non venne mai disinfettata e si stava infettando.

«Hyung». Baek Hyun ritornò alla realtà della sua vita, ritornò alla realtà priva di Chan Yeol. La voce di Se Hun arrivò alle sue orecchie come due tifoni, devastanti. Il minore gli corse incontro con in mano un bicchiere di cappuccino della caffetteria preferita di Chan Yeol, dove anche quest'ultimo comprava da bere a Baek Hyun. Il maggiore sentì un dolore al petto, fu un attimo poi tutto svanì all'improvviso.

«Tieni, te lo offro». Baek Hyun prese il bicchiere con riluttanza. Il cuore gli urlava di non farlo, di non ferirsi da solo. Si chiese se il sapore fosse lo stesso di quello di Chan Yeol e se avesse la stessa temperatura, che ogni volta lo riscaldava.

Lo sorseggiò a lungo sotto il vigile sguardo dell'altro, indeciso se berlo o meno. Aveva come la sensazione, che se l'avesse fatto, avrebbe tradito Chan Yeol. Eppure decise di assaggiarlo per Se Hun, ma tutto quello che sentì, fu solo una profonda e amara tristezza. Il sapore di quel caffè era ben diverso da quello di Chan Yeol e il calore non c'era.

In quel momento, capì che in realtà tutte quelle sensazioni, quel calore, quel sapore erano nella sua mente e che tutto quello che sembrava non essere fatto da Chan Yeol gli sembrava sbagliato. Capì che il problema non era la bevanda, ma lui.

Baek Hyun lo sapeva bene.

«Non è buono?», chiese Se Hun, dopo essersi seduto accanto al ragazzo. Notò l'espressione affranta e desolata di Baek Hyun e si chiese se avesse sbagliato qualcosa. «Se vuoi vado a cambiarlo».

Baek Hyun scosse freneticamente la testa, poi rimase ad osservare il bicchiere di plastica con uno sguardo vuoto e privo di significato. Il liquido all'interno rifletteva la sua immagine, gli occhi che riuscì a distinguere vividamente erano colmi di tristezza.

«Non ha nessun problema il cappuccino», gli rispose il maggiore. Il sorriso che mostrò fu malinconico; Baek Hyun non provò nemmeno a nasconderlo. Se Hun ebbe un brivido lungo la schiena e la sensazione che qualcosa sarebbe andato a rotoli lo colpì come un fulmine a ciel sereno.

«Sono io il problema». Una frase, cinque parole. Fu come una tempesta, una diluvio dopo una giornata di sole. Se Hun ebbe un brivido. La paura che potesse piangere di nuovo, sparì velocemente, sostituita dalla sensazione di angoscia.

«Un anno fa, ero il tipo di ragazzo che se ne fregava altamente di quello che gli altri gli dicevano. Ed è che questo ho fatto: ho ignorato le parole di Kyung Soo». Se Hun vide le mani di Baek Hyun tremare leggermente, si chiese perché facesse così. Lo guardò in viso e gli occhi del maggiore era neri come la pece, non mostravano niente.

«Chan Yeol era tornato in perfetta salute, col sorriso sul viso e la gioia di vivere di sempre». Calò il silenzio e Baek Hyun cercò di ricordare cosa fosse successo, ma aveva come un vuoto di memoria e tutto sembrava essere scomparso. Era immerso nel nero.

«Poi cosa è successo? Che ti ha detto?».

Baek Hyun non voleva cadere in quel baratro che sapeva aspettarlo impaziente. Ma era troppo stanco per lottare contro la sua malattia e la mancanza di Chan Yeol peggiorava tutto. Se Hun si rese conto dello stato in cui si trovava il maggiore. Gli afferrò la mano e lo costrinse a guardarlo. I loro sguardi di incatenarono in qualcosa di surreale, qualcosa che andava contro la concezione umana. Il più giovane ebbe l'impressione di poter leggere tutto il dolore di Baek Hyun.

«Hyung, calmati», sussurrò con dolcezza, cercando di infondergli sicurezza. «Non è successo niente. Fai un profondo respiro e calmati».

Baek Hyun lo fece, ascoltò con attenzione la delicata voce di Se Hun, che sembrava cullarlo. Chiuse gli occhi, assaporandosi la pace di quel momento.

«Chan Yeol mi ha chiesto di andare ad abitare da lui», disse in un lampo di chiarezza, lasciando a bocca aperta l'altro. «Ho accettato per paura di poterlo perdere di nuovo».

Se Hun aspettò che Baek Hyun continuasse, con l'ansia che sembrava volerlo divorare da un momento all'altro.

«Nessuno dei due sapeva a cosa stavamo andando incontro. Chan Yeol, probabilmente, non seppe mai che io fui il suo più grande errore».

 

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Capitolo 13
*** XIII ***


 

 

 

 

 

 

Waiting For You — XIII

 

 

 

 

 

 

06 Aprile 2014.

 

 

 

 

 

 

Chan Yeol non seppe mai come Baek Hyun riuscisse ad uscire dalla clinica senza essere fermato e mai glielo chiese. Aveva come la sensazione che se avesse approfondito, poi tutto si sarebbe complicato ancora di più. E non seppe mai quanto quella scelta per Baek Hyun fu errata. Rimase completamente ignaro dei sentimenti del maggiore, troppo concentrato su se stesso, Chan Yeol aveva ignorato tutti i segnali che Baek Hyun gli stava lanciando.

Baek Hyun, però, aveva preso una drastica scelta: abbandonare tutto per Chan Yeol. Aveva scelto di lasciarsi tutto alle spalle, anche se stesso, per poter diventare un nuovo Baek Hyun - almeno così sperava. Aveva scelto Chan Yeol per il resto della sua vita e l'aveva posta nelle mani del più giovane, che però ne fu completamente ignoro e inconsapevole.



 

Se Baek Hyun rimase inebriato o meravigliato, non lo fece notare. Se si sentiva in qualche modo disorientato o, per lo meno, spaesato, non lo diede a vedere.

Baek Hyun rimase impassibile, mostrò il suo viso inespressivo ed osservava la sua nuova abitazione, situata su una via secondaria, nascosta dal traffico cittadino, con gli occhi di chi di un disinteressato. L'appartamento era piccolo ed era composto solo da una stanza, un bagno e il soggiorno annesso alla cucina. A Baek Hyun in realtà andava più che bene. Per lui, la cosa più importante era essere assieme a Chan Yeol. Poter passare il tempo assieme al suo gigante e vivere serenamente. Desiderava solo una vita pacifica e tranquilla, ma non tutto si ottiene e Baek Hyun ben presto lo capì da se.

Gli occhi color nocciola di Baek Hyun iniziarono ad osservare curiosi le spoglia mura dell'appartamento del più giovane, sotto il suo vigile controllo. Tutto era rivestito con della semplice ma raffinata - se così si poteva definire - carta da parati, che si intonava alla perfezione - stranamente - con i mobili posti lungo tutto il perimetro del soggiorno. Chan Yeol disse che li aveva acquistato al mercato dell'usato e Baek Hyun ridacchiò dolcemente.

Lo sguardo del maggiore passò lentamente sui piccoli dettagli che costruivano quell'abitazione e cercò, per quel che poteva, di immagazzinarle nelle sua mente, per farne un piccolo tesoro.

Sembrò completamente ipnotizzato, quando iniziò a sfiorare tutti i mobili, lasciando le sue impronte su questi. Quell'abitazione gli emanava una forte sensazione di sicurezza. Un sentimento che Baek Hyun non provava da tanto.

Chan Yeol, che fino a quel momento, non aveva mai permesso a nessuno di entrare in casa sua, all'infuori di Kyung Soo, si sentiva decisamente a disagio. Si sentiva spogliato completamente e messo a nudo davanti agli occhi di Baek Hyun, perché alla fine, dentro quell'abitazione vi erano rinchiusa tutta la sua vita. Forse, dentro di sé non era ancora pronto a fare quel passo.

Vedendolo così assorto in quella sua mini-esplorazione, Chan Yeol sorrise dolcemente, quasi imbarazzato. Appoggiò l'enorme borsone contenente gli indumenti del suo ragazzo accanto al divano letto, che aveva acquistato con i suoi primi risparmi per ospitare Kyung Soo.

Si avvicinò a Baek Hyun lentamente. Per la stanza il suono delle sue scarpe riecheggiò rumorosamente. Gli strinse dolcemente un braccio intorno alla sua mano, percependo quella piccola scossa che gli attraversava il corpo e che provava ogni volta che toccava Baek Hyun, anche solo, attraverso un semplice sfioramento.

Lo avvicinò a se, stringendolo in un caloroso abbraccio, confortante, e pose fine a quella specie di intrusione nella sua quotidianità. Baek Hyun affondò il viso nel petto del giovane. Chiudendo gli occhi, ricambiò l'abbraccio.

Per un attimo il maggiore decise di poter lasciarsi andare e mettere a tacere le urla che sentiva nella sua testa, che gli ripetevano costantemente, da quando aveva abbandonato la clinica, di star facendo il più grande errore che potesse fare. Che tutto quello a cui sperava di poter raggiungere, si sarebbe dissolto come i sospiri nell'aria, come sabbia nel vento, e, prima o poi, sarebbe svanito tutto, cancellandone ogni traccia.

«Mi spiace per il disordine», disse Chan Yeol, ridendo a disagio. Nascose il capo nell'incavo del collo di Baek Hyun per il leggero imbarazzo e gli lasciò un piccolo bacio a fior di labbra sul collo. Quest'ultimo, non aspettandosi quella reazione da parte del minore, arrossì violentemente in viso e, quasi subito, sentì il cuore scaldarsi in un attimo. «Non ho avuto tempo di sistemare».

Baek Hyun scosse con forza il capo, facendo scuotere i suoi luminosi capelli. Sorrise dolcemente contro il suo petto, mentre gli accarezzava lentamente la schiena con dolcezza. «Non importa, è perfetto anche così».

Chan Yeol rilasciò un sospiro, mentre una sensazione di serenità si impossessò della sua mente. Finalmente, aveva tutto quello che poteva desiderare lì, con se. Sentiva che tutto sarebbe andato per il meglio, che tutto sarebbe stato perfetto, che la loro storia sarebbe stata come una favola.

Chan Yeol ancora non sapeva quanto si stesse sbagliando, quanto la loro storia sarebbe stata distruttiva per la sua vita.

«Sai, vederti qua dentro, fa sembrare tutto più strano, ma è anche così familiare», mugugnò il minore contro la spalla di Baek Hyun e, nascondendo il viso sulla spalla del più grande, scoppiò a ridere inaspettatamente. Inspirò profondamente il profumo dei capelli del maggiore, che sapeva di lavanda e vaniglia. «Decisamente, mi piace. Mi piace tanto. Forse, troppo».

Agli occhi di Baek Hyun, Chan Yeol sembrava un piccolo bambino, dolce e indifeso. La sincerità che trapelava da quelle semplici parole, arrivò al piccolo cuore di Baek Hyun come una carezza, soffice e calorosa. Questi sentì un leggero formicolio alla bocca dello stomaco. Gli occhi iniziarono a pizzicargli e le lacrime premettere contro le sue palpebre. Si sentiva troppo felice. Il suo piccolo cuore ebbe un breve fremito, che non seppe definire chiaramente. Forse aveva iniziato a scongelarsi quella gabbia di ghiaccio in cui l'aveva racchiuso.

Ma per Baek Hyun, quella felicità, era solo una mera illusione. Troppo sfiducioso, chiese al più piccolo perché glielo avesse chiesto, perché lui fosse lì con lui. Baek Hyun si sentiva inquieto, aveva come la sensazione che qualcosa di esattamente brutto sarebbe successo è tutto si sarebbe sgretolato.

«Perché te l'ho chiesto?», ripeté Chan Yeol, assorto nei suoi pensieri. Ci pensò su un attimo, cercando le giuste parole. Guardò negli occhi Baek Hyun e gli sorrise sinceramente. «Perché odio vederti lì, seduto su quella panchina ormai vecchia. Perché voglio averti sempre accanto a me. Perché non desidero altro che vederti sorridere per sempre».

Chan Yeol strinse le sue dita con quelle di Baek Hyun. I loro occhi si legarono l'uno all'altro, si immersero e si persero in qualcosa di più vasto, qualcosa che superava i confini. Sembrava tutto perfetto, tutto reale, possibile.

Ma Chan Yeol non sapeva che, da lì a poco, il loro mondo sarebbe crollato un po' alla volta come i pezzi di una scacchiera, uno dietro l'altro.

Non poteva immaginare che quei sorrisi che tanto agognava, desiderava, pretendeva, sarebbero diminuiti sempre di più, scomparendo, per dare posto alla tristezza, al dolore e alla sofferenza.

La felicità, che si era costruito con fatica, sarebbe diventato, in men che non si dico, un mero miraggio, nascosto dietro il velo della depressione che avvolgeva Baek Hyun.

Chan Yeol stava andando incontro a un destino tumultuoso e irrequieto, senza esserne consapevole. Era senza protezioni e un'adeguata preparazione, e stava percorrendo quella strada a una velocità che superava di gran lunga il limite di velocità, pronto a schiantarsi contro un muro di cemento.

Un muro che avrebbe segnato la fine della loro storia e della sua vita.

 

 

 

 

 

 

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06 Aprile 2015.

 

 

 

 

 

 

«Finalmente si sente l'aria di primavera», sospirò Baek Hyun, mentre accavallava le gambe e osservava il cielo privo di nuvole. Era azzurro, di un limpido che Baek Hyun non aveva mai visto. «Si sta bene, no?».

Se Hun non poté fare altro che sorridergli in assenso. In qualche modo, per quell'aspetto, si sentiva simile a Baek Hyun: anche lui amava il calore, il sole. La pioggia e il freddo erano due elementi che avrebbe con molto piacere eliminato dal suo vocabolario personale.

Capì, che in fondo, erano simili, ma completamente differenti. E questo Se Hun lo sapeva bene.

«Cos'è successo poi?», domandò il minore, riferendosi alla proposta che Chan Yeol l'anno prima aveva posto a Baek Hyun. «Sei andato nel suo appartamento?».

Il maggiore mostrò un sorriso timido, quasi intimo, che sembrava nascondere mille segreti e mille vicende. Il suo fragile cuore iniziò a battere nel suo petto lentamente, come un'agogniate melodia.

Ripensare alla casa di Chan Yeol, per Baek Hyun, era come immergersi nel passato, riviverlo di nuovo: lì aveva esperimentato sentimenti che prima di allora non conosceva. Erano devastanti, dolorosi, eppure lo rendevano felice. Nonostante tutto, quello che ricordava chiaramente di quel passato, erano solo le lacrime, il dolore e le sue grida.

«Il suo appartamento era minuscolo, piccolo ma confortante». Baek Hyun si immersa nei suoi pensieri e immaginò di nuovo di essere lì con Chan Yeol. Fu come una pugnalata al cuore, un dolore lacerante e una verità, che aveva celato nel suo cuore, venne alla galla. «Non m'importava più di tanto della dimensione, a me piaceva così com'era. L'aria era impregnata del suo profumo e di calore. Era una casa vissuta, consumata e confortevole. Ed erano sentimenti che non aveva mai provato».

Se Hun immaginò un piccolo appartamento scialbo e arredato malamente. Immaginò Baek Hyun all'interno di quella abitazione assieme a un'immagine astratta di Chan Yeol. E sorrise calorosamente, trovando estremamente dolce quella possibile visione.

Eppure sentiva che Baek Hyun gli aveva nascosto una verità che aveva rinchiuso dentro se stesso, sigillato da un lucchetto.

«Chan Yeol era un ragazzo disordinato e la sua casa lo rispecchiava perfettamente», Baek Hyun continuò a parlare, lasciandosi cullare dolcemente dai unici ricordi che riusciva a rammendare. «Le pareti erano ricoperte da semplice carta da parati e, stranamente, il tutto si intonava con i mobili antiquati. Erano decisamente fuori moda».

«Sembra bella, detta così», proferì silenziosamente Se Hun, mostrando un sorriso tenero. Baek Hyun annuì lentamente ed iniziò ad osservare i piccoli sassolini che ricoprivano il suolo.

«Lo era, decisamente», rispose il maggiore con malinconia. Dopo la morte di Chan Yeol quell'appartamento era stato venduto e Baek Hyun non aveva più potuto entrarvici.

Iniziò a giocare con l'anello, che portava da più di un anno, ormai. E ripensò a tutte le possibili strade che avrebbe potuto percorrere per poter continuare a vivere lì dentro, ma si rese anche conto che, se ci fosse riuscito, sarebbe stata solo una grande sofferenza, un continuo ricordare della vita pretendente di Chan Yeol, di una vita prima di incontrare Baek Hyun.

«Era perfetta, prima che ci entrassi io», proferì Baek Hyun, lasciandosi sfuggire un sospiro sommesso. Se Hun rimase spaesato, interdetto. Cercò di leggere tra le righe di quelle parole, ma Se Hun riusciva solo a capire che Baek Hyun si considerava l'errore più grande di Chan Yeol. Lanciò uno sguardo vacuo al maggiore, aspettando comunque una frase di chiarezza da parte sua, ma come al solito non ricevette niente.

«Ho chiesto a Chan Yeol perché mi volesse lì con lui», Baek Hyun cambiò discorso all'istante e Se Hun poté solo ascoltarlo in silenzio. «Mi ha mentito, almeno credo».

Il più giovane non disse niente, chiuse gli occhi per pochi secondi e aspettò che fosse Baek Hyun a continuare il discorso nel loro silenzio.

«Mi ha guardato negli occhi e ha detto che odiava vedermi aspettarlo per lunghe ore, che mi voleva sempre accanto a lui». Baek Hyun ingoiò il groppo che sentiva in gola e sospirò leggermente, mentre la sua voce perse la calma e si incrinò leggermente, lasciando trapelare il suo dolore. «In realtà, adesso capisco, che l'aveva fatto solo per pietà e compassione. Eppure ho accettato, perché quello che provavo per lui, andava oltre i pregiudizi e i miei dubbi».

Baek Hyun prese un profondo respiro prima di ricominciare a parlare. I suoi occhi erano lucidi quando rivolse lo sguardo a Se Hun.

«Lo amavo più di ogni altra cosa, più di me stesso. Mi sarei completamente azzerato per lui. Ma Chan Yeol non capiva l'enormità dei problemi che ancora oggi mi porto sulle spalle. E, per aiutarmi, fece la scelta più sbagliata che potesse fare, perdendo la mia fiducia completamente».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** XIV ***


















 

Waiting For You — XIV














 

10 Aprile 2014.














 

Il piccolo soggiorno del minuscolo appartamento era illuminato dalla debole e fiocca luce che proveniva dallo schermo della televisione, il quale stava trasmettendo un vecchio film di qualche anno prima.

Baek Hyun, in quel momento, stava mostrando una facciata del tutto tranquilla, priva di paura e completamente rilassata. Le sue piccole mani erano intente ad accarezzare con dolcezza i delicati e soffici capelli castani di Chan Yeol. I suoi occhi scuri erano fissi sul piccolo schermo di fronte a lui, tremolando leggermente e, ogni tanto, si ritrovava a chiuderli per dei lunghi attimi.

Nonostante l'apparenza, Baek Hyun, in realtà, era spaventato a morte. I muscoli del suo piccolo viso erano rigidi e tesi, mentre si sforzava di non perdere il controllo di se stesso. In cuor suo, sapeva perfettamente che se gli avesse mostrato gli innumerevoli lati della sua anima, che Chan Yeol non aveva ancora mai visto, probabilmente, sarebbe stato terrorizzato da lui e sarebbe scappato via, abbandonandolo.

Fin da piccolo, aveva sempre avuto paura del buio, nonostante, la trovasse inutile in tutti i suoi aspetti. Era provocata dalla sua flebile mente, più precisamente dal suo subconscio deviato, mista alla sua ansia e alla sua agitazione. Lo terrorizzava, lo faceva sudare freddo e tremare come una foglia.

Baek Hyun pensava che in quel nero che lo circondava, così all'improvviso, si trovassero i suoi più grandi incubi, le sue ansie e i suoi numerosi dubbi. In fondo, però, sapeva perfettamente che, in realtà, aveva paura della sua stessa paura, seppur irrazionalmente.

La sua psichiatra dell'ospedale aveva espressamente richiesto di inserire una luce nella stanza del suo paziente, da tenere accesa la notte, il giorno stesso che per la prima volta lo incontrò. Ma Byun Baek Hyun non l'aveva mai usata.

Da quel giorno, ogni notte, dopo aver spente le luci di tutto il palazzo, alla stessa ora, ogni giorno, Baek Hyun si avvolgeva intorno al corpo la leggera coperta e rimaneva seduto alla merce dei suoi mostri, tremante. A volte, nella notte, si sentivano i suoi acuti urli riecheggiare tra le mura della sua stanza e rimbombare debolmente anche all'esterno.

Ma nessuno osava avvicinarsi: troppa era la paura di affrontare un paziente dichiarato schizofrenico al primo incontro. Così, lo lasciavano solo, in quell'angusta stanza, in balia dei suoi peggiori incubi e dei suoi ricordi più disastrosi.

E, ogni volta, nessuno sapeva, nessuno chiedeva e tutti chiudevano gli occhi.

«È decisamente noioso questo film», affermò Chan Yeol, stiracchiandosi sulle gamba del maggiore. Baek Hyun era seduto ai piedi del piccolo divano, mentre il più giovane era steso ed aveva appoggiato il suo capo sulle sue cosce. Chan Yeol si girò verso di lui e gli rivolse i suoi occhi color nocciola, sorridendo. «Non credi?».

Baek Hyun non si era per niente concentrato a guardare il film, che l'altro aveva trovato cambiando canale per quasi tutta la serata. Troppo consapevole del minore, aveva passato tutta la serata ad ascoltare il suo respiro, ad annusare il suo profumo invadente e ad ascoltare il suo cuore, per farli rimanere impressi nella sua mente come macchie indelebili.

Perché sapeva, in fondo al suo cuore, che tutto sarebbe svanito presto e si stava preparando per quell'evenienza, dimenticando perfino i suoi incubi.

«Mh. Decisamente», mentì Baek Hyun leggermente, annuendo per enfatizzare la sua risposta. Continuò ad accarezzare i delicati capelli del più giovane, mentre immaginava di poter vivere per sempre con lui. Come sarebbe stato? Un disastro o l'inizio di qualcosa che lo avrebbe aiutato? Baek Hyun però sapeva fin troppo bene che il loro tempo assieme era agli sgoccioli e che tutti gli attimi assieme erano preziosi.

«Allora, cos'altro vuoi fare?». Chan Yeol non si fece ripetere quella domanda due volte. Subito, afferrando il telecomando, spense l'apparecchio elettronico, rimanendo nelle tenebre di quella notte, nel nero più totale.

Si sollevò dal corpo dell'altro e, sorridendo come un bambino, si sistemò al suo fianco, guardando il suo viso illuminato dalla tremolante luce della Luna, proveniente dalla finestra.

Baek Hyun in un attimo perse il controllo: la sua mente si svuotò completamente, lasciandolo in balia della sua fantasia ed iniziò a tremare freneticamente. Si era ritrovato da solo nel buio.

La paura lo avvolse completamente, insinuandosi dentro le sue membra. Fu un attimo e tutto svanì dai suoi occhi, rimpiazzati completamente dai fantasmi del passato.

Le sue piccole mani, che si erano separati da Chan Yeol, avvolsero il suo fragile corpo, stringendolo con forza come per difendersi. Chiuse gli occhi ermeticamente, cercando di isolarsi ed immaginò di essere da qualsiasi altra parte, ma non lì, non in quella stanza al buio.

Chan Yeol lo guardò completamente stranito, prima di rendersi conto della reazione dell'altro. Non ebbe il tempo di fare niente che Baek Hyun si mise a urlare impaurito, nel disperato tentativo di chiedere aiuto. Fu un urlo che squarciò il silenzio di quella notte, che accapponò la pelle di Chan Yeol e che lo fece rabbrividire.

Il minore, in quell'attimo, andò completamente nel panico. Per qualche secondo, la sua mente si svuotò completamente e andò nel panico. Cos'era successo? Perché Baek Hyun faceva così? Cosa doveva fare?

Afferrò per un braccio il ragazzo e lo strinse a sé, cercando di calmarlo, nonostante non sapesse se fosse la cosa giusta da fare. Il minore sussurrò parole di conforto, parole rassicuranti. Gli disse che lui era lì, ma erano parole urlate al vento, del tutto prive di senso.

Baek Hyun urlava a squarciagola, facendo tremare il silenzio di quella notte. In quelle urla si racchiudevano le sue paure, il suo passato tormentato e la sua insanità mentale. Si afferrò i capelli con violenza e li strinse in due pugni. Sembrava quasi volesse strapparseli, ma rimase in quella posizione, tremante, per pochi attimi.

Chan Yeol non sapeva più che fare, era spaventato e preoccupato. Si separò dal maggiore e accese la luce del soggiorno, per poter intravedere attraverso quel buio e far calmare Baek Hyun.

Quando tutta la stanza fu completamente illuminata, cessarono le urla. Chan Yeol poté vedere vividamente le lacrime salate dell'altro scorrere lungo le sue guance smorte, l'espressione di puro terrore dipinta sul suo volto e la disperazione trapelare dalla sua espressione.

Il minore si avvicinò a Baek Hyun con grande attenzione, che prima di allora non gli aveva mai rivolto. Aveva paura di fare un passo falso e ritrovarsi di nuovo in una situazione ingestibile per lui. Si posizionò di nuovo davanti a lui e lo guardò negli occhi scuri contornati di rosso sangue. Cercò di capire cosa poter fare, ma l'unica cosa che gli venne in mente fu solo confortarlo.

E Chan Yeol pensò che quella non fosse la giusta soluzione.

«Baek Hyun», lo chiamò con gentilezza, richiamando la sua attenzione. Gli occhi di Chan Yeol sfiorarono tutto il corpo del maggiore, lo analizzarono un'altra volta. L'altro lo guardò negli occhi, in cui riuscì a vedere la preoccupazione mista alla paura. Baek Hyun ebbe un colpo al cuore, realizzando quello che aveva appena commesso.

Lo sguardo di Chan Yeol sembrava osservarlo con gli occhi di chi aveva appena visto uccidere una persona. E probabilmente, era quello che stava facendo, perché lentamente e con dolore, si stava uccidendo da solo.

Baek Hyun si lasciò andare i capelli delicatamente. Tra le dita, rimasero alcune ciocche che aveva strappato con forza senza rendersene neanche conto. Fu come una pugnalata al petto: quello sguardo divenne una delle tante cicatrici nel suo cuore.

«Chan Yeol», pronunciò il nome del più giovane come una supplica. Baek Hyun lo stava pregando di non guardarlo con quell'espressione, lo stava pregando di sorridere e di far finta di niente. Ma i secondi passavano e Chan Yeol non accennava a muoversi. Prima di rendersene conto, Baek Hyun scoppiò in un pianto isterico, in cui racchiuse la sua disperazione e il suo dolore.

Baek Hyun riuscì solo a pensare alle lancette dell'orologio che contavano i loro ultimi secondi assieme. Chan Yeol stava scoprendo troppo di lui e non poteva permetterselo. Voleva lasciarlo con in mente un Baek Hyun sorridente e sereno.

Chan Yeol era diventato completamente vuoto, ma la sua mente non sapeva cosa pensare e il suo cuore si era fermato. Per quei pochi attimi, pianse anche lui, dentro di sé, per Baek Hyun.

Si avvicinò al maggiore e cercò di rassicurarlo attraverso parole confortevoli mentre lo stringeva a sé e gli accarezzava con una lentezza estenuante la schiena. Gli sussurrò che tutto sarebbe andato bene, che non era successo niente.

Non aveva idea di quanto si stesse sbagliando, di quante volte gli avesse mentito attraverso quelle parole. Chan Yeol non aveva idea di quanto l'instabilità mentale di Baek Hyun fosse più grande di lui e di quello che potesse fare per aiutarlo.

E, agonizzando, si stavano mandando a fondo, stringendosi la mano per salvarsi a vicenda. Ma nessuno dei due aveva la forza per poterlo fare, nessuno dei due ne aveva la capacità.






 






 

|| || ||













 

10 Aprile 2015.














 

«Se Hun, tu hai paura di qualcosa?», domandò Baek Hyun, mentre sorseggiava la tazza di tè che gli aveva offerto il più piccolo ed osservando il suo riflesso al suo interno. Dentro il bicchiere riuscì a vedere il viso sorridente di Chan Yeol che lo salutava da lontano prima di percorrere le strisce pedonali. Chiuse gli occhi, scacciando quel ricordo.

«In che senso?», rispose il minore con un'altra domanda, leggermente confuso da quell'improvviso curiosità. Di cosa doveva aver paura? Aveva paura di qualcosa? Se Hun non riuscì chiaramente a trovare una risposta, ma se proprio doveva aver paura di qualcosa, probabilmente, avrebbe detto che aveva paura di perdere Lu Han.

«Io ho paura del buio, o almeno, avevo paura», dichiarò il maggiore, quasi con fierezza. Appoggiò il bicchiere sulla panchina e si strinse nella giacca, mettendosi allo scoperto davanti a quella confessione. «Ogni volta, tremavo e piangevo disperatamente».

«Hyung, di che parli?», chiese Se Hun, meravigliato da quelle parole improvvise. «Perché hai paura del buio?».

«Sai, Se Hun, dopo che sono andato ad abitare da Chan Yeol, ho deciso di smettere di prendere le pillole. Mi sentivo meglio grazie a lui, ma era solo un'illusione, tutto quanto».

Come sempre Baek Hyun non ascoltò le parole dell'altro e continuò a raccontare le vicende dell'anno precedente. Ogni volta, Baek Hyun ricordava un frammento del suo passato che, però, sembrava rubargli una parte del suo presente.

«Chan Yeol mi aveva permesso di dormire sul suo letto, mentre lui rimaneva sul divano. Mi sentivo in colpa, ma lui mi sorrideva dolcemente e diceva che andava bene così, che era una sua scelta». Baek Hyun chiuse gli occhi dolcemente e rievocò il luminoso sorriso dell'altro. Uno di quei sorrisi che mai, si sarebbe dimenticato in vita sua.

«Passavamo la notte a parlare del più e del meno, principalmente, delle sue noiose giornate passate all'università, fino a quando, non mi addormentavo tra le sue braccia».

Se Hun sospirò amaramente, invidioso di quel loro legame così strano, ma, allo stesso tempo, reale. Per un attimo, pensò che Lu Han non avrebbe mai fatto qualcosa del genere per lui, poi, però, si disse che loro due erano diversi e che ancora non abitavano insieme. Decise di sperare in quelle parole.

«Chan Yeol doveva essere proprio dolce», affermò, sorridendo con sincerità. «Ti trattava veramente bene».

«Lo era, anche fin troppo», affermò Baek Hyun con una punta di amarezza nella bocca. I suoi occhi si riempirono di malinconia e di sensi di colpa. Nonostante, fosse già passato un anno, ancora riusciva a immaginare la stanchezza nello sguardo di Chan Yeol.

«Pensava costantemente a me e mai a se stesso», affermò con una groppo in gola. Avrebbe voluto piangere ma di lacrime non ne aveva e, ormai, viveva costantemente con il rammarico.

«Dovresti esserne felice», disse Se Hun, spingendolo leggermente per rallegrarlo. Fu del tutto inutile e il minore lasciò perdere.

«Credo di averlo spaventato, in realtà». Baek Hyun sospirò, afferrando il bicchiere con forza, per poi versarlo a terra, vedendo di nuovo il sorriso di Chan Yeol al suo interno.

«In che senso?», domandò Se Hun, ormai troppo coinvolto nella loro storia. Nonostante, si fosse ripromesso di rimanere distaccato, si sentiva in qualche modo attratto da Baek Hyun.

«In TV trasmettevano in vecchio film, io ero concentro su di lui, quando spense tutto e il buio calò in un attimo. È successo così velocemente, che quasi non me lo ricordo più. La paura ha preso il sopravvento del mio corpo. Ho iniziato a tremare, a piangere e, infine, ad urlare per la disperazione». Baek Hyun aveva gli occhi contornati di rosso, mentre ripensava a quella serata finita male.

Il liquido nero del bicchiere si riversò completamente a terra, riempiendo il vuoto di quell'attimo con il suo scrosciare, mentre Baek Hyun rievocava la paura negli occhi di Chan Yeol.

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Capitolo 15
*** XV ***






 

Waiting For You — XV




 

17 Aprile 2014.




 

Fuori dalle finestre dell'abitazione, il tempo scorreva veloce, imperterrito. Bastava chiudere gli occhi per pochi istanti e tutto cambiava radicalmente: dalla luce al buio, dal giorno alla notte.

Baek Hyun, ormai, non se ne rendeva neanche più conto. Lo scorrere dei secondi era diventato qualcosa di indefinito e indissolubile.

Ogni volta, guardava il sole sorgere e, alto in cielo, brillare con tutta la sua forza, per poi tramontare all'orizzonte. Scendeva con una lentezza estenuante, senza fretta, scandendo l'inesorabile scorrere del tempo, per poi nascondersi dietro gli edifici della città come se si fosse imbarazzato.

 

I raggi solari penetravano attraverso le fessure delle tende e colpivano in pieno viso Baek Hyun, intento ad osservare quello spettacolo.

Poche volte nella sua vita aveva avuto il privilegio di assistere a quel paesaggio. Poche, quasi nulle, ma abbastanza da poter rimanere impresse nella sua mente.

Baek Hyun appoggiò malinconicamente il palmo della mano sul vetro, lasciandoci sopra il suo segno, il suo passaggio, e sorrise enigmatico. Fu un sorriso in cui racchiuse tante parole, ma che solo lui poteva decifrare.

I suoi occhi color nocciola erano velati da uno strato di indifferenza mista a dolore. Il ragazzo cercava in tutti i modi di reprimere dentro di sé i suoi sentimenti, nascondendoli nel più profondo del suo animo. Sul suo viso non traspariva nessuna emozione.

E cosa passasse per la mente di Baek Hyun, probabilmente, nessuno lo sapeva, ad eccezione di lui stesso.

Il piccolo soggiorno dell'appartamento di Chan Yeol era avvolto da una piccola nuvola di fumo, intrisa dell'odore della carne, che cuoceva sulla piastra, scoppiettando sotto il fuoco e il suo stesso olio.

Baek Hyun adorava con tutto se stesso la carne, il suo sapore e il suo profumo. Chan Yeol l'aveva scoperto per puro caso in una delle loro prime notti, mentre parlavano del più e del meno ed il maggiore si era fatto sfuggire quell'informazione senza volere.

Baek Hyun era rimasto felicemente sorpreso e, soprattutto, meravigliato, quando quel pomeriggio il minore era tornato a casa con un sacchetto in mano oltre alla sua solita borsa a tracollo. All'interno erano contenuti vari tipi di carne, dal manzo al maiale. Aveva acquistato tutto quello che era riuscito a trovare nel supermercato col suo misero budget.

Quando entrò in casa, Chan Yeol gli annunciò con un sorriso a trentadue denti che per cena avrebbe cucinato tutto quel ben di dio.

E Baek Hyun, in quell'attimo, si rese conto di essere un peso. Capì che, nonostante tutto, il più giovane lo stava mantenendo con i pochi guadagni che riusciva a racimolare con i lavori part-time, mentre lui rimaneva a casa come una bella statuina in attesa del ritorno del suo padrone.

Era come un cucciolo. Baek Hyun, decisamente, non voleva esserlo. Si rese conto di essere un vero egoista, ma come poteva non esserlo? Cosa avrebbe fatto se avesse perso tutto quello che era riuscito ad ottenere con Chan Yeol? Cosa avrebbe fatto se avesse fatto perdere tutto a Chan Yeol?

Era come un buco, un piccolo buco nero che lentamente stava risucchiando tutto quello che aveva intorno nella sua voragine.

Il maggiore sorrise tristemente, e anche con rancore per se stesso, verso Chan Yeol, intento a far sfrigolare la carne sulla piastra in ceramica.

Baek Hyun osservava le sue ampie spalle muoversi lentamente a ritmo della musica che riempiva le mure dell'abitazione, mentre nella sua mente si affollavano pensieri inviolabili.

«La vuoi ben cotta?», domandò il minore, lasciandogli un'occhiata di sottocchio, riferendosi alla bistecca. Baek Hyun venne colto di sorpresa, ma non lo diede a vedere. I suoi occhi rimasero fissi e impassibili sul più giovane. «O al sangue?».

«Tu come la preferisci?», domandò di rimando il maggiore, mordendosi il labbro inferiore. La verità era che Baek Hyun non aveva proprio idea di quale potesse preferire di più. Per lui, il cibo era solo qualcosa con cui saziare la sua fame e non si era mai soffermato sul loro sapore, su cosa preferisse mangiare e su cosa potesse piacergli più delle altre pietanze.

«Mh. Direi ben cotta», rispose il minore, dopo poco, riflettendoci per bene. Pressò la carne contro la padella, facendo fuoriuscire del fumo. La stanza si stava riempiendo dell'odore della loro cena e Baek Hyun non vedeva l'ora di assaggiarla, per gustarla al meglio. Almeno una volta. 

«Allora ben cotta sia», disse Baek Hyun, sorridendo genuinamente come un bambino. In fondo, però, si sentiva felice; felice di poter stare con Chan Yeol; felice che potesse mangiare un piatto caldo cucinato esclusivamente per lui; era felice e questo indubbiamente rendeva tutto più bello, ma Baek Hyun sapeva anche che la felicità era astratta e momentanea. Era qualcosa di passeggero che presto sarebbe sparito.

Riscuotendosi dai suoi lugubri pensieri, scese dallo sgabello, poco più basso del bancone, su cui era comodamente seduto e si avvicinò ai fornelli accessi, da dove proveniva una fiamma rosso accesa. Sembrava quasi voler prendere vita davanti agli occhi di Baek Hyun.

Iniziò a curiosare in giro ed osservare la carne cuocersi sempre di più. Più il tempo passava, più sentiva l'acquolina formarsi in gola, trepidante di poter mangiare e estasiare le sue papille gustative con quelle delizie.

Baek Hyun era anche attento ad osservare Chan Yeol: i suoi occhi seguivano i suoi movimenti fluidi, come se fossero ipnotizzati. Lo guardò armeggiare i vari ingredienti delle portate e sistemarli perfettamente sul piatto color bianco con qualche dettaglio floreale sui lati più esterni, mentre la carne cuoceva a fuoco lento indisturbato.

Chan Yeol, che percepiva lo sguardo del maggiore su di sé, rimase in silenzio per tutto il tempo, sorridendo di tanto in tanto quando i loro sguardi si incrociavano o quando vi era qualche genere di contatto fisico, seppur minimo.

Finì di preparare i piatti sotto gli occhi curiosi e vividi dell'altro, che sembrava non essersi lasciato sfuggire neanche un movimento. Chan Yeol sistemò sul tavolo i piatti alla perfezione, creando quasi delle opere d'arte.

In un attimo, tutto fu pronto per la loro aspettata cena. Baek Hyun era elettrizzato, eccitato. Era felice, estasiato. Mai nessuno aveva cucinato appositamente per lui. Mai nessuno gli aveva rivolto tutte quelle attenzioni.

Fu breve e Chan Yeol riuscì a perderlo di vista. Baek Hyun corse come un razzo verso il bagno, per fare chi sa cosa, solo lui lo sapeva. Rimase un segreto per Chan Yeol, che non ebbe mai una risposta a questa domanda.

Baek Hyun si osservò nello specchio di fronte a sé, mentre l'acqua scorreva contro le sue mani insaponate. Sospirò, rilasciando tutta la tensione che sentiva in corpo. Sorrise felicemente e i suoi occhi si illuminarono di una luce propria, diversa da quella naturale, quella che aveva sempre mostrato. Quello che vide in quell'attimo era la pura essenza della felicità.

Ma Baek Hyun avrebbe dovuto saperlo da tempo ormai: niente veniva senza nulla in cambio. Fu una dimenticanza, un attimo e tutto crollò come un castello di carte.

Fu un lampo a ciel sereno. Il suo corpo venne scosso da un fremito e sentì una fitta al petto. La riconobbe subito, era il suo solito dolore lancinante. Eppure la sentì completamente diversa, più dolorosa, più intensa. Era come una punizione e sembrava quasi voler dire di non essere troppo felice perché tutto poteva cambiare.

Strinse le mani intorno al bordo del lavandino su cui si resse con tutte le forze che aveva. Cercò di calmare il dolore, ma tutto era vano. Boccheggiò senza emettere nessun rumore, poi strinse gli occhi. Ma nonostante questo, man mano che passavano i secondi, sentiva il dolore impossessarsi del suo corpo, lasciandolo senza fiato, lacerato dall'interno.

«Baek?», chiamò Chan Yeol, non vedendolo tornare da troppo. «Ti sei perso in bagno?», ironizzò, alzandosi dalla sedia, ridacchiando.

Baek Hyun non resistette più, le sue mani cedettero sotto il suo peso e crollò a terra sfinito, creando un tonfo che risuonò per tutta la stanza con forza. Stinse in un pugno la maglietta all'altezza del petto e pressò più che poteva, nel tentativo di affievolire la sua sofferenza.

Chan Yeol non ebbe neanche il tempo di reagire, appena sentì quel rumore. Le sue gambe subito si precipitarono verso il bagno, verso Baek Hyun. Per tutto quel breve tratto, ebbe il cuore in gola. La paura si impossessò di lui e la sua testa di annebbiò.

Quando spalancò la porta semichiusa, l'immagine del maggiore seduto a terra con un'espressione sofferente in viso, si presentò dinnanzi a lui. Inspirò profondamente, inginocchiandosi accanto al ragazzo. Sentiva le lacrime agli occhi e non ne capiva il motivo.

«Baek Hyun?!», urlò più spaventato che mai, mentre i suoi occhi si dilatavano sempre di più. «Che hai?!».

L'altro iniziò ad ansimare con forza, mentre il dolore si intensificava sempre di più ed aveva come la sensazione che lo stesse divorando dall'interno.

«Mi fa male il petto», balbettò tra un ansimo e l'altro. Sbuffando l'aria che aveva in corpo con fatica. «Mi servono le mie medicine».

Chan Yeol non capiva cosa stesse succedendo. Le parole che pronunciava il ragazzo, entravano nelle sue orecchie ed arrivavano al suo cervello. Sembrava quasi in trance, non capiva cosa stesse dicendo l'altro. Semplicemente corse verso la sua stanza ed aprì il primo cassetto del suo comodino. All'interno vi erano le pillole che Baek Hyun pensava di essere riuscito a nascondere dalla curiosità di Chan Yeol.

Quando il maggiore prese i suoi medicinali, emise un sospiro di sollievo. Il dolore affievolì velocemente e rilasciò la presa sul suo petto. Si sentiva decisamente meglio. E tutto questo, era grazie a Chan Yeol.

Sentiva il sguardo penetrante puntato su di lui. Ed era uno di quegli sguardi che non lasciavano scampo a nessuna scusa. Chan Yeol voleva sapere e subito.

Ma Baek Hyun non sapeva come rispondere alle possibili domande dell'altro. Non sapeva come spiegarsi.

Quando i loro sguardi si incontrarono, si limitò a cercare di fargli capire tutto quello che poteva con quel semplice contatto visivo e Chan Yeol subito capì.

Non poteva obbligarlo a rivelargli qualcosa che non era ancora pronto a confessargli. Non poteva, non voleva e, soprattutto, non doveva per lui, per Baek Hyun e per il bene della loro relazione.

Si limitò a sorridergli comprensivo, avvolgendo le sue forti braccia intorno al piccolo corpo dell'altro, riparandolo contro la sua gabbia toracica. Gli accarezzò la schiena, confortandolo per un po'.

Passarono quella notte nel piccolo bagno dell'appartamento del minore, avvolti l'un l'altro nelle braccia del compagno, nel loro solito silenzio totale, mentre, nella stanza accanto, il profumo di carne svaniva lentamente e i piatti sul tavolo si raffreddavano.

Chan Yeol quella stessa notte si rese conto dell'errore che aveva commesso. Dello sbaglio che aveva fatto.

Ma non poteva più tornare indietro.

Doveva andare avanti per il loro bene. Ma soprattutto per quello di Baek Hyun.
 


 

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17 Aprile 2015.




 

Se mai qualcuno avesse chiesto a Baek Hyun che sapore avesse la carne, probabilmente non avrebbe mai ricevuto una risposta, mentre l'altro sarebbe rimasto nel suo muto silenzio, o, semplicemente, avrebbe mostrato un sorriso pragmatico, enigmatico; uno di quei sorrisi che sembravano contenere la risposta alla domanda, ma che erano indecifrabili per i occhi.

Poi, forse, si sarebbe rinchiuso in se stesso, mentre con gli occhi vuoti e spenti avrebbe osservato il nulla di fronte a sé, immergendosi con la mente nei suoi ricordi più profondi; ricordi che sembravano bruciare nella sua memoria come fuoco incandescente.

E, se mai quest'interlocutore avesse avuto la fortuna di sentire una sua risposta, Baek Hyun sicuramente avrebbe sorriso ed iniziato a raccontare una storia che nel suo cuore, da tempo ormai, era rimasta indelebile come una scritta a penna, incancellabile. Era rimasta immutata, niente era cambiato, neanche di una virgola. E tutto rimaneva fermo, congelato, cristallizzato.

Le sue labbra avrebbero proferito parole che il suo cuore avrebbe ascoltato con le orecchie spalancata. Avrebbero pronunciato frasi che si sarebbero radicate nella sua anima per sempre, come radici di un albero secolare. Sarebbero entrate nel profondo, fino ad intrecciarsi con la sua anima, ormai, corrotta.

Baek Hyun lo sentiva, lo percepiva. Tutto quello che ricordava era vero e niente era un sogno.

Il giovane strinse tra le mani il piccolo barattolo di plastica completamente vuoto, su cui aveva inciso il nome di Chan Yeol una notte dell'anno prima. Sentiva ancora il dolce calore dell'altro, avvolgerlo protettivo, rinchiusi nello stretto bagno.

Sfiorò delicatamente le lettere che formava il nome dell'altro, rievocando eventi passati che aveva rinchiuso nel suo cuore. I suoi occhi si riempirono di lacrime, che si bloccarono alla fine delle palpebre, pronte a fuoriuscire, a straripare dagli argine e percorrere le sue guance.

La nostalgia, mista ai ricordi, lo avvolsero, lasciandolo immerso in un mondo che aveva conosciuto fin troppo bene, di cui però non ricordava quasi più niente.

Baek Hyun chiuse di scatto gli occhi, circondandosi di nero: non doveva lasciarsi sopraffare da quei sentimenti, non poteva, non ora.

«Ehilà», salutò Se Hun, posizionandosi di fianco al ragazzo, con un sorriso raggiante e la felicità sprizzare ovunque. «Come stai?».

Baek Hyun mostrò uno dei suoi sorrisi tirati, cercando di nascondere i suoi occhi leggermente arrossati. «Bene, tu?», rispose con la voce un poco incrinata.

Se Hun se ne accorse, gli servì solo un attimo per rendersi conto della voce rauca dell'altro, del finto sorriso e di come cercasse di nascondere i suoi occhi.

«Sicuro? È successo qualcosa?», domandò, sperando di ricevere una risposta: si aspettava tutto, tranne quella che sentì.

«Mi manca Se Hun, mi manca da morire». Baek Hyun cercò di trattenere le lacrime, le respinse. «Sai, pensavo di stare meglio, che lui potesse diventare la cura per ogni mio male. Ma mi sbagliavo, completamente».

Se Hun rimase sorpreso, un po' perché aveva sentito per la prima volta come si sentisse, per davvero, Baek Hyun e un po' perché aveva cambiato discorso velocemente, senza neanche lasciargli tempo di reagire.

«Ho avuto una crisi e il dolore è tornato, forte e feroce. Mi aveva mozzato il fiato e non riuscivo più a pensare. Fu Chan Yeol a prendermi le pillole che pensavo di aver nascosto accuratamente». Baek Hyun si fermò un attimo e strinse una mano contro il petto, premendo là dove Chan Yeol l'avevo stretto a sé.

«Non mi ha fatto domande, ma sapevo che lui ormai era a conoscenza di tutto. Era chiaro con il cielo, eppure non mi ha mai fatto nessuna domanda per tutto il tempo che rimasi da lui». Prese una grande boccata d'aria, riprendendo fiato. Si sentiva stanco di tutto e, di giorno in giorno, le forze lo abbandonavano sempre di più.

«Non ha fatto domande e io, da sciocco qual ero, mi sono fatto trasportare da quella corrente, senza sapere a cosa andavamo incontro».

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Capitolo 16
*** XVI ***


Waiting For You — XVI








 
20 Aprile 2014.








Il tintinnio del mazzo di chiavi, seguito dallo scattare sordo della serratura, risuonarono per tutta l'abitazione, tra quelle sottili mura, come un rumore assordate alle orecchie di Park Chan Yeol. Varcata la soglia, si ritrovò per un attimo spaesato davanti al buio inusuale del suo appartamento, che quasi non riconosceva più. Da tempo ormai si era abituato alla luce, che illuminava almeno il soggiorno. Una luce che gli dava, in un certo senso, conforto e calore. Non aveva più familiarità con quella sensazione di vuoto, silenzio e buio che trovava tutte le sere al ritorno dall’università, tempo prima.
Con la mano esitante e arrossata per l’inusuale freddo primaverile, tastò con irruenza e convinzione contro il muro di mattoni alla ricerca dell'interruttore che sembrava quasi introvabile, ma era più che sicuro che fosse lì. In fondo ci abitava in quell’appartamento, ma da tempo ormai non aveva più bisogno di accendere le luci. E per quei pochi istanti, si sentì a disagio con quella sensazione di smarrimento. Come poteva essersi abituato così velocemente alla presenza di Baek Hyun in casa sua? 
La sua mente pensò di essersi sbagliato, di essersi confuso per davvero, mentre chiamava a gran voce il nome dell’altro, aspettando una risposta in cambio. Eppure, tutto quello che ottenne fu un silenzio assordante. Il panico in quei pochi attimi prese il sopravvento e Chan Yeol lo richiamò ancora e ancora, non ricevendo nessuna risposta. 
Quando finalmente riuscì ad accendere la luce bianca a risparmio energetico, proveniente dalla semplice lampada posta sopra il divano, corse verso la stanza da letto alla ricerca del ragazzo, del suo ragazzo. Lanciò la borsa e le chiavi per terra senza chiudere il portone d’ingresso, lasciandola spalancata in balia di chiunque. 
«Baek, dove sei?», domandò il ragazzo, superando il soggiorno con le sue lunghe gambe, in pochi passi. Quando fu davanti alla porta della sua camera, della loro camera, si diede dello stupido mentalmente. Era in panico per una sciocchezza, l’altro poteva semplicemente star dormendo. Eppure aveva una strana sensazione al petto, quasi un macigno che lo soffocava. «Non farmi questi scherzi».
Fu quando, entrato nella piccola stanza al buio, che vide Baek Hyun dormire silenziosamente, avvolto dalle leggere coperte estive color celeste e illuminato dalla semplice fascia di luce proveniente dal soggiorno. Chan Yeol sospirò con calma e osservò il maggiore con dolcezza, quasi sembrava un cucciolo indifeso ai suoi occhi. Eppure si rese conto che effettivamente qualcosa non andava.
L'espressione afflitta che Baek Hyun mostrava in quel momento, era tutto fuorché pacifico. La fronte corrugata del più grande, era solcata da una profonda ruga d'espressione che mai, prima d'ora, aveva mostrato. Le labbra, come le palpebre erano serrate saldamente, mentre stringeva a sé con forza il lenzuolo tra le mani. Chan Yeol non lo considerò minimamente, lasciandolo sul letto nei suoi tormenti e fantasmi del passato, catalogandolo come un incubo da cui si sarebbe svegliato e che avrebbe dimenticato subito. Ma più grande errore non poté fare.
Superato il letto matrimoniale, aprì l'anta color beige dell'unico armadio che era nell'appartamento ed afferrò una felpa nera da utilizzare come pigiama per quella notte. Si chiese se l'avrebbe passata a studiare come tutte le altre o se Baek Hyun l’avrebbe obbligato a giocare con lui.
Stanco e spossato da quella lunga ed estenuante giornata, rovistò tra i suoi mucchi di indumenti sfasati. E fu in quel momento che sentì l’urlo atroce che gli fece accapponare la pelle per i brividi e sussultare sul posto con il cuore in gola. Le sue mani tremarono per qualche istante, finché non si rese conto che quella voce era di Baek Hyun.
Baek Hyun iniziò ad urlare frasi senza senso, frasi che sembravano non aver un filo logico, ma che lo facevano dimenare senza ritegno sul letto, scalciando e tirando pugni ovunque. Chan Yeol subito saltò sul letto per calmarlo. Lo strinse tra le sue forti braccia, cercando di svegliarlo e farlo tranquillizzare. L'altro però continuava ad urlare con tutta la voce che aveva in corpo. Urlava a perdifiato senza rendersene conto. «Non fatelo! Non fatelo! Fatemi restare qua!».
Chan Yeol cercò di calmarlo come poteva, sussurrandogli parole di rassicurazione e stringendolo a sé. Ma sembrava del tutto inutile. Decise allora di stringerlo semplicemente contro il suo petto, aspettando che il respiro del maggiore si calmasse e tornasse regolare, che i suoi fantasmi se ne andassero da soli. Chan Yeol lasciò Baek Hyun in balia dei suoi fantasmi e delle sue paure, a lottare da solo una battaglia che aveva perso da tempo.
Baek Hyun si svegliò di soprassalto, dopo un paio di minuti, madido di sudore, spaesato e confuso. Cercò di ritornare in sé e dimenticare tutto quello che la sua mente gli aveva proiettato nel sonno, ma sembrava uno scontro senza fine. Quando si rese conto di avere il petto del minore contro il viso, si separò quasi istintivamente dall'altro con violenza. Fu uno scatto istintivo, quasi di autodifesa, che lo ferì nel profondo. Si rese conto che il suo subconscio non aveva ancora piena fiducia in Chan Yeol e che forse mai ne avrebbe avuta. Baek Hyun si sentì profondamente ingiusto e disonesto, sensazioni che prima di allora provava quasi ogni giorno, ma che negli ultimi tempi era riuscito a rimpiazzare con la felicità e la serenità.
«Chan Yeol?», lo chiamò, osservando la sua espressione turbata sul viso e non poté che capire di aver avuto, di nuovo, uno dei suoi incubi. Erano incubi che rincorrevano periodicamente, ma che non aveva più avuto da quando aveva incontrato Chan Yeol. 
«Io... che cosa ho fatto?», domandò lo stesso, pur sapendo la risposta con chiarezza. Eppure, voleva avere la certezza che fosse così, che erano ricominciati e che non avrebbe potuto continuare a vivere tranquillamente.
«Niente», rispose l'altro, rassicurandolo e sorridendo forzatamente. Chan Yeol lo guardò con apprensione e preoccupazione, pensò di non dirgli nulla, di lasciarlo in pace e di dimenticare l’accaduto, ma fu la scelta peggiore che potesse fare. Gli mentì in un momento di fragilità e quello portò alla rottura di qualcosa, qualcosa che non avrebbero mai più riunito. «Volevo solo abbracciarti».
Baek Hyun ebbe una dolorosa fitta al cuore, sentì sprofondare il petto fino al suolo e la sua mente si svuotò di qualsiasi pensiero, qualsiasi ricordo e qualsiasi incubo. Le lacrime si fermarono alla fine delle sue palpebre, pronte ad un'imminente pianto isterico. Si sentì ferito e preso in giro, ma non lo diede a vedere, e si sentì anche protetto, ma era solo una minima parte di tutto quello che stava provando in quel momento. 
L'espressione sul viso dell'altro era come un pugno allo stomaco per il maggiore, come uno schiaffo in pieno viso e forse peggio. L’aveva visto, l’aveva notato lo sforzo che stava facendo per lui e questo lo rendeva profondamente angosciato. Gli occhi di Chan Yeol erano velato da uno strato di tristezza e dolore in quei nocciola così intensi, che non aveva mai visto prima ed il suo viso mostrava uno delle espressioni più strazianti che Baek Hyun aveva mai visto. Il sorriso che provò a rivelare fu il colpo di grazia che distrusse tutto quanto, che fece crollare quel muro che aveva creato il maggiore per poter delineare una linea di confine, una linea tra la sua malattie e Chan Yeol, oltre il quale non doveva andare.
«Yeol...», sussurrò il suo nome con la voce flebile ed esitante, quasi spezzata. «Io... mi disp-».
«Vuoi fare un giro in moto?», domandò subito l'altro, scuotendo la testa e interrompendo le patetiche scuse di Baek Hyun. Gli strinse la mano, legandola alla sua e si alzò velocemente. Voleva solo dimenticare e lasciar correre. «Andiamo, dai».
Baek Hyun non poté ribattere, era senza parole e tutto quello che voleva dire, gli sembrava sbagliato. Venne così trascinato dall'altro sul veicolo a due ruote, con il cuore avvolto intorno a una morsa che sembrava stringersi sempre di più a ogni secondo che passava. Chan Yeol gli sistemò con cura il casco in testa, sorridendo felicemente o, almeno, così cercava di far vedere. Ma Baek Hyun ormai non gli credeva più e diffidava di tutto quello che gli mostrava l’altro. Sapeva di essere ingiusto e che era immorale, ma non poteva farne a meno, non riusciva a dargli piena fiducia. 
Poi salirono sulla moto e il minore partì, sfrecciando lungo le strade illuminate dalle luci dei lampioni e delle abitazioni adiacenti. Baek Hyun si osservò intorno, stringendosi contro l'ampia schiena del minore, al riparo dal vento e dal freddo. Guardò quello spettacolo notturno da dietro le lacrime che gli offuscavano la vista, lacrime amare e di tristezza. Che cosa doveva fare? Lasciarlo andare o continuare, sperando in un futuro migliore?
«Chan Yeol, cosa devo fare?», domandò silenziosamente, lasciando che quelle parole venissero soffiate via dal vento come un cumulo di sabbia, senza un destinatario. «Forse, è stato tutto un errore fin dall'inizio. Forse, dovrei lasciarti andare e basta, facendoti tornare alla tua vita». Chiude gli occhi, trattenendo le sue stesse lacrime, e si appoggiò contro Chan Yeol, stringendolo in un abbraccio che sembrava quasi essere come l’ultimo. 
Byun Baek Hyun era consapevole di star distruggendo la vita del minore con le sue stesse mani, ma era egoista e non riusciva a rinunciare a quella piccola oasi di pace che si era trovato. Oasi che stava lentamente rovinando con le sue stesse mani.
Byun Baek Hyun aveva preso una scelta, ma non riuscì mai a compierla perché fu preceduto da Park Chan Yeol. E i due non ebbero più lo stesso rapporto. 
Il legame che li legava si sarebbe lentamente dissolto come schiuma in acqua.









 
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20 Aprile 2015.








Baek Hyun spalancò le braccia ai lati del suo corpo come un angelo, mentre era accovacciato sulla panchina e una leggera brezza soffiava contro il suo viso gelato. Sorrise dolcemente e amaramente allo stesso, immaginando la schiena del minore davanti a sé e il calore che quella volta aveva emanato. Cercò di rivivere quelle sensazione il più possibile per non dimenticarle, ma la sua memoria stava vacillando.
«Che stai facendo?», domandò stupito e con disappunto Se Hun, quando si avvicinò al ragazzo, mentre da lontano non era riuscito a scorgere bene la figura.
Baek Hyun scoppiò a ridere, vedendo l’espressione del minore. Mascherò l'angoscia che sentiva nel petto con quella singola azione, poi scosse semplicemente la testa, come a dirgli che non era niente, ma niente non era, era tutto.
I sentimenti che stava provando in quel momento erano troppo insopportabili, opprimenti e il suo cuore era ormai un ingranaggio arrugginito da troppo tempo. Sentiva un’enorme groppo in gola, pronto a farlo piangere a dirotto in qualsiasi momento. Ma si disse di essere forte, di non lasciarsi cadere di nuovo in quel baratro senza fine che si era condotto con Chan Yeol. Si disse di sorridere per lui, per il loro tempo passato assieme, ma era troppo difficile e non riusciva più a ricordare con chiarezza quei momenti della sua vita.
«Stavo solo rivivendo la sensazione del vento in faccia». Per un attimo chiuse gli occhi e vide le luci delle costruzioni illuminare le strade. Per un attimo immaginò di essere di nuovo lì, su quella moto, in quella sera di primavera a desiderare di non aver mai fatto quella scelta che li aveva condotti nella strada sbagliata. Per un attimo immaginò di non aver mai incontrato Park Chan Yeol, di come lui sarebbe stato vivo e felice senza di lui.
Immaginò a lungo, perché era l'unica cosa che poteva fare in quel momento. Ormai, era già tutto successo e lui non poteva fare altro che accettarlo per andare avanti, ma non ci riusciva. Come poteva semplicemente dimenticare tutto? Perché quel tutto, era la cruda realtà, e per Baek Hyun, era troppo dura d'affrontare in quel momento. 
«Il vento?», domandò Se Hun, chiedendosi a cosa si riferisse con un’espressione di sgomento. Era tentato di mettersi nella stessa posizione di Baek Hyun, ma di certo, non avrebbe dato una bella impressione agli altri passanti, quindi, decise che era meglio non fare niente e continuò ad ascoltare l’altro ragazzo.
«Soffia contro il viso, come se fosse una leggera carezza, ma allo stesso tempo pesante e dolorosa. Sembra quasi pungente ma confortante». Baek Hyun non sapeva come descrivere quell'attimo che aveva vissuto, quel piccolo istante con Chan Yeol. Forse, le parole erano troppo poche e di quelle che c'erano, lui non sapeva usarle adeguatamente. Forse semplicemente non voleva condividere tutto quello che aveva passato con Chan Yeol a Se Hun. Sì, era più plausibile la seconda, si disse mentalmente, ridendo di sé. «È calda, ma allo stesso tempo fredda».
Se Hun non disse niente, rimase in un silenzio biblico; lo lasciò vagare nei suoi ricordi e nelle sue sensazione senza intervenire. Semplicemente, si lasciò cullare dal suono della voce del maggiore e cercò di immaginare cosa stesse provando, ma era tutto così contradittorio e surreale.
«Ora che ci penso, Chan Yeol era bravo a guidare la moto», affermò all'improvviso Baek Hyun dal nulla, come se volesse ricordarlo a se stesso. Se Hun collegò i discorsi precedenti e tutto ebbe un senso o, almeno, in parte. 
«La sua schiena era calda e soffice, come un cuscino». Baek Hyun sorrise amaramente. Il suo sorriso era sincero, vero. Sembrava quello di un bambino e per un attimo, Se Hun ebbe l'impressione di aver visto un frammento di serenità in mezzo a quella tormenta che era Baek Hyun.
«Se Hun, sai, non ho nessun rimpianto, tutto quello che ho vissuto con Chan Yeol è un bellissimo ricordo di un passato troppo doloroso. Ma se potessi tornare indietro, con la consapevolezza di quello che sarebbe successo un anno dopo, non gli avrei mai parlato. E mai mi sarei avvicinato al suo cuore».
Se Hun non seppe mai quanto quelle parole fossero dolorose da pronunciare per Baek Hyun, quanto si era ferito da solo proferendole perché non poteva più tornare indietro, non poteva più cambiare il suo passato e tutto sarebbe rimasto immutato. Lui nel presente e Chan Yeol nel passato, in due mondi diversi e separati da uno spazio temporale invarcabile.
Se Hun non seppe mai quanto Baek Hyun fosse sincero con lui, quanto tutto quello che gli diceva era la pura e semplice verità. Non seppe mai che dietro tutti i loro discorsi, si celavano messaggi nascosti. Messaggi che gli urlavano di salvarlo dal suo dolore, che almeno lui doveva riuscire in qualcosa che Chan Yeol non era arrivato nemmeno a sfiorare.
Ma anche Se Hun, come Chan Yeol, non poteva e non riusciva a capire l'immensa sofferenza del ragazzo.
Baek Hyun sarebbe per sempre rimasto in balia di se stesso e questo lo spaventava più che mai. Era una paura che lo accecava e che gli annebbiava la mente.
Ma sapeva anche che quella paura era l’unico motivo per cui continuava a combattere perché voleva e doveva dimostrare che in qualche modo ce l’avrebbe fatta per Chan Yeol e per la promessa che gli aveva fatto.





 
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Hi babe.
Per la mia felicità, ho aggiornato. Perché? Semplice, è il mio regalo per il mio compleanno (no sense proprio).
Eh sì, oggi è il mio compleanno, ma dettagli. 
Ho aggiornato un nuovo capitolo, ma non so quando ci sarà il prossimo, spero presto, ma chi lo sa. Tutto dipende dalla mia testa.
Ora, lasciatemi dei pareri per questo capitolo che ho appena finito di getto di scrivere e ci rivediamo alla prossima.
Ps: mi scuso per i ritardi passati, presenti e futuri.

Vi ricordo di passare su Wattpad, mi chiamo con lo stesso nome, dove aggiorno più velocemente!

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Capitolo 17
*** XVII ***


Waiting For You — XVII

27 Aprile 2014.

Ci fu un lampo che spezzò il tetro cielo di quella mattina in due, seguito subito dal rombo del tuono. Il suono risuonò per tutto l'appartamento, fino alle sue viscere, forte e prorompente. Spezzò la quieta di quel giorno, lasciandosi dietro una cupa presenza come a presagire un'imminente avvenimento che avrebbe potuto spezzare l'equilibrio di quel mondo.

Fu un attimo, un fragile secondo e Baek Hyun si svegliò di soprassalto, con il cuore in gola e madido di sudore. Un incubo, si disse, cercando di calmare il proprio cuore. Ma tra sogni e incubi, ormai non riusciva più a distinguere l'uno dall'altro. La sua mente era sempre più annebbiata. Era diventato tutto più offuscato, più ottenebrato del solito. Da quando aveva smesso di prendere le sue medicine, il suo stato mentale stava andando alla deriva e Baek Hyun lo stava seguendo a ruota. Troppo in fretta, troppo indifeso. Il confine tra realtà e sogno era diventato una sottile linea e il passo per superarlo era solo uno. Uno e tutto sarebbe crollato. Aveva paura di quello che poteva accadere se fosse successo, se avesse perso il controllo di se stesso. Ma in parte lo aveva già smarrito da tempo. 

«Baek?», lo chiamò, con voce rauca, Chan Yeol. Si strofinò gli occhi, cercando la figura esile del ragazzo per la stanza. Quando i suoi occhi ebbero focalizzato, per quel che potevano, Baek Hyun, sorrise sornioso. «Che succede? Come mai sei sveglio?».

Baek Hyun rimase per quel secondo incantato; ancora non si era abituato alla presenza di Chan Yeol accanto a lui e forse mai l'avrebbe fatto. Eppure sentiva, in cuor suo, che quello era il suo posto e che senza di lui avrebbe passato le notti a fissare il soffitto dell'abitazione. O meglio, a fissare il soffitto della sua spoglia stanza dell'ospedale. Bianco, era tutto ciò che ricordava. 

«Niente, credo di aver avuto un incubo», bisbigliò il ragazzo in risposta. Chan Yeol lo strinse da dietro, avvolgendo il corpo del maggiore tra le sue braccia, e lo avvicinò a sé. Gli sorrise ancora mezzo addormentato con gli occhi semi chiusi nonostante l'altro non potesse vederlo. Baek Hyun si lascio trascinare dal minore senza opporre resistenza. Amava quella sensazione, quelle braccia e la presenza dell'altro. Lo facevano sentire amato e, in un certo senso, vivo.

«Vuoi fare qualcosa oggi?». La domanda di Chan Yeol, fece girare Baek Hyun verso di lui. Gli sorrise, mostrando un'espressione genuina. Il cuore di Chan Yeol prese a battere più veloce di prima: ancora non era riuscito ad abituarsi alla malinconia e al dolore con cui lo guardava. Il minore avvicinò il viso a quello del maggiore e fece sfiorare i loro nasi. Era un semplice contatto, un semplice gesto, ma fece mandare in escandescenza Baek Hyun, che non era per niente abituato a quelle piccole attenzioni. Non era abituato a sentirsi amato, a sentirsi felice.

«Vorrei solo stare con te», rispose sinceramente il più grande, chiudendo gli occhi, mentre si assaporava quel dolce e fragile momento. L'incubo di prima sembrava essere sparito dalla sua mente. Chan Yeol sorrise ancora di più e avvicinò le labbra a quelle di Baek Hyun, le premette avidamente contro le sue, assaporando il dolce sapore dell'altro Fu un semplice bacio, un semplice contatto, ma questo mandò in estasi Baek Hyun, che si dimenticò, per quella frazione di secondi, di tutto: dei suoi problemi, del suo incubo, dei tuoni. Si era isolato e nulla poteva toccarlo; nulla poteva ferirlo. 

Probabilmente, fu uno dei pochi giorni che passò serenamente, avvolto dal dolce e tiepido calore che emanava il corpo di Chan Yeol. Uno dei pochi giorni in cui la sua mente gli diede tregua. E fu uno degli ultimi giorni prima della tempesta.

Con Chan Yeol si sentiva a casa, finalmente, protetto e al sicuro, ma non poteva immaginare che quella era solo un'illusione, una distorta realtà che la sua mente aveva creato per proteggerlo dal mondo, un mondo crudele fatto di tradimenti e bugie.

Tutto quello che fecero fu soltanto giocare. Si dedicarono da prima alle carte poi a giochi di società. Era infantili, ma felici.

Baek Hyun perdeva quasi sempre - un po' perché non era pratico, un po' perché si faceva distrarre dall'altro. Ma quelle volte che riusciva a vincere, esultava in un gran grido. Un urlo che faceva sorridere divertito Chan Yeol. Ad ogni sconfitta, Baek Hyun sbuffava sonoramente, mettendo il broncio. Poi guardava Chan Yeol e con gli occhi imploranti gli chiedeva di non farglielo fare. Ma il minore era irremovibile. In qualche modo, lo eccitava e non desiderava togliere il gusto di quel momento. Baek Hyun fu costretto a spogliarsi di un indumento ad ogni sconfitta e alla fine della giornata rimase solo in boxer.

Il tempo volò come un fragile ma possente battito d'ali, come il vento con una folata di aria trasportava via la sabbia. Si persero in un idilliaco momento, in una realtà loro; una realtà creata appositamente.

Chan Yeol rise, osservando il minore completamente nudo, a differenza sua. 

«Non c'è niente da ridere», aveva affermato Baek Hyun leggermente irritato. «Vorrei vedere te al mio posto». Tutto quello che Baek Hyun riuscì a vedere e sentire fu l'espressione bramosa di Chan Yeol e il suo debole sussurro: «Lo vorrei tanto».

Baek Hyun gli sorrise e, scaraventando tutto quello che lo divideva dal ragazzo a terra, si avvicinò a quattro zampe al minore.

In un attimo si trovò di fronte a lui e unì le sue labbra contro quelle di Chan Yeol. Il dolce bacio a stampo iniziale, divenne passionale, infuocato. Le loro lingue si inseguivano, si cercavano, lasciandoli senza fiato. I loro corpi era accaldati e Baek Hyun non riusciva a pensare a mente lucida. Era completamente assuefatto dal minore e dalle sue labbra; da quella situazione che lo rendeva senza freni, senza controllo.

Quella notte, i due si fusero insieme, unendo i loro corpi. Si cercarono, si toccarono, si accarezzarono.

L'unico rumore che li accompagnava, era il suono dei loro respiri e dei loro baci.

Erano baci infuocati, baci che suggellavano mille promesse e mille segreti.

Erano baci destinati a svanire sempre di più, sostituiti da assordanti silenzi e mute parole.

Erano baci destinati a essere sostituiti da urla e dolore.

 

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27 Aprile 2015.

 

«La nostra relazione, se così si poteva definire, non era formato solo da momenti bui». Baek Hyun sorrise, rivolgendo lo sguardo verso il cielo completamente aperto ed azzurro. «C'erano anche attimi di pace, attimi di luce in mezzo al buio. Erano momenti che dedicavamo a noi stessi, momenti in cui ci amavamo per davvero».

Se Hun semplicemente annuì, completamente assorto nei suoi pensieri. Chan Yeol era mai riuscito a salvare Baek Hyun dai suoi mali? Era mai riuscito ad aiutarlo? Sembrava di no.

«Era una relazione a un percorso, una relazione che ci avrebbe portato alla rovina». La voce di Baek Hyun si fece più fievole e Se Hun poté distinguere chiaramente il rammarico e il dolore. Cos'era successo a quella giovane coppia? «La domenica la dedicavamo a noi. Dormivamo fino a tardi, ci svegliavamo, giocavamo e poi andavamo a dormire insieme».

Baek Hyun si guardò il palmo della mano, con l'altra iniziò a tracciare le linee che solcavano quest'ultima. «Sai Se Hun credo che Chan Yeol mi amasse davvero, che mi abbia dato tutto quello che poteva, ma che non avesse capito quanto invece a me non bastava».

Il minore non capiva le parole del ragazzo, cosa significavano? Cosa stava cercando di dirgli? Se Hun considerava Baek Hyun un'enigma, un puzzle irrisolvibile. Era come un test impossibile, con domande senza senso e fuori contesto.

«Il calore del suo corpo ancora me lo ricordo. Le sue labbra e il suo profumo sono impresse nella mia memoria. Ma tutto quello che riesco a ricordare davvero sono i suoi occhi pieni di paura e di rimpianti».

Baek Hyun si girò all'improvviso e guardò negli occhi il minore. Fu come perdersi in un buco nero: non trasmettevano niente, erano completamente vuoti. Se Hun ebbe un fremito lungo la schiena, provò qualcosa di agghiacciante e spaventoso.

«Non avrei mai dovuto dargli il mio cuore. Fragile com'era, poteva prenderlo e calpestarlo per poi restituirmelo. Non avrei potuto fare nulla per aggiustarlo».

 

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Hi babe!

Sono tornata con un nuovo capitolo. E tranquilli, ho intenzione di finire la storia entro l'estate! Sono carichissima e piena di idee!

ALLora, cosa credete che sia successo tra Baek Hyun e Chan Yeol? Di cosa starà parlando Baek?

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Capitolo 18
*** XVIII ***


Waiting For You — XVIII

1 Maggio 2014.

Baek Hyun avvolse con forza tra le mani il barattolo che aveva nascosto in fondo a un cassetto del comodino di Chan Yeol, al riparo dagli occhi indiscreti di quest'ultimo. Quando riuscì ad aprirlo, riversò il contenuto sul palmo della sua mano e contò meticolosamente le ultime pillole che gli erano rimaste. Una ad una con l'angoscia che saliva sempre di più. 

Quando capì che quei ultimi farmaci che ancora aveva gli sarebbe bastate solo per domani, realizzò la quantità di medicine che ingeriva giorno dopo giorno. Una ad una, scendevano lungo la sua gola per poi depositarsi nel suo corpo. Bael Hyun non aveva idea di come funzionassero - nemmeno voleva saperlo - e non sapeva neanche se avessero un reale effetto su di lui. Continuava a ingerire quelle piccole sostanze chimiche senza porsi domande. 

Rimise le pillole all'interno del quarto flacone che si era portato appresso, lasciandosi cadere a terra. Chiuse gli occhi e strinse a sé le sue gambe, dove nascose il suo viso. Trattene le lacrime, cercando di pensare a mente lucida. 

Come avrebbe fatto da domani? Come poteva resistere? Cosa doveva fare?

Se realmente aveva bisogno di quelle medicine per rimanere lucido, per rimanere se stesso, allora non aveva più tempo. Non aveva più salvezza.

Baek Hyun aveva la mente completamente annebbiata e la sensazione di star per scoppiare era imminente. L'angoscia che provava da giorni iniziò a crescere a dismisura, lasciandolo con una sensazione di ansia mista a paura.

Pensò a Chan Yeol, a cosa aveva fatto per lui, a come gli aveva cambiato la vita. E a come poteva rovinargliela.

Pensò a quello che poteva fare a causa dell'astinenza e in un attimo realizzò che non avrebbe resistito a lungo, che non avrebbe potuto sopportare quella sensazione.

E successe.

Fu un attimo e tutto divenne nero, la sua mente si spense completamente e quello che fece durante quel lasso di tempo, venne completamente cancellato dalla sua memoria. Baek Hyun era in balia del suo corpo e dei suoi attacchi di panico. 

Quello che fece, portò alla rottura di Chan Yeol. A realizzare che così non potevano continuare, che stavano andando troppo oltre. 

Quando quella sera Chan Yeol tornò a casa, trovò tutto l'appartamento al buio. L'unico rumore che riconobbe chiaramente fu il singhiozzare di qualcuno. Risuonava nell'appartamento come un grido di aiuto, un grido sommesso e stanco. 

Il ragazzo ebbe un colpo al cuore. Cos'era successo? Perché Baek Hyun stava piangendo? Perché aveva la sensazione che qualcosa non andava?

Non chiuse nemmeno la porta d'ingresso e, lanciando a terra tutto quello che si stava portando appresso, corse verso la loro stanza da letto.

Quello che vide, gli fece raggelare il sangue nelle vene e accelerare il ritmo del cuore. Un'immagine che probabilmente rimase impressa nella sua mente per tutto il tempo.

Baek Hyun si era rinchiuso ermeticamente su se stesso e si era nascosto in un angolino della stanza. Tremava e piangeva, riversando la sua disperazione negli occhi. Non si rese nemmeno conto della presenza del minore.

Chan Yeol non ebbe nessuna reazione, rimase congelato sotto lo stipite della porta ad osservare la sua stanza, che in quel momento non sembrava appartenergli. 

Il pavimento era cosparso dagli oggetti che erano stati ordinatamente sistemato sulla sua scrivania qualche sera prima, il letto era completamente disfatto e l'armadio era vuoto. Quasi tutti i suoi abiti e quelli del maggiore aveva fatto una misera fine, finendo a brandelli ai piedi di Baek Hyun.

Chan Yeol non seppe interpretare lucidamente quella scena, ebbe un blackout. La sua mente gli propose di inveire contro il maggiore, ma l'aspetto fragile e delicato che emanava, gli facevano dolere il cuore. Era un'immagine che mai avrebbe pensato di vedere. 

Aveva male al petto solo al guardarlo.

Come si era ridotto così? Come erano finiti così? Cosa aveva sbagliato? Perché Baek Hyun l'aveva fatto?

Continuando ad osservare la stanza con gli occhi mesti alla ricerca della sua lucidità, che sembrava essersi presa una vacanza in quell'istante, notò un barattolo che prima di allora, non aveva mai visto, vicino alla porta della stanza. O aveva fatto finta di non aver mai visto.

Perché la realtà era che Chan Yeol aveva finto, finto che tutto andasse bene, che tutto era perfetto. Aveva nascosto la realtà nella sua mente, vivendo una realtà di menzogne.

Aveva una strana sensazione, un'inquietudine che lo stava divorando. Aveva paura di scoprire la verità. Ma la sapeva già da lungo tempo.

Chan Yeol aveva paura di non aver più nessun motivo di fingere di non sapere. Aveva paura di non aver più nessun pretesto per illudersi. Si era disegnato un mondo tutto suo, dove Baek Hyun era perfetto e senza problemi. Ma la realtà era un'altra e lui la stava sotterrando sotto i suoi occhi.

Abbassandosi con riluttanza, afferrò il barattolo vuoto e lesse l'etichetta ormai sbiadita: "Antidepressivi". La scritta era stata fatta a mano con una calligrafia ordinata e precisa. Probabilmente, qualche infermiera aveva fatto quella gentilezza a Baek Hyun. Sul retro, sembrava quasi lampeggiare invece, il nome del farmaco a caratteri cubitali. 

Erano pillole per la depressione. Chan Yeol ingoiò il groppo che aveva in gola e nascose il barattolo nella tasca della sua felpa. Ormai aveva preso una decisione e non poteva più tirarsi indietro. 

Si avvicinò a Baek Hyun sorridendo dolcemente, mentre gli accarezzava un braccio. Il maggiore in un attimo gli saltò adesso e lo strinse in un abbraccio, scoppiando a piangere.

Rimasero in quella posizione a lungo: Chan Yeol che gli accarezzava la schiena per calmare e Baek Hyun che singhiozzava. A mano a mano che il tempo passava, il più grande si addormentò tra le braccia del minore.

Chan Yeol poté solo prenderlo e stenderlo sul letto delicatamente. Il tempo sembrava scorrere lentamente mentre sistemava il ragazzo e lo copriva con le coperte. Gli accarezzò le fronte, scostandogli delle ciocche di capelli dal viso. Con una mano prese il piccolo barattolo e lesse a lungo l'etichetta del flacone, prima di riordinare la stanza.

In mezzo a quel disordine, trovò due pillole. Non le rimise nel loro contenitore, invece li appoggiò sul comodino accanto a Baek Hyun sopra un post-it giallo.

Chan Yeol quella sera andò a dormire con la mente completamente annebbiata e un mal di testa allucinante.

Quando Baek Hyun il mattino seguente si svegliò, si trovò completamente solo in casa. Il minore era uscito presto e non lo aveva disturbato.

Quasi subito, notò il biglietto. Leggendolo ebbe un colpo al cuore, scoppiando a piangere. Erano lacrime di dolore e di colpevolezza. 

"La prossima volta basta che me lo chiedi e te li vado a comprare. Non serve che mi distruggi la stanza." Accanto aveva disegnato uno piccolo smile sorridente.

Baek Hyun si sentì estremamente in colpa, nonostante non ricordasse nulla. Si rese conto che gli stava causando troppi problemi, che in qualche modo gli stava rovinando la vita.

Baek Hyun era troppo egoista per andare via e troppo debole per lasciare tutto, mentre Chan Yeol era troppo gentile per lasciarlo e troppo innamorato per abbandonarlo.

La realtà è che si amavano troppo e nessuno dei due voleva perdere l'altro. Nonostante, questo il fragile equilibrio che si era creato, si spezzò, lasciando in aria un senso di pesantezza.

Le pillole, da quel giorno, non furono più un problema. Baek Hyun non sapeva come se li fosse procurati il minore e non se lo chiese nemmeno.

Eppure, non aiutarono affatto il maggiore. 

Baek Hyun continuava ad avere crisi, mentre Chan Yeol iniziava a essere emotivamente debole.

Non avrebbero resistito a lungo. Il tempo scorreva e la clessidra del loro amore si stava lentamente svuotando, goccia dopo goccia.

|| || || 

1 Maggio 2015.

Baek Hyun aveva la sensazione di essere fissato, osservato. Ma era completamente solo. Se Hun era in ritardo e questo non gli piaceva affatto. 

Quando riprovò quella sensazione, si girò di scatto. I suoi occhi riuscirono a intravedere il viso di un giovane ragazzo. Un ragazzo che per certi lineamenti assomigliava a Se Hun. Lo fissò a lungo, prima che questi si girasse e sparisse dalla sua vista. Baek Hyun ebbe uno strano presentimento. 

Quando il minore arrivò, fu in ritardo di un'ora, che Baek Hyun evidenziò con prepotenza. Gli disse che non poteva, non doveva arrivare in ritardo, che se lo avesse fatto, si sarebbe preoccupato. Se Hun aveva sorriso debolmente, promettendo di non farlo più. I suoi occhi erano arrossati e le occhiaie erano evidenziate maggiormente. Baek Hyun avrebbe voluto chiedergli cosa fosse successo, ma non ebbe neanche il tempo. Se Hun subito gli chiese di distrarlo, di raccontargli il continuo.

Il maggiore esitò, ma lo sguardo del più giovane, lo convinse del tutto. Erano pieni di tristezza e lui non poteva affrontarla, non sapeva nemmeno confrontarsi con la sua, figuriamoci con quella di un'altra persona.

«Le pillole erano finite. Quattro barattoli ed ero senza», proferì Baek Hyun, dondolando il capo da un lato all'altro. «Non ricordo quasi niente, la mia mente si spense».

Se Hun sembrava essere in un altro mondo. Baek Hyun lo notò subito: gli occhi vuoti e privi della sua solita felicità, il viso contratto da una smorfia triste e la vitalità del tutto assente. 

«Distrussi tutto quello che trovai davanti». Il maggiore non sapeva che fare, Se Hun sembrava completamente apatico e lui era privo di idee. «Chan Yeol trovò il barattolo che probabilmente avevo lanciato via».

Nessuna reazione. Baek Hyun deglutì, allungando una mano verso il braccio del ragazzo. Lo toccò e subito Se Hun si voltò verso di lui. Mostrò un sorriso forzato che il maggiore trovò vuoto.

«Se Hun, stai bene?». Il maggiore lo guardò apprensivo con una vena di preoccupazione nascosta dietro la sua facciata impassibile.

Se Hun scosse la testa, continuando a sorride. «Sto bene... non è niente».

Baek Hyun lo guardò ancora più preoccupato. "Sto bene, non è niente" era la solita frase che diceva dall'inizio dell'anno. Ma non era mai vera.

«Se Hun, a me puoi dire tutto». Fu un attimo e tutto crollò.

Se prima di allora Baek Hyun aveva avuto delle crisi, mai ne aveva vista una dal vivo, una di qualcun altro. Il minore scoppiò a piangere davanti ai suoi occhi allibiti. Le lacrime scorrevano come fiumi impetuosi e il più grande non sapeva che fare.

Gli accarezzò la schiena con dolcezza attendendo che si calmasse, ma il tempo scorreva e Se Hun non accennava a smettere.

Quella notte, Baek Hyun scoprì più tardi che il ragazzo che lo spiava era Lu Han e che aveva dato un ultimatum a Sehun.

O lui o Baek Hyun.

Il maggiore sentì una fitta al cuore. Un dolore che non provava da tempo.

E realizzò come ancora una volta stesse rovinando la vita di un'altra persona.

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Capitolo 19
*** XIX ***


Waiting For You — XIX

30 Giugno 2014.

Si spezzò, quel fragile e debole equilibrio si frantumò. Come un antico vaso caduto a terra, la realtà in cui stavano vivendo si sgretolò in mille pezzi. Chan Yeol non sopportò più quella situazione e fece la peggior scelta che potesse fare. Una scelta che a quel tempo riteneva più giusta per lui, per se stesso. Aveva realizzato, pensato e deciso da solo come aveva sempre fatto, senza mai chiedere nulla al maggiore.

E tutto questo lo portò a tradire la fiducia di Baek Hyun, ma troppo era da sopportare per Chan Yeol, troppo era il peso che si stava portando da tempo e troppa era la fatica con cui stava cercando di reggerlo. Le forze che aveva lo stavano lentamente abbandonando, trascinandolo in un baratro.

Quella situazione aveva superato la linea invisibile che si era disegnato. Il dolore, la tristezza e l'angoscia che provava giorno dopo giorno crescevano a dismisura, lasciandolo in fin di vita.

Il vecchio Chan Yeol che era prima di conoscere Baek Hyun sembrava un mero miraggio, uno sconosciuto. Non esisteva più, era svanito come la felicità che provava all'inizio quando lo conobbe.

E il Chan Yeol attuale era solo una copia sbiadita di se stesso. Una copia senza energie, forze e vitalità. Stava lentamente perdendo se stesso.

Baek Hyun aveva spento la sua vita, l'aveva resa più cupa e tetra, senza volerlo. L'aveva reso uno sconosciuto agli occhi di se stesso. E Chan Yeol non era mentalmente pronto per lasciarsi del tutto. In parte non voleva, in parte non poteva. Desiderava liberarsi di quella sensazione e questo implicava lasciare Baek Hyun. 

Fu così che decise di abbandonarlo, di lasciarlo andare. L'egoistico desiderio di salvarlo era svanito da tempo, sostituito dal desiderio di libertà. Come un uccello in gabbia: Chan Yeol era il piccolo volatile e Baek Hyun era la sua gabbia, una gabbia che aveva costruito con le sue stesse mani.

Baek Hyun era un tassello della sua vita che però non era riuscito a combaciare come un pezzo sbagliato di un puzzle. 

«Byun Baek Hyun, è giusto?», chiese uno degli infermieri davanti alla porta dell'appartamento. «È scomparso qualche mese fa». 

Chan Yeol deglutì il groppo che aveva in gola e, semplicemente, annuì. Sentiva la mente vuota e lo stomaco formicolare; forse era l'angoscia, forse il senso di colpa, ma quella sensazione non gli dispiaceva perché in fondo significava una sola cosa: libertà.

«Lei rimanga qua fuori», disse l'uomo dalla statura robusta, più come un ordine che una richiesta. Chan Yeol non se lo fece ripetere due volte. «Potrebbe dare di matto».

E il ragazzo pensò che l'avrebbe fatto di sicuro, che Baek Hyun si sarebbe lasciato guidare dai suoi stessi impulsi; che la sua mente si sarebbe completamente spenta. Irrazionale, era il termine giusto per descrivere le sue azioni.

L'attimo dopo i due infermieri era dentro la sua casa, il suo luogo sicuro, il loro luogo che stava per essere profanato. E poi il silenzio di quella mattinata fu spezzato dalle urla di Baek Hyun.

Nonostante tutto, Chan Yeol lo amava, lo amava davvero. E sentirlo urlare gli fece male, un male che si portò dentro per tutto il tempo.

Erano urla di terrore e di accusa. Urla che sembravano dire "perché, perché l'hai fatto?".

Chan Yeol si accasciò a terra, coprendosi il viso con le mani. Non voleva vedere nulla. Non voleva sentire nulla.

Si sentiva male, male per Baek Hyun, male per se stesso. Aveva fatto una scelta che avrebbe profondamente ferito il maggiore e lo sapeva, lo sapeva bene.

Ma come poteva continuare a vivere quella vita? Come poteva continuare a sopportare quella situazione, le crisi e i pianti di Baek Hyun?

Le urla dell'altro non cessavano e risuonavano nella mente di Chan Yeol come delle trombe. Erano forti, coincise e dolorose.

E tra queste urla sentiva il suo nome e pronunciato dal ragazzo, in quel momento, gli fece fremere il cuore.

Baek Hyun piangeva e urlava, cercando di liberarsi dalla presa dei due uomini. Urlava in un disperato tentativo di aiuto, ma sembrava che nessuno lo sentisse. Si sentì solo, abbandonato.

Gli bloccarono le braccia e le gambe, immobilizzandolo alla sedia a rotelle. Baek Hyun si dimenava come non aveva mai fatto. Le lacrime scorrevano lungo il suo viso come fiumi in piena. Voleva liberarsi, scappare e andare via da quel posto, lontano insieme al minore.

Lo calmarono grazie a un sedativo. Il farmaco scorreva lungo le sue vene e Baek Hyun iniziò a non provare più nulla. L'ansia, la paura e il dolore svanirono lentamente, sostituiti dalla consapevolezza di quella situazione. Lentamente, stava iniziando a razionalizzare e tutto fu più chiaro.

«Avevo letto che era forte, ma non pensavo così tanto», farfugliò uno dei due uomini. «Sicuramente lo terranno sedato per un bel po'».

Chan Yeol sentì tutto, quelle parole sembravano lame taglienti. Si sentiva male per Baek Hyun, ma per lui quella era la scelta giusta. Lui non poteva salvarlo dai suoi demoni, dai suoi problemi e dai suoi incubi. Ci aveva sperato, ma era stata solo un'illusione che l'aveva accecato, rendendo la realtà una distorta immagine di quello che era veramente.

Baek Hyun aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse davvero e Chan Yeol non era quel qualcuno.

Quando i due uomini riuscirono a calmare Baek Hyun, lo portarono fuori dall'abitazione sulla sedia a rotelle. Baek Hyun sembrava inerme e assente, ma la sua mente era attiva e stava urlando, urlando di dolore.

Chan Yeol si alzò di scatto quando lo vide uscire. E il cuore gli fece male, un dolore che prima di allora non aveva mai provato. Si sentì tremendamente colpevole. Lo guardò con gli occhi pieni di tristezza e rammarico. 

Baek Hyun da parte sua realizzò tutto. Aveva cercato di illudersi, che non fosse stato lui, che non l'avrebbe mai fatto, ma era tutta una menzogna. Park Chan Yeol l'aveva tradito, tradito nel profondo della sua fiducia. L'aveva legato e restituito indietro come un oggetto. Gli occhi gli si riempirono di lacrime, lacrime che non riversò. Nella sua mente sentì il suo cuore infrangersi in mille pezzi, pezzi che aveva faticato a ricomporre in quei anni.

E ora erano di nuovo lì, ai suoi piedi. Erano inermi, immobili e dolorosamente pungenti.

«Mi dispiace», sussurrò Chan Yeol, mentre lo guardava allontanarsi verso l'auto dell'ambulanza. «È la cosa migliore per te».

In quell'attimo lo sguardo del maggiore cambiò: divenne freddo e distaccato. La rabbia lo assalì e per la prima volta provò odio nei confronti di Chan Yeol. Il dolore e la tristezza si sostituirono all'odio e alla rabbia.

Chan Yeol lo vidde, notò il cambiamento e si disse che era giusto così. Che doveva essere così. Solo così Baek Hyun avrebbe potuto superarlo e andare avanti, guarire e vivere una vita serena. 

Eppure, l'angoscia e il dolore che sentiva all'altezza del cuore erano troppo reali, troppo forti.

Ho fatto la scelta giusta, si disse per l'ennesima volta. È per il bene di Baek Hyun.

Ma la realtà era che Baek Hyun era solo un pretesto, la realtà era che Chan Yeol non sopportava più quella sensazione, voleva liberarsene. Lo amava, forse troppo, ma odiava vederlo in quel modo, odiava se stesso per non riuscire ad aiutarlo. Stava andando verso uno strapiombo e questo lo spaventò.

E l'unico modo per salvare se stesso, era distruggere il loro rapporto. La fiducia che Baek Hyun riponeva in lui, l'amore che provava per lui.

Baek Hyun aveva continuato ad urlare di salvarlo e Chan Yeol aveva segretamente chiuso gli occhi, voltandogli le spalle.

 

|| || ||

 

30 Giugno 2015.


 

«Chi non muore si rivede», scherzò Baek Hyun, vedendo il minore venirgli incontro. Erano settimane che non si mostrava, settimane che Baek Hyun le passava da solo. In parte, si sentì ferito della decisione del minore, in parte poteva capirlo. Ma era egoista e tutto quello a cui riusciva a pensare era l'odio che aveva provato.

«Hyung, ciao». Se Hun era imbarazzato, una sensazione che non provava da un po' in compagnia del ragazzo. «Come sei stato?».

«Ti interessa davvero?». Baek Hyun lo guardò dritto negli occhi, ma poi sorrise. Non poteva avercela con Se Hun. Come poteva? Erano amici, nulla di più, nulla di meno. Non poteva aspettarsi che scegliesse lui al posto di Lu Han, del ragazzo che amava. «Scherzo, sono stato bene, tu?».

Se Hun non si aspettava quella reazione. Aveva immaginato più e più volte i possibili scenari, ma mai gli era passato in mente che tutto fosse come prima. «Hyung, io volevo scusarmi».

Baek Hyun scosse la testa e sorrise, un sorriso triste e allo stesso tempo doloroso. «Se Hun posso capire la tua scelta. La capisco fin troppo».

Il minore si sedette accanto a lui e lo guardò dispiaciuto. «Alla fine Lu Han si è arreso e ha capito che era una richiesta egoistica».

«Meglio no?».

«Hyung perché sembri così triste? Così stanco?». Se Hun aveva notato fin dall'inizio il pallido colore della pelle del maggiore, le occhiaie che accerchiavano il suo sguardo e il tono di voce pacato.

«Sai Se Hun, a volte mi chiedo perché Chan Yeol mi abbia chiesto di andare ad abitare insieme. Ci conoscevamo poco, troppo poco, ma come potevo rifiutarlo?».

Baek Hyun si girò a guardarlo negli occhi e Se Hun vide il dolore che trasmettevano. Perché? Perché aveva quell'espressione così affranta?

«Troppo in fretta ci siamo uniti, ma troppo in fretta ci siamo anche separati». Il maggiore unii le mani tra loro, per poi separarle con un gesto rapido e coinciso. 

«Lo odiai. Nel profondo».

Baek Hyun chiuse la mano sinistra in un pugno. E poi guardò Se Hun.

«Ma ora me ne pento».

Una silenziosa lacrime scese lungo la guancia del maggiore. Agli occhi di Se Hun sembrava un dipinto, un triste ritratto in una notte al chiaro di luna.

«Sai Se Hun, amare una persona fa male, male davvero. Ma tradirla è anche peggio. Chan Yeol lo fece e questo mi distrusse completamente. Diventai apatico e la depressione peggiorò rapidamente. L'amare che provavo per lui stava svanendo dietro la maschera di dolore che mi ero messo».

Baek Hyun sorrise, fu un sorrise malinconico, mentre sulle sue guance scendevano lentamente le lacrime. Se Hun non seppe che dire, lo strinse a sé, avvolgendolo in un abbraccio caloroso. Il cuore gli fece male alla vista del maggiore.

«Amare una persona è così difficile Se Hun. Ma perderla è peggio».

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Capitolo 20
*** XX ***


Waiting For You - XX

16 Luglio 2014.

Chan Yeol ritrovò un nuovo equilibrio. Il tempo era passato velocemente e in quelle due settimane non andò mai a trovare Baek Hyun. Due settimane passate a compiere quello che faceva prima di conoscerlo: casa, università, amici e casa. Era tornato, quasi, il vecchio se stesso: il ragazzo di cui Baek Hyun si era innamorato - solare, spensierato e rumoroso.

Ma la realtà era che Chan Yeol stava scappando. Scappando da se stesso e dalla triste verità che lo stava seguendo. Si stava nascondendo dietro una recita, mentre i sensi di colpa lo stava divorando dall'interno. Aveva dubitato più volte di se stesso e delle scelte che aveva fatto: era nel giusto? E se si fosse sbagliato?

E aveva paura di rivederlo perché, probabilmente, avrebbe fatto di nuovo lo stesso errore; trascinandolo fuori da quell'ospedale per portarlo a casa e sperare di vivere la loro storia d'amore ancora e ancora, ma tutto sarebbe stato come la prima volta - angoscia, dolore e felicità. Il cuore gli faceva ancora male dall'ultima volta e ancora ricordava vividamente le urla disperata di Baek Hyun. Urla che lo chiamavano di aiutarlo, di non lasciarlo, di restare con lui, di non abbandonarlo, mentre lui gli aveva voltato le spalle, sperando di essere nel giusto.

Park Chan Yeol aveva paura di vedere Byun Baek Hyun perché l'ultimo sguardo che si gli era stato concesso dal ragazzo l'aveva lasciato con una voragine nel petto, un doloro che non aveva mai provato prima d'allora. Ancora ricordava gli occhi di Baek Hyun: due pozzi gelidi, pieni di odio e di consapevolezza. 

Eppure decise di prendere coraggio, di affrontare quel muro che si era creato, di non nascondersi più. Per lui, per Baek Hyun. Aveva raccolto tutte le sue forse e le sue energie, ci aveva pensato e ripensato più e più volte, ma alla fine si era deciso: doveva farlo.

In fondo al suo cuore, in un desiderio nascosto, voleva rivederlo, sorridergli e abbracciarlo. Voleva amarlo come si erano amati i primi giorni, prima che tutto crollasse lentamente. Voleva dimostrargli che lui c'era, che non l'avrebbe lasciato da solo, che questa volta sarebbe andata meglio. Voleva farsi perdonare, ma non aveva tenuto conto dell'imprevedibile mente di Baek Hyun, dell'irrazionale logica che l'aveva sempre distinto dagli altri. 

Quando si presentò dal ragazzo per l'appuntamento che aveva fissato qualche giorno prima, lo vide seduto sulla poltrona della sua piccola stanza da solo in silenzio, mentre contemplava il paesaggio che si osservava all'esterno. La stanza era spoglia, scialba e bianca. Un letto, la poltrona e una scrivania stonavano quell'immagine di purezza.

Baek Hyun non lo guardò neanche per un secondo. I suoi occhi rimasero fissi nel vuoto come era solito fare alla fermata dell'autobus. Fu come una lama nel petto di Chan Yeol.

Il minore esitò. Per una frazione di secondo ebbe l'impulso di tornare indietro e lasciarlo lì, da solo. Chan Yeol però non lo fece, prese coraggio e, sorridendo, fece il primo passo. Non voleva abbandonarlo un'altra volta e si era ripromesso che sarebbero stati insieme per sempre.

«Ciao Baek...». La sua voce era debole, silenziosa; quasi non si udiva. Ma per Baek Hyun era come un urlo. Lo sentì così chiaramente che ebbe un crollo emotivo. Un altro. Un dei tanti che aveva avuto negli ultimi giorni da quando era stato ricoverato.

Da quanto non sentiva quella voce pronunciare il suo nome? Da quanto non lo vedeva? Da quanto aveva iniziato ad odiarlo? Da quanto non lo amava più?

«So che sei arrabbiato con me e che non vuoi parlarmi, ma volevo chiederti scusa». Chan Yeol sentiva che il Baek Hyun di cui era innamorato non era lì, che il ragazzo di fronte a lui non era Byun Baek Hyun, ma un falso. 

«L'amore non esiste», sussurrò il maggiore. «L'amore è falso». Sorrise, un sorriso che prima di allora Chan Yeol non aveva mai visto. Era un sorriso inquietante, quasi spaventoso. Ebbe un brivido.

«Perdono? Perdonami tu se non sono perfetto. Perdonami se non sono quello che immaginavi. Perdonami se non sono abbastanza. Perdonami per non essere il Byun Baek Hyun che amavi».

Baek Hyun si alzò di scatto e per la prima volta gli rivolse il suo sguardo: i suoi occhi erano gonfi e rossi a causa dei pianti che in quei giorni lo avevano accompagnato. Chan Yeol ebbe una fitta al cuore.

«Park Chan Yeol vattene. Non voglio mai più rivederti».

Il minore congelò lì davanti agli occhi del ragazzo, immobile giaceva al suo cospetto senza proferire parole. Il suo cuore si fermò per un secondo sentendo quelle parole. «Baek...».

«No, smettila, non sono Baek, sono Baek Hyun, Byun Baek Hyun. Non sono il ragazzo di cui ti sei innamorato, il Baek Hyun che hai conosciuto ormai è morto. È morto nell'istante in cui hai deciso che non andavo più bene».

Baek Hyun sorrise ironicamente, alzò le braccia all'aria e si guardò in giro. 

«Le medicine hanno effetto, hai fatto bene. Ora riesco a ragionare, a capire. Tu non sei mai stato veramente innamorato di me. Eri innamorato dell'idea di potermi salvare». Baek Hyun rise, rise con scherno. «Ma la realtà è che io non posso essere salvato».

Chan Yeol non sapeva che dire. Smettila non è vero, pensò. Ma era tutto inutile. Erano parole sprecato perché sapeva che Baek Hyun non lo avrebbe ascoltato. 

«Vattene Park Chan Yeol, non voglio vederti mai più. Vivi la tua vita. Io vivrò la mia come ho sempre fatto prima di conoscerti».

Fu così che Chan Yeol uscì dalla stanza, lasciandosi dietro un Baek Hyun addolorato e ferito. 

Le ultime parole che disse furono semplicemente "Se puoi, perdonami", prima di chiudersi la porta alle spalle e lasciarlo da solo.

E così, Baek Hyun crollò in un pianto isterico. Un pianto che aveva trattenuto a lungo, che era ripieno di significati. Un pianto che Chan Yeol sentì fino a dentro le sue stessa interiora.

Chan Yeol se puoi, perdonami tu. Perdonami per essere così, per essere l'errore della tua vita. Perdonami per essere stato egoista, per averti amato.

 

|| || ||

 

16 Luglio 2015.

 

«Se Hun la vita a volte ti pone di fronte a delle scelte. E quelle scelte hanno sempre delle conseguenze». Baek Hyun sorrise, rivolgendo lo sguardo verso il cielo. Era ancora chiaro, nonostante il sole stesse calando all'orizzonte. «Sono scelte che posso cambiare la tua vita e quella degli altri».

Oh Se Hun si chiedeva spesso come Byun Baek Hyun riuscisse a sostenere certi discorsi. Lo lasciavano sempre a bocca aperta, senza parole.

«Io ho fatto una scelta, quella volta». Il maggiore guardò l'amico negli occhi e per un attimo, Se Hun, vide il pentimento. «Ho scelto di lasciarlo. E l'ho fatto nei peggiori dei modi».

«Cos'è successo?».

«Dopo che sono tornato in ospedale, ho odiato Chan Yeol. L'ho odiato davvero, ma poi mi sono reso conto che l'amore che provavo per lui era più forte, più grande di tutto l'odio del mondo». 

Se Hun sorrise involontariamente a quelle parole. L'amore di cui gli stava raccontando Baek Hyun era qualcosa che non avrebbe nemmeno immaginato. Quello che provava per Lu Han sembrava una mera copia di quello che era Baek Hyun per Chan Yeol. Amava Lu Han ma non sapeva fino a che punto si sarebbe spinto per lui o, almeno, non aveva dovuto dimostrarlo.

«Per questo ho deciso di lasciarlo, di liberarlo. Non sopportavo più l'idea di tenerlo legato a me, di tarpargli le ali e di ferirlo ulteriormente. L'unica soluzione era rompere il rapporto che avevamo. Distruggere tutto quello che avevamo creato».

«Hyung...».

Le lacrime scorrevano silenziosamente lungo il viso di Baek Hyun. Erano lacrime di dolore, per l'ennesima volta stava piangendo pensando a Chan Yeol e si pentiva delle sue scelte. Si pentiva di averlo trascinato nei suoi problemi, nel suo mondo e, in parte, si pentiva di averlo amato.

«Se Hun perché amare una persona fa così male? Perché perderla fa ancora più male».

Oh Se Hun non aveva una risposta per quella domanda, rimase semplicemente in silenzio, lasciando il maggiore sfogare il proprio dolore.

«Dio, perché non posso seguirlo?».

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Capitolo 21
*** XXI ***


Waiting For You - XXI

01 Agosto 2014.

Byun Baek Hyun si arrese, cedette alla sua stessa debolezza. La stabilità che riteneva abbastanza robusta da reggerlo e che aveva trovato in quei giorni, si era dissolta come vapore in aria, come bolle di sapone. Dissipata come nebbia sotto il sole.

Era durata poco, troppo poco. Diciassette giorni. Quasi tre settimane. Per quattrocento-otto ore si era illuso di poter andare avanti. Per diciassette giorni aveva mentito a se stesso, creando un muro. Un muro che lo separava dal confine della solitudine, dalla realtà.

E Baek Hyun era sul ciglio, pronto a sprofondare in un baratro senza fine.

Camminava per l'ospedale senza vita, trascinandosi i piedi dietro di sé. Sembrava quasi che non fosse lui stesso a comandare i suoi arti, ma che lo stesse facendo qualcun altro al suo posto. Come in un videogioco: erano altri a prendere le scelte per lui; non aveva una volontà, coscienza o controllo di sé.

Il ragazzo fissava davanti a sé, ma non vedeva nulla. Nulla che avesse importanza, nulla che avesse senso.

La sua mente riusciva solo a pensare e tutto quello che ricordava era solo lui: Park Chan Yeol. E faceva male. Ogni volta.

Ripensare al minore era un costante tormento, un costante dolore.

Ripercorrere i loro ricordi, i momenti passati assieme e la felicità - seppur breve - lo distruggevano dentro, secondo dopo secondo. Ricordo dopo ricordo.

Per diciassette giorni aveva costantemente pensato a Chan Yeol. Sperando di dimenticarlo.

Aveva creduto di potercela fare, di poter andare avanti. La realtà era che Baek Hyun non ne aveva più le forze, le capacità.

Park Chan Yeol era diventata la sua ancora, la sua salvezza, in mezzo a quel mare di problemi. Era diventata la sua forza, la sua ragione per continuare a vivere.

Per diciassette giorni, aveva creduto di poter vivere senza di lui. Per diciassette giorni, Baek Hyun l'aveva fatto.

Era riuscito a essere la forza di se stesso, a vivere per sé. Ma poi qualcosa era andato storto.

Lungo quella ripida discesa, Baek Hyun aveva incontrato un ostacolo che l'aveva obbligato a svoltare, ritornando verso il sentiero che lo portava a Chan Yeol.

Per diciassette giorni, Baek Hyun aveva smesso di pensare al suicidio.

Suicidio che aveva tentato più volte, ma che più volte non aveva commesso per davvero. Aveva sempre fatto in modo che lo fermassero in tempo o, che per lo meno, si ferisse solo gravemente.

Baek Hyun, dentro di sé, non era ancora pronto a morire. Non era pronto a lasciarsi tutto indietro. Amava vivere, respirare e sorridere. Sorridere a una vita che sembrava quasi non appartenergli.

O forse era solo una maschera. Forse la realtà era che odiava vivere. Gli procurava dolore, sofferenza e solitudine. Era una vita che non gli apparteneva.

No, Baek Hyun era pronto a morire. Era pronto a lasciarsi tutto indietro.

In fondo, Byun Baek Hyun era indomabile, era un'anima pura e vuota allo stesso tempo. Non aveva paura di nulla, nemmeno della morte.

Sì, Byun Baek Hyun era pronto a morire. A lasciarsi tutto indietro, ma non era pronto a lasciare Chan Yeol.

Con gli occhi vacui osservò la finestra della sua stanza. Era aperta e sentiva la piccola brezza di aria fresca. Era piacevole, ma Baek Hyun non sembrava nemmeno accorgersene. Si avvicinò e si affacciò di sotto, osservando il prato coperto dall'erba.

Fu in quel momento che una foglia di un albero cadde lentamente davanti ai suoi occhi. Leggera, fragile e sola, come Baek Hyun.

E in quell'istante, tutto divenne buio. Baek Hyun fece qualcosa che probabilmente, a mente lucida, non avrebbe mai fatto: si arrampicò sul davanzale per afferrare quella piccola e insignificante foglia.

Un foglia che costò una vita.

Park Chan Yeol quel giorno, ricevette una chiamata dall'ospedale.

Park Chan Yeol quel giorno corse a vedere Byun Baek Hyun dopo diciassette giorni.

Il corpo dell'altro era immobile, steso sul letto, mentre nella stanza risuonava il leggero tic che segnava il battito del cuore.

Fu catalogato come tentato suicidio, ma chi mai si sarebbe buttato da primo piano di un ospedale in pieno giorno?

Park Chan Yeol passò tutta la notte in quella stanza, accanto al ragazzo che amava.

Si dice che il tempo possa guarire tutto, ma le cicatrici rimangono. E quelle di Park Chan Yeol erano diventate indelebili. Come macchie di vino sugli abiti, Baek Hyun era diventato un pezzo del puzzle di Chan Yeol.

E se uno di quei pezzi sparisse all'improvviso?

|| || ||

01 Agosto 2015.

«Sai Se Hun, la mente umana è fragile», iniziò Baek Hyun guardando la sua mano. «È imprevedibile come lo ero io».

«Hyung...». Se Hun lo guardò con gli occhi di chi provava dispiacere, occhi che a Baek Hyun avevano sempre dato fastidio. «Cosa stai cercando di dirmi?».

Il maggiore sorrise, le sue labbra si mossero istintivamente verso l'alto. Era un sorriso cinico e sarcastico, un sorriso che, però, trasmetteva una tristezza infinità.

«Hai mai pensato al suicidio?», chiese Baek Hyun, ignorando la domanda del minore. L'altro colto alla sprovvista rispose subito con un no leggermente scioccato. «Ovvio che no, perché avrei dovuto?».

«Io invece sì». Fece una pausa in cui prese una grande boccata d'aria. «Ci pensavo sempre, spesse e forse troppo».

Baek Hyun guardò di nuovo Se Hun, che gelò sul posto sentendo le parole del ragazzo. «Pensavo fosse l'unica soluzione possibile. L'unica soluzione per porre fine al dolore che provavo».

«Stai dicendo che...».

«Sì, Se Hun», lo interruppe il maggiore. «Ho tentato il suicidio, più volte. Ma mi hanno sempre fermato o salvato».

Se Hun non sapeva che dire. In tutta la sua vita non aveva mai pensato di porre fine alla sua vita. La considerava preziosa, qualcosa di unica e insostituibile. Anche se avesse dovuto affrontare problemi che potevano sembrare invalicabili, l'ultimo dei suoi pensieri sarebbe stato quello perché una soluzione a tutto c'è sempre, in ogni occasione.

«Ma quella volta, non lo feci apposta». Il flusso di pensieri del minore venne interrotto. «È vero, ci pensai più volte in quei giorni, ma non avrei mai avuto il coraggio di farlo».

Baek Hyun tornò a guardare il cielo, immaginando il sorriso di Chan Yeol. Lui che gli sorrideva era la forza di Baek Hyun.

«Non avrei mai avuto il coraggio di abbandonare Chan Yeol perché, nonostante tutto, lo amavo - lo amo - ed era l'unica cosa di cui ero certo».

Baek Hyun avrebbe voluto aggiungere che l'amore distrugge le persone, le rende vulnerabili, deboli, ma ci ripensò. L'amore che aveva provato lui gli aveva dato una forza che prima di allora non aveva mai provato, ma allo stesso tempo, lo aveva consumato lentamente.

«Se Hun se mai incontrerai la persona destinata a te, non farla scappare. Vivila, assaporala, goditela perché il mondo è un posto orribile e a volte ti porta via le persone che ami nel momento in cui meno te lo aspetti».

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Capitolo 22
*** XXII ***


Waiting For You - XXII

 

15 Settembre 2014.

 

Da un mese e quindici giorni, se avesse potuto Park Chan Yeol avrebbe dato tutto quello che possedeva pur di rivedere gli occhi del suo amato - così profondi da poterci perdere in qualunque momento - e il sorriso raggiante con cui lo salutava ogni volta che si incontravano.

Da un mese e quindici giorni non aveva più una concezione del tempo, tutto era diventato immobile, statico. E forse, in un piccolo meandro nascosto da qualche parte dentro di sé aveva perso le speranze. Da quando Baek Hyun era entrato in coma, la sua vita aveva preso una ripida e tortuosa discesa, mentre il tempo era diventato uno dei suoi ultimi problemi. 

Da un mese e quindici giorni passava le giornate accanto al freddo letto su cui giaceva inerme e bloccato il ragazzo che amava. Lo aiutava a muovere i muscoli delle gambe e delle braccia, lo aiutava a pulirsi e gli parlava in tutti i momenti che trascorreva con lui, sperando, che prima o poi, quest'ultimo gli rispondesse. Ma i giorni scorrevano inesorabilmente e Baek Hyun non accennava a dire una parola, a fare un movimento, a dargli una speranza. 

Una speranza che lo facesse resistere per tutto quel tempo, che gli desse la forza di andare avanti. Ma Chan Yeol stava lentamente perdendo la forza per reagire a quella situazione; si stava arrendendo. Ma in fondo, arrendersi non significava non amarlo, ma abbastanza da lasciarlo andare.

Un mese e quindici giorni.

Byun Baek Hyun era in coma da così tanto tempo e in condizioni così instabili, che i dottori avevano dato basse possibilità di ripresa. La caduta non era stata fatale, ma aveva danneggiato il cervello e avevano paura di qualche possibile ripercussione futura. A Chan Yeol tutto questo non importava: voleva solo che si svegliasse, che dicesse il suo nome e che lo baciasse come non aveva mai fatto prima di allora. Voleva solo riaverlo, chiedergli perdono per tutto e poter tornare a quello che erano e che potevano essere in futuro.

Dopo un mese e quindici giorni, Byun Baek Hyun fece il suo primo movimento, una piccola speranza. Le sue esili dita si contrarranno per un millesimo di secondo sotto gli occhi scioccati di un incredulo Park Chan Yeol. Occhi che si stavano lentamente riempiendo di lacrime di gioia, lacrime che stavano lavando via spazzando quelle di dolore, tristezza e desolazione. Il giovane non seppe nemmeno come reagire a quella situazione: aveva immaginato milioni di volte quello scenario eppure in quel momento si ritrovò solo in lacrime, senza parole e con il cuore in gola.

Poi Baek Hyun aprì i suoi occhi e fu come se il mondo fosse crollato in piccoli pezzi atterrando su Chan Yeol; come se un palazzo di cristallo fosse stato distrutto dalla dura realtà. In un attimo quella speranza che stava lentamente svanendo nel minore, diventò consapevolezza; qualcosa che lo distrusse anche più dell'attesa del coma. 

Il maggiore roteò gli occhi per la stanza, senza riconoscerla. Vedeva solo le pareti bianche e tutto quello che ricordava era il vuoto. Il suo respiro iniziò a farsi pesante mentre cercava di rammentare quello che era successo: perché fosse lì, chi fosse il ragazzo accanto a lui, ma tutto quello a cui riusciva a pensare era il nulla. Un vuoto nella sua memoria che si impossessò di lui come un'infezione. E la consapevolezza di essere senza un passato, una parte di sé, lo resero ancora più vulnerabile.

A scuoterlo da quell'esile momento fu la voce di Chan Yeol, una voce profonda e calda che non riconosceva, un viso di un ragazzo che non ricordava e il tocco di uno sconosciuto che lo stringeva. 

«Baek», lo chiamò il minore in lacrime. «Sei sveglio... Non ci speravo più».

Quando Baek Hyun si accorse che la sua mano sinistra era stretta tra quelle dell'altro ragazzo, istintivamente, la allontanò rapidamente con un gesto brusco. Un gesto che agli occhi di Chan Yeol non passò inosservato, ma che non lo fece preoccupare poiché troppo assorto nella felicità del risveglio del maggiore. 

«Dottore! È sveglio!», urlò il ragazzo, mentre il medico curante di Baek Hyun passava. Quest'ultimo sorrise genuinamente prima di fare un controllo. Baek Hyun venne accecato da una luce bianca e poi gli venne tolto la mascherina per l'ossigeno. Si sentì quasi libero, ma il senso di vuoto nel petto rimaneva lì ad opprimerlo.

«Come stai Baek Hyun?», chiese il medico, sorridendogli. «Ti fa male qualcosa?»,

Baek Hyun lo guardò per una frazione di secondo e poi disse: «Cos'è successo? Che ci faccio qua?».

«Non ricordi? Hai tentato il suicidio, buttandoti dalla finestra della tua stanza».

Baek Hyun chiuse gli occhi, cercando di assimilare le parole dell'uomo: uno ad uno. Suicidio? Lui aveva provato a suicidarsi? La sua mente rievocò il ricordo della foglia che cadeva, ma nient'altro. Perché avrebbe dovuto? Perché il suicidio? Cosa era successo?

«Non ricordo nulla, perché avrei dovuto farlo?».

«Dovresti dirlo tu a noi, Baek», intervenne Chan Yeol, avvicinandosi di nuovo al ragazzo. «Ho pensato di perderti di nuovo».

Baek Hyun lesse il dolore negli occhi di Chan Yeol, un sentimento che lo faceva sentire leggermente a disagio. Lo aveva ferito? Perché? Come?

«Tu...», Baek Hyun lo guardò confuso, corrugando la fronte. «Chi sei?».

Due parole ebbero la forza di un vulcano, di un tornado in piena potenza e di un uragano senza fine. Una tempesta che stava lentamente e violentemente spazzando via tutto: la speranza che Chan Yeol aveva riposto in un nuovo inizio svanì all'istante e realizzò la cruda realtà. Una realtà che mai aveva immaginato, ma che forse avrebbe dovuto. 

«Come chi sono...», Chan Yeol rise agitato. Una risata che di divertente non aveva nulla, ma che di ansia e disperazione era ricolma. «Baek, non scherzare, per favore. Sono Chan Yeol».

«Scusami...», fece una pausa, cercando di essere il più delicato possibile. «Ma non so chi tu sia».

Fecero dei controlli approfonditi, controlli che Chan Yeol smaniava di ottenere il prima possibile. E quando li ottenne, fu come un gettito di acqua gelida in faccia. E la realtà che tanto stava evitando divenne concreta, evidenteamnesia, perdita di memoria. Il minore non seppe come reagire a quelle parole: nulla poteva ferirlo più di così.

Baek Hyun soffriva di amnesia. Dopo il colpo a causa della caduta, la sua mente aveva cancellato completamente il ricordo di Park Chan Yeol. Il loro amore, la loro felicità, il loro dolore e la forza che si davano a vicenda.

Nulla, non si ricordava nulla. Per Baek Hyun tutto quello che avevano passato e vissuto fu come una macchia nella sua vita ed era stata eliminata via da una nuova pittura. 

Un colore nuovo e fresco: Byun Baek Hyun era tornato a essere il ragazzo spensierato che era, prima di cadere nella depressione. 

E Park Chan Yeol non era più nessuno.

 

 

 

|| || ||

 

15 Settembre 2015.

 

Oh Se Hun sprofondò il corpo sulla la panchina, aspettando che il maggiore dicesse qualcosa. Qualunque cosa pur di farlo parlare. Era da giorni che non gli diceva nulla, nessun pensiero, nessun ricordo, niente di niente. E questo preoccupava estremamente Se Hun.

«Hyung, perché non dici nulla?», gli chiese, volendo capire il perché di quell'ermetico silenzio. «Cos'è successo?».

Baek Hyun, che fino ad allora, avrebbe solo voluto sparire e tornare indietro nel tempo, lo guardò e gli sorrise. Un sorriso mesto, pieno di tristezza e rimpianti.

«Se Hun la mente umana è così assurda», disse, ridendo. Una risata ricolma di lacrime nascoste. Il minore la trovo inquietante, quasi spaventosa. «Può farti dei brutti scherzi. Scherzi che ti rovinano la vita in un attimo».

«Di cosa parli?».

Baek Hyun rimase in silenzio per un po', pensando alle giuste parole da usare. Parole che in quel momento sembravano ucciderlo lentamente.

«Se Hun dimenticai tutto. Tutto il nostro amore, le nostre risate, le nostre lacrime, il nostro dolore. Tutto svanì in un attimo. Il mio cervello dimenticò Chan Yeol e il mio amore per lui, il suo amore per me».

Se Hun non disse nulla, lo lasciò continuare, incredulo.

«Amnesia». Baek Hyun rise. «Che brutto scherzo del destino, o forse non proprio. Alla fine, cancellando Chan Yeol dalla memoria, tornai quasi a essere il vecchio me. Un ragazzo spensierato che non dipendeva più da nessuno, dall'amore di nessuno. Ma questo mi rendeva vuoto. Vuoto dentro. C'era qualcosa che mancava e lo sapevo ma non volevo scoprire cosa fosse perché, a volte, molti segreti devono rimanere tali, Se Hun. Segreti sepolti nell'animo».

Il silenzio che alleggiò fu ricolmo di parole nascoste e impronunciate. Parole che prima di allora Baek Hyun non aveva mai osato dire, ma che aveva tanto pensato sperando non fossero reali.

Ma la verità era che Park Chan Yeol non era mai stata la sua cura, ma la micia che fece innescare tutto. E il loro amore, il fuoco che lo fece scoppiare. Probabilmente, se non lo avesse mai incontrato, il maggiore non avrebbe mai patito tutto quel dolore e quella sofferenza, ma allo stesso tempo, non avrebbe mai provato tutto quell'amore e quella felicità. Poiché Baek Hyun non rimpiangeva nulla di quello che aveva passato perché i sentimenti che provava per il suo amato erano qualcosa che andavano oltre e superavano il dolore che aveva e stava provando.

Baek Hyun era così follemente innamorato da desiderare di ricongiungersi con Chan Yeol in qualsiasi maniera, ma l'unica era la morte.

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Capitolo 23
*** XXIII ***


 

 

 

 

 

Waiting For You - XXIII

 

 

 

 

01 Ottobre 2014.

 

 

 

 

Passarono giorni, settimane. Un tempo infinito in cui Chan Yeol cercò di realizzare cosa fosse successo; come fosse potuto accadere proprio a Baek Hyun, a lui, a loro. Settimane in cui, però, non riuscì a elaborare l'avvenimento: come poteva riuscire? Lui l'aveva dimenticato; l'aveva cancellato; l'aveva eliminatodai ricordi della sua vita. Non esisteva più. Il loro amore, il loro rapporto tutto era svanito. Non era rimasto nulla, solo i suoi fragili e esili ricordi. Frammenti di memorie che sarebbero presto andate perse nel vento.

 

No, non ci credeva, non ci riusciva; non era vero. 

 

Eppure, la realtà lo colpì come uno schiaffo in viso: duro, violento e forte. Una verità che fece male al cuore e all'animo, fino alle viscere. Una realtà da cui non si sarebbe mai ripreso perché Chan Yeol non aveva più le forze per andare avanti, non senza l'amore che tanto desiderava, non senza l'unica persona che aveva mai amato.

 

E andare a trovare Baek Hyun era il dolore peggiore, un male che non espresse mai a parole.

 

Ogni volta, Chan Yeol lo guardava con gli occhi di chi lo amava, di chi aveva avuto l'onore di assaporarlo e lui in cambio riceveva sguardi glaciali e ostili. Gli occhi di Baek Hyun erano color nocciola e non esprimevano neanche lontanamente l'amore che, tempo prima, il minore era solito scrutare. Erano freddi, distanti e dolorosi.

 

Chan Yeol, a ogni incontro, sentiva sempre il cuore fargli male e ogni volta si formava una piccola crepa. Spaccature che non furono mai rimarginate. Il suo dolore non fu mai più medicato, anestetizzato. Chan Yeol soffrì a lungo nel silenzio del suo appartamento, solo e disperato.

 

«Ancora tu». Le parole di Baek Hyun erano taglienti e dure. Il minore non sapeva mai come reagire: davanti a lui aveva il ragazzo che amava, ma che non lo riconosceva più o, meglio, che non si ricordava più di lui. «Cosa vuoi oggi?».

 

«Baek...». Chan Yeol aveva un groppo in gola che cresceva col passare dei secondi e dei giorni. Attimi che sembravano interminabili si susseguivano uno dietro all'altro senza fermarsi. Più momenti passava con il maggiore, più sentiva l'angoscia crescere dentro di sé. «Non parlarmi così, per favore».

 

«Senti, mi dispiace, ma non ti conosco, non so chi sei, come dovrei trattarti?».

 

«Tu sei il mio ragazzo». Chan Yeol cercava disperatamente di convincere se stesso più che il maggiore; di convincersi che quello davanti a lui, con quello sguardo infastidito, fosse ancora lo stesso ragazzo di cui si era innamorato, lo stesso che gli aveva chiesto di non abbandonarlo mai, lo stesso che gli aveva promesso di amarlo per sempre.

 

«Non so chi tu sia». 

 

«Tu mi ami». Tre parole che ebbero l'effetto di una tempesta per il minore, ma che non significarono nulla per il maggiore. Tre parole che galleggiarono in aria, aspettando di essere ripronunciate dal mittente.

 

«No, non ti amo». Una risposta diretta, fredda e senza rimorsi. Baek Hyun ribatté senza pensarci, per poi pentirsene quasi subito. Il perché non lo seppe, almeno non in quel momento.

 

Fece male. Un dolore profondo e disarmante. Chan Yeol l'aveva sentito più e più volte negli ultimi giorni e più e più volte aveva cercato di ignorare. Non ti amo. Era come se implicitamente Baek Hyun gli stesse dicendo: "Non sei importante nella mia vita per questo ti ho dimenticato, per questo non conti più".

 

Nonostante fossero passati quindici giorni, Byun Baek Hyun si ostinava ad affermare di non sapere chi fosse, di non conoscerlo e di lasciarlo in pace. E ogni volta, il fragile cuore di Chan Yeol subiva, senza dire nulla. Gli sorrideva tristemente, osservandolo e ringraziandolo di essere vivo. Gli ripeteva di amarlo, causando un fastidioso sbuffare da parte dell'altro, che non sopportava più quella situazione.

 

«Baek...».

 

«Mi chiamo Baek Hyun, non Baek».

 

«Baek Hyun vorrei solo poter parlare con te».

 

«Io no. Mi dai fastidio, sei così insistente».

 

Chan Yeol non sapeva come rispondere. Baek Hyun, il ragazzo che amava, non era così. Il ragazzo di cui si era innamorato era dolce, gentile e amorevole. Il Baek Hyun che vedeva non era più lo stesso ragazzo di cui si era incantato. Era una copia acida, stronza e disarmante, che lo lasciava sempre senza fiato con le sue parole pungenti.

 

«Vorrei solo che tu riuscissi a ricordare».

 

Baek Hyun rimase in silenzio, un silenzio che per Chan Yeol significò molto. Non disse nulla perché non aveva alcunché da dire: cosa avrebbe potuto affermare in quella situazione? "Io non voglio ricordarti". Era cattivo, ma lo faceva per Chan Yeol, per non dargli false speranze. Se non avesse recuperato la memoria? Se non si fosse più ricordato di lui? Chan Yeol doveva tracciare una linea di demarcazione, una nuova linea invisibile. Doveva separarsi da lui altrimenti avrebbe sofferto troppo.

 

E Baek Hyun non voleva farlo soffrire, non intenzionalmente. Aveva fatto una scelta e quella era la sua. Separarsi da lui era l'opzione migliore. E Chan Yeol doveva capirlo perché se non si fosse ricordato di lui, avrebbe sofferto ancora e ancora.

 

«Come stai oggi?», chiese il più piccolo, sedendosi sull'unica sedia che era nella stanza. «Ti vedo in forma».

 

Baek Hyun alzò gli occhi al cielo e lo guardò infastidito. «Come ieri e il giorno prima e ancora quello prima».

 

«Mi fa piacere, Baek».

 

«Non chiamarmi così, te l'ho già detto». Baek Hyun lo guardò con disprezzo e il cuore di Chan Yeol subì un altro duro colpo. «Solo i miei amici possono farlo e tu non lo sei».

 

«Io solo il tuo ragazzo», ribadì Chan Yeol con fermezza come a ricordarsi che effettivamente era così. E sembrava che lo stesse dicendo più a se stesso che all'altro, quasi a convincersi che ancora c'era speranza, che ancora potevano tornare insieme. Se solo avesse saputo che di speranze non ne avevano più, che di possibilità non c'erano più e che le opportunità erano finite.

 

«Senti, ti prego, non venire più a trovarmi. Io non ti amo, non so chi sei e non ricordo nulla. Probabilmente, non ti ricorderò mai più, quindi, per il tuo bene, vattene e fatti una nuova vita».

 

Chan Yeol ascoltava silenziosamente, cercando di realizzare cosa stesse dicendo il maggiore, ma non ci riusciva perché la realtà faceva troppo male e lui stava già soffrendo abbastanza. E a ogni dolore che taceva, diventava sempre più grande. 

 

Se solo Baek Hyun avesse aperto gli occhi e osservato il ragazzo come aveva sempre fatto probabilmente avrebbe visto il peso che gravava sulle spalle dell'altro, ma era troppo egoista per rendersene conto.

 

«Ti prego, dimenticami perché io già l'ho fatto Chan Yeol».

 

E fu il colpo di grazia.

 

Speranze, illusioni furono tramortiti da quelle semplici parole. Forti, dure e vere. La cruda verità colpì Chan Yeol come vento gelido sulla pelle.

 

Lui non disse nulla, rimase in silenzio, cercando di curare il proprio dolore, ma non ci riuscì mai e dopo quel giorno Chan Yeol sparì dalla vita di Baek Hyun.

 

Il minore era stato cancellato e ora Chan Yeol doveva cancellare anche lui il suo amato dalla sua. Portò il dolore dentro di sé a lungo, troppo a lungo. Non c'era via d'uscita e l'unica salvezza era un ragazzo che non lo amava più.

 

Chan Yeol era ormai in fin di vita. Stava lentamente annegando.

 

 

 

 

|| || ||

 

 

 

 

01 Ottobre 2015.

 

 

 

 

«Fu veramente cattivo quello che dissi, ma lo feci per lui». Baek Hyun aveva l'aria di un ragazzo spezzato dal dolore e dal senso di colpa. «Non poteva continuare così, non poteva continuare a sperare senza ottenere nulla».

 

Se Hun annuì semplicemente, osservando il limpido cielo di quella notte. Non sapeva che dire perché non aveva idea di cosa avrebbe fatto lui. Egoistico sarebbe stato lasciarlo al proprio fianco sperando in qualcosa che forse non sarebbe mai avvenuto, ma ancora più egoistico fu sperare che l'altro potesse continuare come se non fosse successo nulla. Forse, Baek Hyun aveva sbagliato tutto fin dall'inizio.

 

«Col senno di poi, probabilmente non gli avrei detto nulla».

 

Ci fu un attimo di silenzio, un silenzio che gelò l'aria intorno ai ragazzi.

 

«Non venne più a trovarmi e io iniziai a provare sollievo. Non vederlo aveva reso tutto più facile. Iniziai a vivere di nuovo e iniziai a provare qualcosa per un ragazzo, l'infermiere. Era gentile, affabile e carino. Era come Chan Yeol, ma questo non lo sapevo».

 

«Ti sei innamorato di un altro?».

 

«No, penso che, nonostante, avessi perso la memoria, l'unico che amavo davvero era Chan Yeol, anche se non sapevo e non capivo».

 

«Quindi?».

 

«Quindi, stavo proiettando i miei sentimenti verso un ragazzo che gli somigliava, una persona che prendesse il suo posto. Inconsciamente, stavo cercando di averlo indietro».

 

«E perché non hai deciso di tornare con Chan Yeol? Perché dirgli quelle cose?».

 

«Perché quando realizzai, lui aveva già preso la sua scelta. Le mie parole l'avevano così tanto ferito che non si riprese più. Il doloro lo consumò e vedermi felice con un altro fu qualcosa che non resse».

 

«Vi ha visti?». Se Hun era sorpreso, non credeva alle sue orecchie e a quello che stava sentendo.

 

«Sì, il giorno del suo compleanno».

 

E fu in quell'attimo, in quella gelida notte che Se Hun capì: Chan Yeol si era tolto la vita per Baek Hyun, per un amore che non poteva più avere. In quell'istante di quel primo ottobre, Se Hun comprese quanto Baek Hyun e Chan Yeol fossero innamorati, quanto il loro amore fosse malato e insano, quanto dipendessero l'uno dall'altro senza nemmeno saperlo.  

 

E fu in quel momento che Se Hun sperò con tutto se stesso che il maggiore non stesse proiettando di nuovo i suoi sentimenti per Chan Yeol nei suoi confronti.

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