Il cugino di Lynz

di Lydia_Allison
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'antipatico dalle iridi verdi ***
Capitolo 2: *** Gerard, Lyn-z ed un barattolo di cetriolini ***
Capitolo 3: *** Benvenuto in casa Way ***
Capitolo 4: *** Mi presento, sono Frank Iero! ***
Capitolo 5: *** Basta occhiatacce bambini! ***
Capitolo 6: *** Ed ecco babbo natale ***
Capitolo 7: *** Frank Iero, il biologo perfetto! ***
Capitolo 8: *** Dolci notti di insonnia ***
Capitolo 9: *** Nuove conoscenze, nuovi amori, nuovi problemi ***
Capitolo 10: *** Ci divertiremo insieme, vero Frankie? ***
Capitolo 11: *** ¿Hablas Español? ***
Capitolo 12: *** Mille bugie per un bacio rubato ***
Capitolo 13: *** Non portarmi a casa Frankie! ***
Capitolo 14: *** Una nuova minaccia ***
Capitolo 15: *** Ho paura di amarti ***
Capitolo 16: *** Credi che ne valga la pena? ***



Capitolo 1
*** L'antipatico dalle iridi verdi ***


Giovedì 19 dicembre

Il natale si stava avvicinando, l’intera New Jersey era ricoperta da montagne e montagne di neve e tutte le strade erano percorse da una lunga serie di luci colorate.
A casa di Gerard e Lyn-z tutto sembrava andare per il meglio, si erano divertiti un mondo nell’addobbare l’albero e nel posizionare le luci appena comprate. 
Lyn-z era al sesto mese di gravidanza.
Avrebbero avuto una bambina a breve e Gerard non poteva che esserne felice. 
Per la prima volta nella sua vita riusciva a sentirsi orgoglioso di sé stesso. 
Aveva sposato una delle donne migliori del mondo e ogni giorno ringraziava il cielo per averla messa sulla sua strada.
Lynz era una donna forte, aveva un bel carattere e non si faceva di certo mettere i piedi in testa.
 La ammirava molto.
 Riusciva in tutto ciò in cui lui falliva, insieme erano imbattibili, si completavano alla perfezione.
Gerard Way era uno di quelli che quando si tratta di scegliere finiscono sempre per sbagliare ma in tal caso, non aveva sbagliato proprio nulla. 
Lynz era la donna perfetta per lui. La amava alla follia, ogni giorno persino di più.
Lavorava in una delle fumetterie più belle del New Jersey. Era già passato un anno da quando era stato assunto, ma ogni giorno per lui rappresentava un'emozione diversa.
 Amava quel posto, non avrebbe voluto lavorare altrove. Già si immaginava i giorni in cui ci avrebbe portato sua figlia, le avrebbe comprato migliaia e migliaia di fumetti, avrebbero passato pomeriggi interi a leggere e a ridere insieme.
Si sarebbero divertiti un mondo. 
“Signore?Hey?Mi scusii?" Sentì dei piccoli colpetti sulla spalla ma non gli diede molta importanza, era troppo impegnato a fantasticare sulle millemila cose che avrebbero fatto lui e sua figlia una volta insieme. 
Stava riordinando dei volumi di Batman quando all'improvviso una voce lo fece sobbalzare. Quando si voltò gli si gelò il sangue nelle vene. 
"Signor Way..?” Era il suo capo, nonché proprietario di quel paradiso. Gerard lo guardò perplesso e intimorito.
 Al suo fianco vi era un ragazzo sulla ventina, abbastanza basso per la sua età pensó Gerard osservandolo.
 Indossava un paio di converse rosse, un jeans strappato sulle ginocchia e un paio di occhiali da sole neri e gialli poggiati tra i capelli.
Che gusti orribili pensò. 
“Si capo?” Chiese, quasi immobilizzato, il volto teso come non mai, spostando lo sguardo da lui al ragazzo che lo fissava con un enorme sorriso che esprimeva tutta la sua ostilità.
“Questo cliente mi ha appena riferito di averle chiesto aiuto e di essere stato perfettamente ignorato..” Dichiarò e la sua espressione passò dalla perplessità alla confusione. 
"Questo è un lavoro serio Way, non crederà di venire qui a contare le mosche che si aggirano per la stanza. Non la pago per questo.” Continuava ad urlargli contro il suo capo.
 Era un brav uomo, gentile e paziente, ma, se c'era una cosa che lo faceva andare su tutte le furie, era proprio vedere i suoi dipendenti non svolgere il proprio lavoro come si deve, e questo lo sapeva benissimo.
Per sua fortuna non aveva mai ricevuto alcun rimprovero, anzi, era sempre stato considerato un modello da seguire.
“..o magari i moscerini.” Commentò a quel punto il ragazzo sorridendo e al rosso venne tantissima voglia di tirargli un pugno in faccia. Un pugno. Uno solo. Forte abbastanza da rompergli un dente e rovinargli quel fottuto sorriso che si ritrovava.. Però doveva ammetterlo, per quanto ostile potesse essere,aveva la capacità di attirare il suo sguardo come una calamita.... Peggio di una calamita... Aveva un qualcosa di...speciale. 
“Mi dispiace capo. Mi...mi ero distratto. Non succederà di nuovo."Miagolò sforzandosi di non mandare a quel paese nessuno dei due. 
"Meglio così Way se no non mi resta che licenziarla. Ad ogni modo non è con me che dovrebbe susarsi…"Disse l'uomo, puntando gli occhi sul ragazzo. 
Gerard assentì con un cenno del capo. "Certo….mi dispiace un mondo” Cercó di mantenere alto lo sguardo. 
Mister simpatia gli fece spallucce mentre vide il suo capo rifugiarsi nell'altra stanza. Rimasero a guardarsi per qualche minuto e solo allora si accorse delle bellissime iridi color verde chiaro del ragazzo. Erano cosi belle da sembrare diamanti.
 Ne rimase colpito e non riusciva a spostare lo sguardo neanche per un secondo...almeno fino a quando l'altro non ricordò ancora una volta di dover essere antipatico.
 “Be', che facciamo, restiamo qui a guardarci per altre due ore o mi aiuti e vado via?"Chiese sempre con un'enorme dose di 'simpatia' che a Gerard iniziò a dare sui nervi. 
”Dimmi“ Sospirò intento a non perdere le staffe.
 "Uhm...volevo solo sapere la differenza tra questi due.” Disse, porgendogli due volumi di Star Wars. Mentre glieli prendeva, notò delle lettere tatuate sulle dita del giovane, una O,una W,una L e una E. 
Era curioso.
Aveva sempre amato i tatuaggi, e se non avesse così tanta paura degli aghi forse, il suo corpo ne sarebbe pieno. 
Tuttavia decise di non chiedere nulla a quell'antipatico, anzi non vedeva l'ora che se ne andasse.
 “Allora…uh, star wars eh? Be' ,direi che sono uguali, l'unica differenza è che questo blu è.. stato pubblicato quest'anno mentre il rosso è di qualche anno fa. Fossi in te prenderei questo rosso, nelle versioni nuove, finiscono sempre per modificare o magari rovinare scene magnifiche.” Gli disse con un sorriso,che gli aveva quasi fatto dimenticare di quanto fosse rompiscatole. 
Del resto, mettere dei volumi di Star Wars tra le mani di Gerard Way era esattamente come mettere un giocattolo tra le mani di un bambino. 
Sfortunatamente però, il ragazzo non aveva nessuna voglia di fare amicizia con lui. “Bene, grazie mille, ma scelgo io quale prendere." Esclamò riprendendosi i fumetti e dirigendosi alla cassa. 
"Fanculo." Pensò Gerard andando alla ricerca di persone simpatiche.
 Per sua fortuna quel negozio era davvero molto grande e non mancava di clienti. 
A pochi passi da lui infatti avvistò una donna con una bambina. Decise di avvicinarsi. "Buongiorno a tutte e due, serve aiuto?”
 La donna era sulla quarantina, alta, magra, capelli lunghi di un rosso ramato. Portava degli anfibi neri, un paio di jeans scuri ed una giacca di pelle nera. La bambina aveva circa 6 anni, indossava un grazioso vestitino rosso e portava i capelli castano chiaro legati in una treccia. 
“Oh, direi proprio di sì! Mi farebbe un enorme favore."Sospirò lei sollevata, voltandosi a guardarlo. 
"Perfetto, mi dica”. Aveva degli intensi occhi azzurri con qualche piccola sfumatura di grigio e le labbra marcate di un rosso acceso che gli ricordavano moltissimo quelle di sua moglie.
 "Be' si, allora, mia figlia ha imparato a leggere da poco e mi ha chiesto di comprarle dei fumetti ma, non sappiamo proprio quale prendere…"
Gli spiegò con un sorriso posando una mano su quella della piccola. 
"Capisco, non si preoccupi si trova nel posto giusto,da come può vedere non siamo sprovvisti di nulla.” La rassicurò chinandosi per essere a pari altezza con la bambina.
 “Allora piccolina, come ti chiami?” Chiese. La sua voce si fece più dolce.
“..Bandit” Mormorò lei intimidita, aggrappandosi alle gambe della madre. 
“Bandit?Ma che bel nome che hai. Io sono Gerard.
 Hey, vieni qui, guarda che non ti mangio mica, sai?" Sorrise quando la vide nascondere la testolina dietro le gambe snelle della madre, che rise scompigliandole un po’ i capelli. 
"Ahah, fa sempre così, sembra timida ma se entra in confidenza poi è davvero una peste" Convenne e Gerard notò che aveva un piercing sul labbro inferiore, proprio come mister simpatia!
 "Uhm, be' allora, vieni qui, diventiamo amici Bandit, ti va? Vuoi essere mia amica?" La invogliò con un sorrisino dolce.
 Poco dopo la vide lasciare il suo nascondiglio e annuire.
Funziona sempre così, puoi essere timido quanto vuoi e forse ti vedranno tutti come una persona sbagliata e ti faranno sentire tale, ma se trovi le persone giuste saprai sempre come sentirti giusto anche tu. 
E Gerard lo era, era una persona fantastica, soprattutto con un bel po' di esperienza. 
"Posso confessarti un segreto, Ban-posso chiamarti Ban?Ora siamo amici no?Tu chiamami..uhm..Gee okay?”
 “Va bene, Gee mi piace.” Assentì, strofinandosi la guancia con una mano. 
“Da piccolo ero esattamente come te. Poi, sai, è arrivato il mio fratellino e mi sono lasciato andare perché sapevo che c'era lui con me..” Disse, prendendola per mano. 
“.. E tuo fratello, hai i capelli rossi come te?..” Gli chiese fissandogli alcune ciocche scomposte che gli ricadevano sul viso. Gerard arrossì, sforzandosi di sorridere. Se c’era una cosa che amava di lui erano proprio i capelli.
 “uhm…non esattamente…” 
“Allora non mi piace tuo fratello..” Affermò lei e subito dopo sentì sua madre rimproverarla. 
“Bandit, non essere scortese”Disse scusandosi poi con Gerard che intanto era scoppiato a ridere. “Oh,è tutto a posto, è ancora una bambina, guardi è normale che esprima tutto ciò che pensa, sarebbe davvero bello se anche gli adulti lo facessero. 
Comunque Ban, ti assicuro che è molto più bello di me il mio fratellino…”
 La piccola sorrise arrossendo leggermente. Gerard non solo appariva bellissimo ai suoi occhi ma era anche simpaticissimo e voleva essere suo amico. 
“Bene, allora, dimmi un po’, qual è il tuo cartone preferito?" Gli chiese. 
”…piiikachu!!!“ Rispose lei senza alcuna esitazione. La madre sembrava essere davvero sbalordita. 
Certo che quell'uomo ci sapeva davvero fare con i bambini. Non era mai capitato che sua figlia legasse con qualcuno in così poco tempo, specialmente con un adulto poi. "Pikachu..mmh..i pokemon intendi?Io li guardavo tutti i giorni, sai?”
 “è per questo che siamo amici…"Miagolò lei, abbracciandogli le gambe. Gerard per poco non si commosse. Amava i bambini e quella piccola, gli aveva fatto ricordare di nuovo sua figlia. Si chinò per prenderla in braccio.
 "Allora…vediamo un po’…” Disse dando un'occhiata agli scaffali strapieni di libri di tantissimi colori e dopo aver girato un po’ con la piccola in braccio finalmente trovò ciò che voleva. Con la mano libera estrasse uno dei tanti volumi dei tanti volumi dei Pokemon e lo porse alla bambina che intanto si era incantata a fissarlo, mentre con le dita giocherellava con alcune ciocche rosse.
 “Che ne dici di questo, Ban?" Chiese. Quando si voltò e vide Ash e Pikachu sulla copertina le si illuminarono gli occhi.
 "Sii..pikachu, pikachu, pikachuuuuu.."Disse entusiasta,quasi urlando e la madre le fece segno di abbassare la voce.
Gerard le rivolse un sorriso dolce e soddisfatto. "Direi che ci siamo riusciti signora!" Disse ripoggiando a terra la piccola che non riusciva a staccare gli occhi dal libricino, sfogliandone ogni pagina. 
"Lo credo anch'io. Be' grazie mille, è una persona davvero gentile" Esclamò quest'ultima esprimendo tutta la sua gratitudine. 
"Faccio solo il mio lavoro, e poi mi piacciono i bambini…"Precisò Gerard, grattandosi il capo con un sorriso soddisfatto e orgoglioso. 
"Già…lo avevo capito e comunque ho l'impressione che ci rivedremo spesso."Commentò spostando lo sguardo su sua figlia che era occupatissima nello sfogliare il fumetto.
 "Sarà sempre un piacere signora."Commentò sorridente.
"Anche per noi,adesso però togliamo il disturbo, buona giornata .”
“Anche a lei.Hey Ban che fai, non mi saluti?Me lo dai un bacino?” Chiese e senza nemmeno pensarci su, la piccola si avvicinò al suo viso e gli lasciò un bacio a stampo sulla guancia. 
“Ciao,Gee..”

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Capitolo 2
*** Gerard, Lyn-z ed un barattolo di cetriolini ***


Sabato 21 dicembre

Gerard era finalmente tornato dal lavoro, e dopo un rilassante doccia calda si diresse in cucina per aiutare Lyn-z a preparare la cena. 
Non voleva che si stancasse troppo, si preoccupava molto per lei e anche per la bambina.  Anche se, per quanto lui non volesse, Lyn-z era una donna iper-attiva e non sopportava di starsene con le mani in mano, così svolgeva comunque tutte le faccende di casa, anche quelle meno importanti.
 Stava cercando inutilmente di aprire un barattolo di cetriolini e dopo l’ennesimo fallimento, sentì le risate di sua moglie invadere la stanza. Quando si voltò si rese conto di aver avuto i suoi occhi addosso per tutto il tempo.
 “Che c’è?” chiese ritentando ancora una volta.
 “Ahah Gee, guarda che sono semplicemente incinta, non, paralizzata!” gli precisò, avvicinandosi e posandogli un bacio sulla guancia. Gerard curvò gli angolini delle labbra, fino a formare un dolcissimo sorriso. Uno di quei sorrisi che poteva sostituire un milione di baci, uno di quei sorrisi che un milione di baci non avrebbero potuto sostituire.    
 “Da qua, faccio io.” disse lei, posandogli un casto bacio sulla guancia.
 #crack#
 “Cos...come cazzo ci sei riuscita?” chiese ad occhi spalancati come se L-ynz avesse appena fatto chissà quale potente magia. Insomma, lui ci aveva provato così tante volte.
La donna si strinse nelle spalle. “Non credo ci sia bisogno di una laurea ma...in tal caso, l’abbiamo entrambi.” ridacchiò aggrappandosi al suo collo.
 “oh beh, mi scusi dottoressa.” la baciò, allontanandosi per posare il barattolo sul tavolo.
“Amore, allora, quand’è che arriva tuo cugino?” chiese poco dopo prendendo le bibite dal frigo, una coca e dell’acqua naturale.
Lyn-z gliele prese e le mise sul tavolo mentre si sedevano entrambi.
 “uhm…domenica.” disse tranquilla sorseggiando dell’acqua.
 Gerard sbarrò gli occhi incredulo.
”Do..domani?”
 “Si, perché? É un problema?”
“No, per nulla, anzi, è magnifico! Non vedo l’ora di conoscerlo finalmente." Esclamò con entusiasmo.
Lyn-z gli aveva sempre parlato di suo cugino Frank, gli raccontava spesso di quand’erano piccoli e di tutte le cose che avevano condiviso insieme, gli voleva davvero bene ma da quando si era trasferito a Berkeley, circa 4 anni prima, non lo aveva più rivisto, e Gerard non aveva mai avuto alcuna opportunità di conoscerlo. "Non immagini quanto sono felice di rivederlo, chissà per quanto tempo resterà con noi" Disse la donna e Gerard riuscí a vedere i suoi occhi splendere di gioia.
"Già, dovremo chiederglielo, ma penso che resti per tutto il periodo natalizio, o almeno spero.” disse facendo colare l’olio da un cetriolino per poi farlo cadere nel suo piatto.                                                              
 “Sono d’accordo…"commentò Lyn-z.
”Hey, com’è andata oggi?“ chiese poi e Gerard quasi non si strozzava con un piccolo pezzo di quel dannato cetriolino, che aveva preso da quel fottuto barattolo, che non era stato capace di aprire.                                                                                                                                                  
 "Diciamo che ho solo rischiato di farmi licenziare ma per il resto è andata benissimo" ammise ricordando sia la sua nuova amichetta, sia il suo nuovo cliente stronzo.                                                                                         
 "COSA??No dai, mi prendi in giro? Che è successo?" Chiese lei incredula.
Come avrebbero mai potuto licenziare suo marito? Non arrivava mai in ritardo, non si prendeva mai un giorno libero, non se ne approfittava mai di nulla. Svolgeva il suo lavoro perfettamente, amava farlo.                                                                            
 "Bah, lascia stare, mi ero distratto un attimo e questo stronzo è andato a lamentarsi dal capo che ovviamente si è infuriato e quasi non mi buttava fuori…" blaterò storcendo le labbra in un espressione disgustata.
Era stata la cosa peggiore di tutta la giornata, quel coglione.                                                                                                                                     
Gerard lo odiava. Lo aveva odiato dal primo momento.                                                                                                          
 'Lo avrebbe odiato per sempre'.
"Noo, non ci credo, ma che bastardo! E poi ? Che gli hai detto?" Chiedeva Lyn-z sempre più sconvolta.
"Che gli dovevo dire? Ho chiesto scusa a tutti e due, e per di più quel coglione non mi ha nemmeno ascoltato...che cazzo mi chiedi aiuto a fare se poi non mi ignori?”                                                                                        
 “Che imbecille! Tesoro, sta tranquillo dai, non è nulla, tu sei nato per lavorare li dentro, nessuno ti caccerà mai." Lo rassicurò sua moglie rivolgendogli un sorriso complice.
 "Sai che ti adoro tantissimo quando lasci la mia mente sognare? Per esempio…tipo se ti dicessi, uhm ...non so...’sono l’artista più in gamba del mondo’, saresti capace di dirmi che è vero ma sappiamo entrambi che non è così...”
“Sbagliato..."miagolò lei.
 "Cioè?” chiese lui incerto giocherellando con la forchetta.
”Sarei capace di dirti che è vero, perché lo è. Tu sei l’artista migliore del mondo, tu sei il mio artista.” Spiegò fiera, fissandolo con un sorrisino orgoglioso e romantico.
 “Ecco, vedi, sei una stronza … lo sai che ti riempierei di baci quando mi parli così?” le disse con quel sorriso che Lyn-z amava da morire, quei denti piccoli come quelli di un bambino erano stupendi, impossibile voltare lo sguardo altrove.
“Ah si? E…chi te lo impedisce scusa?”
“uhm, be’, il semplice fatto che poi dei semplici baci non sarebbero abbastanza, dolcezza”.
Anche se non amava ammetterlo Gerard era un uomo davvero molto romantico, e con le donne ci sapeva fare benissimo, ma shh! Questo è un segreto di cui solo Lyn-z è a conoscenza.
“E quali sarebbero le sue intenzioni?” chiese lei rivolgendogli uno sguardo accattivante, passandosi la lingua tra le labbra.
“Non provarci tesoro, la scommessa la vinco io...e se ho detto che non si farà nulla fino alla nascita della bambina, non si farà nulla!” disse Gerard malizioso ritornando a posare la sua attenzione sul cetriolino.
 “E va bene, va bene, Gee comunque…il dottore ha detto che...possiamo farlo, non c’è pericolo.” concluse lei bevendo un sorso d’acqua, ed ecco che Gerard non si strozzava per la seconda volta.
“C-che? Cioè, aspetta! Tu sei andata a chiedere un attimo al ginecologo se...mi spieghi come ti è venuta in mente questa cosa? E con quale coraggio poi…Mio dio Lyn!” Replicò imbarazzato e sconvolto mentre la donna scoppiò a ridere.
Ma quanto poteva essere adorabile quell’uomo?
“Ahahah Gee…sei tutto rosso!”rise ancora.
“E ti credo...che figure mi fai fare….”
“ma che figure e figure amoree ti preoccupi sempre tanto tu!”
“eheh, tanto poi il maniaco sono io!”
“ahaha sei ancora piu sexy quando arrossisci!”                                
 “fanculo.” Rise scuotendo il capo per poi tornarsene a mangiare.                                                                     
“Ah, Lynz, credo di aver trovato il nome perfetto per nostra figlia...”disse poi con tono dolce.                                    
“aw, qualeeee?” domandò entusiasta. Erano oramai mesi e mesi che ne cercavano uno. Doveva avere un nome speciale, dopotutto sarebbe stata la loro bambina. Gerard rimase a guardarla per un po’ prima di risponderle.
“Bandit.”

 
 
XOXOXO
Salve a tutti voi che siete arrivati a leggere il secondo capitolo addirittura! Mi prendo un po' di spazio solo per darvi alcuni dettagli su questa piccola fan fiction che man mano cresce.
Farò del mio meglio per pubblicare un capitolo ogni settimana.
Non so nemmeno io il numero dei capitoli per ora, ma non ho intenzione di dilungarmi troppo.
Spero vi piaccia, magari provate a lasciare qualche parolina per me, son davvero curiosa di sapere cosa ne pensate.
Be' detto questo la smetto di dare fastidio.
A mercoledì prossimo killjoys !! ;)

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Capitolo 3
*** Benvenuto in casa Way ***


Domenica 22 dicembre

Erano le 8 e mezza di mattina quando il giovane Iero aveva suonato alla porta di casa Way. Eh già, Frank era un mattiniero a differenza di qualcun altro...
Ad aprirgli era stata una Lindsey quasi identica a come la ricordava negli anni passati.
Gli stessi ed identici lineamenti, era solo più...molto più donna, si, non era più una ragazzina, adesso era una vera e propria donna.
Una donna bellissima, dai capelli neri, legati in due codini, che prima erano trecce, degli occhi scuri e profondi e delle carnose labbra dipinte di rosso. Si abbracciarono per lungo tempo e prima di rischiare un attacco di ipotermia Lyn-z lo invitò ad entrare.
"Gerard dorme ancora, si sveglierà a momenti. Sai ha lavorato tutta la settimana e oggi è il suo primo giorno di ferie. Ma intanto ti faccio vedere la cas-
Si vieni ti aiuto a posare le valig-" blaterava inutilmente ad un Frank intento ad attirare la sua attenzione.
"Lyn-z, Lyn-z Ly_??"
"Si?" dopo qualche minuto passato saltando e agitando le braccia lei finalmente portò gli occhi nei suoi.
"Magari con calma…" rise e Lyn-z non potè far altro che notare che il suo sorriso era rimasto identico nonostante fosse cresciuto, una curva dolce e sottile che con quell’ anellino di metallo luccicava ancora di più.
A Lyn-z piaceva quel sorriso. Anzi a dire il vero quel sorriso piaceva proprio a tutti. Infondo, cosa c'è di meglio del sorriso di Frank Iero? E sapete cosa?
Una persona molto molto 'simpatica' se non avesse corso il rischio di essere licenziata,  gli avrebbe tirato un bel pugno dritto in bocca, sperando di rovinarglielo.
Be', tutta invidia!
"Si, Frank scusami! É che sono cosi felice che tu sia qui che non me ne rendo conto. Su dai, ti aiuto con le valigie."
"Ah ah ah no! Ce la faccio da solo, tu pensa alla bambina!"
"Oh no, pure tu adesso?!E dai Frank, sono solo incinta!" blaterò avvicinandosi a lui per strappargli una valigia dalle mani, ma Frank non glielo permise e dopo circa un quarto d'ora, si ritrovarono nella stanza degli ospiti, dove avrebbe dovuto dormire Iero per le prossime settimane.
La donna gli rivolgeva occhiatacce non molto ospitali. Lui semplicemente la ignorava. O almeno provava a farlo.
Buttò le santissime valigie accanto ad un armadio e fece i complimenti ai Way per l'arredamento ed i colori.
"È molto bella! Credo che verrò a vivere da voi." ridacchiò e anzi, scoppiò a ridere quando voltandosi vide una Lyn-z ancora con il broncio e le braccia incrociate, poggiata allo stipite della porta. Ricordò che questa era una delle tante abitudini che aveva da piccola. Non le potevi dire nulla che si piazzava con un broncio grande quanto ad una casa e rimaneva li a riservarti occhiatacce fin quando non andavi ad abbracciarla. Lo fece. Gli diede il millesimo abbraccio della giornata e le sussurrò un :"Ti voglio bene Lyn". La donna sorrise. Incredibile, Frank non aveva dimenticato proprio niente di loro due.
E lei nemmeno. "Certo che non ti dimentichi mai di nulla tu eh?"
"Be', non le cose a cui tengo..."assentì il piccoletto.
Si staccarono dall'abbraccio solo quando il cellulare di lei squillò.
"Si?Oh ciao kitty...Pronta? Per cosa scusami? Aaah s-si è vero si, sono pronta ovvio...si puoi passare a prendermi...si...no non lo avevo dimenticato! Ma come ti viene in mente! No...va bene, a tra poco,ciao kit!" Si passò una mano sulla fronte. Frank la fissava con uno sguardo incerto e dubbioso ma divertito allo stesso tempo.
"Frank, ho...ho un incontro importantissimo con la band adesso. Devo prepararmi subitissimo, mi dispiace un mondo, magari sveglio Gee, devo farti vedere il resto della casa, ah vuoi mangiare qualcosa che ne so non vu-"
"Lyn-z calma! No no e no, non voglio nulla e non svegliare tuo marito non preoccuparti, farò il giro turistico della tua casa, quando torni." Provò a tranquillizzarla.
"Si okay, almeno mettiti comodo. In cucina c'è un divano. Sarò qui all'ora di pranzo. A Gee lo dici tu quando si sveglia. E digli di cucinare qualcosa mi raccomando. Vado a cambiarmi."
Poco dopo la vide scendere sorridente con un lungo cappotto rosso che le arrivava alle ginocchia, i capelli sciolti ed un filo di eye-liner percorreva le palpebre di quegli occhi grandissimi. "Uh, menomale che è in ritardo. Come sto Frank?"
 "Un incanto signora Way."
"Grazie mille, cugino. A dopo allora!" Gli lasciò un bacio casto sulla fronte ed uscì dalla porta sorridente.

 
 
 XOXOXO
 
Oooookay, chiedo scusa per la NON lunghezza del capitolo, ma dopo diverse opzioni ho deciso di lasciarlo così com'è.
Si lo so vi tengo sulle spine ancora un'altra settimana, non mi odiate!
Spero ne valga la pena per voi e che questa piccola storiella finisca per piacervi.
Io farò del mio meglio per farvi felici e per rendere giustizia alla Frerard.
A presto!! :3

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Capitolo 4
*** Mi presento, sono Frank Iero! ***


Ed eccoci qui!!!
Siamo al quarto capitolo gentee!
Come al solito spero la storia vi piaccia, non vorrei annoiare nessuno.
Lo so che rompo ma continuerò a farlo fino ALLA FINE della storia...
Vi chiedo solo di farmi sapere cosa ne pensate, tutto qui!
Mi rendereste felice felice felice.
Okay ora la smetto e vi lascio al capitolo.
Un bacio a voi killjoys!! :3
XOXOXO


Si guardava intorno. Era tutto così strano e nuovo.
Lynz era sua cugina, una bambina dolce, una sognatrice come tutte le ragazzine, si divertiva con lei: ci giocava a nascondino, disegnavano insieme, era stata lei ad insegnargli a fare gli unici scarabocchi più simili a dei disegni che riusciva a riprodurre.
Ed ora, dopo così poco tempo, poteva vedere una donna, sposata, con una casa magnifica, e tra poco tempo, anche mamma.
Era davvero felice per lei, le voleva un bene nell'anima. Loro sarebbero durati per sempre. Anche se avevano entrambi un milione di cose da fare, trovavano sempre il tempo per stare insieme.
E Lynz non lo sapeva, ma Frank stava pensando di trasferirsi da quelle parti, ecco anche perché era lì adesso, ed era già stato in giro qualche giorno prima per cercare qualcosa. Il tempo di finire la scuola e di trovarsi un lavoro. Si alzò dal divano e iniziò a vagare per la cucina.
Era tutto così, moderno, le mura erano grigiastre, con qualche venatura di bianco, così anche le mattonelle. I mobili della cucina, erano di un nero brillante, il tavolo invece, era di una vernice biancastra come anche le sedie. Dietro al tavolo vi era un grosso quadro, raffigurante la bellissima New York.
Uhm, non era stato piazzato li per volere di Lyn-z , sicuramente no!
Gusti particolari questo Gerard Way, eh?
A proposito di lui, stava cercando qualche ritratto, almeno per conoscerlo un po' ma niente. O almeno non in cucina.
Intravide una moka nera che aspettava di essere rimontata e messa al suo posto, sul lavello. Non ne vedeva una da secoli, ormai era abituato a starbucks.
Aprì tutti i mobili della cucina in cerca del caffè, che trovò solo dopo averli aperti tutti e 20 e dovette trattenersi dal bestemmiare.
Odiava aprire mobili e cassetti di una casa che non era la sua, sapeva che Lyn-z non si sarebbe arrabbiata, ma non avrebbe voluto aprirli, non tutti almeno.
Dopo aver passato mezz'ora a capire come accendere un fornello, ci piazzò sopra quella stupida moka, e iniziò a rimpiangere starbucks.
Quando senti il buon odore del caffè, mandò via tutti i suoi brutti pensieri e si mise ad osservare attraverso un piccolo spazio trasparente, il caffè che gocciolava pian piano lungo i buchini della moka riempiendone il bordo.
Prese una grande tazza rossa e se ne versò un bel po'. Erano secoli che non beveva un caffè così buono. Pensò poi di aggiungere una moka nella lista delle cose da comprare. All'improvviso sentì dei passi provenire dalle scale. Poi una voce.
"Uhm...che profumino..."Una voce sottile e duttile. Quasi tendente al femminile a dire il vero.
Quella voce l'aveva già sentita.
Sorseggiò dell'altro caffè e quando alzò la testa per salutare quello che doveva essere Gerard.
Non appena lo vide gli scivolò la tazza di caffè bollente dalle mani e quasi non si strozzava con quest’ultimo. Si guardarono con occhi spalancati e stupefatti per un tempo indeterminato. Poi Gerard sospirò rumorosamente prima di prender fiato e mormorare: "TU? Co...cosa ci fai in casa mia?"
"Tu…devi essere...Gerard..."
"Si, sono Gerard e tu non sei gradito in questa casa, come fai a sapere che abito qui? Potrei denunciarti lo sai?.."
"Io sono...Frank, il cugino di..."
 "No...tu sei...quell'antipatico che quasi non mi ha fatto perdere il lavo..."borbottò il rosso alterato ma si bloccò come immobilizzato quando ebbe messo a fuoco le parole dell’altro. " C-COS'HAIDETTO?" sbottò tutto d’un fiato.
"Sono Fran-"
"NO NO NO!STA ZITTO! HO CAPITO, NON ME LO RIPETERE" Gerard era furioso, non arrabbiato, furioso e deluso anche, davvero, sperava di diventare suo amico prima di conoscerlo. Non sarebbe potuta andargli peggio.
Frank deglutí, anzi deglutirono tutti e due nello stesso istante.
"Quindi tu sei...Oh no, non sta capitando a me! Non è possibile!" Non riusciva nè a crederci nè a calmarsi, proprio per niente. Frank invece era disperato, non si era mai sentito così a disagio in tutta la sua vita. Allo stesso tempo però trovava quella situazione quasi divertente.
"...e comunque quello antipatico eri tu!" ribatté facendo infuriare ancora di più Gerard.
“Bastardo del cazzo io,io ti...okay, okay no...Calma Gerard calma!!"blaterava tra se e se passandosi una mano sulla fronte e nei capelli dalla disperazione mentre il piccoletto continuava a fissarlo e a sorridere malizioso.
"È assurdo..." disse poi e il moro scoppiò a ridere.
"Che cazzo...ma lo trovi divertente?"
"Perchè tu no?...."Okay adesso era abbastanza. Quello stronzo continuava a prendersi gioco di lui e non stava facendo altro che peggiorare le cose. Era già parecchio arrabbiato, stava cercando di trovare un accordo e lui continuava a provocare la sua pazienza.
"E q-quella dove l'hai presa? "disse il rosso indicando la tazza, anzi i pezzi di vetro rossi sul pavimento.
"Ecco..."sospirò Frank spostando lo sguardo dalla tazza a lui. Gerard sbarrò gli occhi quando ebbe aperto il mobile della cucina.
"ERA-LA-MIA-PREFERITA!!" Urlò sbigottito non avendo nemmeno più le forze per guardarlo in faccia, la cercava con gli occhi, perlustrava tutto il mobile, sperava ancora di vederla intatta ma niente.
Gerard, ancora in pigiama tra l'altro, si mise una mano sulla fronte e iniziò a girovagare avanti e indietro per la stanza, percorrendone ogni centimetro.
"Il caffè....lo bevi?" chiese Frank poco dopo.
Ci aveva messo una vita per farlo, voleva almeno assaggiarlo.
"Mmh?"
"Senti, non guardarmi con quella faccia. Io devo passarci 20 giorni in questa casa e..."
"Con quale faccia? Io non ti sto guardando con nessuna faccia…è solo che tu..non capisco come puoi essere...tu... insomma.."
Lo guardò corrucciando la fronte.
"Si…uhm, pensieri molto logici Gerard Way. Lo vuoi il caffè si o no?" sospirò
"Mi ci vorrebbe una camomilla più che altro! Se eviti di rompermi tutte le altre tazze Sì, grazie!" mugugnò con un espressione quasi disgustata.
"Mi dispiace okay? È stato un incidente." replicò sperando si calmasse almeno un po'. Si sedette accanto al tavolo e guardò Frank aprire il mobiletto dei bicchieri, e prendere due tazzine. "Aspetta...come facevi a sapere che erano li?"
"Ehm devi scusarmi ma, cercavo il caffè prima e per trovarlo ho dovuto aprirli tutti!" Rispose con una sottospecie di verso che Frank non riuscì a decifrare.
Una volta zuccherato, servì il caffè ad entrambi.
"Dov'è Lynz?"chiese non appena prese posto accanto a lui, dall'altro lato della tavola. "È uscita. Aveva una riunione...con la band che aveva dimenticato.."
"Capito. E perché non me lo ha detto?"
"Che domande stupide che mi fai. Forse perché dormivi no?"
Uhm la simpatia alle stelle proprio.
Nessuno dei due si stava impegnando molto in questo a dire la verità. Rimasero in silenzio a bere il caffè. Gerard teneva gli occhi fissi su Frank.
Frank teneva gli occhi fissi sul pavimento. Poco dopo Gerard afferrò il pacchetto di Marlboro dalla mensola portò una sigaretta alle labbra e l'accendino a pochi millimetri da essa quando il moro lo fermò appena in tempo.
"Lynz mi ha detto anche di non farti fumare in casa!" Gerard sbuffò, recandosi fuori al balcone seguito da Frank che ora lo fissava. Osservava i suoi capelli rossi, la sua schiena, le sue gambe lunghe...il suo lato b...
"Non ti darò nessuna delle mie sigarette è inutile che mi fissi in quel modo."
"Non ne ho bisogno, ho le mie" Gerard lo osservò, con un ghigno.
"Allora perché non fumi?"
"Non mi va"
"Si, certo"
"Problemi?" quasi non gli urlò.
"Nessuno..." Rimasero in silenzio, senza degnarsi di uno sguardo, fino a quando la sigaretta di Gerard non fu completamente consumata.
"Vado a fare una doccia" dichiarò Gerard ancora in preda all’ odio. Frank fece un versetto non molto simpatico per poi ritrovarsi di nuovo solo in cucina. Si versò dell'altro caffè e si guardò intorno. Ancora non poteva credere che quell’ uomo fosse proprio Gerard.
Cosa mai ci aveva trovato Lyn-z in lui? Però era stato gentile...sì, in un certo senso forse.
Doveva ammettere però che non era riuscito a togliergli lo sguardo di dosso...con quel pigiama poi.
Blu con dei gattini ovunque e di tutti i tipi.
E aveva un nasino invidiabile, nessun dubbio.
Okay, forse stava esagerando un po'. Be’ ma dopotutto non c'era niente di male no? Tanto prima o poi l'avrebbero saputo tutti che era gay.

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Capitolo 5
*** Basta occhiatacce bambini! ***


Lyn-z arrivò più tardi del previsto.
Gerard e Frank avevano cucinato qualcosa insieme.
O almeno ci avevano provato, nessuno dei due era molto entusiasta all’idea di dover collaborare.
“So fare anche da solo!” aveva continuato a ricordargli Gerard per l’intera mattinata.
"Uh, vedo che andate d'accordo!" esclamò Lyn-z varcando la soglia della porta, vedendoli apparecchiare.
“Già!” butto giù di lì suo cugino con un finto sorriso.
"Ciao a te Frank! Come va?" chiese avvicinandosi a suo marito.
"Benissimo, grazie!"
"Buongiorno tesoro!" disse baciandolo.
Provò a staccarsi dalle sue labbra pochi secondi dopo ma quando ci riuscì Gerard si allungò per riaverle.
"Ti amo" le disse.
Frank fece finta di tossire.
"Ah, ma guarda, qui qualcuno è geloso!" Sorrise Lynz e Gerard puntò gli occhi severi in quelli di Frank che invece abbassò lo sguardo. Non avrebbe sopportato un'altra delle sue occhiatacce.
"No, solo che si fredda la pasta, tutto qui!"
"Certo, certo!" Una volta che tutti furono seduti, iniziarono a mangiare. Frank provò in tutti i modi  evitare di alzare gli occhi nello sguardo ostile di Gerard per non subirsi altre occhiate di fuoco. Il rosso si limitava a mangiare.
Lyn-z iniziò a raccontare della giornata passata con la band, della bellissima gonna rossa che aveva comprato e che non le stava per via della pancia, del nuovo album che sarebbe dovuto uscire dopo la nascita della bambina, del cane di Kitty e di un sacco di altre cose.
Molto spesso la mancanza del pulsante 'off' per spegnerla si faceva sentire. Se iniziava a parlare era capace di continuare per ore ed ore senza mai interrompersi. Questa volta però, il suo straparlare risultava più che utile ai due ragazzi che avrebbero voluto nascondere l’odio che provavano l’uno per l’altro.
Rimasero tranquilli, almeno fino a quando le parole che attraversarono le loro orecchie non furono queste: "okay ehm, sto parlando troppo come al solito. Vedo che vi siete conosciuti, che bello! Come avete passato la giornata?"
Quasi non si strozzavano entrambi. Frank boccheggiò più volte non ebbe nemmeno il coraggio di risponderle.
"B-bene" mormorò invece Gerard palesemente in difficoltà.
"Uhm, e dai su, che avete fatto tutta la mattinata?"
 A parte litigare, urlarsi contro e ‘cucinare’?
 Niente! Proprio niente! Tutto quello che avevano fatto e che continuavano a fare era rivolgersi occhiatacce. Aspetta magari avevano iniziato una gara e nessuno dei due ne era a conoscenza. Allora, chi vince il premio per lo sguardo più cattivo? Stavolta nessuno dei due ebbe il coraggio di rispondere.
 Lyn-z li guardò dubbiosa.
"Okay. Non andate molto d'accordo vero?" Sospiró spostando lo sguardo da Gerard a suo cugino, aspettando che uno dei due parlasse.
Ma come.... Quella donna era una veggente. Come faceva a sapere sempre tutto?
O forse semplicemente non stavano facendo molto per nasconderlo.
Gerard rimase muto con gli occhi spalancati. Frank idem.
Erano molto, ma molto piú visibili le iridi chiare così. E che spettacolo che erano. Iniziò a pentirsi di essersi seduto di fronte a lui.
"Diciamo che siamo partiti col piede sbagliato" affermò mentre il più piccolo decise di continuar a tacere.
 "Oh, allora è vero..."sospirò la donna con una voce molto più calma e triste rispetto a quella di pochi minuti prima.
"Come mai?" Il suo tono era un misto di delusione e di sorpresa.
 "Ecco...non è che non andiamo d'accordo...."iniziò a spiegare Gerard ricevendo da Frank un occhiata del tipo "ah davvero?" che riuscì ad ignorare senza che lei se accorgesse di nulla.
"Be'...solo hai presente quel tipo di cui ti parlavo ieri..."
"Quello stronzo della fumetteria? Che è successo? Non dirmi che sei licenziato??"chiese Lynz ad occhi spalancati, morendo dalla curiosità.
 "Si, lui...no ehm..."si bloccò guardando Frank che non smetteva di fissarlo.
"Quello stronzo...ero io!!" Completò al suo posto risparmiandogli altri secondi di disagio anche se, se li meritava tutti.
Lynz scoppiò a ridere. "COOOSA?NO DAI....Impossibile.."
"È quello che ho detto anch'io" convenne Gerard, fissando solo il piatto adesso.
 "Ahahah e non ditemi che litigate per questo? È da bambini! Be’...non potreste conoscervi meglio, e dimenticare quell'episodio?”
"Non è facile quanto sembra..."ribadì Gerard.
"Okay siete dei bambini!" esclamò la donna  scuotendo la testa.
"Ci terrei davvero tanto Gee e dai, smettila con il tuo orgoglio per una volta..."aggiunse rattristita.
"Cosa?È colpa mia adesso??"replicò infuriato, inarcando un sopracciglio.
 Frank lasciò andare bruscamente la forchetta nel piatto ancora pieno e si alzò. "Sentite! Basta litigare per me. Io, okay, forse è colpa mia, in fondo mi sono comportato male non avrei dovuto reagire cosi nella fumetteria e mi dispiace, ti chiedo di scusarmi Gerard. Non ho più fame adesso, con permesso..."disse alzandosi da tavola stizzito andando a recuperare il suo cappotto per uscire.
Gerard lo guardava stupefatto e senza parole, allo stesso tempo peró lo odiava ancora di piú, cosa cercava di ottenere quello stronzo? Non si era scusato tutta la mattinata e ora si permetteva di fare l'angioletto innocuo davanti a sua moglie?
"Geee!!"disse Lynz, invitandolo ad accettare le scuse di Frank ma l'altro non ne voleva sapere.
"Co..cosa?" Disse per ottenere solo una grandissima occhiataccia da sua moglie. Come se non fossero state già abbastanza quel giorno. Oh ma Lynz era diversa da Frank.
Frank lo odiava, Lynz la amava, lei aveva molto più potere su di lui. Come infatti...ne bastò una per... "Okay, okay! Ho capito..."mise il cappotto e andó a cercarlo fuori. Non doveva essere arrivato lontano, erano passati 2 minuti a stento.
Riuscí infatti a trovarlo dopo pochi passi, vicino al tabaccaio.
"FRAANK! ASPETTA!" gli urlò prima che potesse entrarci. Lo raggiunse aumentando la velocità del suo passo.
"PERCHÈ MI SEGUI?COSA VUOI?SONO STANCO DI SUBIRMI ALTRE OCCHIATACCE DA PARTE TUA! NON PUOI TRATTARMI COSI! , COME TE LO DEVO CHIEDERE SCUSA IN GINOCCHIO?..."
"N-no, in ginocchio si fanno altre cose! Senti io...forse hai ragione, mi dispiace" "Uhm...quindi...basta dispetti, antipatia, rimproveri, odio....tutto?" si assicurò il moro fissandolo con le braccia incrociate.
Gerard esitó per qualche istante per poi annuire. "Tutto!" disse per poi aprire le braccia per abbracciarlo. Frank sorrise accettando l'invito.
Era davvero basso notò , un piccolo cucciolo in cerca di protezione e d'affetto. E magari di un rifugio, sorrise. Avrebbe avuto un nuovo amico per un po', anche se, non riusciva ancora a vederlo come tale. Be' bisogna dirlo, l'odio non scompare tutto d'un colpo, ma ci avrebbe fatto l'abitudine. "Okay allora, mi presento, sono Frank Iero, il cugino di tua moglie, felice di conoscerti Gerard Way"disse il piú piccolo allungandogli la mano.
"Uh, il piacere è tutto mio Frank, è un bene averti qui." Rispose a sua vota Gerard afferrandola con un sorriso a trentadue denti. "Marlboro rosse anche tu giusto?" Chiese poi. "Uhm, si rispose il moro per poi veder il rosso scomparire nella tabaccheria. "Heey, aspettami!"
"Torno subito!”

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Capitolo 6
*** Ed ecco babbo natale ***


Frank e Gerard ritornarono a  casa dopo pochi minuti.
Il tempo di chiarire e Gerard aveva fatto di tutto per pagargli le sigarette.
"Queste sono le mie scuse, accettale!" Disse infine riuscendo a convincere quel testardo di Frank.  Aveva l'impressione che si sarebbero divertiti un mondo in questi giorni. Lyn-z era rimasta lì ad aspettarli preoccupata di cosa sarebbe potuto accadere.   Appena rientrarono li guardò entrambi con un espressione piena di dubbio.
"Allora?" Chiese con tono interrogativo.
"Va tutto bene!" rispose Frank accennando ad un sorriso.
"Oh, grazie al cielo." esclamò felice.
Ripresero a mangiare e Lynz si complimentò con loro per la pasta buonissima. Dopo mangiato trascorsero un po' di tempo insieme, parlando del più e del meno, ricordando i vecchi tempi di una volta. Gerard era sempre più curioso di Frank, voleva saperne sempre di più, stava diventando interessante. Ora lo trovava simpatico e divertente ma soprattutto onesto e leale, una di quelle persone che è un bene trovare. Riuscì subito a capire perché erano cosi legati lui e Lyn-z.
 "Ah scusatemi un attimo" disse Frank, dirigendosi in quella che sarebbe stata la sua stanza per quei giorni. Lynz ringraziò ancora una volta Gerard per aver fatto la pace con suo cugino e si baciarono.
“Ti amo tanto Gee”
Si scambiarono delle occhiatine dolci per poi riprendere a baciarsi.
Frank tornò con delle buste tra le mani. Tutte con decorazioni natalizie.
“ehm…non vorrei essere un guastafeste ma…”
“Ma no!” disse Gerard per poi dare un ultimo bacio a Lynz. “Tranquillo Frank.” Continuò con un sorriso per poi sistemarsi sulla sedia.
"Okay, ehm… sono i miei regali di 'natale' e anche dei piccoli pensierini per avermi ospitato qui, quindi, potete scartarli." disse timido grattandosi la testa con la mano libera.
 "Uh, Lyn-z guarda, babbo natale è in anticipo quest’anno!"esclamó Gerard con un sorriso.
 "Hey io non sono...-" provó a replicare ma scoppiò a ridere anche lui quando vide Gerard e Lynz trattenere il respiro dalle risate.
"Lynz questa è tua. Questa della bimba. E questa e per...be' forse sai cos'è ma non sapevo cosa prenderti e...se ci sono dei bravi commessi in quel posto, forse è quello giusto!" Gerard gli rivolse una sottospecie di occhiataccia, ma era molto più dolce questa volta. Molto piú amichevole e simpatica non rigida e severa come le altre.
Aprì il pacchetto e trovò l'edizione vecchia, di star wars, quella rossa.
"Ah ma alla fine, mi hai ascoltato...'uh, grazie scelgo io quale prendere' e poi?" Frank arrossì portandosi una mano tra i capelli. 
Lynz intanto si limitava a guardarli divertita. "Ti vedevo...appassionato ecco...ho pensato 'di sicuro ne capisce più di me'"
"Ahahahah grazie mille comunque... su vieni qui, fatti abbracciare!" disse Gerard alzandosi dal divano. Frank quasi non si sciolse nelle sue braccia, arrossendo ancora più di prima. 
Era il secondo abbraccio dopo una giornata piena di occhiatacce. Non poteva desiderare di meglio.
"Ho bisogno di chiederti una cosa, posso?" sussurrò.
"Dimmi"
 "La fumetteria, dove lavori è aperta?"
"Perchè? Vuoi appuntare qualche altra lamentela al mio capo?" disse facendo sorridere tutti.
"Oh, no, al contrario, volevo dire al tuo capo che sei davvero una brava persona, e magari dirgli che ero nervoso per fatti miei quel giorno, ma tu shhh, fa finta che non mi conosci"
"Oh be' sarebbe davvero una bella cosa da parte tua, ma non darti troppo fastidio Frank, davvero è una stronzata"
"Si..."
Poi arrivó il turno di Lynz. A lei aveva portato una bella lozione di profumo. Gerard la guardava interrogativo ma lei ne fu felicissima.
"Oddio Frank è quello che usavo sempre da giovane...lo vendono ancora? Giuro che non sono più riuscita a trovarlo...."
 "Oh beh, ci ho messo un po' in realtà ma alla fine l'ho trovato!" Dopo l'ennesimo abbraccio da parte di sua cugina vide Gerard scartare l'ultimo regalo, quello della bambina. Delle scarpine in lana rosse, decorate con piccoli fiorellini bianchi.
A Lynz piacquero un mondo.
 "Aw, hai indovinato anche il colore, che belle!"commentó Gerard portandole all'altezza degli occhi.
 "Già, sono davvero belle Frank, grazie mille ma non dovevi farti altri problemi se non quello di arrivare sano e salvo a casa nostra. Sempre il solito!"aggiunse in fine Lynz facendolo sorridere. Più tardi Lynz si addormentò mentre Gee, mostrò il resto della casa al moro.
In particolare, trascorsero molto tempo nel suo studio e Frank rimase incantato da tutti i suoi disegni. E da quelli di Lynz anche. Erano davvero bellissimi.

 
 
 
 
 
 
 
 
XOXOXO 
Salve a tuttii!*w*
Non mi uccidete, lo so, sono stata assente per un bel po' ma tra scuola e qualche problemino a casa non sono riuscita a scrivere molto.
Più che altro non ho avuto il tempo di pubblicare.
CHIEEDO PERDONO! :(
So anche che oggi non è mercoledì ma volevo regalarvi questo piccolo capitolo .Non è un gran che, ma mi farò perdonare a breve prometto.
Grazie a tutti voi che siete ancora qui :3

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Capitolo 7
*** Frank Iero, il biologo perfetto! ***


24 Dicembre

Frank e Gerard erano usciti molto presto quella mattina per le compere natalizie.
“Sono vegetariano!” Gli aveva confessato il piccoletto incuriosendolo sempre di più.  Nonostante si conoscessero da poco tra loro si era già stabilito un bel rapporto, era quasi come conoscersi da sempre.
“Quindi per te niente tacchino!” Aveva ribadito Gerard e adesso si ritrovavano in quell’enorme supermercato a cercare ingredienti misteriosi e strani di cui il più grande nemmeno conosceva l’esistenza.
“Curcuma?” Domandò con voce incerta e assottigliando gli occhi per osservare meglio quella polvere giallastra.
Frank sorrise divertito. D'altronde, Gerard non era il primo ad avere quelle reazioni. Be' si, quando le persone scoprivano questo su modo di mangiare iniziavano di solito a tartassarlo di domande e cosa peggiore, non smettevano di chiedergli se gli mancasse cibarsi di carne. Ma con Gerard sembrava tutto così leggero, poteva essere sè stesso senza dare troppe spiegazioni e poi, il rosso sembrava alquanto entusiasta di apprendere cose nuove.
 “La uso quasi in tutti i miei piatti, è una spezia asiatica, fa molto bene al corpo e ha tantissime proprietà importanti.”
“Ah si?” Proferì l’altro spostando poi lo sguardo su di lui.
Annuì con la testa. “ È depurativa, antiossidante e pare che sia anche un cicatrizzante naturale, a volte viene spalmata sulle ferite.”
“Wow.” Esalì sbalordito riponendo il barattolino nel carrello e avanzando tra gli scaffali.
“E quello?”
“Seitan!”
“Eh?” Ribadì corrucciando la fronte dubbioso cercando il suo sguardo.
“Sei-tan!” Ripetè Frank scandendo meglio quella parola.
“È fatto col glutine, grano, cereali, insomma è ricco di proteine. Un po’ come la vostra amata carne, solo, leggermente meno calorico.” Gli spiegò.
“Fico!” Esaudì Gerard con poca convinzione.
“Guarda un po’ questo! Scommetto che non ha idea di cosa sia.”
“mh-hm” Dichiarò il rosso scuotendo la testa e appoggiandosi con i gomiti al carrello.
“Si chiama Tofu, è una specie di formaggio vegano. Lo ottengono cagliando il latte di soia. Be’ la soia è un legume, dovresti saperlo.”
“Perché dovrebbero fare un formaggio fatto di legumi?” Chiese dubbioso e stupefatto. Quel ragazzo ne sapeva una e mille. Mangiava in maniera davvero salutare per conoscere tutte quelle cose.
“Perché è straricca di vitamine e molto proteica anche!” Spiegò Frank  non riuscendo a trattenere una risata vedendo lo sguardo strano e buffo dell’altro .
Gerard sorrise a sua volta incantandosi ad ammirare le labbra del moro e non potendo fare a meno di soffermarsi su quel suo anellino d’argento scintillante.
“Hey? Allora? Mi rispondi?” Continuava ad insistere il piccoletto, facendolo ridestare.
“C-cosa?” Bisbigliò appena.
“A cosa pensavi? Eri perduto con lo sguardo nel vuoto.” Convenne il moro facendolo arrossire.
Non era proprio vera quella constatazione:  il suo sguardo si era perso in quel sorriso tremendamente ammaliante che lo stronzo sfoggiava spesso e volentieri. Be’ piuttosto spesso quella mattina.
“Oh, io… Stronzate, lascia stare!” Riuscì a formulare arrossendo violentemente.
Il moro annuì continuando a cercare nuovi ingredienti da mostrargli. 
“Quindi mangerai vegetariano con me, Signor Way?” Chiese dopo un po’ e l’altro scoppiò in una risata rumorosa.
‘Signor Way’ 
A che gioco stava giocando?
“Non credo che riuscirai a convertirmi!”
“Non ne sarei così sicuro, so essere piuttosto persuasivo quando voglio, sai?”
“Anche piuttosto antipatico e assillante!” Aggiunse il rosso scuotendo la testa per il disappunto.
“Uhm…potresti avere ragione!” Sorrise annuendo. 
“E comunque faresti un favore al tuo corpo. Scommetto che mangi solo schifezze non salutari.”
“Non è vero…” Provò a replicare ma Frank inarcò un sopracciglio non credendo alle sue parole.
“Okay si forse a volte…ma non sempre!"
Vagarono per molto tempo in quel supermercato e solo quando Lyn-z chiamò al telefono di Gerard, realizzarono di aver passato 2 ore e mezza alla scoperta del mondo vegetale.

Come passa il tempo quando ci si diverte!

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Capitolo 8
*** Dolci notti di insonnia ***


Ciao a tuttii!Tutto per voi questo capitolo!Come vi ho già detto sto cercando di attenermi alla storia scritta in precedenza. Se avete qualche dubbio o notate qualcosa di strano potete dirmelo, amo le critiche costruttive.
Fatevi sotto Killjoys!
XOXOXO

 
25 Dicembre
Gerard si svegliò nel cuore della notte, bianco in volto e parecchio sudato. Non aveva avuto un incubo da molto tempo ormai. Ripensò a quella sequenza spaventosa e raccapricciante che era stata riprodotta dalla sua mente poco prima: Lyn-z era morta dando alla luce la piccola Bandit.
Voltò gli occhi verso sua moglie tirando un sospiro di sollievo.
Si  accertò che stesse dormendo per poi dirigersi lentamente al piano di sotto per prendere un bicchiere d’acqua.
Quell’incubo era riuscito a sconvolgerlo del tutto, gli aveva preso ciò che aveva di più caro.
“Oh  dio!” sussurrò tra sé e sé scuotendo la testa per scacciare via quella scena agghiacciante dalla sua mente.
Si diresse verso la cucina a luci spente, aprì il frigo versandosi dell’acqua frizzante. Riempì l’intero bicchiere e il liquido quasi non straripava dall’orlo.
Sorseggiò avidamente, quasi come se insieme all’acqua riuscisse a mandar giù lo spavento che si era preso durante il sonno.
Aprì lentamente la porta del balcone, facendo attenzione a non fare troppo rumore per poi uscire ad accendersi una sigaretta.
La nicotina prima o poi l’avrebbe condotto sotto terra, doveva porre fine a quel vizio che al contrario si stava aggravando col passare degli anni.
Scosse la testa a quel pensiero per poi aspirare avidamente quel veleno nascosto nelle vesti di un semplice vapore grigio.
---
Frank non riusciva a dormire, continuava a rigirarsi numerose volte tra le lenzuola di flanella e il piumone caldo imbottito di piume d’oca che Lyn-z aveva preparato apposta per lui.
Il letto a dire il vero, era morbido e piuttosto comodo, l’ambiente, caldo e ospitale e le condizioni quelle ideali per un totale relax e una buona dormita, ma quella notte, il moro non riusciva proprio a chiudere occhio.
Si alzò per andare in bagno, barcollò come se fosse ubriaco per i primi secondi per poi ricomporsi, indossare le ciabatte e uscire dalla stanza.
Aprì una delle porte del corridoio ritrovandosi nello studio di Gerard, dove notò una luce ancora accesa.
“Hey… ciao…” Biascicò il rosso, la sua testa rimase china sul foglio su cui stava disegnando mentre il suo sguardo si bloccò sulla figura minuta di Frank.
“Oh scusa, sto dormendo! Pensavo fosse il bagno!” Spiegò con tono piuttosto imbarazzato e arrossendo violentemente strofinandosi una mano sugli occhi, come se quel gesto lo aiutasse a vedere meglio.
“Tranquillo.” Lo rassicurò Way accennando ad un sorriso. Dovette mordersi un labbro tanto lo attizzasse quel ragazzo.
Oh Frank, è il marito di tua cugina, NO!
E tra l’altro, aspettano una bambina, non puoi davvero provarci con lui. Sì okay, è un figo della Madonna ma devi contenerti.
Rimase incantato a pensare non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso.
“È dietro di te!” Lo informò poi Gerard indicando la porta bianca alle sue spalle con un cenno del capo.
“C-cosa?” chiese confuso.
“Il bagno?” Affermò l’altro con incertezza.
“ Oh certo, s-sì lo so, grazie!”
---
Gerard restò immobile per qualche minuto con gli occhi puntati nel vuoto e la mente che non la smetteva di vagabondare su quella debole figura che gli era apparsa davanti.
Indossava solo i boxer e una strana canotta verde che si intonava alla perfezione col colore dei suoi occhi, le sue gambe erano colme di tatuaggi e risultava quasi difficile intravedere il vero colore della sua pelle.
 Si volevano bene, erano davvero come due fratelli, passavano molto tempo insieme. Tra di loro c’era questa strana sintonia, una simbiosi atipica e insolita.
Se va be’! Adesso stava a prendersi ‘ste fisse!
“Gee?” Sobbalzò di scatto rabbrividendo per la paura quando sentì nominare il suo nome.
“Scusa, non volevo spaventarti!” Mormorò desolato Frank portando una mano dietro la testa per poi grattarsela con fare nervoso .
“Non preoccuparti!” Disse in tutta risposta l’altro stringendosi nelle spalle.
“Cosa c’è?” Chiese poi aggiustando la sua posizione sulla sedia girevole  e appoggiando entrambi i gomiti sulla scrivania.
“Nulla, mi chiedevo…come mai sei lì?”
“Oh io...be’, non riuscivo a dormire... quindi…”
“Come mai?”
“Ho fatto un brutto sogno, ma tranquillo non è niente!” Biascicò abbassando lo sguardo sul disegno.
“Capisco... Cosa disegni?” Domandò stavolta il piccoletto entrando nella stanza e avanzando verso di lui.
“Io…è una bambina, ma non sta venendo proprio un gran che…”
“Ma scherzi? È stupenda!” Si complimentò stupito non appena i suoi occhi sfiorarono  quello schizzo piuttosto vivace e pieno di sentimento.
“Tu credi?”
“Sì!” Ammise con molta convinzione regalando un sorriso a Gerard che lo ringraziò contento facendo spallucce.
“Pensi a tua figlia vero?” Chiese poi con un pizzico di amarezza nel suo tono di voce e il sorriso più finto del mondo stampato sulla faccia.
“Sì, non vedo l’ora di averla qui!” Confessò l’altro allegro e una strana luce apparve nelle sue iridi. Gli occhi brillanti di che è felice.
“Mi fa piacere…”
“E tu che mi dici? Non hai la fidanzata?” Chiese tutto d’un tratto il rosso, posando il disegno nel cassetto e riordinando le varie matite.
“No!” Rispose secco sbarrando per un attimo gli occhi. Non si aspettava una domanda simile.
“Strano, sei così un bel ragazzo! Come mai non ha-”
“Ecco io…mi piacciono i ragazzi!” lo interruppe Frank sperando per la prima volta di troncare al più presto quella conversazione.
Gerard lo fissò in un modo strano per un attimo bloccandosi con in mano una matita rossa per poi sorridere e dire “Be’ quindi hai un ragazzo?”
L’altro sorrise di rimando limitandosi a scuotere la testa. Quella domando lo aveva sollevato temeva il peggio, eppure ancora una volta Gerard si stava dimostrando comprensivo. Era così diverso dagli altri.
“Va be’, tranquillo, arriverà il momento giusto!” Lo rassicurò.
“Certo…” 
“Ti piace qualcuno?”
“Forse…non lo so ancora…” Bisbigliò appena sentendosi il viso in fiamme.
“È bello innamorarsi, non devi imbarazzarti per questo Frankie, tutti noi ci cadiamo, non importa il sesso, l’altezza, il colore dei capelli.”
“Be’ lui ha un’altra!” Soffiò tutto d’un fiato, puntando gli occhi nel suo sguardo come se Gerard potesse dargli una soluzione, una pillola per guarire.
“Oh...Questo potrebbe essere un bell'ostacolo, ma se credi che ne valga la pensa, non importa,  devi provarci!”
Ehm, okay non era molto d’aiuto.
“Non è facile…”
“Lo so, ma non è nemmeno impossibile. Dico sul serio Frank, provaci!”
“Io…ho molto sonno adesso, grazie mille per i tuoi consigli Gee, ci si vede domani mattina!” Mormorò piuttosto a disagio e troppo imbarazzato per mandare avanti quel discorso.
“Fai bei sogni!”
‘Spero ci sia tu allora’ pensò. Pensò. Pensò. Diamine quanto avrebbe voluto dirlo ad alta voce...
“Grazie, anche tu!”

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Capitolo 9
*** Nuove conoscenze, nuovi amori, nuovi problemi ***



Dopo una lunga notte passata insonne, Frank, che aveva invano provato a riposare, sfruttando fino all’ultimo minuto a sua disposizione.
Adesso si stava vestendo. Aveva optato per uno dei suoi capi più formali: una semplice felpa rosa e pantaloni neri.
Be’ si, doveva ammetterlo, non era un gran che nel vestirsi, alcune volte era punk, altre emo, altre ancora era gay e basta.
Non era molto bravo ad abbinare i colori e per questo, la maggior parte dei suoi vestiti erano di un nero intenso, anche se, vi era un piccolo angolino nel suo armadio, ricco di colori. Si divertiva ad osare a volte, non gli importava di sembrare un clown, non gli era mai importato in realtà.
Essere se stessi è una libertà di cui molti si privano soltanto per il beneficio di apparire belli agli altri, per essere accettati dal mondo.
Un mondo che disprezza ogni cosa, colmo di gente pronta a criticare e a rendersi superiore quando è qualcun altro a sbagliare. Tutti cerchiamo di metterci in mostra quando ci sentiamo sicuri di noi stessi e sappiamo di star facendo ciò che verrebbe apprezzato dalla società, inconsapevoli dei limiti esistenti.
A  Frank non importava, lui era uno spirito libero, non accettava regole da nessuno, preferiva bruciarsi piuttosto che non poter mettere la mano sul fuoco.
---
“Lyn-mhhh…”
Gerard continuava a gemere, sotto il tocco deciso della donna che aveva un ghigno malizioso stampato in volto.
“Quanto mi piace vederti così.” Sussurrò in maniera sensuale non distogliendo nemmeno per un attimo lo sguardo dal suo viso ormai sudato e sopraffatto dal piacere.
Quando lo vide chiudere gli occhi stremato decise di fermarsi, scostando la mano dalla sua intimità.
Gerard li riaprì di scatto, boccheggiando invano quando vide la donna alzarsi dal letto e dirigersi verso la finestra, che spalancò per bene, riempendo di luce la stanza.
“Lyn-s-si può sapere…” Provò a replicare, respirando a stento e con un’erezione ancora pulsante in mezzo alle gambe.
“Quando deciderai ad annullare il contratto di astinenza, allora soddisferò ogni tuo volere Gerard Way.” Spiegò lei impacciata.
Gerard scosse il capo che tirò indietro, facendolo aderire per bene al letto per poi iniziare a masturbarsi da solo.
“Ah-ah-ah!” Lo rimproverò subito la donna impedendoglielo.
“Cosa vorresti fare Gee? Su, tieni questi, rivestiti!” Continuò con sfrontatezza.
“Ah, ti odio!” Sbuffò pesantemente l’uomo prendendole dei vestiti dalle mani.
Lyn-z si strinse nelle spalle sorridendogli divertita.
“Buon Natale!” Ridacchiò.
---                            
Tutto era pronto per il pranzo natalizio, Frank avevo stretto amicizia con Mikey il fratello più piccolo di Gerard,  e Ray, uno dei suoi  amici di vecchia data.
“Hey Raymond, scommetto che non riesci ad indovinare quanti tatuaggi ho!” lo aveva sfidato con un sorriso.
“Tu invece non riuscirai a contare i miei ricci!” replicò l’altro con fare vanitoso. Erano subito entrati in confidenza, Ray era una persona piuttosto amichevole e solare, una di quelle in grado di rallegrarti la giornata con un sorriso.
Vanessa e Kitty, due delle amiche di Lynz, non avevano fatto altro che provarci tutta la mattinata.
 Frank nonostante tutto, fingeva di stare al loro gioco,  divertendosi a prenderle in giro.
“Ragazzi a tavola!” comunicò una signora bionda, dall’aspetto giovanile. Si chiamava Donna, era la madre di Gerard e Mikey.
---
Mikey aveva preso posto accanto a Ray, si erano lasciati un anno prima ma erano comunque rimasti buoni amici, continuavano a confidarsi ogni cosa e a non nascondersi nulla. Era un rapporto molto bello, e niente e nessuno avrebbe potuto separarli. Mikey era un ragazzo molto timido e chiuso, Ray, con il suo carattere, e il suo infinito ottimismo riusciva a tirar fuori i talenti nascosti del biondo.
“Allora Frankie, parlaci un po’ di questi piatti, da quando sei un erbivoro?” lo prese in giro sua cugina dall’altra parte del tavolo.
“Ratatouille di seitan e verdure, non è come un tacchino ma almeno è un piatto allegro! E per tua informazione, non sono una pecora!” Ribadì divertito scuotendo la testa.
Tutti gli invitati scoppiarono in una risata rumorosa,  Gerard incrociò lo sguardo del più piccolo assottigliando le labbra senza accorgersene.
Si guardarono per un po’, fino a quando, un Frank alquanto titubante si alzò dal tavolo per andare in bagno. Si sciacquò il viso appoggiando le mani sul lavandino per poi guardarsi allo specchio.
“Hey va tutto bene?”
Una voce conosciuta si insinuò nelle sue orecchie.
La porta alle sue spalle si aprì, e dallo specchio riuscì a vedere il riflesso di Ray.
“S-sì, bene, grazie…solo mal di…” Provò a spiegare voltandosi stavolta verso il ragazzo dai lunghi capelli ricci che lo interruppe dicendo con una certa ovvietà: “Mal d’amore.”
Frank sbarrò gli occhi per un attimo.
“No!” Sbottò di scatto incrociando le braccia e abbassando lo sguardo.
Ray lo guardò scuotendo la testa sorridendo. Si avvicinò posandogli una mano sul polso.
“Andiamo Frank, non mentirmi. Ho visto come lo guardavi sai, so riconoscere una persona innamorata.”
“Ray io, ti sbagli…” Boccheggiò piuttosto a disagio.
“Tranquillo, non lo dirò a nessuno…” Lo rassicurò.
“Solo…sta attento okay?” Continuò alzandogli il mento con le dita costringendolo a guardarlo in faccia.
“S-sei ca-ccarino a preoccuparti.” Balbettò.
Rimasero ad osservarsi per un po’ di tempo fino a quando le labbra di Ray non sfiorarono le sue, lasciandogli un bacio casto.
Il moro indietreggiò boccheggiando alquanto stupito e incredulo.
“Il dolce è pronto.” Sussurrò a fior di labbra per poi allontanarsi e lasciare la stanza.
Frank, stravolto e ancora più turbato, rimase in bagno a riflettere per un po’, prima di raggiungerli nella sala da pranzo.
“Va tutto bene Frank?” chiese sua cugina porgendogli un piatto con una generosa porzione di torta alle mele.
“Sì, grazie Lyn.” Biascicò sentendo lo sguardo di Gerard puntato su di lui.
“Hey amore, sembra che tu abbia visto un fantasma!” Ridacchiò divertita quando guardò il volto pallido di suo marito. Il rosso sfoggiò un sorriso finto per poi stringersi nelle spalle.
La donna gli si avvicinò porgendogli la torta per poi lasciargli un bacio casto.
“L’ha fatto mia madre il dolce, non  fare facce strane.” Sussurrò infine al suo orecchio.

XOXOXO
E bene Killjoys, eccomi qui! 
Bel colpo di scena Ray Toro vero? Chissà cosa succederà adesso. E voi che tanto aspettavate una Frerard! Non disperate, piccoli guastafeste!  Ogni cosa ha un suo tempo! Okay devo svelarvi un segreto, ho dimenticato quasi del tutto le mie vecchie idee, quindi non ho un finale preciso in testa. So solo che questa storia ne avrà uno e che ci sto mettendo un bel po’ nonostante i capitoli non siano lunghissimi ma…sto scrivendo insieme ad una mia amica un’altra fan fiction a capitoli decisamente impegnativa su Teen Wolf, se c’è qualche lupo mannaro da queste parti ecco qui il link :
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3755454&i=1
Continuate a seguirmi! E lasciate belle parole mi raccomando!
XOXOXO

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Capitolo 10
*** Ci divertiremo insieme, vero Frankie? ***


Ciao Killjoys!!!
Lo so, lo so, ci sto mettendo un’eternità ma sono ancora qui con voi quindi tenete duro e non vi deprimete perché vi penso sempre <3.
((((((ps:So anche che vi sto facendo soffrire tanto,  per la Frerard))))))))))
Vi lascio questo nuovo capitolo sperando vi piaccia e vi faccio un altro regalino.
Se leggendo vi viene in mente qualche scena particolare che vorreste nella storia scrivetemi e cercherò di accontentarvi.
BUONA LETTURA!

XOXOXO

26 Dicembre

Gerard uscì dal suo ufficio tentennante, sfregando frettolosamente le mani gelide.
Quella mattina faceva molto più freddo di quanto si aspettasse, così che fu costretto ad aumentare la temperatura dei riscaldamenti per poi andarsi a prendere una benedettissima felpa dall’armadio.
Quando entrò in camera da letto trovò sua moglie, intenta a misurare diversi outfits sportivi, la sua valigia rossa, ancora vuota, gli ostacolava il passaggio.
“Partiamo?” Domandò  con una smorfia dubbiosa stampata sul viso.
“Io parto.” Specificò con voce seria, dandosi un’occhiata allo specchio.
“Abbiamo litigato o…?” Continuò a chiedere l’uomo, allargando le mani davanti a sé per la confusione.
“Uhm…no, no tranquillo. È che…la sorella di Kitty sta per partorire, è in un ospedale in Oklahoma e Kitty mi ha chiesto di accompagnarla. Partiamo questa sera…”Spiegò entusiasta la donna e nell’udire quelle parole il rosso spalancò gli occhi.
“Che cosa?”
“Sì, lo so, è tutto così improvvisato…”
“Lynz...” Gerard oltrepassò la valigia per raggiungerla e le afferrò dolcemente i polsi.
“Che c’è?” Chiese quest’ultima incrociando i loro sguardi.
“Be’…insomma, è tutto molto bello ma, non mi sembra una buona idea, ecco, sei incinta e potrebbe essere pericoloso volare…”
“E dai Gee, non essere paranoico ti prego.”
“Ma mi preoccupo per te e per…la bambina”
“Lo so. Devo soltanto starmene seduta in aereo non lanciarmi dal paracadute. Andrà tutto bene vedrai!”
“E Frank? Lui è qui per te…”
“Sì è vero e mi dispiace per questo. Ma starò via soltanto 3 giorni, okay? Frank non morirà. E poi, hey, vedo che siete diventati buoni amici!” Concluse strizzandogli un occhio.
“E va bene, hai vinto!” Convenne Gerard in tono arrendevole, scuotendo di poco il capo.
“Grazie amore! Su dai, aiutami a scegliere qualche capo! Mi va tutto stretto Gee!!” Piagnucolò mettendo il broncio.
---
Se ne stava disteso sul letto, con lo sguardo rivolto verso il soffitto. Ancora non era riuscito a dimenticare la conversazione avuta con Ray il giorno prima. E quel bacio? Perché mai l’aveva fatto? Lo aveva conosciuto soltanto da poche ore.
Be’, non prendiamoci in giro.
Frank in passato aveva avuto storie con molti ragazzi, quel bacio non significava nulla.
Ciò che invece lo turbava, erano le parole dell’afro.
Gerard era il marito di sua cugina erano diventati ottimi amici e di lui si fidava molto, riusciva ad essere se stesso, senza sentirsi continuamente in imbarazzo.
Nonostante avesse avuto un inizio non proprio dei migliori, il loro rapporto si era evoluto in poco tempo, passando dall’odio ad una strana forma di sincronia. Eh già, quei due parlavano veramente di tutto quando erano insieme, erano curiosi l’uno dell’altro.
E adesso Ray aveva rovinato ogni cosa, aveva rovinato tutto perché lui non aveva mai pensato a Gerard in quel modo, o meglio, la sua mente aveva combattuto amaramente per evitarlo, non poteva innamorarsi di un uomo sposato, tra l’altro in attesa di un figlio … della sua nipotina.
Si odiava solamente per avere quei pensieri, si sentiva un mostro, un essere deplorevole.
“Frank!? Finalmente ti ho trovato! Che ci fai ancora a letto?”
“Gerard! Oh, ehm, io…mi faceva un po’ male la testa, ma ora sto meglio.” Si giustificò, balzando dal letto con uno scatto.
“Oh, mi dispiace. Sicuro di stare bene?” Si assicurò il più grande, lasciando il ciglio della porta per avvicinarsi di più a lui.  Quando gli fu abbastanza vicino non poté fare a meno di osservare quel petto nudo, quella pelle pallida ricoperta da litri e litri di inchiostro nero.
“Si-sicuro, come mai mi cercavi?” Balbettò intimidito nel vedere lo sguardo del rosso incastrarsi sul suo corpo flebile. Gerard si soffermò ancora per qualche minuto sulla sua pelle biancastra per poi fornirgli una risposta:
“Lynz voleva che venissi al parco con noi, sai questa sera parte e voleva passare questa giornata insieme.”
“C-cche vuol dire ‘parte’?” Borbottò il piccoletto spalancando gli occhi e la bocca dallo stupore. L’uomo di fronte a sé assunse un’espressione quasi divertita per poi dire: “Va in Oklahoma, la sorella di una ragazza della sua band sta per partorire così, ehm, va a conoscere il nuovo arrivato!” 
“Capisco…”Esitò, con il viso pallido.
“Be’ allora?” 
“Cosa?”
“Ci vieni con noi al parco?”
“Ahm, sì, sì certo!” Miagolò forzando un sorriso. Gerard a quel punto gli rivolse un cenno amichevole per poi uscire dalla stanza.
Si schiaffeggiò il viso con rabbia per poi andarsi a cercare una felpa.
“Uhm…Frank?” Di nuovo lui.
“S-sì Gerard?”
“Ora che Lynz non c’è, attento a non farti cacciare fuori!” Lo ammonì serio. Il piccoletto boccheggiò più di una volta senza proferir alcuna parola.
“Scherzo! Sei sempre il benvenuto e…io so cucinare qualcosina, vedrai, sopravvivremo!” 
---
Gerard e Lynz erano seduti tranquillamente su una delle tante panchine dell’area, i loro sguardi puntati su un gruppo di bambini che si lanciavano palle di neve a vicenda.
Frank si era allontanato per qualche minuto, ritornando poco dopo con delle coppette di gelato tra le mani.
“Cioccolato e nocciola! Piace a tutti no?” Sorrise porgendogliele una alla volta.
“Buona idea Frankie!” Asserì la donna gioiosa.
“Grazie!” Si limitò a bisbigliare Gerard, incrociando il suo sguardo e restandoci per un po’, fino a quando il piccoletto non prese posto accanto a lui.
“E comunque Gerard odia il gelato alla nocciola!” Se la rise Lynz e suo marito per poco non si strozzava con quel composto ghiacciato.
“Ah, mi dispiace, sono un disastro!” Ammise Frank, grattandosi la testa mortificato. “Se vuoi vado a prenderne un altro, nessun problema Gee davvero!” Continuò.
“Tranquillo Frank, non è il mio gusto preferito ma lo mangio volentieri…” Lo rassicurò con le guance di un lieve colore rosso.
“Si be’, non ci provare di nuovo se no ti minaccia con le granate!” Scherzò Lynz portandosi un cucchiaino colmo di gelato alle labbra. Gerard la fissò per nulla divertito per poi scuotere il capo e rivolgere  attenzioni alla sua coppetta.
“Ne terrò conto!” Rise Frank.
Dopo un po’, piombò il silenzio, tutti e tre erano intenti a finire il gelato prima che si sciogliesse. Be’, in realtà prima che le loro dita si paralizzassero dal freddo.
In inverno, soprattutto con la neve, non si vedevano molti animali in giro, anzi, a dire il vero, gli unici a gironzolare per il parco erano dei cani o dei gatti al guinzaglio. Il cielo era annuvolato, e probabilmente, avrebbe nevicato a breve.
“Quindi te ne vai?” Frank ruppe il silenzio, pulendosi le labbra con un tovagliolino.
“Sono solo pochi giorni. Frankie non mi hai detto fino a quando resti, ci sono ancora molti posti da visitare qua intorno. Vero Gee?” 
“Già!” Annui col capo, per poi aggiustare la sua posizione sulla panchina, incrociando le gambe(Come una poco di buono: pensò Frank) e rivolgendo lo sguardo al ragazzo.
“Ho le ferie fino al 12 gennaio, quindi non saprei…”
“Poco tempo ma ce lo faremo bastare!”
Frank sorrise per poi raccogliere le coppette vuote e gettarle in un cestino a pochi metri dalla panchina.
“Ma che gentile!” Esclamò Lynz, alzandosi dalla panchina per fare due passi. Gerard la imitò e quando si voltò per cercare Frank, si senti colpire il mento da una palla di neve.
“Hey!!”
“Si Gerard Way?”
“Guarda che così non vale!” Convenne con aria di sfida, raccogliendo un bel po’ di neve da terra ma quando lanciò la sua palla il piccoletto riuscì ad evitarla, spostandosi in tempo.
“Ahhh, ti odio!”

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Capitolo 11
*** ¿Hablas Español? ***


Buonasera a tutti i killjoy arrivati fin qui! Fatevelo dire, siete coraggiosi e io vi adoro! Capitolo forse un po' corto ma...ve lo ripeterò fino all'infinito, ho iniziato questa storia secoli fa, ora è una specie di diario dove ci scrivo tutto quello che mi passa per la testa e c'avete ragione...nulla di buono...
Buona lettura!
XOXOXO


Lynz e Gerard erano avvinghiati l’una all’altro da almeno un quarto d’ora: continuavano a scambiarsi parole smielate e a sfiorarsi di tanto in tanto, imbattendosi in baci per niente casti. Frank, che in altre occasioni, avrebbe girato il viso per evitare il voltastomaco, se ne stava fermo immobile,  a pochi metri da loro, fingendo ogni tanto di mandare qualche messaggio e reggendo il trolley rosso intenso di Lynz con la mano sinistra.
Odiava le smancerie. Ci trovava un qualcosa di ingannevole in esse e soprattutto, pensava che fossero un modo sciocco e folle per dimostrare di amarsi. 
Non credeva nei ‘per sempre’ e forse nemmeno nell’amore.
Ne detestava qualsiasi tipo di manifestazione, eppure, non riusciva a staccare gli occhi di dosso a quei due.
Deglutì nel vedere le mani di Gerard girovagare per tutto il corpo della donna con foga e per poco non gli venne un infarto quando il rosso lo scoprì a spiarli. Forzò un sorriso e chinò ancora una volta il capo sul cellulare.
Fine dello spettacolo Frankie!
Gerard adesso si era messo a fissarlo con la coda dell’occhio.
Si era amaramente pentito di averli accompagnati all’aeroporto e non vedeva l’ora di tornare a casa e farsi una bella dormita.
Come se non bastasse, una voce squillante da donna, chiamò il suo nome. Quando si voltò, vide una delle due ragazze che il giorno prima non avevano fatto altro che provarci con lui.
“Ciao Fraaankie!”
“Heey, ciaoo!” Sorrise cercando di apparire simpatico, voleva chiamarla per nome ma si accorse di non ricordarlo.
“Come stai?” 
“Bene grazie.” Rispose con disinteresse, spostando nuovamente lo sguardo su Gerard e Lynz che non avevano ancora notato la ragazza.
“Oh, ma quelli sono Gerard e Lynn, che dolci non trovi?” La donna al suo fianco continuava a dargli corda, stavolta, appoggiandogli una mano sulla spalla destra.
“Già, carini!” Arricciò appena le labbra scrollandosela di dosso come infastidito.
“Tu ce l’hai la ragazza?”  Non esitò a chiedergli, risultando sempre più impacciata agli occhi del piccolo Frank.
“Sì...” Mentì.
“Oh…” Il suo volto assunse una smorfia di delusione e sconfitta.
“Si chiama Isabelle e ci amiamo tanto!” Continuò a mentire sperando di levarsela di torno. 
“Tu hai un fidanzato?” Chiese poi non distogliendo per un attimo lo sguardo dai due piccioncini che adesso si erano staccati e lei gli stava facendo alcune raccomandazioni.
Come lo aveva capito? Dalla faccia attenta e scocciata di Gerard e il dito sottile di sua cugina puntato contro di lui.
“S-sì! Ovvio che sì!” Balbettò Kitty, ma era chiaro che si trovasse a disagio. Frank se la rise.
Quando finalmente si avvicinò l’ora di partire, i quattro si avviarono ai check-in per i bagagli e i documenti.
Kitty era già salita sulle scale mobili che portavano all’imbarco mentre Lynz, aveva appena porto i documenti ad una delle guardie per il controllo.
“Tesoro?” Gerard la attirò a sé guardandola negli occhi come se la vedesse per l’ultima volta.
“Si?”
“Sta attenta!” Disse lasciandole un bacio casto. La donna annuì sorridendo per poi riprendersi i documenti e raggiungere la sua amica al piano superiore.
“A presto Lyn!” Urlò Frank e lei gli rispose con un cenno della mano.
---
“Gee attento, ci vengono addosso!” Urlò Frank al suo fianco e l’altro fece appena in tempo a raggiungere la propria corsia beccandosi una marea di insulti dalle macchine intorno.
“Scusa, mi ero distratto…” Sospirò ad un Frank ancora impaurito che in risposta scosse leggermente il capo.
“Allora…come hai conosciuto mia cugina?”  Chiese dopo un po’ per romper il silenzio imbarazzante che era piombato in auto.
Gerard sorrise a quella domanda, esitando più volte prima di rispondere:
“Lynz era quasi in tutti i miei corsi a belle arti e…sai, ci è capitato spesso di fare lavori insieme.”
“Wow, che tipo di lavori?” Si mostrò interessato, be’ in realtà lo era.
“ Be’ ecco, dipende, abbiamo fatto un cortometraggio, a rivederlo adesso è davvero imbarazzante. Poi ci è capitato di disegnare insieme e scrivere delle trame per…fumetti…sai…” Ammise sorridendo malinconico.
“Figo!”
“Già! Tu cosa studi?”
“Mediazione linguistica, nulla di figo come il tuo, ma sai, i miei ci tenevano tanto!” Spiegò, chinando il capo sul cruscotto, con la paura che l’altro potesse considerarlo uno sfigato. Be’, un po’ si sentiva così.
“Wow, quindi conosci tante lingue?”
“Be’ me la cavo, ma non aspettarti nulla di fenomenale!”
“Hablas  español?” Chiese con un accento così perfetto che Frank non potè fare a meno di meravigliarsi. 
“Mais Oui!”
“Ha! Tu préfères le français?!”
“Creo que sí!” 
Entrambi risero per la situazione che si era creata, poi i loro sguardi si incrociarono per pochi secondi prima che il silenzio ritornasse a regnare l’auto, restando fino al loro arrivo a casa.
“Prendi tu le chiavi, io intanto parcheggio!” Convenne Gerard, permettendo al più piccolo di scendere dall’auto.
Controllò gli ultimi messaggi da parte di Lynz per poi avviarsi a casa. Trovò Frank ancora lì, sul ciglio della porta , ad armeggiare con le diverse chiavi.
“Ahh, sì credo sia questa!” Disse non appena si accorse di lui, infilando nella serratura una chiave in oro.
“Okay no, come non detto, mi manca solo quest’ultima!” Spiegò in imbarazzo mentre Gerard rimase dietro di lui a fissarlo col sorriso stampato sulla faccia.
“Finalmente, morivo di freddo!”  Rabbrividì entrando in casa, il rosso alle sue spalle accese in fretta le luci per poi spingere Frank contro la superficie della porta semiaperta che finì per chiudersi a causa dell’indietreggiare di Frank. Gli bloccò le mani sulla testa per poi incrociare il suo sguardo.
“C-cosa fai?” Chiese confuso, senza nemmeno provare ad opporre resistenza. Si guardarono entrambi negli occhi fino a quando le labbra possenti e desiderose di Gerard non si unirono alle sue. Furono gli attimi più lunghi della sua vita, gli mancava l’aria, nella sua testa non esisteva più nulla, tutto il mondo era come svanito.
Nulla, era in grado di descrivere ciò che stava provando. La lingua di Gerard si faceva spazio nella sua bocca, litigando con la sua in una danza piuttosto spedita.
Purtroppo, come ben sappiamo, e come Frank sapeva, niente dura per sempre.
“Scusami…”  Gerard scosse leggermente il capo e in un attimo allentò la presa ai suoi polsi fino a lasciarli del tutto e dargli le spalle.
Dopo essersi ripreso Frank si avvicinò al ragazzo, posandogli una mano sulla spalla per tranquillizzarlo. 
“Va tutto bene Gee…” Sussurrò scoprendolo in lacrime.
“No! Io non…è tutto sbagliato, dimenticalo per favore!” Piagnucolò scappando al piano di sopra, rifugiandosi poi nella sua stanza.


 

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Capitolo 12
*** Mille bugie per un bacio rubato ***


Ed ecco un capitolo tutto per voi dopo un solo giorno di attesa! Niente male, no?
Buon divertimento Killjoys!
XOXOXO


27 dicembre

Frank andò a farsi una doccia fredda per poi sistemarsi sul letto con dei semplici boxer ed una vecchissima maglietta dei misfits.
Aveva pensato più volte di salire e assicurarsi che Gerard stesse bene ma non aveva trovato il coraggio. 
O meglio, era salito a portargli del te’ ma una volta fuori la porta della sua stanza, lo aveva sentito singhiozzare, e con il cuore in pena era risceso in cucina, aveva gettato quel maledetto te’ nel lavandino e si era messo a letto.
Questo era tutto ciò che ricordava della sera precedente, o meglio, di tutto ciò che era successo dopo quel bacio paradisiaco.
Indossò un paio di pantaloni e chiuse una felpa da sopra la magliettina della rock band che aveva usato a mo’ di pigiama.
Afferrò le Marlboro e si diresse alla svelta fuori al balcone, guardandosi intorno più volte, sperando di non incrociare Gerard.
Stava armeggiando con il pulsante per tirare sù la persiana quando si sentì afferrare il polso.
Si voltò di scatto, trovandolo proprio lì,  seduto accanto al tavolo con una tazza di caffè nella meno libera.
"Dobbiamo parlare..." Bisbigliò senza nemmeno rivolgergli uno sguardo.
"Senti se è per quello che è successo ieri, io...l'ho già dimenticato, ecco..." Si sbrigò a dire per liberarsi di quella situazione imbarazzante.
Gerard si passò la lingua tra i denti per poi sorseggiare del liquido scuro dalla tazza.
"Siediti!" Mormorò indicando una delle sedie del tavolo e non appena alzò lo sguardo Frank potette notare il rossore nei suoi occhi.
"Hai pianto tanto?" Chiese preoccupato.
"Come?"
"Hai gli occhi rossi."
"Oh...è solo, mi sono svegliato da poco..." Buttò giù di lì strofinandoseli con le dita e forzando un sorriso.
"Uhm..."
"Mi capita a volte." Continuò a giustificarsi, allungando una mano verso la sua, per poi sovrastarla.
"Certo ed io sono nato questa mattina. Vaffanculo Gee!" Urlò secco scrollandoselo di dosso e uscendo dalla cucina.
"Non voglio parlare con uno che mi racconta palle!"
Gerard non provò a fermarlo, si sentiva in colpa con lui, con Lynz e con quella piccola creatura che stava per venire al mondo.
Iniziò di nuovo a piangere, senza sosta, anche se i suoi occhi non avevano più lacrime da buttar via.
---
Lo odiava, non poteva trattarlo in quel modo.
Frank si sentiva altamente preso per il culo. Si malediva ogni secondo per essere entrato in quella casa.
Odiava Gerard, doveva fidarsi del suo sesto senso, non é vero che ce l'hanno solo le donne.
Era uno stronzo, lo aveva detto sin dall'inizio.
Ti sei divertito a giocare con lui? Perfetto, ora che sei nella sua trappola ti stai zitto e soffri!
“Gerard io esco!” Urlò disinteressato.
“Dove vai?” Chiese subito il rosso con soggezione, chiudendo la fontana del lavello con cui stava lavando le tazze per poi asciugarsi le mani.
“In giro.” Rispose secco stringendosi nelle spalle.
Gerard sospirò pesantemente, squadrandolo da capo a piedi.
“Ah e…non aspettarmi, credo andrò a dormire dal mio amico…”
“Frank per favore…”
“Shh…Credimi è meglio così!” Sospirò tirando su la cerniera del cappotto e avviandosi alla porta.
---
Ormai il sole era tramontato, aveva percorso quella strada per almeno dieci volte, si era fermato a prendere le sigarette e adesso, non sapendo dove andare, si rifugiò in un pub li vicino.
Dopo aver fissato il menù per almeno mezz’ora, beccandosi innumerevoli occhiatacce da parte del cameriere ordinò un semplice panino vegetariano ed una birra.
Nell’attesa, prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni controllando i messaggi.
 LYNZ:“Ciao Frankie, l’Oklahoma è fantastica e il volo è andato da Dio, a voi come sta andando????” 
Si pentì subito di aver aperto quella chat, esitando un po’ prima di risponderle:
“Qui tutto bene! Gerard è gentile. Sono felice che ti stia divertendo! Ritorna presto!”
Altri messaggi da parte di Jamia, una sua compagna di classe, alcuni da parte di sua madre e un messaggio da un numero sconosciuto.
“Ciao Frankie, sono Ray! L’amico di Gerard! Ti aspetto domani mattina davanti all’entrata del Central Park. Vieni da solo!”
“Sono occupato, mi dispiace!” Rispose senza esitare, non voleva vedere Gerard, tanto meno il suo amico.  
Di sicuro aveva chiesto aiuto a lui per farlo ritornare a casa. Scosse la testa iniziando a leggere i messaggi di sua madre prima di farle venire un infarto ma una notifica lo bloccò di colpo.
“So di te e Gerard. Fa come ti dico o potrei rovinare il bellissimo rapporto che hai con la tua cuginetta!”
“Ma che caz-” Esclamò con il tono un po’ troppo alto, richiamando l’attenzione di alcuni tavoli vicini. 
Arrossì imbarazzato, portandosi la mano destra alla bocca.
“A che ora domani?” Digitò contrario, con le dita tremanti.
“6:30”
“Sei serio?”
“Non ritardare!”
Sbuffò  rabbioso, inviando a Ray un pollice all’insù per poi chiudere il cellulare e riporselo in tasca. 
Per sua fortuna, dopo soli pochi minuti il cameriere si avvicinò al tavolo con il suo vassoio. Lo ringraziò forzando un sorriso e poi afferrò frettoloso il bicchiere colmo di birra. 
Ne sorseggiò un po’, fissando il panino davanti a sé e pentendosi di averlo ordinato.
Aveva un bell’aspetto a dire il vero, era fottutamente invitante ma il suo stomaco si era chiuso. Quella giornata faceva schifo, ogni cosa era andata male e adesso anche Ray. Chissà cosa si aspettava da lui.
Si sforzò a prenderne qualche morso, riuscendo a mangiarne metà.  
Finì al contrario tutta la birra e si alzò per pagare il conto.
Alla cassa trovò una ragazza bionda ,sulla ventina con un enorme sorriso stampato sulle labbra. 
Possibile che facesse quest’effetto alle donne?
“Numero del tavolo?”
“22”
“Okay, solo un attimo…” Disse passandosi la lingua tra i denti per poi rivolgergli un lungo sguardo. Nel frattempo Frank si diede un’occhiata intorno, notando un lungo bancone dall’altro lato della sala, colmo di drink all’apparenza non poco alcolici.
“Birra e un panino vegetariano?”
“Si.”
“Sono sette dollari!” Sorrise strappando lo scontrino dalla cassa. 
Stava prendendo i soldi dal portafogli quando delle urla attirarono l’attenzione dell’intero locale.  
Un uomo fu buttato fuori perché eccessivamente ubriaco. 
Rimase a bocca aperta quando tra le mani dei buttafuori scorse il viso di Gerard.
“Tranquillo, capita spesso qui.” Spiegò la cassiera. 
Frank forzò un sorriso per poi affrettarsi a posare i soldi sulla mensola.
“Grazie mille! Davvero Gentile!”
"Hey, sta dimenticando il resto!"
"Lo tenga pure!"
 Esclamò lasciando il locale.

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Capitolo 13
*** Non portarmi a casa Frankie! ***


Buonasera a tutti voi! Questo capitolo, cosi come altri che avete trovato non ha una data all'inizio, ciò vuol dire che è il continuo del capitolo precedente. In questo caso, siamo ancora al 27 dicembre.
Bene, quindiiiiii...
Buone notizie per voi :Siamo quasi agli sgoccioli e finalmente ho avuto una grandissima idea per il finale di questo capolavoro.(sorry, io amo troppo questa storia)
Buona lettura Killjoys!
XOXOXO


Uscì dal pub rabbrividendo.
Un vento freddo gli ricordò di doversi chiudere per bene il giubbino, ma non lo fece. Insomma, la sua priorità in quel momento era un uomo dalla chioma rossa.
Si guardò intorno assottigliando gli occhi fino a quando non lo intravide dall'altro lato della strada.
Attraversò senza nemmeno aspettare il semaforo, beccandosi il suono di innumerevoli clackson da parte dei guidatori.
"Gee!" Urlò una volta che lo ebbe raggiunto: se ne stava lì, seduto sulla neve gelida e una  marlboro spenta tra le mani tremolanti.
"Su dai, vieni qui!" Gli allungó una mano per aiutarlo ad alzarsi ma Gerard scosse il capo in senso negativo.
"Lasciami stare Frank...tu non mi ami!" Farfugliò e una grossa ciocca di capelli rossi gli coprì l'occhio destro.
"Ah...uhm...Chi ha spento la luce?!!"
Frank arrossì guardandosi intorno per assicurarsi che nessuno lo avesse sentito e per sua fortuna gli unici a passare furono due giovani fidanzati, troppo intenti a slinguazzarsi per notarli.
"Gerard mio Dio, alzati subito, ti riporto a casa!"
"Allora mi vuoi bene?"
"Si, sì, ti voglio bene..."
"Non è vero...mi stai dicendo le bugie.."
Dopo innumerevoli lamentele e scene teatrali il piccoletto riuscì a far cedere Gerard, ed ora, a passo lento e con un po’ di difficoltà  lo stava trascinando a casa.
“Ahh FRRAnkie lo sai che sei cari-“  Il rosso non riuscì a terminare la frase, si piegò su se stesso, vomitando sulle scarpe e sui vestiti di entrambi.
“Carino…” Concluse con gli occhi sbarrati e un altro conato di vomito sopraggiunse alla sua bocca. 
Stavolta Frank, riuscì a trascinarlo accanto ad un grosso secchio della spazzatura per poi tenergli stretta la fronte e scostando alcune ciocche rosse ormai umide. 
Si assicurò che ebbe finito prima di ripartire.
“Dove mi porti, Frankie??” Farfugliò aggrappandosi del tutto alla sua spalla.
“Shhh, chiudi gli occhi Gee, stiamo andando a casa…”
“A casa mia?”
“Sì…”
“N-no ti prego, non andia-mo a casa mia Frrank…” Piagnucolò infantile, iniziando a dimenarsi in maniera così caotica che il moro dovette aggrapparsi ad un albero li vicino per non cadere a terra.
“E va bene, va bene, non ti ci porto! Però chiudi gli occhi , ok?” Lo pregò nuovamente,  aveva letto da qualche parte che chiudere gli occhi potesse attenuare lo stordimento.
“Ok.”
Detto ciò Frank continuò a percorrere tranquillamente quella strada, fermandosi di tanto in tanto per riprendere fiato. 
Per sua fortuna Gerard restò aggrappato a lui tranquillo, tirando fuori frasi sciocche e disconnesse ed accarezzandogli parti del corpo che nemmeno credeva di avere.
“Frank io ti amo! Ti amo tanto…ti prego non portarmi da Lynz…” Farfugliò quando ebbero finalmente raggiunto la villetta. 
Fece un ultimo sforzo, attraversò il viale del giardino e una volta ritrovatosi fuori la grande porta in legno, appoggiò Gerard al muro per poi frugargli nelle tasche.
“Hey, che stai facendo Frankie? Ehehhe ti piacciono i miei pantaloni lo-so eheheh!”Il rosso continuava a sclerare.
Quando finalmente trovò le chiavi si affrettò a portarlo dentro serrando per bene la porta. Accese le luci  tirando un sospirò di sollievo. 
“Sta fermo, okay? Solo un minuto!” Gli chiese con voce implorante e dolce allo stesso tempo, mentre con le dita colme d’inchiostro gli sfilò il cappotto, facendo poi lo stesso con il suo.
“Ah, guarda come ti sei conciato!” Sussurrò tra sé e sé con compassione e pena.
Dopo vari tentativi riuscì ad accendere i riscaldamenti poi recuperò Gerard dal muro dell’entrata per portarlo nella camera in cui l’aveva ospitato Lynz, ovvero, l’unica stanza al piano inferiore in cui c’era un letto. 
Di certo, Gerard non era in grado di salire le scale in quello stato!
Lo tirò lentamente per le braccia per poi portarlo nel bagno della camera. Gli tolse le scarpe e lo posizionò all’interno della doccia per poi iniziare a far scorrere il rubinetto d’acqua fredda.
All’iniziò Gerard prese a divincolarsi ma poi riuscì a tenerlo fermo. Era stupendo tutto bagnato, il colore intenso dei suoi capelli continuava a scaricarsi,  tingendo di rosso tutta l’acqua che vi passava.  
Quando lo vide un po’ più calmo aumentò la temperatura dell’acqua, e iniziò a privarlo dei vestiti ormai sudici.
“Che cosa stai facendo? Perchè mi togli la maglia? Ehehehe! FRANKIEE! AHAHAH sei proprio un pervertito!!”  Farfugliava il più grande, ridendosela.
A quelle parole , a Frank sfuggì un sorriso, incrociò il suo sguardo e scosse la testa. 
Lo lasciò in soli boxer mentre si sfilava di dosso i suoi vestiti altrettanto bagnati per via del rosso. 
“Ti spogli per me? Come sei dolce Frankie!” Domandò poco dopo Gerard, che appariva del tutto rilassato sotto il getto d’acqua tiepida. Frank lo ignorò e in tutta risposta l’altro lo attirò a se in un bacio travolgente. 
Be’ a dire il vero, STRAVOLGENTE!
Per quanto tutto ciò gli potesse piacere, il piccoletto gli piantò le mani sul petto liscio e oppose resistenza mettendo fine al bacio.
 “Frank dimmi che mi ami…mi ami, vero?” Sbuffò con uno sguardo così angelico che a Frank salì il magone.
“S-si…ti amo…”Lo rassicurò forzando un sorriso e accarezzandogli la guancia con il pollice.
“Ti amo tanto…” Sussurrò infine tra sé e sé, stringendo le palpebre amareggiato e chinando la testa sul piatto della doccia, consapevole che tutto sarebbe svanito col sormontare del sole.
 Allungò una mano per prendere il bagnoschiuma. “Oh, probabilmente mi ucciderai domani…” Farfugliò prima di iniziare ad insaponare quella pelle candida.
“E tu mi uccidi se faccio questo?”
Spalancò gli occhi incredulo quando sentì la molla dei suoi boxer scivolare giù per le gambe. “Gee ma che diavolo!!!” Urlò serio ma il rosso si era già inginocchiato davanti a lui e adesso stava iniziando a provocarlo con la lingua.
“PORCA TRO-…Gerard ti prego! Ti prego non far- AHHH!”
Lasciò cadere il flacone di bagnoschiuma ai suoi piedi e si portò una mano alla bocca inerme.
“Lo so che ti piace, eheh, non vergognarti di me!” Convenne gioioso Gerard dando un’avida leccata lungo tutta la sua lunghezza. Era troppo. Era troppo per il povero che Frank, che cercava in tutti i modi di fare il bravo ragazzo. Non voleva altri motivi per sentirsi in colpa il giorno dopo e Gerard gli stava causando solo guai. Andava matto di lui dal giorno in cui si erano ‘odiati’ in fumetteria.
Non poteva sopportare a lungo una cosa del genere. Doveva smetterla subito perché non avrebbe retto! Non aveva il diritto di provocarlo in quel modo.
“Tu-tu sei, uhm…ah..ubriaaaco…non vuoi farlo davveROH!” Deglutì.
“CAZZO SI SE VOGLIO! Stai zitto Frank!” Esclamò voglioso, dando una leggera soffiata sul glande per poi iniziare a succhiarlo.
“PORCA PU-UHMMM…” Gemette forte, inarcando la schiena all’indietro.
Sentì le risate dello stronzo insinuarsi nelle sue orecchie.
Non appena ebbe il tempo di riprendere un po’ di fiato gli diede un pugno dietro la schiena unendo tutte le forze che gli restavano e lo scostò indietro forzando il palmo della mano sinistra contro la sua fronte. 
Un Frank ancora ansimante e col respiro affannoso, lo osservò mentre perdere di colpo l’equilibrio e sedersi sul piatto doccia battendo la testa contro le piastrelle.
Provò tantissimo rancore nel vederlo singhiozzare lì per terra, fragile più del vetro e gli occhi di nuovo colmi di lacrime.
“…mi dispiace…” Deglutì. I loro sguardi si incastrarono per qualche istante. Frank chiuse il rubinetto e gli porse un asciugamano.
“Su vieni…” Sussurrò guardandolo pietoso e aiutandolo ad alzarsi.
“Ho tanto sonno Frankie…” Biascicò dolce, lasciandosi asciugare.
“Rimani qui…” Disse dirigendosi nella sua stanza e frugare nella valigia.
“Dovrebbero starti!” Sorrise a disagio porgendogli un paio di boxer asciutti. 
“Si, certo…” Assentì sfilandosi quelli bagnati, stando attento a non farsi scivolare l’asciugamano dalle spalle.
Frank sospirò pesantemente, impedendosi in tutti i modi di guardare. Afferrò l’asciugacapelli dal mobile infilandolo nella presa lì vicino.
“Vieni qui.” Disse a Gerard con un sorriso amorevole. Quest’ultimo, si avvicinò maggiormente chinando la testa in avanti per permettergli di asciugargli i capelli.
Eh sì, Frank era alt-, basso soltanto 1,68cm!
“Sei bellissimo.” Sussurrò più a sé stesso che a Gerard, il quale, non lo aveva sentito a causa del rumore assordante del fono. Dopo un paio di minuti spense l’aggeggio, passandogli un’ultima manata tra le ciocche scure, assicurandosi che fossero asciutte. Lo mise a letto rimboccandogli le coperte per poi andare ad asciugarsi a sua volta prima di prendere una bronchite.
Sorrise nel ritornare in camera e ritrovarlo accucciato sul lato destro del lettino, con il viso quasi del tutto coperto dal piumone.
Si avvicinò, sedendosi delicatamente sul lato libero del materasso, si chinò su di lui per poi scostargli delle ciocche dal viso.
“Uhm…Lyn…” Mormorò dormiente il rosso con la voce impastata dal sonno. Frank lo osservò amareggiato.
“Buonanotte Gee!

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Capitolo 14
*** Una nuova minaccia ***


Nuovo capitolo! Se qualcuno è ancora qui merita tanti applausi e tanto amore da parte mia.
love you all!
Buona lettura!
XOXOXO

28 dicembre

Era ancora buio quando sentì il telefono vibrare insistentemente al di sotto del suo petto.
Spalancò gli occhi affrettandosi a staccare la sveglia per evitare che Gerard la sentisse.
Si scrutò intorno, assottigliando gli occhi per cercare di vedere meglio al di fuori della grande finestra del salone. Illuminò poi lo schermo dello smartphone per controllare l'orario e mettersi seduto.
Una fitta al lato destro del collo lo fece sobbalzare, ricordandogli di aver dormito sul divano.
"Ahi!"Piagnucolò portandosi una mano a massaggiarsi la parte addolensita.
Afferrò stanco i vestiti che aveva preparato sulla poltrona la sera prima e se li infilò con non curanza, tenendo d'occhio lo schermo in attesa di nuovi messaggi da parte dell'afro.
Niente.
Si accorse solo allora di aver dimenticato di prendersi le scarpe. 
Be' in realtà, le converse nere che stava utilizzando erano piene zuppe di vomito. 
Entrò nella sua stanza con passi lenti e cauti, facendo molta attenzione a non svegliare Gerard mentre frugava tra le cose in valigia.
E per sua sfortuna, no! Le vans rosse le aveva lasciate a casa.
Si sforzò a pulire quel vomito ormai incrostato sul tessuto scuro facendosi venire il voltastomaco di prima mattina.
Lavò la faccia e i denti, sbirciando ancora una volta il rosso prima di uscire.
Sarebbe rimasto lì a spiarlo per ore ed ore in realtà ma non poteva.
E la colpa era tutta di quello stronzo dai lunghi capelli ricci.
Faceva freddissimo quella mattina e non appena mise piede fuori al viale si pentì di non aver preso sciarpa e cappello.
"Porca Pu-" Stava per bestemmiare quando si ritrovò di fronte una signora anziana sulla settantina. 
"Scusi, per il central park?" Gli chiese con il sorriso smagliante sulle labbra. 
Indossava un lungo cappotto beige in camoscio e un cappellino più elegante che utile per il freddo.
"Oh, be' da questa parte! E comunque é lì che vado, se le fa piacere, ci andiamo insieme!"
"É davvero gentile da parte sua, mi farebbe un gran favore!"
"Si figuri!" Frank si strinse nelle spalle e si incamminò verso il central park a passo non molto spedito per permettere all'anziana donna di stargli dietro. In strada non c'era molta gente, solo qualche corridore e vecchietti con i propri cuccioli, dopotutto,erano solamente le sei del mattino. 
Non aveva molta voglia di parlare e rispose con disinteresse a tutte le domande che gli faceva la signora al suo fianco, sforzandosi di sorridere di tanto in tanto.
Mancavano pochi metri all'ingresso del parco quando Frank riuscì a scorgere un'automobile nera parcheggiata proprio lì accanto.
"Grazie mille tesoro!" Esclamò la donna entusiasta con quella dose eccessiva di dolcezza che tutte le nonne hanno, un enorme sorriso stampato sulle labbra e gli occhi colmi di gioia.
Frank le ricambiò il sorriso stringendosi nelle spalle per poi iniziare a guardarsi intorno.
"Sali in macchina!" 
Digrignò i denti rabbioso nel leggere quelle parole sullo schermo poi assottigliò gli occhi e intravide l'afro all'interno della vettura scura avvistata in precedenza.
Una volta dentro, si prese qualche minuto per osservarlo furioso e confuso. 
Nessuno dei due aprì bocca fino a quando Ray non mise in moto l'auto.
"Dove mi porti?" Chiese insospettito Frank, incrociando le braccia e tenendo lo sguardo dritto sulla strada. L'altro gli rivolse un sorriso malizioso.
"A casa mia." Disse secco.
Il moro lo guardò per un attimo, assottigliando gli occhi dalla rabbia e mordendosi più volte le labbra.
"Mi piace vederti così!" Ammise l'afro stringendosi a sua volta il labbro inferiore tra i denti.
"Così come?"
"Quando sei in difficoltà!" Sorrise, facendogli scivolare una mano sulla gamba per poi massaggiargli avidamente l'interno coscia.
Frank deglutì.
"Smettila..." Piagnucolò in un sussurro e con sua sorpresa il ragazzo la ritrasse.
"Siamo arrivati!" Annunciò dopo pochi minuti, spegnendo il motore e ritraendo le chiavi.
Scese per primo, andandosi a posizionare proprio dietro il ragazzo, indicandogli dove andare.
"Sali quella rampa di scale, la vedi?" Sussurrò sensualmente al suo orecchio.
"Ok, va bene." Fece come gli era stato chiesto e una volta giunto all'ultimo scalino Ray lo sorpassò fiondandosi ad aprire la porta.
"Vieni qui!"
---
Continuava a baciarlo, continuava a muovere la sua lingua nella sua bocca, a fargli scivolare le mani lungo tutto il corpo, senza nemmeno dargli il tempo di riprendere fiato.
Quando sentì le sue mani sfilargli il giubbino lo respinse con forza, scaraventandolo contro la parete che si erano lasciati alle spalle poco prima.
"Ahu!" Formicolò ringraziando la voluminosa chioma riccia per aver attutito il colpo alla testa.
"Ah ah! Così non va Frankie!" Disse poi con tono minaccioso, avanzando nuovamente verso il ragazzo.
"Aspetta, ti prego..." Lo implorò quest'ultimo restando immobile nel bel mezzo della stanza .
"Aspettare cosa?" Domandò confuso fissandolo con occhi colmi di lussuria.
"Io...Cosa vuoi farmi?"
"Ancora non ti é chiaro? Ti voglio Frank, ti voglio adesso!" Asserì continuando a spogliarlo degli indumenti che aveva di troppo, lasciandolo in soli boxer.
"Tu...tu sei amico di Gerard... perché lo fai?"
"Già io e Gerard siamo amici e tu non rovinerai quest'amicizia perché io potrei raccontare tutto a Lynz, ma proprio tutto e pensa un po' come ci rimarebbe? O magari, come ci rimarrebbe Gerard ad avere una figlia che non può vedere? E sarebbe tutta colpa tua Frank, solo tua."
"Sei un mostro!" Esclamò il moro fissandolo con disdegno mentre si privava anch'egli dei vestiti.
"Andiamo Frank, sono abbastanza bravo a letto e so che vai con gli uomini!"
"Tu non sai niente di me!" Sbottò deglutendo pesantemente nel vedere l'erezione dell'altro già vogliosa di attenzioni.
"Ho messaggi di Gerard sufficienti a rovinarlo. Ma tu non vuoi questo, vero?"
Deglutiva, forse dalla paura, forse per la rabbia, ma ingoiò tutta la saliva che aveva in corpo.
"Rispondi Frank, non vuoi rovinare Gerard, dico bene?"Chiese fiondandosi subito dopo sul suo collo che prese a baciare con insistenza.
"No, n-non voglio."
Dopo un po' Ray, si posizionò dietro di lui, gli sfilò i boxer e iniziò a massaggiarlo con la mano.
E Dio se ci sapeva fare.
"Lo ami?" Chiese.
"Ahm...io..." Frank si stava eccitando, non riusciva a fare il contrario, non si controllava sotto quel tocco esperto che lo stava facendo impazzire.
"Dì la verità..."
"S-sì..." Farfugliò con evidente difficoltà, inarcando all'indietro la schiena fino a poggiargli la testa sulle spalle.
"U-oh hm..." Gemette ancora con gli occhi chiusi quando sentì la sua mano fermarsi.
Si voltò a guardarlo, scoprendolo con gli occhi lucidi mentre  lo spingeva sempre di più vicino al lato posteriore del divano, dove lo fece chinare prima di entrare in lui.
"Ti amo Frank!" Sussurrò poco prima di venire, allentando la presa tra i suoi capelli.
Qualche minuto dopo si ritrovarono entrambi distesi sul divano, Ray tentava in tutti i modi di coccolarlo, lasciandogli flebili baci tra la testa e la fronte, scostandogli di tanto in tanto le ciocche scure.
"Posso andare adesso?" Chiese il più piccolo voltando di poco la testa e si alzò di scatto quando lo vide annuire desolato 
"Ti accompagno." Suggerì.
"N-no, tranquillo...basta così per oggi!" Si rifiutò Frank, raccogliendo i vestiti sparsi dal pavimento.
"Ray?"
"Si Frankie?" Ma come si permetteva? Solo Gerard lo chiamava in quel modo...
"Gerard mi ama?"
"Uhm, non ne ho idea."
"Ma avevi detto che...-"
"Non ho detto nulla."
"E va bene, quindi io vado." Disse fermandosi a guardarlo sull'uscio della porta, quasi come se volesse ottenere il suo consenso.
"Me lo dai un bacio?" Chiese il riccioluto, alzandosi dal divano e avanzando verso di lui.
"Se non lo faccio dici a Lynz di me e Gerard?" Sbuffò, abbassando lo sguardo sulle proprie scarpe.
"No..." Sussurrò amareggiato Ray, chinando a sua volta lo sguardo verso il pavimento.
"Allora non mi va..." Asserì il piccoletto, tenendo lo sguardo fisso sul ragazzo davanti a sé che annuì assottigliando le labbra e socchiudendo le palpebre sconsolato .
"Allora ciao..."

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Capitolo 15
*** Ho paura di amarti ***


Buona domenica Killjoys!
Mi stavate aspettando? 
Hey, ma avete ascoltato la nuova canzoncina di Gerard?
Ma come no? CORRETEE!!!  Eccovi il link in stile sassy

https://www.youtube.com/watch?v=TaxHIYOzMUQ
No, ehm...voglio dire...magari leggete prima questo pastrocchio e poi andate.
Datemi segni di vita mi raccomando, non voglio far morire nessuno.
XOXOXO



Aprì la porta nel modo più silenzioso possibile, sperando che Gerard stesse ancora dormendo e per sua fortuna nemmeno le cannonate avevano la facoltà di svegliare Mister Way che se ne stava beatamente appisolato tra le coperte calde del suo lettino.
Restò ad osservarlo per qualche minuto, incantato nel ritrovarsi davanti tutta quella bellezza. Le ciocche rosse gli ricadevano sul viso in maniera scomposta, nascondendogli a suo malgrado il viso.
Ripensò alla sera prima e a quella prima ancora. 
Sembrava tutto così tremendamente assurdo.
Gli venne la  pelle d'oca nel ripensare alle sue labbra morbide e quella mezza sega che sarebbe potuta evolversi in qualcos'altro. Be' se non fosse che quel cretino si fosse imbottito d'alcool.
Scosse il capo e si diresse in bagno per farsi una bella doccia fredda. 
Si abbassò i pantaloni e si sentì sporco nel realizzare ciò che aveva fatto a casa di Ray. 
Un brivido gli attraversò il corpo.
Quell'uomo era davvero rivoltante. Non riusciva a capire, credeva fosse amico di Gerard e invece, stava diventando il suo più grande problema.
Si rilassò completamente sotto il getto d'acqua fredda appoggiandosi al muro di piastrelle con la mano destra e socchiudendo gli occhi.
Era del tutto immerso nei suoi pensieri quando una voce alle sue spalle lo destò di colpo, facendogli perdere ben dieci anni di vita.
"Dove sei stato?"
"Oh diamine Gee!" Esclamò a disagio, afferrando frettolosamente l'asciugamano per coprirsi le parti basse.
Lo vide immobile sull'uscio della porta con indosso il suo solito e buffo pigiama con i gattini, che non ricordava di avergli infilato.
"Allora?"
"Cosa?"
"Mi sono svegliato prima e non c'eri." Affermò con un tono molto simile a quello di sua madre quando si azzardava a rientrare in casa alle 3 del mattino.
"In giro." Brontolò intimidito ma allo stesso tempo ricordó che avrebbe dovuto mostrarsi arrabbiato con lui per le bugie del giorno prima.
"Alle sei del mattino?" Il rosso lo guardò assottigliando gli occhi insospettito.
"Ahm...Senti io sono un mattiniero a differenza di qualcuno." Esitò grattandosi la testa e uscendo dalla doccia avvicinandosi maggiormente a lui.
"E poi, non sono io a dover dare spiegazioni qui dentro!" Soffiò sulle sue labbra e in men che non si dica i loro respiri si unirono, spinse Gerard contro al muro con tutta la forza che aveva e iniziò a baciarlo con lussuria.
Il rosso oppose resistenza e dopo un po' riuscì a fermarlo.
"Dillo Gerard, per favore, dimmelo!" Deglutì Frank assottigliando le labbra e trattenendo in tutti i modi le lacrime che varcarono insistenti il confine di quegli occhi chiari e paradisiaci.
"I-io..."
Gerard capì subito quello che voleva ma era difficile per lui, poterlo accontentare.
Tenne lo sguardo basso.
Frank deluso e sconsolato scosse il capo allontanandosi ma si sentì prendere per il polso.
"Ti prego lasciami!" Esclamò oltraggiato con la voce impregnata dal pianto.
Ne aveva abbastanza.
Non era l'oggetto sessuale di nessuno.
Era una persona e aveva dei sentimenti.
"Ti amo..." Sussurrò Gerard con voce tremolante alzando leggermente il capo per incontrare il suo sguardo.
Le labbra del moro si arricciarono appena, creando il sorriso più bello che Gerard avesse mai visto.
Con uno scatto gli afferrò la testa con le mani e prese il controllo su di lui.
Gli lasciò baci casti su tutto il viso fino ad impadronirsi della sua bocca.
"Ti amo anch'io!"
Lo baciò con passione, fermandosi di tanto in tanto a guardarlo negli occhi, non potendo credere che tutto ciò gli stesse davvero accadendo.
"Sei bellissimo!" Ammise giocherellando con una ciocca rossastra.
Gerard sorrise e riprese a baciarlo, facendogli scivolare le mani lungo la pelle pallida e umida della sua schiena tatuata.
Scese con la testa a leccargli il petto e notò una fiamma accompagnata dalla scritta 'HOPE'.
Gli afferrò le mani e prese ad osservarle interessato.
"HALLOWEEN?"
"É il giorno del mio compleanno e adoro le maschere." Spiegò stringendosi nelle spalle.
"E questo?"
"Bookworm."
"Tu leggi?"Domandò sorpreso.
"Sì!"
"Non l'avrei mai detto!" Sorrise.
"Ah sì? E cosa avresti detto di me?"
"Uhm..."
"Cos'é quell'uhm?" Chiese inarcando le sopracciglia dubbioso.
"Non saprei...ma non sembri molto intellettuale. Forse dai piu l'impressione di un tipo da discoteca." Ammise e il moro scoppiò in una clamorosa risata.
"E chi ti dice che non lo sia?"
"Be', giusta constatazione allora!" Se la risero e Frank gli lasciò un bacio a stampo.
"Tu invece? Qual é stata la prima impressione che hai avuto di me?" Si fece avanti Gerard concentrando meglio lo sguardo sul suo viso. Era davvero curioso di conoscere la sua risposta.
"Una puttana!" Dichiarò schietto con un sorriso malizioso.
"Ah davvero?" Il rosso spalancò gli occhi incredulo e si morse le labbra.
"Sì, be'. Tu cosa penseresti di uno che ti guarda in modo perverso e ti dice 'in ginocchio si fanno altre cose'?"
"Be' io, dipende..."Gerard arrossì violentemente.
"E da cosa?"
"Non sei meno perverso di me visto che hai interpretato in quel modo la frase. Quindi smettila di fare l'ingenuo."
A quel punto Frank boccheggiò invano per poi curvare le labbra in un sorriso arrendevole.
Cercò di baciarlo ma lui lo respinse assumendo tutto ad un tratto un'espressione seria.
"Che c'è?" 
"Credo che prima dovremo parlare."Ammise guardandosi intorno chiaramente imbarazzato e a quel punto anche l'espressione del moro si irrigidì. Finì di asciugarsi per poi raggiungere la camera da letto per cercare dei vestiti puliti che gli permettessero di ricominciare nuovamente quella giornata.
"Se intendi continuare a mentirmi allora meglio non aprire alcun discorso.
"Frank mi dispiace, é che... mettiti nei miei panni per un attimo, é difficile...Io, non so cosa provo ma sono attratto da te e poi c'è Lynz, sono sposato, capisci?"
"Già ed io mi sento il cugino peggiore del mondo. É difficile anche per me, Gerard." E mentre pronunciava il suo nome incastrò lo sguardo nei suoi occhi languidi.
"Hai ragione." Dovette ammettere, distogliendo lo sguardo.
"Uhm..." Assentì Frank, chinando leggermente il capo in segno di assenso. 
Afferrò un paio di boxer bianchi e neri dalla valigia e quando stava per togliersi l'asciugamano dalla vita il rosso sobbalzò.
"Forse é meglio se..." Arrossì vivamente avvicinandosi alla porta
"Non importa, non ho vergogna di te e poi..." Si morse la lingua per non continuare la frase.
"E poi cosa?"
"Nulla."
"Niente bugie, ricordi?" Gli rammentò inarcando le sopracciglia e il piccoletto sospirò pesantemente.
"Okay. Cazzi tuoi, volevo risparmiarti qualche secondo di imbarazzo ma... Ieri non ti dispiaceva così tanto guardarmi, ecco tutto."
"Fanculo." Arrossì,girandosi a guardare la parete.
"Ah, e la tua lingua non é niente male, principessa!"
"Co-Cos'hai detto?" Con uno scatto si posizionò di fronte al più basso che rimase con i boxer infilati per metà gamba.
Non riuscì a non ridere nel vederlo paralizzato, proprio lì davanti a sé, con la bocca e le iridi spalancate.
"Vaffanculo Frank!" Sbottò furioso uscendo dalla stanza e sbattendosi la porta alle spalle.
"Gee aspetta!Io non...non é come pensi! Gerard!" Finì frettolosamente di infilarsi i boxer per poi inseguirlo nel suo studio. O almeno, ci provò.
"Gerard apri la porta, porca puttana!"
"Non ti voglio sentire!  Vattene!"
"Ma non é successo niente!"
"Mi fai schifo Frank, okay? Ti sei approfittato di me mentre io...io ero ubriaco per colpa tua!"
"Gerard..." Si morse il labbro nervoso.
"Cos'altro è successo, eh? Una puttana, vero? É questo ciò che pensi di me?"
"Ma che cazzo dici!? Per favore Gee lasciami entrare. Io non lo penso ... be' insomma saresti una puttana sexy...ma...non approfitterei mai di te. Il sentimento che provo va ben oltre il sesso, credimi. Io ti amo e anche se non vuoi ricambiare questo amore, anche se decidi di odiarmi, ti prego, non pensare che io sia uno di quei tipi...io" Continuò a blaterare fino a quando Gerard non aprì la porta e per poco non cadeva visto che vi si era appoggiato contro.
"Cosa é successo ieri?" Chiese in maniera diretta.
"Io be'...siamo finiti nello stesso locale e ti hanno buttato fuori perché eri completamente ubriaco. Quando ti ho visto, sono corso ad aiutarti, insomma, te ne stavi seduto a terra, ad un angolo del marciapiede, dicendo cose insensate e fumando una Marlboro spenta."
"Va avanti..." Mormorò il rosso con voce flebile, incrociando le braccia davanti a sé e spostando lo sguardo da Frank al pavimento.
"Ti ho portato qui e, be' ecco, ti sei praticamente vomitato addosso così io, ehm... Io ti ho messo sotto la doccia..." Il tono di voce del moro appariva sempre più turbato agli occhi di Gerard che lo ascoltava impensierito e pieno di sconforto.
"Poi?"
"Prometti di non arrabbiarti con me?"
"Lo sono già ma vai avanti!" Rispose con tono autoritario e freddo.
"Gerard..."
"Okay, va bene!"
"Ho fatto la doccia con te..." 
"I-intendi, insieme?" Il solo pensiero gli faceva venire i brividi lungo tutto il corpo.
"Sì..."
"Nudi?" Ma che domande, perchè conoscete qualcuno che fa la doccia con la felpa addosso?
"S-sì, cioè, in mutande..."
Frank continuava a mordersi il labbro in maniera così frenetica che del sangue iniziò a fuoriuscire dall'anellino che aveva come piercing, riempendogli la bocca di un sapore ramato. 
"Va bene basta dettagli. É vero che ti ho fatto un pompino?"
"N-no! Cioè...ci stavi provando, hai un livido dietro la schiena, ti ho spinto contro la parete e...ti sei fatto anche male probabilmente..."
"Oh..."
"Già."
"Frank mi dispiace, per...aver dubitato di te."
"Dispiace anche a me." Fece spallucce e abbandonò la stanza.

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Capitolo 16
*** Credi che ne valga la pena? ***


Salve a tutti! So che i tempi sono lunghi e non mi sopportate più, però dai, un po' di pazienza, io ce la sto mettendo davvero tutta.
Mi sto impegnando tanto e spero solo di non deludere nessuno, quindi, se non vi piace qualcosa vi chiedo di dirmelo così magari provo a rimediare.
Ho iniziato una nuova Frerard, sarà una one shot, è dedicata a Frank, volevo pubblicarla per il suo compleanno ma non ci sono riuscita. La vedrete a breve su efp, vi aggiornerò, prometto!
Be' basta, non vi dico 
più niente!Buona lettura Killjoys!
XOXOXOXOXO


Gettò la marlboro ormai consumata  sul ripiano innevato che sottostava il balcone per poi rientrare in cucina. 
Rabbrividì strofinando tra di loro le mani prima di chiudere la porta alla sue spalle. 
Non appena alzò gli occhi intravide la figura di Gerard, immobile sull'orlo della porta. 
Lo ignorò scuotendo la testa per poi accendere la macchinetta del caffè.  
"Frank? " 
"Si?" Domandò senza prestargli molta attenzione. 
"Ecco io..." Era chiaramente imbarazzato ma il piccoletto non ci pensava nemmeno a rassicurarlo, anzi, poteva dire che si stava divertendo nel vederlo così a disagio.
"Vuoi il caffè? Servo io!" 
"Oh... sì grazie..." Biascicò debolmente accomodandosi su una sedia.
"A cosa pensi?"
Chiese guardandolo fisso negli occhi mentre gli appoggiava la tazza fumante sul tavolo. 
Si sedette accanto a lui dopo pochi minuti, iniziando a sorseggiare quel liquido caldo e invitante.
Gerard lo scrutò curioso ma sconcertato allo stesso tempo.
"Nulla di importante..." Buttò giù di lì.
"Capisco."
Gerard sospirò pesantemente prima di dire:"Mi prometti una cosa?"
"Cosa?"
"Non dire a Lynz che mi sono ubriacato." Spiegò abbassando lo sguardo sul tavolo.
"Gee..."
"Ti prego."
"Va bene, non ne saprà nulla, hai la mia parola." Lo rassicurò.
Si voltò a guardarlo confuso non appena lo sentì ridere, scoprendolo ad inumidirsi le labbra con fare malizioso.
"Che c'è?" Il moro inarcò un sopracciglio .
"Una parte di te ha bisogno di attenzioni!" Spiegò e Frank arrossì avidamente. 
In uno scatto, il rosso, si fiondò in braccio a lui, rovesciando la tazza semivuota di caffè che finì  per rompersi atterrando sul pavimento.
"Dio Frank, non ce la faccio più!" Disse alzandogli il mento con le dita e trascinandolo in un bacio irruente. 
Frank gli portò le mani alla testa per avvicinarlo maggiormente. 
Si staccarono solo per un attimo, il tempo di guardarsi negli occhi e sorridere per poi ritornare a baciarsi.
"Temevo non lo avresti capito mai." Sussurrò il moro al suo orecchio mentre l'altro gli baciava il collo con foga.
"Shhh!" Gli ordinò portandosi l'indice sulle labbra, coprendo quei dentini che Frank amava tanto. 
Dopo un po' lo sentì ridere.
"Che c'é?" Chiese fermandosi a guardarlo.
"É la seconda tazza che faccio rompere da quando sono qui dentro."Spiegò divertito.
Risero all'unisono e quest'ultimo spinse Gerard sul tavolo fino a farlo sedere, posizionandosi poi tra le sue gambe.
"Sei un po' troppo basso per aggiudicarti questa posizione non trovi?"
"ZITTO WAY!"Ordinò con il tono più sensuale che Gerard avesse mai sentito. 
Si abbassò per baciarlo sentendo le mani svelte di lui armeggiare con la cintura dei suoi pantaloni.
"Ma che impazienza!" Bisbigliò beccandosi una pacca sul lato della gamba destra.
"Ho detto shhh!" Ripeté a pochi centimetri dalle sue labbra che tentarono di riaggrapparsi alle sue ma il furbetto indietreggiò con la testa.
Una volta slacciati i pantaloni lo guardò malizioso. 
"Mi aiuti a toglierli si o no?"
Gerard sorrise e in men che non si dica si ritrovò a gambe scoperte.
Gli abbassò i boxer e per quel che poteva gli allargò maggiormente le gambe.
"Adesso ti mostro cosa é successo ieri." Asserì scaltro, chinandosi con la testa su di lui.
Iniziò a lasciargli diversi baci lungo tutta la lunghezza, per poi leccarla con insistenza.
Dopo un po' Gerard gli portò le mani dietro al capo, stringendogli le dita tra le ciocche corvine, in modo da spingerlo maggiormente sulla sua erezione ma Frank non si lasciò controllare e con uno scatto alzò la testa.
Gli sorrise malizioso avvicinando le labbra al suo orecchio e mordendogli di poco il lobo.
"Ti divertivi sai? E a me piaceva, piaceva tanto Gerard Way, ma eri ubriaco e ho dovuto portarti a dormire." Sussurrò sensuale portando stavolta la mano destra sul suo membro e iniziando a stuzzicare il glande con il pollice.
"Ahhh" Miagolò il rosso un po' stordito da ciò che gli stava provocando il nano.
Quando si fu divertito abbastanza ordinò a Gerard di scendere dal tavolo, lo scaraventò contro al muro e subito dopo gli sfilò la maglia.
Si avvicinò sempre di più fino a quando le spalle del rosso non aderirono alla parete fredda, lasciandogli fuoriuscire un gemito.
"Adesso non muoverti, okay?" Sussurrò al suo orecchio, allontanandosi solo dopo averlo visto annuire. 
Sorrise nel vederlo così inerme ed eccitato.
"Guardami!" Gli ordinò abbassando sensualmente la zip della felpa, con lo sguardo fisso sul viso dell'uomo di fronte a sé, in modo da coglierne ogni singola espressione.
"Frank ti voglio!" Mormorò ansimante, facendo scivolare istintivamente la mano destra su quel membro tanto bisognoso di attenzioni.
"Ah ah ah! Fermo!" Lo rimproverò il moro intimandolo a smettere.
Si morse il labbro inferiore prima di obbedire e passarsi la mano tra i capelli che scopri a dir poco bagnati.
Frank era rimasto a petto nudo e adesso si stava passando le mani dappertutto, simulando qualche gemito sconcio quando si sfiorava i pantaloni.
"Okay Gerard, dato che non mi ascolti..." Scosse il capo e tirò fuori il cellulare dalle tasche.
"Cosa fai?" Chiese intimorito il rosso, allontanando nuovamente le dita dall'erezione.
Frank gli rivolse un'occhiata strapiena di malizia prima di dare avvio ad una telefonata.
"Pronto, Lynz? Ciao! Come sta andando? Mi fa piacere! Sì si tranquilla, Gerard dormiva già ieri sera quando l'hai cercato così ho bloccato io la chiamata. Comunque se vuoi parlargli é proprio qui. Nono, per adesso ce ne stiamo un po' al calduccio.Si, si tranquilla. Certo si, te lo passo subito! A presto Lyn!"
Gli rivolse una smorfia vittoriosa prima di porgli il telefono.
"Non muoverti!" Mimò con le labbra puntandogli un dito contro con fare minaccioso.
Rise di gusto nel vederlo: il viso pallido e gli occhi spalancati.
"Hey tesoro..." Salutò incerto per poi schiarirsi la voce.
Nel mentre il piccoletto si slacciava la cintura in maniera a dir poco provocatoria.
Si avvicinò di più a lui prima di abbassare i jeans e cominciare a masturbarsi.
"No amore e-ero solo stanco..." Farfugliava mentre il suo cervello andava in fumo.
Quando lo vide emanare gemiti muti con le labbra si morse la parte inferiore della bocca e distolse lo sguardo per respirare ma Frank non glielo permise.
Si fiondò sul suo petto e iniziò a leccargli avidamente i capezzoli.
"Sono contento per te tesoro, noi invece ci stiamo orgaah-"
Gerard non riuscì a terminare la frase ma si portò una mano alla bocca per trattenere un gemito di piacere.
"Ci stiamo organizzando per uscire!"Concluse rivolgendo un'occhiata di fuoco al piccoletto davanti a sé, che se la rise di gusto e riprese a stuzzicarlo, stavolta lasciandogli piccoli morsi sulla spalla e facendogli scivolare le mani sul sedere sodo che iniziò a palpare.
"Si tranquilla amore.
Sì, sì.
Okay, va bene, ti amo anch'io.
Aw salutami anche lei, ciao piccolina... papà ti aspetta! Mi raccomando, tornate presto!"
A quel punto Frank si staccò da lui sconfortato, afferrò i vestiti dal pavimento e iniziò ad infilarli puntando gli occhi al soffitto per non piangere. 
Quando ebbe finito con i pantaloni si mise a sedere sul divano, infilando le braccia nelle maniche della felpa scura che lasciò aperta.
"Hey?" Gerard aveva appoggiato il telefono sul mobile della tv.
"Rivestiti, per favore!"Gli ordinò  con tono flebile quando lo vide avvicinarsi al divano.
"Frank mi dispiace..."
"Non é colpa tua."
Gerard rimise i boxer per poi sedersi accanto a lui e abbracciarlo.
"Gee?"
"Si Frankie?"
"Io... Io posso partire anche domani mattina se tu me lo chiedi." Confessò il moro con voce flebile.
"Cos? Frank non ci pensare nemmeno per favore. Io non voglio questo." Lo contrastò Gerard corrucciando inevitabilmente la fronte.
"Be'...se me ne andassi non dovremo passare i prossimi giorni a dissimulare con Lynz."
"Ah si? E come pensi di spiegare la tua partenza improvvisa?"
"I-io..."
"Ti prego sta zitto!" Lo rimproverò Gerard e lui si accoccolò maggiormente al suo petto pallido, stringendogli le mani sui polsi che lo avvolgevano.
"Gee?" Frank richiamò ancora una volta la sua attenzione. 
"Uhm?" Lo sguardo perso nel vuoto. 
"Credi che ne valga la pena?" 
"Per cosa?" 
"Noi due. Insomma..." Spiegò al rosso, osservando attentamente ogni sua espressione.  
"Non lo so. Tu cosa credi?" 
"Non lo so neanch'io" Ammise sospirando e chiudendo gli occhi per qualche istante. 
"Ti va di uscire?" 
Frank lo guardò poco convinto per qualche secondo ma poi acconsentì con un cenno del capo. 
"Vado a vestirmi." Bisbigliò silenziosamente, lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra morbide, prima di abbandonare le sue braccia.

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