A new start

di anna_22
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno ***
Capitolo 2: *** A kiss ***
Capitolo 3: *** Serata giochi ***
Capitolo 4: *** Natale ***
Capitolo 5: *** Un cane ***
Capitolo 6: *** Il grande giorno ***
Capitolo 7: *** Un arrivederci ***



Capitolo 1
*** Ritorno ***


Kara Danvers era sull’aereo per tornare a casa dalla sua famiglia. Sua sorella Alex e sua madre la stavano aspettando da anni per poterla finalmente riabbracciare. Era da cinque anni che non le vedeva dato che era partita per andare in guerra dopo essersi arruolata alla fine del liceo. Inizialmente, tutti volevano dissuaderla dal partire, ma poi con il passare del tempo avevano accettato a malincuore la scelta della ragazza. All’inizio dell’addestramento Kara si era pentita, non voleva più rimanere là. Successivamente, però, incominciò a trovare i suoi spazi e a prendere il ritmo e in fretta diventò una delle migliori di tutto il campo. Aveva deciso di arruolarsi subito dopo aver scoperto la causa della morte dei sui genitori biologici. I due erano deceduti in guerra durante un attacco e a Kara rimanevano solo qualche foto e qualche ricordo spezzato.  Il suo aereo stava per atterrare e lei stava giocherellando con la piastrina identificativa che ormai era diventata una parte di sé. Spesso, passava il suo tempo a rigirarsela nelle mani e a pensare al fatto che in quei pochi centimetri di metallo c’era la sua identità, là sopra erano scritti tutti i dati più importanti della ragazza e in caso di emergenza o peggio in caso di morte sarebbero ritornati utili. Se in quei cinque anni fosse morta in battaglia alla sua famiglia sarebbe rimasto quel piccolo oggetto freddo. Kara lo riteneva molto utile perché una volta leggendo il gruppo sanguigno era riuscita a salvare un suo compagno facendo una trasfusione di emergenza, però allo stesso tempo non sopportava l’idea che quella piastrina servisse anche ad identificare un cadavere. Lei dopo la morte era racchiusa in quelle poche parole incise che portava da anni al collo. Da quando era salito sull’aereo che l’avrebbe portata a casa un pensiero la stava assillando: cosa avrebbe fatto della sua vita d’ora in poi? Era stata congedata dall’esercito e poteva essere richiamata da un momento all’altro per tornare a difendere il suo paese, però non poteva aspettare quella chiamata senza fare niente. Non poteva dipendere dalla sua famiglia, quindi doveva trovarsi un lavoro e doveva farlo anche abbastanza in fretta proprio per evitare di essere un peso dopo aver fatto stare in pena Alex e Eliza. I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di una hostess che annunciava l’atterraggio, quindi Kara si sistemò come le era stato ordinato. Pochi minuti dopo il suo aereo atterrò e lei si ritrovò a fuggire verso l’uscita, non vedeva l’ora di poter rivedere i suoi cari. Nella fretta di arrivare al nastro per recuperare il suo unico bagaglio urtò una ragazza e la fece cadere.
“Scusami sono mortificata.Ti ho fatto male?” Kara cercò di aiutare la sconosciuta e la tirò di nuovo in piedi.
“Non preoccuparti, io ero abbastanza persa nei miei pensieri.” La giovane sorrise e Kara si rese conto di non aver mai visto una donna più bella di quella che aveva davanti. Cercò di tornare alla normalità e se ne andò salutando la sconosciuta.
Il suo zaino tardava ad arrivare, era la terza volta che vedeva le stesse valige girare e ormai era rimasta solo lei là davanti. Vide che una figura si avvicinò a lei, magari non era l’unica che stava aspettando di riavere il bagaglio.
“Secondo me le hanno perse.” La persona che si era avvicinata era la stessa che aveva urtato poco prima.  Kara decise di rispondere: “spero di no dato che non vedo l’ora di uscire da qui, comunque mi dispiace ancora per prima.”
“Non mi sono fatta male, comunque io sono Lena.” Kara non ebbe neanche il tempo di rispondere che vide girare sul nastro il suo zaino. Si precipitò a prenderlo e tornò da Lena che nel frattempo non aveva ancora recuperato la sua valigia.
“Sei nell’esercito!” Kara fece una faccia interrogativa e Lena le fece notare il suo zaino con su scritto il suo cognome sopra e indicò la piastrina di riconoscimento che nel prendere la borsa era uscita da sotto la maglia.
“Sì. È la prima volta che torno a casa dopo cinque anni.”  Kara non sapeva il motivo della sua confessione, ma era troppo felice per nascondere il suo entusiasmo. Lena stava per dire qualcosa, quando il suo telefono squillò e si allontanò per rispondere. Kara non sapeva cosa fare e decise di allontanarsi verso l’uscita. Poco dopo sentì urlare:
“Non mi hai detto il tuo nome!” Si girò e vide Lena che la stava guardando con il telefono ancora in mano. Di rimando il giovane soldato urlò il suo nome e sorridente uscì finalmente dall’aeroporto. 

 Nei giorni seguenti Kara, dopo essersi di nuovo sistemata a casa della madre adottiva e dopo aver conosciuto la ragazza di sua sorella Alex, iniziò a cercare lavoro. Dopo vari colloqui interminabili e sfiancati era riuscita a trovare un impiego come personal trainer in una palestra e uno come barista in un pub veramente carino vicino all’ufficio di sua sorella. Kara in quei giorni però continuava a pensare a quella persona che aveva conosciuto all’aeroporto. Le era sembrata diversa, ma forse era perché dopo tanto tempo nell’esercito le era parso strano parlare anche solo per poco tempo con una sconosciuta. Lei era abituata a parlare al campo con i suoi compagni che conosceva benissimo e con cui aveva un rapporto molto stretto dettato anche dalle varie volte in cui tra di loro si erano aiutati. In più con i suoi vari compagni di solito le conversazioni vertevano su quello che avevano lasciato a casa, sui ricordi e su tutto quello che volevano dimenticare di quell’incubo che era la guerra. Spesso parlavano anche solo del loro libro o film preferito per ricordarsi che erano persone e non assassini. Una cosa che Kara aveva imparato in cinque anni era quella di spegnere le emozioni. Non poteva provare alcuna emozione sul campo di battaglia, la indebolivano e lei non poteva essere debole se voleva tornare a casa viva.  Questi suoi pensieri le fecero capire che le mancavano degli amici, era tornata a casa, ma oltre ad essere stata con la sua famiglia non aveva visto nessun altro. Le sue preghiere sembravano essere state ascoltate perché nel pub entrò la sua prima cliente. Non poteva credere ai suoi occhi, la ragazza che era appena entrata nel locale era Lena.L’unica ragazza con cui aveva parlato oltre alla sua famiglia, dopo il suo ritorno a casa, era nel locale in cui Kara lavorava e sembrava quasi l’avesse chiamata dato che stava pensando proprio a Lena. Quest’ultima si avvicinò al bancone e ordinò uno scotch.
“Sono solo le cinque del pomeriggio e tu ci vai già giù pesante.” A quelle parole Lena alzò la testa verso la barista e riconobbe Kara.
“Ora oltre a servire il nostro paese servi pure in un pub?” Dicendo questo sorrise per la sua battuta  in un modo che fece scaldare il cuore alla giovane militare.
“Facciamo così, io ti porto la tua ordinazione e tu mi dici cosa ci fai qui a quest’ora.” Kara armeggiò un po’ con le bottiglie prima di riuscire a dare a Lena quello che le aveva chiesto, ma dopo un po’ riuscì a portare alla sua prima cliente il bicchiere pieno di alcool. Intanto Lena osservava ogni mossa dell’altra ridendo per la lieve confusione che la ragazza stava creando. Lena bevve un sorso e iniziò a raccontare alla neo barista i motivi che l’avevano spinta ad entrare in un pub alle cinque del pomeriggio. Kara non riusciva a stare dietro ad ogni singola parola della ragazza che aveva davanti perché spesso veniva chiamata da altre persone che iniziavano ad affollare il locale, però aveva capito che Lena si era trasferita a causa dei problemi familiari che l’avevano portata ad allontanarsi e a tagliare ogni tipo di comunicazione con i suoi parenti.
“ In più oggi doveva arrivare la mia ragazza, ma ha avuto dei problemi al lavoro e quindi fino alla prossima settimana non ci potremo vedere. Lei lavora a Parigi ed è molto complicato cercare di mandare avanti una relazione a distanza. Si è dovuta trasferire un anno fa e io sono rimasta qui perché non potevo rinunciare alla mia vita e al mio lavoro per andare in un paese di cui non conosco neanche la lingua. Tutta questa situazione sta cercando varie tensioni tra noi due.” L’attenzione di Kara si era riaccesa a quelle parole.
“Non sono la persona più indicata per dare consigli dato che ho lasciato tutto per unirmi nell’esercito, ma sono certa che quando vi vedrete si sistemerà tutto e chiarirete.” Cercava di essere il più convincete possibile, ma la faccia di Lena le fece capire che stava miseramente fallendo.
“ Quando finisce il mio turno ti porto fuori a divertirti. Che ne dici?” Lena si illuminò e accettò. Kara la lasciò lì al bancone e andò a servire altri clienti fra i tavoli, spesso buttava un occhio per vedere se Lena era ancora lì. La ragazza che era seduta al bancone aveva lasciato la sua famiglia per evitare di cadere con loro nella loro pazzia e nel loro essere corrotti, lei stessa aveva denunciato i suoi genitori e suo fratello e aveva lasciato la città in cui era nata e cresciuta per ricominciare una nuova vita sana. In più aveva una ragazza, fatto che l’aveva un po’ sconvolta, che viveva a Parigi e che non era venuta a trovarla. Forse le vite delle due non erano poi così tanto diverse, sicuramente erano tutte e due molto incasinate. Il turno di Kara durò più del previsto dato che  aveva dovuto sedare una rissa tra due ubriachi e aveva dovuto pulire i bagni e il bancone su cui uno aveva vomitato. Nel frattempo Lena lavorava su un computer e spesso parlava al telefono con qualcuno, forse la sua fidanzata. Uscirono dal bar solo alle otto e fuori ormai era già buio. Camminarono per un po’ vicine senza dire niente, il silenzio stava diventando imbarazzante.
“Tu sai la mia storia, ora raccontami la tua.” Kara non aveva voglia di raccontare la sua vita, non voleva ritornare a pensare ai momenti passati in orfanotrofio dopo la morte dei suoi genitori, non voleva descriverle tutte le festività passate chiusa in una stanza perché gli altri bambini la isolavano, non voleva parlare dei problemi che aveva avuto ad accettare la sua sessualità e a viverla di nascosto per paura di non essere adottata o di essere insultata ancora di più dai vari ragazzini, non voleva descrivere la guerra, non voleva.
“Magari è meglio mangiare prima.” Le due giovani donne entrarono in una pizzeria molto carina. All’interno c’erano poche persone oltre a due camerieri che si aggiravano abbastanza in fretta tra i tavoli. Scelsero di sedersi in un tavolo un po’ appartato vicino ad una finestra e un cameriere arrivò per prendere le ordinazioni. Kara dentro di sé era combattuta, non sapeva se dire tutto a Lena o se fare finta di niente e iniziare una conversazione su un altro argomento.
“Se preferisci non parlarne non è un problema, alla fine io sono una sconosciuta.” Kara era sorpresa, quella ragazza aveva capito quello che le stava passando per la mente e lei non aveva dato nessun indizio per far comprendere qualcosa.
“Non è che io non voglia parlarne è solo che non è una storia tanto allegra. Ormai tu diventerai mia amica, conosco solo te qui oltre alla mia famiglia.”
“Io sarò sempre disposta ad ascoltare quando tu vorrai dirmi. Allora vedrò di non scappare da qualche parte per rimanere con te.” Le due si sorrisero a vicenda e subito dopo arrivarono le loro ordinazioni. Kara si fiondò verso la sua pizza e aveva già la bocca piena, invece Lena stava ancora cercando di tagliare e mangiare la pizza con le posate.
“Magari in cinque anni le mie buone maniere sono diventate più rozze, ma non si può mangiare la pizza con le posate: è reato.” Lena scoppiò a ridere perché notò che Kara aveva del pomodoro sul naso. Quando le fece notare questo, l’altra divenne rossa in viso dall’imbarazzo e si pulì subito scusandosi in modo frenetico. La loro cena continuò tranquillamente tra chiacchiere stupide fino a quando la mora  non fece una domanda alla ragazza che aveva difronte:
“ E tu stai con qualcuno?” Kara mandò di traverso la birra che stava bevendo e dopo qualche colpo di tosse finalmente rispose.
“Mantenere una relazione mentre si è in guerra è molto complicato, io stessa non obbligherei nessuno a stare con me dato che quando sono sul campo rischio sempre la vita e in più anche adesso potrei essere richiamata per tornare a combattere. Mi sono rassegnata a non avere nessuno al mio fianco, sarebbe troppo doloroso e difficile da tutte e due i lati.” Kara iniziò a giocherellare con la piastrina che aveva al collo, lo faceva sempre quando voleva evitare di perdersi nel turbine dei suoi pensieri.
“ Come funzionano le comunicazioni quando sei lì? Puoi chiamare la tua famiglia?” Lena voleva cambiare argomento, ma allo stesso tempo era molto curiosa.
“Di solito mando delle lettere anche se impiegano quasi un mese ad arrivare, però le preferisco, amo vedere le risposte e tenerle con me. Mi ricordo che una volta Alex mi ha mandato una foto che aveva scattato durante il primo Natale in cui ero in guerra e me la tenevo sempre con me nell’uniforme perché c’erano le persone che amo. Le chiamate e le videochiamate si possono fare, ma spesso si è obbligati a dover interrompere le trasmissioni lasciando l’altra persona in ansia. Preferisco non far soffrire le persone più del dovuto soprattutto perché la mia scelta di arruolarmi nell’esercito ha già fatto stare male.” Kara stava pensando a tutte le volte in cui aveva visto sua sorella e soprattutto Eliza in lacrime, mentre stavano facendo una videochiamata. Non voleva farle stare male, ma aveva fatto quella scelta e doveva rispettarla per lei e anche per i suoi genitori biologici. Il telefono di Lena si illuminò e lei si allontanò per rispondere alla chiamata scusandosi con la sua nuova amica. L’altra approfittò di questo tempo per andare a pagare il conto e notò che la cassiera stava scrivendo un numero di telefono dietro lo scontrino. A Kara venne da sorridere, era da anni che nessuno provava interesse per lei, ma subito dopo si ricordò delle parole che aveva detto a Lena: lei non poteva legarsi affettivamente a nessuno. Quando si girò verso la porta per vedere se Lena aveva finito la chiamata si  rese conto che lei stava baciando una ragazza.
Kara sbalordita dalla scena decise di avvicinarsi lentamente alla sua nuova amica. Lena la guardò, era senza parole, non sapeva cosa dire.
“Ehm... Kara questa è la mia ragazza.” La fidanzata di Lena le strinse un fianco e sorrise verso Kara.
“Piacere di conoscerti, io sono una nuova amica di Lena.” Dicendo questo provò a essere il più gentile possibile e allungò la mano per stringere quella della persona che aveva appena conosciuto.  
“Le’ ti dispiace se poso la mia roba a casa tua? Starò qui solo per due giorni, volevo farti una sorpresa.” Lena durante tutta la scena continuava a guardare Kara e con un semplice movimento della testa  acconsentì alla proposta della sua ragazza che non aveva considerato neanche la presenza della giovane  bionda.
“In questi giorni passo al bar. Scusa.” E così Lena se ne andò stretta alla sua ragazza e lascio Kara da sola a fissare il vuoto.  Le dispiaceva un po’ non aver potuto passare più tempo con Lena, ma non poteva incolparla se aveva una ragazza anche un po’ antipatica a quanto aveva potuto vedere Kara. Era di nuovo senza compagnia e lei voleva fare qualcosa, quindi decise di provarci con la cassiera che le aveva lasciato il numero sullo scontrino senza pensare alle conseguenze. Dopo un’oretta si ritrovava in una discoteca con una sconosciuta. Si stava pentendo della sua azione dato che lei non ballava mai e dato che stava continuando a bere, ormai aveva perso il conto dei bicchieri di alcool che aveva tirato giù. Il suo cervello e i suoi pensieri iniziavano a farsi sempre meno chiari e poco dopo si ritrovò schiacciata ad una parete con le labbra di quella sconosciuta sulle sue. Il bacio non le stava piacendo, ma non voleva fermarsi, aveva bisogno di quel contatto. Sapeva già che si sarebbe pentita di tutto la mattina seguente, ma in quel momento contava solo non pensare. Non capiva cosa stava provando, era arrabbiata con Lena perché l’aveva lasciata per andare dalla ragazza che l’aveva fatta stare male, era arrabbiata con se stessa perché stava cercando di soffocare tutto quello che stava provando e in più era anche triste dato che non riusciva a trovare di nuovo il suo posto da quando era tornata. Nell’esercito lei aveva un posto, sapeva cosa doveva fare e invece in quella maledetta città non riusciva a ritrovarsi. Aveva pensato che tornando sarebbe riuscita a riprendere tutto da dove l’aveva lasciato, ma in realtà aveva dovuto ricominciare tutto e lei odiava i nuovi inizi. Aveva dovuto iniziare una vita dopo la morte dei suoi genitori e fino a quando non venne adottata per lei era stato veramente orribile. L’inizio nell’esercito aveva creato nuove paure e questo inizio le stava ricordando vecchie emozioni che si era promessa di non provare più. Intanto la ragazza che era con lei continuava a far vagare le sue mani su tutto il corpo di Kara e le sue labbra continuavano a premere con forza contro le sue. Kara con quella poca lucidità che le era rimasta allontanò la ragazza e uscì dal locale urtando varie persone che intralciavano il suo cammino. Appena aprì le porte della discoteca dell’aria fredda la investì e iniziò a tremare. Prese il telefono e vide che erano le quattro del mattino e che aveva due chiamate perse e cinque messaggi che le chiedevano se era ancora viva e se stava bene mandati da sua sorella. Doveva chiamarla soprattutto perché voleva solo abbracciarla senza pensare a niente. Dopo vari squilli Kara senti la voce di sua sorella che le urlava contro perché non si era fatta sentire.
“Alex, ti prego vieni a prendermi.” La voce di Kara era così tremante che la più grande delle Danvers decise di non dire niente e di farsi dire l’indirizzo. Dopo una decina di minuti le due sorelle si trovavano in macchina e nessuno osava dire niente.
“Scusa. Eri con Maggie e non volevo disturbarti, mi sono fatta sopraffare dalle emozioni.”
“Emozioni positive o negative? La macchia che hai sul collo c’entra qualcosa?” Alex buttò un veloce sguardo verso la sorella più piccola. Kara si passò la mano sul lato del collo e pensò alla ragazza che aveva lasciato senza spiegazioni da sola in una discoteca.
“Sono un mostro. Ho lasciato in un locale orribile una ragazza che ci stava provando con me dopo aver provato a dimenticare tutto con l’alcol. L’ho usata, Alex.” La voce della bionda iniziò a spezzarsi leggermente.
“Tu non sei un mostro, Kara. A casa mi parli di tutto, ora prova a chiudere semplicemente gli occhi.” La piccola Danvers fece quello che le era stato consigliato e si addormentò. Al suo risveglio si trovava in una stanza che non riconosceva, forse era nell’appartamento di Alex. Provò ad alzarsi, ma delle forti fitte le presero la testa. Con calma si alzò e uscì dalla stanza trovando sua sorella sul divano con una tazza in mano e con la testa di Maggie sulle gambe.
“Scusate non volevo disturbare ora me ne vado.” Kara si rese conto di essere un intruso in quella scena e si fiondò verso l’uscita.
“Tu stai ferma lì, noi dobbiamo parlare.” Alex fulminò con lo sguardo la sorella che si fermò davanti alla porta.
“Alex non mi sembra il caso...”
“Kara siediti su questo maledetto divano che se no ti faccio sedere io trascinandoti per le orecchie.” La più piccola delle Danvers evitò di protestare e si sedette sul divano vicino a quello sui cui c’erano Alex e Maggie. Iniziò a parlare dell’incontro con Lena all’aeroporto e a tutto quello che era successo con lei. Raccontò anche della ragazza di Lena e di quella che lei aveva rimorchiato e che aveva trascinato in una discoteca solo per non pensare alle sue emozioni.
“Un tempo spegnevo le emozioni con facilità e ora non ci riesco. Non posso non pensare e ho un casino in testa.” Kara smise di parlare e affondò la sua faccia in un cuscino.
“Kara cosa provi per questa Lena?” Alex si rivolse alla sorella con uno sguardo di chi sapeva già tutto.
“Siamo amiche! L'ho appena conosciuta. ” Non sapeva se stava provando a convincere Alex o se stessa.
“Non ti vedevo così giù dal liceo. Ti ricordi quando la tua cotta ti lasciò per il capitano della squadra di football?” Alex si avvicinò alla sorella.
“Come facevi a saperlo? Io non ti avevo detto niente.” Kara iniziò ad agitarsi
“Sono tua sorella e avevo capito il tuo orientamento prima di capire il mio. Smettila di nasconderti e  inizia a capire che ieri ti sei ridotta così perché Lena ti piace.”
“È fidanzata e non mi piace. La trovo solo attraente.” Alex abbracciò subito la sorella.
Maggie propose di passare la giornata insieme e il tempo volò tra risate, ricordi e giochi stupidi. Dopo cena Kara tornò a casa da sua madre e nel prendere le chiavi per aprire la porta trovò nella tasca della giacca un tovagliolo con su scritto un numero. Lo guardò e vide che era il numero di Lena, le aveva lasciato il numero nella tasca della giacca e lei non se ne era resa neanche conto. Entrò in casa con un lieve sorriso sulla bocca e decise che le avrebbe scritto il giorno dopo.




Angolo autrice:
se per qualche motivo vi sembra di avere già letto una storia simile è normale. Avevo cancellato questa fanfiction perché non ero molto soddisfatta di come stavo procendendo, poi una persona speciale mi ha convinto a pubblicarla di nuovo e sono di nuovo qui. Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo, a presto!

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Capitolo 2
*** A kiss ***


Erano passati ormai due mesi da quella conversazione con la sorella, Kara aveva accettato il fatto di provare dei sentimenti per Lena e aveva trovato finalmente il suo posto. Era riuscita a prendere un appartamento in affitto a qualche chilometro dalla palestra in cui lavorava e aveva anche incontrato due suoi vecchi amici del liceo: Winn e James. I due non erano cambiati quasi per niente e lei era felice di averli ritrovati. Si messaggiava quotidianamente con Lena, ma non era riuscita a vederla tanto a causa dei suoi due lavori e della fidanzata dell’altra che aveva deciso di rimanere ancora senza tornare a Parigi. Kara non riusciva a sopportarla e non era solo per il fatto che lei era la ragazza della donna per cui aveva perso la testa. Ogni volta che Kara e Lena riuscivano a vedersi veniva anche la ragazza dell’ultima e faceva di tutto per sottolineare il fatto che Lena fosse sua. Una volta aveva iniziato a baciare Lena e a stringerla in modo inopportuno, sembrava volesse marcare il suo territorio come un animale. Un’altra volta in cui Kara aveva organizzato una serata giochi a casa sua per inaugurarla la fidanzata di Lena l’aveva sfidata a una gara di quiz e poi aveva osato parlare della famiglia di Kara.  A quel punto la giovane non era riuscita a mantenere la calma e aveva rotto un bicchiere che aveva in mano. Non sopportava che le persone sparlassero della sua famiglia soprattutto perché quella non sapeva neanche che in realtà Eliza era la sua madre adottiva.
Kara si ricordava che dopo quell’evento Lena si era allontanata ed era furiosa. Questa rabbia la stava scaricando tutta contro un sacco da pugilato. Aveva montato una sorta di palestra in un angolo del soggiorno e ogni giorno si allenava un po’. Stava tirando pugni e facendo addominali da ore ormai, ma venne interrotta da qualcuno che stava bussando alla porta. Lei non aspettava nessuno e erano ormai le dieci di sera. Quando aprì la porta vide Lena fradicia che piangeva.

“Lena?” Kara era sorpresa di vederla e sopratutto in quello stato.
“Se non è un buon momento me ne vado.” Lena si era già girata per andarsene, quando Kara le prese un braccio e le disse di restare.
“Io mi stavo solo allenando, entra.” Lena entrò e posò lo sguardo sul corpo  sudato di Kara che indossava solo un pantaloncino e un reggiseno sportivo.
“Lo vedo.” Sorrise debolmente. Kara si ricordò di non avere la maglia addosso e notò che lo sguardo dell’amica stava puntando sulle varie cicatrici che aveva. Imbarazzata la bionda andò in camera sua a prendere dei vestiti per Lena e a mettersi una maglia. A Kara batteva sempre il cuore in modo molto accelerato quando era con Lena, ma vedere che si stava cambiando davanti a lei e che si stava mettendo i suoi vestiti le stava facendo un brutto effetto. La padrona di casa  accompagnò Lena al divano e insieme si sdraiarono una sopra l’altra.
“Mi ha lasciato con un messaggio ed è tornata a Parigi. Ha preso tutte le sue cose dal mio appartamento e se ne è andata. Nel messaggio diceva che non riusciva più a stare con me, che mi vedeva assente e che si era innamorata di una sua collega.” Lena affondò la testa nel collo di Kara e cominciò a singhiozzare di nuovo. L’altra in risposta la strinse a sé accarezzandole la schiena.
“Non ti meritava, Lena. Tu sei troppo per lei.” La mora alzò la testa e fissò attentamente l’amica.
“Lo dici solo perché sei mia amica e stai provando pietà per me.” Con una mano si asciugò il naso.
“No! Io ti sto dicendo quello che penso. Lena sei bellissima, hai un’intelligenza sopra la media, sei una persona coraggiosa, forte e simpatica. Hai tantissime qualità e se quella non ha visto quanto vali vuol dire che non ti merita. Tu puoi avere qualsiasi ragazza perché è impossibile non innamorarsi di te. Guardati, dai. Hai un sorriso che fa invidia al mondo, due occhi chiari che sono così profondi… Sembra che tu possa vedere l’anima delle persone e questo rende impossibile mentirti o non amarti. Hai un fisico che fa invidia pure a me e io mi alleno ogni giorno. Tu sei bellissima e non ti rendi conto di tutto il potenziale che hai. Sei perfetta.” Lena non disse niente, ma abbracciò Kara. Kara pensava tutto quello che aveva detto, era impossibile non amarla e infatti lei aveva perso la testa per la sua amica. Le due si ritrovarono a guardare un film, erano vicinissime e la testa di Lena era appoggiata sul petto di Kara che stava amando e odiando questo contatto. Non riusciva a stare calma e aveva paura che Lena potesse accorgersene e capire tutto.
“Kara posso farti una domanda?” Ora la bionda iniziava ad essere preoccupata.
“Certo” Lena si spostò e si mise davanti all’altra.
“Come ti sei fatta tutte quelle cicatrici?” Kara tornò a respirare, fortunatamente non aveva capito che aveva completamente perso la testa per lei.
“ Sono lunghe storie, però te le racconto. Non posso nascondermi ancora. Ti racconto tutto dal principio. I miei genitori erano tutti e due dei soldati e quando ero piccola sono stati richiamati in guerra e lì sono morti. Quindi, sono rimasta in un centro di adozione fino a quando la famiglia Danvers non mi ha adottato. Prima dell’adozione mi sentivo sempre sola dato che tutti gli altri bambini mi prendevano in giro e mi isolavano, passavo tutte le feste da sola a guardare le poche foto di famiglia che avevo. Ho sempre vissuto nascosta per paura di non essere mai adottata a causa del mio orientamento sessuale e là dentro ho preso tante botte. A nessuno importava di me e di tutti gli altri bambini. Quando però ho conosciuto la mia famiglia adottiva ho ricominciato a vivere, ero felice di nuovo dopo tanto tempo. Ho scoperto il vero motivo della morte dei miei genitori solo all’ultimo anno di liceo e da lì ho deciso di arruolarmi. - Kara mentre parlava aveva gli occhi chiusi per paura di scoppiare a piangere.- “Quando ho visto per la prima volta la guerra ne ero terrorizzata e la paura mi ha bloccato. Infatti, durante il primo scontro ho quasi rischiato la vita e ne sono uscita con questa cicatrice.” Aprì gli occhi e alzò lentamente la maglia mostrando a Lena  il segno che aveva sul fianco. “Stavamo tutti fuggendo e in uno scontro corpo a corpo ho ricevuto una coltellata molto profonda. Però ho rischiato molto di più quando ero stata catturata con un mio compagno. Ci avevano rinchiusi per due giorni senza cibo e acqua, ogni due ore ricevevamo torture e violenze e di queste ne ho varie cicatrici.  Volevano avere delle informazioni su un progetto che noi non conoscevamo neanche. Ci hanno minacciato e hanno preso il mio compagno. Volevano ucciderlo davanti ai miei occhi per farmi parlare e io non sapevo niente. Lui aveva una famiglia, una moglie e una bellissima figlia. Quindi, mi sono buttata contro quello che aveva la pistola e è partito un colpo che mi ha preso qua.” Indicò un punto sul costato in cui c’era una cicatrice molto più profonda delle altre. La mano di Lena si spostò da una cicatrice all’altra e accarezzò la pelle di Kara con un tocco leggero.
“ Non ricordo niente dopo. So solo che mi sono svegliata nella mia tenda con il mio compagno vicino. Le altre sono piccole cicatrici di cadute o di scontri, ma non sono profonde.” Lena stava guardando l’altra ragazza con uno sguardo triste.
“Io ci ho fatto l’abitudine, mi ricordano chi sono e cosa ho passato. Le altre persone si schifano di fronte al mio corpo e capisco il motivo, queste non sono belle, ma non le ho scelte io.” Kara rivolse la testa verso il basso.
“Per me sei bellissima e queste cicatrici ti rendono ancora più unica.”- Lena dicendo questo alzò il volto di Kara e si avvicinò al suo volto.- “ Kara Danvers tu sei bellissima.” La bionda non riusciva più a trattenersi, voleva baciarla. Kara avvicinò ancora di più il suo volto a quello di Lena e le accarezzò una guancia.
“Se non vuoi fermami, sei ancora in tempo.” Lena non disse niente, ma posò le sue labbra su quelle dell’amica. Le mani di Lena finirono dietro la testa di Kara. Kara tirò il labbro di Lena che aprì leggermente la bocca. Le loro lingue si toccarono e la bionda perse un battito. Kara stava finalmente baciando la mora dopo mesi che voleva farlo, però si sentiva in colpa e si staccò dall’altra.
“Scusa, non dovevo. Fino a poco fa eri fidanzata.” Kara si prese la testa con le mani, non poteva averla. Lei amava ancora la sua ex e Kara non voleva far stare male Lena e perdere la sua amicizia.
“Di solito si chiede scusa per le azioni sbagliate, non gradite e che fanno stare male e quel bacio non è stato niente di questo. Mi è piaciuto.” Lena sorrise alla sua amica.
“Vuoi rimanere qui questa notte? Non per fare qualcosa, ma per non dover tornare a casa e restare sola proprio ora.” Dicendo queste fece una smorfia strana accompagnata a dei gesti bizzarri.
“Grazie.” Kara mostrò la sua stanza a Lena e disse che lei sarebbe andata a dormire sul divano.
“No, ti prego resta con me questa notte.”
Le due si sdraiarono e Lena trascinò Kara vicino a sé che decise di circondarle un fianco. Erano così vicine che neanche un filo poteva passare in mezzo. Si addormentarono in quella posizione.
Al mattino Kara venne svegliata da un raggio di sole che le puntava dritto in faccia. Si girò per vedere l’ora dalla sveglia che aveva sul comodino vicino a lei e si ricordò di Lena che stava dormendo beatamente. Una mano di Kara era tenuta stretta dall’altra donna, sembrava che non volesse lasciarla, come se avesse paura di una probabile fuga dell’amica che l’aveva ospitata. Kara si beò di quella vista per ancora qualche minuto, Lena aveva un leggero sorriso sul volto anche se una piccola ruga le increspava la fronte: chissà a cosa stesse pensando. Kara non credeva ancora a quello che era successo la sera prima, Lena era tornata single e lei l’aveva baciata. Solo al pensiero la sua testa iniziò a girare e decise di chiudere gli occhi per ritrovare la calma. In quel esatto momento sua sorella Alex entrò in casa e andò direttamente in camera della sorella per parlarle della proposta di matrimonio che aveva fatto a Maggie, ma quando arrivò sulla porta si rese conto della scena: sua sorella era sdraiata accanto a Lena che dormiva ancora e quest’ultima teneva Kara stretta a sé. La più piccola delle Danvers fece un gesto all’altra per dirle di non fare rumore e con molta attenzione e calma si alzò cercando di non svegliare Lena.
“Kara Danvers, che diavolo hai fatto?” Alex si appoggiò al frigo osservando la sorella con uno sguardo severo.
“Non è come sembra. Ieri sera si è presentata in lacrime dicendo che la sua ragazza l’aveva lasciata ed è voluta rimanere qua.” Kara aveva preferito non dire niente del bacio alla sorella per evitare qualche suo ammonimento.
“Indagherò... Io ero venuta qui per dirti che ieri sera ho chiesto a Maggie di sposarmi e lei ha detto sì.” Alex illuminò il suo viso con un sorriso enorme e Kara corse ad abbracciare la sorella.
“Sono felicissima per te, Alex. Dobbiamo festeggiare!”
Lena in quel momento entrò nella cucina e vide le due abbracciate.
“È successo qualcosa?”
“Dovrei chiederlo io, ieri tra voi due cosa è successo?” Chiese la più grande delle Danvers indicando prima Kara e poi Lena.
“Niente. Ci siamo baciate e fine.” Lena alzò le spalle.
Alex non sapeva questo particolare, ma non voleva chiedere niente alla sorella dato che la sua faccia dispiaciuta diceva già abbastanza. Per Kara quel bacio aveva avuto un grande significato e, invece, per Lena non era stato niente, non le era piaciuto? No, la sera precedente non aveva detto quello, però poteva aver mentito per non ferire i sentimenti di Kara. Poco dopo Lena era già pronta per andarsene, salutò ringraziando Kara con un lieve bacio a fior di labbra e uscì.
“Ora devo andare a lavoro, pranziamo insieme?” Alex stava per andare via.
“Ho il turno in palestra, scusa.” Kara avrebbe voluto solo stare a pensare e ripensare a Lena e a quel bacio.
“Ti scrivo dopo, ciao.” E anche Alex uscì dall’appartamento. Kara aveva deciso di non pensare più a quello che era successo se no rischiava di non uscire più di casa per andare a lavoro.
La sua giornata lavorativa era quasi volta al termine, le mancava solo una lezione privata come personal trainer e poi poteva tornare a casa a farsi un bagno rilassante e a guardare quei vecchi musical che tanto adorava. La ragazza a cui doveva fare lezione era appena arrivata e quando si girò vide l’unica persona che avrebbero voluto evitare dato che era troppo imbarazzata.
“Ciao Lena, non sapevo ti fossi iscritta in palestra.” La sua amica era di fronte a lei con indosso una canottiera e dei leggings che risaltavano tutte le sue forme.
“Sì, ho deciso di rimettermi in forma e volevo dirtelo questa mattina, ma mi sono dimenticata.”
Kara iniziò subito a farle vedere gli esercizi che doveva fare. Kara provava a non guardare troppo Lena e a non pensare troppo a lei, ma era più difficile del previsto. Lena aveva svolto correttamente tutti gli esercizi e si girava sempre verso la bionda per ricevere la sua approvazione. Kara voleva parlare di quello che era successo, ma allo stesso tempo aveva paura e preferiva solo osservare Lena fare gli esercizi, vederla così concentrata era rilassante per lei. L’allenamento finì abbastanza velocemente e la mora obbligò l’altra a uscire fuori.
“Non ho tanta voglia. Il mio programma della serata era quello di rimanere in casa a guardare dei vecchi musical.” Kara preferiva non passare del tempo con l’amica, doveva cercare di dimenticare quello che era successo perché aveva capito che non poteva lasciare che Lena si affezionasse troppo a lei.
“Va bene...” La faccia di Lena era così dispiaciuta che Kara non riuscì a lasciarla andare così e la invitò a casa sua. Un’ora dopo le due erano sul divano davanti alla tv. Kara cercava di stare il più lontano dall’amica per evitare di avere pensieri sbagliati o di fare lo stesso errore della sera precedente.
“So quello che pensi a proposito dell’amore. Kara Danvers non può farsi amare dato che dovrà tornare nell’esercito quando ci sarà bisogno, ma tu provi qualcosa per me?” Lena attirò l’attenzione di Kara che era impegnata a canticchiare.
“Non cambia niente. Prima o poi me ne andrò, tu ami ancora la tua ex e il bacio di ieri non ha significato niente per te.” Kara si girò velocemente verso l’altra per poi ritornare a guardare la televisione.
“Invece cambia tutto.” Lena prese il telecomando e spense la tv. “ ora mi ascolti. La mia ex aveva ragione, io ero assente e lo ero per causa tua. Da quanto ti ho incontrato non ho fatto altro che pensare a te, mi sei piaciuta subito. I tuoi occhi gentili e profondi mi hanno stregato per non parlare del resto... Hai un corpo che mozza il fiato e sembri una dea. Quindi, se quel bacio ha significato qualcosa per te devi dirmelo, perché io sto impazzendo e se ci sei rimasta male perché ho sminuito il nostro bacio con tua sorella sappi che l'ho fatto perché avevo paura che tu andassi in panico.”
“Lena, io ti ho baciato, è ovvio che per me abbia significato qualcosa, però non posso e non voglio lasciarti dopo qualche mese per andare a rischiare la mia vita.”
“Io ora vado a casa, ci sentiamo.”  Lena uscì  in fretta dall’appartamento lasciando l’altra sconvolta. Kara aveva appena rifiutato  la donna per cui aveva perso la testa per paura di stare male e di farla soffrire e si stava odiando per questo. Voleva stare con Lena, ma allo stesso tempo non voleva farla stare in pensiero per lei. Era combattuta e non sapeva cosa fare. La ragazza andò allo specchio e si guardò, cosa vedeva in lei Lena? Aveva dei banali capelli lisci e chiari, due occhi anche essi chiari e un corpo pieno di cicatrici per cui lei aveva paura di non essere amata. Però, l’altra ragazza aveva visto tutti quei segni sulla sua pelle e non era scappata via, aveva addirittura ricambiato il suo bacio e le aveva chiesto se poteva dormire con lei. Lena Luthor era troppo preziosa per Kara, era come un bellissimo e delicatissimo fiore che Kara non voleva schiacciare o rovinare con il masso che era la sua vita. Aveva deciso cosa fare, prese il telefono e mandò un messaggio a Lena.
“Scusami davvero per tutto, tu mi piaci, ma ho paura di farti soffrire. Non vorrei mai doverti abbandonare per dover andare a combattere e lasciarti con la paura di non rivedermi. Per me è già difficile dover non seguire i miei sentimenti, ti prego di capirmi.” Inviò il messaggio e spense il telefono.

Angolo autrice:
eccomi tornata con il secondo capitolo, spero vi piacca. A presto!

 

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Capitolo 3
*** Serata giochi ***


Le giornate di Kara passavano velocemente tra i vari turni in palestra e al pub e la preparazione del matrimonio di sua sorella. Per lei vedere Alex così raggiante era una sorta di farmaco per il suo malumore, Lena non aveva risposto al suo messaggio e non rispondeva alle sue telefonate. Kara pensava che per paura di farla stare male l’aveva solamente allontana e peggio l’aveva ferita. La giovane militare voleva risolvere e infatti aveva organizzato una serata giochi con tutti i suoi amici, compresa Lena. Arrivarono tutti in orario, tranne la persona che Kara voleva vedere maggiormente, lei era in ritardo. Iniziavano tutti a pensare che non si sarebbe mai presentata, quando qualcuno bussò alla porta della casa di Kara. La proprietaria si fiondò al portone e la vide bella come sempre. La serata procedete normalmente anche se Lena continuò a stuzzicare Kara e ad avvicinarsi il più possibile a lei, la bionda iniziò a perdere il controllo. Ad un certo punto James propose di giocare ad obbligo o verità e, dato che avendo bevuto molto era diventato impossibile concentrarsi per i giochi da tavola, tutti accettarono, anche se Lena, che non aveva toccato neanche un goccio di alcool, non era sicura. Il primo giro non fu tanto imbarazzante, se la cavarono tutti con degli stupidi balletti o delle verità scomode. La pace venne interrotta da Winn che chiese se Kara si stesse frequentando con qualcuno.
“E non ti senti mai sola? Anche quando eri in guerra non volevi avere qualcuno da cui tornare e poter stare insieme la notte?”
“Sono tornata dalla mia famiglia e ho trovato nuovi amici. Di notte mi sento sola e sono sola a combattere i miei demoni, se ho un incubo legato a quello che mi è successo sul campo non ho nessuno vicino a me per dirmi che è tutto passato e che quello che ho visto non era la realtà.” Kara si alzò perché stava per scoppiare a piangere e si rifugiò in bagno. Poco dopo qualcuno si avvicinò alla porta.
“Alex dammi due minuti, vai via.” Kara aveva le mani sopra la faccia e non vide che la persona che entrò non era la sorella. Questa abbracciò Kara che stava singhiozzando seduta sul pavimento freddo.
“Ci sono io ora e voglio esserci anche di notte, fammi entrare nel tuo cuore e abbatti quei muri che ti sei costruita.” Lena stava cercando di calmare l’amica canticchiando una canzone.
“Io sono un casino e tu meriti una persona migliore di me.” Kara si sentiva così impotente, ma allo stesso tempo si sentiva bene tra le braccia della mora.
“Kara tu per me sei il meglio. Proviamoci, ti prego.” La piccola Danvers si asciugò le lacrime e si girò per vedere Lena in faccia che sorrise a Kara per infonderle sicurezza e coraggio. Entrambe le mani di Lena erano sulle guance di Kara e con i pollici stava tracciando dei piccoli cerchi. Fece l’unica cosa aveva voluto fare da quando era entrata in casa di Kara e dolcemente e lentamente la baciò. Kara non si staccò, non voleva, non avrebbe mandato via Lena ancora una volta. Quando le due si staccarono da quel bacio con il fiato ancora corto e l’emozione ancora nell’aria si alzarono. Lena cercò di sistemare il trucco di Kara che era leggermente sbavato per causa del pianto e anche a causa del bacio. Tolse l’ultimo residuo di rossetto sbavato e insieme tornarono nel salotto. Winn chiese subito scusa a Kara e lei lo perdonò dicendo che in realtà non aveva fatto nulla. Winn e James decisero di andarsene dato che ormai si era fatto tardi e il giorno dopo dovevano lavorare. Alex si accertò delle condizioni della sorella e poi uscì dall’appartamento avvinghiata a Maggie perché aveva bevuto un po’ troppo. Kara amava quelle due donne e le invidiava per il meraviglioso rapporto e legame che avevano.
“Allora ora che si fa?” Lena era in piedi e immobile a fissare l’altra per capire la prossima mossa.
“Non ne ho la minima idea. Sarò ripetitiva, ma ho paura di farti soffrire e non voglio perché ci tengo a te come amica e anche come altro. Hai capito, no? Altro... sì.” Kara stava iniziando ad andare in panico.
“Calma, ho capito. Kara essere tua amica è bellissimo perché tu sei speciale però ogni volta che pronunci la parola amica il mio cuore perde un pezzettino. Io ho perso la testa per te e non mi era mai successo prima, neanche con le mie ex.”
“ Possiamo provarci e se non va cercheremo di tornare indietro.”  Lena si avvicinò a Kara e la baciò di nuovo, ma con più passione di prima. Le mani di Lena si spostarono dal viso alla vita di Kara e quest’ultima prese Lena in braccio e la portò in camera da letto.
“Sai una cosa che mi piace di te? Fai ogni cosa facendola sembrare la più facile di questo mondo.”  
Kara rise e appoggiò delicatamente Lena sul letto che prese la maglia dell’altra e la spinse sopra di lei. Lena si mise sopra Kara e ricominciò a baciarla. La sua bocca scese sulla mascella e sul collo della bionda e si fermò a stuzzicare e a mordicchiare un lembo di pelle. Le mani di Kara andarono a togliere la camicetta della ragazza che aveva sopra e si mise a osservare quella ragazza che secondo lei era una dea. Kara con un colpo di reni si spostò sopra Lena e iniziò a baciare ogni centimetro di quella pelle così chiara. Poco dopo tutte e due le donne si ritrovarono con addosso solo i pantaloni. Lena continuava ad accarezzare ogni muscolo di Kara, amava i suoi addominali. Improvvisamente la bionda si ricordò delle cicatrici e si coprì come poteva con le mani e con le braccia. Lena si avvicinò al volto di Kara e le sussurrò: “piccola, io amo ogni centimetro del tuo corpo. Le tue cicatrici sono dei segni che ai miei occhi ti rendono ancora più bella e unica. Fatti amare da me.” Kara si convinse e Lena continuò a baciare, mordicchiare, toccare e leccare ogni centimetro di pelle di Kara. Le due continuarono così per tutta la notte, si toccarono, si sfiorarono e si conobbero fisicamente fino a mattina.
Kara si svegliò nuda e sola nel suo letto, il suo corpo era coperto solo da un lenzuolo. Stava già pensando al peggio, credendo che Lena se ne fosse andata, ma quando si alzò la vide cucinare la colazione con addosso solo una vecchia maglia del liceo di Kara. Lena stava canticchiando e ondeggiando lentamente alzando di tanto in tanto la t-shirt. Kara non riusciva ancora a capire il motivo per cui quella donna meravigliosa si fosse innamorata di lei. Lena era rimasta nonostante le insicurezze di Kara e inoltre le amava anche. “Buongiorno, piccola. Vuoi la colazione?” Kara si avvicinò a Lena dandole un leggero bacio.
“Posso svegliarmi così ogni mattina? È il paradiso.” Lena rise all’affermazione della ragazza che aveva di fronte. Le due fecero colazione insieme tra chiacchiere e risate e dopo un’oretta Kara accompagnò Lena nel palazzo in cui abitava quest’ultima e si diresse velocemente verso la palestra per iniziare la sua giornata lavorativa.

Angolo autrice:
spero che questo breve capitolo vi piaccia, a breve aggiornerò. Ditemi cosa ne pensate nelle recensioni, a presto

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Capitolo 4
*** Natale ***


Kara stava impazzendo. Lei e Lena stavano insieme da qualche mese e l’aveva già ripresentata come la sua ragazza a tutti i suoi amici, però sua madre Eliza doveva ancora conoscerla. Vari impegni avevano impedito tutti gli incontri che la giovane Danvers aveva programmato, quindi la sua ragazza avrebbe conosciuto sua madre adottiva durante la cena della vigilia di Natale. Kara continuava a vagare per il suo appartamento spostando una volta le posate e un’altra volta togliendo le troppe decorazioni. Aveva a disposizione ancora cinque ore prima dell’arrivo degli ospiti e stava preparando la cena. L’aperitivo era pronto, doveva solo mettere in forno la portata principale. Lena chiamò Kara per un consiglio, anche lei era tesa per quella cena. “Secondo te questo vestito è troppo elegante? A tua madre potrebbe piacere?” La donna stava indossando un vestito rosso che metteva in risalto le sue curve.
“Non devi preoccuparti. A mia madre piacerai per quello che sei e non per quello che indossi.”
“Quindi se mi presento nuda va bene?” La mora le sussurrò questo all’orecchio.
“Vuoi per caso uccidermi?” Kara si sedette sul letto mettendosi le mani nei capelli. “ deve essere tutto perfetto, Lena. Eliza deve conoscerti e capire che tu sei perfetta e che io ora con te sono finalmente felice.”
“Piccola, andrà tutto bene. È da ore che stai preparando la cena e poi a me interessa solo piacere a te.” Lena baciò la tempia di Kara.
“Volevo darti il mio regalo più tardi, però approfitto del momento.” Kara frugò nel comodino posto accanto al letto e poi tirò fuori una piccola scatolina blu. “Non sono riuscita a prenderti qualcosa di tanto costoso dato che i miei due lavori non mi consentono una vita molto lussuosa... Chiudi gli occhi.” Kara allacciò la collana al collo di Lena. “Il ciondolo è un piccolo cuore con su inciso il giorno in cui ci siamo conosciute e quando per sbaglio ti ho urtato all’aeroporto. Se mai dovessi partire vorrei lasciarti un simbolo del nostro amore per ricordarti che io ti amo.”
“Ogni giorno mi chiedo cosa ho fatto di così buono per averti nella mia vita. Grazie, sei la persona più importante della mia vita. Tu sei la mia famiglia.” Kara la baciò. Tutte e due si sentivano a casa, quando erano insieme. Decisero che era l’ora di prepararsi per la cena, Lena si mise quel vestito rosso che aveva mostrato prima e Kara scelse un vestitino blu che secondo sua madre le stava benissimo. Dopo si spostarono nel salotto ad aspettare gli ospiti, Kara si alzava continuamente per vedere se fosse tutto perfetto e in ordine. Lena la tirò verso il divano e la fece sedere sulle sue gambe.
“Calmati. Andrà tutto bene.” Lena le accarezzò una gamba.
“Deve essere tutto perfetto, è il nostro primo Natale insieme.” E Kara si ritrovò le labbra di Lena sulle sue, la ragazza la baciava sempre quando voleva dire qualcosa, ma non ne era in grado. Lena pensava che un bacio valesse più di ogni discorso. A Kara piaceva questa loro diversità, lei si  perdeva in discorsi balbettati, invece Lena non parlava, ma dimostrava.
Alex entrò nell’appartamento della sorella come una furia.
“Scusate se interrompo, ma la mamma sarà qui tra trenta minuti e io non sono pronta. Maggie è ancora a lavoro e io sto impazzendo.” Alex aprì il frigo alla ricerca di una bella birra fresca.
“Due Danvers in ansia non riesco a gestirle.” Lena si alzò per prendere la birra dalle mani di Alex e bevve.
“Kara, mamma sa di voi due?” Alex non ebbe bisogno di una risposta, l’espressione spaventata della sorella era più che sufficiente. Le tre ragazze non dissero più niente e si sedettero ad aspettare fissando il vuoto. Alex era sempre preoccupata, quando aveva la madre intorno. Eliza aveva sempre scaricato ogni problema famigliare sulla maggiore delle Danvers e Alex aveva sempre il terrore di deluderla o di non essere mai abbastanza. Kara voleva che tutto fosse perfetto. Era il primo natale che trascorreva con la sua ragazza e Lena non aveva mai passato una vera festività in un ambiente sano, quindi Kara voleva rimediare. In più sua madre adottiva avrebbe incontrato la donna che le faceva battere il cuore e voleva che Eliza la apprezzasse come faceva lei ogni giorno. Lena, invece, voleva solo far stare bene Kara e voleva anche piacere alla madre della sua ragazza, che poi non avevano ancora ufficializzato niente. Lena non vedeva quasi mai il suo appartamento e dormiva sempre da Kara, ma non avevano ancora deciso se avere una relazione aperta o chiusa. Eliza arrivò in anticipo, come avevano previsto Alex e Kara. Le figlie salutarono la madre e poi Kara prese la parola è presento Lena.
“Questa è Lena, mamma.”
“Lena Luthor, la figlia ancora sana della famiglia Luthor è la fidanzata di mia figlia.”
“Mamma!” Kara si mise davanti alla mora come se volesse proteggerla dalla madre.
“Kara, io ti voglio bene, ma Lena per quanto possa essere affascinante è comunque la figlia di una famiglia di criminali.” Kara stava per controbattere, quando Lena parlò: “Signora Danvers, so che la  cattiva fama del mio cognome mi precede, però vorrei comunque avere una possibilità per dimostrarle la veridicità dell’amore che provo verso sua figlia.” Eliza scrutò Lena e si sedette sul divano invitandola a seguirla. Le due donne iniziarono a parlare, o meglio Eliza iniziò il suo interrogatorio. Kara guardò Lena e poi posò i suoi occhi sulla sorella che con una faccia sconsolata le posò un braccio sulla spalla. Con calma arrivarono anche James e Winn, mancava solo Maggie che era stata trattenuta al lavoro per colpa di una rapina. L’atmosfera si era fatta più leggera e Lena era riuscita a convincere almeno in parte Eliza. Iniziarono a mangiare senza Maggie nonostante le lamentele di Alex. La cena proseguì tranquillamente anche se una domanda di Eliza scombussolò per poco tempo la pace che si era creata. La donna aveva domandato a Kara i suoi piani futuri con Lena e lei aveva rischiato di strozzarsi con del vino. Dopo cena riuscì ad arrivare anche Maggie che si scusò tantissimo per il suo ritardo. Alex e Maggie vennero investite delle domande della signora Danvers a proposito del loro imminente matrimonio.
Kara si fermò un attimo a guardare tutta la scena. James stava scegliendo la musica bisticciando con Winn su quale fosse la migliore da mettere, Alex e Maggie parlavano allegramente con Eliza. Kara aveva avuto paura della reazione brusca della madre, ma poi aveva notato che Lena aveva fatto colpo.
“Hey, amore! È tutto okay?” Lena arrivò dietro la bionda e le circondò la vita.
“Certo. Tu stai bene? Con Eliza?” Kara si girò per osservare gli occhi della sua amata. Quelle pietre verdi erano un meraviglioso specchio dei pensieri di Lena.
“La capisco. La sua reazione mi è sembrata corretta alla fine. Neanche io mi fiderei del mio stesso cognome.”
“Tu sai che non mi interessa del tuo passato, vero? Io ti amo nonostante tutto e nonostante tutti.” Strinse la mano della mora e la accarezzò delicatamente.
“Ti amo anche io, Kara.” Le due si diedero un leggero bacio dato che non volevano attirare l’attenzione di nessuno. Dopo ore e ore se ne andarono tutti, era rimasta solo Eliza.
“Lena, vorrei chiederti scusa per la mia reazione iniziale. Ti ho giudicato prima di conoscerti e ora so che sei una ragazza brillante, che ha lottato per avere una carriera. Se mai dovessi avere bisogno per il tuo ospedale puoi chiedermi aiuto. Vedo che ami la mia Kara, anche un cieco si accorgerebbe di questa ovvietà. È un piacere per me accoglierti nella famiglia Danvers.” Eliza abbracciò la fidanzata di Kara.
“Grazie, signora Danvers. Sarebbe fantastico poter lavorare con lei per aiutare quei bambini dell’ospedale. Non si preoccupi per Kara, lei è una donna forte e io sono certa di amarla.” Dopo queste poche parole Kara e Lena rimasero sole nell’appartamento e stravolte andarono a dormire abbracciate e felici. 

Angolo autrice:
eccomi tornata con il quarto capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni, a presto.

 

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Capitolo 5
*** Un cane ***


Un cane era quello che Kara aveva sempre sognato da bambina e ora che era con Lena al canile non riusciva a mantenere la calma, era troppo felice. Lena continuava a prenderla in giro, ma in realtà anche la mora era abbastanza eccitata per il nuovo membro della famiglia, perché ormai lei e Kara erano una famiglia. Lena si fermò un attimo davanti alla gabbia di un cucciolo e questo subito si alzò in piedi e cerco di leccare la mano della ragazza. Kara era ormai andata avanti insieme al ragazzo che stava facendo vedere tutti i cani che erano stati abbandonati. Lena non capiva come delle persone riuscissero ad abbandonare degli animali. La mora decise di seguire la sua ragazza e quando riuscì a ritrovarla Kara le fece notare che aveva un nuovo amico che la stava seguendo. Il cucciolo che Lena aveva notato era uscito dalla gabbia e ora stava camminando fiero e felice dietro di lei.
“Penso che tu abbia trovato il nostro nuovo cane.” Kara si abbassò verso il cucciolo e iniziò ad accarezzarlo. Questo in risposta si schiacciò ancora più vicino alla mano della bionda.
“I Jack Russell Terrier sono dei cani molto vivaci che amano la compagnia e il gioco, allo stesso tempo sono anche molto fieri e leali. Lui si chiama Waffle ed è un cane che abbiamo trovato vicino ad una palestra, aveva tutto il pelo rovinato, ora però ha di nuovo questo bel pelo ruvido tipico della sua razza.” Il ragazzo che le stava accompagnando aveva notato la loro fermata e aveva deciso di presentare quel cagnolino.
“ Ma questa piccola palla di pelo si chiama Waffle?” Lena prese in braccio il cagnolino e se lo porto fin sopra la testa. Kara fece di nascosto una foto, erano troppo teneri quei due insieme e non poteva non immortale quel momento anche se la sua ragazza odiava farsi fotografare.
Poco tempo dopo le due ragazze erano già per strada a passeggiare con il loro nuovo amico. Per Kara era bellissimo poter tenere la donna che amava per mano, in quei momenti si sentiva invincibile. Lena, invece, certe volte lasciava la mano di Kara perché nessuno dei suoi colleghi sapeva della loro storia e diceva sempre alla bionda che preferiva tenere la sua vita privata per sé. In quel momento le due entrarono in quella pizzeria in cui avevano mangiato insieme per la prima volta, la ragazza al bancone era quella che Kara aveva egoisticamente sfruttato per cercare di non pensare alla mora che ora teneva per mano. Lena si andò a sedere portando con sé Waffle, mentre Kara si avvicinò al bancone per fare delle scuse.
"Hey, forse non ti ricorderai di me, ma volevo scusarmi per quello che ti ho fatto in quella discoteca. Non dovevo." Kara era mortificata.
"Mi ricordo di te, eri venuta mesi fa proprio con quella ragazza, però poi eri uscita con me. Avevo già visto come tu guardavi lei e come lei guardava te, io sapevo esattamente cosa stavo facendo, ma tu non ti eri ancora resa conto di essere innamorata della mora che è seduta là. Non devi scusarti. Arrivo subito al vostro tavolo."
Kara tornò al tavolo. Lei non aveva mai creduto al colpo di fulmine, pensava fosse una semplice trovata degli scrittori, però dopo aver conosciuto Lena non era più certa di niente. Sapeva solo una cosa, ovvero che l'amava. Il pranzo procedette normalmente e quando tornarono a casa sistemarono tutto per il nuovo e peloso membro della famiglia.
"Kara, perché non inviti tua sorella e Maggie a cena? Avranno bisogno di una pausa dalle preparazioni del matrimonio e poi voglio presentare loro questo cucciolo meraviglioso." Lena lanciò il telefono a Kara che compose velocemente il numero. Lena si catapultò in cucina e iniziò a preparare la tavola per la cena. Kara amava vederla così felice, spensierata e senza armature. L'aveva vista nel suo ufficio o in ospedale ed era completamente un'altra persona. Nessuno dei suoi colleghi osava dire una parola di troppo, Lena era il capo e decideva lei. Con Kara, invece, la mora aveva tutto un altro atteggiamento, con lei si sentiva al sicuro e non aveva paura di essere se stessa. Ecco perché Lena non aveva paura di ballare e cantare per tutto l'appartamento, quello era il suo posto sicuro. Quelle quattro mura erano il riparo di Lena perché ogni cosa là dentro urlava il nome di Kara.
"So che dovresti chiedermelo tu, però per te sarebbe un problema se mi trasferissi definitivamente nel tuo appartamento?" Lena si girò verso Kara, aveva paura di un rifiuto.
"Non te l'avevo chiesto perché pensavo che ormai non ce ne fosse bisogno. Questa è casa tua, Lena." La mora percorse la strada che la divideva da Kara a grandi falcate e baciò la donna che amava. Velocemente la situazione si accese e Lena si ritrovò in braccio a Kara che si stava dirigendo verso il divano.
"Ti ho mai detto che amo le tue braccia? Per non parlare degli addominali…" Lena infilò la sua mano sotto la maglia di Kara. La bionda si sedette sul divano con a cavalcioni su di sé la sua ragazza. Lena iniziò a baciarle la mandibola per poi scendere sul collo, sfilò la maglia di Kara e continuò a baciare ogni centimetro del corpo della donna. Le sue mani vagavano sull'addome e sui seni, il respiro di Kara iniziava a farsi un po' più pesante.  Lena le sfilò anche il reggiseno e iniziò a leccare i capezzoli della ragazza. Kara intanto tolse la camicetta e il reggiseno di Lena, amava il corpo di quella donna. Lena fece sdraiare Kara su tutto il divano e fece volare i jeans della bionda sul pavimento. La Luthor continua quella dolce tortura alternando i baci a dei piccoli morsi fino a quando Kara non reclamò un bacio. Si guardarono negli occhi colmi di desiderio, si amavano. Quel momento di piacere fu interrotto dal campanello, quindi Kara e Lena si rivestirono velocemente andarono ad aprire la porta.  Alex e Maggie entrarono e subito Waffle corse incontro a loro.
"Questo non me lo ricordavo" Maggie si chinò per coccolare il cane.  "Come si chiama?"
Lena rispose abbassandosi per coccolare il suo cucciolo.
"Kara, tu hai seriamente preso un cane e lo hai chiamato Waffle?" Alex guardò la sorella con una faccia sconvolta.
"Si chiamava già così e poi è meglio di Geltrude." Kara alzò le spalle preparandosi all'attacco della sorella.
"Non osare…"  Fortunatamente Maggie intervenne e stappò delle birre per tutte. La serata continuò tra risate, pizza, birra e battibecchi tra le due sorelle. 

 

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Capitolo 6
*** Il grande giorno ***


Era finalmente arrivato il grande giorno, sua sorella Alex si sposava con l'amore della sua vita, l'agente Maggie Sawyer. Kara aveva aiutato le due donne con tutti i preparativi. La cerimonia si sarebbe tenuta in una piccola chiesetta fuori città immersa nella campagna. Un giorno lei aveva visto quella piccola chiesetta ormai abbandonata con la sorella e quest'ultima se ne era innamorata. Lì era tutto così calmo e sereno, al contrario della vita dei due agenti che ormai si vedevano pochissimo causa di tutte le emergenze e le chiamate a ogni ora. Avevano deciso, però, che per quel giorno il crimine poteva rimanere in silenzio e che i loro colleghi potevano arrangiarsi da soli.
Kara stava cercando di calmare sua sorella da ore e Alex in risposta continuava ad agitarsi, a vagare per la stanza in preda al panico e a voler vedere Maggie.
"E se si rende conto che non sono la persona giusta per lei?"
"Alex, ho visto come ti guarda, come ti sorride e come si comporta quando è con te. Tu, Alexandra Danvers sei la sua persona, l'amore della sua vita. E poi vestita così non può dirti di no, sei favolosa."
Alex indossava un vestito da sposa a sirena, aveva le spalle scoperte e i capelli corti e rossi erano tirati indietro. La madre Eliza l'aveva obbligata a truccarsi e lei aveva optato per un trucco leggero, ma molto elegante.
"Non posso vederla?" la più grande delle Danvers stava facendo impazzire l'altra.
"Non puoi, ora vado a vedere se di là è tutto pronto."
Kara uscì da quella stanza e andò alla ricerca di Lena, non la vedeva da un giorno intero perché avevano deciso di aiutare le due future spose a non vedersi e a non fare cavolate. Dopo qualche giro per i corridoi riuscì a entrare nella stanza giusta. La vide, era bellissima. Stava cercando di far stare seduto il loro cagnolino Waffle, ma nel suo vestito stretto e verde non riusciva a piegarsi tanto.
"Hai bisogno?" la bionda si era appoggiata allo stipite della porta per godersi la scena.
"Sono fuggita da Maggie e sono venuta qui per cercare di fare stare fermo questo cagnolino iperattivo e questo vestito non aiuta nella mia impresa."
"Sei bellissima e questo vestito non aiuta neanche me a stare ferma a guardarti."
"Bene, però non sbavare troppo dietro di me e chiudi la bocca che entrano le mosche."
Kara era pronta a replicare, quando Alex e Maggie corsero nella stanza in preda al panico.
"Il matrimonio è rovinato, il prete non può venire e nella chiesa ci sono degli sciami di api. Non possiamo sposarci."
"Alex, Maggie, ora calmatevi. Lena e io risolveremo tutto. Alex vai nel mio appartamento e Maggie vai nel tuo. Oggi vi sposerete."
Dopo varie discussioni fecero come aveva detto Kara e se ne andarono.
"Amore, non troveremo mai un posto libero per oggi." anche Lena stava perdendo il controllo.
"Non deve per forza essere una chiesa, può essere un luogo qualsiasi e io ho già in testa un'idea. Tu cerca un prete disponibile e io vado a preparare il posto per la cerimonia, ti mando un messaggio con tutte le informazioni. Ora vado a chiamare Eliza e le spiego tutto."
Non era così che si era immaginata nell'ultima settimana il grande giorno della sorella, però lei non doveva perdere la calma e doveva ricorrere ai ripari. Entrò subito nell'auto e si diresse nel bar in cui Alex e Maggie si erano incontrate per la prima volta. Sapeva che quel vecchio e sudicio bar non era il posto più romantico che poteva trovare, ma per la coppia aveva un valore simbolico e lei aveva poche ore per renderlo più accogliente.
Dopo tre ore era tutto pronto e le due future spose stavano arrivando. Kara aveva posizionato delle lucine bianche per tutto il locale, aveva coperto i tavoli con delle tovaglie bianche e aveva ordinato a tutti i baristi di mettersi in giacca e cravatta. Aveva anche messo dei fiori colorati un po' ovunque, aveva chiesto al suo amico Winn di suonare un piano che aveva fatto portare, aveva spostato un po' tutti i tavolini per creare una sorta di zona ballo e aveva usato il tavolo da biliardo come luogo culmine. Infatti, sopra quello aveva fatto ricadere dal soffitto delle tende bianche, lì le due donne si sarebbero baciate per la prima volta da sposate. Era tutto perfetto.
Lena arrivò con Maggie e Eliza con Alex, tutti apprezzarono lo sforzo di Kara e così si potè procedere con la cerimonia. Lena era riuscita a trovare un prete che potesse celebrare e dopo varie lacrime Alex e Maggie erano sposate. Kara era così felice per la sorella, aveva trovato l'amore della sua vita e l'aveva sposato, Alex era raggiante con al suo fianco Maggie.
Per la felicità del momento si era dimenticata che una telefonata aveva interrotto per un momento i preparativi del matrimonio e poi decise di non rubare l'attenzione nel giorno più speciale per Alex. Anche Lena aveva qualcosa da dire, ma per lo stesso motivo di Kara non disse nulla. C'erano due annunci da fare e nessuna delle due aveva ancora detto niente solo per non oscurare il matrimonio.
Dopo ore di festeggiamenti, dopo tanto cibo e dopo tanto vino, birra e cocktail di vario genere, Kara e Lena tornarono a casa. Appena aprirono la porta di casa il loro cagnolino Waffle corse loro contro. Kara subito si fiondò ad accarezzarlo e a giocare con lui. Lena non era mai stata così felice, stava costruendo un futuro con la donna che amava, aveva una piccola palla di pelo allegra e aveva degli amici, che erano diventanti una famiglia, una unita e sana. Voleva sposare Kara, ne era sicura, però non voleva chiederglielo adesso. C’era ancora tempo e oggi era la giornata di Alex e Maggie, non avrebbe mai attirato l’attenzione su di sé anche se ora lei e Kara erano sole. Kara non sapeva se parlare adesso con Lena della telefonata che aveva ricevuto o se era meglio terminare quella lunga giornata senza fare annunci. Kara si sentì abbracciare da dietro, il profumo dolce di Lena le entrò nel naso: amava quel dolce profumo. Sapeva che non avrebbe mai dimenticato quei piccoli gesti che Lena faceva sempre. Non poteva scordare il suo profumo, il modo in cui mordicchiava il sedere di una penna, mentre non riusciva a risolvere un problema dell’ospedale. Non poteva dimenticare come le si illuminavano gli occhi ogni volta che era intenta a giocare con Waffle. Non poteva dimenticare le sue labbra carnose o la sua pelle chiarissima. Non poteva dimenticarsi di lei, però Lena si sarebbe ricordata di lei mentre era di nuovo in guerra? Questa sua preoccupazione continuava a tormentarla e Lena la notò.
“È da quando è finito il matrimonio che ti vedo preoccupata per qualcosa, cosa tormenta quella tua testolina?” Adesso Lena si era spostata e era davanti agli occhi di Kara.
“Dovrei dirti una cosa e ho veramente paura.” L’altra non disse niente, guardava Kara con una faccia seria, il suo sorriso era svanito. Kara, quindi, proseguì. “Oggi mi hanno chiamato, tra tre giorni devo di nuovo tornare a combattere, ci sono stati dei problemi e stanno richiamando tutti quelli che avevano preso un congedo temporaneo.” Lena non disse niente, si fiondò tra le braccia di Kara, una lacrima sfuggi dal suo controllo.
“Tu-tu devi partire. Per quanto?”
“Non lo so, potrebbe essere un mese come un anno e io-io n-non ti chiedo di aspettarmi.- La voce di Kara tremò per un secondo- devi andare avanti con la tua vita e non posso costringerti a aspettare un mio ipotetico ritorno.” Lena non riuscì più a trattenersi e scoppiò a piangere, Kara cercava di consolarla tra le sue braccia.
“Kara, io non voglio andare avanti con la mia vita senza te, voglio avere te nella mia vita e se dovrò aspettare per averti, aspetterò con molta pazienza. Però, ti prego, non parlare di ipotetici ritorni, tu tornerai.” Dire quelle due frasi per Lena non fu facile, la voce le tremava dal pianto e aveva paura di perdere Kara, magari, poi, al suo ritorno avrebbe preferito avere un’altra persona al suo fianco.
“Hey, ora basta piangere. Adesso guardiamo uno di quei documentari che ti piacciono tanto e poi ordiniamo una pizza. Ti va?” Lena fece segno di sì con la testa e terminarono la loro giornata così.

Angolo autrice:
scusate se non aggiorno da tempo, ma ho avuto parecchi impegni e poblemi, spero comunque che uqesto capitolo sia di vostro gradimento. Fatemi sapere cosa ne pensate nei coomenti. Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Un arrivederci ***


Le mine continuavano a esplodere vicino a Kara, lei cercava un riparo. Stava correndo da tantissimo tempo, i suoi polmoni iniziavano a bruciare, sentiva il sapore di sangue nella bocca. Era quasi arrivata all’accampamento, lì sarebbe stata al sicuro. In quel momento pensò a Lena e alla sua famiglia, come avrebbero reagito alla notizia della sua morte? Se fosse morta non avrebbe più visto sua madre e non avrebbe più sentito la sua voce, mentre le diceva parole di incoraggiamento. Non avrebbe più visto Maggie e non avrebbe più potuto mangiare pizza e scherzare con lei. Avrebbe perso Alex per sempre, non avrebbe più potuto abbracciarla, parlare di tutto con lei, allenarsi insieme, ridere e essere presente nella sua vita. E poi non sarebbe più stata in grado di baciare Lena e di coccolarla quando aveva bisogno di qualcuno al suo fianco, non avrebbe più potuto vedere quel sorriso ogni volta che faceva qualcosa di stupido, non avrebbe più visto il verde dei suoi occhi, quegli stessi occhi che le facevano perdere la testa. Non avrebbe più potuto vedere nessuno dei suoi cari. Era così immersa nei suoi pensieri che non si rese conto che qualcuno stava sbucando da dietro un albero. Un colpo al braccio, sangue, molto sangue. Un colpo alla gamba, urla di dolore. Kara era a terra, urlava, non aveva più speranze.
“Hey, svegliati! È solo un incubo.” Kara aprì gli occhi di improvviso, era stato solo un brutto sogno e lei era ancora nel letto con Lena.
“Sc-scusa. Non volevo svegliarti.” Lena aveva già acceso la luce
“Stai bene? Vuoi parlarne?” Le braccia di Lena andarono a stringere la vita della ragazza accanto a lei.
“No, torniamo a dormire, però, ti prego, non smettere di abbracciarmi.”  Kara spense la luce e Lena non fece altro se non accoccolarsi vicino a Kara.
Kara non ebbe più incubi per il resto della notte, si svegliò accanto a Lena come ogni mattina da mesi ormai. Oggi sarebbe dovuta partire per ritornare sul campo e aveva paura, forse troppa. La giovane si alzò e andò a preparare la colazione. Il suo zaino dell’esercito era già accanto alla porta di casa, aveva preparato tutto per la sua partenza. Tra poche ore avrebbe preso un aereo con altri suoi compagni d’armi e sarebbero tutti partiti. Finì di prepararsi e portò il caffè in camera dove c’era ancora Lena. Appoggiò la tazzina sul comodino e le diede un bacio sulla fronte. Poi decise di andare a giocare in salotto con il loro cagnolino, amava quella quotidianità che aveva creato con Lena.
“Sai, mi mancherà questa visione mattutina.” Lena era sveglia e stava guardando la sua ragazza sdraiata sul pavimento. Kara le si avvicinò e la baciò. “Però mi mancheranno più queste labbra.”
“Mi mancherai anche tu. Ti ricordo che capirò benissimo se vorrai stare con altre persone e non con me, so che non è facile.”
“Kara Danvers, io ti amo e non voglio stare con nessun altro.” Lena si inginocchiò ai piedi di Kara. “Non ho un anello, ma voglio che tu non ti dimentichi di chi hai ad aspettarti. Io voglio stare solo con te  e aspetterò fino al tuo ritorno. Promettimi che mi sposerai appena torni. Tu hai qualcuno qui ad aspettarti e voglio che tu torni, promettimi questo.” Kara fece alzare Lena, stava sorridendo.
“Lena, io ti amo e non ho bisogno di un anello per ricordarmi di tornare qui da te. Non ho bisogno di sposarti o di promesse, mi ricorderò sempre la strada di casa. Ormai casa è dove sei tu. Parleremo di matrimonio al mio ritorno, non voglio dirti sì adesso.”
Lena non si aspettava quella risposta, era rimasta un po’ confusa.
“Però mi ami, vero?”
“Certo, stupida. Ti amo!” Kara rise è spintonò l’altra ragazza.
Poco dopo uscirono di casa per andare verso l’aeroporto. Ad aspettarla lì c’erano tutti i suoi amici, Eliza e Alex e Maggie. Kara non voleva piangere, salutò tutti senza lacrime, poi dovette salutare sua sorella e quando Alex le disse qualcuno all’orecchio Kara non riuscì più a trattenersi e scoppiò a piangere. Sarebbe stato difficile prendere quell’aereo e non vedere più quel gruppo per mesi. Abbracciò forte sua sorella e poi si avvicinò a Lena per salutarla.
“Ti ho mai detto che l’uniforme ti dona?” Lena cercava di scherzare con Kara, ma in realtà la sera prima aveva pianto chiusa in bagno.
“Ora sì” Kara le sorrise e le diede un tenero bacio.
“Danvers, stiamo aspettando solo te” un giovane soldato si avvicinò a Kara.
“Gente, questo è Mike, uno dei miei compagni più fedeli e simpatici.”
“E anche uno di quelli più belli.” Mike sorrideva a Lena.
“Mike, lei è impegnata, non provarci neanche.” Kara fermò il ragazzo che si stava avvicinando a Lena.
“Va bene D., non ci proverò con la tua fiamma. Ora però dobbiamo andare.” Mike si diresse verso l’altro gruppo di soldati.
Kara diede un altro bacio a Lena, fece un ultimo giro di abbracci e si allontanò dalla sua famiglia e dai suoi amici.
Subito dopo tornò indietro da Lena.
“Non sei la mia fiamma, sei la mia ragazza e io ti amo, ricordalo sempre.”
Tutti videro Kara salire su un elicottero, ma nessuno vide che una lacrima sfuggì al suo controllo e cadde sulla sua divisa.


Angolo Autrice:
Eccomi tornata! Scusate se non ho più aggiornato, ma ho avuto tantissimi impegni che non mi hanno lasciato neanche un minuto libero. Cosa ne pensate di questo capitolo? Vi piace? Ditemi tutto nelle recensioni. Ormai siamo alla fine di questa storia... Alla prossima

 

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