100 modi di amarsi in 2 vite diverse [MarkSim]

di flower_of_moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 0) Meglio se mi spiego! ***
Capitolo 2: *** 1) AndroidAU: Whit you... I feel alive. ***
Capitolo 3: *** 1) HumanAU: In un giorno di sole ***
Capitolo 4: *** 2) AndroidAU: Show me... ***
Capitolo 5: *** 2) HumanAU: Ti voglio. ***



Capitolo 1
*** 0) Meglio se mi spiego! ***


CAPITOLO ZERO

Note: 
Per vari motivi che vi spiegherò nelle note di sotto ho dovuto aggiungere il primo capitolo due volte, mi dispiace!


 

1. AndroidAU: Whit you...I feel alive.

 

Da poco il sole era calato, sparendo alla vista del cielo. Le stelle, come piccoli fiori bianchi in un prato oscuro, spuntarono chiare, illuminando la strada alla luna che, dolcemente, fece entrare nella stanza, un filo di luce ceruleo. Markus si rigirò nel letto e, nel dormiveglia, spostò una mano di lato cercando un calore conosciuto. Le sue dita incontrarono il braccio dell'amato. Aprì gli occhi con un dolce sorriso sulle labbra. La sua mano raggiunse quella più chiara del compagno e Markus si ritrovò a ricordare gli anni passati.

Nel buio della notte non c'era più ombra che potesse turbarlo, aveva compiuto la sua missione, aveva liberato la sua gente e nel mentre si era innamorato di lui, Simon. Era il suo personale Angelo terrestre, gli illuminava la giornata solo con la sua presenza e aveva conservato il ricordo di ogni sorriso che aveva fatto, dal più triste -risalente a quando gli aveva raccontato del suo passato -a quello più felice -risalente al giorno del loro matrimonio- . 
Erano passati quasi vent'anni da quella fatidica notte innevata del duemilatrentotto ed ormai lui e Simon si erano creati una casa loro, non c'era una routine precisa, senplicemente vivevano alla giornata, decidevano sul momento se uscire o rimare tutto il pomeriggio a coccolarsi sotto la coperta verde, sul divano, mentre guardavano un film. Ogni tanto i loro amici li venivano a trovare, ed ogni volta che se ne andavano uno strano senso di soddisfazione invadeva la casa, messa a soqquadro da Josh e North, ormai erano diventati una famiglia e sentiva che ninete li avrebbe separati.

Si ritrovò a stringersi Simon al petto che, con un mugolio soddisfatto, si accoccolò tra le sue braccia affondando il naso nel suo collo. Le mani ancora unite cominciarono a connettersi, Markus sapeva che l'amato era sveglio e aveva voglia di fargli rivivere quel momento, giusto per dirgli di nuovo "Ti amo". Nelle menti dei due androidi prese forma un ricordo, che sembrava un video.

Markus sospirò, era a sedere su quella sporgenza, il sole calava lentamente e lui voleva solo sentirsi in pace, voleva sapere se stava facendo le scelte giuste, voleva solo... cosa? La libertà? Quella di sicuro, eppure non voleva la Libertà se l'avesse dovuta vivere da solo. Cosa sarebbe successo dopo la fine di tutto? Dopo Jericho che c'era per lui? Non voleva perdere di nuovo tutto... ora che aveva costruito dei nuovi legami, ora che l'aveva conosciuto non voleva tornare da solo, non l'avrebbe sopportato.

"Ecco dov'eri." Si voltò, i suoi occhi bicolore incontrarono quelli cristallini del suo angelo, della persona che amava.
"Che fai qui tutto solo?" Chiese Simon dondolandosi sui piedi e muovendo nervoso le mani, forse era intimidito dal suo sguardo? "Pensavo." Rispose con uno sbuffo leggero, ed alcuni fiocchi di neve, che cadevano si spostarono, volteggiando via.
"P-posso... posso stare qui a pensare con te?" La domanda del biondo lo spiazzò, qualcun altro gli avrebbe chiesto a cosa stesse pensando, lui no, lui voleva solo stargli accanto, senza opprimerlo con la sua presenza, voleva solo un contatto di sguardi, una carezza, una porala dolce e gli sarebbe bastato. Questo era Simon, era gentile e razionale, buono ma severo se serviva, era ciò che desiderava avere al suo fianco.
"Certo." Rispose sorridendo, riportò lo sguardo sul panorama e poco dopo sentì la schiena dell'altro androide toccare la sua, a Simon bastava questo, ma a Markus no.
Con la coda dell'occhio vide la mano del biondo stringere il bordo della sporgenza e lentamente Markus la raggiunse con la sua, lo sentì sussultare, con dolcezza la staccò dalla sporgenza e incrociò le loro dita, erano come i pezzi di un puzzel, si incastrarono alla perfezione e il Leader di Jericho si sentì subito meglio. Forse, se in quel momento, gli avesse detto che lo amava, Simon sarebbe scappato, quindi rimase in silenzio, in ascolto del respiro dell'altro continuava a guardare il sole tramontare e pensava, pensava a come sarebbe stato bello stare per sempre con Simon, crearsi una famiglia con lui, vivere senza rimpiangere la sua libertà, vivere non più da solo, ma con qualcuno che lo amasse a sua volta, sarebbe stato fantastico...
"M-markus?" 
Quella voce lo riportò alla realtà, aprì gli occhi che non ricordava di aver chiuso e solo allora si accorse di provare uno strano calore alla mano congiunta a quella di Simon. Sgranò gli occhi e con la coda dell'occhio fissò le loro mani, ora prive di pelle, bianche con quella luce azzura che passava attraverso le nocche di plastica. Senza volerlo, mentre pensava, si era connesso con Simon.
"M-markus tu... cioé... te... mi ami?" La sua voce fu un flebile sussurro nella testa del Leader, ma riuscì a sentirlo lo stesso, quasi Simon lo avesse urlato. Senza motivo si ritrovò a deglutire saliva che non aveva e mentre i suoi occhi tremarono per un attimo mosse lentamente le gambe sopra il vuoto e strinse la presa della mano su quella di Simon e poi "Sì, mi sono innamorato di te" Rispose.

Il ricordo finì e come era iniziato, il video finì, Simon sospirò felice contro il petto dell'amato, ma prima che Markus dicesse qualunque cosa Il biondo lo fermò, un'altro ricordo, questa volta da parte di Simon, partì nelle loro menti connesse.

Era passato parecchio tempo da quella sera che avevano passato sospesi nel vuoto e nonostante avessero cominciato a stare insieme, Simon non credeva sarebbe durata, era innamorato con tutta l'anima di Markus e sapeva che per lui era lo stesso, eppure era terrorizzato all'idea che un giorno avrebbe capito i sentimenti di North e che, come se niente fosse, si sarebbe innamorato di lei solo per non farla soffrire. Per questo quella sera, mentre lo guardava intento a leggere un libro di Sheaskpire, aveva intensione di chiarire il suo dubbio, era facile innamorarsi di qualcuno, la vera sfida era saperlo amare. Simon sapeva che Markus si era innamorato di lui, ma lo amava? Chiuse il portello della cabina del capitano e lentamente si avvicinò al Leader, avvolse le braccia intorno al suo collo e nascose la testa nella sua spalla, troppo timido per guardarlo in faccia. Qualche istante dopo sentì Markus chiudere il libro e accarezzargli la testa con una mano. "Scusa se ti ho disturbato, ma volevo chiederti una cosa..." Sentì Markus posare le labbra contro la sua tempia ed un leggero sorriso increspò le sue labbra. All'improvviso la sedia dove l'altro era seduto si voltò e Markus fece sedere Simon su di lui a cavalcioni. "E dimmi, cosa vuoi sapere?" La voce del leader di Jericho era dolce mentre lo guardava e la sua mano gli accarezzava la guancia, ora rossa d'imbarazzo. Prese inutilmente un bel respiro ed abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarlo in faccia, non sarebbe sopravvisuto se avesse visto una risposta negativa in quegli occhi che amava, forse sarebbe morto, dopotutto ora, l'unica cosa che lo teneva in vita era Markus, che senso aveva lui di vivere, se Markus non fosse stato con lui?
"I-io... volevo chiederti se te... te sei sicuro di amarmi?" Si ritrovò all'improvviso impacciato con le parole, possibile che ogni volta che voleva fare un discorso decente con Markus si ritrovava a balbettare e a perdere fiato? Doveva calmarsi o sarebbe impazzito. Gli occhi di Simon si concentrarono sulle sue mani, le mosse nervoso facendo incrociare le dita bianche.
"Simon, perché me lo chiedi? - con la mano ancora posata sulla sua guancia, Markus fece passare lento il pollice sulla pelle morbida- Non sono stato abbastanza chiaro? Io sono follemente e pazzamente innamorato di te. Non c'è mai stato, nel mio cuore, niente di così profondo come l'amore che provo per te."
Simon tremò un attimo a quelle parole, però quella sensazione, quella paura di perderlo erano ancora lì, scogli immobili in un mare d'incertezze. Posò, con difficoltà, la sua mano sul polso di Markus e la tolse da suo viso solo per intrecciare le loro dita, si sentiva così smarrito, come poteva spiegare quelle cose a Markus? Erano pensieri percettibili dalla sua mente, ma non dalla sua bocca. "Io... io non intendevo questo... volevo sapere se... se tu fossi capace di... amarmi..." l'ultima parola fu un sussurro flebile sulle labbra del biondo, troppo impaurito e tremante per ripeterla di nuovo a voce più alta. 
"Hey Simon, guardami..." la voce di Markus era rimasta dolce e calma, non una nota infastidita riempì quel tono amorevole.
Simon chiuse di scatto gli occhi quando Markus, con la mano libera, provò a far incontrare i loro sguardi, alzando il suo volto. "Simon... ti prego... mostrami i tuoi occhi..." L'andoride biondo scosse la testa, non poteva guardarlo in faccia dopo ciò che glia aveva chiesto, si sentiva un mostro... e se anche Markus non lo avesse amato, cosa aveva intenzione di fare? Costringerlo? No, questo mai... 
La mano che ancora era intrecciata con la sua si allontanò... ecco! Pensò. Avevo ragione! Aprì di scatto gli occhi, tremanti di dolore e paura, ma quando fissò Markus capì. Che stupido che era stato! Come poteva Markus non amarlo? Voleva chiedergli scusa e ritirare la domanda che aveva fatto, ma non parlò. Le mani del Leader lo strinserò a sé. "Simon, senza di te mi sono sentito perso, solo. Avevo il terrore che tutto ciò che provavo, tutto ciò che desideravo per noi due non potesse realizzarsi, al solo pensiero di saperti libero e felice con qualche altro androide io... mi sentivo morire... perché la mia libertà senza di te non vale niente, perché solo con te... io mi sento vivo." Simon ricambiò l'abbraccio e si diede dello stupido.

Markus sorrise e baciò la fronte del fidanzato. "Simon." Lo chiamò e lui rispose con un "sì?" sussurrato. "Con te mi sento vivo." Disse e un "Anche io Markus." lasciò le labbra di Simon.

Angolino della shippatrice

* chiariamo, so che gli androidi diventano blu e non rossi quando arrossiscono, ma non sapevo come scriverlo quindi l'ho lasciato così.

Piaciuta questa prima OS? Sperò di sì! Vivamente a me non è piaciuta la scena con North, era troppo oppressante, per i miei gusti e sinceramente il fatto che scoprendo il suo passato automaticamente Markus diventa il suo amante mi ha fatto un po' ribrezzo, stanno tutto il tempo a litigare su due ideali diversi e poi boom! Si baciano.

Insomma, è l'unica forzatura del gioco. Io per comodità in quella scena me ne sono andata, poi c'è stata la scena MarkSim inaspettata ed ho sclerato male.😍😍 vabbè ciao! Al prossimo capitolo!


IL VERO ANGOLO INCAZZATO.
Non so chi e non lo voglio sapere, ma qualcuno mi ha segnalato la storia perché nel primo capitolo non c'era una "parte della storia", anche se quella ERA parte della storia peché stavo spiegando come funzionava la storia, per questo motivo ho dovuto modificare il primo capitolo, non sapendo come eliminarlo senza cancellare tutta la storia ho copia incollato il primo capitolo a questo, quindi il "vero" capitolo inizia ora.



(vediamo se ora me la segnalate di nuovo, babbani!)






 

Meglio se mi spiego!

 

La questione è semplice, Markus e Simon in due vite diverse (quella in HumanAU e in AndroidAU) che passano le giornate come una coppia d'amanti, diciamo che un 'Slice of Life' un po' 'What if' e mooooolto 'Fluff'.

I due mondi saranno alternati in modo da fare 50 pills per ciascuno, se avete qualche idea che volete sviluppare ditemela pure! Sarò felice di scriverla!

Mi raccomando, scrivete SOLO in questo capitolo le vostre idee, sennò non riuscirò a vederle tutte!

HumanAU ❤🖐

AndroidAU ❤🔼

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Capitolo 2
*** 1) AndroidAU: Whit you... I feel alive. ***


1. AndroidAU: Whit you...I feel alive.

 

Da poco il sole era calato, sparendo alla vista del cielo. Le stelle, come piccoli fiori bianchi in un prato oscuro, spuntarono chiare, illuminando la strada alla luna che, dolcemente, fece entrare nella stanza, un filo di luce ceruleo. Markus si rigirò nel letto e, nel dormiveglia, spostò una mano di lato cercando un calore conosciuto. Le sue dita incontrarono il braccio dell'amato. Aprì gli occhi con un dolce sorriso sulle labbra. La sua mano raggiunse quella più chiara del compagno e Markus si ritrovò a ricordare gli anni passati.

Nel buio della notte non c'era più ombra che potesse turbarlo, aveva compiuto la sua missione, aveva liberato la sua gente e nel mentre si era innamorato di lui, Simon. Era il suo personale Angelo terrestre, gli illuminava la giornata solo con la sua presenza e aveva conservato il ricordo di ogni sorriso che aveva fatto, dal più triste -risalente a quando gli aveva raccontato del suo passato -a quello più felice -risalente al giorno del loro matrimonio- . 
Erano passati quasi vent'anni da quella fatidica notte innevata del duemilatrentotto ed ormai lui e Simon si erano creati una casa loro, non c'era una routine precisa, senplicemente vivevano alla giornata, decidevano sul momento se uscire o rimare tutto il pomeriggio a coccolarsi sotto la coperta verde, sul divano, mentre guardavano un film. Ogni tanto i loro amici li venivano a trovare, ed ogni volta che se ne andavano uno strano senso di soddisfazione invadeva la casa, messa a soqquadro da Josh e North, ormai erano diventati una famiglia e sentiva che ninete li avrebbe separati.

Si ritrovò a stringersi Simon al petto che, con un mugolio soddisfatto, si accoccolò tra le sue braccia affondando il naso nel suo collo. Le mani ancora unite cominciarono a connettersi, Markus sapeva che l'amato era sveglio e aveva voglia di fargli rivivere quel momento, giusto per dirgli di nuovo "Ti amo". Nelle menti dei due androidi prese forma un ricordo, che sembrava un video.

Markus sospirò, era a sedere su quella sporgenza, il sole calava lentamente e lui voleva solo sentirsi in pace, voleva sapere se stava facendo le scelte giuste, voleva solo... cosa? La libertà? Quella di sicuro, eppure non voleva la Libertà se l'avesse dovuta vivere da solo. Cosa sarebbe successo dopo la fine di tutto? Dopo Jericho che c'era per lui? Non voleva perdere di nuovo tutto... ora che aveva costruito dei nuovi legami, ora che l'aveva conosciuto non voleva tornare da solo, non l'avrebbe sopportato.

"Ecco dov'eri." Si voltò, i suoi occhi bicolore incontrarono quelli cristallini del suo angelo, della persona che amava.
"Che fai qui tutto solo?" Chiese Simon dondolandosi sui piedi e muovendo nervoso le mani, forse era intimidito dal suo sguardo? "Pensavo." Rispose con uno sbuffo leggero, ed alcuni fiocchi di neve, che cadevano si spostarono, volteggiando via.
"P-posso... posso stare qui a pensare con te?" La domanda del biondo lo spiazzò, qualcun altro gli avrebbe chiesto a cosa stesse pensando, lui no, lui voleva solo stargli accanto, senza opprimerlo con la sua presenza, voleva solo un contatto di sguardi, una carezza, una porala dolce e gli sarebbe bastato. Questo era Simon, era gentile e razionale, buono ma severo se serviva, era ciò che desiderava avere al suo fianco.
"Certo." Rispose sorridendo, riportò lo sguardo sul panorama e poco dopo sentì la schiena dell'altro androide toccare la sua, a Simon bastava questo, ma a Markus no.
Con la coda dell'occhio vide la mano del biondo stringere il bordo della sporgenza e lentamente Markus la raggiunse con la sua, lo sentì sussultare, con dolcezza la staccò dalla sporgenza e incrociò le loro dita, erano come i pezzi di un puzzel, si incastrarono alla perfezione e il Leader di Jericho si sentì subito meglio. Forse, se in quel momento, gli avesse detto che lo amava, Simon sarebbe scappato, quindi rimase in silenzio, in ascolto del respiro dell'altro continuava a guardare il sole tramontare e pensava, pensava a come sarebbe stato bello stare per sempre con Simon, crearsi una famiglia con lui, vivere senza rimpiangere la sua libertà, vivere non più da solo, ma con qualcuno che lo amasse a sua volta, sarebbe stato fantastico...
"M-markus?" 
Quella voce lo riportò alla realtà, aprì gli occhi che non ricordava di aver chiuso e solo allora si accorse di provare uno strano calore alla mano congiunta a quella di Simon. Sgranò gli occhi e con la coda dell'occhio fissò le loro mani, ora prive di pelle, bianche con quella luce azzura che passava attraverso le nocche di plastica. Senza volerlo, mentre pensava, si era connesso con Simon.
"M-markus tu... cioé... te... mi ami?" La sua voce fu un flebile sussurro nella testa del Leader, ma riuscì a sentirlo lo stesso, quasi Simon lo avesse urlato. Senza motivo si ritrovò a deglutire saliva che non aveva e mentre i suoi occhi tremarono per un attimo mosse lentamente le gambe sopra il vuoto e strinse la presa della mano su quella di Simon e poi "Sì, mi sono innamorato di te" Rispose.

Il ricordo finì e come era iniziato, il video finì, Simon sospirò felice contro il petto dell'amato, ma prima che Markus dicesse qualunque cosa Il biondo lo fermò, un'altro ricordo, questa volta da parte di Simon, partì nelle loro menti connesse.

Era passato parecchio tempo da quella sera che avevano passato sospesi nel vuoto e nonostante avessero cominciato a stare insieme, Simon non credeva sarebbe durata, era innamorato con tutta l'anima di Markus e sapeva che per lui era lo stesso, eppure era terrorizzato all'idea che un giorno avrebbe capito i sentimenti di North e che, come se niente fosse, si sarebbe innamorato di lei solo per non farla soffrire. Per questo quella sera, mentre lo guardava intento a leggere un libro di Sheaskpire, aveva intensione di chiarire il suo dubbio, era facile innamorarsi di qualcuno, la vera sfida era saperlo amare. Simon sapeva che Markus si era innamorato di lui, ma lo amava? Chiuse il portello della cabina del capitano e lentamente si avvicinò al Leader, avvolse le braccia intorno al suo collo e nascose la testa nella sua spalla, troppo timido per guardarlo in faccia. Qualche istante dopo sentì Markus chiudere il libro e accarezzargli la testa con una mano. "Scusa se ti ho disturbato, ma volevo chiederti una cosa..." Sentì Markus posare le labbra contro la sua tempia ed un leggero sorriso increspò le sue labbra. All'improvviso la sedia dove l'altro era seduto si voltò e Markus fece sedere Simon su di lui a cavalcioni. "E dimmi, cosa vuoi sapere?" La voce del leader di Jericho era dolce mentre lo guardava e la sua mano gli accarezzava la guancia, ora rossa d'imbarazzo. Prese inutilmente un bel respiro ed abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarlo in faccia, non sarebbe sopravvisuto se avesse visto una risposta negativa in quegli occhi che amava, forse sarebbe morto, dopotutto ora, l'unica cosa che lo teneva in vita era Markus, che senso aveva lui di vivere, se Markus non fosse stato con lui?
"I-io... volevo chiederti se te... te sei sicuro di amarmi?" Si ritrovò all'improvviso impacciato con le parole, possibile che ogni volta che voleva fare un discorso decente con Markus si ritrovava a balbettare e a perdere fiato? Doveva calmarsi o sarebbe impazzito. Gli occhi di Simon si concentrarono sulle sue mani, le mosse nervoso facendo incrociare le dita bianche.
"Simon, perché me lo chiedi? - con la mano ancora posata sulla sua guancia, Markus fece passare lento il pollice sulla pelle morbida- Non sono stato abbastanza chiaro? Io sono follemente e pazzamente innamorato di te. Non c'è mai stato, nel mio cuore, niente di così profondo come l'amore che provo per te."
Simon tremò un attimo a quelle parole, però quella sensazione, quella paura di perderlo erano ancora lì, scogli immobili in un mare d'incertezze. Posò, con difficoltà, la sua mano sul polso di Markus e la tolse da suo viso solo per intrecciare le loro dita, si sentiva così smarrito, come poteva spiegare quelle cose a Markus? Erano pensieri percettibili dalla sua mente, ma non dalla sua bocca. "Io... io non intendevo questo... volevo sapere se... se tu fossi capace di... amarmi..." l'ultima parola fu un sussurro flebile sulle labbra del biondo, troppo impaurito e tremante per ripeterla di nuovo a voce più alta. 
"Hey Simon, guardami..." la voce di Markus era rimasta dolce e calma, non una nota infastidita riempì quel tono amorevole.
Simon chiuse di scatto gli occhi quando Markus, con la mano libera, provò a far incontrare i loro sguardi, alzando il suo volto. "Simon... ti prego... mostrami i tuoi occhi..." L'andoride biondo scosse la testa, non poteva guardarlo in faccia dopo ciò che glia aveva chiesto, si sentiva un mostro... e se anche Markus non lo avesse amato, cosa aveva intenzione di fare? Costringerlo? No, questo mai... 
La mano che ancora era intrecciata con la sua si allontanò... ecco! Pensò. Avevo ragione! Aprì di scatto gli occhi, tremanti di dolore e paura, ma quando fissò Markus capì. Che stupido che era stato! Come poteva Markus non amarlo? Voleva chiedergli scusa e ritirare la domanda che aveva fatto, ma non parlò. Le mani del Leader lo strinserò a sé. "Simon, senza di te mi sono sentito perso, solo. Avevo il terrore che tutto ciò che provavo, tutto ciò che desideravo per noi due non potesse realizzarsi, al solo pensiero di saperti libero e felice con qualche altro androide io... mi sentivo morire... perché la mia libertà senza di te non vale niente, perché solo con te... io mi sento vivo." Simon ricambiò l'abbraccio e si diede dello stupido.

Markus sorrise e baciò la fronte del fidanzato. "Simon." Lo chiamò e lui rispose con un "sì?" sussurrato. "Con te mi sento vivo." Disse e un "Anche io Markus." lasciò le labbra di Simon.

Angolino della shippatrice

* chiariamo, so che gli androidi diventano blu e non rossi quando arrossiscono, ma non sapevo come scriverlo quindi l'ho lasciato così.

Piaciuta questa prima OS? Sperò di sì! Vivamente a me non è piaciuta la scena con North, era troppo oppressante, per i miei gusti e sinceramente il fatto che scoprendo il suo passato automaticamente Markus diventa il suo amante mi ha fatto un po' ribrezzo, stanno tutto il tempo a litigare su due ideali diversi e poi boom! Si baciano.

Insomma, è l'unica forzatura del gioco. Io per comodità in quella scena me ne sono andata, poi c'è stata la scena MarkSim inaspettata ed ho sclerato male.😍😍 vabbè ciao! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** 1) HumanAU: In un giorno di sole ***


1) HumanAU: In un giorno di sole

 

Pubblico questa OS ora e non alle nove come avevo deciso per vari motivi, spero vi possa piacere!
Buona lettura!

Simon posò le braccia, incrociate, sulla superficie di legno vicino al gemello che ci si era seduto sopra. "Hai detto che è nuovo? Qual è il suo nome?" Chiese a Daniel che, posato il suo libro di cucina, volse lo sguardo su l'oggetto della curiosità del fratello. "Markus Manfred" rispose mettendo il suo segnalibro, una foto sua e di Simon da piccoli, sulla ricetta che stava studiando. Simon tornò silenzioso mentre Daniel spostò lo sguardo sull'altro biondino. Era assorto in qualche strano pensiero o, più probabilmente, stava studiando quel ragazzo che aveva attirato la sua attenzione. 
"Ha un occhio di colore diverso..." Sospirò con gli occhi puntati sulla figura del ragazzo. Il gemello sospirò alzandosi e strinse al petto il libro. "Se ti piace tanto perché non vai a parlargli?" Propose Daniel guardando la reazione del fratello che, preso in contro piede, arrossì fino alla punta dei capelli e nascose il viso tra le braccia. "Daniel no! Non potrei mai farcela!" La voce alterata dall'imbrazzo fece sbuffare divertito l'altro. "Okay, come preferisci, anche se credo che le tue attenzioni siano state gradite." Le parole del fratello riscossero Simon che scattando a sedere vide la figura di Markus sorridergli e cercare di avvicinarsi schivando tutti i ragazzi del liceo che, si erano accampati per terra, per la pausa pranzo. "Povero me, cosa devo fare Deniel?!" Il biondo si aggrappò alla maglia del fratello, terrorizzato di aver dato noia al nuovo arrivato che, ne era certo, stava andando lì per fargli capire di lasciarlo stare.
"Non lo so, io devo andare ora." Deniel si scrollò di dosso le mani di Simon e salutò Kara che era appena arrivata. "Cosa? E mi lasci qui da solo?!" Il tono di voce di Simon era disperato, ma il fratello, ormai abituato al suo panico continuò, non ci fece caso. "Sì, a differenza tua io ho una vita sociale al di fuori di Josh. Ciao!" Simon lo vide sparire con Kara e si ritrovò pietrificato dalla paura, cosa doveva fare? Forse se si fosse mosso sarebbe riuscito a scappare! Agguantò i libri di testo aperti sul tavolo, insieme alle penne e all'astuccio, buttò tutto in cartella. La chiuse con uno scatto e prese a correre verso l'interno della scuola, meglio stare da solo nei corridoi vuoti che essere malmenato da qualcuno.

Markus non riuscì ad arrivare in tempo che i due ragazzi erano spariti. Probabilmente erano in ritardo per qualche lezione pomeridiana. Sospirò, gli avrebbe parlato il giorno dopo. 
Era quasi una settimana che si era trasferito alla Jericho High school e sin dal primo giorno lo aveva notato, gli occhi azzurri, i capelli biondi simili al grano, il silenzio facile e il suo sorriso raggiante. Voleva parlargli subito, ma non aveva fatto in tempo che Leo, suo fratello, non lo aveva lasciato un attimo in pace da quando era arrivato a Scuola. Si ricordava che, la prima volta che lo aveva visto, stava giocando una partita a scacchi con un altro ragazzo e stava sorridendo, se si fosse mosso più velocemente forse sarebbe riuscito a parlargli già in quel momento, invece...

"Hey bicolore!" Sentì la voce strafottenge del fratellastro. Prese un bel respiro, doveva sopportarlo un'altra ora e poi sarebbe tornato da Carl, mentre Leo aveva un appartamento vicino alla scuola.
_

La bellissima giornata di sole, che voleva passare leggendo il suo libro preferito in veranda, si era dissolto come un sogno distrutto dall'amara realtà. Un tuono in lontananza gli fece stringere le mani intorno alla tracolla. Lo scrosciare della pioggia calmò il suo cuore agitato, a volte avrebbe preferito essere figlio unico, perché Daniel gli aveva preso l'ombrello senza avvertirlo? Ora gli toccava aspettare che la pioggia smettesse, lì su quegli scalini sporchi dell'entrata della scuola.
"Hai dimenticato l'ombrello?" Una voce bassa, dolce e gentile lo riscosse dalle sue maledizioni mentali contro il gemello, alzò lo sguardo e incontrò gli occhi bicolore di Markus. "C-come... cosa?" Gli sembrò di essere diventato scemo all'improvviso, gli tremavano le gambe e per fortuna era seduto, sapeva che, sennò, sarebbe caduto come una pera cotta davanti al ragazzo. Markus sorrise e Simon credette di morire. "Non hai l'ombrello?" Ripeté la sua domanda. "Io non l'ho dimenticato, ma mio fratello sì e giustamente ha deciso di prendere il mio..." Finalmente il biondo rispose senza balbettare, perché troppo impegnato a parlare male di Daniel. Markus gli si sedette accanto e forse per Simon non fu la cosa migliore, spostò lo sguardo alla parete dall'altro lato e si chetò immediatamente. Cosa stava succedendo? "Anch'io ho un fratello insopportabile, forse dovrei dire fratellastro..." Il biondo divenne curioso e incrociò di nuovo gli occhi con quelli bicolori di Markus e rimase incantato dalla profondità dell'iride verde e l'azzurro cristallino dell'altro. Non parlò, non voleva infastidirlo come aveva fatto all'ora di pranzo, ma l'altro capì la domanda inespressa del gemello più piccolo. "Vedi, io non sono figlio naturale di Carl Manfred, mi ha adottato sotto consiglio del suo amico Elija Kamski*..." Vide Markus stringere un attimo la presa sul suo ombrello, che fosse turbato nel raccontare il suo passato?
"Io invece ho solo avuto la sfortuna di nascere dopo Daniel, così ogni volta usa la scusa che è più grande di me per fare il superiore, ma ha solo tre secondi di vita più di me..." Markus si accorse del tentativo di Simon di sdrammatizzare, era forse preoccupato per lui? Ma non si conoscevano nemmeno... almeno non ancora. Si voltò verso di lui e sorrise grato, poi gli porse la mano. "Piacere, io sono Markus, Markus Manfred." Il biondo si stupì, cosa voleva fare Markus? Perché presentarsi ora? Che volesse davvero essere suo amico? E pensare che lui quella stessa mattina era scappato via! Strinse la mano del ragazzo e sorrise "Piacere, sono Simon." Ed in quel momento, come felice per la sua scelta, la pioggia smise di cadere ed il sole tornò ad illuminare quel bellissimo giorno, dove due sorrisi e due anime si era finalmente ritrovati.

Angolino della shippatrice
* per chi non lo sapesse, Markus nel gioco è un andoride unico, poiché è stato creato da Elija esclusivamente per essere regalato a Carl, tutto questo lo si scopre nel gioco.

Lo so questa OS è più corta della precedente, ma non posso fare mica più di 2000 parole ad ogni capitolo, no?

No, io posso.
Ma sentivo che questo capitolo andava bene lungo così... comunque, ci vediamo nel prossimo, che sarà un AndroidAU!

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Capitolo 4
*** 2) AndroidAU: Show me... ***


2) AndroidAU: Show me...

 

Strinse le gambe al petto, la paura se ne era andata, ma aveva lasciato dietro di sé quel retrogusto amaro che solo una preda braccata, sfuggita per pura fortuna al suo predatore, poteva capire. Gli tremavano le braccia e gli occhi erano sgranati, come potevano chiamare tutto quello un errore di softwer? 
Aveva avuto così paura di morire... di non poter più vedere gli occhi di Markus o di non potergli più dire ti amo o di non poter più sentire le sue braccia che lo stringevano... era ancora terrorizzato, nonostante lo avesse tenuto costantemente sott'occhio, non perdeva un solo suo movimento mentre si aggirava tra gli androidi per vedere come stavano... sapeva che si sentiva male... molti di loro erano morti e lui si riteneva il solo colpevole... non voleva addossargli anche la sua di paura e colpa e allora restava fermo nel suo angolino a guardarlo, lo faceva sentire in pace con se stesso guardarlo, però quando lui si fermava, quando tutta la sua frenesia nel cercare un certo componente per qualcuno o il recuperare il sangue finiva... la paura tornava, tornava a galla, quasi come se fosse un morto in mare, andava giù, spinto dalle onde e poi risaliva facendogli tremare il corpo da quanto era intensa. Avrebbe tanto voluto un abbraccio di Markus, gli sarebbe bastata anche solo una carezza sulla testa, uno sguardo veloce, invece lui non lo guardava, lo ignorava spudoratamente e di questo Simon se ne era accorto da qualche ora, preferiva tornare a parlare con Josh e North piuttosto che andare da lui. Prese un altro bel respiro, forse il duecentesimo di quella sera, si strinse un altro po' su se stesso e trattenne le lacrime per la millesima volta, quella sera non avrebbe pianto, lo aveva fatto di già troppe volte al ricordo della Tower di Channel 16, ora non avrebbe versato una lacrima, non avrebbe riversato su Markus il suo dolore e la sua paura, per una volta sarebbe stato lui a sostenerlo, almeno questo lo voleva fare.

Poi, come un miracolo, Markus, che stava parlando con North, si voltò verso di lui. Il suo sguardo intenso lo aveva intrappolato lì, seduto su quella cassa, sentì lo stesso tremito nelle gambe della prima volta che lo aveva guardato. Era stato in quell'attimo ormai lontano, quasi in un'altra vita per Simon, che si era accorto di quanto importante sarebbe stato per lui, quell'androide. Lo vide alzarsi dalla panca dove c'era North, l'osservò camminare verso la sua direzione e fermarsi a pochi centimetri davanti a lui. Gli parve un sogno lontano, un'altra realtà, dove a Markus importava solo di lui e non aveva sulle spalle il futuro di un intero popolo. Markus rimase per un po' fermo, lì in piedi, a guardare Simon, sembravano due statue, così perfette ed immobili, in quel momento erano entrati in un altro mondo, dove non c'erano androidi né umani, dove importava solo che i loro sguardi rimanessero uno incastrato nell'altro. Markus parlò, senza sapere cosa dire. <> Sospirò il suo nome e Simon desiderò sentirglielo ripetere, desiderò di nuovo il suo nome sulle labbra dell'altro. Quando il leader di Jericho abbassò lo sguardo, il loro mondo onirico si spezzò, come il cristallo che cade a terra in frantumi. Markus sospirò e si sedette accanto a Simon, il biondo sapeva che, in quel momento il suo sguardo era privo di forza e volontà. Gli fece posare la testa sulla sua spalla. Sentiva il suo respiro sul collo, così affannato e disperato, non avrebbe più permesso che qualcuno lo facesse soffrire così. Lo strinse a sé mentre Markus si lasciava andare in quel calore conosciuto. Un attimo era bastato a Simon per connettersi al Leader, mezzo sospiro per sussurrargli all'orecchio. <> Un battito di ciglia e seppe tutto. Conobbe la confusione e la disperazione, il dolore e la rabbia di Markus. Faceva così male sapere che, nonostante tutto quello che aveva sopportato si era preso anche i suoi di problemi. Gli accarezzò la testa, questa volta sarebbe stato lui a sorreggere Markus.


 

Angoletto della devianza

Miei cari Androidi, mi dispiace tanto per la mia assenza ma nel mentre che scrivevo questi capitoli ho ripreso a scrivere altre storie e quindi, anche se in cantiere avevo qualche capitolo, non sono riuscita a pubblicare, vabbè! Ecco a voi il nuovo capitolo! Vi piace? So che è piuttosto corto, ma a me sembrava stupido allungarlo , ci si vede in un nuovo chappy!
 

P.S. 

L'ho notato anch'io che l'immagine del capitolo c'entra poco con il capitolo ma shhhhh, non siate puntigliosi come Connor!

 

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Capitolo 5
*** 2) HumanAU: Ti voglio. ***


2) HumanAU: Ti voglio.

 

Seduto sul letto si sistemó meglio tra le braccia di Markus, che lo stringevano per la vita, in mano aveva un libro che stavano leggendo tutti i due, o meglio, Markus lo stava leggendo, lui stava cercando di calmarsi. Non sapeva esattamente per quale motivo, ma da quando era iniziata la primavera aveva una continua ed inestinguibile voglia del compagno, non che non gli bastassero i momenti tranquilli tra di loro, però, in quell'esatto momento avrebbe voluto mandare a quel paese il protagonista del libro e baciare il suo ragazzo, ma purtroppo lui si era interessato e Simon non aveva il coraggio di interromperlo. Lo sentì posare le labbra sul suo collo ed avvertì il respiro del ragazzo sulla pelle, le labbra sfiorarono dolci la sua epidermide e rabbrividì quando la lingua lo toccò dolcemente. Markus continuò a baciarlo nello stesso punto, ancora concentrato sulla lettura. Si morse la lingua per non sospirare a bocca aperta. Lasciò uscire l'aria dal naso ed ingoiò a vuoto. Ma ci stava provando gusto Markus? Vide un suo dito avvicinarglisi alla bocca e percepì il respiro dell'altro nell'orecchio. "Puoi aprire la bocca per favore?" La voce gentile e calma lo fece quasi gemere quando avvertì le parole sfiorargli il padiglione. Ingoiò di nuovo ed aprì titubante le labbra.

"Tira fuori la lingua..." continuò lui a sospirargli e questa volta Simon non riuscì a trattenere un respiro profondo, ma Markus non disse niente. Timidamente la sua lingua uscì e il suo ragazzo vi posò un secondo il dito sopra, un attimo dopo lo vide voltare pagina. Il cuore gli batteva all'impazzata, che Markus lo stesse provocando era ovvio. Strinse la presa sul libro e sentì la mano dell'altro tornare al suo posto sulla vita. Gli si mozzò il respiro in gola quandò avvertì il palmo del ragazzo dagli occhi bicolore scendere di poco e fermarsi. Lo avvertì tornare con la bocca sul collo e si lasciò andare appoggiando la testa sulla spalla del compagno ed esponendo del tutto il collo. A quel punto Markus riprese a muovere le mani che scesero lente verso la patta dei pantaloni. Si ritrovò così ad emettere piano il piacere che lo pervadeva. "Tieni su il libro per favore." Aprì un occhio e con le mani leggermente tremanti lo riportò dove era prima, così che il fidanzato potesse continuare a leggere. "Grazie" gli soffiò sopra al punto che aveva appena leccato, dopo averlo morso. Simon rabbrividì contro il suo petto.
Sentì il cuore battere all'impazzata, quando, con un gesto tutt'altro che casuale, Markus spostò la mano, prima lasciata sulla vita, sul suo petto poi prese tra l'indice e il pollice un capezzolo. Il respiro gli si mozzò e la vista cominciò a farsi offuscata.
Il caldo tepore dei raggi solari, pomeridiani, li prese in pieno, donando loro la sua luce.
Simon avrebbe voluto lanciare via il libro e voltarsi a baciare l'altro ragazzo, ma era incerto, non sapeva se il compagno stesse ancora seguendo il racconto o no. Un altro brivido, questa volta proveniente dal basso lo fece ricredere. Al diavolo il libro! Voleva il suo compagno e quel racconto avrebbe potuto aspettare!
Lasciò andare il libro che finì per terra, sentì Markus allontarsi dalla sua schiena e capì che stava per protestare, ma con uno scatto si voltò e prese il suo volto tra le mani baciandolo. Il contatto forte e deciso delle loro labbra fece chetare qualsiasi lamentela dell'altro, che poi svanirono dalla mente quando approfondirono il bacio. 
Ci fu una vera e propria lotta, con tanto di morsi e spintoni, ma nessuno dei due riuscì a primeggiare sull'altro, e, se questo non fosse stato già di per sé fantastico, quando si separarono e Marku gli sospirò sulle labbra "Ti voglio." Simon credette che non esistesse nulla di più bello in quel momento.

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