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di pokepony10
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** vero amore ***
Capitolo 2: *** catfish ***
Capitolo 3: *** friend zone ***
Capitolo 4: *** rifiuto ***
Capitolo 5: *** oh mio cavaliere ***
Capitolo 6: *** un documento per il capo ***



Capitolo 1
*** vero amore ***


Era un giorno normale, uno di quelli in cui non si ha tempo nemmeno di truccarsi per bene e sistemarsi i capelli come dal parrucchiere. Tra mille cose importanti una era la più importante di tutte: mandare i documenti al mio capo per email. 

Mi alzai comodamente dal letto alle 7 di domenica mattina, colazione con una di quelle bustine per la dieta, quelle che non ti riempiono nemmeno per un quinto del necessario. Una bella doccia che malfunzionando o mi congelata o mi cuoceva, un trattamento arrangiato al volto e finalmente al PC.

Mi sedetti dietro la mia scrivania di vetro e tolsi i vari post it dallo schermo del computer, di solito non ricordo nulla se non ho i miei impegni scritti davanti ai miei occhi. Entrai nella pagina di login per la mia mail e misi l'indirizzo e poi prosegui con la password. Nulla.

Panico, mi prese il panico, erano documenti importanti ed io non ricordavo la password, ciò indica quanto io non usassi il PC per lavoro. Riprovai altre 4 volte poi mi apparì un popup -desideri usare la domanda di riserva?- mi chiese il sito, per fortuna dieci anni prima ero stata piuttosto intelligente da mettere una domanda di riserva.

-chi è stato il tuo primo amore?- mi chiese il  sito -che domanda stupida, sono 5 anni che sono sposata col mio amato Daniele, ovvio che ho messo lui- pensai digitando il nome. Aspettai il caricamento e col terrore notai che non era Daniele la risposta, provai con diverse tipologie di risposta -DANIELE? No, daniele? No, Dani3le? No, eleinad? No-, qualunque cosa provassi non andava, ciò significava che lui non era il mio primo amore? Iniziai a riflettere preoccupata mentre mi rigiravo la fede tra le mani. 

Ci eravamo conosciuti circa dieci anni prima, avevamo più o meno vent'anni e ci incontrammo nella biblioteca della città. Io studiavo per gli esami di ammissione all'università mentre lui, lui era speciale. Tra tanti libri di cultura è riuscito a trovare una decina di fumetti del suo personaggio preferito. Si sedette di fronte a me e ci feci caso solo quando iniziò a infastidirmi.

Studiavo con il naso sul libro concentratissima quando all'improvviso sentì una risata -ti prego, vattene- pensai senza alzare lo sguardo, partì un'altra risata -dannazione… è difficile poter studiare in pace?- borbottai e lui rise di nuovo. Alzai di colpo la testa e presa dallo stress e il fastidio non riuscì a trattenermi. -che hai da ridere?!- chiesi quasi ringhiando -he?- chiese lui abbassando il fumetto, i suoi occhi verdi di fissavano confusi mentre io divenni all'istante rossa in faccia -stavi dicendo qualcosa?- mi chiese
-si, puoi andare a ridere da un'altra parte?- chiesi
-nha, che leggi?- chiese chiudendo il fumetto 
-sto studiando per entrare all'università-
-allora stai sbagliando- mi disse diretto
-che vorresti dire?- chiesi infastidita 
-Se vuoi entrare all'università qui all'angolo, non è questo ciò che ti serve sapere, a casa ho gli appunti del mio esame, se vuoi te li posso passare- propose 
-cosa vai cercando furbone? Mi hai presa per una di quelle ragazze che si vendono per qualche appunto? Bhe, scordatelo!- gli dissi aprendo di nuovo il libro
-bhe si è vero, voglio qualcosa in cambio, ma non sono interessato a ciò che pensi- rispose abbassando il libro che avevo tra le mani 
-sei gay forse?-
-no, sono una persona educata e poi sono fidanzato- rispose fiero 
-non ci credo-
-infatti non è vero, ma la speranza è l'ultima a morire. Comunque, vuoi o no gli appunti?- disse fissando l'enorme pila di libri che dovevo ancora leggere.

Odiavo già dovergli dare ragione, ma avevo bisogno del suo aiuto e presto ne avrei sempre avuto bisogno.

-va bene, cosa vuoi in cambio?- chiesi, lui mi prese per la mano e mi portò in un angolo della biblioteca 
-allo scaffale più in alto c'è l'ultimo fumetto che mi serve, puoi usare la scala prenderlo- disse indicando un libro rosso 
-perché io?-
-perché soffro di vertigini e mi vergogno di chiedere agli addetti. Dai, su- mi incoraggiò.

Presi la scala e salì per poi scendere con il suo fumetto -eccoti il tuo libro, ora voglio gli appunti- gli dissi. Uscimmo dalla biblioteca ed andammo verso la fermata del bus. -senti, visto che ci vorrà tempo, ti va di andare al bar?- chiese avviandosi già.

 -allora è vero che ci provi con me!- dissi severa -no, se vuoi ti lascio pagare anche la mia bevanda- disse prendendo due lattine di coca cola, io incrociai le braccia e cacciai delle monete dalla tasca -quant'è?- chiesi
-nulla, mi sembrava ovvio che te la offrissi io, mia l'idea mio il conto- disse dandomi la lattina. 

Bevemmo seduti ad aspettare il bus che arrivò dopo un po’. Per fortuna trovammo anche posto, peccato una vicino all'altro. Rimanemmo in silenzio ed io ansiosa iniziai a giocare con la linguetta della lattina.

-D- dissi fissando la lattina 
-ironico, ti è uscita la mia iniziale, Daniele- disse sorridendo e facendo la stessa cosa con la sua lattina fino a romperla
-G, anche a me è uscita la tua lettera, hai visto?- mi disse felice 
-io mi chiamo Chiara-
-C e G sono molto simili in fin dei conti- disse mettendomi nella tasca il pezzo di alluminio con un sorriso.

Il suo essere ingenuo e simpatico mi conquistò subito.  Quel giorno ebbi gli appunti e il suo numero di telefono. Da quella volta ci vedemmo sempre dopo le lezioni e lentamente il nostro rapporto si fece più stretto e intimo fino ad arrivare al nostro primo bacio.

Quella sera eravamo in un parco, e ci sedemmo su una panchina. -senti Chiara, io vorrei darti una cosa, ma ho paura che non ti piaccia quindi prima di darti questa cosa voglio che tu mi prometta di non ridere- disse a testa bassa 
-prometto, dammi dai che amo le soprese- lo incoraggiai
-ok- disse dandomi un fumetto -ho visto che ultimamente ti stai interessando alle mie passioni e credo che questo fumetto potrebbe piacerti- disse senza guardarmi in faccia 
-si chiama manga, non fumetto, manga- lo corressi io annusando le pagine nuove 
-quindi ti piace?- mi chiese 
-mi piace la persona che me l'ha regalato- dissi senza accorgermene perché distratta a guardare i magnifici colori del manga
-c… che ?! Io?- chiese sorpreso. Mi resi solo dopo conto di ciò che era successo -bhe… in fin dei conti frequentarti è un piacere, un gran piacere- gli dissi sorridendo. All'improvviso lui mi abbracciò, sentivo stranamente il suo cuore battere oltre la felpa e senza pensarci troppo lo baciai.

Fu una sensazione meravigliosa, ogni volta che ci ripensavo mi commuovevo. Lui è stato la mia prima volta in tutto. La prima volta in cui mi sono sentita bene con me stessa, la prima volta che mi sono sentita completa in un abbraccio, la prima volta che ho dormito senza timore tra le braccia di un uomo.

Presa dai pensieri non mi accorsi che il tempo passava in fretta. Erano le 9 di domenica mattina ed io non avevo ancora mandato il mio documento al capo.

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Capitolo 2
*** catfish ***


Presa dall'ansia iniziai a fare una lista delle persone che potevano essere le mie ipotetiche cotte vere e proprie, il nome più recente che mi tornò in mente era Fabiana.

Un anno prima di conoscere Daniele conobbi lei, bellissima, innocente, con le forme giuste. Era perfetta, non come me che non sono mai stata particolarmente abbondante, non lo ero per nulla. La conobbi alle superiori, avevamo tante cose in comune, soprattutto il passato. Entrambe figlie di genitori separati.

Non seppe mai cosa provavo per lei, non avrebbe mai dovuto saperlo. Il rapporto tra noi ci rendeva molto intime, ma io volevo di più, volevo il suo amore. Lei frequentava ragazzi disgustosi, che da lei cercavano solo una cosa, senza voler sapere nulla. Io conoscevo di lei tutto, io l'aiutavo, io la proteggevo, io la meritavo.

Erano desideri un po’ oltre il mio modo di comportarmi, non mi era mai successo di provare certe cose per lei, ma quella volta, esplosi. Era a casa mia, come ogni volta a parlare di ragazzi.
-guarda Chiara, questo ragazzo bellissimo mi ha appena scritto- disse mostrandomi una foto di un ragazzo biondo ed occhi verdi
-già, ti piace?- chiesi nascondendo il telefono dietro la schiena. Avevo creato un profilo falso, se lei si fosse innamorata di quel Mario, forse scoperta la verità sarebbe andata oltre il fatto che io ero una donna.

Posso anche essere sembrata disperata, ma il suo pensiero non mi dava tregua, la vedevo ovunque, la volevo ovunque. I giorni passarono, e non riuscivo a perdonarmi di passare il tempo ad ingannarla, ma ero troppo presa, come anche lei.

I messaggi dolci si trasformarono in spinti e da spinti si trasformarono in oscenità, mi vantavo tanto di essere una donna che odiava il modo disgustoso dei ragazzi di approcciarsi alle ragazze innocenti, ma la richiesta di una foto mi scapò e lì mi resi conto di aver toccato il fondo.

La foto del suo corpo era qualcosa di magnifico, ma non ebbi il coraggio di tenerla e la cancellai per sempre dal cel -tutto bene?- scrisse
-si, sei bellissima… ma forse non avresti dovuto farlo con così tanta facilità, ci sono tanti profili falsi in giro, come il mio per esempio- scrissi dall'account di Mario
-chi sei allora?- rispose
-non temere, sono un volto amico, ho eliminato dal cel la tua foto, non ne farò parola con nessuno, ma dimentichiamoci di questa storia- risposi poi la bloccai sul social ed eliminai l'account, ero stata un mostro, ma per fortuna mi sono fermata in tempo.

Di quella storia non ne parlai con nessuno, speravo tanto che Fabiana se ne scordasse eppure il giorno dopo la ritrovai davanti casa.

-hey a cosa devo la tua visita?- chiesi aprendo la porta
-ho una storia assurda da raccontarti- rispose entrando
-riguardante?- 
-un ragazzo bellissimo anche se un po’ strano, un certo Mario- disse sedendosi sul divano
-hem… dobbiamo proprio? Non è che io ami molto parlare di ragazzi- cercai di sviare la discussione
-ne troverai uno anche tu che ti farà vibrare l'anima-
-tu l'hai trovato?-
-speravo fosse Mario, mi ci trovavo bene, ma poi è scomparso-
-forse non è chi ti ha raccontato di essere- dissi senza guardarla in faccia
-bhe è questo che mi preoccupa, se non avesse davvero 17 anni? E se fosse un anziano pervertito?-
-bhe non avresti nulla da temere a meno che non hai fatto qualche cavolata con quel cel-
-bhe forse…- iniziò preoccupata ed imbarazzata, non potevo farla stare male per un guaio combinato da me
-facciamola finita, sono io Mario, ho cancellato la foto e ti chiedo scusa-. Lei mi fissò sorpresa, non rispose si alzò e se ne andò senza fiatare, il mio piano  era andato in pezzi, per uno stupido desiderio avevo perso la mia migliore amica.

Non la sentì per molto, fino a quando non mi  vibrò il cel -dobbiamo parlare. Fabiana.- c'era scritto. Erano le 9.30 di domenica mattina, una vecchia fiamma mi aveva mandato un messaggio dopo anni ed io non avevo ancora mandato il mio documento al capo.

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Capitolo 3
*** friend zone ***


Rimasi a fissare il cel incredula -dopo così tanto tempo?- pensai andando in cucina. Distratta dal messaggio mi scontrai con Daniele che usciva dalla stanza -hey, sembri molto concentrata, tutto bene amore mio?- era ancora con l'accappatoio bagnato addosso e mi fissava con un sorriso assonnato 
-tutto bene piccolo…- dissi stringendolo a me 
-hey calmati che ti inzuppi la camicia- disse allontanandomi 
-e se mi andasse bene?- chiesi continuando a stringermi a lui 
-mi costringeresti a togliertela-  disse iniziando a sbottonare. Lo lasciai fare, lui mi tolse la camicia e la mise sul tavolo da stiro per sistemarla. -dovresti evitare di bagnarti Chiara, abbiamo un pranzo di lavoro dopo- mi richiamò dandomi l'indumento -con te in giro non è facile- gli risposi rossa in volto 
-mi fa piacere piccola, io mi vesto, devi uscire per fare qualcosa?- chiese, io guardai il cel e mandai un messaggio a Fabiana 
-una vecchia amica vorrebbe incontrarmi, potresti accompagnarmi al solito bar?- chiesi 
-certo, aiutami a trovare dei vestiti decenti e ti accompagno- mi disse andando in camera da letto.

Lo segui e lo aiutai a scegliere un completo elegante ma anche sportivo -chi è la fortunata che ritorna nella tua vita?-
-Fabiana-
-quella per cui avevi una cotta?-
-erano vecchi tempi-
-forse questa è la volta buona- rispose facendomi l'occhiolino
-non voglio nulla da lei, ci sei tu, non ho bisogno di nessuno oltre a te- lui non disse nulla, mi strinse a se e m baciò -ti amo- mi bisbigliò dandomi un bacetto sul collo
-vai cercando qualcosa?- gli chiesi con tono malizioso 
-se il colloquio va bene, stasera festeggiamo, scegli tu la modalità, mi mancano i giochi di ruolo… per ora usciamo dai- disse iniziando ad uscire.

Presi una borsa e messi soldi, telefono e le chiavi uscì seguendo Daniele. Salimmo in macchina e dopo circa cinque minuti scesi dall'auto per incontrare Fabiana.

La vidi seduta ad un tavolo da sola, in 10 anni non era cambiata molto, era maturata si, era una donna oramai, ma il suo modo impacciato di comportarsi la rendeva ancora la fragile Fabiana di anni prima. Mi sedetti davanti a lei e subito si accorse di me 
-Chiara? Sei tu?-
-già… a cosa devo la tua visita dopo 10 anni?-
-mi mancavi, mi ero trasferita in un'altra città e avevo lasciato qui il telefono, sono tornata a vivere qui e quindi sono riuscita anche a recuperare il mio telefono dalla vecchia casa con il tuo numero sopra. Mia zia è morta e la sua casa è diventata la mia. Non posso pagarmi un affitto e quindi per un po’ starò qui.-
-bhe bentornata-
-grazie, a te invece come va?- chiese
-bene. Mi sono laureata e ora sono sposata con Daniele, un compagno di università-
-vero! Ho visto le foto del matrimonio su Facebook, non avevi pianto nemmeno un po’- osservò lei
-bhe, ci ho messo molto ad organizzare la festa, ero più preoccupata per il benessere degli altri che del mio-
-un tuo difetto. A volte ti fai in quattro e non ti rendi conto che è troppo per te, era così anche quando facevamo campeggio- disse dando ad un cameriere un foglietto con le ordinazioni -spero ti piaccia ancora il succo alla mela- aggiunse mentre l'uomo se ne andava. Aveva una memoria parecchio buona.

Il cameriere mise la bevanda davanti a me e subito l'assaggiai -si, mi piace ancora. Sei piu tornata al campeggio?-
-no, essendomi trasferita dovevo sostenere altre spese e non avevo abbastanza denaro per tornare, tu?- 
-dopo quello che è successo con Carlo… non ci tornerò più. Siamo ancora buoni amici, ma nessuno del posto si è scordato l'accaduto- risposi e in quel momento mi tornò in mente una probabile risposta per il mio account.

Carlo fu un ragazzo che potrei considerare una delle mie cotte. Era più piccolo di me e frequentavamo entrambi sia il campeggio sia la stessa scuola media, avevamo avuto una relazione, se la vogliamo chiamare così, ma ovviamente non abbiamo mai fatto nulla, ero io quella forte e dominante, lui non aveva mai preso l'iniziativa, fino a quella notte di febbraio. 

Mi aveva lasciata per un'altra ragazza, ed ovviamente io ci stavo male, volevo sistemare le cose. Di notte tutti dormivano nel proprio sacco a pelo in una grande sala. Avevo probabbilmente la febbre ed ero molto stanca, ma non rinunciai a tentare di fare la pace con lui. Mi sdraiai vicino a lui e senza fiatare lui mi fissò -che ci fai qui?-
-è stato meschino ciò che mi hai fatto. Lei non è nessuno in confronto a me-
-forse…- disse baciandomi.

Ero confusa e stanca, senza rendermene conto me lo trovai addosso. Il calore del suo corpo era qualcosa di così inquietante addosso, un brivido di freddo e vaga paura si diffusero nella mia mente. -levati, per favore- bisbigliai, ma non mi sentì. Vidi la sua mano avvicinarsi alla zip della mia felpa che usavo come piggiama, dovevo intervenire, ma mi sentivo bloccata. -Posso vedere?- chiese io mi portai le mani al petto -no, non c'è assolutamente nulla da vedere, piuttosto levati di dosso- riuscì a dirgli mossa dall'imbarazzo per il mio corpo. 

Mi ripromisi che mai a nessuno avrei permesso di vedere oltre i miei vestiti, almeno finche non mi sarei sentita pronta, ma nemmeno con l'uomo che poi avrei sposato riuscì a nascondere la vergogna per me stessa. Lo lasciai guardare serrando gli occhi e chiudendomi in una bolla di paura e vergogna, sentivo che sarebbe scappato solo perché io non ero abbastanza, proprio come aveva fatto Carlo, ma non accadde.

Passai del tempo al bar a parlare con lei del piu e del meno, ci facemmo una passeggiata fio a casa mia e poi la salutai. La strinsi a me e poi feci per darle un bacio sulla guancia, ma la stessa idea la ebbe lei e le nostre labbra si toccarono. Imbarazzata si staccò da me con le guance completamente rosse 
-ti prego non fraintendere Fabiana, non era mia intenzione-
-non preoccuparti, lo so che non era intenzionale… è la prima volta che bacio una ragazza, non è stato male… alla prossima- disse andandosene.

Tornai a casa e mi buttai sul divano. Erano le 11.30 di domenica mattina ed io dovevo ancora mandare il documento al mio capo.

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Capitolo 4
*** rifiuto ***


Ero immersa nei miei pensieri quado sentì il citofono, mi alzai ed andai ad aprire -Chiara, sono io, apri per favore?- chiese Daniele. Salì le scale e di corsa si fece trovare fuori la porta -amore, mi sembri stremato, perchè vai così di corsa?- chiesi chiudendogli la porta alle spalle, 
-meglio prepararci, è mezzogiorno Chiara, per l'una e mezza dobbiamo essere al ristorante-
-dov'è?- chiesi 
-un agriturismo in campagna e di domenica incontreremo molto traffico quindi su, datti una rinfrescata e usciamo- mi incoraggiò scappando in bagno.

Avevamo un bagno parecchio grande, lui si buttò in doccia ed io gli sistemai i vestiti, quando poi lui uscì mi feci io la doccia. Eravamo coordinati quando c'era di mezzo il lavoro, uscì e lui mi vesti come se fossi una bambina, sembrava molto agitato per il colloquio. Mi truccai e mi sistemai i capelli, stavo per uscire quando mi si parò davanti Daniele con tutti i capelli scombinati -potresti sistemarmeli?- chiese sedendosi sul cesto dei panni sporchi 
-certo- risposi dandogli una pettinata, col fon gli resi un po’ mosso il ciuffo e poi uscimmo.

Al volante c'ero io, lui era troppo agitato e rischiavamo di fermarci almeno 5 volte lungo il tragitto. Avevo preso la patente nella città più affollata e abitata da pirati di strada, avrei potuto guidare persino su Marte se era necessario. Dopo circa un'ora arrivammo al ristorante ed entrammo, Daniele sudava freddo e mi strinse la mano guardandosi in torno -sei agitato amore mio? Vuoi che faccia io la tua parte?- gli chiesi accarezzandolo
-pensi di riuscire?-
-si, sono molto professionale e sono anche la segretaria del capo migliore del nostro settore-
-non posso negare che sia vero, va bene. Ho bisogno che convinci questa coppia a firmare uno dei nostri contratti sull'automatizzazione della casa. Ricorda di promuovere il nostro nuovo impianto a basso consumo e i livello di confort e sicurezza che possiamo offrire- mi ricordò lui accomodandosi al tavolo prenotato.

Mi sedetti e dopo qualche minuto si presentò davanti una coppia, già non mi piacevano. Lei una con la puzza sotto al naso e lui preso dal cellulare, se mi avessero ascoltata solo per i primi 10 minuti sarebbe stato già un miracolo. -Potrei chiedervi il motivo del ritardo?-
-problemi con l'antifurto rispose lei infastidita 
-bhe suppongo di poterle essere d'aiuto, voi mi sembrate una coppia molto impegnata e che desidera l'efficienza, motivo per cui vorrei presentarvi un nuovo prototipo di casa intelligente. Comprende un sistema di allarme antifurto personalizzabile, apparecchiatura per la cucina e l'illuminazione. Vi è anche un sistema per mantenere la temperatura della casa accogliente sia d'estate sia d'inverno.-
-scusa cara, stavi dicendo qualcosa?- chiese la donna distogliendo lo sguardo dal suo tlefono
-si, le stavo presentando un nuovo progetto dell'azienda…- 
-scusate se mi intrometto, ma non dovevamo incontrarci con un suo collega maschio?- chiese il marito
-non vedo dove sia il problema signore, sono capace quanto i miei colleghi a presentare articoli-
-no ragazza, non ci siamo capiti. Io non perderò il mio tempo con una segretaria da quattro soldi-
-mi dispiace deludere le sue aspettative, ma io sono una professionista quanto i miei colleghi, infatti sono stata accompagnata dal mio segretario personale, presentati Daniele- dissi facendogli cenno
-buongiorno signore-
-mi sembra che si stiano riscaldando un po’ gli spiriti, vi va di prendere qualcosa da bere?- propose la donna. Ordinammo del vino, ogni volta che qualcuno di loro diceva qualcosa di altamente inopportuno ed offensivo facevo un sorso per evitare di parlare. 

La mia presentazione continuò fino a che non arrivò il primo. Per Daniele una penna all'arrabbiata, per la signora un'insalata, per il signore una pasta con scaglie di tartufo bianco e funghi raccolti in giornata mentre per me decisi di scegliere qualcosa che potesse tenere testa alla sua voglia di pavoneggiarsi, un patto di rape rosse e mela verde, molto insolito e sofisticato.

-cara, muoviamoci, dobbiamo andare a vedere uno spettacolo del grande maestro Stecca- disse l'uomo facendo l'ultima forchettata
-interessante. Ho conosciuto il maestro personalmente. Avevo avuto una relazione con suo nipote un po’ di tempo fa- dissi mangiando il più composta possibile 
-qualcosa da raccontare?- chiese incuriosito lui
-Antony non ha lo stesso talento del nonno, anzi l'ho visto fare davvero una brutta fine in questi anni. Desiderava lavorare a teatro con la famiglia, ma poi ha conosciuto gli stupefacenti e il potere del denaro sulle donne-
-mi sorprende che una donna dica una cosa simile, se davvero sei più di una segretaria, mi chiedo quanti lavori sottobanco hai dovuto fare-
-come sono arrivata ad occupare questo ruolo non le deve interessare, piuttosto potremmo ricominciare a parlare del nostro progetto- ripresi diretta verso la signora
-cosa provi a fare? Ad ignorarmi per caso?- chiese lui. Iniziai a veder le sue guance rosse e capì in fretta, aveva bevuto almeno mezza bottiglia di vino solo lui. 
-Preferisco discuterne con la sua consorte poiché ho l'impressione che lei abbia esagerato con il vino- gli risposi mostrando un catalogo alla signora -la prego di dare un' occhiata ad alcuni prototipi, sono davvero invisibili, in più consumano davvero poco e tutto può essere controllato dal suo telefono. Allora cosa mi dice?- le chiesi, lei si girò verso il marito che mi fissava  infastidito 
-mi dispiace…- bisbigliò lei notando che il marito si stava innervosendo. Solo in quel momento mi resi conto di quanto trucco avesse in faccia, aveva quasi una maschera di creme , soprattutto attorno all'occhio sinistro.

Era una donna molto silenziosa, e il perché si notava se si guardava bene quel occhio -dovrebbe parlarne con qualcuno signora- le dissi mentre lei pagò la sua parte di conto e si alzò dalla tavola 
-non posso, lui non è cattivo, devo solo tenerlo lontano dall'alcool- rispose andandosene con il marito sottobraccio.

-dannazione!- borbottai prendendo il bicchiere col vino
-anche tu dovresti stare lontana dagli alcolici piccola, piuttosto perche non ordini qualcosa che ti sazi?- propose Daniele posando il contrato ed il catalogo in borsa
-una pizza?- chiesi 
-ottima scelta- mi disse lui.

Dopo pranzo ci avviammo verso casa, guidava Daniele mentre io mi misi comoda dal lato del passeggero. -Una relazione con uno degli stecca, cosa devo sapere più dei tuoi ex?- chiese lui
-era una bugia. Era tipo il secondo anno delle medie, il nipote del famoso Stecca frequentava la mia classe e un giorno ci provò con me. Per scommessa con alcuni compagni lo baciai e lui iniziò a perseguitarmi con richieste di fidanzamento che ovviamente rifiutai. Da quel momento mi prese un pò di mira per gli insulti- gli dissi. 

Non sapevo se ero sveglia o dormivo, ne se ero ubriaca o solo brilla, ma vidi una macchina volare giù dalla carreggiata vicino e finire sulla nostra. Neanche il tempo di girarmi verso Daniele che ci fu un forte tonfo e poi il buio più totale.

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Capitolo 5
*** oh mio cavaliere ***


Era tutto altamente confuso, mi sentivo debole e non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi. Sentivo intorno a me diverse voci, poi una che mi fece spalancare gli occhi -Daniele? Daniele dove sei?- pensai guardandomi in giro. Ero in una stanza bianca, in un letto e la testa mi faceva molto male 
-Chiara! Amore come stai?- mi chiese Daniele abbracciandomi con le lacrime agli occhi 
-cos'è successo?- chiesi
-un incidente in auto, dovresti metterti la cintura chiara, mi hai fatto venire un colpo-
-allora non era un'illusione…- bisbigliai toccandomi la testa. Ero fasciata e le bende erano intrise di sangue.

-Sai cosa è successo?- gli chiesi
-se non sbaglio sei finita di testa nella radio, nulla di che, ti hanno messo qualche punto in testa-
-quanti?-
-pochi…- cercò di mentire lui 
-dimmi dai-
-una trentina, ma sono quelli piccoli-
-m…mi hanno tagliato i capelli vero? I miei meravigliosi capelli…- iniziai a toccarmi
-giusto un pochino-
-non mi guardare, sono orribile, sembro quel brutto personaggio del signore degli anelli-
-bhe, spero che terrai stretto il tuo tesssoro- disse accarezzandomi la mano con la fede.

Lo strinsi a me quano vidi entrare nella stanza un medico -tu?- chiesi fissandolo incredula 
-hai un viso familiare ragazza, sei…-
-Chiara, campeggio regionale, quando avevamo 12 anni… Alexandro vero?- chiesi
-ah, sei tu? Sei cambiata molto… e noto che ti sei anche sposata-
-piacere- salutò Daniele stringendo un po’ geloso a se.

Alexandro fu un'altra relazione particolare, prima media, estate tra il primo e secondo anno, eravamo al campeggio. Era un luogo che difficilmente mi sarei dimenticata, ero stata mandata da sola e lì avrei conosciuto persone fantastiche di cui non potrei mai dimenticarmi, addetti fantastici e ragazzi unici, meglio del mio gruppo. 

L'ambientazione erano gli animali, ovviamente io scelsi un felino, come era giusto che potessi scegliere visto il mio carattere. Nessuno avrebbe mai detto che un riccio ed un leone si sarebbero potuti innamorare. Durante il primo fuoco riuscirono a farci ballare insieme, qualcosa davvero di magico, tutta quella settimana fu magica. 

La mattina dopo lo vidi avvicinarsi e senza che io dicessi una parola si inchinò davanti a me -dolce fanciulla che tra le lingue ardenti avete infiammato il mio animo, qual è il vostro nome?- chiese con un uso di parole davvero ricercato
-hem… Chiara, potresti alzarti per favore. È leggermente imbarazzante, ma mi ha fatto piacere- dissi sorridendo aiutandolo ad alzarsi. Ho sempre auto un debole per chi indossa gli occhiali ed è intelligente, e lui aveva le caratteristiche adatte. 

Passammo la giornata a conoscerci e a fare le diverse attività del campo. Era davvero un cavaliere moderno, anche se molto giovane dentro aveva una maturità per niente indifferente. Lo credevo anche coraggioso, ma una sera scoprì che non era così. 

Attorno al fuoco ci venne narrata la storia di un mostro dal volto completamente bianco e il corpo nero, che si muovesse veloce e che chiunque dovesse essere la sua vittima, non gli sfuggiva. Amando le creepypasta una simile creatura era molto simile ad uno slander, ed io, che al buio ero ceca come una talpa, per la paura sarei scappata velocemente contro qualche masso rompendomi qualcosa, quindi preferì astenermi.

La mia previsione fu corretta, passai la serata a medicare con i responsabili, tutti i ragazzi che si ferivano durante il gioco, tra cui Alexandro. Piangeva come un bimbo terrorizzato, aveva l'asma e gli occhi lucidi, era un piccolo cavaliere, non poteva mica essere feroce e coraggioso, in fin dei conti eravamo ancora dei bambini.

Le giornate passarono in fretta e prima di andarmene lasciai ad Alexandro una foglia con una dedica.

-buon viaggio oh mio cavaliere- bisbigliai immersa nei pensieri
-ti ricordi ancora quella frase?- chiese Alexandro
-bhe si, sei stato comunque uno di quei ragazzi che mi rimasero più impressi- risposi diventando timida. Daniele mi fissava sorpreso, forse si era fatto strani pensieri, ma volevo che comunque sapesse di essere lui il mio principe azzurro, nessun altro. Gli strinsi la mano con un sorriso e subito si calmò.

Alexandro mi disse che potevo uscire se mi sentivo meglio, firmai un paio di documenti e me ne andai a braccetto con il mio amato principe. 

Erano le 7 di sera ed io dovevo ancora mandare il documento al mio capo.

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Capitolo 6
*** un documento per il capo ***


Daniele chiamò un taxi ed aspettammo sul marciapiede -come stai Chiara? I punti?- chiese stringendomi a se
-tutto bene, tu? Hai avuto danni dopo l'incidente?-
-solo un paio di lividi, sono più preoccupato per te in questo momento- disse accarezzandomi
-sto bene, solo che ho una pettinatura orribile…-
-quando torniamo te li aggiusto io se vuoi, diventerai una piccola one punch girl-
-no… a zero no…-
-sto scherzando, torniamo a casa, tu ti cambi, dopo ti dico cosa devi indossare, ed io torno da te tra un po’- disse mentre il taxi arrivò.

Salimmo e velocemente arrivammo a casa, lui mi accompagnò in camera e mi mise sul letto una gonna e una magliettina aderente, calzettoni lunghi e un collarino -visto che non hai scelto tu lo stile di stasera, lo scelgo io, quando torno voglio la mia micetta pronta che poi andiamo- disse Daniele uscendo. Io mi misi sotto la doccia, dopo qualche minuto uscì e mi asciugai. Avevo intuito il suo piano quindi non mi feci trovare impreparata, misi una cat lingerie e i vestiti scelti da Daniele, voleva tirarmi su di morale, ed io avrei fatto in modo di partecipare. 

Appena pronta mi buttai sul letto felice e dopo poco sentì Daniele entrare -micetta…- iniziò a chiamare lui -miaooo- risposi io rotolando nel letto. Lui entrò e mi fissò -ti si sgualciscono i vestiti Chiara…- iniziò 
-dovresti concentrarti di meno su queste sciocchezze Daniele, voglio solo divertirmi, tanto sono solo vestiti- risposi sedendomi 
-okay, scusa e che sono abituato a tenere tutto sotto controllo, soprattutto i colleghi-
-a lavoro Daniele! Questa è la nostra vita privata, io non mi porto a letto il mio lavoro, ma te, io non vivo con il mio lavoro, ma con te, io non amo il mio lavoro, ma te- lo richiamai io
-non possiamo tenere separate le due cose, ci abbiamo provato, ma non ha funzionato- rispose sedendosi vicino a me.

Il nostro lavoro era un gran bel ostacolo a volte, non potevo dimostrargli affetto sul lavoro e spesso a casa entrambi eravamo impegnati con i vari documenti e incontri con i compratori, il tempo per noi c'era di rado e quando c'era uno dei due era stremato e ci bastava un abbraccio.

-io non voglio pensare al lavoro ora- dissi a testa bassa
-dovresti, visto che non hai ancora inviato il documento che hai in sospeso su quel dannato PC- disse indicandolo.

Cercai di trattenermi ma esplosi -non è nemmeno un documento lavorativo!- risposi presa dalla rabbia
-no? Che cos'è allora?- chiese sorpreso
-nulla Daniele, non è momento di dirti certe cose…- risposi sdraiandomi triste 
-Chiara, siamo una coppia, puoi dirmi tutto, siamo migliori amici, no?- chiese
-si, migliori amici che si sono anche sposati- dissi mostrandogli la fede 
-bhe, perché noi siamo anche amanti Chiara…- 
 rispose accarezzandomi una gamba
-dove vuoi andare a parare?- chiesi vedendolo sdraiarsi vicino a me 
-prova ad indovinare piccola gattina- disse avvicinando il volto al mio seno. Lo vidi appoggiarci la testa e accoccolarsi tra le mie braccia -ed ora come glielo dico che io volevo altro? Sembra così dolce… non posso rovinare il momento- pensai stringendolo a me tremando un po’.
 
Lui alzò il volto con un sorrisetto -hey la micetta trema, vuole per caso più attenzioni?- chiese lui sbirciando nella camicia 
-v… va bene così, se ho capito cos'hai in mente, voglio aspettare dopo cena per avere le tue attenzioni- risposi baciandolo.

Mi alzai e ci preparammo per uscire, lui mi fece due codini triangolari in testa per far sembrare i capelli orecchie di gatto e poi uscimmo.

Mi portò in un locale conosciuto come la Black House, un luogo in cui si può prendere in prestito una casa per i propri giochi di coppia, ovviamente Daniele prese solo la cucina e si portò dietro anche il necessario per cucinare.

-che mi prepari?- chiesi sedendomi sulla sedia
-hey, le micette giù, il tavolo è per gli umani- disse lui indicando un cuscino in un angolo della cucina 
-se non mi ricompensi come si deve, ti scippo il tuo bel faccino- borbottai sedendomi per terra. Dopo un po’ mi mise davanti gli occhi un piatto con uova alla stracciatella e wurstel -buono…- dissi mangiando direttamente dalla ciotola 
-che brava gattina…- disse lui accarezzandomi. Testa, spalle, schiena e cintura. Finì in fretta il pasto e prima che lui potesse fare qualcosa gli saltai addosso.

Nessuna micia avrà mai miagolato quanto me in quella casa, soddisfatta e stremata mi accuccia in braccio a Daniele che mi accarezzava col fiatone -hai ancora intenzione di scipparmi?- chiese grattandomi dietro al collo -no… sei stato un bravo organizzatore- dissi girandomi a pancia in su 
-a proposito di organizzare… il documento? Me ne parlerai mai?- chiese. Io mi alzai -vado un attimo in bagno, pensaci bene se davvero vuoi sapere di quel documento- risposi andandomene.

Tornai dopo 5 minuti a testa bassa -ci ho pensato, e qualunque sia la cosa che ti preoccupa, io ti starò vicino- disse 
-bhe, se la fai così…- dissi dandogli un foglio preso dalla borsa. Lui lesse e rimase in silenzio, mi fissò con gli occhi pieni di lacrime
-è sicuro?- chiese
-si, ho fatto almeno 5 controlli… la tua micetta avrà un cucciolo da te- dissi sedendomi a testa bassa 
-perché quella faccia Chiara? È una notizia straordinaria! Diventeremo genitori… ti amo micetta mia- disse baciandomi
-n… non vuoi scappare via? Non pensi di essere troppo giovane per buttare via la tua vita dietro un figlio? Non pensi che verrò licenziata?-
-no, io voglio un futuro con te Chiara e ciò comporta anche una famiglia, io ti rimarrò per sempre accanto…- disse abbracciandomi mentre delle lacrime gli caddero in testa. 

Erano le 11 di sera e finalmente il mio capo ricevette la mia richiesta di un periodo di tregua dal lavoro per maternità, Daniele non mi avrebbe mai licenziata, sentivo che già amava il nostro cucciolo.


ANGOLO DELLO SCRITTORE
Buonsalve gente, qui è pokepony che vi scrive e vi do il benvenuto in un nuovo angolo dello scrittore.
Vorrei approfittare di questo spazio per presentare una mia opinione, in fin dei conti prima di essere una scrittrice sono una lettrice.
Adoro il rapporto che c'è tra Chiara e Daniele, sono dolci e davvero più affiatati di come li avevo in mente, a voi invece, è piaciuto?
Sono felice anche di essere riuscita ad organizzare la presentazione degli ex in modo scorrevole, preferivate per caso qualcosa di meno movimentato? E degli ex, che ne pensate? Qualche esperienza personale che potete identificare tra queste? 
Avevo in mente di fare anche una storia, continuo di questa, con le ex di Daniele, vi farebbe piacere?
Lo so che faccio troppe domande, ma sono euforica per aver concluso questa storia! Non avevo nemmeno progettato questo finale, ma dopo aver dato l'ansia ad ogni capitolo con il fatto del documento, meritavate di sapere di che si trattava.
Spero di potermi confrontare con qualcuno di voi. Buona serata.
Pokepony10

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