THE WOLF AND THE RAVEN

di Crilu_98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - La Ballata del Lupo e del Corvo ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo - La Ballata del Lupo e del Corvo ***



C'era un tempo in cui gli spiriti danzavano sulla terra, prendendo la forma di grandi animali.
C'era un tempo, e ci sarà ancora.


Un Lupo correva sul mondo e tutti gli altri spiriti chinavano il capo al suo passaggio, poiché egli era il Re delle anime immortali che non temeva nulla.
C'era un lupo, e ci sarà ancora.

Un Corvo volava sul mondo e tutti gli altri spiriti fuggivano al suo passaggio, poiché egli era la Morte che veniva per condurli in un mondo dal quale non si torna indietro. C'era un corvo, e ci sarà ancora.

Un giorno il Lupo alzò il muso verso la Luna e vide il Corvo appollaiato su un ramo. Il Corvo spalancò le ali nere e disse: 
"Sono venuto a prenderti, o Re delle anime immortali." 
"Chi sei? Dimmi il tuo nome e ti mostrerò che nessun essere può sconfiggermi!" 
"Sei tu che devi chinare il capo, adesso, perché un Re non può sconfiggere la Morte." 
A quelle parole il Lupo fu colto da un cieco terrore e cercò di fuggire dal Corvo; ma per quanto veloce corresse, il battito delle ali della Morte era sempre dietro di lui. 
Allora il Re pregò la Luna di nasconderlo dal suo destino: ella lo accontentò, trasformandolo in un uomo a cui solo la luce della Luna stessa poteva ridonare la sua vera forma. 
Per molti anni il Corvo continuò ad inseguire il Lupo, ma quando credeva di averlo finalmente raggiunto il Sole sorgeva ed egli spariva.

Un giorno la Morte incontrò il Re sotto forma di uomo, ma non lo riconobbe. 
"Cosa fai qui, o Morte?" 
"Cerco il Re delle anime immortali." rispose il Corvo, ripiegando le grandi ali. "Lo inseguo da molte notti e lo cerco da numerosi giorni." 
"E non sei stanca di cercarlo?" 
"Sì, ma la Morte non può riposare. Non finché il Re vivrà!" 
"Allora continuerai a cercarlo in eterno, perché il Lupo non ha intenzione di lasciare questo mondo!"
Il Corvo chinò il capo coperto di piume lucenti: 
"Se egli venisse da me, gli mostrerei che il suo regno è fatto di polvere e ombre e che è destinato ad ottenere qualcosa di molto più prezioso. Se egli verrà da me, vivrà in eterno; se egli fuggirà da me, cadrà nell'oblio." 
Il Re restò molto turbato da queste parole, ma non volle ascoltare il consiglio.
E salutato il Corvo riprese la sua strada.

Il Re continuò a correre sul mondo insieme ai suoi figli, uomini di giorno e lupi di notte. C'era il Re, e ci sarà ancora.

La Morte continuò a volare sul mondo per molto tempo, ma non trovò mai ciò che andava cercando. C'era la Morte, e ci sarà ancora.

E solo quando gli spiriti iniziarono ad abbandonare questo mondo il Corvo ripiegò le ali, lasciando il suo dono tra le mani amorevoli della donna che aveva amato il Re delle anime immortali. Ma non aveva trovato il Lupo e perciò il dono divenne maledizione.

E solo quando gli spiriti iniziarono ad abbandonare questo mondo il Lupo uscì dall'ombra della Luna, lasciando la sua eredità ai figli selvaggi che corrono nella notte. Ma non aveva dato ascolto al Corvo e perciò fu dimenticato.

C'era un tempo, e ci sarà ancora.



Undici mesi prima, Alpi italiane

Marcus era stato per molto tempo lontano da casa e sentire l'odore familiare di quella terra invadergli le narici gli faceva fremere le zampe di gioia. Certo, l'Italia non era come quando l'aveva lasciata per la prima volta, quasi duemila anni prima; però l'odore che aveva imparato ad associarle era rimasto invariato.
Nel corso della sua lunga vita Marcus aveva fatto più volte ritorno al suo Paese natale, mantenendo un basso profilo ed evitando di rimanere troppo a lungo nello stesso posto: gli umani tendevano ad insospettirsi quando il suo viso non mostrava lo scorrere degli anni.
Negli ultimi decenni le superstizioni erano state abbandonate e lui aveva tirato un sospiro di sollievo, credendo di poter finalmente vivere libero da ogni restrizione, o quasi.
La libertà era sempre stato il suo unico comandamento, fin da quando era scappato di casa, quando era ancora solo un ragazzino umano ed affamato; era fuggito per non dover sottostare al suo signore, che vessava i suoi genitori e gli altri contadini senza dare nulla in cambio.
La libertà lo aveva spinto tra le zampe di un licantropo, al cui morso era sopravvissuto per miracolo, eppure Marcus non l'aveva mai rinnegata.
Neanche quando diversi branchi gli avevano offerto il ruolo di alfa, dopo che lui aveva battuto quelli precedenti. Il pensiero di un branco gli faceva scoprire le zanne candide: pur essendo un alfa - e scoprirlo era stata una gradita sorpresa, la prima volta che si era scontrato con un suo simile - Marcus non amava le imposizioni.
Viveva secondo le sue regole, sfuggiva alle autorità dei licantropi e ingaggiava una lotta con chiunque provasse a dissuaderlo dal suo stile di vita.
In quei secoli si era fatto un nome tra gli Immortali: il lupo rosso era conosciuto per la sua ferocia e per l'astuzia che l'aveva aiutato a sopravvivere per così tanto tempo.
Per questo il Consiglio degli Anziani l'aveva mandato a chiamare, dopo il putiferio scatenato dai vampiri di Londra; proprio quando Marcus iniziava a godersi la vita parigina era stato raggiunto dalla convocazione ufficiale del massimo tribunale degli Immortali.
Il motivo era chiaro: volevano il suo aiuto per mantenere l'ordine tra i licantropi e la sua guida nelle guerre a venire. Perché anche se nessuno aveva il coraggio di ammetterlo, tutti si stavano preparando alla guerra.
Perciò Marcus aveva fatto ciò che gli riusciva meglio: aveva venduto tutti i suoi averi ed era fuggito, portando con sé giusto lo stretto indispensabile per ricominciare da un'altra parte.
Neanche il Consiglio degli Anziani poteva intrappolare il più forte, potente, longevo licantropo che... Un leggero fruscio lo mise in allarme: drizzò le orecchie e fiutò l'aria alla ricerca di qualche indizio, ma non trovò nulla. Il sentiero non sembrava rivelare la presenza di altre creature oltre alla sua, ma Marcus sapeva che qualcosa non andava.
Quando si rese conto del pericolo - Cacciatori, gridò il suo istinto - era già troppo tardi: spiccò un balzo per mettersi al riparo oltre gli alberi, ma un proiettile d'argento lo raggiunse ad una zampa, facendogli perdere l'equilibrio. Cadde a terra in maniera scomposta, mentre il lupo prendeva il sopravvento sull'uomo ed iniziava a ringhiare, pazzo di paura e dolore. Il secondo proiettile penetrò la folta pelliccia all'altezza dello stomaco, rilasciando una dose di tranquillante talmente massiccia da poter stendere un cavallo. Marcus lottò contro la crescente debolezza, tentando di trascinarsi verso il folto del bosco, ma i Cacciatori lo stavano circondando, aspettando che la droga facesse il suo effetto.
Chiudendo gli occhi, il licantropo pensò che era ormai giunta la sua ora.


Angolo Autrice: 
Ecco qui il prologo del secondo libro di The Witching Hour! Personalmente, mi piace molto più di Captive, perché adoro questi due personaggi: per il momento si vede Marcus (che qualcuno di voi lettori ha già incontrato nella storia precedente) nel momento della sua cattura. Judith, invece, arriverà nel prossimo capitolo. 
La prima parte del Prologo è invece una... Ballata? Profezia? Favola? Vedremo... 

  Crilu

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Capitolo 2
*** 1 ***



I PARTE : REX IMMORTALIUM ANIMARUM
 
"Un uomo pieno di superbia è solitamente
fiero della cosa sbagliata"
(Henry Ford)

"Nessuno è più superbo di colui
che si crede immune dai pericoli del mondo"
(Dan Brown) 

 

So di star sognando.
So che questa non è la realtà e che in questo momento sono distesa in una gabbia oscura e puzzolente che nei mesi precedenti ha ospitato un licantropo.
So che è la droga che mi hanno iniettato a confinarmi in questo limbo ai limiti estremi della mia coscienza.
Però, per tutti gli Spiriti, come è bello questo sogno! 
Innanzitutto, sembra proprio reale, ma a questo sono abituata: nella mia famiglia i sogni sono qualcosa di più che uno scherzo della mente e di volta in volta possono assumere il valore di visioni, premonizioni o passaggi tra i mondi. È un'eredità sgradita che ho sempre represso, ma drogata come sono, con il bracciale di contenimento che mi impedisce di usare la magia ben stretto attorno al polso... Beh, posso fare ben poco.
Perciò mi lascio trascinare placidamente lungo il corso della visione, in cui vedo me stessa e Meredith giocare in un prato.
Siamo ancora bambine e mia sorella non ha l'espressione contrita che ha assunto una volta superata l'adolescenza; ancora non sappiamo che crescendo la magia, il nostro grande orgoglio segreto, ci avrebbe divise.Siamo ancora troppo piccole per comprendere il dolore e le responsabilità legate ai Marchi: per noi la magia è gioco e meraviglia e fantastichiamo di curare il giardino di nostra madre, o danzare a mezz'aria durante i Solstizi. In questo momento stiamo fingendo di essere due principesse contese ad un ballo dagli esponenti di altre famiglie di streghe; e andiamo poco lontano dalla realtà, perché se è vero che nostra madre non è a capo della Congrega - e perciò non siamo di sangue reale nel modo in cui lo intendono le streghe - è anche vero che la nostra è una tra le più antiche famiglie magiche ancora in circolazione.
Mi si stringe il cuore, perché so cosa succederà tra poco: il primo corvo è già atterrato poco distante da noi e zampetta tra l'erba, fissandoci con inespressivi occhi scuri.Vorrei gridare e metterlo in fuga, ma mi limito ad osservare i suoi simili che si appollaiano sugli alberi, tra i cespugli, sul bordo della fontana che gorgoglia lì vicino.
Ci sono poche regole sull'uso della magia, tra le streghe, ma vanno rispettate senza eccezione, senza badare al prezzo da pagare per tale obbedienza.
Mai farsi scoprire dagli umani. 
Mai praticare la negromanzia per riportare in vita i morti. 
E mai, mai tentare di cambiare il passato o il futuro: ciò che è stato e ciò che deve essere sono pagine di un stesso libro ed ogni cosa accade per un motivo.
Perciò faccio un passo indietro mentre i corvi avanzano, aprendo i loro becchi ed intonando un rauco canto che solo io sembro comprendere, sempre più vicini e numerosi. Meredith grida e salta all'indietro, inciampando nella fontana e ferendosi alla testa.Il graffio poi guarirà, ma l'episodio le rimarrà impresso per sempre, suscitandole un'istintiva repulsione per gli uccelli.
E in una famiglia che si vanta di discendere dal dio Corvo non ci sarebbe voluto molto tempo prima che questa cosa diventasse un serio problema.
     

Apro gli occhi di scatto e la prima cosa che vedo è la strega rinchiusa nella gabbia di fronte alla mia: è molto giovane e spaventata e sentirla piangere mi fa stringere il cuore. Mi ricorda Sabrina, che come me è stata separata dal resto delle streghe per essere marchiata dai Cacciatori: un macabro capovolgimento dei ruoli a cui temo la ragazza non sia sopravvissuta. Quando le hanno imposto il primo marchio — la fonte della magia delle streghe — la giovane ha perso il controllo, liberandoci tutte e dando il via ad una rivolta che i nostri carcerieri hanno affogato nel sangue: più della metà delle streghe prigioniere nel castello di Torquemada sono morte quel giorno.Secondo i miei calcoli devono essere passati più o meno due mesi, ma è difficile da dire quando si è chiusi in una stalla in cui la luce del sole filtra a malapena. L'odore dei licantropi che le hanno occupate prima di noi - e che io, insieme alla mia amica Lucy, ho aiutato a fuggire - è ancora molto forte e i primi giorni mi dava la nausea; sembra che la nuova sistemazione, invece, sia molto gradita dai Cacciatori, come se avessero avuto la conferma del fatto che tutti gli Immortali siano animali e non esseri umani. La rabbia sale di nuovo in me e come ogni giorno il bracciale di contenimento si stringe attorno al mio polso: il dolore è tale che devo subito lasciar perdere la magia. I Cacciatori di Immortali sono furbi e nel corso dei secoli hanno affinato le loro tecniche per renderci inoffensivi, per questo riescono a tenere così tanti di noi rinchiusi in questo castello; la Mano di Dio, l'organizzazione segreta che sta seminando il terrore tra gli Immortali di tutta Europa, non lascia niente al caso. Per potermi liberare servirebbe un miracolo, o un grande aiuto esterno.
Qualche giorno fa Magdalena, la strega più anziana tra quelle che ho incontrato durante la mia prigionia, ci ha inviato un messaggio tramite una lucertola: dice di tenerci pronte, che non siamo sole e che presto si scatenerà una nuova ribellione.
Personalmente ci credo poco, ma le altre ragazze sembrano rincuorate da questa speranza, perciò rimango zitta e rimugino sul nostro destino.
Ho paura, non per me stessa, ma per Meredith: ormai avranno capito che avevano preso la gemella sbagliata e che è lei quella priva di marchi; l'esperimento 380 consisteva proprio nel testare la resistenza delle streghe ai marchi, dato che non tutte abbiamo la forza di sopportare il peso di tutti e quattro. Il fatto che nessuno mi abbia punito non fa altro che accrescere il timore per la sua sorte.
Sono in pena anche per Lucy: giovane newyorkese del tutto ignora delle regole degli Immortali, rapita e costretta ad affrontare tante, pesanti verità tutte in una volta. Non so come avrei reagito al suo posto, scoprendo che i miei genitori avevano entrambi sangue di strega e che perciò ero destinata ad essere una cavia della Mano di Dio. Il messaggio di Magdalena mi ha rivelato che è rinchiusa nei sotterranei con i vampiri.
"Oh, Lucy!" penso, con le lacrime agli occhi "Chissà cosa ti staranno facendo adesso! E la piccola Noelia che fine avrà fatto?"
Troppe vite in pericolo, troppe persone che non posso salvare... Il mio pugno si abbatte contro le sbarre e un formicolio di dolore si propaga in tutto il braccio. Una strega, dalle gabbie più lontane, interrompe le sue preghiere:
"Pazienta, Judith!" mi dice "Il tempo è vicino."

 

A svegliarmi è un boato improvviso che fa sussultare anche le mie sventurate compagne di prigionia.
Mi alzo in piedi e con passo malfermo, ancora insonnolita, mi avvicino alle sbarre: dai lampi di luce che intravedo oltre le pareti di legno della stalla capisco che fuori c'è un gran casino. Uno di quelli che solo una banda di Immortali può creare. Il mio cuore inizia a battere più forte:
"Ci siamo!" penso, sorridendo "La seconda rivolta è iniziata!"
Una strega di mezza età, rinchiusa in una gabbia sull'altro lato del capannone, stringe le labbra:
"Rimane solo da sperare che non mandino tutto all'inferno come l'altra volta!"
Ha ragione e il mio entusiasmo viene bruscamente smorzato al ricordo dell'ultimo tentativo di riguadagnare la libertà.

     

Lucy aveva avuto la pazza idea di liberare i licantropi e io avevo provato a fermarla: come poteva lei, una strega inconsapevole che aveva ricevuto i marchi da poche settimane, riuscire a comunicare con creature che ormai erano più bestie che uomini? Ma Lucy, anche nei momenti peggiori, aveva una luce speciale negli occhi e una caparbietà fuori dal comune: si era avvicinata all'alpha, un terrificante lupo rosso e ringhiante, tranquillizzandolo come se fosse un innocuo chihuahua. Avevo visto i suoi capelli neri sparire in mezzo alle pellicce dei licantropi che correvano verso la libertà, insieme alla piccola Noelia. Ero convinta che sarebbe stato l'ultimo ricordo che avevo di lei e mi ero voltata per nascondere le lacrime: i Cacciatori, i nostri nemici instancabili che erano usciti dalle nebbie delle favole, non conoscevano pietà per gli Immortali. Però io dovevo trovare Meredith, accertarmi che fosse viva e tentare con ogni mezzo di riportarla a casa: nient'altro aveva importanza, in quel momento.
La cercai a lungo in mezzo alle streghe che combattevano una lotta senza quartiere in ogni angolo del castello di Torquemada; la cercai tra le stanze del torrione in cui ci avevano rinchiuse la prima volta e tra le pile di cadaveri.
Mia sorella era scomparsa.
Alla fine vidi con la coda dell'occhio Lucy, improvvisamente riappesa sulla scena, che perdeva il controllo sulla magia, riversando un torrente di fuoco sui Cacciatori... Adam, il Nephilim malvagio che le aveva imposto i marchi, non ci mise molto a soggiogarla.
Fui colpita alla testa ed il mondo divenne oscurità.

     

Sbatto velocemente le palpebre per tornare alla realtà. 
"Dobbiamo uscire da qui!" dichiaro, ma è più facile a dirsi che a farsi.
L'argento con cui le gabbie sono state forgiate non è un problema per noi, come invece era per i licantropi: l'ostacolo sta nei bracciali che ci hanno imposto e che ci impediscono di usare la magia. Non appena cerchiamo di evocarla, infatti, queste terribili manette si stringono, facendoci perdere la concentrazione; un paio di streghe si sono anche rotte l'osso del polso nel tentativo di liberarsene. Penso di nuovo a Sabrina nel giro di poche ore: quando Adam e i Cacciatori hanno provato ad imporle il marchio ha riversato nel castello una tale quantità di magia che era stato facile, per noi streghe, disfarci dei bracciali.
Stringo i pugni al pensiero che la Mano di Dio abbia trasformato la cerimonia del marchio, un'occasione di festa ed allegria, in un'esperienza umiliante, spaventosa, potenzialmente mortale. Il fatto che Lucy ne fosse uscita più o meno indenne per ben due volte confermava ciò che i Cacciatori avevano pensato di lei: è una strega di sangue puro, potente come poche.
Abbasso lo sguardo sui tre marchi che decorano i miei avambracci, riflettendo se attivarli o meno:
"Magari quello che sta succedendo là fuori, qualsiasi cosa sia, provocherà un altro flusso magico e potrò rompere il bracciale!"
All'improvviso un corvo atterra starnazzando nel bel mezzo della stalla ed io grido, spaventata. La strega chiusa nella gabbia accanto alla mia si volta di scatto:
"Cosa c'è?"
"Il... Il corvo..." balbetto, incredula. L'uccello continua ad osservarmi con gli occhietti neri e tondi; il becco nero è socchiuso e le zampe raspano il terreno sporco con impazienza.
Ci metto qualche istante per capire che nessun'altra lo vede e nello stesso momento comprendo anche che non può essere reale: le porte delle stalle sono chiuse e non ci sono finestre.
Il corvo gracchia, come se fosse piacevolmente colpito dalla mia intuizione, e saltella verso di me.
Mi tiro indietro e posso percepire il biasimo della mia famiglia per tale codardia: il corvo è sul nostro sigillo e nei secoli passati veniva venerato come un dio!
"Io, però, lo trovo solo ripugnante! E spaventoso! È un presagio di morte..."
L'uccello pare offendersi, perché arruffa le penne scure come la notte in un vano tentativo di sembrare minaccioso. Poi svolazza sul lucchetto che chiude la mia gabbia, starnazzando e tirandolo con gli artigli affilati.
"Ehi, Judith, cosa stai facendo?"
La voce di una delle mie compagne mi riscuote: mi stanno tutte osservando, dato che ho fatto passare un braccio attraverso le sbarre ed ho afferrato il lucchetto.
Del corvo non c'è neanche l'ombra, ma attorno alla serratura ci sono profondi graffi.
"È questo il problema con le visioni!" penso, lievemente a disagio come tutte le volte in cui l'eredità del mio sangue si manifesta.
"Quando hanno termine non sai più distinguere cosa è reale e cosa invece non lo è."
Tiro il lucchetto con tutte le mie forze, ma senza troppe speranze: mi sono immaginata tutto, come al solito. Invece rimango a bocca aperta quando il pezzo di metallo mi rimane in mano.
La porta della gabbia si apre con un cigolio verso l'esterno ed io non perdo tempo: mi precipito fuori prima che il miracolo termini, ignorando i muscoli che protestano per la forzata inattività.
Un silenzio carico di stupore ed aspettativa è sceso nella stalla, ma non so davvero come aiutare le altre streghe. Il bracciale è ancora addosso a me e senza magia forzare più di trenta gabbie è un'impresa eccessiva per le mie forze.
"Aspettate qui!" esclamo quindi, tentando di apparire più decisa e fiduciosa di quanto sia in realtà "Vado a cercare qualcosa con cui liberarvi!"
Alzo con fatica la pesante sbarra di ferro che blocca il portone delle stalle, poi barcollo fuori, accecata dalla luce del sole dopo tanta penombra.


Angolo Autrice: 
Ecco qui il primo capitolo, in cui entriamo nella testa di Judith e abbiamo i primi esempi del suo potere, che sarà spiegato mooolto meglio più avanti xD per chi ha letto Captive i prossimi capitoli sembreranno una ripetizione, dato che si sobrapporrano parzialmente al finale della prima storia; e non vi preoccupate per Marcus, lo rivedremo presto! 
Alla prossima! 

  Crilu
 
 
 

 

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Capitolo 3
*** 2 ***


La prima cosa che vedo sono quattro roghi che brillano sotto il sole mattutino, riempendo l'aria di fumo e scintille; con sommo orrore noto anche i tre scheletri carbonizzati e parzialmente sciolti legati ai pali. Il quarto rogo è vuoto, segno che il condannato è riuscito a fuggire.
Attorno a me decine di Immortali combattono contro i membri della Mano di Dio ed è evidente che siano arrivati da lontano: gli angeli e le fate che planano dall'alto sembrano robusti e in buona salute e non c'è traccia di torture sul corpo dei licantropi che sbranano le loro vittime. Mi abbasso appena in tempo per evitare la raffica di mitra che un Cacciatore mi scarica contro e finalmente individuo ciò che mi serve: in un angolo del cortile giace il cadavere di un Cacciatore che ancora stringe tra le dita una pistola. Sottrargliela senza farmi notare dai suoi colleghi richiede qualche minuto di pazienza, ma nel giro di mezz'ora sto puntando l'arma contro la serratura dell'ultima gabbia.
"Bene!" dico, quando anche l'ultima strega è stata liberata "Il muro del castello è stato abbattuto, sul lato Nord: senza magia non sarete d'aiuto a nessuno in questa battaglia, anzi, rischiereste solo di farvi ammazzare. Non passate attraverso il cortile, mi raccomando: aggirate il castello e fuggite dalla breccia prima che i Cacciatori vi vedano!" 
"E tu?" mi chiedono "Non vieni con noi?"
Gli occhi di Meredith, identici ai miei, mi osservano spaventati mentre vengo trascinata via dai Cacciatori, incontro all'esperimento a cui lei era destinata.
"No. Io ho una cosa da fare prima."
       

Non appena metto piede nel cortile per la seconda volta vengo investita dalle grida rauche emesse da alcune creature che lì per lì non riconosco: è solo osservandole attentamente mentre si gettano sugli umani per dissanguarli che capisco che sono vampiri.
"Vampiri rimasti senza sangue per mesi, rinchiusi nel buio dei sotterranei, fino a quando la sete non lo ha fatti impazzire!"
Provo pena per quegli esseri scheletrici e quasi deformi, la cui pelle avvizzita brucia sotto i raggi del sole: il richiamo del sangue è talmente forte da condurli ad una morte dolorosa che li tramuterà in cenere. La magia scorre tutta intorno a me, ma quando provo ad inserirmi nel flusso il bracciale di contenimento si stringe all'improvviso, strappandomi un grido di dolore.
Un vampiro alza di scatto il viso verso di me, fissandomi con gli occhi rossi che brillando di aspettativa: la chioma fluente che gli ricade sugli occhi — e che un tempo doveva essere bionda mentre ora è grigio cenere — è in fiamme, ma lui non sembra avvertire dolore.
Si muove a scatti verso di me, aprendo le fauci in maniera innaturale e mettendo in mostra i terribili canini che si allungano ogni istante di più, mentre un sibilo agghiacciante esce fuori dalla gola martoriata dal sole...
Io incespico all'indietro, troppo spaventata anche solo per gridare. Vicino non c'è nessuno a cui chiedere aiuto, né un'arma per difendermi ed io mantengo lo sguardo fisso in quello del vampiro, così stravolto dalla fame da aver perduto ogni scintilla di umanità.
"Mi dispiace, Merry." penso, chiudendo gli occhi un attimo prima che il vampiro affondi le zanne nel mio corpo. 
Aspetto uno scontro che però non avviene.
Quando, titubante, ho il coraggio di socchiudere le palpebre, spalanco la bocca per la sorpresa: un enorme lupo rosso si è avventato sulla creatura e dopo averla schiacciata a terra con la forza delle sue zampe la sta facendo a pezzi.
In pochi istanti del vampiro non rimangono che pochi resti sanguinolenti e bruciacchiati, poi licantropo si volta verso di me: mi supera di tutta la testa e ha una muscolatura proporzionata alle sue dimensioni.
Tiene le orecchie tese lungo il capo e le zanne scoperte, ma gli occhi dorati non sembrano ostili. Rivelano piuttosto una certa curiosità mentre mi esaminano da capo a piedi.
"Ma certo!" 
"Noi ci conosciamo" mormoro "Sei il lupo che Lucy ha liberato... L'alfa dei licantropi prigionieri!" 
Lui china il grande muso in un cenno di assenso, poi spazza il terreno con la coda, uggiolando impaziente: è evidente che voglia dirmi qualcosa, ma questo non fa che aumentare la mia frustrazione.
"Mi dispiace, ma ho ancora il bracciale. Non posso mettermi in contatto con te!"
Il lupo fa qualche passo in avanti, scoprendo ancor di più i denti ed io istintivamente mi ritraggo: i licantropi non mi sono mai piaciuti particolarmente. Una mia lontana zia aveva per compagno un licantropo e ricordo il branco come un gruppo di uomini rumorosi, selvaggi e violenti.
"Senti, amico" borbotto, cercando di aggirarlo "Ti ringrazio per quello che hai fatto, ma io devo trovare mia sorella, adesso! Buona fortuna per la battaglia e..."
Grido quando il lupo mi salta addosso, schiacciandomi sotto il suo peso e per un istante credo mi voglia squarciare la gola; invece, una bomba a mano esplode nell'esatto punto dove fino ad un secondo prima sostavo io.
Il tutto avviene nel tempo di un battito di ciglia, ma ci vuole molto di più perché riacquisti il controllo del mio corpo: nei lunghi momenti in cui rimango sotto al licantropo sono consapevole solo del mio cuore che batte all'impazzata, come un uccellino in gabbia, e del suo alito pesante contro il mio orecchio.
Provo a parlare, ma dalle mie labbra esce solo un singulto strozzato; la seconda volta va meglio, ma la voce è comunque roca e tremolante: 
"Mi hai salvato per la seconda volta..."
Il lupo rotola via da me ma crolla sul terreno perché una delle zampe è stata colpita da una scheggia; quando provo ad avvicinarmi a carponi sento benissimo il ringhio di avvertimento che mi lancia, nonostante il caos che regna nel cortile.
Alzo le mani con un sorriso nervoso: 
"Come ci si deve comportare con un licantropo ferito?"

Opto per l'atteggiamento conciliante, anche se dentro di me brucio d'impazienza: il cuore mi grida di andare alla ricerca di Meredith finché sono in tempo, ma non voglio abbandonarlo dopo che è stato ferito a causa mia. 
"Ascoltami... Ehi, ci sei, lì dentro? Ti ho chiesto di ascoltarmi!"
Il licantropo, ignorandomi, tenta di nuovo di mettersi in piedi e sbatte il muso a terra quando la zampa ferita lo tradisce.
"Devi togliere la scheggia!" sbotto, infastidita. "Fra pochi minuti il tuo corpo sanerà la ferita, ma la scheggia rimarrà all'interno e rischia di infettarti la zampa... Capisci quello che sto dicendo?"
La bestia fa di sì con la testa, ma non sembra propenso a farsi aiutare, perché abbassa il capo e si dilania la zampa con i denti, tentando di estrarre da solo il pezzo di metallo. 
"Fermo! Fermo! Oh Signore, così non farai altro che spingerla più a fondo!"
Gli poggio una mano sul fianco e il lupo sussulta come se l'avessi colpito: drizza le orecchie e fa saettare lo sguardo dorato su di me, ma non riesco a decifrarlo. 
"Quando sono in questa forma è difficile scindere il lupo dall'uomo!"
"Voglio solo aiutarti." sussurro, a voce così bassa che per un attimo dubito che mi abbia sentito. Ma l'udito dei licantropi è potente e questo qui non fa eccezione: con uno sbuffo si siede a terra, lasciandomi ispezionare la zampa ferita. La scheggia ha lacerato il muscolo e si è incastrata nell'osso, ma il sangue ha smesso di sgorgare, segno che il prodigioso metabolismo dei licantropi è già all'opera: tra qualche ora del profondo taglio non rimarrà neanche una pallida cicatrice.
Il soffio pesante del respiro della bestia mi solleva i capelli: 
"Questo farà un po' male!" lo avverto, afferrando con due dita un'estremità della scheggia. 
Poi, senza esitare oltre, la estraggo dall'osso e dalla carne, lanciandola lontano.
Il lupo arruffa il pelo ed emette un breve ruggito di dolore, ma non mi si rivolta contro come avevo temuto: chiunque sia, questo licantropo dimostra un controllo sorprendente sulla sua controparte ferina. 
"Dev'essere molto vecchio!" ragiono, un po' intimorita. Lui si lecca la zampa, poi cautamente cerca di alzarsi in piedi: riesce a tirarsi su appoggiandosi sulle tre zampe sane, ma non riuscirà mai a correre in queste condizioni.
"Ti conviene andartene finché sei in tempo!" gli suggerisco e gli volto le spalle: ho perso già fin troppo tempo. Con gli occhi riprendo a scrutare il cortile, disperata:
"Forse Merry non è stata ancora liberata! Magari è in una delle celle nelle ali laterali!"
"Saggio consiglio. Perché tu non lo metti in pratica?" 
La voce sconosciuta mi strappa un grido di sorpresa e mi volto di nuovo con la velocità di un gatto infuriato, convinta che i Cacciatori si siano avvicinati a noi di soppiatto. Invece di fronte a me trovo solo un uomo che sogghigna soddisfatto: 
"Il lupo si è trasformato in uomo... E che uomo!" 
Arrossisco all'istante quando mi rendo conto che è nudo e che come la maggior parte dei licantropi sembra trarre piacere dal mettere in mostra il suo corpo possente. Pur di non lasciar vagare gli occhi più in basso mi concentro sul suo volto e sui lineamenti marcati, appena ombreggiati da un velo di barba, rossa come i capelli che arrivano a sfiorargli le clavicole; le labbra arricciate in un ghigno di scherno ricordano le zanne del lupo rosso, ma gli occhi castano-dorati sono decisamente umani.
"Cosa c'è, strega? Una fata ti ha rubato la lingua?" 
"Io..." balbetto "Tu..." 
L'uomo incrocia le braccia al petto e noto che la ferita sembra molto più ampia e grave: il braccio destro è stato quasi totalmente sventrato dalla scheggia.
"Se l'avesse colpito mentre era in forma umana l'avrebbe ridotto a brandelli!" 
Rabbrividisco perché era la sorte che sarebbe toccata a me, ma il licantropo interpreta male il lampo che attraversa il mio viso e sospira.
"So come ti senti: ci sono passate molte prima di te, ma davvero non mi sembra il momento di pensare al sesso, strega." 
"Che cosa?"
Il bastardo appare, se possibile, ancora più divertito dal mio sguardo offeso. 
"Ma come ti permetti, razza di degenerato?" soffio, allibita; vorrei colpirlo, ma lui potrebbe infuriarsi.
E un licantropo infuriato è l'ultima cosa di cui ho bisogno al momento, perciò gli volto le spalle per la seconda volta e provo  ad allontanarmi: 
"Sto sprecando tempo prezioso, qui. Devo trovare una persona!"
"Che coincidenza!" esclama lui, affiancandomi e trattenendomi per un braccio: 
"Anch'io sto cercando qualcuno!" 
"Lasciami! Lasciami, maledetto lupo!" 
"Solo dopo che mi avrai detto dov'è Lucy!"
"Lucy?"
"Esatto, Lucy" borbotta, infastidito nel doversi ripetere. "Capelli neri, occhi d'argento... Labbra dal sapore di rugiada. Hai presente?" 
La mia confusione aumenta: 
"Quando hai baciato Lucy? Voglio dire, lei vi ha liberati e poi... È tornata indietro e..."
"Sì, la piccola strega testarda non ha voluto ascoltarmi e ha deciso di prendere parte alla rivolta. Era una causa persa e avrei voluto dissuaderla, ma mi aveva affidato la bambina e..."
"Noelia?" esclamo, con il cuore in gola "Sta bene? Dov'è?" 
"A New York, dal padre di Lucy: l'ho messa tra le sue braccia e ho preso il primo aereo per tornare in Spagna. Le avevo promesso che sarei tornato a prenderla."
Il suo sguardo si incupisce e comprendo che qualcosa non va: 
"L'hai baciata per avere addosso il suo odore, giusto? Per trovarla all'interno del castello!" 
"Sì, anche se non immaginavo di imbattermi in un esercito di Immortali radunato per liberarvi. E in questo caos ho perso la traccia!"
È furioso e preoccupato: 
"Chi mi assicura che non perda il controllo e si trasformi un'altra volta in un mostro sanguinario?" 
Gli indico i sotterranei:
"Mi avevano detto che Lucy è stata rinchiusa laggiù, con i vampiri!"
Un'esplosione fa tremare il terreno: la torre principale del castello di Torquemada è in fiamme e i detriti precipitano nel cortile. Attraverso il fumo ed il fuoco che si staglia nel cielo riesco ad intravedere solo una figura alata che si allontana.
"Meredith!"



Angolo Autrice: 

Scusate l'immenso ritardo, gli impegni universitari mi hanno risucchiata! xD spero di postare un po' più spesso adesso che sono in vacanza, prima della sessione invernale ;((( 
Fa la sua (ri)comparsa Marcus, che forse qualcuno ricorderà dai capitoli di Captive: che ne dite dello sfrontato lupo rosso?
Alla prossima! 

  Crilu 

 

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