Arco del Filler di ghostmaker (/viewuser.php?uid=423297)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Se mi arresti non pretendere che non mangio quando lo chiedi. ***
Capitolo 2: *** In una riunione tra nemici è difficile aprire una cassa senza litigare ***
Capitolo 3: *** Il vero tesoro è quello che trovi senza sapere che lo avresti trovato ***
Capitolo 4: *** Se avessi saputo cos'era un Filler non lo avrei scaricato rischiando la galera ***
Capitolo 1 *** Se mi arresti non pretendere che non mangio quando lo chiedi. ***
«Ehi,
sulla tv è tutto bianco e non si sente la
voce, devo usare la tastiera!»
«Ohi, Gin-san. Sicuro che è una tastiera? Abbiamo
un computer in casa?»
«Devo salvare i nuovi dati?»
«Leva le mani da lì pervertito! E’ il
c..o di Tama che stai pigiando!”
«La terra dei samurai. Fino a vent’anni fa il paese
era chiamato in questo modo, poi la razza degli Amanto discese dallo
spazio e prese il potere. Impose il divieto di portare la spada
segnando così il declino…»[1]
«Ancora? Pattsan smettila di ripetere le stesse cose, loro lo
sanno. Mettiamo il nostro celebrato fermo immagine!»
«Gin-san, ti ricordo che non si vede niente e che devi
scrivere per far sapere quello che stai dicendo!»
«Ohi! Sei stato tu a mandare via la mia nuova
tastiera‼»
«Cosa mangiamo, neh? Quando mangiamo, neh? Devo chiamare il
pelatone e dirgli che non sfamate la sua piccola e dolce figlia, neh?
Anche Sadaharu è pelle e ossa»
«Ma se sembra l’omino della [beep]»
«Uau!»
«Basta, devo spiegare!»
«Gin-san, sanguini dalla testa»
Qualche minuto dopo…
«Questa è la situazione. Gorilla Mangaka
è ancora steso per terra, i produttore dicono che senza
disegni non possono fare l’Anime e i dirigenti dicono che
nessuno vuole fare le animazioni, quindi o finiamo per condividere la
casa con Hasegawa oppure ci inventiamo noi qualcosa. E io ho trovato
questo tipo qui. Ghostmaker scriverà tutto quello che
diciamo e facciamo.»
«Benvenuto Ghostmaker-san. Quale è il suo
nome?»
«MADAO!!!»
«Ohi! Pure questo qui non fa niente tutto il giorno. Ecco
perché può scrivere tutto quello che facciamo e
diciamo! Sei sicuro che sarà in grado?»
«Sono certissimo!»
«Come fai a saperlo Gin-san, lo hai appena conosciuto anche
tu.»
«Perché senza raccontare niente… ha
già usato 277 parole… del contatore
ufficiale!»
La La La… La La La… La La La… a.. a..
a… Let’s go Out! Open my mind. Let’s go!
Sweet dream other side… [2]
ARCO DEL FILLER
1° capitolo - Se
mi arresti non pretendere che non mangi quando
lo chiedi
Un altra giornata di sole a Edo e questa mattina non ci sono
novità, tutto scorre come sempre molto lentamente o forse...
«Buongiorno! Nessuno. Figuriamoci se sono svegli quei due.
Ehi.. dove siete?»
Shinpachi è entrato nella casa di Gintoki e non lo trova
neanche nella sua stanza. Apre l’armadio e neanche Kagura
è lì. Dove saranno andati così presto,
si chiede Shinpachi mentre accende la televisione. Ed ecco dove sono.
«Buongiorno, sono Hanano Saki. Stiamo trasmettendo in diretta
dall’esterno della Shinsengumi dove questa notte sono stati
arrestati due pericolosi criminali grazie al pronto intervento del vice
capitano Hijikata.»
Shinpachi impallidisce mentre vede i suoi due amici in manette e
scortati dai poliziotti all’interno della sede della polizia.
Si alza e velocemente corre verso la porta ma qualcuno la apre prima di
lui che, non fermandosi, finisce oltre la balaustra cadendo di faccia
sulla strada.
«Ehi, sono qui per l’affitto!” urla
Catherine mentre dalla strada si sentono i lamenti di Shinpachi.
Il ragazzo, se pur claudicante, arriva davanti al portone della
Shinsengumi e tenta di entrare ma Yamazaki lo ferma. «Non si
può entrare qui normalmente come si entra in un negozio che
vende Anpan.. Anpan… AnpanAnpanAnpanAnpanAnpan!!!»
Sfruttando il delirio del poliziotto Shinpachi entra nel cortile e
trova, seduti sotto il portico, Gintoki, Kagura, Sogo e Toushiro mentre
stanno giocando a Uno.
«Ma non vi hanno arrestati?»
«Si» «No»
«Si» «No» rispondono i quattro
all’unisono confondendo maggiormente Shinpachi.
E mentre gli stessi quattro stanno litigando è Kondou Isao a
spiegare la situazione.
«In pratica li abbiamo arrestati ma non sono in
arresto.»
Shinpachi toglie gli occhiali per asciugarsi il sudore freddo che gli
scende copioso e Isao, guardando direttamente gli stessi occhiali,
continua a parlare. «Vedi Shinpachi-chan. Loro ci servono
come esca per stanare il famigerato Katsura Kotaro!»
«Ohi, perché guardi gli occhiali e non me? E poi
pensate che venga fuori così facilmente Zura?»
E dal tetto si sente una voce urlante: «Non sono Zura, sono
Katsura!»
Shinpachi finge di non sentire. «E poi pensate che Zu.. ehm,
il ricercato si esponga per quei due idioti
laggiù?»
A quelle parole Sogo imbraccia il lancia missili mentre Toushiro estrae
la spada ed entrambi puntano le loro armi verso Shinpachi urlando:
“Come ci hai chiamati?» mentre Isao continua a
spiegare agli occhiali del ragazzo. «Sappiamo che lui non li
salverà ma puntiamo tutto sul gioco Uno e sulla sua smania
di non perdere.»
«E create tutto questo trambusto?»
«In verità ormai non pensiamo che
arrivi,» dice Isao con tono sommesso aggiungendo
«il problema adesso sono loro due. Non vogliono
più andare via.»
«Qui almeno si mangia due volte al giorno,» urla
Kagura prima di svuotarsi una cisterna di riso in gola.
«E poi non ci vogliono pagare per la nostra interpretazione
magistrale davanti alla tv,» dice Gintoki mentre si mette
nelle pose classiche di vari attori famosi.
«Falla finita occhi da pesce lesso,» urla Toushiro
mentre anche lui esegue le stesse posizioni di Sakata.
Nel frattempo, sul tetto della sede di polizia, Katsura parla con
Elizabeth.
«Non hanno nessuna speranza.»
[Non riusciranno a prenderti]
«No. Non sono capaci,» risponde Kotaro mentre
esegue anche lui le pose da attore.
[….] ed Elizabeth lo abbatte colpendolo ripetutamente alla
testa con il cartello che ha in mano.
Giù nel cortile la lite si sta accendendo perché
Kagura ha in mano solo due carte e si appresta a vincere la sfida. Sogo
gli si para davanti dicendo: «Hai barato»
«Cosa dici,» risponde la ragazzina usando una
vocina da bambina mentre guarda da un'altra parte.
«Come ti permetti di dire queste cose alla piccolina di
casa?» dice Gintoki con fare minaccioso.
«E tu non avevi cinque carte? Come mai ora sono
sei?» chiede Toushiro puntando la katana verso la gola di
Gintoki. Sakata inizia a sudare e poi con una vocina impaurita
risponde: «Me l’ha data lei, quella stupida
marmocchia.»
Prima che le cose degenerino il capitano Kondou Isao prende in mano la
situazione. «Il gioco è finito, ora
dovete andarvene. E’ un ordine.»
Kagura spalanca gli occhi dicendo: «Ohi Gorilla, non ho
ancora pranzato,» mentre Gintoki urla a squarcia gola
puntando il dito verso il portone della sede di polizia:
«Ciao Otae-san»
Kondou in un attimo si denuda e sfreccia verso il portone abbattendolo
mentre grida: «Otae-chan, ecco il fiore del mio
amoreeeeee»
Da sotto il portone si sente la voce rotta dai singhiozzi di Yamazaki:
«E’ arrivato il loro animaletto, posso farlo
entrare?» Sadaharu corre subito verso Kagura utilizzando il
passaggio appena apertosi non prima di aver saltellato sul portone e
quindi su Yamazaki mentre Shinpachi è inginocchiato a
guardare i suoi occhiali buttati a terra da Kondou ai quali dice:
«Ti sei fatto male Shin-kun?»
Qualche ora più tardi, ristabilitasi la calma, Toushiro dice
a Gintoki: «Si può sapere quando hai deciso di
scappare? E’ l’ultima opportunità per
noi di prendere Katsura e metterlo subito in una cella. Cosa vuoi
ancora?»
«Toshi»
«Ohi, chi ti ha detto di chiamarmi così!»
«Ho paura. Là fuori c’è un
essere mostruoso che aspetta di divorarmi,» risponde Gintoki
muovendo le anche come una scolaretta delle medie innamorata.
Hijikata ha prestato poca attenzione alle parole di Sakata
perché mentre quello parlava lui stava sentendo dei rumori
sul tetto. Anche Okita li ha sentiti ed entrambi si mettono in
posizione di guardia. Toushiro urla: «Chi
c’è lì su, scendete prima che questo
sadico che ho alle spalle spari con il bazooka usandomi come
mirino.»
Sogo sta per sparare quando due figure femminili si lanciano dal tetto
e atterrano senza fare rumore nel cortile. Toushiro urla:
«Allora non mentivi. Sono proprio due mostri!»
«Non sono un mostro, sono Katsura,» dice una delle
due ragazze.
«Ehhhh!» urla Hijikata mentre Okita chiede conferma
delle parole sentite. «Sei Katsura?»
«Non sono Katsura, sono Zurako,» mentre
l’altra ragazza solleva un cartello: [Sono nuova in
città]
Hijikata si accende una sigaretta poi volge lo sguardo verso Gintoki e
urla. Lì davanti a lui non c’è
più il Demone Bianco, ora c’è una
ragazza.
«Piacere di conoscervi, io sono Paako.»
In una parte della città non molto lontano dalla sede della
polizia c’è un luogo temuto da tutti nel quale
è vietato passeggiare per la pericolosità delle
persone che si possono incontrare. Un luogo dove un solo uomo e la sua
assistente non temono niente. Lui è assolutamente il vero
Hardboiled di Edo. La sua assistente Haji è in strada e
grida verso una finestra aperta. «Kozenigata -san! Ho le
informazioni su quel carico speciale proveniente da lei sa
dove!»
Lui, Kozenigata Heiji, l’unico vero hardboiled di Edo sente
la voce della sua assistente ma non risponde. Non vuole far sapere ai
possibili nemici che è lì, in quella casa, dove
tutto è sospetto, dove tutto è carico di ricordi
dolci e dolorosi, lì dove, legato come un salame,
può solo dire con un filo di voce: «Frustami
più forte,» mentre una donna colpisce il suo c..o
con una frusta tanto nodosa quanto delicata. Lui è
l’unico uomo Hardboiled di Edo, è sa cosa deve
fare.
Qualche minuto dopo la giovane Haji consegna del ghiaccio al suo capo e
Heiji, abbassando gli occhiali, esclama: «Dobbiamo fermarli
ma non mi fido di loro. Andiamo da Sakata Gintoki.» E detto
ciò si abbassa i pantaloni per mettere il ghiaccio nelle
mutande. Che tragico errore perdere tempo in questo modo mentre
qualcosa di terribile si avvicina alla sua città.
Sul tetto di un palazzo c’è un uomo. No,
è l’ex capo dell’Oniwabanshuu, un ninja
pericoloso di nome Hattori Zenzou ed è probabilmente anche
lui lì per intercettare le informazioni recuperate da Haji.
Sta scrutando cosa stia facendo quel Detective e con una voce sibilante
dice a se stesso: «Ora so come guarire le mie emorroidi. Il
ghiaccio!»
Ma alla Shinsengumi?
Zurako, Paako ed Elizabeth salutano i poliziotti ed escono dal portone
ormai divelto nonostante Okita non smetta di puntare contro di loro, e
contro Hijikata, il suo bazooka. Shinpachi e il ragazzo che lo indossa,
tengono al guinzaglio Sadaharu e seguono le tre ragazze. Hijikata conta
le persone che stanno uscendo e si accorge che ne manca una. Urla:
«Qualcuno la cerchi e la mandi via.» Yamazaki non
perde tempo, corre nelle stanze della sede della polizia ed infine
giunge nella mensa dove Kagura sta svuotando il ripostiglio delle
vettovaglie. «Se mi arresti non pretendere che smetta di
mangiare quando lo chiedi tu!»
Crediti.
- E’
l’introduzione originale
dell’Anime Gintama curata dal regista Shinji Takamatsu per la
rete TXN (Tokyo TV).
- E’
l’introduzione originale della sigla di
apertura dell’Anime Gintama dal titolo
“Pray” cantata da Tommy Heavenly6 e replicata per
24 episodi.
N.d.A.
- Questo ciclo di storie che si legano e si continuano per
l’intero Arco non è propriamente un What
If? dato che non modificano una trama cambiando l’evento ma
preferisco segnalarlo in quel modo perché i personaggi che
appaiono, o appariranno, nella versione originale sono stati introdotti
in momenti diversi e quindi, in qualche modo, diventano anacronistici.
- I capitoli non avranno una cadenza regolare e spero di pubblicarli in
tempi non troppo lunghi dato che si tratta anche della mia prima serie
pubblicata su EFP. Chiedo scusa a tutti in anticipo per la
“formattazione del testo”. Spero perdoniate gli
errori di un principiante.
- Non lo leggerà mai ma mi permetto di ringraziare il
Maestro Hideaki Sorachi per avermi/ci regalato uno dei Manga
più divertenti che abbia mai visto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** In una riunione tra nemici è difficile aprire una cassa senza litigare ***
Gintoki
siede sulla sua poltroncina della scrivania dando le spalle
alle persone che, sedute intorno al tavolo, stanno parlando.
«Abbiamo svolto le indagini in modo scrupoloso, forse troppo
scrupolose perché alla fine il Bakufu ha ordinato a
Kozenigata-sensei di consegnare tutte le informazioni alla Mimawarigumi
e ci ha tolto il caso», dice Haji sospirando.
«Per quale motivo sei venuta qui?» chiede Shimpachi.
«Kozenigata-sensei, valutando la situazione, è
convinto che solo voi della Yorozuya potete indagare senza essere
costretti, da ordini superiori, a fermarmi. Crede che solo voi siate in
grado di smantellare l’operazione illegale che si sta
ampliando in questi giorni al porto e che, stranamente, lo shogunato
sta coprendo.»
«Perché sei venuta da sola qui da noi,»
chiede Shinpachi sistemandosi gli occhiali.
«Sono qui da sola perché sappiamo che
Kozenigata-sensei è seguito come un ombra da qualcuno.
Giorni fa’ c’era una persona su un
palazzo che lo stava spiando e abbiamo trovato del sangue a terra,
segno che altri erano nascosti in quel luogo.»
Tutti aspettano di sentire cosa ne pensa Gintoki. Lui si volta verso di
loro; nella mano destra ha una copia di Jump mentre ha
l’indice della mano sinistra infilato nel naso. Solleva lo
sguardo verso Haji, poi si volta verso Shinpachi ed esclama sorpreso:
«E questa qui quando è arrivata?»
«Ohi, ma non hai sentito niente? Ci sta dando un
lavoro!»
«Ah», risponde Gintoki con la sua solita faccia
stralunata mentre lancia una caccola, appena estratta, addosso a Kagura.
Shinpachi e Haji osservano in silenzio Kagura e Gintoki che si sfidano
a chi lancia la caccola più grande contro
l’avversario!
ARCO DEL FILLER
2° capitolo - In
una riunione tra nemici è difficile
aprire una cassa senza litigare
Sfruttando l’oscurità Gintoki e i suoi compagni
hanno raggiunto il porto e iniziano a cercare la nave Antares che,
secondo le informazioni di Haji, è quella che sta portando
il carico più importante; un arma che potrebbe essere in
grado di spazzare via una città in pochi secondi, un tesoro
di inestimabile valore per chiunque voglia conquistare un potere
così grande. Ed infatti non sono soli. Nell’ombra
si aggirano altre figure, persone ancora indefinite e sicuramente
interessate allo stesso carico. Gli Yorozuya sono i primi a trovare
l’Antares grazie al fiuto di Sadaharu però, da
subito, Shinpachi osserva: «Che strano. Se è qui
il tesoro perché non c’è schierata la
Mimawarigumi? Non c’è neanche qualcuno
dell’equipaggio a fare da guardia.»
Le parole del ragazzo sono quasi inopportune quando il gruppo, entrato
nella stiva, si trova davanti ad una ventina di uomini mascherati che
impugnano le loro katane.
«Ecco, Quattr’occhi porta anche
sfortuna,» esclama Kagura aprendo il suo ombrello mentre
Gintoki, impugnata la spada di legno, sorride lanciandosi contro gli
avversari senza pensarci troppo. Avversari che si dimostrano subito
deboli e arrendevoli, infatti, dopo che il primo di loro viene colpito,
tutti gli altri si raggruppano in un angolo della stiva, piangendo.
Gintoki urla: «Ehi, ma che state facendo? Che razza di
samurai siete?» Uno di loro si fa avanti tenendo la testa
china, si butta in ginocchio e con le lacrime risponde: «Noi
siamo solo dei lavoratori del porto. Gli Amanto ci hanno fatto mettere
le maschere perché dicevano che le nostre facce erano
così brutte da essere insopportabili.»
L’uomo solleva il viso da terra, toglie la maschera e Kagura
inizia a vomitare, seguita subito dopo da Gintoki. «Voi due
cosa avete mangiato prima di venire qui,» urla Shinpachi
furente mentre il lavoratore del porto continua a spiegare mostrando la
sua katana. «Vedete, sono false, sono oggetti di scena senza
punta e senza lama. Sono dei giocattoli. Loro hanno voluto che le
tenessimo in mano per far credere che fossimo dei ronin ma nessuno di
noi ne ha mai maneggiata una. Vi prego, non uccideteci, abbiamo
famiglia.»
Shinpachi osserva la stiva e si accorge di un'altra verità.
«Dimmi, ma questa stiva è vuota, cosa dovevate
proteggere?»
L’uomo risponde abbassando nuovamente il capo fino a terra.
«Questa stiva è il nostro dormitorio fino a domani
mattina quando l’Antares ripartirà. Qui abbiamo
già scaricato le cinque casse che, se non sbaglio,
dovrebbero muoversi fra qualche minuto su dei furgoni delle spedizioni.
Guardate sul tavolo; lì c’è il piano di
trasporto della merce. Per favore non uccideteci.» Il
lavoratore teme per la sua vita e non solleva il capo nonostante uno
dei suoi compagni, con un filo di voce, gli dica:
«Takaya-san, quelli sono andati via.»
Gintoki e gli altri sono usciti dalla nave e cercano di capire dove si
trovino i furgoni quando da un angolo buio escono Katsura ed Elizabeth.
«Immaginavo di trovare persone interessate
all’arma, a questo inestimabile tesoro,» dice
Kotaro che, accortosi di chi fosse il suo interlocutore, aggiunge,
«ho capito! Finalmente hai deciso di essere il nostro asso
nella manica e di aggiungerti con i tuoi compagni alla nostra nobile
causa!»
«Zura, non dire scemenze,» risponde Gintoki
muovendo la testa velocemente da destra a sinistra per scovare la
posizione dei furgoni.
«Non sono Zura, sono Katsura!»
Il loro discorso viene interrotto da altre due figure, un uomo e una
donna, che fino a quel momento erano nascoste in un vicolo. La ragazza
punta le sue pistole contro i presenti e con tono acido dice:
«Dove avete messo l’arma, il tesoro,»
mentre l’uomo a passi veloci si avvicina a Kagura dicendole:
«Hai sempre un grande spirito ma ti fanno mangiare
adeguatamente? Ti vestono in modo appropriato?»
Kagura fa un piccolo salto indietro per allontanarsi dal maniaco mentre
la donna urla furente: «Smettila Takechi-san, metti i brividi
anche a me, stupido di un lolicon pervertito.»
«Matako-kun, non sono un lolicon, sono un
femminista,» risponde l’uomo.
Il battibecco tra i due è bloccato da Gintoki che mostra la
sua spada a Matako dicendole: «Kijima! Dovevo immaginare di
trovare qui i cani di Takasugi visto l’importanza del
tesoro.»
Un altro gruppo di persone appare improvvisamente sulla scena e una di
queste, una donna, si lancia verso Gintoki cercando di bloccarlo ma
Sakata, fulmineo, evita il contatto rifilandole una bastonata.
«Ci mancavate voi,» esclama Gintoki.
La donna, riversa sulla strada, ha un bernoccolo sulla fronte ma ride
felice. «Il mio Gintoki ha usato il suo bastone con
me.»
«Sacchan! Non dire queste cose; poi dobbiamo scusarci con
tutti i capi della redazione per non farci cacciare,» urla
Shinpachi.
«Tranquillo Shin-chan. Ricordati che ora scrive quel
Ghostmaker-Madao» replica Gintoki con la sua solita
espressione un poco da ebete.
Tra i nuovi arrivati esce allo scoperto Hattori Zenzou.
«Yorozuya, Kiheitai, Jouishishi e Oniwabanshuu, ma nessuna
presenza della Mimawarigumi.»
Nel trambusto solo Sadaharu sembra essere interessato a trovare i
furgoni sui quali sono state caricate le casse e, abbaiando, attira
l’attenzione di Kagura che indica subito la cancellata.
«Gin-san, eccoli, sono loro, stanno andando via.»
«Forza corriamo a fermarli,» risponde Shinpachi
mettendosi la mano davanti al volto per non farsi sentire.
Gintoki e i suoi compagni iniziano a fischiettare mentre si spostano
lentamente per raggiungere la cancellata mentre tutti gli altri stanno
discutendo su chi ha il diritto di essere il nuovo padrone delle casse.
La mossa funziona ma a questo punto sono costretti a correre e gli
altri gruppi li seguono pur non capendone il motivo di tanta fretta.
Una massa di persone in movimento, tutti inseguono tutti, ma quando
stanno per raggiungere i furgoni trovano una brutta sorpresa ad
attenderli perché, da uno di essi, escono fuori Hijikata
Toushiro e un gruppo della Shinsengumi. Il vice capitano urla:
«Prendeteli tutti,» mentre Okita Sogo, con voce
calma, dice al suo superiore in grado: «Hijikata,
perché non vai avanti tu, sei il comandante. Io mi piazzo
qui e quando li hai raggiunti inizio a sparare.»
Hijikata salta giù dal furgone e, sguainata la spada, corre
per raggiungere i suoi uomini ma, all’improvviso, si ferma,
si accende una sigaretta e voltandosi indietro scorge una luce
particolare negli occhi di Sogo e dice: «Sei un bastardo
Sogo!!!»
Okita spara subito con il bazooka e tutte le persone presenti nel
cortile cercano di ripararsi come possono. Il secondo colpo viene
bloccato da Kagura che con il suo ombrello ne devia il percorso
facendolo rimbalzare verso i container. Anche Sogo salta giù
dal furgone per raggiungere e colpire la sua acerrima nemica; il tutto
calpestando il corpo fumante di Hijikata. La ragazzina però
non può affrontare l’avversario perché
Gintoki la lancia su Sadaharu ordinandole: «Smetti di giocare
con il tuo amichetto e seguite il furgone sul quale c’era la
Shinsengumi. Quello è uno dei cinque. Qualsiasi cosa succeda
le cinque casse sono collegate tra loro quindi se ne abbiamo una
chiunque prende le altre dovrà farsi vivo con noi.»
In realtà la battaglia dura poco perché i ninja
sono scomparsi più veloci del vento saltando sui vari
container, Gintoki e Shinpachi si sono serviti dello scooter per
allontanarsi attraverso le stradine strette vicine al porto e il
Kihetai non ha neppure partecipato attivamente allontanandosi via mare
appena vista la polizia. Solo Katsura ed Elizabeth continuano a
difendersi nonostante i loro compagni siano già stati
abbattuti dai poliziotti. Hijikata, ripresosi, raggiunge Okita al quale
urla minaccioso: «Maledetto, non potevi aspettare? Hai
colpito anche dei nostri?»
«Non sei tu che hai detto di prenderli tutti? Devi spiegarmi
meglio s dai ordini,» risponde Sogo senza mostrare nessuna
espressione in viso.
Hijikata si accende una sigaretta e osserva i due membri del
Jouishishi. «Smettetela di fare questa resistenza inutile.
Siete circondati. Oggi la Shinsengumi ha catturato un bel pesce
grosso.»
«Non sono un pesce grosso, sono Katsura,» esclama
infastidito Kotarou mentre Elizabeth solleva un cartello:
[Nessuno ci può prendere oggi!] seguito da un secondo
cartello esposto mentre una luce proveniente dall’alto lo
illumina [Questo è un raggio per il teletrasporto, addio!]
La luce scompare portandosi via Elizabeth ma, con sorpresa di tutti,
non Katsura che, sconsolato, esclama: «Addio controfigura del
venerdì di Elizabeth.»
***
Nel piazzale del porto, ora, è tornato il silenzio; suona
una sirena e i lavoratori del secondo turno iniziano a prepararsi
perché sta giungendo una nuova nave da scaricare ma insieme
a loro c’è anche la Mimawarigumi guidata dal vice
capitano Imai Nobune. La ragazza apre il telefonino e manda un
messaggio con scritto: «Tutto procede secondo i piani
prestabiliti.»
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Il vero tesoro è quello che trovi senza sapere che lo avresti trovato ***
Le
casse ormai erano uscite dal porto e tutti avevano iniziato a
inseguirle dividendo le proprie forze sul campo. Al porto invece
è appena arrivata una nuova nave. Imai Nobune la apre e,
guardando il contenuto, esclama: «Il Filler!»
ARCO DEL FILLER
3° capitolo - Il
vero tesoro è quello che trovi
senza sapere che lo avresti trovato
Shinpachi, seguendo le tracce del camion che portava una delle casse,
si accorge di essere arrivato al Koudoukan, il dojo di
famiglia.
«Nee-san, sei in casa?»
Il ragazzo, non ricevendo risposta, si guarda attorno per cercare la
cassa ma all’improvviso la sorella lo raggiunge. In mano ha
un cestito che sembra emanare radiazioni.
«Sei arrivato giusto in tempo Onii-chan», risponde
Tae sollevando il coperchio del cestino, «ho bisogno di
qualcuno che testi la mia nuova prova culinaria. Un’omelette
con noci Macadamia».
Shinpachi ha già il viso di colore verde avendo visto quella
massa informe che emana l’odore degli scarichi sporchi delle
astronavi e alla richiesta della sorella, senza darle modo di capire
che il solo pensiero lo fa rabbrividire, risponde: «Ho
già fatto colazione e mi è rimasto in bocca il
sapore dolce dei biscotti».
Yagyuu Kyubeei, arrivata all’improvviso, si lancia verso il
cestino di Tae ma finisce per trovarsi davanti Toujou Ayumu.
«Maestro stia lontano da quella cosa! Sembra muoversi da
sola. La donna ha bruciato un Amanto e cerca di sbarazzarsi del corpo
facendolo mangiare» esclama con voce perentoria Ayumu.
Kyubeei colpisce la sua guardia del corpo con il fodero della katana e
Tae con un calcio spedisce l’uomo fuori sulla strada.
Il nuovo maestro della famiglia Yagyuu arrossisce e si offre volontaria.
«Un giudice però non basta, vero
Onii-chan?» risponde Tae guardando il fratello con occhi
demoniaci.
Shinpachi è alle strette, si guarda attorno per non
incrociare lo sguardo della sorella vedendo finalmente la cassa. Con
uno scatto raggiunge quello che era venuto a cercare ma Kyubeei blocca
il ragazzo puntandogli la spada al collo mentre tenta di aprire la
cassa.
«Non è bello che un fratello fugga dalla sorella
in questo modo. Permettimi di assisterti quando farai sepuku!»
Tae lentamente raggiunge i due e Shinpachi è costretto a
dire: «Va bene Nee-san, io sarò il secondo
giudice».
«Sai che però due non bastano? Ne servirebbe un
terzo», dice la ragazza pensierosa.
La cassa si apre da sola di scatto e salta fuori Kondou Isao!
«Io sono il terzo giudice» e detto questo ingoia
tutto il contenuto del cestino di Tae.
Il capitano della Shinsengumi sembra diventato enorme e i vestiti
sembrano esplodergli addosso.
«Un gorilla come giudice?» chiede Kyubeei.
Tae risponde mentre con un pugno fa volar Kondou sulla strada facendolo
atterrare su Ayumu: «Infatti Kyubeei-chan il gorilla
è eliminato».
Shinpachi, ha osservato la situazione ma soprattutto la cassa vuota e
chiede: «Nee-chan, perché hai questa cassa qui in
casa? Cosa c’era dentro?»
«C’era una fornitura di noci che mi è
arrivata questa mattina. Strano che sia vuota».
Sulla strada Ayumu spinge lontano da se Kondou e da sotto il vestito
del capitano iniziano a cadere tutte le noci di macadamia che si era
messo addosso per potere entrare nella cassa.
***
Hijikata Toushirou, vice capitano della Shinsengumi, osserva
l’essere chiamato Elizabeth mentre si avvicina a una cassa.
Si accende una sigaretta ed estrae la spada mentre si avvicina al
nemico.
«Ohi. Sei in arresto per esserti appropriato indebitamente di
una cassa. Spostati e alza le mani… le zampe».
Katsura Koutaro, “mente” del gruppo criminale
Jouishishi, impugna la spada mentre si avvicina al poliziotto.
«Sei tu che vuoi appropriarti della cassa!»
I due sono vicinissimi e iniziano un duello. Le spade, scontrandosi,
fanno scintille ma sono le parole che bruciano più delle
piccole ferite.
«Ho detto che sta toccando qualcosa che non gli
appartiene!» urla Toushi.
«Ho detto che è sua quella cassa»
risponde urlando Zura.
«Non Sono Zura! Sono Katsura!» mi sta urlando
Koutaro‼!
«Scusa, è da poco che scrivo e tutti ti chiamano
in quel modo» rispondo io preso in contropiede dalle sue
parole mentre Elizabeth solleva il cartello. [Non fare il furbo
Ghostmaker!]
Ehm…
Lo scontro prosegue, il livello dei samurai si equivale, nessuno dei
due ha il sopravvento sull’avversario ma Katsura ha un
vantaggio perché Hijikata deve fermare Elizabeth prima che
possa rubare il contenuto della cassa. Il vice capitano della
Shinsengumi si lascia spingere fino alla cassa proprio mentre Elizabeth
la apre e si ferma all’improvviso.
«Che cosa sono quelli!»
[i miei nuovi cartelli] risponde Elizabeth dopo aver scritto su uno dei
cartelli bianchi che riempiono la cassa.
«Lo avevo detto che era sua», dice Koutaro
sorridente mentre l’amico Elizabeth si lega sulle spalle la
cassa.
Hijikata Toushirou, vice capitano della Shinsengumi, si accende una
sigaretta, estrae dalle tasche dei pennarelli e con un sorriso beffardo
esclama: «Maledetto Sogo, ora capisco perché mi ha
detto di portare questi strumenti per disegnare. Non importa,
prenderò questi due!»
Hijikata alza lo sguardo e di Katsura ed Elizabeth non
c’è più traccia.
Toushi è sconfitto questa volta. Accende una nuova
sigaretta, prende uno dei cartelli di Elizabeth rimasti per terra e per
vendetta, con il pennarello, ci scrive sopra in continuazione la parola
“Zura!”.
***
Le tracce del percorso di una delle casse hanno portato Sakata a
Yoshiwara e ora sta bevendo del the con Hinowa.
«Cosa ti porta qui Gintoki-san?»
«Sappiamo che qualcuno ha portato qui qualcosa di pericoloso
e devo fermare la gente che se ne vuole impossessare».
«Pensavo che fossi venuto a trovare Tsukuyo».
«Anche. Ho bisogno di lei».
«Come sono contenta, una dichiarazione!»
Gintoki, s’infila un dito nell’orecchio e risponde
stranito. «Eh? Di che parli? Ho bisogno di Tsukuyo
perché come Hyakka dovrebbe aver visto qualcosa».
«Oh capisco, pensavo a una dichiarazione di cuore»,
risponde Hinowa passando la tazzina di the.
Gintoki si guarda il dito appena tolto dall’orecchio ed
esclama: «Cuore? Mai pensato che lei abbia un
cuore!»
Una decina di kunai s’infilzano nel corpo di Sakata.
Hinowa sorride. «Seita, Tsukuyo, siete arrivati»
«Se questo cretino vuole, lo posso portare dove ritiriamo la
corrispondenza» dice Tsukuyo .
«Posso andare anch’io con loro?» chiede
Seita.
«Lasciali andare da soli a fare una passeggiata»,
risponde Hinowa.
Tsukuyo arrossisce mentre Seita, non capendo, borbotta adirato.
Gintoki e Tsukuyo raggiungono il deposito postale e mentre Gintoki si
tuffa tra le varie lettere d’amore spedite alle donne di
Yoshiwara, la donna chiede: «Si può sapere cosa
stai cercando?»
«Non posso dirtelo».
«E come faccio ad aiutarti se non mi dici niente!»
«Non devi aiutarmi!»
Gintoki si mette in ginocchio proprio sotto il seno di Tsukuyo. Le
pupille degli occhi della donna iniziano a roteare mentre Sakata tasta
sopra la sua testa per capire dove si trova. «Ma che cosa
tenete in questo ufficio di così morbido?»
Tsukuyo solleva di peso Gintoki ed esegue un suplex
all’indietro urlando: «Cosa diavolo pensi di fare
pervertito?»
Sakata finisce con la testa proprio sopra alla cassa che stava cercando
e, con il volto sanguinante, esclama: «Eccola».
La donna osserva l’oggetto di cui sta parlando Sakata.
«E a te cosa te ne frega del suo contenuto? Lo vuoi
tu?»
Gintoki, solita faccia di chi non capisce neanche di cosa si stia
parlando, non risponde ma apre con forza la cassa e da questa esce
qualcosa di grosso che gli salta addosso, qualcosa che lo stringe come
fosse vittima di un boa gigante. L’uomo riesce a liberarsi
lanciando questa cosa da un'altra parte della stanza e, ansimando,
chiede a Tsukuyo: «Che bestia c’era qui
dentro?»
«Nessuna bestia. In questa cassa c’erano i nuovi
yukata per le donne della città e dovrebbe esserci anche il
mio kimono e tu lo avrai rovinato».
Tsukuyo controlla nella cassa senza trovare niente mentre Gintoki
illumina il punto in cui ha lanciato l’essere che lo aveva
aggredito. L’uomo è travolto un'altra volta ma ora
sa di chi si tratta.
«Il mio Gin-chan! Sei venuto a salvarmi mentre ero in quella
cassa stretta. Guardami, sono tutta sudata, merito che mi sculacci! No,
dai, lasciami, mi stai stringendo tutta al tuo corpo,
lasciami».
Gintoki riesca a divincolarsi da Sacchan facendola cadere gli occhiali
così la donna si aggrappa alle gambe di Tsukuyo dicendo:
«Non mi mandare via Gin-chan».
«Brutta strega,» dice Tsukuyo, «stai
indossando il mio kimono».
Sacchan rimette gli occhiali e alzandosi in piedi punta il dito contro
l’avversaria e ridendo dice: «A te sta male questo
vestito. Solo indossato da me, può essere apprezzato da
Gintoki».
«Dammelo subito indietro. Tu, anche con il mio kimono, rimani
la numero 25 del sondaggio. Io sono la numero 9!»
Le due donne continuano a litigare ma Sakata?
Gintoki è uscito senza che le ragazze lo vedessero ed
è seduto in una sala d Pachinko e affianco a lui Hasegawa
che ha una coperta sulla schiena.
«Com’è andata la tua
mattinata?» chiede Gintoki a Taizou.
«Bene come sempre», risponde Hasegawa mentre si
alza dalla sedia, e mentre si allontana, scopriamo che sotto la coperta
indossa solo le mutande.
***
Un’astronave atterra a Edo planando nel fiume
Sumida e da essa scendono due persone che indossano un cappuccio e un
terzo uomo, Takasugi Shinsuke, che dice agli altri: «I miei
compagni stanno già cercando quella cassa ma voi siete
sicuri che ci sia quello che avete detto?»
Il primo degli uomini a togliersi il cappuccio, Abuto, risponde:
«Non c’è nulla di sicuro, potrebbe
essere solo una trappola».
Il secondo degli uomini a togliersi il cappuccio, Kamuy esclama
ridendo: «Che importa, sistemeremo tutto
ugualmente».
«Ecco, lo scemo del mio capitano è già
pronto a fare disastri» dice Abuto mettendosi una mano tra i
capelli.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Se avessi saputo cos'era un Filler non lo avrei scaricato rischiando la galera ***
Tre
casse sono state aperte ma dell’arma distruttiva neppure
l’ombra, una quarta cassa è appena stata avvista
da due persone e il loro incontro non fa presagire una chiacchierata
amichevole.
ARCO DEL FILLER
4°
capitolo - Se avessi saputo che cos’era
un Filler non lo avrei “scaricato” rischiando la
galera
«Ho mandato Hijikata nel posto più improbabile per
poi ritrovarmi qui con la mocciosa» esclama Okita Sogo.
«E tu che cosa vuoi eh? La precedenza l’hanno le
signorine!» risponde Kagura mentre si infila un dito nel naso.
La cassa è a soli dieci metri da entrambi, posta nel pieno
centro del parco vicino alla statua. Sono presenti troppe persone per
scatenare una battaglia così i due si avvicinano
all’oggetto desiderato camminando come se stessero
passeggiando, ma partendo entrambi da destra, Sogo e Kagura finiscono
per trovarsi braccio contro braccio.
Solo cinque metri li separano dalla cassa.
Kagura spinge Sogo che come risposta gli mette una mano in testa.
Allora Kagura gli mette una mano sul viso.
«Levati dai piedi china-girl o ti arresto!»
«Togliti dalle scatole sadico o ti prendo a
ombrellate!»
Adesso sono solo a due metri dalla cassa quando un uomo sbucato da
dietro la statua ci mette i piedi sopra.
«Ciao sorellina» dice Kamui con il suo solito
sorriso beffardo.
Kagura si ferma mentre Sogo estrae la spada.
«Fermi, fermi, perché volete fare tanto
rumore» dice Abuto, anche lui uscito dal nascondiglio della
statua.
Si sentono le sirene della polizia in lontananza ma in avvicinamento.
Una delle macchine si ferma ed esce urlando Yamazaki:
«Capitano, deve tornare subito alla Shinsengumi, ci sono
delle novità importanti!»
Sogo non presta attenzione al suo compagno e si lancia contro Kamui per
colpirlo con la sua spada ma interviene Kagura mettendogli davanti al
naso il suo ombrello.
Kamui piomba alle spalle di Kagura e la colpisce con un calcio
facendola finire contro la macchina di Yamazaki così Sogo
affonda il suo colpo ma lo Yato fa una capriola all’indietro
evitando che la lama del poliziotto lo colpisca. Kagura appare alle
spalle di Kamui e gli rifila un pugno sulla testa mettendolo al
tappeto, Sogo sfrutta l’occasione e si lancia verso la cassa
dove, però, ad attenderlo trova Abuto.
Yamazaki si fa coraggio e raggiunge i quattro che stanno combattendo e
con un megafono annuncia: «Signori e signorina, in quella
cassa ci sono solo degli ombrelli colorati. Nessuna arma, controllate
pure.»
Abuto solleva il piede e apre la cassa e da essa estrae un ombrello
giallo con disegnati dei cuori rossi.
«Guarda guarda come cavalo c’è qui
dentro» esclama Abuto mettendosi la mano sui capelli.
Kagura e Kamui si avvicinano continuando a tenere la mano sulla faccia
dell’altro mentre Sogo chiede a Yamazaki puntandogli la spada
al viso: «Dimmi che non abbiamo fatto tutto per
niente.»
«Sommo imperatore del pianeta dei sadici, l’ultima
cassa è ancora al porto e deve essere lì dentro
l’arma che può distruggere un pianeta!»
***
Manca una sola cassa da aprire e quello che all’inizio
nessuno aveva pensato era che fosse ancora nel deposito del porto. Solo
due persone avevano intuito che potesse trovarsi ancora lì
quello che cercavano: Kijima Matako e Takechi Henpeita. I due membri
del Kiheitai accolgono con reverenza l’arrivo di Takasugi
Shinsuke.
«Avete avuto notizie da Kamui?» chiede Shinsuke.
«Niente, probabilmente non ha ancora aperto la cassa che
dovrebbe essere nel parco» risponde Matako scuotendo la testa.
«Ho l’impressione che anche questa sia una
trappola» dice Takechi guardandosi attorno.
Ed è proprio così perché i tre, in
pochi istanti, sono circondati dalla Mimawarigumi guidata da Imai
Nobune.
«Per quale motivo state cercando una cassa scaricata
dall’Antares?» chiede Nobune sfoderando la spada.
«Dovrei chiedere io per quale motivo state proteggendo una
cassa che contiene un arma tanto potente da distruggere un pianeta. Voi
non siete i “bravi”?» risponde Matako
impugnando le pistole.
«Non ho la più pallida idea di che cosa stai
parlando» dice Nobune senza esitazione.
Il rumore di un motorino fa voltare tutti verso i cancelli di entrata
del porto ed è proprio Gintoki.
«Ehi, alla fine ci ritroviamo tutti qui, vero Sugi?»
Shinsuke sorride e si scaglio subito contro Gintoki ma
dall’alto di un container piomba giù Katsura che
incrocia la sua spada con quelle degli amici nemici.
«Quando ho visto che una cassa conteneva oggetti normali, ho
immaginato che fosse rimasta in questo posto quella vera.»
«Non dire stupidaggini Zura. Tu non avresti capito niente se
non mandavo le Hyakka ad avvisarti!» risponde Gintoki urlando.
«La vera domanda è perché siete tutti
alla ricerca dell’arma che può distruggere un
pianeta» chiede Shinsuke.
«Ho detto che non esiste nessuna arma» urla Nobune.
«Il Filler è già partito verso la sua
destinazione finale e lo consegneranno oggi.»
Uno degli scaricatori del porto s’intromette nel discorso.
«Mi scusi signorina, io ho una cassa da consegnare a un
certo… Hentai-Senpai»
Henpeita, che si era nascosto subito dopo l’arrivo della
Mimawarigumi, esce da dietro un cassonetto e avidamente apre la cassa
davanti agli occhi di tutti.
«Sono arrivati» dice Henpeita con tono compassato
mentre mostra ai presenti dei vestiti adatti a giovani ragazzine.
Lasciamo per qualche minuto tutti i nostri personaggi mentre cercano di
capire il vero motivo per cui hanno combattuto per delle casse
normalissime e spostiamo ci nello spazio, precisamente dentro il porto
spaziale di un gigantesco satellite.
«Ecco qui la cassa che il suo padrone ha richiesto»
dice Mutsu.
Il vecchio apre la casa e dentro c’è un animale,
uno strano topo con le corna da alce. «Un'altra creatura
assurda che regala il Bakufu al principe Baka» dice Jii.
Il principe Hata sopraggiunge mentre il suo servitore parla e chiede:
«Hai detto principe idiota?»
«No principe Ba… Hata.»
«Io ho sentito bene, non ha detto Baka, ha detto Hata,
principe Baka» dice Mutsu.
«Anche tu hai detto principe idiota!» dice
spazientito il principe Baka… ops… Hata.
«Il nostro compito è finito, torno alla nostra
nave» dice Mutsu voltandosi.
Dietro di lei è arrivato Sakamoto Tatsuma.
«Ah… ah… ah…»
«Non c’è niente da ridere. Tanta fatica
per quella piccola bestiola!»
«Ah… ah… ah… Mutsu, quello
è un rarissimo Filler e si dice che possa distruggere un
pianeta.»
«Come può quell’essere così
piccolo distruggere un mondo intero?»
«Da solo non può ma se incontra la sua anima
gemella e mette su famiglia, nascono circa cinque cuccioli ogni due
minuti. Immagina quanti sono dopo solo due anni e immagina soprattutto
quanto mangiano. Divorerebbero tutto il cibo di un pianeta
distruggendone la fauna e la flora. Ah… ah…
ah…»
E al porto?
Sul posto sono arrivati tutti. L’intera Yorozuya, il
Jouishisi, la Shinsengumi, il Kiheitai, i ninja
dell’Oniwabanshuu, gli ex appartenenti all’Harusame
e quasi tutta la Mimawarigumi. Gintoki, Kotarou, Kondo, Zenzou, e
Shinsuke stanno circondando Nobune e tutti insieme urlano:
«Il Filler è un piccolo animale?»
Tutti gli altri presenti nel porto parlottano tra loro senza badare con
chi stanno parlando.
«Proprio così, è solo un animale che il
governo ha regalato al principe Hata e il Bakufu ha deciso di mettere
la Mimawarigumi a guardia di questo prezioso dono per non rischiare che
qualcuno se ne impadronisse» risponde seccata Nobune.
I cinque comandanti si guardano in faccia e ognuno di loro volta le
spalle a Nobune allontanandosi seguiti dai loro uomini. La Yorozuya si
allontana a piedi superando il cancello, l’Oniwabanshuu si
allontana saltando sopra i container mentre il Jouishishi ci passa in
torno e il Kiheitai, con Kamui e Abuto salpano con una piccola barca.
Tutto avviene sotto gli occhi degli agenti della Shinsengumi e della
Mimawarigumi che stanno parlottando tra loro quando Nobune riceve un
messaggio dal capo Sasaki Isaburo e Kondo una telefonata da Matsudaira
Katakuriko. Solo in quel momento i due capitani capiscono cosa hanno
combinato e urlano all’unisono: «Maledizione, li
abbia lasciati andare via!»
***
[inquadratura dell’esterno della sede della Yorozuya]
«E adesso che l’Arco del Filler non cosa
faremo?» chiede Shinpachi.
«Faremo delle vacanza pagate vero Gin-chan» dice
Kagura.
«E chi ve li da i soldi che a me non hanno pagato neanche il
lavoro faticoso che ho fatto per trovare quella bestia»
risponde Gintoki stizzito.
«Secondo me dovremmo andare alla sede e protestare»
urla Shinpachi.
«Prima che cosa mangiamo, neh. Quando mangiamo, neh? Devo
chiamare il pelatone e dirgli che non sfamate la sua piccola e dolce
figlia,neh?»
«Ohi, Ka… Gu... Ra…! Ripeti le battute
della prima puntata?» urla Gintoki.
«Potremmo chiedere a Elizabeth se ci presta qualcuno dei
nuovi cartelli?» domanda Shinpachi.
«Basta Shinpachi!» urla Gintoki.
«Ehi, quelli sono i miei occhiali!» urla Shinpachi.
«Gin-san, chi è questo qui che ti urla
contro?» chiede Kagura.
«Smettetela» urla di nuovo Shinpachi.
«Scusi signor Sakata, posso sapere se…»
«Vero Madao Ghostmaker, mi stavo dimenticando. Hai scritto
negli “avvertimenti” violenza e l’unico
momento in cui si è visto tanto sangue era quando hai
scritto delle emorroidi di Hattori. Ovvio, ti hanno
licenziato!»
Bzzz… bzzz… bzzz…
N.d.A.
Termina qui con il quarto capitolo l’Arco del Filler che in
realtà avrebbe dovuto continuare per dodici capitoli
più un tredicesimo come speciale. Ho preferito fermarmi
così da non far diventare il filler, una serie di Filler
(scusate il gioco di parole) per un calo d’idee che non solo
mi avrebbe “stancato”, ma anche chi ha letto
l’intera storia e che si sarebbe trovato davanti delle cose
“buttate lì a caso”.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno letto e tutti quelli che vorranno
scrivermi e vi do l’appuntamento a presto per altre avventure
di Gintama e di tutti i suoi personaggi.
Grazie.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3799063
|