Arco del Filler

di ghostmaker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Se mi arresti non pretendere che non mangio quando lo chiedi. ***
Capitolo 2: *** In una riunione tra nemici è difficile aprire una cassa senza litigare ***
Capitolo 3: *** Il vero tesoro è quello che trovi senza sapere che lo avresti trovato ***
Capitolo 4: *** Se avessi saputo cos'era un Filler non lo avrei scaricato rischiando la galera ***



Capitolo 1
*** Se mi arresti non pretendere che non mangio quando lo chiedi. ***


«Ehi, sulla tv è tutto bianco e non si sente la voce, devo usare la tastiera!»
«Ohi, Gin-san. Sicuro che è una tastiera? Abbiamo un computer in casa?»
«Devo salvare i nuovi dati?»
«Leva le mani da lì pervertito! E’ il c..o di Tama che stai pigiando!”

«La terra dei samurai. Fino a vent’anni fa il paese era chiamato in questo modo, poi la razza degli Amanto discese dallo spazio e prese il potere. Impose il divieto di portare la spada segnando così il declino…»[1]
«Ancora? Pattsan smettila di ripetere le stesse cose, loro lo sanno. Mettiamo il nostro celebrato fermo immagine!»
«Gin-san, ti ricordo che non si vede niente e che devi scrivere per far sapere quello che stai dicendo!»
«Ohi! Sei stato tu a mandare via la mia nuova tastiera‼»
«Cosa mangiamo, neh? Quando mangiamo, neh? Devo chiamare il pelatone e dirgli che non sfamate la sua piccola e dolce figlia, neh? Anche Sadaharu è pelle e ossa»
«Ma se sembra l’omino della [beep]»
«Uau!»
«Basta, devo spiegare!»
«Gin-san, sanguini dalla testa»

Qualche minuto dopo…

«Questa è la situazione. Gorilla Mangaka è ancora steso per terra, i produttore dicono che senza disegni non possono fare l’Anime e i dirigenti dicono che nessuno vuole fare le animazioni, quindi o finiamo per condividere la casa con Hasegawa oppure ci inventiamo noi qualcosa. E io ho trovato questo tipo qui. Ghostmaker scriverà tutto quello che diciamo e facciamo.»
«Benvenuto Ghostmaker-san. Quale è il suo nome?»
«MADAO!!!»
«Ohi! Pure questo qui non fa niente tutto il giorno. Ecco perché può scrivere tutto quello che facciamo e diciamo! Sei sicuro che sarà in grado?»
«Sono certissimo!»
«Come fai a saperlo Gin-san, lo hai appena conosciuto anche tu.»
«Perché senza raccontare niente… ha già usato 277 parole… del contatore ufficiale!»

La La La… La La La… La La La… a.. a.. a… Let’s go Out! Open my mind. Let’s go! Sweet dream other side… [2]





ARCO DEL FILLER





1° capitolo - Se mi arresti non pretendere che non mangi quando lo chiedi



Un altra giornata di sole a Edo e questa mattina non ci sono novità, tutto scorre come sempre molto lentamente o forse...
«Buongiorno! Nessuno. Figuriamoci se sono svegli quei due. Ehi.. dove siete?»
Shinpachi è entrato nella casa di Gintoki e non lo trova neanche nella sua stanza. Apre l’armadio e neanche Kagura è lì. Dove saranno andati così presto, si chiede Shinpachi mentre accende la televisione. Ed ecco dove sono.
«Buongiorno, sono Hanano Saki. Stiamo trasmettendo in diretta dall’esterno della Shinsengumi dove questa notte sono stati arrestati due pericolosi criminali grazie al pronto intervento del vice capitano Hijikata.»
Shinpachi impallidisce mentre vede i suoi due amici in manette e scortati dai poliziotti all’interno della sede della polizia. Si alza e velocemente corre verso la porta ma qualcuno la apre prima di lui che, non fermandosi, finisce oltre la balaustra cadendo di faccia sulla strada.
«Ehi, sono qui per l’affitto!” urla Catherine mentre dalla strada si sentono i lamenti di Shinpachi.

Il ragazzo, se pur claudicante, arriva davanti al portone della Shinsengumi e tenta di entrare ma Yamazaki lo ferma. «Non si può entrare qui normalmente come si entra in un negozio che vende Anpan.. Anpan… AnpanAnpanAnpanAnpanAnpan!!!»
Sfruttando il delirio del poliziotto Shinpachi entra nel cortile e trova, seduti sotto il portico, Gintoki, Kagura, Sogo e Toushiro mentre stanno giocando a Uno.
«Ma non vi hanno arrestati?»
«Si» «No» «Si» «No» rispondono i quattro all’unisono confondendo maggiormente Shinpachi.
E mentre gli stessi quattro stanno litigando è Kondou Isao a spiegare la situazione.
«In pratica li abbiamo arrestati ma non sono in arresto.»
Shinpachi toglie gli occhiali per asciugarsi il sudore freddo che gli scende copioso e Isao, guardando direttamente gli stessi occhiali, continua a parlare. «Vedi Shinpachi-chan. Loro ci servono come esca per stanare il famigerato Katsura Kotaro!»
«Ohi, perché guardi gli occhiali e non me? E poi pensate che venga fuori così facilmente Zura?»
E dal tetto si sente una voce urlante: «Non sono Zura, sono Katsura!»
Shinpachi finge di non sentire. «E poi pensate che Zu.. ehm, il ricercato si esponga per quei due idioti laggiù?»
A quelle parole Sogo imbraccia il lancia missili mentre Toushiro estrae la spada ed entrambi puntano le loro armi verso Shinpachi urlando: “Come ci hai chiamati?» mentre Isao continua a spiegare agli occhiali del ragazzo. «Sappiamo che lui non li salverà ma puntiamo tutto sul gioco Uno e sulla sua smania di non perdere.»
«E create tutto questo trambusto?»
«In verità ormai non pensiamo che arrivi,» dice Isao con tono sommesso aggiungendo «il problema adesso sono loro due. Non vogliono più andare via.»
«Qui almeno si mangia due volte al giorno,» urla Kagura prima di svuotarsi una cisterna di riso in gola.
«E poi non ci vogliono pagare per la nostra interpretazione magistrale davanti alla tv,» dice Gintoki mentre si mette nelle pose classiche di vari attori famosi.
«Falla finita occhi da pesce lesso,» urla Toushiro mentre anche lui esegue le stesse posizioni di Sakata.

Nel frattempo, sul tetto della sede di polizia, Katsura parla con Elizabeth.
«Non hanno nessuna speranza.»
[Non riusciranno a prenderti]
«No. Non sono capaci,» risponde Kotaro mentre esegue anche lui le pose da attore.
[….] ed Elizabeth lo abbatte colpendolo ripetutamente alla testa con il cartello che ha in mano.

Giù nel cortile la lite si sta accendendo perché Kagura ha in mano solo due carte e si appresta a vincere la sfida. Sogo gli si para davanti dicendo: «Hai barato»
«Cosa dici,» risponde la ragazzina usando una vocina da bambina mentre guarda da un'altra parte.
«Come ti permetti di dire queste cose alla piccolina di casa?» dice Gintoki con fare minaccioso.
«E tu non avevi cinque carte? Come mai ora sono sei?» chiede Toushiro puntando la katana verso la gola di Gintoki. Sakata inizia a sudare e poi con una vocina impaurita risponde: «Me l’ha data lei, quella stupida marmocchia.»
Prima che le cose degenerino il capitano Kondou Isao prende in mano la situazione.  «Il gioco è finito, ora dovete andarvene. E’ un ordine.»
Kagura spalanca gli occhi dicendo: «Ohi Gorilla, non ho ancora pranzato,» mentre Gintoki urla a squarcia gola puntando il dito verso il portone della sede di polizia: «Ciao Otae-san»
Kondou in un attimo si denuda e sfreccia verso il portone abbattendolo mentre grida: «Otae-chan, ecco il fiore del mio amoreeeeee»
Da sotto il portone si sente la voce rotta dai singhiozzi di Yamazaki: «E’ arrivato il loro animaletto, posso farlo entrare?» Sadaharu corre subito verso Kagura utilizzando il passaggio appena apertosi non prima di aver saltellato sul portone e quindi su Yamazaki mentre Shinpachi è inginocchiato a guardare i suoi occhiali buttati a terra da Kondou ai quali dice: «Ti sei fatto male Shin-kun?»

Qualche ora più tardi, ristabilitasi la calma, Toushiro dice a Gintoki: «Si può sapere quando hai deciso di scappare? E’ l’ultima opportunità per noi di prendere Katsura e metterlo subito in una cella. Cosa vuoi ancora?»
«Toshi»
«Ohi, chi ti ha detto di chiamarmi così!»
«Ho paura. Là fuori c’è un essere mostruoso che aspetta di divorarmi,» risponde Gintoki muovendo le anche come una scolaretta delle medie innamorata.
Hijikata ha prestato poca attenzione alle parole di Sakata perché mentre quello parlava lui stava sentendo dei rumori sul tetto. Anche Okita li ha sentiti ed entrambi si mettono in posizione di guardia. Toushiro urla: «Chi c’è lì su, scendete prima che questo sadico che ho alle spalle spari con il bazooka usandomi come mirino.»
Sogo sta per sparare quando due figure femminili si lanciano dal tetto e atterrano senza fare rumore nel cortile. Toushiro urla: «Allora non mentivi. Sono proprio due mostri!»
«Non sono un mostro, sono Katsura,» dice una delle due ragazze.
«Ehhhh!» urla Hijikata mentre Okita chiede conferma delle parole sentite. «Sei Katsura?»
«Non sono Katsura, sono Zurako,» mentre l’altra ragazza solleva un cartello: [Sono nuova in città]
Hijikata si accende una sigaretta poi volge lo sguardo verso Gintoki e urla. Lì davanti a lui non c’è più il Demone Bianco, ora c’è una ragazza.
«Piacere di conoscervi, io sono Paako.»

In una parte della città non molto lontano dalla sede della polizia c’è un luogo temuto da tutti nel quale è vietato passeggiare per la pericolosità delle persone che si possono incontrare. Un luogo dove un solo uomo e la sua assistente non temono niente. Lui è assolutamente il vero Hardboiled di Edo. La sua assistente Haji è in strada e grida verso una finestra aperta. «Kozenigata -san! Ho le informazioni su quel carico speciale proveniente da lei sa dove!»
Lui, Kozenigata Heiji, l’unico vero hardboiled di Edo sente la voce della sua assistente ma non risponde. Non vuole far sapere ai possibili nemici che è lì, in quella casa, dove tutto è sospetto, dove tutto è carico di ricordi dolci e dolorosi, lì dove, legato come un salame, può solo dire con un filo di voce: «Frustami più forte,» mentre una donna colpisce il suo c..o con una frusta tanto nodosa quanto delicata. Lui è l’unico uomo Hardboiled di Edo, è sa cosa deve fare.

Qualche minuto dopo la giovane Haji consegna del ghiaccio al suo capo e Heiji, abbassando gli occhiali, esclama: «Dobbiamo fermarli ma non mi fido di loro. Andiamo da Sakata Gintoki.» E detto ciò si abbassa i pantaloni per mettere il ghiaccio nelle mutande. Che tragico errore perdere tempo in questo modo mentre qualcosa di terribile si avvicina alla sua città.

Sul tetto di un palazzo c’è un uomo. No, è l’ex capo dell’Oniwabanshuu, un ninja pericoloso di nome Hattori Zenzou ed è probabilmente anche lui lì per intercettare le informazioni recuperate da Haji. Sta scrutando cosa stia facendo quel Detective e con una voce sibilante dice a se stesso: «Ora so come guarire le mie emorroidi. Il ghiaccio!»

Ma alla Shinsengumi?

Zurako, Paako ed Elizabeth salutano i poliziotti ed escono dal portone ormai divelto nonostante Okita non smetta di puntare contro di loro, e contro Hijikata, il suo bazooka. Shinpachi e il ragazzo che lo indossa, tengono al guinzaglio Sadaharu e seguono le tre ragazze. Hijikata conta le persone che stanno uscendo e si accorge che ne manca una. Urla: «Qualcuno la cerchi e la mandi via.» Yamazaki non perde tempo, corre nelle stanze della sede della polizia ed infine giunge nella mensa dove Kagura sta svuotando il ripostiglio delle vettovaglie. «Se mi arresti non pretendere che smetta di mangiare quando lo chiedi tu!»

Crediti.
  1. E’ l’introduzione originale dell’Anime Gintama curata dal regista Shinji Takamatsu per la rete TXN (Tokyo TV).
  2. E’ l’introduzione originale della sigla di apertura dell’Anime Gintama dal titolo “Pray” cantata da Tommy Heavenly6 e replicata per 24 episodi.

N.d.A.
- Questo ciclo di storie che si legano e si continuano per l’intero Arco non è propriamente un What  If? dato che non modificano una trama cambiando l’evento ma preferisco segnalarlo in quel modo perché i personaggi che appaiono, o appariranno, nella versione originale sono stati introdotti in momenti diversi e quindi, in qualche modo, diventano anacronistici.
- I capitoli non avranno una cadenza regolare e spero di pubblicarli in tempi non troppo lunghi dato che si tratta anche della mia prima serie pubblicata su EFP. Chiedo scusa a tutti in anticipo per la “formattazione del testo”. Spero perdoniate gli errori di un principiante.
- Non lo leggerà mai ma mi permetto di ringraziare il Maestro Hideaki Sorachi per avermi/ci regalato uno dei Manga più divertenti che abbia mai visto.

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Capitolo 2
*** In una riunione tra nemici è difficile aprire una cassa senza litigare ***


Gintoki siede sulla sua poltroncina della scrivania dando le spalle alle persone che, sedute intorno al tavolo, stanno parlando.
«Abbiamo svolto le indagini in modo scrupoloso, forse troppo scrupolose perché alla fine il Bakufu ha ordinato a Kozenigata-sensei di consegnare tutte le informazioni alla Mimawarigumi e ci ha tolto il caso», dice Haji sospirando.
«Per quale motivo sei venuta qui?» chiede Shimpachi.
«Kozenigata-sensei, valutando la situazione, è convinto che solo voi della Yorozuya potete indagare senza essere costretti, da ordini superiori, a fermarmi. Crede che solo voi siate in grado di smantellare l’operazione illegale che si sta ampliando in questi giorni al porto e che, stranamente, lo shogunato sta coprendo.»
«Perché sei venuta da sola qui da noi,» chiede Shinpachi sistemandosi gli occhiali.
«Sono qui da sola perché sappiamo che Kozenigata-sensei è seguito come un ombra da qualcuno. Giorni  fa’ c’era una persona su un palazzo che lo stava spiando e abbiamo trovato del sangue a terra, segno che altri erano nascosti in quel luogo.»
Tutti aspettano di sentire cosa ne pensa Gintoki. Lui si volta verso di loro; nella mano destra ha una copia di Jump mentre ha l’indice della mano sinistra infilato nel naso. Solleva lo sguardo verso Haji, poi si volta verso Shinpachi ed esclama sorpreso: «E questa qui quando è arrivata?»
«Ohi, ma non hai sentito niente? Ci sta dando un lavoro!»
«Ah», risponde Gintoki con la sua solita faccia stralunata mentre lancia una caccola, appena estratta, addosso a Kagura.
Shinpachi e Haji osservano in silenzio Kagura e Gintoki che si sfidano a chi lancia la caccola più grande contro l’avversario!





ARCO DEL FILLER





2° capitolo - In una riunione tra nemici è difficile aprire una cassa senza litigare


Sfruttando l’oscurità Gintoki e i suoi compagni hanno raggiunto il porto e iniziano a cercare la nave Antares che, secondo le informazioni di Haji, è quella che sta portando il carico più importante; un arma che potrebbe essere in grado di spazzare via una città in pochi secondi, un tesoro di inestimabile valore per chiunque voglia conquistare un potere così grande. Ed infatti non sono soli. Nell’ombra si aggirano altre figure, persone ancora indefinite e sicuramente interessate allo stesso carico. Gli Yorozuya sono i primi a trovare l’Antares grazie al fiuto di Sadaharu però, da subito, Shinpachi osserva: «Che strano. Se è qui il tesoro perché non c’è schierata la Mimawarigumi? Non c’è neanche qualcuno dell’equipaggio a fare da guardia.»
Le parole del ragazzo sono quasi inopportune quando il gruppo, entrato nella stiva, si trova davanti ad una ventina di uomini mascherati che impugnano le loro katane.
«Ecco, Quattr’occhi porta anche sfortuna,» esclama Kagura aprendo il suo ombrello mentre Gintoki, impugnata la spada di legno, sorride lanciandosi contro gli avversari senza pensarci troppo. Avversari che si dimostrano subito deboli e arrendevoli, infatti, dopo che il primo di loro viene colpito, tutti gli altri si raggruppano in un angolo della stiva, piangendo. Gintoki urla: «Ehi, ma che state facendo? Che razza di samurai siete?» Uno di loro si fa avanti tenendo la testa china, si butta in ginocchio e con le lacrime risponde: «Noi siamo solo dei lavoratori del porto. Gli Amanto ci hanno fatto mettere le maschere perché dicevano che le nostre facce erano così brutte da essere insopportabili.» L’uomo solleva il viso da terra, toglie la maschera e Kagura inizia a vomitare, seguita subito dopo da Gintoki. «Voi due cosa avete mangiato prima di venire qui,» urla Shinpachi furente mentre il lavoratore del porto continua a spiegare mostrando la sua katana. «Vedete, sono false, sono oggetti di scena senza punta e senza lama. Sono dei giocattoli. Loro hanno voluto che le tenessimo in mano per far credere che fossimo dei ronin ma nessuno di noi ne ha mai maneggiata una. Vi prego, non uccideteci, abbiamo famiglia.»
Shinpachi osserva la stiva e si accorge di un'altra verità. «Dimmi, ma questa stiva è vuota, cosa dovevate proteggere?»
L’uomo risponde abbassando nuovamente il capo fino a terra. «Questa stiva è il nostro dormitorio fino a domani mattina quando l’Antares ripartirà. Qui abbiamo già scaricato le cinque casse che, se non sbaglio, dovrebbero muoversi fra qualche minuto su dei furgoni delle spedizioni. Guardate sul tavolo; lì c’è il piano di trasporto della merce. Per favore non uccideteci.» Il lavoratore teme per la sua vita e non solleva il capo nonostante uno dei suoi compagni, con un filo di voce, gli dica: «Takaya-san, quelli sono andati via.»

Gintoki e gli altri sono usciti dalla nave e cercano di capire dove si trovino i furgoni quando da un angolo buio escono Katsura ed Elizabeth. «Immaginavo di trovare persone interessate all’arma, a questo inestimabile tesoro,» dice Kotaro che, accortosi di chi fosse il suo interlocutore, aggiunge, «ho capito! Finalmente hai deciso di essere il nostro asso nella manica e di aggiungerti con i tuoi compagni alla nostra nobile causa!»
«Zura, non dire scemenze,» risponde Gintoki muovendo la testa velocemente da destra a sinistra per scovare la posizione dei furgoni.
«Non sono Zura, sono Katsura!»
Il loro discorso viene interrotto da altre due figure, un uomo e una donna, che fino a quel momento erano nascoste in un vicolo. La ragazza punta le sue pistole contro i presenti e con tono acido dice: «Dove avete messo l’arma, il tesoro,» mentre l’uomo a passi veloci si avvicina a Kagura dicendole: «Hai sempre un grande spirito ma ti fanno mangiare adeguatamente? Ti vestono in modo appropriato?»
Kagura fa un piccolo salto indietro per allontanarsi dal maniaco mentre la donna urla furente: «Smettila Takechi-san, metti i brividi anche a me, stupido di un lolicon pervertito.»
«Matako-kun, non sono un lolicon, sono un femminista,» risponde l’uomo.
Il battibecco tra i due è bloccato da Gintoki che mostra la sua spada a Matako dicendole: «Kijima! Dovevo immaginare di trovare qui i cani di Takasugi visto l’importanza del tesoro.»
Un altro gruppo di persone appare improvvisamente sulla scena e una di queste, una donna, si lancia verso Gintoki cercando di bloccarlo ma Sakata, fulmineo, evita il contatto rifilandole una bastonata. «Ci mancavate voi,» esclama Gintoki.
La donna, riversa sulla strada, ha un bernoccolo sulla fronte ma ride felice. «Il mio Gintoki ha usato il suo bastone con me.»
«Sacchan! Non dire queste cose; poi dobbiamo scusarci con tutti i capi della redazione per non farci cacciare,» urla Shinpachi.
«Tranquillo Shin-chan. Ricordati che ora scrive quel Ghostmaker-Madao» replica Gintoki  con la sua solita espressione un poco da ebete.
Tra i nuovi arrivati esce allo scoperto Hattori Zenzou. «Yorozuya, Kiheitai, Jouishishi e Oniwabanshuu, ma nessuna presenza della Mimawarigumi.»
Nel trambusto solo Sadaharu sembra essere interessato a trovare i furgoni sui quali sono state caricate le casse e, abbaiando, attira l’attenzione di Kagura che indica subito la cancellata. «Gin-san, eccoli, sono loro, stanno andando via.»
«Forza corriamo a fermarli,» risponde Shinpachi mettendosi la mano davanti al volto per non farsi sentire.
Gintoki e i suoi compagni iniziano a fischiettare mentre si spostano lentamente per raggiungere la cancellata mentre tutti gli altri stanno discutendo su chi ha il diritto di essere il nuovo padrone delle casse. La mossa funziona ma a questo punto sono costretti a correre e gli altri gruppi li seguono pur non capendone il motivo di tanta fretta. Una massa di persone in movimento, tutti inseguono tutti, ma quando stanno per raggiungere i furgoni trovano una brutta sorpresa ad attenderli perché, da uno di essi, escono fuori Hijikata Toushiro e un gruppo della Shinsengumi. Il vice capitano urla: «Prendeteli tutti,» mentre Okita Sogo, con voce calma, dice al suo superiore in grado: «Hijikata, perché non vai avanti tu, sei il comandante. Io mi piazzo qui e quando li hai raggiunti inizio a sparare.»
Hijikata salta giù dal furgone e, sguainata la spada, corre per raggiungere i suoi uomini ma, all’improvviso, si ferma, si accende una sigaretta e voltandosi indietro scorge una luce particolare negli occhi di Sogo e dice: «Sei un bastardo Sogo!!!»
Okita spara subito con il bazooka e tutte le persone presenti nel cortile cercano di ripararsi come possono. Il secondo colpo viene bloccato da Kagura che con il suo ombrello ne devia il percorso facendolo rimbalzare verso i container. Anche Sogo salta giù dal furgone per raggiungere e colpire la sua acerrima nemica; il tutto calpestando il corpo fumante di Hijikata. La ragazzina però non può affrontare l’avversario perché Gintoki la lancia su Sadaharu ordinandole: «Smetti di giocare con il tuo amichetto e seguite il furgone sul quale c’era la Shinsengumi. Quello è uno dei cinque. Qualsiasi cosa succeda le cinque casse sono collegate tra loro quindi se ne abbiamo una chiunque prende le altre dovrà farsi vivo con noi.»

In realtà la battaglia dura poco perché i ninja sono scomparsi più veloci del vento saltando sui vari container, Gintoki e Shinpachi si sono serviti dello scooter per allontanarsi attraverso le stradine strette vicine al porto e il Kihetai non ha neppure partecipato attivamente allontanandosi via mare appena vista la polizia. Solo Katsura ed Elizabeth continuano a difendersi nonostante i loro compagni siano già stati abbattuti dai poliziotti. Hijikata, ripresosi, raggiunge Okita al quale urla minaccioso: «Maledetto, non potevi aspettare? Hai colpito anche dei nostri?»
«Non sei tu che hai detto di prenderli tutti? Devi spiegarmi meglio s dai ordini,» risponde Sogo senza mostrare nessuna espressione in viso.
Hijikata si accende una sigaretta e osserva i due membri del Jouishishi. «Smettetela di fare questa resistenza inutile. Siete circondati. Oggi la Shinsengumi ha catturato un bel pesce grosso.»
«Non sono un pesce grosso, sono Katsura,» esclama infastidito Kotarou  mentre Elizabeth solleva un cartello: [Nessuno ci può prendere oggi!] seguito da un secondo cartello esposto mentre una luce proveniente dall’alto lo illumina [Questo è un raggio per il teletrasporto, addio!]
La luce scompare portandosi via Elizabeth ma, con sorpresa di tutti, non Katsura che, sconsolato, esclama: «Addio controfigura del venerdì di Elizabeth.»


***


Nel piazzale del porto, ora, è tornato il silenzio; suona una sirena e i lavoratori del secondo turno iniziano a prepararsi perché sta giungendo una nuova nave da scaricare ma insieme a loro c’è anche la Mimawarigumi guidata dal vice capitano Imai Nobune. La ragazza apre il telefonino e manda un messaggio con scritto: «Tutto procede secondo i piani prestabiliti.»

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Capitolo 3
*** Il vero tesoro è quello che trovi senza sapere che lo avresti trovato ***


Le casse ormai erano uscite dal porto e tutti avevano iniziato a inseguirle dividendo le proprie forze sul campo. Al porto invece è appena arrivata una nuova nave. Imai Nobune la apre e, guardando il contenuto, esclama: «Il Filler!»





ARCO DEL FILLER





3° capitolo - Il vero tesoro è quello che trovi senza sapere che lo avresti trovato

Shinpachi, seguendo le tracce del camion che portava una delle casse, si  accorge di essere arrivato al Koudoukan, il dojo di famiglia.
«Nee-san, sei in casa?»
Il ragazzo, non ricevendo risposta, si guarda attorno per cercare la cassa ma all’improvviso la sorella lo raggiunge. In mano ha un cestito che sembra emanare radiazioni.
«Sei arrivato giusto in tempo Onii-chan», risponde Tae sollevando il coperchio del cestino, «ho bisogno di qualcuno che testi la mia nuova prova culinaria. Un’omelette con noci Macadamia».
Shinpachi ha già il viso di colore verde avendo visto quella massa informe che emana l’odore degli scarichi sporchi delle astronavi e alla richiesta della sorella, senza darle modo di capire che il solo pensiero lo fa rabbrividire, risponde: «Ho già fatto colazione e mi è rimasto in bocca il sapore dolce dei biscotti».
Yagyuu Kyubeei, arrivata all’improvviso, si lancia verso il cestino di Tae ma finisce per trovarsi davanti Toujou Ayumu.
«Maestro stia lontano da quella cosa! Sembra muoversi da sola. La donna ha bruciato un Amanto e cerca di sbarazzarsi del corpo facendolo mangiare» esclama con voce perentoria Ayumu.
Kyubeei colpisce la sua guardia del corpo con il fodero della katana e Tae con un calcio spedisce l’uomo fuori sulla strada.
Il nuovo maestro della famiglia Yagyuu arrossisce e si offre volontaria.
«Un giudice però non basta, vero Onii-chan?» risponde Tae guardando il fratello con occhi demoniaci.
Shinpachi è alle strette, si guarda attorno per non incrociare lo sguardo della sorella vedendo finalmente la cassa. Con uno scatto raggiunge quello che era venuto a cercare ma Kyubeei blocca il ragazzo puntandogli la spada al collo mentre tenta di aprire la cassa.
«Non è bello che un fratello fugga dalla sorella in questo modo. Permettimi di assisterti quando farai sepuku!»
Tae lentamente raggiunge i due e Shinpachi è costretto a dire: «Va bene Nee-san, io sarò il secondo giudice».
«Sai che però due non bastano? Ne servirebbe un terzo», dice la ragazza pensierosa.
La cassa si apre da sola di scatto e salta fuori Kondou Isao!
«Io sono il terzo giudice» e detto questo ingoia tutto il contenuto del cestino di Tae.
Il capitano della Shinsengumi sembra diventato enorme e i vestiti sembrano esplodergli addosso.
«Un gorilla come giudice?» chiede Kyubeei.
Tae risponde mentre con un pugno fa volar Kondou sulla strada facendolo atterrare su Ayumu: «Infatti Kyubeei-chan il gorilla è eliminato».
Shinpachi, ha osservato la situazione ma soprattutto la cassa vuota e chiede: «Nee-chan, perché hai questa cassa qui in casa? Cosa c’era dentro?»
«C’era una fornitura di noci che mi è arrivata questa mattina. Strano che sia vuota».
Sulla strada Ayumu spinge lontano da se Kondou e da sotto il vestito del capitano iniziano a cadere tutte le noci di macadamia che si era messo addosso per potere entrare nella cassa.


***


Hijikata Toushirou, vice capitano della Shinsengumi, osserva l’essere chiamato Elizabeth mentre si avvicina a una cassa. Si accende una sigaretta ed estrae la spada mentre si avvicina al nemico.
«Ohi. Sei in arresto per esserti appropriato indebitamente di una cassa. Spostati e alza le mani… le zampe».
Katsura Koutaro, “mente” del gruppo criminale Jouishishi, impugna la spada mentre si avvicina al poliziotto.
«Sei tu che vuoi appropriarti della cassa!»
I due sono vicinissimi e iniziano un duello. Le spade, scontrandosi, fanno scintille ma sono le parole che bruciano più delle piccole ferite.
«Ho detto che sta toccando qualcosa che non gli appartiene!» urla Toushi.
«Ho detto che è sua quella cassa» risponde urlando Zura.

«Non Sono Zura! Sono Katsura!» mi sta urlando Koutaro‼!
«Scusa, è da poco che scrivo e tutti ti chiamano in quel modo» rispondo io preso in contropiede dalle sue parole mentre Elizabeth solleva il cartello. [Non fare il furbo Ghostmaker!]

Ehm…

Lo scontro prosegue, il livello dei samurai si equivale, nessuno dei due ha il sopravvento sull’avversario ma Katsura ha un vantaggio perché Hijikata deve fermare Elizabeth prima che possa rubare il contenuto della cassa. Il vice capitano della Shinsengumi si lascia spingere fino alla cassa proprio mentre Elizabeth la apre e si ferma all’improvviso.
«Che cosa sono quelli!»
[i miei nuovi cartelli] risponde Elizabeth dopo aver scritto su uno dei cartelli bianchi che riempiono la cassa.
«Lo avevo detto che era sua», dice Koutaro sorridente mentre l’amico Elizabeth si lega sulle spalle la cassa.
Hijikata Toushirou, vice capitano della Shinsengumi, si accende una sigaretta, estrae dalle tasche dei pennarelli e con un sorriso beffardo esclama: «Maledetto Sogo, ora capisco perché mi ha detto di portare questi strumenti per disegnare. Non importa, prenderò questi due!»
Hijikata alza lo sguardo e di Katsura ed Elizabeth non c’è più traccia.
Toushi è sconfitto questa volta. Accende una nuova sigaretta, prende uno dei cartelli di Elizabeth rimasti per terra e per vendetta, con il pennarello, ci scrive sopra in continuazione la parola “Zura!”.


***


Le tracce del percorso di una delle casse hanno portato Sakata a Yoshiwara e ora sta bevendo del the con Hinowa.
«Cosa ti porta qui Gintoki-san?»
«Sappiamo che qualcuno ha portato qui qualcosa di pericoloso e devo fermare la gente che se ne vuole impossessare».
«Pensavo che fossi venuto a trovare Tsukuyo».
«Anche. Ho bisogno di lei».
«Come sono contenta, una dichiarazione!»
Gintoki, s’infila un dito nell’orecchio e risponde stranito. «Eh? Di che parli? Ho bisogno di Tsukuyo perché come Hyakka dovrebbe aver visto qualcosa».
«Oh capisco, pensavo a una dichiarazione di cuore», risponde Hinowa passando la tazzina di the.
Gintoki si guarda il dito appena tolto dall’orecchio ed esclama: «Cuore? Mai pensato che lei abbia un cuore!»
Una decina di kunai s’infilzano nel corpo di Sakata.
Hinowa sorride. «Seita, Tsukuyo, siete arrivati»
«Se questo cretino vuole, lo posso portare dove ritiriamo la corrispondenza» dice Tsukuyo .
«Posso andare anch’io con loro?» chiede Seita.
«Lasciali andare da soli a fare una passeggiata», risponde Hinowa.
Tsukuyo arrossisce mentre Seita, non capendo, borbotta adirato.

Gintoki e Tsukuyo raggiungono il deposito postale e mentre Gintoki si tuffa tra le varie lettere d’amore spedite alle donne di Yoshiwara, la donna chiede: «Si può sapere cosa stai cercando?»
«Non posso dirtelo».
«E come faccio ad aiutarti se non mi dici niente!»
«Non devi aiutarmi!»
Gintoki si mette in ginocchio proprio sotto il seno di Tsukuyo. Le pupille degli occhi della donna iniziano a roteare mentre Sakata tasta sopra la sua testa per capire dove si trova. «Ma che cosa tenete in questo ufficio di così morbido?»
Tsukuyo solleva di peso Gintoki ed esegue un suplex all’indietro urlando: «Cosa diavolo pensi di fare pervertito?»
Sakata finisce con la testa proprio sopra alla cassa che stava cercando e, con il volto sanguinante, esclama: «Eccola».
La donna osserva l’oggetto di cui sta parlando Sakata. «E a te cosa te ne frega del suo contenuto? Lo vuoi tu?»
Gintoki, solita faccia di chi non capisce neanche di cosa si stia parlando, non risponde ma apre con forza la cassa e da questa esce qualcosa di grosso che gli salta addosso, qualcosa che lo stringe come fosse vittima di un boa gigante. L’uomo riesce a liberarsi lanciando questa cosa da un'altra parte della stanza e, ansimando, chiede a Tsukuyo: «Che bestia c’era qui dentro?»
«Nessuna bestia. In questa cassa c’erano i nuovi yukata per le donne della città e dovrebbe esserci anche il mio kimono e tu lo avrai rovinato».
Tsukuyo controlla nella cassa senza trovare niente mentre Gintoki illumina il punto in cui ha lanciato l’essere che lo aveva aggredito. L’uomo è travolto un'altra volta ma ora sa di chi si tratta.
«Il mio Gin-chan! Sei venuto a salvarmi mentre ero in quella cassa stretta. Guardami, sono tutta sudata, merito che mi sculacci! No, dai, lasciami, mi stai stringendo tutta al tuo corpo, lasciami».
Gintoki riesca a divincolarsi da Sacchan facendola cadere gli occhiali così la donna si aggrappa alle gambe di Tsukuyo dicendo: «Non mi mandare via Gin-chan».
«Brutta strega,» dice Tsukuyo, «stai indossando il mio kimono».
Sacchan rimette gli occhiali e alzandosi in piedi punta il dito contro l’avversaria e ridendo dice: «A te sta male questo vestito. Solo indossato da me, può essere apprezzato da Gintoki».
«Dammelo subito indietro. Tu, anche con il mio kimono, rimani la numero 25 del sondaggio. Io sono la numero 9!»
Le due donne continuano a litigare ma Sakata?
Gintoki è uscito senza che le ragazze lo vedessero ed è seduto in una sala d Pachinko e affianco a lui Hasegawa che ha una coperta sulla schiena.
«Com’è andata la tua mattinata?» chiede Gintoki a Taizou.
«Bene come sempre», risponde Hasegawa mentre si alza dalla sedia, e mentre si allontana, scopriamo che sotto la coperta indossa solo le mutande.


***


 Un’astronave atterra a Edo planando nel fiume Sumida e da essa scendono due persone che indossano un cappuccio e un terzo uomo, Takasugi Shinsuke, che dice agli altri: «I miei compagni stanno già cercando quella cassa ma voi siete sicuri che ci sia quello che avete detto?»
Il primo degli uomini a togliersi il cappuccio, Abuto, risponde: «Non c’è nulla di sicuro, potrebbe essere solo una trappola».
Il secondo degli uomini a togliersi il cappuccio, Kamuy esclama ridendo: «Che importa, sistemeremo tutto ugualmente».
«Ecco, lo scemo del mio capitano è già pronto a fare disastri» dice Abuto mettendosi una mano tra i capelli.

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Capitolo 4
*** Se avessi saputo cos'era un Filler non lo avrei scaricato rischiando la galera ***


Tre casse sono state aperte ma dell’arma distruttiva neppure l’ombra, una quarta cassa è appena stata avvista da due persone e il loro incontro non fa presagire una chiacchierata amichevole.





ARCO DEL FILLER





 4° capitolo - Se avessi saputo che cos’era un Filler non lo avrei “scaricato” rischiando la galera


«Ho mandato Hijikata nel posto più improbabile per poi ritrovarmi qui con la mocciosa» esclama Okita Sogo.
«E tu che cosa vuoi eh? La precedenza l’hanno le signorine!» risponde Kagura mentre si infila un dito nel naso.
La cassa è a soli dieci metri da entrambi, posta nel pieno centro del parco vicino alla statua. Sono presenti troppe persone per scatenare una battaglia così i due si avvicinano all’oggetto desiderato camminando come se stessero passeggiando, ma partendo entrambi da destra, Sogo e Kagura finiscono per trovarsi braccio contro braccio.
Solo cinque metri li separano dalla cassa.
Kagura spinge Sogo che come risposta gli mette una mano in testa. Allora Kagura gli mette una mano sul viso.
«Levati dai piedi china-girl o ti arresto!»
«Togliti dalle scatole sadico o ti prendo a ombrellate!»
Adesso sono solo a due metri dalla cassa quando un uomo sbucato da dietro la statua ci mette i piedi sopra.
«Ciao sorellina» dice Kamui con il suo solito sorriso beffardo.
Kagura si ferma mentre Sogo estrae la spada.
«Fermi, fermi, perché volete fare tanto rumore» dice Abuto, anche lui uscito dal nascondiglio della statua.
Si sentono le sirene della polizia in lontananza ma in avvicinamento. Una delle macchine si ferma ed esce urlando Yamazaki: «Capitano, deve tornare subito alla Shinsengumi, ci sono delle novità importanti!»
Sogo non presta attenzione al suo compagno e si lancia contro Kamui per colpirlo con la sua spada ma interviene Kagura mettendogli davanti al naso il suo ombrello.
Kamui piomba alle spalle di Kagura e la colpisce con un calcio facendola finire contro la macchina di Yamazaki così Sogo affonda il suo colpo ma lo Yato fa una capriola all’indietro evitando che la lama del poliziotto lo colpisca. Kagura appare alle spalle di Kamui e gli rifila un pugno sulla testa mettendolo al tappeto, Sogo sfrutta l’occasione e si lancia verso la cassa dove, però, ad attenderlo trova Abuto.
Yamazaki si fa coraggio e raggiunge i quattro che stanno combattendo e con un megafono annuncia: «Signori e signorina, in quella cassa ci sono solo degli ombrelli colorati. Nessuna arma, controllate pure.»
Abuto solleva il piede e apre la cassa e da essa estrae un ombrello giallo con disegnati dei cuori rossi.
«Guarda guarda come cavalo c’è qui dentro» esclama Abuto mettendosi la mano sui capelli.
Kagura e Kamui si avvicinano continuando a tenere la mano sulla faccia dell’altro mentre Sogo chiede a Yamazaki puntandogli la spada al viso: «Dimmi che non abbiamo fatto tutto per niente.»
«Sommo imperatore del pianeta dei sadici, l’ultima cassa è ancora al porto e deve essere lì dentro l’arma che può distruggere un pianeta!»


***


Manca una sola cassa da aprire e quello che all’inizio nessuno aveva pensato era che fosse ancora nel deposito del porto. Solo due persone avevano intuito che potesse trovarsi ancora lì quello che cercavano: Kijima Matako e Takechi Henpeita. I due membri del Kiheitai accolgono con reverenza l’arrivo di Takasugi Shinsuke.
«Avete avuto notizie da Kamui?» chiede Shinsuke.
«Niente, probabilmente non ha ancora aperto la cassa che dovrebbe essere nel parco» risponde Matako scuotendo la testa.
«Ho l’impressione che anche questa sia una trappola» dice Takechi guardandosi attorno.
Ed è proprio così perché i tre, in pochi istanti, sono circondati dalla Mimawarigumi guidata da Imai Nobune.
«Per quale motivo state cercando una cassa scaricata dall’Antares?» chiede Nobune sfoderando la spada.
«Dovrei chiedere io per quale motivo state proteggendo una cassa che contiene un arma tanto potente da distruggere un pianeta. Voi non siete i “bravi”?» risponde Matako impugnando le pistole.
«Non ho la più pallida idea di che cosa stai parlando» dice Nobune senza esitazione.

Il rumore di un motorino fa voltare tutti verso i cancelli di entrata del porto ed è proprio Gintoki.
«Ehi, alla fine ci ritroviamo tutti qui, vero Sugi?»
Shinsuke sorride e si scaglio subito contro Gintoki ma dall’alto di un container piomba giù Katsura che incrocia la sua spada con quelle degli amici nemici.
«Quando ho visto che una cassa conteneva oggetti normali, ho immaginato che fosse rimasta in questo posto quella vera.»
«Non dire stupidaggini Zura. Tu non avresti capito niente se non mandavo le Hyakka ad avvisarti!» risponde Gintoki urlando.
«La vera domanda è perché siete tutti alla ricerca dell’arma che può distruggere un pianeta» chiede Shinsuke.
«Ho detto che non esiste nessuna arma» urla Nobune. «Il Filler è già partito verso la sua destinazione finale e lo consegneranno oggi.»

Uno degli scaricatori del porto s’intromette nel discorso. «Mi scusi signorina, io ho una cassa da consegnare a un certo… Hentai-Senpai»
Henpeita, che si era nascosto subito dopo l’arrivo della Mimawarigumi, esce da dietro un cassonetto e avidamente apre la cassa davanti agli occhi di tutti.
«Sono arrivati» dice Henpeita con tono compassato mentre mostra ai presenti dei vestiti adatti a giovani ragazzine.


Lasciamo per qualche minuto tutti i nostri personaggi mentre cercano di capire il vero motivo per cui hanno combattuto per delle casse normalissime e spostiamo ci nello spazio, precisamente dentro il porto spaziale di un gigantesco satellite.
«Ecco qui la cassa che il suo padrone ha richiesto» dice Mutsu.
Il vecchio apre la casa e dentro c’è un animale, uno strano topo con le corna da alce. «Un'altra creatura assurda che regala il Bakufu al principe Baka» dice Jii.
Il principe Hata sopraggiunge mentre il suo servitore parla e chiede: «Hai detto principe idiota?»
«No principe Ba… Hata.»
«Io ho sentito bene, non ha detto Baka, ha detto Hata, principe Baka» dice Mutsu.
«Anche tu hai detto principe idiota!» dice spazientito il principe Baka… ops… Hata.
«Il nostro compito è finito, torno alla nostra nave» dice Mutsu voltandosi.
Dietro di lei è arrivato Sakamoto Tatsuma. «Ah… ah… ah…»
«Non c’è niente da ridere. Tanta fatica per quella piccola bestiola!»
«Ah… ah… ah… Mutsu, quello è un rarissimo Filler e si dice che possa distruggere un pianeta.»
«Come può quell’essere così piccolo distruggere un mondo intero?»
«Da solo non può ma se incontra la sua anima gemella e mette su famiglia, nascono circa cinque cuccioli ogni due minuti. Immagina quanti sono dopo solo due anni e immagina soprattutto quanto mangiano. Divorerebbero tutto il cibo di un pianeta distruggendone la fauna e la flora. Ah… ah… ah…»

E al porto?

Sul posto sono arrivati tutti. L’intera Yorozuya, il Jouishisi, la Shinsengumi, il Kiheitai, i ninja dell’Oniwabanshuu, gli ex appartenenti all’Harusame e quasi tutta la Mimawarigumi. Gintoki, Kotarou, Kondo, Zenzou, e Shinsuke stanno circondando Nobune e tutti insieme urlano: «Il Filler è un piccolo animale?»
Tutti gli altri presenti nel porto parlottano tra loro senza badare con chi stanno parlando.
«Proprio così, è solo un animale che il governo ha regalato al principe Hata e il Bakufu ha deciso di mettere la Mimawarigumi a guardia di questo prezioso dono per non rischiare che qualcuno se ne impadronisse» risponde seccata Nobune.
I cinque comandanti si guardano in faccia e ognuno di loro volta le spalle a Nobune allontanandosi seguiti dai loro uomini. La Yorozuya si allontana a piedi superando il cancello, l’Oniwabanshuu si allontana saltando sopra i container mentre il Jouishishi ci passa in torno e il Kiheitai, con Kamui e Abuto salpano con una piccola barca. Tutto avviene sotto gli occhi degli agenti della Shinsengumi e della Mimawarigumi che stanno parlottando tra loro quando Nobune riceve un messaggio dal capo Sasaki Isaburo e Kondo una telefonata da Matsudaira Katakuriko. Solo in quel momento i due capitani capiscono cosa hanno combinato e urlano all’unisono: «Maledizione, li abbia lasciati andare via!»


***


[inquadratura dell’esterno della sede della Yorozuya]

«E adesso che l’Arco del Filler non cosa faremo?» chiede Shinpachi.
«Faremo delle vacanza pagate vero Gin-chan» dice Kagura.
«E chi ve li da i soldi che a me non hanno pagato neanche il lavoro faticoso che ho fatto per trovare quella bestia» risponde Gintoki stizzito.
«Secondo me dovremmo andare alla sede e protestare» urla Shinpachi.
«Prima che cosa mangiamo, neh. Quando mangiamo, neh? Devo chiamare il pelatone e dirgli che non sfamate la sua piccola e dolce figlia,neh?»
«Ohi, Ka… Gu... Ra…! Ripeti le battute della prima puntata?» urla Gintoki.
«Potremmo chiedere a Elizabeth se ci presta qualcuno dei nuovi cartelli?» domanda Shinpachi.
«Basta Shinpachi!» urla Gintoki.
«Ehi, quelli sono i miei occhiali!» urla Shinpachi.
«Gin-san, chi è questo qui che ti urla contro?» chiede Kagura.
«Smettetela» urla di nuovo Shinpachi.
«Scusi signor Sakata, posso sapere se…»
«Vero Madao Ghostmaker, mi stavo dimenticando. Hai scritto negli “avvertimenti” violenza e l’unico momento in cui si è visto tanto sangue era quando hai scritto delle emorroidi di Hattori. Ovvio, ti hanno licenziato!»

Bzzz… bzzz… bzzz…










N.d.A.
Termina qui con il quarto capitolo l’Arco del Filler che in realtà avrebbe dovuto continuare per dodici capitoli più un tredicesimo come speciale. Ho preferito fermarmi così da non far diventare il filler, una serie di Filler (scusate il gioco di parole) per un calo d’idee che non solo mi avrebbe “stancato”, ma anche chi ha letto l’intera storia e che si sarebbe trovato davanti delle cose “buttate lì a caso”.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno letto e tutti quelli che vorranno scrivermi e vi do l’appuntamento a presto per altre avventure di Gintama e di tutti i suoi personaggi.


Grazie.

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