Le fiamme dell'anima

di 33NaLu33
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** III ***
Capitolo 5: *** IV ***
Capitolo 6: *** V ***
Capitolo 7: *** Extra! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 
 
 





Natsu sapeva che c’era qualcosa che non andava; ne era sicuro al duecento per cento, lo sapeva come sapeva che il sole sorge e tramonta ogni sacrosanto giorno, lo sapeva come sapeva che Gray è un coglione, lo sapeva come sapeva che il nonnetto è un pervertito infallibile.
Seduto su uno degli sgabelli davanti al bancone della gilda guardo Makarov, che stravaccato, sbava sulle modelle nella rivista settimanale del Sorcerer.
“vergognoso” penso. Di solito la cosa non mi interessa minimamente ma oggi sono a tanto così dall’esplodere come un fottuto petardo a capodanno.
-Allora? - chiede Gray attirando la mia attenzione; è accanto a me in piedi da cinque minuti buoni parlandomi di dio solo sa cosa.
-Allora cosa? – dico di rimando voltandomi verso di lui. I capelli neri gli ricadono sulla fronte e gli occhi di ghiaccio mi trafiggono come due spuntoni, come al solito non porta la maglietta.
Con un colpo sordo Gray sbatte la mano sul bancone facendo incrinare il legno, tremare i bicchieri sopra posati; facendo cadere il nonnetto, sussultare Mira e attirando l’attenzione di tutta la gilda.
“fantastico, davvero fottutamente fantastico”
-Hai ascoltato almeno un quarto di quello che ti ho detto stupido fiammifero? – afferma con la voce intrisa di rabbia.
-No – dico digrignando i denti davanti alla sua arroganza. Oh no, non è proprio il giorno adatto per una rissa e la cosa non è da me, perché si, ogni giorno è un giorno buono per darle a quel ghiacciolo.  –ero troppo impegnato a guardare il vecchio che si faceva una sega su quel maledetto giornaletto –
Oh non è da me neanche usare un linguaggio cosi volgare. Per dio, secondo i miei compagni non è da me neanche sapere anche solo che cosa significa quella parola.
-Cosa? – chiede allibito Gray – ti sei bruciato quel poco di cervello che hai? –
Dio sono così su di giri che forse ha ragione lui. Nella stanza non si sente volare una mosca, strano. Voltando la mia attenzione sugli altri mi pento subito di averlo fatto. Non solo perché tutti hanno lo stesso sguardo stupito di Gray ma perché in piedi sulla soglia della gilda Lucy a bocca aperta mi guarda con faccia allibita; accanto a lei c’è Freed. Devono essere appena arrivati.
Non presto neanche cinque secondi della mia attenzione su di lui, mister "super cappelloni verdi che faccio invidia anche a Gajeel per quanto sono lisci" è vestito da damerino come suo solito, stivali bianchi fino al ginocchio e cappotto rosso immacolato.
No, la mia attenzione è tutta per Lucy. " Dio quant'è bella oggi". La verità è che lo è sempre. " sei uno stupido idiota cieco" mi rimprovero da solo.
Con estrema lentezza la squadro. Gli stivali marroni le fasciano le lunghe gambe fino alle cosce, cosce che negli ultimi mesi ho leccato e baciato, a volte anche morso. Le immagini delle nostre notti insieme mi investono infiammandomi l’anima.
La gonna bianca la fascia alla perfezione, sul lato destro del fianco le chiavi d’oro brillanti si intravedono dall’astuccio che io e Happy le abbiamo regalato per il suo compleanno.
“Avrei dovuto comprarle dei gioielli” penso “a tutte le donne piacciono, no?”. Eppure quando aveva scartato il pacchetto con dentro l’astuccio i suoi bellissimi occhi marroni avevano brillato di felicità scaldandomi come nessun fuoco potrebbe mai fare.
Più su, il top blu urla chiedendo ai miei occhi di prestargli attenzione, è talmente aderente che mi eccita e mi fa incazzare allo stesso tempo. “È troppo aderente cazzo!” e quasi quasi mi faccio un viaggetto al convento più tardi.
I lunghi capelli biondi le ricadono sul seno e un istinto primordiale mi urla di toccarla, lì davanti a tutti. Infine punto i miei occhi verdi nei suoi. Mi scrutano con sorpresa e dopo quelli che mi sembra secoli abbassa lo sguardo come se si vergognasse, lo faccio anch’io ed è in quel momento che mi rendo conto che Freed tiene per mano Lucy.
“Gli spezzo il braccio” il pensiero mi passa come un lampo nella mente facendomi andare ancora più su di giri. Il mio cambiamento non passa inosservata, perché ora tutti i presenti stanno alternando lo sguardo da me alla “coppia”, come se si aspettassero che l’aria tesa da un momento all’altro esploda in una rissa senza precedenti.
Dai tavoli si stanno mettendo tutti all’erta aspettando.
“Datti una calmata” con i muscoli tesi, stringo il bordo del bancone imponendomi di rimanere seduto. E cazzo, mi sarei anche potuto calmare se Freed non avesse fatto la malsana azione di spingere Lucy dietro di sé, come se dovesse proteggerla da me, come se io fossi un pericolo per lei.
“Lei è mia” l’urlo nella mia testa mi fa scattare come una molla caricata al limite.
Purtroppo non riesco a fare neanche dieci passi prima di ritrovarmi rinchiuso dentro un campo di forza creato da Freed. Lui si volta a dire qualcosa a Lucy ed in quel momento perdo quel poco di lucidità che ho.
Un bagliore rosso mi cala davanti agli occhi e con un ringhio feroce mi scaglio contro il muro invisibile; sferrandogli pugni contro cerco di sfondare la magia che mi tiene lontano dal mio obbiettivo.
Tutti urlano ma a causa di un fischio acuto che mi trafigge il cervello non riesco a sentire e tanto meno capire nessuna delle loro parole.
Camminando in cerchio avanti e indietro nell’angusto spazio che ora è la mia prigione invisibile sento le braccia e la faccia cambiare. La pelle viene ricoperta da ardenti scaglie rosse e in cima alla testa sento le corna che prendono forma. Cazzo.
Intorno caos e incredulità imperversano. Nella sala scende la paura, la riesco a fiutare.
Mira sta portando via Asuka, Juvia trascina a forza Wendy Romeo Charle e Happy. Gajeel affiancato da Lily si mette davanti a Levy e a sua figlia non ancora nata con aria protettiva. Gli altri sotto consiglio del vecchietto stanno indietreggiando.
Erza, Gray e Gildarts mi accerchiano da tre lati, Girldarts mi attacca con una delle sue scariche; distrugge il pavimento sotto di me e sentendomi mancare la terra sotto i piedi perdo l’equilibrio.
Erza e Gray scattano all’unisono e mi inchiodano schiena a terra, sopra le macerie che neanche due secondi prima erano il suolo della gilda. Erza mi tiene il braccio destro, Gray per quello sinistro. Cerco di liberarmi in tutti i modi ma con la mano di Makarov sul petto che mi schiaccia mi ha letteralmente in pugno.
Un urlo di frustrazione mi squarcia la gola e si propaga per tutta la gilda facendo tremare pericolosamente le pareti, rompere tutte le finestre, i lampadari, i bicchieri e rovesciando tutti gli scaffali.
L’ultima cosa che vedo attraverso la foschia rossa è una cascata di vetri e di oggetti che ci piove addosso.
 


 
 
Angolo autrice!
Storia scritta senza molto pretese! è la prima che pubblico e spero di avervi incuriosito!
Farò in modo di aggiornare costantemente! Ben accetti pareri e critiche.
A presto
33NaLu33

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Capitolo 2
*** I ***


I
 






 
Gildarts non aveva mai visto Natsu in quelle condizioni. Certo il ragazzo è una testa calda di prima categoria che si buttava in ogni sacrosanta rissa senza pensare e senza riserve.
Lo aveva visto più e più volte durante gli anni arrabbiarsi e combattere fino allo stremo delle forze, ma quello che in quel momento stava guardando andava oltre la sua modesta comprensione. Quella negli occhi verdi di Natsu non era rabbia era cieca e cruda furia.
-Si può sapere cosa cazzo sta succedendo? – sbotta Gajeel dopo aver fatto irruzione nell’infermeria.
-Calmati o esci- lo ammonisce subito Erza con quella che definirei “calma apparente.”
Con Gray, Erza e Makarov siamo in cerchio davanti a Natsu. Mentre era fuori gioco lo abbiamo ammanettato con le manette anti magia e legato per la vita contro una delle colonne portanti.
-Bene- borbotta –Si può accipicchiolina sapere che cosa sta succedendo? – richiede facendo di proposito una voce stridula che mi fa solo irritare.
-Se lo sapessimo lo avremmo già fatto smettere- sbotta Gray. Da quando Natsu si è svegliato, cinque minuti prima, non ha fatto altro che dimenarsi cercando di liberarsi, ringhiando attraverso il bavaglio che gli abbiamo ficcato in bocca promesse di morte nei confronti del povero Freed per aver toccato qualcosa di suo. Certo grazie alle manette non ha più scaglie o corna eppure anche in questo stato mette soggezione.
-È assurdo- dice Erza, l’armatura che scintilla alle prime luci del tramonto che penetrano dalla finestra rotta.

 
-Che facciamo? - chiede Gajeel che sembra essersi calmato. “almeno lui”
-Possiamo dargli un colpo in testa- propone Gray annuendo tra se e se; sempre felice di picchiare l'amico il ragazzo. 
-E dopo cosa?- si intromette la rossa -lo stendiamo a suon di pugni ogni volta che rinviene?- 
-Perché no?- domandano all'unisono. -A me sembra un’idea geniale! –
-Per quanto l’idea mi alletti, Erza ha ragione- concordo – ragazzi dobbiamo capire per prima cosa, cosa l’ha fatto andare così fuori di testa-
-A me è sembrato piuttosto evidente- si intromette il nero.
-Illuminaci ti prego- ironizza il mago del ghiaccio.
-Una scenata di gelosia-
“ma va?” penso tra me e me prendendo un respiro profondo. Mi porto pollice e indice all’attaccatura del naso, massaggiando nella speranza di un aiuto divino.
Natsu è andato fuori di testa dopo aver visto insieme Freed e Lucy e non ci vuole un genio per capire che la sua reazione è dovuta a quella scena.
Ma…
-No- e per la prima volta da quando tutta questa follia è iniziata, ovvero venti minuti prima, Makarov prende parte alla conversazione – quello che Gildarts intendeva davvero è che dobbiamo capire cosa è successo prima. Cosa lo ha fatto andare effettivamente così fuori di sé, quello che abbiamo visto prima era la scintilla, era la goccia che ha fatto traboccare il vaso ma questo comportamento da Natsu non è normale, che sia uno sconsiderato è ovvio a tutti da anni, ma c’è qualcos’altro – medita seduto sul pavimento con le mani incrociate.
Il silenzio cala su di noi.
“Che cosa gli è successo prima, cosa l’ha spinto così al limite?” ma la verità è ovvia, “nessuno di noi lo sa” nessuno di noi avrebbe potuto accorgersene, e sicuramente non perché Natsu è uno “discreto”.
Makarov è troppo impegnato ad aiutare a ricostruire il consiglio dei maghi, per non parlare degli altri impegni con l’avvicinarsi dell’annuale riunione dei master.  
Gajeel sta per avere una figlia con Levy e lui e Lily sono troppo occupati tra il lavoro e ristrutturare casa; invece da un po’ di tempo Erza sparisce tra una missione e l’altra. Ho sentito Macao e Wakaba spettegolare come ragazzine sul fatto che la rossa si veda con un certo Gerard Fernandez.
Dal canto loro Gray e Juvia sono alle prese con l’organizzazione del proprio matrimonio, matrimonio che ha coinvolto tutta la gilda.
È tra tre giorni e per questo evento Juvia ha minacciato tutti i maghi di Fairy Tail. Tutti devono essere presenti al suo grande giorno così che possano vedere una volta per tutte che “Gray-sama” è suo.
-basta rivali in amore- aveva detto e sinceramente penso che sia molto carina a sperare che le ragazze smettano di andare dietro a Gray. Non che al mago del ghiaccio importi di loro ma non vorrei vedere Juvia alle prese con un omicidio.
Comunque è per questa ragione che un giramondo come me si trova qui, ovviamente ci sarei venuto anche senza la minaccia di “perenne sfortuna” che si scaglierà su chi non parteciperà all’evento, ma è sempre meglio non sottovalutare le minacce della futura sposa.
Per altro, persino alle mie orecchie sono arrivate le catastrofiche e assurde situazioni in cui Juvia ha messo i membri della gilda a causa delle sue strane pozioni.
“no, decisamente la ragazza non è una da sottovalutare” 
 

Un leggero bussare attira la nostra attenzione, subito dopo la testa bionda di Lucy fa capolino da dietro la porta. Ha dei graffi quelle guance e sulle braccia, molto probabilmente si sarà ferita a causa dei vetri che si sono riversati su di noi.
-Come sta? – chiede entrando e avvicinandosi verso di noi. Natsu fissa immediatamente gli occhi su di lei e si dimena ancora più insistentemente cercando di spingersi in avanti e liberarsi.
Sulla colonna iniziano a formarsi delle crepe. Anche senza magia è forte e tutti ci mettiamo in posizione d’attacco pronti per l’eventuale secondo round.
-Ehi- dice la bionda mettendo una mano in avanti andando verso di lui – sono io, Lucy- e mentre sto per dirle che e troppo pericoloso e che deve allontanarsi, Natsu si ferma.
Lancio un’occhiata agli altri che sono allibiti quanto me, per poi riportare la mia attenzione sulla ragazza.
-Cavolo- sussurra Gray – se fosse bastato così poco per farlo stare zitto ti avremmo chiamato prima-
Un ringhio basso e costante invade l’infermeria. A quanto pare il commento non è stato gradito.
Senza curarsene minimamente Lucy si inginocchia alla stessa altezza di Natsu.
-Che cosa ti è successo? - gli chiede sovrappensiero mentre gli scosta i capelli dalla faccia. Si guardano intensamente negli occhi e capisco senza alcun’ombra di dubbio che per loro noi siamo spariti.
 
Mi torna in mente il mio incontro con Natsu, avvenuto per caso quasi due anni prima. Aveva appena perso Igneel per la seconda volta, ed era partito per diventare più forte, per i suoi amici e per lei.
Mi aveva confessato con non poca difficoltà che provava qualcosa, qualcosa di diverso e strano per Lucy, non riusciva a spiegarsi cosa fosse, ma che non gliene voleva parlare perché aveva troppa paura di rovinare il loro rapporto, non avrebbe potuto perdere qualcun altro, non avrebbe potuto perdere anche lei. Ma il suo timore più grande era che Lucy non ricambiasse quel sentimento per lui così nuovo.
 

In quel momento con la maga dei spiriti stellari che gli accarezza la guancia so che il mio consiglio di farsi avanti non appena fosse stato pronto è stato utile. Penso. Spero.
Sinceramente non so a che punto è la loro relazione, se sono agli inizi o se invece il prossimo matrimonio da organizzare sia il loro, non so se si siano dichiarati oppure fanno ancora finta di niente portando avanti un’amicizia che non è solo questo. Ma vedendo il modo in cui si guardano negli occhi sono sicuro che Lucy è assolutamente e irrimediabilmente innamorata di lui.
“Ma allora, cosa ci faceva con Freed?”
-Lucy? - la richiamo accantonando per il momento quel pensiero. Il mio andare e venire è troppo discontinuo e visto che non ho ancora avuto la possibilità di fare una chiaccherata con Natsu a causa dei preparativi del matrimonio non voglio esporlo più del dovuto. Se quell’asino cocciuto non si è ancora fatto avanti, non posso essere io a farlo.
-mmm…? –  chiede senza staccare gli occhi o la mano da lui.
-Per caso hai notato qualcosa? Tipo un comportamento strano da parte sua? – se qualcuno avrebbe potuto percepire il cambiamento in Natsu, quel qualcuno era lei.
-Fino a ieri mattina stava bene-
-Perché? La sera era diverso? – chiede Erza
-Un po’ brusco ma non gli ho dato importanza era stato tutto il giorno a fare commissioni e a creare problemi per poi risolverli quindi ho pensato che fosse solo stanco – dice voltandosi verso di noi. Nel momento esatto in cui la sua mano si scosta da lui, Natsu riprende ad agitarsi.
Subito gli afferra la spalla e la pace torna sovrana.
-Forse potreste chiedere a Happy, io ero con Juvia e le ragazze, ma Happy deve essere rimasto con lui tutto il giorno, forse hanno fatto o visto qualcosa o qualcuno che ha fatto questo a Natsu. Happy sembra tranquillo, non che ci abbia potuto parlare visto che Wendy e Charle lo hanno praticamente rapito, ma è meglio fargli qualche domanda-
“Wendy e Charle? strano”
-Ottima idea- annuisce la rossa –puoi rimanere con Natsu? Sta diventando notte e finché non capiamo cosa gli sta succedendo non mi fido a lasciarlo da solo, ha le manette ma con te vicino sembra tranquillo-
-Ovvio- risponde la bionda, ma tutta la sua attenzione è già su di lui.
Annuendo tutti ci dirigiamo verso la porta per seguire la miglior pista. Preparativi o no, notte o mattina, se uno di noi è nei guai faremo di tutto per aiutarlo.
L’ultima cosa che vedo prima di chiudermi la porta alle spalle è Lucy che avvolge Natsu in un abbraccio, e se la situazione non fosse così seria sorriderei.
 
 
In fila indiana e in silenzio scendiamo al piano di sotto. Tutti i membri della gilda riuniti e seduti sui tavoli ci guardano con aspettativa. Hanno riordinato alla bell’e meglio, spazzato i vetri rotti, rinchiodato le mensole, sistemato la bacheca delle missioni, le sedie e il bancone. C’è ancora molto da fare, ma almeno adesso non sembra un campo di battaglia.
-Allora? – chiede Lisanna con la piccola Asuka in braccio –come sta? –
-Non bene – dice Gajeel avvicinandosi a Levy e mettendole un braccio dietro la schiena. È all’ottavo mese e sotto la maglietta gialla il pancione è bello pronunciato.
-Happy - prende subito la parola Gray cercando di dissipare la tensione prima che essa si venga a creare – ieri sei stato con Natsu giusto? -
-Si- risponde l’interpellato.
-Tutto il giorno? –
-Non ci siamo mai divisi – dice solennemente e Gray annuisce. Forse possiamo veramente trovare qualche pista.
-In ordine cronologico cosa avete fatto? – prosegue il mago.
-E cerca di essere il più preciso e dettagliato possibile – aggiunge Erza
-mmm… – medita il piccolo gatto blu portandosi una zampa alla testa, tutti ci raggruppiamo attorno a lui. Ha il pelo talmente luminoso che per qualche strana ragione mi viene voglia di accarezzare. Cosa ancor più strana, Charle è seduta accanto a lui –pensate che ieri sia successo qualcosa che ha fatto diventare Natsu così? –
-Si, Lucy ha qualche sospetto a riguardo- il gattino annuisce, forse anche lui la notte prima ha notato il cambiamento dell’amico.
-Ci siamo svegliati e abbiamo fatto colazione –inizia a raccontare –ma eravamo da Lucy quindi è apposto. Subito dopo siamo dovuti andati a ritirare i vestiti delle damigelle, ma durante il tragitto di andata e ritorno non ho visto nessuno di sospetto, in più Natsu se ne sarebbe accorto-
-Giusto- concordo. Il ragazzo sarà anche un irresponsabile ma si sarebbe accorto di una minaccia.
-Poi? - chiede Mirajane che dopo essersi avvicinata a Happy gioca con i lunghi capelli bianchi che le ricadono sulle spalle.
-Dopo aver lasciato i vestiti al dormitorio femminile da Bisca siamo andati a prendere i fiori…-
-A me è sembrato normalissimo- dice la donna interrompendo il gattino –scusa Happy, continua pure- afferma passandogli una mano sulla schiena.
-Non appena siamo arrivati al negozio il proprietario ci ha dato i fiori, ma poi è andato nel panico perché tra i vari clienti si era perso il bouquet di Juvia. Era uno fatto a posto per lei con rose blu, quindi non potevamo averne un altro in tempo. Così io e Natsu ci siamo messi a cercarlo per tutta la città-
-Che dolci- afferma Juvia sognante.
-Avete notato qualcosa di strano? – chiede mia figlia avvicinandosi da dietro e posando la mano sulla testa del gattino.
-No- dice riflettendo – ma ci abbiamo messo tutta la giornata per trovarlo. -
-L’importante è averlo trovato- si congratula Wendy prendendolo per la zampa sinistra
-Aye sir- concorda il gatto allegramente. Tutte le ragazze si protendono verso di lui. Persino Erza si è avvicinata.
“Ma che…?”
-Ve lo giuro- continua – una volta che abbiamo portato il bouquet a Juvia era già sera e stavamo morendo di fame-
-La fame è da veri uomini- esclama Elfam facendo un intervento abbastanza inutile.
-Mi dispiace tantissimo- ribatte Charle prendendo Happy per la zampa destra e lanciando un’occhiataccia al “vero uomo”.
-Lucy avrebbe dovuto preparati del pesce la mattina da portare con te- insiste Levy stizzita. E tutte annuiscono. “Cosa?”. Non è dalla dolce e piccola Levy essere così acida, tanto meno nei confronti della migliore amica.
Guardo i ragazzi spaesato e anche loro come me percepiscono lo strano comportamento di tutte. Gajeel scuote le spalle e persino il composto Laxus sembra allibito.
 

-Invece di andare da quella buona a nulla di Lucy domani mattina passa da me Happy ti preparo io la colazione- afferma Cana.
“Buona a nulla di Lucy?” alzo un sopracciglio.
-No! Devi venire da me! – si intromette Wendy alzandosi in piedi sulla panca di legno per essere alla stessa altezza di mia figlia
“Devi venire da me?” il secondo sopracciglio raggiunge il primo.
-No! Da me! Lo preparerò con amore- di oppone Mirajane battendo una mano sul tavolo.
“Lo preparerò con amore?” le mie sopracciglia sono arrivate all’attaccatura dei capelli.
-Da me- Juvia si alza in piedi a sua volta –ti faccio il pesce-
-Ti faccio il pesce? - chiede Bisca facendo il verso alla maga dell’acqua mentre lascia il suo posto–lo sanno tutti che a Happy piace crudo, e lo sapresti anche tu se fossi sua amica-
-Come ti permetti? – sbotta la blu –io sono andata in missione con lui più volte di quando tu ti possa anche solo sognare- le due ragazze di avvicinano l’una all’altra con aria minacciosa.
Mi si spalanca la bocca.
-Oh è così? – prende parola Erza. E quando sono convinto che si metterà in mezzo per dividerle dice: –se vogliamo fare a “chi ci è andata di più in missione” io ci sono andata più di tutte voi messe insieme-
“Che. Cazzo. Sta. Succedendo?”
Non faccio nemmeno in tempo a finire il pensiero che il litigio verbale più pesante nella storia di Fairy Tail ha inizio. Sposto lo sguardo da una all’altra su tutte le ragazze che discutono in maniera molto accesa e colorita su chi dovrà avere “l’onore” di preparare la colazione a Happy.
Gray si è messo in mezzo a Juvia e Bisca, Cana litiga con la piccola Wendy che a sua volta litiga con Mira. Charle ha abbracciato Happy facendo irritare Erza e Lisanna che cercano di staccarlo da lui. Evergreen è troppo impegnata a discutere con Levy. Asuka corre su e giù con Lily in braccio.
È il caos. Il fottuto caos.
E tutto degenera quando Bisca prende per i capelli Juvia, facendo incazzare Gray e intervenire Alzack, ognuno a difendere la propria compagna.
 

-Ora basta- tuona Laxus facendo ghiacciare tutti all’istante. – si può sapere cosa sta succedendo? Che vi prende? Sembrate possedute. Vi siete drogate per caso? -
-Come ti permetti? – si fa avanti Mira
-Io come mi permetto? Siete voi quelle arrivate alle mani e sono io quello che si permette? – chiede allibito.
-Non hai alcun…-
-Oh cazzo- impreca tutto d’un tratto Gray mentre si passa le mani tra i capelli iniziando a camminare in cerchio. –oh, no. No. No. Cazzo no. -
-Cosa? – chiediamo. –cosa prende pure a te? –
-Hai ragione Laxus, sembrano drogate-
-Lo so che ho ragione-
-No non capisci- ribatte voltandosi verso il gatto blu ancora in bilico tra Charle e le due maghe -Happy prima hai detto che dopo aver portato il bouquet a Juvia stavate morendo di fame, giusto? –
-Si, e allora? -
-E per caso mentre stavate andando via da casa nostra –riferendosi alla casa in cui da vari mesi vive con la maga dell’acqua- vi siete imbattuti in uno scatolone all’ingresso? – socchiude gli occhi pronto al peggio. Non capisco dove voglia arrivare, gli altri sono perplessi quanto me.
-Si- annuisce di nuovo.
-Ti prego, dimmi che non lo avete aperto-
-Abbiamo chiesto a Juvia e lei ci ha detto che era da buttare-
-E cosa avete fatto? -
-Lo abbiamo buttato-
-Prima o dopo averne mangiato il contenuto? –
-Dopo- risponde Happy arrossendo per essere stato preso in flagrante.
-Cazzo – impreca il mago del ghiaccio. Anche Juvia sembra sconvolta.
-Gray? – lo chiama Freed tetramente -Cosa c’era dentro? –
-Cibo-
-E…? – incalza.
-Solo cibo-
-E perché è un male? – mi faccio avanti facendo la domanda che a quanto pare nessuno vuole porgere.
-Perché era cibo fatto con le pozioni vodoo di Juvia-
La gravità della frase mi si abbatte addosso -Oh cavolo-
-Già- concorda – chissà che porcherie magiche si sono mangiati-
“Cazzo”







 

Nel prossimo capitolo:
Sopra di me Natsu si blocca. Apro gli occhi confusa e appena poso il mio sguardo su di lui, so che non è più in se. Lo capisco dal bagliore nei suoi occhi, dalla stretta ora violenta sul mio fianco. 
Molto lentamente sposta la sua attenzione dietro di se. Seguo il suo sguardo e sulla soglia con la mano sulla maniglia Gray ci guarda sorpreso. 
Cosa incredibile visto che il mago del ghiaccio è uno difficile da stupire. 
-Natsu, lasciala andare- dice con voce sicura ma accondiscendente, come se stesse parlando con un animale. L'unica risposta che ottiene è un ringhio basso e costante. Con lentezza Gray entra nella stanza chiudendosi la porta alle spalle. Pessima mossa. D'altro canto io sono troppo sorpresa per avvisarlo di andarsene. 
-Amico- ritenta -lascia andare Lucy- 
Un secondo dopo Natsu scatta verso di lui. 

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Capitolo 3
*** II ***


II
 
 
 
 


Natsu brucia come l’inferno. Con le braccia avvolte alla sua schiena ampia e la guancia premuta contro la sua sento ogni fibra del suo corpo caldo. Si è calmato.
Non so quanto tempo sia passato da quando gli altri se ne sono andati, minuti, forse ore, ma la cosa non mi importa, ormai il cielo fuori è diventato nero e so che se non fosse per Natsu adesso sentirei congelando a causa del freddo pungente che entra dalle finestre rotte. Le lacrime proiettano luci soffuse ma è la luna che con i suoi raggi rischiara la stanza.
 
-Lucy? – le lettere biascicate e poco distinte a causa del bavaglio che ha in bocca mi fanno scattare all’indietro la testa. Con gli occhi sgranati fisso i suoi, che finalmente brillano del verde inteso che ho imparato ad amare. Senza pensarci due volte porto le mani dietro la sua testa e con non poca fatica slaccio il nodo. Prendo la stoffa in mano e voltandomi la lancio via il più lontano possibile, sperando che anche tutti i problemi possano sparire con la stessa velocità.
-Che cosa è…? – inizia a chiedere con voce rauca e lenta. Sollievo misto a felicità mi esplode nel petto “È lui. È tornato” e prima che possa anche solo pensare di finire la frase gli prendo la testa tra le mani e lo bacio. Lo bacio di un’intensità e disperazione che mi vengono le vertigini.
“Che cosa farò senza di te?” Mi faccio forza e caccio via questo pensiero. Ora non è il momento. Finché posso stare ancora con lui mi godrò ogni secondo. Avevo ripromesso a me stessa di dirgli la verità stasera prima che qualcun altro, come è successo con Freed, scopra il segreto che mi porto dentro, ma in questo momento non posso farlo.
 
Dopo un momento di sorpresa Natsu ricambia il bacio. Nonostante gli avvenimenti della giornata ha le labbra morbide come sempre, labbra che negli ultimi pochi mesi mi hanno baciata con un’intensità disarmante. E se c’è una cosa che ho imparato è che Natsu bacia con la stessa forza e passione con cui combatte. Gli passo le mani tra le setose ciocche rosa e mi stringo a lui salendogli addosso a cavalcioni, un mugolio di piacere lascia la mia gola quando, con foga, Natsu lo approfondisce facendo scontrare le nostre lingue nel bacio più disperato che ci siamo mai scambiati.
Quando prova a sporgersi in avanti per toccarmi, le corde glielo impediscono tenendolo immobilizzato e non appena le catene delle manette tintinnano ritorniamo alla dura realtà in cui ci troviamo.
Senza staccarsi da me appoggia la fronte contro la mia.
-Lucy- sussurra –che cosa è successo? -
-Non lo so- gli rispondo sinceramente accarezzandogli i capelli.
-È tutto confuso- dice corrucciando la fronte - so solo che ero molto arrabbiato. Dio, non ho mai provato niente del genere- continua scuotendo la testa.
Con mani tremanti che tradiscono le mie emozioni, gli prendo per l’ennesima volta il volto; lo faccio fermare e, con una determinazione che non ho, faccio in modo che lui apra gli occhi e mi guardi. Il verde tormentato nei suoi occhi mi fa seccare la gola.
-Natsu- inizio a dire nel modo più rassicurante che posso –non hai fatto del male a…-
-Lucy- mi dice brusco facendomi sobbalzare e impedendomi di finire la frase – non dirmi cazzate. Non sono così stupido come posso sembrare- No, Natsu non è affatto stupido, è vero è estroverso, esuberante, i suoi piani, che la maggior parte delle volte non ha neanche, sono un disastro ma non è stupido. La maggior parte delle persone che non lo conosce, che non lo conosce veramente, tende a confondere il suo ottimismo e la sua bontà di cuore con stupidità, ma Natsu non è solo bianco o nero, Natsu è pieno di tante sfumature. È semplice ma al contempo difficile, non sai mai a cosa pensa e quando vuole stupirti riesce a farlo come nessun altro.
-Ma…- ritento
-No.- dice categorico -Li vedo benissimo da solo i graffi che hai a causa mia. So… - si ferma piegando la testa indietro contro la colonna e socchiudendo gli occhi -che è colpa mia- conclude la frase con una voce dura intrisa di disgusto per se stesso.
Mentre il silenzio cala tra noi mi passo le dita sui graffi che tanto turbano Natsu. So che non lo avrebbe mai fatto di proposito, vuole troppo bene alla sua famiglia per farle del male, e così come lo so io lo sanno tutti i membri della gilda. Ma questo è Natsu il vero Natsu, so che è lui, l’ho visto nei suoi occhi. Lui non mi farà del male, non farà del male a nessuno di noi.
 
Con estrema lentezza provo ad alzarmi da lui, ma nel momento esatto in cui il mago capisce le mie intenzioni spinge le gambe, prima distese sul pavimento, indietro facendomi ricadere contro di lui. Mentre sto per inveirgli contro e chiedergli perché l’ha fatto mi fissa negli occhi, e la disperazione che vi leggo mi ferma il cuore.
-Lucy io non volevo, non volevo farti del male – dice con una voce intrisa di panico che stento a credere esca dalla sua bocca –te lo giuro su dio mi dispiace, avrei dovuto scusarmi prima cazzo, ma mi dispiace tantissimo, non ti toccherò più, mai più lo giuro, ma non andare via. Non lasciarmi qui. Non lasciarmi da solo. Ti prego slegami, troveremo una soluzione insieme, andremo da…-
-Natsu – lo fermo dandogli un pizzicotto bello forte sulla guancia.
-Ahi- impreca battendo le palpebre fermando il suo monologo.  
-Non ho nessuna intenzione di andarmene brutto idiota- si, forse ripensandoci un po’ stupido lo è. “Come può anche solo pensare che io lo lascerò da solo?” Non l’ho mai fatto prima e non lo farò adesso, figurarsi per colpa di due graffi. Ma la verità è che appena gli avrò detto quello che gli sto disperatamente tenendo nascosto sarà lui a non voler più stare vicino a me.
 
Facendomi indietro mi alzo sotto lo sguardo attento del mago e appena sono completamente in piedi qualcosa nei suoi occhi si offusca e inizia ad agitarsi come prima.
-Natsu, calmati – gli ordino con voce decisa ma dolce –ora ti libero, ma devi stare fermo, okay? –
-Si- annuisce entrando e uscendo dallo stato di agitazione, i suoi occhi lampeggiano, letteralmente, come posseduti, passano dal verde naturale a un verde luminescente. Qualsiasi cosa gli stia succedendo è potente. –Si- ripete –sono calmo- e non so se lo sta dicendo più a me o a se stesso, ma qualsiasi cosa sia sembra che può controllarla.
Con estrema lentezza mi sposto dietro di lui, faccio scorrere le dita sulle corde ruvide e con non poca fatica riesco dopo vari tentatici a slegarlo.
-Grazie- sussurra, e vederlo così, seduto sul pavimento freddo della gilda, col capo chino e le corde ormai sciolte in grembo, mi si stringe il cuore.
-Adesso ti tolgo anche le manette, poi insieme scendiamo dagli altri, e se sono ancora qui, iniziamo a cercare di capire cosa sta succedendo, se invece se ne sono andati torniamo a casa e ci pensiamo domani, va bene? –
-Si- mormora, ancora non mi guarda.
Con più audacia mi sposto di nuovo davanti a lui, gli prendo le mani calde nelle mie, e lentamente con i polpastrelli scendo sui polsi finché non incontro il freddo metallo delle manette. Non appena le tocco Natsu si irrigidisce.
-Ehi- dico provando ad attirare la sua attenzione –andrà tutto bene-
 
Con un suono acuto faccio scattare la serratura e nel momento esatto in cui le manette cadono tintinnando mi trovo schiena a terra contro il pavimento.
Spalanco gli occhi sorpresa, ma non faccio nemmeno in tempo a urlare o a protestare che Natsu è sopra di me.
La sciarpa bianca che pende dal suo collo mi solletica il seno, il gilet nero senza manica destra, così che possa mostrare con fierezza il marchio rosso fuoco sul bicipite, è aperto sul davanti, esponendo al mio sguardo i muscoli tesi del petto.
“Quanto è bello” penso mentre un brivido di eccitazione mista ad aspettativa mi percorre tutta la spina dorsale.
Sbattendo le palpebre cerco di uscire dallo stato di trans in cui mi trovo, perché perdere la concentrazione in questo momento non è affatto una buona idea.
Natsu mi ha bloccato i polsi per terra agli angoli della faccia e gambe divaricare si è seduto sui miei fianchi. Col suo peso mi tiene ferma impedendomi anche il più piccolo dei movimenti.
 
-Sai- dice con una voce roca –non pensavo che sarebbe stato così facile, ti facevo più intelligente sinceramente- sogghigna.
Confusa porto di scatto i miei occhi nei suoi pronta a urlagli contro a mia volta cose poco lusinghiere, ma nel momento esatto in cui mi rendo conto che i suoi bellissimo occhi verdi brillano di un inquietante luce il fiato mi muore in gola.
-Cosa? – tutto d’un tratto il mio cervello si svuota e boccheggio in cerca di aria.
-A quanto pare il teatrino che ho messo in scena e le patetiche suppliche sul “non mi lasciare” hanno funzionato- e dopo dieci secondi di totale smarrimento, mi rendo conto che per lui è stata tutta una recita, una recita con il solo scopo di essere liberato.
-Si- annuisce come se mi avesse letto nel pensiero piegando il busto in avanti arrivandomi a un soffio dal naso.
-Lasciami- gli ordino mentre con foga cerco di dimenami senza ottenere risultati. Con la sua straordinaria forza, che negli anni mi ha protetta e fatta sentire al sicuro, mi ha in pugno.
-Non ci penso nemmeno- dice mentre con le labbra traccia il profilo del mio viso scendendo sempre più giù. Dovrei provare repulsione ma l’unica cose che sento è calore, un calore talmente intenso che attraversa tutto il mio corpo facendomi socchiudere gli occhi. C’è qualcosa in Natsu che mi spinge a stringerlo stretto invece che allontanarlo. Baciandomi gli zigomi della guancia si fa strada sul mio collo. –Sei mia- sussurra prima di mordermi; sorpresa spalanco gli occhi prima di gettare indietro la testa mentre una scarica di piacere mista a dolore mi invade il corpo.
Con la lingua lascia piccole scie ardente mentre i canini allungati mi scorrono sulla pelle.
-E tutti dovranno saperlo- afferma continuando a baciarmi, mentre mi porta le mani sopra la testa stringendomi i polsi insieme con la sua mano destra. –Hai capito? Mia- ringhia passandomi la mano sinistra sul fianco infilandola sotto l’orlo, ha il palmo talmente caldo che per una frazione di secondo penso che mi lascerà il segno.
-Che stai dicendo? - protesto debolmente incapace di sottrarmi al suo tocco così piacevole –non essere ingenuo-
-Ingenuo? – chiede mentre di scatto alza la testa del mio collo fissandomi negli occhi. Lentamente un sorriso sghembo gli riempie la faccia dando alle iridi verdi luminescenti un’aria ancora più inquietante. E nonostante ciò, spingerlo via mi sembra sbagliato.
“Che mi sta succedendo? Lui non è Natsu” cerco di dire al mio subconscio che a quanto pare non vuole proprio capire. Qualsiasi cosa gli sia successa, questo non è lui.
–Oh, il Natsu ingenuo non c’è più- confermando i miei timori ride portandosi alla mia stessa altezza mentre con la mano vaga sul mio fianco.
-Io lo rivoglio indietro- protesto cercando di dargli uno spintone.
-E perché mai? – chiede come se niente fosse, come se i miei tentativi di spingerlo via per lui non avessero significato, e forse è proprio così. –Lui sapeva a malapena farti gemere- dice insinuando il palmo della sua mano tra i nostri corpi, toccandomi l’interno coscia scoperto tra la gonna e gli stivali. Un sospiro mi esce involontariamente facendolo sorridere ancora di più.
-Ma no, io…- mormora risalendomi la gamba -io ti farò urlare, ti farò urlare di piacere talmente tanto e talmente forte che perderai la voce. E fidati, quando avrò finito…- afferma con vigore toccando il mio centro da sopra la stoffa delle mutandine – mi sentirai qui, per settimane- conclude scandendo ogni parola.
 
Non ribatto, non respiro, non provo a spingerlo via. Forse sono pazza, forse qualsiasi cosa sia successa a Natsu e contagiosa e adesso sta contagiando anche me. Parole così volgari che dovrebbero farmi repulsione, mi eccitano come mai prima d’ora.
Nei ultimi mesi Natsu è stato un amante incredibile, durante le nostre notti di sesso insieme, perché è di questo che si tratta, “almeno da parte sua”, è sempre stato attento, lento, premuroso. Non ha mai preteso niente. Non ha mai promesso niente. Ma in quel momento, sopra di me, con la mano che vaga sul mio corpo, i suoi occhi sono pieni di promesse, promesse di un sesso che va oltre ogni mia immaginazione.
Con foga abbassa la testa prendendomi le labbra in un bacio talmente intenso e profondo che ho paura di perdermi completamente in lui. Le nostre lingue li uniscono e si respingono e nel momento esatto in cui lui mi morde il labbro inferiore, tutto il mondo sparisce, lasciando solo noi due. Appena si sposta baciandomi le guance in fiamme ansimo in cerca di aria aggrappandomi alle sue spalle.
 
Tutto d’un tratto sopra di me Natsu si blocca. Apro gli occhi confusa e appena poso il mio sguardo su di lui, so che non è più in se. Lo capisco dal bagliore nei suoi occhi, dalla stretta ora violenta sul mio fianco. 
Molto lentamente sposta la sua attenzione dietro di se. Seguo il suo sguardo e sulla soglia con la mano sulla maniglia Gray ci guarda sorpreso. Cosa incredibile visto che il mago del ghiaccio è uno difficile da stupire. “Quando è entrato?”
-Natsu, lasciala andare- dice con voce sicura ma accondiscendente, come se stesse parlando con un animale. L'unica risposta che ottiene è un ringhio basso e costante. Con lentezza Gray entra nella stanza chiudendosi la porta alle spalle. Pessima mossa. D'altro canto io sono troppo sorpresa per avvisarlo di andarsene. 
-Amico- ritenta -lascia andare Lucy- 
Natsu scatta verso di lui. Prendendolo per la gola lo sbatte con forza contro la porta facendola vibrare sui cardini.
-Io non la lascerò andare- dice facendogli il verso –Lei. È. Mia- scandisce dandogli uno strattone a ogni parola.
-Natsu- trasalendo torno in me, e urlando mi alzo goffamente per poi correre verso di loro. Lo afferro per la spalla e provo a tirarlo indietro senza risultati, è troppo forte e pesante e non si muove di mezzo millimetro. Sono consapevole che se uno dei due userà la magia, la situazione degenererà in fretta coinvolgendo di nuovo tutta la gilda. E se da una parte Natsu non vuole trovarsi da solo contro tutti, Gray non vuole ricostruire l’edificio.
Prendendogli il mento con forza esorto il mago del fuoco e abbassare lo sguardo e guardarmi.
-Natsu- dico con la voce più calma possibile –è Gray-
-E allora? non ti porterà via da me. Sei mia- e anche se non dovrei, sussulto. È la prima volta da quando la nostra specie di “relazione” ha avuto inizio, qualche mese fa, che lui dice una cosa del genere.
-Non te la porterò via- grugnisce il corvino attirando la nostra attenzione.
-Perché dovrei crederti? – chiede mollando la presa.
-Perché mi sposo tra meno di tre giorni, brutto idiota- dice il mago del ghiaccio massaggiandosi il collo.
-Come ti permetti? –
-Se tu ti sei bruciato il cervello, non è mica colpa mia-
-Ghiacciolo- lo schernisce.
-Fiammifero-
Il bagliore verde negli occhi di Natsu si affievolisce segno che si è calmato, forse non considera più Gray una minaccia o forse ci sta imbrogliando come prima, in ogni caso ora sembra più ragionevole.
-Perché sei qui? – gli chiede il Dragon Slayer prendendomi per mano e trascinandomi lontano dall’altro mago.
-Per aiutarti- tiro a indovinare e nel momento esatto in cui le parole lasciano la mia bocca Natsu si gira a guardarmi storto.
-Io non ho niente che non va-
-Giusto- concorda seriamente Gray, e quando incrocio il suo sguardo capisco che mi sta chiedendo di assecondarlo –sono qui per Happy- continua.
-Perché? – chiedo veramente sorpresa. Avevo notato che c’era qualcosa che non andava, ma non pensavo fosse grave. –Che ha? – si intromette Natsu anche lui preoccupato a sua volta, almeno questo non è cambiato.
-A quanto pare ha mangiato del cibo fatto con una delle pozioni di Juvia, una di quelle porcherie d’amore- e dal modo in cui lo dice capisco che non è stato solo l’exceed a mangiare. Gray continua ma ormai non riesco a capire nessuna parola.
 
La dura realtà si abbatte contro di me. Sapevo che non è veramente Natsu quello accanto a me, sapevo che gli è successo qualcosa, ma per un attimo ho veramente sperato che le sue parole fossero vere. Ho veramente sperato, che una volta saputa la verità lui non mi avrebbe lasciato. Ma non è lui a parlare. È una stupida pozione d’amore. Lui non mi ama, lo so perché non me l’ha mai detto.
 
Quella notte, la prima notte che sono stata con lui, la prima volta che sono stata con un uomo non c’erano state dichiarazioni. Niente promesse di amore eterno, o anche solo d’amore.
Ma è da talmente tanto tempo che sono innamorata di Natsu che quando mi ha baciata e ha continuato a baciarmi ho pensato che quello che provavo per lui sarebbe bastato per entrambi.
“Che stupida”
Lacrime calde mi riempiono gli occhi. Scanso Gray dalla porta e con una velocità che non so nemmeno di avere mi fiondo fuori dalla gilda mentre un coro di voci urla il mio nome, ma non mi fermo.
Non mi fermo nemmeno quando, piangendo, supero il centro città, non mi fermo nemmeno quando, a due a due, faccio le scale di casa, non mi fermo nemmeno quando, tra i singhiozzi, mi butto sul letto.
 
-Lucy? – Natsu mi ha seguito. Sinceramente sono sorpresa che non mi abbia bloccato durante la mia folle corsa, ma forse alla gilda qualcuno l’ha intralciato facendo perdergli tempo.
 Senza tante cerimonie, si toglie il gilet e si sdraia accanto a me. Prendendomi tra le braccia mi asciuga le lacrime baciandomi teneramente. Cosa che mi fa piangere ancora di più.
-shh- dice accarezzandomi i capelli –va tutto bene-
La verità è che va tutto fuorché bene, ma per una notte, una singola notte voglio essere egoista, voglio avere Natsu nel modo in cui lo desidero da tantissimo tempo.
 
 
-Natsu? -
-Si? –
-Mi ami? –
-Più di qualsiasi altra cosa al mondo- e so che non dovrei illudermi ma non ci riesco. Prima di addormentarmi mi stringo a lui.
 







Nel prossimo capitolo:
-Ora capisco perché non glielo vuoi dire- afferma di getto Freed. Tutti i presenti si voltano verso di lui. “Oh. Cazzo.”
-Dirmi che cosa? - chiede Natsu dopo aver lanciato un’occhiataccia all’altro mago.
-No niente, penso che stia scherzando-
-A me non sembra proprio- interviene Erza e a quanto pare tutti gli altri sono d’accordo con lei. “Brutti pettegoli.” La situazione mi sta sfuggendo di mano, e io non sono ancora pronta per la verità. Ma sinceramente, non penso lo sarò mai.
-Avete capito male- cerca di sviare Freed
-Lucy? – lo ignora completamente Natsu –che cosa mi stai nascondendo? –
-Niente- dico evasiva –non so proprio di cosa lui stia parlando-
-Lucy- ripete deciso, non si fermerà e la cosa mi fa andare nel panico. Non glielo voglio dire qui, non così, non davanti a tutti.
-Non è niente-
-Lucy! - la voce più dura.
Silenzio.
-Lucy- urla.
-Io…-

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Capitolo 4
*** III ***



Attenzione: contiene scene erotiche 



III
 
 




La luce che entra dalla finestra mi sveglia, ma ancor prima che possa anche solo pensare di aprire gli occhi, un conato di vomito mi sale su per la gola.
Districandomi dalle coperte rosa e dall’abbraccio possessivo di Natsu mi alzo di scatto dal letto e senza tante cerimonie corro verso il bagno. Nel momento esatto in cui, piegata sul water inizio a buttare fuori tutto, Natsu appare dietro di me, e scostandomi i lunghi capelli biondi me li tiene indietro sulle spalle.
“Devo averlo svegliato” penso.
 
 
Sinceramente non so per quanto tempo rimango qui a vomitare il niente che ho mangiato la notte prima, ma appena il mio corpo smette di tremare il mago mi prende tra le braccia e mi fa sedere sul bordo della vasca piena d’acqua calda. “Deve averla appena riempita.”
Girandosi prende da uno degli attaccapanni un asciugamano, ne immerge un lato e dopo aver strizzato via l’acqua in eccesso me lo avvicina alla faccia iniziando, con una delicatezza disarmante, a pulirmi le labbra.
 
 
Con le mani in grembo fisso i miei occhi nei suoi e anche se non brillano dell’inquietante luce verde devo fare fatica per ricordare, a me stessa, che quello davanti a me non è veramente Natsu.
 
-Come stai? – chiede tirandomi fuori del groviglio che sono i miei pensieri.
-Bene- dico debolmente e dallo sguardo che mi lancia so che non crede nemmeno un po’ alle mie parole. –Davvero- provo a sviare -sto meglio-
-Meglio, non è bene- mi fa notare alzandosi e trascinandomi con se.
-Non ti preoccupare, molto probabilmente non è niente- e mentre la mia coscienza mi urla “codarda” mi appoggio contro di lui. 
-Lucy- afferma prendendomi il mento tra le dita facendo in modo che io lo guardi –io mi preoccupo e mi preoccuperò sempre per te-
Una fitta mi colpisce dritto al cuore. “Lui non è Natsu”
E faro bene a tenerlo a mente prima di illudermi completamente. Ieri sera ho avuto un attimo di debolezza, volevo veramente che mi amasse con la stessa forza e intensità con cui io lo amo, ma non succederà più.
 
Prima che possa ribattere lui prende l’orlo del mio top e con uno strattone me lo strappa letteralmente di dosso. Un urlo di sorpresa mi esce dalla bocca mentre, con le braccia, provo a coprirmi il seno scoperto.
Mi ha visto nuda un sacco di volte, ma non riesco proprio a stare davanti a lui così, senza vergognarmi.
-Che stai facendo? – gli grido contro mentre indietreggio. E se fino a trenta secondi prima ero mezza intontita a causa del sonno e del brusco risveglio, ora sono attenta e vigile.
-Non mi piaceva- sentenzia togliendomi anche le chiavi magiche dal fianco per poi appoggiarle sul lavandino. E accidenti a me la notte prima ero talmente tanto sconvolta che sono andata a letto senza cambiarmi.
-Scusami? –
-Hai sentito benissimo-
-E perché? Non ti sei mai lamentato dei miei vestiti-
-Beh ora mi lamento- dice tirandomi giù la gonna e all’intimo, che insieme cadono inesorabilmente a terra circondando i miei piedi scalzi, e meno male che ieri almeno gli stivali ho avuto la decenza di calciarli via una volta varcata la soglia di casa.
 
Provo a spingerlo via ma è tutto un vano tentativo. “Si può sapere cosa cavolo gli pende?”
-Non mi piace che gli altri ti guardino- continua attirando la mia attenzione.
-Che vuol dire? – chiedo allibita
-Vuol dire che solo io ho il diritto di farlo –
-Il diritto? – le sopracciglia mi arrivano all’attaccatura dei capelli e se già la conversazione è strana, raggiunge il picco massimo quando inizia a spogliarsi a sua volta.
-Si, tu sei mia- l’aria perentoria che usa non mi piace per niente. 
-Non sono un oggetto- ribatto stizzita.
-Non l’ho mai pensato infatti- dice togliendosi i pantaloni distraendomi -ma sei mia- conclude togliendosi anche i boxer, e ora, in piedi davanti a me, nudo, è già tanto se mi ricordo come mi chiamo.
 
Ancora imbambolata e con la bocca aperta intenta a fissarlo, non mi rendo conto che si è avvicinato. Senza il minimo sforzo mi prende in braccio e di scatto gli circondo il collo con le mani lasciando che mi porti verso la vasca.
Nel momento in cui i miei piedi toccano il pelo d’acqua mi rilasso. Lo guardo negli occhi mentre mi posa delicatamente giù, seduta. In un attimo è dietro di me. Si appoggia con la schiena contro la vasca e circondandomi con le braccia mi trascina contro il suo petto.
Non so per quanto rimaniamo così, e anche se non dovrei non ho assolutamente voglia di muovermi.
 
Scostandomi i capelli sulla spalla inizia a baciarmi il collo e dopo aver preso il bagnoschiuma me lo passa su tutto il corpo. Parte dalle spalle scendendo lentamente verso le braccia e infine le dita. Tornando su mi fa il solletico accarezzandomi l’interno degli avambracci.
Prendendo altra schiuma passa al seno, e descrivendo piccoli cerchi immaginari mi fa sciogliere completamente sotto le sue mani.
Voltando la testa di lato, che ho appoggiato alla sua spalla, inizio a baciarlo sul collo a mia volta, e in un attimo mi ritrovo le sue labbra sulle mie.
 
“Fermati” urla la mia testa, ma non ci riesco. Lo voglio, e anche se non lo posso avere come desidero, prenderò tutto quello che mi vuole concedere e che mi ha concesso in questi ultimi mesi prima che sia troppo tardi.
 
Scostandomi dall’abbraccio mi volto verso di lui e con un singolo movimento gli salgo sopra a cavalcioni. Nel momento esatto in cui i nostri sguardi si incontrano, il bagliore verde si fa strada negli occhi di Natsu illuminandoli, come la notte prima, di una luce quasi inquietante. E mi rendo contro che dovrei esserne spaventata, ma l’unica cosa a cui riesco a pensare è che il suo corpo, premuto contro il mio mi eccita da morire, e le scariche di puro piacere che mi invadono dalla testa ai piedi ne sono la prova assoluta.
 
Senza aspettare una mia mossa, Natsu si impossessa delle mie labbra, e senza più lasciarmi andare sono in balia del mago, completamente alla sua mercé.
 
Con una mano mi stringe la schiena trascinandomi in avanti per approfondire il bacio, mentre con l’altra mi stuzzica il seno. Le nostre lingue si scontrano con crescente foga e inutilmente provo a muovermi nella speranza di avvicinare i miei fianchi ai suoi, ma la sua presa è troppo salda e mi tiene immobile.
Un brivido caldo mi percorre tutta la schiena facendomi indurire i capezzoli, e sentendo il mio gemito, inizia a spostare la mano scendendo più giù sotto il pelo dell’acqua.
Toccandomi il ventre prosegue fino al mio centro.
 
Afferrandomi il retro del collo smette di baciarmi e guardandomi in faccia per saggiare ogni mia espressione mi fa scivolare un dito dentro. Uno spasmo di piacere mi fa gemere, e muovendosi avanti e indietro mi fa impazzire di desiderio.
Tirandomi i capelli espone al suo guardo il mio seno, che subito inizia a percorrere con la bocca leccando e baciando. Arrivando al capezzolo ormai indurito fa entrare un altro dito dentro di me.
 
Chiudo gli occhi mentre il piacere cresce dentro di me a livelli altissimi. Sono vicina all’orgasmo e l’unica cosa che posso fare oltre a gemere, è graffiargli convulsamente le spalle.
Grazie all’aiuto dell’acqua Natsu spinge un terzo dito dentro di me iniziando a muoversi ancora più velocemente. Nel momento esatto in cui mi morde il seno vengo tra le sue braccia.
 
Cerco di calmare i miei respiri affannosi ma è tutto inutile. Capisco di essere perduta quando sollevandoci entrambi e facendo strabordare l’acqua dalla vasca mi porta in camera da letto.
 
 
 
Ore dopo sono distesa a letto sopra di lui che gioca con i miei capelli ormai asciutti. Abbiamo devastato tutta la stanza, le coperte sono sul pavimento, i cuscini strappati perdono piume, tutti i fogli e gli oggetti sulla mia scrivania fanno compagnia alle lenzuola.
Con Natsu è sempre stato bello, ma oggi ha superato ogni mia più fervida immaginazione, ed essendo una scrittrice di immaginazione ne ho parecchia.
“Ha mantenuto la sua promessa” quella che in giorno prima, sopra di me mi aveva svelato.
Sono completamente rilassata e anche se non voglio muovermi lo devo fare, lo dobbiamo fare entrambi.
-Natsu? – lo richiamo stiracchiandomi e alzando la testa dal suo petto per poterlo guardare.
-Si? – domanda aprendo gli occhi.
-Dobbiamo andare alla gilda – di scatto si mette seduto trascinandomi per l’ennesima volta con lui e mi scruta come se invece di andare dagli altri gli avessi appena proposto di tirargli un pugno in faccia.
-Cosa? Perché? – prima che possa rispondere prosegue –vuoi vedere lui? –
-Ovvio che voglio vederlo. Tu no? –
-Cazzo no- dice alzandosi in piedi e andando verso il bagno. Sorpresa mi alzo a mia volta e lo seguo. Entrando dietro di lui noto che sta prendendo i vestiti da terra per rimetterli, anche se sono bagnati a causa dell’acqua che non si è ancora asciugata sul pavimento.
-Ma è il tuo…-
-Il mio? – chiede interrompendomi allibito, e dopo essersi allacciato i pantaloni si ferma a fissarmi –te lo porti a letto? –
-Cosa? – sono decisamente ancora più confusa di prima.  
-Te lo scopi si o no? – non ho nemmeno il tempo di offendermi perché guardandolo realizzo tetramente che le sue braccia stanno cambiando. Scaglie rosse iniziano a ricoprire gli avambracci, e se da una parte sono assolutamente sicura che non mi farà del male dall’altra non ho la più pallida idea di cosa stia parlando.
-Andare a letto con Happy? Ma senti quello che dici? -
-Happy? Cosa centra…- inspira sorpreso -Happy? –
-Si, è a lui che mi stavo riferendo ovviamente-
-Bene- annuisce calmandosi e passandomi accanto torna in camera. Le scaglie sono completamente sparite. Cambia così velocemente stato d’animo che non gli riesco a stare dietro. È tutto un continuo: “che cosa cazzo sta succedendo?”. Raccogliendo da terra il suo gilet se lo mette senza dire niente. “ora ha perso la lingua? Grandioso”
 
Esasperata mi volto e inizio a vestirmi anche io.
-Che stai facendo? –
-Mi vesto anche io? – chiedo di rimando mettendomi una gonna presa dal guardaroba. Che fortunatamente è ancora al suo posto.
-Tu non vieni-
Mi volto di scatto verso di lui –che significa “tu non vieni?” –
-Che te ne stai qui- ovviamente, ma questa non è una cavolo di spiegazione.
-Scusami? –
-Non c’è bisogno che ti scusi- e dio mi dia la forza perché veramente sto per prenderlo a schiaffi.
-Io vengo –
-Perché? –
-Perché no? –
-Tu sei mia-
-Questo l’hai già detto- affermo – un miliardo di volte – “ma solo da quando hai mangiato quella schifosa pozione”. Lo so, ma non riesco a dirlo ad alta voce.
 
Prendendomi per i fianchi mi sposta di lato rovistando tra i miei vestiti e iniziando a fare un casino indicibile. “È cambiato di nuovo”
-Possibile che non ci siano dei maledetti pantaloni in mezzo a tutta questa roba? –
-A quanto pare no- dico stizzita incrociando le braccia al petto. Dio, nemmeno una prima donna cambia così velocemente stato d’animo e giuro che appena vado a casa di Juvia do fuoco a tutte le cose con un’etichetta strana.
Tirando fuori un maglione rosa a maniche lunghe me lo passa, e guardandomi negli occhi con aria di sfida mi esorta a indossarlo. “Maledizione” penso. Voglio indietro il vecchio Natsu.
 
Una volta vestiti mi prende per mano e usciamo di casa insieme. È la prima volta che lo fa, ma la sua mano grande stretta intorno alla mia, mi piace.
Durante tutto il tragitto verso la gilda non fa altro che guardare male tutti gli uomini che passano accanto a noi, anche se la maggior parte di loro non presta assolutamente caso a noi.
 
Varcata la soglia del grande edificio ci troviamo davanti tutti i nostri amici, che seduti intorno ai tavoli discutono del matrimonio che si terrà tra due giorni come se niente fosse. E in effetti non sembra successo niente. Tutte le finestre sono al loro posto come se ieri non fossero finite in mille pezzi, il bancone è senza un graffio, i bicchieri integri. Tutto apposto.
Tutto tranne la mano che mi tiene, quella non dovrebbe esserci, e non perché sono io che non la voglio.
 
Appena ci vedono smettono subito di parlare aspettando la prossima mossa da parte di Natsu, che rivolgendo un’occhiataccia a Freed ignora gli altri.
Mi trascina dietro di sé come se mi dovesse proteggere da loro, o meglio, dai loro sguardi, e cautamente, misurando tutti i presenti, avanza verso i nostri amici.
 
Sono ancora in silenzio ad aspettare, ed è un record, visto e considerando che di solito ogni scusa è buona per fare casino.
-Come sta Happy? – e finalmente Natsu parla.
-Non lo sappiamo- dice Erza, che molto tranquillamente ricomincia a mangiare la sua torta alle fragole. “Strano” penso mentre li guardo tutti con sospetto. Stanno tramando qualcosa, ne sono sicura.
-Che significa? – chiedo a mia volta.  
-Che adesso è da Porlyusica- risponde Gildarts -e se qualcuno è in grado di capire cosa si è mangiato Happy, quella è lei-
Annuisco concordando alle sue parole e prima che possa fare altre domande Natsu mi trascina lontano da loro. Di scatto tutti si fermano di nuovo, e l’aria tesa si può tagliare col coltello.
 
-Andiamo- dice –abbiamo chiesto di Happy, ora possiamo tornare a casa-
-Perché? – chiedo. Non capisco. Possibile che sia diventato così superficiale nei confronti del suo migliore amico?
-Perché…- dice passando lo sguardo da Freed a Gildarts, da Macao a Wakaba a Luxus a Makarov –mi sto incazzando ed andrà a finire esattamente come l’altra volta, lo so, lo sento, e fidati quando dico che non ho nessuna voglia di finire legato di nuovo. Preferirei fare cose più…- continua voltandosi verso di me –interessanti-
-Allora è vero- esulta Mira attirando l’attenzione di tutti. Solo lei può trovare il lato positivo in tutta questa tragedia.
-È vero cosa? – chiedo mentre Natsu continua a trascinarmi via.
-Quello che ha detto Gray su voi due-
Il mago si ferma bruscamente voltandosi verso l’albina che stranamente oggi non è dietro il bacone ma seduta con tutti gli altri chiede –Che ha detto Gray? -
-Che vi ha visti insieme, l’altra notte, in atteggiamenti poco “casti” - cinguetta, e prima che possa ribattere imbarazzate continua –quindi state insieme? -
-Si- risponde Natsu nello stesso momento in cui io rispondo –No-
Mentre lui si volta verso di me allibito, tutti gli altri ci guardano sorpresi.
-Si o no? Juvia è alquanto confusa – dice la ragazza seduta accanto al suo futuro marito.
 
Natsu si volta verso di me e mi passa delicatamente le mani sulle braccia, nello stesso momento, con la coda dell’occhio scorgo Bisca che il più silenziosamente possibile fa la sua apparizione dietro al gruppo, e accostandosi a Gildarts gli sussurra qualcosa all’orecchio. “Strano”
 
-Si che stiamo insieme- afferma il mago rispondendo alla domanda della maga dell’acqua.
-No invece- mi intrometto imbarazzata.
-A costo di richiederlo- si unisce questa volta Gray –state insieme, si o no? –
-No- prendo la parola prima che lo faccia Natsu provando a liberarmi della sua presa. Sto iniziando a innervosirmi.
-Si- ribatte perentorio lasciandomi e voltandosi verso gli altri –lei è mia-
-Sentite- riprovo cercando di far finire il prima possibile la conversazione –è complicato, okay? -
-Complicato? Quanto complicato? –
-Tanto da essere una relazione senza impegni- sbotto esasperata.
 
-Ora capisco perché non glielo vuoi dire- afferma di getto Freed. Tutti i presenti si voltano verso di lui. “Oh. Cazzo.”
-Dirmi che cosa? - chiede Natsu dopo aver lanciato un’occhiataccia all’altro mago.
-No niente, penso che stia scherzando-
-A me non sembra proprio- interviene Erza e a quanto pare tutti gli altri sono d’accordo con lei. “Brutti pettegoli.” La situazione mi sta sfuggendo di mano, e io non sono ancora pronta per la verità. Ma sinceramente, non penso lo sarò mai.
-Avete capito male- cerca di sviare Freed
-Lucy? – lo ignora completamente Natsu –che cosa mi stai nascondendo? –
-Niente- dico evasiva –non so proprio di cosa lui stia parlando-
-Lucy- ripete deciso, non si fermerà e la cosa mi fa andare nel panico. Non glielo voglio dire qui, non così, non davanti a tutti.
-Non è niente- indietreggio lontano da lui.
-Lucy! - la voce più dura.
Silenzio. Nervosamente provo a cercare una via di fuga.
-Lucy- urla.
-Io sono incinta okay? – urlo a mia volta – sono incinta e la cosa mi sta facendo impazzire, e non provare mai più a gridarmi contro-
 
Nel momento esatto in cui mi rendo conto di cosa ho detto mi porto una mano davanti alla bocca. L’ho detto sul serio? A giudicare dalle espressioni dei presenti l’ho fatto. Cazzo, ho appena urlato in faccia a Natsu che diventerà padre. Cazzo, cazzo.
 
-Sei incinta? – ha la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
-Si- dico –ma non è niente di che-
-Non è niente di che? – chiede Erza –scherzi? – e dio solo sa quanto vorrei non scherzare.
-Incinta- ripete Natsu in trans.
-Lo so che non lo vuoi, non c’è bisogno che dici niente- dico continuando a camminare all’indietro verso la porta.
-Ovvio che lo voglio- dice riempiendo la distanza tra di noi.
Mi fermo. “Ti prego, non lo dire, non lo rendere più complicato di quanto già è”
-Dici così Natsu, ma sappiamo tutti che non sei tu a parlare- la mia voce si incrina.
-Io voglio te, voglio il nostro bambino, vedi? sono io che sto parlando-
Il mio cuore si spezza. Io ci ho messo settimane per realizzare che avrò un figlio. Settimane. E a lui sono bastati pochi secondi.
 
-Non sei tu a parlare- dico tristemente –è quella maledetta pozione-
-No, sono io, io- afferma indicandosi
-No- urlo –prima di bere quell’intruglio non mi avevi mai detto di amarmi, figurati avere un figlio con me-
Boccheggia come se lo avessi colpito –tu sei mia- dice come se queste tre stupide parole possano risolvere tutto. Non è così.
-Smettila- grido –smettila di ripeterlo maledizione- ho le lacrime agli occhi e sinceramente non so quanto ancora posso reggere il suo sguardo e quello di tutti i presenti che in silenzio se ne stanno in disparte.
 
Provo ancora ad indietreggiare, e se prima l’uscita mi sembrava così vicina ora sembra a chilometri di distanza. Natsu è impietrito, non so se per le mie parole o per il fatto che sono incinta, più probabilmente per entrambe le cose.
 
 
Prima che possa mettermi a correre, Gildarts appare dal nulla e afferrandomi per il braccio mi trascina via dall’entrata e lontana dal mago di fuoco, ma non abbastanza in fretta perché Natsu ci segue. “Quando si è avvicinato?”.
Nel momento esatto in cui gli occhi di Natsu si posano su di lui ogni emozione sparisce dal suo volto, lasciando per la seconda volta nel giro di due giorni il posto a una furia cieca.
-Gildarts- lo ammonisce con voce getturale –lasciala andare- e la voce sempre allegra del ragazzo è completamente sparita, sostituita da una talmente inquietante da farmi venire la pelle d’oca. Lentamente sta cambiando, le braccia, la faccia. Scaglie rosse iniziano e ricoprirgli la pelle.
-E così non le hai mai detto che la ami? – Dovrei sentirmi imbarazzata, ma non riesco a respirare a causa della tensione, figurarsi essere a disagio. –È proprio da insicuri, pensavo di averti consigliato meglio di così- dice provocandolo.  
E mentre Natsu fa un passo avanti, io vengo trascinata indietro. Provo a guardare gli altri alle spalle del dragon slayer ma loro sono troppo concentrati su Bisca che, tenendo il fucile in mano, lo sta puntando verso di noi.
Che cosa vuole fare?” penso mentre il terrore mi assale.
 -Cosa vuoi fare? Eh Natsu? – prosegue Gildarts esponendo la mia stessa domanda all’altro mago – mi attaccherai? –
-Inizierò spezzandoti la mano- dice – e prima di sera non avrai un osso integro, te lo posso giurare-
-E lo farai con Lucy e tuo figlio in mezzo? – beh se lo vuole far incazzare ancora di più ci sta riuscendo egregiamente.
-Non parlarmi di mio figlio- urla facendo tremare tutto l’edificio.
-Non sei pronto- dice provando a spostarsi di lato, ma Natsu si muove con noi.
-E parli tu? Tu che non hai saputo riconoscere tua figlia. La tua stessa figlia- ringhia -Cos’è? ti eri dimenticato di esserti scopato sua madre? Oppure ne hai scopate così tante da non ricordarti nemmeno più che faccia avesse? Almeno il suo nome te lo ricordi? –
-Perché? Tu sei migliore? L’ho proprio visto quant’era felice Lucy mentre ti diceva del bambino- ride ironico afferrandomi per la vita.
-Come ti permetti? – urla scattando verso di noi. E come se Gildarts non aspettasse altro, lo schiva, trascinandomi con lui lontano dall’assalto.  
 
Il suono di uno sparo riempie l’aria. Voltandomi guardo nella sua direzione e un attimo dopo Natsu cade a terra.  Immobile.
 
È tutto finito.
 
 
 
 

Nel prossimo capitolo:
-Lucy- urla Gildarts –aspetta-
-No- grido a mia volta mentre i singhiozzi mi scuotono violentemente. Varcando la soglia della gilda provo a correre lontano da lui, lontano da tutti, e non mi importano niente se i passanti mi guardano. Niente ha più importanza.
-Aspetta- dice, e questa volta mi afferra e mi fa voltare.

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Capitolo 5
*** IV ***


IV
 




 
Il panico mi attanaglia la gola impedendomi di urlare.
Liberandomi dalla stretta di Gildarts mi precipito verso Natsu, che immobile, giace sul pavimento della gilda. Poco a poco le scaglie sulle braccia e sulla faccia stanno svanendo lasciando davanti a me il ragazzo che tanto amo.
 
-Che avete fatto? – grido istericamente ritrovando la voce, mentre prendendo tra le mani la faccia di Natsu costato che sta respirando. “Grazie a dio” penso. Inconsciamente lo so che non gli farebbero mai del male, figurarsi ucciderlo, ma sono troppo scossa per pensare lucidamente.
-Sta facendo effetto- commenta tranquillamente Erza ignorando la mia domanda, e prima che possa chiedere spiegazioni, Gildarts, battendo le mani si avvicina a me sorridendo –Sei stata bravissima- esordisce.
-Cosa? – chiedo allibita voltandomi verso di lui. “Di cosa cavolo stanno parlando?”
-Una recitazione da teatro- si intromette Bisca annuendo.
-Ragazzi…- prova a dire Warren che viene subito ignorato.
-Cioè, avete visto? – domanda Gajeel indicandomi –la ragazza pon pon ci sa fare! Ovviamente ha preso tutto da me-
-Da te? – lo sbeffeggia Gray a torso nudo –tu che a malapena sai cantare? –
-Scusami? –
-Non ti scuso- sogghigna il mago del ghiaccio.
Fronteggiandosi si avvicinando l’uno contro l’altro con aria minacciosa guardandosi in cagnesco. Ovviamente per loro, anche in una situazione del genere, ogni scusa è buona per iniziare una rissa.
-Non avrei saputo trovare di meglio- concorda Erza tirando un pugno a entrambi gli “sfidanti” bloccando la questione sul nascere. –Incinta! Cavolo, sei stata così brava che ti ho quasi creduto anch’io- ride.
-La faccia che ha fatto Natsu è stata troppo epica- si aggiunge subito Cana che con la mano sopra la testa sventolando la bottiglia di vino che tiene.
-Da vero uomo- urla Elfman.
 
-Ora basta- grido a mia volta alzandomi in piedi. Sorpresi dal mio gesto tutti si bloccano. –si può sapere che cosa sta succedendo? – chiedo passando gli occhi su tutti i presenti.
-Come “che cosa sta succedendo?” – domanda Bisca visibilmente confusa aggrottando le sopracciglia.
-Cosa gli avete fatto? –
-Gli abbiamo dato l’antidoto ovviamente- dice Gildarts che passandomi la mano sulla spalla guarda in basso verso Natsu ancora disteso sul pavimento. –Warren ti ha detto del nostro piano per iniettarglielo appena sei entrata, ricordi? Tu dovevi distrarlo mentre Bisca lo colpiva. Fattelo dire sei stata bravissima, e se non ci fosse stato il rischio che potessi essere colpita anche tu non sarei minimamente intervenuto, te la cavavi alla grande da sola fidati. – prova a rassicurarmi.
E no, non ricordo, perché Warren non mi ha detto niente. Guardo Gildarts con occhi assenti e molto lentamente il suo sorriso sparisce, insieme a quello di tutti gli altri.
-Ricordi? – insiste.
 
Nella stanza è sceso il silenzio, ed è cosa più unica che rara, visto e considerato, come sono fatti i membri di Fairy Tail.
 
Voltandosi verso Warren cercano una rassicurazione che non arriva, e non arriverà mai. Scuotendo la testa nera lui guarda verso di me con occhi tristi. Provano con Freed, ma la risposta è la stessa. Piano piano in ognuno dei presenti si fa strada la dura verità. E anche in me.
 
“L’antidoto, gli hanno somministrato l’antidoto” penso. Sapevo che sarebbe successo, sapevo che il Natsu che avevo davanti non era veramente lui. Ma il modo in cui mi toccava, il modo in cui mi guardava era così familiare che per un momento, un solo, singolo e egoistico momento, ho sperato che magari sarebbe potuto rimanere tutto così.
Perché si, voglio che torni, ma più di ogni altra cosa voglio che rimanga con me, che mi ami, tanto quanto lo amo io. Ma adesso, non sarà più possibile. Appena aprirà gli occhi e sarà veramente lui, di nuovo lui, non vorrà più vedermi.
 
-Lucy – dice Erza, svegliandomi dai miei meri vaneggiamenti. Nella sua armatura scintillante si avvicina a me –andrà tutto bene-
-Ne sei sicura? – le chiedo con aria di sfida. E anche se nessuno oserebbe parlare in questo modo, figurarsi sfidare la rossa, io sono troppo vuota in questo momento per avere qualcosa da perdere. –Dimmi che cosa potrebbe mai andare bene? –
-Noi ti aiuteremo- prova a dire Mirajane.
-Aiutarmi a crescere mio figlio? Lo sapete tutti che non dovrebbe essere compito vostro ma…-
-Siamo una famiglia- mi blocca Erza.
-Si Erza lo siamo, ma questo va oltre. E se Natsu non lo volesse? Io non potrei rimanere qui-
-Di che stai parlando? – chiede Gildarts che fino a quel momento era troppo pietrificato per prendere parola. Assurdo, uno dei magi più forti non solo di tutta la gilda, ma di tutto il paese ammutolito di fronte alla verità. –Certo che puoi rimanere qui, nessuno oserebbe mai anche solo pensare che tu te ne debba andare, figurarsi dirlo. E poi sono sicuro, anzi so, che Natsu ti…-
 
-Non capisci- urlo istericamente interrompendolo e facendomi prendere dal panico. Nessuno qui può capire. –Se non lo volesse, se non ci volesse, come potrei venire qui, ogni giorno sapendo che lo vedrò? Sapendo che mi sarà così tanto vicino, eppure così lontano? – Mi vengono le lacrime agli occhi e nervosamente inizio a stringere i lembi del maglione che indosso.
–Se trovasse un'altra? – e l’ipotesi che così tanto ardentemente e disperatamente ho provato a spingere in un angolino remoto del mio subconscio si fa strada dentro di me innescando una reazione di terrore talmente intensa da farmi boccheggiare.
Di scatto mi volto e inizio a correre.
 
-Lucy- urla Gildarts –aspetta-
-No- grido a mia volta mentre i singhiozzi mi scuotono violentemente. Varcando la soglia della gilda provo a correre lontano da lui, lontano da tutti, e non mi importano niente se i passanti mi guardano. Niente ha più importanza.
-Aspetta- dice, e questa volta mi afferra e mi fa voltare.
-Cosa vuoi? – sbotto provando a spingerlo via. La verità è che sono talmente tanto sconvolta che sinceramente non so più nemmeno io cosa voglio. Ma molto probabilmente sono la solitudine e una giornata intera, per non dire, i prossimi otto mesi, di autocommiserazione.
-Ascoltami- inizia lasciandomi e mettendo le mani con i palmi in avanti in segno di pace –so che sei sconvolta…-
-Sconvolta? – grido interrompendolo –io non sono solo “sconvolta” - dico abbassando un po’ i toni, mentre con le dita virgoletto in aria l’ultima parola –io sono terrorizzata. Sta mattina mi sono svegliata con Natsu. Al mio fianco capisci? – e senza lasciargli nemmeno il tempo di rispondere proseguo: -e adesso so che appena aprirà gli occhi non mi vorrà più, o peggio, continuerà a trattarmi da “amica”; e io non posso sopportarlo. Io semplicemente, non posso. - concludo tristemente.
 
Guardandosi intorno scruta la folla che si è radunata intorno a noi e voltandosi fa un cenno negativo con la testa a Erza e agli altri, che sulla soglia della gilda sono sicuramente pronti a seguirmi.
-Lucy- dice con voce calma e apparentemente tranquilla –possiamo parlare? –
Mentre sto per dirgli di no, pronta a scappare per l’ennesima volta dalla realtà, mi prende delicatamente il braccio e guardandomi negli occhi aggiunge: -per favore-
 
-Va bene- sussurro voltandomi e incamminandomi lentamente verso il centro della città, senza una meta precisa, subito seguita in silenzio da lui. Asciugandomi le lacrime dalle guance non guardo in faccia nessuno mentre proseguo, sono troppo persa nei miei caotici pensieri.
Io e Gildarts non abbiamo chissà quale rapporto, medito, non lo conosco bene come lo conoscono Gray, Mira, Erza, Natsu o i miei compagni che sono a Fairy Tail da molto prima di me. So che in fondo in fondo è contento per il modo in cui ho spronato Cana a dirgli la verità anni prima, dopo la disastrosa fine dell’esame di classe S, ma a parte questo non so assolutamente cosa aspettarmi da lui, perché se fossi io al suo posto, molto probabilmente appoggerei Natsu.
Infondo è logico; Gildarts è il suo mentore e amico da talmente tanti anni che è facile perdere il conto.
 
-Come sta Happy? – chiedo a bassa voce senza fermarmi e senza guardarlo.
-Sinceramente non lo so- dice accostandosi a me -Porlyusica ha dato l’antidoto prima a lui, ma non abbiamo aspettato di vedere se avrebbe funzionato o no prima di darlo anche a Natsu-
-Capisco- sussurro.
-Tranquilla- prova a rassicurarmi –Con Happy ci sono Wendy, Charle e Levy-
Senza aggiungere altro, annuisco.
 
Continuiamo a camminare in silenzio fin quando non ci ritroviamo vicino al grande parco. Schivando rami e foglie mi faccio strada tra la vegetazione fino a raggiungere una panchina situata sotto un grande albero e dopo avergli lanciato un’occhiata di sottecchi mi siedo. Ha in volto un’espressione totalmente rilassata; decifrare a cosa sta pensando è completamente impossibile, ma del resto, tutto in quest’uomo è impossibile da capire.
Ha i lunghi capelli caramello sparsi al vento, e gli occhi castani scrutano lontano verso l’orizzonte.
 
 
-Sai- dice iniziando a parlare senza distogliere lo sguardo dal sole, che lentamente, sta calando –ho sempre pensato che alla fine Natsu si sarebbe messo insieme a Lisanna- e mentre una fitta mi colpisce al cuore lui prosegue il suo discorso: -Ma quello che penso io non ha importanza-
Di scatto volto la testa verso di lui. –Che vorrebbe significare questo? –
-Non sono bravo con le persone- afferma dopo un sospiro –non sono bravo con i sentimenti e decisamente non sono bravo con le donne-
-Ma…-
-Saperle sedurre non significa sapere cosa provano- dice guardandomi. –Senti, non posso essere io a dirti cosa prova, o non prova Natsu, lui è decisamente una testa calda, ma è un bravo ragazzo-
-Lo so-
-Ed è proprio perché lo sai che non dovresti avere così paura-
-Non ho paura di lui- affermo sulla difensiva.
-Di lui no, ovvio, ma della sua reazione si-
Scuoto la testa provando a districare tutto il groviglio che sono i miei pensieri.
-Io lo voglio tenere- dico riferendomi al mio bambino –ma se lui non lo volesse, io non potrei rimanere a Fairy Tail. Rimanere e fare finta di niente mi distruggerebbe-
-Non ti permetterebbe di lasciare la gilda senza combattere- constata. Cosa a cui ovviamente avevo pensato anch’io e che mi spaventa più della prima opzione.
-Lo so, e se per impedirmi di andare lo accettasse, ci accettasse, per pieta? –
-E se… e se…- dice sedendosi accanto a me –e se ti amasse? È un’idea così assurda? –
-Si- rispondo di getto subito ricevendo un’occhiata sorpresa da parte sua. –Non mi ha mai detto niente che mi faccia pensare il contrario- affermo sulla difensiva.
-Brutto idiota- borbotta tra se e se sottovoce.
 
-Non sono stato un padre molto presente- dice dopo un momento di silenzio –e sto veramente cercando di rimediare-
-Cerchi di recuperare il tempo perduto- concordo.
-Si- annuisce –ma ho perso giù tutte le piccole cose. Cana ormai è grande, non ha più bisogno di me…-
-Questo non significa niente- scatto interrompendolo –lei ti vuole bene, ci sarà sempre un posto per te nel suo cuore, non ti avrebbe aspettato così a lungo se non fosse così-
-Sei una brava persona Lucy e sarai un’ottima madre- afferma –non importa cosa succederà, ricorda che l’unica cosa importante è esserci-
-Grazie- sussurro senza trovare altre parole.
 
In silenzio rimaniamo a fissare il tramonto. Lentamente il sole scende oltre le lontane colline e i passanti iniziano a disperdersi tornando molto probabilmente alle proprie case per la cena.
Ci alziamo a nostra volta e con calma torniamo verso la gilda. Per strada tutto sembra tranquillo. La gente ride, scherza, i bambini giocano e io non posso far altro che amare sempre di più la città in cui ho deciso di vivere.
 
-Gildarts! - urla una voce maschile da lontano.
-Lucy! – grida poco dopo un’altra. Correndo verso di noi Erza e Grey si fanno strada tra la gente.
-Vi abbiamo trovato finalmente- dice la rossa fermandosi dopo averci raggiunto.
-Che succede? - domando preoccupata.
-È Natsu- dicono all’unisono.
-Sta male? – chiede Gildarts riuscendo a porre la domanda che mi si era bloccata in gola. Siamo stati via solo per poche ore. “E se l’antidoto non ha funzionato? E se lo ha fatto stare male?”. Il panico inizia a farsi strada di nuovo dentro di me. “Devo vederlo”.
-No, sembra stare bene, sembra di nuovo lui, ma…-
-Ma? – insisto, tirando un lieve respiro di sollievo.
-Non si ricorda niente-
-Ha perso la memoria? – chiedo esterrefatta.
-Si, ma solo degli ultimi due giorni- dice Gray evitando di guardarmi in faccia. –Non si ricorda più niente di quello che è successo da dopo che ha mangiato con Happy due sere fa-
-Mi dispiace Lucy- dice Erza passandomi una mano sul braccio.
Mi salgono le lacrime agli occhi, perché adesso so che nessuna delle mie congetture sarebbe potuta essere così tanto dolorosa, come lo è adesso la realtà.
 
 
 
 
 
 
 

Nel prossimo e ultimo capitolo:
- Vuoi tu Gray Fullbuster prendere come tua legittima sposa la qui presente Juvia Lockser, per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? –
-…-



Angolo autrice:
Chiedo umilmente scusa per l’immenso ritardo, ma queste feste sono letteralmente il caos più totale. Come letto il prossimo sarà l’ultimo capitolo e spero veramente di riuscire a postarlo per Natale! Grazie mille per l’attenzione!
Un bacio, alla prossima! 33NaLu33

 

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Capitolo 6
*** V ***


V
 
 




 
- Vuoi tu, Gray Fullbuster prendere come tua legittima sposa, la qui presente Juvia Lockser, per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? –
-Si- dice il mago con un lieve sorriso sul volto -lo voglio-
Finalmente il grande giorno è arrivato. Sull’altare, Gray con un bellissimo abito nero, e Juvia con un scintillante, eccentrico, principesco, e assolutamente unico nel suo genere, abito azzurro chiaro, si tengono per mano guardandosi negli occhi.
Sinceramente non mi aspettavo di essere tra le damigelle della sposa, anche perché all’inizio, e ricordo ancora il giorno in cui il Master ci aveva presentato la nuova arrivata a Fairy Tail, io e lei non eravamo esattamente partite col piede giusto.
Col tempo e un’infinità di battaglie combattute fianco a fianco siamo diventate amiche, ma mai, mi sarei aspettata un tale privilegio.
 
Sorridendo nella loro direzione volto il mio guardo e ammiro la chiesa piena di gente. Dai membri della nostra gilda, ai nostri amici in altre, ai cittadini della città, tutti partecipano al grande evento. Tutte le panche sono occupate, tutte le scale straboccano di persone, chi seduto e chi in piedi, tutti i balconcini, al secondo piano dell’imponente edificio, sono gremiti fino all’immaginabile e oltre. Tutti in rispettoso silenzio a guardare sorridenti. Non c’è un solo spazio libero in tutta la chiesa.
Juvia per il giorno del suo matrimonio ha fatto le cose decisamente in grande.
 
Davanti a me, Erza con in mano il bouquet di rose blu della sposa cerca di trattenere le lacrime. È una dura, lo è sempre stata e lo sarà sempre, eppure è bellissimo vederla commossa per un momento tanto felice nella vita della sua amica.
Accanto a me, la piccola Wendy, Meredy e Mirajane guardano la scena con occhi luccicanti. I nostri corti abiti turchesi sono abbinati col vaporoso abito della sposa, e anche se non posso vedere Juvia in faccia, perché ci sta dando le spalle, so che ha un sorriso enorme sul volto.
 
Romeo si avvicina a Gray e con orgoglio negli occhi gli passa un anello d’oro, simbolo dell’unione che sta per legare i due sposi. Prendendolo in mano, il mago di ghiaccio, lo fa scorrere lentamente sull’anulare della mano tremante di Juvia che trattenendo un singhiozzo prova a non piangere dalla felicità.
 
-E tu, Juvia Lockser - continua il prete, vestito di bianco e con un cappello al quanto bizzarro in testa, rivolgendosi alla maga -Vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Gray Fullbuster, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? –
-Lo voglio- dice con una voce talmente tanto piena di emozione che mi salgono, a mia volta, le lacrime agli occhi.
 
Wendy con al suo fianco Charle si accostano a Juvia e tirandolo fuori da una scatolina di velluto blu, danno l’anello alla sposa, che con gioia lo mette al dito di Gray.
 
-Per il potere conferitomi dal nostro re, e dal concilio della magia, vi dichiaro marito e moglie- chiudendo il libro sacro che ha in mano si volta verso Gray -Puoi baciare la sposa-
Il mago si sporge in avanti baciando sulle labbra Juvia, che senza alcun indugio, gli lancia le braccia al collo approfondendo il bacio.
Ancor prima che i due si separino, un boato assordante riempie la chiesa. Si sono alzati tutti in piedi, e tra chi batte le mani, chi fischia, e chi piange, tutti esultano felici.
 
 
Ore dopo stiamo festeggiando alla gilda, che tra palloncini svolazzanti, striscioni, confetti e cibo, è agghindata per l’occasione. Il tavolo degli gli sposi è vicino al palco da coi possono guardare e ascoltare la bellissima voce di Mira che, col suo abito rosa, svolazzante, sta cantando.
Tutto intorno, sugli altri tavoli, c’è chi ascolta, come la piccola Wendy, insieme a Charle, Happy, Lily e Romeo; chi beve, come quei incorreggibili di Wakaba, Macao, Makarov e Gildarts; chi balla, come Natsu e Erza; e chi parla.
 
Natsu ha fatto, con grande stupore generale, il testimone di Gray.
Con la cravatta nera allentata e il completo rosso fuoco, viene tenuto in ostaggio da Erza che, volteggiando per la sala a passo di musica, lo costringe ed esorta a sfoggiare i suoi nuovi passi di danza imparati sotto minaccia e tortura della maga per l’occasione.
 
Da quando si è risvegliato senza più memoria dell’accaduto, due giorni prima, nessuno della gilda ha parlato di quello che è successo con Natsu, facendo tra di loro un tacito accordo: appena sarò pronta dovrò essere io a dirgli la verità, su tutto.
Ma giorno dopo giorno, e occasione dopo occasione, le parole non vogliono uscire. Non l’ho evitato, anzi, tra un impegno e l’altro per gli ultimi preparativi ho passato quanto più tempo possibile con lui, ma ogni volta che posso affrontare “il” discorso lo rimando dicendo a me stessa che la volta dopo sarà la volta buona. Cosa che a distanza di giorni non è ancora successo.  
 
-Ehi- dice Juvia destandomi dai miei pensieri mentre si siede accanto a me.
-Ehi- rispondo sorridendole di cuore –che ci fai qui? dovresti essere con Gray a divertirti- la esorto guardando suo marito, che in piedi a pochi tavoli più in là, ci guarda.
-Juvia voleva dire una cosa a Lucy prima di andare da Gray-sama per un altro ballo-
-Certo, dimmi tutto- e ora sono veramente curiosa.
Passando le mani sul tulle azzurro dell’abito principesco raccoglie le idee prima di parlare.
-Alla fine Juvia si è ricordata- inizia guardandomi –il nome della pozione che aveva usato-
-Intendi di quella con cui hai preparato il cibo che poi hanno mangiato Natsu e Happy quasi una settimana fa? – chiedo curiosa.
-Si- annuisce –si chiama “Le fiamme dell’anima” -
-Che nome strano- rido ripetendolo mentalmente.
-Decisamente strano- concorda con un sorriso. –Comunque- prosegue –non era una pozione d’amore-
 
Sto per ridere di nuovo, quando il significato delle sue parole fa breccia nel mio cervello bloccandomi. “Non era una pozione d’amore”.
-Che significa? – chiedo sconvolta –cosa poteva mai essere se non una pozione d’amore? –
-Era una pozione che accentua le caratteristiche, sia fisiche che emotive- afferma solennemente.
Con il cervello ridotto in poltiglia, registro le parole, ma non riesco a capirne il minimo significato.
-Non capisco- riesco a dire alla fine.
-Juvia voleva che Gray-sama la notasse, quindi avevo comprato quella pozione per farmi notare da lui- dice sorridendo, prendendomi la mano. E anche se dovrei non riesco ancora a capire.
-Dopo che Happy ha preso la pozione- inizia a spiegare –tutti noi lo volevamo, tutti. Tu non eri presente, ma fidati quando Juvia dice che abbiamo sfiorato la guerra. Tutti lo “amavamo” perché alla fine a tutti piacciono i gatti. Gildarts ha persino confessato che lo voleva accarezzare! -
-Vuoi dire che era diventato irresistibile? – chiedo ricordandomi lo strano comportamento di quel pomeriggio di Wendy e Charle.  
-Si- afferma –irresistibile come lo sono tutti i gatti. Ma il punto è che non ha iniziato a gridare amore eterno nei confronti di Charle. La pozione ha semplicemente accentuato le caratteristiche fisiche di Happy-
Annuisco a mia volta. “Ora ha un senso” penso.
-E ha fatto lo stesso con Natsu- conclude la maga.
 
Sgrano gli occhi quando finalmente capisco.
-Ma Natsu dopo averla presa ha detto che mi ama- cerco di protestare.
-È questo il punto- dice la ragazza sorridendo ancora di più voltandosi a guardare a sua volta Gray che si sta avvicinando a noi –se c’è una cosa che Juvia ha imparato alla fine, è che nessuna magia o pozione può creare l’amore-
-Ma…-
-A Natsu è successa la stessa cosa- afferma interrompendomi –La pozione ha accentuato le sue caratteristiche emotive. Era diventato più impaziente, più possessivo, più passionale. Ma sono cose che lui già ha. Juvia pensa che quando Natsu ha detto a Lucy che la ama, Natsu lo pensava davvero-
 
Boccheggio in cerca d’aria. “E se avesse ragione?”. Lo so che non dovrei illudermi, ma questa non è un’illusione. Juvia non lo farebbe mai. Non mentirebbe mai, non su una questione importante come questa.
Gray passa la mano sulla spalla della maga e guardandomi mi fa un cenno col capo.
Racimolando tutto il coraggio che ho, mi alzo di scatto e dopo aver gettato le braccia al collo di Juvia e aver salutato i due sposi, mi precipito da Natsu, che ancora invano, cerca di scappare da Erza.
-Erza posso rubarti Natsu due minuti? – chiedo accostandomi a loro. Dopo esserci scambiate uno sguardo di intesa lo lascia andare.
-Buona fortuna Lucy- mi sussurra –andrà tutto bene- conclude prima di farmi l’occhiolino ed andarsene.
 
-Finalmente- dice Natsu libero massaggiandosi le braccia –sono due ore che faccio segnali a chiunque nella vana speranza che qualcuno mi salvi-
-Spera che non ti senta Erza piuttosto- sogghigno.
Corrucciando la faccia inizia a dirigersi verso il bancone della gilda, per accasciarcisi sopra, molto probabilmente. Prendendolo per il bicipite invece lo trascino, o meglio, si fa trascinare, su per le scale verso il secondo piano.
-Dove andiamo? – chiede curioso.
-Dobbiamo parlare- dico tranquillamente.
Sento i muscoli del suo braccio contrarsi, segno che sta iniziando a innervosirsi.
-Non è una buona cosa quando qualcuno dice “dobbiamo parlare” -
-Non ne hai idea- sussurro tra me e me. Scuotendo la testa mi faccio coraggio. “Ora o mai più” penso.
Arrivati in cima alle scale mi volto per affrontarlo.
-Prima che tu perdessi la memoria mi hai detto che mi ami- dico tutto d’un fiato. Niente preparativi, niente discorsi complicati, che tanto con Natsu non avrebbero comunque alcun effetto. Solo la verità, così com’è.
Trattengo il fiato aspettando una qualsiasi reazione da parte sue.
-E allora? – dice accigliandosi.
“Cosa? Ha capito quello che gli ho detto?”. Tra tutto quello che avrebbe potuto dire e fare, questo, non me lo ero decisamente aspettato.
-Che significa “e allora?” – chiedo sconvolta –hai detto che mi ami- insisto.
-È così- afferma tranquillamente come se stesse dicendo una cosa ovvia. Come se stesse parlando del tempo.
-Non me l’avevi mai detto prima- sussurro.
-Di che stai parlando? – chiede prendendomi per mano e trascinandomi verso di lui. Faccia a faccia mi guarda intensamente negli occhi. –Pensavo lo sapessi-
-Come avrei mai potuto saperlo se tu non me lo hai mai detto? – sbotto provando ad allontanarmi. Stringendo la presa mi tiene ferma.
-Lucy- dice diventando serio. Un brivido freddo mi percorre la schiena, Natsu non è quasi mai serio e quando lo diventa vuol dire che per lui è una questione importante. –tutte le notti in questi pochi mesi che ho passato con te. Ogni singolo momento tra di noi c’è stato perché io ti amo- afferma solennemente -Pensavo che anche per te fosse lo stesso- Conclude cercando di decifrare il mio sguardo.
Tutte le notti di passione tra noi ci sono state perché lui mi ama.? Aspettando una mia reazione capisco che mi sta chiedendo se anche io lo amo, e sono stata con lui con amore.
“Com’è che adesso è lui al mio posto?”
Dandogli uno spintone sbuffo. -È ovvio che ti amo- dico incrociando le braccia al petto. Tutte queste settimane, tutta quest’ansia, tutto solo perché lui pensava che io sapessi. –non leggo nella mente sai? La prossima volta dovresti dirmelo a parole- dico stizzita.
 
Un largo sorriso si estende sulle sue labbra facendo spuntare le fossette che tanto mi piacciono di lui. Gli occhi verdi scintillano di felicità.
-Quindi- continuo –quello che c’è tra noi non è temporaneo? Giusto? –
-Ovvio che no- afferma guardandomi di traverso. “Possibile che desse veramente tutto per scontato?”
Io ho passato le pene dell’inferno facendomi mille e uno, viaggi mentali e per lui era già tutto apposto. Scuoto la testa scoto la testa sconsolata. È proprio vero, non cambierà mai.
 
Un altro pensiero si fa strada dentro di me smorzando il mio entusiasmo. Cosa che non passa inosservata agli occhi di Natsu.
-C’è un'altra cosa che devo dirti…- il respiro mi muore in gola.
-È grave? – chiede subito –stai male? o ho per caso detto o fatto qualcosa che ora non mi ricordo? –
-No- dico provando a tranquillizzarlo.
-Oh non me lo dire… ho fatto l’imitazione di un pollo? – domanda sconsolato.
-No- dico prima di scoppiare a ridere.
-Allora? –mi esorta.
-Non lo avevo programmato- inizio calmando le risate -cioè fino a tre giorni fa non sapevo nemmeno che mi amavi…-
-Ma…- prova a dire interrompendomi
-Se non lo vuoi va bene- dico interrompendolo a mia volta –non sei obbligato a rimanere controvoglia, ma sappi da adesso, che qualsiasi cosa succederà io lo voglio tenere-
-Di che stai parlando? Hai per caso preso qualche animaletto strano come Plue? –
-Plue non è un animaletto strano! – urlo offesa.
Divertito alza le mani in alto e come volevasi dimostrare i discorsi complessi non sono adatti per Natsu.
-Sono incinta- dico dopo aver preso un respiro profondo. E se da una parte sono sollevata perché adesso finalmente so con certezza che mi ama, dall’altra non so come potrebbe prendere questa notizia.
Prendendolo per mano lo guardo negli occhi.
-Incinta? – ripete –Come Levy? –
-Si- annuisco
Di scatto mi volta le spalle e inizia a scendere le scale. Tirandolo per il braccio provo a fermarlo.
-Ehi, dove stai andando? – una fitta mi colpisce il cuore –Se non lo vuoi voglio almeno che me lo dici in faccia! – strattono più forte facendo fermare la sua discesa.
-A picchiare Gajeel- afferma deciso
La risposta mi lascia perplessa. –Che cosa centra lui? – chiedo.
-Hai detto “come Levy” quindi si, sto andando a picchiare Gajeel– dice provando a staccare delicatamente la mia mano dal suo braccio.
-Sei un idiota- sospiro sconsolata –sei tu il padre- gli urlo in faccia. –Gajeel non centra assolutamente niente-  
Si immobilizza capendo finalmente. Dopo un intero minuto in cui ci guardiamo negli occhi non c’è la faccio più ad aspettare: -Quindi? –
Tirandomi di nuovo trascinandomi verso sé mi prende le labbra in un bacio appassionato che mi toglie tutto il respiro. Le nostre lingue si scontrano e si cercano e un gemito mi esce di gola pervadendo l’aria.
 
Staccandosi da me, senza lasciarmi andare del tutto, si volta quel tanto che basta in direzione del piano di sotto.
-Io e Lucy avremo un figlio- urla a pieni polmoni, sorridendo.
-Lo sappiamo- grida un coro di voci dal piano di sotto lasciandolo perplesso e facendomi ridere. Alza un sopracciglio nella mia direzione.
-Scendiamo e ti racconto- dico prendendolo per mano e trascinandolo giù per le scale.
 
 
 
 

Quella sera:
-Lucy? – mi richiama Natsu nudo, che accanto a me, sul letto guarda le stelle dalla finestra aperta.
-Si? – chiedo accoccolandomi contro di lui.
Voltando la testa verso di me mi guarda fisso negli occhi –È vero che sono andato fuori di testa quando ti ho visto con Freed? –
-Si- annuisco -hai decisamente dato di matto-
Passandomi la mano tra i capelli mi accarezza.
 
-Che ci facevi con lui? – domanda dopo un minuto di silenzio. Sorridendo gli do un bacio sul mento.
-Questa è un’altra storia-
 
 
 




Angolo autrice! 
Con questo capitolo si conclude la storia! Grazie a tutti quanti per essere arrivati fino a qui! Spero vi sia piaciuta e che per lo meno vi abbia strappato un sorriso!
Auguro a tutti di cuore BUON NATALE E BUONE FESTE!
Alla prossima
33NaLu33

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Capitolo 7
*** Extra! ***




Extra





 
 
 
-Lucy? – mi richiama Natsu nudo, che accanto a me, sul letto guarda le stelle dalla finestra aperta.
-Si? – chiedo accoccolandomi contro di lui.
Voltando la testa verso di me mi guarda fisso negli occhi –È vero che sono andato fuori di testa quando ti ho visto con Freed? –
-Si- annuisco -hai decisamente dato di matto-
Passandomi la mano tra i capelli mi accarezza.
 
-Che ci facevi con lui? – domanda dopo un minuto di silenzio. Sorridendo gli do un bacio sul mento.
-Questa è un’altra storia-
-On, no…- mi blocca voltandosi sul fianco per guardarmi dritto negli occhi. I suoi sono di un verde così intenso a causa della luna che mi tolgono il fiato. Nelle iridi non c’è più traccia della sfumatura inquietante di tre giorni prima. –Mi dirai tutto-
-Senno che fai? –lo provoco sorridendo di cuore.
-Sarò costretto a sfoderare la mia arma segreta-
-Happy? – chiedo sorpresa.
-No, il solletico- urla fiondandosi su di me e mettendo in pratica la sua minaccia. Dimenandomi a più non posso cerco di sottrarmi al suo assalto senza però riuscire a sgattaiolare via.
-Ti arrendi? – domanda continuando a passarmi le mani su tutto il corpo provocandomi ancora di più.
-Si- rido a più non posso passandogli a mia volta le mani tra i capelli per avvicinarmi e baciarlo di slancio. Smettendo subito di farmi il solletico distratto dal mio assalto improvviso schiude le labbra approfondendo il bacio.
Sorridendo gli lecco il labbro inferiore strappandogli un ringhio di approvazione e avvertimento. Senza ulteriori indugi lo afferro per la spalla e con forza lo spingo all’indietro, facendolo finire con la schiena contro il materasso del mio letto che tanto ama.
Essere gelosi del proprio letto è una cosa fattibile? Penso mettendomi a cavalcioni sopra di lui. I nostri corpi nudi si adattano alla perfezione e scostandomi i capelli da dietro al collo me li faccio ricadere sensualmente sulla spalla.
Ogni mio gesto è seguito con estrema attenzione da Natsu che senza staccarmi gli occhi di dosso si passa la lingua sulle labbra ormai gonfie.
-Sai cosa ti aspetta? – sussurro fissandolo intensamente.
Senza rispondere annuisce sempre più impaziente mentre l’evidente prova della sua eccitazione preme contro il mio sedere.
-Beh ti sbagli- esclamo alzandomi di scatto e precipitandomi giù dal letto. Un attimo prima sono sopra di lui, quello successivo mi sto già chiudendo la tenda mezza strappata del bagno alle spalle mentre un: –Mi hai mentito- urlato, o meglio, piagnucolato segue le mie azioni.
Devo proprio comprami una tenda nuova sorrido tra me e me.
 
 
-*-
Three Days Before
[Tre Giorni Prima]
 
 
-Non sei una codarda- mi ripeto per la millesima volta e uno provando a incoraggiare più me stessa che lo specchio. Con le mani appoggiate contro il lavandino, infatti, guardo la mia immagine seria e determinata riflessa che, in silenzio, mi fissa ininterrottamente.
Se non fosse per le occhiaie chilometriche sotti agli occhi e i capelli scompigliati come se ci fosse appena passato sopra un ciclone infervorato potrei quasi definirmi: presentabile. Tra la notizia bomba che devo ancora dare e l’imminente matrimonio tra Gray e Juvia riuscire a dormire o anche loro riposare mi risulta assai snervante.
 
–Ce la posso fare- annuisco preparandomi psicologicamente all’imminente confronto con Natsu.
Natsu che se la dorme beatamente nel mio letto insieme a Happy. Chissà che casino avranno combinato quei due tutto ieri… penso scacciando subito dopo l’idea di chiederglielo. Prima le cose importanti! Mi riprendo sottolineando per l’ennesima volta le priorità.
-È semplice…- sussurro prendendo un respiro profondo –devo solo dire tre parole-
Io. seguito da: Sono. che si conclude con: Incinta.
-Tre parole cambia vita- piagnucolo afferrando il pettine e passandolo freneticamente tra i capelli. Se devo confessare la verità tanto vale essere almeno guardabile.
Non ce la posso fare.
-Si che posso- mormoro convinta.
Devo farlo.
-Non devo farlo- esclamo iperventilando.
Ma che sto pensando?
-Non lo so- urlo al limite.
 
-Si può sapere che stai facendo? –
Sussultando violentemente mi sfugge di mano la spazzola, che cadendo lentamente e inesorabilmente si schianta con un frastuono immondo contro il pavimento del bagno. Accidenti…
Lentamente dopo aver chiuso e riaperto gli occhi mi volto verso l’origine dalla mia ansia e irrequietezza, che a braccia incrociate se ne sta tranquillamente appoggiato contro lo stipite della porta.
-Cosa? – balbetto come una cretina non riuscendo a distogliere lo sguardo dai suoi addominali in bella vista.
-Che stai facendo? – ripete venendomi di un passo incontro.
-I capelli… mi stavo pettinando i capelli- svio iniziando a indietreggiare. Ogni passo che lo avvicina a me azzera sempre di più la mia, già poca, capacità di pensare lucidamente.
-E stavi parlando con? –
-I miei capelli-
-I tuoi capelli? – chiede alzando un sopracciglio.
-Si… Cioè no, stavo parlando da sola-
-L’ho sempre detto che sei strana-  scoppia a ridere allegramente passandosi una mano tra i scompigliati capelli rosa, e tutto ciò ingiusto! Perché lui deve essere così bello anche appena sveglio mentre ogni mattina io devo assomigliare un non morto appena uscito da una bara?
-Beh, a furia di stare con te me l’hai attaccata tu la stranezza- sorrido evasiva. Se mi tocca è la fine penso drammaticamente continuando a scostarmi, finirei sicuramente per sciogliermi come gelato al sole se mi afferrasse.
-Vieni qui- afferma facendomi cenno con l’indice di andargli incontro, ricevendo però solo un energico diniego con la testa.
Perché il mio bagno deve essere così piccolo? mi chiedo cercando delle vie di fughe che non esistono.
-Perché no? – domanda cambiando drasticamente tono di voce passando da spensierato a inquietantemente serio in un attimo.
-Perché Happy è qui-
-Happy dorme-
-Happy non è sordo-
-Lucy vieni qui- mi richiama con uno strano luccichio negli occhi, ma sono troppo agitata per farci caso ormai sono a corto sia di spazio che di idee.
 
-O mio dio- urlo terrorizzata indicando oltre le sue spalle –guarda lì-
Voltandosi di scatto si fionda senza nemmeno pensare, come suo solito, contro l’imminente quanto inesistente minaccia finendo per ingarbugliarsi, a causa dell’eccessivo slancio, nella tenda che separa il bagno dalla mia camera. Sinceramente non mi aspettavo ci sarebbe cascato sul serio…
-Ma che…? –
-Ciaooo- esclamo fiondandomi di lato senza perdere tempo, schivandolo, correndo verso l’entrata, afferrando gli stivali e precipitandomi fuori di casa.
Infilandomi le scarpe una per volta senza nemmeno fermarmi mi precipito in strada ma invece di dirigermi a perdifiato verso la gilda imbocco la direzione opposta.
 
Dieci minuti e sei isolati più tardi mi fermo col fiato corto e la testa che pulsa davanti alla staccionata di una villetta di periferia mentre un inquietante senso di vomito mi sale su per la gola.
Non faccio nemmeno in tempo prendere la boccata d’aria successiva che con un suono strozzato rimetto tutto quello che ho nello stomaco, cioè niente, oltre la recinzione di legno bianco.
Quando ormai ho finito ho gli occhi lucidi e il fiato corto.
 
-Se non ti piacevano i miei fiori Lucy, bastava dirlo-
Sussultando per essere stata presa due volte di sorpresa nell’arco di mezz’ora alzo lo sguardo sul mio interlocutore. Con un grembiule nero a pois bianchi e un fiocco rosso in vita, Freed con un annaffiatoio blu in mano mi fissa con aria stranita.
-Che ci fai qui? – chiedo sorpresa.
-Io ci abito qui- puntualizza tirando fuori un fazzoletto dalla tasca e porgendomelo –Che ci fai qui tu piuttosto? -
-Non sapevo che fosse casa tua- mormoro pulendomi la bocca.
-Questo è evidente, ma non risponde alla mia domanda-
-Io… non volevo andare alla gilda-
-Ti senti bene? - domanda annuendo soddisfatto per la mia affermazione precedente.
-Si-
-Ed è perché stai bene che hai vomitato sui miei fiori? –
-No io…- purtroppo non riesco a finire la frase che altri conati mi fanno piegare in avanti.
-Tu non stai bene- afferma l’ovvio lasciando l’annaffiatoio, facendomi entrare nel suo giardino e accompagnandomi a sedere su una delle sedie bianche che circondano un tavolino all’aperto.
-Grazie- sussurro passandomi di nuovo il fazzoletto sulla bocca –bel grembiule comunque– accenno a un sorriso divertita dal vedere che l’indumento è palesemente da donna.
-Me l’ha regalato Bixlow, a quanto pare pensava fosse un dono divertente-
-Pensava bene- rido piano divertita all’idea di Bixlow in un negozio da donna.
-Vuoi che ti accompagni da Porlyusica? – chiede Freed scrutandomi attentamente coi suoi occhi verdi. Che abbia paura che vomiti di nuovo sui suoi fiori? Probabile.
-No grazie-
-Vuoi che la chiami? –
-Nemmeno, ci sono già andata ma lei non può fare niente per aiutarmi-
-Stai morendo? –
Cosa?
-Cosa? No no, niente del genere- lo blocco subito prima che vada totalmente fuori strada. Mettere in giro false cattive notizie anche se per sbaglio non è mai una bella cosa.
-Chiamo Natsu e Happy-
-No- urlo facendolo sussultare. –Non c’è n’è bisogno, sto bene- minimizzo abbassando il tono di voce nella speranza che non faccia altre domande.
 
-Che sta succedendo Lucy? – chiede invece con la sua consueta calma sedendosi davanti a me sulla sedia di fronte alla mia –Sono consapevole del fatto di non essere la prima persona con cui ti confideresti ma puoi contare sul fatto che terrei la bocca chiusa-
-Io…-
Non sono riuscita a dirlo a nessuno. Non a Levy, la mia migliore amica, non Erza, la compagna di tante avventure, non a Juvia, la mia non-rivale-in-amore, i ragazzi men che meno. Quando ci si mettono sono persino più pettegoli di noi donne.
-Sono incinta- sospiro alla fine.
Cavolo… l’ho detto sul serio. Dopo tutte queste settimane, dopo tutta l’ansia e lo stress l’ho finalmente detto, ed è così… liberatorio.
Alzando lo sguardo dalle mie mani intrecciate lo fisso su Freed che in silenzio mi scruta attonito.
 
Un minuto e dodici secondi contati dopo è ancora nella stessa posizione a guardarmi.
-Oh ti prego dì qualcosa- lo imploro alla fine impaziente da tanto silenzio.
-Vorrei farti le mie congratulazioni, ma so già che c’è un ma-
Con aria pensierosa si slaccia il grembiule per poi piegarlo e poggiarlo ordinatamente sul tavolino bianco in mezzo a noi.
-Perspicace come sempre- sorrido timidamente iniziando a giocherellare con l’orlo della mia gonna.
-C’entra il padre, vero? –
-Si-
-È Natsu? –
-Si- Accidenti se ci sa fare.
-E non glielo stai dicendo perché? –
-Non trovo il coraggio- confesso incurvando le spalle.
-Solo? –
Alzando lo sguardo di scatto ora sono io a fissarlo allibita. Gli sembra poco? Ce lo vorrei proprio vedere lui al posto mio.
-Si- rispondo piccata.
-Se è solo questo il problema posso aiutarti io-
-Come? - chiedo speranzosa.
-Per iniziare: andando alla gilda- dice alzandosi con la sua solita aria tranquilla e rilassata, come se il mio imminente futuro non dipendesse da questa conversazione.
-E questo come dovrebbe aiutarmi? – domando non riuscendo ancora a capire dove vuole andare a parare.
-Glielo vuoi dire, no? Quindi l’unica cosa che ti manca è una spintarella. Ebbene io sarò quella spinta- porgendomi la mano mi incita silenziosamente ad afferrarla.
Voglio dirlo a Natsu? si.
Posso temporeggiare ancora? no.
Esitante accetto la sua mano sperando che la sua offerta sia solo metaforica e non letterale.
 
-*-
 
-Sei sicuro che sia qui? – chiedo spostando il peso da un piede all’altro ininterrottamente. È la prima volta in tutta la mia vita che sono così agitata e irrequieta.
-Dove altro sennò? – commenta sbirciando oltre il portone della gilda.
-Ovunque- affermo esasperata alzando le braccia al cielo.
-Shh- mi zittisce passandosi i capelli dietro le orecchie molto probabilmente per ascoltare meglio.
-È lì? – chiedo sull’orlo di una crisi di panico.
-Si-
-Oddio- mugolo sconsolata. Non ce la posso fare. –Che sta facendo? -
-Lui niente, ma Gray gli sta chiedendo di fargli da testimone-
-Cosa? – esclamo sorpresa –Gray sta chiedendo a Natsu di fargli da testimone? –
-A quanto pare-
-Ti spiacerebbe essere almeno un po’ meravigliato? – domando afferrandolo per la spalla e voltandolo verso di me.
-Sono amici da una vita, mi avrebbe sorpreso se non glielo avesse chiesto piuttosto-
-È fantastico che Gray voglia Natsu come testimone, dico sul serio, ma ora che siamo qui, cosa dovrei fare? -
-Per prima cosa calmarti, per seconda cosa: entrare, prendere Natsu da parte e digli la verità-
-E tu in tutto questo come avevi intenzione di aiutarmi? Ti ricordi, no? La famosa spintarella? –
-Esattamente così- afferma prima di prendermi per mano e trascinarmi dentro la gilda. Incontro a un disastro imminente.
 
-*-
Seven Months
Sixteen Days
And Three Hours Later
[Sette Mesi
Sedici Giorni
E Tre Ore Dopo]
 
 
-Io lo ammazzo- urlo ignorando i commenti che mi esortano a tranquillizzarmi.
Fitta. Dolore.
-Io. Lo. Ammazzo- grido ancora più forte nella vana quanto inutile speranza che ovunque sia possa sentire i miei futuri programmi.  
Dolore. Fitta e ancora dolore.
-Dove accidenti è? – strepito afferrando il bordo del letto prima di urlare per l’ennesima volta di dolore.
-Sta arrivando- prova a rassicurarmi Wendy –è andato in missione con Gray, tra pochi mesi anche lui avrà un figlio e lui e Juvia hanno bisogno di soldi-
-Lo so- grido - Sto partorendo, non ho un’amnesia-
-Ho mandato Mest a chiamarlo – dice cercando di calmarmi per l’ennesima volta da quando il travaglio è iniziato.
-Avrebbe dovuto essere già qui a quest’ora-
Con la fronte imperlata di sudore, le lacrime agli occhi e il respiro affannato provo a mantenere la calma. Wendy non ha nessuna colpa e anche se non era mia intenzione trattarla così male le devo chiedere assolutamente scusa una volta finita questa tortura.
-Ci siamo- afferma Porlyusica.
-Cosa? – chiedo nel panico.
-Lucy devi spingere- rimarca mettendosi tra le mie gambe aperte.
-No- urlo –non senza Natsu-
-Questo bambino non aspetterà Natsu. Devi spingere-
-Ma…-
-Spingi- esclama lapidaria fissandomi dritta negli occhi.
 
Come invocati, Mest con a fianco Natsu appaiono nel centro della stanza. Il sollievo nel vederlo finalmente qui mi strappa un singhiozzo dalla gola attirando immediatamente la sua attenzione.
-Natsu- mugolo tra una contrazione e l’altra. In un attimo è al mio fianco a stringermi la mano.
-Sono qui Lucy. Sono qui- afferma togliendomi i capelli dalle tempie sudate.
-Alla buon’ora- riesco a sorridere prima dell’ennesima contrazione.
-Ora- mi incita Porlyusica, e con tutte le mie forze spingo stritolando contemporaneamente la mano di Natsu, mentre lui a bassa voce mi sussurra parole di conforto.
-Brava. Continua così –
Prendendo un respiro profondo aspetto la contrazione successiva per spingere di nuovo.
 
-Vedo la testa- urla Wendy felice.
-Ancora una piccola spinta-
Urlando a pieni polmoni faccio quello che mi è stato richiesto, e mentre penso che sto per morire dal dolore, tutto finisce.
Il silenzio è assordante e il tempo sembra rallentare fino a fermarsi eppure nel momento esatto in cui sento il suo primo vagito ogni cosa va al suo posto.
-È un maschio- annuncia Porlyusica facendomi scoppiare a piangere. Un maschio penso guardando Natsu.
 
Un attimo dopo questa piccola creaturina singhiozzante tutta rosa e un po’ sporca è tra le mie braccia.
-È bellissimo- mormora Natsu sedendosi accanto a me sul materasso.
-Guarda – sussurro affascinata toccando le piccole manine di mio figlio mentre due occhioni verdi mi scrutano –ha i tuoi occhi-
-È bellissimo- ripete Natsu evidentemente in trans facendomi scoppiare a ridere tra le lacrime che non accennano a diminuire.
-Avete già un nome? – chiede Wendy attirando la nostra attenzione e arrossendo un attimo dopo.
-Igneel- affermo prima che Natsu possa dire di no.
Sussultando come se lo avessi colpito mi fissa sorpreso.
-Non vuoi? – chiedo allarmata. Non avevamo parlato di possibili nomi eppure…
-È perfetto- dice strappandomi un sospiro di sollievo. –Ti amo –
-Anche io-
 
 
 
Angolo autrice!
Questa è veramente la fine, lo promettoooo!
Diciamo che con questo capitolo ho voluto chiudere tutte le domande e i quesiti lasciati in sospeso mesi orsono.
All’inizio volevo farne un sequel, ma poi ho cambiato idea XD e beeeh eccomi qui!
Grazie a chi è arrivato fino a qui e grazie a chi ha messo la storia nelle preferite, seguite e da ricordare.
 
Un ringraziamento speciale va a tutte le meravigliose persone che hanno recensito la storia e mi hanno spronato, capitolo dopo capitolo, a tirare fuori il meglio dalle mie capacità!
Grazie mille di cuore a tutti!
Alla prossima avventura
Un bacio 33NaLu33

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