By my side

di Bymyside
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Era il 1642, ricordo disperatamente mio padre che mi pregava di bere il suo sangue, i miei fratelli erano accanto a me, giacevano inermi e mia madre predicava gli incantesimi affinché potesse salvarci.

Mi toccavo la pancia con le mani e vedevo sangue uscirmi come un fiume dalle ferite.

Continuavano a sparare addosso ai nostri villaggi, e io sentivo il mio cuore rallentare i battiti. 

"Figlia mia ti prego" Mi pregava mio padre con le lacrime che non la smettevano di rigargli le guance, mi fidai dell'uomo che mi aveva creato e un sapore metallico mi inebrió le labbra e la mente.

Poi lo viddi prendere un coltello e uno per uno ci uccise tutti.

 

Quando riaprì gli occhi il sole era sorto, i miei fratelli erano fuori dalla nostra capanna e giocavano felici.

"IRENE" Urló mia madre con lacrime di gioia, mi bació la fronte, mio padre corse da me e mi strinse al suo petto tenendomi con le sue forti braccia.

Non riuscivo a capire cosa fosse successo, se avessi avuto un incubo, sentivo benissimo le voci dei miei fratelli seppur erano lontani.

Percepivo odori meravigliosi.

"Piccola come ti senti?" Mi chiese mio padre lasciandomi a terra.

"Bene, cosa è successo?" Domandai ai miei genitori, loro si guardarono, ma non mi diedero una risposta.

"Piccola ci hanno attaccato, è stata una strage, ma stiamo bene siamo sopravvissuti" Mi spiegó mio padre asciugandosi le lacrime, sentii chiaramente il suo respiro irregolare, era come se mi guardava gioioso ma terrorizzato.

"Io ero... morta! Aron, Christian e Isacc anche loro..come è possibile tutto questo?" Urlai ai due.

"Irene" Urlarono i miei tre fratelli correndo nella capanna per abbracciarmi.

Fu un momento di gioia prima che l'odore più forte della mia vita mi facesse perdere il nume della ragione.

Camminai ma in un secondo ero a qualche chilometro dalla mia capanna e un uomo sanguinava e chiedeva aiuto, era in punto di morte.

Cercai di togliergli la maglia per vedere le sue ferite e ebbi le mani macchiate dal suo sangue.

Aveva un odore così irresistibile, e non resistetti all'impulso di succhiare via tutto il sangue che aveva nel corpo, donandolo alla pace.

"Irene!" Urló mio padre e terrorizzato mi guardava mentre alzai la testa e il sangue di quell'uomo mi circondava il viso.

Fu in quel momento che l'inferno ebbe inizio"

 

2017

 

Le strade di New Orleans sono sempre troppo affollate, ne abbiamo cambiati tanti di posti ma questo è il peggiore.

Tutti questi umani che camminano tutto il giorno, tutti questi lupi, vampiri, streghe pronti a farsi la guerra da un momento all'altro.

Mi vibra il telefono e leggo il nome di mio fratello Aron.

"Aron dimmi" Rispondo.

"Irene torna a casa devo parlarti" Dal tono che usa sembra agitato e non fa in tempo ad attaccarmi che suono il campanello.

"Stasera Michael ci ha chiesto un incontro nel suo palazzo" Mi avverte Aron camminando con un bicchiere di tequila in mano.

"Cosa? Non dirai mica che hai accettato?" Gli domando scioccata lui annuisce.

"Ascolta non possiamo permettere che ci rovini ogni giornata, se vuole un accordo avrà un accordo"

"E tu ti fidi?" Domando in una risata isterica.

"Certo che non mi fido, ma hai qualche altra idea?" Mio fratello si innervosisce ma io non gli rispondo.

Michael Allen è il vampiro che più ci odia al mondo, anzi mi correggo, il secondo.

Siamo a New Orleas da quasi cinque anni e lui si ostina a voler riprendere la sua città.

Seppur gliel'abbiamo concessa, tutti i vampiri di questa città sono al nostro completo servizio.

Vorrebbe ucciderci ma sa di non riuscirci, ha provato ad uccidere uno di noi colpendo il nostro punto più debole, ma non riuscirà mai a toglierci di mezzo.

Mi stupisce che Aron abbia accettato, è la persona che per nulla al mondo si fiderebbe mai di qualcuno, addirittura dei nostri fratelli ha volte non ha un pizzico di fiducia.

Tranne che con me, siamo i due della famiglia più uniti, un corpo solo, e non so davvero come vivrei senza di lui.

"Io gliel'ho detto che ha fatto una cazzata" Esordisce Christian venendo verso di noi i capelli rossi, e gli occhi azzurri.

Siamo quattro fratelli ma fisicamente molto diversi, Aron ha gli occhi scuri e i capelli anche.

L'ultimo è Isaac, i capelli biondi e gli occhi verdi come i miei, solo che io ho i capelli scuri.

Seppur abbiamo 375 anni io sono la più piccola, il primo Aron, poi Isaac e il terzo è Christian.

Per tutta la vita siamo dovuti scappare da mio padre, che ci vorrebbe vedere tutti morti.

Dopo averci trasformati per non farci morire, si è pentito, abbiamo ucciso fin troppi umani senza controllo per la sete di sangue.

Ha provato a farci del male, ma mia madre era una strega e ci fece un incantesimo che impediva a mio padre di avere un contatto fisico con noi.

Per questo, esausto, la uccise sotto i nostri occhi, qualche anno dopo la nostra trasformazione, e quella stessa sera il primo che provo a uccidere fu Aron, ma riuscimmo tutti e quattro a scappare e fino al nostro arrivo a New Oarles , abbiamo girato tutto il mondo senza sosta, quando siamo arrivati qui ho conosciuto Roseline Smith, la mia migliore amica, è una strega e ci ha fatto un incantesimo di protezione per non poter essere trovati in nessun modo.

"Andremo io e Isaac a parlare con lui, tu e Christian rimarrete di sotto a controllare" Ci avverte Aron.

"È una festa del quartiere e non sappiamo se ci siano lupi streghe o quant'altro perciò vestitevi bene e state attenti"

 

****

 

"Sorella mia, sei figa" Mi complimenta Christian mentre scendo le scale.

Indosso un vestito bordeux non troppo stretto e con la schiena completamente scoperta, di lato ho uno spacco per la gamba che va dalla coscia al tacco.

Non rispondo ai suoi complimenti e m'infilo una giacca di pelle scura.

"Dov'è Aron?" Domando di tutta risposta.

"È andato a controllare il palazzo con Isaac, stavo aspettando te andiamo?" Annuisco a mio fratello.

"Irene" Mi richiama quando sono a metá strada, è in macchina.

"Ti ricordo che non saranno presenti solo i vampiri, sali" Mi canzona e salgo anche io.

"Mamma mia sarà un disastro" Dico a mio fratello grattandomi la testa.

"È Aron" Mi risponde Christian alzando le spalle facendomi ridere.

 

 

Mi tolgo la giacca e la lascio in macchina, scendo e Christian va a cercare parcheggio.

"Irene" Mi saluta serio Kyle, uno dei fedeli di Michael tenendo la mano sul cancelleto.

"Sono stata invitata dal tuo stesso capo, non vorrai essere mica colpevole di una strage?" Dico lasciando che i miei occhi prendano un colore rosso come il fuoco.

"Non mi permetterei mai" Dice alzando le mani e poi mi apre il cancello lasciandomi passare.

"Bel vestito" Mi urla e io cammino rapida verso Aron.

"É cosi che controlli il palazzo?" Gli domando quando lo guardo e lui sta filtrando con una donna dai capelli rossi fuoco.

"Sorella tranquilla, sono andati Rosaline e Isaac, ci sono molti vampiri e parecchie streghe di guardia, non facciamo cazzate" Mi spiega mentre la donna gli bacia il collo e mi verrebbe voglia di divorarla sotto gli occhi di tutti.

 

"Signorina, gradisce?" Si avvicina il cameriere giovane, dai capelli biondi e gli occhi scuri, mi offre un bicchiere di champagne e tiene su una mano un vassoio.

Annuisco sorridente e bevo un sorso, lui si allontana e io rimango a fissare il grande palazzo davanti a me, nella speranza che Michael o uno dei suoi scagnozzi si faccia vedere.

"Bella serata no?" Sobbalzo quando sento una voce alle mie spalle.

Mi volto di scatto e rimango a fissare il ragazzo davanti a me, i capelli ricci di un castano ramato, gli occhi smeraldo come i miei.

È più alto di me e ed molto muscoloso, indossa una camicia bianca e un paio di jeans, sul braccio posa la giacca nera.

Balbetto qualcosa prima di rispondergli che è una bella serata.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


È veramente un bellissimo ragazzo, mi sembra che il mio cuore abbia accelerato i battiti e ringrazio di essere immortale, perché probabilmente mi sarebbe venuto un infarto.

"Piacere, Caden" Mi porge la mano.

"Rebekah, piacere mio" E gliela stringo, mi attraversa una scossa elettrica e anche lui sembra  paralizzato per un momento.

Mento sul mio nome, come faccio da anni.

"Sei sola?" Mi chiede.

"No sono con una mia amica, è andata a prendersi  da bere" Gli rispondo e mi vengono i brividi quando mi fissa come se stesse cercando di trovare qualcosa.

Strofino il braccio con la mano e Caden mi chiede se ho freddo, sto per dirgli di no, ma lui è più veloce e mi poggia la giacca sulle spalle.

Non posso rifiutare, siamo in pieno dicembre e sarebbe strano che una ragazza umana sia così scoperta e che non abbia il minimo accenno del freddo.

"Io ho già bevuto un paio di bicchieri, non ho freddo, puoi tenerlo" Mi dice gentilmente.

"Grazie" Mormoro in un sorriso cordiale.

Sento i battiti del suo cuore lenti e rilassati.

"Quanti anni hai?" Mi domanda curioso e perdo un po' di secondi per rispondere.

"Venti, te?" Mento e gli chiedo a mia volta.

Da 375 a 20 anni magari fosse vero.

"25" Mi risponde con voce profonda.

"Sei di qui?" Mi domanda portandosi le mani sui capelli ricci.

"Sono venuta ad abitare qui qualche anno fa" Gli spiego, senza troppi dettagli.

Le porte del palazzo si aprono davanti a noi ed entrambi facciamo per entrare, voglio raggiungere i miei fratelli.

"Rebekah" Mormora lui.

"Si?!" Mi volto nuovamente, non smette di osservarmi, vorrei capire cosa pensa, e mi rendo conto che non riesco neanche a percepire l'odore del suo sangue, ed è inspiegabile, a meno che... tutto si fa più chiaro quando guardo il ciondolo che ha al collo, contente l'acqua santa. 

Nessun umano sa che è l'unica cosa capace di fermare un vampiro, in realtà gli umani qui non sanno dell'esistenza del soprannaturale, e quelli che lo hanno scoperto o sono morti o sono stati soggiogati.

Ma a quanto pare Caden è stato più furbo, e sa che in questo posto c'è il 70% di persone sovrannaturali.

Fisso il suo ciondolo e non sono stata attenta a quello che ha detto precedentemente.

"Rebekah?" Mi richiama all'attenzione, mi schiarisco la voce.

"Perdonami" Mi scuso e cerco di non deconcentrarmi per quanto mi riesca possibile.

"Andiamo a bere qualcosa insieme dopo, ti va?" Mi chiede timido, e lo vedo arrossare, sento il suo cuore accelerare i battiti.

"Si, mi farebbe piacere" Annuisco sinceramente, vorrei sapere cosa nasconde questo ragazzo, ma in realtà mi sento interessata a lui.

Sento Michael tirare un urlo a uno dei suoi scagnozzi, e sono in ansia per mio fratello Aron.

"Devo andare Caden, ci vediamo più tardi" Dico al bellissimo ragazzo accanto a me, e spero che nessuno dei miei fratelli dica qualcosa a Aron, mi ucciderebbe se venisse a sapere che ho a che fare con un umano.

Una volta lontana da Caden cammino con gran velocità e mi ritrovo davanti la porta della stanza dove si trova mio fratello, la spalanco ed entro sotto lo sguardo di Michael, Jack uno dei suoi scagnozzi e Aron mi guarda arrabbiato.

"Irene Wilkinson" Esordisce Michael, i capelli nero corvino e gli occhi dello stesso colore del ghiaccio.

"Ciao Michael" Lo saluto e vado immediatamente accanto a mio fratello incurante della sua voglia di uccidermi.

"Sei una meraviglia come sempre" Ammicca.

"Mi dispiace non poter dire lo stesso" Ricambio il gesto con l'occhio e incrocio le braccia.

La puzza di cane bagnato mi riempe narici, è Jack.

Lui è l'unico dei scagnozzi di Michael ad essere un licantropo.

"Se lascerete questa città, non avrete più a che fare con me" Dice Michael guardandoci.

"Credevo fosse un accordo..." Comincio io sotto lo sguardo infuocato di mio fratello.

"Questo è quello che ci dici sempre Michael, noi dobbiamo restare" Dico con decisione, Aron sembra rilassarsi.

"Se dovete fuggire da vostro padre continuate a farlo cazzo! Non qui non nella mia terra!" Urla Michael, e Aron ci mette un secondo a scaraventarsi su di lui e a mettergli le mani al collo.

I miei occhi si colorano di una rosso acceso, sento il mio viso andare a fuoco e tiro fuori i denti scaraventandomi anche io in aiuto a mio fratello.

Ma questa volta Jack è più veloce e mi sbatte contro il muro, mi tiene incollata li.

"Cosa cazzo ne sai di nostro padre?" Urla Aron all'uomo che tiene dal collo.

Michael scoppia in una risata.

"Credevi di entrare nella mia città senza che io sapessi chi siete e perché volete restare?" Dice facendo arrabbiare ancora di più mio fratello.

I due cominciano a massacrarsi di calci, pugni, morsi, li guardo scaraventarsi addosso alle pareti.

"Adesso basta Jack lasciami!" Ordino al lupo ma non mi da retta, per questo presa dalla rabbia e preoccupazione nel vedere mio fratello lottare con Michael, mi volto con più potenza che posso e infilo una mano nel petto di Jack, la sua mandibola si trasforma in quella del lupo che è, i suoi occhi si colorano di blu, ed è un attimo che gli strappo il cuore che sento palpitarmi nelle mani.

Jack cade inerme a terra.

Michael e Aron si bloccano come delle statue.

"Questa è la pace che volete?" Grida Michael.

"Come se te ne fosse mai importato qualcosa di quel cane!" Esclamo tranquilla, pulendomi le mani dal sangue.

A Michael non importa di niente e di nessuno, salvo la sua mania del potere e la voglia di essere temuto da chiunque.

"Perdona mia sorella" Fa ingresso Isaac, e dietro di lui Christian.

Isaac tra di noi è quello più tranquillo, più saggio, l'ho visto perdere poche volte la pazienza in 375 anni, ma quando la perde è più pericoloso di me, Aron e Christian messi insieme.

"Però Michael ammetti che chiedere un accordo, e farci venire qui, per poi ordinarci per l'ennesima volta di andarcene, non è molto intelligente" Ammette Isaac in un sorriso trionfale.

"Infatti non è per un accordo che siete qui" Ci informa e la grande porta dietro di noi sbatte con furia, e ci ritroviamo davanti una donna dai capelli rossi, gli occhi chiusi e le mani al cielo.

Recita un incantesimo e sento un fischio entrarmi nel cervello.

Mi sembra di ricevere mille coltellate al secondo sul corpo, mi piego a terra portandomi le mani alle tempie e strizzo gli occhi.

Cerco di guardare i miei fratelli e loro sono nella mia stessa condizione, guardiamo Michael camminarci accanto e prendere dal grande mobile in legno scuro qualcosa.

Sgrano gli occhi e cerco di alzarmi ma il mio corpo è paralizzato.

Michael tiene in mano il pugnale di quercia bianca.

L'Albero di Quercia Bianca, è l'albero da cui nostra madre ha preso il potere della natura per renderci cio che siamo, e come ci ha creato può uccidere ognuno di noi, se ci viene messo nel cuore.

Cerco di divincolarmi ancora e ancora.

"E posso togliervi dal cazzo con solo questo oggetto" Fa Michael toccando il petto di Aron con il paletto.

E questo gesto mi fa lacrimare come non mai.

"Piccola piangi?" Fa la strega dai capelli rossi come il fuoco, facendomi tirare fuori i canini.

"Stai buona" Mi ordina toccandomi la testa, che sembra scoppiarmi da un momento all'altro.

Mi sento morire quando Michael impugna per bene il paletto tra le mani, lo stringe con forza e solo quando lo vedo intenzionato a colpire il cuore di mio fratello do' un forte urlo che fa scoppiare il grande specchio sulla parete.

La ragazza dai capelli rossi perde sangue dal naso, e tutto il dolore che ci stava infliggendo sparisce improvvisamente.

Io e i miei fratelli ci alziamo rapidamente e Michael è steso a terra con i vetri dello specchio conficcati nel corpo.

I miei fratelli mi guardano come se ci fosse qualcosa che non vada in me, e io di tutta risposta fisso il mio corpo a bocca aperta.

'Come ho potuto fare questo?'

"Smettila!" Urla la rossa.

"Di fare cosa?" Grido io di tutta risposta, la mia preoccupazione sale e lei si rannicchia a terra tra le lacrime.

La casa comincia a tremare e sento le urla di tutti gli invitati e i loro passi veloci mentre scappano dal palazzo.

Michael muove il corpo in modo ritmico, le sue ferite stanno cominciando a guarire.

"Irene" Mi richiama Aron.

Con la mano mi fa cenno di avvicinarmi, guardo il suo sguardo e forse per la prima volta ha paura di me.

'È successo ancora'  Penso.

Mi avvicino alle grandi braccia di mio fratello e lui mi stringe.

"Basta ora" Mi sussurra all'orecchio, anche se sa meglio di me che non so cosa sto facendo.

Sentire la voce di Aron così, calma e sicura, mi succede poche volte.

"Come ha fatto?" Dice Cristian, Isaac mi fissa senza alcun cenno di emozione.

Qualsiasi cosa io stia facendo finisce nel momento in cui Rosaline fa ingresso nella stanza, tutto smette di tremare, i vetri nel corpo di Michael si alzano dal suo corpo e cadono a terra, la strega dai capelli rossi smette di contorcersi per il dolore e la sento respirare normalmente.

"Ragazzi, via di qui!" Esclama la mia amica tenendo le braccia aperte.

Guardo i miei fratelli e in pochi secondi siamo nel nostro palazzo.

"Dovrei infilarlo nel tuo di cuore!" Mi urla contro Aron nuovamente arrabbiato con me, agitando il pugnale di quercia bianca che tiene tra le mani, e sono tranquilla al pensiero che non sia più nelle mani di Michael.

"Coglione ti ho salvato la vita! Sai cosa sarebbe successo se come volevi tu non fossi intervenuta? Quello starebbe dentro al tuo di cuore!" Gli rispondo io con il suo stesso tono, dandogli una piccola spinta.

"Irene non permetterti!" Fa per venirmi incontro ma isaac si mette tra di noi.

"I pugnali sono quattro, tu ne hai tre ora!" Esclamo, due pugnali siamo riusciti a recuperarli, ora ha anche il terzo, ci manca solo l'ultimo.

"E grazie a me! Altrimenti saresti bello che morto in questo momento, era una trappola svegliati! Tu e la tua fottuta voglia di fare tutto da solo"

"Non me ne frega niente tu non devi intrometterti in quello che faccio io, ti ho detto di rimanere a controllare, e hai di nuovo fatto di testa tua! Sei così testarda Irene" Ammette arrabbiato.

"Giuro su quello che vuoi, la prossima volta ti lascerò morire!" Gli urlo contro quando lui fa per andarsene nella sua stanza.

"Ragazzi buonanotte!" Ci dice Cristian sorridendo come un ebete e se ne va anche lui.

Rimango con Isaac, che mi accarezza il braccio e mi intima di sedermi accanto a lui.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


"Non lo sopporto nemmeno io quando fa così" Ammette Isaac in un sospiro.

Ormai siamo tutti abituati alle arrabbiature di Aron, è così e non cambierà mai.

Vorrebbe fare tutto da solo, un po' per proteggerci, un po' per farci capire che è lui che comanda nella famiglia.

Ma ognuno di noi altri ha un carattere e un cervello tutto suo, non possiamo essere comandati.

"Tieni" Mi offre Isaac, porgendomi il calice con il sangue.

Lo bevo tutto d'un sorso e gliene chiedo ancora.

"Perché faccio quelle cose Isaac?" Gli domando preoccupata riferendomi a quando con un solo urlo ho fermato perfino quella strega.

È successo già un'altra volta, un anno fa, eravamo di passaggio in Italia, ricordo che un vampiro ce l'aveva a morte con Aron perché aveva ucciso tutta la sua famiglia, e quando vidi che lo attaccava mi è salita una rabbia così forte che all'improvviso gli si spezzarono le ossa del corpo e cadde a terra.

Consultammo le migliori streghe ma non riuscimmo a capire che cosa fosse.

È impossibile che io sia un strega, questo è certo, ma quello che mi è successo per ben due volte non è una cosa che può fare un vampiro.

"Troveremo una spiegazione, te lo prometto" Mi dice Isaac in una promessa che mi fa sentire più tranquilla.

"Lo spero" Gli dico, lui mi lascia un bacio sulla guancia e mi dice che va a dormire.

Immortali e forti oltre ogni immaginazione, ma ogni tanto anche noi abbiamo bisogno di spegnere i pensieri e provare a dormire anche se per poco.

Io non sono minimamente stanca, smetto di bere il sangue altrimenti diventerò incontrollabile, e al suo posto prendo un bicchiere di vino e mi siedo di nuovo sul divano, dopo essermi tolta i tacchi.

"Cazzo" Impreco quando mi ricordo il bel ragazzo dagli occhi verdi con cui sarei dovuta uscire dopo la festa.

Bevo un sorso di vino e mi balena in testa la sua voce, e il suo profumo, la sua collana con l'acqua santa.

Spero che quando ho fatto tremare il grande palazzo, non si sia fatto male.

Caden mi pare si chiamasse.

 

 

 

"Irene, Irene!" Stavo sognando quando le grandi mani di mio fratello mi scuotono il corpo e apro gli occhi mugulando qualcosa.

Aron mi sposta i capelli dal viso, e mi copre con una coperta.

"Perdonami per ieri sera, non avrei dovuto trattarti così" Mi dice facendo una pausa ad ogni parola, Aron non chiede mai scusa, ne chiede perdono, con me fa sempre un'eccezione, ed i miei fratelli si arrabbiano con lui anche per questo.

Aron deve imparare ad essere più gentile con noi.

"Ok, ok.. tranquillo" Mimo un 'Okay' con il pollice e lui rimane seduto accanto a me.

"Ho chiamato Rosaline, riguardo a ciò che è successo ieri, mi ha detto di andare a cercare una strega di nome Jessy, abita al confine della città, le chiederò di venire qui e studiare la tua situazione, qualsiasi potere tu abbia... devi imparare a controllarlo" Mi informa mio fratello parlando lentamente, annuisco, apro gli occhi, mi sollevo con la schiena e mi stiracchio.

"D'accordo" Gli dico grattandomi la testa, ho ancora il vestito rosso addosso.

"Vado a fare una doccia" Annuncio a mio fratello, e sparisco nel bagno della nostra casa.

 

 

"Ireneee!" Urla la voce stridula della mia migliore amica, apro la porta del bagno sistemandomi l'asciugamano sul corpo.

"Ciao Rose" La saluto dandole un bacio in guancia.

"Mettiamoci a lavoro" Mi dice e io la guardo in modo strano.

"Probabilmente Aron non te l'ha detto, ma proveremo a fare degli esercizi per stimolare il tuo potere, credo che venga fuori solo quando ti senti al limite" Mi spiega rapidamente agitando le mani.

Io vorrei interpretare le sue parole e dargli un senso ma proprio non ci riesco.

"E quindi?" Gli domando strofinandomi i capelli con l'asciugamano.

"Quindi ti farò arrivare al punto di morte" Sputa fuori come se fosse la cosa più naturale del mondo.

"E per farlo useremo questo" Mi dice agitandomi davanti il pugnale di quercia bianca.

Sgrano gli occhi.

"Ma sei diventata pazza?" Gli domando sbigottita.

"Non dirmi che te l'ha dato Aron?" Aggiungo poi, ancora più sorpresa.

Lei annuisce, gli unici a sapere dove sono nascosti i pugnali siamo noi, lei non ne ha la minima idea e non credo neanche per un secondo che Aron gli abbia detto dove li nascondiamo.

"Ti aspetto giù sbrigati" Mi avverte, e sento il rumore dei suoi passi mentre scende le scale.

Mi asciugo i capelli e penso e ripenso a quello che ho fatto ieri sera.

 

 

"Eccomi" Dico alla bionda che siede sul divano con un sorrisetto.

"Pronta?" Mi domanda ma io non so neanche cosa risponderle.

"Cosa dovresti..." Comincio ma la sensazione che le mie ossa si stiano spezzando una per una mi annebbia la mente, stringo i pugni e cerco di resistere alla mia migliore amica che recita un incantesimo.

"Rosaline smettila" Le dico sentendomi nervosa, lei di tutta risposta aumenta il dolore sul mio corpo, sento i nervi ancora più tesi, mi piombo su di lei e la spingo contro la parete rossa.

Le tengo una mano al collo e tiro fuori i denti, i miei occhi rossi riflettono nei suoi, stringo la presa.

Lei recita un altro incantesimo e mi spinge contro la parete opposta con una forza incredibile.

"Dai Irene incazzati!" Mi ordina aumentando ancora di più il dolore, la dita delle mie mani cominciano a piegarsi e lancio un gemito.

Le corro di nuovo incontro lanciandole un calcio sulla pancia che la fa cadere a terra, e la botta che prende fa smettere per pochi secondi il dolore su di me.

Ma quando Rosaline si rialza, fa un altro incantesimo ancora, apre le tende della finestra accanto a noi e il sole mi brucia come fosse fuoco.

A differenza di ciò che si può leggere, noi vampiri non bruciano ne brilliamo con la luce del sole, ma la strega deve aver fatto un incantesimo.

Fisso le mie braccia che mi presentano l'orrida visione della carne fresca.

Rosaline blocca l'incantesimo e richiude le tende non appena mi vede senza alcun cenno di rabbia o paura.

"Così non va " Mi dice la mia migliore amica, quando smette ogni controllo su di me, ci metto un paio di secondi per riprendermi e guardare le mie ustioni sparire.

"Questo non lo uso neanche" Afferma mettendo sulla libreria il pugnale di quercia bianca.

Mi avvicino alla mia migliore amica lanciandole uno schiaffo in pieno viso.

"Te lo sei meritato!" Esclamo indicandola, e afferro una busta con del sangue, lo verso nel calice e bevo.

"Non capisco, ti difendi ma non arrivi al punto da tirare fuori quel potere" Mi scruta attentamente.

Se solo potessi aiutarla lo farei, ma non so neanche io come ci riesco.

"Senti ci sta pensando Aron, non farlo più Rosaline" Le dico sinceramente, perché non vorrei mai farle del male di proposito.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 

Passeggio per le strade di New Orleans, dopo essere stata messa alla prova da Roseline sono rimasta tutto il giorno in casa, e ora mi sono presa la briga di passeggiare un po'.

Aron non è ancora tornato e cerco di resistere all'impulso di andarlo a cercare.

Riconosco i battiti del cuore del ragazzo conosciuto al palazzo di Michael.

Mi volto di scatto e lui sembra sorpreso.

"Ciao Rebekah" Mi saluta educato e ricambio in un sorriso.

È bello come lo ricordavo, il fisico asciutto e muscoloso, gli occhi smeraldo riflettono con i fari della strada.

'Ma che ci fa a quest'ora in giro?' Penso.

"Ti aspettavo l'altra sera... che fine hai fatto?" Mi domanda timido.

"Sono dovuta andare a casa, la mia migliore amica ha bevuto un po' troppo.." Farfuglio.

"È scoppiata la vetrata del piano di sopra al palazzo, mi sono preoccupato, credevo fossi lì, ho provato anche a salire ma mi hanno bloccato" Mi racconta.

"Si ho sentito.. non ero lì quando è successo siamo andate via prima" Mento ancora ma lui sembra convinto della mia sincerità.

"Che ci fai in giro a quest'ora?" Aggiungo poi.

"Potrei farti la stessa domanda.." Mi dice in una risata, poi riprende a parlare.

"Ero ad un pub qui vicino con degli amici, stavo tornando a casa, è proprio lì" Mi indica con l'indice, una piccola casetta di colore rosso.

"Ti andrebbe di salire?" Aggiunge poi, vorrei dire di sì ma temo che mio fratello si arrabbi, o meglio, temo che gli staccherà la testa.

"Infondo me lo devi, mi hai dato buca l'altra sera" Ammicca e sorride malizioso.

È così bello, non ho mai visto così tanta bellezza concentrata in un uomo.

"D'accordo.. solo per poco"  Dico allora io, lui annuisce contento e camminiamo fino alla piccola porta di legno scuro, gira rapidamente la chiave e mi lascia entrare prima di lui.

La casetta è tutta su un piano, molto ordinata e curata.

Subito all'ingresso c'è un divano nero in pelle, cuscini neri ricamati in ordinati disegni blu.

Davanti piccolo tavolo nero, con sopra due calici di cristallo e un vaso contenente dei fiori.

"Vieni ti faccio vedere" Caden mi tende la mano e io gliela concedo, me la stringe e una scossa elettrica mi attraversa il corpo, mi mordo il labbro e cerco di non badare a quella sensazione.

"Il bagno" Mi dice accendendo la luce, subito dopo c'è una porta chiusa, mi dice che è uno sgabuzzino e che è inutile aprirla ma non credo alle sue parole.

Non m'interessa però, mi piace che mi stia ancora tenendo la mano.

"La camera da letto" Apre la porta.

Il letto è molto grande, la spalliera è nera in pelle e ricamata in blu come il divano in salone.

Un grande armadio bianco, e sul soffitto c'è un grande specchio.

Guardare le case così moderne, mi fa sentire davvero vecchia.

La mia casa, anche se non si può definire tale, è un palazzo, ed è completamente antico, non c'è nulla di moderno.

Penso che questa sia una casa piccolina, ma adatta per una persona sola.

"Che ne dici? Ho scelto io l'arredamento" Ammicca Caden sorridendo e lasciando la mia mano.

"Carina, io sono più all'antica però" Ammicco come lui, e mi intima di tornare in salone.

"Siediti pure, vado a prendere il vino" Mi dice, e si allontana di qualche metro.

Ha un corpo meraviglioso e quando si piega per prendere la bottiglia di vino la maglia gli si alza e lascia scoperta la schiena.

Distolgo lo sguardo e cerco di non badare ai miei pensieri perversi.

Caden toglie il tappo di sughero  con il cavatappi e apre la bottiglia, versa in entrambi i calici di cristallo il vino rosso, mi ricorda il sangue che scorre nelle vene degli umani, e maledico quella maledetta collana che non mi permette di sentire il suo odore.

Se non fosse così attraente mi sarei già nutrita di lui, l'avrei soggiogato e gli avrei fatto dimenticare tutto, ma non mi è permesso.

Vorrei chiedergli perché indossa quel ciondolo, ma se prima non so cosa sa riguardo al soprannaturale non posso espormi troppo.

"A cosa brindiamo?" Esordisce Caden alzando in alto il calice.

Faccio lo stesso in un sorrisetto.

"Alle nuove conoscenze" Rispondo e lui fa un sorrisetto malizioso, lasciamo che i calici si tocchino, così come i nostri occhi, sento il corpo vibrarmi, i brividi sulla pelle, Caden arrossisce, tipico dell'imbarazzo umano.

"Raccontami qualcosa di te..non so'.. da dove vieni, che lavoro fai.. cose di questo tipo" Dice poi con la curiosità nello sguardo.

Da quando sono qui nessuno mi ha mai fatto questa domanda, o meglio io non ho mai dato una risposta.

Nessuno nella mia famiglia l'ha mai fatto.

"Sono nata in Inghilterra, i miei genitori sono morti quando avevo due anni, sono cresciuta con i miei fratelli e siamo venuti a vivere qua un anno fa" Farfuglio inventandomi tutto, sono agitata e spero almeno di essere credibile.

"Faccio la cameriera.." Aggiungo poi e devo trattenermi per non scoppiargli a ridere in faccia.

"Dimmi di te invece.." Esordisco poi, Caden sembra aver creduto ad ogni mia parola, e sembra molto interessato, bevo un sorso di vino e lui è intento a fare una radiografia alle mie labbra.

Posa il calice e stringe la mano, le vene si gonfiano arrivando fino al gomito, ed è una cosa estremamente eccitante.

Mi fissa mentre mi lecco il labbro nella parte superiore.

"Io sono arrivato qui da poco... faccio l'agente immobiliare, la mia agenzia mi ha mandato qui per visitare nuovi terreni da proporre, e credo che in una città bella e antica come questa, non sarà difficile trovare posti interessanti e sopratutto persone interessate" Mi spiega, ha cambiato il tono di voce, è più lento, e scandisce ogni parola.

"La mia famiglia vive a San Diego, e anche io, solo che quando il lavoro chiama devo partire" Continua affannandosi mentre mi guarda toccarmi la coscia.

"Mi dispiace per i tuoi genitori.." Caden sembra aver avuto un lampo di genio e aggrotta le sopracciglia, gli faccio il sorriso più falso del mondo.

"Anche a me... solo che.. che i miei fratelli non mi hanno fatto sentire molto la loro mancanza.. quindi beh.. ci sono abituata" Mento cercando di rendere coerente il discorso.

'Caden la veritá è che mio padre è il vampiro più forte del mondo, che prova vergogna e ribrezzo verso i propri figli, ha assassinato nostra madre perché non ci facesse degli incantesimi per proteggerci da lui, e sono più di 300 anni che scappiamo'.

Penso e mi vengono le lacrime agli occhi al pensiero di nostro padre che non prova alcun tipo di amore verso di noi.

"Per quanto rimarrai qui?" Gli domando speranzosa.

"Spero il più a lungo possibile" Mi risponde in un sorriso malizioso, poggia la sua mano sulla mia, che è ancora posata sulla coscia.

"Sei molto bello" Sputo fuori dopo aver bevuto un grande sorso di vino.

Caden sembra esterrefatto dal complimento, si tira indietro i capelli e sento chiaramente l'alcool fargli aumentare i battiti del cuore.

"Anche tu" Si riprende il calice e da una grossa sorsata, percepisco chiaramente la sua agitazione e penso che se continuerà così, sarà ubriaco tra meno di dieci minuti.

"Hai.. hai un ragazzo?" Balbetta ansioso di avere una risposta.

Per un momento mi balena in mente Daniel, e sono costretta a trattenere le lacrime.

Daniel era un ragazzo che ho conosciuto sette anni fa, aveva vent'anni, io e i miei fratelli eravamo a Madrid, come al solito in fuga da nostro padre.

Eravamo entrati in un ristorante, per nutrirci e Cristian morse subito un ragazzo dai capelli biondi, gli occhi azzurri, un viso così dolce che sembrava quello di un angelo.

Non si era accorto che dopo averlo abbandonato sul pavimento, Daniel non era morto.

Mi ricordo come fosse in questo momento, i miei fratelli che stavano abbandonando il locale e gli occhi di quel ragazzo fissarmi.

Mi disse il ragazzo con il viso da bambino, Cristian l'aveva morso poco prima, e lui era inerme sul pavimento e si premeva il collo con la mano.

Continuó, il tremolio e la paura nella voce, mi uscì una lacrima.

Erano anni e anni che nessuno mi faceva piangere, o che mi faceva pena, fino a quel giorno avevo ucciso più di duecento persone, e non ne ho mai sentito la colpa.

Certo è che mio fratello dopo qualche anno che fui una vampira, mi obbligo a spegnere le emozioni.

E lì, in quel momento, con il pianto di quel ragazzo, le mie emozioni tornarono più vivide che mai.

Lo guardavo soffrire, e pregare in un miracolo.

"Se non puoi aiutarmi, per favore finisci le mie sofferenze, uccidimi" Cercó di urlare, a quel ragazzo non importava cosa fossi, o cosa gli avesse fatto mio fratello, in quel momento voleva che lo aiutassi, sentivo che il suo cuore credeva in me, aveva fiducia in una grandissima stronza.

Certo è che non riuscì ad andare via da quel posto, mi avvicinai a lui, con fare dolce, mi guardó, gli misi una mano sulla ferita, le mie vene divennero nere e tramite la mia mano, trasferì nel mio corpo tutto il suo dolore.

Il suo respiro tornó ritmico, il suo cuore batteva in modo sano, il suo viso si rilassó, misi un po' del mio sangue in un bicchiere e glielo avvicinai.

Il ragazzo dai capelli biondi non si tiró indietro neanche per un momento, non mi fece domande, si fidó di me>

"Rebekah?" Mi richiama all'attenzione Caden, e i suoi occhi mi fanno realizzare che il passato è ormai seppellito.

"Scusami... no, non c'è nessuno" Gli dico, lui sembra felice della mia risposta.

"Nella tua?" Dico allora io sperando nella mia stessa risposta.

"Nessuna donna" Afferma rendendomi soddisfatta, di fatti sorrido.

"Cos'è questo sorrisetto?" Mi domanda ridendo.

"Niente, mi fa piacere che non ci sia nessuna donna" Dico convinta prendendo un sorso del mio vino.

Percepisco il calore del suo corpo farsi bollente, a causa dell'alcool, i suoi zigomi sono arrossati e sta anche sudando.

Mi schiarisco la voce, ho bisogno che smetta di farmi sentire così debole, quei maledetti occhi smeraldo mi creano fastidio.

Caden posa il suo calice e si avvicina al mio corpo, facendomi sobbalzare, mi tocca la mano e mi accompagna fino a che anche il mio calice non è sul tavolo.

Mi posiziona una ciocca dietro l'orecchio e chiudo gli occhi, sentendo vibrare i miei muscoli.

Credo che sia una passata una frazione di secondo, e sento un caldo e dolcissimo sapore di vino sulle labbra.

Non mi permetto di aprire gli occhi, allungo una mano sui ricci di Caden e lo avvicino ancora di più al mio viso, aumentando la passione nel nostro bacio.

Giochiamo con le nostre lingue, ci mordiamo le labbra, Caden lancia un gemito di piacere quando bacio il suo collo.

"Dopo averti conosciuta, sono stato tutta la notte a sognarti nuda, nel mio letto, mentre facevamo l'amore" Mi informa, e oserei dire, quasi facendomi imbarazzare.

"Si?!" Chiedo conferma, lo spingo dalle spalle, facendolo sedere e poggiare la schiena sul tessuto in pelle del divano.

Riprendo a leccare il suo collo e lo sento indurirsi dal piacere.

"Te lo giuro" Mi conferma in un respiro affannato.

Faccio un sorrisetto e lui ne approfitta per fiondarsi sul mio labbro, e mi morde.

Lo bacio con enorme trasporto, mentre afferro i lombi della maglia scura e gliela sfilo cercando di contenere la mia forza e la mia velocità.

Lui mi guarda negli occhi mentre gli accarezzo il petto nudo, dal mio tocco percepisco i suoi brividi.

L'unica cosa che mi turba è la maledetta collana che ha al collo, ma ciò non mi impedisce di baciargli la pelle nuda, mi piace sentirlo gemere, dio se mi piace.

Gli mordo il collo e anche se non posso sentire il suo odore, sento il sangue pulsarmi sulla lingua, e ho così fame di lui.

Caden mi afferra le mani e me le blocca in un sorriso malizioso, e io spero che non abbia capito che oltre ad andare a letto con lui, il mio secondo pensiero è assaggiare il suo sangue.

"Non puoi fare tutto tu" Mi dice, Caden afferra i lombi della mia maglia color panna, me la sfila lentamente e io alzo le mani in modo che possa sfilarmela con facilità.

Caden fissa il mio reggiseno, le vene sul collo si fanno sempre più gonfie e la sua eccitazione è palpabile nell'aria.

"Rimarrai a guardarmi per tutta la sera?" Gli dico retorica quando si incanta sul mio corpo.

"Sarebbe una sfida Rebekah?" Mi chiede affannato ma senza togliersi dallo sguardo quel fare da duro.

"Dimmelo tu" Gli sussurro all'orecchio prima di posargli le mani sul petto, mi tolgo dalle sue gambe e mi alzo in piedi.

Accanto a Caden c'è uno stereo, mi prendo la briga di accenderlo senza preoccuparmi di quale stazione musicale sia.

Le prime note che riempiono l'aria della stanza sono quelle della canzone 'Crazy in love' di Beyoncé.

Torno in piedi davanti a Caden, piego la testa per guardarlo con fare curioso, prima di sbottonarmi i jeans e farmeli ricadere sulle gambe.

Caden deglutisce e fa un smorfia di apprezzamento.

Torna serio quando afferro i lati delle mie mutandine nere di pizzo e le lancio sul divano accanto al suo corpo, passo in men che non si dica anche al reggiseno.

Mi metto una mano sul fianco e attendo che Caden mi dia cenno di vita.

Di tutta risposta il riccio afferra le mie mutandine e se le porta al naso, chiude gli occhi e sento il suo cuore martellare.

Le lancia via e in un secondo si fionda sul mio corpo, mi prende in braccio e sbatto contro la porta chiusa di quella che ricordo essere la sua camera da letto.

"Tu sei completamente pazza" Mormora facendomi ridere e un secondo dopo gemo mentre lecca il mio collo.

Mi tiene in braccio, con le mani sotto il sedere che mi strizza con violenza, le mie mani sono libere, gliene metto una in testa e gli permetto di avvicinare le labbra al mio seno, sto per svenire quando mi lecca, morde e succhia i miei capezzoli.

"Fallo ancora" Gli chiedo con urgenza, voglio che mi baci di nuovo, tutta.

"Con piacere" Ribatte riprendendo a leccarmi il collo e scendendo sempre di più verso i seni.

Sento il rumore della sua mano litigare con la cintura, poi riesce nel suo intento e si abbassa leggermente i pantaloni e i boxer.

Gli tocco la schiena nuda con le unghie e percorro tutto il suo dorso, non sentendolo lamentarsi neanche una volta.

Avvicino il suo viso al mio in attesa di un bacio che arriva senza neanche chiederglielo, Caden mi vuole e io voglio lui, questa notte, lo voglio così tanto.

"Oddio" Gemo quando con un movimento del bacino Caden mi penetra, mi tiene il sedere e fa in modo di muovere il mio corpo in modo ritmico, su e giù.

Pulsazioni di piacere inebriano la mia anima condannata, non ho mai provato così tanta voglia di sesso in vita mia.

Lui si muove e muove il mio corpo a seconda dei suoi movimenti, mi sembra che persino la canzone di Beyoncé segua i nostri gesti, e io mi perdo completamente e per una delle rare volte nella mia vita, mi sento di essere al posto giusto nel momento giusto, e questo mi permette di rilassare completamento ogni tessuto, muscolo, nervo del mio corpo.

Mi lascio andare a Caden.

 

Il riccio toglie la mano del mio sedere e apre la porta dietro di me, si sbriga e lanciarmi sul letto e io non vedo l'ora che sia di nuovo dentro di me, mi guarda nello stesso modo in cui facevo io poco fa.

Caden si sfila completamente i boxer e i pantaloni, rimane meravigliosamente nudo sotto al mio sguardo.

È bello, eccitante, sexy da morire.

Torna sul letto accanto e si mette sopra di me riprendendo a baciarmi le labbra e sfiorandomi il clitoride con le dita.

Passa un attimo e tutto intorno a me si annulla quando mi penetra di nuovo, in un movimento secco, si alza con la schiena e mi tiene le cosce mentre si muove con gran velocità, in movimenti forti e decisi.

Gemo ancora, ancora e ancora, e lui con me.

"Non so quanto potrò continuare, sei irresistibile" Mi sussurra affannato, si percepisce il suo sforzo nel farmi godere ancora di più.

"Non fa niente, ci sono quasi" Rispondo io e come lui, sono affannata, mi afferra il mento con la mano e mi bacia, aumentando la velocità dentro di me, e soffocando i miei urli nella sua bocca, passiamo così minuti che sembrano un eternità di paradiso, poi entrambi veniamo in un urlo di soddisfazione.

"Tu sei senza dubbio un esplosione di sensualità" Mi dice Caden spostandosi dal mio corpo e mettendosi di lato con il viso rivolto a me.

Vorrei poter replicare ma l'orgasmo non mi permette di far altro che sorridere e rilassarmi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 

Apro gli occhi e il sole mi trafigge le iridi, me li strizzo con le nocche e mi stiracchio, sento un odore forte di alcool, e tocco qualcosa di duro e liscio.

Quando giro il collo Caden é rivolto verso di me nell'esatta posizione in cui si è posato dopo aver fatto sesso.

Sembra un bambino e mi volto di fianco verso di lui cercando di non svegliarlo.

Le lunghe ciglia scure posano sugli zigomi, le labbra corrucciate, il viso rilassato e i ricci scompigliati tra il cuscino e la sua fronte.

Accarezzo le labbra carnose con il dito, delicatamente, pensando a quanto possa essere meravigliosa la vita da umano.

Così, dopo una grandissima scopata, addormentarsi e magari svegliarsi senza dover pensare a nulla.

E invece io non posso permettermi questo lusso, per questo mi alzo con più delicatezza che posso e giro per la casa in cerca dei miei abiti sparsi.

 

"Scusami ma dove cazzo eri?" Sbraita Aron non appena varco la soglia del palazzo.

Cristian e Isaac mi guardano divertiti, forse hanno più cervello dell'acido davanti a me.

"Non posso più neanche scopare?" Domando cercando di non ridergli in faccia quando lui spalanca gli occhi, Isaac e Cristian scoppiano in una sonora risata e io mi avvicino al contenitore e afferro una busta di sangue, verso il liquido nel bicchiere, sono così affamata.

"E chi sarebbe il fortunato?" Mi domanda mio fratello seguendomi come un ombra.

"Non credo sia un tuo problema" Scrollo le spalle e mi siedo.

"Irene lo sai come la penso a riguardo, non farmi di nuovo arrivare al punto di uccidere qualcuno che ami" Sputa fuori facendomi quasi vomitare il sangue che sto ingoiando.

I ricordi si fanno sempre più vividi, così come la malinconia nel mio cuore.

Dopo aver salvato la vita a Daniel non ho avuto il coraggio di soggiogarlo per dimenticarmi, ero così affascinata da lui, e per mia grande fortuna anche lui da me.

Cominciamo una storia d'amore durata non più di tre mesi.

Aron è sempre stato fin troppo geloso nei miei confronti, fin da bambini, ma io so che ciò che più lo preoccupava era che Daniel venisse a conoscenza di troppi misteri a cui doveva restare lontano.

E invece Daniel sapeva tutto, ma non avevo mai permesso a mio fratello di vederlo, lo incontravo di nascosto e chi meglio di me poteva sapere dove Aron non sarebbe mai riuscito a trovarmi.

Un giorno, il giorno del mio compleanno, il sette dicembre, Daniel sapeva benissimo la mia età è questo lo divertiva, mi amava così tanto da non notare neanche minimamente la bestia che c'era in me.

Eravamo a Madrid, era lì che l'avevo conosciuto, in una grotta infondo ad una cascata, ogni giorno passavamo intere giornate lì insieme, o comunque in posti isolati, lontani da tutti.

Ma quel giorno Aron riuscì a trovarmi e non so ancora come abbia fatto.

È più vivida che mai la scena davanti ai miei occhi di mio fratello che spezza il collo del ragazzo dal viso angelico.

Dopo aver passato giorni in solitudine, senza nutrirmi, l'unico sapore che mi era famigliare erano le lacrime salate.

E quindi, per il mio bene, Aron mi costrinse a spegnere di nuovo le emozioni.

Ammetto di essere stata decisamente meglio, ma ero diventata un pericolo anche per i miei fratelli.

Ho ucciso molte persone nei due anni dopo la morte di Daniel, fino a che Isaac non ha litigato con Aron affinché le mie emozioni venissero riaccese.

Aron non voleva vedermi soffrire, e Isaac credeva invece che per stare meglio avrei dovuto affrontare le mie sofferenze.

Così riaccesero di nuovo le mie emozioni e seppur non provo alcun amore nei confronti di Daniel, ho ancora un nodo in gola quando qualcuno lo nomina.

"Vaffanculo Aron" Spingo via mio fratello continuando a bere il sangue nel bicchiere di cristallo.

Mi balenano in mente i ricordi della notte passata con Caden, il bellissimo uomo dagli occhi smeraldo, è così misterioso, sexy, interessante.

Ammetto di aver avuto parecchie notti di sesso nella mia lunga vita da vampira, ma questa notte mi ha segnato l'anima, in modo positivo intendo, Caden è riuscito a fermare i miei pensieri, nell'esatto secondo in cui ho varcato la soglia della porta della sua piccola casa.

E questa mattina, l'unico pensiero che mi riempie la mente sono le sensazioni dei suoi baci, delle sue mani, dei suoi movimenti dentro di me, dei suoi occhi verdi, i capelli ricci, il corpo perfetto e possente, e ció che in questo momento desidero con tutta me stessa è averlo di nuovo.

 

"Sorella" Le dita che schioccano davanti ai miei occhi mi fanno tornare alla realtà.

Gli occhi verdi di Isaac che mi scrutano attenti.

Mi da un bacio sulla fronte prima di indicarmi con il dito la donna dai capelli nero corvino che ha appena varcato la soglia del nostro palazzo, dietro di lei Rosaline.

"Irene lei è Jessy, la strega di cui Rosaline mi ha parlato" Dichiara Aron ad alta voce.

"Piacere" Mi dice cordiale la donna, porgendomi la mano, mi prendo un paio di secondi per guardarla dall'alto al basso e poi le porgo la mano anche io.

"Piacere mio" Mormoro stringendogliela.

"Lasciateci soli per cortesia" Chiede la donna guardando i miei fratelli e Roseline, che obbediscono e spariscono nelle stanze del palazzo.

"Raccontami Irene, cosa ti succede?"

Vorrei risponderle che se lo sapessi non sarebbe qui ad usarmi come esperimento.

"C'è un potere dentro di me che non riesco a controllare, faccio delle cose... impossibili"

"E cosa provi?"

"Sento come se in alcuni momenti si formasse una palla di fuoco nel mio corpo, che poi esplode e come l'altra sera, fa scoppiare la vetrata di un palazzo, conficcando i vetri addosso ad una persona e uccidendo quasi una strega" Sputo fuori guardandola confusa.

"Mh... so che tua madre era Eva Holt" Comincia e io annuisco.

"Lei era una potentissima strega, oserei dire una delle più potenti nella nostra storia, non ho mai avuto l'onore di conoscerla ma so sicuramente di cosa era capace... io credo, credo che lei ti abbia ceduto dei poteri" Si ferma per prendere una boccata d'aria.

"Attenzione non sto dicendo che sei una strega, sto dicendo che le madri possono trasmettere dei poteri ai figli, indipendentemente dal fatto che siano umani, vampiri o licantropi."

"D'accordo, di quale potere stiamo parlando quindi?" Domando esausta facendola scoppiare in una sonora risata.

"Piccola non è così facile, tu e la tua famiglia siete i primi vampiri al mondo, salvo tuo padre" Parla ma quando sento la parola 'padre' mi vengono così tanto brividi che la vorrei uccidere all'istante.

"Che non devi neanche nominare" Ringhio facendole sgranare gli occhi.

"D'accordo scusami... dicevo che siete i primi vampiri al mondo, mi servirà molto potere per capire cosa si nasconde dentro di te, per questo avrò bisogno di altrettanto potere forte come il mio, ho chiesto a Roseline di farmi da canale nell'incantesimo, e ho portato questo.." Mi dice tirando fuori dalla borsa una minuscola palla di vetro.

"Qui è rinchiuso tutto il potere della stirpe Prest, la mia, lo terrai nella mano da qui ti farò avere delle visioni e dovrai concentrarti solo su quelle e sulla mia voce" Mi spiega porgendomi la pallina in vetro, annuisco e ci alziamo in piedi quando vediamo scendere Rosaline, la mia migliore amica mi fa l'occhiolino e mi sorride.

"D'accordo, cominciamo" Esordisce Jessy.

Mi indica dove posizionarmi e sono proprio al centro del palazzo, mi lego i capelli mossi in una cipolla, Rosaline e Jessy si tengono la mano e per un minuto recitano un incantesimo, dopo di che mi viene ordinato di chiudere gli occhi e stringere la pallina.

 

Riapro gli occhi e sono sola, in una stanza enorme e piena di specchi, il mio riflesso è ovunque.

"Concentrati sulla mia voce Irene" Rimbomba il suono nella mia testa.

Subito dopo i riflessi nello specchio mi indicano un ombra scura, che corre veloce, troppo per capire che cosa é.

"Irene" Mi sento mancare l'aria al suono di quella voce, roca, profonda e maledetta.

Chiudo gli occhi e li riapro nuovamente, dietro di me mio padre, esattamente come lo ricordavo, i capelli castani, gli occhi neri come la pece, i canini appuntiti che bramano contro di me.

"Papà" Balbetto in un pianto forse di paura, o forse il pianto di una bambina odiata dal proprio padre.

"Ora non puoi sfuggirmi" Mi dice in un raccapricciante sorriso, mostrandomi la mano che tiene il paletto di quercia bianca.

Io non oso voltarmi, preferisco rimanere a guardare il suo riflesso, tra le lacrime e i battiti veloci del mio cuore.

La punta del pugnale mi percorre le spalle scoperte bruciandomi come fuoco.

"Papà ti prego, perdonaci per ciò che siamo, possiamo ricominciare da capo"

"Mai!" Urla facendomi rabbrividire dalla testa ai piedi.

Strizzo gli occhi dal timore e deglutisco.

"Ho ucciso vostra madre per arrivare a voi, pensi che qualche frase buttata così a casaccio possa farmi cambiare idea?" Mi dice divertito.

"Io non mi fermerò, fino a che non vedrò bruciare ognuno di voi, lentamente..." Sussurra alle mie orecchie.

"Siete delle bestie, maledette e schifose" Sputa fuori con la rabbia nella voce, schifato nel vedermi proprio davanti a lui.

"E cosa aspetti allora? Uccidimi, uccidi tua figlia! Sangue del tuo sangue!" Urlo voltandomi e fissandolo dritto negli occhi.

"Con piacere, Irene." Sono le sue ultime parole prima di alzare il pugnale di quercia bianca, e sento il respiro fermarsi in gola, e le fiamme bruciare sul mio corpo.

 

"Irene tutto bene?" Apro gli occhi e sono al centro di casa mia, Rosaline tiene un braccio sotto la mia schiena, sono sdraiata sul pavimento, e guardo immediatamente le mia pelle, il mio petto, prima di alzarmi e affannarmi nel vedere se mio padre è qui.

"Tesoro lui non è qui... sta tranquilla" Mi dice Rosaline abbracciandomi mentre scoppio a piangere.

"Credevo che tuo padre fosse colui che potesse farti temere di più, o quanto meno a far saltar fuori una tua emozione, e invece no..." Jessy parla e cammina nel grande salone, il rumore dei suoi tacchi rossi mi da alla testa.

Tengo in mano ancora la sua palla di vetro e vorrei lanciargliela dritta in faccia.

"Non avercela con lei.." Esordisce la mia migliore amica capendo il mio sguardo.

"È stata una mia idea quella di suggerirgli tuo padre.. ora mi è venuto in mente qualcos'altro, te la senti?" Mi domanda cordiale raccogliendo un ciuffo sfuggito dal mio elastico.

"Si" Balbetto alzandomi e toccandomi il petto che sta perfettamente bene.

La bionda torna accanto a Jessy e si tengono di nuovo la mano, recitano per la seconda volta l'incantesimo, dopo di che stringo forte la palla di vetro e chiudo gli occhi.

 

"Irene ti prego aiutami" Urla la voce disperata di mio fratello Aron.

Sono in una stanza completamente buia, sento solo la sua voce rimbombare.

"Aron dove sei?" Urlo preoccupata come non mai correndo nel nulla.

Non percepisco odori, e il rimbombo della voce non mi permette di individuarne la posizione.

"Mi sta uccidendo!" Esclama e mai come oggi Aron ha avuto così tanta paura.

Devo trovarlo, mio padre è ciò che Aron teme di più al mondo, se gli permettessi di fargli anche un solo graffio non me lo perdonerei.

Passa una frazione di secondo e una forte luce mi costringe a mettermi una mano sugli occhi, quando sbircio mi ritrovo in una camera completamente bianca, Aron è seduto su una sedia, stracci intrisi di acqua santa non gli permettono di muoversi e la sua carne sta bruciando.

Mio padre è dietro di lui che con un altro straccio lo passa sul suo corpo, facendolo soffrire.

"Papà smettila" Grido avvicinandomi ai loro corpi.

Mio padre si volta di scatto sorridendo soddisfatto nel vedermi.

"Uccidi la mamma, uccidi me, ma non uccidi mio fratello chiaro?" Urlo ancora fino a che non mi ritrovo con il naso a due centimetri dal suo.

Gli infilo una mano dritta nel cuore, e glielo stringo, guardandolo spalancare gli occhi, ma lui è più forte e riesce a spingermi via lanciandomi al freddo e duro muro della stanza.

Il pensiero che possa uccidere mio fratello mi fa arrabbiare da morire, dal pavimento mi accorgo dei miei occhi colorati di rosso fuoco, le vene sul mio viso sono nere, e i miei denti più vogliosi che mai.

Mi avvento sul corpo di mio padre con un solo salto, sono a cavalcioni sopra di lui e lo colpisco più che posso, il sangue schizza nella stanza e riflette.

Mentre mi allungo per afferrare il pugnale di quercia bianca, mio padre ne approfitta per spingermi ancora una volta, ma questa volta è lui che è sopra di me, e tiene ben due pugnali tra le mani, uno lo lancia e l'altro lo alza in aria soddisfatto, con un sorriso beffardo, prima di piantarlo nel mio cuore.

Sento di nuovo il respiro bloccarsi, il mio corpo spegnersi, la mia forza svanire, la mia vista diventa meno nitida, ma quanto basta per vedere mio padre alzare in aria l'altro paletto di quercia bianca e indirrizzarlo dritto verso il corpo sofferente di mio fratello.

È proprio in quel momento che il calore dentro di me scoppia nell'aria come una bomba.

 

Apro gli occhi e respiro così forte da sentire la testa girarmi, mi guardo intorno e Rosaline e Jessy sono stese a terra, sento il loro cuore battere e mi solleva il fatto che non siano morte.

Ma tutti i bicchieri di cristallo che erano nell'apposito scaffale, sono frantumati a terra.

Per la paura che ho non riesco a parlare, ne a muovermi.

Per fortuna Rosaline apre gli occhi e dopo aver realizzato cosa sia successo, corre verso di me.

"Rose dov'è Aron?" Chiedo veloce, visto che il respiro sembra non bastarmi. 

E ho bisogno di una frazione di secondo per riprendermi quando vedo mio fratello scendere le scale preoccupato quando vede Jessy a terra, e anche io.

Sorpassa la strega con fare da menefreghista e si precipita addosso a me tenendomi la mano per tirarmi su.

"Grazie a Dio stai bene" Piango sulla sua spalla e lui mi stringe forte.

"La uccido quella bastarda" Mi dice digrignando i denti con voce violenta ma non si stacca dal mio corpo.

"Grazie della considerazione!" Esclama Jessy alzandosi da terra e spolverandosi i pantaloni neri con le mani.

"Primo non sono una bastarda.. " Comincia puntando il dito contro Aron.

"Riguardo te.." Continua guardandomi restare accanto a mio fratello.

"Ciò che fa uscire fuori il tuo potere è proprio lui, tuo fratello, l'amore incondizionato che provo nei suoi confronti fa uscire il tuo potere quando ti trovi a non sapere cosa fare per proteggerlo, il potere deriva dalla forza di un emozione che provi, e se imparerai a controllarlo lo potrai usare come un arma, altrimenti sarà solo un guaio" Mi spiega muovendo la mano e porgendomela in modo da farsi consegnare la palla di vetro.

"Ha un nome questo cavolo di potere? O mia sorella é improvvisamente diventata una strega?" Le domanda Aron.

"Banshee" Ci dice con naturalezza.

So bene cosa siano le banshee ma cosa c'entro io?

"La banshee è uno spirito femminile.

Può apparire sia come una donna che canta, sia piangente e avvolta da un velo, in questo caso una vampira.

Quando un membro della famiglia protetta muore, o è in procinto di morte, la banshee piange e si dispera.

Ora mi chiederete, e quindi?

Quindi puoi definirti anche una sensitiva, le banshee hanno visioni e presentimenti, e il tuo potere viene liberato nello stesso istante in cui gridi o provi un emozione al di là del normale.

Non esistono esseri soprannaturali che nascono banshee, tua madre ti ha ceduto questo potere.. per regalarti una parte umana, e per aiutare te e la tua famiglia a sfuggire da vostro padre, più ti concentrerai, più riuscirai a vedere tutto quello che vuoi" Mi spiega Jessy senza smettere di agitare le mani e camminare avanti e indietro.

Io annuisco allibita, cercando mettere insieme quello che sta dicendo, e a dirla tutta una parte di me crede che stia dicendo delle cavolate.

"Come ho fatto a non pensarci prima?" Dice Rosaline battendo una mano sul divano e portandola poi sul suo viso.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 

Mi sveglio nel mio grande letto rosso, e guardo il soffitto.

Dopo aver passato un intera giornata a provare e riprovare da sola a concentrarmi sul mio potere, mi sono addormentata non appena ho toccato il letto.

Mi faccio una doccia veloce, e mi vesto prima di precipitarmi in salone per bere un po' di sangue.

"Buongiorno" Agito una mano, i miei fratelli ricambiano e continuano a giocare a pallone nel grande salone.

"È finito Irene" Mi dice Isaac quando mi avvicino al frigorifero per prendere una sacca di sangue e di conseguenza sbuffo arrabbiata.

"Lasciarmi almeno una sacca no eh?" Ringhio nervosa, incamminandomi verso l'uscita del palazzo.

"Rosaline è andata a prenderlo in ospedale, se porti pazienza.." Continua mio fratello ma poi smette di parlare.

"Dove stai andando?" Mi domanda Aron bloccando la palla sotto il suo piede.

"A cercare il collo di qualcuno" Avverto e sono felice del fatto che nessuno dei tre venga a fermarmi.

Dopo un secolo di lavoro tutti noi sappiamo quando fermarci, ci nutriamo degli umani quando non abbiamo sangue a disposizione, ovviamente in piccole dosi, e li lasciamo vivere.

Mi dirigo in un secondo al bar 'Coffee Break', prima dell'entrata c'è una piccola piazzola piena di tavolini e sedie, e seduti a chiacchierare uomini e donne anziani, ragazze e ragazzi giovani, direi l'imbarazzo della scelta.

M'incammino dentro il bar decisa a soggiogare qualcuno che non sia in compagnia.

"Salve" Mi dice una cameriera dalla pelle nera, i ricci corti e voluminosi, il corpo asciutto.

Tiene in mano un vassoio e io rimando il saluto cordiale.

"Mostrami il magazzino senza fare domande" Ordino fissandola negli occhi e incantandola.

"Prego" Mi dice nuovamente sorridente e faccio per seguirla.

"Rebekah?!"

Non può essere,  una voce che riconosco sin da subito  mi distrae.

Quando mi volto la bellezza di Caden mi fa sentire bollente, il ragazzo dagli occhi smeraldo mi guarda in un sorriso, ha gli occhi gonfi, deve essersi appena svegliato.

"Caden ciao" Lo saluto e lui avvicina le labbra per lasciarmi un umido bacio sulla guancia.

"Anche tu vuoi fare colazione? Io ho una fame da lupi!" Esclama toccandosi la pancia.

Beh io avrei una fame da vampiri.

"Eh già" Ammetto torturandomi le mani.

"Ragazzi posso prendere le vostre ordinazioni?" Ci domanda il barista dagli occhi azzurri, poggiando i gomiti sul bancone e sporgendosi verso di noi.

"Si per me un cappuccino ed una bomba alla crema" Gli risponde subito Caden avvicinandosi a lui.

"E per la signorina?" Continua il barista guardandomi.

Signorina.

"Per la signorina?" Ripete Caden in un sorriso malizioso.

"Lo stesso" Dico fredda quando sento l'odore del sangue del barista e vorrei divorarlo immediatamente.

"Caden, vado un secondo in bagno" Avverto il ragazzo che non la smette di fissarmi.

Lui annuisce dicendomi che mi aspetta ai tavolini di fuori.

Mi precipito nel magazzino dove la cameriera mi sta aspettando e affondo i canini nelle vene del suo collo.

La ragazza si lascia andare a me e io succhio più che posso, quando sento le vene del suo cuore rallentare decido di smettere, e mi pulisco con la carta igienica.

Mi mordo il polso e la costringo a bere almeno una goccia, i segni dei canini sul suo collo svaniscono immediatamente.

"Dimentica quello che è successo" La soggiogo di nuovo prima di scomparire.

"Rebekah eccomi!!!" Esclama Caden alzando una mano e quando lo vedo mi avvicino lentamente al piccolo tavolo, mi siedo e il cameriere ha già portato un vassoio.

"Finalmente!" Esclama afferrando la bomba alla crema e ne da un morso.

Seppur non ho molta fame, mi costringo a fare lo stesso anche io, accompagnando il morso ad un sorso di cappuccino.

"Perché te ne sei andata via ieri mattina?" Mi domanda lui improvvisamente serio.

"Avevo da fare.." Farfuglio, "Mi dispiaceva svegliarti" Continuo in un altro morso.

"Ascolta non voglio metterti pressioni... ma mi piacerebbe che cominciassimo a frequentarci, sono molto curioso di conoscerti" Sputa fuori e percepisco il suo nervosismo.

Credo sia la prima volta nella mia lunga vita che qualcuno voglia costruire qualcosa con me, mi sono sempre frenata con gli uomini e solo perché come potrei stare con una persona che tra 60 anni mi abbandonerà? 

Potrei stare con un vampiro, certo, ma non ho voglia di avere a fianco qualcuno maledetto quanto me.

"Per il momento... nulla di serio, andiamoci piano... ci stai?" Dico in modo rapido e un sentimento strano, provato di certo rare volte nella mia vita, s'insinua nel mio stomaco.

La vergogna.

Provo così tanta vergogna in questo momento, un uomo... e diciamo anche un bellissimo uomo, ti chiede di cominciare qualcosa e tu che gli proponi di andare solo a letto.

Meraviglioso.

Lui alza le sopracciglia come se fossero una sorpresa le mie parole, poi segue un sorrisetto.

"Sappi però che sono un tipo abbastanza geloso" Mi dice in un occhiolino facendomi ridere.

E io che mi aspettavo che mi considerasse una sgualdrina, invece mi guarda e mi fa sentire così tranquilla.

 

Caden mi chiede di salire in macchina, una meravigliosa Audi colorata di un nero opaco.

"È meravigliosa!" Esclamo fissando ogni centimetro dell'auto, qualcosa che nessuno sa, è la mia sfrenata passione per le Audi.

"Vuoi guidarla?" Mi domanda il riccio porgendomi la chiave.

"Cosa... dici sul serio?" Dico meravigliata, se fosse mia non la farei toccare a nessuno.

Caden annuisce e io accetto, tralasciando il fatto che ho guidato solo due volte in vita mia, strano ma vero.

Afferro felice la chiave e salgo sul sedile.

Mi prendo qualche secondo per schiarirmi la voce e cercare di ricordarmi la combinazione dei pedali, poi Caden sale in macchina e mi fingo esperta.

"D'accordo, ti porto in un posto bellissimo" Dico a Caden, poi infilo le chiavi e accendo la macchina, e provo a dare gas.

"Irene... la marcia" Mi canzona subito lui aggrottando le sopracciglia.

"Giusto" Sussurro spostando il cambio.

Do' nuovamente gas, ma la macchina fa solo fumo e tutti i passanti ci guardano divertiti, Caden batte la mano sulla fronte.

"Irene, togli il freno a mano" Canzona scoppiando a ridere.

Così tanti anni, e non ho mai avuto la brillante idea di imparare a guidare.

"Già..." Continuo stringendo le labbra.

Tolgo il freno a mano, spingo la frizione e l'accelleratore e la potenza con cui la macchina parte mette paura anche a me.

Una volta in carreggiata cambio nuovamente marcia e rallento.

"Irene sicura di potermi fidare?" Domanda lui con le sopracciglia aggrottate infilandosi rapidamente la cintura di sicurezza.

"Certo!" Ammicco e do' un altro po' di gas, cercando di evitare che l'uomo al mio fianco muoia.

 

Dopo una ventina di minuti accosto nel piccolo parcheggio, e freno di botto facendo scattare la cintura sul petto di Caden che sbatte contro il poggiatesta.

"Mai più!" Esclama battendo una mano sulla sua coscia e facendomi ridere.

"La patente non te la chiedo neanche.." Farfuglia scuotendo con la mano i meravigliosi riccioli.

"Almeno abbiamo una scusa per vederci, devi impararmi a guidare!" Esclamo divertita, a dir la verità sembro un ebete, non riesco a togliermi il sorriso dalle labbra.

"Beh..." Comincia lui, togliendosi la cinta e voltandosi con il corpo nella mia direzione, afferra una ciocca dei miei capelli e ci gioca con l'indice.

I nostri sguardi che sembrano bruciare tutto intorno a noi.

"Diciamo che possiamo vederci anche per .." Sussurra in un tono così sexy che tutto il mio corpo sembra rifiorire.

Mi eccita da morire il movimento delle sue labbra, per non parlare della voce.

"Divertirci un po'" Finisco io la frase prima di fiondarmi sulle sue labbra, impaziente di sentirle danzare sulle mie.

È una questione di secondi, e come l'altra sera, annullo tutto, assaporo la sua lingua che si muove con forza e insistenza.

Mi sollevo e passo al lato del passeggero, a cavalcioni sul suo corpo.

Caden mi sfila il giacchetto di pelle nero, e fa una smorfia di apprezzamento quando scopre che sotto indosso una canotta bianca che lascia intravedere il seno e il reggiseno nero di pizzo.

"Mi piaci così tanto con il pizzo addosso" Mormora mordendosi il labbro, e baciandomi il collo, con un gesto rapido mi sfila la canotta, io lascio andare il collo all'indietro e mi godo la sua bocca sul mio seno.

Quando anche il reggiseno viene lanciato nell'auto, decido che è il mio turno e gli tolgo di dosso la maglietta scura, bacio ogni centimetro della sua pelle nuda stando attenta a non toccare quel suo maledetto ciondolo.

Muovo rapidamente le mani verso i suoi jeans, e li sbottono, lui si alza il giusto per aiutarmi a sfilarli del tutto.

"Mio Dio come sono eccitato" Mi avverte anche se il bozzo sui boxer parla al posto suo.

"Non dirlo a me" Dico baciandolo presa da un eccitazione improvvisa.

Anche lui mi sbottona i jeans chiari e faccio in modo che possa farlo più facilmente.

Passa un attimo e con un movimento sono dentro di lui e mi lascio andare ad un grido di immenso piacere.

Come vorrei fargli vedere di cosa sono capace, con quale potenza e velocità, ma devo contenermi.

Muovo il bacino in movimenti circolari godendomi anche il suo piacere.

Caden getta la testa all'indietro e chiude gli occhi, torrurandosi le labbra che bacio immediatamente.

Mi muovo in modo deciso e veloce e Caden viene dopo una decina di minuti, e tolgo il restante del suo liquido con la bocca, lui sembra apprezzare.

"Non sono mai stato con una ragazza migliore di te, sei fantastica" Mi dice mentre io mi godo il mio orgasmo, e sorrido.

"Posso sapere perché mi hai portato qui..?" Aggiunge poi quando poso la fronte sulla sua.

Mi viene da ridere a quella domanda, effettivamente è un campo isolato, e l'erba è alta quasi quanto me.

"Scendiamo dalla macchina ti faccio vedere" Gli dico e lui sembra diffidente ma poi annuisce e ci rivestiamo.

 

Dopo quasi un chilometro a piedi, e Caden che si lamenta del perché di questa camminata nel nulla, ci ritroviamo ai piedi di un burrone, sotto di noi l'oceano e una terrificante scogliera.

"Rebekah vuoi uccidermi?" Mi dice e sento il suo cuore aumentare i battiti mentre guarda di sotto.

"Può anche essere" Rido e mi siedo a terra intimandolo a sedersi accanto a me, ed è proprio quello che fa poggiandomi un braccio attorno alle spalle, e stringendomi a se.

Un gesto che mi fa quasi venir da piangere, mi sento come se non avessi alcun tipo di problema e fatico anche a rimanere tranquilla, chiudo gli occhi e mi godo quella bellissima sensazione mentre Caden fissa meravigliato il panorama, il sole che splende e riflette sull'oceano trasparente, le onde tranquille il profumo dell'acqua.

"È meraviglioso" Sputa fuori e io non aspettavo altro.

"Ho scoperto questo posto, e ci vengo quando c'è qualcosa non va nella mia testa, mi sembra che la natura riesca a cancellare per qualche momento i miei pensieri, non ho mai portato nessuno insieme a me, sei il primo" Lo informo e lui sembra onorato di questo.

Caden mi lascia un bacio sulle labbra prima di tornare a fissare il panorama.

"Avresti mai il coraggio di lanciarti giù?" Gli domando io facendogli sbarrare gli occhi.

"Se volessi suicidarmi si, certamente" Dice ridendo e facendo ridere anche me.

"Non dirmi che tu lo faresti?" 

In realtà lo faccio sempre, e vorrei anche dimostrarglielo.

"Si, forse, mi piace il pericolo" Dico sincera, la mia vita è costantemente messa alla prova dal pericolo, di certo non mi spaventa una scogliera.

"Buttiamoci insieme" Dico sicura della sua reazione e infatti scoppio a ridere.

"Ma tu sei da rinchiudere!" Esclama dandomi una piccola spintarella.

I nostri sguardi s'incontrano e torniamo entrambi seri.

"Allora fai di nuovo sesso con me" Dico insistente di tornare a guardarlo nudo mentre godiamo.

Lui non se lo fa ripetere due volte e mi bacia con violenza.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 

 

Irene 

 

Mi sbatto la porta alle spalle e cammino nel grande salone, mi sento così rilassata dopo la giornata passata con Caden.

"Heyyy" Urlo non vedendo arrivare nessuno dei miei fratelli, afferro ben tre sacche di sangue, felice che Rosaline abbia fatto rifornimento e le verso nel calice, prima di assaggiarne un sorso e sentire i pesanti passi di Aron.

"Sei di buon umore sorella?" Mi domanda lui in un sorrisetto curioso, afferrando una sacca e un calice anche lui.

"Direi di sì" Rispondo sorridente come un ebete degustando il sangue.

"Dove sono Isaac e Cristian?" Chiede poi guardandosi intorno.

"Non lo so, è da stamattina che non torno a casa" Rispondo alzando le spalle e sedendomi sul divano.

"Irene sono usciti di casa stamattina, dicendomi che ti avrebbero cercato visto l'atteggiamento impertinente con cui te ne sei andata! Senza dirmi ne dove andassi e sopratutto con chi!" Esclama battendo una mano sul tavolo e stringendo la mascella.

"Aron non sono più una bambina, so badare a me stessa"

"Nessuno di noi è al sicuro Irene dobbiamo proteggerci e guardarci le spalle, se ognuno di noi comincia a farsi i fatti suoi, pensi quanto ci metterebbe nostro padre ad ucciderci uno per uno?"

"E cosa dovremmo fare? Stare rinchiusi in questo palazzo ad aspettare il suo arrivo?

Io so che quando arriverà probabilmente ci farà a pezzi, quindi fino a quel momento mi godo quello che mi resta da vivere!" Urlo con le lacrime agli occhi al solo pensiero di rivedere quel mostro.

Aron, senza risposta, fa un lungo respiro.

"Io vado a cercare Isaac e Cristian" Esordisco bevendo l'ultimo goccio dal calice, lo poso sul tavolo accanto ad Aron e mi incammino verso l'uscita del palazzo.

"Non ti lascio andare sola" Era proprio quello che mi aspettavo che dicesse.

 

 

 

Dopo ore e ore in giro per le strade buie, i nostri fratelli non si fanno ancora vivi.

Isacc non è il tipo da divertirsi, per questo abbiamo perlustrato ogni bar e ogni nightclub dove potesse essere Cristian, a discapito del povero Isaac che lo ha accompagnato.

"Non si può lasciarvi due minuti da soli!" Esclama Aron, mettendosi una mano tra i capelli e sbuffando, vorrei scoppiare a ridere ma cerco di trattenermi.

"Irene!" Urla Aron quando qualcosa di veloce ci passa accanto, mi volto di scatto afferrando il collo dell'uomo che corre incontro con un balestra in mano, sulla punta un pugnale di legno.

"E tu sei?" Dico tirando fuori i canini sbattendo la balestra a terra.

Mio fratello ci mette mezzo secondo a prenderla tra le mani e a piantargli il paletto sulla gamba.

L'uomo calvo tira un mormorio di dolore e stringe gli occhi.

"Ho fatto una domanda" Ripeto tenendo le mani sul suo collo alzandolo da terra e stringendo la presa.

"Per chi cazzo lavori?" Urlo provandoci ancora e sbattendo il suo corpo al muro.

L'uomo soffre ma non risponde.

"Uccidilo" Mi ordina Aron accanto a me, fissandolo sperando in un una risposta.

"Colui che metterà fine alla vostra stirpe, da voi tutto è cominciato e da voi tutto deve finire, uccidetemi altrimenti lo farò io" Dice digrignando i denti e guardandomi con disprezzo, scoppio a ridere prima di spezzargli il collo e strappargli il cuore che getto lontano.

"I cacciatori devono averli presi!" Esclama mio fratello dando un cazzotto al muro che si sgretola.

Ovviamente nella nostra lunga e infinta vita non abbiamo un solo nemico, ma molte persone che vorrebbero vederci morti.

Tra questi siamo le prede preferite dei cacciatori di vampiri, se riuscissero ad uccidere me e i miei fratelli, gli rimarrebbe solo da sterminare tutto ciò che abbiamo creato noi.

Ogni singolo vampiro esistente sulla faccia della terra è passato nelle nostre mani.

Aron non fa in tempo ad aprire di nuovo la bocca che sentiamo forti rumori e urla provenienti da qualche chilometro di distanza, l'odore del sangue di Isaac mi fa venire la pelle d'oca e in un batter d'occhio ci ritroviamo davanti ad un cacciatore che lo tiene a terra e lo picchia con violenza, mio fratello non riesce a fare nulla vista la siringa nel suo braccio che deve per forza contenere dell'acqua santa.

Quando Isaac si accorge di noi fa un sorrisetto malizioso e l'uomo sopra di lui si volta e deglutisce.

Io e Aron ci scaraventiamo sul suo corpo e lo squarciamo con i denti.

"E fuori due" Annuncia Aron fiero, pulendosi il mento con la maglia.

"Grazie ragazzi mi stavo quasi preoccupando" Ci ringrazia Isaac tendendomi la mano e lo aiuto ad alzarsi, si strappa la siringa dalla vena e in un paio di minuti si è già ripreso.

"Cristian?" Domandiamo io e Aron in coro.

"Era con me, poi quel bastardo mi ha infilato la siringa nella vena e non ho capito nulla, c'era un altro uomo che l'ha portato via, mi sembra di averlo visto al palazzo di Michael la sera passata, quel pezzente se lo prendo lo disintegro" Dice pulendosi i vestiti con le mani, Cristian tra di noi è quello più indifeso, e quello per cui abbiamo maggior riguardo.

"Quanti erano?" Chiede Aron sovrappensiero.

"Erano in quattro, credo che si fossero preparati a prenderci tutti in una volta sola"  Ci spiega Isaac.

"In chiesa, andiamo in chiesa!" Esclamo disperata in un lampo di genio, quello è il posto migliore per indebolire un vampiro.

 

 

"Dividiamoci" Sussurro ad Aron ricevendo un'occhiata di fuoco.

"Ha ragione" Isaac gli da una gomitata che lo fa sbuffare.

"Faccio il giro da dietro" Avverto i miei fratelli prima di sparire.

La chiesa è poco illuminata, ed inquietante, nonostante la mia folle vita mi spavento quando un topo mi passa accanto.

"Dove cazzo sono gli altri?" Sento parlare a bassa voce a qualche metro di distanza da me, mi tiro una ciocca di capelli dietro l'orecchio e cerco di concentrarmi.

"Vi uccideranno, perché non te ne vai, credimi ti salvo la vita" Mio fratello risponde seguito da un lamento di dolore.

"Forse hai ragione, ma prima io uccideró te!" Esclama l'altro e la voce che sento mi fa andare a fuoco.

Caden.

Percepisco i battiti accelerati dalla rabbia nel suo cuore.

Il disprezzo nella voce.

In un attimo mi trovo ad assistere a Caden a cavalcioni su mio fratello mentre gli stringe una pezza intinta con dell'acqua santa sul collo.

Mio fratello diventa rosso come il sangue e grida per il dolore, Caden ha gli occhi iniettati di fuoco.

Mi precipito  su di lui e lo spingo via, il suo grande corpo si schianta con il muro rovinato, cade a terra e sbatte la testa.

Afferro il panno bagnato dal collo di mio fratello guardando la carne bruciare sul palmo della mia mano e mi sbrigo a gettarlo via.

"Va via" Ordino a mio fratello, le ustioni sul suo collo guariscono in fretta, si alza arrabbiato, gli occhi rossi e i canini appuntiti.

"Hai chiuso" Urla contro Caden scaraventandosi sul suo corpo che ancora non si è ripreso dalla caduta.

Caden non si é ancora accorto della mia presenza, è concentrato su Cristian, tira fuori dalla tasca un pugnale di quercia bianca e gli occhi mi escono dalle orbite.

L'ultimo pugnale di quercia bianca, è nelle mani dell'uomo che viene a letto con me.

"Caden non farlo!" Urlo arrabbiata, lui è mio fratello si bloccano improvvisamente e mi fissano.

"Conosci questo bastardo Irene?" Urla Cristian in preda ad una violenza assurda.

"Rebekah?" Caden mi fissa ad occhi spalancati, la bocca aperta e la delusione nella voce.

"Lascia che lo uccida io, sarà un piacere" Dico a mio fratello in una finta risata.

Lui non sembra farsi abindolare.

"Cristian.. Aron ha bisogno di te, è con Isaac qui intorno" Farfuglio mettendo in mezzo i nostri fratelli, fortunatamente funziona, Cristian si alza e tira un calcio in faccia a Caden che urla per il dolore e il sangue scorre veloce sul suo viso.

Quando Cristian sparisce mi precipito a raccogliere il pugnale di quercia bianca da terra, e mi sento molto più tranquilla quando lo tengo in pugno.

"Dimmi che non è vero" Mi dice Caden alzandosi e sputando a terra il sangue dalla bocca.

Si tiene la testa che evidentemente gli fa male.

Non mi guarda in faccia.

"Sei un cacciatore.." Comincio io, camminando avanti e indietro.

"Dimmi che non fai parte di quella famiglia, che sei solo una vampira" Continua lui, attento al rumore dei miei passi ma non mi rivolge il minimo sguardo.

"Mi dispiace deluderti, loro sono la mia famiglia"

"Come ho fatto a non accorgermene!" Urla battendo il pugno al muro.

"Non urlare altrimenti i miei fratelli ti faranno a pezzettini" Lo avverto mentre osservo i dettagli del pugnale.

"Irene Wilkinson" Deglutisce in un espressione di disgusto.

"Sei un assassina" Aggiunge.

"Così mi definiscono" 

Caden alza lo sguardo e mi fissa con aria delusa.

"Dovrò ucciderti" Confessa facendomi scoppiare in una sonora risata.

"C'è già la fila, aspetta il tuo turno" Dico in un occhiolino.

"Sparisci prima che ti uccidano" Aggiungo camminando e allontanandomi da lui.

"E Caden, non azzardarti a toccare neanche un capello ai miei fratelli, perché sarà l'ultima cosa che farai" E sparisco.

Non posso credere di essere stata così tanto in contatto con qualcuno che vuole vedere la mia famiglia bruciare.

È così deludente non potersi fidare di nessuno, dover stare sempre sull'attenti, mi stavo divertendo con Caden, mi piaceva parlare con lui, ed era sicuramente l'ultima persona al mondo che avrei immaginato potesse diventare un pericolo per me.

Non me la sento di ucciderlo, in un altra occasione l'avrei sicuramente già fatto.

Mi metto in allerta quando un'ombra si avvicina lentamente a me, cerco di riconoscere il viso ma la luce soffusa non me lo permette, l'uomo si avvicina a me con un arco in mano e delle frecce intrise con dell'acqua santa, riesco a sentirne l'odore.

"Dai basta, perché devo uccidere anche te?" Sbuffo quando l'uomo mi punta la freccia addosso, ci metto poco ad afferrare la freccia e a strappargliela dalle mani spezzandogli il braccio, l'uomo cade a terra gridando per il dolore, estraggo la freccia dall'arco e la infilzo nella sua coscia.

"Dovete lasciarci in pace!" Gli urlo contro premendo la freccia all'interno della sua carne.

Lui ha gli occhi fuori dalle orbite ma non mi risponde.

All'improvviso sento qualcosa di troppo doloroso colpirmi la schiena, l'acqua santa brucia nel mio corpo e cado in un sonno profondo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 

Caden

 

Non posso credere che la ragazza che mi stava rubando la mente e il corpo, sia la stessa che da una vita perseguito per uccidere.

Lei e la sua famiglia.

La guardo addormentata seduta sulla sedia, il collo piegato, il respiro lento e le braccia bloccate con i stracci bagnati di acqua santa, l'unica cosa che la terrà buona.

Mi dispiace vedere la carne viva sulle sue braccia, quei stracci la stanno letteralmente lacerando.

Vorrei ucciderla adesso, è il mio dovere, ma non riesco a farlo.

Stringo il pugnale di quercia bianca tra le mani e poi lo tiro via colpendo un vaso che si frantuma.

Perché mi hai fatto questo Rebekah?

O dovrei dire Irene Wilkinson.

Il telefono mi squilla nella tasca dei jeans e rispondo rapidamente.

"Mark?" Rispondo al mio amico, non che collega, è stato lui ieri sera a distrarre Irene cosicché io potessi colpirla.

"È morta la puttana? Non sai quanto mi fa male la coscia!" Esclama in tono dolorante.

"Più che morta, tra poco daró fuoco al corpo" Mento stringendomi i ricci tra le mani e guardando la vampira davanti a me.

"Gli altri tre ci sono sfuggiti, Brandon e Louis sono stati uccisi, almeno lei l'abbiamo fatta fuori" Dice ridendo e io penso ai nostri due amici, mi dispiace così tanto.

Quella famiglia è maledetta.

"Devo lasciarti Mark ci sentiamo più tardi" Lo saluto freddo prima di riattaccare.

Devo sbrigarmi a prendere una decisione, i suoi fratelli la staranno cercando in ogni dove.

Cammino nuovamente verso il pugnale e torno a stringerlo, m'inginocchio davanti a una degli originali che ho bramato così tanto, e che ora non ho il coraggio di uccidere.

Cazzo quanto vorrei che al suo posto ci sia uno dei suoi fratelli.

Punto il pugnale sul suo cuore e chiudo gli occhi.

"Fallo che aspetti?" Sobbalzo al suono della sua voce, rimango in ginocchio e alzo la testa guardando Irene negli occhi stanchi, ha le labbra secche e il viso pallido.

"Non ce la faccio" Le rispondo arrabbiato con me stesso, se non la ucciderò me ne pentirò per tutta la vita.

"Se non lo fai subito, quanto pensi che ci metteranno i miei fratelli a trovarmi?" Dice lei in un sospiro.

"Vaffanculo" Impreco ad alta voce togliendole il pugnale da dosso.

Le stringo le pezze sulle braccia facendola soffrire.

"Dove vi nascondete?" Le domando aumentando sempre di più la forza.

Lei scoppia a ridere.

"Mi hai preso per deficente? Dimmi ti sembro deficente?" 

Mi alzo in piedi posando il pugnale sul bancone e prendo un altro pugnale di legno che tiro dritto nella sua coscia.

"Questo è per Mark" Le dico divertito quando fa una smorfia di dolore.

"Dai puoi fare di meglio Caden" Mi fa un occhiolino, estraggo il pugnale, il sangue le esce in gran quantità ma ci mette un attimo per cicatrizzare.

"Non mi sfidare Irene"

"Rebekah mi piaceva di più" 

"Anche a me piaceva la Rebekah che ho conosciuto, tu sei un mostro"

"Grazie per il complimento, tra tanti è quello che preferisco" Mi risponde e mi sta veramente innervosendo.

"Perché quella sera eri al palazzo di Michael? Che cosa vi siete detti?" 

"Affari" 

"D'accordo" Annuisco tornando a prendere in mano il pugnale, lei sgrana gli occhi per un attimo ma cerca di non farsi vedere spaventata.

Prendo una sedia e mi siedo davanti a lei, premo il pugnale sulla sua coscia e la graffio con forza.

Lei urla dal dolore ed è così intenso che mi sembra di sentirlo sulla mia pelle.

"Michael vuole che ce ne andiamo da qui, ma non lo faremo, dice che con la nostra presenza qui, vampiri, lupi e streghe non seguono i suoi ordini, e stavamo cercando di stringere un accordo, ma ovviamente lui come suo solito ha provato per l'ennesima volta ad ucciderci, servendosi di una strega" Mi racconta tutto in modo veloce e scandendo bene le parole, finisce di parlare solo quando allontano il pugnale.

"Sospettavi che fossi una vampira? Perché sei venuto da me?" Cambia discorso.

"No Irene non pensavo che lo fossi, sono venuto da te perché mi hai colpito nel momento esatto in cui hai attraversato il vialetto" Le dico sincero.

"È stato molto deludente scoprire che prima o poi dovrò ucciderti" Aggiungo.

"Non metterti in mezzo ad una cosa più grande di te, non ne uscirai vivo"

"Irene sono nato per questo! La vita di una cacciatore di vampiri si basa sullo sterminarvi, e voi siete la preda più ambita, siete voi ad aver creato tutto questo male e se leviamo di mezzo voi e dopo tutti gli altri, eviteremo che muoia gente innocente, metteremo fine a tutto" Dico nervoso.

"E poi siete una famiglia che ha portato solo disgrazie, seminate odio, violenza, guerra e morte, come convivete senza sensi di colpa?"

"Questo perché non sai niente del nostro passato, prima di essere ciò che hai descritto, siamo stati umani, e ad oggi le emozioni che provavo prima sono ancora intatte, non porto odio o morte, è una vita lunga e difficile, ho ucciso più di duemila persone, ma convivere con delle sensazioni amplificate, con una fame tremenda, credimi che agli inizi non è facile.

Tanti non riescono a superarla e diventano assassini, io posso dirti che mi nutro di sangue animale ed umano e sono molti anni che non uccido qualcuno a causa della sete, perché se lo merita si, se voglio che qualcuno muoia allora lo uccido" Mi spiega facendo spallucce.

"Quando sei stata trasformata?" 

"Nel 1642" So bene che ha molti anni ma facendomi un veloce calcolo nella mente e realizzare che ne ha 375 anni mi fa deglutire.

"Peró me li porto bene!" Esclama poi in un altro occhiolino e anche se mi viene da ridere mi trattengo.

"Puoi togliermi queste pezze che mi fanno male?" Continua poi cercando di divincolarsi ma soffrendo quando la pelle sfrega con gli stracci.

"Ma tu non hai paura di morire?" Non riesco a trattenermi, tengo l'arma che può ucciderla in meno di un secondo e lei si preoccupa di chiedermi se posso liberarla.

"Nah, arrivata a questo punto non mi spaventa più niente, morire mi darebbe solo la pace eterna" Mi spiega tranquilla e sospira.

"E di tuo padre? Non hai paura neanche di lui?" Chiedo e gli occhi di Irene si colorano di un rosso fuoco, le vene intorno alla bocca carnosa diventano nere  mostrandomi i canini appuntiti.

Quella reazione improvvisa mi spaventa e sobbalzo dalla sedia cadendo a terra.

"Che cazzo ne sai di mio padre?" Anche la sua voce è diversa, violenta, da brivido.

A quanto pare qualcosa teme questa donna.

"Giuro che ti stacco la testa dal collo con un solo morso se in questo momento non mi dici perché qualche cazzo di motivo conosci quella bestia di Nathan?" Urla arrabbiata riferendosi al padre.

"Ci ha cercato qualche tempo fa, ero in Inghilterra, voleva che lo aiutassimo a trovarvi ed uccidervi uno per uno, ma ovviamente abbiamo rifiutato, noi con i vampiri non ci alleiamo, ha ucciso venti dei nostri dopo il nostro rifiuto" Le rispondo cercando di essere il più chiaro possibile.

"Non ci ha detto perché vi vuole morti.. quindi lo chiedo a te" Aggiungo.

"Io non parlo di mio padre" Dice solo in modo secco e freddo, quegli occhi rossi mi stanno mandando in ipnosi.

Percepisco chiaramente la paura e la rabbia che prova e vorrei davvero sapere perché un padre voglia vedere i propri figli morti.

"Bando a ciance, mi ammazzi o mi liberi?" Aggiunge poi impaziente.

"Devo decidere cosa farne di te Irene, ma non ti lascerò andare questo è poco ma sicuro" Mi rialzo da terra e torno al bancone prendendo una siringa contente l'acqua santa. 

"Quindi è per questo che l'altra notte non mi hai mostrato questa porta.. guarda quanti attrezzi strani che hai" Mi dice guardandosi intorno, ed è vero, la sera che è venuta da me non le ho mostrato questa porta e d'altronde è stato un bene altrimenti ci saremo ammazzati a vicenda.

"Quella sera c'era qualcos'altro che mi distraeva" Faccio in un occhiolino come ha fatto lei precedentemente, sorride maliziosa, "Questi attrezzi strani sono più pericolosi di quanto credi" Aggiungo poi.

"Vabbè buonanotte" Fa lei sbuffando sapendo che quando il liquido nella siringa entrerà in circolo nel suo corpo, lei sverrà.

"So che voi Wilkinson non temete niente, ma mi farebbe sentire onorato vederti terrorizzata da me"

"Non succederà mai tesoro" Mi risponde quando le infilo nella vena del collo la siringa.

"Attento che ti mordo" Scherza poi tirando fuori nuovamente i canini e sono sicuro che se volesse l'avrebbe già fatto, la osservo mentre perde i sensi sotto il mio sguardo e vorrei avere in questo momento il coraggio di ucciderla.

Una vita intera ad ammazzare vampiri e ora ho il pieno controllo su una delle più potenti e non riesco a farla fuori.

Mi assicuro che stia dormendo e lascio la casa chiudendomi la porta alle spalle e chiudendo a chiave.

Per il momento mi concentrerò ad uccidere uno dei suoi fratelli, o almeno ci proverò.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Irene

 

 

Riconosco il rumore dei passi di Caden e subito dopo il rumore della porta che si apre.

Rimango nascosta, mentre lui va nella stanza dove mi aveva legata e il suo cuore perde di un battito quando si accorge della sedia a pezzi e degli stracci a terra.

"Irene?" Mi chiama stando attento a sbirciare in ogni angolo della stanza, lo guardo avvicinarsi al bancone dove tiene tutti quegli attrezzi da usare contro di noi che in una vita intera non ho mai visto.

"Cercavi questo?" Gli domando e sono dietro di lui, si volta di scatto e cambio posto.

"Hey la" Lo richiamo di nuovo e si volta ancora, sbarrando gli occhi quando mi vede davanti a lui  con il pugnale in mano e un sorriso da stronza.

"Come hai fatto a liberarti?" Mi chiede restando immobile, io a passo lento gli giro intorno.

"Ti do un consiglio... non lasciare mai un vampiro solo in casa tua" Gli sussurro guardando comparire i brividi sulle braccia.

"Adesso siediti" Gli impongo fissandolo negli occhi.

"Non puoi soggiogarmi"

"Lo so bene, te lo sto ordinando" 

"Vediamo... no" Dice secco spingendomi dall'altro lato della stanza e sbatto contro l'armadio su cui tiene un numero inimmaginabile di libri.

Mi rialzo ridendo e mi scaravento sul suo corpo e lui cade dritto sul bancone spaccandolo a metà.

"Cazzo" Impreca sfilandosi dalla coscia le stesse frecce che ha usato contro di me ieri sera.

Il sangue scorre sul pavimento e sento lo stomaco contorcersi dalla fame, non mi nutro da ieri pomeriggio e la voglia di squartarlo in questo momento mi sta divorando dall'interno.

"Irene non vorrai mica nutrirti di me?" Mi chiede e sembra impaurito.

"Forse" Rispondo in un sorriso diabolico prima di avvicinarmi a lui e lo prendo a cazzotti guardandolo soffrire e il sangue schizza in grandi quantità nella stanza.

Ne lecco un po' di quello che mi ricade sulle mani divertita dalla sua espressione a dir poco terrorizzata.

"Se ti lascio vivere, quanto ci metterai prima di tornare fra i piedi?"

"È la stessa domanda che mi sono fatto io prima" 

"Dovresti essere più razionale"

"E tu dovresti seguire meno la testa e più i sentimenti"

"Caden non pensare che una scopata mi abbia fatto innamorare di te"

"Questo non l'ho mai pensato.. comunque prima o poi uno dei due ucciderà l'altro tanto vale che lo fai subito, tanto non ho niente da perdere"

"Che vuol dire?"

"Che tutto quello che amo è morto Irene, i miei amici muoiono ogni giorno davanti ai miei occhi, tutta la mia famiglia è stata uccisa dai mostri che avete creato voi! Non ho più niente.." Resto ad ascoltare il profondo dolore di rabbia e malinconia nella sua voce, e pensare che mi aveva detto che la sua famiglia era a Londra, invece sono tutti morti, uccisi dai mostri che abbiamo creato noi.

"Mia madre è stata assassinata da mio padre, quest'ultimo mi cerca da quando sono diventata vampira per uccidermi, me e i miei fratelli, tutto  quello che ho da perdere io invece è quello che mi vuoi portare via tu" Gli rispondo triste, mentre decido cosa farne di lui.

"Prima o poi arriverà il momento, fallo Irene" Dice allora lui serrando gli occhi.

"È stato un piacere conoscerti Caden" E svanisco nel nulla.

 

 

Forse sono stati gli occhi freddi di Caden mentre parlava del suo non aver niente.

O forse semplicemente il fatto che mi piace troppo per mettere fine alla sua vita.

Potrebbe essere un pericolo per me ma dentro penso che invece sia un ragazzo che ha sofferto molto.

Credo che mio fratello non mi abbia mai urlato contro come questa sera.

"Li ho uccisi Aron e ti ho anche portato l'ultimo pugnale, credo che possa bastare"

"Avrebbero potuto ucciderti Irene!" Esclama terrorizzato al pensiero.

"Dobbiamo farli fuori tutti, uno ad uno" Aggiunge poi con la sua voce così roca che spaventa anche me.

"Ah eccoti, adesso mi spieghi come conoscevi quel cacciatore" E per non farci mancare nulla anche Cristian si mette in mezzo, gli tiro un occhiataccia ma lui sembra impassibile.

"Ci sono andata a letto" Rispondo subito consapevole che Aron stava già per urlarmi contro, infatti mi guarda rimanendo con la bocca spalancata.

"E l'ho ucciso" Mento.

"Io me ne vado" Alza entrambe le mani in segno di resa e sparisce.

"Ma vuoi stare zitto!" Esclamo dando un calcio a Cristian che scoppia in una sonora risata e si siede accanto a me poggiando la testa sulla mia spalla.

"È così buffo quando si arrabbia" Mi confida ridendo, e io insieme a lui.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


"Ti giuro è una bomba a letto!" Esclama Rosaline parlandomi del ragazzo seduto ad a due tavoli dal nostro, i due si scambiano occhiate cosi passionali che sembra stiano facendo sesso.

Siamo al 'Coffee Break', è tardo pomeriggio e sono finalmente riuscita a convincere mio fratello a farmi respirare un po' d'aria fresca dopo quasi un mese che ero chiusa in casa.

E dopo avergli detto che Roseline sarebbe stata insieme a me è sembrato più tranquillo.

Non posso dargli tutti i torti infondo dopo quello che è successo è stato meglio sparire un po' dalla circolazione.

"Ti prego smettila di parlarmi di sesso, abbi pietà!" Esclamo facendola ridere. 

"Il cacciatore sexy ora riposa in pace, chi sarà il prossimo fortunato?"

Ovviamente lei non sa che Caden è vivo e vegeto.

"Rose in realtà lui è... è.." Balbetto prima di essere interrotta.

"Proprio dietro di te" Sputa lei con la bocca spalancata e mi prende un colpo.

"Non l'ho ucciso" Le dico a quel punto e lei sgrana gli occhi "Ma dai?" Aggiunge arrabbiata perché le ho mentito.

"Fa che non venga qui, fa che non venga qui" Sussurro strizzando gli occhi.

"Buongiorno ragazze, posso offrirvi qualcosa?" Domanda urlando e spalancando le braccia in un raggiante sorriso.

"O preferisci squartare qualche persona?" Stavolta abbassa la voce.

Rosaline lo guarda sconvolta e meravigliata allo stesso tempo, con un sorriso a mezza bocca.

"Caden" Gli porge la mano con educazione e lei gliela stringe.

"Rosaline" Fa lei di tutta risposta.

"Posso provarci con te o anche tu sei un vampiro?" Gli chiede Caden facendole sgranare gli occhi e mandandomi di traverso la sorsata d'acqua che stavo deglutendo.

Dopo qualche colpo di tosse mi riprendo.

"Io sono una strega, ma qualcosa da bere non mi dispiacerebbe" Tiro un calcio da sotto il tavolo e lei fa un ghigno di dolore ma non distoglie lo sguardo dagli occhi smeraldo di Caden.

Quest'ultimo mi fa una smorfia e prende sotto braccio la mia migliore amica.

"Ma andiamo!" Esclamo ad alta voce battendo una mano sul tavolino e catturando l'attenzione della gente intorno a me.

Approfitto delle mie doti da vampiro per ascoltare la conversazione tra i due, anche se non dovrebbe interessarmi.

Sarò forse gelosa della mia migliore amica?

O peggio.

Sarò forse gelosa?

"Sei veramente bella, credevo che mi piacessero le more dagli occhi verdi, ma i tuoi capelli biondi e i tuoi occhi azzurri mi stanno incantando" Parla Caden come se fosse un Robot, pensavo che Roseline non sarebbe stata così scema da credergli, e invece la sua risata sembra davvero imbarazzata.

"Sono contenta che Irene non ti abbia ucciso, sei così sexy! Non sa cosa si perde!" E ovviamente Rosaline non bada a contegno.

Ripensandoci potrei ucciderlo adesso.

"Facciamo un brindisi" Propone Caden, guardo il tramonto ma sono comunque concentrata.

"A?"

"Alle bionde, e alle nuove conoscenze!" Il rumore dei bicchieri di cristallo è sonoro come le loro risate. 

"Ciao" Il ragazzo dagli occhi marroni si siede davanti a me.

"Thomas giusto?" Lo riconosco, lui è 'la bomba a letto' di Rosaline.

"Si.. tu sei amica di Rose giusto?" È imbarazzato ma di colpo ho un lampo di genio.

Mi sistemo la canotta rossa lasciando intravedere in modo volgare il seno.

"Oh si, non preoccuparti per lui, è innocuo, beviamo insieme?" Parlo alla velocità di un treno, Thomas è paonazzo.

Quando facciamo ingresso nel bar Caden si mette quasi a ridere alla vista di Thomas, è molto alto ma è minuto.

Siamo a qualche metro di distanza.

Rosaline mi fissa con aria di fuoco e mi fa cenno di uccidermi.

"Io.. vado in bagno" Dice poi allontanandosi dal riccio fissando me e la sua bomba sexy.

"Potresti coprirti un po' il seno?" Anche se Caden è distante da me, il suo sussurro mi arriva forte e chiaro.

Lui sa che posso sentirlo, probabilmente è consapevole del fatto che io abbia sentito tutta la conversazione con Roseline.

Thomas fissa la porta del bagno come se stesse sperando che la mia amica uscisse da lì in abito da sposa.

"Secondo me dovresti andare da lei" gli consiglio sperando che si tolga il più presto di mezzo, perché lo sguardo violento di Caden, il modo in cui serra la mascella e stringe i pugni, mi eccita da morire. 

"Si hai ragione!" Esclama e si precipita nel bagno rischiando di inciampare.

Umani.

"Un altro prosecco per me e per la mia donna"! Ordina Caden al cameriere sedendosi di fianco a me.

Il cameriere lo guarda confuso, data la vastità delle sue donne.

"Ma quante femmine saranno mai al tuo cospetto?" Dico ironica finendo di bere il prosecco che avevo preso con thomas mentre ne aspetto un altro.

"Non hai idea, però cara Irene io non soggiogo nessuno"

"Mh.. io neanche ho bisogno di soggiogarli, arrivano e mi innervosiscono" Sputo fuori con cattiveria indicandolo dall'alto al basso.

"T'innervosisco forse?"

"Quando eravamo amici di letto no, adesso direi abbastanza"

"Che cattiva.. sedurrò la tua amica allora"

"Prenditela pure Roseline, ti do un'ora di tempo e correrai a riportarmela" Dico sicura dell'esaurimento nervoso a cui la chiacchiera continua della mia migliore amica ti conduce.

Caden fissa qualcosa dietro di me e quando mi volto Roseline e Thomas si stanno quasi mangiando l'uno con l'altra.

"Vedi, morto un papa se ne fa un altro" Dico poi a Caden per calmare un po' la sua dose di vanità.

"Ma io non sono morto"

"Ancora per poco" Ribatto con freddezza toccando il bicchiere con il suo e bevo un sorso.

"Che aspetti?"

"Fai sul serio Caden?"

Lui mi guarda con aria di sfida, fin troppo superficiale per i miei gusti.

Mando giù l'intero bicchiere di prosecco e mi avvio verso l'uscita del bar, Caden fa lo stesso rimanendo dietro di me.

In men che non si dica stringo la mano sul suo collo e corro via dal bar, passa un secondo e ci ritroviamo nel posto dove abbiamo fatto sesso l'ultima volta, il campo di grano, il burrone, la grossa scogliera sotto di noi, la sfumatura del cielo che ci regala il tramonto. 

 

 

 

Caden 

 

Ricordo bene questo posto, e ricordo il meraviglioso sesso condiviso con la vampira più sensuale che abbia mai visto, lei mi guarda con un'aria da assassina, tenendo ancora la mano sul mio collo.

"È stato un vero piacere conoscerti" Dice alzandomi di qualche centimetro da terra, potrei usare la mia forza, la mia velocità e le mie arti marziali per combatterla, ma in questo momento la presa è così forte che mi rendo conto solo di non riuscire a respirare.

La forza di un vampiro originale supera di gran lunga la nostra, che si può paragonare ad un qualsiasi vampiro.

Sgrano gli occhi quando al di sotto dei miei piedi c'è la scogliera, cerco di divincolarmi ma l'ossigeno mancante mi fa perdere le forze.

"Addio Caden" Preannuncia la donna con i canini di fuori e gli occhi rossi, poi il vuoto, la paura, il cuore in gola.

La guardo stare lì, immobile, in un sorriso da stronza.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Caden 

 

Rivivo tutta la mia vita in una frazione di secondo, e la lunga caduta sembra non finire mai.

Poi qualcosa mi afferra il braccio e quando finalmente il terrore finisce, l'impatto con l'acqua è molto potente, vado giù di qualche metro e una volta cosciente mi sbrigo a tornare a galla.

Faccio un respiro a pieni polmoni e guardo sia l'inizio del burrone che la grossa e appuntita scogliera su cui avrei dovuto atterrare.

"Dove cazzo stai vigliacca" Urlo arrabbiato poi qualcosa mi afferra il piedi e vado di nuovo giù riuscendo però a prendere un po' d'aria.

Non vedo Irene, ma poi i suoi occhi si colorano di nuovo di una rosso acceso, ammetto che sono belli, terrificanti ma meravigliosi. 

La guardo tornare a galla e risalgo anche io.

"Come ti è venuto in mente?" Le urlo addosso.

"Mi hai sottovaluto troppo caro il mio Caden"

Non posso ancora credere che mi stava per uccidere sul serio.

L'acqua riflette il rosso del tramonto ed è gelida.

"Io penso che sia tu ad avermi sottovalutato invece" Dico e lo penso sul serio, di fatti mi avvicino a lei con una velocità estrema e afferrandola per il collo la lancio sopra uno scoglio, lei sbatte la testa per un momento é senza sensi poi si rialza e si tocca il cranio che sanguina, cicatrizza immediatamente.

"Oh andiamo tutto qui?" Mi domanda ridendo mentre si tira indietro i lunghi capelli bagnati.

I vestiti le aderiscono al piccolo corpo lasciando intravedere le dimensioni del suo seno e del suo sedere.

Rimango interdetto a fissare tutto quel ben di Dio, sprecato per un'assassina.

"Non posso leggerti nella mente, ma i tuoi occhi parlano" Urla ancora, lanciando via le scarpe e slacciandosi i jeans scuri che mi lancia addosso.

Indossa un perizoma bianco perla, che con la sua pelle abbronzata risalta da morire.

"Questo sei? Una puttana e per di più assassina?" Le grido anche se è meravigliosa, e credo che sappia di esserlo.

"Però quanto ti piace" Mi sussurra all'orecchio e non mi sono neanche accorto che è di nuovo in acqua dietro di me.

Mi volto per divorarle quelle dannate labbra, lei cinge le braccia sul mio collo e le gambe sul mio bacino, gli occhi ancora rossi.

Gioco un po' con la sua lingua e quando meno se l'aspetta la lancio di nuovo sulla scogliera guardandola sbattere e ricadere in acqua.

Sta per venirmi incontro arrabbiata ma si blocca a qualche metro da me.

Il sole è ormai tramontato e il cielo è buio.

Si guarda intorno cercando di ascoltare qualcosa, tiene l'indice sulle labbra per farmi stare zitto e il mio udito non acuto quanto il suo mi fa credere di aver sentito un violento ringhio di cane, o meglio, lupo.

Quattro licantropi sono in cima alla scogliera in attesa di farci finire nel loro stomaco.

"Tu rimani qui" Mi ordina Irene prima di sparire dall'acqua.

"Cazzo" Dico battendo un pugno sulla superficie.

È andata sola, è pazza.

Mi ha lasciato qui.

Tra i mille insulti che le sto mentalmente dedicando mi impegno a salire la scogliera cercando di non far alcun rumore. 

Quando sono in cima non vedo più nessuno, tranne il licantropo che vola giù dalla scogliera rimanendo infilzato da una roccia sporgente.

Avanzo a passo lento nel campo, mi fermo solo quando il ringhio forte e un alito da brivido è dietro di me.

In un secondo afferro la testa del licantropo, che scuotendola mi getta dritto addosso ad un albero, mormoro un ghigno di dolore prima di fiondarmi ancora sulla sua testa e con un movimento rapido e deciso, gli spezzo il collo, lasciandolo giacere davanti ai miei occhi.

Afferro un pezzo di legno appuntito e continuo ad avanzare.

Guardo la scena di Irene in mezzo a ben due licantropi che cercano di avvicinarsi a lei ma sembra abbiano paura.

Corro incontro al suo corpo e lei mi guarda con aria confusa e preoccupata.

"Caden scappa!" Urla correndo dietro al lupo che sta avanzando verso di me.

Entro dentro al suo cuore con il bastoncino preso poco fa, il licantropo cade a terra, respira affannato.

Lei in un solo pugno gli spezza le costole.

"Ti avevo ordinato di aspettarmi li" Mi dice arrabbiata continuando a stare attenta ai movimenti dell'ultimo lupo.

"Ma finiscila" La zittisco in una spinta prima di afferrare il lupo alle sue spalle e gettarlo dritto sulla scogliera, un ultimo lamento e poi il silenzio.

Irene è ancora senza pantaloni, la canotta è quasi asciutta e i capelli sono boccolati e confusi, lei se li sposta da una parte all'altra come in segno di nervosismo.

È completamente sporca di sangue e io non sono da meno.

La luna piena riflette la sua immagine nell'acqua ed è uno spettacolo da brividi.

"Perché non mi hai lasciato morire?" Mi domanda poi come in un lampo di genio. 

"Ti farei la stessa domanda, e poi, sei troppo bella per morire per mano di qualcun altro, m'ingelosirebbe questa cosa, se proprio devi morire, morirai per mano mia" Rispondo ironico strappandole una risata.

"Sono tutta tua, a te la scelta" Mi stuzzica lei alzando le mani, gli occhi sono di nuovo verdi smeraldo, il corpo piccolo, il seno abbondante.

Il sedere perfetto e quella faccia da schiaffi.

Mi eccita da morire.

In un secondo mi fiondo su di lei sbattendola violentemente contro un tronco.

Incrocia le gambe attorno al mio bacino mentre si sfila velocemente la canottiera.

Il sangue che l'ha sporcata durante il combattimento è ancora lì, ma non m'interessa, la bacio tutta, ovunque.

"Che bella morte" Fa lei ironica, sfilandomi con velocità la maglietta e sbottonandomi i jeans.

"È così sbagliato" Le dico e lo penso veramente, questa storia seppur basata solo sul sesso deve avere fine.

Ci sono così tante donne al mondo, belle, e sopratutto umane.

Certo.. mai belle quanto lei.

"Non ti credo.." Sussurra mentre mi bacia con violenza.

"Anzi penso che questa sia la cosa più giusta che tu abbia mai fatto in tutta la tua vita.. o almeno, la più eccitante e pericolosa" Conclude poi prendendo il mio membro in mano con movimenti rapidi dall'alto al basso.

Pericolosa Irene, hai detto bene, se i cacciatori venissero a sapere di questo, mi ucciderebbero in un batter d'occhio.

Ma adesso penso solo a godermi l'esperienza erotica di questa dannata vampira.

"Sdraiati" Mi ordina e anche se allontanare le mie labbra dalla sua pelle mi fa innervosire, mi sdraio, si fionda a cavalcioni su di me, ondeggiando mentre le tocco entrambi i seni.

Mi penetra in un movimento secco e inaspettato  lasciando che attraversi una scossa elettrica lungo il mio corpo.

Il bacino che ondeggia lento, le labbra che toccano le mie delicatamente, poi aumenta la velocità. 

Sempre di più.

Si muove e mi guarda con sensualità, è molto sicura di se, d'altronde, come potrebbe non esserlo.

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