Oblivion

di RoriStark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Colleghi Inaspettati ***
Capitolo 2: *** Erumpent ***
Capitolo 3: *** Scratches ***
Capitolo 4: *** I can't ***
Capitolo 5: *** Casi persi ***
Capitolo 6: *** Release me ***
Capitolo 7: *** l i a r s ***
Capitolo 8: *** t r u t h ***
Capitolo 9: *** The Island ***
Capitolo 10: *** Kelpie ***



Capitolo 1
*** Colleghi Inaspettati ***


Era una pessima giornata per il mago che rispondeva al nome di  “Percival Graves":  la bestia misteriosa aveva fatto un altra vittima innocente in città la settimana prima facendo esplodere un edificio come se nulla fosse e per fortuna i nomag erano troppo stupidi per pensare a qualcosa al di fuori di una perdita di gas. Percival aveva dovuto obliviare solamente un paio di nomag che credevano di aver visto“una cosa invisibile distruggere la palazzina” ed aveva assistito lui stesso ad uno spostamento della creatura non poco discreto. Ma quel che era peggio, un misterioso ragazzino era approdato in America con una valigia carica di bestie esotiche prese da tutto il mondo, e buona parte di esse, erano scappate in giro per la città a causa di uno scambio di valige con un nomag... che imbecille, neanche lo aveva obliviato, ora per fortuna erano tutti rinchiusi in gabbia senza far danni, almeno loro, chissà cosa stavano combinando invece i suoi animaletti.
Graves era nel suo ufficio, nel suo solito abito elegante con il colletto bianco la bacchetta era posata accanto a lui, abbastanza a portata di mano, mentre davanti a lui vi erano scartoffie e foto delle bestie avvistate in giro per la città, di nuovo riprese a chiedersi quanto i nomag fossero rincoglioniti a non accorgersi di un diamine di erumpent in Calore, un occamy e addirittura un thunderbird. Scuotendo il capo prese un sorso dalla sua burrobirra e di fianco a lui una piuma cominciò a prender appunti sotto sua dettatura

"La creatura di cui mi sto occupando ha attaccato di nuovo questa notte, i suoi attacchi sono però diminuiti dopo le apparizioni delle creature magiche fuggite dalla valigia di Scamander, ciò mi porta inesorabilmente a dovermi interessare del caso della valigia sebbene io consideri questo un problema minore, confermo quindi la mia partecipazione al recupero delle suddette creature, in fede, Percival Graves" 

L'uomo puntò la bacchetta verso il foglio che si piegò a forma di topo e prese a correre  all'interno di una lunga tubatura. Subito dopo, Graves tornò a sedersi per fissare di nuovo le foto ed i fogli di fronte a lui, portò una mano tra i capelli tirandoli indietro ed emettendo uno sbuffo, sfinito, chiuse gli occhi.
Stava quasi per assopirsi, quando una voce femminile lo fece sobbalzare dalla sedia

"Direttore Graves?"

Di fronte a lui stava una ragazza dai capelli lunghi e colorati, un po' di ciuffi Magenta, altri ciuffi lilla ed altri ancora, in minor quantità, erano dorati. Aveva gli occhi di un bizzarro colore rossastro, indossava abiti pesanti con sopra una cappa di lana bianca con cappuccio, da sotto il mago riusciva a sbirciare il fondo di una gonna rosa a ruota con tanto di Pizzo e stivali bianchi con pompon, la cosa che lo fece rabbrividire fu che in mano aveva una valigia simile a quella di Scamander, sebbene più femminile, ma altrettanto movimentata al suo interno. Mentre Graves si chiedeva in quale pentolone fosse caduta da piccola, la giovane riprese a parlare

"Il mio nome è Agnes Cadence, sono un esperta e custode di creature magiche, sono stata mandata qui per aiutarla con il recupero delle bestie smarrite"

Graves si passò nuovamente una mano tra i capelli rasati ai lati, respirando profondamente, si alzò dalla sedia indicando la sua valigia con un cenno del capo

"e si deve portare dietro anche le sue bestiole? Pronte a scappare con le altre?"

Agnes sorrise facendo dondolare appena la sua valigia

"Dove potrei mettere quelle povere creature altrimenti? Non si preoccupi, i miei piccoli  preferiscono stare qui dentro"

Dal cappuccio della giovane strisciò fuori un piccolo occamy dalle piume verdi e viola, sembrava sorridere alla giovane e si strofinò col becco sulla sua guancia emettendo cinguettii e versetti vari

"Dovrei presumere che quello non sia uno dei suoi piccoli quindi..."

"Ah no lui è Ragnar, l'ho salvato da dei  contrabbandieri che avevano distrutto le uova dei suoi fratelli prima che si schiudessero, da allora non si stacca più"

Rise appena accarezzando il becco della bestiola vivacemente colorata. Graves dal suo canto, non rise affatto, si avvicinò alla ragazza innervosito, sistemandosi la giacca con entrambe le mani,  le strinse  poi il braccio con  una mano per invitarla ad uscire 

"Mi spiace che l'abbiano fatta scomodare, signorina, ma io lavoro da solo"

La giovane non si mosse, bensì lo osservava con un mezzo sorriso

"Mi hanno detto che  avrebbe reagito così, ma vorrei ricordarle che impiegherebbe il triplo del tempo se li cerca da solo, e mi hanno detto che aveva diverse T in cura delle creature magiche. Come può pretendere di recuperare addirittura  un thunderbird?!"

Percival rimase in silenzio a ponderare sulle parole della stramba ragazza dal fare troppo presuntuoso. Sentiva lo sguardo sia di lei che dell'occamy addosso, non aveva tutti i torti. Ad ammazzare quelle bestie avrebbe passato dei guai, non poteva nemmeno perdere tempo vista la situazione col suo primo caso e soprattutto con le sue visioni.

"D'accordo, ma appena avrai recuperato le bestie, tu ed il tuo compare clandestino ve ne andrete immediatamente…da dove viene lei?”

“Inghilterra”

“Tassorosso?”


La giovane storse il naso mentre la bocca le si arricciava, gli occhi si spalancavano e sembrava quasi che perfino i capelli le si fossero arruffati

“Ma che modi! Ero una fiera Serpeverde!”

Rispose di colpo

“beh, qualsiasi cosa lei fosse, le consiglio di portare il signor Scamander al ministero, per essere correttamente processato...nel frattempo, la voglio qui domani alle dieci in punto, con prove e foto delle bestiole scomparse, ora vada, ho davvero molto da fare”

La ragazza si allontanò sbuffando mentre il suo Occamy le si attorcigliava al collo come una collana verde smeraldo

“andiamo Ragnar, spero finisca presto tutto questo casino..”

Borbottò chiudendosi la porta alle spalle, mentre Graves si buttò di nuovo sulla poltrona, massaggiandosi le tempie e chiudendo gli occhi

“adesso mi affibbiano anche una ragazzina animalista…”

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Capitolo 2
*** Erumpent ***


Il mattino seguente, Graves era già sulla sua solita scrivania, con la sua solita burrobirra e la sua immancabile aria accigliata e scocciata, ormai compagna da diverso tempo, in più da poco aveva ricevuto la notizia che i maghi ed il nomag trattenuto erano scappati e probabilmente quel tipo era già alla ricerca delle sue bestiole. Le sue visioni erano sempre più insistenti e sapeva benissimo che il tempo stringeva, si massaggiò le tempie, ora non poteva più gironzolare per conto suo e le visite a quello strano ragazzino dovevano diminuire e doveva stare ancora più attento a parlargli. Prese dalla pila di scartoffie degli articoli riguardo alle creature scappate, doveva fermarle e subito, riportarle in quel buco da dove era venuto e spedirci insieme quei due animalisti svitati, che ci pensi poi il Ministero Inglese a punirli o premiarli come più li aggrada. Volse lo sguardo verso la porta, poi al suo orologio, quella ragazzina era addirittura in ritardo al suo primo giorno di lavoro. Proprio quando alzò lo sguardo, la porta si spalancò e la ragazzina entrò dentro, la faccia coperta per metà da giornali e scartoffie, correva a passetti a causa della valigia che teneva a fatica con una mano, indossava un abito simile a quello di  una ballerina: rosa pastello con il fondo della gonna e della cappa di lana bianca, in quel vestito di certo non mancavano fiocchetti e pompon . Con un gesto Graves fece levitare sia i giornali che la valigia

“a scuola non vi hanno insegnato la magia?”

Borbottò lui senza cambiare espressione, mentre la valigia si posava a terra e le scartoffie si ordinavano davanti a lui insieme alle altre. Agnes sorrise appena imbarazzata, mentre si avvicinò alla scrivania chiedendo perdono ad ogni passo che faceva, Graves la zittii con un gesto della mano, solo allora Graves notò che il suo Occamy era nascosto in una tasca davanti alla gonna, una tasca che sembrava un marsupio

“sta perdendo ulteriormente tempo balbettando scuse..”

“sì, mi scu…volevo dire, ho portato delle foto delle bestie, oggi andremo a prendere quella che potrebbe arrecare più danni! L’erumpent potrebbe creare esplosioni o addirittura uccidere dei civili se li trafigge”

“sa come attirarlo?”

“sì signore…credo sia..in calore”

“santo cielo..”

“l’ultimo avvistamento è stato al lago, vicino a..”

“allo zoo!”

Graves si alzò di scatto mentre la giacca si alzava da sola e si infilava automaticamente al suo proprietario, la sua bacchetta attendeva paziente a mezzaria, l’uomo la afferrò e si affiancò alla ragazza che impreparata si affrettò a prendere la valigia, ma questa si levitò da terra colpendola  sul naso

“Signor Graves! La prego, so come gestire le mie cose! Così mi sballotta le creature!”

“la prego si risparmi le lagne per dopo signorina Cretins”

“Cadence!!Guardi che la mia famiglia è una nobile famiglia inglese di stirpe purosangue!”

“mi dispiace per loro allora”

Non c’era più tempo per rispondere, Graves prese per un braccio la ragazza e i due si smaterializzarono dallo studio per materializzarsi all’interno dello zoo. La giovane si guardò intorno con la mano ancora sul naso dolorante e rosso

“bene, dovremmo vedere un grosso animale?”

“un grosso rinoceronte con il corno illuminato, stia attento, se la vede rischia di caricarla immediatamente..”

Dietro di loro, Scamander e compare nomag stavano lentamente facendo marcia indietro per poi smaterializzarsi improvvisamente senza che i due se ne fossero accorti, Graves troppo impegnato ad odiare Agnes, Agnes troppo impegnata ad aver paura di Graves.

“dovrebbe essere andato di là!”

“verso quella scia di distruzione? Davvero? Caspita, lei è proprio un esperta..”

Agnes non lo aveva ascoltato, era già corsa verso quel muro totalmente sfondato e si trovò esattamente nel posto giusto al momento giusto. Davanti a lei, un grande esemplare di erumpent femmina aveva scambiato un piccolo ippopotamo per un suo simile. Agnes si avvicinò piano, mentre Graves la raggiungeva di corsa, ma la ragazza gli fece cenno di fermarsi, mentre con il dito dell’altra mano gli fece segno di non fiatare, e sì, il naso era ancora rosso con una piccola mora sul dorso. La ragazza mise ai polsi una boccetta di un liquido incolore, ma all’improvviso la bestia volse il capo verso Agnes  che si avvicinava pian piano, canticchiando una melodia simile ad una ninna nanna

“sì, così..”

La giovane sembrava muoversi in maniera stramba, quasi come una danza un po’ goffa, ma l’animale sembrava interessato e piuttosto docile, lei appoggiò la valigia a terra mentre tese una mano verso la bestia.

“vieni piccola, vieni dentro, sarai al sicuro..”

 ad un tratto qualcosa cambiò, un movimento brusco di un ippopotamo troppo irritato, la bestia per difendersi sembrò essere andato addosso all’erumpent che ad una decina di metri dalla giovane, cominciò la sua carica. Fu un istante, Agnes si sentì afferrare il braccio fino a farsi quasi male, un attimo dopo, era tutto nero e bianco. Graves l’aveva afferrata di scatto smaterializzandosi dietro alla bestia in carica e coprendola col suo corpo, erano entrambi in ginocchio, la giovane poteva sentire perfettamente il cuore di Graves pompare all’impazzata sul suo petto, ed il suo core che faceva altrettanto sulle sue tempie, cercò di prendere fiato, rendendosi conto di essere ancora viva. Ma non c’era tempo da perdere, Agnes si divincolò dalla stretta del mago mentre Graves stava già puntando la bacchetta verso la bestia

“no!”

Agnes si gettò sul braccio dell’uomo deviando l’incantesimo che esplose a pochi metri dalla bestia

“non gli faccia del male!"

“stava per ammazzarti!”

“per favore!!si fidi di me!!”

La strega prese dalla tasca il suo occami, tenendolo in entrambe le mani lo spinse ad infilarsi nella tasca di Graves

“mamma torna subito…Lo protegga la prego..”

 si alzò di scatto correndo verso la bestia e smaterializzandosi si materializzò di nuovo di fronte all’animale  terrorizzato ed ancora in carica

“AGNES!!”

“Si fidi di me!!”

La giovane tese le mani e chiuse gli occhi, mentre cominciò a cantare una canzone ad alta voce, visto il fracasso che la bestia stava facendo nella sua carica, era immobile, tesa come una statua mentre la bestia si avvicinava inesorabilmente, il mago stava per puntare di nuovo la bacchetta verso l’erumpent, quando questo si bloccò a pochi metri da Agnes, la ragazza aprì gli occhi e riprese a respirare, mentre sfiorava il corno dell’animale, con una mano fece avvicinare la valigia e lentamente accompagnò l’esemplare all’interno della piccola valigia, ovviamente con un po’ di fatica. Quando si voltò con un gran sorriso ed un

“visto Signor Gra..”

Si ritrovò di fronte un Percival Graves su tutte le furie, dalla tasca dell'uomo, l'occamy balzò per entrare di nuovo nella tasca della sua padroncina, affacciandosi appena col musetto per osservare quello che sembrava più feroce dell'erumpent di prima

“Poteva ammazzarsi!”

“e lei poteva ammazzare una specie a rischio!”

L’uomo era piuttosto pallido in volto, con una mano le prese il braccio, stringendolo forte e guardandola negli occhi stava di nuovo per gridare, quando lei abbassò lo sguardo verso la valigia

“io non voglio che muoia! Io..stava solo scappando, aveva voglia di un po’ d’aria, la valigia è grande ma non è vera, non è una casa vera…stiamo scappando tutti in fondo…queste creature, cos’hanno fatto di male per essere trattate così? Hanno ragione, vogliono essere libere..”

Sussurrò voltandosi verso Graves che rimase con la bocca socchiusa, lo sguardo per la prima volta confuso

“se scappa un leone, accorrono tutti i babbani, se scappano degli animali magici protetti…dobbiamo nasconderli o peggio, ucciderli…ma in fondo, non siamo come loro?”

Graves chiuse la bocca e lasciò la presa sul braccio, inclinò il capo mentre con una mano si massaggiò la nuca

“perché abbiamo paura? Signor Graves?”

“Signorina Cadence, non credo sia il momento per certe riflessioni”

“mi scusi, qualche volta rifletto a voce alta...se sono nervosa”

“andiamo...signorina Cadence”

Graves le prese di nuovo il polso, stavolta delicatamente e con lo sguardo severo perso altrove, la mascella serrata e la testa piena di parole, quelle di quella ragazzina si erano unite al coro

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Capitolo 3
*** Scratches ***


Si materializzarono poi in un grande appartamento nel centro della città,con grandi finestre di vetro, su un lato del salone centrale vi era un divano in pelle nera con a terra un tappeto persiano blu notte e di fronte un grande camino che Graves si apprestò ad accendere con un colpo di bacchetta. Agnes si guardò attorno mentre anche il suo Occamy sbucò dalla sua tasca per osservare l’enorme stanza in cui poteva ingigantirsi, ma Agnes se ne accorse e rise appena

“no, qui non puoi ingrandirti..”

Graves osservò la giovane mentre si versava un bicchierino di whisky incendiario, si tolse il mantello e la giacca e si sedette sulla poltrona senza distogliere lo sguardo dalla ragazza

“la bestiola può anche uscire da lì”

“ehm..no,un attimo solo..”

La strega posò a terra la valigia e vi entrò dentro come se stesse scendendo per le scale di una cantina, si sentirono vari rumori di cianfrusaglie lanciate qua e là, tanto che Graves si sporse appena per vedere cosa diamine stava combinando quella ragazzina in quella valigia piena di bestie

“tutto bene?”

“sì!stavo solo..ah!”

Gellert scattò istintivamente, scese d’un colpo le scale e si trovò davanti ad Agnes che sorreggeva una piccola cesta di vimini

“pungono queste ceste!”

Graves si ritrovò stupito dalla sua stessa reazione, tanto che scosse il capo e si riavviò fuori dalla valigia senza dire nulla, lo sguardo corrucciato e una gran voglia di prendersi più di un bicchierino di whisky. Agnes intanto aveva sistemato la cesta a terra e l’Occamy vi entrò dentro crescendo in maniera quasi impercettibile, si raggomitolò stanco e prese a dormire mentre Agnes lo posava accanto al fuoco

“signor Graves, perché siamo qui? È casa sua?”

“sì, è casa mia”

Agnes annuì appena mentre giocherellava con le tasche del suo mantello bianco imbarazzata, visto che non aveva ancora risposto alla sua domanda, si morse il labbro nervosa osservando poi il fuoco che scoppiettava di fronte a loro, questo la fece rilassare un po’

“ti hanno dato un alloggio?”

“sì! ma..non avevano contato bene le spese per il viaggio e…beh ora il mio alloggio è quello”

Disse indicando la valigia

“ultimamente è molto freddo, ma per fortuna ho diverse copertone di lana e se la metto in un luogo sicuro dai babbani posso starci comodissi..”

“non se ne parla! Lei è un incosciente, come può dormire in una valigia per strada? Magari il giorno dopo si  sveglia che la stavano vendendo ad un mercato nero! Ma chi le ha dato questo lavoro? Mi sembra di doverle fare da tata piuttosto che da collega! Io..”

Si bloccò di colpo quando vide la giovane con il volto paonazzo ed una goccia di sangue che le scivolava dalle labbra martoriate, stava per mettersi a piangere, per la barba di Merlino, stava per avvicinarsi ma qualcosa scattò in quella streghetta dai capelli magenta.

“senta! Per quello che mi pagano a malapena ci pago l’affitto a casa mia!! Ho speso tutto uno stipendio per rimanere un paio di giorni qui per aspettare che lei avesse voglia di vedermi! Alla fine mi sono dovuta intrufolare senza permessi per incontrarla nonostante sappiate benissimo tutti di aver bisogno di me! Non ho bisogno della sua compassione e dei suoi rimproveri su come gestisco la mia vita! Io vado a salvare quelle povere bestie e lei se ne stia comodo ad ubriacarsi! Io di certo non le sarò più di impiccio!”

In un attimo la giovane si era cacciata l’Occamy nella tasca borbottando e lanciando in valigia il cesto di vimini si smaterializzò con le seguenti parole “Lei è un bifolco pomposo!!”  prima che Graves potesse afferrarla

“merda…”

Sussurrò il mago afferrando la giacca al volo per poi smaterializzarsi all’istante, nella stanza tornò il silenzio mentre il fuoco si spense con il colpo di vento causato da Graves
Agnes si ritrovò in uno dei vicoli della città uno dei pochi di cui si ricordava, strinse a sé la valigia e si lasciò cadere a sedere in lacrime mentre sentiva Ragnar che la chiamava da dentro la sua tasca

“shh…sto bene..solo..solo un attimo..”

Sussurrò tirando su col naso

“andrà tutto bene…abbiamo qualche graffio e  ferita ma tiriamo avanti, vero Ragnar? Siamo forti…noi..”

Stava per alzarsi quando una figura le sfrecciò avanti quasi colpendola, seguita da un altro tipo più goffo e grasso, Agnes si voltò di scatto, riconoscendo le figure dei due uomini che per un attimo si voltarono a guardarla. Quei due erano gli stessi che aveva visto dentro alle gabbie del MACUSA, gli stessi che erano scappati, il mago ed il babbano che insieme cercavano tutte le creature fuggite dalla valigia.

“eih voi!!siete..siete in arresto!!”

La strega tirò su col naso cacciando via le lacrime mentre i due ripresero a correre, tirò fuori la bacchetta ma l’amico babbano di Scamander aveva in mano la valigia, e senza che lui se ne accorgesse, questa per un attimo si aprì. Il babbano si voltò di scatto chiudendola nervosamente mentre correva, Scamander non si accorse di nulla e prima che potesse dirgli qualcosa, il mago afferrò l’uomo ed entrambi si smaterializzarono. Agnes notò diverse monete a terra, si chinò per raccoglierne una, portandola vicino al naso per annusarla

“hanno preso lo snaso..”

Sussurrò sospirando appena e mettendo in tasca tutte le monete che trovava a terra

“almeno con queste mi posso pagare qualche giorno in un ostello. Col cavolo che ci torniamo da Graves! Io credevo fosse gentile…”

Borbottò, quando uno sbuffo di aria calda la colpì alle spalle spostandola di un paio di centimetri. Non era aria normale, insieme al vento aveva riecheggiato uno strano rumore, come un ringhio, un ringhio a lei, purtroppo molto familiare. Agnes si voltò di scatto con gli occhi sbarrati, mentre di fronte a lei, alla fine del vicolo, apparve un enorme bestia, simile ad un giaguaro incrociato con un cactus, il collo della bestia prese a gonfiarsi come un palloncino, poi emise un possente ruggito ed un gas verde si disperse per tutto il vicolo, Agnes riuscì a smaterializzarsi giusto in tempo per mettersi in salvo sul tetto adiacente, mentre per fortuna la città era troppo chiassosa per accorgersi di un ruggito in più. La bestia cominciò ad arrampicarsi sul muro come una lucertola, raggiungendo la strega sul tetto, Agnes era in ginocchio e tossiva, un po’ di quella sostanza le era entrata nel naso

“Ragnar…stai…bene?”

Agnes tirò fuori la bestiolina che sembrava invece star bene e la ripose in valigia con cura, la bestia le balzò sopra ruggendo, Agnes era totalmente impreparata, solamente i maghi più potenti erano riusciti a sconfiggere questa creatura e probabilmente Scamander aveva più informazioni di lei su quella bestia. La vista cominciava ad appannarsi, il veleno in quelle dosi non era letale, ma lei doveva scappare in qualche modo, si voltò di scatto tentando di rialzarsi, ma il Nundu le diede una zampata alla schiena ferendola con i suoi artigli. La strega gridò dal dolore mentre sentiva il peso della bestia su di lei, ed ora? Chi si sarebbe preso cura delle sue creature? Come l’avrebbe presa Ragnar? E Graves? Avrebbe di certo confermato la sua ipotesi che fosse davvero una buona a nulla. La sua bacchetta era lontana, ma le bastò tendere la mano per riaverla in pugno, la puntò vicino al muso della bestia che intanto stava spalancando le fauci, con l’altra mano lanciò un pezzo di mattone che aveva trovato a terra e gridò

“Expulso!”

Quando l’oggetto esplose, la bestia indietreggiò ringhiando e dandole un po’ di respiro, ma di nuovo sembrò tornare alla carica, quando qualcosa la fece cadere indietro pesantemente, un incantesimo non verbale talmente potente da schiantare un Nundu. Agnes pensò di sognare e di essere già morta, quando sentì qualcosa afferrarla, qualcosa di bianco e nero…poi perse conoscenza
Graves intanto era di fronte alla bestia, bacchetta alla mano e Agnes in braccio, osservava l’animale serio mentre di nuovo lo colpiva con un altro incantesimo. La bestia indietreggiò e sputò di nuovo il suo veleno, ma il mago si fece scudo senza troppe difficoltà

“ora morirai..”

Bisbigliò in preda all’ira, ma la bestia indietreggiò schivando il colpo di Graves e scappò via di corsa verso central park. Graves rimase fermo per un attimo ad imprecare mentalmente, poi si rese conto che qualcosa gli bagnava la mano, qualcosa di caldo

“Agnes.”

Si guardò la mano, era completamente rossa, non disse nulla, ma dal suo volto si poteva scorgere panico puro. La posò a terra costringendola a sedersi, le fece appoggiare il mento sulla sua spalla per poterla sostenere mentre vide tre grossi squarci sulla schiena minuta della giovane, per un attimo sentì il cuore balzargli in gola, ma si costrinse a restare calmo. Era così minuta ora che era vicino a lui, come quel giorno allo zoo.

“Agnes stai con me! Resta sveglia!”

Agnes sentì per un attimo la voce di Graves, con una mano si aggrappò alla sua giacca respirando a fatica, sentiva il suo odore, un profumo di colonia che le cacciava via l’odoraccio del veleno della bestia e l'odore ferroso del sangue, un profumo che stava diventando pian piano familiare per lei

“Io…non…mi..scusi..”

“va tutto bene, va tutto bene non devi parlare ok?”

Sentiva la mano dell’uomo che le carezzava la schiena ed un calore che andava man mano ad alleviare il forte dolore delle sue ferite, la giovane era stremata e si lasciò andare tra le braccia del suo improbabile salvatore. Era lei l’esperta di animali e per poco non si faceva ammazzare da una delle sue amate creature, chissà cosa aveva provato in quella bestia tanta paura. Non riusciva nemmeno a stringere la presa sulla giacca di lui, chiuse gli occhi, aveva sonno, tanto sonno

“Agnes resta con me! Agnes!!”


****
“Agnes sei proprio una scema! Sei talmente incapace che solo gli animali vogliono esserti amici!”

Una ragazzina le diede un colpetto sulla nuca, aveva le punte dei capelli bruciati ed il viso ancora con dei residui di fuliggine

“ Per poco non ci fai ammazzare tutti a pozioni oggi quando sei inciampata in quel calderone!”

Una ragazzina di dodici anni e con i capelli magenta era seduta in un angolo della sala grande, con una tazza di succo di zucca in mano e l’espressione triste, attorno a lei vi erano diversi compagni di casata che sembravano guardarla con aria altezzosa

“che ce l’hai ancora quella puffola che hai fregato a lezione? Te lo ha regalato per pietà il professore?”

“lasciatemi in pace!”

Gridò lei alzandosi, lasciò il bicchiere sul tavolo e corse fuori dalla sala grande, dirigendosi verso il giardino, dove si sedette su una roccia innervosita, con la sua puffola pigmea rosa che le sbucava dalla tasca, apparentemente preoccupata per la nuova padroncina, Agnes la prese in braccio accarezzandole il muso

“sta tranquilla, loro non capiscono nulla. Lo so che sono imbranata e faccio sempre pasticci. Ma un giorno riuscirò a proteggere tanta gente e tanti animali in pericolo..”

Poi sentì un rumore, dei passi dietro di lei familiari, ed un odore di colonia forte, qualcuno si sedette vicino a lei, aveva i capelli brizzolati ai lati ed erano più folti e neri sul capo, guardava altrove con i suoi occhi scuri, ma il suo braccio le circondò le spalle e si ritrovò appoggiata al suo fianco. L’uomo accavallò la gamba massaggiandole la spalla, senza dire nulla

“andrà tutto bene, ragazzina…”

Le sussurrò all’improvviso guardandola negli occhi, Agnes osservò quell’uomo tanto familiare, ma lentamente la vista tornò ad oscurarsi

“aspetti signore!aspetti!”

****


“Aspetti!!!”

Agnes si svegliò di colpo dal suo sogno, la mano tesa in direzione del muro, il respiro affannato e la schiena ancora dolorante. Si ritrovò ad indossare un pigiama nero, largo, troppo largo per essere il suo

“oh cielo..”

Sussurrò mentre si toccava addosso, mise le mani dentro alla maglia sentendo delle fasce che le legavano il petto e la schiena

“per l’amor di merlino…”

Arrossì tremendamente quando realizzò di esserwe in casa di Graves, di essere stata curata e cambiata dallo stesso. Cercò di respirare a fondo, non era un incubo, aveva affrontato un Nundo, o meglio, lei stava soccombendo alla bestia ma Graves lo aveva perfino messo a terra senza una minima conoscenza in magizoologia. Ed ora quella bestia era in libertà. Stava per scendere di corsa dal letto quando una tazza fumante prese a volargli di fronte

“io non scenderei ancora..”

La giovane alzò lo sguardo, Graves era di fronte a lei, la camicia bianca ancora sporca di sangue

“signor Graves….”

La ragazza prese la  tazza posandola sul comodino di fianco, Graves si avvicinò alla ragazza, Agnes non sapeva che quello fosse il suo sangue, così impallidì

“signor Graves! Oh cielo! Oh cielo è ferito!”

Prese a tastargli il braccio ed il petto ma non sembrava sangue fresco

“non è mio..”

Sussurrò lui senza battere ciglio

“sei scappata come un incosciente”

“io..”

“hai cercato di fare di testa tua ed hai di nuovo fatto un pasticcio..”

Agnes non riuscì a mantenere il contatto con gli occhi dell’uomo e guardò in basso tirando su col naso, sentiva le lacrime di nuovo salire su

“Ragnar sta bene?..”

“sta bene, anche la valigia..”

“mi dispiace, signor Graves..mi dispiace…ma io non sono un incapace, io faccio del mio meglio”

“potevi morire”

“io..”

Agnes alzò di nuovo il capo, Graves si sedette all’improvviso sul letto e la strinse forte, con una mano le teneva la nuca, il suo respiro era regolare, sembrava quasi un gesto meccanico, sentiva nei polmoni il suo profumo di colonia, chiuse gli occhi e lo strinse forte a sua volta

“potevi morire…”

rimasero così per un minuto buono, poi la giovane magizoologa scattò indietro

“la bestia! Dobbiamo fermarla!”

Scese dal letto all’improvviso ma un capogiro la costrinse a sedersi. Graves era ancora lì, immobile a guardare il vuoto chiedendosi il perché del suo gesto, batté  le palpebre notando lo scatto della strega che però ebbe vita lunga visto il capogiro che la costrinse di nuovo a stendersi. Graves si alzò di scatto portando una mano tra i capelli

“vado a fare una doccia, domani lo andiamo a cercare”

“ma"

“Domani lo andiamo a cercare”

Disse con un tono di voce più alto

“io non ti vengo a prendere ancora..”

“sì…signore..”

Graves rimase fermo ancora un attimo ad osservarla, sospirò piano e si allontanò

“non è un bifolco pomposo”

“…e tu non sei del tutto incapace..”

Agnes sorrise
Graves ricambiò il sorriso per la prima volta

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Capitolo 4
*** I can't ***


“MAGPIES!!!”

Agnes balzò a sedere sul  letto con un braccio in aria ed il pugno chiuso in segno di vittoria, i capelli scompigliati e lo sguardo ancora perso nel mondo sei sogni. Cinque secondi dopo si rese conto di non essere allo stadio, bensì nella camera del suo neo collega auror. Si guardò attorno massaggiandosi la testa spaesata, doveva essersi addormentata dopo quella tazza di cioccolata calda fumante, neanche aveva più parlato con Graves del Nundu a piede libero per la città.

“Porca Morgana!!”

Scese dal letto di corsa inciampando nel suo stesso pigiama, la schiena non faceva più male e sembrava essersi ripresa del tutto, si guardò attorno rendendosi conto che le stanze erano vuote ed era l’unica ad essere in casa

“Signor Graves?..”

Si stava voltando quando qualcosa le colpì la nuca delicatamente, quando la strega si voltò vide una farfalla di carta che cercava di attirare la sua attenzione, lei tese le mani aprendo i palmi e questa vi si posò all’interno dispiegandosi lentamente e con grazia. All’interno c’era scritto qualcosa con una grafia elegante e ben leggibile

“non uscire da questa casa senza di me, sono a sbrigare un affare importante, il giornale di oggi è sul tavolo della cucina se sei in pena per quella bestia,troverai il giornale babbano ed il New York Ghost , la nostra gazzetta del profeta, diciamo. Io tornerò il prima possibile
-Percival Graves”


Agnes sbuffò accartocciando il foglio di carta, ma non poteva scappare di nuovo, non dopo aver fatto correre quell’enorme rischio a Graves, anche se per poco non era lui ad ammazzare il Nundu, la cosa le puzzava e non poco, si sapeva che il Nundu fosse in grado di affrontare un intero esercito di maghi esperti, invece lui da solo era riuscito a metterlo in fuga, magari Scamander lo aveva sedato o era un esemplare nato in cattività, sì, sicuramente era così. Raggiunse la cucina ed aprì le credenze sebbene si rese conto che non c’era quasi nulla, riuscì a recuperare un paio di biscotti dalla sua valigia e del latte dal frigo, mentre la sua tazza si scaldava, Agnes prese a leggere il giornale, era il New York Times babbano e non sembrava riportare nessuna strage da parte di una bestia misteriosa, nemmeno sull'altro giornale c'erano notizie su qualche bestia magica, solamente vecchi articoli su un certo Grindelwald in fuga e sui misteriosi omicidi noti già prima della fuga delle bestie. La notizia le sollevò leggermente il morale dandole spazio ad altri pensieri. Terminò la sua tazza ed andò in bagno, si tolse il pigiama e le fasciature, sulla schiena erano rimasti tre piccoli segni dove un tempo vi erano squarci, sospirò piegando con cura il pigiama che ora aveva preso il profumo di lei mescolato a quella colonia inconfondibile. Si avvicinò alla valigia entrandovi, i vestiti del giorno prima erano scomparsi,  così dovette prendere dall’armadio un abito nuovo. Indossò un abito caldo dai colori pastello, la gonna a ruota e degli orsetti ricamati sul fondo, mise delle calze bianche e  delle ciabatte morbide,fece un sospiro di sollievo, ma poi sobbalzò di nuovo.

“Ragnar??”

La giovane si guardò attorno nervosamente, non sapeva se Graves sapesse della capacità dell’Occamy di ingigantirsi e temeva avesse fatto un qualche danno, ma poi sentì un rumorino simile ad un pigolio e la cesta di vimini era di nuovo in piedi accanto al lettino di Agnes, la ragazza vi sbirciò e vide l’Occamy sonnecchiare avvolto da una sciarpa grigia, inutile dire che  l’immancabile odore di colonia aveva preso posto anche lì. Quando la bestia aprì un occhietto, si svegliò di colpo con fare allegro

“hey piccolo!”

Agnes si affacciò alla culla mentre la bestiolina si strofinava al suo viso come un gattino facendo versetti simili a fusa acute

“scusa se ti ho messo nei guai piccolo…per fortuna c’era il signor Graves, vero?"

Si avvicinò poi ad uno scaffale, prendendo da un barattolo un paio di insetti dandoli quindi in pasto a Ragnar

“andiamo?vediamo come stanno i nostri amici..”

Disse mentre l’occamy balzò nella tasca del vestito della giovane, non c’era un abito nel suo armadio senza una tasca per il suo piccolo amico . Entrambi varcarono una piccola porticina alla fine della stanza, davanti a lei si stagliò una grande foresta  dai colori variopinti, la ragazza sorrise prendendo un bel respiro ,si avvicinò quindi ad un albero mentre alcune bestioline dall’aria pacifica le si avvicinavano e le si arrampicavano sulla testa, erano piccoli asticelli

“calmi, calmi! Adesso vi do da mangiare..”

Disse lei mentre con la bacchetta faceva volare un paio di piccole noci di cocco contenenti insetti di vario genere, questi andarono a fluttuare vicino ai rami e gli asticelli vi salirono di nuovo pronti a banchettare

“buon appetito..”

Quindi si voltò per raggiungere  un'altra creatura che intanto si stava avvicinando, un grosso esemplare di ippogrifo

“Buongiorno Dust! saluto!”

Disse lei senza il minimo timore, si avvicinò alla bestia senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi arancioni. L’animale si avvicinò lentamente mentre la strega fece un profondo inchino, subito dopo l’ippogrifo ricambiò l’inchino e finalmente si avvicinò del tutto per farsi accarezzare. La giovane prese a grattargli il muso piumato allegramente

“bravissimo il mio cucciolone! ti sono mancata eh? Anche tu piccolo..”

Dietro di lei prese a fluttuare un secchio pieno di carne, la giovane lo prese per il manico e con la bacchetta fece fluttuare un pezzo di carne

“pronto??”

L’ippogrifo cominciò a trottare sul posto emettendo stridii e versi simili a quelli delle acquile, continuando a puntare alla carne che venne lanciata in aria, prontamente l’ippogrifo si spinse verso la carne con un colpo di ali che scompigliò i capelli di Agnes e per poco non faceva volar via L’Occamy e gli asticelli dietro di loro. La bestia si avvicinò nuovamente alla strega con il boccone nel becco, ma poi si bloccò spostando altrove lo sguardo, arruffando le penne, nervoso. Dalla sua tasca anche Ragnar si affacciò guardando alle sue spalle emettendo versetti allegri

“che c’è bello?Ragnar?”

Agnes si voltò, davanti a lei c’era Graves, evidentemente era tornato a casa prima del previsto. Aveva il volto stanco, lo sguardo fisso sulla ragazza e le mani nelle tasche del suo immancabile completo nero

“buongiorno..signor Graves..”

L’ippogrifo diede una spintarella ad Agnes con il becco per attirare di nuovo la sua attenzione, la strega rise appena nel vedere che la bestia non lo stava più percependo come una minaccia.

“va bene, va bene!”

 Lanciò un alto pezzo all’animale, stava per voltarsi quando notò che Graves le si era affiancato con aria apparentemente di indifferenza

“signorina Cadence…”

La salutò lui continuando a fissare l’ippogrifo che come un cagnolino andava a chiedere la carne alla strega, il mago nel vedere la scena inarcò un sopracciglio con fare incuriosito

“li ha addestrati bene”

“Dust era stato catturato da piccolo da dei contrabbandieri che volevano venderlo come bestia da traino, l’ho pagato tutto il mio stipendio ma ne è davvero valsa la pena, ho cresciuto la maggior parte di queste creature”

Graves la osservò mentre un lieve sorriso si dipinse sulle sue labbra. Con un gesto della mano fece levitare tutti i pezzi di carne di fronte all’ippogrifo che prese a divorarli con fare allegro, Agnes si voltò stupita verso l’uomo che intanto aveva preso a camminare

“ehm...vuole accompagnarmi a fare il giro degli habitat??”

Chiese mentre di corsa tentò di affiancarsi all’uomo che sembrava essersi invitato già da solo. L’uomo la osservò senza dire nulla, si limitò ad annuire e fare spallucce come per dire che non aveva nulla di meglio da fare, sebbene la sua aria stanca si faceva notare  quando non era intento a fissarla

“tutto bene signor Graves?”

“certamente”

Rispose secco lui mentre i due raggiungevano un habitat diverso dal primo, era un grande deserto che Graves sembrò riconoscere subito

“siamo in Arizona?”

“più o meno..”

Agnes posò a terra il secchio e portò la bacchetta al collo per amplificare la sua voce, emettendo quindi un suono acuto, simile al richiamo di un gabbiano che costrinse Graves a tapparsi le orecchie.Rimasero in attesa per un paio di minuti, poi qualcosa rispose al suo richiamo. Un enorme Thunderbird  dorato planò sopra di loro spingendo l’aria con le sue tre paia di ali, atterrando infine con grazia. Agnes si voltò altrove mentre tese la mano, Graves la osservò per la prima volta meravigliato, quella ragazzina tanto minuta  ed impacciata aveva domato quella bestia enorme. Li osservava mentre il thunderbird si coccolava alla mano di lei che subito gli abbracciò il muso ridendo allegra

“eccoti qui piccola…”

Guardò poi Graves

“lei è Dakota, anche lei nata in cattività per scopi commerciali purtroppo..”

Sospirò appena

“i capi non mi danno i soldi per poter fare acquisti, loro vogliono solo che li denunci e poi il ministero sequestra tutto, animali compresi, li rilasciano per forza nel loro habitat senza sapere che loro non hanno idea di come sopravvivere, io cerco di aiutarli per come posso…venga!”

Disse poi tendendogli la mano, l’uomo sobbalzò appena, ma poi tese la mano verso di lei, la ragazza gli prese piano il polso, in quell’ambiente sembrava meno impacciata del solito, appoggiò la mano dell’auror sul capo dell’animale, lui lo accarezzò senza però distogliere lo sguardo da lei, che invece osservava con fare amorevole il thunderbird

“hanno dato il suo nome ad una delle casate della vostra scuola, vero?”

“già”

Solo dopo diversi minuti Agnes si rese conto di avere la mano appoggiata sul dorso di quella di Graves, così subito la ritirò arrossendo visibilmente e borbottando diverse frasi senza senso

“ehm. Ok beh…bello eh? Davvero un bell’esemplare! Si chiama Dakota, ma questo l’ho già detto eh? Come? Dakota vuoi fargli vedere come sai volare? Oh ok! Puoi fare dieci passi indietro per piacere??”

Graves obbedì guardandola, se qualcuno lo avesse osservato accuratamente, avrebbe potuto dire che in quel momento, Percival Graves sembrò divertito
Agnes osservò l’animale che si era abbassato invitandola a salire

“tu si che mi capisci..”

Bisbigliò alla bestia prima di Gridare un “Torno subito!!” ad un ora stupito Graves, e stavolta si vedeva chiaramente osservarla ad occhi spalancati mentre montava in groppa al thunderbird ed insieme spiccavano il volo, per Dakota era un piacere portarla in groppa dato che la stessa gli aveva insegnato a volare, intanto la padroncina aveva affondato il viso tra le piume dell’animale gridando dall’imbarazzo come un adolescente col cuscino dopo il primo bacio

“Santo Merlino ma a cosa pensavo eh?? Cosa diamine pensavo di fare?? Oh cielo ora che faccio?? Ok, farò finta di nulla! Ovviamente, sì, farò finta di nulla!”

Disse a voce alta stringendo i pugni con fare convinto, poi mentre si avvicinavano di nuovo a Graves, Agnes mise in atto il suo piano da disinvolta. Spalancò le braccia ridendo, mentre l’aria le accarezzava il volto e le scompigliava i lunghi capelli magenta , a terra intanto Graves la osservava pensieroso, era tornato serio ed ogni tanto si mordeva il labbro inferiore

“è questa la libertà?”

Sussurrò lui impercettibilmente, metre la bestia lasciava scendere Agnes che dopo un buffetto tornò da lui con una piuma dorata tra le mani, la porse a lui

“coraggio, andiamo a lavoro adesso, capo!”

Era ancora rossa in viso, mimò un saluto militare e cominciò a camminare spedita verso l’uscita della valigia senza aspettare Graves che fu costretto ad accelerare il passo. Entrambi uscirono dalla valigia mentre Abigale si scrollò di dosso un po’ di sabbia che le era finita tra le pieghe del vestito

“ha scoperto qualcosa riguardo la bestia?”

“no, l’ho lasciata qui per questo, io avevo altre faccende da sbrigare”


Disse mentre portava una mano tra i capelli ed osservava attentamente la piuma che gli era appena stata donata, mettendola quindi all’interno della giacca con un sospiro sommesso

“lo sa, sarebbe bello poter mostrare a tutti quanto siano meravigliose queste creature..da amare e non da temere, vorrei far volare Dakota nel cielo senza timore, e magari volare insieme a lei”

Disse mentre si affacciava alla finestra. Graves le si avvicinò lentamente, osservandola con attenzione

“un po’ come noi…che dobbiamo nasconderci dai babbani per paura di cosa? Chi ha davvero paura di chi?”

Sussurrò mentre attirò a sé un bicchiere di Whisky incendiario, stava per portarlo alle labbra, quando la mano di Agnes gli abbassò il bicchiere mentre una tazza di cioccolata calda si avvicinò al viso dell’uomo. Lei sorrise dolcemente mentre posava via il bicchiere e lui prendeva la tazza fumante

“lei ha paura?”

Chiese poi mentre la mano dell’uomo le sfiorava piano il viso, i suoi occhi la scrutavano con attenzione ed Agnes percepì un profondo dolore in quello sguardo  serio più che mai  ed anche l’espressione di lei cambiava lentamente

“non posso fermarmi a questo punto ragazzina…”

Le sussurrò piano avvicinando le labbra al suo orecchio, mentre con la mano libera la avvicinava a sé per poterla stringere ancora un po’, quella creatura era così ingenua, così innocente, e se solo si fosse esposta i babbani l’avrebbero forse uccisa, come quelle magnifiche creature che lei nascondeva  e proteggeva dai maghi stessi

“ora non più…”

“ma…signor Graves…sta…bene?”

Sussurrò lei mentre gli massaggiava piano la schiena, dopo un po’ di secondi, l’uomo si allontanò da lei prendendo un rapido sorso alla cioccolata calda e la posò di nuovo sul tavolo

“lascia stare. Andiamo, abbiamo un leopardo gigante da ficcare nella tua borsetta di pizzo..”

Disse mentre le prese nervosamente il polso smaterializzandosi senza che Agnes potesse dire nulla a riguardo

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Capitolo 5
*** Casi persi ***


I due si ritrovarono nuovamente fuori al freddo, Agnes rabbrividì al brusco cambio di temperatura mentre Graves sembrava impassibile. La giovane si divincolò dalla presa dell’uomo nascondendo le mani nelle tasche per non farle congelare. Sentiva il suo Occamy arrotolarsi attorno alle sue mani per il freddo e questo le diede conforto

“Signor Graves Santo Merlino!!”

“che c’è?”

“che c’è?! C’è che prima mi abbracci, stiamo al caldo e va tutto bene e subito dopo siamo qui al freddo a cercare bestie come se nulla forse”


Graves si voltò di scatto guardandola seccato, al punto che Abigale si chiese se per caso fosse bipolare, dato che in meno di tre giorni le aveva dato più di una ragione per pensarlo

“senti…non eri in pena per quella bestiola che per poco non ti ammazza?”

“sì! ma- io voglio sapere cosa ti passa per la testa..”


Disse lei avvicinandosi all’uomo con la faccia corrucciata, si fermò solo quando la punta delle scarpe di lei toccò le scarpe di lui

“che succede là dentro?”

chiese teneramente inclinando il capo, ma Graves si voltò di scatto portandole una mano alla bocca come per zittirla

“senti?”

Dalle fronde diun albero qualcosa si stava muovendo emettendo dei ringhi, sotto all’albero c’erano diverse carcasse di scoiattoli. Agnes sentì nil cuore salirle in gola, vide una carcassa di scoiattolo cadere a terra nel sangue insieme alle altre e qualcosa prese a ringhiare verso di loro

“Signor..Signor Graves..”

Sussurrò lei, ma lui non sembrava darle retta, sguainò la bacchetta e prese ad avanzare, Agnes fu costretta ad afferrargli la giacca tirandolo forte, tanto forte che quasi cadde indietro addosso a lei

“Percival!”

Graves si voltò di scatto guardandola in modo estremamente stupito nel sentirsi chiamare in quel modo

“Io..non ce la faccio...è una creatura troppo potente,io non ho idea di come quel tipo abbia fatto”

L’espressione di Graves si ammorbidì e si voltò completamente verso di lei, non avevano tempo da perdere, quella bestia era stata probabilmente stordita dai colpi  di Graves ma non per molto, a breve avrebbe finito di leccarsi le ferite. Agnes lo sapeva perfettamente

“Agnes..”

“Io non voglio che qualcuno si faccia male perché io non so fare il mio lavoro”

“Agnes…hai un Thunderbird nella valigia..”


“non ho uno di quelli..tra gli ammazzamaghi è il peggiore..io non voglio che accada qualcosa a questa gente, a te, oh cielo..”

Graves le strinse le spalle con entrambe le mani scuotendola appena e guardandola dritta negli occhi di lei che era ormai sul punto di scoppiare in lacrime

“ce la farai, respira,io sono qui dietro”

“appunto..”

“io me la caverò, e te la caverai anche tu, ok?”

“ok signor Graves…”

“Percival”

“come?”

“ti sei già data il permesso di chiamarmi così, tanto vale che continui..”

“sì..”

“vai ora, io sono qui”


Agnes respirò a fondo stringendo la bacchetta,annuì mentre si voltò e  con la valigia si avvicinò all’albero e la posò a terra. Chiuse gli occhi e puntò la bacchetta verso l’albero. Era notte fonda e quella zona per fortuna era poco frequentata e l’illuminazione era scarsa

“revelio..”

Sopra al primo ramo, il più inclinato di tutti, vi era appollaiato il Nundu, che la osservava dignrignando i denti. Agnes sorrise appena mentre puntò prima la bacchetta verso di lui, poi verso se stessa, il cuore le batteva all’impazzata e la testa girava

“Lo so che hai paura….anche io ne ho tanta sai? Prima mi hai davvero fatto male e hai messo in pericolo molta gente…io voglio solo riportarti a casa”

La bestia scese dall’albero ringhiando e gonfiando la gola, di nuovo, tanto che Graves le si materializzò dietro con la bacchetta puntata

“no!Aspetta!”

Disse lei tendendo il braccio come per fermare il mago

“ascolta..io ti voglio riportare a casa, ti ricordi dove sei nato? Io ti posso portare là, dentro alla valigia mi prenderò cura di te e poi potrai tornare nella foresta”

La bestia sgonfiò la gola, avvicinandosi alla ragazza con le orecchie abbassate

“ah sì? Non fa niente, eri spaventato..va tutto bene adesso, io sono guarita ed il signor Graves chiede scusa per gli schiantesimi..”

Agnes allungò la mano verso la testa della bestia che si fece accarezzare di fronte a Graves che lentamente abbassava la bacchetta

“andiamo, ti porto dentro, ma ti prego, non mangiare gli altri, ok?”

Entrambi scesero le scale e pochi minuti dopo Agnes ne riemerse con un sorriso a trentadue denti

“accidenti..ma come ci sono riuscita??”

Gridò saltellando ed afferrando le braccia di Graves che rimase impassibile

“beh, hai usato la bacchetta”

Graves sorrise appena, respirava affannato ed Agnes pensò fosse la forte tensione del momento.

Realtà: Graves aveva già usato la bacchetta in quel frangente, alle spalle di Agnes, il mago aveva incantato il Nundu facendo da tramite tra lei e la bestia, ma Graves non disse nulla, non poteva. Quell’incantesimo richiedeva almeno un esercito di esperti, ma non poteva dirlo a lei.
I due tornarono all’appartamento e subito Agnes si gettò sul divano rannicchiandosi accanto al camino che Graves accese prontamente, la giovane fece uscire l’Occamy dalla tasca tenendolo tra le mani. Graves si sedette accanto alla ragazza con la bacchetta ancora tra le dita ed un aria stanca


“tutto bene ragazzina?”

“sì..”

“perché quel coso non lo molli mai?”


“se dovessi mollarlo qui crescerebbe fino a riempire tutta questa stanza”

“capisco”

“gli Occamy sono giustospaziosi, si adattano ad ogni cosa…anche io vorrei essere il giusto talentuosa… vorrei essere sempre pronta a tutto”


Sussurrò lei mentre si alzò per riporre l’occamy nella valigia risalendo pochi istanti dopo tornando a sedere sul divano, nel frattempo Graves la fissava senza dire nulla, aveva gli occhi stanchi ed era più pallido del solito

“hei…stai…stai bene?”

Chiese guardandolo preoccupata, si avvicinò a lui tentando di capire come mai fosse così silenzioso e strano. Più strano del solito.

“Percy…”

“sto bene..ho solo bisogno di stendermi..”

Sussurrò mentre si allungava sul divano senza badare al fatto che costrinse Agnes ad alzarsi in piedi, chiuse gli occhi e non si mosse più

“eih…vuoi una cioccolata? Un tè?”

Non rispose. Agnes si inginocchiò in preda al panico e gli strinse il polso con due dita, batteva ancora in modo regolare e lento

“Che ti succede signor Graves?”

Sussurrò lei preoccupata più che mai, gli scostò un ciuffo di capelli dalla fronte, sistemandolo indietro, aveva i capelli morbidi 

“non posso fermarmi..”

Sussurrò lui nel sonno,con aria sofferente mentre scuoteva il capo. Agnes sospirò mentre gli passava una mano tra i capelli scuri e con un fazzoletto raccattato dalla tasca gli asciugò la fronte sospirando

“arrivo subito..”

Si alzò in piedi e scese nella valigia, tornò su con un Demiguise in spalla, si riavvicinò a Graves e la bestia scese di fianco a lui, sedendosi al suo capezzale con lo sguardo triste fisso sulla sua figura

“mi raccomando, abbine cura, è una persona importante per me”

in un attimo si smaterializzò, passarono almeno cinque minuti e Agnes riapparve con diversi sacchetti che le fluttuavano attorno, queste andarono a poggiarsi sul tavolo della cucina mentre Agnes tornò ad inginocchiarsi accanto a Graves, osservò il Demiguise sorridendo, gli stava asciugando il sudore dalla fronte con un fazzoletto mentre lo osservava con i suoi occhioni tristi

“prendi una mela e torna dentro se ti va. Grazie..”

L’animale diventò invisibile e corse in cucina, subito dopo tre mele presero a fluttuare fin dentro la valigia. Graves non sembrava avere intenzione di svegliarsi, così Agnes si alzò e raggiunse la cucina. Sistemò gli acquisti. Quando Graves aprì di nuovo gli occhi, Agnes era di nuovo al suo fianco, era appoggiata al bracciolo del divano a braccia conserte ed il viso nascosto in parte dai capelli, si era addormentata. Dalla cucina proveniva un ottimo odore di stufato e carne appena tirata fuori dal forno, Graves si alzò piano senza far rumore e notò la tavola imbandita di cibo come ad un pranzo di Natale. Sorrise appena mentre prese un sorso di succo di zucca che gli era stato versato su un bicchiere, tornò quindi ad avvicinarsi ad Agnes e le accarezzò i capelli, osservandola dormire

“ragazzina, sveglia..”

Le sussurrò poi scostandole i capelli dal viso. Gli occhi della strega si aprirono piano, sbattendo e sfarfallando per colpa della luce che le andava negli occhi, sbadigliò e si voltò piano verso l’uomo sorridendo assonnata ma comunque era visibile il suo entusiasmo nel vederlo sveglio

“ciao”

“ciao ragazzina”

Agnes sorrise in modo un po’ svampito e assonnato, poi scattò in piedi come se avesse appena ricevuto la scossa

“oh merlino! Hai mangiato qualcosa??”


Chiese guardando dietro di sì, Graves si avvicinò di nuovo a lei e Agnes lo prese per mano tirandolo verso il tavolo della cucina

“devi mangiare qualcosa!Sembri un thestral!”

L’uomo le sorrise appena mentre la tirava piano a sé, scosse il capo sospirando, tornando improvvisamente serio, le prese il viso tra le mani accarezzandolo piano mentre la giovane strega lo osservava confusa

“ti ricordi quando sei entrata nel mio ufficio?”

“sì…certo, ma”

“volevo cacciarti subito, lanciandoti dietro la mia burrobirra”

“oh…ok..”

“sei rumorosa, fai sempre danni, tifi per una squadra pessima, non pensi mai prima di agire..”


“…eih!”

Agnes fece una smorfia ma lui posò le labbra su quelle di lei per un istante, tornando quindi ad accarezzarle il viso mentre il sorriso stanco si illuminava pian piano

“ma metti sempre il cuore in tutto quello che fai…anche con me che sono un caso perso.."

Di nuovo prese a baciarla, Agnes non riusciva quasi a reggersi in piedi tanto le tremavano le gambe ed il cuore le batteva all’impazzata come se volesse quasi esplodere. Lui le carezzava i capelli mentre prese a baciarle anche la fronte prima di allontanarsi appena da lei, entrambi presero a fissarsi e anche Agnes gli prese il viso fra le mani

“io volevo lanciarti la mia valigia invece…sei cocciuto e vuoi sempre fare tutto da solo e Merlino sa cosa ti frulla ogni volta in quella testa..”

Graves guardò altrove

“ma col cavolo che ti lascio da solo…anche se sei molto più forte di me, io, voglio fare qualcosa per quegli occhi sempre tristi e pensierosi..”

“stai già facendo troppo, ragazzina..”


Sussurrò lui baciandole la fronte e poi le labbra di nuovo, Agnes  vide di nuovo quell’espressione triste, così gli scompigliò i capelli e si mise di scatto a sedere sulla sedia del tavolo invitando il mago a fare lo stesso picchiettando la sedia accanto con la mano

“su, pranziamo, abbiamo altre bestie da recuperare!”

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Capitolo 6
*** Release me ***


“dove stiamo andando stavolta?”

Graves camminava al fianco di Agnes  mentre le teneva sopra alla testa un ombrello, essendo in pieno territorio babbano non poteva mostrare la bacchetta. Agnes aveva entrambe le mani occupate da una grossa piantina della città, aveva al fianco una penna che con discrezione le fluttuava sul foglio per segnare i vari luoghi in cui avevano recuperato le creature di Scamander, ne mancavano ancora alcune ma molti indizi l’avevano portata alla conclusione che Scamander aveva recuperato altrettante creature

“credo che lo snaso sia ancora in libertà, credo che il signor Scamander abbia recuperato un  Augurey dalle tracce che abbiamo visto l’altro giorno e credo che lo snaso…”

Entrambi si fermarono di fronte ad una vetrina ormai spenta data la tarda ora, ma in fondo qualcosa si muoveva

“credo che lo Snaso sia ancora qui..”

Percival Graves avanzò lentamente posando entrambe le mani sulla vetrina per scrutare meglio all’interno, lo stesso fece Agnes ed entrambi presero a scrutare in mezzo alle vetrine oscurate ed i gioielli che riflettevano a malapena la luce dei lampioni fuori

“eccoti piccoletto”

Sussurrò lei mentre un cassetto si apriva ed un esserino simile ad una talpa vi entrava dentro, la ragazza si avvicinò con la bacchetta alla porta

“alohomora”

Sussurrò ed entrambi i maghi entrarono, graves puntò di nuovo la bacchetta sulla maniglia e senza dire nulla questa si chiuse di nuovo con uno scatto meccanico. La bestiolina si bloccò all’improvviso nel vedere i due maghi, aveva addosso diverse collane e se ne stava ficcando dentro altrettante, come se la sua tasca sulla pancia fosse senza fondo. Agnes sorrise appena mentre prese da uno scaffale una collanina d’argento con un  cuore di zaffiro

“eih piccoletto, la vuoi questa?”

Lo snaso sembrava completamente diffidente, tanto che balzò dallo scaffale cercando di scappare, ma Graves gli si parò davanti e la bestiolina andò a sbattere il muso contro la sua gamba rimbalzando indietro

“attento! Hanno il naso delicato!”

Agnes si inginocchiò accanto alla bestiolina afferrandola piano con entrambe le mani, questa la osservava spaventato, arruffando le piccole penne che aveva in testa

“stai tranquillo, ok?ti riportiamo dal tuo padroncino poi, siamo amici”

Disse mentre l’Occamy spuntava dalla tasca della ragazza emettendo versetti, nel vederlo lo snaso sembrò calmarsi. Ci volle un buon quarto d’ora per tirar fuori tutti i gioielli dalla tasca della bestiolina e mentre Percival era intento a sistemare il negozio per non dare nell’occhio, Agnes si premurava di trovare un posto tranquillo per lo snaso nella sua valigia. Una volta riemersa, entrambi si smaterializzarono via, Agnes aveva già indicato un nuovo indirizzo ed entrambi si trovarono davanti ad un vecchio casolare, entrambi guardarono in alto, Agnes vide qualcosa e sorrise appena

“ce ne sono un paio qui..”

Si avvicinarono alla porta, ma videro che era già aperta, storsero il naso ed entrarono cauti, notarono dei movimenti al piano di sopra e lentamente salirono le scale cercando di non farle scricchiolare, il che era impossibile, ma un improvviso baccano permise loro di salire in fretta il resto delle scale per ritrovarsi di fronte un Occamy impazzito e tre persone che cercavano di non farsi colpire ,Graves estrasse la bacchetta, ma Agnes lo prese per la manica

“aspetta!”

L’occamy sembrò divincolarsi ancora un po’ poi si innalzò cadendo in picchiata mentre il suo corpo diventava sempre più piccolo, fino a permettergli di tuffarsi all’interno di una piccola teiera che prontamente la strega che la teneva chiuse con uno scatto, gli altri due si avvicinarono

“devo arrestarli”

“ma stanno facendo la cosa giusta, ci stanno riducendo il lavoro e sembrano brave persone..”

“io devo fermarli, mi stanno mettendo i bastoni tra le ruote”


Ma quando Graves si voltò, i tre erano spariti.

“maledizone!!”

Ringhiò alzandosi di scatto e calciando una sedia che si trovò di fronte in mezzo a quel chaos, allungò un braccio e senza l’utilizzo di una bacchetta un mobile si fracassò

“Percy!”

Agnes accorse immediatamente ma lui si voltò di scatto e qualcosa la colpì facendola cadere a terra, Percival Graves rimase immobile, con la mano che tremava e gli occhi fissi su di lei, sbarrati. Le labbra dischiuse e parole che si spegnevano nella sua gola. Agnes si alzò lentamente tenendosi la guancia che sanguinava a causa di un taglio abbastanza profondo. Entrambi rimasero in silenzio, lui tese una mano verso di lei, ma lei si scostò guardandola terrorizzata. Le aveva appena tagliato la faccia con un diffindo senza nemmeno la bacchetta in mano?

“Agnes, sei ferita…vieni qui ti prego”

Le lacrime presero a scendere dal viso pallido di lei, mescolandosi al sangue che la sua manina tratteneva a fatica dal gocciolare fino a terra. Indietreggiò mentre Ragnar si era nascosto spaventato
Graves si avvicinò, stavolta piano, come con una creatura ferita e spaventata, il suo sguardo aveva perso tutto il suo odio e traspariva un forte dolore nel vederla in quello stato, per mano sua. Tese una mano verso di lei

“non scappare via,sei ferita…io non volevo, non ti farei mai una cosa del genere…non di proposito…piccola vieni qui”

Lei rimase immobile

“tesoro stai sanguinando, devo curarti, sono io, sono Percy”

“perché odi quella gente a tal punto?”


Lo osservava ancora immobile, le labbra ed il corpo esile che tremavano a causa dello spavento preso, ancora non sembrava volersi avvicinare

“cosa sta succedendo là dentro?”

Chiese mentre finalmente si avvicinava a lui

“cosa sta succedendo in quella testa che non vuoi dire?”

Sussurrò poi, allungando la mano che non era insanguinata per accarezzargli il viso, ancora incerta, mentre lui chiuse gli occhi e la tirò a sé stringendola forte

“vorrei potertelo dire piccola…non sai quanto”

Sussurrò accarezzandole i capelli, la allontanò piano per poterle vedere il viso e con una carezza le scostò la mano che copriva la ferita e subito questa si rimarginò

“Dio quanto vorrei poterlo fare,ma…non posso..”

La guardava fissa negli occhi, tenendole il viso con entrambe le mani

“quanto vorrei innamorarmi come gli altri, ma i miei occhi sono macchiati dalla guerra…e  dal correre via, ogni volta,e potresti avere paura di me, come ne avevi prima o forse anche di più. Puoi scappare via ora, torna a casa a Londra e dimenticati di me ragazzina…”

Stavolta fu lui ad allontanarsi da lei, si voltò di scatto verso la finestra mentre Agnes rimase lì a fissarlo, si stringe nelle spalle e si morse il labbro

“ho fatto inginocchiare i giganti, ho combattuto da solo interi eserciti ed ho vinto, ma poi ho scoperto..”

Prese un respiro profondo voltandosi

“che la mia vittoria più grande è stata quando t’ho fatta sorridere mentre piangevi..”

Si voltò per andarsene, ma Agnes si aggrappò a lui da dietro, stringendolo forte

“Tu non vai da nessuna parte Percival Graves…”

Sussurrò lei nascondendo il viso nella sua giacca

“Tu resti qui con me ed io mi prenderò cura di quegli occhi…”

Rimasero lì, in silenzio per almeno cinque minuti. Lui sorrise mentre le accarezzava le mani che lo stringevano tanto forte e lei riprese a piangere in silenzio. Poi arrivò loro la notizia.

Avevano catturato i tre maghi.

 

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Capitolo 7
*** l i a r s ***


Un pezzo di carta era volato nel taschino di Graves e lui lo apri’ con un sospiro leggendone il contenuto, Agnes si avvicino’ per leggere anche lei, entrambi si guardarono con un espressione confusa in volto, nessuno dei due sapeva come reagire alla notizia

“devo andare…”

Disse alla fine Graves

“vieni, ti porto a casa”

Senza poter dar la possibilita’ alla magizoologa di replicare, i due erano gia’ nell’appartamento dell’Auror.  La giovane pero’ riusci’ ad afferrarlo in tempo per la giacca prima che si dematerializzasse, làuomo si volto' senza dire nulla, guardandola negli occhi con un espressione preoccupata

“aspetta!per favore Percy…ti prego resta un attimo con me”

Graves guardo’ la ragazza di nuovo sul punto di piangere, abbasso’ la bacchetta, la rinfodero’ e si avvicino’ a lei stringendole e massaggiandole le braccia con i pollici senza smettere di fissarla, lei scosse il capo stringendosi nelle spalle massaggiandosi i gomiti come se avesse freddo, guardando altrove quando le mani di lui si posarono su quelle di lei. Graves noto' che spesso la ragazza non riusciva atenere per troppo tempo il contatto visivo di lui o forse di chiunque altro

“ascoltami…Newt e’ un bravo ragazzo, ha tanti animali da proteggere in quella valigia ed io gli devo restituire i suoi, non possono perderlo, non possono, quegli animali morirebbero o peggio verrebbero rinchiusi da qualche parte, nascosti…loro non sono pericolosi, noi dobbiamo proteggerli, il mondo magico deve, sono un tesoro che solo noi abbiamo, non voglio che abbiano paura di noi, sono stanchi di avere paura….come lo siamo noi, come lo sono io”

Il mago sorrise appena posando la fronte su quella della ragazza, poi le bacio’ piano le labbra stringendola a se’, sfiorandole i lunghi capelli magenta fino alle punte per poi tornare a massaggiarle la nuca gentilmente, poi le prese il viso tra le mani per guardarla di nuovo negli occhi

“presto non dovrai piu’ avere paura, piccola,ora aspettami qui, io torno presto”

“ti prego, fa la cosa giusta…”


Lui annui’ appena con fare nervoso, indeciso, confuso prima di baciarle la fronte e sparire. Agnes si trovo’  di nuovo sola a casa, con la sua valigia colma di animali, sospiro’ sentendo ancora il profumo di Graves sulla sia giacca, respiro’ un po’ della sua colonia e scese nella sua valigia. La ragazza  rimase un paio d’ore in quella valigia per cercare di tranquillizzare i suoi nuovi amici, promettendo loro che presto sarebbero tornati nella loro valigia. Diede loro da mangiare e raggiunse il suo thunderbird per nutrire anche lui, ma quando arrivo’ senti’ un tuono esplodere nel cielo, mentre la bestia gridava lei contro con la sua livrea che si tingeva di blu

“pericolo…”
 
Sussurro’ correndo subito fuori dalla sua valigia, la ragazza, dimentica dell’ordine di Graves, decise di smaterializzarsi  per riapparire poi al ministero della magia, sentiva che qualcosa non andava, cosi’ corse a piu’ non posso verso quello che era l’ufficio di Graves, ma una voce attiro’ la sua attenzione, sentiva la voce di Newt gridare qualcosa, cosi’ cambio’ direzione trovandosi facca a faccia con l’intero consiglio dei MACUSA pronto a giudicare il trio guidato da Scamander. In alto stavano proiettando la foto di un uomo, deceduto con dei segni scuri su tutto il corpo

“Agnes..”

Graves si alzo’ di scatto ma la presidentessa lo fermo’ con un gesto osservando la ragazza con la valigia stretta tra le mani

“sei la magizoologa chiamata a recuperare le bestie?”

“si’ signora..le devo restituire al loro proprietario, signora, non possono stare con lei mie, non abbiamo abbastanza spazio ed il mio collega…”

“il suo collega, e’ responsabile della morte di questo nomag”

“ma presidentessa, nessuna delle creature che abbiamo recuperato puo’ fare una cosa simile…ma…”


“Agnes torna a casa”

Tuono’ la voce di Graves, ma la ragazza non ascolto’, si avvicino’ all’immagine del cadavere e poi guardo’ Newt

“avete detto che prima della fuga delle creature qualcosa gia’ stava seminando il terrore tra i babbani…questa e’ opera di un obscurus presidentessa”

“basta, non voglio sentire altro…signorina Cadence, lei non ce la racconta giusta, abbiamo contattato il ministero e nessuno aveva dato il permesso ad una magizoologa di venire qui, nemmeno del signor Scamander…per chi lavorate,di grazia?”

“presidentessa le assicuro che sia io che il mio collega abbiamo i permessi necessari per trattare gli animali in questa citta’, ma non e’ il momento per perdere tempo in scartoffie e stupide regole!, quell’obscurus e’ ancora in giro!dobbiamo aiutarlo!”


“signor Graves, requisisca le valige dei nostri amici”

Con un gesto della mano, Graves sottrasse la valigia di scamander, tendendo poi la mano verso quella di Agnes che pero’ la strinse al petto. L’uomo abbasso’ la mano incerto, mordendosi il labbro e guardandola negli occhi, ma lei distolse di nuovo lo sguardo, come spaurita, imbarazzata,incapace di guardare qualcuno negli occhi.

“cosa volete fare alle nostre creature??no, presidentessa la prego, sono animali buoni! Ci sono dei cuccioli qua dentro, cuccioli!”

Gridava intanto Newt affiancandosi ad Agnes, sembrava davvero disperato per quelle bestiole, cosi’ come lo era la ragazza di fianco a lui e questo spezzo’ il cuore di Graves che dovette volgere altrove lo sguardo umettandosi  il labbro inferiore con fare nervoso, solo dopo un po’, senti’ il suo nome pronunciato dalla sua vocina tremante, la voce della strana ragazza che aveva fatto breccia nella sua testa come un fulmine a ciel sereno…eppure solitamente era lui a farlo nella testa degli altri, allora perche’ si sentiva cosi’ ? messo all’angolo da una ragazzina. Lui torno’ a guardarla, lei Si volto’ verso Graves con gli occhi bagnati dalle lacrime

“ti prego….ti prego fa la cosa giusta…”

“non posso…”


Sussurro’ lui con voce spezzata e con un gesto strattonò via la valigia dalle braccia di Agnes facendola cadere a terra in ginocchio

“porti via anche l’occamy che ha in tasca”

“no,no vi prego! Non abbiamo fatto nulla, vi assicuro che siamo qui per aiutare,vi prego,sono i miei piccoli…”


Graves si alzo’ dalla scalinata per raggiungere quella ragazza che si era fatta piccina mentre stringeva l’ultima creatura che le era rimasta, tremava come una foglia mentre neanche riusciva a guardare l’auror negli occhi, era  terrorizzata

Percy…”

L’uomo si chino’ al suo fianco avvicinando le labbra al suo orecchio mentre con gentilezza prendeva il suo occamy che sembro’ scivolare senza problemi nel suo taschino per poi tornare a fissare la ragazza con i suoi occhioni gialli, non sembrava allarmato

“nel mio ufficio, tra cinque minuti…”

Sussurro’ alzandosi di nuovo per poter tornare a parlare con i suoi colleghi, mentre Agnes veniva scortata fuori dalla stanza ed un altro impiegato le spiego’ che sarebbe stata premura del direttore Graves smaltire gli animali sequestrati. La ragazza si stava dirigendo verso il corridoio quando ando’ ad urtare una giovane donna dai capelli dorati e l’aspetto curato

“oh, mi scusi”

La donna si volto’ guardandola con i suoi occhioni azzurri, un sorriso le spunto’ all’improvviso

“oh cielo, tesoro va tutto bene?chi ti ha rubato la valigia?”

Agnes impiego’ una manciata di secondi prima di capire che la donna era una legilimens, un abile legilimens. Si avvicino’ a lei
 
“oh!ma sei anche la…”

“shhh!”


Sussurro’ prendendola per le braccia come per non farle finire la frase, scosse il capo nervosa e la donna annui’ comprensiva

“oh piccina…ti sei cacciata in un bel guaio…l’amore ci fa sempre combattere, vero? Ti capisco benissimo…oh!io sono Queenie”

“Agnes…il mio…cognome lo puoi immaginare”

“si’ certo cara, ma ora vai, ci pensero’ io ai tuoi amici, sono anche i miei.sai?”


“grazie, Queenie…”

“figurati..e si’ prenderemo un te’ insieme un giorno, anche tu mi sei simpatica, sei una ragazza cosi’ dolce, premurosa…spero di vederti in un momento piu’ allegro”


Agnes annui’ guardando altrove imbarazzata

“oh beh…buona fortuna allora”

“anche a te, cara”


La ragazza dai capelli magenta riprese a camminare nervosamente lungo il corridoio, si sentiva cosi’ piccola, cosi’ indifesa senza la sua valigia, senza il suo occamy…senza Graves al suo fianco che la rassicurava con la sola presenza. Si affaccio’ all’ufficio, entrando con fare circospetto, stringendosi nelle spalle non potendo stringere altro che se stessa. Si fece coraggio, prese un respiro profondo e fece gli ultimi passi verso la scrivania dove aveva conosciuto Graves per la prima volta. Lui era li’ seduto con le mani intrecciate e la fronte posata sulle nocche con fare stanco

“perdonami”

Sussurro’

“non sono mai stato bravo con la verita’…l’ho sempre camuffata dietro qualche buona parola, dietro un buon proposito, ma non credo di averne mai avuti,no, almeno fino a quando tu…ti sei intrufolata nei miei pensieri. ”

Si alzo’ dalla sedia camminando verso Agnes, prese dalla tasca l’occami e lo sistemo’ su quella della ragazza accarezzandolo con fare gentile mentre Agnes fissava la sua bestiolina mordendosi il labbro, non diceva ancora nulla, non ne aveva il coraggio. Lui sospiro’ piano avvicinando anche la valigia

“ascolta….io…”

Fece una pausa sentendo una strana sensazione all’interno della sua giacca, tiro’ fuori un piccolo snaso che cercava di infilarsi nella tasca il suo orologio da taschino, Graves lo prese piano per la zampetta tenendolo a testa in giu’

“sto cercando di fare un discorso serio, giovanotto..”

A quel punto, Agnes si volto’ guardando i due non riusci’ a trattenere una lieve risata, a quel punto Graves rimise nella giacca lo snaso ormai intento a cercare il modo di staccare quel dannato orologio, e prese il viso di Agnes con una mano, sollevandole piano il mento

“ascoltami, voglio che tu ti fidi di me, non ti farei mai, mai del male…ricorda queste parole,non ti faro' mai del male, nemmeno se mi dovessi trovare davanti alla tua bacchetta...forse saresti l'unica ion grado di....”

Agnes si avvicino’ ancora di piu’ a lui, tanto che Graves smise di parlare per la sorpresa nel vedere quella figura minuta imbronciata che fissava la sua giacca.Con una mano alzo' la stoffa gonfia per via del piccolo ladro , mentre mostro’ una monetina allo snaso, la ragazza apri’ la valigia e vi getto’ la moneta, lo snaso salto’ nella valigia con uno squittio e Agnes chiuse la serratura. Si volto’ di nuovo verso Graves con un sorriso incerto

“che ne sara’ di Newt e dei suoi amici?”

“lui sara’ tenuto dentro finche’non risolveremo la questione dell’obscurus, nel frattempo ti prenderai cura di entrambe le valigie”

“Non vuoi sapere per chi lavoro?non rinchudete anche me?”

“no, se non vuoi dirmelo…e no, non potrei mai farti una cosa del genere, ho gia’ parlato con la direttrice, sei sotto la mia custodia”


Agnes annui’appena mordendosi il labbro inferiore, gli occhi erano pieni di lacrime ma lei sembrava non volerne versare nemmeno una, come una bambina piena di orgoglio

“vieni qui…va tutto bene”

Sussurro’ lui stringendola al petto, la ragazza rimase ferma per un po’ poi si aggrappo’ a lui con tutte le forze, piangendo col viso nascosto nella giacca di lui. Graves le accarezzava i capelli rannicchiandosi insieme a lei sul pavimento, la lascio’ sistemarsi tra le sue gambe mentre lentamente la cullava

“ne hai passate tante in cosi’ poco tempo…andiamo a casa, che ne dici? Le indagini le rimanderemo a domani…e’ il vantaggio di essere il capo qui..”

La strega si limito’ ad annuire tirando su col naso mentre tentava di cacciar via le lacrime con le maniche della maglia di lana rosa. I due si smaterializzarono  da quella stanza, mentre dall’altra parte dell’edificio, Newt Scamander era appena scappato dalla stanza delle esecuzioni

 

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Capitolo 8
*** t r u t h ***


Entrambi si materializzarono nell’appartamento di Graves, sembrava tutto in ordine come lo avevano lasciato e per il momento fuori in citta’ sembrava essere tornata un po’ di tranquillita’, tutte le bestiole erano nella valigia della magizoologa finalmente al sicuro, il resto era nella valigia di Newt che aveva deciso di portare con se’per prendersene cura prima di ridarla al legittimo proprietario. Graves sembrava pensieroso ma si sforzo’ a sorridere ad Agnes che ricambio’ un sorriso imbarazzato

“non volevo farti paura di nuovo”

“io dovevo fidarmi di te”


Disse lei facendo spallucce mentre poso’ a terra le due valige aprendole entrambe, guardo’ Graves con fare titubante, ma poi gli tese la mano che lui prontamente sfioro’ con la punta delle dita andando poi a stringerla delicatamente, la ragazza lo attiro’ a se’ stringendosi a lui che prontamente le accarezzo’ i capelli sulla nuca

“andra’ tutto bene, risolveremo anche questo caso e poi ce ne andremo in vacanza, che ne dici?”

“e’ un ottima idea..”


Agnes sorrise portando dietro all’orecchio una ciocca di capelli, poi fece cenno a Graves di aspettare. La strega scese dentro alla sua valigia e vi rimase per un paio di minuti, raggiunse le stanze dove vi erano sistemati gli “animaletti” di Newt. Per attirare lo snaso dovette creare una scia di monete e perline fino alla valigia del collega, per il Nundu la cosa fu piu’ semplice del previsto, la bestia sembrava aver preso in simpatia Agnes che lo accompagno’ alla valigia dopo essergli salita in groppa, dietro di loro c’era anche l’erumpent. Una volta sistemati per bene nella valigia di Scamander, la ragazza la richiuse con cautela e richiuse anche la sua e si scrollo’ un po’ di polvere e peli dalla gonna con un colpo di bacchetta. Poi si volto’ verso graves con un sospiro di sollievo, lui la guardava come se stesse osservando un tramonto, si avvicino’ di nuovo aiutandola a sistemarsi, mosse la mano sulla sua guancia cancellando i segni di fuliggine dal viso e con un altro tocco sparirono le foglie dai capelli,probabilmente aveva anche qualche drago in quella valigia che non aveva avuto modo di vedere.

“bene salvatrice…vogliamo andare?”

“dici che staranno bene ora?”


Graves annui’ appena stringendola a se’ lasciando che lei si appoggiasse a lui, prendendo finalmente un respiro di sollievo

“devi riposare, sei stanca morta, devi fare qualcosa che ti piace”

“a me piace aiutare quelle creature”



“ma non puoi correr loro dietro tutto il giorno, quindi adesso io ti porto in un posto che ti piacera’, che pero’ non ti fara’ correre a destra e a manca, ok?”

Disse con fare gentile mentre le massaggiava la nuca, le sfioro’ gli occhi con la mano libera come per invitarla a chiuderli, la ragazza senti’ il leggero trambusto che si sente quando ci si smaterializza, poi di nuovo senti’ una leggera brezza scompigliarle i capelli,risate di bambini e versi di animali. Quando apri’ gli occhi, si meraviglio’ di essere appena stata postata allo zoo

“che ne dici?”

Agnes si volto’ titubante verso Graves

“Percy e’ un idea carina ma…cosa diranno al MACUSA?”

“nulla dato che sono io il capo…dai, vieni”


I due presero a camminare lungo il sentiero vicino ai recinti degli animali. Agnes si guardava intorno meravigliata mentre si avvicinava a curiosare davanti ad ogni gabbia o vetrata, sembrava che anche gli animali babbani avessero un interesse nei suoi confronti.

“oh guarda Percy!”

La ragazza corse verso il recinto delle giraffe dove una piego’ il collo verso di lei e la giovane strinse il muso dell’animale al petto facendosi quasi sollevare. Graves si avvicino’ a lei per un attimo preoccupato, ma poi sorrise nel vederla cosi’ a suo agio con l’ennesima bestiola

“e’davvero bello vedere che anche i babbani si prendono cura delle loro creature…”

“molti babb…nomag…uccidono queste creature senza pensarci due volte”

“cosi’come molti maghi uccidono le creature del nostro mondo”

 
Disse calma lei

“non esiste bianco o nero, Percy, ci sono persone buone e persone cattive ovunque,possiamo solo sperare che in questo groviglio il grigio sia sempre un po’ piu’ chiaro…”

Disse tirando fuori una carota dalla borsa e dandola alla giraffa. Quando si affianco’ a Percy lui la prese per mano

“sai sempre come usare le parole giuste…e non e’ facile convincermi di qualcosa”

“questo lo so bene”

Disse lei ridacchiando

“Percival Graves l’uomo tutto d’un pezzo”

Continuo’ gonfiando il petto come per imitarlo, imitando anche il suo sguardo tagliente e l’espressione solenne, tanto da far scappare una risata al vero Percival Graves

“siamo tutti un po’ grigi, abbiamo tutti una parte oscura, ma sta a noi decidere quale parte far prevale…oh! Zucchero filato!”

Sotto lo sguardo divertito di Graves,Agnes corse ad un banchetto di zucchero filato, affacciandosi al bancone come una bambina in preda ad una fame chimica da zuccheri. Venne subito accontentata dall’auror che le porse un enorme nuvola di zucchero filato. Mentre camminavano, con discrezione, Graves faceva cambiare forma e colore allo zucchero filato di Agnes, la ragazza rideva divertita, una risata che squillava dolcemente nelle orecchie del mago che sembrava stufo di dover continuare a rispondere al nome di Graves. Qualcosa dentro di lui sembrava scalciare, voleva dire la verita’? Mai in vita sua aveva detto qualcosa di sincero, forse solamente ad un vecchio amico…Ma poi era arrivata lei.Ricordava di aver avuto visioni di lei, una piccola creatura sola a scuola, piu’ brava con gli animali che con le persone, ma triste, spaventata, ma senza un briciolo d’odio per chi le faceva del male.

sai…quando vedo te, vedo solo bianco, un immacolato bianco….come un piccolo cerbiatto nella neve”

“anche io ho i miei difetti, sai?”


Lui scosse il capo mentre osservava lei dar noccioline ad ogni animaletto che le si avvicinava allegro

“e sono bellissimi…”
 
Sussurro’ lui a bassa voce stringendola per la vita mentre con una mano fece apparire una collana con un ciondolo a forma di stella, era dorata e brillava come un diamante, senza dire nulla, mentre lei era girata, la collana fluttuo’ attorno al suo collo agganciandosi con grazia per poi posarsi sul suo petto.Agnes si volto’ lentamente con un espressione sorpresa sul viso

“tu vuoi davvero salvare tutti…tu sei la cosa piu’ bella che abbia mai visto…”

Si avvicino’ sfiorandole il viso con una mano

“vorrei vedere il mondo come lo vedi tu…eppure ancora non riesco a scappare dal mio,perche’ ho paura che se dovessi abbassare la guardia, qualcuno mi portera’ via la mia stella”

Le accarezzo’ piano il viso, posando la fronte sulla sua, la mano le carezzava il volto mentre Agnes continuava a sorridergli ingenuamente, come una bambina che non aveva del tutto appreso quel monologo, ma che era felice di quelle carezze, chiuse gli occhi, stringendo a se’ il mago

“io non vado da nessuna parte, Percy”

“e’ buffo….riesci sempre a vedere il buono in tutto e tutti”

Agnes fece spallucce senza smettere di stringere Graves, poi con spensieratezza lo riprese per mano e senza dire nulla continuo’ a camminare fino a che non si blocco’ all’improvviso. Senza dire nulla si separo’ dall’auror correndo verso una panchina

“accio cucciolo!”

Cerco’ di dire a voce ferma senza gridare, in un attimo riusci’ a salvare un cagnolino abbandonato che stava per essere travolto da un branco di studenti irrequieti. La ragazza afferro’ la bestiolina prima di essere vista, stringendola e controllando se addosso aveva un collare. Quel cucciolo somigliava molto ad un lupo, probabilmente era una razza babbana molto rara, sembrava un piccolo lupo bianco e gli occhi erano di due colori diversi, uno marrone ed uno color ghiaccio. Graves osservandolo inarco’ un sopracciglio sfiorando il muso della bestiolina

“credo l’abbiano abbandonato”

“tipico dei nomag”

“oh beh, c’e’ sempre spazio per un nuovo amico, vero?”

“lo metterai tra i tuoi animali? Ma non credi sia pericoloso?”


“gli animali non sono come noi Graves…per loro non esiste strano o normale, solo…diverso e diverso va bene…oh, sei un maschietto! Ti chiamero’ Beagan”

Graves scosse il capo portando una mano sulla nuca massaggiandola; quella ragazza non poteva essere vera, cosa diamine ci faceva li’ quella creaturina? Cosi’ indifesa in mezzo a quel mondo marcio, marcio come lui, quel mondo che voleva mettere a ferro e fiamme ma…come lo avrebbe guardato poi lei? Una volta conquistata la vittoria, cosa ne sarebbe stato di quella stella, in mezzo al sangue, alla guerra, alla morte…con che coraggio l’avrebbe piu’ toccata? Per un momento, solo per un momento, anche Gellert Grindelwald  spero’ di essere salvato. Sobbalzo’ quando vide la streghetta pronta con un piccolo guinzaglio per il cucciolo, era veramente preparata per ogni tipo di animale. La osservo’ mentre dalla borsa prendeva dei croccantini e li offriva in terra al cucciolo affamato mentre sorrideva radiosa come non mai, Graves si inginocchio’ accanto a lei mentre con una mano accarezzo’ la testa del cagnolino che scodinzolava felice, sorrise anche lui quando Agnes ricambio’ il suo sguardo e con una disarmante semplicita’ inclino’ il capo e disse dischiudendo le labbra rosse

“ti amo Percy..”

In quell’istante, Percyval Graves impallidi’ o meglio, Gellert Grindelwald fu colto dal panico piu’ totale. Rimase a guardare sbigottito la ragazza per diversi secondi, un minuto, due, tanto che lei gli passo’ una mano davanti agli occhi per capire se fosse ancora li’ o qualcuno gli aveva lanciato un incantesimo pietrificante, solo pochi istanti dopo le gote della ragazza si tinsero di rosso dopo essersi resa conto di aver parlato di nuovo senza filtrare le parole, era sempre cosi’ quello che sentiva nel cuore lo diceva ad alta voce, quasi cadde indietro tanto fu l’imbarazzo, ma Graves la sostenne in tempo con una mano mentre lei si copriva il viso

“Oh Merlino…io…io non volevo dirlo! Cioe’ volevo ma non….oh Morgana”

“Agnes…”


Due dita si aprirono appena per permettere alla ragazza di sbirciare in direzione del mago che prese un respiro profondo e le carezzo’ i capelli dolcemente, si morse il labbro inferiore guardando poi a terra pensieroso

“devo farti vedere una cosa”

Sussurro’ aiutandola ad alzarsi,prese delicatamente Beagan consegnandolo alla neo padroncina e la prese per mano entrando in un bagno chimico.

“Percy santo cielo, dobbiamo smaterializzarci proprio…”

Non termino’ la frase che di nuovo erano nell’appartamento dell’auror che intanto sembrava seriamente preoccupato e girava per le finestra alzando ed abbassando le mani senza dire la minima parola, la ragazza noto’ una barriera avvolgere la finestra, stava davvero castando degli incantesimi di protezione?

“Percy… mi preoccupi, che succede? ho…ho detto una cosa brutta?”

Chiese lei mortificata, forse si stava sbagliando, forse lo aveva detto troppo presto o forse aveva frainteso totalmente tutto, le gote erano sempre piu’ rosse e gia’ la strega stava lottando contro le fitte allo stomaco e al petto che le chiedevano di scoppiare a piangere, ma riusci’ a resistere finche’Graves non torno’ da lei prendendola per le spalle con entrambe le mani come per tranquillizzarla

“eih, non hai detto nulla di male…ma io non posso continuare a mentirti…”

“mentirmi?”


“ok, allora, prima di tutto…siediti, ok?”

Disse gentilmente baciandole la fronte ed accompagnandola verso la sedia della cucina le fece volare accanto una tazza ed una teiera che sembrava già calda, lui la fece accomodare e si sedette di fronte a lei incrociando le dita ed appoggiando i gomiti sul tavolo portò le nocche alle labbra sospirando mentre Agnes inclinò il capo più confusa che mai

“Percy..”

“aspetta un attimo,e’ quasi ora”

“ora di cosa?”


“e’ ora che tu sappia”

In pochi minuti, davanti a lei Percival Graves comincio’ a mutare, i suoi capelli si fecero chiari, quasi bianchi come il latte, la pelle ancora piu’ pallida, gli occhi avevano un Eterocromia magnetica, un occhio era di ghiaccio e l’altro era color cioccolato. L’uomo sospiro’ nuovamente posando infine le mani sul tavolo mentre osservava una Agnes dagli occhi sgranati, esterrefatta, incredula. Davanti a lei non c'era piu' Percival Graves, ma Gellert Grindelwald in carne ed ossa. L'uomo la osservava con fare preoccupato, i suoi lineamenti erano spi

“Piccola, io..

Non fini’ la frase che dovette castare un protego all’ultimo istante per fermare una padella dallo scontrarsi con la sua faccia, e poi una tazza, poi un piatto e infine un'altra pentola

“Dov’e’ Graves?? Cosa gli hai fatto??”

“Agnes, era una poli...”


Stavolta dovette bloccare una sedia

“lo so cos’e’ una polisucco!!sono stata a scuola!Leggo i giornali e la tua faccia e' ovunque! Ora dimmi dove hai messo il vero Percy o giuro che ti lancio tutto quello che ho in casa!!”

Quello che un tempo era Percival Graves, osservava quasi intenerito la reazione della ragazza che se ne stava su un angolo della cucina con il cucciolo che li osservava stupito, lei con una pendola ancora in mano, glie la puntava come se fosse stata la sua bacchetta ed in quel momento si chiese perche’ non la stava usando contro di lui, magari era troppo spaventata.

“sono sempre stato io, non hai mai conosciuto il vero Graves…hai sempre avuto me al tuo fianco, da quel giorno che volevo lanciarti la mia burrobirra”

“potresti avermi letto nella mente…sei un legilimens??”


“occlumens”

La ragazza si avvicino’ continuando a puntare la padella in faccia a Grindelwald che la osservava con un sopracciglio chiaro inarcato e le labbra increspate in un sorrisetto divertito, quella ragazza riusciva sempre a stupirlo in un modo o nell’altro

“dimostramelo!”

Lui annui’ piano mentre con una mano le abbasso’ la pentola e con l’altra le mostro’ la sua bacchetta

“dovresti usare questa contro di me”

“…io….accidenti non cambiare argomento!”


Grid’ mentre lascio’ cadere la padella afferrando quindi la bacchetta e puntandogliela addosso gli casto’ contro uno schiantesimo che venne prontamente bloccato, inutile dire che Grindelwald era un mago temibile, lei era indifesa davanti a lui ma non voleva darlo a vedere. L’uomo allungo’ una mano verso la tasca della ragazza

“Ragnar? Tu mi riconosci?”

Chiese piano mentre l’Occamy sbuco’ dalla tasca della ragazza inclinando il capo ed allegro scivolo’ sulla mano di Grindelwald accoccolandosi attorno al suo polso come un bracciale dai colori sgargianti. Nel vedere quella scena, la ragazza si lascio’ di nuovo cadere sulla sedia che intanto si era ricomposta dietro di lei, le braccia lasciate a penzoloni e l’espressione rassegnata

“porco Crup…ho appena detto ti amo a Gellert Grindelwald…”

"immagino tu sia pentita di averlo fatto.."

"no! no se quello che dice e' vero e sono sempre stata con lei..pero'...oh Merlino Merlino, e'  piu' ricercato di un unicorno parlante"


Borbotto’ portando le mani tra i capelli e ritrovando inconsciamente la sua fissa di dare del lei

“quindi signor Grindelwald…mi sta dicendo che era tutta una messa in scena?...lei….mi ha presa i giro? Non poteva limitarsi a castarmi addosso una maledizione senza perdono?”

Grindelwald sospiro’ mentre la teiera si riparo’ riempiendosi di nuovo, cosi’ come la tazza nel quale venne versato il te’. Grindelwald osservava la giovane con sguardo preoccupato mentre lei prendeva il te’ con le mani che ancora le tremavano, tanto che lui dovette aiutarla a tenere la tazza

“allora? Signor Grin…”

“ti prego, non chiamarmi cosi’,sono  Gellert…”


Agnes poso’ la tazza ed abbasso’ lo sguardo stringendosi nelle spalle e scuotendo il capo le lacrime presero a sgorgare lungo le sue guance, questo fu un altro colpo al cuore per Grindelwald, l’aveva fatta piangere di nuovo

“ah...giusto, ma e’ cosi’ strano….tu..sei  sempre stato Percy? Eppure ora e’ cosi’ strano..troppo strano..”

“ti fidi di me?”


Agnes lo guardò negli occhi per un istante , occhi diversi, totalmente diversi che la mandavano in crisi, era un uomo affascinante, ma era così strano , nemmeno la voce era la stessa. La ragazza triò su col naso non riusciva più a voltarsi, già’ era difficile con Graves a mantenere un contatto visivo, figuriamoci con Grindelwald. Guardava altrove, in un angolo della stanza mentre i capelli le scendevano ai lati del viso più pallido del solito, rimasero in silenzio per un paio di minuti, poi la ragazza si voltò di nuovo senza però alzare lo sguardo, annuì piano

“vieni qui, non ti faccio niente, non potrei mai, e te l’ho detto ricordi? Qualunque cosa accada..”

Agnes si alzò lentamente stringendo i pugni ed avvicinandosi alla figura di Grindelwald che le prese piano una mano facendole allentare la stretta, L’occamy sembrava a suo agio sulla manica dell’uomo, Aniel lo notò subito e questo sembrò tranquillizzarla

“chiudi gli occhi”

Sussurrò lui aiutandola a sedersi sulle sue gambe, sentì la ragazza irrigidirsi ed emettere un versetto spaurito, ma il mago le prese a massaggiare le braccia per farla rilassare

“non potevo continuare a mentirti, non a te..”

Lui la strinse piano a se’ mentre lentamente la ragazza sembrò rilassarsi

“continua a chiudere gli occhi”

“dicono che le tue parole ammalino intere folle…come faccio a sapere che tu non mi stia usando?”

“si’ hanno ragione, ma stavolta sono state le tue ad ammaliare me…i tuoi occhi, i tuoi capelli, il tuo buon cuore,ti prego, almeno tu…credi in cio’ che dico, te l’ho detto, io mento, sempre, ma non qui, non ora..mai con te”


Le prese ad accarezzare i capelli stringendola mentre annusava il profumo di zucchero filato che il suo corpo emanava come un fiore in primavera, sentiva la ragazza rilassarsi gradualmente salvo qualche tremito,prese a massaggiarle la nuca lentamente

“te l’ho detto che avresti avuto paura, ma tu sei testarda…lo sei sempre stata..”

Lei annuì piano accennando ad un sorriso mentre una mano sfiorava i capelli chiarissimi di lui

“anche io ti ho detto una bugia..”

Sussurrò lei aprendo piano gli occhi, si mise dritta di nuovo per poterlo guardare, ma poi come sempre il suo sguardo andò altrove, ma Grindelwald la conosceva bene, e quel suo tratto sembrava piacergli, non disse nulla, la lasciò parlare, la lasciò pensare, la lasciò titubare, tutto per poterla guardare ancora un po’

“avevi ragione, io sono una Tassorosso”

rimasero entrambi in silenzio, poi pero' si lasciarono andare in una sincera risata

“lo sapevo..”

Sussurro’lui accarezzandole piano una guancia per cacciarle via le lacrime

“ora non piangere, ti prego”

Asseri’ poi mentre le sistemava i capelli dietro all’orecchio, osservando le ciocche sgargianti,appariscenti per quel tempo, soprattutto per i babbani

“Gellert…”

“sono qui”

“quindi ora dovro’ chiamarti Gellert? O Percy? “


“per ora non posso lasciare la mia copertura, quindi fuori casa dovrai chiamarmi Percy…eih, non ti piacciono i capelli?”

“stupido…”


Sussurro’ lei dandogli una piccola spinta ridendo e stringendolo poi piano, doveva abituarsi, ma sembrava che il suo profumo la stesse aiutando a nonrendere quella situazione troppo strana, in fondo era sempre lui, no? Il mago che l’aveva accompagnata in quel viaggio, il mago di cui si era inevitabilmente innamorata, solo con un aspetto diverso, ma dentro forse, era sempre stato se stesso con lei. In quell’istante, Si rese conto di essersi innamorata del mago oscuro piu’ ricercato del mondo magico.

 

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Capitolo 9
*** The Island ***




“ti ho detto di no!!”

“ma devo prenderla!”

“aspetta ancora un po’! devo abituarmi!”

“ma a che cosa?!”

“alla tua faccia!”

“prenditi un giornale e guarda la prima pagina!”

“ma che Morgana stai dicendo?!”


Agnes era salita su una sedia con una boccetta in mano e l’occamy sull’altra che sembrava indeciso se rientrare nella tasca della mamma o scappare dal papà.  Sembrava in una posizione alquanto precaria, una gamba sulla sedia ed un'altra sullo schienale, aveva di nuovo dimenticato che Gellert avrebbe potuto prendere la boccetta con un gesto della mano ed uno sbadiglio, ma la sua impulsività l’aveva spinta di nuovo ad un tentativo ironico di sottrarre la polisucco al mago oscuro che rispondeva al nome di Gellert Grindelwald e di recente anche al nome di Percival Graves. L’uomo era fermo davanti alla sedia con una mano sul fianco della ragazza, vicino all’occamy che guardava i due alternatamente con fare confuso.  Grindelwald sembrava falsamente indispettito, tanto che per un attimo gli angoli della bocca si mossero appena in un accenno di sorrisetto divertito

“piccola, scendi giù, ti rompi un osso se cadi, resterò così ancora un po’, ok?”

“e…?”

“e mangerò la torta che hai fatto…”

“…..e?”


Grindelwald sospirò

“e non nasconderò più la mia pozione  nella tasca del tuo snaso”

Agnes sorrise soddisfatta lasciandosi quindi afferrare da Grindelwald che la aiutò a scendere da quella scomoda posizione. L’uomo le prese la bottiglia di scatto e dandole un rapido bacio sulle labbra, poi, si smaterializzò all’improvviso lasciando la strega con gli occhi esterrefatti, sbatte’ le palpebre incredula diverse volte prima di guardare il soffitto ed esclamare con tutto il fiato

“Gellert Grindelwald!!! “

Stava per smaterializzarsi anche lei quando dal salotto sentì una musica, sembrava un pianoforte riprodotto da un grammofono, la ragazza avanzò titubante mentre sistemava Ragnar nella sua tasca, era a piedi nudi e non faceva il minimo rumore. Raccolse i capelli in una coda di cavallo che scivolò morbida dietro alla sua schiena in una cascata scarlatta con ciuffi lilla e dorati. Entrata nella stanza c’era Grindelwald, appoggiato alla libreria vicino al grammofono, che tendeva la mano alla ragazza con il sorriso di chi la sapeva lunga e la sapeva raccontare egregiamente. La ragazza si avvicino’ mentre lui sembrava cominciare a cantare

“time now…for an ending, the way all things just must…the time allowed has been a lending…now there’s no time left to adjust”

Agnes allungò la mano affusolata incontrando quella calda e grande  di lui che però la strinse con gentilezza, facendo fare una piroetta alla giovane strega che si trovò con un nuovo vestito che le scivolava morbido lungo il corpo. Era rosa pastello costellato di cristalli argentati, dal taglio tipico degli abiti anni venti, impreziosito da ricami argentati che andavano a disegnare una luna sul petto. Sulla testa scivolò una fascia di perle ed i capelli si sciolsero lentamente cadendo sulle spalle. Alle mani aveva un paio di guanti bianchi che le arrivavano al gomito mentre ai piedi apparvero delle scarpine dello stesso colore del vestito. La ragazza si voltò guardandosi addosso alla ricerca del suo occamy, ma notò che si stava arrampicando nel taschino del mago, riducendosi ancora di più , era davvero comodo essere un occamy, pensò lei.

“ho fatto un salto in un negozio in centro...”

Agnes sorrise tornando a stringersi a lui mentre entrambi presero a ballare dietro alle note di quella canzone che Anche Agnes conosceva bene, tanto che avvicinò la tempia a quella dell’uomo chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare anche lei prese a canticchiare

“You and I…build a world together…a little bit of heaven on the run..”

Ballarono così fino alla fine della canzone, stretti l’uno all’altro, finche’ il grammofono non smise di suonare per via della fine del disco, così entrambi rimasero fermi, la mano di lui sulla schiena della strega, le loro fronti che si sfioravano

“davvero ti fidi di me?”

“si’…”

“perché’?”


Agnes fece spallucce andando a portare le braccia attorno al collo di lui, appoggiandosi e togliendo le scarpe per tornare quindi a piedi nudi, dondolando appena mentre arrossiva e guardava altrove con un sorriso dolce che mostrò appena i dentini di perla. Grindelwald intanto le accarezzava una ciocca di capelli con una mano, andando poi a massaggiarle la nuca quando lei tornò per un attimo a guardarlo prima di distogliere ancora lo sguardo

“perché’ sai che non farei nulla che possa sporcarci le mani…eppure sei qui, a non pensare ad altro che a ballare e ad una fetta di torta sul tavolo della cucina che forse è anche un po’ bruciacchiata..”

Lui rise appena guardandola con i suoi occhi di ghiaccio e terra bruciata

“già’…soprattutto a quella torta bruciacchiata..”

Le fece fare di nuovo un giro su se stessa e nuovamente la ragazza tornò ad indossare i suoi abiti comodi da casa, poi la baciò sulle labbra con più passione, tirandola a se’, sollevandola e portandosela sopra alle scarpe senza sentirne il minimo peso

“che cosa mi stai facendo, piccola Tassorosso?”

La Tassorosso non rispose, lo triò di nuovo a se’ baciandolo ancora e ancora, poi si strinse a lui nascondendo il viso nell’incavo del suo collo

“mi sto fidando di te, Gellert..”

Sussurrò piano lei facendo spallucce scendendo piano di nuovo a terra, poi si schiarì la voce arrossendo, stava per dire qualcosa quando qualcosa prese a sbattere contro la finestra, o meglio, contro la barriera che proteggeva l’edificio. Grindelwald si voltò fissando una lettera che cercava di volare all’interno dell’edificio con scarso successo

“aspettavi posta?”

“per nulla..”


Disse con un filo di voce  avvicinandosi alla finestra con la mano destra che stringeva saldamente la fedele bacchetta. Con un gesto fece aprire le finestre ed abbassare la barriera per un istante, stava per afferrare la lettera quando questa deviò all’improvviso finendo tra le mani di Agnes che stupita prese a fissare Grindelwald. Il mago si avvicinò alla ragazza guardandola con curiosità

“un altro segreto?”

“non ne sono sicura..”


Quando aprì il foglio la giovane lo lesse velocemente

“è il ministero…”

prima che Grindelwald potesse leggerlo a sua volta il messaggio prese fuoco volatilizzandosi in un mucchietto di cenere che fini’ in terra prima di scomparire del tutto , l’uomo annuì appena mettendo la bacchetta nel fodero

“e cosa vuole da te il ministero?...davvero ti ha mandato una lettera fenice?”

“è il mio ufficio, controllo delle creature magiche, devo andare a salvare un Kelpie in scozia, credo sia ferito gravemente per via di alcuni bracconieri…”


Agnes sospirò guardando il mago per un attimo prima di sistemarsi i vestiti in modo impacciato, non sapeva cosa dire e per questo cercava di temporeggiare, ma lui sembrava già aver capito la situazione. Le prese le braccia piano, avvicinandola a se’ e poi le voltò il viso tenendole l’indice sotto al mento per sollevarlo appena

“ehi, quanto starai via?”

“credo…un paio di giorni al massimo, vuoi venire con me?”

“non posso, ho delle…cose da fare qui, lo sai”

“ti prego…non voglio vederti di nuovo in prima pagina mentre sono via da te, non fare nulla di troppo rivoluzionario, almeno finche’ sarò via, ti prego Gell..”


Lui la strinse forte a se’, sentiva il corpo esile della ragazza premere contro il suo, era morbida, calda e profumava di buono, non ricordava di aver più provato una sensazione del genere, era una bella sensazione, non c’era odore di fumo o di sangue bruciato, solo un campo di fiori estivi ed il solletico del suo respiro sul collo. Lei lo strinse forte, respirando il profumo di colonia che ormai riconosceva bene sebbene appartenesse ad un volto diverso, ma riconosceva quelle mani, quella stretta, quelle movenze e lei si aggrappò forte a quelle certezze chiudendo gli occhi. Si stava cacciando nei guai, ma non riusciva a tirarsi indietro, ormai ci era dentro con tutte le scarpe. Gli sfiorò i capelli arruffati sulla testa andando poi ad accarezzare la nuca rasata prima di allontanarsi, si alzò sulle punte baciandolo sulle labbra

“ti stai abituando vedo”

“già…ma ora devo andare, tornerò appena ho finito con il Kelpie, ok?”

“vai...prima che cambi idea”


Agnes annuì piano mentre la valigia le fluttuava accanto, lei la prese mentre continuava a fissare Grindelwald con gli occhi lucidi, aveva paura, aveva paura di lasciarlo da solo perché’ Merlino solo sa cosa avrebbe combinato. Voleva fidarsi di lui, ma non ci riusciva ancora, sapeva di essere al sicuro, ma i suoi amici? I babbani?  Doveva risolvere quel caso in fretta, allungò una mano sfiorando piano quella di lui in un ennesimo istinto di timore, la carezzò piano, poi si smaterializzò fuori dal palazzo. La giovane ravviò i capelli che le erano caduti davanti al petto, guardandosi poi attorno notò che una nebbia fitta si era alzata su metà della città

“no,non adesso..."

Borbottò lei affrettando il passo per allontanarsi dal palazzo, non poteva farglielo scoprire, non a lui, non a quella persona che era sicura avrebbe visto di lì a poco. Girò un angolo andando ad appoggiarsi al muro per riprendere fiato, aveva percorso di corsa una decina di isolati

“Agnes, da chi stai scappando?”

Chiese una voce pacata di fianco a lei, dalla nebbia apparve un uomo che lei conosceva bene, indossava un cappotto grigio ed un cappello stile Fedora sempre grigio, aveva la barba incolta leggermente brizzolata ed un sorriso amichevole come il suo sguardo, si avvicinò a lei con passo ciondolante

“Professor Silente, signore..”

Sussurrò lei portando la valigia di fronte a se’ in una posizione composta

“devi stare attenta con quei capelli, qui non tollerano colorazioni bizzarre, ho appena visto una bambina che canticchiava di bruciare al rogo la strega”

“professor Silente, le assicuro che nessuno mi sta notando o importunando, sono al sicuro e sto lavorando con il MACUSA, abbiamo recuperato le creature  e appena riuscirò farò la cosa che mi ha chiesto, faremo, la cosa che ci ha chiesto”


“bene, ho visto che stai andando d’accordo con il direttore Graves”

“sì signore”

“Agnes, non devi essere sempre così formale”


Sussurrò lui scompigliandole i capelli, lei intanto sembrava completamente nel pallone come quando era ad un interrogazione e non aveva studiato nulla la sera prima per aiutare il guardiacaccia a custodire le creature magiche nella foresta tutta la giornata, ma ora era una donna, una professionista eppure davanti a Silente si sentiva ancora così piccola. L’uomo inclinò il capo osservandola intenerito mentre lei distoglieva lo sguardo

“tale e quale a tuo fratello eh? Signorina Scamander…”

“qui nessuno mi conosce con quel nome, professore”

“capisco…ascolta Agnes, c’è qualcosa che devi dirmi?”


La ragazza smise di respirare, il cuore saltò un battito mentre con tutte le forze alzò lo sguardo verso Silente che sembrava invece la persona più calma del mondo, lei scosse il capo mordendosi il labbro inferiore e guardando di nuovo in basso come una bambina colta sul flagrante, rimase in silenzio diversi secondi

“perché’ ora vuole che vada in Scozia?”

“te l’ho scritto sulla lettera, c’e’ un Kelpie ferito..uno della cucciolata di vostrea madre,rimarra’ Newt a coprirti con l’obscuriale e quando tornerai penserete all’altra missione, ai tuoni alati”


La ragazza alzò lo sguardo stavolta mantenendo il contatto visivo con l’uomo

“davvero è per questo motivo? Signore? Non mi stara’ di nuovo mandando sulle tracce di Grindelwald,spero…”

Lui si fece serio solo per un istante, prima di sorridere di nuovo ridacchiando e scuotendo la testa, mise una mano sulla spalla della ragazza che sobbalzò nervosa

“Agnes, sei sempre stata la mia preferita, sei la pura rappresentazione della tua casata, leale, gentile e lavori sempre tanto per quello in cui credi…voi Scamander fate sempre, sempre la cosa giusta e io non ho piu’ nulla da affidarti, hai gia’ preso la tua strada e sono certo che farai sempre del tuo meglio”

“grazie professore,lo spero anche io"


L’uomo le porse un oggetto, era un coniglio in madreperla, una piccola statuetta grossa come il palmo di una mano

“e’ una passaporte, ti fara’ comodo in questi giorni che starai via, non temere, lo tengo d’occhio io Newt”

“si’ professor Silente, vado..”


Sussurro’ lei mentre prendeva l’oggetto con la mano che tremava ancora, e Silente se ne accorse nonostante lei scomparve un istante dopo. Agnes apparve di nuovo sulle colline scozzesi tutta arruffata per via del vento, ma sorrideva, sorrideva nel vedere la sua vecchia terra, la sua vecchia casa e l’odore del mare che si infrangeva sulle scogliere. Era una giornata nebbiosa, ma ad Agnes piacevano cosi’, il cielo era grigio e l’aria fresca, sembrava un momento magico, mistico, il cuore le batteva forte nel petto mentre sentiva l’erba morbida sotto alle scarpe. Le venne voglia di toglierle per godere appieno di quel momento, niente asfalto o puzza di auto, niente grida, clacson o gente troppo indaffarata a guardare a terra per dare una semplice sbirciata al cielo

“siamo ad Argyll Ragnar, sei contento? Ci siamo conosciuti qui noi due..”

Disse allegra mentre passeggiava con il suo Occamy che era uscito dalla tasca per andare ad attorcigliarsi come una collana attorno al suo collo. La landa era deserta, non sembrava periodo per i turisti per fortuna cosi’ avrebbe avuto piu’ tempo da dedicare alla sua ricerca. Raggiunse una vecchia locanda frequentata spesso da maghi e streghe, era ben arredata copn il camino acceso e delle bevande che volavano a destra e a manca dal bancone ai tavoli. Decise di  affittare  una camera, si avvicino’  sorridendo al proprietario della locanda ,lui si avvicino’ con un gran sorriso ed a braccia aperte, la conosceva da tempo, lei e sua madre andavano la’ spesso quando si trovavano su quell’isola per ricerche sugli animali del luogo, era un po’ uno di famiglia per la giovane strega

“bentornata a casa, signorina Scamander”

“grazie Fergus”


La ragazza pago’ una burrobirra bevendola tutta d’un fiato mentre torno’ fuori per respirare ancora un po’ di aria di casa. Raggiunse le scogliere a poche centinaia di metri dal locale e li’ rimase ferma un po’ sulla punta della scogliera mentre osservava le onde che si infrangevano. Si sedette poi con le gambe a penzoloni guardando il mare con profonda nostalgia, quel mare speciale dove sua madre le aveva insegnato a volare a cavallo di possenti  ippogrifi. Prese un respiro profondo e lentamente comincio’ a cantare con le scarpe ancora in mano, non si era accorta di essere stata seguita in silenzio da una figura vestita di nero

“Idir ann is idir as
Idir thuaidh is idir theas
Idir thiar is idir thoir
Idir am is idir áit
Casann sí dhom

Amhrán na farraige
Suaimhneach nó ciúin
Ag cuardú go damanta
Mo ghrá


“hai una voce davvero bella”


Disse una voce familiare, troppo familiare alle sue spalle. La ragazza si volto’ di scatto mentre accanto a lei stava in piedi un uomo. Anche in quel caso, quel viso lo conosceva bene, troppo bene. Capelli rasati ai lati, ciuffo scuro sopra e brizzolato ai lati. Vestito impeccabile bianco e nero, diverso da quelli che indossava sempre ma lo stile era inconfondibile. Sembravano leggermente usurati, strappati in qualche punto, i suoi occhi nocciola la fissavano dietro ad un sorriso tranquillo. Percival Graves si chino’ accanto a lei porgendole una palla di pelo che lei riconosceva bene

“questo e’ tuo? stava cercando di rubarmi il distintivo..”

Agnes rimase ad occhi sbarrati mentre tese le mani per ricevere indietro il suo snaso che mortificato si nascose nella giacca della strega

“Gellert?”

Sussurrò lei sorpresa, ma poi sorrise felice prima che l’uomo potesse replicare e gli saltò al collo stringendolo forte non notando l’espressione sconvolta di lui.

“Gellert Grindelwald sai sempre come farmi prendere un colpo…”

Ma quello che stava abbracciando, non rispondeva al nome di Grindelwald, ma lo conosceva bene, troppo bene. Percival Graves, il vero Percival Graves, scappato e rifugiatosi per guarire dalle sue ferite nella più sperduta delle isole scozzesi aveva appena trovato la sua oca dalle uova d’oro, che strinse con dolcezza ed avidita’ accarezzandole i capelli

“sorpresa piccola..”

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Capitolo 10
*** Kelpie ***


Percival Graves aveva trovato quello che cercava,ma non poteva mandare tutto all’aria con la fretta di trovare Grindelwald. Se la ragazza si fosse insospettita e sentita in pericolo avrebbe di certo chiesto aiuto, se invece fosse stata certa di trovarsi con il vero Grindelwald magari avrebbe detto qualcosa per incastrare quell’assassino. Doveva riuscire anche a capire il ruolo di quella strana ragazza nei piani del mago oscuro,no,non poteva mandare tutto a boccini. Graves strinse il corpicino della ragazza misteriosa. Aveva bevuto qualche whisky incendiario di troppo e voleva solamente conoscere quella ragazza tanto carina dalla voce di una sirena ed ora si ritrovava in quella situazione, a dover smaltire a forza la sbornia per riuscire a formulare un piano decente.
 
“come…sta andando la vacanza?”
 
Chiese indeciso tornando a fissare la ragazza con un sorriso improvvisato

“bene, ora che ci sei anche tu…vuoi venire a lavoro con me?”

La ragazza si fece avanti per baciarlo ma lui si scostò con la scusa di prendere la valigia per lei,imbarazzato piu’ che mai, per fortuna Agnes non sembrava notarlo dato che il suo sguardo era fisso altrove, verso il mare

“certo…cosa avevi detto di dover fare?”

“salvare un Kelpie”


Graves annui’ portando una mano alla fronte

“giusto, hai troppe creature dietro per poterle ricordare tutte”

Si giustifico’ con maestria, era fiero di se stesso in quel momento, anni ed anni di addestramento e lavori sotto copertura erano serviti a qualcosa. Ma non voleva andare subito dietro a quella ragazza, aveva bisogno di sedersi, di riposare, sentiva ancora le fitte delle sue ferite, non poteva strapazzarsi troppo. Lo avevano ricucito alla meglio in quello stupido ospedale babbano Americano dal quale era scappato via di corsa verso la prima isola sperduta che ricordava.

“che ne dici di bere qualcosa di caldo? Non puoi lavorare adesso, fa freddo e sei appena arrivata, festeggiamo”
“Gell..”


Agnes scosse il capo osservando l'uomo, stranamente riusci' a mantenere un contatto visivo senza sentire il bisogno di guardare altrove per l'ansia e l'imbarazzo, non se ne accorse nemmeno di starlo a fissare con decisione, forse era perche' stava pensando a quella creatura o forse perche' gli occhi di quell'uomo non le facevano affatto paura

“quel Kelpie e’ ferito, potrebbe essere grave”
“da brava Magizoologa non riesci a star lontana dai guai, eh, piccola?”

 
Trattenne il respiro sperando di aver detto la cosa giusta, riprese a respirare quando vide la ragazza sorridere ed annuire. Si avvicino’ di nuovo a Graves che apri’ le braccia per stringerla piano, almeno non sarebbe corsa dietro ai Kelpie cosi’

“ti…sono mancato?”
“beh, non ci vediamo da un paio d’ore ma..si’”

 
Lui sorrise accarezzandole piano il viso, chiedendosi poi come mai avesse voluto accarezzarla senza un motivo specifico o di una qualsiasi utilita’. Le cinse le spalle con il braccio, aveva delle domande in testa e se avesse lavorato con quelle bestie magari sarebbe stata troppo distratta per rispondergli per bene

“andiamo, domani ti prometto che andremo a salvare tutti i Kelpie che vuoi, ok?”
“e…che ne dici se invece andiamo a salvare quella povera bestia e poi ci brindiamo su?non ci vorra’molto, avremmo piu’ tempo per noi”


A quella frase a Graves non riusci’ a replicare visto che la ragazza si era smaterializzata poco piu’ in la’ed aveva gia’ preso a camminare verso il lago, cosi’ anche lui fu costretto a raccogliere le poche forze che aveva per seguire la strega intraprendente, senza nemmeno conoscere il suo nome, non sapeva nemmeno come fare a chiederglielo, non poteva di certo fingersi obliviato. Vide che la ragazza si tolse le scarpe una volta raggiunte le sponde del lago, lentamente si tolse anche la giacca rimanendo con la sola sottoveste azzurra, si immerse fino alle caviglie con Graves che cercava di non fissare troppo

“accio chitarra”

Sussurro’ lei alzando la bacchetta. Dalla valigia usci’ una chitarra che da sola prese a suonare un piacevole motivetto mentre lei si mise a cantare una delle sue canzoni in una lingua a Graves sconosciuta. Aveva una voce delicata, come quella di una sirena, forse piu’ bella, squillante, fresca e dolce come la brezza marina. Graves smise di pensare, smise di porsi domande sul suo nome,. Sul suo scopo, era appena finito sotto un incantesimo? Osservo’ l’acqua incresparsi fino a far emergere una creatura dall’aspetto di un cavallo, coperto pero’ di alghe e grande almeno tre volte tanto. D’istinto Graves si avvicino’ al lago osservando i due, la bestia si avvicino’ alla strega nitrendo in modo sofferente, lei allungo’ la mano facendolo adagiare sulle proprie gambe raggiungendo la riva. La bestia aveva meta’ del corpo in acqua ed il resto a riva, il muso era sulle gambe della strega che lo accarezzava dolcemente, lo sguardo preoccupato

“io e la mamma abbiamo scoperto che queste creature erano venerate dagli antichi abitanti di queste terre, amavano sentire queste canzoni e ricevere doni, sono creature particolari, i Kelpie, possono trasformarsi in tutte le creature che vogliono. Un tempo mangiavano i cavalieri attirandoli in acqua, si facevano montare e li affogavano lasciando solo le viscere in superficie. Ma questi non farebbero del male ai babbani o ai maghi, loro vengono da un nostro allevamento, sono stati domati e rimessi in liberta’, cosi’ il ministero sta  tranquillo ed anche loro”

Stava per sfiorare di nuovo la bestia quando un enorme serpente coperto di alghe apparve di fronte a loro, a largo del lago, sibilando verso Agnes che si alzo’ di colpo impugnando la bacchetta

“chi ha messo un altro Kelpie qui? Sono troppo territoriali, non possono…quello, non e’ nostro, non e’ domato”

Alle sue spalle Graves aveva appena preso la bacchetta, ma Agnes gli fece un cenno con la mano

“vado io..”

La strega fece il giro della riva per far distrarre la bestia dal suo simile ferito, studiandolo, osservandolo con attenzione, sembrava nervosa. Si punto’ la bacchetta alla fronte poi torno’ ad avanzare verso il lago mentre il Kelpie prendeva la forma di cavallo,con una rapidita' che solo un auror del suo calibro poteva avere lesse nella mente della ragazza quel poco che bastava per scoprire il suo nome, un nome che avrebbe ritenuto bellissimo, dolce come lei, se non fosse per il fatto che non c'era tempo per pensare.

“Agnes, torna qui!”
“da dove vieni? Il tuo lago e’ stato prosciugato? Cercavi una nuova casa?”


Graves non sapeva nemmeno come chiamarla, non sapeva il suo nome

“lascia perdere! Ti prego torna qui, piccola!”

La strega si volto’ verso Graves sorridendo

“fidati di me”

Mimo’ con le labbra, la bestia scatto’ verso la strega ma lei si scosto’ in tempo colpendolo con la punta della bacchetta

“imposium”
 
Sussurro’ mentre delle briglie dorate, quasi trasparenti si avvolsero per un attimo attorno al suo muso, la bestia prese a divincolarsi e la strega gliu salto’ in groppa afferrando le corde magiche,la bestia nitri’ e si impenno verso il centro del lago, in un attimo  i due scomparvero tra le acque verdi del lago

“no!!”

Graves entro’ nel lago, non sapeva se tuffarsi o lasciar perdere, era troppo pericoloso e si sarebbero aperte tutte le ferite. Ma quella ragazza, quella ragazza, perche’ voleva salvarla a costo della vita? Ne valeva la pena? Era un nemico, no? Che senso aveva salvare la strega che appoggiava il mago piu’ temibile della storia odierna? Quando Graves smise di porsi domande ed era pronto a tuffarsi, la ragazza riemerse insieme al Kelpie che sembrava essersi tranquillizzato. La bestia accompagno’ la strega alla riva  prima di tornare a nascondersi nelle fredde acque del lago. La ragazza sospiro’ stanca mentre infreddolita si scrollava di dosso l’acqua dai capelli e strizzava il vestito zuppo. Graves corse dalla ragazza senza pensarci due volte, si fermo’ accanto a lei stringendola di colpo

“volevi farti ammazzare, ragazzina?! Quel coso voleva sbranarti le interiora”
“veramente loro le interiora le lasciano gall”
“stavi per morire! Non puoi  fare queste cose senza pensarci, ragazzina…io...”
“eih Gell, sei spaventato come quella volta con l’erumpent,va tutto bene tesoro,  ho anche preso l’algabranchia”


Disse scostando i capelli e mostrando dei tagli sulla gola simili a branchie, questi si richiusero pochi istanti dopo, Graves le sfioro’ il collo incuriosito, non aveva mai studiato quell’alga ad erbologia, o forse si era addormentato a lezione.

“e’..un alga che…ho scoperto a scuola…la sto brevettando”
“stai gelando piccola”


Disse lui osservando il corpo esile e tremante di lei. Quella veste bagnata stava facendo intravedere troppo, doveva fare qualcosa, non riusciva a distogliere lo sguardo da quella pelle candida bagnata come un fiore con la rugiada del mattino, avrebbe voluto sapere che profumo aveva quel fiore, ma non poteva . Con un colpo di bacchetta la asciugo’, si tolse la giacca e la poso’ sopra di lei mentre la giovane tornava ad infilarsi le scarpe

“grazie Gellert…oh..Percy”
“dovere my lady…”


la strega osservo' il Kelpie ed avvicinandosi di nuovo a lui lascio' che la bestia posasse il muso su di lei, la rossa gli poso' sulla pelle verdastra un impacco dall'odore acre e dal colore luminescente, la bestia la lascio' fare come un cavallo mansueto

 

“Non ce la fai a diventare una lontra, eh?  Vieni”

 

Sussurrò aiutando la bestia ad alzare il muso, questa zoppico' fino  ad entrare nella valigia, quando vide anche la strega scomparirvi, Graves si affacciò incuriosito non avendo mai visto quella strana valigia, poi la voce di Agnes si senti' chiara e tonda con un leggero eco

 

“Vieni!dammi una mano! “

 

Graves entrò con circospezione all'interno dell'oggetto incantato guardandosi intorno ne scoprendo per la prima volta la valigia di una magizoologa. Si trovava in una vera e propria riserva, non riuscí a nascondere un espressione di stupore nel vedere tutti quegli habitat contenuti in una valigia, ma decise di non chiedere nulla, probabilmente lo aveva già fatto Grindelwald nei suoi panni.

 

“Tesoro? “

 

La voce di Agnes echeggiò dal fondo del corridoio, verso uno degli habitat.  Graves la segui raggiungendola. Agnes era li' a fissare la piscina pensierosa, mentre il cavallo strofinava il muso contro la gamba di lei impaziente di rientrare in acqua, cosi' la strega guardo' il mago con un sorrisetto di complicita' misto ad entusiasmo 

 

“Puoi darmi una mano? Gell? “

 

“Certo.. “

 

Entrambi sussurrarono “aguamenti” ed in poco tempo la piscina si riempi mostrandosi ampia quasi come ul lago in cui si trovava prima.  La ragazza si inginocchiò posando un acqua la bestiola che tornò nella forma che preferiva. La bestia strofino il muso contro quello di lei che ridacchiò felice.  Nel vederla Graves senti una strana sensazione al petto, si avvicinò a lei che osservava la creatura che si immergeva

 

“Come fai? “

 

“A fare cosa? “

 

“Ad essere cosí dolce… E stare con un mostro come me”

 

Quella domanda gli rimbombava in testa, voleva capire, doveva capire perché quella creatura dal cuore d'oro provava sentimenti per Grindelwald, non poteva essere crudele come lui, non era possibile. La ragazza si voltò lentamente senza smettere di sorridere

 

“ricordi quel giorno con il nundu?  Stava per uccidermi, voleva uccidermi, lo classificano come una delle specie più mortali del nostro mondo...un mostro? No.. Aveva solo paura”

 

Mentre camminavano lungo il corridoio il Nundu spuntò dalla sua riserva per andare a salutare la ragazza con rumorose fusa mentre si strofinava al suo fianco, era un enorme leopardo con il collo pieno di punte, Graves lo osservava inclinando il capo incuriosito, chiedendosi come quella bestia fosse cosi' mansueta nei suoi confronti, la ricordava negli appunti di scuola, era una bestia mortale, noto ammazza maghi, eppure ora era li' che faceva le fusa come uno Kneazle

 

“Aveva solo paura ed aveva fatto la scelta sbagliata.. Ma con un poco di pazienza ora lui è un amico prezioso”

 

“Capisco… “

per un attimo Agnes torno' ad osservarlo preoccupata, incuriosita da tutte quelle strane domande, non era abituata a sentire tutte quelle domande dal suo Gellert.  Ma poi decise di cacciare via quei pensieri e con una scrollata di spalle si strinse a lui allegra,si sentiva stranamente calma accanto a Graves,sapeva di stare accanto a Grindelwald ma vederlo nei panni di Graves scatenavano in lei una strana reazione nostalgica. Dal canto suo Graves aveva le mani sui fianchi della ragazza,poteva vedere benissimo la pelle rosa filtrare dalla stoffa bianca bagnata. Il vestito ne delineava le curve aggraziate e morbide,la pelle era pallida quasi quanto il vestito e Graves si scoprí ad arrossire

"Sei ancora zuppa"

Cercò di dire imbarazzato,ma non poteva sembrarlo,non sapeva fino a che punto quei due si erano spinti avanti cosí si limitò a sorridere e sfiorarle i capelli,il viso di quella ragazza sembrava quello di una bambina,aveva sentito il proprietario della pensione chiamarla per nome per caso e quella notizia si rivelò un vantaggio,tanto che si era trovato a gridare il suo nome nel panico

"Oh!"

Con un gesto di bacchetta la ragazza si asciugò all'improvviso tornando vaporosa come prima,anche se sempre scalza,ma non sembrava farci caso. Graves le porse le scarpe con un gesto della bacchetta,la ragazza tirò fuori un vestito verde acqua che indossò facendolo levitare addosso a lei ed aggraziatamente andò a calzarle addosso come una nuvola. Graves non riusciva a distogliere lo sguardo,rimase immobile a fissare la ragazza e senza accorgersene lei gli era di nuovo davanti

"Eih.."

Lui sobbalzò appena mentre lei si aggrappava alla sua giacca,le gote rosse

"Lo so che è strano ma...posso baciarti lo stesso?"

Avrebbe potuto dire di no,inventare una scusa e continuare a farle domande,eppure lui annuí, sorrise,la strinse a sè e la baciò scoprendo che quelle labbra erano davvero calde e morbide, a quel punto la baciò di nuovo tirandola a sè e sfiorandole la schiena con la mano posò a malincuore la fronte sulla sua costringendosi a smettere, qualcosa di strano si mosse nello stomaco di Agnes, con un gesto quasi disperato lo tiro' di nuovo a se' appena lui accenno' ad allontanarsi con lo sguardo triste che lo rese per un attimo un Graves diverso da quello che era abituata a fissare

"torna qui,aspetta.."

sussurro' in un bisbiglio, sentiva di non avere nemmeno il fiato per parlare, lo bacio' di nuovo, quelle labbra sembravano diverse, piu' ruvide, piu' calde. Sembrava stringerla come se avesse paura di farle male, non sapeva cosa stava accadendo ma desiderava quei baci piu' di ogni altra cosa 

"Scusa.."

Disse lei chiudendo poi la valigia con un sospiro, torno’ quindi a fissare Graves dolcemente, l’uomo odiava non poterla chiamare per nome, sospiro’alzandosi in piedi e cacciando via i pensieri le porse una mano per aiutarla ad alzarsi

“adesso possiamo andare?”
“certo, offri tu?”
“ovviamente”


I due raggiunsero di nuovo la locanda, Graves si premuro’ di accompagnare personalmente la ragazza al tavolo quando vide che la strega rispose al nome di Agnes quando il locandiere la saluto’ con un gesto affettuoso. Graves si senti’ sollevato nel sapere finalmente il suo nome. I due si misero a sedere e Graves ordino’ delle bevande calde per entrambi, sembrava davvero stanco, tanto che Agnes si avvicino’ a lui guardandolo

“eih, tutto bene?”
“si’, vado a chiedere una stanza per entrambi?”
“non preoccuparti, ne ho gia’ presa una io”
Graves degluti’ a vuoto
“oh, allora vado a chiedere una cosa in ogni caso”


L’uomo arrivo’ dal locandiere

“Ascolti, vorrei disdire la mia stanza, la prego ricordi di non dire nulla sul fatto che sono qui da una settimana”
“certo signore, ma, la piccola Agnes e’ nei guai? Sta bene?”
“certo, ci siamo conoscitui per caso e sa..”
“bene, lei e’ come una figlia per me, la tratti come tale”
“si signore”


Disse Graves deglutendo di nuovo ed avviandosi al tavolo dove la ragazza lo stava aspettando con una tazza fumante di infuso alla menta piperita

“eih,tutto ok? Spero che Fergus non ti abbia fatto una ramanzina per…sai..”
“sta tranquilla, sei con un Auror, cosa puo’ esserci di meglio?”


La ragazza ridacchio’ riprendendo a sorseggiare il suo te’ quando senza motivo apparente sembro’ ricordarsi all’improvviso una cosa importante, tanto che con un gesto fece cenno di aspettare a Graves

“ehm, vado a chiedere un cuscino di piume a Fegus”
“un cuscino di piume?”
“si’ sai, qui forniamo piume di ippogrifo per i cuscini, loro le perdono spesso e non devono ammazzare oche”
“certo, va pure”


La ragazza si affaccio’ al bancone guardando Fergus avvicinarsi

“hai acclappiato un pezzo da novanta, eh piccola? Un auror del ministero?”
“gia’..ma lui non sa che sono una Scamander…puoi tenere il segreto per il momento?”
“perche’?la tua famiglia e’ una nobile famiglia, dovresti andarne fiera”
“e’ una lunga storia…c’entra Silente”
“capisco…va bene piccola, ma stai attenta con quel damerino, se va troppo di fretta lanciagli uno schiantesimo e corrid a me”
“certo Fergus”


La ragazza gli lancio’ un bacio sulla guanciona rossa prima di tornare da Graves, anche lui sembrava star meglio con quella tisana rinvigorente. La ragazza gli sfioro’la mano stringendola piano

“eih, sei sicuro di star bene? Eri pallido prima…cioe’, piu’ del solito”
“sto bene Agnes, non ti preoccupare, eri tu quella che stava per farsi sbranare o sbaglio”


La strega ridacchio’ annuendo ed avvicinandosi a lui si appoggio’ al petto dell’auror che le circondo’ le spalle con il braccio poggiando la gota sulla testa di lei. Un movimento non studiato, naturale ed istintivo, ma lo fece sentire bene, dopo tanto tempo passato nel terrore, poteva sentirsi almeno per un po’ al sicuro, con lei. Almeno finche’ non si sarebbe dovuto preoccupare di un Grindelwald alla ricerca della sua dama

“eih..torna qui”
“sono qui”
“non con i pensieri, ti sento distante…”
“scusami, sono molto stanco…sai, i miei progetti con i babbani”
“Gellert, sai che non approvo affatto questa cosa…”
“no?”
“Gell, non voglio parlarne, per favore..”
“certo piccola, scusami”
“uccidere e’ sbagliato, i babbani  possono essere strani, ma non sono cattivi”
“tutti pensano che sia io il mostro…”


Si azzardo’ a dire guardando la ragazza come se fosse offeso

“non esistono mostri, solo gente spaventata che fa delle scelte sbagliate…e tu sei tra quelli, si’ ma stai migliorando…davvero”
“mi fa piacere”


Disse ridacchiando e stringendo la ragazza a se’. Come poteva pensarla in quel modo? Sembrava cosi’ innocente, cosi’ ingenua, come poteva una strega cosi’ stare con un assassino del calibro di Grindelwald? Graves la strinse piu’ forte a se’ nascondendo il viso tra i capelli di lei, respirandone il profumo e baciandole la tempia senti’ il corpicino di lei tremare appena emozionata, le sue gote tingersi di rosso, poi scosse il capo imbarazzata mentre prese la valigia cominciando
 a frugare al suo interno tirando fuori una piccola palla di pelo che mise in tasca ed una sorta di serpente dalle piume variopinte simili a pietre preziose 
 

“Guarda Ragnar.. Vuoi salutare papà? “

 

Disse mentre l'Occamy si protese per annusare Graves, ma ad un tratto sembrò soffiargli come un gatto in maniera ostile prima di scivolare nella tasca di lei. La strega lo guardò perplessa inclinando il capo

 

“Avete litigato voi due? Dovresti metterti la vecchia colonia magari non gli piace… Strano… Eih Ragnar guarda che papà. “

 

sussurrò lei accarezzando la creatura, ma questo sembrò ancor meno incline a dare attenzioni a Graves,ma agnes non sembrò farci caso cosí lui riprese a respirare. Agnes rimase in silenzio per un po' osservando l'uomo, poi scosse appena il capo mentre con un gesto delle dita i suoi capelli si acconciarono in uno chignon semplice dai colori vivaci,non amava bere con i capelli sciolti. La loro ordinazione arrivò giusto in tempo. Graves aveva mille domande da porre alla ragazza, a malapena sapeva come si chiamava,  eppure non poteva chiederle cosa fossero quegli animali, da dove venisse e cosa faceva nella vita, erano tutte cose che Gellert Grindelwald gli aveva già tolto, insieme alla sua vita.

“Eih.. “

 

“Sí? “

 

Agnes alzò di scatto la testa, era presa a far solletico al suo snaso per fargli mollare le posate che sembrava aver preso in giro per i tavoli. La cosa fece scappare una risatina a Graves che tentò inutilmente di ricomporsi

 

“Oh,scusami, sai, i soliti snasini.. Oh! Lei non la conosci però”

 

A quella frase Percival Graves provò una sensazione di gioia e sollievo nel poter FI almente curiosare un po’ nella vita di quella ragazza

 

“Come si chiama? “

“Lei è Brigitte, ha due mesi circa e già vuole rubare cose come il papà, sai, nascono raramente nasi con questo manto e solo femmine”

“Avevo uno Kneazel di quel colore ed è vero, era femmina anche lei”

 

Agnes sembrò illuminarsi nel sentire quella risposta, Graves deglutii preoccupato, aveva fatto un passo falso?

 

“Non sapevo ti piacessero gli Kneazel! Anche io ne avevo una dozzina a casa, ma per lo piú mia madre allevava ippogri…fi”

 

Agnes si rese conto di aver appena introdotto un argomento scomodo, ma entrambi sembravano così a loro agio sovrappensiero, un po' meno quando si rendevano conto di cosa avevano appena spifferato.
 

“In America.. “

 

Continuò Graves vedendo la ragazza in difficoltà

 

“Non hanno queste cose...dalla mia esperienza al ministero,breve ma intensa”

“Loro hanno paura,sono andata da loro anche per questo,far capire loro che dobbiamo proteggere e non temere queste creature”

“Mi piacerebbe...vederle,di nuovo..”

 

Agnes lo guardò inclinando curiosa il capo,ma poi annuí soddisfatta

 

“Certo,tour completo o riprendiamo da dove hai lasciato?”

“Completo”

 

Agnes prese a bere qualche sorso della sua burrobirra mentre Graves aveva già fatto fuori due bicchieri di whisky incendiario. L'uomo si avvicinò di piú alla ragazza che intanto beveva dal suo boccale, ne osservò i lineamenti inclinando il capo mentre con le dita le sfiorò  il viso quando lei si voltò verso di lui. Notò che aveva lo sguardo perso altrove, non sembrava amare ik contatto visivo.

 

“Va tutto bene?”

“Certo..Percy..è strano stare ancora a parlare con te e non con..”

“È una cosa brutta?”
"e' questo che mi spaventa...non lo e' affatto, ti...da fastidio?"
"no,per nulla"

 

Chiese lui prendendo un ennesimo bicchiere di liquore magico,al che la streghetta gli mise una mano sul bicchiere costringendolo a posarlo mentre lo guardava preoccupata.

 

“...tu invece? Va tutto bene lí dentro?”

 

Lentamente la ragazza si avvicinò a lui,voleva vederlo cosí ancora un po voleva stare ancora un po’ con l'uomo al quale aveva detto il suo primo ti amo. Gli sistemò i capelli scompigliati guardandolo negli occhi per un attimo e Graves si rese conto che gli occhi della ragazza erano scarlatti come il sangue, Bellissimi e magnetici ma allo stesso tempo dolci come quelli di un cucciolo di crup.

 

“Sto bene,sono solo stanco”

 

Sussurrò portando la mano alla tempia per sorreggere la testa.

 

“Andiamo in camera?”

 

Chiese lei guardandolo dolcemente prima di di togliere di nuovo lo sguardo arrossendo. Lui accettò ed entrambi si allontanarono dalla locanda per raggiungere le scale della loro stanza.Era una camera in legno con un caminetto acceso in fondo per creare un mini salottino con poltrone scarlatte mentre in fondo c'era un letto intagliato nella quercia con coperte sempre rosse e morbide.  Fuori per ironia della sorte cominciò a nevicare e la ragazza appena lo notò corse subito alla finestra entusiasta

 

“Gell! Gell vieni guarda! “

 

Graves senti ub certo fastidio nell'essere chiamato con il nome di quel criminale, tanto che si avvicinò sospirando

 

“Chiamami Percy...non...non si sa mai”

“Oh,va bene Percy”

 

L’uomo notò che per la prima volta da quando si erano incontrati,la ragazza non aveva evitato il suo sguardo,anzi,lo stava studiando con fare preoccupato

 

“Eih...vieni qui”

 

Sussurrò lei tirandolo verso di sè, si alzò sulle punte mentre lui la sosteneva sui fianchi e lo baciò avvolgendogli le braccia al collo e posando la fronte sulla sua

 

“Chiudiamoci il mondo alle spalle per un attimo… Restiamo solo noi, nessun passato che ci fa star male, nessun segreto che ci fa paura.. Io e te, davvero.. “

“Agnes… “

 

Lui le prese il viso tra le mani quando dopo una ventina di secondi (probabile record) lei aveva sorriso e distolto lo sguardo

 

“Sai certe volte stento a credere che esista una creatura come te.. Avrei.. Voluto conoscerti molto prima, forse sarebbero cambiate tante cose”

“Ma ora siamo qui”

 

Graves ebbe un piccolo sussulto quando sentì quelle parole, la guardò nell'istante in cui anche lei aveva ripreso a fissarlo con i suoi occhi di brace, rimase fermo mentre la teneva stretta, le labbra dischiuse in un espressione di lieto stupore

 

“Ora…sei qui… “

 

Ripeté lui baciandole piano le labbra prima di tornare a stringerla a sè. Forse… Forse non era troppo tardi per salvarla, tenerla al sicuro, già.. Ora era lí


 

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