Pokémon: Con Me!

di pikychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Sono qui! ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Il Pokémon del lago ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Il Pikachu smarrito ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - L’allenatore misterioso ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Errori di percorso ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Sono qui! ***


Pokémon: Con Me!

Capitolo 1 - Sono qui!


«E ora il nostro prossimo coordinatore, ecco il suo debutto Lucinda, dalla città di Duefoglie!»

«Ok, Chimchar vai!»

«Chimchaar!»

«Bene! Usa Ruotafuoco!»

«Uno straordinario Ruotafuoco di Chimchar!»

Lucinda si inchina.

 

La sveglia suona.

Lucinda la spegne per poi sdraiarsi di nuovo e rimettere i piedi sotto le coperte per via del freddo. Anche se non è più inverno non è nemmeno estate e comincia a fare un po’ freddino. Oggi non è un giorno normale, bensì il suo compleanno. Il giorno del suo decimo compleanno.

Dopo un po’ si alza e apre la finestra con aria entusiasta.

Chiude gli occhi e inspira profondamente l’aria a pieni polmoni.

Duefoglie, 28 settembre 2006. Da oggi inizia ufficialmente il suo viaggio. Non sta più nella pelle. Aspettava questo giorno da settimane.

Va verso lo specchio per sistemarsi i capelli e proprio quando si sta mettendo una delle mollette sua madre entra.

«Buongiorno cara.» la saluta.

«Anche a te mammina.» ricambia il saluto voltandosi a guardarla.

«Lo sapevo che ti saresti alzata presto oggi.»

«Beh, ormai ho già dieci anni.»

«Buongiorno Glameow.» saluta il Pokémon abbassandosi alla sua altezza per accarezzarlo.

Il Pokémon le rivolge uno sguardo disinteressato per poi andare verso il suo letto. Spicca un salto e si raggomitola. In poco tempo chiude gli occhi, segno che si è addormentato.

 

In cucina Olga passa una tazza a Lucinda che la prende subito.

«Hai finito di fare i bagagli?» chiede alla figlia.

Lei fa cenno di sì con la testa.

«È già tutto pronto da ieri.» dice.

«Nel caso lo avessi dimenticato, hai preso la cartolina che ti ha mandato il Professor. Rowan?» dice buttando lo sguardo sulla macchinetta del caffé affianco a lei. «Senza quella non potrai avere il tuo Pokémon.»

Lucinda finisce di bere per poi rimettere la tazza sul tavolo.

«Lo so, mamma.» cerca la cartolina in tasca. «Vedi? Non potrei mai dimenticarla.»

«Bene.» dice la madre. «E sentiamo, hai già scelto quale di quei Pokémon ti piacerebbe avere?»

«Non ancora.» risponde per poi abbassare lo sguardo sulla cartolina. «Sono tutti così carini, sono certa che ognuno di loro potrebbe essere un compagno straordinario.» aggiunge per poi voltarsi verso i trofei della madre. «Ma devo scegliere bene, voglio diventare una coordinatrice di primo livello come te.»

Olga si siede di fronte alla figlia.

«Beh, prima di tutto dovrai diventare una brava allenatrice di Pokèmon.» dice guardando a sua volta i trofei e le foto. «E anche un’allevatrice, devi tenere sempre a mente che tutti i grandi coordinatori hanno cominciato come allenatori.»

«Hai ragione mamma.» dice tornando a guardare la cartolina. «È proprio quello che farò.»

 

Olga esce dalla porta principale per poi arrivare sul bancone di legno.

«Che bella giornata, è perfetta per mettersi in viaggio.» commenta per poi voltarsi verso la porta. «Ehi Lucinda?! Pronta o no?»

«Sono pronta!» esclama lei trascinando la valigia.

La madre sgrana gli occhi.

«Cos’è questa?»

«Ci ho messo tutta la mia roba e credimi sono tutte cose che mi serviranno.»

Tornano in casa e Olga apre la valigia.

«Ti servirà tanta roba...» emette incredula prendendo uno dei tanti vestiti. «Ti ricordi del perché stai partendo?» le chiede tornando a guardarla.

«Per diventare un’allenatrice di Pokémon naturalmente...» risponde non capendo il motivo di quella domanda.

«Proprio così.» approva la risposta prendendo uno zaino e appoggiandolo sulla tavola. «Il che significa che questo ti basterà.»

«Cosa?!» esclama sgranando gli occhi. «Soltanto questo!?»

«Se vuoi diventare una brava allenatrice e una viaggiatrice in gamba, fidati di me.»

«Va bene mamma...» mormora non troppo convinta.

Escono di nuovo.

«Ancora una cosa.» dice la madre porgendole un fiocco.

«Eh?» emette la figlia sgranando gli occhi dalla sorpresa. «E questo che cos’è?»

Lo prende in mano e lo osserva attentamente.

«Il primo fiocco che vinsi ad una gara come coordinatrice, l’ho sempre portato con me come portafortuna e ora se lo vuoi mi piacerebbe tanto lo tenessi tu.»

«Dici davvero?» domanda impulsivamente tornando a guardare la madre confusa.

«Però stai attenta a non perderlo.» dice sorridendo.

«Grazie mamma! Beh, allora io vado!» esclama correndo giù dalle scale.

Prende la sua bicicletta e sale in sella senza mai smettere di correre.

«Il laboratorio del Professor. Rowan è vicino a Sabbiafine, sai come arrivarci?»

«No, ma lo troverò.» risponde Lucinda fermandosi e voltandosi verso la madre. «Guarda, ho preso anche la mappa.» aggiunge facendole vedere l’oggetto. «Sta tranquilla.» dice mettendo via la mappa e tornando a guardare avanti. «Ok, il viaggio comincia!» conclude partendo.

«Fa del tuo meglio e abbi cura di te cara!» esclama salutando con la mano mentre si allontana. «Siamo d’accordo?»

«Non preoccuparti mamma!» saluta a sua volta, ma prende un sasso e rischia di cadere.

Non riesce a riprendere subito il controllo del manubrio facendo preoccupare la madre, ma poi fortunatamente riesce a tornare in equilibrio.

«Non è successo niente, tranquilla!» esclama alzando il braccio senza voltarsi. «Ciao!»

La madre sospira esasperata.

«Quando mi dice di non preoccuparmi so già che devo preoccuparmi di più.» dice mentre Glameow salta sulla ringhiera e si appisola.

 

«Questa cittadina deve essere Sabbiafine.» commenta guardandosi intorno.

«Sono arrivata.» dice fermandosi e appoggiando un piede per rimanere in equilibrio. «Questo è senz’altro il laboratorio del Professor. Rowan.»

Scende dalla bici e corre alla porta.

«Buongiorno a tutti, sono qui per il mio Pokémon!» esclama sorridendo a occhi chiusi.

Quando però li riapre si accorge di non essere al laboratorio… bensì in un bar!

«Hai sbagliato posto ragazzina.» dice quello che ha tutta l’aria di essere il barista.

«Eh?» emette inconsapevolmente.

«Beh, se hai fame e vuoi mangiare entra pure.»

Lucinda senza rispondergli chiude la porta e torna alla bici. Una volta di nuovo in sella comincia a pedalare più forte di prima.

«Oh cavoli…» dice demoralizzata dalla figuraccia appena fatta. «Io e il mio senso dell’orientamento!» esclama tra sé e sé.

Guarda la cartolina continuando a pedalare.

«Di qua non è giusto…» mormora imboccando una strada chiusa. «Di qui nemmeno!» esclama prendendo un’altra strada che si rivela quasi subito essere un vicolo cieco. «Voglio la mia mamma!» esclama ancora in pre dalla disperazione.

Decide di scendere dalla bici e di portarla a mano. Guarda di nuovo la cartolina. Ha l’aria confusa… teoricamente sarebbe già dovuta arrivare...

«Girare a destra, poi a sinistra.» legge dubbiosa. «Oppure a sinistra e poi a destra?» si chiede guardandosi intorno. «Chissà, forse al contrario...»

Senza accorgersene sbatte contro qualcuno.

«Mi scusi signore...» dice arretrando all’istante.

Anche se è voltato di spalle si capisce che deve essere piuttosto anziano, perché ha i capelli bianchi.

«Di niente.» dice con tono secco voltandosi. «Scommetto che ti sei persa.»

«Sì...» emette lei imbarazzata. «Ma tanto in un modo o nell’altro me la caverò.»

«Può darsi, però adesso mi sembri un po’ sperduta.»

«Già...» mormora abbassando lo sguardo. «In effetti è così...»

«Devi essere una nuova allenatrice visto che hai in mano quella cartolina, perché non vieni nel mio laboratorio a scegliere il tuo primo Pokémon?»

«Sì, credo sia meglio...» alza lo sguardo sgranando gli occhi. «Ha detto il suo laboratorio?»

Non immaginava minimamente che proprio lui fosse il famoso Professor. Rowan!

«Io sono il Professor. Rowan.» si presenta riprendendo a camminare. «Sempre che ti interessi prendere il tuo primo Pokémon.» dice accorgendosi di non essere seguito.

«Certo che sì!» esclama Lucinda raggiungendolo di corsa.

«Dimmi un po’, sai già quale Pokémon scegliere?» le domanda mentre camminano.

«È la stessa domanda che mi ha fatto mia mamma stamattina.» sorride imbarazzata. «No, per la verità non lo so, sono molto indecisa.»

«Strano.» commenta.

«Come?» emette sgranando gli occhi sorpresa.

«A vederti sembri una ragazza che sa quello che vuole.» dice. «Anche se ti sei persa questo non vuol dire che tu non abbia le idee chiare sul tuo futuro.»

«Io… voglio diventare una coordinatrice di primo livello come mia madre.» spiega. «Sono consapevole che ho molta strada da fare, ma non desidero altro.»

«Se vuoi il mio consiglio concentrati prima sui tuoi allenamenti.» dice. «Per diventare coordinatrice bisogna essere ben consapevoli dei limiti e dei punti di forza dei propri Pokémon.»

«È un consiglio preziosissimo!» esclama entusiasta. «La ringrazio molto, ne farò tesoro.» sorride.



Angoletto dell'autrice:
Beh, diciamo che questo primo capitolo per chi ha letto la mia fanfiction "Pokémon: Sono Qui!" non è niente di nuovo. Se avete notato ho fatto molto riferimento al primo episodio, non sarà sempre così, anche se la mia idea tipo sarebbe stata quella di prendere gli episodi uno a uno e modificarli. Tra qualche capitolo farò anche spesso riferimento al videogioco di Pokémon Diamante e Perla, percui se l'idea vi intriga restate con me. ^^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Il Pokémon del lago ***


Capitolo 2 - Il Pokémon del lago

 

Quando Lucinda e il Professor. Rowan entrano vedono che il laboratorio è devastato.

«Accipicchia...» mormora Lucinda incredula. «Professore, cos’è successo?»

«Bob!» chiama il professore non prestandole attenzione.

Quattro assistenti arrivano all’istante con delle facce pallidissime.

«Sono mortificato per il disastro!» esclama terrorizzato Bob. «Tutto è cominciato per via di un bisticcio tra Chimchar e Piplup...» racconta.

Il professore avanza verso il tavolo su cui sono ancora presenti le tre ciotole del cibo per Pokémon. Nota che solo Turtwig è rimasto a mangiare tranquillo.

«Se me lo permette andrei a cercare gli altri.» dice Lucinda raggiungendo il professore.

«Lo faresti?» chiede lui perplesso.

«Sì.» risponde decisa. «Uno di quei Pokémon potrebbe essere il mio futuro compagno di viaggio.»

«Bene, ricordati che se li troverai devi accucciarti in modo da potergli parlare all’altezza degli occhi e soprattutto dovrai cercare di calmarli.»

«D’accordo, farò come dice lei.»

«Brava ragazza, allora buona fortuna!»

«La ringrazio!»

 

Lucinda esce e una volta entrata nel bosco comincia a correre.

«EHI AMICI?!» chiama guardandosi intorno. «Chimchar!? Piplup?!»

Si ferma continuando a guardarsi intorno senza sapere da che parte cominciare.

«Piplaaa...»

«Sembra il verso di Piplup...» mormora voltandosi verso dove sente provenire il suono.

Comincia a correre in quella direzione e in poco tempo lo trova, assieme ad altri Pokémon selvatici, legato ad una ragnatela.

«Oh no, è proprio lui!» esclama.

Dopo un po’ di esitazione va decisa verso la tela, ma un attacco Fangobomba quasi la colpisce costringendola ad indietreggiare.

Poco meno di un secondo dopo il colpevole di aver lanciato l’attacco si rivela.

«Ariados, lasciali andare subito!» grida al Pokémon Coleottero e Veleno.

Ariados tenta ancora di colpire Lucinda, ma lei fortunatamente riesce a evitare gli attacchi.

«Ora basta...» mormora. «Va bene, forza, vieni con me!» esclama facendosi rincorrere.

Va davanti alla ragnatela.

«Ora sta tranquillo Piplup.» si volta facendogli l’occhiolino.

Appena il Pokémon Coleottero-Veleno lancia nuovamente l’attacco su Lucinda lei balza via. L’impatto produce la rottura della ragnatela e Piplup viene lanciato in aria. Fortunatamente riesce a prenderlo al volo mentre è ancora in corsa.

«Ti ho preso Piplup.» dice entusiasta.

«Pipla piplaa!» lui però non sembra esserle particolarmente riconoscente.

«Mi dispiace che tu ti sia spaventato, ma ora sei salvo.» sorride mortificata.

La ragazzina mette male il piede e scivolano giù dalla collina dentro un cespuglio.

«Accidenti a me e alla mia boccaccia!» esclama quando si rimette in piedi.

«Piplaa...» emette il Pokémon demoralizzato.

Lucinda esce dal cespuglio per tornare sul sentiero.

«Ti prometto che non ti succederà più nulla.» dice fermandosi. «Piacere, il mio nome è Lucinda e sono una nuova allenatrice, come stai?» sorride.

Piplup usa Beccata su di lei con espressione arrabbiata.

«Pipla, pipla!» emette, con le lacrime agli occhi, una volta a terra.

«Ehi!» esclama lei mettendo le braccia sui fianchi. «Ricordati che sei stato tu ad esserti fatto catturare, ingrato che non sei altro!»

Piplup si volta e dopo pochi secondi gli brontola lo stomaco, così Lucinda si abbassa alla sua altezza sospettosa.

«Sai Piplup, forse ho capito perché sei così scontroso.» comincia a dire. «Hai una gran fame, vero?» gli domanda comprensiva.

«Pipla...» emette voltando la testa ancora imbronciato.

La ragazzina inizia a ridere divertita.

«Sìsì, lo so bene.» sorride. «Ti capisco, sei come un libro aperto.»

«Pi...»

Prende dal suo zaino un contenitore con del cibo per Pokémon e lo offre a Piplup.

«Ecco.»

Piplup lo guarda un po’, ma poi distoglie lo sguardo chiudendo gli occhi.

«Piplaa.»

«Come dici?» chiede incredula con l’aria arrabbiata. «Che cosa significa no?!»

«Piiplaa!» gli urla in tutta risposta.

Lucinda si alza demotivata e rimette il contenitore nello zaino.

Proprio in quel momento spunta di nuovo fuori Ariados che usa Velenospina. I due riescono ad evitare l’attacco, ma subito dopo cadono a terra.

Alzano lo sguardo e vedono altri Ariados farsi strada sulla tela.

«Piplup, vieni, scappiamo!» esclama terrorizzata alzandosi istantaneamente in piedi.

I Pokémon utilizzano Millebave costringendo Piplup e Lucinda a cambiare strada.

«Quelli Ariados ce l’hanno con noi, abbiamo distrutto la loro ragnatela!» esclama Lucinda nel panico.

Usano ancora Velenospina e per evitare gli attacchi finisce che dallo zaino di Lucinda esce il contenitore di cibo per Pokémon.

«Ascoltami bene!» esclama rivolta a Piplup. «Useremo il mio cibo per Pokémon in modo da distrarli, poi un tuo attacco Bolleraggio per abbattere la barriera!»

Lucinda lancia un po’ di cibo per Pokémon in aria.

«Ehi voi due! Venite a mangiare!»

Gli Ariados non se lo fanno ripetere due volte e iniziano a mangiare.

«Attacca!» ordina a Piplup.

Il Pokémon pinguino fa come dice Lucinda e usa Bolleraggio sulla tela, generando un sacco di fumo scuro. La ragazza sorride, ma in quel momento un Pokémon le lega una gamba con Millebave e cade a terra.

«Piplup, vattene via!» esclama. «Io ce la faccio!» aggiunge sperando che la ascolti.

«Piplaa piplaa!» scuote le pinne agitato.

«Su, muoviti!» esclama ancora lei.

Gli Ariados stanno nuovamente cercando di colpirla utilizzando Fuocobomba e lei stavolta non può fare altro che coprirsi il volto con le mani.

Piplup le si para davanti utilizzando Pazienza. Quando Lucinda si accorge che il Pokémon d’acqua la sta proteggendo sorride. Sembra che alla fine Piplup non la odi poi così tanto.

Il Pokémon concentra tutta l’energia in una sfera di luce scintillante che spazza via gli Ariados.

Lucinda si alza e guarda Piplup incredula. È decisamente rimasta colpita dalla sua forza…

«Grazie infinite, amico mio.» lo ringrazia inginocchiandosi di fianco a lui.

Piplup cade a terra sfinito e lei lo prende in braccio.

Si alza e prosegue per poi accorgersi di trovarsi nei pressi del Lago Verità.

Lo stomaco di Piplup riprende a brontolare, così decide di metterlo giù per prendere un po’ di cibo per Pokémon dallo zaino.

«Mi dispiace, non è molto.» dice. «Abbiamo usato tutto il resto come esca.»

Piplup, stavolta, prende il cibo e lo mangia senza fare storie.

Lucinda gli sorride felice.

«Staraptor!» emette un Pokémon volante.

La ragazzina si volta sorpresa e scopre che Chimchar è stato ritrovato dallo Staraptor del laboratorio, che lo tiene saldo per non permettergli di fuggire di nuovo, e da Staravia, che lo segue.

«Su, adesso torniamo al laboratorio.» dice Lucinda a Piplup rialzandosi.

Proprio in quel momento però un vento fortissimo si alza scompigliandole i capelli e costringendola a chiudere gli occhi. Da subito le sembra di vedere qualcuno sulla superficie del lago e questo la fa allarmare. Pochi secondi dopo appare una sagoma trasparente simile a un Pokémon.

«Cos’era quello?» si chiede.

«Piplaa...» emette Piplup.

 

«Si narrano molte storie su di un Pokémon Leggendario che da molto tempo vivrebbe nel Lago Verità.» dice. «Potrebbe trattarsi di quello che hai visto tu.»

«Wow...» emette Lucinda inconsapevolmente.

«Hai avuto una giornata piena, forse non te l’aspettavi, ma il tuo viaggio è cominciato.» dice il professore.

Un assistente le porge un vassoio con delle PokéBall e un PokéDex.

«Ora non ti resta che scegliere uno di questi tre.» dice voltandosi verso il bancone dei Pokémon. «Il tipo di fuoco: Chimchar; il tipo d’acqua: Piplup; oppure quello d’erba: Turtwig.» poi si volta verso Lucinda. «Hai deciso con quale vorresti cominciare?»

«Sì signore, ho deciso.» dice decisa guardando per un attimo il professore per poi rivoltarsi verso i Pokémon. «Con Piplup!»

«Piplaa!» emette mettendo le pinne sui fianchi con espressione orgogliosa.

«Bene, allora tieni, questa è la PokéBall del tuo Piplup.» dice porgendogliela.

«Grazie.» la prende e va verso il Pokémon pinguino. «Piplup, insieme ne abbiamo già viste di tutti i colori oggi, siamo una vera squadra.»

«Piplaa.» alza la pinna felice.

«D’accordo, su, andiamo.» sorride ritirandolo nella PokéBall.


Angoletto dell'autrice:
Capitolo gentilmente offerto da "Pokémon: Sono Qui!"... sempre scritto da me e ispirato molto alla serie di DP...
Ma ciaoo! Come va??
Non sono arrivate ancora recensioni dall'ultima volta... o beh, ma io lo faccio anche solo per gratificazione personale. ^^
Oggi pubblicherò anche un'altro o due capitoli, per il semplice fatto che posso permettermelo (e perché la vera storia inizia dal terzo).
Io come sempre vi invito a continuare a seguirmi, a preso! ^^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Il Pikachu smarrito ***


Capitolo 3 - Il Pikachu smarrito


«Ehi Piplup, tu sai cos’è una Gara Pokémon?»

Il Pokémon pinguino non dice niente, ma la guarda interessato.

«È davvero emozionante e io vorrei diventare una coordinatrice di primo livello.» dice. «Perciò il primo posto in cui andremmo sarà Giubilopoli, dove fra non molto si terrà una gara e che tra l’altro è anche qui vicino.» continua. «Quindi cerchiamo di catturare più Pokémon che possiamo prima di arrivare, così avremmo più aiuto, dovremmo anche cominciare a elaborare qualche strategia.»

All’improvviso si sente un fruscio di cespugli, così Lucinda si ferma confusa.

«Anche a te sembra che ci sia qualcuno là dietro?» chiede al Pokémon cercando di vedere se realmente c’è qualcuno.

Dal cespuglio sbuca un Pikachu che cade esausto a terra, così lei smonta dalla bicicletta e l’appoggia a terra.

«Accipicchia!» esclama sorpresa. «Quello è un Pikachu! Piplup, catturiamolo, usa Bolleraggio!»

Piplup esegue l’ordine, ma Pikachu utilizza Fulmine e l’attacco viene spazzato via.

«Va bene Piplup, allora usa Beccata!»

Pikachu però usa di nuovo Fulmine e oltre che colpire Piplup colpisce anche la bici di Lucinda che si abbrustoglisce da capo a piede.

«OH NO!» esclama portandosi una mano alla bocca. «La mia bici!»

Pikachu la guarda preoccupato, consapevole di non aver fatto una bella mossa.

«Bene, dopo questo scherzetto ti devo assolutamente catturare.» dice cercando di controllare la sua rabbia. «Vai PokéBall!» esclama lanciandola.

La PokéBall colpisce Pikachu, eppure non lo lascia entrare.

«Non può essere...» mormora. «Quindi vuol dire che il tuo allenatore è qui nei dintorni?!» aggiunge guardandosi intorno agitata.

«Pika...» emette prima di voltarsi e andarsene.

Viene però bloccato da un Seviper, un Dustox e un Cacnea che lo accerchiano. Si guarda intorno disorientato, poi arriva il Team Rocket.

«Evviva!» dice Jessie.

«Finalmente abbiamo Pikachu sotto tiro!» le fa eco James.

«Ragazzina, lo sai che non dovresti andare in giro a giocare con le Sfere Poké?» domanda Jessie maligna.

«Potresti anche far male a qualcuno per sbaglio.» commenta James.

«In questo bosco non c’è posto per un’altra ladra di Pokémon.» dice ancora Jessie.

Pikachu colpisce il Team Rocket con Fulmine e loro cadono a terra.

Inizia così una lunga battaglia, alla fine della quale Lucinda decide di aiutare Pikachu.

«Piplup, Bolleraggio!» ordina.

L’attacco spazza via gli altri Pokémon, così Lucinda e Piplup corrono da Pikachu parandoglisi davanti.

«È meglio se non ti intrometti!» minaccia James.

«Seviper, Avvolgibotta!» ordina Jessie.

Seviper stringe Piplup con la sua coda.

«Svelto Piplup, usa Bolleraggio!» esclama la padroncina.

Il Pokémon finalmente riesce a liberarsi.

«Bravissimo!» esclama entusiasta.

«Ti faremo vedere perché il Team Rocket è tanto temuto dai bambini della regione di Kanto!» strilla la ragazza del trio.

«Bolleraggio, forza!» ordina Lucinda.

Piplup fa come ordinatogli dall’allenatrice e Pikachu si rende utile utilizzando Fulmine.

Ne segue un’esplosione di fumo scuro e il Team Rocket viene spedito in orbita.

«Evviva!» esclama Lucinda supportata dai due Pokémon.

Pikachu cade a terra sfinito, così lei lo prende in braccio preoccupata.

«È un guaio...» emette senza rendersene conto. «Dove sarà il tuo allenatore?»

Guarda Piplup istintivamente, poi torna a guardare Pikachu.

«Per il momento credo sia meglio se lo portiamo al Centro Pokémon.» dice infine ancora visibilmente preoccupata.

 

«È meraviglioso cara!» esclama la madre dallo schermo. «Hai fatto un’ottima scelta prendendo Piplup, dimmi sei già riuscita a catturare qualche altro Pokémon?»

«Ci ho provato, ma finora non ho avuto fortuna.» risponde abbassando la testa sconfitta.

«Abbi pazienza cara, ci vuole un po’ di tempo per imparare.» dice. «È bellissimo per un allenatore trovare dei nuovi amici.» aggiunge.

Piplup mette le pinne sui fianchi e chiude gli occhi orgoglioso.

«Piplup, non ti vantare.» dice Lucinda sarcastica.

Il Pokémon a quelle parole si arrabbia e la padroncina se la prende a sua volta.

«Ehi! Guarda che è anche colpa tua se non abbiamo ancora catturato neanche un Pokémon!»

«Pi pla, pipla pipla!»

Piplup comincia a prenderla a beccate.

«Non beccarmi!» esclama cercando di farlo smettere. «Altrimenti sarò io a beccare te!»

Piplup però non intende smettere e i due continuano a litigare.

«Credo che quei due sono fatti l’uno per l’altra, non sei d’accordo?» sussurra Olga al suo Glameow.

 

«Cosa combinate voi due?» chiede il professore dallo schermo. «Sembrate cane e gatto.»

«No, stiamo benissimo insieme.» sorride Lucinda.

«Quindi il vostro viaggio prosegue bene?» domanda poco convinto.

«A proposito, prima abbiamo trovato un Pikachu smarrito.» spiega. «Era inseguito da tre brutti ceffi, volevo trovare il suo allenatore, ma aveva bisogno di cure, quindi sono venuta al Centro Pokémon.»

«Tre brutti ceffi?» ripete il professore.

«Mi sembra di aver capito si chiamino Team Rocket, ma non so molto di loro.» risponde.

Il Professor. Rowan si fa pensieroso, ma non dice niente.

«Lei per caso sa chi sono?» chiede Lucinda.

«Non esattamente, ora la cosa importante è ritrovare l’allenatore del Pikachu.»

«Sì.» dice decisa. «Pensavo proprio di fare un giro della zona e chiedere in giro, voglio dire, se ho trovato Pikachu in questo bosco il suo allenatore non deve essere lontano.»

«Ottimo, ti prego di chiamarmi qualora ci fossero delle novità.» dice lui.

«Certo.»

La video-chiamata finisce e il monitor si spegne.

«Bene, mettiamoci all’opera!» dice voltandosi.

Senza accorgersene dall’euforia del momento urta una persona.

«Scusami!» esclama imbarazzata.

«Pi pipla.» emette il Pokémon pinguino con le braccia sui fianchi e gli occhi chiusi.

La padroncina gli rivolge uno sguardo truce per poi voltarsi nuovamente.

Lo guarda meglio e subito si accorge che è un ragazzo che avrà sì e no qualche anno in più di lei. Ha i capelli scuri e gli occhi azzurri. Rimane un po’ sorpresa, ha tutta l’aria di essere un tipo piuttosto cupo.

«Non fa niente.» dice disinteressato riprendendo a camminare.

«Aspetta!» esclama lei.

Si ferma e si volta a guardarla confuso.

«Per caso...» dice titubante. «Sì, tu hai un Pikachu nella tua squadra?»

Il ragazzo non risponde e si gira.

«Ho capito chi sei, non sono interessato a questi stupidi sondaggi.» dice andandosene.

«Che antipatico!» esclama per poi voltarsi verso Piplup. «Piplup, andiamo, non abbiamo tempo da perdere.»

«Piplaa!» emette deciso.



Angoletto dell'autrice:
Perfetto... allora, chi ha visto il film "Pokémon: Scelgo Te!"?
Spero tutti, comunque nel caso guardatelo se avete tempo (anche se è una storia parallela a quella che conosciamo è carino).
Il personaggio che è apparso, ve lo dico già, tanto sarà detto chiaramente nel prossimo capitolo, è Sami. Vi ricordate? Il ragazzo di Rupepoli del film... questo sarebbe uno spoiler, ma ricordate che nella descrizione della storia io lo avevo detto che questa fanfiction era ambientata nell'universo di "Pokémon: Scelgo Te!".

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - L’allenatore misterioso ***


Capitolo 4 - L’allenatore misterioso
 

«Lucinda, il tuo Pikachu ora sta molto meglio.» le dice l’infermiera Joy.

«La ringrazio infinitamente.» dice prendendolo in braccio.

«Fa attenzione d’ora in poi.»

«Certo e grazie ancora!» esclama correndo fuori dal Centro.

Una volta fuori Lucinda corre da una parte all’altra alla ricerca dell’allenatore del Pikachu, ma non riceve nessuna risposta positiva. Comincia a essere stanca di camminare a destra e a manca.

«Come vorrei che la mia bici non si fosse arrostita...» dice mettendo le braccia sui fianchi esasperata.

«Pika...» emette Pikachu mortificato.

«Pazienza, mi sa che dobbiamo rimetterci in marcia.» dice ancora lei.

In quel momento sul marciapiede passa il ragazzo che prima aveva incontrato al Centro Pokémon.

Lucinda fa finta di non vederlo, ma lui si ferma.

«Quindi il Pikachu sarebbe questo?» chiede sorpreso.

Lucinda non gli risponde e lo guarda stupita, ma poi gli sorride un po’ imbarazzata.

«Sì, sto cercando il suo allenatore!» esclama.

«Immagino tu ti stia dando da fare.»

«Che domande.» dice ovvia chiudendo gli occhi con aria orgogliosa. «Qualunque allenatrice degna di questo numero lo farebbe.»

«Ti aiuto se vuoi.»

«Sul serio?!» chiede incredula.

«Scusami per prima, credevo fossi una addetta ai PokéSondaggi.» spiega. «Mi è già capitato di incontrarne.»

«Capisco...» mormora. «Allora grazie.»

«Mi chiamo Sami e vengo da Rupepoli, a dirla tutta sto tornando a casa.»

«Io sono Lucinda, vengo da Duefoglie e sono da poco diventata un’allenatrice.»

Si stringono la mano.

«Hai già chiesto agli allenatori sul percorso 219?»

«No.» risponde.

«Allora vado a chiedere a loro.» dice prendendo a correre.

Lucinda lo guarda andare via, ma quando viene richiamata da Piplup sposta lo sguardo su di lui.

«Noi torniamo al Centro!» dice decisa. «Ora che abbiamo chi ci aiuta posso tranquillamente chiamare il professore!»

«Pika pika.»

«Pipla piplaa.»

Lucinda si volta e vede per la prima volta alcune macchinette per le video-chiamate, così decide di approfittarne.

«Professore, ha delle novità?» chiede.

«Lucinda!» esclama. «Per fortuna mi hai chiamato, l’allenatore del Pikachu si chiama Ash ed è venuto qui, se n’è appena andato.» spiega. «Sta cercando di raggiungerti, torna verso il Centro Pokémon!»

«Non c’è problema, su coraggio, andiamo.» dice rivolta ai due Pokémon.

Fa per andare, ma poi si ferma esitante.

«Sì, ma prima dovrei dirlo a Sami, lui è stato così gentile...» dice titubante. «Che faccio? Se non torno subito indietro rischio di non incontrarlo, ma se non lo dico niente a Sami sarò una persona orribile...» si prende la testa con le mani. «Accidenti, cosa faccio!? Non so nemmeno dov’è il percorso 219!»

«Se mi permetti, posso avvertire io il tuo amico.» dice il professore.

Si volta nuovamente verso lo schermo.

«Dice davvero?» emette sorpresa.

«Certo, raggiungi pure Ash.»

«La ringrazio molto.» dice accennando un inchino per poi correre via.

 

Lucinda si addentra di nuovo nel bosco e comincia a correre più velocemente che può, ma un’ombra gigantesca si posa su di lei e i Pokémon costringendoli a fermarsi.

«Non ci credo...» mormora guardando l’enorme robot manovrato dal Team Rocket.

Pikachu usa la sua mossa Locomovolt, ma per qualche strano motivo la macchina non risente per niente dell’attacco.

Quando il macchinario comincia a muovere le tenaglie Lucinda si allarma ancora di più.

«Piplup, usa Bolleraggio!»

Il robot riesce a prendere Pikachu e lui non riesce nemmeno più a muoversi.

«Pika!»

«Presto Piplup!» esclama la ragazza nel panico. «Usa ancora Bolleraggio!»

Nonostante il Pokémon esegua i comandi l’attacco non sortisce l’effetto sperato.

«Piplaa!» emette per poi correre verso il robot.

«Piplup, aspetta!» dice l’allenatrice seguendolo.

Il Pokémon si lancia sulla tenaglia rimasta libera, ma viene ributtato indietro e Lucinda, preoccupata, corre da lui. Piplup è intenzionato a non mollare, quindi è costretta a dirgli di fermarsi.

Il Team Rocket comanda il robot in modo da colpire i due, così loro terrorizzati fanno di tutto pur di evitare i colpi.

«Aipom, Agilità!» grida qualcuno dietro di loro. «Starly, Turbine!»

Due Pokèmon, ancora, a Lucinda sconosciuti fanno il loro ingresso colpendo il robot.

La ragazzina si volta e vede un ragazzo dagli occhi scuri correrle incontro. Ha un’espressione seria, quasi minacciosa, in un primo momento teme di essere proprio lei il suo bersaglio, ma poi lo vede passarle oltre e saltare su un albero per poi attaccarsi a una delle tenaglie del robot.

«Chi è quel ragazzo?» mormora inconsciamente.

Il ragazzo è riuscito a raggiungere Pikachu, ma proprio in quel momento il robot minaccia di scoppiare a causa del sovraccaricamento.

La macchina scoppia in mille pezzi e si alza un minaccioso fumo scuro.

Lucinda e Piplup fissano il macchinario distrutto con chiara preoccupazione negli occhi.

Fortunatamente però, dopo pochissimi secondi, Ash e Pikachu riemergono dalle macerie e si abbracciano.

«Pikachu… meno male...» emette Lucinda sollevata.

Ash si accorge per la prima volta di lei e immagina sia proprio la ragazza della quale parlava il professore. Rimane a guardarla per un paio di secondi attirando anche il suo sguardo sorpreso. Quando si rende conto di quello che sta facendo scuote la testa e si alza.

«Grazie davvero per aver salvato il mio Pikachu.» dice. «Il mio nome è Ash Ketchum, della città di Biancavilla.» si presenta.

«Ciao, io mi chiamo Lucinda e questo è il mio amico Piplup.» dice guardando il Pokémon.

Ash tira fuori il PokéDex dalla tasca e lo punta su Piplup.

«Spero che quello scoppio non gli abbia fatto male.» commenta preoccupato.

«Ti ringrazio, ma sta benissimo.» dice. «Vero Piplup?» chiede conferma guardando il Pokémon pinguino.

«Sei un Pokémon molto forte, eh?» gli chiede retoricamente Ash.

Lui mette le mani sui fianchi con aria orgogliosa, ma poi esegue un paio di giravolte su se stesso e cade a terra.

«Piplup!» lo soccorre subito la padroncina.

«Credo sia esausto dopo tutte queste emozioni.» dice Ash altrettanto preoccupato. «Portiamolo al Centro Pokémon.»

«Sì.» annuisce lei prendendolo tra le braccia e alzandosi.


Angoletto dell'autrice:
Erano due... invece sono tre!
Scusate, ma come faccio a resistere?? Almeno l'incontro tra Ash e Lucinda dovevo pubblicarlo...
Ne vedremo delle belle di qui in poi... spero almeno che Takeshi Shudo sarebbe orgoglioso di me. ^^"

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Errori di percorso ***


Capitolo 5 - Errori di percorso


«Devo chiamare il Professor. Rowan.» dice Lucinda una volta arrivati al Centro e portato Piplup dall’infermiera Joy.

«Adesso?» chiede perplesso.

«Sì, voglio dirgli che ti ho trovato.» sorride prima di allontanarsi.

Però non fa in tempo a fare più di un paio di passi che vede Sami seduto su una sedia della sala d’aspetto. È intento a lucidare qualcosa con uno straccio.

La ragazza si fa forza e va da lui.

«Ciao Sami… ehm.» dice incerta. «Scusami per essere sparita dopo che ti sei offerto di aiutarmi.»

Sami la guarda con aria di sufficienza.

«Non preoccuparti, il Professor. Rowan mi ha avvertito.» dice. «Sei riuscita a trovare l’allenatore del Pikachu?»

Lucinda sorride come un ebete, si sente terribilmente in colpa per ciò che ha fatto.

«Ciao, io sono Ash Ketchum, piacere.» dice una volta vicino a loro tendendo la mano a Sami.

«Piacere, sono Sami di Rupepoli.» gliela stringe.

«Non sono mai stato a Rupepoli, ma ne ho sentito parlare molto bene.» commenta. «Tu e Lucinda vi conoscete?»

«Ci siamo incontrati prima.» spiega. «Ho aiutato Lucinda in una commissione.»

La ragazza si allarma quando vede che Ash diventa perplesso.

«Intendeva che mi ha aiutato a cercarti!»

«Quindi sei tu l’allenatore del Pikachu?» chiede squadrandolo dalla testa ai piedi. «Fai attenzione ai tuoi Pokémon.» dice per poi tornare a lucidare l’oggetto.

- Penso che ce l’abbia a morte con me… - pensa Lucinda.

«Guarda che non è come credi!» esclama Ash. «Senti, ma non è che io e te ci siamo già visti da qualche parte?»

«Non ho tempo per discutere con voi.» conclude alzandosi e andandosene.

«Che tipo.» commenta Ash serrando i pugni.

Lucinda non ha il coraggio di dire niente e sorride ancora come un ebete.

 

«Mi fa piacere che vi siate trovati.» dice il Professor. Rowan. «Immagino che ora viaggerete insieme.»

Lucinda guarda Ash leggermente agitata e lui guarda lei più confuso che altro.

«No, si sbaglia.» sorride. «Ho solo fatto il mio dovere da allenatrice, ora andrò a Giubilopoli per partecipare alla mia prima Gara Pokèmon.»

- Non vorrei mai tornare ad incontrare quei tizi strani… -

Il professore non dice niente, ma è chiaramente contrariato.

«Ci vediamo professore! A presto Ash!» esclama per poi correre via.

«Quella ragazza...» sospira esasperato il professore.

«Qualcosa non va?» chiede Ash confuso.

«Ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con lei.» spiega. «Devi sapere che l’ho trovata mentre girava a vuoto in cerca del mio laboratorio.»

«Caspita, si era persa?»

«Sì, ma il bello è che nonostante non sapesse dove andare continuava a dirmi che se la sarebbe cavata in qualche modo.»

«È stata una fortuna che abbia incontrato lei.» dice.

«Lei è stata fortunata ad incontrare te.» dice. «O viceversa, insomma, quello che voglio dire è che potreste aiutarvi a vicenda.»

«Capisco cosa intende, ma non credo di poterci fare niente se Lucinda preferisce viaggiare da sola.»

«Sono certo che cambierà idea, Lucinda è testarda, ma non rifiuta mai un po’ di aiuto.»

«Mi ha convinto.» dice ridendo debolmente. «Sono proprio curioso di scoprire qual’è il vero carattere di Lucinda.»

 

«Bene Piplup!» esclama Lucinda una volta uscita. «Ora ci rimettiamo in viaggio, dici che c’è una città dove possiamo acquistare una bicicletta?» chiede al Pokémon mentre si allontanano.

«EHI LUCINDA?!» urla con le mani a megafono Ash uscendo dal Centro Pokémon.

«È ancora lui!» esclama Lucinda incredula. «Presto Piplup, seminiamolo!» dice complice rivolta al Pokémon pinguino.

I due cominciano a correre, così Ash fa lo stesso.

Quando si addentrano nel bosco Piplup inciampa, così Lucinda lo prende in braccio lasciando ad Ash alcuni secondi di vantaggio.

«Fermati!» le grida Ash, chiaramente affaticato, senza, però, mai, smettere di correre.

Una buona decina di minuti dopo tutti e due si accasciano a terra con il fiatone, tuttavia sono a parecchi metri di distanza l’uno dall’altra.

«Non ti sembra maleducato scappare così?!» chiede Ash quando riesce a riprendere un po’ di fiato.

«Perché mi stai seguendo?!» domanda alterata. «Ti ho detto che non voglio viaggiare con te!»

«Sei proprio testarda, ha ragione il Professor. Rowan.»

«Cosa?» emette sorpresa. «Il professore ti ha parlato di me?!» aggiunge agitata.

«Sì e indovina cosa mi ha detto?» chiede retorico. «Che una certa ragazzina si dà tante arie, ma rischiava di perdersi ancora prima di arrivare al laboratorio!»

«Non sono affari tuoi!» esclama. «Non sei tenuto a farmi da balia!»

«Se continui con questo atteggiamento non arriverai da nessuna parte!»

«Fatti gli affari tuoi!»

Un Buneary sbuca da un cespuglio e Lucinda si alza subito in piedi. Entusiasta tira fuori una PokéBall. È un Pokémon davvero carino! Ha intenzione di catturarlo subito!

«Caspita che emozione, cominciamo!» esclama caricando la PokéBall dietro alle spalle.

«Ehi!» esclama Ash. «Guarda che devi ingrandire la Sfera Poké!»

Lucinda la guarda perdendo la concentrazione al punto tale da non riuscire più a tenerla saldamente in mano.

«Sbrigati, altrimenti se ne andrà!» esclama Ash.

«Ci sono!» dice riacquistando il controllo. «Ora la lancio!» dice decisa premendo il pulsante.

La PokéBall finisce in testa ad Ash mettendolo al tappeto.

«Ops...» mormora mortificata.

«Io non sono un Pokémon da catturare!» esclama lui sedendosi.

«È stato un incidente!» dice. «Se tu non avessi gridato non mi sarebbe sfuggita di mano!»

«Sei tu che hai sbagliato a lanciarla!» dice. «Anche se non capisco come accidenti hai fatto, sono in tutt’altra direzione rispetto a Buneary!»

«Stai forse insinuando che l’ho fatto apposta!?»

«Questo lo hai detto tu!»

Lucinda raccoglie il suo zaino da terra e si volta per poi andarsene.

«Dove vai?!» le grida Ash senza muoversi.

«A Giubilopoli.» dice senza fermarsi.

«Quella è la direzione sbagliata!»

La ragazza si volta sorpresa.

«Lo vedi? La gente fa bene a preoccuparsi!»

«Guarda che io lo sapevo.» dice. «Stavo solo… prendendo tempo affinché tu te ne andassi e smettessi di seguirmi!»

«Certo.» incrocia le braccia. «Inventatene una migliore.»

«Guarda che è la verità!»

«Hai un bel coraggio per parlare di verità!»

 

«Lucinda, chi è quel ragazzo laggiù?» chiede Olga riferendosi ad Ash seduto su una sedia della sala d’aspetto.

Lucinda si è fermata al Centro Pokèmon a video-chiamare sua madre e Ash non intende smettere di seguirla. Dopotutto gliel’ha chiesto il Professor. Rowan… e poi ora è proprio curioso di vedere fino a che punto quella ragazzina ha intenzione di spingersi...

«Chi lui?» domanda in ansia. «Nessuno, un allenatore come tanti presumo...»

«Salve signora, io sono Ash Ketchum.» si presenta arrivando di soppiatto.

«Ciao, piacere di conoscerti, sono la mamma di Lucinda.» sorride. «Quindi vi conoscete?» guarda con aria critica la figlia per averle nascosto la verità.

«Ci siamo incontrati per caso.» sorride Lucinda imbarazzata.

«Mi ha aiutato a ritrovare il mio Pikachu.» dice Ash. «Un vero segno del destino.»

Lucinda diventa rossa da capo a piede per le parole dette dal ragazzo.

«Ora devo andare mamma!» esclama tagliando corto. «Ti chiamo appena posso!» aggiunge premendo il pulsante per spegnere il monitor. «Si può sapere cosa ti è saltato in mente di dirle!?» esclama dopo aver tirato un sospiro di sollievo.

«Perché? Che ho detto di male?» chiede con aria ingenua.

«Non ci provare!» esclama. «Non dire a mia madre delle bugie!»

«Cosa?! Sono io quello che dice bugie adesso!?»

Lucinda tira un altro sospiro esasperata.

«Senti, abbiamo iniziato con il piede sbagliato.» dice più calma Lucinda. «Che ne dici di cominciare da capo? Ciao, sono Lucinda.» dice tendendogli la mano.

«No.» dice guardando la sua mano per poi tornare a guardare lei. «L’inizio era ok, è tutto il resto che è andato a rotoli.»

La ragazza abbassa la mano demotivata.

«Davvero ti sto così antipatico?»

«No!» si sbriga a dire. «Voglio dire, non ho niente contro di te è solo che ho paura di incontrare di nuovo quei tre!»

«Chi? Il Team Rocket?» chiede. «Mi sembra che tu gli abbia tenuto testa anche troppo bene quando hai protetto Pikachu.»

«È vero che i bambini di Kanto sono terrorizzati dal Team Rocket?» chiede con lo sguardo basso.

«Te l’hanno detto loro?» ridacchia. «Non esiste! Tutti sanno che il Team Rocket è temibile quando un Magikarp.»

«Che Pokémon è Magikarp?» chiede curiosa alzando lo sguardo.

«Ragazza mia, hai tantissime cose da imparare sul mondo Pokémon.» dice mettendo le mani sui fianchi. «Ma sei fortunata, hai la possibilità di avere un tutor personale al tuo servizio ventiquattr’ore su ventiquattro.»

«Inclusa la notte quando normalmente gli allenatori dormono?» scherza lei.

«Allora?» chiede sciogliendo le braccia. «Che ne dici?»

«Uhm...» finge di pensarci. «Dico di no.» sorride.

Ash casca quasi dalla sorpresa.

«Ma dai!» esclama. «Tu da sola non sai arrivare alla fine del percorso!»

«Mi avevi quasi convinta, ma penso che sarebbe un continuo tirarsi frecciatine a vicenda, quindi dico di no.» spiega sorridendo tranquilla. «Però non è detto che abbia ragione, quindi ci vediamo alla mia Gara a Giubilopoli se ti interessa vedere una bella esibizione.» conclude correndo via.



Angoletto dell'autrice:
Erano tre e invece... okok basta! Però dovevo lasciarvi anche questo perché... dovevo ecco tutto! ^^
Voi ve la immaginate una Lucinda che si rifiuta di viaggiare con Ash?? Io onestamente no, anche perché se vi ricordate è proprio lei nell'anime a chiederlo.
Non per niente è una dimensione parallela, spero vi sia piaciuta l'idea. 
Comunque ho finito di scomodare "Pokémon: Sono Qui!", anzi quasi manca ancora una parte (e una parte che però ricorrera moolto più avanti... tranquilli, vi avvertirò quando sarà il momento).
Ok, per oggi è tutto, io mi congedo e spero di ricevere vostri commenti al più presto.
Ciaoooo! <3 ^^

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