Sulle ali della Verità

di Ryu Hime
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Touko di Soffiolieve ***
Capitolo 3: *** Il Team Plasma ***
Capitolo 4: *** Il racconto del Pokémon Lucelunare ***
Capitolo 5: *** Un nuovo Pokémon Serperba ***
Capitolo 6: *** Di sogni premonitori e teschi di Drago ***
Capitolo 7: *** Nel Bosco Girandola ***
Capitolo 8: *** Il Pokémon Daruma ***
Capitolo 9: *** Dichiarazione di guerra ***
Capitolo 10: *** Il Castello Sepolto ***
Capitolo 11: *** Dove riposarono ***
Capitolo 12: *** Una rivelazione dinamica ***
Capitolo 13: *** Il Campione vagabondo ***
Capitolo 14: *** Il Deposito Frigo ***
Capitolo 15: *** Un appiccicante incontro alla Cava Pietrelettrica ***
Capitolo 16: *** In volo! ***
Capitolo 17: *** Impeto nevoso ***
Capitolo 18: *** Ricongiungimento ***
Capitolo 19: *** La mia missione ***
Capitolo 20: *** Leggenda ***
Capitolo 21: *** Un palazzo dal sottosuolo ***
Capitolo 22: *** Bianca Verità ***
Capitolo 23: *** Sulle ali dei miei Ideali ***
Capitolo 24: *** Dove sei? ***
Capitolo 25: *** Non era così che doveva andare ***
Capitolo 26: *** Non andare ***
Capitolo 27: *** Disastro ***
Capitolo 28: *** Adunata! ***
Capitolo 29: *** Endofusione ***
Capitolo 30: *** Un dolore millenario ***
Capitolo 31: *** Da Verità e Ideali ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Komor sospirò aggiustandosi la cravatta ed osservando il giovane Allenatore allontanarsi sconfitto dalla sua Palestra.
Era ormai da qualche anno che gli sembravano tutti uguali: privi di grinta.
Della sua grinta.
Quanto tempo era passato adesso?
Un anno?
O forse due?
Fece appello a tutte le sue forze per non sprofondare in un oceano di ricordi.
Prese nuovamente fiato, lo trattenne per qualche secondo e lo lasciò andare mentre si sistemava la cravatta rossa.
Sentiva la presenza di Emboar appena dietro di lui.
Ormai il suo fidato compagno lo conosceva meglio di chiunque, persino di sé stesso.
Si sedette a terra ed alzò lo sguardo mentre uno stormo di Pidove gli passò sopra la testa in perfetta formazione.
Lei non ne aveva mai catturato uno ora che ci pensava.
Le possibilità di farlo non erano mancate, ma diceva sempre che quei pochi che aveva l’avevano chiamata e finché non l’avrebbero fatto anche altri a lei sarebbero bastati gli amici che già aveva.
Ma ormai non l’avrebbe più rivista.
Quella ragazza che lo aveva accompagnato nel suo primo viaggio come Allenatore in erba era scomparsa, senza lasciare traccia.
Poco dopo la vincita dell’agognato titolo di Campionessa e la sconfitta di “quel branco di decerebrati”, come era solita chiamarli, era partita per un lungo viaggio dal quale non era più tornata.
Persa in quel mondo sconfinato a cercare chissà che cosa.
No, in realtà lui sapeva benissimo che cosa era andata a cercare.
O meglio, chi.
Era stato presente quando si erano incontrati per la prima volta a Quattroventi.
Quando lei si era resa conto di essersene follemente innamorata.
Quando si era disperata alla scoperta del ruolo di quel ragazzo nel Team Plasma.
Quando lei aveva prevalso, sconfiggendolo nell’ultima battaglia.
Quando quel ragazzo le aveva detto addio, spezzandole il cuore.
Quando si era chiusa in camera, senza uscirne per mesi.
Ma quando, poco dopo aver ricevuto la notizia di essere diventato Capo Palestra ed era andato a trovarla lei non c’era più.
Aveva trovato la madre in lacrime, dicendo che non riceveva sue notizie da settimane e che ormai temeva il peggio.
Aveva chiesto alla donna il motivo per cui lei fosse partita, dopo mesi di auto reclusione. La donna aveva risposto che un investigatore era arrivato dicendo che era giunta voce di un ragazzo nella regione vicina che cavalcava un enorme Pokémon nero.
Alla notizia lei era partita immediatamente.
Da quel giorno nessuno ne seppe più nulla.
La Campionessa di Unima era sparita, come se fosse stata fumo.
A nulla erano serviti i numerosi tentativi di ritrovala, nemmeno Nardo, il precedente Campione era stato di grande aiuto.
Il colpo di grazia alle loro speranze era stato dato dal ritrovamento del suo zaino in un bosco lontano da qualsiasi città.
Conteneva l’Interpoké acceso per segnalarne la posizione. Al suo interno tutte le Pokeball e ogni avere che si era portata dietro.
Invece di lei nessuna traccia.
Sparita nel nulla.
Per sempre.
 
Un rumore di passi lo fece emergere dai suoi pensieri.
Komor impallidì alla vista del ragazzo, di quel ragazzo, ormai uomo, che gli si trovava davanti.
Si avvicinò al visitatore a grandi passi, seguito da Emboar.
Il nuovo arrivato lo superava in altezza di una spanna buona, ma ciò non gli impedì di assestargli un pugno deciso sotto il mento, spedendolo al tappeto.
Il ragazzo non reagì, capiva la sua rabbia almeno quanto capiva i Pokémon.
–Dove cazzo sei stato!? Lei ti ha cercato dappertutto! E adesso è scomparsa! Tutto per colpa tua! Tua maledizione!- urlò Komor, adirato come mai lo era stato in vita sua.
Quell’uomo non rispose, in cuor suo sapeva quanto avesse ragione.
-Che cosa ci fai qui?- domandò duramente il Capo Palestra, furioso per il suo mutismo.
–So dov’è.- fu la risposta chiara e rapida che ottenne quel pomeriggio invernale.
La speranza tornò ad accendersi fioca in lui mentre un fiume di ricordi lo trascinava alla deriva della realtà.




*Si presenta con l'aspetto di uno spirito metà ragazza e metà drago. I capelli neri raccolti in una treccia, delle squame viola un po' ovunque, ali dello stesso colore e una coda viola con una fiammella blu sulla cima. È vestita con un Chihaya ma con il viola al posto del rosso*
Rieccomi di nuovo al lavoro, questa volta con Pokémon.
Ora... vi starete chiedendo cosa cavolo è successo, ma date tempo al tempo che, come al solito, prima o poi spiego tutto, ma ci vuole tempo.
In questo caso il viaggio all'Interno di Unima.
Ogni volta che giocavo a questo gioco mi ha sempre dato fastidio il fatto di non poter dire la mia, quindi qui mi sono presa ampiamente la rivincita.
Non mi dilungherò oltre nelle spiegazioni per adesso.
Oggi pubblico i consueti tre capitoli, dopodiché comincieranno gli aggiornamenti settimanali (che spero vivamente di riuscire a mantenere).
Detto questo spero che vi piaccia.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 2
*** Touko di Soffiolieve ***


Touko di Soffiolieve

-Touko, devi dormire adesso.- disse Makoto cercando di rimboccare le coperte alla figlioletta di dieci anni.
–Una storia! Dai! Raccontami la storia della buonanotte!- lo pregò la bimba spalancando gli enormi occhi celesti.
Makoto sospirò –E va bene, ma dopo fila a nanna.-
Touko annuì con forza, sorridendo.
L’uomo si schiarì la voce –Devi sapere che Unima venne creata più di 2500 anni prima dell'era moderna da due Eroi gemelli, unendo le persone della terra. Questi comandavano un Pokémon Drago unico nel suo genere. Una volta creata la regione, i due fratelli iniziarono a discutere circa il loro modo di credere e di pensare: il più anziano voleva un mondo di Verità, mentre il più giovane un mondo di Ideali. Le loro idee contrapposte portarono ad uno scontro fra i due, in seguito al quale il Pokémon si scisse in due distinti draghi: Reshiram, schierata con il gemello più anziano, e Zekrom, dalla parte del gemello più giovane. Essendo entrambi nati dallo stesso Drago, non c'era modo di determinare la supremazia dell'uno sull'altra, ma ugualmente continuarono a combattere fra di loro, causando la distruzione di Unima, con le fiamme di Reshiram e i fulmini di Zekrom. Quando si furono resi finalmente consci di ciò che la loro disputa aveva causato, i due fratelli si fermarono e i due Pokémon scomparvero. Fu allora che venne eretto il Castello Sepolto, come segno di una nuova civilizzazione di umani e Pokémon.-
 
Makoto scese le scale che portavano alla stanza della figlioletta, abbandonata al mondo dei sogni.
Umbreon se ne stava davanti alla stufa, sonnecchiando piano. Non appena il suo Allenatore raggiunse il salotto drizzò le orecchie ed aprì gli occhi rossi come tizzoni ardenti, pronta ad ascoltare il dialogo che da lì a poco avrebbe avuto luogo tra i due coniugi.
-Devi proprio partire?- domandò Aki, la moglie.
Makoto sorrise e si sedette sul divano accanto a lei.
–Questioni di lavoro, non posso proprio ritirarmi.-
-Non possono cercare qualcun altro?-
-Modestia a parte sai che sono il migliore del settore.- replicò sorridendo.
-E poi…- aggiunse.
–Se non li fermiamo sul nascere questo branco di decerebrati potrebbe causare non pochi problemi.- rispose abbracciando la moglie.
-Non devi preoccuparti, ci sarà Umbreon con me.- aggiunse mentre Aki si sistemava meglio nel suo abbraccio.
Passarono così il resto del tempo che avrebbero trascorso insieme.
Verso l’alba Makoto avrebbe varcato per l’ultima volta la soglia di casa sua.
Disperso avevano detto i colleghi.
Sparito nel nulla.
Aki si trattenne dall’andare a cercarlo lei stessa solamente perché non voleva lasciare Touko da sola.
Le speranze di ricevere notizie svanirono con il tempo.
 
Sei anni dopo
Aki era in cucina, una tazza di tè fra le mani ed un sorriso nervoso.
-Se la caverà perfettamente Aki, in questo ha preso da Makoto.- disse convinta la professoressa Aralia.
-Lo so… so anche che sarebbe inutile impedirle di andare… ma questo non cambia la mia preoccupazione…-
-Potrai chiamarla tutti i giorni con l’Interpoké, inoltre non sarà sola. Belle e Komor saranno con lei.-
-Hai ragione… dopotutto anche io ho fatto il mio viaggio alla sua età…-
-Vedrai, se la caveranno.-
 
Al piano di sopra nel frattempo tre ragazzi stavano davanti ad altrettante Pokeball, adagiate sopra un cuscino dall’aria soffice.
Il primo aveva i capelli neri, occhi blu ed occhiali rossi. Un paio di jeans, una camicia bianca ed una giacca azzurra completavano il suo aspetto serioso.
La seconda aveva corti capelli biondi coperti da un grande cappello verde, gli occhi verde chiaro. Indossava una lunga gonna bianca e delle calze arancioni.
La terza aveva lunghi capelli castani raccolti in una coda alta e due occhi azzurro cielo. Indossava un paio di pantaloncini di jeans, una maglietta bianca ed un gilet nero.
-Allora? Chi sceglie per primo?- domandò Belle, la ragazza bionda.
-Direi di far scegliere a Touko, dopotutto è casa sua.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
La ragazza in questione fissava le Pokeball con un’espressione concentrata, come se stesse cercando di scrutare l’anima dei loro ospiti.
Passarono due minuti prima che si decidesse ad allungare la mano verso una delle sfere rosse e bianche.
-Snivy.- commentò Komor mentre Belle si impossessava della Pokeball contenente Oshawott.
-Che ne dite di una lotta?- domandò la bionda mentre il moro prendeva la sfera di Tepig.
-Al chiuso? Non mi sembra proprio il caso.- commentò il ragazzo serio.
-Giusto, e poi chi la sente mia madre? Sicuramente devasteremmo la stanza, e poi prima di qualsiasi lotta voglio conoscere il mio Pokémon.- disse Touko facendo uscire lo Starter di tipo Erba dalla sfera.
Snivy si guardò attorno per un attimo ed i suoi occhi d’ambra si posarono sulla ragazza.
–Ciao, io mi chiamo Touko.- disse l’Allenatrice sorridendo.
Belle e Komor la imitarono e dopo qualche minuto scesero al piano inferiore dove li aspettavano Aki e la professoressa Aralia.
-Vedo che avete scelto.- commentò la donna sorridendo.
Touko annuì. Snivy era accoccolata comodamente sulla sua testa. Belle teneva Oshawott imbraccio mentre Tepig era seduto sulla spalla di Komor.
-Allora, questi sono i vostri Pokédex, gli Interpoké, le mappe di Unima ed alcune Pokeball.- elencò la professoressa Aralia indicando gli oggetti in questione sul tavolo per poi distribuirli ai tre ragazzi.
-La prima tappa sarà Quattroventi. Io vi accompagnerò fin lì, dopodiché sarete da soli.- spiegò la donna.
-Vi aspetto alla fermata dell’autobus, passerà tra mezz’ora, mi raccomando, puntuali.- aggiunse uscendo dall’abitazione.
-Vado a prendere le mie cose e a salutare i miei.- disse Komor per poi salutare la madre di Touko.
-Anche io, devo perdere la borsa.- commentò Belle prima di precipitarsi all’aperto.
-Stai davvero per partire… mi sembra ieri che mi chiedevi di raccontarti la storia della buonanotte…- commentò Aki sospirando di malinconia.
-Starò bene mamma, non devi preoccuparti. C’è Snivy con me e ti chiamerò tutte le sere, promesso. Non devi preoccuparti.-
-È compito di una madre preoccuparsi.- ribatté quella.
Touko l’abbracciò di slancio, rimasero l’una tra le braccia dell’altra per qualche istante prima che la novella Allenatrice andasse a prendere lo zaino sul tavolo del soggiorno.
-Devi davvero portarti dietro tutta quella roba?- domandò Aki per l’ennesima volta.
-Mamma, ne abbiamo già parlato. Senza i miei attrezzi non mi muovo.-
-Touko, è una cucina portatile con padelle, coltelli e pentole di tutte le dimensioni!-
-Esatto! Non sono nemmeno riuscita a prendere tutto quello che volevo…- mormorò la ragazza contrariata.
Aki sorrise sospirando esasperata, quando la figlia si metteva in testa qualcosa non c’era verso di farle cambiare idea.
Si salutarono un’ultima volta sulla soglia di casa mentre Touko si metteva sulle spalle il voluminoso zaino dal quale pendevano due padelle e un fornello da campeggio mentre sulla sommità stava un sacco a pelo arrotolato di color pervinca.
-Allora vado, ciao mamma! Ci sentiamo presto!- salutò mentre si dirigeva a passo svelto verso la fermata di Soffiolieve.
 
Touko arrivò al luogo dell’incontro subito dopo Komor, il quale non mancò di notare l’imponente bagaglio dell’amica.
-Mi ringrazierai.- disse la ragazza prima che il moro potesse dire qualunque cosa.
-Eccomi!- la voce di Belle che arrivava di corsa spostò l’attenzione dei due ragazzi.
-Sei in ritardo.- commentò Komor squadrandola da dietro le lenti rettangolari.
-Ehi! Il bus non è ancora arrivato!- protestò la bionda.
-Su non litigate.- li riprese bonaria la professoressa Aralia mentre il mezzo di trasporto in questione si avvicinava.
Il viaggio durò un’ora e mezza. Durante il tragitto i neo Allenatori discutevano delle tappe del loro viaggio.
–Io non vedo l’ora di visitare Mistralopoli!- esclamò Touko mentre Snivy le si sistemava in grembo.
-Mi sembra ovvio, tu stravedi per il freddo.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Io voglio vedere la ruota panoramica di Sciroccopoli!- disse Belle stringendo Oshawott in un abbraccio degno di un cobra.
-Belle…- la richiamò Touko indicando lo Starter d’Acqua che si divincolava.
-Oh cielo!- esclamò bionda allentando la presa.
-Dovresti fare più attenzione.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
Belle si sistemò il cappello, imbarazzata.
-Farò più attenzione.- disse accarezzando il capino di Oshawott che sembrava essersi ripreso.
Touko passò il resto del viaggio con il naso incollato al finestrino mentre la sua Snivy osservava il paesaggio scorrerle davanti agli occhi dalla sua posizione sulle gambe dell’Allenatrice.
 
Arrivarono a metà pomeriggio.
Quattroventi era un paesino minuscolo, appena più grande di Soffiolieve.
Il Centro Pokémon era in bella mostra difronte alla piccola piazza.
-Bene, io devo sbrigare delle faccende con il professor Oak, ma non arriverà prima di domani. Sentitevi liberi di fare come volete.- disse la professoressa Aralia.
-Io faccio una visita al Centro Pokémon.- disse prontamente Touko andando nel luogo in questione mentre Belle e Komor decisero di aspettarla vicino alla piazza.
La castana si procurò qualche bacca, delle medicine per Pokémon e diversi ingredienti per i giorni a venire.
Ringraziò il commesso che l’aveva servita ed uscì con Snivy sulla testa, ormai postazione fissa.
Non appena fuori notò che c’era un gran trambusto, la gente accorreva in piazza, incuriosita dal singolare evento che si stava manifestando.
-Che succede?- domandò Touko a Komor e Belle che però fecero spallucce.
-Avviciniamoci.- propose la bionda.
I tre raggiunsero la folla di curiosi che accerchiava un gruppo di persone vestiti come cavalieri. Portavano con loro degli stendardi con una P azzurra e dietro una Z dello stesso colore su uno sfondo bianco e nero.
Quello che aveva tutta l’aria di essere il capo della combriccola si fece avanti. Indossava un improbabile abito variopinto, a destra e a sinistra degli occhi in diagonale formavano una sorta di cappa a forma di cilindro di colore giallo e blu. il tutto era sorretto da un’enorme corona con degli zaffiri rettangolari. Al centro lo stesso simbolo degli stendardi.
-Il mio nome è Ghecis.- disse con il tono di chi è abile a parlare e a convincere le folle.
-Oggi voglio parlare a tutti qui riuniti della liberazione dei Pokémon.-




*solito aspetto da mezzo drago*
Dunque, dovevate aspettarvi che non sarebbe stata una cosa del tutto normale.
Dal momento che il padre non è mai comparso in nessuno dei giochi ci ho pensato io, come primo segno di protesta.
Ok, sparisce subito, ma almeno adesso sappiamo (più o meno che fine ha fatto, no?).
Mettiamo subito in chiaro una cosa: per me Reshiram è una femmina.
So che dovrebbero essere asessuati, ma abbiate pazienza con me, in questa storia sarà così, lo richiede la mia testa e io ho intenzione di assecondarla.
Il Team Plasma fa subito la sua comparsa che ho preso pari pari dal videogioco (come vi sarete certamente accorti), e vi dico fin da ora che sarà così per diverse scene (del resto non vedo perché fare diversamente visto che è quello il contesto...).
Durante la stesura un sito mi ha aiutata tantissimo, davvero senza non so come avrei fatto con svariati particolari che mi sono messa in testa di mettere.
Eccolo 
https://wiki.pokemoncentral.it/Unima
Bene, per questo capitolo è tutto.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 3
*** Il Team Plasma ***


Il Team Plasma

-Oggi voglio parlare a tutti qui riuniti della liberazione dei Pokémon.-
Quella frase mise tutti sull’attenti e causò una lieve confusione generale, ma quando Ghecis tronò a parlare regnava nuovamente il silenzio.
-È da tantissimo tempo che viviamo al fianco dei Pokémon. Ci cerchiamo a vicenda, abbiamo bisogno gli uni degli altri. Questa sembra essere un’idea condivisa da molti. Ma stanno davvero così le cose? O siamo solo noi umani ad essere convinti che questa sia la verità?-
L’uomo dai capelli verdi attese che le sue parole facessero effetto sulle persone in ascolto.
Touko, Komor e Belle si scambiarono delle occhiate preoccupate per poi osservare i loro primi Pokémon.
-Gli Allenatori schiavizzano i Pokémon e li piegano al loro volere! Qualcuno di voi ha il coraggio di dire che non sia così?- continuò osservando i presenti uno ad uno.
Touko osservò Snivy, chissà se anche lei la pensava in quel modo.
-I Pokémon sono delle creature del tutto diverse dagli umani ed è probabile che posseggano abilità ancora ignote. Sono tantissime le cose che possiamo imparare da loro.-
Su quello Touko non aveva mai avuto alcun dubbio, ma le sembrava che ci fosse qualcosa che quello strano tizio non diceva.
-Allora qual è l’unica cosa sensata che noi umani possiamo fare per loro?-
Ci fu un attimo di silenzio, ma Touko sapeva già dove quel Ghecis voleva andare a parare, dopotutto lo aveva detto dall’inizio del suo discorso.
-Esatto! Dobbiamo liberarli! Solo così facendo umani e Pokémon potranno finalmente dirsi eguali! Pensateci bene! qual è l’unica cosa giusta da fare per i Pokémon!?-
Ci fu ancora un istante di silenzio assoluto.
-Grazie per avermi ascoltato.- concluse Ghecis.
L’attimo dopo i sui seguaci stavano raccogliendo gli stendardi ed ancora più velocemente andarono via.
 
-Secondo voi… hanno ragione?- domandò Belle incerta.
-Non dire sciocchezze Belle!- esclamò Komor, ma senza troppa convinzione.
-Tu che ne pensi?- chiese Touko a Snivy.
Quella fece un versetto indignato e strinse leggermente le braccine attorno alla testa di Touko.
Quella scena attirò l’attenzione di un ragazzo. Capelli lunghi verde chiaro ed occhi come ghiaccio. Aveva uno sguardo gentile, eppure sembrava nascondere qualcosa di profondamente oscuro.
-Ehi tu!- chiamò in direzione di Touko.
Non appena i loro occhi si incontrarono successe qualcosa. Come se due metà divise da molto tempo si fossero ritrovate.
Fu come se il tempo si fosse fermato all’improvviso per poi riprendere il suo corso ad una velocità innaturale.
Il misterioso ragazzo non seppe spiegarsi il motivo per cui il suo cuore avesse preso una corsa incallita, o perché il respiro gli risultasse la pratica più difficile che avesse mai fatto prima di quel momento.
Anche Touko sentì come se qualcuno gli avesse scombussolato la testa. Le sembrava di muoversi sott’acqua.
Il ragazzo dai capelli verdi si riprese per primo.
-Il tuo Pokémon mi ha detto…-
-Come parli veloce!- si intromise Belle.
-Da quando in qua i Pokémon parlano?- aggiunse poi Komor.
-Da sempre.- rispose il misterioso ragazzo.
-Capisco…- continuò con un mezzo sorriso di… disfatta?
Possibile?
-Non siete diversi dagli altri. Nemmeno voi potete sentirli. Mi dispiace per voi.- concluse.
-Ci sono molti modi per comunicare con i Pokémon.- replicò prontamente Touko mentre ingaggiava una breve lotta di sguardi con lo sconosciuto.
-Anche se una persona è sorda può comunque comunicare con chi gli sta intorno.- aggiunse mentre gli occhi di ghiaccio del ragazzo sembravano analizzale l’anima.
-Teoria interessante…?-
-Touko.-
-Touko… io mi chiamo N.-
-Sei anche tu un Allenatore?- domandò Belle.
-Una specie.- rispose N.
-Penso che ci incontreremo spesso. Alla prossima.- disse andandosene.
-Che tipo strano.- commentò Belle.
-Sospetto.- precisò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Ma tu guarda se tutto questo doveva succedere proprio il giorno in cui siamo diventati Allenatori!- protestò la bionda.
Touko non rispose, fissava ancora il punto in cui N era scomparso.
Non sentì nemmeno il resto del dialogo tra i due amici.
-Touko!?-
Sobbalzò al richiamo di Komor che si era accorto della sua assenza mentale.
-Eh? Mi sono persa qualcosa?- domandò spaesata.
-Lascia perdere.- disse il moro aggiustandosi gli occhiali.
-Non era nulla di importate.- aggiunse.
Touko osservò Snivy che commentò con un’alzata di spalle.
-Direi di metterci in cammino, per arrivare a Levantopoli ci vogliono come minimo una quattro a piedi.- disse il ragazzo incamminandosi verso i confini della cittadina.
Le ragazze lo seguirono osservandosi attorno, la gente continuava a parlare del Team Plasma e di quello che aveva detto Ghecis. C’era chi dava loro ragione e chi ne parlava con titubanza.
Touko tornò a guardare Snivy, magari non capiva il linguaggio dei Pokémon come sosteneva di fare quell’N, ma non le sembrava che il Pokémon Serperba fosse molto d’accordo sull’idea di quell’invasato.
 
Il Sole era ancora alto in cielo quando si incamminarono sul percorso 2. Incontrarono diversi Allenatori che li sfidarono a lotte Pokémon e alla fine di ciascuna di esse Touko rimetteva in sesto i combattenti con quello che aveva comprato al Centro Pokémon.
Si fermarono che era quasi ora di cena.
Allestirono il campo, Komor pensò a montare la tenda e a preparare l’occorrente per il falò grazie a Tepig che forniva il fuoco.
Belle sistemò la sua amaca e montò il tavolino portatile di Touko con seggioline annesse.
Touko pensò alla cena.
La sua cucina portatile era allestita di tutto punto, per quanto potesse essere piccola la ragazza sapeva come utilizzare ogni centimetro dello spazio disponibile. Preparò un’omelette a testa, un contorno di bacche saltate. Per i Pokémon invece optò per delle tortine a base di Baccastagne.
-Touko! È tutto squisito!- esclamò Belle gustando quello che l’amica aveva preparato. I Pokémon annuirono soddisfatti.
-Ve l’avevo detto che mi avreste ringraziata per essermi portata dietro i miei attrezzi.- disse orgogliosa la ragazza mentre puliva con cura ciò che avevano usato.
Dopo aver rimesso in ordine la cucina portatile Touko sistemò il sacco a pelo vicino al falò che Komor aveva ravvivato con l’aiuto di Tepig e si coricò con Snivy a fianco.
I tre amici rimasero alzati fino a tardi soltanto guardando il cielo stellato sopra le loro teste. Uno spettacolo di diamanti su di un tessuto di velluto nero. Una falce di luna rischiarava leggermente la tenebra mentre scintille scarlatte provenienti dal falò salivano pigramente di tanto in tanto.
Touko prese un profondo respiro, lanciò uno sguardo a Snivy che dormiva già beata e ripensò al ragazzo incontrato quel pomeriggio. Era stato un incontro… singolare. Non avrebbe saputo trovare un aggettivo migliore. Per quanto avesse tentato di non darlo troppo a vedere aveva pensato a lui tutto il giorno. Non sapeva spiegarsi il motivo, ma gli sembrava di scorgerlo dietro ogni angolo. Era come se avesse bisogno di sentire la sua presenza in qualche modo.
N…
Chissà se l’avrebbe davvero rivisto.
***
N  non riusciva a dimenticare l’incontro di quel pomeriggio. Gli era capitato raramente (mai per la verità) di entrare in sintonia così velocemente con qualcuno che non fosse un Pokémon. Eppure quella ragazza si era insinuata nella sua mente con la facilità che lui impiegava nel capire il linguaggio dei Pokémon.
“A che cosa pensi?”
La voce di Zorua lo fece riemergere dai suoi pensieri.
-A nulla…- mormorò il ragazzo cercando di concentrarsi sulle costellazioni sopra la sua testa.
Il Pokémon Malavolpe alzò un sopracciglio. Non gli credeva nemmeno un po’.
“È per la ragazza di questo pomeriggio?” domandò a bruciapelo.
-Cosa!? No! Perché dovrei…-
“Sei diventato rosso.” constatò quello diventando sempre più scettico sulle negazioni dell’Allenatore.
Il verde non rispose. Non tanto perché non volesse farlo, ma perché non sapeva nemmeno lui che cosa gli stesse succedendo.
“Non vorrei dire qualcosa di errato, ma tra gli umani questo si chiama «colpo di fulmine».” commentò ancora osservando con attenzione le reazioni del ragazzo.
-Non dire stupidaggini. Non la conosco nemmeno.-
“Dai tempo al tempo.” rispose accoccolandosi accanto al fuoco.
N avrebbe voluto ribattere, ma il Pokémon dormiva già.
Il verde tornò a guardare il firmamento.
Colpo di fulmine…” pensò osservando la costellazione di Andromeda.
Scosse la testa con decisione e si appoggiò al tronco di un albero vicino.
Quando sprofondò nel mondo dei sogni gli parve di rivivere la leggenda legata alla costellazione di Andromeda sotto i panni di Perseo. Strano però, non immaginava che Andromeda assomigliasse tanto a Touko.
***
-Levantopoli!- esclamò Belle una volta che ebbero messo piedi in città.
Touko allungò le braccia e respirò a fondo la nuova aria della prima città che incontravano nel loro viaggio.
-Non vedo l’ora di confrontarmi con il Capo Palestra!- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Quale dei tre?- domandò Touko.
-Che intendi?- chiese Belle senza capire che cosa intendesse l’amica.
-Come? Non lo sai? Levantopoli ha tre Capi Palestra: Spighetto, esperto in tipi Erba. Chicco, esperto in tipi Fuoco. Infine Maisello, specializzato in tipi Acqua.- spiegò la castana elencando i punti del suo elenco sulle dita.
-A questo punto mi sembrerebbe sensato che io affronti Chicco, no?- domandò Belle.
-Infatti, dopotutto avresti il vantaggio elementale.- concordò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Tu cosa farai Touko?- domandò Belle.
-Penso che lascerò scegliere a Snivy.- decretò la ragazza lanciando uno sguardo alla Starter d’Erba.
Gli amici la guardarono sorridendo, in quella settimana di viaggio le due avevano stretto un profondo legame. C’erano dei momenti in cui sembravano avere delle lunghe discussioni semplicemente guardandosi negli occhi.
-Io vado al Centro Pokémon a prenotare una stanza. Se volete già che ci sono posso lasciare lì i bagagli più pesanti.- propose Touko allungando le mani per farsi consegnare gli zaini.
-Vengo con te. Se ti lasciassimo tutto finiresti per cadere.- rispose Komor aggiustandosi gli occhiali alludendo all’imponente bagaglio della ragazza.
Ancora non si capacitava di come facesse a portarselo costantemente in spalla senza barcollare nemmeno un attimo.
 
Belle si lasciò cadere sul letto singolo destinato a lei. Le sembravano passati secoli dall’ultima volta che aveva dormito su un materasso.
-Allora, cosa volete vedere come prima cosa?- domandò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-La vasca da bagno.- affermò Touko mentre cercava nel suo zaino i vestiti di ricambio.
-In effetti non sarebbe male.- concordò Belle.
Il moro scosse la testa.
Ragazze.
-Io faccio un giro in città. Poi vi aspetterò di sotto.- decise uscendo con Tepig al seguito.
 
Touko uscì dal bagno invaso dal vapore avvolta nell’accappatoio.
-Ho sentito che poco fuori città c’è un posto che si chiama “Cantiere dei Sogni”, mi piacerebbe vederlo.- commentò mentre afferrava gli indumenti di ricambio.
-A me va bene.- rispose Belle prendendo il suo posto nella vasca da bagno.
-Tu che dici Snivy, sarà interessante?-
Il Pokémon Serperba emise un verso affermativo mentre passava all’Allenatrice il cappello con la visiera rosa.
-Ero sicura che saresti stata d’accordo.- sorrise la castana.
 
Le due ragazze raggiunsero Komor al piano inferiore.
-Allora, hai visto qualcosa di interessante?- domandò Belle al moro.
-Molti negozi e la Palestra. A quanto pare è in un ristorante.- rispose il ragazzo aggiustandosi gli occhiali.
-Voi invece avete deciso cosa fare?- domandò di rimando.
-Io volevo visitare il Cantiere dei Sogni.- rispose Touko.
-Le rovine del laboratorio fuori città?- chiese scettico Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Esatto.-
-Posso chiedere come mai?-
-Mi ispira come posto.-
-Ti ispirano le rovine dei laboratori?-
-Esatto.-
Il ragazzo fece spallucce e accompagnò le ragazze nella direzione corretta. Aveva girato abbastanza da potersi orientare in città senza problemi.
 
Il Cantiere dei Sogni era un posto dall’aria misteriosa e deserta.
I ruderi dell’edificio che doveva esserci prima erano disseminati nella vegetazione che si stava riprendendo quello che le apparteneva.
Non c’era anima viva.
-Wow! Guarda che posto!- esclamò Touko rapita dal fascino che trasmetteva quel luogo semidistrutto.
-Touko… possiamo tornare indietro? Questo posto è inquietante…- mormorò Belle stingendosi ad Oshawott che sembrava condividere appieno le idee dell’Allenatrice.
-Coraggio! Al massimo troveremo qualche Pokémon che ha stabilito qui la sua casa.- rispose la ragazza inoltrandosi nel cantiere.
Snivy era comodamente seduta sulla sua testa e sembrava condividere lo stesso interesse della castana per quel luogo leggermente spettrale.
Il Sole iniziava a calare tingendo il Cantiere dei Sogni di un caldo rosso lava.
Fosse stato per Touko sarebbero potuti rimanere fino al sorgere delle stelle, ma il terrore che provava Belle sembrava non avere fine.
-E va bene! Adesso torniamo in città!- esclamò la castana sollevando le braccia in segno di sconfitta.
-Grazie!- mugugnò la bionda attaccandosi al braccio dell’amica.
Tuttavia, proprio mentre si stavano avviando verso la civiltà, il verso di un Pokémon attirò la loro attenzione.
-Sta venendo verso di noi!- esclamò Komor mentre Tepig assumeva una posizione d’attacco insieme a Snivy.
Rimasero tutti immobili ad osservare il punto in cui immaginavano sarebbe comparso il Pokémon. Non dovettero aspettare molto. Un Pokémon rosa, con dei fiori lilla, di forma quasi sferica si palesò davanti a loro con l’aria di un fuggitivo.
-Che carino!- esclamò Belle, dimentica della paura provata fino a pochi minuti prima.
-Ma che Pokémon è?- domandò Touko mentre Komor afferrava il Pokédex e si aggiustava gli occhiali.
«Munna, Pokémon Divorasogni. Si nutre dei sogni degli uomini e dei Pokémon, e questi ultimi non ricordano più i loro stessi sogni. Se mangia sogni piacevoli, esala un fumo di colore rosa.» spiegò il Pokédex del ragazzo analizzando il Pokémon.
-Ma che cosa l’avrà spaventato tanto?- domandò Belle mentre gli si avvicinava.
Munna fece per fuggire di nuovo, ma i modi gentili della bionda lo fecero calmare.
-Povera piccola! Chissà che l’avrà spaventata tanto?- si chiese Belle mentre si avvicinava piano per non spaventarla.
Due figuri vestiti come dei cavalieri medievali fecero capolino da dietro le rovine del Cantiere dei Sogni.
-Abbiamo trovato Munna!- esclamò uno dei due.
-E voi chi siete?- domandò Belle con fare protettivo nei confronti del Pokémon che aveva difronte.
-Non sono i seguaci del Team Plasma?- domandò Touko ricordando la scenetta a Quattroventi.
Senza dare nessuna spiegazione i due si precipitarono su Munna e lo circondarono.
-Forza! Dacci il Fumonirico!- ordinò uno dei due colpendolo.
-Femi!- esclamò Belle orripilata.
-Che cosa credete di fare!?- si aggiunse Touko mentre Snivy si preparava alla lotta.
-Che cosa volete da quel Munna!?- domandò Komor mettendosi in posizione per la lotta che sembrava si sarebbe scatenata da lì a qualche secondo.
-Che cosa vogliamo?- domandò uno dei due.
-Vogliamo ottenere il Fumonirico emesso da Munna e Musharna.- aggiunse il secondo.
-Il loro fumo ha il potere di far sognare. E noi lo useremo per far sognare alle persone un mondo in cui i Pokémon sono liberi.- continuò il primo.
-Manipoleremo la volontà degli uomini per spingerli a realizzare il nostro sogno! Quello di liberare tutti i Pokémon!- terminò il secondo.
Stavano per colpire nuovamente Munna quando Belle si mise in mezzo.
-Oshawott, Pistolacqua!-
Lo Starter d’Acqua eseguì immediatamente il comando dell’Allenatrice ed allontanò i due malintenzionati.
-Snivy, Frustata!- esclamò Touko.
-Purrloin, Graffio!- ordinò uno dei due seguaci mentre il Pokémon Furbizia usciva dalla Pokeball.
-Tepig, Braciere!- esclamò Komor mentre lo Starter di Fuoco partiva all’attacco.
-Patrat, Azione!- il Pokémon Esplorante si lanciò su Oshawott che venne salvato all’ultimo dalle fruste di Snivy.
Avrebbero continuato con quel ritmo ancora per molto tempo se qualcuno non avesse interrotto lo scontro.
-Ehi, voi! Perché state qui a perdere tempo?- domandò l’uomo dal vestito improbabile che i ragazzi avevano visto a Quattroventi.
-Ma da dove è spuntato fuori?- chiese Touko a Komor che però scosse la testa.
-Noi strapperemo i Pokémon dalle grinfie degli esseri umani indegni.- dichiarò un secondo Ghecis apparso dal nulla.
-Ok… qui c’è qualcosa che non va…- mormorò Touko osservando i due cloni perplessa.
Tuttavia i due membri del Team Plasma sembravano essere terrorizzati. Fuggirono da lì a pochi secondi.
I tre ragazzi si guardarono perplessi e quando posero nuovamente lo sguardo su Ghecis quello era sparito. Al suo posto un Pokémon con il corpo viola e la testa rosa da dove fuoriusciva un fumo leggermente più scuro.
-E quello?- domandò Belle mentre Touko prendeva il suo Pokédex.
«Musharna, il Pokémon Dormiveglia. Si evolve da Munna. Può mangiare i sogni di umani e Pokémon per tramutarli in energia.»
-Interessante.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Forse ha sentito che Munna era in pericolo.- ipotizzò Belle.
-È possibile.- concordò Touko.
-Oh povera piccola, ti sei spaventata, non è vero?- domandò la bionda a Munna che sembrava essere ancora scosso.
Quello le si sistemò imbraccio e si fece coccolare tranquillamente.
Musharna si allontanò, sparendo dalla vista del terzetto.
-Sai Belle, penso che Munna voglia rimanere con te.- commentò Touko sorridendo.
-Dici?- chiese la ragazza tornando a guardare il Pokémon che annuì energicamente.
-Bene!- esclamò Belle tirando fuori dalla sua borsa una Pokeball e facendovi entrare Munna.
La bionda iniziò a saltare da tutte le parti. Ora aveva una nuova amica.
***
N stava percorrendo il percorso 3. Il Sole era calato da parecchio ormai e doveva trovare un punto dove accamparsi per la notte. Stava preparando il falò quando si accorse di qualcosa che avanzava nel buio.
Aguzzò la vista, sperando di riuscire ad intravedere qualcuno in quella fitta oscurità. Zorua si mise in posizione d’attacco, percependo un’aura potente farsi sempre più vicina.
Due occhi scarlatti fecero capolino nel buio, aggressivi e poco cordiali.
N ascoltò la voce di quel Pokémon così estraneo alla Regione di Unima.
Devo trovare aiuto. Voglio tornare a casa.” diceva.




*solito aspetto da mezzo drago*
Allora... nulla da dire di particolare.
Qui molte scene le ho prese dal gioco, non c'era molto da pensare.
Però devo dire che mi è piaciuto come ho reso l'incontro tra Touko ed N.
Adoro troppo quei due, anche se sono due completi scemi per certi versi.
In questa storia mi sono messa in testa di mettere pure le descrizioni del Pokédex e qui mi ricollego al fatto che senza quel sito non avrei cavato un Joltik dal muro.
Ve ne sarete già accorti, ma lo ribadisco: in questa storia non mi soffermerò troppo a descirvere le lotte Pokémon, mi annoierei io e probabilmente anche voi.
Ovviamente qualcosa c'è, ma non mi ci soffermerò troppo.
Abbiate pietà!
E chi è il Pokémon incontrato da N?
Beh... questo lo scopirete la settimana prossima ;)
Noi ci vediamo la prossima volta con Il racconto del Pokémon Lucelunare.
Alla prossima <3
Ciau!
*saluta sbracciandosi e scondinzolando*

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Capitolo 4
*** Il racconto del Pokémon Lucelunare ***


Il racconto del Pokémon Lucelunare

-Ce l’ho fatta!- esclamò Belle mentre uscivano dalla Palestra di Levantopoli.
Dopo il terzo tentativo finalmente anche lei era riuscita ad ottenere la Medaglia Tris combattendo contro Maisello.
-Adesso potremmo fare una lotta Pokémon tra noi.- suggerì Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Vuoi vedere chi è il più forte dei tre?- domandò Touko.
-Esatto.- confermò il moro.
-D’accordo, andiamo al percorso 3, così potremo farlo senza preoccuparci di danneggiare la città.- propose la castana.
 
Si avviarono così verso la città di Zefiropoli.
Quando si furono lasciati Levantopoli alle spalle si fermarono per sfidarsi a vicenda.
Komor e Touko furono i primi.
Tepig aveva il vantaggio elementale su Snivy, ma lo Starter d’Erba era più agile e Touko era riuscita a potenziare quella caratteristica con l’allenamento.
-Tepig, Braciere!-
-Snivy, schiva con Frustata, poi vai con Azione!-
L’attacco di Snivy andò a segno e lo Starter di Fuoco fu costretto ad arretrare.
-Grande!- esultò Touko sorridendo alla sua Pokémon.
-Liepard, Palla Ombra!- la voce decisa di uno sconosciuto interruppe l’amichevole sollevando un polverone.
I tre ragazzi tossirono per il fumo e quando la visibilità tornò normale Tepig e Snivy erano spariti.
Komor e Touko ebbero un mancamento. Guardandosi attorno velocemente riuscirono ad individuare due membri del Team Plasma che si allontanavano di corsa con i loro Pokémon.
-Ehi voi!- esclamò Touko, ma i ladri scapparono a tutta velocità.
-Dove credere di andare!?- tuonò la castana afferrando una delle sue padelle e lanciandosi all’inseguimento.
-Touko!- la chiamò Belle, ma l’amica era lontana.
Komor e la Bionda seguirono la ragazza l’istante dopo.
-Oshawott, Pistolacqua!- esclamò Belle mentre lo Starter d’Acqua mandava al tappeto l’invasato che imbracciava un Tepig KO.
Komor recuperò il suo Pokémon e bloccò il membro del Team Plasma che aveva sotto tiro.
Ormai però Touko e l’altro criminale erano spariti nella vegetazione.
-Touko!- chiamò Belle, ma non ottenne nessuna risposta.
-Chiamiamo l’Agente Jenny.- decise Komor aggiustandosi gli occhiali con fare nervoso.
***
-Ridammi Snivy!- urlò Touko.
Stava correndo da parecchio, ma l’adrenalina che il suo corpo aveva liberato era tale da riuscire a star dietro all’invasato senza problemi.
Il membro del Team Plasma si voltò un attimo per constatare che la ragazza gli stava alle calcagna con la padella stretta in mano.
Decise che ne aveva abbastanza, afferrò una Pokeball e ne fece uscire un Liepard.
-Palla Ombra!- ordinò e l’attacco colpì in pieno Touko.
La ragazza cercò di alzarsi, ma aveva battuto la testa e la vista cominciava ad annebbiarsi.
-Snivy!- chiamò ancora, ma ormai il ladro era lontano e i sensi cominciarono ad abbandonarla.
***
-Quindi due membri del Team Plasma avrebbero cercato di rubare i vostri Pokémon, ma sono riusciti solo a prendere la Snivy della vostra amica.- elencò l’Agente Jenny.
-Esatto, Touko gli è andata dietro, ma l’abbiamo persa di vista e l’Interpoké suina a vuoto.- spiegò Belle ansiosa.
-Va bene. Per il momento posso solo interrogare questo invasato e cercarla nell’area che mi avete indicato.- disse la donna alzandosi.
-Voi andate al Centro Pokémon, vi faremo sapere se ci sono novità.- aggiunse vedendo le espressioni contrariate dei ragazzi.
Quando la donna si allontanò Belle tirò la manica a Komor.
-Andrà tutto bene, vero?- domandò impaurita.
-Stiamo parlando di Touko, se la caverà. Se dobbiamo preoccuparci di qualcuno dovrebbe essere l’idiota che ha preso Snivy. Ormai sarà in balia della sua padella.- rispose il moro aggiustandosi gli occhiali, ma nemmeno lui ne era troppo sicuro.
***
-Dove mi stai portando?- domandò N al Pokémon aveva incontrato la sera prima.
Era convinto che volesse andare nella Regione di Kanto, visto che aveva dichiarato di voler tornare a casa, ma a quanto pare si era sbagliato.
Continuavano a procedere verso l’interno di Unima, quindi era giunto alla conclusone che non volesse affatto andare a Kanto.
Il Pokémon però non aveva più voluto comunicare con lui, chiudendosi in un mutismo ostinato suscitando l’irritazione di Zorua.
Improvvisamente si fermò di colpo, annusò l’aria per alcuni secondi, poi si diresse a tutta velocità verso una direzione precisa. N non poté far altro che starle dietro, cercando di non perderla di vista.
Quando finalmente la raggiunse stava annusando la mano di una ragazza distesa sul sentiero cercando di svegliarla.
Ad N venne un mancamento: era Touko.
Notò che il Pokémon la tirava per l’orlo del gilet, come se volesse spostarla. Decise di assecondarla e, con delicatezza, prese imbraccio la ragazza, portandola in un punto più riparato. Nel farlo non poté fare a meno di notare che la ragazza stringeva in mano una padella.
La adagiò accanto al tronco di un albero sotto lo sguardo attento della Pokémon che non l’aveva perso di vista un attimo.
-La conosci?- le domandò il ragazzo a quel punto.
Sì.
-È la tua Allenatrice?-
No.
-Allora…- cominciò, ma il mugugno di ripresa della castana lo bloccò.
-Snivy…- mormorò ancora mezza stordita.
Non aveva ancora identificato N quando si tirò su di scatto impugnando la padella più saldamente. Con un movimento incredibilmente rapido fece incontrare il dorso della padella con il viso di N che cadde all’indietro.
Impiegò un secondo per realizzare quello che aveva fatto.
-Oh mamma! Mi dispiace! Ti… ti ho scambiato per un’altra persona!- esclamò mortificata.
Il verde si massaggiò la parte offesa, gli sembrava di essere stato dentro un’enorme campana nel momento in cui quella veniva suonata.
-Felice di sapere di non essere io il tuo bersaglio…- commentò una volta ripreso l’uso della parola.
-Dove… dov’è quello stupido decerebrato!?- esclamò la ragazza alzandosi di scatto e guardandosi attorno ansiosa.
-Di chi parli?- domandò il verde.
-Di quello stupido insaccato!-
-Insaccato?-
-Sì! Ha preso la mia Snivy! Oh ma se gli metto le mani addosso…!-
-Aspetta, con calma. Hai detto che hanno preso la tua Snivy?- chiese il ragazzo confuso.
Touko si rabbuiò e spiegò in pillole quello che era successo meno di un’ora prima.
-Ma tu… come mi hai trovata?- domandò poi curiosa.
-Veramente è stata lei a trovarti.- rispose N indicando il Pokémon che lo aveva guidato fino alla castana.
Solo in quel momento la ragazza si rese conto di un Pokémon dal sottile mantello nero. Coda e orecchie lunghe con un anello giallo ciascuna e zampe sottili. Sulla fronte un cerchio dorato, così come su cosce e spalle. Grandi occhi scarlatti e dalla forma a mandorla, il muso corto e leggermente appuntito.
Touko osservò il Pokémon per qualche istante prima di sgranare gli occhi sbalordita.
-Umbreon!- esclamò abbracciandola iniziando a piangere suscitando lo stupore in N che non capiva il motivo della sua reazione.
-Sei davvero tu?- continuò la ragazza mentre il Pokémon Lucelunare annuiva.
-Ma… se tu sei qui… dov’è papà?- domandò mentre Umbreon abbassava le orecchie e scuoteva la testa in segno negativo.
-Aspetta… cosa c’entra tuo padre?- domandò N, vinto dalla curiosità.
-Credevo che tu sapessi interpretare il linguaggio dei Pokémon.- commentò la ragazza.
-Non ha voluto dirmi nulla.- rispose lui.
-Beh… mio padre… era una specie di agente segreto. Umbreon è il suo Pokémon. Sei anni fa è partito per una missione e non è più tornato.- spiegò.
N non fece nemmeno tempo a dispiacersi che Touko era già partita in quarta.
-Aspetta! Tu conosci il linguaggio dei Pokémon! Umbreon, per favore, potresti dirci dov’è papà?- domandò al Pokémon Lucelunare.
Umbreon annuì.
È successo tutto tre giorni dopo la nostra partenza.” Iniziò mentre N traduceva per Touko.
Stavamo seguendo degli indizi su una nuova specie di setta che sembrava sul punto di nascere. Makoto stava cercando di trovare la loro base operativa ed ogni indizio sembrava condurci fino alla Via Vittoria, più precisamente sotto la Lega Pokémon. Ogni volta che trovavamo un indizio in più gli invasati aumentavano in numero e in forza. Dicevano di volere la liberazione dei Pokémon, ma in realtà se ne servivano per cercare di ostacolarci in tutti i modi.
-Ma questa descrizione…- mormorò Touko.
-Il Team Plasma…- terminò guardando Umbreon che annuì.
N non fece alcun commento e si limitò a continuare la traduzione.
Proprio loro, solo che allora non si mostravano così tanto come adesso. Sono stata in un paio di città e ho visto le loro manifestazioni.
-Ma dove siete stati per tutti questi anni? E dov’è papà?-
Purtroppo non lo so con esattezza, ma sei anni fa siamo stati colti in un’imboscata. Non abbiamo visto chi erano, ma ci scommetto la pelliccia che era quel branco di decerebrati. Siamo stai messi sottochiave, ma non ho potuto individuare il luogo preciso. Sono riuscita a scappare poco tempo fa per una falla nella sicurezza, ma solo io ne ho avuto la possibilità perché sono molto più piccola. Makoto mi ha detto di cercare aiuto e di dire che sta bene.
Touko rimase in silenzio per alcuni minuti, poi gocce salate sempre più grandi iniziarono a rigarle il viso.
-È vivo… papà è vivo…- mormorò incapace di smettere di piangere dalla gioia.
N non capì il motivo per cui desiderasse con tutto sé stesso abbracciare quella piccola ragazza tremante, ma tentò di tenere a bada il suo istinto protettivo stringendo la stoffa dei suoi pantaloni.
Umbreon strusciò il muso contro il braccio della ragazza che stava tentando in tutti i modi di fermare il flusso ininterrotto delle lacrime.
Quando rialzò lo sguardo stava sorridendo e nei suoi occhi era accesa una luce diversa. Il fuoco della determinazione. Ora aveva un nuovo motivo per continuare il suo viaggio.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Ok, è un capitolo piuttosto breve, ma non voglio mettere troppe cose tutte insieme, per adesso.
Dunque, avevo già detto che (salvo un paio di eccezioni) non mi sarei soffermata sulle lotte in Palestra, spero che non vi scocci troppo.
Ma non temete, ci saranno altre occasioni per assistere a lotte Pokémon, semplicemente mi sembrava futile mettere quelle contro i Capi Palestra, no?
Cominciamo col botto mettendo un po' di azione col Team Plasma, riusciranno a salvare Snivy?
Lo scopriremo solo vivendo ;P
Ora sappiamo chi era il Pokémon misterioso incontrato da N, in quanti l'avevano riconosciuta?
Adesso ne sappiamo anche di più circa la scomparsa di Makoto, bisognerà salvare anche lui...
Bene, direi che per oggi è tutto.
Noi ci vediamo la prossima volta con Un nuovo Pokémon Serperba
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 5
*** Un nuovo Pokémon Serperba ***


Unuovo Pokémon Serperba

-Aki, ti senti bene?- domandò Hikari, la madre di Komor vedendo l’amica sciolta in lacrime.
-Questo… questo è il giorno più bello della mia vita.- mormorò la donna ricordando la videochiamata della figlia di poche ore prima.
Makoto era vivo.
Era vivo e sarebbe tornato da lei.
***
-Davvero non vuoi venire con noi?- domandò Touko ad N.
Il verde scosse la testa.
–Ho delle cose da fare.- rispose evasivo mentre si allontanava con Zorua sulla spalla destra.
-Va bene, allora alla prossima.- salutò Touko leggermente rossa in volto.
Attese di allontanarsi di qualche passo prima di rivolgere ad Umbreon che la seguiva.
–Non dire nulla.- disse vedendo che il Pokémon Lucelunare stava ridacchiando.
-Adesso devo ritrovare Snivy, fosse l’ultima cosa che faccio!- esclamò determinata sollevando la padella al cielo come se fosse un’arma dall’incredibile potere.
-Ora… da che parte?- domandò guardandosi attorno.
***
-Non sono riusciti a trovare nulla.- disse Komor mentre Belle continuava ad andare avanti e indietro per la stanza.
-Dobbiamo andare a cercarla!- esclamò supportata da Oshawott.
-Sono d’accordo.- concordò il moro sistemandosi gli occhiali.
-Il problema è che non sappiamo dove andare.- fece notare poi.
-Forse il membro del Team Plasma che abbiamo catturato può dirci qualcosa.-
-E tu credi davvero che ci dirà qualcosa?-
-A noi forse no, ma a Ghecis sì.-
Komor guardò l’amica senza capire, ma decise di concederle il beneficio del dubbio.
***
Il membro del Team Plasma sotto la custodia dell’Agente Jenny osservava fisso davanti a sé. Avevano cercato di estorcergli qualche informazione, ma lui, fedele alla causa, non aveva aperto bocca.
La porta si aprì nuovamente, ma non ne uscì la poliziotta come si aspettava, bensì Ghecis in persona.
-Sommo Ghecis!- esclamò.
-Parla piano. Non devono scoprirci.-
-Certo.-
-Dobbiamo recuperare i Pokémon che tu e i tuoi compagni siete riusciti a liberare, ma non riceviamo le loro posizioni.-
-Sono andati alla Falda Sotterranea.- rispose l’invasato.
-Molto bene.- disse Ghecis svanendo sotto gli occhi increduli del membro del Team Plasma.
 
-Ottimo lavoro Munna!- esclamò Belle al settimo cielo.
-Bene, andiamo!- disse Komor precipitandosi insieme all’amica fuori dalla centrale.
***
-Umbreon, sei sicura che sia da questa parte?- domandò Touko guardandosi attorno.
Il Pokémon Lucelunare annuì con un cenno del capo.
La castana si guardò attorno, non sembrava esserci anima viva, ma d'altronde erano in un bosco. Nascondersi dietro gli alberi era uno scherzo anche per uno Solipede.
Tuttavia dovettero passare ancora venti minuti prima di trovare chi stavano cercando.
Touko prese Umbreon sottobraccio e si nascose dietro un tronco.
Doveva seguirli senza farsi notare.
Pedinò due membri del Team Plasma respirando a malapena e muovendosi con estrema cautela, attenta a non disturbare nessun Pokémon selvatico oppure a pestare un ramoscello che l’avrebbe tradita.
Li tallonò fino a raggiungere l’ingresso di una vecchia cava.
-È lì che hanno portato Snivy, ci scommetto la mia padella migliore.-
Umbreon alzò un sopracciglio, ma decise di lasciar perdere.
-Vediamo…- continuò osservando quanti avversari si sarebbe ritrovata ad affrontare.
Meno si faceva notare e meglio era.
-Ok, Umbreon, ho bisogno del tuo aiuto, ma non subito. Se sentono una battaglia Pokémon verranno subito in massa e noi siamo in svantaggio numerico.-
Il Pokémon Lucelunare annuì con un cenno del capo.
Touko sorrise e si affacciò al tronco.
All’ingresso della cava c’erano soltanto due guardie.
Ottimo.
Il cuore iniziò una corsa incallita. Le mani cominciarono a tremarle in modo incontrollato. Tentò di respirare a fondo, ma le si era formato un nodo alla gola. Strinse con forza il manico della padella e si avvicinò con cautela, facendo cenno ad Umbreon di rimanere dov’era.
Una volta che fu abbastanza vicina sentì l’adrenalina andarle in circolo come una droga, le gambe pronte a scattare.
Cercò di prendere un profondo respiro, ma non riuscì del tutto nell’impresa.
O la va o la spacca.” decise infine.
Si avvicinò ai due obbiettivi, dopodiché si mosse il più velocemente che riuscì e sferrò due precise padellate sulla testa di ciascuno, mandandoli al tappeto.
Tornò dietro agli alberi temendo di aver fatto qualche rumore di troppo, ma nessuno andò  a controllare la postazione di guardia.
Touko fece cenno ad Umbreon di avvicinarsi e subito dopo sbirciò all’interno della grotta, c’erano solo altri tre brutti ceffi. Aguzzò ancora un po’ la vista ed intravide Snivy insieme ad altri Pokémon.
-Bene, allora... avranno sicuramente dei Pokémon agguerriti, ho bisogno che tu li tenga a bada il più possibile. Io cercherò di fermare quel branco di decerebrati prima che richiedano il loro aiuto. Una volta mandati KO portiamo gli altri Pokémon fuori di lì.- disse cercando di parlare più lentamente, ma l’adrenalina in circolo lo rendeva più difficoltoso del previsto.
-Bene… andiamo.- decise entrando.
Umbreon usò la mossa Palla Ombra creando scompiglio nel terzetto.
Touko fece irruzione e ne colpì uno con la padella facendolo cadere a terra privo di sensi.
-Liepard, Sfuriate!- sentì ordinare appena dietro di lei.
Solo grazie all’istinto riuscì ad evitare l’attacco del Pokémon Sanguefreddo buttandosi a terra sbucciandosi le ginocchia e il palmo della mano sinistra mentre sulle dita della mano destra si procurò una serie di taglietti visto che non aveva lasciato andare la padella.
-Umbreon, Palla Ombra!- gridò.
Il Pokémon Lucelunare eseguì il comando attirando l’attenzione di Liepard su di sé. Touko ne approfittò per raggiungere Snivy, ma non fece tempo ad arrivare a destinazione che l’attacco di un Watchog la costrinse ad arretrare.
-Watchog, Iperzanna!-
La ragazza riuscì a portarsi all’ultimo la padella davanti come uno scudo e a fermare l’attacco del Pokémon Sentinella.
Rotolò su un fianco per portarsi fuori dal suo campo d’azione e cercò di fare un resoconto della pessima situazione in cui si erano cacciate.
Avevano contro due membri del Team Plasma, un Liepard, un Watchog e un Herdier. La situazione non poteva andare peggio.
Touko lanciò uno sguardo ai Pokémon ancora KO, era troppo lontana per recuperarli tutti. Doveva trovare una soluzione e doveva farlo alla svelta.
-Umbreon, Palla Ombra!-
-Liepard, Sfuriate!-
-Watchog, Iperzanna!-
-Herdier, Lacerazione!-
Touko strinse la presa sulla padella e sferrò un colpo al Pokémon Sentinella che attirò la sua attenzione su di lei. Non sembrava molto contento del colpo ricevuto.
-Qualcosa mi dice che non ho fatto una bella mossa…- mormorò la castana arretrando lentamente.
***
-Di qua! Non siamo lontani!- disse Komor controllando la mappa ed accelerando il passo.
-Ne sei sicuro?- domandò Belle incerta.
-Tra noi due chi sa leggere la mappa?- domandò il moro aggiustandosi gli occhiali.
-Va bene, ma…-
Il rumore di una battaglia Pokémon mise fine al loro battibecco. Si scambiarono uno sguardo d’intesa e si misero a correre in quella direzione.
La prima cosa che notarono una volta arrivati sul posto furono le due guardie messe al tappeto, Touko era lì.
Entrarono nella Falda Sotterranea ed immediatamente si unirono allo scontro.
-Tepig, Braciere!-
L’attacco dello Starter di Fuoco attirò l’attenzione del Liepard.
-Che seccatori.- commentò uno dei membri del Team Plasma che li aveva visti.
-Oshawott, Pistolacqua!- esclamò Belle.
Lo Starter d’Acqua colpì Herdier facendolo arretrare.
-Ragazzi! Un’aiutino!- la voce di Touko richiamò l’attenzione dei due Allenatori sull’amica che, sempre munita di padella, stava cercando di respingere un Watchog.
-Tepig, Azione!-
L’attacco del Pokémon Suinfuoco però non sembrò fare molto effetto.
Touko sferrò un altro colpo di padella, ma quella volta il Pokémon Sentinella fu più rapido e riuscì a strappargliela di mano.
-Umbreon, mi servirebbe un aiutino!- chiamò la ragazza ritrovatasi disarmata.
Il Pokémon Lucelunare cercò di raggiungere l’Allenatrice, ma la Palla Ombra di Liepard non glielo permise.
-Touko!- chiamò Belle terrorizzata.
Ma quando Watchog stava per colpire la ragazza si ritrovò bloccato da un tornado di foglie.
-Snivy!- esclamò Touko alzandosi.
La Starter d’Erba si era ripresa pochi istanti prima.
-Quella… è una nuova mossa.- commentò Komor.
-Grande Snivy!- esclamò Touko scattando in piedi.
In quel momento una forte luce azzurrognola circondò il Pokémon Serperba.
-Snivy?- mormorò Touko incerta.
Quando il bagliore si estinse l’aspetto del Pokémon era cambiato.
Quasi completamente verde con la pacia color crema. Una specie di colletto giallo partiva dal petto e continuava dietro le spalle. Tre foglie palmate spuntavano dalla coda e procedendo lungo la schiena. Quattro piccoli arti e una piccola cresta sporgeva dalla parte posteriore della sua testa. Gli occhi ambrati si erano fatti a mandorla.
-Si è evoluta!- esclamò Belle mentre Touko estraeva il Pokédex.
«Servine, il Pokémon Serperba. Si evolve da Snivy. È incredibilmente veloce. Quando corre, sembra che scivoli sul terreno. Sfrutta la sua velocità per confondere i nemici, si nasconde tra le ombre dell'erba alta, che sconfigge gli avversari usando le sue liane.»
-Grande Servine! Possiamo ribaltare la situazione!- esclamò Touko portandosi al fianco del Pokémon Serperba.
-Facciamogli vedere chi siamo.- disse recuperando la padella.
Il Pokémon Serperba emise un verso d’assenso.
-Servine, vai con Vorticerba!- esclamò.
Un turbine di foglie avvolse Watchog che cadde a terra balordo a causa dell’attacco di Servine.
In quel momento il rumore familiare del motore della moto dell’Agente Jenny attirò l’attenzione dei presenti.
-Bene, bene, guarda un po’ chi abbiamo.- commentò guardando i membri del Team Plasma.
-Siete in arresto.- decretò mentre veniva affiancata dal suo Herdier.
-Non crederai che ci arrenderemo così facilmente, vero?-
-Herdier, Gigaimpatto su Liepard.- disse la poliziotta mentre il suo Pokémon Fedeltà mandava al tappeto il Pokémon Furbizia.
-E ora Spaccaroccia su Herdier.- continuò.
In meno di cinque minuti tutti i membri del Team Plasma erano stati ammanettati e i Pokémon sotto la loro custodia restituiti ai loro allenatori.
-Voi due, avreste dovuto dirmi dove stavate andando.- disse l’Agente Jenny rivolta a Belle e Komor.
-A proposito, come ha fatto a trovarci?- domandò Belle.
-Vi ho visti uscire dalla centrale. Ho cercato di chiamarvi ma non mi avete sentita. Ci ha pensato Herdier a seguire le vostre tracce.- rispose mentre il Pokémon Fedeltà scodinzolava orgoglioso.
-Tu piuttosto.- disse Komor rivolto a Touko.
-Perché cavolo non ci hai chiamati all’Interpoké?- domandò mentre un’aura negativa cresceva alle sue spalle.
-Ecco… mi sono dimenticata…- rispose la castana mortificata.
-Ti sei dimenticata!? Hai una vaga idea di quanto fossimo preoccupati!?- esclamò il moro supportato da Tepig.
-Scusate…-
-Piuttosto Touko. Chi è quel Pokémon?- domandò Belle notando Umbreon.
-Ecco, direi che ho un paio di cose da raccontarvi.-
***
Posso sapere a che cosa stai pensando questa volta?” domandò il Pokémon Malavolpe con un certo fastidio nella voce.
-A quello che ha detto Umbreon.-
Quella maleducata?
-Ti sei legato al dito il fatto che non ti abbia rivolto la parola, eh?-
Non ero mai stato ignorato in quel modo.” rispose assottigliando lo sguardo.
Comunque, come mai ci stavi ripensando?
-Perché non sapevo che il Team Plasma facesse prigionieri. Soprattutto per un periodo così lungo.-
Hai intenzione di parlarne a tu sai chi?” domandò.
-Non credo che risponderebbe in ogni caso.- rispose.
Quindi cosa vuoi fare? Un’indagine per i fatti tuoi?
N non rispose e Zorua gli lanciò un’occhiata indagatrice.
Questo viaggio si prospetta più interessante del previsto.” commentò infine.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Oggi capitolo in anticipo perché è il mio modo di augurarvi "Buon Ferragosto"!
Purtroppo per adesso non c'è ancora molto da dire, dopotutto siamo solo all'inizio.
Ecco... una particolarità che ho messo per la mia interpretazione di Touko è questa "vena alla Rapunzel", vista la sua passione per le padelle da battaglia.
Mi piaceva fare una cosa del genere, anche perché possono rivelarsi molto utili in più occasioni (come avete potuto vedere da voi).
Nulla di particolare su questo capitolo, è uno scontro contro il Team Plasma, nulladi più.
L'ho voluto rendere leggermente diverso da come l'hanno proposto nel gioco, più che altro per una questione di trama, spero vi piaccia come l'ho reso.
Per quanto la strategia ideata da Belle con Munna l'ho presa palesemente presa da Musharna (vedi capitolo Il Team Plasma) un po' mi dispiaceva lasciarla così da parte senza usarla più, voi che ne dite?
Ammetto che non mi è piaciuto molto come ho reso l'evoluzione di Snivy, ma non mi è venuto nulla di meglio purtroppo...
Bene, da me per oggi è tutto.
Noi ci vediamo la prossima volta con l'inizio della trama vera e propria (ed era anche ora!) ovvero Di sogni premonitori e teschi di Drago.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 6
*** Di sogni premonitori e teschi di Drago ***


Di sogni premonitori e teshi di Drago

Una sfera perfetta del bianco più candido che avesse mai visto.
Tre scanalature  che attraversavano due i lati e una posto centralmente in basso erano l’unica cosa più simile ad un’imperfezione.
Emanava molto calore, come se contenesse il Sole stesso.
Si avvicinò, sentendosi chiamata da una forza superiore alla sua comprensione.
Fece per sfiorarla con la punta delle dita ma quella svanì sotto il suo sguardo.
Si guardò attorno.
Non c’era nessuno.
Eppure sentiva che qualcuno la stava chiamando.
 
Era immersa nel bianco più assoluto, l’unica macchia colorata in quell’immensità candida era lei.
Strano però, non ricordava di avere un vestito come quello di colore azzurro.
 
Si sentì scuotere ed aprì pigramente gli occhi.
-Touko?- la voce di Belle la richiamò nel mondo reale.
Da parte sua avrebbe continuato volentieri a dormire.
-Cosa… cosa c’è?- domandò alzandosi di malavoglia dal materasso.
La sera prima erano arrivati la sera prima a Zefiropoli ed avevano prenotato al Centro Pokémon. Avevano così sonno che erano andati subito a dormire.
-C’è che hai dormito fino a mezzogiorno.- rispose Belle.
-Cosa!?- esclamò Touko scattando in piedi.
-Ti senti bene?- domandò.
-Sì, come mai?-
-Sembri pallida.
-Davvero?- chiese Touko portandosi la mano destra al viso.
-Sì.-
-Beh, uscire mi farà bene. Direi che ho perso abbastanza tempo a letto.- decretò la castana l’attimo prima di cambiarsi.
-Avete già visitato Zefiropoli?- chiese una volta che si fu calata il cappello sulla testa.
-Sì e c’è un posto che, ne sono sicura, troverai interessante.-
-Sarebbe?-
-Il museo che tra l’altro funge da Palestra.- rispose Belle.
-Fantastico!- esclamò Touko entusiasta.
 
In poco meno di cinque minuti erano in strada.
Servine era diventata troppo grande per stare sulla testa della sua Allenatrice, perciò le camminava a fianco. Umbreon invece se ne stava accoccolata sulla spalla sinistra della castana.
Belle teneva Oshawott stretto al petto mentre Munna era nella sua Pokeball.
Trovarono Komor davanti ad un chiosco di panini con Tepig sulla spalla sinistra.
Terminò di pagare la spesa e raggiunse le ragazze porgendo loro un panino a testa.
-Certo che hai dormito parecchio.- commentò rivolto a Touko.
-Lo so, certo che potevate svegliarmi prima.-
-Ci abbiamo provato, non c’è stato verso.- rispose il moro aggiustandosi gli occhiali.
-Come?-
-È vero, non ti sei mossa di un millimetro. Alla fine abbiamo deciso di lasciarti dormire.- confermò Belle.
-Ti ricordi cos’hai sognato di tanto interessante da rimanere a dormire come un sasso fino a quest’ora?- domandò Komor addentando il suo panino dopo aver allungato a Tepig una Baccapesca.
-A dire la verità…- mormorò Touko dando ai suoi Pokémon delle Baccastagne.
-No.- concluse poco prima di iniziare a consumare il suo pranzo-colazione.
Komor e Belle la guardarono esasperati.
Fecero fare un breve giro turistico a Touko di quello che avevano visto mentre lei era ancora tra le braccia di Morfeo.
Il tempo di finire il pranzo ed erano arrivati al Museo di Zefiropoli.
Era un edificio in marmo bianco con una scritta accanto alla porta «Museo di storia naturale di Zefiropoli. Palestra di Zefiropoli, Capo Palestra: Aloè.»
Touko entrò nella costruzione senza aspettare un momento di più, seguita a ruota dai suoi Pokémon. La prima cosa che vide le fece spalancare la bocca: un enorme scheletro di un Pokémon Drago proprio al centro dell’enorme salone.
-Wow!- esclamò in preda allo stupore.
-Secondo quello che c’è scritto sulla targhetta dev’essergli successo qualcosa durante il suo ultimo volo, per questo si è fossilizzato ad ali spiegate.- spiegò Komor aggiustandosi gli occhiali.
Ma prima che potesse snocciolare qualche altra informazione dal suo bagaglio culturale Touko era già partita alla volta degli altri reperti esposti. Troppo curiosa per rimanere ferma in uno stesso punto per troppo tempo.
Non ci mise molto a seminare involontariamente gli amici a causa delle persone intente a visitare il museo che la inghiottirono nell’immensa sala.
-E questo?- domandò Touko guardando una pietra sferica di un bianco accecante.
-Antico manufatto trovato nel Deserto della Quiete. Non si conosce il suo uso specifico.- lesse ad alta voce.
Non sapeva il motivo, ma quella pietra le risultava in qualche modo… familiare.
Fece per allontanarsi ed osservare qualche altro reperto, quando una sorta di sussurro la fece voltare di scatto.
Fissò la pietra, convinta che provenisse proprio da lì, ma non accadde nulla.
Incuriosita si avvicinò nuovamente e la osservò con più attenzione.
Era solo una sfera bianca con dei solchi ai lati, perché la attirava tanto?
La guardò senza battere ciglio ancora per qualche minuto e prima che si voltasse l’oggetto emise nuovamente una sorta di sussurro. Sembrava una voce proveniente da un luogo estraneo al tempo stesso. Immobilizzata sotto quella superficie dura e candida. Touko sentì un brivido correrle lungo la spina dorsale, trattenne il respiro per un attimo.
Era come se tutti i rumori nella sala si fossero zittiti di colpo.
Come se il mondo attorno a lei avesse cessato di esistere.
Come se fossero esistite solamente lei e quella pietra.
Solamente loro.
Una voce maschile la fece sobbalzare, riportandola con violenza alla realtà.
-Non credevo che ti avrei incontrata qui.-
Touko si voltò di scatto ed incontrò immediatamente due occhi color del ghiaccio.
-N!- esclamò portandosi una mano al cuore, ancora in corsa per lo spavento.
-Scusami, ti ho spaventata?-
-No è che… ero sovrappensiero, non ti ho sentito arrivare.-
-Quindi ti ho spaventata.-
-Ecco… e va bene! Sì, mi hai presa alla sprovvista!- ammise sentendosi arrossire senza capire il motivo.
-Vedo che hai ritrovato il tuo Pokémon.- disse il verde cambiando discorso.
-Li abbiamo sistemati per bene quei decerebrati!- disse sorridendo si suoi Pokémon.
N osservò il terzetto compatto e si chiese che cosa spingesse Servine ed Umbreon a provare quell’affetto incondizionato verso Touko.
Com’era possibile che quella ragazza facesse un tale effetto ai Pokémon?
Com’era possibile che ne facesse a lui?
Prese un profondo respiro per calmare il suo animo improvvisamente ed inspiegabilmente scosso.
Proprio non riusciva a vedere del cattivo in quella ragazza esile e fragile.
-Come mai ti trovi qui? Anche tu vuoi sfidare la Capo Palestra?- la domanda di Touko lo riportò nel mondo reale.
-In realtà ho già ottenuto la Medaglia Base.- rispose il verde mostrandogliela.
-Wow! Noi siamo arrivati ieri sera, non abbiamo ancora avuto modo di sfidare la Palestra.-
-Allora buona fortuna.- augurò con uno dei suoi sorrisi gentili.
-Grazie.- mormorò Touko sentendosi arrossire le guance.
Abbassò lo sguardo tentando di nascondere la cosa, ma le sembrava che N lo avesse notato subito a giudicare dal sorriso intenerito che gli piegava le labbra.
-Bene, spero ci rivedremo alla prossima città.- disse il verde facendo per andarsene.
-Perché invece non viaggi con noi?- domandò Touko a bruciapelo.
Quella proposta le era sfuggita dalle labbra senza che ne avesse alcun controllo e sentì l’imbarazzo impossessarsi di lei in quel momento più che mai.
N sorrise nuovamente, ma quella volta c’era una nota di tristezza nel suo sguardo.
-Mi spiace, ma non posso.- rispose con un certo rammarico.
-Sei sicuro?-
-Sicuro. Ci incontreremo alla prossima città.-
-Sembri molto sicuro di questa cosa, ma tu potresti essere già partito quando noi arriveremo ad Austropoli.- fece notare.
-Diciamo che ho una buona sensazione a proposito.- rispose lui con fare misterioso.
-Se lo dici tu… allora mi fido. Ci vedremo ad Austropoli, ma se non ci sarai me la legherò al dito. Sei avvisato.-
-Va bene. È una promessa.- disse con un caldo sorriso.
A Touko sembrò di sciogliersi come gelato lasciato sotto il Sole di agosto.
N sparì dalla sua visuale e lei rimase immobile ad osservare il punto in cui il verde era scomparso.
Servine le picchiò leggermente la gamba per farla riprendere e la ragazza tornò con i piedi per terra.
Per un attimo accarezzò l’idea di tornare a contemplare la pietra sferica, ma qualcos’altro attirò la sua attenzione.
Per un attimo le era sembrato di vedere un membro del Team Plasma tra la folla, tuttavia era sparito quasi subito dalla sua visuale. Si precipitò in quella direzione, ma sembrava essersi dissolto. D’altra parte se davvero ci fosse stato uno di quei decerebrati non sarebbe passato inosservato vista la loro improbabile uniforme.
-Touko!- la voce allegra di Belle la fece sobbalzare.
-Belle!- esclamò tenendosi una mano sul cuore per lo spavento.
-Certo che perderti è un gioco da bambini. Dovremmo tenerci uniti con una corda come gli scalatori.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali mentre Tepig annuiva dalla sua posizione sulla spalla sinistra del ragazzo.
-Scusate… ma…-
-Non c’è bisogno che ti giustifichi. Sappiamo che in un museo non c’è verso di tenerti ferma cinque minuti che sei già partita alla volta dell’esplorazione.- disse il moro aggiustandosi gli occhiali.
Touko sorrise imbarazzata, i suoi amici la conoscevano troppo bene.
Uscirono dal museo solamente quando la castana fu sicura di aver ispezionato ogni angolo dell’edificio.
Passarono il resto della giornata a visitare Zefiropoli e ad allenare i rispettivi Pokémon. Komor riuscì anche a catturare un Pidove senza troppi problemi.
 
Passarono due giorni prima che i ragazzi tentarono  di sfidare la Palestra di Zefiropoli.
Il primo a provare fu Komor, forte del nuovo acquisto in squadra.
La lotta fu entusiasmate e senza esclusione di colpi, ma per ottenere la Medaglia Base il moro dovette faticare parecchio.
Belle tentò per seconda, ma perse la sfida. Per lei Aloè era ancora troppo potente. Ritentò il giorno dopo, quella volta la sua strategia ebbe successo e riuscì nell’impresa per il rotto della cuffia.
Touko riuscì a vincere la Palestra di Zefiropoli in uno scontro avvincente in cui dimostrò di conoscere alla perfezione i suoi Pokémon.
La ragazza aveva appena posizionato la prova della sua vittoria nel suo Porta-medaglie quando il vicedirettore del museo irruppe nella sala dedicata alle lotte in Palestra.
-Aloè! Sta succedendo un gran pasticcio di spora!- esclamò.
-Che cosa succede Cirillo?- domandò vedendo l’espressione allarmata del vicedirettore.
-Quelli del Team Plasma sono venuti per rubare il teschio del drago!- esclamò.
-Come osano!?- esclamò la Capo Palestra adirata.
La donna si diresse a tutta velocità verso il piano superiore dove si trovava il museo.
-Voi rimanete qui, è troppo pericoloso.- disse poi rivolta a Komor, Belle e Touko.
I tre osservarono la Capo Palestra richiudersi la porta alle spalle con una certa violenza.
-Non ho la minima intenzione di rimanermene qui con le mani in mano mentre quel branco di decerebrati fa i suoi comodi!- esclamò Touko dirigendosi su per le scale.
-Touko, aspetta!- la richiamò Belle andandole dietro.
Komor sospirò sconsolato poco prima di seguire le amiche il più velocemente possibile.
Quando arrivarono nel museo il Team Plasma stava già mettendo in atto il suo piano.
-Mettete giù le mani!- ordinò Aloè adirata.
-Ci spiace ma adesso il teschio di drago è nostro! Grazie a questo ridaremo la libertà ai Pokémon!- esclamò uno di loro.
-PLASMA!- urlarono i compagni gettando a terra una sfera violacea che, una volta a contatto con il suolo sprigionò una densa nuvola di fumo.
La nube fece tossire violentemente i presenti e quando si depositò al suolo il teschio del Pokémon drago era scomparso insieme al Team Plasma.
***
Una sfera completamente nera, come l’inchiostro.
Tre scanalature  che attraversavano due i lati e una posto centralmente in basso erano l’unica cosa più simile ad un’imperfezione.
In qualche modo gli sembrò che quell’oggetto avesse una voce antica, diversa da quella che solitamente sentiva dai Pokémon.
Si sentiva chiamato, attirato da quella sfera nera.
Si stava per avvicinare quando quella sparì di colpo lasciandolo in uno spazio completamente nero.
Tuttavia non era un luogo buio e inospitale, c’era della luce, sottili correnti azzurrognole che correvano di quando in quando lungo quello spazio indefinito.
L’unica altra nota di colore era lui stesso.
Ma quando si guardò notò di essere vestito completamente di rosso con un copricapo bianco, così come la parte superiore della tunica.
 
N si risvegliò sotto uno degli alberi del Bosco Girandola.
Si guardò attorno e guardò Zorua, era ancora nel mondo dei sogni.
Prese un profondo respirò e tornò ad appoggiarsi al tronco piegando le labbra in un leggero sorriso di trionfo. Il destino stava iniziando a mostrare le sue carte.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque, come avevo detto la vera trama inizia a vedersi adesso.
Vi è piaciuto il sogno?
Spero di sì, il suo significato mi sembra abbastanza chiaro, no?
In ogni caso non voglio dilungarmi troppo su questo dettaglio, anche perché è la piccola novità che ho aggiunto nella mia storia, spiegarla rovinerebbe il gusto di leggere.
Beh, l'apparizione del Team Plasma è praticamente uguale a quella del gioco, non mi pare ci sia nulla da dire...
Per quanto riguarda N... non ho messo le lotte con lui in quasi ogni città com'era nel gioco, mi sembrava poco coerente con il suo personaggio e a mio parere era anche inutile a fini di trama.
Ma adesso c'è da recuperare il teschio di Aloè, come risolverò tutta la faccenda?
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che mi state seguendo.
Noi ci vediamo la prossima volta con Nel Bosco Girandola
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 7
*** Nel Bosco Girandola ***


Nel Bosco Girandola

Touko tossì violentemente sentendo gli occhi lacrimare a causa del fumo. Quando riuscì a guardare nuovamente davanti a sé vide che il teschio dello scheletro era sparito.
-Dobbiamo seguirli!- esclamò Aloè precipitandosi al di fuori del museo.
Belle, Komor e Touko seguirono la Capo Palestra. La trovarono a guardarsi attorno sperando di individuare il Team Plasma, senza successo.
-Dove si saranno cacciati?- si domandò.
-Vogliamo aiutarla!- esclamò Touko che non sopportava per nulla le azioni del Team Plasma.
-Se vogliamo trovarli dobbiamo  dividerci.- considerò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Non dovreste, è pericoloso.- si intromise la Capo Palestra.
-Siamo Allenatori, questi sono i rischi del mestiere.- rispose Touko strizzando l’occhio.
Aloè sorrise, le piaceva la grinta di quel terzetto.
-Bene, ci sono due diversi percorsi che possono aver intrapreso. Ovvero il Percorso 3 e il Bosco Girandola.-
-Io e Komor possiamo andare al Bosco Girandola.- propose Touko.
-Va bene, ma fate attenzione: è la dimora di molti Pokémon Coleottero.- li mise in guardia la Capo Palestra.
-Se avremo delle novità vi faremo sapere con l’Interpoké.- disse Komor poco prima di avviarsi con l’amica verso il Bosco Girandola.
***
Gli alberi erano talmente alti da immergere tutto il bosco in una penombra costante. Si sentivano i suoni prodotti dai Pokémon che abitavano quel luogo.
Touko e Komor si guardavano attorno con circospezione sperando di vedere qualche membro del Team Plasma, ma non avevano ancora avuto successo.
-E se facessi perlustrare l’area al tuo Pidove?- propose la castana.
-Non è una cattiva idea, ma non so quanto si possa allontanare.- considerò il moro aggiustandosi gli occhiali.
-Gli staremo sotto e ci muoveremo nascondendoci dietro gli alberi, non dovrebbe essere troppo difficile visto la quantità…- commentò Touko guardandosi attorno.
-E va bene, tentiamo.- acconsentì Komor facendo uscire Pidove dalla sua Pokeball.
I due ragazzi seguirono il Pokémon Piccione con il naso per aria cercando di fare il meno rumore possibile.
Proseguirono nella ricerca per un quarto d’ora buono quando Pidove planò su di loro appollaiandosi sul braccio destro del suo Allenatore.
-Hai visto qualcosa?- domandò Komor aggiustandosi gli occhiali.
Il Pokémon Piccione indicò con l’ala una direzione ben precisa, nel cuore del bosco. Touko si affacciò con cautela al tronco, fece segno all’amico di rimanere dov’era ed avanzò di qualche passo, facendo attenzione a rimanere nascosta dalla vegetazione. Dovette percorrere meno di un metro per sentire delle voci ed individuare il Team Plasma.
Si appiattì dietro il tronco e fece segno a Komor di chiamare Aloè con l’Interpoké.
Stava per raggiungerlo quando si accorse che le reclute se ne stavano andando, inoltrandosi sempre di più nel Bosco Girandola.
Non avrebbe permesso che scappassero.
Guardò Komor con uno sguardo eloquente e seguì il gruppo del Team Plasma.
 
Komor aveva appena chiuso la telefonata quando vide Touko lanciargli lo stesso sguardo di quando si metteva in testa di fare qualcosa di potenzialmente pericoloso. Non ebbe il tempo di reagire in nessun modo che la ragazza scomparve dalla sua vista, coperta dalla vegetazione.
Accese immediatamente l’Interpoké e vide che l’amica lo aveva acceso perché potessero rintracciare la sua posizione.
Doveva aspettare l’arrivo di Aloè e Belle e sperò con tutto sé stesso che l’amica riuscisse a cavarsela.
Prese un profondo respiro e si appoggiò al tronco dove si era nascosto aspettando in presa ad un’ansia quieta.
***
-È sicuro che funzionerà?- domandò una recluta del Team Plasma ad un uomo dalla tunica marrone scuro, il colletto dorato con il simbolo della loro organizzazione al centro ed un cappello marrone.
-C’è un solo modo per scoprirlo.- replicò prendendo in mano il teschio ed osservandolo in ogni suo angolo, come se da esso dovesse uscire qualcosa.
Sembrava in tutto e per tutto un semplice teschio di qualche migliaio di anni, non emanava nessun potere particolare, in nessuna forma. Eppure doveva per forza essere quello che stavano cercando.
Tutti gli indizi che avevano raccolto portavano lì.
Ma allora perché non sentiva nessun potere particolare?
Mettendo a tacere i suoi dubbi lo posizionò in un macchinario dall’aria futuristica perché lo studiasse.
Ansioso di sapere quale fosse il verdetto si accucciò di fianco al monitor.
-Servine, Vorticerba!-
Un turbinio di foglie smeraldine invase il loro accampamento mettendo tutto a soqquadro.
-Quel teschio è di proprietà del museo di Zefiropoli! Dovete restituirlo!- a parlare era stata un’Allenatrice accompagnata da una Servine ed un’Umbreon.
Non potevano mollare proprio adesso, la soluzione era a portata di mano!
-Sbarazzatevi di quella ragazzina!- ordinò adirato.
Immediatamente i seguaci del Team Plasma si misero in posizione d’attacco.
Touko si ritrovò davanti quattro Liepard, tre Watchog e due Whirlipede ed uno Scolipede.
-Ci siamo messe di nuovo nei guai, vero?- domandò ricevendo un’occhiata eloquente dalle sue compagne.
-Beh, ci siamo messe in ballo ormai, balliamo!- decretò preparandosi alla lotta.
-Liepard, Palla Ombra!-
-Liepard, Sfuriate!-
-Whirlipede, Velenoshock!-
-Scolipede, Megacorno!-
-Liepard, Taglio!-
-Whirlipede, Rulloduro!-
-Watchog, Iperzanna!-
-Watchog, Superzanna!-
-Liepard, Graffio!-
-Watchog, Morso!-
 
Le tre si videro arrivare contro dieci attacchi tutti insieme ad una velocità sconcertante.
-Umbreon, Neropulsar! Servine, Vorticerba!-
I due attacchi riuscirono a disperdere la maggior parte dell’offesa nemica.
Servine ed Umbreon evitarono diversi attacchi, ne subirono qualcuno di striscio e per fortuna nessuno in pieno.
-Volete farvi battere da una ragazzina!? Siete o non siete parte del Team Plasma!?- tuonò l’anziano che, nel frattempo, alternava sguardi ansiosi allo schermo e alla battaglia.
Touko sentiva l’adrenalina andarle velocemente in circolo facendole battere il cuore all’impazzata. Doveva riuscire a trattenere il Team Plasma fino all’arrivo dei rinforzi.
-Umbreon, Iper Raggio! Servine, Fustata!-
I Pokémon avversari evitarono gli attacchi e l’offensiva fu violenta. Servine fu ferita gravemente e Touko si precipitò da lei per curarla mentre Umbreon le copriva le spalle.
Ma dove siete?” si domandò sperando di sentir arrivare almeno Komor.
-Umbreon, Sgranocchio!-
-Scolipede, Velenospina!-
Il Pokémon Lucelunare venne immediatamente avvelenato.
La situazione stava precipitando.
-Servine, Vorticerba!-
Touko frugò nel suo zaino alla ricerca di una Baccapesca.
Quando la trovò, con le mani tremati a causa dell’adrenalina, la diede ad Umbreon che si sentì meglio.
-Dobbiamo resistere…- mormorò con i nervi a fior di pelle.
-Scolipede, Megacorno!-
Touko si vide caricare dal Pokémon Megapede, nessuno dei suoi Pokémon sapeva usare Protezione. Doveva inventarsi qualcosa e alla svelta.
-Leavanny, Verdebufera!- esclamò una voce maschile sconosciuta alle sue spalle.
Non fece tempo a preoccuparsi del fatto che fosse un nuovo potenziale nemico che l’attacco del Pokémon Balia mandò allo sbaraglio gran parte dei nemici.
Touko si voltò per vedere un uomo alto, i capelli mossi color miele. Gli occhi verdi come il gilet che portava sopra la maglietta bianca. I pantaloni lunghi rossi a righe verdi e nere erano sorretti da una cintura con la cinghia a forma di farfalla. Attorno al collo una sciarpa rossa.
“Eccentrico” era l’aggettivo che più gli si addiceva.
-A quanto pare sono arrivato al momento giusto.- commentò soddisfatto.
-Tu… tu sei Artemisio! Il Capo Palestra di Austropoli!- esclamò uno scagnozzo del Team Plasma.
Eh!? Questo qui sarebbe Artemisio? Davvero!?” pensò Touko incredula.
-Esatto, Aloè mi aveva detto che c’erano dei parassiti nel Bosco Girandola, in effetti mi chiedevo come mai i Pokémon Coleottero fossero così agitati…- commentò affiancando Leavanny.
-Tu devi essere Touko, Aloè mi ha parlato di te.- disse rivolto alla castana.
-Mi piacerebbe rimanere a chiacchierare, ma abbiamo del lavoro da fare.- aggiunse.
 
L’anziano del Team Plasma continuava a fissare lo schermo in attesa del verdetto della macchina. Mancava poco, soltanto ancora un po’.
«Componente mineralizzata: 65%; fosfato di calcio 86%; carbonato di calcio 12%; fosfato di magnesio 1,5%; fluoruro di magnesio 0,5%; tracce di ossido di ferro. Osso.» disse la voce elettronica del computer.
Non è possibile! Questo… questo dovrebbe essere…” la sua mente non riusciva ad accettare la realtà dei fatti.
Fissò il risultato sullo schermo per un tempo indefinito.
Quando si fu ripreso si alzò, prese il teschio e si rivolse ai due avversari.
-Riprendetevelo pure.- disse.
-Saggio Celio! Che cosa dice?- domandò una delle reclute.
-Il sogno del nostro Sovrano…- cercò di aggiungere una seconda.
-Non temete, non è ciò che stiamo cercando.- disse avvicinandosi ad Artemisio e mettendoglielo in mano.
-Andiamocene.- ordinò ai suoi uomini.
-Dove credete di andare!?- esclamò Touko tentando di andare loro dietro, ma nuovamente utilizzarono una cortina di fumo per fuggire.
 
-Touko!- l’inconfondibile voce di Belle riecheggiò nel Bosco Girandola.
La castana non fece tempo a voltarsi che si ritrovò nell’abbraccio stritola-ossa dell’amica.
-Belle…- mormorò a corto di fiato.
-Scusami!- esclamò bionda mollando la presa.
-Abbiamo recuperato il teschio… no è più corretto dire che ce lo hanno consegnato.- disse Artemisio mettendo tra le mani di Aloè l’oggetto della contesa.
-Hanno detto che non era ciò che stavano cercando. Hanno anche accennato a qualcosa riguardo il loro Sovrano.- aggiunse Touko ricordandosi quell’ultimo dettaglio che l’aveva particolarmente colpita.
-Sovrano?- domandò Komor aggiustandosi gli occhiali interessato.
-Beh, sono vestiti come cavalieri dopotutto.- commentò Belle.
-Io ritorno ad Austropoli, lì avvertirò anche gli altri Capi Palestra di questi invasati. Aloè, come sempre è stato un piacere.- disse Artemisio congedandosi con un breve inchino.
Osservarono l’eccentrico Capo Palestra allontanarsi.
-Vi ringrazio del vostro aiuto.- disse Aloè rivolta al terzetto di Allenatori.
-È stato un piacere.- sorrise Touko.
***
Komor, Belle e Touko ripresero il loro viaggio attraverso il Bosco Girandola per raggiungere la città di Austropoli.
Incontrarono pochi Pokémon selvatici, nessuno dei quali fu particolarmente aggressivo.
Quando giunse la sera ed allestirono il campo Touko ripensò improvvisamente alla sfera che qualche giorno prima aveva visto a Zefiropoli.
Era riuscita dimenticarla per un po’ a causa degli allenamenti, ma adesso che poteva godersi il viaggio che dovevano affrontare quel pensiero tornò ad essere il chiodo fisso nella sua mente.
Secondo, forse, soltanto a quello di N.
Si rigirò nel sacco a pelo e fissò il fuoco.
Umbreon non dormiva molto di notte, perciò faceva la guardia ed esplorava i dintorni. Servine era diventata troppo grande per dormire con lei nel sacco a pelo, ma stavano comunque vicine.
Touko notò che i suoi compagni di viaggio stavano già dormendo profondamente.
Prese un profondo respiro e si impose di dormire.
Quella notte sognò la sfera bianca insieme ad un’altra, gemella, ma di colore nero. Dietro di essa N che la osservava con una strana luce negli occhi.
Il giorno successivo non conservava nessun ricordo del sogno.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Beh, che dire? Una battaglia come si deve questa votla (almeno spero).
Lo so, è stata molto breve, ma non credo che leggere la descrizione di una battaglia fin nei minimi particolari sia così esaltante. Specie se dura troppo. In questo caso una cosa dinamica mi sembra la soluzione migliore, sbaglio?
Non ho molto da aggiungere, dopotutto mi pare che questo capitolo parli da sé.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che mi state seguendo.
Noi ci vediamo la prossima volta con Il Pokémon Daruma
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 8
*** Il Pokémon Daruma ***


Il Pokémon Daruma

-Quindi non ne siete al corrente…- commentò N osservando la figura in ombra dietro il muro di uno dei grattaceli di Austropoli.
-No, sono mortificato ma…- tentò di giustificarsi l’interlocutore, ma il verde gli fece cenno che non importava e l’ombra se ne andò per la sua strada.
A quanto sembra più cerchi di indagare e più sembra ovvio che devi chiedere proprio a lui.” commentò Zorua.
-Ho un’altra opzione prima.-
Il Pokémon Malavolpe alzò un sopracciglio.
Quei sei lecchini da due soldi? Credi davvero che disobbediranno al loro grande capo?
-Fino a prova contraria il vero “grande capo”, come dici tu, dovrei essere io.-
Corretto, dovresti, ma tu sei qui a scorrazzare per tutta Unima alla ricerca di quel dannato coso lasciando che sia quell’altro a fare il capoccia di turno.
-Quel “dannato coso”, come lo chiami tu sarà fondamentale per la riuscita del piano.- replicò il ragazzo.
È da settimane che continui a ripeterlo, ma dimmi, a parte piani sconclusionati e sogni ad occhi aperti su quella ragazza hai in mano qualcos’altro?” domandò saccente.
-Io non faccio sogni ad occhi aperti su Touko.-
Certo, come no. E io sono un Trubbish.” ribatté sarcastico.
N alzò gli occhi al cielo e tornò alla luce del giorno, con il Pokémon Malavolpe sulla spalla sinistra.
-Fidati, ti stai sbagliando.- disse riferendosi al discorso di poco prima.
Oh! Parli del diavolo… eccola là!” esclamò allungando la zampetta in direzione del ponte Freccialuce.
N girò di scatto la testa, cominciando a cercare il viso della ragazza accompagnata perennemente dai suoi Pokémon tra la folla, ma non la vide.
Sentì Zorua sghignazzare e capì di essere stato preso in giro.
Qualcuno si è preso una cotta!
-Zorua…-
Come ti pare, ma i fatti parlano chiaro.” replicò tranquillamente.
***
-Ma quanto manca alla fine di questo ponte!?- esclamò Touko sporgendosi dal Ponte Freccialuce appena in tempo per vedere il passaggio di un paio di navi.
-Coraggio! Non sarai stanca!?- domandò Belle, energica come sempre.
-Assolutamente no!- ribatté la castana sistemandosi lo zaino in spalla.
-Guarda che non devi dimostrare niente a nessuno, abbiamo camminato parecchio per superare il Bosco Girandola. È naturale essere stanchi, soprattutto con uno zaino del genere.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
-È una sfida?- domandò la castana afferrando le spallacci dello zaino.
-No…- cercò di fermarla il moro, ma la ragazza aveva già cominciato una corsa.
-Forza lumache!- gridò senza curarsi di dove stava andando rischiando così di travolgere un paio di passanti.
Umbreon le stava dietro senza problemi e Servine le era praticamente davanti.
Belle partì alla carica subito dopo con Oshawott attaccato alla borsa a tracolla.
Komor osservò per un attimo la scena, sospirando sconsolato. Si aggiustò gli occhiali e guardò Pignite (che si era evoluto nel Bosco Girandola). Il Pokémon Suinfuoco gli sorrise e Komor seguì le ragazze chiedendosi mentalmente che cosa aveva fatto per ritrovarsi delle amiche del genere.
 
Touko non badò alla stanchezza che tentava di sopraffarla mentre raggiungeva la fine del Ponte Freccialuce.
Ancora poco e l’avrebbe rivisto.
Si sentiva strana a pensarci e anche terribilmente felice.
Servine si voltò per lanciarle uno sguardo d’intesa, la ragazza sorrise ed accelerò il passo sapendo che Umbreon le sarebbe rimasta dietro senza problemi.
Ormai i grattacieli di Austropoli erano pienamente visibili e il sorriso sul volto della ragazza si allargò maggiormente, ma non si fermò fin quando non entrò nei confini della metropoli.
Si voltò subito per vedere Belle raggiungerla in breve tempo con quel suo modo di correre decisamente particolare. Komor arrivò poco con un gran fiatone.
-Soddisfatta?- domandò pulendosi gli occhiali che si erano appannati.
-Molto!- rispose la ragazza sorridendo.
Komor alzò gli occhi al cielo e si sistemò gli occhiali sul naso.
-Bene, direi di fare un salto al Centro Pokémon adesso. Dobbiamo affittare una stanza.- fece notare estraendo la cartina per poter individuare l’edificio in questione in una città tanto grande come Austropoli.
-Da che parte?- domandò Belle osservando la mappa da sopra la spalla del moro.
-Per di qua.- fu la risposta.
 
I tre ragazzi si addentrarono nel cuore di quella vasta metropoli, così diversa dalla loro Soffiolieve. Touko e Belle avevano perennemente il naso per aria ad osservare la grandezza dei grattacieli che si stagliavano maestosi verso il cielo azzurro.
-Guardate dove state andando.- le ammonì Komor notando che le due amiche non stavano per nulla badando alla strada sotto i loro piedi.
-E dai Komor! Guardati un po’ attorno!- lo rimproverò Belle.
-Lo farò quando mi sarò assicurato che siate arrivate al Centro Pokémon tutte intere.-
-Che cosa vorresti dire?- domandò la bionda.
-Che vi perdete in un attimo.- rispose il moro aggiustandosi gli occhiali.
-Questo non è vero! Dico bene, Touko?- ma la sua domanda cadde nel vuoto.
-Touko?- domandò ancora.
Fu quando si voltò che si rese conto che l’amica non era dietro di lei come pensava.
Komor si diede uno schiaffo in pieno volto.
-Come volevasi dimostrare.- mormorò sconsolato.
-E adesso come la troviamo!? Questa città è immensa!- esclamò Belle agitata.
-Mantieni la calma.- la fermò il moro alzando il braccio e mostrandole l’Interpoké.
 
-Wow…- mormorò Touko, ancora col naso per aria.
-Certo che dopo un po’ ti fa venire il mal di testa…- commentò infine riportando la sua attenzione sulla strada.
-Belle? Komor?- chiamò guardandosi attorno, ma non trovando nessuno dei due amici.
-Mi sono persa di nuovo…- mormorò mentre Umbreon e Servine la guardavano sconsolate.
-Che ci posso fare? In mia difesa…-
Si fermò allo squillo insistente dell’Interpoké, sollevò il braccio e rispose alla chiamata.
-Komor?-
«Cosa devo fare con te?»
-Non perdermi di vista?-
Il moro si massaggiò il setto nasale per poi sistemarsi gli occhiali.
«Cerca un punto di riferimento che possiamo individuare facilmente, così ti veniamo a riprendere.»
Touko si guardò attorno.
-Vediamo…-
Servine le picchiettò una liana sulla spalla indicandole un enorme cartello pubblicitario con tanto di insegna luminosa.
-Ottimo lavoro Servine.- sorrise la castana mostrando al display il punto di riferimento.
«Non muoverti, lo vediamo anche noi. Arriviamo.» sentenziò il moro chiudendo la chiamata.
Touko rimase ad osservare lo schermo spento per un attimo.
-Incredibile… riesco a perdermi anche così…- mormorò sconsolata appoggiandosi al muro del palazzo alle sue spalle.
Osservò per qualche istante le nuvole continuare a muoversi lente in uno strano movimento semicircolare.
-Secondo voi quanto ci metteranno a trovarmi?- domandò ai suoi Pokémon che fecero spallucce.
Sospirò pesantemente e fu solo in quel momento che si rese conto del macigno che si portava sulle spalle.
-Inizia a pesare…- brontolò cercando di sistemarselo meglio sulle spalle doloranti.
Stava per sedersi per terra quando sentì un gran trambusto provenire da una via in ombra. Inizialmente pensò che non fosse nulla di importante, ma il chiaro rumore di un paio di cassonetti che si rovesciavano, delle imprecazioni e la vista di qualche mossa Pokémon la convinse che qualsiasi cosa stesse succedendo meritava la sua attenzione.
Si affacciò alla stradina appena in tempo per vedere un piccolo Pokémon rosso e rotondo sfrecciare nella sua direzione. Prima che potesse capire che cosa stava succedendo sentì le sue minuscole manine serrarsi sui suoi stivaletti. Si voltò trovandolo che tentava di nascondersi dietro di lei. Lo osservò con più attenzione. Aveva delle sopracciglia gialle e arricciate, il musetto arancione. Tre ovali gialli sull’addome in posizione verticale e una linea gialla sul dorso. Le sue zampette arancioni con tre dita ciascuna.
-Che cosa succede qui?- domandò guardando davanti a sé notando un paio di ragazzini che non dovevano avere più di dodici anni.
-Quel Pokémon è mio!- esclamò uno dei due mentre faceva andare avanti il suo Krokorok.
-Non sembra essere molto d’accordo con te su questo punto di vista.- osservò la ragazza alzando un sopracciglio dubbiosa.
-E a te cosa importa?-
-Mi importa eccome. Non è ancora stato catturato da nessuno di voi due, in caso contrario lo avreste fatto rientrare nella sua Pokeball. In questo modo lo state soltanto spaventando a morte.- concluse mentre veniva affiancata da Servine.
-Fate i bravi e andate a casa.- concluse.
I due ragazzini però non sembravano avere nessuna intenzione di gettare la spugna.
-Krokorok, Ripicca!-
-Servine, Vorticerba.-
L’attacco del Pokémon Serperba causò seri danni all’avversario che fu costretto ad arretrare.
-Servine, vai con Frustata.- continuò Touko con la massima calma mentre gli attacchi della sua compagna andavano perfettamente a segno.
Nel giro di poco il Pokémon Sabbiadrillo fu mandato a KO.
-Tornate a casa.- disse la castana con sguardo severo.
I due ragazzini se ne andarono correndo nella direzione opposta.
Touko guardò per un attimo la direzione in cui i due erano spariti per poi rivolgere la sua attenzione al rossino.
-Povero piccolo, ti sei spaventato.- mormorò inginocchiandosi e accarezzandogli la testolina notando che era ferito sulla schiena.
-Aspetta, dovrei avere qualcosa che fa al caso tuo.- disse  cercando nella borsa, supervisionata da Umbreon e Servine.
Curò la ferita del Pokémon e gli diede una Baccapesca. Mentre il piccoletto accettava contento e ancora un po’ scosso la ragazza prese il Pokédex.
«Darumaka, il Pokémon Daruma. Ha una fiammella all'interno del suo corpo che brucia costantemente. Quando questa è molto intensa, Darumaka diventa molto attivo fino a diventare incontrollabile, mentre quando la fiammella è molto debole Darumaka dorme. Fa degli escrementi molto caldi che gli antichi utilizzavano come scalda cuore se inseriti dentro ad un sacchetto. »
Touko controllò ancora un paio di informazioni circa Darumaka e scoprì che veniva dal Deserto della Quiete.
-Non è molto lontano, possiamo fare un salto per riportarti a casa, che ne dici?- propose sorridendo.
Una voce conosciuta la fece sobbalzare: -È molto premuroso da parte tua.-
Touko si voltò di scatto per incontrare due occhi dello stesso colore del ghiaccio.
-N!- esclamò sorpresa.
Osservò il ragazzo per qualche istante prima di rendersi conto del silenzio imbarazzante che regnava tra loro.
-Q-quando sei arrivato?-
-Qualche giorno fa.-
-Hai… hai già sfidato la Palestra?-
Il verde annuì.
-E… com’è andata?-
N frugò con calma nello zaino per estrarne la Medaglia Scarabeo.
-Ma è fantastico!-
-Artemisio è un avversario formidabile, sono sicuro che troverai la vostra sfida… appassionante.-
-Come sarebbe? Hai tanta fretta di ripartire?-
-Beh, avevo detto che ti avrei aspettato ad Austropoli, no? Ho mantenuto la mia promessa.- disse semplicemente sorridendo.
Touko si sentì arrossire.
-Quindi non hai intenzione di rimanere un altro po’? Se non ci fossero Servine ed Umbreon quando ci incontriamo inizierei a pensare che sei solo un frutto della mia immaginazione.- disse cercando di sembrare più disinvolta possibile.
I suoi intenti fallirono miseramente quando N le rivolse uno sguardo indecifrabile.
-Q-q-quale sarà la tua prossima destinazione?- domandò sentendo le guance diventare incandescenti.
-Sciroccopoli.-
-È subito dopo il Deserto della Quiete, vero?-
-Sì, perché?-
-Magari mentre sei sulla strada potresti riportare a casa Darumaka. Io rimarrò ad Austropoli ancora per un po’ di tempo e credo che questo piccolino voglia tornare a casa il più presto possibile.- propose.
N rimase a guardarla in silenzio per qualche secondo per poi lanciare un’occhiata al Pokémon Daruma.
-Non credo che voglia venire con me.-
-E perché no?-
-Ha detto che gli sei simpatica.-
-Ah… davvero?- domandò per poi osservare il rossino.
Lo guardò per un secondo prima di inginocchiarsi per essergli all’altezza degli occhi.
-Guarda che io ci metterò un bel po’ prima di arrivare al Deserto della Quiete. Arriverai a casa molto più tardi se non vai con N.-
Darumaka scosse la testa e si appicciò alla gamba della ragazza. Touko lo osservò stupita per un attimo, poi sorrise teneramente.
-E va bene, ma poi non dirmi che non ti avevo avvertito.- disse alla fine sorridendo.
Dopodiché lo prese imbraccio mentre Umbreon le si sistemava sulla spalla destra.
-Quindi ti rivedrò a Sciroccopoli?- domandò.
N sorrise con quel suo solito modo che lasciava sempre un’ombra quasi invisibile sugli occhi.
-Certo.-
-Bene, allora a presto.- sorrise lei salutando con la mano mentre il ragazzo si allontanava.
-E quello chi è?-
La voce di Belle le fece fare un salto da terra di almeno mezzo metro.
-Belle!- la richiamò con il cuore che le pulsava ancora nelle orecchie per lo spavento.
-Quello non era il ragazzo che abbiamo incontrato a Quattroventi?- domandò Komor osservando il verde allontanarsi mentre si aggiustava gli occhiali.
-Sì, è lui.-
-Che cosa voleva?-
-Nulla, ci siamo incontrati per caso.-
-E quello?- domandò Belle una volta visto Darumaka.
-Era preda dei bulli e l’ho soccorso.- rispose Touko sorridendo.
 
I tre si incamminarono verso il Centro Pokémon mentre Belle continuava a domandare dettagli su dettagli dell’incontro con N.
-Te l’ho detto, non è successo nulla. Abbiamo solo parlato. Adesso sta andando verso Sciroccopoli.- spiegò Touko per l’ennesima volta.
-E dai! Che cosa ci nascondi!?- domandò implorante la bionda.
-Nulla! Ma perché tutte queste domande!?-
-Perché, mia cara Touko, sei rossa come un peperone da quando siamo arrivati e non credo sia per lo charme del tuo nuovo Pokémon.- rispose la ragazza facendo l’occhiolino.
Touko si portò una mano al viso sentendolo caldo, segno inconfutabile che l’amica aveva detto la verità.
-Beh… non è successo nulla!- esclamò sentendosi una stupida per l’improvviso tremolio che le aveva preso la voce.
-Allora come mai sei così rossa?- domandò ancora Belle avvicinandosi spaventosamente al volto della castana.
-Io…-
-È perché ti piace?- domandò a bruciapelo.
-Cosa? N-no! Io…-
-Oh! Qualcuno si è preso una bella cotta!-
-Smettila!- la riprese la castana mentre il rossore sulle guance si accentuava.
-Questa sì che è bella! Questo viaggio si sta rivelando sempre più interessante!- continuò Belle in tono sognate supportata da Oshawott.
-Belle!-
-E dai! Cosa c’è di male?-
-C’è che mi stai mettendo in imbarazzo!-
-Quindi ho ragione!-
-Belle!-
-Komor, tu che ne dici?-
-Dico che dovresti stare attenta, non ho nulla contro quel ragazzo ma mi sembra un tipo sospetto.-
-E come mai?- indagò Touko.
-Non lo so… ma ha qualcosa di strano nel modo di fare e negli occhi che… non lo so… non mi convince.-
-Questo…-
Touko non fece tempo a finire la frase perché Umbreon si mise sull’attenti, drizzando le orecchie e facendo vagare lo sguardo da un punto all’altro della metropoli con una velocità impressionante.
-Umbreon? Cosa succede?- domandò la castana.
Il Pokémon Lucelunare saltò giù dalla spalla dell’Allenatrice e corse verso uno dei vicoli della città.
-Umbreon!- la chiamò la castana andandole dietro seguita a ruota da Servine.
-Touko! Aspettaci!- la chiamò Belle.
La ragazza tuttavia sparì, inghiottita dalla moltitudine di passanti.
-Ma perché dobbiamo perderla tutte le volte?- domandò Komor massaggiandosi il setto nasale e sistemandosi gli occhiali.
-Komor… quelli non sono…- cominciò Belle indicando due persone con l’indice destro.
-Il Team Plasma!-
***
-Umbreon! Aspettami! Si può sapere dove stiamo andando?-
Touko riuscì a raggiungerla soltanto perché il Pokémon Lucelunare si era fermato davanti ad una scala a pioli in metallo.
-Vuoi salire?- le domandò l’Allenatrice.
Umbreon fece cenno di sì con la testa. Touko sospirò.
-E va bene. Servine, rientra.- disse facendo tornare il Pokémon Serperba nella sua Pokeball (cosa che non faceva quasi mai).
-Darumaka… ti dispiace se ti tengo in una di queste per un po’? Ho l’impressione che le cose diventeranno movimentate e non voglio che tu ti faccia male.- spiegò mostrando la sfera rossa e bianca al Pokémon Daruma.
Darumaka annuì contento e l’Allenatrice  gli fece occupare la sfera che teneva in mano.
-Bene Umbreon, andiamo.- decretò la ragazza facendo salire il Pokémon Lucelunare sulla spalla destra ed afferrando il primo piolo.
***
Quel posto gli sembrava ogni giorno più tetro e scuro.
Adesso che non aveva più nemmeno compagnia il tempo non sembrava nemmeno scorrere di un secondo.
Il mondo esterno si faceva sempre di più un ricordo distante e confuso.
Soffiolieve gli mancava immensamente.
Il suo piccolo paese, i suoi amici, la sua casa, la sua famiglia.
Aki, chissà quanto l’aveva fatta preoccupare in tutti quegli anni.
E Touko?
Ormai doveva essere cresciuta.
Chissà se aveva cominciato a viaggiare.
Sperava solo che non fosse destinata trovare una delle due pietre leggendarie.
Prese un profondo respiro e tronò a guardare il buio che lo circondava.
Chissà se Umbreon era già arrivata a chiedere aiuto?
Ancora non riusciva a credere alla fortuna che avevano avuto.
Il cambio di guardia con un novellino che aveva abbassato la guardia per un attimo si era rivelata provvidenziale. Il Pokémon Lucelunare era riuscito a scivolare nella fessura della porta e a fuggire lungo gli oscuri corridoi. Non era stato per nulla semplice convincerla a lasciarlo da solo, ma era sicuro che la sua prigionia avrebbe avuto presto termine.
La pesante porta di metallo della sua cella si aprì, cigolante come al solito. Ne entrò la figura dello scienziato che aveva imparato a disprezzare. Alto e magro, i capelli biondi con un improbabile ciuffo azzurro elettrico. Gli occhi di un giallo spento dietro due lenti rettangolari.
-Allora, Makoto. Sono passati abbastanza giorni dall’ultima verifica. È pronto per un’altra sezione. Oppure questa è la volta buona che ci dirà qualcosa sullo Scurolite e sul Chiarolite?-
-Credo che le tue “torture” stiano diventando fiacche, Acromio.- rispose l’uomo a testa alta.
-Molto bene. Cominciamo allora. Electrode, procedi.- disse accendendo il suo palmare.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Allora... non sono brava a mettere scene di flirt, lo ammetto.
In compenso mi sembra di essere abbastanza discreta con i battibecchi, coi che ne dite (forse perché nella mia vita ho più a che fare con quelli).
L'unica vera incognita di questo capitolo è capire dove vuole andare Umbreon. Ci sarà di mezzo il Team Plasma? Quasi sicuramente.
Ma credo che il colpo al cuore ve lo abbia dato l'ultimo paragrafo.
Finalmente si sa qualcosa anche di quel poveraccio di Makoto, anche se molto poco.
Ce la faranno i nostri eroi a salvarlo (in questo momento mi sento tanto narratore di Pokémon)?
Lo scopriremo solo vivendo.
Ringrazio tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Dichiarazione di guerra.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scondinzolando*

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Capitolo 9
*** Dichiarazione di guerra ***


Dichiarazione di guerra

-È mai possibile che la perdiamo di vista tutte le volte!?- esclamò Komor frustrato tenendosi il setto nasale con l’indice e il pollice.
-E adesso? Che cosa facciamo?- domandò Belle timorosa.
-Vediamo di capire dove è andata a finire.- rispose il moro accendendo l’Interpoké per poter contattare Touko.
Tuttavia la chiamata venne rifiutata con una velocità disarmante.
Non fece nemmeno tempo a domandarsi perché l’amica avesse fatto una cosa simile quando gli venne un terribile sospetto.
-Belle, ho l’impressione che dovremmo contattare di nuovo l’Agente Jenny.-
***
Touko ascoltò i battiti incontrollati del suo cuore per qualche minuto prima di tornare a respirare. Quando fu certa che l’Interpoké avesse smesso di suonare lasciò andare l’aria che aveva trattenuto fino a quel momento guardandosi attorno per verificare di non essere stata scoperta.
Non arrivò nessuno.
Lanciò uno sguardo ad Umbreon che, poco davanti a lei, le fece cenno di continuare.
Quando erano arrivate sulla cima del palazzo, dove le aveva condotte la scala a pioli, si erano infilate in una conduttura dell’aria per poter entrare nell’edificio senza essere notate.
Si erano infilate in un cunicolo di metallo angusto e Touko si chiese più volte come fosse possibile che riuscisse ad avanzare nonostante l’enorme zaino che portava sulle spalle.
Umbreon le camminava davanti, facendole strada e fermandosi di quando in quando per essere sicura di non perdere la sua Allenatrice per i cunicoli.
Continuarono ad avanzare per almeno dieci minuti prima che il Pokémon Lucelunare si fermasse accanto ad una grata guardando ciò che accedeva sotto di essa.
Touko si affacciò notando alcune reclute del Team Plasma stavano parlando fitto con lo stessi tizio che aveva fatto il discorso sulla liberazione dei Pokémon a Quattroventi.
Ghecis.
-Quindi quel teschio non conteneva né il Chiarolite né lo Scurolite?-
-È così sommo Ghecis, siamo profondamente dispiaciuti per questo.-
-Dove altro potrebbero essere?- si domandò a voce alta tenendosi il mento tra le dita.
-Purtroppo il dottor Acromio non è ancora riuscito ad ottenere le informazioni sperate dal soggetto.- disse una delle reclute.
Touko lanciò uno sguardo ad Umbreon e lei le fece capire con uno sguardo che stavano parlando proprio di suo padre.
La ragazza trattenne il respiro, serrando le dita in un pungo talmente stretto da far conficcare le unghie nel palmo.
Doveva avere pazienza se voleva sapere qualcosa in più sulla sorte di suo padre.
-Quell’uomo causa più problemi che benefici.- commentò Ghecis stizzito.
Umbreon rizzò il pelo poggiando la zampa anteriore destra sulla grata.
-Umbreon…?-
***
-Secondo te dove sarà andata?- domandò Belle cercando l’amica per ogni vicolo della metropoli.
-E come faccio a saperlo secondo te?- domandò Komor sospirando e sistemandosi gli occhiali.
Rimasero in silenzio per un attimo guardandosi attorno.
-Komor, guarda!- esclamò la bionda indicando un membro del Team Plasma .
-Belle, dobbiamo essere veloci. Ascoltami bene e vedi di non fare pasticci, intesi?-
-Parli come se dessi per scontato che non sarò all’altezza del compito.-
-Ascoltami. Devi andare dall’Agente Jenny e riferirle che il Team Plasma…-
-Ma il Team Plasma non è ancora stata identificata come organizzazione criminale.- fece notare la bionda.
-Non ci avevo pensato… beh in ogni caso abbiamo bisogno di aiuto. Trovalo. Io seguo quel tizio. Sono abbastanza sicuro che dovunque stia andando troverò anche Touko. Ti chiamerò io con l’Interpoké in caso di novità e per tenere segnalata la mia posizione. Tu non mi chiamare, se dovessi nascondermi potrebbe diventare un problema.-
Belle annuì  e i due ragazzi si separarono andando ognuno verso la propria missione.
 
Komor non dovette faticare poi molto per confondersi tra la folla per poter seguire l’invasato del Team Plasma. Austropoli era talmente ghermita di persone che nascondersi risultava molto semplice.
Lo seguì fino ad un grattacielo che diceva “Lotta S.p.a.
Con estrema cautela entrò nell’edificio.
***
Non aveva la più pallida idea di dove cercare aiuto.
Anche perché non sapeva nemmeno cosa dire.
Il Tema Plasma non era ancora stato riconosciuto come un’organizzazione criminale.
Si aggirava per la città non sapendo nemmeno dove andare.
Ogni tanto lanciava un’occhiata preoccupata ad Oshawott che le donava un sorriso incoraggiante.
Si bloccò difronte ad un edificio dalle alte pareti verde pistacchio, la porta a doppio battente di legno massiccio.
Non fece nemmeno tempo a leggere il cartello che denominava il palazzo che si sentì chiamare. Una voce in qualche modo familiare appena dietro di lei che la fece trasalire.
-Tu non sei la ragazza che era venuta al Bosco Girandola con Aloè?-
La bionda si voltò di scatto e guardò l’eccentrico personaggio che le si parava davanti con tanto d’occhi.
-Ma tu... tu sei…- balbettò incredula mentre Oshawott cercava di calmarla.
La ragazza tentò di recuperare il suo autocontrollo il più velocemente possibile mentre il suo interlocutore la osservava perplesso.
-Abbiamo bisogno di aiuto.- riuscì a dire in fine con talmente tanta velocità che all’inizio non era del tutto sicura che l’uomo difronte a lei avesse capito quello che aveva appena detto.
***
-Umbreon?- domandò ancora Touko al Pokémon Lucelunare.
Quella non fece cenno di averla sentita. Posò una zampa sulla grata che permetteva loro di spiare il Team Plasma poco sotto di loro.
Umbreon scostò l’oggetto di metallo spostandolo rapidamente da un lato e prima che la sua Allenatrice potesse fermarla era già saltata nel buco, facendo irruzione nella sala.
Immediatamente il Pokémon Lucelunare iniziò ad attaccare i membri del Team Plasma con una serie di attacchi rapidi e precisi.
-UMBREON!- la chiamò spaventata.
Senza pensarci un attimo di più saltò esattamente come aveva fatto il Pokémon Lucelunare qualche istante prima.
Aveva appena incontrato il suolo (facendosi male nell’atterraggio) quando due membri del Team Plasma misero mano alle rispettive Pokeball.
Tentò di essere più rapida ed afferrò la sfera di Servine.
Ma prima che chiunque dei presenti potesse fare una mossa Ghecis fermò i suoi sottoposti e Touko ne approfittò per avvicinarsi ad Umbreon.
-Chi sei tu?- domandò l’uomo osservandola con occhio critico.
Si soffermò sul Pokémon e da lì a pochi secondi sgranò gli occhi, incredulo.
-Che ci fai qui?- domandò e Touko capì che si stava riferendo ad Umbreon.
-È lei sommo Ghecis! È la ragazzina del Bosco Girandola!- esclamò uno degli invasati indicandola con l’indice.
-Davvero?- domandò osservano Touko con più attenzione.
-E come fa una ragazzina come te ad avere con sé quel Pokémon?-
-Come mai ti interessa tanto?- chiese lei di rimando.
-Perché vedi… era anche con un nostro nemico che però in questo momento è impossibilitato a metterci i bastoni tra le ruote.-
Umbreon si irrigidì a tal punto che Touko si vide costretta a prenderla imbraccio per evitare che facesse un’azione avventata come quella di un attimo prima.
-È stata lei a trovarmi.- rispose secca.
-E come mai avrebbe cercato te?-
-Non vedo come la cosa potrebbe interessarvi.- replicò lei sempre più seccata e nervosa per la situazione.
-Mi interessa eccome invece. Vedi vorrei capire coma mai un Pokémon liberato dal gioco umano avrebbe voluto tornarvi per sua volontà.-
-E invece lo ha fatto. Forse quello che vai a farneticare in piazza per attirare seguaci sui Pokémon non è poi così vero.- dichiarò sicura tenendo la schiena ben dritta.
-Come osi?-domandò con rabbia un invasato.
-È la verità, non vedo perché non dovrei dirla.- replicò la ragazza.
Ghecis guardò Touko attentamente, come se cercasse di capire un significato nascosto nelle parole della ragazza.
-Continuo a non capire come mai Umbreon abbia scelto te.- replicò l’uomo curioso.
-Perché…-
Touko non sapeva cosa rispondere, non era sicura che dire tutta la verità in quel momento fosse una buona mossa, l’avrebbe messa in svantaggio tattico.
-Voglio ritrovare il suo Allenatore. Questa è la missione che mi è stata affidata da una persona.- disse in fine.
Quella che aveva detto non era una bugia in fin dei conti. Il Team Plasma avrebbe potuto giungere a qualsiasi conclusione senza che lei ne uscisse troppo svantaggiata.
-Interessante, una ragazzina che va alla ricerca di un Allenatore dopo aver ricevuto la vista del suo Pokémon.-
-Questa ragazzina è riuscita a mettere i bastoni tra le ruote ai tuoi stupidi seguaci.- ribatté lei sfidandolo con lo sguardo.
-Non durerà a lungo, vedrai.- disse Ghecis in un tono calmo, ma con una sfumatura indefinita da far accapponare la pelle.
In quel momento si sentirono dei rumori indistinti provenire dal piano inferiore, come di una battaglia Pokémon in corso.
-Che cosa succede?- chiese Ghecis, con un tono più seccato che preoccupato.
Un membro del Team Plasma  entrò trafelato nella stanza.
-Due ragazzini, insieme al Capo Palestra stanno arrivando qui! Hanno trovato i Pokémon che avevamo liberato!- riferì.
Ghecis lo ascoltò impassibile per por rivolgere la sua attenzione a Touko.
-Sei stata tu a condurli fin qui? Non è vero?-
-Beh, non direttamente, ma sono abbastanza sicura di essere io la causa.- rispose lei con una punta di spavalderia.
-Ora, prima che i miei amici arrivino, potresti gentilmente dirmi dove si trova Makoto di Soffiolieve? Sai, l’Allenatore di Umbreon?- benché tentasse di nasconderlo a Touko tremava la voce.
Ghecis fece un sorriso a dir poco sinistro.
-Il signor Makoto deve servire ancora un po’ la nostra causa. Tuttavia sono sicuro che ci incontreremo ancora, chissà, magari la prossima volta otterrai quest’informazione.- rispose con una certa malizia.
-Tu…- ma Touko non fece in tempo ad insultarlo perché Komor, Belle ed Artemisio entrarono nella sala di gran carriera.
-Oh guarda chi si vede, il Capo Palestra Artemisio.- disse Ghecis rivolgendo immediatamente la sua attenzione all’eccentrico Allenatore.
-Il Team Plasma è fatto di gente che quando vuole qualcosa la ruba agli altri, giusto?- chiese quello, incredibilmente serio.
-Noi non rubiamo nulla, restituiamo ai Pokémon la loro libertà.- disse Ghecis completamente convinto delle sue affermazioni.
-Anche se quei Pokémon non sono d’accordo con voi?- domandò Komor.
-È della loro libertà che si parla, sono stata soggiogati, hanno subito il lavaggio del cervello dai loro crudeli Allenatori. È nostro compito, la nostra missione, liberarli.-
-Questo si chiama rapimento stupido invasato!- esclamò Touko ricordando l’episodio in cui il Team Plasma le aveva portato via Snivy.
-Interessante questa tua presa di posizione. Hai degli ideali davvero forti.-
-Questi non sono ideali! È la verità! E non potete aspettarvi di cambiarla con qualche discorsetto in pubblico dove sfoggiate belle parole per poi rubare i Pokémon altrui senza tener conto di quello che vogliono davvero!- sbraitò la castana mentre Umbreon, tra le sue braccia, mostrava i denti al Team Plasma.
-Interessante… sapete, tutto questo mi fa tronare alla mente la leggenda della creazione di Unima, la conoscete?- domandò con un tono zuccheroso.
-Certo.- rispose prontamente Touko.
Non poteva dimenticarla, quando era piccola era sempre stata la sua storia preferita e l’aveva letta così tante volte che ormai la conosceva a memoria.
-Unima venne creata più di 2500 anni prima dell'era moderna da due Eroi gemelli, unendo le persone della terra. Questi comandavano un Pokémon Drago unico nel suo genere. Una volta creata la regione, i due fratelli iniziarono a discutere circa il loro modo di credere e di pensare: il più anziano voleva un mondo di Verità, mentre il più giovane un mondo di Ideali. Le loro idee contrapposte portarono ad uno scontro fra i due, in seguito al quale il Pokémon si scisse in due distinti Draghi: Reshiram, schierata con il gemello più anziano, e Zekrom, dalla parte del gemello più giovane. Essendo entrambi nati dallo stesso Drago, non c'era modo di determinare la supremazia dell'uno sull'altra, ma ugualmente continuarono a combattere fra di loro, causando la distruzione di Unima, con le fiamme di Reshiram e i fulmini di Zekrom. Quando si furono resi finalmente consci di ciò che la loro disputa aveva causato, i due fratelli si fermarono e i due Pokémon scomparvero.- recitò infatti alla perfezione.
-In vero posso dirvi che può accadere di nuovo. I Pokémon leggendari ci aiuteranno a costruire il mondo che i Pokémon, che il Team Plasma desidera!- esclamò Ghecis allargando le braccia, come per dare maggiore enfasi al suo discorso.
-Cioè un mondo dove voi avrete il controllo? Mi rifiuto di vedere l’alba di un’epoca del genere!- esclamò Artemisio con un tono leggermente teatrale.
-Voi dite di voler allontanare Pokémon ed esseri umani, ma con il vostro assurdo movimento non state facendo altro che rafforzare questo legame.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Interessante punto di vista.- commentò Ghecis.
-Adesso basta con queste scemenze!- esplose Touko.
-Dimmi dove si trova Makoto!- aggiunse con la stessa rabbia.
-Sai, mi sarebbe piaciuto averti tra le mie fila. Hai la grinta giusta. Peccato che il destino ci abbia messo su strade opposte.-
-Smettila di cambiare discorso!-
-Non ti darò la risposta che cerchi, non ancora.- disse tranquillo.
Fece un cenno ai suoi alleati che subito misero mano a delle sfere violacee.
-Arrivederci.- disse poi rivolto al quartetto.
In quel momento i seguaci del Team Plasma scagliarono a terra le sfere ed immediatamente si alzò una spessa cortina di fumo che coprì la loro fuga.
-FERMI!- gridò Touko prendendo la sua padella e lanciandosi nella copertura gassosa.
-Touko!- la chiamò Belle, ma non ebbe il tempo di preoccuparsi perché quando la nebbia si dissipò Touko era ancora lì mentre il Team Plasma era sparito.
***
Ghecis osservò il ragazzo che veniva ritratto nello schermo che aveva davanti.
-Quindi niente novità sullo Scurolite o sul Chiarolite?- domandò.
-No, non ho ancora trovato un indizio di dove si possano trovare. Soltanto dei sogni premonitori.- rispose il suo interlocutore.
-È un ottimo segno, vuol dire che i Pokémon leggendari stanno cercando di comunicare con te.-
-A dire il vero… solo uno.- replicò il ragazzo.
-E da voi? Novità?- chiese ancora l’interlocutore.
-Solo una dichiarazione di guerra da parte di una ragazzina molto interessante.-




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque, oggi sono in anticipo, ma perché domani non sono sicura di riuscire a mettermi al PC.
Detto questo passiamo al capitolo.
Direi che il titolo spiega abbastanza bene, no?
Probabilmente avrete capito tutti chi è il "misterioso" interlocutore di Ghecis, ma per spirito di trama non dirò nulla.
Non ho molto da dire oggi, quindi direi che posso chiudere.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che cotinuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Il Castello Sepolto.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 10
*** Il Castello Sepolto ***


Il Castello Sepolto

La permanenza ad Austropoli fu più lunga di quanto Komor, Belle e Touko si aspettassero. Le ragazze avevano voluto assolutamente visitare la città, ma essendo enorme l’impresa aveva richiesto diversi giorni, andando a scapito dell’allenamento in vista della sfida in Palestra.
 
Komor era riuscito a far evolvere Pidove in Tranquill ed Oshawott si era evoluto in Dewott.
Alla fine Darumaka era entrato ufficialmente nella squadra di Touko e la ragazza lo aveva allenato a dovere in vista della sfida con Artemisio.
***
L’arredamento della Palestra aveva lasciato i ragazzi a bocca spalancata.
Non c’erano porte, ma spessi muri di quello che sembrava miele molto denso.
Touko lo aveva subito attraversato, curiosa di vedere che cosa sarebbe successo.
Stranamente la strana sostanza non le aveva lasciato nulla addosso, ma era stato comunque difficoltoso convincere Belle ad oltrepassarlo.
Artemisio si era rivelato un avversario temibile e le lotte che i ragazzi avevano ingaggiato con il Capo Palestra dei combattimenti senza esclusioni di colpi.
Komor aveva ottenuto la Medaglia Scarabeo al primo tentativo. Il suo era stato uno scontro incredibile che era riuscito a vincere solo per un soffio grazie alle capacità di fuoco di Pignite.
Belle aveva vinto la sfida al secondo tentativo. Era riuscita nell’impresa con molta fatica, ma gli incoraggiamenti degli amici l’avevano spronata a non arrendersi, fino all’agognata vittoria.
Touko era riuscita a sconfiggere la Palestra al primo tentativo. Durante la foga della  lotta i due sfidanti avevano rischiato di coinvolgere anche Belle e Komor. Artemisio si era rivelato piacevolmente sorpreso dal modo in cui si era svolto lo scontro e aveva consegnato la Medaglia Scarabeo alla ragazza con un sorriso a trentadue denti.
***
-E così…- mormorò Belle mentre si avviavano verso il Deserto della Quiete.
-Anche Austropoli  ce la lasciamo alle spalle.- concluse guardandosi indietro un ultima volta prima che varcassero i confini della città.
-Io non vedo l’ora di visitare il Deserto della Quiete.- affermò Touko sorridendo.
-Io sono curioso di vedere i resti del Castello Sepolto.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Il luogo leggendario  costruito dagli Eroi gemelli e dal loro Pokémon Drago.- aggiunse Touko sognante.
-Dimenticate che c’è un deserto da attraversare per raggiungerlo?- chiese Belle leggermente intimorita.
-Siamo in viaggio per vedere il mondo! Non  dirmi che ti intimorisce un po’ di sabbia!- esclamò Touko.
-Non è la sabbia che mi preoccupa!- ribatté la bionda mettendo il broncio.
-E allora cosa?-
-Il fatto che lì ci perderemo di sicuro!- esclamò la ragazza mentre veniva consolata da un rassegnato Dewott.
-Su questo devo darti ragione.- concordò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Ma quanto siete pessimisti!- esclamò Touko togliendosi lo zaino dalle spalle e poggiandolo a terra.
I suoi amici rimasero a guardarla con sguardo interrogativo mentre lei tirava fuori gli oggetti più disparati. Dal pentolame alle provviste, dalla mappa alle Pokeball; finché non trovò quello che stava cercando: una lunga corda da arrampicata.
-Visto? Ho pensato a tutto.- disse sorridendo mentre i suoi Pokémon annuivano orgogliosi.
-Scusa ma… che cosa vorresti farci con quella?- domandò Belle dubbiosa.
-Non è ovvio? Prima di attraversare il deserto ci legheremo insieme con questa, così non potremo separarci.- spiegò la castana mentre rimetteva nello zaino ciò che aveva tolto per estrarre la corda.
-Devo dire che questa è l’idea migliore che ti sia venuta in questo viaggio.- si complimentò Komor aggiustandosi gli occhiali soddisfatto.
 
Si avviarono così verso il Deserto della Quiete che li separava da Sciroccopoli. Il fatto che sarebbero arrivati alla “città dei divertimenti” diede a Belle la giusta spinta motivazionale per superare quel sabbioso ostacolo.
Per precauzione i ragazzi fecero rientrare i rispettivi Pokémon nelle loro Pokeball, in questo modo non avrebbero rischiato di perderli di vista nella costante tempesta di sabbia del deserto.
 
C’era un caldo insopportabile, il Sole implacabile troneggiava sulle loro teste. Non un filo d’ombra, nulla che rivelasse la presenza di altri esseri viventi nel raggio di chilometri.
Komor guidava il gruppo, Touko in mezzo mentre Belle chiudeva la fila.
Si imbatterono in diversi Pokémon selvatici, la maggior parte dei quali li costrinsero ad ingaggiare una lotta per poter proseguire. Komor ebbe una certa fortuna e riuscì a catturare un Roggenrola. Per il resto la camminata nel Deserto della Quiete fu caratterizzata dall’unica costante di una lieve tempesta di sabbia.
I ragazzi si facevano strada a fatica, in alcuni punti la sabbia era talmente profonda da farli affondare fino alle ginocchia. In quei punti si trascinavano a malapena ed avanzare era un’impresa praticamente impossibile.
Quando il Sole iniziò a calare i tre ragazzi videro in lontananza le rovine del Castello Sepolto. Quella vista diede loro la forza di fare l’ultimo sprint.
Belle si lasciò cadere sotto un pilastro che stava in piedi per puro miracolo. Si sarebbero accampati lì. Diversi altri campeggiatori avevano fatto quella scelta. Non rimasero completamente isolati. Una coppia di viaggiatori (entrambi minuti di pesanti zaini) che li raggiunsero dopo mezz’ora dal loro arrivo. Erano giramondo provenienti da Kanto, appassionati di fossili. Touko li invitò a pranzare con loro: un pasto a base di piadine farcite con Baccastagne e pomodori. Per ringraziarla la ragazza le regalò un fossile, un Fossilpiuma.
Touko lo mise nel suo già voluminoso zaino.
Tutti i Pokémon dei ragazzi erano fuori dalle rispettive Pokeball. Il falò scoppiettava di una luce dorata e i fumi nerastri del fuoco salivano lentamente verso il cielo notturno blu scuro tempestato da diamanti piccoli e luminosi. La Via Lattea sembrava dividere a metà il cielo notturno passando esattamente sopra le rovine del Castello Sepolto.
Touko e i suoi Pokémon erano sdraiati su un telo che avevano steso per potersi gustare quello spettacolo.
La ragazza aveva indossato qualcosa di più pesante. La temperatura scendeva vertiginosamente una volta calato il Sole, l’unico che non sembrava notare quella differenza era Darumaka che, con la sua fiamma interna, riusciva a sopportare il freddo abbastanza bene.
Quando il sonno prese il sopravvento Touko aveva ancora lo sguardo rivolto al cielo notturno e non si accorse nemmeno quando sprofondò tra le braccia di Morfeo.
 
Era in una stanza fatta completamente di pietra rossa. Davanti a lei un arazzo di lana color vinaccia dove era ricamato lo skyline di una città che non aveva mai visto prima.
Abbassò lo sguardo per osservare il mosaico di un Pokémon Drago bianco dagli occhi azzurri e la coda infuocata.
C’era qualcuno che tentava di parlarle, di mettersi in contatto con lei. Lo sentiva. Nella sua testa continuava a risuonare flebile, in lontananza, una voce antica e potente. Cercava di parlarle, ma non riusciva ad afferrare il significato  delle parole.
Eppure sapeva che era importante, doveva capire di che cosa parlasse.
«Devi diventare la Verità, solo la Verità potrà sostenere gli Ideali.»
«Che cosa vuol dire?»
«Vieni nella stanza dove venni lasciata a dormire per molto tempo.»
«Dov’è?»
«Nel castello.»
 
Il Sole del mattino era più clemente rispetto a quello con cui avevano attraversato il deserto. Touko fu la prima a svegliarsi ed iniziò immediatamente  a preparare la colazione per tutti.
Il sogno di quella notte non la lasciava in pace nemmeno per un momento e fu solo grazie a Umbreon che le evitò di tagliarsi un dito, Servine le porse la giusta padella e Darumaka salvò la colazione dall’essere carbonizzata.
-Touko? Va tutto bene?- domandò Komor osservando l’amica commettere un errore dopo l’altro ai fornelli.
Non era per nulla da lei, specie per questioni così banali.
-Ho fatto un sogno strano, tutto qui.-
-E questo sogno ti ha sconvolto a tal punto da rischiare di tagliarti un dito, usare una casseruola per cuocere le crêpes e bruciare la colazione?- elencò il moro aggiustandosi gli occhiali.
-Sì, è proprio per questo che ho intenzione di dargli retta.- disse mentre apparecchiava il tavolino portatile per la colazione.
-Come scusa?-
-Hai capito bene. Farò quello che mi ha chiesto di fare la voce del sogno.- affermò la castana.
-Touko, ti rendi conto di quanto sia assurdo quello che hai appena detto?-
-Sì, ma è proprio per questo che andrò a fondo a questa faccenda. Non dovrebbero essere queste le cose che si affrontano in un viaggio?-
-E dove ti avrebbe detto di andare questo sogno?-
-In una stanza del Castello Sepolto, non sono sicura di dove si trovi esattamente ma…-
-All’interno del castello!? Touko, è in rovina da anni, è pericoloso e potrebbe caderci sulla testa!-
-Quanto sei pessimista! Non ho mica detto che ci devi venire, sai? E poi se è rimasto in piedi fino ad ora non vedo perché dovrebbe crollarci sulla testa nel momento stesso in cui decidiamo di entrare.- ribatté la castana testarda mentre serviva la colazione.
In quel momento Belle si svegliò e raggiunse gli amici sbadigliando ancora insonnolita.
-Buongiorno… di che cosa stavate parlando?- domandò ancora mezza addormentata.
-Touko vuole entrare nel Castello Sepolto.-
-Sei sicura che sia una buona idea?-
-Non vedo perché no.- ribatté la castana mentre dava la colazione ai Pokémon.
-Touko, potrebbe essere pericoloso.-
-Ma se tu eri il primo a volerlo visitare.-
-Sì ma dall’esterno! Dove non rischio di essere sepolto vivo.-
-Al massimo consumato dalla tempesta di sabbia costante.- commentò Touko.
I ragazzi infatti si erano riparati dal vento stando in controvento usando alcuni muri crollati del castello per lo scopo.
-È comunque troppo pericoloso.-
-Hai paura di un castello in rovina abbandonato?-
-No!-
-Non vi sto dicendo che dovete venire con me. Voglio solo capire se quello che ho sognato era… reale.-
Komor sospirò pesantemente aggiustandosi gli occhiali.
-Sei la solita testona.-
-E fiera di esserlo.-
-Quindi non c’è assolutamente nulla che possiamo dire per farti cambiare idea, giusto?-
-Esattamente.-
Komor si aggiustò gli occhiali, prese un profondo respiro e mangiò l’ultima fetta di crêpe che aveva nel piatto.
-Molto bene, ma sappi che ti verrò dietro.-
-Komor!- esclamò Belle, timorosa per l’incolumità degli amici.
-Belle, tu devi rimanere qui a controllare il campo. Di certo entrare nel castello con lo zaino ti Touko potrebbe essere problematico.- disse il moro aggiustandosi gli occhiali.
-E perché mai?- domandò la castana.
-Perché potrebbero esserci degli spazi angusti e quello zaino è troppo grande, potresti non riuscire a passare.- rispose il ragazzo con tutta calma.
La decisione era stata presa, Belle rimase ad aspettare Komor e Touko alla base occupandosi di eventuali Pokémon selvatici e sorvegliare bagagli.
Touko fu la prima ad entrare mentre i suoi Pokémon le stavano a fianco, come delle fedeli guardie del corpo.
Komor preferiva tenere i suoi nelle Pokeball e si aggirava nelle sale cupe del castello puntandola sua torcia elettrica dovunque provenisse il minimo suono.
Touko invece la puntava dritta davanti a sé osservando tutti gli intagli fatti nella pietra, testimonianza di un’epoca passata ormai inghiottita dal deserto.
Per un momento si ritrovò a chiedersi che cosa avessero provato i due Eroi gemelli una volta giunti in quel luogo per ricominciare daccapo. Prese un profondo respiro e puntò la torcia verso un arazzo raffigurante una landa distrutta da una battaglia in corso tra due Pokémon, uno bianco ed uno nero.
Reshiram e Zekrom.
La ragazza si chiese se i due fratelli non avessero deciso di raffigurarla per evitare di commettere gli errori del passato.
«Ci sei quasi.»
Touko si fermò di colpo. Tese le orecchie, ma non sentì nulla.
-Touko? Va tutto bene?-
-Hai sentito?-
-Sentito cosa?-
-Quella voce.-
-Touko, non c’era nessuna voce.-
La ragazza si voltò verso i suoi Pokémon, ma anche loro la guardavano con fare interrogativo.
Fece per aprire bocca, ma la rischiuse subito. Era certa di aver sentito qualcosa, ma se nessun altro aveva potuto farlo doveva esserci una ragione.
Prese un profondo respiro e continuò a camminare nella semi oscurità dei corridoi inondati dalla sabbia.
D’un tratto sentirono un rumore, come se ci fosse qualcuno che strisciava nell’oscurità più totale.
I Pokémon si misero all’erta e Komor mise mano alle sue Pokeball. Tutti i sensi all’erta e i muscoli tesi in attesa dell’azione imminente.
Dalle ombre dei corridoi ancora inesplorati si fece avanti quello che sembrava in tutto e per tutto un sarcofago. Quattro braccia nere, probabilmente fatte d’ombra, uscivano dalla fessura del coperchio. Gli occhi rossi ed un sorriso ghignante. Komor mise subito mano al Pokédex.
«Cofagrigus, il Pokémon Bara. Si evolve da Yamask. Si può mimetizzare ritirandosi nel suo sarcofago per inghiottire le prede passanti vicino a lui che trasformerà in mummie. Si camuffa come un elegante ed antico sarcofago. Questa sua apparenza funge da esca per ignari profanatori di tombe che in seguito Cofagrigus catturerà e punirà.»
-Non sembra molto incoraggiante.- commentò Touko.
-Lo sapevo che entrare qui dentro non era una buona idea…- mormorò il ragazzo sospirando pesantemente.
-Beh, non ci ha attaccato, no?- domandò la ragazza.
In tutta riposta il Pokémon Bara scagliò contro di loro una Palla Ombra che i ragazzi schiavarono per un pelo.
-Servine, Vorticerba! Umbreon, Palla Ombra! Darumaka, Bruciatutto!-
-Pignite, Braciere!-
Cofagrigus riuscì ad evitare la maggior parte degli attacchi che gli venivano rivolti ed una volta che furono terminati infierì con maggiore furia.
-Touko, dobbiamo filarcela!- esclamò Komor afferrandola per il polso destro.
In men che non si dica i sei stavano correndo tra i corridoi bui e sabbiosi del castello tentando di seminare il Pokémon Bara.
Non tenevano nemmeno più conto della direzione che avevano preso.
Alla fine Komor svoltò bruscamente a sinistra e fece gesto ai compagni di appiattirsi contro la parete, rintanandosi nell’ombra.
Le torce spente.
Nessuno si azzardava a respirare.
Sentirono Cofagrigus scivolare nella loro direzione.
Si fermò, analizzò il loro corridoio facendo scintillare in modo inquietante i suoi occhi scarlatti.
Touko sentiva il suo cuore battere sommessamente come un tamburo, stringendole lo stomaco in una morsa di angoscia.
Quando finalmente il Pokémon Bara si fu allontanato i sei tirarono un profondo sospiro di sollievo.
Touko si sporse oltre Komor per essere certa che Cofagrigus se ne fosse andato.
«Mi hai trovata.»
Si voltò di scatto.
Non c’era nessuno.
Con le mani tremanti e sudate andò alla ricerca della torcia che portava alla vita.
La accese ed immediatamente il corridoio illuminò un vicolo cieco.
Fece un passo avanti e sentì i piedi sprofondare pericolosamente nella sabbia.
Le scappò un grido di sorpresa e subito la luce elettrica di Komor la investì. Con orrore si rese conto di star affondando velocemente nella sabbia che ormai le aveva raggiunto la vita.
Immediatamente Komor le afferrò le braccia e Servine fece lo stesso con le sue liane, ma sembrava che la ragazza fosse incollata al terreno.
-Resisti!- esclamò il ragazzo che veniva tirato da Pignite, il quale aveva più forza di lui.
Tuttavia tutta quell’operazione non aveva nessun effetto ed ora la ragazza sprofondava fino alle ascelle. Fu quando i suoi compagni stavano per perdere la presa che se ne rese conto.
-C’è una stanza qui sotto.- disse.
Komor non fece tempo a ribattere perché le sue mani (ormai sudate) gli avevano fatto perdere la presa e, di conseguenza, cadere all’indietro. Touko affondo più velocemente ed anche le liane di Servine non servirono più a nulla.
Sprofondò sotto la sabbia.
***
Era una stanza completamente in pietra rossa. Davanti a lui un arazzo di lana color vinaccia dove era ricamato lo skyline di una città antica.
Ai suoi piedi il mosaico di un Pokémon Drago nero dagli occhi rossi e bianchi, la coda una carica di fulmini azzurri.
Una voce antica e potente risuonò nella sua mente.
«Devi diventare l’Ideale, solo l’Ideale potrà sostenere la Verità.»
«Dove posso trovarti?»
«È ancora presto.»
«Ma dove vuoi che vada?»
«Nel castello.»
 
N si svegliò.
Il cielo notturno nel Deserto della Quiete era sempre uno spettacolo mozzafiato.
Si era riparato dietro alcune rocce.
Aveva perso la strada per Sciroccopoli diverse volte e il suo viaggio attraverso il deserto di era rivelato più lungo del previsto.
Zorua stava dormendo raggomitolato contro il suo petto.
Con delicatezza lo prese imbraccio e riprese il cammino.
Secondo i suoi calcoli avrebbe dovuto raggiungere il Castello Sepolto prima dell’alba.
Finalmente uno dei pezzi del puzzle sarebbe andato al suo posto.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque, da oggi gli aggiornamenti raddoppieranno, nel senso che ce ne saranno due a settimana (lo so, sono brava).
Lo so, ad Austropoli sono andata alla velocità della luce, ma dopo quanto accaduto alla "Lotta S.p.a." mi sembrava surefluo aggiungere altro.
Ma la Palestra di Artemisio meritava (a mio parere) una commemorazione speciale. Insomma! Le porte sono di miele!
La parte più interessante di questo capitolo riugarda senz'altro il Castello Sepolto ed il sogno comune di N e Touko.
Sono abbastanza sicura che gli interlocutori siano piuttosto chiari, no?
Per quello che è successo a Touko dovrete aspettare il prossimo capitolo.
Per oggi va bene così.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Dove riposarono.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 11
*** Dove riposarono ***


Dove riposarono

N era riuscito ad entrare nel Castello Sepolto grazie ad una torre che emergeva dalla sabbia. Non aveva trovato l’entrata principale e così aveva deciso di accontentarsi.
Orientarsi in quella fitta oscurità sarebbe stato impossibile se il ragazzo non fosse stato dotato di una minuscola torcia portatile.
Ad ogni passo sentiva i Pokémon che abitavano quel luogo ormai abbandonato dagli esseri umani.
Riusciva a percepire le loro voci ed i loro pensieri e si rallegrò di constatare che erano felici, in salute e soprattutto in libertà. Esattamente come avrebbe dovuto essere.
Ancora non capisco perché siamo venuti qui.” disse Zorua lasciando trasparire tutto il suo disappunto.
-Lo sai il perché.- ribatté il ragazzo.
Non credo proprio che quel fossile sia qui.
-Non è un fossile.-
A me sembra proprio un fossile.
-Ma non lo è.-
È un Pokémon pietrificato, cos’altro vuoi che sia se non un fossile?
-Ha un suo nome preciso.-
Solo perché ha un nome particolare non vuol dire che non sia un fossile.
-Non cederai finché non ti darò ragione, vero?-
Ma io ho ragione.” ribatté il Pokémon Malavolpe.
N sospirò pesantemente e continuò ad avanzare tra i corridoi bui del castello.
Improvvisamente sentì una presenza chiamarlo.
«Sei sulla strada giusta.»
N sorrise, il suo destino stava per compiersi.
Avanzò ancora di qualche metro prima di ritrovarsi ad affondare nella sabbia.
E adesso qual è il piano, genio?” domandò Zorua seccato.
-Farci risucchiare in basso.-
Sei completamente uscito di testa!?” urlò il Pokémon Malavolpe.
-Abbi un po’ di fede.-
Sappi che se ne usciremo vivi faremo un bel discorsetto.
N scosse la testa e trattenne il fiato prima di venir completamente inghiottito dalla sabbia.
Si ritrovò a cadere in una sala esattamente come quella che aveva sognato con la differenza che a fianco c’era un secondo mosaico raffigurante Reshiram.
Atterrò in piedi agile come un gatto.
-Che cosa ti avevo detto?-
Hai ragione. Non siamo morti, ma il discorsetto te lo becchi comunque.
-Dai, ce la siamo cavata egregiamente, no?-
Ad un certo punto il Pokémon Malavolpe rivolse la sua attenzione alla parte della sala dedicata a Reshiram.
Avresti anche potuto dirmi che era un appuntamento galante.
-Di che stai parlando?-
Zorua si limitò ad indicare la figura svenuta al centro del mosaico del Pokémon della Verità.
Era Touko.
Ma come accidenti aveva fatto ad arrivare fin lì?
Possibile che fosse la persona scelta da Reshiram come lui lo era per Zekrom?
Senza pensarci un attimo di più si avvicinò alla ragazza.
Doveva aver battuto la testa cadendo, ma stava già dando segni di ripresa.
Allora… adesso farai il principe che sveglia la sua bella con il bacio del vero amore?
N arrossì vistosamente in un attimo.
-Ma… ma che dici!?-
Questo viaggio si sta rivelando più interessante del previsto.
Touko aprì lentamente gli occhi.
-N?- domandò incerta.
-Sì.-
-Che cosa ci fai qui?-
-Volevo visitare il castello.-
-No intendo qui. In questa stanza.- replicò la ragazza.
-Perché ti sorprende tanto il fatto che sia riuscito ad arrivare fin qui?-
-Se te lo dicessi mi prenderesti per matta.-
-Magari no.-
-Fidati, è quello che credo di me stessa dopo quello che è successo.-
-E come mai?-
-Perché giurerei di aver sognato questo posto e che una voce nella mia testa mi ci abbia portato nella realtà. Ecco perché.-
N trattenne il fiato per un momento.
Quindi era davvero così, lei era la persona, l’altro Eroe, scelta da Reshiram.
Non sapeva se rallegrarsi o meno di quella rivelazione.
-Te lo avevo detto, è una cosa folle.-
Il verde i rese conto di non aver più proferito parola da quando Touko le aveva rivelato come fosse giunta fin lì.
Effettivamente non sapeva se rivelarle che era stata la stessa cosa per lui.
-Io non credo che sia folle.- disse infine.
-Ma se non hai aperto bocca per almeno cinque minuti! Scommetto che ti stai chiedendo perché io non abbia ancora consultato uno psicologo.-
-Non ho aperto bocca perché sono rimasto colpito. Non pensavo che anche tu fossi in grado di sentire le voci del mondo.-
-Le voci del mondo?-
-Io sento le voci dei Pokémon da quando ho memoria, ma ce ne sono alcune rimaste intrappolate in questo mondo per migliaia di anni. Accade raramente che si mettano in contatto con gli esseri viventi. Se sei riuscita a sentire una voce abitante di questo luogo vuol dire che hai qualcosa di davvero speciale in te.- lo disse senza nemmeno accorgersene.
Quando si rese conto di quello che aveva detto si sentì arrossire vistosamente, ma non era nulla in confronto al viso di Touko, di una sfumatura Darumaka.
Zorua nel frattempo stava ridacchiando per l’imbarazzo dei due.
Alla fine Touko riuscì a schiarirsi la voce.
-Allora… come facciamo ad uscire?-
-Come?- chiese N ancora frastornato.
-Non so se lo hai notato, ma non ci sono porte.- concluse la ragazza.
In effetti la stanza sembrava essere priva di qualsiasi porta o corridoio. Le quattro mura le davano una planimetria quadrata, davanti a loro l’arazzo vinaccia e sul pavimento due mosaici distinti racchiusi in due cerchi. Uno per Reshiram ed uno per Zekrom. Ma di porte, passaggi, fenditure, o corridoi nemmeno l’ombra.
-Beh, un modo lo troveremo.- disse N risoluto.
***
Komor rimase immobile senza riuscire a distogliere lo sguardo dal cumulo di sabbia che aveva inghiottito Touko.
Per un momento gli sembrò impossibile fare anche solo il minimo movimento.
Servine, Umbreon e Darumaka si erano già lanciati sulla trappola che aveva rapito la loro Allenatrice, ma non trovarono nessun passaggio.
Komor tentò di ragionare lucidamente.
Per quanto fosse in ansia in quel momento non riusciva a togliersi dalla testa quello che gli aveva detto Touko prima di sparire.
C’è una stanza qui sotto.
Questo voleva dire che stava bene, o quanto meno non stava soffocando sotto la sabbia. Era già un passo avanti.
Una volta che ebbe tranquillizzato i Pokémon dell’amica (impresa non facile) accese l’Interpoké pregando che ci fosse campo per una chiamata.
Il cuore gli martellava nel petto mentre attendeva una risposta da parte dell’amica.
Così quando l’immagine di Touko, distorta a causa della pessima qualità di linea, comparve sullo schermo si sentì leggero come un palloncino.
«Komor?»
-Grazie al cielo! Dove sei?-
«In una stanza sotterranea.» e così dicendo gli mostrò la stanza.
«Non sembrano esserci uscite. »
-Stai scherzando spero.-
«Ti pare che scherzerei su una cosa del genere? »
-Ok, ma allora come facciamo a…-
«Tu uomo di poca fede! Non saranno quattro muri vecchi secoli a tenermi sotto terra. »
-Ti ricordo che quest’uomo di poca fede aveva detto che sarebbe stato pericoloso.-
«Non ho mai detto che non lo fosse. »
-Rimane il fatto che dobbiamo farti uscire di lì.-
«Pensi che non lo sappia? Sono la prima a voler fare quattro chiacchiere con chi ha progettato questo posto. »
-Sai, non credo che tu possa farlo.-
«Un modo lo troverò di sicuro. Per adesso cerca di seguire la mia posizione dall’Interpoké, io tenterò di uscire. »
-Sei sicura di non far cadere l’intero castello nel tentativo?-
«Ah-ah, molto spiritoso. »
-Dico sul serio.-
«Tranquillo, un modo lo troverò. Adesso sei tu che devi trovare me. Ci vediamo. »
E con questo chiuse la chiamata.
Komor sospirò pesantemente. Almeno adesso sapeva che stava bene.
-Coraggio, in marcia.- disse ai Pokémon osservando il segnale dell’Interpoké di Touko sullo schermo del suo.
***
-Come mai non volevi che sapesse che ci sei anche tu?- domandò Touko una volta spenta la comunicazione.
-Mi piace fare il misterioso.-
Ma guarda che cosa mi tocca sentire…” borbottò Zorua alzando gli occhi al cielo.
Touko ridacchiò.
-Va bene, signor misterioso, adesso però dobbiamo trovare un modo per uscire da qui.-
-Ma non ti sei chiesta perché il tuo sogno ti abbia mandato qui?-
-Beh… sì, ma questa stanza non mi dice nulla. In sogno ho visto soltanto quell’arazzo e questo mosaico.- disse indicandoli.
N ritornò sulla raffigurazione di Zekrom cercando di vedere un dettaglio che prima gli era sfuggito. Percorse ogni tassello per capire se ci fosse qualcosa come un bottone, che rivelasse un’uscita segreta.
Touko invece si avvicinò all’arazzo e vi guardò dietro, pensando di trovare una via d’uscita, ma il muro di pietra rossa era solido e senza fenditure di alcun tipo.
Sospirò pesantemente e tornò sopra il suo mosaico per guardare il soffitto dal quale era caduta. Con sgomento si rese conto che non c’era assolutamente nulla, non un buco o la lieve caduta della sabbia.
-N… se il soffitto non ha buchi… come siamo finiti qui?- chiese incerta.
Il ragazzo sollevò lo sguardo e si rese conto che effettivamente non c’era nulla che indicasse la loro caduta.
-Forse c’è una botola.- ipotizzò.
-E come mai si è aperta soltanto con noi? Ho visto chiaramente Servine che tentava di seguirmi, ma non ci è riuscita. Evidentemente il passaggio si è richiuso non appena sono arrivata qui.-
-E allora Zorua…-
-Sbaglio o non lascia mai la tua spalla?- ribatté la ragazza tranquillamente.
-Forse questo luogo agisce ancora sotto l’influenza di Zekrom e Reshiram. Dopotutto sono dei Pokémon antichi e potenti, non mi sorprenderebbe.-
-Allora che cosa facciamo adesso?- domandò Touko dopo un attimo di esitazione.
-Ricordi qualche altro dettaglio del tuo sogno? Magari qualcosa che devi fare prima di andartene.-
Touko rifletté, non aveva visto altro a parte la stanza dove si trovavano in quel momento. Ma forse non si trattava di vedere.
-Devi diventare la Verità. Solo la Verità può sostenere gli Ideali.- disse.
-Come?-
-È quello che mi ha detto la voce in sogno.- rispose pensierosa.
-Ma non capisco come potrebbe aiutarci ad uscire di qui…-
Tornò a guardare il mosaico di Reshiram, non era cambiato in quell’arco di tempo in cui aveva parlato con N. Non che si fosse aspettata che lo facesse.
Sospirò e si sedette  gambe incrociate per poi lasciarsi cadere sdraiata in modo da guardare il soffitto.
Ok, sono qui. Potresti, per favore, dirmi che cosa devo fare?” pensò sperando che la voce tornasse a farsi sentire.
Le rispose solo il silenzio.
Così però è troppo comodo!
La voce di N la fece tornare alla realtà.
-Ho trovato qualcosa.-
Si avvicinò al mosaico di Zekrom per vedere che cosa avesse visto il ragazzo.
C’era una sorta di tappo al centro del mosaico. Touko ed N si scambiarono uno sguardo d’intesa e la ragazza verificò che ci fosse anche in quello raffigurante Reshiram. Lo trovò dopo un attimo. Mimetizzato com’era tra i tasselli non c’era da meravigliarsi se non lo aveva visto subito.
-Al tre?- domandò N.
-Al tre.-
-Uno, due… tre.-
Allo scadere del tempo i due tirarono i tappi ed immediatamente ci fu un rumore, come di ingranaggi che si mettono in movimento.
Il pavimento tremò per un istante e dai fori liberati si innalzarono due pilastri, uno bianco ed uno nero.
Sulla sommità di ciascuno c’era il segno lasciato da un oggetto sferico.
-Tutto qui?- domandò Touko guardandolo delusa.
-Non capisco… qui non dovrebbero esserci il Chiarolite e lo Scurolite?- domandò N perplesso.
-Intendi i fossili di Reshiram e Zekrom?-
Vedi? Anche lei mi da’ ragione: sono fossili.” disse Zorua soddisfatto.
-Non è il momento.- ribatté il verde.
-Non è il momento per cosa?- chiese Touko.
-Oh… nulla. Un’osservazione di Zorua.-
Touko alzò un sopracciglio ma non disse nulla. Tornò invece a guardare l’impronta lasciata dal Chiarolite e si rese conto che c’era un ciondolo.
Era uno Yang, inciso in esso c’era la sagoma di Reshiram, l’occhio azzurro al posto del puntino nero.
Allungò la mano per prenderlo e non appena le dita incontrarono il metallo freddo e polveroso il mondo reale scomparve.
***
La sua decisione era stata quella di assecondare la Verità.
Era ciò che rappresentava e Kenshin aveva bisogno di lei.
Lo avrebbe sostenuto con tutta sé stessa, non importava a che prezzo, lo avrebbe pagato volentieri.
Le sue fiamme consumavano ciò che rimaneva della foresta sottostante. I Pokémon fuggivano in tutte le direzioni mentre lei tentava di avere la meglio sulla sua metà.
Solo un altro Incrofiamma” si diceva.
Ma non era mai l’ultimo, dopo ce n’era sempre un altro.
E poi un altro.
E un altro ancora.
Non ci sarebbe mai stata fine a quella lotta.
Non era ancora pienamente ristabilita dalla perdita del suo Yin e non lo sarebbe mai stata.
Ghiaccio e tuono avevano cessato di essere parte di lei.
Per sempre.
Poteva solo dare il massimo per la sua Verità.
Per questo avrebbe continuato a lottare.
Per questo non avrebbe gettato la spugna.
Ed un altro Incrofiamma arse il mondo.
***
Ancora Incrotuono.
Avrebbe vinto.
Non c’era il minimo dubbio su quello.
Nonostante gli provocasse un dolore fisico combattere contro il suo Yang.
Non era per i colpi accusati uno dietro l’altro.
No, era per la mancanza di una parte di sé.
Ma per Nobu non avrebbe esitato a distruggersi.
Quello era il suo Ideale e lo avrebbe portato a temine.
I fulmini azzurri spazzarono via altra vegetazione facendo volare alcuni degli alberi secolari che avevano caratterizzato il paesaggio attorno al palazzo.
Ma non ci sarebbero stati più.
Anche se ora ghiaccio e fuoco non facevano più parte di lui non avrebbe ceduto.
Avrebbe sostenuto i suoi Ideali.
Per loro avrebbe lottato fino a che non gli fosse rimasta la forza di muovere gli occhi.
Non si sarebbe arreso.
Avrebbe vinto.
L’ennesimo Incrotuono spezzò la terra.
***
Il mondo reale tronò al presente ed N cadde a terra, stravolto da ciò che aveva visto.
Osservò il ciondolo Yin dov’era incisa la sagoma di Zekrom, l’occhio rosso bianco al posto del cerchio candido.
Non si capacitava di ciò che aveva appena visto.
Il passato?
Guardò l’arazzo.
In quell’istante una porta nascosta si mosse, rivelando un passaggio.
Si voltò verso Touko. Anche lei sembrava stringere qualcosa in mano.
-Beh…- cominciò con voce assorta.
-Abbiamo trovato l’uscita.-




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Finalmente le acque stanno cominciando a muoversi.
Da quello che narrano le leggende su Unima gli Eroi gemelli costruirono il Castello Sepolto dopo la loro disputa che portò il Pokémon Drago a dividersi.
Mi sembrava giusto che il luogo dove si trovavano inizialmente il Chiarolite e lo Scurolite fosse in una delle sue stanze segrete.
Dunque, io amo i flashback incasinati, spero che mi possiate perdonare per questo ;P
I nomi che saltano fuori... dunque, mi sembra più che giusto che spieghi quale sia il loro significato (perché io non faccio mai niente a caso): Kenshin (
謙信) significa "Verità modesta"; Nobu () "Fede".
A voi il resto dell'interpretazione.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Una rivelazione dinamica.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scondinzolando*

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Capitolo 12
*** Una rivelazione dinamica ***


Una rivelazione dinamica

-Uffa…- mormorò Belle osservando l’entrata del Castello Sepolto con aria annoiata.
-Quando si decideranno a tronare?- domandò a Dewott che però fece spallucce.
La bionda guardò il Deserto della Quiete che si stagliava per chilometri.
Se non si fossero sbrigati rischiavano di percorrere il resto del deserto che li distanziavano da Sciroccopoli con le ore più calde della giornata.
-Ragazzi… sbrigatevi…-
***
Komor guardò lo schermo dell’Interpoké per la milionesima volta. Ma adesso il puntino che segnalava Touko non era più fermo: si stava muovendo.
Avrà trovato una via d’uscita?” si chiese.
Decise che per il momento avrebbe continuato a cercare di raggiungere l’amica, sperando di non incontrare un altro Cofagrigus poco affabile.
Servine, Umbreon e Darumaka erano inquieti e si muovevano al minimo rumore insolito, sperando di rivedere la loro Allenatrice.
Poteva capirli, in quel momento Touko era totalmente sprovvista di Pokémon e se ne avesse trovato uno selvatico particolarmente aggressivo avrebbe potuto trovare delle serie difficoltà.
Proprio mentre stava pensando a quell’eventualità l’Interpoké si mise a suonare.
-Touko! Come stai?-
«Sono riuscita a trovare una porta. Mi sto dirigendo verso l’uscita più vicina.»
-E come fai a sapere dove si trova?-
«Sento l’aria di fuori, non ti preoccupare. Tu raggiungi Belle, conoscendola si starà chiedendo dove siamo finiti. »
-Sei sicura?-
«Sicurissima, non ti preoccupare. Servine, Umbreon, Darumaka, sto bene. Tra poco saremo di nuovo assieme.» disse con un sorriso per tranquillizzare i suoi Pokémon.
-Allora ci vediamo fuori.-
«Bravo ragazzo.» detto questo chiuse la comunicazione.
Komor si aggiustò gli occhiali, sospirò e lanciò uno sguardo ai Pokémon che lo seguivano.
-Sentito? Si torna alla base.-
***
-Certo che è una fortuna che ti ricordi la strada al contrario.- disse Touko una volta spenta la comunicazione.
-È una fortuna che siamo usciti dallo stesso corridoio che ho percorso prima.- ribatté N.
-Io non ci sarei riuscita comunque.- rivelò la ragazza.
-Ho un pessimo senso dell’orientamento. Da sola saprei perdermi anche a Soffiolieve se non la conoscessi da quando sono nata.- aggiunse con una punta di fastidio nella voce.
N sorrise, la spontaneità di quella ragazza lo metteva di buon umore. Svoltò con lei al corridoio sulla destra che rivelò l’uscita del Castello Sepolto.
La luce del giorno li investì immediatamente, costringendoli portare le braccia davanti al viso per evitare di ferirsi gli occhi.
Touko si guardò attorno, tentando di individuare il campo dove in quel momento si trovavano Belle e Komor.
Sforzò la vista e dopo un attimo riuscì a distinguere l’entrata principale del castello tra i venti sabbiosi del Deserto della Quiete.
-Li vedo.- disse indicando il campo che si distingueva a malapena.
-Ti va di venire?- domandò al verde.
Lui scosse il capo.
-Sicuro?-
-Sicuro, ci rivedremo a Sciroccopoli.-
-Va bene. Però una volta dobbiamo fare almeno un pezzo del viaggio insieme. Altrimenti inizierò a pensare sul serio che tu sia solo un frutto della mia immaginazione.-
N sorrise, dopodiché si allontanò sparendo dalla vista di Touko, nascosto dalle dune del deserto.
 
Touko sorrise osservando il ragazzo allontanarsi. Alzò le braccia verso l’alto e ascoltò i muscoli allungarsi. Le lasciò in posizione per qualche secondo e infine le lasciò cadere lungo i fianchi. Si sentiva felice.
Lentamente, si avviò verso il campo.
Mentre camminava tirò fuori dalla tasca dei pantaloncini il ciondolo che aveva trovato. Non sapeva che cosa significasse quello che aveva visto, ma aveva la sensazione che si trattasse di qualcosa di estremamente importante.
Con quel pensiero in testa continuò a camminare sollevando sabbia ad ogni passo. Era talmente immersa nei suoi pensieri che non si accorse di Servine, Umbreon e Darumaka che le vennero incontro abbracciandola di slancio.
Cadde all’indietro.
-Ragazzi! Sto bene!- disse ridendo mentre la sabbia bollente le scottava la pelle.
-È mai possibile che tutte le volte devi farmi preoccupare in questo modo?- domandò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Ma non è colpa mia se la sabbia ha deciso di inghiottirmi!- protestò la castana.
-Come sarebbe a dire!?- esclamò Belle che non sapeva nulla di quello che era successo nel Castello Sepolto.
-Diciamo che questa volta non è stata del tutto colpa mia se mi sono persa.-
-Eh!?-
Sospirando Komor raccontò tutto quello che era successo all’interno delle rovine.
-Io avevo detto che era pericoloso!- esclamò la bionda una volta che il ragazzo ebbe terminato il racconto.
-Ma è finito tutto bene, no? Non ha senso piangere sul latte versato.- replicò la castana.
-È questo il tuo problema Touko, prendi queste cose troppo alla leggera. Questa volta è andata bene, ma sarebbe potuta andare molto male.-
-Perché devi sempre essere così catastrofico?-
Komor sospirò pesantemente. Era inutile continuare a discutere.
-In ogni caso ci conviene metterci in viaggio. Se tutto va bene abbiamo ancora qualche ora per evitare le ore più calde del giorno. Camminiamo di buona lena ed arriveremo a Sciroccopoli per l’ora di pranzo.- disse il moro prendendo la mappa della città.
-Bene. Raccolgo tutto quanto e arrivo.- disse Touko iniziando a raccogliere la sua attrezzatura nello zaino.
In meno di cinque minuti aveva il mastodontico zaino in spalla e le corde per l’arrampicata attorno alla vita.
Con i Pokémon nelle rispettive Pokeball e gli zaini in spalla i tre ragazzi si diressero verso Sciroccopoli.
***
Certo che ti è andata di lusso oggi.” commentò Zorua con un sorriso birichino.
N stava osservando il ciondolo che aveva trovato e sobbalzò quando sentì la voce del Pokémon Malavolpe.
-Che cosa intendi?-
Sai benissimo che cosa intendo.
-Ti dico di no.-
Ma come? Oggi sei stato bloccato per parecchio con Touko in quella sala segreta e sei persino riuscito a fare una conversazione decisamente lunga per i tuoi standard. E hai anche il coraggio di chiedermi che cosa intendo?
-Non so più come dirti che non è affatto come pensi.-
Potrei anche crederti se non fosse per il fatto che sei un pessimo bugiardo.
-Non è vero.-
Giusto, in genere sei piuttosto discreto, ma quando si tratta di quella ragazza non lo sei affatto.
-E come fai a dirlo scusa?-
Oh non saprei… sarà per il fatto che sei rosso come un Darmanitan. Oppure perché hai i battiti accelerati, o magari sono le pupille più dilatate del normale che me lo fanno pensare. Tu che ne dici?
N non seppe come ribattere. Aveva esaurito qualsiasi tipo di scusa valida.
Era cotto di quella ragazza.
Certo che ti sei messo proprio in un bel guaio.
-P-perché?-
Immagino che tu ci stia già pensando da parecchio, dopotutto è da un po’ che stai indagando su quel prigioniero (che a quanto pare è il padre di quella ragazza). Eppure non è saltato fuori nulla. Inoltre non so quanto potrai reggere la farsa dell’Allenatore gira mondo misterioso.
-Infatti ho intenzione di dirgli la verità.-
Zorua si bloccò di colpo.
Ti sei bevuto il cervello per caso?
-Perché non dovrei?-
Ah non lo so! Magari per il semplicissimo fatto che ti accuserebbe del rapimento del padre e non ho nessuna voglia di vederti deprimere finché non avremo ritrovato quel maledettissimo fossile!
-Ma io non c’entro niente con la scomparsa di suo padre.- protestò il ragazzo.
E tu credi davvero che ti crederebbe dopo che gliel’avrai detto chi sei davvero?
N rifletté qualche minuto.
Non sapeva come avrebbe reagito Touko alla realtà dei fatti.
Eppure non poteva nasconderle la verità ancora per molto. Ogni volta che l’aveva vista era stato sul punto di dirglielo, senza contare che se lo avesse scoperto da sola sarebbe stato molto peggio.
Sì, era decisamente meglio dirglielo al più presto.
Doveva solamente trovare le parole giuste.
***
Buio ed umidità gelida.
Questo era ciò che Makoto percepiva con i suoi sensi.
Prese un profondo respiro e ascoltò tutti i lividi e le abrasioni. Acromio era abbastanza accorto da non danneggiare troppo il suo fisico, in modo che si potesse riprendere da solo. Questo era il solo punto a suo favore.
Raddrizzò la schiena contro la parete di pietra fredda.
Se aveva calcolato bene i tempi al prossimo interrogatorio ancora un po’ di tempo.
Allora perché la porta di metallo della sua cella stava cigolando in segno di apertura? Fino a quel momento non aveva mai sbagliato a calcolare il tempo tra un interrogatorio e l’altro. Anche su quel particolare Acromio era molto scrupoloso.
Perciò fu oltremodo sorpreso di vederla aprirsi lasciando entrare la guardia che doveva tenerlo d’occhio.
Ai soldati era vietato fargli visita, era una delle prime cose che aveva imparato.
Entrò un ragazzo molto giovane, una recluta evidentemente. Sembrava avere una paura immensa per quello che stava facendo. Makoto riusciva a capirlo dal tremolio delle mani e dal sottile strato di sudore freddo che gli imperlava il volto. Inoltre gli sembrava che le pulsazioni sul collo fossero più veloci del normale.
-M-Makoto di Soffiolieve?- domandò.
-Ma come? Non sapete nemmeno a chi fate la guardia?- domandò lui scettico.
-Sei Makoto di Soffiolieve?-
L’uomo alzò un sopracciglio.
-Sono io.-
***
-Sciroccopoli!- esclamò Belle alzando le braccia al cielo in segno di vittoria.
I tre si guardarono attorno. Certamente la città non poteva competere con i grattacieli di Austropoli, ma il parco di divertimenti oltremodo futuristico non aveva rivali. La maestosa ruota panoramica si erigeva al di sopra della città come una sentinella silenziosa.
Touko, Komor e Belle rimasero paralizzati da quella vista per qualche istante.
-Ci andiamo, vero?- domandò la bionda con occhi imploranti, supportata dai suoi Pokémon.
-Certo, ma prima dobbiamo sistemarci al Centro Pokémon, o vuoi andare in giro con tutti i bagagli?- chiese Komor aggiustandosi gli occhiali.
Touko pensò al fossile che aveva nello zaino e sorrise, non vedeva l’ora di scoprire chi sarebbe stato il suo nuovo amico.
 
Una volta nel Centro Pokémon Komor prese una stanza mentre la castana chiese all’Infermiera Joy come doveva fare per revitalizzare il fossili.
-Abbiamo il macchinario per farlo, ci è arrivato da Zefiropoli poche settimane fa.- disse la donna con un sorriso smagliante.
-Vorrei revitalizzare questo Fossilpiuma.- disse Touko porgendoglielo.
L’Infermiera Joy lo prese e sparì dietro al bancone per qualche minuto. Quando tornò dalla ragazza aveva imbraccio un Pokémon simile ad un uccello preistorico.  Un enorme becco rosso che simile a pietra con dentini affilati che spuntavano timidi ai lati occupava gran parte della testolina blu. Il piumaggio  del corpo prevalentemente giallo, il collo e la coda rossi. Le ali avevano due artigli ciascuna con la parte inferiore blu. Le zampe posteriori rosse con tre dita. La coda lunga con una specie di grande piuma blu romboidale sulla cima.
Touko sorridendo lo prese imbraccio mentre il Pokémon la guardava incuriosito.
Komor, che era arrivato in quel momento, mise mano al Pokédex.
«Archen, il Pokémon Paleouccello. Anche se non possono volare sembra che le ali possano permettergli di planare o compiere almeno grossi balzi, loro vivono sopra gli alberi arrampicandosi, questo serve per poter sfuggire alla maggior parte dei predatori.»
-Archen, benvenuto in famiglia.- disse Touko una volta appreso il nome del suo nuovo amico.
Il piccoletto osservò l’Allenatrice che gli regalò un sorriso luminoso. Quello sorrise a sua volta e strusciò la testa contro il braccio della ragazza. Lei in risposta gli accarezzò le piume.
 
Komor e Belle uscirono per primi dal Centro Pokémon. Touko aveva detto che li avrebbe raggiunti a breve, giusto il tempo di far ambientare Archen. A quello scopo andò nella stanza che Komor aveva prenotato. Una volta lì presentò Umbreon, Servine e Darumaka al Pokémon Paleouccello. La Squadra della castana prese velocemente in simpatia il nuovo arrivato ed Archen sembrava a suo agio con loro e Touko.
La ragazza si preparò per andare al Parco Divertimenti. Afferrò la borsa che usava per girare nelle città e scese fino al negozio del Centro Pokémon. Lì acquistò un laccio nero a cui legò il ciondolo che aveva trovato al Castello Sepolto. Solo i suoi Pokémon sapevano che cosa fosse realmente successo laggiù, non lo aveva confidato neppure a Komor e Belle. Non ne conosceva nemmeno il motivo, infondo era una cosa del tutto innocua (almeno dal suo punto di vista), eppure aveva taciuto. Così quando ebbe messo insieme laccio e ciondolo la indossò e la nascose sotto la maglietta.
Con Servine e Darumaka che camminavano al suo fianco, Umbreon sulla spalla destra ed Archen sulla testa si avviò verso il Parco Divertimenti.
Il Pokémon Paleouccello si guardava attorno con curiosità e non lasciava mai l’Allenatrice che lo teneva volentieri sul capo per consentirgli una visuale migliore.
Touko camminò per le strade di Sciroccopoli indicando di tanto in tanto quello che attirava la sua attenzione e sorridendo ogni volta che i suoi Pokémon facevano un’espressione buffa.
Quando finalmente arrivarono al Parco Divertimenti i cinque rimasero a bocca spalancata. Con espressione di puro stupore Touko entrò nell’area del parco.
Non si era mai mossa da Soffiolieve dove  non c’erano manifestazioni di quelle dimensioni. Non smetteva di guardarsi attorno un attimo. I palloncini colorati a forma di Pokémon che fluttuavano verso l’alto, il profumo intenso di zucchero filato, le musiche insistenti delle varie attrazioni… era tutto nuovo per lei.
Non guardava nemmeno dove metteva i piedi, sentiva a malapena le voci in lontananza dei passanti che le dicevano di prestare più attenzione.
Si dimenticò completamente che doveva andare da Belle e Komor e si perse in quel mondo dei balocchi.
Ritornò alla realtà soltanto quando Umbreon  diventò improvvisamente attenta. Allora la castana seguì lo sguardo del Pokémon Lucelunare e vide due membri del Team Plasma che stavano parlottando tra loro.
-Dove ci sono loro ci sono certamente guai.- borbottò.
Guardò i suoi Pokémon i quali le restituirono uno sguardo deciso.
-Non possiamo non indagare! Stanno sicuramente tramando qualcosa. Siete d’accordo con me, vero?- i Pokémon annuirono, mentre Archen si limitò a guardarli incuriosito.
Essendo lui appena arrivato non poteva sapere chi fosse il Team Plasma.
Touko osservò i due loschi figuri parlottare tra loro, ma per quanto si sforzasse non riusciva a sentire la loro conversazione.
-Ragazzi, sapete che non sopporto farlo, ma tutti insieme saremo scoperti subito.- disse prendendo a malincuore le Pokeball.
Fece rientrare tutti ad eccezione di Umbreon che era eccellente per le missioni di spionaggio.

-Sei sicuro che sua Maestà arriverà?-
-Certamente! Credi che potrei sbagliarmi su una cosa del genere?-
-Ma non si vede da nessuna parte!-
-Arriverà, ha detto di avere qualcosa di molto importante da fare qui.-
 
-Il Sovrano del Team Plasma?- chiese Touko sottovoce guardando Umbreon che però fece spallucce.
-Secondo me è quel Ghecis. Non mi è mai piaciuto.- affermò assottigliando lo sguardo.
-Sai che è scortese origliare?-
Ci mancava davvero poco che la ragazza urlasse per lo spavento, ma riuscì a trattenersi mettendo entrambe le mani sulla bocca.
-N!- esclamò sottovoce una volta riconosciuto il verde.
-Che cosa ci fai qui?- domandò sempre limitando la voce ad un sussurro.
-Veramente speravo di trovarti qui.-
Touko si sentì arrossire violentemente.
Zorua ridacchio ed Umbreon alzò gli occhi al cielo.
-P-perché?-
-Devo dirti una cosa importante.-
La castana faticò non poco a deglutire e a dire quello che stava pensando senza che le tremasse la voce.
-Ma… sicuramente quel branco di decerebrati sta tramando qualcosa. Non posso far finta di niente.-
N si sporse leggermente dall’albero che li nascondeva.
-Io non vedo nessuno.-
-Come!?-
La ragazza si affacciò immediatamente solo per constatare che il verde aveva ragione, i membri del Team Plasma non c’erano più.
-Dannazione!-
-Aspetta, ho un’idea.- disse N prendendola per mano e facendole strada attraverso il parco.
Il cuore di Touko batteva come un tamburo, lo sentiva rimbombare nelle orecchie. Il respiro s’era fatto irregolare e la bocca sembrava essersi prosciugata.
La mano di N era grande ed accogliente, come se fosse stata ideata perché la sua potesse incastrarvisi perfettamente.
Si fermarono davanti alla ruota panoramica e Touko si sorprese di quanto fosse immensa vista da vicino. Era talmente alta che a guardarla dal basso sembrava potesse cadere da un momento all’altro.
-Da lassù riusciremo ad individuarli.- disse N.
Touko si limitò ad annuire, non avrebbe potuto fare altro visto che sentiva la bocca completamente asciutta e la lingua incollata al palato.
-A me piace la ruota.- proseguì N.
-La sua dinamica, il movimento circolare… È un concentrato di splendide formule matematiche…- terminò fissando il pigro moto dell’attrazione.
Touko alzò uno sguardo interrogativo per osservare N mentre guardava la ruota girare. Quel ragazzo era un vero e proprio mistero.
Una volta nella cabina Touko decise di incollarsi al finestrino. C’erano due ragioni fondamentali: voleva individuare i due membri del Team Plasma che aveva visto e soprattutto distrarsi dal fatto che fosse da sola in uno spazio tanto piccolo con N.
Istintivamente strinse il ciondolo sotto la maglietta e prese un profondo respiro, come se quell’oggettino minuscolo potesse darle forza.
-Non li vedo…- borbottò contrariata mentre Umbreon osservava il parco sottostante seduta sul sedile della cabina.
-Touko… devo dirti una cosa.- il tono di N era talmente serio che la ragazza si voltò verso di lui, pronta ad ascoltarlo senza aggiungere altro.
Erano quasi nel punto più alto della ruota quando N si decise a parlare sotto lo sguardo severo di Zorua.
-Io sono il Sovrano del Team Plasma.-




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque, direi che visto il titolo l'esito di questo capitolo era abbastanza scontato, ma visto che sono una persona molto simpatica (sarcasticamente parlando) ho interrotto la scena al momento clou.
Parlando personalmente amo sempre di più come ho reso Zorua, è praticamente la voce della verità e vista la cocciutaggine dei due piccioncini direi che serve molto.
E ora?
Cosa succederà?
Come reagirà Touko?
Lo scopriremo solo vivendo ;P
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Il Campione vagabondo.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scondinzolando*

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Capitolo 13
*** Il Campione vagabondo ***


Il Campione vagabondo

Touko era rimasta pietrificata.
Era come se il mondo si fosse fermato.
I suoni si erano ammutoliti e la ruota panoramica si era immobilizzata.
Percepiva a malapena Umbreon che rizzava il pelo mettendosi in posizione d’attacco, ma lei era troppo scioccata per reagire in qualunque modo.
-Ghecis mi ha chiesto di aiutarlo a salvare i Pokémon. Ma chissà quanti Pokémon ci saranno al mondo? Pokémon che soffrono a causa degli esseri umani. È da anni che le cose vanno in questo modo e io ho intenzione di porvi fine dal momento che ne ho le capacità.-
Touko rimase immobile, si sentiva tradita e profondamente vulnerabile. Per questo fu la prima a sorprendersi delle parole che le tronarono in bocca.
-Lo sai… lo sai che mio padre è stato rapito dal Team Plasma? È successo quando avevo dieci anni e da allora non l’ho più visto.- la sua voce suonava incredibilmente ferma in quel momento.
Nonostante il suo stato d’animo e la rabbia crescente il suo tono era perfettamente calmo, come se nel suo cuore non stesse imperversando una tempesta.
-Il Team Plasma ha diviso la mia famiglia. E non è solo questo. L’ho visto portare via con la forza i Pokémon ai loro Allenatori, maltrattare un povero Munna indifeso, far piangere una bambina e creare scompiglio ovunque andassero.- prese nuovamente fiato, come se ad ogni parola un enorme macigno le pesasse sulle spalle.
-Fai tanto il salvatore dei Pokémon ma ti sei mai soffermato a pensare che cosa ne pensassero loro?-
-Io so…-
-So che puoi capire i Pokémon! Allora perché non usi questo tuo fantomatico dono per chiedere direttamente a loro come si sentirebbero senza i loro Allenatori!? Perché non ascolti la voce di Umbreon!?- aveva alzato la voce senza nemmeno accorgersene.
-Alcuni Pokémon vengono soggiogati dalla personalità del loro Allenatore. Infondo è successo anche nella storia umana: quando c’erano gli schiavi alcuni di loro erano contenti della loro situazione.-
Touko rimase senza parole.
Non si era neppure accorta che il giro era terminato.
N si alzò ed uscì dalla cabina e lei quasi gli corse dietro.
-Dove credi di andare!?- esclamò ma si fermò quando vide i due membri del Team Plasma fare la loro comparsa da dietro gli alberi.
-Mio signore!- esclamò uno dei due.
-Tutto bene?- chiese l’altro.
-Tutto bene, sì.- rispose N.
Touko allungò una mano verso la Pokeball di Servine, pronta a fare battaglia.
-Capisci quello che voglio fare, Touko?- domandò.
La ragazza si sforzò di non pensare alla dolcezza che aveva nello sguardo o a come aveva pronunciato lentamente il suo nome.
-No, non lo capisco.- rispose con tutta la fermezza che riuscì a mantenere.
-Capisco… ho un futuro ben chiaro in mente, ma non è ancora arrivato il momento per noi di scontrarci.-
Ma lei non voleva combattere contro di lui.
-Il futuro va cambiato e questo spetta a me. Sconfiggerò anche il Campione e diventerò imbattibile… senza rivali.- continuò.
-Farò in modo che tutti gli Allenatori liberino i loro Pokémon!-
A Touko sembrava di essere sprofondata in un incubo.
-Tu speri di stare per sempre insieme ai tuoi Pokémon? È questo il tuo desiderio? Allora colleziona tutte le medaglie e poi dirigiti alla Lega Pokémon! Una volta là prova a fermarmi, ma se il tuo spirito non sarà saldo non ce la farai mai.-
Touko fece per muovere un passo per fermarlo, farlo rinsavire con una sberla. Dentro di sé pregò che quello fosse solo un incubo terribile.
-Skuntank, Muro di Fumo!- ordinò uno dei membri del Team Plasma facendo uscire dalla Pokeball il Pokémon Moffetta.
-N!-
-La prossima volta che ci incontreremo saremo rivali.- dichiarò il verde sparendo dalla sua visuale.
Quando il fumo si fu diradato il Team Plasma era sparito.
Fu in quel momento che Touko sentì dentro di sé un rumore sordo seguito da un dolore acuto. Ne era certa: il suo cuore si era spezzato, ma mai avrebbe pensato che potesse fare così male.
Avanzò di qualche passo, come se sperasse di vedere N tra la folla, ma sembrava essersi volatilizzato.
Girò più volte su sé stessa, ma senza risultato.
In lontananza sentì una voce familiare.
-Oh eccola! Touko!- era Belle che si stava avvicinando con una nuvola di zuccheri filato in mano di un rosa sgargiante.
-Touko!- esclamò con la sua solita energia, ma si fermò quando vide l’espressione dell’amica.
Era spenta, persa verso il vuoto. Umbreon la guardava preoccupata.
-Touko? Ti senti bene?- domandò Komor, ma non ottenne risposta.
La ragazza si lasciò cadere sulle ginocchia, ormai molli a causa della tensione. Lentamente iniziò a piangere, grosse lacrime le rigarono le guance in un flusso ininterrotto. Gli occhi le si arrossarono in fretta ed altrettanto velocemente le fece male la gola mentre una tristezza senza fine lacerava la sua anima.
Pianse lamentandosi piano. Il lamento di un cuore spezzato.
***
-Come sta?- domandò Belle vedendo Komor uscire dalla stanza che avevano prenotato al Centro Pokémon.
-Dorme.-
-Secondo te… N…-
-Quello che so è che sta col Team Plasma. Questo fa di lui un nostro nemico.-
-Sì, ma…-
-Belle, guarda la realtà. Secondo te Touko ci avrebbe detto una cosa del genere se non fosse stata più che certa di quello che diceva? Lei non è il tipo da accusare qualcuno senza prove. E poi sai benissimo anche tu che cosa prova per lui.- rispose aggiustandosi gli occhiali.
-Sei geloso?-
-Chi? Io? No. Per me voi due siete come delle sorelle minori, non riuscirei a provare nulla di più.- rispose in tutta serietà.
Belle rimase in silenzio accarezzando Munna che aveva imbraccio.
-Adesso? Che cosa succederà?-
-Beh, per il momento dobbiamo aiutare Touko a riprendersi. Poi si vedrà.- rispose aggiustandosi gli occhiali.
***
Touko si era addormentata piangendo piano. I suoi Pokémon vegliavano il suo sonno con aria preoccupata.
Si agitava leggermente, di quando in quando sussurrava il nome di N, come se volesse richiamarlo dal sentiero che aveva intrapreso.
Servine osservò il viso della sua Allenatrice, intenzionata ad imprimerselo così sofferente per poter restituire a quell’N tutto il dolore che le aveva causato.
Fosse l’ultima cosa che faccio. Preparati N.” pensò assottigliando lo sguardo.
 
«Non piangere piccola mia. Le cose si sistemeranno, vedrai.»
«Come fai a dirlo?» chiese lei dubbiosa con la voce ancora rotta dal pianto.
«L’ho già visto. Due metà non possono rimanere separate per molto tempo. Successe anche a Kenshin e Nobu. »
«Chi sono?»
«Erano i due gemelli di cui parla la storia che ti piaceva tanto sentire quand’eri bambina.»
«E tu come…»
«Io so tutto di te. Questo perché tu sei colei che incarna la Verità di questo mondo, esattamente come me. Sei stata scelta molti secoli fa per portare la pace in quest’eterna guerra tra Ideali e Verità.»
«Perché mi stai dicendo tutto questo?»
«Perché sento che il dolore del tradimento brucia ancora e non si estinguerà mai se continui così. Se vuoi davvero fare qualcosa per quel ragazzo allora devi continuare il tuo viaggio ed affrontare le difficoltà che esso di propone.»
«Io… io non so se potrò farcela.»
L’immensa figura davanti a lei sorrise teneramente.
«Non temere, non sei sola. Ci sono Servine, Umbreon, Darumaka ed Archen con te. Inoltre hai anche i tuoi amici. E se non dovesse bastare ci sarò io.»
«Ma tu… chi sei?»
«Lo scoprirai presto.»
 
Touko aprì lentamente gli occhi, sentiva ancora la testa pesante e il cuore non aveva cessato di far male. Eppure adesso sentiva che non poteva rimanere lì. Avrebbe reagito.
Se N voleva il conflitto gli avrebbe restituito pan per focaccia, poteva scommetterci.
Sotto lo sguardo sbalordito dei suoi Pokémon afferrò il suo capello, la borsa a tracolla ed indossò gli scarponcini.
-Forza ragazzi! La Medaglia Volt ci aspetta! Non possiamo rimanere qui a poltrire!-
La Squadra della ragazza la guardò con tanto d’occhi, ma le stettero dietro mentre lei spalancava la porta travolgendo quasi Komor e Belle.
-Touko, stai…- cominciò Belle.
-Una favola! Ma che cosa ci fate ancora qui? Bisogna allenarsi e trovare una strategia per battere Camelia! Non mi lascerete fare tutto da sola, vero?- detto questo si avviò alla sala d’allenamento del Centro Pokémon.
-Ma che cosa le è preso?- domandò Belle esterrefatta.
-Non lo so… ma qualsiasi cosa sia successo adesso sta meglio.- rispose Komor aggiustandosi gli occhiali.
***
N guardava il vuoto davanti a sé. Non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine dell’espressione sconvolta di Touko.
Sapevo che te ne saresti pentito.” disse Zorua alzando gli occhi al cielo.
Adesso mi toccherà sorbirmi tutti i tuoi monologhi interiori su quanto ti manca quella ragazza.
-Lo avrebbe scoperto prima o poi. È meglio che glielo abbia detto io.- replicò il verde.
Non credo che questo ti faccia comunque sentire meglio, o sbaglio?
N sorrise, un sorriso triste e spento.
-Mi conosci troppo bene.-
Certo che… tirare fuori la dinamica e le formule matematiche per descrivere una giostra… solo tu potevi fare una cosa del genere.
-Ero… nervoso… non sapevo cos’altro dire.-
Non dire nulla in quel caso sarebbe stato meglio.
Rimasero in silenzio per qualche istante.
E adesso? Che cosa facciamo?
-Quello che stavamo già facendo: raccoglieremo tutte le medaglie. Diventeremo forti e sconfiggeremo il Campione. Libereremo i Pokémon dal giogo umano.-
Prima però dovremo trovare quel fossile.
-Ogni cosa a suo tempo.-
Intanto senza quello siamo al punto di partenza.
-I soldati se ne stanno occupando.-
E tu? I tuoi sogni «premonitori» ti hanno dato qualche indizio in più a parte indovinelli sconclusionati?
-L’immagine di una torre, era in una città circondata da montagne. Un luogo freddo, coperto di ghiaccio.-
Beh, dalla descrizione sembra una delle città che incontreremo nel nostro cammino.
-Quando sarà tutto finito mi chiedo che cosa deciderà di fare…-
Stai parlando di Touko, non è vero?
N non rispose, ma non ce ne fu nessun bisogno.
Non per fare il vecchio saggio eremita, ma credo che nessuno possa saperlo, se non il tempo stesso.
N sorrise.
-Grazie, vecchio saggio eremita.-
Tsk!
***
-Zebstrika, Invertivolt!-
-Archen, Forza Antica!-
I due attacchi si scontrarono con una forza inaudita provocando un’esplosione di rocce e scintille.
Touko non attese che la polvere si posasse. Riusciva a sentire Archen, stava bene ed aspettava solo un suo ordine.
-Vai con Attacco Rapido!-
Il verso del Pokémon Paleouccello che andava all’assalto e il nitrito di Zebstrika fecero capire alle combattenti che il colpo era andato a segno.
Poniamo fine a quest’incontro.
-Archen, Forza Antica!-
Camelia ed il Pokémon Saetta fecero a malapena in tempo a vedere le rocce prendere il volo che l’attacco era già andato a segno.
Touko aveva vinto.
-Ce l’abbiamo fatta!- esclamò correndo ad abbracciare il Pokémon Paleouccello.
La Capo Palestra sorrise.
-Riposa Zebstrika.- mormorò sorridendo facendo rientrare il suo Pokémon nella Pokeball.
Si avvicinò poi alla castana.
-Tu e i tuoi Pokémon... quanta grazia! Che splendore! Non ho mai visto nessuna squadra più affiatata di voi. Questa è la Medaglia Volt, te la sei meritata.- disse con un sorriso smagliante.
Touko prese l’oggetto tra le dita.
-Grazie!-
Lei e i suoi Pokémon si erano allenati duramente durante il loro soggiorno a Sciroccopoli e quando erano andati alla Palestra (che si trovava nel Parco Divertimenti) avevano spazzato via la Squadra della Bellezza Splendente. Persino Komor e Belle erano rimasti di stucco dalla combinazione di mosse fulminee e dalla coordinazione tra Touko ed i suoi Pokémon.
Anche loro avevano ottenuto la Medaglia Volt, ma avevano faticato parecchio per averla, mentre l’amica sembrava averlo fatto con una facilità disarmante.
-Prossima fermata: Libecciopoli!- esclamò  Touko.
-Libecciopoli?- domandò Camelia che era ancora dietro di loro.
-Sì, stiamo seguendo un percorso che ci porterà lì come prossima destinazione.- rispose Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Beh… potrebbe essere un problema…- disse la Bellezza Splendente.
-E come mai?- domandò Belle.
-Rafan, il Capo Palestra, ha chiuso il Ponte Charizard per evitare che il Team Plasma arrivi da quella parte di Unima. Non lo abbasserà tanto facilmente.-
-Ma… non ci sono altre vie per arrivare a Libecciopoli?-
-Sì, ma dovreste fare un giro decisamente troppo lungo. Andando verso la Città Nera, risalire verso Spiraria, poi Fortebrezza e Boreduopoli, dove c’è la Palestra di Aristide e così aggirare Libecciopoli prendendola alle spalle.-
-È decisamente troppo lungo.- concordò Komor.
-Ma il Team Plasma non potrebbe fare la stessa cosa?- domandò Belle, esitante.
-È quello che gli ho detto anche io, ma è più cocciuto di un Excadrill. Inoltre è troppo orgoglioso anche solo per ammettere di essere nel torto.-
-Non potrebbe abbassarlo solo per il tempo di farci passare?- domandò Touko.
-Potrei provare a chiederglielo.- disse pensosa la Capo Palestra.
-Venite con me.- disse infine.
 
Andarono verso il Percorso 6, dove si trovava il Ponte Charizard. L’addetto alle manovre del ponte, come aveva previsto Camelia, si rivelò estremamente riluttante ad esaudire la richiesta della Capo Palestra.
-Passami quel cocciuto al telefono.- disse.
Il poveretto compose il numero, già immaginandosi la reazione di Rafan dall’altro capo del telefono.
-Ehi, Camelia! Che cosa ti porta da queste parti?- chiese una voce profonda alle loro spalle facendoli sobbalzare.
Dietro di loro c’era un uomo imponente. I pantaloni bianchi strappati sul bordo un poncho a con delle righe arancioni e nere nel mezzo da dove penzolavano delle Pokeball. Lunghi e ribelli capelli rossi ed arancioni legati in una coda bassa.
Sembrava un nomade.
-E questo chi è?- sussurrò Belle all’orecchio di Touko, che però fece spallucce.
-Che insolenza! Guarda che ti ho sentito!- disse facendo la voce grossa, fingendo di essere minaccioso, ma sfoggiando immediatamente un sorrise a trentadue denti quando si rese conto che la bionda era rimasta terrorizzata.
-Piacere, mi chiamo Nardo. Sono il Campione della Lega Pokémon di Unima. Sono qui come tappa dei miei viaggi! Conosco anche gli angoli più remoti di Unima.- disse con orgoglio.
-Davvero? Siete stato ovunque ad Unima?- domandò Touko meravigliata.
-Ci puoi scommettere! Ma… chi siete? Non mi pare di avervi mai visto.-
-Io sono Touko, loro sono Belle e Komor. Veniamo da Soffiolieve.-
-Oh… la ricordo. Ci sono stato diversi anni fa per incontrare il professor Aralia.-
-Vorrà dire la professoressa Aralia.-
-Intendi Aurea?-
-È questo il nome delle professoressa?- domandò Belle incerta.
-Sì, io ho conosciuto bene suo Padre, Gasparago Aralia.-
Il Campione si concesse qualche istante per osservare i tre ragazzi.
-Come mai avete deciso di viaggiare?- domandò a bruciapelo.
-Per diventare forte.- rispose immediatamente Komor.
-Diventare forte, eh? E credi sia sufficiente come obiettivo? Non fraintendermi, con questo non sto insinuando che hai torto. Io, per esempio, voglio anche fare in modo che la gente si affezioni ai Pokémon. Per me è una cosa molto importante e me ne convinco sempre di più.- disse con fare solenne.
-Tu invece?- domandò a Belle.
-Ecco… diventare indipendente…- rispose timidamente.
-Diventare forti insieme agli altri. Interessate. Invece tu?-
Touko rimase in silenzio per un attimo. Davanti agli occhi le passarono le immagini de suoi Pokémon, poi venne suo padre. La sua immagine appariva sfumata a causa degli anni di lontananza. Vide gli stendardi del Team Plasma. Trovò N ed il suo cuore fece male.
-Ricostruire ciò che è stato distrutto senza che io potessi fare nulla.- disse infine.
Nardo la osservò con tanto d’occhi. Non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere.
-Insomma Rafan! Se quelli del Team Plasma vogliono arrivare a Libecciopoli di sicuro possono usare altri mezzi a parte il Ponte Charizard. Con la tua cocciutaggine stai solo creando un mucchio di problemi!-
-Che cosa succede?- domandò Nardo incuriosito dalla telefonata della Capo Palestra.
-Dobbiamo arrivare a Libecciopoli, ma il Capo Palestra della città non vuole abbassare il Ponte Charizard.- spiegò Komor.
-Ho capito… Camelia. Passamelo.- disse alla Bellezza Splendente.
Lei lo osservò dubbiosa per un attimo, poi, con fare sconsolato, gli diede la cornetta.
-Yo! Rafan! Sì sono io. … No, non sono ancora tronato alla Lega. … Ehi… eh dai… non sono sempre in giro… no… cerco solo di dare una mano.-
Belle, Komor e Touko si guardarono perplessi.
-Senti… non potresti abbassare il ponte?... Devo passare anche io. … Rafan, è un ponte, serve per passare. … Senti se il Team Plasma vuole arrivare a Libecciopoli ci arriverà con o senza ponte. Qui stai solo creando disordini. … Oh senti “Signore del Sottosuolo” dei miei stivali! Se hai paura di un branco di ragazzini che giocano a fare i rivoluzionari ti sei rammollito più di quanto credessi. Adesso fa’ il favore di abbassare questo ponte e di lasciarlo giù. Il Team Plasma non sarà un vero problema finché non gli daremo il potere di farglielo credere. Non rintanarti nella tua caverna e affrontali se non li vuoi nella tua città.-
Ci fu qualche istante di silenzio, dopodiché il Ponte Charizard emise un cigolio sordo ed iniziò ad abbassarsi lentamente.
-Come hai fatto a convincerlo?- domandò Camelia.
Nardo sorrise sotto i baffi.
-Conosco Rafan, se lo si vuole convincere bisogna far leva sul suo orgoglio.-
-Grazie dell’aiuto.- disse Touko.
-Nessun problema, io dovevo già andare a Mistralopoli, questa è la strada più veloce.- disse sorridendo.
-Bene, andiamo?- domandò Komor.
***
Era da qualche giorno che a sorvegliare la sua prigione c’erano soltanto novellini senza esperienza. Non credeva alle coincidenze e certamente né Acromio né Ghecis erano tanto sprovveduti da tralasciare un dettaglio simile­.
Qualcuno lo stava aiutando a scappare.
Era la sua occasione, l’unica e non poteva sprecarla.
Si era un po’ arrugginito nel combattimento corpo a corpo, ma sarebbe dovuto essere in grado di stendere comunque la sua guardia.
Finse di star male in modo che aprisse la cella e con uno scatto fulmineo lo colpì alla nuca, facendogli perdere i sensi. Gli rubò le chiavi, un lasciapassare ed una torcia.
Con cautela uscì da quella che era stata la sua dimora fino a quel momento.
Strisciò lungo le pareti finché non trovò una rampa di scale stretta e buia.
Col cuore che martellava nel petto le salì, quasi correndo.
Una volta al piano superiore si nascose in una nicchia in modo da non essere visto.
Dopo qualche minuto strisciò lungo il corridoio illuminato da una serie di luci al neon.
Sempre attento a non essere scoperto o a fare rumore seguì quella che gli sembrava essere una corrente d’aria proveniente dall’estero a giudicare dal profumo di fiori.
Aveva sempre avuto dei sensi sviluppati, specialmente questa sua caratteristica aveva fatto di lui il miglior agente che aveva la polizia.
Finalmente riuscì a trovare una porta.
Rimase appostato nell’ombra finché non venne aperta da una guardia. Non aveva senso rischiare di finire nell’ennesimo laboratorio di Acromio.
Quella porta, tuttavia, lasciava vedere la luce del Sole.
Libertà.
La poteva quasi sentire sulla punta della lingua.
Col cuore in gola e le mani tremanti fece scorrere il lasciapassare ed in battibaleno si ritrovò all’esterno.
A giudicare dall’altezza del Sole doveva essere mattina presto.
Il venticello sottile gli suggerivano che erano in autunno inoltrato.
I Pokémon si facevano leggermente sentire, ma non abbastanza da risultare molesti.
Ma Makoto non si fece distrarre, forte della sua determinazione si affrettò a cercare un riparo fiondandosi nella foresta ai piedi della Via Vittoria.
Corse per quanto gli permettessero i suoi muscoli stanchi, finché i polmoni non gli bruciarono. Non si fermò, continuò la sua corsa incallita non badando ai bisogno del suo fisico stremato.
Stava percorrendo una ripida discesa quando diventò troppo veloce per starsi dietro ed inciampò.
Rotolò per diversi metri sentendo tutte le radici ed i sassi.
Quando si fermò era dolorante, il fiato corto, tutti i muscoli che urlavano di protesta, i polmoni in fiamme, la gola secca, sicuramente la caviglia slogata e diversi tagli a causa delle pietre, ma era libero.
Respirò a pieni polmoni l’aria del bosco, assaporò ogni istante finché il respiro non tornò regolare.
-Aki, Touko, sto arrivando, aspettatemi.-




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Beh, un capitolo emozionante, no?
Spero di aver descritto a dovere i sentimenti di Touko ed N, voi che ne dite?
Chi sarà la voce misteriosa nei sogni di Touko? (anche se personalmente mi sembra abbastaza palese, voi che dite?)
Dai, una lotta in Palestra ve l'ho messa, anche se poco.
Finalmente incontriamo anche Nardo (uno dei miei personaggi preferiti). Che ne dite? L'ho reso bene?
Makoto è evaso!
Da adesso in poi ne vedremo delle belle ;)
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Il Deposito Frigo.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 14
*** Il Deposito Frigo ***


Il Deposito Frigo

Mentre percorrevano il Ponte Charizard Touko rimase completamente in silenzio. Ascoltava rapita ed affascinata i racconti di Nardo sui suoi viaggi. Non pensava che in una sola Regione potesse esserci tanto da vedere. Mentre immaginava le miriadi di posti che le sarebbe piaciuto esplorare si rese conto che il ponte era giunto alla sua fine.
Alla fine di esso sembrava aspettarli un uomo. Basso e tarchiato aveva occhi e capelli castani. Indossava pantaloni marroni come la giacca con delle frange, sotto una camicia rossa ed una cravatta acqua marina. Un cappello da cowboy bianco ghiaccio troneggiava sulla sua testa.
-Yo! Rafan!- salutò Nardo affabile.
-Poche chiacchiere Campione vagabondo dei miei stivali! Il Team Plasma è arrivato in città.-
-Non possono aver attraversato il ponte, ce ne saremmo accorti.- disse prontamente Komor.
-Nessuno ha chiesto il tuo intervento, ragazzino.- ribatté il Capo Palestra.
-Il ragazzo ha ragione Rafan. Forse sono passati dalla Cava Pietrelettrica…-
-Poche ciance. Sono sbucati fuori non appena vi siete fatti vivi voi.-
A quel punto Touko si infiammò di stizza.
-Sta forse insinuando che è colpa nostra?- chiese trattenendo a stento la rabbia.
-Esatto ragazzina.-
-Beh, mi spiace dirglielo, ma se lei non è in grado di tenere sotto controllo la sua città non è certo colpa nostra.-
-Touko!- esclamò Belle di stucco.
Nardo invece scoppiò a ridere sotto lo sguardo sbalordito di Komor e Rafan che guardavano ancora la castana con tanto d’occhi.
-Hai trovato pane per i tuoi denti Rafan.- affermò tra le risate.
Il Capo Palestra impiegò qualche istante per recuperare la sua compostezza.
-Di’ pure quello che vuoi. Sta di fatto che siete arrivati voi e quelli del Team Plasma si sono infiltrati in città.- disse dopo essersi schiarito la voce, quasi imbarazzato.
-Non potete rifiutare di darmi una mano. Se scoverete quelli del Team Plasma, accetterò la vostra sfida in Palestra! Nella vita è tutto un “dare e un avere!”- disse andandosene senza aggiungere altro.
-Come sarebbe a dire?- protestò Komor, ma il Capo Palestra era ormai troppo lontano per prestargli attenzione.
-Non te la prendere. È fatto così. Purtroppo non vi posso aiutare: devo andare ad incornare una persona in un’altra città.- disse Nardo salutandoli con la mano e scomparendo tra i vicoli di Libecciopoli.
Touko guardò i suoi amici e poi la sua Squadra.
-Beh, che ne dite di cominciare le ricerche?- propose Touko.

Lasciarono i loro bagagli al Centro Pokémon e girarono tutta la città alla ricerca del Team Plasma, ma fecero un buco nell’acqua. Sembrava che nessuno avesse visto degli strani tizi vestiti come cavalieri medievali.
-E adesso?- domandò Belle sedendosi sul bordo del marciapiede.
-Penso che dovremmo dividerci. Non stiamo concludendo molto e la città è vasta da setacciare tutta.- rispose Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Se qualcuno scopre qualcosa chiamerà con l’Interpoké.- disse Touko risoluta mentre Archen annuiva dall’alto della sua testa.
-Bene ci ritroviamo al Centro Pokémon questa sera.- decretò Komor mentre si allontanava seguito da Pignite.
***
Touko si era diretta verso il sud della città. Ad un certo punto scorse una sorta di cantiere dove all’esterno era messo un cartello che diceva «Deposito Frigo, vietato l’accesso ai non autorizzati».
-Quale posto migliore per nascondersi?- domandò  Touko ai suoi Pokémon.
Facendo attenzione a non farsi scoprire entrarono nel deposito. Ogni tanto si appiattivano contro una parete lasciando che i lavoratori passassero accompagnati dai loro Pokémon.
Il Sole iniziava la sua discesa verso sud-ovest.
Se voglio trovare qualcosa mi conviene farlo adesso.” si disse osservando preoccupata il cielo tingersi di nero.
-Avete trovato gli intrusi?- sentì dire ed immediatamente si appiattì contro la parete.
Come avevano fatto a scoprirla?
-No, quei tizi sono spariti nel nulla.-
-Rafan non sarà per niente contento.-
-Per il momento non siamo sicuri che si tratti del Team Plasma.-
-Chi altri pensi vada in giro vestito in quel modo ridicolo?-
-Effettivamente…-
Touko sentì una scarica di adrenalina percorrerle tutto il corpo.
Velocemente accese l’Interpoké e mandò un messaggio a Komor e Touko.
«Sono al Deposito Frigo.»
Finito di comporre la scritta sullo schermo cercò di ascoltare il resto della conversazione dei due addetti.
-…ti dico che sono sicuro! Ho cercato praticamente dappertutto. Non sono da nessuna parte.-
-Hai guardato anche nel deposito?-
-È chiuso a chiave e inoltre sarebbe altamente improbabile visto le temperature che ci sono lì dentro.-
-Hai ragione… beh, diamoci da fare, dobbiamo comunque scovarli.-
Touko attese che i due se ne andassero prima di dirigersi nella direzione opposta rispetto alla loro.
-Se sono convinti che non si trovino nel deposito allora dev’essere da quella parte…- mormorò mentre i suoi Pokémon concordavano annuendo.
Camminò furtiva fino ad arrivare davanti ad un edificio chiuso da un lucchetto dove troneggiava il cartello «Non entrare senza la tuta».
-Ho l’impressione che faccia decisamente freddo lì dentro…- commentò pensosa.
-È meglio che voi stiate nelle Pokeball, non voglio che vi congeliate.- disse mentre estraeva le sfere e vi faceva entrare la sua Squadra.
-Bene… e ora tocca a me.-
Afferrò una tuta protettiva appesa appena fuori dal deposito. Le andava più larga di almeno due taglie, ma sarebbe servita al suo scopo. Una volta sicura di essere protetta dal freddo che l’attendeva si mise ad armeggiare col lucchetto. Non era mai stata un asso in quelle operazioni, Komor era decisamente più abile, ma poteva cavarsela.
-Come al solito sbagli questo punto dell’operazione.-
Touko si voltò di scatto per incontrare gli occhi blu dell’amico.
-Mi hai spaventata a morte!- esclamò sottovoce.
-Ma come ti sei conciata?-
-C’è scritto di non entrare senza tuta e ho sentito dire che qui dentro fa parecchio freddo.- rispose con ovvietà.
-Io odio il freddo…- borbottò il moro mentre Pignite gli batteva una zampa sul braccio con fare consolatorio.
-Allora muoviti a scassinare, prima finiamo e prima usciamo.- disse la castana porgendogli una tuta protettiva.
Il ragazzo dopo un’occhiata dubbiosa se la infilò per poi mettersi ad armeggiare con il chiavistello.
-Ma dov’è Belle?-
-È andata a chiamare Rafan.- disse mentre il lucchetto emetteva un “clack”.
-Ecco fatto.- disse mentre faceva cadere l’oggetto metallico a terra.
Il ragazzo spinse la porta ed immediatamente li investì un’aria gelata.
All’interno dell’edificio erano ammassati una serie di scatoloni e container verde scuro appannati di brina. Persino sul pavimento si poteva vedere chiaramente uno strato di ghiaccio.
-Ci si potrebbe pattinare…- commentò Touko facendo uscire dalla bocca delle nuvolette d’aria condensata.
-V-va bene… m-ma s-sbraghiamoci… non… non sopporto il freddo…- balbettò Komor, scosso dai brividi.
Touko scosse la testa e si avviò alla ricerca del Team Plasma. I due ragazzi facevano attenzione a non fare rumore. Se davvero qualcuno si era nascosto in quel luogo gelato era bene non farsi scoprire.
-Non… non c’è nessuno… t-torniamo indietro…- mormorò Komor dopo un quarto d’ora buono che giravano in quell’immenso deposito.
-Vuoi sfidare Rafan o no? Allora poche storie. Non abbiamo ancora controllato tutto.- ribatté Touko avanzando.
Komor si sistemò meglio nella tuta protettiva e seguì l’amica.
Passò poco tempo prima che Touko sentisse delle voci provenienti da uno dei container. Fece cenno a Komor di fare silenzio ed appoggiò l’orecchio destro sulla parete gelata.
-Serrate le file per ripararmi meglio. Sto morendo di freddo!-
Era la voce di un uomo anziano. O almeno era quello che sembrava alla ragazza.
Fece cenno a Komor di seguirla mentre metteva mano alla Pokeball di Darumaka.
I due ragazzi si posizionarono ai due lati dell’entrata e dopo un cenno d’intesa entrarono insieme liberando Darumaka e Pignite. Non ebbero bisogno di nessun altro segno d’intesa per cominciare la lotta.
-Pignite, Marchiafuoco!-
-Darumaka, Bruciatutto!-
Il Team Plasma non ebbe tempo di rendersi conto di essere stato scoperto e vennero investiti in pieno dall’attacco combinato dei due Allenatori.
-Come osate!- esclamò l’eccentrico uomo anziano in mezzo ai seguaci.
-Qual è il problema? Non volevate scaldarvi? Eccovi accontentati!- ribatté Touko.
-Erano proprio nascosti qui dentro…- mormorò Komor incredulo.
-Seguaci! Non possiamo permetterci di fallire! Abbiamo in consegna i Pokémon del Sovrano! Disperdete questi scocciatori!-
Touko si bloccò alla parola “Sovrano”. Quasi inconsciamente cercò freneticamente N con lo sguardo, ma vide soltanto una serie di Pokeball ammucchiate in un angolo. Rimase in quello stato di paralisi per diversi attimi, sufficienti perché il Team Plasma passasse alla controffensiva.
-Sandile, Fangosberla!-
-Pignite, Nitrocarica!-
-Watchog, Iperzanna!-
Pignite venne colpito in pieno dall’attacco del Pokémon Sentinella, ma riuscì a rialzarsi subito.
-Touko, un aiuto sarebbe gradito.- disse Komor vedendo gli avversari aumentare a vista d’occhio.
La ragazza tornò bruscamente alla realtà. Avrebbe pensato in un secondo momento al suo cuore infranto, in quel momento c’era bisogno di lei.
-Darumaka, Fuocopugno!- esclamò.
Mentre il Pokémon Daruma sferrava il suo attacco la ragazza afferrò una delle sue Pokeball.
Rapidamente fece scattare il meccanismo, rivelando Servine, già pronta al combattimento.
-Servine, Vorticerba!- l’attacco del Pokémon Serperba investì Sandile che si ritrovò immediatamente fuori gioco.
Anche Komor richiamò nella lotta un altro Pokémon.
-Tranquill, Eterelama!- e così anche il Pokémon Sentinella era fuori gioco.
Non fecero nemmeno tempo ad esultare per il successo che un seguace del Team Plasma continuò la controffensiva.
-Trubbish, Fangobomba!-
Prima che l’attacco potesse nuocere ad uno dei Pokémon di Touko e Komor il ragazzo prese un’altra delle sue sfere e richiamò Roggenrola, evoluitosi in Boldore poco prima della sfida contro Camelia.
-Boldore, Frana!- e con quella mossa anche il Pokémon Spazzatura fu messo al tappeto senza ulteriori complicazioni.
-Abbiamo finito con questa pagliacciata?- chiese Komor, soddisfatto del risultato ottenuto.
-Sono perfettamente d’accordo, ragazzo.- la voce di Rafan colse i presenti di sorpresa.
Il Signore del Sottosuolo era accompagnato da sei addetti del deposito e Belle, che tremava come una foglia nella tuta che le avevano dato.
Il Capo Palestra spese due secondi per osservare i ragazzi vestiti con delle tute protettive più grandi di loro prima di concentrarsi sul Team Plasma.
-Ma guarda tu! Chi l’avrebbe mai detto? In un nascondiglio gelido.- sorrise soddisfatto vedendo le espressioni sbigottite del Team Plasma prima di continuare.
-Portate via questi ladri di Pokémon.- disse ai lavoratori alle sue spalle.
Touko e Komor si fecero da parte ed osservarono con una certa soddisfazione i fanatici venire trascinati fuori dal Deposito Frigo. Belle li raggiunse subito. Tremava come una foglia, ma sorrideva raggiante.
-Ottimo lavoro.- disse Touko mentre faceva rientrare Darumaka e Servine nelle loro Pokeball mentre Komor faceva lo stesso con i suoi Pokémon.
-Ci ho messo un po’ a convincere Rafan che le informazioni erano attendibili.- si scusò la bionda sistemandosi il cappello.
-Non avevo dubbi.- ribatté Touko divertita.
-Avete fatto un buon lavoro.- disse Rafan squadrandoli dall’alto della sua statura.
-I Pokémon rubati verranno restituiti ai loro proprietari e come promesso accetterò le vostre sfide. Vi aspetto in Palestra.- aggiunse poco prima di andarsene.
I tre Allenatori sorrisero.
-Usciamo adesso? Se rimango qui un altro secondo diventi di ghiaccio.- disse Komor tremando più di Belle.
-Dai freddolosi. Usciamo.- acconsentì Touko uscendo dal container.
***
Camminava ormai da svariate ore, il Sole iniziava a disegnare la linea del mezzogiorno e di esseri umani ancora niente.
Non aveva capito dove si trovava esattamente la sede del Team Plasma, sapeva solo che era sotto terra nella Via Vittoria, ma la frenesia della fuga non  gli aveva fatto verificare la posizione esatta.
Improvvisamente sentì un rumore provenire da dietro alcuni cespugli. Istintivamente pensò ad un Pokémon e si avvicinò con cautela per evitare di spaventarlo. La sua sorpresa nel constatare che era un essere umano fu paragonabile soltanto alla sua gioia nello scoprire la sua identità.
Una ragazza dai capelli viola e gli occhi marroni. Era piccola e minuta con un’acconciatura comprendente due codini sulla sommità della testa ed un nastro in fondo ai capelli. Le scarpe sportive, un paio di pantaloni bianchi ed un abito corto rosa e panna.
-Iris!- esclamò Makoto pieno di stupore.
La ragazza sgranò lo sguardo, incredula quanto lui.
-M-Makoto? Sei… davvero tu? Non ho le traveggole, vero?-
-No… sono io… sono…- ma ormai Makoto iniziava a sentire tutta la stanchezza del viaggio addosso come se gli avessero messo sulle spalle una pesante coperta di piombo.
La vista gli si annebbiò, il mondo prese a girare e tutto diventò nero.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque... direi che non c'è molto da dire... è la ricerca del Team Plasma a Libecciopoli.
Devo dire che caratterizzare Rafan è stato piuttosto divertente, l'ho reso bene?
A conti fatti la parte veramente succosa di questo capitolo sta sul fondo.
Adesso che cosa succederà?
Eh-eh io non spoilero niente ;-*
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Un appiccicante incontro alla Cava Pietrelettrica.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 15
*** Un appiccicante incontro alla Cava Pietrelettrica ***


Un appiccicante incontro alla Cava Pietrelettrica

Durante il periodo di permanenza a Libecciopoli Belle, Komor e Touko si allenarono molto duramente per prepararsi all’incontro con Rafan. In quei giorni Belle riuscì a catturare un Herdier poco distante dalla città. Incontrarono poi un ragazzo che insegnò a Servine, Pignite e Dewott delle mosse combinate: Erbapatto, Fiammapatto ed Acquapatto.
Non ebbero più notizie sul Team Plasma dopo che Ghecis costrinse Rafan a liberare il Saggio che era riuscito a prendere in custodia e questo non faceva che alimentare le loro preoccupazioni. Touko in particolare era sempre più in ansia nel non sapere che cosa stessero tramando, o meglio, che cosa stesse tramando N.
I suoi amici spesso la sorprendevano a fissare il vuoto e per quanto la ragazza, per quanto si sforzasse di apparire normale, non riusciva ad ingannare i due compagni di viaggio.
Non aveva più avuto dei sogni particolari dopo la rivelazione di N e non sapeva se esserne sollevata o meno. Ogni tanto, quando era nervosa o pensava ad N con eccessiva intensità, giocava col ciondolo che portava sotto la maglietta, come se fosse un’ancora a cui aggrapparsi durante la tempesta.
***
La Palestra di Libecciopoli rispettava perfettamente il titolo di Rafan “Signore del sottosuolo”. Una sola via verso le viscere più profonde della terra accessibile grazie ad un ascensore che permetteva di toccare le pareti di roccia.
Una volta sul fondo rimasero senza parole. Il corridoio che conduceva alla piattaforma di lotta era costeggiato da nastri che trasportavano pietre preziose mentre un immenso cristallo troneggiava sulle loro teste mo’ di lampadario.
-Vi stavo aspettando.- disse Rafan mentre li aspettava al centro del ring.
 
Quelle contro il Capo Palestra di Libecciopoli furono le lotte con più colpi di scena che i ragazzi avevano sostenuto fino a quel momento. I Pokémon del Signore del sottosuolo sparivano spesso sotto terra e questo rendeva assai difficile metterli all’angolo. Ci vollero svariati tentativi ed una buona dose di ingegno per conquistare la Medaglia Sisma.
Quando finalmente tutti e tre l’ebbero ottenuta si prepararono in gran fretta per arrivare a Ponentopoli prima che iniziasse definitivamente la stagione fredda. Questo avrebbe reso il loro viaggio attraverso la Cava Pietrelettrica che separava Libecciopoli da Ponentopoli più difficoltoso.
 
Non dovettero camminare molto per raggiungere la cava che si trovava a soli due chilometri dalla città.
Anche senza entrare i ragazzi riuscivano a percepire una lieve corrente elettromagnetica uscire dalla bocca della cava.
Dall’ingresso si potevano intravedere le lievi scariche azzurrine che le pietre si scambiavano tra loro creando un campo elettromagnetico naturale.
-Ho sentito che nella Cava Pietrelettrica il campo elettromagnetico permette ai Klink di evolversi. A quanto pare è anche il luogo dove sono nati i primi Klink.- disse Belle stupendo gli amici.
-Recentemente sto studiando tutto ciò che riguarda l’origine dei Pokémon.- spiegò leggermente imbarazzata.
-Ma è fantastico!- esclamò Touko entusiasta.
-Beh… io non sono molto abile in combattimento, così…-
-Trovo che sia un’ottima cosa.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Potresti chiedere alla Professoressa Aralia di insegnarti qualcosa in più.- propose Touko già immaginando il futuro dell’amica.
-Ehi… per adesso…-  tentò di protestare Belle, sempre più imbarazzata.
-Per adesso viaggeremo per tutta Unima, ma una volta fatto devi proprio chiedere alla Professoressa Aralia qualcosa in più.- decretò la castana in tono solenne mentre i suoi Pokémon annuivano concordanti.
-Bene, ora che abbiamo deciso entriamo in questa cava!- esclamò Touko entrando camminando all’indietro per continuare a guardare gli amici.
Ma non fecero nemmeno tempo a stupirsi del colore azzurro elettrico dell’intera cava o delle pietre fluttuanti perché tre figure apparvero dal nulla alle spalle di Touko.
I ragazzi fecero a malapena tempo a notare di sfuggita il loro aspetto. Erano vestiti completamente di nero, il volto coperto ed una fascia scura sulla fronte. Gli occhi glaciali e capelli bianchi. Nel complesso ricordavano dei ninja.
-Di qua.- disse uno dei tre appoggiando la mano guantata sulla spalla di Touko e svanendo assieme ai compagni e alla ragazza così come erano arrivati.
***
Tra tutte le idee stupide che tu abbia avuto questa è senza dubbio la peggiore!” disse Zorua con fare stizzito.
-Non è stata una mia idea. Ghecis vuole vedere di che pasta è fatta come Allenatrice.-
E menomale che dovresti essere tu il Sovrano del Team Plasma.” commentò il Pokémon Malavolpe sospirando.
Per quanto gli costasse ammetterlo N sapeva che Zorua aveva ragione. Nonostante fosse lui il leader, Ghecis riteneva che fosse ancora troppo giovane per impartire i giusti ordini. N dal canto suo voleva finire il viaggio senza troppe complicanze prima di battere il Campione. Questo pensava finché Touko non era comparsa sulla scena. Quella ragazza gli aveva completamente sconvolto i suoi piani mandandogli mente sottosopra.
Un lieve fruscio alle spalle annunciò l’arrivo del Trio Oscuro. Si voltò attento a non mostrare nessun tipo di emozioni.
Touko era circondata dalle figure scure dei tre ninja assieme ai suoi Pokémon che sembravano farle costantemente da scudo. Si guardava attorno spaesata. Evidentemente non aveva ancora capito che cosa stava succedendo.
-Abbiamo portato l’Allenatore.- disse uno dei tre.
-Grazie.- disse l’attimo prima che i tre sparissero nel nulla.
-N…- mormorò Touko una volta che lo ebbe riconosciuto.
Il ragazzo sentì il suo cuore fare le capriole, ma si sforzò di non darlo a vedere.
I Pokémon della ragazza si misero immediatamente sulla difensiva emettendo versi minacciosi e le loro parole non erano da meno.
Prova a fare un solo passo e non vedrai l’uscita di questa caverna.” la voce di Servine era suadente e minacciosa insieme.
Non credere di poterti anche solo muovere senza che ti faccia schiantare conto una di quelle dannate pietre.” minacciò Umbreon mostrando i denti.
Avvicinati e ti cavo gli occhi.” Minacciò Archen, la sua voce era antica e potente.
Se non vuoi bruciare come un fiammifero rimani dove sei.” avvertì Darumaka la cui voce era inaspettatamente profonda.
N sorrise di sbieco, erano un bel gruppo dopotutto.
-Che cosa ci fai qui? Chi erano quei tizi?- domandò la castana.
-Quelli erano due del Trio Oscuro. Fanno parte del Team Plasma e sono stati reclutati da Ghecis in persona. Per quanto riguarda me… mi piace molto questo luogo. La scienza può affannarsi quanto vuole a cercare di spiegare il fenomeno della elettricità, ma la verità è che in questo luogo il legame con i Pokémon è lampante! Se non ci fossero gli esseri umani sarebbe il mio posto preferito.- disse guardandosi attorno ed osservano intensamente le pietre cariche di elettricità leggermente sospeso dal suolo.
-Perché mi hai portata qui?-
-È stata una richiesta di Ghecis. È da quando vi siete incontrati ad Austropoli che ha chiesto subito al Trio Oscuro di raccogliere informazioni su di te.- rivelò il verde.
Quell’ultima frase le fece correre un brivido di paura lungo la spina dorsale. I suoi Pokémon le furono più vicini, come se sentissero la sua ansia. Ma per quanta paura avesse si sforzò di non darlo a vedere tentando di mantenere un’apparente superiorità. Non disse una parola, ascoltando cos’altro N aveva da dirle.
-Così ho scoperto che Komor persegue ingenuamente l’ideale di diventare forte. Mentre Belle conosce la triste verità: non tutti possono esserlo. Invece tu non sembri tendere verso alcun estremo, sei in posizione neutra.- concluse quella frase pensieroso.
-Non fare giri di parole N, perché mi avete portata qui?- domandò la castana con l’ansia a fior di pelle.
-Siamo nel cuore della Cava Pietrelettrica. È un vero labirinto dove perdersi è semplice come respirare. Dovrai uscirne ed inoltre più avanti troverai ad aspettarti il Team Plasma. Ghecis vuole mettere alla prova le tue capacità di Allenatore in tutto. Posso solo augurarti buona fortuna.- disse con tutta la calma che riuscì a fingere di avere.
-Aspetta!...- tentò di fermarlo Touko, ma il ragazzo svanì esattamente come aveva fatto il Trio Oscuro poco prima.
Touko rimase sola, a farle luce solamente la luce azzurrina delle pietre cariche di elettricità.
-Ma in che guaio mi hanno infilata?- si domandò la ragazza spaventata.
***
-È… sparita…- mormorò Belle fissando il punto in cui l’amica si trovava solo un attimo prima.
-Ma come…- continuò la bionda osservando i suoi Pokémon, altrettanto confusi.
Komor nel frattempo aveva già messo mano all’Interpoké.
-Non c’è campo.- imprecò.
-Che cosa facciamo adesso?- domandò Belle, incerta.
Komor si guardò attorno. L’uscita era appena dietro di loro. Sarebbero potuti andare a cercare aiuto, ma poi? La cava era enorme, dubitava fortemente che qualcuno potesse conoscerla così bene da aiutarli.
-La cercheremo mentre percorreremo la strada per arrivare a Ponentopoli. Se una volta arrivati in città non la troveremo cercheremo aiuto. Lì ci sarà qualcuno in grado di aiutarci.-
-Perché non chiedere direttamente a Rafan?- chiese la ragazza.
-Prima che partissimo sono venuto a sapere che era partito per il Monte Vite.- rispose Komor abbattuto.
Belle si sistemò il cappello con fare deciso.
-Allora che stiamo aspettando? Andiamo!- e così dicendo si avviò tra gli elettrici corridoi della Cava Pietrelettrica.
***
-Darumaka, Fuocopugno!- esclamò Touko mentre si faceva strada tra gli stretti cunicoli della cava.
Il Klang dell’invasato del Team Plasma andò al tappeto giusto il tempo perché l’Allenatrice ed i suoi Pokémon potessero allontanarsi fuori dalla portata nemica.
Touko non ricordava di aver mai corso così tanto. La visibilità scarsa tinta di azzurrino a causa delle pietre non rendeva le cose più facili ed ormai i suoi piedi chiedevano pietà.
Quando fu certa di aver seminato gli inseguitori si lasciò cadere seduta. Respirò ed i suoi Pokémon fecero altrettanto.
-Così non andiamo da nessuna parte.- borbottò.
L’orientamento non era certo una delle sue doti e nessuno dei suoi Pokémon era mai stato nella Cava Pietrelettrica. Come se non bastasse non c’era campo e quindi il mondo esterno era irraggiungibile.
-Questa gliela farò pagare, sia ad N che Ghecis. Parola mia.- disse mentre riprendeva fiato.
Era ancora seduta per terra quando un Garbodor emerse dall’oscurità delle gallerie.
Fece a malapena in tempo ad accorgersene quando la recluta del Team Plasma gli ordinò di attaccare.
-Garbodor, Sporcolancio!-
-Umbreon, Palla Ombra!-
La situazione stava velocemente precipitando. Lei e la sua Squadra erano stanchi e di quel passo non sarebbero più usciti da quella maledetta cava.
-Servine, Vorticerba!-
Il turbine di foglie smeraldine permise ad Archen di lanciare un attacco abbastanza inaspettato. L’attacco Forzantica colpì in pieno il Pokémon Discarica mettendolo fuori combattimento e di nuovo Touko si ritrovò a correre per i corridoi di pietra della cava.
Quella volta non si fermò finché i polmoni non sembravano andare in fiamme, la gola talmente secca da far male. Le gambe indolenzite a tal punto da rendere l’avanzata simile ad un’avanzata nel fango.
Alla fine riuscirono a trovare un nascondiglio in una nicchia oscura abbastanza grande da contenere tutti.
Touko si appoggiò alla parete fredda ed umida e trovò un po’ di conforto, accaldata com’era per la lunga corsa.
Cercò nello zaino e tirò fuori una borraccia che condivise con i suoi Pokémon.
-Beh… io direi di riposare un po’, che ne dite?- chiese mentre chiudeva gli occhi, esausta.
***
Io sapevo che sarebbe andata a finire così…” borbottò Zorua sconsolato.
-Che cosa intendi?-
Oh risparmiami la farsa! So benissimo che in questo momento ti stai maledicendo perché non stai aiutando Touko.
-Io…-
Ti avevo detto di dissuadere Ghecis, ma tu sei così testardo nella tua parte da «Sovrano Libera-Pokémon» che non hai obbiettato!
-Veramente…-
Volevi solo rivederla, ma ti sei reso conto troppo tardi che sei un imbecille.
-Ma…-
Per favore! Te lo leggo in faccia che hai una paura matta! E non dirmi che stiamo andando verso l’uscita per Ponentopoli signorino perché riconosco la strada e non è questa. Tu ti vuoi accertare che sia ancora tutta intera.
-Non so nemmeno dove sia…-
È per questo che ti ho dato dell’imbecille.
N non sapeva che cosa dire. Zorua riusciva sempre a metterlo all’angolo qualsiasi cosa facesse.
Ascolta Sovrano innamorato dei miei stivali, ora torniamo indietro e la aspettiamo all’uscita.
-Ma…-
Non le sarai di nessun aiuto se adesso ti perdi in questa dannatissima cava! E poi scusa se te lo dico, ma la tua presenza non sarebbe una delle più gradite. Continua a recitare la parte del Glaciale Sovrano del Team Plasma e segui il mio consiglio, per una volta.
N osservò il lungo corridoio che si snodava davanti a lui. Prese un profondo respiro costringendo le sue gambe ad obbedirgli girò i tacchi e se ne andò.
***
Non sapeva per quanto tempo avesse dormito. Potevano benissimo essere passati giorni senza che se ne accorgesse minimamente.
La pietra contro cui si era addormentata era dura come la ricordava e anche più fredda. Lentamente aprì gli occhi e notò che anche i sui Pokémon stavano dormendo profondamente. Sorrise e si raddrizzò leggermente. Notò che i suoi capelli erano diventati elettrostatici a causa della roccia sulla quale si era addormentata. Sbuffò e cercò di farli ritornare normali.
Nel compiere quella complicata operazione si rese conto di un puntino giallo che avanzava verso di loro con fare incerto.
Per un attimo ebbe il terrore che si trattasse ancora del Team Plasma e trattenne il respiro.
Quello che però le venne incontro era un piccolo Pokémon che a malapena raggiungeva le dimensioni del suo palmo. Il corpo coperto da peli gialli, quattro zampette, anch'esse ricoperte dal soffice mantello, eccezion fatta per la punta rivelandone un colore blu elettrico. Era dotato di quattro occhi blu: i due più grandi erano dotati di pupilla e due più piccoli sembravano quasi delle sopracciglia a causa della loro posizione sopra gli altri.
Aveva una lieve bruciatura sulla schiena e Touko pensò che si fosse imbattuto per caso nel Team Plasma. Provò rabbia. Si facevano belli agli occhi della gente con le loro parole, ma non erano meglio dei bracconieri.
Lentamente, per non spaventarlo, estrasse il Pokédex, sperando che funzionasse.
«Joltik, il Pokémon Appiccicante. I Joltik hanno la tendenza a rimanere aggrappati a Pokémon più grandi di loro per potersi cibare dell'elettricità statica del loro corpo che viene poi immagazzinata, essendo attratti dall'elettricità non è raro vederli nelle case aggrappati alle prese delle correnti. I Joltik si nutrono di elettricità statica.»
Ormai Joltik le era praticamente ai suoi piedi. La guardava con curiosità, come se fosse un’extraterrestre.
-Ti sei perso?- domandò la ragazza cercando di sembrare più innocua possibile.
Il Pokémon Appiccicante rimase fermo dov’era, tremava come un joystick e quello non fece altro che alimentare la tenerezza che provava Touko nei suoi confronti.
Sembrava spaventato, eppure non se ne andava.
Deve avere fame.” pensò osservando la grossa pietra luminescente dietro di lei.
Sempre facendo attenzione a non compiere movimenti bruschi per non spaventarlo si slacciò l’Interpoké dal polso.
Se non si fidava di lei poteva sempre farlo avvicinare con qualcosa di elettrico e in quel momento l’Interpoké era completamente inutile dal momento che non c’era campo.
-Coraggio.- sussurrò porgendoglielo.
Joltik, ancora incerto si avvicinò cauto. Poi, vinta ogni timidezza, si aggrappò all’oggetto elettronico che di lì a breve avrebbe completamente smesso di funzionare. Mentre il piccolo banchettava Touko portò l’Interpoké vicino alla roccia impregnata di elettricità cosicché, una volta esaurita l’elettricità del suo telefono da polso potesse attaccarsi ad essa.
Il Pokémon Appiccicante difatti balzò sul minerale l’attimo in cui l’Interpoké smise completamente di dare segni di attività.
Soddisfatta di sé stessa Touko si accoccolò vicina a Servine, come faceva quando era ancora abbastanza piccola da tenerla nel suo sacco a pelo.
Il respiro regolare del Pokémon Serperba la tranquillizzò all’istante. Non aveva sonno, ma rimanere lì aveva un ché di rasserenante.
La sua pace però durò molto poco.
-L’avete trovata?- chiese una voce a lei sconosciuta.
-Non ancora, ma non può essere lontana!- rispose qualcun altro.
A Touko si ghiacciò il sangue nelle vene. Da dove erano non c’era possibilità di scappare e se fossero usciti sarebbero stati visti immediatamente.
I suoi Pokémon erano ancora stanchi e non aveva nessuna intenzione di farli combattere. Facendo attenzione a non svegliarli li richiamò nelle Pokeball che poi mise nello zaino.
Doveva trovare una soluzione alla svelta. Avrebbe potuto attirare l’attenzione su di sé e scappare lasciando lo zaino in quella nicchia, ma non c’era garanzia che li ritrovassero senza l’Interpoké.
Non aveva mai avuto tanta paura. Il cuore le martellava in gola, sentiva le viscere contorte ed aveva sulla pelle l’inconfondibile terrore del sudore freddo.
Si sforzò di rimanere in silenzio, smettendo persino di respirare, ma non servì a nulla.
Una figura vestita come un cavaliere medievale si piazzò davanti all’ingresso della nicchia. Per un momento pregò che non l’avesse vista, ma le sue speranze furono ben presto spazzate via.
-Eccola!-
Prima che potesse rendersi conto di quello che stava succedendo tra lei ed il Team Plasma si frappose una ragnatela elettrica.
Sentì i suoi inseguitori imprecare.
Touko si voltò per vedere il Joltik che le faceva segno di avvicinarsi con le minuscole zampette.
-Che cosa devo fare? Quella era l’unica via d’uscita!-
Ma il Pokémon Appiccicante scosse il capino con decisione e picchiettò le zampette sulla roccia.
-Devo… spingerla?- domandò incerta.
Joltik annuì con fare soddisfatto.
Il volto di Touko si accese di determinazione.
-E va bene!-
Mise Joltik sulla spalla e iniziò a spingere la roccia elettrica. Sentì una piccola scossa l’attimo prima di appoggiarvi contro i palmi, dopodiché spinse. Il minerale si spostò con una facilità sconcertante, rivelando un passaggio stretto.
Touko sorrise e vi sgusciò dentro, fuori dalla portata del Team Plasma.
***
Udì dei suoni in lontananza.
Gli sembrava di riconoscere due delle voci che sentiva sempre più vicine.
La testa girava e sentiva male dappertutto.
Lentamente, con cautela, aprì gli occhi.
La luce tenue che filtrava attraverso le tapparelle tuttavia fu sufficiente a ferire i suoi occhi abituati ormai da tempo all’oscurità.
Si trovava in una stanza di ospedale. Il letto comodo, due soffici cuscini sotto la testa e lenzuola di cotone bianchissimo.
Sempre facendo movimenti cauti girò la testa per vedere le persone che stavano parlando. Erano un medico che conversava con altre due persone. Con sua grande sorpresa riconobbe entrambi gli interlocutori del dottore.
Iris si voltò di scatto, come se avesse percepito il suo sguardo si di sé.
-Makoto!- esclamò andandogli subito accanto.
-Come ti senti?- domandò.
-Come se mi fosse passato sopra un branco di Zebstrika imbizzarriti.- rispose con tono sofferente.
-Iniziavamo a darti per morto.- disse l’uomo accanto alla ragazza.
Era alto e robusto, gli occhi gialli come oro zecchino. I capelli bianchissimi acconciati in modo impeccabile ed una barba dello stesso candore che gli copriva la bocca. Indossava una camicia bianca tenuta arrotolata fino ai gomiti, i pantaloni grigio chiaro sostenuti da due bretelle viola, un paio di guanti dello stesso colore.
-Ho la pelle dura dovresti saperlo, Aristide.-
Il Capo Palestra di  Boreduopoli aveva la sua solita espressione inflessibile, eppure Makoto riuscì a scorgere nei suoi occhi una luce di preoccupazione, qualcosa che solamente chi lo conosceva bene avrebbe saputo identificare.
-Che fine avevi fatto?- domandò Iris.
Lo sguardo di Makoto si fece immediatamente scuro.
Non si era mai considerato un codardo, tutto quello che gli si era presentato davanti lo aveva affrontato a viso aperto, ma mai prima di allora aveva dovuto affrontare i demoni della sua mente.
Gli riusciva difficile far uscire le parole, rievocare quei ricordi e si vergognò di sé stesso.
-Makoto?- lo chiamò Iris.
-Il… il Team Plasma.- riuscì a dire.
-Mi stai dicendo che per tutto questo tempo sei stato a spiarli? E non potevi mandare un messaggio qualsiasi? E poi come mai ti sei conciato così?-
Makoto scosse lievemente la testa.
-Non… non stavo… ero…- rabbioso con sé stesso per non riuscire a dire una parola di quello che gli era successo si colpì violentemente allarmando il medico.
-Mi avevano catturato durante uno dei miei pedinamenti. Hanno cercato di ottenere le informazioni che avevo raccolto sul Chiarolite e lo Scurolite.- riuscì a dire tutto d’un fiato.
I presenti lo guardarono increduli.
-Dobbiamo avvertire il tuo dipartimento.- disse Aristide dirigendosi verso l’uscita della stanza.
-NO!- la voce di Makoto lo bloccò sulla soglia.
-La notizia che sono di nuovo in circolazione non deve uscire da questa stanza.-




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Che dire?
Sono una persona che ama far prendere infarti alla gente.
Non mi sono soffermata ulteriormente sulla permanenza a Libecciopoli perché semplicemente non c'era più nulla che potessi mettere di interessante in quella città e quindi direttamente alla Cava Pietrelettrica.
Devo dire che la prima volta che ho giocato a Nero e mi sono ritrovata il Trio Oscuro davanti sono saltata sul divano.
Spero di essere riuscita a mantenere lo stesso effetto.
Niente professoressa Aralia per questa volta, semplicemente non sono riuscita a metterla in modo che non sembrasse (almeno a me) forzato.
Quindi andiamo subito per inseguimento in quel labirinto di cava.
Giustamente le cose dovevano essere un pelino più movimentate e qui ribadisco che le reclute del Team Plasma non potevano essere delle complete mezze calzette come nel gioco (dai chi li ha mai presi sul serio quei decerebrati?).
Makoto è stato tratto in salvo finalmente, ma il suo viaggio è ben lontano dall'essere terminato.
Ma adesso che cosa succederà?
Perché Makoto non vuole che la sua fuga venga resa pubblica? E Touko? Riscirà ad uscire dalla cava?
Lo scopriremo solo vivendo ;P
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con In volo!.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 16
*** In volo! ***


In volo!

Era da parecchio che non incontrava più nessuno del Team Plasma e di questo Touko non poteva che esserne grata. Seguiva le indicazioni che le dava Joltik, sperando che il Pokémon Appiccicante la stesse portando fuori dalla cava.
Una volta fuori avrebbe ricaricato l’Interpoké e avrebbe aspettato Belle e Komor. Sapeva che loro potevano trovare la via d’uscita facilmente. Per quanto riguardava lei, nonostante il prezioso aiuto di Joltik non sapeva ancora dire.
Intanto il Pokémon Appiccicante continuava a dare direttive dall’alto della spalla della ragazza. Talvolta c’era un masso elettromagnetico da spostare, altre volte cunicoli incredibilmente stretti e soffocanti. Non mancarono le volte in cui la ragazza si ritrovò a strisciare con la pancia sul terreno roccioso che poi si rivelò la galleria di un Drilbur o di un Excadrill.
Eppure, nonostante quelle disavventure infondo Touko di fidava cecamente del piccolo Pokémon che la guidava.
Stava camminando da almeno mezz’ora quando sentì delle voci in lontananza.
-Non può essere sparita, trovatela!-
Spaventata si appiattì contro una parete. Sentì Joltik agitarsi sulla sua spalla. Delicatamente le accarezzò il capino.
-Non preoccuparti.- sussurrò.
Quella per tutta risposta si andò a nascondere dietro il collo della ragazza dove lo zaino creava una sorta di nicchia nascosta.
Istintivamente la mano di Touko si serrò su una delle sue Pokeball, probabilmente quella di Servine. Sentiva i passi delle reclute del Team Plasma farsi sempre più vicine. Il suo cuore accelerò paurosamente, le mani tremavano leggermente ed era come se le sue gambe penzolassero nel vuoto.
Prima che potesse rendersene conto uno dei suoi Pokémon era uscito dalla Pokeball, lanciandosi come un proiettile sui nemici.
Fece appena in tempo a vedere di chi si trattasse.
Vide a malapena il Team Plasma contrattaccare in fretta e furia, preso alla sopravvista.
-Ferrothorn, Cannonflash!-
Touko era come paralizzata, si sentì trattenere il respiro senza poter muovere un muscolo. Ebbe paura come mai prima nella sua vita.
L’attacco Forzantica di Archen si sgretolò con facilità disarmante contro l’attacco di tipo acciaio. Il Pokémon Paleouccello venne scaraventato contro una delle parete cadde inerme a terra.
Touko si sentì mancare il fiato, il suo cuore perse un battito.
-ARCHEN!- chiamò uscendo allo scoperto.
Velocemente afferrò la Pokeball di Darumaka.
Il Pokémon Daruma si preparò all’attacco con fare minaccioso e la ragazza impartì subito le direttive.
-Darumaka, Fuococarica!-
Ferrothorn andò immediatamente al tappeto per la potenza dell’impatto.
Touko intanto si era già precipitata da Archen.
-Archen?- chiamò piano prendendolo imbraccio con una delicatezza infinita.
Tuttavia il Pokémon Paleouccello non dava segno di ripresa.
Sentì che i tirapiedi del Team Plasma avevano rimesso mano alle Pokeball, ma non avrebbe dato loro nessun modo di contrattaccare.
-Darumaka, Bruciatutto!-
Poi mise mano alla Pokeball di Umbreon.
-Umbreon, Palla Ombra!-
Tuttavia non sembrava bastare perché il Team Plasma si fermasse.
Touko allora con una mossa rapida oltre l’umano afferrò la padella che aveva attaccata a lato dello zaino, la stessa che aveva usato tempo prima per lo stesso scopo. Con decisione ed una rapidità sorprendenti assestò dei colpi decisi sulle teste dei suoi avversari, facendone svenire uno sul colpo.
Il secondi riuscì a richiamare il suo Pokémon sul campo di battaglia.
-Eelektrik, Scarica!-
L’attacco colpì Darumaka che però riuscì a sopportare il colpo ricevuto.
La recluta del Team Plasma mise mano ad una seconda Pokeball.
-Beheeyem, Psichico!- ordinò mente il Pokémon Cervello faceva il suo ingresso in scena.
L’attacco colpì sia Touko che la sua Squadra. La potenza telecinetica era tale che fece cadere la ragazza a terra reggendosi la testa.
Devo proteggerli!” pensò disperata.
Devo proteggerli!” urlò ancora dentro di sé, ma la forza psichica la prosciugava di ogni forza.
Aiuto!
«Non temere, sono con te.»
La voce dentro di lei tornò finalmente a farsi sentire e Touko si sentì sollevata.
Il ciondolo che portava al collo divenne improvvisamente rovente.
Touko si portò le dita alla collana, si scottò i polpastrelli, ma per qualche strano motivo non riuscì ad allontanarli dal gioiello.
Una luce bianca ed accecante illuminò immediatamente l’intero antro costringendo i presenti a chiudere gli occhi.
Solo Touko riuscì a guardare ciò che stava accadendo.
Un enorme e candida figura era al suo fianco, sfuocata come un fantasma esposto alla luce del Sole. Non vedeva bene, ma le sembrava che avesse un paio di occhi zaffiro, simili ai suoi per certi versi. Nonostante quella figura fosse imponente e quasi minacciosa la ragazza si sentiva come in compagnia di una vecchia amica. Sorrise a quel pensiero mentre il suo ciondolo aveva cominciato a fluttuare attaccato alla cordicella all’altezza dei suoi occhi.
Avrebbe dovuto chiedersi come fosse possibile che un gioiello potesse mettersi a fluttuare da solo, ma dopo quei sogni premonitori e la rivelazione di N la stupivano ben poche cose.
Gli occhi azzurri del fantasma si posarono su Archen.
Puoi aiutarlo?
«Il suo animo è pronto a sbocciare.» rispose la figura.
Detto questo adagiò il muso candido sul becco roccioso del Pokémon Paleouccello. Quello aprì lentamente gli occhi.
-Archen!- esultò Touko sollevata.
La luce stava iniziando ad attenuarsi, ma prima che i presenti potessero riabituarsi all’oscurità della cava che un’altra luce, seppur meno intensa, cominciò a brillare.
Il piccolo Archen divenne grande. Dalla sagoma si notava che provvisto di un folto piumaggio, la testa da rettile con una bocca provvista di denti affilati.
Quando la luce dell’evoluzione si dissolse Touko poté vedere il suo amico finalmente cresciuto. Sulla nuca squame verde smeraldo e sotto rosse come la pietra. Tutto il corpo, ad eccezione delle zampe, della coda, del collo e della testa, era ricoperto da piume gialle, verdi e blu. Le braccia erano ricoperta da un folto piumaggio che le rendeva ali. In corrispondenza delle zampe anteriori erano visibili piccole dita artigliate. La coda scoperta tranne sulla punta dove troneggiavano ciuffi di piume colorate.
Touko prese il Pokédex.
«Archeops, il Pokémon Paleouccello. Si evolve da Archen e a differenza sua è in grado di volare. Collabora con i suoi simili per catturare le prede. Vivono in branchi poco numerosi e corrono velocemente per poter spiccare il volo. Un po' goffi in volo, sono agili e scattanti sulla terra.»
Archeops spalancò le braccia ed emise un verso con una tale potenza da far tremare le pareti della grotta. Guardò i membri del Team Plasma con sguardo truce e questi scapparono in tutta fretta.
***
-Hai sentito?- domandò Belle a Komor.
-Sembrava il verso di un Pokémon decisamente arrabbiato.-
-Sbrighiamoci a trovare Touko.- disse Komor accelerando il passo, imitato da Pignite.
Camminarono più rapidamente quando avvistarono una fessura dalla quale sembrava provenire la luce del giorno. Davanti una figura, che pareva stesse per correre in quella direzione.
***
Touko si sentì immensamente sollevata. Archeops stava bene. Sentì lacrime di sollievo bagnarle le guance.
-Archeops!- chiamò gettando le braccia attorno al collo squamoso del Pokémon Paleouccello.
Quello sorrise e ricambiò delicatamente la stretta.
-Hai idea della paura che mi hai fatto prendere? Non lanciarti mai più all’attacco in quel modo!- esclamò fingendosi severa.
Alla fine stava bene, era quello che contava davvero.
Fu in quel momento che Joltik uscì timidamente dal suo nascondiglio, sorridendo.
Ripresero a camminare ed impiegarono pochi secondi per intravedere la luce del mondo esterno.
-Al fondersi e confondersi di valori diversi, il mondo si va tingendo di tinte fosche.- la voce della figura sagomata dai raggi solari provenienti dall’esterno la fece sobbalzare.
-Adesso ti metti anche a fare il poeta? Ce la fai ad avere tutti questi hobby con i tuoi “impieghi regali”?- domandò la ragazza tentando di far trasparire soltanto sarcasmo dalle sue parole e non la sconfinata ansia che provava a stare davanti ad N.
-Pensavo che fosse la descrizione più azzeccata alla nostra situazione.-
-Che cosa intendi?-
-Nero e Bianco, Ideali e Verità. È questo che siamo. E la separazione tra Pokémon e uomini sarà netta, come tra bianco e nero.-
Esattamente come noi due.” ma questo non lo disse.
-Solo in questo modo i Pokémon potranno diventare esseri completi. Questo è il mio sogno! Un sogno che devo realizzare a tutti i costi! Touko! Ce l’hai anche tu un sogno?- ad ogni parola che aggiungeva al suo discorso Touko lo sentiva sempre più folle.
La follia della disperazione, di chi ha bisogno di credere nella sua missione a tutti i costi e vi si aggrappa con le unghie e con i denti, anche se le sue certezze stanno vacillando.
-Distruggere il Team Plasma e riavere mio padre.- lo disse in tono piatto, distaccato, come se avesse appena detto la verità più assoluta.
-Avere dei sogni è una cosa meravigliosa. Tuttavia se quello che vuoi è la distruzione del Team Plasma… immagino che debba schiacciare le tue volontà.-
E detto questo scomparve dalla sua vista come un’ombra.
Touko rimase bloccata sul posto per qualche secondo.
Fece per muovere il primo passo, ma una voce la bloccò sul posto.
-Touko!-
La ragazza si voltò appena in tempo per vedere Belle correrle in contro e gettarle le braccia al collo.
-Ci hai fatto prendere un bello spavento, sai?- domandò la bionda stringendo l’amica in una morsa letale.
-Belle, la stai soffocando.- l’ammonì Komor.
-Mi dispiace!- esclamò Belle lasciando immediatamente la presa.
Touko si concesse qualche secondo per riprendere fiato.
-Che cos’è successo?- domandò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Come hai fatto a sparire in quel modo? E chi erano quelle persone? Che Pokémon è quello che hai sulla spalla? E quello? Assomiglia ad Archen. Non dirmi che si è evoluto!- Belle sembrava un disco che era impossibile fermare.
Komor sospirò e Touko sorrise divertita. Era da Belle tutta quell’esuberanza e le dava un senso di familiarità.
Dopo un respiro per ricordarsi gli eventi con maggiore lucidità e chiarezza iniziò a raccontare le sue piccole peripezie dall’arrivo del Trio Oscuro.
-Questa storia non mi piace.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Nemmeno a me.- confermò Touko pensierosa.
-Ma che cosa vorranno da te?- domandò Belle.
Touko non aveva raccontato della luce e del fantasma che li aveva soccorsi. Preferiva tenere per sé tutte quelle bizzarrie. Komor e Belle erano già abbastanza in ansia per tutta la faccenda del Team Plasma. Se avesse detto loro anche della voce che sentiva nei suoi sogni non sapeva come avrebbero reagito.
-Non lo so.- rispose semplicemente con un’alzata di spalle.
Uscirono dalla Cava Pietrelettrica e la luce morente della sera li accolse in tutto il loro splendore.
***
-Come sarebbe a dire?- domandò Iris confusa.
-Nemmeno a tua moglie? Per tutti questi anni in cui è stata in ansia?- domandò Aristide con altrettanta perplessità.
-Per quanto mi costi farlo devo rimanere ancora nell’ombra. Non sono sicuro che il Team Plasma sappia della mia fuga, quantomeno ai piani alti.- rispose Makoto.
-Quindi cosa intendi fare?- domandò il Capo Palestra.
Makoto gli lanciò un’occhiata d’intesa ed il Sindaco Inflessibile chiese al medico di lasciare la stanza tenendo il segreto su quello che aveva appena visto e sentito. Aristide era amato e rispettato a Boreduopoli, quindi non c’era da dubitare che avrebbe fatto come richiesto.
-Allora, che cosa farai?- domandò nuovamente.
-Ho intenzione di andare a Mistralopoli. Ho nascosto una cosa alla Torre Dragospira.-
-Che cosa?-
-È meglio che non sappiate di che cosa si tratti.-
-Non mi piacciono i segreti.- disse Iris mettendo il muso.
Makoto sorrise, quella ragazza doveva essere poco più grande di sua figlia. Gli venne una forte nostalgia, ma decise di concentrarsi su quello che doveva fare.
-Come intendi andare a Mistralopoli se vuoi evitare che qualcuno ti riconosca?- domandò Aristide con fare pratico.
-I miei Pokémon.-
-Ma… loro…-
-Aki se ne sarà certamente occupata, ma alcuni sono talmente legati alla centrale che saranno sicuramente ai loro Box. Non mi ci vorrà nulla a recuperarne uno.-
-Posso aiutarti, a casa mia ho i macchinari per fare quello che ti serve.- disse prontamente Aristide.
-Perfetto, allora direi di andare subito; se non vi dispiace.- disse Makoto con ansia.
Più tempo passava più diminuivano le sue possibilità di riuscire nella sua missione. Se il Team Plasma era davvero così avanti nelle ricerche come pensava allora doveva sbrigarsi e Mistralopoli era la località più veloce da raggiungere in quel momento.
 
Arrivati alla casa di Aristide, Makoto digitò rapidamente le password per accedere ai Box della centrale dove lavorava. Sapeva già chi scegliere e quando ebbe la Pokeball tra le mani quasi si rallegrò per la sua abitudine di portare solo Umbreon con sé. In quel modo tutti i suoi Pokémon erano ancora al loro posto.
Fece scattare la serratura della sfera ed immediatamente ne uscì un Pokémon di tipo volante. Sembrava una grossa aquila dall'aspetto regale, il piumaggio sul dorso e sopra le ali erano color rosso camino. La pancia, le zampe e la parte anteriore delle ali grigio scuro. La testa bianca con le prime tre piume rosse, quella centrale con una macchia azzurra alla base. La coda invece aveva la punta gialla e azzurra nella parte più esterna. Grandi occhi come cioccolata calda ed un grosso becco giallo ricurvo. Le zampe avevano quattro dita, tre anteriori e una posteriore con un artiglio nero ciascuno.
Non appena il Pokémon lo riconobbe emise versi di gioia e lo abbracciò con le immense ali, strusciando il muso contro il viso dell’uomo.
-Anche tu mi sei mancato Braviary.- disse sorridendo e scompigliando le piume del Pokémon Baldanza.
 
Al calare delle tenebre Makoto indossava dei vestiti da viaggio. Grossi anfibi marroni, pantaloni sabbia con una quantità non ben precisata di tasche. Una maglietta di cotone rossa ed una giacca a maniche lunghe dello stesso colore dei pantaloni.
-Sta’ attento, mi raccomando.- lo ammonì Iris.
-State tranquilli.- disse.
Salì sul dorso di Braviary e quello spiccò il volo, tuffandosi nel Sole morente.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Allora... direi che a parte qualche infarto direi che questo è un capitolo abbastanza banale.
Penso che tutti abbiate riconosciuto la "misteriosa sagoma" e sì, è esattamente chi pensate che sia.
Per quanto riguarda Makoto... che cosa starà cercando di recuperare (domanda superflua immagino)?
Beh, lo scopriremo solo vivendo :p
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Impeto nevoso (che per inciso è stato un parto scrivere).
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 17
*** Impeto nevoso ***


 Impeto nevoso

Ponentopoli era una cittadina piuttosto piccola, abbastanza da poter essere abbracciata con uno sguardo. L’unica cosa davvero immensa era l’aeroporto dove era anche collocata la Palestra.
Belle, Komor e Touko erano andati subito al Centro Pokémon dove prenotarono una stanza come di consueto.
Impiegarono meno di mezza giornata per visitare la cittadina, il resto del tempo lo passarono ad allenarsi. Belle riuscì a far evolvere Munna in Musharna ed anche Darumaka riuscì a raggiungere lo stadio successivo diventando Darmanitan. La Squadra di Komor si arricchì grazie ad una Liepard piuttosto caparbia e all’evoluzione di Tranquill in Unfezant.
Non passò molto tempo prima che i ragazzi ricevessero una visita del tutto inaspettata.
Si trovavano nel campo per gli allenamenti dietro il Centro Pokémon quando una voce squillante li fece sobbalzare.
-Vuoi devote essere Komor Touko e Belle! Oh, sapevo di trovarvi qui! Fatemi dare un’occhiata ai Pokédex.-
A parlare era stato un uomo magro, leggermente basso. I capelli di un castano chiarissimo, pallido, come la barba rada che portava sul mento. sopracciglia nere e folte. Indossava una camicia gialla a righe nere con colletto e risvolto delle maniche bianco. Pantaloni marrone scuro ed un paio di scarpe da montagna.
-Scusi, ma… chi è lei?- domandò Komor guardandolo perplesso da dietro le lenti.
-Oh, scusate, scusate! Per l’emozione ho dimenticato le buone maniere!- disse l’ometto grattandosi con fare nervoso la nuca.
Di colpo si mise impettito, come se dovesse annunciare l’arrivo di qualcuno di importante.
-Piacere, mi chiamo Gasparago Aralia.-
-Aralia? Ma… non è…- balbettò Belle confusa.
-Il cognome della professoressa Aralia.- concluse Touko con tanto d’occhi.
-Proprio così, la persona che vi ha dato i Pokédex è mia figlia.- disse orgoglioso.
-Mi ha parlato molto di voi. Sono proprio felice di incontrarvi.- aggiunse con un luccichio negli occhi simile a quello di un bambino che vede le giostre per la prima volta.
-Piacere di conoscerla professor Aralia.- disse Komor tendendo la mano.
L’ometto gliela strinse con piacere.
-In realtà avrei una richiesta da farvi, se non vi è di troppo disturbo.-
-Sarebbe?- domandò Touko.
-So che avete avuto a che fare con il Team Plasma in più di un’occasione. Sapete se stavano cercando qualcosa in particolare?-
Touko rimase in silenzio.
Era chiaro che stessero portando avanti una sorta di campagna per “liberare i Pokémon”, anche se tutta quella faccenda puzzava di bruciato.
Ma quello lo sapevano tutti, evidentemente il professor Aralia si riferiva a qualcos’altro. Per un attimo ripensò a quello che aveva trovato assieme ad N nel Castello Sepolto. Istintivamente la mano andò alla ricerca del ciondolo che portava al collo. Non ne aveva parlato con nessuno.
Non era sicura che dirlo fosse una buona idea, ma non poteva tenere per sé un’informazione che avrebbe potuto portare alla sconfitta del Team Plasma.
-Parlano spesso di Ideali e Verità e quando per la prima volta siamo stati faccia a faccia con Ghecis ha tirato in ballo la leggenda della fondazione di Unima.- disse infine.
-Interessante…- mormorò Gasparago.
-Che stiano cercando di mettere le mani su Reshiram e Zekrom?- borbottò tra sé.
-Ma… sono scomparsi da migliaia di anni.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Beh, questo non vuol dire che siano perduti.- fece notare l’uomo.
-Non possono trovarli! Solo gli Eroi possono risvegliare i Pokémon leggendari!- protestò Belle.
N…” pensò Touko improvvisamente, ma senza dar voce al suo dubbio.
Strinse ancora il ciondolo, sperando che quel pensiero si allontanasse il più lontano possibile, ma era sempre lì. Latente, aspettava ogni scusa per tornare fuori facendole male ogni volta.
Il professore aveva continuato a parlare con Belle e Komor, ma Touko era come andata in corto circuito e quando l’uomo li salutò andandosene se ne accorse a malapena.
-Simpatico, vero?- chiese Belle.
-Particolare.- commentò Komor.
-Touko? Tutto bene?- chiese la bionda, resasi conto che l’amica non era presente con la testa.
-Eh? Sì… certo! Tutto bene. Stavo solo pesando a quanto dovremmo ancora allenarci per battere Anemone.- rispose cercando di non mostrare le sue preoccupazioni.
Komor la osservò di sbieco prima di aggiustarsi gli occhiali.
-I Pokémon di tipo Volante sono deboli contro quelli di tipo Terra, quindi Archeops e Boldore non dovrebbero avere nessun problema. Invece Pignite e Servine potrebbero avere qualche problema. I Pokémon di Belle sono tutti abbastanza neutrali contro il tipo Volante. Non dovresti trovarti né in una situazione di svantaggio né di vantaggio.- spiegò.
-Beh… non ci resta altro che provare allora.- disse Touko.
-Frena un attimo. Anemone può contare sul fatto che tutti i suoi Pokémon possono volare. Non è un fattore di cui tenere poco conto.- disse Belle
-Quindi dovremmo usare Pokémon che possono attaccare con una certa distanza.- disse Komor.
La bionda annuì.
-Musharna non dovrebbe avere problemi, anche Dewott dovrebbe riuscire a colpirli con Pistolacqua. Con Unfezant combatterei più o meno alla pari, per quanto riguarda Boldore “Abbattimento” è la mossa perfetta. Dovrei farcela con poco. Umbreon e Archeops dovrebbero cavarsela bene, per quanto riguarda Joltik e Darmanitan credo sarebbero svantaggiati per il fatto che devono rimanere incollati a terra.- espose il ragazzo come se fosse una lezione a scuola.
-Ed ecco qui il nostro piccolo stratega.- disse Touko sfoggiando un sorriso a 32 denti.
-Quindi che cosa intendete fare?- domandò Belle.
-Beh, per quanto riguarda me… seguirò i consigli di Komor, ma alla fine sono abbastanza sicura che improvviserò per la maggior parte del tempo.-
-Come al solito.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali con fare esasperato.
Era sempre così, per quanto Touko potesse pianificare alla fine mandava tutto all’aria facendo di testa sua.
Per quanto la cosa potesse sembrare priva di senso però, alla fine, riusciva sempre a spuntarla.
 
Si allenarono ancora per qualche tempo finché Touko non fu definitivamente stufa di aspettare. Così si diressero tutti insieme alla Palestra di Ponentopoli.
L’interno si dimostrò più bizzarro di quanto potessero immaginare.
Ci si doveva spostare da un’area all’altra tramite giganteschi cannoni.
Belle era rimasta paralizzata dall’idea, mentre Touko si era fiondata sul primo che aveva trovato, impaziente di fare un tentativo.
Ci pensò Komor a leggere le istruzioni e a spiegare alle amiche come fare.
Quando finalmente azionarono il primo e Touko si librò sopra la Palestra non poté fare a meno di gridare per la felicità di volare senza l’aiuto di nessuno.
Atterrò poi comodamente su una rete di protezione, posizionata per lo scopo.
Ci volle qualche minuto per raggiungere la piattaforma dove si trovava la Capo Palestra: Anemone La signora del vento.
La donna era un’avversaria formidabile e ci volle tutta l’astuzia di Komor, l’impegno di Belle e la tenacia di Touko per ottenere la tanto ambita medaglia Jet.
 
Stavano per tornare al Centro Pokémon quando la voce della Capo Palestra richiamò nuovamente la loro attenzione.
-La vostra prossima tappa è Mistralopoli, non è vero?- chiese.
-Sì, come mai?- domandò Belle.
-In questo caso vi suggerisco di fare attenzione: stavo volando sopra il Monte Vite, che sarebbe la montagna che divide Ponentopoli da Mistralopoli e ho avvistato il Team Plasma. So che ostacolano spesso gli allenatori, fate molta attenzione.- disse.
La mente di Touko corse subito ad N.
E se ci fosse stato anche lui?
Dopotutto non era un’ipotesi così improbabile.
-Grazie per l’avvertimento, staremo attenti.- rispose Komor.
***
Non vai a parlare con la tua ragazza?” chiese Zorua perplesso.
-Per la milionesima volta: Touko non è la mia ragazza.- disse N esasperato.
Certo! E il cielo è giallo.” replicò il Pokémon Malavolpe.
Il ragazzo sospirò pesantemente.
-No, non vado a parlarle. Sarebbe inutile.- rispose infine.
È la prima volta che ti vedo gettare la spugna.
-Se ho ragione (e sai che ce l’ho) sarebbe comunque inutile.-
Perché lei è la Verità e tu gli Ideali?
N non ripose, ma era chiaro che fosse quella la risposta.
Sei davvero più scemo di quanto pensassi.
-Come mai quest’improvvisa cattiveria?-
Non è una cattiveria, è un dato di fatto. Ti sei completamente dimenticato che un tempo Verità ed Ideali erano una sola cosa con il Confine?
-Ma ormai sono divisi e tali resteranno. Per combattersi a vicenda.- disse mestamente.
Zorua non disse nulla quella volta.
Si limitò a sospirare e a guardare verso la Palestra mentre si allontanavano verso il Monte Vite.
***
-Quindi anche questa volta il Team Plasma ci causerà problemi.- commentò Belle rassegnata.
-Solo se li incontriamo.- fece notare Komor aggiustandosi gli occhiali.
Touko annuì pensierosa.
Il suono di una campana riecheggiò nell’aria attirando l’attenzione dei ragazzi.
-Quella è la Torre Cielo, la sede delle tombe dei Pokémon.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
A quelle parole, istintivamente, Touko si girò a guardare la sua Squadra. I Pokémon sembravano avere una sorta di rispetto reverenziale nei confronti di quel luogo.
La ragazza batté una volta le mani e recitò una preghiera mentalmente.
Non le era ben chiaro il motivo di quel gesto, semplicemente si sentiva in dovere di farlo.
Quando riaprì gli occhi si rese conto che anche Belle e Komor la stavano imitando, insieme ai Pokémon.
Ripartirono verso il Monte Vite senza dire nulla.
 
Una volta ai piedi della montagna decisero di fare la loro piccola sfida post-Palestra.
Touko ebbe una vittoria schiacciante ed ebbe anche la grandissima soddisfazione di vedere Joltik evolversi in Galvantula.
-A volte mi chiedo dove prendi tutta quella grinta.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Touko, sei fortissima!- esclamò Belle.
-Lo sono soprattutto i miei Pokémon.- replicò lei accarezzando Galvantula.
-Sono contento di vedervi migliorati come Allenatori.- disse una voce sopra le loro teste.
Alzarono lo sguardo verso la montagna appena in tempo per vedere una figura vestita come un nomade, ribelli capelli rossi ed arancioni legati in una coda bassa saltare giù dalla montagna e cadere in piedi come un Purrloin.
-Certo che gli piacciono le entrate ad effetto.- commentò Touko mentre i suoi Pokémon annuivano.
-Chi si vede! Sei Nardo, giusto?- domandò Komor.
-Esattamente!- rispose il Campione tutto impettito.
-Che cosa ci fai al Monte Vite? Non dovevi essere a Mistralopoli?- domandò Belle.
-Ho dovuto fare una piccola deviazione per il Monte Vite. Sapete, succedono sempre cose interessanti nel mondo, se solo si ha il fegato di andarle a cercare.-
-È per questo che non arrivi  mai dove devi arrivare?- domandò Touko alzando un sopracciglio.
L’uomo scoppiò a ridere.
-Beccato!- ammise.
-Beh, adesso dove non andrai?- domandò Komor.
-Alla Torre Cielo.- rispose con fare nostalgico.
Touko ebbe la sensazione che quell’uomo fosse molto più triste di quanto non volesse ammettere.
-Bene! allora noi ci vedremo a Mistralopoli. Dopotutto è lì che vi aspetta la vostra prossima sfida!- disse poi con rinnovato vigore.
Si allontanò fischiettando e ben presto scomparve dalla vista dei tre ragazzi.
-Bene, andiamo?- chiese Touko indicando l’ingresso del monte.
 
Le caverne della montagna erano fievolmente illuminate da una serie di torce elettriche, evidentemente non era solamente un luogo di passaggio, ma anche lavorativo dal momento che era una miniera.
Incontrarono diversi Pokémon selvatici tra cui Boldore e Woobat. Belle tentò di catturare un Cubchoo, ma il Pokémon Freddo riuscì a scappare, lasciandola con un pugno di mosche.
Infine si ritrovarono a scappare da un Cryogonal non esattamente loquace.
Alla fine il Pokémon Cristallo fu messo in fuga da un attacco combinato di Pignite e Darmanitan.
Avevano appena cominciato a riprendere fiato che una voce alle loro spalle li fece sobbalzare.
-Non mi aspettavo di trovarvi perlustrando il Monte Vite.-
I tre si voltarono per incontrare lo sguardo severo di Rafan, il Signore del sottosuolo.
-Rafan!- esclamò Touko col cuore che non aveva ancora ripreso un ritmo normale.
-Cosa ci fai qui?- domandò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Il Monte Vite è una delle mie miniere.- rispose.
-Piuttosto, avete visto il Team Plasma di recente?-
I ragazzi scossero la testa.
-L’ultima volta che abbiamo visto quel branco di decerebrati è stato alla Cava Pietrelettrica.- rispose Touko toccando distrattamente il ciondolo sotto la maglietta.
-Capisco. Io e gli altri Capi Palestra abbiamo deciso di darci da fare per stanarli dagli ultimi resoconti di vari Allenatori è qui che sono stati avvistati l’ultima volta.- spiegò il Signore del sottosuolo.
-Beh, sicuramente con i Capi Palestra alle calcagna quei decerebrati non avranno vita facile.- disse Touko soddisfatta.
-In ogni caso, visto come stanno le cose, abbiamo deciso di pattugliare a dovere i vari percorsi e questo è uno dei luoghi più idonei dove tendere imboscate e cercare di rubare Pokémon.- disse Rafan serio.
-Staremo attenti.- promise Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Ragazzina, ho sentito che sei spesso nel loro mirino.- disse l’uomo osservando la diretta interessata.
Per un attimo Touko si sentì mancare, ma tentò di rimanere impassibile. Non sapeva per quale motivo tutta quella storia la turbasse così tanto. Ma dalle vicende alla Cava Pietrelettrica le era chiaro che c’era qualcosa che volevano da lei. Anche se non sapeva esattamente di cosa si trattasse.
Nuovamente la mano destra corse al ciondolo.
-A quanto pare gli ho messo i bastoni tra le ruote una volta di troppo.- rispose infine.
-Qualunque sia il motivo…- esordì il Capo Palestra.
-Ritengo responsabile accompagnarvi fino a Mistralopoli.- disse.
Touko alzò un sopracciglio.
-Buona idea, se saltano fuori li coglierete con le mani nel sacco.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
Si addentrarono all’interno della miniera senza incontrare ostacoli di nessun tipo, soprattutto grazie all’esperienza di Rafan che guidava il terzetto con incredibile abilità tra i corridoi spesso angusti della montagna.
Fu quando uscirono per costeggiare le passerelle esterne della miniera che iniziarono i problemi.
Fecero a malapena in tempo a vedere la neve appena caduta in quella sorta di cratere che un attacco li costrinse a gettarsi di lato.
-Il Team Plasma!?- chiese Komor rialzandosi.
Tuttavia quello che si parava loro davanti non era un membro del Team Plasma, era un piccolo Pokémon quadrupede blu. Era dotato di una pelliccia nera dal collo in su. Nella parte inferiore erano presenti anche piccole scaglie magenta. Essa andava a coprire anche gli occhi lasciando libero il musetto bluastro. La codina aveva della pelliccia ritta in aria ed in testa aveva una sorta di corno.
Belle afferrò il suo Pokédex.
«Deino, il Pokémon Impeto. Ha il vizio di mordere e mangiare tutto quel che vede. È molto istintivo e a volte può essere pericoloso proprio per questo. Deino può mangiare di tutto.»
-Questo non è il suo habitat. Che cosa ci fa qui un Deino?- si domandò Rafan perplesso.
Per tutta risposta il Pokémon Impeto scagliò un secondo attacco.
Komor e Rafan si dimostrarono già scocciati ed impazienti di concludere.
-Excadrill, Battiterra!- esclamò mentre richiamava il Pokémon dalla Pokeball.
-Pignite, Sberletese!-
I due Pokémon partirono all’attacco mentre Deino schiavava egregiamente tutti gli attacchi che gli venivano rivolti contro.
Touko era rimasta ferma, si era resa conto che c’era qualcosa che non andava in quel Deino. Non sembrava muoversi in modo naturale, sembrava quasi agisse forzatamente. Rivolse uno sguardo a Belle, ma evidentemente era l’unica che aveva notato quella bizzarria.
-Fermatevi!- gridò ai due combattenti, ma non venne ascoltata.
Rivolse uno sguardo ai suoi Pokémon.
-Archeops, portami lì. Ragazzi, se si mette male aiutatemi, ma non andateci pesanti.- disse ottenendo una risposta affermativa.
Afferrò le zampe del Pokémon Paleouccello il quale planò sopra Deino.
-Touko! Che stai facendo!?- la voce di Komor la raggiunse appena.
La ragazza lasciò la presa ed allungò le braccia per afferrare il Pokémon Impeto.
Gli atterrò sopra.
Si era sbucciata i gomiti ed era abbastanza sicura di avere le ginocchia malmesse, ma tenne salda la presa sul Pokémon che si divincolava tra le sue braccia.
Cercò rapidamente sul corpo del piccoletto e alla fine lo vide: un cerchio metallico alla base del collo.
Lo afferrò con forza, ma non appena le dita sfiorarono il congegno fu percorsa da una potente scossa elettrica. Si era ustionata le dita, ma poco importava.
-Galvantula!- chiamò con voce leggermente sofferente.
Il Pokémon Elettroragno la raggiunse in un attimo grazie alle sue ragnatele.
La ragazza le indicò l’oggetto metallico.
Non c’era bisogno di altro.
Galvantula trasmise al congegno una lieve scossa elettrica e questo fu sufficiente perché esso si staccasse di netto, cadendo a terra come una pera cotta.
Deino sembrò riscuotersi guardandosi attorno confuso.
-Come ti senti?- chiese Touko accarezzandogli delicatamente la testolina.
Quello fece un debole verso sofferente ed allora la ragazza si rese conto che era ferito, sia alla base del collo dove prima c’era quel dannato congegno, che ad una delle zampe.
Senza pensarci due volte prese dallo zaino il kit di pronto soccorso per Pokémon e rapidamente medicò le ferite. Con tutte le lotte che i suoi avevano sostenuto era diventata piuttosto abile in materia.
-Meglio?- chiese sorridendo.
Deino la guardò, dapprima con stupore, poi con gratitudine strofinandosi contro la guancia dell’Allenatrice.
La ragazza era talmente concentrata su Deino che non si era accorta che gli altri l’avevano raggiunta.
-Come facevi a saperlo?- chiese Rafan analizzando con un’occhiata lo strano congegno.
-Intuito.- rispose lei continuando ad accarezzare Deino.
-Ma chi può aver fatto una cosa del genere?- chiese Belle mortificata.
-A quanto c’è scritto qui dietro un certo “Acromio”. Chiunque sia dev’essere un tipo orgoglioso oltre che crudele per fare una cosa del genere.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
Deino nel frattempo si era rannicchiato contro Touko, come se il solo sentire quel nome fosse stato assalito da un profondo terrore.
La ragazza continuò a cullarlo per cercare di tranquillizzarlo donandogli anche delle carezze gentili.
-Beh, chiunque sia una cosa è certa. Chiunque sia questo tizio spero di non averci mai niente a che fare.- dichiarò Belle.
 
Impiegarono ancora un’ora per uscire dal Monte Vite. Durante tutto il tragitto Touko aveva tenuto Deino imbraccio. Quello, da parte sua, sembrava essere particolarmente contento delle attenzioni della ragazza.
Erano quasi arrivati all’uscita quando Rafan ordinò ai ragazzi di appiattirsi contro la parete rocciosa.
Il motivo fu ben presto chiaro: il Team Plasma.
Erano solo in due ed era abbastanza chiaro che il primo era stato appena ritrovato.
-Oh, eri qui. Si può sapere perché ci hai messo tanto?-
-Mi ero perso, questo posto è immenso!-
-Abbiamo trovato quello che cercavamo. Andiamo anche noi alla torre!-
L’altro parve illuminarsi.
-Adesso il Team Plasma dispone del potere per cambiare questo mondo che opprime i Pokémon!-
-Che tipo di potere? Sono curioso.- disse Rafan uscendo allo scoperto.
-Il Capo Palestra di Libecciopoli!- esclamò uno dei due.
-In persona.-
-Voi dannati Capi Palestra… gioite del vostro potere ottenuto sfruttando i Pokémon finché potete, a breve sarete distrutti!-
-Questo lo vedremo.- ribatté il Signore del sottosuolo afferrando una delle sue Pokeball.
Deino nel frattempo si era liberato dalla stretta di Touko ed era balzato in avanti cercando di attaccare il Team Plasma.
-Deino! Fermati!- cercò di richiamarlo uscendo allo scoperto.
I due membri del Team Plasma la osservarono un momento.
-Così è arrivata anche lei.- disse uno dei due.
-Su, andiamo a far rapporto al nostro Sovrano.-
-Non crederete che vi lascerò andare così, vero?- chiese Rafan minaccioso.
I due per tutta risposta lo degnarono a malapena di uno sguardo prima di gettare a terra una sfera violacea di Nerofumo.
Quando la nuvola finalmente si depositò degli invasati non c’era traccia.
***
Finalmente Makoto iniziò ad intravedere Mistralopoli.
Erano anni che non la vedeva, da quando aveva nascosto il fossile.
Atterrò alla Palude Mistralopoli.
Era deciso a non dare nell’occhio per arrivare alla Torre Dragospira.
Non sembrava ancora esserci attività del Team Plasma.
Forse era riuscito ad arrivare per primo.
Richiamò Braviary nella Pokeball e si diresse verso la città.
Non fece però tempo a metterci piede che si ritrovò davanti un ragazzo.
Sembrava lo stesse aspettando.
Era poco più basso di lui, i capelli lunghi verde chiaro ed occhi come ghiaccio. Aveva uno sguardo gentile, profondo.
-Makoto di Soffiolieve devo presumere.- disse.
L’uomo si mise immediatamente sull’attenti.
-Chi sei?-
-Mi chiamo N e sono quello che ti ha fatto evadere.-
Makoto lo guardò con sospetto.
-Perché il Sovrano del Team Plasma dovrebbe avermi aiutato a scappare?-
Aveva capito chi era non appena aveva appreso il suo nome. Le guardie parlavano spesso di lui e aveva preso l’abitudine di prestare attenzione ai loro discorsi.
Il ragazzo fece un lieve sorriso, sembrava… divertito?
-Perché volevo fare qualcosa per scagionarmi e anche perché non sono una persona che ama i soprusi.- rispose.
-Perché dovrei crederti?- chiese ancora Makoto, la mano sulla Pokeball di Braviary.
-Non ti ho mai detto che devi.- replicò il verde.
Detto questo se ne andò, inghiottito dalla nebbiolina perenne della palude.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Premettiamo che scrivere questo capitolo è stato un parto difficile terminato con cesareo d'urgenza.
Tutt'ora non sono molto soddisfatta del risultato, mi è uscito un po' troppo veloce a mio parere, ma non sono riuscita a scrivere di meglio.
Non ho descritto l'incontro con N fuori dalla Palestra come nel gioco perché... fondamentamlmente sarebbe stato inutile, almeno sotto il mio punto di vista.
Finalmente siamo vicini al punto del gioco più interessante di tutt (almeno secondo il mio modesto parere).
E adesso sappiamo anche con esattezza come ha fatto Makoto ad evadere dalla sua prigionia.
Chi se lo aspettava?
Tutti o nessuno?
Beh, direi che da me per oggi è tutto.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che mi state seguendo :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Ricongiungimento.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 18
*** Ricongiungimento ***


Ricongiungimento

-Allora è vero che il Team Plasma nutre un certo interesse nei tuoi confronti.- commentò Rafan rivolto a Touko che nel frattempo aveva ripreso Deino imbraccio.
La ragazza non disse nulla.
-Beh, in ogni caso io devo tronare indietro. Controllerò se ci sono altri membri del Team Plasma.-
I tre ragazzi annuirono e uscirono dalla fessura che era l’uscita dal Monte Vite.
Si ritrovarono immediatamente davanti ad un laghetto ghiacciato. Soffici fiocchi candidi cadevano con grazia dal cielo che pareva fatto solo da nuvole di soffice cotone. Il vento gelido fece rabbrividire i nuovi arrivati.
Una scalinata che conduceva sulla cima della collinetta dov’era costruita la città era anch’essa innevata.
I tetti spolverati di bianco come fossero torte cosparse di zucchero a velo, le abitazioni in pietra grigia sembravano essere state congelate dal vento invernale.
Una seconda raffica di vento, un po’ più decisa della precedente, fece capire ai ragazzi che avrebbero dovuto sbrigarsi ad arrivare al Centro Pokémon se non volevano morire assiderati sul posto.
Salirono in fretta le scale congelate al clima e Belle fu sul punto i cadere, cosa che sarebbe successa per davvero se Touko non le avesse afferrato il braccio rimettendola in equilibrio.
-Grazie.- mormorò la bionda.
Touko sorrise, la neve la metteva sempre di buon umore. Anche i suoi Pokémon sembravano particolarmente attratti da quel candore gelido.
Una volta che Komor ebbe affittato una camera al Centro Pokémon ne approfittarono per mettersi degli abiti decisamente più adatti al clima polare di Mistralopoli.
Touko aveva indossato una maglietta panna a maniche lunghe fino al dorso della mano di lana che le copriva il collo con un morbido dolcevita. Lunghi jeans stretti sulle caviglie muniti di grandi tasche ed una cintura di cuoio scuro. Gli anfibi neri non erano stati sostituiti e coprivano la fine dei pantaloni. Per uscire aveva un montgomery rosso ed una cappello bianco che ricordava il suo berretto con visiera ed un paio di guanti bianchi completavano il tutto. Aveva munito tutti i suoi Pokémon di una sciarpa e di un berretto di lana.
Belle aveva un paio di pantaloni bianchi, una dolcevita verde smeraldo di lana e le sue immancabili scarpe gialle. Il cappello non era cambiato dal momento che era perfetto anche per quelle condizioni atmosferiche. La sua giacca era un pesante piumino arancione ed era anche munita di un paio di guanti candidi. Dewott era l’unico dei suoi Pokémon ad essere costantemente fuori dalla Pokeball e per questo era stato dotato di sciarpa, berretto e guanti color oltremare.
Komor aveva dei jeans neri, una camicia bianca e un paio di scarponi da neve. Aveva anche una pesante giacca blu elettrico ed una sciarpa nera in tinta con i guanti. A Pignite aveva fatto indossare una sciarpa rosso fuoco.
-Bene, ora che siamo tutti pronti, che ne dite di fare un giro della città?- propose Touko entusiasta.
-Non dovremmo stare attenti al Team Plasma?- chiese Belle.
-Dopotutto sembrerebbe che ti stiano cercando.- fece notare Komor.
-Non ho intenzione di dar loro la soddisfazione di vivere come una reclusa. Che si facciano vivi se vogliono. Li rispedirò da qualunque buco siano arrivati a padellate in testa!- esclamò la ragazza supportata dai suoi Pokémon.
-Beh, un po’ di attenzione in più non può che far bene.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Come vuoi.- rispose Touko alzando le mani in segno di resa ed uscendo insieme ai suoi Pokémon.
La città era allietata dalle grida dei bambini che giocavano a palle di neve.
Inutile dire che da lì a poco Touko si unì a loro, supportata dalla sua Squadra.
Scoppiò la guerra.
Un gruppo di bambini con Komor e Belle, la restante parte con Touko che lanciava palle di neve come se non avesse fatto altro da tutta la vita.
Ridevano come se tutte le preoccupazioni che avevano avuto fino a quel momento non fossero mai esistite.
Alla fine Touko si lasciò cadere a terra formando un angelo nella neve, ben presto fu imitata dagli altri bambini e la ragazza si lasciò cullare da quella quiete pomeridiana.
I fiocchi avevano ripreso a cadere lentamente aumentando la sensazione che si trovassero in un mondo magico al di fuori dello spazio e del tempo.
Si voltò per guardare i suoi Pokémon, si erano addormentati sulla neve, eccezion fatta per Servine ed Umbreon. Si intenerì nel guardarli. Decise che era un peccato svegliarli e li fece rientrare nelle Pokeball.
Si alzò e Servine ed Umbreon le furono subito accanto.
-Dove vai?- chiese Komor.
-A fare due passi.-
-Sicura che sia una buona idea?- chiese.
-Oh per l’amor di Arceus! So badare a me stessa!- esclamò esasperata mentre Umbreon le saltava sulla spalla.
-Va bene, ma sta’ attenta.- raccomandò il moro.
Lei per tutta risposta alzò gli occhi al cielo.
-Andiamo Servine.- disse mentre il Pokémon Serperba la seguiva.
Si persero un po’ per la città. Touko si lasciò incantare dall’ambiente coperto di neve. Sfidò un paio di Allenatori che batté senza problemi.
Si avvicinò ad una radura al di là della quale si intravedeva una torre in rovina, ma era inaccessibile e non poteva avvicinarsi.
Era strano: sentiva che c’era qualcosa là dentro.
Qualcosa di antico e potente.
Un’energia affine alla sua anima… in qualche modo.
«È vicino»
Allora ci sei ancora.” pensò mentre la voce che ormai sentiva da quando era iniziata la sua avventura tornava a farsi sentire nella sua testa.
Ormai non si sorprendeva nemmeno più.
«È qui vicino.»
-Chi è vicino?-
«Il mio Yin… da quanto non lo sentivo…»
-Ehi, questa sì che è una conversazione!-
Le sembrò che la voce ridesse piano.
«Questo perché stai per capire il tuo destino.»
-Interessante… questo vuol dire che mi dirai chi sei?-
«Lo scoprirai da sola, molto presto.»
-Ed ecco che ricominci a parlare per enigmi… così non vale però.-
Si fermò quando notò che Umbreon e Servine la guardavano preoccupate.
-Non è niente, è solo la voce nella mia testa.- disse sorridendo mentre i suoi Pokémon non smettevano di guardarla preoccupate.
Improvvisamente Umbreon drizzò le orecchie. Scese con un balzò dalla spalla della ragazza e si mise a correre verso la Palude Mistralopoli.
-Umbreon! Dove vai!?- chiamò Touko mentre si lanciava all’inseguimento insieme a Servine, la quale però era decisamente più veloce.
 
Una volta arrivate alla palude Touko si ritrovò in difficoltà a mantenere l’equilibrio sui laghetti ghiacciati.
Alla fine riuscì a ritrovare il Pokémon Lucelunare. La intravedeva dietro uno degli alberi che costeggiavano la palude. Era tutta intenta a fare le fusa a qualcuno nascosto dal tronco.
Senza sapere come raggiunse Umbreon stando in equilibrio sulle sue gambe.
-Umbreon, si può sapere che cosa ti è preso?- chiese al Pokémon una volta raggiunta.
Rimase impietrita davanti all’uomo che il Pokémon Lucelunare aveva raggiunto.
Era alto e magro, come consumato dal tempo. Il volto scavato era parzialmente nascosto da una barba catrame che gli raggiungeva il petto. I capelli altrettanto lunghi gli conferivano un’aria quasi selvatica. Ma non era questo l’aspetto che gli davano i vestiti che sembravano stati comprati da poco. Anfibi marroni, pantaloni color sabbia con, forse, troppe tasche. Una maglietta di cotone rossa ed una giacca a maniche lunghe dello stesso colore dei pantaloni.
Ma la cosa più sorprendente erano gli occhi: di uno splendido azzurro cielo, esattamente come quelli di Touko.
Nonostante l’immenso cambiamento la ragazza lo vide per un attimo con un aspetto diverso.
I capelli corti leggermente arricciati sulla nuca, privo di barba ed un largo sorriso. Indosso la divisa da ranger.
Touko si immobilizzò, le gambe sembravano essere diventate di gelatina.
Il cuore prese a batterle furiosamente nel petto, come se volesse uscire da un momento all’altro.
Era talmente scioccata che non si era nemmeno conto delle lacrime che avevano iniziato a solcarle con prepotenza il viso suscitando la preoccupazione di Servine.
Fece per muovere un passo in avanti, ma le gambe non rispondevano ai comandi.
Rimase bloccata sul posto, in capace di muoversi.
-Papà?-
***
Si era fermato sotto uno degli alberi della Palude Mistralopoli, era decisamente fuori allenamento per quel genere di escursioni.
Faceva molto più freddo di quanto si ricordasse, fortuna che Aristide gli aveva dato degli abiti adatti.
Un fruscio troppo deciso lo mise sull’attenti.
Forse era un Pokémon selvatico, ma non era il caso di rischiare.
La sua mano corse alla Pokeball di Braviary.
Dalla boscaglia emerse l’ombra di un Pokémon a lui ben conosciuto.
La figura longilinea dal sottile mantello nero, coda e orecchie molto lunghe e zampe sottili. Sulla fronte recava un'ellisse gialla, così come sulle cosce e sulle spalle. Orecchie e coda mostravano invece un anello dello stesso colore. I grandi occhi a mandorla scarlatti. Il muso e leggermente appuntito.
Non riusciva a credere ai suoi occhi.
-U-Umbreon?-
Il Pokémon Lucelunare gli si fiondò tra le braccia.
-Anche io sono contento di vederti, ma… cosa ci fai qui?- domandò mentre le accarezzava il pelo corto.
-Umbreon, si può sapere che cosa ti è preso?-
Si pietrificò al suono di quella voce e quando ne emerse la proprietaria si sentì diventare come pietra.
Era la sua Touko, cresciuta ed accompagnata da quello che doveva essere il suo Starter, una Servine.
-Papà?-
Non fece tempo ad elaborare un pensiero coerente che vide la figlia gettargli le braccia al collo bagnandolo di lacrime.
Dopo un momento di smarrimento la strinse a sé con tutta la forza che aveva.
Anche lui aveva cominciato a piangere.
Troppi gli anni rubati passati nella disperazione più nera.
Troppa la paura di non rivedere più la sua famiglia.
Non l’avrebbe più lasciata, mai.
***
Belli i ricongiungimenti, non è vero?” chiese Zoroark.
-Sì.-
Il Pokémon Mutevolpe sorrise di sbieco. Era ovvio che quel babbeo del suo Allenatore si stesse godendo la scena.
Aveva fatto una fatica immane per cambiare il turno delle guardie davanti alla cella di Makoto senza farsi scoprire. Tutto questo solo per rendersi migliore agli occhi della sua bella.
Umani, e chi si sforzava più di capirli?
Un movimento appena dietro di loro attirò la sua attenzione.
Era una recluta del Team Plasma.
-Altezza, abbiamo trovato il luogo dov’è nascosto lo Scurolite, ma…-
-Ma?- incalzò il ragazzo.
-È inaccessibile.-
-Sono sicuro riusciremo a trovare un modo per renderlo… accessibile.- rispose il ragazzo con un sorriso beffardo.
***
-Come sei scappato? Sapevo che eri prigioniero del Team Plasma.- chiese Touko quando riuscì a sciogliere l’abbraccio.
-Ho… avuto un aiuto inaspettato dall’esterno.- rispose l’uomo.
-Un aiuto esterno? E da chi?-
-A quanto sembra… dal Sovrano del Team Plasma in persona.-
Quella rivelazione lasciò Touko spiazzata. Anche i suoi Pokémon avevano la medesima espressione di perplessità e dubbio.
-Come… come fai ad esserne sicuro?-
-Me lo ha detto proprio lui nemmeno due ore fa.- rispose l’uomo.
N è qui.
-Ma… perché farlo?-
-Non lo so nemmeno io. A detta sua non gli piacciono i soprusi.-
Rimasero in silenzio per qualche istante. Touko cercava di capire perché N lo avesse fatto.
Lo ha fatto… per me?” si chiese per un attimo.
-Ma… come mai non sapevo che eri di nuovo libero?- chiese la ragazza ricordandosi di quel particolare.
-Non l’avevo detto a nessuno.-
-Cosa? E perché?-
-Non sapevo quanti nei piani alti del Team Plasma sapevano che ero tornato in circolazione e c’è una cosa che devo recuperare prima di loro. Era per quello che mi avevano rapito.-
-Di cosa si tratta?-
-Non posso dirtelo, ma si trova nella Torre Dragospira.-
-L’ho vista prima, ma sembrerebbe inaccessibile.-
-Mi sono assicurato che lo fosse quando l’ho lasciata.- rispose l’uomo.
Touko rimase in silenzio per un attimo. Ripensò alla strana sensazione che aveva avuto alla torre e quello che le aveva detto la voce.
Un flash del Castello Sepolto le attraversò la mente rapido come un fulmine.
-Papà… per caso quello che hai nascosto alla torre… lo avevi trovato al Castello Sepolto?- chiese.
Makoto guardò la figlia con tanto d’occhi.
-Come fai a saperlo?-
Touko si morse la lingua. Non aveva mai detto a nessuno quello che era successo in quel luogo, ma lui era suo padre… forse…
«Non ancora.»
La voce la fece sobbalzare.
Prese un profondo respiro.
-Avevo visto il Team Plasma anche lì, sembrava cercasse qualcosa di particolare. Ho pensato che avesse potuto ricreare il precorso che avevi già fatto per trovare qualsiasi cosa stiano cercando.- rispose alla fine.
-Ma adesso devi venire con me! Chiamiamo la mamma dal Centro Pokémon! Sarà così contenta…-
-Non ancora.-
-Cosa? E perché?-
-Il Team Plasma è in città, non voglio che sappiano dei miei spostamenti.
-E non pensi che N glielo abbia già riferito?-
-Come fai a conoscere il nome del Sovrano del Team Plasma?-
-Ci… siamo incontrati diverse volte.- rispose evasiva.
-Capisco… comunque… sanno che sono qui, ma non esattamente dove. Se andassi in città sarei più rintracciabile di quanto non lo sia qui.-
-Quindi… non devo dire a nessuno di averti incontrato… nemmeno alla mamma…-
-Solo per adesso.- rispose l’uomo accarezzandole dolcemente la testa.
-Va bene.- acconsentì la ragazza.
-Però una volta finita questa storia con la Torre Dragospira… va’ dalla mamma.- disse prima di andarsene con Servine ed Umbreon.
Makoto sorrise.
-Certo.-
***
-Dov’eri finita? Sei sparita per più di un’ora! Eravamo preoccupati.- disse Komor non appena vide Touko entrare nella stanza del Centro Pokémon.
-Ho fatto due passi alla Palude Mistralopoli. Ho incontrato un paio di selvatici e li ho affrontati, per questo ho fatto tardi.- rispose.
 
Quella sera Touko non riuscì a dormire. Rimase a fissare il soffitto per tutta la notte. Da un lato era felicissima di aver ritrovato suo padre, stava bene e sarebbero di nuovo stati una famiglia, com’era giusto che fosse.
Eppure… il pensiero di N non la lasciava dormire. Era peggio delle altre volte.
Perché aveva lasciato andare suo padre?
Se davvero serviva al Team Plasma per delle informazioni e per evitare che mettesse loro i bastoni tra le ruote… perché lasciarlo andare?
Non era molto furbo dal punto di vista tattico.
Si rigirò sul fianco ed osservò il ciondolo che portava al collo.
Qualcosa si stava muovendo.
Ma lei era pronta per qualsiasi cosa fosse in arrivo?
Piena di inquietudine si alzò e si diresse verso la finestra.
La Torre Dragospira era perfettamente visibile.
N… è lì che ti incontrerò la prossima volta?
***
-Darmanitan, Fuococarica!-
Il Pokémon Altefiamme colpì Beartic con il suo attacco infuocato.
Era l’ennesimo che riceveva da ormai un quarto d’ora abbondante. Lo scontro contro Silvestro, il Capo Palestra di Mistralopoli era incredibilmente forte ed astuto, metterlo con le spalle al muro non era affatto semplice. Anche i suoi Pokémon erano ben allenati.
Ma contro i ripetitivi attacchi di fuoco di Darmanitan, alla fine anche il Pokémon Glaciale dovette capitolare.
Così Touko ricevette finalmente la Medaglia Stalattite.
-Sai…- disse la Maschera di ghiaccio una volta consegnato il trofeo nelle mani dell’Allenatrice.
-Tu mi ricordi una persona che ho incontrato diverso tempo fa.-
-Davvero? Chi era?-
-Il suo nome è Makoto. Veniva da Soffiolieve.-
La ragazza sorrise.
-È mio padre.- disse con orgoglio.
Silvestro annuì compiaciuto.
-Mi sembrava… avete la stessa grinta.- disse mentre Belle, Komor e Touko uscivano dalla Palestra.
Tuttavia, una volta che furono fuori dalla sua visuale sentì chiaramente qualcosa di strano.
Un’aura pericolosa.
Non ci pensò due volte e si precipitò fuori dall’edificio.
I tre ragazzi erano ancora sull’uscio che parlavano tra loro, non si erano accorti di nulla.
-Silvestro…- disse Belle sorpresa.
-Chi c’è!?- chiese guardandosi attorno.
Da dietro una delle case che circondavano emerse una figura alta e magra, sciupata sottolineata dal volto scavato. La barba scura gli raggiungeva il petto. Capelli lunghi fino alla schiena. Gli occhi di un impressionante azzurro cielo.
-M-Makoto?- chiese Komor ad occhi spalancati.
Belle non riusciva a proferire parola.
-A quanto pare le tue abilità sensoriali non sono diminuite col tempo Silvestro.- disse l’uomo grattandosi nervoso la nuca.
-Papà… cosa ci fai qui? Credevo che avessi detto che non volevi entrare in città.- disse Touko perplessa.
-Aspetta… sapevi che era qui?- domandò Belle.
-L’ho incontrato alla Palude qualche giorno fa.-
-Allora è per questo che hai fatto tardi!- realizzò Komor.
Tuttavia il Capo Palestra di Mistralopoli non sembrava affatto sollevato.
-Lo so che siete qui, fatevi vedere!- esclamò l’uomo.
Tre figure vestite di scuro simili a ninja comparvero dal nulla accerchiando il gruppetto.
-Bravo, Capo Palestra di Mistralopoli. Sei degno della tua fama. Come hai fatto a scovarci? Noi, che siamo ombre! Noi, il Trio Oscuro!- disse uno dei tre albini.
Belle si nascose dietro a Komor, intimorita.
Touko mise immediatamente mano alla Pokeball di Servine.
Makoto e Komor si erano irrigiditi mentre Silvestro osservava le nuove comparse con algido disprezzo.
-Volevamo riferirlo solo a Touko… Ma pazienza.- continuò un altro.
-Ghecis ha un messaggio per te: Vieni alla Torre Dragospira!-
-N ti aspetta lì. Così ha detto.- concluse il terzo.
Makoto era sbiancato. Non potevano essere già entrati, giusto?
-La Torre Dragospira? Che significa? Spiegatevi!- ordinò Silvestro.
Ma il Trio Oscuro scomparve così com’era arrivato.
Veloce come un fulmine Touko afferrò la Pokeball di Archeops. Rapidamente fece scattare la serratura della sfera ed il Pokémon Paleouccello uscì in tutto il suo splendore.
Con altrettanta velocità gli salì sul dorso ed immediatamente Archeops spiccò il volo.
-Alla torre!- esclamò.
Senza che ci fosse bisogno di aggiungere altro il Pokémon si diresse verso il rudere.
-Touko!- cercò di chiamarla il padre, ma la ragazza era già sparita nel cielo nevoso.
***
Finalmente.
Dopo tutto quel tempo era lì, davanti a lui.
Sentiva il suo richiamo, più forte che mai.
Sollevò delicatamente la sfera nera, come se fosse sul punto di rompersi.
Percorse con le dita le tre scanalature.
«Mi hai trovato.»
-Ti ho trovato.-
E la terra tremò.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque... riconosco di essermi soffermata... forse un po' troppo sulla descrizione di Mistralopoli, ma abbiate pazienza: è la mia città preferita di Unima ed io e l'inverno siamo pappa e ciccia, mi è venuto naturale.
Ma passando alle parti salienti: Makoto e Touko.
Spero di aver descritto il loro incontro con abbastanza trasorto, ma sono una frana con i rapporti umani, quindi... beh abbiate pietà.
Sì, Zorua si è evoltuo, ma non essedo questa storia "N centrica" non ho messi il come ed il quando, ma tranquilli: sarà sempre la voce della ragione (o la mia, il più delle volte: dà voce ai miei commenti sarcastici).
Spero vi sia piaciuto come ho rigirato la scena dell'uscita dalla Palestra a mio favore.
Personalmente la prima volta che ho giocato a Nero mi sono precipitata subito alla Torre (ovviamente dopo una dovuto visita al Centro Pokémon), quindi vai con le scene d'azione.
Ovviamente io sono una persona troppo sadica per permettere che tutte le cose belle si svolgano nell'immediato futuro, quindi eccovi il finale con la terra che trema.
Vi ricoda qualcosa?
Chi di voi veterani è così fissato con i dettagli da ricordarsi? (è più banale di quando sembri)
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con La mia missione.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 19
*** La mia missione ***


La mia missione

-Touko!- la voce di Makoto si perse nel nulla.
Ormai la ragazza era scomparsa al di là delle nuvole cariche di neve.
-Dobbiamo andare alla Torre Dragospira.- disse Silvestro andando a passo svelto verso la rovina.
-Veniamo anche noi!- esclamò Komor andandogli dietro.
Belle e Makoto li seguirono l’attimo dopo.
-Ma… Makoto… sei proprio tu?- domandò Belle guardando l’uomo cercando la stessa persona che accompagnava lei Touko e Komor al parco giochi di Soffiolieve.
-Sono cambiato parecchio, eh?-
-Credevo che il Team Plasma ti avesse catturato.- disse Komor mentre si voltava aggiustandosi gli occhiali.
-Sono riuscito a scappare poco tempo fa.-
-Sai cosa vogliono alla Torre Dragospira?- domandò Silvestro.
L’uomo non disse nulla.
-Non mi sembra un buon momento per i segreti Makoto.- fece notare la Maschera di ghiaccio.
-Stanno cercando…- ma non poté terminare la frase perché una violenta scossa li costrinse a fermarsi.
-Che cosa succede?- chiese Belle spaventata.
-Viene dalla torre!- esclamò Komor.
-Sta succedendo qualcosa!- disse Silvestro cercando di tenersi in equilibrio.
-Lo hanno trovato…- mormorò Makoto terrificato.
-Che cosa!?- esclamò esasperato il Capo Palestra di Mistralopoli.
-Lo Scurolite.-
***
Nella torre c’era un’enorme crepa. Dovevano essere passati di lì.
Un’improvvisa raffica di vento minacciò di farli precipitare.
Touko si strinse al collo di Archeops cercando disperatamente di non perdere l’equilibrio.
«È cominciato.»
Non mi piace.
-Archeops, in picchiata! Dobbiamo sbrigarci!-
Il Pokémon Paleouccello fece come gli era stato chiesto ed immediatamente entrarono nel rudere.
Il pavimento di giada era ormai rovinato e pieno di crepe a causa del tempo e della caduta di vari pezzi del soffitto. Un pezzo era completamente crollato creando una specie di piscina naturale a causa del lago dove sorgeva la torre.
Le pareti di pietra erano scheggiate e pericolanti così come le colonne che un tempo dovevano aver reso quel luogo meraviglioso.
-Archeops, potrebbe essere pericoloso, ritorna.-
Una volta fatto tornare il Pokémon Paleouccello nella Pokeball, Touko cominciò una corsa ai limiti della disperazione verso la cima della torre.
Aveva quasi raggiunto le scale quando una scossa la costrinse a fermarsi aggrappandosi ad una parete.
Un verso di un Pokémon enorme riecheggiò nell’immensità della torre.
Devo sbrigarmi!
Riprese a correre.
Il cuore le batteva all’impazzata e non era per la corsa incallita.
Era terrorizzata da quello che avrebbe potuto trovare una volta giunta alla sua destinazione finale.
Raggiunta la cima delle scale trovò il Team Plasma ad accoglierla.
-Fermatela!- ordinò qualcuno.
Touko aveva già preso la Pokeball di Servine.
-LEVATEVI DI MEZZO!-
Il Pokémon Serperba scacciò immediatamente i seguaci con le fruste. Non ebbero nemmeno il tempo di chiamare i loro Pokémon.
Con Servine al suo fianco continuò a correre senza mai arrestarsi.
-Scrafty, Zuccata!-
-Servine, Vorticerba!-
Non ci fu nemmeno bisogno di fermarsi.
Corse una quantità innumerevole di rampe di scale.
L’adrenalina che le scorreva in corpo le impediva di arrestarsi.
Era quasi in cima quando ci fu un’altra scossa.
Cadde per terra battendo le ginocchia con violenza.
Il dolore le mozzò il respiro già rado per la corsa.
Servine le fu accanto senza bisogno di parole.
Un altro ruggito riempì l’aria.
Touko respirò a fondo cercando di riprendere fiato tenendosi le ginocchia come se potesse alleviarne il dolore.
Quando il terreno smise finalmente di tremare Touko tentò di rimettersi in piedi, ma fu solo grazie a Servine se riuscì nell’impresa.
-Grazie…- mormorò con un sorriso sofferente.
-Forza.- disse poi con lo sguardo fiero rivolto al lungo corridoio che aveva davanti.
Era quasi arrivata all’ultima rampa di scale quando vide un uomo piuttosto anziano affiancato da alcune reclute.
Capelli e barba bianca, una tunica rossa chiusa dallo stemma del Team Plasma, in testa un lungo cilindro dello stesso colore della tunica.
-Finalmente! Il nostro sovrano N diventerà l’Eroe!- esclamò con una luce negli occhi che Touko giudicò folle.
Quando finalmente si accorse di lei non poté fare a meno di esibire un’espressione sconvolta.
-Impossibile! Come hai fatto ad arrivare fin qui!?-
-Sai, dovreste scegliere meglio i vostri tirapiedi.- rispose l’Allenatrice non senza una certa spavalderia.
-Forza! Proteggiamo il nostro Sovrano!- esclamò il Saggio mentre i suoi seguaci accerchiavano la ragazza, le mani sulle Pokeball.
-O sei con il Team Plasma, oppure sei contro il Team Plasma! Non c'è posto qui per te!- disse assumendo un’espressione spietata.
-Che ne dici Servine? Ci mettiamo più o meno di un minuto?- chiese la ragazza con fare beffardo al Pokémon Serperba.
Quella ricambiò il sorriso facendo schioccare la coda in segno di sfida.
-Watchog, Iperzanna!-
-Trubbish, Sporcolancio!-
-Servine, Fendifoglia!-
Nel mentre Touko aveva estratto dalla borsa a tracolla che portava quando andava in città la padella che già aveva usato per uno scontro simile.
Servine e Touko combattevano insieme schiena contro schiena. Sembravano una cosa sola.
-Krookodile, Oltraggio!-
Ma prima che l’attacco potesse anche solo sfiorare Touko Servine lanciò contro il Pokémon Minaccia un attacco che l’Allenatrice non aveva mai visto prima.
Una vera e propria tempesta di foglie affilate di un meraviglioso color smeraldo.
Quella mossa mise al tappeto tutti i Pokémon avversari in una volta sola.
-Servine…-
Ma non ebbe il tempo di dire altro perché il Pokémon Serperba venne avvolto da una luce accecante e cambiò aspetto.
Divenne ancor più maestosa e fiera, espressione accentuata dagli occhi ambra. Il corpo divenne completamente serpentino, privo di arti; ricoperto da una pelle di un verde chiaro. Sul petto fino alla coda e sulla schiena il verde era più vivo e scuro, come smeraldo. Verso il petto due motivi gialli che ricordavano dei rami stilizzati. Sul collo una sorta di grande colletto verse scuro e giallo all’interno che si arricciavano sulla fine. Il muso affilato bianco perla. La parte finale della coda era ornata da tre figlie smeraldine.
Touko prese il Pokédex con le mani che tremavano.
«Serperior, il Pokémon Regale. Presenta delle foglie anche sulla parte finale della coda, con le quali sembra usare con estrema potenza e velocità la mossa Fendifoglia. Rispetto alle sue due pre-evoluzioni, Snivy e Servine, Serperior non presenta arti superiori. Nonostante questa penuria, Serperior è nettamente più veloce non solo dei suoi stadi precedenti, ma di un grande numero di altri Pokémon.»
-Bene, direi che avete capito chi sia in vantaggio.- disse Touko riponendo l’oggetto e sorridendo malamente ai membri del Team Plasma.
-Non credere di aver vinto! L'Eroe aprirà la strada per un nuovo mondo! Quindi, Allenatore, preparati a perdere tutti i tuoi Pokémon!-
Per tutta risposta la ragazza gli mollò una padellata in testa facendolo svenire.
Dopodiché riprese la corsa.
Quando finalmente arrivò in cima sentì come una scossa partire dalla sua mente ed espandersi per tutto il corpo attraverso il sistema nervoso.
Anche Serperior si era irrigidita al suo fianco.
La parete della torre era crollata, così come l’intero soffitto.
C’erano macerie dappertutto e diverse colonne erano crollate e finite in pezzi.
L’aria satura di polvere ed elettricità.
N era lì, le dava le spalle ed i capelli verdi erano leggermente mossi dal vento.
Touko lo guardò per un attimo prima di rendersi conto dell’altra presenza nella stanza. La stessa che percepiva da quando erano arrivati a Mistralopoli.
Davanti a lei, precisamente in mezzo alla sala, c’era un enorme Pokémon Drago, nero come le nubi temporalesche. Sulla schiena due ali più piccole delle braccia che richiamavano lo stesso motivo nascondendo le mani prensili. Un’antenna sulla testa che si illuminava al ritmo dei fulmini. La coda assomigliava ad una turbina elettrica ed emanava una luce blu statica ad intermittenza. Gli occhi rossi e bianchi sembravano volerle scrutarle l’anima.
Touko rimase paralizzata sul posto aveva la sensazione di trovarsi difronte a qualcuno che si conosce da sempre, ma non si vede da molto tempo.
Il cuore le batteva in gola, come se si fosse spostato dal petto dove non lo sentiva più.
N si voltò lentamente, non aveva un’espressione particolarmente diversa da quella che mostrava sempre. Era serafico, come se non stesse accadendo nulla al di fuori dell’ordinario.
-Guarda, Touko! Non è Maestoso? Questo è il Pokémon leggendario che guiderà il mondo al fianco dell’Eroe! Ora potrò recarmi alla Lega Pokémon con Zekrom per battere il Campione! Sarà l’ultima lotta per i Pokémon! Quella che metterà fine alle loro sofferenze! Finalmente potranno avere un mondo in cui vivere felici!- mentre parlava il suo sguardo si era acceso di una luce che spaventò a morte Touko: la disperazione del folle.
-Sai che non funzionerà mai. Nemmeno se avrai Zekrom al tuo fianco.-
In quel momento la ragazza si rese conto di un particolare che prima le era sfuggito: aveva un braccialetto che non gli aveva mai visto.
Il laccio di cuoio bianco intrecciato, il ciondolo era uno Yin.
Istintivamente si portò la mano al suo Yang.
-Beh, se vuoi fermarci, dovrai prima dimostrare di avere la stoffa dell’Eroe! Solo se Reshiram riconoscerà il tuo valore, potrai affrontare me e Zekrom alla pari e avrai così una possibilità di fermarci!- disse sempre con la stessa enfasi.
Touko fu attraversata da un brivido.
Reshiram?
Allora… era lei?
Ed N lo sapeva?
Da quanto?
-Allora, cosa pensi di fare? Secondo le mie previsioni, tu incontrerai Reshiram. Sarai forse tu, con l’aiuto e la fiducia dei tuoi Pokémon, l’incognita che manderà all’aria il mio piano di cambiare il mondo?-
Ma perché aveva sempre la sensazione che N chiedesse a gran voce di essere salvato quando parlava così?
-Ora vai! Trova Reshiram, se ci tieni così tanto a proteggere il legame che unisce uomini e Pokémon! Sono sicuro che anche lei, sotto forma di Chiarolite, ti sta aspettando.-
Touko avrebbe voluto corrergli incontro, abbracciarlo da dietro, dirgli che non era troppo tardi per fermarsi. Per evitare l’irreparabile, ma non fece tempo nemmeno a muovere un passo.
-N…!-
Una folata di vento provocata da Zekrom la costrinse a coprirsi il volto con le braccia, aiutata da Serperior.
Fece a malapena in tempo a vedere N volare via su Zekrom e sparire nelle nuvole dense di neve di Mistralopoli lasciando quella stanza vuota in balia dei fulmini.
***
-Ma questi non finiscono più?- chiese Komor mentre respingeva altri membri del Team Plasma.
Nessuno fece tempo a rispondere perché un’improvvisa scossa mise tutti in ginocchio. Poco dopo un uomo anziano seguito da alcune guardie del corpo fece la sua entrata in scena.
-Il nostro Sovrano ha terminato. Per ora ritiriamoci.-
-Non crederete che ve lo lasceremo fare!- esclamò Silvestro, ma il Team Plasma aveva già gettato a terra delle sfere di Nero Fumo, dileguandosi nella confusione.
Il gruppetto si guardò attorno, non era rimasto più nessuno.
-Che cos’è successo?- chiese Belle confusa.
-Non lo so, ma non mi piace.-
Sentirono un gran fracasso proveniente dall’esterno e si precipitarono fuori.
Riuscirono appena in tempo a vedere Zekrom volare via con in sella…
-N! Non posso crederci! Ha davvero risvegliato Zekrom!- esclamò Komor sconvolto.
-Sembrerebbe…- la voce abbattuta di Touko fece girare di scatto i presenti.
-Touko! Ma che ti è preso! Era pericoloso!- esclamò Belle correndole in contro.
-Che cos’è successo?- domandò Makoto.
-N… mi ha detto di cercare Reshiram.- disse con un filo di voce.
-L’altro Pokémon leggendario?- chiese Belle sorpresa.
-Esatto, proprio così.- disse una voce cogliendo i presenti di sorpresa.
Il Campione della Lega Pokémon fece la sua entrata in scena.
-Nardo! Sei veramente tu?- chiese Makoto.
-Makoto! Da quanto tempo!… Ma non c’è tempo per i saluti, per quanto mi faccia piacere vedere che stai bene.- disse improvvisamente serio.
-La colonna di fulmini che prima si è levata in cielo… è opera di Zekrom, un Pokémon così potente da poter distruggere il mondo intero. E il pazzo che lo controlla vuole imporre a tutti di “liberare” i Pokémon.-
Touko strinse i pugni a sentire l’aggettivo “pazzo”, ma non disse nulla.
-Non possiamo lasciarlo fare o quello che ci aspetta è un mondo in cui Pokémon ed Allenatori non potranno più vivere gli uni accanto agli altri.- concluse.
-Hai ragione.- disse Makoto.
-Ora, Touko se non ho capito male N ti ha detto di risvegliare Reshiram.- disse Nardo pensieroso.
La ragazza annuì piano.
-Ma perché lo avrebbe detto a te?- chiese Silvestro curioso.
Touko non disse nulla.
Prese il ciondolo che portava sotto i vestiti e lo mostrò ai presenti.
Makoto e Nardo sgranarono gli occhi.
-Touko… dove lo hai preso?- chiese il padre.
-L’ho trovato al Castello Sepolto.- rispose.
Così iniziò a raccontare quello che le era successo in quel luogo, anche del sogno che le aveva detto come orientarsi nel palazzo.
Evitò di dire della voce che le rivolgeva parole gentili ogni tanto, le sembrava già troppo quello che stava rivelando.
-Ma allora è al Castello Sepolto?- chiese Belle.
Makoto scosse la testa.
Finalmente era giunto il momento anche della sua rivelazione.
-Sei anni fa sono andato in missione per indagare sul Team Plasma. A quel tempo non era ancora così potente e in vista. Se ne sentiva parlare, ma poco altro.
Capitai al Castello Sepolto e, come è successo a Touko, ho avuto un sogno in cui raggiungevo la stanza con l’arazzo.
Delle voci mi hanno chiesto di nascondere il Chiarolite e lo Scurolite.
Lo Scurolite lo avevo nascosto qui, mi sembrava un posto sicuro… ovviamente non lo era poi così tanto.-
-E il Chiarolite?- domandò Komor.
Tuttavia fu Touko a rispondere, colta improvvisamente da una rivelazione.
-Al museo di Zefiropoli.-
-Ma come…-
-Avevo sentito la sua presenza quando ci sono stata la prima volta, solo che al tempo non sapevo ancora nulla di questa storia.- rispose la ragazza esitante.
-Beh…- cominciò Nardo.
-Allora tutti a Zefiropoli.- concluse facendo uscire Druddigon dalla Pokeball.
Makoto fece lo stesso con Braviary, Komor con Unfezant e Touko nuovamente con Archeops. Belle non aveva Pokémon volanti e si aggregò a Komor.
Il viaggio fu sorprendentemente veloce.
Nel frattempo Makoto aveva chiamato Aloè per spiegarle la situazione.
Touko non disse nulla per tutto il viaggio. Si limitò a stringere il suo ciondolo mentre faceva sprofondare il viso tra le piume di Archeops cercando una quiete che non aveva.
Arrivarono a Zefiropoli al calar del Sole.
La Capo Palestra nella Città in cui soffia un vento d'eleganza li aspettava appena fuori dal museo. In mano reggeva una sfera bianchissima solcata da tre scanalature: il Chiarolite.
Il gruppetto smontò rapidamente dai Pokémon e si avvicinarono per osservare meglio il fossile.
Non ci furono saluti, né convenevoli.
In quel momento c’era solamente il pericolo imminente e il bisogno di speranza.
-È questa?- domandò la Mamma nata.
Touko la osservò e sentì nuovamente la sensazione che aveva provato la prima volta. Familiarità, attrazione arcana, estraniamento dal mondo.
«Ora sai.» disse la voce, Reshiram, con una sorta di malinconia più marcata del solito nel tono.
-È lei.- disse infine.
-È una bella fortuna che quelli del Team Plasma non l’abbiano notata quella volta.- disse Belle sorridendo sollevata.
-In effetti… a ripensarci avevano cercato di rubare il teschio del Drago nella speranza di far rivivere il Pokémon Drago leggendario.- mormorò Aloè.
Subito dopo guardò Touko.
Ora tutta l’attenzione era puntata su di lei.
L’Allenatrice fece per allungare la mano verso il Chiarolite, ma Nardo la fermò.
-Aspetta un attimo Touko! Se prendi il Chiarolite ti impegni anche ad affrontare N nel caso dovesse succedermi qualcosa. Accetti questa condizione?-
Touko ci pensò un attimo.
Le dita sfioravano appena la superficie liscia del Chiarolite.
Affrontare N…
Il solo pensiero le provocava un male fisico e mentale.
Cosa avrebbe fatto se avrebbe davvero dovuto combattere contro di lui?
Ferirlo ed essere ferita?
Cosa devo fare?
«Non preoccuparti. Io sono con te.» quella volta la voce di Reshiram era dolce, quella di una sorella maggiore.
Alla fine Touko prese un profondo respiro e prese delicatamente il Chiarolite tra le mani come se fosse stato un uovo pronto a schiudersi.
Sono nata per questo motivo.” avrebbe voluto dire, invece disse –È la mia missione.-




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque... titolo tutto nero,è voluto per ovvie ragioni.
Zekrom è torato tra noi.
Spero di aver reso bene la scena, anche perché questo capitolo ruota intorno a questo fatto.
Ora finalmente sappiamo perché il Team Plasma si ostinava a tenere Makoto sotto chiave.
Ho desciso di tagliare la seconda visita al Castello Sepolto, nel videogioco aveva senso, ma visto come ho creato il rapporto tra Reshiram, Zekrom ed i rispettivi Eroi mi sembrava inutile.
Ora finalmente gli ingranaggi del destino iniziano a muoversi ben oliati, la battaglia finale si avvicina sempre di più, insieme alle mie idee create apposta per arrecarvi infarti al limite della sopravvivenza.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Leggenda.
Alla prossima <3

Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 20
*** Leggenda ***


Leggenda

Da quando aveva preso con sé il Chiarolite Touko si era chiusa nel mutismo più totale. Lo sguardo perennemente perso nel vuoto.
Non cercava nemmeno di nasconderlo. Camminava senza prestare attenzione a dove metteva i piedi, le dita della mano destra giocavano col ciondolo dello Yang che ora troneggiava sopra i vestiti come una gemma preziosa.
Dopo aver ottenuto il Chiarolite Touko, Belle e Komor erano tronati a Mistralopoli e si erano incamminati verso la palude.
Makoto invece era stato letteralmente rispedito a Soffiolieve dalla figlia senza possibilità di appello.
 
Flashback
-Devo aiutarvi! Il Team Plasma…-
-Adesso non è più te che cerca. So tutto quello che c’è da sapere sul loro conto.-
-Sei ancora una ragazzina…- tentò di obbiettare.
-Ma non sono una bambina e certamente non sono né ingenua né sola.- replicò lei.
-Touko…-
-Papà.- lo aveva ripreso continuando a guardarlo negli occhi.
Makoto aveva trovato quelli della figlia incrollabili, pieni di una triste certezza, la verità assoluta che sapeva conoscere. Nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto, quello che lui avrebbe voluto fare.
L’aveva abbracciato forte, dopodiché aveva salutato il resto dei presenti ed era ripartita assieme a Belle e Komor i quali erano riusciti a stento a starle dietro in groppa ad Unfezant.
Fine flashback
 
Avevano continuato il viaggio a piedi dalla Palude Mistralopoli.
Si erano allenati, Belle aveva fatto evolvere Herdier in Stoutland e Dewott in Samurott. Komor era riuscito a far evolvere Pignite in Emboar e Boldore in Gigalith. Inoltre era riuscito a catturare un Fraxure particolarmente potente che aveva lo stesso arnese del controllo mentale che aveva prima Deino. Se ne erano sbarazzati grazie a Galvantula.
-Ne incontriamo sempre di più.- aveva commentato Belle osservando il congegno più da vicino.
-Chiunque sia questo Acromio dev’essere piuttosto sicuro di sé per lasciare questi Pokémon così vicino ad un Capo Palestra.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
Touko si era limitata ad annuire pensierosa.
-Secondo voi ha a che fare col Team Plasma?- domandò Belle.
Komor si pulì gli occhiali, riflettendo.
-Non penso.- disse infine aggiustandosi gli occhiali sul naso.
-Persino per dei tipi come loro andrebbe contro l’etica che tanto propagano. Non ha alcun senso.- concluse pensieroso.
Touko annuì distrattamente accarezzando Deino con dolcezza. Quando aveva visto quel congegno si era terribilmente spaventato e l’Allenatrice gli era subito stata accanto.
-Chiunque sia questo Acromio ho la sensazione che prima o poi ce lo ritroveremo davanti.- commentò Touko proferendo parola per la prima volta nell’arco della giornata.
-Forse opera da queste parti, dopotutto il Monte Vite è piuttosto vicino.- fece notare Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Dovremmo avvertire Silvestro.- disse Belle.
-Lo sa già.- replicò Touko.
-Come?-
-Rafan, era con noi quando abbiamo trovato Deino, ricordate? Ha riferito quello che è successo a Silvestro e quando siamo andati in Palestra mi ha chiesto delucidazioni.- rispose l’Allenatrice.
-Quindi cosa dovremmo fare?- chiese Belle.
-Continuare. Sono sicura che prima o poi troveremo quello scienziato pazzo. Dopotutto siamo una calamita per i guai.- disse Touko con un mezzo sorriso ironico.
Komor e Belle non dissero nulla, da quando aveva preso con sé il Chiarolite mentre Touko parlava aveva sempre un’aria abbattuta.
-Siamo arrivati!- esclamò Belle per cambiare discorso e atmosfera.
Sorrise a Touko e la prese per un braccio.
-Coraggio! Dicono che il Ponte Propulsione sia fantastico!- disse con un sorriso a trentadue denti.
La castana si ritrovò a sorridere leggermente seguendo l’amica.
 
Il Ponte Propulsione era un robusto ed enorme ponte interamente d'acciaio. Sostenuto da due enormi pilastri, anch'essi d'acciaio, era diviso in due piani, uno riservato ai pedoni e l'altro ai treni. Dai fori del pavimento a griglia della parte pedonale si potevano vedere i mezzi sui binari facendo vibrare la griglia su cui camminavano le persone camminavano.
Belle si bloccò nel bel mezzo della strada pedonale per guardare i treni che sfrecciavano sotto i loro piedi mentre Touko guardava l’amica sorridendo. Komor le raggiunse poco dopo.
-Ci pensate? Dopo questo ponte c’è Boreduopoli! L’ultima città prima della Lega!- esclamò Belle, piena di entusiasmo.
Tuttavia a quelle parole Touko si rabbuiò all’istante e Komor tirò una gomitata di rimprovero alla bionda che si scusò mille volte stringendo il cappello verde.
-Touko…- cercò di chiamarla Komor.
La ragazza si sforzò di sorridere, ma quell’espressione era talmente falsa che lei stessa lo sentiva con chiarezza. I muscoli facciali tirati, in attesa soltanto di tornare rilassati nell’espressione cupa che assumeva sempre più spesso.
-Dai Touko… in qualche modo riusciremo a cavarcela.- cercò di dire Komor
-Chi l’avrebbe che il nostro viaggio per diventare Allenatori sarebbe diventato una corsa contro il tempo per salvare il mondo che conosciamo…- commentò la castana mentre i suoi Pokémon le si facevano più vicini.
Belle e Komor non seppero trovare le parole giuste. Rimasero in silenzio, la disfatta dipinta sui loro volti.
«Arrivano.»
Touko si voltò di scatto appena in tempo per vedere le familiari figure del Trio Oscuro.
-Di qua.- disse uno di loro prima di sparire nuovamente assieme alla ragazza.
Komor, Belle ed i Pokémon di Touko rimasero un secondo paralizzati, ma furono questi ultimi a riprendersi per primi a lanciarsi all’inseguimento del terzetto ninja.
***
-Ghecis, ecco l’Allenatore.- disse sempre lo stesso ninja.
Touko fece a malapena a rendersi conto di chi aveva difronte prima di mettersi in posizione di difesa.
Si accorse a malapena che il Trio Oscuro si era materializzato alle spalle dell’invasato.
-I tuoi sforzi sono encomiabili. Vedo che hai ottenuto il Chiarolite. Ti faccio i miei complimenti per l’ottimo lavoro.- disse Ghecis con la sua solita voce melliflua.
-Taglia corto lampadario ambulante. Cosa vuoi?- chiese la ragazza aggressiva.
-Hai un bel caratterino, eh?- rise piano il verde.
-Sai, N ha un’idea un po’ bizzarra. Secondo lui i due Allenatori che riescono a risvegliare i due Pokémon Draghi leggendari dovrebbero affrontarsi in una lotta per determinare chi sia il vero Eroe.- disse.
«Proprio come allora…» disse mesta la voce di Reshiram.
Touko strinse i pugni, se voleva informazioni doveva evitare di mollare a quell’invasato una padellata in mezzo agli occhi.
-Ma è una prova del tutto inutile. Infatti fin dall’infanzia N è stato educato per  diventare l’Eroe. Come risultato il Pokémon leggendario ha riconosciuto il suo valore. Si sa’…  N è una persona pura.- lo diceva come se fosse merito suo.
A Touko prudevano le mani, ma optò per la diplomazia.
-“Il Pokémon leggendario” ha un nome.- disse notando che Ghecis la osservava quasi sorpreso, evidentemente non era abituato ad essere interrotto.
-È Zekrom e non ha scelto N perché gli avete insegnato chissà quale dottrina invasata. Lo ha scelto perché ha riconosciuto in lui la strada degli Ideali. Non è stato merito tuo, vedi di non montarti la testa.- disse con odio.
Ghecis rise sommessamente.
-Non importa quello che dici. Il Team Plasma porterà alla liberazione dei Pokémon, sai cosa significa questo? Significa che separeremo umani dai loro Pokémon e renderemo inoffensivi tutti gli Allenatori che si opporranno. Solo noi potremo usare i Pokémon in futuro.
I preparativi sono stati ultimati ed una volta messo in atto il mio infallibile piano… gli sciocchi Allenatori non potranno opporsi al Team Plasma e libereranno i loro Pokémon, uno dopo l’altro.
In breve saranno centinaia, migliaia!
Anche il Campione ed i Capi Palestra saranno trascinati dalla corrente e diventeranno a loro volta innocui. Avere i Pokémon equivarrà ad un crimine! E alla fine il mondo cambierà.-
-Da come parli più che la liberazione dei Pokémon sembra che tu voglia il controllo del mondo. Se i vostri ideali fossero sinceri non li terreste nemmeno voi. E non sperare che vi lascerò fare i vostri comodi, vi metterò tutti al vostro posto: in un manicomio.- disse Touko con sospetto.
Ghecis sorrise, ma non commentò e continuò imperterrito il suo discorso.
-La pietra da sola non basta per ottenere il riconoscimento del Pokémon leggendario e neppure ti garantirà il titolo di Eroe.-
-Io non voglio il “titolo di Eroe” come lo chiami tu. E “il Pokémon leggendario” ha un nome: si chiama Reshiram. Sei pregato di tenerlo a mente.- disse Touko, la fiamma della battaglia ardeva con prepotenza negli occhi.
-Senza contare che vi dimenticate sempre un particolare: Pokémon ed umani si cercano a vicenda, non importa quello che farete.-
Come a confermare le sue parole la sua Squadra arrivò mettendosi attorno a lei come per proteggerla, anche se Ghecis e i suoi ancora non avevano ancora dato segno di attaccare.
Ghecis concesse a Touko un’occhiata gelida, ma quando si iniziarono ad intravedere Belle e Komor in lontananza decise che non era più il caso di rimanere. Il Trio Oscuro lo accerchiò e sparirono senza lasciare traccia.
-Touko!- la voce di Belle si sentiva a metri di distanza come se fosse a pochi centimetri dall’orecchio.
I due Allenatori ripresero fiato prima di constatare che il Team Plasma si era defilato e che l’amica era illesa.
-Certo che ci provi gusto a farti rapire…- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Sono loro che mi stanno appiccicati!- replicò Touko risentita.
-Cosa volevano?- chiese Belle preoccupata.
-Farmi rinunciare… credo…-
Komor si arruffò con violenza i capelli.
-Komor?- chiamò Belle preoccupata.
-Non importa quanto siamo attenti: sono sempre un passo davanti a noi.-
Touko non rispose.
Credi che si arriverà davvero ad uno scontro?
«Vorrei dirti che non sarà così, ma non ne sono del tutto convita. Verità ed Ideali sono opposti, dal momento che gli obbiettivi che un essere vivente si pone di raggiungere sono spesso contrapposti con la realtà.»
Ma…
«Ma è anche vero che insieme possono sostenersi. Siamo due metà di un unico essere diviso molti secoli fa per poter proseguire strade diverse, eppure anche noi abbiamo un punto di incontro ai confini di noi stessi.»
Quindi c’è la possibilità che la lotta venga evitata!
«Questo dipende solo da voi.»
-Touko?- la voce di Belle la richiamò alla realtà.
-Sì?- chiese leggermente spaesata.
-Tutto bene?-
-Sì… stavo solo pensando se esiste un modo per non arrivare allo scontro.- rispose stringendo gli spallacci dello zaino.
-Credi davvero che ci sia?- chiese Komor dubbioso.
Touko guardò per un attimo la sua Squadra.
-Non lo so…- ammise con tristezza.
-Beh… se esiste sono sicura che lo troveremo.- disse Belle entusiasta.
-Giusto. Per adesso limitiamoci a raggiungere Boreduopoli.- disse Komor facendo segno di seguirlo fuori dal Ponte Propulsione.
 
Uscirono su una stradina commerciale, un enorme supermercato faceva la sua bella figura al centro di uno spiazzo erboso.
Non si fermarono molto, solo il tempo perché Belle recuperasse alcune bibite da un distributore.
Boreduopoli era giusto dietro l’angolo.
Una volta arrivati, tuttavia, non ebbero nemmeno il tempo di guardarsi intorno perché la figura ormai ben nota di Nardo si parò loro davanti.
-Ehi, ragazzi! Da questa parte.- sembrava terribilmente serio.
Bizzarro per un tipo come il Campione di Unima, il che mise ancora di più sull’attenti i tre Allenatori.
L’uomo condusse i ragazzi verso uno spiazzo dove era radunata una cospicua folla di curiosi. Ad attirare in quel modo l’attenzione non era altri che Ghecis con alle spalle un’intera squadriglia del Team Plasma, esattamente come Touko e gli altri lo avevano visto per la prima volta a Quattroventi.
Il gruppetto andò in fondo alla folla per poter origliare quello che Ghecis stava farneticando.
-Quel bugiardo di Ghecis! Sta facendo di tutto per abbindolare la gente con le sue chiacchiere!- imprecò Nardo con la voce più bassa che riuscì a tenere.
-Ascoltate, N il nostro Sovrano ha unito le forze con un Pokémon Drago leggendario per costruire un nuovo mondo ideale. In tal modo si ripeterà la leggenda della fondazione di Unima per mano di un Eroe.-
Un lieve brusio confuso emerse dalla folla.
Touko strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne.
Ti sei dimenticato il nome di Zekrom. E Unima è stata creata da due Eroi gemelli.
-I Pokémon non sono come noi umani! Posseggono capacità ancora ignote. Sono esseri dai quali possiamo imparare innumerevoli cose. Dobbiamo riconoscerne i grandi meriti e liberarli dal dominio umano!-
Il brusio riprese, quella volta con più insistenza.
-Aiutate noi del Team Plasma a costruire un nuovo regno! Un regno in cui tutti possano essere liberi! Signore e signori, ridate la libertà ai Pokémon! Con queste parole io, umile Ghecis, vi lascio. Grazie per avermi ascoltato.-
E così il Team Plasma si defilò, sparendo dalla vista dei cittadini che continuavano a discutere incerti.
Touko guardò con disprezzo il gruppo andarsene dalla piazza per poi sparire nei vicoli della città.
In breve gli unici a rimanere in quel luogo furono Nardo, Belle, Touko ed altre due persone. Erano un uomo anziano ed una ragazzina dai voluminosi capelli blu.
-Ma che va dicendo quello? Non ho mai sentito tante buffonate!- esclamò indignata la ragazza.
-Questa Regione è stata costruita grazie alla collaborazione tra uomini e Pokémon! Se i Pokémon non volessero stare con noi, se ne sarebbero già andati via… Con le Pokeball non si possono imprigionare i sentimenti!- disse l’uomo con aria grave.
Nardo lanciò un’occhiata al terzetto di Allenatori dietro di lui.
-Venite.- disse mentre si dirigeva verso l’anziano e la ragazzina.
-Iris, Aristide! Quanto tempo!- salutò agitando lamano.
Fu Iris a rispondere.
-Guarda chi c’è! Nardo!- esclamò sorridendo.
-È successo qualcosa? A parte il Team Plasma, si intende. Non avevi lasciato la Lega per andartene a zonzo per la Regione? Cosa ti porta qui?- chiese Aristide.
-Vado subito al dunque. Vorrei sapere tutto sulla leggenda del Pokémon Drago!- disse con una determinazione che Touko era certa di non avergli mai visto prima.
-Intendi Reshiram? oppure Zekrom? E perché poi? Che cosa è successo?- chiese Iris a raffica.
Aristide riuscì a fermarla con un semplice sguardo.
-Poco fa un tipo losco di nome Ghecis ha detto in un comizio che un certo N ha risvegliato Zekrom.- disse poi rivolto a Nardo.
-Esatto. E quello stesso N ha detto a Touko di cercare l'altro Pokémon Drago!-
-Non capisco… cosa vuole fare? Far lottare due Pokémon Drago solo per affermare le proprie convinzioni? Ma chi è poi questo N?- chiese Aristide confuso.
-Che cosa!? I Pokémon Drago vanno molto d’accordo!- protestò Iris con foga.
-Già... sono gli Allenatori a far lottare i Pokémon tra di loro... Ed è grazie alle lotte che Allenatori e Pokémon si conoscono meglio. Va bene... io mi avvio alla Lega Pokémon. O, per meglio dire, “ci ritorno”. Sconfiggerò quell'N! E gli farò capire io quanto sia fantastico questo mondo in cui Allenatori e Pokémon convivono! Touko! Tu vinci la Medaglia della Palestra di Boreduopoli e raggiungimi! Ti aspetto alla Lega! Preparati! Aristide è un tipo tosto! Aristide, Iris... grazie! Ci vediamo!- detto questo si allontanò in tutta fretta sparendo dalla loro vista.
-Oh… se n’è andato… sembrava quasi arrabbiato… speriamo che vada tutto bene!- mormorò Iris quasi incredula.
-Non ti preoccupare Iris. Lui è il più forte Allenatore di tutta la regione di Unima!- esclamò, forse per convincere più sé stesso che la ragazza.
Di colpo i due spostarono la loro attenzione sul terzetto di Allenatori.
-Come hai detto che ti chiami?-
-Touko…-
-Che strano… è lo stesso nome della figlia di Makoto…- commentò Iris sovrappensiero.
-Conoscete mio padre?- domandò l’Allenatrice.
-Allora sei davvero tu!- esclamò Iris entusiasta.
-È davvero piccolo il mondo.- commentò Aristide.
-In ogni caso, venite a casa mia. Lì saremo tranquilli.- aggiunse il Sindaco inflessibile facendo loro strada.
Touko non disse nulla per tutto il viaggio, non si guardava nemmeno attorno. Si concentrava sui sussurri. Parlavano tutti del Team Plasma, del fatto che se il loro Sovrano avesse davvero Zekrom al suo fianco forse erano davvero nel giusto.
Avrebbe voluto urlare contro tutti loro.
Contro quegli stupidi creduloni che non mettevano in fila due neuroni.
Contro quel branco di decerebrati che seminava solo zizzania.
Contro Ghecis per quell’assurdo lavaggio del cervello.
Contro N per aver dato inizio al percorso che li avrebbe portati a combattersi.
Non si accorse nemmeno di essere entrata in casa di Aristide. Se ne rese conto soltanto perché Darmanitan le diede un colpetto che la riportò bruscamente alla realtà.
Aristide fece accomodare i tre sul divano davanti alla finestra ed Iris porse loro delle tazze di tè fumante. Una volta che furono tutti seduti il Capo Palestra iniziò a parlare.
-Vi dirò quello che so. Un tempo Reshiram, che si risveglierà proprio da quella pietra, e Zekrom, che si è già risvegliato, erano un Pokémon solo.-
-Quel Pokémon e gli Eroi gemelli avevano fondato una nuova Regione, dove Pokémon ed umani vivevano felici!- proseguì Iris.
-Finché un brutto giorno…- esordì Aristide con fare grave.
-I due gemelli si scontrarono: uno ricercava la verità, l’altro gli ideali. Ebbe inizio una lunga battaglia per decidere chi avesse ragione…
Il Pokémon Drago, incapace di schierarsi, scisse il suo corpo, per poter così fiancheggiare entrambi i gemelli…- spiegò Aristide sempre più cupo.
-Reshiram, il Drago bianco, schierata con chi cerca la verità, fautore di un mondo di pace… Zekrom, il Drago nero, schierato dalla parte di chi insegue gli ideali, per un nuovo mondo di speranza.- continuò Iris.
-Dato che i due Pokémon erano in origine un essere unico, avevano pari forza e resistenza. La lotta continuò, sempre più aspra, senza produrre alcun risultato. Finché, logorati dalla stanchezza, gli Eroi gemelli capirono. La ragione non poteva stare da una parte sola e così la lotta terminò.- continuò Aristide.
-Purtroppo, però… i figli degli Eroi cominciarono una nuova lite. Fu allora che Reshiram e Zekrom si abbatterono su Unima, lanciando fiamme e fulmini e distruggendo in un istante la Regione, per poi sparire nel nulla. E la colpa fu tutta degli umani. Se avessero saputo trattare i Pokémon con rispetto, non sarebbe accaduto nulla. Reshiram e Zekrom si erano sacrificati per creare una nuova Regione, dove Pokémon ed umani potessero vivere in pace!- esclamò Iris presa dalla narrazione.
-È vero, i Pokémon non sanno parlare.  E per questo spesso gli umani impongono le proprie idee, facendoli soffrire. Ma malgrado tutto… umani e Pokémon credono gli uni negli altri e si cercano a vicenda. E sarà così per sempre.- concluse Aristide.
-Nulla di più vero.- concordò Iris allegra.
-Non riesco proprio a capire quelli del Team Plasma. Come possono volere che ci separiamo dai nostri cari Pokémon?- aggiunse.
-Quelli sono tutti suonati di base.- affermò Touko.
Komor finì di bere il suo tè con aria pensierosa mentre Belle si guardava la punta delle scarpe.
-Non sapete come si può fare a risvegliare Reshiram?- domandò Komor mentre appoggiava la tazza sul comodino.
-Purtroppo questo rimane un mistero… non ho idea di come possa aver fatto quell’N a risvegliare Zekrom.- rispose Aristide.
-N deve aver fatto qualcosa che a Zekrom abbia suscitato una particolare reazione emotiva. Magari un comportamento che gli ha ricordato il primo Eroe degli ideali, magari gli ha mostrato la sua strada degli ideali…- ragionò Iris.
Nella stanza scese il silenzio. Non riuscivano a venire a capo di quell’enigma.
-Beh… immagino che capirò cosa fare al momento giusto. In ogni caso ho fatto una promessa. Quindi Aristide preparati perché quando mi vedrai alla Palestra ho intenzione di vincere.- disse Touko alzandosi seguita da Serperior ed Umbreon (gli altri erano dovuti rientrare nelle Pokeball o il salotto ne sarebbe stato invaso).
-Ti aspetto.- rispose Aristide mentre i tre Allenatori si dirigevano verso il Centro Pokémon.
***
Touko passò la notte a rigirarsi nelle lenzuola.
Non riusciva a prendere sonno.
Doveva battere Aristide al più presto e dirigersi alla Lega.
Doveva battere N.
Ma lei non voleva nemmeno lottare contro di lui.
Silenziosamente si alzò dal letto e si diresse, in pigiama, appena fuori dal Centro Pokémon. Si sedette sulla panchina stringendosi le gambe al petto.
Si sentiva profondamente triste, un enorme peso sul cuore che non accennava ad alleggerire la morsa che aveva stretto su di lei.
Che cosa doveva fare?
Le sembrò di sprofondare in una voragine senza fondo.
Non era pronta per quel confronto e non lo sarebbe mai stata.
Strinse lo Yang con tutta la forza che aveva nelle dita finché non lasciò il segno sulla pelle.
«Saremo insieme in questo.»
Grazie.
«Non parlo solo di me, anche Serperior, Umbreon, Darmanitan, Deino, Galvantula ed Archeops sono al tuo fianco e non ti lasceranno mai.»
Touko sorrise e si asciugò le lacrime che solo in quel momento si era resa conto di aver versato.
«Ora ti conviene rientrare, o ti prenderai un malanno.»
La ragazza rise piano, ma non discusse e rientrò nella sua stanza.
***
Toc, toc
Ma chi poteva bussare alla porta a quell’ora di sera?
Possibile che la professoressa Aralia si fosse dimenticata qualcosa durante il pomeriggio trascorso insieme?
Toc, toc
-Arrivo!-
Aki mise velocemente una vestaglia per essere un minimo più presentabile ed andò ad aprire alla porta.
Quando vide l’uomo sulla soglia il suo corpo si paralizzò all’istante. Il cuore batteva furiosamente nel petto, come se volesse uscire dalla cassa toracica. Si chiese se stesse sognando.
-M-Makoto?- chiese timorosa, immobile sulla porta.
Quello sorrise, un sorriso di scuse, ed allora seppe che era tutto reale.
Calde lacrime cominciarono a scorrerle incontrollate lungo le guance. Senza pensarci un attimo di più gettò le braccia al collo al marito, del tutto intenzionata a non lasciarlo andare.
-Mi spiace… averti fatta preoccupare tanto.- disse l’uomo accarezzando delicatamente i capelli castani della moglie.
Lei non disse nulla, si limitò a stringerlo più forte.
La loro famiglia non sarebbe più andata in pezzi.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Che dire... drastico cambiamento per quanto riguarda l'atteggiamento di Touko, ma penso che non potesse andare diversamente, dopotutto una situazione del genere dev'essere terribile da sostenere, no?
I battuta-e-risposta comunque rimangono.
Quello che avete letto sul Ponte Propulsione non è altro ciò che (a grandi linee e togliendo una buona quantità di insulti) volevo dire a Ghecis la prima volta che ho giocato a Nero.
Finalmente siamo a Boreduopoli, l'ultima tappa di questo viaggio prima della Lega.
Come verrà gestita la cosa?
Beh... lo scopriremo solo vivendo ;p
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Un palazzo dal sottosuolo
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
 

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Capitolo 21
*** Un palazzo dal sottosuolo ***


Un palazzo dal sottosuolo

-Zweilous, Dragofuria!- esclamò Touko mentre il Pokémon Irruenza partiva all’attacco contro Haxorus.
Ma Aristide era comunque preparato.
-Codadrago!-
Il Pokémon del Capo Palestra mise subito in atto la strategia del suo Allenatore e Zweilous fu costretto ad arretrare per non essere colpito in pieno.
Ormai era un’ora che combattevano senza sosta ed entrambi erano giunti al loro ultimo Pokémon.
Touko conosceva abbastanza Zweilous da sapere che non aveva ancora abbastanza resistenza da continuare a lungo. Doveva concludere e alla svelta.
-Haxorus, Lacerazione!-
Era l’attimo che aspettava.
Intercettò lo sguardo di Zweilous e quello, capendo al volo, non si mosse fino all’ordine dell’Allenatrice.
Avevano entrambi abbastanza sangue freddo per fare una cosa del genere.
Non appena il Pokémon Mascellascia fu abbastanza vicino da non poter più scappare Touko seppe che era giunto il momento di porre fine alla sfida.
-Dragopulsar!-
Haxorus fu investito in pieno dalla forza dell’attacco e venne scaraventato dalla parte opposta della Palestra.
Aristide capì immediatamente che non era più in grado di lottare e lo richiamò nella Pokeball.
-Complimenti, bella sfida.- disse il Capo Palestra avvicinandosi alla ragazza e porgendole la Medaglia Leggenda.
-Te la sei meritata.- aggiunse con un mezzo sorriso.
Touko sorrise a sua volta e accarezzò le due teste di Zweilous.
-Ottimo lavoro.- disse mentre il Pokémon Irruenza le si strusciava amorevolmente contro le braccia.
-Sai, mi ricordi molto tuo padre. Nei modi di fare con i Pokémon e durante le lotte siete identici.- disse il Sindaco inflessibile.
-Grazie.- mormorò Touko, presa alla sprovvista.
-Adesso andrai alla Lega?- chiese.
Touko annuì seria, doveva muoversi a raggiungere Nardo prima che lo facesse N. Il problema era che non avevano la più pallida idea di dove si trovasse.
-Devo sbrigarmi.- disse facendo rientrare Zweilous nella Pokeball, doveva riposare.
-Buona fortuna allora.- disse Aristide mentre la ragazza lasciava la Palestra.
***
Touko era andata a sfidare Aristide da sola. Era la prima volta che faceva qualcosa senza Belle e Komor da quado era iniziato il viaggio. Non sapeva nemmeno perché lo aveva fatto, semplicemente li aveva lasciati andare a fare il giro della città senza dire che cosa avrebbe fatto nel frattempo.
Si erano fermati soltanto due giorni. Il primo si erano allenati e Touko aveva fatto evolvere Deino e Komor Fraxure. Adesso lei aveva battuto la Palestra.
Doveva andare alla Via Vittoria e raggiungere la Lega il prima possibile.
Rifece lo zaino velocemente mentre l’infermiera Joy rimetteva in sesto la sua Squadra. Prima di lasciare la stanza dove soggiornavano buttò giù quattro righe dove spiegava a Belle e Komor dove andava.
Scese velocemente le scale, ritirò le Pokeball ed una volta fuori richiamò Archeops.
-Alla Lega.- disse una volta che gli fu in groppa.
Il Pokémon Paleouccello spiccò il volo ed immediatamente la grande montagna della Via Vittoria fu in vista.
Il cuore di Touko batteva forte, come se al suo posto nella cassa toracica ci fosse un tamburo ripetutamente percosso.
Non erano passati nemmeno cinque minuti quando una voce alle sue spalle la fece sussultare.
-Stop!-
Si voltò e vide Komor in groppa ad Unfezant. Faceva cenno di scendere con una certa insistenza.
Alla fine, seppur con una certa riluttanza, scese a terra.
Atterrarono sopra un ponte, i rispettivi Pokémon volanti a fianco.
Il ragazzo non sembrava molto contento dell’iniziativa di Touko.
-Dovremmo essere una squadra.- disse serio.
-Lo siamo ancora, ma questa cosa… capisci che è troppo importante? Se non mi sbrigo…-
-E hai pensato bene di non dirci niente?-
Touko non disse nulla, si guardava la punta degli stivali.
-Senti… io capisco che devi andare e che non puoi aspettare troppo per raggiungere la Lega, ma avremmo potuto essere con te. Questa è l’ultima tappa anche del nostro viaggio, non soltanto del tuo.-
-Invece questa è l’inizio della mia strada, Komor.- disse Touko alzando di scatto la testa.
-Devo proseguire adesso, prima che sia tardi.-
-Touko…-
-Komor.-
Lo sguardo della ragazza non vacillò nemmeno per un istante, ardeva di un fuoco che era solo suo, quello della determinazione più pura.
Komor lo conosceva molto bene. Era lo stesso che aveva avuto a Quattroventi, al il primo incontro con il Team Plasma.
Durante le lotte in Palestra.
Quando aveva preso il Chiarolite.
Adesso, se possibile, era ancora più intenso.
-So di non essere assolutamente al tuo livello.- disse Komor.
-Ma se poso fare qualcosa nella lotta contro N ed il Team Plasma… stanne certa che lo farò.-
Touko sorrise.
-Ne sono certa.-
Risalì sul dorso di Archeops ed i due ripartirono alla volta della Lega.
Komor rimase a guardarli allontanarsi per qualche secondo prima di tornare a Boreduopoli.
Belle lo stava aspettando fuori dal Centro Pokémon, Samurott era accanto a lei che scrutava il cielo.
Quando lo vide richiamò l’attenzione dell’Allenatrice e quella scattò in piedi come una molla.
-È andata.- disse Komor con una punta di rimpianto.
La ragazza sorrise, nostalgica.
-Certo che è divertente vedere come ognuno di noi stia prendendo una strada diversa.- disse allegra.
-Divertente? Ma come ti viene in mente di dire una cosa simile…- borbottò quello.
-Ma dai Komor, ogni tanto bisogna sdrammatizzare! Le cose non cambiano solo perché fai quella faccia seria.- fece notare Belle.
-Da quando siamo partiti con i nostri Pokémon abbiamo percorso la stessa strada, sono successe tante cose e siamo cambiati moltissimo. Ognuno di noi ha diverse aspirazioni e possibilità, no? Questo significa che è stato positivo partire e mi sento felice.- concluse la bionda con un sorriso.
-Ora capisco cosa volevi dire… in effetti siamo tutti e tre diversi. L’importante è che ognuno di noi riesca a mettere a frutto i propri talenti.- disse aggiustandosi gli occhiali.
Osservò il cielo, il tempo stava cambiando velocemente.
-Tutti abbiamo i nostri ideali e le nostre verità. Ma nel momento del bisogno siamo sempre pronti ad aiutarci a vicenda. Per questo, Pokémon ed esseri umani sono sempre fianco a fianco. L’ho capito bene negli ultimi tempi.- aggiunse scrutando ciò che  si vedeva della Via Vittoria.
-Coraggio! Conquistiamo la Medaglia Leggenda e raggiungiamo Touko!- esclamò Belle dopo qualche secondo di silenzio.
Komor sorrise, ce l’avrebbero fatta.
***
Aveva iniziato a diluviare così forte che Archeops faceva fatica a rimanere in quota. La visibilità era ridotta al minimo e potenti raffiche non rendevano il viaggio più semplice.
-Archeops! Dobbiamo atterrare! Ormai siamo arrivati! Ci ripareremo in una delle caverne della montagna!- disse Touko cercando di sovrastare il rumore del temporale.
Il Pokémon Paleouccello fece cenno di aver capito ed iniziò una cauta discesa verso le pendici della Via Vittoria.
Un fulmine troppo vicino minacciò di farli precipitare.
A Touko scappò un grido e si strinse più forte al collo di Archeops.
Udì il verso di un Pokémon che non aveva mai sentito prima, antico e potente.
Un lampo illuminò per un attimo la sagoma di un Pokémon che volava su di una nuvola, impettito a braccia incrociate.
Assomigliava ad un genio della lampada. Due corna sulla fronte e una specie nuvoletta sulla testa. La sua coda aveva degli ornamenti a forma di onde.
Per un attimo ebbe l’orribile sensazione di essere scrutata da un paio di occhi gialli impassibili.
Sentì la bocca seccarsi ed un brivido correrle lungo la schiena.
Con la scomparsa del lampo anche il Pokémon sparì.
Il temporale si quietò e lentamente tornò a farsi vedere il Sole.
Touko ed Archeops rimasero sorpresi dalla velocità con cui se ne era andato il temporale, ma alla fine il Pokémon Paleouccello atterrò davanti all’entrata di una delle caverne che costituivano la Via Vittoria.
Erano fradici di pioggia e nelle caverna faceva freddo.
Si stava facendo tardi e Touko decise che in quel momento montare il campo era la scelta più giusta.
Allestì la piccola cucina mentre Darmanitan accendeva il falò. Serperior e Galvantula si occupavano dei giacigli provvisori. Zweilous ed Umbreon montavano la guardia ed Archeops si riposava accanto al fuoco, esausto per il volo nella tempesta.
Solo in quel momento Touko sentì per davvero la mancanza di Belle e Komor.
Sospirò pesantemente e tronò a controllare la cena. Preparare da mangiare la rilassava e la aiutava a mettere in ordine i pensieri.
Il modo più veloce per scalare la montagna era sorvolarla con Archeops, ma avrebbe dovuto fare delle soste per evitare che il Pokémon Paleouccello si stancasse troppo, quindi avrebbe dovuto fare anche un po’ di arrampicata.
Lanciò uno sguardo al suo zaino.
Meglio attraversare le gallerie” ragionò mentre serviva la cena.
 
Osservò il cielo che si intravedeva fuori dall’uscita della grotta. Se si fosse affacciata avrebbe visto l’intera valle sottostante, sicuramente anche Boreduopoli.
Si rigirò sul fianco sistemandosi meglio contro Serperior che la circondava con le sue spire. Da quando era cominciato il viaggio avevano sempre dormito insieme. Forse l’unica cosa che non era cambiata.
Touko ripercorse con la mente gli ultimi mesi.
Erano successe tante cose e sentiva di essere cambiata.
Gli incontri che aveva avuto.
Le lotte contro i Capi Palestra.
I suoi Pokémon.
Reshiram.
Il Team Plasma.
N.
Tutto questo aveva contribuito alla sua maturazione.
E ora doveva salvare tutto questo.
Una profonda angoscia si impossessò di lei.
Cercò conforto nell’abbraccio dei suoi Pokémon e sprofondò in un sonno agitato.
***
Lo schermo luminoso del computer era l’unica fonte di luce in quella stanza buia.
Era raro che si sentissero tutti insieme e di certo per una questione per una questione così delicata.
«Ma come facciamo con le Palestre?» chiese Chicco.
«Sembra quasi che non ci fidiamo di Nardo…» aggiunse Maisello con una punta di dispiacere.
«Qualche precauzione in più non guasta.» replicò Spighetto con tranquillità.
«E poi quello delle Palestre al momento mi sembra il problema minore.» disse Aloè.
«Dobbiamo muoverci se vogliamo sperare di fare qualcosa.» aggiunse Artemisio, stranamente serio.
«Senza contare che il Team Plasma potrebbe decidere di fare la sua mossa alla Lega in qualunque momento.» disse Camelia arricciando uno dei fili delle cuffie sull’indice destro.
«Non ho la minima intenzione di lasciare a quei dannati di fare i loro comodi!» esordì Rafan, deciso più che mai.
«Sono perfettamente d’accordo. Le lotte in Palestra possono benissimo essere sospese.» concordò Silvestro serafico.
-Quindi siamo tutti d’accordo: entro domani alla Lega.- concluse Aristide.
Tutti i Capi Palestra annuirono simultaneamente.
Sarebbero scesi in campo.
«E poi…» aggiunse Rafan sorridendo beffardo.
«Mi dispiacerebbe lasciare tutto nelle mani di quella ragazzina.»
«Siamo noi gli adulti qui. Dobbiamo farci valere!» esclamò Aloè.
«Sono perfettamente d’accordo.» dichiarò Camelia sorridendo.
-Faremo vedere al Team Plasma di che pasta sono fatti i Capi Palestra di Unima!- esclamò Iris entusiasta.
-Conto su di voi.- concluse Aristide e la videochiamata terminò.
La sfida era stata lanciata.
***
L’aria fredda svegliò definitivamente Touko.
Aprì lentamente gli occhi e notò che i suoi Pokémon erano già svegli.
Preparò velocemente la colazione e subito dopo mise tutto nello zaino.
L’aspettava una giornata faticosa e avrebbe fatto meglio a muoversi.
 
Si spostava con un solo Pokémon per volta a fianco all’interno delle gallerie. Voleva evitare che si stancassero troppo presto. Inoltre aveva deciso di volare con Archeops solo quando sarebbe arrivata abbastanza vicina alla cima. Per questo ogni volta che trovava un’uscita controllava se si vedeva la meta, ma ogni volta era troppo in basso.
Era ormai mezzogiorno inoltrato quando il cielo si rannuvolò nuovamente. L’acqua si faceva sentire ogni volta che Touko si avvicinava, anche solo di poco, ad una delle uscite.
Si affacciò all’esterno e finalmente vide quella che aveva tutta l’aria di essere la Lega. Non vedeva bene, ma le sembrava di vedere delle guglie verde muschio.
Aveva appena messo mano alla Pokeball di Archeops quando dei fulmini azzurri svettarono sulla cime del monte.
N!
Le mani avevano iniziato a tremarle in modo incontrollato. Sentiva il cuore pesante battere all’impazzata mentre le viscere erano contorte dall’angoscia.
«Nardo è destinato a perdere, lo sai.» la voce di Reshiram la prese alla sprovvista.
Il muscolo cardiaco accelerò la sua corsa.
-S-sarai con me, non è vero?-
«Sempre.»
Touko ritrovò la carica che le mancava.
Fece ritornare Galvantula nella Pokeball e richiamò Archeops.
Non ci fu bisogno di parole.
Spiccarono il volo, sprezzanti della pioggia incessante e raggiunsero la Lega.
Non si vedeva bene a causa delle pesanti nubi di pioggia, ma la struttura assomigliava vagamente a quella si un palazzo medievale. Quattro torri circondavano una statua dalla forma indefinita. Poco più indietro quella che aveva tutta l’aria di essere la Sala d’Onore. Era da lì che venivano tutti quei fulmini.
Fece ritornare il Pokémon Paleouccello nella sfera e iniziò a correre.
Doveva fermare N.
E doveva farlo subito.
Corse su per le scale, verso la statua.
Non appena le superò un cancello si alzò alle sue spalle, impedendole di tornare indietro.
-Non dovrò davvero affrontare tutti i Super-quattro!? Il tempo stringe!- protestò Touko.
Borbottò qualcosa con stizza e si lanciò verso la prima scala che le capitò sott’occhio.
***
Makoto osservò il cielo fuori dalla finestra.
Si preannunciava un temporale piuttosto violento.
Aveva ricevuto un messaggio da parte di Aristide, tutti si stavano preparando alla battaglia.
Lui non poteva certo essere da meno.
Doveva partire.
Ma come spiegarlo ad Aki?
Lei certamente non l’avrebbe presa bene, non dopo quello che era successo l’ultima volta che era partito.
Strinse una delle tende. Doveva inventarsi qualcosa.
-So a cosa stai pensando.- disse la voce della moglie cogliendolo di sorpresa.
-Come?-
-Vuoi ripartire.- continuò.
L’uomo non provò nemmeno a ribattere, Aki lo conosceva troppo bene.
-Non te lo impedirò.- disse la donna.
-Come…- si bloccò quando vide le lacrime affacciarsi agli occhi della moglie.
-Accidenti… mi ero ripromessa di non piangere…- mormorò quella asciugandosi le guance.
Makoto la raggiunse con una falcata e la prese tra le braccia.
Rimasero abbracciati in silenzio per un po’, fu ancora Aki a rompere il silenzio.
-Però devi farmi due promesse.- disse alzando l’indice.
-Uno, porterai con te tutta la Squadra. Due, riporterai Touko a casa sana e salva, capito?- chiese mentre le lacrime tornavano a solcarle prepotentemente il viso.
-Contaci.- rispose Makoto sorridendo.
***
-Ce l’abbiamo fatta…- mormorò Touko osservando la statua che si era illuminata di una luce azzurrognola.
Non si era risparmiata durante la lotta ed era riuscita a battere i Super-quattro in un tempo da record.
Curò la sua squadra grazie ai medicinali che si era portata dietro, ma avrebbero comunque dovuto riposare un po’ nelle Pokeball.
Si precipitò in un tutta fretta verso la Sala d’Onore.
I fulmini si erano fermati e non era sicura che fosse un lato positivo.
Salì le rampe di scale saltando i gradini a tre a tre e nonostante questo le sembrava di essere comunque troppo lenta.
Quando raggiunse finalmente la stanza rimase completamente senza fiato.
Regnava la devastazione più nera.
Bruciature su tutte le pareti colonne crollate ed una parete crollata.
Al centro della stanza Nardo ed N.
Il Campione palesemente sconfitto.
-È finita! D’ora in avanti i Pokémon non verranno più imprigionati e costretti a lottare! Ed è tutto merito del mio amico Zekrom!- non sembrava nemmeno essersi accorto della presenza di Touko.
-Sfoggi il titolo di Campione, ma non sei riuscito a fermarmi. Lascia che te lo dica… ti sei proprio rammollito. Anni fa hai perso il tuo migliore amico Pokémon e per colmare il vuoto lasciato dalla sua scomparsa, ti sei messo a girare Unima in lungo e in largo…- continuò osservano l’ormai ex Campione.
-Era da un bel po’ di tempo che non lottavi seriamente, vero? Non fraintendermi, non te ne faccio una colpa, però… Dal momento che sono infinitamente più forte di te, Campione, prenderò io il comando di Unima. E per prima cosa, ordinerò agli Allenatori di rimettere in libertà tutti i Pokémon!-
A quelle parole Nardo sembrò perdere dieci anni di vita.
-Ti scongiuro! Non farlo! Non distruggere il legame tra uomini e Pokémon!- tentò di implorarlo.
Ma N rimase impassibile.
-Abbiamo lottato entrambi per far valere i nostri ideali. E alla fine ho vinto io. A questo punto puoi solo tacere.-
-Questo è ancora tutto da vedere!- esclamò Touko, stufa di essere ignorata.
Nardo si voltò di scatto. Sul suo volto vide l’ultimo barlume di speranza per una battaglia ormai persa. Era a pezzi.
N le sorrise.
-Ti stavo aspettando! Hai con te la pietra… proprio come accadeva nella mia premonizione.- disse con una certa soddisfazione.
-Il Chiarolite… sta reagendo alla presenza di Zekrom! Questo però non è un posto adatto ai Pokémon Drago leggendari!- aggiunse con una strana luce negli occhi.
-Sorgi dalle profondità della terra, castello del Team Plasma! Avvolgi la Lega Pokémon nella tua maestosa stretta!-
La terra tremò come se volesse spaccarsi a metà di colpo.
Dalla crepa nel muro si poteva vedere un castello emergere dalle profondità della terra.
Il cielo urlava con tuoni e fulmini mentre la pioggia frustava la Lega Pokémon, come a sottolineare la sua sconfitta.
Touko cadde a terra a causa delle scosse e quello che vide le ghiacciò il sangue nelle vene.
Il palazzo era completamente sorto dalla terra.
Non ebbe nemmeno il tempo di chiedersi come fosse possibile che dall’edificio uscirono una serie di ponti di metallo nero che si andarono a conficcare nella Lega. Alcuni fecero irruzione nella Sala d’Onore e ci mancò poco che Touko e Nardo fossero colpiti.
Quando finalmente fu tutto finito N riprese a parlare.
-Quello che vedete è il castello del Team Plasma! Dalla sua sommità gli ordini del sovrano riecheggeranno in tutti gli angoli del regno! Verrai anche tu con me al castello! E lì si decideranno le sorti di Unima. Se sarà un mondo dove i Pokémon sono liberi dal giogo umano… Oppure un mondo in cui uomini e Pokémon continuano a vivere fianco a fianco… Lo deciderà chi di noi due dimostrerà di avere gli ideali più saldi!- detto questo se ne andò, incurante della pioggia battente.
Touko rimase paralizzata per un attimo prima di precipitarsi dall’ex Campione.
-Nardo! Tutto bene?- chiese la ragazza tentando di rimetterlo in piedi.
Quello non rispose.
-Guarda come sei ridotto…-
-Ce l’hai fatta ad arrivare, sono contento…-
-Basta con i convenevoli! Dobbiamo muoverci!-
-Ho perso… pensavo che sarei riuscito a mettere a tacere quella peste che sproloquia di ideali del tutto insensati. Pensavo che vedendo l’affetto che lega me ed i miei Pokémon avrebbe cambiato idea! Chi si aspettava che le sue convinzioni fossero altrettanto forti?- sembrava sconfortato.
-Beh… è l’Eroe degli Ideali dopotutto, c’era da aspettarselo.- disse Touko cercando di avere un tono divertito.
-Non posso proseguire, devo riposare.-
-Eh!? Vuoi dire che devo andare da sola!?-
-Non sei sola.- le fece notare Nardo strizzando l’occhio.
Touko ammutolì, poi sorrise.
-Hai ragione! Vedrai, gli farò vedere le stelle!- esclamò alzandosi in piedi.
-Se uomini e Pokémon vivranno separati non nascerà niente di buono, è questo che devi far capire ad N.- disse mentre Touko si avvicinava al ponte.
-Gli mostrerò la Verità.- rispose Touko strizzando l’occhio e cominciando a correre.
Cercava di non guardare in basso o pensare al fatto che se fosse scivolata si sarebbe certamente rotta l’osso del collo.
Avanzava senza tener conto della pioggia che la inzuppava fino alle ossa e nemmeno dei fulmini che illuminavano di quando in quando il palazzo di N.
Arrivò finalmente in cima.
Osservò l’entrata.
Prese un profondo respiro ed entrò.





*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque... ormai siamo vicini alla battaglia finale!
Spero che il piccolo scorcio della lotta in Palestra sia stato di vostro gradimento :3
A questo punto della storia ho voluto redere Touko... diciamo un po' più "indipiendente".
Non che prima non lo fosse, ma per un pieno sviluppo del suo personaggio questa separazione mi sembrava necessaria.
Il saluto finale l'ho leggermente modificato rispetto al videogioco, ma penso che in questo modo l'idea del distacco sia resa meglio (poi magari mi sbaglio e quella scena fa schifo, ditemi voi).
Il temporale...
Nulla di particolare, un cameo che ci tenevo ad inserire.
Francamente la prima cosa che pensai quando giocai a Nero fu "Ma perché cavolo non mi fanno avanzare!? Non ho tempo da perdere!", cosa che ho fatto pensare anche alla nostra Touko.
Ma anche in questo caso se l'è cavata in un tempo da record.
Ora che il castello del Team Plasma è sorto dalle viscere della terra (cosa che mi lascia tutt'ora perplessa) finalmente ci saranno le parti interessanti.
Per il momento vi lascio nel vostro dubbio di quello che ho preparato per il prossimo capitolo (perché sì, ho messo qualche chicca tutta mia).
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Bianca Verità.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
 

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Capitolo 22
*** Bianca Verità ***


Bianca Verità

«Sei ansioso.» constatò Zekrom osservando N da dietro il trono.
-Oggi si deciderà tutto.-
«Non è solo quello.»
-Non ti si può nascondere nulla, vero?-
«Dopotutto sono parte di te.»
-È che…-
«Non vorresti combattere contro Touko.»
-E tu come…-
«È lo stesso che provai la prima volta che fronteggiai Reshiram, eravamo stati parte dello stesso essere, eppure dovevamo scontrarci.»
-Mi dispiace dover fare di nuovo una cosa del genere…- mormorò N affranto.
«Durante una lotta possono succedere tante cose. Quando Nobu e Kenshin combatterono non furono soltanto le lame ed i poteri miei e di Reshiram a scontrarsi, anche le parole, gli ideali e le verità che ci spingevano l’uno contro l’altro. Per questo la lotta è terminata. C’erano anche parole, ricordi e sguardi a guidarci.» disse con lo sguardo perso nei ricordi.
N continuò a guardare il portone chiuso alla fine della navata davanti a lui.
Mancava ancora poco e Touko sarebbe entrata da quella porta.
Quel giorno si sarebbe deciso tutto.
Quel 3 ottobre avrebbe segnato un nuovo inizio, oppure la sua fine.
***
Touko si fermò di colpo rischiando di scivolare sulle suole bagnate.
Davanti a lei c’erano sei vecchietti agghindati leggermente più sobriamente di Ghecis, ma nemmeno più di tanto.
Le sbarravano la strada, impedendole di proseguire.
Automaticamente la sua mano corse alla Pokeball di Serperior.
Il cuore le martellava nel petto e tutti i muscoli fremevano, tesi come un elastico. I nervi attenti e pronti a scattare.
Uno alla volta avanzarono e dissero una citazione che Touko aveva sentito dire almeno una volta agli anziani di Soffiolieve.
Erano tutti molto pacati nel parlare, quasi si trovassero difronte ad una classe di bambini dell’asilo per raccontare una favola.
-Prosperità ai miti, castigo ai rivoltosi.-
-La virtù non è mai tanto bella come quando combatte il vizio.-
-Pratica senza dottrina è come crusca senza farina.-
-Errare è umano, perseverare è diabolico.-
-È meglio ricorrere al re che ai suoi ministri.-
-Come il cielo non può avere due Soli, così il popolo non può avere due sovrani.-
Si fecero ancora avanti impedendole qualunque via di fuga.
-Levatevi di torno!- esclamò Touko pronta a farsi strada con la forza.
-Non permetteremo che al nostro Sovrano accada qualcosa di male! Se il grande piano di Ghecis fallisse sarebbe la fine per N! Preparati ad affrontare la sconfitta!- esclamò uno dei Saggi vestito di rosso vermiglio.
Touko aveva già messo mano alla Pokeball quando una voce alle loro spalle li prese totalmente alla sprovvista.
-E siete davvero convinti di farcela?-
La ragazza si voltò di scatto.
Il cuore le si fermò per un attimo.
Sentiva lacrime di commozione cercare di sgorgare insistenti, ma le trattenne.
-Ma guarda, pensavo che ormai fossi allo stremo, Touko.- disse Rafan con una certa soddisfazione nella voce.
-Ma tu sei il Capo Palestra di Libecciopoli! Che cosa ci fai qui!?- esclamò lo stesso anziano.
-Tsk, non sono mica solo.- ribatté il Signore del sottosuolo.
Uno ad uno i Capi Palestra di Unima fecero il loro ingresso e si pararono difronte a Touko.
In quel momento l’Allenatrice faceva davvero fatica a trattenersi.
-Oh, come mi dispiace… Non solo siamo più forti di voi, ma siamo anche molti di più!- disse Aloè sorridendo vittoriosa.
-Acciderba, i Capi Palestra!- esclamò un altro Saggio vestito di grigio.
-Come potevamo non occuparci del Team Plasma? Non saremmo dei Capi Palestra altrimenti.- aggiunse Camelia giocando con uno dei fili delle sue cuffie.
-E poi ce l’ha chiesto anche Belle. Non potevamo dire di no!- esordì Artemisio sfoggiando una delle sue inimitabili pose da artista.
-Forza! Andrà tutto bene!- esclamò Anemone piena di energia.
-Andrà tutto a meraviglia!- la corresse Iris, che non vedeva l’ora di cominciare la battaglia.
Touko non sapeva che cosa dire, era completamente ammutolita. Ammutolita e profondamente commossa.
Non sperava nemmeno in una cosa del genere.
La voce di Aristide però la riscosse dai suoi pensieri.
-Sei tu ad avere il Chiarolite… è opportuno che vada avanti tu!-
Touko sentì per un attimo le gambe che non rispondevano, poi una scarica di adrenalina le percorse tutto il corpo, da capo a piedi.
-Grazie!- disse prima di correre verso il corridoio che i Saggi avevano cercato di impedirle di percorrere.
 
Aveva superato diversi membri del Team Plasma senza farsi scoprire, ma man mano che avanzava diventava sempre più difficile.
Ad un certo punto incontrò un intero squadrone che marciava nella sua direzione. Pregando Arceus che non ci fosse nessuno si nascose nella stanza più vicina che trovò chiudendo la porta e aspettando.
-Tu devi essere Touko.-
Ci mancava pochissimo che urlasse.
Si voltò di scatto per vedere due ragazze, leggermente più grandi di lei.
La prima aveva lisci capelli rosa che le ricadevano morbidi sulle spalle, dello stesso colore erano gli occhi.
La seconda era dotata di una capigliatura bionda legata in una treccia, gli occhi dorati.
Avevano entrambe la pelle diafana, il viso ovale ed uno sguardo dolce e gentile.
-Chi siete?- chiese Touko, leggermente titubante.
-Io sono la Musa dell’Amore. Mi chiamo Antea.- disse la rosa.
-Io sono la Musa della Pace. Mi chiamo Concordia.- si presentò la bionda.
Touko aveva già messo la mano sulla maniglia per uscire in tutta fretta, ma le due ragazze le fecero cenno di rimanere ferma. Non seppe nemmeno il perché, ma ubbidì.
-N ci ha parlato di te. Sei la ragazza della Verità.- disse Antea.
-Colei che è stata scelta da Reshiram.- aggiunse Concordia.
-Cosa significa che siete delle muse?- chiese Touko.
-Siamo cresciute insieme ad N, lo ispiravamo su amore e pace. Siamo le uniche con cui si confidava, ad eccezione dei Pokémon.-
Fu solo per un attimo, ma l’Allenatrice si sentì stuzzicare da una punta di gelosia.
-Voi… voi sapreste come potrei spiegare ad N che… che separare umani e Pokémon è… sbagliato?- una volta terminata la frase la ragazza si diede mentalmente della stupida.
Invece, contro ogni sua previsione, le due muse sorrisero teneramente.
-Ricorda che gli Allenatori non lottano allo scopo di ferire i propri Pokémon. Anche N lo sa dal profondo del cuore, ma non è ancora capace di ammetterlo. Troppi giorni tristi e solitari ha passato al castello…- disse Antea con una punta di nostalgia.
-Fin da piccolo N, crescendo assieme ai Pokémon, ha vissuto lontano dagli uomini. Pokémon traditi dai loro Allenatori, maltrattati e feriti dagli uomini… Erano questi i Pokémon che Ghecis gli portava. N ne ha condiviso il dolore, pensando solo ed esclusivamente al loro bene ed è così che ha intrapreso la strada degli Ideali. N, un ragazzo così innocente e puro… Ma non c’è nulla di più bello, e allo stesso tempo spaventoso, dell’innocenza.- spiegò Concordia.
Touko rimase in silenzio ad ascoltare e per un attimo cercò di immaginarsi N da bambino, tra le braccia un Pokémon ferito dagli esseri umani. Non c’era da sorprendersi di come fossero maturate le sue idee.
Mormorò un grazie e fece per uscire, quando Antea la fermò.
-Prima di raggiungere N nella sala del trono, fermati nella stanza che incontrerai appena salite le scale.- disse.
Touko la guardò perplessa, ma annuì e scappò fuori dalla stanza.
Una volta rimaste sola Concordia guardò stupida l’amica.
-Come mai l’hai mandata là?-
La Musa dell’Amore sorrise.
-Perché lei è l’unica in grado di ridare l’amore ad N.- rispose osservando la porta che si era appena chiusa.
***
Touko era arrivata davanti alla stanza che le aveva indicato Antea. Si chiese per quale motivo avrebbe dovuto entrarci.
Dopotutto poteva rivelarsi una trappola…
Eppure quelle due “muse” non le erano sembrate intenzionate a farle del male. Dopotutto avrebbero potuto chiamare qualsiasi membro del Team Plasma per quello e non l’avevano fatto.
Prese un profondo respiro ed entrò nella stanza.
Non c’erano finestre e l’unica fonte di luce era un lampadario mal funzionante. Le pareti erano colorate con motivi a scacchi, così come il soffitto. Il pavimento rappresentava il cielo, cosparso di tante piccole nuvolette candide ed uguali. A destra in alto un canestro verde dov’era incastrato un trenino. Infatti a sinistra c’era una rotaia giocattolo telecomandata. Sembrava essere stata usata da poco visto che la piccola carrozza faceva il giro del sue percorso indisturbata. Più avanti una rampa da skate, accanto altri giocattoli abbandonati. Attaccata ad una parete una fotografia rovinata che ritraeva un N bambino circondato da un Darmanitan, Zorua ed un piccolo Woobat.
Quella era la stanza di N.
Con quella consapevolezza Touko si aggirò lentamente, incantata da quel posto. Tentò di immaginarsi N in quel luogo, magari affiancato da Antea e Concordia. Eppure in quel momento sentiva solo un grande vuoto, solitudine e dolore.
Con tutta probabilità era lì che Ghecis gli portava i Pokémon feriti ed abbandonati dagli esseri umani.
L’assalì una tristezza infinita e prima che potesse rendersene conto stava piangendo.
Era come se in quel momento percepisse la disperazione di N.
Rimase accucciata in un angolo della stanza per qualche istante, poi prese un profondo respiro e tornò a correre lungo i corridoi del palazzo del Team Plasma.
 
Trovò un’altra rampa di scale che percorse senza problemi e si ritrovò in un corridoio differente da quelli in cui era stata fino a quel momento. Su ogni parete c’era uno stendardo del Team Plasma ed era completamente deserto.
Touko si aggirò con circospezione finché non raggiunse l’unico portone di tutto il piano.
Dietro c’era sicuramente N.
Riusciva a sentirlo attraverso la pelle, come fosse una scarica elettrica.
Aveva a malapena toccato la maniglia quando il portone si aprì di colpo e si ritrovò faccia a faccia con Ghecis.
L’uomo non sembrava particolarmente contento, non sapeva se per il fatto che fosse riuscita ad arrivare fin lì oppure per il dialogo che aveva sicuramente appena avuto con N.
La squadrò da capo a piedi per un attimo.
-Giovane che porti il Chiarolite, ti do il benvenuto! Il castello sorto dalle viscere della Terra che ora circonda la Lega Pokémon è il simbolo del vento di cambiamento che soffia sulla regione di Unima. Il sovrano di questo castello, affiancato dal Pokémon leggendario, ha battuto il Campione, diventando l’Allenatore più forte di tutti! Nel suo petto arde il desiderio di rendere il mondo un posto migliore! Se questo non è un Eroe, chi lo è?
Uno spettacolo perfetto, grazie al quale giungeremo diritti al cuore della gente! E in quattro e quattr’otto il mondo che io, anzi, che noi del Team Plasma desideriamo, diventerà realtà! Solo noi potremo servirci dei Pokémon e governeremo sull’umanità inerme! Ah, quanto ho dovuto aspettare! Quanti sforzi per restare nell’ombra e non svelare il mio vero piano… Ma ora finalmente quei giorni sono finiti! Coraggio allora, avanti! Vediamo se hai la stoffa dell’Eroe!- lo disse con un tono totalmente convinto e delirante.
Touko gli lanciò un’unica occhiata glaciale.
-Il suo nome è N e “il Pokémon leggendario” si chiama Zekrom. Vedi di ficcartelo in quella zucca bacata che ti ritrovi.- disse prima di superarlo ed entrare nella sala del trono senza degnare Ghecis di un secondo sguardo.
Era una sala immensa, sotto la navata principale una specie di lago artificiale. Il pavimento di marmo bianco come le colonne che sostenevano la volta. La lunga navata centrale era ornata con un tappeto blu oltremare.
Sopra il trono dorato sedeva N.
Sembrava così inappropriato per un posto tanto altezzoso.
Era chiaro che la stesse aspettando da molto tempo.
Quando vide Touko entrare le regalò un sorriso dolce, sembrava quasi affranto.
-Un mondo tutto per i Pokémon: questo è quello che voglio.- disse alzandosi.
-Un mondo in cui, finalmente liberi dal giogo umano, i Pokémon ritrovino la loro forza originaria!- continuò avanzando lungo la navata.
-È arrivato il momento decisivo! Io sono pronto! Lotterò per i miei ideali! E immagino tu voglia fare altrettanto!- ormai era a pochi metri da Touko, ma l’Allenatrice non mosse un passo.
Aveva il cuore che le martellava nel petto e non aveva idea che in quel momento era lo stesso ritmo forsennato che scuoteva quello di N.
-Forza, fatti sotto e mostrami quanto sono solide le tue convinzioni!- disse ancora il verde fermandosi a pochi passi dalla ragazza.
Solo in quel momento si rese conto di un particolare che prima gli era sfuggito.
-Hai fatto tutta questa strada per lottare contro di me. Eppure Reshiram non reagisce. Forse non sei l’Eroe! Che delusione… Peccato, iniziavi un po’ a piacermi. Ti ho osservata e pensavo di aver visto in te un Allenatore che, lotta dopo lotta, sa rispettare i Pokémon e sa averne gran cura. Ma mi sbagliavo! Capisco ora che la lotta non può essere un modo per capirsi a vicenda! Non ti restano che due scelte ora! Perseguire le tue verità fino alla fine e sfidarmi in una lotta che non potrai mai vincere, o ritirarti e assistere alla nascita del nuovo mondo! Un mondo in cui i Pokémon saranno liberi dal giogo umano! Vieni, Zekrom!-
Il verso possente di Zekrom risuonò in tutta la sala facendo tremare le pareti.
Il silenzio regnò per un attimo, subito dopo…
Il Pokémon degli Ideali sfondò il muro dove si appoggiava il trono. I detriti caddero rovinosamente al suolo e Zekrom planò fedele accanto ad N.
Touko osservò il grande Pokémon nero, ma non sentiva alcun timore. Era come riunirsi ad un parente lontano che non si vedeva da tanto tempo.
Guardò N.
Era giunto il momento, dovevano combattere.
-N, io non mi ritirerò mai. Con o senza Reshiram io rimarrò qui e anche se vorrei non farlo ti affronterò. Non per essere un Eroe, né per il titolo di Campione. Ti sfiderò per il solo ed unico motivo che mi ha spinta fin qui. Non ti permetterò di dividerci dai Pokémon. È vero, non tutti gli esseri umani sono giusti con loro, ma non devi fare di tutta l’erba un fascio. Tu hai visto solo una parte della verità. E se viaggiare per Unima non è stato sufficiente io te la mostrerò tutta.- parlava in un tono calmo e controllato, ma lentamente la sua voce veniva animata da una profonda convinzione.
-Quindi sì N. Siamo qui per affrontare una sfida che nessuno di noi vuole realmente sostenere, ma che faremo comunque. Tu vuoi mostrarmi i tuoi Ideali? Bene, ma io ti mostrerò la pura e semplice Verità. Questa è la mia risposta.-
«Ben detto.»
Touko si bloccò per un attimo, qualcosa nello zaino si stava muovendo con una certa insistenza. Lo fece cadere a terra, ma prima che potesse aprirlo il Chiarolite uscì da solo, librandosi in aria e riscaldando l’atmosfera come il Sole estivo.
I presenti osservarono il fossile innalzarsi sempre di più finché non cominciò a riscaldarsi sempre di più.
-Il Chiarolite… Reshiram sta reagendo!- esclamò N, completamente sbigottito.
La pietra iniziò a raccogliere l’energia che la circondava, rendendola visibile sotto forma di quattro scie bianche. Un vento innaturale scosse leggermente i presenti quando, all’improvviso il processo si fermò.
Nessuno fiatava.
Tutto era immerso in un silenzio innaturale.
Poi…
Un’onda d’urto generata dal Chiarolite costrinse tutti a tenersi aggrappati a qualcosa. N aveva Zekrom su cui contare, Touko si servì di una colonna poco distante.
La pietra si ingrandì a dismisura, rivelando un Pokémon simile ad una viverna con il corpo ricoperto di pelo e piume bianche accovacciato in posizione fetale. Il volto ricoperto di peli bianchi, sotto il mento alcuni erano arruffati e dietro la nuca due lunghe code candide. Il collo lungo e magro con quelli che sembravano essere due bracciali d'argento. Le grandi ali e presentavano quattro artigli chiari alle estremità. Le enormi zampe inferiori avevano il pelo meno compatto e presentavano quattro artigli per ogni piede, tre avanti e uno dietro. La coda assomigliava ad un’enorme turbina con le piume e i peli che formavano anche due anelli intorno ad essa e appena fuori un'altra coda che ha una forma di quelle basiche.
Di colpo spalancò gli occhi, azzurro cielo, come quelli di Touko.
Spiegò le ali ed atterrò con grazia a terra.
Emise un profondo e lungo ruggito e la sua coda iniziò a scaldarsi, diventando ardente.
Touko guardò rapita il Pokémon della Verità.
-Alla fine ce l’hai fatta.- sorrise.
«Avevo detto che ti sarei stata a fianco.» replicò Reshiram accennando un candido sorriso.
-Reshiram e Zekrom… Due Pokémon che un tempo erano uno solo. Come le due metà opposte e complementari che compongono un unico essere.- disse N, rapito dalla visione del Pokémon della Verità.
-Reshiram e Zekrom… attendevano la venuta del nuovo Eroe! Non mi ero sbagliato. L’altro Eroe sei proprio tu!- sembrava al settimo cielo.
-Bene N, non era questo che volevi? Allora… cominciamo?- chiese Touko, seppur titubante, mandando in campo la sua Squadra intera.
Il ragazzo sorrise, poi fece lo stesso.
Zoroark, Carracosta, Vanilluxe, Archeops e Klinklang.
La lotta cominciò e i Pokémon scelsero autonomamente i loro avversari.
Umbreon contro Zoroark.
Galvantula contro Carracosta.
Zweilous contro Vanilluxe.
Archeops contro Archeops.
Darmanitan contro Klinklang.
E ovviamente, Reshiram contro Zekrom.
Solo Serperior rimase al fianco di Touko, ben decisa a rimanerci.
La ragazza non rimase con le mani in mano, si fidava dei suoi Pokémon, non aveva bisogno di dar loro istruzioni.
-Sai che questa non è la soluzione. Se anche tu dovessi riuscire a battermi Pokémon ed esseri umani si cercheranno sempre.- disse.
Sentivano a malapena il fracasso della battaglia. I versi dei Pokémon che si mischiavano tra loro. Gli attacchi si andavano a scontrare contro la sala in ogni direzione, evitando con precisione chirurgica i due Allenatori.
-I Pokémon sono solamente danneggiati dagli esseri umani. L’unico in cui potranno vivere felici è stando separati dagli esseri umani!-
-N, sai che non è vero. I tuoi Pokémon saranno contenti una volta che li avrai allontanati? E Zekrom? Lui è parte di te, così come Reshiram lo è di me.-
I suoni degli scontri giungevano ovattati e lontani alle loro orecchie.
-È… solamente per il loto bene.-
-Ma questo non li renderà felici e tu lo sai.-
In quel momento l’Incrotuono e l’Incrofiamma si scontrarono dando vita ad un’onda d’urto talmente potente da far tremare l’intero castello.
-Questo non porterà a niente, lo sai.- continuò Touko quando la scossa terminò.
-Questa lotta deve avere un vincitore.- replicò il verde.
-Anche se questo distruggerà tutta Unima? Perché è di questo che stiamo parlando N.-
-Non accadrà.-
-Invece sì. È già successo due volte: quando l’Antico Drago si è diviso e quando i figli degli Eroi gemelli hanno ripreso la lotta.-
Uno ad uno intanto i Pokémon di N stavano avendo la peggio.
-Questa battaglia deve finire, adesso!- esordì Touko.
In quel momento, come se avesse dato un ordine durante una lotta in Palestra, Darmanitan, Zweilous, Umbreon, Archeops e Galvantula sconfissero i loro avversari attirando immediatamente l’attenzione di N, che rimase senza fiato.
Velocemente richiamò i suoi compagni nelle Pokeball.
Lo stesso fece Touko con la sua Squadra (eccetto Serperior che rimaneva al suo fianco), dovevano riposare.
-Non credere che basti questo a fermarci!- esclamò N, disperatamente aggrappato ai suoi Ideali.
-Zekrom vincerà la battaglia…!-
-Sai che non è così e nemmeno Reshiram. Andranno avanti all’infinito e non è questo che vogliamo, né noi né loro. Fermiamoci adesso.- disse Touko avanzando lentamente, affiancata dal Pokémon Reale.
-Io non… non posso fermarmi adesso.-
A quel punto la ragazza si avvicinò all’Eroe degli Ideali e prima che lui potesse rendersene conto gli mollò uno schiaffo.
N la guardò sbigottito.
-Vuoi proprio che ci sia una sfida? Bene.- e qui gli rifilò un pugno sulla spalla.
-Che cosa vuoi fare?- domandò N, sempre più incredulo.
-Ci sfideremo noi due. Senza Pokémon! Avanti!- e qui tentò un secondo affondo, ma il ragazzo le bloccò la mano.
-Non posso farlo.- mormorò il verde.
Touko non disse niente, tenendo lo sguardo basso continuò a tempestare il ragazzo di piccoli pugni, senza riuscire a fargli davvero male.
Intanto Reshiram e Zekrom si erano fermati, osservando i rispettivi Eroi.
-Touko… basta.-
Ma la ragazza continuava imperterrita.
Solo in quel momento N si rese conto che l’Eroina della Verità stava piangendo. Grosse lacrime salate bagnavano pigramente il pavimento di marmo disegnando una macchia lucida e trasparente, leggermente in rilievo.
-Touko…-
La ragazza sferrò l’ennesimo pugno sul petto del ragazzo, ostinata.
A quel punto N guardò i due Pokémon leggendari e solo in quel momento si rese conto di una cosa.
Le braccia gli ricaddero lungo i fianchi mentre la consapevolezza di ciò che era successo lo investì con tutta la sua schiacciante verità.
-Sconfitto… sono stato sconfitto…- mormorò.
Touko alzò lo sguardo di scatto.
N stava ridendo sommessamente. Rideva e piangeva insieme.
-La Verità che ha guidato la tua lotta è stata più forte dei miei Ideali.- constatò.
Le parole della ragazza lo avevano completamente sconfitto, più della lotta che i loro Pokémon avevano sostenuto.
-Reshiram e Zekrom… Hanno entrambi scelto il proprio Eroe. Non avevo considerato tale possibilità: due Eroi nella stessa epoca! Uno persegue gli Ideali e l’altro la Verità. Che abbiano entrambi ragione? Non capisco… Come fanno due sistemi di pensiero opposti a non annullarsi a vicenda? È possibile che sia questa la formula per cambiare il mondo?- ragionò poi, come se fosse alla ricerca della soluzione di un complesso esercizio matematico.
-N…-
Ma non fecero tempo a continuare il loro dialogo perché il portone della sala del trono si spalancò prepotentemente.
-Non posso credere a quello che ho appena sentito! Non sei degno di portare il nome degli Harmonia! Che figlio smidollato!- era Ghecis.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Chiedo venia per il ritardo ma gli allenamenti dei draghi hanno richiesto più tempo del previsto.
Partiamo con ordine perché ho diverse cose da dire.
La prima volta che giocai a Nero quando i Capi Palestra entrarono nella sala (oltre al sentirmi profondamente commossa) lanciai quello che definirei a tutti gli effetti il mio primo urlo fangirl.
Quindi spero di aver reso la scena bene, perché ci tengo molto.
La lotta tra Ideali e Veritò... è stata (ne sono abbastanza sicura) completamente diversa da quello che vi aspettavate, ma per come avevo impostato il carattere dei personaggi una lotta all'ultimo sangue sarebbe risultata fuori luogo, di conseguenza eccovi questo scontro leggermente fuori dal normale (almeno per quanto riguarda l'universo Pokémon).
Spero comunque che vi sia piaciuto, pur essendo andato in modo così... "originale".
Beh, ora direi che siamo vicini alla conlusione del primo atto, come andrà a finire?
Lo scopriremo solo vivendo ;p
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi vi vediamo la prossima volta (spero di essere puntuale) con Sulle ali dei miei Ideali.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
 

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Capitolo 23
*** Sulle ali dei miei Ideali ***


Sulle ali dei miei Ideali

-Certo che questi “Saggi” sono duri a mollare.- commentò Iris mentre la sua Fraxure usava Garanzia contro il Krookodile di uno degli avversari.
-Non ti preoccupare, stanno per arrivare i rinforzi.- la rassicurò Aloè, mentre il suo Watchog metteva al tappeto uno dei Pokémon avversari.
-E chi scusa?- domandò Maisello alquanto scettico.
Non ci fu bisogno di una risposta.
-Braviary, Tritartigli!- il grande Pokémon Baldanza si abbatté senza troppe cerimonie sui Pokémon dei Saggi che rimasero sbigottiti.
-Makoto! Era ora!- esclamò Anemone.
-Te la sei presa comoda, eh?- commentò Rafan con un mezzo sorriso.
L’uomo stava visibilmente meglio, le profonde occhiaie erano sparite ed aveva anche chiaramente fatto visita ad un barbiere visto l’ordine della sua chioma e la mancanza di barba.
-Scusate, ma c’era un’anima da risollevare.- disse l’uomo entrando nel palazzo.
Dietro di lui Nardo, accompagnato da due ragazzi.
-Bene, ora in qualità di rappresentante della Polizia Nazionale vi dichiaro in arresto.- disse.
-Non crederai che questo valga qualcosa!- esclamò uno dei Saggi.
Makoto sospirò.
-Se proprio insistete…- mormorò afferrando una Pokeball.
-Bisharp, Ghigliottina.- disse mentre il Pokémon Fildilama usciva dalla sfera e, con una velocità disarmante, mise al tappeto tutti gli avversari.
Makoto poi si avvicinò a passo lento, ma deciso, ai Saggi.
-Ora, prima di arrestarvi ho una domanda…- era impossibile non prenderlo sul serio con lo sguardo cupo che aveva e con Braviary e Bisharp alle spalle che incutevano un certo timore.
-Dove si trova mia figlia?- chiese in un tono fintamene amabile.
***
N e Touko si voltarono, stupiti ed increduli.
Ghecis intanto li aveva raggiunti, sembrava furioso.
-Ho inculcato in N la sete di ideali per risvegliare il Pokémon leggendario per dare potere al mio Team Plasma! Tutto per arrivare a tenere in scacco la gente con la forza della paura! E fino a qui, N ha fatto un buon lavoro.- disse guardando il ragazzo.
Touko lo osservava sconcertata e pronta a tirargli un pugno sul naso.
-Ma tu hai preteso una lotta tra i due prescelti dai Pokémon leggendari per difendere le tue idee e scoprire chi di voi due fosse il vero Eroe. E ti sei fatto sconfiggere da un semplice Allenatore! Questo proprio non posso perdonartelo! Sei solo uno smidollato buono a nulla, che non sa fare altro che giocare con i Pokémon!-
N sembrava inerme difronte a quelle accuse.
Touko avrebbe voluto dirgliene quattro, ma aveva la voce bloccata. Poi Ghecis si voltò di scatto verso di lei.
-Non mi sarei mai spettato che il Pokémon leggendario scegliesse un Allenatore come te! Bada bene, però, che i miei piani non cambiano di una sola virgola! Io dominerò il mondo intero! Sarò il burattinaio della gente ignorante! Tutti mi daranno ascolto! E perché tutto ciò avvenga è necessario che N rimanga il sovrano del Team Plasma! E ora che conosci i miei piani… dovrò sbarazzarmi di te!-
-MA COME TI PERMETTI!?- urlò la ragazza fuori di sé.
A quel punto Ghecis ed N sembravano essersi paralizzati sul posto.
-Come puoi parlare in questo modo!?- sibilò ancora fremente di rabbia.
-Credevo di avertelo già detto. Non è per merito tuo che Zekrom ed N si sono trovati. La strada degli ideali è sempre stata scritta dentro di lui. Tu te ne sei solo approfittato da buon parassita schifoso quale sei.- continuò avanzando affiancata da Serperior che muoveva la coda in modo minaccioso.
Proprio in quel momento entrò nella sala un gruppo di persone, facendo sobbalzare i presenti.
Touko spalancò gli occhi dallo stupore. Sulla porta c’erano Nardo, Belle, Komor e… suo padre.
Sembravano piuttosto contrariati da quello che, evidentemente, avevano appena sentito.
-Papà!- esclamò Touko sorpresa, ma quello sembrava più concentrato sul capo effettivo del Team Plasma.
-C’è una cosa che non capisco: perché avete fatto propaganda per liberare i Pokémon?-
-Quello era solo un espediente per reclutare gente nel Team Plasma. Perché dovremmo liberare i Pokémon? Delle creature così utili! Non scherziamo! Assieme ai Pokémon, gli uomini sono più forti, su questo non c’è dubbio. È proprio per questo che voglio essere l’unico a poterli usare!- esclamò Ghecis, sull’orlo della follia.
-Sei un criminale! Tutto questo per il tuo tornaconto personale!- esclamò Nardo indignato.
-Nessuno ha chiesto il tuo parere.- replicò quello tagliente.
N, che era rimasto immobile, completamente sotto shock, si rese conto di un’ombra che prima non aveva notato. Gli ci volle un attimo per capire di che cosa si trattasse e che si stava muovendo pericolosamente verso Touko.
Sentì il cuore che partiva in una corsa incallita.
Doveva muoversi velocemente.
-TOUKO!- chiamò scattando in avanti e trascinando la ragazza di lato, appena un attimo prima che un Cofagrigus emergesse dall’ombra, ghermendola con le sue braccia intoccabili.
Ghecis fece una smorfia.
Immediatamente Zekrom e Reshiram affiancarono i rispettivi Eroi.
Serperior aveva circondato con le sue spire il terreno attorno alla sua Allenatrice.
-Cosa credevi di fare?- chiese Makoto minaccioso.
-Non ho paura di voi! Non vedo l’ora di vedere le vostre facce nel momento esatto in cui le vostre speranze verranno infrante!- esclamò sempre più delirante mettendo in campo tutta la sua Squadra Pokémon.
Tutti insieme incutevano un certo timore, ma Touko ed N rimasero impassibili.
-Beh… dopo tanti secoli direi che era ora che Reshiram e Zekrom combattessero insieme, ti pare?- chiese rivolta ad N
Quello sorrise leggermente.
È bello combattere al fianco di chi si ama.” pensò mentre levava lo sguardo a Zekrom che gli sorrise di rimando.
«Direi che è tempo di fare scintille, non sei d’accordo?» domandò il Pokémon degli Ideali, la voce udibile solo alle orecchie dei due Eroi.
«Faremo faville, come sempre.» disse Reshiram mentre dispiegava le ali.
Touko ridacchiò cercando di non farsi vedere, ma N la notò con la coda dell’occhio. Non si era mai sentito così sollevato.
-Bene, allora mettiamo la parola fine a questa storia!- esclamò Touko mentre N annuiva deciso.
-NON POTETE FARE PIÙ FARE NULLA! ORMAI NESSUNO POTRÀ FERMARMI!- urlò Ghecis in preda ad una sorta di delirio di onnipotenza ed i suoi Pokémon partivano all’attacco.
-Reshiram, Incrofiamma!-
-Zekrom, Incrotuono!-
La potenza dei due leggendari si abbatté come una calamità sugli avversari sollevando un gran polverone. Una volta che si fu depositato fu possibile vedere i Pokémon di Ghecis esausti a terra.
-Ma che succede!? Io sono il fondatore del Team Plasma! L’unico padrone del mondo!- esclamò quello in preda all’incredulità più totale.
Nardo, che sembrava aver recuperato la sua positività, si avvicinò all’Eroe degli Ideali.
-Allora N… credi ancora che i Pokémon debbano vivere in mondi separati?- chiese.
Quello non rispose, non sapeva bene che cosa pensare in quel momento.
Nel frattempo Makoto aveva ammanettato Ghecis e Komor lo stava aiutando a trascinarlo fuori, anche se quello urlava e scalciava dicendo qualcosa che riguardava il dominio del mondo.
-N… avrai di certo mille pensieri per la testa. Ma non lasciarti ingannare, gli ideali non li hai cercati perché costretto da Ghecis. È un’idea che avevi già, ne sono sicuro. Se non fosse così Zekrom non sarebbe al tuo fianco.- disse ancora.
N rimase in silenzio per un po’. Sentiva su di sé lo sguardo di Touko. Dolce ed affettuoso come la prima volta che l’aveva vista.
-Io… non ho nessun diritto di essere l’Eroe… L’unica cosa che so di sicuro… È che finora abbiamo lottato assieme per quello in cui entrambi crediamo. Ma allora… perché?- era terribilmente confuso ed affranto per tutto quello che era successo.
-Ascolta N… a volte capita di non capirsi ma non è una buona ragione per negare le opinioni altrui. La ragione non sta mai da una parte sola. Pensaci.- e detto questo anche lui lasciò la stanza, aiutato da Belle (dal momento che faceva ancora un po’ di fatica a camminare).
 
Ora nella sala del trono erano rimasti solo N e Touko. Reshiram e Zekrom al loro fianco.
- Voglio dirti una cosa.- disse il verde interrompendo il silenzio che si era creato tra loro.
-Dimmi.- lo esortò Touko, felice di avere di nuovo una conversazione normale con quel ragazzo.
-Ti ricordi quando ci siamo incontrati per la prima volta a Quattroventi? Le parole di Snivy mi avevano scioccato. E sai perché?-
Touko scosse la testa lanciando uno sguardo a Serperior.
-Perché mi aveva detto che tu gli piacevi… Che gli piacevi e che voleva restarti accanto. E io non riuscivo ad accettarlo. Non capivo… era la prima volta che incontravo un Pokémon a cui piacessero gli umani. Non credevo nemmeno ne esistessero.- parlava con estrema cautela, come se avesse paura di non essere capito, di dire una parola fuori posto o inappropriata.
Touko continuava ad ascoltarlo in silenzio, seguendolo mentre percorrevano insieme la navata.
-Più proseguivo il mio viaggio più le mie convinzioni vacillavano. Non potevo ignorare tutti gli incontri fatti… tanti Pokémon e uomini che si capivano e aiutavano vicenda! È per questo che ho voluto sfidarti: per avere la conferma di ciò in cui credevo. Volevo lottare con te alla pari, da Eroe a Eroe. Ma non poteva che finire così. Io, che nella mia vita ho conosciuto e capito solo i Pokémon, anzi, solo certi Pokémon, non avrei mai potuto competere con te!-
Touko gli sorrise dolcemente prima di guardare il tramonto che stava tingendo il cielo di un color vermiglio.
-Non puoi fartene una colpa. Parte della verità ti era stata preclusa. Non potevi sapere che cosa succedeva nel mondo se non ti veniva mostrato.- disse mentre Reshiram e Zekrom volteggiavano sulle loro teste.
N scosse la testa.
-Tu hai incontrato così tanti Pokémon che ti hanno offerto la loro amicizia. Il Campione mi ha perdonato… spetta a me decidere cosa voglio fare d’ora in avanti.-
Come se avesse letto nella mente del ragazzo Zekrom planò accanto al suo Eroe, appena prima del dirupo.
Touko fu improvvisamente assalita dalla paura più nera.
Voleva andarsene.
N voleva andarsene.
-Devo vedere questo mondo con i miei occhi.- disse cecando di non guardare la ragazza.
Touko ingoiò le lacrime che stavano per rigarle il viso con prepotenza.
-Allora… non posso dirti altro che… buona… fortuna…- ma la sua voce era già rotta dai singhiozzi, per quanto cercasse di trattenerli.
N la guardò stupito ed intenerito allo stesso tempo.
In uno slancio di affetto la prese tra le braccia stringendola forte, pur tentando di non farle male. Senza che se ne fosse accorto anche lui stava piangendo.
Sentiva che separarsi da lei era la cosa più dolorosa che avesse mai affrontato. Era come strappare un pezzo importante di sé a mani nude.
Sentì i passi di qualcuno che entrava, doveva andare.
A malincuore si staccò da Touko, ancora in lacrime.
Le accarezzò dolcemente una guancia e le diede un bacio sulla fronte prima di allontanarsi verso Zekrom.
-Addio.- disse.
L’attimo dopo stava cavalcando il Pokémon degli Ideali verso il cielo scarlatto, sparendo dalla vista della ragazza completamente.
Touko sapeva che raggiungerlo sarebbe stato facile, in fin dei conti Reshiram era veloce quanto Zekrom. Ma sentiva che farlo sarebbe stato ingiusto nei confortini di N.
Così rimase ferma davanti all’imponente crepa nel muro mentre il ragazzo spariva dalla sua vista per sempre.
Non si rese nemmeno conto del padre che la conduceva fuori dal palazzo che rischiava di crollare sulle loro teste.
 
Una volta al sicuro alla Lega tirarono un sospiro di sollievo. I membri trovati all’interno del castello erano stati arrestati, anche se Ghecis era riuscito a fuggire, recuperato dal Trio Oscuro.
Touko si appoggiò a Reshiram e osservò il Palazzo del Team Plasma sprofondare nuovamente nelle viscere della terra con un gran fragore e facendo tremare l’intera Lega un’altra volta.
Ora era lei la Campionessa della Lega Pokémon.
Ma quella notizia non ebbe molto effetto su di lei.
Erano successe troppe cose quel giorno.
Si sentiva svuotata, come se avesse svolto il compito che le era stato assegnato ed allora non serviva più a nulla.
Si sentiva il cuore pesante, stanco e provato. I muscoli erano intorpiditi e gli occhi ormai asciutti, come se avesse pianto tutte le sue lacrime in una volta sola. La gola le doleva, anche se non aveva emesso un suono da quando N era partito.
Con la mente ripercorse tutto quello che era successo negli ultimi mesi. Da Quattroventi a pochi istanti prima nella Sala del Trono al Castello del Team Plasma.
In quel momento fu assalita da una verità a cui prima non aveva pensato.
Il viaggio era finito.
Era tempo di tornare a Soffiolieve.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Ok, lo ammetto: è stato un capitolo piuttosto breve.
Spero di averlo reso abbastanza intenso.
Anche qui sono abbastaza sicura che la battaglia finale non sia satata come ve l'eravate immaginata, ma personalemente sono soddisfatta di come sia uscita a grandi linee.
C'è da dire che rispettando completamente il videogioca sarebbe uscito qualcosa di terribilemente lungo, forse avvincente, ma lungo (tipo le lotte di Yu-Gi-Oh).
Però da come avevo sviluppato i caratteri di N e Touko non mi sembrava sensato che N rimanesse con le mani in mano.
E poi... andiamo! Hanno due cavolo di Pokémon leggendari che hanno creato e distrutto Unima! Due volte!
L'addio di N...
La prima volta che giocai a Nero ci rimasi di merda per dirla chiaramente.
Spiacente, ma niente baci appassionati al tramonto: sono i miei bimbi innocenti e le vere scene fangirl ve le dovrete sudare (sempre perché sono una persona simpatica).
Beh che altro dire?
Con questo capitolo si conclude il primo atto.
Il viaggio è concluso, ma non l'avventura.
Dopotutto c'è ancora Ghecis in circolazione.
Vi dirò, sono tentata di farvi aspettare un mese, ma devo vedere come va il mio umore ;p
Ciò che accadrà dopo (senza spoiler) sarà ovviamente il post Lega, dove ho avuto più libertò di manovra e dove arriveranno i veri infarti.
Preciso subito che io (avendo la fortuna del protagonista di uno Shonen) non ho mai giocato a Nero 2, quindi non ci saranno riferimenti alla seconda schedina, eccetto qualche precisazione tecnica.
Vi dico solo che si ripartirà da ciò che avevo lasciato in sospeso nel prologo.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Dove sei? che darà inizio al Secondo Atto.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
 

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Capitolo 24
*** Dove sei? ***


Dove sei?

Erano passati tre mesi.
Strano come passa veloce il tempo e quante cose possono cambiare in così poco tempo.
Umbreon era tornata a lavorare con Makoto che non faceva più viaggi tanto lunghi per lavoro.
Belle ormai era ospite fissa dalla professoressa Aralia come apprendista.
Komor studiava all’università di Austropoli. Per fare cosa non era ancora del tutto chiaro.
Touko era rimasta a Soffiolieve, in camera sua.
I suoi Pokémon erano costantemente fuori dalle Pokeball, anche Reshiram che attirava non poche attenzione da parte di qualsiasi essere vivente che passasse da quelle parti. In compenso era diventata l’“attrazione” più acclamata dai bambini di Soffiolieve. Lei, da parte sua, li lasciava fare mentre se ne stava accucciata sotto la finestra di Touko
Ogni tanto capitava che qualche Allenatore bussasse alla sua porta per sfidarla per il titolo di Campione. Allora lei usciva di malavoglia dalla sua tana e nel giardino di casa lo sconfiggeva con facilità. Belle andava spesso a farle visita, aveva perso qualche diottria a furia di studiare china sui libri troppo vicino ai caratteri, così ora indossava un paio di occhiali.
Touko si era fossilizzata sul letto della sua stanza, non usciva quasi mai e a nulla erano servite le suppliche di sua madre. Era più forte di lei, era come se le avessero prosciugato tutta l’energia vitale. La sua Squadra le stava accanto, soprattutto Serperior che ormai la trattava come una bambola di cristallo.
Si tormentava a pensare ad N.
Sapeva che doveva andare avanti, ma proprio non riusciva a scappare da quello stato di fossile.
Aveva preso ad ascoltare tutti i giorni musica malinconica che non faceva altro se non ricordarle che N se n’era andato.
Non piangeva, faceva passare i giorni guardando fuori dalla finestra con lo sguardo spento.
Finché…
Era un mattino autunnale come tanti quando qualcuno suonò con decisione al campanello.
Aki la chiamò in salotto. Pensò che fosse l’ennesimo Allenatore che voleva sfidarla, ma quando scese la aspettava uno spettacolo alquanto bizzarro.
Si fermò sugli scalini guardando con gli occhi fuori dalle orbite le due mamme che, sedute al tavolo, bevevano tè e chiacchieravano amabilmente.
Si strofinò gli occhi più volte, ma le due Aki erano ancora lì.
Ho bisogno del controllo di un ottico.” si disse con decisione.
-Touko! Sembra che ne stiano capitando di tutti i colori là fuori.- disse una delle due.
-Ho saputo che hai incontrato ben due Pokémon leggendari! Non è cosa da tutti!- disse l’altra.
Touko continuò a guardare le due donne confusa senza dire una parola.
A quel punto una delle due guardò l’altra con uno sguardo eloquente.
Quella sembrò capire subito.
-Ops! Mi ero dimenticato del travestimento!- esclamò infatti.
Travestimento?
Non ebbe nemmeno il tempo di fare domande perché la donna che aveva appena parlato si tolse la parrucca e la maschera sottostante.
-Lascia che mi presenti.- disse, questa volta con un tono più maschile.
Terminò di togliersi il travestimento e quando ebbe terminato della sosia di Aki rimase un uomo dagli occhi castani ed i capelli neri. Un completo verde bottiglia sotto un impermeabile tabacco.
-Viaggio per il mondo in qualità di agente della Polizia Internazionale. Il mio nome… mi spiace, non posso divulgarlo. Ma il mio nome in codice è Bellocchio.- disse tutto orgoglioso.
-Sei un collega di papà.- commentò Touko.
-Più o meno. Ci occupiamo di ambiti leggermente diversi.- rispose l’uomo.
-Sono arrivato da poco e ho scoperto che tu, insieme ai Capi Palestra, hai distrutto il castello del Team Plasma e costretto i seguaci alla fuga.-
Aki si rese conto di un dettaglio che sarebbe potuto sfuggire a chiunque, ma non a lei: negli occhi di sua figlia era tornata una luce, la fiamma della battaglia.
-Ma c’è un però, purtroppo c’è un però. Coloro che si fanno chiamare “Sette Saggi” sono ancora qui ad Unima. Per questo sono qui. Ho un favore da chiederti. Vorrei che ci aiutassi a scovarli.-
Touko rimase in silenzio per un attimo, ma sapeva già qual era la risposta.
-Vi aiuterò.- rispose semplicemente.
-Benissimo!- esclamò l’uomo entusiasta.
Stava per uscire dalla porta quando sembrò ricordarsi una cosa.
-Oh, giusto. Pare che sia stato avvistato un Allenatore che cavalca un enorme Pokémon nero nella regione vicina. Ho saputo che ti avrebbe fatto piacere saperlo.- disse l’attimo prima di uscire dalla porta.
Aki guardò la figlia che sembrava essersi paralizzata sul posto.
-Mamma… ho bisogno di un favore.- disse con una risoluzione nella voce che non le sentiva da mesi.
-Per favore, tagliami i capelli.- disse.
Aki non chiese nulla, si limitò a guardare la figlia sbigottita, ma fece come le aveva chiesto. Alla fine la chioma castana le sfiorava le spalle.
L’indomani mattina Touko era pronta a partire. Quella volta lo zaino era significativamente più piccolo, aveva messo dentro solo lo stretto necessario. Inoltre tutti i Pokémon, eccetto Serperior, erano nelle loro Pokeball.
Non prese il cappello e chiese alla madre di non dire a nessuno dove a nessuno dove fosse andata.
Aki guardò la figlia allontanarsi dalla cittadina a passo svelto.
Quella scena la riportò indietro di sette anni.
Vide Makoto girato di spalle con Umbreon che camminava al fianco, esattamente come Touko e Serperior in quel momento.
Una paura ignota si impossessò della donna e sperò che fosse soltanto la preoccupazione di una madre che vede andare sua figlia per un altro viaggio da sola per Unima.
Non poteva sapere che quella volta Touko non sarebbe tornata indietro.
 
Qualche mese dopo
Il campanello suonò con decisione ed Aki corse alla porta spalancandola di colpo.
Sulla soglia c’era Komor. Era leggermente cambiato, non indossava più gli occhiali ed aveva un’aria più rilassata.
-Buongiorno.- il ragazzo non fece nemmeno a terminare la frase che Aki iniziò a piangere a dirotto prendendolo alla sprovvista.
-Che cos’è successo?- chiese preoccupato facendo accomodare la donna su uno dei divani del soggiorno.
-La mia bambina…- mormorò con la voce rotta dai singhiozzi.
Komor cercò di calmarla, ma sembrava non ci fosse fine ai lamenti della donna.
-Cos’è successo?- riprovò qualche minuto dopo.
-Touko… era… era partita per… per… per catturare certi “Sette Saggi” che erano scappati all’arresto. Non doveva saperlo nessuno… ma… ma… sono mesi che non si fa sentire e… e non c’è modo di… di…- non terminò la frase perché ricominciò a piangere a dirotto.
-È… è sparita.- concluse sempre piangendo.
Komor impiegò qualche istante per elaborare la cosa.
Dopodiché balzò in piedi ed iniziò ad armeggiare con l’Interpoké. Non ci volle molto a scoprire che quello di Touko era irraggiungibile.
Contattò i Capi Palestra, ma nemmeno loro sapevano nulla. La professoressa Aralia non dava notizie migliori.
Dopo quei futili tentativi si fece spiegare da Aki tutto quello sapeva.
Touko non si faceva sentire da mesi e dopo che Makoto aveva saputo che (dopo la cattura dei Saggi) nemmeno Bellocchio ne sapeva più nulla.
Makoto era partito a cercarla, ma non aveva avuto fortuna.
Nemmeno Nardo sapeva nulla.
Komor si unì alle ricerche e dopo due mesi di continua ricerca accadde qualcosa di inaspettato.
Gli Interpoké di Komor e Belle avevano iniziato a suonare.
Con loro grande stupore avevano visto che su entrambi gli schermi era segnalata la posizione di Touko. Si trovava nei pressi di Fortebrezza.
Belle, Komor e Makoto si precipitarono sul posto, ma una volta arrivati dove indicavano gli Interpoké dei due ragazzi trovarono soltanto lo zaino di Touko, nascosto tra le fronde di un grande albero. La Squadra della ragazza era esausta, meno Reshiram, la quale non era stata impiegata in battaglia.
La cercarono in lungo e in largo, ma la Campionessa sembrava essere scomparsa nel nulla.
I Pokémon erano stati curati, ma non avevano saputo comunicare dove si trovasse.
Reshiram aveva cercato di contattarla, ma sembrava che la mente di Touko fosse intoccabile, come se qualcosa le impedisse di mettersi in contatto con la parte più profonda di sé.
Dovettero passare altri tre mesi perché venisse data ufficialmente per dispersa.
 
Un anno dopo
-So dov’è.-
La voce di N gli era suonata quasi estranea alle orecchie, come se non fosse reale.
-Cosa?- chiese allora con la gola secca.
-So dove si trova.- ripeté il verde.
Komor si allontanò dal ragazzo con due rapide falcate prima di girare in tondo con una certa frenesia mettendosi le mani nei capelli mentre Emboar lo guardava preoccupato.
-Perché non sei venuto prima?- chiese infine.
-Non sapevo cosa fosse successo. L’ho scoperto solo recentemente.-
-E ti sembra una giustificazione!? E in ogni caso… come hai fatto a trovarla?-
-La connessione che c’è tra Reshiram e Zekrom è simile a quella che c’è tra me e Touko. Ho dovuto girare per parecchio Unima, ma alla fine l’ho trovata.-
-Anche Reshiram ci aveva provato come…-
-Devono avere qualcosa che le impedisce di rintracciarla, probabilmente il campo di forza di Kyurem. Io sono riuscito a superarlo perché c’era Zekrom a darmi man forte.-
-Aspetta. A chi ti riferisci? E cosa c’entra Kyurem adesso?-
-È stato il Team Plasma. Non so esattamente cosa voglia da Touko, ma sono alla Fossa Gigante dove dimora Kyurem. Zekrom sente che sta soffrendo, devono averlo catturato.-
-E come mai…-
-Kyurem era lo scheletro dell’Antico Drago, quello che riuniva in sé anche Reshiram e Zekrom, sono collegati grazie alla mente.- rispose il verde con la massima calma.
Komor misurò a grandi passi la Palestra un paio di volte.
-Perché sei venuto qui?- chiese alla fine.
-Perché so che tu puoi trovare la fossa prima di chiunque altro.- rispose.
-In effetti ho una mezza idea di dove potrebbe trovarsi, ma ho bisogno di una conferma.- rispose il Capo Palestra superando N a grandi passi.
Disse ad un suo collaboratore che si sarebbe assentato per un po’ e che, di conseguenza, le lotte in Palestra sarebbero state sospese.
-Dove stiamo andando?- domandò N.
-A Boreduopoli. Aristide è un pozzo di coscienza per quanto riguarda i Pokémon Drago. Se vogliamo una conferma per la Fossa Gigante è da lui che dobbiamo andare.- spiegò mentre digitava un paio di tasti del computer.
L’attimo dopo stringeva una Pokeball in mano.
-Un po’ di sicurezza in più.- disse mentre richiamava Unfezant.
N non disse nulla ed i due salirono sul Pokémon Orgoglio e volarono alla volta di Boreduopoli.
La raggiunsero verso sera e Komor andò dritto a casa di Aristide che li accolse non senza una certa sorpresa nel vedere N.
Non gli diedero tempo di riprendersi dallo stupore perché Komor gli spiegò velocemente quello che era successo.
-La Fossa Gigante si trova a nord-est, vicino a Fortebrezza, è raggiungibile se si percorre il Percorso 13. È un luogo da cui la gente si tiene alla larga visto che la maggior parte delle persone che vi si sono avventurate non hanno più fatto ritorno.- spiegò il Sindaco inflessibile accarezzandosi distrattamente la barba.
-Dobbiamo andare. Non sappiamo se…- Komor non ebbe il coraggio di finire la frase.
-Verrò anche io. Se ci sarà davvero il Team Plasma ad attenderci non possiamo permetterci leggerezze.- disse Aristide risoluto.
-Bene, allora direi di andare.- disse Komor uscendo in fretta.
Il terzetto si diresse così verso la Fossa Gigante.
La raggiunsero a notte inoltrata.
Non sembrava esserci nulla, ma N sosteneva che Touko si trovasse all’interno della caverna.
Dovettero appostarsi dietro gli alberi per diverso tempo perché dei membri del Team Plasma si facessero vivi.
Indossavano abiti diversi rispetto alla prima volta che li avevano visti: uniformi nere, sul petto all’altezza del cuore lo stemma del Team Plasma. Un cappello nero dove troneggiava una grossa X al centro ed un bavaglio scuro che copriva il volto dal naso in giù.
-Allora… non devono scoprire che siamo qui. Potrebbero decidere di scappare e se Touko fosse davvero con loro sarebbe un disastro.  Dobbiamo agire d’astuzia.- disse Aristide.
N portò la mano ad una delle sue Pokeball e richiamò Zoroark che immediatamente si trasformò in una delle sentinelle.
-Questo può andare?- domandò.
Aristide lo guardò soddisfatto prima di annuire.
-Una volta che Zoroark avrà aperto una via potremo partire all’attacco.- decretò.
-Bene, siamo tutti d’accordo?- domandò Komor.
Zoroark ed N annuirono.
-Bene allora, andiamo.- disse Aristide poco prima di uscire dal nascondiglio e mettere KO le due sentinelle grazie a Salamence.
Li legarono ad un albero vicino ed aspettarono il ritorno di Zoroark.
N notò che Komor si stava rigirando tra le mani una Pokeball, ma era abbastanza sicuro che non fosse sua.
Il Pokémon Mutevolpe tronò dopo qualche minuto con aria soddisfatta.
Ho messo al tappeto diversi rompiscatole, ne ho approfittato anche per dare un’occhiata in giro. Hanno ricoperto tutto di metallo e creato una vera e propria base. Dai discorsi che facevano sembrerebbe che la tua bella si trovi nel laboratorio.” spiegò.
N spiegò in parole povere che cosa aveva detto il Pokémon e in men che non si dica si prepararono ad entrare nella base del Team Plasma.
Riuscirono ad infiltrarsi nella base senza dare troppo nell’occhio prima che una piccola pattuglia non li sorprendesse a pochi metri dalla loro destinazioni.
Diedero immediatamente l’allarme.
Subito Komor mise mano alle sue Pokeball e richiamò Haxorus, Emboar e Serperior. Non un Serperior qualunque, era quella di Touko.
-Che cosa ci fa con te!?- esclamò Aristide guardando il Pokémon Reale che si faceva largo tra le guardie senza riguardi per nessuno.
-L’ho recuperata da Aki poco prima di partire, non le ho spiegato tutto, ma abbastanza perché mi mandasse lei.- rispose il Capo Palestra con una certa soddisfazione.
-Bene, io li tratterrò qui il più a lungo possibile. Voi trovate Touko.- disse Aristide mentre richiamava Haxorus e Salamence.
N e Komor corsero verso il laboratorio seguendo le indicazioni di Zoroark che nel frattempo teneva il Team Plasma a distanza con Palla Ombra.
Erano ormai in vista della porta metallica quando N si bloccò sul posto.
-Ma che diavolo fai!?- esclamò Komor.
-Ti faccio guadagnare tempo.- rispose il verde mentre si preparava a combattere con Zoroark.
Komor non disse nulla, riprese a correre e raggiunse la porta che aveva indicato il Pokémon Mutevolpe.
La osservò per un attimo, era magnetizzata, ma poteva sbloccarla facilmente
-Emboar, Sprizzalampo!- esclamò.
Il Pokémon Suincendio eseguì l’attacco e la porta si aprì con un suono secco, danneggiata e fumante.
Serperior si era già precipitata all’interno.
Komor si era a malapena affacciato, ma quello che vide fu più che sufficiente.
All’interno, circondata da tubi metallici (prontamente distrutti da Serperior) c’era Touko.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Ok non ho fatto passare esattamente un mese... ma pazienza.
Parto subito dicendo che mi rendo conto della velocità (forse un po' eccessiva) del capitolo, ma sinceramente non volevo perdermi in ciancie.
Per quanto riguarda il taglio di capelli... semplicemente me la sono immaginata così. Era anche un modo per sottolineare l'evoluzione, il cambiamento del suo personaggio.
Come avete visto ciò che accade è praticamente quello che accade nel prologo, effettivamente ho fatto una parentesi un po' grande...
Personalmente non ho altro da dire quindi...
Ringrazio con mile inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Non è così che doveva andare.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 25
*** Non era così che doveva andare ***


Non era così che doveva andare

Sentiva male dappertutto, non sapeva dove si trovava e aveva freddo.
La situazione non poteva andare meglio.
Si alzò lentamente sentendo la testa farsi improvvisamente pesante e la vista annebbiarsi. Si portò una mano alla fronte e si impose di mantenere la calma per tentare di capire dove si trovava.
Inspirò profondamente e cercò a tentoni una parete a cui appoggiarsi.
Quando la trovò la sentì perfettamente liscia e gelata.
Aprì gli occhi come se fosse stata la cosa più difficile che avesse mai fatto in vita sua. Inspirò profondamente e si guardò attorno.
Era in una stanza leggermente illuminata da delle luci al neon di un bianco accecante, nonostante quello il tutto era immerso in un’inquietante penombra. Si alzò con fatica usando le pareti come sostegno. Lentamente arrivò a quella che immaginava fosse l’uscita ma si ritrovò davanti ad un divisorio in plexiglass.
Non era un cattivo segno, era pessimo.
Sentì il cuore sprofondare e l’adrenalina iniziare a scorrerle in corpo a causa del panico improvviso che l’aveva assalita.
-Ben svegliata.- disse una voce maschile particolarmente melensa alle sue orecchie.
-Chi sei? Dove mi trovo?-
-Quante domande, dovresti rilassarti.- replicò la voce.
-Non cercare di fregarmi! Dove accidenti mi avete portata!?- esclamò arrabbiata.
Sapeva benissimo chi l’aveva portata lì ma il suo cervello si rifiutava di arrendersi alla sconfitta.
-Ti trovi non molto lontano da dove ti abbiamo “trovata”.-
-A Fortebrezza?- domandò con una punta di incertezza.
-Alla Fossa Gigante, sai cosa significa, non è vero?-
-Kyurem…- mormorò.
-Esatto, immagino tu sappia perché siamo qui, signorina Touko.-
Touko guardò davanti a sé tentando di distinguere qualcosa della persona che le stava parlando.
-Non riuscirete nel vostro intento.- dichiarò decisa.
-Solo perché sei riuscita a nascondere Reshiram? Oh non credere che non abbiamo un piano di riserva. Per il momento tu basti e avanzi.-
-Io?-
-Oh coraggio, ti facevo più sveglia di così.-
Touko sentì un brivido attraversale la spina dorsale ed una terribile consapevolezza si impadronì di lei.
-Vedo che hai capito.-
-In ogni caso finché non avrete Reshiram e Zekrom non potrete riunirli a Kyurem. N è molto, molto lontano da qui e Reshiram non verrà.-
-Io fossi in te non sottovaluterei la lealtà del Pokémon Verità e nemmeno di N.-
-Sono più brava di quanto pensi a far perdere le mie tracce.-
-Oh, ma questo lo sappiamo molto bene, ci hai dato del filo da torcere per trovarti, ma adesso mettere al corrente N di quello che è successo sarà molto più semplice di quello che credi.-
Touko si sentì sbiancare.
-Ma direi che adesso abbiamo parlato abbastanza. Che l’esperimento abbia inizio!-
La terra sotto i piedi della ragazza iniziò a tremare e le luci si accesero di una luce più forte, accecante, rivelando la natura della stanza in cui si trovava: un laboratorio.
Due coni di metallo emersero dalle piastrelle di porcellana emettendo un suono sinistro.
Touko li osservò raggelata, non le piaceva per niente la piega che stava prendendo quella situazione.
Sentì una spiacevole sensazione ai polsi e alle caviglie e notò che erano stati imprigionati da manette di metallo molto spesse.
Dal pavimento si aprì una botola di metallo dal quale emerse una capsula gigantesca di un vetro leggermente azzurrino.
All’interno un Pokémon Drago bipede di colore grigio. La testa, le spalle, le ali e la parte finale delle coda erano ricoperte di spessi strati di ghiaccio. Le parti congelate della testa formavano due corna e dietro forma tre spine lungo il collo,  lasciavano scoperto solo attorno agli occhi giallo intenso e una parte della fronte che rivelava un rombo rovesciato dello stesso colore. Il ghiaccio della coda creava alcune punte attorno. Le zanne della mascella inferiore erano esposte. Nelle ali due spuntoni simili a stalattiti ai bordi. Nelle zampe anteriori due artigli bianchi, mentre in quelle posteriori tre.
-Kyurem… cosa ti hanno fatto?- mormorò mortificata.
Ma non ebbe tempo di preoccuparsi per lui. Dei cavi elettrici uscirono dai coni dov’erano collegate le sue manette ed andarono a connettersi con l’anello superiore della capsula del Pokémon Confine.
Subito dopo una potente scarica le attraversò il corpo da capo a piedi strappandole un urlo.
 
L’operazione continuò per un’ora abbondante ad intervalli regolari e quando lo scienziato ebbe finito Touko cadde a terra priva di forze.
-Bene questi test sono completati, per i prossimi aspetteremo fino a domani sera.- decise lo scienziato aggiornando i dati raccolti sul suo palmare.
-Trattatela bene, deve essere in forma per i prossimi test.- disse andandosene lentamente facendo passare de membri del Team Plasma.
-Dovrai darci delle informazioni adesso.- disse la donna a sinistra.
-Credete davvero che vi aiuterò in qualsiasi abbiate in mente?- domandò la castana sollevando leggermente lo sguardo.
Il Magneton di una delle reclute le fluttuò sopra la testa emettendo una sottile scarica elettrica.
-Allora, dove si trovano Reshiram ed N?- domandò l’uomo rigirandosi una Pokeball tra le mani.
-Come posso sapere dove si trova N?- domandò confusa.
-Oh coraggio, un’idea dovrai avercela.-
-E invece non ne ho la più pallida idea.-
- Magneton, Tuonoshock.-
L’attacco elettro colpì Touko in pieno strappandole un grido e togliendole l’aria dai polmoni.
-Allora, dove si trovano?-
-Non… non lo so.-
-Sono certo che tra un po’ ti verrà in mente qualcosa. Magneton, Scarica.-
 
Un anno dopo
-Acromio! Ci sono degli intrusi alla base alla Fossa Gigante!- disse trafelata una recluta entrando nel laboratorio.
L’uomo alzò lo sguardo dal suo palmare.
-Di chi si tratta?- chiese con la massima calma.
-Sono i Capi Palestra di Boreduopoli ed Alisopoli e…-
-Su coraggio, non ti mangio mica.- lo incitò lo scienziato.
-N.-
L’uomo sorrise sistemandosi gli occhiali.
-Perfetto.-
-Come dobbiamo agire?- chiese la recluta.
-Per adesso lasciateli fare.- rispose quello serafico.
-Ma…!-
-Loro ci possono portare da Reshiram, con Ghecis parlerò io.- disse.
-Ma non devono accorgersi che li state lasciando andare. Potrebbero insospettirsi.- aggiunse prima di tornare a controllare i dati sul computer.
-Sissignore.-
***
Komor era rimasto paralizzato sulla soglia, incapace di muoversi. Il cuore batteva a mille e un nodo alla gola gli impediva di respirare normalmente.
Touko era tra le spire di Serperior. Anche da dove si trovava riusciva a vedere perfettamente i lividi, le abrasioni e tutte le ferite che l’amica aveva sul corpo.
-Touko!- la chiamò correndole incontro dimentico della paralisi momentanea che lo aveva assalito fino a quel momento.
Serperior la teneva tra le spire con fare protettivo e lasciò passare di malavoglia il Capo Palestra.
La ragazza aveva gli occhi appannati e semichiusi, ma si voltò appena sentendo la voce dell’amico.
-Komor?- domandò incerta con voce roca.
-Stai tranquilla, adesso ti portiamo via di qui.- dichiarò il ragazzo guardandosi attorno per essere sicuro che non ci fosse nessuno del Team Plasma nelle vicinanze.
-Komor… ho… ho tanto sonno…- mormorò affaticata.
Il Capo Palestra le fu vicino in un lampo.
–Non chiudere gli occhi! Devi rimanere sveglia, mi hai capito?- chiese ansioso.
Touko annuì debolmente, con gli occhi che si chiudevano sempre di più.
Serperior si preparò ad andarsene dal laboratorio il più velocemente possibile, insieme a Komor, ma la voce della ragazza richiamò nuovamente la loro attenzione.
-Komor… non mi sento le gambe.-
***
N stava entrando nel laboratorio per avvisare Komor che il Team Plasma era sotto controllo, ma si bloccò sulla soglia quando vide le condizioni di Touko.
Il suo cuore perse un battito.
Era colpa sua se la ragazza era in quelle condizioni?
Sarebbe dovuto rimanere con lei quel giorno.
Se ne convinceva ogni giorno di più.
-Komor… non mi sento le gambe.-
Quella frase lo fece sprofondare nel terreno.
La rabbia gli montò dentro come il mercurio in un termometro.
Strinse i pugni fino a farsi sanguinare i palmi.
Che cosa le avevano fatto?
Come si erano permessi di farle del male?
Non li avrebbe mai perdonati per quello che le avevano fatto.
Maledisse sé stesso per essersene andato quel giorno.
Non era così che doveva andare.
***
Haxorus ed Emboar spazzarono via i membri del Team Plasma che sbarravano loro la strada.
Komor teneva Touko imbraccio cercando di essere il più veloce possibile.
Dovevano uscire da lì.
Fece rientrare Serperior nella sua Pokeball, anche se il Pokémon Reale acconsentì decisamente mal volentieri.
Incontrò N poco lontano che stava creando una via d’uscita.
-Dobbiamo andarcene, adesso!- esclamò rivolto ad Aristide.
Il Sindaco inflessibile ebbe appena il tempo di sconcertarsi delle condizioni di Touko prima di ritirare Haxorus e Salamence facendo uscire Druddigon dalla Pokeball.
Komor richiamò Haxorus ed Emboar per far scendere in campo Unfezant.
Zoroark si trasfigurò in Fearow facendo salire N subito dopo.
Non attesero un secondo di più. I tre Pokémon spiccarono il volo il più velocemente possibile allontanandosi dalla Fossa Gigante.
 
Komor tornò a guardare Touko, era svenuta.
-Touko?- non ottenne risposta.
-Aristide! Dobbiamo muoverci!- esclamò terrorizzato.
-Siamo quasi arrivati!- rispose il Sindaco inflessibile.
Difatti da lì a poco Boreduopoli fu visibile ed i tre atterrarono proprio davanti all’ospedale.
Non ci fu bisogno di aspettare. In men che non si dica tre medici avevano già portato Touko in rianimazione.
 
Attesero per un tempo che parve infinito.
Komor aveva fatto qualche telefonata. In poco tempo anche i genitori di Touko e Belle sarebbero accorsi.
Aristide tentava, invano, di tranquillizzare Iris.
Nessuno seppe come Nardo fece ad arrivare prima di tutti gli altri, ma non disse nulla. Si limitò a sedersi per terra mentre si rigirava le mani con fare nervoso.
N si era rifugiato in fondo al corridoio, lontano dagli altri.
Continuava a torturarsi su come sarebbe potuta andare se fosse rimasto.
L’immagine di Touko in fin di vita non lo lasciava in pace ed ogni secondo che passava non faceva che immaginare finali sempre più terribili.
Quando arrivarono Belle, Makoto e Aki quel corridoio si riempì dei singhiozzi della donna, terrorizzata per la sorte della figlia.
Non dovettero aspettare molto.
Un medico vestito di tutto punto aprì la porta che li separava dalla stanza dove avevano portato la ragazza. Im breve fu accerchiato da volti ansiosi.
-Ha subito diversi traumi, ha svariate ferite ed è estremamente debole per gli sforzi che ha dovuto sopportare. È viva, ma ancora incosciente e…- non terminò la frase, abbattuto.
-Non ci tenga sulle spine dottore, cos’ha mia figlia?- chiese Makoto in ansia.
-Ecco… le sue gambe… sono paralizzate.- disse.
Aki si lasciò cadere accanto al marito.
-La mia bambina…- mormorò mentre continuava a piangere.
N rimase in disparte mentre entravano nella stanza di Touko.
Non era così che doveva andare!
Le viscere gli si erano contorte, sentiva il vuoto completo sotto i piedi ed il cuore batteva a mille contro la cassa toracica.
Non si era nemmeno accorto che Nardo gli si era avvicinato.
-Hai fatto il possibile.- disse l’ex Campione.
-Non abbastanza.- replicò il verde con amarezza, la sua voce s’era fatta roca.
Nardo sospirò appoggiandogli una mano sulla spalla.
-È viva e se non fosse per te non avremmo mai saputo dove si trovasse. L’hai salvata.-
Non gli diede modo di replicare perché se ne andò.
Dovevo salvarla prima.” pensò il ragazzo con amarezza.
***
La luce diretta del Sole le ferì gli occhi.
Cos’era successo?
Si guardò attorno a fatica.
Non era più nel laboratorio di Acromio.
Al solo pensiero fu colta da un profondo terrore e si strinse nelle lenzuola, come se quelle potessero proteggerla dal ricordo di quel luogo.
Era in una stanza d’ospedale, ma non c’era nessuno.
Guadò fuori dalla finestra.
-Boreduopoli…- mormorò.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Ok... penso di aver calcato un po' la mano questa volta per quanto la sfiga perenne che caratteristica i protagonisti delle mie storie, spero non sia un problema.
Le losche trame del Team Plasma si fanno sempre più inquietanti e i nostri eroi (giusto per dirla alla narratore di Pokémon) dovranno riuscire a smantellarlo per preservare la pace mondiale.
Insomma... un giorno come tanti nel Mondo Pokémon.
Per adesso non ho altro da aggiungere, vi lascio nel dubbio di che cosa succederà, ma almeno non in panico per la sorte di Touko.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D

Noi ci vedimo la prossima volta con Non andare.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 26
*** Non andare ***


Non andare

Touko osservava il paesaggio di Boreduopoli fuori dalla finestra dell’ospedale. Era a piano terra, per cui si vedeva la città a vista d’uomo.
Aveva ricevuto delle visite.
Erano venuti i suoi genitori, in quel momento ospiti a casa di Aristide. Belle, Komor ed Iris si erano dimostrati più preoccupati del previsto.
Era venuto persino Nardo.
I suoi Pokémon non potevano stare troppo fuori dalle Pokeball, avrebbero fatto un gran baccano e i dottori dicevano che aveva bisogno di riposo assoluto. Anche se Serperior se ne andava in giro indisturbata per portale qualche piccolo pensiero, come un bicchiere d’acqua o una tavoletta di cioccolata.
Sospirò pesantemente posando lo sguardo sulle gambe, non riusciva proprio a sentirle. Era come se non le avesse più. Eppure le vedeva con chiarezza.
Poggiò una mano sulla gonna del vestito che indossava. Lei stessa non si capacitava di vestire con qualcosa di diverso da jeans e maglietta, li reputava decisamente più comodi e funzionali, ma si rendeva conto che ormai non faceva più nessuna differenza. Tutto quello che sentiva era la stoffa morbida sul palmo destro. Ricacciò indietro le lacrime per l’ennesima volta e respirò con lentezza prima di guardare nuovamente il paesaggio fuori dalla finestra.
La porta si aprì timidamente e la figura ben cosciuta di Komor fece capolino dal corridoio dell’ospedale.
-Come stai?- chiese osservandola negli occhi.
-Meglio, tututto sommata visto come mi avete riportata qui poteva andare molto peggio.- rispose lei con un mezzo sorriso.
-E…-
-Già, a quanto pare non potrò più camminare.- disse ancor prima che il ragazzo potesse formulare la domanda.
Touko si sforzò di fare un sorriso, ma dubitava che fosse riuscita pienamente nel suo intento. Sospirò pesantemente e diresse la sedia a rotelle verso il moro. Lo squadrò dall’alto in basso per poi sorridere divertita.
-Ottimo, devo dire che sei davvero un ottimo imitatore, Zoroark.- disse osservando gli occhi del Pokémon allargarsi dalla sorpresa.
-Come…-
-Vedi, il tuo travestimento, per quanto preciso, ha una pecca: non ti sei calato nella parte. Non ti sei aggiustato la cravatta nemmeno una volta, mentre Komor lo fa con una costanza quasi ossessivo-compulsiva. Inoltre è da quando siamo tornati che non ha il coraggio di guardarmi in faccia.- spiegò semplicemente.
Il Pokémon tornò al suo aspetto originale ed osservò la ragazza con i suoi occhi di ghiaccio.
-Lui dov’è?- domandò Touko con una punta di speranza.
-“Lui” chi?-
-Zoroark, sai non è che ci siano molto Pokémon come te ad Unima e il solo che poteva avere un motivo per fare tutto quel teatrino è uno solo. Inoltre, anche si ci siamo incontrati poche volte durante le quali non mi hai rivolto la parola, ti ho riconosciuto. E se tu sei qui, allora ci sono buone probabilità che ci sia anche N.- rispose semplicemente la ragazza con un sorriso malinconico.
Zoroark si ritrovò a sorridere divertito, quella ragazza aveva fatto centro.
-È davvero qui?- domandò lei con un leggero tremore nella voce.
Zoroark osservò la porta da aperta dove sapeva che l’Allenatore li stava ascoltando. Touko seguì il suo sguardo e spinse la sedia a rotelle fino all’uscita della stanza.
N era appoggiato al muro con i pugni serrati lungo i fianchi, lo sguardo basso ed un’ombra cupa sugli occhi.
-N?- chiamò la ragazza.
Il ragazzo fece uno sforzo immane per voltarsi verso di lei. Touko aveva la fronte fasciata da una garza bianca ed un cerotto sulla guancia sinistra. Le braccia erano bendate in diversi punti, tanto che sembravano più quelle di una mummia. Si vedevano ancora i lividi e le abrasioni che aveva ricevuto durante la tortura sotto il Team Plasma.
N distolse lo sguardo, non ce la faceva a vederla in quelle condizioni.
-Sei davvero tornato…- mormorò la ragazza con voce tremante, colma di sollievo.
Il verde tornò a guardarla: stava sorridendo mentre delle lacrime di gioia correvano una gara lungo le guance.
N non ebbe il coraggio di dire nulla, era sconcertato e non sapeva come comportarsi.
Touko si asciugò il viso con le braccia, poi spinse la sedia fino a raggiungerlo e gli mollò un pugno sul braccio con decisione.
-Ahi!- esclamò il ragazzo massaggiandosi l’arto offeso.
-Ma dove cavolo eri finito!? Lo sai quanto ti ho cercato!? Mi sono messa ad ispezionare in lungo e il largo persino il Castello Sepolto! Hai una vaga idea di quanti Pokémon selvatici abbia trovato!?- per quanto cercasse di rimanere seria continuava a ridere.
N non sapeva che cosa dire, guardava la ragazza interdetto.
-Per non parlare della Cava Pietrelettrica! Avevi detto che ti piaceva tanto quando ci siamo stati la prima volta! Ho perso il conto dei Joltik e dei Drilbur che mi sono ritrovata davanti! Per non parlare della volta in cui mi sono imbattuta in un Excadrill che sembrava avercela con me!- continuò senza quasi riprendere fiato mentre rideva e piangeva insieme.
-O di tutte le volte che ho setacciato la Torre Dragospira! Dovevi vedermi! L’ho rivoltata come se fosse stata un calzino almeno venti volte!- proseguì asciugandosi le lacrime di gioia per l’ennesima volta.
-Poi ti ho cercato a Sciroccopoli, non so nemmeno perché. Infondo è un posto troppo visitato!- sembrava che non ci fosse un freno alla sua parlantina ininterrotta.
-Touko…- la chiamò piano il ragazzo, attirando miracolosamente la sua attenzione.
-Mi dispiace…- mormorò.
-Fai bene a dispiacerti! Mi hai fatto percorrere così tanti chilometri così tante volte che ormai conosco tutta Unima come il palmo della mia mano!- sbottò quella sorridendo.
-Non è quello…- disse cercando di non sembrare più pietoso di quanto già non fosse.
Touko lo osservò per un momento, poi tornò a guardare le sue gambe, ormai paralizzate.
-Oh, per questo?- chiese come se ne fosse completamente dimenticata e quello non le sembrasse altro che un problema secondario.
-È colpa mia se ti è successo questo…- disse N stringendo ancora di più i pugni.
Touko lo guardò intenerita, gli poggiò la mano sulla sua per farsi nuovamente guardare da lui. Scosse la testa.
-Non è colpa tua, probabilmente sarebbe successo comunque.- disse.
-Ma se… se non me ne fossi andato…- continuò.
-Sì, probabilmente non avrei fatto tutta quell’attività fisica, ma sono sicura che saremmo qui anche se le cose fossero andate diversamente.- dichiarò con una punta d’amarezza.
-Che intendi?- domandò il verde senza capire.
-Vedi…- cominciò lei mentre lui la spingeva nuovamente nella stanza.
-C’è un motivo per cui avevo spento il mio Interpoké.- disse semplicemente.
N si bloccò di colpo.
-Cosa?-
-Hai capito bene: sono stata io a spegnerlo e a far perdere le mie tracce.-
-Ma… perché?-
-Quando Bellocchio mi ha chiesto di cercare i membri rimasti ad Unima del Team Plasma io ho accettato anche perché volevo ritrovarti, è vero. Ma mentre mettevo a soqquadro tutta Unima mi sono resa conto di una cosa: trovavo il Team Plasma un po’ troppo spesso. Dopo diversi tentativi sono riuscita a catturarne un membro, qui ho scoperto che Reshiram può rivelarsi un ottimo aiuto per la persuasione, e ha confessato che mi stavano pedinando perché speravano che li conducessi da te. Quando chiesi spiegazioni ne ottenni due: la prima, volevano vendetta su colui che giudicavano traditore; la seconda, volevano Zekrom. È dovuto ricomparire il Trio Oscuro perché mi rendessi conto che c’era un altro motivo per cui li avevo addosso: volevano anche Reshiram. Volevano mettere le mani sui Pokémon leggendari e sui loro Allenatori: noi due.-
N impiegò diversi secondi per assimilare quello che Touko gli aveva detto.
-Iniziavo ad incontrarli sempre più spesso, anche in centri abitati. Nonostante il prezioso aiuto di Nardo capii che non avrei più potuto evitarli a lungo e le lotte che ingaggiavo sempre più spesso iniziavano a coinvolgere i civili. Per questo motivo presi la decisione di allontanarmi, speravo di non mettere più nessuno a rischio. Durante uno scontro nella foresta mi sono ritrovata in serie difficoltà: i miei Pokémon erano esausti e non potevo assolutamente permettere che ci mettessero sopra le mani non ho chiesto aiuto a Reshiram perché l’avrebbero catturata, hanno una strana macchina in grado di farlo. È in quel modo che hanno catturato Kyurem. Ho riacceso l’Interpoké, ho nascosto lo zaino e li ho attirati lontani. Il resto sai com’è andato.-
Rimasero in silenzio diversi minuti, Zoroark aveva ascoltato in silenzio ed a mente decisamente più fredda del suo Allenatore che, invece, non sapeva più a che cosa pensare.
-C’è una cosa che ancora non capisco…- mormorò infine con la gola secca.
-Che cosa vogliono da noi? A parte Reshiram e Zekrom chiaro…-
-Da quello che ho capito mentre ero sottochiave vogliono ricreare il Pokémon che li ritrova uniti insieme. Qui, in qualche modo, entriamo in gioco noi, perché abbiamo un legame che va al di là dell’affetto con loro. Secondo Acromio (lo scienziato pazzo) le nostre anime sono collegate con le loro, sperava di poterci usare come “ingrediente finale”.- spiegò in tutta tranquillità.
-Ma come…-
-Come stavano cercando di fare con me.- rispose la ragazza.
Per un momento N smise di respirare.
-E direi che ci sono quasi riusciti. Quasi, ero il primo soggetto con cui faceva gli esperimenti, non sapeva bene come procedere a livello pratico e poi non aveva Reshiram per avere dei riscontri. Doveva andarci leggero.- spiegò.
-Per questo… per questo non riesco più a camminare… si sono presi una parte di me, almeno per quanto riguarda il livello fisico. Ma ovviamente questo i medici non possono saperlo.- terminò come se avesse risposto ad un semplice quesito matematico.
N lottò con tutte le sue forze per non lanciare qualcosa contro il muro. Sentiva la rabbia impossessarsi completamente di lui, non poteva controllarla.
-N…- la voce di Touko lo riportò alla realtà.
-Tutto questo non sarebbe successo se fossi stato con te.- disse con durezza per rinfacciarselo ancora una volta.
-No, sarebbe andata esattamente così. Io avrei voluto in ogni caso seguire i membri del Team Plasma e sarei comunque sparita per non metterti in pericolo.-
-Questo non puoi saperlo!-
-Nemmeno tu.-
N osservò la ragazza e la trovò completamente seria.
-Se fossimo stati insieme…-
-In quel caso ci saremmo divisi per non far trovare subito Reshiram e Zekrom.-
-Questo…-
-N, sono passati due anni, ma siamo rimasti gli stessi: tu parli dando voce ai tuoi ideali, mentre io porto avanti la verità.- disse Touko sospirando.
N strinse nuovamente i pugni. Un’idea stava iniziando a farsi strada nella sua mente, forse era vero, era un inguaribile idealista. Dopotutto era o non era l’Eroe di Zekrom? Gli Ideali era ciò che rappresentava.
Evidentemente la perspicacia di Touko non si era per nulla affievolita perché le bastò uno sguardo per capire cosa passasse per la mente del ragazzo.
-N… no… so a che cosa stai pensando. Così farai soltanto il loro gioco.-
-Devo provare. Almeno questo te lo devo.-
-N… non farlo. Non andare dal Team Plasma! Ti prego!- la sua voce diventava sempre più disperata col passare dei secondi.
Il verde fece ritornare Zoroark nella sua Pokeball e si avviò verso l’uscita della stanza.
-Starò attento.- promise mentre si attardava sulla soglia.
Touko spinse con forza le ruote della sedia a rotelle per poterlo raggiungere il più velocemente possibile. Non voleva che se ne andasse. Non poteva permettere che si gettasse in quella missione suicida.
-N! Ti prego! Non andare! Anche se tu riuscissi a mettere le mani sugli esperimenti che stanno portando avanti non è detto che mi restituirai l’uso delle gambe! È troppo pericoloso! Ti stai buttando nella tana del Luxray!-
Il ragazzo si voltò ad osservarla. Il viso sconvolto e preoccupato della ragazza, era sbiancato più di quanto già non fosse per la destabilizzazione fisica.
Le si avvicinò e le accarezzò dolcemente la testa sorridendo.
-Dopotutto io vivo per i miei Ideali, no? Ora questo è quello che porterò avanti.- disse allentandosi.
 -N!- chiamò Touko sbilanciandosi in avanti per raggiungerlo e cadendo così dalla sedia a rotelle.
Il verde fece uno sforzo immane per non voltarsi e muovere i passi che lo avrebbero condotto dal Team Plasma, allontanandolo da lei ancora una volta.
Touko cercò di avvicinarsi avanzando con le braccia, ma era troppo lenta e in men che non si dica, N era già fuori dalla sua visuale.
Aveva ricominciato a piangere come una fontana, ma questa volta perché aveva il terrore che il ragazzo non sarebbe mai più tornato indietro. E se la prima volta che lo aveva visto andarsene sapeva che sarebbe stato comunque bene, adesso il terrore di saperlo in un pericolo di quella portata la atterriva più di qualsiasi altra cosa.
-N!-
 
Mentre usciva dal corridoio che conduceva alla stanza di Touko, N incontrò gli occhi ambrati e severi di Serperior che lo squadrava dall’alto in basso.
“Se la farai soffrire ancora te la vedrai con me, poco importa se cadavere o no.”
La voce del Pokémon Reale gli arrivò perfettamente chiara e si congedò da lei con un cenno d’intesa del capo, prima di uscire dall’ospedale di Boreduopoli.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Prima di cominciare vorrei fare una piccola specificazione: questa scena è quella da dove è partita tutta quanta la fanfiction.
Non mi ricordo esattamente quanto mi è venuta in mente, ma questa scena è stato l'esordio per tutto quello che ho scritto (sono malata, ne sono consapevole).
Passando al capitolo non ho molto da dire dato che è una scena sola...
Il piano del Team Plasma... più pericoloso di quanto vi foste aspettati?
O più fuori di testa?
Forse la seconda...
Decisamente la seconda.
Sì.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Disastro.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 27
*** Disastro ***


Disastro

-E secondo te in questo modo riusciremo ad ottenere l’Antico Drago?- chiese Ghecis osservando Kyurem.
-Conosciamo N abbastanza da sapere che si precipiterà qui immediatamente per cercare di aiutare la ragazza della Verità. Adesso si tratta solo di giocare d’astuzia.- rispose Acromio.
-Il Cuneo DNA è pronto?- chiese il capo del Team Plasma.
-È tutto pronto, mancano solo i nostri ospiti speciali.- rispose lo scienziato.
In quel momento una luce rossa iniziò a lampeggiare producendo un rumore assordante.
Acromio, sempre con la massima calma, si diresse verso gli schermi che mostravano le riprese delle telecamere. In particolare quelle del laboratorio.
Sorrise beffardo quando identificò il ragazzo alle prese con un computer che non sapeva assolutamente usare.
-Beh, direi che il primo è arrivato.- commentò sorridendo.
***
N correva tra i corridoi del covo nella Fossa Gigante come se alle sue spalle fosse divampato un incendio.
Rischiò di inciampare diverse volte, ma alla fine riuscì a nascondersi dietro una porta. Osservò il computer che era riuscito a prendere dal laboratorio. Certamente Acromio aveva salvato tutti i dati sul suo palmare, ma da quel poco che era riuscito a vedere anche lì c’erano delle informazioni che potevano tornare utili. Doveva fare in modo che arrivasse a Boreduopoli.
Richiamò Zoroark il quale, una volta fuori dalla Pokeball, sembrò essere molto arrabbiato.
Si può sapere per quale motivo tutte le volte che ti lascio da solo combini qualche scemenza!?” esclamò adirato fulminandolo con i suoi occhi azzurri.
-Ascolta, mi farai questa ramanzina un’altra volta. Adesso ho bisogno di te. Devi portare questo computer ad Aristide.-
E tu come farai da solo?” chiese con una calma devastante.
-Non sono affatto solo e lo sai.-
Sento odore di trappola e sai che su questo non mi sbaglio mai.
-Proprio per questo ho bisogno che tu porti questo ai Capi Palestra: non sono del tutto sicuro di riuscire a scappare.- confessò amaramente.
Zoroark lo guardò serio per un attimo.
Tsk… sei proprio il re degli idioti. Accidenti a te…” mormorò infine cercando di non mostrare l’amarezza che provava in quel momento.
Si trasformò in un Rotom e si impossessò del computer.
L’attimo prima di allontanarsi lanciò un’occhiata fugace al suo Allenatore, il quale gli sorrise, come se quello bastasse a non farlo preoccupare.
N guardò il Pokémon Mutevolpe andar via in tutta fretta prima di ricominciare a correre dalla parte opposta.
Gli era sembrato di vedere una porta che dava sull’esterno prima di infiltrarsi nel laboratorio e se voleva combattere a dovere quello era senz’altro il posto giusto.
***
-Come sarebbe a dire che se n’è andato?- chiese Nardo incredulo.
-È quello che ha detto.- rispose Aristide con una punta di esasperazione nella voce.
-Quell’incosciente… cosa pensa di fare da solo?- borbottò l’ex Campione.
-È ovvio che si sentisse in colpa per quello che è successo a Touko, magari pensa di poter rimediare in qualche modo.- ragionò il Sindaco inflessibile.
-Ma così non farà altro che aiutare il Team Plasma ad ottenere Zekrom!-
-Non ho mai detto che fosse una buona idea.- fece notare il Capo Palestra di Boreduopoli.
-Certamente non lo è nemmeno lasciare Reshiram fuori in quel modo.- aggiunse Nardo che intanto aveva cominciato a camminare nervosamente per il corridoio.
-Vuoi far desistere Reshiram (un Pokémon leggendario) a difendere la sua Allenatrice dopo quello che è successo? In bocca al Mightyena allora.- disse Aristide laconico.
Nardo sbuffo borbottando qualcosa a proposito della testardaggine dei Draghi e dei giovani.
-In ogni caso non possiamo rimanere con le mani in mano. Se vogliamo davvero fermare il Team Plasma dobbiamo darci da fare. Direi di cominciare dalla Fossa Gigante.- disse il Sindaco inflessibile interrompendo lo sproloquio di Nardo.
-Come intendi fare?- domandò quello immediatamente.
-Innanzitutto dobbiamo contattare gli altri Capo Palestra, dopodiché attaccheremo la base.- rispose facendo cenno all’ex Campione di seguirlo.
-Dobbiamo sbrigarci se vogliamo che al nostro arrivo ci sia ancora qualcuno.- aggiunse.
Prima di uscire incontrarono Iris che intratteneva una conversazione con Reshiram e Touko davanti alla finestra della ragazza.
-Iris! Noi ci assentiamo un attimo. Ora qui ci siete tu Komor e Makoto in grado di combattere.- disse Aristide.
-Non credere che io non ne sia in grado solo perché sono un po’ arrugginita Aristide.- la voce di Touko gli era arrivata monocorde, come se avesse risposto ad una banale domanda a scuola.
-Lo so, ma dal momento che sei uno degli obbiettivi del Team Plasma preferirei che ti astenessi dagli scontri.- rispose il Sindaco inflessibile.
Non ottenne risposta, non che se l’aspettasse.
Sospirò sconsolato e insieme a Nardo si diresse verso casa, dove avrebbero contattato gli altri Capi Palestra.
Iris li osservò allontanarsi per un po’, dopodiché tornò a guardare Touko. Aveva lo sguardo perso, i suoi Pokémon erano tutti nella sua stanza piuttosto sonnacchiosi.
-Troveremo una soluzione.- disse La ragazza dal cuore di Drago.
-Lo hai già detto.- mormorò Touko meccanicamente.
-Perché ne sono convinta!- esclamò allegra.
La Campionessa non rispose. Continuava a fissare il vuoto.
Iris non aggiunse nulla. Guardò l’Allenatrice di sottecchi. Da quando N era partito aveva un’espressione cupa e nulla sembrava potergliela levare.
Improvvisamente alzò lo sguardo, la luce nei suoi occhi era divampata come un incendio.
Fu così inaspettato che per poco Iris non cadde dalla zampa di Reshiram.
-Non farmi… spaventare…- la sua esclamazione si ridusse ad un sussurro nel momento in cui vide l’espressione sconvolta e terrorizzata di Touko.
Guardava Reshiram come in attesa di una conferma.
Il Pokémon della Verità aveva lo stesso sguardo della ragazza.
-Che… che cosa succede?- domandò Iris confusa e preoccupata.
-N… Zekrom…- mormorò Touko terrorizzata.
-Cos’è successo?-
-Zekrom è… è tornato nello Scurolite.-
***
N si coprì il viso con le braccia per evitare di essere accecato.
Quando riaprì gli occhi si sentì sprofondare dallo sconforto.
Kyurem aveva fatto tornare Zekrom ad essere lo Scurolite.
Rimase impietrito sul posto.
Non poteva essere vero.
-Ottimo, e con lo Scurolite siamo a metà del lavoro compiuto.- disse Acromio prendendo la pietra tra le mani ed osservandola da vicino.
N aveva cercato di strappargliela di mano, ma alcuni membri del Team Plasma lo avevano bloccato a terra, impedendogli di muoversi.
In quel momento Ghecis si fece avanti guardandolo dall’alto in basso senza celare un’espressione disgustata.
-Dopotutto sarai sempre il moccioso capace solo dialogare con i Pokémon.- disse pieno di disprezzo prima di far cenno ai suoi sottoposti di portarlo via.
 
N cercava di dimenarsi in tutti i modi, ma la presa su di lui era troppo stretta per potersi liberare.
Raggiunsero un corridoio scuro occupato da una fila ordinate di porte d’acciaio. Ognuna di esse si apriva con una tessera magnetica.
Un soldato ne aprì una e si fece da parte perché i suoi compagni ci spingessero dentro N.
Il verde si rialzò di scatto ma la porta gli venne chiusa in faccia prima che potesse anche solo affacciarsi al corridoio.
Picchiò un pugno sulla porta soltanto per sfogare la sua frustrazione, ma ricavò soltanto un gran dolore alle nocche.
-Non ti preoccupare, tra poco sarai in compagnia.- disse la voce di Acromio dall’altra parte.
-Dopotutto manca ancora la Verità.- concluse prima che i suoi passi si allontanassero dalla cella di N.
Il verde rimase pietrificato.
Touko!
***
-Come sarebbe a dire che Zekrom è tornato nello Scurolite?- chiese Iris spaventata dalla reazione di Touko.
La ragazza non rispose. Si era presa la testa tra le mani, come se non credesse alle sue stesse parole. Anche Reshiram era visibilmente scossa.
-Non è possibile… dev’esserci uno sbaglio…- mormorò infatti.
«Nessuno sbaglio, ho sentito chiaramente l’energia di Zekrom venire compressa fino a tornare immobile. Esattamente com’era quando era Scurolite.»
-Ma allora…-
-Touko? Come fai a dire che Zekrom…- la voce di Iris la riportò alla realtà.
-Reshiram… Reshiram lo ha sentito.- rispose con la voce tremante.
Iris si morse il pollice, come se l’aiutasse a pensare.
-Aristide sta radunando i Capi Palestra. Vedrai, tireranno fuori quei due dai casini.- disse poi convinta.
-Tu non sai cosa sono in grado di fare…- mormorò Touko in tutta risposta.
La ragazza dal cuore di Drago la osservò meglio. Era sbiancata sembrava avesse visto un fantasma. Le braccia stretta attorno alle spalle, come se cercasse di non spezzarsi. Negli occhi aveva dipinta la paura.
Serperior la avvolse con le sue spire mentre il resto della Squadra le si faceva più vicina. Reshiram fece entrare il muso nella finestra e le appoggiò la fronte sulla guancia.
Iris la guardò sorpresa. Se la ricordava bene la prima volta che l’aveva vista a Boreduopoli. Pronta a fermare il Team Plasma a mani nude se fosse stato necessario. Qualsiasi cosa fosse successo alla Fossa Gigante doveva averla provata più di quanto non desse a vedere.
Senza pensarci due volte mise mano all’Interpoké che portava al polso.
Ma non fece tempo a terminare di comporre il numero che una Palla Ombra la sfiorò facendole immediatamente capire che erano nei guai.
Non aspettò nemmeno un secondo.
-Aggron, Sdoppiatore!- esclamò mentre il Pokémon Corazza scendeva in campo.
Dentro di sé sperò che tutto quel fracasso attirasse anche Makoto e Komor, ma per il momento doveva sbrigarsela da sola. O almeno… così pensava.
-Darmanitan, Vampata!- il Pokémon Altefiamme saltò dalla finestra entrando in campo eseguendo all’istante la mossa pirotecnica costringendo i Pokémon nemici ad arretrare.
Erano  tre Liepard, un Hydreigon e quattro Scolipede.
Degli Allenatori nessuna traccia ma era piuttosto evidente che si trattasse di un attacco del Team Plasma.
Iris si voltò appena in tempo per vedere Touko uscire dalla stanza d’ospedale in groppa a Galvantula con tutta la sua Squadra al seguito.
-Che cosa fai!? Devi rimanere nascosta!- esclamò La ragazza dal cuore di Drago.
Per tutta risposta la Campionessa osservò gli avversari con occhio battagliero.
Nonostante fosse visibilmente scossa studiava la scena come un comandante analizza un campo di battaglia.
Infatti si rese conto di un particolare che ad Iris era completamente sfuggito.
-Alla base del collo hanno un congegno, è come quello che abbiamo trovato addosso ad alcuni selvatici in questi ultimi tempi. Sono opera di Acromio e serve a controllarli contro la loro volontà. Probabilmente sono Pokémon selvatici caduti nelle mani del Team Plasma. Una volta rimossi i congegni dovrebbero tornare normali.- spiegò infatti mentre Serperior la faceva scendere dal dorso di Galvantula con le sue liane perché si aggrappasse al collo di Archeops.
-Quindi una bella scarica elettrica.- capì Iris.
-Esatto.-
-Allora ho quello che ci serve. Lapras!- esclamò richiamando il Pokémon Trasporto sul campo di battaglia.
-Vai con Tuono!-
-Galvantula, Scarica!-
Tuttavia i Pokémon avversari erano molto veloci e gli attacchi elettro non riuscirono neppure a sfiorare i congegni che li costringevano a combattere.
-Che cosa succede?- la voce di Makoto suonò come un fulmine a ciel sereno.
-Per Arceus che cosa succede!?- esclamò Komor una volta arrivato sul posto.
-Se avete Pokémon in grado di usare mosse di tipo elettro questo è il momento buono per chiamarli.- disse Iris mentre Lapras e Galvantula continuavano la loro lotta.
-Zweilous, Dragospiro contro Hydreigon!- esclamò intanto Touko, assorbita nella lotta.
-Touko! Che cosa ci fai fuori!?- chiese Makoto, ma non ottenne risposta.
Sembrava che la figlia non l’avesse nemmeno sentito.
-Serperior, Verdebufera su Liepard! Darmanitan, Rogodenti su Scolipede! Zweilous, Dragofuria su Hydreigon!-
Makoto decise che non era il momento giusto per rimproverare la figlia. Doveva unirsi alla battaglia.
-Conkeldurr, Martelpugno su Liepard!- il Pokémon Forzaimmane uscì dalla Pokeball agguerrito e in pochi istanti mise KO due Liepard per poi togliere loro i congegni schiacciandoli con le sue dita enormi.
Anche Komor decise che era arrivato il momento di fare la sua parte.
-Emboar, Sprizzalampo!-
La battaglia infuriò per alcuni minuti durante i quali i Pokémon si erano lentamente sparpagliati.
Reshiram era rimasta in disparte assieme a Touko, sulla groppa del Pokémon della Verità. Cercavano di individuare il Team Plasma, ma era come se i fanatici non fossero affatto lì.
-È strano, ci dovrebbe essere come minimo una persona a controllare questi Pokémon.- disse Touko mentre si sporgeva oltre il collo di Reshiram.
«Sono d’accordo, ma se c’è davvero qualcuno allora è nascosto molto bene.»
In quel momento un Kadabra apparve alle loro spalle (probabilmente dopo aver usato Teletrasporto) e non era solo.
Acromio era presente assieme a Kyurem, sempre imprigionato nella capsula.
Makoto fu il primo ad accorgersene.
Il cuore prese a battergli furiosamente nel petto. Non avrebbe permesso che sua figlia fosse portata via di nuovo.
-Metagross, Meteorpugno!- il Pokémon Ferrarto si scagliò con tutta la potenza che aveva in corpo contro gli avversari, ma Acromio lo mise al tappeto grazie al suo Klinklang.
Touko però ormai si era accorta della sua presenza.
-Reshiram, Fuocoblu!-
Ma prima che il Pokémon della Verità riuscisse ad attaccare il Pokémon Confine era già entrato in azione.
Dalle punte di ghiaccio sulle sue ali uscirono dei lacci violacei che minacciarono di ghermire Reshiram, la quale si vide costretta a spiccare il volo per evitarli.
«Tieniti forte!»
-E cosa credi che stia facendo!?- chiese Touko serrando la presa sul collo del Pokémon della Verità.
La ragazza rimase concentrata sul piumaggio candido di Reshiram, sapeva che se avrebbe guardato in basso, dove li osservava Acromio, non avrebbe retto.
Sentì le voci di suo padre, Komor ed Iris che la chiamavano e percepiva lo sguardo dei suoi amati Pokémon su di sé.
Poi, improvvisamente, accadde qualcosa.
Una luce violacea avvolse Reshiram, che venne trascinata verso il basso.
-RESHIRAM!-
«Non… non ce la faccio…»
Fece a tempo a dire quell’unica mezza frase che sparì, lasciando posto al Chiarolite, che venne preso immediatamente da Acromio prima che Kyurem potesse assimilarlo.
Touko si ritrovò a cadere e prima che Archeops potesse raggiungerla  Kadabra aveva già attivato Teletrasporto ritrovandosi a mezz’aria recuperando la ragazza e subito dopo insieme ad Acromio e Kyurem.
Nemmeno il tempo di fare alcunché che il Pokémon Pisco utilizzò di nuovo Teletrasporto ed il quartetto sparì definitivamente da Boreduopoli.
***
«Quindi sarebbero alla Fossa Gigante?» chiese Silvestro assottigliando lo sguardo.
-Esatto. Non dovrebbero essersi spostati. Kyurem è più controllabile nel suo habitat.- rispose Aristide.
«Ma cosa vorrebbero farci con il Trio Tao?» domandò Aloè.
-Da quello che ha detto Touko il loro intento sarebbe quello di ricomporre l’Antico Drago.- rispose Nardo affacciandosi allo schermo di Aristide.
«E come vorrebbero fare? Non è esattamente una cosa che potrebbe fare qualunque pazzo furioso.» commentò Anemone.
-Questo ancora non lo sappiamo.- rispose il Sindaco inflessibile.
«In ogni caso dobbiamo sbrigarci.» disse Spighetto.
«Giusto, ci ritroveremo a Boreduopoli il prima possibile.» aggiunse Camelia.
In quel momento la porta dello studio di Aristide si aprì di colpo facendo entrare la figura trafelata di Iris.
La ragazza dal cuore di Drago non lasciò nemmeno il tempo ad Aristide di chiederle che cosa ci facesse lì.
-Le hanno prese! Hanno preso Touko e Reshiram!- esclamò.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque... un titolo un programma.
Ora il Team Plasma è ad un passo dal realizzare il suo piano.
Non si può certamente dire ceh gli Eroi siano esattamente fortunati...
Ora i Capi Palestra dovranno lottare contro il tempo per salvare Unima.
Ce la faranno?
Speriamo...
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Adunata.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 28
*** Adunata! ***


Adunata!

Aki aveva lo sguardo fisso sulle punte dei piedi, ormai non aveva più lacrime da versare. Gli occhi secchi e la gola in fiamme. Si sentiva come svuotata.
Sentì a malapena la mano della Professoressa Aralia sulla spalla o lo sguardo triste di Belle appena dietro di lei.
Tornava a Soffiolieve, Makoto sosteneva che lì sarebbe stata più al sicuro.
Aki sollevò lo sguardo un ultima volta prima di salire sulla macchina della professoressa. Subito trovò gli occhi azzurri del marito che la prese dolcemente tra le braccia.
Nonostante pensasse di non poterlo più fare, nuovamente cominciò a piangere. Sembrava non avere fine.
-Riportala a casa.- mormorò come una preghiera.
Makoto non parlava, la stringeva e le accarezzava i capelli, cercava di rassicurarla, ma entrambi erano terrorizzati per la sorte della loro unica figlia.
Quando finalmente Aki salì sull’auto che l’avrebbe riportata a casa un fiume di ricordi la sommerse.
Le sembrò di rivedere Touko nel salotto di casa, intenta a muovere i primi passi, cercare di afferrare (con scarsi risultati) la coda di Umbreon.
Nella sua mente chiedeva ancora che le venisse raccontata la storia della buonanotte, quella che parlava degli Eroi gemelli, la sua preferita.
Correva per le strade di Soffiolieve cercando di afferrare le bolle di sapone appena create da Belle.
Le chiedeva di farle vedere come preparare una torta di compleanno, l’aiutava con il pranzo o la cena.
Tornava a casa orgogliosa con la pagella scolastica stretta in mano.
Scendeva dalle scale con Snivy sulla testa, pronta a partire per quel viaggio che le avrebbe cambiato la vita per sempre.
Tornava dopo quasi un anno, svuotata e triste.
Ripartiva dopo qualche mese, fiera come sempre, ma con una ferita nel cuore ancora aperta.
Poi c’era stato il nulla in cui la disperazione l’aveva inghiottita come una voragine senza fine. La stessa che la stava facendo sprofondare in quel momento.
 
Makoto osservò in silenzio la macchina allontanarsi verso la stazione.
Strinse i pugni.
Dovevano aspettare l’arrivo dei Capi Palestra.
Da soli non sarebbero riusciti a fare molto, se non peggiorare la situazione già critica di per sé.
Non sopportava quella situazione.
Rimanere fermo senza poter far nulla.
Quando Touko era sparita avevano dovuto trattenerlo per non farlo partire immediatamente verso la Fossa Gigante.
Dovevano elaborare una strategia.
Ne andava della vita di Touko ed N.
Umbreon gli diede un colpetto col muso sulla guancia e Makoto si riscosse.
-Lo so, è dura per tutti.- disse guardando gli occhi scarlatti del Pokémon Lucelunare.
Umbreon emise un verso triste e guardò nella direzione della Fossa Gigante.
Li avrebbero tirati fuori di lì, era l’unica cosa di cui era veramente sicura.
***
Erano riuniti nel salotto di Aristide a cercare di trovare la strategia migliore.
Non era stato per nulla facile in quelle condizioni di paura, ma alla fine avevano trovato un modo per infiltrarsi nella Fossa Gigante in modo piuttosto rapido.
Avrebbero spiegato tutti agli altri Capi Palestra strada facendo.
Qualcuno bussò alla porta.
Iris si precipitò all’entrata e spalancò l’ingresso, forse con foga eccessiva.
Un Rotom simile ad un portatile entrò tutto trafelato nella stanza.
-E questo?- chiese Nardo perplesso.
Non fecero tempo a fare congetture che il Pokémon Plasma cambiò drasticamente forma rivelando uno Zoroark con in mano un computer.
Solamente Komor riconobbe il Pokémon Mutevolpe.
-Dov’è N?- chiese infatti.
Zoroark scosse la testa con fare afflitto e seccato a un tempo, dopodiché consegnò al Capo Palestra il Portatile.
Komor lo ispezionò per qualche istante, dopodiché lo accese. Era protetto da una Password, prevedibile.
-Sono sicuro che Belle e la professoressa Aralia sapranno farci qualcosa. Lo hai preso al Team Plasma, non è vero?- chiese il moro aggiustandosi la cravatta.
Zoroark annuì.
-Potrebbe contenere delle informazioni importanti!- esclamò Iris.
-Questo è sicuro, ma ora come ora non possiamo occuparcene. Se non ci affrettiamo per Touko ed N potrebbe mettersi davvero male.- disse Aristide con fare grave.
-Lo farò ricevere a Belle e alla professoressa Aralia.- disse Komor.
-E come pensi di fare? Ormai sono in viaggio da parecchio e il tempo stringe.- commentò Iris poco convinta.
Komor per tutta risposta si aggiustò la cravatta e prese una Pokeball.
Ne uscì un Chatot, Il piumaggio era principalmente verde, appena sotto il collo, invece, era giallo come le zampe. Le ali erano blu, il collo era ricoperto da un folto piumaggio bianco. La testa sembrava una grande nota musicale, mentre la coda assomigliava ad un metronomo.
-E da quando hai un Chatot?- chiese Iris sorpresa.
-Da quando si è schiuso il suo uovo.- rispose lui pratico.
-Ma sarà in grado di trasportare quel portatile?- chiese Aristide dubbioso.
Il Pokémon musicale parve offeso per quell’osservazione, tanto che gonfiò il petto con fare orgoglioso.
-Non c’è pericolo: il computer è piuttosto piccolo e Chatot è abbastanza allenato per trasportarlo fino alla professoressa Aralia.- rispose il ragazzo aggiustandosi la cravatta.
Così il Pokémon Musicale afferrò il computer che era stato messo in una tracolla in modo da rendere il trasporto più sicuro.
Lo osservarono allontanarsi a tutta velocità verso la stazione. Fu allora che una voce richiamò la loro attenzione.
-Ci siamo persi qualcosa?-
Era Spighetto. Sul pianerottolo stavano tutti i Capi Palestra di Unima, ognuno affiancato da un Pokémon.
-Allora, quando si parte?- chiese Camelia.
***
-È tutto pronto?- domandò Ghecis.
-Tutti i membri del Team Plasma saranno qui a breve per assistere alla “cerimonia” come la chiamate voi.- rispose Acromio digitando qualcosa sul suo palmare.
-Perché, cos’altro sarebbe?-
-Un esperimento scientifico. Il più grande che mi sia mai capitato di gestire.-
In quel momento nella stanza entrò un soldato, tutto rigido nella sua posizione.
-Come procedono i preparativi?- domandò Acromio senza staccare gli occhi dal suo palmare.
-Abbiamo terminato.-
-Eccellente.-
***
Ma quanto manca a Fortebrezza?” si chiese mentre cercava di seminare i suoi inseguitori.
Non aveva più fiato, la gola bruciava terribilmente e sembrava che i polmoni si stessero atrofizzando. Le gambe cominciavano a non tenere il ritmo.
Di quel passo sarebbe stata raggiunta.
Strinse i denti e costrinse il suo corpo, già provato, ad accelerare l’andatura.
Mossa sbagliata, un piede inciampò in una radice esposta, troppo stanco per proseguire.
Rotolò per diversi metri finché la sua schiena non incontrò un tronco. La botta fu attutita grazie allo zaino.
Si guardò attorno freneticamente, le forse stavano cominciando ad abbandonarla. Non poteva permettere che i suoi Pokémon finissero nelle loro mani.
Strinse i denti e iniziò ad armeggiare il più velocemente possibile con l’Interpoké che portava al polso. Quello emise un debole suono, segno che si era acceso. Con le mani che tremavano attivò la localizzazione di aiuto sperando che Belle e Komor lo notassero. Sempre velocemente se lo slacciò da polso e lo legò allo zaino.
Ormai sentiva gli inseguitori ad pochi passi da lei.
Il cuore le martellava contro la cassa toracica e temeva che il tremolio incontrollabile che l’aveva assalita le impedisse di mettere in salvo i suoi amati Pokémon. Ma per fortuna l’unico e deciso lancio depositò lo zaino tra i rami più alti dell’albero.
Lo guardò un’ultima volta prima di ricominciare a correre.
Conosceva quel percorso abbastanza bene da sapere che di quella lena non sarebbe arrivata a Fortebrezza prima di un quarto d’ora. Non sapeva se il suo fisico avrebbe retto per così tanto tempo. Non ci sperava neppure. Correva e basta, con la consapevolezza che almeno i suoi Pokémon erano salvi.
Una scarica elettrica la colpì in pieno strappandole un urlo.
Una volta che l’attacco fu concluso il suo corpo cedette e si ritrovò di nuovo a cadere.
Sentiva lividi su tutto il corpo, era così stanca che si accorse a malapena che la stavano caricando su uno Scolipede per portarla chissà dove.
La vista cominciava ad appannarsi.
Poco prima che l’oscurità sopraggiungesse nella sua mente affiorò il viso di N.
 
Touko si svegliò di soprassalto alzandosi di scatto, ma subito fu costretta a bloccarsi. Le doleva la testa come se fosse stata in una campana appena suonata.
Si portò una mano alla tempia destra mentre con l’altra mano si appoggiò alla parete per potersi mettere seduta.
Ricordare quel giorno non era per nulla piacevole, soprattutto considerato quello che era successo dopo. I giorni infiniti di esperimenti e torture, passati a chiedersi se fosse mai finita.
Si guardò attorno ed il suo cuore sprofondò nello sconforto più totale, riconosceva quella cella grigia e maledettamente uniforme. Ricordava in maniera confusa quello che era successo a Boreduopoli. Sapeva che Reshiram era tornata nel Chiarolite e che un Kadabra l’aveva portata via assieme alla pietra.
Cercò Reshiram con la mente, aveva imparato a farlo durante l’anno che avevano trascorso a Soffiolieve, anche quando il Pokémon della Verità faceva dei lunghi voli per potersi sgranchire le ali.
Rimase concentrata per svariati minuti, ma Reshiram sembrava irraggiungibile.
Era già successo a causa della barriera spirituale di Kyurem che impediva agli altri due Pokémon del Trio Tao di entrare in contatto con lui senza il suo permesso.
Sentì lo sconforto salirle nell’anima e lacrime di frustrazione cominciarono a rigarle il volto. Si morse l’interno delle guance e si affrettò ad asciugarle. Prese un profondo respiro, doveva trovare un modo per andarsene.
Ma dove vuoi andare? Non ci sei riuscita quando camminavi, come pensi di fare adesso?” le sussurrò una vocina nella sua testa, quella della ragione, a cui negli ultimi tempi non aveva per nulla dato retta.
La porta della sua cella si aprì cigolando rivelando Acromio che sorrideva beffardo dietro le lenti degli occhiali.
-Ben tronata.- disse senza nessun’emozione.
Touko non disse nulla. Fissava con astio lo scienziato. Durante il suo ultimo soggiorno aveva imparato ad odiarlo. Non solo per il trattamento che le riservava, ma anche per gli esperimenti nei confronti dei Pokémon che ogni tanto intravedeva passare davanti alla sua cella.
Non le era stato difficile capire che avrebbero fatto la fine del suo adorato Zweilous prima che lo incontrasse, o dell’Haxorus di Komor.
Non sapeva esattamente che cosa voleva farci con tutti quei congegni, ma ogni volta che provava a darsi una risposta le probabilità si facevano sempre più agghiaccianti.
-Volevo farti sapere che dietro quel muro si trova una tua cara conoscenza.-
Touko rimase inespressiva cercando di capire a chi si riferisse Acromio.
Un’idea le attraversò il cervello, rapida come un fulmine a ciel sereno.
-Perché me lo stai dicendo?-
-In realtà non lo so. Mi sembrava semplicemente un bel regalo di ben tornato.- disse vago lo scienziato prima di chiudersi la porta alle spalle.
Touko attese il familiare suono metallico della porta che veniva chiusa a chiave, attese qualche istante, per essere sicura che Acromio se ne fosse davvero andato, dopodiché si avvicinò più che poté al muro dove era già appoggiata, come se potesse vederlo al di là di essa.
Appoggiò la testa contro la parete metallica sperando di percepirlo in qualche modo, ma quel luogo era stato costruito per isolare completamente le celle l’una dall’altra ed era impossibile comunicare.
Trattenendo le lacrime vi appoggiò sopra la fronte. Sapeva benissimo che N non l’avrebbe in alcun modo sentita, però stare in quella posizione gli dava in qualche modo… conforto.
Senza rendersene conto si addormentò.
***
I Capi Palestra e Makoto erano in volo verso la Fossa Gigante. Aristide stava spiegando il piano che avevano ideato in fretta per poter prestare soccorso.
-Chicco, Spighetto, Maisello, Anemone, Aloè, Artemisio e Rafan vi occuperete delle retrovie. I vostri Pokémon dovrebbero riuscire a tenere occupato il Team Plasma abbastanza da lasciarci passare. Io e gli altri ci faremo largo tra le loro fila e cercheremo Touko ed N.- spiegò Nardo.
-Ho portato con me anche i Pokémon di Touko. Penso che ci saranno di grande aiuto ed è venuto anche Zoroark.- spiegò Makoto indicando il Pokémon Mutevolpe trasfigurato in un Hydreigon.
-E come faremo a fermare il Team Plasma? Saremo anche molto forti, ma siamo comunque troppo pochi per poterli fermare tutti.- fece notare Silvestro.
-Infatti. Hanno causato troppi danni da quando si sono fatti vedere, è ora di finirla.- convenne Anemone.
-Tranquilli, ho già trovato una soluzione anche per questo.- disse prontamente Nardo con il sorriso furbo di chi la sa lunga.
-E cosa avresti pensato? Giusto per essere tranquilli.- chiese Aloè.
-Vedrete, vedrete.- replicò l’ex Campione senza smettere di gongolare.
La Capo Palestra di Zefiropoli scosse la testa sperando che il piano dell’uomo (qualsiasi esso fosse) funzionasse.
Ormai la Fossa Gigante era in vista. Ma un dettaglio catturò immediatamente l’attenzione del gruppo.
C’erano troppe poche guardie.
Possibile che in un momento del genere lasciassero l’ingresso sguarnito in quella maniera?
La paura ed il dubbio che fosse tutta una trappola iniziò ad insidiarsi nei cuori degli Allenatori.
-Il piano non cambia.- disse Nardo distruggendo il silenzio spettrale che si era insidiato tra loro.
-Inoltre se sono di meno faremo molto più in fretta ad entrare nella loro base.- aggiunse, come per darsi coraggio.
La prima squadra atterrò subito, cogliendo di sorpresa le sentinelle.
-Camerupt, Vampata!- esclamò Chicco.
-Azumarill, Idrondata!- disse Maisello.
-Krookodile, Terremoto!- ordinò Rafan.
-Kangaskhan, Bruciapelo!- intimò Aloè.
-Ferrothorn, Vigorcolpo!- esclamò Spighetto.
-Leavanny, Fendifoglia!- esortò Artemisio.
-Swanna, Tifone!- disse Anemone.
I Pokémon dei Capi Palestra riuscirono ad aprire un varco per far passare il secondo gruppo che superò le file del Team Plasma volando raso terra facendo cadere alcune sentinelle, colte alla sprovvista.
Erano in vista di un secondo gruppo di sentinelle quando Makoto prese le Pokeball della figlia e le aprì tutte.
Archeops, Galvantula, Zweilous, Darmanitan e Serperior partirono all’attacco travolgendo i nemici come una tempesta di sabbia improvvisa. A loro si unì Zoroark che faceva da guida, dal momento che conosceva meglio la planimetria della base.
I Capi Palestra li seguirono cercando di tenere il passo.
***
N stava fissando il soffitto. Cercava di pensare a come scappare, ma più rifletteva e più era chiaro che quella cella era stata costruita a regola d’arte.
Era talmente accorto nei suoi pensieri da non accorgersi nemmeno della porta che la porta veniva aperta, facendo entrare la figura snella di Acromio.
Quando se ne rese conto si mise immediatamente sull’attenti.
Lo scienziato sorrise mellifluo.
-Volevo solo informarti che la Verità si trova nella cella accanto. Ovviamente non potete comunicare, ma mi sembrava giusto che lo sapessi.- disse uscendo di nuovo, sempre con la massima calma.
Il verde ci mise un attimo a capire che cosa avesse detto quell’uomo.
Quando realizzò il significato delle sue parole sgranò gli occhi dalla sorpresa e dalla paura.
Si precipitò alla parete che comunicava con la cella accanto, ma esattamente come aveva detto Acromio, non era possibile comunicare.
Per un attimo pensò che poteva essere una bugia, un modo per farlo disperare ancora di più. Eppure… quella sensazione che lo percorreva da capo a piedi… era vera, la stessa che percepiva ogni volta che Touko era vicina.
Non aveva dubbi. Lei era dall’altra parte di quel dannato muro di metallo.
Appoggiò la fronte sulla superficie metallica, come se lo aiutasse a sentirla più vicina. Chiuse gli occhi per evirarsi di urlare di frustrazione ed un imponente senso di colpa si impadronì di lui.
***
Belle continuava a guardare fuori dal finestrino del treno. Non faceva altro che ripetersi mentalmente che anche se fosse andata non sarebbe stata di grande aiuto. Dopotutto lei non era mai stata una grande combattente.
Eppure non riusciva a darsi pace.
Nei sedili davanti al suo la professoressa Aralia ed Aki guardavano rispettivamente il paesaggio fuori dal finestrino e la punta delle scarpe.
La ragazza lasciò andare un profondo sospiro e tornò a guardare fuori giusto in tempo per vedere un Chatot volare davanti al finestrino.
Un Chatot!?
Belle scattò in piedi quando riconobbe il Chatot di Komor.
Il Pokémon Musicale reggeva una tracolla e sembrava anche piuttosto stanco.
Senza pensarci due volte Belle aprì il finestrino, facendolo entrare nell’abitacolo.
La professoressa Aralia ed Aki fecero a malapena in tempo a vedere che cosa stava facendo perché la ragazza era già al lavoro.
Intuendo quali fossero le intenzioni di Chatot prese la borsa e ne estrasse un computer.
Lo accese.
Era protetto da una password.
Osservò la schermata con decisione prima di iniziare ad armeggiare con la tastiera.
-Belle, cosa vuoi fare?- chiese la professoressa Aralia.
-Credo che questo computer sia molto importante.-
La professoressa prese una Pokeball e ne fece uscire Rotom.
-Lui ti aiuterà.- disse senza tanti giri di parole.
Belle ed il Pokémon Plasma rimasero a lavorare sul computer per diverso tempo sotto lo sguardo attendo di Aki e della professoressa Aralia.
Quando finalmente riuscirono a superare le difese del portatile Belle si mise ad esplorare i vari file. Molti erano incompleti, ma era abbastanza chiaro che fosse di proprietà del Team Plasma. Di Acromio nello specifico. Belle ricordava bene quel nome perché aveva passato molto tempo a studiare i meccanismi che avevano trovato sempre più frequentemente sui Pokémon selvatici. Sospettava che fosse in combutta con il Team Plasma ed ora ne aveva la prova. Ma fu qualcos’altro ad attirare la sua attenzione.
Un file in particolare.
Raccoglieva i dati di un certo “Cuneo DNA” che, a quanto era scritto, raccoglieva i dati genetici dell’Antico Drago. C’erano anche informazioni dettagliate su Reshiram, Zekrom, Kyurem, N e Touko.
La cosa diventava sempre più agghiacciante man mano che leggeva, ma quando giunse alla fine del file Belle non poté fare a meno di saltare in piedi.
Spaventata ed orripilata avrebbe fatto cadere il computer se non fosse stato per Rotom.
-Belle! Che ti prende?- chiese Aki.
La ragazza continuava a tremare in preda al terrore ed all’angoscia più neri.
Il cuore le batteva a mille, non le sembrava vera una cosa del genere.
Lo sguardo allarmato le ricadde nuovamente sul file.
«Endofusione» era intitolato.
-Vogliono… vogliono ricomporre l’Antico Drago…- mormorò, senza tuttavia riuscire a terminare la frase.
-È impossibile…- fece per dire la professoressa Aralia, ma venne interrotta bruscamente da Belle.
-NO! Non… non lo è più…-
-Cosa vuoi dire?-
Belle si strinse nelle spalle, tentando di impedirsi di tremare.
-Vogliono usare Touko ed N come sacrifici.-




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque... è un capitlo di passaggio, non c'è molto da dire.
Sappiate solo che tra poco si scatenerò il putiferio più nero.
Lo sconforto sale e le speranze di recuperare N e Touko scarseggiano sempre di più.
Forse ho fatto questo capitolo un po' troppo veloce, ma non avevo molto da dire e ulteriori pezzi mi sembravano inutili.
Scene pucciose di Touko ed N a parte devo dire che questo è un capitolo abbastanza negativo, almeno dal mio punto di vista.
Che cosa avrà in mente Nardo?
E Acromio?
Tutte risposte che avrete nel prossimo capitolo.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Endofusione.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 29
*** Endofusione ***


Endofusione

Era stato uno stupido!
Zoroark aveva ragione a dire che era il re degli idioti.
Aveva fallito miseramente nel suo intento.
E quello che era peggio era che il Team Plasma aveva vinto!
Aveva Reshiram, Zekrom e Kyurem.
Lui era bloccato lì e come se non fosse stato abbastanza anche Touko era nelle loro mani.
Si appoggiò al muro, sapendo che la ragazza si trovava dall’altra parte.
Doveva trovare un modo per scappare, ma non aveva idea di come fare.
Fino a quel momento le sue idee erano state una peggio dell’altra e non aveva fatto altro che causare dolore a Touko.
Avrebbe voluto tirare qualcosa contro il muro, sfogare in qualche modo la sua frustrazione, ma non sarebbe servito a nulla.
Strinse il pugno con tutta la forza che aveva fino a conficcarsi le unghie nella carne facendo sanguinare il palmo. In quel momento sentì la porta della cella.
-Che cosa volete?- chiese secco agli uomini che erano entrati.
-Prepararti per la cerimonia.- disse uno di loro come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo.
In quel momento N si accorse di un abito nero che avevano portato con loro.
-Che cos’è questa pagliacciata?- chiese, totalmente restio a cambiarsi.
-Anche io trovo che lo sia.- disse la voce di Acromio, cogliendolo di sorpresa.
-Ma tiene alto l’umore delle truppe. E adesso non fare il bambino, abbiamo da fare.- disse lasciando la cella e permettendo agli uomini di cambiarlo.
 
L’abito era stato chiaramente fatto su misura.
Nero come l’inchiostro con qualche lieve sfumatura azzurra elettrica. Riprendeva alcune caratteristiche di Zekrom. La parte superiore della giacca ne ricordava il petto, mentre le maniche erano come la protezione delle zampe anteriori. Le pieghe sui pantaloni andavano a copiare le linee che percorrevano le zampe posteriori del Pokémon degli Ideali.
Appena terminata la vestizione lo trascinarono fuori dalla cella grazie ad un paio di spesse manette d’acciaio che però lasciavano penzolare il braccialetto di cuoio intrecciato dov’era appeso il ciondolo Yin di Zekrom.
Una volta fuori si rese conto che anche a Touko era stato riservato lo stesso trattamento.
Indossava un abito lungo di un bianco purissimo. La scollatura ricordava le piume del petto di Reshiram, la gonna che le copriva i piedi era come la coda, le ampie maniche riprendevano il motivo delle ali del Pokémon della Verità partendo dal gomito.
I capelli le sfioravano le spalle ed un paio di ciocche ai lati della testa erano stati intrecciati per congiungersi appena sopra la nuca.
Al collo il ciondolo Yang di Reshiram.
Una recluta del Team Plasma guidava la sua sedia a rotelle che era stata munita di manette ai braccioli, bloccandole i polsi.
Li trascinarono via verso un’enorme sala dove era riunito il Team Plasma al completo. L’enorme sala era tappezzata degli stendardi dell’équipe. Il pavimento in marmo era composto da quadrati che si alternavano in colori bianco nero, simile ad una scacchiera. Il soffitto a volta era sostenuto da una serie di colonne dove sulla sommità di ciascuna era inciso il volto di un Pokémon leggendario della Regione di Unima. L’intera area guardava un piano leggermente rialzato, lì l’intera pavimentazione era color ghiaccio ed era solcata da una serie di incisioni a motivo di fiamme e fulmini.
Al centro era posizionata la capsula che imprigionava Kyurem, alla sua destra il Chiarolite tenuto sollevato da un piedistallo bianco, appena sotto una piattaforma per “ospitare” la carrozzina di Touko. A sinistra lo Scurolite, anch’esso su un supporto simile del colore della pece. In basso un seggio vagamente simile ad un piccolo trono, presumibilmente per N.
Lì ad aspettare c’era Acromio, con il suo immancabile palmare.
In quell’immensa sala regnava un silenzio tombale.
Una situazione paradossale visto com’era gremita di gente.
Tutti perfettamente in riga come soldatini di piombo di un piccolo esercito.
Lasciavano spazio ad un tappeto rosso ricamato con rose bianche nere e blu.
N e Touko furono costretti a proseguire lungo la navata insieme a Ghecis mentre un membro del Trio Oscuro spingeva la carrozzella di Touko.
In quel momento i due ragazzi cominciarono a sudare freddo.
Solo allora avevano iniziato a rendersi davvero conto di quello che stava per succedere.
I loro cuori partirono in una corsa incallita. Si scambiarono uno sguardo colmo di preoccupazione, ma non esternarono in altro modo le loro emozioni.
Una volta sulla piattaforma vennero posizionati ognuno al proprio posto e dei fili metallici vennero connessi alle pietre dei Pokémon leggendari, a loro ed allo stesso Kyurem.
-Signori.- la voce di Ghecis risuonò perfettamente chiara nella sala senza bisogno di un microfono.
-Il momento che stavamo attendendo… È FINALMENTE GIUNTO!-
Il pubblico, fino a quel momento completamente fermo e silenzioso, esplose in un coro di esultazioni. Bastò tuttavia in gesto di Ghecis perché il silenzio tornasse sovrano.
-Presto l’Antico Drago sarà nuovamente tra noi e sarà a noi, il Team Plasma, che ubbidirà. Grazie a lui… CONQUISTEREMO IL MONDO!-
Nuovamente la sala esplose in grida di esultanza che scemarono in una serie di versi ripetitivi di incitazione.
In quel momento i due Eroi sentirono chiaramente la morsa del terrore stringersi su di loro più potente che mai.
Acromio, una volta ricevuto il cenno d’intesa da Ghecis, afferrò il Cuneo DNA e lo posizionò in una fessura intagliata apposta e vi inserì l’oggetto con attenzione.
I cuori di Touko ed N tornarono a battere furiosamente nei loro petti, come se volessero sfondare le casse toraciche. Il mondo sembrava muoversi a rallentatore.
Però, prima che Acromio abbassasse la leva che avrebbe azionato la macchina, Ghecis si avvicinò ad N.
-Sai, per il tuo tradimento avrei voluto fondervi separatamente perché tu potessi vederla sparire, ma Acromio ha detto che deve avvenire il più simultaneamente possibile. Tuttavia, un pezzo della ragazza è già stato trasferito. Quindi la vedrai andarsene per prima.- gli sussurrò ad un orecchio prima di allontanarsi lasciando il verde nell’angoscia più cupa.
Si voltò verso Touko.
Lei gli rivolse un sorriso che sapeva di rassicurazione.
Poi cominciò il dolore.
***
Zoroark ed i Pokémon di Touko si facevano largo con una furia impressionante.
Makoto, Komor, Nardo, Camelia, Silvestro, Aristide ed Iris (quasi per assurdo) riuscivano a stento a star loro dietro.
Improvvisamente il cielo si oscurò ed un vento gelido cominciò a soffiare con prepotenza. Feroci lampi iniziarono a fare la loro comparsa dalle cupe nubi schiantandosi al suolo ed appiccando incendi nelle vicinanze incenerendo gli alberi.
-Che cosa succede?- chiese Silvestro.
-Non lo so. E non mi piace non sapere.- rispose seccato Aristide.
-Dobbiamo sbrigarci!- esclamò Camelia.
-E allora facciamolo!- disse Komor mandando i suoi Pokémon all’attacco.
 
Velocemente si fecero largo tra i pochi membri lasciati di guardia ed i Pokémon soggiogati dai congegni elettronici di Acromio.
Quando riuscirono ad entrare nel covo che era stato costruito all’interno della Fossa Gigante furono accolti dalle grida strazianti di N e Touko.
I loro Pokémon si gettarono sulla porta, facendola a pezzi e rivelando l’intero esercito del Team Plasma, ma non solo.
Quello che si presentò davanti a loro era lo spettacolo più terrificante e magnifico insieme che avessero mai visto. Il più stupefacente e il più terribile.
Davanti a loro c’era un Pokémon Drago così grande da toccare quasi l’immenso soffitto.
Il corpo snello, lunghe gambe nere fino al ginocchio dove il colore si interrompeva a forma di rombo grigio per cedere posto al bianco e poi di nuovo nero fino al piede con tre grosse dita. La coda bianca, fatta eccezione per qualche cerchio nero, era la fusione di quelle di Reshiram e Zekrom. Le braccia magre grigie fino al gomito dove iniziavano delle ali candide simili a quelle del Pokémon della Verità, ma le piume erano più compatte ed affilate.
Il collo robusto, lungo color fuliggine. La testa piccola rispetto al resto del corpo. La bocca bianca, attorno all’occhio azzurro una macchia nera e la fronte grigia. Una barbetta bianca vagamente simile alle ali ed una sorta di cresta fatta alla stessa maniera troneggiava sulla sommità del capo.
-Siete arrivati tardi.- disse Ghecis beffardo.
-Antico Drago, ATTACCA!-
***
N sentiva la scossa che gli percorreva tutto il corpo, come se avesse preso il posto del sangue.
Faceva così male che era impossibile non urlare.
Percepiva chiaramente che gli arti cominciavano a perdere sensibilità partendo dalle gambe per poi salire, come un bicchiere che veniva svuotato dal verso opposto.
Si girò a fatica verso Touko.
Il corpo della ragazza era già quasi sparito.
Svanì completamente qualche istante prima di lui e l’ultima cosa che vide di lei fu un sorriso sforzato che cercava di trasmettere una speranza che in realtà non aveva.
Dopodiché il mondo diventò confuso.
***
«Antico Drago, ATTACCA!»
Chi era quell’uomo che tanto si affannava a quel modo?
Oh, giusto, Ghecis.
Un antico nemico?
O forse era il padre adottivo?
Un folle assetato di potere?
Era tutti e tre insieme.
In ogni caso un essere a cui non avrebbe mai dato ascolto.
Sentiva qualcosa sulla testa.
Gli dava dei piccoli impulsi.
Volevano costringerlo ad ubbidire.
Che stolti!
Avrebbe fatto vedere loro cos’era una vera scarica.
Iniziò a caricarsi, dopodiché.
Elettrogelo!
Il congegno si staccò immediatamente.
Poveri illusi.
Lui aveva un compito da portare a termine.
Intravide con la coda dell’occhio altre persona che non facevano parte di quell’insulso esercito.
Erano amici.
Erano innocenti.
Avevano bisogno di aiuto.
Li protesse dalle macerie che stavano cadendo con una decisa zampata.
Stavano bene.
Ma aveva un compito.
I gemelli.
Avevano bisogno di lui.
Vampagelida!
Il soffitto crollò rivelando il cielo plumbeo.
Con un unico, deciso movimento spiccò il volo.
Verso l’Isola Libertà.
***
I presenti rimasero sbigottiti.
L’Antico Drago se ne era andato.
I Capi Palestra furono i primi a riprendersi e riuscirono, grazie a questo, a bloccare il Team Plasma.
Fu il caos.
C’era gente che scappava da tutte le parti, ma in pochi riuscivano a guadagnare l’uscita avvalendosi dei Pokémon che avevano con loro.
C’era una gran confusione.
Mosse Pokémon volavano dappertutto e le grida della battaglia erano sempre più insistenti man mano che ci si avvicinava al centro della sala.
Il Trio Oscuro tentò di scappare con Ghecis insieme ad un nutrito gruppo di seguaci.
I Capi Palestra non si resero nemmeno conto che il capo del Team Plasma aveva guadagnato l’uscita impegnati com’erano a cercare di bloccare quanti più soldati possibile.
Solo Makoto se ne accorse quando ormai erano spariti al di là del portone.
Senza pensarci due volte corse loro dietro.
Nardo cercò di seguirlo, ma notò con la coda dell’occhio un particolare che meritava tutta la sua attenzione. Acromio era fermo su quella specie di palcoscenico a controllare dei dati sul suo palmare. Sembrava perfettamente tranquillo e a proprio agio, come se non stesse succedendo nulla fuori da una normale routine quotidiana.
L’ex Campione gli si avvicinò guardingo, ma allo scienziato non sembrava importare.
 
Ghecis e i suoi erano appena riusciti a farsi largo tra i Capi Palestra rimasti nella retroguardia (pur perdendo qualche membro che fu catturato senza tante cerimonie). Avevano ormai guadagnato l’uscita della quando trovarono una sorpresa ad attenderli.
Fuori dalla Fossa li aspettava un nutrito gruppo di Allenatori, pronti a bloccarli, ma non solo. C’erano quattro particolari Allenatori che attirarono l’attenzione del gruppo del Team Plasma.
-Oh cielo, pare proprio che la vostra storia sia giunta al termine.- disse una donna vestita di nero con vaporosi capelli viola ed un romanzo sotto braccio.
-È ora che tu adempia al tuo compito e ti faccia arrestare.- aggiunse un uomo dai capelli neri ed una sciarpa gialla in modo piuttosto teatrale.
-Non aspettavo altro che una bella lotta!- esclamò un uomo dalla pelle scura ed i capelli di un arancione talmente acceso da sembrare colorati da un evidenziatore.
-Per colpa tua ho dovuto interrompere il mio sonno di bellezza. Non ti aspettare che ci vada leggera.- borbottò una donna dai lunghi capelli biondi in camicia da notte.
-I Super Quattro!- esclamò uno dei soldati del Team Plasma.
-Esattamente!- esclamò Mirton scostandosi la sciarpa con fare teatrale.
-E nel prossimo capitolo di questa storia c’è la nostra vittoria.- aggiunse Antemia.
-Quindi preparatevi a prenderle di santa ragione.- si inserì Marzio facendo scrocchiare le nocche.
-Vediamo di fare in fretta.- disse Catlina sbadigliando assonnata.
I tre ninja del Trio Oscuro furono i primi a reagire mettendo le mani sulle Pokeball.
-Banette, Psichico!-
-Bisharp, Metaltestata!-
-Bisharp, Ghigliottina!-
Gli attacchi erano indirizzati ai Super Quattro che tuttavia li affrontarono senza fare una piega.
-Golurk, Pugnodombra.- disse Antemia.
-Lucario, Forzasfera!- esclamò Marzio.
-Tyranitar, Neropulsar!- esortò Mirton mettendosi in posa.
-Alakazam, Psichico.- sbadigliò Catlina.
I Super Quattro non ci misero molto a sbaragliare il piccolo gruppo del Team Plasma capitanato da Ghecis. Gli Allenatori venuti a dare manforte si addentrarono nella Fossa Gigante per dare supporto ai Capi Palestra.
Ci volle tutto il giorno, ma alla fine il Team Plasma fu reso inoffensivo.
Acromio non oppose nemmeno resistenza, si comportava come se lo avessero invitato gentilmente a prendere il tè.
Per contro Ghecis scalciava, urlava e malediceva tutti quanti.
Cercarono Touko ed N dappertutto, ma non li trovarono da nessuna parte.
 
Alla centrale interrogarono Acromio che spiegò candidamente e con la massima calma la natura dell’esperimento.
-Quei ragazzi si sono fusi con i Pokémon, ridando vita all’Antico Drago. Un esperimento ben riuscito, non c’è che dire.-
-Cos’hai detto?-
Ci vollero Aristide, Rafan e Silvestro a tener fermo Makoto.
-Non può essere…- mormorò Belle giunta sul posto per avere dei chiarimenti sull’esperimento che aveva letto nel file del computer recuperato da Zoroark.
-Io ho detto nientepopodimeno che la verità, pura e semplice. Se credermi o meno sta solo a voi.- disse lo scienziato tranquillamente.
Alla fine Komor, Belle e Makoto furono rimandati a Soffiolieve.
Erano troppo coinvolti nella faccenda per poter ragionare lucidamente, inoltre, qualcuno doveva pur dirlo ad Aki.
***
Come luogo d’incontro scelsero il laboratorio di ricerca della professoressa Aralia.
Alla notizia Aki era scoppiata in lacrime e nemmeno Makoto era riuscito a confortarla in nessun modo.
La Squadra di Touko e Zoroark fissavano il pavimento, afflitti per la perdita dei loro Allenatori.
Per un po’ non si sentì altro che il pianto ininterrotto della madre di Touko.
Solo dopo Komor si accorse che la radio era accesa.
L’universo ha decisamente un pessimo senso dell’umorismo.” pensò mentre lo strumento rilasciava nell’aria una canzone che tento spiacevolmente si adattava alla loro situazione.
 
«It’s been a long day without you my friend
And I’ll tell you all about it when I see you again
We’ve come a long way from where we began
Oh I’ll tell you all about it when I see you again
When I see you again»
 
Nella stanza nessuno parlava.
Aki singhiozzava disperata tra le braccia del marito.
Anche Belle piangeva, ma in silenzio, lasciando che le gocce salate le appannassero gli occhiali.
 
«Why'd you have to leave so soon?
Why'd you have to go?
Why'd you have to leave me when I needed you the most?
'Cause I don't really know how to tell you
Without feeling much worse
I know you're in a better place
But it's always gonna hurt
Carry on
Give me all the strength I need to carry on»
 
-Non possiamo rimanere con le mani in mano!- esclamò Komor ad un certo punto.
Non ce la faceva più a contemplare quella scena penosa. Non poteva pensare di non poter far nulla. Era il Capo Palestra di Alisopoli diamine!
 
«It's been a long day without you, my friend
And I'll tell you all about it when I see you again
We've come a long way from where we began
Oh, I'll tell you all about it when I see you again
When I see you again»
 
Ma perché nessuno si alzava a spegnere quella maledetta radio?
-Komor…- cominciò cauta la professoressa Aralia.
-Non è così facile. Non sappiamo dove sia andato l’Antico Drago e anche se lo rintracciassimo non è detto che riusciremo a dividerlo nuovamente.-
-Quindi non facciamo niente? Ce ne rimaniamo qui con le mani in mano aspettando e sperando che le cose si aggiustino da sole!?-
-Probabilmente le cose non si aggiusteranno.- replicò la donna grave.
 
«How do I breathe without you?
I'm feeling so cold
I'll be waiting right here for you
Till the day you're home
Carry on
Give me all the strength I need to carry on
So let the light guide your way
Hold every memory as you go
And every road you take will always lead you home, home»
 
Per Komor quello era un colpo decisamente basso.
I ricordi che aveva di Touko lo investirono come un fiume in piena.
Non poteva lasciarla al suo destino.
Proprio lei che ne aveva passate così tante per aiutare tutti coloro che incontrava.
No, non se lo sarebbe mai perdonato.
 
«It's been a long day without you, my friend
And I'll tell you all about it when I see you again
We've come a long way from where we began
Oh, I'll tell you all about it when I see you again
When I see you again»
 
-Io sono con Komor.- la voce di Belle sembrò rompere quel silenzio che si era creato fra i presenti.
-Belle…-
-Sono stata sua allieva per due anni professoressa Aralia. Non sono mai stata forte in battaglia, è vero, ma in questo lasso di tempo ho studiato molto. Io posso trovare qualcosa che possa dividere di nuovo l’Antico Drago in Zekrom, Reshiram, Kyurem, N e Touko.-
-Ma…-
-Abbiamo tutti i dati di Acromio, anche quelli per realizzare il Cuneo DNA. Possiamo farcela!-
Mai nessuno aveva visto Belle tanto determinata.
-Da dove cominciamo?- domandò Makoto.
 
«When I see you again
See you again
When I see you again»
 
Komor sorrise.
La radio aveva smesso si cantare.





*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque... le cose non sono andate esattamente come sperava il Team Plasma, ma dopotutto c'era da aspettarselo da un Pokémon leggendario millenario di una potenza devastante, no?
La situazione è precipitata in peggio, non c'è molto altro da dire a riguardo.
Personalmente speravo di fare delle scene di combattimento un po' più sostenute, ma... sarebbero solo servite ad allungare il brodo, a mio parere.
Spero che l'entrata in scena dei Super Quattro sia stata di vostro gradimento.
Effettivamente mentre scrivevo mi chiedevo perché cavolo non li stessi mettendo, voglio dire... dopo il Campione sono gli Allenatori più forti della loro Regione, sarebbe stato stupido lasciarli da parte, no?
La canzone che ho fatto partire alla radio (perché sono una persona perfida che gode della disperazione altrui) è "See you again" di Charlie Puth -> 
https://www.youtube.com/watch?v=oLbG1HmfBIk
Per quanto riguarda la descrizione dell'Antico Drago mi sono basata su un'immagine che ho trovato mentre facevo delle ricerche, è in fondo.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Un dolore millenario.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*


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Capitolo 30
*** Un dolore millenario ***


Un dolore millenario

Non riusciva a percepirli.
Per quanto ci provasse era come se fossero spariti dalla faccia della Terra.
E poi non capiva ancora cos’era successo.
L’ultima cosa che ricordava era il palazzo devastato dalla feroce battaglia tra Kenshin e Nobu.
Stalattiti di ghiaccio e falò ovunque mentre infuriava un terribile temporale.
Dopo c’era stato un dolore profondo seguito dal buio.
Quello che era accaduto in seguito era confuso, come se avesse fatto un sogno terribilmente lungo.
L’unica cosa di cui era certo era che si era svegliato in quello strano posto pieno di umani e di Kenshin e Nobu non c’era nessuna traccia.
Lui aveva un compito molto importante: proteggerli.
Doveva trovarli.
***
Nella casa di Aki a Soffiolieve erano radunati Makoto, Komor, Belle, Nardo, Iris e Aristide. Questi ultimi giunti in paese per discutere su come rintracciare e fermare l’Antico Drago, in quanto massimi esperti competenti in fatto di Draghi.
-A quanto raccontano le leggende il castello degli Eroi gemelli sorgeva sull’Isola Libertà.- spiegò Nardo.
-L’Antico Drago potrebbe essersi diretto lì.-
-E perché?- domandò Belle.
-Perché, a quanto dicono le leggende, l’Antico Drago era profondamente devoto ai gemelli. Lo dimostra il fatto che per sostenerli entrambi al massimo delle sue possibilità, quando si misero l’uno contro l’altro, si scisse in Reshiram, Zekrom e Kyurem.- rispose l’ex Campione.
-Ma se riuscissimo a trovarlo come potremmo scinderlo di nuovo?- chiese Komor.
-Qui entrano in gioco gli appunti di Acromio.- disse prontamente Belle.
-Stando a quello che c’è scritto qui il Cuneo DNA è stato realizzato in laboratorio unendo pezzi di DNA di Reshiram, Zekrom e Kyurem. Quindi creando tre cunei che ne contengano soltanto uno ciascuno potrebbe funzionare.- spiegò mostrando i dati del computer che, con tutta probabilità, riusciva a capire solo lei.
-Ma se hanno usato soltanto il DNA del Trio Tao… come mai avevano bisogno anche di Touko ed N?- chiese Iris.
-A quanto ha detto Acromio non era una questione di corpo, ma di spirito. L’anima dell’Antico Drago era stata completamente divisa e straziata dal combattimento e dai secoli di immobilità totale subita. Reshiram e Zekrom hanno un legame molto profondo con i rispettivi Eroi, qualcosa che va oltre il semplice affetto.- spiegò Nardo.
-Stai parlando dell’anima, vero?- chiese Aristide.
-Esatto. Non so ancora come, ma a quanto sembrerebbe ne condividono un frammento, quindi non potevano riunire l’Antico Drago senza l’anima completa.-
-Ma cosa dovremmo farci coi cunei? Non credo che l’Antico Drago sarebbe così ben disposto a farseli impiantare.- fece notare Komor.
Nel salotto di Aristide cadde il silenzio.
-E se provassimo semplicemente a parlargli?- propose Iris.
-E come?- chiese Komor.
-Iris ha un’intesa particolare con i Pokémon Drago. Lei potrebbe farcela.- spiegò Aristide.
-È un piano azzardato.- borbottò Komor.
-Non mi pare ci sia molto altro che possiamo fare.- fece notare Belle.
Komor sospirò pesantemente aggiustandosi la cravatta.
-Dove pensi di procurarti il DNA  che ti serve?- chiese.
Belle sobbalzò visibilmente.
-Ecco…- balbettò.
-Potremmo farcelo dare da Acromio.- propose Iris.
-E cosa ti fa pensare che ci aiuterà?- chiese Aristide.
-Beh, finora l’ha fatto.- fece notare.
-Solo se si trattava di descrivere l’esperimento. Tutto per sottolineare il fatto che lui sia un genio. Non credo che sarebbe molto collaborativo per “smontare” la sua creazione.- fece notare Komor.
-Non possiamo saperlo finché non proviamo.- ribatté Belle.
Aristide parve pensarci un attimo.
Proprio quando stava per rispondere la radio di sottofondo iniziò a trasmettere una notizia che meritava tutta la loro attenzione.
«Sull’Isola Libertà alle Rovine degli Eroi un enorme Pokémon Drago sta seminando il panico. Le autorità stanno cercando di tenere la situazione sotto controllo, ma la situazione è ancora instabile.»
La notizia non era ancora finita, ma ormai nel soggiorno non c’era nessuno.
***
Dov’erano!?
Non li trovava da nessuna parte!
E il palazzo…
Era ridotto ad un rudere!
Dov’erano le guardie!?
Dov’era la corte!?
Non c’era nessuno!
E se fosse successo qualcosa mentre non c’era?
I gemelli erano stati attaccati e lui non era presente.
Non se lo sarebbe mai perdonato.
Ruggì tutto il suo dolore.
Non era rimasto nessuno.
Gli umani stavano correndo in tutte le direzioni possibili, cercando di evitarlo.
Che fossero loro la causa di ciò che era successo?
Eppure sembravano così innocui.
Ma se la colpa era loro l’avrebbero pagata cara.
Elettrogelo!
Il piazzale difronte al palazzo si riempì di grida di terrore.
Le nubi sopra l’Isola Libertà si erano addensate, come per essergli vicine nella lotta.
Vampagelida!
Qualcuno aveva chiamato in soccorso i Pokémon, i quali avevano iniziato a colpirlo con attacchi ripetuti. Ma non avevano effetto. Non su di lui.
Ruggì minacciosamente facendo tremare la terra.
Iniziò a piovere, l’inizio di un feroce temporale.
Oltraggio!
Gli umani urlavano tra loro cercando di capire come fermarlo, ma lui non si sarebbe fermato.
Elettrogelo!
Un tuono si aggiunse ai rumori della battaglia.
Un vento gelido cominciò a soffiare da nord, così potente che avrebbe potuto causare un tornado.
Si sentiva frustrato, frustrato e ferito.
Kenshin e Nobu avevano avuto bisogno di lui e lui non c’era stato.
Ora non sapeva dove fossero, potevano essere morti per quanto ne sapeva.
Aveva giurato di difenderli.
Ne aveva fatta la sua missione.
E non era stato in grado di fare nulla.
Per colpa sua il Regno era caduto e i gemelli erano scomparsi.
«Fermati!»
Era stata una voce incredibilmente giovane a levarsi sopra tutte le altre.
Apparteneva ad una ragazza affiancata da un Hydreigon, aveva i capelli viola lunghissimi raccolti in una coda elaborata. Due occhi nocciola brillavano di determinazione. Indossava un abito bianco e rosa che lasciava scoperte le gambe, ai piedi un paio di sandali bianchi. Sembrava una principessa.
Non seppe con precisione che cosa glielo urlasse a gran voce, ma qualcosa nella sua testa gli diceva che era una persona di cui fidarsi. Forse gli avrebbe saputo dire dov’erano i gemelli.
Ayame?
La osservò dubbioso ancora per un attimo prima di abbassarsi di quota.
Lo guardava con comprensione e compassione, misti ad una profonda tristezza.
«So cosa stai cercando.» disse.
Per un attimo il suo cuore trovò sollievo, ma lo sguardo serio della ragazza non lo fece stare tranquillo.
«Ma non puoi trovarlo.» mormorò infatti.
***
-Come sarebbe a dire che non hai intenzione di aiutarci!?- esplose Makoto.
-Non ho nessuna intenzione di disfare quello che è il mio esperimento.- rispose pacato Acromio.
-Io avevo detto che non avrebbe collaborato.- borbottò Komor nervoso aggiustandosi la cravatta.
-Lascia perdere Makoto, qui stiamo solo perdendo tempo.- disse Nardo avviandosi in tutta fretta verso l’uscita.
-Dobbiamo andare all’Isola Libertà e dobbiamo farlo alla svelta.- aggiunse mentre faceva uscire Braviary dalla Pokeball.
-E come pensi di fermare un Pokémon Drago leggendario presumibilmente molto arrabbiato?- chiese Belle leggermente intimorita.
-Ci proverò io.- disse Iris convinta.
-Come?- chiese Makoto mentre il piccolo gruppo saliva sui rispettivi Pokémon in grado di volare.
-In genere i Pokémon Drago mi ascoltano. Mi chiamano “La ragazza dal cuore di Drago” mica per niente.- rispose cercando di sembrare spensierata, ma in realtà era piuttosto nervosa.
L’idea di confrontarsi con un Pokémon Drago leggendario non la metteva esattamente a suo agio. Era vero, si era sempre trovata bene con i Draghi e loro ricambiavano quel suo sentimento, ma non era del tutto sicura che potesse succedere anche con un Pokémon leggendario che, per giunta, si era appena risvegliato dopo secoli.
Cercò di non pensarci troppo mentre volavano a tutta velocità verso l’Isola Libertà. Man mano che si avvicinavano una tempesta particolarmente violenta cercò di rallentarli.
-Che cosa facciamo!?- urlò Belle, cercando di sovrastare il fracasso dei tuoni e della pioggia torrenziale.
-Non abbiamo scelta! Dobbiamo farci avanti nella tempesta!- rispose Aristide cercando di proteggersi con il braccio destro, con scarsi risultati.
Iris cercò di tenere a bada il battito furioso del suo cuore.
Sapeva cos’era la cosa giusta fare, ne andava della salvezza dell’isola e non solo.
Conosceva bene il suo Hydreigon, sapeva che avrebbe potuto attraversare la tempesta più velocemente degli altri Pokémon e in quel momento il tempo era un nemico fin troppo agguerrito.
-Io vi precedo!- gridò cercando di dare alla sua voce un tono più fermo di quanto in realtà ne avesse.
Sentì a malapena la voce di Aristide che la chiamava, sovrastata com’era dal temporale.
Hydreigon volava ad alta velocità evitando le saette che li sfioravano appena.
Non ci volle molto prima che avvistassero l’isola.
Le rovine del castello erano visibili anche a quella distanza ed una colonna di fumo grigio si levava confusa proprio in quella direzione.
Iris si sentì stretta nella sgradevole morsa del panico.
Come avrebbe potuto lei da sola placare l’Antico Drago?
Quel Pokémon così addolorato.
Non era così sicura di poter placare il suo dolore.
Ma doveva provarci.
Prese un profondo respiro e strinse leggermente le braccia attorno al collo di Hydreigon, cercando conforto. Il Pokémon Brutale emise un debole verso di incoraggiamento che, sorprendentemente, riuscì a sovrastare l’uragano.
La ragazza dal cuore di Drago ritrovò un po’ di sicurezza ed osservò il castello avvicinarsi sempre di più.
-Andiamo!- esclamò con più convinzione di quanto lei stessa si aspettasse.
 
Volando verso il castello Iris vide molta gente che scappava terrorizzata dalla parte opposta. Non era la prima volta che La ragazza dal cuore di Drago vedeva una scena del genere, dopotutto i Pokémon Drago erano piuttosto irrequieti se li si disturbava o si invadeva il loro territorio. Ma non aveva mai visto una fuga di massa di quelle proporzioni. Sperò con tutto il cuore di essere all’altezza della situazione.
Più si avvicinava al castello più i rumori di battaglia si facevano vicini, sovrastando il temporale.
L’Antico Drago era più maestoso di quanto non avesse notato la prima volta, ma non era quello che attirava maggiormente la sua attenzione.
L’Antico Drago era triste, profondamente infelice e devastato da un dolore sconfinato.
Iris sentì un brivido correrle lungo la schiena e si percepì quell’empatia che l’assaliva ogni volta che aveva a che fare con i Pokémon Drago. Si accorse a malapena della lacrima solitaria che le era scesa lungo la guancia. Forse anche a causa del temporale.
Non sapeva bene cosa fare, né tantomeno cosa dire.
Decise che si sarebbe semplicemente affidata all’istinto.
Dopotutto… cosa poteva andare storto?
Fece qualche passo avanti deciso prima di piantarsi davanti all’Antico Drago.
-Fermati!- urlò.
Rimase non poco sorpresa quando l’Antico Drago si bloccò di colpo.
La scrutò per qualche istante prima di iniziare a scendere di quota.
Almeno non l’aveva attaccata, era un buon segno, no?
-So cosa stai cercando… ma non puoi trovalo.- mormorò affranta.
Sapeva benissimo che stava cercando gli Eroi gemelli, ma loro erano morti da secoli e ciò che più si avvicinava loro era stato inglobato durante la fusione del Trio Tao.
-Sono passati secoli da quando ti sei addormentato.- rivelò.
L’Antico Drago allargò gli occhi. Iris si avvicinò con cautela e rimase leggermente sorpresa quando il Pokémon non si spostò di un centimetro.
-Durante lo scontro dei gemelli ti dividesti per poterli sostenere entrambi nella lotta. Dopo una dura lotta i gemelli si fermarono e le due parti che erano rimaste al loro fianco si tramutarono in pietra. Ai giorni nostri quelle pietre sono state risvegliate da nuovi Eroi. Ma un’organizzazione malvagia voleva il potere ed il controllo su di te. Così li ha rapiti e li ha fusi insieme ai Pokémon in cui ti eri diviso.- spiegò cercando di essere la più delicata possibile.
L’Antico Drago si bloccò come se l’avessero congelato sul posto. Poi si guardò attorno con frenesia, come se si fosse reso solo in quel momento del profondo cambiamento dell’isola. Emise un breve verso disorientato e molto triste, poi si portò le zampe al petto, come se si aspettasse di trovare qualcosa, un grosso medaglione magari. Fu un gesto così improvviso e a tratti violento che per un istante Iris temette che stesse per scavarsi il petto con gli artigli, ma non lo fece.
Rimase in silenzio per qualche istante, gli occhi bassi. Dopo un tempo che parve infinito li alzò leggermente per incontrare quelli di Iris.
«Se quello che mi hai detto è vero… allora tu non sei Ayame.»
Iris sentì la voce imponente dell’Antico Drago risuonarle in testa come il suono di un gong.
La ragazza dal cuore di Drago rimase disorientata per qualche istante. Non le era mai successa un’esperienza simile. Capiva quello che volevano dire i Pokémon Drago, ma non le era mai capitato di udirne la voce.
-N-no, il mio nome è Iris.- rispose.
«Ayame era la sacerdotessa che supervisionò la mia nascita. Accadde nello stesso giorno di Kenshin e Nobu, per questo il nostro era così forte. Ayame disse che un giorno avrei dovuto fare due che avrebbe plasmato il destino del mondo. Una scelta l’ho fatta il giorno in cui mi sono diviso…»
Iris rimase immobile e totalmente in silenzio mentre ascoltava quella voce profonda ed incredibilmente triste.
-IRIS!-
La ragazza si voltò di scatto: Aristide, Nardo, Makoto, Komor e Belle erano arrivati. Fece cenno di rimanere dov’erano e servì tutta la diplomazia di Belle e Aristide per convincere gli altri.
L’Antico Drago non sembrava averli nemmeno notati, la sua attenzione era tutta per Iris.
«La seconda dev’essere questa.»
Iris rimase in silenzio, il cuore batteva debolmente nella trachea. Respirava piano, come se temesse che l’aria fosse contaminata. Si sentiva estraniata dalla realtà, sapeva che stava per succedere qualcosa di incredibile, unico e straziante.
«Sono nato per proteggere Kenshin e Nobu. Ora loro non ci sono più. Quello che più somiglia loro è stato assimilato da me.» la sua voce rimaneva carica di dolore per quanto fosse risoluta.
«Non è un caso che tu somigli tanto ad Ayame. Sei qui per ricordarmi quella profezia. Questa è la seconda scelta che prendo per cambiare il mondo. Questa volta non sarà reversibile e potrò finalmente tornare a casa.»
Iris sentì i capelli rizzarsi su tutto il cuoio capelluto quando una luce intensa avvolse completamente l’Antico Drago. Era così potente che per un attimo il mondo sembrò diventare una tela bianca, dove tutto era ancora da decidere.
Quando la luce si spense il temporale era finito ed un arcobaleno sovrastava l’intera Isola Libertà.
***
Era una bella giornata.
Il vento soffiava leggero ed accarezzava dolcemente le fronde degli alberi.
-Finalmente sei arrivato.- disse una voce alle sue spalle.
Affacciata al parapetto in pietra della piazza una donna dai lunghi capelli viola danzavano leggeri nella brezza mattutina e gli occhi color nocciola ambrati lo guardavano materni completando un sorriso che sapeva di casa.
Indossava un abito chiaro dalle lunghe maniche svolazzanti stretto in vita da una fascia colorata.
Un Pokémon piccolo simile ad un roditore dal corpo color crema le svolazzava sopra la testa allegro. Aveva grandi occhi azzurri, le grandi orecchie appuntite arancioni a forma di V. Le zampe anteriori dotate di tre minuscole dita e quelle posteriori di due, tutte di colore arancione. Una coppia di code piumate simili a due ali. Victini.
«Ayame…»
-E chi credevi che fossi? Coraggio, ti stanno aspettando tutti.-
Il Pokémon Vittoria emise un verso di felicità pura e fece un breve giro della morte.
Ayame gli fece cenno di seguirlo e giunsero ad un piazzale dove li attendevano due ragazzi identici. Entrambi con i capelli neri e gli occhi azzurro cielo. Le tuniche color pergamena dalla fascia colorata come quella di Ayame. L’unica cosa che li distingueva era il taglio dei capelli. Il primo li portava lunghi fino alla vita, come una cascata d’inchiostro. Il secondo corti e pieni di nastri colorati.
Kenshin e Nobu.
Gli sorrisero, un sorriso pieno di calore.
-Ben tronato, Eiji.-
L’Antico Drago dovette trattenersi per non piangere di commozione.
«Sono a casa.»




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque, direi che la questione si è risolta abbastanza in fretta, ma a mio modesto parere non c'era molta suspance da creare.
Ho chiamato questo capitolo "Un dolore millenario" perché è questo il sentimento che ho immaginato predominante nell'Antico Drago.
Ho cercato di rendere la scena del suo incontro con Iris il più intenso possibile, spero di essere riuscita nell'intento.
Il flashback... non ho molto da dire a riguardo in realtà.
Ho pensato ad Iris come una sorta di reincarnazione di Ayame, infatti il nome "Ayame" (菖蒲) significa "Iris" in giapponese.
Victini è un piccolo cameo che mi sembrava carino inserire visto che la sua casa è comunque l'Isola Libertà.
Ho voluto dare un nome anche all'Antico Drago, mi sembrava giusto, "Eiji" (英治)in giapponese significa "grande pace".
Beh... che altro dire?
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi.
Noi ci vediamo la prossima volta con l'ultimo capitolo di questa storia Da Verità e Ideali.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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Capitolo 31
*** Da Verità e Ideali ***


Da Verità e Ideali

Era come stare dentro una bolla.
Galleggiava nel nulla senza preoccuparsi di niente.
Rimaneva sospeso in una sensazione incorporea.
La mente veniva scossa ogni tanto da sentimenti contrastanti, ma tutti accomunati da una vena malinconica.
Il tempo sembrava aver perso la sua importanza.
I minuti, i secondi, le ore… si erano come fusi insieme rendendo la percezione del tempo immobile, come se non fosse passato nemmeno un istante da quando aveva visto la luce del Sole.
Eppure quella sensazione di ricevere una tempesta di emozioni, non completamente sue, gli dava un’idea che forse del tempo era effettivamente passato.
Nonostante quello si sentiva sorprendentemente bene, come se fosse immerso in un rilassante bagno caldo. Non avvertiva il bisogno di tronare fuori, era completo.
Poi però accadde qualcosa… non riusciva a vedere lei.
Non era da nessuna parte.
Il panico cominciò ad assalirlo dai meandri più profondi della sua anima.
Ma lei continuava a non esserci.
Il tempo ricominciò a scorrere, troppo veloce perché potesse starvi dietro.
Accadde tutto talmente in fretta da far male.
La sensazione di riacquisire in una volta tutto il suo peso corporeo, la consapevolezza del pensiero e della mente.
Fu improvviso.
Improvviso e doloroso.
 
La luce del Sole gli ferì gli occhi. Si guardò attorno, ma nulla gli risultava familiare in quel piazzale ai piedi di un palazzo antico.
Sentiva la testa pesante e dolorante, come se qualcuno avesse suonato una campana mentre c’era dentro lui. La vista era annebbiata, le figure erano confuse e sfuocate simili a fumo. I rumori gli arrivavano come echi lontanissimi nel tempo e nello spazio.
Per un attimo gli sembrò di scorgere la figura di Nardo, ma cosa dicesse ancora sfuggiva alla sua comprensione.
Il mondo prese a roteare troppo veloce perché potesse assecondarlo e tutto diventò buio.
***
Quando la luce si estinse Iris era troppo sorpresa per riuscire a muoversi.
Al posto dell’Antico Drago stavano Reshiram, Touko, Zekrom, N e Kyurem. Erano tutti estremamente deboli ed avevano gli occhi chiusi.
Dopo un primo momento di smarrimento Iris e gli altri si precipitarono da loro.
Kyurem fu il primo a riprendere i sensi. Sbatté più volte gli occhi, si guardò attorno e si rialzo ondeggiando leggermente. Emise un verso basso e cavernoso che Iris interpretò come un ringraziamento. L’attimo dopo il Pokémon Confine aveva spiccato il volo, allontanandosi lentamente dall’Isola Libertà.
Iris lo guardò allontanarsi e quando riportò lo sguardo a terra Makoto teneva Touko tra le braccia semincosciente. Reshiram, appena dietro di loro, stava dando segni di ripresa.
-P-papà?- la voce di Touko era affaticata ed impastata di sonno.
-Sono io tesoro, non preoccuparti. Sei al sicuro.- disse Makoto.
Fece appena in tempo a terminare la frase, perché la Campionessa si addormentò di nuovo.
Nardo era andato da N, Zekrom stava già cercando di alzarsi, ma era chiaramente disorientato.
-N, N riesci a sentirmi?- chiamò.
Il ragazzo si guardò attorno per un attimo, ma non riuscì a dire nulla. Svenne non appena Nardo si rese conto che stava effettivamente bene.
Reshiram e Zekrom non ricaddero nel sonno. Si rialzarono intontiti e cercarono di capire dove si trovassero. Poi videro i loro Eroi e subito furono loro accanto.
Una piccola folla di curiosi non tardò ad arrivare, ma nemmeno un mezzo di trasporto medico che li riportò sul continente.
***
Non fu facile trovare la giusta tranquillità a causa dei giornalisti che volevano sapere di più sull’accaduto. Alla fine avevano cercato di liquidarli con qualche semplice spiegazione di quello che era successo, ma la maggior parte non si accontentava certo delle briciole ed era rimasto ostinatamente davanti alle porte dell’ospedale. Almeno finché Zekrom e Reshiram non avevano deciso che ne avevano abbastanza. Fecero scappare i giornalisti a gambe levate  grazie ad una breve (seppur intensa) dimostrazione delle loro abilità.
 
Aki passava tutto il giorno accanto al letto della figlia. Era così decisa a non lasciarla che alla fine dovettero portarle i pasti in quella stanza d’ospedale.
Le Squadre dei due ragazzi pattugliavano l’ospedale e raramente lasciavano la loro stanza, troppo preoccupati che venissero rapiti un’altra volta.
Soltanto quando Makoto arrivò con la notizia che il Team Plasma era stato definitivamente estirpato da Unima sembrarono trovare un po’ di sollievo.
N e Touko faticarono a svegliarsi e ci volle un’intera settimana perché dessero un minimo segno di ripresa.
Aprirono gli occhi quasi simultaneamente, un movimento lento e confuso, come se lo facessero per la prima volta in vita loro.
Aki strinse immediatamente le mani della figlia osservando quel movimento come se fosse la cosa più straordinariamente commovente che avesse mai visto.
Quando Touko aprì completamente gli occhi si ritrovò quasi sorpresa ne vedere la madre davanti a lei.
-Mamma…?-
A quel punto Aki non riuscì più a trattenersi.
Un misto di emozioni che aveva cercato di tenere a bada esplosero tutte insieme. La paura di non rivedere più la figlia, il sollievo di vederla riaprire gli occhi. La profonda gioia derivata dal semplice fatto che l’aveva chiamata “mamma”, l’amore incondizionato che solo un genitore può provare.
Lacrime di gioia le scesero lungo le guance come un fiume in piena, grosse e pesanti.
Gettò le braccia al collo di Touko e la strinse a sé cercando di non farle male.
Dopo un attimo sentì le braccia della ragazza circondarle le spalle e le loro lacrime che si mescolavano in un fiume confuso di emozioni.
N sorrise debolmente.
Alla fine era andato tutto per il meglio.
Poi sentì una botta all’altezza della nuca e si voltò si scatto.
Zoroark lo guardava con un misto di rimprovero e sollievo, gli altri Pokémon non erano da meno.
Sarai contento, razza di incosciente!” sbottò il Pokémon Mutevolpe.
N sorrise.
-Mi spiace di avervi fatto preoccupare.-
Sarà meglio.” borbottò Carracosta nell’istante in cui Vanilluxe gli si gettò addosso in un moto d’affetto piangendo ghiaccioli.
In quel momento la porta si aprì facendo entrare un medico piuttosto anziano che alla vista di quello che stava succedendo sorrise soddisfatto.
Si avvicinò ai letti con lentezza, cercando di non interrompere quel momento.
Fu in quel momento che Touko si rese conto di una cosa.
Era talmente assurda che non osava neppure crederci.
Il cuore aveva preso a batterle forte e non era del tutto sicura che non fossero in realtà sensazioni fantasma. Sentì a malapena sua madre ed il medico che tentavano di attirare la sua attenzione.
Deglutì il nulla mentre cercò di fare il primo movimento.
Sotto lo sguardo stupito dei presenti mosse leggermente le gambe, piegando le ginocchia.
-Avevo saputo che erano paralizzate permanentemente.- disse il medico cercando di non far cadere la cartella clinica.
Touko non disse nulla, continuava a fissare le gambe, nuovamente sensibili e perfettamente in grado di muoversi.
Allungò una mano verso le ginocchia temendo che fosse tutta un’illusione, ma quando le dita sfiorarono la pelle avvertì la leggera pressione attraverso le lenzuola.
-Potrò camminare…- mormorò, come per convincere sé stessa di quella verità inaspettata e dolce.
-Evidentemente quando l’Endofusione è stata sciolta tutto quello che il Team Plasma ti aveva tolto per questo scopo ti è stato restituito.- disse N.
Touko si era quasi dimenticata della presenza del ragazzo nella stanza.
Sentì una scossa percorrerle tutto il corpo, sotto la pelle. Un’emozione che temeva avrebbe dimenticato, quell’adrenalina che dà alle gambe un potente scatto per poterle muovere ad una velocità quasi inumana.
Cogliendo alla sprovvista tutti i presenti scostò di scatto le lenzuola e si catapultò fuori dal letto con una rapidità inconcepibile per una persona appena ripresasi da un coma, per quanto breve.
Si godette per un istante la sensazione delle piante dei piedi contro il pavimento freddo della stanza d’ospedale e raggiunse N in due falcate gettandogli le braccia al collo e cadendo assieme a lui sul materasso del letto del ragazzo.
Il suo cuore batteva ad una velocità impressionante e sentiva, attraverso la camicia da notte dell’ospedale che nemmeno quello di N era da meno.
-Sei un’idiota, correre un pericolo di quella portata…- sussurrò mentre calde lacrime salate cominciarono a scendere incontrollate bagnando completamente la maglietta di N.
Il ragazzo rimase paralizzato per un attimo prima di avvolgere la ragazza con entrambe le braccia, stringendola a sé cercando di sentirla vicina e al contempo tentando di non farle male.
-Alla fine ha funzionato…- rispose in un soffio cercando di fermare il flusso delle sue lacrime.
Aki ed il medico rimasero per un istante ad osservare inteneriti la scena. Decisero poi che non volevano interrompere quel momento. Aki fece un cenno d’intesa all’uomo ed i due uscirono camminando all’indietro.
N fu l’unico dei due ad accorgersene.
-Touko, forse dovremmo…- ma non terminò la frase.
La ragazza si era stretta a lui con decisone e non sembrava intenzionata a lasciare la presa.
-Se ti lascio tu te ne andrai un’altra volta.- disse mentre scuoteva la testa contro il petto del ragazzo.
N sorrise intenerito e le accarezzò la testa delicatamente, come se avesse paura di romperla con un movimento troppo avventato.
-Non vado da nessuna parte questa volta.- disse aspettando una reazione.
«Ehm.»
I due ragazzi alzarono di scatto lo sguardo per incontrare gli occhi di Reshiram e Zekrom che erano riusciti ad infilare i musi nella finestra.
Senza pensarci due volte scesero dal letto per raggiungerli. Non dovettero aspettare molto perché le loro Squadre si unissero a loro in un grande abbraccio che sapeva di commozione e ritrovo. Delle sensazioni che temevano avrebbero lasciato il posto ad altre più cupe e tristi.
I due Eroi ricevettero molte visite. Primi tra tutti i Capi Palestra, ma anche la professoressa Aralia e Belle. Anche i giornalisti cercarono di entrare nella stanza, ma Reshiram e Zekrom impedirono loro l’accesso.
Dovettero rimanere in ospedale finché i medici non furono assolutamente certi che i due fossero perfettamente in salute.
Una volta terminate tutte le visite e fatta una breve riabilitazione i due furono liberi di lasciare finalmente l’ospedale.
-Allora N, che cosa farai adesso?- chiese Nardo che era andato piuttosto spesso a trovarli, anche quando si trovavano in convalescenza.
-Ancora non lo so.- rispose lui in tutta onestà.
-Beh, hai tutti il tempo per pensarci.- disse l’ex Campione guardando distrattamente le forme cangianti delle nuvole.
-Potresti venire con noi a Soffiolieve.- propose Touko timidamente.
Al rossore improvviso dei due ragazzi Serperior e Zoroark alzarono gli occhi al cielo scuotendo le teste, divertiti e rassegnati ad un tempo.
-È un’ottima idea!- convenne Belle prima che N potesse rispondere.
-Potresti aiutarci con i Pokémon al laboratorio.- aggiunse con entusiasmo iniziando a parlare di come stessero cercando di capire il comportamento di alcuni Pokémon selvatici.
La sua parlantina non sembrava avere fine e ben presto divenne il sottofondo che accompagnò il gruppetto fino alla stazione ferroviaria, dove fu interrotto dai saluti.
Nardo sarebbe ripartito per chissà quale prossima meta sconosciuta nella Regione, come sempre a piedi. Rimase a guardare il treno allontanarsi sul binario salutando con la mano mentre Touko si sporgeva dal finestrino agitando le braccia e gridando saluti, finalmente di nuovo allegra.
L’ex Campione osservò la scena finché il treno non sparì all’orizzonte sorridendo soddisfatto.
-Forza, è ora di rimettersi in marcia.- disse imboccando il primo sentiero di montagna che gli capitò a tiro.
 
Qualche anno dopo
-Coraggio Aristide! Arriveremo in ritardo!- esclamò Iris tirando il Sindaco inflessibile per una manica.
-Arrivo, non mi trascinare. Siamo in perfetto orario.- disse cercando di moderare l’entusiasmo de La ragazza dal cuore di Drago.
-Tu non capisci! Dovrei aiutare Touko a vestirsi!- esclamò la ragazza nervosa.
-Siamo comunque in orario.- ribatté paziente l’uomo.
Ormai Soffiolieve era in vista, ogni casa era addobbata con fiori di tutti i colori. Molti erano selvatici, raccolti nei dintorni, ma c’erano anche rose, gigli e crisantemi. Gli abitanti erano per le strade con indosso i loro abiti migliori. I Pokémon Volante avevano delle ghirlande al collo  e per le strade correva una musica allegra.
C’era aria di festa.
Una voce spezzò l’incantesimo.
-Iris! Aristide!- era Belle.
Indossava un lungo abito verde con dei ricami arancioni, i capelli legati in una treccia alla francese e Samurott che le trotterellava al fianco assieme a Musharna e Stoutland. Al collo una catenina dorata con un ciondolo a forma di cuore e degli orecchini a goccia dello stesso materiale.
-Scusa il ritardo, il treno…- tentò di giustificarsi Iris, ma Belle la fermò.
-Siete in perfetto orario.- la rassicurò.
-Che ti avevo detto?- disse Aristide sospirando.
-E poi manca ancora Nardo.- aggiunse la bionda sorridendo divertita.
-Beh, non è che da lui ci si possa aspettare la puntualità.- commentò una voce alle spalle della ragazza.
-Komor!- salutò Iris.
Il Capo Palestra di Alisopoli indossava un completo blu scuro sopra una camicia immacolata ed una cravatta rossa a completare il tutto. Emboar e il resto della Squadra alle spalle.
-Ragazze, sapete che detesto fare il guasta feste, ma credo che Touko abbia bisogno di una mano. Iniziano a volare oggetti dalla finestra della sua stanza.- disse aggiustandosi la cravatta.
-Oh mamma…- sospirò Belle avviandosi tutta di corsa alla casa dell’amica seguita a ruota da Iris.
Lungo la strada La ragazza dal cuore di Drago poté notare la presenza di tutti i Capi Palestra e dei Super Quattro, oltre al fatto che ogni abitante di Soffiolieve era stato invitato alla cerimonia.
Erano passati tre anni da quando il Team Plasma era stato definitivamente sconfitto.
Da allora le cose erano cambiate.
In meglio.
N si era definitivamente trasferito a Soffiolieve e dopo un periodo ad aiutare la professoressa Aralia e Belle con i Pokémon al laboratorio aveva lavorato con Touko per aprire un rifugio per Pokémon poco distante dal paesino.
Aiutavano i Pokémon selvatici feriti o quelli che erano stati abbandonati dai loro Allenatori e tanti altri casi simili. Ogni tanto collaboravano con la polizia per fermare qualche pericoloso criminale o trafficanti di Pokémon (in quelle occasioni il dono di N si rivelava fondamentale).
Touko aveva preso più seriamente il suo ruolo di Campionessa ed era passata spesso alla Lega per eseguire i suoi compiti.
Reshiram e Zekrom facevano frequentemente brevi viaggi per la Regione. Touko ed N sospettavano che andassero alla Fossa Gigante per andare a trovare Kyurem, mai due Draghi non avevano mai confermato le loro ipotesi.
A distanza di due mesi dallo scioglimento dell’Endofusione i due ragazzi si erano ufficialmente fidanzati e nessuno si era sorpreso della cosa.
Iris guardò la porta d’ingresso di legno massiccio, aveva un’aria stranamente imponente, si ritrovò a pensare.
Non dovettero suonare perché la porta si spalancò davanti a loro facendo uscire un alquanto contrariato Makoto, anche lui in abito da cerimonia, con i suoi Pokémon al seguito. Aveva l’aria di uno che è appena stato in un tornado a dorso di un Hydreigon (Iris ne sapeva qualcosa).
-Ehm… buongiorno.- disse la viola cercando di non fissare troppo l’aspetto disordinato dell’uomo.
Quello per tutta risposta alzò le braccia ed uscì a grandi passi sospirando pesantemente.
-Mai cercare di tranquillizzare una donna nel giorno delle nozze!- esclamò mentre si allontanava.
Belle lo osservò confusa mentre spariva lungo il sentiero che portava alla navata nuziale.
Iris invece notò Umbreon sulla porta con un’espressione divertita e rassegnata prima di seguire il suo Allenatore.
-Che cos’è successo qui?- domandò Belle grattandosi distrattamente la nuca.
-Touko è molto agitata, diciamo che…- ma Aki non riuscì a terminare la frase perché una scarpa bianco ghiaccio col tacco alto fu scaraventata brutalmente dalla finestra.
-Da quando in qua lanciare oggetti dalla finestra aiuta a smaltire lo stress?- chiese Iris perplessa.
Aki sospirò.
-È così da stamattina. Pensate che ieri ho dovuto chiede aiuto a Catlina per metterla a dormire- confessò.
-Qualcuno è agitato.- commentò Iris.
Come a confermare le sue parole dalla finestra volò qualcos’altro.
-Ok, sarà il caso di andare a vedere come se la cava.- disse Belle precipitandosi nella stanza dell’amica.
-Touko? È permesso?- chiese aprendo timidamente la porta.
Alla vista del caos nella stanza le due rimasero bloccate sulla soglia.
Non c’era una cosa che fosse al suo posto.
L’abito da sposa era ancora sul manichino, il letto sfatto era pieno di vestiti che sarebbero dovuti stare in valigia e centinaia di altri piccoli oggetti erano sparsi sul pavimento a macchia d’olio.
Touko era in piedi in mezzo alla stanza, ancora in pigiama e con i capelli, di nuovo lunghi fino alla schiena, in un disordine imbarazzante.
I suoi Pokémon erano rintanati in un angolo, quasi avessero paura di essere i prossimi ad essere defenestrati. Tranne Serperior che cercava inutilmente di rimettere un minimo d’ordine.
-Per mille squame scomposte! Sembra sia passato un uragano!- esclamò Iris.
-Touko… che cos’è successo?- chiese Belle.
-Succede che non va bene niente!- esclamò la Campionessa alzando le braccia al cielo e lasciandosi cadere sul letto.
-Sono sicura che non sia così.- replicò Belle facendosi strada tra il caos della stanza.
-Infatti devi soltanto fare un po’ d’ordine.- commentò Iris guardandosi attorno.
-Sei solo nervosa.- aggiunse Belle.
-Non è solo quello…- mormorò Touko.
-Allora cosa c’è che non va?- chiese ancora la bionda.
-È che… è che non lo trovo!- esclamò la Campionessa.
-Cos’è che non trovi?- domandò Iris perplessa.
-La collana di Reshiram! È da stamattina che la cerco! Ma non salta fuori!- esclamò esasperata.
-È per questo che continui a lanciare cose fuori dalla finestra?- chiese Belle stupita.
Iris si guardò attorno per qualche istante prima di scorgere un luccichio appena sotto l’armadio.
-È questa per caso?- chiese sollevando una catenina d’argento dove era appeso lo Yang di Reshiram.
Il viso di Touko si illuminò immediatamente.
-Iris!- esclamò abbracciandola di slancio.
-Bene, abbiamo risolto un problema, ma la cerimonia è tra un’ora e noi non abbiamo nemmeno cominciato.- disse Belle con fare pratico.
-Oh mamma! La cerimonia!- esclamò Touko come se ne fosse ricordata solo in quel momento.
-Non perdiamo tempo. Ho qui degli oli del Villaggio dei Draghi. Scioglili in acqua calda e fatti un bagno, hai bisogno di rilassarti per almeno un quarto d’ora.- disse Iris mentre trascinava in bagno la ragazza.
-Beh, direi che abbiamo una stanza da sistemare.- commentò Belle guardandosi attorno.
Con l’aiuto della sua Squadra e di quella di Touko rimise a nuovo la stanza, recuperò gli oggetti che erano stati precedentemente defenestrati e si fece aiutare da Aki per preparare l’occorrente per trucco e acconciatura.
Quando Touko tornò nella stanza doveva solo essere preparata per la cerimonia.
-Cosa farei senza di voi?- chiese con una punta di commozione.
-Staresti ancora cercando la collana lanciando oggetti dalla finestra.- rispose prontamente Belle.
Non persero altro tempo.
Belle pensò al make-up, un leggero ombretto azzurro dai riflessi argentei sulle palpebre, un rossetto color Baccapesca e nient’altro.
Iris si preoccupò dei capelli legandoli con due treccine ornate da minuscoli diamanti ai lati della testa che si univano ad un delicato chignon appena sotto l’orecchio destro. Nel laccio che lo teneva fermo era stato fissato un giglio bianco. I piccoli ciuffi ribelli vennero acconciati a boccoli.
Al collo lo Yang di Reshiram mentre dei lunghi orecchini di madreperla le ornavano i lobi.
Ma i pezzo forte era senz’altro l’abito.
Fu Aki ad aiutarla a metterlo.
Bianco come le piume di Reshiram toccava terra creando un piccolo cerchio davanti alla sposa. La gonna era ornata da un fitto decoro di pizzo che saliva scemando superando il corpetto dallo scollo dritto aiutato dal tessuto trasparente che creava una seconda scollatura a forma di arco rovesciato che andava a coprire leggermente le spalle scendendo fino al gomito. Uno strascico di tulle lavorato che partiva dalle scapole.
Come tocco finale un velo candido le scendeva fino ai fianchi.
Aki per la primissima volta la vide come una donna cresciuta e non come la bambina che per lei era stata fino a quel momento.
Sentì le lacrime di commozione iniziare a pizzicarle gli occhi.
-No mamma! Se cominci tu poi parto io!- esclamò Touko.
-È più forte di me…- sorrise la donna mentre la porta della stanza si apriva.
Makoto rimase per un attimo sulla soglia. Faceva fatica ad associare la donna che gli stava difronte con la peste che era sempre girata per casa fino a quella mattina.
Doveva aver esternato un po’ troppo il suo pensiero senza parole perché la figlia esclamò subito: -Non ti ci metterai anche tu!? Volete farmi piangere prima che esca di casa!?- sorridendo cercando di asciugare sul nascere le lacrime che cercavano di affacciarsi alle ciglia.
-Ci sarà tempo per sbavare il trucco, ma non adesso!- intervenne Belle indicando l’orologio.
-Cavolo!-
Touko cercò di precipitarsi sulle scale, poi sembrò ripensarci e si diresse verso la finestra.
-Che cosa vuoi fare!?- esclamò Iris.
-Beh…-
-Oh no. Non dalla finestra. Reshiram può benissimo perderti una volta che sarai sulla porta d’entrata.- esordì Aki con fare autoritario.
-Ma…-
-Niente ma! Dalla porta.- esordì la donna indicando la porta.
Alla fine Touko scese le scale seguita da tutto il suo corteo.
Una volta fuori incontrò gli occhi azzurri di Reshiram che sorrise.
«Sai, potresti persino farmi sfigurare vestita così.»
-Ne dubito fortemente.-
Accarezzò affettuosamente tutti i suoi Pokémon per poi montare sul Pokémon Verità.
-Ci vediamo alla navata.-
-Dove credi di andare?- chiese Iris che non capiva come avrebbero fatto a raggiungere il posto prima di Reshiram.
-Voglio vedere Soffiolieve dall’alto prima di partire di nuovo!- spiegò sorridendo mentre Reshiram guadagnava quota.
Quando arrivarono alla navata tutti avevano preso posto. Persino Nardo era arrivato. L’unica nota che lo faceva apparire elegante erano i vestiti chiaramente lavati di fresco e la barba appena fatta. Per il resto aveva il solito aspetto di sempre.
Antea e Concordia erano sedute in prima fila. N era riuscito a rintracciarle dopo un mese che si era stabilito a Soffiolieve con l’aiuto di Touko.
N era all’altare e scambiava qualche parola con l’ex Campione.
Non sembrava sentire per niente la tensione.
Quando vide i Pokémon di Touko quelli indicarono il cielo e lui capì al volo.
***
Touko stava sorvolando i tetti del suo amato paese.
«Allora, sei pronta?»
-Sono un po’ nervosa.-
«Beh, è del tutto normale.»
Rimasero in silenzio per un attimo.
-Staremo via parecchio.-
«Se vuoi il mio parere questo viaggio per voi sarà il più entusiasmante di tutti.»
-Beh, è un viaggio per tutte le Regioni sarebbe strano se non lo fosse.-
«Ti mancherà casa, è naturale. Ma non ti sentirai sola.»
Touko sorrise.
-Lo so.-
Guardò un’ultima volta il tetto cobalto di casa sua.
-Forza, c’è un matrimonio che mi aspetta. Cavolo… non avrei mai pensato di dirlo.-
Reshiram ridacchiò sommessamente e planò verso la navata.
 
Quando arrivò a destinazione sua madre la aiutò a sistemarsi la gonna e Makoto si sporse per prenderla sottobraccio.
Solo in quel momento Touko si rese conto che non era un sogno, ma la realtà.
La navata era un tappeto bianco tempestato di petali bianchi e rossi. Ai lati sedie tutte diverse per far sedere gli ospiti prese in prestito dagli abitanti di Soffiolieve. L’arco di fiori selvatici sopra l’altare dove l’aspettava… N.
Al solo vederlo il cuore iniziò una corsa incallita e si aggrappò al braccio del padre temendo di cadere.
Era vestito con un abito sartoriale nero. La camicia bianca era coperta da una cravatta blu scuro vecchio stile. Nel taschino esterno a sinistra era fissato un fiore bianco con mille ed un petali. All’altezza della nuca un laccio scuro cercava di dare una compostezza alla chioma verde indomabile. La manica lasciava vedere con chiarezza il bracciale d’argento rigido al quale era appeso lo Yin di Zekrom.
Touko sentì le gambe diventare improvvisamente di gelatina ed il cuore iniziare a battere a mille minacciando di sfondare la cassa toracica per gridare al modo la sua emozione.
Reshiram sorvolò la navata e si mise appena dietro l’altare assieme a Zekrom. Una volta atterrata scambiò con il Pokémon degli Ideali un sorriso d’intesa.
N guardò Touko ed i loro occhi si incatenarono gli uni agli altri.
Era bellissima.
Non c’erano altre parole per descriverla.
Sentiva il suo cuore ingaggiare una gara per battere il record mondiale di velocità. Quella sensazione, mescolata ai profumi dei fiori, le voci dei Pokémon ed alla forte emozione che stava provando lo convinsero che quello che stava vivendo era reale e non l’ennesimo sogno ad occhi aperti.
Quando Touko arrivò finalmente ad un passo da lui per lui era già passato troppo tempo e troppo lentamente.
Guardò una volta Makoto prima che l’uomo gli lasciasse definitivamente la mano della figlia.
Touko gli sorrise, come solo lei sapeva fare.
Sentirono a malapena la cerimonia.
Tornarono sulla Terra soltanto quando una bambina di Soffiolieve con un Purrloin appresso arrivò con gli anelli.
Due cerchi perfetti dorati, quello di Touko era lievemente più sottile rispetto a quello di N, ma per il resto erano perfettamente identici.
Li infilarono ognuno con la massima cura, come se avessero paura di spezzare l’incantesimo che li teneva svegli in quel meraviglioso sogno che si stava finalmente realizzando.
Tornarono a perdersi l’una negli occhi dell’altro, finché non arrivò la frase fatidica, quella che tutti, durante un matrimonio aspettano trepidanti di sentire.
-Per i poteri conferitimi vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.-
N non se lo fece ripetere due volte.
Le loro bocche si scontrarono, come assetati verso un oasi.
Il mondo cessò di esistere.
Almeno finché non sentirono la pioggia di riso cominciare a precipitare sulle loro teste e furono costretti a separarsi, pur tenendosi saldamente per mano e sorridendo come non avevano mai fatto nella loro vita.
I festeggiamenti durarono fino a notte fonda, quando nessuno era più in grado di ingannare il sonno.
 
Il mattino seguente N e Touko si trovavano all’uscita di Soffiolieve, ciascuno aveva uno zaino in spalla e la propria Squadra attorno.
Touko salutò con affetto e mille pianti i genitori, Belle, Komor, la professoressa Aralia, Nardo, Iris, i Capi Palestra e i Super Quattro.
Dopo essersi congedati Touko ed N fecero rientrare nelle Pokeball la loro Squadra e salirono su Zekrom e Reshiram che si staccarono immediatamente dal suolo iniziando ad esibirsi in mille giri della morte prima di svanire all’orizzonte.
I due Draghi volavano vicini verso un cielo colmo di promesse e nuove avventure.
N sorrideva, finalmente il più ambizioso dei suoi ideali si era realizzato, sostenuto da un’incrollabile verità.
Alla fine aveva capito cosa intendeva Zekrom quando gli disse “Solo gli Ideali possono sostenere la Verità” così come Reshiram aveva detto “Solo la Verità può sostenere gli Ideali”.
Erano due concetti apparentemente contrapposti, ma in realtà gli uni non potevano sopportare di esistere senza l’altra e viceversa.
Così continuarono a volare verso mete sconosciute, misteri da rivelare, persone da incontrare e chissà cos’altro.
Nessuno dei due poteva immaginare che ora Touko aspettava la fusione delle loro anime, l’incarnazione perfetta di un confine tra Ideali e Verità.
Solo uno sapeva di quella presenza.
Alla Fossa Gigante Kyurem percepì un’anima davvero affine alla sua.
Che anche per lui fosse giunto un Eroe?
Osservò il cielo dalla sua caverna e vide Reshiram e Zekrom solcare i cieli a tutta velocità.
Sbuffò con un mezzo sorriso soddisfatto.
Dopotutto il mondo poteva davvero riservare qualche bella sorpresa.





*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Ora potete amarmi.
Direi che ho fatto finire le cose in pompa magna, non credete?
Mi è piaiuto davvero tanto scrivere questo capitolo e spero che a voi sia piaciuto leggerlo.
Finalmente ogni cosa è andata al suo posto.
La chicca delle ultime righe... non c'è molto da ragionarci: Touko aspetta un bambino e nella mia testa ho deciso che è l'Eroe di Kyurem.
Perché sì.
Andiamo perché cavolo solo lui nel Trio Tao non può avere un Eroe!?
Mi sembra ingiusto...
Quindi ho voluto fare così :)
Non credo che ci farò una storia sopra... boh non so nemmeno io... ho troppe cose in ballo in questo momento.
Tutto dipende da come mi gira.
Ma così su due piedi dico... no, non ci sarà un seguito, a voi l'immaginazione, finale aperto.
Ringrazio tantissimo con mille inchini e giochi di coda tutti voi che avete avuto la pazienza di seguire questa mia ennesima e squinternata storia uscita da una mente più malata che sana.
Non so se ci rivedremo su questo Fandom ma io sarò (spero) presto di nuovo attiva :D
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*

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