Il silenzio vale più di mille parole

di xWarriorStayStrong
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Quando ti guardi allo specchio, cosa vedi? Perché io vedo una fantastica ragazza, intelligente e piena di vita. Sei solidale e aiuti sempre il prossimo, anche quando sei tu quella ad aver bisogno. Sei un esempio per tutti quelli che stanno attraversando qualche difficoltà."

Questa è la frase che mi ripete la mia migliore amica ogni volta che penso di non farcela. Oggi è una di quelle giornate e lei prontamente me lo ha ricordato via sms.

Sta mattina sono arrivata in ritardo, non ho sentito la sveglia, perdendo così l'esame; per non farmi mancare nulla, sono anche rimasta a piedi con la macchina e la ciliegina sulla torta è stata dimenticare lo zaino dentro la macchina rimorchiata dal meccanico.

Dopo aver chiamato Uber, esser andata a recuperare lo zaino, ora sono qui alla caffetteria dell'università che aspetto la mia migliore amica. Per fortuna, lei non mi fa attendere.

"Ho una notizia bomba" dice ancora prima di sedersi. Altro che buongiorno eh.

Ah, si? E quale sarebbe? le chiedo mentre ordina il suo solito caffè.

"Ho un biglietto in più per il concerto!" e si siede tranquillamente di fronte a me.

Sai bene cosa ne penso.

Per un attimo Maggy mi fissa, stanca. E la capisco. Ma io proprio a quel concerto non ci voglio andare.

"Facciamo così" inizia appoggiando le mani di fronte a me sul tavolo "vieni una giornata al lavoro con me, magari ti rendi utile ad accordare qualche strumento e se ti piace puoi venirci anche altre volte. E stai tranquilla, Alex non ci sarà."

Cosa centra questo con il concerto?

"Niente" disse semplicemente lei scrollando le spalle.

Sicuramente aveva già pensato a tutto e io potevo solo chiedermi come potrà a finire.

 

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Ciao a tutti!! 

Questa è la mia prima storia e spero vi piaccia.

Ci tengo particolarmente, ho scelto con cura i personaggi.


Fatemi sapere cosa ne pensateeeee!

È in arrivo già il primo capitolo:)

 

Mina

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Aiuto. Pensai una volta arrivata a terra, poi due braccia mi aiutarono a rialzarmi. Certo che la giornata stava migliorando un sacco.
"Ti sei fatta male?" mi sentii domandare.
Mi passai le mani sulle ginocchia, come per togliere della polvere, e sollevai lo sguardo. Mi massaggiai il braccio, avevo fatto un bel volo, letteralmente.

Nel frattempo il ragazzo mi stava scrutando, non si era mosso.L'unica mia paura era che mi avrebbe riconosciuto, ma la consapevolezza di esser cambiata totalmente negli anni mi rassicurò.

"Ti sei fatta male?" mi domandò nuovamente, visibilmente preoccupato, indicandomi il braccio.
Scossi la testa. Poteva capirmi solo così, e io lo sapevo. 
"Sei sicura?" chiese ancora una volta.
Questa volta annuii.
"Ronnie!" 
Mi sentii chiamare e mi voltai. Maggy stava correndo verso di me.
"Stai bene? Non ti ho più trovata, mi sono spaventata!" esclamò quando mi arrivò vicino.
Sto bene, mi sono persa e sono cadutaE meno male che non c'era eh! Le risposi a gesti.
"Ti sei fatta male" mi scrutò lei.
Il ragazzo tossì e Maggy si voltò.
"Oh, ciao Alex.. che ci fai qui?"
"Potrei farti la stessa domanda."
"Ci lavoro, e tu? "

Proprio curiosa la mia amica, pensai dentro di me.
"Ero venuto per un incontro con il coreografo" disse grattandosi la testa "quando ho trovato.. ehm" mi guardò bloccandosi. 
"Alex, lei è Ronnie."

Alzai la mano in segno di saluto e lui sorrise. Gesticolai qualcosa a Maggy e lo vidi osservarmi.

Mi spiace essermi allontanata, ma cercavo le macchinette per l'acqua.

"Hai ancora sete?" mi domando lei.
Annuii.
"Posso offrirvi da bere?" l'anticipò lui.
Guardai Maggy e lei guardò me, in quel modo. Come sapeva fare solo lei quando tentava di convincermi a far qualcosa. Scrollai le spalle, esausta della giornataccia.
Pochi minuti dopo eravamo nella macchina di Alex diretti al bar più vicino.


Prendemmo un tavolo e ci sedemmo. Quando arrivò il cameriere, ci portò il listino e poi si allontanò di nuovo.
"Ronnie, che prendi?" chiese Alexander.
Ronnie.. e la mia mente mi portò indietro con gli anni, quando ero solo una bambina.

 

"Mamma perché quella bambina gioca da sola?" chiede il bimbo timidamente.

"Perché non le chiedi di giocare con te?"

"È un'ottima idea, mamma!' e il bambino corse verso la bimba che si dondolava sull'altalena.

Si sedette su quella accanto, vuota, e inizio a dondolarsi con lei.

Si guardarono. 

"Ciao" disse per prima lui.

Lei sospirò solamente, continuando a dondolarsi.

"Io sono Alex" ritentò il bimbo.

"Amy"

"Ciao Amy"

..

"Lasciala in pace, ok?" gridò il ragazzino.

"Altrimenti cosa fai?" domandò l'altro.

E invece di rispondere, gli diede un pugno. Dritto in faccia. E il ragazzino finì a terra, portandosi una mano al naso che sanguinava.

"Oh, mio dio, Alex! Cosa hai combinato?" urlò Amy, arrivando alle sue spalle.

"Così la prossima volta non ti ruba più la merenda" e lei sorrise.

"Che succede qui?" domandò il professore attirato dalle urla. Quando vide il ragazzino a terra, lo soccorse.

"In presidenza!" esclamò senza guardarli.

 

Maggy mi riportò alla realtà. 

Lo guardai, guardai la lista e riposai lo sguardo su di lui. Poi mi voltai verso Maggy.
Vorrei un succo di frutta ai mirtilli. Grazie.
"Va bene." mi rispose sorridendo.
"Cosa posso portarvi?" ci interruppe il cameriere. 
"Un caffè, per me.. e per le signorine.." si voltò verso Maggy lasciando in sospeso la frase.
"Un the e un succo ai mirtilli, grazie" completò Maggy.
Vado in bagno. Avvisai Maggy prima di alzarmi e lasciarli soli.

Avevo bisogno di una pausa.

Arrivai in bagno, aprii l'acqua del rubinetto e ci ficcai sotto i polsi. Presi un po' d'acqua sulle mani e mi lavai la faccia. Sembrò quasi risvegliarmi.

Pochi minuti dopo tornai da loro. Stavano parlando dell'organizzazione del concerto.

Mi sedetti mentre Maggy e Alex parlavano e mi misi ad ascoltarli, senza interromperli.
"Tutto bene?" chiese Alex prendendomi alla sprovvista. Sussultai.
Annuii.
"Sicura?" insistette lui.
Maggy mi fissava.
Sto bene, non preoccuparti.. continuate pure a parlare.

"Allora verrete al concerto?" domandò lui.

E non feci nemmeno in tempo a rispondere che Maggy aveva risposto per entrambe.

"Ci saremo! Che domande!"

Primo o poi l'avrei uccisa. Ed ebbi lo stesso pensiero quando, ovviamente, accettò il passaggio offerto da Alex.

Mi sedetti dietro, prima ancora che Maggy potesse fare qualcosa di stupido. 

Il tragitto fu abbastanza tranquillo e fui la prima ad essere accompagnata.

Scesi dalla macchina e mi affiancai al finestrino dalla parte della non guida.

Ci sentiamo dopo.

"Ti scrivo una volta a casa" rispose Maggy. Salutai Alex con la mano e mi incamminai verso il cancello.

"Ronnie?!" mi richiamò lui. Mi voltai.

"Ti va di rivederci?" mi domandò. Lo guardai e sospirai. Poi mi voltai verso Maggy.

Puoi dirgli che ci rivediamo all'arena? . E lei riferì.

Ovviamente non era quello che voleva e lo avevo capito. Ma io non potevo, non con lui.

Lui sorrise soltanto e ripartirono.

Entrai in casa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
Il giorno seguente Maggy mi passò a prendere e la routine giornaliera ricominciò.
Mentre entravamo nel cortile dell’università, Jesse ci veniva incontro spedito dalla direzione opposta.
“Buongiorno ragazze” ci salutò una volta che ci raggiunse. “Ricordate quel lavoro a cui avevo fatto domanda?”
Il book fotografico?
“Esattamente quello” mi indicò. “Sono stato scelto! E indovinate chi sarà la star?”
Scrollai le spalle.
“Non mi dire Alexander Miller!” rise lei. E quando lui annuì, io mi bloccai di colpo.
“Tutto bene?” mi chiese Maggy.
Ancora lui, dimmi che non c’è il tuo zampino!
“Ovvio che no!” esclamò lei. “Senti, mi spiace per ieri. Davvero, non sapevo dell’appuntamento del coreografo. Altrimenti non ti avrei detto di venire.”
Va bene, andiamo a lezione. Siamo già in ritardo.
..
Siamo in pausa pranzo, nel giardino della scuola e sto lavorando a una traduzione, Maggy è persa tra gli appunti di chimica e Jesse se la dorme beatamente sul prato.
“Vuoi venire oggi all’arena?” mi domando la mia amica.
Alzai gli occhi dal libro di Cinese e la guardai.
Vuoi affrontare davvero questo discorso?
“Amy, ti voglio bene lo sai. Farei qualsiasi cosa per te.” sospirò “ma non credi che magari sia cambiato anche lui?”
Non chiamarmi più così! E si, sarà solo peggiorato.
“Dimmi solo se vieni…” insistette ancora.
Va bene.
Lei sorrise e annuì. Entrambe riprendemmo lo studio da dove lasciammo, fino al riinizio delle lezioni.
Una volta dentro, ci separammo. Io Cinese, lei Chimica e Jesse andò in laboratorio per Fotografia.
Finite le lezioni della giornata, ci incontrammo nel parcheggio alla macchina di Maggy.
“Allora sta sera maratona film?” domandò il nostro amico.
Che fine ha fatto Nathan?
Lui scrollò le spalle. “Non voglio parlarne.”
Nathan era il suo fidanzato e stavano insieme da circa 6 mesi. Facevano sul serio.
“Allora maratona sia!” confermò Mag.
Ci vediamo da me per le 8?
“Ovviamente” risposero in coro.
Baciai Jesse e salii in macchina. Maggy mi seguì subito dopo e partimmo in direzione dell’arena.
Lei era una delle ballerine state scelte dalla sua scuola per ballare al concerto. 
Dopo lo scandalo che riportavano i giornali sul cantante, il suo manager aveva dichiarato che il prossimo concerto avrebbe coinvolto ballerini, fotografi e musicisti locali. E i miei amici non si erano fatti certo mancare un’occasione del genere.
L’unica a non avere talenti ero io. O meglio, l’unico talento che avevo era il disegno e la conoscenza di molte lingue. E a dire la verità non era molto utile.
Tornai alla realtà quando Maggy spense il motore e mi accorsi che fummo arrivate a destinazione.
Scendemmo ed entrammo nell’arena.
Andai con lei nel camerino, dove lei si preparò e poi andammo verso il palco. Io mi sedetti sulle prime tribune, mentre lei si avvicinò alle scale. Poi si rivolse a un ragazzo che c’era lì, che mai avevo visto ovviamente, e poi mi indicò.
Mi fece gesto di avvicinarmi, così mi alzai e la raggiunsi.
“Lui è Mark, ti darà qualche strumento da accordare. Okay?” mi domandò.
Annuii.
“Vieni, prendiamo qualche chitarra.” Mi disse lui.
Così lo seguii. Cinque minuti dopo ero seduta sul bordo del palco, con le gambe a penzoloni, che accordavo le chitarre.
Una volta finito cominciai a strimpellare qualche accordo, di vecchie canzoni che ricordavo.
Tutti erano impegnati a far qualcosa, così mi guardai attorno in cerca di qualcosa da fare. 
A lato del palco c’era un pianoforte. Così mi alzai e lo raggiunsi. Mi sedetti sullo sgabello e passai la mano sui tasti.
Suonai qualche nota.
“Ciao” sentii alle mie spalle e dallo spavento per poco non caddi dallo sgabello, portandomi la mano al petto.
“Scusa non volevo spaventarti.” mi disse lui.
Non preoccuparti. 
Mi alzai e feci per andarmene.
“Aspetta..” mi fermò lui “puoi rimanere a suonare.”
Devo studiare, non posso.
Mi guardò strano e si gratto la testa. “Mi spiace ma non capisco l’ASL.”
Scrollai le spalle e mi allontanai verso la tribuna a recuperare la mia borsa. Poi andai nello spogliatoio e presi le chiavi della macchina di Maggy. L’avrei aspettata lì.
E così successe. Soltanto che, come sempre, Maggy non mi era di aiuto.
Stava uscendo dall’arena chiacchierando e ridendo con Alex. Come diavolo era possibile che sembravano amici?
“Eccoti!” mi salutò lei “Pensavo ti avessero rapita.”
No, volevo solo evitare brutti incontri, ma ovviamente non è servito a molto.
Ero ancora seduta in macchina con il finestrino abbassato.
“Non esser così dura” mi rispose lei.
Sbuffai e tornai con la testa sui libri. Ovviamente ascoltavo loro, mica leggevo.
 “Cosa fate sta sera, ragazze?”  buttò lì lui.
Alzai la testa e incrociai i suoi occhi. Dio, perché lo avevo fatto. Non risposi, ma Maggy lo fece per me.
“Maratona film!” esultò lei. Roteai gli occhi. “Vuoi aggiungerti?” Le scaraventai addosso l’astuccio e lei si voltò verso di me. “Ahi, che c’è?”
Vuoi morire adesso o subito? Lui è nella lista nera.
Magari è la volta che vi riconciliate! mi rispose a gesti lei, per non farsi capire. Le alzai il dito medio e sbuffai.
“Come siamo volgari.” esclamò lei portandosi una mano al petto, fingendosi ferita.
Lui rise. E Maggy lo seguì a ruota.
Sorrisi, di nascosto. Erano in sintonia, però. Ma avrei potuto mettere la mano sul fuoco che Mag non si sarebbe avvicinata in quel senso. Avevamo stretto un patto quando ci conoscemmo, ormai dieci anni fa.
Chi era sulla lista nera era un tabù per entrambe.
“Verrei volentieri” accettò lui, sorprendendomi. Ma non aveva di meglio da fare? Qualche star da vedere?
“Perfetto! Allora lascia pure il tuo numero a Ronnie, così ti può mandare l’indirizzo” disse Mag girandosi verso di me e facendomi un ghigno soddisfatta “sai, ci troviamo a casa sua”.
È definitivo, l’avrei uccisa.
“Certo” rispose lui. Poi si sporse dal finestrino della guida e mi dettò il numero che segnai su un foglio sporgente dal libro.
“Allora.. a sta sera.. mmh?” 
Annuii.
Come era arrivato, così se ne andò. E lo segui con lo sguardo fino a quando non entrò nell’arena.
Non mi accorsi nemmeno di Maggy che si era seduta al posto di guida e mi fissava. 
Quando voltai lo sguardo, lei se la stava ghignando.
Che c’è?
“Oh nulla” rise lei scrollando le spalle. Poi avviò il motore e partimmo direzione casa mia.
Una volta arrivati, mi lasciò sul vialetto.
“Il tempo di una doccia e sono da te. Manda un messaggio ad Alex con ora e indirizzo.”
Vuoi anche che per caso ordino la cena?Chiesi sarcastica.
Per tutta risposta, ingranò la retromarcia e, mentre faceva manovra, gridò soltanto “Cinese, ecco perché ti voglio bene”.
E si, nonostante tutti i “primo o poi, la uccido”, lei era la terza persona al mondo a cui volevo bene. La prima se non contavo i miei nonni.
Entrai in casa e andai a farmi una doccia. Poi ordinai la cena e mandai un messaggio striminzito ad Alex: indirizzo, ora e firma, giusto perché così sapeva fossi io.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Eravamo sedute sul divano, in attesa degli altri due, e discutevamo la scelta del film mentre finivamo di mangiare.
“Dai, guardiamo American Pie!” esclamò lei.
Sii seria, ti prego. Piuttosto la saga di Harry Potter.Le risposi io. Ma prima che lei potesse replicare, il campanello suonò.
Vado io.Le dissi alzandomi. Ed Harry Potter sia.Conclusi senza lasciarle il tempo di rispondere.
Aprii la porta.
“Ho trovato la star che cercava voi due, cosa mi sono perso?” chiese entrando Jesse.
Alzai gli occhi al cielo. Ciao anche a tee chiedi a Mag.
Poi feci gesto ad Alex di entrare. 
“Ciao” disse semplicemente lui.
I miei amici stavano discutendo sul film, quando li raggiungemmo.
“Dai Ronnie, non possiamo cambiare?” chiese il mio amico. 
Lui odiava HP, e non lo aveva manco mai visto. Chi non ama Harry Potter, dai?
Scossi la testa.
Visto che ci siamo tutti, vado a preparare i pop corn. Dissi a Mag. 
“Vuoi una mano?” mi chiese.
No, tranquilla. Inizia pure a preparare i film. E andai in cucina.
Quella sera i miei nonni erano usciti. Così tirai fuori due scodelle e due buste di pop corn.
Poi le misi nel microonde e aspettai.
Alex era lì. Era a casa mia. E la mia mente mi riportò al nostro ultimo ricordo insieme.
 
 
Eravamo all’aeroporto di Dallas e lui doveva partire per il suo primo contratto.
“Mi mancherai così tanto..” gli dissi abbracciandolo.
“Mi mancherai un sacco anche tu, Amy” mi rispose lui ricambiando l’abbraccio “ma ti prometto che ci rivediamo presto e ci sentiremo tutti i giorni.”
“Non promettere, sappiamo entrambi come finirà”
“Non finirà in nessuna maniera, ok? Ti amo e non voglio lasciarti.”
“Lo stai facendo Alex, ma sono felice per te! Stai realizzando i tuoi sogni” gli dissi staccandomi.
“Non voglio parlarne ancora, Amy. Pensavo che mi avresti supportato.”
“Se non volevo questo per te, non avrei mai mandato quel video ai produttori” gli dissi bruscamente.
E, prima che lui potesse rispondere, il suo volo ricevette l’ultima chiamata.
Sbuffò e si voltò per andarsene. Poi si bloccò e tornò indietro.
“Ti amo e ti chiamo appena atterro” e mi baciò.
 
“Ti serve una mano?” una voce mi riportò alla realtà facendomi spaventare. Non mi ero accorta nemmeno della fine del timer.
“Scusa, non volevo spaventarti, di nuovo” rise poi lui.
Feci gesto con la mano di lasciar perdere. Aprii il microonde e versai i pop corn pronti nelle scodelle.
Ne passai una ad Alex. Lui la prese e mi aspettò. 
“Grazie” mimai lentamente con le labbra, in modo che capisse.
“Non c’è di che.” 
Poi ci avviammo verso il salotto.
“Oh finalmente!” esclamò Maggy, una volta che fummò riuniti.
Alex si sedette vicino a me, dato che Jesse si mise vicino a Mag. E dopo esserci messi comodi, fece partire il primo film.
Eravamo quasi alla fine, sia dei film che dei pop corn, e quando feci per prenderne ancora qualcuno, le nostre mani si toccarono e io la ritrassi immediatamente quasi scottata.
Non spostai lo sguardo dalla televisione. Non avevo il coraggio di guardarlo.
Così mi allungò la scodella. Fu allora che lo guardai.
Grazie.
E ne presi un paio. Poi tornai al film che finii subito dopo. Mag sbadigliò, per finta.
“Io sono stanchissima, penso che andrò a dormire” e si alzò dal divano, poi lanciò uno sguardo a Jesse. Cosa stavano combinando quei due?
“Si, giusto. Vado anche io...” si aggiunse il mio amico. Ecco cosa stavano combinando.
La guardai torva.
“Ti voglio bene e buona notte” mi abbracciò lei.
Sei seria, manca solo l’ultimo!Le dissi rivolta al film.
Emise un altro sbadiglio, fintissimo per la cronaca.
“Facciamo un’altra volta?” chiese “Ma voi due potete guardarlo eh” disse indicando me ed Alex, che era rimasto seduto dov’era.
Non siamo in grado di comunicare e lo sai.
Dagli una possibilità, fallo per me.Rispose lei.
Scossi la testa. 
Aveva promesso.Le ricordai io. Lei sapeva tutta la storia.
Eravate due ragazzini!
Sbuffai e l’abbracciai. Poi si staccò, si voltò e salutandoci uscì con Jesse.
Mi voltai verso Alex e scrollai le spalle.
“Forse è meglio se vado anche io..” si alzò lui.
Annuii.
Poi si voltò per prendere la sua giacca e lo vidi allungarsi sul tavolino lì vicino. Lo vidi osservare delle foto.
Oh cavolo. Pensai.
“Sei stata a Parigi?” chiese lui prendendo una foto di me e della Torre Eiffel.
Annuii. Ma lui stava ancora fissando quella foto e sperai con tutta me stessa che non ricordava. Non poteva ricordarsi, altrimenti avrebbe capito.
“Mi ricorda tanto una persona..” iniziò lui. Poi scosse la testa e sussurrò un “non è possibile” e rimise la foto al suo posto.
Si sistemò la giacca e si incamminò verso la porta.
“Allora ci rivediamo all’arena?”
Annuii.
“Buona notte” salutò lui uscendo dalla porta. Quando si voltò prima di salire sulla sua macchina, lo salutai con la mano. Poi chiusi la porta.

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