It's a hard life

di Rei Murai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Exchange ***
Capitolo 2: *** Fangs ***
Capitolo 3: *** Dead ***
Capitolo 4: *** Waxing ***
Capitolo 5: *** Temperature ***
Capitolo 6: *** Care ***



Capitolo 1
*** Exchange ***


 
  1. Exchange
 
 
«Come sarebbe a dire non è reversibile? – Katsuki si alzò in piedi con uno scatto stringendo i pugni – Cosa cazzo hai combinato, decerebrato?!»
La sala era illuminata solo dalla luce della luna piena che filtrava dalla grande porta-finestra davanti a lui.
Eijirō sorrise in imbarazzo, passandosi un dito sotto il naso e rifuggì al suo sguardo, più interessato alle macchie sul legno marcio della vetrina che all’espressione furiosa dell’amico.
«Io… – tentennò prendendo tempo. Alla fine si lasciò scappare un sospiro rammaricato – era un incantesimo su uno dei vecchi libri di mio padre, non pensavo certo che funzionasse. E poi anche tu hai detto che volevi provare» tentò una protesta poco convinta ritirandosi allo scatto d’ira di Bakugo.
La creatura colpì furiosa il tavolo, quasi superandolo con un balzo e si portò a qualche centimetro dal suo viso; i canini brillarono sotto la luce della luna e gli occhi rossi si accesero di una luce sadica.
«Io non voglio essere uno schifoso cane». Ringhiò sommesso e sottolineò la sua affermazione sfoderando gli artigli
«Tecnicamente sarei un Lupo…» ma si pentì quasi subito di quanto detto.
Ringraziò la propria agilità (e, molto probabilmente una buona dose di fortuna) che gli permise di evitare la mano dell’altro e fece uno scatto all’indietro con la sedia.
Katsuki, ancora accucciato sul tavolo, digrignò i denti pronto a balzare su di lui
«Non me ne fotte nulla di cosa sei – ci tenne a sottolineare alzandosi in piedi e scendendo sul pavimento con un balzo. In poche falcate lo raggiunse, sovrastandolo e inclinò il capo fumando per la rabbia – tu hai combinato questo casino e tu lo sistemi, sono stato chiaro?».
Annuì in modo meccanico, avvertendo la paura corrergli lungo la schiena e sperò vivamente di trovare al più presto una soluzione per quel piccolo incidente.
 
 
 
 
Note dell’autore:
Anche oggi mi cimento su una serie differente per superare il blocco da Fandom.
Questa sarà una breve raccolta che aggiornerò a tempo perso, possibilmente comica ma “non si sa mai”.
Saranno una serie di flash, probabilmente OOC perché è la primissima volta che scrivo su BNHA quindi non pretendo una gestione perfetta dei personaggi.
Qualsiasi commento/consiglio/lancio dei pomodori è ben accetto.
Buona continuazione.
Rei.

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Capitolo 2
*** Fangs ***


2. Fangs
 
…Ed è così, tramite i fori posizionati sui canini, che queste creature di nutrono delle loro vittime”.
 
Eijirō tirò un sospiro e portò la sedia indietro, dondolando sulle gambe posteriori.
Due giorni prima aveva lanciato quello stramaledetto incantesimo, invertendo la propria natura con quella del suo migliore amico e ora, con i crampi allo stomaco e gli occhi affaticati dalla tenue luce della candela, stava cercando di capire come porre rimedio a quello sfortunato incidente.
Sfiorò il canino destro con la punta della lingua e si chiese come fosse possibile che zanne così simili alle sue potessero avere una funzione completamente diversa. Poco prima di darsi la risposta, il rumore dei vetri attirò la sua attenzione.
«Kirishima!» scattò sull’attenti, osservando con sguardo pieno di stupore la figura che – furiosa – spalancò la porta cercandolo con lo sguardo.
Per un istante i loro occhi si incrociarono poi, con un balzo preciso e carico di rabbia, Katsuki piantò i suoi piedi sul libro che stava leggendo afferrandolo per il bavero della camicia.
«Perché cazzo non riesco a nutrirmi del sangue degli stronzi che catturo per strada?!»
Attonito, Eijirō batté le palpebre in cerca di una risposta prima di aprire la bocca in una perfetta O.
Katsuki lo sbatacchiò con violenza facendogli sbattere le ginocchia contro le gambe della scrivania.
«Che diamine stai facendo? Rispondimi idiota!».
Avrebbe davvero voluto evitare di ridere, ma il gesto gli uscì spontaneo e non fu abbastanza bravo da nasconderlo.
«Perché non sei più un vampiro; le tue zanne non servono a quello».
La presa attorno alla sua camicia si strinse, prima di essere lasciata con un colpo secco.
Kirishima continuava a ridere, incapace di fermarsi, mentre l’altro lo osservava scocciato.
«Davvero non l’hai capito? Siamo due creature differenti, Bakugo; i nostri corpi necessitano di cose diverse e-».
«L’ho capito benissimo! Stavo solo testando che ne fossi a conoscenza anche tu! – con un secondo balzo il ragazzo scese dalla scrivania dirigendosi verso l’uscita – Vado a mangiare, vedi di fare lo stesso» aggiunse alla fine, chiudendosi la porta alle spalle.

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Capitolo 3
*** Dead ***


3. Dead
 
Nutrirsi con quelle zanne non era stato per nulla semplice.
Si era mosso per la città con cautela, cercando una vittima semplice e che emanasse un buon odore. Fino a quel punto non aveva trovato nulla di differente dal modo in cui cacciava nella sua forma naturale, ma quando si era dovuto servire dal collo di essa e ne aveva estratto il sangue tramite i piccoli canali presenti nei denti, non era riuscito a non sporcarsi.
Con lo stomaco pieno e la mente sgombra dalla fame – un’altra delle controindicazioni di quel cambio di forma era l’incapacità di restare lucidi quando non ci si nutriva da diverse ore – si era affrettato a tornare verso casa, desideroso di darsi una pulita e di indossare vestiti meno luridi.
Non aveva percorso nemmeno metà strada, quando qualcosa aveva attirato la sua attenzione: all’interno di uno dei vicoli della via principale, chino su un corpo completamente fatto a brandelli, aveva colto Katsuki.
Strappava brandelli di carne dalle ossa; graffiava e dilaniava la pelle cercando di afferrare il cuore della sua vittima per cibarsene.
Affascinato da quello spettacolo, si era fermato ad osservare l’amico, intento in quello smembramento privo di grazia.
Il primo pensiero che lo colpì fu quello di salvare quel povero cadavere dalle sue mani; la tortura sembrava essere durata per parecchio tempo e, ancora, gli arti si muovevano per via dei muscoli in tensione.
Il secondo pensiero, che arrivò subito dopo, fu quello che lo fece sorridere in maniera spontanea.
Katsuki si approcciava alla vita come un bambino e, come tale, stava lottando contro i propri artigli – imprecando in maniera non poco plateale – per riuscire a sfamarsi.
Dopotutto non siamo così diversi.

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Capitolo 4
*** Waxing ***


4.Waxing
 
«Eijirō!» Katsuki entrò dalla porta principale sbattendo la pesante lastra di legno contro il muro in cemento. Sbracato sulla poltrona, con aria assonnata, Kirishima non alzò nemmeno lo sguardo, ormai abituato a quello speciale teatrino.
Appena calava il sole a ovest e la stanza si riempiva di ombre – come si alzava da quella scomoda bara in cui l’altro l’aveva rinchiuso a dormire fin dal primo giorno del loro piccolo incidente – la tempestosa e chiassosa presenza dell’amico faceva il suo trionfale ingresso nella villa seguita da una serie colorita di grida.  
Voltò pagina, concentrato sul libro che stava leggendo e alzò una mano in sua direzione.
Questo ebbe l’effetto di peggiorare l’umore di Bakugo – lo dedusse dal rumore che fece l’oggetto non ben definito, probabilmente lanciato dall’altro, schiantandosi contro il mobile alla sua destra.
«Sei qui allora, cazzo moscio!». La testa bionda entrò nella sua visuale, esattamente tra lui e il romanzo che stava cercando di finire, e gli occhi rossi lo scrutarono con attenzione.
«Ho i peli».
Stranito, Eijirō, poggiò il libro sulle proprie gambe e inarcò un sopracciglio.
«Tutti abbiamo i peli, Katsuki» provò a farlo ragionare.
«Ho troppi peli – rimarcò il Lycan, riducendo gli occhi a due fessure vermiglie – su tutto il corpo. Una vastità di peli. Così tanti che ho dovuto passare tutto il pomeriggio a toglierli con la ceretta!».
Trattenne la risata spontanea e chiuse il libro cercando di alzarsi.
Il ringhio basso di Bakugo gli fece cambiare idea e si appiattì ancora di più contro il divano.
«Perché cazzo ho così tanti peli?» chiese, ancora, oltrepassando lo schienale del divano e finendo seduto a cavalcioni su di lui.
Per un breve istante Kirishima vagliò tutte le sue possibilità di fuga.
Trovò la finestra allettante, come anche la botola sotto il grande tappeto posto al centro della stanza, ma dovette fermarsi a ragionare quando il peso del corpo dell’altro si fece pressante su di lui. Con una sola artigliata l’altro avrebbe potuto porre fine alla sua misera vita e, allora, l’ammontare di peluria o il fastidioso taglio che si era fatto sulla lingua con i canini sarebbero stati ben poca cosa di cui preoccuparsi.
«Beh… - cominciò piano senza tuttavia evitare di cercare di scappare – dopo la notte di Luna Piena e la trasformazione, il tuo corpo subisce degli sbalzi ormonali molto forti. A differenza dei non-morti (Vampiri, ma anche zombie e così via) noi siamo mutanti: in maniera ben più indefinita, non siamo né Lupi né Umani. Non siamo e basta. Così, quando finisce il periodo di caccia e il nostro corpo si riassesta nella modalità “Essere Umano” subisce dei cambiamenti significativi che… »
«Non ti ho chiesto una serie di spiegazioni inutili, Kirishima! Ti ho chiesto perché cazzo ho i peli». L’artiglio a pochi centimetri dal suo viso lo costrinse ad ingoiare un paio di volte, prima di riuscire a rotolare sul pavimento.
Katsuki non gli toglieva gli occhi di dosso, ma almeno non era più alla sua mercé.
«Hai i peli perché… Beh! Perché li hai! – più semplificato di così non poteva certo mettergliela, dopotutto – ma possiamo ovviare al problema» si affrettò ad aggiungere di fronte alla sadica e spietata espressione dell’altro.
«E come, di grazia?».
Indietreggiò con cautela, fermandosi con le spalle contro la gamba spessa e dura del tavolo.
Il suo sguardo cercò nuovamente una via di fuga e la sua mano afferrò il gancio della botola da sopra il tappeto, inveendo mentalmente contro la madre per averla nascosta sotto strati e strati di pesante lana.
«Rasandoti?» chiese in fine, con un filo di voce, pronto ad essere preso a pugni in faccia dall’altro.

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Capitolo 5
*** Temperature ***


5. Temperature
 
Si era svegliato alle prime luci del tramonto, la testa dolorante e stranamente infreddolito.
Aprendo gli occhi con calma, ancora rintontito dal sonno, quasi non gli era preso un infarto trovandosi il volto di Katsuki a pochi centimetri dal suo.
Gli occhi rossi lo scrutavano con attenzione, mentre le lunghe orecchie da lupo erano piegate di lato e aveva il fiato corto.
«Ba…kugou?» Eijirō lo aveva spinto indietro, tirandosi a sedere.
Il Lycan si era lasciato muovere senza alcuna recriminazione, prima di scivolare a terra, cadendo dalla cassa.
«Bakugou!» allarmato si era affacciato oltre la lastra di legno foderata di rosso che un tempo apparteneva al suo migliore amico e si era dovuto ritirare indietro, bruciato dalla luce che ancora penetrava nonostante le pesanti tende nere.
«La mia… bara – Katsuki lo aveva sussurrato dal pavimento, gli occhi socchiusi e la mano destra poggiata sul proprio ventre – voglio la mia fottuta bara, testa di cazzo!».
 
«39 e 2».
Eijirō allontanò il termometro dal corpo dell’altro e lo osservò con aria preoccupata.
«che?!» Katsuki non pareva proprio capire cosa gli stesse dicendo.
«Non hai mai avuto la febbre?».
L’altro ringhiò in modo sommesso mostrando i canini appuntiti.
Su di lui erano decisamente più spaventosi.
«Ovvio che non ho mai avuto la febbre razza di rincoglionito! Io sono nato morto!».
Soppesò le sue parole con cura prima di annuire, trovandoci una certa logica.
Come aveva fatto a non pensarci? Era ovvio che Bakugou non aveva i problemi che avevano i mortali… o gli altri mostri.
Era un vampiro dopotutto; e ora che ci pensava, nemmeno lui in quei sei mesi si era mai preso un raffreddore.
«Beh… devi stare a letto».
«A letto?!».
«E non devi muoverti fino a che non ti passa».
«Io non starò fermo in un fottuto letto! Ora questa cosa andrà via e farò come cazzo mi pare-
«Katsuki non devi alzarti».
- E né tu né nessun altro potrete fermarmi!».
Kirishima si sporse in avanti, afferrandolo al volo mentre le lenzuola si attorcigliavano attorno alla caviglia dell’altro rischiando di rendere vano ogni suo tentativo di alzarsi.
Restò a guardarlo qualche secondo, il volto di Katsuki nuovamente così vicino al suo da poter vedere ogni sfumatura più scura dentro gli occhi rossi.
Si sentì avvampare e lo ripose sul letto, coprendolo.
«Non devi muoverti» ribadì un’ultima volta, prima di alzarsi e andare verso la cucina a preparargli qualcosa da mangiare.

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Capitolo 6
*** Care ***


6. Care
 
Dopo una lunga e attenta ricerca, finalmente, era riuscito a trovare una cura.
Kirishima era soddisfatto del proprio risultato: certo, c’era voluto tempo, notti insonni e una buona dose di testardaggine – da parte sua – e di pazienza – da parte di Bakugou – ma, alla fine, ci era riuscito.
Quella sera era entrato nella camera dell’amico, aveva scostato la porta con cura e si era affacciato per controllare cosa stesse facendo.
Quando aveva trovato Bakugo immerso nella lettura di un grosso tomo sulla nascita e le leggende riguardanti la sua razza, immerso nella luce di innumerevoli candele, aveva sorriso intenerito.
«Katsuki?» aveva provato a chiamarlo, tenendo la fiala vermiglia e dorata tra le mani, attento a non farla cadere.
Bakugo aveva alzato una mano, interrompendo qualsiasi suo tentativo di iniziare una conversazione, troppo concentrato per poterlo ascoltare.
Sedette di fronte a lui, poggiò la fiala sul tavolino e attese che l’altro potesse dargli le sue attenzioni.
«Cazzo vuoi?»
L’altro non alzò nemmeno il volto dal libro, le braccia muscolose affaticate dal peso dell’oggetto di considerevoli dimensioni.
«Ho… » provò a dire, venendo bruscamente fermato.
«Chi cazzo se ne frega – esordì Katsuki, lasciandolo sconcertato mentre voltava il libro verso di lui e puntava il testo con un dito. Lo sguardo carminio acceso da una luce esaltata e curiosa – è vero che voi Lycan potete anche trasformarvi in lupi?».
Kirishima cadde dalle nuvole, le dita della mano destra strette attorno alla fiala. L’altro non sembrava nemmeno essersi accorto dell’oggetto.
«Un tempo… si. Poi, mano a mano che la genetica a fatto il suo corso, è una qualità che abbiamo perso. Il nostro corpo, con la trasformazione, prende dei tratti canini: le orecchie; la coda; la peluria diffusa; i canini. Diventiamo più grossi di un essere umano normale e … - si passò una mano tra i capelli con fare pensoso – e, beh, diciamo che queste sono le cose principali. Chiedere se ci trasformiamo in lupi è un po’ come supporre che un vampiro possa davvero trasformarsi in pipistrello».
Bakugo si lasciò scappare un sospiro indispettito e chiuse il libro con uno scatto della mano. Solo successivamente lo sguardo corse alla fialetta che stava ancora stringendo e la indicò curioso.
«È sangue, quello? Sei diventato uno di quei vampiri che se lo conserva nelle fiale e ci fa lo spuntino delle quattro del pomeriggio?».
Kirishima trattenne una risata spontanea e scosse il capo davanti alla sua espressione.
C’erano giorni in cui Katsuki era un concentrato di sorprese: in quei giorni era anche rilassante parlarci.
Aveva scoperto che c’era un mondo dietro al suo modo di fare burbero e rabbioso: un mondo che non aveva fatto altro che aumentare la stima che provava nei suoi confronti.
«È la cura» rispose semplicemente, godendo lo stupore tingersi su quel viso sempre crucciato.
Bakugo spalancò la bocca; gli occhi e scattò in piedi, quasi ribaltando il tavolo e il libro poggiato su di esso.
«Hai trovato la fottuta cura e non mi hai detto niente, razza di bastardo mentecatto?!».
Kirishima aspettò che scaricasse la furia momentanea, prima di annuire con calma.
«C’è solo una piccola clausola: non puoi ingerirla prima della prossima notte di luna piena».
 
 
 
NdA:
Questa piccola serie di Flash senza pretese è quasi giunta al termine <3
Credo ancora uno o due capitoli e sarà conclusa e devo ammettere di essere molto soddisfatta di questo esperimento.
Ringrazio chiunque abbia perso tempo a leggerla, chi l’ha addirittura commentata, ma soprattutto chi, come me, si è divertito nelle disavventure di questo duo sfigato!
Ci sentiamo presto.
Rei.

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