L'arte del mio sangue

di Aborotto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Alcune volte ci servirebbe solo sapere chi siamo, e perché siamo qui ma la risposta a queste domande non spesso si riesce a trovare nella vita di tutti i giorni. 
Come mi chiamo? Che importanza ha? Questa storia sarà breve, breve quanto lo è stata la mia voglia di sopravvivere alla morte, al suicidio, all'ombra al male, al mio sangue. 
Esatto, sono qui per raccontarvi la mia storia; la storia di un ragazzo perso, perso negli occhi delle stelle, in quello che era un mondo di fantasia sicuramente migliore della realtà. 
Continuerete a leggere? Questo non lo so, ma che importanza ha? Sono solo parole, parole, parole, su un foglio bianco, polvere di roccia. 
La mente uccide, ma io lo sapevo benissimo, sapevo benissimo che quando stavo a casa dovevo tenermi occupato anche con la stronzata più semplice di tutte, perché i demoni bussano sempre alla porta e tu sei sempre pronto ad aprire, ma quel giorno era diverso... Cosa era diverso? Non lo so... Non ero più abituato a quel dolore enorme che ti pervade il petto, una lancia conficcata nel petto che non ha intenzione di muoversi, quel giorno avrei voluto arrendermi.
Ogni cellula del mio corpo, urlava e scalpitava di voler cessare di esistere e la mia mente urlava, il mio cuore ormai ridotto in mille piccoli pezzi portati via dalla brezza del vento. Oh il vento, io amavo il vento, l'unico mio unico amico che mi sussurrava parole di libertà, quella libertà che tutti vogliamo avere ma che nessuno realmente ha. 
La tempesta non cessava di avanzare nella mia mente, e il buco nero mi attirava verso di se, piano, piano con i suoi trucchi da mago, illusionista; infondo... Chi non vorrebbe continuare ad essere illuso? L'illusione, quella pillola che prendiamo ogni giorno per fare in modo che la realtà faccia meno male, ma alla sera, prima di andare a letto, ci ricordiamo che non siamo niente e nessuno, solo granelli di polvere in un deserto infinito che mai cesserà di esistere. 
Così, passavo le mie giornate a contemplare un motivo o quanto meno una ragione per restare in vita, mentre la vocina nella mia testa mi diceva soltanto di dissolvermi nel nulla. 
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come il vento

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quelle poche volte, mi fermo a pensare, mi fermo a pensare che forse il respiro dell'uomo non è così vitale, respirare ormai fa parte della quotidianità, un'azione che facciamo inconsciamente 24h su 24, 7 giorni su 7 per 365 giorni l'anno; quel giorno provai a stoppare quell'abitudine. Avevo quel fastidio leggero ai polmoni che non sentivano più l'aria entrare e uscire e pervaderli, la mia vista si oscurava come la mia mente lo era già da anni: oscura, meschina, suicida. Vorrei tanto avere una risposta a tutti i miei quesiti o quanto meno saper scrivere delle parole che abbiano senso senza dovermi ogni volta interrogare sul perché non mi sento abbastanza. Quella fu la prima volta, la mia prima volta, quella in cui decisi che cessare il mio battito cardiaco, il mio respiro, sarebbe stato meglio, meglio che vivere una vita infame, o giusto... Meglio che vivere la vita. Innamorato di una donna che non potrò mai avere, innamorato di una donna che mi considera un amico troppo speciale per essere quello che io vorrei provare con lei. Mi chiedo perché sono qui a raccontarvi questa storia? Quando semplicemente dovrei pensare a come colmare il vuoto che ho nel cuore, la sensazione di sentirsi una merda ogni secondo... Incessabile. Sangue che scorre. Si, sangue che scorre sulle braccia, il mio forse? Sembra proprio arte, tutti quegli intrecci, come qualcosa di alieno ma di così spettacolare e umano in realtà... Realtà. Grande albero. Grande problema. La realtà fa male, mi fa male, vivo nel mio mondo di fantasia, nel mio mondo di benessere dove la realtà non è contemplata, ma prima o poi me la sono beccata in faccia come una grandissima sberla da parte di mia madre. Pietra fredda. L'acqua scorre, scorre il fiume di sangue, e continua a scorrere e così fanno i miei pensieri.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ma quindi torniamo a parlare d'amore, anche se sarebbe un insulto; che ne so io dell'amore? Forse ho paura anche solo della parola, perchè mi ha procurato solo dolore, non un dolore come quello che vi ho descritto ma la consapevolezza che nessuno potrà mai colmare il vuoto che sento dentro. L'amore è una forma di autolesionismo, se avete voglia di infliggervi dolore innamoratevi, magari anche di qualcuno che non ricambierà mai i vostri sentimenti; una sorta di siringa che all'inizio ti fa provare l'estasi ma poi gli effetti collaterali ti si schiaffano contro e ti buttano giù ancora di più di quanto non lo fossi prima. Alcune volte mi guardo attorno e mi chiedo come la vita possa andare avanti anche quando tu ti senti morto dentro; camminando per le strade con gli auricolari nelle orecchie e cercando di mettere in muto il resto del mondo. Sembra quasi di nuotare nel mare, ma non sei a riva, sei al largo circondato dagli squali, tu sei soltanto un piccolo pesce indifeso e ti chiedi chi mai ti verrà a salvare; ti devi salvare da solo, cercare di non annegare anche se hai il salvagente addosso. L'unica cosa positiva che ricavo da tutto ciò è ispirazione per la mia arte, la mia scrittura, il mio disegno...ma poi sono così malinconico, e torna il senso di vuoto, mi sto accorgendo piano piano che sto spegnendo tutto ciò definito sotto la parola: emozione. Infondo cosa sono le emozioni? Probabilmente solo piccoli pezzi di noi che vengono modificati costantemente dal nostro cuore...e il mio dov'è finito? Questo non lo so ma tanto a voi non interessa, allora cosa volete sapere di me? Cosa volete sapere di un ragazzo che ha perso tutto e a cui l'unico rimasuglio di speranza ha bruciato anche la sua infame anima rimasta? Non ho molto ancora da raccontarvi e questa storia sta per volgere al termine. Io mi spegnerò; si come le stelle in cielo, quando muoiono non se ne accorge nessuno, ci sono troppe stelle nel cielo ed essere rimpiazzati è facilissimo. Mi manca il respiro e ormai il mio momento sta arrivando, non rimarrò ancora molto a raccontarvi il resto della mia storia, che poi la mia non è nemmeno una storia, la mia è una pagina bianca di sfogo, di rabbia e frustazione e si...forse anche di tristezza. Questo mondo è difficile e alcune persone fanno fatica ad avere il peso di esso sulle proprie spalle, perchè continuo a cadere, continuo a sbucciarmi le ginocchia e mi fanno così male, così male. Ed è così che si è presentanto a me un caro vecchio amico:" l'alcohol" ; si proprio lui, quello che ti permette di dimenticare, di essere più divertente e che ti concede quei pochi momenti di felicità che ti puoi permettere , si, te li puoi permettere amico mio. Vorrei riuscire a controllare il mio fiume di pensieri in questo momento, ma non ci riesco e mi spingo sempre più in là, facendo finta che non ci sia un confine per tutto questo. E divento sempre più scuro, mi rimane poco tempo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ci sarebbero molti argomenti di cui parlare ma quello di oggi è l'amicizia, vi siete mai chiesti per quale motivo gli amici costituiscono una parte così importante e fondamentale della nostra vita? Voglio dire, apparte averci fatto sentire bene e starci vicini non ci salvano mai la vita, anzi, la distruggono quando meno te la aspetti. Raramente ho trovato persone o...non so come definirli:"angeli" che non ti abbandonano mai nemmeno quando li tratti stra di merda perché sanno che stai male e ogni offesa che gli rechi loro ti abbracciano. Forse, anzi quasi sicuramente non ho mai e dico mai trovato nessuno così, sembra quasi un utopia no? Qualcosa che non si potrà mai avverare. Alcune volte mi viene da pensare che i primi a spingerti giù nel fosso sono proprio loro con le false promesse mai mantenute e il falso affetto. Ammetto anche che mi piacerebbe essere uno di questi "angeli" per qualcuno, ma ricevo sempre e solo quintali di merda o forse sono solo troppo emotivo per questo mondo ma tranquilli la fine della storia e la mia stanno per arrivare. Ho quella sensazione perenne addosso del non sentirmi mai abbastanza come se le persone e il mondo ogni giorno pretendessero sempre di più da me e il mio cuore non regge più. Vorrei essere più forte. Certo che molto spesso mi chiedo come faccia io ad alzarmi dal letto e non piangere, ad urlare ad un silenzio infinito, qua sta arrivando il cazzo di uragano e tutti sono al riparo tranne me. Quindi la domanda che mi pongo è :"come posso sopravvivere a tutto questo?". Le mie soluzioni le ho ma sono parecchio aggressive e ho paura, ma tanta e a nessuno li fuori importa del dolore di questo ragazzo figlio del vento, abbandonato nel deserto. Le parole non saranno mai abbastanza ma ci provo, ci provo a salvarmi con queste lettere che chiamo capitoli di un libro che avrà una fine, sinceramente devo ancora decidere se sarà un lieto fine.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


E quindi eccomi qua arrivato alla fine di questa storia, non c'è molto altro da raccontare tutto ha una fine e presto la avrà anche la mia inutile esistenza ma di questo parleremo dopo. Tutte le cose che vi ho detto fino ad ora non sono altro che piccoli anzi piccolissimi frammenti della mia vita, una vita alla quale una volta sola avrei voluto vivere e non sopravvivere. Ma forse la parola vivere è troppo complessa per i dizionari moderni, per le generazioni di oggi, incatenate dentro un mondo dalla quale fanno stra fatica ad uscire, un mondo di fantasia di cui di realtà c'è davvero poco, un mondo basato sull'aspetto fisico di cui valori c'è davvero poco, dicono che la nostra generazione disprezzi la vita e forse è così, ci hanno messi al macello come le mucche, sappiamo già che dovremmo morire e cerchiamo di non farlo in un modo atroce. E io respiro ancora. E ho paura. Ma lo faccio ancora, come qualcuno che non vuole arrendersi anche se è la prima cosa che vorrei fare... Arrendermi ; sembra tanto facile eh? Poter mettere fine a tutto con un solo gesto, ma nel momento in cui provi ti fai mille domande che cosa saresti stato in futuro, se i tuoi sogni si sarebbero avverati, se avresti avuto un compagno, un partner, se saresti riuscito a sopravvivere un altro anno nella palude. Mi tremano le mani. Ho freddo. È troppo tardi ormai. Quante volte ho desiderato di poter avere dei farmaci che mi sballassero per qualche ora anche solo per non capire più un cazzo, perché la sensazione più brutta è quando ti svegli alla mattina e ricomincia un altro giorno un altro giorno di quotidianità, un altro giorno di noia, un altro giorno di pensieri suicidi, di tagli, di autolesionismo. Ho smesso con queste cose e me l'ero ripromesso con tante altre... Ma a volte la tentazione è troppa e prendi in mano la lametta anche quando sai che non serve a nulla ma tu lo fai lo stesso perché senti il bisogno di punire te stesso, senti il bisogno di farti male perché ti senti una merda e ti senti uno schifo nel gira e rigira quotidiano. Mi sento perso. Quanto almeno avrei voluto esserlo una volta,cazzo ma perso davvero, in qualcosa che non siano i miei pensieri che ormai non riesco più a sopportare, ma perso negli occhi di qualcuno, perso in qualcosa che non sia io. Avrei voluto combattere, forse, o continuare a farlo ancora e ancora e ancora e ancora giusto per non arrendermi e dire alle persone che sono forte, ma io in realtà non lo sono, sono fottutamente fragile e mi hanno rotto così tante cazzo di volte che ho perso il conto ma ehi. È tutto okay. È tutto okay. È un mantra che si ripete ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, 365gg all'anno. Eppure io, chi sono? Mi chiamo nessuno, vengo da questo pianeta, pianeta terra, sono morto, ed ora sono vento.

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