Ti sto cercando tra gli specchi per non perderti

di ChiaraSal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il mio banco era completamente vuoto, pronto a ricevere l’attesissimo foglio dell’esame.
La professoressa diede il via alla prova facendo l’appello, ma nel consuetudinario elenco di nomi mi accorsi che ve ne era uno in più, mai sentito, come poteva essere possibile?
Mi girai per cercare il ragazzo nuovo, guardai in tutti gli angoli della classe, eccolo: moro, occhi marroni chiari, strano, vestito in modo decisamente fuori dall’ordinario… attraente in poche parole! Un ragazzo che non passa inosservato facilmente, ma che io ero riuscita a non notare fino a quel momento.
Senza rendermene neanche conto avevo già il foglio sul banco; così cominciai, cercando di concentrarmi il più possibile.

---

Al termine della prova mi diressi subito verso casa senza salutare nessuno, dovevo assolutamente ripassare per il giorno successivo.
Arrivata a casa mangiai e dedicai tutte le mie attenzioni ai libri, c’era un problema però; non riuscivo a concentrarmi, avevo nella testa quel ragazzo. I suoi occhi, il suo sguardo, il suo ‘non preoccuparsi dell’esame’, il suo menefreghismo. Mi distraeva e mi attraeva al tempo stesso.
Finì per fare una doccia e sdraiarmi sul letto per rilassarmi, ma, con ancora i libri appoggiati sull’addome, mi addormentai.
Mi svegliai la mattina dopo con l’allarme impostato sul mio iPhone delle 7.00 e, senza capire niente, mi preparai per andare a scuola. Mi svegliai esattamente come mi ero addormentata, con i libri su di me; come avevo fatto a dormire così tanto?
Arrivai a scuola con 30 minuti di anticipo, in questo modo avrei potuto chiacchierare con i miei compagni di classe e magari fumarmi una sigaretta per alleviare lo stress, smollare i nervi e magari calare l’inevitabile tensione.
Mi giravo tra le mani il pacchetto di Marlboro Gold e l’accendino azzurro della Bic, non feci in tempo ad accendere una sigaretta che da dietro spuntò un mio compagno di classe, facendomi sobbalzare. Mi girai rapidamente pronta per insultarlo scherzosamente.
‘’Stro..’’ Mi bloccai immediatamente accorgendomi che non era solo; era accompagnato dallo stupendo ragazzo nuovo. Decisi di rimanere zitta e rimandare la mia vendetta ad un momento più opportuno e decisamente meno imbarazzante.
Mentre pensavo alla ‘figura da cioccolataia’ che ero sul punto di compiere, il nuovo ragazzo si presentò.
Quel misterioso ragazzo si chiamava Daniele, gli si addiceva proprio come nome. Appena mi strinse la mano sentì qualcosa, non so di cosa si trattasse di preciso, ma qualcosa di piacevole e molto forte, quasi una scintilla che mi percorse fino alla punta dei capelli.
I nostri occhi rimasero a guardarsi per un momento che mi parve infinito, non sapevo bene come reagire a quel fuoco che sentivo dentro me.
‘’Hey, ma tu sei piccolina’’ In effetti non ero molto alta, ma mi sembrava eccessivo rivolgersi a me con tanta disinvoltura non avendomi mai parlato..
‘’Eh già’’ No no no, come ‘eh già’? Non potevo rispondere solo così.
‘’Bene da oggi in poi tu sarai piccolina’’ Mi piaceva come soprannome, ma comunque ci saremmo sentiti si e no due volte per poi non rivederci più.
Mi limitai a sorridere, non sapevo cosa dire per migliorare la situazione. Per la prima volta in tutta la mia vita mi sentivo in imbarazzo davanti a un ragazzo. Perché? Cosa aveva di così speciale? Cosa lo rendeva così unico?
La sua voce era così perfetta, lui era perfetto.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il pomeriggio tornai a casa sfinita, avrei dovuto ripassare, ma non avevo assolutamente voglia, mi sforzai.
Mi sdraiai sul letto con il libro di letteratura inglese, non feci in tempo ad aprirlo che lo schermo del cellulare con la chat di Facebook si accese:
- Ciao piccolina -
Era lui, non ci potevo credere. Sbattei più volte le palpebre per assicurarmi che fosse davvero tutto reale, il mio dubbio era stato risolto. Era lui, era la realtà!
- Wei, ciao - Gli risposi senza darci troppo peso, non volevo realizzare nella mia testa troppi film, troppe scene surreali che sarebbero potute succedere in un futuro. Non volevo rimanerci male: il periodo delle superiori si stava concludendo ed io avevo ripromesso a me stesa che una volta che fossi entrata all’università avrei cambiato le mie abitudini e con loro la mia vecchia vita da giovane adolescente immatura ed insicura sarebbe svanito.
- Tutto bene? -
- Sì tutto ok, tu? -
- Stanco ma felice, come è andato l’esame? -
- Bene dai, a te? -
- Così cosà -
Iniziammo a parlare per tutto il pomeriggio, parlammo delle mie esperienze al liceo e lui mi raccontò perché era arrivato solo all’inizio degli esami in quella scuola. Notai che erano già le otto di sera quando mia madre mi chiamò per avvisarmi che la cena era pronta. Non avevo fame, avrei di gran lunga preferito rimanere lì, coricata sul mio letto a conversare con il ragazzo dei miei sogni.
Lo salutai e dopo aver mangiato abbondantemente andai subito a letto per riposarmi in vista dell’esame del giorno seguente.

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La rumorosa sveglia delle 7.00 si fece sentire con forza.
Mi alzai controvoglia e andai a prepararmi per poi recarmi a scuola, ancora.
Quando lo vidi non mi degnò neanche di uno sguardo, non mi salutò, come se non ci fossimo mai visti, come due perfetti estranei, come se tutto il giorno prima non avessimo passato tutto il pomeriggio a messaggiare. Non capì il suo comportamento e volevo capirlo, volevo sapere di più di lui, comunque lo sapevo, avevo ragione, non avrei dovuto fare il passo più lungo della gamba.

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Ormai le mie attività in questi ultimi giorni erano diventate un po’ monotone; andavo a scuola, studiavo, dormivo, mangiavo… Mi limitavo a questo.  
Il pomeriggio mi arrivò un suo messaggio, parlammo nuovamente tutto il giorno, feci finta di non aver osservato il suo comportamento di quella stessa mattina, ma in realtà, mi ferì più di quanto mi aspettassi. Mi promise che sarebbe venuto ad assistermi all’orale. Ero letteralmente elettrizzata ed eccitata, il ragazzo misterioso sarebbe venuto ad osservarmi nel momento più insidioso e più temuto da tutti gli studenti.

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Finalmente quel giorno tanto atteso arrivò, studiai molto, ero prontissima, ma comunque mi sembrava di non ricordare nulla. Avevo sempre in testa Daniele e non vedevo l’ora di vederlo. Dopo gli esami scritti continuammo a sentirci tutti i giorni, anche se lui nel pomeriggio si dedicava ad alcune semplici attività lavorativa per mettere da parte qualche soldo. Non capì mai quando trovata il tempo per studiare, così arrivai alla conclusione che affrontava questo genere di problema ignorandolo completamente: non studiava.
Arrivai nell’aula dove i professori erano già seduti e pronti per ‘torturarmi’, tutti coloro che erano venuti ad ascoltare il mio orale erano seduti pronti ad aspettare l’inizio dell’interrogazione, ma lui no, non era ancora arrivato, magari era solo in ritardo.
Feci l’orale con tranquillità, convincendomi del fatto che fosse arrivato. Appena finii mi girai verso il ‘pubblico’, ma lui non c’era, non era venuto, si era dimenticato di me. Semplicemente mi aveva mentito o ignorata. Non potevo crederci.
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Dopo non essersi presentato al mio orale non si fece sentire più, non so il perché ma era sparito, tutti scappano da me.
In effetti io lo avevo detto che non ci saremmo più visti.

---

L’estate passò in fretta e settembre con l’inizio dell’Università arrivò subito.

---
 
7.30
La sveglia si fece sentire più forte che mai. Dovevo essere il più presentabile possibile per il primo giorno, solo per quello, poi gli altri ciao proprio.
Quando entrai in quell’immenso edificio non sapevo dove girarmi, dove fosse l’aula in cui dovevo andare ed ero già in ritardo.
Mentre cadevo qualcuno mi urtò facendomi cadere con un bellissimo volo d’angelo.
‘’Oddio scusa’’ Era una voce maschile, senza neanche guardarlo mugugnai qualcosa e me ne andai trovando finalmente l’aula.

---

Finite le ore di lezione della mattina andai in mensa con una ragazza che avevo appena conosciuto: Clarissa. Era alta, magra, capelli lunghi fin sotto il seno e mori chiari, quasi biondi, come i miei, gli occhi verdi anche questi come i miei però i suoi erano più scuri.
Andammo in mensa e ci sedemmo con un bel piatto di pizza sostanzioso sotto i nostri occhi. Parlammo per tutta la durata del pranzo, senza mai smettere un minuto ed infine tornammo nelle aule.
A fine giornata, prima di uscire dall’Università, ci prendemmo un caffè e ci dileguammo.
Da dietro mi sentì spingere, mi girai:
‘’Oh scusa, non volevo’’
Ancora lui, non potevo crederci.
‘’Oddio ma tu sei…’’

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


‘’Oddio ma tu sei quello di sta mattina, cos’è ce l’hai con me?’’ Il mio tono doveva essere di sicuro scocciato.
‘’Ehm si, cioè no, comunque mi chiamo Federico’’ Era un ragazzo alto, magro, con i capelli scuri e ricci e degli occhiali neri. Non male.
‘’Ciao, io sono Margherita’’
‘’Piacere, senti io devo andare in biblioteca a studiare, vieni con me?’’ Il suo sguardo era speranzoso.
‘’Si va bene, anche io devo andare a studiare’’
 
FEDERICO’S POV
Cavolo, c’è ancora la ragazza di questa mattina, devo assolutamente fare qualcosa per conoscerla, la spingo.
‘’Oddio ma tu se quello di sta mattina, cos’è ce l’hai con me?’’ Forse avevo un po’ esagrato, sembrava molto scocciata.
‘’Ehm si, cioè no, comunque mi chiamo Federico’’ Speravo soltanto che continuasse a parlare con me.
‘’Ciao, io sono Margherita’’ Perfetto sapevo il nome, volevo parlare di più con lei, così mi inventai una scusa.
‘’Piacere, senti io devo andare in biblioteca a studiare, vieni con me?’’ Nel frattempo notai che era con una ragazza, non avrebbe mai accettato.
‘’Si va bene, anche io devo andare a studiare’’ BELLA COSI’
 
MARGHERITA’S POV
Salutai Clarissa e me ne andai con il ragazzo che avevo appena conosciuto. Inizialmente c’era un silenzio imbarazzante, ma, dopo poco, ruppe il ghiaccio.
‘Allora, cosa studi qui?’’
‘’Medicina, tu?’’
‘’Anche io! Però oggi non ti ho vista in aula’’
‘’Eh non lo so, forse boh non lo so haha’’ Anche lui rise con me, era un po’ strano andare a studiare con uno sconosciuto, ma sembrava simpatico.
 
CLARISSA’S POV
Quella stronzetta mi aveva già abbandonata. Andai verso la macchina per posare la pesantissima borsa e dirigermi verso casa. 
Mentre aprivo la macchina, una voce profonda mi disse:
‘’Vuoi una mano?’’ Mi girai. ‘’Ciao, mi chiamo…’’
 


**AUTRICE**
Ciao a tutti!
In primis grazie mille a tutti quelli che stanno leggendo la mia storia! 
Seconda cosa ho sistemato l'impaginazione degli altri capitoli, quindi se non avete capito nulla di quello che c'era scritto (più che comprensibile) andate a rileggerli!
Mi piacerebbe tanto un vostro commentino su cosa ne pensate dei pochi capitoli che ho pubblicato, vi dico già che dal prossimo si inizierà a capire di più il tutto!

Un bacione grande a tutti! <3 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CLARISSA’S POV
‘’Ciao, mi chiamo Riccardo, tu?’’
‘’Ciao, io sono Clarissa’’ Dovevo essere rossissima in faccia perché le mie guance erano bollenti.
‘’Non hai risposto, vuoi una mano?’’
‘’Ehm no grazie, ho già fatto, scusa adesso devo andare, ciao ci si vede’’ Ero troppo imbarazzata, non sapevo cosa dire o come comportarmi e questo non mi era mai capitato.
Guidai fino a casa, mi feci una doccia e andai a studiare.
 
MARGHERITA’S POV
Studiammo fino alle 19.00 con le dovute pause sigaretta. Mi divertì molto con lui, era simpatico e sapeva come farmi ridere.
Quando uscimmo dalla biblioteca ci salutammo e prima che svoltasse l’angolo mi urlò: ‘’Domani colazione insieme?’’
‘’Si, certo’’ Gli risposi subito.
 
FEDERICO’S POV
Mi divertì molto con lei in biblioteca, ci salutammo ma io avevo ancora voglia di rivederla così le urlai: ‘’Domani colazione insieme?’’
Dopo neanche un secondo mi arrivò un ‘si’ come risposta.
Non lo so, mi aveva preso questa ragazza, come nessuna aveva mai fatto prima, erano gli occhi, di sicuro. Erano bellissimi, di un verde chiaro, un colore che non si poteva neanche definire verde.
 
MARGHERITA’S POV
Wow ci conoscevamo da neanche un giorno e domani saremmo andati a fare colazione.
Arrivata a casa mi preparai qualcosa da mangiare, mi fiondai in camera e iniziai a pensare a cosa mettermi il giorno dopo.
Speravo con tutto il mio cuore che il tempo a Milano avrebbe retto. Non volevo la pioggia, optai per qualcosa di leggero; così andai sotto la doccia per rilassarmi e una volta asciugati i capelli me ne andai a dormire pensando a come sarebbe potuto essere domani.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Mi svegliai alle 7.00, non ero affatto stanca, strana come cosa. Andai in bagno a prepararmi, mi vestì con un paio di jeans neri, una maglietta larga bianca e le all star bianche.
Uscì di casa facendo tutto il casino di ‘sto mondo, per fortuna abitavo da sola.
Mi diressi al bar vicino all’università e lui era già lì ad aspettarmi. Ci salutammo e ci sedemmo.
Io presi una brioches e un cappuccino, lui invece due brioches e un caffè espresso.
Parlammo del più e del meno per molto tempo senza accorgerci che mancavano 3 minuti all’inizio della lezione.
‘’Cazzo, mancano tre minuti’’ Urlai preoccupata.
‘’Corri!’’
Corremmo fino alle rispettive aule e ci salutammo di fretta.
Quando entrai in aula sentì l’altra porta dalla parte opposta aprirsi; era lui. Ridemmo.
Avevo il fiatone e notai che di fianco a Clarissa c’era un posto libero, così mi sedetti vicino a lei.
‘’Ciao Clari, come stai?’’
‘’Ciao, bene tu? Dove eri finita?’’
‘’Bene, sono andata a fare colazione con il ragazzo di ieri’’
‘’Ah, ti ha dato il numero?’’
‘’No, non ancora’’ In effetti era vero, non me ne ero accorta.
‘’Ah, sai che anche io ieri ho incontrato un ragazzo?! Si chiama Riccardo, però me ne sono andata via subito perché non sapevo cosa dire’’
‘’Riccardo? Alto, magro, capelli corti gellati, camicia, maglione, vans: un vero bauscia milanese?’’
‘’Si, lui’’
‘’Lo conosco, è il mio migliore amico’’
‘’Oddio, veramente? Ti prego fammelo conoscere, è troppo bello!’’
‘’Certo’’

---

La lezione finì e così uscimmo dall’aula. Qualcuno mi afferrò il polso e mi mise in mano un bigliettino.
Non capì chi fosse. Lo aprì e guardai cosa c’era scritto. Era un numero di telefono, ma di chi? Non c’era nessun nome.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Andai a casa, mi sedetti sul divano e presi il bigliettino, digitai il numero sul telefono e guardai la foto. Era Federico.
Decisi di scrivergli.
<>
 
FEDERICO’S POV
‘’Wei ciao Richi, come stai?’’
‘’Bene tu?’’
‘’Bene, finalmente ho dato il mio numero alla tipa di cui ti ho raccontato’’
‘’Ah, finalmente’’
Ero troppo felice, speravo solo che mi scrivesse.
Dopo poco sentì il telefono suonare.
<> Era lei. Mi aveva riconosciuto.
<>
<>
<>
<>
<>
<>
<>
<>
<>
<>
Parlammo ancora per un po’ di tempo, poi lei mi salutò e andai a dormire.
 
MARGHERITA’S POV
Parlammo per un sacco di tempo, ero troppo felice.
Dopo un po’ o salutai, mi feci una doccia e poi me ne andai a letto.
---
Mi svegliai alle 7.30, mi lavai, mi vestì e uscì di casa con la macchina.
Guidai fino all’università. Ormai stava iniziando a fare freddo. C’erano già gli addobbi di Natale sparsi per la città.
Arrivata, scesi dalla macchina e mi sentì chiamare da qualcuno.
‘’Margheeee’’

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


‘’Margheee’’ la sua faccia era un misto di emozioni.
‘’Dimmi’’
‘’Ho conosciuto una ragazza stra simpatica, si chiama Emma’’
‘’Mmh dov’è?’’
‘’È la, vieni te la faccio conoscere’’
Mentre ci dirigemmo verso la ragazza nuova qualcuno da dietro mi fermò.
Mi girai allarmata ed era Federico.
‘’Ciao Megghi’’
‘’Wei’’
‘’Tutto ok?’’
‘’Si dai, tu?’’
‘’Sì, dai andiamo in classe insieme’’
Guardai Clarissa, avrei dovuto conoscere la nuova ragazza però andai vi con Federico.
Arrivati in classe ci sedemmo vicini e cominciammo a parlare, non finimmo più, per tutto il giorno continuammo.
Alla fine delle lezioni salutai con una mano Clarissa che era vicina probabilmente ad Emma.
‘’Ti ricordi vero che oggi sono a mangiare da te?!’’ Sembrava un po’ preoccupato.
‘’Certo che mi ricordo, infatti siamo andando alla mia macchina’’
‘’Ah meno male haha’’
Arrivati a casa cucinai una pasta al pomodoro, mangiammo e mentre stavo lavando i piatti mi schizzò con l’acqua.
‘’Allora vuoi la guerra?! E guerra sia’’
Iniziai a schizzarlo correndo per tutta la casa e in un istante mi trovai tra le sue braccia. Ci guardammo per molto tempo negli occhi.
Le nostre fronti si toccavano e le nostre labbra si sfioravano.
‘’Marghee, sono venuto per controllare la casa, oh scusa, vi ho interrotto’’
Era mio zio, il proprietario della casa.
‘’Cazzo, non si avvisa più?!’’ Ero abbastanza alterata.
‘’Va beh, cinque minuti e me ne vado’’
‘’Sì sì, ok’’
Federico era molto imbarazzato.
‘’Marghe, io vado, non fare stupidate’’
‘’No no, ciao zio, stammi bene’’ Gli risposi un po’ assente.
Appena mio zio uscì di casa, Federico ricominciò a respirare, si avvicinò a me e disse: ‘’Dove eravamo rimasti?’’

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