Fenice ( una scelta difficile )

di BALTO97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere o dell'orientamento sessuale di queste persone, nè offenderle in alcun modo'
Ringrazio da subito una persona molto speciale che ha assistito alla nascita di questa fiction e ha sempre partecipato con entusiasmo giorno dopo giorno.
Senza di lei non saprei se questa storia sarebbe qui !
Quindi TeanfreeWill questa è per te <3
 
 
Mi chiamo Jared Tristan Padalechi e ho 28 anni.

Sono originario di San Antonio, Texas, ma vivo da anni a Vancouver dove lavoro per una grossa azienda di inport ed export.
Quando avevo 14 anni ho passato un periodo difficile … mi sentivo perso, confuso su chi fossi o cosa volessi. 

Poi, dopo tante esperienze , ho finalmente capito di essere bisessuale.

Scoprirlo è stato come togliermi un grande peso dalla spalle e, seppure fosse ancora difficile, l'ho accettato.

Per la mai famiglia non è stato altrettanto facile: anche adesso fanno fatica ad accettarlo, ma mi piace pensare che abbiamo un bel rapporto. ci sentiamo per le feste e vado da loro una volta l’anno.

Io non mi vergogno a dirlo e vivo con la filosofia che la vita è la mia e solo l’unico che deve decidere.
Una sorta di “sono io che guido”

A 21 anni, durante il college , ho conosciuto Jensen.

È stato lui ad attaccare bottone chiudendomi se potevo prestargli un libro.
Solo mesi dopo ho scoperto che quel libro , in realtà , non gli serviva affatto.

Comunque era già innamorato al primo appuntamento.

Non era solo il ragazzo più bello che avessi mai visto, con occhi verdi, capelli biondi , lentiggini e un sorriso perfetti; ma era così allegro che mi ricordava un ragazzino monello che dopo averne combinata una delle sue non riesci a punire perché è talmente dolce che lo vuoi solo abbracciare .

In più adoravo la sua sconfinata timidezza e il modo in cui arrossiva ad un semplice complimento.

Abbiamo convissuto felicemente per circa 3 anni . ma da circa un anno le cose sono cambiate.
Si parla di crisi del settimo anno … e io dico : magari!
Noi non siamo nemmeno arrivati al quinto anniversario.

La nostra routine è diventata così monotona ….

È difficile ricordare l’ultima volta che abbiamo passato un po’ di tempo insieme come ai vecchi tempi , e ancora più difficile l’ultima volta che abbiamo fatto l’amore . Amore vero , non sesso e basta !

Parlo di quell’amore che spinge oltre il limite , che ti porta ad avere la necessità di toccarlo , stringerlo , ripetergli che lo ami mentre lo preghi di non lasciarti mai … quell’amore che alla fine ti lascia esausto ma profondamente appagato … quell’amore che ti porta a ringraziare Dio per la persona che hai accanto . 

Speravamo che almeno andando in vacanza saremmo riusciti a rilassarci…Invece no! Non abbiamo fatto altro che litigare e discutere per ogni minima cosa finendo sempre per fare scenate ritrovandoci uno dalla parte e uno dall’altra del villaggio . 

Alla fine siamo stati più contenti di tornare a casa , dove ognuno pensava al suo lavoro e potevamo dare la colpa agli impegni . 

Ho l’impressione che siamo due anime che vagano per la stessa casa senza più niente in comune , senza più rapporti o niente da spartire .

Non so perché o cosa abbia causato questa spaccatura tra noi … 
Ma ho paura, paura perché sento che quello che una volta provavo per Jensen , quel forte sentimento che mi faceva tremare il cuore ogni volta che lo vedevo , sta piano , piano svenendo 

Credo che anche per lui sia lo stesso 

Non possiamo andare avanti così, avevo intenzione di parlargli ma mi ha preceduto … 

Una sera, tornato dal lavoro , mi ha detto che dovevamo parlare 
Secondo jensen la nostra relazione è a un punto morto , io non ho potuto dire il contrario perché sarebbe stato negare l’evidenza , nascondendo la testa sotto la sabbia.
sospirando sconsolato , senza guardarmi negli occhi , ha proposto di vedere altre persone e “prenderci un periodo di pausa” …

Ho accettato . 

Cos’altro potevo fare? Pregarlo di stare insieme? Continuare a vivere così? 
Vivere come due persone che si vedono solo la sera , mangiano in completo silenzio per poi andare a letto ognuno girato dal proprio lato?. 

Forse all’inizio della nostra storia avrei combattuto ma adesso temo solo che se continuiamo così prima o poi uno di noi arriverà a un punto di non ritorno . 

Ci siamo dati 2 mesi per schiarirci le idee , al termine decideremo definitivamente cosa fare . 

Abbiamo optato per continuare a vivere insieme … per motivi economici , dato che ho lasciato dove vivevo prima e tutti nostri documenti di lavoro sono qui e spostarsi in albergo sarebbe troppo complicato. 

Ma se abbiamo concordato che vedere altre persone va bene , se siamo reciprocamente d’accordo a lasciarci andare e provare nuove esperienza … perché sto così male ?! 
Perché mi sento così in colpa per quello che ho fatto ?! 

Forse perché so che è sbagliato …. 
Forse perché so che accanto a me, in questo letto, dovrebbe esserci lui e non questa ragazza. 

Si chiama Amelia, l’ho conosciuto ieri sera al bar.

Sinceramente ricordo solo di aver bevuto, di averci parlato, pagato una camera d’albergo e fatto sesso, quel sesso da ubriaco e disperato che ti lascia sono un appagamento fisco. 

Ancora non lo sapevo, ma questa ragazza e questa notte stavano per cambiare la mia vita e quella di Jensen.
Stravolgendo la realtà facendomi davvero capire chi sono e cosa voglio. 




Jared, cercando di fare il più piano possibile, si alzò e iniziò a raccogliere i suoi vestiti sparsi sul pavimento.

“Te ne vai ?” sussurrò una voce alle sue spalla 

Il moro si voltò incontrando lo sguardo della ragazza.

“Si … ecco io … io…” tentennò indeciso su cosa dire o fare per rimediare alla sua pessima figura del tipo che scappa di soppiatto al mattino. Dio! non era per niente da lui…

Il giorno dopo la sua prima volta con Jensen aveva preparato la colazione per entrambi per poi mangiarla a letto , insieme , abbracciati . 

“Torni da Jensen ?” domandò la donna lasciandolo decisamente sorpreso. 

“Tu … tu … sai di lui?” 

Amelia annuì mettendosi seduta contro la testiera del letto.

“Ieri sera prima di ... di questo..” disse indicando con gli occhi il letto sfatto 
“…Eri ubriaco e mi ha parlato della tua relazione … Mi hai detto che tu e il tuo ragazzo vi state prendendo un periodo di pausa” raccontò.

Jared sospirò profondamente in imbarazzo.

“E sei venuta lo stesso a letto con me ?” chiese stranito inarcando un sopracciglio.
La donna annuì sospirando a sua volta.

“Jared io non voglio giudicarti, ne tantomeno dirti cosa devi fare … ma se tu e il tuo ragazzo avete bisogno di una pausa allora vuol dire che qualcosa tra di voi non funziona … “ affermò.

“Sai uscire, vedere gente nuova e fare altre esperienza non può farvi che bene …” Disse con leggerezza alzando le spalla.

Jared annuì: Amelia non aveva torno.
Lo scopo della separazione era proprio capire se provavano ancora qualcosa per l’uno per l’altro.

“E tu? Tu che ci fai qui ?” domandò a suo volta.
La mora alzò le spalle sorrise con non chalance.

“Anche io sto cercando nuove esperienze e gente nuova … “ spiegò sorridendo.
Jared annuì: a quanto pare entrambi avevano bisogno di qualcuno.

Dopo essersi salutati e scambiati i numeri salirono sulle rispettive auto e si allontanarono.

Jared, nonostante il discorso di Amelia e la sicurezza che quello che aveva fatto non era sbagliato continuava a sentirsi a disagio, si tormentava sul dire o no al biondo quello che aveva fatto.

Forse a Jensen non sarebbe importato … o forse si….

Nel frattempo anche Jensen si era svegliato.
La sera prima era uscito con un vecchio amico e quando era rientrato Jared non c’era e , adesso , il suo lato del letto era ancora in ordine.

Non ci fece troppo caso. Negli ultimi tempi capitava spesso che uno dei due si alzasse mentre l’altro dormiva e, ormai senza neanche il bacio del buon giorno , usciva per andare al lavoro . 
Certo il pensiero che il giovane non fosse neanche tornato per la notte un po’ lo preoccupò.

Decise che se entro sera non lo avesse visto ne sentito, lo avrebbe chiamato … infondo essersi presi una paura non significava fregarsene.

Tuttavia mentre scendeva le scale sentì la porta aprirsi e , dalle scale , lo vide entrare vestito come la sera prima , i capelli scompigliati e l’aspetto di chi stesse lottando contro un dopo sbronza bestiale.
Fece finta di niente, ma in realtà era sollevato che stesse bene.

“Hey” lo salutò Jared con un cenno dalla mano e un sorriso.

Jensen ricambiò il sorriso alzando lo sguardo, ma fu un grave errore, perché appena i suoi occhi si posarono sul viso del giovane li vide. 

Dentro di lui iniziò a montare una sorta di rabbia mista a gelosia e odio e il fatto che Jared non avesse il minimo problema a mostrarli non aiutava affatto!

“A quanto pare ti sei divertito ieri sera!” esclamò facendo un vero e proprio sforzo fisico per non mettersi a urlare e fare una scenata: sapeva che sarebbe stato da ipocrita.

Jared strabuzzò gli occhi fortemente indeciso su cosa dire.
“Io … sono andata al bar e sai , una birra tira l’altra … ”disse cercando di prendere tempo per trovare le parole giuste, ma il biondo lo procedette.

“E hai intinto il biscottino!” esclamò sbattendo sul tavolo la tazza di caffè nero , che teneva in mano.

“Jensen!” sussurrò l’altro alquanto sorpreso.
Non era affatto da lui dire certe cose e normalmente al solo pensiero di qualcosa di vagamente sessuale sarebbe diventato rosso e abbassato gli occhi imbarazzato.
Invece ora sembrava solo arrabbiato e deluso …

Il biondo sospirò passandosi una mano sul viso per cercare di impedire alle mozione di prendere il sopravvento.

“Senti Jared so che abbiamo deciso di prenderci un periodo di pausa , di uscire con chi ci pare e scopare c chi vogliamo !! Ma cazzo jared non credevo che fossi così tanto stronzo ” affermò alzando leggermente la voce sul finale.

“Ma di cosa stai parlando ?!” chiese Jared.

“Sto parlando di quei succhiotti che hai sul collo” 

Il giovane si portò automaticamente le mani sulla gola avvicinandosi allo specchio della sala dove , nel suo riflesso , vide 3 enormi succhiotti che campeggiavano sul collo.

Si sentì immediatamente uno schifo. Poteva solo immaginare cosa avesse pensato jensen vedendolo rientrare con quelle macchie due giorni dopo aver deciso di prendersi un periodo di pausa .

Se fosse stato al suo posto avrebbe pensato che il compagno avesse trovato subito qualcuno che lo rimpiazzasse …

“Non … non è come credi … io…”cercò di giustificarsi, ma il maggiore si stava avvicinando alla porta infilandosi la giacca.

“Devo andare al lavoro ”disse senza degnarlo di uno sguardo.

“Aspetta , parliamone” provò a trattenerlo per un braccio. Voleva almeno provare a spiegargli che ieri sera , quand’era uscito , non aveva intenzione di andare a letto con qualcuno.

Ma il biondo non sembrava avere nessuna intenzione di ascoltarlo “Parlare di cosa ?” chiese quasi esasperato fissandolo dritto negli occhi . 

Jared temeva che si sarebbe arrabbiato ma, sorprendentemente, non accadde niente del genere anzi, Jensen chiuse gli occhi e prese un grande respiro profondo.

“Jay, ha ragione” affermò lasciando il giovane alquanto spiazzato.“…ci siamo lasciati e tu hai trovato qualcun altro. Avevamo detto che andava bene e … va bene!” il suo discorso fu interrotto dallo squillo del telefonino.

Sbuffando lo estrasse dalla tasca ma appena lesse il nome sul display lo mise subito via

“Devo andare” 

Questa volta il riuscì a liberarsi dalla presa e uscì sbattendo la porta lasciando Jared solo e confuso

A mezzogiorno Jensen non tornò a pranzo, e Jared non riuscì a mandare giù niente.

########################

“Al diavolo!” brontolò il moro uscendo dalla studio dentistico e sbattendo la porta scocciato.

Per colpa della segretaria e della sua sbadataggine si era fatto viaggio di 40 minuti solo per scoprire che il suo appuntamento dal dentista per la pulizia dei denti era stato posticipato di 3 giorni e nessuno l’aveva avvisato.

Arrivato a casa parcheggiò nel vialetto incamminandosi verso la porta di entrata ma , prima di inserire la chiave nelle serratura, sentì dei rumori insoliti … come delle risate e borbottii.

Il più piccolo incuriosito ascoltò con attenzione e capì che i rumori venivano dal giardino sul retro , dove c’era la piscina . 

Jared era confuso, non sapeva che Jensen avesse invitato qualcuno … anche se ormai non era tenuto a dirgli niente . 

Facendo il giro della casa gli venne persino il dubbio che potesse trattarsi si sciocchi ragazzini ce volevano fare un bravata! 

Magari vista la bella giornata e la piscina con acqua calda avevano approfittato dell’assenza dei padroni di casa per farsi un bagno.

Con questo timore si appiattì contro il muro e , cercando di rimanere nascosto dietro le aiuole , si sporse per vedere chi stesse ridendo 

Inutile dire che ciò che vide lo scioccò.

In piscina non c’erano ragazzini, ma Jensen che si stava godendo l’acqua cristallina e l’ultimo sole caldo di settembre … ma non da solo: con lui c’era Ty , il suo ex ragazzo.

Almeno in teoria era ex … perché da come erano seduti sembravano tutto tranne che “ex”!

Seduto sui grandi gradini della vasca , immersi nell’acqua fino alla vita , Jy stava su un gradino più in alto mentre il biondo sedeva tra le sue gambe con la schiena appoggiata al busto dell’altro uomo 

Entrambi reggevano un bicchiere di birra e stavano ridendo come due ragazzini.

Jared , ancora coperto dalle piante , poteva perfettamente vedere come jensen non avesse problemi a stragli letteralmente addosso e lasciare che le braccia ti Ty , con discrezione , lo toccassero di qua e li la ,allungava la mano sulle spalle e gli accarezza i pettorali .

Al maggiore poteva non importare ma a lui si! 

Quella era la loro piscina …. I primi mesi nuotavano nudi e avevano persino fatto l’amore su quei gradini dove adesso stava seduto , praticamente incollato al suo ex 

Ma se Jensen credeva che sarebbe stato li a guardali senza fare niente si sbagliava di grosso 

Entrò in casa, corse in camera , indossò il suo costume da bagno e l’accappatoio 

Se jensen voleva vedere qualcuno in costume allora gli avrebbe dato quello che voleva!

“Jared” esclamò alquanto sorpreso quando lo vide.

“Hey Jared” lo salutò Ty , anche se non parve fare la minima mossa per allontanarsi dal corpo del biondo ancora premuto contro il suo.

“Cosa fai qui ?” domandò Jensen 

“Mi hanno posticipato l’appuntamento” rispose con non curanza avvicinandosi alla sdraio dove si tolse l’accappatoio rivelando il suo perfetto fisico da dio greco.

Jared non era affatto un tipo vanitoso ma era perfettamente conscio che il suo fisico fosse molto più “attraente” di quello di Ty.

I suoi addominali scolpiti e perfetti come quelli delle statue, i bicipiti e i glutei sodi, uniti a due perfette gambe toniche non potevano essere paragonati al fisico di Ty che seppure avesse il suo fascino , con quegli occhi azzurri , non era paragonabile a jared .

Jensen lo fissò mentre si tuffò dal trampolino e percorreva l’intera lunghezza della piscina con meno di quattro bracciate . 

Riemerse e , sistemandosi i capelli dietro le orecchie si appoggiò al bordo dietro di lui, allargando le braccia in modo che il petto villoso e muscoloso fosse in vista.

Non si aspettava l’occhiataccia che il biondo gli lanciò prima di alzarsi , mostrando anche il suo di fisico perfetto.

“Andiamo Ty! Dobbiamo prepararci per andare al cinema” affermò voltandosi verso l’altro uomo che annuì alzandosi.

Jensen, senza degnarlo di ulteriori sguardi, si mise la salvietta intorno alla vita ed entrò in casa.

L’altro uomo fece lo stesso ma, poco prima di entrare in casa si fermò sulla porta finestra , si voltò in direzione del giovane ancora immerso in piscina e disse “è stato bello rivederti Jay” poi “Fossi in tè userei il ghiaccio , fa miracoli per i succhiotti” 

Jared si portò velocemente la man sul collo per nasconderli
“Stronzo” borbottò vedendo nascere sul viso dell’uomo un sorriso.

La sera chiamò Amelia per chiederle di uscire. Dio! preferiva pensare che l’avesse chiamata perché non voleva passare la serata da solo …. Piuttosto che rimuginare sul fatto che l’avesse fatto perché Jensen uscito con Ty.

La cena andò bene ,almeno così gli sembrò … 
Mentre Amelia raccontava la sua interminabile giornata di lavoro, sparlando delle colleghe e del suo capo lui continuava a rivedere , nella sua testa , le immagini di Jensen seduto in piscina abbracciato a Ty , le sua mani che gli accarezzavano le spalle e poi scendevano fino a posarsi sul sullo stomaco. 

Il pensiero che se non fosse arrivato in tempo quelle mani sarebbe potute andare più giù gli fece venire un brivido freddo lungo tutta la spina dorsale .

In più di un’occasione , Ty , aveva mostrato atteggiamenti un po’ troppo intimi nei confronti di jensen sotto i suoi stessi occhi e ogni volta il biondo gli ripeteva di non preoccuparsi … che non provava più niente per Ty … 
Ma era vero ? 
Forse aveva prese la scusa del loro “periodo di pausa” per tornare con lui . 

No ! No ! Jensen non gli avrebbe mai fatto questo … 
A meno che … 

“Jared ?! Jared mi stai ascoltando?” 

La voce di Amelia lo fece uscire dai suoi pensieri e la sua espressione lasciava intendere che lo stava chiamando da un po’ rendendosi conto che non la stava ascoltando.

“Si…” rispose Jared mentendo, ma Amelia si accorse che qualcosa non andava e decise di smettere di parlare di lavoro e fare una conversazione che coinvolgesse di più il suo accompagnatore.

“Sai …” incominciò “… il tuo invito mi ha stupito! Credevo che ti sentissi in colpa per la scorsa notte ” 

Jared alzò le spalle , ma la donna scosse la testa , lasciò cadere la forchetta e intrecciò le dita sotto il mento.

“Andiamo Jared , non mentirmi … ti posso leggere in faccia che qualcosa ti turba”

“Davvero ?” chiese Jared tradendosi e Amelia annuì.

“Mi dispiace … ” ammise sbuffando passandosi una mano tra i capelli,“…ma stasera quando ho visto Jensen uscire con il suo ex … non ho saputo resistere e … e” 

“Ho capito” disse Amelia annuendo.

“Mi dispiace, so che ora mi giudicherai uno stronzo ma …” 

“No” lo interruppe la donna“… non penso che tu sia uno stronzo, anzi!” e sorrise di cuore “Credimi capisco che vedere la persona che ami uscire con qualcun altro è dura” affermò guardandolo negli occhi. “Se posso darti un consiglio cerca di vedere questo periodo come una rinascita. Io c’ho provato e funziona. Non soffermarti troppo sulle cose , agisci e segui l’istinto poi. se alla fine avrai capito che è davvero con jensen che vuoi passare il resto della vita stai con lui … altrimenti sarai pronto ad andare avanti”. 

Jared annuì colpito, dentro di sé sapeva che Amelia diceva il vero.
Il vero problema era riuscire a capire.

A cena finita Amelia gli chiese se volevano andare in una camera e ripetere le performance della sera prima ma Jared, dicendo che l’indomani avrebbe dovuto alzarsi presto per andare al lavoro, declinò l’invito.
Quando arrivò a casa si accorse che era solo e capì Jensen doveva essere ancora fuori con Ty.

Sospirando sconsolato andò a letto. Cercò di ignorare quel senso di vuoto e dolore che provò quando si girò verso il lato del letto di Jensen. 

Poco dopo le 2:00, ancora sveglio, sentì la porta aprirsi e il letto piegarsi sotto il peso del maggiore 

Prima , appena uno dei due entrava nel letto, non faceva in tempo a sdraiarsi che iniziavano ad abbracciarsi e coccolarsi finendo immancabilmente per fare l’amore.

Adesso, invece, quel letto un tempo loro tempio d’amore negli ultimi tempi sembrava solo grande , freddo e vuoto.
 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Quando si svegliò Jensen si era già alzato … ormai erano abituati a fare colazione da soli.

Era strano e brutto non trovare più il bigliettino con scritto “buona giornata . ti amo” accanto ad una tazza di caffè fumante.

Per tutto il giorno non si videro. Il biondo restò nel suo ufficio e Jared si diede da fare con i lavoretti lasciti in sospeso: aggiustare il lavandino intasato, sistemare i cavi dietro la televisione, potare la siepe e strappare le erbacce.

Una volta al mese a uno dei due toccavano lavoretti di questo genere: all’inizio li facevano insieme finendo immancabilmente con il fare l’amore . 
Adesso era così strano lavorare senza Jensen che lo toccava con la scusa del “C’era un insetto” o vederlo arrivare con una buona birra ghiacciata , non prima di aver richiesto un bacio passionale come ricompensa.

La sera, dopo aver visto il biondo prendere la sua auto e andare via senza dire dove andasse o con chi, chiamò Amelia.

La donna si presentò con indosso un tubino nero molto succinto con uno scollo a v molto aperto, tacco 20, capelli raccolti, occhi truccati e una colier che attirava l’attenzione sul collo e, inevitabilmente, sul seno in vista.

Arrivati al locale tra l’aspetto provocante di Amelia e quello di Jared, sempre affascinante, tutti si voltarono a guardarli, ma al contrario degli uomini presenti il giovane non sembrava molto interessate all’aspetto della sua accompagnatrice e , mentre lei parlava del lavoro e delle colleghe si perse nei suoi pensieri … In particolare in quei ricordi dove lui e jensen , fidanzatini , andavano a cena e senza mai dirsi niente passavano il tempo a guardarsi negli occhi e tenendosi la mano. 

Era davvero tanto tempo che non uscivano a cena … o ne facevano una romantica a casa loro.

Impegnati com’erano non avevano tempo per queste cose . 
Forse erano state queste piccole cose non fatte per molto tempo, a cui non avevano dato la giusta importanza, a rovinare la loro relazione.

Tuttavia jared non poteva sapere era che anche Jensen stava pensando le stesse cose.

In un ristorante, dall’altra parte della città, mentre Tj parlava del più e del meno, il biondo si chiedeva chi era l’artefice di quei succhiotti che ancora si intravedevano sul collo del più piccolo… quei marchi che una volta solo lui poteva fare!

Non saprebbe dire neanche lui perché avesse chiamato Ty … 

Dalla loro rottura, anni prima , erano riusciti a mantenere un rapporto di rispetto e amicizia.

Spesso questo era stato un problema per jared … ma era sempre stato sincero nel dirgli che non provava più niente per lui .

Era stato l’altro, saputo delle sua rottura, ad insistiti per uscire.“Dai Jens , in memoria dei vecchi tempi usciamo a prendiamoci una birra … parlare ti farà bene” gli aveva detto.

Poi era successo tutto automaticamente …

Era da così tanto tempo che qualcuno non lo abbracciava , dava qualche attenzione o interessava alla sua giornata , che appena Ty lo aveva toccato si era sciolto come un cucciolo che, dopo tanto tempo passato da solo in mezzo alla strada, riceve la prima carezza.

All’inizio, si era trattenuto limitandosi a farsi toccare allentando Ty quando andava oltre o provava a baciarlo o allungare troppo le mani.

Ma dopo aver visto i succhiotti sul collo di Jared le barriera che gli impedivano di lasciarsi andare con Ty, del tipo “io e Jared siamo in pausa…non sono pronto per qualcun altro …”, caddero e appena l’uomo fece per baciarlo il biondo non si spostò, come le prime volte, ma si lasciò baciare e seppure si sentisse in colpa per questo approfondì il bacio . 

A cena finita, nessuno tornò a casa , pagarono una stanza di un motel e vi entrarono. 

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Jensen e jared, ovviamente, continuavano a vivere insieme, ma non più come fidanzati ma come veri e propri coinquilini … sconosciuti …


Avevano anche iniziato a dormire separati e il biondo smise pure di tornare a casa per pranzo.


I giorni passavano in quel clima freddo e Jensen, per caso, scoprì chi fosse l’artefice di quei succhiotti che a poco a poco stavano scomparendo. Fece due più. Non era stupido.


Sentì Jared parlare al telefono con una certa Amelia per accordarsi per uscire la sera stessa e  vedersi al solito posto.
Chiuse gli occhi e si allontanò prima che l’altro si voltasse e lo vedesse, ma Jared fu più veloce e non appena lo vide si congedò dalla ragazza salutandola frettamene.
“Jensen … Io… Lei… Cioè…. Non … Ecco …” balbettò.
“Te lo detto...” si riprese in fretta, la sua miglior espressione impassibile “…non serve giustificarti… Io esco con ty…tu con…Amelia” e uscì di casa lasciandolo li, congelato sul posto.


Jensen , una volta in auto,  si nascose il viso tra le mani.
Una ragazza … Jared si vedeva con una donna …
Basta! Doveva piantarla. Scosse la testa e accese la sua Baby, la musica rock classico a tutto volume. Aveva voglia di fare un giro e non pensare a niente.
 
###########

Certo, i due si lasciavano ancora i bigliettini con scritto i turni per le faccende domestiche o la lista della spesa e, a parte, qualche raro “ciao” “buongiorno” “c’è da comprare questo e quello ” non si parlavano più. 

Tuttavia, ogni tanto, capitava ancora qualche situazione dove entrambi si accorgevano che quegli anni passati insieme non erano del tutto spariti.

Jensen si ricordava sempre di acquistare le sue caramelle preferite, anche se non lo aveva segnate.

Jared ogni mattina faceva i pan cake e, invece che farne solo 3 per lui ne faceva 6 e i restanti li lasciava su un piatto vicino al microonde con accanto la bottiglia di sciroppo.

Sembravano essere entrati in un sorta di strano limbo dove entrambi evitavano di stare troppo vicini ma nel frattempo non potevano evitarsi.

Un venerdì mattina il giovane si alzò freneticamente correndo in salotto imprecando sotto voce: la sera prima aveva scordato di programmare la registrazione automatica del suo programma preferito visto che era uscito con Amelia ed era tornato tardi.

“No! Uffa‼” disse quando accese il decoder e vide che non c’era nessuna registrazione al suo interno.

Jensen, seduto al bancone della cucina , intento a fare colazione con la sua solita di caffè e la sua rivista l’osservava incuriosito.

“Problemi ?” chiese.

Per risposta ebbe uno sbuffo e un’espressione frustrata

“Ho dimenticato di registrare Supernatural ieri sera! Dovrò aspettare la replica che è tra tre giorni!” esclamò lasciandosi cadere sul divano, incrociando le braccia al petto come un bambino a cui è stato appena negato il gelato

Jensen annuì alzandosi. 

“L’ho fatto io” affermò riponendo la tazza nel lavandino.
 “Ieri sera mi sono accorto che non l’avevi registrata e così l'ho scaricata e messa sulla usb” spiegò.

Jared era sorpreso: certo era capitato spesso che, distratto com’era, jensen dovesse rimediare alla sue dimenticanze … ma non credeva che anche adesso , nella loro situazione di “pausa” si sentisse in dovere di farlo . 

“Grazie” sussurrò osservandolo da dietro mentre scompariva nel corridoio.

*******

“Hai impegni per il Week end?” chiese Jared qualche ora dopo cercando di mantenere un tono della voce vago
Stava andando in camera quando vide, con la coda dell’occhio, jensen nella stanza degli ospiti prendere dei vestiti e posarli sul letto.

Jensen annuì voltandosi. “Ty mi ha invitato nella sua casa di campagna … eravamo andati per il suo compleanno ricordi?” 

Fu il turno di jared di annuire, celando una fitta al cuore.
La casa era una grande cascina ristrutturata, molto grande e bella con una scuderia e un vigneto.

“Ecco… starò via solo due giorni” affermò il biondo finendo di sistemare le sue cose nella borsa li accanto. 

Inutile dire che un’immensa ondata di gelosia colpì Jared stordendolo. Un conto erano le notti in hotel passate a fare sesso e poi ognuno a casa sua … ma qui si stava cominciando a parlare di qualcosa di serio! 

Jensen avrebbe trascorso un periodo di tempo , non troppo lungo , ma abbastanza con Ty.

Stettero in silenzio per qualche secondo indecisi su cosa o fare, paralizzati o spaventi all’idea di passare il primo week end separati dopo tanto tempo. 

Fu il rumore di un clacson a destarli.

Il biondo prese la borsa e si avvicinò alla porta principale.
“Senti se …” tentennò “…vuoi invitare la tua tipa per questi giorni non è un problema …” disse tenendo gli occhi bassi mentre usciva sul portico,

Jared sussultò incredulo davanti a quell’affermazione 
Quella era casa loro !
L’avevano scelta insieme e passato così tanti bei momenti … 

Non poteva invitare li una ragazza! 

Il solo pensiero che jensen credesse in contrario lo faceva stare male 

“Jensen io …” si blocco quando vide Ty che , dal vialetto , si stava avvicinando.
“Hey ciao “ salutò, poi rivolto a Jensen “Pronto per andare ?” chiese e come se fosse assolutamente normale , mise il braccio sulle spalle del biondo per avvicinarlo.

Jensen non disse o fece niente per allontanarsi , tenne solo gli occhi bassi forse imbarazzato o a disagio dalla presenza di Jared.

“Bene…” sussurrò il minore furioso per la scena a cui aveva appena assistito “… divertitivi!” affermò prima di girarsi e rientrare in casa sbattendo violentemente la porta.

Dentro di sé sperava che jensen lo raggiungesse, aprisse la porta dicendogli che non voleva andare … ma non accadde niente del genere.

Accasciato contro il muro accanto alla finestra, dalla tenda appena scostata lo vide andare via… con lui.

Si sentì tradito e a pezzi: l’uomo che aveva amato per anni adesso era andato via.
 
Preso dalla rabbia e dalla delusione, chiamò Amelia e la invitò. Jensen gli aveva detto di farlo, giusto?! Bene


autrice : perdonate per il capitolo un pò corto , ma per farmi perdonare vi dò una piccola notizia per i prossimi capitoli : da adesso in avanti le cose si complicano per i nostri J2 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Amelia non era per niente convita di andare in casa di jared.

Sapeva che Jensen non c’era ed era stato lui a dirglielo, ma era comunque strano non ché imbarazzante andare nella casa dove il ragazzo con cui esci convive con il suo ex .

Accettò solo perché aveva voglia di stare con Jared e , economicamente parlando , andare sempre fuori a cena e nei motel stava lentamente prosciugando il conto in banca di entrambi.

“Bell’arredamento” esclamò notando il perfetto abbinamento tra i divani panna , le pareti bianche e i mobili moderni color argento con insenature di ferro.

Camminava aventi e indietro tra la sala da pranzo e il soggiorno, evidentemente nervosa . 

“lo abbiamo scelto insieme” esclamò Jared senza pensarci, urlando dalla cucina.

Guardando i diversi soprammobili sopra le mensole, gli occhi della donna caddero su una cornice di legno bianco con all’interno una foto che ritraeva lui e Jensen sul bordo piscina.

Osservandola Amelia, pensò che il biondo fosse proprio un bel ragazzo, con quei capelli biondo sporco perfettamente spettinati e il gel che li teneva su, come un ragazzino ribelle ma allo stesso tempo adorabile, due occhi di un verde così brillante che avrebbe potuto sostituire un faro in mezzo al mare e quel bellissimo sorriso.
Non fu in grado di trovargli neanche in difetto e persino quelle piccole rughette che aveva attorno agli occhi erano adorabili.. 

Capiva perché jared si era innamorato di lui, capiva perché nella foto lo teneva stretto a sè in quel modo, capiva perché anche lui sorrideva , ma non un sorriso finto, di quelli che vedi nelle foto o sui cataloghi …

Quei sorrisi erano di qualcuno che , in quel momento , aveva tutto ciò di cui aveva bisogno.

“E’ pronto” annunciò il moro uscendo dalla cucina con tra le mani la teglia rovente appena tolta dal forno.

Amelia sorrise raggiungendolo al tavolo, annegando le sensazioni e le domande che gli invasero la mente cercando di godersi la serata senza pensare a dove si trovava e a tutti quei mobili , foto e oggetti che non facevano altro che ricordargli che in quella casa Jared aveva vissuto così tanti bei momenti. 

La stessa cosa accadde dopo cena quando, mentre jared sistemava, seduta sul divano immaginò il giovane e il biondo li seduti , abbracciati , accoccolati o intenti a fare altro proprio dov’era seduta. Le foto che li ritraevano in altri momenti felice sicuramente non aiutavano il suo crescente senso di gelosia … o rabbia … o paura.. 

Aveva detto a jared di prendere le cose con calma, di farsi nuove esperienze e poi decidere se continuare a stare con Jensen o no.

Ma la verità era che , nonostante fosse restia ad innamorarsi ancora , stava iniziando a provare qualcosa per Jared.

Certo il ragazzo era affascinante come un modello, ma anche incredibilmente dolce e sensibile, con un senso dell’umorismo di un bambino e due occhi capaci di farti sciogliere con un solo sguardo.

Era tanto tempo che non si sentiva così per un ragazzo … 

Temeva che jared provasse ancora qualcosa per Jensen … e anche se gli aveva detto di scegliere dentro si sé pregava che non scegliesse il ragazzo e restasse con lei.

Ma quelle foto che li ritraevano in altri momenti felici, non aiutavano e lenire i suoi dubbi. 

Quella notte fecero sesso e, seppure Jared si sentisse orribile per star facendo l’amore nel letto dove lui e Jensen lo avevano fatto tante volte, il pensiero che anche lui in quel momento si stesse facendo la stesso cosa con Ty lo fece impazzire!

Nel frattempo in un’altra camera da letto, con i corpi ricoperti di sudore, i capelli scompigliati, il respiro affannoso e il segno del loro piacere che macchiava le lenzuola, Ty , sdraiato ancora sopra il corpo del biondo, lo osservava dormire.

Si sporse e gli diede un leggere bacio dietro l’orecchio. Jensen si mosse mugolando qualcosa e quando , Ty si porse dandogliene un altro assaporando il dolce sapore salato della pelle il biondo mormorò qualcosa che Ty non avrebbe mai voluto sentire uscire ancora da quelle labbra. “Jared”. 

Il mattino dopo la donna, avvolta nelle morbide e soffici coperte del letto fu svegliata dal dolce profumo del bacon che sfrigolava sul fuoco e di succo d’arancia appena spremuta che saliva dal piano inferiore.

Sorridendo si alzò e infilò nella doccia, felice per una volta di essere in una casa vera e non in una stanza d’hotel.
“Hey” lo richiamò la voce di Jared fuori dalla porta “preferisci le uova strapazzate e in camicia ?”

“Strapazzate” rispose la donna.

“Ok , come vuoi Jens” affermò d’istinto.

Nonostante l’acqua che la stava bagnando fosse calda sentirsi chiamare così fu come la più terribile e dolorosa delle doccia fredda . 

Scendere fu una vera e propria impresa. Si chiedeva come avrebbero affrontato l’argomento ma, arrivata in cucina si stupì di vedere che Jared canticchiare allegramente.

“Buongiorno! Siediti la colazione è pronta !” Esclamò Jared posando i toast caldi sui piatti del bancone.

Amelia finse un sorriso sedendosi e mangiando silenziosamente la sua colazione.

La sera finse di avere un impegno, così come il giorno dopo, ma gli dispiaceva non vedere il moro.

Così decise di chiedere consiglio ad una sua amica.

Abby, sentita la sua storia, i vari dettagli e appreso che aveva anche passato un weekend a casa sua sospirò prendendo un lungo sorso del suo cocktail.

“Wow … io non cosa dirti… Però non credi che sia strano che viva ancora con il suo ex ?” domandò curiosa e confusa.

“lo fa per motivi economici” spiegò la donna.

Abby annuì , ma Amelia notò subito il suo scetticismo.

“Quando sarà pronto verrà via e potremmo cominciare a pensare seriamente alla nostra relazione” affermò cercando di sembrare più convinta possibile , ma ancora una volta l’amica scosse la testa 

“Amelia voglio solo essere sicura che non ti stia illudendo … non voglio che finisca come l’ultima volta”

“E’ una decisione importante!” esclamò Amelia con tono quasi esasperato nel doversi giustificare. “Non voglio che un giorno, in futuro, si guardi indietro e si penta della decisione che ha preso … finendo per lasciarmi facendomi soffrire di nuovo Io non voglio…” il dolore al petto era indescrivibile ricordando la sua ultima relazione.

Abby sospirò fissandola comprensiva. Cara, ci tieni davvero a lui ?” chiese sorridendo.

Amelia annuì “Non credevo che sarebbe stato possibile… ma si … sono veramente felice… Era da tempo che non mi sentivo così” sussurrò con gli occhi lucidi.

Abby annuì abbassando lo sguardo. Da una parte era contenta per la sua amica, ripensando al suo passato, si meritava di incontrare qualcuno che l’avrebbe amata come meritava. Aveva versato troppe lacrime. Però..

“Ma … sei pronto all’eventualità che jared scelga Jensen ?” glielo chiese. C’era anche questa eventualità.

Amelia aprì prontamente la bocca per ribattere ma dalla sua bocca non uscì niente. Certo che aveva pensato all’eventualità che Jared scegliesse lui … ma sentirlo pronunciare e dover pensare se era pronta o no ad accettare quella possibilità era difficile…Impossibile.

“Adesso devo andare” esclamò prendendo le borsa e la giacca alzandosi frettolosamente dal tavolino.

“Amelia aspetta‼!” la richiamò Abby “Amelia” 

Ma l’amica ormai era lontana, incapace di sentirla per tutti quei pensieri dubbi che gli affollavano la mente.

Nel frattempo, Jared, a casa loro stava guardando un film sdraiato sul divano quando sentì jensen nell’altra stanza dire “Si … si ok . ti aspetto alle 20 qui fuori. Ciao”

Un’improvvisa ondata di rabbia lo invase e, sebbene anche lui la sera prima era uscito con Amelia lasciando il biondo a casa da solo , non poté evitare alla gelosia di salire.

Prese il telefono e le scrisse un messaggio chiedendole se era libera per uscire.

Tuttavia prima di inviarlo si prese un minuto per pensare: l’idea che la stesse invitando solo perché Jensen aveva un appuntamento con Ty era pessima e lo faceva stare male … Lui non così superficiale e non approfittava delle persone . 
Ma poi pensò che era stata proprio Amelia a dirgli di uscire … e volendo essere sincero la donna era una compagnia piuttosto piacevole: era simpatica, divertente, amava chiacchierare e avevano tante cose in comune.

Le inviò il messaggio. Sorrise quando la donna le rispose che si sarebbe visti al solito hotel e ordinato a portar via del cibo cinese .

Verso le 20 stava per uscire quando jensen lo richiamò.

“Jared se esci anche tu non dimenticarti di chiudere a chiave” esclamò il maggiore sbucando dal corridoio.

Entrambi si fissarono per un minuto contemplandosi l’un l’altro: i Jeans attillati che incorniciavano le gambe perfette mettendo in evidenza i glutei sodi, i capelli perfettamente pettinati da una parte e dall’altra acconciati con il gel…

Se si fossero trovati in quella situazione anni prima altro che uscire a cena… Si sarebbe saltati addosso , fatto tremare la pareti , sconvolto i vicini e fracassato il letto..

Invece dovevano accontentarsi di guardarsi sopportando il dolore dato dalla consapevolezza che il corpo dell’altro, anche quella notte, sarebbe stato toccato , assaggiato , goduto da qualcun altro.

“Jensen…” “…Jared” dissero all’unisono mentre si guardavano profondamente negli occhi pronti a dirsi chissà cosa , ad aprire il loro cuore e dichiararsi.

“Io…” sussurrò il maggiore, ma fu subito interrotto da suono di un clacson , quello di Ty che lo avvertiva di essere arrivato e uscire.

“io … dovrei andare” disse abbassando lo sguardo quasi sconsolato prima di passargli oltre e andarsene lasciando Jared solo in mezzo alla stanza a chiedersi cosa gli volesse dire prime di quello stupido clacson suonasse …

Dopo una cena, l’ennesima, passata ad aver fatto finta di ascoltare la conversazione dell’altro e partecipare fu il momento di andare a letto .

Amelia baciava e si aggrappava a Jared succhiando e laccando la mandibola con voracità. 
Lo accarezzava e toccava con gesti famelici; ma Jared, anche se come per la cena cercava di partecipare il più possibile e fare la sua parte baciandola a sua volta e toccandola, la sua mente vagava … 

Vagava lontana facendogli immaginare un corpo molto diverso da quello che aveva sotto si se: al posto di quel busto liscio e morbido, vedeva addominali scolpito, capelli biondi e corti ma così morbidi da sembrare il pelo di un cucciolo, zigomi spolverati di lentiggini e due occhi color smeraldo.

Cercò di cacciare quella visione. Dio! non poteva fare questo ad Amelia … ma era inutile perché ogni volta che toccava una parte del corpo e la sentiva gemere di piacere nella sua testa gli rimbombavano i versi si Jensen e, non poteva fare proprio niente per impedire al suo corpo di fremere, fremere bisognoso di essere toccate come solo qualcuno sapeva fare . 

Era un bisogno profondo , necessario quasi come respirare .
Si odiò per quel pensiero ma non poté fare niente perché era vero … “vorrei aprire gli occhi e vederti qui … Jens” pensò lasciandosi andare al piacere fisico insieme alla ragazza.
Nel mentre, in un’altra camera di motel a pochi chilometri di distanza Jensen ,sdraiato sul letto sovrastato da Ty cercava disperatamente di godersi quei tocchi e gesti che, in passato , lo facevano impazzire.
L’uomo non aveva perso il suo tocco e ricordava perfettamente i punti delicati del biondo capaci di farlo gemere in un modo passionale, ma nonostante cercasse di godersi tutto questo come anni addietro non ci riusciva.

Era come se quei tocchi non gli facessero più nessun effetto . 

Chiudendo gli occhi s’immaginò che quelle mani che gli stavano toccando le sue parti più intime non fossero quelle di Ty … ma di un altro ragazzo molto diverso.

Alto , muscoloso , con braccia e gambe così lunghe che potevano tenerlo avvolto in una calda presa, i capelli sudati che ricadevano sul viso scompigliati e gli occhi lucidi e dilatati dalla passione più primitiva.

Con questa visione il biondo si morse il labbro inferiore cercando di trattenere un gemito proprio nel momento che lo colpì il piacere più intenso.

“Visto che so ancora dove toccarti” sussurrò Ty respirando affannosamente, il piacere che lo aveva stordito.

Jensen ritornò alla realtà aprendo gli occhi, ma si pentì di averlo fatto perché davanti a lui non c’era l’uomo della sua visione.

Si sentiva male al pensiero che in un momento così intimo aveva pensato ad un altro uomo, per questo cercò di ignorare quella sensazione di malinconia che stava montando nel petto.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Il mattino dopo, Amelia fu svegliata da suono della porta della stanza che si chiudeva e la voce del moro che le dava il buongiorno.

“Ti ho portato il caffè” disse Jared porgendogli la tazza di cartone fumante.

La ragazza sorrise grata prendendo la tazza e un sorso della bevanda calda , sussultò quando sentì il sapore e si sforzò di non sputarla.

“Ma c’è il latte” esclamò 

“Si” rispose con un’alzata di spalle “ti è sempre piaciuto il latte” 

Amelia scosse la testa.

“No! Io detesto il latte nel caffè , le poche volta che lo abbiamo bevuto insieme l’ho sempre preso doppio” 

In quel momento vide un lampo illuminare il viso del ragazzo, come se avesse appena avuto un’illuminazione.

“Scusa … scusa mi sono confuso” si giustificò evitando il suo sguardo sentendosi in colpa, rosso in viso.

Non ci volle molto ad Amelia per capire … non dovette chiedersi con chi Jared si era confuso , nemmeno chiedersi a chi piaceva il caffè macchiato.

Sospirando la donna si appoggiò alla spalliera del letto. Sperava davvero di non dover affrontare questo discorso … ma le parole delle sua amica Abby gli tornare in mente insieme a tanti dubbi e paure.

“Jared” sussurrò tenendogli gli occhi bassi “tu ci tieni a me ?” 

Il minore , alquanto sorpreso da quella domanda , si sedette davanti alla ragazza.

“Perché me lo stai chiedendo ?”

La donna sospirò pesantemente.

“Jared so che per te è un periodo difficile … che sei confuso e non sai quello che vuoi e lo capisco davvero … ma sono passate settimane , usciamo insieme quasi tutte le sere e , insomma … stiamo bene” affermò.

Jared capì dove voleva andare a parere e , nonostante si fosse reso conto che Amelia provava qualcosa per lui , sperava che questo discorso non arrivasse mai.

“io … io credo di provare qualcosa per te Jay. E questo mi spaventa” ammise Amelia.

“Perché ?” chiese avvicinandosi di più.

Amelia si strinse le braccia al petto come se volessi scaldarsi,o proteggere , da qualcosa.

“ Jared io … io 3 anni fa mi sarei dovuta sposare” 

Jared sconvolto strabuzzò gli occhi. 

“Si chiamava … si chiama Don! Ci siamo messi insieme al liceo… abbiamo fatto l’università insieme e dopo 4 anni di convivenza abbiamo deciso di sposarci …
Il giorno del matrimonio ero molto felice , mi sentiva al settimo cielo , insomma finalmente stavo coronando il sogno di ogni ragazza di sposare l’amore della mia vita … non mi aspettava affatto che sarebbe finita così” iniziò a raccontare triste.

“Mentre camminavo verso l’altare mi accorsi che le espressioni dei miei invitati non erano affatto gioiose ma quasi malinconiche , come se mi stessero compatendo” ricordò con rammarico.

“Arrivata in cima vidi Don, non indossava l’abito che avevamo scelto insieme e , con le lacrime agli occhi , disse che stavamo commettendo un errore … all’inizio credeva che fosse legato all’agitazione del matrimonio ma non era così , aveva davvero smesso di amarmi” 

“Mi dispiace tanto” mormorò Jared, gli occhi lucidi.

“Il giorno dopo presi il primo volo per Vancouver lasciandomi la mia vecchia vita alle spalle cercando di costruirmene una nuova qui . e sai quel’è la cosa buffa?”domandò ironica passandosi una mano tra i capelli mossi.

“Io c’ero riuscita! Dopo 3 anni finalmente ero felice! Avevo ritrovato la sicurezza e la passione per il mio lavoro … insomma mi era tornata la gioia di vivere .Poi sei mesi fa sono tornata nel Maine per il ringraziamento e li … ho scoperto che non solo Don si è sposato ma è anche diventato padre! So che è egoistico da parte mia … ma la prima cosa che ho pensato è perché a lei e non a me? Perché Don aveva scelto lei e non me!” affermò battendo un pugno sul materasso immaginandosi di colpire chissà chi.

“Da quel giorno la mia vita è nuovamente crollata … sono tornata qui e mi sono chiusa in me stessa.. ho smesso di uscire e vedere le mie amiche … poi una sera in locale, al bancone, ho visto un ragazzo alto due metri con una birra in mano e lo sguardo malinconico” esclamò sorridendo.

“Jared ti prego non pensare che io sia stronza o altro … so che ti ho detto di fare le cose con calma ma ho bisogno di sapere se tieni davvero a quello che c’è , o ci potrebbe essere, tra noi …” 

Il moro sospirò passandosi una mano sul viso, colpito dalla storia della ragazza. “Amelia, sarò sincero … anche io provo qualcosa per te e
capisco che sei spaventata all’idea che io ti possa ferire e , credimi , è l’ultima cosa che voglio ma …” tentennò veramente insicuro su come affrontare l’argomento 

“Ok jared , va bene” lo rassicurò la donna. “Hai ragione ti serve del tempo e lo capisco … promettimi solo che inizierai a pensare seriamente all’eventualità di avere un futuro insieme”

Jared annuì, ma lo fece solo per porre fine a quel discorso. La verità era che si sentiva terribilmente confuso e spaventato.

Insomma quella stessa notte mentre facevano sesso aveva pensato a Jensen e sebbene fosse conscio di provare qualcosa per entrambi sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento si scegliere.

“Adesso devo andare al lavoro” esclamò alzandosi e raccogliendo la sua giacca.

La donna lo salutò attirandolo a sé per salutarlo con un bacio passionale e bagnato. 
Jared se lo godette , fino a quando nella sua testa il sapere delle labbra di Amelia si trasformò in quello più soave di Jensen.

Si sentì uno schifo … ma non riuscì a staccarsi, non sapeva quale scherzo sadico gli stesse facendo la sua mente: sapeva solo che era da tempo che non sentiva quel sapere che, cazzo , se gli era mancato! 

Immaginandosi delle labbra carnose approfondì il bacio.
Non fece caso al senso di vuoto e colpa che provò quando riaprì gli occhi e vide che quella labbra che aveva immaginato non erano lì.

Quella giornata di lavoro pareva non finire mai.
Forse a causa degli insopportabili clienti che volevano a tutti i costi che le loro pratiche passassero per prime, per la segretaria che sembrava sbagliare apposta a portargli i documenti e le fatture, oppure perché non faceva altro che pensare e ripensare al discorso di Amelia sul voler approfondire la loro relazione.

Ovviamente il pensiero che anche la donna provava dei sentimenti per lui era bello e gli faceva piacere … ma anche paura.

All’inizio l’idea di uscire con qualcuno per capire se provava qualcosa per Jensen gli sembrava una buona idea, ma adesso si sentiva ancora più confuso . 


Tornata a casa, fece appena in tempo a scendere della macchina che iniziò a sentire della musica provenire dall’interno della casa .

Confuso aprì la porta e rimase letteralmente incantato davanti a quello spettacolo 

La canzone Rebel Rebel di David Bowie usciva a tutto volume dall’impianto stereo e jensen, in Boxer grigi e maglietta stava cucinando qualcosa mentre si muoveva a tempo di musica, muoveva i fianchi, ondeggiava scuotendo la testa e usava il cucchiaio sporco di glassa come se fosse un microfono.

Jared restò fermo immobile appoggiato allo stipite della porta a osservarlo ripensando all’inizio della loro storia al mattino, al pomeriggio o la sera rincasando dal lavoro si imbatteva in Jensen che danzava sulle note di una vecchia canzone, con in mano un cucchiaio o una spazzola ballando e saltando come se fosse ad un concerto.

Jared, guardandolo, pensò che non solo fosse uno spasso da guardare ma anche adorabile.

Il biondo, muovendo per fare una giravolta tenendo il ritmo sussultò quando vide il moro sulla porta intendo a fissarlo con un sorriso. 

“Jar … Jared” spaventato per poco non fece cadere la ciotola con l’impasto mentre prendeva il telecomando e abbassava il volume della musica con l’altro mano. 

“Io .. io stavo … la musica e io …” cercò di spiegare evidentemente imbarazzato.

“Cercavi di imitare Bowie ? il tuo abbigliamento non sembra proprio adatto ad un palco” 

Il biondo sorrise passandosi una mano sulla maglietta.

“Cosa cucini?” chiese jared avvicinandosi.

“Due uova stavano per scadere così ho decise di fare la torta di mele con …” 

”...Noci e miele” finì per lui Jared osservando gli ingredienti sul tavolo.

Il biondo annuì poi, con calma, tornò verso il banco da lavoro e ricominciò a lavorare.

Non si aspettava certo che il più piccolo lo raggiungesse.

“90 grammi di zucchero vero ?” chiese Jared prendendo la bilancia.
“100 … ne metto sempre qualcosa in più” sussurrò il maggiore.

Cucinarono insieme con in sottofondo Bowie , cercarono di evitare di guardarsi ma non poterono evitare di lanciarsi degli sguardi veloci mentre erano sicuri che l’altro guardasse altrove.

Jared era intento a stendere la pasta quando qualcosa catturò la sua attenzione.
“Ahi !” 

Si girò e vide il biondo che si teneva la mano con una smorfia dolorosa sul viso. 
“Che hai ?” chiese preoccupato.

“Una scheggia” rispose Jensen aprendo l’acqua del rubinetto e mettendosi sotto la mano. “Stupido tagliere” esclamò.

“Non è la prima volta , quel tagliere è vecchio dovremmo buttarlo” disse Jared avvicinandosi.

“No …” brontolò il biondo massaggiandosi il la mano. “Lo abbiamo preso al parco di Yellowstone … mi piace” 

Jared scosse la testa sorridendo. Qual vecchio pezzo di legno con su disegnata una zampa d’orso, poteva anche cadere a pezzi ma il maggiore non se ne sarebbe mai liberato.

Ero lo stesso per tutti gli altri oggetti , anche piccoli , che avevano preso durante i loro viaggi o gite.

“Che palle non vuole uscire !” borbottò jensen cercando di far uscire la piccola scheggia di legno che si intravedeva sottopelle.

“Aspetta , così non concludi niente” 

Jared si mise dietro il corpo di Jensen e gli prese la mano poi una piccola pinzetta che tenevano nel cassetto.
“Un minuto di pazienza e … eccola” sussurrò mostrando la spina intrappolata tra le due estremità della pinzetta.

“Grazie”mormorò Jensen.

“Prego” rispose sottovoce l’altro restando fermo dov’era, con il corpo a meno di qualche centimetro da quello di Jensen, con la mano che stringeva ancora la sua e il viso così poco distante che Jared poteva sentire il dolce profumo dello suo shampoo misto a quello pungente del dopobarba e quello del gel che gli illuminava i capelli facendoli brillare.

Forse avrebbero dovuto staccarsi, sciogliersi da quella sorta di abbraccio ma non lo fecero, restarono così, fermi immobili.

“Jared” sussurrò il biondo voltandosi appena così da poterlo vedere meglio e, quando i loro occhi si congiunsero, ipnotizzarono l’uno nell’altro come stregati si persero incapaci di dire una parola, pensare razionalmente o impedire alle loro labbra di avvicinarsi … avvicinarsi … avvicinarsi sempre di più 

Così vicine da poter percepire il respiro caldo dell’altro … quasi da potersi sfiorare … assaporare …. Baciare...Fondersi di nuovo....

Biiiip biiiip biiip squillò il telefono di Jensen. 

Riscossosi, il biondo, scosse la testa prendendo il telefono dal ripiano e vide che era Ty.

“Io … io devo andare...” disse liberandosi da quell’abbraccio e scomparendo in corridoio mentre rispondeva al telefono.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Amelia aveva detto che gli avrebbe lasciato lo spazio per decidere e non gli avrebbe fatto pressione, ma non fu proprio così.

La donna, con discrezione, gli inviava foto di case in vendita a poco prezzo, siti d’asta e altre cose simili.

Jared feceva finta di niente, diceva che le guardava ma in realtà il pensiero di trasferirsi lo turbava: non era pronto a lasciare jensen, non era pronto a lasciare la sua vecchia vita e lei pretendeva che mollasse tutto per ricominciare da tutto.

Forse era troppo … anzi era davvero troppo! 

Un pomeriggio, stava controllando dei file sul computer quando suonò il telefono: erano pratiche importanti e visto che jensen stava guardando la televisione gli chiese di rispondere.

“Pronto?”

”...”

“si …” 
”....”

“No io credo che …” 
”.....”

“Ok , riferirò” Esclamò il biondo per poi riattaccare 

“Tutto ok ?” chiese Jared senza distogliere gli occhi dal pc e dal lavoro che stava facendo.

Quando si accorse che Jensen non gli aveva risposto , stranito , finalmente si decise a guardarlo.

“Cosa c’è ?” domandò preoccupato dallo sguardo cupo che campeggiava sul viso del maggiore. 

Jensen scosse la testa sorridendo con un cipiglio.

“Era una casa d’asta. Lei ha detto che hanno accettato la tua richiesta di incontrarli per parlare di una casa”

Jared strabuzzò gli occhi: non ricordava che giorni prima, su insistenza di Amelia, aveva chiamato un’immobiliare per avere delle informazioni su una casa che avevano visto su internet.

Jensen non sarebbe dovuto venire a saperlo.

“Jensen ascolta non è come credi!!!” Si alzò dal tavolo e provò ad avvicinarsi ma il biondo scosse la testa.

“E’ tutto ok Jared!” esclamò sbattendo le mani lungo i fianchi. “Anzi, sai una cosa? E’ perfetto!” aggiunse ridendo.
Fece una risata molto strana, a tratti inquietante, passandosi una mano tra i capelli corti.

“Perché aspettare !! Perché ? Tu hai già deciso ! Andrai a vivere con Amelia e Ty verrà qui! Semplice! E saremo tutti contenti!!!” Affermò lasciandosi cadere sul divano, devasto. Furioso. Ferito.

Jared era incredulo davanti a quell'affermazione. Sconvolto. Annientato.

“Jens … io... Parliamone per favore... “ tentennò confuso in preda al panico. No! No! No! La sua mente non gridava altro. Questo no!

Ma Jensen si alzò di scatto dicendo “Adesso non ho voglia di parlare Padalecki!” per poi scomparire nella sua stanza sbattendo violentemente la porta e facendo sussultare il moro, che era come pietrificato sul posto. 

Alle 20:00 Jared ordinò due pizze , una per lui e una per Jensen al salamino piccante con porzione extra di patatine: la sua preferita.

Gli ci vollero circa 10 minuti per raccogliere tutto il suo coraggio e bussare alla porta della camera da letto.

“Jensen la pizza è arrivata”, ma non ottenne risposta.
“Ci sono anche le patatine” aggiunse sperando in una reazione di qualsiasi tipo,
però ancora una volta non percepì nessuna risposta da parte del maggiore.
“Ok dai. Vedo che non vuoi cenare.. ti lascio la roba in forno per quando uscirai... “ mormorò andando via sconsolato. 

Desolato tornò in soggiorno e si sedette sul divano accendendo la tv, ma il suo stomaco era chiuso e non riuscì a mangiare più di una fetta di pizza.

A metà del film sentì la porta aprirsi e dei passi, si trattenne dal sorridere come un bambino quando vide Jensen sedersi sulla poltrona con il cartone di pizza e le patatine. 

“Birra ?” affermò porgendogliene una.
Il biondo , senza guardarlo , annuì e prese la bottiglia. 

Cenarono in silenzio , come sempre , guardando la televisione e una volta che il film finì sistemarono.

Il giovane aveva avuto il tempo di pensare a come affrontare l’argomento “trasferimento” optando per dirgli la verità , ossia che era stata Amelia ad insistere e che lui non aveva la minima intenzione di andarsene ma , proprio mentre stava per parlare, il maggiore lo anticipò.

“Dovrei chiederti un favore” esclamò appoggiandosi al tavolo. 

“Certo” 

Jared avrebbe voluto parlare del suo problema ma se il maggiore voleva parlare lui sarebbe stato per ascoltare , d'altronde glielo doveva. 

“Non se ricordi ma questo week end c’è il battesimo di mio nipote … ho detto alla mia famiglia che saremmo andati insieme e se mi presento da solo sono sicuro che inizieranno a farmi delle domande , troppo domande . non ho per niente voglia di essere messo al centro dell’attenzione sottoposto al quarto grado” ammise sbuffando al pensiero di tutti quei parenti riuniti in una stanza che avrebbero sicuramente notato che era solo.

“Quindi …” 

Jared annuì comprensivo “Va bene verrò con te”

Jensen alzò lo sguardo annuendo a sua volta in segno di gratitudine. “Partiamo domani mattina alle 6 e ritorneremo prima di mezzanotte” Affermò poi e, senza voltarsi o degnarlo di altri sguardi, lasciò il soggiorno tornando in camera sbattendo la porta. 

Come d’accordo decisero di non dire niente della loro rottura ai parenti di Jensen .

Tuttavia non fu affatto semplice fingere che fosse tutto ok perché , appena li videro , tutte le zie e la mamma del maggiore li abbracciarono lodandoli su che bella coppia fossero e quanto stessero bene insieme.
Entrambi sorrisero facendo finta di niente.

Durante la cerimonia e il rinfresco sedettero vicino e chiacchierarono con gli altri, grati che tutti fossero concentrati sul bambino e sui neo genitori da non accorgersi che non si toccavano più o tenevano per mano scambiandosi quelle piccole effusioni tipiche degli innamorati.

Solo Josh , fratello di Jensen , nonostante fosse impegnato a intrattenere i suoi ospiti , notò che qualcosa turbava il suo fratellino.

“Tutto ok Jensen?” gli chiese sedendosi accanto a avvolgendogli le spalle con il braccio in un tenero gesto fraterno.
Il biondo annuì sorridendo.

“Sai … qualunque problema tu abbia , io sono sempre qui ok ? non avere paura di parlare con me fratellino” esclamò scompigliando i capelli corti per sdrammatizzare quel momento.

Jensen sorrise grato di poter sempre contare su suo fratello.

Dopo cena salutarono parenti e amici e si rimisero in viaggio. 
“State attenti mi raccomando. Al notiziario ho sentito che sta arrivando un violento temporale” si raccomandò Donna abbracciandoli calorosamente. 
“Certo. Tranquilla mamma! Ciao!” E detto ciò se ne andarono sorridendo.

In auto, verso l’autostrada, nessuno dei due disse una parola. Ognuno era immerso nei propri pensieri.

“Ma che …” mormorò Jensen a un certo punto, vedendo delle auto della polizia che bloccavano i caselli autostradali.
“Mi dispiace, ma abbiamo ricevuto un’allerta meteo . Il temporale sta diventando una vera e propria tempesta che potrebbe trasformarsi in un uragano” Li informò il poliziotto, quando raggiunsero il posto di blocco.
“Ma noi dobbiamo andare a casa....”

“Non potete passare. Viaggiare è troppo rischioso: vi consiglio di prendere una stanza di motel e passare qui la notte” 
Non ci fu niente da fare e così dovettero cercare un motel per quella notte.

Avrebbero preferito due camere singole ma, a causa della tempesta, tutti i motel vicini all'autostrada era pieni, tranne l’ultimo, che disponeva dell’ultima camera libera: una matrimoniale che accettarono di buon grado.

“O no! No!” brontolò il minore lasciando cadere a terra il suo borsone con fare incavolato, quando entrarono in stanza.

“Che succede?” chiese il maggiore, sdraiandosi sul letto.

“Ho dimenticato in auto il mio computer , lo vado a prendere” affermò Jared prendendo la giacca.

“Ti serve proprio?” Jensen era dubbioso , nonché sconcertato.

Avevano parcheggiato lontano dal motel e adesso i tuoni erano molti forti, la pioggia cadeva incessantemente e il vento soffiava così violentemente da poterlo udire anche con le finestre chiuse.

“Ci sono tutti i miei documenti di lavoro, il progetto che devo presentare lunedì e altri file importanti … ” esclamò Jared serio. “Potrebbe cadere un albero, scoppiare un incendio, allargarsi la strada o chissà cosa … meglio andare a prenderlo” 

“Ok! Allora vengo con te” affermò il biondo alzandosi e raggiungendolo.

“No, non ci metterà molto. Tranquillo” lo fermò il giovane.

“Abbiamo parcheggiato lontano!” La voce allarmata, “L’uragano potrebbe arrivare e …” 

“Andrà tutto bene” lo tranquillizzò Jared mettendogli una mano sulla spalla. 
“Vado lo prendo e torno. Sarò flash!” aggiunse, sorridendo.

Il maggiore sospirò facendo slittare gli occhi dal ragazzo alla finestra, dove si vedeva la pioggia battente, le foglie e i rami degli alberi scossi dal vento. 
“Stai attento mi raccomando” aggiunse jensen, ma non era tranquillo. 

Jared annuì, si mise la giacca e uscì. 

Fuori sembrava in tutto e per tutto la scena del film tempesta perfetta: 
i tuoni rompevano il silenzio con suoni ovattati e così violenti da scuotere i vetri, i lampi illuminavo il cielo come flash improvvisi , il vento impunito era come la lama di un coltello affilato sul suo viso e la pioggia cadeva senza sosta e pietà.

Jared, cercava di ripararsi con il giubbino ma sembrava inutile.

Dopo un tempo che sembrava infinito passato a combattere contro il vento che gli remava contro, riuscì ad arrivare alla fine del motel dove, per sua sfortuna , il tetto che lo aveva riparato fino a quel momento finiva e fino al parcheggio non c’erano altri ripari e poteva essere colpito da tutto quello che vedeva essere mosso dal vento.
Foglie , carta , rami, … persino un cestino della spazzatura rotolava mosso dalle forti raffiche.

“Cazzo” imprecò vedendo il cielo sempre più nero e tempestoso.
Era indeciso sull'andare avanti o tornare indietro quando una voce gridò alle sue spalle.

“JARED !!!”

Il moro si voltò e vide jensen corrergli incontro.

Il biondo, preoccupato, dopo 10 minuti sul letto a torturasi le mani, tormentato dall'ansia e aver controllato 30 volte lo spioncino delle porta pregando che Jared si sbrigasse, non era più riuscito a resistere … 
Fregandosene anche lui del tempo e del pericolo corse fuori e si mise a cercarlo.

“Jensen ma che ci fai qui ?” chiese Jared.

“io … io” tentennò Jensen cercando di riprendere fiato appoggiandosi al muro, il cuore impazzito nel petto.

Se Jared aveva dubbi sull'andare o no, adesso, vedendo il maggiore davanti a lui scalzo, a maniche corte sotto la pioggia battente esposto al vento gelido , non ebbe dubbi.

“ANDIAMO!” urlò cosicché la sua voce superasse il rumore della tempesta.
Prese la mano di Jensen e , insieme , corsero di nuovo in camera . 

Una volta che la porta si chiuse alle loro spalle fu come se un enorme peso si togliesse dalle loro spalle.
“o mio Dio” mormorò Jensen barcollando verso il letto. “Che corsa” esclamò prendendo una coperta avvolgendola attorno al corpo per scaldarsi.

Jared , voltandosi lentamente tenne gli occhi fissi su di lui e il biondo lo notò e si stranì.

“Tutto ok ?” chiese infatti

“Tu sei … sei uscito per me” affermò. “Eri … eri preoccupato” 

Jensen, imbarazzato, distolse lo sguardo e si strinse nelle spalle.

“Certo. Fuori c’è un uragano … e tu...” non finì la frase perché la mani di Jared si posarono sulle sue spalle.

“Guardami Jensen” sussurrò jared.

Titubante, nonché spaventato Jensen, trovò il coraggio di alzare lo sguardo per incontrare quegli occhi che da ormai tanto tempo non ammirava da così vicino. 

“Jared...” mormorò.

Questa volta non ci furono cellulari che squillarono o altre distrazioni … questa volta le loro labbra prima si sfiorarono, ricongiunsero, assaporarono in un lento e calmo bacio ma poi, entrambi desiderosi di avere di più, lasciarono che quel bacio diventasse qualcosa di più profondo e passionale.

Le bocche si aprirono, le lingue si rincontrarono dopo così tanto tempo e iniziarono a stuzzicarsi danzando tra loro.

Anche le mani invidiose e vogliose di tornare a toccare quel corpo si mossero indisturbate dappertutto, sui glutei sodi, la schiena e i capelli intrecciando le dita rispettivamente tra capelli corti e lunghi.

Freneticamente Jensen si sfilò i pantaloni, le stesso fece jared e con un movimento veloce si tolse la camicia, ma quando Jensen fece per sfilarsi la maglietta il più piccolo capì che questo avrebbe comportato separare le loro labbra e, così, agì in un modo quasi animale.
Fermò le mani di jensen e tenendolo fermo lo spinse sul letto.

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Capitolo 6
*** 6 ***


Jared sovrastano il corpo del biondo portò le mani lungo i fianchi toccandoli sensualmente cercando di sollevarsi per sfilargli i boxer e arrivare a toccare punti nascosti quando, inaspettatamente, Jensen separò le loro labbra e si allontanò.

“Jared noi …. Noi non possiamo!” Il petto ansante, le labbra lucide di desiderio. “Tu e … e lei .. non possiamo!” Esclamò sforzandosi e cercando di spostarsi e coprire con il lenzuolo la sua più che evidente eccitazione, ma Jared gli fermò la mano.

“Lo so..” ammise Jared ”..so che quello che c’è tra noi è difficile adesso … ma ti prego, ti prego questa notte siamo solo noi. Solo noi” Sussurrò tenendo gli occhi fissi in quelli del maggiore.
“Jared...”

“Ti prego..”mormorò accarezzandogli il viso dolcemente. ”...Ti prego..jensen..”

La risposta di Jensen non arrivò mai perché invece di parlare il maggiore si sporse e catturò nuovamente le labbra del giovane in un altro bacio bagnato e languido. Quante aveva desiderato risentire quelle parole...Il suo jared....

Si sdraiarono sul letto, muovendosi, accarezzandosi e toccandosi come se le loro mani fossero in astinenza dei rispettivi corpi e adesso stessero recuperando il tempo perduto tastando e stringendo.
“Dio!“O mio dio” sussurrava Jensen tra un bacio e l’altro. 
“Quando mi sei mancato piccolo” 

Jared, intento a baciargli languidamente il collo sorrise sussurrando “Anche tu”. Gli mordicchiò la pelle tra i denti godendo del gemito del compagno e delle sensazione che provò al pensiero che, al mattino, quel segno sarebbe stato ancora li, visibile. 

Le loro virilità si strusciavano l’una contra l’altra con passione, ma le stilettate di pura passione che gli attraversavano il corpo indicavano chiaramente che entrambi volevano di più … molto di più.

Normalmente uno dei due avrebbe preso il comando e iniziato a danzare approfondendo il legame diventando una cosa sola, ma adesso, nonostante la passione, entrambi percepivano una leggera tensione....Nonché imbarazzo. 

“Forse … non … è meglio se...” Jared non sapeva come affrontare l’argomento.
“Tranquillo” lo rassicurò il biondo. 

Jensen capiva cosa turbava il moro. 
Era da tempo che jared non aveva rapporti di quel tipo e dato che non si aspettavano di finire così non avevano portato niente.

Jensen portò una mano dietro la testa del minore e lo avvicinò in modo che potesse sussurrargli all'orecchio “Mi sei mancato tanto. Ti voglio. Ho bisogno di sentirti...in me” 

Jared fremette dall’eccitazione e non aspettò oltre. Anche lui aveva bisogno di jensen. Di sentirlo. 

Con frenesia e passione, restando sempre delicato, preparò il compagno poi, tenendo sempre d’occhio il viso del biondo per ogni eventuale espressione di dolore, prese un respiro profondo prendendosi un minuto per godersi quel momento e quel corpo magnifico che aveva davanti, si sporse e catturò le labbra di Jensen in un bacio bagnato mentre, con delicata frenesia, la sua virilità si faceva strada nel corpo del maggiore, conquistandolo a poco a poco. 
Assaporare di nuovo i suoi gemiti era qualcosa di meraviglio, fantastico e terribilmente erotico. 

Fare l‘amore con jensen era come tornare a guidare un’auto dopo tanto tempo: ricordi perfettamente come accenderla, come mandarla su di giri, 
sai dove sono si trova ogni cosa e ti senti perfettamente a tuo agio.

Certo, Jensen non era un’auto, ma il principio era lo stesso. Jared infatti ricordava ogni centimetro , ogni lentiggine, ogni nei, segno, punto sensibile del biondo.
In particolare ricordava cosa lo faceva davvero impazzire. 

Nel momento del piacere quando le loro menti stavano per andare alla deriva e lasciarsi andare, Jared, si staccò dalle sue labbra e senza neanche prendere fiato mirò dritto alla gola di Jensen, puntando al muscolo teso e fregandosene di come ad occhi esterni poteva apparire quel gesto: lo leccò assaporando il dolce sapore mentre anche lui si lasciava travolgere piacere più crudo. 

Chiunque abbia detto che il tempo rende ogni cosa migliore, soprattutto quelle per cui vale la pena aspettare … aveva ragione. 

Nel cuore della notte, mentre la bufera si allontanava, la pioggia cadeva con meno intensità ricordando una leggera pioggerella autunnale e il vento si affievoliva smettendo di scuotere gli alberi e fischiare, i due amati, ora sdraiati uno a fianco all'altro, il respiro ancora affannoso e il cuore martellante con lo sguardo rivolto verso il soffitto non riuscivano a prendere sonno.
In passato, dopo un tale amplesso, avrebbero dormito abbracciati godendosi il calore dei loro corpi e quella bellissima sensazione di appagamento ma adesso no. Di nuovo la realtà fra loro. 

La magia non c’era più e quel letto improvvisamente era diventato grandissimo e freddo. A solo un soffio di distanza non riuscirono a dirsi niente o fare niente .
Immersi nel silenzio e nei pensieri aspettarono l’alba fissando il soffitto. 

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Fortunatamente la tempesta , seppure violenta , non si era trasformata in un uragano come temuto e non si erano verificati danni di grosso tipo, ma ai ragazzi, seppur sollevati che l’auto non avesse subito danni e non ci fossero stati crolli o vittime, non riuscirono ad esprimere la loro gioia tanti erano i pensieri che gli passavano per la testa in quel momento.

Caricarono i bagagli e partirono per un lungo e silenzioso viaggio fino a casa.

Dopo due ore arrivarono. Jensen spense la macchina ma nessuno dei due scese. 

“Jensen..” disse diversi minuti dopo il moro, trovando il coraggio di parlare, mordendosi le labbra. Dio! Quant’era agitato! ”...Ascolta dobbiamo parlare di quello che è successo” 

“Ok” mormorò il biondo con lo sguardo basso. “Lo so”

“E’ evidente che proviamo ancora qualcosa l'uno per l'altro” ammise Jared. 
“Jared...”
“Jensen, lasciami finire per favore... Non mi pento di quello che è successo, sia chiaro, è stato stupendo, intenso e voluto, ma... ” e sospirò ”...capisco anche perché ieri sera volevi fermarmi. Dio! Ci frequentiamo con altre persone adesso e …” ma fu interrotto dal maggiore che portandosi una mano sulla fronte e accasciandosi contro il sedile sussurrò “Non proprio. Una settimana fa ho detto a Tj di smetterla di chiamarmi, che non volevo avere più rapporti con lui” 

Jared era incredulo davanti a quella confessione.
“Cosa?” disse spalancando occhi.

“Non lo nego ... c'è stato un periodo in cui ho amato ty, in cui ho pensavo che potesse essere lui l'uomo della mia vita. Ma questo è successo tanto ,tanto tempo fa...” affermò abbassando il braccio che gli copriva il viso, ”...ma ora non posso. Ci ho riprovato ma, non potrei più amarlo di nuovo, non dopo ... te” confessò con voce bassa e lo sguardo rivolto altrove.

“E allora quando mi hai detto che lui si trasferiva qui?” domandò il giovane, confuso.

“Un balla …Quando ho sentito che tu e Amelia pensavate di andare a convivere , ho mentito dicendoti che lui veniva a qui a vivere con me anche se lo avevo già lasciato”

Jared sospirò pesantemente passandosi una mano tra i capelli. Dio! Che situazione! 

“O Jensen così mi rendi le cose ancora più difficili” mormorò sconsolato. “Mi odio per quello che sto per dirti ma hai il diritto di saperlo” 

“Io ... io..” tentennò terribilmente indeciso su come affrontare il discorso.

“Ti sei reso conto di provare qualcosa per Amelia” disse per lui il biondo voltasi, finalmente, così da poterlo guardare negli occhi intensamente.

“Non so che cosa sia io... io amo te, ma mentirei se dicessi di non provare qualcosa d’inteso anche per lei” sussurrò Jared, a disagio visto che Jensen era rimasto impietrito a quella confessione. “Jensen, oddio, di qualcosa ...ti prego”

Il biondo si destò e sospirò.

“Che cosa vuoi che ti dica Jared ? Di scegliere me ?! Di amare me? Che risolveremo tutto?! Che saremo felici?” domandò ironico, ma anche ferito.
“Jensen…”

“Sarebbero promesse fatte a vuoto lo sai!” lo interruppe. “Sai che i problemi ci sono, li abbiamo visti e non posso prometterti una vita di zucchero e caramelle perché sarebbe una bugia” esclamò quasi esasperato fissandolo con gli occhi sgranati.

Jensen si morse le labbra e prese un respiro profondo cercando di calmarsi. Invano. Dopo qualche secondo di doloroso silenzio, riprese a parlare.

“Jared, voglio che sia tu a scegliere “ disse sicuro “Solo tu puoi dirmi se vuoi stare con lei o con me. Tu e solamente tu puoi prendere questa decisione”. Si! Era la scelta giusta!

“Sai, ho paura che un indomani ti renderai conto che sei rimasto con me solo perché te l'ho chiesto e non perché mi ami davvero” aggiunse, leccandosi le labbra e reprimendo comunque il magone che sentiva nascere in lui, puntando gli occhi negli occhi dalle mille sfumature del più piccolo.

Jared annuì, ma distolse lo sguardo un attimo dopo, il cuore furiosamente martellante nel petto, colpito da quelle parole. “Penso…penso che tu abbia ragione” riuscì dire, in un sussurro.

“Quindi cosa vuoi fare?” chiese Jensen.

“Mi servono un paio di giorni per pensare….per chiarire i miei sentimenti” rispose.
“Ok” mormorò solo il maggiore.
“Ok” ed entrambi uscirono dall'auto per dirigersi in casa, ognuno nella propria stanza, persi ognuno nei propri pensieri.

Giunta la sera, Jared aspettò che Jensen uscisse per andare in palestra e chiamò Amelia.

“Ehi ciao! Stai bene?” chiese la donna che ,saputo della tempesta , si era giustamente preoccupata.

“Sì, un po' di paura ma è passata ... fortunatamente la macchina non ha subito danni” rispose il giovane.

Tranquillizzata Amelia iniziò a raccontargli di come anche lei avesse trascorso il weekend, ignara che, ancora una volta, il moro non la stesse veramente ascoltando perché nella sua testa si ripeteva quella che doveva dirle.
Sperava che capisse … che non si arrabbiasse e gli desse la possibilità di decidere propri come aveva fatto jensen.

“Sai sono andata a vedere quell'appartamento di cui parlavamo…Dio! E’ magnifico‼!” 

“Amelia aspetta” la interruppe. “Dobbiamo parlare” affermò cercando di rimanere concentrato e non lasciarsi vincere della emozioni.
Dopotutto se era riuscito a parlarne con Jensen poteva farlo anche con lei!
“Oh.. certo scusami. Dimmi tutto…” cercando di reprimere una brutta sensazione.

“Ok. Ricordi che mi dicesti che questo periodo mi serviva a capire che cosa volevo davvero? ” domandò immaginandosi l’espressione stupita della donna.

“Jared, di cosa stiamo parlando ?” L’ansia cresceva.

“Meriti di sapere la verità !” esclamò.

Con fatica confessò che in quei giorni era successo qualcosa, qualcosa con Jensen e dei suoi sentimenti contrastanti. Sentì Amilia sospirare. Non poteva immaginare che era pietrificata sul posto, appoggiata al muro. Sconvolta.

“Ho chiesto a Jensen 2 giorni per riflettere e pensare. Mi sembra corretto chiedertelo anche a te” affermò.

Seguirono minuti silenziosi. Preoccupato Jared sussurrò un “Amelia ti prego parla” 

“Jared io … io non so cosa dire” tentennò riprendendosi dallo shock, “credo che … credo che tu abbia ragione ”. Sospirò e riprese a parlare.

“Tra 2 giorni tornerò in città e alloggerò al motel Garden. Ti aspetto per le 21:00 … Se ti presenterai saprò che decisione hai preso , se non ti presenterai saprò che decisione hai preso”

D’un lato sconsolato ma dall'altro sollevato , Jared disse che andava bene.

Prima di riattaccare, però, la donna chiese al giovane di fargli una promessa.

“Se tu ti presenterai cominceremo una vita insieme. Comprerai quella casa come mi avevi promesso e avremo una vita felice … e soprattutto non avrei più rapporti con Jensen e cercherei di dimenticarlo! Ma se non verrai ...”
Mormorò triste all'idea che Jared potesse realmente non scegliere lei “…dimenticati di me!” e la comunicazione finì con Jared senza parole.



La mattina dopo, seduto al bancone delle cucina, sorseggiando il suo caffè Jared guardava distrattamente il telegiornale del mattino.

All'improvviso Jensen comparve dal corridoio con la sua borsa da viaggio.

“Hey “
“Hey “ 
Si salutarono a vicenda 

“Dove vai ?” chiese Jared curioso. 
“Vado nella casa al lago” rispose innocentemente il biondo sistemando in una borsa qualche provvista per il suo viaggio.

“Perché?!” chiese ancora Jared confuso.

“Credo che non sia giusto restare qui” affermò Jensen alzando le spalle.

“Tu hai bisogno di pensare … e con me qui credo … sai … voglio lasciati il tuo spazio” 

Jared annuì arrossendo. “Grazie” mormorò.

Il più piccolo aiutò Jensen a caricare l’auto poi, appoggiato alla portiera dall'auto, gli augurò buon viaggio 
Ma prima che potesse allontanarsi il maggiore lo fermò richiamandolo.

“Ti chiedo un favore …” mormorò con gli occhi bassi “Se … se sceglierai lei.. “ affermò stringendo il volante tra le mani.

“Ecco…” pensò il giovane “…ora arriva lo stesso discorso di Amelia: se scegli me dimenticati di lei e se scegli lei non farti vedere mai più”

Il pensiero di non vedere più il biondo lo feriva, lo feriva molto e il pensiero che invece a lui non importasse di non rivederlo più era il colpo di grazie . 
Ma come si dice, Jared aveva fatto i conti senza l’oste perché sentì dire a jensen “…Ti prego , dimmi che resteremo amici”

“Cosa ?!” sussurrò incredulo sussultando.

“So che ti chiedo tanto … ma dopo tutti questi anni passati insieme non credo di riuscire a sopportare il pensiero di non vederti più” 

“Anche solo per un caffè una volta alla settimana … per fare due parole”

Jared annuì “Ok , ok te lo prometto” sollevato e felice

Il biondo gli lanciò un timido sorriso.
“Bene..ciao” lo salutò prima di partire.

Mentre lo vedeva andare via Jared poté giurare di aver visto non solo una nota di angoscia negli occhi di Jensen … ma anche un luccichio tipico di una lacrima trattenuta. 
 

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Capitolo 7
*** 7 ***



CAPITOLO 7
 
 
Nel pomeriggio, dopo aver ricevuto un messaggio da Jensen che lo informava di essere arrivato alla casa e uno di Amelia che diceva di essere atterrata, incapace di stare in casa per via dei troppo ricordi e delle tante foto, decise di fare una passeggiata nel parco infondo al quartiere . 

Solitamente ci andava insieme a Jensen nei week end per fare dei picnic , godersi il rumore rilassante del laghetto, noleggiare un tandem per farci un giro o giocare a basket . 

Nonostante fosse l’ultima settimana di settembre nei giardini c’era ancora parecchia gente , coppie di anziani che camminavano mano nella mano , mamme con i passeggini, corridori o ciclisti che si godevano la pista inaugurata da poco che costeggiava il laghetto.

Il moro si sedette su una delle tante panchine, sotto le fronde degli alberi , accarezzato dal dolce e fresco vento autunnale, osservando le persone che andavano e venivano , le ultime paperelle che nuotavano sul pelo dell’acqua , i bambini che giocavano spensierati sulle giostre e i cani che correvano felici. 

Jared, intendo ad assaporando quell'oasi di pace e armonia dal retrogusto fiabesco, non si accorse che un uomo , dall'aspetto gentile, si era seduto accanto a lui.

“L’autunno è una stagione meravigliosa” esclamò attirando l’attenzione del giovane che si girò per vedere lo straniero.

“Molti dicono che è crudele … crudele perché fa morire le foglie” continuò il misterioso uomo volgendo gli occhi azzurri verso le foglie che, sul ramo, da verdi stavano mutando in un bellissimo arancione bronzato.
“Ma sai, io penso che alle foglie non dispiaccia affatto … anzi sono certo che gioiscono nello staccassi dal ramo e volteggiare leggiadre fino a toccare terra . sanno che la loro caduta porterà alla nascita di nuove foglie , e lo accettano . accettano di cadere”

Jared alzò a sua volta lo sguardo per ammirare l’ultimo fogliame, ipnotizzato da quel discorso.

“Le foglie sanno cosa vogliono” sussurrò poi all'improvviso senza distogliere lo sguardo incantato dal dolce movimento dei rami mossi dal vento 

“E tu , tu sai cosa vuoi?” chiese l’uomo che, smesso di osservare le foglie, guardava Jared.

“No …” mormorò Jared. “o meglio forse si … ma ho paura di prendere un decisione sbagliata, di scegliere la persona sbagliata e di rovinare non solo la mia vita ma anche la sua” disse abbassando la testa. “Dio! è come se fossi ad un bivio e non sapessi che strada prendere” aggiunse sconsolato. 

Non sapeva perché stesse parlando dei suoi problemi con un perfetto sconosciuto su una panchina di un parco, ma qualcosa, una vocina o una sensazione, dentro di lui gli diceva che poteva fidarsi ciecamente di lui.

“Sai …” iniziò l’uomo appoggiandosi allo schienale della panchina “a volte anche a me capita di essere indeciso … e sai cosa faccio ?” chiese sorridendo al ragazzo seduto accanto a lui che lo osservava incuriosito scuotendo le testa.

“Chiudo gli occhi e penso al mio ricordo più bello, cerco di immaginarmi ogni colore, profumo, rumore e provo a ricrearli nella mia testa per rivivere al meglio quel momento. Poi mi domando: e se mi venisse data la possibilità di rivivere quel momento, con chi vorrei essere? Infine, apro gli occhi e proprio in quell'istante, tra il buio delle palpebre e la luce dell’esterno ecco che vedo la persona che amo … e ho la mia risposta”

Jared annuì, affascinato dal quel racconto che sembrava preso dal un libro.
“Adesso credo che tu debba andare” gli suggerì l’uomo con sguardo incoraggiante.

Il moro annuì e si alzò e disse “grazie del consiglio…Io sono Jared” sussurrò allungandogli la mano, sorridente.

L’altro sorrise porgendo a sua volta la mano.
“Figurati. Io sono Chuck” si presentò a sua volta.

Poi Jared fece per andarsene ma, pochi passi dopo, si domandò perché Chuck si fosse fermato proprio a parlare con lui.

Si girò per chiederglielo ma, dell’uomo seduto sulla panchina solo pochi secondi prima non c’era più neanche l’ombra.

Jared si guardo intorno confuso, ma Chuck era completamente sparito , tuttavia non si fece troppe domande.

La stessa sensazione che gli aveva suggerito che poteva fidarsi di quello straniero gli disse che non doveva preoccuparsi, di non farsi troppe domande e andare dove doveva andare. 

######

Alle 20 : 00 Jared chiuse a chiave la porta d’ingresso e salì in auto. 

Trovò ironico come la casa sul lago dove si trovava jensen e il motel di Amelia si trovassero a esattamente ad un’ora di distanza da casa. 

Sospirando accese il motore e senza bisogno di pensarci ulteriormente partì dritto per la sua meta. 

Motel Garden 

Amelia aspettava in trepidante attesa.

L’ansia le attanagliava lo stomaco ed era tanto nervosa che non riusciva a smettere di torturasi le mani.

I minuti passavano lentamente, così lentamente che le lancette parevano essere sempre ferme nello stesso punto. 

Cercò di distrarsi guardando la televisione o leggendo un libro, ma immancabilmente ogni due per tre si volgeva per guardare l’orologio alla parete, quello al polso e persino il telefonino.

Finalmente le tanto bramate ore 21:00 arrivarono e la donna si alzò in piedi e iniziò a passeggiare nervosamente per la stanza. 
Quei minuti sarebbero stati cruciali per la sua vita.

Se Jared sarebbe entrato da quella porta tutto sarebbe cambiato … avrebbero iniziato una vita insieme.
Sa sarebbe sposata e avrebbe una bella famiglia anche lei....magari dei figli...
Quel pensiero la fece sorridere e dimenticare per un attimo la pesante ansia che attanagliava il cuore.

All'improvviso il silenzio della stanza fu bruscamente interrotto da qualcuno che bussava alla porta.

La donna, con le meni tramanti e le gambe che a stento la tenevano in piedi si diresse verso la porta e con il viso illuminato da un ampio sorriso la aprì. 


Pochi minuti prima 

Jared parcheggiò l’auto e scese. 

Con passo svelto e sicuro si diresse verso la porta e, sospirando, bussò tre volte.

Mentre aspettava, una vocina dentro di lui, per l’ennesima volta, gli chiese se quella era davvero la scelta giusta, se ci avesse pensato bene, che non poteva più tornare indietro.
Quella vocina era davvero irritante e fastidiosa!!! 
Ma forse non aveva torto .. forse aveva sbagliato … forse era tutto un errore … forse...

La porta si aprì e quando Jared vide quelle labbra, quei capelli e quegli occhi quella vocina divenne sempre più flebile fino a sparire e i “forse” un lontano ricordo sepolto per sempre nei meandri più lontani della sua mente.

“Tu …” 
“Tu …” Dissero contemporaneamente guardandosi negli occhi, innamorati, contemplandosi per qualche istante, prima di sussurrare “Io...ti amo” e volare tra le braccia della sua anima gemella. 

Dopo questa frase il più piccolo si allontanò di poco, giusto per potersi perdersi in quei magnifici occhi verdi ... Poter ammirare quegli splendidi capelli biondi.
Il naso perfetto.
Le mille lentiggini e la bocca ... Dio! Le sue labbra...
Sapeva di aver fatto la scelta giusta. Mente e cuore gridavano Jensen.

La corsa alla camera da letto fu frenetica.

I vestiti volarono da una parte all'altra dalla baita e, quando finalmente, arrivarono al letto erano entrambi nudi e impazienti.

Il biondo, salì in piedi sul letto dando a Jared una visione completa del suo corpo perfetto che, inevitabilmente, azzerò la sua salivazione e lo fece perdere in una sensazione di passione e desiderio.

Il maggiore non si oppose quando le sue mani gli cinsero i fianchi e iniziò a dargli morbidi e languidi baci sulla clavicola esposta, per poi scendere giù al centro del petto, stuzzicare i rosei capezzoli.

Jensen non riuscì a trattenere un gemito mentre si godeva quelle leggere carezze e passava una mano tra i lunghi quei lunghi capelli attorcigliandoli tra le dita.

Jared, fiero del suo lavoro, prese le caviglie del biondo e con un movimento veloce e sicuro le tirò facendolo cadere pesantemente sul letto.

Jensen non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi che si ritrovò il peso del corpo del compagno addosso e le sua labbra, premute contro le proprio,in una disperata richiesta di accesso per avere di più. 

A bacio finito Jared si staccò alzandosi sulle braccia così da poterlo ammirare in tutta la sua bellezza.
Ma fu un errore perché appena ebbe la possibilità di muoversi Jensen ribaltò in fretta lo posizioni finendo per bloccare lui il corpo del compagno, stupendolo piacevolmente. 

“Sai piccolo...” mormorò sporgendosi verso l’orecchio di jared, la voce roca e sensuale, ”..io ..” diede un leggero bacio sotto il lobo, ”...ho...” un altro bacio 
”...portato..” un altro ”...tutto” 

Jared sgranò gli occhi a quella rivelazione. Eccitante rivelazione!
“Da .. davvero?” 

Jensen annuì con un sorretto furbo e malizioso sulle labbra carnose.

“Cosa aspetti allora?! Fammi tuo!” sussurrò a fior di labbra il minore con gli occhi straboccanti di lussuria e trepidante di piacere. 

Jensen non se lo fece ripetere e con una lentezza quasi dolorosa per il suo amante, il biondo si riappropriò di ciò che era suo.
Di ciò che gli mancato per così tanto tempo e che per tutte le notti aveva sognato..bramato...desiderato.

Gli addominali scolpiti. 
I pettorali perfetti.
Le ossa del bacino così forti e delineate che sembravano essere in grado di sostenerlo per sempre.
I capelli scompigliati sparsi su tutto il cuscino.
La gola che si muoveva a causa dei profondi e rauchi gemiti che, raggiunte quelle sottili labbra perfette, uscivano unendosi ai suoi.

Per non parlare delle bellissima e perfetta sensazione di essere di nuovo, finalmente un cosa sola.

Arrivarono al momento dell’estremo piacere insieme sibilando a fior di labbra i rispettivi nomi.

Jensen crollò senza forza sul corpo di Jared nascondendo il viso nell'incavo del suo collo respirando affannosamente, ispirando il pungente odore di sudore e quello dolce e fragrante che era “Jared” 

Il more gli fece delle dolci carezze sulla schiena godendosi il calore emanato dai loro corpi e il profondo suono del cuore del suo compagno che gli rimbombava nelle orecchie come per ricordargli che era li e batteva per lui. Solo ed esclusivamente per lui.

Si sentiva bene.
Si sentiva al sicuro. 
Si sentiva, finalmente, a casa.

Poche era prima al motel 

Amelia aprì la porta con un sorriso sincero stampato in volto, sorriso che morì quando dolorosamente si accorse che davanti a lei non c’era Jared, ma un ragazzo in una strana divisa da postino.
“La signorina Amelia Richardson?” Chiese cordiale.

La donna si trattenne sullo sbattere la porta e mettersi ad urlare oppure prendere a pugni quel ragazzo.

“Si … si sono io” tentennò, sospirando.
“Devo consegnarle questa lettera da parte del signor Padalechi” affermò, porgendogli la missiva.

Una volta sola, con la busta bianca in mano, Amelia, si sedette sul divano e con mani tremanti l’aprì.

“Amelia, so che avevamo deciso di non sentirci o vederci più, ma sento il dovere e il bisogno, di ringraziarti. 

So che probabilmente adesso mi stai odiando, ma voglio che tu sappia che l’averti incontrata mi ha cambiato la vita. 

Prima di te ero confuso e non sapeva cosa volevo dalla vita e seppure questi giorni di decisione siano stati i più difficili della mia vita, credo che mi abbiano cambiato.

So che è l’ultima cosa che vuoi sentire, ma grazie a te a capito di amare veramente Jensen.

Ho capito che non potrei mai rinunciare e lui e senza di lui non potrei mai essere felice e tu sei colei che me lo ha fatto capire … è come se mi avessi aperto gli occhi ridandomi la felicità.

Per questo ti ringrazio Amelia 

Ti prego, non fare in modo che questa esperienza diventi l’ennesima prova che gli uomini sono infami.

Sono certo che un giorno incontrerai qualcuno di speciale che ti amerà e ti farà sentire speciale e al centro del suo mondo.
Te lo meriti …

Porterò sempre con me il tuo ricordo.
Jared” 

Amelia rimase li a fissare la lettera con le lacrime agli occhi, nella mente le parole di Jared.
Passarono diversi attimi, poi, una volta calmatosi, lentamente, rimise la lettera nelle busta e la strinse tra le sua mani sospirando e sbiancando le labbra.
Si alzò, diede un’ultima occhiata a quella stanza dai mille ricordi vissuti con il ragazzo e vi uscì chiudendosi la porta alle spalle.


Qualche mese dopo

“Dico solo che non può essere sano per un adulto mangiare così tante caramelle !!” affermò Jensen, a mò di rimprovero.

“Prendiamo sempre quello che piace a te” rispose Jared sospirando pesantemente per palesare tutto il suo disappunto.

“Jay, se fosse per te riempiremmo il carrello di dolci, patatine e bibite gassate” affermò il biondo prendo dallo scaffale una scatola di pasta biologica.

“Ti prego” disse Jared. Mise le mani sulle spalle del maggiore e lo girò per poterlo vedere in viso e continuò a supplicarlo. “Ti prego , ti prego , ti prego”
“Jay …” 

“Jens...” mormorò dolcemente stringendolo in uno dei suoi classici abbracci da orso mentre faceva i suoi soliti occhi da cucciolo supplicanti che, però, funzionavano sempre.

“Ok, ma solo una busta” come volevasi dimostrare, Jard aveva vinto un altra volta!

Jared esultò correndo allo scaffale delle caramelle dove, era sicuro, non avrebbe preso solo un pacco.

Ma, appena girato l’angolo, si trovò davanti l’ultima persona che avrebbe creduto di incontrare.

“Amelia!” 
“Jared!” 

Restarono in silenzio per circa 30 secondo poi, quando l’imbarazzo divenne troppo da sostenere Jared parlò, o meglio tentennò un “Allora … come … come stai?” 

La donna sorrise radiosa. 
“Bene ” rispose sincera. Poi “Sai … ho conosciuto qualcuno” affermò sorridendo timidamente.

“Davvero ?” domandò il moro non riuscendo a trattenere l’entusiasmo. Se lo meritava.

“Si! E credo che questa persona mi faccia sentire speciale e al centro del suo mondo” disse citando le parole della lettera che gli aveva mandato qualche mese.

“Mi fa piacere. Te lo meriti” rispose l’altro sorridendo.

“Grazie...E tu...” chiese la donna di rimando ”...come stai?” 

Jared sospirò, poi si voltò per osservare il compagno che sembrava alquanto concentrato nel leggere gli ingredienti di un scatola di biscotti mentre strizzava gli occhi confuso come il più adorabile dei bambino e sorrise pensando che al mondo non ci fosse niente di più perfetto.

“Io …. Io sono felice” affermò sicuro senza distogliere lo sguardo da Jensen. 

Fu il turno di Amelia di sorridere. 

“Bene” sussurrò mentre posava una mano sulla spalla del minore. “Beh devo andare.... Ciao Jared. Stammi bene” sorridendogli.
“Anche tua Amilia. Ciao” disse l’altro prima di vederla allontanarsi, serena e tranquilla.

Jared si sentiva bene, era come se un peso che non sapeva di avere si fosse sollevato dal suo cuore. 
Prese le caramelle e tornò dal compagno.
“Preso tutto?” domandò Jensen ignaro di quello che fosse appena successo.

“Si” confermò Jared. Un attimo dopo avvolse un braccio sulle spalle e lo attirò vicino per dargli un piccolo bacio sulla fronte. “Ho tutto ciò che mi serve” sussurrò guardandolo negli occhi.

Jensen non credeva che il compagno stesse parlando solo delle caramelle, ma non ci diede troppo peso e gli si rilassò nell'abbraccio del suo amore, pesando anche lui che aveva tutto ciò di cui aveva bisogno.
 
 



e anche questa è finita ! spero sul serio che vi sia piaciuta e che non odiate per aver fatto disperare questi due !
il lieto fine è arrivato posiamo dire per tutti e le cose adesso per i nostri J2 non potrebbero andare meglio
grazie mille a tutti coloro che hanno seguito e recensito ! spero di pubblicare qualcosa prima di natale !

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