Le Eroiche Disavventure di Victoria Haddock

di Hikaru_Tsuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo, Il passaggio. ***
Capitolo 2: *** Verso Berk ***
Capitolo 3: *** La Vita a Berk ***
Capitolo 4: *** La Nave. ***
Capitolo 5: *** Popolo dei Piedi Piatti ***
Capitolo 6: *** L'attacco a Berk. ***
Capitolo 7: *** Difendendo Berk ***
Capitolo 8: *** La Riva del Drago. ***
Capitolo 9: *** L'Alba della Battaglia ***
Capitolo 10: *** La Caduta di Hiccup Haddock ***
Capitolo 11: *** Il Piano ***
Capitolo 12: *** La Riconquista di Berk ***
Capitolo 13: *** Scelte, Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo, Il passaggio. ***





Prologo





Sapete, dire che non abbia mai voluto diventare qualcuno... è mentire. Chi non ha mai sognato di vivere un'avventura degna di un romanzo? Ed ecco come, io una nerd patentata, sono finita per realizzarlo per davvero il mio sogno. Certo ho sofferto, tanto. Le cicatrici che ho lo dimostrano.
Ma grazie a me, beh i draghi non sono del tutto spariti. Quella che state per sentire è la storia di come una ragazza inutile sia diventata una vera Vichinga.

Chi sono? Oh beh una semplice ragazza, na mortale ragazza. Niente semidei o maghi in questa storia, anche se dopo quello che mi è successo un pensierino ancora ci faccio.

Come dicevo... Questa è la mia storia, mia. E qualcuno dia una medaglia a chi la sta per trascrivere, sul serio se è riuscita a leggere la mia calligrafia merita non so un nobel per qualcosa.
Si mi sono ispirata ai Kane di Rick Riordan (ndr. Saga letteraria dove Riordan finge di trovare delle registrazioni dei due fratelli e le trascrive). Solo che all'inizio l'idea non è venuta tanto bene, ma grazie a mio fratello, siamo riusciti a creare questa capsula temporale. Cosi potete capire più o meno come avete come postino un Terribile Terrore, o perché l'Uncinato Mortale del vostro vicino vi fa le feste quando vi vede.
E poi... oh diamine mi stanno chiamando, che odio quando devo interrompere qualcosa per via di alcuni idioti.

Buona Lettura, e che la fortuna vi sorrida.










Il passaggio.



















“Questa è Berk.

Un posto che può apparire molto freddo, ma pieno di persone dal cuore caldo.

Un tempo, eravamo nemici giurati dei nostri inquilini. Beh non era certo facile convivere con dei draghi che distruggevano tutto e ci portavano via le riserve di cibo.

Ma nella mia goffaggine, e nella mia testardaggine ho abbattuto per sbaglio uno dei più pericolosi, allora, dei draghi. La Furia Buia. Ora nessuno si aspettava che io e quel drago diventassimo amici, ma sorprendemmo tutti… Capì il perché dei draghi ci rubavano le provviste… e riuscì a far capire tutti, che loro erano amici, compagni, alleati.

Ora sono il capo di Berk, a seguito della morte di mio padre… avvenuta nel modo più doloroso possibile, ma sto riuscendo a realizzare il mio sogno, un’isola pacifica….”


















Una imprecazione risuonò nella stanza seguita da un rumore tipico di una testata contro un oggetto.

«Perché diamine è cosi difficile mettere per scritto ciò che penso? È solo una fanfiction!» Uno sbuffo accompagnò queste parole assieme ad un’altra testata. « Perché?! » .

Con la testa ancora appoggiata al tavolo, tese la mano acchiappando il suo cellulare per controllare l’orario, erano le 19 e ancora niente dei suoi amici, il che la preoccupava visto che erano precisi quanto lei nella questione orario.

« Victoria i tuoi amici strani stanno facendo strani gesti fuori casa » La testa castana si alzo di scatto dal tavolo e corse verso sua madre che era in cucina ridacchiando guardando ancora fuori.

Victoria per un momento si ritrovò ad arrossire ma scosse la testa era da anni che era migliore amica di quei due scemi. Ormai non le sorprendeva più nulla, anche perché conoscendoli facevano cosi perché nessuno dei due aveva credito per chiamarla.

Li salutò facendo gesto che sarebbe scesa subito, anche se in realtà non era ancora pronta.

Corse di nuovo verso la sua stanza e si mise le scarpe, acchiappò al volo la sua borsa a tracolla e si fermò qualche secondo davanti allo specchio, quanto detestava i suoi capelli crespi privi di controllo. Tanto sapeva che la colpa era sua, e delle mille tinte che aveva fatto negli anni passati. Passare da bionda a nera a rossa in un arco temporale di due anni non è stato molto furbo da parte sua, ora che aveva deciso di tornare naturale le infastidiva il colorito che passava per shatush, si sistemò i suoi occhiali e ritornò nel salotto dove prese le chiavi pronta per salutare tutti.

« Entro le due? » Suo padre dal divano che giocava al telefono alzò lo sguardo per guardarla mentre era pronta per scappare come sempre.

« Entro le due, promesso, ora scappo ciao! » Scosse la testa sistemandosi quella frangetta che si era fatta da qualche giorno, anch’essa priva di controllo, a volte passava per una semplice frangetta altre sembrava una scopa di paglia.

« Eccola finalmente si degna di scendere da noi mortali. » La derise giocosamente Tommaso, il più anziano del gruppo di qualche mese, vicino a lui Leonardo scosse semplicemente la testa.

« Ci conosciamo da ben tre anni e voi ancora non avete pensato nel citofonarmi? » Chiese ridendo la ragazza mentre entravamo nella macchina di Tommaso.

« Era più divertente cosi » Le disse mentre sorrideva di lato Leonardo, mentre Tommaso annuiva. Anche Victoria sorrise principalmente al pensiero che qualche anno fa lei non aveva nessuno, anzi qualcuno lo aveva ma erano falsi amici, pronti a lasciarla al primo problema, poi conobbe Leonardo, e fu uno dei primi veri amici che ebbe. Il problema successivo fu che più volte le capitò di scambiare la loro amicizia con qualcosa di più. Ma per fortuna di entrambi non succedette mai nulla. Tre anni dopo Leonardo le presento Tommaso, e successe la cosa inversa, fu Tommaso a prendersi una cotta per lei. Quasi rischiarono di distruggere tutto, ma per fortuna e col tempo Victoria comprese che provava solo affetto verso di Leonardo e Tommaso che la ragazza non era altro che una sorellina rompiscatole.

Il gruppo si era rafforzato col tempo, ognuno era diventato davvero il migliore amico dell’altro e tutto il merito era dovuto a loro, ognuno aveva fatto il massimo.

« Ricordatemi dove stiamo andando? » Chiese Victoria mentre si sporgeva nello spazio tra i sedili anteriori.

« Te l’ho detto via messaggio audio, allora è vero che non vengo mai ascoltato! » Disse con finta disperazione Tommaso mentre guidava.

« Oh si l’ho ascoltato, ieri alle due di notte, e poi mi sono addormentata mi sono detta che eri tu il conducente quindi non avevo problemi, ma ora però sono curiosa… dove andiamo? » Gli spiegò Vic mentre guardando fuori dai finestrini cercava di captare qualcosa anche se era totalmente negata con la geolocalizzazione.

« Tom ha trovato questo parco che sembra un bosco dai tempi dei romani che ci voleva mostrare, giusto Tom? » Le venne in soccorso Leonardo, e la giovane sorrise appena grata.

« Esatto, se per voi non è un problema, ho visto che fanno un concerto Jazz all’aperto e poi potremmo cercare qualcosa da mangiare nei dintorni » Disse di nuovo Tommaso mentre si fermava al semaforo rosso.

« Mi piace come programma della serata! » Sorrise radiosa Victoria, una delle cose che più le piacevano era stare nella natura. Infatti lei e Leonardo si conobbero grazie agli scout.

Il viaggio non dura tanto, almeno il tempo per lei mutava quando era con loro due. Il cancello già preannunciava cosa aspettava a loro, ma non si resero conto. Avrebbero capito osservandolo che rovinato e arrugginito com’era non poteva che essere dimenticato. Tommaso parcheggiò la macchina poco più avanti nel parcheggio e scesero in contemporanea tutti i tre.

« Cibo e Birra? » Chiese Victoria guardandosi in giro.

« Cibo e Birra! » le risposero invece in coro i due scemi ridacchiando e si misero in cammino. Parlarono di situazioni comiche successe a loro durante la settimana e più avanti trovarono un piccolo bar dimenticato da dio con tre persone che sedute ognuna con il suo pasto mangiava con pace.

« Non male, che ne dite? » Disse Tommaso mentre si avvicinava alla cassa per vedere il menu con i prezzi. « Sono anche fattibili »
« Si non mi dispiace, prendo una Heineken e un hot dog con il ketchup, ecco a voi i soldi e vado a prendere posto » Mentre parlava Victoria aveva lasciato i soldi a Tommaso, e aveva preso le cose dei due. Scelse un tavolino in disparte dove la luminosità era davvero bassa e si sentiva la sinfonia dei grilli. La giovane chiuse i suoi occhi smeraldini e si perse in quel concerto. Adorava ascoltare i suoni della natura, volatili, insetti… tutto per lei era musica. Quasi saltò sul posto quando Tommaso scherzosamente le fece “buh”. Mangiarono in silenzio ognuno perso nel proprio mondo.

« Sei uno stronzo Leo! » Victoria guardo Tommaso cercando di capire perché avesse dal nulla insultato l’amico, era persa nel suo mondo, anzi a cercare di immaginare cosa scrivere e non aveva capito cosa era successo. Guardò entrambi confusa. « Non hai sentito che ha fatto questo idiota? » Victoria scosse la testa.

« Mia sorella mi ha chiesto se è ingrassata, io le ho chiesto quanto pesava un anno fa e quanto pesa ora… e giustamente le ho che è ingrassata. »
« E tu invece sei magro come un stuzzicadenti, no? »

« Più di te sicuro»
Victoria rimase in silenzio senza rispondere, offesa. Mangiò in silenzio e si alzò dal tavolo per andare a buttare le cose rimaste.
« Ci incamminiamo? » Disse rompendo il silenzio. I due annuirono e si misero in cammino, lei rimase indietro guardando le stelle, doveva ammettere che in quel parco si vedevano che era una meraviglia. Ogni tanto Tommaso si girava e le chiedeva se stava bene, lei semplicemente sorrideva e alzava le spalle come per dire “sto bene, non benissimo ma bene”. Sentiva ogni tanto i due che parlottavano, Tommaso che insultava Leonardo e il ragazzo che si difendeva dicendo che era lei la prima a insultarlo.

Mentre camminavano a destra Victoria vide un salice piangente. Il suo albero preferito, in assoluto voleva fermarli ma qualcosa dentro di lei le disse di lasciarli andare avanti, e di vedere quanto ci avrebbero messo per trovarla. Si avvicinò all’albero passando in mezzo alle sue foglie e toccò il tronco.

« Sai ogni tanto mi piacerebbe vivere un’avventura. Avere un drago come amico sarebbe un sogno, poter volare… rischiare la vita… salvare altre… » Sussurrò al tronco, appoggiandone la fronte contro di esso. « Cosa darei…» Un suono di rami spezzati richiamò la sua attenzione e si girò di scatto. Uscì da sotto la chioma protettiva di quel bellissimo salice e si guardò in torno.

Un rumore in lontananza verso destra le fece drizzare i peli, sembrava un borbottio, per un momento pregò che non si trattasse di un cinghiale ma quando vide la bestia, corse.

Victoria non era una di quelle che correva, l’asma glielo faceva ben pesare, ma in quella situazione, di vita o di morte, quel suo piccolo difetto sembrava stare dalla sua parte. Tutte le cellule del suo corpo la spingevano a dare il massimo ebbe anche il pensiero di salire su un albero ma erano tutti alti senza rami intermezzi e per una come lei che mai in vita sua ne aveva scalato uno, era impossibile.

Continuò a correre fino a che non si scontrò contro qualcosa. Cade di sedere pronta ad essere raggiunta quando noto che qualcosa era cambiato. C’era una nebbia intorno a lei, e il cinghiale non si sentiva più. Alzò lo sguardo e vide una sagoma scura. Temette il peggio, si alzò di scatto e fece dei passi indietro. Si rese conto di essere veramente ad un passo dalla morte quando qualcosa le si attorcigliò sulla caviglia tirandola in alto. Scontrò fortemente la testa in quel atto contro il terreno e perse i sensi.

Si vedeva l’alba quando recuperò un po' la vista. Intorno a sé non si vedeva nulla se no alberi. Ancora bloccata in quella posizione con la gamba legata ad una corda su quel tronco ripensò a tutte quelle scene dove l’eroe si trovava in quella trappola.

Dondolandosi cercò di raggiungere il tronco per trovare un po' di equilibrio la botta sulla testa doveva essere veramente forte visto che non riusciva a coordinarsi.

Dei rumori dietro di lei la fecero bloccare sul posto, ebbe paura di girarsi e di trovare dei ubriachi. O peggio dei violentatori.

Ma la curiosità è sempre stata il suo difetto più grande, girandosi lentamente vide un’ombra avvicinarsi mentre il sole iniziava a mostrarsi con i suoi pigri raggi dell’alba.

Era una creatura quadrupede, lo noto subito, insieme a quelle che erano ali.

« Santo Gesù… » Non sapeva se gridare di meraviglia o di terrore. Quello davanti a lei era un drago. No uno qualunque lo avrebbe riconosciuto ovunque. Quel musetto cosi carino con quei bellissimi occhi verdi. Quello era Sdentato ne era certa. Ma qualcosa non le tornava. Perché sembrava stranamente denutrito… e poi era certa anzi più che certa che le squame di sdentato fossero nere o persino blu scure e no grigie cenere.

« Hey… ciao… non è che potresti darmi che ne so una mano? » Il drago si fermò sedendosi per osservala, nel buio la ragazza si rese conto che aveva le pupille fine, “grandioso mi vuole attaccare… pensa a Hiccup… e come è riuscito a farsi fidare da Sdentato”. Chiuse gli occhi e tese la mano mostrando che l’altra era vuota. Rimase in attesa e nulla. Aprì gli occhi e sbuffo disperata. Il drago si era sdraiato e la guardava mentre dondolava.
« Molto utile. Grazie mille. Dovrò fare da sola ho capito » Riprese a dondolarsi cercando di raggiungere il tronco si rese solo ora conto che chi aveva fatto la trappola non era un idiota, ed era molto distante dal tronco ma non si arrese. Fece un gridolino di gioia quando riuscì ad abbracciare il tronco ma mentre cercava di muoversi perse la presa. Una risata gutturale attirò la sua attenzione e lei si fermò di colpo girandosi. Il drago la derideva.

« Oh ma grazie, sei un inutile rettile, qui c’è una giovane donzella in difficolta e tu ridi, se ti vedessero gli altri della tua…» Un colpo la zittì, il drago con un piccolissimo sputo di plasma aveva tagliato di netto la corda e la ragazza libera non è riuscita ad evitare lo scontro contro la terra.

Si sedette borbottando e si rese conto di aver perso la sensibilità alle gambe, alzò lo sguardo verso il drago e sorrise di lato.

« Ti stai divertendo un mondo non è cosi? Io sono Victoria ad ogni modo, Vic per gli amici, ti ringrazio sul serio rischiavo di morire » Tese la mano di nuovo verso il drago che la guardava con la testa inclinata di lato.

« Non ti farò del male, ti sono debitrice, mi hai salvato letteralmente le chiappe lo sai? » Con una lentezza senza limiti il drago sfiorò con il muso il palmo della mano della ragazza e lei con lentezza per non spaventarlo con l’altra mano gli grattò il mento.

« Sapevo che ti sarebbe piaciuto, anche i miei gatti amano essere coccolati! » Ridacchiò mentre notava le pupille del drago ingrandirsi totalmente e si azzardò persino di lasciargli un bacio sul muso.

« Sei davvero bellissimo lasciatelo dire, un po' secco e magro secondo me ma perfetto » Il drago in silenzio si accucciò intorno a Victoria in modo protettivo e lei lo lasciò fare appoggiandosi contro di lui al sicuro, chiuse gli occhi e dormi.

Quando riaprì gli occhi era di nuovo buio, riusciva a sentire di nuovo i piedi ma non sapeva se aveva la forza di alzarsi, diede dei delicati buffetti sul muso del suo nuovo amico per risvegliarlo e lui come un gatto si mise a stiracchiarsi sotto lo sguardo divertito di una Victoria che cercava di stare in piedi grazie a quel albero.

« Amico mio, ho bisogno di aiuto mi sa, ti da fastidio se ti uso come cavallo? Anche se l’idea al momento non mi attira come potrebbe sembrare, ricordo molto bene la mia unica volta a cavallo, mai più. » Scosse la testa facendo dei passi in avanti come un infante ai suoi primi passi. Quando stava per perdere l’equilibrio il drago al volo le porse il muso come appoggio e lei gli sorrise totalmente grata. Fecero una breve camminata e quando la ragazza ebbe il coraggio fece gesto al drago di tenersi pronto, cerco buffamente di passare una gamba oltre le spalle del drago ma essendo bassa non gli arrivava per poco. Il drago le rise di nuovo con quel suolo gutturale che fece sorridere la ragazza mentre lui si abbassava per andarle incontro.

«Grazie eh, prima mi deridi poi mi aiuti… credo che andremmo molto d’accordo » Gli accarezzò il muso indicandogli di andare in alto, non pensò minimamente al fatto di non avere nulla su cui aggrapparsi mentre il drago saltava in alto per prendere quota, il poveretto si ritrovò ad essere tirato per le orecchie mentre lei urlava di andare piano. Quando lui prese quota, Victoria si tranquillizzò, rise persino mentre stendeva le mani come se fossero ali, in quel momento si sentì come Harry Potter sopra Fierobecco.

« Sai… devo trovarti un nome non posso chiamarti drago tutto il tempo non trovi? » Il drago le rispose con un verso di conferma mentre lei gli accarezzava il muso. « Perfetto, facciamo che io propongo e tu mi dici che ne pensi » Un altro verso di approvazione, Victoria adorava minuto dopo minuto sempre di più quella creatura.

« Fierobecco? » Un suono gutturale simile al no le fece sfuggire una risata divertita, infondo lo concordava anche a lei, mica lo aveva il becco.

« Grigio? » Un altro suono simile al no, le arrivò come risposta e rimasero cosi per altri minuti, lei che proponeva un nome e il suo no. Quando vide una luce in lontananza la ragazza gli fece segno di andare in quella direzione, si trovarono a pochi passi da un Mercatino, sarebbe stata una meravigliosa idea andare e chiedere in giro dove diammine fossero i suoi amici. Chiese al suo amico drago, che ancora non avevano deciso il nome, di rimanere indietro per non rischiare di essere ucciso o peggio ma lo rassicurò che avrebbe urlato se si fosse trovata in pericolo.

Camminava lungo le bancarelle del mercatino abbastanza stupita, sembrava una trasposizione di un mercatino romano antico, le persone erano vestite come tali e per un momento fu certa di trovarsi dentro una scenografia di qualche film sui romani, sbuffò scuotendo la testa e continuò a camminare. “ Ci mancava solo questo” penso sbuffando avvicinandosi per chiedere informazioni a chiunque vedesse ma la evitavano come se fosse la peste e bisbigliavano tra di loro.

« Ma che maleducati! » Sbuffò avvicinandosi ad una bancarella vide che era piena zeppa di mappe, no moderne ma antiche. L’uomo la vide e si mise a parlare indicando la cartina. E Victoria entrò nel panico. Riconosceva quei suoni, lo aveva odiato per cinque anni. Quello era Latino. Fece un passo indietro. Se Quello era il latino, e tutte quelle persone camminavano tranquilli… non poteva che essere a Roma. La Roma imperiale.





-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_- Angolo Del Futuro -_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-


Buona sera a tutti, okay chiamatemi pazza o anche di più , citando Coco.
Eccoci in una nuova avventura, fresca fresca.
Devo dire tanti, ma tanti Grazie ad una santa ragazza che mi ha illustrato le vie del Html, e che mi ha anche ispirato a scrivere questa piccola storia, si piccola perché potrebbe essere qualcosa di molto grande... Questa è la nascita di una vichinga! Perciò grazie ancora EilonwyOfPrydain, e per chi non avesse ancora letto, correte subito a leggere i suoi due capolavori!

Piccole curiosità:

- I nomi sono basati su persone vere e proprie. Quindi questa volta i nomi di persona e cosa sono puramente scelti.

- Non sto ancora prendendo in considerazione la potenziale trama di Dragon Trainer 3, i fatti come vedrete poi seguiranno subito la fine del secondo capitolo della saga cinematografica.

- Ci sono dei potenziali spoiler per chi non avesse visto la serie animata Oltre i confini di Berk (non preoccupatevi, da Lunedì su Boomerang riprendono gli episodi inediti *u* ) - fine pubblicità.
Ah dimenticavo ecco a voi un certo Drago...


Fulmine
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E la nostra eroina!
Peccato che non sappia la fonte, perché è davvero perfetta!! *u*

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Alla prossima!
Hikaru_Tsuki

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Capitolo 2
*** Verso Berk ***





Verso Berk.































Guardandosi intorno pensò ad un piano, adesso che era nel passato era letteralmente nei guai perché, uno non sapeva il latino parlato ( a parte qualche frase tratta da qualche versione memorizzate anni prima) due, con sé aveva gli euro no le monete romane. Ritornò dal mercante con le cartine e le osservò in silenzio. Erano tutte con la raffigurazione di Roma. Indicò all’uomo se per caso avesse cartine oltre, principalmente quelle del nord e lui le sorrise credendola muta, le mise davanti una cartina più completa. Poteva vedere quella che assomigliava vagamente alla Francia, chiese gestualmente se ne aveva una ancora più del nord e lui le sorrise ammiccando. Victoria non comprese bene ma quando vide una mappa piena di piccole isole la osservo meglio, intanto l’uomo parlava ma un termine la colpì, era certa che l’uomo avesse detto Berk. Quindi Berk nel passato esisteva davvero chiuse gli occhi pensando cosa fare quando decise di prendere una dell’Italia, una della Francia con raffigurata una porzione della Germania e quella dove avrebbe trovato Berk. Doveva andare là, magari avrebbe trovato salvezza. Mostrò all’uomo che non aveva soldi con sé con le dita è l’uomo le indicò la mano, era l’anello di finto oro comprato nel mercatino vicino casa, la ragazza sorrise e glielo diede senza far problemi stava per andare via quando prese un’altra importante decisione. Non poteva di certo viaggiare vestita con i vestiti moderni.

Il suo drago la aspettava seduto sotto un albero come una persona con la testa inchinata di lato, la ragazza rise mostrandogli tutte le cose che aveva comprato, in fin dei conti aveva scambiato tutte le sue bigiotterie e alcune delle cose che aveva nella sua borsetta, non era una grande perdita, le importava solo di lasciare al collo la collana che suo padre le diede da bambina, un bellissimo cuore di Swarovski e l’anello di argento, regalo di sua nonna.

Mise tutte le sue cose vicino al drago e andò a raccogliere della legna, aveva del lavoro da fare quella sera. Mise su un falò e grazie alla sua luce riuscì a buttare giù una bozza di quella che sarebbe stata il suo primo modello di abito vichingo. Convinta del suo lavoro prese il coltello che aveva comprato e il tessuto verdognolo, mentalmente ringraziò sua madre di averle insegnato a cucire e in fin dei conti riuscì nel suo intento, si era ispirata a come si vestiva Hiccup, almeno nei film, poi si vestì in fin dei conti le piaceva il verde. La maglia le faceva da vestito e raggiungeva fin sotto le ginocchia, con un pezzo di stoffa rimasto lo usò come cintura e riuscì ad alzare il vestito fino alle cosce. Per i pantaloni, era indecisa se farne uno nuovo o di usare i suoi jeans sintetici neri, era pur sempre nel passato e perciò si disse che meno attenzione attirava con il suo vestiario più era al sicuro. Il restante del tessuto rimasto lo lasciò da parte, se voleva davvero andare a Nord le sarebbe servito come coperta durante il viaggio. Vestita, bene o male come una finta vichinga si mise vicino al fuoco che era riuscita a montare grazie all’aiuto del suo drago, prese le mappe e le mise una sopra l’altra nella speranza di completarle..

« Bene noi siamo qui, Roma…e dobbiamo andare… qui. » Sospirò passandosi una mano sulla fronte. Se non ricordava male la durata via aerea da Roma verso la Norvegia non superava le quattro ore, non sapeva calcolare la velocità del suo amico e il clima. Ma non si arrese. Con un bastoncino segnò una linea del viaggio che aveva pensato, ossia di volare verso Londra, li avrebbe chiesto. Era certa che in quelle isole del Nord Berk non poteva che non essere famosa.
Accarezzando il suo drago tirò fuori per la prima volta il suo cellulare aveva la batteria carica, ma non le interessò, mise l’app bussola e la mise sulla cartina coordinandosi per sapere da che direzione partire. Se non avesse dato ascolto a quelle lezioni noiose a scout sullo orientamento in quel momento sarebbe ancora cercando di capire cosa fare.

Una ventina di minuti dopo, Victoria era già in groppa al suo Drago e gli indicò la direzione. Come prima, si tenne stretta ma non urlò, e per i due fu un grandissimo passo in avanti.

Fu un volo piacevole per entrambi, la ragazza ne approfittò e raccontò tutto. Tutta la sua vita anche se ogni tanto dubitava che il drago veramente la capisse, ma non le interessava trovava rilassante e divertente parlare con una creatura cosi intelligente.

Aveva da poco finito di parlare quando si rese conto che il cielo notturno non era più cosi scuro, che stava diventando celeste. Avevano volato per tutta la notte.
Il pensiero risvegliò la sua fame, era da oltre ventiquattro ore che non mangiava, beh la colpa la dava all’adrenalina.

« Amico, troviamo terra e facciamo una bella colazione? » Chiese accarezzando il muso del drago. Un rumore in lontananza la fece drizzare, riconosceva bene quel suono. Un fulmine.
Sin da bambina ne era attratta, ascoltare la pioggia la rilassava. Chiuse gli occhi iniziando a sentire il vento tipico della pioggia. Stava per ridire al suo nuovo compagno di scendere quando lo vide drizzare la schiena e un fulmine venire verso la loro direzione.
Urlo terrorizzata aspettandosi di morire quando lo vide aprire la bocca come se stesse mangiando il fulmine. Per un momento le sembrò uno Skrill.
« Tu… Tu MANGI I FULMINI?! » Il drago la ignorò, era occupato a ringhiare a bassa voce mentre iniziava a perdere quota per trovare terra e non ci misero tanto.

Victoria era ancora confusa riguardo la storia del fulmine e quando scese con tutte le sue cose dal drago gli girò intorno confusa. Sembrava normale, aveva dal nulla assorbito un fulmine e sembrava normale.

« Quindi mangi solo fulmini o altro? » Chiese inclinando la testa, il drago si mise seduto, e lei vide che sotto, nella parte del petto e pancia, brilla radiando energia.

« Tu non lo mangi, lo accumuli cosi poi lo usi come colpo giusto? È strabiliante! Cioè non sei come uno Skrill tu semplicemente lo mangi… Sei… wow! » Il drago rise in quel suo modo adorabile che Victoria si era innamorata.

« Bene andiamo a mangiare, o almeno ci tocca cacciare, tu come te la cavi con la caccia? Io faccio altamente schifo... sai una cosa? Credo di averti trovato un nome… Mangia-Fulmini, ma per tutti Fulmine che ne pensi? » Il drago si mise su quattro zampe e le si avvicino leccandole la faccia felice. Poi le sbuffo sul viso e corse via.
Victoria rimase confusa non capendo, l’aveva abbandonata. Rimase qualche minuto osservandolo correre e poi prendere il volo. Senti le ginocchia cederle, si aspettò un impatto doloroso ma invece fu soffice, non capendo abbassò il capo e vide che si trattava di neve. Era sola. Come mai in vita sua.

Per fortuna aveva preso il resto del tessuto dalla groppa del drago e se lo mise sulle spalle, iniziando a sentire il freddo, si stava alzando un vento, che presto divenne bufera.

Passarono minuti, forse ore, Victoria stava iniziando a cedere al sonno eterno quando vide un’ombra avvicinarsi, non aveva forze semplicemente si stava arrendendo sempre di più, finalmente aveva trovato qualcuno e l’aveva abbandonata, ora era sola in quella landa innevata, lontana forse kilometri da casa. Quando vide e riconobbe Fulmine un sorriso le spunto sulle labbra. Il drago le corse con qualcosa che pendolava dalla sua mandibola e spunto a terra quello che aveva in bocca, corse lontano e ritornò con dei tronchi, sputò varie volte del plasma sopra di essi cercando di bruciarli e per fortuna ci riuscì, Victoria ci mise del tempo per riprendere coscienza e guardare male il drago, poi comprese, aveva catturato qualcosa, si sporse e vide che era un pollo. Quasi non ci credette. Lo prese e per la prima volta in vita sua, cucinò un animale cacciato.
I suoi vestiti verdognoli ora avevano delle macchie di sangue e se non fosse stato per la fame che sentiva sarebbe andata a vomitare. Riuscì a mettere sul fuoco il petto e le cosce, per quanto riguardo le ali semplicemente non seppe che fare, li mise da una parte, quando vide che senza problemi Fulmine mangiava gli diede anche una coscia. Dovette attendere che si raffreddasse la sua parte di cibo poi mangiò, non era di certo come mangiare a casa ma si sentiva sazia.

« Quindi sei andato a caccia per me, grazie sei il migliore » Sorrise la ragazza accarezzandogli sotto il muso. Fulmine sbuffò soddisfatto e si sdraiò attorno a lei come nella foresta, rinchiudendola al sicuro. Victoria osservava il fuoco mentre sentiva il sonno arrivare con la sua solita lentezza, rifletteva su quello che le era successo. Di trovare Fulmine, di aver attraversato senza sapere un varco temporale in quel parco, di aver visto e comunicato con un vero e antico romano. Una parte di lei soffriva, anzi piangeva disperata al pensiero di non vedere mai più la sua vecchia vita, un’altra quella che aspettava da una vita questa occasione era ancora su di giri.

Stava finalmente chiudendo gli occhi quando dei suoni la risvegliarono, Fulmine alzò di scatto la testa, le sue pupille erano diventate finissime e ringhiava sotto voce.

Victoria si alzò stringendo fortemente il coltellino che aveva preso al mercatino, e lo puntò in avanti come se fosse un’arma.

Le voci si avvicinavano sempre di più, la ragazza fece un passo in avanti uscendo da quel bozzolo dove Fulmine la teneva al sicuro, e vide il drago mettersi per la prima volta in una posizione di attacco, sembrava una tigre delle nevi.

Affinando la vista vide due figure camminare verso la sua direzione, dal loro tono di voce sembravano discutere vivacemente, non capiva e neanche riconosceva il loro linguaggio, sembrava duro, per niente elegante come quello latino.

All’improvviso qualcosa di nero le saltò vicino, buttandosi su Fulmine, Victoria gridò disperata vedendo l’amico venir attaccato quando vide che non stava combattendo ma bensì giocando rimase non confusa ma di più.

Sgranò gli occhi riconoscendo la bestia sopra Fulmine, la protesi fu la prima cosa che vide, quello non poteva che essere Sdentato.

Una voce con un tono interrogativo la risvegliò da quel momento e la ragazza si girò.

Davanti a lei un ragazzo della sua età, era fermo e la osservava. Non era per niente come si aspettava che fosse, i capelli castani rossicci erano sparsi qua e la senza un ordine preciso, mentre il fisico mingherlino ma alto, sembrava stonare con quello del ragazzo moro vicino poco più basso ma molto più in carne.

Lo aveva riconosciuto solo per la gamba, la protesi di metallo. Quello davanti a lei era Hiccup, e quello vicino era non poteva che essere Moccicoso.

Victoria alzò le mani in segno di resa, non capiva minimante quello che i due le chiedevano, e i due si guardarono confusi.
Fulmine le era tornato al suo fianco sfiorandole il fianco con il muso cercando attenzioni e quando la ragazza si girò vide l’altro drago che la guardava curioso, non si rese neanche conto ma si era ritrovata in ginocchio a grattare il mento ad entrambi ridacchiando divertita. Fu un tocco alla sua spalla a farla tornare in sé, era Hiccup che sorridendole divertito le chiese gestualmente se poteva toccare il suo drago, la ragazza gli rispose annuendo e vide come i due in poco tempo si erano ritrovati a giocare ad acchiapparella.

« Cosi sei il famoso Sdentato, sei meraviglioso, meglio della versione cinematografica » Gli sussurrò la ragazza mentre gli accarezzava il muso, un colpo di tosse la fece alzare e davanti a lei un Moccicoso la guardava con diffidenza, la giovane gli sorrise stendendo la mano.
« Victoria » Disse presentandosi e lui fermo sgranò gli occhi e urlo puntandole la sua ascia. Victoria terrorizzata indietreggiò e fu subito protetta sia da Sdentato che da Fulmine, che aveva lasciato Hiccup e si era buttato per proteggere la ragazza.

« Tu Romanus Est? » Victoria si girò verso la voce, ossia Hiccup. Le poche cose latine che lei ricordava le furono la sua salvezza. Sorrise dolcemente scuotendo la testa.

« No. » Fu la sua unica risposta, e Hiccup sorrise di lato. La sua grande salvezza, due lettere mondiali. Non importava che lingua fosse il no era generico, magari con qualche cambiamento nella pronuncia. Hiccup le tese la mano e si presentò con il suo nome vichingo, ma lei sapeva che in realtà era Hiccup. Solo con l’accento vichingo, anche Moccicoso fece lo stesso e lei ripeté il suo nome. Non aveva capito, o forse non si era resa conto che il suo nome, in realtà era di origine latina. Victoria come la dea, in realtà lei lo sapeva, e ne vantava molto, ma in quel momento aveva del tutto dimenticato che era nel passato dove i romani non erano di certo ben visti.

Hiccup iniziò a parlarle in latino sperando che la ragazza almeno comprendesse quella lingua, ma lei scosse la testa alzando le spalle. Fulmine vedendo la situazione le fu vicino e le leccò dolcemente la mano in una forma di conforto.

Il giovane vichingo non sapeva che fare, grattandosi il mento dove la barba era da poco visibile si girò verso l’amico e gli chiese qualcosa che la giovane ovviamente non comprese. Vide invece dallo sbuffo del vichingo moro che non era una cosa che gli piaceva.
Hiccup saltò su Sdentato, sistemandosi bene e fece segno a Victoria di fare altrettanto su Fulmine, la giovane sorrise radiosa e annuì.

« Mostriamogli di che pasta siamo fatti, Fulmine. » Gli sussurrò mentre gli accarezzava il mento poco prima di vedere Hiccup e Sdentato prendere il volo, poco dopo Moccicoso fu raggiunto dal suo drago e seguirono i primi.
« Ti prego, piano ricordati che non sono protetta qui dietro » Disse poco prima che Fulmine saltasse per prendere quota, come le altre volte la giovane gli strinse con forza le orecchie, solo che questa volta con più intensità, e il drago sbuffò divertito.
Volarono per qualche ora, Hiccup le era vicino e le parlava cercando di farsi capire con i gesti e lei rideva appena per la sua tenacia, Moccicoso era davanti che guidava il gruppo e ogni tanto poteva sentire i due litigare e poi sbuffare allo stesso tempo.

Capii che stavano andando a Berk quando riconobbe le due possenti statue che servivano per illuminare la via alle navi di notte. Sentiva il sangue pulsare con violenza sulle vene, l’adrenalina le era ritornata più potente di prima e quando i draghi posarono vicino alla piazza quasi urlò di gioia.
Era finalmente a Berk.







_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_- Angolo dal futuro -_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-





Ecco un nuovo capitolo! Ringrazio chi legge, ma salvate una povera scrittrice pazza, commentate anche solo per salutare T_T

Alla prossima!

Kisssssessss

Hikaru_Tsuki

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Capitolo 3
*** La Vita a Berk ***





La vita a Berk.


































Una mano le coprì gli occhi seguito da una risata che ormai avrebbe riconosciuto fra un milione. « Hiccup? Sei tu? »
« Dannazione, cosa mi ha fregato questa volta? » Lo sbuffo del giovane, mentre si metteva al suo fianco appoggiandosi contro il tavolo, le provocò una risata.
« Ti devo ricordare che hai una gamba di ferro? » Le rispose la ragazza mentre guardava di lato notando il viso del giovane sbuffare di nuovo contrariato.
« Punto per te, che combini? » Si girò diventando serio mentre la osservava, era china su un tavolo nella sala grande, e si stava di nuovo esercitando con la scrittura. « Victoria, ma stai scrivendo un poema? » Continuò notando che la ragazza non gli dava minimante retta.
« No, mi esercito con la scrittura, signor capo di Berk. Gambe mi ha passato questo suo libro che usava da bambino per imparare a scrivere. » Le rispose la ragazza mentre chiudeva il libro e si girava verso di lui. « Che succede, è molto raro che mi vieni a rompere le scatole »

« Beh… avrei una cosa da dirti… » Ecco che ritornava ad essere il ragazzo che appariva nei film, imbranato e timido. Si era messo dritto e aveva iniziato a camminare in avanti ed indietro.

« Sputa il rospo Hic. » Dentro di lei qualcosa le stava stringendo lo stomaco, ebbe paura di sapere cosa le stava per dire.

« Beh, sei qui a Berk da oltre sei mesi, hai imparato meravigliosamente bene il nostro linguaggio anche se non è stato per niente facile, visto che non parlavi nessuna lingua… credo che sia il momento che tu… beh trovi un lavoro qui a Berk, insomma stai iniziando a fare parte della nostra tribù a tutti gli effetti… sai cosa voglio dire… »
« Ossia che ti hanno rotto le scatole perché sono qui a studiare e no a lavorare… se mia madre mi vedesse in questo momento riderebbe di me sai? Io sono sempre stata quel tipo di ragazza che non studiava ma che cazzeggiava e ora guarda qua? Studio e mi chiedono di smettere… » Hiccup sorrise di lato, erano pochi i momenti in cui Victoria gli parlava del suo passato prima di Berk.
« Vieni a fare un giro con me, qualcosa la troviamo che ne pensi? » Le chiese mentre le stendeva la mano per farla alzare, Victoria sorride e accettò l’offerta.
Se qualcuno sei mesi fa, le avesse detto che la sua dislessia si sarebbe rivelata la sua più grande salvezza si sarebbe messa a ridere. Aveva sentito dire, che i dislessici erano portati per l’arte e nel imparare lingue, ma mai avrebbe creduto che fosse vero. Ma dovette ricrederci quando nemmeno una settimana dopo il suo arrivo, sapeva dire delle frasi piccole. Lei diceva sempre che se sapeva parlare era grazie a GambediPesce e alla sua infinita pazienza, ma infondo sospettava che la sua dislessia le aveva per la prima volta in vita sua aiutato e no ostacolata.

Salutò tutti, mentre passava. E ancora le sembrava strano. Il suo arrivo a Berk non era per nulla come si sarebbe aspettata, tutti in piazza le puntarono le armi e fu Hiccup a calmarli, disse a loro che lei non era una nemica ma una potenziale alleata, e mostrò a loro Fulmine, che venne battezzato come Furia Tempestosa. Scoprirono che Fulmine poteva accumulare i fulmini dentro di sé e usarli come potenziamento ai suoi colpi al plasma, e che beh… era denutrito. Ora osservandolo vicino a sé, Victoria doveva ammettere che era cambiato totalmente, ora finalmente sé stesso, sembrava una copia di Sdentato, solo poco più ristretto nelle misure. Secondo le teorie di Hiccup, Fulmine poteva essere un simile di Sdentato, ma con un aspetto diverso, le spiegò la storia della Morte Urlante che in realtà era figlia di una Morte Sussurrante. E Victoria ne fu più che d’accordo, non poteva di certo dirgli che in realtà quella era genetica evolutiva e che Darwin secoli dopo avrebbe scritto un libro riguardante. La cosa più difficile fu per lei farsi accettare nel gruppo, principalmente da Astrid che la fissava con diffidenza i primi tempi, principalmente legato al fatto che Hiccup ospitava la giovane a casa sua. Ma con il passare del tempo aveva iniziato a fidarsi di lei, anche perché lei era l’unica con cui Victoria si era sfogata, parlandole del suo passato, dei suoi amici e parenti ma non citando il fatto che lei veniva dal futuro.
Era pronta per girare il villaggio quando una donna venne correndo verso Hiccup.
« Capo devi venire subito, c’è una rissa! » Victoria guardò Hiccup e rise vedendolo sbuffare.

« Parliamo dopo va bene, ora vado a vedere che succede » Disse mentre le sorrideva prima di andare via.
La giovane ragazza scosse la testa divertita, sapeva molto bene che Hiccup non si sarebbe fatto vivo prima di sera e decise di fare un volo con Fulmine. Ora che aveva una sella tutta sua, si sentiva al sicuro, aveva chiesto a Hiccup una simile a quella che aveva, cosi poteva fare tutte quelle mosse e piroette che il vichingo faceva.

Era da poco il tramonto quando Victoria decise di far atterrare Fulmine su un promontorio che dava la vista del mare di Berk. Adorava stare ore e ore a fissare il mare, il che era buffo visto che lei prima il mare di Ostia lo evitava perché non le piaceva.

Persa in quella pace che si era creata sussultò quando qualcuno si sedette vicino a lei. Hiccup si era buttato seduto, e Sdentato si era sdraiato vicino a lui.

« Sfinito, sono semplicemente sfinito. » Sbuffò qualche minuto prima provocando nella ragazza una risata divertita.
« Giornata da due pezzi di ghiaccio? » Ormai ogni volta che la sera vedeva Hiccup, gli faceva questa domanda, si ricordava che nella serie animata era lui che faceva questa domanda al padre stanco.

« Assolutamente si »

« Fulmine ti dispiace? » Victoria si girò verso il suo drago, che annuendo si stiracchiò per cercare del ghiaccio. Ritornò dopo qualche minuto con una bella lastra e la divise in due con i denti.

« Grazie ragazzi » Sospirò Hiccup mentre Victoria gli passava i pezzi.
« Racconta su, che è successo? »
« Prima i gemelli danno fastidio, e quello è abbastanza normale di per se, ma poi fanno gli scherzi… a Moccicoso che è permaloso fino alla radice dei suoi peli del piede… e tu che fai non intervieni quando sta per tirare un’ascia a quelle due teste vuote? Tempo che mi giro e tutta berk incita la rissa. E poi non dimentichiamo Sven Non-Cosi-Muto e quella sua dannata pecora nera che sparisce ogni trenta secondi. La novità? Mulch che discute vivacemente con Eret perché ha un modo diverso di pescare e devi far capire a loro che avere diversi modi di lavorare non è una cosa cosi grave…. Poi mamma che litiga con Skaracchio perché è burbero come dentista. I draghetti di Gothi scappati per colpa di uno scherzo idiota dei gemelli… ed infine Astrid che mi evita come la piaga di Odino. » Ogni tanto Victoria rimaneva sorpresa dalla capacità in cui Hiccup poteva parlare senza dover respirare, rimase in silenzio ascoltando tutto poi le venne l’illuminazione.

« Beh una soluzione potrebbe esserci… se vuoi sentirla» Disse sorridendo radiosa.
« Ti prego illuminami se no rischio di buttarmi da questa ruppe o peggio costringere Sdentato a buttarmi » Lo sbuffo contrariato del drago in questione fece sorridere entrambi i ragazzi.

« Beh partendo dai gemelli, trova qualcosa che a loro piacerebbe fare, amano gli scherzi? Mettili a costruire trappole per eventuali attacchi non desiderati, magari lasciarli usare la loro creatività potrebbe tornare comodo anche per noi… Poi… » Iniziò mentre altre idee si aggiungevano al suo piano di attacco.
« Vai avanti ti prego… »
« Dalle mie parti gli animali hanno una corda legato al collo chiamato guinzaglio, serve a non farli scappare in poche parole, magari Sven potrebbe metterla sulla pecora Nera e legarla con un’altra che magari non scappa mai cosi la blocca… O… le metti un campanello al collo cosi se si muove Sven la sente! »
« Geniale, semplicemente geniale! »
« Mulch ed Eret mettili a pescare in due lati diversi dell’isola e potresti pure provocarli in una gara a chi porta più pesce cosi siamo anche sicuri che avremmo pesce. »
« Beh sarebbe divertente ora che ci penso » Sorrise mente appoggiava i pezzi di ghiaccio vicino a se.
« Skaracchio fa un ottimo lavoro anzi uno eccellente fidati, dovresti trovare qualcosa per tua madre… magari farla diventare una addestratrice non di cavalieri ma di draghi mettila nell’accademia se serve o mandala in missione con Saltanuvole se ci sono problemi con draghi selvatici »
« Mi manca solo Astrid » Disse infine mentre la ragazza rifletteva.

« Hai sorriso o parlato in un modo troppo gentile qualche ragazza carina per caso? »
« Vic lo sai come sono ovvio che parlo e sorrido con tutti, sono fatto cosi »

« Mio caro fratello, da quanto state insieme? » Hiccup sorrise, era una abitudine che Victoria aveva preso da quando aveva iniziato ad assimilare i modi Berkiani. Il fatto di essere uno il fratello dell’altro. Ed infondo a Hiccup piaceva immaginare che quella ragazza così forte potesse essere sua sorella. Infondo tutti lo ammettevano, lei era una versione femminile di Hiccup, stessi modi di comunicare e stessa bontà d’animo. L’unica cosa diversa era che Victoria come Astrid aveva quel strano vizio di dare i pugni quando era incazzata, ed i suoi pugni non erano per nulla delicati, anzi riusciva a colpire di sorpresa lo stomaco e faceva un male cane.
« Beh… da qualche anno…» Rispose dopo un lunga riflessione.
« E da quanto vi amate? »
« Beh da tanti anni…»
« Che aspetti di chiedere la sua mano Hic? » Le uscì naturale quella domanda. Li aveva visti, aveva invidiato con tutta sé stessa quel amore cosi platonico e cosi vivo che li ammirava e li invidiava nello stesso tempo. Non poteva di certo dimenticare tutti i discorsi che Astrid le aveva fatto quando credeva che lei era interessata a Hiccup, ma in realtà Victoria pensava ad altro ed era riuscita a far capire alla ragazza che Hiccup non era che un fratello.
« I-Io… non ci avevo mai riflettuto… cioè si prima si… ma da quando sono capo non mi è passato per la testa…» Rispose balbettando il giovane vichingo con il viso rosso accesso, e Victoria lo sapeva che era la verità, sapeva quante erano le volte che Hiccup aveva pensato al futuro con Astrid, e per questo non era rimasta sorpresa da come il ragazzo si stava comportando.
« Ora vai, forgia un bellissimo anello, portala in un luogo speciale tutto vostro e chiedi di sposarla »
« Hai ragione diamine se hai ragione, ringrazio Thor per averti portato qui mi hai davvero salvato la giornata! Ti voglio bene! » Hiccup si alzò di colpo e le diede un bacio sulla fronte prima di correre come un disperato verso la fucina, lasciando dietro Sdentato.
« Hey Alpha, segui quello idiota del tuo padrone ho il presentimento che combinerà un disastro dopo l’altro nella creazione di quel anello » Sdentato sbuffo una risata verso Victoria e prima di andare via le diede una leggera leccata sulla guancia.

Victoria rimase con Fulmine in silenzio, ritornando ad ammirare il tramonto ed il mare di Berk, sussultò di nuovo quando la sua pace fu interrotta si girò verso la fonte e rimase sorpresa di vedere un Astrid con il muso.
« Quel testa di troll… UGH! Cosa darei per picchiarlo… ma noo… lui è il capo di Berk! » Sbuffo ringhiando.
« Che ha combinato? » Beh almeno ora poteva vantare di sapere la versione di Astrid.
« Ha combinato che ha dimenticato che giorno è oggi »
« Il vostro anniversario immagino » Victoria buttò a caso, sapeva che non era il compleanno di Astrid visto che Hiccup le aveva narrato che lo avevano festeggiato poco prima che la trovassero.
« Esatto! Neanche un “Ciao Astrid non mi sono dimenticato di oggi” o un “ti amo” cosi… no che ricevo oggi? “Astrid mi passi il martello vicino a te?” Glielo ho lanciato e sono andata via! »
« Hai fatto bene sorella, il mio unico consiglio è di andare a casa riposarti o andare ad allenarti nel bosco con Tempestosa » Victoria conosceva bene l’amica, sapeva che pensava prima d’impulso.
« Sai una cosa hai ragione, farò proprio cosi, grazie Vic sei la migliore » Adorava vedere la gente sorridere dopo i suoi consigli, e non si infuriò per niente quando Astrid le scompigliò i capelli prima di andare via.
« Lo so. » Scosse la testa cercando di risistemarseli, aveva adottato con piacere la moda delle treccine e ne aveva alcune sparse lungo la sua chioma. Non ebbe neanche il tempo di ritornare ad ammirare il mare quando vide TestaBrutta prendere il posto vicino a lei dove poco prima c’era Astrid.

« Ho un problema » Victoria aveva imparato col tempo a capire la figura di TestaBrutta, lei di solito non era di molte parole, cioè c’erano dei momenti che avrebbe pagato oro per zittire lei e suo fratello, ma quando erano separati i due erano di poche parole.
« Si, lo immaginavo sai…credo che lavorerò come psicologa qui » Sorrise la castana mentre guardava la vichinga, in attesa che lei si esponesse.
« Che? » Ogni tanto Victoria dimenticava che non era di quel luogo, che cose come l’acqua calda, o energia non erano ancora stati scoperti, beh tranne la parte dell’acqua calda, quella Victoria lo aveva mostrato ai suoi co-paesani e l’aveva giudicata come una principessina. Hiccup al contrario aveva trovato geniale e aveva creato un marchingegno tipico dei suoi, dove potevano fare il bagno caldo ogni volta che volevano a casa. Lo aveva chiamato “Riscaldacqua”.
« Una che ascolta i problemi e li aiuta » Sospirò rispondendole.
« Beh più o meno quello che fa Hiccup solo senza la parte del comandare » Victoria la guardò, non voleva discutere che in realtà Hiccup era molto di più che uno che ascolta, aiuta e che ordina le cose. Chiuse gli occhi respirando a fondo prima di procedere con la situazione.
« Più o meno si, vai dimmi che succede »

« Sono divisa in tre »
« Eret, GambediPesce o Moccicoso? » Aveva notato con un certo divertimento che era lei che inseguiva i tre, da quando Hiccup le aveva presentato Eret, dovette ammettere che la versione cinematografica era stata fin troppo buona con lui e che non era che un semplice vichingo. Mentre Moccicoso e GambediPesce erano invece più carini delle loro controparti. L’uno era più alto di quanto veniva rappresentato e più muscoloso, l’altro meno in carne. Ma di carattere tutti erano perfettamente uguali alla loro versione digitale.

« Già… »
« Prova cosi, chiedi ad ognuno di loro se vogliono andare a bere una birra. Se dico di si esci con loro in date diverse, ovviamente, vedi come si comportano e se vogliono davvero qualcosa. Se ti dicono di no mandali a cagare e nascondi nei loro cuscini della cacca di Yak fresca. »
« Mi piaci sai Victoria? Vado poi ti ri-aggiorno »
« Vai donna spacca tutto! » Victoria sorrise mentre vedeva la ragazza correre via parlottando tra di se.
« Un po' di pace eh Fulmine? » Gli sussurrò ricevendo in risposta un verso di conferma.

E neanche un minuto dopo, nello stesso posto si mise seduto GambediPesce.

« Vic… ti posso chiedere un consiglio? » Ogni tanto vederlo, le ricordava Tommaso, non solo fisicamente ma anche nei suoi modi che lei chiamava nerd.
« Certo, è il mio lavoro ora » Alzò le spalle in risposta suscitando nel ragazzo una breve risata.
« Interessante lavoro… comunque sto pensando di scrivere ad una persona che mi manca, secondo te è una buona idea? »
« Parli di Heather? » Victoria non l’aveva conosciuta fisicamente ma più volte la citavano tra di loro, e Hiccup educatamente le aveva spiegato il tutto, lei ovviamente non poteva dire che sapeva molto bene chi fosse per via della serie che aveva visto tempo prima.
« Esatto.. so che governa con suo fratello l’isola dei Grandi Guerrieri… ma diamine se mi manca, mi sono infatuato di TestaBrutta perché sentivo la sua mancanza… le scrivo? »
« Certo, invitala a Berk cosi la conosco anch’io » Sorrise con dolcezza mentre gli accarezzava il braccio in modo comfortativo.
« Grazie, non sbagli mai! » Il Vichingo si alzò dopo averle dato un bacio sulla guancia e ritornò da dove era venuto bisbigliando fra se cosa avrebbe scritto.
« Già… non sbaglio mai… » Sospirò la giovane mentre si alzava. « Amico, andiamo via prima che gli altri due cavalieri rimasti mi trovino… » Disse al drago prima di girarsi e vedere un’altra figura avvicinarsi. « Troppo Tardi… ciao Moccicoso, siediti pure »









_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_- Angolo dal futuro -_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-





Ecco un nuovo capitolo! Ringrazio chi legge, chi ha messo come seguo e preferita! Dico a te Alidelvento_10192 te lovvo!

Alla prossima!

Kisssssessss

Hikaru_Tsuki

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Capitolo 4
*** La Nave. ***





La Nave.


































« Andiamo, ti prego vieni con me, ti giuro che sarà una cosa veloce. » Hiccup aveva passato tutto il pomeriggio nella creazione di quel anello, più volte aveva dato fuoco a qualcosa e Sdentato prontamente lo aveva spento. Era sera e si trovava sotto la casa degli Hofferson urlando sotto la finestra di Astrid e la giovane seduta sul bordo di essa aveva il viso girato di lato.

« Dai Astrid… trenta minuti e poi torni qua, te lo giuro… ti prego! » Sdentato che si era sdraiato a terra accanto al suo migliore amico, alzava ogni tanto il capo per guardare la scena e sbuffava una risata divertita. « Non sei d’aiuto, inutile rettile ». Non ebbe il tempo di elaborare la situazione che Sdentato con la coda lo aveva buttato per terra, suscitando nella bionda una risata divertita.

« Oh ma si, prendiamo in giro il povero Capo di Berk con una gamba sola, e che cerca disperatamente di farsi perdonare dalla persona che più ama nel mondo » Sbuffò mentre si sedeva, un leggero tonfo gli fece alzare la testa e vide Astrid che ancora con quel muso arrabbiata, aveva deciso di scendere, saltando giù dalla finestra.

« Venti minuti e pretendo di essere qui » Disse la ragazza guardandolo.
« Anche dieci volendo » Astrid scosse il capo facendo muovere la sua frangetta, tese la mano a Hiccup e lo aiutò ad alzarsi. « Tempestosa? Andiamo bella. »

« Niente Tempestosa, andiamo su Sdentato è il più veloce. » Le disse il ragazzo mentre saliva su Sdentato.
« Hai appena detto che il mio drago è lento, Hiccup? » Astrid ancora rancorosa gli era salita dietro e aveva mandato un bacio alla sua amica rassicurandola.
« Astrid non voglio litigare, lo sai anche tu che è una particolarità delle Furie, sono le più veloci, non intendo dire Sdentato in se ma hai visto che l’unico che potrebbe tenere testa a lui è Fulmine. » Disse mentre Sdentato prendeva il volo, la giovane vichinga scosse il capo sbuffando un insulto tipico dei suoi, e il capo di Berk rise di nascosto.

Atterrarono in una raduna molto famigliare alla giovane, ma non capiva bene dove fosse, rifiutò l’aiuto del fidanzato e scese da sola.
« Aspetta ma questa è il Capo Corvo o sbaglio? » Disse mentre si guardava intorno, Sdentato libero si era messo a correre intorno alla ricerca del pesce lasciando i due soli.
« Esatto, Milady… qui dove è nato tutto… » La giovane sorrise appena mentre osservava Hiccup camminare verso la sua direzione.
« Qui è dove hai conosciuto Sdentato… » Le sussurrò lei mentre lui era a pochi passi.

« E dove tu hai conosciuto Sdentato » Rispose il giovane mentre le prendeva la mano lasciandole un bacio sulle nocche.
« Hic… ma che succede? Perché siamo qui? » Non capiva il motivo ma le veniva naturale sussurrare, come se non volesse interrompere quel magico momento. Senti il suo braccio libero attorno ai fianchi e venne tirata ancora di più verso il ragazzo. Erano vicini come non mai.

« Astrid… I-Io… sono un perfetto idiota, lo sai… Certe volte mi dimentico che sono un vichingo e non un drago. Vorrei passare giornate e giornate su Sdentato volando, scoprendo… invece non posso perché ho delle responsabilità da capo qui a Berk. Ma se c’è una cosa che non posso vivere senza, quella sei tu. Tu mi completi, mi aiuti anche solo sorridendomi e per tutti gli dei quanto amo il tuo sorriso, quel tuo meraviglioso sorriso che riesce a illuminare il mondo intero… tutto questo per dirti che io Hiccup Horrendous Haddock III figlio di Stoick l’Immenso… e di beh, mia madre Valka… ti chiedo… vuoi tu unirti a me nel rito del matrimonio? » Astrid per tutto il tempo del monologo di Hiccup era rimasta zitta, guardandolo con gli occhi sgranati, confusa e allo stesso tempo con il cuore a mille. Il ragazzo notando che non aveva nessuna risposta fece qualche passo indietro, liberandola dalla sua stretta. « Ovviamente sei libera di dirmi di no… Astrid ma stai bene? ». Era già pronto ad un nuovo monologo quando vide la ragazza impallidire sempre di più, sembrava che fosse stata appena colpita da un Incubo Volante.

« Astrid? Oh Thor, ti porto subito da Gothi! » Hiccup stava diventando ansioso vedendo la propria compagna in quello stato, stava già per chiamare Sdentato quando lei lo chiamò a bassa voce, non capendo bene si avvicinò di nuovo a lei.
« Tu… hai fatto finta di dimenticare che giorno è oggi… ti volevo massacrare… ed invece… avevi organizzato questo… sei incredibile Hic…» Il giovane vichingo rimase bloccato sul posto, mentre la compagna piangeva di gioia, si era totalmente dimenticato che giorno fosse. Si grattò la nuca in imbarazzo.
« Beh… in realtà… è stato cosi…» La ragazza a quelle parole alzò lo sguardo con pura furia, quei occhi cerulei che Hiccup tanto amava ora sembravano voler folgorarlo seduta istante.

« Tu! Cretino di un Troll, ti venisse una cagarella! Come puoi dimenticare il nostro anniversario?! Eh? Sai una cosa? No non voglio sposarti! Ecco, cosi impari! I tuoi dieci minuti sono finiti andiamo via. » Hiccup sospirò mentre la ragazza si allontanava furiosa alla ricerca di Sdentato, dovette contare fino a dieci e poi pregare Odino per quello che stava per fare. Le corse incontro bloccandole il polso, lei non ebbe il tempo di liberarsi che lui la fece girare su sé stessa e la zittii con un bacio.

All’inizio lo prese a cazzotti, ma lui non si arrese, la strinse di più e lei si arrese a quelle labbra che tanto amava. Lo strinse a forza ricambiando il bacio lasciandolo prevalere in quel momento. Dovettero allontanarsi solo per respirare, ma lui non la lasciò la tenne stretta a sé come se fosse la cosa più importante della sua vita. Appoggiò la fronte contro la sua mentre lei ancora cercava di recuperare il fiato che lui le aveva rubato.

« As… solo i dei sano come ti amo, davvero, io non posso vivere senza di te, ma non riesco ancora a controllare la mia vita… non riesco ancora a far coincidere tutti gli Hiccup, quello Capo, quello avventuriero e quello che ti ama incondizionatamente. Hai tutto il diritto e l’obbligo di odiarmi per aver dimenticato una data cosi importante… e lo capirò se tu decidessi di non voler più stare con me, lo ammetto sarà dura, e sono anche sicuro che non amerei nessun’altra… probabilmente potrei essere l’ultimo Haddock a governare Berk se cosi fosse… ma quello che voglio dirti… »
« Accetto Hic. » Il ragazzo si fermò guardandola confuso, non si aspettava di certo di venir interrotto proprio in quel momento.

« Accetti? »
« Accetto di diventare tua moglie, ad un patto » Il ragazzo stava già per gioire quando sbuffò contrariato.

« E ti pareva. »
« Lascerai che ti aiutiamo, non sei solo testa di rapa, hai me, hai gli altri cavalieri… dividi i ruoli, pensa solo alla diplomazia, non sei tuo padre Hic… tu sei migliore, molto migliore. » La giovane gli sorrise mentre con una mano gli accarezzava la barba appena accennata.

« Per te mia adorata farei di tutto. » Astrid lo strinse fortemente ridendo e lui ne approfittò per metterle l’anello delicato che le aveva fatto.


~~~~~~~~


Victoria rise divertita seguendola con lo sguardo. Non si sarebbe di certo aspettata che Valka, la prima addestratrice di Draghi potesse diventare così ansiosa.

« Valka… andrà bene, lo sai anche tu, no? Hic riesce sempre a pararsi il…»
« Lo so! Lo so… buon Thor… ma perché ci mettono tanto?! » La donna si sedette sospirando e la giovane le fu vicino stringendole la mano. Ogni tanto ripensava a sua madre, e a come lei fosse cosi diversa da Valka. Certo entrambe erano ottime mamme, pensavano prima ai figli e poi a sé stesse. Ma Victoria aveva sempre sentito la mancanza dell’affetto che una madre poteva dare, certo osservava la propria con i fratelli la vedeva che a loro lei dava baci e si lasciava abbracciare ma se la ragazza provava veniva derisa, ovviamente sua madre sentendosi una “giovane” la derideva per i suoi gusti e con battute assai acide conduceva spesso la giovane a sentirsi a disagio. E per via di questo suo comportamento Victoria smise di abbracciare o chiedere attenzioni affettive. Doveva ringraziare i suoi migliori amici se lei col tempo era riuscita a ritornare quella che era un tempo, dolce e affettuosa. Invidiava molto Hiccup e sua madre, e ogni tanto osava immaginare che Valka fosse sua madre, e non si sentiva per nulla a disagio.

« Si amano, staranno festeggiando non credi? » Le rispose dopo qualche minuto di silenzio, Valka girò il viso verso la giovane e le accarezzò la guancia.

« Sai, spesso ho pensato che Astrid potesse essere la figlia femmina che io e Stoick sognavamo di avere dopo Hiccup… Ora capisco che sei tu in realtà, no che non ami Astrid come una figlia, ma ringrazio le divinità che lei non sia mia figlia, Hiccup era destinato a stare con lei. » A quelle parole Victoria le strinse i fianchi iniziando a singhiozzare come una bambina e la donna la strinse a sé accarezzandole i capelli. Le venne in mente Hiccup i primi tempi senza suo padre, lei seduta e lui che le stringeva il grembo piangendo come un bambino.

« Tesoro… vuoi dirmi che succede? » Le sussurrò dopo qualche minuto Valka. Victoria si sedette per terra asciugandosi le lacrime con la manica destra.

« Mia madre… lei col tempo si è trasformata da mamma a “amica” lei… lei… saranno anni che non mi dice qualcosa di bello… o mi abbraccia… lei… lo fa solo con i miei fratelli più piccoli… se io provavo… mi prendeva in giro… ed io… » Valka si inginocchiò davanti alla giovane e le accarezzò la guancia.
« Ogni madre ha un modo diverso di amare, ricordatelo. Non per questo lei non ti amava, anzi. Ora sei qui, sei una della famiglia ora. Sei anche mia figlia. » Victoria annuì riprendendo a piangere e Valka la strinse a sé canticchiando una ninna nanna per calmarla.

« Mamma! Vic! Non immaginate… ma che… Vic! Stai bene? » Hiccup che era entrato in quel momento corse incontro alle due trovandole abbracciate per terra, Valka gli sorrise dolcemente per rassicurarlo, mentre Victoria cercava di tornare in sé. Lui non disse nient’altro si mise vicino alla ragazza e la strinse in un abbraccio, la madre capendo al volo l’intento del figlio la strinse dall’altra, la giovane ritrovandosi in quel abbraccio improvviso rise divertita e cercò di stringere entrambi.
Dei colpi alla porta ruppero quel momento e Hiccup si alzò per aprire.
« Mi dispiace interrompere la vostra serata… ma ho appena avvistato una nave… e non mi sembrava per niente amica » Moccicoso non era mai stato cosi serio in vita sua, e queste fece preoccupare tutti i presenti.

« Chiama gli altri, ci vediamo tra cinque minuti nella Sala Grande. » Il moro annui correndo via, in quel momento Victoria si senti quasi di troppo, vide Valka chiamare Saltanuvole e Hiccup chiamare Sdentato. Era come se fosse naturale combattere, lei invece che malapena ammazzava una zanzara, non sapeva che fare.

« Io…» Stava per dire resto qui per non dare fastidio, quando Hiccup si girò verso di lei sorridendole in un modo diverso.
« Tu vieni, d’ora in poi sarai la mia nuova consigliera. » Per un momento Victoria si senti spaesata, sapeva che era GambediPesce il consigliere di Hiccup, ma prima di chiedere lo vide correre fuori seguito da Sdentato. Lei guardò Fulmine e con un cenno della testa corse anche lei fuori.

« Ma Hiccup non era GambediPesce il tuo consigliere? » Chiese mentre entravano nella sala grande. Il giovane si girò verso di lei mettendole le mani sulle spalle serio come non mai.

« Beh… due è sempre meglio di uno, Gambe è un ottimo stratega, Astrid è il nostro generale… io ho bisogno di qualcuno che mi aiuti… beh nella parte di consigliare… non so se mi sono fatto capire… » Victoria scosse la testa leggermente divertita. « Ho sentito… che hai pensato di fare come lavoro, la psicosa, che ascolti i problemi degli altri e dai consigli a loro, beh se non è essere consiglieri questo allora credo di non sapere cosa sia un consigliere »
« Hic… prima di tutto si dice psicologa, secondo… va bene… se devo solo sentire e dire la mia non vedo che male possa fare. » Hiccup le scompigliò i capelli prima di girarsi per chiedere a Sdentato di accendere le bracci per illuminare la Sala.

Pochi secondi dopo gli altri cavalieri entrarono, appena Astrid entrò, Victoria cercò con lo sguardo la mano e vide delicato come si era immaginata l’anello di fidanzamento. Era impossibile non notare come la giovane quella sera fosse più allegra del solito, ma nessuno diede retta, erano tutti in pensiero per la nave.

« Moccicoso dicci tutto » In piedi tutti intorno al grande tavolo, avevano davanti ai loro occhi la mappa di Berk, Hiccup al centro osservava la situazione.
« Li ho visti qui » Disse il moro indicando un punto a est dell’isola. « Avevano un simbolo strano, mai visto, dall’alto con ZannaCurva, ho notato armi, del tipo alla Viggo FacciaTruce, non so se mi sono fatto capire. » Continuò dopo, facendo nascere un silenzio palpabile. Neanche i draghi sembravano volerlo rompere. Ognuno dei presenti pensava.

« Okay, domanda abbastanza idiota, perdonatemi… ma Moccicoso, puntavano verso Berk o erano diretti da un’altra parte? » Fu la voce di Victoria a interrompere quel silenzio quasi sacro. Tutti si girarono verso di lei e poi verso Moccicoso in attesa di una risposta.

« Beh… loro… puntavano dall’altra parte… » Astrid si diede una manata sulla fronte e scosse il capo.

« Mi stai dicendo che ci hai chiamati perché hai visto una nave di cacciatori che andava da tutt’altra parte? » TestaBrutta diede voce ai pensieri di Astrid, mentre il fratello vicino le sussurrava qualcosa di offensivo a Moccicoso.

« Beh si… Che c’è di male » Rispose il moro iniziando ad avere le guance arrossite per l’imbarazzo.
« Assolutamente niente, hai fatto più che bene » Lo difese Victoria sorprendendo tutti tranne Hiccup che aveva lo sguardo fisso verso la mappa.

« Tu, stai difendendo Moccicoso? Davvero? Credevo che avessi imparato che…» La mano alzata di Hiccup interruppe Astrid, e tutti rimasero in silenzio.

« Necessito della mia mappa… quella grande, credo di aver capito che succede. » Un brivido corse lungo la schiena di Victoria, il suo istinto lo aveva capito ancora prima che Hiccup finisse di parlare.
« Se è come credo, qualcuno sta mettendo su un esercito, ciò vuol dire guerra. »








_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_- Angolo dal futuro -_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-





Ecco un nuovo capitolo!

Ringrazio ancora AlidelVento_10192 per la recensione! Presto in esclusiva su Efp verrà pubblicata una raccolta di "Shorts stories" con le scene tagliate della storia o estese <3

Come sempre ringrazio i lettori anonimi e commentate!! Baaaci

Hikaru_Tsuki

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Capitolo 5
*** Popolo dei Piedi Piatti ***





L’Isola dei Piedi Piatti.


































Tutti erano in silenzio. Hiccup osservava la mappa da almeno dieci minuti e non voleva far partecipare nessuno a quello che pensava. Astrid zitta gli era vicina osservando anche lei la mappa cercando di capire cosa mai potesse aver preoccupato tanto il fidanzato.
« Non trovate che sia strano che dopo sei mesi dalla morte di Stoick, proprio ora si fanno vivi? » Stizzabifolco attirò l’attenzione di tutti, tranne di quella di Hiccup ancora perso in quel limbo dei suoi pensieri.
« Che vuoi dire papà? » Moccicoso si girò verso il padre confuso.
« Che arriva questa qui e bam, sei mesi dopo si fanno vivi! Non mi sorprenderebbe scoprire che si tratta di una spia. » Victoria a quella accusa lo guardò sconvolta. Fece per aprire bocca quando vide Hiccup guardare la scena.
« Non essere ridicolo, lo avremmo notato se lo fosse » Disse il capo di Berk mentre si allontanava per sedersi sul trono di Berk.
« Ti devo ricordare Johann? Io invece sostengo che dovremmo controllarla, per essere sicuri dico » Continuò l’uomo mentre Hiccup lo guardava contrariato.
« Fuori questione » Rispose semplicemente.
« Beh Hic… non avrebbe tutti i torti…» Iniziò Victoria abbassando il capo, il giovane si sentì morire dentro a quelle parole.
« Che vuoi dire? »
« Che è normale pensare che una persona da poco arrivata sia pericolosa, è giusto, lo avrei pensato anch’io al vostro posto… Per me non è un problema che mi mettiate in prigione, basta che vi prendiate cura di Fulmine…»
« Buon Odino, ma sei seria Victoria? » Fu Valka a parlare scuotendo il capo con un tenue sorriso sulle labbra.
« Qui nessuno va in prigione, Stizzabifolco ti chiedo di scusarti, Victoria più volte si è dimostrata una di noi e tu lo sai molto bene visto che ha aiutato anche te, e più volte. » Parlò dopo Hiccup incrociando le braccia al petto, Victoria osservandolo non riusciva a non paragonarlo ad un Re.
« Pft. Scusami Victoria. » La giovane sorrise appena annuendo, la cosa sarebbe morta lì se non fosse per una mano che apparve dal nulla tirando l’orecchio all’uomo.
Una donna massiccia come una classica vichinga apparve, aveva i capelli neri come la pece persino più neri di quelli di Moccicoso e del padre e degli accessi occhi celesti. Non aveva dubbi, quella era la madre di Moccicoso, donna che mai aveva visto prima e che evitava del tutto la vita pubblica.
« Dovresti imparare a stare zitto, tu e tuo figlio non fate altro che mettere in ridicolo la nostra famiglia. » Persino la voce era dura, acida.
Victoria osservò la scena, vide Moccicoso abbassare il capo, e le fu istintivo. Rivide sé stessa con sua madre.
« Lei ha un drago? » Victoria parlò attirando l’attenzione di tutti.
« Dici a me? » Chiese la donna confusa.
« Si, ha un drago per caso? » Continuò la giovane.
« No ovvio di no, perché? »
« Beh suo figlio è stato uno dei primi a Berk a cavalcarne uno se non sbaglio, un Incubo Orrendo aggiungerei, un drago che solo i veri vichinghi si vantavano di poter combattere, mentre suo marito ha un bellissimo Uncinato Mortale… lei dice che mettono in ridicolo la vostra famiglia, ma lei che fa? Sta chiusa in casa? Come possono metterla in ridicolo se sono due valorosi guerrieri? » Victoria non vide la mano della donna che si avvicinava al suo viso, fu fin troppo veloce. La vide a pochi passi dal suo naso, confusa girò il viso e vide che era stata Valka a bloccarla.
« Non osare toccare mia figlia, lo sai che ha ragione Hildra. » La donna in questione la guardò confusa e sbuffo andando via. Hiccup che guardava la scena sorrise di lato prima di richiamare l’attenzione. « Bene, mamma, sorella, se avete finito possiamo continuare? » Disse.
Victoria con le guance rosse annui e venne abbracciata da una Astrid fiera di lei.
« C’è solo un’isola che io conosca che mio padre non ha mai avuto rapporti... » Continuò il ragazzo.
« Non vorrai mica dire… » Fu TestadiTufo a parlare attirando l’attenzione di Victoria.
« Chi? » Chiese confusa e curiosa.
« L’isola dei piedi piatti. » Le rispose il biondo con voce tenebrosa e seria. Victoria rise ma quando si rese conto che era l’unica divenne seria.
« Sul serio si chiamano cosi? » Si guardò intorno aspettandosi qualcuno che le rispondesse in negativo, ma la faccia di Hiccup era fin troppo seria.
« Si, nessuno ha mai avuto rapporti con loro, ci sono leggende riguardanti quell’isola. » Sospirò il castano mentre si massaggiava la fronte.
« Del tipo? » Chiese Victoria.
« Che sono micidiali, dove toccano tutto si distrugge o muore… che fanno patti con Hel stessa…» Riprese TestadiTufo.
« Tutte idiozie, come quella che dicevano che mio padre quando era in fasce riuscì a staccare di netto la testa a un drago » Victoria quasi si sentii rincuorata dalle parole di Hiccup ma vide Valka ridacchiare.
« Oh beh… in realtà…»
« Niente dettagli, mamma ti prego » Hiccup pregò la donna alzandosi dal trono. « Piano d’attacco, andrò a indagare, al mio ritorno vediamo cosa fare. » Continuò poi.
« Non ci pensare neanche, veniamo con te » Lo riprese Astrid già pronta a discutere.
« Hic, Astrid ha ragione. Da solo non puoi andare portati almeno qualcun altro… giusto per andare sicuri » Astrid sorrise a Victoria felice che almeno lei fosse dalla sua parte.
« E sia allora, Victoria con me. » Rispose Hiccup mentre rinchiudeva la sua mappa sotto lo sguardo stupito di tutti quanti.
« Cosa? » Hiccup quasi sorrise sentendo tutti i presenti parlare in coro.
« No aspetta tu vuoi portarti solo Victoria e lasciare me qui?! » Gli chiese Astrid mettendosi davanti a lui.
« Esatto, come futura moglie del capo di Berk, devi rimanere qui al posto mio, Gambe ti aiuterà senza problemi, e poi meglio te che mio cugino. » Le sorrise prima di lasciarla con un veloce bacio stampo.
« No no aspetta Hiccup non puoi portarmi con te, non ho nessuna esperienza! Sarei solo d’impaccio! » Victoria si ritrovò a seguirlo lungo le strade di Berk.
« Infatti necessito qualcuno che non dia di testa o che faccia idiozie come i gemelli, Astrid sarebbe capace di decapitare qualche testa, Moccicoso di offendere qualcuno… l’unico che potrei portare oltre a te sarebbe Gambe, ma preferisco lasciarlo qui con Astrid… Almeno sono sicuro che non distruggeranno nulla al mio ritorno» Disse pensieroso il castano poco prima di entrare in casa.
« Hic sono seria, io non so che fare non posso andare… porta Eret… Se no manda qualcun altro! Non lo so chiunque altro… Aspetta tu…» La giovane si fermò osservando il ragazzo davanti a se chino su una sacca. « Tu vuoi andare a indagare no perché siamo in pericolo ma per pura curiosità! » Victoria gli puntò il dito contro. E il giovane si fermò e sorrise birichino.
« Punto per te. »
« Punto per me? Punto per me?! Ma sei serio?! » Hiccup indietreggiò alzando le mani in segno di resa.
« Vic… Tu ormai puoi vantarti di conoscermi. Sai che se c’è qualcosa di sconosciuto voglio beh conoscerlo… e se c’è il rischio di una guerra voglio fermarla. La gente combatte la paura con l’odio. Se questi vogliono veramente fare qualcosa di losco forse lo fanno perché non ci conoscono! »
« O forse, lo fanno proprio perché ti conoscono, Hic la guerra è nel DNA… voglio dire nel sangue degli uomini, vichinghi principalmente. Sia tu che io sappiamo che per quanto la si possa evitare arriva sempre. » Victoria odiava fare la seria, odiava farsi odiare, e sapeva che quello che stava per dire lo avrebbe ferito. « Cercando di evitare una guerra hai perso tuo padre, ricordi? »
Hiccup rimase in silenzio, Victoria lo vide nei suoi occhi il dolore nel ricordare la morte del genitore, lei rimase in silenzio sperando di averlo colpito nel punto giusto, di essere riuscita a convincerlo.
« Hai ragione, ma ero un ragazzino. Ero orgoglioso e testardo, pensavo solo a me e a Sdentato, ora ho un villaggio, ho una meravigliosa futura moglie, e te. Perciò diamoci da fare per evitare possibilmente una guerra, se no… beh prepariamoci per affrontarne una. »
Victoria non disse niente, sorrise appena di lato, si dimenticava che lui era più testardo di lei, se aveva qualcosa per la testa, solo un miracolo divino lo avrebbe convito a fare l’opposto.
« Fulmine, preparati stiamo per partire per la nostra prima missione. »

-

Fulmine non amava quel piano, semplicemente lo odiava.
Odiava il pensiero di lasciare la sua umana indifesa. Sbuffò a Sdentato e ricevete un basso ringhio.
Odiava anche il fatto che quel drago si fidasse cosi tanto del suo di umano, e essendo l’Alpha, lui non poteva far nient’altro che chinare il capo e aspettare.
Passarono altri minuti e nessun segno dei due, Fulmine sbuffò di nuovo verso l’Alpha e ricevette l’ennesimo ringhio di minaccia.
La luna era in alto nel cielo, ed era certo che fosse bassa il momento in cui Victoria si era allontanata con la promessa di fare presto.
Stava per sbuffare di nuovo quando vide due figure camminare verso la loro direzione in silenzio, riconobbe subito i loro odori e si sedette allegro.
Victoria gli corse incontro abbracciandolo forte, mentre Hiccup accarezzava il mento di Sdentato.
« Beh, che aspetti tira fuori la mappa, questa qui non è » Disse la ragazza poco dopo.
Hiccup annuì ed in silenzio tirò fuori la sua mappa, chiese ai draghi di fare luce mentre segnava con una leggera “x” l’isola dove erano.
« Bene abbiamo altre… quaranta da controllare? » Sospirò il ragazzo mentre rinchiudeva la mappa e si sedeva per terra sulla neve.
« Hic… posso farti una domanda? » Hiccup la guardò nel buio in silenzio.
« Che ci facevi in quel isola… dico quando mi hai trovato con Fulmine, eri con Moccicoso e litigavi con lui… credo »
« Ero alla ricerca di un peschereccio dei nostri che era andato perduto… Lo avevano visto andare verso quella direzione »
« Alla fine lo avete trovato? »
Il giovane vichingo rimase in silenzio riflettendo.
« No… Era semplicemente sparito…»
« Hic pensi a quello che penso io? »
« Che poteva essere una nave spia e non ci siamo resi conto? »
« Esatto. »
Hiccup si alzò e salì ingroppa a Sdentato senza dire una parola e spicco il volo, Victoria li seguì in silenzio anche lei, sapeva dove andavano diretti.
Ci misero poche ore ad arrivare al punto destinato, la luna stava già per abbandonare il cielo notturno e il sole era pronto per occuparne il posto.
Scesero dai loro draghi e come prima dissero a loro di stare fermi ad aspettarli, che al primo segnale sarebbero corsi da loro.
I due ragazzi iniziarono a camminare sulla neve alla ricerca di indizi o almeno qualche dritta da seguire quando stavano per perdere le loro speranze, Victoria senti un rumore.
A pochi passi c’era un burrone dove i due poterono vedere una flotta navale piena di armi. Tra cui era presente anche quella peschereccia che era sparita.
« Allora Moccicoso aveva davvero ragione » Sussurrò il giovane mentre cercava di affinare la vista.
« Riconosci il loro simbolo? » Chiese Victoria indicando le navi, Hiccup scosse la testa mentre tirava fuori dal suo pettorale il suo quadernino prese la mina di prima e ne disegnò il simbolo.
« Che vogliamo fare? » Continuò la giovane.
« Semplice andiamo a parlare, tu… dammi spago va bene? » Sospirando di lato annuì al vichingo e i due si avviarono.
Trovarono una discesa non poco più distante e riuscirono a entrare nel porto.
All’inizio nessuno notò i due, tutti indaffarati nel riempire la nave di ogni tipo di arma. Hiccup si avvicinò ad un soldato con tutta la calma e pace del mondo.
« Hey compare, mi ricordi perché stiamo riempiendo queste navi? » Victoria dovette contenersi davvero con forza per non ridere della situazione.
« Beh mi sembra ovvio dobbiamo attaccare Berk all’alba, lo hai sentito il capo, vuole la testa di Hiccup e del suo Drago come colazione. »
A quelle parole il sorriso che Victoria aveva sulle labbra morì subito, guardò con serietà Hiccup già immaginandosi la prossima domanda, scosse la testa pregandolo in silenzio ma il ragazzo non le diede retta.
« E dov’è il vostro capo? » Chiese con voce seria il vichingo.
« Nella Grande Nave… Hey ma tu… » Prima che potesse dire qualcosa Hiccup gli diede un pugno sul naso facendolo perdere i sensi.
« Sul serio Haddock? »
« Vuoi evitare o no una guerra? »
« Punto per te, Grande Nave? » Il ragazzo non le rispose, e i due corsero verso la maggiore delle navi. Hiccup appena ci mise piede tirò fuori per la prima volta “Inferno” e Victoria non riuscì a trattenere l’emozione, era ancora più bella di come si era immaginata.
« Stammi dietro va bene? » La ragazza annuì.
« Ricordarmi di chiedere a Skaracchio un’arma come la tua. » Rispose suscitando nel vichingo una risata.
Camminarono nella nave dritti verso la stiva, cercando la cabina del comandante e la trovarono.
Hiccup respirò a fondo prima di aprirla.
Dentro un uomo era chino su una mappa, e dava loro le spalle.
« Quante volte vi ho detto di bussare prima di… Oh ma abbiamo ospiti » Girandosi, l’uomo sorrise osservando i due. Guardandolo Victoria, lo paragonò alla possente figura che era Drago Bludvist, ma con un viso più giovane. Aveva una lunga barba bionda, legata in una singola treccia e dei accessi occhi scuri. Sembrava un psicopatico con quel sorriso sadico, e la ragazza si fece piccolina dietro all’amico.
« Potrei dire altrettanto, anzi vorrei proprio sapere chi diamine vuole conquistare la mia isola. »
« Che maleducato, hai proprio ragione sono Ballragi il capo della tribù dei piedi piatti…immagino che tu sia Stoick l’immenso… oh no quello è crepato sei mesi fa, sei il figlio che nessun padre vorrebbe avere. » Victoria vide Hiccup indurire la schiena, cercando di ignorare l’insulto. Ma lei sapeva che lui stava pensando a quella volta che il padre lo rinnegò per l’amicizia con Sdentato.
« Beh io sono Victoria, ma a nessuno interessa, a noi interessa invece che diamine vuoi da noi. Che cosa ha fatto questo testa di rapa da darti così fastidio? Ha insultato il tuo Yak preferito? » Hiccup cercò di zittire la giovane che con un coraggio degno di una vichinga si era messa al fianco del amico e con il petto gonfio aveva provocato l’uomo.
« Oh no, niente di tutto quello che hai detto, ragazzina, voglio semplicemente entrare in possesso dell’isola più ricca del Arcipelago, che c’è di sbagliato? »
« Quindi niente odio verso i draghi o altre idiozie degne di nota? » Continuò la giovane mentre Hiccup pensava in silenzio.
« Sai quanto cazzo me ne sbatto di quelle cose, se esistono o no per me non cambia nulla. »
« Oh in tal caso, grazie per la chiacchierata, ci vediamo presto no fratello? » Victoria sorrise falsamente e tirò Hiccup per il braccio ma prima che potessero uscire dalla cabina del capitano una spada puntava verso i loro colli.
« Peccato che non possiate andare via. Dove sono i vostri draghi ora eh? » Provocò loro l’uomo mentre Hiccup spegneva Inferno e azionò la parte fumosa.
« Victoria! » La ragazza annuì mettendosi dietro a lui già sapendo che avrebbe fatto scattare la scintilla per far esplodere la zona. I due approfittando del momento corsero fuori dalla barca e urlarono i nomi dei loro draghi.
Pochi secondi dopo erano in groppa diretti a Berk, senza sapere di essere seguiti.










_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_- Angolo dal futuro -_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-





Ecco un nuovo capitolo! Un bacio ad Alidelvento_10192

Alla prossima!

Kisssssessss

Hikaru_Tsuki

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Capitolo 6
*** L'attacco a Berk. ***





L’Attacco a Berk.


































Victoria era ferma da alcuni minuti nello stesso posto. Indecisa come suo solito.
« Non sai che scegliere eh? » Skaracchio le fu vicino e la giovane sorrise di lato guardando l’uomo. Era cosi simile alla sua versione cinematografica, con tanto di puzza vichinga. Ma la ragazza ormai si era fatta l’abitudine.

« Già… Spada, Ascia o Martello? » Sospirò la castana mentre ancora osservava l’armeria. L’uomo guardò la ragazza, cosi minuscola e sorrise di lato.

« Sai mi ricordi qualcuno » Disse attirando l’attenzione di Victoria.
« Una dea? O magari una guerriera valente dalla brillante armatura? » Ironizzò la giovane facendo ridacchiare l’uomo.
« Oh no ad un sfigato mingherlino »
« Grazie per il complimento eh » Victoria si sedette su una panca, non voleva di certo combattere, lei non era quel tipo di persona, anzi le sarebbe piaciuto da morire nascondersi. Magari in un luogo distante.
« Un Sfigato mingherlino che ora è il capo di Berk » Continuò l’uomo prendendo dall’armeria uno scudo di ferro di Gronkio e lo passò alla giovane. « Come lui tu non attacchi, tu difendi. »
Victoria prese lo scudo osservandolo e sorrise grata, l’uomo era rozzo nei modi, ma la giovane lo vedeva che dentro era una persona dolce.

Stava per dire altro quando vide entrare una Valka furiosa.

« Non ci credo che quel cretino ti abbia messo in pericolo! Stai bene? » Chiese la donna avvicinandosi alla giovane controllando che stesse davvero bene.

« Si Valka, sto bene… anzi sono io che l’ho quasi messo nei guai dovresti sgridare me »
« Infatti sto per sgridare anche te signorina, siete due spericolati vichinghi privi di raziocinio. Tu dopo andrai dritta nelle stalle e aspetterai la fine di questa stupida guerra. Non osare combattere. »
Victoria sorrise alzando le mani.

« Victoria mi servi… oh ciao mamma… C-come stai? » Hiccup che era appena entro si fermò sotto lo sguardo di fuoco della donna. Victoria si alzò e camminando di lato raggiunse il vichingo.
« Torniamo subito, vero Hic? »
« Certo! S-subitissimo, andiamo! » La trascinò per il braccio fuori dalla fucina e sospirò di sollievo appena furono lontani.
« Credo di aver visto la mia vita passarmi davanti gli occhi » Scherzò il giovane facendo ridere l’amica.
« Dove andiamo capo? »
« Sala grande, Astrid ha messo su un piano d’attacco. »
I due corsero verso la sala grande dove altri guerrieri aspettavano.
« Bene, il mio piano è semplice, vi dividerete in gruppi e vi sistemerete in ogni montagna di berk con vista del mare, se vedete qualche nave attaccate. GambediPesce vieni con me, andremmo a Nord. Hiccup tu e Moccicoso a Est. Victoria e i gemelli a Sud. L’Ovest sarà controllato da Valka e Skaracchio, Gustav e il Team A difenderete il centro se dovessimo lasciaceli sfuggire. Domande? »
« Io l’avrei. » Tutti si girarono verso TestadiTufo. « Dov’è il sud? » Victoria rise scuotendo il capo. E prima che Astrid li insultasse, trascinò con se i gemelli.


« E questa dunque è la mia vita… ho scalato la montagna ed ora posso morire sulla punta. »

« Piantala Hiccup con le tette, stiamo facendo questa escursione da meno di venti minuti »

La giovane sbuffò contrariata in risposta al ragazzo suscitando la risata di TestaBrutta.

Il fatto che Astrid li aveva divisi in gruppi, per controllare meglio la zona, non le dava minimante fastidio anzi.

Non aveva mai passato del tempo sola con i gemelli, anche perché erano sempre in giro a combinare guai.

Ora che camminava dietro di loro, li poteva sentire avanti che borbottavano che tipo di scherzi avrebbero potuto a Moccicoso fare una volta tornati.

« Bene siamo arrivati, Rutto Vomito state giu. » Disse la bionda mentre lei e il fratello si abbassavano per non essere visti.

Victoria li imitò assieme a Fulmine.

« Che stiamo osservando sorella? »
« Le navi che dovrebbero arrivare fratello. »
« E perché lo facciamo? »
« Beh per evitare una guerra, tonto. »
« Ma noi amiamo la guerra! » Victoria guardò l’ennesimo battibecco dei due e scosse il capo sbuffando.

« Loro voglio uccidere Hiccup e Sdentato, e noi non vogliamo che facciano del male a loro due giusto? » Disse la castana attirando l’attenzione dei gemelli. « Lo sapete vero che se Hiccup muore prima di sposarsi con Astrid, Moccicoso come suo cugino potrebbe diventare Capo? »
Vide il brivido salire nella schiena di entrambi e sorrise di lato.
« Dobbiamo assolutamente difendere Hiccup e Sdentato »
« Concordo con te mio adorato fratello»
I tre rimasero in silenzio osservando il mare da quell’altezza. Passarono i minuti e nessun segnale, Victoria stava per sbadigliare la terza volta quando vide un punto nero avvicinarsi.
« Ragazzi! » Urlò più di gioia che altro.
TestadiTufo che stava dormendo si alzò di scatto imitando qualche mossa di karate che fece ridacchiare la castana.

« In sella ai Draghi! Affondiamo quella Nave! » Disse orgogliosa Victoria.



«Voi tre esigo una spiegazione» Hiccup non era mai stato cosi serio nella sua vita, aveva le braccia incrociate davanti al petto e guardava i tre davanti a lui con una serietà simile a quella del padre.
« È stata lei » Dissero in coro i gemelli indicando la giovane castana che sorrise appena in modo imbarazzato

« Ciao… capo »
« Ciao… Victoria. »

Non poteva di certo immaginare che quella hanno fatto affondare fosse la nave peschereccia di Mulch. Il vichingo in questione ancora bagnato era dietro di Hiccup con uno sguardo di pura furia omicida.

« Posso spiegare! »
« No, avevi ragione sin dall’inizio non sei pronta per questa cosa… è meglio se tu e Fulmine vi nascondiate nelle stalle. Siete solo d’impiccio. »
Victoria guardò Hiccup sentendosi le lacrime agli occhi, rimase in silenzio, anche perché sapeva che lui aveva ragione. Ma dentro, dopo che avevano erroneamente attaccato Mulch si era sentita indistruttibile. L’adrenalina nel corpo era alle stelle, finalmente si sentiva pronta. E aveva fallito.

Abbassò il capo a mo’ di inchino e uscì dalla sala grande. Fulmine seguì la sua cavaliera e si diressero verso il promontorio che Victoria aveva adottato per riflettere.

« La mia vita è un totale…. »
« Miserabile fallimento » Astrid interruppe la ragazza suscitandole un sorriso appena accennato
« Hey non mi hai neanche dato il tempo di finire la frase! Hai interrotto un monologo interiore »
« Ne sono consapevole » Disse la vichinga mentre si sedeva affianco della amica. Le due rimasero in silenzio per qualche secondo.

« Sai Astrid… ho sempre cercato una migliore amica... E ne ho avute di tante... Ma nessuna... »

« Nessuna resta perché sei troppo mascolina e si sentono a disagio » Continuò la bionda mentre Victoria annuiva. « Anch'io, con Brutta ho ancora qualche dubbio ma è un ottima amica, Heather è dovuta andare via ed è giusto così... Ma sento il vuoto. »

« Ti capisco... avevo una amica simile a Heather lei è riuscita seguire i suoi sogni ed io... Beh ero solo una distrazione. »

« Peggio per loro, ora che siamo qui, insieme siamo imbattibili. » Astrid strinse la ragazza in un abbraccio di lato e la giovane sorrise ricambiando la stretta.

« Oh si. » Confermò dopo. Scoppiando a ridere seguita dalla bionda.

Un ringhiò attirò l’attenzione delle due, Fulmine aveva le pupille finissime e la posizione di attacco. Tempestosa al suo fianco assunse la stessa posizione. Sotto di loro due navi nemiche erano abbordate lungo la spiaggia, sembravano vuote.

« Ma che diamine… » Victoria si stava preoccupando quando vide lo sguardo di Astrid passare dal confuso a quello battagliero.
« Vado a chiamare Hiccup e gli altri. » La castana stava per correre quando si senti tirare il braccio dalla bionda.

« Non abbiamo tempo dobbiamo attaccarli » Victoria rimase in silenzio guardando la scena, e annuì. Le due salirono in groppa ai rispettivi draghi e volarono verso la direzione dove le navi avevano abbordato.
« Ci sono delle impronte seguiamole a piedi » In quel momento Victoria vide il Generale Hofferson e no l’amica che poco fa la stava rincuorando, annuì e scese da Fulmine. « Tieni la porto sempre su Tempestosa se per caso non avessi l’ascia. » Victoria si ritrovò in mano una spada. E la strinse con forza mentre con la sinistra teneva lo scudo. Per un momento si sentii quasi una di loro, dietro ad Astrid che stringeva l’ascia con entrambe. La Vichinga aveva fatto segno ai draghi di tenersi nascosti e pronti a intervenire al primo segnale.

Si fermarono quando Astrid alzò il pugno, davanti a loro una decina di uomini rideva ad alta voce ignari delle ragazze dietro di loro.

« Non vedo l’ora di divertirmi con qualche donzella… dicono che le vere bellezze di Berk non siano i draghi ma le donne » Victoria si avvicinò in silenzio e vide Astrid rigida sul posto. « Come la compagna del loro capo, dicono che quella sia una Valchiria scesa in terra… immagina come sarebbe una notte con lei. » Astrid quasi sussultò quando senti la sua mano venire stretta da quella della ragazza, aveva sistemato lo scudo sul braccio e per un momento la vichinga rivide Hiccup.

« Aspetto il tuo segnale, Generale » Le sussurrò poco dopo. La bionda chiuse gli occhi e contò fino a dieci prima di correre urlando puntando l’ascia verso il nemico.

« Mi aspettavo un, al mio segnale Vic… no un Aaargh… Che idiota che sono, sono vichinghi » Victoria sbuffò parlando da sola prima di impugnare bene la spada e lo scudo, corse anche lei verso gli uomini. Astrid combatteva con la sua solita grazia ben sei uomini in contemporanea, Victoria persa ammirando l’amica sussultò di dolore quando qualcosa le taglio di striscio il braccio. Girandosi si ritrovò a pochi centimetri dal viso una spada. Furono sia i suoi riflessi innati che il suo appena nato istinto che Victoria riuscì ad evitare un altro colpo.

Le vennero in mente le varie “lotte” che aveva avuto con Leonardo, dove lui la bloccava per farle il solletico. E come lei col tempo aveva imparato a sfuggire come una anguilla.

Buttò da una parte lo scudo e tenne stretta la spada. Non era forte e lei lo sapeva, ma sapeva anche che con lo scudo si sarebbe rotta un braccio a forza di parare i colpi.

L’uomo rise divertito e si butto su di lei sperando di ucciderla, ma la ragazza si buttò a terra scivolando sotto le gambe del nemico e prima che lui potesse girarsi Victoria lo aveva infilzato con la spada. Lo vide cadere a terra e tolse la spada scossa. Aveva appena ucciso un uomo. Un dolore atroce nello stomaco la distrasse e girandosi vide che un altro uomo l’aveva trapassata con la sua spada. L’adrenalina in corpo si risvegliò in quel esatto momento e la ragazza con una ginocchiata a sorpresa riuscì a colpire i testicoli del uomo, e mentre lui si teneva il punto dolente la ragazza gli tagliò la gola. Un terzo venne correndo verso di lui e Victoria riuscì a bloccare la sua spada con una forza che lei mai aveva avuto in vita sua, con un calcio fece perdere l’equilibrio all’uomo e a terra lo trafisse uccidendolo sul colpo. Girandosi vide Astrid che si avvicinava a lei sorridendo orgogliosa.

« Ma è sangue quello? » Nella sua testa Victoria ringraziò mentalmente se stessa per aver scelto dei vestiti rossi scuri, simili in qualche verso a quelli di Hiccup, solo più femminili.
« No? »
« Non è una di quelle domande che puoi rispondere con un’altra domanda! » La ragazza le sorrise appena mentre si guardava intorno. Unii le dita e fischiò nella speranza che Fulmine la sentisse. Si sentiva debole e iniziava ad avere freddo, forse era l’adrenalina che se ne andava dopo aver svolto il suo lavoro.

« Victoria, ehi ma stai bene? » La ragazza si fermò a pochi passi dall’amica vedeva il taglio che aveva sul braccio visibile.
« Si si, benissimo, sto alla grande, benissimo si»

« Veramente? Ripenti quello che dici, sei pallida e sembri che stai per svenire » Astrid scosse la testa sorridendo di lato, non si immaginava di certo che la ragazza facesse un passo verso di lei.
« Già… ti tocca prendermi mi sa… » Prima che la vichinga realizzasse quello che era successo la ragazza le cadde tra le braccia, credendo per via del taglio si ritrovò sorpresa nel sentire una pozza a livello del suo stomaco, per un momento credette di essersi ferita ma quando si rese conto che non era suo sangue, urlò disperata aiuto.













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Capitolo 7
*** Difendendo Berk ***





Difendendo Berk.


































Gothi si era appena allontanata quando il giovane Capo di Berk riuscì finalmente a vedere in che stato era Victoria. Era sdraiata sul suo letto, pallida.
Chiuse gli occhi ringraziando tutte le divinità di Asgard e si sedette vicino, almeno stava bene, o meglio era viva.
Astrid entrò poco dopo e appoggiò la mano sulla spalla del fidanzato, lui girò il viso e ne baciò le nocche. Rimasero in silenzio osservando la ragazza.
« Dovremmo farla diventare una vichinga onoraria, non credi? » Ruppe dal nulla il silenzio Astrid e Hiccup annuì sorridendo di lato. In fondo era rimasto molto colpito dal racconto di Astrid, non si sarebbe mai aspettato che Victoria, quella ragazza minuta e cosi simile a lui, fosse riuscita a uccidere ben tre guerrieri. Senza mai aver combattuto prima in vita sua. Per un momento si chiese se avrebbe fatto lo stesso, se sarebbe riuscito a uccidere qualcuno, poi scosse la testa non ci voleva pensare ora.
« Che è successo? » Una voce fina e stanca risvegliò i due ragazzi dai loro pensieri.
« Hai perso i sensi per la perdita di sangue » Le rispose dolcemente Hiccup mentre la ragazza cercava di sedersi sul letto in mal modo, il ragazzo l’aiuto mentre Astrid guardava la scena leggermente divertita.
« Sai una persona, normale dico, avrebbe detto subito di perdere un po' di sangue, sai cosi per rispetto a chi sta davanti, ma tu no… prima mi sanguini sopra e poi svieni» La ragazza guardò l’amica e le sorrise appena a mo’ di scusa.

« Importante che tu sia viva. E che grazie a voi due Berk è salva » Rispose il ragazzo alzandosi dal letto.
« Che vuoi dire? » Chiese la castana confusa.

« Il possente attacco che avevano in mente di fare, beh è andato in fumo quando avete ucciso da sole i loro più possenti guerrieri. Ballragi, ha implorato una udienza per la sua resa. » Hiccup sorrise ancora di più verso lo sguardo sempre più perduto della giovane.

« Cosa? Sei serio? »
« Mai stato più serio in vita mia, dovrebbe arrivare in serata. »
« E se fosse una trappola? »
« Sarebbe uno stolto, avrebbe tutta Berk contro e non gli conviene. »
Victoria chiuse gli occhi appoggiandosi contro il cuscino, Astrid guardò i due e si avvicinò a Hiccup.
« Vado a confortare Fulmine, tu parlarle. » Il vichingo la guardò arrossendo appena, sapeva cosa lei intendesse dire, doveva chiedere scusa alla ragazza per prima. Astrid prima di uscire lo baciò sulla guancia e salutò Victoria.

« Victoria io…»
« Hic evita ti prego. » Il ragazzo rimase in silenzio ridacchiando a bassa voce prima di risedersi sul letto dove era prima, Victoria alzò lo sguardo su di lui sorridendo di lato.

« Mi lasci almeno chiederti scusa? » La ragazza scosse la testa ridacchiando e il giovane si mise vicino a lei appoggiando la schiena contro la testiera del letto.

« Non voglio essere come mio padre. »
« Nah sei fin troppo buono, tuo padre probabilmente mi avrebbe chiusa subito nelle stalle »
« Già…» Rimasero in silenzio, piano piano Victoria sentiva le forze tornare, ora aveva solo fame.

«Victoria? » Disse dal nulla Hiccup mentre Victoria pensava a cosa mai poteva mangiare per pranzo.

« Si? »
« Un giorno… ci racconterai da dove vieni? »
La giovane castana rimase in silenzio indecisa sul dal farsi. Una parte di lei voleva farlo, ma non era sicura di essere ancora pronta.

« Un giorno te lo giuro… ora posso farti io una domanda? »
« Certo dimmi pure »
« Che c’è per pranzo? »


-


Trovava rilassante forgiare il metallo. Cosa abbastanza divertente ora che ci pensava mentre asciugava il sudore con la manica. Da ragazzino, suo padre lo aveva sganciato letteralmente dal fabbro del villaggio, nella speranza di rendere utile anche lui, o semplicemente per toglierselo dai piedi. Odiava profondamente stare rinchiuso in quella fucina mentre gli altri si vantavano di gesta eroiche degne di un vichingo. Ed invece ecco là, che canticchiava a bassa voce mentre colpiva col martello il ferro ancora incandescente.
Sdentato dormiva pigramente al suo fianco, lui invece non ne era mai stato attratto dalla fucina.

Hiccup inclinò il capo di lato osservando il suo progetto prendere vita e dovette togliersi la camicia zuppa di sudore, e senza pensarci due volte lo tirò contro il muso del suo migliore amico, che ringhiando buttò via il indumento puzzolente.

« Sai, questa è una piccola vedetta per tutte le volte che mi hai leccato. » Il drago sbuffò contrariato e gli diede le spalle.
« Non avrò di certo offeso i tuoi poveri sentimenti di nuovo? Povero piccolo Drago…» Sdentato sbuffò di nuovo e si sdraiò dandogli ancora le spalle e il vichingo ridacchiando riprese il suo lavoro. Stava per allontanarsi per prendere dell’acqua quando un colpo al plasma polverizzò il bicchiere, Hiccup guardò in direzione dell’amico che rideva. « Ah ah simpatico. Molto. Avevo sete » Hiccup incrociò le mani sopra il petto e guardò male la Furia Buia. Sembravano che stessero facendo a gara di sguardi, come da bambini, perdeva il prima che si arrendeva.
« Mi scusi cameriera, credo che mi abbia portato un fidanzato sbagliato, ho ordinato un ragazzo extra alto, con braccia secche. Extra scemo e con qualche drago al suo fianco. Questo… Questo è un bel manzo di carne » Il ragazzo sentendo la voce della fidanzata si girò confuso, non poteva di certo sapere che la ragazza era rimasta tutto il tempo ad ammirarlo mentre forgiava.

Per un momento rimase in silenzio poi scoppiò in una fragorosa risata, attirò a sé la compagna per i fianchi e la baciò.

« Bleah sei sudaticcio… Bagno, necessiti assolutamente di un bagno » Astrid si allontanò da Hiccup ancora sorridendo.

« Tra poco, ho quasi finito. »
« È per Victoria, non è cosi? »
Il vichingo sorrise di lato alzando il prototipo disegnato per mostrarlo alla fidanzata.

« Interessante… e sarebbe perfetto per lei. »
« Lo spero tanto. » Sospirò guardando il punto dove c’era prima il bicchiere.
« Hic…Pensi mai…?? » Il ragazzo si girò verso la compagna sorridendo di lato.
« Tutto il tempo, sono un ottimo pensatore lo sai Astrid »
« Non era quello che intendevo, hai mai pensato…?»
« Si» La interruppe il castano mentre riprendeva a forgiare il metallo.
« La smetti? Sto cercando di dire una cosa importante! » Sbuffò la giovane.
« Allora chiedi » Si fermò girandosi per guardarla.
« Grazie!»
« Non c’è di che »
« Ugh, bene ho dimenticato quello che stavo per dire! » Disse uscendo fuori dalla fucina ringhiando a bassa voce, Hiccup alzò le spalle e riprese il suo lavoro, aveva quasi finito quando un urletto lo fermò.

« Gesù santo e santi sono i suoi apostoli, Haddock vestiti! » Hiccup si girò confuso ritrovandosi una Victoria ancora leggermente pallida, e che era sicuro di aver ordinato di stare a riposo.

« Prima di tutto, che diamine hai detto? Secondo, ma che diamine ci fai fuori dal letto? Hai sentito Gothi! »
« Prima di tutto, Gothi non parla non l’ho sentita… se vogliamo essere precisi…»
« Victoria…»
« E secondo, sto bene! Cammino, respiro, e ho mangiato. Valka mi ha mandato a chiamarti perché è stata avvistata la nave di Ballragi. » Hiccup si passò la mano sporca fronte e Victoria scoppiò in una fragorosa risata. Il ragazzo confuso si guardò riflesso su uno scudo vicino e rise anche lui. Aveva la fronte nera per via del grasso che aveva usato per forgiare l’arma.
« Astrid aveva ragione devo farmi un bagno. » Rispose, sospirando mentre cercava la maglietta di prima, ma poco prima che la prendesse Sdentato la colpì con un altro colpo al plasma polverizzandola.

« Okay amico… questa è guerra! » Disse poco prima di saltare sopra il drago e venir steso dal drago che ridendo fingeva di colpirlo.

« Se avete finito di bisticciare… » I due si fermarono guardando la ragazza e si misero seduti velocemente.

« Sul tavolo c’è una cosa per te » Disse il giovane capo, indicando l’arma che aveva da poco finito. Victoria confusa la prese in mano guardandola.
« È una lancia… ma con entrambi i lati con la punta… » La giovane guardava l’arma cercando di capirla, era alta quanto lei, e principalmente non era da Hiccup fare un’arma semplice, infatti lei stava cercando qualche meccanismo segreto.

« E… da una potrebbe diventare due, guarda » Prendendo delicatamente l’oggetto dalle mani della castana, con un colpo secco divise l’asta, Victoria rimase sorpresa mentre riceveva di ora tra le mani bensì due armi. « Se dovessi lottare con più di uno… basta che con un colpo secco dividi la lancia e avrai due piccole armi…ad essere onesti mi sono ispirato un po' all’arma che aveva Heather… ma tu non sei la tipa da Ascia, non è cosi? Perciò… »
« Grazie mille Hiccup, ora però mi devi spiegare come rimetterlo insieme » Il ragazzo rise e passarono gli successivi minuti a discutere sull’arma fino a quando non furono interrotti da un Skaracchio abbastanza scorbutico.

« Che ci fate ancora qui? Cialtroni che non siete altro, e tu per la gloria possente di Odino, vestiti. » Hiccup rise alzando le braccia in segno di resa e prese dalla sella di Sdentato una giacca di riserva. Alcuni minuti dopo i due ancora chiacchierando si diressero verso la casa del giovane Capo, Valka li aspettava sbattendo il piede destro, con una faccia per nulla simpatica.

« Ti avevo detto o no di non uscire da questa casa? »
Victoria abbassò lo sguardo mordicchiandosi la guancia. Non voleva di certo dirle, che era scappata nella sala grande perché la zuppa che Valka le aveva fatto era un grumo di sale.
« Mamma, l’ho già sgridata io, vado a lavarmi per ricevere Ballragi, gentilmente mi prepareresti il mantello di papà? » La donna sorrise appena mentre il giovane vichingo saliva sul soppalco per prendere le sue cose per lavarsi, era ferma su un punto osservando la finestra e il tramonto.

« Sai non l’ho mai visto con il mantello » Disse Victoria raggiungendo la donna che era ferma ancora sullo stesso punto.

« Infatti, è la prima volta… beh devo vedere in che stato è, sai cosa intendo… insomma non viene usato da mesi…» Rimase in silenzio ascoltando la donna, le arrivava appena alla spalla. Victoria sapeva di essere bassa, ma in quella casa lei era davvero un nano al confronto dei due vichinghi. Con una calma che neanche lei sapeva di avere strinse la donna in un affettuoso abbraccio, Valka leggermente sorpresa le baciò i capelli sentendo un groppo in gola.

Un lieve bussare alla porta distrasse le due donne e Victoria andò ad aprire, rimase sorpresa di vedere una Astrid con l’armatura di combattimento, e tanto di martello di pelle di Yak nera.
« Ma perché…? » Victoria fece un passo indietro per farle spazio confusa.
« Generale Hofferson, ricordi? Non posso di certo presentarmi vestita come sempre » Spiegò la giovane mentre entrava nella casa.
« Ed io come mi devo vestire? »
« In che senso? »
« Beh… ha detto che sono la sua consigliera… come diamine dovrei vestirmi? » Astrid le sorrise divertita mentre Valka da dietro le metteva una martellina di pelliccia simile a quella dei capi tribù.

« Questa, un tempo era mia visto che ero la consigliera di Stoick… Astrid tu hai la tua ereditata da tuo padre immagino » La ragazza in questione annuì mentre da lontano vide Hiccup avvicinarsi con lentezza.
« Capo »
« Generale… è arrivato? »
« Si, è già nella Sala Grande, mancate solo voi »
Hiccup annuì mentre osservava sua madre posargli sulle spalle il mantello che un tempo era di suo padre, non si immaginava che fosse cosi pesante, un po' come il peso che ora aveva sulle spalle.

Osservò le tre donne davanti a se mentre lo guardavano curiose e preoccupate, e rise di cuore.
« Odino deve amarmi…»
Victoria guardò le due donne confusa.
« Ehm Hic, ma che dici? »
« Dico, che ho la fortuna di avere al mio fianco le tre donne più forti del intero arcipelago… ora andiamo non voglio fare brutta figura. » Astrid rise scuotendo la testa e aprì la porta. Hiccup fu il primo ad uscire seguito da sua madre e dalla sua compagna, Victoria che decise di rimanere dietro chiuse la porta dietro di se.


« Ho finalmente capito la caratteristica fondamentale degli Haddock » Astrid guardò l’amica castana e rise di lato, Hiccup e Valka era da alcuni minuti in silenzio ascoltando tutto quello che Ballragi diceva, erano seri, professionali.
« Che sono testardi, hanno la vena per il comando e sono dei fighi assurdi? » Le rispose e Victoria la guardò traumatizzata.
« Intendevo dire che sono diplomatici »
« Anche fighi »
« Su questo… beh non posso che confermare » Astrid stringe la spalla di Victoria con un braccio, sapeva quanto la giovane fosse ansiosa, era al fianco di Hiccup assieme a GambediPesce e mente lui sembrava assolto nel suo ruolo, lei si sentiva fuori luogo.

« Quindi in poche parole mi stai dicendo, che un tizio, ti ha detto che… » Hiccup parlò dopo tanto tempo attirando l’attenzione di tutti quelli che col tempo avevano perso interesse nel racconto di Ballragi.

« Che le regole servono per essere infrante » Gli rispose l’uomo mentre si sistemava l’elmo, non sembrava per nulla quello che poco prima lo aveva sfidato.
« Servono per essere seguire, niente è fatto per essere rotto » Hiccup si alzò dal trono dove era seduto e sospirò. I gemelli alzarono le mani e Hiccup diede loro la parola.
« Uh le Piñatas » La giovane vichinga sorrise divertita mentre pensava.
« Bastoncini » Le diede spago il fratello.
« Le ossa di Moccicoso » Questa volta fu Astrid ad intervenire mentre Victoria ridacchiava.

« Hey! » Moccicoso sentendosi chiamare in causa alzò il dito medio verso i gemelli suscitando una risata divertita da parte loro.
« Regole. » Sospirò Hiccup, passando la mano sulla fronte.

« Ha inoltre detto che non puoi proteggere la tua isola per sempre Haddock » Ballragi attirò la sua attenzione e Hiccup si fece serio.

« Davvero non posso picchiarlo? » Victoria guardò l’amica che stringeva i pugni fino a farli diventare bianchi.
« No non puoi » Le disse tranquillamente.
« Neanche se gli sposto il naso di poco? »
« NO. » Astrid sospirò e chiuse gli occhi contando fino a dieci. Ballragi nel frattempo stava porgendo a Hiccup il trattato per la sua resa e il Vichingo si mise seduto a leggere. Poco dopo la firmò.

« C’è una cosa che mi preoccupa » Disse dal nulla Hiccup mentre veniva raggiunto da Astrid.

« Solo una Hic? »
« No, ma non penso che mi lascerai parlare a lungo visto la quantità di cose che avrei da dire » La giovane lo guardò sorridendo di lato.

Ballragi che aveva assistito la scena si inchinò appena e si avvicinò a Hiccup.
« Per ringraziarti… per la tua magnanimità… Hiccup Haddock, l’uomo che ci ha incitato a attaccarvi si chiama Drago… »
Tutti i presenti rimasero in silenzio, ognuno scosso. Il primo che diede segnali di vita fu Hiccup che corse fuori dalla Sala Grande.












_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_- Angolo dal futuro -_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-





Scusate il ritardo, ecco il nuovo capitolo! Un bacio ad Alidelvento_10192 come sempre <3

Alla prossima!

Kisssssessss

Hikaru_Tsuki

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Capitolo 8
*** La Riva del Drago. ***





La Riva del Drago.






































Mai casa Haddock fu cosi piena di persone. Ognuno si muoveva, parlava. L’unico in silenzio era l’ormai capo Famiglia, Hiccup.

Lui era in silenzio nella sua stanza e fissava la mappa che aveva aperto per terra.
Aveva chiesto gentilmente di essere lasciato solo per pensare.

Victoria che era seduta sulle scale guardava gli altri cavalieri, ogni tanto partecipava ad un discorso. I gemelli e Astrid per la prima volta erano in sintonia, pensavano e buttavano giù idee per trappole, GambediPesce parlava con Valka sulla questione draghi, come proteggerli. Moccicoso con Skaracchio invece facevano un inventario delle armi e dei cavalieri disponibili. La giovane si sentii di troppo ed in silenzio salì le scale, ricordava bene la richiesta del vichingo ma, da una parte la curiosità, l’altra odiava star lì senza poter far nulla.
« Posso entrare? » Chiese dopo aver bussato, Hiccup alzò la testa dalla mappa e si massaggiò la fronte.
« Certo… tanto stavo per scendere… Che combinano di sotto? »
« Si preparano per la guerra, qui invece che hai combinato? »
Hiccup le sorrise appena stanco, non aveva la più pallida idea di come si combatteva una guerra, suo padre non ebbe mai il tempo di prepararlo. In fin dei conti lui era sempre riuscito a fermarla prima.

« Berk non può reggere un altro attacco di Drago, e non so neanche a chi chiedere aiuto… L’isola dei Grandi Guerrieri? I Paladini con le Ali? Gli esiliati… ci sono anche…»

« La Riva del Drago… »
Victoria sussurrò sorridendo mentre osserva nella mappa l’isola in questione, il giovane si fermò e la guardò.

« Come hai detto? » Victoria sgranò gli occhi, ringraziando ancora la sua pallidità, in realtà Hiccup non le aveva mai accennato l’esistenza, e lei lo sapeva grazie alla serie televisiva.

« GambediPesce mi ha raccontato che avete vissuto per un periodo in quell’isola » Odiava mentire, con tutta se stessa, anche perché veniva subito sgamata, ma Hiccup era perso nei suoi pensieri e non ci fece caso.
« Perché dici l’isola? »
« Beh… ci avete vissuto no? La conoscete come conoscete Berk… sapete i suoi punti di forza… mentre per Drago non sarà nient’altro che un’isola come le altre… potremmo fargli credere che sia l’avamposto o meglio che ti sei nascosto lì per paura… potrebbe credere di averti in pugno, e poi noi beh… Ka boom » Hiccup ascoltò grattandosi la guancia, mentre la ragazza parlava gli frullavano mille idee, finalmente aveva un piano.
Un Terribile Terrore le fu vicino sdraiandosi sopra le cosce.

« Oh ma guarda chi c’è! Cecchino! »
« Ma ciao Cecchino… certo che sei coccoloso! »
Victoria guardò la piccola creatura e le accarezzò la testa.
« Certo che è davvero interessante…»
« Cosa? »
« Lui non si fa toccare proprio da nessuno, nessuno… solo da me… non scherzano quando dicono che sei me… versione donna» La risata di Hiccup fece venire i dubbi alla giovane. Poi le venne l’illuminazione.
« Hic… tu credi nella reincarnazione? » Il ragazzo la guardò pensieroso per un momento.
« A dire il vero no, perché lo chiedi? » Disse, Victoria alzò le spalle sorridendo, non voleva dirgli che sospettava di essere per davvero la sua reincarnazione venuta dal futuro.
« Beh avremmo bisogno di una spia… » Disse dal nulla riferendosi al discorso di prima.

« Ma noi abbiamo già una potenziale spia. » I due annuirono capendosi al volo scesero di sotto.
« Generale Hofferson… Ballragi ha già lasciato l’isola? » Astrid che stava parlando con TestaBrutta si fermò girandosi confusa verso il fidanzato. Scosse la testa cercando di capire il motivo. Hiccup sorrise e guardò in silenzio Victoria, la ragazza annuì e chiamò Fulmine correndo fuori.

« Ma dove va? » Chiese Moccicoso a Hiccup, tutti i presenti erano rimasti confusi.
« Va a fare la spia… Ragazzi si torna alla Riva del Drago. Mamma tu e Skaracchio rimarrete qui… assieme agli altri cavalieri del Team Astrid. Mentre noi… beh noi…»
« Prepariamo un agguato a Drago… ma è geniale Hiccup! » GambediPesce diede una manata sulla schiena del giovane e lui sorrise divertito mentre tossiva.
« Ovvio che è geniale, è un’idea di Victoria. »

-


Victoria volava da qualche minuto sopra Fulmine cercando di trovare l’uomo che cercava, lo vide davanti alla sua barca accarezzando il muso del suo drago gli chiese di volare basso.
« Non ci credo che vuole scappare! Che razza di Capo si nasconderebbe in un’isola?! È una vergogna… te lo dico Fulmine quello scappa da Drago! Che poi nascondersi alla Riva del Drago non è chi sa quanto intelligente… sta ad un giorno di viaggio da qui! » Fulmine guardò per un momento preoccupato la sua cavaliera, più che altro preoccupato per la sua sanità mentale.

« Dai andiamo… che come dice il capo dobbiamo partire… prima partiamo prima arriviamo. »
Victoria vide nel uomo, un macabro sorriso. Era certa che sarebbe andato dritto da Drago, nella speranza di farsi perdonare. Raggiunse gli altri che erano andati ognuno nella propria capanna a prepararsi.
« Bene, ti ho preparato la sacca mentre eri via, se succede qualcosa, mandami un Terribile Terrore, se non succede nulla mandami comunque un Terribile Terrore… se state bene mandami…»
« Un Terribile Terrore » Victoria sorrise a Valka mentre prendeva la sacca che le aveva preparato. La donna si grattò la nuca, un comportamento cosi simile a Hiccup.

« Andrà tutto bene, lo so ma non riesco a non preoccuparmi sia per te che per Hiccup… so che farete la cosa giusta…» La giovane strinse in un abbraccio la donna.
« Torneremmo, te lo prometto mamma. » Per la prima volta l’aveva chiamata così e Valka, dovette trattenersi dal piangere. Un tocco alla sua spalla la fece girare e si ritrovò abbracciata anche da suo figlio. Pochi minuti dopo i cavalieri di Berk erano in volo.

Hiccup era avanti assieme ad Astrid e discutevano assieme a Moccicoso sul motivo per cui erano diretti verso la loro vecchia isola. I gemelli vicino ogni tanto buttavano giù un commento sarcastico sulla paura del moro verso i draghi selvaggi.
GambediPesce si ritrovò sorpreso di avere al suo fianco Victoria ed il suo Furia Tempestosa. Uno dei unici draghi che abbia visto che poteva stare al passo di Sdentato.
« Va tutto bene? » Chiese risvegliando la castana dal suo mondo.

« Cosa? Oh si tutto bene… almeno credo »
« Fammi indovinare… brutto presentimento? »
La giovane lo guardò sorpresa poi sorrise appena.
« Già… bruttissimo»
« Non sei l’unica, anch’io lo sento…»
« Sai Gambe, mi ricordi da morire uno dei miei migliori amici »
« Era grassottello quanto me? »
« Oltre a quello, sapeva rincuorarmi, come un fratello maggiore »
Rimasero in silenzio guardando la gang davanti a loro, pensierosi.
« Con Heather alla fine com’è andata? » Chiese facendo arrossire il vichingo.
« Oh aspetto la sua risposta… ma immagino sia impegnata… o che non voglia »
« Sono certa che sia impegnata… insomma Dagur sposando Mala, non si è spostato a vivere nella sua di isola? »
GambediPesce annuì guardandola attentamente, Victoria non comprese il significato di quello sguardo, si rese conto dopo rielaborando quello che aveva detto.
« Già… Hai proprio ragione… interessante che tu sappia una cosa… che solo noi cavalieri sappiamo… e che sono certo di non avertelo detto. » Victoria si morse con forza l’interno della guancia. Cercando una scusa da inventare. Lui non era Hiccup, che si fidava delle persone. Lui era molto più razionale. « Rispondimi soltanto a questa domanda, sei nostra nemica? »
« Certo che no! »
Il vichingo sospirò tranquillo e le sorrise teneramente.
« Gambe… a dire il vero io…»
« Vieni dal futuro » Victoria rimase in silenzio guardandolo scioccata. Come aveva fatto a capirlo?
« C-Come…?»
« Era il mio sospetto numero due, il primo che tu fossi beh… una spia… il secondo che tu venissi dal futuro, il che mi sembrava assurdo, poi mi sono ricordato che cavalchiamo draghi. » La castana guardò in avanti sentendosi gli occhi arrossire, non sapeva il motivo per il quale si stava per mettere a piangere, forse il fatto che GambediPesce le ricordava davvero tanto Tommaso, le aveva fatto sentire per un momento a casa.

« Ti prego non dirlo agli altri… lo farò… quando saranno pronti » Il giovane vichingo annuì, e Victoria ne approfittò per raccontargli tutta la sua vita.

« Quindi questi Tommaso e Leonardo, sono i tuoi migliori amici…sai quel Leonardo mi ricorda in qualche modo Astrid…» Victoria rimase in silenzio sorridendo di lato, il che ora che ci pensava era vero. Il ricordo della chiacchierata che aveva avuto con Hiccup qualche ora prima stava piano piano dando forma alla sua teoria.
« Sai credo che siamo la vostra reincarnazione, io quella di Hiccup… Tom la tua e beh… Leo quella di Astrid. » Disse senza rendersi conto, il ragazzo al suo fianco si grattò il mento pensieroso.

« Beh avrebbe molto senso, si ha molto senso ora che ci penso. Forse la tua missione è proprio quella di riportare i draghi alla tua epoca, forse Odino stesso pensa che vi meritiate loro. »
Victoria sorrise di lato e rimase in silenzio. Il resto del volo fu tranquillo, si fermarono la notte per riposare e il mattino successivo erano arrivati a destinazione.

« Mi aspettavo di peggio » Mentre TestadiTufo parlava una trave che teneva in piedi quello che era rimasto delle stalle cade producendo una nube di polvere.

Victoria osservava il tutto affascinata, avvicinandosi alla trave caduta riuscì a intravedere l’interno di quello che un tempo era il luogo dove i loro draghi dormivano.

« Bene che aspettate, ognuno pensi a rimettere in piedi la propria capanna! Su, su non procrastinate » Astrid iniziò a spingere tutti verso la foresta.
« Procrastinache? » Moccicoso la guardò confuso. Un colpo di tosse attirò l’attenzione di tutti.
« Procrastinare, differire, rinviare da un giorno a un altro, dall’oggi al domani, allo scopo di guadagnare tempo o addirittura con l’intenzione di non fare quello che si dovrebbe fare. » Victoria rimase colpita da ciò che disse TestaBrutta. Ricordava che ogni tanto i gemelli riuscivano a sparare cose intelligenti. Ma mai lo aveva visto in diretta.
« O… detto volgarmente, cazzeggiare! » TestaBrutta colpì il fratello insultando la sua poca delicatezza e si diresse verso la foresta.
« Victoria, tu puoi usare la capanna di Heather… è vicina a quella di Astrid, la creò il periodo che visse con noi…» La giovane sorrise a Hiccup che si era avvicinato grattandosi la nuca.
« Quando tutto avrà finito… ti racconterò da dove vengo. » Il castano annuì e le scompigliò giocosamente i capelli prima di inseguire gli altri.


« Piccolo colpo, ho detto piccolo colpo quello non era piccolo! » Hiccup sospirò dandosi una manata sulla fronte, aveva chiesto ai gemelli di colpire appena un albero per abbatterlo, ed invece lo avevano dato fuoco a sei alberi vicini.
« Non vedo il problema » Rispose tranquillamente TestadiTufo.
« Già, che c’è di più rilassante che dare fuoco a qualcosa? »
« Un sacco di cose! » Ripose il castano alla domanda retorica di TestaBrutta. Hiccup stava per imprecare quando una risata divertita lo blocco.

« Non è il momento di accusare i gemelli, fratello! » Victoria che nel frattempo aveva chiesto a Fulmine di sbattere le ali per abbassare le fiamme, ridacchiava ancora verso la disperazione del giovane capo.
« Finalmente qualcuno che ci protegge. » TestaBrutta sorrise fiera, ma lo sguardo di Victoria le fece spegnere il sorriso.
« Lo faremmo dopo… oh eccome lo faremmo, avremmo un sacco di tempo per accusarli, ora risolviamo il casino… terminiamo di riparare il riparabile e andiamo a riposarci.» TestadiTufo sbuffò verso la giovane, che era riuscita nel frattempo a spegnere le fiamme.
« Sorella, quella lì sul serio è “Hiccup il Ritorno”… »
« Beh si, ma non è come lui… lei ci trova divertenti… credo »
« Vero, Hiccup non ride quasi mai. »
« Lo sapete vero che sono ancora davanti a voi, giusto? » Hiccup sospirò di nuovo e volò via con dei tronchi.

« Per la cronaca… Vi adoro » Sorrise Victoria prima di seguire il castano con altri tronchi.

« Sorella, quella lì d’ora in poi è sotto la nostra protezione. »
« Già, la adottiamo prima che lo faccia Hiccup? » TestadiTufo sorrise alla sorella e ripresero ad abbattere altri alberi.

Ci misero una giornata intera di lavoro, e la sera stanchi, poterono usare la capanna centrale come i vecchi tempi. Seduti intorno al punto fuoco, ognuno con un pezzo di carne, ascoltavano le storielle divertenti dei gemelli, ridacchiando spensierati. La sera quando la luna era alta nel cielo, si diedero la buona notte, ed ognuno si diresse verso la propria capanna, tutti tranne Astrid e Hiccup che seduti davanti alla capanna del ragazzo guardavano il paesaggio, dietro di loro Sdentato dormiva beatamente accanto a Tempestosa.

Non dissero niente, seduti vicini, ogni tanto si guardava e si baciavano, come i vecchi tempi.

Dopo alcune ore, la ragazza si alzò e si diresse verso la propria capanna, vide quella che era di Heather ora occupata da Victoria illuminata, sorrise e le sussurrò la buona notte prima di andare a dormire.














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Capitolo 9
*** L'Alba della Battaglia ***





L’Alba della Battaglia.






































Trovava esilarante vedere il proprio proprietario cadere a terra. Principalmente se era buttato di mal modo, a seguito di una idiozia.
ZannaCurva sdraiato, lo osservava mentre si rialzava, alzava i pugni… e ricadeva a terra.

Fulmine che gli era vicino alzò un sopracciglio, trovava bizzarro il rapporto dei due. Erano come fratelli, bisticciavano, discutevano, ma si volevano bene.

Lui invece, ogni volta che vedeva la sua umana cadere a terra tratteneva a stento la voglia di saltare sopra uno di loro e attaccarli. Gli altri, sembravano tranquilli osservando i loro amici combattere, perché lui no? Chiuse gli occhi ricordando il brutto periodo che aveva vissuto prima di Victoria, scappare dagli umani che volevano per fallo lottare in quel posto orribile… La fame… odiava il fatto che non fosse capace di cacciare, perché lui cresciuto tra le sbarre non aveva mai vissuto come un vero drago, ma bensì come oggetto, aveva capito che non mangiando non potevano farlo combattere, lo liberarono quando lo videro magro come uno scheletro, credendolo malato di qualche malessere, conobbe Victoria tre giorni dopo, e non riusciva a non esserle grato. Lo aveva portato a Berk, grazie a lei aveva conosciuto Sdentato che con la sua pazienza degna di un Alpha gli aveva insegnato in poco tempo tutto quello che lui non sapeva. Uno sbuffo attirò la sua attenzione e lui apri gli occhi, la sua cavaliera era per terra e ridacchiava.
« Questa volta c’ero quasi! » Strinse la mano di Astrid e si alzò.

« Si questa volta, mi hai quasi sfiorata, sono gran passi in avanti » Le rispose mentre si rimetteva in posizione di guardia.

« Già che ti ho quasi sfiorato per me significa che riuscirò a evitare di avere un altro buco allo stomaco. » Victoria sorrise, era tutta sporca di terra, attorno a sé, i cavalieri divisi in coppie si allenavano, tutti tranne Hiccup, che era da qualche parte con Sdentato per riempire le riserve di cibo e di acqua. Astrid sorrise appena e si fermò.

« Basta, pausa » La castana non ebbe il tempo di chiederle il motivo che qualcosa di grigio le fu addosso, leccandole la faccia allegra, Victoria cercava di non ridere.
« Fulmine lo sai che non si leva! » Appena libera la ragazza, ritrovandosi appiccicosa sorrise malignamente al proprio drago che preoccupato indietreggiava. In pochi secondi la ragazza saltò sopra il suo muso e cercò di pulirsi su di esso. Gli altri spettatori ridevano divertiti la scena, la pausa durò altri tre minuti e ripresero ad allenarsi.

Victoria alla fine riuscì per davvero a sfiorare la spalla di Astrid, e per lei fu come vincere una medaglia di oro alle olimpiadi. Il fatto che fosse il Generale di Berk, confermava solo quello che tutti sapevano, Astrid era l’essenza stessa del combattimento, l’agilità e la furtività non erano che la superficie. La sera, si ritrovarono di nuovo attorno al punto fuoco, Hiccup era tornato da poche ore e si faceva raccontare quello che avevano fatto durante la sua assenza, sorrise fiero a Victoria quando Astrid rivelò che alla fine era riuscita a sfiorarla mentre si girava. Il vichingo sapeva quanto era difficile combattere contro Astrid, lui stesso a malapena riusciva a resistere oltre un minuto contro di lei. Come la sera precedente tutti andarono a dormire quando la luna era alta, Hiccup e Astrid seduti davanti alla capanna di quest’ultimo guardavano le stelle.
« Sai… una parte di me è felice di essere qui, dico… qui è dove è nato tutto » Hiccup strinse la sua amata in un abbraccio di lato.

« Già, il nostro primo bacio… quando ti sei dichiarato… quando ci siamo messi insieme…» La giovane girò il viso e lo baciò sulla guancia. « Sei preoccupato non è cosi? »
« Come non posso? Quel individuo non ha pietà Astrid… se vuole combattere… è perché ha qualcosa che sa potrebbe portarlo alla vittoria… non attaccherebbe mai per puro piacere. » Astrid rimase in silenzio pensando.
« Non sei solo ricordi? » Lo baciò prima di alzarsi per andare a letto, vide di nuovo la capanna di Victoria illuminata e decise di controllarla.

Entrando appena vide la ragazza china su un libro, Fulmine le era sdraiato intorno come se la proteggesse. La vichinga bussò appena attirando l’attenzione di entrambi.

« Disturbo? »
« Astrid! Ovvio di no, hai finito di amoreggiare con Hiccup vedo… » Victoria si alzò stiracchiandosi, fu in quel momento che Astrid notò una cosa in particolare. Fulmine seguiva ogni movimento di Victoria con uno sguardo preoccupato. Se non fosse per il fatto che quello sguardo le era molto famigliare, non avrebbe mai capito cosa stesse succedendo. Si ricordava da bambina che era lo stesso sguardo che aveva Sdentato i primi giorni in cui Hiccup usava la protesi.
« Victoria…»
« Si? »
« Levati la maglietta. »
Victoria rimase in silenzio e alzò la maglietta. La ferita cucita dalle agili mani di Gothi, aveva un colorito strano. Astrid, alzò lo sguardo verso l’amica e si diede mentalmente della stupida per non aver notato prima quanto fosse pallida, era palese che aveva bisogno di riposo, ed invece le aveva chiesto di esercitarla nel combattimento.

« Victoria… io…»
« Astrid, sto bene. Devo solo applicare ogni giorno quella crema puzzolente che Gothi mi ha passato »
Per quanto Victoria cercasse di tranquillizzarla, la giovane vichinga non riusciva a darsi pace. La salutò con il capo chinato e si diresse verso la sua capanna.
Il giorno successivo si diresse subito da Hiccup. Il ragazzo era chino sul suo tavolino e stava firmando delle pratiche che si era portato da Berk, accanto ogni tanto scriveva su un libro i suoi appunti.

« Hiccup posso entrare, cosi ti posso spiegare nei minimi dettagli quanto tu sia un idiota»
« Ho qualche scelta? » Il giovane alzò lo sguardo sospirando, dentro cercava di pensare cosa mai avesse fatto di sbagliato.
« No. » Astrid stringeva i pugni mentre entrava con tutta la calma del mondo. Rimasero in silenzio e la ragazza si fermò davanti alla scrivania, il castano la guardava appena preoccupato.

« Hic vieni qui »
« Perché ? »
« Vieni solamente qui. »
« No no, conosco quel tuo tono di voce vuoi picchiarmi » Se non fosse per la situazione la ragazza si sarebbe messa a ridere, o almeno a sorridere. Amava quel senso ironico del fidanzato, ma a volte lo odiava perché non riusciva ad essere seria con lui.

« Allora dammi quel libro» Disse semplicemente stendendo la mano verso di lui, indicando il libro che usava per scrivere i suoi appunti.
« Solo se prometti di non usarlo per uccidermi» Hiccup sapeva che sarebbe finita cosi. Ma da idiota innamorato che si sentiva di essere le aveva passato il libro e ora si stava proteggendo dai colpi della ragazza. Stava per chiamare aiuto quando la vide fermarsi.

« Ti sei reso conto che Victoria ha ancora un buco nel fianco vero? Perché l’hai lasciata venire con noi? Eh? Ed io come un’idiota ieri l’ho messa sotto con gli allenamenti… Se lei dovesse…» Il giovane sorride di lato e strinse la sua amata in un abbraccio.
« Victoria è una vichinga ormai, se le avessi detto di rimanere ferma avrebbe trovato un modo per venire, lo sai bene. Per la questione dell’allenamento… As, stiamo per affrontare una guerra. Capisco la tua preoccupazione ma se lei non ha nessuna base morirebbe. » La bionda rimase zitta, osservando il libro che aveva ancora tra le mani.
« Hai ragione » Hiccup stava per replicare con una delle sue battute sarcastiche quando la giovane alzò una mano.
« Chiudi il becco »
« Non ho detto nulla! »
« Chiudilo lo stesso! »
« Non hai nessuno potere su di me sono il capo ricordatelo! » Hiccup si era allontanato e aveva incrociato le braccia al petto serio.
« Sei davvero sicuro? » Astrid sorrideva malevolmente, ed il giovane si rese conto troppo tardi di aver fatto un errore madornale.


-


« Perché Hiccup sanguina? » Victoria guardava confusa il giovane capo, che si teneva un panno sul naso.
« Perché è un idiota » Astrid le sorrise appena osservando anche lei Hiccup.
« Non sapevo che l’idiozia facesse uscire dal nulla il sangue dal naso » La castana sorrise all’amica immaginandosi come mai il giovane si lamentava.
« Potrebbe essere un nuovo fenomeno » Le due si guardarono in silenzio e scoppiarono a ridere. Hiccup girò il viso verso di loro e aggrottò la fronte confuso, appena comprese che ridevano di lui sbuffò contrariato.

GambediPesce entrò fermandosi un attimo per guardare Hiccup poi alzò le spalle e si diresse verso le ragazze.

« Victoria posso parlarti un attimo… del libro che ti ho prestato ieri? » La giovane in questione annuì è salutò tutti prima di seguirlo.

« Sarò sincero, non mi piace il tuo piano. » Victoria sorrise mentre entrava nella capanna di GambediPesce. I due avevano scelto un codice comune per incontrarsi, ed inoltre la giovane sapeva che da lui non sarebbe entrato nessuno.

« Lo so, ma sai anche tu che è quello migliore » Il ragazzo si grattò la guancia pensieroso. Infondo lei aveva ragione, ma sapeva bene che poi chi rischiava di essere linciato da tutti era lui.

« Controllare la zona… tipo spia incognito… lo sai vero che in mazze e artigli la spia muore sempre vero? » Victoria sorrise appena, quel sorriso preoccupò da morire il biondo. « Tu… »
« Se intendi dire che so che sto per fare una cosa che ha il buon ottanta percento di probabilità… anzi facciamone il novanta, di venir uccisa, o peggio torturata… Si. Lo so, ma non sarò sola. C’è Fulmine… Anche se non sa del piano ».

GambediPesce aprì la bocca senza dire nulla, ma dentro pensava con stupore che quella davanti a lui era davvero la reincarnazione di quel pazzo di Hiccup.

« Quando vuoi…? »
« Tra poco, ho già tutto pronto, ieri ho studiato le mappe che mi hai passato e ho in mente un percorso. Tu… beh tu tienili occupati, se non torno nel pomeriggio… è stato un onore averti conosciuto. » La giovane strinse l’amico in un abbraccio ed uscì ancora prima che potesse parlare.

Si incamminò verso la sua capanna ripassando a mente le cose che avrebbe preso con se. Fu sorpresa di trovare Fulmine che seduto la osservava con curiosità. Lei era quasi sicura che a quell’ora il suo fidato amico stesse mangiando con gli altri Draghi.

« Hey campione, andiamo a fare una piccola missione ti va? » Fulmine si avvicinò a lei e annusò il fianco ferito, la ragazza la mattina stessa aveva messo la crema ed ogni tanto la Furia Tempestosa sentiva i suoi gemiti di dolore.
« Sto bene, nell’impasto c’è anche saliva di Furia Buia, Gothi ha detto tempo due settimane e sarò nuova di zecca » Victoria gli accarezzò il muso e con calma si preparò la borsa. Sul tavolo c’era la lancia che Hiccup le aveva regalato due giorni prima, poco prima di partire verso la Riva. Victoria la prese e la divise in due, per non attirare l’attenzione mentre volava con Fulmine. Voleva far intendere che voleva fare dei giri col suo drago nulla di più. Hiccup non poteva dirle nulla, lui stesso ogni tanto spariva per volare su Sdentato.
Pronta la giovane sospirò, chiuse la sacca sulla sella di Fulmine ed uscì dalla capanna.
« Volo prima di pranzo? » Victoria si girò verso Hiccup che ancora si teneva il panno sul naso.
« L’hai irritata molto questa volta non è cosi? » Il giovane rise divertito mentre se lo toglieva, Victoria vide il naso già a patata leggermente gonfio.
« Già… le ho detto che sono il capo e che non mi può zittire. » La giovane scosse il capo ridendo divertita mentre saliva ingroppa a Fulmine. « Victoria… »
La ragazza stava per far partire il suo drago quando la voce del amico la fermò, lo guardò preoccupata e lo vide abbassare il capo.
« Fai attenzione »
« Sempre. Ci vediamo dopo, fai il bravo e ricorda ad Astrid quanto tu la ami »
Hiccup sorrise appena e si diresse verso la capanna della sua fidanzata. Victoria sospirò e sussurrò a Fulmine di partire.

Il viaggio durò qualche minuto, anche perché Victoria li incontrò a metà strada. Erano tre navi, piene zeppe di draghi in trappola, le riconobbe per via del simbolo sulla vela. Prima di iniziare la sua fanfiction aveva passato ore e ore ad osservarla. Ed adesso, lo vedeva. Drago Bludvist riusciva ad essere più terrificante dal vivo. Aveva lo sguardo serio davanti a se, e grazie a Dio non guardava in alto, anche perché Fulmine essendo grigio passava molto inosservato tra le nuvole.
« Che piani avrà… » Sussurrò la giovane tra se, quando vide che l’uomo teneva su una mano non una ma ben due catene che andavano sotto acqua, si ricordava che nel film teneva così la grande bestia. Lo vedeva che urlava, che muoveva il braccio indicando la direzione da dove lei era venuta, secondo i suoi calcoli ci avrebbe messo qualche ora per arrivare alla Riva. Doveva agire velocemente.
« Fulmine, colpiscilo, spaventiamolo e corriamo dai altri… li dobbiamo avvisare. » Il drago osservò l’uomo e ne ebbe quasi il timore, aveva sentito le storie su di lui, di come avesse portato Sdentato a commettere un omicidio, se poteva fare cose di quel genere, non osava immaginare cosa avrebbe ordinato di fare alla sua cavaliera.

Il drago, scosse il capo e si buttò verso la sua direzione, con un colpo al plasma simile a quello di Sdentato sorprese l’uomo, ma Fulmine non aveva la stessa mira di Sdentato ed infatti colpì l’uomo ai piedi. Victoria impallidì quando Drago alzando il capo la vide, sorrideva sadicamente, era distratta da quello sguardo che non vide le frecce che volavano in direzione di Fulmine, quando lo vide guaire di dolore, scosse il capo interrompendo il contatto visivo col nemico. Dovevano tornare in fretta, perché la ragazza era certa che quelle frecce erano intrise di Midollo di Drago. E se non ricordava male ci mettevano qualche minuto ad agire. Appena mise piedi sulla Riva, Fulmine le svenne ai piedi, vide GambediPesce correrle contro e fu certa che aver combinato un pasticcio.






_-_-_-_-_- Angolo del futuro -_-_-_-_-_-


Un bacio ai tutti, e beh, stiamo arrivando al culmine della storia, Drago è apparso, e Victoria ha appena combinato un guaio… Spero di concludere la storia prima di natale come regalo a voi!

Un saluto va a Alidelvento_10192 sempre dolce e alla new entry Sakurawolf18! Non esitate a farmi domande ;)

Baaaaaaci

Hikaru_tsuki









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Capitolo 10
*** La Caduta di Hiccup Haddock ***





La Caduta di Hiccup Haddock







































« Oh no. »

Hiccup che era pigramente sdraiato vicino a Sdentato, dopo giorni se no mesi che non aveva scartoffie da leggere, o accordi da scrivere, o abitanti da controllare, si godeva finalmente la lettura di un testo sui draghi quando Astrid attirò la sua attenzione.
« È un oh-no-i-gemelli-hanno-dato-fuoco-a-qualcosa, o un oh-no-i-cacciatori-di-draghi-ci-stanno-attaccando? » Chiese il giovane alzando un sopracciglio, già iniziava a salutare la sua minivacanza, Sdentato sbuffò contrariato, anche lui si stava riposando, a modo suo.
« Oh no, è sparita Victoria! » Astrid vide il giovane cambiare espressione dal confuso al preoccupato e lo vide correre come poche volte nella sua vita fuori dalla capanna. Corsero entrambi in quella della castana che sembrava sparita e cercarono qualche traccia. Hiccup uscì fuori maledicendo sé stesso. Come poteva essere stato così sciocco da non capire gli istinti suicida di quella pazza? Si passò una mano sulla fronte, dentro di sé sentiva crescere un’ansia nuova. Se lei fosse stata catturata da Drago? Se l’avesse uccisa? Cosa avrebbe fatto?

« Hic…» Astrid lo rassicurò, il giovane stava per dirle qualcosa quando vide un Moccicoso correre verso la sua direzione.
« Gambe…Victoria… Fulmine… Veleno…» Moccicoso cercava ancora di riprendere il fiato quando vide i due correre verso la direzione da cui era venuto, li maledisse a bassa voce e riprese a correre dietro a loro.

Victoria era seduta e nel suo grembo Fulmine aveva poggiato la testa. GambediPesce stava in silenzio mettendo una crema su un punto della zampa del drago, dove poco prima usciva del sangue. Hiccup si avvicinò ai tre preoccupato come mai in vita sua, era pronto a sgridare Victoria quando la vide cantare a bassa voce per tranquillizzare Fulmine, il Capo di Berk si inginocchiò davanti alla ragazza e mise la mano sulla sua spalla.

« Stanno arrivando Hiccup, tre navi piene zeppe di draghi da combattimento. Questione di ore. » Victoria non diede tempo al ragazzo di parlare, alzò il capo e tutti videro le scie di lacrime sul suo viso. Astrid che era vicina in silenzio si era girata, fischiò per chiamare Tempestosa e le disse di portare via Fulmine. Hiccup attese di vedere sparire il drago ferito prima di girarsi verso la ragazza ancora seduta per terra. Nel frattempo i gemelli li avevano raggiunti curiosi dopo aver visto Moccicoso correre disperato.

« Hai fatto una cosa spericolata, se ti avesse preso? Cosa avresti fatto? Loro, Victoria… » Disse indicando tutti i cavalieri. « Sanno cosa fare in momenti come questi, sanno le procedure, tu… tu non ancora una di noi, te ne rendi conto? »
« Ti rendi conto tu Hiccup, che ho fatto una cosa che nessuno ha pensato di fare? Ho portato informazioni per quando… Tu non vuoi combattere » Victoria aveva alzato lo sguardo e si era fermata quando vide lo sguardo di Hiccup perdersi.
« Victoria, tu non hai nessun diritto…»
« Hiccup, Drago Bludvist è un pazzo pericoloso! Senza coscienza ne pieta! Lui vuole la guerra! E guerra avrà… non puoi cambiare il suo modo di pensare e lo sai, devi batterlo. Punto. » Aveva usato le stesse parole di Stoick, e ne vide l’immediato effetto. Il viso del giovane si scurì ancora di più. Poi dal nulla sorrise di lato.

« In tal caso, piano di combattimento uno. » Disse sorprendendo la ragazza, gli altri che erano rimasti in silenzio annuirono.

« Piano di combattimento uno, è quello che bruciamo tutto? O è quello che esplodiamo tutto? » Chiese TestadiTufo attirando l’attenzione, Moccicoso gli diede una gomitata.

« Nessuno dei due, Gemelli voi, e Astrid trappole. Gambe tu e Moccicoso il centro, e Victoria tu con me. » Victoria in silenzio si era alzata mentre gli altri guerrieri annuivano iniziando ad allontanarsi.

« Tu… Avevi un piano e mi hai tenuta all’oscuro? » A quelle parole tutti si fermarono per guardare la castana che ora guardava con rabbia il giovane Capo di Berk.
« Si, è cosi. » Rispose semplicemente mentre la guardava serio, per un momento sembrava Stoick. Sicuro, saggio. Buono ma allo stesso tempo temibile.

« E perché se posso sapere, capo? »
« Ti devo ricordare che hai un buco su un fianco?»
« Cosa? Sta scherzando spero…» Quando vide che nessuno parlava, la giovane rise. Rise istericamente. « Io… vado in avanguardia per vedere se stavano arrivando, rischio la vita del mio drago e scopro che mi nascondono un piano di attacco…»

Hiccup sospirò prima di metterle una mano sulla spalla.

« La prossima volta che avrai in mente un piano rischioso… non parlarne con GambediPesce. Lui non sa mantenere i segreti… Canta che è una meraviglia. » La giovane sgranò gli occhi poi si girò per guardare il ragazzo in questione e lo vide che fischiettava mentre si allontanava.

« I-Io…»
« Sei stata valorosissima, non lo metto in dubbio. Anzi. Ma devi capire Victoria, che non sei tu il capo. Sono io, per quanto io non sia ancora del tutto abituato a questa vita, è questo il mio destino. Sul serio siamo stati fortunati che non ti abbia preso, ma la prossima volta avverti me. Ora ho bisogno di te come spalla per distrare Drago. » Victoria rimase in silenzio mentre Sdentato si era avvicinato e aveva fatto segno ai due di avvicinarsi. Hiccup baciò sulla fronte Astrid che aveva aspettato in silenzio poi accontentò il drago. Victoria stava per fare lo stesso quando si sentii tirata per un braccio.
« Non fare altre idiozie, e non lasciare che loro due facciano idiozie. » La castana sorrise ad Astrid e annui prima di avvicinarsi al drago, gli altri si erano allontanati ognuno sulla groppa del proprio drago. Tranne i due castani.

Sdentato si teneva al centro dei due e aveva lo sguardo fisso verso l’orizzonte, e Victoria doveva ammettere che era la prima volta che lo vedeva cosi serio, davvero sembrava Hiccup. Rimasero in silenzio finché non videro un punto nero in lontananza.
« Avevi detto che erano questione di ore »

« Ed era cosi… Ma mi sono dimenticata di dirti una cosa…» Hiccup guardò Victoria serio e preoccupato.
« Aveva in mano due catene. »

-


Valka aveva sempre sostenuto di essere una madre al quanto incapace. Non era presente durante la crescita di Hiccup. Se uno le chiedeva le fasi di un drago sapeva rispondere in tre secondi, o forse in meno ma bambini umani? Che il buon Thor la benedisse. Già dalla gravidanza di Hiccup si era resa conto che sarebbe stata un disastro, Stoick invece sembrava nato per essere un padre. Lo aveva visto da come si comportava con i bimbi. Lei era quella negata, che quasi non li supportava, loro è i loro piangere sempre, ma si stava ricredendo con Hiccup. Cosi mansueto di notte, ma poi Saltanuvole l’aveva rapita, e aveva perso l’opportunità di essere una madre.

Ma si stava ricredendo con quella ragazza, cosi solare, testarda e dolce. Si sentiva madre di nuovo, no che non sentisse Hiccup suo figlio, solo che il ragazzo essendo cresciuto senza madre, non era abituato a sentire dell’affetto femminile, che non sia quello di Astrid. Mentre con Victoria, era palese che avesse dei problemi con la propria madre, che ne sentisse l’enorme bisogno di essere amata, e le veniva naturale farlo.

Volavano da ore verso la Riva del Drago. La donna era terribilmente preoccupata visto che non aveva ricevuto nessun messaggio. Aveva atteso ben tre giorni, e non ricevendo nulla aveva letteralmente trascinato Skaracchio fuori dalla fucina e lo aveva costretto a partire assieme a lei. Il vichingo le prime ore si era lamentato, ma vedendo quanto era agitata, non riuscì a non pensare a Stoick, poco prima che la incontrasse dopo anni. Come era ansioso che Hiccup fosse nei guai. Solo che ora la donna non era preoccupata solo per suo figlio, ma anche per una giovane venuta dal nulla.

« Com’era Hiccup, da bambino? » Skaracchio era perso in quei ricordi, dovette sbattere gli occhi varie volte per assimilare la domanda prima di rispondere.

« Diverso, non sai quante volte Stoick si lamentava con me, usava sempre la storia della pesca. »
« Pesca? »

« Oh si, diceva sempre che quando lui andava a pesca… Hiccup andava a caccia di Troll »
Valka sorrise divertita chiudendo gli occhi al pensiero, di un piccolo Hiccup che correva divertito lungo i prati urlando e ridendo. Come si incolpava di essere stata assente…
« Ovviamente lui era sempre solo, nessuno voleva stare vicino a lui… combinava un guaio dopo l’altro cosi Stoick me lo ha affidato » La donna apri gli occhi sorpresa.
« Come? » Non riusciva a credere che suo figlio, il ragazzo che a Berk tutti pendevano dalle sue labbra fosse stato un emarginato da bambino.

« Eh già, chi lo avrebbe mai detto eh? Con la testardaggine, presa da te aggiungo, ha fatto cambiare idea a tutti »
Valka sorrise e riprese il silenzio, mancava poco al loro arrivo, già si stava preparando un discorsetto ad entrambi quando vide poco avanti una nave, il suo cuore perse un battito. Incitò Saltanuvole già immaginando di chi fosse, e temete di essere arrivata tardi.


-


« Guarda, guarda hai una sgualdrina ora, Haddock? » Hiccup strinse con forza i pugni. Drago era sceso dalla sua nave con tale sicurezza che il giovane per un momento credette di rivivere gli avvenimenti di un anno prima. Solo che questa volta non aveva speranza, beh quella l’aveva sempre, non era lo stesso ragazzino, aveva un villaggio a cui badare. Prima il suo unico obbiettivo la mattina era volare con Sdentato, scoprire nuove terre, segnarle sulla mappa. Ora invece, mentre osservava quella cosa che si avvicinava, pensava a cosa dire, a come combatterlo. A modo suo.

« Drago, ti presento mia sorella, Victoria. » Disse cercando di mantenere tutta la calma possibile, la ragazza in questione lo guardò confusa, certo affettuosamente si chiamavano così ma dirlo ad un potenziale assassino che erano fratelli, era un grandissimo passo in avanti.

« Un’altra Haddock… sarà più divertente quello che vi farò fare allora. » Victoria lo sapeva che c’era qualcosa che non andava, l’uomo urlò in quel modo spaventoso e dall’acqua uscì fuori la sua creatura, la specie Alpha grigia senza un corno. Sdentato che era al loro fianco ringhiò furioso, la sua schiena divenne azzurra, ed era pronta all’attacco.

« Drago, non sei cosi stolto da attaccarci due volte sapendo già che fallirai, se sei qui hai un contendente valoroso non è cosi? » Hiccup attivò Inferno e fece un passo in avanti verso l’uomo lasciando sia Sdentato che lei dietro, i due per un momento si guardarono confusi, non era da Hiccup essere così sicuro e intraprendente, certo si divertiva a modo suo stuzzicare il nemico deridendolo, ma puntare la spada verso di lui? Quello era più un comportamento da Astrid. Senza pensare due volte, Victoria fece due passi in avanti superando Hiccup.

« Sai, sei più spaventoso dal vivo, ma dico io il sonno lo conosci? Sai che rende più belli… tu cosi spaventi più di un drago selvaggio. Ah no aspetta… ma tu sei un Drago! » Ci fu un momento di silenzio, dove tutti i presenti guardarono sorpresi la ragazza, il primo a romperlo fu Sdentato che iniziò a ridere con dei suoni gutturali, Hiccup tossì una risata, ma quello che soddisfò la ragazza fu il viso contrariato di Drago.
« Come osi tu… »
« Oso, oso eccome, forse è sangue Haddock, sfottere è il nostro compito, Hic che ne dici se lo usiamo come motto di famiglia, “Sfottiamo ma con Cura.” » Hiccup questa volta non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata.

« Io, sono Drago Bludvist, il vero domatore di draghi, loro mi obbediscono. Urlo fino a perdere la voce ma ehi, sono un tipo tosto » Questa volta fu il turno di Victoria a ridere mentre Hiccup gonfiando il petto si era messo a camminare avanti ed indietro, cercando di imitare la voce bassa e tenebrosa del loro nemico.

« Hic-cup, portami rispetto, io incuto terrore! » Victoria anche lei imitando la voce di Drago non riusciva a smettere di ridere.

« Guarda, guarda, Drago che viene deriso da due mocciosi! » Quella voce smise di far ridere i due giovani, Ballragi si stava avvicinando con un sorriso sadico.
« Ed ecco che arriva, Ballragi, l’uomo dai piedi piatti. » Sbuffò la giovane, Hiccup riprese a ridere divertito.

« Che poi che nome è Ballragi? »
« Forse perché racconta un sacco di balle, e ama i raggi del sole? Sai ce lo vedo che insegue le farfalle mentre i suoi soldati lottano fino al ultimo sangue. »
« Io non inseguo le farfalle, io le mangio » Disse l’uomo in questione facendo ridere ancora di più i due giovani.
« Sono cosi tosto che mangio le farfalle! » Lo derise Victoria, e per Drago Bludvist fu il colmo, urlò di nuovo e dall’acqua uscì fuori un’altra grande bestia. Come quella che badava Valka, solo grande la metà. I due giovani indietreggiarono, l’ilarità di quel momento si sgretolò.

«Com’è possibile…» Il giovane Capo di Berk in quel momento non sapeva se essere preoccupato o meravigliato alla vista di quella creatura.

« Sai Hiccup, ho imparato molto dall’ultima volta… devo ammetterlo, i draghi sottomessi non sono cosi utili quanto dei draghi devoti… Ho salvato questo piccolino da un’isola, era abbandonato, spaventato… e lui mi ha mostrato una cosa che nessuno sa… Come ricordi, il mio campione poteva controllare i draghi, questo qui invece controlla sia i draghi… che i suoi cavalieri. » Drago aveva iniziato a camminare attorno ai due ragazzi, Sdentato stava per sputare sull’uomo quando esso urlò verso la piccola Grande Bestia. Victoria sentiva la pelle d’oca, non si muoveva. L’uomo indicò poi Hiccup e lui confuso indietreggiò. « Sarà divertente vedere come uccidi il tuo drago. »

Il giovane cadde in ginocchio tenendosi la testa, un rumore assordante regnava in quel momento, solo che Victoria lo sentiva come un fischio di un treno fastidioso, ma sopportabile, mentre Hiccup per lui erano peggio di una pentola a pressione su ogni orecchio, cercava di resistere di essere se stesso, poi perse le forze e tutto gli divenne nero.
Victoria lo vide che si alzava, aveva il capo abbassato.

« Hic… fratello… tutto bene? » Un calcio la fece perdere l’equilibrio, Hiccup con la gamba di ferro l’aveva colpita all’altezza dello stomaco, poco vicino alla ferita e Victoria quasi svenne dal dolore.
Poi si girò verso Sdentato, buttò la spada di fiamme per terra e prese il coltellino che si teneva sulla manica sinistra dell’armatura. La Furia Buia cercava di farlo tornare in se, cercando di comunicare con i suoi tipici versi ma il ragazzo si avvicinava sempre di più. Sdentato era certo che non fosse in lui, perciò non lo combatté, abbassò il capo. Era giunto il momento che Hiccup vendicasse il padre, il drago lo sapeva che prima o poi sarebbe successo e perciò chiuse gli occhi. Il colpo gli arrivò sullo stomaco e urlò di dolore, vide Victoria che strisciava verso di lui, la sua ferita si era riaperta e gemeva mentre si avvicinava. Hiccup stava per afferrargli un secondo colpo quando qualcosa si buttò sopra il drago.
« Ma io dico, ragazzo… che diamine fai? » Skaracchio, sorrise di lato mentre il coltello di Hiccup affondava sul suo petto. In quel momento Drago fece interrompere il controllo del suo drago. Sorrise vittorioso quando vide il ragazzo cadere in ginocchio piangendo disperato, mentre quello che per lui era un secondo padre si avviava sempre di più verso l’altra vita. Valka che arrivò in quel momento urlò e corse verso l’uomo cercando di salvargli la vita.
« Bene, Haddock. Pronto per la tua resa? » Hiccup si guardò intorno a se, Victoria era riuscita ad avvicinarsi strisciando, la vide piangere sul corpo di Sdentato che sembrava non respirare più. Sua madre singhiozzava su quello di Skaracchio, che ancora combatteva contro la morte.

« Sia… Hai vinto Drago. »






_-_-_-_-_- Angolo del futuro -_-_-_-_-_-


Zan Zan Zaaaan

Chi sa cosa accadrà nel prossimo capitolo?

Baaaaaaci

Hikaru_tsuki









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Capitolo 11
*** Il Piano ***





Il Piano.










































Qualcosa non andava, se lo sentiva dentro. Perché non sentiva nessun rumore? Suo fratello al suo fianco si stava scaccolando mentre sbadigliava. Osservarlo le venne di sbadigliare a sua volta, e alla fine non resistette. Astrid che era con loro scosse la testa sbuffando un insulto ai due. TestaBrutta sbuffò a sua volta e si avvicinò all’amica, Rutto e Vomito erano sdraiati vicino a suo fratello mentre uno russava l’altro sbavava. Tempestosa era rimasta col drago ferito di Victoria, ed in parte TestaBrutta si trovò ad ammirare la sicurezza della vichinga anche senza il drago. Poi si ricordò che lei era tosta ancora prima dei draghi e sbuffò una risata.

« Basta, non ne posso più vado a controllare la riva… voi rimanete qui » TestadiTufo quasi saltò sul posto quando il Generale Hofferson parlò.

I due non ebbero neanche il tempo di replicare che erano rimasti da soli.

Astrid stringeva con forza la sua fidata ascia, era a pochi centimetri dall’arrivare a destinazione quando un rumore la fece scattare, se non fosse per l’urlo effemminato di Moccicoso, Astrid avrebbe tagliato di netto la testa a GambediPesce.
« Ma che Hel ci fate qui?! Non dovevate badare alla base? » Astrid abbassò la sua arma, da dietro i due apparvero i gemelli.

« Stiamo andando a controllare perché non ci hanno ancora attaccato… Victoria ha detto di aver visto tre navi, no? » Le rispose GambediPesce e la giovane sospirò.
Almeno se era una trappola sarebbe finita assieme a loro.
Diede gli ultimi passi e si bloccò.
« Astrid ma perché… oh no » TestaBrutta si coprì la bocca. Quella era l’immagine che non si sarebbe mai aspettata di vedere.

Hiccup in ginocchio davanti a Drago, Victoria che si teneva il fianco vicino a Sdentato singhiozzava senza freno, ed infine ciò che la colpì più di tutto fu vedere Valka che stringeva al grembo Skaracchio. I cavalieri erano immobili a quella visione, tutti i loro sogni, le loro speranze erano svanite.

« Sia… Hai vinto, Drago » Quelle parole dette da Hiccup diedero il colpo di grazia a tutti i presenti, ciò che smosse Astrid fu un oggetto che volava verso la direzione di Drago, confusa riuscì a muovere il capo e vide che era la lancia di Victoria, la giovane aveva avuto la forza di tiragliela e l’uomo ridendo la spezzò in due appena essa si conficcò nel braccio finto.

« Alzati Haddock verrai con me, andremmo a Berk e li consegnerai tutti i tuoi amati draghi. » Astrid fece un passo in avanti, Hiccup la vide e non riuscì a resistere al suo sguardo.

« Cavalieri, venite con me » Disse alzandosi, i nuovi arrivati si avvicinarono. Indecisi se seguire davvero o no le sue nuove indicazioni.

« Preferisco morire qui, che vivere in una Berk senza draghi » Astrid girò il viso verso Victoria, vide nel suo sguardo una luce molto famigliare, lo stesso luccichio che Hiccup aveva quando gli veniva in mente un piano geniale. Uno di quelli che era sicuro al cento percento di riuscire.

« Rimango con lei. » Hiccup girò il viso verso la fidanzata, non aveva le forze per discutere, si sentiva un mostro per quello che aveva fatto.

I cavalieri si guardarono confusi, GambediPesce guardò Victoria cercando di capire cosa mai quella testolina castana aveva in mente, quando la vide indicare con la testa Moccicoso, comprese. Spinse in avanti il moro indicando con la testa di seguire Hiccup e pregò tutte le divinità Asgardiane che capisse subito, e grazie a chi sa quale miracolo divino seguì Hiccup senza lamentarsi, forse confuso e scioccato per gli avvenimenti.

« Ti prego dimmi che hai un piano » Astrid attese di vederli a una buona distanza prima di girarsi verso la castana.
« Credo di averne uno » Le rispose sorridendo di lato, la bionda per un momento rimase sorpresa.
« È un buon piano? » A quella domanda di GambediPesce la castana fece una smorfia divertita.
« Oh io… » Ribatté Victoria. « Beh…è più una soluzione che un piano»
« Grazie Thor » La giovane sorrise a Valka, che ancora con gli occhi lucidi cercava essere forte.
« Al momento comprende i gemelli e il fuoco… »
« Assolutamente no » Dissero in coro tutti i presenti tranne i gemelli che urlano un “si!” fin troppo allegro.

Victoria sorrise e cercò di sedersi tenendosi il fianco. Chiuse gli occhi e mentalmente riuscì a creare una lista cronologica di cose da fare.

« Gambe, occupati di Sdentato, respira ancora ma debolmente, Mamma tu e i gemelli trovate o non so create una barca dobbiamo celebrare il funerale a Skaracchio… Astrid mi serve una mano con la ferita credo si sia riaperta… ah e qualcuno mi porti il mio drago! » Tutti i presenti annuirono, Astrid le fu vicina e l’aiuto ad alzarsi la maglietta.
« Beh non è cosi tanto grave » Le disse e la giovane sospirò felice, al suo fianco vedeva Sdentato venir curato da GambediPesce.
« Come sta? » Chiese notando la faccia contrariata del vichingo.

« Sta bene, come hai detto tu respira, la ferita non è profonda, al confronto la tua è più mortale, dobbiamo aspettare che il suo corpo reagisca, ho usato qualche erba che aiuta a velocizzare il procedimento, e anche della bava… Ora la mia domanda è che piano hai? Perché hai mandato Moccicoso con Hiccup? » Victoria rimase in silenzio guardando verso l’orizzonte, vide Valka arrivare con dei tronchi seguita dai gemelli.

« Vi dirò tutto dopo il funerale di Skaracchio » I due vichinghi vicino alla giovane annuirono, poi dopo aver medicato sia Victoria che Sdentato si alzarono per aiutare gli altri nella costruzione della barca. Dopo averli visti finire il lavoro, Victoria si alzò e li aiutò a mettere il corpo di Skaracchio su di esso. Spinse assieme agli altri la barca verso le acque, i gemelli che avevano nel frattempo recuperato dalle loro cose dei archi e delle frecce li distribuirono. Mancava solo il fuoco, la giovane castana si guardava intorno quando vide Fulmine che si avvicinava a passo lento verso di lei, un dolce sorriso le spuntò sulle labbra, sembrava che il veleno stava lentamente andando via, il drago colpì dei tronchi rimasti e presero subito fuoco.

« Vedo lì mio padre, mia madre… i miei fratelli e le mie sorelle, mi hanno invitato a prendere posto lì in mezzo a loro nelle sale del Valhalla, dove i coraggiosi vivranno in eterno... Perché quest’oggi è morto un uomo, un eroe, un amico, un padre. » Recitò Valka poco prima di accendere la freccia e mirarla verso la barca, poco dopo uno dopo l’altro seguirono la donna e in pochi minuti la nave bruciava in lontananza.

« Allora qual è il tuo piano? » Astrid guardava Victoria in attesa di una risposta, la giovane guardava con intensità la nave che affondava verso il tramonto.

« Ho sempre voluto vivere un’avventura, avere un drago… essere una di voi. Ma nessuno ha mai detto che ci sarebbe stata la parte dolorosa, vedere qualcuno caro morire, essere feriti… queste cose nessuno le cita. I-io non sono Hiccup… lui ha sempre un piano, io sono una ragazzina che ha sempre sognato di essere qualcuno… Ora che sento che è arrivato il mio momento, ho una fottuta paura di sbagliare e di perdere qualcun altro…» Victoria si morse il labbro mentre sentiva gli occhi lucidi, una mano le strinse con dolcezza la spalla e girando il capo vide che si trattava di Astrid.

« Hiccup non ha sempre avuto un piano » Le disse mentre le faceva una treccina, per la prima volta. Victoria rimase ferma lasciandola fare e sorrise di lato. « Ci sono state delle volte che sul serio eravamo ad un passo dal perdere, ma lui non si è arreso, questo è vero. Odino solo sa quanto ha sofferto quel ragazzo, ma c’è una cosa che mi ripeteva: “Chi fa del bene, riceve bene. Chi non si arrende, vince.”»
Tutti rimasero in silenzio mentre Astrid parlava, Victoria nel frattempo stava rivendo l’idea che aveva avuto prima, anche se rischiosa, era la migliore che aveva avuto.
« Hai ragione, non mi voglio arrendere. Volete sapere il mio piano? Eccolo. Gemelli, andrete a Berk. Assieme a Moccicoso cercate di ritardare il più possibile la firma. Gambe tu appena Sdentato avrà recuperato le forze li raggiungerai. Porta con te Tempestosa e ZannaCurva. Tieniti nascosto fino a che non saremmo arrivati, se arriveremmo dopo. Gemelli voi… divertitevi a dare fuoco a tutto, stressate Drago. Avete carta bianca. Mamma tu andrai con loro, dovrai tenere lontano Hiccup il più possibile da quella creatura, nel frattempo cerca di domarla... Mentre Astrid tu verrai con me, dobbiamo reclutare due ragazzi in questa battaglia. »
Tutti i presenti annuirono, Victoria salì in groppa a Fulmine e aiutò Astrid a fare lo stesso.
« Abbiamo un giorno di tempo ragazzi, che Odino vi guidi » Disse Astrid appena salita dietro Victoria, la giovane annuì.
« Altrettanto » Le risposero tutti, poco tempo erano in volo, stavano per separarsi quando Victoria si rese conto che i gemelli la stavano seguendo, invece di seguire Valka.
« Gemelli che ci fate ancora qui? Dovete andare a Est » Chiese mentre i due la guardavano come se avesse detto la cosa più idiota possibile.
« Cara mia Hiccup versione donna con le tette… ma stiamo andando a Est. »
« Est è da quella parte TestadiTufo, destra. » I due si guardarono e andarono dall’altra parte, Astrid che stava osservando la scena scosse il capo.
« NO! L’altra destra! Buon Thor » Urlò e Victoria ridacchiò vedendo i due cambiare rotta.

« Lo sapevamo! » Le dissero in coro, e le due ragazze risero divertite.
« Siamo fritti »


-


Victoria odiava i silenzi, principalmente se era uno di quelli imbarazzanti. Guardava in avanti, nella speranza che la giovane dietro di lei dicesse qualcosa. Le aveva raccontato tutto, si era beccata tanti insulti, e ora Astrid guardava di lato, in parte offesa in parte a disagio.

« Quindi, futuro eh? » Victoria sorrise di lato.
« Già… futuro…»
« Romana… sei una romana, una nemica lo sai? »
« Beh… tecnicamente… la Roma che vengo io non è quella conquistatrice che conoscete…» Le rispose quasi ridacchiando.
« E credi di essere…»
« Si. »
Rimasero di nuovo in silenzio, quanto voleva che Fulmine volasse più velocemente, ma il veleno non era del tutto sparito nel suo organismo, il drago alzò appena di lato il viso per guardare la giovane e sospirò, non avrebbe mai capito gli umani.

« Chi altro lo sa? » Chiese dal nulla Astrid.
« GambediPesce, te l’ho già detto. »
« E che non ci credo che Gambe sia riuscito a mantenere il segreto per più di un giorno…»
« Gli ho chiesto di non parlare, lo avrei fatto io al momento giusto. » Astrid non rispose, sospirò, le sembrava cosi assurda come cosa, e allo stesso tempo così sensata. La giovane bionda ne approfittò e fece altre domande all’amica, che cercava di rispondere nel modo più vago, non voleva di certo dirle che Roma avrebbe dominato quasi tutta l’Europa, e principalmente che Berk nel futuro non esisteva. A quelle domande le rispondeva educatamente che non voleva interferire nel corso temporale.
La luna era in alto nel cielo quando Fulmine al pieno delle sue forze, iniziò a volare più in fretta, arrivarono poche ore dopo, sorvolando il mercatino dove Victoria aveva comprato le sue cose, Fulmine la portò esattamente vicino all’albero dove l’aveva trovata.

« Bene, se non torno entro non so… un’ora, vai a Berk con Fulmine…e combattete. » Victoria era ferma, aveva il terrore di riuscire a tornare nel suo tempo, ma di non ritornare a questo. O peggio di non riuscire proprio a tornare nel futuro.

« Non mi piace questo piano »

« Credevo fossimo almeno amiche » Astrid le sorrise, prima di attirarla in un abbraccio.
« Oh e lo siamo, ecco perché ti dico che il tuo piano fa schifo » Victoria rise di gusto, e Astrid si unì alla sua risata, Fulmine notando l’allegria delle due, sorrise.
La castana prese fiato, e poi si avventurò tra gli alberi, un rumore di rami secchi che si rompevano le fece drizzare i peli, stava per insultare Fulmine dietro di se, quando riconobbe quel borbottio. Corse disperata verso la parte opposto e fini per scontrarsi contro qualcosa di morbido che la prese al volo.

« Vic? Ma che… quand’è che ti sei vestita in quel modo? » Victoria alzò lo sguardo confusa e per un momento non comprendendo quei suoni, Leonardo non era mai stato cosi preoccupato per l’amica in vita sua, la lasciò e indietreggiò per guardarla meglio, usava dei vestiti pesanti, stile vichingo e un’armatura famigliare.

« Non ho tempo, venite con me, ora. » Le faceva senso parlare di nuovo italiano, ed i due lo notarono, anzi sentirono nella sua pronuncia un accento nuovo.
« Solo se spieghi che succede, Halloween è già passato » Tommaso fece un passo in avanti verso di lei, stava per replicare quando la vide sorridere e girarsi da dove è venuta.

« Vi sto per proporre l’avventura della vostra vita, se siete curiosi venite, se no grazie comunque » I due si guardarono mentre la ragazza correva verso la direzione da dove era apparsa, sospirarono in simultanea temendo per la sanità dell’amica, ma la seguirono.

La trovarono che fissava un salice con intensità, mormorava qualcosa in una lingua che non comprendevano, ma dal suono duro. Poi un rumore dietro alle loro spalle li fece girare tutti.

« Si! Andiamo! » Li prese per mano, e corse verso la parte opposta del suono, i due erano sempre più confusi e spaventati. Corsero disperati finché Victoria non si fermò confusa. Erano davanti al bar di prima.
« No… no! Abbiamo sbagliato strada! » Stava per tirarli dietro quando Tom si imputò i piedi per terra.

« Io non ci torno li, c’è un cinghiale selvaggio »
« Sei libero, io torno dal mio drago, Berk mi aspetta. » Victoria sorrise di nuovo prima di correre di nuovo tra gli alberi.
« Impressionante che non sia caduta neanche una volta, dai facciamola contenta Tom » Leonardo sorrise all’amico prima di inseguire Victoria, osservando i due correre sbuffò una protesta celata in un insulto e li inseguì.

Erano da minuti che correvano, quando di nuovo quel suono fece drizzare i loro peli. Corsero con più disperazione, il suono si faceva sempre più intenso e fastidioso, ed una nebbia si era alzata, stavano per essere raggiunti quando un suono simile ad un colpo li sorprese.
Victoria urlò di felicità e si buttò sopra una creatura alta quasi quanto un cavallo. I due amici si guardarono confusi, dietro di loro il cinghiale cadeva morto per terra.

« Ragazzi vi presento Fulmine, Fulmine ecco a te Leonardo e Tommaso » Erano semplicemente senza parola, la notarono dopo la ragazza dai lunghi capelli biondi sopra il drago, parlava con Victoria una lingua che non capivano e la ragazza con una scioltezza naturale le rispondeva con un sorriso radioso. La vide scendere dal drago e annuire prima di sparire nella nebbia.

« È andata a prendere dei draghi per voi, ah lei è Astrid. Il generale di Berk. Futura moglie di Hiccup Haddock e bla bla. »
« Hiccup..? Perché mi è famigliare? » Victoria sorrideva ancora radiosamente ai ragazzi, stava per rispondere quando ricevette una spinta sul fianco, girandosi curiosa vide che si trattava di Fulmine che le annusava la parte ferita.
« Si, Hiccup… Dragon Trainer… siamo nel passato ragazzi, e si… esistevano i Draghi. »
















_-_-_-_-_- Angolo del futuro -_-_-_-_-_-


Ma vi pare che uccidevo Sdentato? Lo amo fin troppo quel patato, stiamo arrivando al gran finale, il prossimo sarà il penultimo capitolo! Are You Ready?


Ps. Entro domani arriverà una sorpresa! Le short stories/ scene tagliate! In esclusiva su efp *fine pubblicità*

Baaaaaaci

Hikaru_tsuki









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Capitolo 12
*** La Riconquista di Berk ***





La Riconquista di Berk



















































« Ma stanno bene? » Astrid guardava i due dietro di loro leggermente preoccupata e curiosa.
« Oh si, tranquilla se li sentiamo cadere allora ci preoccupiamo. » Non voleva di certo dirle che era terrorizzata al pensiero, voleva dimostrarsi sicura e calma. Anzi cercava di non ridere, Leonardo era quello che sembrava meglio messo, Astrid gli aveva trovato un Uncinato Mortale dalle squame scure, e i due sembravano andare d’accordo, la bionda non le aveva detto che aveva scelto come primo drago quello per via della sua sicurezza con Tempestosa, il secondo drago che aveva trovato quello di Tommaso era un Gronkio dal colorito grigiastro, scelto anch’esso perché le sembrava il più facile da convincere. Ora la sua paura non era quella dei due ragazzi dietro, ma di arrivare tardi.

« Ora che abbiamo loro due… qual è il piano? » Le chiese dopo alcuni minuti di silenzio.
« Li abbiamo recuperati, perché loro sono la mia gang. Hiccup ha voi, io ho loro, insieme possiamo fare di tutto »
« E perché mi hai portato allora? » Victoria le sorrise dolcemente.
« Se fosse successo qualcosa... se non fossi riuscita a tornare…»
« Credevi che in tal caso li avrei raggiunti a Berk con Fulmine e per combattere. »
« Esatto. » Victoria respirò a fondo prima di girarsi appena ai due che volano dietro di loro, Leonardo sembrava riuscire a volare dritto anche se ogni tanto saliva e poi scendeva, Tommaso era dietro, il suo Gronkio aveva la lingua di fuori e si guardava intorno meravigliato. Sorrise quasi intenerita e raccontò tutto a loro, Astrid guardava affascinata l’amica, sia Victoria che Hiccup conoscevano varie lingue e riuscivano a districarsi tra di esse con una tranquillità degna del loro carattere. La vide zittirsi dopo alcuni minuti con il capo chino mentre i due le parlavano con un tono di voce accusatore, principalmente quello dalla carnagione scura, sembrava preoccupato e allo stesso tempo arrabbiato, l’altro più lo guardava più le sembrava famigliare ma non capiva da dove.

« Allora? » Le chiese dopo che i due si sfogarono nella loro lingua.
« Allora… ho un piano. Un po' strano, ma pur sempre un piano »
« Non dirmelo, comprende i gemelli ed il fuoco. »
« Tu si che mi conosci As. »


-


Moccicoso non capiva, semplicemente osservava le due Teste vuote davanti a se che ridacchiavano a bassa voce. Era ancora scosso per gli ultimi avvenimenti, ma era certo che i due avevano in mente qualcosa. Guardò Valka al suo fianco pensierosa, quei tre avevano un piano e lui non ne sapeva niente, non gli piacque per nulla la situazione.

« Allora…»
« Zitto Moccicoso » Il moro sbuffò contrariato sentendo tutti e tre in coro. Odiava essere trattato cosi, ma doveva ammettere che suo cugino aveva ragione, veniamo trattati come trattiamo gli altri.

« Il piano è semplice, do fuoco alle chiappe di Drago, voi prendete Hiccup e scappiamo » TestaBrutta diede una manata sulla fronte del fratello insultandolo.

« Idiota, la tuta di Drago è ignifuga. » I due ripresero il silenzio finché non fu Valka a saltare sul posto.

« Ecco il piano, gemelli date fuoco a Drago, dovete infastidirlo, Moccicoso tu… darai fastidio alla grande bestia quella senza un corno, io mi occupo della più piccola… quella che può controllare gli umani, domande? » I tre giovani scossero la testa, ognuno che aveva in mente già cosa fare si divisero.

I gemelli trovarono Drago nella Sala Grande seduto nel trono che una volta era di Stoick, che divertito osservava Hiccup chino su un tavolo che scriveva su un foglio. Erano arrivati a Berk da qualche minuto. TestaBrutta si avvicinò all’amico curiosa di sapere cosa mai stesse scrivendo quando riuscì a leggere “Resa di Berk” le venne da piangere.

« Hiccup, Hiccupino, Hiccupone… Sei sicuro che si scrive in quel modo quella lettera? » Il giovane alzò lo sguardo confuso verso l’amica, aveva ancora gli occhi rossi dal piangere, per tutto il viaggio era stato chino su se stesso, maledicendosi.
« Ma che diamine stai blaterando? Ovvio che si scrive in questo modo » Aveva anche la voce rotta dal pianto, le sembrava un bambino, sperduto. La ragazza aveva la voglia matta di abbracciarlo ma aveva bisogno di distrarlo.
« Io dico che si scrive in questo modo! » Gli torse dalle mani la penna che usava per scrivere e scarabocchiò sul foglio, Hiccup ancora sperduto la guardò fare senza nessuna minima reazione. Drago invece si alzò furioso e spinse la ragazza che cadde a terra.
« Hey, sono pur sempre una ragazza eh! »
L’uomo le sbuffò prima di dare a Hiccup un altro foglio, per fargli riscrivere tutto da capo, la vichinga da terra, ne approfittò e prese dalla gamba di Hiccup Inferno.

Si alzò e sbuffò una offesa a Drago prima di uscire andando incontro al fratello.

« Pronto? »
« A dare fuoco? Sempre sorella. »
Premettero prima sul gas che in pochi secondi riempii la sala grande, poi azionarono la scintilla.

Accade troppo in fretta, Hiccup si ritrovò lanciato nell’altra parte della sala, Drago invece riuscì a coprirsi in tempo il viso con il suo mantello di pelle di drago.

I gemelli si diedero il cinque prima di sentirsi tirare indietro, Drago furioso li aveva presi e stava per ucciderli quando il suono di una creatura che soffriva lo fermò. Girandosi vide la sua Bestia che cercava di calpestare qualcosa, ma ogni volta che lo faceva si feriva. Corse urlandole quando vide che era il cugino di Hiccup, Moccicoso, che si metteva sotto la zampa del drago e lo infilzava con una spada come un ago.

Stava per urlare di nuovo alla bestia di fermarsi quando vide l’altra, il suo nuovo campione venir domato da Valka stessa, lei da sopra cercava di parlargli attraverso dei suoni simili a quello dei draghi.

Quello fu il cumolo, la goccia che fece traboccare il vaso.

Urlò alla sua bestia, quella più piccola di comandare tutti, la vide che sembrava indecisa, tra scegliere lui o la vichinga che affettuosamente gli stava parlando. Ma Drago sapeva che quella creatura avrebbe scelto lui, perché gli doveva la vita.

In pochi secondi i quattro vichinghi erano in ginocchio davanti a lui, stava per alzare la spada per ucciderli quando vide Hiccup correre verso di loro, un sorriso macabro gli spuntò. Urlo alla sua creatura di liberare le loro menti, e di controllare invece Hiccup.

« Divertiamoci un po', eh Haddock? Chi vuoi uccidere prima? Tuo cugino? I tuoi due amici idioti? O tua Madre? » Hiccup di nuovo in quel stato catatonico, prese la spada che drago gli offriva e si avvicinò a sua madre, stava per ucciderla quando un colpo al plasma colpì la spada facendola volare via.

« Hiccup, quante volte te lo devo ripetere, non ci gioca con le cose affilate! » Victoria scese dal suo drago e sorrise divertita alla vista di un Drago furioso.

« Tu! » Drago furioso, urlava al suo drago di puntare verso la ragazza ma non succedeva nulla. Quando la vide sorridere radiosa, la sua rabbia aumentò.

« Oh cerchi di controllarmi? Non puoi… sai Tommaso, quello che sta scendendo dal quel Gronkio, mi ha ricordato una storia, non so se conosci i greci. » Victoria prese la lancia che Drago aveva rotto e si mise a camminare attorno all’uomo. « Di Ulisse, che incontrò le sirene, creature che col loro canto rendeva pazzi gli umani… sai cosa fece? Si mise della cera sulle orecchie » Lo vide dallo sguardo, che Drago era furioso. Lo provocò ancora mostrando nelle sue orecchie la cera. Lo vide parlare, insultarla ma non sentiva nulla.

Il suo sorriso scomparve quando vide davanti a se Astrid che placcava il colpo di Hiccup. Stava gongolando fin troppo, un tocco alla sua spalla la fece girare appena il viso e ricevette tra le mani una spada che Leonardo era riuscito a trovare. I suoi due amici avevano un compito ben chiaro, combattere. E principalmente liberare Berk dagli scagnozzi di Ballragi. Sorrise verso di loro e li vide andare via.

Era il momento di combattere Drago. Ma prima aiutò Astrid a tener fermo Hiccup, il che non era facile visto che il ragazzo dopo anni aveva imparato a prevedere ogni colpo della fidanzata. Drago che vedeva il tutto da fermo sorrideva fiducioso, era ad un passo dal esultare dalla gioia quando vide Hiccup buttare per terra Astrid, pronto per colpirla ma fu bloccato da Victoria che riuscì a tenere in alto la spada. Doveva ammettere che il vichingo aveva di forza, anni come fabbro non gli hanno dato muscoli evidenti ma era molto forte. Drago si avvicinò al trio, deridendoli, riuscì a buttare Victoria da un lato colpendola sul punto che aveva notato che era ferita, liberando Hiccup.
Un suono famigliare interruppe Hiccup, dentro di se qualcosa si smosse e non riuscì ad abbassare la spada sulla fidanzata. In pochi minuti apparve GambediPesce ingroppa a Sdentato, aveva le mani alzate in segno di pace, pochi secondi dopo apparve Muscolone in posizione di attacco.

« Finalmente, ce ne hai messo! » GambediPesce sorrise alla ragazza, che nel frattempo approfittando del momento di sorpresa della apparsa di Sdentato, era corsa da Hiccup e gli aveva messo della cera sulle orecchie.

« Ma che diamine… Ma perché? Sdentato! Bello… sei vivo! » Il giovane corse dal drago e lo strinse in un forte abbraccio. Nessuno si rese conto di Drago che aveva indietreggiato, borbottando una serie di no. Victoria si girò per guardarlo e sorrise compiaciuta.

« Sai Drago, se non fosse per il tuo odio, la tua paura e i tuoi sogni fin troppo in alto per un essere umano… avresti trovato la felicità, una nuova famiglia. Avresti ritornato a sorridere, ma il tuo cuore ormai è troppo oscuro. » Stringendo meglio la sua spada, Victoria l’alzò verso di lui. « Combatti, da solo. »
Lo vide che si staccava il braccio di ferro, e che brandiva con l’altra mano una spada. Le corse incontro urlando e Victoria si ritrovò a parare il colpo con facilità. Forse era anche grazie all’adrenalina, ma pensava anche che l’uomo senza il braccio aveva più difficoltà nel calibrare la forza. Lo spinse lontano, e quando l’uomo ricaricò non fu l’unica a bloccare il colpo, una lamina infuocata apparve vicino, non le serviva girare il viso per sapere che era Hiccup.

I due lo spinsero di nuovo, e quando Drago stava per attaccare una terza volta, Victoria pensò di lasciare a Hiccup il compito di bloccarlo, mentre lei con lamina puntava nel trafiggerlo, solo che non immaginava che anche Hiccup avesse pensato di lasciare alla ragazza il compito di bloccare Drago. Si ritrovarono con entrambi che avevano infilzato l’uomo. Fu fin troppo veloce, e inaspettato. Non riuscirono neanche a sentire le sue ultime parole che cade di peso morto su di loro. Hiccup fu il primo ad estrarre la spada che si era spenta quando aveva attraversato il fegato dell’uomo, poi fu Victoria che la tolse dal suo petto. Si girò per cercare con lo sguardo Fulmine e lo vide che lottava contro la bestia piccola, mentre Sdentato sfidava di nuovo quella più grande.
Hiccup le stava parlando da tempo prima che si rendesse conto che usava ancora la cera, se la tolse sorridendo appena allo sbuffare divertito del ragazzo.
« Dicevo, è il momento di farla finita per sempre. » Victoria annuì alle parole di Hiccup, i due semplicemente guardandosi si misero d’accordo su cosa fare, ed in pochi secondi ognuno era sopra il proprio drago. Sdentato aveva di nuovo la schiena azzurra accesa quando Hiccup gli era salito dietro, azionando la sua coda, il drago ora poteva combattere in aria. Fulmine invece aveva qualche problema, Victoria gli fu vicina ed il drago non riusciva a concentrarsi, impaurito che lei potesse ritrovarsi ferita di nuovo. Fu quando la bestia puntò di nuovo su di lei, che Fulmine le saltò addosso proteggendola. La ragazza lo guardava confusa, non capiva, quando il drago la liberò, vide che l’aveva protetta da un masso di ghiaccio e ne era rimasto ferito su un fianco. Victoria urlò di rabbia e corse verso la grande bestia con la spada puntata, nessuno osava mettersi davanti a lei ed il suo obbiettivo. La bestia stava per sputare letteralmente un altro sasso, quando un colpo al plasma ricaricato di fulmine lo colpì disintegrandolo prima che potesse colpirla. Victoria girò il viso per capire chi lo avesse tirato quando vide Fulmine caricare un altro colpo, del fumo gli usciva dalla bocca, e la sua schiena divenne viola scuro, un colorito diverso da quello che aveva Sdentato. Sparava un colpo dopo l’altro, e mentre il drago stava per caricare un’altra volta lo colpì dall’interno uccidendolo.

Victoria guardò Fulmine e lo strinse felice.

« Ma guarda… hai raggiunto la classe titano! Sono cosi fiera di te! » Fulmine le lecco appena la guancia e si girò verso Sdentato, che con un ultimo colpo ruppe anche l’altro corno, la bestia finalmente libera dall’ultima catena che aveva, si rifugiò nel mare.
Mancava solo un nemico che doveva essere sconfitto, e lo vide che lottava contro Valka. Astrid che si era liberata da due scagnozzi di Ballragi era corsa ad aiutare la donna.
« Due Valchirie, che onore. »
« Zitto, non sei degno di parlare » Astrid semplicemente lo odiava e mentre l’uomo rideva gli diede un pugno ben dato sul naso, si sentii lo sbriciolio del suo naso ed il sangue, l’uomo dal dolore perse i sensi e svenne.
« Ricordami di non darti più fastidio » Hiccup si avvicinò all’amata sorridendo appena

« Ti potrei abbracciare, ma cancellerebbe tutte le prove e non voglio » La giovane sorrise divertita mentre il fidanzato sbuffava contrariato.
« Cancellare le prove è un buon eufemismo per dire sangue e forse del fegato »
« Non capisci la situazione, hai idea di quanto io sia incazzata con te? »
« Uhm… no neanche per idea. » Si stava preparando per ricevere uno dei pugni di Astrid quando invece ricevette un abbraccio.
« Avevi detto che non volevi abbracciarmi »
« Chiudi il becco Haddock. » Hiccup rise e la strinse con forza.
« Ti devo ricordare che presto sarai anche tu una Haddock? » Astrid rise divertita e lo baciò sulla guancia.

Victoria stava per avvicinarsi a loro quando vide i suoi migliori amici correre verso di lei, si ritrovò in pochi secondi stretta in un abbraccio da entrambi i ragazzi e rise divertita.
« Ti abbiamo visto da lontano! Dio, Victoria eri spaventevole e allo stesso tempo eccitante! » La giovane arrossì alle parole di Leonardo, e lo spinge giocosamente via.
« Voi come ve la siete cavata? » Chiese poco dopo, Tommaso sorridendo le mostrò che era intatto, non tanto Leonardo che aveva qualche graffio qua e là, a detta sua era colpa degli jeans che rallentavano i suoi movimenti. Victoria non chiese ma sospettava, che non avessero davvero combattuto, probabilmente Leonardo si, conoscendolo. Con Tommaso invece aveva dei sospetti che il ragazzo si era occupato a difendere l’amico, visto la sua natura impulsiva.

Stava per complimentarsi con loro quando si sentii tirata indietro da un abbraccio, la giovane strinse con forza Hiccup e le sorrise dolcemente.

« Capo non voglio romperti le scatole… ma c’è una regola che… » Stizzabifolco che era da poco arrivato, sorrise tristemente a Hiccup che lo guardava confuso.
« Dimmi, qual è? »
« Secondo una legge di tuo padre… Un forestiero non può vivere a Berk per oltre un anno se non è della famiglia… Ma per quello Victoria ha altri sei cicli lunari… la cosa è che non si possono essere più di tre forestieri che vengono dalle stessi parti… dovrebbero… insomma hai capito… e i suoi amici potrebbero essere…»
Hiccup rimase in silenzio, Victoria guardò il ragazzo e gli sorrise appena pronta per parlare fu interrotta da un colpo di tosse.
« Hai ragione, io mi prendo lui. Ho visto da lontano come combatte, ha fegato. Un ottimo Hofferson… » Astrid ruppe il silenzio avvicinandosi a Leonardo e gli diede un pugno giocoso sulla spalla. Il ragazzo guardò Victoria in cerca di traduzione e quando comprese sorride fiero.
« Lui invece… sarà un ottimo Ingerman già me lo vedo, no Vic? » GambediPesce tese la mano a Tommaso, e la giovane tradusse anche quello.
« Lei invece è… » Prima che i gemelli potessero parlare Valka prese Victoria per l’orecchio davanti a tutti.
« Tu, pazza… scervellata… di una vichinga non vichinga! Mi hai fatto perdere no dieci ma venti anni di vita quando hai sfidato quel drago! Hai dato ascolto ai tuoi istinti omicida e non hai pensato che i draghi combattono da soli! Potevi venir ferita o peggio potevi morire! » Victoria rimase in silenzio abbassando il capo. « Ecco perché sei una perfetta Haddock. Victoria Haddock. »

Sentendo quelle parole la ragazza alzò lo sguardo e strinse Valka in un abbraccio. Pianse appena dalla gioia. Finalmente era a casa. Finalmente era felice.



















_-_-_-_-_- Angolo del futuro -_-_-_-_-_-


Ed eccoci ragazzi, chiedo scusa del ritardo… l’epilogo è vicino… Are you ready?









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Capitolo 13
*** Scelte, Epilogo ***





Scelte






















































Le nuvole quel giorno erano perfette. Di quel colorito che adorava. Un grigio semi-scuro, che riusciva a nascondere Fulmine perfettamente.

Victoria si guardò intorno e si preparò bene.
« Pronto, campione? » Fulmine sbuffò contrariato. Certe cose non le capiva in quella umana. Si conoscevano da un anno. Aveva cambiato tuta, ora usava una simile a quella che usava Hiccup solo dal colore verdolino. Astrid le aveva vietato di usare altri indumenti rossi, visto la facilità che c’era nel nascondere le ferite. A parlare di ferite, quella che aveva sul fianco si era finalmente cicatrizzata, ora si vedeva una leggera cicatrice, Fulmine ne aveva una simile, solo che non profonda, fatta quando aveva parato il colpo del drago bestia mesi prima.

Victoria si mise in piedi sulla groppa del drago, e contò fino a dieci prima di saltare giù. Fulmine non attese altro, la seguì in picchiata. Appena la ragazza ne fu pronta, tirò l’elastico che teneva fermo le ali di cuoio e prese quota. Fulmine da sotto la imitò, pronto a prenderla appena avesse avuto dei problemi, con un colpo leggero al fianco la ragazza azionò la pinna sulla schiena che le dava più equilibrio, ed urlo di felicità.

Per fortuna si era tolta il casco, la cosa che più amava era avere il vento tra i capelli ora più lunghi, certo le davano fastidio gli occhiali ma non poteva farci nulla.

Rimase così finché non le fecero male le braccia, Fulmine pronto la riprese sulla groppa e lei sorrise fiera. Si diressero verso Berk, felici e stanchi.

Stava per entrare in casa quando vide Hiccup uscire fuori con le mani in alto.
« Astrid, amore… posso spiegare non è come credi! »
« Non è come credo?! Sei un lurido…»
Victoria scosse il capo e si allontanò da loro, tanto era certa che sarebbero andati da lei per chiedere consiglio. Si avvicinò ad un carello con della frutta e chiese una mela. I vantaggi di essere una Haddock erano quelli, tutti a Berk le offrivano le cose, e lei accettava di buona volontà, ma pretendeva anche che chiunque avesse bisogno di qualcosa lei lo faceva senza pensarci due volte, alla fine era davvero divenuta la psicologa del villaggio, era lei che si sedeva sul trono di Stoick nel giorno delle lamentele, che erano diventati i tre giorni delle lamentele. Lo faceva con piacere e si divertiva nel farlo. Hiccup aveva come compito ora solo il controllare i Berkiani, e la parte diplomatica. Ognuno nella gang aveva un compito, persino i due arrivati, Leonardo e Tommaso, il primo era il vice generale, Astrid era rimasta affascinata dalla mentalità pragmatica e analitica del ragazzo. Mentre Tommaso, aiutava Hiccup nella fucina, era affascinato da quello lavoro, ma era ancora all’inizio. La ragazza passò dall’arena e vide Leonardo che si esercitava con la spada, le faceva strano vederlo con gli abiti vichinghi.
« Quell’affondo faceva tanto schifo lo sai? » Il ragazzo si fermò e le sorrise malizioso.
« Mi stai sfidando, Haddock? » Victoria rise divertita ed entrò nell’arena dirigendosi verso l’armeria, col tempo aveva fatto di se la lancia come sua arma personale.

« Pronto… Hofferson? » I due corsero uno contro l’altro, entrambi parando il colpo dell’altro. Se Leonardo era vigoroso fisicamente, Victoria era veloce. Uno mancava dove l’altro era forte, un sorriso spuntò sulle labbra del ragazzo prima che buttasse da parte l’arma e si buttasse sulla ragazza, Victoria saltò di lato buttando la lancia via, impaurita nel ferire l’amico quando si rese conto del suo errore, Leonardo le era addosso, e le faceva il solletico.
« No dai… Ti prego Leo! » La castana rideva senza controllo, non riuscendosi a liberare alzò le mani in segno di resa.

« Disturbo? » Leonardo si fermò e sorrise vittorioso a Hiccup che si massaggiava la guancia arrossata.
« Certo di no Hiccup, mostravo a tua sorella chi comanda. » Victoria sbuffò contrariata e guardò il ragazzo appena arrivato. Doveva ammetterlo che trovava sorprendente la velocità che ci avevano messo i suoi amici a imparare quella nuova lingua, il primo a parlarla perfettamente, ma proprio perfettamente fu Tommaso, già padrone della lingua inglese, sosteneva che fosse assai simile, pochi mesi dopo fu il turno di Leonardo. Ora che vivevano lì assieme a lei da oltre sei mesi, sembrano del tutto dei cittadini di Berk.

« Oh un Hofferson che comanda un Haddock, questa non mi è famigliare » Da dietro Hiccup apparve Astrid che sorrideva vittoriosa.
« Mi dite che succede? » Chiese Victoria mentre Leonardo la liberava.

« Finalmente io e Hiccup ci sposiamo! » A quelle parole i due ragazzi dal futuro rimasero a bocca aperta.

-


Sapeva che l’avrebbe trovato lì, ne era più che certa.
Stava silenzioso, osservando le onde portarsi via la sabbia per poi riportarla di nuovo. Persino il suo drago, sdraiato al suo fianco osservava con in silenzio il mare.

Le venne il dubbio se valeva la pena disturbarlo, rompere quella quiete, di riportarlo dietro. Ma doveva farlo.

« Hic? » Il ragazzo quasi saltò sul posto, Sdentato sbuffò una risata divertita.

« Vic… ciao… non ti avevo sentita » Victoria rise in silenzio e si sedette vicino, Fulmine rimase seduto dietro, pronto a lasciare i due un momento in solitudine, saltò addosso a Sdentato e i due draghi iniziarono a giocare lungo la spiaggia. Erano passati sei mesi da quando Victoria aveva detto a Hiccup e gli altri cavalieri delle sue origini, sue e dei suoi migliori amici. I gemelli e Moccicoso non diedero nessun valore, anzi le fecero le domande più idiote possibili i primi tempi, poi sembravano aver dimenticato. Hiccup invece, da quel giorno era più silenzioso, ogni volta che rimaneva solo con Victoria passava del tempo ad osservarla perso in chi sa quale universo. La ragazza temeva che fosse per il fatto di non avergli detto la verità, e che ciò lo avesse ferito, in realtà il ragazzo era più che curioso sul fatto che lei fosse veramente del futuro.

Il silenzio che si era creato in quel momento, interrotto solo dai versi dei due draghi che combattevano giocosamente, sembra uno di quelli che la ragazza aveva iniziato ad odiare.

« Ti sposi quindi… finalmente eh? » Si diede della stupida per essersene uscita con quella frase, credendo di metterlo ancora più in imbarazzo, ma Hiccup si era perso di nuovo nel osservare il mare. « Sono incinta di Moccicoso » Riprese Victoria notando che non rispondeva, sbuffò contrariata e raccolse in una mano un mucchio di sabbia. Si alzò in piedi e la lasciò cadere all’interno dei vestiti di Hiccup. Lo vide che saltava arrabbiato in piedi confuso.

« Ma che diamine! Victoria! Perché l’hai fatto?! » La ragazza incrociò le braccia la petto e lo guardò leggermente divertita.

« Non hai sentito niente eh? Ho sganciato la notizia del secolo e tu nada? » Hiccup si fermò e sorrise divertito.
« Moccioso non è il tuo tipo, lo sai… Mamma ed io tifiamo per…» Prima che il ragazzo continuasse Victoria lo spinse giocosamente per terra. Col tempo anche lei era diventata forzuta, no come il vichingo, ma a forza di aiutare gli altri Berkiani e volare con Fulmine si era rinforzata col tempo.

« Vuoi la guerra sorellina? »
« Pronto a mangiare la mia sabbia, fratellone? »
I due ripresero a ridere e a scherzare finché Victoria non alzò le mani in segno di resa, aveva della sabbia in punti che neanche lei sapeva di avere. Si sedettero stanchi sulla sabbia e vicino a loro anche le due furie, sfinite dopo aver giocato.

« Sai… da un bel po' di tempo… io e te non parliamo di quella cosa. »
« Dici delle tue origini? »
« Esatto. » Victoria con l’indice si era messa a fare disegnini sulla sabbia, non era sicura di aver scelto bene quel momento per trattare di nuovo quel discorso.
« E di che vorresti discutere? »
« Beh… del fatto che nei ultimi sei mesi mi guardi e sembri perso in qualche mondo che solo tu hai l’accesso? »
Hiccup sorrise e strinse la ragazza in un abbraccio di lato.
« Ho paura, che da un giorno all’altro mi risveglio e tu non ci sei più, è una di quelle paure che ho assieme a quelle di svegliarmi e scoprire che ho ancora sedici anni, che i draghi sono nemici… che tutto beh è stato un sogno. » Victoria rimase in silenzio lasciandosi stringere.

« Hic… ho intenzione di partire con i ragazzi. »
« Lo immaginavo, tornerai…? » La giovane non rispose, gli diede un bacio sulla guancia e si alzò togliendosi la sabbia dall’armatura. Hiccup ancora seduto la guardò in silenzio, erano giorni che non usava la sua di armatura. Ormai la usava solo per salvare i draghi dai cacciatori, e non più per puro sfogo. Sdentato sembrava aver adottato anche lui questo nuovo stile di vita, certo restava il giocoso drago di sempre ma non aveva più quella voglia innata di volare alla prima occasione, come Alpha, gli bastava restare al fianco di Hiccup.

Hiccup guardò Victoria andare via, seguita da Fulmine e non disse nulla. Dentro gli sembrava che non era un vero e proprio addio, e poi aveva delle commissioni da fare, un matrimonio da celebrare… e una testa da salvare, la sua. Astrid era stata molto chiara, o si sposavano entro due settimane o lui avrebbe conosciuto il Vahalla prima del previsto. Si alzò di scatto.

« Venerdì prossimo, non tardare! » Urlò, Victoria che era ancora a passo d’udito girò il viso verso di lui è sorrise radiosa.

« Non mancherò » Disse prima di salire in groppa a Fulmine e volare via.


-


Tommaso non disse nulla, è che mai avrebbe detto? Victoria era stata più che chiara, e come sempre non poteva che darle ragione. Alzò lo sguardo verso Leonardo, e vide che anche lui era preoccupato.

« Ehm, Vic? » La ragazza in questione volava davanti, in silenzio da ore, girò il viso di lato verso Tommaso e rimase in attesa. « Sei sicura? »
Victoria annuì e riprese a concentrarsi sulla mappa che aveva in grembo, i due si guardarono di nuovo e fu Leonardo ad avvicinarsi alla ragazza.
« Vic… sei proprio sicura che è quello che vuoi? » Victoria chiuse la mappa e sorrise dolcemente al ragazzo che le volava al suo fianco.
« Si, è arrivato il momento. » Non dissero altro, un paio di ore dopo, volavano sopra il mercatino romano dove Victoria aveva scoperto che Berk esisteva. Si fermarono davanti alla foresta, un po' lontani dal vociare dei commercianti. Ognuno prendeva le sue cose dalle selle dei draghi e li salutavano. Victoria appoggiò la fronte contro quella di Fulmine e sorrise tristemente.

« Se non torno… torna a Berk… sii felice per me, va bene? » Il drago annuì e le leccò la guancia. Victoria trattenendo le lacrime si girò e camminò verso gli alberi, pochi minuti dopo i due ragazzi la seguirono. Camminarono per un tempo infinito, e proprio quando si stavano arrendendo riconobbero il salice piangente. La luna era alta nel cielo. Il bar che li aveva ospitati era chiuso e sembrava da tanto, si diressero verso il parcheggio per salire sulla macchina quando videro che essa non c’era.

« Ero sicuro di averla parcheggiata qui…» Victoria fece un passo in avanti e vide che non c’erano neanche le strisce per terra per indicare il parcheggio, un sorriso radioso le spuntò sulle labbra.

« Ti prego dimmi che è come penso io » Bisbigliò prima di fischiare con le dita, in pochi secondi un Uncinato Mortale dalle squame celesti apparve con un ramo in bocca, lo buttò ai piedi di Victoria e la ragazza lo prese e lo tirò lontano, pochi secondi il drago riapparve felice come mai in vita sua.
« Se lui è qui… questo significa che…» Leonardo si fece vicino e guardò la ragazza tirare di nuovo il bastone.
« Che il mio piano forse avrà successo! » Victoria sorrise ancora radiosa al ragazzo, Tommaso si fece avanti curioso.
« Piano? »
« Si, ve ne parlerò dopo… devo ancora studiare delle cose che solo qui nel presente avrei trovato, andate a casa, state con i vostri cari… vi chiamerò poi per fare la vostra più grande scelta. »
« È sarebbe? » Chiese Leonardo iniziando a sospettare qualcosa.

« Seguire me, o rimanere qui, mi sembra ovvio »


-


Due settimane, aveva atteso due dannate settimane per ricevere sue notizie. Si stava già arrendendo quando vide Scemo, il suo Terribile Terrore dare delle testate alla porta. Avevano i cellulari di nuovo ma a lei piaceva comunicare con loro in quel modo. Sorrise di lato mentre prendeva il foglio e rispondeva al messaggio. Aveva pochi minuti per prepararsi e farsi trovare pronto. Prese un foglio e scrisse un veloce addio a sua madre, non che ne avrebbe sentito la mancanza, ormai era arrivato a detestare quella figura, detestare proprio quella vita. Apri la finestra, sotto un bellissimo Incubo Orrendo stava mangiando del pesce, era il drago che si era fatto regalare al suo decimo compleanno, ma che non ricordava avendo Victoria cambiato il corso delle loro storie.
« Dolore Acuto, pronto? C’è una Haddock che ci aspetta, non sia mai che un Hofferson arrivi in ritardo » Il drago sbuffò contrariato, e si alzò in volo, Leonardo con un salto gli era ingroppa. Non stava portando nulla con se, non aveva il bisogno. Chiese a Dolore Acuto di lasciarlo davanti al salice piangente come chiesto da Victoria, ed infatti pochi minuti dopo apparve con l’Uncinato Mortale che avevano incontrato la sera che erano tornati dal passato.
« Allora com’è stato.. dico l’addio? » Chiese la ragazza sorridendo allo sbuffare di Leonardo.
« Ma che addio e addio, ho scritto un messaggio, non vedevo l’ora… spero che funzioni se no mi tocca tornare a casa prima di lei e togliere il bigliettino. » Victoria rise divertita, pochi secondi dopo apparve Tommaso con il suo Gronkio, era più forte di lui amava quelle creature docili e allo stesso cosi forti.
« Non trovate divertente? » chiese attirando l’attenzione dei due ragazzi.
« Cosa Tom? » Gli rispose Leonardo mentre la ragazza rimaneva in silenzio.
« Che i draghi prima… erano mitologicamente nemici, creature orribili… poco fa un prete mi ha fermato complimentando il mio drago per essere una bellissima creatura del signore. »
« Beh… ce ne sono voluti di secoli, ma la chiesa ha riconosciuto i nostri amici come creature buone, come nemici dell’oscuro e non hanno tutti i torti i draghi sono neutrali, la colpa è di chi li addestra. » Fu Victoria a rispondere e i due sorrisero di lato, pensando al passato che avevano a Berk.
« Ora che facciamo ci hai chiamato qui… » Chiese Tommaso, e Victoria sorrise mentre accarezzava il muso del drago che si era portata.
« Ragazzi, io… come vi ho scritto… ho detto ai miei la verità, che torno nel passato, non ci hanno creduto ovviamente ma hanno notato che ero seria, hanno pianto, ed io ho pianto con loro… ma sento che sia giusto, tornerò a Berk. Metterò in atto il mio piano, ed ho bisogno di voi ragazzi, perciò siete con me di nuovo? »
« Certo » Dissero in coro i due e Victoria rise divertita, tolse la sella del Uncinato Mortale, e lo liberò. Si avvicinò al salice piangente e sussurrò una preghiera. Non era rivolto a nessuno, chiedeva solo di tornare a casa, un vento le scompigliò i capelli e lei riconobbe un odore famigliare, il mare di Berk. Corse disperata verso quella direzione, e fu seguita subito dai suoi amici. Corsero per minuti finché una nebbia iniziò a disperdersi attorno a loro, si fermarono pronti per riprendere quando un suono famigliare li fermò.
« Fulmine! » Il drago in questione apparve dalla nebbia e saltò addosso alla ragazza leccandole il viso. « E dai! Lo sai che non si leva! » Dietro di lui apparvero l’Uncinato Mortale di Leonardo, ed il Gronkio di Tommaso.
« Ce l’hai fatta… di nuovo » Le disse Tommaso e Victoria sorrise felice mentre si levava la bava di Fulmine.
« Ed il piano qual è? » Le chiese Leonardo.
« Di viaggiare, torneremmo prima a Berk. Aiuteremmo con i preparati per il matrimonio del secolo, e poi viaggeremmo… faremmo capire a tutti che i draghi sono amici… Sconfiggeremmo tutti i cacciatori che incontreremmo… »
« È come sai che ci riuscirai? » Le chiese Leonardo.
« Beh… perché nel presente nostro… ci sono i draghi. »











Epilogo.











Hiccup strinse Astrid a se mentre ballavano, altre coppie ballavano attorno a loro ma lui non dava a loro la minima attenzione. Era finalmente sua moglie, ed era davvero stanco, con tutti quei preparativi, l’ansia di non avere al suo fianco tutte le persone che amava… ed invece di lato aveva Heather che ballava con GambediPesce, Dagur con Mala… Persino Atali era presente e ballava con Eret. Da qualche parte era certo che c’erano le Teste che facevano uno scherzo a Moccicoso, Victoria che da lontano li guardava e rideva, Leonardo e Tommaso con Valka che discutevano delle ultime scoperte dei draghi… la sua vita era più che perfetta.
« Ti va di uscire? » Sussurrò ad Astrid e lei annuì, ognuno perso in quel momento nessuno si rese conto che la coppia di neo sposi era scappata dalla sala grande. Hiccup portò Astrid in uno dei promotori di Berk e la guardò mentre si sedeva, doveva ammettere che quel abito bianco la rendeva una dea.

« Sai… non so se buttarti dalla rupe o baciarti » Hiccup sorrise mentre si sedeva al suo fianco.
« Posso scegliere? »

« Uhm… No. » I due risero finché Astrid non lo baciò a sorpresa « Non ti no mai ringraziato, non è cosi? »
« Per cosa? » Le chiese Hiccup ancora sorridente per quel bacio.
« Per tutto il resto » Sorrise la giovane, il ragazzo l’attirò a se e la baciò di nuovo ridendo.
« Pronta per andare a casa signora Haddock? » Astrid rise felice e si lasciò prendere in braccio da Hiccup, pronti per andare al livello successivo del loro rapporto.


« Notizie di Hiccup? » Le sfuggi un urletto di sorpresa, Leonardo che adorava spaventarla rise divertito. La ragazza era seduta nella sala grande. La festa era da poco finita e lei si teneva la mano sul petto.

« Sei un vero cretino, lo sai? » Ancora ridendo si sedette vicino a lei, e sorrise di lato notando quello che stava facendo.
« Finalmente sei riuscita a scrivere la tua fanfiction eh? » La castana sorrise soddisfatta.

« Sto scrivendo le ultime parole, spero che qualcuno nel futuro lo trovi e lo trascriva… potrebbe diventare un best seller… non credi anche tu? »
« Se riesce a capire la tua scrittura, merita un Nobel o non so che. » Victoria spinse Leonardo in modo giocoso. Poco dopo il ragazzo lasciò l’amica sola e lei scrisse le ultime parole nel quaderno. Sospirò si morse il labbro soddisfatta. Era pronta per la sua prossima avventura.






“Questa è Berk,

fa freddo dieci mesi all’anno nei altri due c’è un raggio di sole che illumina e che riesce a scaldare il cuori di chiunque. La gente qui è favolosa, un po' rozza e strana… ma sono una famiglia, la nostra. Ci sono alcune regole che potrebbero salvarti la vita qui. La prima è non infastidire un Hofferson, principalmente Astrid non a caso la chiamiamo Astrid la Valchiria. La seconda è che qui gli egoisti non sono ben accetti… la terza… Ama, rispetta e adora il tuo drago.”












_-_-_-_-_- Titoli di coda -_-_-_-_-_-


Ed eccoci ragazzi, oddio mi sembra strano ma è davvero finita… tra qualche giorno uscirà nelle sale il terzo atto di questa magnifica saga cinematografica, e potrei anche valutarne l’uso ahahah.

Vi amo tutti quelli che in silenzio hanno letto e amato, e un gran abbraccio alle due coraggiose ragazze che hanno avuto il coraggio di recensire, vi lovvo taaaanto. Un gran grazie va inoltre ai miei migliori amici che mi hanno ispirato i due personaggi e un gran grazie va a Dean deBlois, l’unico che è riuscito a creare un capolavoro migliore del originale!

Beh che dire a presto ragazzi.

Tanti baci ancora,

La vostra Hikaru_tsuki
















Post Credit.








Victoria aveva il capo sdraiato sullo stomaco di Leonardo, Tommaso poco vicino sdraiato vicino ai due guardava assieme a loro le nuvole sopra di loro.
« Victoria… Victoria! » Sentendosi chiamare in quel modo da suo fratello, la giovane si sedette di scatto confusa.

« Hic… che succede? » Il giovane sembrava stralunato ma euforico.

« Lui non è solo… abbiamo trovato una furia chiara! »

« Oh no… » Victoria sapeva che quello sarebbe l’inizio di tanti guai.





























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