Due giovani, due cuori, tanti ostacoli

di Marlena_Libby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Quel pomeriggio Hiro, Tadashi e i loro amici erano in ospedale a visitare Fred, che era stato ricoverato lì in seguito a una brutta caduta. Quando entrarono nella sua stanza lo trovarono steso sul letto con una gamba e un braccio ingessati.
- Ehi, ciao! - li salutò sorridente.
- Ma si può sapere come hai fatto a ridurti così? - domandò Wasabi.
- Mentre aspettavo che aprisse la nuova edicola vicino casa mia mi sono messo a guardare il mio film preferito e ho perso la cognizione del tempo - spiegò Fred. - Quando mi sono accorto che aveva già aperto da un quarto d'ora sono corso giù per le scale e sono caduto.
- E perché eri così impaziente che aprisse l'edicola? - chiese Honey.
- Hanno un numero rarissimo dei fumetti di Spiderman, dovevo assolutamente comprarlo! - esclamò il biondo.
- Un giorno o l'altro finirai per farti investire da un'auto per colpa di queste sciocchezze - ribatté GoGo.
Rimasero lì a parlare del più e del meno per un po', poi Hiro si alzò e disse: - Vado a prendermi qualcosa alla macchinetta che c'è all'ingresso.
Dopo aver preso una lattina di aranciata Hiro fece per tornare dagli altri, quando sentì il suono di un violino provenire da una delle camere. Era una melodia dolcissima e armoniosa. Incuriosito seguì il suono fino ad arrivare dalla camera da cui proveniva. Si appoggiò alla porta per ascoltare meglio, ma non si accorse che era socchiusa e cadde di schiena per terra.
- Ehi, stai bene? - gli chiese una voce femminile.
Hiro alzò lo sguardo e vide una graziosa ragazza che doveva avere più o meno la sua età: aveva dei capelli castani mossi e lunghi fino alle spalle, limpidi occhi marroni e la pelle bianca e liscia.
"È bellissima!" pensò il quattordicenne incantato. "Presto, dì qualcosa di intelligente!"
- Sono atterrato sulle chiappe - disse per poi darsi mentalmente dello stupido.
Non capiva cosa gli fosse preso, era come se il suo cervello fosse andato in tilt. La ragazzina bruna ridacchiò e lo aiutò a rialzarsi.
- Piacere, mi chiamo Diana Morrison - disse stringendogli la mano.
- Io sono Hiro Hamada. Scusa se sono entrato così in camera tua, ma ho sentito il suono di un violino provenire da qui ed ero curioso.
- Ero io che stavo suonando - disse Diana.
Andò a sedersi sul letto e riprese in mano il violino e l'archetto.
- Davvero? Complimenti, era una musica molto bella - si complimentò Hiro sedendosi accanto a lei.
- Grazie, sei gentile. Spero tanto di diventare una famosa violinista da grande.
- Per me puoi riuscirci anche subito, sei un vero talento!
Diana sorrise timidamente e arrossì.
- Se vuoi ti suono qualcosa.
- Con piacere.
La ragazza impugnò lo strumento e suonò lo stesso motivetto di prima: era l'Aria Sulla Quarta Corda di Johann Sebastian Bach. Diana sembrava ancora più bella mentre suonava e Hiro per tutto il tempo la fissò con gli occhi incantati e le farfalle nello stomaco.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


- Io sto uscendo - disse Hiro.
- Dove vai? - chiese Tadashi.
- Ehm... A fare una passeggiata - rispose il più piccolo imbarazzato.
Ormai era passato un mese e mezzo. Fred si era completamente rimesso e Hiro ogni volta che poteva andava in ospedale a trovare Diana. Da quel momento che aveva passato con lei sentiva il bisogno di conoscerla meglio, di stare con lei, ascoltarla suonare il violino. Ormai era chiaro che fosse cotto di lei, ma non osava dirglielo perché non si sentiva alla sua altezza.
- Stai uscendo spesso ultimamente, non è che nascondi qualcosa? - disse curioso Tadashi.
- No, che ti salta in mente?! - esclamò Hiro.
Aveva preferito tenere nascosta Diana agli altri vista la sua insicurezza.
Appena se ne fu andato, Tadashi prese il telefono e chiamò gli altri dicendo loro di venire a casa sua.
- Allora, perché ci hai fatti venire qui? - chiese GoGo.
- Per parlare di Hiro - rispose lui. - Avete notato come si comporta ultimamente?
- Sì, a scuola si distrae in continuazione e quasi tutti i giorni sparisce senza dire a nessuno dove va - rispose Honey.
- Pensi che possa essersi messo in qualche guaio? - chiese Wasabi.
- No, non credo, ma sono curioso di sapere cosa gli succede - disse Tadashi.
- Seguiamolo per vedere dove va, dato che siamo arrivati da poco non penso che si sia allontanato molto - propose Fred.
Tutti salirono sulla macchina di Wasabi e dopo qualche minuto riuscirono a trovare Hiro. Lo videro entrare in un negozio di fiori e uscire poco dopo con in mano un mazzo di rose blu.
- Perché avrà comprato quei fiori? - chiese Honey.
- State a vedere che ha una ragazza! - esclamò Fred.
- Ma perché tenercelo nascosto? - disse Tadashi.
- Non lo so, ma continuiamo a seguirlo - disse GoGo.
Rimasero molto sorpresi vedendo che il luogo in cui era diretto Hiro era l'ospedale.
- Come mai sarà venuto qui? - disse Wasabi.
- Ora che ci penso ha cominciato a comportarsi in modo strano da quando siamo venuti qui a trovare Fred la prima volta - ricordò GoGo.
Scesero dall'auto ed entrarono nell'ospedale. Hiro stava per entrare in una stanza, ma appena loro gli furono abbastanza vicini Tadashi gli mise una mano sulla spalla dicendo: - Ok, vuoi dirci che cosa sta succedendo?
Hiro sobbalzò, si voltò e vide che erano loro.
- Che cosa ci fate qui?! - esclamò irritato.
- Ultimamente ti comporti in modo strano, volevamo sapere cosa ti succede - rispose Honey.
- Non sono affari vostri, andate via!
- No finché non ci dice perché sei qui - disse Tadashi.
Hiro sospirò e rispose: - Sono venuto a trovare una ragazza di nome Diana.
- Perché non ci hai detto di avere una ragazza?! - esclamò Honey.
- Non è la mia ragazza, è solo un'amica! - rispose il ragazzino arrossendo.
In quel momento la porta della camera si aprì e Diana li guardò confusa.
- Ciao... Voi chi siete? - domandò.
Hiro sospirò passandosi una mano sulla faccia: ormai non poteva più tirarsi indietro.
- Diana, loro sono mio fratello Tadashi e i miei amici GoGo, Honey, Wasabi e Fred.
- Piacere - disse la ragazza stringendo la mano a ognuno di loro. - Prego, entrate.
Tutti e cinque entrarono e anche Diana stava per farlo, ma Hiro la fermò un attimo: - Tieni Diana, ti ho comprato queste.
- Rose blu, le mie preferite! Grazie! - esclamò lei abbracciandolo e lui ricambiò la stretta arrossendo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Tutti e sei si sedettero sulle sedie che si trovavano nella stanza, mentre Diana si accomodò sul letto.
- Sapete, Hiro mi ha parlato moltissimo di voi - disse.
- Davvero? - chiese Tadashi.
- Sì, io e Olivia non vedevamo l'ora di conoscervi.
- Chi è Olivia? - chiese Honey
- È la mia migliore amica. Le nostre madri hanno fatto amicizia in ospedale quando erano incinte di noi due, quindi ci conosciamo da sempre. Abbiamo sempre fatto tutto insieme, praticamente siamo come sorelle.
- Anche Olivia suona il violino come te? - chiese GoGo notando lo strumento sul comodino.
- No, però sa suonare il flauto traverso. Entrambe adoriamo la musica e speriamo di diventare famose - rispose Diana.
- Quando potremo conoscerla? - chiese Wasabi.
- Potrete farlo già oggi. Lei e la sua famiglia sono andati in vacanza alle Hawaii due settimane fa, oggi tornano.
- Io invece l'ho già incontrata, è simpatica - si intromise Hiro.
Diana si alzò per aprire le tende mettendo in evidenza la magrezza del suo corpo e il pallore della pelle. Poi si passò una mano sulla fronte un po' calda per via della febbre e disse: - Non vedo l'ora di stare meglio, mi manca andare al mercatino delle pulci tutti i sabati per vendere i carillon con Olivia e i suoi.
- A proposito, non ti abbiamo ancora chiesto perché sei ricoverata qui - disse Fred
Diana si sentì subito a disagio e gli altri guardarono il biondo con aria di rimprovero.
- Leucemia. Ormai sono quattro mesi che sono qui. Mi annoiavo a morte, ma da quando Hiro viene a tenermi compagnia non più - rispose Diana con un dolce sorriso che fece arrossire il quattordicenne.
Parlarono ancora qualche minuto, poi Diana si alzò dal letto.
- Dove vai? - chiese Tadashi.
- I miei andranno a prendere Olivia e la sua famiglia all'aeroporto e voglio chiedergli se posso venire anch'io.
- Non penso sia una buona idea - disse Hiro un po' preoccupato.
- Stai tranquillo, ho solo un pochino di febbre - lo rassicurò lei. - Voi potete aspettare qui, l'orario di visite finirà tra due ore.
La ragazzina uscì dalla stanza, poi poco dopo sentirono qualcuno urlare - DIANA!!!
I sei si precipitarono fuori dalla stanza e Hiro per un attimo si sentì mancare: Diana era stesa a terra e accanto a lei c'erano i genitori che piangevano e le infermiere.
- Cos'è successo?! - chiese il ragazzino allarmato.
- Non lo sappiamo, stava venendo verso di noi e a un tratto è svenuta! - rispose la madre di Diana con la voce incrinata dal pianto.
I medici arrivarono con una barella e ci misero sopra la ragazzina. Poi lei si mosse leggermente e aprì a fatica gli occhi: - Mamma... Papà...
- Tranquilla tesoro, siamo qui - disse la madre prendendole una mano. 
- Andate a prendere Olivia e i suoi all'aeroporto mentre mi visitano e poi portateli qui.
- Noi non ti lasciamo qui da sola! - rispose deciso suo padre.
- Non sarò sola, ci saranno Hiro e gli altri con me. Vi prego, andate e non preoccupatevi. Ho voglia di vedere Olivia.
I genitori andarono all'aeroporto con il cuore in gola, mentre Hiro e gli altri rimasero in sala d'attesa.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Dopo qualche minuto i ragazzi videro arrivare il medico.
- Allora? - chiese Hiro preoccupato.
- Ora sta un po' meglio, ma dovremo tenerla sotto osservazione fino a domani. Potete entrare a vederla, ma non fatela agitare.
I sei entrarono e videro Diana stesa sul letto, pallida e sudata.
- Come stai? - chiese Hiro prendendole una mano.
- Non ti preoccupare, è tutto ok - rispose lei con un leggero sorriso. - I miei sono andati all'aeroporto?
- Sì, dovrebbero arrivare tra poco - rispose il ragazzino.
- Povera Olivia. Sarà appena atterrata e io le combino questo casino.
- Non dire sciocchezze, non hai nessuna colpa! - ribatté Hiro scuotendo la testa.
Mezz'ora dopo nella stanza entrò una ragazzina dalla pelle rosea, gli occhi azzurri e i capelli lisci, biondo chiaro e lunghi fino alle spalle. Diana, appena la vide, si mise a sedere con un po' di fatica e spalancò le braccia: - Olivia, amica mia!
La nuova arrivata le si avvicinò e la abbracciò affettuosamente: - Come stai?
- Sto bene, tranquilla. Mi dispiace di averti fatta preoccupare - rispose la bruna.
- Oh, ciao Hiro - disse Olivia accorgendosi solo in quel momento della presenza del ragazzino e degli altri. - Loro chi sono?
- Sono mio fratello Tadashi e i miei amici GoGo, Honey, Wasabi e Fred.
- Piacere - disse la ragazzina bionda. Poi rivolgendosi a Diana disse: - Ti ho fatto un regalo.
- Davvero? Dai, fammi vedere!
Olivia le diede un pacchetto con carta blu e nastro viola. Diana lo scartò e ne uscì un bellissimo carillon rosso a forma di tulipano.
- Grazie, è stupendo! - esclamò.
- L'ho fatto io, proprio come quelli che vendiamo al mercatino delle pulci - sorrise Olivia. - Forza, gira la chiavetta.
Diana la girò e il carillon cominciò a girare producendo la stessa canzone che Hiro aveva sentito suonare a Diana quando l'aveva conosciuta. Solo che quello non era il suono di un violino, ma di un flauto.
- Ma questa che suona sei tu! Riconoscerei ovunque il tuo modo di suonare! - esclamò Diana.
- Sì, mi sono registrata mentre suonavo e l'ho inserita nel carillon.
- Sei un tesoro! - disse ancora la bruna abbracciandola.
- Olivia, un giorno devi fare anche a me uno di questi - disse Honey.
- Volentieri - disse lei.
- Anche io li so fare, ma non sono mai belli come quelli di Olivia - disse Diana.
- Bach è il nostro musicista preferito e adoriamo soprattutto l'Aria Sulla Quarta Corda - disse ancora Olivia.
- Ragazzi direi di andare, si sta facendo tardi - disse Wasabi.
- Non se ne parla, io non lascio Diana qui da sola! - ribatté Hiro.
- Non ti preoccupare, c'è Olivia qui con me - lo rassicurò la bruna.
Il giovane non era tanto convinto, ma sapeva che Diana aveva ragione. Così Wasabi riaccompagnò a casa i suoi amici e poi si avviò anche lui.

Quando salirono in camera Tadashi disse a Hiro: - Diana è molto simpatica. Comunque perché non ci hai detto prima che ti eri preso una cotta per una ragazza?
- Ma che cosa dici?! Non è vero! - ribatté Hiro arrossendo.
- Non prendermi in giro, ho visto come la guardi!
- E va bene, è vero! - ammise il minore. - Non ho detto niente perché non mi sento alla sua altezza! Insomma, lei è così bella, carismatica, dolce ed è una musicista fantastica e io invece...
- Non dire sciocchezze, anche tu hai tantissimi pregi e sono sicuro che ti ricambia.
- Dici? - chiese Hiro non tanto convinto.
- Certo. Comunque se proprio ti vergognavi non dico che dovessi dirlo agli altri, ma almeno a me potevi dirlo. Sono tuo fratello, lo sai che con me puoi parlare di tutto - disse Tadashi mettendogli una mano sulla spalla.
- Mi dispiace - disse Hiro abbassando lo sguardo.
- Non fa niente - lo rassicurò il più grande scompigliandogli i capelli.
- Ho paura, dici che starà meglio domani? - chiese il quattordicenne.
- Sì, vedrai - disse Tadashi, anche se in realtà non ne era tanto convinto visto che sapeva quanto fosse grave la leucemia.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il giorno dopo Hiro andò di nuovo a trovare Diana, invece suo fratello e gli altri non poterono perché avevano altri impegni. Appena arrivò all'ospedale vide Olivia seduta in sala d'aspetto con lo sguardo triste e gli occhi arrossati.
- Olivia, che hai? - chiese preoccupato.
- Hiro, è terribile! - rispose lei scoppiando in lacrime.
- Ok, calmati e raccontami tutto - cercò di tranquillizzarla lui mettendole le mani sulle spalle.
- Stamattina Diana ha avuto un altro mancamento e i medici dopo averla visitata hanno detto che le sue condizioni si sono aggravate! Non sono più sicuri che riuscirà a salvarsi!
Per Hiro su come ricevere una pugnalata allo stomaco, ma cercò di mostrarsi forte.
- Però ci dev'essere qualcosa che possiamo fare! 
- In effetti c'è qualcosa: un trapianto di midollo osseo. Però serve un donatore compatibile e i suoi genitori non lo sono! Anche io e i miei abbiamo provato, ma niente!
- Allora lo farò io! - esclamò Hiro.
- Sei sicuro? - chiese Olivia.
- Certo. Olivia, anche io voglio molto bene a Diana, non posso sopportare l'idea di perderla! Forza, andiamo a dirglielo!
Quando entrarono nella camera di Diana lei li accolse con un dolce sorriso.
- Diana, come stai? - chiese Olivia.
- Un po' meglio - mentì lei.
- Diana, Olivia mi ha detto del trapianto che ti serve per guarire e sappi che ho intenzione di farlo io - annunciò Hiro.
- Hiro, non penso sia una buona idea - disse la bruna.
- E perché?
- Sei troppo giovane, ho paura che questo tipo di intervento possa farti stare male - spiegò Diana. - Non permetterò mai a nessuno di stare male per colpa mia.
- Ma se non facciamo qualcosa morirai! - protestò Olivia.
- Non mi interessa! - ribatté decisa Diana.
- Diana, non devi preoccuparti per me. Sono disposto a sopportare qualsiasi cosa per aiutarti, ti voglio bene e preferirei essere torturato a morte piuttosto che perderti.
Diana sentì le guance bruciare e gli occhi le divennero lucidi per la commozione: non avrebbe mai pensato che quel ragazzo che da quasi due mesi la veniva a trovare quasi tutti i giorni facendole battere il cuore tenesse a lei fino a quel punto. E questo la rendeva felice come non mai.
- Va bene - sospirò.
Hiro si fece fare dai medici le analisi necessarie, poi andò ad aspettarle insieme a Olivia e Diana parlando con loro del più e del meno per distrarsi.
Poi dopo un'ora un medico entrò.
- Allora? - chiese Hiro impaziente.
Il medico prese un profondo respiro e con sguardo dispiaciuto disse: - Mi dispiace, ma purtroppo non sei compatibile.
Hiro sgranò gli occhi sconvolto e sentì il cuore battergli all'impazzata.
- Hiro non fa niente, hai fatto abbastanza - cercò di rassicurarlo Diana.
- Devo andare, si sta facendo tardi - disse frettolosamente il ragazzino.
Si precipitò fuori dall'ospedale e continuò a correre disperato fino a casa, dove si chiuse in camera sua e si fiondò sul letto dando le spalle al soffitto e abbracciando il cuscino. Quando lo videro arrivare così la zia Cass e Tadashi capirono subito che qualcosa non andava, così il ragazzo salì in camera e si sedette accanto al fratellino.
- Hiro, che succede? - chiese accarezzandogli i capelli.
Il ragazzino si voltò per guardarlo con gli occhi lucidi e improvvisamente scoppiò a piangere. Tadashi lo abbracciò fortemente accarezzandogli la testa.
- Shhh, va tutto bene - sussurrò con voce dolce. - Dai, raccontami cos'è successo.
- Quando sono andato in ospedale oggi Olivia mi ha detto che Diana ha bisogno di un trapianto di midollo osseo, così mi sono fatto fare le analisi perché volevo donarglielo io, ma hanno detto che sono incompatibile! - spiegò il ragazzino con la voce incrinata dal pianto. - Tadashi, cosa faccio? NON POSSO PERDERE DIANA! IO LA AMO!
Con queste parole, Hiro pianse ancora più forte stringendo la presa sul fratello. Tadashi lo cullò dolcemente; avrebbe tanto voluto fare qualcosa per farlo stare meglio, ma non gli veniva in mente niente.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Hiro era talmente disperato che quella notte non chiuse occhio. Il giorno dopo volle andare di nuovo a trovare Diana per trascorrere con lei il più tempo possibile prima di doverla salutare per sempre, e Tadashi decise di accompagnarlo. Quando però arrivarono in ospedale, il più grande disse:
- Hiro tu vai, io ti raggiungo tra un po'. Devo prima sbrigare una faccenda importante.
- Oh... Va bene - disse il minore un po' perplesso.
Quando entrò Hiro nella stanza vide Diana intenta a parlare con Olivia. Quest'ultima aveva gli occhi rossi dal pianto e il suo sorriso era chiaramente falso.
- Ciao ragazze.
- Ciao Hiro - lo salutò Diana. Poi, notando le sue occhiaie, chiese: - Non hai dormito stanotte?
- No, ho avuto qualche problemino di insonnia - rispose lui sedendosi accanto al letto.
Dopo qualche minuto di silenzio, Hiro chiese: - Come stai?
- Non molto bene, la febbre mi è salita e non ho tanta fame - rispose Diana.
- E non hanno ancora trovato nessun donatore? - chiese ancora il ragazzino speranzoso.
- Purtroppo no. A quanto pare presto vedrò cosa c'è dall'altra parte! - disse Diana con una triste risatina.
Hiro strinse forte i pugni e dovette fare uno sforzo sovrumano per trattenere le lacrime.
- Non essere triste - disse Diana con un dolce sorriso mettendogli una mano sulla guancia. - Credimi, vorrei davvero tanto poter restare ancora qui, ma se non posso devo farmene una ragione. Gli anni che ho passato sono stati belli e ho incontrato un sacco di persone meravigliose, non avrei potuto desiderare di più. Comunque puoi credermi sulla parola Hiro: in nessun'altra vita potrò mai incontrare un ragazzo dolce come te.
Gli occhi di Hiro divennero lucidi e si precipitò fuori dalla stanza, corse in sala d'aspetto e si sedette su una sedia. Poi portò le gambe al petto, le strinse con le mani e ci nascose dentro il viso pieno di lacrime.
- Ehi, piccoletto - lo chiamò una voce.
Hiro alzò la testa e si ritrovò davanti Tadashi che gli accarezzava i capelli.
- Scusa, voglio stare solo - disse il minore.
- Non devi più preoccuparti per Diana, vedrai che si salverà.
- E come fai a dirlo?
- Semplice: mi sono appena fatto fare delle analisi e indovina un po'? Sono compatibile con Diana, quindi posso donarglielo io il midollo!
- Cosa?! - chiese sconvolto Hiro. - Davvero tu lo faresti?!
- Certo che sì. So quanto Diana significhi per te, farei qualsiasi cosa per renderti felice.
Hiro fece un enorme sorriso e si gettò tra le braccia del fratello.
- Ti voglio bene Tadashi! Non immagini quanto!
- Anch'io ti voglio bene - disse il maggiore ricambiando l'abbraccio.

Due giorni dopo la squadra dei nerd e la zia Cass accompagnarono Hiro e Tadashi all'ospedale, essendo loro in ansia per la delicatezza dell'intervento.
- Allora? Ti senti pronto? - chiese Cass al nipote.
- Sì zia, non ti preoccupare.
- Buona fortuna amico - disse Wasabi.
- Grazie - rispose Tadashi andandosi a preparare.
Hiro per distendere un po' l'ansia andò a prendersi qualcosa alla macchinetta e lì fu raggiunto da Olivia.
- Olivia non dovresti essere con Diana?
- Infatti fino a ora ero con lei: è davvero agitata e ho pensato che forse tu potresti rassicurarla.
- Va bene - rispose il corvino andando in camera dell'amica.
- Ciao - lo salutò Diana.
- Ciao. Sei nervosa?
- Non sai quanto! - rispose la bruna. - Mi ero quasi abituata all'idea di morire e ora che ho la possibilità di salvarmi non mi sembra vero! Dovrei essere felice, invece sono spaventata a morte!
Hiro le prese le mani e disse: - Non ti preoccupare, è normale che tu abbia paura, ma non devi smettere di sperare. Fidati di me, andrà tutto bene.
Diana arrossì e fece per dire qualcosa, quando entrarono alcuni medici: - Signorina Morrison venga, è ora dell'intervento.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Hiro e Olivia erano andati in sala d'aspetto con gli altri, la zia Cass e i genitori delle due ragazzine. Più passava il tempo e più cresceva l'ansia, la madre di Diana ogni tanto si lasciava sfuggire qualche singhiozzo preoccupato e il marito l'abbracciava con fare confortante, Olivia si mangiucchiava le unghie e Hiro continuava a guardare speranzoso la porta della sala operatoria. Era davvero in ansia per Diana, ma anche per Tadashi; suo fratello stava facendo tutto questo solo per lui, se avesse avuto dei problemi non se lo sarebbe mai perdonato.
Finalmente, dopo quattro ore, i medici uscirono.
- Allora? - chiese ansioso Hiro.
- Abbiamo il piacere di informarvi che il trapianto è andato a buon fine - annunciò uno di loro con un sorriso.
Tutti quanti esultarono felici e Hiro e Olivia si abbracciarono sollevati.
- Possiamo vederli? - chiese Olivia.
- Non adesso, stanno ancora dormendo. Potrete tra qualche ora quando si saranno svegliati.

Passarono due mesi, Tadashi e Diana si erano ripresi e quel giorno avevano deciso di festeggiare tutti insieme al bar della famiglia Hamada.
Hiro osservava Diana seduta accanto a lui: dopo essersi ripresa dalla malattia era diventata ancora più bella e raggiante, aveva riacquistato peso e la sue pelle aveva un colorito più roseo.
- Ehm, Diana? Devo dirti una cosa - disse il corvino a un certo punto.
- Oh... Va bene.
- Ma non qui - specificò Hiro. - Dobbiamo andare alle scogliere.
- Adesso?! Ma siamo qui tutti insieme! - esclamò sorpresa Diana.
- Tranquilla tesoro, vai pure, per noi non è un problema - disse sua madre.
Tutti si scambiarono uno sguardo complice: ormai sapevano della cotta di Hiro per Diana, infatti avevano organizzato quella festa anche per permettergli di dichiararsi. Ed era stato di comune accordo anche farli andare alle scogliere da soli, per fargli avere più privacy e rendere tutto più romantico.
Quando arrivarono lì, Hiro e Diana si sedettero su una roccia a osservare lo splendido tramonto del sole sul mare.
- Amo questo posto, è da parecchio che non ci venivo - disse Diana. - Allora, cosa volevi dirmi?
Hiro si sentì improvvisamente bloccato e le guance gli andavano a fuoco.
"No, devo farcela!" si disse alzandosi.
- Diana, è da quando ti ho incontrata che volevo dirtelo, ma non ne ho mai avuto il coraggio: sei la ragazza più bella, gentile e forte che abbia mai conosciuto e quando ho saputo che eri peggiorata mi è crollato il mondo addosso. Non riuscivo a sopportare l'idea di perderti, perché anche se ti conoscevo da poco significavi moltissimo per me e non sapevo cosa avrei fatto senza di te.
A quel punto anche Diana si alzò, colpita al cuore da quelle parole.
- Quello che sto cercando di dirti Diana, è che... Che... IO SONO INNAMORATO DI TE!
Diana sgranò gli occhi e Hiro già temette un rifiuto, ma lei gli prese il viso tra le mani e lo baciò con passione. Hiro rimase un attimo sorpreso, poi ricambiò il bacio.
- Anche io ti amo - disse la bruna quando si staccarono. - Sei un ragazzo fantastico, intelligente e simpatico e mi hai portato un mucchio di gioia quando stavo male. Sei stato tu a donarmi la forza necessaria per andare avanti, senza di te oggi non sarei qui.
A quelle parole Hiro le strinse forte i fianchi e la baciò con ancora più ardore di come aveva fatto lei prima. E dietro tutto questo il sole tramontava sugellando il loro amore.

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