Il primo bacio

di reesejordan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Con lui ***
Capitolo 2: *** Con te ***



Capitolo 1
*** Con lui ***


Fa caldo nella sala. Sottovoce, mi dice se ho voglia di uscire senza lasciare la mia mano. Abbiamo ballato davanti a tutti. Mi ha fatto volteggiare sul pavimento di marmo in questo vestito che indosso per la prima volta e che mi fa sentire diversa.

I nobili nella sala mi hanno guardata. So che hanno osservato ogni minimo dettaglio per togliere quella sete di pettegolezzo. Non mi hanno riconosciuta, ma io so chi sono quei volti, so cosa si dicono dietro a quei ventagli o mentre portano il bicchiere alle labbra per bere e sussurrare le notizie di un altro tradimento. Li ho sentiti più volte, ma il mio abbigliamento era diverso. Di solito porto la divisa, i capelli sciolti, le medaglie al petto, la spada al fianco. Stasera ho un vestito prezioso, i capelli raccolti, gli orecchini e un ventaglio di piume come il loro.

Hans mi fa cenno di uscire. Si inchina e mi mostra la strada. Lo guardo mentre ci guardano. So di avere gli occhi puntati addosso. Il Conte di Fersen è in compagnia di una dama sconosciuta che ha fatto ballare e con cui si appresta ad uscire nel giardino. Sto alimentando un fuoco troppo grande anche per me. Non so se mi sarà possibile controllarlo. Il mio cuore batte forte nel petto. Abbiamo danzato, ma non è l'attività fisica che mi fa sentire così. Non ho bevuto, eppure non mi sento padrona dei miei pensieri, colti nel vortice della musica, delle mie mani nelle sue, del suo profumo. Ho il viso rosso, le guance colorate e non dal belletto che non ho voluto mettere, nonostante le insistenze della nonna a completare il suo sogno, quello di vedere la sua bambina in un abito da sera, vestita finalmente da donna.

- Fa caldo nel salone. Vedrete, l'aria del parco vi farà sentire meglio.

La sua voce vellutata arriva alle mie orecchie. Annuisco e scendo le scale verso il giardino che ho percorso più volte accanto alla Regina o mentre ordinavo ai soldati di fare la guardia in determinati punti davanti alla Reggia. 

Camminiamo piano. Ho bisogno di sentire la terra sotto ai piedi. Di solito indosso stivali o scarpe con i tacchi meno vistosi di quelli che porto adesso, ma soprattutto non indosso gonne. Temo di inciampare visto la mia inesperienza. Sono state inutili le mie proteste. La nonna mi ha detto con voce decisa, mentre si sistemava gli occhiali, che con un vestito come questo bisognava portare le scarpe adatte. Per me sono una tortura come questo corpetto stretto al seno per far mostrare la pelle, le curve femminili.

Arriviamo a una delle fontane senza dire molto. Il mio braccio è sorretto al suo, i gesti da vero gentiluomo che di solito sono io a rivolgere alle dame, dedicati a me. Mi cammina accanto e quando ci fermiamo, sento i suoi occhi che mi scrutano.

- Madame... Mademoiselle... Non smetterò mai di dirlo, ma siete un incanto questa sera. 

Non riesco a guardarlo in volto. I miei occhi danzano sull'acqua che sgorga dalla bocca della statua al centro della fontana. Le sue lusinghe scendono sopra di me e mi scavano dentro. Ah! Quante volte ho desiderato sentire quelle parole, essere apprezzata da lui. Quante volte nel buio della mia stanza, nascosta a tutti, anche a me stessa, speravo di provare, almeno per una sola volta, diventare il centro delle sue attenzioni.

- Siete sempre stata bella, ma non vi avevo mai vista così...

Le sue parole mi colpiscono e mi volto a guardarlo sorpresa. Mi ha riconosciuta. Che ingenua sono stata. Mi sono lasciata tradire, forse dalla mia voce mentre gli parlavo nel salone o forse dal modo goffo in cui mi muovevo in questo vestito che non mi copre più nell'anonimato.

- Avete capito, dunque...

- Sì, Oscar... non subito... 

- È per via di qualcosa che ho detto... o fatto?

- No... i vostri occhi... quello sguardo.

Non riesco a controllare i battiti del cuore che hanno un ritmo sempre più forte e irregolare nel petto. Si avvicina a me. La sua mano sfiora il mio mento, lo solleva di poco e mi penetra con i suoi occhi brillanti.

- Ma adesso che vi ho vista...

- Hans, io...

Voglio scappare, ma il suo braccio scende sulla mia schiena per tirarmi più a sé. Le dita della mano si muovono dal mio mento e mi accarezzano la guancia. Mi tira di più a sé, chiude gli occhi e mi bacia. Le sue labbra sono sulle mie. La sorpresa che mi coglie è grande e inaspettata. No! Tengo gli occhi aperti, il viso verso il cielo e nelle stelle che illuminano la notte, ti vedo. Vedo i tuoi occhi, il tuo sorriso. Vedo noi, le nostre cavalcate, le nostre risse, le serate insieme davanti al camino. Ascolto la tua risata, le tue parole, severe o canzonatorie. Ti vedo a casa mentre mi ammiri, sorreggendoti allo scalone e mi trovo a capire che non sono le sue labbra che voglio assaporare, non sono le sue braccia che mi devono avvolgere, non sono i suoi occhi in cui mi voglio perdere. 

Con un movimento brusco, mi muovo, mi stacco da lui, un po' affannata e scossa. Hans si accorge del mio comportamento e si ritrae di poco. Credo che abbia capito che non mi sono sentita a mio agio con quel contatto tra noi.

- Oscar, perdonatemi... non avrei dovuto...

- No, Hans... sono io che non avrei dovuto... è stato uno sbaglio.

- Perché? Non capisco...

- Hans, siete il mio migliore amico... 

- E il vostro cuore di donna?

- Appartiene ad un altro... devo andare...

Mi incammino a passo spedito, lasciandolo accanto alla fontana. Mi chiama, ma fortunatemente non mi segue. Salgo sulla carrozza e chiedo a Jacques di fare in fretta. Ho bisogno di tornare a casa, da te. Voglio vederti, voglio nuotare nei tuoi occhi, voglio, accarezzarti, perdermi nel tuo abbraccio. Voglio baciarti. 

Il ballo di stasera mi ha fatto vedere la realtà. Sono la tua donna. L'uomo che credevo di amare mi ha baciata per la prima volta, e il mio cuore, i miei pensieri volevano te. Il mio primo bacio con un altro mi sta portando da te. Non vedo l'ora di assaporare il primo bacio con te.

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Capitolo 2
*** Con te ***


La strada tra Versailles e palazzo non mi è mai sembrata così lunga. Scalpito dentro. Voglio tornare da te. Voglio dimenticarmi di lui, di questa serata, della mia decisione di vestirmi da donna per lui. L'avrei dovuto fare per te, anche se so che tu mi sei accanto anche con il mio abbigliamento maschile. Dannazione! Se fossi a cavallo adesso sarei già arrivata. Ma devo aspettare e non ce la faccio.

Guardo fuori dalla carrozza. È buio. Cerco di rassenerarmi. Forse questa attesa mi servirà. Non so come mi comporterò davanti a te. Non ho piani o strategie. Ho solo un desiderio enorme. Quello di vederti, di dirti che ti amo. E tu..? Cosa vuoi? Estasiato, mi hai guardata, ammirata, prima di andare al ballo. Un brivido lungo la schiena mi attraversa al ricordo delle tue dolci parole di apprezzamento che non sono abituata a sentire.

- Oscar, sei stupenda.

Poi mentre salivo in carrozza, per recarmi al ballo da sola, senza la tua compagnia, mi hai aiutata. La mia mano inguantata nella tua. Ti sei inchinato davanti a me e hai chiuso la porta della carrozza. Volevo ballare con lui... o è quello che credevo... e invece ho solo capito che non è lui che voglio. Ho solo capito che sono una donna innamorata. 

Volevo ballare con lui…o è quello che credevo. Mi ha baciata, ma non ho provato niente di ciò  che mi aspettavo. Pensavo che essere apprezzata da Fersen per il mio essere donna era la cosa che mi avrebbe fatta felice. E invece... invece ho solo capito che non è lui che voglio. Ho solo capito di essere una donna innamorata. Di te. Dove sei?

Appena Jacques ferma i cavalli, la portiera si apre. Non può essere lui. Sei tu. I nostri sguardi s'incrociano, poi abbassi quegli occhi brillanti e mi porgi la mano. 

- Bentornata, Contessa.

- André...

Non so cosa dirti. Rimango per un po' di tempo a guardarti. Il cuore mi batte fortissimo. Lo senti? Puoi vedere le mie guance rosse sotto la luce della luna?

- Vi accompagno.

- Smettila di parlarmi così.

- L'educazione me lo impone, Madame.

- Cosa stai dicendo? Sono sempre io...

- Sì, voi siete la Contessa e io il vostro umile servo.

Sgrano gli occhi, ma non rispondo. È un duro colpo il tuo. Non sei mai stato il mio servo. Vorrei gridartelo in faccia. Mi fanno male le tue parole, ma ho capito di aver sbagliato. Ho creato una distanza fra noi con la mia decisione di andare al ballo. Jacques porta via la carrozza e i cavalli e salgo le scale con te, il mio braccio sopra il tuo, l'altra mano a sollevare di poco le gonne. Non mi riconosco più. Entrati in casa, nel grande salone trovo un modo per non farti andare via, colmare il distacco. Non capisci, non sai forse che per me il rango non ha importanza? Soprattutto adesso che ho scoperto di amare solo te...

- C'è una cosa che vorrei che facessi per me.

- Sono ai vostri ordini.

- Voglio ballare con te.

- Ballare? Madame, non avete trovato un cavaliere a Versailles? Sono sicuro che vi hanno ammirata in tanti.

- Ho ballato, André, ma desidero un altro ballo... con te.

Le ultime parole escono come un soffio. Non puoi dirmi di no. Non potrei sopportarlo. Mi sorridi e mi trovo fra le tue braccia a volteggiare senza musica nel salone di palazzo. Non m'importa se ci scoprono così in questo ballo fatto di mani, sguardi, e violini che mi suonano in testa. Ti osservo. Mi perdo nei tuoi occhi, nelle tue labbra. Le immagino sulle mie. Mi faccio guidare dai tuoi movimenti sicuri, il tuo abbraccio forte.

Di colpo ti fermi. Ti avvicini di più a me. Chiudi gli occhi, abbassi la testa e la posi sulla mia fronte. Trattengo il respiro.

- Oscar, non smetterò mai di pensarlo... sei bellissima.

Riapri gli occhi e mi guardi. Cosa mi sta succedendo? È questo l'amore? Non mi sono mai sentita così rapita. L'esperienza del ballo di qualche ora fa con Fersen è nulla in confronto alle forti emozioni che sto provando in questo momento.

- André, io...

- Dimmi che non sto sognando.

- Cosa?

- Dimmi che ti sto tenendo veramente fra le mie braccia.

Annuisco piano, scossa dalle tue parole. Voglio sentirti dire che hai ballato con me perchê lo volevi e non per obbedire a un mio ordine, ma la risposta arriva senza la mia domanda.

- Dimmi che vuoi stare fra le mie braccia anche se ami lui.

- Ti sbagli, André...

- Non vuoi regalarmi una bugia, solo per una notte?

Sento le tue mani scivolare via da me. Ti stacchi dolcemente. No! Non voglio che mi lasci. Non voglio darti un altro dolore. Voglio tenerti con me. La mia mano stringe la tua. Devi restare, ascoltarmi. Devo trovare il coraggio, confessarti tutto.

- Non amo lui... amo te. Con tutto il cuore...soltanto te...

- Oscar...

- Non sono bugie...

Alle mie parole, la luce nei tuoi occhi si riempie di sorpresa e desiderio. Mi accarezzi la guancia, poi la tua mano scende sul mio mento a sollevarlo di poco. Le nostre labbra finalmente s'incontrano. Le lingue si incrociano. Mi sento volare. Una gioia incontenibile mi esplode nel cuore. Sparisce tutto intorno a me. Non esiste il pavimento sotto ai piedi. Non esistono le mura di palazzo. Non esistono i confini della differenza sociale. 

Il mio vestito bianco si trova per terra. Poco lontano il corpetto che mi stringeva. Preferisco essere stretta dalle tue braccia. Più in là, la tua camicia, i pantaloni. Non vedo la tua giacca. Probabilmente è rimasta sulle scale dove te l'ho tolta tra un bacio vorace e l'altro.

Tutto è chiaro dentro di me. Esiste solo un immenso amore per te. Esistiamo solo noi due in questa notte e per sempre. Esistono solo i nostri corpi caldi che giacciono nel mio letto nudi, abbracciati, uniti. Esistono le nostre labbra a toccarsi, baciarsi, sussurare parole d'amore. 

Ho capito chi sono. Ho capito perché voglio vivere. Ho capito di essere viva perché ho assaporato il mio primo bacio con te.

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