My true Love

di QueensOfFandom94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Clara Singer ***
Capitolo 2: *** Il risveglio ***
Capitolo 3: *** La decisione di John ***
Capitolo 4: *** Una vita per una vita ***
Capitolo 5: *** Di nuovo in pista ***
Capitolo 6: *** La vera minaccia ***
Capitolo 7: *** Paura di perderti ***
Capitolo 8: *** Il lato oscuro di Sam ***



Capitolo 1
*** Clara Singer ***


Che Clara Singer ricordasse non le era mai piaciuto tanto cucinare come quella mattina di fine Ottobre. Suo padre la guardò stupefatto nel vederla preparare una teglia di lasagne al ragù, ben sapendo che la figlia odiava in modo assoluto '' fare i mestieri di casa''. 
Ogni tanto incontrava qualcuno che diceva '' Hai venticinque anni. Dovresti essere in grado di mandare avanti una famiglia''- ma lei scrollava le spalle. 
Per quale motivo avrebbe dovuto preoccuparsi di tenere pulita ed ordinata una casa che era costruita proprio nel mezzo di un '' macello per auto''? O di preparare ogni giorno un sontuoso banchetto, visto che nove volte su dieci era incerta di tornare a casa viva o per lo meno con tutti gli arti al loro posto, o di rivedere il padre? Di lavare ed inamidare i vestiti se poi dovevano essere bruciati perchè ridotti a brandelli ed insanguinati? E soprattutto.... perchè mai preoccuparsi di dover mandare avanti una faimiglia, visto che una famiglia non l'aveva e nemmeno avrebbe mai avuto occasione di formarne una sua? 
Non che fosse una '' beghina inguardabile'', anzi... nello splendore dei suoi venticinque anni, era una bellissima ragazza:  un metro e settanta, capelli biondo scuro, pelle chiara, occhi verdi come due smeraldi, labbra sottili... insomma una bella ragazza. Una di quelle che camminavano per strada con le cuffie nelle orecchie e che non si mettevano a ballare scatenandosi a ritmo di musica per illudere la gente che la guardava di essere normale, e che intanto non sentiva la gente che diceva '' Deve avere uno stuolo di spasimanti quella''. 
Per fortuna non li sentiva. O si sarebbe messa a ridere. 
No, Clara non aveva nessuno spasimante, malgrado fosse una ragazza molto bella. 
Però era anche una cacciatrice. Ma non una di quelle persone che la domenica, non sapendo cosa fare per far passare una giornata senza dormire sul divano davanti ai talk show, prendevano una carabina per sparare agli animali del bosco. 
Lei uccideva spettri vendicativi, mostri, licantropi... demoni.  Quando aveva un anno, sua madre Karen venne posseduta da un demone... e suo padre Bobby non potè fare altro se non uccidere la moglie. Da allora divenne molto protettivo con lei. Forse troppo. 
Non l'aveva mai mandata a scuola, ma non per questo era analfabeta o ignorante. Malgrado le sembianze da '' ubriacone del villaggio'' Robert Singer era un uomo di grande intelligenza e cultura ed aveva istruito la figlia su tutto quello che c'era da farle sapere.... dedicando cura particolare a '' Fantasmi, Mostri e Affini: come ucciderli''. 
Sapeva sparare, sapeva combattere... e soprattutto sapeva rispondere in modo che se qualcuno mai avesse provato a dire qualcosa sul fatto che era una donna, poi ci avrebbe pensato due volte prima di rifarlo. 
Insomma, non aveva avuto una vita normale... ma le piaceva. 
Se non fosse stato per un dettaglio. 
Ovvero la solitudine a cui era costretta.
Ma quel giorno le cose sarebbero cambiate. Per questo le andava di cucinare qualcosa di buono. Voleva festeggiare.
Tornavano i suoi fratelli.
...
...
...
Quando Clara vide entrare nel '' piazzale'' di casa sua l'Impala di John Winchester corse subito fuori urlando euforica come una bambina il giorno di Natale - DEAN! SAM!- e li abbracciò entrambi minacciando di strangolarli. 
I due fratelli, malgrado la preoccupazione che li attanagliava, ricambiarono la stretta con un sorriso.
- Sì. Anche per noi è bello rivederti, Clara...- fece Sam rantolando - Ma il tuo entusiasmo rischia di seccarci prima del tempo...- 
- Oddio scusate!- fece Clara mollando la presa - è che sono così felice di rivedervi.... anche se vorrei che le circostanze fossero migliori.- 
- Ciò non toglie che rivederti sia una gioia.- fece Dean. 
Il clima di quel giorno non era certo l'ideale per una '' rimpatriata''. Il padre di Sam e Dean, cacciando il demone che quasi ventitre anni prima aveva ucciso la sua povera moglie per vendicarsi, dopo tanta fatica, aveva trovato quello che voleva.
O quello che cercava aveva trovato lui, quello dipendeva dai punti di vista. Stava di fatto che Occhi Gialli, così lo avevano chiamato, aveva catturato Winchester Senior. I suoi figli erano spaventati, e malgrado entrambi morissero dalla voglia di andare a prendere a calci nel culo il responsabile della distruzione della loro famiglia, della morte della loro madre, del ladro della loro infanzia e della loro innocenza, erano consapevoli che non potevano farcela da soli. 
Avevano bisogno di aiuto. E c'erano solo due persone di cui potevano fidarsi cecamente: Bobby Singer e sua figlia Clara.
- Avete fame?- chiese Clara.
- Tu non immagini quanta.- fece Dean mentre la giovane li guidava in casa.
...
...
... 
Dopo essersi rifocillati con il pranzo preparato da Clara, i due ragazzi confidarono al loro padrino di battesimo tutto quello che era capitato loro nell'ultimo anno e di come John fosse sparito. 
- Avete fatto bene a venire qui.- fece Bobby - Vostro padre è il mio migliore amico.- 
- Sì, da ubriaco forse.- fece Clara. 
Dean rise - E' vero... l'ultima volta che vi siete visti avete litigato e tu per poco non gli sparavi.- 
- Cosa vuoi farci figliolo...- fece Bobby dandogli una pacca sulla spalla in modo paterno - I Wichester fanno questo effetto alle persone... esclusi i presenti.- 
'' Meno male''- pensò Clara. Tre John Winchester nella stessa stanza? Guai a catinelle e disgrazie gemelle.
- Bobby, questo libro è pazzesco.- commentò Sam mentre sfogliava un vecchio manoscritto. 
- E' la chiave di Salomone.- spiegò Clara - Prima edizione, unica al mondo.-
- E questo disegno cosa rappresenta?- fece Sam indicando  un insieme di simboli mistici. 
- E' la trappola del diavolo. Se riesci ad imprigionare un demone all'interno del cerchio mistico.... tanti cari saluti, perde tutti i poteri. E funziona anche come scudo protettivo per la possessione demoniaca.- fece Clara. 
Dean sorrise - Occhio Bobby, questa ragazzina sta per farti le scarpe.-
- Credi che la cosa mi dispiaccia?- fece Bobby guardando con orgoglio la figlia - Ad ogni modo ragazzi, non vi nascondo che sono molto preoccupato.
In genere, la media annuale di possessione demoniaca è di due o tre persone all'anno. Quest'anno sono già ventisette. Sono sempre di più i demoni che camminano in mezzo a noi. Sta per arrivare una tempesta. E voi ragazzi, vostro padre.... vi trovate proprio nel mezzo.- 
Clara era preoccupata.  Il loro cane aveva cominciato ad abbaiare furiosamente. Di solito Rumsfield abbaiava solo quando si avvicinava il pericolo. 
- Ma che gli prende a quel cane?- chiese Dean.
- Qualcosa non va.- fece Bobby nel sentire che il cane aveva smesso di abbaiare con un gemito. 
Erano pronti a scattare, con i muscoli tesi fino allo spasimo. 
Poi la porta di casa venne rotta in quattro pezzi. 
- Toc toc.- davanti a loro c'era una ragazza sui vent'anni, corti capelli biondi, uno sguardo cattivo che rovinava la sua bellezza. 
- Ma ti sembra questo il modo di entrare in una casa?- fece Clara - Ed io che reputavo invadenti assicuratori e piazzisti.- 
- Meg...- ringhiò Dean mettendo mano alla boccetta di acqua santa che portava con sè, cercando di avvicinarsi alla donna. La ragazza alzò una mano e lo mandò a schiantarsi contro la pila di libri ammassati sulla parete della stanza. 
Clara corse subito ad aiutarlo, mentre Bobby si parava davanti a Sam quasi come se volesse proteggere il figlioccio con il suo corpo.
- Voglio la colt, Sam.- fece Meg avanzando lentamente verso i presenti- quella vera però, non una banale imitazione come quella che mi ha portato tuo padre... e niente cazzate stavolta, se non volete che mi arrabbi sul serio.- 
- Non... non l'abbiamo con noi.- mentì il piccolo di casa Winchester - L'abbiamo seppellita dove non potrai mai trovarla.- 
- Ho detto niente cazzate... dopo tutto quello che ho sentito su di voi devo dirlo, sono delusa: prima John prova a farci fessi con una pistola giocattolo, e poi affida quella vera a due imbecilli come voi.... ma davvero credevate che non vi avrei trovato?- 
- A dire il vero...- sogghignò Dean mentre Clara lo rimetteva in piedi - Ci contavamo.- 
- Alza un po' gli occhietti, cocca.- fece Clara con un sorriso. 
Meg lo fece. Sul soffitto c'era una trappola del diavolo. E lei era proprio al suo interno. 
Era fottuta.
...
...
...
Clara legò Meg ad una sedia, per poi lasciare che Dean le parlasse.
- Dov'è nostro padre?- chiese il biondo senza troppi giri di parole.
- Chiedilo più gentilmente, sarai più fortunato.- lo sfottè il demone. 
- Dov'è nostro padre, brutta troia?- ribadì Dean. 
- Ma sentitelo... non bacerai la tua mammina con quella bocca? Ah è vero... non ce l'hai.- 
- PENSI CHE QUESTO SIA UN FOTTUTO GIOCO?- urlò Dean fuori di sè, facendo sobbalzare sia Sam che Clara - DIMMI DOV'E'!!!-
- E' morto urlando ed implorando di vedere i suoi figli un'ultima volta. L'ho ammazzato io con le mie mani.- 
Dean non ci vide più dalla collera, e le mollò un ceffone così forte da farla quasi cadere dalla sedia. 
Clara sussultò. Vedere Dean così infuriato le faceva paura, e vederlo mentre alzava le mani su una donna che non si poteva difendere le faceva paura. Era come vedere uno che somigliava a Dean, al Dean con cui aveva giocato durante l'infanzia, con cui andava a sparare nel bosco, che riusciva sempre a farla ridere, con cui faceva a cuscinate.... ma che non era Dean. 
- GIURO CHE TI AMMAZZO!- urlò Dean tentando di colpirla di nuovo. 
Clara stavolta gli afferrò il braccio e lo tirò indietro. 
-  Dean, calmati. Non farle del male, per favore.- 
- Quella forse ha ucciso nostro padre. Non merita altro, anzi, merita anche di peggio...- 
- Lo so. Ma non è colpa sua.- fece Bobby - E' solo una povera ragazza posseduta da un demone.- 
- Cosa....?- chiese Dean - State dicendo che Meg....?- 
- Non so se sia davvero questo il suo nome, ma sì.- fece Bobby - E' ancora lì, da qualche parte, cosciente e consapevole e sta gridando aiuto.- 
- Questo complica non poco le cose.- fece Clara - prima avete detto che è caduta giù da un palazzo... avrà ogni singolo osso sbriciolato. Quello che la tiene in vita...- 
-.... è il demone.- fece Sam - Possiamo anche esorcizzare il demone che la possiede, ma appena quella cosa sarà fuori dal suo corpo, lei morirà.- 
Dean sospirò. Non gli piaceva affatto... soprattutto perchè temeva la reazione di una determinata persona nella stanza... non era giusto che una povera innocente morisse solo perchè un demone voleva divertirsi un po'.... ma era meglio morire liberi che vivere in eterno come schiavi. 
Così procedette con il suo piano. Vedendo che l'esorcismo le faceva male le propose un patto: la libertà in cambio di informazioni.
Informazioni vere. 
E Meg accettò.  John era ancora vivo. In un palazzo a Jefferson City.
Subito dopo, ordinò a Sam di portare a termine l'esoricismo e dalla bocca della ragazza uscì una folata di fumo nero. 
La ragazza scivolò verso il pavimento, perdendo sangue dalla bocca. 
Dean le mise due dita sul collo - Bobby, chiama l'ambulanza... è ancora viva, Sam prendi dell'acqua  e delle coperte... Clara, aiutami...- fece Dean iniziando a slegarle i polsi dai braccioli.
Clara si occupò delle caviglie. 
- Grazie.....- fece la ragazza on un filo di voce.
- Non ti agitare... è finita. E' tutto finito, ti giuro che è tutto finito...- fece Dean prendendola in braccio per adagiarla a terra. Le ossa rotte scriocchiolavano e la giovane urlava dal dolore.
- Tranquilla....- fece Clara mettendole un cuscino sotto la testa - non ti agitare, va tutto bene... stai tranquilla...- si sentiva una merda per quelle bugie che stava dicendo. Avrebbe dovuto dirle la verità, che non sarebbe vissuta a lungo, che al massimo le rimanevano pochi minuti.... meglio abituarsi al dolore, che alle bugie.... solo che non ci riusciva. 
- In alcuni momenti....- rantolò Meg - ero cosciente.... Dio le cose che ho fatto....- 
- Non è stata colpa tua.- fece Dean con tono dolce - Non eri tu....- 
- Dov'è il demone che stiamo cercando?- chiese Sam dandole un po' d'acqua.
- Non... uno solo.... tanti....- rantolò la ragazza.
- Sai dov'è nostro padre?- chiese Dean.
- Vicino al fiume..... Sunrise....- 
- Sunrise?- chiese Dean - Che vuoi dire? Ti prego, dicci cosa...- 
Ma era tardi: Meg Masters, o chiunque fosse stata quella povera ragazza, non poteva più parlare con nessuno. 
Dean guardò Clara. Malgrado l'ansia che gli serrava la gola, non poteva non pensare a quante analogie presentasse quella situazione con la morte della madre della ragazza. Meg era una povera ragazza che un giorno come tanti, mentre si stava tranquillamente facendo i fatti suoi, era stata aggredita da un demone che aveva preso possesso della sua mente e del suo corpo, relegandola in un angolino sperduto della sua coscienza, trasformandola in una marionetta, magari usandola per fare del male alle stesse persone che amava.
Proprio come Karen Singer. E come Karen Singer, qualcuno l'aveva uccisa per autodifesa o per difendere qualcun'altro.
Temeva la reazione di Clara.... aveva solo un anno quando sua madre era morta in quel modo orribile, e nemmeno si ricordava molto bene, lo sapeva solo dai racconti che le avevano fatto a riguardo.... ma temeva che adesso assistendo in prima persona ad una morte identica in tutto e per tutto a quella di sua madre, le si risvegliassero dei ricordi sopiti. 
Clara però non battè ciglio.
Si fece il segno della croce, e sfilò il ciondolo che raffigurava una piccola croce dal suo braccialetto con i simboli anti-possessione.
...
...
...
- Va tutto bene?- le chiese Dean mezz'ora dopo. 
Clara sospirò sorridendo - Sto bene Dean. Dico davvero: non dovete preoccuparvi per me.... non sono io ad essere prigioniera dei demoni.- 
- Se solo sapessi cosa voleva dire con Sunrise...- fece Dean - Alba....-
- Non lo so. Per ora non mi dice assolutamente niente.- fece Clara - Ma a Jefferson di certo troveremo qualche indizio...-
Dean la stoppò - Scusa.... troveremo.... chi?- 
- Io e voi, mi pare ovvio.- fece Clara - Vengo con voi.- 
- Ma non se ne parla nemmeno.- fece Dean - E' troppo pericoloso. Quel demone.... tu non hai idea di quello che è stato capace di fare... quante famiglie, quanti bambini...-
- Appunto. Lui è un demone. E io sono una cacciatrice. Sono stata addestrata per questo, fin da quando ho imparato a parlare e camminare. Lui è un mostro, io sono una di quelli che devono insegnargli che non possono fare sempre tutto quello che vogliono.
E tu sei mio amico. Sam è mio amico.... e tuo padre, anche se non mi va molto a genio.... diciamo che è come se fosse uno zio. Siete di famiglia. E la famiglia si protegge a spada tratta.- 
Dean fece per dirle qualcosa, ma poi ci rinunciò. Inutile. Testarda come un mulo, e con l'aggravante che riusciva a rivoltare ogni singola parola che usciva dalla bocca del suo interlocutore a suo favore. Sarebbe stata un ottimo avvocato, in un'altra vita.
- Facciamo così.... se mi batti a morra cinese, vieni. Vinco io... rimani.- 
Clara rise - Questo si chiama masochismo sai?- 
E infatti....
Dean grugnì quasi - Poi mi spieghi come fa la carta a battere il sasso, vero?- 
Clara prese il suo giaccone verde, con un sorriso.

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Capitolo 2
*** Il risveglio ***



Clara riaprì gli occhi su una brandina d'ospedale. Indossava una t-shirt bianca e dei pantaloni blu da ospedale, incredula di essere uscita incolume da un incidente simile. Ricordava tutto quello che era successo da quando aveva lasciato la casa paterna assieme ai suoi unici due amici d'infanzia. Si erano diretti a Jefferson, al Residence Sunrise, ove John era tenuto prigioniero ed avevano lottato contro un'intera città di demoni.... avevano salvato John salvo poi rendersi conto che era posseduto dal demone dagli Occhi Gialli.... da lì in poi era diventato un incubo.
Solo che lei ad un certo punto era svenuta.... con il demone che si avvicinava pericolosamente.
- Non la toccare....- lo aveva minacciato  Dean. 
Il Demone, nel corpo di John, le aveva sfiorato  la guancia - E chi la tocca.... però sai cosa potrei fare? Le potrei dire tutto. Che ne dici? Glielo dico.... a questa bella signorina... che te la vuoi scopare?- 
Dean  aveva sbarrato gli occhi per la rabbia - Non... parlare di lei in questo modo...- 
- E perchè? Non è forse vero?- poi vedendo lo sguardo confuso di Sam, gli disse - Ah ma come? Il tuo fratellino non te l'ha mai detto.... consolati Sammy. I rapporti più duraturi sono quelli con i segreti.... Dean ha sempre avuto una cotta per la vostra cara amica... si è trattenuto solo perchè la conosce da una vita, o se la sarebbe fatta senza pensarci due volte.- 
- Sta zitto...- 
- Anzi, a dire il vero l'hai già fatto... dentro di te... andiamo, quante volte, nei tuoi desideri l'hai tenuta a gambe aperte...- fece il Demone - Un altro motivo per cui posso provarti che Sam è il preferito di John. 
Quello che vuoi, tu l'hai represso per il bene di questa famiglia che non ha bisogno di te quanto tu hai bisogno di loro.... lui voleva una vita normale, fatta di università, amici, una bella ragazza al suo fianco... e si è preso ciò che voleva. 
Anche tu volevi una vita normale, volevi Clara... ma hai represso, per timore di perdere l'affetto del tuo paparino... allora? Chi è quello con le palle, tra voi due?- 
Dean non disse una parola e in quel momento Clara riprese i sensi. 
'' Fa che non abbia sentito.... fa che non abbia sentito, ti prego...''- pregò Dean. Poi il dolore esplose. Qualcosa si stava rompendo dentro di lui... non sapeva cosa, ma il sangue stava iniziando a colare... usciva dalla bocca e gocciolava su tutta la camicia.
- DEAN!- urlò Sam terrorizzato. 
- LASCIALO STARE BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA!!!!- urlò Clara cercando disperatamente di liberarsi. Voleva ucciderlo - Esorcizamus te, omnis immundus spiritus, omnis satanicas potestas...- 
Ma il Demone la bloccò. 
- Scusa tesoruccio...- fece il Demone - Dopo. Prima voglio che John veda mentre il soldatino perfetto che ha plasmato... affoga nel suo stesso sangue.- 
- Papà...- fece Dean rantolando - Non lasciare che mi uccida!- 
Il Demone gli premette sul petto. Dean continuava a gridare per il dolore, mentre il sangue scorreva. 
'' No....''- pensò Clara mentre le lacrime scendevano copiose.
- Dean! No!- gridò Sam lottando per cercare di liberarsi.
C'era riuscito. Ed era anche riuscito a ferire John alla gamba, quel tanto che bastava per impedire al demone di continuare a manovrare Winchester senior come una marionetta.
Aveva supplicato il figlio di ucciderlo.
Dean invece con le poche forze che gli rimanevano supplicava il fratello di non farlo, mentre Clara cercava di calmarlo e di pulirgli la bocca insaguinata.... 
Il demone poi s'è n'era andato, e loro quattro avevano iniziato a sfrecciare verso l'ospedale più vicino. 
Clara si era seduta dietro per prendersi cura dell'amico ferito... poi due fari abbaglianti e per finire il buio. 
Doveva essere stato un impatto molto forte personalmente si meravigliava di essersela cavata con un graffio sulla fronte. 
Scese dal letto ed iniziò ad aggirarsi per i corridoi dell'ospedale alla ricerca dei suoi amici.
Cercò di parlare con un'infermiera - Mi scusi? Ho avuto un incidente con tre miei amici... sa dirmi come stanno... in che reparto li trovo... il cognome è Winchester.- ma la ragazza non le badò e continuò a lavorare - Ehm... scusi? Sto parlando con lei.-
Poi volse lo sguardo e vide Dean entrare in una stanza e lasciò perdere l'infermiera che a quanto pare aveva ben altre cose di cui occuparsi per dare retta a lei.
'' Che Dio sia lodato...''- pensò felice correndogli dietro - Oddio, meno male che stai bene! Sam e tuo padre invece? - nel vedere che nemmeno l'amico la degnava di una sola parola, e nel vedere il suo sguardo affranto venne colta dal terribile dubbio che Sammy e John non ce l'avessero fatta - Ehy.... che succede? Perchè non dici nulla....?- si avvicinò e quello che vide le fece gelare il sangue nelle vene. 
Sul lettino c'era lei. Con gli occhi chiusi, il tubo del respiratore in gola, ricoperta di fili, legata ad un monitor. 
'' Oddio.... è come quel film con Kate Hudson.... o come in Ghost.''- pensò. Aveva sentito parlare di gente che aveva delle esperienze di pre-morte, ma aveva sempre pensato che fossero tutte cazzate.... invece a quanto pare...
Solo che lei non poteva credere che il suo tempo fosse scaduto.... sì, ci aveva sempre pensato di non aver molto da vivere, dato lo stile di vita che conduceva.... ma non così, non senza aver salutato come si deve i suoi amici, senza aver detto a suo padre quanto gli voleva bene...
Dean prese una sedia e si sedette vicino a lei, con gli occhi lucidi.
- Io non ci volevo credere quando me l'hanno detto....- fece Dean con  la voce rotta carezzandole una mano. 
'' Dean...''- fece Clara - '' Andiamo.... mica sono morta. E dovresti saperlo che farmi fuori non è così facile.''
In quel momento entrò Sam. Aveva la giacca sporca di sangue, qualche taglio sul viso e un occhio nero, ma per il resto sembrava star bene. 
Lo vide porgere al fratello un bicchiere di carta - Tieni, è per te....- 
Dean lo prese - Grazie...- 
- Come sta?- chiese il piccolo di casa Winchester. 
Dean trattenne un singulto - Il dottore ha detto che da come ha sbattuto la testa è un miracolo che sia ancora viva....- 
'' E che ti credi?''- fece Clara con orgoglio -'' Ho la testa dura io!'' 
- Ma non sanno quando si sveglierà...- fece Dean con gli occhi lucidi - Non sanno nemmeno se si sveglierà.-
'' Ma certo che mi sveglierò!''- fece Clara.
- Si sveglierà.- fece Sam mettendo una mano sulla spalla del fratello per confortarlo - Te lo prometto... al massimo troveremo uno stregone vudù per farle un qualche incantesimo... vedrai, tornerà e sarà più in forma di prima.- 
Dean ingoiò per poi spostare lo sguardo sulla ragazza. 
Quando era piccolo, sua madre era solita leggergli qualcosa prima di metterlo a letto... per lo più erano fiabe classiche... e di solito parlavano di una bellissima principessa addormentata per colpa di un incantesimo e che solo il bacio di un principe coraggioso poteva spezzare. 
Ma quello non era il Paese delle Favore. Quella era la vita reale. La schifosa, ordinaria, vita reale. 
Dove non esistevano miracoli dell'ultimo minuto. Non c'erano fate madrine pronte ad intervenire per salvare i loro protetti.... non c'era nessuno a cui importasse qualcosa di loro. 
O almeno delle persone che per lui avevano importanza.
'' Si può sapere cosa ti ho fatto?''- pensò con rabbia -'' Ti sei preso tutto... mia madre, la esistenza intera, ora anche la persona a cui tengo di più... si può sapere che cosa vuoi, che diavolo di peccato vuoi farmi pagare?!? Per lo meno dimmelo, così pago e non sentirai più parlare di me!!!''
'' Dean...''- fece Clara con gli occhi lucidi sfiorandogli una guancia. Il cacciatore s'irrigidì e per un attimo Clara ebbe la sensazione che l'amico potesse sentirla.
Stava per parargli, per dirgli di non prendersela con sè stesso, che non era colpa sua e che si sarebbe svegliata, quando nel corridoio vide suo padre correre a passo spedito.
'' PAPA'! PAPA!''- urlò la ragazza correndogli dietro -'' Oddio, non sai quanto sono felice di vederti!!!''
Bobby però non l'aveva sentita e scaricò il borsone nella stanza di John. Il più anziano della famiglia Winchester aveva il tutore al braccio sinistro, sdraiato sul letto della sua camera d'ospedale. 
- Mi dici che accidenti stai pensando di fare?- fece Bobby - La lista di cose che mi hai mandato... non ti servono per proteggere te, i tuoi figli... ma per evocare un demone.-
John non rispose.
- Vuoi far venire qui quel figlio di puttana per poterlo sfidare?- 
'' E tu lascialo venire!''- fece Clara -'' Ho giusto due paroline da dire a quel bel signore...''
- Ho un piano.- fece John.
- E' PROPRIO QUESTO IL PUNTO!- urlò Bobby  buttando fuori tutta la rabbia, il dolore e la paura che provava- MIA FIGLIA STA MORENDO, E TU MI VIENI A PARLARE DI PIANI!!! SAI COSA PENSO, CHE TU VOGLI SOLO ELIMINARE QUEL DEMONE, E DI CHI STA MALE ATTORNO A TE NON TE NE FREGA UN CAZZO!-
- NON VENIRMI A DIRE QUELLO CHE PROVO!- fece John. 
- Sai cosa penso? Che in questo momento, mia figlia, l'unica ragione della mia vita è in fin di vita in un letto d'ospedale, che tuo figlio è divorato dai sensi di colpa... e tu pensi alla tua vendetta! Ma che razza di uomo sei? Anzi... che razza di padre sei?!?- 
- Lo sto facendo per tua figlia infatti.- 
- E come? Con la vendetta?- 
- Quel demone ha ucciso mia moglie, ha ucciso la ragazza di Sam, e ora ha quasi ucciso Clara. Chi meglio di te può capirmi?- 
- No che non ti capisco!- sbraitò Bobby - Ti capirei se dopo la morte di Mary non avessi avuto altro che la vendetta a tenerti in vita, ma avevi due figli. Hai due figli meravigliosi, che avevano bisogno di te.... e invece li hai parcheggiati dove più ti faceva comodo, e hai addossato le tue responsabilità ad un bambino di nemmeno cinque anni!- 
'' Non litigate per colpa mia, vi prego!''- supplicò Clara.
- Sai che ti dico?- fece Bobby - Vai all'inferno.- 
- Sapevo che era un errore portare Clara, perchè diavolo non glielo hai impedito visto che come padre ti reputi migliore di me?!?- 
'' VI HO DETTO DI STARE ZITTI!!!''- urlò Clara dando un colpo al bicchiere d'acqua sul comodino.
I due cacciatori smisero di litigare per osservare basiti quello a cui avevano appena assistito. Clara tentò ancora di parlare con il genitore, ma all'improvviso sentì che c'era qualcosa che non andava... era come se sentisse di sparire da un momento all'altro. 
'' Ma che diavolo...''- fece accucciandosi.
Vide un sacco di medici correre verso la sua stanza.
Bobby, senza curarsi dell'amico, uscì per vedere cosa stesse succedendo pregando con tutto il cuore di sbagliarsi.
La visione che si palesò poco dopo gli diede i brividi. Il macchinario che teneva sotto controllo Clara sembrava impazzito, Dean aveva un'espressione terrorizzata dipinta in viso, e gli sembrava quasi che non respirasse per l'agitazione. 
- CARICA A 300!- ordinò il medico - LIBERA!-
Una scossa ed il suo corpo ricadde stancamente sul lettino. 
- No, non reagisce!- fece l'infermiera.
- Riproviamo. Carica a 360.- ma il corpo di Clara ricadde di nuovo sul lettino. Il medico iniziò allora il massaggio cardiaco. 
Clara non sapeva cosa fare... sapeva che Dean, Sam e suo padre non potevano vederla e non potevano aiutarla... solo che lei non poteva credere che sarebbe morta quel giorno, in un letto d'ospedale... non voleva arrendersi, per lo meno non senza combattere. 
'' Clara... ti prego non mi lasciare....''- supplicò Dean silenziosamente, appoggiandosi al fratello, incapace di affrontare un dolore così grande. 
Clara però non udì quella preghiera. 
Vide uno spirito fluttuare sopra di lei. 
'' EHY, STAI LONTANO DA ME!''- urlò la ragazza. Vedendo che quella cosa si stava avvicinando un po' troppo le si scagliò addosso afferrandola -'' HO DETTO DI STARMI ALLA LARGA!''- e nel dir così la scagliò via. 
In quel momento i suoni acustici si fecero più regolari.
- Il polso è stabile.- fece l'infermiera - Abbiamo di nuovo un battito sinusale.- 
I due Winchester ripresero a respirare e Bobby corse vicino alla figlia stringendole la mano. 
- Bravissima tesoro mio...- fece Bobby con gli occhi lucidi - Brava...- 
'' Tranquillo papà... non ho intenzione di andare da nessuna parte.''- fece Clara -'' Quel qualunque cosa sia che si aggira in ospedale non ha scampo. Scoprirò cos'è e lo ucciderò prima che uccida me. 
Tornerò da voi.
Promesso.'' 

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Capitolo 3
*** La decisione di John ***


Anche dopo che i medici erano riusciti a stabilizzarla, Dean non ne volle sapere di andare nella sua stanza a stendersi un po'. E si che ne avrebbe avuto bisogno visto che era su di lui che il demone dagli Occhi Gialli si era accanito maggiormente.... ma non sentiva nessun bisogno di riposare, nessun bisogno di andare da nessuna parte... l'unica cosa di cui sentiva il bisogno era di vedere Clara... la SUA Clara... i suoi occhi verde smeraldo illuminati dalla scintilla della vita, le guance colorite... voleva che fosse viva. 
'' Ti prego, non morire....''- pregò Dean -'' Non adesso che finalmente ci siamo ritrovati.... devo dirti ancora così tante cose...''
All'improvviso sentì una presenza dietro di lui, e si voltò speranzoso, sperando che fosse proprio Clara. Non sapeva come e perchè ma aveva la fortissima sensazione che Clara fosse lì, che fosse in grado di sentirlo, di vederlo... insomma che potesse fare tutto, che avesse capito perfettamente la situazione, tranne come tornare a tutti gli effetti nel mondo dei vivi. 
Ma dietro di lui c'era suo fratello, con il sacchetto di un Biggerson.
- Dovresti riposare.- fece Sam. 
- E lo farò.- fece Dean carezzando la mano di Clara, stando attento però a non toccare la fleboclisi - appena avrà riaperto gli occhi.- 
Sam sospirò, arrendendosi. Niente da fare, testardo come un mulo. 
- Come vuoi. Posso... posso fare qualcosa per te?- 
- Forse si....- fece Dean - Hai il tuo laptop?- 
Sam lo guardò stranito e confuso ma poi annuì.
- Bene. Portalo qui.- fece Dean. 
- Ehm... non credo che tu possa usarlo...- fece Sam - La connessione ad internet potrebbe interferire con le apparecchiature ospedaliere... dimmi cosa ti serve e ti faccio avere tutto quello che ti serve...- 
- Non voglio usarlo io infatti.- fece Dean - Chiamami pazzo.... ma io ho la sensazione fortissima che Clara sia qui, da qualche parte.... sai, come in Ghost.-  e come il personaggio interpretato da Patrick Swayze, sicuramente anche Clara avrebbe tentato di mettersi in contatto con lui, con loro... non sapeva bene per cosa l'avrebbe fatto, ma sapeva che sarebbe accaduto e lui voleva far tutto il possibile per aiutarla. 
- Insomma, se uno spirito è capace di mandare a farsi friggere l'impianto elettrico, ad abbassare il climatizzatore.... saprà anche scrivere su una tastiera...no?- 
- E' possibile in effetti.- fece Sam avviandosi verso l'uscita. Dean si avvicinò a Clara scostandole i capelli dalla fronte madida di sudore. 
Non sapeva se avrebbe funzionato. In fin dei conti, tutti i film sui fantasmi che aveva visto riguardavano uno spirito che cercava di mettersi in contatto con i vivi per dire loro chi era stato ad ucciderli... sicuramente più simpatici dello spirito che desiderava il sangue di chi lo aveva trasformato in un corpo che marciva nella terra nera... 
La situazione era un po' diversa:  loro sapevano già chi e cosa l'avrebbe uccisa. 
Non aveva quel che si diceva '' Questioni in sospeso''... non c'erano assassini da scoprire e da assicurare alla giustizia, perciò era improbabile.... ma lui sentiva che il suo spirito era presente, e se lo era di certo avrebbe cercato di contattarlo.
O forse la verità era che cercava solo un'ultima chance per dirle quello che sentiva per lei. Occhi Gialli aveva detto '' E se glielo dicessi, che te la vuoi scopare, ma ti sei sempre trattenuto solo perchè è una tua amica?''
- Clara.... non lo so se riesci a sentirmi....- fece Dean stringendole forte una mano - e non so se hai sentito quello che ha detto Occhi Gialli.... che ti avrei portata a letto con un gran sorriso su queste fottute labbra... che mi sono sempre trattenuto perchè ci conosciamo da quando avevo cinque anni e tu quattro. Su questo ha ragione. Ma non saresti stata mai l'ennesima conquista... io non so come dirtelo ma... io ti amo.
Sam mi ha chiesto se c'era un desiderio che volevo realizzare, una volta finito di cacciare... ammesso che finiremo mai.... - si, gli aveva detto che il suo desiderio era che lui non se ne andasse, che rimanesse sempre con lui ed il loro padre, ma non aveva avuto il coraggio di rivelargli che oltre a quello c'era un'altra cosa che desiderava con tutto il cuore - Sei tu. Il mio più grande sogno sei tu. Non sai quante volte ho pensato di piantare tutto, venirti a prendere, proporti di andare da qualche parte, solo tu ed io.... mi è sempre mancato il coraggio. E non ho avuto nemmeno il coraggio di dirti che sei l'unica al mondo per me.... io non lo so se è troppo tardi... ma tutto quello che ti chiedo è di darmi solo una possibilità. 
Solo una. Ti prego.- e nel dir così, mentre gli occhi gli brillavano a causa delle lacrime che scalpitavano per uscire, le diede un bacio sulle labbra, chiedendosi se la ragazza avesse sentito.
Ovviamente la risposta era no.
Clara non era in quella stanza. 
Ad esserci invece, sul ciglio della porta, era John Winchester. 
Aveva appena avuto la conferma di qualcosa a cui pensava da tempo, ovvero che il suo primogenito sentisse qualcosa di ben più profondo per la figlia del suo migliore amico, ma c'erano volte in cui lo negava anche a sè stesso. Forse perchè non riusciva in nessun modo ad immaginare sè stesso con un'esistenza normale, figurarsi i suoi figli. 
E dire che lo aveva desiderato come non mai. Quando erano nati, e li aveva stretti a sè, la loro vita futura gli era passata davanti agli occhi, ed aveva sorriso nell'immaginarseli alle prese con le prime cotte, quando sarebbero andati da lui per chiedergli come ci si comportava con le ragazze... pensava a quando, sorridenti gli avrebbero presentato le rispettive fortunate, a quando si sarebbe cullato sulle ginocchia i nipoti, provando gioia nel vederli sereni e felici...
Ma poi la vita aveva cambiato direzione all'improvviso, e li aveva fatti finire entrambi dove non li avrebbe voluti mai.
E Dean era diventato grande prima del tempo.... si prendeva cura di Sammy esattamente come avrebbe fatto un genitore, e a volte aveva dovuto occuparsi persino di medicare e di rassicurare il suo stesso padre... e lui lo aveva più volte guardato con orgolio pur sapendo che c'era qualcosa di tremendamente sbagliato.
Dean aveva fatto per lui e per Sam più di chiunque altro. Per cui prese una decisione. 
Dean non avrebbe sperimentato sulla pelle il dolore che aveva provato lui nel vedere  l'amore della sua vita mentre moriva sotto i suoi occhi, senza poter fare nulla per salvarle la vita.
Non avrebbe permesso anche a Dean di subire lo stesso destino che lui e Sam avevano patito per colpa di quel demone,
Per cui decise di perseverare nella sua decisione. 
Per impedire a Bobby di portare i fiori sulla tomba della figlia per il resto della sua vita.
Per risparmiare a Dean almeno quel calvario.
Non poteva negare di aver paura di quello che comportava il gesto che si accingeva a fare.... ma amare era anche questo.
Dichiararsi pronti a morire e sopportare ogni male per il bene di coloro che amava.

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Capitolo 4
*** Una vita per una vita ***


Nel frattempo, Clara continuava ad aggirarsi senza pace tra i corridoi dell'ospedale come un'anima in pena... beh, in effetti lo era. Era rimasta incastrata tra due mondi, come succedeva a molti, il suo spirito era stato strappato dal corpo troppo in fretta, convinto di avere ancora tanto da dire e da fare, senza riuscire ad andare avanti.
Ergo, era un' anima in pena. 
Un' anima in pena che stava dando la caccia ad un fantasma. 
Nella sua ricerca l'aveva trovato, al capezzale di una bambina di circa dodici anni. Aveva cercato di salvarla, di allontanarla dal corpo della piccola come aveva fatto quando aveva provato ad attaccarla... ma stavolta non ci era riuscita.
- Ora del decesso, diciassette e ventuno.- fece il medico.
L'infermiera sospirò.
- Almeno adesso ha smesso di soffrire.- 
Clara sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
Lei non era mai stata un'amante dei bambini. C'erano persone che quando vedevano dei neonati o dei bambini molto piccoli venivano colte dall'impulso irresistibile di prenderli in braccio, di spupazzarli ben bene e di mordere loro i piedini... lei non era mai stata così, non aveva mai avuto quel che si dice '' l'istinto materno''.
Non significava però che fosse felice quando un bambino si ammalava di una malattia grave e per la quale non esistevano cure.... in fin dei conti, non era giusto che i genitori portassero i fiori ai funerali dei figli.
Sarebbe dovuto essere il contrario.
Non era certo una cosa indolore, ma era la cosa giusta.
E non era solo la tristezza per quella bambina che non avrebbe più corso su un prato verde, che non avrebbe riabbracciato i suoi genitori ne fatto altro in quella che sarebbe potuta essere una vita lunga e felice.
Si sentiva in colpa. 
Non era uno spirito vendicativo o una creatura del male ad uccidere le persone in ospedale, che aveva tentato di uccidere lei...
Era un Reaper. 
Un mietitore.
Le entità che preparavano le anime a varcare la soglia per accompagnarle nell'aldilà.
Poi il suo sguardo si posò su una ragazza, seduta su una poltroncina della sala d'attesa. Aveva circa vent'anni, pelle pallida, occhi castani, capelli neri tagliati molto corti... e non smetteva di fissarla. 
'' Ehy... mi puoi vedere?''- fece Clara. 
'' Sì purtroppo.''
'' Come ti chiami?'' 
'' Tessa.''
'' Io Clara....''- fece la bionda -'' che cosa... si insomma come...''
Tessa le fece cenno con gli occhi di guardare nella stanza di fronte. C'era una donna che leggeva accanto  ad un letto su cui giaceva una figura quasi irriconoscibile a causa delle ustioni e delle bene. 
'' Mio Dio...''- fece Clara.
'' Ho cercato di evitare una macchina e sono finita contro un palo della luce. L'auto ha preso fuoco... ed eccomi qua. Tu invece?'' 
'' Se te lo dico non mi credi... però diciamo che la dinamica è abbastanza simile.... mi dispiace per...''
'' Non fa niente. Ormai ho superato la cosa.'' 
'' E'... è successo molto tempo fa?''
'' Tre giorni fa.'' 
Clara la guardò di sottecchi -'' E già ti sei arresa? Accetti di morire, così, senza combattere nè...''
'' Non sono felice di andarmene.''- fece Tessa -'' Però devo guardare in faccia la realtà: è una situazione che va oltre il mio controllo. Non posso fare altro che accettarla.''
'' No invece!''- sbottò Clara -'' Hai un'altra scelta: tirare fuori le unghie e combattere per tornare indietro. Io ho tutta l'intenzione di vivere.''
...
...
...
- Clara...?- fece Dean - Ascolta, lo so che sei qui, da qualche parte. I medici dicono che non ti rimane molto ma... loro non sanno quello che sappiamo noi. 
Voglio salvarti. Non importa quanto ci vorrà... ma ho bisogno che tu mi dica come. Ti prego cara, c'è un modo in cui puoi dirmelo?- 
I due fratelli rimasero in attesa per un paio di minuti.
Poi sul foglio di Word  iniziarono ad apparire delle lettere.
'' Dean. Sam!''
Dean guardò il fratello con un sorriso di gioiosa incredulità.
- E' viva... è viva, lo sapevo!- 
Sam per tutta risposta lo abbracciò - Oddio... grazie al cielo.... Clara, non sai quanto siamo felici di sentirti.... senza di te è stato un incubo...- 
'' Così mi fai arrossire...''- scherzò la ragazza digitando altre parole. 
- Caccia...- fece Dean - Clara, sei a caccia?-
- Di cosa?- chiese Sam. 
'' Reaper.''
- L'oscuro mietitore...- fece Sam. 
Dean sentì il suo corpo tremare. Non sapeva molto di quei fantasmi, entità o che diavolo fossero... sapeva solo che venivano a prendere le anime delle persone che ormai erano arrivare al capolinea. 
E se c'era un mietitore sulle tracce di Clara... significava che il suo tempo era finito. 
Solo che lui non voleva crederci. 
- No. No.- fece Dean - Io non ci voglio credere... vai a prendere il diario di papà, se c'è qualcosa su qquesti mostri...- normalmente avrebbe chiesto a Bobby, dato che era più facile trovare un taxi in pieno diluvio universale che convincere il padre a rispondere alle loro chiamate o farsi dire che cosa gli frullava in testa, ma non poteva dire a Bobby che la sua unica figlia aveva praticamente detto loro di avere la certezza di avere i giorni ormai contati... era troppo crudele da sentirsi dire. 
- Dean, cerca di ragionare... come fai ad uccidere la morte?- 
'' Sam ha ragione Dean. Sono fottuta.''- fece Clara -'' Nemmeno io vorrei crederci ma è così. Se non prende me, sicuramente porterà via qualcun altro. Scusami, ma non voglio essere salvata a questo prezzo.'' 
- E infatti non la voglio uccidere.- fece Dean - Solo tenerla lontana quel tanto che basta per trovare qualcuno che possa richiamare Clara in vita. Ti prego.-
Clara sorrise all'indirizzo di Dean -'' Non sai quanto adori la tua incapacità di arrenderti all'evidenza dei fatti anche quando ci sbatti la testa contro.''- fece la giovane carezzandogli la guancia. 
Dean fissò subito nella sua direzione. 
'' Sono qui Dean. Vicino a te.''
Sam sospirò.
- Va bene. Vado a chiedere a papà di dirmi quello che sa. Aspettami qui.- fece Sam uscendo dalla stanza. Ma non andò molto lontano, perchè Bobby li raggiunse in camera della figlia.
'' Papà...''- mormorò Clara andandogl incontro -'' Oh papà...''
- Bobby...- fece Dean.
- Sapete dov'e finita quella testa calda di vostro padre? I medici dicono che ha firmato per uscire e se n'è andato.- 
Dean e Sam si guardarono confusi... ed arrabbiati. 
Non potevano credere che il loro padre se ne fosse andato, senza dire una parola ai suoi figli, ricoverati nel suo stesso ospedale e senza informarsi di come stava la figlia del suo migliore amico, quella che da bambina lo chiamava '' Zio John'', come se la cosa non lo riguardasse affatto... come se il fatto che Clara sarebbe potuta rimanere vittima della sua crociata personale non lo riguardasse. 
'' Ma che stronzo... appena torno nel mio corpo lo picchio.''
- A caccia del demone... di sicuro.- fece Sam - Non ci posso credere.... pensa sempre e solo a sè stesso, sempre alla solita egoistica ossessione...- 
- Sam, per favore...- supplicò Dean. 
- Come sta?- fece Bobby avvicinandosi alla figlia. Quasi non la riconosceva, sepolta sotto tutti quei fili, il tubo del respiratore in gola, così pallida, una cicatrice sulla fronte...
Dean ingoiò, pregando qualche entità sconosciuta di dargli la forza. Non poteva fingere con Bobby, nè mentirgli... e poi su una cosa suo padre aveva ragione. Meglio abituarsi al dolore, che ad un illusione. 
- Bobby... Clara ci ha parlato.- nel vedere l'espressione speranzosa del cacciatore si sentì un verme nello spegnergli l'entusiasmo ma non poteva alimentare false speranze - Non con le parole... a modo suo. 
C'è un mietitore sulle sue tracce.- 
- oh Gesù...- fece Bobby stringendo forte la mano della figlia come se quel semplice gesto potesse impedire alla morte di portarla via. 
'' Non aver paura papà... non ho la minima intenzione di farmi prendere tanto facilmente, ma non permetterò nemmeno che qualcun'altro muoia per pararmi il culo''- fece Clara con voce decisa -'' Mi basta tenerlo lontano almeno per un po'.''
- Che cosa sai dei mietitori?- fece Sam. 
- Sono Entità che preparano le anime di chi ormai ha...- non ci riusciva a dirlo - Ad affrontare quello che le aspetta. Sono ingannevoli e sono in grado di cambiare forma.- 
Clara s'irrigidì.
'' Cambiare forma? Brutta figlia di puttana....''- fece la ragazza lasciando la stanza.
...
...
...
- SEI UNA STRONZA!- urlò Clara.
- Ci sei arrivata vero?- fece Tessa. 
- Già. Mi meraviglio di non averlo capito prima... accettare il destino, si vede che era così che doveva andare, che vuoi farci... ma andiamo! Quale persona in fin di vita che capisce di avere le ore contate reagisce in questo modo?- 
- Cercavo solo di farti capire....- fece Tessa - Non devi avere paura della morte...- 
- Se dici, La morte è solo l'inizio della vita eterna, ti strozzo.- minacciò Clara, salvo rendersi conto dopo che aveva appena minacciato la morte di farla secca- si, insomma, ci siamo capite... senti, lo so che te l'hanno già chiesto ma... devi darmi un'altra possibilità.-
- Terza fase del lutto: si contratta.- fece Tessa - So cosa stai pensando. Che non puoi lasciare i tuoi amici, tuo padre, che c'è una guerra da combattere, con in gioco la vittoria... vi aggrappate a qualunque cosa pur di non ammettere che il vostro tempo è finito.
Sei caduta combattendo. Salvando una persona a te cara. E' la morte di un guerriero.- 
- Cosa vorresti dire, che mi sono guadagnata il Paradiso?- fece Clara - No. Non lascerò mio padre e i miei amici... fa quel che ti pare. Non mi importa.- 
- Beh...- fece Tessa - Non posso obbligarti a venire con me... ma devo essere onesta. Non tornerai nel tuo corpo.- 
Clara la guardò confusa - Come...?- 
- Il trauma alla testa è molto grave.- fece Tessa - Difficilmente potrai guarire... anzi, le possibilità sono vicine allo zero. Puoi rimanere, ma resterai così. Incorporea, senza poter lasciare quest'ospedale.... potrai stare con le persone che ami, questo si... ma tieni conto che tra qualche decennio tutti quelli che conosci saranno morti.... e quello che rimane loro da vivere non lo vivranno in pace.
Finchè riusciranno a percepire la tua presenza, non riusciranno ad andare avanti.- 
Clara si sedette per terra.
Il destino che l'attendeva era assai poco piacevole: se avesse scelto di passare oltre, non avrebbe potuto rivedere i suoi amici, suo padre per... non sapeva nemmeno quanto tempo... e dubitava fortemente che in paradiso avrebbe trovato qualcuno che conosceva con cui ingannare un po' il tempo. 
La solitudine la faceva star male da viva, figurarsi da morta... 
Non che restare fosse meglio... avrebbe visto Sam, Dean, suo padre fare i conti giorno per giorno con la consapevolezza che non sarebbe mai tornata.
Avrebbe visto Dean perdere quell'allegria, quell'impeto di vivere che tanto le piaceva e mentre si dava la colpa per quello che le era accaduto. 
Avrebbe visto Sam litigare con John ogni santo giorno che Dio avrebbe mandato in terra.
Le pareva quasi di sentirli...
'' SE L'AVESSI UCCISO QUANDO NE HAI AVUTO LA POSSIBILITA' TUTTO QUESTO NON SAREBBE SUCCESSO!''
'' SI ERA IMPOSSESSATO DI TE, CHE DOVEVO FARE, SPARARTI?!? TI AVREI UCCISO!''
'' SI, E CLARA SAREBBE VIVA!''
Ed avrebbe visto suo padre invecchiare mentre la vegliava in quel letto d'ospedale, fino a diventare l'ombra di sè stesso. 
Poi sarebbe toccato a lei. Sarebbe diventata uno spirito incapace di staccarsi e di andare oltre, con tutta probabilità sarebbe diventata anche violenta, sarebbe diventata uno di quei fantasmi arrabbiati ed assassini a cui dava la caccia... 
Forse tutto sommato, l'idea di andarsene, soffrire la solitudine, attendendo con fiducia il momento in cui avrebbe rivisto tutti coloro che aveva amato era la scelta migliore per tutti. 
Avrebbero sofferto, ma anche quel dolore assurdo poco a poco sarebbe diventato parte di loro, sarebbero andati avanti.... non avrebbe avuto altre persone sulla coscienza e soprattutto non si sarebbe trasformata in un mostro.
Era la soluzione migliore. 
- Dammi solo... un minuto. Per salutare tutti come si deve.- fece Clara.
- Va bene.- fece Tessa. 
Ma non fece in tempo ad andare da nessuna parte. Le luci iniziarono a ballare e dal condotto dell'areazione entrò del fumo nero. 
- Che sta succedendo?- fece Clara. 
- Non lo so, te lo giuro.- fece Tessa visibilmente spaventata per poi dire - Non puoi fare questo, vattene via!- ma il fumo le entrò in bocca e si accasciò a terra.
- Ehy! Stai male?!?- fece Clara non troppo certa di cosa fare per... soccorrere la morte.
Tessa si rialzò velocemente e quando aprì gli occhi Clara vide che da castani erano passati a giallo paglierino. 
- Tu...- fece Clara con odio - Che cosa vuoi ancora da me?-
- Dovresti essermi più grata visto che ti sto rendendo la vita.- fece Tessa con la voce del demone mettendole una mano sulla fronte. 
Subito Clara si sentì come se fosse in preda alle convulsioni... un minuto dopo era tornata nel suo corpo, avvertendo il tubo del respiratore in gola, iniziando a tossire con la sensazione di star soffocando. 
- Clara!- urlò Dean incredulo - Sam, svelto va a chiamare qualcuno!- 
-Clara... tesoro mio...- fece Bobby mettendo le mani sulle spalle della figlia per tranquillizzarla - è tutto a posto adesso... stai bene. E' finita.-
...
...
...
Nessun dottore riuscì a spiegare come avesse fatto l'edema cerebrale a riassorbirsi così in fretta... solo un miracolo della medicina. Una di quelle cose che ogni tanto accadevano.
Al risveglio però Clara non ricordava niente dell'esperienza extra corporea da lei vissuta... non ricordava il mietitore, e nemmeno di aver visto Occhi Gialli che la rimandava indietro.
- Tutto quello che ricordo è che un camion ci è venuto addosso.... e poi mi sono svegliata qui.- fece Clara. 
- E non ricordi altro? Proprio niente niente?- fece Dean. 
Bobby lo stoppò - Adesso lasciala respirare. Onestamente non mi importa molto di come abbia fatto a scampare al mietitore... l'unica cosa che so per certo e di cui mi importa è che è viva...- fece per poi rivolgersi dolcemente alla figlia - temevo che ti avremmo persa...- 
- Sta tranquillo papà, non morirò...- sorrise Clara - Credo di avere un angelo custode che mi protegge...- 
- E' bello riaverti, Clara.- fece Sam per poi notare il padre sulla soglia della porta. 
- John...- fece Clara.
Bobby cambiò subito umore - Tesoro.... io adesso devo andare, ma ti lascio in buone mani... torno stasera e ti porto gli arancini che ti piacciono tanto.- 
Poi uscì dalla stanza guardando per poco l'amico. 
- Si può sapere dove diavolo sei stato tutta la notte?!?- fece Sam arrabbiato. 
- Dovevo occuparmi di una faccenda.- spiegò John per poi sorridere a Clara - Come stai figliola?- 
- Sono ancora viva, quindi direi bene.- fece la bionda. 
- Non hai risposto alla domanda.- fece Sam - Noi eravamo qui con lei, a pregare in aramaico che rimanesse con noi, tu hai firmato e te ne sei andato... di la verità, sei andato a caccia di quel demone?-
- Potete non litigare almeno per oggi?- fece Dean frapponendosi tra i due.
John lo implorò - Sam... possiamo non litigare? La metà delle volte ci massacriamo e non mi riesce capire nemmeno il perchè. Ascoltate, lo so: non sono stato il migliore dei padri, e probabilmente non valgo la metà del padre che meritavate di avere... ma vi ho amato con tutto il cuore. Questo voglio che lo sappiate.- 
I due fratelli si guardarono confusi e basiti, iniziando a chiedersi reciprocamente se per caso il demone non lo avesse ri-posseduto. 
- Hai cominciato a sniffare veleno per topi, vero?- fece Clara strappando un sorriso ai due ragazzi ed incredibilmente anche a John.
- No... solo... non voglio più litigare. Sam, saresti così gentile da andarmi a prendere un caffè?- fece John.
- Certo... subito.- fece Sam allontanandosi.
Poi guardò Dean e poi Clara.
- Clara... ti spiace se te lo rapisco per un attimo?- fece John.
...
...
...
- Papà...- fece Dean iniziando a preoccuparsi per l'atteggiamento del genitore - dimmi la verità... è successo qualcosa. Qualcosa che io non so.-
- No. Tranquillo.- fece John - Però ti devo delle scuse. Ti ricordi quando eri piccolo, quando tornavo da una caccia ed ero stanco? Tu mi prendevi la mano e mi dicevi che una volta diventato grande saresti venuto con me, che non mi avresti mai lasciato solo.... e hai mantenuto la parola.
So quanto ti sia costato... so che volevi giocare con i tuoi amici, studiare, avere una ragazza... so che avresti voluto una vita più libera.
E non ho parole per dirti che mi dispiace per tutto il carico che ti ho messo addosso.... ma sono orgoglioso di essere tuo padre. Voglio che tu lo sappia.- nel dir così lo abbracciò come non aveva mai fatto prima d'ora e fece scivolare in una tasca un bigliettino - continua a prenderti cura di Sam. Ma pensa anche a te stesso.... la vita ti ha dato un'altra possibilità con Clara... non sciuparla.- 
- Perchè mi stai dicendo questo...?- fece Dean che iniziava ad impaurirsi - Sembra quasi che...- 
John gli carezzò una guancia - Per ora non ci pensare, d'accordo? Ora vai da Clara.-
...
...
...
Alle 10.41 dello stesso giorno, John Winchester moriva. 
Aveva deciso di sacrificare la sua vita, per salvare quella della donna amata dal figlio maggiore, per permettere ad almeno uno dei suoi figli di avere la possibilità di ritagliarsi un piccolo angolo di felicità.
Morendo da eroe.
Per i medici era morto a causa delle complicazioni dovute al trauma riportato nell'incidente.
Ma la verità ovviamente, sarebbe stata celata ai più per sempre.

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Capitolo 5
*** Di nuovo in pista ***



Capitolo ispirato alla 13x11. episodio che personalmente mi ha molto colpita essendo filler. Attenzione spoiler, quindi. 



Passò una settimana esatta dal funerale di John Winchester. Avevano arso il suo corpo dopo averlo adagiato su una pira, come voleva la tradizione quando moriva un cacciatore. 
Dean e Sam decisero di fermarsi per un po' da Bobby, per '' ricaricare le batterie'', ideare un nuovo piano per uccidere il demone ( dopo averlo trovato ovviamente) e riprendersi dal lutto che  li aveva colpiti. 
Sam aveva pianto per un giorno intero. 
Dean invece.... aveva osservato il solito alone di indifferenza. Non aveva versato lacrime, non aveva urlato, e non aveva lanciato maledizioni contro il cielo  come avrebbe fatto una persona che si era trovata a fronteggiare il dolore di aver perduto l'ultimo genitore che gli era rimasto.
Chiunque vedendo quell'aria impassibile, avrebbe detto '' Si vede che non era così legato al padre, non versa nemmeno una lacrima, pensa solo a quella dannata macchina'', ma per chi lo conosceva quel lavorare initerrottamente all'Impala, ridotta ad un cosplay di un rottame, era uno sfogo più violento di mille pianti o di mille sfuriate isteriche.
Quando Dean si sentiva morire dentro, quando sentiva che il dolore era troppo anche per lui e che stava per scoppiare, lavorava all'Impala. Ci passava ore ed ore, e non si fermava fino a quando Sam, Bobby e Clara quasi non lo trascinavano dentro casa ( quasi scalciante) per convincerlo a mangiare qualcosa e riposarsi un po'. 
Clara era entusiasta di avere di nuovo con sè i suoi amici d'infanzia, praticamente i suoi fratelli, ma la gioia di averli era offuscata dall'ombra della morte di John e di un atroce sospetto.
Aveva fatto una copia della sua cartella clinica. Era praticamente morta, ed il fatto che mentre era quasi nell'aldilà avesse visto un mietitore per lei era la prova che ormai fosse giunta al capolinea della sua breve esistenza.... però era ancora lì.
John invece, che nell'impatto si era solo slogato il gomito, era morto poche ore dopo la sua guarigione. 
E  iniziò a cercare una causa medica, una spiegazione razionale per spiegarsi questo fatto, per spiegarlo a Sam e Dean, nella speranza che fosse più accettabile nel sapere la verità.... ma a livello razionale non c'era nulla.
Solo qualcosa di sovrannaturale poteva spiegare una guarigione simile ed una morte così assurda... John aveva stipulato un patto demoniaco. Aveva deciso di sacrificarsi per lei, anche se ancora non riusciva a capire il perchè. Sì, sicuramente a suo modo le era affezionato, in fin dei conti era l'unica figlia del suo migliore amico, che però non vedeva molto spesso ed erano quasi dieci anni che non gli parlava.
Personalmente le pareva un po' poco per giustificare un patto simile.... fosse stato uno dei suoi figli poteva capire.... ma lei?
...
...
...
Tra dubbi, dolore, e la rabbia di non avere nulla in mano per cercare Occhi Gialli e nemmeno per farlo fuori una volta per tutte nel fortuito caso in cui fosse apparso davanti a loro, spuntò fuori un caso. 
- E' sparita una ragazza, diciottenne.- fece Bobby - Stando a quello che dicono i genitori si era presa un anno sabbatico prima di iscriversi al college.- 
- Magari ha solo capito che l'università non fa per lei e ha deciso di non tornare per non farsi stressare dai genitori.... succede.- fece Dean. 
- Già, ma la ragazza in questione... è scomparsa nello stesso perimetro in cui da circa dodici anni spariscono diverse persone. E tutti avevano in comune una cosa, chi per un motivo, chi per un altro, erano in viaggio da sole.-  aggiunse Bobby. 
- Pensi ad un fantasma rapitore?- chiese Clara. 
- Non lo so, tesoro.- fece Bobby - comunque sia devi ammettere che è strano....- 
- Ok, ho capito.- fece Dean  uscendo seguito da Sam- L'Impala ha solo bisogno di un giro di prova ed è l'occasione perfetta.- 
- Clara?- fece Bobby trattenendo la figlia. 
- Che c'è, papà?- chiese la cacciatrice. 
- Ascolta, se devo essere onesto, non sono sicuro che dietro a queste sparizioni ci sia qualcosa del nostro settore...- fece Bobby - magari ha ragione Dean ed è solo una bravata... anche se mi puzza che altre persone siano sparite così.... forse è opera di un uomo...- 
- Papà, che stai cercando di dirmi?- 
- Che non ho trovato di meglio per distrarre Dean. Lo conosci: non si sfoga, e piuttosto che ammettere di aver bisogno di aiuto e di star male si farebbe  ammazzare.- fece Bobby - perciò, l'unico modo per distoglierlo è trovargli una distrazione...- 
Clara mise una mano sulla spalla del genitore - Tranquillo papà. Male che vada toglieremo dalla circolazione un pazzo.-
- Sta attenta. Ricordatelo sempre... mostri, demoni, licantropi... non sono nulla se li paragoni a cosa può fare l'ingegno umano votato al male.-
...
...
...
Oshkosh, Nebraska.
Appena arrivati, i tre si diressero al dipartimento di polizia più vicino chiedendo di esaminare tutti i reperti relativi al caso di scomparsa, cosa non difficile una volta esibiti i finti distintivi.
- C'è un taglio sulle gomme.- fece Clara  osservando da vicino le ruote della vettura- Non molto profondo... ma quello che basta per far uscire l'aria poco alla volta e far piegare i cerchioni.- 
- Di certo non è opera di un fantasma.- fece Dean - e nemmeno di qualunque altra cosa con cui abbiamo lottato sinora.... io voto per il maniaco umano.- che per inciso, lo spaventava molto di più di un mostro, un fantasma incazzato con istinti omicidi o di un demone. 
Ricordava ancora con orrore la sera in cui lui e Sam si erano separati per... quanto? Il tempo di andare al cesso. E Sam era scomparso nel nulla. L'aveva ritrovato dopo un paio di giorni, ingabbiato come un animale selvatico, e i responsabili erano umani.... almeno in apparenza. Persone che rapivano ed uccidevano i loro simili per una loro versione della caccia domenicale. 
I demoni al confronto non erano niente a quello che poteva fare un essere umano. 
- Non necessariamente. Ci sono molti casi in cui un demone o un mostro delega ad un essere umano il compito di procurargli le vittime.- fece Sam. 
- In ogni caso, stanotte dormirò meglio con la consapevolezza che non c'è un maniaco assassino in giro quindi...- fece Dean - Io prenderei il caso. Tanto non abbiamo nulla di meglio da fare.- 
- Sono d'accordo.- fece Clara.
- Ehy!- fece un uomo sui cinquant'anni, ben vestito raggiungendoli - Che state facendo?-
I tre esposero i finti distintivi da FBI.
- Detective Plant e Page, FBI.- fece Dean - e lei è la nostra collega, Wendy Benson. Indaghiamo sulla scomparsa di Michelle Henson.- 
- Non mi avevano avvertito che avrebbero mandato dei rinforzi...- fece l'agente.
'' Oh merda...''- pensarono i tre. 
- Meglio così. Un aiuto in più fa sempre comodo.- fece l'agente rabbonendosi - Agente Clegg.- fece stringendo loro la mano. 
- Che cosa sa dirci?- fece Sam.
-Diciamo che ho un'idea molto precisa su chi dobbiamo cercare. Lo chiamiamo, La Falena.-
- Come mai?- chiese Clara. 
- Venite.- 
...
...
...
Nell'ufficio di Clegg erano appese foto prese da vecchi articoli di giornale che raffiguravano persone di ogni tipo: uomini, donne, giovani, vecchi, neri, bianchi.... tutti spariti nel corso degli ultimi dodici anni. Stando ai moduli per le denunce di scomparsa, nessuno proveniva da una famiglia ricca o che comunque non se la passava male, e nessuno dei loro familiari era mai stato contattato per un riscatto.
- Come potete vedere il nostro amico segue una specie di modello migratorio. D'inverno si sposta verso sud, e rapisce persone che viaggiano da sole, sicuro che nessuno di loro abbia familiari o amici che si preoccuperanno eccessivamente se non hanno loro notizie per periodi eccessivamente lunghi... e nelle stagioni calde torna verso sud.- spiegò Clegg.
- Ok, ho capito come mai questo soprannome.- fece Clara. 
- Sono dodici anni che lo piantono.... ma quel tizio è un fantasma, ogni volta che sto per catturarlo, sparisce come una nuvola di fumo.- fece Clegg. 
- E le vittime?- fece Sam. 
- Purtroppo non abbiamo mai ritrovato nemmeno un corpo.- fece Clegg. 
E purtroppo azzardare l'ipotesi '' allora non ci sono certezze che siano morti'', purtroppo era ottimismo disperato ma senza ragione di esistere. 
Nessun rapimento durava così tanto. Le possibilità di ritrovare viva una persona scomparsa già iniziavano a diminuire dopo quarantotto ore, figurarsi dopo un decennio. 
Michelle era scomparsa da circa diciassette ore però.
C'era ancora speranza.
Almeno per lei. 
E per tutti gli sfortunati che avrebbero potuto patire il suo destino... e quello delle vittime ormai perdute per sempre.
...
...
...
Quella sera, i due fratelli si misero al lavoro alla ricerca di un possibile collegamento tra le vittime, spulciando il diario del padre per scoprire un possibile coinvolgimento di un fantasma vendicativo locale.
Clara invece era andata a procurarsi le fotocopie di ogni dossier relativo alle vittime delle misteriose sparizioni. Dai moduli non sarebbero saltati fuori grandi collegamenti, ma conoscendo l'anamnsi '' giudiziaria'' di ogni persona sicuramente sarebbe saltato fuori qualcosa in più. 
- Ti posso chiedere una cosa?- fece Sam.
Dean lo fissò male - Se stai per chiedermi di nuovo come sto riguardo a tu hai capito cosa, giuro che stanotte dormi fuori.- 
Sam alzò le mani in segno di resa - Ok, calmati... non volevo chiederti questo... anche se parlarne ti farebbe solo bene...
Volevo sapere... quello che ha detto il demone... prima dell'incidente voglio dire....- 
- Vuoi sapere se è vero che mi sarei già scopato Clara senza troppi complimenti se non fosse che la conosco da quando avevamo io cinque anni e lei quattro?- fece Dean con nochalance. 
-Beh... il succo è quello...- fece Sam - però... il demone l'ha messa un po' più seriamente.... diceva che volevi una vita normale... e magari....-
- Sul serio?- fece Dean - c'è una ragazza in pericolo, che sta per morire, se non è già troppo tardi, c'è qualcosa che uccide dei poveri disgraziati a spasso... e tu vuoi parlare della posta del cuore?-
- Beh, per ora non abbiamo nulla su cui focalizzarci, e non sono nemmeno sicuro che sia il nostro genere di caso, quindi...- fece Sam - Senti, onestamente... che la guardavi in un certo modo, se proprio lo vuoi sapere, l'avevo notato. E non come una delle tue solite conquiste, di quelle a cui fai due moine, gli offri un drink e poi finite a letto assieme.
Anzi, ho come l'impressione che sia proprio lei il motivo per cui ti fai tutte le belle donne che ci stanno.- 
- Sai, forse dovremmo controllare gli spostamenti della carta di credito di Michelle, magari se sappiamo dove si è fermata e cosa ha comprato abbiamo un indizio da dove iniziare a cercare...- fece Dean.
- Insomma, è davvero così terribile ammettere che ti piace solo lei e che le altre sono quel che si dice.... un diversivo?- continuò Sam. 
- Ti ricordi la tua prima caccia?- fece Dean. 
- Dean.- fece Sam a muso duro - Sto cercando di aiutarti, e tu continui a parlare di casi, lavoro e caccia.... se è perchè hai passato più tempo a flirtare che corteggiare realmente una persona che ti interessa non solo per passarci la notte assieme.... so che non posso vantare una love story in stile Walt Disney, ma qualche consiglio te lo posso dare...- 
- Mi fai parlare?- fece Dean - Papà aveva deciso di portarti a caccia.... Bobby aveva un fantasma vendicatore a Cleveland.... io invece sono rimasto a casa di Bobby, perchè se ti ricordi una settimana prima avevo avuto uno scontro con un lupo mannaro e mi ero rotto la gamba.- 
- Sì... mi ricordo... e Clara si era presa cura di te mentre nessuno poteva...- fece Sam. All'epoca lui aveva quattordici anni, Dean diciotto e Clara diciassette.
- Quella sera avevamo deciso di non parlare di caccia, di mostri... solo birra, pizza e qualche filmetto comico di quart'ordine... per ridere un po', per illuderci almeno qualche ora che eravamo adolescenti normali.- fece Dean - Ed io ho bevuto due o tre birre... non ero ancora abituato a bere troppo, così mi sono ubriacato... mi è bastato poco...- 
- Oddio, non mi dire che....- fece Sam.  
Dean arrossì per poi dire - No. Certe cose non le faccio da sobrio, figurati da ubriaco... no. Non l'ho baciata e non abbiamo fatto sesso. Però sai come si dice.... solo chi beve acqua ha qualcosa da nascondere, in vino veritas, solo ubriachi e bambini dicono la verità ed altre stronzate...-
- E le hai detto che l'amavi.- fece Sam.
- Tombola. Solo che io... al mattino dopo non ricordavo nulla... ci ha pensato lei a riportarmi alla schifosa realtà.... '' Ehy Dean, lo sai che da ubriaco mi hai detto che eri innamorato di me? Io invece sono alta un metro e settantacinque con i tacchi''. E lì io... non ho avuto la forza di controbattere.- 
- Dean, senza offesa, ma cosa ti aspettavi?- fece Sam - forse non ricordi, ma una volta per scommessa volevi bere dieci shottini in dieci minuti... e ci hai provato persino con l'attacca-panni.- fece Sam sforzandosi di non scoppiare a ridere al ricordo - quel che voglio dire... è che ora non siete più adolescenti ubriachi, e se glielo dici...- 
- Ci sono ampie possibilità che pensi che io la ritenga solo l'ennesima conquista, e non voglio che lo pensi... e  non voglio stare male un'altra volta.- 
- Solo perchè non ti ha creduto quando da ubriaco le hai detto che l'amavi?- fece Sam - Come scusa regge come un castello di carte.-
- Non è solo questo... mi sono aperto con Clara, ed ero sincero anche se in stato alterato, e ha risposto con una battuta.
Ho provato ad innamorarmi di nuovo, e per un attimo ho pensato che con Cassie avrebbe funzionato... le ho detto cosa facevo e perchè dovevo andarmene, e mi ha preso per un codardo che non era nemmeno capace di inventarsi una scusa decente per sparire dalla sua vita...  vorrei evitarmi altro per quello che posso, se permetti.- fece Dean guadagnando l'uscita.
- Dove vai?- fece Sam.
- Al bar del motel.... ho bisogno di un goccio.- fece il maggiore chiudendo la porta dietro di sè. 
Sam tornò alle sue ricerche, ma non poteva fare a meno di pensare a quello che il fratello gli aveva confidato. Per certi versi capiva come si sentiva... Dean non era una persona che si apriva facilmente, quelle due parole che si desiderava sentire da lui bisognava tirargliele fuori con le tenaglie e pareva aver fatto della rassegnazione la propria religione e bastava veramente poco per farlo chiudere sempre di più a riccio e il non essere preso sul serio da qualcuno che poteva vantare di avere le chiavi del suo cuore non migliorava di certo la situazione.
Certe volte pensava che il fratello esagerasse nel dire che per loro non c'era speranza per un barlume di normalità... ma forse aveva ragione.... insomma, la loro madre era morta, lui aveva perso Jessica nello stesso modo in cui aveva perso la madre.... sperava che almeno Dean avesse più fortuna nel trovare qualcuno con cui portare quel peso, e che non fosse uno della famiglia... ma evidentemente era chiedere troppo.

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Capitolo 6
*** La vera minaccia ***


Dopo aver passato un'intera nottata a fare ricerche in centrale, Clara tornò al motel e raggiunse i suoi amici in camera loro, dove stavano facendo colazione.
- Buongiorno raggio di sole.- fece Dean addentando il suo panino - Frittelle e caffè?- 
- Perchè no....- e qui si bloccò guardando scettica il maggiore dei Winchester.
- Che c'è?- chiese Dean parlando a bocca piena.
- Mi spieghi  dove lo metti tutto il cibo spazzatura che ingurgiti?-fece Clara vedendo il maggiore dei Winchester addentare il doppio cheesburger con bacon che era riuscito a '' procacciarsi'' per colazione.
Davvero non riusciva a capacitarsene. Dean definiva frutta e verdura '' mangime per conigli'', guardava tutto quello che proveniva dalla terra ( eccezion fatta per le patate) come se avesse paura che prendesse vita e lo attaccasse, andava avanti ad hot dog ed hamburger, passava ore ed ore chiuso in macchina, ma nonostante questo aveva il fisico di un fotomodello. 
- Ho il metabolismo veloce, e ti assicuro che la storia che un amplesso fa bruciare più calorie di qualunque dieta non è affatto una stronzata.- 
- Ah. Buono a sapersi.- fece Clara.
- Hai scoperto qualcosa di interessante?- chiese Sam mangiando la sua macedonia. 
- Non più di quello che già sapevamo.- fece Clara - Sono scomparse quasi cento persone, e da un controllo incrociato risulta che al momento della scomparsa erano tutte in viaggio da sole. Alcuni per lavoro, altri stavano andando in uno stato vicino per motivi familiari, altri erano solo scapestrati che sono scappati da situazioni familiari per loro ingestibili....- 
- E tutti finiscono nella tela del ragno.- fece Dean - altro che farfalle e falene.- 
- E per dodici anni nessuno ha mai saputo dove queste anime disperate siano finite?- chiese Sam versando al fratello e all'amica una tazza di caffè. 
- No. L'unica cosa che Clegg sa per certo è che opera dello stesso soggetto.- fece Clara.
- Ha qualche sospettato a riguardo?- chiese Sam. 
- Per ora si è impuntato su un predicatore di strada.- fece Clara - Sposato, due figli, predica per lo più ai camionisti e ha diverse denunce per ubriachezza molesta... oh, e a quanto pare gli piace importunare le ragazze ed anche qualche ragazzo.- 
- Ok, quindi.... abbiamo a che fare con un prete che non disdegna i piaceri della carne....- fece Dean mandando giù il caffè - e che non fa differenza tra carne bianca e carne rossa... ti stupisci davvero che sia un omicida oltre che un pervertito?- 
- In effetti, raramente le due cose si auto-escludono a vicenda.- siassociò Sam. 
- Ed io sono d'accordo con voi.- fece Clara - è solo che... non so, ci sono diversi punti che non tornano.-
- Tipo?- fece Dean. 
- Clegg dice che hanno trovato la maglietta dell'ultima vittima, Michelle Henson, nella sua auto... e il nostro predicatore è andato nel panico più totale.- spiegò Clara - Ha esibito una sicurezza arrogante che non si è incrinata nemmeno quando Clegg lo ha sbattuto contro il muro intimandogli di confessare, e come ha visto la maglietta insanguinata.... sembrava un bambino impaurito.- 
- Magari è solo un bravo attore e pensa di cavarsela ammettendo di averla molestata perchè non può fregare la polizia con la balla del '' non l'ho mai vista, avete preso l'uomo sbagliato...''- fece Dean. 
- Ma ci sono altre cose che non ti quadrano vero?- fece Sam.
- E' quella maglia a sollevarmi gli interrogativi più grandi.- fece Clara - Non ce lo vedo un assassino così furbo, che riesce a farla in barba all'FBI per oltre un decennio e poi si fa sgamare con un oggetto personale della sua ultima vittima, con sopra le prove che quella povera creatura o non è più tra noi o smetterà di farci compagnia molto presto.- 
I due fratelli dovettero convenire con l'amica.
Tutto troppo perfetto. 
La maglia insanguinata nella macchina, ed il '' presunto colpevole'' aveva dei precedenti, sembrava il classico film in cui veniva commesso un grave reato e tutte le prove andavano ad incastrare un tizio innocente, ma che purtroppo aveva già la fedina compromessa. 
Qualcuno voleva incastrare il pastore, qualcuno che a quanto pare conosceva bene le sue '' debolezze'' e aveva deciso di darlo in pasto ai poliziotti e alla gogna mediatica. E non poteva essere stato un delinquente comune. 
Era qualcuno che poteva accedere agli archivi della polizia, che poteva richiedere i fascicoli.... 
- Quindi per ora abbiamo due certezze. Il mostro che stiamo cercando per quanto ne sappiamo potrebbe avere un lavoro normale, avere una casa con un bel giardino.... e che c'è un bastardo corrotto in uniforme.- fece Dean - Non sarà affatto semplice tirare fuori quella ragazzina da questa merda.- 
A conti fatti, avevano abbastanza per dire che quel caso era fuori dalla loro giuridisdizione, e che la loro presenza era inutile visto che c'era già l'agente incaricato delle indagini, potevano tranquillamente tornarsene a casa di Bobby e ricominciare a cercare il demone dagli Occhi Gialli e fargliela pagare per aver distrutto loro l'infanzia, per averli strappati dall'amore della loro madre, per aver impedito al loro padre di insegnar loro a giocare a baseball o venire alle loro ipotetiche partite.... ma la loro '' attività di famiglia'' consisteva proprio nel salvare le persone, non c'era mai stata la clausola '' Salvale solo se hai le prove che ci sia un demone in giro''. 
E poi... John si era separato da loro per quasi un anno. Avrebbero anche potuto non dirgli addio come si doveva, se avesse incontrato un simile mostro. 
- Però la tua idea di ricostruire gli spostamenti di Michelle con la carta di credito non era così male...- fece Sam - Sono riuscito a ricostruire i suoi spostamenti bancari e pare che l'ultimo posto in cui si è fermata sia una stazione di servizio sulla statale 26.- 
- Beh... allora è lì che andremo.- 
...
...
...
Il posto era completamente isolato dal resto del mondo. 
Una stazione di servizio nel bel mezzo del nulla. 
Un posto in cui poteva succedere di tutto. 
- Ma che bel posticino...- feceDean sfregandosi le mani per scaldarsi un po'. 
- Se fossi in viaggio da sola, avrei paura a fermarmi qui anche solo per andare al bagno...- fece Clara.
- Una pulita ai finestrini signori?- i tre si voltarono, e videro un uomo dalla lunga barba scura con un lavavetri in mano e con gli occhi fuori dalle orbite quasi come se fosse stato drogato. 
Se non fossero stati abituati fin da ragazzini a sapere che con tutta probabilità quando i genitori minacciavano di chiamare l'Uomo Nero o il mostro dell'armadio se non facevano i bravi, dicevano sul serio... probabilmente avrebbero avuto paura. 
- Ehm... no, grazie, siamo a posto.- fece Dean.
Clara si mise in mezzo. Prese il portafoglio e tirò fuori due banconote da cento - Questi sono duecento dollari. E sono tutti tuoi, se ci dai qualche informazione.- fece mostrando la foto della ragazza scomparsa - anche a lei ti sei offerto di pulire i finestrini?- 
- Sì... ma non ha voluto... mi ha dato dieci dollari per qualcosa da mangiare però.- fece l'uomo - piaceva a Marlon.- 
- Marlon?- fece eco Dean.
- Sì, il cassiere.- fece l'uomo - Si è fermata per fare benzina, ma la pompa non funzionava, quindi è dovuta entrare per farla riaprire... quando è andata via, Marlon l'ha seguita con la macchina. E' tornato all'alba.-
- Bene.- fece Dean - Andiamo a fare due chiacchiere con questo.... casanova.- 
...
...
...
L'interno, se si poteva, era anche peggio dell'esterno. Sporco, polveroso, disordinato e a parte il cassiere che si dilettava con un solitario online non c'era nessuno. In fin dei conti... quella stazione di servizio era isolata dal resto del mondo, le possibilità che qualcuno si fermasse lì per più di un caffè o per fare benzina erano quasi nulle... e poi era molto tardi, quasi mezzanotte ormai, era difficile che si fermasse qualcuno in un posto del genere. 
- Posso aiutarvi?- fece il cassiere.
Dean per tutta risposta sbattè la foto di Michelle sul bancone - Puoi dirmi dov'è lei.- 
- Toh... ma che bel bocconcino...- fece Marlon con un sorriso orribile e che non prometteva nulla di buono - mi spiace amico, non l'ho vista... o fidati, non me la sarei fatta scappare.- 
Dean lo afferrò per il colletto della camicia e lo sbattè con forza contro li muro. 
- Dean!- fece Sam. 
- Stammi bene a sentire...- fece Dean con una voce che somigliava ad un ringhio - Se c'è una cosa che non sopporto sono gli spiritosi. Come prima cosa.
Seconda cosa, non sopporto nemmeno chi fa del male alle donne e poi pretende di passarla liscia. Perciò o mi dici dov'è con le buone... o ti giuro che ti riduco in modo che tua madre ti dovrà identificare dall'odore dei calzini. Sono stato chiaro?- 
- Se... se te lo dico...- fece Marlon - Non mi crederesti mai...- 
- Beh, tu mettici alla prova.- fece Clara. 
...
...
...


- Oddio...- fece Clara. Marlon aveva ragione. Non ci avrebbero creduto... se non avessero saputo cosa  c'era là fuori, nel buio. L'immagine che si presentava di fronte ai loro occhi sembrava presa da un film dell'orrore. 
Un uomo legato ed imbavagliato su un tavolo simile a quello dei condannati a morte, che piangeva e supplicava aiuto mentre un timer camminava impietoso... ed un energumeno mascherato che una volta scaduto il tempo lo sezionava, mentre quel poveraccio urlava e strillava per la paura e per il dolore. 
- Ma che... che diavolo è questa roba...?- fece Sam ad un passo dal rimettere tutto quello che aveva mangiato in vita. 
- Guardate.- fece Dean indicando le scritte sotto il video. '' Braccio destro, offerta vincente 365 dollari, vincitore Canino98''- è... tipo Ebay.- 
- Sì, una cosa simile.- fece Marlon con nochalance. 
- Vendono persone. Un pezzo alla volta.- fece Dean non meno disgustato del fratello.
- E... la parte più pregiata quale sarebbe?- fece Clara che faticava a crederci. 
- Non credo di volerlo sapere...- fece Dean. 
- Ma perchè?-fece Sam. 
- Guardate i commenti....'' gnam, gustoso'', '' non vedo l'ora che me lo consegnino''... fece Dean.
E da lì, i tre capirono con loro sommo orrore. 
Qualcuno aveva scoperto che i mostri non erano solo creature che si vedevano al cinema o nella saga del maghetto con gli occhiali. E invece di farsi prendere dal panico, come qualunque persona normale avrebbe fatto dopo una simile scoperta si era posta l'interrogativo '' Come posso sfruttare quest'informazione a mio vantaggio?''.
Se aveva scoperto dei mostri, allora sapeva anche che c'erano in giro i cacciatori, quelli che avevano votato la loro vita allo sterminio di quelle bestie selvagge... piuttosto difficile per un mostro uscire per procurarsi il cibo senza imbattersi in un cacciatore.
Così aveva deciso di organizzare aste online per mostri. Lui dava loro il cibo, in cambio di soldi.
Non avrebbero mai osato mordere la mano che dava loro da mangiare. 
E a farne il prezzo erano povere anime innocenti, ree di essersi trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato. 
Se prima avevano delle riserve sul fatto che quel caso non era di loro competenza.... ora lo era diventato. 
- Da dove trasmettono?- chiese Dean con fare minaccioso a Marlon.
- Ehy, non guardare me amico. Non sono io che gestisco il giro.- fece il cassiere - Trovo qualcuno che non mancherà a nessuno, mando un messaggio e vengo pagato. Questo è tutto quello che so.- 
- Ne parli quasi come se ne andassi fiero!- lo aggredì Clara - Lo sai che hai messo a morte delle persone che non ti hanno fatto nulla di male?- 
- Tu non hai bollette da pagare, vero?- fece Marlon.
Clara era quasi per mettergli le mani al collo con una mano e staccargli i genitali con l'altra, ma sul computer comparve l'avviso di una nuova asta.
Era Michelle Henson. 
Sporca di sangue, i capelli arruffati, una tunica fatta con della tela di sacco ed era appesa al soffitto per le mani. 
'' Vi prego.... se qualcuno sta guardando.... per favore, qualcuno mi aiuti.... vi prego!''
E il conto alla rovescia era iniziato. Avevano un'ora prima che iniziassero a vivisezionarla. 
- E ora che facciamo?- fece Clara - Sam, non puoi hackerare il sito e scoprire da dove stanno trasmettendo?- 
Sam fece cenno di no.
- Magari potessi. E' un server criptato.... ci vorrebbe troppo tempo, e noi abbiamo solo cinquantotto minuti.- 
- Conosco qualcuno che però può.- fece Dean scrivendo velocemente sul suo cellulare prima di fare una telefonata - Agente Clegg? Sono l'agente Page... credo di avere una pista... le sto mandando il link di un sito, dovete scoprire da dove trasmettono e dovete farcela in meno di.... cinquantasei minuti. 
Sì, lo so che non è la mia giuridisdizione, che non è il mio caso e quindi non posso dare ordini, ma non si tratta di un semplice assassino seriale ed una ragazzina sta per morire.... grazie.- e nel dir così chiuse la chiamata - visto che abbiamo la collaborazione di un vero federale, perchè non approfittarne?- 
- E finchè non ci chiama che facciamo?- fece Sam - Non sappiamo quanto è lontano questo posto, anche se lo localizzassero in tempi brevi, potremmo non arrivare comunque in tempo.- 
Clara guardò Marlon con l'aria di chi stava andando in connessione.
- Hai detto che per questo.... lavoro.... vieni pagato, giusto?- Marlon annuì - Come avviene il pagamento?- 
- In contanti. Quando si fanno certe cose.... meglio lasciar perdere assegni circolari.- 
- Lo immaginavo. Come ti viene consegnato il denaro?- chiese Clara.
- Beh, immagino che potrei dirtelo....- fece Marlon facendo il vago - Se tu fossi più gentile nel chiedermi le cose.... moooltooo più gentile....- 
- Rispondi e non dire più del necessario, o ti faccio vedere come sono gentile io.- fece Dean lanciandogli un'occhiata che se avesse potuto uccidere, Marlon sarebbe morto sul colpo - il posto. Adesso.-
Marlon sbuffò annoiato e poi disse - Ok. E' un magazzino poco distante dalla statale 86. Non potete sbagliare è l'unico edificio nel raggio di km.- 
- Oh, puoi essere sicuro che non sbaglieremo amico....- fece Clara - tu ci farai da guida. E se mi accorgo che hai provato a farci uno scherzo.... ti assicuro.... che il dolore che hanno provato quei poveri cristi mentre i tuoi amici li smembravano, le urla che imploravano aiuto e pietà.... ti sembreranno il lamento di uno che si è sbucciato il ginocchio cadendo dalla bicicletta, al confronto delle urla che IO farò fare a TE.-
Dean dentro di sè sorrise.
Quella era la ragazza di cui si era innamorato: non si faceva mai intimidire da nessuno, sapeva sempre come convincere certi elementi a dire quello di cui avevano bisogno, bella come una dea, intelligente, coraggiosa.... ne era convinto. Clara era la donna della sua vita. 
E ci aveva pensato davvero di dirglielo...'' Clara, ti amo, non sono ubriaco, ed anche se lo fossi l'alcool darebbe solo voce ai miei pensieri'', ma poi ci ripensava sempre. Quella non era la vita adatta per pensare di innamorarsi. 
Sua madre era morta uccisa da un demone, la fidanzata di Sam aveva patito la stessa sorte, la mamma di Clara era morta per colpa di un altro demone.... persino il marito di una vecchia amica d'infanzia del loro padre, anch'egli cacciatore, era morto e non aveva avuto nemmeno la grazia di poter dire addio per l'ultima volta, di dire a sua moglie quanto l'amava e a sua figlia quanto fosse orgoglioso di lei... 
La morale era sempre la stessa. Quando si aveva a che fare con il sovrannaturale e ci si innamorava, finiva sempre male. E con male, intendeva che non sarebbero arrivati nemmeno ai sei mesi di frequentazione.
Meglio tacere quindi, e godersi il ricordo del suo amore di gioventù.
- Ok, voi due andate al magazzino. Ci teniamo in contatto radio.- fece Dean.
- Perchè, tu dove vai?- fece Sam. 
- Per quello che ne sappiamo quel magazzino potrebbe anche essere un punto di scambio ed il vero mattatoio potrebbe essere dalla parte opposta.- fece Dean - Rimarrò qui ad aspettare la risposta di Clegg.... e intanto tengo d'occhio...- fece fissando con la coda nell'occhio lo schermo del pc - e nella peggiore delle ipotesi, cercherò di prendere tempo come posso.- 
- Va bene.- fece Sam. Dean gli lanciò le chiavi della macchina. 
- Mi raccomando, prenditi cura di lei.- fece Dean.
Clara sorrise - Tranquillo playboy, mi assicurerò personalmente che baby non abbia bisogno del meccanico tanto presto.-
'' Guarda che non è a lei che mi riferivo.''
...
...
...
Dieci minuti più tardi, alla stazione di servizio, Dean mostrò i filmati delle aste online all'agente Clegg, che inorridì nel vedere chi era davvero il killer serial che inseguiva da anni.
- Ha l'indirizzo?- chiese Dean. 
- Certo. Andiamo a prendere quel bastardo.- fece il federale.
- No, aspetti... forse è meglio se me ne occupo io... si, questa è la sua indagine, ma mi creda. Lei non sa davvero che cosa ci aspetta.-
- Senti, figliolo...- fece Clegg con il tono di chi era poco disposto a sentir replicare - Sono dodici anni che do la caccia a quel figlio di puttana. Avevo una fidanzata, dovevamo sposarci, e invece... ha mandato all'aria il matrimonio perchè mi accusava di tenere di più ad un criminale che a lei e al nostro futuro. Ho speso i miei anni migliori, tutta la mia vita per mettere le mani addosso a quel bastardo per poi augurarmi di essere in prima fila mentre lo friggevano sulla sedia elettrica. Non posso fermarmi ora.- 
Dean fece per replicare, ma alla fine decise di tacere.
In fin dei conti, capiva le sue ragioni.
Perchè la storia di Clegg, era la storia sua, di Sam e del loro padre. Avevano rinunciato ad una vita ordinaria e tranquilla per fare la cosa giusta nell'interesse di tutti, il che era lodevole, ma certe scelte avevano sempre un prezzo troppo alto.
Personalmente, non sapeva quanto avrebbe pagato per trovarsi di fronte un tizio che poteva portarlo dritto dritto dal demone che aveva distrutto la sua famiglia, senza che questi lo sospettasse.
Come poteva dunque negare ad un altro quello che lui in quel momento desiderava più di qualunque cosa?
- Va bene.-
Una volta usciti entrarono in macchina. Clegg si mise al posto di guida, mentre Dean si accomodò sul sedile del passeggero. 
- E' solo una impressione o qui dentro fa più freddo che fuori?- fece Dean sfregandosi le mani e soffiandoci sopra per tentare di scaldarle come poteva.
- Ho acceso il riscaldamento.- lo informò il federale - intanto, dietro c'è un thermos di caffè caldo. Serviti pure.- 
- Grazie...- fece Dean allungandosi un po' per prendere la bottiglia termica e i bicchieri. Ne versò un bicchiere ma prima di poggiarci sopra le labbra lo allungò verso Clegg per offrirglielo.
Il federale rifiutò l'offerta - No, grazie... ormai credo di avere più caffeina che sangue nelle vene.-
Dean a quel punto lo mandò giù a piccolo sorsi.
Dopo qualche minuto iniziò a sentire che c'era qualcosa che non andava.Di solito il caffè aiutava a stare svegli, ma non pareva far effetto. Si sentiva stanco, distante dal resto del mondo, intorpidito, come se fosse in acqua.
- Che... che diavolo c'era.... in....?- borbottò Dean lottando per cercare di stare sveglio, ma era come avere due bilanceri sulle palpebre.
Improvvisamente, Clegg lo guardava con occhi divertiti, e gli diede due buffetti sulla guancia - Niente di tossico, tranquillo.... solo qualcosa per farti rilassare.... dormi adesso. Rilassati e lasciati andare.... quando ti sveglierai, pregherai di essere già morto.- 
A nulla valsero i tentativi del cacciatore di ribellarsi in qualche modo.
A poco a poco, il mondo per lui divenne buio come una notte senza musica e senza stelle.

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Capitolo 7
*** Paura di perderti ***


Quando Dean si svegliò, la prima cosa che lo colpì fu un tanfo insopportabile. Sangue rappreso, sudore... aprì gli occhi e vide che le pareti erano sporche di schizzi di sangue... tentò di muoversi, ma si accorse di essere legato su un tavolo operatorio. Petto, polsi e caviglie erano costretti dalle cinghie di cuoio... cuoio di pessima fattura, visto che gli stava scavando nella pelle.
E davanti a lui c'erano Clegg ed un tizio travestito uscito da chissà quale film dell'orrore che stavano sistemando una telecamera...
- Mi raccomando, fai in modo che si veda bene in faccia.... oh, bene... ti sei svegliato.- fece Clegg levandosi la giacca ed arrotolandosi le maniche della camicia sino all'avambraccio. 
Dean capì.
- Tu.... sei tu, abominevole stronzo.- ringhiò Dean.
Era Clegg la Falena. Si era fatto affidare il caso per poterlo manovrare a suo piacimento, in modo che nessuno sapesse che il federale ligio al lavoro e alla missione di catturare quello psicopatico e l'assassino, erano la stessa persona. 
- E tu sei Dean Winchester.- fece Clegg - Tu, tuo fratello, tuo padre... siete famosi. La mia clientela mi ha dato i nomi di tutti i cacciatori più pericolosi del paese... e quando ho visto quell'auto di lusso... ho capito che avreste portato solo problemi.- 
- E hai incastrato quel predicatore.- fece Dean.
- Già... ma quella troietta che vi siete portati dietro...- fece Clegg - l'ha torchiato, ma poi ha capito che quel tizio era solo uno specchietto per le allodole... e tanto ha fatto che alla fine ha convinto i poliziotti del posto a rilasciarlo.- 
- Non chiamarla in quel modo, o giuro, ti uccido!!!- fece Dean con un lampo omicida negli occhi, mentre dentro si sentiva scoppiare d'orgoglio al sapere che era grazie a Clara se non si erano fermati all'apparenza e avevano potuto continuare a scavare fino a scoprire la verità.
- E perchè? Ah ma certo...- fece Clegg - Avrei dovuto capirlo da come la guardavi.... come un perfetto cavalier servente che si sarebbe fatto strappare ogni singolo osso dal corpo, se questo servisse a tenerla al sicuro.-
- Non sono affari che ti riguardano, psicopatico.- ringhiò Dean - perchè lo fai? Cosa ti avevano fatto quei poveri diavoli per condannarli ad un destino così atroce?- 
- Per il bene della comunità.- fece Clegg - Sei un cacciatore. Di una certa bravura, a quel che so.... e di certo conosci la materia. Quanti mostri pensi che ci siano la fuori?- 
Dean per quel che poteva fece le spallucce - Non so... centinaia, forse migliaia...- 
- Aggiungici un paio di zeri. Vedi Dean....- fece Clegg scompigliandogli i capelli, mentre il cacciatore tentava di sottrarsi come poteva a quelle '' attenzioni sgradite'' - i mostri che tu, tuo fratello, tuo padre e altri cacciatori cacciate sono quelli più selvaggi. Tutto istinto e niente cervello... 
Poi ci sono i mostri furbi. Quelli che sono riusciti a mimetizzarsi tra gli esseri umani.... fanno dei lavori normali, la domenica organizzato un barbecue con i vicini di casa, il sabato falciano il prato.... e hanno bisogno di mangiare.- 
- E quindi gli vendi le persone.- fece Dean.
- Persone di cui nessuno sentirà la mancanza.-
- E tu chi sei per stabilire che se un uomo viaggia da solo.... non ha dei figli che stanno battendo tutte le città di ogni singolo stato per sapere che fine ha fatto il padre?- fece Dean - Dì le cose come stanno.... tu uccidi degli innocenti, per pararti il culo, e intanto ti riempi le tasce di soldi. 
Perciò cala le arie... non sei un salvatore, un protettore della comunità. Sei esattamente come i mostri che caccio. Anzi, peggio. Merce avariata, un rifiuto umano della peggior specie.- 
Clegg sorrise.
- So cosa stai facendo. Stai temporeggiando perchè credi che il tuo fratellino e la tua ragazza si faranno vivi.... beh, rinunciaci. E' una speranza vana.- fece Clegg mettendosi una maschera da maiale che a Dean ricordò molto il professor Pyg. 
Poi diede l'ok al suo socio, e la registrazione partì.
- Signore e signori, interrompiamo l'asta precedente per portarvi qualcosa di molto, molto speciale.
Stasera, nel nostro campionario abbiamo un autentico pezzo da novanta... il signor Dean Winchester!- 
Dean iniziò a sudare freddo ma non lo diede a vedere. Suo padre gli aveva detto che se aveva tempo prima di fare una fine poco gradevole, era utile impiegare quel poco tempo che gli rimaneva tra la consapevolezza di stare per morire e la morte stessa, per cercare di ribaltare la situazione a proprio vantaggio anzichè farsi prendere dal panico ed aspettare un aiuto che magari nemmeno sarebbe arrivato.
Approfittò quindi del fatto che Clegg era impegnato a giocare al battitore d'asta per iniziare a lavorare sulle cinghie di cuoio. Erano consunte, si vedeva che erano usate da anni per quel gioco sadico... forse lavorandoci un po' sopra sarebbe riuscito a liberare almeno un braccio e da lì poteva liberarsi tranquillamente.
'' Ok Dean.... vediamo se hai imparato qualcosa di utile, in questi anni...''- pensò mentre Clegg dava ufficialmente inizio all'asta.
Il primo pezzo era il fegato.
'' Mi spiace deluderti amico.... ma non ci fai un bell'affare...''- pensò Dean mentre tentava di ignorare il dolore bruciante sui polsi.
...
...
...
Intanto, Clara e Sam avevano battuto il magazzino a cui Marlon li aveva indirizzati palmo a palmo, senza però trovare nulla. Niente psicopatici, niente resti di corpo ( anche se quella era la cosa meno strana visto che il tratto distintivo di quella tratta era proprio il non sprecare nemmeno un pezzetto), e niente prigionieri che urlavano pietà e misericordia. 
- Credo che qui sia solo il magazzino di transito.- fece Sam. 
- Sì, lo penso anch'io...- fece Clara prendendo il cellulare per avvisare Dean del fatto che quel magazzino era un vicolo ceco e quindi di fare pressione sui tecnici della polizia per farli lavorare più in fretta. Mancavano venti minuti alla fine dell'asta in corso ed una volta scaduto il tempo non avrebbero più potuto far nulla per salvare la povera Michelle. 
'' Questa è la segreteria telefonica di Dean Winchester. Lasciate il vostro nome e tipo di mostro da uccidere e sarete richiamati.'' 
- Ha la segreteria...- fece Clara. Bastarono quelle tre parole a mettere Sam in allarme. 
Dean era sempre reperibile, e l'unica volta in cui non aveva risposto alle sue telefonate era stata quando era stato preso in ostaggio dagli abitanti di una cittadina dell'Indiana che intendevano sacrificarlo assieme all'unica ragazza inconsapevole di quello che succedeva nei confini di casa sua ad un Dio pagano.
Ergo, se Dean non rispondeva al cellulare... significava che gli era capitato qualcosa.
- C'è qualcosa che non va...- fece Sam - quando non risponde al telefono, vuol dire che c'è qualcosa che non va...- 
- Torniamo alla stazione di servizio....- fece Clara, mentre Marlon si metteva a ridere di gusto.
- Che c'è di buffo?- fece Sam. 
- Possibile che tu non l'abbia ancora capito, amico?- fece Marlon con un sorrisetto irritante - Ti ha fregato.- 
- Chi?- fece il cacciatore.
- Clegg.- fece il cassiere - Ha preso tuo fratello.-
Sam e Clara sbiancarono come panni appena lavati. Dean nelle mani di quei macellai, era la cosa più spaventosa che la loro mente avesse mai potuto concepire. 
- Dov'è.....?- fece Clara.
- Oh, non contarci bellezza...- fece Marlon - Il tuo fidanzato non avrebbe dovuto essere così scontroso con me.... e pure tu, avresti dovuto essere più carina quando te l'ho chiesto... sono un tipo rancoroso, sai?- 
- E' per questo che hai condannato a morte Michelle? Non era stata carina con te?- fece Sam - e tutti gli altri? Hanno rifiutato di darti la mancia?
Per questo li hai fatti uccidere?-
- Marlon, dov'è Dean?- fece Clara con il labbro che tremava.
- Uhm, chiedilo più gentilmente...- fece Marlon. Prima ancora che il cacciatore e il cassiere potessero rendersene conto la cacciatrice aveva estratto la pistola da sotto la giacca e gli sparò un colpo al ginocchio destro, facendolo cadere a terra, urlando per il dolore. 
- Chiedi a chi vuoi...- fece Clara andandogli addosso - Questo è il massimo della gentilezza che riservo a chi tocca la mia roba senza permesso. Dov'è Dean?- 
- Se te lo dico, mi uccidi..- fece Marlon visibilmente spaventato. 
- Oh, ti ucciderò in ogni caso, caro mio...- fece Clara con un ghigno serafico - però puoi scegliere: vuoi morire in fretta.... o vuoi agonizzare per delle ore?-
Sam provò a fermarla - Clara calmati....- 
- NON PROVARE A DIRMI QUELLO CHE DEVO FARE, CAPITO?- urlò la cacciatrice - IL MIO DEAN E' IN PERICOLO!- e prima che potesse rendersi conto di quello che le era uscito dalla bocca si ritrovò sotto lo sguardo confuso e di gioiosa incredulità di Sam. 
Il suo Dean.
Lo aveva proprio detto. 
Forse era stata la situazione incerta, il terrore di non rivederlo più... ma in quel momento si era resa conto  che l'affetto fraterno che provava per Dean, era diventato qualcosa di più da molto, moltissimo tempo.
Solo che non glielo aveva mai detto per la troppa paura di soffrire...  Dean era il suo migliore amico da quando aveva cinque anni... non poteva dirgli che era innamorata di lui. Avrebbe solo rovinato un'amicizia a cui teneva troppo.... e le bastava essere la migliore amica di Dean Winchester.... a patto che lui sopravvivesse, o che comunque vivesse più a lungo di lei.
Riprese il controllo e minacciò di nuovo l'uomo a terra.
- Dimmi dove cazzo è.- fece Clara - ed io ti uccido senza dolore. In caso contrario....-
...
...
...
Alla fine aveva optato per una morte rapida ed indolore.
E adesso si stavano dirigendo a tutta velocità verso il capannone in cui Clegg aveva portato Dean. 
Ci arrivarono in meno di dieci minuti.
- Dividiamoci.- fece Clara - tu trova la ragazza, e appena l'hai messa in salvo avverti la polizia e un'ambulanza.
Io penso a Dean.- fece Clara caricando la pistola.
Sam annuì e prima di allontanarsi fece, con uno sguardo a cui Dean non riusciva mai a resistere - Ti prego, riportalo da me... è tutto quello che ho.-
Clara annuì.
- Non ti preoccupare.... la sua vita è cara a me quanto lo è a te.- e nel dir così si avventurò nel magazzino buio.
...
...
...
Nel frattempo Dean stava vivendo una situazione che gli sembrava un inferno in terra... come se la vita che conduceva di solito fosse tutta miele e zucchero filato... il tempo dell'asta stava finendo... e a sentire Clegg le offerte per il suo fegato prima ed il suo cuore subito dopo si erano impennate dopo aver saputo che sul tavolo da vivisezione c'era un cacciatore... per giunta uno dei più abili e pericolosi sulla piazza.
Continuava a sfregare i polsi nel tentativo di liberarsi, ma ormai sentiva il sangue che colava oltre alla sensazione di non riuscire a resistere ancora per molto... anzi, dubitava persino di riuscire a rimanere sveglio... ma quello forse era un bene. Non sarebbe riuscito a non gridare e preferiva non vedere quello che gli avrebbe fatto quello psicopatico.
'' Aiutatemi... vi prego....'' - quella era la prima volta che si ritrovava a pregare che qualcuno si accorgesse che era in pericolo e che lo aiutasse.
Ma come al solito... Dio era troppo impegnato per dare retta alle preghiere dei mortali.
O per dare retta a lui.
L'asta era finita. 
I pezzi erano stati assegnati, non rimaneva che separarli ed impacchettarli.
Clegg si avvicinò a Dean, ed il sorriso serafico dell'uomo fu reso ancora più inquietante dalla maschera che portava ed iniziò a carezzargli quasi paternamente la guancia.
- Vorrei poterti dire...- fece con tono quasi amichevole - Che non sentirai niente.... purtroppo farà un male cane.-
Dean scostò violentamente la testa per poi sputargli in faccia.
- Non mi devi toccare, capito?- fece Dean con aria spavalda per non fargli capire che in realtà stava morendo di paura. 
- Oh, ma io ti farò di peggio, mio caro.- fece Clegg - molto peggio. 
Sai, hai fatto incazzare un bel po' di mostri... sei il loro terrore vivente... mi pagheranno almeno il doppio per vedere mentre ti torturo per il solo gusto di farlo.... poi, inizierà il calvario vero e proprio.- disse prendendo in mano un bisturi che passò sopra un accendino - non c'è nessuno nel raggio di cinquanta km.... nel caso sentissi il bisogno di urlare.- fece con un sorriso cattivo. 
- Non la passerai liscia.- fece Dean - ti giuro che non la passerai liscia.- 
- Mi dispiace deluderti... ma a nessuno importerà, se verrà ritrovato il corpo di un tizio che si è spacciato per un federale... per quanto riguarda il tuo caro fratellino e la tua dolce fidanzatina... sì, magari potranno anche scoprirmi, ma so gestire un paio di sbandati che cercano vendetta... 
A proposito, non ti dispiace se prima mi diverto un po' con la tua Claretta prima di...- 
- Di un po'. Sai cosa sono le Erinni?- fece Dean - Nell'antica Grecia erano considerati gli spiriti vendicativi per antonomasia.... perseguitavano chi aveva ucciso un familiare fino a spingere la loro vittima al suicidio. E spesso la tortura continuava anche all'inferno. 
Se farai del male a Sam o Clara, io lo saprò. E a costo di diventare uno di quei fantasmi a cui do la caccia... io ti punirò.- 
- Ripensandoci...- fece Clegg allentandogli la cravatta per mettergli la parte che di solito veniva stretta attorno al collo in bocca, per poi stringere il cappio - ne ho abbastanza delle tue chiacchiere e delle tue minacce a vuoto.- 
- MMMMMMM!!!!- cercò di urlare il cacciatore mentre Clegg gli inseriva in vena un ago collegato ad una flebo di soluzione salina, per aiutarlo a resistere.
Gli iniettò anche una fiala di adrenalina, per impedirgli di svenire.
Clegg iniziò a girare con il bisturi arroventato intorno alla faccia di Dean - Lo sai qual'è il bello di una lama arroventata? Che il sangue si ferma subito e tu puoi continuare a tagliare... dimmi tu, con cosa preferisci iniziare.... occhi, naso, bocca...- 
- Gola.- fece una voce di donna alle sue spalle.
Clegg si voltò e vide Clara.
I suoi occhi verdi come schegge di giada bruciavano dall'odio e gli sembrava di vedere addirittura le arterie del collo pulsare. 
- Come hai....?- fece Clegg incredulo che qualcuno lo avesse trovato. 
- Faccio il mio lavoro, io.- fece Clara - E il mio lavoro in genere è uccidere i mostri e salvare le persone... ma a ben vedere, tu sei il mostro. E uno di quelli della peggior specie.- nel dir così tentò di colpirlo con il bisturi che aveva in mano, ma Clegg fu più veloce e le bloccò i polsi per poi mollarle un calcio al basso ventre e farla sbattere contro il carrello dove vi erano bisturi e altri strumenti chirurgici. 
Clegg le si buttò addosso stringendole la gola, per niente preoccupato di star prendendosela con una ragazza di appena venticinque anni.
In fin dei conti, aveva ucciso, dismembrato e sezionato ragazzi ancora più giovani di lei.
Lui rideva e ghignava, mentre lei sentiva l'aria mancarle e i mugolìì disperati di Dean che lottava disperatamente, incurante del cuoio che gli lacerava e faceva sanguinare la pelle.
- Due al prezzo di uno...- fece Clegg - deve essere il mio giorno fortunato.- e nel dir così prese il bisturi che Clara aveva lasciato andare, pronto ad affondarglielo nello sterno.... ma la ragazza fu più veloce. Afferrò un bisturi che era caduto nella colluttazione e glielo conficcò nella gola.
Clegg agonizzò per alcuni secondi prima di cadere a terra, a peso morto, con gli occhi aperti. 
Clara si alzò e guardò quel cadavere con disprezzo. A volte... quando era costretta ad uccidere un demone non poteva non provare senso di colpa e addirittura vergogna per quello che aveva fatto... sì, aveva messo al sicuro molte persone.... ma nella maggior parte dei casi uccideva un povero disgraziato che aveva avuto come unica colpa l'essere scelto da un mostro per fargli da '' vestito di carne''.
Ma non provava nulla per Clegg: non era una vittima innocente. Era un assassino che rapiva innocenti per mettere su una specie di '' Just Eat'' per mostri... era quasi peggio dei mostri che cacciava. 
E che voleva prendersi il suo cuore.
E lei aveva fermato il suo, prima che potesse rubarglielo.
Corse vicino a Dean, armata di bisturi ed iniziò a recidere le cinghie.
- Stai bene....? STAI BENE?!?- fece Clara tagliando le cinghie che gli costringevano torace e polsi. 
- Si sto bene.... sto bene....- fece Dean ricominciando a respirare normalmente - e tu....?-
- Si sto bene.... ho preso solo una botta, i lupi mannari mi fanno di peggio credimi...- fece la ragazza spostandosi sulle cinghie sulle caviglie per poi aiutarlo a mettersi seduto per esaminare le ferite sui polsi. La pelle era stata lacerata.
- Cerco qualcosa per...- ma Dean si rifiutava di lasciarla andare, carezzandole il viso come se avesse voluto imparare a memoria ogni singolo dettaglio di lei.
Quello che accadde dopo fu completamente fuori dal loro controllo. 
Il cacciatore l'attirò a sè, cercando quasi famelicamente le labbra della donna per cui il suo cuore aveva sempre battuto, esplorando la bocca della ragazza con la lingua. 
Quello che non si aspettava però, era che la ragazza rispondesse al bacio con altrettanta foga e passione. 
Era come se entrambi non avessero fatto altro che aspettare quel momento per tutta la vita.
Alla fine, separarsi fu quasi un dolore fisico.
...
...
...
L'FBI e la polizia locale arrivarono poco dopo, e con loro l'ambulanza. Michelle per fortuna era ancora in vita, e con tutti gli arti al loro posto, e fu portata in ospedale dove c'erano già i suoi genitori ad aspettarla, ansiosi di riabbracciare la figlia che ormai credevano perduta per sempre. 
Dean rifiutò tassativamente di andare in ospedale.
- Non ho niente, solo qualche graffio, niente che non possa gestire da solo.-
Fisicamente almeno, era perfettamente in grado di medicarsi anche da solo... un po' di disinfettante, quattro bicchieri di whisky, una garza... quello che non sapeva se riusciva a gestire era quello che gli stava succedendo dentro.
Aveva baciato Clara e lei aveva risposto al bacio. 
Avrebbe dovuto parlarle, dirle che Clegg lo aveva solo spinto a fare qualcosa che avrebbe voluto fare già da tempo, che non avrebbe voluto morire senza che lei sapesse che l'amava, che era stato il bacio più bello della sua vita perchè l'aveva dato all'unica donna che avesse mai amato davvero.... ma aveva troppa paura di sentirsi dire che per lei quel bacio non aveva significato nulla e che aveva risposto spinta dalla paura di poterlo perdere.
Perciò non disse nulla a riguardo durante il viaggio di ritorno.
E sembrò che la storia di quel bacio fosse finita con quel caso e la sua risoluzione.
Ma il destino avrebbe scelto diversamente, molto presto.

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Capitolo 8
*** Il lato oscuro di Sam ***


Da quel bacio erano passati circa tre mesi.
Da allora, Clara e i due fratelli Winchester, malgrado lei fosse tornata a casa da suo padre e i due avessero ripreso il loro eterno girovagare, erano rimasti in contatto, accomunati dalla ricerca della verità riguardo al demone dagli Occhi Gialli come lo aveva soprannominato John.
Le loro indagini non avevano dato però molti frutti: tutto quello che erano riusciti a scoprire era che Sam non era l'unico bambino a cui il demone aveva fatto visita, ucciso la madre e donato dei poteri. Poteri che si erano manifestati poco dopo il ventiduesimo compleanno del bambino in questione. Finora all'appello ne contavano sei incluso Sam: Ava Wilson, una giovane segretaria che come Sam riusciva a prevedere il futuro, attualmente scomparsa.
Max Miller, un giovane e sfortunato ragazzo con poteri telecinetici che aveva usato per vendicarsi del padre e dello zio che per tutta la vita non avevano fatto altro che picchiarlo e abusare di lui, salvo poi togliersi la vita dopo essere caduto in depressione, e due fratelli gemelli, Andy Gallagher e Ansem, entrambi capaci di manovrare la mente e le azioni delle persone a loro piacimento. Questi due erano stati per Sam una sorta di ancora di salvezza. 
Infatti, da quando Sam aveva scoperto che Occhi Gialli lo aveva '' scelto'' e che aveva dei progetti per lui e per altri bambini come lui, viveva nel terrore di trasformarsi in un mostro dall'oggi al domani e che quei poteri fossero una maledizione, e che per la sua storia non ci potesse essere che un finale già scritto.
Poi aveva conosciuto Andy e suo fratello. Il primo usava i suoi poteri solo per togliersi di tanto in tanto qualche sfizio, ma senza fare del male a nessuno.
Il fratello invece, scoperto che era stato separato dal gemello alla nascita, aveva usato il suo potere per uccidere tutti coloro che erano coinvolti in quella faccenda e che li avevano separati: il medico che aveva assistito la loro madre biologica nel parto e che si era occupato delle pratiche per la loro adozione, la madre stessa, e aveva quasi spinto a suicidarsi una ragazza che teneva molto al fratello.
Per Sam quella fu la prova decisiva che non erano i suoi poteri a definire chi sarebbe dovuto diventare, ma lui. Quei poteri erano un po' come un'arma: non erano una cosa ne buona ne cattiva, dipendeva solo dall'uso che lui ne avrebbe fatto. Questo gli aveva ridato un po' di serenità. 
Ma non avevano ancora nessuna informazione sul '' Grande Piano''. Non sapevano cosa quei demoni figli di puttana avessero in mente, ma Dean di una cosa era certo. Li avrebbe fermati prima che potessero mettere Sam in mezzo. O sarebbe morto provandoci. 
Insomma, pur di non parlare di quello che era successo tra loro, parlavano di qualunque cosa. E forse era meglio così, almeno per lei.
Quel bacio per lei era stato importante. Non voleva rischiare di sentire Dean dire che si era visto passare tutta la vita davanti perchè un pazzo aveva deciso di svenderlo al miglior offerente in una specie di '' JUST EAT'' per mostri e che quindi era stato un bacio dettato più dall'istinto che da un sentimento reale.
In fondo Dean era un bel ragazzo, coraggioso, simpatico, poteva avere tutte le ragazze che voleva pronte a lanciargliela con la fionda, non vedeva perchè dovesse scegliere proprio lei.... con il rischio di rovinare una bella amicizia se le cose tra loro fossero andate male.
Ciò non toglieva che aver ricevuto un bacio dalla persona di cui era innamorata fosse comunque un bellissimo ricordo. 
E voleva quindi conservarlo come un bel ricordo da rivivere nei momenti di avversità senza dover fare i conti con il '' dopo''.
Quella sera, Clara era a casa da sola. Suo padre era uscito circa venti minuti prima borbottando qualcosa su un cacciatore che aveva bisogno di un consulto. Aveva trovato assai strano che un cacciatore avesse chiamato il padre all' una di notte per chiedergli come uccidere un mostro però a ben vedere... i mostri non riposavano mai, e quindi anche i cacciatori dovevano rivedere bene il concetto di una notte passata a dormire... e suo padre era il massimo esperto su mostri e affini, quindi non si fece domande.
Stava leggendo un libro da quasi venti minuti, quando sentì il campanello.
Istintivamente, prese la pistola prima di aprire la porta.
- Sam.... ciao.- fece Clara sinceramente felice e sorpresa di vederlo lì, rimettendo a posto l'arma - prego accomodati.... fuori fa freddo.-
- Grazie.- fece Sam con uno strano sorriso. Un sorriso che Clara non aveva mai visto finora, ma in un primo momento non ci aveva fatto caso. Lei e Dean si sentivano di frequente in quel periodo, ma per non essere costretti a parlare di quel bacio che si erano scambiati finivano quasi sempre a parlare di caccia, di lavoro, dei mostri che avevano fatto fuori... e di Sam, di come stava affrontando tutta la questione del demone, che lo stava mettendo a dura prova.... Dean le aveva confidato che una sera il piccolo di casa Winchester si era bevuto tutto il frigobar e si era messo a straparlare.
- Posso offrirti qualcosa? Un caffè?- fece Clara.
- Hai una birra?- fece Sam.
- Certo.- fece Clara andando in cucina e aprendo il frigo - come la preferisci? Bionda, scura, rossa...-
- E' uguale.... mi conosci, non ho preferenze.- fece Sam.
Clara afferrò due rosse, una per lei e una per Sam - Dov'è Dean?- 
- E' a spassarsela in un motel, con una ragazza e una cassa di birre.- 
Clara si bloccò.
Dean era con una ragazza in un motel... e di certo non per giocare a monopoli o scarabeo. Questo le toglieva molti dubbi: quel bacio per Dean non aveva significato niente. 
Se fosse significato qualcosa di certo non si sarebbe messo a sbavare dietro alla prima minigonna che gli era capitata a tiro, o avrebbe fatto pressione per parlare di quel bacio... e lei non aveva motivi per essere gelosa.
Lei e Dean non stavano insieme, ma stati, e lui aveva il diritto di vedersi con chi gli pareva.
- Beh.... ragazza fortunata....- fece Clara stappando le birre - è.... è carina?- 
- Ti dirò, è anche troppo per lui.- fece Sam - ma come mai ti interessa tanto?- 
- Beh.... siamo amici fin da piccoli.... sono solo curiosa, tutto qui.- fece Clara. 
Sam sorrise - Andiamo.... siamo amici no? A me puoi dire tutto...- fece Sam - si vede da lontano un miglio che ti piace.... e sai una cosa, pure tu gli piaci molto.... solo che, lo sai com'è fatto.- 
- In che senso, non capisco.- 
-  Adora negarsi le cose che brama.- fece Sam - Tutta la sua vita è una continua negazione. Avrebbe voluto concludere gli studi, avere qualche amico, qualche ragazza da ricordare dopo il liceo.... pensare al college.... ma papà aveva bisogno di lui... non è capace di prendersi quello che vuole.- fece Sam - ma ad accampare scuse per spiegare perchè non può avere quello che vuole quando sarebbe bastato prenderlo e basta.... in quello è un asso.- 
- Non è una cosa carina da dire...- fece Clara. Per un attimo pensò che fosse nuovamente ubriaco. 
- Lo so, ascoltare la verità non è mai piacevole ma cosa vuoi farci.... la verità più sgradita è quella che deve essere urlata a voce alta....- fece Sam - e in questo caso la verità.... è che ho un fratello poco intelligente.
Se io fossi lui.... una come te non me la sarei fatta scappare.- fece Sam iniziando ad accarezzarle i capelli biondo scuro e la faccia, in un modo che a Clara iniziava a non piacere.
Sam aveva qualcosa di cattivo negli occhi.
Stava parlando di Dean in modo quasi sprezzante, sapendo che se Dean avesse ascoltato quelle parole ne sarebbe uscito molto ferito, come se avesse dimenticato che ogni gioia che si era negato, ogni piacere anche momentaneo a cui aveva rinunciato, ogni stralcio di normalità che aveva deciso di buttare nella spazzatura era stato per garantire almeno al suo fratellino un po' di serenità e nel tentativo disperato di fargli avere un'infanzia.
Era come se lo avesse dimenticato, o come se lo sapesse ma non gli importasse. 
- Sam, ma che ti succede?- fece Clara - sembri strano, pare che ti sia scolato un intero negozio di liquori, non sembri nemmeno tu...- 
- E se io fossi questo qui invece?- fece Sam - Il mostro cattivo da abbattere? Lo so cosa papà ha detto a Dean, prima che ci lasciasse.... che se fossi diventato pericoloso, Dean avrebbe dovuto uccidermi... e sai cosa, vorrei che lo avesse fatto.... si sarebbe risparmiato un sacco di sofferenze.- 
- Sam, che cos'hai fatto....- fece Clara cercando di uscire da quella casa, ma Sam la afferrò per un braccio. Così forte da minacciare di spezzarglielo - CHE FAI, LASCIAMI!-
Per tutta risposta, Sam la strattonò e la butto per terra facendole sbattere la testa contro il tavolo.
Non ebbe tempo ne modo di fare niente che Sam si sedette a cavalcioni su di lei. La ragazza iniziò a sudare freddo. 
'' No, ti prego, non così'' 
- Che diavolo vuoi fare?- fece Clara cercando di toglierselo di dosso. 
- Domarti.- fece Sam con lo sguardo degno di uno psicopatico - Insegno al mio caro fratellino che quando si vuole una cosa si prende, senza se, senza ma e altre stronzate che giustificano la sua incapacità....- 
- Sam, non sei in te, ti prego.... stai tranquillo ok, parliamone.- fece Clara continuando a combattere. Era stata addestrata fin da piccola a combattere e difendersi, ma Sam era per sempre uno spilungone di un metro e novantatre per cento kg, che il fisico allenato e ben scolpito nascondeva abilmente. Lei era molto più bassa di lui e soprattutto molto meno pesante.... se provava a contrastarlo sul piano della forza fisica, era fregata in partenza. Poteva solo cercare di giocare d'astuzia. 
Mentre cercava una soluzione, Sam le strappò via la maglietta con un colpo secco ed iniziò ad armeggiare con il bottone dei jeans.
Clara non ci pensò un attimo.
Afferrò la birra ancora sigillata che aveva preso dal freezer e con tutta la forza che aveva gliela ruppe in testa.
Sam urlò dal dolore e Clara potè vedere che la zona della testa che aveva colpito iniziava a fumare. Con una capriola all'indietro si allontanò da Sam.
- Che cos'hai fatto?!?!- urlò Sam ancora in preda al dolore.
- Come amico mio, non ti ricordi?- fece Clara con un sorrisetto beffardo - Quando qualcuno bussa alla porta di un cacciatore gli offri da bere, ma non solo per le leggi dell'ospitalità, ma anche per testare se è umano o meno.- infatti, lei e suo padre aggiungevano una dose anche minima di acqua santa a qualunque cosa prima di offrirla ad un ospite. Non era altro che acqua nella quale era stato immerso un rosario e per lo più era insapore, quindi una persona normale non se ne sarebbe mai accorta... ma un demone non avrebbe potuto fingere. 
- Sono nata prematura, non sono rimbambita, caro mio.- e con un un pugno lo mise direttamente a stare. Le rimaneva solo una cosa da fare: legarlo e portarlo sotto la trappola del diavolo che avevano sul soffitto.
- E anche questa è fatta....- fece dopo averlo legato. Subito dopo si occupò di  disinfettare la ferita sulla fronte, che per fortuna era solo un taglio superficiale, e di metterci sopra un cerotto - Scusa Sam.... è solo per il tuo bene.- fece Clara recuperando un maglioncino dalla cesta dei panni appena piegati e ancora da sistemare.
Fu allora che vide le luci degli abbaglianti del pick-up di suo padre.
Fece per corrergli incontro e dirgli cos'era successo, ma quello che si presentò sulla porta le gelò completamente il sangue nelle vene.
Suo padre aveva abbrancato Dean, in stato di semi-incoscenza, che si tamponava la spalla destra con la mano sinistra.
- Oddio...- fece la ragazza correndogli incontro - ma che è successo?-
- Ha chiamato da una cabina telefonica poco lontana da qui.... dice che Sam gli ha sparato, ma che non era davvero Sam... credo che la febbre lo stia facendo delirare.- 
Clara dissentì - No, non sta straparlando.... Sam è posseduto da un demone, ha cercato di aggredirmi, ma sono riuscita a tenerlo buono....- fece aiutando il padre a poggiare sul divano il cacciatore ferito. Con un colpo secco gli aprì la maglia sulla zona in cui il proiettile lo aveva colpito, mentre il padre prendeva i ferri per estrarlo.
Clara corse in cucina a riempire una bacinella d'acqua e a prendere una pezza con la quale iniziò a pulire con cura la ferita cercando di non fargli più male del necessario. Non potè fare a meno di posare lo sguardo sul suo volto.... era madido di sudore, il viso trapassato dalla sofferenza... ma era sempre bellissimo.
Era il ragazzo che le aveva sempre fatto battare il cuore, quello che a diciassette anni ubriaco e stordito dagli anti-dolorifici le aveva detto ti amo, con il quale andava a sparare nel bosco e con cui andava a caccia di mostri e demoni vari, e con cui aveva diviso il dolore di non avere avuto vicino la propria madre e la prima persona che aveva visto dopo essersi svegliata dal coma... erano cresciuti assieme come fratello e sorella, e quel sentimento a poco a poco si era evoluto trasformandosi in qualcosa di più profondo. 
Solo che lei non aveva voluto accorgersene, per timore di rovinare un'amicizia a cui teneva.
- Ehy....- fece Dean - Dobbiamo smettere di incontrarci così....- 
- Concordo.... la prossima volta ti invito per una birra.- fece Clara continuando a pulirgli la ferita - Che è successo?-
- Sam era sparito da una settimana....- fece Dean - L'ho cercato ovunque, e quando l'ho trovato era in un motel a Twin Lakes.... era in stato confusionale e coperto di sangue....abbiamo ricostruito i suoi movimenti e abbiamo scoperto che ha fumato, si è ubriacato ha picchiato un commesso e ha pure ucciso una persona....- 
- Ma non era lui.- fecero i due in coro. 
- Sì.- fece Dean - uno di quei figli di puttana di demoni si è impossessato di lui per costringerlo a fare cose terribili.... quando ho provato a fermarlo mi ha sparato.- 
- E' una brutta ferita...- fece Clara - se ti consola la pallottola si è fermata nel muscolo.... è quasi una feritina da niente...- 
Bobby ritornò con una bottiglia di whisky, un accendino, garze, bende  ed un paio di pinzette. 
- Bevi. Ti aiuterà a sopportare il dolore.- fece Bobby porgendogli la bottiglia. Dean la prese e mandò giù quattro sorsate - Ce la fai a tenerlo fermo?- fece il cacciatore più anziano rivolto alla figlia. La giovane gli strinse forte la mano sana, per poi annuire. Il cacciatore più anziano insinuò lentamente le pinzette del foro di pallottola nella spalla di Dean prima di dirgli - Stringi i denti, figliolo....- 
La stretta attorno alla mano minuta di Clara aumentò. La ragazza fece una smorfia di dolore, ma non lo diede a vedere, mentre continuava a bagnargli la faccia per tentare di distrarlo almeno un po'.... quel dolore era niente paragonato a quello che stava provando Dean.... e non solo per la pallottola e il dolore che comportava l'estrazione, ma anche per chi era stato a causargli quelle sofferenze.
- Tranquillo.... ho quasi finito. Stringi i denti ancora un po'....- fece Bobby. Con un ultimo colpo secco e deciso, tirò fuori il proiettile dalla spalla del figlioccio - Fatto.- 
Clara prese le garze e le bende ed iniziò a fasciare con cura la spalla ferita, mentre Dean riprese la bottiglia buttando giù altri quattro sorsi. 
- Ti fa molto male?- fece Clara.
- Beh, stavo meglio prima...- 
- Giusto.... che sciocca.- fece la ragazza fissando i cerotti sulla garza.
...
...
...
Poco dopo, i tre cacciatori decisero che Sam o chiunque ne avesse preso possesso avesse dormito abbastanza, e Dean lo svegliò a ceffoni.
- Su, sveglia!- fece il maggiore dei Winchester. 
Quando Sam aprì gli occhi tutti videro i suoi occhi: neri come l'oscurità. 
Gli stessi occhi della povera Meg, poco prima di morire, proprio su quel pavimento alcuni mesi prima. 
- Ma guarda.... ero convinto di averti ucciso.- fece Sam rivolto a Dean - ma ormai per te e quelli come te, tornare dai morti è come schiacciare uno scarafaggio: routine.- 
- Fa pure lo spiritoso.... tra poco parola mia non ne avrai più voglia.- fece Dean rovesciandogli addosso un secchio di acqua santa, facendolo urlare nuovamente per il dolore.
- Attento, mica vorrai rovinare questo bell'involucro.- fece il demone. 
- Ooh, di questo non preoccuparti.- fece Clara - L'acqua santa non ferisce i corpi umani. E' solo a te che fa male, Sam non patirà nessuna conseguenza.- 
- Sei in trappola, mio caro.- fece Dean - preparati, perchè ora ti rispediamo dritto all'inferno.- nel dir così diede l'ok a Clara con lo sguardo.
La ragazza iniziò a recitare - Esorcizamus te, omnis immundus spiritus, omnis satanicas potestas, omnis incursio infernalis adversarii, omnis congregatio et secta diabolica...- ma qualcosa non funzionava come doveva. Il demone non pareva assolutamente toccato da quell'esorcismo, anzi. Pareva quasi che stesse tranquillamente ascoltando degli estranei che parlavano di cose loro e con le quali non aveva niente a che vedere. 
- Ho imparato qualche nuovo trucco da allora.....- fece il demone - Spiritus in mundus, un glorum suarum umitite palatum iram, domine....- e all'improvviso, la casa iniziò a tremare come se stesse per cadere sotto un terribile terremoto e la trappola del diavolo sul soffitto cedette.
- Che diavolo sta succedendo?!?!- urlò Dean reggendosi forte.
Bobby controllò il polso di Sam e vide che c'era una strana bruciatura - Maledizione. E' un legame vincolante. E' come un lucchetto: il demone ha preso totalmente il controllo di Sam.- 
- Ti prego, dimmi che c'è un modo per liberarlo!- fece Clara.
Il demone scaraventò  tutti e tre per la stanza e subito il demone afferrò Dean con una brutalità inaudita, gli mollò un pugno al setto nasale e quasi gli slogò la spalla da cui avevano appena estratto una pallottola.
- LASCIALI ANDARE!- urlò Clara. Intanto suo padre le fece cenno di avvicinarsi, ed attenta a non farsi vedere gattonò fino al punto dove si trovava il genitore. 
- Perchè fai questo.....?- fece Dean con voce rotta.
- Pensi che c'entri qualcosa il grande piano, povero sciocco?- fece il demone - No. Questo riguarda solo me e te...- fece aumentando la presa sulla spalla di Dean, strappandogli finalmente un urlo di dolore - Indovino. Fa male come l'inferno, vero?
E' così che fanno gli umani.... quando hanno un dolore atroce da portarsi dietro dicono sempre che è come l'inferno.- nel dir così lo colpì di nuovo - E c'è una ragione. L'inferno è come l'inferno.... è sangue, ossa, carne, dolore e paura. Anche per noi demoni.
E tu mi hai rimandato laggiù. Ho giurato che te l'avrei fatta pagare.... ma prima beh.... ti avrei portato via ogni tua sicurezza, distrutto quello che rimaneva del tuo piccolo stupido mondo perfetto.... 
Farti vedere il tuo adorato fratellino diventare un assassino.... e magari mentre si prendeva quello che tu hai sempre avuto paura di chiedere all'unica ragazza che hai sempre amato davvero....-
- Che cosa lei hai fatto....- fece Dean con gli occhi spalancati dall'orrore.
No, non Clara.
Non la SUA Clara.
- E se ti dicessi che è stata una scopata pazzesca?- fece il demone. Bobby gli afferrò il braccio e Clara vi poggiò sopra l'attizzatoio rovente - Eccone un altro che è tutto fumo ma niente arrosto.-
Sam urlò per il dolore ed il demone uscì sottoforma di fumo nero, scappando dal camino. Il minore dei Winchester cadde bocconi, per poi guardarsi attono con aria spaventata.
- Che mi sono perso?- 
Per tutta risposta, Dean gli mollò un pugno, prima di crollare a terra.

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