Faith - Nuovo inizio

di PabloX
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Essere o non essere ***
Capitolo 2: *** Un giorno perfetto ***
Capitolo 3: *** Il ritorno di Spike ***
Capitolo 4: *** Proposte indecenti ***
Capitolo 5: *** L'apparenza inganna ***
Capitolo 6: *** Rimorsi ***
Capitolo 7: *** Ritorni ***
Capitolo 8: *** Vampiri e Cacciatrici ***



Capitolo 1
*** Essere o non essere ***



Disclaimer: Alcuni personaggi sono di mia creazione, altri appartengono a Joss Whedon, David Greenwalt e alla WB, UPN ecc ecc
La Fan fiction è scritta senza scopo di lucro e per puro divertimento e non intende violare alcun copyright.
Buona lettura a tutti.

 

Faith: Nuovo Inizio

Episodio 1
Essere o non Essere




Faith camminava nello scantinato dell’Hyperion. Più che camminare sarebbe maggiormente giusto dire che si muoveva. Da quando era tornata sulla terra aveva scoperto molte cose.
La prima era che solo Angel la vedeva. Non riusciva a capire il perché all’inizio, poi l’aveva capito.
Lei aveva chiesto a Zebutti di farla tornare sulla terra e di poter essere vicina per sempre ad Angel.
E Zebutti aveva esaudito il suo desiderio. L’aveva fatta tornare sulla terra e poteva stare vicino ad Angel. Solo che si era dimenticata di specificare che sulla terra voleva tornarci da viva.
E invece c’era tornata, ma come un fantasma. Un ammasso ectoplasmatico che Angel e solo Angel poteva vedere.
Lo sapeva che doveva esserci una fregatura in una promessa di un Demone, seppur di alto grado come Zebutti.
La situazione non era per nulla migliorata rispetto a prima che lei partisse per quella disperata missione in compagnia di Willow.
Allora lei era un cacciatrice, ed Angel un vampiro. C’erano problemi, ma erano entrambi vivi.
In effetti lui era morto, ma insomma, al modo dei vampiri , era vivo. Adesso invece era vivo e nuovamente umano, però lei era morta, anche se, come fantasma, era abbastanza vivace.
Faith aspettava ogni sera che lui tornasse dalle sue missioni e lo accoglieva sempre con un vestito diverso.
Non doveva nemmeno comprarli o rubarli i vestiti. Erano, come dire, una dote del suo essere fantasmatico. Almeno in quello Zebutti era stato generoso.
Così si poteva divertire a sorprendere il suo amante sempre in modo diverso.
Questo la distraeva dal fatto che lui potesse ancora fare quello che una volta era il mestiere di lei.
Già perché Angel ancora lottava contro il male.
Solo che adesso lei non poteva più essere al suo fianco, visto che era relegata all’interno dell’Hyperion, e non poteva uscirne. I fantasmi sono infatti legati ad un posto e non possono andarsene in giro a farsi gli affari propri a piacere.
Ad accompagnare Angel nelle sue missioni ora c’era Kennedy. infatti era lei ad essere rimasta l’unica cacciatrice in città.
Le altre pare avessero seguito Giles da qualche altra parte. All’Hyperion  era rimasta ovviamente anche Willow, che faceva praticamente da Osservatrice. Una Osservatrice un po’ troppo stretta, secondo Faith, ma non era un problema suo.
In quanto agli altri, Connor viveva anche lui all’Hotel. Ora  che Angel era umano finalmente tra i due poteva esserci quella complicità e quell’affetto che ci devono essere tra padre e figlio. O dovrebbero esserci, si disse Faith pensando ai suoi genitori.
Connor sembrava felice: d’altro canto faceva quello che un ragazzo della sua età considererebbe “una ficata”. Di giorno aiutava Lorne col karaoke e di notte, alle volte almeno, era con Angel e Kennedy a caccia di vampiri e mostri.
A proposito di Lorne, il suo amico e confidente Lorne, c’era da dire che, da quando avevano distrutto il suo karaoke, aveva sperato di farlo ripartire da qualche altra parte. E quale posto migliore di un grande ex-Hotel?
I soldi di Angel erano quasi alla fine, e i pochi rimasti erano stati spesi, insieme a quelli del demone Pyleano, per trasformare l’albergo in una specie di cabaret con karaoke e numeri di intrattenimento.
Non era proprio il Caritas, perché i vampiri lì non osavano avvicinarsi, ma qualche demone delle razze pacifiche e molti curiosi, oltre che molti studenti universitari, frequentavano il locale.
La musica attirava Faith e la faceva salire dallo scantinato. Spesso si gettava nella mischia quando Connor aveva il via libero per mettere su un po’ di House o Dance, e alle volte anche del rock, sebbene Lorne storcesse il naso e se ne andasse via disgustato. Solo che dopo un paio di pezzi si accorgeva che nessuno si curava di lei, e questo per Faith era insopportabile.
Non che volesse cuccare nella folla, anche se una certa tendenza le era rimasta, ma almeno farsi notare, quello le pareva il minimo.
Così se ne tornava triste nella sua cantina, oppure si metteva a guardare gli altri, immaginandosi di essere in mezzo a loro.
Nessuno sapeva della sua esistenza, nessuno la vedeva, solo Angel.
Era vita quella?
No, non lo era, era un specie di maledizione. Certo, probabilmente meglio che stare nell’inferno di Zebutti a fare la dattilografa per l’eternità, con tutto quel calore e senza mai il sole. E soprattutto senza Angel.
Ma anche vivere così, era un po’ come vedere la vita svolgersi solo attraverso l’apparecchio televisivo, e a lei la televisione aveva sempre annoiato.
Certo, c’erano le serate o le albe in compagnia di Angel, ed erano emozioni fortissime, ma col passare delle settimane anche questo la intristiva. Voleva e pretendeva di più di quella mezza vita, o meglio ancora, di quella parodia di vita.
Voleva sentire il vero calore umano, voleva potere mangiare e bere, ridere, scherzare, stare in compagnia e voleva poter fare ancora quello che aveva sempre fatto.
Voleva adempiere ancora al suo destino di cacciatrice.
Così una sera prese il coraggio, che non le mancava, e disse ad Angel
-Amore mio, così non può continuare-
-Che cosa Faith, che cosa non può continuare?-
-Noi, due. Non ha senso. Non è vita questa. Non lo è per me almeno. Ti vedo quasi meno che prima. Non posso muovermi da qui, Tu vai in giro a divertirt i-
-Vado in missione-
-Appunto, a divertirti in missione e io sto sempre qui ad ammuffire. Non è giusto-
- Lo so, ma non riesco a trovare una soluzione-
-Ci sarebbe-
-Quale?- chiese Angel con aria incuriosita
-Farmi tornare in vita. Sul serio-

Qualche giorno dopo Angel si trovò a fischiettare una vecchia canzone irlandese mentre saliva le scale. Incrociò Lorne a metà del tragitto, Lorne lo salutò e poi si fermò.
-Tutto bene Angel?-
--Sì, tutto bene. Perché?- domandò Angel sorpreso dalla domanda
-Non so, è un po’ di tempo che ti vedo un po’ assente.-
Angel scosse il capo con fare indifferente.
-Da quando lei non c’è più…- proseguì Lorne
-No, tutto bene- tagliò corto Angel, iniziando a risalire le scale.
Lorne lo bloccò prendendolo per un braccio.
-Lei è tornata vero?-
-Tornata? Chi?-
-Lo sai amico bello, lo sai a chi mi riferisco-
Angel scosse il capo imbarazzato. Mentire oppure ammettere? Non poteva di certo però mentire a Lorne. Poi, all’improvviso, capì.
La canzone irlandese…
Maledizione, l’aveva letto!
-A te non ti si può nascondere niente-
-Più o meno- rispose Lorne sorridendo-Ti va di parlarne?-
-Sì, ma non qui-
-Va bene, nel mio ufficio, allora-
-Il tuo ufficio? Chiese Angel, che ancora non si era abituato ad essere stato espropriato dal suo vecchio ufficio, che ora era diventato l’ufficio del direttore del Karaoke, quindi di Lorne.
I due chiusero la porta.
-Allora, cioccolatino, puoi svuotare il sacco-
- Sì, beh, credo che tu abbia capito…-
- I dettagli, i dettagli sono importanti-
- Quella volta che tornammo dal cimitero, ti ricordi? Beh, io andai in giardino, e la vidi-
- Continua-
- Era vestita di bianco, mi apparve nella luce del tramonto. Si avvicinò a me, mi disse che era tornata. Era tornata per stare con me. Per sempre. Ci baciammo. Ma un attimo dopo era evaporata. Svanita. Pensai che fosse una mia allucinazione-
-Tutto qui?-
-No. Ancora il giorno dopo mi comparve. Questa volta era vestita di rosso. E ancora ci baciammo, e ancora scomparve.  E poi tutte le sere successive, qualche volta anche all’alba, per un tempo sempre un po’ più lungo, ma a me pare sempre più breve. E ogni giorno aspetto il momento di vederla, il momento in cui potrò accarezzare i suoi capelli, il momento in cui potrò baciarla, il momento in cui staremo insieme.-
-La tua anima è tormentata, ma non è una novità, credo.-
-La mia anima sarà tormentata per sempre- rispose Angel con fare grave- Perché credi che vada ancora in missione?-
-Non so, me lo stavo chiedendo. Sensi di colpa?-
- Indovinato, ma stavolta era facile. Non solo quelli per quello che ho fatto in un secolo e mezzo da vampiro senz’anima, ma anche perché Faith è morta, dandomi una nuova vita. E io invece…-
- Non puoi farci niente, ormai.
- Non è vero, posso. Potrei farla tornare viva. In carne ed ossa-
Lorne fu sorpreso dal tono deciso di Angel e dal suo proponimento
- Stai parlando sul serio,?-
- Ti pare abbia voglia di scherzare? E poi lei me l’ha chiesto.-
-Non so se sia una buona idea, non si può andare contro le Forze dell’Essere e…-
-E da quando in qua ti importa delle Forze dell’Essere?-
-Da…facciamo cinque minuti fa? Non mi è affatto chiaro perché Faith sia qua come un fantasma, Angel, ne sappiamo poco. E poi io non sono di certo in grado di fare questo tipo di magia.-
- Willow, sì però-
- Calmati cioccolatino, sai che Willow potrebbe scatenare strane forze oscure con la sua magia, abbiamo già rischiato in passato e non so se vale la pena di rischiare-
- Per me la vita di Faith vale la pena- disse Angel seccato e con più di un filo di rabbia nell’intonazione.
Uscì e sbatté la porta dietro di sé
Lorne rimase a fissare la porta con aria pensierosa e poi mormorò tra sé e sé–Sento qualche guaio avvicinarsi-.

La sera stessa Angel riferì a Faith il contenuto della conversazione avuta con Lorne:
-E allora?- chiese Faith, -Non vuole farmi tornare?-
- Mi pare di aver capito che pensa che sia pericoloso-
- E io che lo credevo un amico- fece Faith imbufalita.
-C’è Willow, lei sì che potrebbe…-
-Però con lei ci parlo io- lo anticipò Faith
-Ma lei non può vederti-
- Io dico di sì. Lascia fare a me-

Faith si introdusse nella camera di Willow. Lei non c’era. Guardò nello specchio e non vide il suo volto riflesso. Ecco, adesso sapeva che cosa provavano i vampiri a non vedersi nello specchio. Capì quello che aveva provato Angel, il suo Angel, per secoli.
Ma lei non era un vampiro.
Era giusto quello che stava per chiedere a Willow? Non era una forma esacerbata di egoismo, forse? Non avrebbe turbato qualche equilibrio arcano nell’universo?
Al diavolo! si rispose, Tutta la sua vita era stata un turbare equilibri. Era diventata cacciatrice in carica in contemporanea ad un’altra, la cara, vecchia Buffy. E sicuramente questo aveva portato alle loro incomprensioni, nonché al suo votarsi al male. Poi c’erano state tutte quelle potenziali mutate in cacciatrici. Poi ancora aveva salvato Angel dandogli una vita umana. In realtà non l’aveva fatto da sola, era stata Willow a completare l’opera. E visto che aveva fatto 90 ci sarebbe voluto poco a fare 91.
E poi se lo meritava. Non aveva forse salvato il mondo dalle orde di zombie che già muovevano su Los Angeles?
Come fare a farsi vedere? Ci pensò un poco, poi le venne in mente. Ma certo, il medaglione! Era quello che aveva salvato Angel e poteva salvare lei. Intanto doveva trovarlo.
Iniziò ad aprire i cassetti a rovistare e a tirare fuori vestiti ed altro.
Niente.
Si aprì la porta. Istintivamente Faith cercò di nascondersi. Che stupida, non ti possono vedere comunque, si disse.
Willow entrò e vide i vestiti sparsi in giro.
-Ehi, ma chi cavolo ha rovistato nella mia biancheria?-
Si mise le mani lungo i fianchi ed esclamò –Kennedy! Quella ragazza sta diventando sempre più insopportabile. Devo chiarirmi con lei-
Rimise velocemente le cose  dentro i cassetti lasciandone un paio fuori come prova.
Poi si avvicinò alla mensola e aprì uno scrigno. Guardò verso la porta per sincerarsi che nessuno entrasse, poi estrasse una scatola. La aprì e dalla scatola estrasse il Medaglione del Potere Oscuro.
-Quanto sei bello!- disse con gli occhi che le luccicavano di qualcosa che era più che semplice ammirazione.
Willow strofinò leggermente la superficie del medaglione, allora Faith prese coraggio e provò a chiamare
-Ehi Willow!-
Willow si girò, si guardò attorno ma non vide nulla e nessuno.
-Strano, Mi era parso di sentire una voce..-
-Willow, Willow -Faith chiamò  più forte
-Chi è?- chiese Willow nascondendo il medaglione.
-Sono Faith, Willow-
-Faith?- Willow si guardava attorno impaurita
- Mi puoi sentire?-
-Sì, direi di sì. Ma dove sei? Non ti vedo-
- Proprio dritto di fronte a te.-
 -Aspetta che mi concentro- rispose Willow- mormorò qualcosa di incomprensibile e poi sorrise-
-Ehi Faith, che piacere vederti, come te la passi?-chiese Willow sorridendo
-E come vuoi che me la passi? Come un fantasma-
-Ah già, scusa. Sai ero sicura che saresti tornata. Me l’avevano detto le carte. E anche i fondi del caffè. E anche…-
-Un sacco di altre cose. Ok, passiamo alle cose serie.-
-Che bel vestito che hai. Ti dona -
-Senti Will, non sono qui per parlare di moda-
-Ah, no…certo…scusa-
-Bene- disse Faith sorridendo finalmente sicura di sé- Come vedi ho un problemino-
-E cioè?-
-Questo! Non lo vedi, sono un fottuto ectoplasma. Anzi, meno di un ectoplasma. Solo Angel mi vede. Voglio tornare ad essere viva, voglio tornare a combattere a fianco di Angel. E di te ovviamente. Sono la cacciatrice, Non ricordi?-
-C’è Kennedy!- rispose Willow
-Cosa? La mocciosa? Stai scherzando! Quella non è buona nemmeno per uccidere un vampiro neonato handicappato!-
-Non dovresti parlare così di Kennedy - disse Willow offesa.
-Scusa, ma, insomma, non vorrai mettere anni di esperienza contro una che sa a mala pena reggere un paletto, quando non lo impugna dalla parte sbagliata, e che ha sempre agito in gruppo, non da sola-
-Certo, per non parlare di qualche mese al servizio del Sindaco di Sunnydale. Sindaco Wilkins si chiamava? Oltre che maligno aveva un senso dell’umorismo discutibile-
-No, non era tanto male- Rispose Faith alzando le spalle- Ma ancora mi rimproveri quello?. Diamine ma allora ce l’avete ancora con me! Tu, Buffy e anche Giles. Per voi sarò sempre un’assassina!-
-No, Faith é che… Non puoi saltare di punto in bianco fuori dal nulla e chiedermi di farti tornare in vita. Perché è questo che mi stai chiedendo. Non è vero?-
- Felice intuizione. E allora?-
- Non so, non è così semplice-
- E perché? Perché non è così semplice? Eddai andiamo! Hai fatto diventare cacciatrici una banda di ragazzine imbranate, E hai fatto tornare Angel umano. Hai anche fatto tornare Buffy dal paradiso, se non mi hanno riferito male. Cosa ti ci vuole?-
-Buffy è tornata dal paradiso. E’ vero. Ma tu ,Faith da dove sei tornata?-
Faith fu sorpresa dalla domanda
.-Che importanza ha? Sono tornata e basta.-
 -Non è che sei il Primo, per caso?-
-Ah che idiozia. Ma quale Primo? Ti sto chiedendo di tornare a vivere. Ti pare che se fossi il Primo ti chiederei questo? Ti spingerei a fare qualche idiozia, piuttosto-
-Appunto -
In quel momento si aprì la porta ed entrò Kennedy.
-Con chi stai parlando?-
-Con…-rispose Willow indicando Faith. Che però era sparita
-Con nessuno-
Kennedy fece una smorfia
-Perché hai indicato lo specchio?- Stavi parlando con il tuo riflesso?-
Willow vide Faith che si era spostata dietro a Kennedy e faceva ampi gesti facendole segno di dire di sì- Willow sorrise e disse –Sì hai scoperto il mio segreto, noi streghe parliamo con il nostro riflesso per esercitarci-
-Mi stai prendendo in giro?-
-Willow guardò ancora verso Faith- Sì! Cioè voglio dire, no, no di certo-
- E’ la prima volta che sento dire una cosa del genere. Come mai non me ne hai mai parlato?-
-Non so, non era importante-
-Va bene. Ma cosa ci fanno questi miei reggiseni in mezzo alla stanza?-
-Ecco. Volevo parlartene. Sono arrivata qui e ho trovato tutto per aria. C’era un sacco di roba in giro per terra, un disordine assurdo. E non è la prima volta. Kennedy, devi imparare ad essere più ordinata. Altrimenti è meglio che me ne vada in un’altra stanza.-
-Ehi ma che cavolo stai dicendo? Io non ho per nulla buttato in giro la tua roba, anzi sei tu che hai buttato in giro la mia. Sei veramente strana stamattina!-
-Ma allora chi è stato a …-Willow si interruppe e guardò verso Faith che fece una faccia innocente indicandosi il petto con il pollice e poi facendo segno di no
-Faith sei stata tu!-scappò detto a Willow
-Eh? Con chi stai parlando?- Chiese Kennedy decisamente insospettita dall’atteggiamento di Willow.
-Con nessuno!-
-Ti ho sentito nominare Faith.o sbaglio? Che significa?-
-Non so- rispose Willow scuotendo la testa, forse ho detto –Kate, la mia gatta, si deve essere stata Kate a fare ‘sto casino-
-E da quando in qua una gatta fruga nei cassetti e li butta per aria? E poi non si chiamava Willy?-
-Sì ma mi sono accorta che era una femminuccia e non un maschietto, così gli ho cambiato nome-
Il viso di Kennedy si contorse in una smorfia di totale incredulità –Era una gatta? Eppure si azzuffava con gli altri gatti nella stagione degli amori-
-Crisi di identità-
-Speriamo. Non vorrei che tu avessi detto un altro nome.-
-Quale nome?-
-Mi pareva di aver sentito dire: Faith.-
-Faith? E’ morta, come potrei chiamare un morto?-
-Sei una strega, non ricordi?-
-Ogni tanto me lo dimentico-
-E ti dimentichi che ora la cacciatrice in carica sono io-
-Ci sono altre cacciatrici-
- Quelle sono delle potenziali. La vera cacciatrice sono io. E’ stata proprio Faith a dirmelo prima di andare via-
-Vuoi dire prima di sacrificare la sua vita e salvare il mondo?-
-Esatto. E’ stata lei a scegliermi. E se tu volessi rendere la sua volontà definitiva, sarebbe tanto di guadagnato.-
-Cioè?-
-Cioè revocare i poteri a tutte le altre. Tu puoi farlo. E’ un turbamento all’ordine prestabilito. Ricordi? In ogni generazione c’è una prescelta….Una. Non diecimila!-
-La prescelta è Buffy-
-Si è ritirata. E Faith è morta. Quindi sono io.-
-Ma Kennedy…-
-Basta così. Ne abbiamo già parlato . Aspetto che tu ti decida.- e così dicendo Kennedy se ne andò sbattendo la porta.
Faith saltò fuori dal buio.
-Si scoprono gli altarini eh?-
-Quali altarini?-
-Quella piccola intrigante con cui dividi il tuo letto, Will. Mai visto tanta sete di potere in un essere umano. Beh quasi mai…- si corresse Faith pensando al suo ex amico, il Sindaco Wilkins III
-L’hai sentita vero?-
-Certo che l’ho sentita, sono invisibile, mica sorda! E ti posso assicurare che non ho mai detto nessuna sciocchezza tipo: adesso morirò e tu mi sostituirai!. Anche perché non è compito di una cacciatrice scegliersi la sua sostituta.-
-Già, altrimenti Buffy non avrebbe scelto te-
-Ma perché non possiamo fare una conversazione senza citare Miss perfezione?-
-Ma perché nessuno si rivolge a me senza chiedermi di fargli dei favori usando le arti magiche? Lo volete capire o no che è pericoloso? Alle volte si possono usare, ma altre volte è meglio evitare.
E’ una cosa che ho imparato a mie spese-
- Insomma mi pare di capire che non vuoi aiutarmi-
- Esatto-
- Però  immagino che invece aiuterai la tua amichetta a diventare “l’unica e vera cacciatrice”-
-No. Non ho intenzione di aiutare né te, e tantomeno lei. Giles non sarebbe d’accordo-
- Giles? Sei ancora lì a menartela con il vecchio bietolone? Ma perché non pensi un po’ con la tua testa?-
-Senti Faith adesso basta. Ho detto no, So quello che faccio. Non mi hai nemmeno detto da dove sei tornata, come faccio a farti tornare?
-Ok vuoi sapere da dove sono tornata? Sono tornata dall’inferno. O da un inferno. Sai quel demone, quel Zebutti. Era lui il capo lì. Mi ha detto che salvando il mondo gli avevo fatto un piacere e mi ha lasciato un desiderio.
- Cosa? E tu hai accettato che un demone esaudisse un tuo desiderio.?-
- Sì, non avevo molte alternative. E poi non era nemmeno la prima volta.-
- Già. E questo desiderio?-
- Gli ho chiesto solo di poter vedere Angel, Per sempre.-
- Molto bene. Lo vedi? Tu sei legata a questa forma. Se io ti faccio tornare umana, potrei rompere qualche equilibrio. Potrei aprire qualche portale infernale e liberare chissà quale mostro-
- Ti posso assicurare che l’Inferno in cui sono stata non era nulla di così strano o pericoloso. Non c’erano diavoli coi forconi o dinosauri. Solo gente molto triste e molto annoiata. Tutto grigio e molto noioso, molto burocratico direi. Al massimo potrebbero spuntare un paio di avvocati in più della Wolfram & Hart.
-Hai detto poco…-
- Va bene, non insisto. Solo una cosa.-
-Dì pure-
-Pensavo che fossimo amiche. Ma vedo che Buffy l’hai fatta tornare, ma non vuoi fare lo stesso con me. Dovevo aspettarmelo.-
-Ma Faith, io…-
-E’ inutile, Lo so che è così. Me lo sono meritato. Addio.-
Faith sparì dalla vista di Willow.
La ragazza dai capelli rossi si sedette mestamente sul letto, sul suo viso si leggevano stanchezza e tristezza.

Quella sera la serata al Karaoke si trascinava un po’ stanca, così Lorne lasciò spazio a Connor e alla sua musica sfrenata, rifugiandosi al piano di sopra a sorseggiare un drink.
Anche il  primo piano era infatti stato ristrutturato in modo tale da avere un piccolo bar, che serviva da luogo di ristoro per gli abitanti dell’Hotel, e naturalmente per chiunque altro venisse considerato di gradimento.
Willow entrò anche lei nel Baretto.
-Mia dolce fattucchiera rossa- le disse Lorne- E’ da un po’ che non ci si vede. –
-Ciao Lorne. Dici? Guarda che sono sempre qui-
-Si vede che abbiamo orari diversi. Serata stanca anche per te, a quanto vedo.-
-A dire il vero è tutto il giorno che sono stanca, più che stanca preoccupata.- disse Willow sedendosi stancamente su una sedia foderata di raso rosso.
Lorne si sedette di fronte a Willow porgendogli un bicchiere
-Un drink?-
-Sì grazie, ne ho bisogno. Un Martini! Conosci i miei gusti!-
-E’ da un po’ che ti conosco, Willow. Che scarsa considerazione che devi avere delle mie doti di Barman!-
-Nient’affatto Lorne, penso che tu sia un grande barman-
-Grazie. Ma parliamo di te. C’è qualcosa che ti turba, non è vero?-
Willow annuì, poi sospirò profondamente
-Ho una cosa da dirti, ma è un segreto. Mi prometti che non ne parlerai con nessuno?-
-Parola di boyscout-
-Non so da dove iniziare, Lorne, Riguarda Angel, ma non solo lui…insomma-
-Ti posso dare una mano?-
-Se ci riesci-
-Scommetto che il nome che vuoi pronunciare è :Faith-
Willow lo guardò a bocca aperta.
-Ma allora anche tu sai…-
Questa volta fu Lorne ad annuire –Questo albergo ha mille occhi e mille orecchi. Ti dirò quello che so io, magari è la stessa cosa che sai tu. Stamani ho incontrato Angel e l’ho letto, In realtà già nei giorni scorsi avevo sentito qualcosa, ma niente di preciso. Ci siamo parlati, e lui mi ha confessato che è convinto di vedere Faith. Figurati che mi ha raccontato che la vede tutte le sere e le mattine. E c’è dell’altro: mi ha chiesto di farla tornare a vivere. Per caso ti ha detto anche a te la stessa cosa?-
-Io non ho parlato con Angel-
-Ah, no?. E con chi hai parlato allora, dolcezza?-
-Con Faith-

Angel e Kennedy erano usciti in perlustrazione. Succedeva quasi tutte le sere, e neanche Angel sapeva spiegarsi il perché. Non sapeva dire per quale ragione sentisse il bisogno ogni notte di andare a caccia della sua antica razza, la razza dei vampiri.
Tutto sommato non ce n’era nemmeno un gran bisogno. Le attività vampiriche erano in netto calo a Los Angeles, e anche i demoni sembravano piuttosto tranquilli. D’altro canto buona parte di loro era stato distrutto nella lotta ingaggiata contro Tavros e Lo Straniero, e i sopravvissuti non sembravano troppo vogliosi di combattere contro la gang degli ammazzavampiri.
Però era un gioco pericoloso quello a cui giocavano lui e Kennedy. Erano solo loro due a combattere, una cacciatrice non espertissima ed un ex vampiro, che ora era un uomo, certo sempre prestante e rotto a tutti i trucchi della lotta, ma senza più la sua forza prodigiosa. Ogni tanto si aggiungeva anche Connor, ma sembrava che non si divertisse più come un tempo a dar la caccia ai vampiri, lo faceva come passatempo e per dare una mano al padre, ma era molto più interessato alle nottate al Karaoke e alle ragazze che in quel modo poteva conoscere.
Quella sera era una strana sera, troppa calma per essere veramente una serata tranquilla.
Angel era lontano con la testa, pensava al discorso fatto con Faith, o il suo fantasma, per essere più precisi. Si  chiedeva quale effetto avesse sortito il colloquio con Willow.
Studiava anche il comportamento di Kennedy, per vedere se qualcosa avesse capito o sentito, ma Kennedy era troppo concentrata sulla ronda per carpirne dei sentimenti.
Quella ragazza era diventata troppo fredda ultimamente, ed i suoi atteggiamenti ogni tanto urtavano Angel.
Ma quella sera era innanzitutto il fatto che fosse lì, ad indisporre Angel.
Il discorso fatto con Faith gli faceva desiderare che ci fosse Faith al suo posto, e che, come ai vecchi tempi, fossero loro due a pattugliare.
Loro due, e nessun altro.

****

-Hai parlato con Faith?- chiese Lorne visibilmente turbato.
-Sì. Beh, non proprio con Faith, Diciamo con il suo fantasma.-
-Ma allora…-
-Già. Angel non è pazzo. Non più di quanto lo sia io, almeno. Faith è un fantasma.-
-Come è potuto accadere?-
-Da quel che ho capito ha fatto una specie di patto con un demone, un certo Zebutti-
Lorne fece una smorfia, sintomo di evidente preoccupazione.
- E questo patto, sai in cosa consisterebbe?-
- Per quel che ne so, semplicemente nel fatto che questo Zebutti ha permesso di tornare sulla terra a Faith. Una specie di ricompensa-
- Per cosa?-
- Aver salvato il mondo-
- Strano.-
- Già-
- Che altro ti ha detto?-
- Che vuole tornare in carne ed ossa, non gli basta più essere una presenza fantasmatica. Vuole tornare ad essere una cacciatrice a fianco di Angel-
- Comprensibile. E’ la stessa cosa che mi ha detto Angel. Cosa ne pensi?-
-Che non posso farci nulla. Non voglio farci nulla.-
- Lo ritieni pericoloso?-
Willow annuì- Può darsi mi sbagli. Ma finchè non sapremo di più del perché è un fantasma e del suo ruolo, nonché delle conseguenze, è meglio essere prudenti.-
-Non è solo questo che ti turba-
-Anche Kennedy ci si è messa di mezzo-
-Ovvero?-
-Non solo da quello che mi ha detto ho capito che non gradirebbe un ritorno di Faith, ma insiste a dire che dovrei annullare i poteri delle altre cacciatrici, in modo da essere lei l’unica. Sostiene pure che questa sia stata la volontà di Faith. Naturalmente non è vero.-
Lorne sospirò, si alzò, andò dietro il bancone ed estrasse una bottiglia di Wishky.
-Cara amica, non ho consigli da darti, tranne quello di provare qualcosa di più forte. Questo Scotch del 96 ti sarà di sollievo-

****

Angel e Kennedy erano arrivati camminando in un posto sperduto, una specie di discarica, vicino ad una vecchia fabbrica abbandonata e cadente. Un vicoletto era l’unica via d’uscita.
-Non mi piace- disse Angel –torniamo.-
-Come tornare? Proprio adesso?-
-Non mi piace- continuò Angel,- mi sa di trappola-
-Trappola- Kennedy rise- magari fosse una trappola, almeno vedremo qualcuno di quei bastardi.
E’ da una settimana che non ne vediamo uno.-
-Si ma…-
-Ti sei per caso rammollito Angel?- Kennedy si voltò verso di lui sfidandolo apertamente - Se vuoi venire con me a fare la ronda seriamente va bene, se no posso anche fare da sola!-
-Volevi un vampiro?- chiese Angel con molta calma.
Kennedy lo guardò sorpresa- Sì, e allora?-
-C’è n’è uno proprio dietro di te-
Kennedy si voltò mettendo mano al paletto.
-Mi correggo, ce ne sono due dietro di te… e anche dietro di me- concluse la frase Angel mettendo mano alla sua  fedele spada-
I due vampiri furono addosso a Kennedy in un battibaleno, mentre Angel ingaggiava una lotta dura e vincente contro gli altri due, Colpì duramente il primo, mentre l’altro cercò di ripararsi inutilmente con una sbarra di ferro recuperata sul luogo, ma anche lui non resistette a lungo ai colpi di spada di Angel.
Non aveva fatto a tempo a congratularsi con se stesso per il risultato raggiunto che sentì un grido alle sue spalle.
Kennedy era stata catturata da uno dei vampiri, che la stava mordendo. Angel si precipitò verso i due, ma il vampiro si mise in una posizione tale che era difficilmente raggiungibile dalla spada del difensore dei deboli. Il vampiro teneva Kennedy come scudo umano e Angel dovette agire d’astuzia, colpì l’avversario sulle caviglie facendogli perdere l’equilibrio, poi riusci a strappare Kennedy dalle sue grinfie per poi colpire ed uccidere il vampiro con la spada.
Si girò verso Kennedy. La ferita era grave, uno squarcio nel collo, se Angel avesse tardato ad intervenire per la giovane cacciatrice non ci sarebbe stato nulla da fare.
-Dai Kennedy  aggrappati a me, dobbiamo andarcene-
-Sono…Ok. -Balbettò Kennedy
-No non sei Ok, ma possiamo farcela, dobbiamo raggiungere la macchina.-
I due risalirono la strada da dove erano venuti, mentre dall’oscurità una voce  cavernosa commentava – Quattro dei nostri persi, ma ne valeva la pena. Il vampiro non ha più la sua cacciatrice-
Un’altra voce in falsetto corresse la prima – Eccellenza, guardi che Angel non è più un vampiro-
-Ah no? Interessante. molto interessante. Allora Los Angeles sarà nostra presto, molto presto.-

FINE DELL’EPISODIO



 

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Capitolo 2
*** Un giorno perfetto ***


 

Episodio 2

Un giorno perfetto


Note: la canzone Perfect Day è di Lou Reed: dall'album Transformer


-Accidenti, Angel, ma cosa è successo?- strillò Willow disperata guardando la sua amante sporca di sangue e madida di sudore
-Vampiri-rispose l’ex creatura della notte.
-Accidenti, io le avevo detto di non andare! E anche tu Angel non dovresti assecondarla. Siete matti voi due!-
-Abbiamo un compito-
-Ma di quale compito vai cianciando!-urlò Willow ormai vicina ad un a crisi isterica- Tu non sei più un vampiro in cerca di redenzione e..,. e…e.. lei…- un attacco di balbuzie si era impadronita della ragazza dai capelli rossi.
-Cos’è questo baccano?- chiese Lorne sopraggiungendo con indosso una vestaglia elegantissima e dai colori sfavillanti.
-Kennedy- rispose Angel senza ulteriori spiegazioni. Non ce n’era bisogno, la situazione della cacciatrice era talmente grave che non necessitava di spiegazioni.
-Povera piccola-esclamò il demone di Pylea- Non è il caso di portarla in ospedale?-
-Non abbiamo tempo! -rispose Angel , ma una voce giovane  lo smentì-
-Abbiamo tutto il tempo: basta prendere una macchina-
La voce era quella di Connor.
- La tua macchina è veloce, Padre, carichiamola su e saremo in poco tempo all’ospedale-
-Ma…-
-E’ la decisione più saggia  -disse Lorne afferrando per le spalle Angel – Anche tu non  mi sembri tanto ben messo. Potresti farti dare un’occhiatina-
-Ho solo qualche graffio. Chi sta male è Ken-
-E allora sbrighiamoci!- concluse Connor.
Angel ed il ragazzo presero Kennedy, ormai incosciente, sotto braccio. Mentre Lorne apriva la porta e faceva strada.
Kennedy fu caricata velocemente sulla decappottabile di Angel.
-La prossima volta devo ricordarmi di andare a caccia con la macchina-
-Non ci sarà una prossima volta.- rispose con tono duro Connor
-Cosa?-
-E’ troppo rischioso Pà . Quei tempi sono finiti.-
Poi diresse uno sguardo verso il sedile posteriore, dove Kennedy respirava affannosamente.
- E senza Kennedy, sono finiti per sempre.-
-Se la caverà- rispose Angel . Dal tono della sua voce trapelava un ottimismo piuttosto forzato.
Angel avviò il motore e la macchina si mosse.
Dalle ombre attorno all’Hyperion una voce squittente domandò
- Cosa ne pensa mio signore?-
- Che è giunto il momento di agire. Presto questa città sarà nostra. Un gruppo intercetterà la macchina del vampiro, e l’altro si impossesserà dell’Hotel. –
- Sarà fatto mio signore-



Lorne aveva appena richiuso la porta dell’Hotel che un disperato bussare lo ricondusse sui suoi passi
-Chi è?-chiese con fare sospettoso.
-Fatemi entrare vi prego, sono stata aggredita! Aiuto!-
Senza pensarci su due volte Lorne aprì il portone
Non appena lo ebbe aperto una ragazza spaventatissima si gettò dentro.
-Presto, chiudetelo. Chiudetelo prima che entrino!.-
Lorne, senza chiedere ulteriori spiegazioni, richiuse la porta e la serrò bene con il catenaccio. Poi si rivolse all’inattesa ospite.
-Si metta a sedere e si tranquillizzi. Qui è al sicuro.- le disse con il suo tono rassicurante e confidenziale. La ragazza lo osservò bene, sbarrò gli occhi e cacciò un urlo.
Lorne si allontanò leggermente e spiegò.
-Oh non si preoccupi del mio aspetto, è un trucco di scena.-
La ragazza tirò un sospiro di sollievo, poi la vista di Willow che era sopraggiunta la tranquillizzò del tutto.
-Cosa succede?-
-Qualcosa o qualcuno ha spaventato a morte la signorina- spiegò brevemente Lorne
-Serata agitata- commentò Willow.
- Adesso che si è calmata, ci vuole spiegare cosa è successo-
La ragazza annuì, poi iniziò a parlare – Ero venuta qui con delle mie amiche, stasera. Dicevano che c’era della buona musica e ci si divertiva-
Lorne la guardò con aria soddisfatta.
La ragazza riprese- Sì quel deejay è fenomenale! Mi pare che si chiami Connor-
-Va bene, lasciamo stare i particolari irrilevanti- la interruppe sospirando Lorne, a cui l’aria soddisfatta era improvvisamente scomparsa al sentire nominare il nome di Connor e della sua insopportabile musica -Andiamo avanti -
-Beh, dopo lo spettacolo stavo per andare via, mi sono attardata un po’ qui fuori…con un ragazzo- proseguì la giovane con aria un po’ imbarazzata.
-Va bene, non vogliamo sapere fatti privati, poi cosa è successo?-
-Dall’ombra è saltato fuori qualcuno, o qualcosa. Era più di uno. Hanno preso George-
-George?- domandò Willow
-Sarà il nome del ragazzo- le rispose Lorne - hanno preso George. E poi?-
-Poi sono fuggita, volevano prendere anche me. Uno mi ha rincorso fino a qua e…-
Willow si avvicinò con fare materno alla ragazza e le accarezzò la testa.
-E’ tutto finito, vedrai che si è trattato solo di uno scherzo e tutto si sistemerà per il meglio - le disse mentendo.
Lorne si era avvicinato ad una delle finestre e scrutava fuori con fare sospettoso. Non vide nulla di sospetto nel buio sempre più intenso, ma ad un certo punto qualcosa sbucò fuori dall’oscurità e inizio a battere sui vetri.
Lorne con un balzo si scostò dalle finestre e iniziò ad urlare- Voi non potete entrare qui. Non potete! E’ un santuario!-
Una risata agghiacciante giunse attutita solo in parte dai vetri
Una figura si fece avanti e si pose davanti al vetro. Ora anche l’attenzione di Willow e della giovane era concentrata sulla vetrata.
-Lo sarà ancora per poco, ancora per poco- disse la figura biascicando orrendamente le parole.
Dietro ad essa altre facce dagli sguardi allucinati e perversi, con la tipica espressione dei vampiri in caccia, scrutavano verso l’interno dell’Hotel.
La ragazza cacciò un urlo- Stanno per entrare! Stanno per entrare!-
Willow l’abbracciò cercando di tranquillizzarla- Siamo al sicuro non possono entrare.-
Poi si rivolse a Lorne con voce più bassa.
-Non possono entrare, vero?-
-No, se nessuno li invita dentro. A meno che le regole non siano cambiate-
Willow di colpo si alzò in piedi, con sguardo spiritato, scrollandosi  la ragazza quasi con violenza di dosso, ed esclamò- Kennedy!-
-E’ al sicuro, la stanno portando all’Ospedale-
-Ma non capisci? Questa è tutta una manovra! Si vogliono impadronire della città!
Vogliono uccidere la cacciatrice ed impossessarsi della sede degli ammazzavampiri! –
-Tranquillizzati. Non possono farlo!- le disse Lorne sfoggiando un esagerato ottimismo.
I colpi alla porta si facevano più forti.
-No-rispose Willow, -non possono farlo. Non lo faranno. Perché adesso tornerà la cacciatrice, Più forte e determinata di prima.-
-Certo, Kennedy ce la farà-
-Non sto parlando di Kennedy- disse Willow incamminandosi per le scale.
Lorne guardò la porta, che stava cedendo sotto i colpi degli assedianti, guardò il volto terrorizzato della ragazza e poi diresse lo sguardo verso la direzione dove Willow era sparita
-Spero proprio che tu stia facendo la cosa giusta Willow. Lo spero proprio.-

 

A circa un miglio dall’Hyperion la macchina di Angel sfrecciava veloce. Ad un tratto, all’improvviso, una automobile si affiancò. Era un’altra decappottabile, del tutto simile a quella di Angel ma dal colore rosso sangue. Angel guardò verso il conducente, domandandosi a voce alta
–Che diavolo vuole questo?-
-L’hai detto!- gli rispose il tipo, sfoderando un sorriso che lasciava intravedere dei denti acuminati.
La Spider rossa strinse verso la macchina di Angel, e questa sbandò.
-Accidenti!-
-Cosa succede?- urlò Connor
-Quel tizio vuole buttarci fuori…-Non riuscì a terminare la frase, perché una manovra più decisa dell'altro fece sbandare la macchina di Angel e questa finì fuori strada.
Angel cercò di frenare l’automobile dolcemente, evitando che questa si rovesciasse. L’operazione ebbe successo, e la macchina si fermò in modo relativamente dolce in un’area verde, proprio di fronte ad un albero:
-Merda!- esclamò Connor. –Ma era pazzo quel tipo!-
-Non era un tipo, era un vampiro- rispose Angel, che aveva conservato un fiuto speciale nel riconoscere quelli della sua razza.
-Un vampiro? Ma allora…-
-Allora siamo nei guai- rispose Angel scendendo dall’auto e avvicinandosi al bagagliaio della macchina .


Willow era corsa di sopra, mentre già i colpi alla porta si facevano più pesanti e le grida della ragazza terrorizzata più acute.
Entrò a precipizio nella sua stanza, rovesciò lo scrigno dove stava il prezioso Medaglione che fu già di Tavros, il maledetto falso monaco, aprì la scatoletta e lo estrasse.
Il cuore le batteva all’impazzata, sentiva le tempie risuonare e il sudore scendere copioso sulla fronte. Anche le mani erano bagnate per il nervosismo
-Faith ! Dove ti sei cacciata. Possibile che non ci sei mai quando c’è bisogno di te!-
Faith comparve – Ehi rossa, sono qui davanti, non mi vedi?-
-Ah per fortuna- Willow trasse un profondo sospiro di sollievo, ma questo non durò a lungo
-Presto dobbiamo fare in fretta!-
-Dobbiamo fare cosa?-
-Non volevi tornare umana?-
-Certo ma…-
-E’ il momento giusto!-
-Mi fa piacere che ti sei decisa. Ma perché ora?-
-Non l’hai visto? Pensavo vedessi tutto!-
-Sono un fantasma, mica una divinità Inca. Cos’è che non avrei visto?-
-Kennedy è ferita gravemente, Angel e Connor sono andati all’ospedale, e qui è pieno di vampiri che stanno per entrare. E c’è una ragazzina che strepita e mi fa venire il mal di testa e …e…e-
-Va bene, meglio tardi che mai. Allora?-
-Adesso dobbiamo recitare questo-
-Dobbiamo?-
-Sì! urlò Willow-  Anche tu, lo devi fare! O vuoi rimanere un ectoplasma per l’eternità?-
-Ok- rispose Faith con aria rassegnata- che devo dire?-
-Per Ecate, per tutte le forze Oscure, Aiutate questa anima a rientrare nel suo corpo, aiutate questa anima persa a sorgere a nuova vita: Italun Talos…Ripeti!-
Faith ripeté questa formula mentre Willow teneva in alto il medaglione sfregandolo. Dopo qualche minuto finalmente una fiammata uscì dall’Oggetto e si diresse verso Faith.
Faith lanciò un urlo, il suo ectoplasma si afflosciò per terra come fosse una massa indistinta. Ma in breve qualcosa risorse dal nulla e prese rapidamente forma.
Nel giro di pochi secondi, sotto gli occhi di Willow ricomparve Faith, in tutta la sua bellezza e completamente nuda.
Willow la guardò stupita, contenta e anche un po’ incuriosita.
-Cosa hai da guardarmi?- le disse Faith con aria arrabbiata.- Questo incantesimo non serve a nulla!-
Willow allungò una mano e la sfiorò, poi la toccò con sempre più forza
-Serve, serve - disse Willow con il viso finalmente illuminato.
-Faith ti devo fare un annuncio. Sei di nuovo in carne ed ossa!-
-Sì?- chiese scettica la cacciatrice bruna. Si avvicinò allo specchio e finalmente vide riflesso il suo volto, i suo i capelli, a la sua nudità.
-Sono viva!-esclamò, poi si corresse-E sono anche nuda!-
-Sì ho notato!- disse entusiasticamente Willow: Faith si girò e la fulminò con lo sguardo.
-Ehm, prendi questi vestiti- rispose arrossendo e abbassando la sguardo- fai in fretta a vestirti non c’è altro tempo-
-Sarò un fulmine!-
Rapidissima Faith si vestì e si precipitò giù per le scale.
I vampiri erano entrati e Lorne stava lottando disperatamente con uno di loro che lo teneva per il collo. Senza perdere altro tempo Faith si precipitò sull’aggressore, lo strappò dalla presa, e incominciò a tempestarlo di pugni. Il vampiro cadde per terra tramortito. Un altro si fece avanti, ma Faith era scatenata, e lo mise per terra con uno dei suoi calci acrobatici. Infine si diresse verso uno che stava per mordere la ragazza, e gli riservò lo stesso trattamento del primo, poi gridò verso Willow:
-Un paletto presto!- Willow glielo lanciò, Faith lo prese al volo, si diresse verso il vampiro e prima che questi potesse dire o fare alcunché lo colpì proprio al centro del cuore.
-E’ come andare in bicicletta, non si scorda mai!- Gridò la cacciatrice.
Gli altri due vampiri guardarono allora la cacciatrice con un misto di sorpresa e paura
-Non è possibile!- esclamò uno dei due
-Cosa non è possibile, bello?- chiese Faith con quella aria noncurante che la faceva apparire alle volte completamente matta.
-Tu non puoi essere la cacciatrice: è morta, e la sua allieva è in fin di vita-
-Dici? Secondo me ti sbagli- replicò Faith un istante prima di colpirlo al cuore. Il vampiro si polverizzò. Il terzo vampiro allora, preso dal panico, fece per raggiungere la porta, ma qualcosa si frappose fra lui e la salvezza. Si trattava dell’ascia di Lorne, che il Demone verde aveva nel frattempo tirato fuori dall’armadietto senza farsi notare, e che si abbatté sul collo del vampiro, rendendolo inoffensivo in modo definitivo.
-Bambina, mai stato così felice di vederti!-
-Pure io!- rispose sorridendo Faith - Ma non è tempo di convenevoli - aggiunse guardando verso la porta dove un altro gruppo di vampiri faceva capolino.
-Adesso è venuto il momento di chiarire che non si può entrare se non si è invitati!-
-Già come è potuto accadere?. -Chiese Willow
-La ragazza, - rispose Lorne- Tra i vampiri c’era il suo George. L’ha chiamato e così…-
Ma intanto Faith si era avviata verso la porta e aveva ingaggiata una dura lotta coi primi malcapitati
-Sono piena di energia!- urlò la cacciatrice prendendone uno e sollevandolo in aria, prima di scaraventarlo lungo disteso nella Hall, giusto sotto l’ascia di Lorne.
Pur essendo in numero superiore i vampiri, di fronte a questo spettacolo, fecero dietrofront e cercarono la via di fuga.
Faith ne afferrò uno per il collo e lo trascinò dentro.
-Dimmi, quali sono le vostre intenzioni?-
-Nessuna, nessuna- rispose il vampiro terrorizzato.
-E come mai eravate qui, volevate bervi un drink, prima di andare a nanna?-
-Sì è così- rispose quello. Poi rendendosi conto che non era la risposta migliore aggiunse –No, non avevamo nessuna intenzione del genere, non io. Lo giuro!-
-Va bene faccio finta di crederti.-Faith non mollava la presa- Ma dimmi, se ti è cara la tua non vita, non è per caso che avete qualche altro piano?-
-Se te lo dico mi lasci andare?-
-Va bene, sputa!-
-Ho sentito dire che gli altri sono andati in cerca della cacciatrice…ehm, l’altra. Che vogliono fare un agguato.-
-Ah, -fece Faith- buono a sapersi-
-Mi lasci andare?-
-Certo!- rispose Faith mollando la presa. Il vampiro girò su se stesso cercando di allontanarsi nel più breve tempo possibile.
-Ehi tu! Lo richiamò Faith- mi sono dimenticata una cosa!-
Il vampiro si rigirò verso Faith.
-Sì? Cosa?-
-Questo!- il paletto colpì il vampiro riducendolo in polvere.
-Ma non avevi detto che lo lasciavi andare?- chiese Willow
-Avevo le dita incrociate- rispose Faith facendo spallucce.  –Mi piacerebbe parlare con voi un po’ ma devo andare dagli altri. Will, sai dove esattamente sono?-
-Esattamente no, ma dovrebbero avere fatto il boulevard-
-Prendo la mia moto-
-Ma veramente..-
-Cosa c’è che non va?-
-E’ stata venduta-
-Cosa? Avete venduto la mia moto?-
-Kennedy diceva che non le piaceva, e poi eri morta e poi le bici sono meno inquinanti e…-
-Sono meno veloci! E come faccio ad andare ora?-
-Puoi prendere la mountain bike di Kennedy-
-Va bene, meglio che niente. Adesso vado a salvare la mocciosa. Poi quando starà meglio la uccido di botte- Detto questo Faith inforcò la bici e iniziò a pedalare forsennatamente.
-Buona fortuna !- le gridò Willow. Faith non si girò nemmeno, ma le mostrò il medio alzato e continuò a concentrarsi sul pedalare, cercando di mantenere un ritmo costante.



Angel aveva aperto il bagagliaio della macchina, e frugava all’interno.-
-Cosa fai? Non credi che sia meglio rimettersi in carreggiata e portare via Kennedy?- lo rimproverò Connor.
-Abbiamo una ruota a terra. E poi ti sei dato un’occhiata attorno?- rispose Angel che aveva tirato fuori un badile e un martello di medie dimensioni.
-Siamo in un parco e la strada è lì che ci aspetta. Che altro c’è da guardare?-
-Tutta quella disco ti ha fatto perdere l’intuito del cacciatore, a quanto vedo. E quelli che sono, secondo te, cerbiatti?-
Angel aveva fatto cenno col capo indicando qualcosa alle spalle di Connor. Questi si girò e vide, tra i cespugli che separavano la decappottabile dalla strada, un paio di figure emergere, Si girò di scatto verso il padre ed esclamò- Vuoi dire che…-
-Non sono cerbiatti. Badile o martello?-s oggiunse mostrando i due utensili al ragazzo.
-Preferisco mantenermi leggero- rispose Connor afferrando il martello.
Due figure saltarono fuori dall’oscurità ma Angel e Connor erano pronti a combattere, e riuscirono, seppure a fatica, ad avere la meglio.
-Cambiamo la ruota?- chiese Connor
-Cambiamola!- ripose Angel tirando fuori il crick.
Tuttavia non fece in tempo ad iniziare il lavoro che la voce di Connor richiamò la sua attenzione
- Ne arrivano degli altri!-
Lo sguardo di Angel si indirizzò dapprima verso un gruppo di figure che avanzava con fare decisamente inquietante, e successivamente verso Kennedy, riversa sul sedile posteriore e che non dava apparenti segni di vita.
-Dobbiamo riparare in fretta questa gomma ed andarcene, o Kennedy non ce la farà e senza Kennedy…-
-Questa città sarà loro - concluse la frase Connor.
-Il problema è che rischiamo di non farcela nemmeno noi.-
- Serriamo le fila- ordinò Angel.
I due si misero schiena contro schiena, l’unica tattica possibile dal momento che i vampiri e i demoni avevano circondato lo spiazzo dove si trovavano.
-Quanti sono?- chiese Connor
-Sei, mi pare-
Sei, un numero non esorbitante, se Angel fosse stato il vecchio Angel, se Connor fosse stato al meglio della forma e se ci fosse stata una cacciatrice con loro. Kennedy, o Buffy o …Faith.
I primi due vampiri si fecero sotto ma il badile di Angel colpì con precisione e senza pietà.
Più difficile la situazione per Connor, ma la sua agilità gli consentì di colpire con il martello l’avversario ed Angel finì il lavoro decapitandolo.
Il secondo attacco fu più violento. I vampiri attaccarono in massa, e forse erano anche più dei sei che Angel e Connor avevano scorto.
Connor fu preso da due di loro per le braccia, cercò disperatamente di divincolarsi ma un terzo  lo afferrò per la testa e portò il collo di Connor verso i suoi denti acuminati.
-Berrò il sangue del figlio del vampiro rinnegato, al fine- disse con voce sepolcrale
-Non credo!-
Una voce alle sue spalle gli fece girare la testa.
Vide una giovane donna con una giacca di pelle semiaperta sul seno rigoglioso.
-Chi sei tu che turbi la vendetta di Thanatos, il più vecchio dei vampiri di Los Angeles?-
-Faith l’ammazzavampiri!-
-Cosa?-
Thanatos mollò la presa su Connor, e fece un cenno ai due che lasciarono Connor e si precipitarono verso Faith, che non si fece trovare impreparata. Accolse il primo con un calcio e scaraventò per terra il secondo. Intanto Connor, che non aveva capito bene cosa era successo aveva preso in mano il martello e si era messo ad aiutare Angel impegnato sull’altro fronte contro due vampiri.
-Abbiamo un’alleato!-
-E chi è ?-
-Non lo so, ma mi ricorda qualcuno-
Nel frattempo I due vampiri si erano rimessi in piedi, ma Faith, dopo la sua lunga permanenza nei panni del fantasma, era carica di energia e vogliosa di battersi. Non ci impiegò molto a mettere a tappeto il primo e questa volta a colpirlo col micidiale paletto.
Il secondo, esitò un attimo, perdendo il momento giusto per attaccare.
Il capo vampiro Thanatos lo incoraggiò ad attaccare, ma Faith fu più svelta, lo attaccò con decisione e lo impalettò senza lasciargli possibilità di fuga. Poi si voltò verso Thanatos.
-Allora, Hai capito chi sono?-
Thanatos la guardò con un misto di odio e ammirazione. Dall’aspetto si poteva dire che si trattava di un vampiro molto antico, e probabilmente, quando aveva detto di essere il vampiro più vecchio di Los Angeles non aveva mentito.
Avanzò verso Faith ma non con aria minacciosa.
-Adesso ti riconosco, tu sei Faith, la Cacciatrice Oscura-
-Vedo che sono famosa tra voi altri.-
Il vecchio vampiro fece quasi un sorriso, se così si poteva chiamare quella espressione grottesca che trapelava da sotto il suo orribile volto rugoso, poi fece un fischio, come quello che fanno gli allevatori che richiamano i cani, e i due vampiri che stavano lottando contro Angel e Connor si fermarono e arretrarono di qualche metro.
Angel e Connor stupiti si girarono a guardare quello che stava succedendo.
-Ero stato informato male, mi avevano detto che non eri più in città-
-Diciamo che sono stata per un po’ in vacanza- rispose Faith che non sapeva bene come interpretare questo strano atteggiamento da parte di questo temibile e sicuramente spietato avversario.
- A questo punto dovremmo batterci, ma vedi Cacciatrice, ci sono delle regole, e io voglio rispettare queste regole. Pensavamo che questa città potesse di nuovo essere nostra. Ma evidentemente non è ancora il tempo. Per stavolta non ci batteremo. Ma ci rivedremo presto-
Thanatos fece per andarsene via ma Faith gli si parò dinnanzi.
-Dove credi di andare? Io dico di batterci-
-Potremmo batterci, ma anche se tu vincessi, la tua amica morirebbe. E forse morireste tutte e due.
Ci hai pensato? Comunque decidi tu. Io non ho certo paura.-
Faith guardò verso la macchina, vide Angel e Connor sanguinanti e sentì con il suo udito di cacciatrice il gemito di Kennedy.
-Sta bene, per questa volta non ci batteremo, ma ti verrò a cercare presto, vampiro, e non sarà per raccontarti una favoletta-
-Ci conto, cacciatrice , ci conto.- rispose Thanatos, prima di avviarsi rapidamente in compagnia degli altri due verso il bosco del parco e scomparire alla vista.
Faith andò verso la macchina di Angel e guardò dentro. Vide Kennedy raggomitolata su se stessa e priva di sensi. Allungò la mano e le accarezzò la fronte.
-Povera Mocciosa, dovrei essere arrabbiata con te, ma non ci riesco-
Alzò poi lo sguardo e vide Angel.
- Angel!- esclamò prima di precipitarsi nelle braccia del suo uomo.
-Faith ma allora, sei tu, sei tornata, come è stato possibile?-
-Willow…poi ti spiego. Adesso non c’è tempo da perdere, dobbiamo portare Kennedy in ospedale. E pure voi due non siete conciati tanto bene- disse Faith accarezzando dolcemente anche Connor che si era avvicinato sorridente.


Il pomeriggio seguente era una splendida giornata. Il sole splendeva e riscaldava quella giornata autunnale. Willow era andata a trovare Kennedy in ospedale e Connor e Lorne erano impegnati a rimettere in ordine i locali. Per quella sera era previsto un pieno di pubblico.
La giornata era quindi ideale per quello che era stato il sogno di Faith nelle ultime settimane, anzi da quando era arrivata a Los Angeles senza più memoria e si era invaghita  e poi innamorata di Angel. Una giornata tutta con lui, e finalmente alla luce del sole, camminando per le strade mano nella mano, come due persone “normali”.
E così fu.
Angel e Faith si recarono in uno dei parchi cittadini più grandi, pranzarono in un simpatico ristorantino all’aperto, poi camminarono nel parco. Angel prese del cibo da dare alle anatre che starnazzavano e nuotavano nel laghetto artificiale, poi andarono alle giostre, ed Angel cedette alle insistenze di Faith di andare sulle montagne russe. Ad Angel venne un po’ di torcibudella , ma evitò di dirlo a Faith, sicuro che lei l’avrebbe preso in giro. Lei però lo capì e  lo prese un po’ in giro, ma in modo molto lieve, senza quel sarcasmo di un tempo.
Ad un certo punto Faith disse:- Angel, è stato bellissimo. Giuro, è una cosa che ho sempre desiderato. Ne abbiamo passate tante noi due. E ora ci pensi: finalmente tu sei un uomo, e io sono di nuovo viva. E sono in pace con me stessa. E‘ tutto così bello che sembra quasi un sogno.-
-E allora chiudi gli occhi, non vorrei che ti svegliassi- le rispose Angel.
Faith obbedì ed Angel la baciò.



Quella sera, la sala che un tempo era il ristorante dell’Hotel, ora adibita a karaoke e Dance Hall era affollata come non mai. Lorne intratteneva i clienti col suo solito misto di  humor e classe.
Ad un certo punto iniziò a cantare una vecchia canzone di Lou Reed
“ Just a perfect day, drink sangria in the park, and later when it gets dark we go home
Just a perfect day feed animals in the Zoo, then later a movie too”.
Faith si trovava tra la folla: finalmente assaporava il fatto di essere reale, poteva muoversi tra la gente, guardare i vestiti delle ragazze e farsi ammirare dai ragazzi, gustare fino in fondo la musica e la sangria miscelata da Angel nelle insolite vesti di barista.
Lorne la scorse, allora fece un cenno a Connor che era al Mix e questi bloccò la musica.
-Gentiluomini. Gentildonne- disse con quel suo fare serio e sofisticato al contempo-  Ci sono giorni in cui tutto ci sembra cascare addosso. Perché  qualcuno se ne è andato, e avremmo voluto che rimanesse per sempre con noi. Ci sono giornate che sembrano non finire mai, perché quel qualcuno ci manca e vorremmo che tornasse. E ci sono giornate che vorremmo che non finissero mai, perché quel qualcuno è tornato, ed il nostro cuore è pieno di gioia.-
- Oggi è uno di quei giorni, ed è un giorno perfetto, come cantava il vecchio Lou, perché una nostra amica che ci aveva lasciato, e pensavamo non sarebbe più tornata, è di nuovo qui con noi.-
A quel punto Lorne guardò verso Faith, e a Faith venne quasi un colpo per l’emozione
-Signori e Signore, un applauso per Faith, che è di nuovo con noialtri, la crew dell’Hyperion Hotel! -
Lorne fece un cenno a Faith di salire sul palco, e lei, dopo un attimo di esitazione, si lanciò con tutta la sua ritrovata energia verso le luci della ribalta.
Un applauso di incoraggiamento la accolse. A Faith sembrò un sogno.
La musica ripartì. Faith guardò smarrita Lorne, non conoscendo bene le parole della canzone, anche se Lou Reed le piaceva, e il demone le sussurrò – Basta che leggi sullo schermo e segui l’aria-
“Oh such a perfect day, you just keep me hangin’ on. You just keep me hangin on”
Just a perfect day, you make me forget myself, I thought I was someone else, someone good”
“Oh such a perfect day, you just keep me hangin’ on. You just keep me hangin on”
I due avevano eseguito un perfetto duetto, e l’applauso scrosciante della piccola folla sottolineò la perfezione dell’esecuzione.
-Grazie, grazie, siete tutti molto gentili- disse Faith emozionatissima, con la felicità che le sprizzava fuori da tutti i pori della pelle. Tutta la strana situazione delle ultime settimane da fantasma le sembrava ormai lontanissima, ma ancor più lontana le sembrava tutta la sua storia, il suo passato a Boston, le sue esperienze infelici come cacciatrice al servizio del male a Sunnydale, il rimorso e la dannazione, la lunga e sofferta strada per la riabilitazione.
Oggi era il giorno del suo trionfo, della sua totale riabilitazione. Tutta quella gente che la applaudiva lo dimostrava.
Aveva ragione Lorne, e anche il buon, vecchio Lou Reed
“Just a Perfect day” un Giorno Perfetto.



Intanto nella cantina dell’Hyperion stava succedendo qualcosa. Un barattolo cadde, poi venne rovesciata una vecchia bottiglia vuota. Un gatto o forse un grosso topo avrebbero potuto essere la causa ci tutto ciò.
Era qualcosa di strano e misterioso,, una forma indefinita, non più spirito ma non ancora uomo, qualcosa che vibrava di rabbia ed odio, qualcosa che aveva la volontà ma non ancora i mezzi per tornare alla luce.
Le note del Karaoke arrivarono nella umida cantina e per tutta risposta si udì una specie di gorgoglio. Un gorgoglio che era difficile considerare una voce, ma che tuttavia era, a chi avesse avuto un udito molto fine,  abbastanza intellegibile.
Questo gorgoglio crebbe di intensità e alla fine , divenne quasi comprensibile.
Una frase sola, breve, smozzicata ma dal significato inequivocabile
- Avrò la mia vendetta, cacciatrice-

 

FINE DELL’EPISODIO



 

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Capitolo 3
*** Il ritorno di Spike ***



Episodio 3

Il ritorno di Spike

Disclaimer: Alcuni personaggi sono di mia creazione, altri appartengono a Joss Whedon, David Greenwalt e alla WB, UPN ecc ecc
La Fan fiction è scritta senza scopo di lucro e per puro divertimento e non intende violare alcun copyright.
Buona lettura a tutti.
La canzone citata nel testo è Sleepflower ed è contenuta nel Cd Gold against the Soul dei Manic Street Preachers


Los Angeles: Mercoledì ore 9 P.M

“I feel like i’m missing pieces of sleep
a memory fades to a pale landscape
You were an extinction a desert heat
A blind illness of my anxiety”
La musica dei Manic Street Preachers usciva come un torrente in piena dagli altoparlanti di quel piccolo pub della zona est di Los Angeles, una zona lontana dalle palme e dai boulevard dove stavano i ricchi e le star di Hollywood, un sobborgo sporco e dimenticato dagli uomini e da Dio.
L’uomo che era seduto al banco aveva i capelli ossigenati ed un lungo impermeabile di pelle nera.
Il suo look era indubbiamente adeguato al piccolo locale, frequentato da giovani, punk e fanatici dell’heavy metal.
”endless hours in bed, no peace in this mind
No one knows the hell where innocence dies”
Spike trangugiò un sorso di birra gelata.
Riconobbe l’accento del cantante.
-Devono essere fottuti gallesi- mormorò a bassa voce.
Era stato in Galles, una vita fa, o forse due.
Era un giovane e inesperto vampiro, allora. E in quelle lande desolate e dure, gli abitanti erano altrettanto duri e taciturni, fortificati da una vita agra e povera, passata a scavare tunnel nelle gallerie delle miniere. Miniere e birra, non c’era altro in Galles.  E la fuliggine del carbone penetrava talmente in quei disgraziati che persino il loro sangue ne era pieno.
Un posto disgustoso, il Galles.
E poco ospitale, per giunta.
Solo l’intervento di Angelus l’aveva infatti salvato da una morte prematura, ammesso che si possa definire prematura la morte di uno spietato killer come era stato lui.
Già, Angelus o Angel, il suo maestro e mentore, ma anche la sua rovina.
Le note della canzone e la birra portarono Spike lontano nei ricordi.
Non troppo lontano, non al Galles di un secolo prima, ma a qualche settimana prima, o qualche giorno prima, la sua mente confusa non ricordava più….

*****


Berkeley, Una settimana prima.

-Spike, cosa…cosa ci fai tu qui?-
La voce di Buffy mostrava sorpresa, ma sopratutto irritazione
-Sono venuto a trovarti, non sei contenta, riccioli d’oro?-
Buffy rispose con una smorfia.
-Contenta non esprime esattamente il  mio stato d’animo-
Spike portò le mani verso il viso di Buffy e la accarezzò dolcemente– Dai, non fare la scontrosa, lo so che sei folle di me, anche se non vuoi darlo a vedere-
Buffy si scostò –Spike, l’unico folle qui sei tu. E non ti azzardare a toccarmi-
Una smorfia comparve sul viso di Spike. Proprio non sapeva come prenderla.
-Non è possibile!- continuò la bionda- Pensavo che avessi capito che tra noi era finito, che non ne voglio più sapere, né di te, né di tutti gli altri, che voglio solo vivere la mia vita senza più pensare a…tutto il resto. E sai cosa intendo-
-Certo ti comprendo- replicò Spike- Ma io sono venuto qui per una visita di cortesia-
Buffy lo guardò con un espressione da cui trapelava forte scetticismo sull’ultima affermazione del vampiro.
-Una visita di cortesia?-
-Certo. Te lo assicuro.-
-Non mi era parso. Mi era parso che ci provassi…-
Spike sospirò profondamente, poi si avvicinò e ritornò ad accarezzare Buffy
- A te non la si può fare eh, riccioli d’oro?-
Questa volta Buffy non si scostò, ma guardò per terra, con aria paziente, poi disse seria – Spike, ti devo parlare-
-Sono qui per questo- rispose il vampiro ossigenato continuando ad accarezzarla
-Basta!- gridò Buffy afferrando la mano di Spike.
Nei suoi occhi si leggeva una sorta di furore.
-Siediti lì- La mano di Buffy indicò una sedia della cucina in cui i due si trovavano. Spike, seppure con lentezza, obbedì.
-Ai suoi ordini, generale-
-Allora, stammi bene a sentire, e apri bene le orecchie perché non ho intenzione di ripetermi- disse la Prescelta piazzandosi davanti a Spike con le  mani sui fianchi.
- Tra noi due è tutto finito. Hai capito: F-I-N-I-T-O. E non farmelo più ripetere. Non ne voglio più sapere di tutte queste storie di oscurità, vampiri, maledizioni. Già sono stato coinvolta da Angel in un’altra di quelle sue assurde avventure…-
Il  sentir nominare Angel ebbe su Spike come l’effetto di una scossa elettrica, Si alzò dalla sedia e gridò- Angel! Angel!. Adesso capisco. C’è sempre quel maledetto di mezzo. Come lo odio!.-
-Calmati.- Rispose la cacciatrice sorridendo divertita allo scoppio di gelosia del vampiro.
-Non è come tu pensi. Anche a lui ho dato il ben servito. E poi credo stia con Faith-
-Ah- disse Spike prima di ripiombare pesantemente sulla sedia
-Però, chi l’avrebbe detto? Sta con Faith. E dove, se posso saperlo?.
-A Los Angeles. Hanno riattivato l’agenzia. E c’è un sacco di gente lì, Willow, Kennedy, Lorne…-
-Una bella combriccola- disse con una punta di sarcasmo Spike.
-Già. Comunque come ho detto anche a loro io non voglio entrarci  più in queste storie. Né voglio più avere niente a che fare con te. Devo pensare a rifarmi una vita, a mia sorella. E’ in un’età difficile e …-
-Già, lo scricciolo. Come sta?-
-Bene.-
-Vorrei tanto salutarla e…-
-Fermo!- Buffy lo bloccò tirandolo per la manica del suo inseparabile giaccone di pelle.-Ti proibisco di avvicinarti a lei-
Spike rispose con una smorfia da cui traspariva sorpresa ma anche disgusto
-Non capisco, cosa ti prende Buffy?-
-Non voglio che tu la veda!-
- Non capisco…la voglio solo salutare. Non voglio morderla, ti posso assicurare!-
-Sì lo so, non volevo dire questo. E’ solo che…-
Spike alzò il sopracciglio assumendo un’espressione tra lo scettico e l’ironico.
-Solo non voglio che ti veda. Vedi, lei è in un’età difficile…-
-L’hai già detto- disse il vampiro con aria annoiata
-Ha bisogno di tranquillità. Ha bisogno di punti di riferimento. Forti. Chiari. Precisi.
L’ultima cosa di cui ha bisogno è di avere una sorella ammazzavampiri che se la fa con un vampiro, e di esser trascinata in qualche avventura torbida.-
-Ah capisco, sei talmente altruista da sacrificare i tuoi sentimenti per il bene di tua sorella. Commovente-
Spike aveva assunto quell’aria sarcastica che faceva arrabbiare Buffy.
-Che ne sai tu dei miei sentimenti! Tu non hai mai saputo niente dei miei sentimenti. Né lo saprai mai!-
-Buffy? Ci sei? Con chi stai parlando?- La voce di Dawn giunse dall’anticamera.
Buffy guardò Spike severamente e poi disse:-Te ne devi andare. Subito-
-Nessun saluto alla sorellina, neanche un attimo?-
-No. Esci da lì-
-Ma quella è la finestra!-protestò Spike- Ma è il modo di trattare gli ospiti?-
-Mia sorella non ti deve vedere. E poi è da lì che sei entrato, o sbaglio?-
-Ma solo perché tu mi hai invitato-
-Già un errore che non avrei dovuto fare. Addio Spike.- Buffy si girò e andò verso la porta. Poi si voltò un’ultima volta ancora. Spike la fissò, attendendosi un ripensamento.
-Ho detto addio- disse dura Buffy.
-E va bene. Addio riccioli d’oro-
Spike, rassegnato,  uscì dalla finestra.

****

Giovedì ore 11 AM
Ufficio della Angel Investigation: Un ragazzo sui 25-30 anni, in giacca e cravatta, con gli occhiali, i capelli corti, leggermente stempiato, stava parlando con Faith ed Angel. Il ragazzo sudava copiosamente, nonostante la temperatura fosse mite e abbastanza fresca sia all’interno che all’esterno dell’Hotel,
La cacciatrice era vestita come suo solito di nero, con una maglietta con scritto il numero 77 in rosso.
Angel indossava una camicia bianca e i pantaloni neri, che lo facevano rassomigliare ad un cameriere.
-Allora lei non ha visto più questa ragazza, questa Lily?-
-No- rispose il ragazzo, guardando ora Angel, ora Faith - Sono tornato in quella casa. Ma non c’era più traccia di Lily.e poi….tutto era così strano-
-In che senso, strano?- domandò Faith.
-Era come se quella casa fosse stata disabitata per anni. I muri erano scrostati, c’era un gran disordine, i vetri delle finestre erano sporchi, quando non erano rotti. Tutto sembrava abbandonato, in rovina. Eppure solo una settimana prima era tutto così perfetto, così bello, e lei…era meravigliosa.-
Il ragazzo fissò con intensità Angel, poi disse, prorompendo in un pianto disperato- Vi prego, aiutatemi a trovarla, Aiutatemi a risolvere questo mistero. Vi prego!-
Il ragazzo si era alzato e, in modo inconsulto, si era avvicinato ad Angel e lo stava strattonando per la sottile cravatta nera.
-Si calmi, signor White, le assicuriamo che faremo il possibile per trovare questa Lily. Vedrà non rimarrà deluso-
Angel si alzò in piedi e poi disse -Se adesso vuole darci…quell’anticipo…-
-Sì certo, quanto vi devo?-
-Diciamo mille subito ed il resto a risoluzione del caso-
-Va bene, si affrettò a dire il giovane, estraendo il libretto degli assegni- Le faccio subito un assegno, ma mi raccomando…-
-Certo, signor White, non si preoccupi, la nostra agenzia è di provata esperienza-
Il ragazzo strinse le mani ad Angel con grande trasporto, strinse anche timidamente la mano a Faith, che abbozzò un sorriso di cortesia, poi uscì.
Come fu fuori dalla porta Faith si rivolse ad Angel in tono aggressivo.
-Da quando in qua siamo diventati degli spremitori di poveracci in delirio psicotico?-
-Da quando dobbiamo pagare un sacco di spese per fare funzionare il bar, il karaoke, la discoteca, per non parlare del servizio di pulizia. O vuoi forse pulire tu quello che lasciano in giro gli amici di Connor?-
-Sì va be’ capisco, ma noi siamo qui per aiutare gli indifesi, giusto? È questo il nostro compito. E non dovrebbe essere a pagamento. E’ una missione, non un lavoro!-
-Vuoi dire che dovrei ridare indietro l’assegno a quel White?-
-Esatto. Sto dicendo questo-
-Uh, vedo che c’è maretta in famiglia-
Faith ed Angel si voltarono verso la voce che aveva interrotto il loro battibeccare.
-Spike?- dissero quasi all’unisono. Il tono incredulo di Angel fece da contraltare al tono eccitato di Faith.
-Qui per servirvi, signori miei- rispose il vampiro ossigenato ostentando la sua solita sicurezza.
-Ehi, vecchio pipistrello da quanto non ci si rivede?-Disse Faith avvicinandosi e baciando sulla guancia il vampiro.
-Direi da Sunnydale. Esperienza bruciante-
-Già. Come che sei ancora vivo?-
-E tu? com’è che lo sei?-
-Ah, E’ una storia complicate e lunga-
-Anche la mia lo è- disse ridendo Spike
-Bene, allora ce la racconteremo con calma uno di questi giorni-
-Che ci fai qui?- il tono gelido di Angel interruppe lo scambio di battute allegre.
Spike si diresse verso Angel
-Stavo facendo un giro. Così ho pensato di venire a salutare i miei vecchi amici-
-E hai fatto bene!- riprese entusiasticamente Faith.- Sì, sai ci divertiremo un casino!. Tu pensa che Lorne e Connor hanno messo su una mega discoteca!
-Cosa? Il moccioso è qui anche lui?- Poi si volse verso Angel, -Ha cercato di già di accopparti?-
L’espressione risentita di Angel fece intuire a Spike di aver detto qualcosa di troppo. Ma era nel suo carattere e lui non si spaventava per così poco.
-Ma no, che dici, adesso sono Ok!- riprese Faith che era un fiume in piena- Da quando Angel è umano vanno d’amore e d’accordo!-
-Umano? Ho capito bene? Angel…umano?-
-Sì. – rispose Faith.-
-E come è successo?-
-E’ una storia lunga- rispose Angel
-Anche questa te la racconteremo, una volta o l’altra- disse Faith, poi proseguì:
 -Adesso non posso più tenerlo sotto la minaccia del mio paletto-
 La ragazza si avvicinò ad Angel e lo baciò, poi si voltò verso Spike e disse con fare ammiccante
 -Ho altri metodi, adesso…-
-Oh, non voglio sapere altro- disse Spike sorridendo divertito.- Anzi no, una cosa. Avete una camera libera per un povero vampiro?-
-Certo, prendi quella che vuoi-
-Grazie, piccioncini-
Spike uscì dalla stanza.
-Ti sembra il caso?- chiese Angel a Faith con aria di rimprovero
-Di cosa?-
-Di flirtare così apertamente con Spike-
-Ma cosa stai dicendo? Non ho flirtato proprio per niente. Ho solo salutato un amico. Eddai, Angel che ti prende mai?- disse la cacciatrice sedendosi sulle ginocchia dell’uomo.
Angel scosse il capo
-Scusa, ma avere qua Spike mi innervosisce, Non me l’aspettavo, questa visita a sorpresa-
-Beh certo, altrimenti, che sorpresa sarebbe stata?-
Finalmente Angel sorrise.
Anche Faith sorrise contenta, poi però la sua espressione si fece più seria.
-Angel, posso domandarti una cosa?-
-Certo-
-Che cosa c’è tra te e Spike?-

*****

Londra 1888.
Il vicolo sapeva di odore di pioggia, ma sotto questo, altri odori si intuivano. Puzza di piscio e spazzatura, odore di birra.
Odore di Sangue.
-Spike, dove sei stato?-
Darla era elegantissima come suo solito. I capelli erano perfettamente pettinati ed il vestito  la rendeva una figura distinta e attraente anche a metri di distanza.
Si avvicinò al biondo vampiro, e lo guardò con quell’aria sprezzante che solo lei poteva assumere senza perdere nulla in eleganza del portamento.
-Io? In giro.-
-Non t’avevamo detto di stare con noi?. Sai che per colpa tua stavamo per essere ammazzati?. Angelus è furioso con te.-
-Oh il vecchio Angelus, furioso con me? Digli di calmarsi. Siete tutti vivi no? State bene, e allora?-
-E allora, te ne accorgerai -
Spike guardò Darla con la sua aria strafottente.
Improvvisamente dal buio qualcosa piombò su Spike e lo buttò a terra. Spike non fece a tempo a reagire che una gragnola di pugni lo colpì al volto-
-Basta, basta!- urlò
I colpi cessarono. Sopra di lui, prima confusamente, poi sempre più distintamente, poté scorgere la sagoma di Angelus-
-Angelus, che diamine…-
-Zitto. Ci stavi per fare massacrare. T’avevo detto di stare a guardia nelle retrovie. Idiota-
-Ma io…mi annoiavo e…-
-T’annoiavi?- Angelus riprese a picchiare Spike-
-Fermo amore, basta così. Vediamo se ha qualcosa da dire a sua discolpa-
-Va bene, prima che ti uccida, vediamo cosa hai da dire!-
-Uccidere? No, vi prego io non ho fatto niente, vi giuro!-
-Appunto- disse Darla avvicinando il suo bel viso incipriato a quello del vampiro steso per terra e sporco di sangue e terriccio- Caro Spike, il problema è proprio quello, non hai fatto niente. Tu non fai mai niente, se non procurarci guai.-
-Già -riprese Angelus tornando a scuoterlo per il bavero- E per colpa tua Drusilla ha rischiato di morire.
-Cosa? Dru? Cosa gli è successo, sta bene?
-Sta bene- lo rassicurò Darla- Angelus le ha salvato la vita. Dovresti ringraziarlo-
-Grazie, grazie Angelus- Spike parlò con una voce stridula, in cui la paura era predominante rispetto a qualsiasi altro sentimento.
Darla si era allontanata di qualche passo. Prese un pezzo di legno raccolto da uno dei vari mucchi in cui erano ammassati rifiuti di ogni genere, tra cui sedie rotte e tavolini sfasciati provenienti dalle osterie della zona, e lo porse con la sua solita eleganza ad Angelus-
-Tieni, amore, questo dovrebbe funzionare.
-Bisogna dargli una forma più acconcia-
Angelus prese il pezzo di legno e lo spezzò aiutandosi con le ginocchia. Poi testò se fosse appuntito a sufficienza
-Così dovrebbe bastare-
-Ehi, ma che volete fare, vi spergiuro, non fatelo!-
-Facciamo quello che è giusto sia fatto- rispose Darla come se parlasse di qualcosa che non la riguardasse.
Lei ed Angelus sentirono però la presenza di qualcun altro.
In piedi, emaciata, dal fondo del vicolo, una figura si avvicinava.
-Vi ho cercato per tanto tempo. pensavo mi aveste abbandonato-
-Noi non ti abbandoniamo, Drusilla. Qualcun altro l’ha fatto- rispose Darla
Drusilla si avvicinò ancora di più e vide Spike per terra
-Oh Spike, cosa fai li per terra, Giochi a qualcosa di divertente?-
-Dru! Finalmente ! Pensavo che non ti avrei più rivisto!- Mentre pronunciava questa frase Spike lanciò un’occhiataccia verso Angelus, che nascose il paletto.
-Mi hai lasciato sola. Drusilla tutta sola è triste.- disse allora Drusilla cantilenando con quella sua aria infantile.
Spike approfittò dello scompiglio che l’apparizione di Drusilla aveva portato per alzarsi rapidamente, avvicinarsi alla vampira mora e abbracciarla teneramente.
-Calma Dru, adesso siamo di nuovo insieme e non ti lascerò più. Mai più-
Drusilla sorrise dolcemente, contenta che il suo amante fosse di nuovo con lei.
Angelus e Darla guardavano la scena a qualche metro di distanza, indecisi se continuare quello che avevano iniziato a fare oppure soprassedere.
Spike capì che era il momento per svignarsela, e prendendo Drusilla sottobraccio, si avviò in direzione opposta a quella dei suoi due maestri di sangue.
Quando fu a qualche metro si girò indietro e disse all’indirizzo dei due- Voi cosa fate, rimanete lì tutta notte a dare la caccia ai gatti?-
Angelus fece per scagliarsi contro il rivale, ma Darla lo fermò prontamente-Fermo Angelus!-sibilò
Poi con la sua aria distaccata gridò verso Spike – Voi andate pure. Noi facciamo un giro. – Poi aggiunse- Ah Spike, attento a non inciampare e non finire su qualche paletto aguzzo-
-Perché mi hai fermato?- le chiese Angelus
-E’ solo un ragazzo, un piccolo, stupido ragazzetto. Non sprechiamo il nostro tempo con lui-
Prese Angelus sotto braccio. Il vampiro le sorrise e insieme si incamminarono verso la direzione opposta.

****

Willow entrò nella stanza dell’ospedale, vide Kennedy e sorrise.
La ragazza era immersa nella lettura di un libro, talmente immersa che non si accorse per nulla della presenza della sua ragazza.
-Ciao- esclamò Willow
Kennedy sussultò. Il libro le cadde dalle mani.
-Che spavento! Non mi ero accorta che tu fossi qui-
-Già. Cosa leggi di tanto interessante?-
-Oh. Niente, niente di importante. Solo mi annoio qui, e allora cerco di far passare un po’ il tempo -
-Vedo che ti stai riprendendo in fretta. Due giorni fa i dottori ti davano quasi per …-
-Morta?-
-Qualcosa del genere-
-Abbiamo la pelle dura, noi cacciatrici-
-Già. Lo dice sempre anche Faith-
-Faith?-Domandò sorpresa Kennedy
Willow si trovò in grande imbarazzo: avevo deciso di raccontare a Kennedy quello che era successo, ma non intendeva farlo  in questo modo.
Ormai però la gaffe era fatta e Willow cercò di rimediare come poteva.
-Sì, non ti  ho raccontato le ultime novità-
-No, direi di no- disse seria Kennedy
-Beh, vedi l’altra sera, quando ti hanno ferita…-
-E quasi uccisa-
-…e quasi uccisa, appunto, Angel e Connor ti hanno trasportato qui. Ma un gruppo folto di vampiri ha dato l’assalto all’Hyperion…-
-Ma non possono entrare!_
-No, in teoria no, ma c’era una ragazza che si era rifugiata, e questa ha invitato dentro un vampiro e…-
-Accidenti, ma stai bene?-
-Certo, sono qui! Grazie a Faith-
-Continuo a non capire. Cosa c’entra Faith?. Lei è morta, ne parli come se fosse viva-
-E’ viva. L’ho fatta tornare!- disse prendendo finalmente coraggio la strega.
-Cosa? Tu…tu…tu hai fatto questo! Perché?-
-Era necessario, Ci stavano assalendo. Inoltre ho capito che faceva  parte di un piano. Volevano ucciderti- Willow strinse la mano della ragazza.- E volevano uccidere Angel e Connor. Faith è arrivata in tempo a salvarli. E così ha salvato anche te.-
Kennedy fissò a bocca aperta Willow. Poi fissò il muro davanti a sé. Infine disse :
-Capisco, hai fatto la cosa giusta. Sebbene…-
-Sebbene?-
Kennedy guardò di nuovo Willow ed una smorfia comparve sul suo viso dai lineamenti latini.
-Sebbene non possa dire di gradire del tutto quanto successo. Faith mi è simpatica ma…
-Ma…-
-Insomma, io pensavo che fossi io adesso quella che doveva badare alla sicurezza della comunità. Ma forse è meglio così. Mi potrà aiutare nella caccia-
-Certo è proprio così- confermò Willow.
-Altre novità?-
-Ah, ehm, sì. C’è anche Spike-
-Spike?
-Già proprio così. E’ arrivato all’improvviso.-
-E all’improvviso se ne andrà. Appena arrivo lo caccio via!-
-Ma a Faith faceva piacere che rimanesse e…-
- A Faith fa piacere? Ecco è appena arrivata e già pensa a dettare legge. Non mi posso assentare un attimo e subito tutti se ne approfittano, E quale altra novità c’è oltre a questa? Per caso il karaoke è stato trasformato in un bordello, oppure che so Connor ha deciso di diventare donna, o Lorne astemio? Che altro, che altro è successo!- Ormai Kennedy era quasi in preda ad una crisi isterica ed urlava a tal punto che l’infermiera dell’ospedale che la curava sopraggiunse di corsa.
-Tutto bene?-
-Sì, tutto bene – rispose Willow alzandosi dalla sedia, poi si rivolse a Kennedy
-Sta tranquilla, tutto si risolverà per il meglio. Sei solo un po’ stanca e provata, vedrai che quando starai meglio tutto ti sembrerà perfettamente a posto.-
-Va bene lasciami dormire allora- disse Kennedy con aria rassegnata. Tirò su le coperte e si voltò dando la schiena a Willow.
-Allora, ci vediamo Ken, buona serata-
-Ciao!- grugnì la cacciatrice.

***

La musica era assordante nei locali dell’ex Hyperion Hotel, ora diventato Hyperion Dance Hall.
Connor al mix, aiutato da un suo amico fidato, ci dava dentro, investendo di decibel i presenti con una House Music devastante.
Spike si muoveva a suo agio nella folla del sabato sera. Erano quelli che una volta avrebbe definito “deliziosi bocconcini su due gambe”.
Una volta, quando era un vampiro cattivo e senz’anima.
Alle volte rimpiangeva quei tempi. Poi ricordava cosa l’aveva spinto ad avere un’anima,
La cacciatrice bionda, l’unica vera autentica cacciatrice, almeno per quel che lo riguardava.
La sua amata Buffy. Ma adesso Buffy non faceva più parte della sua vita, almeno così sembrava.
Nessun motivo di essere buono allora. Non che volesse veramente saltare al collo di qualcuno, ma magari avvinghiarsi a qualcuna di quelle graziose fanciulle che ballavano al suono della musica, poteva essere un’idea da non disprezzare.
Mentre ballava si accorse che non era solo.
-Ehi Spike com’è la serata?- Faith lo aveva raggiunto e aveva iniziato a muoversi al ritmo scatenato della musica, con quelle sue movenze sensuali da sballo.
Spike dovette ammettere che forse come cacciatrice non sarà stata all’altezza di Buffy ma come ballerina era veramente di un’altra categoria.
“Spike, basta pensare a Buffy” si disse “Lei non ti vuole. Non sei venuto a Los Angeles per dimenticarla? E allora divertiti e annega nel wishki e nel ballo il tuo dolore. E al diavolo riccioli d’oro”
Spike si tolse lo spolverino di pelle e lo lanciò verso Connor. Il ragazzo lo prese al volo e poi gli urlò qualcosa. Il volume della musica era troppo forte perché Spike udisse qualcosa.
-Non ti sento!- gli urlò facendo ampi gesti con le  braccia
Connor continuava a gridare e Spike continuava a non sentire
-Ah- disse con aria disgustata facendo segno che non gli importava niente di quel che diceva Connor e tornò a concentrarsi su Faith che, come suo solito, aveva iniziato ad attirare l’attenzione di qualcuno degli avventori.
-Permette?- chiese ad un tale Spike prima di dargli una spinta e spostarlo.
Quello tornò alla carica dicendo qualcosa. Questa volta il vampiro impiegò un po’ della sua forza e lo fece ruzzolare di qualche metro. Il tutto causò un principio di rissa attorno. Il tipo capì che non era aria e sloggiò.
-Ehi!- gridò divertita Faith- E’ da un po’ che qualcuno non si picchia per me-
-Scocciatori!- le urlò Spike. Faith si avvicinò a lui con delle movenze sempre più sexy, e iniziò a strofinare la sua schiena sul petto del biondo vampiro. Poi si staccò e tornò a ballare davanti agli occhi allibiti di Spike
-Ci sai fare tu eh?- le urlò
-Cosa?- chiese Faith ormai troppo lanciata nella danza per fare caso ad alcunché.
-No dico, sai come si fa ammattire un uomo!-
Faith fece cenno che non aveva capito, e continuò la sua folle danza, oramai non si curava più di Spike e di nessun altro, era dentro ad un trip tutto suo,  dopo anni di privazione, di prigione e mesi di coma e persino di morte. Lei non voleva pensare a tutto questo, voleva solo divertirsi.
Spike le ballava attorno, ammirato dalle movenze della cacciatrice bruna. Di tanto in tanto si guardava in giro per vedere che effetto facevano su quelli attorno, per vedere se qualche ragazza lo avesse adocchiato, e se qualcheduno di quei ragazzotti lo guardasse con invidia, perché era lui, giunto dal nulla, ad accompagnare nella sua folle danza la ragazza che “era tornata” nemmeno lui aveva capito da dove e da cosa.
Mentre si guardava attorno l’occhio vide un volto noto, un viso con cui per un cinquantennio aveva condiviso un passato fatto di orrore e morte.
Angel lo guardava con uno sguardo torvo, pieno di quel qualcosa che loro avevano disseminato per l’Europa e l’Asia per due generazioni.
Spike smise di ballare e guardò verso Faith, ma lei non si curava di quel che gli altri pensavano o facevano, non se n’era mai curata, e non era quello il momento per curarsene.
Spike tornò a guardare verso il punto dove aveva visto prima Angel, ma non vide più nulla.
Spaventato da quello che intuiva poteva essere il pensiero del suo ex maestro afferrò Faith per le braccia e la scosse
-Faith! Faith!-La richiamò
-Cosa c’è?- chiese Faith guardandolo con aria sorpresa, come se venisse da un’altra dimensione.
Spike la guardò e poi tornò a fissare verso il punto dove aveva intravisto Angel. Era una sua allucinazione forse?
-Niente, non c’è niente- rispose il vampiro ossigenato con aria torva, prima di andarsene via.
Faith lo guardò allontanarsi un attimo prima di perdersi di nuovo nella musica.

 
FINE DELL’EPISODIO


 

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Capitolo 4
*** Proposte indecenti ***


Episodio 4

Proposte indecenti




Venerdì 9 A.M Hyperion Hotel
- Sei andata a dormire tardi stanotte, non ti ho sentita rientrare-  Angel fece cadere l’osservazione mentre si trovava nel baretto e sfogliava con apparente attenzione un quotidiano fresco di stampa. Lorne stava friggendo alcune ciambelle, coadiuvato da una volenterosa Willow che preparava uova al bacon.
-  Devi avere un sonno molto profondo, allora-  rispose Faith con noncuranza. La ragazza si sporse a guardare verso i fornelli al di là del bancone dove gli altri due ospiti si davano da fare con la prima colazione.
- Cosa preparate di bello?-
- Delle ottime ciambelle per la nostra principessa!-  rispose con allegria Lorne
- E io delle gustose uova al bacon per sua maestà!-  aggiunse Willow con altrettanta allegria.
- Bene, non vedo l’ora di sbafarmele!-  
- Magari ci sono anche gli altri che devono mangiare!-  la voce di Angel nascondeva malamente una certa acrimonia.
- Certo, nessuno vuol farti morire di fame-  replicò Faith.
Willow la guardò come dire “che succede?” Faith le rispose con una alzata di spalle e un’espressione del genere “e che ne so?” poi prese il piatto che Willow le stava porgendo e lo portò ad Angel.
- Eccoti servito, brontolone! Vuoi del caffè?-
- Sì, grazie-
Faith tornò dopo pochi secondi con una caraffa di caffè.
Angel ripiegò con studiata lentezza il giornale e si versò il liquido bollente nella grossa tazza che aveva dinanzi.
- Non si dice grazie?-  chiese Faith che aveva notato un certo malumore in Angel.
- Grazie.-  Rispose flemmatico lui.
I due furono raggiunti da Willow che posò sul tavolino del pane imburrato e caldo e una confezione di marmellata.
- Ho sentito che ieri sera c’è stata una gran festa, Vi siete divertiti?-  domandò allegra la ragazza dai capelli rossi.
- Certo, è stato uno sballo!-  disse ancora euforica Faith. Poi iniziò a dimenarsi quasi come se fosse sulla pista accompagnando le movenze con una strana cantilena che voleva essere l’imitazione della linea di un basso elettrico
- DuDu dududu! Dududududdu!-  così facendo dette un leggero colpo di anca a Willow che quasi cadde.
- Ehi, calmati. - disse ridendo -  guarda che è finita-
- Per me non finisce mai!-  rispose continuando la sua danza la cacciatrice
- Dai, siediti Faith-  le ordinò un po’ scocciato Angel
- Va bene, musone, va bene!-  lo canzonò lei, che faceva finta di non accorgersi, o forse non si accorgeva, del malumore del compagno
- E tu, Angel, non hai partecipato?-
- No-  rispose l’uomo, cercando di non far notare troppo il suo stato d’animo -  francamente queste cose mi annoiano. Non riesco francamente a capire cosa ci trovi Connor e anche voi altre, in quella musica spaccatimpani. Una volta la musica era un’altra cosa-
- Proprio così-  aggiunse Lorne che era sopraggiunto dalla cucina recando con sé le sue leggendarie ciambelle e i biscotti-  Frank Sinatra, Louis Armstrong, Ella Fitzgerald…quella era musica! Quelli erano bei tempi!-
-  E Paul Anka? Dove lo vogliamo mettere Paul Anka?-  disse Angel finalmente partecipe della discussione.
- Dove merita di stare. Nel dimenticatoio. Ha azzeccato una sola canzone in quarant’anni-  lo contraddisse Lorne
Willow e Faith si girarono verso Angel per vedere come avrebbe reagito alla salace osservazione dell’amico demone, esperto di musica e senza peli sulla lingua.
- Beh…a me piaceva Paul Anka, Non era male!-
- Ognuno ha le sue debolezze, amico mio-
- Certo, comunque erano altri tempi, adesso invece…-
- Uffa!,come siete noiosi, e poi quali “vostri tempi” uno ha duecentocinquanta anni  e l’altro viveva in un'altra dimensione. Ma daaaiii! Siete assurdi!-  disse ridendo Faith mentre prendeva una ciambella dal vassoio. La mano di Lorne schiaffeggiò leggermente quella della cacciatrice, facendole mollare la presa.-
- Eh no, carina, non ti permetto di prenderci in giro così. Forse saremo dei “matusa” come dici tu, ma abbiamo ben altra esperienza di quella di voi altri, che credete che ballare sia strusciarsi l’un l’altro e dimenarsi insensatamente, e che la musica sia solo un ritmo tribale a cui abbandonarsi. La musica è anche sentimento, armonia, bellezza…-
Faith lo ascoltò a bocca aperta poi disse-  Hai proprio ragione!-
Sorpreso dal fatto che Faith gli desse ragione, Lorne si distrasse e subito la ragazza allungò la mano impossessandosi della ciambella fumante-
- Dadada! Te l’ho fatta. Voi matusa non avete riflessi-
Lorne la fissò a lungo con aria di disapprovazione, poi si sedette e sentenziò
- Va bene, visto che sono un  matusa e mi trattate come un rimbambito, potrei avere almeno UNA delle ciambelle che ho amorevolmente fritto per VOI?-
- Dai, non ti arrabbiare, Lorne-  gli disse con la sua aria saggia Willow allungandogli una delle sue prelibate ciambelle-  Io non penso affatto che tu sia un “rimba”, e non credo nemmeno che Faith pensi questo. Vero Faith?-
-  Sicuramente! Cioè, voglio dire, sicuramente no!-
Dopo un po’ Faith disse ad Angel – Tu che l’hai letto, cosa dice di interessante il giornale?-
- Niente di particolare, solo una cosa ha attirato la mia attenzione. Nelle pagine interne parla di alcuni omicidi. Tutto fa pensare sia opera di vampiri-
- Thanatos!-  esclamò di rimando la cacciatrice.- Sono sicura che ci sia il suo zampino. Ho un conto in sospeso con quel tipo, e credo sia giunto il momento di chiuderlo-
- Non vorrai mica andare già a caccia di vampiri?-  chiese preoccupata Willow.
- Certo che sì. Sono tornata qui apposta-
- Non credo sia una buona idea-  incalzò Angel-  Con Kennedy fuori combattimento e dopo le notti scorse, non credo sia prudente attaccare un simile avversario, forte e seguito da una schiera ben nutrita di vampiri accoliti-
- Mi stai dicendo che non vuoi venire con me?-
- Ti sto dicendo che tu non andrai da nessuna parte. Sei appena tornata e noi siamo in pochi. Per avere ragione di questo Thanatos c’è bisogno di essere in tanti e ben preparati. Abbiamo rischiato di perdere Kennedy, rammenti?-
Faith stette un attimo in silenzio poi ritornò alla carica
- C’è Spike adesso. Rammenti? Sono sicura che lui sarebbe della partita.-
- Spike?-  Disse Angel con aria disgustata.
- Certo, Spike, perché no? Ha aiutato B un sacco di volte e per quanto mi riguarda è OK, Anche se ogni tanto mi fa venire voglia di impalettarlo. Lui sicuramente direbbe di sì-
- E va bene, faremo una ronda. Ma solo di perlustrazione, Prima di attaccare dobbiamo avere un piano solido-
- Sì! Finalmente un po’ d’azione!-  Faith si alzò dette un bacio ad Angel e salutò gli altri.
- Me ne vado un po’ in piscina, ciao ci si vede!-
Lorne scosse la testa e mormorò-  Gioventù, gioventù bruciata-

****

- E’ qui il posto che ci ha indicato Willow?-  chiese Faith.
Lei ed Angel erano da un po’ che si aggiravano nelle fogne, ma senza alcun risultato.
Avevano cercato dappertutto, ma in quel tratto di città sotterranea che erano le fogne di Los Angeles sembrava non ci fosse niente. Né vampiri, né Demoni. E soprattutto niente che potesse essere ricollegato a Thanatos.
Niente di niente.
- Sì, dovrebbe essere questo-
- Dovrebbe? E’ da due ore che siamo qui e non abbiamo trovato nulla-
- Eppure Willow…-
- Willow ha sbagliato! E poi sei sicuro che ci abbia detto di venire qui-
Angel stette un attimo in silenzio poi rispose:
- Sì. Ne sono sicuro.-
- A me pare che stai andando alla cieca. Secondo me il posto più logico dove iniziare le ricerche era il posto dove tu e Kennedy siete stati aggrediti.-
Angel non rispose.
- Ehi dico a te, ma mi stai a sentire?-  Faith strattonò Angel per la giacca.
- Sì, ti sto a sentire. Non fai altro che parlare!-
- Cosa? Ti sto chiedendo se sei sicuro di quello che stiamo facendo e tu mi rispondi che parlo troppo? Ma cosa ti prende Angel?-
- Niente… niente-  rispose come se fosse distratto l’uomo. Poi aggiunse –possiamo anche andarcene-
- Già per quello che stiamo combinando…-
- Te l’avevo detto. Era inutile venire-
- Già soprattutto se la pista è sbagliata-
Angel le dette un’occhiata severa e poi incominciò ad incamminarsi verso la direzione da cui erano venuti.
Faith gli corse dietro, lo raggiunse e gli si parò davanti con fare deciso
- Senti, se c’è una cosa che odio è essere presa in giro. Sapevi che la pista era sbagliata, non è vero?-
- Io non sapevo niente, Faith. Willow ha detto…-
- Willow non ha detto niente. Non è così? Impossibile che Willow dia una pista sbagliata.-
Angel guardò in basso verso la punta delle sue scarpe.
- Faith io…-
- No, no, no! Non voglio sentire niente, ho capito tutto! Tu non volevi andare a stanare Thanatos, non so per quale ragione ma non volevi. E hai acconsentito solo per evitare che io andassi insieme a Spike. E poi hai boicottato la caccia inventandoti che Willow ti aveva dato una pista. E’ così?-
Angel si guardò attorno cercando qualche risposta per tutte quelle domande. Ma non erano semplici domande, erano innegabili verità. Se lo avesse ammesso, la domanda successiva sarebbe stata” e perché ti comporti così?” e allora avrebbe dovuto ammettere che lo faceva perché si sentiva inadeguato, perché sapeva che, ora che era umano, non era più al livello di una ammazzavampiri.
e che era terribilmente geloso di Spike, il suo vecchio amico e rivale, che ancora aveva quel magnetismo animale che lui aveva perso. Tanto lottare per ritornare umano e adesso avrebbe desiderato solo tornare come prima. Un super essere immortale, figlio delle tenebre.
E lui non voleva ammettere niente, il suo orgoglio glielo impediva. E allora decise di negare l’evidenza.
- No. Non è vero. E’ solo una pista sbagliata. Forse ho capito male. Non ti preoccupare Faith, la prossima volta andrà meglio-
Detto questo proseguì la strada superando Faith e dirigendosi verso una delle uscite della fogna.
- Stronzo!-  sibilò Faith non molto forte ma abbastanza forte perché Angel la sentisse.
Si girò e chiese-  Scusa hai detto?-
Faith si voltò verso di lui con l’aria che assumeva quando era vicina ad uno dei suoi scoppi di ira.
- Che sei uno stronzo!-
- Se vuoi insultarmi fai pure, io non perderò tempo con te-
- Ah perché finora hai perso tempo con me vero? E scusa tutte quelle promesse che mi hai fatto. E quelle parole dolci? O forse ti sei dimenticato di tutto, visto che mi pigli in giro, mi fai venire qua solo per  una tua stupida, insensata gelosia?-
-  Ti ho vista l’altra sera con Spike. Davi spettacolo e lo spettacolo a me non è piaciuto-
- Cosa stai dicendo? Ho solo ballato un po’-
- Già l’hai fatto con Spike però!-
- Certo tu non fai mai niente1 Non balli, non canti, non mangi, Non vai a caccia ma solo a spasso. Ti sei rammollito ecco cosa è! Ti sei rammollito!-
- Allora è questo quello che pensi di me? Be’ allora vai pure con il tuo amico Spike, e divertiti! Io lo conosco bene e non penso che sia proprio un santarellino. Ma a te piacciono i belli e dannati. vero? E allora vai, vai!-  Angel si allontanò dalla scena del litigio ma dopo qualche passo fu fermato dalla voce della cacciatrice
- Anche tu eri un bello e dannato. Non  ricordi?-
Angel si voltò lentamente. La ragazza si avvicinò
-  Ed è per questo che ti amavo. Ma avevi delle qualità speciali. Eri generoso. E coraggioso. E disinteressato. E mi hai salvato.-
Angel la guardò incerto se tornare indietro ad abbracciarla o scappare.
- Dov’è finito quell’Angel, l’Angel che combatteva i demoni e l’ingiustizia? L’Angel che si preoccupava degli altri e non della propria gelosia?
- Non c’è più. Mi dispiace.-  rispose triste l’ex campione e se ne andò.
Una lacrima inumidì i grandi occhi castani della cacciatrice. Con un gesto della mano se la asciugò, poi dette un calcio di rabbia e frustrazione ad un barattolo che galleggiava su una pozzanghera
- Vai vai, lasciami sola, brutto bastardo. In fondo lo sono sempre stata-


Kennedy entrò nella Hall dell’Hyperion. C’era qualcosa che le sembrava cambiato, ma non sapeva che cosa.
Il Dottore il giorno prima le aveva comunicato che se avesse voluto, avrebbe potuto andarsene, anche se lui consigliava ancora un giorno o due di riposo. Kennedy aveva colto al volo la palla e aveva chiesto di essere messa nella lista delle dimissioni dell’ospedale.
E così finalmente era a casa. Non aveva potuto avvertire Willow, o forse non aveva voluto.
Nessuno era venuta a prenderla all’Ospedale, il che le faceva un po’ dispiacere, ma il suo carattere fiero ed orgoglioso le diceva che era meglio  così. Non doveva fare affidamento su nessuno, solo sulle sue forze. Era sempre stato così.
Kennedy si guardò intorno e fece qualche passo timido in direzione di quello che era il bancone della reception.
- C’è qualcuno?-
Nessuno rispose, allora afferrò il vecchio campanello che era posato sul tavolo, ricordo di vecchi e gloriosi tempi dell’Hotel, e incominciò a scampanellare
- C’è qualcuno? Qualcuno mi sente?-  
La ragazza scampanellò per un po’, e più scampanellava più cresceva la sua preoccupazione,
Finalmente qualcuno arrivò.
Con una giacca di raso rosso, Lorne comparve.
- Arrivo, arrivo-  disse prendendo posizione dietro il bancone.
- Posso esserle utile signorina?-
- Ehi non mi riconosci?-
Lorne la osservò attentamente e cercò di nascondere l’imbarazzo per non averla riconosciuta
- Oh, certo, mia cara, come potrei non riconoscerti? Scusa ma mi ero addormentato e …-
- Fa niente. Mi pare che non ci sia nessuno, dove sono tutti?.
- Non so, presumo che Faith ed Angel siano andati in una qualche missione. Credo che Faith volesse regolare i conti con quel Thanatos-
- Chi?-
- Quel vampiro che è responsabile del tuo ferimento. A proposito, come stai?-
- Bene, ed era ora che qualcuno me lo chiedesse! Willow?-
- Francamente non so. Non credo ti aspettasse.-
- No, non credo nemmeno io-
- Hai sentito delle novità?-
- Sì, una me l’hai appena detta, ma già la conosceva. E poi ho sentito anche che è qui Spike.-
- Proprio così!-
 Una voce alle sue spalle la costrinse a voltarsi. L’inconfondibile sagoma di Spike venne verso di lei
- Ah, eccoti qui-
- Trattieni il tuo entusiasmo, mocciosa. Ho sentito che eri conciata male.-
- Già, qualche tuo “collega”. Ma adesso sto meglio.-
- Bene, sono contento. Ma non sono le ferite del corpo quelle più difficili da curare. Le ferite dell’anima sono molto peggio-
Kennedy fu un po’ sorpresa dal filosofeggiare del vampiro
- Già-  rispose mentre la sua mente incominciava a vagare nei ricordi di passati dolori. E rapidamente arrivò al presente, al dolore che le procurava pensare che Willow, la sua Willow, fosse sempre più distante da lei e dai suoi bisogni. Perché non era lì ad aspettarla?
- Sei qui per curare le ferite della tua anima?-  chiese poi la ragazza scuotendosi dai suoi pensieri
-  Qualcosa del genere-  rispose evasivo il vampiro
- E immagino che queste ferite inizino con la lettera B-
Spike girò la testa dall’altra parte annuendo.
- O c’è dell’altro?-  chiese incalzante Kennedy.
Spike la fissò per un attimo con espressione dura-  No, nient’altro-

*****

Giovedì notte ore 2.30 A.M
- Avanti! Entra!-
Il gorilla spinse Spike dentro la stanza
- Se me lo chiedete con tale gentilezza, non posso rifiutare!-
Il vampiro si guardò attorno e vide un signore molto ben vestito, come tutti gli avvocati di quel maledetto studio, seduto dietro una modernissima scrivania.
- Prego si accomodi -  disse l’uomo con una gentilezza che nascondeva in realtà una buona dose di arroganza.
Spike si sedette senza fiatare, l’espressione torva dipinta in faccia ed una gran voglia di menar le mani. Quello che glielo impediva erano i due energumeni che stazionavano dietro di lui, e che, ne era sicuro, erano pronti ad impalettarlo se solo avesse fatto un movimento sbagliato.
- Mi presento, mi chiamo Pinkerton-
Spike non mosse un muscolo.
L’avvocato non sembrò per nulla turbato dall’atteggiamento ostile del biondo.
- Lei dev’essere il famigerato Spike, suppongo-
- Se lo dice lei -
Uno dei due energumeni fece un passo verso Spike. L’avvocato lo fermò con un semplice gesto della mano.
- Sappiamo benissimo chi è lei, signor Spike. Non sappiamo cosa ci faccia in città, ma quello che sappiamo è che lei potrebbe esserci utile-
- E allora?- domandò Spike tenendo con la coda dell’occhio sotto osservazione l’energumeno e tenendosi pronto ad ogni evenienza.
- Veniamo al punto: Lei conosce sicuramente Angel e la sua “Agenzia investigativa”. Loro hanno una cosa che a noi interessa molto. Si tratta di un antico medaglione, un medaglione dotato di arcani e misteriosi poteri. Lei capisce che non possiamo permetterci che questo Medaglione sia in mani poco affidabili…-
- Beh, se non ce l’avete voi, vuol dire che è tutto a posto -  Spike sorrise sarcastico.
- Il suo sarcasmo è inutile. Noi vogliamo quel medaglione. E lo avremo.E lei ci aiuterà ad averlo –
- E se rifiutassi?-
Mr Pinkerton aprì un cassetto e, con molta calma, estrasse una cartella.
La aprì e mostrò una foto a Spike. Il volto del vampiro perse anche quel poco di colorito che ancora manteneva.
- Dalla sua espressione deduco che lei conosca questa ragazza-
Spike cercò di sembrare disinvolto. –No, non so chi sia-
- Suvvia, sappiamo tutti che lei la conosce. Il suo nome è Buffy. E ha pure una sorella-  disse l’avvocato mostrando una foto di Dawn.
Una smorfia comparve sul volto di Spike. Lo avevano incastrato. Ma cosa volevano da Buffy e Dawn?
- Le vuole bene, vero? Se vuole che alle due ragazze non succeda nulla di spiacevole le conviene collaborare-
- Voi non conoscete Buffy, lei vi ucciderà, vi romperà le ossa, vi farà a pezzi!-  
Spike si trovò a urlare, in piedi, i muscoli della faccia stravolti dalla rabbia.
- Si calmi!-  ordinò Pinkerton. Due braccia robuste afferrarono Spike e lo costrinsero a sedersi di nuovo.
- E’ inutile che rifiuti o faccia l’eroe. Se non accetta, alle due ragazze succederà qualcosa di brutto, molto brutto. E, cosa più importante, lei morirà, Spike!-
Il vampiro cercò di alzarsi ancora ma le braccia del gorilla lo tenevano fermo e, con la coda dell’occhio, vide il secondo  energumeno che brandiva il paletto. Un enorme, appuntito paletto.
Spike rinunciò alla ribellione. Non aveva senso. Proprio adesso che aveva deciso di dimenticare Buffy, di iniziare da capo. E invece doveva sottostare ad un ricatto per salvare Buffy, E non aveva altra scelta. Almeno doveva far credere a questi tizi che accettava, poi qualcosa avrebbe inventato.
- Va bene accetto. Del resto se posso fare uno sgarbo ad Angel non mi tiro indietro. Due piccioni con una fava.-
- Vedo che ragiona-  disse l’avvocato aprendo una scatola di sigari.
- Vuole favorire?-
- Lei è pazzo, vuole farmi morire prima del tempo-
L’avvocato rise. Poi tornò a farsi serio.
- Naturalmente non ha tanto tempo a disposizione. Diciamo 5 giorni da adesso.-
- Una settimana?-  Spike cercava di prendere tempo
- Cinque giorni!-
- Ma sono in molti, c’è anche un demone, e Gunn e altri … non sarà facile-
- Nella stanza accanto le forniranno tutte le informazioni necessarie. Le dò sei giorni a partire da ora. Non un minuto di più. Ci sentiremo tra tre giorni, Sabato notte. La contatteremo noi. Può andare-
Spike si alzò e, scortato dai suoi due Angeli custodi, uscì dalla stanza.

****

- Spike, Spike, ci sei?-  la voce di Kennedy distolse il vampiro ossigenato dai suoi pensieri.
- Sì, scusa, le ferite dell’anima, mi ero assentato un attimo…- sorrise
Anche Kennedy abbozzò un sorriso, nonostante Spike non le stesse simpatico.
- Bene, adesso che avete finito il momento di autocoscienza, lasciamo Kennedy riposare un poco. Vieni mia cara, ti porto alla tua stanza-
- Grazie Lorne, ma posso fare da sola. E poi mi sono riposata anche troppo, non credi?-
In quel momento rientrò Angel.
- Angel come è andata, la caccia?-
- Ciao Kennedy -  rispose Angel senza nemmeno guardarla. Proseguì per le scale diretto in camera sua senza dare neanche un’occhiata ai presenti, i quali a loro volta si guardarono sconcertati.
Il silenzio fu rotto da Kennedy
- Ma Faith non era con lui?-
- Sì, era con lui.-  confermò Lorne con aria preoccupata.
- Che sarà successo?-  chiese Ken.
- I due piccioncini hanno litigato, ecco cosa è successo!-  Spike aveva ripreso il suo tono sarcastico.
- Ma no, probabilmente è solo andata a fare un po’ di shopping-  cercò di sdrammatizzare Lorne
Trascorse mezz’ora senza che Faith si vedesse. Arrivò invece Willow, che finalmente poté riabbracciare Kennedy.
Le due stavano conversando sul divano, quando Kennedy accennò al fatto che Angel era tornato di pessimo umore e Faith non si era ancora vista.
- Sei sicura di quanto dici?-  chiese ancora Willow
- Sì, ne sono sicurissima. C’erano qui anche Lorne e Spike. Ti posso assicurare che anche loro hanno avuto la mia stessa impressione.-
Willow assunse un’aria preoccupata. Cosa era successo tra Angel e Faith?
In quel momento Faith entrò, scura in volto, ma a differenza di Angel salutò le presenti seppur con poco entusiasmo
- Ehi Will! Ehi Ken sei tornata? Tutto  a posto?-  
- Si grazie-  Kennedy si alzò e andò a salutarla. Le due si scambiarono un bacetto.
- Così, Will ti ha fatto tornare eh?-
- Già la tua amica rossa è sempre piena di sorprese. Spero non ti dispiaccia-
- Oh, no, figurati, come puoi pensare una cosa del genere? Sono contentissima che tu sia di nuovo tra noi-  Kennedy cercò di nascondere in tutti i modi i suoi veri sentimenti
- Ne ero sicura-  Faith sorrise in un modo che sottintendeva che non se l’era bevuta.
Willow interruppe la conversazione con un paio di leggerissimi colpi di tosse.
- Eravamo preoccupati per te Faith, non ti vedevamo tornare. Come è andata la caccia?-
Faith  lasciò Kennedy e rivolse le sua attenzione alla strega.
- Dovresti saperlo come è andata.-
- No, non lo so-  Willow non capiva
- Angel mi ha assicurato che tu gli hai dato una dritta sicura-
Willow la guardò imbarazzata. Cosa era quella storia?
- E’ vero?-
Willow tentennò nella risposta. Capiva che qualunque cosa avesse detto potevano esser guai.
- Il tuo silenzio mi fa capire che è come pensavo. Angel mi ha preso in giro-
- Non so cosa ti abbia detto Angel, ma non penso che ti abbia preso in giro-
- Ah no? Mi ha detto che ha seguito scrupolosamente le tue istruzioni-
- Istruzioni? Non ricordo di avergliele date-
- Scusa Will ma ci sei o ci fai? Gli hai dato o  non gli hai dato delle istruzioni?-  Faith incominciava a spazientirsi
- Will, rispondi sinceramente-  intervenne Kennedy
- No, non gli ho dato nessuna istruzione. Non me le ha chieste.-
- E’ come pensavo-
- Cioè?-  Chiese incuriosita Kennedy
- Cioè mi ha portato a spasso per tre ore su una pista falsa, e tutto per una stupida questione di gelosia-
- Beh vuol dire che ti ama…- Willow
- Ho paura che non sia solo quello. Ho paura che non sia più come prima. Capite cosa voglio dire?-
Le due ragazze annuirono.
- A proposito. Io questo Thanatos lo voglio trovare.  E visto che i maschietti, se vogliamo così chiamarli, fanno solo confusione, che ne dite se ci pensiamo noi?-
- Ehi, fantastica idea-  rispose Kennedy
- Tu, Willow?-
- Ci sto-

*****

- Allora, dimmi cosa è successo tra te e Faith?-
La domanda di Spike colse di sorpresa Angel. Per prima cosa perché non lo aveva sentito arrivare. E poi da quando in qua erano così in confidenza, lui e quel biondo ossigenato?
- Niente che ti riguardi-  rispose freddamente.
- Scusa, pensavo che ti facesse piacere parlarne, ma se è così…-  Spike si avviò verso la porta da cui era entrato furtivamente, ma la voce di Angel lo bloccò.
- In realtà credo che ti riguardi-
Il vampiro si voltò verso il suo vecchio maestro, assunse una delle sue espressioni beffarde prima di cambiarla in una della serie “ti sto ascoltando con attenzione”.
- Bene, sono a tua disposizione-
Angel tirò un lungo sospiro, poi assunse un’aria severa.
- Vorrei sapere che intenzioni hai nei confronti di Faith-
Spike fu sorpreso dalla domanda, a tal punto da non riuscire, cosa per lui piuttosto insolita, a trovare una risposta valida. Dopo un attimo di imbarazzato silenzio rispose:
- No, fammi capire, tu mi stai accusando di volerti portare via Faith o che?-
- Non sono uno stupido, Spike-
- Io direi invece che lo sei, oppure che lo sei diventato. Posso assicurarti che non è affatto mia intenzione, e scusa se qualcosa del mio comportamento può averti indotto a pensare questo, ma le cose non stanno assolutamente così. E poi a me di cacciatrice me ne basta già una.E mi avanza pure-  concluse Spike con aria malinconica.
Angel lo squadrò. I sentimenti del suo vecchio amico- nemico gli sembravano sinceri.
- Scusa, non avrei dovuto fare queste insinuazioni ma…è un periodo che non mi sento più sicuro di me, né di quello che prova Faith nei miei riguardi.-
- Capisco, ora sei un uomo  e non hai più quella strana aura di immortalità e di fascino misterioso, non è così?-
Angel annuì.
- Già. Temo di non essere più all’altezza di Faith. Credo che lei si sia abituata ad un certo Angel, ma ora quell’Angel non c’è più. E poi guarda-  disse avvicinandosi ad uno specchio.
- Lo sai, non posso sopportare quegli aggeggi-
- No dico guarda qui. Ho dei capelli bianchi.-
- Non stai male, ti donano-
- Sto invecchiando. Ogni giorno che passa mi scopro un capello bianco in più, o una nuova ruga.-
- Beh, normale, sei umano adesso. E comunque per avere i tuoi 280 anni non li porti mica male.-
- L’hai detto-
- Che hai duecentottanta anni?-
- No, che sono umano. E gli umani invecchiano. E muoiono.-
- E allora? Anche Faith invecchierà. E poi…-
- Ma lei è più giovane. E io sto invecchiando a velocità della luce. Sento le mie ossa che scricchiolano tutte le volte che mi alzo. E dolori reumatici e debolezza e…-
- Emicrania e nevralgia. Prenditi un’aspirina-
- Non capisci?-  Angel si rivolse a Spike con rabbia- Sto invecchiando. Invecchiando!-
- Calmati, amico, tutti quanti invecchiamo. Voglio dire, voi umani. Non era quello che volevi poi, tornare ad essere come loro?-
-  E’ stato lo scopo della mia vita. Ma ora è diverso. Ora mi sento come svuotato, come se avessi fatto tutto quello che c’era da fare e la mia vita fosse inutile. E Faith questo lo sa. Tra poco si troverà vicino a sé un vecchio, e non lo vorrà più-
- Oh amico, stai esagerando!-
- No, non esagero per niente-  Angel aveva afferrato Spike per il bavero e lo scuoteva furiosamente
 -  Lei non mi vuole più, è attratta da te perché tu sei un vampiro. Sei un immortale!-
- Basta!-  Spike decise che ne aveva abbastanza di essere strapazzato, si divincolò e dette uno strattone violento ad Angel. L’uomo volò per terra.
- Miglior prova di questa non poteva esserci-  disse Angel mentre stava sconsolato sul pavimento
-  Una volta non mi avresti mai trattato così. Non te lo avrei permesso.-
- Ti sbagli. Te le ho date un sacco di volte-
Angel rise amaramente alla sbruffonata del vampiro. Si alzò faticosamente e si avvicinò di nuovo a Spike.
- Ti devo chiedere un favore, Spike. Rendimi come ero prima-
- Che cosa?-
- Fammi tornare un vampiro!-
- Stai scherzando?-  chiese Spike guardando Angel con gli occhi sbarrati
- Ti sembra che stia scherzando?-  replicò Angel avvicinandosi con fare minaccioso.
- Sei fuori di te-  Spike cercò di sgattaiolare verso la porta per porre fine a quella discussione che ormai era diventata assurda.
- Non mi vuoi aiutare allora, Spike ?-
- Ti confesso che renderti un vampiro di nuovo sarebbe per me una profonda soddisfazione - rispose il vampiro che aveva ripreso il suo aplomb-  Sarebbe bello vedere Faith conficcarti un paletto nel cuore. Perché vedi, Buffy non l’ha fatto con me, ma credo che la tua amichetta sia un po’ meno…romantica, checché tu ne pensi. Se fossi in te mi terrei i capelli grigi, le poche rughe, che fanno molto persona saggia, cosa che non sei affatto, e cercherei di berci su un buon bicchiere di rum, o Gin, per dimenticare i problemi. Esattamente come faccio io.-
Spike allungò rapidamente la mano e afferrò una bottiglia mezza vuota dimenticata da chissà chi, forse proprio da lui, e  se ne scolò un grosso sorso. Poi aprì la porta ed uscì.
- Buon proseguimento di serata, uomo!-
 

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Capitolo 5
*** L'apparenza inganna ***


Episodio 5
L’apparenza inganna




Venerdì ore 5.30 P:M:
Faith stava finendo di prepararsi alla spedizione che lei e le altre ragazze avevano organizzato per cercare il temibile Thanatos. Vestita di pelle come nella sua migliore tradizione, aprì l’armadio delle armi e incominciò a valutare quali erano quelle più adatte alla bisogna. Kennedy e Willow la raggiunsero.
Kennedy sembrava anche lei essersi preparata a dovere, vestita col suo giubbetto di jeans preferito, e pure Willow si era vestita da cacciatrice, indossando un inedito giubbetto nero, dei pantaloni dello stesso colore e degli stivali neri.
Faith si girò e le salutò. Qualcosa di insolito le era saltato all’occhio e tornò a girarsi squadrando questa volta bene Willow.
- Ehi, Will, che fai, mi imiti? Ti devo far pagare il copyright!-
- Ho pensato che fosse più comodo essere vestiti così. Non potevo andare in missione con i sottanoni e gli zoccoli!-
- No, certo-  rispose compiaciuta Faith -  Sappiamo dove dobbiamo andare?-  domandò poi.
- Abbiamo fatto delle ricerche, ricerche magiche-  puntualizzò Willow.
- Bene, allora stavolta la pista è reale-  rispose sardonica Faith.
- Sì, ed è reale la mia rabbia-  aggiunse seria Kennedy - Voglio proprio farla pagare a quel Thanatos e alla sua ciurma.-
Faith l’afferrò per un braccio- Sicura di essere pronta?-
- Sicura-
- Bene-  Faith mollò la presa -  Però patti chiari. Comando io, niente mattane, e prudenza. Non siamo in gita di piacere. D’accordo?-
- D’accordo-  rispose convinta Willow.
- D’accordo-  disse Kennedy con aria rassegnata.
Faith incominciò a distribuire le armi.
- Allora, Ken prende il paletto e quest’ascia. Tu Willow potresti prenderti queste frecce, visto che starai dietro a noi, e questo coltello per difenderti. O preferisci il paletto?-
- Meglio il paletto, lo conosco meglio-
- Ok, ti do il paletto, ma prendi anche il coltello. Meglio abbondare. Io prendo l’archetto, e questo bel pugnalone. Siamo pronte?-
- Sì!-  risposero le altre due entusiaste.
In quel momento arrivò Angel nella sala delle armi.
- Cosa state facendo?-
- Non lo vedi. Stiamo andando a fare quello che va fatto-
- State andando a cacciare Thanatos?-
- Bravo!-  rispose Faith sempre un po’ sarcastica.
- Ma…perché non avete detto niente. Io sarei venuto volentieri-
- Sicuro? Non mi pare che tu abbia tutto questo entusiasmo. Comunque non ti preoccupare, se staremo per soccombere ti chiameremo senz’altro a salvarci. Ciao ciao-
- E immagino che ci sarà Spike vero?-
- Spike?-  chiese di rimando Faith guardando le altre due ragazze-  No, è una cosa per ragazze questa. Poi tra te e lui state tutto il giorno a bere, lamentarvi e guardare la tele. Potreste raccontarvi dei vecchi tempi andati. Magari lui potrebbe darti dei consigli su come tingere i capelli. Stanno diventando bianchi. Ciao, a più tardi –
Le ragazze uscirono. Angel si toccò i capelli e andò allo specchio più vicino guardandosi con aria disperata.
- Cazzo, stanno diventando bianchi, sto invecchiando. E se me li facessi tingere sul serio?-
Le meditazione triste di Angel fu interrotta da Spike.
-  Ehi, ma dove stanno andando, a qualche ballo in maschera?-
- Vanno in missione. Ad uccidere Thanatos -  rispose distrattamente Angel
-  Da sole?-
-  Eh sì caro mio, noi siamo vecchi ed inutili…-  
- Parla per te. Io non sto invecchiando-  Angel non si era  mai abituato al sarcasmo di Spike, lo sopportava poco perfino quando erano due vampiri coi controfiocchi, figuriamoci ora. In quel momento la perfida ironia del vampiro ossigenato gli sembrò un affronto intollerabile. Senza dire niente si avvicinò alla mensola delle armi, lasciata aperta dalle cacciatrici. Con calma apparente soppesò alcune delle armi sotto gli occhi incuriositi di Spike.
- Pensi di raggiungerle ed aiutarle?-
- No-  rispose Angel, con aria serafica impugnando una grossa spada e osservando con sguardo torvo il vampiro-  Penso di ucciderti-
- Ehi, calma, calma, ragioniamo. Capisco, è un momento difficile, forse ho detto qualcosa che ti ha urtato, ma ti prego, Angel, non fare cose di cui potresti pentirti-
- Non credo che mi pentirei di questo-  Angel si avvicinò con aria poco rassicurante e brandendo l’arma da taglio.
Spike non stette a pensarci su troppo, capì che non era il caso di discutere ed imboccò l’uscita a tutta velocità, infilandosi nel sottoscala e aprendo la porta della cantina ci si infilò dentro richiudendola dietro di sé. Con le orecchie appiccicate alla porta ascoltava Angel che lo sfidava a farsi vedere ma i passi si allontanavano.
- Se ne è andato, che imbecille!-  sentenziò prima di accendersi una sigaretta.
- Non lo sai che il fumo fa male?-  chiese una voce venuta fuori dal nulla.
Il vampiro si guardò attorno. Ma non vide nulla e nessuno.
- Chi è ? Che scherzo è? – disse a voce alta ed agitata.
Poi dal nulla una forma ectoplasmatica emerse.
- Lascia che mi presenti. Mi chiamo Tavros, il monaco.-


Faith e le altre ragazze avevano iniziato le ricerche nella zona in cui era avvenuto l’agguato dove era stato ferita Kennedy. Non era ancora tramontato, e queste gli permetteva il vantaggio di trovare il covo e magari distruggerlo prima che i vampiri fossero al culmine della loro potenza, altrimenti le cose potevano diventare più difficili e pericolose.
- Ferme!-  disse Kennedy ad un tratto-  E’ stato qui. E’ da qui che venivano-  La ragazza indicò una stretta porta di ferro da cui si entrava in uno dei tanti edifici abbandonati e cadenti di quella zona di Los Angeles.
- Se è qui non sarà facile entrare-  constatò Faith dopo aver provato se la porta era chiusa e lo spessore del metallo – Dovremo entrare dalla finestra, ma questo potrebbe toglierci delle utili vie di fuga-
- Spostatevi!-  il tono perentorio con cui Willow pronunciò questa frase indusse le due cacciatrici a togliersi da dove si trovavano e spostarsi di qualche passo a destra della porta metallica, lasciando spazio alla strega dai capelli rossi.
Willow distese le braccia in avanti e genuflesse il corpo all’indietro, in un equilibrio instabile e quasi inspiegabile, poi riportò in avanti il busto e gridò -  Apriti!-
Lentamente, cigolando, la porta si aprì sotto gli occhi meravigliati delle altre due ragazze.-
- Wow! Alle volte mi dimentico di quanto tu sia potente-  disse estasiata Kennedy.
- Ha fatto un bel colpo la rossa, ma non è il caso di bagnarsi per così poco. Su andiamo!-  ribatté Faith sarcastica.
Le tre ragazze varcarono la porta, Faith davanti e, a chiudere, Willow.
Si inoltrarono nel buio di quel ambiente fatiscente, rischiarato solo dal sole calante che entrava dalla porta aperta.

Spike osservò la forma ectoplasmatica di fronte a lui. Non era perfettamente formata, era grigiastra, ma poteva scorgere una figura che ricordava quella di un monaco, un uomo di non alta statura con una barbetta e l’aspetto un po’ ingobbito.
- Non sembra che te la passi tanto bene, amico-
- No, ho visto giorni migliori, ma anche peggiori-
- Non sei l’unico, qui-  Spike fece un altro tiro di sigaretta-
- So chi sei, e qual è il tuo scopo-  disse Tavros con voce cavernosa.
- Addirittura. E quale sarebbe il mio scopo?-
- Il mio stesso scopo. Recuperare quel medaglione.-
- Non so di quale medaglione tu stia parlando.-
- Ma quelli della Wolfram&Hart lo sanno. E non penso che si accontenteranno di qualche scusa banale. Se non ti uccide Angel, lo faranno loro-
- E’ da vedersi.- Spike fece per uscire.
- Sicuro di voler uscire? Angel ti sta aspettando…-
- Hai ragione, aspetterò un po’. Dimmi un po’ di te. Come mai questo aspetto…sì, insomma, questo aspetto ripugnante-
Gli occhi di Tavros fiammeggiarono nell’oscurità della cantina.
- E’ stata Faith, e quell’altra peccatrice. Sono state loro, ma avranno quello che gli spetta!-
- Senti ectoplasma, non so bene chi tu sia e cosa voglia da me, ma quello di cui sono certo è che le ragazze sono mie amiche, come lo è Angel. Certo abbiamo le nostre discussioni, ma alla fine ci intendiamo, per cui adesso ti lascio qui e vedi di non seguirmi-
- E come pensi di cavartela con la Wolfram&Hart?-
La domanda bloccò Spike per l’ennesima volta sulla soglia della porta. Il vampiro ci pensò su un attimo e poi disse. –Penso che parlerò con i ragazzi. Quelli hanno minacciato Buffy e Dawn, e meritano una lezione. Cavoli, sono un vampiro, ma non un lestofante. Non tradirò mai gli amici con i quali ho combattuto a lungo!-
- Questo è quello che pensi tu!-  esclamò Tavros.
Spike stava per replicare ma qualcosa lo bloccò. I muscoli gli si irrigidirono improvvisamente, dalla bocca non gli usciva più un suono. Nel mentre la figura fantasmatica che gli stava di fronte si era smaterializzata per ricomporsi a pochi centimetri da lui sotto forma di una specie di melassa grigiastra. Spike voleva chiudere la bocca ma non ci riusciva. La melassa gli si infilò nella cavità orale e andò giù nelle viscere spandendosi nel suo essere. Spike iniziò a tossire, doveva vomitare se non voleva morire soffocato.
Barcollando iniziò a camminare, inciampò per terra, cercò di rialzarsi, poi il corpo gli si irrigidì come se fosse morto. Morto sul serio.
Trascorse un po’ di tempo. Poi Spike si alzò, si stirò come si fa la mattina appena svegli. Iniziò a toccarsi come se fosse stata addormentato per un tempo immemore, o come se fosse stato paralizzato per molti anni.
- Che bello, un corpo nuovo!. Atletico, magro, giovane. Ci ho guadagnato dal cambio. Ma presto avrò di nuovo il mio vero corpo. E tutto il mio antico potere-
Sogghignando il nuovo Spike si avvicinò alla porta della cantina e la aprì.


-  Di qui-  bisbigliò Faith alle altre aprendo una porta che dava in un’ampia stanza. Un fetore immondo salì per le narici delle ragazze.
- Bleah-  commentò disgustata Kennedy.
- Tieni questo e caricalo-  Faith passò l’arco a Willow e impugnò il suo pugnale, mentre ispezionava la stanza. Spostò uno dei lerci materassi che erano per terra e qualcosa balzò fuori squittendo
- Ah! –Urlò Kennedy
- Shh. Ma sei impazzita? – Faith le aveva chiuso prontamente la bocca - Erano solo dei fottuti topi-
- Scusa non accadrà più-
- Certo che no-  rispose una voce da un punto imprecisato.
Un vampiro si lanciò verso Faith, e la ragazza fu molto veloce nel reagire, nell’evitare l’attacco e nel contrattaccare buttando per terra l’aggressore e colpendolo con il coltello.
- Ci siamo!- disse rivolta alle altre due.
Faith avanzò verso la stanza successiva da dove presumibilmente era spuntato il vampiro. L’intuizione era giusta, difatti un altro le si parò davanti, Veloce, Willow, scagliò una freccia verso di lui, che però la evitò. Nel fare questo movimento però si distrasse e si avvicinò troppo a Faith, che fu lesta ad attaccarlo e colpirlo al cuore.
- Visto?-  disse girandosi verso le colleghe con l’aria tranquilla, quasi spavalda-  E’ come bere un bicchiere d’acqua, Dai Ken, all’attacco!!-
Così dicendo si precipitò dentro la stanza, seguita da Kennedy.
Ma una volta entrate le due ragazze si trovarono circondate da diversi vampiri, evidentemente svegliati dai rumori dello scontro precedente.
Faith e Kennedy si guardarono in faccia.
- Come bere un bicchiere d’acqua eh?-
-  Beh, diciamo un Gin Tonic!-
Non ci fu tempo per altre battute perché i vampiri attaccarono velocemente e le due cacciatrici furono costrette sulla difensiva, riuscendo a malapena a parare gli attacchi, ma senza riuscire a colpire nei punti vitali gli avversari, che sembravano prendere coraggio.
Ad un certo punto Kennedy esclamò –Willow! dove sei Willow!
La risposta non si fece attendere. Abbandonati arco e freccia, non molto utili nella circostanza, la ragazza dai capelli rossi  era entrata nella stanza, decidendo di dare il suo apporto alla lotta.
Pronunciò qualche parola, seguite da un gesto veloce della mano e i vampiri sulla sinistra furono lanciati da una forza misteriosa contro il muro. Ripeté la stessa operazione con quelli a destra, e anch’essi furono buttati per terra.
- Tocca a noi adesso!-  esclamò Faith che si lanciò su quelli più vicini a lei colpendoli ferocemente e riducendoli in polvere. Kennedy estrasse finalmente la sua ascia e fece altrettanto. Solo uno riuscì  a fuggire ma Faith lo bloccò in tempo per la schiena e lo buttò contro il muro.
- Dov’è Thanatos, diccelo!-
- Non saprai niente da me, cacciatrice-
- Vuoi che ti riduca in polvere, forse?-
- Lo faresti lo stesso-
- Vero!-
- Ho io degli argomenti convincenti-  disse Kennedy che era sopraggiunta.
- Per esempio vedi questo?-  disse mostrando l’ascia al vampiro, mentre Faith gli teneva le mani dietro la schiena-  potrei usarlo così-
Kennedy colpì la caviglia del vampiro. Un fiotto di sangue uscì mentre il disgraziato urlava
- Fa male eh? Ma il piede non si è ancora staccato. Al secondo colpo, forse, si staccherà. Ma poi rimane l’altro, e le mani, le braccia…devo continuare?-
- No, per favore, ammazzatemi, ma fatelo in fretta-
- Dicci dov’è Thanatos, e ti liberiamo della tua non vita-  aggiunse Faith.
- Di sopra-
- Quanti vampiri con lui?-
- Credo nessuno. Forse la sua guardia del corpo.-
- Bene, come promesso ora-  Faith lo tenne fermo mentre Kennedy lo colpiva al cuore polverizzandolo.
Togliendosi la polvere ossea del vampiro di dosso Faith  disse all’indirizzo di Kennedy -  Sai, non ti facevo così trucida, mocciosa!-
- Sai, ho avuto una maestra imbattibile.-
- Ti riferisci a me, per caso?-
- Sì. Ma non è il caso che tu ti bagni per così poco-  ripose sorridendo ammiccante la moretta.
Faith rimase interdetta dalla risposta della ragazza
- Touché, direbbe Lorne-  commentò a bassa voce


Spike uscì dalla cantina, salì le scale ed entrò nella ampia Hall. Si guardò intorno, osservando attentamente i locali nei quali si trovava.
- Bene, questo è il famoso covo dei cacciatori di vampiri-  disse tra sé e sé.
Angel fece capolino dall’altra parte del salone. Teneva ancora la spada in mano, ma non sembrava determinato ad usarla.
- Ah, sei qui- disse avanzando verso di lui-  Volevo dirti che forse sono stato un po’ eccessivo. Anzi, senz’altro lo sono stato. Devo chiederti scusa. Non so cosa mi ha preso.-  disse scuotendo la testa.
- Non ti devi scusare. Momenti difficili che capitano a tutti-
Angel lo guardò incuriosito
- Che strana voce che hai, Spike-
Spike tossì violentemente
- Colpa di tutte queste sigarette che fumo!-
Estrasse il pacchetto e lo gettò con forza sul tavolo più vicino-
- Dovresti smettere, non sai che il fumo uccide?-  disse con una lieve ironia Angel.
-  E’ un problema che non si ha, quando si è immortali-
Angel gli lanciò un’occhiataccia. Ecco il punto debole, pensò il nuovo Spike.
- Sai ripensandoci, devo dire che non avevi tutti i torti.-
- A che proposito?-  chiese con aria sospettosa Angel
- A proposito del discorso di prima. Credo anch’io che Faith non abbia più una grande stima di te. Altrimenti non sarebbe andata a caccia portandosi dietro quelle due imbranate.-
- Dici?-  chiese con aria angosciata Angel
- Sì caro amico, purtroppo mi sa che i tuoi dubbi erano sensati. Credo proprio che si sia stancata di te-
Angel lo guardò annuendo. – Non mi ama più. Non mi desidera più. Mi considera una palla al piede. Ti prego Spike, fa qualcosa!-
- Io posso fare qualcosa per te, ma tu devi fare qualcosa per me. Un equo scambio-
- Va bene, dimmi cosa vuoi?-
- C’è una cosa che dovrebbe essere custodita qui. Un medaglione. Ne ho sentito parlare e mi piacerebbe tanto vederlo; Sai dove posso trovarlo?-
Angel ci pensò su un attimo, poi disse-  Ah, sì! Il medaglione di quel pazzo monaco. Credo che ce l’abbia Willow. E’ nella sua stanza-
- E che numero di stanza è?-
Angel si alzò dalla poltroncina dove si era seduto, afferrò di nuovo la spada e la puntò al collo di Spike.
- Eh, no, conosco i tuoi trucchi. Adesso devi fare quello che tu sai. Se no…niente più Spike!-
- Va bene, calmati, posa quell’arma-
Angel adagiò la spada sul tavolo. Spike gli prese il collo tra le mani e lo morse.
- Ah, non ricordavo facesse così male-  urlò Angel.
- Adesso tocca a me-  Spike si incise con un’unghia il polso e lo porse  ad Angel
- E adesso bevi!-
Angel non se lo fece dire due volte e bevve avidamente il sangue del vampiro.
- Basta, basta! Mi vuoi uccidere?-
Angel si alzò con un’espressione estasiata. Spike si voltò, afferrò un bicchiere che era sul tavolo, si versò un goccio da una bottiglia che era lì, senza fare troppo caso al contenuto.
- Un po’ di cordiale per mandare giù il tuo sangue. E ora se mi vuoi dare quello che ti ho chiesto…-
- Eccotelo!-  Una sedia si fracassò sulla schiena di SPike mandandolo per terra svenuto.
- Spikuccio caro, ti devo dare una bella notizia. Angelus è tornato!-



Kennedy salì per prima le scale, seguita da Willow e poi da Faith, imbufalita per la troppa iniziativa che Kennedy stava prendendo. La scala era di metallo, di tipo a chiocciola, stretta stretta e sembrava dovesse crollare sotto il peso e, soprattutto, la velocità delle tre cacciatrici di vampiri.
Kennedy entrò in una stanza, agitò davanti a sé la scure
- Niente non c’è niente-
Faith ne approfittò e salì al piano successivo. Il suo istinto gli diceva che quella era proprio la stanza di Thanatos, ma che il vecchio e potente vampiro non era solo. Prima di essere polverizzato il vampiro gli aveva confessato che c’era una guardia del corpo.
 Almeno una.
 – Prudenza-  si disse Faith. Aspettò che giungessero le altre. Fece cenno a Willow di stare pronta con l’arco e a Kennedy di coprirla. Poi con una potente spallata buttò giù la porta e si precipitò dentro. Come previsto Thanatos, sempre che fosse stato in quella stanza, non era solo. Un enorme vampiro, talmente grosso che sembrava un orso, era pronto ad accogliere la cacciatrice e le sue compari. Il mostro afferrò Faith, che si divincolò disperatamente menando fendenti con il coltello. Ma il gigante non la mollava. Digrignando i denti e urlando la teneva per la manica sinistra del giubbetto. Faith colpiva, col coltello e i calci all’impazzata, colpi che nessuno avrebbe potuto sopportare, ma quella creatura bestiale, seppur scosso ce la faceva. Ad un certo punto il gigante cacciò un urlo. Una freccia si era conficcata nel suo occhio destro. Mollò la presa. Faith, che stava spingendo verso la parte opposta per divincolarsi, non essendo più tenuta finì per terra. Rapida Kennedy, che fino a quel momento non era intervenuta non sapendo bene cosa fare, si precipitò verso il mostro e lo colpì al ginocchio. Il vampiro gigante cadde, Kennedy lo colpì ancora, ma questi, con un movimento dell’enorme braccio, scaraventò per terra la cacciatrice, che perse l’ascia. Faith colse al volo il momento, sapeva che doveva essere rapida e spietata, si gettò in avanti e colpì il bestione proprio al cuore, nonostante il tentativo di questi di parare il colpo. Tuttavia egli trovò ancora la forza di un ultimo movimento disperato e Faith fu scaraventata via, cadendo pesantemente a terra a un paio di metri di distanza. Ma il coltello era rimasto nel cuore del bestione e questi, dopo un ultimo grido pieno di rabbia e paura, stramazzò al suolo riducendosi in polvere.
-  Come state? Tutto bene?- chiese Willow, preoccupata per le condizioni di salute delle sue compagne.
- Non così male-  disse rialzandosi Kennedy-  Tu, Faith?-
Non giunse risposta
- Ehi, Faith, tutto OK?-
Un lamento giunse dalla zona dove Faith era caduta. Barcollando la cacciatrice si alzò tenendosi la schiena
- Stai bene Faith?-
- Sì, come un porco in altalena!-  rispose Faith con una smorfia di dolore
- Bene, ce l’abbiamo fatta-  esclamò Willow
- Quello non era Thanatos, ma la sua guardia del corpo-
- E dove sarà allora Thanatos-  Chiese Kennedy
Una figura si stagliò nella penombra
- Mi cercavate?-

****

Lorne scese le scale. Vestito con un completo grigio su cui spiccava una cravatta rossa-
- Cos’è tutto questo baccano? Connor, Connor, sei tu Connor ? Quel ragazzo si sta prendendo troppe libertà!-
Guardandosi in giro però Lorne si rese conto che Connor non doveva centrare per niente, almeno questa volta. Sedie rovesciate e bicchieri rovesciati, persino bottiglie rotte.
Poi vide vicino al bancone della reception un corpo esanime per terra. Si avvicinò con cautela, mise una mano sulla spalla dell’uomo per terra e lo scosse, prima con prudenza, poi con più forza. Finalmente Spike dette segni di vita, si girò e lo guardò in modo strano
- Chi diavolo sei?-
- Non mi riconosci, sono Lorne-
- Ah, sì scusa Lorne. Ho preso una bella botta-
- Vedo. Chi è stato?-
- Angel-
- Angel?-
- Sì, proprio lui.-  disse Spike alzandosi in piedi e togliendo dal maglione scuro la polvere.
Lorne lo guardò incredulo-  E perché mai avrebbe dovuto fare questo?-
- Non so. Gelosia presumo-
- Accidenti-  Lorne scosse la testa-  Bisogna che gli parli. Le cose non stanno proprio andando bene ultimamente tra lui e Faith. E anche tu Spike dovresti evitare di avere certi atteggiamenti provocatori-
- Giuro che farò il bravo bambino. A proposito qual è la camera di Willow?-
- La 320? Perché?-
- Ah, niente, mi aveva chiesto di riparare la finestra.-
- Riparare la finestra?-
- Sì, questo vecchio hotel sta cadendo a pezzi. C’è una tapparella da riparare-
- Strano, non me ne ha parlato. Avrei chiamato il tapparellista-
- Non ce n’è bisogno -  disse Spike battendo la mano sulla spalla di Lorne-  me ne occupo io volentieri-
Il vampiro iniziò a salire le scale, nel mentre si mise a canticchiare un vecchio motivo degli Who
“No one Knows what it’s like to be the bad man, to be the sad man, behind blue eyes” Lorne si chiese dove aveva già sentito quel pezzo. Poi rimase come fulminato. Si girò verso la scala, vide i piedi di Spike che salivano gli ultimi gradini e poi scomparire.
- Che mi venga un colpo. Quello non era Spike!-  Lorne si guardò con aria smarrita intorno. Cercò di raccogliere mentalmente tutte le informazioni di cui disponeva. Aveva trovato Spike per terra in mezzo a quella che sembrava una rissa. Spike diceva che era stato aggredito da Angel, e però qualcosa gli diceva che quello non era Spike. Cosa stava per accadere all’Hyperion Hotel?
Per la prima volta da molto tempo Lorne si sentì sperduto e solo, come se fosse ancora in quell’odioso mondo da dove proveniva. Erano tutti via e non sapeva di chi poteva fidarsi. E se fosse stato un suo errore, se avesse “letto” male Spike? In mancanza di risposte sicure Lorne si avvicinò all’armadio della armi, afferrò una spada, la spada che generalmente usava Angel, poi si versò da bere un goccio di rum puro, si sedette e si mise ad aspettare.

****

Faith, Kennedy e Willow guardarono la figura che stava in mezzo al locale. Alto, calvo, vestito di nero, aveva un’aria imponente. Era il più antico vampiro di Los Angeles. Questo è quello che lui diceva, ed è quello che si diceva di lui.  
Thanatos guardò ad una ad una le tre ragazze, poi il suo sguardo si soffermò su Faith.
- Sei venuta a cercarmi, alla fine, cacciatrice-  Thanatos pronunciò questa frase con la sua voce cavernosa, in cui si poteva leggere qualcosa di diverso dal solo odio e dalla sola arroganza. Forse una punta di paura, o di rassegnazione.
Faith rimase in silenzio per un attimo, poi replicò
- Te l’avevo promesso, e ci tengo a mantenere le promesse-
- E ti sei portata qui le tue amiche-
- Sì, spero non ti dispiaccia-
Una sorta di sorriso amaro si dipinse sul volto rugoso dell’antico vampiro. Egli avanzò ancora di un passo. Kennedy fece un movimento con l’ascia ma Faith fece cenno di fermarsi.
- Non credo che siate qui per una visita di cortesia-
- Lo sai perché siamo qui.-
- Ah sì, certo, uccidere il cattivo vampiro che terrorizza Los Angeles da tempo immemorabile.-
- Proprio così-
-  Dovremmo batterci tu ed io, queste le regole-
- Prima c’erano una dozzina di vampiri che ci attaccavano, e nessuno ha citato delle regole. Comunque sta bene. Battiamoci-
- Prima di iniziare ti devo dire una cosa, anche se non ci crederai. Non sono io il vero pericolo da cui ti devi guardare. Non sono io-
Faith non riuscì a capire cosa volesse dire con questa frase. Ma non era il momento di meditare.
Era il momento di combattere.
Il vampiro si girò leggermente di lato e si slacciò il colletto del grande mantello nero che indossava. Faith mise la mano al pugnale e si preparò a battersi. Kennedy e Willow si fecero un attimo in disparte, pronte comunque ad intervenire se le cose fossero andate male.
Thanatos rapido si levò il mantello e con un solo gesto lo gettò addosso a Faith, poi si precipitò addosso alla ragazza, Faith riuscì in qualche modo a togliersi di dosso il mantello, ma ormai il vampiro le era addosso. Riuscì con l’avambraccio a parare il colpo e a fermare la mandibola di Thanatos, impedendogli un morso che sarebbe stato fatale. Il vampiro era infatti dotato di denti di misura eccezionale perfino per uno della sua razza. Intanto Kennedy, vista la scorrettezza di Thanatos, si era gettata nella mischia e  aveva colpito il vampiro alla gamba.
Urlando il vampiro si liberò di Faith con una spinta e rivolse l’attenzione a Kennedy, che stava per colpirlo di nuovo con l’ascia, questa volta ad altezza della testa
- Muori bastardo!-
Thanatos fu rapido abbastanza da bloccare l’attacco. Con la mano bloccò il polso della  vice cacciatrice, con l’altro braccio afferrò il gomito di Kennedy e lo spinse verso di sé . Kennedy urlò dal dolore e lasciò cadere l’ascia. Thanatos allora la strinse per la gola e la issò in alto, i piedi della ragazza si agitavano nel vuoto, mentre la mano del vampiro di stringeva sempre di più.
- Bastardo a chi?-
Una freccia scagliata da willow lo colpì al torace sul lato destro, distraendolo per un attimo e facendogli mollare leggermente la presa su Kennedy che riuscì a respirare. Ma era soprattutto dalla sua sinistra che Thanatos avrebbe dovuto guardarsi. Faith si era ripresa e si scagliò a peso morto contro di lui. Sotto il peso di Faith l’antico demone dovette mollare la presa. Kennedy finì per terra, ma almeno libera dalla mortale stretta di Thanatos  Faith cercava di colpire l’avversario col coltello. I due si rotolarono in un corpo a corpo furioso.  Fortunatamente Faith riuscì ad issarsi sull’avversario, e cercò di dargli il colpo risolutivo, ma quel demonio era rapidissimo e bloccò il polso della cacciatrice, Cercò di fare lo stesso trucco che gli era riuscito con Kennedy, ma Faith aveva imparato la lezione, e anche lei riuscì a bloccare l’altro braccio del vampiro, prima che questi si stringesse attorno al suo collo.
- Sembra che siamo in una situazione di stallo, cacciatrice.-
-  Risparmia il fiato, bastardo-
-  Siete un po’ ripetitive voi ragazze, e anche maleducate-
-  Ma a chi vuoi fare lezione di educazione?-
- Tutto qui cacciatrice? Posso andare avanti tutta notte, io.-
- Non ne avrai il tempo-
Una voce venne dall’alto. Willow aveva impugnato l’ascia, abbandonata da Kennedy ancora dolorante,.
Thanatos ebbe solo il tempo di volgere lo sguardo verso la ragazza dai capelli rossi, poi la scura si abbatté sul suo collo. Faith si tolse da sopra finalmente libera. Il corpo del vampiro si stava dissolvendo. Istintivamente lasciò cadere il coltello e abbracciò Willow.
-  Sei stata forte Will, non so come ringraziarti-
Willow sorrise-  E’ stato un piacere, ma ora…-  il suo sguardo andò verso Kennedy, ancora a terra, si teneva il braccio. Le due ragazze la soccorsero.
- Accipicchia Ken, non è il tuo periodo fortunato-
- E’ morto, quel bastardo?-
- Sì direi di sì-  Faith lanciò un’ultima occhiata verso i resti in putrefazione di quello che era stato un antico vampiro-  E stata Willow ad ucciderlo. Ce l’abbiamo fatta-
Kennedy sorrise stanca
- Sei grande Will. E ora per favore, portatemi via da questo posto fetido-
 

Hyperion Hotel  
venerdì 10,30 PM

Lorne aprì la porta:
- Non avete visto il cartello? Siamo chiusi!-  Si rese alfine conto di chi aveva davanti
- Oh, ragazze siete voi! Prego entrate, entrate pure!-
- Ciao Lorne. Kennedy è ferita-
- Sta diventando un’abitudine-
- Niente di grave Lorne, stavolta-  disse Kennedy con un sorriso stentoreo mentre Willow la aiutava ad entrare.
- Ma che è successo qui?-  Disse Faith osservando il disastro che era la Hall dell’ex Hotel. Sedie rotte, cocci di bottiglia e bicchieri per terra facevano bella mostra di sé.
- Anche tu mi sembri malconcio-  disse Faith  osservando una ferita lacero- contusa sulla fronte di Lorne.- Ci vuoi spiegare che diavolo è successo?-
- Venite di su e vi racconterò tutto-  
I quattro salirono le scale e si diressero al  baretto.
Faith era rimasta un po’ più indietro, e prima di entrare nel bar sentì una voce chiamarla.
- Faith, ehi Faith-
Si voltò
- Ciao Angel, non pensavo fossi qui-
Angel sorrise, denotando una ritrovata sicurezza
- Certo che sono qui, Ti aspettavo. Tutto bene?-
- Sì, qualche graffio. Kennedy ha un braccio fuori uso, non vorrei che fosse rotto.-
- Uh, un braccio rotto, come mi spiace-  disse Angel accennando un sorriso sarcastico
- Comunque abbiamo vinto-  aggiunse Faith, che incominciava  ad intravedere qualcosa di strano nel comportamento di Angel-  Abbiamo ucciso Thanatos.
- Bene, sono contento. Uno di meno. Non vuoi venire da me a festeggiare-  disse spalancando le braccia.
Faith si avvicinò, un po’ indecisa.
- Non sei arrabbiato perché ti ho lasciato a casa, vero?-
- Oh ma no! Che dici mai, anzi mi hai fatto un grosso favore a non farti venire con te!-
- Dici sul serio-
- Dai su, abbracciami bambina, non farmi aspettare-
Faith notò qualcosa di diverso a questo punto
- I tuoi capelli…non sono più…-
-  I miei capelli…-
- E anche i tuoi occhi…sei diverso…-
Alle spalle di Faith risuonò la voce di Lorne
- Faith. allontanati da lui, presto!-
Faith fece un passo indietro. Troppo tardi.
Angelus la afferrò stringendola a sé.
- Perché non vuoi abbracciarmi, Non ti piaccio più forse?-
- Tu, tu non sei Angel-
- Come no. Sono io, non mi riconosci.?-
- Sei cambiato tu sei…
- DI nuovo un vampiro? Non è quello che volevi dolcezza?-
Angelus fece un movimento con la testa sfoderando i denti aguzzi, ma Faith riuscì con una spinta a scrollarselo di dosso, respingendolo più in là.
- Cosa è successo, dimmelo!-
- Devo arguire che non ti piaccio più. Ragazzina, sei proprio incontentabile. - Disse Angelus che aveva assunto ormai il suo aspetto da vampiro.
- Faith! viene via da lì-  urlò ancora Lorne alle sue spalle
Angelus aveva preso un vecchio mobile e l’aveva scagliato verso Faith
La ragazza evitò il colpo e si mise in posizione da combattimento.
- Perché Angel, perché?-  
- Tu che dici?-
Faith lo guardò con uno sguardo pieno di disperazione
-  Ci rivedremo!-  urlò Angelus con un sorriso sprezzante. Si diresse rapidamente verso la finestra in fondo al corridoio e saltò dentro, rompendo il vetro e scomparendo alla vista
- Lorne!-  disse Faith girandosi verso il suo vecchio amico- Cosa è successo?-
- Un disastro, Faith, ecco cosa è successo, un disastro. E siamo solo all’inizio-

 

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Capitolo 6
*** Rimorsi ***


Episodio 6
Rimorsi


Spike si svegliò. Da quanto tempo era stato addormentato? Sembrava che il suo corpo fosse stato immobile per giorni, forse mesi o anni. “Che idea stupida!” pensò. L’ultima cosa che ricordava era che si trovava nella cantina dell’Hyperion, Angel gli dava la caccia. Che inutile idiota che era diventato! Idiota lo era sempre stato ma adesso era pure diventato inutile. E patetico.
Quell’idea che Faith non lo volesse più perché era diventato umano…
Certo, da Faith c’era da aspettarsi di tutto. Era una cacciatrice.
Come Buffy.
Il pensiero di Buffy lo innervosì, si frugò nelle tasche, alla ricerca delle sigarette. Dove le aveva cacciate?
A quel punto iniziò a guardarsi attorno. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Doveva proprio essere rimbambito. Quella non era la cantina dell’Hyperion. Non che conoscesse a memoria la cantina dell’Hyperion, ma adesso che guardava bene, quella non poteva essere la cantina dell’Hyperion. Era un ambiente molto più ampio. E poi dove era la porta?
No, quella non era per nulla la cantina dell’Hotel, anzi non era proprio una cantina.
Sembrava più simile ad un chiostro di un convento, o a qualcosa del genere. Probabilmente era finito in qualche chiesa sconsacrata. Chissà per quale motivo.
Ma, soprattutto, si chiedeva come avesse fatto a finire in quel luogo. Probabilmente sì era ubriacato ed era finito lì,  chissà per quale strada. Era l’unica spiegazione.
Eppure la sua bocca non sapeva di Rum o Wishki. Era un sapore molto più dolce, un sapore che non gustava da tempo. Si passò la lingua sulle labbra e il dubbio iniziò a diventare certezza.
Cercò una sorgente di luce per guardarsi le mani, andò a tentoni nel buio, trovò una candela.
Frugò nuovamente nelle tasche. Non aveva le sigarette, ma l’accendino, almeno quello, doveva avercelo. Finalmente lo trovò, lo estrasse e accese la candela.
La fioca luce gli illuminò le mani.
Erano sporche di sangue.
****
- Come è successo che Angel sia tornato un vampiro, peggio è tornato ad essere Angelus!-  chiese Faith a Lorne. Il suo tono di voce manifestava tutta l’agitazione e lo sconforto del momento.
Willow e Kennedy, quest’ultima impegnata a  massaggiarsi il braccio dolorante, avevano gli occhi fissi su Lorne.
- Non so veramente come sia successo, ma non è l’unica cosa strana che sia accaduta-  Disse Lorne versandosi da bere.
- E cioè?-  chiese Faith sempre più agitata.
- E’ una storia lunga-  Lorne si portò il bicchiere alla bocca.
- Allora vuoi dirci che cavolo è successo o vuoi bere?-  urlò Faith, poi strappò  il bicchiere dalle mani di Lorne e lo scagliò lontano.
Il bicchiere andò in frantumi, spargendo il contenuto sul pavimento.
Willow la afferrò per le spalle-  Calmati, adesso Lorne ci dirà tutto. E’ scosso come tutti noi.-
Lorne si sedette, cercando di tenersi lontano da Faith.
- Capisco la tua agitazione, cioccolatino, ma non sono io il responsabile di quello che è accaduto. Quello che so è questo. Sono sceso giù nella Hall qualche ora fa, avevo sentito del trambusto. Vedo il casino che avete visto voi, e vedo Spike per terra, come svenuto. Lo rialzo, lui praticamente non mi riconosce. Gli chiedo cosa è successo e lui dice che Angel l’ha colpito. Poi sale le scale. -
- Dov’era diretto?-
- Non so, credo da Willow-
- Da me?-
- Proprio così biscottino, mi ha chiesto il tuo numero di stanza, ha detto che c’era una tapparella da aggiustare-
- Tapparella, quale tapparella?-
- Fallo finire!-
- Comunque sia lo sento cantare una canzone, e, mi venisse un colpo, capisco che quello non è Spike. O almeno, non è il solito Spike.-
Lorne si fermò un attimo afferrò la bottiglia e, tenendo sotto osservazione Faith , si versò da bere.
- Continua-
- Ho aspettato di giù, ho preso la spada di Angel, non mi sentivo sicuro.
Poi è arrivato Angel, o quello che io pensavo Angel. Mi ha chiesto dove eravate. Gli ho detto che avrebbe dovuto saperlo.  Gli ho chiesto cosa era successo tra lui e Spike. Lui ha detto che non era successo niente. Gli ho detto che non gli credevo. A quel punto ha cercato di aggredirmi. Gli ho fatto vedere la spada e lui se ne è andato via. Poi siete arrivati voi-
- E Spike?-
- Non  l’ho più visto. Ma non credo sia ancora qui.-
Faith si lasciò andare sulla sedia, le braccia inerti lungo i fianchi come svuotata di energia.
- Come può essere successo?-
- Ma siamo proprio sicuri che Angel sia tornato Angelus?-  chiese Kennedy
- Temo proprio di sì. Ha aggredito me e Faith, e deve aver fatto lo stesso con Spike-
Tutti tacquero per un periodo che sembrò lunghissimo. Poi fu Faith a rompere il silenzio
- E’ stato Spike!-
- Non dirai sul serio?-  chiese Willow.
- Penso anch’io che sia stato Spike-  aggiunse Kennedy-  solo non capisco il perché-
- Perché è venuto qui Spike?-
- Non so, problemi personali-  le rispose Kennedy
- Già, che tipo di problemi? Lui mi ha accennato a qualcosa con B, ma non può essere solo questo-
A quel punto Willow si ricordò di un particolare nel racconto di Lorne.
- Scusa Lorne, ma Spike ti ha chiesto il mio numero di stanza?-
- Sì esatto. Mi ha parlato di una tapparella rotta e…-
- Non ci sono tapparelle nella mia stanza, ma persiane-
- Vuoi dire che…?-
- Stava cercando qualcosa nella mia stanza!-
Negli occhi dei presenti si leggeva lo sconcerto e la paura
- Il medaglione!-  gridò Willow precipitandosi immediatamente verso il suo alloggio seguita da Kennedy-
Faith e Lorne rimasero soli. Nessuno osava dire alcunché.
Faith fece una smorfia, poi disse.
- Scusa per prima, ero nervosa. Questa storia mi sta mandando fuori di testa-
Lorne le prese le mani stringendole con affetto-  Sono sicuro che tutto si sistemerà-
- Speriamo solo che non sia come temo-  sospirò la cacciatrice.
Willow e Kennedy tornarono di gran corsa
- E’ come temevamo!- disse la strega dai capelli rossi-  Il medaglione non c’è più. Qualcuno lo ha preso-
- E’ stato Spike-  disse risoluta Kennedy
- Potrebbe anche essere stato Angelus-  obiettò Lorne.
- No, è stato Spike, è evidente-  aggiunse Faith- Spike ha morso Angel tramutandolo di nuovo in Angelus e poi ha preso il medaglione.-
- Ma perché dovrebbe aver fatto questo?-  chiese sconcertata Willow-  tanto più che lui ha sempre odiato la magia, e quello è un medaglione magico-
- Peggio: è un medaglione che mette in contatto il mondo dei vivi e quello dei morti-  proseguì Lorne-  io sono comunque convinto di una cosa: quello non era Spike. Non lo Spike che conosciamo.
- Cosa intendi dire?-  chiese Faith
- Non so dirlo con precisione, ma è come se la personalità di Spike risultasse annebbiata. C’è un'altra personalità dentro di lui che ha preso il sopravvento-
- Forse anche lui ha perduto l’anima-  ipotizzò Willow
- E come è accaduto questo?. No, ci sono troppe cose che non quadrano-
- Io a dire il vero un ipotesi ce l’avrei…-  disse Lorne alzandosi in piedi e camminando con aria meditativa. Le ragazze seguirono con lo sguardo Lorne che si era messo a girare attorno al tavolo come un avvoltoio attorno alla preda.
- Allora Lorne, vuoi fermarti e dire quello che sai o mi devo arrabbiare di nuovo con te?-  disse con voce decisamente alta Faith.
Lorne si fermò di colpo
- E va bene. Promettete però che non vi arrabbierete per quello che sto per dirvi-
- No,certo, no. - Lo rassicurò Willow
- Tu inizia a dirlo e poi vedremo se arrabbiarci o meno-
- Credo che quello che sta succedendo abbia qualcosa a che fare con il rito con il quale tu sei tornata, Faith-
***
- Sangue! le mie mani sono sporche di sangue!-
Spike non poteva credere a quello che aveva di fronte, ma l’evidenza dei fatti era innegabile.
Cosa aveva fatto? E perché?
Aveva ucciso, su questo non c’ erano dubbi. Ma chi, e in quali circostanze?
Non solo aveva ucciso, ma si era anche nutrito di sangue.
Sangue umano, caldo e dolce.
E ora cosa poteva fare? E cosa poteva fare con quelli della Wolfram&Hart. Tra poco quelli si sarebbero fatti vivi, e avrebbero preteso il medaglione. E lui non ce l’aveva.
Poi avvertì un rigonfiamento sotto la giacca. Mise la mano all’interno e sentì un oggetto duro e dalla forma circolare. Lo estrasse. Alla fioca luce della candela poté osservare l’oggetto,
Un medaglione dalla forma ovale.
Fu preso dal panico.
Doveva nasconderlo da qualche parte. Non poteva tornare all’Hotel e dire –Scusate ho rubato questo!-
E non gli andava di consegnarlo alla Wolfram&Hart.
L’unica cosa era nasconderlo. Al resto avrebbe pensato più tardi.
Cercò un posto sicuro. Scostò una lastra di pietra che faceva da coperchio ad una vecchia tomba  e lo lasciò cadere dentro: guardò se ci fosse qualche iscrizione per ricordarsi dove l’aveva messo. Sulla parte davanti della tomba erano scolpiti due unicorni. Bene, due unicorni, si disse Spike cercando di fissare nella sua mente questo particolare. “Certo che se non so dove mi trovo sarà difficile ritornarci qui.” Ma adesso era tempo di pensare alla Wolfram&Hart,
****
- Sei sicuro di quello che dici ? chiese Willow a Lorne.
- Io non credo affatto cha sia così Lorne!-  rincarò la dose Faith-  Non vedo proprio cosa c’entra il rito con il fatto che Spike sia un figlio di buona donna o che Angel sia impazzito!-
- Già però chi ha voluto ospitare quel figlio di buona donna, Faith?-  intervenne Kennedy che fino a quel momento era stata da parte ma che adesso stava per tirare fuori tutto il suo malumore per come si erano messe le cose
- Che dici, Kennedy, Spike non l’ho invitato io, è lui che è venuto qua, che dovevamo fare, buttarlo fuori? Non è un estraneo!-
- Sì ma è un vampiro senz’anima! E tu l’hai fatto entrare!-
- Non è vero, Kennedy ti sbagli, anche Spike ha l’anima, e poi ci ha aiutato tante volte-  intervenne Willow cercando di calmare la sua ragazza.
- Signore! Vi prego!-  La voce di Lorne sopravanzò quelle delle tre ragazze. Il tono era calmo, al solito, ma deciso.-  Non facciamoci prendere dal nervosismo. Possiamo discutere con tranquillità. Se ho detto quello che ho detto è perché so delle cose-  
Lo sguardo di Lorne si posò su Faith per poi passare su Willow.
- Come tu di certo non ignorerai-  disse rivolgendosi alla strega Wicca-  Quando si apre un portale con un’altra dimensione, si rischia che qualcosa di non voluto giunga nella nostra dimensione. Ora, facendo resuscitare Faith, hai aperto un portale, ed è probabile, per non dire sicuro che qualcosa sia giunto qui, oltre alla nostra amica cacciatrice. Del resto, mia cara streghetta, tu stessa mi dicesti che nutrivi dubbi sul far tornare Faith, perché conoscevi questo pericolo-
Willow sospirò profondamente. Un velo di tristezza passò sui suoi occhi verdi.
- E’ vero. Io avevo dei dubbi su quel rito. Anzi non volevo farlo, ma tu sai in quale situazione eravamo, rischiavamo di essere annientati, se non avessi richiamato Faith.-  Poi si girò verso Kennedy-  Anche tu saresti morta. E Thanatos avrebbe trionfato-
- E adesso invece è cenere-  conclusa orgogliosa Faith.
Kennedy abbassò lo sguardo.
- Ma cosa può essere arrivato qui?- chiese Faith
- Qualcosa o qualcuno che era interessato a quel medaglione, suppongo-  rispose Lorne
Willow spalancò la bocca in un’espressione tra lo stupito e lo spaventato- Ehi ragazzi, ma non sarà mica tornato…-
- Tavros!-  conclusero la frase all’unisono Faith e Kennedy.
Gli sguardi delle due cacciatrici e di Willow si concentrarono su Lorne.
Il buono e saggio demone di Pylea assentì con aria severa.
- Temo proprio di sì. E credo che il suo spirito si sia impadronito di Spike. E del medaglione.Oltre ad aver fatto impazzire Angel. E se è così, e temo proprio che lo sia, ci aspettano tempi molto difficili.-

***
Faith si aggirava inquieta nella sua stanza, come una tigre in gabbia. Aveva provato a dormire e riposarsi, ma proprio non le riusciva di prendere sonno, nonostante la fatica accumulata nella battaglia contro Thanatos e i suoi vampiri.
Avrebbe voluto festeggiare quella vittoria. Lei e le altre ragazze avevano debellato la più grossa minaccia vampirica che gravava su Los Angeles. Doveva riconoscere che in fondo Thanatos e i suoi non erano questo granché, ma comunque stavano rialzando la cresta. E avrebbero potuto provocare molte stragi. Era una grande vittoria, aver posto fine alla vita ultracentenaria di un vampiro del genere, ma non poteva essere soddisfatta.
Sperava di poter riappacificarsi con Angel e festeggiare con lui ed invece…Angel trasformato di nuovo in Angelus, o forse in qualcosa di ancora più maligno e temibile.
E Spike? Davvero Spike era posseduto dallo spirito di Tavros?  E il medaglione, con quel suo enorme potere, in quali mani era? Faith era convinta che, in qualche modo, in tutto ciò ci fosse lo zampino della Wolfram&Hart.
Quei maledetti avvocati! Forse non era come diceva Lorne, forse era stata la Wolfram & Hart a richiamare Tavros, e lui si era impossessato di Spike. Faith cercava di convincersi di questo perché se fosse stato vera l’ipotesi che avevano avanzato Lorne e Willow, allora…
Allora sarebbe stata lei la causa di tutto. Era lei che aveva voluto tornare tra i vivi, e se si era trascinata dietro anche Tavros, beh allora avrebbe dovuto rimediare in qualche modo.
Comunque si doveva rimediare. Ora c’erano due vampiri agguerriti ed incontrollabili per le vie di Los Angeles, o chissà dove.
Per ironia aveva eliminato un vampiro e ora ce ne erano due in più.
Se fossero stati vampiri qualsiasi Faith avrebbe raccolto la sfida con passione ed ardore. Sarebbero state due tacche in più sul suo paletto
Ma si trattava di Spike ed Angel, che erano suoi amici, anzi, nel caso di Angel molto di più che amici.
Cosa doveva fare? Ci sarà stato il modo per evitare lo scontro, perché lei sapeva che, se si fosse giunto a questo, allora non ci sarebbero state alternative. Si doveva vincere o morire.
E lei era una cacciatrice, non poteva fare sconti a nessuno. Le avevano raccontato di quando Buffy aveva dovuto uccidere Angel, divenuto Angelus, e di come le esitazioni della sua amica/nemica avessero causato la morte di altre persone.
Non si poteva esitare, era una lotta per la vita e la morte. Avrebbe dovuto accertarsi se Angel era veramente diventato cattivo, ma se la risposta fosse stata positiva, non ci sarebbero state vie di fuga.
O vincere o morire.
Si alzò dal letto e prese in mano il suo fedele coltello, se lo girò tra le mani accarezzando la lama tagliente.
Si perse per un istante dietro pensieri ed emozioni incontrollabili. Le sue mani strinsero forte la lama.
“perché perché, perché io…perché proprio io?” si chiese, dubitando, forse per la prima volta in vita sua, della sua missione.
Un dolore la riportò alla realtà. Si guardò le mani. Si era tagliata. Un rivolo di sangue scese e bagnò la superficie bianca delle lenzuola del suo letto.
***
- Allora Mr Spike, come procede il lavoro?-  Chiese l’avvocato della Wolfram&Hart. Si trattava di un tipo dall’aspetto massiccio, con due baffi ben curati, di statura medio bassa. Era accompagnato da un tizio invece smilzo, dalla figura sottile, anch’egli con due baffetti appena accennati e i capelli impomatati.
- Ah, bene, bene-
- Per caso ha già avuto modo di vedere dove è il medaglione-
- Oh certo. Anzi direi che mi sono messo in avanti con il lavoro…-
- E cioè?-  chiese sempre l’avvocato massiccio.
- Ho trasformato di nuovo Angel in un vampiro -
- Ah-  fece sorpreso quello girandosi verso il collega.
- Non era previsto. Dici che all’ufficio saranno contenti?-
- Penso che si tratti di una buona notizia-  rispose l’altro.
- Una buona notizia-  confermò il primo guardando Spike con aria soddisfatta
- Pensa di procurarsi il medaglione in breve tempo?-
- Oh ma io l’ho già preso!-
- Ah, fantastico, lo possiamo vedere?-
- Certo certo, di qui, prego-  Spike invitò i due a seguirlo.
Dopo pochi passi Spike si fermò e disse-  E’ proprio dietro all’angolo.
- Dietro all’angolo?-
- Già proprio così-
Il primo si diresse nella direzione indicata dal vampiro, seguito dal secondo. Spike però lo fermò posandogli la mano sulla spalla.
- Scusa -
L’altro si fermò e guardò Spike con aria interrogativa-
- Sì?-
Spike lo afferrò per il collo e glielo girò. Il suono delle ossa che si rompevano risuonò secco.
Il corpo cadde per terra senza vita.
- Che cosa?-  chiese il massiccio.
- Il suo collega ha avuto un contrattempo-  Spike sorrideva serafico.
- Willie? Ehi Willie!-
- Oh, non le risponderà. Ha altri impegni-
- Spike, lei pagherà per questo!-
- No, non pagherò per questo-  rispose Spike afferrandolo per il collo mentre sfoderava i suoi canini.
- E non mi chiamo Spike, mi chiamo Tavros!-

****

- Cosa facciamo allora?-
La domanda posta da Connor gettò nel silenzio più totale la gang dell’Hyperion che si era riunita per decidere cosa fare.
Willow guardò Kennedy negli occhi, appena ricambiata dalla  giovane cacciatrice, lo sguardo di Lorne vagava da viso a viso, cercando di cogliere un segnale, un cenno qualsiasi che mostrasse che si erano ripresi dallo shock in cui le ultime novità li avevano gettati.
Faith, non riuscendo a stare ferma, si alzò e incominciò a girare attorno alle sedie dove gli altri erano seduti, grattandosi le bende che coprivano la ferita che si era procurata prima nella stanza.
- Dobbiamo agire-
- Fin qui ci siamo-  le rispose Connor, - Ma come? Andiamo alla Wolfram& Hart e li torturiamo fino a che non parlano? Oppure cerchiamo Spike, ammesso che sia lui e lo ammazziamo? Oppure cerchiamo mio padre?-
- Tutte queste cose!- rispose Faith, quasi furente-  Non possiamo aspettare. Abbiamo due vampiri pericolosi in giro, ed una banda di avvocati che tramano nell’ombra-
- E un medaglione dai poteri enormi che gira di mano in mano come una banconota da 10 dollari, non dimenticartelo cioccolatino-  la interruppe Lorne.
- Non ce lo siamo dimenticati-  lo corresse Willow, che poi proseguì.
Secondo me bisogna innanzitutto recuperare Spike, chiamamolo così, imprigionarlo e farsi consegnare il medaglione. Ma prima bisognerà  se è veramente posseduto da Tavros, separarlo da quella cattiva influenza.-
- E come?- chiese Kennedy-
- Beh, penso una specie di esorcismo..-
- Sì, ha ragione Willow, un esorcismo dovrebbe funzionare. Ma Angel?- chiese Faith
- Forse si può fare un esorcismo anche con lui-  aggiunse speranzoso Connor.
- Sì. Se è veramente tornato un vampiro, allora bisogna ripetere quella antica maledizione zingara. Quella per restituirgli l’anima-
- Già. Allora bisogna agire e in fretta.- disse Faith, -  Allora io la mocciosa e il nostro deejay cattureremo Angel, mentre tu e Lorne potete cercare di vedere dove si può essere cacciato quell’idiota di Spike, e soprattutto il maledetto medaglione-
- Non è meglio che ci sia una cacciatrice con noi?-  chiese Lorne.
- Ok la mocciosa è con voi. Io preferisco non esserci, perché se lo vedo non so come potrei reagire-
Poi si rivolse a Connor-  Dai ragazzino, andiamo a preparare il piano-
- Hai in mente qualcosa?-
- Qualcosa. Sì. Ci divertiremo-

****

La notte era calata ancora su Los Angeles. Spike aprì gli occhi.
Si ritrovò ancora una volta per terra, come se avesse ricevuto un colpo da K.O.
La stessa sensazione che aveva già provato, in precedenza, la stessa mancanza di memoria.
Dove si trovava? Cosa aveva fatto?
La risposta gli venne dai due corpi abbandonati in quel vicolo. Li tastò. Erano entrambi morti.
Dai vestiti eleganti sembravano due persone di un certo livello.
Ma certo, che stupido! Quelli erano avvocati della Wolfram & Hart.
Ed erano morti.
Non c’era bisogno di altre prove per Spike. Il responsabile non poteva altro che essere lui.
Aveva di nuovo ucciso, e questa volta non c’erano dubbi. Uno dei due poi riportava dei segni di morso sul collo. Allora aveva ucciso e si era nutrito.
La disperazione si impadronì del biondo vampiro. Era di nuovo un mostro assetato di sangue.
Un momento, rifletté, mostro lo era solo in certi periodi. Evidentemente i vuoti di memoria gli capitavano quando agiva da mostro. Se si rendeva conto di quello che faceva e ne era dispiaciuto, allora voleva dire che non era del tutto perso.
Ma cosa poteva fare ora?
Aveva ucciso due avvocati, tra poco sarebbero stati tutti sulle sue tracce. Quelli della Wolfram & Hart. E i suoi amici all’Hyperion? E, soprattutto, Buffy e Dawn?
Doveva per forza ritornare all’Hotel e cercare aiuto. Qualcuno doveva tirarlo fuori da quella situazione. Si maledisse per non essere stato sincero fin dal primo minuto.
In quanto al medaglione, sapeva dove l’aveva nascosto, e finché era lì era meglio per tutti.


****

Faith aspettava nell’atrio dell’hotel. Era vestita con uno sgargiante vestito rosso fuoco, i sandali alti e i capelli raccolti dietro la nuca.
- Finalmente, ti sei fatto attendere-  disse all’indirizzo di Connor che era sopraggiunto.
- Dovevo prendere il necessario. Non sembri vestita da caccia, ma più da serata di gala.-
- Ho le mie buone ragioni. Hai portato le frecce e l’archetto?-
- Le frecce sono nella bisaccia e in quanto all’arco, lo piglio subito-
- Spero solo che l’unguento di Willow funzioni-
- Willow sa il fatto suo- replicò Faith.
In quel momento bussarono alla porta.
Faith aprì. Un ragazzotto dall’aria affannata si precipitò dentro.
- Salve signorina Faith, c’è  il signor Angel? -
Faith riconobbe il signor White, quel ragazzo che aveva versato un grosso anticipo per un caso che Angel non aveva alcuna voglia di risolvere. Con quello che era successo poi…
- No, il signor Angel è momentaneamente assente-  replicò Faith con un sorriso.
- Ma io ho bisogno assoluto di lui perché…-  lo sguardo di White si fermò sulla scollatura di Faith.
- Perché?-  continuò Faith.
- Ehm. Perché…sì, insomma... volevo sapere a che punto erano le ricerche-
- In questo momento siamo occupati. Le faremo sapere al più presto novità-
- Ma io devo sapere!…e poi ho versato un lauto anticipo. Mi avevate assicurato...-
- Ha ragione. Scusi un attimo-  Così dicendo Faith si avviò verso la recezione dell’Hotel e suonò un campanello.
Dopo pochi secondi giunse Lorne vestito di rosso fuoco.
- Lorne, il signor White qui vuole indietro il suo assegno. Ci vuoi pensare tu? Noi stiamo per uscire.-
- Certamente. Prego signore, mi segua in quell’ufficio-
White guardò a bocca aperta il demone elegantemente vestito. Strabuzzò gli occhi un paio di volte
- A dire il vero ho da fare...-
- Come non vuole che le restituiamo l’assegno?-  chiese stupito Lorne.
- No, a dire il vero…Ho un impegno urgente, magari un’altra volta-  White girò i tacchi e uscì di corsa dalla porta.
- Che tipo. Pare che abbia visto il diavolo-  disse Lorne scuotendo la testa.
- Ha visto te-  sorrise Faith –Bye bye noi andiamo-
E così dicendo varcò la soglia dell’Hyperion seguita da Connor.

****

Faith camminava sui tacchi alti. La strada era vuota, desolatamente vuota. Secondo Willow quella era la zona dove poteva essere Angel.
O, per meglio dire, Angelus.  A lei non andava di chiamarlo così, ma questa era la realtà, e doveva prepararsi al peggio.
Finalmente sentì, ma più che sentire, avvertì, dei passi dietro di sé. Poteva essere uno di quelli scocciatori che la prendevano per una prostituta. Ce ne erano già stati due. L’ultimo era stato molto vicino ad essere riempito di calci  e pugni.
Forse aveva ragione Connor, non era stata una grande idea quella di vestirsi così, forse era meglio la tradizionale divisa da ammazzavampiri. Ma Angelus era furbo, molto furbo, e non si poteva pensare di fregarlo con dei metodi banali.
Lei si concentrò sui passi che arrivavano alle sue spalle. Poi si girò all’improvviso, col cuore che le saltava in gola.
E lo vide.
Sorridente, sicuro di sé, molto diverso dall’ultimo Angel, insicuro e malmostoso, ma anche da quello che lei aveva conosciuto, forte eppure gentile.
- Chi non muore si rivede, eh Faith?-
- Anche chi muore, alle volte-
- Bella battuta! Ma dimmi. Come mai così elegante e sexy?. Hai pensato di cambiar professione?-
- Mi sono vestita così per te. Pensavo che ti facesse piacere.-
- Però, un bel pensiero da parte tua. E cosa vorresti che facessi. Un invito a ballare?-
- Qualcosa del genere-
Angelus si avvicinò e le prese la mano. Se la portò alle labbra e le dette un bacio leggerissimo. Poi la guardò negli occhi con uno sguardo profondo e penetrante.
- Non sei qui per ballare-
- Felice intuizione.-  Faith si allontanò di qualche passo , Poi sferrò un pugno con tutta la forza che aveva in corpo.
Angelus volò per terra.
Faith si tolse le scarpe e le tirò addosso al vampiro che si stava per rialzare.
- Pensavo volessi un bacio-  disse Angelus rialzandosi
- Vuoi un bacio? Viene a prendertelo!-
La ragazza iniziò a scappare, velocissima. Altrettanto velocemente Angelus si lanciò alla sua rincorsa.
Faith girò un angolo. Saltò un ostacolo che sapeva essere lì.
Angelus le era alle calcagne, ma inciampò nella corda tesa per terra.
- Maledizione!-  esclamò.
- Ciao Papi!-
Connor era in piedi con l’archetto carico, mentre Faith si era allontanata di qualche passo, e cercava di riprendere fiato dopo il folle inseguimento.
- Connor, piccolo, vieni dal tuo paparino, ho un nuovo biberon per te!-
- Sono grande, pa’-  Connor tirò una freccia nella coscia destra.
- Non si tratta così il tuo vecchio padre. Meriti una lezione!-  Angelus si lanciò in avanti ma una seconda freccia lo colpì all’altra gamba.
Cadde pesantemente, le braccia distese in avanti
- Non riesco a muovermi!-
- Infatti, non devi muoverti.-  Gli disse Faith
- Cosa mi avete fatto?-
- Una pozione per renderti innocuo per un po’. A proposito, e le mie scarpe?-
Ma Angelus era piombato in un sonno profondo indotto dall’intruglio preparato da Willow.
- Ehi rispondi, le mie scarpe?-
- Non ti può sentire, e comunque ho queste-  disse Connor tirando fuori dalla sacca che aveva con sé un paio di scarpe da ginnastica-  Meno eleganti ma più pratiche.-
- Diavolo! Mi piacevano tanto...Pazienza. Carichiamolo sulla macchina e portiamolo via da qui.-
Connor fece un cenno d’assenso.
 - Prima è meglio legarlo, non si sa mai.-
Intanto, dall’altro lato della strada una figura li stava osservando in silenzio.



 

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Capitolo 7
*** Ritorni ***


Episodio 7

Ritorni





Faith e Connor, dopo aver legato ben stretto Angelus, lo sollevarono per metterlo nel bagagliaio dell’Auto di Angel, che nel frattempo Connor era andato a prendere.
- Cribbio, quanto pesa!-
- Ti sei rammollito, quasi potevo sollevarlo da sola!-
- Sì, senti Wonder Woman. Senza di me non te la saresti mai cavata-
- Vuoi sentirti dire questo? Va bene, senza di te non me la sarei mai cavata. Ed ora che il tuo orgoglio maschile è soddisfatto, datti da fare-
- Bene bene, vedo che state facendo sparire le prove del delitto-
Queste parole furono pronunciate da qualcuno al di fuori del loro campo visivo.
La voce gli aveva colti di sorpresa. Erano troppo rilassati e distratti per accorgersi che qualcun altro era sopraggiunto sul luogo.
Si voltarono verso la voce, ma non videro niente.
- Chi è?-  domandò ad alta voce Faith.
- Sono la voce della vostra coscienza-  rispose la voce.
Faith aguzzò la sua vista da cacciatrice. Finalmente dal buio si fece avanti una figura.
Era Spike.
- Spike, tu?-  disse Faith sospesa tra la sorpresa di rivedere il vampiro ossigenato e il sollievo che non si trattasse di poliziotti o impiccioni, o peggio, vampiri ostili.
- Sì, sono io,  a rompervi le uova nel paniere, a quanto pare -
- Di che paniere vai cianciando? – chiese Connor irritato-
- Di quel paniere -  Spike indicò il corpo di Angel privo di sensi e apparentemente anche di vita.
Faith e Connor lo guardarono allibiti.
-  Allora Angel non aveva torto ad essere geloso, solo che nella sua beata stupidità, era geloso di me. Ed invece non sapeva che coltivava una serpe in seno. Anzi, ad occhio, due serpi in seno.
- Non è come pensi!-  urlò Faith innervosita.
E cosa dovrei, pensare secondo te?- disse Spike avanzando lentamente verso la coppia e il malcapitato Angel steso davanti al bagagliaio aperto –Per caso che, non so, la moglie fedifraga e il suo giovane amante stanno nascondendo il cadavere del paparino dopo averlo ucciso-
-  Ehi, io non sono la moglie frigorifera di nessun paparino!-  Urlò rabbiosamente Faith.
- Fedifraga significa traditrice-  le spiegò Connor
- A va beh, allora…beh, non sono affatto traditrice. Angel è diventato cattivo perché…- E qui Faith si fermò. Di fronte aveva l’uomo, anzi, il vampiro, che era stato individuato quale agente della trasformazione di Angel.
- Tu dovresti saperlo…-  Faith avanzò lentamente e minacciosa verso il vampiro.
-  Cerchi di rovesciare la frittata eh? Ma io so tutto e vi denuncerò, lo dirò a Willow anzi no, a Buffy, e la tua amica sarà ben contenta di venire qui e regolare i conti con te-  disse Spike messo sulla difensiva.
Faith si rese conto che Spike ignorava quanto aveva fatto. Era proprio come avevano detto Willow e Lorne.
Si fece allora più dolce e remissiva.
- Hai ragione Spike, ci hai scoperti, però ti prego-  disse avanzando abbastanza veloce con un espressione contrita-  Non dirlo in giro-
- Ah no, e perché non dovrei?-  Sorrise sardonico il vampiro mentre si accendeva una sigaretta.
- Per questa ragione!-  il pugno di Faith arrivò violentissimo sulla mascella di Spike. Egli cadde rovinosamente per terra. Cercò di rialzarsi ma un colpo di Connor sulla nuca lo mise a riposo.
- Ben fatto collega! Hai della corda?-
- Sì. Per fortuna sono stato abbondante-
- Allora impacchettiamolo e portiamolo all’albergo. E’andata di lusso. Due vampiri con una fava!-




Spike mugolava e si agitava. Era stato legato saldamente mani e piedi, e in più imbavagliato.
Nel baretto dove era stato portato non c’era nessuno.
Poi finalmente arrivò qualcuno.
Prima Lorne, poi Connor che lo squadrò con un sorrisetto beffardo. A Spike quel sorriso faceva andare su tutte le furie. Si agitò ancora di più e mugolò ancora più vivacemente.
-  Mio Dio, che solfa che sei  Spike, non puoi cambiare motivo? -   disse Lorne
Peggio ancora, Connor gli si avvicinò e gli batté con la mano un paio volte sulla testa, accompagnando il gesto con un sorrisetto strafottente
- Buono, vampiraccio, che ora abbiamo la cura per te-
Spike era furente ma anche impotente.
Finalmente arrivarono le ragazze, e Connor si spostò
- Beh perché è imbavagliato?-  Chiese Willow
- Così non rompe-  rispose Connor
- Dobbiamo interrogarlo-  Faith avanzò e gli tolse il bavaglio.
- Bloody Hell, era ora!- esclamò Spike furente-  Adesso mi dovete spiegare che diavolo sta succedendo in questo dannato Hotel-
- Forse è meglio se gli rimetti il bavaglio-  sentenziò Connor.
Faith fece un sorrisetto
- A dire il vero sei tu che dovresti spiegarci qualcosa…-
- Ah voi due credete di fregarmi eh? Allora che sappiano tutti la vostra tresca infernale, Willow, Lorne, questi due hanno ucciso Angel e stavano per scappare-
- Ma la smetti di dire idiozie?-  Connor gli urlò a pochi centimetri dal naso. Per tutta risposta Spike cercò di morderlo. Il ragazzo si scansò e fece per colpire il vampiro trattenuto da Faith-  Fermo lì-
- Lorne-  proseguì la cacciatrice, - vuoi spiegare un po’ al nostro smemorato cosa è successo?-
- Certo-  Lorne si fece avanti-  Vedi cioccolatino…-
- Non chiamarmi in quel modo!-
- Ok, Caro pistacchio, noi pensiamo che tu…non sia più tu, E che  tu abbia morso Angel trasformandolo di nuovo in Angelus. Vedi la dolce Faith..-
- Altro che dolce Faith, tira degli sganassoni da ammazzare un elefante. Ho ancora la mascella indolenzita-
- E sarà ancora più indolenzita se non stai zitto!-  gli urlò la cacciatrice agitando il pugno sotto il naso del vampiro.
- Avanti Lorne prosegui!-
- Dicevo, la nostra cacciatrice e Connor, hanno catturato Angel per questo motivo. Pensiamo che lui non sia più lui, e che anche tu…sia stato in qualche modo posseduto da qualche entità-
Quest’ultima osservazione fece sbollire la rabbia di Spike. Effettivamente qualcosa era successo che lui non sapeva spiegarsi. La perdita della memoria, e poi, quel sangue sulle sue mani…i corpi degli avvocati…possibile che fosse tornato un mostro omicida senza motivo?
- Allora, hai qualcosa da dire?-  lo apostrofò Faith.
- Io… non so veramente cosa dire…-
- Prima di tutto dobbiamo sapere con chi abbiamo a che fare, se è Spike o Tavros -  intervenne Willow
- Tavros? Ho già sentito questo nome-  Spike cercò di ricordare. Adesso capiva. Era stato nella cantina quando era inseguito da Angel. Quell’ectoplasma aveva detto di chiamarsi Tavros.
Ma certo, era posseduto da quell’ectoplasma, da quell’anima dannata! Adesso ricordava.
- Allora hai qualcosa da dire?-  lo incalzò Faith.
- Non perdiamo altro tempo. Impalettiamolo-  tagliò corto Connor.
- Calma calma, adesso ricordo. In effetti ero in cantina e lì…mi si è presentato un essere strano, un ectoplasma, e diceva di chiamarsi Tavros. Non gli siete molto simpatiche, voi due -  disse Spike rivolgendosi a Faith e Willow.
- Che altro sai?-
- Nient’altro. No. Nient’altro - disse scuotendo la testa-
- Ora, se non ti dispiace, caro pistacchio, dovresti cantarci qualcosa-  
- Non sai quanto ti odio quando vuoi leggere le persone mentre cantano. Lo trovo patetico.- risposte sarcastico il vampiro inglese.
- Se preferisci l’impalettata di Connor…-
- Ok canto canto- “Sheena was a punk rocker…” cantò sgraziatamente Spike stonando appositamente per innervosire Lorne.
- Va bene, va bene, cessa questo strazio. –
-  E allora?-  domandò Faith.
- Rispondo di sì a tutte e due le domande. Sì, è lui, almeno in questo momento. E Sì mi è venuto il mal di testa. Scusate, vado a prendermi un cachet-  così dicendo il demone verde uscì dalla sala.
- Allora che intenzioni avete? Mi slegate finalmente?-
- No-  disse Willow decisa. - Prima dobbiamo liberarti da quella malefica presenza. Sai abbiamo fondati motivi di credere e che tu abbia morso Angel trasformandolo in un vampiro assetato di sangue-
- Lui mi aveva chiesto di farlo, ma io non l’ho fatto lo giuro!-
Spike venne colpito da un ceffone da parte di Faith
- Taci canaglia! L’hai fatto eccome, dovrei ammazzarti!-
- Appunto. Lo sto dicendo da un’ora, ammazziamolo e finiamola lì-  intervenne ancora Connor-
- Infatti cosa stiamo aspettando? - Chiese anche Kennedy
- Ma siete impazziti? Non ho fatto nulla!-
Calma ragazzi, adesso Willow farà un rito liberatorio insieme a Lorne, Noi ce ne andremo. Poi però Spike devi dirci veramente tutto quello che sai. Angel è tornato ad essere Angelus,  ed il medaglione del Potere è sparito e questo non è un bene. Andiamo. Dobbiamo controllare l’altro prigioniero-  Faith fece un cenno a Kennedy e Connor e questi la seguirono uscendo dalla sala


Nella cantina Connor, Kennedy e Faith osservavano Angelus, seduto e legato, ancora sotto effetto della droga di Willow,
- Certo che ha un effetto prolungato quella mistura di Will!-  esclamò Kennedy con tono allegro.
- Secondo me fa finta-  disse Connor con il suo sorrisetto sprezzante che a Faith ormai iniziava a dare fastidio.
Angelus si scosse e riaprì lentamente gli occhi.
- Ecco, si sta svegliando, è il momento di prenderlo a ceffoni.-  continuò Connor.
Faith lo afferrò per il colletto e lo sbattè contro il muro
- Tu non prendi a ceffoni proprio nessuno!-  
Poi lasciò la presa e si rivolse a Kennedy che la osservava con aria stupita
- Dai ragazzi, lasciatemi sola con lui. Gli devo parlare-
- Va bene-  rispose Kennedy, che sapeva quanto fosse inutile discutere con Faith quando era di quell’umore.
I due ragazzi uscirono dalla cantina.
Faith si avvicinò lentamente ad Angelus, che la guardava dal basso con uno sguardo enigmatico.
- Buongiorno, ti sei svegliato finalmente, cioccolatino-  quest’ultima parola era presa dal “repertorio” di Lorne, ma venne pronunciata con una intonazione da cui trapelava una buona dose di astio.
-  Buongiorno, dolcezza, Non mi vuoi dare un bacio?-  rispose Angelus sfoderando il suo sorriso strafottente, quello che lo differenziava in modo marcato da Angel.
Faith lo afferrò per i capelli  e spostò la testa del vampiro in modo che lui la fissasse negli occhi-
- Non fare il furbo. Voglio delle risposte da te, e me le darai-
- Siamo arrabbiate eh?-
- Puoi dirlo.-  Faith lasciò i capelli di Angelus con la stessa veemenza con la quale gli aveva afferrati.
- Vuoi farmi un terzo grado?-  chiese Angelus.
- Non ce ne sarà bisogno. Vedo che sei veramente quella bestia che pensavo che fossi. Vedo che non sei più umano e che in te non c’è traccia di quella umanità che ti faceva diverso da tutti loro.
Non sei Angel ma Angelus, un mostro senz’anima!-
- Credo che tu abbia ragione. E non me ne dispiace neanche un po’-
- Dovrei ammazzarti, Lo sai?-
- Già. E perché non lo fai? Non dovresti avere problemi-
- Cosa vuoi dire?-
- Lo sai cosa voglio dire. Dimmi Faith come è stato infilare la lama del tuo coltello nel cuore di quel povero…geologo, ah no, vulcanologo? E stato bello ? Ti ha dato piacere?-
Faith sentì le parole del vampiro come altrettante stilettate che si infilavano nel suo profondo nella sua anima, sentì il dolore e la vergogna riemergere da un angolo oscuro della sua memoria, e la vecchia rabbia tornare a galla.
- Su dai, a me puoi dirlo. E’ bello uccidere. Non è quello che pensi? E’ meglio che fare all’amore no? Non è questo che hai sempre pensato?-
Faith si scosse-  Stai zitto!-
- Non vuoi sentire la voce della tua coscienza, Faith, piccola cacciatrice. Non la senti tua madre che urla e chiede aiuto, ma tu non ci sei, Non sei lì per aiutarla, sei andata via, e lei urla, urla il tuo nome invano. Non è andata così Faith?-
Come faceva a sapere quelle cose Angelus, Chi aveva di fronte, solo un vampiro o qualcosa di più forte? O era veramente la voce della sua coscienza a parlare?
- E la tua Osservatrice, parlami di lei. Come è che anche lei è morta? Dimmelo Faith ! Sei fuggita anche allora vero? Te ne sei andata via, sei scappata, per andare da Buffy giusto? E poi come hai ripagato Buffy per la sua amicizia, dimmi Faith…
- Basta!!-  una sberla colpì il volto di Angelus, seguita da un pugno e un altro, e poi un altro ancora.
- Tu non sai niente di me, Niente! Sei un mostro, un mostro, un maledetto mostro!-
Faith cadde in ginocchio.
Angelus, con il volto pieno di sangue,  e parlando a fatica , continuò implacabile
- Non so niente di te dici? Forse ti dimentichi chi hai davanti. Sono la parte mostruosa di Angel, è vero, ma sono pur sempre parte di lui.-
- No, tu non sei lui, non  sei lui!-  Faith si trovò a singhiozzare inconsultamente. Era tanto tempo che non piangeva. Non ne aveva un ricordo sicuro. Forse era stato da quando era in galera, forse da prima. Forse proprio da quel giorno in cui era tornata e aveva trovato sua madre morta.
Si era nascosta per così tanto tempo dietro la sua maschera da dura. Ma ora quella maschera non c’era più. Cosa stava succedendo?
- Vuoi sapere perché ho voluto tornare un vampiro, perché è questo che vuoi sapere, non è vero?
E’ stato per te, tu non mi guardavi più, o almeno così pensava quella parte così debole di me, quella parte che a te piaceva tanto, quella di Angel il vampiro buono, anzi l’ex vampiro buono.  E allora ho chiesto a Spike di trasformarmi, Strano che quell’idiota ci sia cascato-
- Non voglio più starti a sentire, non voglio più!-  Faith si trovò a urlare, in piedi, le vene del volto che le scoppiavano quasi, i pugni chiusi dalla rabbia. Urlava non verso Angelus ma verso qualcuno o qualcosa che stava là, nell’oscurità della cantina, o forse nell’oscurità della sua mente.
- Non è me che non vuoi sentire, ma la voce dentro di te, quella che dice che non puoi scappare da quello che sei. Non si può battere il destino. Guarda me. Era destino che tornassi ad essere così. Non sono serviti 100 anni al servizio del bene per me, Perché mai un paio d’anni dovrebbero bastare a te? Dimmelo, Faith -
Faith lo guardò fissa: non doveva dare retta a quelle parole, quelle non erano parole di Angel, del suo Angel, ma solo le menzogne di un essere malvagio e corrotto.
- Non cadrò nel tuo trucco. Angel tornerà, ne sono sicuro, e tu sarai sconfitto.-
- Bene sei ottimista. Io lo sarei di meno ma…buon per te-  disse ridacchiando il vampiro.
Faith decise che ne aveva avuto abbastanza, e si avvicinò alla porta per uscire
- Non vuoi dare un bacio d’addio al tuo ragazzo?-  le disse Angelus mentre usciva.
La risata agghiacciante del vampiro l’accompagnò  mentre camminava per il corridoio.


- Allora, vi sbrigate a fare questo maledetto rito magico?-
- Zitto. Spike, se vuoi che funzioni non devi dire una parola!-  ribatti Willow. La strega Wicca era concentratissima e serissima, sapeva che non poteva permettersi di sbagliare.
- Potremmo imbavagliarlo-  disse Connor con il suo sorrisetto strafottente.
- Senti Connor, se vuoi assistere al cerimoniale devi stare zitto, se no puoi andartene-
-  Chissà perché ma ho l’impressione che non mi vogliate mai con voi!-
- Forse perché ti comporti come un idiota?-  lo rimbeccò Kennedy.
- O forse perché non sono una ragazza come voi. Qui avete imposto un specie di matriarcato . Forse dovrei mettermi una gonna-
- Oppure potresti sparire-  Kennedy si rivolse a Connor a muso duro
- Ehm, ragazzi vi prego non litigate-  intervenne Lorne-  Su, Connor, vai da Faith a vedere se ha bisogno di qualcosa.-
- Già così mi scaccerà via un'altra volta…-  Connor se ne andò mestamente dalla stanza.
- Quel ragazzo è sempre più intrattabile. – commentò Lorne
- Andrebbe preso a scudisciate altroché-  aggiunse Spike
- Spike non hai sentito cosa ho detto? Devi state Z- I- T- T- O- . E anche voi-  disse Willow rivolgendosi a Lorne e Kennedy.
- Tu Lorne vieni vicino a me. E tu Ken prendi quel vaso, ricordati è un vaso magico. Solo quel vaso può contenere l’anima che stiamo cercando di estirpare da Spike.-
- Speriamo di non togliere l’anima sbagliata-  sentenziò Lorne.
- Perché, potrebbe accadere?-  chiese Spike spaventato.
- Ma hai capito di stare zitto!-  stavolta Willow mollò un piccolo schiaffetto al vampiro.
- Lorne slegalo!-
- Siamo sicuri di quello che facciamo, principessa?-
- Ho detto slegalo!-
- Va bene, va bene, siamo nervosi…però se il fustacchione albino si mette a fare il diavolo a quattro non chiedete il mio aiuto-
- E’ per quello che ci sono qua io-  gridò Kennedy dal fondo della stanza-  E poi chissà quale aiuto potresti darci…-
- Uhm…-  brontolò Lorne mentre scioglieva i nodi che tenevano legato Spike – Ma perché non c’è Faith?-
- Troppo coinvolta emotivamente, e poi credo che Angelus gli abbia detto qualcosa che l’ha profondamente turbata-
- Ecco fatto!-
Spike si alzò dalla sedia e poi si rivolse a Lorne – Ma le mie mani sono ancora legate!-
- Semplice precauzione, cioccolatino al latte!-  
- Bene. Spike, ora distenditi su quel tavolo-
- Che cosa bisogna fare per campare…-
- Ecco se vuoi continuare a campare fai quello che ti dico!-  gli urlò Willow sempre più innervosita – oppure ti consegnamo a Connor o Faith e ci pensano loro!-
- Va bene, ok-  disse Spike distendendosi sul tavolo.
- Ora tu Lorne legalo di nuovo al tavolo, poi devi tenergli la testa ferma, intanto io leggerò questa formula-  E così dicendo estrasse una antica pergamena, poi riprese-  Tu Kennedy vai in fondo con il vaso, appena esce l’anima di Tavros devi intrappolarla, ma ricordati di chiudere con quel tappo che ti ho dato, se no c’è il rischio che qualcun altro rimanga posseduto, E’ chiaro?-
- Chiaro e limpido-  rispose la ragazza posizionandosi al suo posto.
Dopo che Lorne aveva fatto quello che gli era stato detto Willow iniziò a leggere la pergamena. Dopo poche parole iniziò a levarsi un forte vento all’esterno dell’edificio, le finestre sembravano sul punto di aprirsi da un momento all’altro.
La luce saltò, le finestre si aprirono all’improvviso e tuoni forti si udirono, accompagnati dalla luce dei lampi.
- Si mette male-  commentò Lorne, mentre Spike sudava copiosamente.
- Zitto Lorne-  lo rimproverò Kennedy. Willow continuava a leggere imperterrita la pergamena. Ad un certo punto Spike incominciò ad urlare. Le sue urla erano talmente forti che chiunque si sarebbe tappato le orecchie e sarebbe corso via, ma i tre presenti sapevano che, se avessero seguito il loro istinto, tutto sarebbe stato vano.
Qualcosa però uscì dalla bocca di Spike, che svenne immediatamente. La cosa che era uscita era una massa grigiastra e informe. Willow gli ordinò qualcosa e la massa si diresse verso Kennedy, che fu lesta a far entrare l’ectoplasma nel vaso e a tapparlo come gli aveva indicato Willow.
La tempesta si placò di colpo e anche la luce si riaccese.
I tre tirarono un sospiro di sollievo praticamente all’unisono , si guardarono in faccia e sorrisero.
- Ce l’abbiamo fatta!-  esclamò Willow prima di essere sommersa dall’abbraccio di Kennedy.
- Già, ma non chiedetemi di fare altri riti magici per i prossimi 25 anni-
- C’è ancora Angel da far tornare in sé stesso-  gli rispose Willow
- Beh, mica abbiamo fretta. Una ventina d’anni che saranno mai?-
La porta si aprì e fecero capolino Faith e Connor
- Abbiamo sentito un gran trambusto. Tutto bene?-
-  Sì-  rispose Willow
- Bene un corno!-  Spike si era svegliato-  Qualcuno vuole levarmi queste dannate corde di dosso!-



- E’ guarito?-  chiese Faith avvicinandosi e indicando Spike con l’indice.
- Sì-  risposero Willow e Kennedy.
- Siamo proprio sicuri?- chiese con fare sospettoso Connor-  Non sarebbe meglio una prova? Lorne potresti farlo cantare?-
- Per carità!- esclamò il demone mentre slegava Spike dal tavolo-  Ho già sentito cantare il nostro Frank Sinatra e non credo che le mie povere orecchie reggerebbero ad un bis. Per non parlare di questo rito magico che mi ha ridotto ad uno straccio.-
Spike sciolse gli ultimi nodi che gli impedivano di alzarsi e poi, una volta in piedi disse:
- Sai Lorne, contrariamente a quello che pensi io sono molto intonato, probabilmente prima sarà stato quell’essere che avevo in corpo che mi impediva di esprimermi però …senti un po’ qua
“ONLY YOUUU!-
- Basta basta!-  Lorne si avviò verso l’uscita-  Vado a riposarmi. La giornata è stata faticosa. Comunque è lui, non c’è alcun dubbio-
- Bene-  disse Faith sorridendo a Spike, - Non so se dovrei abbracciarti o picchiarti-
- La prima che hai detto. Perché vuoi picchiarmi?-
- Perché ho parlato con …Angelus. E mi ha confermato che sei stato tu a trasformarlo-
- Ti giuro Faith non ne ho un ricordo. Ero posseduto. Lo avete visto anche voi!-
- Ha ragione Faith, non è stata colpa sua-  intervenne Willow.
- Va bene, ti credo. Però dimmi. E’ vero che è stato Angel a chiedertelo. Ti ricordi di questo?-
Spike guardò la punta dei suoi piedi, e poi rispose – Non vorrei dirti quello che sto per dirti, ma credo che sia giunto il momento di essere sincero. Se fossi stato più sincero, avrei evitato molti di questi guai-
- Cosa vuoi dire?-
-  Partiamo dalla tua domanda. Sì mi ha chiesto lui di trasformarlo.E più di una volta. L’ultima volta mi ha pure inseguito. Per quello sono finito nella cantina. Il resto lo sapete.-
- E a cosa ti riferisci quando dici che avresti dovuto essere sincero?-
-  Vi devo dire una cosa. Accidenti a me, avrei dovuto parlarne subito-
- Siamo qui tutt’orecchie. Sputa!-
Spike sputò per terra.
- Ehi che schifo!-  esclamò Kennedy
- Voglio essere sincero fino in fondo. E poi ho un eccesso di salivazione. Comunque quello che avrei dovuto dire è semplice. Prima di venire qui sono stato prelevato da dei tizi della Wolfram & Hart. Mi hanno minacciato, e mi hanno detto di prendere il medaglione che era qui, quello che aveva Willow. –
- E tu hai accettato?-
- Vedi, non era in ballo solo la mia vita. Di quello avrei potuto fare a meno. Ma hanno minacciato anche Buffy e Dawn. Hanno detto che, se non avessi collaborato, sarebbero andati a prenderle. Magari le avrebbero ammazzate-
- Io credo che B, se la sarebbe cavata.-
- Forse, ma Dawn?, E poi perché fare correre rischi inutili? Ho pensato che fosse meglio prendere tempo.-
- Capisco, ma perché non ce ne hai parlato? Avremmo trovato il modo …-
- In realtà avevo deciso di farlo, proprio pochi istanti prima che quel…coso si impossessasse di me.
Mi ha costretto a compiere cose orribili-
- Vuoi dire che…?-
- Sì, ho ucciso. Ne sono sicuro. Ho trovato le mie mani sporche di sangue, E ho ucciso due avvocati della Wolfram.-
- Siamo nei guai. Quelli adesso si vendicheranno-  
- Anche Buffy e Dawn sono in pericolo!-  esclamò Willow
- Cosa dici di fare?-  Chiese Connor a Faith.
- Direi che bisogna andare a prenderle e portarle qui. Tu potresti andare con Kennedy-
- Perché proprio io?- chiese quest’ultima-  Lo sai che tra me e B, cioè Buffy, non c’è molto feeling-
- Semplice. Perché io devo rimanere qua, Abbiamo Angelus prigioniero. Spike è meglio non si muova.  E anche Willow. Lorne non credo voglia andare in giro. Quindi rimanete voi due. Su, sono convinta che vi divertirete-
- Va bene. Disse Connor, però io preferivo te-
- Ah, ma allora è vero che c’è del tenero fra voi due-  Spike sghignazzò alla sua battuta.
- Smettila di dire idiozie altrimenti ti rilego e ti faccio ringoiare il simpatico ectoplasma-  lo gelò Faith.
- A proposito e il mio medaglione?- chiese Willow
- L’ho nascosto – rispose Spike
- Bisognerà recuperarlo prima che finisca in mani sbagliate.-
- E’ la stessa cosa che hanno detto quelli della Wolfram-
- Già, ma le mani sbagliate sono le loro, non le nostre-


Faith e Willow salutarono Kennedy e Connor, che per l’occasione aveva preso in prestito la macchina di Angel.
- Speriamo che facciano presto e vada tutto bene-  disse Willow con un sospiro
- Speriamo non li fermi la polizia stradale. Connor non è in regola coi documenti-  puntualizzò la cacciatrice.
- Vado a controllare un attimo Angel. Ci vediamo dopo-
Faith scese verso la cantina. Non era sua intenzione avere un altro colloquio con quell’essere. Però una cosa vera l’aveva detta. Angel aveva chiesto lui a Spike di tornare ad essere un vampiro. Su questo non c’era dubbio, La versione di Spike collimava. Perché mai Angel aveva voluto questo?
O lui era troppo attratto dall’essere un vampiro, e allora avrebbe dovuto riconsiderare il suo giudizio su di lui, oppure era colpa sua. Sì, era colpa sua. Forse l’aveva trattato male, o con noncuranza, o l’aveva umiliato. Forse quell’idea di andare da sola con le altre ragazze a cacciare Thanatos non era stata buona. Però era Angel che se l’era cercata. Perché era lui che l’aveva presa in giro. Dopo tutto quello che avevano passato insieme non avrebbe dovuto finire così. Avevano perso fiducia l’uno nell’altra. Quando e se, fosse finita questa storia, avrebbe dovuto riconsiderare il suo rapporto con Angel. Forse anche lui non era l’uomo giusto per Faith, Forse non esistevano uomini giusti per Faith. O forse non esistevano uomini giusti e basta. Chissà forse aveva ragione Willow, pensò con un sorrisetto malizioso. Ma anche tra Will e Kennedy aveva notato degli screzi.
L’amore era lo stesso sotto tutte le latitudini e i gusti: una enorme fregatura. E forse avrebbe dovuto tornare ad essere la vecchia Faith, una sera di passione e morta lì.
Fece per aprire la porta ma qualcosa la insospettì: la porta sembrava aperta. L’aveva lasciata così l’ultima volta? Probabilmente sì. Era talmente sconvolta che si era dimenticata di chiuderla.
Per precauzione estrasse il pugnale che portava ormai sempre con sé. Aprì la porta con molta cautela.
- Angelus?-
Nessuna risposta.
Guardò la sedia dove era legato Angelus.
Vide i nodi sciolti e la sedia vuota. Accese la luce preparandosi a combattere. Niente, non successe nulla. Guardò in giro per vedere se fosse da qualche parte nascosto nella cantina.
Era tutto molto evidente. Angelus si era liberato e se l’era squagliata. Probabilmente nel momento in cui lei e Connor erano andati a vedere cosa succedeva nella stanza del rito.
Angelus era libero, ed era pericoloso.
Faith corse subito ad avvertire gli  altri
- Willow, Spike, Lorne. Presto venite! Angelus è fuggito!-

A casa di Buffy il telefonò squillò ripetute volte.
Buffy prese il ricevitore del Cordless
- Uffa! chi sarà mai a quest’ora?-
- Pronto? Willow come stai? Io bene grazie. Cosa c’è-
- Abbiamo un problema Buffy-
- E cioè?-
Mi correggo,Buffy, abbiamo due problemi-
 

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Capitolo 8
*** Vampiri e Cacciatrici ***


Episodio 8

Vampiri e cacciatrici



Lorne stava preparando il caffè, mentre Spike,seduto su una sedia, i piedi appoggiati al tavolino, si frugava nelle tasche alla ricerca di sigarette e accendino.
- Ehi, pistacchio, non hai una sigaretta da fumare con relativo accendino?-
- No, non ce li ho, e anche se ci li avessi non  credo che te li darei.
- Sei un vero simpaticone, Pistacchio-
- Il mio nome è Lorne, non pistacchio-  disse il demone con aria palesemente seccata.
- Sei tu che che mi hai apostrofato così. Per caso io non posso usare le stesse parole che usi tu?-
- Vedi Spike, ti sfugge il fatto che la mia è ironia, e il tuo è sarcasmo, e la differenza fra le ironia e sarcasmo è la stessa che passa tra un sospiro ed un rutto-
- Ti ringrazio della lezione di filosofia, ma cribbio, è possibile che non riesca ad avere una fottuta sigaretta ed un fottuto accendino in questi dannato Hotel!-  Spike finì la frase urlando.
Un pacchetto di sigarette ed un accendino caddero sul tavolino, proprio accanto agli stivali di Spike.
Il vampiro alzò lo sguardo. Faith avanzò lentamente, con aria triste ed un’espressione del volto da cui trapelavano stanchezza ed ansia.
- Adesso che ti ho dato le tue fottute sigarette, puoi farmi il piacere di togliere i tuoi piedi dal tavolo? Noi ci mangiamo lì-
-  Ok, dolcezza. Ma giusto perché sei tu e perché mi hai dato le sigarette-
Faith gli lanciò uno sguardo pieno di commiserazione.
- Come va principessa?-  gli chiese con sincera apprensione Lorne.
Faith sospirò scuotendo la testa – E’ tutto così confuso, Lorne. Non so veramente come andrà a finire. Speriamo che Buffy ci possa aiutare-
- Come va principessa?- Speriamo che Buffy ci aiuti-  li canzonò Spike imitandone la voce con il tono in falsetto.
- Sai non sono proprio sicura che tu sia veramente Spike-  si rivolse a lui Faith.
- No, ti posso assicurare che è proprio lui, Solo Spike può essere così insopportabile-
- Già. Me ne ero scordata-  disse sorridendo Faith, che poi si avvicinò a Spike
- Senti bellimbusto, credo proprio che tu debba collaborare, visto che è grazie a te che siamo in questo casino-
- Io non c’entro. Ero invasato da Tavros-
- Sì, ma in compenso hai accettato di prendere il medaglione  per conto della Wolfram&Hart e non ci hai detto niente.Quindi adesso devi aiutarmi a recuperare quel fottuto medaglione. E subito-
- Subito? Ma l’alba è appena sorta e…-
- E allora? Copriti, mettiti il casco da motociclista o quel che vuoi, ma dobbiamo sbrigarci-
- Va bene va bene. Fammi fumare questa benedetta sigaretta e poi sarò tutto tuo –
Faith si girò verso Lorne sbuffando e volgendo gli occhi al cielo.

*****

- Sono ore che stiamo visitando tutti i ruderi abbandonati di Los Angeles e non abbiamo trovato traccia di questo posto dove avresti dovuto nascondere il medaglione.-  Disse Faith
- Mi spiace, Ce la sto mettendo tutta.-
- Non puoi sforzarti di più?-
- Non è colpa mia se sono stato invasato da un essere demoniaco e adesso non ricordo più nulla-
- Ma è colpa tua se non ci hai detto nulla della Wolfram & Hart o sbaglio?-
Spike la guardò per un attimo indeciso su quale riposta dare a quella petulante ragazza.
Si limitò a scuotere la testa e a mormorare con aria rassegnata – Cacciatrici…bah-
- Fammi vedere la mappa , Faith-
Faith tirò fuori una cartina tutta spiegazzata dalla tasca posteriore dei jeans e la porse al vampiro
- Se la tratti così, tra poco sarà distrutta-
- Se non ti dai da fare, tra poco ci sarà un vampiro in meno sulla faccia della terra-  replicò Faith con un ghigno dipinto sul bel volto.
Spike aprì la cartina, cercando di non romperla del tutto, e la scrutò con attenzione.
- Qui non siamo stati vero?-
- Ci siamo stati mezz’ora fa-
- E qui! Dovrebbe essere qui vicino al Boulevard!-
- Siamo vicini al Boulevard!-
- Accidenti non si vede nulla!-
- Accidenti. Non ci capisci nulla!-  Faith strappò la cartina dalle mani di Spike.
- Ma è il modo di fare?-  esclamò Spike osservando un pezzo della mappa che gli era rimasto in mano
- Ecco qui, l’unico posto che ci manca è questa antica abbazia, dovrebbe essere a circa 1 miglio da qui. Se ci sbrighiamo riusciremo ad arrivare prima del tramonto.-
- Già. Grazie alla mia moto-
Faith guardò con aria disgustata Spike, poi sentenziò:
- Devi fare qualcosa per l’alitosi-
- Cosa?-  fece il vampiro confuso.
- Ti puzza l’alito!-  tagliò corto la cacciatrice.
Spike rimase in silenzio perplesso, prima di mandare con un gesto della mano a quel paese la sua interlocutrice. Si rimise in testa il caso da motociclista per evitare i raggi solari e raggiunse rapidamente la ragazza che si era avviata verso la Kawasaki di Spike.
-  L’unica cosa che mi piace di questa gita è la tua moto. Dove l’hai rubata?-  chiese Faith una volta giunta davanti al veicolo.
- Ehi, dolcezza, io non rubo moto!-
- Ah no, non mi dire che l’hai comprata!-  Faith rise.
- Beh, no. Il proprietario me l’ha data in prestito.-
- Ah capisco, anch’io avevo una moto data in prestito.-
- Che fine ha fatto?-  chiese Spike mentre accendeva il motore
- Kennedy l’ha venduta mentre ero un fantasma-
- Mai diventare fantasmi-
- Me ne ricorderò-


Willow e Lorne entrarono nella Hall dell’albergo.
- Ehi Ciao Will!-
Una ragazza giovane si gettò sulla rossa strega abbracciandola.
- Dawn! Che piacere rivederti. E tua sorella?-
- Sono qui!-
- Buffy, finalmente ci si rivede!-
Buffy abbracciò la sua storica amica.
- Ti vedo bene, Will. –
- Sì grazie, anch’io ti vedo…sei in formissima!-
- Beh insomma, sai cerco di stare in forma, aerobica, ginnastica, cose così…-
- Già, le ex cacciatrici hanno tendenza ad ingrassare-  disse ridendo Willow, che poi si corresse-  Non volevo dire che sei ingrassata, Tutt’altro. E poi con un po’ di carne addosso si sta meglio, Non che tu sia grassa…-
- Sì, va bene, lo so che sono un po’ ingrassata. Ma non credo di esser qui per parlare del mio peso forma o di dieta. O sbaglio?-
- No, certo: non so se Kennedy e Connor ti hanno detto qualcosa-
- Sì, mi hanno accennato ad alcune cose: Ma voglio sapere da te come stanno le cose. Con tutti i dettagli del caso.-
- Va bene. Sediamoci lì che ti racconto tutto.-
Le due si sedettero su una comodo divano e Willow incominciò il suo racconto.

*****

Spike spense il motore della moto, mentre Faith senza pensarci su due volte scendeva veloce di sella.
La vecchia abbazia era di fronte ai loro occhi. Costruita nella prima metà dell’ottocento era stata distrutta parzialmente da un terremoto e, dopo essere stata ristrutturata, aveva dovuto subire l’offesa arrecatagli da un incendio che aveva colpito tutta quella zona, e che aveva causato vittime e danni gravi a tutti i dintorni.
Da allora l’edificio era stato abbandonato al suo destino.
Sul retro dell’abbazia c’era un piccolo cimitero in cui erano custodite le spoglie di alcune personalità importanti che avevano abitato nei dintorni molto, molto tempo prima.
Faith fu colpita dalla maestosità del luogo, che contrastava con l’aria di abbandono di tutta quella zona.
Il sole stava ormai per tramontare. I suoi raggi erano ormai debolissimi e Spike poté togliersi il casco da motociclista, e si sfilò i guanti.
- Finalmente, stavo per soffocare con tutta questa roba addosso-
Notò il silenzio di Faith, intenta ad osservare quella vista inusuale ed affascinante.
- Che c’è, cacciatrice, ti sei addormentata?-
- Stavo osservando questo posto. Ha un’aria così…imponente. Tragica direi-
- Da fuori non è male, ma dentro ti assicuro che puzza di piscio come tutti i ruderi-  disse Spike avviandosi verso l’entrata.
- Nah!-  rispose Faith con aria disgustata.
- Ma allora è qui che eri?-  chiese la ragazza raggiungendo il vampiro ossigenato.
- Mi pare proprio di sì. Mi ricordo quelle colonne laggiù dove il tetto è crollato-
- Bene, finalmente ci siamo-
Spike si avvicinò e si guardò intorno.
Faith lo osservò speranzosa.
- No, non è qui, deve essere più avanti-
- Insomma vuoi trovare questo posto!-
- Smettila di urlare, mi fai perdere la concentrazione!-
- Senti, fatti venire in fretta la concentrazione altrimenti ti spacco le corna!-
- Cosa hai detto?-
- Le corna…Spike, non prendertela… voglio dire, vedi di concentrarti-
- Le corna! Hai ragione! Era una tomba con su degli animali cornuti-
- Un bue? Una capra? –
- No, no, erano due animali, come due cavalli-
- Ma i cavalli non hanno le corna!-
- Ma gli unicorni si!- esclamò Spike dirigendosi verso una tomba che recava scolpiti sulla pietra due dei leggendari animali.
-  E questa!-  Spike batté la mano sul freddo marmo-
- Sicuro?-
Spike fece cenno affermativo col capo
-  Aiutami ad aprirla.-
I due spinsero la lastra pesante e questa si spostò. Al semibuio apparve loro un cadavere decomposto, ridotto in sole ossa e brandelli di vestito. Un medaglione lucente era posto proprio tra le mani congiunte del defunto.
- Certo che tu hai proprio il senso del macabro, vero?-  
Spike allungò la mano verso il medaglione incurante dell’osservazione della cacciatrice, Ma Faith lo bloccò.
- Meglio che lo prenda io-
- Non ti fidi?-  chiese Spike stupito é un po’ offeso-
- Sai come suol dirsi: fidarsi è bene…-
Un rumore attirò l’attenzione di Faith che interruppe la frase a metà.
- C’è qualcuno-  sibilò al compagno.
Un’ombra si gettò verso di loro. Faith reagì con tempismo e colpì l’aggressore con un calcio. Ma immediatamente altri aggressori si lanciarono verso la coppia.
- E’ una trappola!-  esclamò Spike, un attimo prima di intervenire a difesa di Faith.
Si trattava di quattro uomini mascherati, ma probabilmente ce n’erano altri nei dintorni.
Spike e Faith li affrontarono, cercando di non spostarsi troppo dalla tomba dove era custodito il prezioso monile. Era chiaro che l’obiettivo dell’aggressione fosse quello.
Il combattimento fu breve e intenso. Faith e Spike riuscirono ad avere la meglio sui primi quattro ma altri quattro si scagliarono contro di loro. Faith ebbe però l’impressione che qualcuno nell’ombra gli stesse dando una mano,. Avrebbe giurato che gli aggressori fossero almeno quattro, ma in realtà solo tre giunsero davanti a loro. Scansò un colpo di pugnale che il tipo gli sferrò.
- Mi vuoi fare male eh?-  Con un calcio lo disarmò e poi lo afferrò per le spalle e lo lanciò lontano.
Si aspettava un ritorno dell’avversario ma non lo vide più riapparire dal buio. Gli sembrò però di sentire un rumore strano, come di ossa che si rompono.
- Mi vuoi dare una mano o ti sei incantata?-  gli urlò Spike al suo fianco
Faith si scosse e si precipitò a dar man forte al suo compare. La ragazza picchiava duro e gli aggressori, o almeno quei pochi che non erano svenuti, preferirono ritirarsi velocemente.
- Sembra che ci lascino stare-  Osservò Faith rivolta al compare.
- Maledetti! Volevano il medaglione-
- Quale medaglione? Questo medaglione?-
Riconobbero subito la voce che era risuonata alle loro spalle.
In piedi sulla tomba, con in mano il lucentissimo ed agognato monile, una figura si stagliava tra le rovine dell’abbazia.
- Angelus!-

****

- Sei sicura di quello che vuoi fare?- Chiese Buffy rivolta a Willow
- Certo, questo è il primo incantesimo che ho fatto. Il primo incantesimo non si scorda mai-
- Bene.-
L’espressione di Buffy non era di quelle pienamente convinte
- Francamente non riesco ancora a capire questa storia che mi hai raccontato. Angel che torna umano, Faith che si reincarna dopo essere stata un fantasma, Spike posseduto che vampirizza Angel…-
- C’è poco da capire, siamo in un bel pasticcio, come tutte le volte che c’è Angelus di mezzo…-
- O come tutte le volte che c’è Faith di mezzo…-
- Faith non c’entra-  la difese Willow, -  è quel Tavros che non ne vuole sapere di lasciarci stare, e la Wolfram&Hart e…-
- Va bene, ho capito, facciamo questo incantesimo e vediamo di andare avanti-
Dobbiamo fare in fretta. Spike e Faith sono là fuori a cercare il medaglione, ma non è detto che lo trovino.-
- O che lo trovino per primi-  concluse Lorne.

****

- Piacere di vedervi-  disse sogghignando Angelus osservando dall’alto Spike e Faith.
- Il piacere è nostro-  rispose pronta Faith.
- Parla per te, brunetta-  sospirò con la sua aria sardonica il vampiro biondo che le era accanto.
- Sapete, fate una bella coppia insieme, peccato che dobbiate…morire! - ghignò Angelus.
- E’ arrivato il momento di regolare un po’ di conti-  Spike si fece avanti, ma Faith lo bloccò.
- Fermo, ci penso io-
- No, non ci pensi tu. Non ne saresti capace.-
Faith lo afferrò per il bavero-  Senti coso, non dirmi di cosa sono o  non sono capace!-
- Stai mentendo a te stessa!-  replicò Spike. Lo sai che non sei in grado di ucciderlo! Io Sì!-
- Ma tu…-
- Sono un vampiro?-  e allora? Anche lui lo è! Io sto dalla parte del bene, lui del male, dov’è il problema?-
- Forse ce l’avete davanti agli occhi-  Angel si era portata ad un passo dai due, e prima che la cacciatrice o il vampiro potessero fare nulla, aveva colpito Spike mandandolo a gambe all’aria e aveva catturato Faith.

*****

- Ecco mettiamo la sfera di Tessulah qui al centro-  
Willow posò la preziosa sfera sul tavolo al centro della stanza. Kennedy, Buffy, Dawn, Lorne ed infine un riluttante Connor stavano intorno, concentrati come se fosse da loro che dipendesse l’esito del sortilegio.
Connor si allontanò all’improvviso verso la porta.
- Non ce la faccio ad assistere a queste cose. Potete cavarvela anche senza di me-  disse aprendo la porta ed uscendo repentinamente.
- Bel ragazzo il figlio di Angel,vero Dawn?-  sussurrò Buffy alla sorellina.
- Per favore Buffy!-
- Lorne, puoi spegnere le luci?-
Il demone di Pylea obbedì alla richiesta e la strega Wicca fece un cenno a Kennedy che iniziò:
- Quod perditum est invenietur...
- Nisi mort. Nisi al finitei. Te invoc, spirit al trecerii...-  continuò Willow


******

- Sei mia!-  gridò Angelus mentre cercava di tenere ferma Faith afferrandola per le spalle.
- Non ancora!-  Faith colpì con una gomitata il vampiro che mollò la presa e arretrò barcollando leggermente. La cacciatrice non lasciò tempo all’avversario per reagire e lo colpì con un calcio al volto. Angelus cadde a terra.
- Così mi piaci-  disse pulendosi il sangue dal viso -  combattiva e irriducibile. Ci divertiremo fino alla morte, vedrai-
-  Io sono pronta-  Faith assunse la posa da combattimento.
- Sicura?-  Angelus, da terra da dove si trovava, aveva rapidamente sgambettato la ragazza, ed ora si trovava sopra di lei.
- Non impari mai eh, Faith?-
Faith lo colpì con un rapido pugno e lo fece arretrare.
- Neanche tu, mi pare-  disse la cacciatrice riportandosi in posizione eretta.
- Sì penso proprio che mi divertirò a morte. La tua ovviamente.-  rispose sardonico il vampiro.
Intanto, alle spalle di Angelus, si era portato Spike. Il biondo cercò di colpirlo con una trave che si era procurato, ma Angelus intuì e si spostò appena in tempo per evitare il terribile colpo
- Mancato!-  esclamò, appena prima di colpire Spike con un terribile pugno.
Il vampiro più giovane volò ancora una volta per terra.
- Scusa Faith, eravamo rimasti?-
Ancora una volta la ragazza lo colpì con un calcio, ma stavolta Angelus assorbì bene il colpo
- Tutto qui? Dai, fammi vedere di cosa sei capace!
Faith attaccò a testa bassa, ed Angelus si scansò, riuscendo a sgambettare l’avversaria, che cadde per terra.
- Su dai Faith, non ci stai nemmeno provando-
- Maledetto-  biascicò Faith -  vuoi farmi arrabbiare? Eccoti accontentato!
Faith si alzò all’improvviso e con un balzo prodigioso fu davanti al vampiro. Ancora in elevazione la cacciatrice colpì con un calcio al petto il vampiro, che stavolta barcollò fino a quasi cadere. La ragazza cercò di approfittare dell’attimo di sbandamento dell’avversario e lo colpì subito con  un pugno, seguiti poi da altri colpi. Angelus barcollò ancora, ma non cadde.
Faith si fermò per un attimo.
- Tutto qui?-  le chiese Angelus. Poi si scagliò come una furia verso di lei, ma Faith aveva intuito e afferrò l’avversario per le spalle e lo scaraventò a terra.
- Brava Faith, adesso tocca a me!-
Spike si era rialzato e adesso era intenzionato a farla pagare al suo antico rivale. Si precipitò verso il punto dove era atterrato Angelus, lo prese per il bavero e incominciò a tempestarlo di pugni.
Spike lo colpì una, due tre, quattro volte.
- Fermati Spike!. Gli gridò Faith, ma Spike continuava imperterrito.
Finalmente si fermò, Guardò il volto insanguinato del rivale
- Ne hai avuto abbastanza.?-
- Secondo te?-  Angelus afferrò il rivale per le caviglie e lo fece ruzzolare per terra. Con le ultime energie afferrò la sbarra che prima Spike aveva in mano e colpì il biondo mentre questi stava per rialzarsi. L’impatto fu devastante e Spike rotolò per terra in una pozza di sangue.
Spike!-  Urlò Faith precipitandosi verso di lui.
- Dannazione, te l’avevo detto di lasciare fare a me-  Faith si chinò sul vampiro biondo, che con l’unico soffio di voce che gli rimaneva le disse-  Uccidilo Faith, è l’unica.-
- Ma Willow….-  
- Uccidilo Faith, ti prego.-
La ragazza si alzò in piedi, Davanti a lei si ergeva Angelus, il grande, mitico vampiro di 280 anni. Il volto pieno di sangue e ferite, lo sguardo inferocito e spavaldo, una belva pronta a scatenarsi ed uccidere. Lei, Spike, i suoi amici dell’Hyperion e chiunque si fosse frapposto fra lui e il mondo. In più aveva per le mani quel prezioso monile, che gli avrebbe dato chissà quali poteri.
Ma lei sapeva che, da qualche parte dentro di lui, era nascosto Angel, il suo Angel.
Se solo Willow fosse riuscita a…

****

Intanto all’Hyperion Willow e gli altri continuavano nel rito:
- e implor doamne. Nu ignora accasta rugaminte lasa orbita sa fie vasul care- i va transporta sufletul la el.-  
La voce di Willow risuonava sempre più forte. I suoi occhi ora erano neri e sembravano mandare  dei bagliori. Una improvvisa folata di vento nacque dal nulla, fogli e cartacce si sollevarono all’improvviso, e finestre dell’Hotel sbatterono violentemente.
- Este scris aceasta putere este dreptul poporuil meu de a conduce.!-  

*****

Angelus avanzò di un passo. Faith abbandonò Spike ormai privo di sensi e fece un paio di passi in avanti,
-  Su, cacciatrice, fatti avanti: non vuoi completare il lavoro del tuo amichetto ?-
- Sono qui per questo -  replicò Faith cercando di farsi coraggio.
Decise di rompere gli indugi, avanzò rapidamente, ma Angelus aveva afferrato di nuovo la sbarra e cercò di colpirla allo stomaco. La ragazza schivò  il colpo. Il vampiro di riprovò e questa volta prese di striscio la cacciatrice, ma lei balzò in avanti verso di lui. Lo afferrò al collo e lo trascinò per terra. Qui lo colpì ancora al volto con tutta la rabbia che aveva in corpo fino a che Angelus non si mosse più.
Ora era sopra di lui, mise le ginocchia sopra le sue braccia di modo che non potesse fare movimenti
Estrasse il paletto da sotto la giacca, e con la mano sinistra tenne per  il collo il vampiro.
Alzò la mano destra che impugnava il paletto in alto sopra la sua testa. Un raggio di luna entrò dalla finestra e illuminò la sua mano che brandiva il paletto letale.
-  Perdonami Angel, devo farlo-
Faith vide l’ombra della sua mano proiettata sul muro. Mille pensieri e ricordi le tornarono alla memoria. Angel a Sunnydale, Angel che la salvava e proteggeva in un vicolo buio di Los Angeles, mentre lei chiedeva solo di darle la morte, Angel che la spingeva a credere di nuovo in se stessa. Lei che si innamorava di lui, prima da sola nella prigione, poi finalmente ricambiata. Lei che tornava per lui. Le nottate all’Hyperion, le lotte in comune.
Doveva esserci un altro modo.
La voce di Spike risuonava nella sua testa - Devi ucciderlo, Faith uccidilo!-
Se solo Willow….
- No, non posso farlo!-
Gli occhi di Angelus si aprirono per un istante, speranza e terrore si mischiarono nella mente di Faith. La sua mano strinse ancora di più il paletto mentre la mano sinistra stringeva ancora di più il collo. Se si fosse mosso di un millimetro, se avesse fatto una minima mossa falsa lei avrebbe colpito.
Doveva farlo.
Doveva.
Dalla bocca di Angelus venne fuori un grido agghiacciante, Faith mollò per un istante la presa del collo. L’urlo durò un attimo che sembrò un’eternità. Era pronta a colpire, ma forse….
Gli occhi del vampiro si aprirono. Occhi grandi, profondi, sinceri.
.Faith. cosa stai facendo. Dove sono, cosa succede?-
- Sei tu Angel sei tu, dimmi che sei tu!-  disse quasi singhiozzando la ragazza
- Sì sono io, ma perché, cosa è successo-
Faith respirò affannosamente, doveva provare che era veramente lui, non poteva fidarsi alla cieca.
- Sai perché sei qua?-
- No, io…non so-
- Pensaci bene-
- Mi fai male Faith. Abbiamo litigato?-
Faith rise amaramente –Litigato? Tu ti sei trasformato in un vampiro, in Angelus, Di nuovo.-
- Oh io….-
I due stettero in silenzio per un po’-
- Ora ricordo-  disse Angel- Sì adesso ricordo. Non volevo più essere umano. Volevo tornare come prima.-
- Già. E Spike ti ha trasformato.
- Spike. E’ vero, ora ricordo. Dov’è?-
- E’ là in fondo. E sta morendo. Per colpa tua.-
- Mi spiace Faith, mi spiace moltissimo.-
- Dovrei ammazzarti. Dovrei. Ma non posso-  Faith scosse il capo ripetutamente.
- Non posso, proprio non ce la faccio.-
Si alzò in piedi liberando Angel dalla sua presa.
- Io…ho di nuovo un’anima?-  chiese Angel.
- Sì. Penso che Willow ce l’abbia fatta. Hai di nuovo un’anima. Ma non hai più me. E adesso scusa, ma devo andare a salvare un amico.-
Faith lasciò cadere il paletto accanto ad Angel che dolorante cercava di rialzarsi, e si avvicinò a Spike.
Gli accarezzò i capelli bagnati di sangue, poi frugò all’interno della giacca ed estrasse il cellulare
- Speriamo funzioni-
Fece un numero, dall’altra parte rispose Lorne
- Tutto bene principessa? Abbiamo fatto l’incantesimo -
- Lo so. Ha funzionato. Mi servono soccorsi, abbiamo un ferito.-

*****

Hyperion Hotel.
Un’ora più tardi.
Connor  e Faith entrarono nell’Hotel trasportando Spike su una barella.
- Presto c’è un ferito! - Urlò il ragazzo.
Buffy e Dawn si precipitarono verso di loro.
- Spike, Spike, che cosa ti hanno fatto?-  gli disse la biondina accarezzandolo teneramente. Dawn era muta, non riusciva a spiccicare parola, ma era visibilmente sconvolta per quello che era successo al suo amico vampiro.
Connor e Faith portarono Spike al piano di sopra, dove già Lorne e Willow attendevano, pronti a curare con erbe curative il malcapitato.
Il vampiro ossigenato fu disteso sopra il letto. Come toccò la soffice superficie delle coperte incominciò a dare segni di vita.
Aprì di poco gli occhi e vide confusamente il dolce volto di Dawn.
- Sei tu scricciolo?-  biascicò con un filo di voce.
- Sì.-  Rispose la ragazzina, con le lacrime agli occhi-  Sono io-
- E tua sorella, la grande cacciatrice, c’è anche lei?-
Buffy si fece avanti stringendo le mani del suo antico amante.
- Sì ci sono anch’io, mi vedi?-
- Sì. Ti vedo. Beh allora devo essere morto, se ti immagino qui con me.-
- Non sei morto, Io sono veramente qui-
- Sul serio?-
- Sul serio. E ti voglio bene-
- Va bene, farò finta di crederci, allora-
Un sorriso si dipinse sul volto di Buffy.
- Mi pare che stia bene. B. Si rimetterà-  sentenziò Faith, che aveva osservato attentamente la scena.
- Ciao Faith-  la salutò Buffy -  Scusa se non ti ho salutata subito ma…-
La bruna le fece un cenno accompagnato da un sorriso-  non c’è bisogno che ti scusi, la situazione era alquanto drammatica….-
- Già…-
- Tanto per cambiare-
- Tanto per cambiare-
Le due si sorrisero
-  Neanch’io ti ho salutato, quindi…Ciao sorella maggiore! - Esclamò Faith sapendo quanto Buffy odiasse che lei si considerasse come se fosse una sorella.
- E ciao sorellina minore!-  Faith fece un cenno di saluto verso Dawn che ricambiò con uno stentoreo sorriso
-  Ciao, sorellastra-  replicò la giovane.
- Sai tua sorella ti assomiglia sempre di più. Bene ragazze, io lascio il malato alle vostre cure. Sono un poco stanca, scendo di sotto, ci vediamo più tardi.-
Faith uscì dalla stanza. Anche questa era andata.

*****

Di sotto c’era la sola Kennedy seduta su uno dei divani dell’entrata.
- Dimmi un po’ che è successo-
-  Abbiamo finalmente trovato la chiesa con il medaglione.-  Ma anche quelli della Wolfram&Hart ci hanno trovato. Li abbiamo respinti.-
- E poi?-
-  E poi è spuntato Angelus. Abbiamo lottato. Spike è rimasto ferito. Però ce l’ho fatta.-
- L’hai…-
- No. Non è  stato necessario. Avete fatto il rito, giusto?
Kennedy assentì gravemente. –Sì l’abbiamo fatto. E’ servito allora?-
- Ad evitare che io ammazzassi Angel ? Sì-
Faith si guardò intorno.
- Ma dov’è?-
- Chi? -
-  Angel. Era sulla macchina con noi-
- Forse non ha troppa voglia di farsi vedere. Dopo quello che ha combinato-
- Già-
- Lo perdonerai?-
- Non so. Non so-  Faith scosse il capo.
Kennedy stette in silenzio per un po’ poi disse.
- Non so nemmeno io se lo perdonerò. E se perdonerò te-
Faith la guardò interdetta.
- Cosa vuoi dire?-
-  Sei tu che ci hai messo in questa situazione. Faith. Tu e la tua smania di tornare, di esserci sempre, di primeggiare. Sei tu che hai fatto ingelosire Angel facendo la cretina con Spike. Sei tu che hai causato tutto questo.-
Faith scosse la testa-  Non so perché dici questo. E’ stata Willow che…-
- Willow ha fatto quello che tu gli avevi chiesto. Me l’ha detto.-
- Willow mi ha richiamato perché c’era bisogno di me. Stavi per morire e…-
- Pazienza! - Rispose con voce stridula la mora –Sarei morta, va bene. E allora? E’ destino delle cacciatrici di morire. Ce ne sarebbe stata una dopo di me. E’ così che ha sempre funzionato. Adesso invece ci sono centinaia di cacciatrici. L’Ordine è stato interrotto!-
- E’ stata la tua ragazza a incasinare tutto, non ricordi? E se non l’avesse fatto, probabilmente non saremmo qui a fare questa piacevole conversazione.-
- Va bene, cause di forza maggiore, Ma adesso basta. Adesso è giunto il momento che tutto si ricomponga secondo la tradizione.-
- Cosa vuoi dire?-  chiese Faith.
- Kennedy aprì il palmo della mano e mostrò una zampa di rospo.-
- Cos’è? - Chiese Faith.
- Un elemento essenziale per la riuscita dell’incantesimo di Willow. Senza questo il risultato è solo temporaneo. Diciamo un’oretta. Devo essermi dimenticata di metterlo. –
Il sorriso dipinto sul volto di Kennedy non era il solito sorriso aperto che Faith ben conosceva. C’era qualcosa di maligno sul suo volto. Qualcosa di maligno in lei.
- Ma allora…-
- Shh!-  Kennedy si mise il dito indice davanti alla bocca. - Non dire niente. E’ venuto a trovarci un caro amico. Faith: ti presento Angelus.-
Faith si voltò e dietro di lei vide la sagoma ghignante del malefico vampiro.

******

Faith cercò di estrarre il paletto, ma Kennedy la bloccò.
Il paletto rotolò per terra.
- Perché? Perché Kennedy?-
- Non lo capisci, tutto si deve ricostituire. Una sola cacciatrice per ogni generazione. Così è scritto. Così è sempre stato. E così sempre sarà.-
- Non è detto che sia tu-
- Sì, rimarrò l’unica, almeno spero. Comunque iniziamo a diminuire la concorrenza-
Angelus si fece avanti, Faith cercò di divincolarsi, sebbene la presa di Kennedy fosse stretta. Allora  mise il piede destro dietro a quello di Kennedy, poi poggiò tutto il suo peso sull’avversaria.
Le due caddero all’indietro, sul divanetto alle loro spalle. Angelus era vicino e Faith poté colpirlo con un calcio al volto, mentre si liberava di Kennedy. Veloce, la bruna, si divincolò dalla presa. Kennedy però reagì e le si scagliò contro. Faith la respinse gettandola verso Angelus. Il vampiro la bloccò per le braccia.
- Dai Angelus, Prendila! – Urlò la ragazza.
- Sì. Ma prima mi prendo un’aperitivo-  esclamò il vampiro.
Kennedy comprese troppo tardi le intenzioni di Angelus. Le zanne del vampiro erano ormai già nel suo collo. Inorridita Faith osservava la scena, poi si riscosse, afferrò una sedia e la fece a pezzi, in modo da avere un paletto di fortuna ma efficace.
- Una cacciatrice di meno-  esclamò Angelus prima di sbarazzarsi del corpo di Kennedy, a cui aveva rotto il collo con una torsione.
Faith agitò l’improvvisato paletto come una spada.
- Fatti sotto, questa volta non avrò pietà.-
- Dici? Sai non è regolare questo duello. Tu hai un’arma e io no-
- Non me ne frega un accidenti!-  urlò Faith.
- Allora non ti dispiacerà se uso questo?-  Angelus estrasse da sotto lo spolverino la spada di Angel.
- Tanto al tuo amico non servirà più.-
Angelus si slanciò in avanti e Faith fu costretta a sottrarsi al combattimento,  difatti contro quella spada il suo paletto non avrebbe potuto nulla.
- Dove scappi maledetta? Perché mi rendi sempre le cose così difficili?-
Faith era salita sopra al banco della reception. Angelus cercò di colpirle le gambe ma lei saltò in alto, Il vampiro ci riprovò e questa volta Faith saltò giù dal tavolo. Atterrò però malamente e perse la presa sul paletto.
Angelus si precipitò verso di lei e sferrò un colpo a botta sicura, ma la ragazza rotolò via sottraendosi alla furia dell’avversario. A fatica si rimise in piedi, e stavolta di fronte all’attacco del vampiro non scappò ma replicò con uno dei suoi calci volanti. Angelus si era gettato alla cieca, e Faith aveva calcolato giustamente i tempi, evitando la lama della spada e colpendo in faccia il vampiro.
Angelus arretrò e allora Faith ci riprovò.
Raccolse tutte le energie rimaste e spiccò un altro balzo felino. Angelus fu colpito ancora più nettamente, arretrò sbandando paurosamente. Faith cercò di riprendere fiato e si preparò ad un altro assalto, ma questo non avvenne. Il suo avversario fece una faccia sorpresa, strabuzzò gli occhi,  e poi si polverizzò. Le ceneri si sparsero sul pavimento, proprio a poca distanza dal cadavere di Kennedy.
Dietro a lui , nella sbuffo di polvere, apparve Buffy con in mano il paletto di Faith.
Lo sguardo delle due cacciatrici si incontrò.
Si guardarono per un lungo, interminabile istante.
Poi Faith fece qualche passo verso l’amica- nemica, guardò verso il basso, aprì le braccia e scoppiò a piangere abbracciando Buffy.
Buffy la strinse teneramente e mentre le accarezzava i capelli le sussurrò – Su Sorellina, è tutto finito, Tutto finito.-

*****

Willow scosse il  capo mentre teneva nelle sue braccia il corpo esanime di Kennedy.
- Perché questo, perché?-
Nessuno le rispose. Né Faith, seduta sul divano sporco e macchiato di sangue, né Buffy, che le stava vicino, nell’intento di consolarsi a vicenda della morte del loro Angel, sparito dentro a quella creatura infernale chiamato Angelus. Nemmeno Connor, che aveva odiato profondamente Angel e soprattutto Angelus, ma che sembrava aver trovato un equilibrio interiore negli ultimi mesi.
E nemmeno Lorne, sempre pronto a dispensare pillole di saggezza con la sua brillante ironia,  riusciva a trovare parole adatte alla circostanza.
Due di loro se ne erano andati, in circostanze poco chiare, perché l’unica testimone era Faith. Anche Buffy era testimone, ma non aveva seguito tutto dall’inizio.
- Perché Faith hai fatto questo? -  Chiese con gli occhi pieni di lacrime Willow.
- Non sono stata io. E’ stato Angelus-
- Ma Angelus non c’era più, l’incantesimo…-
- Era fallito-  dichiarò Buffy.
- Non è possibile. Ho fatto tutto a puntino-
Faith si alzò, si guardò in giro perlustrando con i suoi occhi da cacciatrice se trovava la prova di quello che era avvenuto.
Proprio vicino al corpo di Kennedy c’era la zampa del rospo.
- Ecco lì la prova, Will. Quella zampa. –
Willow prese in mano l’oggetto e lo osservò attentamente. Rimase a bocca aperta per alcuni istanti, in una espressione di dolente stupore.
- Non l’ha messa nella pozione, per quello Angel ha riavuto l’anima per poco.-
- Non può essere. Perché ha fatto questo?-
- Gelosia-  rispose Buffy anticipando la risposta di Faith, che andò a sedersi di nuovo vicino a lei.
- Voleva essere lei la cacciatrice, diceva che s’era rotto l’equilibrio, e andava ristabilito. Almeno questo è quello che ha detto.
-  Scuse, tutte scuse. – Lorne aveva rotto il suo silenzio. La sua aria severa diceva che non aveva voglia di scherzare.
- La realtà è che la piccola Kennedy era rosa dalla gelosia. E da parecchio tempo. Io non so questa cosa delle cacciatrici, ma anche eliminando Faith o Buffy, e stiamo parlando di due nostre carissime amiche, vero Will, anche eliminando loro ci sarebbero state le altre. E allora cosa voleva fare? Allearsi con Angelus e tutti i vampiri per eliminare le cacciatrici?. Questa è follia, Willow, pura follia.-
Willow sentì le parole di Lorne, scuotendo la testa, poi ammise.
- Sì lo so, era gelosa, era da tempo che mi tampinava con questa storia. Lo so, era piena di difetti, e ultimamente si era allontanata da me. E anche dal Bene, alla fine. Ma io le volevo bene-
Il silenzio calò nella stanza.
Fu Faith ad interromperlo. Si mise la mano nella tasca, ne tirò fuori un oggetto metallico, lo soppesò nel palmo ed esclamò:-  E tutto questo per questo oggettino maledetto.-
Appena Willow lo vide si precipitò verso Faith e cercò di strapparglielo di mano-
- Ferma Will, sei impazzita!-  Buffy si frappose fra le due-
- Deve darmelo, deve!-  le urlò in faccia la strega dai capelli rossi
- Con quello potrò far ritornare in vita Kennedy!-
- Non mi sembra proprio il caso.-  la rimbeccò Faith
- Stai zitta tu. Ti ho riportato indietro. Perché Kennedy no?-
- Forse perché ha cercato di farmi ammazzare da Angelus? Forse perché ha sabotato l’incantesimo, il tuo incantesimo?-
Willow si fece indietro di qualche passo, gli occhi le diventarono scuri di colpo, incominciò a recitare delle frasi in lingue sconosciute.
- Che diamine sta facendo?-  chiese Faith preoccupata.
- Non lo so, ma non mi piace-  rispose Buffy che si precipitò verso Willow cercando di chiuderle la bocca. Per qualche istante ci riuscì ma Willow si ribellò. Le due rotolarono per terra e Willow riuscì a liberarsi dalla presa di Buffy.
Faith guardò verso il camino acceso, poi guardò verso Willow ed esclamò mostrando il medaglione
- Vuoi questo? C’è troppa gente che vuole questo oggetto maledetto. Facciamola finita!-
Lanciò verso il fuoco il medaglione. Il lancio fu preciso.
- C’è poco fuoco Connor!-
Connor si precipitò verso un armadio, estrasse una tanica di benzina e un contenitore di alcool e li lanciò verso Faith.
- Dovrebbero bastare-
Faith li prese al volo e corse verso il fuoco, versò rapidissima il contenuto delle taniche sulla fiamma.
Una gran vampata fu il risultato e la ragazza si gettò all’indietro,  evitando di farsi ustionare.
- Noo!-
Urlò Willow cercando di sbarazzarsi di Buffy
Dal camino vennero fuori fiammate bluastre, sempre più forti e vivide.
Poi iniziarono a tremare il pavimento, le sedie, i lampadari. Anche i muri sembravano tremare.
- Ehi, cosa succede?-  Dawn e Spike stavano scendendo le scale, sorreggendosi a vicenda e tenendosi al passamano.
- Giù state giù-  gridarono quasi all’unisono Buffy e Faith.
La scossa durò qualche istante ancora, poi cessò.
Anche il fuoco si era spento.
I presenti alzarono lo sguardo e videro una figura elegante, un uomo sui cinquanta, dai capelli brizzolati e con una barbetta sul mento.
- Scusate il modo di arrivare, ma anche bruciare un medaglione magico non è il migliore modo di evocarmi-
Faith lo guardò strabuzzando gli occhi.
- Zebutti!-
- Ciao. Faith, lieto di vederti ancora in carne ed ossa.-
- Non posso dire altrettanto-
- Sempre così scontrosa, piccola mia. Eppure dovresti essermi riconoscente-
- Di cosa?-
- Sai di cosa sto parlando. A proposito, questo è mio-  disse Zebutti allungando la mano e raccogliendo il medaglione, annerito ma tutt’altro che distrutto.
- E’ mio!-  gridò Willow precipitandosi verso di lui e cercando di strappargli il medaglione dalle mani.
Non appena però toccò la superficie dell’oggetto Willow ritrasse la mano lanciando un urlo di dolore.
- Sensibile al calore, vero?-
Willow non replicò, si tenne la mano dolorante e si limitò a guardarlo malamente soccorsa da Buffy.
- Lei chi è?-  chiese la biondina.
- Lasci che mi presenti, signorina, mi chiamo Zebutti, sono un amico di Faith-
-  No, non dargli retta B, non è mio amico-
-  E’ stata a casa mia, ma la ragazza è timida non vuole che lo si sappia in giro-  bisbigliò il Demone all’orecchio di Buffy.
- Faith! Non m’avevi detto che…-
- Lascia stare B, è un millantatore, non fare caso a quello che dice-
- Eppure tu sai che sono di parola-
- Non direi proprio, io ti ho chiesto di farmi tornare viva, e invece mi hai trasformata in un fantasma-
Zebutti alzò le spalle.
-  Dettagli. A proposito sono venuto a riprendermi qualcosa che mi appartiene-
Faith recuperò il paletto e si mise in posizione –Non osare nemmeno pensarlo!-
Il Demone rise-  E che vorresti fare? Non sei tu che mi interessi-
- Ah no? Bene non osare toccare i miei amici!-
- Ma chi te li vuole toccare? Poi mi pare che vi siate già toccati a sufficienza tra di voi. Eh sì, avete proprio combinato un bel pasticcio-
- Ma è un tuo amico?-  chiese ancora Buffy.
- No! Te l’ho già detto!-  rispose Faith spazientita, poi si rivolse a Zebutti
- E’ colpa sua se è successo tutto questo. Mi ha ingannato, e poi ha scatenato questo inferno!-
- Calma, calma, non ho scatenato nessun inferno. Non questo almeno. Siete voi che avete fatto tutto.
Tu volevi tornare in vita, poi Angel voleva tornare vampiro,  e c’è tornato, grazie a quel buffone lì-  indicò Spike-  e la sua cialtronaggine, infine ci si è messa anche Kennedy. E per poco anche la streghetta qui stava per combinare un altro guaio. Peccato, sarebbe stata la ciliegina sulla torta-
- Ehi buffone  a chi?-  Spike si lanciò verso Zebutti, che lo scansò facilmente. Il vampiro finì a terra dolorante.
- Come volevasi dimostrare. E adesso scusate ma non ho altro tempo da perdere-
Il demone fece qualche passo e afferrò l’urna dove era stata rinchiusa l’anima di Tavros.
- Finalmente ti ho ritrovato. E stavolta non ci separeremo più-
- Ma che fa, parla con un vaso?.-  Chiese Buffy allibita.
 Zebutti si riavvicinò a Faith e Buffy, le osservò attentamente prima di dire –Sareste una formidabile coppia insieme. Peccato che vi odiate così tanto.-
- Noi non ci odiamo!-  esclamarono le due cacciatrici contemporaneamente.
- Ma sì, ma sì, voi vi amate. Stavo scherzando. Bene, pardon male, è arrivato il momento di salutarvi. Signori e Signore…con permesso. E in quanto a te Faith….Ci rivedremo presto!-  Disse accennando ad un inchino.
- A mai più!-  contraccambiò il saluto Faith.
Il Demone afferrò il medaglione, lo portò in alto, disse qualcosa e svanì.
- Ma era un demone!-
- Brillante deduzione, B-
- Hai per amico un demone!-
- Non è mio amico!
- Va bene non è tuo amico-  sospirò Buffy.
- Ha ragione quel tipo, quel demone-  Willow si era lasciata andare sulla poltroncina con aria stanca e quasi assente-  Abbiamo rovinato tutto. E l’abbiamo fatto noi. Adesso dovremo ricominciare  tutto daccapo. E non sarà facile-
- Senza Angel-  disse amara Faith
- Senza Kennedy-  mormorò Willow.

*****

- Allora hai deciso?-  chiese Buffy a Faith la sera successiva.
- Sì ho deciso. Me ne vado via. Questo posto è troppo pieno di ricordi, e tutti questi ricordi mi pesano. E’ meglio che me ne vada. E poi credo che i rapporti con Willow si siano un po’ incrinati. Non ha più senso stare qui-
- Capisco-  annuì la bionda
- Tu invece cosa farai? Rimani?-
- Sì penso di sì, almeno per un po’. Ogni volta che cerco di scappar via dal mio passato questo ritorna. Forse è inutile fuggire-
- Beh, più che il tuo passato a ritornare è Spike -  sorrise allusiva la bruna.
- Sì, effettivamente. – sorrise Buffy.- Non sono stata giusta con lui. Se non l’avessi scacciato via lui non sarebbe venuto qui. Con tutte le conseguenze del caso. Come vedi nemmeno io sono immune da colpe.-
Faith annuì, poi aggiunse
- Il punto non è avere colpe o meno, il fatto è che non me la sento di restare. Non ho più nessun motivo di rimanere qui, Buffy, è ora che ricominci un’altra volta, e devo farlo da zero. So che sarà dura, e non so cosa mi aspetta. Forse tornerò in prigione, o mi darò al crimine, o …non so, ma devo farlo e devo farlo subito-
- Va bene, come vuoi. Comunque se ci ripensi, noi siamo qui. Almeno per un po’-
Faith guardò Buffy. Aveva ragione Zebutti quando diceva che si odiavano? Non lo sapeva, un tempo era stato così, ma ora era diverso, forse Buffy l’aveva finalmente accettata, e forse avrebbe dovuto rimanere lì, per rafforzare questa amicizia. Ma tutto sommato era giusto andarsene via, era giusto lasciare che fossero altri a continuare il lavoro, a mantenere quell’avamposto contro le forze dell’oscurità.
- Ok, B, io vado allora. Vedrai, sarà tutto five by five.-   Buffy le sorrise e Faith  la abbracciò, poi prese con sé lo zaino riempito con lo strettamente necessario e si incamminò.
- Buona fortuna, Faith-  le gridò Buffy mentre già Faith era a bordo della moto.
- A proposito Buffy, ringrazia Spike per la sua moto. Gliela restituirò, presto o tardi.-
Detto questo, Faith salì sul veicolo, si infilò il casco, accese il motore e scomparve nella notte di Los Angeles.
 

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