I Was Made For Loving You

di hermioner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredici ***
Capitolo 14: *** Capitolo Quattordici ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


Capitolo Uno
 



 

Afferrò la valigia nera rigida dal nastro trasportatore e la appoggiò ai suoi piedi per poi dirigersi verso le porte scorrevoli in vetro opaco. Le oltrepassò e si guardò intorno, cercando una faccia conosciuta fra la folla, rendendosi successivamente conto che, come al solito, si era scordato del suo arrivo.
Scosse la testa leggermente, sospirando e uscendo nel caos del traffico di Los Angeles, lo smog e l’odore della grande città la colpirono facendole storcere il naso, irritata.
Si era di nuovo scordato di lei, per la terza volta.
La sua giornata non era iniziata nel migliore dei modi: la sveglia non aveva suonato e quando si era svegliata e si era resa conto di che ore fossero, si era scapicollata fuori dal letto, scivolando su uno dei giochi di Bubble rischiando di rompersi l’osso del collo e procurandosi un grosso livido sul didietro. Aveva dovuto terminare di fare la valigia velocemente e non aveva fatto colazione. Il  viaggio, invece, lo aveva passato accanto ad un signore di mezza età che, dormendo, le aveva tirato un colpo su una spalla.
Ora si ritrovava ad essere affamata ma senza la minima voglia di fermarsi a mangiare e con due grandi lividi.

- E mio fratello si scorda di vermi a prendermi. Cos’altro può succedere oggi?- borbottò sistemandosi il cappello dalla falda larga sui capelli scuri. Ispezionò la strada individuando un taxi parcheggiato a pochi metri e si avviò verso il conducente che prontamente la aiutò a sistemare le valige nel portabagagli. Osservandosi nello specchietto retrovisore vide le profonde occhiaie che contornavano i grandi occhi castani rossi per la stanchezza.
Non andrò mai più ad una festa il giorno prima di un viaggio, pensò fra se e se maledicendo il mal di testa dovuto al post sbornia che aveva in quel momento.

 

- Siamo arrivati, signorina- la informò il tassista guardandosi intorno strabiliato.
La grande e lussuosa casa bianca si erigeva in tutto il suo splendore davanti ai suoi occhi, il cancello scuro in ferro battuto che sottolineava l’importanza della persona che vi abitava.
Pagò l’uomo e, afferrando le valige, si affrettò a raggiungere il cancello e a suonare il campanello.
La voce gracchiante dall’altra parte del dispositivo non tardò a farsi sentire, il leggero ‘Chi è?’ Di Linda, l’anziana donna di servizio, arrivò alle orecchie della ragazza che subito sorrise.
- Linda, sono Heather- rispose prontamente, facendosi inquadrare dalla telecamera posizionata sopra al tasto.
Il cancello scattò immediatamente, lasciando che la ragazza si incamminasse per il sentiero rivestito di ghiaia chiara, ai lati un vasto giardino ricco di gerani e petunie dai mille colori. Arrivò alla porta di entrata dove trovò Linda ad attenderla sorridente.
La donna le andò in contro abbracciandola, sommergendola poi di domande.
- Che cosa ci fa qui signorina Heather, suo fratello non mi aveva informato del suo arrivo!- le chiese chiudendosi la porta alle spalle.
- Quel microcefalo di mio fratello se n’è completamente scordato, Linda.- le rispose alzando gli occhi al cielo e guardandosi intorno. La casa era esattamente come un anno fa: l’anticamera ampia e luminosa che portava alla cucina attraverso un corridoio arredato da quadri di arte moderna ai lati e un lungo tappeto rosso a simboleggiare l’egocentrismo del suo caro fratello maggiore.
- Dov’è Rob?- domandò la castana guardandosi intorno.
- Il signor Downey è in città per una riunione di lavoro, a quanto pare a breve inizierà a girare un nuovo film con quella Mervol, o come si chiama- spiegò la donna guidandola verso la cucina e chiedendole poi se fosse affamata.
Heather annuì, ridendo leggermente per la storpiatura e captando il rumore del suo stomaco affamato.

- Allora sarà una bella sorpresa per lui trovarmi in casa sua appena tornerà- affermò inarcando un sopracciglio e storcendo la bocca leggermente, un ghigno ben visibile sul suo volto abbronzato.

 


 

- Evans, è inutile che cerchi l’ultima ciambella glassata, l’ho già mangiata io.- gongolò Robert dall’altra parte del tavolo, un bicchiere di vetro nella mano, un ghigno soddisfatto sul volto.
La riunione per l’inizio delle riprese del nuovo Avengers 3 sarebbe iniziata a momenti e gli attori avevano approfittato del buffet allestito nella sala conferenze per rifocillarsi.
L’uomo biondo, che fino a quel momento era rimasto immobile ad osservare i vari vassoi disposti in modo ordinato sulla tovaglia bianca, l’immagine di una gustosa ciambella americana dipinta nella sua mente.
Si girò verso il suo compagno di riprese e lo fulminò con lo sguardo, i sogni sulla ciambella oramai infranti.
- Grazie per avermi rovinato la giornata, RDJ- disse avvicinandosi all’uomo che fino a quel momento lo aveva fissato divertito.
- Non te la prendere bellimbusto, se ne chiedessi una alla segretaria qua davanti stai pur certo che correrebbe a prendertela- scherzò Robert, ammiccando nei confronti della bionda seduta al di là della porta a vetri che, al momento del loro arrivo, lo aveva squadrato come un leone squadra una preda.
Chris scosse la testa alzando gli occhi al cielo, per poi bere un sorso di succo dal suo bicchiere.
- Con i tacchi che ha dubito che correrebbe.- esclamò una voce alle sue spalle facendolo girare. Scarlett lo guardò facendogli l’occhiolino, un lieve sorriso sul volto diafano. I corti capelli biondi sistemati in un ciuffo ribelle. Si avvicinò ai due uomini, prendendo poi posto a sedere vicino a Robert, subito raggiunta da Jeremy. Parlarono del più e del meno, fra i battibecchi dei tre uomini, e le notizie riguardanti Rose, la figlia di Scarlett. 



La riunione era durata più di quanto immaginasse e, dando una veloce occhiata all’orologio, Robert si rese conto che mancava poco all’ora di cena. Susan e i bambini erano dai genitori di lei e non sarebbero tornati prima di una settimana, questo significava che avrebbe avuto casa libera fino al loro di ritorno.
- Vi va una cenetta veloce a casa mia?- propose quindi guardando i suoi amici. Chris annuì, seguito subito da Scarlett e Jeremy. Si separarono dandosi appuntamento per mezz’ora dopo a casa di Downey Junior e quest’ultimo si diresse alla macchina parcheggiata poco più avanti, infilando le chiavi nel quadro e partendo alla volta della sua dimora.
La riunione era andata bene, le varie informazioni utili per le riprese del nuovo film Marvel erano state date eppure Robert continuava a provare la sensazione di essersi dimenticato qualcosa.
Guardò la data sul display del telefono ma non gli venne in mente nulla di particolare. Sicuramente non era il compleanno di Susan, né di Exton, Avri o Indo. Strinse leggermente lo sguardo per concentrarsi mentre con la sua Audi sfrecciava per le strade di Los Angeles, un braccio appoggiato al finestrino con una posa disinvolta. Scrollò la testa, dicendosi che gli sarebbe venuto in mente, e raggiunse la sua umile dimora, parcheggiando nel garage.
Entrò in casa dando un’occhiata in giro. Un odore strano ma familiare aleggiava nell’anticamera e delle voci soffuse riecheggiavano dalla cucina.
Aggrottando le sopracciglia si diresse verso la stanza a passo spedito, il profumo di albicocca e salsedine ora ben percepibile nel corridoio.
Una figura femminile se ne stava seduta su uno degli sgabelli rossi della penisola in legno scuro, una tazza di latte al lato di una scatola di cereali. Le voci soffuse provenivano dal macbook posizionato di fianco alla tazza e appartenevano ad una delle tante puntate della serie Tv FRIENDS.
In un lampo la sensazione di poco prima venne spiegata: si era completamente scordato dell’arrivo di sua sorella.
Heather mise in pausa la puntata, voltandosi poi leggermente verso il fratello maggiore con uno sguardo truce.
- Grazie per essermi venuto a prendere all’aeroporto fratellone, mi hai fatto proprio un gran piacere- affermò piccata, guardando truce il mediano dei fratelli Downey. - Eppure Allyson ti aveva avvertito che sarei arrivata.- grugnì citando la sorella.
I capelli castani erano stati legati in una crocchia lenta, qualche ciuffo le incorniciava il volto struccato. Gli abiti con cui aveva fatto il viaggio erano stati sostituiti da una lunga maglietta blu dei New York Knicks e un paio di pantaloncini neri che le lasciavano scoperte le lunghe gambe toniche.
Robert la guardò stralunato per poi avvicinarsi a lei e abbracciarla chiedendole perdono per essersi dimenticato del suo arrivo. 
- Ero preso dal lavoro e mi è proprio passato di mente.- si giustificò lasciandole un bacio sulla guancia per poi sedersi al suo fianco.
La ragazza inarcò un sopracciglio per poi posare la tazza nell’acquaio e incrociare le braccia, appoggiandosi alla penisola.
Guardò il fratello nell’occhi, la barba curata che gli copriva la mandibola squadrata, il naso dritto, gli occhi profondi e scuri quanto i suoi. Robert le era mancato.
Sorrise facendogli l’occhiolino, la rabbia della giornata scemata via completamente, correndo poi a rifugiarsi fra le braccia muscolose di suo fratello che la strinse a sé.
- Troverò il modo per fartela pagare, sappilo.- ghignò staccandosi da lui e sedendosi su uno sgabello.
- Prima vatti a mettere qualcosa addosso che abbiamo ospiti a cena.- affermò l’uomo guardandola. 
- Ospiti?- chiese la mora.
- Scarett, Jeremy e Chris vengono a cena qui e dovrebbero arrivare…- non finì la frase che il campanello squillò propagando il suono acuto per tutta la casa. - ..ora.- terminò quindi  il maggiore, per poi dirigersi verso la porta pronto ad accogliere i suoi amici fidati.
Heather schizzò in camera sua dove aprì la valigia e vi sfilò un semplice paio di jeans scuri e una canottiera bianca. Si guardò allo specchio del bagno comunicante con la camera degli ospiti che oramai era diventata sua in quella casa e notò che le occhiaie della mattina non se ne erano andate neanche dopo la dormita che aveva fatto dopo il pranzo preparato da Linda. Il rossore era sparito ma per poter diminuire quei profondi cerchi scuri vi ci applicò un po’ di correttore. Mise del mascara e si ravvivò i capelli, sciogliendoli dalla crocchia e lasciandoli cadere sulle spalle. Sul braccio era ben visibile il livido della mattina, tanto che arricciò il naso irritata. Delle voci provenivano dal salotto quindi si affrettò a scendere, felice di poter rivedere Scarlett.
Arrivò in salotto ma la prima cosa che attirò il suo sguardo non furono i corti capelli dell’attrice bensì due profondi occhi dello stesso colore dell’oceano.

 

 

 








 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Capitolo Due
 



 


Tra i tanti aggettivi che potevano descrivere Heather Olive Downey non potevano che spiccare cinica, logorroica e sarcastica. La sua visione del mondo era sempre stata bicromica: o tutta bianca, o tutta nera. La sua infanzia si era caratterizzata da un susseguirsi di brucianti delusioni, prime fra tutti sue padre e suo fratello.
Robert Jr. aveva fatto avanti e indietro dalla prigione alla casa fin da quando la ragazza aveva 10 anni, costringendola quindi a dover rinunciare a quella figura sempre presenta che era diventata oramai per lei il suo fratellone. Rob era riuscito ad uscirne, a riprendersi da quella situazione nella quale il loro 
amorevole padre lo aveva fatto finire, in quel baratro destinato a non essere mai riscalato. Robert si era riscattato, aveva incanalato tutte le sue emozioni nella recitazione, scalando le vette di Hollywood e sedendosi al tavolo dei Big americani. Era stato un insegnante di vita e le aveva fatto da padre fin da quando aveva messo piede in quel caos che era la sua vita.
Essere la più piccola di una famiglia di celebrità l’aveva portata, costretta, a dover erigere un muro intorno a sé i cui mattoni erano costituiti da una buona dose di sarcasmo, con l’aggiunta di una punta di cinismo che non guastava mai.
Non che fosse nata così ovviamente, anzi, fin da piccola aveva manifestato un particolare desiderio di innamorarsi e di trovare l’anima gemella, desiderio che era presto scemato a seguito di tutte i suoi insuccessi amorosi. 
Il primo fiasco era arrivato con il famoso teppistello di quartiere Bobby D.,  il  cui nome era già un manifesto, un aspirante rapper che subito aveva conquistato la ragazza con le sue metriche e le sue rime. Heather aveva 17 anni, una famiglia che le stava stretta e tanta voglia di vivere. Erano scappati di casa, lei e Bobby D. e, quando suo fratello lo era venuto a sapere, si era fatto tutta la East Coast pur di andarla a riprendere per i capelli in Georgia, dove si erano rifugiati dalla zia di lui. Heather se ne era tornata a casa, mentre Bobby D. aveva deciso che la sua vita era ‘sprecata’ a New York per una celebrità come lui, decidendo di andare fino a Los Angeles per tentare la fortuna. Inutile affermare che la fortuna tanto agognata non era mai arrivata per lui, che si era ritrovato a lavorare in un supermercato del Nevada dove la sua arte si limitava ai meri annunci per i prezzi scontati. La ragazza era rimasta in punizione per un anno. 
La seconda delusione, invece, era arrivata pochi anni dopo sotto forma di Gabriel Nitch, un aitante giovane attore che era così tanto preso da lei da non accorgersi che nel frattempo se la faceva anche con la sua migliore amica dell’epoca, Camille. I due erano stati sorpresi durante una festa e la scusa che il ragazzo aveva deciso di usare aveva fatto capire a Heather che razza di persona fosse. Secondo lui, infatti, dire ad una ragazza che “era andato a letto con la sua migliore amica semplicemente per verificare il suo amore per lei” avrebbe dovuto giustificare tutto. Heather aveva rotto pubblicamente con lui, rovesciandogli una caraffa di birra sulla testa e aveva tagliato completamente i ponti anche con Camille. Poco tempo dopo aveva capito che l’unico motivo per il quale Gabriel fosse stato realmente con lei era limitato alla sua voglia di attirare l’attenzione di Robert Jr e di farsi scritturare per un film.
Quella volta si era finita un’intera vaschetta di gelato alla crema davanti ad una maratona di Friends, sognando una vita come quella di Rachel e un amore come quello di Ross. Presto si era resa conto di quanto fosse stupido stare male per un uomo e aveva deciso che non si sarebbe più realmente innamorata di qualcuno fino a che non fosse stata sicura che dall’altra parte non ci fossero stati doppi fini.
Aveva 22 anni all’epoca del suo giuramento e ora, alla soglia dei 30 era ancora sola come un cane. Anzi non sola come un cane, ma sola con un cane, il che era meglio. Bubble era l’unico essere vivente capace di non irritarla. Il suo grande alano nero con la sua stazza aveva colmato quel vuoto del suo cuore lasciato dall’amore per un altro essere umano, incastrandovisi alla perfezione.


Tuttavia, quel cuore che fino ad allora aveva battuto solo per la sua piccolina, ora era accelerato leggermente alla vista di due frammenti di cielo.
Heather raggiunse il divano senza mai distogliere lo sguardo da quello di Chris.
L’uomo se ne stava immobile, appoggiato al camino in granito scuro posto su un lato del soggiorno, fissandola. 
Il naso dritto e la mascella squadrata, rivestita da un curata barba bionda, concedeva al volto del famoso Capitano un fascino ultraterreno. 
Heather scosse la testa, distogliendo lo sguardo e lo puntò sull’unica donna presente nella stanza che la guardava con un misto di sorpresa per la sua presenza e felicità.
- Heather!- trillò Scarlett andandole in contro, il tonico fisico fasciato da un vestitino leggero blu, il volto leggermente truccato. L’attrice l’abbracciò di slancio, beandosi dell’odore di albicocca che emanava la pelle di una delle sue più care amiche.
Le due ragazze si erano conosciute nel 2010 durante le riprese di Iron Man 2, dopo che la ragazza si era presentata sul set urlando epiteti poco carini nei confronti del fratello maggiore che si era scordato di andarla a prendere all’aeroporto, di nuovo. Scarlett aveva fin da subito capito che quella ragazza tutta sale e pepe sarebbe entrata nella sua vita e non ve ne sarebbe più uscita. Heather, dal canto suo, aveva trovato in Scarlett una amica leale e fedele, capace di farla sorridere con una semplice battuta.
- Sorpresa!- cantilenò la mora osservando l’amica, sorridendole poi di rimando.
- Tuo fratello non mi aveva detto che saresti venuta! Quando sei arrivata?- le chiese guidandola verso il divano.
- Mio fratello si era scordato del mio arrivo, ovviamente, e dopo una mattinata decisamente poco tranquilla, ho dovuto prendere un taxi per arrivare fino a qui.- spiegò Heather guardando male il parente, che fischiettando si guardò intorno simulando disinvoltura. La mora raccontò brevemente all’amica i fatti accaduti durante la mattinata, mostrandole il livido violaceo sul braccio come prova e senza risparmiarsi commenti nei confronti del fratello.
- Sei sempre il solito Rob.- inveì contro di lui Scarlett, scuotendo il capo.
- Scusate l’interruzione, ma io sono proprio curioso di conoscere l’unica donna capace di tener realmente testa a questa prima donna.- un uomo dalla capigliatura castana chiara le si avvicinò, porgendole la mano e indicando il fratello. - Jeremy Renner.- si presentò poi sorridendole.
- Heather Downey- rispose lei ridacchiando per il commento.
Gettò un veloce sguardo dietro di sé, notando che l’uomo biondo continuava a fissarla.
Sapeva bene chi fossero quei due attori, colleghi di Robert e co-interpreti nei due film degli Avengers che la ragazza aveva amato. La sua passione per la Marvel - o Mervol, secondo Linda- aveva accompagnato Heather fin dai primi film, dove suo fratello aveva interpretato il grande Iron Man, personaggio che calzava a pennello.
L’idea di essere fissata dal famoso Chris Evans nel modo in cui l’attore stava facendo la mise a disagio e la infiammò nello stesso momento. Lo guardò sfacciatamente, aspettando che l’uomo si avvicinasse per presentarsi. Capendo la donna, Chris si staccò dal camino e le si avvicinò a passo sicuro. Piantò gli occhi nei suoi e le sorrise ammiccando, porgendole la mano. Heather la strinse, rendendosi conto della grandezza delle mani di lui, che avvolgevano le sue in modo delicato ma fermo.
- Chris Evans.- dichiarò poi, la voce roca e profonda.
Heather sorrise, ripetendo il suo nome, per poi sciogliere le loro mani e sedersi sul divano in pelle nera, sotto lo sguardo malizioso di Scarlett.
- Allora, mangiamo?- chiese Robert, che nel frattempo aveva guardato la scena in silenzio. - Ordino del cinese-

 


La leggera brezza estiva raggiungeva il Caffè nel quale era seduta, insinuandosi sotto la gonna del suo lungo vestito leggero e a fiori, alzandola leggermente. Bevve un sorso di limonata fresca dal bicchiere davanti a se, riprendendo poi a leggere dal punto in cui si era fermata. La bozza che aveva scelto quella settimana le sembrava abbastanza promettente ed era sicura che con qualche ritocco di editing sarebbe diventata un successo in tutto il mondo. 
Si trovava sul lungo oceano, in un bar che le aveva fatto conoscere Susan la prima volte che era stata a Los Angeles e del quale si era innamorata. 
I tavolini in ferro battuto bianco erano disposti in modo casuale nella piccola veranda piena di fiori colorati e cartelli con frasi appesi. Era gestito da una coppia di anziani signori, amanti dei viaggi e del buon cibo.
Si era data appuntamento con Scarlett per il pomeriggio ma aveva deciso di andarci un po’ prima per poter lavorare sulla bozza e potersi portare avanti con il lavoro. Era volata a Los Angeles per rilassarsi e per stare con il fratello, ma aveva iniziato la revisione di quel libro prima di partire e aveva intenzione di finire il prima possibile. 
Dopo il college aveva deciso che l’unico lavoro che realmente le interessasse sarebbe dovuto essere collegato ai libri, per questo aveva convinto il padre a farle investire in quella che ora era una delle più grandi case editoriali di tutta l’America. Il mondo dello spettacolo non le apparteneva e mai lo avrebbe fatto, per questo era  andata contro ad ogni decisione del padre nel scegliere di farla diventare un’attrice.
Si spostò un ciuffo di capelli da davanti al viso e ripensò alla cena di due giorni prima. Gli occhi enigmatici di Chris Evans la stavano perseguitando da allora. Si era ritrovata a pensare a quell’uomo più di una volta, maledicendo poi il suo cervello per i pensieri che produceva. La cena era stata tranquilla, ricca di chiacchiere tra amici e notizie sui vari figli. Aveva scoperto che Evans era single, al contrario di come affermavano la maggior parte dei tabloid americani.
Sbuffò nuovamente, chiudendo la bozza e riponendola nella grande borsa nera poggiata sulla sedia di fianco a lei. Guardò l’orologio al polso, notando che l’ora dell’incontro era vicina e aspettò l’arrivo dell’amica controllando le e-mail sul suo Iphone.
Scarlett non tardò ad arrivare, un paio di occhiali da sole a nasconderle il bel viso. Le dette un bacio sulla guancia e le si sedette davanti, ordinando una limonata fresca per poter placare l’arsura.
- Ti vedo abbastanza sfiancata- le disse Heather guardandola bere voracemente il liquido giallastro.
-Non sopporto il caldo.- affermò la bionda guardandola da dietro le lenti scure.
- A chi lo dici.- storse il naso la mora, posando il telefono sul tavolino.
- Te non sopporti niente Heather, non vali.- l’accusò allora lei, scuotendo la testa. 
- Nel mondo ci sono troppe cose o persone per poter sopportare tutti.- ammise la ragazza, un ghigno divertito sul viso.
Scarlett rise leggermente, cambiando discorso.
- A cosa stavi lavorando?- indicò la bozza nella sua borsa, curiosa.
- E’ una nuova storia Fantasy, devo finirla di leggere entro lunedì ma è davvero molto coinvolgente, credo che ci metterò meno.- 
Parlarono del più e del meno, decidendo successivamente di andare a fare un giro per Venice Beach, l’aria dell’oceano a smuoverle i capelli scuri. Il tempo volò come sempre quando si sta bene e decisero di lasciarsi, la promessa di vedersi presto.
Heather si incamminò verso la macchina quando il telefono le iniziò a squillare. Non prestando attenzione a dove stava andando, si concentrò sul ritrovamento del dispositivo nella sua enorme borsa alla Mary Poppins. Concentrata come era non si rese conto della figura che le si stava avvicinando, captandola solamente quando due braccia forti la strinsero nel momento esatto in cui il suo equilibrio vacillò, pronta ad abbracciare l’asfalto sotto i suoi piedi con la faccia. 












 







 
    
 

 
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Capitolo Tre
 



 

Quella mattina Chris si era svegliato dalla parte sbagliata del letto. Qualcosa di incredibilmente irritante aleggiava nell’aria di casa sua, una sensazione sbagliata e nociva.
Si era alzato presto a causa dell’assenza di sonno, cosa strana per uno come lui, e aveva deciso di starsene tranquillo a casa per tutta la mattinata, guardandosi una serie tv e giocando con il suo cane. Tra qualche settimana sarebbe dovuto partire per Atlanta, luogo dove si sarebbero svolte le riprese del nuovo film Marvel e aveva intenzione di godersi i giorni previ alla partenza nel più completo relax.
Dette uno sguardo all’orologio appeso alla parete e si rese conto che era oramai pomeriggio inoltrato. Suo fratello Scott, al contrario di tutti i suoi programmi, lo aveva costretto a vedersi nel pomeriggio per bersi qualcosa e parlare del più e del meno. Si fece una doccia veloce, indossando poi una semplice maglia rossa che metteva in evidenza il suo fisico tonico e scolpito e un paio di jeans scuri.
Uscì di casa inforcando gli occhiali e, accendendo la sua audi, si diresse al luogo dell’appuntamento: Venice Beach. Parcheggiò la macchina leggermente più distante rispetto al centro e si avviò al bar dove avrebbe dovuto vedere il suo fratellino, Scotty.
Il luogo che avevano scelto per vedersi era un piccolo bar vicino alla Pacific Ave, molto accogliente e poco conosciuto, ottimo per nascondersi dalle masse di fans che li avrebbero sicuramente accerchiati in quel quartiere così popolato di Los Angeles.
Afferrò il telefono controllando l’ora, notando che sul display era presente un messaggio di Scott.
Lo aprì senza prestare attenzione a dove stava andando, leggendolo velocemente e rispondendo con altrettanta celerità. Il fratello aveva avuto un imprevisto e non avrebbe potuto raggiungerlo al bar. Sbuffò, alzando gli occhi al cielo irritato.
Nel momento in cui distolse lo sguardo per riporre il telefono nella tasca posteriore dei suoi jeans, si scontrò con una figura che proveniva dalla direzione opposta alla sua.
La afferrò per un braccio aiutandola a mantenere l’equilibrio, mentre la sua borsa cadeva a terra rovesciandone il contenuto sul marciapiede. Subito un’ondata di fragranza di albicocca e salsedine lo investì immobilizzandolo.
Due profondi e familiari occhi scuri si incastrarono nei suoi chiari, fermando il tempo.

Heather chiuse la bocca, pronta ad inveire contro chiunque gli fosse venuto contro, rendendosi conto in tempo della figura dell’attore davanti a sé. Gli occhi che l’avevano tormentata dal momento della cena ora la fissavano curiosi, rischiarati dalla luce del sole che illuminava la via. 
Distolse lo sguardo notando il casino a terra.
Imprecò sottovoce, abbassandosi e raccogliendo la sua roba, rimettendola apposto nella borsa.
- Scusa, il telefono mi stava squillando e non ho visto dove stavo andando.- affermò la ragazza rimettendosi in piedi e afferrando la copia del libro dalle mani di Chris che si era apprestato ad aiutare la ragazza.
L’uomo scosse la testa, un leggero sorriso si aprì sul suo viso.
- Scusami tu, non stavo guardando la strada nemmeno io.- rispose tranquillamente lui, infilando le mani nelle tasche dei jeans.
Si guardò intorno, la leggera brezza del mare a smuovergli i corti capelli biondi. Era uscito di casa per nulla, aveva abbandonato la sua accogliente e comoda dimora solo per scontrarsi con la sorella di Robert e per farsi dare buca dal suo, di fratello.
Non si rese nemmeno conto di cosa uscì dalla sua bocca fino a che non sis sentì esclamare: - Ti va qualcosa? Mi sarei dovuto vedere con mio fratello, ma mi ha appena dato buca e oramai che sono fuori…- lasciò in sospeso la frase, guardando la ragazza davanti a lui che si stava sistemando il lungo vestito floreale con le mani.
A quella richiesta, Heather puntò gli occhi nei suoi, soppesando le opzioni: sarebbe potuta tornare a casa, farsi una doccia veloce e starsene stravaccata sul letto a guardare qualche episodio di Game of Thrones, così come si era ripromessa di fare, o avrebbe potuto accettare la proposta di niente poco di meno che Chris Evans e andare a bere qualcosa con lui. Sebbene la prima parte la allettasse particolarmente, annuì sorridendo e si incamminò con lui silenziosamente.
Con la coda dell’occhio, la ragazza squadrò l’attore al suo fianco. La maglia rossa gli fasciava il corpo massiccio e muscoloso, sicuramente frutto di fantasie particolari nella mente die metà della popolazione umana.
Heather si meravigliò del pensiero e anche della sua assenza di parole per poter iniziare una conversazione con uno degli uomini più famosi al mondo.
Menomale che eri logorroica pensò, guardandosi intorno.
Giunsero al bar senza mai intavolare una conversazione, entrambi troppo presi dai propri pensieri per poterne creare una. 
Si accomodarono ad uno dei tanti tavolini del locale, ordinando da bere.
- Quella bozza che ho raccolto, è tua?- chiese l’uomo, sorseggiando il cocktail analcolico davanti a sé. 
- Oh no, io la leggo e basta. Per lavoro sai- rispose Heather assaporando la sua bevanda fresca.
Chris inarcò un sopracciglio, guardandola confuso. - Per lavoro?-
- Si. Robert non deve averti accennato di che cosa mi occupo.- asserì la mora, guardando il suo interlocutore, che scosse la testa.
- Gestisco una casa editrice a New York e, anche se ho persone pagate per farlo, mi piace leggere le bozze che i vari aspiranti scrittori inviano. Alcune sono terribili ma altre non sono per niente male.- spiegò, girando la cannuccia nera fra il ghiaccio del suo bicchiere.
- Immagino che tu adori i libri, allora.- sorrise l’uomo, rapito dal gesto delle mani della ragazza.
- Diciamo solo che se dovessi scegliere fra salvare i libri presenti nella mia libreria o Robert, probabilmente sceglierei i primi.- ghignò lei, stringendosi nelle spalle con noncuranza.
Chris scoppiò in una risata, portandosi una mano al petto all’altezza del cuore e inarcando la schiena all’indietro.
- Probabilmente sceglierei anche io i primi invece che Scott.- dichiarò lui con un marcato accento bostoniano, osservandola.
- Scott deve essere tuo fratello, immagino.- sorrise Heather.
L’attore annuì:
- Per quanto possa adorarlo, alcune volte è davvero irritante.-
- Credo che sia una qualità di qualunque fratello e di alcune sorelle.- 
- Hai anche delle sorelle?- chiese l’uomo curioso.
Per quanto stimasse Robert come persona, e per quanto gli fosse amico, i dettagli sulla loro vita personale non erano mai stati realmente condivisi dai due. Due giorni fa, infatti, quando si era ritrovato davanti la presunta sorella del suo compagno di riprese, era rimasto leggermente stranito dalla sua presenza, seppur positivamente. Heather e Robert si assomigliavano abbastanza, stesso colore di capelli, stesso taglio dell’occhi e, per quanto avesse potuto osservare, anche stesso spiccato senso dell’umorismo.
Il loro rapporto era un continuo di battutine e prese in giro, scherzi infantili, ma l’amore che l’uno provava per l’altro era ben visibile anche a chilometri di distanza.
- Ho una sorella e basta, più grande sia di me che di Rob. Non è che abbia un gran rapporto con lei, siamo troppo diverse, ma è pur sempre mia sorella.- rispose tranquillamente la ragazza. - Te invece?-
- Ho due sorelle. Carly è un’attrice, così come Scott, mentre l’altra, Shana, è un’insegnante.- spiegò.
- Di quattro fratelli, tre attori?- chiese sbalordita. - Deve essere una passione di famiglia.-
- Diciamo.- rise Chris. - fin da piccoli ci divertivamo a recitare in casa. Anche mia madre è un’attrice, deve averci trasmesso la sua passione. - affermò l’uomo.
- Non riuscirei mai a vivere la vita che vivi, così come quella di mio fratello. Per quanto mio padre ci abbia provato, ho evitato il più possibile ogni tipo di contatto con il vostro mondo.- rivelò Heather, sbalordendosi internamente per quella dichiarazione.
In pochi erano a conoscenza dei litigi che lei e suo padre avevano avuto sull’argomento e normalmente non veniva compresa per questa sua scelta. Rinunciare, anzi, evitare di ottenere la fama che tutti agognano le aveva spesso causato l’appellativo di snob e irriconoscente. Per tutta la sua vita aveva cercato di stare il più lontano da quel mondo pieno di serpi e mancanza di privacy che caratterizzava Hollywood e i suoi componenti. Vi erano delle eccezioni, suo fratello ad esempio, ma la sua indiscrezione l’aveva sempre spinta a muoversi il più lontano da quella corrente che ti trascinava davanti ai riflettori di tutto il mondo.
Chris la guardò intensamente, incatenando per l’ennesima volta i suoi occhi con quelli della ragazza.
Sembrava un gesto così normale, un qualcosa di banale ma che veniva spontaneo ad entrambi.
- Non è facile vedere i propri fatti personali essere urlati ai quattro venti, ma dopo un po’ impari a non rivelare mai troppo. Per quanto i paparazzi siano sempre una spina nel fianco. Li capisco, è il loro lavoro, ma alcuni di loro sono davvero inopportuni.-
- I paparazzi e l’assenza di privacy sono un prezza da pagare per il vostro lavoro. Una volta uno di loro mi seguì fino in ufficio per una dichiarazione su Robert.- ricordò Heather, ripensando a quell’uomo sulla cinquantina che la implorava di rivelargli qualcosa sulla dieta di suo fratello. - Voleva sapere cosa mangiasse durante il giorno per raggiungere la corporatura di Iron Man, come se io lo sapessi fra l’altro, e non aveva intenzione di andarsene.-
- Che cosa hai fatto alla fine?- chiese curioso.
- Gli ho detto che Robert mangia solo pappa di avena condita con dei broccoli cotti al vapore per tre ore, accompagnato da una fetta di limone e tre gocce di estratto di vaniglia. Ovviamente io stavo scherzando, ma per mesi non si parlò di altro se non della ‘Dieta di Iron Man’ su tutti i giornali, come se fosse possibile che una persona come Rob, anzi, che una persona in generale possa mangire una cosa del genere.-
Chris la fissò per qualche secondo per poi scoppiare in una potente risata che fece vibrare Heather.
Quando si ricompose, il sorriso ancora sul volto, guardò il display dell’Iphone poggiato sul tavolo in legno scuro. 
- Credo di dover andare, si è fatto tardi.-
Heather guardò l’orologio al polso, notando che erano quasi le 20:00. Strabuzzò gli occhi, seguendo poi l’uomo fuori dal bar dopo aver intrapreso una lotta su chi avesse dovuto pagare, concludendo con la vittoria di Chris che si scusava per lo scontro di poco prima.
- Sappi che non accetto che qualcuno paghi per me, quindi ci rivedremo per un altro cocktail per poter saldare il conto.- si impose la ragazza, assottigliando lo sguardo e puntandogli un dito contro. L’attore rise leggermente per poi accettare la proposta.
Si scambiarono i numeri, con la promessa di rivedersi presto per poter saldare il debito.
Durante il ritorno verso la casa del fratello, Heather si strabiliò per la facilità con cui aveva portato avanti la conversazione con Chris Evans.
- Devo assolutamente chiamare Yvonne e raccontarle tutto.- si impose fissando la strada davanti a lei. Il tramonto californiano l’accompagnò fino alla porta della magione di Robert, riflettendo con i suoi raggi rossastri sulla pelle abbronzata della giovane Downey.










 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Capitolo Quattro
 



 

- Ti ho detto che non ci vengo.- 
- Ti sto ospitando a casa mia da quattro giorni, potresti farmelo un piacere.-
- Mi hai abbandonato all’aeroporto, il piacere te l’ho già fatto nel momento in cui ho deciso di non darti fuoco a casa… anche se l’ho fatto in particolare per Susan e i bambini, non per te.-
- Vorrei ricordarti della volta in cui hai dichiarato che ero gay e che ero fidanzato con un uomo di nome Bobbito? Mi ci sono voluti due mesi per far si che quel rumor cessasse.-
- L’ho fatto perché avevi deciso di abbandonarmi a Disneyland da sola per farmi uno scherzo, senza soldi né il telefono, facendomi tornare all’hotel a piedi. - 
- E quella volta che tu hai distrutto la mia macchina contro un albero perché, cito testuali parole, “c’era un ragno sul volante e io non avevo intenzione di toccarlo”?-
Heather sbuffò, incrociando le braccia al petto folgorando il fratello con un’occhiataccia.
- Ti diverti a rinfacciarmi quella storia, eh?-
Robert ghignò, sorseggiando del whiskey invecchiato di dieci anni mentre la fissava dalla poltrona in pelle scura posizionata nel soggiorno.
- E’ solo una premier e con Susan e i ragazzi via, non posso certamente presentarmi da solo. Me lo devi sorellina.- le fece l’occhiolino ridendo sommessamente all’occhiata di puro odio che le rivolse la mora.
- Me lo devi sorellina- lo scimmiottò lei uscendo dalla stanza, rifugiandosi nella sua. Si lanciò sul letto, pensando a come poter simulare la sua morte prima del 28 di quel mese, giorno in cui si sarebbe svolta la tanto amata premier del nuovo film Marvel, Spider-man: Homecoming. Ci sarebbero stati paparazzi a fiotti e ogni sua espressione, parola e movimento sarebbe stato fotografato e reso pubblico.
Sospirò, rendendosi conto che non poteva tirarsi indietro e nemmeno uccidere il fratello, altrimenti i fan da tutto il mondo sarebbero accorsi per trucidarla.
Si grattò il mento pensierosa, guardando il tatuaggio sul suo polso con sguardo assorto. Una piccola zampina era stata disegnata in modo semplice e andava a simboleggiare il suo amore per il suo cane. Bubble era rimasta a casa sua, a New York, e le mancava come l’ossigeno.
Quanto vorrei che fosse qui pensò storcendo la bocca.
Yvonne se ne stava occupando in modo egregio, sotto sua richiesta, e ogni giorno le mandava centinaia di foto della sua grande bimba pelosa.
Scosse la testa, afferrando il telefono e rispondendo ai vari messaggi presenti. Aveva finito di leggere la bozza e l’aveva rimandata indietro con le dovute annotazioni. Ora era ufficialmente in vacanza e sarebbe rimasta in quella casa fino alla partenza di Robert per Atlanta.
Di Robert e di Chris
Una vocina le si insinuò nel cervello, facendola strozzare con l’acqua che stava bevendo. 
Chris Evans le aveva fatto da subito una buona impressione e si era ritrovata ad essere particolarmente colpita da quella inaspettata e non programmata uscita avvenuta quasi una settimana prima. L’uomo le aveva scritto qualche volta, chiedendole cosa stesse facendo e la ragazza era felice di quelle piccole attenzioni anche se faticava anzi, evitava di ammetterlo. 
Sapeva bene che il semplice rapporto che si era andato a creare tra i due era di amicizia e, considerando che conosceva il ragazzo da meno di un mese, non si sarebbe mai arrischiata ad affermare cose di cui poi avrebbe potuto pentirsi.
Come ad esempio di quanto siano possenti le sue braccia, chi sa quanto solleva.
Heather sgranò gli occhi, dischiudendo leggermente la bocca.
- Non posso averlo realmente pensato- gracchiò scuotendo la testa con decisione. - Stare da sola mi fa male, ora parlo anche da sola.- 
Decise di raggiungere di nuovo il traditore di suo fratello nel soggiorno per evitare di rimanere sola con i suoi pensieri da ragazzina in piena crisi ormonale.
Robert se ne stava lì, assorto nei suoi pensieri, quando la ragazza si accoccolò sul lungo e comodo divano, un cuscino stretto in grembo come quando era piccola.
- Verrò con te ma a una condizione: il vestito deve essere fantastico.- 
Robert la guardò, nello sguardo un misto tra amore fraterno e gratitudine. Sapeva quanto le costasse una cosa del genere e quanto la sua sorellina ripudiasse ogni tipo di uscita sotto i riflettori che quel mondo potesse offrirle e in parte era anche per colpa sua.
Accettò la proposta, per poi posare il bicchiere sul tavolino in vetro posizionato accanto alla poltrona e sedersi di fianco alla piccola Downey.
- Grazie, scricciolo.- l’abbracciò, scompigliandole i capelli e dandole un buffetto amoroso sul naso.
Heather urlò, cercando di allontanare le mani del fratello da lei e sfuggendo alla sua presa.
- Non credere che io abbia voglia di venire ad acciuffarti fino a lì, sono vecchio oramai per queste cose.-
Heather scoppiò a ridere, una risata di cuore e genuina che riempì il vuoto di quella casa immensa ma deserta.

 

- Questo vestito è stupendo.- gioì la ragazza, guardandosi allo specchio posizionato sulla parete. Il tessuto nero le avvolgeva i fianchi scendendo sulle sue lunghe gambe in modo morbido, formando uno strascico alla fine, la schiena era lasciata completamente scoperta. 
Si lasciò truccare e acconciare i capelli. In poche ore fu pronta, una semplice acconciatura che le raccoglieva i capelli in modo ordinato su una spalla e un trucco raffinato abbellito dal suo amato rossetto rosso sulle labbra carnose. Indossò le scarpa dal tacco alto dello stesso colore del vestito e si diresse verso il fratello che, con un completo composto da un paio di pantaloni, una maglia nera e una giacca dello stesso colore, il tutto abbellito con quadrati decorativi di un rosso sgargiante su ogni parte del completo, la aspettava all’entrata pronto per partire.
- Vestita così sei quasi bella.- affermò vedendola arrivare.
Heather in risposta alzò il dito medio, sul viso un’espressione angelica. La macchina parcheggiata alla fine del vialetto li portò direttamente al TCL Chinese Theater nel centro di Hollywood. La folla acclamante, composta da fan e paparazzi, urlava al passaggio delle celebrità che avrebbero preso parte alla Premiere. Robert strinse la mano della sorella, sorridendole e sussurrandole che sarebbe andato tutto bene. La portiera della macchina venne aperta e il fratello fu il primo a scendere, acclamato da un boato della folla in festa. Porse la mano ad Heather che, con un sospiro e indossando il migliore dei suoi sorrisi, la afferrò facendosi guidare. I flash delle macchine fotografiche le dettero noia per i primi secondi, il tempo che le ci volle per abituarsi a quelli scatti fulminei. Sorrise in direzione delle telecamere, stringendo il braccio di Rob con una mano, con l’altra la pochette nera abbellita con fili d’oro. Si mosse celando il nervosismo con una disinvoltura che non le apparteneva, non in quel mondo, e posò tutte le volte che doveva, un sorriso sul volto come risultato deo pensieri di torture dolorose rivolti verso il fratello.

 

Il film non era stato male, le era piaciuto particolarmente nonostante il suo amore per la versione con Tobey Maguire. Il nuovo interprete del supereroe spara ragnatele, Tom Holland, le era stato presentato da Robert all’inizio della serata e, nonostante la giovane età, le era rimasto simpatico fin da subito, tanto per la sua maturità quanto per il suo accento fortemente britannico. Heather si guardò intorno sorseggiando dello champagne nel calice di vetro. I tacchi le stavano distruggendo i piedi e il vestito le stava diventando scomodo. Robert era intento a parlare con dei giornalisti poco più avanti e lei aveva cortesemente ed educatamente evitato di parlare davanti a qualche telecamera. 
Vedere suo fratello così spigliato davanti ai microfoni, il suo carisma, che accecava chiunque gli passasse accanto, la fece sorridere.
Continuò a sorseggiare il contenuto del suo bicchiere quando una mano calda e grande le si poggiò sulla schiena nuda facendola rabbrividire per il tocco. Si girò di scatto, avvertendo una fragranza fresca e virile. Chris le sorrise, guardandola attentamente. 
L’aveva notata all’inizio della serata ma, per forza di cose, non era riuscito ad avvicinarsi o a salutarla. Il vestito nero che indossava le fasciava le curve in maniere sorprendente e la schiena scoperta e liscia della donna l’aveva attratto dal momento in cui l’aveva vista, facendogli desiderare un contatto e aumentando quell’attrazione che si era andata a creare dal giorno stesso in cui l’aveva conosciuta, sorprendendolo.
- Ciao.- la salutò, afferrando un bicchiere da uno dei vassoi dei camerieri che si muovevano per la stanza, la mano non si mosse dal suo posto. Heather sorrise, ricambiando il saluto, scontrando successivamente il bicchiere con quello dell’uomo per un brindisi.
Il completo elegante fasciava il fisico muscoloso, accentuandolo e rendendolo più bello di quanto non lo fosse normalmente, e il colore blu scuro risaltava gli occhi azzurri e profondi, rendendoli ancora più luminosi.
- Avevamo detto che la prossima volta che avremmo bevuto ti avrei offerto io qualcosa.- asserì la ragazza, guardando intensamente il suo interlocutore.
- Vorrà dire che ho una scusa per chiederti di uscire una di queste sere.- rispose prontamente l’uomo, facendole un occhiolino.
- Non credo tu abbia bisogno di una scusa, per farlo.- sorrise lei, distogliendo lo sguardo e sorseggiando il liquido dorato nel calice.
La mano sulla sua schiena le mandava delle profonde scariche in tutto il corpo e, quando il pollice dell’uomo iniziò a disegnare delle volute sulla sua pelle, la pelle d’oca aumentò.
La sensazione, che normalmente avrebbe trovato sgradevole, in quel momento la stava tranquillizzando e rilassando. Se c’era una cosa che Heather odiava realmente era l’essere toccata da qualcuno, il tocco leggero e allo stesso tempo sicuro di Chris le faceva provare tutto tranne che repulsione. Intavolarono una conversazione tranquilla e superficiale, incentrata semplicemente sul film e sulla premiere in generale, concordando sulla simpatia di Tom e sulla spiccata capacità di intrattenimento che aveva RDJ. Rimasero in quella posizione fino a che Robert, accompagnato dalla celebre e bellissima Gwyneth Paltrow, non li raggiunsero.
- Heather cara!- la abbracciò la donna bionda con fare affettuoso.
- Gwyneth- ricambiò la ragazza, sentendo la mano dell’attore cessare il contatto con la sua schiena, lasciandole un senso di vuoto. Si girò leggermente verso Chris, sorridendogli, per poi lasciare i due uomini per parlare con la donna.
- Che bello rivederti- affermò Gwyneth, sorridendole ampiamente.
- Anche per me! E’ passato davvero troppo tempo dall’ultima volta.- sorrise Heather, voltandosi leggermente verso l’uomo biondo sulla sua sinistra. Gwyneth non perse l’occhiata che la mora lanciò all’uomo e nemmeno il sorriso che nacque sulla faccia di quest’ultimo.
- Il nostro Capitano ha fatto colpa sulla cinica piccola Downey?- cantilenò quindi, sorseggiando lo champagne.
-Non dire cavolate, Gwyneth, lo sai come la penso.- tentennò, colta in fallo. 
- Certo, aspetta che inizio a crederci.- alzò un sopracciglio la bionda, un sorrisetto sul bel volto. - Non starò ad insistere, sappi solo che Chris è davvero un bravo ragazzo, non ti dispiacerebbe buttare giù quel muro che ti sei costruita per uno come lui.- le fece l’occhiolino, concludendo il discorso, iniziando a parlare della fatica che aveva fatto per entrare in quel tubino bianco.
Heather l’ascoltò interessata, anche se una parte di lei non voleva altro che tornare ad avere la mano dell’attore sulla sua pelle.


 




 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


Capitolo Cinque
 



 


“ Devi ancora saldare il tuo debito con me, che ne dici di andare a bere qualcosa fuori, stasera?”
La mattinata era iniziata così quel giorno, con un invito di Chris che lampeggiava in tutto il suo splendore sullo schermo del suo Iphone. Si grattò la testa, indecisa se rispondere immediatamente o se aspettare un po’, giusto per non sembrare una gatta morta in cerca del primo con cui divertirsi. Certo, in questo caso il primo era l’affascinante e decisamente troppo attraente Chris Evans e non un bambinetto incontrato per strada, ma il suo orgoglio la spinse ad aspettare qualche minuto prima di rispondere.
Canticchiando una delle canzoni del nuovo album dei Panic! At the Disco, la sua band preferita da sempre, si diresse verso il bagno per darsi una sciacquata e per svegliarsi del tutto. La sera prima erano rientrati tardi dalla Premiere, dopo aver passato la serata evitando i paparazzi e intavolando conversazioni con i vari membri del cast. Aveva conosciuto Zendaya e per un’ora buona le due avevano discusso sui libri che a entrambe piacevano, delle varie persone che erano presenti alla serata e della reale bellezza di Zac Efron, attore con il quale la ragazza aveva avuto il piacere di lavorare per il film The Greatest Showman, film che Heather aveva amato, piangendo per ogni singola canzone.
Questo ovviamente lo aveva omesso alla mora, ma per il resto era stato piacevole parlare con la ventunenne che, per lo spirito e le idee le ricordava molto lei alla sua età.
Si spazzolò i capelli mori osservandosi allo specchio.
- Dovrei ritagliarmeli- mormorò osservando le punte leggermente rovinate dai vari bagni e dal tempo. Si preparò velocemente, evitando di truccarsi, per poi tornare nella stanza e afferrare il telefono, il messaggio di Evans ancora presente sul display.
Sbloccò l’Iphone aprendo la casella dei messaggi. 
- E’ solo un’uscita tra amici Heather, tra una settimana lui partirà per Atlanta e te te ne tornerai a New York.- si incitò sospirando.
“ Mmmh, potrei essere libera stasera, dove pensavi di andare?” Digitò velocemente per poi inviare il messaggio e scendere in cucina.
Robert se ne stava spaparanzato sul divano guardando la tv.
- Buongiorno, fratellino vanesio.- lo salutò lei entrando nella stanza.
L’uomo la guardò sorridendo e ricambiò il saluto, facendole poi spazio sul divano per farla distendere con lui.
- Susan e i ragazzi tornano domani vero?- chiese lei, sorseggiando il suo caffè latte. 
- Si, hanno deciso di rimanere più di una settimana a casa dai suoi.- affermò l’attore scuotendo le spalle. 
- Menomale che ci sono io a farti compagnia allora, pensa che noia passare le tue giornate da solo.- lo punzecchiò guardandolo e ghignando. - anche se non penso di esserci stasera, quindi se hai intenzione di organizzare un torneo di poker illegale, una conferenza sull’importanza delle bucce di limone per la nostra salute o semplicemente guardarti qualche film strappalacrime senza essere giudicato o postato su instagram, fai pure.- dichiarò sorseggiando noncurante il nettare divino che si trovava nella sua tazza bianca con il simbolo di Hogwarts. Quella tazza gliela aveva regalata Robert anni fa e lei la teneva a casa del fratello ad uno eccezionale, usandola ogni volta che gli faceva visita.
- E dove pensi di andare?- chiese curioso l’attore, sistemandosi a sedere accanto a lei mettendo in pausa il film.
- Perché dovrei dirtelo?-
- Perché sono tuo fratello e ho il diritto di sapere se mia sorella esce con un ragazzo.-
- Ho 29 anni Rob e te ne hai 53, pensi davvero di poter far qualcosa ad un “ragazzo” con il quale potrei uscire?- ghignò lei. - Non vorrei che ti venisse un infarto per lo sforzo, sai, vista l’età.-
- Stamani siamo in vena di spirito, vedo.-
- Sono nata con lo spirito, dovresti saperlo, tu c’eri.- con un occhiolino si alzò dal divano, posando la tazza nel lavandino e dirigendosi verso il giardino per potersi rilassare un po’ al sole.
Si sedette su di una sdraio, sentendo il telefono vibrare nella sua tasca.
Chris le aveva risposto e lei, fregandosene del suo orgoglio, aprì velocemente il messaggio.
“ Hanno aperto un bar vicino al centro commerciale e dicono che sia davvero buono. Io proporrei lì.”
Aveva sentito parlare di quel bar e l’idea non le dispiacque affatto.
“ Affare fatto, andiamo lì. Ci vediamo alle 21:30 davanti al pub?”
La risposta non tardò ad arrivare, dimostrandosi positiva.
Heather si posizionò gli occhiali da sola sul naso e, sorridendo, si rilassò sotto i luminosi raggi del sole californiano.

 

 

 

- Mettiti i pantaloni bianchi, quelli che avevi l’ultima volta che siamo andate da Carl’s e il top nero che ti ho regalato per il compleanno.- la voce roca arrivò dal computer, facendola annuire convinta.
- Non pensi che sia un po’ troppo formale?- chiese la ragazza a Yvonne che la guardava dalla webcam. 
- Nah, con quel top no.- le fece l’occhiolino, per poi urlare qualcosa a Mike dalla cucina nella quale si trovava. 
Heather ridacchiò, pensando a quanta pazienza avesse quel ragazzo nello stare con quella ragazza tutta sale e pepe che era la sua migliore amica. L’unica persona della quale realmente si fidasse.
- D’accordo, grazie Yv - le sorrise, per poi salutarla conscia dell’ora che vi era dall’altra parte del continente rispetto a LA.
Yvonne le augurò buona fortuna, per poi sorriderle maliziosa e alzare i pollici in su, chiudendo la chiamata. Heather sospirò agitata. Si sentiva come una ragazzina al primo appuntamento e la cosa la infastidiva. Erano passati gli anni in cui sospirava dietro ai fighi del quartiere o della scuola, correndo loro dietro come una cane con una palla. Era indipendente ora, matura e decisamente non incline a dimostrarsi come un’adolescente in piena crisi ormonale. Fece un bel respiro profondo, indossando ciò che le aveva proposto l’amica, per poi guardarsi allo specchio felice del risultato.
Non si sentiva una modella dei Victoria’s secret ma nemmeno una di quelle alghe disgustose lasciate in riva al mare. Stranì la faccia al pensiero appena partorito dal suo cervello, per poi alzare gli occhi al cielo e indossare le converse borchiate nere. Afferrò la borsetta che aveva già precedentemente preparata e si stese un velo di tinta nude sulle labbra, ammiccando alla sua figura riflessa.
Salutando Robert, al quale dopo ore ed ore di insistenza aveva rivelato il nome del suo accompagnatore della serata, facendogli strabuzzare gli occhi, si diresse verso la macchina che il fratello le aveva gentilmente prestato.
Raggiunse il bar e trovò velocemente parcheggio. Fece un respiro profondo e scese dalla macchina, camminando verso il bar pronta a godersi la serata. Se chiudeva gli occhi, sentiva ancora la pressione delle dita di Chris sulla schiena e i brividi che quel contatto le aveva portato a provare.
Alzò lo sguardo dal marciapiede, gettando un’occhiata all’entrata.
Chris Evans era già lì, nella sua immancabile perfezione e con un largo sorriso sul volto. La osservava dalla porta, i profondi occhi blu che scintillavano alla luce della sera. Indossava un paio di jeans scuri e una T-shirt bianca e un paio di vans nere. Nonostante la semplicità di quel outfit, Heather si ritrovò a pensare a quanto fosse bello quell’uomo.
Aveva cercato qualche informazione su di lui, sui vari social e aveva notato la grande quantità di ragazzine che si ritrovavano ad essere follemente innamorate di lui.
Non potè che dar loro ragione.
I capelli biondi sembravano ancora più chiari alla luce del neon e la barba risaltava la mascella squadrata.
Heather si avvicinò all’uomo, per poi salutarlo con due semplici baci sulle guance e dirigersi all’interno del bar.
Presero posto ad un tavolino leggermente più appartato rispetto agl’altri, cercando di non attirare troppo l’attenzione su di loro e di scatenare orde di ragazzine urlanti o di fan vogliosi di chiedere una foto o un autografo.
- Quindi mi offrirai te ogni cosa che prenderò?- chiese l’attore con un sorrisetto che si contrapponeva al viso angelico.
- Entro i limiti del mio budget, ovviamente, ma si- sorrise lei, incitandolo ad ordinare quello che voleva alla cameriera che nel frattempo si era avvicinata.
- Perfetto.- affermò sorridendole, facendo perdere un battito alla donna e facendo sospirare la ragazza che li stava servendo.


Che cosa mi stai facendo, Chris Evans?




 
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


Capitolo Sei
 



 

 
- Hai seriamente distrutto la macchina di tuo fratello? E hai incendiato la sua chitarra?-
- Ero una ragazza particolarmente irritabile all’epoca e Robert non perdeva un momento per dimostrarmi quanto fastidioso potesse essere.- fece spallucce Heather, sotto lo sguardo divertito dell’uomo.
- E io che pensavo che fosse lui il Downey ribelle.-
- Lo siamo un po’ tutti, ad esser sinceri. Sarà un qualche strano carattere dominante nel nostro genoma. -
- Non ne ho dubbi.- rise Chris, portandosi come al solito una mano sul cuore.
- Oh andiamo, come se tu non avessi mai fatto scherzi ai tuoi di fratelli.- lo rimbeccò lei, puntandogli un dito contro mentre camminavano per le strade di Los Angeles.
Nonostante l’ora tarda, ancora erano popolate dagli abitanti della città degli angeli.
Avevano finito di bere qualcosa circa un’oretta prima e la ragazza, come previsto, aveva pagato il conto saldando il debito che la legava all’attore. Avevano deciso di continuare la chiacchierata intrapresa nel bar e di camminare un po’ alla luce delle stelle, o meglio, della città.
- Più di uno, in effetti.- ridacchiò il biondo con sguardo colpevole. Le raccontò della volta in cui aveva indotto Scott a farsi la pipì addosso per scherzo, convinto che lo avrebbe fatto anche lui. Heather storse la faccia disgustata prima di scoppiare in una risata cristallina.
Passare del tempo con Chris la metteva di buon umore, quasi quanto coccolare Bubble o mangiare della cioccolata.
- Manca poco all’inizio delle riprese del film.- constatò la ragazza sedendosi su una panchina, aspettando che l’attore la raggiungesse. Chris la guardò di sottecchi, notando come il top nero le mettesse in risalto la carnagione scura e abbronzata. 
- Già- 
Heather si girò a guardarlo, stranita dal tono stanco con cui aveva pronunciato quell’affermazione.
- Non ne sei contento?-
Chris la guardò, incatenando i sui occhi con quelli della ragazza, perdendosi in quelli profondi della donna che si trovava davanti. Era rimasto affascinato dalla cultura e dall’intelligenza che quella ragazza possedeva. La sua franchezza, così come il suo sarcasmo, l’avevano messo a proprio agio fin da subito, convinto nella completa onestà della copia in miniatura di RDJ.
- Sono felice, certo, adoro il mio lavoro- affermò quindi, riprendendosi dallo stato comatoso in cui era entrato. - Solo che non sono pronto a riprendere quei ritmi sfiancanti che le riprese necessitano. Sveglia all’alba, esercizi, ore e ore davanti ad una telecamera per una sola scena sotto il sole cuocente.-  Chris si passò una mano sul viso, scuotendo la testa e sorridendole.
- Anche Rob dice che la cosa sia decisamente stancante, ma credo che alla fine, riguardando il film completo, tutta la stanchezza venga ripagata, o no?- 
- E’ la parte migliore quella, specialmente se un film ti piace particolarmente.- 
- Hai girato film che non ti sono piaciuti?- chiese la ragazza curiosa.
- Oh si, e più di uno.- rise l’attore.
Heather strabuzzò gli occhi, guardandolo. Non ci aveva mai pensato al fatto che gli attori non sempre apprezzassero i film da loro recitati.
- Non ci avevo mai pensato a questa cosa- ammise quindi, sinceramente colpita. - Pensavo che qualunque film tu faccia, alla fine, ti piace.-
- Nella maggior parte dei casi si, ma sai, alcune volte pensi sia bello all’inizio per poi ricrederti alla fine, in fase di produzione. Oppure al contrario: leggi il copione e lo detesti, lo porti a termine e poi capisci che non era così male come progetto.- spiegò Chris, gesticolando leggermente e sistemandosi meglio sulla panchina, divaricando le gambe. 
Heather si perse a fissare la sua figura scolpita e marmorea, protagonista di varie fantasie che la ragazza si era ritrovata a fare, odiandosi subito dopo per il suo comportamento da quindicenne. 
Il silenzio calò fra i due, entrambi presi a scrutare l’altro senza rendersi conto dell’interesse reciproco che stava nascendo in quel momento. 
- Hai mai pensato a come potrebbe essere stata la tua vita se non avessi fatto l’attore?- Heather ruppe il silenzio che li circondava come una bolla con una domanda che più di una volta aveva fatto a Robert.
Prese la sua borsetta e se la mise sulle gambe, per poi girarsi verso l’attore e sistemarsi più comoda, guardandolo nell’occhi.
Normalmente non amava guardare troppo una persona e incrociarne lo sguardo, ma con l’attore le veniva quasi naturale. Quegli occhi che, se da lontano sembravano dello stesso colore di un zaffiro, erano in realtà più tendenti al verde, con delle pagliuzze dorate al loro interno che li facevano brillare di luce propria. La facevano cadere in un turbine di tranquillità, la faceva sentire protetta quasi. Chris la guardava come una pietra preziosa e, anche se ne lui ne lei se ne rendevano conto, i loro sguardi si cercavano come due calamite di poli opposti.
- Mi sarebbe piaciuto diventare un pittore, ma quando ho conosciuto questo mondo me ne sono appassionato così tanto che non ho avuto intenzione di lasciarlo.- spiegò tranquillamente. - Te invece, se non avessi aperto la casa editrice?-
Heather ci pensò su, scavando nei meandri della sua vita per capire cosa avrebbe davvero voluto fare oltre al mondo dell’editoria. 
Fin da piccola aveva avuto una dote quasi naturale per le lingue straniere, probabilmente grazie alle varie tate che aveva avuto fino ai suoi 18 anni, molte delle quali provenienti da paesi europei e che le avevano insegnato piccole cose delle loro lingue madri. 
- Mi sarebbe piaciuto lavorare a contatto con le persone, aiutare gli altri magari. Ho sempre amato le lingue, quindi probabilmente avrei fatto qualcosa che combinava le due cose.- 
- Tipo guida turistica?-
- Forse, non saprei.- rise leggermente Heather.
Chris si perse ad osservare quella risata genuina, come il volto le si illuminava e come, sorridendo, delle fossette le si formassero ai lati della bocca. Si rese conto di quanto fosse bella e di quanto, nonostante le sole due settimane di conoscenza, le fosse entrata nel cuore, e nella testa, più di quanto un uomo come lui avrebbe voluto ammettere.
Tra una settimana sarebbe partito e non l’avrebbe più vista per un po’, cosa che gli dava fastidio. Si rese conto di essersi immobilizzato a fissarle le labbra e che si era avvicinato a lei, solo quando la ragazza dischiuse la bocca trattenendo il respiro.
Una lotta era iniziata nella sua testa da quando aveva percepito il movimento del suo accompagnatore e non sapeva cosa avrebbe fatto. Fisso le labbra carnose di Chris e si sentì le farfalle nello stomaco mentre esse si avvicinavano a lei, tanto da arrivare a sfiorare i loro nasi.
Rimasero fermi per qualche secondo, vicini e indecisi sul da farsi, quando Heather, spinta da una forza sconosciuta, annullò la distanza che li separava appoggiando le sue labbra su quelle dell’attore.
L’attrazione fra i due si fece ancora più evidente e, quando il bacio da un semplice sfioramento, si fece più intenso, entrambi dovettero far ricorso a tutta la loro maturità e la loro capacità di controllo per non saltarsi addosso.
Si staccarono, rimanendo però vicini e Heather si rese conto che, presa dal momento, la sua mano si era andata a posizionare sul petto dell’attore. Da lì riusciva a sentire il battito leggermente accelerato dell’uomo, concentrandosi per evitare di sentire il suo, di cuore, che le stava per uscire dal petto.
Staccò lentamente la mano, privando quindi di quell’unico contatto che era rimasto fra i due e, controvoglia, si rimise dritta allontanandosi da quel viso. 
Nel punto nel quale, fino a qualche secondo fa era posizionata la mano di Heather e che ora era rimasto scoperto, Chris sentì freddo.





 
Aveva baciato Chris Evans.
Aveva baciato il famoso attore amico di quel decerebrato di suo fratello.
Era uscita con lui e LEI lo aveva baciato.
Heather stava fissando il soffitto della camera bianca da quando aveva rimesso piede nella casa di suo fratello. Era soprappensiero da quando, con una calma e una tranquillità che l’avevano lasciata di stucco, Chris le aveva lasciato un bacio a fior di labbra prima che lei montasse in macchina, a fine serata.
Chris l’aveva baciata e lei aveva baciato Chris.
- Devo dirlo a Yvonne.- scattò come una molla dal letto, afferrando il telefono e sbloccando lo schermo. Erano le 3:00 di mattina e lei non aveva sonno. Fece un rapido calcolo e, rendendosi conto che a New York erano solo le 6:00 di mattina, poggiò il telefono sul comodino e tornò nella posizione in cui era prima.
Si sentiva come una bambina alle prese con la sua prima cotta e la cosa, se da una parte la spaventava dall’altra la faceva inalzare tre metri sopra al cielo.
Non poteva più nasconderlo a se stessa: era attratta da Chris.
Lei, che aveva giurato di non provare più attrazione per un uomo prima che questo non si fosse dimostrato adatto alle aspettative.
Lei, che dopo le varie fregature in amore che aveva ricevuto, ora si ritrovava a pensare ad un attore biondo di nostra conoscenza, attore che nel mondo aveva così tanti fan club di ragazzine urlanti da far scappare un esercito.
Lei, che non voleva in alcun modo attirare l’attenzione su di sé, aveva deciso di uscire con una star del cinema in un locale frequentato da mezza città per poi baciarlo su di una panchina sotto lo sguardo di chiunque fosse capitato a tiro.
Sospirò, sperando che nessuno li avesse visti, per poi struccarsi e prepararsi per andare a dormire, indecisa se scrivere o no a Chris riguardo la serata.
Si riteneva una donna indipendente ed emancipata, ma in questo momento non riusciva ad alzare il telefono e a digitare delle semplici parole per ringraziarlo della serata.
Forse per lui non ha significato niente. Forse voleva semplicemente levarsi lo sfizio per poi abbandonarmi.
Ed ecco che la parte negativa e pessimistica tornava a fare capolino nella sua mente, distruggendo ogni illusione che si era creata fino a quel momento.
- Tra una settimana io tornerò a New York e lui inizierà le riprese. Anche volendo non potrebbe nascere niente tra noi due se non amicizia.- mormorò fra se e sé, chiudendo gli occhi rattristata.
Stava per prendere sonno quando il telefono sul comodino vibrò. Curiosa e, con una piccola speranza, lo afferrò per poi vedere chi le avesse scritto a quell’ora.
“ Grazie per la serata, sono stato davvero bene e tu sei fantastica. Mi piacerebbe rifarlo prima di partire.”
Chris le aveva scritto, le aveva detto che le era piaciuto e che avrebbe voluto rivederla.
Rispose velocemente acconsentendo felice e dandogli la buonanotte.
Riappoggiò uk telefono sul comodino e si coricò, per la prima volta dopo tanto tempo, un sorriso le decorava il viso ed era felice.





 






 

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***


Capitolo Sette

 


 

Erano passati tre giorni da quell’uscita e ancora sentiva la sensazione  delle labbra morbide della ragazza sulle sue. Erano passati tre giorni e ne mancavano sempre meno alla partenza eppure, nonostante tutto, l’unica cosa alla quale poteva e riusciva a pensare era Heather Downey, sorella minore di uno dei suoi migliori amici. Le aveva riscritto la stessa sera della loro uscita, mettendo da parte l’orgoglio che lo caratterizzava per un millesimo di secondo, lasciando intendere alla ragazza che ciò che era successo, almeno dal suo lato della moneta, era stato desiderato e continuava ad esserlo.
- Fra tre giorni ci troviamo all’aeroporto, la crew è già lì pronta per preparare il set e tutto ciò che ci servirà. Le riprese dureranno fino agli inizi di Dicembre per poi riprendere a metà Gennaio fino alla fine del film. Detto questo, ci vediamo sabato ragazzi.- il produttore li congedò per poi uscire dalla stanza. Chris si riscosse dai suoi pensieri, guardandosi intorno. Scarlett si girò verso di lui, sorridendogli, per poi salutare tutti e raggiungere l’uscita. Tra tre giorni sarebbe dovuto partire  ma una piccola parte di lui non avrebbe voluto lasciare la città degli angeli per un motivo e uno solo. Afferrò il cellulare, sbloccando lo schermo e osservando fra i messaggi se ce ne fosse uno in particolare.
Quando i suoi occhi lessero il semplice “Ci vediamo venerdì sera alle 20:30, scegli te il ristorante” di Heather, un sorriso spontaneo illuminò il suo volto.
- Guarda il piccolo Evans come sorride. Immagino di sapere a causa di chi.- Robert fece capolino dalle sue spalle, circondando poi quest’ultime con un braccio. Chris scosse la testa, ridendo sommessamente, per poi guardare l’amico con sguardo colpevole, aspettando un qualche strano discorso che RDJ avrebbe potuto fargli. 
- Non ho intenzione di dirti nulla, ne di minacciarti. Ma sappi che la produzione mi ha dotato di una tuta di IronMan funzionante, fossi in te eviterei di farmi rovinare questo bel faccino.- sogghignò il moro, per poi uscire dalla stanza lasciandolo solo con i suoi pensieri. 

 

 

- Yvonne, fra quattro giorni sarò a casa e mi racconterai tutto, stai tranquilla, ora ti lascio, ci sentiamo dopo- Heather concluse la chiamata, appoggiando il telefono sul mobiletto accanto alla sdraio in giardino e rilassandosi su quest’ultima. Fra quattro giorni sarebbe tornata alla sua vita di sempre, fra libri e uscite pomeridiane e notturne con le sue amiche e i suoi colleghi. Si era permessa questa vacanza, conscia che la prossima volt che sarebbe stata tranquilla e si sarebbe rilassata, l’albero di Natale e le varie decorazioni avrebbero abbellito il suo intero appartamento.
Sospirò, sorseggiando un sorso del whiskey del fratello, osservando i movimenti della leggera brezza calda che increspava l’acqua della piscina. Era pronta a ritornare alla normalità della sua vita dopo quasi quattro settimane di svago? Era pronta a lasciare di nuovo suo fratello, Gwyneth, Scarlett e, anche se non voleva pensarci, Chris? Non fece in tempo a rispondersi che Exton arrivò a corsa in giardino, sedendosi sulla sua sdraio e iniziando a fissarla.
- Zia, mi accompagni in un posto?- le chiese il bambino, fissandola con i suoi grandi occhioni.
- Dove?-
- A prendere un gelato in quel posto dove mi porti sempre te, quello buono vicino al mare.- spiegò il bambino, gesticolando mentre lo sguardo brillava per l’idea del gelato.
Heather sorrise, alzandosi dalla sdraio acconsentendo alle richieste del bambino. Si cambiò velocemente e, salutando Susan alle prese con la piccola Avri, prese per la mano il nipotino per poi montare in macchina. 
La gelateria si trovava vicino al quartiere di Venice Beach e faceva, secondo il parere della ragazza, uno dei più buoni gelati della città. Heather ci aveva già portato Exton qualche volta, durante le sue visite al fratello, e adorava passare del tempo con il nipotino. Adorava anche gli altri due, sebbene non vedesse Indio da un po’ di tempo per via dei suoi impegni da attore. Arrivarono nel piccolo negozio artigianale e ordinarono due grandi gelati al cioccolato e al fior di latte, gusti preferiti da entrambi, per poi sedersi sul muretto con vista mare che si trovava davanti alla gelateria.
- E’ vero che te ne rivai zia?- chiese il piccolo, la faccia sporca di cioccolato.
Heather rise alla scena, prendendo un fazzoletto e pulendo il volto del nipote. - Si tesoro, la zia deve tornare a casa da Bubble.-
- Ma tornerai a trovarci vero?- Exton la guardò con i suoi grandi occhi scuri, così simili ai suoi, e il suo cuore si sciolse sentendo la voce triste del suo nipotino.
- Certo che tornerò, anzi! Forse la prossima volta vieni te a casa mia, appena il tuo papà avrà finito con il film e tu sarai in vacanza per la scuola.- lo rassicurò lei, osservandolo e lasciandogli un buffetto sulla guancia.
- Poi mi porti a pattinare sul ghiaccio?-
- Ti porto ovunque tu voglia, basta chiedere- gli fece un occhiolino, finendo il gelato. - Ti va di fare una passeggiata?- gli chiese poi.
Il bambino annuì, prendendole la mano.


 

 

- Zia zia, me lo prendi quel cappello da cowboy? Ti prego!- Exton si fermò davanti ad una cartoleria, lo sguardo puntato su un cappello marrone appeso in vetrina.
- Non ne hai già uno?- Heather lo guardò con un sopracciglio alzato.
- Si ma non è marrone!-
- Che ne dici della maschera di Dart Fener? Quella non ce l’hai- 
Gli occhi del bambino si illuminarono e sulla faccia paffuta si dipinse un sorriso luminoso. Heather lo accompagnò all’interno del negozio, comprando la maschera e sorridendo al commesso si avviò verso l’uscita quando, con la stessa potenza di un fulmine a cielo aperto, i suoi occhi si fermarono sulla copertina di un Tabloid. La faccia di Chris Evans era in copertina, al suo fianco una scritta rossa che citava “ La nuova fiamma del Capitano d’America’ riempiva metà dello spazio, sovrastando varie foto di lei e dell’attore durante la loro uscita. Le foto rappresentavano loro due seduti ad uno dei tavolini durante la loro prima uscita non prevista e altre foto della serata avvenuta pochi giorni prima. Fra quest’ultime, la foto del bacio nel parco sovrastava le altre. 
Heather agguantò il giornale, pagandolo velocemente ed uscendo dal negozio, Exton stretto in una mano, il giornale ripiegato nell’altra.


 







Angolo autore
Mi scuso per il ritardo dovuto a vari problemi, cercherò di riaggiornare periodicamente come prima,
spero che il capitolo e in generale la storia vi stia piacendo, fatemelo sapere nelle recensioni,
grazie e un bacio a tutti

hermioner

 

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***


Capitolo Otto
 



 

Arrivato a casa, la prima cosa che aveva fatto era stata sdraiarsi sul divano e farsi un giro sui vari social che, per forza di cose, non era riuscito a controllare prima. Scorrendo fra le notifiche, notò che più di una menzione era seguita dal link di un sito di gossip. Curioso di sapere cosa scandalizzasse tanto i suoi follower, aprì il sito. Credendo ti trovarci qualche informazione relativa al nuovo film, sgranò gli occhi nel trovarsi di fronte la foto del bacio nel parco avvenuto qualche sera fa.
Lesse velocemente l’articolo, notando che al suo interno il nome di Heather non era mai citato.

<< La nuova fiamma del Capitano D’America>>

Era il titolo in grassetto che precedeva l’articolo pieno di supposizioni e ipotesi.
Capitano d’America, quando la finiranno di chiamarmi così pensò, prima di soffermarsi sulla foto che troneggiava in bella vista.
Non aveva più visto Heather dalla sera di quel bacio e dovette essere sincero con se stesso: le mancava.
Non credeva che in poco più di qualche settimana quella donna potesse arrivare ad insinuarsi nei suoi pensieri così facilmente, ma con la sua spontaneità e genuinità, così distante dal mondo nel quale era abituato a vivere, l’avevano attratto come una falena con la luce di una lampada.
Cosa avrebbero fatto, ora che lui avrebbe iniziato con le nuove riprese del film mentre lei se ne sarebbe tornata a New York?
Se da un lato la voglia di concentrare tutto se stesso nella realizzazione di quel nuovo progetto lo spingeva a non intraprendere una cosa seria, dall’altra aveva un disperato bisogno di trovare la sua anima gemella per sentirsi finalmente felice.
Era stanco di tornare, dopo una stancate giornata di lavoro, in una casa fredda e vuota. Voleva poter condividere le sue esperienze, le sue giornate, i suoi sogni o semplicemente i più miserabili dettagli della sua vita con qualcuno.
Avrebbe dovuto mettere in chiaro la situazione prima di partire perchè, guardandosi allo specchio di casa, si rese conto di non voler assolutamente far uscire Heather dalla sua vita.



 


Le aveva dato appuntamento al bar dove erano andati la prima volta che si erano incontrati per strada, sbattendo l’uno contro l’altro.
Chris era agitato: continuava a spostare il peso su una o l’altra gamba, aspettando l’arrivo della donna davanti all’entrata.
La vide arrivare qualche minuto dopo e gli mancò il respiro: per la serata aveva scelto di indossare un semplice vestitino nero con maniche a tre quarti, che le arrivava a metà coscia e ai piedi aveva optato per dei sandali alla romana con tacco che si attorcigliavano attorno al polpaccio fin sotto al ginocchio.
I capelli erano in parte raccolti e le lasciavano scoperto il viso.
- Sei bellissima- fu il commento uscito inconsapevolmente dalle labbra dell’attore, non appena le fu accanto.
Heather gli sorrise, leggermente imbarazzata, indecisa su come salutarlo: una mezza idea ce l’aveva, ma non era sicura di cosa avrebbe dovuto fare. 
Chris prese in mano la situazione, lasciandogli un leggero bacio a fior di labbra avvicinandosi a lei.
Si guardarono per qualche secondo, prima che la mora si schiarisse la voce.
- Entriamo?- domandò. 
L’uomo annuì, intrecciando le sue dita con quelle della donna prima di oltrepassare l’entrata e raggiungere un tavolino.
Ordinarono da bere, prima di parlare del più e del meno.
Quando i drink arrivarono, Chris trasse un respiro profondo prima di iniziare a parlare.
- Vorrei dirti una cosa- iniziò con la voce un po’ titubante.
Heather gli sorrise, incitandolo poi a continuare mentre prendeva un sorso del suo cocktail.
- Devo essere sincero, stare con te mi rende felice- continuò allora, cercando di ritrovare il coraggio che l’aveva spinto a chiederle di uscire quella sera - tanto felice e vorrei che la cosa continuasse nonostante i nostri impegni.- terminò, incrociando lo sguardo con quello della donna.
Heather boccheggiò, un sentimento molto simile alla felicità che piano piano si faceva strada dentro di lei.
Prendendo un altro sorso del suo drink, sotto lo sguardo ansioso dell’attore, Heather intrecciò la sua mano con quella dell’uomo appoggiata mollemente sul tavolo.
- Anche io sto bene con te, Chris, e vorrei continuare qualsiasi cosa ci sia tra di noi.-
Un luminoso sorriso si fece spazio sul volto dell’uomo, sollevato dalla dichiarazione della donna. 
- Senza pretese, cercheremo di tenerci in contatto e di vederci il più possibile- continuò Heather, accavallando le gambe e inclinando leggermente la testa, osservando l’uomo davanti a lei.- Quindi ci stiamo ufficialmente frequentando, vero?- chiese per sicurezza lui, senza tuttavia poter evitare di far ricadere lo sguardo sulle lunghe gambe della donna davanti a lui.- Si, direi di si- un ghigno si fece spazio sul suo viso.


Ciò che successe dopo il loro appuntamento, sarebbe stato ricordato da entrambi da crampi di eccitazione nel basso ventre e sorrisi ebeti sui loro volti. 
 




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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***


Capitolo Nove
 



 

Era atterrata da quaranta minuti al JFK e già non ne poteva più di quella bufera infernale e rumorosa che era New York.
Aveva preso le sue valige, dopo una lunga e accesa discussione con una cinquantenne frustrata - con una ricrescita capace di spaventare persino un dinosauro- per chi fosse l’effettiva proprietaria del bagaglio nero lucido e si era quasi ritrovata schiacciata da uno dei tanti tassisti irritati della Grande Mela.
Senza considerare il suo umore, nero e sotto i piedi già dal giorno prima, quando aveva dovuto salutare Robert e Chris, entrambi in partenza per la bella Atlanta dove avrebbero registrato le scene del nuovo film Marvel.
Lasciare suo fratello, di nuovo, le aveva fatto venire un vuoto allo stomaco e, mentre lo salutava al di là dal vetro dell’aeroporto, si era sentita stringere il cuore in una morsa.
Il suo piccolo, rancido e rattrappito cuoricino pieno di ragnatele e echi che fino a quel momento era stato una coppa d’oro e un vanto per la cinica piccola Downey, aveva ripreso a battere quando Chris Evans, l’attore pluripremiato e famoso in tutto il mondo, l’aveva baciata davanti a tutti, Robert Downey Junior compreso, per salutarla “come si doveva”. 
Rob aveva strabuzzato gli occhi, prima di socchiuderli e rischiare di strozzare il bel capitano con la tracolla della borsa che portava. 
Heather si era sentita avvampare e si era lasciata stringere dalle possenti braccia dell’uomo davanti a sé che le aveva promesso che si sarebbero sentiti presto.
Ovviamente, il presto era un concetto relativo dati i vari impegni quotidiani di entrambi, ma Heather sperava con tutta se stessa che, per una volta, la sua vita non andasse a rotoli.






Il profondo odore di cannella e arancia rossa, tipico delle sue candele aromatizzate, la investì non appena mise piede in quella che era casa sua.
Una villetta a schiera con giardino sul retro era ciò che Heather considerava il suo nido e l’aveva arredata esattamente come lei: in modo semplice, elegante e sui toni del bianco, del nero e del beige. Era su due piani, con salotto, cucina, tavola da pranzo e bagno al pian terreno, mentre la sua camera e la camera degli ospiti si trovavano al piano superiore.
Non riuscì nemmeno ad avere il tempo di appoggiare le valige, che una furia nera le si avventò contro, facendola rovinare a terra.
La lingua umida e rosea di Bubble incominciò a leccarle il viso, mentre la coda lunga e secca scodinzolava vistosamente.
Heather prese il muso del suo amore fra le mani, prima di scoccare un bacio sul naso scuro e umidiccio.
Iniziando a parlare con il suo venerato Alano Nero, utilizzando la tipica vocina storpiata necessaria per intraprendere una conversazione con un animale carino, un bambino piccolo, o Yvonne, si alzò dal parquet chiaro e si diresse in salotto.
Lanciandosi di peso sul divano in pelle scura, sotterrò il viso tra i cuscini sbadigliando. 
Dando un’occhiata fuori dalla finestra, non potè far si che perdersi tra la bellezza di Central Park e la nostalgia che quel parco le provocava.
- Casa dolce casa- mormorò, prima di lasciare che la sua bambina si accoccolasse sul divano con lei appoggiando il muso sul suo stomaco coperto da una semplice tshirt nera di Iron Man.
Afferrò l’Iphone dal retro dei suoi Jeans e sbloccò lo schermo, facendo comparire un selfie che si era scattata qualche giorno prima con Exton e Rob. 
Le mancava non avere una famiglia vicino a lei: certo, sua sorella, sua madre e suo padre vivevano tutti nel raggio di qualche chilometro, ma il suo rapporto con il fratello era qualcosa di insostituibile e non replicabile. 
Robert era e sarebbe sempre stato il suo eroe… e la sua irritante spina nel fianco. 
Heather sbuffò sonoramente quando, aprendo la casella dei messaggi notò l’invio di una foto da parte di Tony Stark.
Un selfie del fratello e di Chris, il primo con una posa da modello squattrinato, il secondo invece sorridente. 
La ragazza si ritrovò a sorridere da sola guardando l’immagine.
Le mancavano terribilmente. 
Sospirando per l’ennesima volta, decise che la giornata, almeno per lei, sarebbe finita in quel momento e, dopo aver portato fuori Bubble, si coricò a letto.
I suoi sogni furono incentrati unicamente sulla figura di un biondo dalla schiena possente e uno scudo scintillante. 




 

- Chris Evans ti bacia davanti a tutto il mondo e io lo vengo a sapere da un giornaletto di gossip da quattro soldi.-
Yvonne la fissava con sguardo truce dall’altra parte dell’isola in legno scuro posta all’interno della sua cucina.
Entrambe stavano deliziando il loro palato con dello squisito gelato alla vaniglia, parlando degli ultimi scoop newyorkesi e delle belle novità proveniente dalla città degli Angeli.
- Questo è quello che succede quando si frequentano divi del cinema- rispose con un’alzata di spalle la piccola Downey, prima che le sue guance si ritingessero di rosso al ricordo del bacio. 
Se si impegnava, poteva ancora sentire le morbide e piene labbra dell’attore bostoniano a contatto con le sue.
Se si impegnava, riusciva anche a ricordare le sensazioni di pace eterna che quelle labbra le avevano dato. Ripensandoci, però, forse era meglio non ricadere troppo su quelle lì, di sensazioni, altrimenti la sua testa sarebbe scoppiata e si sarebbe ritrovata a prendere il primo aereo utile per Atlanta.
E ciò non sarebbe stato molto normale, anzi: direi quasi che avrebbe rasentato i limiti del concesso e della stabilità mentale.
Yvonne scosse la testa, osservando l’amica di sottecchi vedendola persa nei remoti meandri della sua mente contorta.
- Chissà la nostra cara Downey a chi starà pensando con quella faccia a pesce lesso bollito- ghignò osservando la sua reazione.
Heather si riscosse dai suoi pensieri divaganti e puntò lo sguardo scuro sulla amica, facendole la linguaccia prima di sorridere leggermente.
- Mi fa piacere, sai, vederti così felice finalmente- esclamò poggiando il vasetto in porcellana cinese che aveva riportato Mike da uno dei suoi tanti viaggi di lavoro. 
Heather scrutò attentamente l’amica, chiedendosi se si sentisse realmente in quella maniera. 
- Mi fa stare bene Yv, ma non ho intenzione di fantasticare troppo e poi rimanere fregata. Preferisco costruire il tutto passo per passo- sussurrò distogliendo lo sguardo per poi posarlo sul composto biancastro che riempiva il contenitore nelle sue mani. - Non posso, non voglio avere un’altra fregatura dalla vita- 
La mora la guardò, cercando le parole giuste per esprimere ciò che pensava. 
- Heath, non puoi rimanere ancorata al passato per sempre. Rischi di non vivere così.- affermò quindi, alzandosi e circondando le spalle di Heather in un caldo e confortante abbraccio in stile mamma orsa. 
Heather appoggiò la testa nell’incavo del suo corpo sentendosi in pace con il mondo.
Lei e Yvonne si conoscevano dall’alba dei tempi: sempre in coppia, Bonnie e Clyde in versione interamente femminile e senza l’immancabile violenza criminale, avevano costruito il loro legame su scelte sbagliate e attimi di smarrimento adolescenziale causati da balli, feste e ragazzi. 
Si erano sempre sostenute a vicenda, rivestendo l’una per l’altra il ruolo di roccia in granito: inscalfibile.
Avevano pianto insieme prima di scoppiare in rumorose risate prodotte dal cuore; si erano urlate contro per poi far pace mangiando pizza e guardando le puntate di Downtown Abbey fino all’alba.
Si erano date consigli nei momenti di necessità - non tutti decenti considerando che Yvonne era stata la principale causa che aveva spinto Heather a scappare in Georgia con il rapper da supermercati Bobby D- e avevano fatto da boa nei momenti di bisogno.
Heather si ricordava ancora del giorno in cui si era presa un cazzotto in pieno viso pur di proteggere l’amica. Amica che aveva rinunciato completamente alla sua intelligenza e al suo buon senso decidendo di intraprendere un’animata discussione con una stupida principessina sul pisello per un inutile ultima fetta di pizza ad una festa.
Erano sedicenni giovani e spensierate, senza veri problemi e con la voglia di esplorare il mondo insieme.
E lo avevano fatto: avevano viaggiato, avevano imparato, avevano vissuto e si erano create un collage di memorie e ricordi impossibili da cancellare, tutti legati alla loro altra metà.
Heather guardò negli occhi l’amica e si sentì felice.
Si sentì a casa.




 



 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci ***


Capitolo Dieci
 



 

Le luci di Natale rallegravano l’ambiente facendole respirare finalmente, dopo tanto tempo, l’aria allegra del Natale in arrivo.
Babbi Natale ad ogni incrocio, festoni appesi ad ogni albero, lampione e vetrine, scritte di auguri e di buon feste in bella vista ad ogni negozio.
L’odore delle feste riempiva le strade e i cuori di tutti gli scontrosi abitanti della Grande Mela che, almeno per quel singolo giorno all’anno, riscoprivano un altruismo e un amore per il prossimo che stentavano a dimostrare durante gli altri mesi.
Mancava oramai una sola settimana a Natale e tutta New York si era riversata nelle strade per terminare le compere e i regali prima che fosse troppo tardi. 
Heather passeggiava tranquillamente sul marciapiede, un bicchiere termico pieno di cioccolata calda insaporita alla vaniglia in una mano, mentre l’altra sorreggeva vari sacchetti di differenti misure: aveva deciso quella mattina di uscire di casa per poter ultimare i regali per le poche persone importanti della sua vita.
A suo fratello aveva deciso di regalare una playlist di vecchi cantautori, a Yvonne aveva preso un braccialetto con una piccolo ciondolo con la forma di una rosa. Aveva comprato qualche pensierino anche a Susan e ai suoi nipoti, Indio compreso nonostante avesse deciso di non passare il Natale con loro quell’anno, preferendo rimanere con la madre.
Non aveva tuttavia comprato ancora niente a Chris e la cosa la preoccupava: uno dei principali motivi per i quali era uscita quella mattina era principalmente per comprare il suo, di regalo, ma non riusciva a trovare nulla che fosse abbastanza adatto per la situazione: aveva scartato oggetti banali o troppo artefatti, rimanendo con il non cavarne un ragno dal buco.
Non riusciva a capire o a immaginare cosa volesse l’attore che da sei mesi a quella parte si era ritagliato uno spazio importante nel suo cuore rancido.
Si erano visti solo una volta, dalla partenza per Atlanta, perchè per via di un convegno la donna si era ritrovata nei paraggi della città delle riprese, approfittando quindi per vederlo e per passare del tempo con lui e salutare suo fratello.
Avevano cenato insieme, passando un piacevole post-serata nella stanza d’hotel dell’attore bevendo Martini e diventando più intimi di quanto non lo fossero stati prima.
Il giorno dopo, tuttavia, Heather era dovuta ritornare nella città che non dorme mai, con una sensazione di vuoto immenso nell’animo. 
Nel viaggio del ritorno, passato a sedere su un comodo seggiolino in prima classe sorseggiando champagne, Heather si era presa del tempo per pensare alla situazione che, giorno dopo giorno, stava creando con quell’uomo che, senza invito, era entrato nella sua vita da un giorno all’altro e che adesso trovava difficile far uscire.
Più di una volta, durante la sua giornata, si era riscoperta a chiedersi cosa stesse facendo, a cosa stesse pensando, sperando di essere nella sua mente almeno un briciolo del tempo rispetto a quanto lui fosse in quella della donna.
Quando si rendeva conto di cosa stesse partorendo il suo cervello, scuoteva la testa arrossendo e si ributtava sul suo lavoro pronta per sommergere i suoi neuroni di tutto tranne che di due profondi occhi blu come il mare in tempesta. 
Era difficile e dura da ammetterlo ma Chris Evans le mancava e le mancava terribilmente. 
Sentirlo ogni sera, parlare con lui delle stressanti giornate che entrambi avevano passato, chi girando scene su scene, chi incontrando editor e nuovi emergenti scrittori, la faceva sentire in pace con se stessa, la faceva sentire felice.
Non aspettava altro che passare quell’ora al telefono con l’uomo, ascoltare quella voce roca e dallo spiccato accento bostoniano per sorridere.
E in quel momento, la faccia nascosta dentro al pesante sciarpa in lana nera avvolta al collo, voleva poter trovare qualcosa che facesse capire all’uomo la sua importanza nella sua vita.
Assorta nei suoi pensieri, tuttavia, non si rese conto della figura massiccia davanti a lei: ci sbatté contro, rovesciando la cioccolata a terra e in parte sul cappotto scuro dello sconosciuto.
Portandosi le mani alla bocca e sgranando gli occhi, Heather guardò l’uomo davanti a lei per poi congelarsi sul posto.
I ricci capelli scuri incorniciavano il volto angelico e dalla mandibola squadrata. Un brillante sorriso spiccava, contornato di fossette ai lati, sul viso con una leggera barba incolta.
Due perforanti occhi azzurri erano puntati su di lei, prima con sguardo di odio e stizza trasformatosi in sorpresa e felicità.
- Richard- mormorò la donna, prima di rendersi conto del danno al cappotto dell’uomo. - Oddio mi dispiace tantissimo, ero soprappensiero e non ti ho visto. - esclamò dispiaciuta, cercando un pacchetto di fazzoletti nella sua grande borsa nera.
- Heather - la voce profonda dell’uomo le fece mancare il respiro - Lascia stare, davvero. È colpa mia, non mi sarei dovuto fermare così in mezzo al marciapiede - affermò con il suo spiccato accento londinese prendendole il fazzoletto di mano e tentando di tamponare i rimasugli di bevanda scura.
- Lascia almeno che ti offra un caffè per il disturbo- propose Heather, lo sguardò intransigente di chi non accetta un no come risposta.
L’Inglese rise, accettando con piacere la proposta della donna.




 

Trovato un semplice ma accogliente bar, si sedettero ad una delle sedie in legno scuro aspettando i loro ordini.
Il tavolino che avevano scelto si trovava vicino alla vetrata decorata che si affacciava sulla strada trafficata.
All’interno di quel piccolo locale, il brusio e la confusione tipica della città echeggiavano lontani, facendo da sottofondo alla conversazione. 
- Era da un po’ che non ti vedevo a New York, cosa ti porta nella grande mela?- chiese la donna per rompere l’imbarazzante silenzio che si era andato a creare al tavolo.
Richard rise, nuovamente, prima di afferrare un cofanetto dalla tasca dei pantaloni e mostralo alla donna.
Il piccolo cofanetto in velluto verde, riconoscibile da chilometri di distanza, fece strabuzzare gli occhi alla mora.
Heather lo afferrò delicatamente con gli occhi sgranati e le labbra leggermente socchiuse, spostando lo sguardo dal viso dell’uomo davanti a lei e l’oggetto che aveva in mano.
Aprendolo, non potè non notare la raffinatezza e l’eleganza dell’anello che conteneva: il diamante incastonato sul supporto in oro bianco risplendeva di luce propria.
- Chi è la fortunata?- chiese Heather con un ampio sorriso sul volto.
- Katherine- rispose semplicemente l’uomo. - Le ho chiesto di sposarmi tre giorni fa ma l’anello le calzava largo quindi sto andando a farlo stringere.-
- Katherine? Katherine Moretz? La moretta latina delle Alpha Girl?- chiese, riferendosi alla famosa confraternita del college che aveva frequentato.
L’uomo annuì, una lieve sfumatura di amore gli percorse il viso abbronzato.
- Sono così felice per voi- concluse allora la mora, sorridendo al vecchio amico.
Continuarono a parlare della pianificazione del matrimonio, alternandoli con vecchi aneddoti del passato universitario, sorridendo e ridendo come due vecchi amici, ben visibili da tutti i passanti della città.





 
 



*Henry Cavill è Richard Peterson
 

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Capitolo 11
*** Capitolo Undici ***


Capitolo Undici
 



 

- Addominali Richard si sposa con Moretz? Questa si che è una sorpresa!- gracchiò Yvonne dall’altro lato del telefono.
Afferrò la sua tazza di caffè, oramai vuota, e la poggiò nel lavandino della cucina.
Ciabattando fino alla sala, il pigiama bianco e arancione ancora indosso coperto da una coperta in pile con le maniche, si acciambellò sulla comoda superficie in pelle scura accanto a Bubble.
- Le ha chiesto di sposarlo quattro giorni fa e ieri stava andando a far stringere l’anello. Avresti dovuto vederlo mentre parlava: era totalmente fuso- rise la donna, accendendo la televisione davanti a lei.
- Mi sembra di parlare di una persona di mia conoscenza mentre parla di un certo attore famoso.- sghignazzò Yvonne. 
- Io non parlo così di mio fratello, Yvonne, dovresti saperlo che sono contro a quel genere di rapporti- affermò divertita la mora, sgranchendosi le lunghe gambe magre prima di sentire la notifica di un messaggio arrivare dal suo telefono.
Lo afferrò, notando l’ennesimo messaggio di congratulazioni nel centro notifiche, affiancato da altri trenta di egual tipo.
- È tutta la mattina che mi arrivano messaggi di congratulazioni accompagnati da minacce di morte su instagram, dici che il mondo è impazzito?-
Yvonne sospirò dall’altro lato del telefono, prima di mormorare qualcosa di incomprensibile.
Heather lasciò perdere la cosa, focalizzando Pensando al biondo attore, non lo aveva sentito durante tutta la mattinata, nessun messaggio del buongiorno o foto stupide.
Niente di niente.
Sarà stato impegnato con le riprese, oggi dovrebbe essere l’ultimo giorno d’altronde. pensò
Il cellulare poggiato sul tavolino in vetro incominciò a vibrare facendo risuonare il rumore il tutto l’appartamento.
La faccia sorridente di Rob fece capolino sullo schermo.
- Parli del diavolo- mormorò Heather-  Yv, ti richiamo dopo, il Grande Fratello sta chiamando.- salutò l’amica la mora, per poi concludere la chiamata dal telefono di casa e rispondere al più grande dei Downey.
Subito la squillante voce di Robert la investì, facendola sorridere.
- BigBrother!- lo salutò lei - quale cataclisma ti ha portato a chiamarmi a quest’ora del giorno?- chiese poi, carezzando il muso scuro del suo amore.
- Non lo so, dimmelo te. Hai per caso qualche novità della quale dovrei essere informato?- la voce sarcastica velata di irritazione la raggiunse, facendole aggrottare le sopracciglia in un espressione stranita. 
- Non che io sappia Rob, perchè?- chiese, nessun accenno di divertimento nel tono utilizzato.
- Non che tu sappia? Quindi il fatto che mia sorella si sia fidanzata non è una cosa che secondo te debba essere considerata importante?- l’irritazione aveva oramai preso il pieno sopravvento sul fratello che, in piedi nella roulotte dedita al make up, sotto lo sguardo preoccupato di Scarlet, camminava su e giù muovendo le braccia per enfatizzare il concetto.
Un silenzio improvviso si impossessò della cornetta.
- Heather? Allora?- non riuscì a finire la seconda parte della domanda perchè una potente e isterica risata lo interruppe, bloccandolo a metà.
Heather rise di cuore, alzandosi dal divano sotto lo sguardo curioso del suo cucciolo e le minacce di morte del fratello.
Una volta esseri ripresa e aver bevuto un bicchiere d’acqua, cercò di calmarsi.
- Ecco il perchè dei messaggi- la sentì mormorare Robert dall’altro lato della cornetta. - Fidanzata? Io? - incominciò la donna, appoggiandosi con la schiena all’isola della cucina. - Al di là del fatto che saresti stato la prima persona a saperlo, di grazia, chi avrebbe chiesto la mia mano secondo il tuo piccolo e malfunzionante cervellino?- chiese.
- Beh, secondo tutti i giornali di gossip un certo bellimbusto dai capelli scuri che hai visto ieri. Ci sono le foto Heather, ovunque, di lui che ti da un anello e di te sorridente.- le rispose isterico, sedendosi alla sua postazione per il trucco. 
Di nuovo ci fu silenzio.
Robert si scambiò uno sguardo preoccupato con Scarlett seduta al suo fianco.
Per qualche minuto, l’unica cosa che poteva udire dall’altro lato era il respiro della sorella segno che era ancora viva. 
L’attore tentò di riniziare nuovamente la conversazione ma la sorella lo interruppe: - COSA?- un urlo acuto e stizzito lo costrinse ad allontanare l’apparecchio tecnologico dall’orecchio. 
- Aspetta- mormorò Heather, dirigendosi al portatile abbandonato sulla scrivania del suo studio e collegandosi ad un motore di ricerca per cercare le foto.
Digitò il suo nome e la parola fidanzamento, e subito una sfilza di articoli iniziarono a susseguirsi davanti ai suoi occhi, sullo schermo, accompagnati da foto del pomeriggio prima assieme a Richard.
Sospirò profondamente, per cercare di non dare di matto.
- Rob- la voce le tremò
- Heather che succede?- la voce del fratello adesso aveva preso una sfumatura di preoccupazione. 
- Succede che come al solito i giornalisti si sono creati castelli in aria. Quel ragazzo è Richard Peterson e quell’anello non era per me ma per la sua ragazza, alla quale ha chiesto la mano quattro giorni fa.-
- Richard Peterson, intendi quel ragazzino al quale sbavavi dietro durante il college? Come lo avevate rinominato te e Yvonne- chiese, prima di rispondersi da solo - Ah si! Addominali Richard- ghignò il fratello ripensando alle sclerate della sorella. 
- Si Rob, proprio lui- sussurrò la ragazza, passandosi una mano sulla fronte e sospirando sommessamente, senza miniamente preoccuparsi del fatto che Robert conoscesse quel soprannome.
- Chris che ha detto?- chiese dubbiosa, ricordandosi che era da tutta la mattina che l’attore non si era fatto sentire.
- Beh, a proposito di quello- Robert non riuscì a terminare la frase che il campanello di casa sua suonò.
Heather si diresse velocemente alla porta, inciampando ripetutamente a causa dell’Alano che aveva tra i piedi, irritandosi ad ogni passo per l'insistenza con cui chiunque richiedesse la sua presenza stesse cercando di distruggerle i timpani.
- Aspetta Rob qualcuno ha deciso di sfondari il campanello…- la voce le si mozzò in gola quando, una volta aperto con impeto la porta di casa, due occhi blu come il mare in tempesta la folgorarono dal pianerottolo.
- Io e te dobbiamo parlare.-







 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodici ***


Capitolo Dodici
 

 


 

Il ticchettio costante dell’orologio appeso al muro era l’unico suono percepibile all’interno della stanza dalle pareti chiare.
Un battito insistente che scandiva il passare dei secondi, dei minuti della loro vita; Un monito del trascorrere inesorabile del tempo, insofferente alle necessità altrui. 
Heather se ne stava seduta sulla poltrona beige, un cuscino stretto in grembo e lo sguardo turbato fisso sulla possente schiena dell’uomo davanti a lei, sul viso un’espressione cruciata.
Il cervello continuava a macchinarle pensieri senza lasciarla respirare, frammenti della conversazione appena avuta continuavano a inondarle la mente come l’onda del mare sulla spiaggia.
Chris se ne stava appoggiato con i gomiti al camino, i turchesi occhi persi tra le scoppiettanti fiamme scarlatte danzanti nel camino acceso.
- Quindi non mi hai mentito- la sua voce, un mormorio leggero ma prepotente, infranse quel silenzio cristallino riecheggiando nello spazio intorno a loro con un tono di sollievo percepibile da chiunque.
L’attore si girò fronteggiando così la donna per la quale aveva preso il primo aereo disponibile una volta appurata la notizia.
Quella mattina, infatti, dopo essersi fermato nel solito bar ad Atlanta vicino al luogo delle riprese nel quale ogni mattina faceva colazione, aveva distrattamente buttato l’occhio sui giornali esposti nella vetrina dell’edicola di fianco all’entrata.
Le foto di Heather, della sua Heather, con quell’altro uomo, l’avevano paralizzato sulla porta, mozzandogli il respiro.
Aveva richiuso la porta del locale dietro di se e si era precipitato a comprare una di quelle riviste con un sentimento di gelosia pungente che cresceva piano piano dentro di lui.
Dopo aver attentamente letto tutto l’articolo, coronato di foto e una testimonianza di qualcuno molto vicino alla coppia, il suo cuore aveva smesso di battere e una rabbia cieca gli era montata nel corpo. Rinunciando al suo cappuccino, si era subito diretto alla ricerca di Robert, per cercare di avere delle spiegazioni e di capire che cosa stesse succedendo.
Il suo cervello era completamente andato in tilt: aveva iniziato a macchinare e creare storie, film con prologo ed epilogo capaci di fargli ottenere una candidatura agli oscar e che come filo comune avevano la consapevolezza di essere stato preso in giro da quella che reputava oramai una presenza fissa nella sua mente e nel suo cuore.
Aveva provato a mettersi in contatto con la donna ma nessuna delle sue chiamate sembravano raggiungere il destinatario, facendogli aumentare la sensazione di inquietudine nel quale era caduto.
Una volta sul set, aveva cercato il maggiore dei Downey e, una volta trovato, si era scaraventato contro di lui lanciandogli il giornale.
La rabbia, la delusione che si era impossessata di lui gli avevano fatto ribollire il sangue nelle vene mandandogli in completo blackout ogni neurone con la conseguente incapacità a calmarsi.
Aveva un unico pensiero fisso nella mente: doveva andare da lei e parlarle.
Doveva vederla.
Doveva farsi spiegare l’intera situazione e voleva guardarla negl’occhi nel momento in cui Heather gli avrebbe rivelato di averlo ingannato per tutto quel tempo.
Ci era abituato, oramai: la sua intera vita aveva visto un susseguirsi di persone incapaci di rimanere al suo fianco per più di un breve lasso di tempo.
Si era affezionato e si era ritrovato con le spalle al muro e un coltello conficcato in profondità nel cuore.
Era stato deluso così tante da volte da non poterle più contare sulle dita delle mani, ma il sentimento che provava in quel momento andava al di là delle sensazioni provate nella sua vita.
Si sentiva spezzato.
Lui, il grande Chris Evans, si sentiva rotto.
Alla semplice lettura del titolo, Robert aveva strabuzzato gli occhi ed era quasi svenuto a terra.
Aveva mormorato qualcosa su quanto potesse essere impossibile come cosa, ma lo sguardo felice e quasi commosso della sorella mentre osservava l’anello e la faccia contenta dell’uomo davanti a lei avevano lasciato poco spazio al dubbio.
RBJ conosceva la capacità della ragazza di fare scelte sbagliate ma non si sarebbe mai aspettato un comportamento simile.
Aveva provato a contattarla ma, come al solito, la sorella non aveva risposto nemmeno dopo varie e ripetute chiamate.
Chris era scappato all’aeroporto, mandando a quel paese chiunque gli si parasse davanti per fermarlo e per farlo ragionare: Scarlett, prima di tutti, aveva cercato di far ragionare i due uomini su quanto quello stupido scoop potesse essere falso e di come le foto potessero essere state estrapolate dal contesto, senza però esser considerata in alcun modo.
L’attore aveva trovato il primo volo utile per New York e si era imbarcato, conscio del fatto che il suo nome e la sua fama erano stati i principali responsabili di quel biglietto così veloce.
Dopo due ore durante le quali era rimasto fermo e immobile seduto sul suo seggiolino fissando il vuoto davanti a se, era atterrato al JFK e si era precipitato alla ricerca di un taxi: destinazione casa della donna.
Una volta arrivato davanti alla villetta bianca, si era sentito mancare il vuoto da sotto i piedi: non riusciva a capacitarsi di come, del perchè, avesse fatto la bellezza di mille e quattrocento chilometri per poter parlare con la donna che viveva nella casa di fronte a lui.
Prendendo un respiro profondo, aveva bussato ripetutamente, per poi attaccarsi al campanello incapace di fermare il suo tumulto interiore.
Heather aveva aperto la porta: i capelli racchiusi in uno chignon scompigliato le lasciavano delle ciocche libere sul viso magro e struccato, dai grandi occhi scuri e profondi capaci di scrutarti l’anima e conoscere ogni tuo più piccolo segreto.
Indossava un semplicissimo e alquanto buffo pigiama bianco a strisce arancioni e, vedendolo sulla soglia della sua porta, sul volto le si dipinse un’espressione stralunata e sorpresa.
Chris la guardò, non capacitandosi della bellezza della donna davanti a lui e sentendo il suo cuore stringersi in una morsa dolorosa nel petto.
Indurendo lo sguardo, la fulminò sul posto prima di sentire la sua voce pronunciare autonomamente - Io e te dobbiamo parlare-
Heather aveva esclamato che avrebbe potuto semplicemente chiamarla, ma allo sguardo cupo dell’attore aveva annuito, spostandosi sulla soglia per farlo accomodare della sua umile dimora, offrendogli gentilmente qualcosa prima di accomodarsi in soggiorno.
Chris ripensò a tutti i discorsi che aveva pensato, creato, ricamato durante il viaggio ma nessuna parola aveva intenzione di uscire dalla sua bocca.
Si era immaginato quel momento per tutto il viaggio e ora aveva paura ad intraprendere quella conversazione.
Quando Heather parlò, però, le sue parole lo spiazzarono facendolo paralizzare per la seconda volta.
- Quello che hai letto su quel giornale è una cazzata incredibilmente elaborata che non trova nessun riscontro con la realtà.- dichiarò infatti la donna, un lieve sorriso ad incorniciarle il volto.
Heather inclinò la testa, incrociando le braccia sotto il seno e aspettando una reazione da parte dell’attore.
Dopo qualche secondo di silenzio, Chris Evans si riscosse dal suo coma scuotendo la testa.
- Una cazzata? Ci sono le foto.-
- Considerando che tu per primo hai a che fare con questo mondo ogni giorno della tua vita, pensavo tu sapessi che una foto molto spesso può sembrare qualcosa ma essere qualcos’altro di molto diverso.- esclamò stizzita la donna, avvicinandosi all’attore e puntando il suo sguardo nel suo.
- L’uomo in quella foto è un mio vecchio amico del college per il quale non nego di aver avuto una lieve cotta, ma niente di più. Le foto che i paparazzi si sono così tanto divertiti a scattare non sono come sembrano: ho in programma di partecipare ad un matrimonio tra qualche mese ma io non me ne starò affatto vestita con un abito bianco a giurare eterno amore a qualcuno,  ma starò davanti al tavolo dello champagne a bere.- aveva spiegato successivamente, divertita dal repentino cambiamento dell’uomo.
Chris aveva infatti rilassato lievemente i muscoli in tensione e aveva aggrottato lo sguardo facendosi pensieroso.
- Nel senso…?-
- Nel senso che mi ha invitata al suo matrimonio con una ragazza appartenente alla mia vecchia confraternita. Ieri mi stava semplicemente facendo vedere l’anello con il quale aveva chiesto la mano all’amore della sua vita e i paparazzi hanno capito chi sa cosa. Se in più ci mettiamo questa fatidica fonte anonima vicina alla coppia inesistente… beh, potremmo crearci un bel film da seconda serata.-
Chris si era passato una mano sul volto stanco, prima di appoggiarsi allo stipite del camino addobbato per Natale e racchiudersi in un mutismo fissando il camino acceso.
Si sentiva un benemerito coglione.
- Quindi non mi hai mentito- mormorò.
Heather si alzò dalla poltrona sulla quale intanto si era seduta, avvicinandosi all’uomo e posandogli un mano sulla spalla, puntò i suoi occhi in quelli dell’attore.
- Non ho intenzione di sposarmi con Richard Peterson, non ho mai avuto niente di serio con lui e non ti ho nascosto una relazione clandestina, se è questo che vuoi sapere.- aveva sussurrato la donna ad un centimetro dal viso del biondo, prima di sorridere.
- Mi sento un emerito coglione- mormorò l’uomo senza distogliere lo sguardo.
- Ho sempre detto che sei un coglione, credo sia per la troppa vicinanza a mio fratello.-
Chris rise sommessamente, prima di stringere la donna a se con fare possessivo.
Non gli era mai successo, in trentasei anni di vita, di volare in un’altra città senza alcun minimo preavviso per poter parlare con una donna.
Le poggiò un bacio tra i capelli scuri.
- Comunque, sappi che quest’apparizione inaspettata davanti a casa mia con quello sguardo da cattivo ragazzo è stata una delle cose più sexy che io abbia mai visto- scherzò la donna per poter alleggerire la tensione percepibile nella stanza.
Se prima la risata di Chris fu trattenuta, dopo quella frase l’attore scoppiò in una profonda risata ilare portandosi una mano al petto e inarcando la schiena all’indietro, seguito da quella cristallina della donna davanti a lui.
Con quella risata, l’attore sentì i pezzi della sua anima rotta ricomporsi di nuovo.
Oramai era fregato. 





 

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Capitolo 13
*** Capitolo Tredici ***


Capitolo Tredici
 

 


 

- Avevo intenzione di chiedertelo quando ci saremmo rivisti dopo Natale, ma dato che oramai sei qui volevo proporti una cosa.-
Heather e Chris se ne stavano stravaccati sul divano nel salotto della donna, una coperta di pail rosso a coprire i loro corpi abbracciati e due tazze di cioccolata calda poggiate sul tavolino accanto a loro.
Dopo la pseudo litigata della mattina, il rapporto tra i due era tornato come quello prima della partenza e i loro animi si erano calmati.
Il bacio che si erano scambiati a pace fatta aveva fatto da balsamo a qualsiasi incomprensione ci fosse stata fra i due, facendo tornare a splendere due larghi sorrisi.
Chris guardò la donna appoggiata al suo petto e stretta fra le sue braccia facendo un cenno per invitarla a continuare.
- Ogni anno la mia casa editrice organizza un party di Natale e volevo chiederti se ti andava di venire con me.- propose quindi Heather guardandolo.
- Ci sarà dell’alcool?-
- A fiotti- rise la donna, prima di tornare a giocare con i lacci della felpa blu che indossava l’attore.
- Mi farebbe molto piacere, ma solo se tu verrai con me alla premiere del nuovo film Marvel- affermò deciso Chris, sorridendo subito dopo allo sbuffo della donna.
Heather ci pensò per qualche secondo, accettando, prima di lanciarsi alla conquista dell’ultimo M&M’s nel piattino di vetro sul tavolino, trattenuta dalle possenti braccia dell’uomo al suo fianco, uomo che si era fatto mille e quattrocento chilometri per una cavolata.
Ancora non ci credeva al pensiero: Chris Evans aveva preso il primo volo per New York quando era venuto a sapere della notizia pur di chiarire la situazione con lei.
Heather non voleva ammetterlo ma dire che quell’azione le avesse fatto piacere e che le avesse riempito il cuore di commozione era dire poco.
Nessuno, fino ad allora - suo fratello a parte- era partito per raggiungerla.
Nessuno le aveva mai dato le attenzioni che Chris le stava dando in quel momento e per niente al mondo avrebbe voluto farne a meno.
Non c’era Richard, Bobby D o modello che tenesse o che potesse mettere in ombra il biondo bostoniano seduto di fianco a lei.
- Che c’è?- le chiese Chris dopo qualche minuto, notando come la donna lo stava fissando concentrata.
Heather sorrise scuotendo la testa con nonchalance, prima di lasciargli un lieve bacio sulle labbra morbide, uno strano calore ad inondarle il petto.




 

 
- Zia!- l’urlo arrivò potente dietro di lei, facendola girare di 360° verso la direzione dal quale era arrivato.
Un piccolo ragazzino biondo si stava dirigendo correndo felice verso di lei, lo zaino di Iron Man sulle spalle e il giubbotto bianco imbottito a proteggerlo dal gelo newyorkese.
Heather si inginocchiò a terra, aprendo le braccia pronta ad accogliere il bambino che saltando, le si gettò addosso ridendo.
Exton le prese il volto con le sue mani paffute, lasciandole un bacio su una guancia, prima di ri abbracciarla.
- Ciao piccolo mio- Heather lo strinse a se, alzandolo da terra il bambino di cinque anni e prendendolo in collo, prima di sorridere a Robert e a Susan intenti a raggiungerli.
- Vecchietto!- ghignò la ragazza, poggiando a terra il nipote e lasciandosi stringere dalle braccia del fratello maggiore.
- Ciao combina guai- ghignò l’attore, alzando le sopracciglia e abbassandosi gli occhiali da sole sul naso.
- Lo sai che è dicembre, vero?- esclamò la ragazza, prima di stringere la cognata in un abbraccio e prendere in collo la piccola Avri che la salutò sorridendo ampiamente.
- Sorrellina cara, la moda non ha stagione-
Heather aggrottò la fronte alla risposta del fratello, indecisa se continuare la conversazione o ignorarlo.
Optando per la seconda opzione, aiutò Susan con le valige dirigendosi alla macchina parcheggiata poco fuori dall’uscita dell’aeroporto.
Quello sarebbe stato un Natale con i fiocchi, lo sapeva.




 

 
Le faceva male il sedere e le si stava congelando anche l’anima ma la felicità sul volto del nipote non poteva che ripagare - in parte- quel dolore che provava.
Era caduta una decina di volte sul duro ghiaccio della pista per pattinare e tutte le volte aveva fatto delle cadute così rovinose e teatrali che Yvonne si era dovuta appoggiare alla ringhiera in metallo per respirare dalle tante risate, sotto lo sguardo tra l’irritato e il divertito della piccola di casa Downey.
- Smettila di ridere di me, brutta ba… babbana- affermò, correggendosi sull’ultima parola per via della presenza di Exton al suo fianco.
Quella mattina Robert e Susan avevano deciso di andare a fare un giro di shopping e di compere dell’ultimo minuto, lasciando il più grande dei due figli con la zia che, con felicità, aveva acconsentito a portarlo a pattinare sul ghiaccio.
Le sue natiche si pentivano di quella scelta ma non poteva non essere felice di quella scelta.
L’intero album di Michael Bublé era stato dato a rotazione da quando avevano messo i pattini ai piedi, creando un atmosfera tipicamente natalizia.
- Zia, ma come fai a stare sempre per terra?- urlò divertito Exton, porgendogli una mano per aiutarla ad alzarsi, fallendo miseramente nell’intento.
Le ci vollero cinque minuti per potersi rimettere nuovamente in piedi e, una volta riuscita nell’ardua impresa, decisero di raggiungere Robert e Susan al punto di incontro per poter tornare a casa.
Passeggiando per le strade affollate di New York, Exton stretto ossessivamente a lei, l’occhio le cadde sulla vetrina di un semplicissimo negozio di abiti, facendola incantare davanti ad una semplice ma stupenda tuta intera blu con un profondo scollo a V.
Sarebbe perfetto per il party pensò osservando ammirata il semplice capolavoro indossato dal manichino.




 

 
- Credo di star per scoppiare- esclamò Robert buttandosi con la stessa leggerezza di un elefante sul divano accanto alla ragazza.
Heather rise, poggiando la testa sulle spalle del fratello mentre faceva partire il film alla tv.
Exton e Avri erano entrambi comodi accanto a lei, il più grande seduto al suo fianco mentre la piccola Downey dolcemente acciambellata sulle braccia della zia. 
Susan, invece, se ne stava rilassata sulla poltrona accarezzando il muso di Bubble, vogliosa di coccole.
La calma di quel tranquillo pomeriggio di Natale rese tutte le persone presenti nella stanza felici. 
La donna lasciò un lieve bacio sulla testa della nipote prima di passarla a fratello.
Heather amava il Natale: l’aveva sempre ritenuta la festa perfetta dove tutti i parenti si riunivano pronti per festeggiare tutti insieme ma, con il passare del tempo, di era resa conto che le bastava avere il fratello e i nipoti attorno per potersi ritenere felice.
Passare il Natale con loro era la cosa più bella che potesse desiderare: mangiavano, scherzavano e si divertivano come una vera famiglia, a discapito di tutto e di tutti.
I genitori, quell’anno, avevano deciso di prendersi una vacanza e di partire per un posto caldo per quella festività, mentre la sorella aveva dovuto festeggiare assieme ai parenti del marito, inviando un semplice messaggio di auguri ad entrambi i fratelli minori.
Seduta sul comodo divano di casa sua, l’intera stanza riscaldata dallo scoppiettante camino posto su un lato, l’albero di Natale divinamene addobbato che risplendeva per via delle lucine chiare, Heather si sentì a casa. 
Non le importava che mancasse più della metà della sua famiglia: aveva Robert al suo fianco e a lei bastava.
Aveva il suo eroe al suo fianco e non avrebbe fatto a cambio con nessun’altra persona al mondo.





 
 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo Quattordici ***


Capitolo Quattordici
 

 

 

Le luci risplendevano nell’enorme sala che era stata scelta per ospitare il ricevimento. Lampadari a goccia scendevano dal soffitto e un enorme albero di Natale si ergeva addobbato con le tonalità del bianco e del rosso al centro della stanza
L’odore di champagne e di pandoro riempiva l’ambiente e il ricco buffet posto su un lato faceva aumentare l’acquolina.
Heather si guardò intorno, salutando qualche conoscente e presentandosi ai nuovi impiegati, un flûte ricolmo di champagne nella mano, la pochette chiara nell’altra.
Indossava la tuta blu che aveva visto prima di Natale e ai piedi aveva scelto di indossare delle semplici décolleté bianche.
Distolse lo sguardo dalla paffuta signora difronte a lei, che le stava raccontando dell’enorme successo che l’ultimo libro pubblicato aveva ottenuto, posandolo sull’entrata e un brillante sorriso le decorò il viso.
Chris se ne stava fermo sulla soglia, scagliando l’interno della sala alla ricerca della donna.
Indossava un completo giacca e cravatta grigio che rivestiva il fisico muscoloso alla perfezione e risaltava gli occhi turchesi.
Scusandosi, Heather si allontanò dal gruppo con il quale si stava intrattenendo, dirigendosi verso l’uomo che, appena la mise a fuoco, le sorrise calorosamente apprestandosi a raggiungerla.
Non fece in tempo a muoversi, però, che una figura rossa si frappose tra lei e l’attore.
Un pungente profumo le fece fare una smorfia mentre con diffidenza e una leggera irritazione squadrava la donna davanti a lei. Il vestito rosso con strascico lasciava la schiena della donna scoperta e i lunghi capelli biondi erano acconciati sulla nuca, raccolti.
- Sei solo? Perchè in caso sarei disponibile a farti compagnia- esclamò con voce melliflua la donna, sbattendo le ciglia finte e studiando l’attore.
Chris la guardò con un sopracciglio alzato prima di aprirsi in un profondo sorriso e rispondere.
- Mi dispiace ma sono con la mia ragazza- affermò infatti, porgendo una mano a Heather che l’afferrò sorridendo dolcemente, il battito del cuore leggermente accelerato per le parole dell’attore.
La piccola Downey si portò al fianco del suo uomo il quale le circondò i fianchi con un braccio, posandole un bacio fra i capelli.
La bionda se ne andò stizzita, lasciando i due soli.
- Non dovremmo stare così vicini, la tua ragazza potrebbe vederci- mormorò la donna ad un palmo dal viso dell’uomo.
La sua colonia le inebriò i sensi, facendola avvicinare alle labbra di lui.
- Lo spero- sussurrò Chris, prima di far combaciare le sue labbra con quelle della donna con amore e passione. 
Si staccarono lentamente, fissandosi per quella che a loro sembrò un’eternità.
La musica intorno a loro sparì, così come le persone che riempivano la sala.
Erano solo loro due, due anime e due cuori che si erano riscoperti ad essere complementari nonostante la lontananza di quei mesi, nonostante i rumors di eventuali matrimoni.
Erano loro due, due giovani adulti che si erano trovati per caso a casa di quel ‘’microcefalo vanitoso” quale era suo fratello e che in quel momento, stretti l’uno all’altro, ringraziavano il destino per averli fatti incontrare.
Passarono la serata l’uno al fianco dell’altra, intrattenendo i vari invitati e divertendosi il più possibile sotto le rosse luci di quella festa di Natale.
Ballarono, parlarono, bevettero champagne e mangiarono dolci natalizi e alla fine della serata lasciarono la sala addobbata per dirigersi a casa della donna.




Quella sera si amarono.
Quella sera entrambi si resero conto della fortuna che avevano avuto nell’incontrare l’altro.
Quella notte i loro corpi si fusero dando vita ad una cosa sola e quell’amore che non si erano mai dichiarati riecheggiò nella camera della donna sotto altre forme, sotto altri colori. 
Stretti l’un latro sotto il piumone bianco, Heather si fermò ad osservare l’uomo addormentato al suo fianco: le ciglia lunghe e bionde proiettavano delle ombre sulla sua guancia, le labbra piene erano leggermente dischiuse.
La ragazza passò lentamente e con delicatezza un dito sulla mascella squadrata dell’attore, tra la barba curata. 
Guardandolo, nella calma silenziosa e nell’intimità della sua camera da letto, stretta fra le sue possenti braccia e appoggiata all’ampio petto muscoloso, Heather si rese conto che era venuta meno alla promessa che si era fatta quasi sette anni prima.
La piccola e cinica newyorkese si rese conto che i sentimenti che per tanto tempo aveva rifuggito, ora la stavano guidando verso un qualcosa di ignoto ma che non la spaventava. 
Non la spaventava sapere cosa sarebbe successo, come sarebbe finita la storia che con leggerezza aveva intrapreso con l’attore al suo fianco.
Erano passati pochi mesi dal loro primo incontro, dalla prima volta che i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta nel soggiorno della casa del fratello e da allora, neanche stessero facendo una partita a scacchi infinita. 
Si erano scontrati, si erano frequentati.
Si erano aperti gli uni agl’altri durante quelle sere che li avevano visti in due punti differenti di America.
Avevano imparato in parte a conoscersi, in parte ad amarsi, in parte a sopportarsi.
Si erano mesi a nudo e si erano accettati per quello che erano, senza doppi fini o azioni tossiche.
Per anni aveva avuto paura del sentimento che piano piano si stava insinuando in lei ma in quel momento si rese conto che non avrebbe lasciato andare quell’uomo.
Mai






 

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


Epilogo

 
Questo capitolo lo dedico a chiunque pensi di non essere abbastanza
per potersi sentire amato da qualcun'altro.
Ricordatevi che nel mondo qualcuno sarà capace di apprezzarvi per chi siete.
Non abbiate paura di mostrarlo. 
Grazie per essere stati con me in questo viaggio.
In fondo, alla fine, siamo tutti un po' Heather.

 


 

La vita è ciclica.
È un cerchio continuo tracciato con un compasso che in un modo o nell’altro ci ripresenta le stesse situazione aiutandoci a sopportarle e a superarle, ogni volta nel modo migliore possibile.
Tutti cambiano, maturano, crescono, si riscoprono.
Ci troviamo ad accettare i cambiamenti che lo scorrere del tempo porta in noi e ci abituiamo ad essi.
Maturiamo, impariamo, cambiamo idee e modi di vedere.
Giorgio Faletti diceva che “ Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu scelga, ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male’’ e non è forse vero?
Quanti cambiamenti affrontiamo nella nostra vita, alcuni perfino impercettibili, altri invece visibili da chiunque?
Heather non si sarebbe però mai abituata a tutti quei flash che in quel momento riempivano l’ambiente circostante, emettendo luci biancastre che le appannavano la vista.
Il tappeto rosso sotto ai suoi piedi le sembrava fatto apposto per farla cadere, per farla rovinare a terra nel modo più imbarazzante possibile. 
Il cuore le pompava a mille, rendendola tesa come una corda di violino e il sorriso tirato che aveva sul volto truccato le sembrava la cosa più orribile che potesse essere mai stata fatta.
Stretta in quel vestito senza spalline e a sirena - vestito che era stato scelto da un team di esperti, ma che lei trovava scomodo e irritante in alcuni punti- , ricoperto da milioni di paillettes cangianti che risplendevano, cercava di mantenere una certa dignità davanti agli occhi di tutto il mondo, pregando di non farle fare, o dire, cose per le quali tutto il  globo avrebbe poi riso.
Non riusciva a capacitarsi di come facessero le persone al suo fianco ad essere tranquille e disinvolte, rilassate quasi, sotto tutte quelle urla e quegli scatti frenetici pronti ad immortalare ogni singolo sbaglio.
Aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai preso parte a quella cosa, che non si sarebbe mai ritrovata a dover posare per la gioia di altri.
Aveva evitato quel mondo come la peste, evitando in tutti i modi di assecondare quel mondo fatto di rumors e pettegolezzi, frasi estrapolate dal contesto e paparazzi ad ogni angolo.
Guardò Chris al suo fianco, impeccabile nel suo smoking elegante nero, che sorrideva con fierezza ai paparazzi davanti a lui e capì per quale motivo aveva deciso di prendere parte a quella farsa con lustrini.
L’uomo che le stava al suo fianco valeva molto più di tutto quello.
La sua mano stringeva il fianco della donna tenendola vicino a se, quasi possessivamente, e allo stesso tempo le dava una sensazione di sollievo e di sicurezza.
- Sei bellissima, rilassati- le sussurrò ad un orecchio nascondendo il volto nel suo collo, prima di lasciarle un bacio poco sotto l’orecchio e sorriderle.
Heather lo fissò, sorridendo leggermente, le fossette ai lati della bocca visibili e un brivido che risaliva la colonna vertebrale.
- Eccola qua la mia coppia preferita- sentì esclamare da dietro di lei.
Robert fissava i due con occhi pieni di affetto, le mani incrociate sotto il mento e un ampio sorriso sul volto.
La donna rise, avvicinandosi al fratello abbracciandolo, mentre lui le lasciava un tenero bacio sulla guancia.
- Attento a come la tratti, capitano, o ti troverai con una gamba in meno- affermò Robert abbracciando Chris che, ridendo, annuì preoccupato con malcelato divertimento.
I fan intorno a loro urlarono felici verso di loro e i tre si misero in posa pronti a farsi scattare qualche foto.
- Stai andando alla grande sorellina, rilassati e sorridi.- le fece un occhiolino Rob prima di raggiungere qualche giornalista, sfoggiando il suo charme e il suo carisma che più di una volta aveva catturato l’attenzione di tutti.
Chris lo imitò, lasciando un leggero bacio alla donna al suo fianco, prima di affidarla alle cure di Scarlett, che l’abbracciò contenta di vederla.
Da dove si trovavano, tuttavia, Heather poteva sentire benissimo le domande del giornalista e le risposte dell’attore, incuriosita. 
- Ho visto che ti accompagna la sorella di Robert Downey Jr e che è da qualche mese oramai che vi state frequentando, dico bene?- affermò diretto l’uomo, porgendo il microfono all’attore.
Chris rise, annuendo, lanciando uno sguardo alla diretta interessata.
- Heather e io stiamo ufficialmente insieme, a dire il vero- dichiarò, tornando a guardare il giornalista davanti a se.
Heather lo guardò con occhi sbarrati, un brillante sorriso ad incorniciarle il viso, questa volta vero.
Scarlett le poggiò una mano sulla spalla scoperta, ridendo per la sua reazione.
- Quindi il famoso Capitano d’America ha ufficialmente trovato la sua dolce metà?- chiese nuovamente il giornalista.
- Esattamente e non ha intenzione di lasciarsela scappare per molto tempo.- rispose l’attore, fiero, sotto gli urli dei fan e i click delle macchine fotografiche.
Allontanandosi, raggiunse nuovamente la donna e, afferrandola per un fianco,  la avvicinò a sè, baciandola con amore sotto lo sguardo attento di tutto il mondo.
La guance di Heather si tinsero di rosso, il suo cuore scoppiò nel petto.
Perdendosi nei suoi occhi azzurri, dello stesso colore del mare in tempesta, si ritrovò a pensare alla prima volta in cui i loro sguardi si erano persi l’uno nell’altro.
Le ritornò in mente la prima volta che si erano conosciuti e la sensazione di calore al petto aumentò.
- Chris Evans, credo di aver appena mandato a puttane la promessa che feci sette anni fa.- ammise.
- Ovvero?- chiese curioso l’uomo.
Dopo qualche attimo di silenzio, Heather si avvicinò al suo orecchio sussurrando:
- Credo di essermi innamorata di te, mio capitano.- 
 
 
 
 
Quante volte vi siete sentiti inadatti?
Quante volte avreste voluto che la vita fosse come una di quelle commedie d’amore americane?
La vita non è così, purtroppo, ma non significa che non vi riservi delle sorprese.
Ognuno di noi affronterà qualcosa che lo cambierà per sempre.
Ognuno di noi incontrerà una persona capace di far battere il cuore così velocemente e così ardentemente che avremo paura potrebbe uscire dal nostro petto.
Heather aveva giurato di non innamorarsi più di nessun essere penedotato, evitando di fidarsi, imponendo di non creare sentimenti che avrebbero potuto farla stare male, farla soffrire.
Non si sarebbe mai immaginata che uno degli attori più famosi al mondo, avrebbe potuto rubarle il cuore.
Non sapeva cosa sarebbe successo d’ora in poi.
Non sapeva cosa il destino avrebbe riservato lei.
Non sapeva se quella sua fiducia fosse riposta al cento per cento nella persona giusta.
Sapeva solo che l’uomo che in quel momento la teneva fra le sue braccia avrebbe voluto averlo accanto per tutta la vita.
Ne Chris ne Heather sapevano cosa la loro, di vita, avrebbe riservato, ma quello che sapevano è che sarebbero stati l’uno accanto all’altro, mano nella mano, sotto i suoi flash biancastri e i riflettori dell’amore, fino a che il tempo avesse voluto.



 
THE END
(o forse no?)
 
 
 
 



 

Grazie a chiunque sia arrivato fino alla fine di questo viaggio, insieme a Chris, Heather e me. 
Vi auguro il meglio che la vita abbia da offrirvi.
Un bacio,
Erica.
 
 

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