Padre \ Figlio di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Dr. Strange ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Luthor ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Soldier ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Power girl ***
Capitolo 5: *** Cap.5 The Capitan ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Inventori ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Meat ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Strange e la musica ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Padre - Figlio ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Dr. Strange ***
Ringranzio anche solo chi legge.
Premessa: Howard è uno stregone bianco e Tony è
uno stregone nero. Dr. Strange ha cercato di addestrare entrambi.
Scritta sentendo: Monster di Skillet.
Cap.1 Dr. Strange
POV HOWARD
Strange affondò nella poltrona, grattandosi il pizzetto.
Guardò Howard seduto davanti a una roccia, che la fissava.
"Non devi studiarla, devi distruggerla" sussurrò.
Howard arricciò il naso alzando il capo, storse il labbro.
“Beh, perdonami se te lo dico, ma lo trovo stupido”.
Prese in mano la roccia, rigirandosela nella mano.
Le iridi azzurre degli occhi di Strange divennero cerulee.
"Ai miei tempi bisognava distruggere delle pietre che non esistevano.
Quella è reale, almeno" ribatté Strange. Si
passò la mano tra i capelli mori, facendo ricadere una
ciocca ingrigita davanti al viso e sorrise al più giovane.
"In ogni caso, concentrare l'energia in una sola mano,
permette che la potenza venga regolata. Tu sei come un fiume in piena,
dobbiamo fare in modo che, invece, l'acqua passi per un rubinetto"
spiegò. Allungò l'altra mano e fece apparire una
fiammella blu sul palmo.
"Concentrati e colpisci, senza modificare la realtà
circostante e senza far esplodere tutto. Tendi a rendere ogni cosa
esplosiva, invece dovrebbe essere qualcosa che controlli 'tu', non che
ti controlla" spiegò.
Howard roteò gli occhi, passò la pietra da una
mano all'altra e sogghignò arricciando il naso.
“Lo sai, sarebbe davvero molto utile se io non volessi
diventare un costruttore d'armi”.
Strange roteò gli occhi ed allungò le gambe.
"Devi usare il tuo genio, non i tuoi poteri" ribatté.
Howard espirò pesantemente dal naso, strinse il pugno contro
la pietra arrossandosi le dita.
“Mi stai chiedendo di non usare delle doti che ho per natura,
se non come dici tu?” domandò.
Assottigliò lo sguardo, la pietra nel suo pugno esplose
disperdendo schegge nella stanza e Howard si alzò,
assottigliò le labbra.
“Scordatelo”.
Strange si alzò in piedi, le schegge di pietra gli volarono
contro. Un cerchio di energia azzurra gli apparve davanti, mandando in
frantumi i resti della roccia.
"Come vedi, non sai controllarti. Non sono doti, se non sai usarle
senza distruggere tutto" ribatté atono.
Howard alzò il mento, arricciò il labbro.
“Vedremo” lo sfidò.
Si voltò di scatto ed uscì dalla stanza.
**************
POV TONY
"No, Tony, per l'ultima volta, non mi sono tinto i capelli" disse
Strange. Lo Stark davanti a lui era piegato e gli osservava i capelli.
Gli porse la roccia e gliela indicò.
"Ora, vuoi concentrarti su questa?" chiese.
Tony sbuffò, ondeggiò sul posto arricciando il
naso.
“Non crede che l'età della pietra sia un po'
superata?”.
Strange gli prese la mano e gli mise la roccia nella sua.
"Devi sfogare la tua potenza o finirai per perdere il controllo.
Distruggere questa è il primo passo" spiegò.
Tony guardò la pietra, ne carezzò il bordo con il
pollice, strinse le labbra e scosse il capo.
“Non posso”.
Porse la pietra a Strange, lo guardò.
“Mi stai chiedendo di usare delle doti naturali che neanche
voglio, per fare qualcosa che ho sempre evitato”.
Sospirò.
“Costruire armi, distruggere ... non è mai stato
la mia vita“.
Strange lo guardò in volto e gli sorrise.
"Sai cosa facciamo? Creiamo una pietra fatta di magia, così
quando la distruggi, si ricrea subito. Ed appena impari a controllare
la tua mole di potenza, iniziamo a creare cose. Ti va?" chiese. Gli
tolse la pietra dalle mani, stringendola al petto.
Tony batté le palpebre, strinse le gambe incrociandole e
arricciò il naso.
“Pensavo fosse importante non modificare la realtà
e incanalare la mia energia”.
Indicò la pietra con la mano, ondeggiò le dita
ruotando il polso.
“Sicuro che è ok se non la faccio
esplodere?“.
"Mentre distruggi una pietra inesistente, devi ugualmente evitare di
modificare la realtà intorno. Anzi è
più difficile, perché non devi modificare nemmeno
la pietra stessa. Per ora, incanaleremo così l'energia"
rispose Strange.
Tony si alzò, sorrise e gli porse la mano.
“Grazie mille, doc“.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Luthor ***
Ringranzio anche solo chi legge.
Premessa: Crak Pairing. Howard sta con Lionel Luthor e Tony con Lex.
Scritta sentendo: Sick of it
Cap.2 Luthor
POV HOWARD
“Non guardiamo perché non vogliamo vedere. L'amore
purtroppo rende chiede anche le menti più brillanti. Quando,
però, l'amore finalmente scandisce, vediamo in volto chi
amavamo con nuova chiarezza. Così ci vengono rivelati tutti
i suoi difetti, le sue debolezze e i suoi segreti”
spiegò Lionel. La sua voce calda copriva la musica
classica di sottofondo. Strinse in una mano un bicchiere di scotch,
offrendone un altro a Howard dinnanzi a lui.
Howard prese il bicchiere di scotch, arricciò il naso
portandolo vicino alle labbra.
“Questo ovviamente non vale per te” disse.
Lionel sorrise, bevendo due sorsi dal bicchiere.
“Mi lusinghi Howard, ma perfino io ho dei difetti”.
Howard ondeggiò il bicchiere, piegò il capo di
lato poggiandolo contro lo schienale della poltrona.
“Forse”, concesse, “ma nessuno che ti
impedirebbe di vedere qualcuno con chiarezza“.
Lionel ridacchiò, corrucciò la fronte e
posò il bicchiere semivuoto su un tavolinetto al suo fianco.
“Oh, non è così. Spesso tu mi sfuggi,
proprio sotto il naso“.
Howard finì lo scotch, si chinò in avanti e
sogghignò.
“Andiamo, Lionel. Riesci a leggermi come un libro
aperto“.
Lionel prese la bottiglia di vetro dello scotch, si chinò
riempendo il bicchiere di Howard e sorrise.
“Eppure riesci a sorprendermi” disse.
Howard sorrise, alzò il bicchiere e arricciò il
naso.
“Solo perché tu me lo permetti“.
Lionel prese il bicchiere, lo alzò a propria volta.
“Alle reciproche concessioni“.
************
POV TONY
"Perché ho deciso di farmi riconoscere come il nemico di
Superman?" domandò Lex. Si portò un bicchiere di
vodka alle labbra e ne sorseggiò il contenuto. "Sai, pensavo
che fosse la famiglia a renderci ciò che siamo. Poi ho
sperato che fossero gli amici. Ma se guardi alla storia, i grandi
uomini e le grandi donne sono sempre stati definiti... dai loro nemici"
finì di spiegare, affondando nella poltrona. Tony gli tolse
il bicchiere dalle mani.
Lo poggiò accanto a sé, accavallò le
gambe.
“Guarda il lato positivo. Non potevi essere un eroe,
così hai creato il più grande degli
eroi”.
Si alzò e si sedette sul bracciolo della poltrona di Lex,
sporgendosi verso di lui.
“Mi sembra un'ottima cosa da festeggiare”.
Tony gli passò l'indice sulle labbra, sorrise.
“Come se tu non lo sapessi” sussurrò.
Si scostò, si alzò e si allontanò di
tre passi.
“Però non adesso. Hai bevuto” fece
presente.
"Come potrei mai saperlo?" chiese Lex, alzandosi, raggiungendo Tony..
Gli accarezzò il collo abbronzato e socchiuse gli occhi, le
sue iridi erano liquide.
Tony gli prese le mani, le strinse sentendo la pressione sul proprio
collo.
"Perché riesci a leggermi come un libro aperto"
mormorò.
Lex lo baciò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Soldier ***
Ringranzio anche solo chi legge.
Premessa: Victor Creed ha addestrato alla guerra gli Stark da
generazioni, in modo che possano utilizzare le loro armi in prima
persona e trattare affari con l'esercito. Si è poi
trasformato in Saberthoot con l'avanzare della sua trasformazione, e
solo dopo ha allenato Tony.
Scritta sentendo: Animal I become.
Cap.3 Soldier
POV HOWARD
"Pancia in dentro, petto in fuori. E quelle bretelle non sono il meglio
per l'allenamento" disse secco Creed. I canini aguzzi fuoriuscivano
dalla sua bocca, premendo contro le labbra.
Howard si passò gli indici sotto le bretelle facendole
schioccare, aggrottò le sopracciglia arriciando il naso.
"E un po' di rispetto per uno Stark?".
Creed gli camminò davanti, grattandosi la barba incolta.
"Ti rispetterò come Stark, quando ti comporterai di
conseguenza. Ho addestrato i tuoi antenati prima che la tua famiglia
cadesse in disgrazia e ho visto Stark molto più minacciosi"
disse con tono duro.
Howard tirò su con il naso, sogghignò.
"Non ti ho assunto per rendermi un soldatino, ma per rendermi
minaccioso" fece.
Rizzò la schiena fissando Creed con un sorriso beffardo.
Creed si tolse una rivoltella dal fianco e gliela porse per il manico.
"Non voglio un soldato, voglio il signore dei generali. Dimostrami che
lo sai essere" disse.
Howard afferrò la rivoltella, ne carezzò la canna
e sogghignò.
"Vediamo che sai fare".
********
POV TONY
Saberthoot inarcò un sopracciglio e guardò Tony
rotolare nella sua pelliccia gialla.
"Tony" lo richiamò.
Tony ridacchiò, gli si sedette a cavalcioni stringendo nei
pugni delle ciocche di pelo.
"Sì, oh Lord degli eserciti?".
La figura di Tony si rifletteva nelle iridi nere del mutante.
"Ti va di farmi vedere come riesci a sparare o vuoi continuare a
rotolare?" domandò Saberthoot secco.
Tony sporse il capo guardando il volto peloso del mutante.
"Questa era gentilezza, capitano?" scherzò.
Arrotolò i ciuffi nelle mani.
"Pensavo rispettassi solo gli Stark fatti e finiti di addestrare".
Creed gli diede una leccata, sollevandogli con la saliva una ciocca di
capelli.
"Tu sei come tuo nonno. In battaglia invincibili, in testa neonati"
brontolò.
Tony scosse il capo sbattendo ripetutamente gli occhi, si
passò la mano tra i capelli arruffandoli e
arricciò il naso.
"Non starai facendo delle preferenze?" chiese, divertito.
Saberthoot ghignò, mostrando la chiostra di denti.
"Dipende se oggi mi dimostrerai che sei realmente dotato" lo
sfidò.
Tony tirò su con il naso arricciandolo, strinse la pelliccia
di Creed e si spinse in avanti, rotolò in terra e spinse
Creed sotto di sé; le sue ginocchia sulla cassa toracica del
mutante e le mani strette attorno ai peli del collo.
"Non ho niente da dimostrare".
Lo lasciò, sorrise.
"Però è divertente rotolare con te. Dovremmo
proprio rifarlo!".
Saberthoot sbuffò rumorosamente.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Power girl ***
Ringranzio anche solo chi legge.
Premessa: Sia Pepper che Peggy sono due donne decise, che si fanno
avanti in società maschiliste [una negli anni quaranta e
l'altra nel mondo del business] e che non hanno mai abbandonato i loro
Stark.
Cap.4 Power girl
POV HOWARD
Peggy girò intorno alla scrivania, poggiò i
fascicoli davanti Howard.
"Peg, io ..." provò l'uomo.
Peggy divise i fascicoli, prese una penna dalla scrivania e mise delle
x.
"Questa è l'autorizzazione ad usare i tuoi soldi per
finanziare l'apertura dello SHIELD. Questa è la tua
autorizzazione a lasciarmi il controllo della gestione del personale.
Questo è il conto della gioielleria per la tua nuova fiamma".
Howard batté le palpebre, arricciò il naso e
sogghignò.
"Dovrei assumerti come segretaria".
Peggy si rizzò, gli afferrò il polso e gli mise
la penna in mano.
"Sono un agente Howard, non la tua balia risolvi-guai".
Howard roteò gli occhi, firmò i fogli e
ticchettò con la penna sul bordo.
"Non sai goderti l'attimo, Peg".
Peggy prese i fogli, li strinse al petto e strinse le labbra rosso
fuoco.
"Per quello basti e avanzi tu, Howard".
Si voltò e si allontanò, Howard sporse il capo
guardandole il posteriore e ghignò.
"Sempre un piacere, Peg".
***************
POV TONY
Pepper poggiò la tazza di caffè davanti lo
schermo del pc, Tony alzò il capo di scatto e lo
voltò.
"Dimmi che non devo firmare qualcosa".
Pepper ridacchiò, gli porse una serie di fogli e una penna.
"Sono le autorizzazioni per gli Avengers e il rimborso spese alle
nazioni lese" spiegò.
Tony sollevò i fogli facendo scorrere lo sguardo tra le
righe, prese la penna mordicchiandone il cappuccio.
"Perché devo firmare io le autorizzazioni? Voglio dire, il
boss è Cap. Non potrebbe firmare lui?" si lamentò.
Pepper gli indicò la linea in fondo ai fogli, sorrise.
"Purtroppo no, Tony. Sei tu il responsabile esecutivo".
Tony rise, tolse la penna dalla bocca e firmò.
"Un bel parolone per dire 'balia', non credi?".
Pepper prese i fogli e la penna, la agganciò ai fascicoli e
sorrise.
"Meglio di 'amministratrice delegata', non trovi?".
Tony rise, strinse il caffè e lo sollevò.
"Non ti si può cogliere in fallo, eh?".
Pepper scosse il capo, si tolse una ciocca biondo-rossiccia da davanti
al volto.
"E' il mio lavoro".
Tony sorrise ampiamente guardandola negli occhi.
"Ed è sempre un piacere vedertelo fare, Pep".
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Capitolo 5 *** Cap.5 The Capitan ***
Ringranzio anche solo chi legge.
Premessa: Steve è sempre stato un po' cotto sia di Howard
che di Tony.
Scritta sentendo: Starring role.
Cap.5 The Capitan
POV HOWARD
Steve guardò Howard entrare, scattò in
piedi e rizzò la schiena.
"Stark" salutò.
Howard arricciò le sopracciglia, aggrottò la
fronte sogghignando.
"Rogers. Alla fine pare che quello scudo ti protegga davvero".
Steve unì le mani coperte dai guanti rossi ed
annuì.
"Funziona alla grande".
Howard girò attorno ad un tavolo, alzò il capo
arricciando il naso.
"Le poche volte che porti con te delle armi, sono di bassa lega.
Pensavo fossimo amici, Steve" si lamentò.
Steve sbatté un paio di volte le palpebre ed
arrossì.
"Non ti voglio fare un affronto, semplicemente preferisco che si sappia
che la mia arma è di base di difesa" spiegò.
Deglutì e si deterse le labbra con la lingua.
"Ed inoltre, anche io ero stato scartato, all'inizio"
sussurrò.
Howard sbuffò sonoramente, gli tirò contro una
pistola scarica.
"Non mi offendo solo perché si tratta di te, amico" disse.
Lo raggiunse, gli premette l'arma contro il petto muscoloso e
alzò il capo.
"Ma la miglior difesa è l'attacco. Tienilo presente".
Steve socchiuse gli occhi, gli sorrise ed annuì.
"Lo terrò presente" sussurrò.
************
POV TONY
Steve osservò Tony entrare, teneva in mano un sacchetto di
patatine e con l'altra mano se ne portò una manciata alla
bocca.
"Stark" lo salutò.
Tony deglutì rumorosamente, sporse il sacchetto verso Steve
e sorrise.
"Ehi Cap. Vuoi?".
Steve negò con il capo, tenendo la schiena ritta.
"Piuttosto, il mio scudo era riparabile?" s'informò.
Tony sogghignò, poggiò le patatine su un ripiano
e attivò una schermata olografica mostrando l'immagine dello
scudo.
"Ho dovuto prendere in prestito un po' di vibranio da Wakanda, ma il
tuo scudo è duro a morire".
Fece ruotare l'immagine, alzò il capo ghignando.
"Come nuovo".
Steve guardò lo schermo ed annuì.
"Ti ringrazio" rispose.
Tony sorrise, spense lo schermo e si sedette sul tavolo accanto alle
patatine.
"Per un po' dovrai farne a meno, deve saldarsi" spiegò.
Lo guardò, strinse le labbra.
"Pensi di poter giocare in attacco?".
Steve si sedette accanto a lui, il battito cardiaco gli
accelerò e le sue labbra divennero rosse.
"Basteranno i pugni, se combatteremo insieme" sussurrò.
Tony ridacchiò, saltò giù dal tavolo e
gli diede una pacca sulla spalla.
"Sarò il tuo scudo fino a nuovo ordine, Capitano".
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Capitolo 6 *** Cap.6 Inventori ***
Ringranzio anche solo chi legge.
Premessa: Sia Hank Pym che Reed Richards, oltre a essere supereroi che
hanno difficoltà a lasciare il loro laboratorio, sono dei
veri geni... se non paragonati agli Stark.
Cap.6 Inventori
POV HOWARD
Hank osservò le sferette di metallo sulla sua scrivania
oscillare, sbattendo tra loro.
"Come ti dicevo, e a questo punto hanno chiamato la cavalleria. Un
sacco di gentaglia ovunque, avrei fatto bene a rimanere a casa a farmi
una birra".
Howard spinse con pollice e indice una delle sferette di metallo
facendola roteare su se stessa.
"Avresti fatto meglio a calcolare i tempi in maniera esatta ed
andartene prima dell'arrivo della cavalleria".
Hank spostò il soprammobile, sbuffò muovendosi
sul posto.
"Dovevo testare la mia tuta a particelle Pym, non la mia
abilità di fuga".
Howard arricciò il naso storcendo il labbro, il pizzetto
folto strofino contro le narici dilatate.
"La tua tuta ha così tanti difetti, che se finisse buttata
varrebbe di più".
Hank si alzò di scatto, fece qualche passo grugnendo.
"Lo dici solo perché vuoi la mia tecnologia!".
Howard inarcò un sopracciglio sporgendo il capo.
"E per cosa, mini-pistole?" chiese, sarcastico.
Sbuffò, scosse la testa ondeggiandola.
"Me lo risparmio. Vorrei funzionasse, però".
Hank grugnì, sbatté una mano sulla scrivania e
socchiuse gli occhi chiari.
"Sono migliore di te, Stark".
Howard alzò la testa, ghignò.
"Forse nei tuoi sogni, Pym".
.--------.
POV TONY
Reed allungò il braccio fino alla scrivania dall'altra parte
della strada sotto la finestra e rovesciò le sferette di
metallo che sbattevano tra loro.
Con l'altro braccio allungabile prese un cacciavite e socchiuse gli
occhi.
Si sentì un tonfo, il soprammobile di metallo
rimbalzò contro il petto di Richards e Tony
atterrò in armatura.
"Dico, perché non rovesci le cose a casa tua?".
Uscì dall'armatura, avanzò e afferrò
il cacciavite dalla mano di Reed.
"E perché tocchi le cose che servono per costruire altre
cose?".
Reed assottigliò gli occhi e voltò la testa di
360°.
"Veramente mi hai detto che questo laboratorio lo avevi costruito per
me, dopo che Thor ha arrostito casa mia".
Tony agitò il cacciavite su e giù.
"Infatti pensavo di aver tolto tutto quello che poteva essere tolto, ma
questo dev'essermi sfuggito".
Richards girò tutto il suo corpo, raddrizzando
così la testa.
"Non sono così incapace, Tony" si lamentò.
Tony sbuffò, diede il cacciavite alla sua armatura che
volò via e raccolse il soprammobile.
"Anche più di così. Dovresti limitarti a
teorizzare. La teoria è tua amica".
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Capitolo 7 *** Cap.7 Meat ***
Ringranzio anche solo chi legge.
Premessa: Steve è sempre stato un po' cotto sia di Howard
che di Tony.
Cap.7 Meat
POV HOWARD
Steve si sedette tra Peggy ed Howard, incrociando le braccia al petto.
"Voi due non mi avete ancora spiegato quella cosa della fondue" si
lamentò, affondando nel divano.
Peggy roteò gli occhi, passò le mani sulla gonna
miliare.
"Non dovresti prestare tanta attenzione ad Howard, Steve".
Howard sporse il capo avvolgendo una spalla di Steve con il braccio.
"Pane e formaggio spagnolo, amico. Dovresti provarlo, tra un nazista e
l'altro".
Steve incrociò le braccia ed alzò il capo verso
il soffitto, ticchettando con il piede per terra.
"A me basterebbe un po' di carne, ogni tanto" ribatté.
Howard sogghignò arricciando il naso.
"Finita la guerra, dovete venire tutti a mangiare carne francese a casa
mia".
Peggy alzò gli occhi al cielo sospirando.
"Finita la guerra ci sarà molto da sistemare, signori".
Steve avvicinò le labbra all'orecchio di Howard.
"Sempre che lei non mangi noi". Scherzò.
Howard sogghignò, guardò Peggy scuotere il capo
alzandosi e ridacchiò.
"Potrebbe perfino piacerci" sussurrò.
*****************
POV TONY
Steve si sedette sul divano, mise le mani sulle ginocchia e tenne la
schiena ritta.
"E' un onore conoscerla, signorina Potts" disse.
Pepper sorrise, si tolse una ciocca di capelli dal volto.
"Piacere mio, Capitano".
Tony la abbracciò da dietro e la trasse a sé, le
mise il capo sulla spalla.
"Lei è la mia Pepper. Quindi non essere troppo onorato".
Steve ridacchiò e scosse il capo.
"Deve sopportare te, per me al massimo potrebbero farla santa"
ribatté.
Pepper sospirò oscillando il capo.
"Mi creda, è anche peggio di quanto sembra".
Tony fece la linguaccia, la strinse con forza strofinandole il naso
contro il collo.
"E' una CEO, non una santas".
Steve incassò il capo tra le spalle ed accentuò
il sorriso.
"E' quasi ora di cena Stark. Vi lascio andare a cenare?" chiese.
Pepper sorrise dolcemente, strofinò il palmo sul braccio di
Tony.
"Oh, la prego, ci faccia compagnia".
Tony la lasciò, raggiunse Steve e gli prese il braccio.
"Una bella cena corposa. Tipo una bistecca alta tre dita. E sane
patatine americane".
Steve lo guardò in viso ed avvampò.
"Con piacere".
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Capitolo 8 *** Cap.8 Strange e la musica ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Lo 'stride' è uno stile Jazz degli anni 20\30 americani.
Prima parte scritta sentendo: Moonglow di Benny Goodman.
Seconda parte scritta sentendo: Why di Andra.
Cap.8 Strange e la musica
POV HOWARD
"Howard
Anthony Walter Stark!" risuonò la voce di Strange per
l'intero edificio.
Howard
incassò il capo tra le spalle sobbalzando,
sollevò il capo socchiudendo gli occhi castani.
"Accidenti,
li sa proprio tutti".
Lo
stregone supremo avanzò a passo di marcia, con le
sopracciglia corrugate.
"Oggi
viene Nathaniel Richards. E' importante che tu faccia buona impressione
per il tuo futuro" lo rimproverò.
Howard
si mise in piedi e infilò le mani nelle tasche dondolando
sulle punte dei piedi.
"Non
ho bisogno che mi ricordi di farlo" borbottò.
Strange
si piegò in avanti, sulle ginocchia, il mantello gli
ondeggiava alle spalle.
"Hai
quasi fatto esplodere il mio giradischi oggi. E ancora non ti sei
cambiato" gli ricordò. Gli sorrise e gli strinse la cravatta.
"Con
gente come questa, l'abito fa molto".
Howard
si passò la mano tra i capelli e infilò il dito
nel nodo della cravatta allargandola, si umettò le labbra
facendo un passo indietro.
"Lo
so, lo so. Vesti per impressionare. Sono bravo in questo gioco".
"Quando
fai così, mi ricordi uno 'stride'" disse Strange.
Howard
aggrottò la fronte, incrociò le braccia
corrucciando le labbra.
"Non
ho studiato niente del genere".
Strange
gli diede un paio di pacche sulla guancia.
"Lo
stile 'stride'. Jazz figliolo, Jazz. Lo si sente nelle strade"
ribatté.
Howard
sogghignò, fece qualche passo nel corridoio e si
spettinò i capelli.
"Parli
di vestire in modo elegante e poi ti metti a chiacchierare di musica di
strada?" lo derise.
Strange
scoppiò a ridere.
"Serio
negli affari, ma non con gli amici" disse addolcendo il tono.
Si
grattò una guancia guardandolo allontanarsi.
"E
se ti comporti bene ti faccio sentire qualcosa" promise.
Howard
scosse il capo, corrucciò la fronte e agitò la
mano in aria senza voltarsi.
"Ci
conto" sussurrò Strange, passandosi la mano nei capelli mori.
*********************
POV TONY
"Anthony
Howard Stark, non puoi venire qui e distruggermi mezza casa! Io devo
occuparmi della protezione dell'Occhio di Agamotto!" sbraitò
Strange e la sua voce risuonò in tutta la casa.
Tony
piegò il capo all'indietro, arricciò il labbro e
scosse l'indice in aria.
"Non
si chiama 'distruggere mezza casa', si chiama ristrutturazione moderna".
Strange
scosse il capo e si voltò verso Reed.
"Richards,
almeno tu" borbottò. Reed arrossì.
"Non
siamo dei bambini" borbottò.
"No,
non lo siete. Tu hai già le basette bianche come me e Tony
ha un pizzetto da adulto identico al mio. Siete vaccinati"
ribatté Strange. Sospirò guardando gli aloni di
sudore sulla maglietta nera di Tony.
"E
come siete vestiti?" gemette.
Reed
si grattò il petto coperto dalla tutina azzurra aderente dei
Fantastici Quattro.
Tony
si passò ripetutamente la mano sulla fronte asciugandosi un
velo di sudore, abbassò il capo e tirò verso il
basso i lembi della maglia nera con il simbolo dei Black Sabbath,
sogghignò.
"Da
lavoro! Non mi piace sporcare i completi, poi devo ricomprarli".
Strange
si massaggiò le tempie.
"Ora
almeno so cosa provavano i miei maestri quando li facevo impazzire"
gemette. Socchiuse gli occhi e gli diede le spalle, il suo mantello
ondeggiava.
"Andrò
a mettermi un po' di musica. L'ultima di Andra non è male"
brontolò.
Reed
si grattò il sopracciglio.
"Andra?
E' una tua amica?" domandò.
"Suppongo
tu non conosca Why" disse Strange. Socchiuse gli occhi e
ghignò.
"Non
sei aggiornato" lo punzecchiò.
Tony
schioccò le dita, stirò le braccia sopra la testa
e ticchettò sull'auricolare.
"Friday?
Qui serve musica anni 2000 per il vecchio mummificato. E non intendo
quello con il mantello".
"Agli
ordini, Boss" rispose la voce di Friday, risuonando in vivavoce per
tutta la stanza.
"Stark!"
gemette Reed. Strinse i pugni e li dimenò.
Strange
scoppiò a ridere.
"Vedete
poi di rimettermi la casa com'era prima" disse gentilmente.
Tony
fece il segno con il pollice in su, fece l'occhiolino e
sogghignò ampiamente.
"Sarà
anche meglio!" decretò.
"Si
fidi.... spero" gemette Reed.
Strange
roteò gli occhi e uscì dalla stanza, passandosi
la mano tra i capelli.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Padre - Figlio ***
Scritta sentendo: Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=X--qtzARIv8; Time.
Cap.9 Padre - Figlio
Steve guardò la vecchia registrazione in bianco e nero svolgersi davanti a lui, il rumore delle bobine risuonava nella stanza claustrofobica.
L’ambiente scuro era illuminato solo dalla luce che proveniva dal telone che faceva da schermo.
“È acceso, sta registrando?” chiese Howard nella ripresa.
Steve guardò il suo viso sciupato, i capelli candidi e la ragnatela di rughe.
“Maria, sto registrando questo per Tony, per te. Solo per voi, niente più propagande, niente più S.H.I.E.L.D., niente più città del futuro.
Sto facendo una sciocchezza, di quelle che so fare solo io. Però…” disse Howard. La sua voce era stanca e in mano teneva un bicchiere colmo di liquore.
Steve camminava avanti e indietro, di fianco a un divanetto, non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla ripresa. Alle spalle di Howard c’era il progetto della città, il suo studio.
“Voglio che tu sappia quanto ci tengo. Tony è prezioso per me, un figlio a cui non riesco a dare quanto voglio bene. Lui è la mia più grande creazione, la nostra creatura.
Maria, comunque andrà, voglio che tu sappia che nei miei pensieri ci sarai tu, sempre e solo tu. Prenditi cura di nostro figlio” implorò.
Steve abbassò il capo e fece un sorriso amaro.
< Dovrei esserne contento, almeno alla fine mi avevi dimenticato. Vorrei che Tony sapesse, ma dopo il casino della Civil War, immagino ci saranno poche possibilità di farglielo sapere > pensò.
****
“Sta registrando?” chiese Tony.
Steve guardò l’ologramma azzurro di Stark, seduto e piegato in avanti verso la telecamera, illuminare il laboratorio nero e deserto.
< Tony… Cazzo, se avessi saputo che non eri morto su quella navicella aliena… Se fossi arrivato in tempo > pensò, allungando la mano davanti a sé. Le sue iridi azzurre erano liquide e i suoi occhi erano arrossati.
“Pepper, se stai vedendo questo messaggio probabilmente sono morto. Fa tanto film, ma è così. Essere alla deriva nello spazio non è poi tanto male. Cibo e acqua sono finiti quattro giorni fa, domani finiremo l’ossigeno”. La voce di Tony era stanca, la sua aria afflitta, si era abbandonato leggermente all’indietro.
Steve abbassò la mano, sgranando gli occhi, le labbra tremanti e una fitta continua al petto all’altezza del cuore.
“… Però, quando mi addormenterò, nei miei sogni ci sarai tu. Sempre tu”.
Steve cadde in ginocchio e singhiozzò, serrò un pugno e le lacrime iniziarono a scivolargli lungo il viso. Gridò e raggiunse il pavimento con un pugno, creando un solco.
L’ologramma ondeggiò e scomparve.
“Stark…” gemette Steve. Serrò gli occhi e si rialzò a fatica, boccheggiando, colto da capogiri.
< Fermerò Thanos… Ho un ultimo piano, l’ultimo atto di Capitan America. Lo devo a te, a tuo padre… Ti giuro che non fallirò > pensò. Si voltò, dando le spalle a ciò che rimaneva dell’elmo di Ironman e lasciò il laboratorio.
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