RESISTI MI AMOR

“Non voglio perderti. Non posso perderti”

“Imelda”

“Ti prego”

La voce tremante, erano troppe le emozioni che la scuotevano fin dentro le ossa. Era troppa la paura. Era davvero insostenibile. E lui la comprendeva perché era la stessa sua.

“Ti prego. Resisti.”

Lo supplicò, stringendogli più forte la mano ed accorciando ancora di più la distanza tra loro.

“Mi dispiace, Imelda.”

Lo ripeté nuovamente, sapendo che non sarebbe servito in fondo. Quello che aveva fatto non poteva essere perdonato.

“Ho sempre sperato di rivedervi e-”

Un altro bagliore improvviso come i precedenti investì lo scheletro facendogli stringere i denti.

Imelda si ritrovò a trattenere le lacrime appoggiando per un momento la fronte contro la sua. Non preoccupandosi di non essere del tutto soli, gli diede un leggero bacio tra i capelli neri.

Hector sospirò stringendo maggiormente la mano della moglie ed aprì di più gli occhi stanchi per poter incrociare il suo sguardo. Gli costò un'enorme fatica tentare di sollevarsi verso il volto di lei che, comprese le sue intenzioni, gli si avvicinò ulteriormente fino a quando non si incontrarono in un piccolo, casto bacio.

“Resisti mi amor”

L'ULTIMA NOTTE

Per quanto ci provasse Imelda non riuscì ad addormentarsi.

Come avrebbe potuto..?

Scioccamente le sembrava di sprecare del tempo prezioso. L'ultima notte tra le braccia di suo marito. L'indomani Hector sarebbe partito, senza prestare ascolto alle sue parole.

Sospirò sprofondando ancora di più nel suo abbraccio. Non importava che avessero litigato, non importava che lei fosse arrabbiata con lui. Contava solo il momento presente. E nel presente loro erano marito e moglie che dormivano insieme abbracciati l'uno all'altra dopo aver fatto l'amore.

Chiuse gli occhi rannicchiandosi contro Hector.

Il suo corpo ancora vibrava, come attraversato da una scossa elettrica .

Non si sarebbe mai abituata. Non sarebbe passata notte che non avrebbe rimpianto quei momenti tra loro.

Il suo Hector.

L'uomo che amava.

L'amore della sua vita

Lentamente si avvicinò al suo viso appoggiando una mano sulla sua guancia, per poi baciarlo teneramente, cercando di esprimere tutto l'amore, la passione che provava per lui.

Hector aprì piano gli occhi assonnati guardandola, portò anch'esso una mano sulla guancia di lei chinandosi per ricambiare al meglio il suo bacio, che in pochi secondi divenne più intenso, più appassionato.

Senza interrompere il contatto sì spostò sopra di lei, che lo abbracciò di riflesso tirandolo più vicino a sé.

Non servivano parole. Conoscevano a memoria l'uno il corpo dell'altra, i propri sogni e desideri, sapevano con esattezza come soddisfare e come strappare gemiti di incontrollato piacere. Frutto di moltissime ore trascorse a esplorarsi a vicenda. Si strinsero forte, avvertendo quasi all'unisono quel calore intenso.

….....

Hector sì svegliò all'alba e questa volta fu lui ad abbracciare lei, come a non volersene privare.

Eppure stava per fare l'esatto opposto.

“Sei ancora arrabbiata con me..?”

Imelda nascose il viso sul suo petto, inspirando piano il suo profumo a pieni polmoni.

“Sapevo l'avresti sentito”

“Dovresti sapere quanto ti amo”

“Lo so infatti, ed anch'io ti amo. Ma non comprendo la tua scelta”

Hector sospirò

“Mi amor” sussurrò contro il suo collo.

Imelda gli accarezzò i capelli con mani tremanti

“Ti amo” ripeté chiaramente stampandole quello che sarebbe stato il suo ultimo bacio.

Sarai la mia rovina!

“Hector Rivera, sarai la mia rovina!” decretò sicura.

Il ragazzo sospirò, cingendole la vita con forza e trascinandosela addosso con poco sforzo.

“Davvero..?”

Imelda sorrise nascondendo piano il viso nel suo petto. Hector profumava di libertà, spensieratezza, amore e musica.

“Lo sai vero..? Lo stesso vale anche per te, mi amor”

disse con un tono profondo e passionale, che non ammetteva repliche.

Imelda si sollevò appena, per guardarlo meglio.

I capelli neri scompigliati sparsi sul cuscino, occhi profondi e vibranti che sapevano leggerle l'anima e labbra sottili sempre meravigliosamente sorridenti e terribilmente invitanti soprattutto ora, che erano appena poco schiuse ed ancora arrossate dai continui baci.

Hector le restituì lo stesso sguardo, cingendole i fianchi con le mani, in un tocco gentile ma al tempo stesso possessivo. Prima di afferrarla per un polso e farla cozzare contro di lui, unendo ancora una volta le labbra alle sue.

“Sposami Imelda”

“Sì” fu tutto quello che riuscì a dirgli, la voce incastrata in gola. Mentre lui le accarezzò i capelli con mani tremanti.

se fosse stato possibile

“Lasciami andare Hector!”

Ma lui non lo fece, anzi la strinse ancora più forte contro di sé, avvertendo i battiti del suo cuore meravigliosamente accelerati.

“Mi dispiace Imelda”

“No! Lasciami andare!”

“Ti prego, ascoltami”

Il corpo di lei vibra contro quello del marito, se per la rabbia o per l'emozione di averlo nuovamente vicino dopo mesi, non seppe dirlo.

Alza lo sguardo incontrando i suoi occhi, così caldi e sinceri. Sono gli stessi, non sono cambiati di una virgola. Forse solo un po' meno orgogliosi. Ma ancora follemente innamorati.

“Ho sbagliato e mi dispiace. Non so nemmeno dirti quanto. Sono stato un idiota ad andarmene, a credere di potercela fare a starti lontano. Non avrei dovuto lasciare Santa Cecilia. Non avrei dovuto lasciarvi.”

Era sincero, questo Imelda lo sapeva. Ma tutto quel tempo in cui erano stati distanti le aveva fatto male. Troppo male.

“Te ne sei andato, lasciandomi sola con una bambina. Ed ora io dovrei perdonarti..?”

La voce le si spezza mentre le lacrime trattenute con orgoglio minacciano di uscire.

Hector sì sentì morire, maledicendosi di non essere più bravo con le parole. Avrebbe dovuto confortarla, non farla piangere.

“Mi sei mancato, da morire, lo sai vero?!”

Fu attraversato da un emozione nuova in quel momento. Un calore che non sentiva SUO da troppo tempo.

Ora avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederla sorridere di nuovo.

“Anche tu mi sei mancata, Imelda”

La strinse un po' più forte, cullandola nel suo abbraccio ed affondando il viso tra i suoi capelli neri, inspirando il suo profumo.

“Ho bisogno di TE”

disse infine scostandosi leggermente.

Imelda gli accarezza una guancia scendendo e fermando poi le dita sulle sue labbra disegnandone il contorno.

“Anch'io”

brutto sogno

“Ho fatto un brutto sogno...” mormorò con voce impastata la piccola Coco, strofinandosi un occhio ed avviandosi verso il lettone dei genitori.

“Coco..”

Ma la bambina non parve udire il richiamo della madre. Continuò ad avanzare fino a quando non si arrampicò sulle coperte per salire “Brutto sogno...” ripeté, chiaramente ancora mezza addormentata, sì mise tra i genitori con un piccolo sorriso, infilandosi sotto le coperte

“Io voglio dormire con voi.”

Imelda scosse la testa rassegnata accarezzando i capelli della piccola, mentre Hector rise avvicinandola di più a sé con estrema delicatezza. A quel contatto Coco sorrise nel sonno accoccolandosi meglio contro il padre. Sentendosi al sicuro.

abbracci INFINITI

“Perché adesso mi abbracci..? Che ti prende..?”

Hector strofinò il viso tra i capelli della moglie, stringendola a sé un po' più forte.

“Non c'è un motivo. Ne avevo bisogno”

Imelda sorrise a quelle parole abbracciando a sua volta il marito “Non credere te lo lasci fare così tranquillamente mi amor. Una parte di me ce l'ha ancora mortalmente con te”.

Allo scheletro sfuggì una piccola risatina

“E l'altra metà..? Cosa prova.?”

Imelda gli tirò un perfetto colpo dritto alle costole

“Ahi!”

“Così impari! Non vogl-”

“Ma TU non mi hai risposto!” esclamò sistemandosi il gilet. Imelda con le mani sui fianchi lo guardò truce.

Hector sostenne il suo sguardo serio. La conosceva, poteva dire di poter anticipare le sue mosse, anche se lei riusciva a sorprenderlo.

E in effetti lo fece.

Lo afferrò decisa tirandolo per il nodo del fazzoletto rosso per averlo alla sua altezza. Lo guardò un solo istante negli occhi castani, prima di baciarlo con forza.

Hector sarebbe senza alcun dubbio arrossito se solo avesse realmente potuto.

Eppure quel bacio quasi inaspettato lo fece sentire così bene, così vivo nonostante fosse passato tanto tempo. Ricambiò senza pensarci stringendo il corpo di Imelda contro il suo.

Quando si separarono sorrise ancora

“Lo sapevo che mi amavi”

solo per stanotte

“Ti prego Imelda. Hai ragione TU, come sempre. Non litighiamo più.”

“Non crederai davvero che questo basti perché io ti perdoni”

Hector le rivolse uno sguardo supplichevole, prendendole le mani tra le proprie.

“Dai non mi tenere il broncio, mi amor”

Imelda sorrise rivolgendogli le spalle.

L'effetto fu immediato, Hector prese coraggio e la strinse piano a sé, intrecciando le braccia appena sotto la vita sottile della ragazza.

“Ti prego” ripeté con voce musicale

“Perdonami Imelda, sono uno schiocco. Perdonami, ADESSO, anche perché vederti con solo questa vestaglia mi fa girare la testa, non so quanto a lungo riuscirò a mantenere il controllo.”

Imelda arrossì mordendosi piano il labbro inferiore. “D'accordo. Hai vinto..” Il ragazzo sorrise finalmente baciandole il collo “Ma solo per stanotte” Hector sì fermò osservandola di profilo, poi sorrise divertito appoggiando la bocca contro quella di lei.

“Ti amo” disse poi, tutto d'un fiato.

Imelda gli accarezzò i capelli, cercando di calmare il battito del suo cuore

“Anch'io ti amo, da impazzire”

incubi

Hector si svegliò di soprassalto, tremante e con il cuore che gli martellava in petto. Tentò di rallentare i battiti respirando profondamente.

Dopodiché si alzò di scatto, afferrando la propria giacca ed uscendo di corsa da casa.

Non gli ci volle poi molto per arrivare da lei.

Non era mai stato un ragazzo ansioso, ma sentiva che l'unica cosa che avrebbe potuto placare il suo animo tormentato era la voce della sua ragazza.

Così si fece coraggio e bussò con ritrovata decisione mista ad impazienza alla porta.

Imelda spalancò incredula gli occhi castani quando lo vide e subito gli sì avvicinò

“Cosa ti è successo..? Stai bene?”

“Posso entrare..?”

“Certo”

…........

Hector camminava avanti e indietro per la stanza. Tentando di essere il più preciso possibile nel raccontare il proprio sogno all'amata. Imelda intanto lo osservava seduta sul proprio letto sfatto, passandosi ogni tanto una mano tra i lunghi capelli.

Terminato il racconto il ragazzo arrestò la propria camminata voltandosi verso di lei.

“Ecco...io..”

“Stai bene?”

Chiese ancora incrociando il suo sguardo.

Lui riconobbe da subito quella comprensione, quella fiducia mista a forza d'animo che lo avevano fatto innamorare di lei.

Sì avvicinò sedendosi al suo fianco

“Lo so che... non ha alcun senso, e so' quanto sia folle ma... credimi mi amor, non ho mai avuto così tanta paura in vita mia”

“Hector” adorava il modo che aveva Imelda di pronunciare il suo nome “Non è affatto folle”

disse decisa posandogli una mano sulla nuca, accarezzandogli i capelli. Lui sospirò debolmente prendendo tra le proprie l'altra mano stringendola ed intrecciando le dita alle sue

“Non sei arrabbiata con me..?”

Imelda inarcò un sopracciglio evidentemente confusa “Come..? Perché dovrei..?”

“Ti ho svegliata nel cuore della notte. Per uno stupido incubo.” Spiegò Hector grattandosi dietro al collo.

Un ceffone lo raggiunse velocemente, facendogli voltare la testa “Ahio! Ma che ho detto..?!”

“Non urlare stupido! Vorresti che i miei si svegl-”

“No certo che no! Ma sei stata TU quella che-”

“Ti sta bene. Così la pianti di dire sciocchezze.” Hector spalancò gli occhi fissandola “Come puoi credere che la cosa mi dispiaccia?! TU hai bisogno di me, stanotte. Non ti lascio solo”

L'effetto delle sue parole fu istantaneo. Il ragazzo sorrise voltandosi del tutto verso di lei, prima di cingerle un fianco con il braccio, per stringerla forte a sé.

Imelda appoggiò la testa contro il suo petto e una mano nell'esatto punto in cui batteva il suo cuore.

“Va un po' meglio..?”

“Sì, grazie” la baciò tra i capelli sussurrando “Cosa farei senza di te, mi amor...?”

“Non riusciresti a chiudere occhio mai più” disse ridendo prima di sentirsi sollevare il mento dalla mano del ragazzo, che senza troppe pretese la baciò. Fu un bacio che per un istante mozzò il fiato ad Imelda, vi era un urgenza in esso che le procurò una scarica elettrica di eccitazione nell'intero corpo. Rispose senza pensarci, intrecciando le dita tra i capelli morbidi di lui.

Sì baciarono ancora a lungo, stringendosi l'uno all'altra. Fino a quando non fu lei ad interrompere il contatto, tornando a guardarlo in quegli occhi gentili e sinceri.

“Ora dovresti andare..” disse passandogli un dito sulle labbra sottili, umide e sorridenti.

“Hai ragione” sospirò appoggiando la fronte contro quella di lei ed accarezzandole dolcemente il viso.

…........

Sì sentiva decisamente meglio, era sollevato. Di nuovo felice. E tutto grazie a LEI. L'aveva sempre pensato che fosse speciale. Ed era SUA.

sapore

“Hector! Ma che ore sono?!”

Seduta sul letto sfatto la ragazza batté un pugno sul cuscino. Hector uscì dal bagno, con addosso una camicia bianca e boxer, e con in bocca lo spazzolino da denti

“Co-a?” farfugliò guardandola.

Imelda ricambiò lo sguardo “Dannazione. Che ore sono..?!” ripeté. Il ragazzo sì grattò dietro la testa prima di sparire di nuovo in bagno. Quando tornò si arrampicò a carponi sopra le coperte e la strinse a sé.

“Quasi le due di pomeriggio, perché?” domandò

“Perché non mi hai svegliata?”

“Perché stanotte non abbiamo chiuso occhio, volevo farti riposare”

“Che marito premuroso”

Il tono le uscì divertito nonostante fosse ancora un po' arrabbiata.

“Vuoi dire che non lo sono?” disse portandosi una mano al petto, in un gesto teatrale

“Andiamo non fare così”

Hector sorrise abbracciandola la sollevò stampandole un bacio sulle labbra.

Imelda lo trattenne a sé baciandolo per davvero, avida di sensazioni.

“Hai un sapore assolutamente delizioso, mi amor”

La ragazza arrossì ancora vicinissima alle sue labbra, infilò le dita tra i suoi capelli neri accarezzandolo. Hector sollevò la testa e sorrise abbracciandola.

“Potrei passare la mia intera vita così”

COCO

Era così piccola. Così delicata. Così adorabile. “

“È bellissima”

Lo disse sincero specchiandosi in quegli occhioni castani così simili ai suoi.

Il cuore batteva forte. Una felicità mai provata prima si impadronì di tutto il suo essere.

La neonata mosse piano le manine nella sua direzione

“Ciao, mia bellissima Coco”

Ed eccolo lì. Al proprio posto. Il sorriso identico in tutto e per tutto a quello della propria amata.

Era irresistibile quella creaturina.

Imelda sorrise guardandoli, ancora stesa sul letto dell'ospedale, allungò una mano che prontamente venne stretta da Hector al suo fianco.

La piccola tornò tra le sue braccia

“Ha i tuoi occhi Hector”

Il ragazzo sorrise annuendo, si sporse in avanti lasciando un breve bacio sulla fronte della moglie. Lei chiuse gli occhi beandosi di quel gesto così delicato.

Poco dopo entrambi furono nuovamente rapiti dalla piccola Coco che li osservava con una manina vicino alle labbra.

vorresti ancora?

Hector fu invaso da un calore incandescente ed incontrollabile, non poteva credere a quelle parole. Ma era così, e molto probabilmente lo era sempre stato. A volte bastava solo che stessero nella stessa stanza. E qualcosa li portava a sfiorarsi.

“Amo il suono della tua voce, e la tua musica, quando suonavi per me. Amo il tuo modo di abbracciarmi, e non so dirti quanto mi manchi quella sensazione che mi davi ogni notte. Il profumo dei tuoi capelli. Tu eri tutto per me.”

“Sono stato davvero molto fortunato. Sei una donna straordinaria Imelda.”

Sì guardarono intensamente negli occhi. Prima che Hector le prendesse la mano sinistra stringendola nella propria “Vorresti ancora essere MIA..? Essere mia moglie..?”

“Sì, per sempre” rispose senza un attimo di esitazione.

Lo scheletro sorrise attirandola a sé, avvicinando il volto al suo. Imelda si alzò sulle punte donandogli un fugace bacio. Eppure a lui non bastò perché la prese nuovamente tra le braccia, baciandola intensamente ancora e ancora.

“Sai, non avrei mai nemmeno osato sperare di poterti baciare di nuovo”

Lei sorrise accarezzando quei capelli neri che tanto amava.

buonanotte?

“Sai mi sembra una di quelle situazioni in cui dici il contrario di quello che vuoi veramente.”

“Oh credi che sia così..?!”

“Esattamente”

“Allora mi dispiace deluderti, perché non è così”

“Davvero..?”

“Davvero”

Hector sostenne il suo sguardo, sorrise anche quando lei sì voltò piano verso la porta di casa sua.

“Buonanotte”

“Buonanotte..”

Sì grattò dietro la testa osservandola un po' preoccupato. Poi lei disse “Vorresti entrare..?” E tutto cambiò.

La raggiunse in un attimo stringendole dolcemente la mano. Annuì lasciandosi trascinare da lei.

notti insonni e sensazioni

Il silenzio più assoluto lo circondava.

L'ennesima notte insonni.

Hector sì girò su un fianco, sospirando cercando di addormentarsi senza alcun risultato.

Al suo fianco, ignara di tutto ciò, l'amore della sua vita.

Sorride guardandola, è bellissima anche quando dorme, abbandonata vicinissima a lui.

La passione lì teneva stretti l'uno all'altra.

LEI lo faceva sentire vivo e LUI l'amava senza riserva.

D'istinto lancia uno sguardo alla sveglia posta sul comodino, le 3:45 bene. Sì scosta le coperte di dosso, incrociando le braccia dietro la testa e sospira nuovamente, leggermente frustato.

“Hector, stai bene..?”

La voce delicata lo fa voltare verso di lei.

“Sì” risponde, quasi in automatico, in un sussurro.

Poi la guarda, è dannatamente bella da togliere il fiato. Quei suoi occhi castani con una sfumatura di preoccupazione che li dipinge. Non sopporta di vederli così.

Sì avvicina attirandola a sé con un braccio, fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra. “Hector” Il suo sussurro lo raggiunge, e Dio solo sa' quanto ami il suono del suo nome pronunciato da quelle labbra.

“Fidati di me”

“Baciami”

Un secondo dopo ricadono tra le coperte sfatte.

Imelda si preme contro di lui, con dolcezza mista a desiderio di sentirlo.

Gli graffia la schiena stringendolo.

Un alternarsi di spinte più forti e profonde a movimenti più dolci e ritmatici.

Un gemito più marcato, le mani che si stringono.

Le labbra sì staccano il tempo necessario per guardarsi negli occhi, con urgenza, mentre le parole premono per uscire.

“Ti amo”

“Ti amo”

Un grido freneticamente frenato da entrambi, all'unisono.

Un'unica anima per un solo istante.

…........

“Ma cosa ti è preso...?”

La voce è divertita, cristallina. Anche se ancora ansimante.

Hector solleva un sopracciglio mentre si sposta su un lato.

“Che vuoi dire..?”

“Beh questo”

Arrossisce senza però distogliere lo sguardo e le ruba un altro bacio.

“Volevo sentirti”

attenzioni

Veloce e preciso il ragazzo dai disordinati capelli neri terminò di comporre la sua nuova canzone. Suonò qualche accordo con un sorriso luminoso sulle labbra.

Avvertì un tocco gentile sulle spalle

“Come mai già in piedi, mi amor?”

mormorò senza bisogno di voltarsi.

“Non è che tu sia così silenzioso”

“Scusami”

“Non importa”

Disse sedendosi sulle sue ginocchia ed appoggiando la testa contro la sua spalla. Hector le diede un affettuoso bacio tra i capelli, spostando la chitarra vicino al muro, le sue braccia tornarono a stringere la ragazza.

Adorava quei momenti. Erano solo loro.

Diede un'occhiata agli spartiti sparsi sul divano e su gran parte del pavimento.

“Mi amor?”

“Sì..?”

“Credo di dover mettere in ordine. E finire di scri-”

“Ma guarda che casino!” Esclamò Imelda sciogliendo l'abbraccio, ed alzandosi in piedi. Afferrò il musicista per il bavero della camicia che indossava ed avvicinò il viso al suo.

Hector sorrise. Sembrava davvero arrabbiata. Ma a lui non importava, finché riservava quel tipo di attenzioni solo a lui. Andava benissimo.

“Hector Rivera. Metti tutto in ordine, e datti una mossa”

Ordinò severa. Per tutta risposta il ragazzo si sporse in avanti donandole un fugace ed intenso bacio sulle labbra sottili. Una volta staccati Imelda sì voltò appena nascondendo il rossore intenso che aveva sicuramente colorato le sue guance.

“Sbrigati” intimò nuovamente, continuando a dargli le spalle

“Ti aspetto in camera”

Hector la guardò allontanarsi socchiudendo appena gli occhi castani, mentre le sue labbra si distesero in un sorriso ancora più ampio.

sì monella

Una bimba sui quattro anni, bellissima, coi capelli lunghi neri come la notte legati in due treccine, correva svelta per tutta la plaza, con la stessa monelleria che possedeva un certo musicista.

Rideva di gusto, sorrideva sempre.

“Coco Rivera! Fermati subito!”

La piccola sì fermò voltandosi verso la madre, nel momento in cui i suoi occhioni castani incontrarono quelli di Imelda sorrise birichina, per nulla intimorita dal cipiglio che prometteva punizioni

“Va bene signorina, sei in grandissimi guai..” cominciò severa raggiungendola

“Ora torniamo a casa, andiamo!”

Coco le prese la mano, mettendo un piccolo broncio sulle labbra sottili contrariata.

“No, non guardarmi così piccola monella, ti meriti una bella punizione”

“Ma mamma!” esclamò

Imelda le scoccò un'occhiata e la bimba si zittì per un istante.

…........

“Farò la brava mamma. Promesso”

“Lo spero per te!”

“Mi dispiace”

Il sussurro strappò un sussulto ad Imelda che smise di mettere in ordine, voltandosi verso la bambina. Coco era in piedi in salotto, con le braccia dietro la schiena e il viso tondo e dolce appena abbassato.

“Scusami” disse ancora, mentre Imelda avvertiva il proprio cuore battere più velocemente.

Dannazione! In quel frangente la sua piccola le rammentava fin troppo suo marito. Anche lui aveva l'abitudine di mettersi in quella posizione, ed anche lui sussurrava con quel tono le sue scuse. Per non parlare poi degli occhi castani, così meravigliosi e così simili a quelli di Hector.

Sì avvicinò a lei abbassandosi alla sua altezza ed accarezzandole dolcemente una guancia le fece sollevare il viso.

“Tranquilla mija, va tutto bene”

disse piano facendo sgranare quegli occhioni

“Davvero mamma?”

“Ma certo”

“Posso andare a giocare allora?!”

gridò facendo un piccolo salto sul posto.

La donna annuì e con uno scatto fulmineo la bambina corse verso la propria camera. Poco dopo Imelda sentì un tonfo, segno di rottura dell'ennesimo soprammobile.

“Coco!”

“Scusami mamma!”

Eppure tutta quell'energia, quella positività la rendevano fiera della sua bambina.

MI amor

“Scusami..?”

Il corpo di Imelda sì irrigidisce. Non crede completamente alle parole che ha appena udito.

“C-Come mi hai chiamata..?”

Hector inarca un sopracciglio evidentemente confuso

“Mi amor” risponde senza staccare gli occhi da lei.

“Non ti piace..?”

Imelda spalanca gli occhi lucidi

“Certo che sì, stupido! Mi piace..molto”

Lui posa la chitarra alla sua destra, per poi andarle incontro.

Resta ferma Imelda mentre lui l'abbraccia facendole posare la testa contro il suo petto.

Sì sente al sicuro con quel contatto, oramai divenuto famigliare ad entrambi e sorride.

Hector la bacia tra i capelli, accarezzandole dolcemente la schiena.

“Sì, mi amor l'ho detto senza pensarci Imelda. Ma...piace molto anche a me”

Lei alza il viso lasciando che i loro sguardi si incrociassero.

Hector le sorrise prima di scendere lentamente verso le sue labbra disegnandone il profilo con il pollice, e quando esse sì schiusero appena le fece scontrare con le proprie, in un bacio lento, profondo e passionale. A cui Imelda rispose sollevandosi sulle punte.

arrabbiata sul serio

“Perché mamma urla..?! È arrabbiata con te..?”

Domandò innocente Coco fissando il padre. Hector si grattò dietro la testa e sorrise scanzonato. Nel mentre le urla di Imelda riecheggiavano per tutta la casa.

“Arrabbiata..? Forse, solo un po' tesoro”

disse abbassandosi all'altezza della bimba, scompigliandole amorevolmente i capelli.

“Dovresti scusarti papà!” disse d'un tratto Coco

“Tranquilla mija, la mamma fa sempre così”

“No! Questa volta sembra arrabbiata sul serio!”

Hector inarcò un sopracciglio sorpreso.

Coco aveva solo quattro anni, come si era accorta del cambio repentino delle discussioni tra lui e Imelda..? Come aveva fatto a distinguere che quella volta la sua mamma era arrabbiata sul serio?

“Hai ragione piccola, dovrò chiederle scusa.”

Il sorriso sul volto di Coco si illuminò

“Allora vai subito da lei papà!” Disse mentre lo spingeva per farlo uscire dalla propria camera. Il ragazzo sorrise alla figlia, voltandosi le donò un breve bacio sul nasino così simile a quello di Imelda.

…........

Imelda era in cucina intenta a riordinare, nonostante fosse di spalle riconobbe subito i passi del marito dietro di lei.

Lo sentì sospirare lento prima di venire cautamente abbracciata da dietro.

“Mi dispiace Imelda” sussurrò vicinissimo.

La ragazza si sciolse piano dall'abbraccio in cui l'aveva intrappolata, e sì voltò a fronteggiarlo

“Dovrai fare di meglio, Hector Rivera” disse dura incrociando le braccia al petto.

Hector sorrise grattandosi dietro al collo.

Doveva aspettarselo in fondo la conosceva bene.

“Lo sai che sei bellissima quando ti arrabbi, mi amor?”

“Credevo di esserlo quando cantavo. Non sei molto coerente, mi corazon”

“Mi dispiace, davvero”

“Vorrei crederti”

“E allora fallo. Ti prego.”

Disse abbracciandola nuovamente.

Questa volta Imelda non si sottrae al contatto, lasciandosi abbracciare nascose il viso nell'incavo del suo collo, facendogli per un attimo il solletico.

Scostandola appena Hector le baciò il naso, un bacio leggero ma che bastò a far sì che lei sorridesse a sua volta.

“Per questa volta te la sei cavata. Ma la prossima volta non ti perdonerò così facilmente.”

Hector sorrise furbo accarezzandole una guancia dolcemente. “D'accordo mi amor”

le cose migliori accadono all'improvviso

Era successo tutto all'improvviso.

E una volta terminato il contatto, aveva intravisto nei suoi occhi lo stesso folle sentimento.

Nulla sarebbe più stato come prima, ed andava benissimo così.

Tutto era cominciato qualche minuto prima, quando dopo l'ennesimo litigio, Hector l'aveva afferrata stampandole un avventato bacio sulle labbra.

“Ok ok, mi dispiace moltissimo questa volta!”

“COSA?!”

“Non pensavo che avresti potuto reagire così!”

Il tono sincero la spiazzò per un istante

“Che devo fare per farmi perdonare..?”

Imelda gli diede le spalle incrociando le braccia sotto il seno.

Hector rimase in attesa, osservando attento i suoi movimenti.

“Come diavolo ti è saltato in mente..?!”

“Ti riferisci al bacio?”

“Ovviamente!”

“A te non è piaciuto..?”

“Sì...No!, Non lo so!” gridò voltandosi di scatto verso di lui. Hector si grattò dietro la testa e sorrise piacevolmente sorpreso.

Osservò nuovamente il viso di Imelda, soffermandosi in particolare sulle labbra sottili, ora incurvate in un leggero broncio.

“Potremmo.. riprovare.” disse avvertendo un tremito lungo la schiena.

Imelda socchiuse le labbra fissando quei profondi occhi castani.

Il cuore prese a battere impazzito quando il ragazzo sì avvicinò toccandole piano un braccio. Con uno scatto veloce la strinse a sé.

Non riuscì a sottrarsi, forse neppure voleva.

E quando arrivò il bacio, più lungo e profondo del precedente, rispose stringendolo anch'essa, premendo le labbra contro le sue.

Avevano un sapore dolce e inebriante, di cui scoprì non avrebbe mai più potuto resistere.

devi saperlo, mi fai impazzire

“Devi sapere che se ti avvicini ancora, io non ti lascerò più andare Imelda”

“Per me va benissimo”

Hector sorrise a quelle parole annullando la breve distanza che li separava, riprendendo a baciarla. Non erano ancora sposati, nonostante lo desiderasse, non aveva ancora trovato il coraggio.

Ma sì volevano, tanto intensamente.

I sorrisi erano all'ordine del giorno. Le carezze erano sincere, da spezzare il respiro.

Hector la sollevò senza sforzo, poggiandola contro il tavolo lasciando che le mani di lei gli scompigliassero i capelli.

“Ti voglio”

Sì spogliarono a vicenda perdendosi in un altro lungo e intenso bacio.

Stretti l'un l'altra, si guardarono negli occhi ed Hector appoggiò la fronte contro quella di lei che sorrise incitandolo con lo sguardo.

Non si fece pregare, e controllando la propria forza entrò in lei, sospirando.

Portò le braccia della ragazza sui fianchi stringendola, in modo che assecondasse le sue spinte. Imelda incrociò le gambe avvicinandosi maggiormente a lui, permettendogli più accesso. Gemette ad una spinta più decisa e profonda ed incatenò gli occhi a quelli di Hector che la guardò estasiato, completamente rapito dalla sua figura.

“Ti amo” in preda ad uno spasmo che fece vibrare il suo intero corpo, sussurrò quelle parole che ebbero l'effetto desiderato.

“Anch'io ti amo” scese a baciarle il collo, morsicandola leggermente, scendendo poi sulle clavicole posando una scia di baci umidi.

Imelda sospirò gemendo senza controllo.

Tornò a torturargli i capelli neri, che portavano un profumo così buono ed inebriante. La ragazza sorrise, strofinando il viso su di essi ed inspirando a fondo. Prima di scostarsi per baciare famelica il collo dell'amato, che rise di gusto

“Mi fai il solletico, mi amor”

“Tu invece mi fai impazzire”

Hector arrossì ma non distolse lo sguardo, aumentando l'intensità delle spinte.

Voleva sentirla, voleva perdersi in lei.

La desiderava dal primo momento che aveva incrociato i suoi occhi. Da quando aveva conosciuto quel suo carattere forte e determinato. Da quando l'aveva sentita cantare. Da quando aveva toccato per primo con dolcezza quella pelle calda, liscia, accogliente e perfetta. Lei era speciale.

Ed aveva preso un posto nel suo cuore così meraviglioso e importante, che forse solo la musica avrebbe potuto spodestare.

La vide contorcersi contro di lui, mentre gemeva il suo nome, con quel tono perfetto

…........

“Stai bene..?”

Chiese un po' preoccupato. Lei sorrise, grata che ancora sì premurasse, nonostante dalla loro prima volta fosse passato un po' di tempo. Ma lui l'aveva capito, lei non era riuscita a mascherarlo quel breve grido.

Ed aveva preso a baciarla finché quel dolore non fosse sfumato lentamente.

“Sì, sto bene.” rispose rannicchiandosi contro di lui.

Ed Hector l'abbracciò stretta, ispirando il suo profumo.

ti assomiglia

È una cosa tipica dei bambini non ubbidire ai propri genitori. E così anche la piccola Coco Rivera, non era da meno. Birichina, curiosa e piena di energie.

Puntava senza paura i suoi occhioni castani su quelli della madre, che era intenta a riprenderla per l'ennesima marachella.

Hector in piedi poco dietro, osservava la discussione coprendosi la bocca con una mano per evitare di sorridere.

Amava la sua bambina con tutto il cuore.

E rispetto ad Imelda apprezzava la sua curiosità ed il suo modo di combinare pasticci.

“Mi hai capito bene signorina..? Sei in punizione!”

“Mamma non puoi dire sul serio! Non è giusto!”

“È vero Imelda non è giusto!”

“TU sta' zitto!” Hector era sobbalzato sul posto, cambiando l'espressione in una di puro terrore nel vedere lo stivaletto Rivera vicinissimo alla sua faccia.

Annuì con foga, stringendosi nelle spalle.

Coco sì lasciò sfuggire una piccola risatina a quella scena.

“Papà ha paura!” Gridò contenta.

“Fila a rimettere tutto in ordine e-”

“Ma mammina!”

“Subito!”

La piccola annuì correndo verso la propria camera.

Imelda si rimise la scarpa, e voltandosi incrociò lo sguardo del marito.

“E TU è mai possibile che fai fare sempre e solo a me la parte della cattiva?!”

Hector le sorrise avvicinandosi appena, stringendola con un braccio.

“Scusami, mi amor”

“Quella piccola peste. Ha preso tutto da te. ”

“ È un complimento...”

Imelda sospirò sorridendo appena, poggiando la testa contro il suo petto, chiuse gli occhi, lasciandosi abbracciare da lui.

“Ma ha il tuo modo di sorridere Imelda.”

Finì il musicista quasi in un sussurro, come per non spezzare quel momento di tenerezza.

ancora insieme

Fu improvviso quanto inaspettato. D'un tratto quel bagliore di sofferenza, di paura e soprattutto di perdita svanì, strappando ad Hector un gemito sorpreso misto ad amore e gioia immensa nel rendersi conto che era ancora vivo, insomma per modo di dire, era nuovamente sé stesso.

Si mise a sedere di scatto osservandosi osso per osso velocemente, per poi voltarsi verso Imelda che con ancora gli occhi lucidi gli restituì lo stesso sguardo.

Non una parola, bastò un lieve cenno del capo.

Hector sorrise venendo abbracciato di slancio dalla donna. Imelda lo strinse forte a sé, quasi gli fece male. A quel contatto così famigliare ad entrambi, Hector prese coraggio accarezzando con una mano i capelli di lei prima di dirle quanto gli fosse mancata in tutto quel tempo in cui era rimasto solo ed ancor prima di essere morto.

La risposta arrivò fulminea sotto forma di un perfetto stivaletto Rivera che gli voltò la testa.

Imelda si alzò in piedi seguita a ruota dal marito, che con sguardo smarrito e colpevole stringeva il proprio cappello tra le mani.

“Non credere che ti abbia perdonato così facilmente, Hector Rivera. Ci vuole ben altro!”

A quelle parole che non assomigliavano neanche lontanamente ad un rimprovero, il sorriso sul volto dello scheletro sì illuminò.

…........

Da quando era morto Hector non aveva mai avuto una casa a cui fare ritorno. Il suo posto era sempre stato tra i quasi dimenticati e a lui andava bene così.

Pensava giustamente di meritarselo.

Ma una volta scoperta la verità riguardo la sua morte , le cose per lui erano cambiate.

Senza troppi problemi era stato accolto in casa Rivera.

Per la prima volta, dopo troppo tempo, si sentiva parte di una famiglia.

“ Hector Rivera vieni subito qui!”

Imelda. La sua voce era inconfondibile per lui. Da quando erano tornati insieme lei aveva preso il vizio di chiamarlo con nome e cognome ogni qualvolta servisse istantanea la sua presenza.

“Sì, arrivo” rispose perdendo un battito di quel cuore dimenticato.

Mentre superava il più veloce possibile i corridoi di casa.

…........

“Sei ancora arrabbiata con me...?”

“Sì, e non pensare neanche lontanamente di intenerirmi con quello sguardo”

Hector sobbalzò colpito in pieno. Ed in effetti, pensò Imelda LUI non la inteneriva, bensì la stregava.

“Smetti all'istante di guardarmi!”

“Scusami”

“E smetti anche di chiedermi scusa!”

“Quindi dovrò starmene qui fermo e-”

“E zitto. Possibilmente”

“Come desideri, mi amor”

Ecco adesso l'aveva fatta grossa. E lo capì non appena lo sguardo furioso di Imelda lo raggiunse.

…........

Il povero Hector si massaggiava con lentezza le ossa, ancora seduto in salotto.

Quel botta e risposta era terminato da un pezzo eppure LUI ne sentiva terribilmente la mancanza, nonostante si fosse concluso con le sue ossa sparse per tutta casa e... sorprendentemente un paio di vestiti nuovi per lui. Comprese le scarpe.

Alzandosi sì osservò allo specchio, incredibile come seppur diverso il suo spirito era rimasto … uguale, ecco. Con tutti i suoi tratti distintivi.

Non si accorse subito di Imelda dietro di lui, finché lei non parlò

“Va meglio, non credi..?”

“Sì, grazie” riuscì solo a dire sentendo il cuore battere, credeva fosse impossibile.

Sì voltò ritrovandosela vicina, troppa vicina.

Gli sistemò il nodo al fazzoletto, evitando di incrociare il suo sguardo “Ora sei perfetto, Hector.” lui le afferrò la mano stringendola, mentre con l'altra le sollevava il viso .

Rimasero in silenzio a guardarsi per pochi secondi, prima che Hector le baciasse la fronte con delicatezza, per poi scendere a baciarla sulla bocca.

Il contatto fu intenso, le ossa scricchiolarono con un buffo rumore.

E quando si separarono, sì abbracciarono stretti, così forte, quasi da fondersi l'uno con l'altra.

Quanto era mancato ad entrambi quel calore intenso. Che quell'amore spezzato necessitava.

Erano di nuovo insieme.

E questa volta lo sarebbero stati per sempre.

TU .. ci sai sempre fare

Sorrisi, risate e sguardi capaci di dire tutto e niente.

Imelda ride coprendosi la bocca con una mano. È sconvolta ed esaltata al tempo stesso. Non si aspettava una reazione del genere dal SUO ragazzo. Evidentemente l'aveva sottovalutata.

“Tu..ci sai fare”

L'aveva detto con la voce che tremava, piena di emozioni. Poi l'aveva stretta nuovamente a sé baciandola ancora, ma in modo più passionale. I loro respiri si fanno sempre più irregolari, come se non avessero tempo da perdere quando ogni respiro significa separarsi. Imelda posiziona lentamente una mano sulla nuca del ragazzo spingendolo ulteriormente verso di sé. Ad Hector sfugge un breve gemito sorpreso, ma ben presto asseconda la ragazza, lasciandosi andare.

…........

“TU... ci sai sempre fare”

Di nuovo quel tono colmo di emozioni. È passato troppo tempo dall'ultima volta che l'aveva udito, eppure lo riconoscerebbe tra mille.

Lo scambio di sguardi è veloce ma intenso e l'aria intorno a loro è carica di aspettative.

Un colpo di tosse e l'incanto sì spezza.

Il contatto si era interrotto ma qualcosa tra loro era cambiato.

“Miguel, ti do la mia benedizione. Per tornare a casa,esporre le nostre foto e non devi...”

“Non devo suonare mai più” il ragazzino dai folti capelli neri e occhi brillanti abbassa triste lo sguardo.

“Tu non devi... mai scordare quanto la tua famiglia ti vuole bene”

Non ho desiderato altro

Hector l'aveva sempre saputo. L'aveva visto l'amore che Imelda provava per lui. Era talmente forte da farlo dubitare di poterlo mai meritare davvero.

Eppure era solo suo.

Le parole di alcuni giorni prima gli riecheggiavano ancora per la mente mentre la stringeva nuovamente a sé dopo secoli.

L'aveva definito come

L'amore della sua vita

Ignara che fosse la stessa definizione custodita nel suo cuore.

“Mi dispiace tanto”

Imelda alzò lo sguardo su di lui “Lo so”

“Come ci sei riuscita mi amor, a fare tutto da sola”

disse sbalordendosi di come il suo cuore riuscisse a contenere tanta gioia e tanta sofferenza, simultaneamente.

“È stata dura. Ma non potevo permettermi il lusso di buttarmi giù, quando nostra figlia aveva bisogno di me”

“Cosa ti ho fatto”

“Non ha più importanza Hector. Adesso sei qui”

“In tutto questo tempo non ho desiderato altro che riaverti. Non esisteva niente di paragonabile a te.”

Imelda sorrise, con un gesto della mano gli tolse il cappello per potergli accarezzare dolcemente i capelli neri.

“Mentre io continuavo ad odiarti”

“Avevi tutto il diritto di farlo. Lo avresti ancora”

“Non dire sciocchezze. Non potrei MAI”

Hector sorrise avvicinandosi appena perché si scambiassero un dolce bacio.

“Anch'io ti amo”

Non sai QUANTO

La voce questa volta delicata di sua moglie lo prese in contropiede facendogli sgranare gli occhi per un istante

“Cosa..?”

“Come ci sei riuscito per tutto questo tempo..?”

Capì all'istante a cosa si riferiva e un sorriso malinconico comparve sul suo volto.

“Ho dovuto” cominciò grattandosi distrattamente dietro la testa. “Quando anche tu.... sei arrivata qui... dopo quello che mi hai detto quando ci siamo rivisti... io..”

Il corpo di lei si irrigidì a quelle parole. Riconoscendone il fondo di verità.

“Sì, mi ricordo.. io..”

“No. Non dirlo.”

I loro sguardi si incrociarono e mentre negli occhi di lei bruciava ancora l'orgoglio, trattenuto abilmente dalle lacrime

“La colpa è solo mia Imelda. Non sai QUANTO mi dispiace” in quelli di lui si poteva scorgere un sentimento tanto forte quanto sincero.

“Sono stato un idiota! Uno stupido egoista a pensare di poter-”

“Hector..”

Ma lui parve non sentirla. Continuava a parlare alzando la voce. E tremava scosso dalla rabbia e dalla frustrazione.

“Come ho fatto a fidarmi di Ernesto?! Come ho potuto non capire che-”

“Hector Rivera!”

Una stretta forte e famigliare sulle proprie spalle lo interrompe da quel suo assurdo e disordinato monologo.

“Smettila. Ti prego.”

Hector sospirò stringendo un braccio attorno alla vita della moglie. Ed un attimo dopo appoggiò la fronte contro la sua.

Imelda gli accarezza una guancia dolcemente

“Vorrei non averti mai detto di sparire”

“Vorrei non averti mai lasciata”

Se lo dicono ad un soffio di labbra.

“Mi sei mancata”

“Anche tu”

Si stringono forte in un abbraccio. Quasi a fondersi l'uno con l'altra.

…........

“Hector Rivera! Vedi di muoverti! Non ho mai fatto tardi e non intendo cominciare quest'anno”

“Scusami. Sono qui!”

la più grande ispirazione

Coco. La bambina più dolce e coraggiosa del mondo. Riempiva le giornate dei suoi genitori di risate, sorrisi e canzoni.

Semplicemente di amore.

Hector e Imelda discutevano spesso, testardi ed orgogliosi.

Ma quando con loro c'era Coco ...tutto diventava rosa. Tutto cambiava diventando più bello di come era in principio.

Era quasi una magia. Coco li rendeva migliori.

Adorava il suo papà, e quando una sera non riuscì ad addormentarsi sgattaiolò in camera dei genitori e svegliò piano il musicista. Hector le sorrise un po' assonato ma divertito nel vedere lo sguardo preoccupato della piccola mentre sbirciava che Imelda non si svegliasse.

Con un piccolo e paffuto ditino sulle labbra gli fece cenno di seguirla con quei suoi dolcissimi occhioni.

“Non ho sonno papà!”

“Vediamo cosa posso fare..”

Fu quella sera che il musicista compose Ricordami la ninna nanna preferita della sua ispirazione più grande.

auguri mi AMOR

Non era un giorno qualsiasi QUELLO. Era senza alcun dubbio speciale.

Hector le baciò il naso sorridendo della piccola smorfia che quel gesto aveva scaturito sul viso angelico di Imelda, decisamente sorpresa.

“Auguri di buon compleanno, mi amor”

Aveva detto lei, sorprendendolo a sua volta.

Il ragazzo spalancò gli occhi castani fissandola incredulo.

Quella era una chitarra..?

Ed era per lui.

“È fantastica! Io... davvero... GRAZIE!”

Imelda sorrise vedendolo osservare con attenzione ogni minimo dettaglio di quel regalo. Era certa gli sarebbe piaciuta.

Si avvicinò maggiormente a lui intrappolando il suo viso tra le mani

“Mi aspetto di essere ringraziata come si deve, adesso” sussurrò vicinissima alle sue labbra.

Hector sorrise abbracciandola a sua volta, pochi secondi dopo, sfiorò le labbra con le sue baciandola intensamente.

pessime idee

Hector sorrise, piacevolmente divertito dalla piega che stava prendendo il discorso.

In contrasto con il suo sorriso, la sua fidanzata lo guardava con sguardo truce e labbra sottili incorniciate da un piccolo broncio.

“Cosa ci fai qua?”

“Beh non ci siamo visti per tutto il giorno, mi mancavi”

Rispose il musicista con una sincerità disarmante.

“Come te lo devo dire Hector? Non puoi restare. I miei dormono nella stanza affianco. Se ci sentissero, puoi solo immaginare cos-”

“Staremo attenti”

Disse sedendosi al suo fianco sul letto sfatto. Imelda incrociò le gambe osservandolo attentamente

“Penso sia una pessima idea, non capisci che-”

Non riuscì a terminare la frase, perché sì ritrovò la bocca del ragazzo premuta contro la sua.

“Non è una pessima idea. Mi sei mancata tantissimo oggi”

Nonostante tutto Imelda sorrise incrociando le braccia dietro il suo collo

“Anche tu mi sei mancato” disse infatti sfiorandogli nuovamente le labbra.

“Tutto risolto quindi... vero? Mi amor?”

Hector era fatto così. E forse, era proprio questa parte di lui che l'aveva fatta innamorare.

Lo farei e basta<3

“Io non perderei troppo tempo in chiacchiere. Lo farei e basta. La bacerei. Se poi lei mi molla un ceffone beh almeno so che cosa prova!”

Imelda sorrise voltando gli occhi verso il cielo stellato.

“Quindi non ti preoccupi delle conseguenze delle tue azioni”

disse sbirciando con la coda dell'occhio il ragazzo al suo fianco.

Hector sorrise guardandola. Lo stupiva ogni giorno di nuovo.

Fece un respiro profondo. Prima di voltarsi completamente verso di lei chinando la testa quel tanto che basta per far sì che le loro labbra si scontrassero in un bacio.

Per tre lunghi secondi temette che lei lo respingesse, ma poi la sentì superare il momento di sorpresa e ricambiare, dapprima cauta, poi più appassionata.

Stringendo tra le proprie dita i suoi capelli, intensificò il contatto lasciandosi abbracciare.

…........

“Mi sono innamorato di TE”

“Davvero..?”

“Sì, davvero.”

Imelda si scostò con eleganza una ciocca ribelle dalla fronte, nel mentre Hector trattenne involontariamente il respiro.

Sapeva che forse quella dichiarazione avrebbe dovuto aspettare ancora un po' . In fondo si conoscevano solo da una settimana e in quel lasso di tempo il loro rapporto era stato complicato. Imelda era testarda ed imprevedibile. A volte quando si arrabbiava gli metteva paura, ma poi riusciva a mozzargli il fiato per quanto sapeva essere dolce e timida.

Lo capiva meglio di chiunque altro.

E la cosa peggiore era che... bastava la sua presenza per fargli sentire il bisogno di abbracciarla, toccarla e baciarla.

“Anch'io” Il tono era sincero e divertito e gli occhi brillavano di felicità.

Un sorriso illuminò il volto del ragazzo.

Pochissimi secondi dopo l'abbracciò, e fu così forte e protettivo che le mozzò il fiato per un breve attimo.

paure

Nella penombra della stanza, Imelda sospirò sollevando leggermente il capo per guardarsi intorno.

Sì sistemò automaticamente una ciocca ribelle dietro l'orecchio, lanciando un'occhiata ad Hector che ancora dormiva al suo fianco.

Osservò il profilo del ragazzo sentendo il proprio cuore battere più velocemente.

Un piccolo movimento la ricosse e subito si portò le mani sul ventre appena gonfio.

Sospirò avvertendo l'ansia scorrerle nelle vene. Presto sarebbero diventati genitori. All'inizio non era così spaventata ma con il passare dei mesi quella strana sensazione di paura l'aveva catturata.

L'unico pensiero che riusciva a calmarla era che lei ed Hector si amavano da morire. E che si erano ripromessi di affrontare INSIEME qualsiasi difficoltà della loro vita.

Ma delle volte , altri pensieri le attanagliavano la mente

la paura di non poter dare alla loro bambina tutto quello che desiderava. Non sapere bene COME comportarsi per essere bravi genitori. La loro disponibilità economica. Il fatto che fossero entrambi molto giovani, ancora praticamente dei ragazzi.

E mentre era assorta in tutte quelle congetture non si accorse subito del lieve movimento di Hector. Il ragazzo sbadigliò stropicciandosi gli occhi prima di mormorare.

“Imelda cosa fai già sveglia..?”

Lei sussultò voltandosi di scatto verso di lui. Bastò uno sguardo. Il ragazzo si mise a sedere posandole entrambe le mani sulle spalle “Dimmi subito che ti succede” impartì con la voce carica di preoccupazione

“Non è niente. Sto bene”

Ma lui non parve convinto, sì avvicinò ulteriormente fino a confondere il proprio respiro con quello della moglie.

“Ne sei sicura..?”

La ragazza abbassò lo sguardo, stringendo tra le proprie la mano del marito.

“Ho paura” confessò infine “È una paura che non ti so spiegare, ma è QUI” disse poggiando una mano sul proprio petto “non mi abbandona ed è sempre più forte e presente”

Hector ascoltò con attenzione ogni parola, oramai completamente sveglio, cercò gli occhi castani della ragazza e quando i loro sguardi si incrociarono la strinse di riflesso contro di sé sentendola sospirare piano mentre le accarezzava la schiena.

“Non dovresti avere paura, mi amor. Sarai una madre fantastica.”

Imelda lo guardò socchiudendo appena gli occhi

“Bellissima, amorevole e capace”

“C-Come lo sai..?”

“Lo so e basta. Ed avrò ragione, vedrai”

Così dicendo le diede un lieve bacio sul naso e poi sulle labbra. Forse quel momento sarebbe durato un attimo. Ma si sarebbe fatto ricordare per tutta la loro vita e ...anche di più.

sussurri

I suoi occhi erano rapiti dal cielo prossimo all'alba. I disordinati capelli neri si perdevano in ciocche sulle spalle magre. E il suo sorriso furbo si allargò quando percepì sulla propria pelle il tocco caldo e rassicurante delle dita della sua ragazza. Imelda raggiunse in fretta i suoi capelli, così morbidi e profumati.

“Che fai già sveglio..?” gli sussurrò vicinissima al suo orecchio destro.

Hector sì voltò piano verso di lei, sempre sorridendo, le cinse i fianchi stringendola a sé. Si avvicinò ulteriormente, fino a confondere il proprio respiro con quello della moglie, che senza mai staccare gli occhi dai suoi annullò la breve distanza che li separava, baciandolo con trasporto. Hector rispose coprendola con le sue braccia e sollevandola alla sua altezza.

…........

“Promettimelo”

“Cosa..?”

“Di non lasciarmi mai”

“Lo prometto. Per sempre, mi amor”

stringendosi

Senza mai interrompere il contatto si chiusero alle spalle la porta di casa.

Hector la spinse contro la parete. Imelda gemette, ma non gli disse di smettere.

Le sue mani scattarono svelte ai capelli di lui, accarezzandoli e tirandoli dolcemente.

Le mani di lui vagarono sul corpo di lei, fino a scendere sui suoi fianchi stringendola a sé con più forza. Con un piccolo slancio la ragazza allacciò le gambe alla sua vita, mentre lui la sollevava.

…........

Caddero ridendo sul letto sfatto, stringendosi ancora l'uno con l'altra.

Hector si sollevò piano sui gomiti per poterla osservare meglio. Era bellissima.

Scese con studiata lentezza verso il suo viso, unendo ancora una volta le proprie labbra alle sue con urgenza. Sollevò lentamente la gonna che lei indossava fin sopra il suo ombelico, liberandosi poco dopo della camicia bianca. Gemette Imelda, gettando la testa all'indietro, ancorando le mani intorno al collo dell'amato, avvicinandolo di più a sé.

Hector non si fece pregare, le baciò il collo osservandola mentre si contorceva sopra di lui.

Lo tenne stretto a sé quando lo sentì irrigidirsi. Cacciò un urlo, tempestivamente frenato da un bacio di lui.

Sì lasciarono andare, sfiniti l'uno accanto all'altra. I cuori che pian piano ritornavano a battere più lentamente.

Imelda si appoggiò con il mento al petto di lui osservandolo.

“Cosa c'è ..?” Domandò accarezzandogli una guancia

“Niente”

Sì sorrisero abbracciandosi stretti, quasi a fondersi l'uno con l'altra.

“Ti amo”

“Anch'io ti amo”

decisioni

“Ho deciso di andare”

Imelda strinse forte i pugni fino quasi a far diventare le nocche bianche. Era arrabbiata, delusa e frustata. I suoi occhi non abbandonarono quelli di lui neppure dopo quelle parole.

“Sei un egoista!” Gridò infine con la voce che tremava, ma non cedette alle lacrime

“Ed un irresponsabile Hector . Stai commettendo un errore”

“Sto inseguendo il mio sogno”

Per la seconda volta Imelda schiuse le labbra incredula e strinse i pugni avvertendo una fitta al cuore, così precisa e dolorosa

“La musica non è TUTTO”

sbottò avvicinandosi “Stai dando per scontato troppe cose”

Hector sì voltò piano verso di lei

“Vi ho promesso di tornare Imelda. Con qualche soldo in più e-”

“Chi se ne frega dei soldi! Non abbiamo mai discusso di questo...” si interruppe asciugandosi in fretta con il dorso della mano una lacrima sfuggita al suo controllo.

Sì avvicinò anche lui “Imelda, non piangere ti prego.” alzò piano una mano nella sua direzione ma lei si scostò quanto bastava perché non entrassero in contatto

“Non toccarmi!”

Eppure Hector si avvicinò ulteriormente

“Imelda”

La chiamò con urgenza osservandola mentre cercava di trattenere le lacrime. Con quella forza mista ad orgoglio che l'aveva sempre distinta dalle altre ragazze.

“Cosa dirò a Coco... Ha solo quattro anni Hector. Che razza di esempio le darai comportandoti in questo modo..”

“Amo nostra figlia Imelda. Esattamente come la ami tu. E tornerò presto da entrambe. Non è sbagliato inseguire i propri sogni.”

Imelda alzò finalmente lo sguardo incontrando i suoi occhi “Non posso Hector. Non posso accettare questa decisione.”

“Lo so”

Rispose accarezzandole una guancia scendendo sul braccio sinistro e infine le strinse la mano

“Tornerò. Lo prometto”

datti da fare

,love

“La nostra bambina sta' dormendo..?”

“Sì, cos'hai in mente, mi amor..?”

Chiese nonostante conoscesse benissimo la risposta. Appoggiò la chitarra vicino al muro avvicinandosi alla ragazza.

Imelda si morse il labbro inferiore stendendosi sul letto, lasciando che lui la sovrastasse.

“Oggi mi sei mancato, lo sai? Dovresti essere più presente”

Quella frase non voleva essere di rimprovero. Ma da quando era nata Coco, i litigi erano aumentati, mentre i loro momenti di intimità diminuiti. Non era certo colpa della piccola di pochi mesi, che richiedeva giustamente mille attenzioni.

E neppure del lavoro o.. della musica.

Semplicemente quei momenti erano divenuti più rari

Hector le baciò dolcemente la fronte

“Lo so. Mi dispiace. Posso rimediare, che dici..?”

La risposta arrivò fulminea. Con uno scatto Imelda ribaltò le posizioni mettendosi a cavalcioni su di lui.

“Sarà meglio per te”

sussurrò mentre gli baciava il collo. Lui accarezzò i suoi capelli , così meravigliosamente morbidi, scendendo poi con lentezza sulle spalle, la schiena e i glutei sodi dove sì fermò stringendola a sé. Spinse il bacino contro di lui, stuzzicandolo. Mentre Hector sì liberava in fretta dei vestiti. Tornando a toccarla morsicandole un labbro , premendo con i denti senza farle male. Imelda gemette staccandosi per guardarlo negli occhi.

Sì appartenevano, lo sapevano entrambi.

“Datti da fare” impartì stendendosi nuovamente tra le lenzuola candide, liberandosi anch'essa dell'intimo.

Il ragazzo sorrise annuendo, mentre lei si aggrappava con sicurezza alle sue spalle magre. Si scambiarono un altro bacio arrossendo, prima che una spinta decisa e profonda generò un gemito roco in entrambi.

“Fai piano..” sussurrò lei ansimando, assecondando il suo ritmo.

Ed Hector annuì nuovamente, tappandole la bocca con la propria.

“Adoro le tue labbra..”

Sì mosse a tempo con lei, esattamente come facevano quando cantavano insieme.

Premette più a fondo, avvertendo i battiti del suo cuore meravigliosamente accelerati.

Imelda inarcò la schiena stringendolo più forte e sorrise contro le sue labbra.

Tremarono, stremati dalla passione. Si respirano vicinissimi, strofinando il naso l'uno contro l'altra, per poi baciarsi ancora e ancora.

appuntamenti

“Adoro la musica fin da bambina, ha sempre fatto parte di me. È ciò che mi fa sentire viva e felice”

“Anche per me è così”

disse Hector sorridendo “Suono da sempre e non sarei in grado di fare altro con altrettanta facilità e passione”

“E così abbiamo un interesse in comune”

disse quindi la ragazza alzandosi in piedi, facendo qualche passo. Hector la seguii

subito, incantato dai suoi gesti.

“Vorresti cantare con me..?”

“Ci conosciamo solo da una settimana. Non saprei..”

“ È vero, hai ragione. Ma non ti ho ancora sentita cantare, mentre tu negli ultimi giorni hai ascoltato quasi tutto il mio repertorio”

Finì sorridendo e lei con lui

“Vero” disse facendo una piccola giravolta su sé stessa.

“Cosa proponi?” Chiese poi guardandolo con quegli occhi castani che avevano la capacità di far crollare ogni difesa al musicista.

“Un pezzo della Llorona?”

“La mia preferita” esordì sedendosi al suo fianco.

com'è possibile?

Imelda sì appoggiò con la schiena alla porta di casa. Lentamente si portò una mano alle labbra ancora umide di baci.

“Ma com'è possibile?” sussurrò avanzando appena nella stanza.

Sì era innamorata. Ed era una cosa molto seria. Era innamorata di un ragazzo che conosceva solo da pochi giorni. Un ragazzo che per la maggior parte del tempo si comportava in maniera impossibile con lei. Tuttavia, quando lo faceva, era assolutamente ed incredibilmente sincero, unico e affascinante. Oltre che disarmante.

Qualche minuto prima si erano baciati appassionatamente ed era stato così inaspettato, così meraviglioso che aveva realizzato solo dopo che cosa fosse successo in realtà.

E la cosa folle è che non le dispiaceva affatto. Avrebbe volentieri rifatto tutto, così d'impulso.

Sì sedette sul divano lasciandosi cadere di peso. Ancora la mente la riportava al bacio. A quelle sensazioni, le sembrava quasi di sentire nuovamente il suo corpo tremare contro quello di Hector.

Non era mai successo prima

Aveva baciato altri ragazzi, giusto qualcuno, ma nessuno di loro le aveva procurato sensazioni simili, l'aveva attratta così fisicamente e sentimentalmente.

Questo la sconvolgeva ed emozionava al tempo stesso.

Sì era messa in un bel guaio. In un serio guaio.

“Ma davvero com'è possibile..?”

felicità

“Papà che cos'è la felicità..? Da dove viene??”

Hector sì voltò piano verso la bambina

“La felicità .. beh è..” Ma sì bloccò nell'istante in cui sua moglie entrò nella stanza, avrebbe voluto dire tante cose bellissime alla sua bambina, avrebbe voluto anche suonarle una delle sue canzoni. Sarebbe stato sufficiente a spiegare alla sua piccola che cosa creava , cos'era la felicità .

Ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di Imelda, tutto svanì.

“Papà..?”

Coco inclinò appena la testolina da un lato, osservando attenta i genitori.

“Che ti prende..?” Aveva domandato Imelda mentre ricambiava l'abbraccio, giunto così inaspettato da farla tremare.

Hector le sorrise sussurrandole all'orecchio le parole della loro bambina.

“E questo ti è sembrato il modo migliore per spiegarglielo mi corazon..?”

“Sì”

Imelda spalancò gli occhi fissandolo intensamente. Strofinò il naso con quello del marito stampandogli un bacio. Prima di avvicinarsi alla figlia per prenderla amorevolmente in braccio.

“La nostra famiglia è la felicità, piccola mia”

parli troppo, mi amor

Imelda lo sentì sospirare al suo fianco e doveva ammetterlo: era davvero carino quando si contorceva per cercare un modo per chiederle scusa.

“Hector ..?”

“Sì..?”

“Mi hai rovinato la serata, lo sai questo, vero..?”

Il musicista abbassò gli occhi castani, stringendosi nelle spalle

“Dovrai rimediare” disse lei sorprendendolo.

Sì avvicinò lentamente stringendo le braccia dietro il suo collo. Hector la strinse a sé di riflesso, guardandola negli occhi.

E lei lo bacia, con forza e passione e come si aspettava lui non si tira indietro. Risponde con entusiasmo intrecciando la lingua alla sua.

In pochi minuti sì ritrovano a terra, contro il pavimento gelido, le mani intrecciate e negli occhi la consapevolezza.

Imelda sorride notando il rossore intenso che colora il viso del ragazzo, gli sfiora il pizzetto sul mento ed arriccia il naso, mentre con una delicatezza che non sospettava lui accarezza ogni centimetro del suo corpo. Trema appena quando entrano in contatto.

…..........

“TU mi volevi”

“Non era ovvio..?”

“Ma come sapevi che-”

“Shh parli troppo, mi amor”

sussurra tappandogli nuovamente la bocca con la propria. Ed Hector non può che ricambiare, stringendola forte a sé.

baci irresistibili, notti d'amore

Sapeva baciare bene, dannatamente bene.

Con quell'unico gesto riusciva ad eccitarla.

E lui lo sapeva. Sapeva perfettamente di essere bravo, esattamente come conosceva il potere di seduzione che riusciva ad esercitare su di lei.

Ed aveva preso il vizio di farlo più spesso.

Quasi riuscisse a farsi perdonare ogni cosa.

“La smetti?!”

Aveva esclamato, pienamente conscia della propria impotenza.

“Di fare cosa, esattamente..?”

“Di baciarmi”

“Non mi sembra che ti dispiaccia, mi amor”

“Invece sì. Quindi adesso smettila.”

L'aveva spinto ad allontanarsi senza troppa convinzione.

“Lo sai che sei irresistibile per me”

“Hector” sussurrò dandogli le spalle, prima di entrare in camera e chiudere la porta.

“Imelda, dai aprì, fammi entrare”

mormorò contro la porta

“No. Ed ora vattene”

“Sai che non lo farò. TU neppure lo vuoi”

“TU non sai quello che voglio”

“In realtà, sappiamo entrambi che sono l'unico a saperlo”

Imelda aprì la porta , pronta a fronteggiarlo

“Perché sei così testardo..?!”

“Testardo io..? questa è buona!”

“Finiscila!”

“Perché dobbiamo continuare a litigare così? Non potremmo fare.. pace, come ogni coppia”

Non era mai stato un ragazzo timido.

Anzi era piuttosto sfacciato.

“Sei impossibile!”

“E tu sei bellissima quando ti arrabbi”

Detto ciò, non le diede il tempo di replicare che la baciò con forza, sollevandola alla sua altezza. Lei tentò di sottrarsi cacciando indietro la testa. Lo fulminò con lo sguardo ancora stretta tra le sue braccia.

“Lasciami andare”

“No. Lasciati baciare”

“Hector!” gridò arrossendo. Lui la spinse dolcemente contro la parete, riempiendola di baci per tutto il corpo.

“Sai che ti desidero, da morire”

Sì lo sapeva. E sfortunatamente il suo corpo stava reagendo anche fin troppo bene. Si ritrovò quindi a ricambiare il bacio.

La buttò letteralmente sul letto, sovrastandola poco dopo. Imelda aprì le mani sul suo petto. Hector sì specchiò nei suoi occhi e scendendo lentamente verso il suo viso sussurrò

“Mi dispiace per stasera sai, non volevo farti sentire in imbarazzo con i tuoi genitori e con i tuoi fratelli. Non l'ho fatto apposta e non succederà mai più. E che... sono così abituato ad abbracciarti e … baciarti che, non ho pensato alle conseguenze. Ti ripeto che non succederà mai più. Perché ti amo e... voglio passare il resto della mia vita con te. Voglio che tu sia mia. Desidero tutto di te. Voglio creare una famiglia con te. Sei troppo importante Imelda , sei l'armonia di ogni mia canzone e-”

“Può bastare, mi corazon” Aveva sorriso arrossendo, accarezzandogli i capelli che gli ricadevano sulla fronte “Anch'io ti amo”

A quelle parole, anche lui arrossì sorridendo abbracciandola.

Durò qualche minuto quel momento di tenerezza. Poi la passione lì consumò entrambi.

per il momento, fidati

Imelda sì alzò dal letto precipitandosi in bagno appena in tempo. Odiava la nausea mattutina.

Aprì il rubinetto passando le esili mani sotto l'acqua corrente, sospirando cercando un qualche conforto. Stava tremando e sudando freddo.

Hector la raggiunse avvolgendole le spalle con la coperta.

“Và meglio..?” Domandò osservandola preoccupato

“Non è niente. Sto bene adesso, davvero. È passato”

“Mi nascondi qualcosa, vero?”

Lei sussultò stringendosi maggiormente addosso la coperta, chinò la testa. Aveva aspettato a dirglielo, voleva averne la certezza ed aveva paura.

“Sì, ma-”

“Cosa c'è? Sei malata..?”

Le strinse le spalle, quasi le fece male

“No” un brivido di freddo la percorse facendola tremare. Hector la strinse a sé di riflesso, accarezzandole dolcemente i capelli lunghi.

“Dimmi la verità”

“Devi fidarti di me, mi amor”

novità

Imelda sospirò appoggiando la schiena contro la parete, portandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio, prima di tornare a guardare Hector. Lui sedeva esattamente di fronte a lei.

“Non so da dove cominciare. Non so come dirtelo”

Hector sì sporse un po' in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, con le mani intrecciate. Le sorrise invitandola a proseguire

“Questo.. ci riguarda.. entrambi.. e...”

chiuse gli occhi per un istante, raccolse tutto il suo coraggio

“Sono incinta”

L'espressione sul viso di Hector , dapprima aperta e comprensiva in un attimo si pietrificò.

“Davvero..?”

Domandò in un sussurro. Aveva gli occhi lucidi, ma dolcissimi seppur increduli.

Imelda si avvicinò piano a lui, intrecciando le braccia dietro al suo collo. Un rossore intenso gli colorò le guance a quel gesto.

“Sì” sì morse il labbro “Mi dispiace, so che.. insomma... avrei voluto aspettare ancora un po' ...ho stravolto le nostre vite e-”

“Eravamo insieme Imelda. E semmai la colpa è mia non tua”

Lei sussultò a quelle parole. Osservando il volto del ragazzo perse un battito. Hector sorrideva, esattamente come quando le aveva detto di amarla.

“Ma non sei arrabbiato?”

“Cosa? No! Sono felice!”

Nel giro di un istante, sentì le sue braccia intorno a lei.

“Sei hai pensato che avrei potuto arrabbiarmi... allora non mi conosci mi amor”

La ragazza scosse la testa lasciandosi abbracciare da lui, provando il desiderio disperato di sentire il suo calore.

Restarono così, abbracciati l'uno all'altra per un tempo indefinito.

“Pensi che riusciremo ad affrontarlo..?”

Con infinita cautela Hector appoggiò una mano sulla sua pancia “Penso sia la cosa più bella che potesse capitarci”

arrendermi?! IO?!

Hector era sempre stato uno degli spiriti più casinisti, sfacciati, positivi, bugiardi e determinati di tutta la terra delle anime. E per questo era piuttosto famoso tra poliziotti, assistenti, musicisti … ed anche tra i dimenticati.

Bene o male lo conoscevano in molti. O meglio ancora, conoscevano ciò che lui mostrava loro, di quel suo carattere perennemente positivo ed estroverso.

Perciò quando il poliziotto di turno lo vide praticamente trascinato a forza nel suo ufficio non sì meravigliò.

“Di nuovo qui Hector..?”

Il sorriso sfacciato fece da subito la sua comparsa, seguito dalla parlantina sciolta ricca di scuse, e bugie con un pizzico di verità.

“Ascolta: prometti che questa è l'ultima volta che cerchi di attraversare il ponte.”

“No”

Veloce e deciso

“Oh andiamo stasera è il Dìa de Muertos . È mai possibile che TU debba- puntualmente- combinare qualcosa..?!”

Lo scheletro senza mai abbandonare il sorriso, si sporse in avanti “Sono innocente! Non ho fatto nulla di illegale. Voglio solo attraversare quel ponte!”

“Impossibile”

“Non esiste questa parola per me! Da sempre!”

“Beh mi dispiace, ma le cose stanno così, ci sono delle regole in questa giornata e tu devi sottostare ad esse come tutti noi.”

“Andiamo amigo!”

“Smetti di insistere. E non sono tuo amigo”

“Eddai aiutami! So' di esserti simpatico”

Esclamò facendo roteare il suo cappello su un dito ossuto.

“Sei irritante, non simpatico. Una volta tanto prendi in considerazione l'idea di arrenderti all'evidenza”

Il cappello cadde a terra mentre gli occhi lucidi si spalancarono appena “Arrendermi quindi? Non se ne parla!”

E così dicendo si alzò in piedi afferrando per il bavero della divisa il poliziotto “Per me è molto importante! Non ti immagini nemmeno QUANTO!”

“Per tutti è importante, Hector”

“Vero. Ma-”

“Ehi tu! Lascia subito il mio collega!” Esclamò un nuovo poliziotto che aveva appena varcato la soglia dell'ufficio. Lo scheletro obbedì incrociando le braccia al petto

“Posso andare?”

“Questo non lo decidi tu ragazzo!”

“Lascia stare Will. Con questo qui non c'è nulla da fare” disse il primo indicandolo. “Ci deve essere senza dubbio un buon motivo se la sua foto non è su nessuna ofrenda”

Hector sbuffò e per un solo attimo i suoi occhi sinceri sembrarono racchiudere una profonda sofferenza mista a malinconia.

“Hector Rivera, giusto?”

Domandò infine il poliziotto iniziando a scrivere il rapporto.

Lo scheletro annuì senza distogliere lo sguardo, quasi speranzoso.

“Mi dispiace, non puoi attraversare il ponte . È la legge. Te la caverai con questo ennesimo richiamo”

tu gli piaci

Imelda sospirò appoggiando la schiena contro la parete della sua camera. Fissò nuovamente con astio suo fratello maggiore gonfiando le guance .

“È inutile che insisti Oscar, non c'è proprio niente da dire”

Il fratello sorrise malizioso e continuò ignorando le parole della ragazza

“Credo che tu gli piaccia sai? L'ho sorpreso a guardarti quando credeva che nessuno lo notasse. E … ti guarda in modo molto, molto interessato.” finì allargando il sorriso.

Imelda arrossì mordendosi il labbro

“Non dire stupidaggini!”

“Tesoro, ce li ho anch'io gli occhi. E sono un uomo. Certi sguardi li si può comp-”

“Oscar!”

“E sai un'altra cosa..?”

“Cosa.?”

“Credo che anche a te piaccia lui”

“No!”

Oscar sorrise, notando il rossore intenso che le aveva colorato le guance.

“Non sei mai stata brava come bugiarda, sorellina” disse dandole un buffetto sulla guancia

“Adesso basta. Esci dalla mia camera!”

“Va bene, va benissimo”

rari attimi

Desideravano passare più tempo insieme di quello consentito.

Ma purtroppo, le regole delle rispettive famiglie non sì discutono.

“Ti sono mancata come pensavi?” chiese lasciandosi abbracciare dal ragazzo che amava che con un sorriso luminoso rispose “Sì, anche di più”

Si scambiarono un lungo bacio appassionato, senza risparmiare nulla, tenendosi stretti l'uno all'altra.

Quell'abbraccio forte portava con sé un conforto incredibile.

Dimenticandosi di essergli – letteralmente – saltata addosso in mezzo alla plaza, disse sempre sorridente “A proposito, ciao”

Hector posandola a terra, ma tenendola ben stretta a sé, affondò il naso tra i suoi capelli e rispose “Ciao, bellissima”

Nonostante fosse oramai abituata al complimento, sorrise arrossendo prima di rubargli un altro bacio.

“Pranziamo insieme?”

“Volentieri, mi amor”

se mi vuoi, prendimi

Hector azzerò nuovamente la distanza tra loro, stringendo Imelda contro di lui, in un abbraccio forte, possessivo, cercando di far combaciare ogni centimetro della loro pelle. Approfondì il bacio, intrecciando la lingua con quella di lei, che rispondeva ai suoi gesti in modo perfetto. Le sue mani scattarono svelte ai fianchi della ragazza stringendola senza farle male. La alzò da terra, facendo combaciare i loro bacini.

Mentre lei lo strinse forte a sé, accarezzandogli i capelli neri e le spalle già libere dalla camicia. Accarezzò quella pelle liscia, bollente e perfetta.

Con estrema delicatezza la posò nuovamente a terra, facendola voltare per poter slacciare il vestito di seta che lei indossava. L'abito cadde con un lieve fruscio, lasciandola così nuda davanti a lui. Imelda sorrise del rossore intenso che aveva colorato le guance dell'amato e andandogli incontro con studiata sensualità, lo aiutò a togliersi i pantaloni.

Quel gesto mozzò per un breve attimo il fiato al ragazzo.

Tornarono a guardarsi negli occhi, innamorati, eccitati, estasiati.

Hector sì riavvicinò per primo baciandole il collo, risalendo fino alla guancia destra e infine sulle labbra.

Imelda lo strinse forte trascinandolo verso il letto, dove si lasciò cadere sopra di lui.

Non servivano parole, quell'intimità era tutto quello di cui avevano bisogno.

Con uno scatto veloce ribaltò le posizioni, ed una spinta decisa e profonda generò un gemito di incontrollato piacere in entrambi. La ragazza arrossì gettando indietro la testa, completamente in balia delle emozioni.

Lui la strinse osservandola, rapito dalla sua figura. Era bellissima.

“Ti amo” sussurrò deciso, aumentando l'intensità delle spinte.

Imelda ricambiò lo sguardo scontrando velocemente le labbra alle sue in un intenso bacio

“Ti amo anch'io Hector”

pazzi

Sposati da pochissimo e già si erano ritrovati a litigare.

Fuori il buio, la notte era ancora giovane.

Entrambi sotto le coperte si danno le spalle, per la prima volta, non entrano in contatto.

Imelda stringe con una mano il lenzuolo mordendosi piano il labbro inferiore.

Ancora incredulo, nella stanza quasi in penombra, Hector sospira lentamente affondando il viso sul cuscino. Odiava litigare con lei.

Non capiva cosa gli stesse succedendo, sapeva solo che quella ragazza riusciva a fargli provare il bisogno di proteggerla come mai nessuno prima d'ora.

Sì voltò toccandole piano la schiena per richiamare la sua attenzione, lei tremò appena al contatto “Lo so che sei ancora sveglia Imelda, ti prego guardami, io-”

“Tu cosa?” Sbottò lei interrompendolo, voltando di scatto la testa nella sua direzione. Hector ricambiò lo sguardo, avvicinandosi al suo viso per nulla intimorito “No, guai a te se ti avvicini..” mormorò severa “Siamo pazzi, lo sai?”

disse Hector sorridendo

“Cosa?”

“Litighiamo per nulla, non siamo mai d'accordo su niente eppure abbiamo deciso di passare insieme il resto della nostra vita. Due così sono completamente pazzi”

“Già” annuì anche lei

“Già?”

Imelda scosse la testa mettendosi a pancia in su, guardò il soffitto della camera per pochi secondi, poiché una mano calda e forte le toccò il viso, scendendo poi sul mento sollevandolo per poter incrociare il suo sguardo.

Con le braccia abbandonate agli angoli della testa arricciò le labbra senza sottrarsi a quel contatto e ricambiando lo sguardo.

“Sono completamente e totalmente pazzo di te” sentì il calore di quelle parole scaldarle l'intero corpo, accendendolo

“Posso baciarti?” Non desiderava altro, nonostante la litigata, sì voltò del tutto congiungendo le mani e portandole sotto la guancia destra sistemandosi meglio sul morbido cuscino, osservandolo a pochi centimetri di distanza. “Posso baciarti, Imelda?” Richiese e lei sorrise

“Provaci e lo scoprirai” sussurrò dolcemente.

Posò le labbra su quelle di lei, con dolcezza e quando la sentì ricambiare approfondì il contatto “Ti voglio..”

poggiando la fronte contro la sua, sorrise

“E io voglio te”

passa la notte con me

Guardò estasiato la gonna lilla e la camicia di seta bianca elegante ricamata a mezze maniche indossati dalla sua amata e commentò “Sei bellissima, tesoro”

“Sicuro.?” mormorò guardandosi allo specchio

Lui sorrise e sussurrò affettuoso “Sì, stai molto bene” rimarcò baciandole il collo, nel mentre lei sistemava i lunghi capelli neri.

Imelda chiuse gli occhi beandosi di quel gesto così meraviglioso e si ritrovò a mormorare “Non fermarti”

Hector la guardò

“Io non voglio fermarmi” disse ad un soffio di labbra

“E la cena..?”

Chiese alla ragazza che aveva il potere di annullarlo, la sentì tremare tra le sue braccia e rispondere in un gemito “Aspetterà”

TU LE MANCHI

“Non so che fare Chich … lei-”

“Ah benedetto ragazzo, che ti aspettavi?”

Hector sospirò stringendo i pugni seduto a terra contro la parete di quella casa malridotta.

Lo scheletro più anziano abbozzò un sorriso, dondolandosi ancora un po' sulla sua amaca

“Ti avevo detto che non sarebbe stato facile parlare con lei, da come me l'hai descritta è una donna molto fiera e testarda, Hector”

Il musicista abbassò gli occhi castani.

Chich proseguì portandosi le braccia ossute dietro la testa

“Però, dai tempo al tempo, ragazzo. Se ti ama ancora allora-”

“Non mi hai sentito Chich?! Non vuole più vedermi! Non vuole parlare con me! Non vuole avere niente a che fare con ME! Figurati se-”

“E con questo? Credi abbia smesso di amarti? Troppe volte si dicono delle cose che non si pensano neppure”

Hector sorrise scuotendo la testa. Chich lo guardò “Sì risolverà, vedrai. TU le manchi , tanto quanto a te manca lei”

“Spero che tu abbia ragione”

“Ma io ho ragione, ragazzo”

per amore

“Mamma mia, ma è un succhiotto?”

Imelda si coprì velocemente il collo con i capelli neri e rispose “Sì Rose, e non chiedermi chi me lo ha fatto perché davvero io-”

“Non c'è bisogno di chiedere, amica mia”

fece lei interrompendola e schioccandole un'occhiata maliziosa. Imelda si morse il labbro inferiore “Lo odio, dico davvero. Nonostante la fantastica notte che ho trascorso con lui”

Rose la ascoltò intenerita. Era la sua migliore amica d'infanzia, ed era una di quelle persone meravigliose che ti ascoltano e comprendono come pochi.

“I miei mi uccideranno!”

“Dici che lo noteranno..?”

“Ovviamente, sono molto attenti”

“Allora perché glielo hai permesso..?”

“Non lo so!”

Rose rise di gusto guardandola coprirsi il volto con le mani intrecciate

“Eravate così tanto presi da non accorgetene..?”

“Ma io..”

“Tu?”

Imelda arrossì, portandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.

“Niente”

“Oh Imelda, quando permetterai che quel ragazzo prenda possesso della tua vita per amore?”

“Sfortunatamente l'ho già permesso. Lui è incredibile” mormorò con un sorriso. Posò poi la testa sulla mano destra sorreggendola.

protezione

“Hector, ti dirò una cosa: io ti conosco appena, quello che vedo di te mi piace, ma se farai del male a mia sorella, giuro che ti verrò a cercare, ti caverò gli occhi e ti spezzerò le gambe. Intesi?”

Hector sorrise prima di affermare

“Messaggio ricevuto Oscar”

“Lo spero per te”

“Io voglio solo renderla felice”

La sincerità di quelle parole lo spiazzarono per un istante. Fece un breve cenno con il capo prima di allontanarsi dal chiosco.

….........

“Che ti succede?”

Domanda Imelda con una piccola risatina

“Niente mi amor”

Risponde afferrandola per la vita sottile, facendola cozzare contro di lui unendo ancora una volta le proprie labbra alle sue, ma Imelda sì stacca velocemente mormorando

“Hector, non siamo soli, gli altri potrebbero vederci!”

“E tu fai finta di niente”

La ragazza arrossì, scostandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.

“Mi imbarazza un po'..”

Sussurrò stavolta, sempre stretta a lui. Il musicista sorrise divertito, amava la sincerità di Imelda e quando fu sicuro che nessuno lì stesse osservando la prese per mano trascinandola piano lontano dal chiosco

“Vieni via con me” mormora deciso

“ È questo che ti è venuto in mente per risolvere la situazione?”

“Sì”

Risponde facendola ridere nuovamente, e avverte il proprio cuore battere più forte, quando la sente ricambiare la stretta.

dormire insieme

“Posso dormire con te?”

Hector sorrise mentre sì appoggia piano alla porta di casa mormorando “Sono.. le tre e mezza del mattino, mi amor.... che succede?”

“Niente, ho solo bisogno di stare con te”

Il ragazzo annuì spostandosi di lato invitandola ad entrare.

“Conosci la strada..” disse strofinandosi gli occhi castani

Imelda annuì dirigendosi verso la camera da letto.

Hector chiuse la porta e senza smettere di sorridere sì sedette accanto a lei sul proprio letto sfatto.

“Che succede?” Insistette sollevandole il mento per poterla guardare negli occhi

“Non riuscivo ad addormentarmi”

ammette con sincerità Imelda portandosi le ginocchia al petto “Mi sentivo strana, mi girava la testa e poi... mi sei venuto in mente tu .. e-”

“Ti sono mancato quindi?”

“Sì” era davvero inutile mentirgli, arrivati a questo punto

“E quindi hai pensato di venire da me”

“Ne avevo bisogno” sussurra e sorride nel ripensare che anche lui aveva fatto una cosa simile non molto tempo prima

“Se continuiamo così, tanto vale andare a vivere insieme, mi amor” disse in tono scherzoso

Imelda rise insieme a lui, ma quel pensiero le aveva stretto forte il cuore e sì ritrovò a mormorare

“Dici davvero?”

“Tu lo vorresti?”

Chiese, la voce incastrata in gola. Gli occhi un po' sorpresi ma pieni di speranza.

“Sì, sì vorrei”

Risponde facendolo arrossire

non serve chiedere.

A volte non serve chiedere.

A volte basta avere sotto le proprie mani, a contatto con la propria pelle bollente la persona amata.

E il desiderio sì sprigiona da sé.

L'intesa tra loro in quei momenti, sempre speciali, intimi e decisamente frequenti da quando si erano conosciuti, era un qualcosa di meraviglioso che nessuno dei due sapeva spiegarsi.

…......

Non c'era solo quello. Quando ti innamori perdutamente di qualcuno non è solo per quello. Certo lì faceva sentire VIVI, desiderati, completi, soddisfatti. Ma era quel comprendersi a vicenda, era quel momento in cui le loro voci danzavano INSIEME, era quel litigare scioccamente o seriamente per poi fare pace, perché nulla era più importante. Era quel esserci SEMPRE nelle giornate buone e in quelle meno. Nei momenti difficili e in quei rari, preziosi spazi di felicità assoluta.

…......

Finiscono insieme di pulire e sistemare la cucina dopo aver cenato. Hector controlla che la porta di casa sia chiusa, nel mentre Imelda lo precede nella loro camera da letto.

Come sì aspettava lui la raggiunge in un attimo, abbracciandola da dietro, già libero dalla camicia bianca.

Lei ride avvertendo i suoi baci sul proprio collo scoperto.

“Hector, quante volte devo ripeterti che soffro il solletico sul collo?”

“Mai abbastanza”

Sospira stavolta, mentre la solleva da terra e con un gesto della mano fa scivolare via lungo il suo corpo sinuoso e palpitante il vestito di seta che indossa, che ricade in mille pieghe sul pavimento. I pantaloni del musicista lo raggiungono subito dopo.

Imelda trema attirando subito la sua attenzione “Hai freddo?” mormora appoggiandola sul letto

“Solo un po'” sussurra in risposta, e lui la bacia sulle labbra sentendola sospirare e tremare contro di lui

“Stai tremando”

Imelda gli accarezza una guancia scendendo sulle sue spalle magre e sulle braccia. Non risponde cerca nuovamente il contatto, premendosi contro la sua bocca assaporandolo.

Avverte il cuore battere ancora più forte, mentre ricambia il suo bacio, con scioltezza, l'accarezza con la lingua, sentendo un calore intenso invaderlo.

“Hector..”

Lei sussurra il suo nome dividendo il respiro con lui, che sorride contro le sue labbra.

Entrano in contatto, un misto di dolcezza e decisione.

Imelda stringe forte le gambe intorno ai suoi fianchi incrociandole dietro la sua schiena.

Ascoltano entrambi i gemiti dell'altro, promesse ad un soffio di labbra.

Sì stringono con forza l'uno all'altra. Grida Imelda, gettando la testa all'indietro ansimando. Ed Hector intreccia una mano con la sua, spingendo più in profondità.

…....

“Ehi, ehi stai ancora tremando cos-”

“Non è per il freddo, mi corazon”

Lo interruppe, abbracciandolo

“Ay mi amor” sussurra Hector baciandola tra i capelli neri.

INCONTRI

Guardò curioso come raccoglieva i bei capelli neri in una treccia e rimase imbambolato. La vide sedersi ed aprire la borsa, tirò fuori un libro e cominciò a leggere.

“Ciao”

Imelda alzò gli occhi su di lui fissandolo.

Quel ragazzo aveva uno sguardo magnetico; tuttavia, ritornò in sé, portandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio, ricambiò il saluto in modo sbrigativo “Ciao”

C'era un qualcosa di meraviglioso in quella ragazza, che lo spinse ad osservare quelle labbra sottili incorniciate da un piccolo sorriso.

La vita di Hector era perfetta. Viaggiava e faceva quello che voleva, senza mai dover dare spiegazioni a nessuno. Non aveva famiglia, ma faceva amicizia facilmente.

….....

Sorprendentemente scoprì che anche lei condivideva la sua stessa passione per la musica.

Oltretutto le teneva testa in modo ammirevole come nessun'altra aveva fatto. E forse, fu proprio QUESTO a conquistarlo. Riusciva davvero a spiazzarlo. Lo mandava fuori di testa

“E comunque … ho notato che mi stavi osservando. Eri vicino al chiosco, bevevi qualcosa con il tuo amico e giocavi con le corde della tua chitarra. Ma guardarmi ti divertiva di più”

L'aveva disarmato.

Ancora!

Hector boccheggiò per un istante, grattandosi dietro la testa.

La ragazza arrossì sorridendo di nuovo, e a quel punto lui tese la mano e si presentò “Il mio nome è Hector.”

“Imelda” senza lasciarle la mano il ragazzo se la portò alle labbra, gliela baciò e sussurrò “Piacere di conoscerti, Imelda”

finché sarò con te

Sì era svegliata nel cuore della notte, tremante, reduce da un incubo fin troppo reale.

E sì era ricordata quella promessa:

“Finché ci sarò io qui. Nessuno ti farà mai del male, mi amor”

Hector aveva detto quella frase con una dolcezza infinita e lei sì era sentita meglio.

Ora non era più così.

La sua felicità era sparita insieme a lui.

Se non era crollata, lo doveva solo a quel piccolo miracolo con le treccine.

L'unica cosa oramai che la legava ancora a lui.

“Finché ci sarò io qui..”

A volte, le sembrava quasi di rivederlo, nello sguardo di Coco e nei suoi modi vivaci.

E le mancava.

Dio quanto le mancava!!

“Nessuno ti farà mai del male, mi amor”

Ma era stato proprio lui, ora, a farle del male.

Come mai nessuno prima d'ora.

E lo odiava e amava al tempo stesso.

“Finché ci sarò io qui, mi amor”

guardandola ballare

Il piccolo locale in plaza Santa Cecilia era accogliente, luminoso. A tarda sera, quando oramai le strade erano deserte, molte persone ridevano, ballavano.

Hector seduto su uno sgabello vicino al bancone osservava quattro musicisti, più o meno della sua età, suonare e scherzare tra loro.

Una ragazza dai lunghi capelli neri raccolti in una treccia e occhi brillanti, sì muove a centro pista. Possedeva una scioltezza e una grazia che colpiva al cuore chiunque la guardasse.

Ed Hector attratto come una calamita da lei, e del tutto incapace di toglierle gli occhi di dosso, seguiva incantato ogni suo movimento fino a quando, all'improvviso, durante una delle sue piroette lei sì blocca intonando qualche strofa di una canzone che conosceva anche lui. Poi con un piccolo scatto, sì allontana fino a trovarsi a pochi metri da dove sì è seduto lui.

L'aveva riconosciuta ovviamente ma ora la vedeva ancora più chiaramente, e le parole di brevi conversazioni avute i precedenti giorni gli tornarono alla mente precise, facendolo sorridere.

“Ciao”

“Ciao Hector”

Il sorriso sul volto del musicista sì illumina ulteriormente, nel vedere come lei ricambia il suo saluto. Aveva sorriso senza guardarlo direttamente, avendolo evidentemente riconosciuto dalla voce, ed era leggermente arrossita

“Ti va di bere una cosa..?”

Domanda allora sedendosi al suo fianco

“Preferirei uscire da qui in realtà...”

Mormora lei sorprendendolo, e lo guarda finalmente con quegli occhioni castani che avevano come la capacità di far crollare ogni sua difesa

“Con me?”

“Sì”

“Fantastico” mormora divertito

….....

“Cosa stavi facendo prima..?”

Le sue parole lo fecero sorridere

“Stavo solo guardando come ballavi, e ti ho vista cantare..”

Imelda ricambia il suo sorriso. E sì guardano in silenzio, mentre i loro respiri acceleravano inspiegabilmente.

“Sei molto brava”

“Grazie”

per averti

Erano momenti quelli, solo loro.

Sì amavano, odiavano, ricorrevano e allontanavano di continuo.

Imelda entrò in casa furiosa, ma fu Hector a sbattere la porta d'ingresso seguendola fino alla piccola cucina.

Sì dissero tante cose, la maggior parte che non pensavano neppure.

Poi la ragazza andò dritta nella loro camera, e una volta tolta con uno strattone deciso la gonna lilla sì mise sotto le coperte.

Hector la guardò un solo attimo, prima di raggiungerla con un balzo. Le tolse le lenzuola di dosso, scoprendo il suo corpo. Imelda nascose il viso sul cuscino, rannicchiandosi.

Pochissimi secondi dopo Hector l'afferra per i polsi sollevandoli verso l'alto, facendola tremare e voltare del tutto. La spinse contro di lui, con una forza che Imelda non sì aspettava, non l'aveva mai visto così.

Premuta contro di lui, avvertì ogni movimento del suo corpo, ogni battito, ogni suono

Lo sfidò con lo sguardo, orgogliosa. Ed Hector senza pretese la baciò con forza sulle labbra sottili , con abili tocchi le fece schiudere le labbra intrufolandosi con la lingua, assaporando il sapore dell'amata.

A bacio terminato, il musicista sì alzò dal suo corpo, liberandola. Sì mise su un fianco e sì coprì.

Imelda rimase ferma pochi secondi, dopodiché evidentemente arrabbiata e confusa sì sedette sul letto, con una mano scostò anch'essa le lenzuola di dosso al ragazzo

“Prima mi irriti, poi dici di odiarmi, poi mi baci e adesso-”

“E adesso ho sonno. Per cui dormi ne riparleremo domani”

“Neppure per sogno!” Gridò alterata, battendo un pugno sul cuscino. Hector sì voltò piano incrociando il suo sguardo

“Non urlare. Altrimenti dovrò dare ragione ai nostri vicini per il baccano”

“Ti odio”

“Siamo pari no?”

“Sei insopportabile” disse acida, e con uno scatto fulmineo sì mise a cavalcioni su di lui fissandolo intensamente negli occhi castani.

“Dimmelo!”

“No. Dillo tu a me Imelda”

Ribatté mettendosi seduto, sorreggendola però con le braccia intorno ai fianchi.

In un battito di ciglia, la ragazza sì avventò sulle sue labbra baciandolo teneramente, in un modo del tutto diverso da come l'aveva baciata lui.

Sì allontanò pochi istanti dopo e fece per coricarsi nuovamente

Prima che potesse muoversi però Hector la fermò tempestivo “Ehi ehi, andiamo avanti così tutta la notte..? Litigando e provocandoci a vicenda?”

“Non lo so, dimmelo TU” Lui sospirò “Cosa devo fare per averti Imelda”

Schiuse la bocca, portandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio destro.

Osservò il volto del ragazzo sentendo il proprio cuore battere più velocemente.

Lo desiderava, da morire.

Sì sistemò meglio sul suo corpo. Alzando le braccia, sì tolse la camicetta e poco dopo il reggiseno.

“Dimmelo” ripeté sciogliendo la treccia

“Giochi scorretto” disse il musicista, la gola secca e il cuore che accelerava bruscamente.

Imelda sorrise prendendogli la mano per portarla fino al suo seno.

Hector arrossì fino alle orecchie, mentre avvertiva il calore del corpo della ragazza accenderlo.

I capelli lunghi gli fecero il solletico quando lei raggiunse nuovamente le sue labbra, assaltandolo, divorandolo provocandogli una serie di brividi lungo tutta la schiena. Gemette Imelda soffiandogli nell'orecchio e stringendosi maggiormente a lui.

“Quanto ancora credi-”

“Cosa devo fare per averti Hector?”

Arrossì e LUI con lei

“Ay mi amor”

Sì lasciò andare baciandola tra i capelli, accarezzandola per tutto il corpo.

Imelda ricambiò il bacio intensamente, lo tirò per i capelli neri e gemette contro le sue labbra quando lui le afferrò la vita.

Momenti come questi erano solo loro.

inafferrabile

Non voleva svegliarla. Dormiva rilassata su un fianco, con alcune ciocche di capelli neri a coprirle il viso.

Era davvero bellissima. A tratti irresistibile.

E inafferrabile, testarda e sorprendente con un carattere forte, deciso.

Ed era ciò che lo irritava ma che segretamente gli piaceva, da morire.

Ed averla accanto a lui, nel suo letto, era meraviglioso.

Continuò ad osservarla, le scostò con una mano i capelli dal viso, toccandole poi piano la fronte, la guancia sinistra e le labbra, disegnandone il profilo con il pollice.

Imelda sì mosse appena, aprendo leggermente gli occhi castani

“Hector, cos-” La zittì baciandola.

cingendole i fianchi snelli, per stringerla contro di sé.

“Ma-”

“La colpa è solo tua, mi amor … Sei tu che mi tenti.”

Imelda arrossì violentemente a quelle parole.

“Cosa devo fare con te?”

bisbigliò imbarazzata. Hector rise, adorava vederla arrossire, adorava come i suoi occhi sì illuminavano di felicità.

“Scusami, non volevo svegliarti”

mormora piano, tornando ad accarezzarla

“Non preoccuparti”

risponde lei, sporgendosi in avanti, quel tanto che basta per far sì che le loro labbra si scontrino nuovamente.

“Davvero ti tento?”

Hector le baciò la punta del naso, facendole il solletico

“Molto” rispose intrappolandola tra le sue braccia.

basta poco

Ci vogliono pochi attimi per capire se qualcuno ti piace o meno.

Per quanto lo riguarda, Hector sì era innamorato a prima vista.

E forse la stessa cosa valeva per lei.

Sì erano parlati per poco, davvero.

Eppure era bastato.

E basta poco, anche per capire l'amore: dopotutto è un semplice rapporto intimo e di amicizia tra due persone che si accettano per come sono senza proiettare sull'altro aspettative che fanno parte solo dei rispettivi percorsi personali.

La ragazza arrossì sorridendo di nuovo, e a quel punto lui tese la mano e si presentò

“Il mio nome è Hector.”

“Imelda” senza lasciarle la mano il ragazzo se la portò alle labbra, gliela baciò e sussurrò “Piacere di conoscerti”

dispettoso

Il viso rosso e i lunghi capelli neri sparsi sul cuscino.

“Hector smettila, dico dav- ah!”

Riprese a ridere freneticamente, mentre il ragazzo al suo fianco continuava a muovere le mani sul suo corpo, facendole il solletico.

“Basta, basta! Ah! No! Dai, ti prego! Ah! Hector smet-ah!”

Hector sorrise, mentre Imelda continuava a dimenarsi tra le lenzuola candide.

“Sei tremendo! Dispettoso!”

“E tu bellissima. Non sapevo soffrissi così tanto il solletico!”

“Beh adesso lo sai, quindi-”

La zittì baciandola intensamente. Affondò le mani tra i suoi capelli, stringendosi maggiormente a lui, facendo combaciare ogni centimetro del corpo.

A bacio terminato, la ragazza sì avvicinò ulteriormente, sfiorando il naso con quello del marito, sorridendo di nuovo.

“Dovrò farti il solletico più spesso, mi amor” mormorò baciandola sul collo scoperto. Imelda arrossì e sospirò piano.

“E perché?” chiese

“Perché adoro sentirti ridere”.

irresistibile

“Ti piaccio?” mormora divertita dalla sua espressione

“Da morire, al punto che penso che non ti permetterò di uscire di casa”

Imelda sorride sfidandolo con lo sguardo

“Temo tu non abbia scelta, ci stanno aspettando e-”

La zittisce con un bacio, catturando le sue labbra con abilità

“Scusa” sussurra vicinissimo, una volta distaccati “Sei irresistibile e veramente bellissima con questo vestito”

Stavolta arrossisce violentemente per quel complimento “Grazie, mi corazon” gli accarezza una guancia dolcemente prima di prenderlo per mano

“Pronto?”

“Per conoscere i tuoi? Certo!”

Sì scambiano uno sguardo complice, e lei trattiene una risatina, sporgendosi in avanti schioccandogli un bacio a fior di labbra

l'altro

“Ho saputo che Mark ti ha invitata a cena con lui...”

Imelda sorride riponendo la giacca nell'armadio della sua stanza.

“Sì”

“E tu hai rifiutato l'invito..”

“Sì Rose, è così”

L'altra ragazza sospira non contenta della risposta “Imelda” inizia mettendosi seduta su una sedia, e intrecciando le lunghe gambe “Quel ragazzo è perfetto, bellissimo! Ha un lavoro sicuro. Ed è-”

“Allora mettiti con lui”

La interrompe con un sorriso luminoso

“Imelda!” Grida gonfiando le guance

Mark è un amico. I suoi genitori e quelli di Imelda sì conoscono fin troppo bene. È il tipico ragazzo che non passa inosservato a Santa Cecilia. Alto, castano e fisicamente perfetto.

“Non fare la scema. Ti rendi conto che occasione stai-”

“Non mi interessa. E ora scusami devo uscire”

“Come scusa?”

“Ho un appuntamento”

Gli occhi di Rose sì spalancano e con uno sbuffo sì alza e mormora “Con chi? Hector?”

“Sì”

“Ma ne sei sicura? Mark è decisamente-”

“Basta parlare di lui” esclama allora la ragazza infilandosi un bellissimo vestito.

“Immagino che tu sappia quello che fai.”

“Certo”

dice sicura sistemandosi uno stivaletto nero

“Ci vediamo domani?” Chiede poi legandosi i capelli con un nastro viola.

L'amica sorride guardandola

“Va bene”

basta litigare, mi amor

“TI ODIO!”

“Allora TI ODIO anch'io!”

Andavano avanti così da una buona mezz'ora.

Gridando e rincorrendosi per tutta casa

“NON VOGLIO PIÙ VEDERTI!”

Terminò Imelda sbattendo violentemente la porta della loro camera. Hector sì mise le mani tra i capelli, imprecando.

Strinse forte i pugni, tremando nervoso.

Appoggiò la testa contro la porta, sospirando cercando di calmare il battito cardiaco.

Imelda lo mandava fuori di testa, davvero

Era una vera testarda.

Quando fu abbastanza sicuro della propria voce, bussò con ritrovata decisione alla porta

“Vattene, ho detto che non voglio vederti!”

“Ma io voglio vedere TE! Quindi apri la porta..”

“NO!”

“Ti prego, apri!”

“Ti ho detto di NO! VATTENE! SEI SORDO?!”

“IMELDA ! APRI LA PORTA OPPURE LA BUTTO GIÙ!”

La ragazza sussultò mordendosi il labbro inferiore, torturandosi le esili mani.

Furiosa e agitata aprì la porta a fronteggiarlo

“CHE COSA VUOI?! Quante volte devo allontanarti?!” gridò

Hector, vicinissimo, la guardò dritta negli occhi castani

“Lo sai, mi mandi fuori di testa. Vuoi avere sempre ragione” Iniziò fissandola intensamente

Imelda incrociò le braccia al petto, voltando la testa da un lato

“Vattene”

“Dimmelo guardandomi” per tutta risposta la ragazza sì voltò di schiena ed Hector l'affiancò deciso, facendola ruotare verso di sé con un movimento veloce. La prese per un braccio avvicinandola maggiormente a sé , guadagnandosi un ceffone in pieno viso, che lo fece sospirare esasperato

“Lasciami andare!”

“Guardami Imelda”

Le disse avvicinandosi. Lei, con il viso abbassato mormorò qualcosa che lui non riuscì a cogliere, prima di spingerlo senza troppa convinzione ad allontanarsi.

Hector mise svelto e deciso un braccio intorno alla sua schiena, facendola cozzare contro di lui. Senza poterselo impedire la cantante arrossì, nascondendosi nell'incavo del suo collo.

“Sei TU a mandarmi fuori di testa, Hector” mormora strofinandosi piano gli occhi con la mano libera.

Il musicista abbozzò un sorriso, mentre il profumo di lei gli inondava le narici.

Imelda aveva un profumo inebriante, buonissimo. E in momenti come quello, quando era così tanto vicina a lui da poter distinguere distintamente il battito del suo cuore, lo avvolgeva con una forza infinita.

Le baciò i capelli neri prendendola in braccio di slancio ed arrivare al letto, dove sì sedette tenendola tra le braccia, quasi fosse un qualcosa di estremamente prezioso.

Ed in effetti, lo era.

Poco dopo anche Imelda sì ritrovò a sorridere senza un apparente motivo, accoccolandosi meglio contro di lui.

Contro il suo corpo caldo.

Lo sentì intrecciare la mano sinistra con la sua. Le due fedi nuziali, ora unite e ben visibili, mandarono un luccichio ed una sensazione di appartenenza nel cuore di entrambi.

Forse, fu proprio quella visione, unita alla vicinanza dei loro cuori a scuotere Imelda.

“Non volevo chiuderti la porta in faccia, Hector..”

“Però l'hai fatto..”

“Mi dispiace..”

“Vuoi anche avere sempre ragione..”

ribeccò subito lui, rafforzando però la stretta. Non voleva lasciarla andare.

“Non è vero... mi hai fatta arrabbiare ...e mi hai mentito...”

“Mi hai preso a schiaffi, mi amor..”

“Non volevo fare neanche quello...”

“Hai detto di odiarmi... E mi hai allontanato da te quando ho cercato di-”

“Non volevo allontanarti, non .. io-”

“Ed ora mi vuoi?”

“Sempre”

Ora sì, poteva ammirarla arrossire e stringerla ancora più forte a sé

“Anch'io ti voglio sempre”

Imelda sorrise sincera, rivolgendogli uno sguardo carico di sentimento

“Non litighiamo più”

Hector strinse ancora forte la mano della ragazza nella sua, ricordando le promesse fatte quel giorno.

L'amava più della sua vita.

“Sono d'accordo. Basta litigare, mi amor” mormora deciso

Sì sporge poi in avanti arrivando a baciarla, e facendola cadere sotto di lui, intrappolandola contro il materasso, intrecciando la lingua alla sua, in un bacio denso, passionale, desiderato.

non avrei mai potuto dimenticarti

La terra delle anime ancora risplendeva nel buio della notte. Miguel era tornato a casa. Quel ragazzino pieno di passione e coraggio, che aveva cambiato tutti, chi più chi meno.

Imelda sospirò, poggiando i gomiti sul balcone di casa Rivera. Pepita, sempre rigorosamente al fianco della donna, sì leccò il pelo della zampa destra e scrollò le grandi ali scompigliandole i capelli neri e argento.

“Imelda..” riconobbe la voce all'istante, e sì voltò piano verso il musicista. Sospirò, e con un gesto della mano gli fece segno di avvicinarsi pure. Pepita lo guardò inclinando il capo, sì scostò quanto basta da Imelda, e passò dietro le spalle dello scheletro. Hector guardò curioso lo spirito, che senza troppe pretese gli diede un breve colpetto con il muso che lo fece finire contro Imelda.

Entrambi sarebbero senza dubbio arrossiti se solo avessero realmente potuto.

Poco dopo, con un ruggito sommesso, Pepita sì levò in volo sparendo alla loro vista.

Sì scambiarono entrambi una breve occhiata. Imelda fece per scostarsi, ma venne fermata prontamente da Hector che le sussurrò vicinissimo “Stai bene, mi amor?” Un brivido l'attraversa nel sentire nuovamente quel soprannome. Hector è di fronte a lei a pochi centimetri dal suo viso. Lo guarda decisa negli occhi castani “Sì, e tu?” mormora ricordando il rischio corso.

Lo scheletro annuì senza distogliere lo sguardo, e sorride. Cautamente, porta le braccia a stringere maggiormente la vita della moglie. Imelda abbassa gli occhi appoggiando d'istinto la testa contro il suo busto.

Rimangono per alcuni secondi così abbracciati l'uno all'altra.

Come a voler riempire quel vuoto che troppo a lungo era rimasto ignorato.

Tenendo stretta la sua amata, il ricordo del loro primo incontro in quella terra, invase la mente di Hector.

Sì erano ritrovati , e subito avevano preso a litigare.

E poi sì erano separati nuovamente.

Lui era dovuto tornare a casa, tra i dimenticati.

Sì erano poi rivisti, una manciata di volte, casualmente e di proposito – Hector non aveva mai davvero smesso di provare a spiegarsi, ostinato e innamorato – e lei l'aveva allontanato nuovamente.

Appoggia sempre con cautela la fronte contro quella di lei, che incredula spalanca gli occhi lucidi.

“Ti amo Imelda, e mi sei mancata tantissimo”

La sincerità di quelle parole la spiazza, facendola tremare contro il marito.

Hector sorride piano accorgendosene, e tentando la sorte sì sporge verso di lei, chinando la testa quel tanto che basta per far sì che le loro bocce sì scontrassero.

…....

Quando piano sì tira indietro e la guarda, lei sì stacca velocemente dal suo corpo, quasi fosse stata scottata. Stringe forte i pugni, portando le braccia al petto.

Tutto quel tempo passato a soffocare il ricordo di lui.

Ed ora sì ritrova ancora in balia di emozioni che aveva provato a dimenticare per sempre.

Hector sì avvicina ancora sorpreso, preoccupato ma deciso.

“Mi dispiace, Imelda. Non te lo ripeterò mai abbastanza, lo so io-”

“Anche tu”

Un brivido l'attraversa nel sentire nuovamente quella dolce voce

“Cosa?”

“Anche tu mi sei mancato, tantissimo”

E sì volta sentendo le lacrime agli occhi.

Come poche ore prima gli corre incontro abbracciandolo stretto, e lui la prende, la tiene stretta proprio come un tempo.

“Non avrei mai potuto dimenticarti”

sedurre

Con un movimento veloce afferra un cucchiaio, prende un po' di gelato e sì avvicina

“Dai assaggia” dice sorprendendola

Imelda in un primo momento arriccia il naso, poi apre automaticamente la bocca

“Ti piace?” chiede il ragazzo osservandola e lei annuisce

“Davvero buonissimo”

Lui sì avvicina ancora

“Posso?”

E senza aspettare una risposta, la bacia sulle labbra sottili con delicatezza.

In pochi secondi il bacio diviene più intimo e profondo.

Hector sorride contro le sue labbra posando una mano sul suo ginocchio, lentamente risale fino all'interno coscia e l'accarezza, ma non osa toccarla oltre.

“Ti piace molto stuzzicarmi vero?”

“Sì, è vero mi amor”

Le guance bruciano e il cuore accelera

“E poi, tu lo fai troppo spesso con me”

“Io non uso trucchetti per sedurti, Hector Rivera”

Uno nuovo bacio la raggiunge, diretto e passionale

“Non ne hai bisogno”

Acconsente mordendole il collo, lasciando che lei giochi con i suoi capelli.

resta

“Vuoi che resti con te?”

“Non ti ho detto di andartene”

Hector sorride accarezzandole una guancia

“Voglio restare con te” mormora facendola arrossire

“Tranquilla. Me ne starò buono sul divano”

Imelda lo spinge mordendosi il labbro inferiore

“Non provarci neppure”

Il suo è un ordine ed il ragazzo annuisce.

Sorride riavvicinandosi, le afferra il mento facendo scontrare prepotente le labbra alle sue. Imelda risponde al bacio con entusiasmo intrecciando le braccia dietro il suo collo.

“Resta” sussurra vicinissima. Avverte le mani del musicista sui fianchi, un fremito di felicità la invade e con un sorriso luminoso sì avvicina ancora di più premendosi contro di lui che la solleva poggiandola sul piano di lavoro in cucina

“Ti spoglierei qui” mormora avventandosi sulle sue labbra sottili

“Non è il caso che i miei fratelli ci vedano”

il tono è dolce, divertito, eccitato. Hector sospira contro il suo collo “Già, non è il caso”

E lei ride piano, spostandogli dolcemente la testa per guardarlo ancora negli occhi.

“Cosa c'è?” mormora baciandolo sulla fronte “Sembri deluso..”

“No, non sono deluso”

Imelda sospira piano, avvicinando le labbra al suo orecchio “Ti ho chiesto di restare, mi corazon, perché voglio passare del tempo con te. Ma da soli. Non voglio occhi o orecchie indiscrete e indesiderate” gli morde il lobo dell'orecchio piano, senza fargli male

“Voglio solo te”

Senza muoversi da quella posizione, il ragazzo la stringe più forte posando anche lui le labbra sull'orecchio dell'amata “Ay mi amor” vibra con quel tono di voce che ha il potere di farla fremere. Sì scosta poco dopo guardandola l'afferra per la vita, scontrando ancora le labbra alle sue. Imelda risponde all'istante al bacio.

In preda al desiderio, consumano baci roventi.

Imelda ancora poggiata sul piano della cucina, infila una mano sotto la camicia del musicista, e l'altra dentro i boxer, chiedendogli di più. Hector non sì fa pregare, la desidera, con scioltezza l'accarezza con la lingua e sollevandola passa svelto le mani sotto il suo vestito privandola dell'intimo. L'attira nuovamente su di lui, entrambi con il fiato corto sì guardano negli occhi, dopodiché ad un cenno di lei con un movimento sicuro, Hector la prende. Riesce a trattenere a stento un grido, intrecciando le braccia dietro il suo collo e le gambe intorno ai suoi fianchi.

Ritrovarsi a fare l'amore in cucina, non era proprio nei piani, ma entrambi avevano dimenticato il luogo o il resto del mondo, esistevano solo loro due.

“Voglio solo te”

Imelda sorride sentendo quelle parole, le stesse che lei stessa gli aveva mormorato poco prima.

buongiorno!

Imelda sorrideva con quel piccolo foglio di carta tra le mani.

Sì veste svelta ed esce di casa.

Pochi passi e due braccia la stringono da dietro.

“Buongiorno, mi amor”

“Buongiorno” Sì volta nel suo abbraccio, sventolando la lettera di fronte ai suoi occhi castani.

“Cosa devo fare con te?” mormora baciandolo sulla fronte.

Hector sorride fermandole piano il braccio con una mano

“Hai ricevuto la mia lettera vedo. Ti è piaciuta?”

“Sì, grazie”

“Sono contento. Ti andrebbe di passare la giornata con me?”

La domanda non la sorprende, aveva imparato a conoscerlo, annuisce divertita

“Fantastico! Ti porto a mangiare in un posto stupendo”

Le afferra la mano, stringendola forte.

Lo avevi promesso PAPÀ

Sì strofinò il nasino con il dorso della mano mentre le lacrime non accennarono a diminuire, rendendo quegli occhioni castani tremendamente lucidi.

Hector le accarezzò una guancia umida con delicatezza, avvertendo il proprio cuore stringersi.

“Mi hai mentito papà!” Grida nuovamente la piccola. E il musicista sussulta ancora sentendo quella vocina tanto dolce spezzata dal pianto.

“Lo so, mi dispiace” sussurra sapendo comunque che non sarebbe servito a calmare la sua bambina.

“Me lo avevi promesso!”

“Lo so”

“Hai detto che non mi avresti lasciata!”

“Lo so, ho fatto uno sbaglio”

Sorprendendolo, la bimba lo abbraccia nascondendo il visino dolce contro la sua spalla. Hector la stringe di riflesso.

La sua piccola Coco. Dolce e coraggiosa.

La luce della sua vita.

“Ero così triste, mi sei mancato”

“Mi sei mancata anche tu, piccola mia”

rivedendoti

Un battito, questo è stato. Anche se il suo cuore oramai non batteva più.

In quell'ufficio di fronte a lei, a pochi centimetri di distanza, l'uomo che nonostante tutto non aveva mai davvero dimenticato ed amato.

“Imelda..”

La sua voce, la colpisce ancora, mentre sì avvicina piano a lei.

È cambiato tutto e non è cambiato niente

“Hector” il tono di lei è duro, spezzato.

Indietreggia piano per ripristinare la distanza tra loro.

“Non toccarmi. Io.. Non voglio più vederti”

“Ti prego, lasciami spiegare io-”

“No, non voglio più vederti” ribatte decisa e con un tono che non ammette alcuna replica. Ed Hector lo comprende fin troppo bene, come una pugnalata al cuore.

Abbassa gli occhi castani, sentendoli bruciare.

Imelda gli passa vicino per raggiungere la porta, e quella sensazione di appartenenza che sempre aveva avvertito tra loro e per lei, lo invade. Ma dura un istante, solo per farsi ricordare, per fargli male nonostante sia morto.

Uno stato d'animo che conosce bene arriva, puntuale. Ed è la solitudine. Ancora più enfatizzata ora che sa che anche LEI è lì con lui in quella terra.

Ma non potrà mai più toccarla, abbracciarla come un tempo. Non potrà dirle che la ama moltissimo e che.. ha sbagliato tutto e vorrebbe solo potersi scusare.

Sì volta piano verso di lei, che evita il suo sguardo uscendo.

….....

Non sa con esattezza quanto tempo sia passato.

Ma eccola lì, a pochi metri da dove sì trova lui.

Sì avvicina nonostante conosca la sua sposa, e quindi quello che potrebbe accadere.

Ma non gli importa. Non ha più nulla da perdere.

“Imelda” la chiama lentamente, e lei sì volta spalancando sorpresa gli occhi. Un attimo dopo gli dà le spalle e sì allontana di corsa.

….....

“Ti prego”

“Quante volte ancora devo allontanarti, Hector!?”

I passanti sì voltano alle grida, anime curiose, serene che osservano entrambi senza avvicinarsi.

Alcuni scommettono che Imelda lo colpirà nuovamente con il suo stivaletto.

Altri che fuggirà di nuovo.

“Non farlo, mi amor, non allontanarti”

“Zitto! E non chiamarmi così!”

Grida scostandosi da lui e spingendolo.

“Imelda, mi dispiace”

“Mi hai lasciata sola con una bambina da crescere! Ed ora vorresti-”

“Mi dispiace è solo colpa mia”

“Vattene!”

….....

Pepita, il maestoso spirito guida lo guarda. Hector non osa muovere un solo osso incrociando però gli occhi lucidi a quelli severi di Imelda.

La donna scende lentamente dalla schiena dell'animale e sì ferma a pochi metri da lui.

Sì guardano, non sono altro che ossa, ombre oramai.

E soli nonostante tutto.

Vicini ma lontani.

“Io..”

Alza una mano nella sua direzione intimandogli il silenzio.

“Devi lasciarmi in pace Hector Rivera”

I suoi occhi fieri e orgogliosi sono più duri e tristi del solito. Il corpo trema appena.

Non ricorda di averla mai vista così.

Sostiene il suo sguardo “Lasciami solo spiegare, non ci vorrà molto, poi ti lascerò in pace”

“NO”

“Ti prego, con tutto il cuore”

“No, sparisci dalla mia vista. Quello che speri è IMPOSSIBILE”

Una parola decisamente troppo devastante per uno come lui.

Avverte un male nelle ossa che non credeva possibile e la guarda per quella che a lungo sarà l'ultima volta.

“Ay mi amor”

convivere

La casa era sottosopra. Alcuni scatoloni sparsi per le stanze, sedie ribaltate e vestiti sparpagliati alla rinfusa.

C'era davvero molto da fare, ma non importava ora che finalmente potevano vivere insieme.

Presi dell'euforia del momento, si erano fatti mille coccole ed in egual misura dispetti.

Sì rincorrono come due bambini, ridendo a crepapelle. Imelda arriva in camera scavalcando il letto

“Se ti prendo, mi amor... vedi cos-”

“Sempre se ci riesci, mi corazon!”

Ribatte riprendendo a scappare verso la sala da pranzo. Ma Hector l'afferra nel corridoio per la vita, premendola contro il muro e baciandola mentre la solleva. Il bacio è avventato, passionale e impetuoso. Lei lo ricambia all'istante afferrandolo per la camicia, strappandogliela dalle spalle. E lui velocemente le solleva la gonna.

Ad occhi chiusi sì baciano ancora e ancora.

Trasportati dalla passione, sì ritrovano a fare l'amore.

Geme Imelda inarcando la schiena contro la parete, e stringendo più forte le spalle del musicista le cui spinte sono sempre più profonde e decise. Hector apre gli occhi, incantato dalla sua figura, le bacia una guancia e poi le labbra appena socchiuse.

Sì sorridono stringendosi maggiormente l'una all'altro, avvertendo all'unisono quel calore intenso.

Sfiniti, restano immobili per qualche minuto, fronte contro fronte, condividendo il respiro lievemente accelerato come i loro cuori. Lentamente Hector la posa a terra, ma rimangono abbracciati.

…......

Con addosso una camicia bianca e i boxer neri, seduto sul loro letto Hector sorride “Mi scusi signorina Rivera, potrebbe ripetere?”

“Mi hai sentito” esclama dal bagno la ragazza

“No, affatto. Mi ha distratto poco fa e lo sa bene..”

Lei ride uscendo, allacciandosi un po' meglio l'accappatoio sì avvicina piano a lui mormorando divertita un ti amo vicinissima al suo orecchio. Senza abbandonare il sorriso Hector la stringe di riflesso attirandola maggiormente a sé, canticchiando una delle sue canzoni, mentre Imelda sì sistema meglio sul suo petto

“Sai che ricordo ancora tutta la tua insistenza, la tua tenacia quando suonavi sotto casa mia questa canzone”

Il ragazzo la guarda lasciandosi sfuggire una risata

“Io ricordo le tue scarpe e le tue secchiate d'acqua gelata! Ma rifarei tutto, per averti come ti ho adesso, fra le mie braccia”

Anche lei sorride, arrossendo appena, prima di baciarlo con forza sulle labbra sottili.

Noi tre

Imelda entra in casa, sbattendo forte la porta.

“Non ti sopporto!”

Grida voltandosi verso Hector

“Imelda, per favore, la bambina, non urlare, calmati-”

“La bambina sta' benissimo!”

Continua a gridare indicandosi il ventre oramai sporgente

“Anche lei è arrabbiata con te!” Puntualizza con cipiglio severo . Hector sorride avvicinandosi piano a lei, a loro

“Quindi avrà il tuo carattere, mi amor?”

“Forse. Così magari, saprà metterti in riga!”

“Sarà bellissima!”

“Sono ancora arrabbiata con te, mio caro e-”

Un movimento deciso della piccola la costringe a fermare a metà la minaccia, geme piano portandosi entrambe le mani sul ventre. Hector l'affianca in un attimo

“Imelda..”

“Sto bene. Sì è mossa, un calcio credo, ma va tutto bene” accompagna ogni parola con un sospiro. Poi avverte dolcemente la mano di Hector sulla sua, e la stringe di riflesso incontrando i suoi occhi sinceri

“Sto bene, davvero” dice sicura avvicinandosi maggiormente a lui

“Posso?”

Mormora il ragazzo e lei annuisce piano lasciando che le mani di lui accarezzino il pancione. La piccola sì muove nuovamente ed entrambi la sentono.

Hector solleva lo sguardo e avvicina piano la mano al viso di lei, sfiorandola e facendola sorridere appena “Lo sai... passo metà della mia vita a chiederti scusa. Ma sai, ne vale la pena, per il solo fatto di restarti accanto, vivere momenti come questo e per vedere il tuo viso quando mi perdoni”

“Cosa ti fa pensare che io ti-”

Come spesso accadeva tra loro, quel bacio appassionato spazza via tutta la rabbia ed Imelda ricambia intrecciando la mano con quella di lui ancora posata sul pancione.

gli occhi di un fratello

Adoro mia sorella, con tutto il cuore.

Nonostante quel suo carattere da testarda e orgogliosa.

Amo la sua voce, e quando canta riesce a trasformarci tutti.

Nonostante mi tremino le gambe quando invece sì arrabbia.

Non avrei mai pensato di vederla come la vedo ora: sposata e mamma.

Ha solo ventitré anni ed è così indipendente e sicura di sé.

La vedo sollevare tra le braccia la piccola Coco, e sorridere mentre le bacia una guancia.

Adoro mia nipote è la gioia della casa.

E sorrido nel vedere la felicità negli occhi castani di mia sorella quando incrociano quelli di mio cognato. Noto come sì osservino e cerchino con un'attenzione particolare.

Con un'intimità particolare.

Nonostante a volte sussulti nel vederli così sfacciati nelle loro dimostrazioni d'affetto.

Rispetto mia sorella e il coraggio che ha dimostrato nel fare le sue scelte.

E sarò sempre presente se e quando avrà bisogno di me.

Sono suo fratello.