Salvare quello che è rimasto di te

di _Lola99_
(/viewuser.php?uid=486532)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo/Gli ultimi tre anni... ***
Capitolo 2: *** Trovarla potrebbe non essere facile come tutti pensavano ***
Capitolo 3: *** Alla ricerca di risposte ***
Capitolo 4: *** Troppi anni rinchiusi in una sola scatola ***
Capitolo 5: *** Tutte le cosa non dette ***
Capitolo 6: *** Il rapimento non è la scelta migliore, ma in questo caso posso fare un'eccezione... ***
Capitolo 7: *** L'inizio di un racconto del passato ***
Capitolo 8: *** Dietro i felici e contenti di una storia ci possono essere ancora misteri da svelare ***
Capitolo 9: *** La magia ha un prezzo ***
Capitolo 10: *** Il momento in cui capisco di non riuscire a seguire il filo del discorso ***
Capitolo 11: *** Il ricordo di Lei non mi abbandonerà mai, neanche la morte potrà sbiadirlo! ***
Capitolo 12: *** Tutto finisce come tutto ricomincia ***
Capitolo 13: *** Los Angeles ***
Capitolo 14: *** Salvare quello che è rimasto di te ***
Capitolo 15: *** La paura nei suoi occhi ***
Capitolo 16: *** Chiacchiere Pomeridiane ***
Capitolo 17: *** Tu ***
Capitolo 18: *** Nuova casa, nuova vita... o almeno spero! ***
Capitolo 19: *** La realtà è diversa da come ce la immaginiamo ***
Capitolo 20: *** L'unico momento in cui io non sono la causa dei problemi ***
Capitolo 21: *** Dentro alla sua vita da Star ***
Capitolo 22: *** Quel momento in cui riesco ad appellarmi al mio autocontrollo ***
Capitolo 23: *** Londra ***
Capitolo 24: *** Everything ***
Capitolo 25: *** Il trio dei Miracoli ***
Capitolo 26: *** Il processo ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo/Gli ultimi tre anni... ***


Prologo


Cammino veloce lungo i vicoli di Londra…

Nonostante siano solo le cinque di pomeriggio una nebbia fitta circonda tutta la città creando una bolla di umidità.

Mi passo una mano tra i capelli ormai liberi da quella massa gelatinosa, che mio padre mi faceva mettere in testa da anni,  cercando di sistemarli in qualche modo.

Nonostante lei mi abbia mentito, ci tengo che  mi veda in salute anche se in realtà da quando ho scoperto la verità su di lei non faccio che passare le notti a pensare per quale motivo non mi ha detto nulla.

La consideravo ormai una di famiglia e nonostante i continui litigi pensavo di essermi conquistato la sua fiducia.

Poteva venire da me, parlarmene da persona matura, invece no, ha preferito nascondermelo e non dirmi nulla. Per due anni!

Entro in un locale poco affollato e mi siedo ad un tavolo.

Non la vedo da secoli e sono piuttosto agitato.

Ho dovuto cercare in ogni angolo della Scozia per trovarla e per contattarla. Non mi ha risposto per i primi due mesi, poi si è rassegnata e ha risposto. Mi ha detto che sarebbe stata a Londra qualche giorno per salutare la madre poi sarebbe ripartita.

Poteva incontrarmi solo un giorno ad una precisa ora, oggi, alle cinque in un locale minuscolo in pieno centro.

Mi deve molte spiegazioni…

Il suo aereo partirà tra due ore e io devo riuscire a farmi dire molte cose e in poco tempo.

In quel momento la campanella attaccata alla porta del locale suona.

Faccio un respiro profondo per calmare i nervi e alzo lo sguardo.

La vedo guardarsi intorno spaesata.

E’ cambiata tantissimo diventando ancora più bella, ma sembra stanca e non ha più quel sorriso solare che aveva una volta…

Mi vede.

Si avvicina e si siede al tavolo.

Non dice nulla, ha lo sguardo abbassato e continua a giocare con l’orlo del suo maglione.

Nessuno dei due parla per un paio di minuti. Probabilmente non sappiamo entrambi come  e da dove cominciare.

Alla fine perdo la pazienza.

- Sei arrivata alla fine…

- Come avevo promesso.

- Non ne avevo dubbi.

Lei alza lo sguardo e posa i suoi occhi sui miei gelandomi con lo sguardo.

- Ci credo che non avevi dubbi. Mi hai fatta seguire come se fossi un criminale. Non ti fidi più di me così tanto da pagare una persona per assicurarti che fossi venuta a parlare di una cosa che neanche ti riguarda?

- Lei mi riguarderà sempre. E’ mia!

A quelle parole lei si spazientisce e alza il tono della voce.

- Lei non è tua. Non è un’oggetto che puoi rompere ogni volta che vuoi e riaggiustarlo.

- Come avete potuto nascondere il fatto che ho una figlia??

Lei sospira e mi guarda con digusto.

- Ecco perchè, non sei pronto ad affrontare questa cosa, l’hai già fatta soffrire abbastanza. Esci dalla sua vita o rimanici definitivamente.

- Io voglio rimanerci, ma-

- Non è mentendoci che rimarrai nella sua vita e questo tu lo devi ancora capire.

Lei si alza e lascia una foto sul tavolino.

- E’ la bambina piccola sulla sinistra. Qui aveva tre giorni. E’ stata scattata in ospedale.

- Non c’è-

- E’ stata male per le successive due settimane. Sono stata io a prendermene cura.

- Senti...

- Ti ho detto quello che volevi sapere. Ora devo andare… E’ stato bello rivederti e non combinare più casini del genere.

- Aspetta...

Lei gira i tacchi e se ne va lasciandomi solo con una foto in mano e nessun luogo da cui partire per  trovare la mia  famiglia.

Osservo la foto e vedo una bimba che dorme beata  in una culla, tutto avvolta da un telo rosa  dal quale sbuca  un piccolo riccio biondo come la neve.  

Al polso un bracciale…

Purtroppo la foto non è una delle migliori per cui il nome non si legge.

Mi metto le mani tra i capelli.

Perchè l’ho fatto quel giorno tanto tempo fa?

Perché non sono andato da lei a supplicarla di perdonarmi?

Perché mi sono arreso così facilmente?




Capitolo 1: Gli ultimi tre anni...

 

Mi siedo stanco sulla sedia del mio ufficio.

Ho una valanga di scartoffie da leggere, firmare e rispedire una copia al compratore, ma oggi sono troppo stanco.

Mio padre dopo il ritorno del signore Oscuro ha lasciato tutto in mano ad agenti in modo che si occupassero delle imprese che appartengono alla famiglia Malfoy in modo da concentrarsi sui capricci di quell’uomo, se così lo si può definire.

Dopo la sua morte il tribunale ha permesso che io ne venissi in possesso a patto di cominciare dal basso come un comune apprendista.

In tre anni sono riuscito ad arrivare in cima e ottenere di nuovo la completa custodia dell’azienda di famiglia. Vendiamo pozioni già prodotte e imbottigliate, pronte per l’uso.

Il mondo magico inglese si è dovuto riprendere ed evolvere in fretta per stare al passo con il resto del mondo e noi grazie a quest’idea geniale di mia madre siamo una delle più importanti aziende di tutta l’Inghilterra magica.

Sospiro orgoglioso mentre mi alzo e mi metto il cappotto.

Molte cose sono cambiate…

Nella mia mente scorrono immagini, una dietro l’altra di seguito.

Gli anni di scuola con tutti i miei amici

Blaise è il mio vice, Theo lavora come ricercatore, Astoria si è trasferita in Scozia con suo marito mezzosangue, mentre Daphne ha voluto ricominciare da capo con tutto trasferendosi in Bulgaria con un giocatore di Quiddich che è più o meno due armadi messi insieme, ma l’importante che siano felici.

La mia famiglia.

Mio padre che purtroppo questa volta non ha potuto evitare il bacio dei dissennatori,  è morto due mesi dopo la guerra lasciandoci con un sorriso  in volto. Prima di morire mi ha detto che aveva vissuto una vita all’insegna della paura e sorrideva perché, senza il signore oscuro in giro, noi potevamo vivere in pace anche senza di lui.

Mia madre è stata forte dopo la morte di mio padre e si è concentrata su altro ovvero sull’arredare continuamente il Manor. Ogni mese decide di cambiare e adoro il modo in cui le brillano gli occhi quando lo fa. Anche se la malattia inizia a stancarla più del solito cerca sempre di non darlo a vedere e di continuare a sorridere.

Poi naturalmente c’è Denise, la mia fidanzata.

Francese, mezza Veela, purosangue, bionda con due occhi vispi color prato e molto intelligente. E’ una donna fantastica e anche una mia grande amica. Il nostro fidanzamento combinato era la seconda scelta dopo Astoria e visto che lei si è sposata con un altro, Denise è venuta a bussare alla mia porta con un contratto già firmato qualche anno fa da mio padre dicendo “Noi ci dovremo sposare?”. Era piuttosto scioccata come lo ero io, ma suo padre aspettava solo questo: un matrimonio con un potente inglese per cui mi sono fatto carico delle mie responsabilità e siamo diventati amici. A volte vorrei che mio padre non fosse stato così prudente da firmare persino due contratti matrimoniali affinchè io sposassi una purosangue.

Mia madre non fa altro che criticarla e discriminarla come se fosse babbana, ma non lo fa perchè lei non le piace. Se non ci fosse stata Lei, Denise sarebbe stata una candidata perfetta. Continua a ripetere di quanto io ero felice, di come mi illuminavo quando la vedevo e di quanto eravamo carini insieme, come se non lo sapessi.

Denise sa tutto della mia storia con Lei. Sa del diario, di Voldemort, di come ci siamo lasciati e dell’ultima volta che l’ho vista… Su quel ponte mentre mi pregava di restare.

Non potevo…

Ho fatto una promessa e io le mantengo sempre.

L’ho fatto per lei

Non meritava una vita con uno come me, di quelli che costruiscono un castello di carte e poi senza motivo lo distruggono.

Lei

Mi manca ogni giorno di più…

A volte non vorrei mai aver voltato le spalle al suo viso che mi supplicava di non abbandonarla proprio in quel momento.

Chissà dove è finita?

Nemmeno Potter sa più dove sia.

Dopo il processo contro Weasley il quale ha dovuto pagare qualche galeone  e se ne è lavato le mani, dove Potter ha testimoniato a suo favore facendole così perdere la causa, la ragazza se ne è andata dal tribunale e ha fatto le valige, andandosene via, senza un biglietto d’addio per i suoi amici. Semplicemente è scomparsa senza dire nulla

Tre anni… Solo tre anni che non la vedo e mi sembra un’eternità.

Denise sa quello che provo ancora per lei e lo accetta , capendo la mia situazione anche se penso che voglia che io cambi idea e che la guardi in un’altro modo oltre a quello con cui si guarda un’amica.

Sospiro ancora una volta e mi smaterilizzo lontano da tutto quel lavoro.

Appaio nell’ingresso del Manor e subito arriva un elfo che mi toglie il cappotto.

- Draco sei tornato tardi  come al solito.

Sorrido colpevole e do un bacio leggero alla mia ragazza.

- Perdonami cara.

Lei alza gli occhi al cielo. Odia quando faccio il tipico aristocratico marito. Dice che le ricordo troppo suo padre.

- Tua madre e io stiamo già cenando. Per favore salvami.

Rido ancora e la seguo nella sala da pranzo.

Mia madre vedendomi entrare sorride.

- Draco che bello che sei arrivato. Sembri stanco. Qualcosa non va?

Mi avvicino e la bacio su una guancia.

Lo so cosa vuole che io risponda.

“Sì, c’è qualcosa che non va. La mia fidanzata non è nulla in confronto ad Hermione Granger. Penso che andrò a cercarla per farmi perdonare come se non lo avessi fatto per un anno”

- Tutto bene, madre. Solo un po’ troppo lavoro, ma è normale.

- Bene, dopo ti devo parlare Draco. E’ importante.

- Okay madre.

Ci sediamo a tavola a mangiare mentre Denise mi racconta cosa ha fatto oggi al lavoro. E’ una pasticcera. Ha un piccolo negozio a Diagon Alley, ha aperto da poco e gli affari vanno bene.

Dopo cena lei va a fare i suoi esperimenti dolciari in cucina insieme agli elfi che cercano in qualche modo di stare dietro a quella furia bionda, mentre io e mie madre ci accomodiamo in salotto.

Sembra molto preoccupata e ciò comincia a farmi agitare un pochino. Lei si siede e sospira.

- Draco, è arrivata questa oggi pomeriggio. Mi hanno chiesto di dartela personalmente. Io non l’ho letta, ma ho un bruttissimo presentimento e lo sai che io non sbaglio mai.

Dalla veste tira fuori una busta gialla con il bollo del ministero sopra.

- Cosa vorranno mai ancora da noi quelli del ministero? Non abbiamo fatto nulla di male.

- Non lo so Draco. Me l’ha consegnata un Auror di persona e mi ha chiesto espressamente di consegnartela il prima possibile.

Osservo la busta e noto che oltre alla scritta in rosso urgente c’è anche scritto il settore da dove proviene la lettera.

- Perchè il ministro vorrebbe vedermi?

- Aprila.

Annuisco e la apro con mano tremante.

L’ultima volta che è successo è stato per annunciarci che mio padre avrebbe ricevuto il bacio del dissennatore e non è stata proprio una bella notizia.

Estraggo la lettera dalla busta e faccio un respiro profondo prima di cominciare a leggerla.

 

Caro signor Draco Lucius Malfoy,

è stata richiesta la sua presenza nell’ufficio del ministro domani mattina alle ore nove.  Riguarda una sua vecchia conoscenza e il capo del dipartimanto degli Auror è convinto che voi siate l’unica persona in grado di aiutarci in questa missione.

Ci scusiamo per essere così misteriosi, ma preferiamo parlarvene di persona per motivi di sicurezza.

Per questioni di vitale importanza, lei deve essere puntuale.

Cordiali saluti

Sharkebolt Kingsley

Ministro della Magia

 

Alzo gli occhi confuso.

- E allora? Cosa vogliono?

- Vogliono vedermi. Questioni di vitale importanza.

- Per cosa?

- Non c’è scritto. Per questioni di sicurezza preferiscono vedermi di persona.

Mia madre annuisce e fa un respiro profondo prima di alzare lo sguardo e guardarmi fisso.

- Draco, non voglio altri problemi. Dopo tuo padre, non voglio più sentire parlare di missioni segrete e misteriose lontano da qui okay?

- Certo, mamma. Non ti preoccupare...

Lei si avvicina e mi prende le spalle con le mani.

- Sii prudente mi raccomando. Quelle lettere non portano nulla di buono.

- Okay, mamma.

Lei sorride ed esce dalla stanza lasciandomi solo.

Rileggo un’altra volta la lettera cercando di immaginare cosa vogliano da me. All’improvviso un piccolo scoppio.

Afferro la bacchetta in un attimo e la punto contro la figura apparsa davanti a me.

- Sai, Potter c’è anche la porta…

- Lo so, ma mi sembrava un’entrata più appariscente, inoltre nessuno sa che sono qui.

Metto via la bacchetta rimanendo comunque attento ad ogni mossa che fa.

- Cosa vuoi da me, Potter? E’ già stata una serata movimentata senza che ti ci metti anche tu a renderla tale.

- Hai ricevuto la lettera?

- Sì, appena letta. Perché?

- Si tratta di Hermione




Okay, doppio aggiornamento oggi.
L'epilogo della storia precedente e il primo capitolo di questa.
Come avrete capito il prologo è situato nel futuro, non ho dato molti dettagli ma quelli che ci sono sono abbastanza scioccanti. La storia si svolge tre anni dopo la battaglia di Hogwarts ed è raccontata questa volta dal punto di vista di Draco. Spero di avervi incuriosito!
Purtroppo non ho molti capitoli pronti per cui dovreste aspettare un po' prima di leggere il secondo capitolo così che io,  dopo aver affrontato con coraggio le verifiche e interrogazioni di fine quadrimestre fissate a valangate rovinando la mia vita sociale riducendola al minimo stretto necessario ovvero "Ciao" alle persone che conosco, possa scrivere qualche capitolo di  margine, poi riprenderò a postare come sempre ogni due sabati. Detto questo, piccolo spoiler per il prossimo capitolo:


- Che significa che non la trovate? Avrà uno di quei aggeggi babbani che servono per comunicare in fretta. Sarà da qualche parte, avrà lasciato qualcosa che possa condurci a lei
- Non è facile Malfoy, è scomparsa nel nulla dopo il processo. Nessuno sa dove si trovi, nè cosa faccia per vivere. Hermione Granger , secondo i dati del ministero, abita a Londra, ma quando siamo andato là, la proprietaria, sotto veritaserum, ci ha detto che lei non conosce nessuna  Hermione Granger


Spero che vi piaccia!
Un bacione
Lola

P.S. Continuo la mia campagna a favore di più recensioni per gli autori :D

       "Con una recensione salvi un autore dalla depressione"

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Trovarla potrebbe non essere facile come tutti pensavano ***


Capitolo 2: Trovarla potrebbe non essere facile come tutti pensavano

 

Cammino senza fermarmi e senza dare ascolto a nessuno verso l’ufficio del ministro. Sono quasi le nove e non posso tardare neanche un minuto.

Dopo che Potter mi ha detto di Hermione non sono riuscito a pensare ad altro. Mi ha detto che la stanno cercando ovunque in tutto il mondo e che presto la troveranno. Non può essersene andata così…

Ci deve essere qualcosa che agli Auror è sfuggito, qualcosa che non hanno notato.

Entro nell’ascensore e premo il pulsante che mi porterà direttamente dal ministro.

Poi cosa vogliono da me? Che la convinca a tornare?

Stanno sbagliando persona perché se anche la trovassimo credo che io sia l’ultima persona che lei vuole vedere in questo momento.

Tutti questi pensieri e domande mi sono ronzate in testa per tutta la notte impedendomi di dormire.

Ho un aspetto cadaverico e nemmeno gli incantesimi per nascondere le profonde e violacee occhiaie sono serviti a qualcosa, ma in questo momento non mi importa. Devo trovare Hermione, devo fare qualcosa…

Arrivo davanti alla porta e senza pensarci un attimo busso.

Una voce maschile all’interno mi dice di entrare.

La prima cosa che noto è Potter seduto in una delle due poltrone di fronte al ministro, poi vedo la faccia di Kingsley e da lì capisco che quello che mi ha anticipato Potter ieri ha delle radici più profonde di quanto pensassi.

- Benvenuto signor Malfoy. E’ un uomo molto puntuale. Sono le nove spaccate…

- Semplicemente, ministro, l’argomento di cui parleremo mi sta molto a cuore.

Dire che Hermione mi sta “molto a cuore “ è minimizzare la realtà e non posso fare a meno di ghignare solo pensandoci.

- Prego, si sieda.

Accetto l’invito e mi accomodo di fianco a Potter.

- Signor Malfoy l’abbiamo convocata qui a causa di alcune notizie che un mangiamorte appena catturato e interrogato si è fatto sfuggire e come ha intuito si tratta della signorina Granger.

Il ministro fa un respiro profondo e apponggiando i gomiti alla scrivania ricomincia a parlare con un tono molto serio.

- Il mangiamorte ha parlato di una vendetta contro una traditrice doppio-giochista. Come lei sa, molte informazioni sugli spostamenti del ormai defunto signore Oscuro ci sono state rivelate dalla signorina Granger e  lei ha vissuto con i mangiamorte per quasi tre mesi. Si può dire che fosse una delle migliori infiltrate dell’Ordine all’insaputa di tutti e quando ha rivelato il motivo per cui era veramente lì, ovvero lei signor Malfoy, è riuscita a scappare dal Manor senza grossi problemi. Noi pensiamo che i mangiamorte vogliano vendicarsi su di lei credendola colpevole della disfatta del loro Signore e anche per il fatto che lei non sia morta durante la battaglia finale ad Hogwarts come, secondo loro, meritava.

- Scusi ministro, ma non riesco a capire dove vuole arrivare?

Lui sospira e guarda per un secondo Potter, poi torna a guardarmi.

- Dobbiamo proteggere la signorina Granger. Non possiamo permettere altre vittime per mano dei mangiamorte. Inoltre è l’eroina del mondo magico...

Faccio un respiro profondo e appoggio la schiena contro lo schienale della sedia cercando di metabolizzare tutte quelle informazioni.

- Quindo cosa intendete fare?

Potter si alza e comincia a camminare avanti e indietro per l’ufficio del ministro.

- Proteggerla con Auror a sua disposizione 24 ore su 24 e-

- Non accetterà mai, Potter. E’ troppo orgogliosa.

- E’ quello che ho detto anche io al ministro. Inoltre c’è un’altro problema, noi…

- Non riusciamo a trovarla.

Interviene il ministro finendo la frase di Potter.

- In che senso non la trovate, Potter? Ieri mi avevi detto che hai contattato tutti i ministeri della magia presenti al mondo per vedere dove è Hermione.

- L’ho fatto, ma non è presente in nessuno stato conosciuto e sconosciuto. Ho provato anche a controllare nel mondo babbano, ma nessuna Hermione Granger.

- Non può essere sparita nel nulla.

- Dopo il processo contro Ron nessuno l’ha più vista, nemmeno sua madre a quanto ci dice.

- Era sotto Veritaserum?

- No, ma non credo che-

Mi alzo di scatto e guardo Potter seccato come se non fosse anche colpa mia se ci troviamo in questa situazione.

 - Sua madre potrebbe mentire al riguardo se la figlia più piccola le ha detto espressamente che è in pericolo e non deve essere trovata da nessuno. E’ una donna che ha perso una figlia e il marito. Farebbe di tutto per Hermione.

Potter rimane basito per qualche secondo poi ricomincia a camminare nervoso.

- Ti ha parlato di Haley?

Annuisco e faccio finta di non notare la sua faccia sconvolta e sorpresa.

- Avrete un indirizzo di dove abita a Londra, no? Non può essere scomparsa nel nulla. Non ci sono quegli aggeggi babbani in grado di chiamarla. Ci deve essere qualcosa che possa condurci a lei

- Non è così facile Malfoy. Non sappiamo dove sia o cosa faccia per vivere.

Mi metto le mani tra i capelli e crollo di nuovo sulla poltrona.

Come è possibile che sia scomparsa nel nulla?

Qualcuno deve averla vista e deve pur averla aiutata a fuggire…

Una persona non può scomparire da un giorno all’altro.

- I mangiamorte non si fermeranno davanti a nulla. La vogliono morta e dobbiamo trovarla prima di loro.

Alzo lo sguardo verso il ministro e mi rimetto composto guardandolo dritto negli occhi.

- Cosa centro io però in tutto questo? Io ed Hermione non stiamo più insieme. Non starete pensando che centri qualcosa?

- No ovviamente no signor Malfoy. Però ci servono alcune informazioni da lei.

- Chiedetemi pure.

Potter si siede di nuovo sulla sua sedia e dopo avermi fissato per qualche secondo si decide a parlare.

- L’ultima volta che hai visto Hermione?

- Tre anni fa. Durante la battaglia di Hogwarts. Non l’ho più sentita ne vista da allora.

- Ha mai parlato di trasferirsi in qualche posto particolare?

- No

- Hai avuto contatti con gli altri mangiamorte dopo la guerra?

- Potter perché dovrei complottare contro una parte fondamentale della mia vita?

- Non lo so, questo me lo devi dire tu...

Alzare il tono della voce nel sentire questa risposta mi viene naturale. Come osa parlarmi in questo modo pur sapendo quanto amavo Hermione? Si è dimenticato tutte le volte che l’ho portata in salvo durante quel periodo buio del mondo magico?

- Potter, non torcerei un capello ad Hermione. Non le farei mai del male. La voglio al sicuro più di quanto lo voglia tu.

- E’ proprio questo che volevamo sapere signor Malfoy.

Mi giro verso Kingsley guardandolo con uno sguardo interrogativo

- Cosa?

- Questo incarico lo avevo affidato al signor Potter. Come capo Auror è il suo compito cercare di fermare forze oscure all’interno del mondo magico. Questo è un caso che rientra perfettamente nei suoi incarichi.

- E quindi?

- Solo che il signor Potter ha rifiutato l’incarico.

Vedo lo Sfregiato abbassare lo sguardo e concentrarsi su un punto indefinito sulla scrivania di Kingsley.

- Perché non vuoi questo incarico?

Potter sospira e si avvicina alla finestra.

- Io ed Hermione non ci siamo lasciati in buoni rapporti. Dopo il processo di Ron abbiamo avuto un litigio molto pesante e sono sicuro che se venisse a sapere che la sto cercando si nasconderebbe ancora di più…

- Sveglia Potter! Pensi che se la cercassi io sarebbe meglio? Ti voglio ricordare che l’ultima volta che l’ho vista stavo scappando da un guerra che non volevo affrontare mentre lei era sola senza nessuno. Direi che entrambi siamo allo stesso livello di bastardaggine.

Lui si gira verso di me seccato.

- Ma con te è diversa! Inoltre se lo faccio io, tutti lo verranno a sapere. Sono il capo degli Auror e i giornalisti lo verrebbero a sapere in un modo o nell’altro. Se lo fai tu per i fatti tuoi non ci saranno problemi.

- E questo che mi state chiedendo? Di trovarla e proteggerla?

- Esatto Malfoy. Tu sei l’unico che ha la minima possibilità di trovarla prima che sia troppo tardi.

Nel sentire quelle parole, rabbrividisco. Lei non può morire, non deve morire…

- Okay, ma come faccio? Non ho nè esperienza nè nulla da cui partire.

- Lo sappiamo, infatti lei avrà accesso a qualsiasi dato presente nell’archivio del ministero e se avrà bisogno, anche un intero dipartimento di Auror a sua disposizione.

Sospiro.

Subito la sia immagine mi appare in mente. i suoi occhi grandi color oro, i suoi capelli ricci color cioccolato, le sue labbra, il suo sorriso…

Il mio cuore può fare a meno di sussultare pensando a lei.

E’ incredibile l’influenza che ha ancora su di me quella donna dopo tutti questi anni…

- Okay, accetto l’incarico.

- Mi raccomando ci aggiorni sempre. Qualunque cosa scopra.

- Sarà fatto, ministro.

Mi alzo e esco da quella stanza infernale smaterilizzandomi direttamente nel mio ufficio.

Appena mi siedo sulla mia amata sedia girevole, la porta si apre.

Blaise ormai entra senza neanche bussare.

- Draco finalmente sei tornato, come è andata al ministero?

Migliaia di domande ruotano dentro la mia testa.

Sono confuso.

Ci sono mille punti da dove partire: gli amici, i conoscenti, i luoghi pubblici, l’archivio.

Devo mettere ordine nella mia testa se voglio tirare fuori un risultato.

- Blaise ho bisogno dell’elenco delle ultime spese addebbitate sulla carta di Hermione e dei posti in cui è stata vista entrare: bar, appartamenti, ospedali, negozi, biblioteche… Tutto negli ultimi tre anni.

- Cosa stai dicendo Draco?

Sospiro e mi metto le mani tra i capelli.

- Hermione è minacciata da un gruppo di mangiamorte rimasti libertà. Dobbiamo trovarla prima che lo facciano loro.

Blaise annuisce e  mi mette una mano sulla spalla capendo che sono evidentemente scosso.

- La troveremo vedrai…

- Lo spero Blaise, mi sento responsabile di tutto questo.

Lui sospira e si siede di fronte a me  dall’altra parte della scrivania.

- Draco quando si parla di lei hai sempre l’istinto di darti la colpa per tutto. Non è colpa tua.

- Sì, lo è. Dovevo tornare indietro, quel giorno, e starle accanto come qualunque persona sana di mente avrebbe fatto.

- Hai fatto una promessa ad un uomo che le voleva bene quanto te. E l’hai mantenuta uscendo dalla sua vita.

- Sì, ma questo non placa i miei sensi di colpa che continuano a bombardarmi la testa. Lei pensa che me ne sia andato perché non la volevo nella mia vita.

- Quando la troveremo potrai diglielo in faccia.

Si alza e si avvia verso la porta.

- Io vado a fare quelle ricerche. Tu che farai intanto?

- Devo andare a incontrare una persona…


Tre anni che non venivo qui… Quasi mi meraviglio che sia ancora tutto come lo avevamo lasciato. Quasi mi sembra di vedere Hermione con il suo vestito della domenica mentre facciamo colazione con suo padre e sua madre… Con Rosa che ci serviva le frittelle e  il sole che scaldava la stanza. Tutto come tre anni fa con l’unica differenza che Hermione non c’è.

Busso all’enorme portone e nel giro di pochi secondi una signora più o meno sui cinquant’ anni mi apre.

- Qué deseas? (Cosa vuoi?)

- Salve Rosa, potrei vedere la signora Granger?

Lei mi guarda indecisa se farmi entrare o sbattermi la porta in faccia.

Non le sono mai piaciuto e credo che non le piacerò mai.

Sospira e mi fa un lieve cenno di seguirla con la testa.

Entro nella casa enorme della famiglia Granger e noto che sembra disabitata.

Alcuni mobili sono coperti da bianche lenzuola e le tende sono tirate in modo da non far passare la luce.

Sui maestosi mobili di legno c’è un lieve strato di polvere come se questa casa fosse completamente abbandonata.

Rosa mi accompagna fino alla sala del thè e lì vedo una figura minuta seduta su una poltrona avvolta con una coperta che fissa il nulla fuori dalla finestra.

- Señora , hay una visita a ella. (Signora, ha una visita.)

- Quién es? (chi è?)

- Draco Malfoy


Okay, prima che cominciate a prendermi a calci per tutto il tempo che vi ho fatto aspettare , voglio assumere un avvocato e compilare il mio testamento.
Vi chiedo umilmente perdono per aver aspettato un mese dall'ultimo aggiornamento, ma tra la scuola, la malattia e  la poca vita sociale che ho sono riuscita a scrivere veramente poco.
Sono arrivata al quarto capitolo completo e devo dire che la storia mi piace tanto (sì, mi faccio i complimenti da sola) e spero che piacerà anche a voi.
Bene, ora potete cominciare con gli insulti...
...
...
...
*tre ore dopo*
Ora che avete finito, e credo di essere tutta intera.... credo... Vi chiedo: cosa ne pensate del capitolo?
Non ci sono molte novità se non una breve spiegazione su che cosa tratterà la prima parte della storia che a me piace chiamare il "Pre-mione"
Draco è un po' sconvolto dalla scomparsa di Hermione, ma sembra determinato a trovarla.
Forse la cosa che amo di più di questo capitolo è il ritorno della cameriera più amata dal popolo: ROSA! Personalmente adoro il modo in cui tratta Draco, come se si stesse trattenendo dal farlo secco. ogni volta che lo vede.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Ringrazio tutte le persone che hanno accolto questa storia in un modo spettacolare.
Sul serio con tutte quelle recensioni mi avete salvato dalla depressione post-aggiornamento, quel momento dove tutte le scrittrici aspettano che ,come gli imperatori romani facevano con i gladiatori (sì,  ho visto il gladiatore da poco), i lettori gli diano un segnale dall'alto che gli dica se il capitolo è piaciuto o no. Scusatemi per le mie metafore pessime...
Comunque... GRAZIE MILLE!
Ecco lo spoiler per queste due settimane che ci attendono:

 

- L’ultima volta che l’ho vista è stato un mese dopo la guerra alla vostra scuola per maghi. Finalmente i vostri poliziotti mi hanno trovata in uno di quei covi, mi hanno portato da lei e …

- E?

- Ed era distrutta. Fisicamente e psicologicamente. Non parlava. Mangiava e beveva pochissimo. Sembrava un fantasma.

Spero di avervi incuriosito e di avervi convinto a seguire ancora questa storia.
Un bacione
la vostra malridotta dallo stress
Lola

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Alla ricerca di risposte ***


Capitolo 3: Alla ricerca di risposte

 

Lei si gira e punta i suoi occhi color azzurro spento su di me.

Una paura mi avvolge facendomi rabbrividire.

- Dov’è mia figlia Draco?

Rimango sconvolto da questa domanda a cui nemmeno io so rispondere.

Lei mi guarda fisso, seria come se si aspettasse davvero una risposta dall’uomo che l’ha abbandonata.

Vedendo il mio sguardo confuso, lei sorride rassegnata e torna a fissare un punto impreciso fuori dalla finestra.

- E’ un piacere rivederla, signora Granger.

- Purtroppo, Draco non posso dire lo stesso. Per quanto tu mi piaccia come persona il fatto che tu sia qui non è un buon segno. Prego siediti.

Titubante mi avvicino alla sedia di fronte a lei e mi siedo.

- Cosa vuoi Draco?

- Ho bisogno di alcune informazioni su Hermione…

- Capisco, ma non saprei proprio come aiutarti con quello che so.

- Ha visto Hermione negli ultimi tempi?

- No

- Le ha telefonato, mandato una lettera o una cartolina?

- Non la vedo ne ho notizie da lei da più o meno tre anni.

Tutto coincide con quello che mi ha detto Potter eppure sento che lui ha tralasciato qualcosa.

- L’ultima volta che lei l’ha vista?

- Il giorno del processo contro l’altro suo amico rosso, quello che ha ucciso il mio Richard. Sai mi manca moltissimo…

- Era un grande uomo.

Lei scoppia a ridere e io la guardo confuso.

- Perché ora sta ridendo?

- Perché è strano che sia proprio tu a dirlo dopo tutto quello che ha fatto e il modo in cui ti ha trattato.

- Voleva solo proteggere sua figlia, giustamente.

- Non solo quello, era consapevole di quanto Hermione ti amasse ed era un po’ geloso di te.

Non posso fare a meno di sorridere nel sentire queste parole. Lei stacca lo sguardo dalla finestra e si gira a guardarmi.

- La prima volta che l’ho vista è stato un mese dopo la guerra alla vostra scuola per maghi. Finalmente i vostri poliziotti mi hanno trovata in uno di quei covi, mi hanno portato da lei e …

- E?

- Ed era distrutta. Fisicamente e psicologicamente. Non parlava. Mangiava e beveva pochissimo. Sembrava un fantasma. Dopo giorni è riuscita a parlarmi della morte di Richard, ma niente su di te. Gliel’ho chiesto più volte su dove tu fossi finito, ma la sua reazione era quella di chiudersi a riccio e non parlare. Ho capito molte settimane dopo quello che tu avevi fatto da quel simpatico ragazzo occhialuto con una strana cicatrice in fronte. Me lo ha detto al funerale di Richard, ho provato a chiamarla al telefono, ma Hermione se ne era già andata, sparita. Non ha nemmeno partecipato al funerale.

Nel sentire queste parole un’ondata di sensi di colpa mi investe. Lei stava così male per colpa mia? Per quello che le avevo causato?

La signora Granger si alza e si avvicina guardandomi fisso negli occhi.

- Ti prego riporta mia figlia a casa. E’ l’unica che mi è rimasta…

Mi alzo per poterla guardare meglio negli occhi.

- Signora, farò tutto il possibile.

- Sei un bravo ragazzo Draco Malfoy e so che amavi mia figlia moltissimo, per cui non sentirti in colpa per averla lasciata perché io so che c’è un motivo più grande o non lo avresti fatto.

Le sorrido e lei ricambia sedendosi.

La guardo meglio, osservando attentamente il suo viso pallido e il corpo trascurato. Assomiglia molto ad Hermione eppure non riesco ad immaginarmela ridotta così, lei è combattiva non si sarebbe mai lasciata andare. Si sarebbe rialzata in piedi dimostrando a tutti che lei ce la può fare anche da sola.

In quel momento un ricordo attraversa la mia mente.

- Signora Granger non sono qui solo per chiederle di Hermione, ma anche per dirle che le ultime parole del signor Granger. Mi ha detto  che l’amava tanto e che lei ed Hermione eravate tutta la sua vita.

- Lo so Draco, lo so… E penso che il motivo per cui hai fatto quello che hai fatto quel giorno centrino in qualche modo con queste ultime parole, giusto?

Spalanco la bocca stupito e lei sorride di nuovo.

- Tranquillo, Draco, lei al momento giusto capirà e ti perdonerà.

- Lo spero signora Granger. E’ stato bello rivederla…

- Anche per me, ragazzo.  Acompaña a nuestro invitado en la puerta, Rosa

- Claro , señora

- Arrivederci signora Granger

Lei mi sorride e fa un breve cenno con la testa.

- Arrivederci signor Malfoy

Rosa mi accompagna alla porta e prima di sbattermela in faccia come avrebbe sempre voluto fare mi da in mano un sacchetto di carta.

Mi guarda dritto negli occhi seria.

- Appena incontrare Hermione, dalle questi galletas.

- Certo, Rosa.

Lei annuisce e chiude la porta.

Lentamente esco dal cancello e mi smaterilizzo.

Apro gli occhi e sono di nuovo a casa.

Entro e il silenzio più totale mi avvolge senza indugi.

Denise deve essere andata al lavoro, e la mamma a riposarsi un po’ dopo il pranzo.

Appoggio con un movimento svogliato il piccolo fagotto ripieno di biscotti sul tavolo e mi preparo qualcosa di alcolico da bere. Ne ho bisogno per riuscire a togliere l’enorme peso che ho sul cuore.

Io sto per sposare Denise eppure dalla mia testa Hermione non si è ancora decisa ad andarsene.

Vado nella mia stanza e mi siedo sulla poltrona vicino alla libreria colma di libri e scartoffie varie.

Comincio a bere il mio drink fregandomene dell’orario. Mi sembra di essere tornato a tre anni fa, dopo la guerra durante il mio periodo buio come lo definisce mia madre.

Bevevo in continuazione a causa dei sensi di colpa, a malapena riuscivo a stare in piedi. Molte volte non mi alzavo nemmeno dal letto. Rimanevo steso a fissare il soffitto provando a pensare a tutti i possibili scenari della fine della guerra dove lei era sempre la protagonista.

Mai avrei pensato che potesse lasciarsi andare, insomma lei è Hermione Granger e mi risulta davvero difficile credere che lei si sia semplicemente arresa e che abbia abbandonato tutto e tutti.

Senza neanche accorgermene mi ritrovo davanti al cassetto del mio comodino chiuso da una chiave.

Un moto di nostalgia mi attraversa rendendomi ansioso di rivederla ancora una volta, anche solo in foto.

Comincio a cercare disperatamente il libro di scuola di Rune Antiche e appena lo trovo comincio a sfogliare le pagine come un pazzo finchè non raggiungo la pagina con le parole che fanno aprire il cassetto. Appena le pronuncio ad alta voce sento un piccolo rumore. Il cassetto è aperto e devo ammettere a me stesso che questo era uno dei migliori modo di nascondere a mio padre la mia cotta per una mezzosangue per di più amica di Potter.

Faccio un respiro profondo mentre cerco di calmare il mio povero cuore che sta battendo come se non ci fosse un domani e con mano tremante apro il cassetto.

Subito migliaia di ricordi legati a lei attraversano la mia mente invadendola.

Lentamente prendo il piccolo mucchio di foto nell’angolo e comincio a guardarle.

Lei che scende le scale con una strana berretta in testa e tutta avvolta da un cappotto rosso e la sciarpa Grifondoro, lei che studia in biblioteca… quasi non si vede il suo volto da quante pile di libri la circondano. Non riesco a trattenere un sorriso nel rivedere queste scene.

Mio padre si è chiesto per mesi perché io volessi con così tanta insistenza una macchina fotografica facendo una valanga di ipotesi, anche le più improbabili ed non è comunque riuscito ad avvicinarsi al vero motivo.

Finito di sfogliarle mi accorgo che manca la mia preferita, quella scattata il giorno della vigilia di Natale da mia madre. Comincio a frugare nel cassetto, ma nulla. Nessuno ha aperto questo cassetto, ne sono sicuro solo io riesco ad aprirlo eppure la foto non è insieme alle altre.

Sto per cercare un’altra volta per essere sicuro di non essermi sbagliato quando Blaise si smaterilizza nella mia stanza spaventandomi a morte. Appena riesco a recuperare il respiro lo guardo male.

- Su Draco non guardarmi così! Lo sai che i convenevoli come entrare dalla porta non fanno per me.

Ignoro la sua ironia e lo faccio accomodare su una poltrona.

- Hai notizie da darmi?

- Ebbene sì. A quanto pare la Granger prima di andarsene ha saldato i suoi debiti nei confronti di una certa Mary Crafford, proprietaria di un condominio poco distante dal centro di Londra. Un appartamento affittato da una giovane ragazza per qualche mese, una certa Hermione Green. Mi è sembrato il caso più probabile. Hermione ti ha mai parlato di un cambio di cognome?

- Sì, lo ha cambiato per proteggere i genitori dalla guerra magica. Andiamoci subito.

Afferro il braccio di Blaise e ci smaterilizziamo di fronte ad un grande edificio, non molto moderno, ma comunque ancora in piedi. Entriamo e cerchiamo l’appartamento numero 4 di proprietà di Mary Crafford.Sento le mani cominciare a sudare. La prima pista per trovare Hermione…

Bussiamo e dopo pochi minuti una donna abbastanza giovane intorno ai trent’anni, dagli occhi spaventosamente blu si affaccia dalla porta.

- Lei è Mary Crafford?

Ci guarda confusa e apre un po’ più la porta per poterci squadrare meglio.

- Sì sono io.

Le sorrido gentilmente e le porgo la mano. Lei la stringe e mi guarda confusa. Di sicuro non si aspettava una mia visita…

Ora devo solo inventare qualcosa di plausibile per ottenere informazioni

All’improvviso un lampo di genio.

- Sono Draco Malfoy, detective del dipartimento delle indagini di Londra, stiamo cercando informazioni per la scomparsa di una persona.

Riesco persino a vedere nei suoi occhi l’agitazione e la confusione che prendono il controllo della sua mente.

Sono piuttosto bravo a mentire, lo devo ammettere...

- Okay, come posso aiutarvi?

- Possiamo entrare?

Lei come se si fosse svegliata da un sogno si sposta velocemente dalla porta e ci fa cenno di accomodarci.

L’appartamento è completamente sottosopra.

Ci sono vestiti ovunque e carte a terra.

La ragazza non deve essere molto ordinata…
Prego sedetevi dove… c’è posto.

Blaise riesce a trovare una sedia libera, mentre io mi devo accontentare di un angolo del divano.

- Bene, ditemi pure.

- Lei conosce una certa Hermione Green?

- Certo, ho affittato l’appartamento qui sopra per circa due mesi. Una ragazza davvero strana…

- Cosa intende per strana?

- Non la vedevo spesso, anzi quasi mai a dire la verità, ma le poche volte che la vedevo era sempre triste come se avesse perso la voglia di andare avanti. Perché? Le è successo qualcosa?

Abbasso lo sguardo e Blaise comincia a parlare per me.

- Non riusciamo a rintracciarla e potrebbe essere in pericolo.

- Mi dispiace tantissimo…

- L’ultima volta che l’ha vista, signorina Crafford?

Lei sospira e porta una mano al mento pensando.

- Credo che sia stato…  del gennaio 1999 quando ha pagato per il secondo mese di affitto, poi ha fatto le valige e se ne è andata.

Subito un pensiero occupa la mia mente.

Due mesi prima del processo, dove può essere andata prima di scomparire del tutto?

- Come ha detto che si chiama lei?

Ritorno alla realtà e guardo confuso la donna.

- Cosa?

- Come ha detto che si chiama?

- Draco Malfoy perché?

Il suo viso si illumina.

- Hermione l’ha nominata quando se ne è andata, ha detto che tutto quello che ha lasciato nell’appartamento dovevo darlo a lei se mai un giorno lei mi avesse trovata. Me lo ha fatto promettere e io mantengo le promesse. Purtroppo gli affari non vanno ancora bene e l’appartamento che la signorina Green ha affittato non sono riuscita a venderlo o ad affittarlo a nessuno per cui la sua roba è ancora là.

Mi alzo di scatto e mi avvio al piano di sopra senza aspettare Blaise. Con un rapido e veloce incantesimo apro la porta e mi precipito all’interno della stanza.

Completamente vuota se non per il letto e una cassettiera.

- Ma come hai fatto ad entrare senza chiave?

Non le rispondo perché uno scatolone in un angolo attira la mia attenzione.

Lentamente mi avvicino.

Con una scusa banale, Blaise accompagna la donna al piano di sotto lasciandomi solo con quella scatola di cartone con su scritto a grandi lettere il suo nome…

Mi siedo a terra e la apro come un bambino con il suo regalo di Natale.

La prima cosa che vedo e che salta subito agli occhi è una cravatta rossa-oro con lo stemma di hogwarts sopra.

La osservo attentamente soffermandomi sulle sue iniziali ricamate poi la appoggio fuori, di fianco a me dopo che qualcosa di più interessante attira la mia attenzione.

Delle foto...

In una di queste c’è un’adorabile bambina dai capelli che sembrano indomabili e una ragazza più alta dell’altra di circa dieci centimetri dai capelli liscissimi e gli occhi azzurri come il mare. Entrambe sorridono abbracciandosi…

Haley…

E’ la prima volta che la vedo se non si conta la volta che l’ho vista nei ricordi di Hermione…

Lei me ne ha parlato tanto tempo fa e devo ammettere che me la sono immaginata esattamente in questo modo.

Lo stesso colore di capelli, lo stesso sguardo vispo, lo stesso sorriso e lo stesso carattere da grifone insopportabile.

Giro la foto e vedo una dedica scritta in bella grafia.

“Alla sorellina più rompiscatole del mondo che oggi compie otto anni. Ti voglio bene. Haley”

Quando la troverò vorrà riaverla indietro di sicuro, non può non volere una cosa così bella fatta con il cuore da sua sorella.

Poco lontano dalla foto che ora ho in tasca c’è la foto che mancava quando ho guardato nel mio cassetto.

La vedo che ride mentre io la guardo come se fosse la mia unica ragione di vita. La neve cade su di noi delicata come piume mentre lei mi abbraccia…

Quasi senza accorgemene una lacrima sfugge dal mio controllo.

La devo rivedere

La devo trovare

Comincio a cercare indizi per sapere dove sia finita e l’unica cosa che potrebbe aiutarmi è una busta con un sigillo rosso… Quello del Memorial Sant Hospital.




Ed eccomi di nuovo qua. In perfetto orario con il terzo capitolo...
Che ne dite? Il mistero si sta facendo sempre più misterioso e spero di essere riuscita a incuriosirvi abbastanza. 
Ringrazio tantissimo tutte le persone che hanno recensito l'ultimo capitolo. Riuscite sempre a non farmi cadere in depressione con tutte le recensioni che mi lasciate.
Non mi dilungherò oltre, non avendo tempo, e vi lascio subito con lo spoiler

 

- Parlami di lui.Non ne ha mai parlato seriamente. Lo hai solo accennato quando mi hai raccontato la morte di tuo padre. Com’è lui fisicamente?

Lei spalanca gli occhi e scuote la testa.

- Non ne voglio parlare

- Signorina Green, deve parlarne prima o poi…
​- La prego non mi costringa… Non mi costringa a ricordare. Non voglio farlo, non voglio sentirmi morire di nuovo.


Ora devo scappare.
Ci vediamo il 7 marzo con il quarto capitolo!
Alla prossima
Un bacione
Lola

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Troppi anni rinchiusi in una sola scatola ***


Capitolo 4: Troppi anni rinchiusi in una sola scatola

 

La apro velocemente e ne leggo il contenuto.

In quel momento Mary torna al piano di sopra e mi sorride.

- Il tuo amico ha detto che ti aspetta fuori…

- Sai dove posso trovare il Memorial Sant Hospital?

- Non è molto lontano da qui. Qualche kilometro più avanti verso Green Park.

- Grazie

Afferro la scatola e corro velocemente giù per le scale.

- Ehi Draco, dove corri…

- Sbrigati Blaise, abbiamo una vera pista che ci porta al Memorial Sant Hospital.

- Cosa ci dobbiamo fare in un ospedale?

- Hermione ha fatto molte sedute dallo psichiatra di quell’ospedale. E’ l’ultimo posto dove lei è stata dopo il processo.

Senza esitare ci dirigiamo verso l’ospedale in questione e in pochi minuti siamo davanti all’edificio

Entro velocemente e ,mentre Blaise mi copre le spalle, faccio un semplice imperius al capo infermiera in pausa pranzo.

Mi sembra di essere tornato a scuola quando organizzavo tutto questo per compiacere Voldemort, solo che questa volta è per una buona causa: Hermione.

- Okay signora Park, mi porti nell’archivio principale dell’ospedale dove sono tenute tutte le copie delle cartelle cliniche.

Lei annuisce con uno sguardo assente e mi porta nell’archivio principale al centro dell’ospedale.

Nessuno sembra accorgersi della nostra presenza.

Appena entrato nell’archivio faccio dimenticare all’infermiera di avermi mai visto o accompagnato fino qui, per non farla mettere nei guai se qualcuno dovesse fare domande.

Quando mi giro dopo aver chiuso la porta, mi accorgo che questo posto è davvero umido e pieno di spifferi gelidi, ma soprattutto buio. Sono circondato da scaffali e scaffali di scartoffie accumulate negli anni.

Spero vivamente che siano in ordine alfabetico o penso che mi ci vorrà più di un giorno.

Dopo essermi assicurato che non c’è nessuno nell’archivio comincio a cercare il suo nome a lume della mia bacchetta e mi ci vogliono ben venti minuti per riuscire a trovare il fascicolo giusto. Allegato al foglio ci sono anche alcuni dischi, suppongo con dei video sopra.

Sto per aprire la cartella quando sento un rumore provenire dall’entrata.

Spaventato mi smaterilizzo immediatamente fuori dall’edificio.

Blaise mi sta aspettando appoggiato ad una colonna e appena mi vede mi viene incontro.

- Scoperto qualcosa?

- Non ne sono certo, ora vado a casa a controllare. Tu intanto potresti controllare se Hermione è stata trasferita in qualche altro ospedale. Potrebbe darsi che non è ancora uscita.

- Ma per cosa è stata ricoverata? E’ malata?

- Non lo so Blaise… Te lo so dire al più presto. Ci vediamo dopo...

E mi smaterilizzo nel mio studio a casa.

Da poco ho comprato uno di quegli oggetti per riuscire a comunicare con i miei clienti babbani chiamato computer e se il corso di tecnologie babbane di Dean Thomas è servito a qualcosa, direi che i dischi che ho trovato nel fascicolo di Hermione possono essere letti da questa strana e complicata macchina.

Infilo il primo e subito parte, anche se quello che vedo non mi piace per nulla.

Un dottore piuttosto vecchio sistema la telecamera per poi posizionarsi dietro di essa mentre una ragazza che fissa fuori dalla finestra con un camice addosso canta una melodia che mi è familiare.

- Paziente numero sedici, Hermione Green quarta seduta, quinta settimana.

Sentendo il suo nome il mio cuore fa un salto.

La ragazza si gira e io non posso fare a meno di trattenere il respiro.

Ha i capelli completamente arruffati, delle profonde occhiaie sul viso ed uno sguardo perso.

E’ dimagrita in un modo impressionante, quasi non riesco a riconoscerla.

- Bene, signorina Green, è riuscita a dormire questa notte?

- Non molto professor Welsh.

La sua voce è come un sussurro, ma riesce comunque a scatenare qualcosa di nostalgico in me.

Sembra così indifesa…

- Come mai? A causa di suo padre?
In parte...

Riesco a sentire la penna dello psichiatra che scrive sulla carta mentre Hermione lo guarda stupita.

- L’ultima volta non hai approfondito abbastanza l’argomento che riguarda una specie di principe in divisa verde argento di cui tu non hai voluto dirmi il nome. Perchè?

E’ così che mi considerava? Il suo principe? Perchè è chiaro che parlava di me. Con uno scatto veloce cerco il disco della terza seduta, ma non trovo nulla. Non ci sono tutte le sedute, ma solo alcune.

Alzo di nuovo lo sguardo e vedo Hermione appoggiare la testa sul cuscino dietro di lei e distogliere lo sguardo da quello del dottore.

- E’ una persona con una reputazione da difendere, non sarebbe giusto nei suoi confronti.

- Perchè pensa che aver avuto una storia con lei sia dannoso  per la sua reputazione?

- Lui è ricco, è potente, è una specie di sangue blu e io invece sono solo una ragazza proveniente dalle periferie di Londra.

- Ma signorina Green, lei viene da una delle famiglie più importanti e ricche di Londra. Come può pensare di non essere all’altezza di questo uomo?

- Non sono la sola a pensarlo…

- Chi altro?

- Lui

- Lui?

- Non mi avrebbe mai lasciata se fossi stata alla sua altezza.

- Mi scusi signorina Green, ma non riesco a capire. Le ultime parole che lui le ha detto sono state che l’amava, ma non poteva stare con lei per dei motivi che le sono sconosciuti.

- Era una scusa. Lo leggevo nei suoi occhi, c’era ben altro sotto e so che si trattava della reputazione della sua famiglia.

Non riesco a fare a meno di sbattere forte il pugno contro la scrivania. Non l’ho fatto per questo… Ho fatto una promessa ad una persona che evidentemente aveva ragione su di noi. Lei è ancora viva per cui il mio piano è riuscito, ma ha completamente frainteso le mie motivazioni!

- Lo amava?

La vedo sussultare come se le avessero appena infilato uno spillo nel cuore mentre una lacrima scende lentamente lungo il suo viso.

Non risponde.

Continua a guardare in un punto indefinito della stanza.

- Signorina Green, se non si apre non riuscirà a guarire.

- Non voglio guarire… Se sono qui è solo perché voi medici volete curare tutti quelli che potete salvare, ma dovete sapere che non tutti vogliono salvarsi

- Perché non vuole guarire?

Lei sorride lievemente in modo malinconico

- Perché non ho nessuno per cui guarire.

Lo schermo diventa nero.

Subito inserisco il secondo disco e faccio un respiro profondo.

Questa volta è seduta su una sedia, ancora più pallida di prima con una grande flebo attaccata al braccio.

- Paziente numero sedici Hermione Green, settima seduta, ottava settimana. Allora signorina Green cosa ha mangiato oggi a pranzo?

Vedo un sorriso divertito sul suo viso.

- Domanda a trabocchetto dottor Welsh. Lo sa benissimo che non mangio e che dovete farmi delle flebo per tenermi in vita. Mi dica la sua vera domanda…

- Okay, mi ha beccato. Perché lei non vuole mangiare?

- Lei è un po ripetitivo…

- Se non ottengo le risposte che voglio, sì

- Perché come le ho già detto mille volte, non voglio essere salvata da nessuno.

- Capisco… Ma non pensa che mancherà a qualcuno?

Lei comincia a ridere in modo sprezzante.

- Dottore a chi potrei mancare? I miei amici mi hanno voltato le spalle, mio padre e mia sorella sono morti, mia madre fa fatica a rendersi conto che manco e lui si sta per sposare.

- Come fa a saperlo?

La vedo mordersi il labbro punendosi per quello che ha detto.

- Allora è vero che lei è riuscita a scappare per poi ritornare quattro ore dopo come se fosse normale tornare nel posto dove è stata rinchiusa.

- Ora è lei che mi ha beccata

- Perché se ne è andata?

- Vuole la verità dottore? C’è stato il processo contro l’assassino di mio padre che era uno dei due miei migliori amici.

- Capisco. Come ha fatto a scoprire che il principe si sarebbe presto sposato?

Lei sospira divertita e si posiziona meglio sulla sedia

- Un giornale gossip qualunque. Sono la nuova coppia del momento.

- Come la fa sentire questa cosa?

Lei ci pensa per un po’ poi risponde.

- Male. A volte mi manca il respiro se ci penso.

- Parlami di lui.Non ne ha mai parlato seriamente. Com’è lui fisicamente?

Lei spalanca gli occhi e scuote la testa.

- Non ne voglio parlare

- Signorina Green, deve parlarne prima o poi…

- La prego non mi costringa… Non mi costringa a ricordare. Non voglio farlo, non voglio sentirmi morire di nuovo.

Nel sentire quelle parole il mio intero mondo crolla.

Le ho fatto così tanto male che lei non vuole nemmeno ricordarmi?

- Signorina Green ne abbiamo già parlato mille volte…

- Allora non si ripeta dottor Welsh… Mi lasci riposare, sono molto stanca.

Il dottore si alza e spegne la telecamera.

Cerco con una foga immaginabile l’ultimo disco e lo inserisco.

- Paziente numero sedici, Hermione Green, dodicesima seduta, quindicesima settimana. Come si sente oggi?

Quello che vedo mi fa stringere il cuore.

Lei è stesa completamente sul letto bianco dell’ospedale, ha i capelli sparsi sul cuscino ed incredibilmente pallida quasi come un cadavere. Il suo battito cardiaco è debole quasi quanto lei. Si muove lentamente come se ogni movimento gli costasse uno sforzo enorme. E’ dimagrita talmente tanto che sembra che sia pelle e ossa

- Debole, dottor Welsh, debole…

- Ci ha fatto prendere un bel spavento, lo sa?

- Me lo ha detto l’infermiera. Mi dispiace…

- Non è colpa sua se ha avuto un infarto.

- Invece sì, mangio troppo poco, non mi curo abbastanza e le sue sedute non mi fanno parlare. Sono io che in un certo senso voglio smettere di soffrire ancora.

- Lei può smettere di soffrire. Deve solo crederci...

Lei sorride e si mette seduta sul letto.

- Di cosa parliamo oggi dottor Welsh?

- Haley

La vedo trattenere il respiro.

- Com’era lei?

Lei fa un respiro profondo poi alza lo sguardo verso la telecamera.

- Era una ragazza, figlia e sorella perfetta. Certo anche lei ha fatto degli sbagli, ma era una persona dolce che non meritava di morire in quel modo.

- Capisco.

- Come è morta?

- Un incidente stradale. Non so esattamente per cosa sia morta, se per i danni a qualche organo vitale o altro, so solo che lei non c’è più

- Capisco.Suo padre?

- Un padre che sapeva sempre come far ridere le proprie figlie e allo stesso momento educarle nel modo giusto, insegnargli come affrontare anche i momenti più buii

- Cosa pensa che direbbero queste due persone se fossero ancora in vita?

- Haley si arrabbierebbe con me.

Inizia a ghignare come solo una serpe sa fare

- Lei mi avrebbe detto che non devo buttare la mia vita così perché ho perso delle persone che mi sono care. Mio padre invece mi direbbe che non ne vale la pena, perché di ragazzi al mondo ce ne sono a miliardi e di persone con cui fare amicizia ancora di più. Entrambi mi avrebbero detto di andare avanti e di non rimanere nel passato.

- Perché allora non sta seguendo i loro consigli?

- Perché non sono così forte come tutti credono.

- Lo è signorina Green lo è… Ha affrontato tutto questo, ora deve solo guarire...

- La fa facile dottor Welsh

- Cosa la frena?

- I sentimenti che provo. Non appena mi sento felice c’è una voce che mi dice che non merito di esserlo.

- Perché?

- Ci pensi dottore. Io ho chiesto a Haley di andare a prendere Andrew, io ho trascinato mio padre verso la morte, io ho scelto di andare per la prima volta contro i miei amici, io ho scelto di amare l’unica persona a questo mondo in grado di ferirmi in un modo incurabile… Sono tutte scelte che ho fatto io e la colpa è esclusivamente mia.

- Non dica cosa che non sono vere… Lei non poteva prevedere cosa sarebbe accaduto.

Lei non risponde. Si sdraia di nuovo e chiude gli occhi.

- Signorina Green, sta bene?

- Dottore vuole la verità? Non appena sono felice ho paura che qualcuno arrivi e la rovini definitivamente.

- Perchè dice questo?

- Perché lo amavo sul serio ed ero felice e quando se ne è andato ha ridotto in cenere tutto quello che ero riuscita a costruire.

Pensavo di averle fatto un favore lasciandola, sapevo che avrebbe sofferto, ma non credevo che sarebbe arrivata ad incolpare se stessa per una cosa che non ha fatto. Ora ho dei seri ripensamenti riguardo alla decisione che ho preso anni fa...

- Capisco… E’ sicura di stare bene? E’ molto pallida...

Nessuna risposta.

L’ansia dentro di me comincia a salire a livelli altissimi.

- Signorina Green, mi rispond-

Il filmato si blocca.

E’ finito.

Deve essersi scaricata la batteria della videocamera.

Non ci sono altri dischi.

Arrabbiato ed in ansia scaravento tutto il contenuto della scatola dall’altra parte della stanza.

La cartella

Posso controllare la cartella clinica.

Afferro il fascicolo e comincio a leggerlo.

 

Hermione Jean Green

Data di nascita: 19 Settembre 1979, Londra.

Genitori: Richard John Green e Jean Eveline Green

Sintomi: depressione instabilità mentale anoressia autolesionismo a livello psicologico.

Diagnosi: depressione, anoressia

Data di morte: 26 agosto 1999

(La paziente muore nel sonno a causa di un infarto)

Responsabile: Dottor Adrian George Welsh, psichiatra.

 

Mi accascio a terra.

Mio battito cardiaco aumenta in un modo vertiginoso.

Data di morte

Il mio respiro comincia a diventare più veloce come se stesse per finire l’ossigeno nella stanza.

La paziente muore nel sonno a causa di un infarto

Lei non può essere morta

Perché lo amavo...

Lei non doveva morire, io ho fatto tutto questo per salvarla non per condannarla

… mi rendeva felice…

Mi alzo e mi avvicino al cassetto più piccolo della mia scrivania. Lo apro e dentro ritrovo il ciondolo a forma di stella che Haley ha dato ad Hermione prima della sua morte e che in seguito lei ha dato a me quando eravamo prigionieri dei Mangiamorte. Lo stringo forte nella mia mano mentre cado in ginocchio arrendendomi alle lacrime che spingono per uscire dai miei occhi. Non so per quanto esattamente rimango lì a piangere so solo che ad un certo punto sento la porta aprirsi.

Mi volto di scatto verso la fonte di quel rumore e vedo mia madre in vestaglia che mi guarda sconvolta.

- Draco cosa sta succedendo?

- E’... morta ed è solo colpa mia…

- Chi è morta?

- Lei...

Mia madre si avvicina a me e mi stringe forte a lei cullandomi e cercando di calmarmi proprio come faceva quando avevo gli incubi da piccolo, solo che questo non è un sogno, ma la realtà.

Hermione Granger è morta e io sono una delle cause principali per cui è successo.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Tutte le cosa non dette ***


Capitolo 5: Tutte le cose non dette...

 

- Sono preoccupata Lady Malfoy. Non parla da giorni…

- Non ti preoccupare, sono sicura che dopo il funerale riuscirà ad andare avanti in qualche modo.
Sembra un’altra persona, priva di vita.

- Lei significava molto per lui, dovrai avere pazienza e curare le sue ferite cercando di rimarginarle. Anche se può sembrare impossibile...

Sento i tacchi di mia madre fare avanti ed indietro fuori dalla porta della mia stanza.

- Lady Malfoy, dice che tornerà mai quello di prima?

- Mi dispiace Denise, ma  non credo proprio. Lei era tutto per lui e quando l’ha lasciata ha attraversato un periodo buio come ora e se ce l’ha fatta allora ce la farà anche adesso. E’ un uomo forte, ma nonostante ciò lei è stata nel suo cuore per tanto tempo e ce ne vorrà altrettanto perché si possa riprendere definitivamente. Ora vado da lui. Tu vai a prepararti, il funerale comincia tra tre quarti d’ora.

Sento i passi di Denise allontanarsi e la porta aprirsi.

- Draco?

Non rispondo.

Non mi giro nemmeno verso mia madre che mi sta guardando in modo dolce.

Lei si avvicina e mi sorride.

- Draco ci sono i funerali tra poco. Ti conviene prepararti...

Continuo a fissare fuori dalla finestra la pioggia che batte veloce contro i vetri provando a contare i ticchettii.

Sono passate due settimane da quando ho scoperto che lei non c’è più.

Mia madre lo ha riferito a Potter che lo ha poi dichiarato alla stampa e ora non c’è giornale che non  parla dell’eroina del Mondo Magico scomparsa giovane per una malattia molto grave.

Li odio

Li odio tutti quasi quanto odio me stesso.

Parlano di lei come se la conoscessero, come se sapessero chi era lei veramente, quali erano le sue paure, quale era la sua storia prima di diventare l’amica di Potter e come è morta veramente.

Potter e il ministro hanno deciso di mascherare l’instabilità mentale di Hermione con una semplice malattia mortale babbana non volendo macchiare l’immagine di perfetta studentessa, amica e salvatrice del mondo magico.

In queste ultime settimane non sono andato al lavoro...

Mi sono fatto sostituire da Blaise.

La stampa tra un po’ sfonderà la porta del Manor pur di avere notizie dal giovane erede dei Malfoy, il famoso Draco Malfoy che è stato innamorato della ragazza per tanti anni.

Loro però non sanno che quel giovane erede ora è sdraiato su un letto cosparso di bottiglie di alcolici vari da due settimane che ripensa ad ogni volta che in passato nella sua testa è apparso il pensiero di cercarla e andare da lei, scusarsi e far tornare le cose come prima.

Magari ci saremmo sposati con un matrimonio in grande stile. Io avrei comunque lavorato nell’azienda di famiglia e lei avrebbe avuto un impiego importante al ministero. Entrambi avremmo lavorato fino a tardi, ma una volta tornati a casa nostra saremmo stati i soliti innamorati.

Questa naturalmente è solo un’ipotesi, un sogno che ho creato io se solo avessi dato ascolto al mio istinto che mi diceva di tornare da lei.

E ora questo sogno è completamente distrutto

Lei è morta e io sto per andare al suo funerale.

Mia madre appoggia un completo nero sul letto, mi fa alzare e dice di prepararmi.

Io la ascolto e faccio quello che mi chiede

Mi lavo, mi faccio la barba, mi vesto e mi pettino senza dire una parola nè a mia madre nè a Denise.

Quest’ultima cerca di non darlo a vedere, ma lo vedo chiaramente che è preoccupata per me.

Li vedo i suoi occhi rossi dal pianto e circondati da profonde occhiaie violacee. Vorrebbe che non stessi così male per la morte di Hermione, ma lei non sa quanto in passato l’abbia amata e forse amo ancora nonostante tutto.

Esco per la prima volta dopo due settimane dai miei appartamenti e mi incammino verso la porta principale. Di fianco a me, vestita di nero c’è mia madre sempre pronta a sostenermi e Denise che con un sorriso incoraggiante mi invita a continuare a camminare. Quasi mi dispiace per quello che le voglio dire.

Mi fermo e mi giro verso di lei.

- Denise, perdonami, ma preferirei che tu non venissi. Non mi sembra giusto nei confronti di Hermione.

Lei spalanca gli occhi dalla sorpresa, poi annuisce cercando di mascherare il fatto che sia delusa.

Le volto le spalle e dopo un cenno di mia madre ci smaterilizziamo in un cimitero babbano poco distante da Greenwood, quartiere di alta borghesia dove è cresciuta Hermione.

Poco lontano da noi un gruppo piuttosto grande di persone sono riunite intorno ad una lapide di marmo bianco.

Non appena ci uniamo al gruppo, tutti si girano verso di noi come se fossero quasi stupiti di vederci lì.

Io li ignoro, cercando di non pensare troppo al fatto che metà di quelle persone hanno voltato le spalle ad Hermione quando lei ha detto di aver passato tre mesi con i mangiamorte fingendo di aiutarli. Molto lo hanno preso come un tradimento e l’hanno fatta sentire uno schifo; ora loro sono qui a piangere la sua morte come se non fosse successo nulla.

Alzo gli occhi dalle mie scarpe e senza volerlo mi ritrovo a guardare la scritta nera sulla lapide.

 

Hermione Jean Granger

19/09/89-23/08/99

Eroina del mondo magico,amica e figlia perfetta

 

Lei non meritava tutto questo.

Doveva vivere, crescere, costruirsi una famiglia come stanno facendo tutti…

Il prete comincia a fare la solita predica su quanto lei fosse giovane e che non meritasse di morire in quel modo come se noi non lo sapessimo già.

Mi guardo in giro e vedo Potter che abbraccia la Weasley, forse l’unica di quella banda di straccioni che mi sia mai stata  lontanamente simpatica, Luna Lovegood con uno strano vestito colorato addosso che si asciuga le lacrime, Paciock insieme a sua nonna e anche tutti i restanti Grifondoro del nostro anno. Più in fondo vedo il resto della famiglia Weasley e persino il figlio intelligente che è stato prefetto per tre anni di fila.

Vicino alla lapide c’è la signora Granger che stranamente non sta piangendo come chiunque si sarebbe aspettato. Mi avvicino a lei e l’abbraccio.

- Mi dispiace, signora Granger. Non sono riuscito a salvarla...

Lei scioglie l’abbraccio e mi sorride in un modo molto malinconico.

  • Non è colpa tua Draco… Non potevi saperlo.

Annuisco anche se queste parole non riescono a placare i miei sensi di colpa.

Il sacerdote conclude il discorso e le persone piano piano cominciano a tornare verso le loro case.

Alzo lo sguardo per vedere chi è rimasto e poco distante da noi, vedo un uomo dai capelli color fiamma i quali possono appartenere solo ad un tipo di persona.

Lui si avvicina  e abbraccia Potter il quale risponde con una pacca sulla spalla.

La rabbia nel vederlo qui prende il sopravvento su di me facendomi perdere la ragione.

Con un rapido scatto mi ritrovo di fronte a lui e senza neanche ragionarci sopra lo colpisco con un pugno al volto.

Lui cade a terra massaggiandosi lo zigomo mentre io lo guardo con così tanto odio che, neanche io pensavo, avrei mai potuto provare nei confronti di una persona.

- Malfoy che ti prende?

Come se non lo sapesse…

Come se avesse cancellato tutto quello che ha fatto….

- Vattene.

La gente comincia a radunarsi intorno a noi mentre lo Straccione mi guarda stupito.

- Cosa stai dicendo?

- Vattene, Weasley. Non meriti di stare qui.

- Hermione era mia amica.

- No, non lo era. Hai ucciso suo padre.

Sento la signora Granger singhiozzare.

Anche lei non merita di vedere questo lurido assassino di suo marito al funerale di sua figlia.

Vedo il rosso alzarsi in piedi e sfidarmi con lo sguardo.

- Sono stato costretto a farlo…

- No, non lo eri. Gli Auror sarebbero arrivati lì a momenti e tu lo sapevi. E’ vero che non tutti i Grifondoro sono coraggiosi e ora vattene. Tu non hai il diritto di stare qui, non so dove trovi la faccia tosta di presentarti al funerale di una persona che si fidava di te e che tu hai pugnalato alle spalle.

- Come ti p-

Il signor Weasley blocca il figlio mettendogli una mano sulla spalla.

- Va a casa Ron. Ti raggiungeremo presto.

- Non è casa sua. E’ un luogo pubblico  e devo stare dove devo essere.

- Ovvero a casa. Va Ron...

Lui guarda incredulo suo padre poi sospira e scompare nel nulla.

Io mi avvicino ad Arthur Weasley e gli porgo la mano.

Lui la stringe e sorride in un modo un po’ triste.

- Condoglianze signor Malfoy.

- Mi chiami Draco, signor Weasley ed Hermione non mancherà solo a me, ma  a tutti noi. Ci tengo che la sua memoria non sia offuscata da nessuno.

Lui annuisce e si dirige verso l’uscita del cimitero.

Io ritorno nella mia posizione, di fianco a mia madre a fissare la lapide.

Non so di preciso per quanto tempo permetto alla tristezza e alla malinconia di invadere tutta la mia mente, ma so solo che quando mi giro intorno mi accorgo di essere rimasto solo.

Ormai è il tramonto e l’aria inizia a rinfrescarsi provocano lungo la mia schiena diversi brividi di freddo.

Sento un peso enorme sul mio petto, come un macigno fermo e saldo sul mio cuore.

Tutto ciò che riesco a pensare in questo momento è che ci dovrei essere io al suo posto, io meritavo di stare lì, io ero un mangiamorte, io ho fatto cose orribili eppure eccomi qua a guardare la lapide della donna che ho sempre amato incondizionatamente.

Mi avvicino all’oggetto di pietra cercando di non pensare al fatto che in realtà sotto di essa non c’ è nessun corpo, e poso sopra di essa una mano.

Sento freddo mentre passo delicatamente la mano sul suo nome.

- Mi mancherai… Tu non sai neanche che buco hai creato nel mio cuore con la tua morte.

Un’altra lacrima sfugge dal mio controllo mentre cerco di non arrendermi al dolore proprio ora perché altrimenti sarebbe la fine.

- Io ti amo ancora… Lo so che è un po’ tardi per dirlo e che tu non riesci a sentirmi ma io lo dovevo dire lo stesso. Dovevo togliermi questo peso dalla coscienza, dovevo dirtelo almeno un’ultima volta. Sognavo di poterlo fare guardandoti negli occhi e stringendoti tra le mie braccia, ma il destino e la fortuna non sono mai stati a mio favore quasi quanto il tempismo. La prima  volta che ti sei interessata a me, quasi cinque anni fa sul treno che ci avrebbe portato ad Hogwarts per frequntare il nostro sesto anno, ti amavo, ma ti consideravo solo un sogno distante e irraggiungibile. Poi ti ho conosciuta meglio e ho imparato a capire la tua testardaggine e il tuo essere così Grifondoro. Abbiamo cominciato tutto con quello stupido accordo. Tu volevi Weasley io una scusa per vederti.

- Non ti ho mai confessato che io sapevo benissimo come riparare l’armadio Svanitore e che chiedere aiuto a te era tutta una montatura per osservarti da più da vicino.

Non riesco a trattenere un sorriso nel ricordare le notti insonni a pensare ad un modo per avvicinarmi a lei e poi infine l’idea geniale.

- Poi mi hai chiesto se c’era qualcuno nella mia vita, qualche purosangue non sapendo che l’unica persona che tanti anni prima ha invaso il mio cuore eri proprio tu.

Nei mesi successivi ci siamo avvicinati grazie a quelle stupide nozioni di pozioni che non capivi e alle tue ripetizioni di Storia della Magia. Pensavi che prendessi bei voti in quella materia grazie a te, non sapendo che io studiavo fino a notte fonda solo per avere il tempo di osservarti mentre cercavi le parole giuste per spiegarmi un argomento difficile o quando ti concentravi così tanto su quei libri che cominciavo ad essere geloso di loro perché avevano il tuo amore, la tua passione tutta per loro.

Tutto secondo me ha assunto una sfumatura leggermente diversa quando quel pomeriggio a Diagon Alley ti ho salvato da una brutta caduta. Mancavano pochi millimetri e poi sarei riuscito a baciarti e allora sì che non ti avrei lasciato mai più. E in quel momento decisi che dovessi sapere di Daisy.

Poi c’è stata la punizione della McGrannit… L’ho amata e odiata per avercela data. Amata perché mi permetteva di stare vicino a te, odiata perché finita sarebbe stato difficilissimo lasciarti andare. Mi ricordo come se fosse ieri quando Weasley baciò la Brown e nel vedere i tuoi occhi riempiti i lacrime la rabbia che si impossessò di me mi invase come una valanga. Il pugno che diedi a Weasley quel giorno mi fratturò la mano ma non potevo sopportare di vederti così. Non ti dissi nulla della mano, volevo che mi guardassi come un eroe finché non avessi visto il marchio. Purtroppo quel giorno arrivò troppo presto.

Hai finito la mia storia di Daisy più presto di quanto avessi pensato. Vedere la delusione nei tuoi occhi mi ha quasi ucciso, ma l’ho vista solo per un momento perché dopo aver saputo il perché l’ho fatto hai ricominciato a guardarmi come se non fossi un mostro e non finirò mai di ringraziarti per questo.

Poi il primo bacio, il primo ballo e infine la prima bugia. Tu mi correvi dietro, mi pregavi di aspettarti e parlarti, urlavi il mio nome. Io volevo solo proteggerti dal mio compito e da me, ma tu insistevi a volermi parlare e io sapevo che ti avrei svelato il mio piano e che ti avrei messa in pericolo. Ad un certo punto mi girai e urlando ti svelai la vera identità di Daisy. Tu non lo avevi ancora scoperto e spalacasti la bocca dallo stupore. Non te lo aspettavi… Scappai come un codardo da quella situazione per paura della risposta che tu mi potessi dare.

Mi ricordo ancora l’ansia nello scappare da un posto all’altro prima sfuggendo dai tuoi incantesimi che cercavano di localizzarmi e infine l’idea di uscire definitivamente dalla tua vita. Ma tu non ti sei fermata nemmeno davanti a quello, mi hai trovato e nonostante il fatto di essere stati fatti prigionieri, ci siamo avvicinati ancora di più. Pensavo che averti fatto credere di essere morto mi avesse fatto un maleimpensabile al limite del dolore, mi sbagliavo.

Quando alla fine della guerra ti ho visto in ginocchio che piangevi urlando il mio nome e pregandomi di tornare indietro da te, ho capito cosa fosse realmente sentire il proprio cuore sbriciolarsi.Devi credermi Hermione… Io non volevo farlo, ma lo avevo promesso a tuo padre prima di morire. Mi aveva chiesto di fare qualsiasi cosa per proteggerti e lasciarti vivere la tua vita senza di me e tutti i miei problemi era la scelta migliore, ma non sai quanto è stato difficile farlo. Ho dovuto impiegare tutto me stesso per non prenderti con la forza e portarti via da quel casino…

Sai, sono due settimane che mi pento ogni secondo di non averlo fatto perchè tutto sarebbe diverso e tu non saresti morta. Non so come andare avanti e superare la tua morte, non so se ci riuscirò, non so se voglio riuscirci. Non voglio dimenticarti e non sono certo di poter perdonare le persone che ti hanno portata a questo me compreso, ma di una cosa sono sicuro: non smetterò mai di amarti, sei stata e sarai sempre l’amore della mia vita.

Asciugo le lacrime che non riesco a fermare e mi alzo di nuovo in piedi.

Ho paura che il dolore che provo non possa mai andarsene.

Non so se il detto che dice che il tempo rimargina le ferite sia vero nel mio caso…

Mi allontano lentamente raggiungendo il resto della folla che si sta abbracciando e facendo le condoglianze fuori dal cancello del cimitero.

Prima di uscire definitivamente dal cancello mi volto indietro un ultima volta e noto che una figura incappucciata con un lungo mantello nero sta fissando la tomba di Hermione con un po’ troppo interesse.

In un attimo e senza pensare mi smaterillizzo a un metro dalla persona.

Con uno slancio riesco ad afferrarla per un braccio e a farla voltare, mostrandomi il suo volto.

- Haley?


 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il rapimento non è la scelta migliore, ma in questo caso posso fare un'eccezione... ***


Capitolo 6: Il rapimento non è la scelta migliore, ma in questo caso posso fare un'eccezione...

 

Vengo spinto dietro ad una cripta poco lontano dalla tomba di Hermione contro un muro di pietra.

Apro gli occhi ed eccola lì. Ne sono sicuro, non può essere nessun altro.

- Chi sei?

Provo a deglutire e sento una lama puntata dritto alla gola. Non posso muovermi. Mi ha bloccato le braccia contro la parete.

E’ spaventata. Lo posso notare dai suoi occhi.

- Ti ho chiesto chi sei!

- Mi chiamo Draco Malfoy.

- Come fai a sapere il mio vero nome?

La guardo confuso. Vero nome?

- Conoscevo Hermione.

- Come faccio a sapere che non menti?

Ci penso per un secondo poi un lampo di genio.

- Se controlli nella tasca sinistra, ci dovrebbe essere il tuo ciondolo a forma di stella che se lo apri suona una ninna nanna che vi cantava vostra nonna.

Lei mi guarda stupita, ma non controlla se effettivamente ho il ciondolo. Rimane a fissarmi incredula per qualche attimo poi si riprende.

- Sei uno di loro? Sei un mangiamorte?

Rimango a bocca aperta nel sentire questa domanda. Cosa ha a che fare Haley con i mangiamorte?

Sento lentamente la lama che spinge sulla gola che mi porta a rispondere alla domanda

- Lo ero. Ora non più.

Lei con uno scatto mi lascia andare e comincia a camminare velocemente  lontano da me.

Io senza pensarci la inseguo e le afferro un braccio facendola girare.

- Dove stai andando?

- Lontano da qui. Non sarei mai dovuta tornare…

- Tornare da dove? Io sapevo che eri morta.

- E’ una lunga storia. Devo trovare un posto dove nascondermi ora.

Si libera dalla presa della mia mano e si volta dandomi le spalle e incamminandosi verso la foresta dietro il cimitero.

Non posso lasciarla andare via, sarebbe da stupidi.

- Aspetta!

Lei si ferma e mi guarda.

- Io so un posto dove nessuno ti troverà.

- Sai, non è facile guadagnare la mia fiducia. Non sono mia sorella...

Solo il sottile riferimento a lei mi fa trattenere il fiato.

E’ così che sarà per il resto degli anni? Ad ogni piccolo riferimento a lei si farà di nuovo sentire il dolore atroce che in questo momento provo?

- Credimi, lo so bene… Nessuno potrà mai essere come lei. Era unica.

Lei sospira poi fa un passo verso di me.

- Non ti conosco. Non so qual’è la tua storia, inoltre facevi parte del gruppo di persone che mi da la caccia da ormai otto anni. Perché dovrei crederti?

Perché dovrebbe farlo? Ha ragione. Non ha nessun buon motivo per farlo considerati i miei precedenti eppure la risposta mi viene spontanea

- Amavo Hermione. Non ho nessuna ragione per farti del male.

Lei rimane a bocca aperta per un paio di secondi, poi la richiude e sospira.

- Vorrei che bastasse, ma ho passato otto anni di inferno e non voglio rischiare di tornare al punto di partenza.

Si gira e comincia a correre.

Mille pensieri cominciano ad affollarmi la mente.

Non posso lasciarla andare. Sembrava molto spaventata da qualcosa e io devo scoprire da cosa e proteggerla come non ho fatto con Hermione. E’ la mia occasione per riuscire a perdonarmi.

Senza pensarci le corro dietro e con un veloce incantesimo la immobilizzo.

Vedo i suoi occhi sbarrarsi dalla paura e dallo stupore.

Appoggio la mano sul suo braccio e insieme ci smaterilizziamo lontano da qui.

Apro gli occhi ed eccola lì.

La tenuta estiva dei Malfoy

Grande, luminosa, in riva al mare con una biblioteca che occupa circa metà della casa. Mia madre voleva un posto dove custodire tutti i libri che abbiamo in modo che non andassero persi o distrutti durante la guerra magica visto che casa nostra era praticamente un hotel che ospitava i mangiamorte di tutto il mondo che non avevano un letto dove dormire vicino a Londra. Così fece costruire Villa Brise che in francese significa “Brezza”, tranquillità e non potrei trovare posto migliore per Haley in questo momento.

Attraverso il cancello, trascinandomi dietro il corpo immobile di Haley, ed entro nella grande tenuta estiva di famiglia.

Mi guardo intorno e mi accorgo che nessuno ci è mai stato veramente dopo la sua costruzione. E’ come se fosse tutto una grande rappresentazione che trovi nei negozi di mobili per farti vedere come potresti arredare la tua casa. Vado in cucina e vedo che alcune cose hanno ancora l’etichetta con il prezzo sopra.

Credo che se non fosse per gli elfi, ci sarebbe stato uno strato di polvere su tutto. Torno nell’ingresso e dopo aver fatto un incantesimo per non far uscire Haley dalla casa, la libero.

Di certo non pensavo che reagisse nel modo in cui ha effettivamente reagito.

In un attimo sono steso a terra con di nuovo il suo coltello puntato alla gola.

- Perché mi hai portata qui? Mi sembrava di essere stata abbastanza chiara sul fatto che non volevo il tuo aiuto.

- Non potevo lasciarti andare via da sola.

- Senti, me la sono cavata da sola per anni e sono ancora viva.

Più parla più aumenta la pressione sul mio collo per cui comincio a parlare sottovoce e in modo un po’ soffocato

- Pensavo avessi bisogno di aiuto e volevo darti una mano.

- Rapendomi?

In effetti non è stato un piano geniale, avrei potuto darle qualche pozione, o indicazioni per un posto sicuro. Rapire una persona di certo non è uno dei piani migliori che io abbia mai fatto.

- Non direi un rapimento, ma una spinta in più ad accettare il mio aiuto.

- Lo vuoi capire? Io non voglio nulla da te. Non ti conosco, non ti ho mai visto e non voglio avere nulla a che fare con te. Ora dammi una sola ragione per non tagliarti ora la gola.

- Non riusciresti a uscire di qui...

Lei spalanca gli occhi dalla sorpresa facendomi intravedere una nuova sfumatura di azzurro nei suoi occhi.

- Cosa?

- Nessuno viene qui da anni e anche se un babbano passasse di qua non potrebbe vedere la casa. E’ sotto incantesimo… un incantesimo che può essere spezzato solo da un Malfoy e si da il caso che io sono l’ultimo della mia dinastia.

Lei si alza in piedi liberandomi.

Tutto quello che riesco a fare in questo momento e fare un respiro profondo e alzarmi in piedi.

- Liberami

- Non posso farlo.

- Non puoi o non vuoi?

Io alzo lo sguardo e incrocio il suo.

- Non voglio.

Lei sospira e mi guarda come se volesse uccidermi da un momento all’altro.

- Perchè non vuoi? Lavori per loro vero?

- Ti ho già detto che io non ho più nulla a che fare con loro

- Allora perché mi hai rinchiusa qua dentro?

- Te l’ho detto. Voglio solo aiutarti....

- Balle. Sarai anche un bravo bugiardo, ma non mi freghi. Dimmi la vera ragione per cui io sono qui.

- Ho bisogno di perdonarmi per il fatto che non sono riuscito a salvare tua sorella come le avevo promesso.

Lei mi guarda fisso negli occhi per qualche secondo in modo confuso per poi scuotere la testa come se dopo una lunga serie di ragionamenti fosse tornata al punto di partenza.

- Cosa centro io in tutto questo? Sei così egoista da privarmi della mia libertà per riuscire a pulirti la coscienza nei confronti di mia sorella?

Abbasso lo sguardo trovando le mie scarpe molto interessanti.

- Non ho intenzione di rimanere qui e aiutarti con la tua coscienza per cui se non vuoi che i mangiamorte ci trovino e ci uccidano tutti e due ti conviene lasciarmi andare.

- I mangiamorte non riusciranno ad ucciderci.

- E cosa ti rende così certo della tua affermazione?

- Conosco tutti i loro trucchetti, inoltre sanno che al primo passo falso gli Auror sarebbero qui.

- Gli Auror sono tipo la polizia dei maghi?

- In un certo senso sì ed essendo uno dei principali esponenti del mondo magico, uccidermi sarebbe come  sbandierare davanti al ministero della magia che loro sono tornati

- E allora?

- Non sarebbe intelligente da parte loro. Se il mondo magico sa che loro sono ancora attivi gli Auror di tutto il mondo farebbero a gara a chi ne prende di più. Quindi è più saggio per loro lavorare in incognito, senza contare che qualsiasi persona che entra dentro il perimetro della mia proprietà senza il mio permesso viene catapultato nell’ufficio di Potter senza indugi.

- Potter? Quell’ Harry Potter?

L’ impulso ormai incontrollabile di alzare gli occhi ogni volta che qualcuno, chiunque, lodi Harry Potter prende di nuovo il sopravvento su di me.

- Sì… eravamo dello stesso anno Ad Hogwarts.

- Non mi importa. Quel ragazzo era insopportabile. Praticamente controllava mia sorella, non la lasciava stare nemmeno un momento con i suoi problemi… Saranno stati molto amici, ma questo, secondo me, è leggermente troppo.

Mi piace sempre di più il modo in cui Haley vede il mondo, proprio a partire da Potter.

- Sono pienamente d’accordo con te.

Lei mi guarda scettica e incrocia le braccia sul petto.

- Quindi che si fa, visto che a quanto pare se ti uccido non potrò mai più uscire?

- Ti faccio vedere la tua stanza e se hai bisogno di qualcosa, non esitare a-

- Oh ti prego! Non fare lo smielato con la storia “Sei mia ospite, ti devo trattare bene perché così mi vieni a trovare di nuovo”. So badare a me stessa.

- Okay, io comunque dormirò nella camera affianco per cui se hai bisogno io-

Mi fermo perchè la vedo sospirare impaziente.

Io e lei ci assomigliamo troppo…

- Bene, ora che hai finito di dire cose inutili io andrei a letto se vostra signoria me lo permette.

- Non puoi andare a letto. Mi devi spiegare qualcosa… Che ne so tipo dove sei stata negli ultimi 8 anni? Perché ti sei finta morta?

Lei si gira verso di me. Mi fulmina con lo sguardo e comincia a scandire bene le parole.

- Non sono affari tuoi… Quello che è successo non ti riguarda.

- Devo saperlo. Come hai fatto ha scomparire per otto anni? Come hai fatto a mantenerti da sola?

- Ho i miei metodi…

- Quali metodi?

- Senti… ehm…

- Draco

- Senti Draco, non mi fido di te e preferirei tenere i miei segreti per me. Ora se non ti dispiace vorrei andare a letto e riposarmi visto che sono stata al funerale di mia sorella, ho rivisto mia madre dopo ben 8 anni e sono stata rapita, mi puoi dire qual’è la mia stanza?

- Stanza azzurra, vicino al bagno seconda porta a destra.

- Grazie

- Buona notte Haley.

Lei si gira e si morde un labbro, poi si avvicina a me e fa un respiro profondo.

- Non ci siamo presentati del tutto, mio caro rapitore che non ha pensato a cosa avrebbe fatto una volta dopo aver rapito la sua vittima, io sono Haley Margarete Olivia Granger-White. Tu?

- Draco Lucius Malfoy

Vedo il suo viso diventare rosso nel trattenere una risata.

- Cosa c’è da ridere?

- I miei genitori non sono stati molto buoni con tutti questi nomi, ma i tuoi sono stati proprio crudeli.

- Parla quella. Come mai Granger-White?

- Mia madre e mio padre volevano entrambi darci il loro cognome per cui… Ora vado di sopra.

Si gira, ma dopo aver fatto qualche passo, si gira verso di me un ultima volta.

- Ti prego non chiamarmi Haley, non è sicuro per entrambi. Chiamami Liv…

- Perchè Liv?

- Olivia, Livia, Liv. E’ un modo comodo per non fare sapere a nessuno che sono ancora viva e che non ricomincino a darmi la caccia.

- Okay… Liv

Lei annuisce e mi fa un cenno con il capo. Prima di salire le scale la vedo fare un debole sorriso e li mi si blocca il respiro.

Quando sento la porta della sua camera chiudersi, faccio un respiro profondo e mi lascio andare sul divano.

Le assomiglia in un modo impressionante, perfino quando sorride

Se non fosse per alcuni particolari come il colore degli occhi e il fatto che lei ha i capelli lisci, le potrei scambiare senza problemi.

I suoi occhi mi ricordano molto quelli di mia madre solo che i suoi sono molto più blu, talmente intenso che credo non siano molto comuni.

Non sarà facile gestire questi sentimenti che innondano la mia mente ogni volta che Haley fa qualcosa da Hermione.

Ripenso alle ultime due settimane, a quante volte mi sono detto che sarà difficile col passare degli anni che qualcosa me la faccia ricordare così intensamente.

Mi sbagliavo

Tutto in Haley mi sbatte in faccia il fatto che Hermione sia morta e che io non sia riuscito a salvarla.

Ma so che in qualche modo aiutandola aiuto me stesso ad affrontare tutto ciò e credo che mi faccia bene, anche se lei non sembra intenzionata a lasciarsi aiutare.

Cerco di distogliere l’attenzione da questi pensieri cercando di contrarmi su altro. Chissà cosa penserà mia madre non vedendomi tornare a casa. Domani mi devo ricordare di scrivergli una lettera per tranquillizzarla.

Mi giro su un lato sperando che Denise non si offenda per il fatto che passo più tempo a pensare ad una mia ex-ragazza che a lei e al nostro imminente matrimonio.

Il matrimonio…

Quando ho accettato di seguire le volontà di mio padre sposandola, pensavo nel profondo del mio cuore che non sarebbe mai accaduto perchè tanto Hermione mi sarebbe venuta a cercare e io mi sarei fatto perdonare. A volte sembro veramente poco realista. Solo il fatto che Hermione dopo tutto quello che le ho fatto mi sarebbe venuta cercare, è una bella fantasia.

Non so esattamente quando, ma ad un certo punto la mia mente si lascia andare.

Tutti i miei muscoli si rilassano e si abbandonano alla morbidezza del divano e per la prima volta dopo settimane riesco ad addormentarmi in modo sereno.




Scusate l'enorme ritardo, ma sembra che anche il mio computer sia stato in vacanza per pasqua. Per fortuna avendo un ingegnere informatico per fratello è riuscito a riportarlo in sè.
Sperando che non muoia ancora ci vediamo comunque tra due settimane.
Buona Pasqua anche se mooolto in ritardo!
Un Bacione

Lola

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** L'inizio di un racconto del passato ***


Capitolo 7: L'inizio di un racconto del passato

   



Un colpo assordante mi fa aprire gli occhi di scatto.

Salto seduto e appoggio la schiena contro la testiera del letto guardandola negli occhi.

- Ben svegliato dormiglione!

Mi giro verso Liv, il nome in codice di Haley, e la guardo con uno sguardo assonnato e confuso

Lei alza gli occhi al cielo e riprende a colpire ripetutamente un sacco appeso al soffitto.

- Devi proprio allenarti qui in camera mia?

Lei mi guarda scettica e riprende ad allenarsi ignorandomi completamente,poi vedendo la mia espressione si toglie i guantoni ghignando.

- Cavoli! Per essere un Mangiamorte sei piuttosto impressionabile.

Sospiro e la fulmino con lo sguardo.

- Che c’è?

- Lo sai benissimo. Non puoi stare in camera mia.

Lei ride e si sdraia sul mio letto a pancia in su e sospira.

- Lo so, ma mi sono stancata di fare la prigioniera in una casa di lusso. Non che mi lamenti del fatto che qui ci sono tutti i comfort del mondo, ma mi annoio. Per quanto mi terrai qui?

- Finchè non sarai completamente al sicuro.

Mi alzo dal letto mentre Haley scoppia a ridere di nuovo ma stavolta con una punta di tristezza

- Io non sarò mai al sicuro Draco. Mi stanno dando la caccia e mi troveranno prima o poi

- Perché i mangiamorte ti danno la caccia?

Lei sospira di nuovo e ignora completamente la mia domanda

- Haley, perchè non mi vuoi raccontare cosa ti è accaduto?

- Non ti sei ancora meritato la mia fiducia.

Alzo gli occhi al cielo e sospiro.

- Cosa devo fare per meritarmela?

Lei comincia a ghignare.

- Posso chiederti tutto?

Alzo le mani e le tendo in avanti come se dovessi allontanarla da me traattenendo a stento le risate. 

- Oddio non proprio tutto sei pur sempre la sorella della mia ragazza.

La vedo arrossire improvvisamente. Sarebbe stata una perfetta serpeverde se non avesse avuto questa punta di bontà.

- Pervertito! Ovvio che non intendo quelle cose...

Draco 1 Haley 0

- Mi piacerebbe andare in un paesino poco distante da qui. Ci sono le giostre e gli autoscontro. Mi piacerebbe tantissimo andare a quella fiera.

- Anche se non so di che cosa tu stia parlando, come fai a sapere che c’è proprio oggi? E a sapere dove siamo?

- Ho usato il navigatore e siamo poco distanti dalla Cornovaglia. Se ti riferisci alle giostre, ho fatto delle ricerche.... Ci sarai tu con me e ti prometto che non mi allontanerò un centimetro da te.

La guardo pensieroso

In questi ultimi giorni è stata sempre molto ansiosa e agitata…

Non ho ancora la sua piena fiducia, ma non so perchè lei ha la mia.

- Sarebbe molto pericoloso…

- Devo proprio ricordarti che sono riuscita a sopravvivere per anni a voi maghi oscuri

Questo è vero.

L’unica cosa che sono riuscito a farmi dire su dove sia stata in questi ultimi otto anni è il fatto che è dovuta diventare un’altra persona per riuscire a sopravvivere. I maghi pensano di essere in vantaggio con la magia, ma la verità è che ognuno ha le sue armi e Liv riesce ad utilizzare le varie tecniche di combattimento in modo eccezionale.

Qualche settimana fa mi ha chiesto di sfidarla ad un duello magico. Le ho riso in faccia in quel momento, ma vedendo la sua serietà ho acconsentito.

Ero così convinto che avrei vinto che la sottovalutai.

Provai a schiantarla ma lei ancora prima che potessi formulare l’incantesimo nella mia testa era scattata in avanti.

Provai con un incantesimo più veloce e rapido, ma nulla. Lei lo schivò come se fosse una palla che rotolava verso di lei lentamente. Rimasi stupito e fu in quell’istante in cui mi sono distratto che lei scattò in avanti e con due semplici mosse mi ritrovai a terra con un dolore atroce alla schiena.

Rabbrividisco solo a pensarci.

- E allora? Che ne dici?

La guardo negli occhi.

Per un attimo vedo al posto degli occhi chiari di Haley gli occhi di Hermione.

Scuoto la testa e cerco di tornare alla realtà.

A quanto pare queste tre settimane non hanno aiutato molto a superare la sua morte.

Continuo a rivederla ovunque e qualsiasi cosa io faccia.

- Draco?

- Va bene… ma solo per un’ora non di più.

Lei sorride come farebbe una bambina che ha ottenuto quello che voleva con un capriccio.

Sta per uscire quando si ferma e si volta con un ghigno malvagio verso di me.

- Prima hai detto che sono pur sempre la sorella della tua ragazza… Consideri Hermione ancora la tua ragazza… Non so se ascolterai questo mio consiglio, ma dovresti dire cosa provi ancora per lei alla tua futura moglie… Sai,  per non creare malintesi...

Draco 1 Haley 10.000

Non c’è che dire, se non che riesce sempre a trovare il mio punto debole in ogni situazione e ad usarlo a suo favore.

Sarei stato molto fiero di averla in Serpeverde anche se fosse stata una Mezzosangue.

Alzo gli occhi al cielo mentre lei esce dalla mia stanza fischiettando e vado a prepararmi per affrontare la giornata.

Non meno di dieci ore dopo mi ritrovo circondato da bambini e genitori intenti a inseguirli.

C’è una strana melodia ipnotica proveniente da una strana macchina babbana che gira in continuazione con all’interno dei finti cavalli.

Per non parlare di quelle macchine con le ruote che si scontrano l’una contro l’altra.

- Che ne dici se cominciamo nel tirare le torte al pagliaccio laggiù in fondo?

La guardo sconvolto.

- Perchè mai dovremmo tirare delle torte addosso a qualcuno.

- Perché fa ridere.

- Non vedo la parte divertente

- Ci credo, voi maghi vi divertite sono se siete sopra una scopa o a fare strane pozioni

- Okay, non è vero. Noi maghi ci divertiamo anche facendo altre cose.

Lei ridacchia e sussurra un “Si, certo!!” mentre si dirige verso lla bancherella con il pagliaccio.

- Davvero Liv, non so cosa ci trovi di divertente.

Lei ghigna.

Non mi piace quando fa quella faccia

In un attimo lei prende la torta e me la sbatte in faccia.

Lentamente mi tolgo la panna dagli occhi e la vedo ridere come una pazza.

- Ecco cosa c’è di divertente

Non posso fare a meno di farmi scappare un sorriso.

- Ti ho visto principe di ghiaccio… Non è facile scioglierti ma io sono una delle poche a esserci riuscita

- Non so di cosa tu stia parlando

Con una salvietta comincio a togliere i residui dalla mia faccia mentre lei ne tira altre due addosso al clown il quale a fine gioco fa un breve inchino e con la lingua comincia a leccarsi intorno alla bocca.

Paghiamo il cassiere e ci incamminiamo verso una panchina libera.

Mi giro verso di lei e la vedo sorridere mentre osserva i bambini ridere e giocare.

- Sai, non stavo molto simpatico ad Hermione quando eravamo piccoli.

- Lo so, parlava in continuazione male di te.

Sorrido e abbasso lo sguardo osservando distrattamente le ombre che pian piano si allungano a causa del tramonto imminente.

- Non so come era veramente prima di Hogwarts...

Ci sediamo entrambi sulla panchina e guardiamo la gente passare.

- Ti piacerebbe saperlo?

Ci penso un attimo su poi mi do dell'imbacille. Non avevamo parlato mai di Hermione dopo il funerale e ne avevo bisogno e forse anche lei. Non mi riicordo di averla vista versare una sola lacrima per la morte della sorella, nemmeno davanti alla sua tomba. Pensavo che fossero legate...

- Sì, molto.

Lei sospira e la vedo perdersi letteralmente nei suoi ricordi.

- Hermione da piccola era... una piccola regina.

La guardo con uno sguardo sorpreso.

- Hermione? La stessa Hermione che non riusciva a farsi degli amici il primo anno?

- Quella era l’Hermione in un mondo completamente diverso da quello in cui era abituata a vivere. L’Hermione del modo umano era una diva. Tutti l’ammiravano anche se lei non se ne accorgeva.

- Forse ne ho un’idea… La prima volta che ho incontrato i tuoi genitori qualche anno fa, tua madre mi ha fatto vedere una vecchia recita scolastica di Hermione e lei era al centro del palco con tutto il coro alle spalle. Cantava in un modo splendido…

- Lo so… C’ero anche io, ma il suo vero palco era allestito a Natale quando ci faceva assistere ad un piccolo concerto. I primi anni eravamo solo noi tre il suo pubblico poi si sono  aggiunti i parenti, le sue insegnanti e persino i vicini. Riusciva a coinvolgere tutti con la sua voce e  con il suo aspetto da bambolina nonostante l'apparecchio ai deiti. Tutti l’amavano. Era conosciuta da tutto il vicinato come la principessina di villa Granger.

- Anche lei ha una serie infinita di nomi?

- Si… Hermione Jean Catherine Granger- White. Ha talmente tanti nomi da fare concorrenza ai reali.

Vedo una piccola lacrima scendere lungo la sua guancia.

- Ehi tutto okay?

La vedo scuotere la testa asciugandosi il viso.

- Ti puoi fidare di me Liv, ti puoi sfogare e chiarirmi le idee contemporaneamente.  

La vedo girarsi dall’altra parte.

- Conviviamo da quasi un mese e mi hai anche sbattuto una torta in faccia. Praticamente siamo migliori amici.

Lei ride e si tira indietro i capelli dietro alle orecchie.

- Draco…

- Dico sul serio.

- Lo so, ma non è solo una questione di fiducia

- A no? Cosa ti frena allora?

Lei sospira e alza gli occhi al cielo.

- Promettimi che starai ad ascoltarmi fino alla fine senza giudicarmi.

- Okay, lo prometto.

Lei fa un sorriso maliconico quasi divertita dalla mia curiosità, poi dopo aver fatto un respiro profondo comincia a parlare.

- Avevo sedici anni quando tutto è cominciato, quando l’ho incontrato. Era l’estate tra il secondo e il terzo anno di Hermione ad Hogwarts. Avevo deciso di chiudere con Andrew Morris, un ragazzo che mi aveva portato sulla cattiva strada. Stavo cercando di tornare a casa quella sera ed ero un po’ ubriaca quando praticamente gli caddi addosso.

Vedo un sorriso sincero apparire sul suo viso.

Ricordava quei momenti con tenerezza e ciò alimentava la mia curiosità

- Lui mi chiese cosa ci facevo nel bel mezzo della notte in giro per la città… Io risposi che potevo fagli la stessa domanda visto che mi sembrava più o meno avesse la mia stessa età. Lui capì che ero ubriaca e si offrì di accompagnarmi a casa. Era molto dolce e, dai la colpa all’alcol o al fatto che fosse maledettamente bello, accettai. Mentre eravamo per strada mi disse che si era appena diplomato e che a settembre si sarebbe iscritto a medicina. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Era divertente, carino e molto simpatico e io ero un tale casino. Mi sentii a disagio in un certo senso. Mi riaccompagnò a casa e quando lui mi chiese il mio nome volevo dimostrare a lui e a me stesso di essere una ragazza per bene quindi gonfiai il petto e pronunciai “Haley Margarete Olivia Granger - White”

Entrambi cominciamo a ridere. Immagino solo la scena…

Poi lei torna seria e riprende a raccontare.

- Lui rimase molto stupito dal mio cognome, ma non perse il sorriso… All’improvviso ero preoccupata che lui ora si sentisse a disagio. Ero la figlia di due dei più importanti dentisti e medici dell’intero Regno Unito senza contare che eravamo ricchi da far paura. Ma lui non parlò dei miei, ma di Hermione. Disse “Allora tu sei parente della fantastica Hermione Granger?” Per un attimo rimasi senza parole. Mia sorella non faceva parte della comunità di aristocratici e non si faceva vedere in giro, se non durante l'estate, da anni a causa di Hogwarts e poi l’illuminazione. Era un mago. Gli risposi che era mia sorella e che non avevo mai incontrato un mago se non appunto mia sorella. Lui rise e giuro gli sarei saltata addosso in quel momento da quanto era -

Decido di non voler sapere come va avanti e le faccio cenno di andare avanti.

- Anche se ero una persona normale lui mi chiese di uscire e io non ci pensai due volte ad accettare. Ero davvero felice solo che…

- Solo che cosa?

Lei mi lancia uno sguardo esasperato.

- Era un mago e io lo sapevo che non era giusto, ma in quel momento non badai a nulla.

La guardo incuriosito e lei si morde il labbro per quualche secondo per poi illuminarsi.

- Tu puoi entrare nella mia testa e vedere i miei ricordi no?

- Sì, ma perché vuoi che lo faccia? Lo sai vero che è un po’ invasiva come operazione?

- Lo so, ma se te lo racconto non riuscirai mai a capire il mio punto di vista per cui vai! Entra nella mia testa.

- Sicura?

- Sono pronta!

Prendo la bacchetta un po’ titubante e formulo l’incantesimo.

In un attimo vengo catapultato dei ricordi di Haley. Cerco di rilassarmi in modo da lasciarle più libertà e in modo che sia lei ad organizzare i ricordi e scegliere quali devo vedere.

Ad un certo punto il vortice che mi avvolge si ferma e io mi ritrovo in un ospedale o almeno credo.

Dopo pochi secondo vedo una Haley molto più giovane che cammina guardandosi intorno.

Porta un paio di jeans strappati, una canottiera aderente di un azzurro pallido e i capelli castani raccolti in uno chignon basso. Sembra appena uscita da scuola...

Sto per avvicinarmi a lei quando vedo una mano sbucare da dietro all’angolo che l’afferra e la trascina via.

Scatto in avanti e giro l’angolo pronto per vedere qualsiasi cosa.

Mi sbagliavo.

Non ero pronto a vedere quello che in questo momento ho davanti.

Oliver Baston sta baciando con passione Haley tenendola tra le braccia e non sembra intenzionato a lasciarla tanto presto...




Okay... Sono pronta... 
Fate partire i cannoni con gli insulti.
Lo so, che farvi aspettare così tanto per un capitolo del genere è un abominio, ma ho avuto problemi che vanno oltre la mia volontà.
Ho avuto qualche problema all'inizio nello scrivere le cose che avevo in testa, poi c'è stata l'esplosione del mio computer che a causa del caldo e della sua già precaria situazione, ha esalato il suo ultimo respiro (Che riposi in pace! Ha servito bene la sua padrona). Ora che è arrivato il nuovo computer, ho fato i 394 aggiornamenti e recuperato il capitolo, posso tornare a concentrarmi sulla storia. Purtroppo con la dipartita del mio computer, se ne sono andati anche i capitoli che avevo scritto, per cui abbiate pazienza con me che di sicuro impazzirò nel cercare di ricordarmi i capitoli che avevo scritto.
Detto questo, sapendo che la vostra collera è ancora fresca e non avete voglia di leggere ancora le mie motivazioni non molto valide, vi chiedo..... Come state? Che ve ne pare di questa introduzione alla vita passata di Haley? Personalmente Amo Oliver Baston! Da piccola ne ero innamorata persa (come chiunque credo) e mi sembrava giusto riservargli un piccolo spazio anche nella mia storia
Fatemelo sapere con una recensione che salverà me dalla pazzia e dall'esasperazione! (si ho fatto la rima e sì è veramente pessima)
Un bacione quasi sciolto dal caldo infernale

Lola 

P.S. Pazza non credo di esserlo visto che il mio cervello è andato in ferie in luoghi sicuramente più freschi di dove sono io ora

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Dietro i felici e contenti di una storia ci possono essere ancora misteri da svelare ***


Capitolo 8: Dietro i “Felici e Contenti” di una storia ci possono essere ancora misteri da svelare

 




Rimango a bocca aperta.

Quando Haley ha parlato di un mago, non mi sarei mai aspettato di vedere Baston.

Lentamente, troppo per i miei gusti, i due si staccano leggermente.

Lui le tiene i fianchi e le braccia di lei sono intorno al suo collo. Sono fronte contro fronte e hanno entrambi un sorriso da ebete.

Se non sbaglio Baston ha cinque anni in più di noi, quindi due in più di Haley.

- Sei ancora di turno?

Di turno?

Solo ora mi accorgo del camice da specializzando che lui indossa e dello stetoscopio che ha intorno al collo.

- Sì, e tu non dovresti essere qui. Stai approfittando del nostro mese per imparare i metodi di guarigione babbani tra i babbani.

- Dovevo… Non ti vedo quasi mai da quando hai cominciato i corsi.

- Potrei dirti la stessa cosa della tua scuola se non fossi in vacanza.

- E’ diverso…

Lo vedo ridere. Sembrano davvero felici…

- Inoltro sono un po’ gelosa.

Lui spalanca gli occhi sorpreso.

- Di chi?

- Non c’è qualcuno di preciso, vedo solo che sei circondato da infermiere carine…

- Cosa dovrei dire io? Tu hai un intero esercito di ragazzi ai tuoi piedi!

- Ma loro non sono te…

- Anche quelle infermiere non sono te. Tu sei unica e inimitabile.

Lei sorride e lo bacia di nuovo. Un bacio dolce, non passionale come quello di prima. Ad un certo punto vedo un dottore anziano arrivare…

Baston deve averlo sentito perché spinge delicatamente Haley dietro la macchinetta del caffé e si appoggia velocemente al muro facendo finta di leggere una cartella clinica.

- Signor Baston cosa ci fa qui? Perché non è con gli altri specializzandi?

- Dottor Stevenson, stavo cercando di capire come fanno i babbani ad aver inventato così tanti macchinari per scovare le malattie… E’ affascinante scoprire quanto noi siamo indietro sotto alcuni aspetti rispetto a loro nel campo della medicina. Loro sono riusciti a fare molto più di noi senza magia.

- Se i nostri futuri medici come lei pensassero più a studiare che a fare tornei di Quiddich nei weekend saremmo pari a loro.

- Forse ha ragione...

Il dottore alzò gli occhi al cielo e ordinò a Baston di muoversi e di trovare il resto del suo gruppo di studio.

Lui annuì e l’anziano dottore se ne andò.

- E’ questo che racconti ai tuoi colleghi? Sono solo il tuo torneo di Quiddich del Weekend?

Lui la guardò negli occhi serio.

- Tu sei il mio tutto.

Lei fece un sorriso dolce.

- Ci vediamo stasera?

- Sotto casa tua?

- Si

- A stasera allora.

L’immagine divenne sfocata.

Stava cambiando ricordo.

Mi sentivo parecchio confuso. Sembravano innamorati davvero, ma non so perché sento che stia per accadere qualcosa di brutto. So già dell’incidente, ma è qualcos’altro.

L’immagine torna ad essere chiara.

Due ragazze stese su un letto a baldacchino enorme con le coperte rosso fuoco e gli orli d’oro. Le riconosco subito. Haley ed Hermione.

- Dai dimmelo!

Risentire la sua voce mi fa venire un groppo al cuore. E’ esattamente come me la ricordavo. Dolce e vivace.

- E va bene streghetta. Sto frequentando un ragazzo…

- Qual’è il suo nome?

- Non posso. Lo conosci e non voglio che nessuno lo sappia.

- Ma scusa a chi potrei dirlo? Sono sicura che a Harry e Ron non importi proprio nulla di chi sia il tuo ragazzo.

La vedo che apre la bocca, poi qualcosa la ferma. Perché non parlava di Baston alla sua sorellina?

- E’ Andrew. E’ cambiato o almeno così dice.

Subito mi torna in testa la sera dell’incidente che Hermione mi ha fatto vedere tra i suoi ricordi. Ecco perché quando Hermione le aveva detto che Andrew stava male, lei era così scontrosa e distaccata. Non stava uscendo con lui come Hermione credeva!

Vedo la piccola grifona battere le mani felice.

Per il suo cuore Haley che usciva con Andrew sarebbe significato vederlo di più e la sua cotta per lui non le faceva notare che sfigato fosse. Naturalmente non posso dare giudizi senza averlo conosciuto… Dopotutto io sono di parte.

- Sono così felice per voi. Immagina se andate a vivere assieme…

- Sicuramente sarà un posto lontano da qui… Potremo anche non fermarci finché non troveremo il posto giusto… Se fosse così viaggerò molto

E’ evidente che Haley non stava pensando esattamente a Andrew, ma questo la piccola Hermione non poteva saperlo. Nonostante l’allegro argomento vedo la grifona incupirsi all’improvviso e questo lo notò anche Haley.

- Streghetta, come mai quella faccia?

- Ma come farò a sapere dove sei?

Haley le sorrise dolcemente.

- Tranquilla Herm… Rimarremo sempre in contatto

- Non puoi saperlo… Vorrei essere più sicura… Quando tornerò ad Hogwarts ci lavorerò sopra… anzi… ho già un’idea in mente.

- Streghetta non cacciarti nei pasticci.

- Tranquilla non lo farò. Devo solo spedire una lettera via gufo.

- Non mi sono ancora abituata al tuo modo di parlare stregonesco.

Lei sorrise e l’immagine tornò sfocata.

Non capisco perché Haley mi sta facendo vedere tutto questo. Cosa centrano delle chiacchere tra sorelle con il motivo per cui sta scappando?

L’immagine torna a farsi più chiara e questa volta mi trovo a bordo piscina con Haley che legge una rivista sul lettino.

- Haley!!!!

Mi giro e vedo Hermione arrivare con una busta.

- Haley! Sono arrivati!

- Cosa sono arrivati?

Hermione tira fuori velocemente dalla busta due ciondoli: uno con una stella l’altro con la luna.

- Perché hai in mano i nostri ciondoli?

- Li ho madati a Molly Weasley pregandola di aiutarmi. Lei è stata gentile e si è offerta di andare a Diagon Alley in un negozio che fa incantesimi del genere e me li ha appena riconsegnati il gufo di famiglia Weasley

Dalla busta la vedo estrarre un piccolo carlion blu notte  tutto adornato di perle bianche.

- Guarda…

Hermione prese il ciondolo a forma di stella e lo aprì.

Una dolce ninna nanna riempì l’ambiente dopo pochi secondi il carlion rispose alla dolce melodia come una seconda voce. Durò solo per mezzo minuto perché poi dal carlion fuoriuscì un piccolo mappamondo e sull’Inghilterra c’era una piccola luna blu.

- Quella sei tu.

- Non capisco.

- Così possiamo sempre sapere dove siamo anche quando saremo lontane. Ti piace?

Haley le rispose con un lungo abbraccio.

L’immagine cambiò velocemente.

Ora eravamo fuori da un Pub a Londra, ma non un pub qualsiasi. Un pub per maghi.

- Non ne sono sicura Oliver…

- Vedrai ti piacerà tantissimo. Anche se siamo in tempi buii, voglio farti vedere il mio mondo.

- Non conosco le regole di voi maghi, ma non credo che tu possa farmi vedere il tuo mondo.

Una delle prime e importanti regole è proprio quella di tenere i babbani all’oscuro del nostro mondo ma questo non sembrava spaventare Baston.

- Lo so, ma è una mia scelta rischiare. Non voglio che la donna che amo mi conosca solo a metà.

- Potresti finire in guai seri…

- Pensavo amassi il pericolo?

- Sì, amo il pericolo che riguarda solo me, ma qui c’è in gioco il tuo futuro.

- Non mi importa.

Lei sorrise non molto sicura di quello che stavano per fare.

Entrarono e andarono sul retro. Dopo aver toccato con la bacchetta i giusti mattoni davanti a Haley si aprì per la prima volta Diagon Alley.

Presto si mischiarono tra la folla e io li persi di vista.

Venni risucchiato fuori.

Stare così tanto nella mente di un’altro stancava parecchio soprattutto perchè non ero allenato.

Mi ritrovai di nuovo di fianco a Haley circondato dagli allegri giochi babbani.

Avevo il fiatone…

Troppi dettagli da assimilare in così poco tempo.

- Non fu l’unica volta che andai a Diagon Alley con lui.

Mi giro verso di lei e la vedo triste mentre osserva distratta la sua ombra sul terreno.

- Lo sai che Oliver Baston, purosangue per eccellenza, potrebbe essere spedito ad Azkaban a causa di quello che mi hai appena mostrato.

Il mio tono era duro, ma non era per sgridarla… Era più per lo shock e per preoccupazione.

- Pensi che non lo sapessi? Le prime volte non mancavo mai di ricordarglielo, ma lui continuava a dirmi che finchè fossi rimasta con lui nessuno avrebbe sospettato di nulla.

Un sorriso tenero apparve sul suo volto.

- Tanti dei miei più teneri e dolci ricordi con lui si sono svolti proprio là...

In quel momento rividi Hermione in lei. Mi guardava sempre con quello sguardo prima della battaglia e questo mi suggerì una cosa che fino ad ora avevo solo ipotizzato.

- Lo amavi?

- Cosa?

- Amavi davvero tanto Baston?

La vidi ingoiare il groppo alla gola e annuì.

- Cos’è successo dopo?

- Mi mostrò tutta Diagon Alley,poi Hogsmead e infine anche se da lontano anche Hogwarts.

La guardai sconvolto… Baston aveva portato Liv ad Hogwarts? Era forse impazzito?

Solo guardando la faccia di Liv completamente persa nei suoi ricordi mi risposi da solo. Sì, era pazzo… di lei completamente. In quel momento provo a mettermi nei suoi panni e cerco di capire cosa lo ha spinto.

Immagino Hermione che mi mostra il suo mondo babbano e quando mi chiede di me, devo censurare ogni mia risposta per non andare contro le regole del Wizegamot e alla fine riesco a capire il perché Baston avesse fatto. Ci teneva davvero a Liv e se rispettava le leggi la loro relazione sarebbe stata fondata su una pila di bugie.

- Lo so che è stata una sciocchezza, ma lo vedevo così felice mentre mi svelava anche i più piccoli e insignificanti segreti del mondo magico che non avevo cuore i fermarlo. Dovevi vederlo Draco gli si illuminavano gli occhi…

Non sarò di certo un esperto ma credo che lei non lo abbia dimenticato nemmeno un po’ qualsiasi cosa sia successa.

- Poi che successe?

- Era andato a fare una commissione per conto del suo capo e mi aveva lasciato in un cafè. Passata una mezzora guardai fuori e mi sembrò di averlo visto così uscii fuori a cercarlo e senza accorgermene mi allontanai troppo dal cafè. Mi ritrovai a Nocturn Alley. Ero spaventata così mi rintanai in un angolo per riprendermi un attimo dal panico che attraversava il mio corpo. Ad un certo punto sentii delle persone incappucciate parlare di resurrezioni e di pietre, di riti e di dissennatori. All’epoca non sapevo nulla di tutte queste cose, ma comunque non essendo stupida capì che non erano brave persone. Mi sentivo un po’ inutile in quel periodo. Le gesta di Hermione a scuola sono arrivate a me grazie ad Oliver e anche grazie ai miei che non smettevano di adorarla, in più ero circondata da persone con poteri magici e io la cosa più magica che sapevo fare era un trucco matematico con le carte. Non ero gelosa di Herm, era solo un sentimento di inutilità. Così feci la cosa più stupida che potevo fare.

- Cosa?

- Ero a pochi passi dalla pietra di cui avevano parlato. I mangiamorte erano distratti così la presi. Non sapevo quanto la pietra fosse delicata. Ero carica di adrenalina e talmente agitata che mentre stavo per scappare, feci scivolare la pietra.

Tutto d’un tratto il suo viso si incupisce.

- Dalla pietra si staccò un piccolo pezzo che assunse un’altro colore, più rossastro. I mangiamorte si accorsero della mia presenza e non sembravano proprio contenti di quello che avevo cercato di fare. Afferrai d’impulso il pezzo di pietra più rosso e scappai in mezzo alla folla. Grazie al cielo mi scontrai con Oliver e lui senza fare domande si smaterillizzo con me lontano da quel luogo magico. Piansi per sfogarmi a causa della paura per quasi un’ora, poi piano piano riuscii a spiegare ad Oliver quello che era successo. Lui mi ascoltò serio cercando di non commentare. Alla fine lui mi portò a casa e mi fece promettere di non parlarne con nessuno. Avevo paura, ma mi fidavo di lui perciò promisi.

- Non capisco...

Lei si gira verso di me e mi guarda confusa.

- Cosa non capisci?

- La pietra della Resurezione si è spezzata?

- Esatto… Le manca una parte

- Potter l’ha usata eppure è sano e salvo.

- L’ho sentito, me lo hanno raccontato e questo conferma solo quello che ho letto.

- Ovvero?

- In questi otto anni mi sono informata bene sui tratti oscuri del vostro mondo. La Pietra della Resurezione è formata da tre parti: una parte che fa Resuscitare ovvero la centrale e la più grande, poi ce ne sono due identica affianco una che protegge l’anima e l’altra, quella che sono riuscita a prendere, che cura il corpo da eventuali ferite gravi.

- Continuo a non capire perché Potter sia vivo.

- Harry Potter quando ha ricevuto l’Avada Kedavra, non ha subito alcun danno al corpo. E’ semplicemente morto. In poche parole non aveva bisogno della piccola parte che io avevo preso qualche anno prima. Gli serviva la prima e la seconda.

All’improvviso tutto quadra anche se c’è ancora una domanda che mi ronza in testa.

- Che ne hai fatto della pietra?

- L’ho conservata con me tutto il tempo e credo che se l’avessi restituita ai proprietari, non avrei dovuto affrontare tutto quello che ho effettivamente affrontato. Pronto per tornare nella mia testa?

Annuisco.

Avrei scoperto gli ultimi segreti di Haley e qualcosa mi dice che non sono per niente piacevoli, ma sono pronto. Pronto per la parte dolorosa della storia. Dopo tutto quello che avevo visto e vissuto mi sono convinto di una cosa: dietro i felici e contenti di una storia ci possono essere ancora misteri da svelare  e dietro la storia della vita di Hermione ce ne sono molti di più di quelli che immaginavo.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** La magia ha un prezzo ***


Capitolo 9: La magia ha un prezzo!

 

- Okay, sono pronta. Entra pure nella mia testa.

Faccio un respiro profondo e pronuncio l’incantesimo.

All’improvviso mi trovo di nuovo in ospedale ma questa volta sono in una stanza. Ci sono delle bianche tapparelle che riescono a filtrare la luce.

Non appena sposto lo sguardo la vedo.

Un’Hermione di circa tredici anni è attaccata ad una flebo completamente incosciente.

Un sentimento di nostalgia mi attraversa costringendomi ad avvicinarmi.

Non posso fare a meno di toccarle i capelli anche se so di non poterlo fare effettivamente. Quando la mia mano la attraversa il suo viso non sentendo il calore della sua pelle, mi si blocca momentaneamente il respiro. Per un attimo, avevo sperato che il ricordo di Haley fosse stato abbastanza vivido per rederlo quasi vero, ma essendo successo quasi otto anni fa la cosa è molto improbabile.

All’improvviso un rumore attira la mia attenzione

Mi giro e subito vedo Baston che passa correndo fuori, nel corridoio. Capisco subito che se voglio sapere quello che Haley mi vuole mostrare devo seguirlo. Preso da una foga sconosciuta esco dalla stanza e lo seguo correndo. Poco lontano dalla stanza di Hermione scopro che c’è anche quella di Haley.

Vedo Baston sconvolto sulla porta che da sulla stanza dalle pareti leggermente azzurrognole. Il suo respiro accellera mentre entra nella stanza.

Lo vedo avvicinarsi lentamente al letto dove vedo distesa Haley. E’ molto pallida e, come Hermione, ha una flebo attaccata al braccio, solo che lei ce l’ha piena di sangue il che non promette bene.

Baston si avvicina al bordo del letto e prende la sua cartella clinica, quella disponibile per tutto il personale in caso di emergenze, in mano.

Noto diverse emozioni attraversare il suo volto.

Lo vedo sconvolto, poi diventa completamente serio infine una rabbia improvvisa che lo porta a scaraventare con violenza la cartella dall’altra parte della stanza.

Spalanco gli occhi dalla sorpresa…

L’ho sempre visto molto posato e tranquillo e vederlo in questo stato mi fa capire la gravità della situazione.

Dopo un paio di minuti vedo la sua rabbia diminuire lasciando spazio alla disperazione.

Probabilmente se fossi stato nella sua situazione avrei avuto una reazione simile, ma peggiore. Non sono certo famoso per il mio modo controllato di reagire alle brutte notizie.

Si strofina un attimo gli occhi cercando di nascondere a se stesso le lacrime senza molto successo, si siede di fianco alla sua ragazza e le prende la mano stringendola delicatamente.

- Non puoi lasciarmi Haley. Non era così che doveva finire tutto.

Lo vedo distogliere lo sguardo e ricacciare dentro i singhiozzi.

- Avevamo dei progetti che dovevano avverarsi. Rinuncerei a tutto pur di riaverti tra le mie braccia. Rinuncerei alla magia, alla mia famiglia, a tutto per te… Ti amo da impazzire e non so se riuscirei a sopportare un mondo senza di te...

Porta la mano di Haley alla bocca e gliela bacia dolcemente.

Poi apre di scatto gli occhi.

Ha avuto un’idea e qualcosa mi dice che non è buona.

Si alza e chiude la porta della stanza. Si gira e accosta le tende della stanza… Tutto ciò mi fa salire l’ansia alle stelle.

- Perdonami, so che non vorresti che lo facessi, ma ora che sei entrata nella mia vita, non ho intenzione di lasciarti andare facilmente, per di più per colpa di un pazzo ubriaco.

Tira fuori la bacchetta e pronuncia una serie di incantesimi complicati che però fanno  comparire subito un lieve rossore sulle guance di Haley.

Poi lentamente la vedo aprire gli occhi come se si fosse appena svegliata da un lungo sonno. Lei appena vede il suo volto sorride.

Vedo Baston trarre un sospiro di solievo e sedersi al suo fianco stringendole le mani.

- Pensavo che non ti avrei più rivisto…

- Non dovevi farlo...

La voce di Haley è ridotta un sussurro e devo avvicinarmi per riuscire a sentire.

- Cosa?

- Finirai nei guai per aver usato la magia per curarmi…

- Non ti sono riuscito a curare del tutto ma ora sei fuori pericolo.

- E’ lo stesso, Ollie...

- Ti amo troppo per anche solo pensare di perderti…  Se la magia sarà un prezzo da pagare per stare con te, sarò ben felice di pagarlo.

- Sei un pazzo...

Lui sorride senza staccare un attimo lo sguardo da lei.

- Sì, ma pazzo di te, bellissima.

La vedo arrossire e abbassare lo sguardo.

In queste ultime settimane con Haley l’avevo vista sempre molto forte e immaginavo che lei fosse il tipo di donna che non arrossisce per una frase romantica, ma o sta fingendo o Oliver Baston è l’eccezione alla regola. La seconda sembra molto più probabile.

Sembrano sul serio quello che i babbani definiscono come anime gemelle. Per lei, lui è disposto a fare di tutto, anche a rinunciare alla magia, e, da come lei si preoccupa del suo futuro, sono convinto che anche lei farebbe di tutto per lui.

All’improvviso Haley si ricorda di che cosa le è successo e cerca di alzarsi, senza aver successo perché Baston la blocca e la fa stendere di nuovo.

- Hermione? Dov’è?

- Non ti preoccupare… Lei sta bene, si è risvegliata un’ora fa.

Lei annuisce seria pensando a qualcosa che non le permette di essere sollevata dopo aver ricevuto la notizia.

- Amore, che succede?

- Mi hanno trovata...

Vedo Baston irrigidirsi e guardarla preoccupato

- Prima che la macchina ci colpisse ho visto chiaramente il conducente con la maschera dei MangiaMorte. Mi hanno trovata e sanno chi sono. Vogliono la pietra e non esiteranno ad uccidermi se questo gli garantisce che l’avranno.

- Non ti troveranno Haley, te lo prometto

Lei lo guarda nello stesso modo con cui si guarda un bambino che crede nelle favole.

- Non fare false promesse Ollie.

Lui abbassa lo sguardo e si lascia accarezzare i capelli castani chiaro da Haley.

All’improvviso lei si ferma e lo costringe a guardarla.

- Ho un’idea per fermarli per un po di tempo, ma ho bisogno del tuo aiuto senza discussioni.

Vengo trascinato fuori dalla sua mente a forza e in un attimo mi ritrovo di nuovo di fianco ad Haley.

- So cosa stai pensando e credimi non tornerei indietro.

Non posso fare a meno di alzarmi dalla panchina e cominciare a camminare avanti e indietro cercando di assimilare tutto.

- Non tornerei indietro perché so di aver fatto la cosa giusta andandomene. Non voglio neanche pensare a quello che avrebbero fatto ai miei genitori se fossi rimasta.

- Ti sei finta morta per sfuggire ai mangiamorte?

- Sì, quello stesso giorno Oliver prese il cadavere di una ragazza con più o meno le mie stesse dimensioni e fece credere a tutti di una mia morte scrivendo sul referto medico che la causa era che i miei organi non rispondevano alle cure e alla fine hanno ceduto.

- E ci hanno creduto? I mangiamorte hanno creduto che tu fossi morta?

- Sì, per un po’ di tempo ha funzionato. Evidentemente il Signore Oscuro aveva ben altri problemi da risolvere per concentrare tutte le sue forze per cercare una parte della pietra.

- La pietra se non sbaglio poi finì nelle mani di Silente. Come è possibile che lui non si sia accorto di nulla?

- Infatti se ne era accorto...

Mi giro verso di lei stupito.

- Si era accorto di questo e anche delle nostre piccole gite. Mi ha mandato una lettera tramite gufo e mi ha scritto che il mio segreto era al sicuro.

Lei si mette una mano tra i capelli e sospira.

- Quindi mi stai dicendo che Silente sapeva tutto? Quell’uomo non finirà mai di sorprendermi.

- I primi miei tre anni di fuga sono stata con Oliver. Vivevamo insieme, eravamo molto felici. Lui intanto si è laureato e lavorava per il San Mungo. Io avevo un piccolo lavoro come commessa in un negozietto a Londra e così ci pagavamo le bollette. Oltre al lavoro, non uscivo mai di casa senza un incantesimo per trasfigurarmi il viso e all’epoca mi bastava perché ero con lui ed ero felice. La sua famiglia non sapeva nulla di me e credevano che la sua decisione di prendere un appartamento nella Londra babbana fosse solo un capriccio per cui non lo disturbavano…

- Poi cosa è successo?

- Una mattina al lavoro nel negozio entrò una donna con un bel vestito elegante e si presentò come Rachel May Baston , madre di Oliver. Mi irrigidii subito sapendo che ci aveva scoperto. Mi disse di calmarmi e che lei non avrebbe detto nulla riguardo alla trasgressione di Oliver e alla nostra relazione. Era venuta per parlarmi della mia finta morte e dalla assurda relazione che avevo con suo figlio. Mi disse che scappare non è stata una grande idea ma, come stavo pensando io in quel momento, disse che era stata una mia scelta e lei mi capiva. La cosa che la preoccupava era per lo più il futuro di Oliver. Mi disse che lei voleva bene a suo figlio, ma pensava che prima o poi le nostre “scappatelle” sarebbero venute fuori e avrebbero rovinato Oliver e tutta la sua famiglia. Ero abbastanza sconvolta anche se sapevo già tutte quelle cose. Non so perché ma sentirmele dire le rese ancora più reali. Per calmarmi mi disse subito che quella era solo una sua opinione e che io potevo fare tutto quello che volevo, ma secondo lei dovevo lasciare Oliver in pace e permettergli di vivere come una persona onesta e non come un criminale che si nasconde nell’ombra. Mi disse che lo stavo limitando, senza contare che sarebbe bastato assumere qualcuno per seguirlo per scovarmi e un paio di ricerche per scoprire chi sono proprio come aveva fatto lei. Concluse dicendo che se lo amavo davvero avrei trovato la forza di fare la cosa giusta.

Lei rise sarcastica e scuote la testa.

- Lo amavo da morire e quelle parole mi restarono in testa per tutta la sera. Quando lui tornò a casa prima, gli chiesi come mai così presto e lui mi rispose che c’era una cena per eleggere il nuovo capo reparto, ma lui non avrebbe mai potuto avere il posto perché il primario era un tradizionalista e pensava che una persona non poteva diventare importante senza il dovuto supporto dato da una moglie e dei figli.

La vedo trattenere un singhiozzo e io d’istinto le metto un braccio intorno alle spalle per confortarla. La vedo asciugarsi le lacrime appena le sente scendere dai suoi occhi. Nel breve tempo in cui sono stata con lei ho capito che non le piace farsi vedere debole, preferisce la solita maschera da dura.

- E in quel momento mi resi conto che lo stavo davvero trattenendo. Lui poteva avere molto di più, ma a causa mia non poteva.

- Non è vero… E’ stata una sua scelta restare con te!

- Draco, non capisci? Io non avrei mai potuto dargli quello che lui in realtà voleva dentro di sè ovvero presentare la propria fidanzata al mondo, portarla alle cene tra colleghi e poi chissà avere dei figli, sposarsi.

- Perché?

Lei mi guarda come se fosse una cosa ovvia.

- Perchè io sono morta, Draco! All’anagrafe di fianco a Haley Margarete Olivia Granger-White c’è scritto deceduta. E questo scarta il matrimonio babbano e anche quello magico visto che non puoi falsificare il tuo nome. Anche lì fanno della ricerche su di te. Avrebbero scoperto tutto e allora saremmo finiti nei guai entrambi. Stesso ragionamento per i figli perché come spieghi alle autorità che la madre dei tuoi figli in realtà è morta sui documenti?

Abbasso lo sguardo…

Come ho fatto a non arrivarci prima?

Erano intrappolati in quella situazione e comincio a capire cosa successe dopo.

- Quella notte gli scrissi una lunga lettera dove gli spiegavo che non era colpa sua se me ne andavo, gli scrissi le mie paure riguardo a noi e che in realtà gli stavo togliendo la possibilità di avere una vera famiglia alla luce del sole. Gli scrissi che lo amavo così tanto da non potergli fare questo, poi feci le valige  e me ne andai.

- Dove?

- Prima di partire feci avere un messaggio alla madre di Baston che diceva cosa ho fatto e lei come risposta mi mandò un indirizzo di una casa di accoglienza per babbani. Al capo di questo centro c’era Jessie Penderghast.

La guardo con uno sguardo interrogativo. Forse pensava che conoscessi tutti i maghi del mondo anche se il nome Penderghast non mi era nuovo.

- Penderghast?

- Sì, mago. Oggi dovrebbe avere 32 anni. Mi accolse e diventammo amici in poco tempo perché non so come ma mi ispirava fiducia.

- Questo lo prendo come un insulto?

Lei si gira e mi guarda male.

- Perché, scusa?

- Perché ti fidi del primo che passa ma non di un uomo che viveva per tua sorella…

- E’ proprio a causa di Jessie che non mi fido della gente. Comunque è stato lui ad insegnarmi l’autodifesa contro gli incantesimi e anche alcune tecniche di combattimento che negli anni ho perfezionato ovviamente. Insieme a lui c’era un altro gruppo di maghi tra i babbani. Avevo trovato un posto tranquillo e sarei rimasta ancora lì se una sera non avessi visto Oliver che mi cercava. Era ridotto veramente male… Sembrava che non dormisse da giorni e ciò mi distruggeva. Fortunatamente o no Jessie capì di chi si trattava e mentì sul fatto che io mi trovassi lì.

- Perché non dovrebbe essere una fortuna?

- Perchè sapendo che Oliver non se l’era bevuta e sarebbe tornato il giorno dopo, feci le valige e salutai tutti. Arrivai da Jessie per salutarlo, ma lui mi colpì alla testa e mi fece perdere i sensi.

- Ti ha colpito? Per quale motivo?

- Era un mangiamorte e aveva riconosciuto Oliver. Mi portò in uno dei loro covi e mi torturarono per sapere del pezzo di pietra che si era staccato dalla pietra della resurezione, ma non parlai. Non so esattamente quanto sono stata laggiù, credo un paio di mesi, so solo che ad un certo punto sono scomparsi tutti…

- Secondo i miei calcoli deve essere finita la guerra in quel momento…

- Sarà così, sta di fatto che sono riuscita a scappare. Grazie a un po’ di soldi che avevo risparmiato per un viaggio con Oliver, comprai un biglietto sola andata e partii per la  Russia. Lì grazie ad un paio di documenti falsi sono riuscita ad affittare un appartamentino e a trovarmi un lavoro. Ci sono stata un anno e mezzo, poi alcuni uomini incappucciati mi hanno trovata. In un attimo ho fatto le valige e mi sono trasferita in una piccola città in Siberia.

- Siberia?

- Ormai avevo imparato il russo inoltre non è come pensi… La Siberia non è un blocco di ghiaccio in tutti punti, certo fa fresco ma è una terra bellissima. Gli uomini incappucciati mi hanno trovato quasi sei mesi dopo ed è lì che mi sono fatta questa.

Si scopre una spalla e mostra una lunga cicatrice che parte dalla parte più alta della spalla fino a mezza spanna dal gomito.

Vedendo che la osservavo con così tanta attenzione lei sorride.

- Uno di quei uomini mi ha piantato un pugnale e ha tirato in giù lasciandomi questo segno. Sono stata molto fortunata a essere uscita dal conflitto solo con questa e di aver trovato un rifugio in fretta dove ho potuto disinfettarmi e fasciarmi la ferita. Sono andata in tante altre città in giro per l’Europa nel corso degli anni dormendo sempre con un occhio aperto, poi ho saputo di Hermione e sono tornata a casa. Il resto lo sai...

La guardo serio… Ne ha passate tante e credo che in queste ultime settimane sia riuscita a riposare molto di più che in tutti questi anni.

Le prendo la mano e ci smaterilizziamo nel giardino di casa.

- Sappi che puoi restare qui quanto vuoi…

- Grazie Draco…

- Ti posso fare solo una domanda?

- Certo

- Cosa centrano i ciondoli e il carlion con la storia delgli Incappucciati? E anche la storia di Baston?

Lei mi guarda dritto negli occhi seria.

- Lui possiede il carlion blu capace di riuscire a trovere me o Hermione senza saperlo, ma cosa più importante ha il mio ciondolo..

- E quindi?

- Il mio ciondolo ci può indicare dove è Hermione…






Ehilà, 
Eccomi puntuale per una volta!
Anche se il caldo mi sta letteralmente sciogliendo sono riuscita a recuperare anche questo capitolo... Sono molto fiera di me!
Che ne dite della fine della storia di Haley?
Credete che sia pazza a voler trovare Hermione con il ciondolo?
Fatemi sappere cosa ne pensate. Mi raccomando!
Presto riuscirò a trovare il decimo capitolo e continuerò ad aggiornare ogni due settimane se il caldo e il mio computer me lo permetteranno!
A presto

Lola








 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Il momento in cui capisco di non riuscire a seguire il filo del discorso ***


Capitolo 10: Il momento in cui capisco di non riuscire a seguire il filo del discorso…

 

Apro gli occhi come se avessi davvero dormito.

Il ricordo di ieri sera e delle parole di Haley non mi hanno fatto dormire

 

- Haley, Hermione è morta… E’ inutile che la cerchi…

- Non ci credo che sia morta… Finchè non ho la prova del carlion io continuo a considerarla viva. Quando apparirà una piccola stella sul cimitero di Greenwood allora potrò piangerla

 

Mi metto seduto e faccio un respiro profondo per evitare che di nuovo tutti quei pensieri mi invadino di nuovo la mente.

Ho deciso di andare da Baston oggi…

Haley mi ha detto che non si è mai trasferito per cui vive ancora nella loro vecchia casa. Ho proposto di andarci da solo per non vederla soffrire, ma lei ha detto che è stanca di scappare e che cinque anni sono abbastanza.

Ho paura per lei perché ho visto quanto tiene ancora a lui ieri sera e penso che vederlo con un’altra magari anche felice con dei figli la distruggerebbe anche se è proprio per questo che se ne è andata.

Ci tengo a lei e sono orgoglioso che voglia affrontare i suoi scheletri nell’armadio, ma non so come ne uscirà e questo mi fa sentire leggermente in ansia.

La voglia di scoprire di più sul passato di Haley mi porta ad alzarmi e a prepararmi per la giornata.

Scendo le scale pochi minuti dopo e vedo Haley che fissa la colazione immobile.

Mi siedo al mio posto e comincio a guardarla. Poco dopo lei se ne accorge e sospira.

- Non guardarmi come se fossi un cucciolo bastonato. Ho affrontato una decina di volte maghi assassini che mi volevano uccidere. Posso affrontare anche questo.

- Sicura?

Lei alza gli occhi al cielo e si alza da tavola.

- Allora quando sei pronto andiamo… Se Oliver ha mantenuto le sue vecchie abitudini in questi ultimi cinque anni a quest’ora dovrebbe essere in casa a fare il suo cruciverba della Domenica.

- Okay, andiamo.

Mi infilo un biscotto in bocca e la raggiungo.

In un attimo ci troviamo davanti ad una pittoresca casetta con un piccolo giardino cosa molto poco comune considerando che ci troviamo appena fuori il centro di Londra.

Vedo Haley fare un respiro profondo, aprire il cancello e incamminarsi verso la porta.

Suona il campanello.

L’attesa è frustrante, considerando che la donna al mio fianco è tesa come una corda di violino, e per fortuna dura solo qualche secondo perché la porta si apre mostrandoci un rilassato Oliver Baston con tanto di  jeans, T-Shirt, una penna e un cruciverba in mano.

Non ci mette molto a cambiare espressione nel vedere Haley.

La penna cade a terra così come il cruciverba e inizia a boccheggiare lentamente cercando qualcosa da dire.

Qualcosa mi dice che non si aspettava una visita da Haley.

Sembra incredulo… Ho paura che tra un po’ ci sbatta la porta in faccia urlandole contro di lasciarlo in pace e che non la vuole mai più rivedere. Invece non fa nulla di tutto questo e continua a fissarla come se non fosse possibile che Haley sia davanti a lui.

Dopo quello che per me sembra un’eternità lui riesce a parlare.

- Haley?

Mi giro verso di lei e solo ora mi accorgo che ha gli occhi lucidi a causa della lacrime che vogliono uscire. Solo una riesce a sfuggire al suo auto controllo, ma questa viene subito asciugata Non so esattamente il perché di queste lacrime… Non sono molto bravo a capire le sue espressioni. Forse per l’ansia o la felicità nel rivedere Baston…

Prende aria e cerca di sorridere non riuscendoci del tutto.

- Ciao Ollie...

Baston come risposta rimane fermo sconvolto dalla situazione.

All’improvviso si ricorda del suo amato cruciverba caduto e lo raccoglie in fretta.

- Ehm… Scusatemi, entrate pure...

Si fa da parte e vedendo che Haley trattiene il respiro completamente ferma decido di fare il primo passo entrando in casa.

Non è molto grande, ma accogliente.C’è un salottino con un divano, un bel camino e una tv. Mi giro e intravedo una bella e grande cucina con un tavolo da pranzo al centro. Ci sono anche le scale che probabilmente portano alle camere.

- Accomodatevi pure in salotto. Stavo giusto per fare colazione… Volete del caffè?

Io e Haley rispondiamo contemporaneamente di no e questo fa capire a Baston che non siamo qui per una qualsiasi visita.

Ci sediamo sul divano mentre Baston appoggia la penna e la rivista sul caminetto, poi cerca la poltrona come se dovesse svenire da un momento all’altro.

Noto con stupore che sul caminetto e su alcuni mobili ci sono alcune foto, in parte magiche.

In una c’è la famiglia di Baston al completo ovvero lui, i suoi genitori e la sorella Grace Baston con il marito Louis e il figlio piccolo. Poi ce ne è un’altra  scattata alla sua laurea.

Mi giro verso Haley e vedo che anche lei sta fissando le foto, ma con uno sguardo ricco di ricordi.

Guardo nella sua direzione e le vedo.

Ci sono delle foto di lui e Haley: una è in bianco e nero dove loro sono abbracciati e sorridenti. Deve essere stato inverno considerato il fatto che hanno entrambi delle sciarpe di lana e lei una simpatica berretta grigia con un buffo pon-pon. L’altra affianco è a colori e noto con sorpresa che Haley aveva i capelli tinti di un biondo cenere e sta dando un bacio sulla guancia a un sorridente Oliver Baston.

- Allora… suppongo che siate qui per un motivo...

Guardo Haley per capire se è pronta ad affrontare il discorso, ma la vedo confusa da tutto ciò che la circonda.

- Siamo qui per chiederti una cosa. Sai cosa è successo ad Hermione giusto?

- Sì, lo so… Ne parla tutto il mondo magico da mesi. Mi… dispiace tanto, Haley, per la morte di Hermione.

Lei sembra risvegliarsi da un sogno e tornare nel mondo reale.

- Lei non è morta… Non ci crederò finchè non avrò avuto la prova del ciondolo.

- Haley...

Lei si gira e mi fulmina con lo sguardo.

- No, “Haley” niente! ne abbiamo già parlato Draco ed è inutile che mi guardi come se fossi pazza perché non lo sono. Mia sorella non è morta fino a prova contraria.

Sospiro e torno a rivolgermi a Baston.

- Ci servirebbe il ciondolo di Haley e il rispettivo carlion blu. Lei dice di averli lasciati qui.

Il suo viso si incupisce all’improvviso e vedo Haley abbassa lo sguardo colpevole. Nessuno dei due parla e la cosa mi infastidisce non poco. Sono felice per loro che non riescano ancora a credere che si sono ritrovati sani e salvi e, nel caso di Haley, ancora vivi, che stiano affrontando la loro relazione, ma io gradirei davvero sapere se l’amore della mia vita è davvero morto.

- C-credo che ci sia ancora da qualche parte nella casa… Potrei controllare in soffitta...

Li guardo entrambi e sembrano degli adolescenti che si tengono il muso anche se si amano alla follia nonostante gli anni passati.

Si amano ancora… Anche un imbecille ci può arrivare… Credo anche Weasley ci arriverebbe..

Lui le lancia degli sguardi carichi di solievo  ed è chiaro che non l’ha ancora dimenticata. Posso anche scartare l’opzione “fidanzata di ripiego” perché dubito che lei sarebbe d’accordo col tenere foto di ex sul caminetto.  C’é solo un modo per affrontare la questione… Per farli affrontare la questione e questo mi costringe a lasciarli soli con qualcosa di cui parlare...

- Okay, sapete una cosa… Io vado da Potter a sistemare la vostra situazione dal punto burocratico, voi ora state qui, cercate il ciondolo e parlate.

Entrambi alzano lo sguardo per guardarmi come se avessi appena detto un’assurdità.

Io mi alzo e afferro il mio cappotto…

- Cosa intendi per situazione burocratica?

Alzo gli occhi al cielo e sospiro seccato. Hermione potrebbe essere ancora viva da qualche parte nel mondo oppure essere morta in un ospedale psichiatrico. Devo saperlo al più presto perché se è morta, cosa che in questo momento mi sembra molto più probabile, finalmente potrò rassegnarmi ed andare avanti con la mia vita, ma se invece è viva… bhé… farei le valige e prenderei il primo aereo per raggiungerla e riportarla a casa al più presto, dirle che mi dispiace e che non la lascerò per nulla al mondo.

E con tutti questi pensieri nella mia testa guardo Haley e Oliver Baston che non si concentrano abbastanza sul vero motivo per cui siamo qui.

Tutti questi sguardi carichi di nostalgia mi stanno dando alla testa e  dato che non sono mai stato un tipo paziente, credo che tirerò fuori il mio lato bastardo, che non vede l’ora di scatenarsi, e risolverò i problemi che li separano in modo poco adeguato alla situazione delicata in cui loro sono.

- Vado a dire al mondo che tu sei viva.

Vedo gli occhi di lei spalancarsi quasi contemporaneamente a quelli di lui, ma non mi importa. La proteggeranno gli Auror e non avrà più bisogno di nascondersi.

- Potter mi aiuterà con i documenti babbani e tu tornerai ad essere legalmente viva e potrai sposarti l’uomo che ami ancora.

Lei apre la bocca per contestarmi, ma io la blocco sul nascere.

- No, non provare a negarlo perché sai che è vero e tu...

Mi giro e punto il dito contro a Baston.

- Tu non lasciarla andare via per nessuna ragione! Nessuna, neanche se ti implora! Fallo per un semplice motivo: lasciarla scappare non le farà cambiare idea su di te. Continuerà ad amarti anche se se ne andrà e soffrirà tanto quanto farai tu. Ma se la costringi a rimanere potrete finalmente continuare a vivere l’amore che avete vissuto anni fa prima che vi incasinaste la vita.

Mi infilo il cappotto e li guardo un ultima volta.

- Trovate quel ciondolo e risolvete la vostra parte di problemi ovvero quella sentimentale.

- Tu non ci puoi dire di che cosa dobbiamo parlare.

Mi avvicino esasperato a Haley e la guardo fissa negli occhi.

- Senti, Liv, una delle poche certezze che avevo fino a ieri era che l’amore della mia vita è impazzita ed è morta in parte a causa mia in quell’ospedale psichiatrico per infarto. E ora tu mi vieni a dire che lei in realtà è ancora viva chissà dove nel mondo… Non voglio vivere un altro minuto nell’illusione  che forse un giorno potrò stringerla di nuovo a me. Non posso sopportarlo… Devo avere delle risposte, risposte che mi diranno se lei è viva o morta… Non delle vie di mezzo. Per cui tu cerca il medaglione con Baston e parlate dei vostri problemi perché, come ho imparato a mie spese, quando si parla del sentimento che c’è in modo palese fra voi due aspettare non è mai un bene.

Mi giro e mi avvio verso la porta.

- Ti sei un po’ ammorbidito Malfoy rispetto a come eri a scuola, Lei ti ha cambiato.

Mi irrigidisco sentendo questa frase. Hermione non mi ha cambiato… Lei mi ha stravolto, ha cambiato il mio mondo e poi lo ha portato via con la sua morte.

E’ scorretto ed egoista pensarlo, ma è così.

So che sta aspettando una mia risposta...

So che dovrei rispondergli con un “sì, è vero”, ma tutto ciò che riesco a fare è girarmi con il mio solito ghigno e guardarlo in modo sprezzante.

- Cresci un po’, Baston!

Vedo un mezzo sorriso sul suo volto e si avvicina per darmi una pacca sulle spalle.

Solo con questo gesto lui ha detto molte cose: mi ringrazia di avergli riportato Liv, di lasciarli soli e che farà il possibile per ripagarmi.

Certo che a noi uomini  basta un solo gesto per dire molte più cose di quante ne diciamo a parole.

Esco dalla porta e mi smaterilizzo al ministero della magia.

Ritrovarmi in mezzo a così tante persone dopo quasi un mese mi destabilizza un attimo.

Potter

Devo trovare Potter!





Eccomi qua!
Un po' in ritardo ma ancora viva! 
Sono riuscita  a recuperare tutti i capitoli e ho appena finito il numero 17 per cui, fino all'inizio della scuola, posso anche aggiornare tutti i sabati, dopo dovrete avere un po' di pazienza perché non avrò più tanto tempo per scrivere.
Comunque, che ne pensate di questo incontro tra Haley e Oliver? Personalmente mi piacciono insieme. Voi che ne pensate?
Fatemelo sapere con una recensione!
Ringrazio tanto tutte le persone che hanno recensito il capitoolo precedete.
Alla prossima settimana
Lola







 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Il ricordo di Lei non mi abbandonerà mai, neanche la morte potrà sbiadirlo! ***


Capitolo 11: Il ricordo di Lei non mi abbandonerà mai, neanche la morte potrà sbiadirlo

 

Come un fulmine mi reco all’ufficio centrale degli Auror e dopo un paio di minuti riesco ad arrivare davanti alla porta dell’ufficio di Harry Potter in persona.

Dopo aver fatto un respiro profondo, busso delicatamente e apro la porta senza neanche aspettare che lui mi risponda.

- Malfoy, che bella sorpresa!

- Potter, lo dici ogni volta che mi vedi e io come sempre ti rispondo che il piacere non è corrisposto.

- Sempre il solito simpaticone vedo...

Chiude il fascicolo giallo che stava leggendo e mi fa segno di accomodarti.

- Sai, Malfoy, ti stavo giusto pensando…

- Quale onore, Potter…

- Già… Qualche giorno fa è arrivata la tua fidanzata nel mio ufficio.

Lo guardo sorpreso.

- Denise?

- Sì, era molto preoccupata. Mi ha detto che è ormai un mese che non torni a casa e che le ultime notizie che ha ricevuto risalgono al funerale di Hermione.

All’improvviso mi viene in mente il fatto che non ho mandato nessuna lettera a casa per farle sapere dove ero e con chi, se stavo bene…

Il senso di colpa mi investe.

Dopo tutto lei è la mia fidanzata e io sono sparito per un mese senza darle notizie e nascondendole quello che sto facendo. Mi ci vorrà un bel po’ per farmi perdonare.

- Denise mi ha detto che per tua madre è una cosa normale vederti scomparire per un paio di mesi e poi apparire all’improvviso come se non fosse successo nulla.

- Mi è capitato già in passato…

- Lei sembrava davvero preoccupata e aveva un brutto presagio…

- Brutto presagio?

- Pensava che ti fossi suicidato.

Certo, che a volte la delicatezza di Potter è fenomenale…

Non posso fare a meno di fare una breve risata amara

- Suicidato? Sul serio?

Potter mi guarda serio e per enfatizzare il discorso appoggia i gomiti sulla sua scrivania e mi guarda fisso negli occhi.

- Draco, mi ha detto come hai reagito alla morte di Hermione e anche quello che è successo dopo la Battaglia finale. Lei non è stata l’unica a soffrire, vero?

Stringo i denti seccato.

- Non mi va di analizzare il mio passato con te, Potter. Quello che è successo non ti riguarda…

- Mi riguarda se la tua ragazza chiede di iniziare le ricerche per trovarti. Per fortuna tua madre è riuscita a calmarla e a ritirare la denuncia di scomparsa e tutto si è risolto. Anche se i giornali parlano solo di te e di Hermione, che non riuscivi a sopportare il dolore di averla persa per sempre e ti sei tolto la vita…

Alza gli occhi, sospira, per poi ricominciare a parlare

- Assurdità, una dietro l’altra…

- Non riesco ancora a sopportare il fatto che l’ho persa, ma non per questo mi tolgo la vita.

Vuole arrivare da qualche parte, ma non so dove.

- Ed è questo che penso anche io, ma ci deve essere qualcosa che ti ha spinto ad andare avanti.

Haley

L’unica parte di Hermione che mi è rimasta

Ghigno e incrocio le gambe in modo molto rilassato, cosa che non sono io in questo momento.

Troppe domande…

- Non può essere la mia grande forza d’animo ad essere riuscita a risollevarmi?

- Malfoy, non scherzare…

Alzo le mani in segno di arresa e sorrido in modo sarcastico.

- E va bene! Mi hai beccato! Sono venuto qui per dirti il motivo che non mi ha fatto crollare, ma mi devi promettere che non salterai subito alle conclusioni e che mi ascolterai prima come amico di Hermione, poi come capo degli Auror.

Lui mi guarda confuso. Chissà quante ipotesi gli staranno passando per la testa.

- Va bene, lo prometto, solo per Hermione.

Prendo respiro e poi comincio il mio racconto.

Gli parlo di come ho incontrato Haley, della sua storia, tralasciando ovviamente le infrazioni illegali di Baston, e di come lei riesce a difendersi da sola, ma contemporaneamente abbia bisogno di qualcuno per proteggerla.

Vedo lo sguardo di Potter fisso su di me concentrato su quello che gli sto dicendo. Durante il mio racconto lo vedo leggermente scosso e infine si mette le mani nei capelli cercando di metabolizzare tutte le informazioni.

Alla fine, dopo un paio di minuti, riesce a parlare di nuovo.

- Quindi mi stai dicendo che la sorella di Hermione è viva?

- Esatto, viva e vegeta.

Lui annuisce e inizia a  giocare distrattamente con la penna.

- Come hanno fatto con il corpo?

- Hanno preso un cadavere, uno che non aveva famiglia, e lo hanno trasfigurato. Ingannare i medici è stata la parte più semplice considerando che sono babbani.

- Capisco, ora spiegami un’altra cosa… Perché mi stai dicendo tutto questo? Perché sei qui?

- Ho bisogno del tuo aiuto

- Quello lo avevo capito. Non sono di certo il tuo confidente preferito.

Alzo gli occhi al cielo. Sembra di essere tornati ad Hogwarts solo con meno insulti da parte mia. Ho bisogno di lui per aiutare Haley e insultarlo non mi sembra il modo migliore di chiederlo per quanto io lo voglia.

- Tu fai parte sia del sistema babbano che quello magico e io ho bisogno che tu aiuti Haley. Si è innamorata di un mago e non può sposarlo essendo morta su tutti i documenti. Ho pensato che tu avresti potuto fare qualcosa per lei. Cambiare i documenti o semplicemente crearle una nuova identità inserendo documenti falsi nel sistema babbano.

- Non ho tutta questa influenza nel mondo babbano.

- Ma lo conosci sicuramente meglio di me. La aiuterai?

Lui mi fissa serio, poi alla fine cede e sospira.

- Farò quel che posso per aiutarla.

- Grazie Potter.

- Solo un ultima domanda?

- Fai pure.

- Perché l’aiuti? Sei una serpe… Non fai nulla per nulla.

- Sono una persona generosa Potter.

- Malfoy, non prendermi in giro. Rispondi.

Stringo i denti.

Lo odio, ma ho bisogno di lui. Devo restare calmo.

- Haley pensa che Hermione sia ancora viva e vuole trovarla.

Potter spalanca gli occhi e  il suo sguardo passa da sorpreso a completamente incredulo.

- E tu le credi? Sei così disperato da aggrapparti a qualsiasi appiglio?

- Mi fido di lei e se avesse ragione, io non potrei perdonarmi il fatto che non le ho creduto per cui sì, Potter, sono un disperato.

- Malfoy, ci sono cartelle cliniche che dimostrano che Hermione è morta d’infarto. Abbiamo fatto un funerale e tutte le prove che abbiamo trovato portano alla morte di Hermione in quell’ospedale.

- Se non sbaglio anche su quella di Haley c’è scritto che è morta, eppure ora è a casa, sana e salva.

Mi alzo dalla poltrona e mi avvio verso l’uscita quando Potter mi ferma.

- Posso chiederti solo chi è l’innamorato di Haley?

- Devo proprio dirtelo?

- Me lo devi, Malfoy

Alzo gli occhi al cielo. Sarà stato anche un Grifondoro, ma come Serpeverde non se la sarebbe cavata male.

- Baston. Oliver James Baston. Invia a casa sua  i documenti di Haley.

Passato un primo attimo di stupore lo vedo annuire.

- Fammi sapere se ci saranno novità riguardo ad Hermione.

Anni fa avrei riso in faccia a chiunque avesse detto che in futuro avrei collaborato con Harry Potter perché diciamo la verità: non voglio di certo entrare a far parte dei “Potter’s Boys” e solo l’idea mi fa venire ancora oggi i brividi lungo la schiena.

Tuttavia faccio un cenno di assenso e mi smaterilizzo via dal suo ufficio.

So perfettamente dove andare ora…

Ho delle scuse da portare a due persone.

Busso alla porta e dopo pochi secondi quella si apre.

Due braccia a me molto familiari mi avvolgono premendomi contro il corpo di mia madre.

Non posso fare a meno di sorridere e di ricambiare l’abbraccio. Mi è mancata molto nonostante la mia età.

- Lo sapevo che prima o poi saresti tornato. Avevi bisogno solo di un po’ di spazio.

- E’ bello tornare a casa mamma.

La sento tirare su con il naso.

Solo in quel momento mi accorgo che poco distante da noi c’è Denise.

E’ ricoperta di farina e questo mi fa pensare che stava facendo uno dei suoi esperimenti in cucina.

Mia madre capisce che dobbiamo parlare per cui si stacca e sorridendomi va nella stanza accanto.

- Sei tornato…

- Avevo bisogno di sistemare alcune cose dopo il funerale.

- E ti sei completamente dimenticato di avere una madre e una fidanzata a casa che ti aspettano preoccupate?

Mi infilo una mano nei capelli nervoso. Non voglio litigare con lei, non ora.

- Denise… Mi dispiace tanto.

Lei fa un respiro profondo e si gira cercando di nascondere gli occhi lucidi.

- Dillo per favore…

- Cosa?

- Dì che non mi vuoi sposare, non prendermi in giro.

- Cosa stai dicendo, Denise?

- Sono solo la ragazza di rimpiazzo. Non me ne ero resa conto fino a quando non ti ho visto reagire alla Sua morte. Per te non sarò mai come lei. Dillo che non mi vuoi sposare.

La guardo confuso, mentre vedo alcune lacrime cadere dai suoi occhi blu.

- Io ti voglio ancora sposare Denise. Non ho cambiato idea....

- Hai ragione. Non hai cambiato idea perché tu non hai mai voluto sposare me. Pensi sempre a lei anche se è morta. Eri legato a lei prima che morisse come lo sei ora e questo mi distrugge perché io ho lasciato la mia famiglia, sono venuta a vivere qui al Manor, ho sopportato il fatto che tua madre mi paragona sempre a lei, ho sopportato il fatto che non mi amassi come io amo te perché pensavo che con il tempo mi avresti amato anche tu, ho sopportato anche il tuo atteggiamento distaccato dei primi tempi e sembrava che andasse meglio, poi quel Potter insieme al ministero ti ha coinvolto di nuovo nel suo mondo e tu mi hai messo da parte come se fossi uno scatolone vecchio.

La guardo sconvolto e lei si asciuga le lacrime prendendo il respiro.

- Tu mi ami?

- Mi sono illusa che prima o poi lei sarebbe uscita dalla tua vita.

- Rispondimi...

Lei mi guarda per la prima volta negli occhi  e scuote la testa esasperata.

- Anche se fosse, cosa cambierebbe? Nulla. Tu la amerai per sempre e io sarò la stupida moglie di Malfoy che pensa che lui tenga a lei.

Preso da una forza sconosciuta le prendo il viso tra le mani e la bacio come mai in questi anni ho mai fatto.

Sinceramente non so perché lo sto facendo.

Forse non voglio perdere anche lei. E’ una brava persona e non merita quello che le sto facendo ovvero darle speranze, ma sono troppo egoista per lasciarla andare. Quando tutto questo sarà finito voglio avere una persona da cui ricominciare.

Denise è bella e simpatica, se non ci fosse stata Hermione nella mia vita me ne sarei innamorato probabilmente.

Lentamente interrompo il bacio e la guardo negli occhi.

E’ scioccata e sorpresa da questo mio gesto.

- Io tengo molto a te e chi lo sà una volta che tutto questo sarà finalmente finito potrò ricominciare da capo con te, ma fino ad allora ti supplico, Denise, abbi pazienza con me. Hermione è stata tutto per me fino ad ora ed ora che è morta io mi sento perso, ma questo non vuol dire che io non ti voglia con me.

Lei mi guarda con un sorriso malinconico.

- Draco, tutto questo non finirà mai. Ciò che ti lega ad Hermione Granger resterà con te per sempre e se ci ha separato così facilmente  nell’ultimo mese lo farà ancora in futuro. Non posso aspettare tutta la mia vita che mio marito mi ami. Io voglio sposare una persona che sia innamorata di me prima del matrimonio e io ho capito che tu non mi potrai mai amare quanto io vorrei.

Sospiro.

Ha ragione. Quando la guardo, mi sembra di guardare Astoria o Daphne, non la donna con cui voglio passare il resto della mia vita.

Denise deve aver notato che sono deluso perché mi prende il mento e mi costringe a guardarla.

- Senti, se quando io sarò pronta definitivamente a sposarmi e a mettere su famiglia non avrò ancora trovato il mio lui, ti verrò a cercare e ci sposeremo il giorno stesso. Okay?

Questa stupida promessa fa comparire un sorriso sincero su entrambi i nostri visi.

- Okay.

Lei annuisce e mi abbraccia.

Io la stringo forte. Mi mancherà… Ci vedremo ancora, lo so, ma non vederla in giro per casa mi mancherà comunque.

Sciogliamo l’abbraccio tutte e due.

Lei sorride e la vedo scomparire davanti ai miei occhi.

- Era una brava ragazza dopo tutto...

Mi giro e vedo mia madre che mi sorride comprensiva.

- Perché non glielo hai mai detto allora?

- Perché non riusciva a farti sorridere come faceva lei… Non è questo il suo posto.

- Sai vero che è probabile che nessuna mi farà sorridere come faceva lei?

Vedo nello sguardo di mia madre  comparire la compassione e la tristezza nel sentire questa mia ultima frase.

Passo il resto della giornata con lei. Mi faccio raccontare come sta e come ha trascorso le giornate in questo ultimo mese.

Verso le nove la saluto e mi smaterilizzo di nuovo a casa Baston.

Entro in casa.

L’ingresso è tutto buio e c’è solo una luce lieve proveniente dal salotto.

Qualcosa mi fa fermare…


 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Tutto finisce come tutto ricomincia ***


Capitolo 12: Tutto finisce come tutto ricomincia

 

Qualcosa mi ferma…

L’istinto probabilmente o forse lo sguardo distrutto di Haley.

Da dietro l’angolo buio dove mi sono rintanato riesco a vedere bene la scena.

Haley e Baston stanno ancora discutendo della loro situazione e per fortuna non mi hanno sentito arrivare.

Hanno evidentemente bisogno di parlare e se io li interrompo in questo momento, credo che per un po’ non avranno più l’occasione.

Vedo Haley intenta a cercare in un grande scatolone ai piedi del divano color panna, mentre Baston sta cercando in un altro scatolone appoggiato sopra il tavolo.

Chiunque guardandoli direbbe, ma perché quei due non chiariscono i loro problemi e la smettono di guardarsi accidentalmente.

Appena ho finito di formulare questo mio pensiero, infatti, Baston alza lo sguardo dallo scatolone e lo posa su Haley guardandola con tenerezza.

Dopo pochi secondi, Haley sentendo il suo sguardo puntato su di lei, alza gli occhi dallo scatolone e li porta al cielo esasperata.

- Smettila di fissarmi...

Come se si fosse scottato, Baston distoglie subito lo sguardo arrossendo leggermente.

- Dovremo parlare, noi due...

Lei si gira verso di lui sorpresa.

- Abbiamo già parlato.

- Ci siamo solo urlati contro e non siamo ancora riusciti a chiarirci. Malfoy sarà qui a momenti e vorrà dei risultati.

- Vorrà dei risultati? Dove siamo? A scuola?

- No, ma non è il solo a volerli.

- Da quando fai quello che dice Draco?

- Da quando ti ha riportata da me.

Questa volta è lei a distogliere lo sguardo.

All’improvviso lo scatolone torna nei suoi pensieri riempendo la sua mente.

- No, questa volta non scappi dalla discussione.

Lei si alza in piedi e lo guarda arrabbiata

- Quando mai l’ho fatto?

- Vuoi davvero che tiri fuori la lettera che mi sono trovato la mattina dopo che te ne sei andata?

Lei abbassa lo sguardo colpevole. Lui annuisce e sospira.

- Mi hai distrutto quel giorno

- Pensi che io mi sia divertita ad andarmene dall’unica persona che mi fa felice? Ho sofferto tantissimo anche io.

- Perché te ne sei andata allora? Non mi amavi più?

Lei si siede sul divano e si mette le mani nei capelli scuotendo la testa

- L’ho fatto per te…

- Ma io non te l’ho chiesto! Io non ti ho mai detto di andartene, non ti ho mai detto che dovevi rischiare la tua vita chissà dove nel mondo lontana da me.

- Tutta la tua vita sarebbe stata sacrificata perché IO non potevo darti quello che meritavi. Una famiglia con una moglie e dei figli.

- Avremo trovato una soluzione e tu non saresti stata in pericolo.

- Non c’era una soluzione e tu lo sapevi. Avresti finito con l’odiarmi...

Baston si siede accanto a lei e le prende le mani costringendola  a guardarla negli occhi.

- Io ti avrei amata qualunque cosa sarebbe successa. Il matrimonio è solo una firma su un pezzo di carta e ai figli avrei fatto a meno. Ti sei dimenticata quello che ti ho detto sul letto d’ ospedale? Avrei rinunciato a tutto per te e mi sarebbe stato benissimo con te affianco.

- Ma non  stava bene a me. Tu che rinunci a tutta la tua vita per me, che passi tutto il tempo a preoccuparti che nessuno ci trovasse, che mi trovasse. Non volevo questo per te...

Lui le lascia le mani e si alza tornando a cercare negli scatoloni.

Non è così che avevo pensato che si chiarissero. Pensavo più ad un “Ti amo” e lei avrebbe risposto “Anche io”, seguito da un mucchio di cose sdolcinate che mi viene il diabete solo a pensarci.

Invece no, sono ancora più incasinati di prima.

Lei si guarda intorno poi sorride.

- Perché hai tenuto tutte queste cose? Di solito si buttano le cose degli ex… Qui è tutto come cinque anni fa.

Lo vedo mandare giù il groppo alla gola che gli si era formato e comincia a deviare il discorso.

Ora è lui a voler scappare dall’argomento…

Entrambi scappano dalle discussioni che li rendono nervosi… Ciò li allontana, ma mai abbastanza da separarsi definitivamente.

Tengono troppo l’uno all’altra.

- Hai lasciato tutta la tua roba qui portandoti via solo poche cose. Non sono riuscito a buttare via nulla così ho preso tutto e ho riempito la cameretta...

Cameretta?

- Scusami non avrei dovuto parlarne...

All’improvviso mi rendo conto che Haley non avrebbe mai lasciato Baston così di punto in bianco senza un’altro motivo oltre a quello di non potergli dare una famiglia.

Soffoco dentro di me la reazione che sto avendo.

Baston ed Haley aspettavano un figlio?

Vedo lei irrigidirsi e piantare le unghie nel divano.

Baston deve averlo notato perché smette di frugare nello scatolone che ha davanti.

- Hai tenuto anche quella?

- Sì, non ho avuto il fegato di smantellare tutto. Ho sempre pensato che avremo avuto una possibilità più avanti. Poi quando te ne sei andata è diventato il ripostiglio

Lei abbassa di nuovo lo sguardo, ma alcune lacrime sfuggono al suo controllo e cadono bagnando la stoffa del divano.

Baston si affretta a tornare accanto a lei abbracciandola e tirandola a sè.

- No, ti ricordi cosa ci eravamo promessi? Niente più dolore… Non era semplicemente il momento giusto.

Sento Haley singhiozzare contro il petto di Baston.

- Non l’ho neanche sentito scalciare…

- Lo so… Credimi fa male anche a me nonostante gli anni passati. Non riesco ancora a dimenticare quella notte in ospedale, tutto il dolore che abbiamo provato nel perderlo, ma ci eravamo promessi di andare avanti e-

- Stavo meglio prima di andarmene…

- No, non è vero. Lo vedevo dal tuo sguardo… Eri sempre distratta. Hai perfino bruciato i tuoi fantastici pancake della domenica. Ti ricordi?

A lei scappa un mezzo sorriso e un singhiozzo si trasforma in una debole e breve risata.

- Sì, i vicini si lamentarono per la puzza di bruciato per quasi una settimana.

- Avevi letteralmente carbonizzato la padella e il suo contenuto. Non era mai successo in tre anni di convivenza, inoltre è stata l’unica domenica che non ho fatto il mio cruciverba. Credo che sia stato in quel momento che ho capito che avevamo bisogno di una svolta. Mi costo metà del mio stipendio però era molto bello per essere un semplice anello di fidanzamento.

Le si stacca leggermente e lo sguardo sorridendo nonostante gli occhi ancora lucidi.

- Mi volevi chiedere di sposarti?

Lui comincia a grattarsi la nuca imbarazzato.

- In effetti sì…

- Davvero?

- Ho avuto la fortuna di avere incontrato l’amore della mia vita prima dei trent’anni. Non volevo lasciarti scappare…

- Lo sapevi benissimo che non potevo sposarti per il fatto... bhè che ero morta sui documenti?

- In America c’è gente che può sposare sè stessa, perché io non posso sposare una persona morta?

Lei ride e gli da una leggera spinta .

- Smettila di scherzarci sopra. E’ un problema serio…

- Malfoy se ne sarà già occupato a quest’ora…

- E allora cosa faremo?

- Se fosse per me ti rapirei e ti porterei nella prima chiesa o comune o il primo aereo per Las Vegas e ti sposerei sul momento.

Lei ride imbarazzata, ma probabilmente lei direbbe di sì ad un progetto così pazzo.

- Non possiamo sposarci… Ti rendi conto che ci siamo appena incontrati di nuovo dopo cinque anni…

- Mi sembrano solo pochi giorni…

- Oliver, non possiamo buttarci in quel modo. Siamo cambiati entrambi in questi cinque anni. Devi ancora conoscere la nuova me...

Lui la prende di nuovo tra le braccia.

- Ti giuro che sono sincero quando ti dico che se ieri ero deluso da te e arrabbiato perché avevi rinunciato a noi, ora non sento più nulla di questi sentimenti. Sento solo la felicità di riaverti di nuovo con me e la voglia che ho di tornare a cinque anni fa come se tutto questo non fosse mai successo.

- Anche a me piacerebbe… Dici che Draco  sia riuscito a sistemare la nostra faccenda?

- Spero di sì...

Baston prende la bacchetta e accende il camino, poi stringe Haley a sè facendole appoggiare la testa nell’incavo tra la spalla e il collo.

- Parlami di Draco ed Hermione.

Il mio cuore perde un battito nel sentire la richiesta di Haley.

- Non ne so molto… Mi ero già diplomato quando hanno iniziato a frequentarsi.

- Quando è successo?

- Credo al loro sesto anno. Ne ho sentito parlare da Fred e George quando sono andato nel loro negozio un paio di anni fa. Dicevano che il loro fratello Ron era verde di gelosia per il fatto che Hermione avesse deciso di mettersi con Draco Malfoy.

- Ha fatto bene.

- Dici?

- Ronald Weasley è l’assassino di mio padre.

Lui sospira e porta il suo sguardo sul fuoco che divampa nel camino.

- Vero.

- Hermione ha scelto bene anche perché sono sicura che Draco è molto meglio di Ron. Ne ho avuto la prova in questo mese. Io so che teneva molto ad Hermione. Mi ha trattata come una regina pur non conoscendomi, sempre disponibile e a rispondere alle mie domande... Ma è anche  una persona riservata e perciò non mi ha detto nulla riguardo alla loro separazione.

- E’ stata dolorosa per entrambi. So che lei è stata volontariamente ricoverata e lui si è rischiuso nel suo Manor per mesi senza uscire nemmeno una volta. Dovevi vedere i giornali come ne parlavano. “Eroina ed ex- mangiamorte scomparsi dalla guerra. Sarà una fuga d’amore?”

Entrambi ridono e continuano a parlare per non più di dieci minuti perché poi lentamente entrambi si addormentano abbracciati.

Io esco dal mio nascondiglio e senza fare rumore salgo le scale.

Lo so che non è educato girare per casa di altri senza il loro permesso, ma essendo stanco cerco un letto o un divano dove stendermi.

Apro la prima porta a destra e trovo il bagno.

Sto per aprire quella accanto quando vedo in fondo al corridoio una porta che mi attira come una calamita.

Mi avvicino e la apro.

Mi si blocca il respiro.

Non è molto grande, ma dalla grande finestra entra un raggio di luna che illumina una culla completamente bianca smontata appoggiata per terra. Affianco un fasciatoio e un armadio pieno di tutine azzurre.

Mi giro e nell’angolo c’è una sedia ricoperta di ragnatele e di fianco un piccolo scatolone azzurro. Lo afferro e lo apro.

Dentro c’è un paio di bavaglini, un orsetto, un sonaglio e in un angolo il carlion blu di Hermione con anche il ciondolo vicino.

Li afferro entrambi e corro giù come una furia. Purtroppo non sono molto delicato e li sveglio alla seconda volta che urto una delle sedie del soggiorno.

Haley comincia a dire alcune parole in russo di cui non conosco il significato, ma non promettono nulla di buono.

Baston si gira verso di lei e la guarda stupito.

- E quello cos’era?

- Sono stata in Russia per un paio di anni e ora conosco il russo. Mi sembrava la lingua più adatta per imprecare contro Draco che ha la delicatezza di un elefante ubriaco in un negozio di porcellana.

- Quante lingue conosci?

- Quattro… Russo, Inglese, Francese e Spagnolo.

Un improvviso lampo di curiosità mi distrae dal carlion.

- Spagnolo grazie a Rosa?

Lei sorride e incrocia le braccia felice.

- Sì, adoro quella donna. E’ un vero mito. Perché ci hai svegliati? Finalmente sono riuscita a chiudere gli occhi dopo giorni caratterizzati da ansia pura.

Senza parlare le porgo il carlion e il ciondolo.

Lei sorride e mi guarda stupita.

- Dove li hai trovati?

- Nella cameretta.

Il suo sguardo passa da sorpreso ad arrabbiato. Deve aver capito che ho origliato il finale della loro conversazione

- Quanto hai ascoltato?

- Abbastanza

- Non ne avevi il diritto. E’ una cosa personale…

- Lo so, mi dispiace. Ora per favore… Attiva il carlion!

Haley mette da parte la rabbia per il momento e si mette al collo il ciondolo tenendo il carlion in mano.

Poi, lentamente,  apre il coperchio blu e da lì comincia a diffondersi la stessa musica ipnotica che ho sentito nei ricordi di Haley.

Dopo un paio di secondi il ciondolo risponde al richiamo del carlion facendo la seconda voce e da quest’ultimo esce una sfera azzurra

Il mondo.

Dopo quasi un minuto la musica finisce e la stella, per simboleggiare Hermione, compare finalmente sul piccolo globo.

Io non riesco a staccare lo sguardo da quella stellina blu.

Tutto finisce.

Tutti suoni lentamente scompaiono, perfino le urla di Haley accanto a me.

Quella stellina blu rapisce tutta la mia attenzione provocandomi una stretta al cuore.

Tutto finisce con la stessa velocità di come tutto ricomincia.





Ehilà,
Voglio solo ringraziare le persone che hanno recensito l'ultima volta e tutte quelle che leggono in silenzio.
Grazie, grazie e ancora grazie! 
Questo capitolo è moltto incentrato su Oliver ed Haley, perché prima di scoprire il destino di Hermione, se è viva o effettivamente morta, dovevo lasciare un capitolo con loro due protagonisti.
Spero vi sia piaciuto!
Al prossimo sabato
Un bacione
Lola

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Los Angeles ***


Capitolo 13: Los Angeles

 

Los Angeles, città della California. Stati Uniti

La città degli Angeli.

Ecco dove è apparsa la stella blu di Hermione.

Ormai non so più cosa credere.

Sono ormai passati due giorni da quando lo abbiamo scoperto.

Due giorni di inferno.

Prima il colloquio con Potter.

Neanche lui ci credeva perchè diciamocelo… Affidarci ad un ciondolo non è il massimo. Haley e Baston erano con me e lei ha garantito che il ciondolo non sbaglia mai.  Lei è viva e là.

Potter ha acconsentito nel darle una scorta finché tutta questa faccenda non sarà finita e le ha consegnato i suoi documenti spiegando che è bastato un confundus ed un po’ del suo carisma per convincere l’operatore che c’è stato un errore di battitura. Inoltre mi ha permesso di andare a Los Angeles a cercarla da solo a patto di tenerlo informato... come se fosse una cosa facile!

E’ riuscita a nascondersi tra i babbani per anni, cosa gli fa pensare che si farà trovare ora?

Abbiamo concordato che non diremo nulla alla stampa finché non riuscirò a riportarla a casa.

Lo da come già fatto, ma io non riesco a trovare una sola ragione per cui lei dovrebbe darmi ascolto. Dopo tutto l’ho ferita, forse più di Potter eppure eccomi qua, con un volo prenotato che parte tra un’ ora che mi porterà in una città che non conosco seguendo una pista elaborata solo il giorno prima da Blaise.

Una pista che secondo me porterà ad un vicolo ceco… Ci sono troppe poche prove…

In questo momento sono seduto nel mio ufficio.

Sono ormai due mesi che non ci entro e diciamo che se non fosse per Blaise questo posto andrebbe in malora. Ho assunto da poco un assistente che lo aiuti mentre io sono negli Stati Uniti, per conto del ministero.

Sorseggio la mia enorme tazza di caffè cercando qualcosa per distrarmi dal fatto che lei è ancora viva.

Evidentemente fingersi morte è una tradizione di famiglia…

Non ho ancora pensato a cosa le dirò quando e se la troverò.

Non so nemmeno se lei vorrà vedermi.

All’improvviso il ricordo di lei ricoverata in quell’ospedale mi fa rabbrividire.

Potter ha trovato il medico che aveva in cura Hermione e ha scoperto che qualcuno aveva usato l’Imperio su di lui tre anni fa.

Non può essere che lei…

In quel momento Blaise fa irruzione nel mio ufficio con un fascicolo in mano.

- Sarai sorpreso Draco da quante ragazze ci sono a Los Angeles che potrebbero essere lei.

- Queste sono tutte?

- Credo di sì… Ho scartato tutte quelle troppo piccole o troppo grandi per essere lei,  quelle con un passato troppo definito ed infine tutte quelle che non hanno nulla in comune con Hermione per quanto riguarda carattere e aspetto.

- Lo sai vero che è molto probabile che abbia cambiato aspetto per non farsi riconoscere?

- Ho tenuto conto anche di questo e le ho divise per probabilità che sia lei.

Gli sorrido orgoglioso e comincio a sfogliare il fascicolo.

Vedo insegnanti, studentesse, ballerine, dottoresse e tanto altro.

Alzo lo sguardo e do una pacca sulle spalle al mio socio.

- Grazie mille, Blaise. Te ne sarò eternamente grato!

- Non c’è di che , fratello. Fammi solo una promessa…

- Quale?

- Portala a casa.

Annuisco e mi smaterilizzo all’aereoporto.

Circa nove ore dopo mi ritrovo nella famosa città degli angeli.

Sono abituato alla frenesia di Londra, ma nulla è a confronto di questa.

Appena uscito, non faccio in tempo a respirare che vengo spinto da un lato da una montagna di fotografi che sembrano molto interessati ad una ragazza molto giovane che appena mi nota mi fa l’occhiolino. Le faccio un cenno e lei mi sorride prima di perdersi tra la folla.

Sono qui da neanche un minuto e ho già praticamente rimorchiato una ragazza famosa.

Il mio io giovane mi avrebbe dato il cinque.

Afferro la mia valigia e mi trascino in albergo.

Voglio cominciare subito la ricerca.

La prima condidata è l’insegnante Margarete Green.

Insegna nella scuola elementare “Sant German”, si è trasferita tre anni fa, è sposata e ha un figlio piccolo.

Quando leggo la parola sposata, prego che non sia lei.
Lo so che non è una cosa sensata sperare che non lo sia, visto che la sto cercando ma solo il pensiero che possa appartenere a qualcun’altro mi fa imbestialire.

Per fortuna dopo una chiaccherata approfondita davanti ad un caffè corretto con due gocce di Veritaserum, scopro che lei e suo padre hanno un rapporto stupendo.

Traccio una riga sopra il suo nome e mi dirigo alla University of Drammatic Arts per incontrare Briget Jane Granger.

Adora i cani in una maniera quasi inquietante e parla di questo per tutto il pranzo, ma dopo che mi ha detto di avere solo un fratello la abbandono senza neanche salutarla.

Passo così la giornata, così come passo otto seguenti… A spuntare i nomi di ragazze che a mio parere non hanno nulla di Hermione.

Comincio a perdere la speranza appena dopo che ho finito la lista delle “Molto probabili” e metà di quella delle “Abbastanza probabili”

Forse il ciondolo si è davvero sbagliato… Forse lei è davvero morta e io mi sono solo illuso.

Sono ormai le nove di sera e il mio stomaco comincia a farsi sentire.

L’ultima candidata della lista delle “Abbastanza probabili” è un certa Catherine Jean Richardson

Cognome molto babbano e nome insolito…

Per Blaise questa è un abbastanza probabile?

Mi devo ricordare di fargli un discorsetto sul significato delle parole.

Ho appena formulato questo pensiero quando mi accorgo di una piccola frase scritta a matita sotto il suo nome.

Questa solo per farti divertire”

Non capisco cosa voglia dire finchè non vedo quel pittoresco locale.

Sul balcone una ragazza ben poco vestita sta fumando una sigaretta.

Mi sorride e poi torna dentro.

Catherine Jean lavora qui, credo come cameriera o barista, sul fascicolo non c’è scritto. Probabilmente è quello che ha detto Blaise: solo divertimento.

Entro nel locale chiamato “Jessie’s Club” e subito una musica ipnotica entra nella  mia testa.

Una melodia dolce, lenta, ma incredibilmente sensuale che mi fa restare imbabolato per qualche secondo.

Decido subito di seguirla e scendo le scale.

A produrre questa musica è una mini orchestra con una batteria, qualche violino una fisarmonica e un pianoforte.

Sul palco, illuminato da una luce soffusa blu, c’è un groviglio di quelle che dovrebbero essere ballerine. Riconosco subito quella che ho visto prima sul balcone dalle sue strane calze nere e bianche.

Ad ogni rintocco dei piatti una ballerina si alza facendo una mossa diversa ma sempre più ipnotiche come se stessero sfidando il pubblico a distogliere lo sguardo da loro.

Continuo a scendere le scale finché una voce blocca l’illusione.

- Non avremo grandi finestre, ma abbiamo di sicuro il miglior panorama di tutta Los Angeles.

Mi giro e vedo un uomo mingherlino con gli occhi contornati da un denso strato di eyeliner e con un cappellino molto strano.

- Cosa?

- Venti dollari per guardare.

Lo guardo sorpreso.

- Venti dollari per uno Strip Club?

- Uno Strip Club?

Altri due rintocchi catturano di nuovo la mia attenzione.

Le ballerine continuano a muoversi rendendomi meno concentrato.

Con uno schiocco di dita l’uomo riporta la sua attenzione sui soldi.

- Tesoro, dovrei lavarti la bocca con il sapone. Tutto quello che troverai qui è un po’ di buona musica e una decina di shoot girl.

Sento tutto lo stress accumulato scivolare via dal mio corpo sostituendolo con una sensazione di relax assoluto.

Magia… Ci deve essere un incantesimo sotto.

- Bambolino? Ho un club da riempire io.

Scuoto la testa confuso e gli do il denaro che chiede senza discutere perché una ragazza dai capelli biondissimi e con un cappello da marinaio è appena entrata in scena posizionandosi sul palco scatenando un’ondata di grida e di applausi.

- Divertiti bocconcino...

Non faccio neanche caso al fatto che l’uomo ci ha appena provato con me.

Dopo tutto siamo a Los Angeles.

Mi avvicino al bar e ordino un whisky. Faccio appena in tempo a sedermi quando lo spettacolo comincia.

- Signori e signore, ecco a voi Jess e le sue ballerine.

Una donna dai folti capelli scuri di gira mostrando a tutto il pubblico il suo striminzito completo e calze a rete.

Spalanco gli occhi sconvolto e mi chiedo dove cavolo mi abbia mandato Blaise.

E’ molto bella per essere una donna che occhio o croce dovrebbe avere una quarantina di anni.

Gambe slanciate, il completo le fascia benissimo i fianchi per non parlare della sua agilità nel muoversi con i tacchi.

Neanche una ruga sul viso probabilmente dovuto al trucco.

Solo pensare che quella donna ha quasi vent’’anni in più di me, mi fa rabbrividire.

Lei comincia a cantare mentre la musica ipnotica riprende facendomi dimenticare tutti i miei problemi. Comincia a muovere le mani come se fosse un burattinaio e le ballerine la seguono come se fossero le sue marionette.

I loro movimenti mi invitano verso di loro, lenti come delle sirene.

Non riesco a staccare gli occhi da quello che vedo.

Le parole della canzone mi invitano a seguirle, a guardarle, a lasciargli delle buone mance perché è questo il mondo del Burlesque.

La seconda strofa elenca i nomi delle ragazze concludendo il verso in rima con il loro nome : Coco, Mercy, Cassie, Amber, Emily, Lucy, Hanna e infine Daisy.

La ragazza con il cappello da marinaio fa un saluto sensuale e poi torna nel gruppo.

Da quel momento in poi non le stacco più gli occhi di dosso.

Non assomiglia per nulla ad Hermione ma solo il fatto che si chiami Daisy fa riaccendere in me la speranza di poter ritrovare Hermione.

Tutti i suoi movimenti sono per me qualcosa di familiare come se li avessi già visti un milione di volte. Forse è solo la disperazione che vede quel che vuole vedere…

Quando la canzone finisce e la ballerina di nome Daisy scompare dietro al sipario mi risveglio dalla trance in cui ero caduto.

Devo saperne di più su questo locale.

- Vuoi un’altro bicchiere?

Abbasso lo sguardo e noto che l’ho finito senza neanche accorgermene. Un incantesimo fatto veramente bene…

- Scusami, sto cercando una certa Catherine Jean?

Il barista mi sorride facendo scintillare i suoi occhi color prato.

- Puoi anche togliere quel “una certa”... Tutti conoscono la bella Catherine!

- Mi dispiace, ma io no.

- L’hai appena vista sul palco. E’ appena tornata a casa dopo il tour estivo per gli Stati Uniti.

- Bene.. ehm..

Grazie ad un  lampo di luce riesco a leggere la sua targhetta.

- … Jake, avrei bisogno di parlarle in “privato”.

Lui mi guarda con uno sguardo misto tra il digusto e la rabbia.

- Ehi, amico, questo non è un bordello. Non puoi farti le ballerine…

- Io non mi…  voglio fare Catherine.

- Sarà meglio.. E’ la mia ragazza.

Un brivido attraversa la mia schiena.

- Ah… capisco, ma io voglio solo parlarle.

Lui mi guarda dubbioso poi sospira.

- Senti ci sono molti suoi fan che vorrebbero incontrarla, ma non so se lei vorrà incontrare te…

- Ti prometto che sarà solo per un minuto, inoltre io non sono davvero un suo fan…

- Ehi, ti capisco. Ti ho visto guardarla prima durante il numero di apertura. E’ di una bellezza innata, per non parlare della sua voce...

Annuisco confuso mentre mi indica una porta nascosta dietro ad una tenda rossa.

Appena  la oltrepasso un forte odore di cosmetici misto a lacca mi fa per un secondo girare la testa.

Per poco non vengo investito da una ragazza mezza nuda che urla come una disperata il nome di Catherine.

Decido di seguirla su per le scale a chiocciola e mi porta in un salone enorme pieno di specchi con luci, trucchi sparsi ovunque, costumi striminziti, piume di ogni colore e scarpe con tacchi altissimi.

Un chiacchiericcio di sottofondo come starnazzare di oche mi fa socchiudere gli occhi. Sono solo una ventina di ragazze ogniuna intenta a fare qualcosa di diverso… Chi è intenta a tirarsi i collant, chi a truccarsi, chi a pettinarsi, chi a provare gli ultimi passi...

Non sono decisamente abituato a questi luoghi.

Mi guardo intorno curioso cercando disperatamente Catherine anche se non so che aspetto abbia.

Una ballerina mi passa accanto e mi squadra dall’alto in basso e poi fa il verso del gatto.

Lo prendo come un grosso complimento, il mio ego ne è molto fiero.

Sorrido quasi imbarazzato

Mai fatto in vita mia, ma forse avrei reagito in un altro modo se non fossi alla ricerca disperata dell’amore della mia vita.

Tra tutte queste piume e costumi intravedo un uomo di media statura intento a sistemare i capelli rossi di una ballerina con una piastra.

Mi avvicino e cerco di attirare la sua attenzione su di me provando a battergli sulla spalla, ma lui mi ferma ancora prima che facessi qualsiasi cosa.

- Toccami la spalla e i suoi capelli andranno a fuoco…

Spalanco gli occhi e ritiro subito la mano. L’uomo neanche si gira per guardarmi e continua a parlare come se fosse infastidito da questa conversazione, quasi stanco di dover ripetere di nuovo la stessa solfa.

- Cosa vuoi?

- Sto cercando Catherine Jean Richardson.

- Capisco. Ultima porta dritto per quel corridoio, fa in fretta con l’autografo perché tra un po’ tocca a lei e si deve preparare

- Ehm.. Grazie.

L’uomo non si gira neanche e continua il suo lavoro come se la conversazione appena avvenuta non fosse mai successa.

Mi incammino verso la porta che mi ha indicato sulla quale c’è una stella di cartone dorata con sopra scritta in bella calligrafia il nome “Daisy”.

In quel momento mi si blocca il cuore…

Riconoscerei quella scrittura ovunque e solo una persona potrebbe scrivere in quel modo così curato ed elegante.

Con mano tremante busso alla porta…

Passano solo pochi secondi prima che una voce non mi inviti ad entrare.

Faccio un respiro profondo e cerco di controllare la mia emozione.

Non so come reagirà, non so se comincerà ad urlare o piangere o se cercherà di aggredirmi.

L’ansia di rivederla mi sta torturando.

Entro lentamente e quello che vedo mi sconvolge.

Catherine si sta togliendo la parrucca biondo platino per poi far cadere una cascata di boccoli color grano.

Neanche si accorge della mia presenza perché finisce di tirarsi su le calze con autoreggenti nere e si da il rossetto color rosso fiamma stendendolo muovendo le labbra.

Sono paralizzato nella mia posizione. Non riesco a dire nulla nè a fare nulla.

Quando lei finalmente si accorge di me nella stanza si gira impaziente.

La vedo sorpresa come se si aspettasse qualcun’altro, probabilmente quel viscido del suo ragazzo, poi riassume un’espressione neutra.

- E tu sei…?



Ehilà
Perdonate il ritardo, ma ieri ho avuto un imprevisto che ha occupato tutta la giornata e sono riuscita ad aggiornare solo ora.
Prima di cominciare voglio dire che il locale  che ho descritto è ispirato a quello di uno dei miei film preferiti ovvero "Burlesque". Mi sembrava il posto giusto per introdurre un nuovo personaggio fondamentale.
Bene, ora che ho chiarito, posso continuare.
Come vi è sembrato il capitolo? Cosa pensate che succederà con Catherine?
Anticipo che il mistero di Hermione è un piccolo rischio che ho tentato anche perché mi sembrava originale (poi magari scopro che qualcuno ce l'ha già avuta questa idea)
Quali sono le vostre ipotesi?
Fatemele sapere con una recensione che sicuramente mi tirerà su di morale visto l'imminente inizio delle lezioni.
Purtroppo anche a causa di questo dovrò tornare all'aggiornamento ogni due settimane, in modo da riuscire a concentrarmi sullo studio e contemporanamente scrivere dei capitoli che siano almeno decenti.
Buon inizio a tutti! (a chi ha già iniziato auguro buona settimana!)
Un bacione
Lola


 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Salvare quello che è rimasto di te ***


Capitolo 14:  Salvare quello che è rimasto di lei

 

Rimango spiazzato completamente da questa domanda.

Non riesco a smettere di fissare il suo viso: così diverso eppure le stesse espressioni.

Gli occhi sono più grandi, da cerbiatta, color cioccolato. Gli zigomi sono più definiti e la pelle più abbronzata.

I capelli sono lunghi fino a metà schiena, leggermente ondulati e biondi, color grano.

Mi sta guardando con uno sguardo interrogativo.

Non so dove ma trovo la forza di dire due parole.

- Draco Malfoy.

Lei sorride e mi porge la mano.

- Io sono Catherine Jean, ma questo lo saprai già se sei qui. Vuoi un’autografo o una foto?

La guardo sorridendo mentre le stringo la mano. Sono sicurissimo che sia lei. Ogni movimento, ogni espressione che fa lo riconosco in Hermione.

- Foto autografata.

- Astuto da parte tua.

Cerca un attimo nel cassetto e ne tira fuori una dove lei è seduta su uno sgabello mentre guarda distratta fuori dalla finestra. Sembra una modella professionista…

Prende un pennarello indelebile e fa velocemente la sua firma, poi me la porge senza perdere il sorriso.

E’ tutta una farsa… Non è mai stata brava a mentire...

La vedo la sua preoccupazione negli occhi

- Ecco a te.

La afferro e la ringrazio.

- Ora dovresti tornare di là. Tra poco sarò di nuovo sul palco e mi devo preparare.

- Sei sempre stata pessima a mentire.

Per un momento vedo la sua finzione tremare, ma riacquista subito la sua calma. E' stata una mossa avventata, ma non ho intenzione di aspettare ancora.

- Cosa?

- E’ inutile che provi ad essere quello che non sei...

Lei non smette di sorridere ma vedo la sua preoccupazione salire.

- Non riesco a capire di che cosa tu stia parlando.

- Per favore, basta con questa farsa, Hermione.

Il sorriso scompare dal suo viso e mi risponde al limite della cortesia

- Il mio nome è Catherine Jean, non so chi sia Hermione.

- So benissimo chi sei.

La sua maschera crolla definitivamente. Si alza in piedi cercando di essere intimidatoria. Mi accorgo che è molto magra, ma sempre meglio dell’ultima volta che l’ho vista nel video dell’ospedale.

- Tu non sai chi sono ora...

- Ma so chi eri prima di diventare Catherine.

Vedo la sua rabbia salire fino ai limiti contenibili. Ormai l’ho smascherata.

- Potevi anche trovarti un nome più originale, Catherine è un nome facilmente rintracciabile e pensare che eri così intelligente ad Hogwarts.

- Inventalo tu per me visto che critichi tanto, furetto platinato!

Ed ecco che è crollata.

Si rende conto dello sbaglio che ha fatto un secondo dopo, ma ormai il danno è fatto.

Alza gli occhi al cielo e sospira sedendosi come se il peso di tre anni di bugie si fosse appena depositato sulle sue spalle.

- Come hai fatto? Ho curato tutto nei minimi dettagli, ogni cosa che ho fatto, l’ho fatta senza lasciare tracce dietro di me. Sono diventata anche l’ultima persona che ci si aspetta dalla vecchia me eppure eccoti qua...

Lentamente il suo volto cambia e torna quello che ricordavo tanti anni fa. Subito mi viene un tuffo al cuore.

Per mesi ho creduto che non avrei mai più visto il suo viso

Invece eccola davanti a me, viva…

Lei mi sta guardando in un modo freddo che mi fa gelare il sangue. Sembra mandarmi fulmini e saette con gli occhi.

Non mi vuole qui, questo l’ho capito.

- Hermione Jean Catherine Granger-White

Lei alza lo sguardo e noto che è un misto di sorpresa e rabbia.

- Come sai il mio nome intero?

- Ho scoperto molte cose di te che prima non mi avevi mai detto. Pensavo di conoscerti, invece scopro che perfino il nome che mi hai detto  non è vero.

Lei si alza in piedi infuriata. Dio quanto è bella!

- Vuoi rispondere a una delle mie domande?

- Haley è viva

Lei si blocca e tutta la sua rabbia sembra svanire.

Okay, non avrei dovuto dirglielo così.

- No, Haley è morta. Ho portato una margherita bianca sulla sua tomba per anni, io sono stata al suo funerale.

Un po’ ipocrita da parte sua.

- Anche io sono stato al tuo, eppure ora sei davanti a me in questo momento.

- Non è la stessa cosa. Io c’ero in macchina con lei quando è successo l’incidente.

- Ti racconterò tutto più tardi. L’ho conosciuta e mi ha raccontato tutto quello che è successo negli ultimi anni.

Riesco quasi a vedere i suoi pensieri girare per la sua mente, infine scuote la testa.

- Stai mentendo… Stai usando mia sorella per farmi soffrire ed è crudele per fino da parte tua.

- Non ti sto mentendo… Sono riuscito a trovarti anche grazie a lei.

- Come?

- Con il carlion blu… Haley lo ha attivato con il suo ciondolo.

Lei mi guarda con uno sguardo incredulo.

- Solo Haley poteva attivarlo… Come cavolo è stato possibile?

- Anche Haley aveva dei segreti. Mi ha chiesto di non dirti nulla perché voleva essere lei stessa a parlartene. Appena le dirò che ti ho trovata, prenderà il primo aereo e verrà qui.

- No.

La guardo sorpreso mentre lei torna a dedicarsi al trucco per la sua prossima entrata in scena.

- Cosa no?

- No, non le dirai nulla. Non voglio vederla.

- Come è possibile che tu non voglia vedere tua sorella dopo così tanti anni?

- Semplicemente non è più mia sorella. Non sono più Hermione, lei è morta in quell’ospedale psichiatrico. Ora sono Catherine...

Mi infilo le mani tra i capelli per l’esasperazione… Non so più chi ho davanti.

Vorrei solo avvicinarmi a lei e baciarla stringerla a me e ricordarle chi è veramente.

- Ha sofferto molto standoti lontana, ha dovuto affrontare cose orribili e ora vorrebbe solo rivederti, così come tutti. Non mi ha mandato qui solo lei, anche Potter e la Weasley vorrebbero riaverti a casa anche tua madre. Si è ammalata e riavere le sue figlie con sè l’aiuterebbe molto

Lei stringe i pugni e sospira.

All’improvviso la sua gonna attira tutta la sua attenzione.

- Smettila Draco…

- Di fare cosa?

- Smettila di cercare di riportarmi indietro.

Si gira a guardarmi e perdo un battito.

- Qui sono felice. Essere Catherine mi rende felice dopo tanto tempo che non lo ero. Perché io dovrei tornare quella di prima?

- Perché la tua famiglia e i tuoi amici non sono gli unici a rivolerti nella loro vita!

Nel sentire questa mia ultima frase le sue guance diventano più rosse, per mia sfortuna non per l’imbarazzo. Ho detto l’ultima cosa che avrei dovuto dire.

- Tu non hai più il diritto di dirmi che mi rivuoi con te! Lo hai perso il giorno della battaglia. Sei stato tu a lasciarmi, non l’ho di certo voluto io.

- Non capisci? Io l’ho fatto per te, volevo che avessi una vita senza problemi, ho dovuto affrontare un centinaio di accuse davanti al Winzagamort. Se non fosse stato per Potter ora sarei ad Azkaban. Ti avrebbero insultata ed emarginata perché stavi con me. L’ho fatto per garantirti un futuro solido. L’ho promesso a tuo padre in punto di morte ed era la cosa giusta da fare.

Hermione sorride in un modo che mi fa gelare il cuore.

- Mi hai solo spinta giù da un burrone peggiorando le cose. Ora va a casa Draco. Hermione è morta, fattene una ragione e va avanti con la tua vita.

- Non posso…

- Come non puoi?

- Non posso tornare a casa e starmene buono e zitto sapendo che tu sei qua. Ho commesso una volta questo sbaglio e me ne sono pentito amaramente. Non lo farò di nuovo.

Lei mi guarda arrabbiata. Ho paura che tra un po’ chiami la sicurezza  e che mi faccia sbattere fuori di qui, ma nonostante questo non riesco a lasciarla ora che l’ho ritrovata.

- Invece sì che lo farai. Non voglio vederti, Draco. Mai più. In passato mi sarei sentita in colpa a dirti queste cose, ma dopo tutto quello che mi hai fatto io non riesco a trovare un po’ di compassione per te. Tu mi hai distrutto! Hai distrutto tutto quello che era rimasto della vecchia me. Eri la persona che mi teneva sana di mente!

In quell' attimo una serie di immagini di lei stesa in quel letto bianco mi attraversanno la mente. 

- Ti ho vista… Ho rubato la tua cartella clinica nell’ospedale dove eri ricoverata e ho visto alcune delle tue sedute.

La vedo stringere i denti e abbandonarsi su una poltroncina nell’angolo del suo camerino.

- Quanto hai visto?

- Abbastanza da sapere quanto stavi male.

Lei ride sarcastica e scuote la testa.

- Tu non hai la più pallida idea di quanto stavo male. Non avevo più voglia di vivere, Draco. Ho visto mia padre venire ucciso da uno dei miei migliori amici, la scuola che è stata la mia casa per anni bruciare davanti ai miei occhi, amici morire e amici da una vita voltarmi le spalle lasciandomi sola. Per non parlare di te che sei stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso e io-

Non la lascio finire.

Mi avvicino a lei e la abbraccio forte stringendola contro il mio petto.

Sembra così fragile che ho paura di romperla se stringo troppo.

Lei si lascia abbracciare stranamente e questa cosa mi fa sentire di nuovo completo.

Tre anni

Tre anni che non la toccavo e ora mi sembra di impazzire dalla gioia.

Riesco quasi a sentire il mio cuore che cerca di uscire dal mio petto per quanto batte veloce.

- Non mi morire di infarto nel camerino, okay?

Scoppio a ridere…

Lei alza lo sguardo curiosa e mi guarda dritto negli occhi.

Tra le nostre labbra ci sono solo pochi centimetri e lei sembra accorgersene solo ora.
Non dovrei farlo...  Ma non riesco a resistere!

Non le lascio il tempo di  pensare perché elimino la distanza, baciandola. Tutto il mondo intorno a me si blocca, c’è solo lei in questo momento.

Tutti i suoni, il chiacchiericcio delle ballerine, il caos del backstage scompaiono, solo le sue labbra posate contro le mie.

Mi sembra di essere tornato ad Hogwarts…

La sua pelle calda contro la mia, i suoi sorrisi tra i corridoi, l’odore di libri e vaniglia che riempiva le mie narici quando la tenevo stretta a me.

Solo ora capisco cosa intendeva Denise quando mi ha detto che per me ci sarà sempre e solo Hermione perché non credo che esista un’altra persona al mondo capace di farmi sentire in questo modo.

Il mio piccolo sogno privato viene bruscamente interrotto perché lei mi spinge via.

La guardo sconvolto e mi pento amaramente di averlo fatto nonostante lo volessi  fin da quel giorno sul ponte.

I suoi occhi sono sbarrati, la sua mano trema mentre si tocca le labbra scioccata e in un attimo la vedo fuggire fuori dal suo camerino.

Scatto subito in avanti cercando di raggiungerla, ma sembra più agile lei con i tacchi che io con le mie scarpe normali.

- Hermione, fermati!

Non mi ascolta. Continua senza fermarsi a camminare velocemente facendosi spazio tra i costumi e gli accessori di scena verso il palco

- Hermione parlami, ti prego!

Lei si gira di scatto rossa in viso e con il fiatone.

Non mi è mai sembrata più bella di ora…

- Non capisci? Parlare con te in questo momento mi uccide. Tu mi hai spezzato il cuore quel giorno. Lo hai preso e lo hai sbriciolato tra le tue mani. E fino ad ora mi stava bene perché ero riuscita a dimenticarti, ma ora che sei qui, davanti a me e pretendi che io ti ascolti, che ti parli come se non mi avessi distrutto, come se tu non avessi tagliato il filo che mi teneva sana di mente riportando i miei sentimenti a galla, sentimenti che ero riuscita a superare con mesi in quell’ospedale psichiatrico sotto terapia, posto in cui probabilmente tornerò presto se in questo momento tu non prenoti il primo aereo, fai le valige e ti dimentichi di avermi visto.

Apro la bocca per parlare, ma lei mi blocca sul nascere.

- E no! Non provare a dire nulla per scusarti perché sai che ho ragione, sai che mi hai distrutta, lo hai visto in quei video sulla mia permanenza in ospedale. Per cui scusami se ora non voglio vederti, scusami se ora voglio solo fingere di non averti mai visto per continuare a vivere la vita che con fatica mi sono costruita!

Rimango scioccato e immmobile a guardarla, mentre lei riprende fiato. Ha ragione… Le ho rovinato la vita, ma non ho intenzione di lasciare che l’unica parte buona della mia vita, l’unica parte che mi rende felice e completo.

- Torna a casa, Draco. Qui non c’è niente per te…

- Ci sei tu e questo mi basta.

- No, tu sei qui per Hermione, ma lei non c’è più… Arrenditi e torna a casa!

Da dietro il sipario si sente una voce con un microfono che sta incitando il pubblico. Hermione afferra un microfono con una C enorme sopra e ringrazia l’assistente.

- Signori e signore, tutti la conoscono con il nome Cathy Green, ma per noi resterà sempre la unica e sola, Daisy!

Lei mi rivolge un ultimo sguardo e sospira prima di incamminarsi verso il palco

- Dovresti sapere che non sono una persona che si arrende facilmente.

Lei si gira e mi guarda seria mentre il suo viso torna ad essere ai miei occhi come tutti gli altri lo vedono.

- Sì, è vero come so che sei una persona che riconosce una causa persa.

E con queste parole mi lascia lì, immobile a fissarla mentre comincia a cantare come se tutto quello che ci siamo detti non fosse mai accaduto.

L’ultima volta che l’ho sentita cantare aveva otto anni, ora la sua voce è ancora più bella.

Quando l’ho baciata ho sentito che Hermione c’è ancora lì dentro e tutto ciò mi fa promettere una cosa a me stesso.

Riuscirò a riportarla indietro.

Riuscirò a salvare quello che è rimasto di lei.

 


Eccomi qua!
Mi merito un applauso per essere puntuale!
Devo anche ringraziare la mia cara amiica Lucy_Susan per avermelo ricordato stamattina, perché si sa che io sono un po' smemorata.
Ma ora basta parlare di me. Che ne dite del primo incontro tra Hermione e Draco?
Molti avevano ipotizzato ad una perdita di memoria altri pensavano che non fosse lei.
Ma invece è proprio lei, in carne ed ossa! E' questo il rischio che ho corso, un Hermione esteriormente diversa, anche un po' come carattere. E' più fragile, più timorosa, ma non per questo meno astuta. E' diventata letteralmente l'ultima persona che tutti (perfino io quando ho avuto questa idea, mi sono stupita) non si aspettavano.
Nei prossimi capitoli entreremo di più nella sua nuova vita e scopriremo cosa l'ha spinta a diventare Catherine. Volevo scrivere qualcosa di non visto e spero di esserci riuscita.
Ora che sapete il rischio che ho corso, ditemi voi cosa ne pensate?
Ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito l'ultima volta. Mi avete salvato da una depressione pre-scuola e devo ammettere che non è una cosa facile da fare!
Detto questo vi do appuntamenti tra due sabati.
Un bacione
la vostra stressatissima
Lola

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** La paura nei suoi occhi ***


Capitolo 15: La paura nei suoi occhi


Confuso.

Sono confuso in questo momento.

Nonostante io sia un po’ arrabbiato per il fatto che Hermione abbia usato il bellissimo soprannome che le avevo dato ai tempi di Hogwarts come nome per fare la cantante dai vestiti ridotti, le ho dato ascolto e così ieri sera sono tornato in albergo. Ho cominciato subito a fare delle ricerche sulla famosa cantante che è ora impiegando buona parte della notte.

Sono quasi le dieci di mattina e io sono ancora sdraiato nel letto a ripassare tutto quello che ho scoperto su di lei.

Cathy Green, classe 1999.

Nome d’arte di Catherine Jean Richardson.

Nata a Brooklyn il 19 settembre 1979.

Frequenta l’università di Yale e si sta per laureare in Medicina.

Sapevo che non avrebbe abbandonato i suoi studi… Ma come cavolo fa a spostarsi da Los Angeles a New Heaven senza dare nell’occhio?

E’ stata scoperta circa due anni e mezzo fa nel locale di Burlesque più famoso di tutta Los Angeles con il nome di Daisy e da allora ha fatto due album primi in classifica.

Icona della moda, idolo di molte persone e presidentessa di tre associazioni di beneficenza.

Tutto questo mi fa sentire uno schifo… In questi tre anni mentre io a malapena stavo dietro al lavoro che avevo, cercando di riconquistare l’azienda di famiglia, lei conquistava letteralmente il mondo.

Ho guardato quasi tutte le foto che si  possono trovare su di lei e in tutte è semplicemente splendida. Molti l’hanno definita come una modella nata e semplicemente io non riesco a credere che la secchiona che faticava a farsi degli amici in realtà è una delle donne più famose e richieste in tutto il mondo. Per non parlare del fatto che è stata definita come una delle donne più sexy di tutta Hollywood.

Mi sento una nullità in confronto a come ha gestito la sua nuova vita dopo la guerra…

Mi vengono in mente le parole di Haley quando mi diceva che Hermione era una diva da piccola, se prima non ci credevo ora ne ho la prova.

Mi metto seduto sul letto e mi tengo la testa con le mani e  con i gomiti appoggiati sulle ginocchia.

Naturalmente non sono state tutte buone notizie…

Fidanzata da ormai un anno con Jake Turner, barista e ballerino nel suo tour in giro per il mondo.

Cosa ci troverà mai in lui?

E’ un barista americano con i capelli strani e che lavora con l’eyeliner… Okay, visto che tutti i dipendenti lo avevano ieri sera, lo scuso, ma continuo a non capire cosa ci trovi in lui.

Io sono molto più simpatico, bello da morire e un mago.

Sono l’uomo per lei.

Eppure lei ha scelto di stare con un troglodito come lui…

Alzo la testa di scatto a causa di un pensiero che si è introdotto nella mia mente.

Sono geloso?

Sono geloso del fatto che Hermione stia con una persona così inutile e noiosa come lui?

Assolutamente no!

E’ solo che Hermione merita di meglio ed è un caso che per lei io sia il meglio. Tutto qui, non ho nulla contro quell’uomo che farebbe scappare chiunque alla sua vista.

Annuisco convinto dei miei pensieri e decido di alzarmi ed andare a casa di Hermione per vederla.

Trenta minuti dopo mi ritrovo davanti a villa stratosferica con tanto di piscina, giardino con fontane tutto circondato da una fitta siepe ed un cancello enorme.

Rimango bloccato.

Di certo non ha cambiato gli standard di abitazione perché questa villa assomiglia come dimensioni a villa Granger a Londra.

Suono il campanello.

Mi risponde la sua voce gracchiando dopo quasi due minuti.

- Chi è?

- Sono il postino.

- Chi?

- Dai, chi vuoi che sia Granger?

- Va via.

- No, ti devo parlare di cose serie.

- Non ho intenzione di aprirti Malfoy.

- Invece lo farai

- No, ora io me ne tornerò a letto.

- E io continuerò a suonare il campanello finché non sarai completamente sveglia.

Passa qualche secondo, probabilmente starà pensando se chiamare la polizia o lanciare dei coltelli dalla finestra cercando di centrarmi.

Credo che sceglierà la seconda opzione…

- Va  bene entra!

- Grazie.

Sento un piccolo clic e il cancello si apre.

Lo guardo come se fosse un alieno. Ha perfino un cancello silenzioso? Quanto cavolo è ricca?

Ignoro tutte le domande che mi stanno balenando in testa e seguo il breve sentiero che mi porta davanti al portone principale.

Non faccio in tempo a bussare che Hermione apre la porta.

Ha addosso un paio di shorts azzurri e una canottiera buffa con un orso che dice buonanotte. I suoi capelli biondi sono tutti arruffati e sul suo viso appaiono due leggere occhiaie.

- Entra.

Lei parla una parola alla volta solo quando è distrutta e mi sa che questo è il caso.

Mi fa accomodare in un salotto enorme che da su una cucina vecchio stile con isola rifinita in acciaio.

Lei si raggomitola su una poltrona e si copre con una coperta che ha tutta l’aria di essere molto morbida.

Io mi siedo sul divano e mi guardo intorno…

Un bel caminetto, colori caldi che ti fanno sentire a casa. Ovunque puoi trovare foto di persone che io non conosco, ma devono essere importanti per lei ora.

- Hai una bellissima casa, Hermione...

Lei mi ignora completamente e alza il suo sguardo assonnato verso di me.

- Primo: è Catherine. Secondo: sai che ore sono?

- Le dieci e mezza.

Lei mi guarda confusa poi cambia espressione e annuisce.

- Scusa ho sbagliato a formulare la domanda… Sai che ore sono per una cantante che ieri sera ha fatto le tre e mezza perché ha  ballato, cantato, ha incontrato un suo ex- ragazzo e ha passato quasi un’ora a firmare autografi fingendo di sorridere?

Ghigno.

- Sempre le dieci e mezza?

- No, è l’alba e considerando che ho lezione tra cinque ore, gradirei dormire.

- Ho letto che vai a Yale, come sei stata accettata?

Lei si sfrega gli occhi e sbadiglia per poi riportare la sua attenzione su di me.

- Vedo che hai fatto delle ricerche su di me…

- Tutta la notte.

Bugia.

Ho dormito sicuramente più di lei nonostante la serata movimentata.

Lei sospira rassegnata e si mette più comoda sulla poltrona.

- E’ semplice, ho fatto il test di ingresso come tutti portando anche un curriculum che rispecchiava i miei voti ad Hogwarts. Non ho mentito riguardo alle mie capacità.

Si tocca distrattamente il gomito sinistro. Un piccolo tic involontario per farmi capire che mi mente.

- Di questo non ne dubito, ma non ci vuole tipo una garanzia, qualcuno che dica che hai effettivamente frequentato un liceo babbano?

- Per questo esistono i soldi e un pizzico di… “Fortuna”

A quella parola spalanco gli occhi dalla sorpresa.

- Hai usato la magia su un babbano?

- Gli ho solo impedito di farlo sapere in giro, in modo che non mi ricattasse o cosa in futuro.

- E’ illegale.

Lei mi gela con lo sguardo.

- Ho fatto ben peggio di obliviare una persona… Qual’è il punto Malfoy? Ero disposta a tutto, non credi sul serio che voglia fare la cantante per sempre?

- No, certo.

- Finché questo lavoro, che mi piace, mi renderà felice e mi darà un buon stipendio, lo farò, ma voglio avere un’altra strada sicura se qualcosa dovesse andare male.

- Mi sembra un buon piano, ma… Non hai mai pensato di tornare a casa?

La vedo irrigidirsi e fare un respiro profondo.

- Sinceramente?

- Puoi parlare liberamente con me.

Lei mi fulmina con lo sguardo e si alza dirigendosi in cucina.

- No, mai. Qui sto bene. Sono milionaria, faccio qualcosa che mi rende felice e ho molti amici. Ho anche girato il mondo ben due volte con il tour e con le associazioni benefiche. Naturalmente non tutti i paesi, ma diciamo una buona parte.

- Ma non ti manca casa tua?

- A volte, ma subito mi ricordo molti episodi della mia vita che non mi piace rivedere nella mia mente e la nostalgia se ne va. Ora, se questo interrogatorio è finito, mi dici perché sei qui?

Faccio un respiro profondo e comincio a parlare.

- Un mangiamorte catturato di recente si è lasciato sfuggire che stanno organizzando un altro attacco. La persona interessata è una doppiogiochista mezzosangue ovvero-

- Io?

Noto la sua preoccupazione negli occhi.

- Sì, tu ed è per questo che ti abbiamo cercata. Quando ho scoperto che eri morta ho pensato che il mangiamorte avesse mentito cosa impossibile perchè era sotto Veritaserum. Hanno comunque archiviato il caso finché appunto non abbiamo scoperto che sei viva ed eccomi qua.

- E sei stato ingaggiato dal ministero per…?

- Proteggerti.

Lei scoppia in una fragorosa risata.

- No, grazie. So benissimo proteggermi da sola… Ma per curiosità perché hanno mandato proprio il mio ex ragazzo e non un Auror professionista?

- E’ quello che mi sono chiesto anche io. A quanto pare serviva una persona che non desse nell’occhio accanto a te visto che non volevano scatenare il finimondo se i giornalisti lo venissero a sapere. Siamo appena usciti da una guerra e dare l’annuncio che probabilmente ce ne sarebbe stata una nuova non è una grande idea. Hanno offerto il posto a Potter, ma lui ha rifiutato dicendo che avresti preferito vedere me anziché lui. Cosa assurda, ma è quello che ha detto.

La guardo sorpreso visto che non dice nulla. Mi aspettavo che almeno obbiettasse...

Lei comincia ad armeggiare con una macchina per il caffè come se tutta questa faccenda non la riguardasse.

- Non sentirti lusingato Malfoy. Harry non è la persona che credevo di conoscere e sinceramente se devo scegliere tra traditore di un’amicizia durata sette anni o il mio ex, scelgo te.

- Sono felice di questa tua scelta… Comunque sono qua per impedire un probabile attacco.

- Non ho bisogno di te . Me la sono cavata per anni...

Tutte queste parole mi ricordano terribilmente Haley… Lei non voleva il mio aiuto, ma sono sicuro che ora non rimpiange di averlo ricevuto.

- Sono qui ormai, Hermione e non me ne andrò facilmente.

- E’ Catherine.

E’ parecchio seccata anche se non riesco a capire il perché non voglia farsi chiamare con il suo nome.

- Scusa.

- Non c’è nulla che io possa fare per farti tornare a casa?

La guardo e il mio cuore sussulta.

Così perfetta anche quando fa il caffè… Mi è mancata così tanto che ora non riesco a capire come ho fatto in questi anni senza di lei.

- No, nulla.

- Capisco.

Sento il rumore della macchina da caffè partire e subito l’odore che emana mi invade. Lei deve averlo notato perché comincia a guardarmi come se aspettasse qualcosa.

- Ne vuoi un po’ anche tu?

- Sì, grazie. Non ho fatto colazione.

- Ne preparo subito un’altra tazza.

La vedo allungarsi cercando di prendere una tazza nel ripiano superiore senza neanche andarci vicino nell’afferrarla.

Decido di accorrere in suo aiuto.

Mi alzo e le vado dietro.  Essendo quasi venti centimetri più alto di lei non devo neanche sporgermi più di tanto per afferrarla.

Non mi accorgo che nel preciso momento in cui afferro la tazza i nostri corpi di scontrano. Lei intanto si è girata e ora ci ritroviamo nella stessa posizione di ieri sera.

Come se ci fossimo scottati, ci stacchiamo di colpo.

- Okay dobbiamo stabilire delle regole.

La guardo dubbioso non sapendo di che cosa stia esattamente parlando.

- Cosa?

- Delle regole , Malfoy. Non possiamo ritrovarci ogni volta in queste situazioni imbarazzanti ora che ci vedremo più spesso.

- Non direi imbarazzanti, ma piuttosto situazioni che ci ricordano il nostro passato.

- Cosa che io voglio dimenticare, perciò abbiamo bisogno di regole.

Rimango un po’ offeso da questa sua ultima affermazione… Vuole davvero dimenticare tutta la sua vita prima di diventare Catherine? Vuole davvero dimenticare anche me?

“Come sei stupido Draco! Ovvio che ti vuole dimenticare! L’hai ferita!”

Ma non era mia intenzione!

“Lo hai fatto comunque! Ora lei è andata avanti con un’altro”

Un’altro idiota vorrai dire… Non la merita neanche un po’!

“Su questo ci troviamo d’accordo… Ben fatto Draco!”

Dopo aver ringraziato la mia coscienza torno sulla terra. Lei mi sta guardando preoccupata…

Devo smetterla con le lunghe conversazioni con la mia coscienza.

- Regola numero uno: non cercare di cambiarmi, sono felice così come sono ora.

- Okay, mi sta bene.

Bugia.

- Regola numero due: non interferirai con il mio lavoro. Mi piace e finché potrò farlo, continuerò

- D’accordo.

- Regola numero tre: mi proteggerai quando sono sola. Quando sarò con il mio ragazzo o con degli altri studenti o con delle mie colleghe, non ce ne sarà bisogno.

Solo pensare che quando dice il mio ragazzo non intende me mi fa restringere stomaco.

- Farò il mio lavoro quando serve.

- Regola numero quattro: basta con gli sfioramenti per caso. Non mi va bene.

Sul momento, decido di punzecchiarla un po’ visto che voglio farlo da anni. Mi avvicino di nuovo a lei in modo provocante e la vedo appiattirsi contro il bancone cercando di evitarmi.

Non posso fare a meno di ghignare.

- Intendi così…

- Malfoy allontanati o ti castro con il coltello alle mie spalle.

Dopo un rapido controllo alle sue spalle e dopo aver visto e constatato la lunghezza di quel coltello, arretro velocemente.

Lei sembra tornare a respirare anche se le sue mani tremano ancora.

Un brutto pensiero attraversa la mia mente.

- Hai paura di me, Granger?

Lei si volta verso il divano con una tazza di caffè in mano ignorando la mia domanda.

Prendo l’altra tazza e la seguo a ruota.

- Rispondimi Granger, hai paura di me?

Lei continua a non rispondere fissando la sua tazza.

- Ehi,  ti ho amata per molto tempo...

E ti amo ancora, fino all’ultimo respiro.

- ...sono ritornato per te...

Sempre

- ... ti voglio ancora molto bene, non ti farei mai del male!

Lei alza gli occhi e li vedo tremare leggermente.

- Ricordati Draco, chi si pente ritorna, ma chi ama rimane qualsiasi cosa accada.

Forse una spada che mi trafigge avrebbe fatto meno male.

Lei ha paura di me.

- Mi vado a vestire ormai sono in piedi. Torno subito.

Io rimango immobile.

Per lei sono come un criminale che vuole ucciderla.

Solo ora mi rendo conto di tutti i suoi gesti.

Il fatto che tremava quando l’ho abbracciata, la reazione al bacio e al fatto che mi vuole tenere lontano.

Ha paura.

Paura dell’uomo che la ama così tanto…










Eccomi qua!
Puntuale come non al solito e per questo mi congratulo con me stessa.
Brava me!
Comunque, come state? Cosa ne pensate di questo capitolo?
Ci addentriamo di più nella vita della nuova Hermione e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito l'ultimo capitolo, grazie mille! , e anche quelle che leggono in silenzio.
Mi tenete sana di mente nei limiti concessi dalla scuola.
Visto che mi sono tirata avanti con questa storia per la giuoia (no, non ho sbagliato a scriverlo) dei miei carissimi lettori, riprederò ad aggiornare ogni settimana.
Sperando che questa notizia vi abbia rallegrato (lo spero sul serio, mi piace rallegrare le persone) vi do appuntamento al prossimo sabato!
Dramionamente vostra (preso da DaniinSeries, amo quel sito!)
Lola

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Chiacchiere Pomeridiane ***


Capitolo 16 : Chiacchierate Pomeridiane

 

- Smettila Malfoy!

Mi giro verso di lei guardandola stupito. Che ho fatto ora? Sono giorni che a malapena mi parla e se lo fa è per sottolineare qualcosa che evidentemente non va. Come ad esempio non posso insultare i babbani sottovoce, non posso usare la magia per aprire la porta del mio appartamento, non posso andare nel mondo magico americano perché mi potrebbero riconoscere e portarli da lei.

Sto rinunciano a molte cose, ma anche se so che è per lei che lo faccio, non posso fare a meno di sbuffare ogni volta che mi rimprovera.

Continuo a guardarla confuso.

Sono seduto sulla poltrona e la sto guardando studiare perso nei miei pensieri. Non ho parlato o fatto commenti.

- Di fare cosa?

Lei indica furiosa la neve che sta scendendo delicata su di noi e solo ora mi accorgo che ho pensato un po’ troppo intensamente al nostro Natale insieme quasi quattro anni fa.

Sono già passati quattro anni…

- A che pensavi?

- A te che cadevi sulla pista di ghiaccio a casa Malfoy.

Lei scoppia a ridere e chiude momentaneamente il libro che ha davanti. Purtroppo questa risata dura per poco, perché lascia spazio a un’espressione triste e malinconica.

- Me lo ricordo.

Io rimango con il fiato sospeso è la prima volta che parliamo del nostro passato.

- L’avevi presa tu?

- Cosa?

- La foto, non era in mezzo alle mie.

Lei mi guarda come se fosse indecisa sul da farsi, poi alza gli occhi al cielo e si alza.

Va davanti ad una credenza e ne tira fuori un scatola minuscola.

Da dentro tira fuori una foto piegata e me la porge.

Io la apro ed ecco la scena che la mia mente stava guardando.

Noi che pattiniamo, o meglio lei che cerca di pattinare mentre io la sorreggo. La cosa più bella forse è il modo in cui ci guardiamo mentre la neve scendo su di noi proprio come faceva poco fa.

- E’ l’unica foto che ho di te. Puoi riprendertela.

- No, è bello che tu abbia ancora questa foto.

Lei alza gli occhi e mi trafigge con uno sguardo che farebbe rabbrividire chiunque.

- E’ solo una foto scattata al momento giusto. Nulla di che.

- Quel nulla di che in realtà rappresenta l’esatto momento in cui ho capito che non sarei riuscito a portare a termine il mio compito perché ti avrei persa per sempre.

Proprio in quel momento, quando incrocio il suo sguardo.

La vedo trattenere il respiro.

Anche lei prova ancora le stesse sensazioni che provo io in questo momento.

Anche lei non ha dimenticato quei momenti felici.

Comincia a mordersi leggermente il labbro inferiore come chiaro segno di nervosismo, poi guarda il suo telefono distratta.

Si alza e raccoglie velocemente i suoi libri.

- Dobbiamo andare.

&&&

 

Respiro profondamente appoggiato a un edificio di Yale, molto importante credo.

Qui in New Heaven si sta più freschi rispetto a Los Angeles e credo di preferire quest’aria frizzante e rinfrescante.

Mentre Hermione è a lezione ho fatto un giro per il campus e devo dire che è una scuola fantastica, ma anche parecchio impegnativa a quanto ho sentito dire da alcuni studenti che passavano di fianco a me con litri di caffè in mano nonostante siano le tre di pomeriggio e con delle occhiaie da far concorrenza ad un panda.

Tutte queste cose che ho notato in giro mi costringono a farmi un sacco di domande…

Come fa Hermione a fare tutto? Essere una star di Hollywood e contemporaneamente frequentare una delle scuole più prestigiose di tutto il mondo?

All’improvviso mi viene in mente il terzo anno ad Hogwarts.. Che abbia un giratempo? E’ l’unica spiegazione probabile, ma questa mi fa pensare ancora di più.

Come fa a nasconderlo al mondo? Come ci è riuscita fino ad ora?

Tutte le mie domande vengono improvvisamente interrotte dalla figura di Hermione che esce dall’edificio praticamente correndo.

- Sono in ritardissimo! E’ la volta buona che Jess mi licenzia...

Comincio a seguirla raggiungendola con poche falcate.

- Sei in ritardo per cosa, Hermione?

Lei si blocca all’improvviso e mi degna della sua attenzione.

- Okay, furetto, se vuoi farmi da ombra per “proteggermi” devi chiamarmi con il mio nome ovvero Catherine o Kate o Jean o Cathy oppure Catherine Jean o se vuoi anche Daisy, ma non Hermione. Desterebbe sospetti e noi non vogliamo che abbiano dei sospetti, vero?

Annuisco convinto come se stessi parlando con una mamma esasperata e lei sospira alzando gli occhi al cielo.

- Bene, ora che abbiamo chiarito ti posso rispondere. Sono in ritardo per le prove e non possono iniziare finché non arrivo io ed è un problema se non le finiamo in tempo per stasera per cui datti una mossa.

Si gira e senza neanche guardare che la stessi seguendo ricomincia a camminare in fretta.

- Aspetta!

- No, Malfoy , non posso aspettare. Ho un piano da seguire e sto sforando gli orari prestabiliti.

Ci incamminiamo verso uno degli appartamenti per gli studenti più ricchi che possono anche non avere un compagno di stanza.

Saliamo due rampe di scale e lei corre verso la seconda porta a sinistra. Fruga per un paio di secondi nella borsa e ne tira fuori un mazzo di chiavi.

Apre la porta e mi porta dentro ad un grande appartamento con solo una grande stanza e il bagno subito a destra. C’è una piccola cucina e un salotto enorme adatto alle feste. In un angolo un bel letto enorme rialzato rispetto al resto dell’appartamento. Tutto gira intorno ai colori bianco, azzurro e verde dando un non so che di rilassante.

- Prendiamo la Metro Polvere?

- No, arriverei piena di cenere a Los Angeles con mille giornalisti intorno pronti a scattare foto per uno scandalo… Prendiamo una passaporta illegale.

- Illegale?

- Non voglio che il Ministero della Magia Americano mi scopra. Malfoy, lo so che non sei abituato a pensare, ma ti prego ogni tanto fallo. Fai davvero schifo come agente sotto copertura.

- Questo è un colpo basso, stai attenta a giocare con il fuoco, Granger.

Lei mi fa un sorriso triste.

- Ho imparato a giocare con ben peggio in questi anni.

Rispondo al sorriso, poi lei afferra una borsa particolarmente luminosa.

- Afferrala.

Obbedisco e in un attimo ci ritroviamo nello stanzino dove ci siamo rintanati per smaterilizzarci per andare a New Heaven.

- Ma nessuno nota il fatto che ti sposti da una parte all’altra della nazione in pochi secondi?

- Il bello di essere una persona famosa e frequentare Yale è la massima riservatezza ovvero nessun giornalista può entrare e passati i primi tempi in cui effettivamente ero al centro dell’attenzione, nessuno ora fa caso ai miei spostamenti visto che mi vedono in giro praticamente ogni giorno. Al pubblico dico che ho un jet a mia disposizione, cosa non vera.

- Okay, ma esattamente quanto sei ricca?

Lei mi guarda divertita

- Malfoy, è maleducazione chiedere queste cose. Hai paura che ti superi in ricchezza? No, perché se è questo, caro ti ho battuto alla grande.

- Davvero?

- Già, la Mezzosangue ha più soldi di te ora.

Scuoto la testa divertito.

Quanto mi sono mancate queste frecciatine!

Abbasso lo sguardo e la vedo togliersi la giacca e poi la maglia.

- Wow, che fine hanno fatto le regole che hai stabilito?

- Mi sto solo mettendo qualcosa di più leggero. E’ Los Angeles, Malfoy. Fa caldo!

- Non puoi cambiarti da un’altra parte?

Lei mi guarda negli occhi e scoppia a ridere come una pazza.

- Non ci credo! Draco Malfoy, il maestro del sesso, quello che ha limonato con metà Hogwarts in pubblico e non,  è diventato pudico.

- Non sono diventato pudico… Ed è “Dio del sesso” non maestro!

Lei sorride mentre di infila un abito e i tacchi alti.

I suoi vestiti da studentessa li infila dentro la borsa e scioglie i capelli.

Rimango ipnotizzato dai suoi movimenti. Non riesco a trovare un aggettivo per descrivere tutto quello che sto guardando.

Appena ha finito di rivestirsi, apre la porta e si fionda fuori.

Le afferro d’istinto il braccio e la sento rabbrividire sotto la mia pelle.

- Leva la mano!

- Cosa?

- Leva la mano dal mio braccio! ORA!

La stacco subito guardandola incredulo.

Lei vedendo il mio sguardo decide di calmarmi.

- Senti, ci possiamo comportare da amici quanto ti pare, ma non posso dimenticare quello che mi hai fatto. Per cui perdonami se non riesco a…

- Tranquilla, capisco. Cercherò di evitarlo.

Abbasso lo sguardo deluso e comincio a torturarmi le mani.

- Devo ancora abituarmi ad averti in giro, mi hai trovato solo ieri ed… è strano. Ho smesso di fidarmi di te molto tempo fa e dammi il tempo per riuscire a guardarti non come se fossi uno pronto ad aggredirmi.

Lei prova a scherzarci su, ma entrambi sappiamo che c’é poco da ridere.

- Non eri in ritardo per-

- E’ vero!

Il discorso si chiude momentaneamente qui visto che lei riparte a razzo fuori dal vicolo alla luce del sole.

Appena la raggiungo noto che si è messa gli occhiali da sole e cammina sui tacchi come se fossero scarpe da ginnastica.

- Okay, ti presenterò alla stampa come un mio vecchio amico inglese trasferito a L.A. quando era piccolo. Siamo diventati amici da piccoli e non abbiamo avuto nessun tipo di relazione. Sei qui perché hai cambiato lavoro e ora fai la guardia del corpo. Se la stampa te lo chiede, dì questo e ricorda: ogni balla che dici su di noi devi dirmela così la storia non avrà lacune.

- Perché la stampa dovrebbe fermarmi?

- Perché sono famosa e ogni uomo con cui mi vedo che sia il mio agente,un passante a caso, uno con cui io mi sono scontrata e gli ho chiesto scusa o il commesso del negozio dove faccio la spesa, loro ci scrivono sopra e li perseguitano per settimane. Se lo fanno con te sai cosa dire.

- Come fanno a sapere esattamente dove ti trovi?

- Sono paparazzi Malfoy. Loro sono ovunque io vada, non ho privacy. Ci stanno controllando anche ora se non te ne fossi accorto.

Mi guardo attorno come se fossi un bersaglio per qualcuno  e comincio a camminare più veloce.

Dopo circa cinque minuti ci ritroviamo davanti al locale.

Entriamo e noto che il locale è completamente diverso.

Le sedie sono tutte sui tavoli e ci sono luci normali, non quelle che, con la musica abbinata, mi provocavano un rilassamento eccessivo.

Ci accoglie una ragazza asiatica piuttosto euforica con i capelli raccolti in un alto cignon seguita dalla ragazza afroamericana che mi ha fatto l’occhiolino ieri sera prima di entrare nel locale per la prima volta.

- Ehi, Kat! Ho bisogno del tuo aiuto. Meglio completo rosa o quello rosso?

Hermione sorride e indica il secondo.

- Senza dubbio questo. Ti sta sicuramente meglio.

- Grazie mille, vado subito a mettermelo.

E saltellando se ne va come una bambina felice a cui hanno dato un lecca-lecca. Rimango leggermente stupito da questa conversazione.

Sembrava davvero una bambina da come parlava.

- Lei era Lucy e questa è Mercy. Le mie due ballerine di scena, le migliori di tutto il locale

Mercy mi sorride maliziosa e smette di riscaldarsi per l’allenamento.

- E questo bel bocconcino chi è?

- Giù le mani,Mercy, lui è off-limits..

Non so il perché ma il fatto che per lei io non sia sul mercato, mi rende molto felice. Mi reputa ancora suo forse...

- Kat, non è giusto! Lui non può essere off-limits. Sei fidanzata!

- Ma lui è la mia nuova guardia del corpo mandata dal mio agente senza dire che è anche un amico d’infanzia.

Mercy spalanca gli occhi sorpresa e non capisco esattamente il perché.

- E’ quell’amico d’ infanzia?

Vedo Hermione alzare gli occhi al cielo e sospirare.

Ho paura di quello che sta per succedere.

- Sì, è lui, Draco Malfoy in persona.

In un attimo il sorriso di Mercy scompare lasciando posto ad un’espressione furente. Senza darmi il tempo di schivare, mi da uno schiaffo in piena faccia .

D’istinto porto una mano sulla guancia dolorante e la guardo sconcertato. Lei risponde subito alle mie domande.

- Questo è per averla fatta soffrire in quel modo...

E se ne va in mezzo all’altro gruppo di ballerine pronte per cominciare.

Mi giro e vedo Hermione trattenere le risate. Alla fine riesco a fare un mezzo sorriso. Non abbiamo ancora parlato in modo completo di quel giorno e vederla riderci su mi fa sperare in un eventuale perdono in un futuro prossimo.

- Me lo sono meritato…

- Puoi dirlo forte!

Lei mi oltrepassa e, appoggiandosi ad un tavolino si mette  i tacchi più bassi che usa per ballare, poi si toglie il vestito facendo vedere una specie di body nero con gonna corta dello stesso colore.

Si lega velocemente i capelli poi si gira a guardarmi.

- Allora, che fai lì in piedi? Vieni a sederti o guarderai le prove da lì?

- Arrivo.

Lei prende una sedia e la posiziona proprio davanti al palco e mi invita a sedermici.

Io obbedisco e mi siedo facendole un cenno per dirle che poteva andare, ma poi nasce nella mia testa una domanda urgente.

- Cosa fai esattamente sul palco? Canti e sculetti un po’?

Appena finisco di pronunciare queste parole vedo tutte le ballerine girarsi verso di me e qualcosa mi dice che ho fatto la domanda sbagliata.

Hermione mi guarda seria e credo che sia l’unica che mi risponderà con calma in questo momento. Perfino Lucy, la ballerina bambina, ora mi sta guardando furente.

- Primo: Malfoy impara ad avere rispetto per il lavoro altrui.

Vedo dei cenni di assenso dietro di lei. Credo che si coalizzeranno contro di me e questa cosa mi spaventa a morte perché si sa che sei messo male se fai arrabbiare una donna e se ne fai arrabbiare due, è meglio  cominciare a correre. Io ne ho fatte arrabbiare venticinque contemporaneamente… Sono praticamente già morto!

- Secondo: il Burlesque è un’arte di provocazione, non sculettamento. Non è una cosa facile. Qui, ogni ballerina suda sangue per poter stare su questo palco. Non basta saper ballare. Bisogna saper intuire cosa farà l’altra e in base a questo costruire le proprie mosse. Per avere questa capacità ci vogliono anni di lavoro insieme.

- Come è possibile che una sa sempre quello che sta per fare l’altra?

- Non sapere, ma intuire. In un’improvvisazione se io nello spettacolo muovo un braccio...

E alza il suo braccio destro facendo una piccola mossa con il bacino

Quasi contemporaneamente tutte le ballerine fanno lo stesso.

- … tutte mi seguono visto che sanno che io amo fare questa mossa appena mi vedono muovere un dito sanno cosa fare e come. Mi conoscono, Malfoy come io conosco loro.

Mercy fa un passo avanti insieme a Lucy contemporaneamente e mi guardano come se mi stessero per uccidere.

Sono leggermente spaventato da tutti questi estrogeni arrabbiati nell’aria.

- Diamogli una dimostrazione…

- No, credo che gli sia bastato l’esempio per spaventarlo…

- Deve pagare per quello che ti ha fatto!

Credo che Hermione abbia accennato a come ci siamo lasciati.

Qualcosa me lo sta suggerendo.

- Guarda la sua faccia… E’ abbastanza spaventato, Mercy

Lo sono davvero… L’idea di morire per mano di venticinque ragazze arrabbiate di cui statisticamente una buona percentuale con il ciclo, mi spaventa non poco, ma tutto questo non mi impedisce di fulminare con lo sguardo Hermione che mentre prova a salvarmi dalla furia di queste donne non sta smettendo di sorridere divertita.

- Non basta...

Quella che credo sia Hanna si gira verso di me e con una voce a dir poco inquietante mi parla guardandomi dritto negli occhi.

- Facciamo un gioco, Draco Malfoy. Sei stato un vero bastardo con la nostra Catherine e noi siamo una cosa sola. Fare una cosa a una di noi è come farla a tutte. Se vinci non sarai licenziato e rispedito nella tua amata Inghilterra con la forza e proveremo a conoscerti e a capire cosa ci trovava in te Catherine, ma se invece perdi… Bhé non te lo auguro.

Deglutisco e mi vedo costretto ad annuire.

Alla faccia della solidarietà femminile, queste sono un’esercito!

Cerco di riassumere il mio atteggiamento risoluto non riuscendoci completamente.

- Ci sto.

Vedo Hermione fare una brutta faccia scuotendo la testa desolata.

- Vi prego ragazze. Come avvertimento  bastava la cosa di prima.

Vedendo che non suscita alcuna reazione si avvicina a me e mi sorride come se stessi andando al patibolo.

- Mi dispiace davvero tanto. Buona fortuna!

E sparisce dentro il gruppo.

- Il gioco si chiama “Trova lo stampo”. E’ uno di quei test che ci fa fare Jess per allenarci ad essere più unite nelle improvvisazioni. Devi riuscire a capire qual’é la ballerina che trascina dietro le altre.

Si gira verso l’entrata e schiocca le dita.

- Paul, metti su una canzone fuori dallo show. Voglio sul palco le sei migliori ballerine. Sapete già chi deve comandare...

Vedo salire Lucy, Mercy e anche Hermione oltre a tre altre ballerine che non conosco.

La musica parte ed Hermione o meglio Catherine comincia a cantare.

Le ballerine si muovono così in fretta e contemporaneamente che faccio fatica seguirle. Tutto porta che la Ballerina che comanda sia Hermione, ma il fatto che sia una fila indietro, mi suggerisce che non sia lei.

Deve essere in una posizione facilmente visibile a tutte.

Dopo un paio di minuti non riesco ancora a capire chi sia, l’unico modo è aspettare che una di loro si smascheri.

La canzone sta per finire, ma ecco il segno di cedimento che stavo aspettando avviene.

Alla ballerina sulla destra cade l’occhio sui passi che davanti a lei Mercy sta facendo.

La canzone finisce e Hanna si gira orgogliosa verso di me.

- Allora, mio caro bastardo inglese, chi comandava?

- Mercy

Qualcuno lo dice contemporaneamente a me.

Mi giro e vedo quella che dovrebbe essere Jess appoggiata al muro.

- Amber ha spostato lo sguardo fuori dall’area di controllo.

- Area di controllo?

Hanna si gira e sbuffa seccata.

- Area in cui riesci a vedere chi comanda e contemporaneamente sembra che tu guardi il pubblico.

- Okay, capisco

Jess mi supera e si posiziona davanti alle ragazze sul palco.

- Bene, nonostante siete state molto brave e coordinate, ho dei piccoli suggerimenti. Lucy devi essere più sciolta, Coco più lenta e sensuale e Catherine non puoi evitare l’acuto finale anche se questa canzone non è nello show, capito?

Lei annuisce seria.

Sono l’unica persona in questo locale che vede il suo vero viso e ci riconosco l’Hermione di quando eravamo ad Hogwarts, so che lei è ancora lì dentro da qualche parte.

- Bene signorine ora cominciamo. Paul, metti su la base del numero d’entrata. E cinque, sei sette e otto! E-

L’intero corpo di ballo comincia a ballare, ma i miei occhi sono solo per lei. La sua concentrazione nel fare tutto quello che fa è una delle cose che amo di più di lei.

Forse è solo un’allucinazione dovuto alla musica ipnotica e rilassante ma per un momento mi è parso che mi stesse sorridendo…

Comincio a sorridere anche io sperando in una svolta che mi aiuti ad avere ancora la speranza che lei mi rivoglia indietro.

Insieme a lei.





Ehilà bella gente!
Come state?
Io sono ancora in pieno stress, ma mi sto lentamente riprendendo o almeno spero.
Che ne pensate di questo capitolo?
Ho amato scrivere della paura di Draco di essere ucciso da una ventina di ragazze. La prima parte del capitolo sottolinea quello che ho scritto alla fine dell'ultimo capitolo e che qualcuno ha già intuito ovvero che la paura che Hermione prova non è legata direttamente a Draco, non ha paura di lui,  ma è più  paura di soffrire di nuovo, di rivivere quel momento un'altra volta.
Mi ha fatto picere che molti siano riusciti a capirlo. Significa che almeno un po' sono riuscita ad esprimerlo bene.
Detto questo, ringrazio le persone che continuano a recensire e che mi salvano dalla depressione post-aggiornamento dove uno scrittore alle prime armi si chiede se il capitolo piaccia o no. Devo anche ringraziare Lucy Susan per il supporto morale che mi da ogni giorno in quell'inferno e anche le persone che leggono in silenzio.
Grazie, grazie e ancora grazie!
Un bacione e al prossimo sabato!
Lola



 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Tu ***


Capitolo 17: Tu

Lo show è finito da ormai un’ora. E’ quasi mezzanotte.

Stasera il locale chiude prima per manutenzione e non posso che essere molto felice. La convincerò a passare un po’ di tempo con me.

Tra la scuola, il lavoro, le interviste e le cene per beneficenza, parlo con lei veramente poco anche se le sono sempre accanto.

Lei è molto occupata e il suo tempo libero lo passa o con le sue amiche o con il suo ragazzo, quel Jake.

Non che facciano chissà che cosa. La porta al cinema o fuori a cena. Non un granché insomma…

Questo andrebbe bene per una ragazza qualsiasi, ma non per Hermione. Lei è diversa, unica.

Basta guardarla come sto facendo io ora.

Non è riuscita a cambiare i suoi ricci arruffati, li ha solo ammorbi anche se non del tutto.

La vedo sorridere felice mentre chiacchiera con Lucy, e anche ridere come non la vedevo fare da troppo tempo.

Ha addosso un paio di jeans normali, con una canottiera e una felpa nera eppure a me sempra la persona più sexy e bella del mondo.

Ridendo si mette dietro all’orecchio un riccio sfuggito alla coda di cavallo. Rimango incantato.

Sono circondato da ragazze vestite con abitini minuscoli eppure l’unica che vedo è lei, come è possibile?

Sto per avvicinarmi per parlarle, ma il mio sogno viene infranto da una persona che fa tutto quello che nella mia fantasia avrei fatto io.

Jake arriva e la prende tra le braccia facendola roteare per qualche secondo. Lei ride felice quasi quanto lo era con me. Quasi…

Poi la mette a terra e la bacia con passione.

In questo momento la voglia di fare un omicidio di massa mi invade. Non so se è un reato uccidere una persona a mani nude per poi farla resuscitare e ucciderla di nuovo torturandola fino a che ella non ti supplica di ucciderla per poi accontentarla dandogli una morte lenta e dolorosa.

Scuoto la testa e cerco di riprendermi dalla gelosia.

Devo tenere a bada il mio lato oscuro.

- Sei stata fantastica sul palco stasera!

Come se ne dubitasse.

- Grazie, forse non lo hai notato, ma ti ho fatto l’occhiolino durante il pezzo finale.

Sta sicuramente mentendo.

- Me ne sono accorto e tutti gli uomini in sala sono diventati verdi di gelosia. Volevano tutti essere me...

Io no di certo. Sei un buffone!

- Ma non possono… Sei tutto mio!

- Certo… Sei davvero stupenda.

Bla, bla sei stupenda bla, bla sono figo, bla, bla sono un idiota narcisista.

- Smettila, mi fai arrossire. Ci sarai domani?

- Dove?

- Alla manifestazione di beneficenza. Mi avevi promesso che saresti venuto.

- Mi dispiace, ma non posso venire. Impegni di lavoro.

Lei abbassa il viso delusa e si tortura le mani.

Lui lo nota e le fa alzare lo sguardo prendendole il viso tra le mani.

Ho un ottima motosega nel mio appartamento in affitto che le segherebbe con un non nulla quelle mani.

- La prossima volta ci sarò okay?

Lei annuisce e dopo un bacio veloce se ne va lasciandola con un mezzo sorriso in volto.

Mi avvicino da dietro e cerco di sembrare indifferente.

- E così quello è Jake...

Lei sobbalza dallo spavento e mi fulmina con lo sguardo.

- Non arrivarmi da dietro all’improvviso.

- Scusa.

Non lo dico veramente infatti ho il mio solito ghigno stampato in faccia.

- Allora andiamo?

Lei mi guarda dubbiosa.

- Andiamo dove?

- A fare un giro mentre ti riaccompagno a casa.

- Malfoy, io abito a Beverly Hills, a venti chilometri da qui. Come pensi di fare un “giro”?

Le sorrido e le porgo il braccio come un vero cavaliere.

- Quando ti stanchi ti porterò a casa immediatamente.

 Non credo sia una buona idea, meglio salutarci ora.

- Ti prego Hermione. Ti basterà una sola parola e ti riporterò a casa immediatamente.

Lei sembra indecisa su cosa fare, poi però, un po’ titubante, accetta il mio invito ignorando però il mio braccio.

Un passo alla volta.

Usciamo per strada e ci godiamo questa passeggiata sotto le luci di Los Angeles.

- Raccontami di te, Catherine...

Lei sentendo che pronuncio il nome con cui vuole essere chiamata sorride.

- Cosa vuoi sapere, Malfoy?

- Bhé come prima cosa come hai fatto?

- A fare cosa?

- A trasferirti qua, a costruirti una nuova identità… Voglio la verità!

Lei sospira. Sembra abbastanza serena sull’argomento.

- Quando sono arrivata qui non stavo proprio benissimo perciò ho passato i primi tempi in un’altro ospedale. Un medico è stato molto gentile e mi ha permesso di rimanere vedendo lo stato in cui ero ridotta. Ero sotto l’assicurazione di una certa Catherine Richardson, orfana di madre da quando aveva sedici anni e con un padre che si era dedicato completamente al lavoro piuttosto che alla sua unica figlia.

- Che ne è stato della vera Catherine?

- Morta nell’incidente che l’ha portata in quell’ospedale. Era una coincidenza che lei avesse il mio terzo nome, io ho aggiunto Jean dopo la mia ripresa. Comunque, quando mi sono sentita pronta ho usato l’Imperio con il mio dottore facendogli credere che io fossi la vera Catherine. Mi ha anche dato una sua foto. Non c’é voluto tanto a diventare lei completamente. All’inizio usavo la pozione Pollisucco, ma era scomoda così mi sono informata su molti altri incantesimi di Trasfigurazione ed ecco il volto di Catherine sul mio.

- Perché riesco a vedere il tuo vero viso io?

- Perché hai scoperto il mio segreto e l’incantesimo non ha più effetto.

- E i capelli? Come mai biondi?

- Mi piacevano e così li ho cambiati. Ho risposto abbastanza?

Mi scappa una breve risata.

- Non sono neanche a metà!

- Procedi allora. Ti dirò tutto quello che vuoi sapere.

- Tutto?

Lei annuisce toccandosi distrattamente i gomito sinistro mentre osserva le vetrine dei negozi ormai chiusi.

- Se ne è accorto il padre che non eri sua figlia?

- Non avevano un buon rapporto. Sta di fatto che lui è morto poco tempo dopo. Non sopportava la morte della moglie e si è ucciso nel suo ufficio..

La guardo sorpreso. Ne parla come se fosse una cosa da tutti i giorni.

- Davvero?

- Sì, è stato difficile per me interpretare Catherine davanti a tutte quelle persone, ma ogni errore che facevo davano la colpa alla morte dei miei genitori. Ho pianto molto al suo funerale, mi sembrava di essere al funerale di mio padre o a quello di Haley, anche se era finto.

- Hai pianto?

- Ho cominciato a pensare al mio di padre e sono crollata. Comunque, i Richardson non avevano i soldi per l’università, ma Catherine frequentava il secondo anno a Yale grazie ad una borsa di studio completa. Non c’erano i soldi per mantenermi, così visto che me la cavo con il canto, non avendo altre qualifiche e non sapendo fare altro ho trovato un lavoro come ballerina e cantante. In poco tempo sono diventata Daisy la cantante migliore del Jessie’s Club.

- A proposito di questo… Voi ipnotizzate gli spettatori?

- All’inizio c’erano solo pervertiti che ci venivano a vedere e visto che mi piaceva fare il mio lavoro, potrei aver dato una piccola spinta al locale…

- Un incantesimo di attrazione?

- Esatto, sulla musica. Uno che passa per strada sente la musica ed è come se ci fosse qualcuno dentro a chiamarti, a chiederti di entrare, il resto lo fa tutto il locale con le sue ballerine e i suoi spettacoli. Questo piccolo incantesimo ha attirato anche un produttore musicale che mi ha sentito cantare e mi ha offerto un contratto. Stavo per rifiutare, poi ho pensato che se mai tu avessi scoperto che non ero morta, dovevo essere l’ultima persona di cui avresti sospettato ovvero una persona famosa, sempre sotto gli occhi di tutti. “Impossibile che sia Hermione, la ragazza che passava tutto il suo tempo nella biblioteca a studiare.” Questo è quello che avresti dovuto pensare…

- Credimi l’ho fatto, ma il tuo sbaglio credo sia stato chiamarti Daisy.

Nel sentire questo nome lei rabbrividisce.

- Già… l’unica pecca in un piano perfetto. Pensavo che si sarebbero dimenticati di quel nome una volta diventata famosa, ma non è stato così. Per la gente è come se fosse una versione precendente di Cathy Green.

- Hai accettato e sei diventata famosa?

- Sì, alla gente piacciono le mie canzoni scritte da qualche autore in quell’ufficio a cui io non ho accesso. Loro mi chiedono di raccontargli una mia esperienza e scriverla su carta, poi dopo la trasformano in un successo.

- Non hai fatto solo questo pero!

- Vero. Sono ambasciatrice di tre associazioni benefiche. Ho fin troppi soldi e quelli che ho in più li da a chi non ne ha. Sono anche una modella in qualche occasione. Oserei dire alla faccia tua Pansy Parkinson che diceva che al terzo anno diceva che sarei diventata una secchiona zittella.

- Era gelosa di tutte le attenzioni che ti rivolgevo. Comunque ora è sposata e sta aspettando il secondo figlio dal suo marito purosangue.

- Credo che lei ora sia messa meglio di me.

- E di Jake che mi dici?

Lei mi guarda con sorpresa.

- Vuoi davvero che io ti parli del mio attuale ragazzo?

- Perché no?

- Va bene. Ci siamo conosciuti al locale ed è carino con me. Non lo amo, ma mi fa felice e questo mi basta.

Nel sentire che non lo ama tutta la gelosia nata da questo momento un po’ imbarazzante scompare lasciando posto alla felicità nel sentirglielo dire.

- Tu invece che mi racconti, sei ancora lo scapolo della famiglia Malfoy o sei sposato?

Decido di non dirle nulla di Denise, della nostra pausa.

- Scapolo a vita. Voglio tutto o nulla.

Lei chiaramente capisce che il tutto è lei, ma fa finta di nulla e io decido di cambiare discorso.

- Gli studi?

- Vanno bene. All’inizio mi sono dovuta impegnare molto per recuperare i corsi perduti, ma ce l’ho fatta. Mi devo laureare tra un mese esatto.

- A Haley piacerebbe venire alla cerimonia se potesse.

Lei si irrigidisce e sta per parlare , ma la blocco

- No, Hermione, ti devo raccontare quello che ho scoperto o credo che lei mi ucciderà quando tornerò a casa.

Lei aspetta un attimo pensierosa poi parla

- Devi proprio?

- Sì...

Lei allora annuisce e fa un respiro profondo per poi farmi un cenno di iniziare. Le racconto tutto.

Del perché è scappata, di Baston, del bambino e di tutto il suo viaggio.

Lei alla fine si blocca in mezzo alla strada costringendomi a girarmi verso di lei cosa che non avevo fatto per tutta la durata del racconto.

- Haley e Oliver Baston? Perché non me lo ha detto?

- Meno persone lo sapevano, meno Baston era in pericolo.

- Si poteva fidare di me, ero sua sorella.

- Era anche innamorata, Hermione, e si è stupidi quando si è innamorati.

Lei lo sa bene questo, come lo so io.

- Ha perso un bambino?

- So che era incinta, ma la preoccupazione per i mangiamorte, lo stress per la nascita del bambino in un mondo in cui la madre è morta a livello burocratico, l’ansia nel trovare una soluzione e anche il senso di colpa nei confronti di Baston deve aver portato ad un aborto naturale.

- Mi dispiace molto per lei, immagino solo che brutto colpo sia stato.

Mentre lei riprende a camminare la guardo con insistenza…

Lei lo percepisce e si gira verso di me.

Non ci mette molto a capire il perché di questo mio sguardo

- No, non guardarmi così. Il suo dolore era molto più forte del mio.

- Hermione hai avuto un crollo nervoso!

- Il dolore che ho provato non era nulla in confronto al suo, solo che lei è una donna forte, io non lo sono mai stata.

- Non è vero...

Lei tace e continua a camminare in silenzio.

- Non mi chiedi di Potter o della Weasley?

Lei alza gli occhi al cielo con un mezzo sorriso sul volto.

- Dimmi quello che mi devi dire, Malfoy e falla finita.

- Lo hai chiesto tu, allora! Comunque, Potter sta per sposare la Weasley che aspetta già il primo baby Potter. Credo che smetterà di fare la Cacciatrice nelle Holyhead Harpies.

- Ginny è incinta?

- E’ già… Potter ha fatto centro!

Lei mi da un piccolo pugno sulla spalla.

- Non essere volgare, Malfoy! Fammi solo un piacere…

- Cosa?

- Di a Ginny quando la vedi che Hermione sarebbe orgogliosa di lei e molto felice. Dille che le voleva davvero bene...

- Glielo dirai tu, non c’è bisogno che ci vada io.

Lei sorride malinconica mentre rallenta il passo.

- Quando tutta questa storia dei mangiamorte sarà finita tu tornerai in Inghilterra da solo, dicendo a tutti che non mi hai trovata e che ti sei inventato tutto per avere più tempo per cercarmi. Nessuno saprà che in realtà io sono viva. Sarà uno di quei segreti che ti porterai nella tomba.

- Perché nessuno deve saperlo?

- Non ti entra proprio in testa? Io sono felice, molto felice e non voglio tornare nel mondo magico. Tu ora non stai proteggendo Hermione, lei è morta e così deve restare. Pensa a Catherine, adesso. E’ lei che devi proteggere… Promettimi che dirai queste parole a Ginny. Promettimelo!

- Te lo prometto.

La continuo a guardare.  

Ha gli occhi leggermente lucidi e vedo che sta stringendo le mani come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa.

Non lo avrei mai detto , ma forse l’unica persona in grado di riportare Hermione a casa, oltre ad Haley,  è proprio Ginny.

Dopo tutto è stata l’unica a testimoniare contro suo fratello, le è stata sempre accanto e credo che entrambe nascondano qualcosa.

- Cosa nascondi su di lei?

Lei mi guarda sorridendo.

- Nulla…

- Non è vero… Stai mentendo. Dimmi cosa nascondi su di lei.

- Malfoy, non so di che cosa stai parlando...

La guardo serio e smetto si camminare.

Non mi prende in giro. C’é qualcosa che mi nasconde.

- Hermione, dimmelo.

Lei sospira seccata e incrocia le braccia sotto il seno.

- E va bene, detective. Lei sapeva che ero viva.

- Cosa?

- Sapeva tutto. Lei mi faceva visita all’ospedale psichiatrico ogni mercoledì ed è stata lei a confondere il mio dottore per lasciarmi scappare per il processo. L’ultima volta che l’ho vista è stato all’aereoporto...

Si sfrega un attimo gli occhi per asciugare le lacrime poi continua a guardare il nulla di fronte a lei.

- E’ stato molto triste lasciarla visto che lei non smetteva di piangere perché sapeva che non sarei tornata tanto presto. I primi mesi mi mandava una lettera via gufo, poi essendo diventata Catherine le ho chiesto di smetterla di scrivermi. Dovevo tagliare tutti i ponti con Hermione o mi avrebbero rintracciata e non l’ho più sentita da allora.

- Ma io l’ho vista piangere come una disperata al tuo funerale, come ha potuto fingere così bene?

- Per lei è come se le avessi detto in faccia che non sarei tornata mai più, credo che le abbia fatto effetto anche se sapeva che ero viva.

Ed ecco di nuovo l’Hermione che conosco.

Non è Catherine adesso, è Hermione.

Come se avesse due personalità: Hermione le ricorda solo il dolore provato e la sua mente cerca di soffocarlo diventando Catherine.

Per uscire da quell’ospedale ha dovuto reprimere tutto il dolore che ancora provava e quando ha preso il posto di Catherine è come se questo dolore fosse stato inscatolato e messo in cantina, per lasciare posto a Catherine nella sua mente. Lei non ha mai affrontato le sue paure legate al dolore e avermi incontrato ha scatenato tutte i brutti ricordi che aveva, ha scatenato la vera Hermione.

La vedo mentre si trattiene dal piangere.

Ha bisogno di sfogarsi.

Di getto mi avvicino e prima che lei possa fare qualcosa, la avvolgo e la stringo contro il mio petto in un abbraccio.

Lei non risponde all’abbraccio, rimane rigida.

- Lasciati andare, lo sai che ti puoi fidare di me.

- Draco io non credo che…

- Ti prego, fidati!

Lei, dopo un primo momento durante il quale rimane rigida, si lascia andare lentamente e comincia a singhiozzare.

Io traggo un sospiro di solievo. Si è fidata, si è lasciata andare.

La stringo ancora di più e lascio che pianga sulla mia spalla mentre io la cullo dolcemente.

Sembra così fragile, così innocente.

Rimaniamo in questa posizione per tutto il tempo che le serve per riprendersi, poi mi smaterilizzo davanti al suo portone. Le do un bacio sulla fronte e la vedo entrare.

Mi incammino verso il mio appartamento preso in affitto il giorno dopo essere arrivato qua.

Quasi una settimana che sono con lei e ho provato più emozioni di quante ne abbia provate in tre anni.

Stasera ha fatto il primo passo verso la vera Hermione e un passo alla volta la riporterò a casa e non la lascerò mai più sola.

Dopo dieci minuti entro e mi preparo un whiski Incendiario per riprendermi dalla serata stressante che ho avuto.

Sto per assaggiarlo quando squilla il telefono.

Rispondo e la sua voce in preda al panico è come uno shock per me.

- Hermione?

- D-draco, avevi detto che per qualsiasi cosa, di chiamarti, no?

- Sto arrivando…

- Ti prego fa presto!

Preso da uno spavento impetuoso afferro la giacca e mi fiondo a casa sua.

Apro la porta.

Tutto è buio e silenzioso.

Comincio a chiamarla urlando, ma nessuna risposta.

Inizio a salire le scale facendo gli scalini due a due e apro di scatto la porta della sua camera.

Una scritta in rosso con il sangue di qualcuno ricopre il muro sopra il suo letto.

Trovarti è stata la parte più difficile. Ucciderti invece sarà quella più facile”

Mi guardo intorno preso dall’ansia e lei non c’é.

Se l’avessero uccisa?

Appena questo pensiero mi passa per la mente vado in panico, finché non riesco ad intravedere un pezzo di una sciarpa rosso oro dentro all’armadio.

Lo apro e la vedo sobbalzare.

Si è accasciata a terra in un angolo e mi guarda sconvolta.

Ha intorno al collo la sciarpa Grifondoro e la tiene ben stretta come se tutto il coraggio della sua casa si potesse trasmettere in questo modo.

Sta tremando.

- Stai bene?

Annuisce, poi si perde a fissare un punto indefinito davanti a lei tremando.

Da quando lei è così debole?

Lei è quella forte, non io…

Lei è quella coraggiosa, non io

Lei è quella che mi aiuta a rialzarmi, non io…

E’ una cosa tutta nuova per me e non so come fare.

La prendo con forza mettendole le mani sotto alle ascelle come se fosse una bambola, e la tiro su in piedi senza smettere di sorreggerla perché le sue gambe non hanno intenzione di essere stabili. La faccio sedere momentaneamente sul letto mentre io comincio a racattare tutti gli indumenti che potrebbero servirle e li infilo dentro ad una borsa.

Lei non dice nulla, sembra sotto shock.

Non posso non chiederglielo…

- Hermione, dimmi cosa ti ha cambiato? Hai visto molto peggio di tutto questo...

Quello che mi dice mi fa gelare il sangue nelle vene.

Mi ha detto solo la verità, io la sapevo già, ma sentirselo dire è un’altra cosa.

La prendo in braccio e con la mano più libera prendo il borsone e , pregando che nessuna delle due cose che ho tra le braccia cada, esco dalla sua villa e fermo il primo taxi che passa.

Arrivo dentro al mio appartamento e sospiro.

Hermione si è addormentata durante il viaggio tra le mie braccia e la adagio sul mio letto coprendola con una coperta.

Torno al mio drink e mi siedo sul letto accanto a lei a berlo, mentre la guardo dormire.

E’ bastata una parola per farmi venire voglia di prendere il primo giratempo e tornare indietro a quel giorno per cambiare la mia decisione di abbandonarla.

Sarebbe bastato un secondo, un piccolo cambiamento, e io non avrei sentito quella parola uscire dalle sue labbra come risposta a quella domanda.

Non era un insulto o una parola complicata, ma è riuscita comunque a farmi provare una stretta al cuore.

Due semplici lettere che non mi faranno dormire questa notte.



 

Tu”



COMMENTO DELL'  "AUTRICE"
Salve a tutti! Qui è l'amica dell'autrice che parla.
Non so se voi tutti lo sapete, ma la nostra cara amica Lola è "qualche volta" in ritardo; a volte con gli aggiornamenti dei capitoli, altre per uscire di casa la mattina per andare a scuola, e altre ancora per vestirsi il pomeriggio per uscire.
Questo è uno di quei casi!
Per cui sarò io (una cara amica anonima e che nulla centra con la storia) ad avere l'onore di presentarvi questo capitolo 17!
Lola vi ringrazia per le recensioni, chiede a voi tutti cosa ne pensate di questo aggiornamento e vuole bene a tutti quanti voi.
Un bacione,
l'amica strana di Lola <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Nuova casa, nuova vita... o almeno spero! ***


Capitolo 18: Nuova casa, nuova vita… o almeno spero!

Apro lentamente gli occhi e comincio a sbadigliare.

Avrò dormito circa tre ore stanotte.

Sposto lo sguardo verso la finestra e vedo filtrare alcuni raggi di sole attraverso le tapparelle non del tutto abbassate.

Sto per alzarmi quando riesco a percepire un lieve peso sul mio braccio.

Smetto di respirare.

Prima di addormentarmi mi ero assicurato che non ci scontrassimo mettendo una buona distanza tra di noi e coprendola con una coperta diversa dalla mia. Eppure Hermione nel sonno deve essersi girata verso di me e adesso la sua testa è sul mio braccio destro. Il suo corpo è stretto al mio, caldo e familiare, e si è persino rannicchiata contro la mia spalla appena sotto il mento.

Doveva essere esausta più di quanto non me ne fossi reso conto. Dopo tutto era lei quella che dormiva sempre con un occhio aperto!

Adesso però ha abbassato la guardia e il suo corpo cercava inconsciamente… che cosa?

Calore?

Me?

Cautamente ed un po’ timoroso, mi sposto appena per passargli l’ altro braccio attorno e stringerla un po’ più a me. So che è rischioso, che potrei svegliarla e spezzare l’incantesimo.

Però non succede, anzi vedo il suo viso rilassarsi ancora di più.

Stare in quella posizione con lei stretta a me, scatena un mucchio di emozioni nella mia mente.

Solo due mesi fa piangevo il fatto di averla persa per sempre e ora è abbracciata a me mentre dorme tranquilla.

E’ la prima volta da quando l’ho trovata che la vedo così tranquilla a starmi vicino.

Di solito è sempre rigida e tende a non lasciarsi andare completamente. Anche quello che mi racconta è ben dosato…

So che non mi dice tutta la verità, so che quando omette qualcosa ha un tic particolare ovvero quello di toccarsi il gomito sinistro. Lo faceva sempre, anche quando eravamo ad Hogwarts,  ed è una delle cose di lei che mi fa sorridere. Mentire la metteva in imbarazzo…

Le sento rabbrividire.

D’istinto tiro su la coperta che mi copre e gliela metto sulle spalle.

La avvolgo per bene e la stringo ancora di più a me appoggiando il mio viso sulla sua fronte.

Sospiro.

- Ma cosa mi hai fatto?

Lei continua a dormire tranquilla nonostante i miei pensieri sussurrati.

- Io non ero così. Ero una persona peggiore lo so, ma mi sto chiedendo da anni come hai fatto a cambiarmi? Come hai fatto a rendermi così dipendente da te?

Lei comincia a sfregare il viso contro il mio collo per mettersi più comoda. Passa il braccio attorno al mio fianco e mi stringe a lei come se fossi un cuscino intrecciando le sue gambe alle mie.

Non riesco a respirare.

Non so cosa fare…

Vorrei rimanere in questa posizione per il resto della mia vita, eppure so che lei non vorrebbe starmi così vicino. Non si fida ancora di me.

Stiamo facendo progressi… Solo il fatto che mi abbia chiamato ieri dimostra che sta cercando di affrontare la sua paura di essere ferita di nuovo.

La voglia di sentirla ancora per un po’ stretta a me prevale e mi accoccolo contro il suo viso.

Non so esattamente per quanto rimaniamo in questa posizione, so solo che è la sua voce a farmi risvegliare.

- Draco...

Non riesco a formulare una frase compiuta, per cui rispondo con un semplice “mmh”

Non sentendo una risposta apro leggermente gli occhi e vedo che ha alzato la testa per guardarmi.

- Grazie per quello che hai fatto.

- Di nulla Granger.

Lei mi sorride per poi allontanarsi da me.

E’ stato come se qualcuno mi avesse strappato un pezzo del mio corpo.

Subito scatto seduto pensando a tutte le cose che ho fatto che potrebbero essere sbagliate.

Lei intanto si alza e comincia a radunare le cose che io ho portato ieri sera.

- Ho fatto qualcosa di sbagliato?

- Ti ho appena ringraziato Malfoy.

- Lo so, ma te ne sei andata come se avessi detto una cosa sbagliata.

- Sono fidanzata Malfoy, diciamo che dormire abbracciata al mio ex non è la miglior cosa che posso fare in questo momento.

La capisco anche se non vorrei.

La vedo controllare il cellulare.

- Era suo il sangue! Lucy è stata aggredita mentre usciva dal locale.  Sta bene, mi ha mandato un messaggio. Glielo  hanno solo prelevato, nulla di grave.

- Sono sicuro che si riprenderà presto.

Lei annuisce preoccupata, poi comincia a guardarsi intorno.

- Sai che ore sono?

Guardo velocemente la sveglia.

- Sono le otto e mezza.

Lei spalanca gli occhi e comincia a vestirsi velocemente.

- Cos’hai?

- Devo scappare ho un appuntamento.

- Appuntamento?

Lei si tocca distrattamente il gomito sinistro, poi afferra la borsa e salutando se ne va.

Ogni mercoledì alle otto e tre quarti precise scompare anche la settimana scorsa è scomparsa a questo esatto orario. La volta scorsa era perché doveva vedersi con Mercy, ma le ho parlato e lei era a casa con sua figlia e non ha visto Hermione.

Sto per seguirla quando mi squilla il telefono, un macchingegno babbano che mi ha dato Potter per evitare di farmi notare. Vedere dei gufi a Los Angeles che entrano in un appartamento desterebbe sospetti.

- Pronto?

- Pronto, Draco. Sono Haley.

- Hai bisogno?

- Dovevi informarmi degli sviluppi, invece è da ormai due settimane e mezzo che sei partito e non ci hai ancora chiamato. Si può sapere cosa stai combinando?

- L’ho trovata.

La sento trattenere il respiro.- L’hai trovata davvero?

- Sì, è lei. E’ viva e sta bene nei limiti umani.

- Che intendi?

Faccio un respiro profondo e mi lascio cadere sul letto.

- Intendo che… Quando sono arrivato qui, sapevo che non si sarebbe fidata di me, insomma, praticamente l’ho lasciata nel suo momento più buio. Ma non mi sarei mai aspettato che oltre a non avere la sua fiducia, lei abbia anche paura di me…

- Paura di te?

- Più che altro paura che la faccia soffrire di nuovo. Haley dovevi vederla… Tremava quando è vicino a me come se fossi un criminale. Sono negli ultimi tempi sembra un po’ più tranquilla.

- Dalle tempo Draco… Vedrai che tornerà a fidarsi di te. Ora dammi l’indirizzo così prendo il primo aereo e arrivo.

La mia mente comincia a elaborare mille modi per poterglielo dire, ma opto per una risposta diretta

- Non vuole vederti…

- Certo che vuole vedermi! Sono sua sorella!

- Non vuole, ma ti prometto che appena cambierà idea te lo farò sapere.

- Cambiare idea? Io devo vederla, devo spiegarle perché me ne sono andata. Lei deve saperlo.

- Lo so, ma come hai detto tu ha bisogno di tempo. Si laurerà tra un mese esatto a Yale e ti prometto che ci sarai anche tu a quella cerimonia.

- Yale? Hermione va a Yale? Con che soldi?

- Ha ottenuto una borsa di studio parziale. Se vuoi notizie su di lei, nel mondo babbano lei è Cathy Green.

- Ho già sentito questo nome… Non è la cantante americana su tutti i giornali in questo momento?

- Credo sia lei…

Lei smette di parlare e per un attimo penso che la linea sia caduta.

- Sei sui giornali.

- Cosa?

- C’è una tua foto su un giornale gossip.

Scatto seduto e mi metto la mano libera tra i capelli confuso.

- Sei proprio tu!

- Dove sei ora?

- In un’edicola. Stavo comprando un cruciverba per Oliver in modo che domenica ne abbia uno quando mi hai detto di Cathy. Ho cercato il primo giornale gossip e ti ho visto in prima pagina. Hermione gira con quei tacchi? Cavoli!

- Devo andare!

Le riattacco il telefono in faccia.

Mi vesto velocemente e afferro la giacca al volo fiondandomi fuori dal mio appartamento e dirigendomi verso la prima edicola nelle vicinanze.

Entro velocemente e prendo il primo giornale che mi capita tra le mani lasciando anche una considerevole mancia al venditore.

In prima pagina vedo Hermione con il volto di Catherine ovviamente in posa per un servizio fotografico con sotto la scritta: “Nuovi amori per la nostra Cathy Green?”

Apro il giornale alla pagina dell’articolo su di lei ed eccomi lì, mentre cammino con lei per le strade di Los Angeles.

Devono averle scattate quando siamo tornati la prima volta da Yale…

Non scherzava quando diceva che la seguono ovunque.

 

Cathy Green, nome d’arte della famosissima Catherine Jean Richardson, pare avere un nuovo ragazzo.

Da mesi abbiamo ipotizzato una crisi tra lei e il suo presunto  ragazzo Jake, ma senza ottenere conferme da parte della star di Hollywood.

Ora ne abbiamo le prove e Cathy non ha aspettato neanche un secondo per guardarsi in giro.

Voci confermano che il ragazzo nella foto sia Draco Malfoy, ricco investitore inglese dal nome insolito, vecchio amico della ventiduenne. Che sia lui il ragazzo di cui parla la Green nelle sue canzoni più emozionanti?

Speriamo che la cantante presto parli alla stampa per chiarire, intanto noi tifiamo per la nuova coppia. Conquistala Draco!

 

Dopo che uno dei giornali più venduti, ha espresso pubblicamente che sta da la mia parte, mi sento meglio!

Nonostante ciò non posso fare a meno di sospirare esasperato.

Hermione andrà su tutte le furie quando lo scoprirà…

Appena trovo il primo cestino butto il giornale e decido di tornare a casa.

Non so esattamente da che parte sono venuto per cui comincio a girare un po’ intorno sia per trovare la via di casa sia per conoscere un po’ di più questa città enorme.

Dopo quasi mezzora riesco a riconoscere la strada del Club dove lavora Hermione.

Mi avvicino e vedo Lucy che esce seguita da altre tre ballerine. Subito la raggiungo per farle qualche domanda.

Man mano che mi avvicino, noto che ha un polso fasciato e alcuni punti sulla fronte.

- Lucy!

Lei si gira e mi sorride.

- Ciao Draco. Come mai qui?

Forse sono solo io che lo penso, ma non riesco a non guardarla senza immaginarla con un grosso lecca lecca, un vestito rosa e i codini in testa. Scuoto il capo cercando di scacciare l’allucinazione e mi concentro su quello che le voglio chiedere.

- Ti stavo cercando. Come stai?

- Bene, ora. Non mi ricordo nulla di ieri sera. Solo di essere uscita e un dolore intenso alla testa. Mi sono svegliata in ospedale ed è tutto quello che riesco a ricordare in questo momento.

- Se dovessi ricordare qualsiasi altra cosa, chiamami,okay?

- Certo.

Le sorrido e la guardo mentre entra in macchina e parte verso casa sua suppongo.

Guardo distrattamente l’orologio.

Nessuna notizia di Hermione. Sto cominciando a preoccuparmi.

So benissimo che se la sà cavare benissimo da sola, ma non posso fare a meno di stare in ansia per lei.

Decido di distrarmi un po’.

Dopo tutto ho bisogno di trovare una casa visto che non posso stare in un appartamento in affitto per tutto il tempo che starò qui. Qualcosa mi dice che sarà ancora per un bel po’...

Un isolato fa ho visto un’agenzia immobiliare ed è lì che mi smaterilizzo adesso.

Dopo aver mostrato il mio estratto conto al babbano alla receptionist, lui mi sorride e mi dice che sarà a mia disposizione per tutta la giornata.

Come diceva mio padre… Ogni persona ha un prezzo e il mio conto ha esaurito quello dell’agente immobiliare.

Senza neanche rendermene conto mi trascina per tutta la mattinata in giro a vedere case.

Nessuna mi convince…

Di certo i soldi non sono il problema, ma sono tutte uguali e fredde.

Tutte tranne l’ultima.

Semplice villetta con vista colline di Beverly Hills, così da non allontanarmi troppo da Hermione, Grande vetrata nel soggiorno, calda e accogliente, ma soprattutto da l’impressione che ci viva qualcuno, l’esatto effetto che volevo. Dovrò stare molto fuori con Hermione e non voglio che casa mia sembri disabitata se avrò ospiti.

I mobili sono inclusi nel prezzo questo significa che non dovrò assumere qualcuno per arredare il che influisce moltissimo sulla mia scelta.

- Questa mi piace. La compro!

Vedo il volto del signor Brown illuminarsi dalla contentezza. Probabilmente non gli capitava un cliente ricco come me da un po di tempo.

- Davvero, signor Malfoy?

- Ha detto che i mobili sono inclusi nel prezzo?

- Sì lei dovrà solo portare le sue cose e vivere in questa casa stupenda.

Stringo i denti.

E’ davvero un pessimo venditore. Continua a mettere degli aggettivi inutili riferiti alla casa in ogni frase. Mi viene voglia di urlargli contro che ho già detto che la compro. Non mi deve più convincere.

- Quanto ci vorrà prima che possa entrare in possesso di questa casa?

- Almeno un paio di settimane.

- Quanto devo pagare in più per cominciare a viverci ora?

- Signor Malfoy ci sono una valanga di pratiche da firmare…

- Le pagherò gli straordinari che farà per compilare quelle carte entro domani mattina.

- O-okay. Eccole le chiavi.

Mi passa un mazzo di chiavi con su scritto che cosa aprono e se ne va contento e felice.

Guardo di nuovo il cellulare preoccupato.

Nessuna notizia da Hermione, forse sono solo paranoico, ma non riesco a smettere di pensare che possa essere in pericolo.

Ormai sono tre ore che è fuori e non so dove.

Per distrarmi comincio a guardare un po’ la casa. C’è anche una piscina nel giardino con trampolino e area relax.

Spero di trovare il tempo di farci un tuffo in questi giorni…

Rientro in casa e mi dirigo al piano di sopra.

La prima stanza in cui entro è basata sui colori blu e grigio, non è molto illuminata come piace a me per cui la battezzo camera mia.

La stanza accanto è il bagno padronale, affianco due camere più piccole della mia, ma più luminose. In fondo al corridoio l’ultima stanza da letto… L’esatto contrario della mia…

E’ bianca e verde chiaro dominata da un letto matrimoniale enorme ricoperto da una soffice trapunta bianca.

Devo dire che se la sono cavata molto bene nell’arredarla.

In questa camera c’è anche una porta che da su un terrazzo che mostra l’intera città. Un panorama stupendo…

Sto per uscire e guardare meglio la vista su Beverly Hills quando il telefono squilla.

- Pronto?

- Draco, mi stanno seguendo. Qualcuno mi sta seguendo e ho paura.

- Dove sei?

- Vicino al 21 di Sunset Boulevarde. Fai presto!




 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** La realtà è diversa da come ce la immaginiamo ***


Capitolo 19: La realtà è diversa da come ce la immaginiamo

Mi smaterilizzo nel posto più vicino a quello che mi ha dato Hermione  e che ho ben in mente.

Mi ci vogliono tre minuti a raggiungere l’indirizzo, ma quando arrivo, vedo che non c’è nulla. Nessuno di sospetto e nemmeno Hermione

Il panico comincia a scorrermi nelle vene proprio come è successo meno di ventiquattro ore fa, se non di più.

Mi ha dato un indirizzo preciso ed ora lei non è qui.

All’improvviso sento delle voci nel vicolo.

Comincio a correre mentre sento la preoccupazione salire ad ogni passo che faccio.

Svolto l’angolo e la vedo.

Un uomo le sta tenendo una mano sulla gola e lei è pressata contro il muro dal suo corpo.

- Lui vuole solo parlarti, vuole spiegarti il suo punto di vista.

- Che vada a farsi fottere!

- Non essere irrispettosa, mezzosangue.

A quelle parole il mio cervello non ragiona più. Con poche falcate li raggiungo e la mia mano comincia a pensare da sola.

In un attimo il mio pugno colpisce il viso dell’uomo il quale cade a terra massaggiandosi il naso.

- Stai bene?

- Sicuramente più di lui.

Mi volto ancora verso quel verme che ora sta strisciando per allontanarsi dal mio sguardo furioso.

Le ha messo le mani addosso, la pagherà molto cara!

La rabbia mi sta appannando la vista.

Mi avvicino a lui e lui comincia a ridere come un isterico mentre continua ad allontanarsi.

- Malfoy, non potrai proteggerla per sempre… Appena tu ti convincerai che sia al sicuro noi arriveremo e la prenderemo. Con la magia o no.

- Non accadrà mai, lurido verme.

E accade tutto in un attimo.

Lui mette una mano nella tasca, estrae una pistola e la punta contro di lei. Spalanco gli occhi dallo spavento. Faccio l’unica cosa sensata che mi passa per la testa e mi metto davanti a lei per proteggerla.

Poi sento Hermione urlare.

L’ha colpita? Se è vero, perché guarda me?

Perché mi guarda così?

Seguo il suo sguardo e vedo che sulla mia maglia c’è una grande chiazza di sangue. Non ricordo di essermi fatto male.

Poi realizzo e subito un dolore accecante mi fa cadere a terra.

L’uomo incappucciato scompare lasciando l’eco di una risata nel vicolo.

- No! No! Ti prego!

Non so perché ma la voce di Hermione mi sembra molto lontana come se fosse coperta da una campana di vetro.

Il dolore mi sta appannando la vista, ma riesco ancora a distinguere i tratti di Hermione.

Sembra così triste e sempre così bella.

- Draco no!

- Mi dispiace…

Sta andando nel panico. Vedo le sue lacrime scorrere velocemente lungo le sue guance. Prende fuori il cellulare e digita con mano tremante un numero.

- 911, ho bisogno di un’ambulanza, siamo in un vicolo, qualcuno ha sparato al mio ragazzo, 21 Sunset Boulevarde. Per favore fate presto! Sta perdendo molto sangue… Non so cosa fare.

Dopo un secondo annuisce  e mette giù.

Fa un respiro profondo per calmarsi, ma non funziona perché comincia  a singhiozzare più forte.

- Granger… N-on sono il tuo r-ragazzo…

- Shh, non parlare, non peggiorare le cose. Stai sveglio okay?

- Mi dispiace… Per tutto.

- Non parlare… Non hai la bacchetta?

Scuoto la testa. Nella fretta l’ho lasciata a casa… Lei non ce l’ha per ovvi motivi. Ora è babbana e la magia non le serve più.

Il dolore si fa più intenso e respirare diventa una cosa ancora più difficile da fare.

Sento in lontananza il suono di un’ambulanza che si avvicina, ma non sono sicuro che faccia in tempo. Almeno morirò guardandola negli occhi. All’improvviso la consapevolezza di morire mi fa pensare ad una cosa.

Deve saperlo…

Deve sentirmelo pronunciare almeno una volta nella sua vita

- T-ti amo...

La stanchezza mi obbliga a chiudere gli occhi, mentre la sua voce diventa solo un sussurro lontano.

- NO! No… Non ti azzardare a chiudere gli occhi.

La testa mi gira anche se sono sdraiato. La sento urlare e piangere, posso quasi sentire le sue lacrime che mi bagnano il viso.

- Mi senti furetto? Apri immediatamente gli occhi o comincio a prenderti a sberle! Resta sveglio!

Mi mancherà…

- Resta sveglio! Ti supplico, non abbandonarmi di nuovo...

Poi buio.



 

Sto correndo in giardino cercando di inseguire una farfalla dai colori sgargianti. Tutto il mondo sembra più grande.

Sono più piccolo, devo avere all’incirca quattro o cinque anni.

E’ un ricordo…

Vedo mia madre ancora in salute che mi prende per i fianchi e mi solleva in alto facendomi quasi volare.

- Ancora mamma! Voglio volare più forte.

Lei ride e mi stringe contro il suo petto.

Sento il suo profumo di fiori di campo e vaniglia entrarmi nelle radici e mi sembra di esserci veramente lì con lei.

Mi rimette a terra e si abbassa alla mia altezza piegandosi sulle ginocchia.

- Ciao cucciolo. La mamma è tornata. Sei contento?

Non ho il controllo di quello che faccio, ma vedo con gli occhi del me stesso bambino.

Annuisco e la abbraccio.

- Narcissa qual bambino diventerà una femminuccia se lo coccoli troppo.

Mi giro e vedo mio padre sorpassare mia madre ignorandomi completamente. Lei non ascolta il commento di mio padre e continua a guardarmi facendomi sentire con se fossi un re… Il suo re.

- Non dare ascolto a tuo padre. Coccolare una persona è una cosa buona….

- Perché papà non lo fa?

- Perché a papà non piace. Ma una volta lo faceva spessissimo. Un giorno incontrerai una bella bimba e la coccolerai come tuo padre faceva con me.

Metto il broncio e incrocio le braccia al petto.

- Non mi piacciono le bimbe. Sono strane e vogliono sempre giocare con le bambole e non a Quiddich. Daphne mi ha tirato i capelli ieri!

Mia madre ride e dolcemente mi accarezza una guancia

- Cambierai idea con il tempo, cucciolo. Nel frattempo devi essere gentile con loro ed essere un bravo bimbo. Troverai la bimba che non ti tirerà i capelli, okay?

- Okay, mamma.

Lei sorride, mi prende per mano e insieme andiamo a giocare insieme nel giardino.


Un leggero ticchettio mi fa aprire gli occhi.

Mi accorgo di avere una specie di maschera che mi copre il naso e la bocca e che mi spinge a forza l’ossigeno nei polmoni.

Sentendo di non averne bisogno, me lo levo e mi guardo intorno confuso.

Devo essere in ospedale…

Accanto a me c’è Hermione.

E’ venuta davvero qui per me?

Un momento… Da quanto sono qui?

Ha le mani tra i capelli e i gomiti appoggiati al letto. Sembra che stia dormendo.

Provo a chiamarla , ma la mia voce è molto roca e la gola mi brucia ad ogni parola che dico, ma la voglia di parlarle supera tutto.

- H-hermione.

Lei alza la testa di scatto e mi accorgo che ha il trucco tutto sbavato e mi ricorda vagamente un panda. Mi sorride e mi prende la mano tra le sue.

- Finalmente ti sei svegliato…

- Da quanto sono qui?

- Da un paio di giorni…

- Quanti?

- Sette. Quattro in coma e tre in coma farmacologico. Eri messo veramente male.

Sono passati sette giorni?

A me sembrano passati a malapena venti minuti.

- Stai bene?

- Dovrei essere io a chiedertelo. Si può sapere che ti è preso? Potevi morire!

- L’ho fatto per proteggerti...

Lei sospira impaziente.

- Quando capirai che mi so proteggere da sola?

- Scusa, la prossima volta che qualcuno ti punta una pistola contro lo aiuto a mirare meglio!

Lei fa un sorriso con un non so che di malinconico.

- Non è quello che intendevo. Ho avuto molta paura. Potevi sul serio morire e …

- Hermione

Lei torna a guardarmi negli occhi e noto che i suoi sono lucidi.

- Non ti abbandonerò così facilmente.

- Non puoi saperlo. Ti hanno sparato Draco. Ecco perché non volevo che mi stessi vicino. Tu mi fai uno strano effetto quando mi sei vicino. Mi fai sentire in modo strano, come se fossi una principessa indifesa.

Un ghigno nasce spontaneo sul mio viso.

- Davvero?

Smettila stupido! E’ una cosa seria. Non farmi mai più prendere uno spavento del genere. Sono quasi impazzita. Non respiravi più e sono andata nel panico.

- Sono un osso duro. Non è facile uccidermi.

- Credimi, quell’uomo ci stava riuscendo benissimo.

- Hai visto chi era?

- No, aveva una maschera

Faccio un respiro profondo e la guardo.

E’ tutta scompigliata i suoi capelli stanno tornando cespugliosi. Si vede che non ha badato molto al suo aspetto in questi giorni, ma nonostante ciò sembra ancora di più l’Hermione che conoscevo, la ragazza che non aveva bisogno di nulla per sembrare l’unica donna che amerò veramente.

- Devo andare.

- Sono le otto e tre quarti, vero?

- Come fai a saperlo?

- E’ mercoledì e tu hai il tuo appuntamento misterioso.

Lei abbassa gli occhi imbarazzata e si tocca il gomito sinistro.

- No, non è nulla di importante, ma devo andare. Torno presto.

Si avvicina un po’ titubante e mi da un lungo bacio sulla fronte, poi sorridendomi se ne va.

Ho molte teorie su dove stia andando e solo il fatto che ha lasciato qui la borsa prendendo solo il cellulare mi fa pensare che non è poi così lontano il posto dove sta andando. Senza badare al lancinante dolore che provo mi metto seduto e poi mi alzo in piedi.

Ignorando un improvviso giramento di testa afferro la flebo e me la trascino dietro mentre muovo i primi passi.

Appena esco dalla mia stanza la vedo salutare quello che sembra il mio dottore e gira l’angolo. Subito comincio a seguirla cercando di non farmi riconoscere dal mio dottore.

Sta praticamente correndo, deve essere in ritardo, e faccio fatica a starle dietro.

Sto per arrendermi e tornare indietro quando la vedo imbucare il reparto di psicologia.

Ho un brutto presentimento

La seguo a piccoli passi mentre lei entra dentro.

Appena arrivo di fronte alla porta dove è entrata noto che è di vetro.

Lei è seduta dandomi le spalle su una poltroncina e di fronte a lei c’è una donna con degli occhiali da vista appoggiati sul naso, come se fossero solo una decorazione.

Una domanda sorge spontanea nella mia mente.

Hermione è ancora in terapia?

Mi siedo contro il muro vicino alla porta appoggiando le spalle e la testa ad esso. Un po’ per la stanchezza, un po’ per sentire meglio quello che dicono.

Lo so, che le sedute sono un po’ come confessarsi, ma la mia curiosità supera ogni mio principio morale.

- Allora Catherine, come stai oggi?

- Si è svegliato finalmente e mi sembra di essere tornata a respirare.

- Pensi che “tornare a respirare” sia il termine giusto per descrivere questo momento?

Un attimo di silenzio durante i quale il mio cuore comincia a battere più forte dall’emozione.

- Non saprei dirlo in un altro modo, ho avuto molta paura.

- E invece ora come ti senti?

- Sollevata che si sia ripreso, ma stressata perché la stampa mi sta alle costole e dovrò rilasciare una dichiarazione o sfonderanno la porta di casa mia.

Le sento ridere entrambe.

- Capisco. Cosa pensi che dirai? Alla stampa intendo.

- Non lo so… Non voglio complicare la vita di Draco. Se dico che è solo un amico, non spiegherebbe il fatto che sono rimasta qui una settimana rimandando tutte le esibizioni e i vari eventi. Vorrebbero delle spiegazioni aggiuntive e io non voglio rivelare il nostro passato alla gente. Comincerebbero a perseguitarlo senza contare che Jake ne sarebbe molto deluso.

- Se ti dico il nome Jake cosa pensi?

- Tranquillità, serenità e divertimento.

- Invece se ti dico il nome Draco?

Non dice nulla. Rimane in silenzio. Perché non dice cosa pensa?

- Catherine, devi parlarmi o io non ti posso aiutare. Lo sai vero?

- Sì che lo so, ma non mi piace ricordare il mio passato.

- Devi se vuoi affrontarlo.

La sento sospirare.

Probabilmente ora si starà mettendo le mani tra i capelli e i gomiti sulle ginocchia.

- Passione, amore, ma anche paura, abbandono, tristezza, baratro e soffocare.

- Cerchiamo di analizzare meglio queste parole…

- Non voglio.

- Proviamoci. Perché passione?

Subito nella mia testa compaiono immagini dei nostri baci, dei nostri abbracci, delle notti passate insieme e perfino delle nostre frecciatine.

- Perché semplicemente era quello che c’è sempre stato fra noi. Anche quando non ci sopportavamo riuscivamo a fare scintille insieme. Che fossero di rabbia o d’amore.

- Brava, ora passa alla seconda parola.

Amore

Quello che provavamo l’uno per l’altra era amore?

Non ci siamo effettivamente mai detti il classico “ti amo”, non ce ne era bisogno. Lo sapevamo.

Io lo so fin da quando avevo sedici anni. Lei ci ha messo un po’ di più a capirlo, ma io ad esprimerlo.

- Eravamo fatti l’uno per l’altra. Fuoco e ghiaccio insieme. Non c’era momento della giornata nel quale non pensavo a quanto ero fortunata ad averlo tutto per me. Mi è stato accanto perfino quando non lo sopportavo, mi ha protetto anche quando non ne avevo bisogno. Per me lui ha cambiato il suo modo di pensare, di essere ed era diventato il mio tutto, la roccia a cui aggrapparmi in pochissimo tempo.

- Ora parlami delle altre parole. Comincia dall’ordine che preferisci.

La mia mente segue il suggerimento della psicologa.

Paura

La paura nei suoi occhi quando le ho detto che avrei preferito non essere entrato nella sua vita.

Vorrei tanto rimuovere dalla mia mente questa immagine.

Abbandono

Non avevo mai pensato che per lei la nostra separazione fosse un abbandono, ma ora che ne ha parlato non riesco a trovare un’ altra parola per descriverlo.

Io l’ho abbandonata nel momento più difficile.

Ho voglia di prendere a pugni qualcosa… Non qualcosa, ma me stesso.

Cosa stavo pensando quando le ho detto quelle cose?

Certo, non avrei mai immaginato che sarebbe finita così,ma non riesco a smettere di pensare che avrei potuto renderla felice.

Tristezza

I giorni seguenti alla guerra passati sul letto a riempirmi di alcol, a piantare le unghie nei palmi della mano cercando di resistere all’impulso di tornare indietro a cercarla e a dirle che era tutto un malinteso, a guardare la porta aspettando che lei entrasse per dirmi che non voleva che ci separassimo.

- Paura di vederlo andar via, la consapevolezza di essere da sola, la morte di mio padre, la depressione e il sentirsi talmente male che ti senti soffocare tutto il tempo.

Non sarei riuscito a descriverlo meglio.

- Ora parlami di come riesci a gestire tutte le emozioni. Ho visto alcuni tuoi spettacoli e sembri una persona felice e spensierata. Come fai?

- Fin dal principio il mio datore di lavoro mi ha detto che sarebbe stato difficile e mi ha detto che il miglior modo di esibirsi è lasciare i problemi nel backstage ed è quello che faccio.

Chiudo gli occhi stanchi.

Devo metabolizzare tutte le emozioni nel sentirla parlare di me in quel modo.

Quasi non mi accorgo del tempo che lentamente scorre.

- Okay, bel lavoro. Stiamo migliorando molto Catherine...

Solo sentendo questa frase mi accorgo che la seduta deve essere finita. Mi alzo in piedi pronto a correre, ma solo quando sento un dolore lancinante al petto mi ricordo che ho ancora una ferita da sparo fresca.

Così quando incontro lo sguardo sorpreso di Hermione non posso fare a meno di guardarla con uno sguardo sofferente, un po’ per il dolore un po’ per impietosirla.

- Mi stavi seguendo?

- Ero curioso

Devo proprio sembrare un idiota…

In pigiama senza fiato e piegato in due dal dolore per aver fatto un movimento non consentito.

- E per questo che mi spii?

- Non sapevo che fossi ancora in terapia.

Lei spalanca gli occhi.

Ho trovato il suo punto debole.

- Ne ho bisogno e meno persone lo sanno meglio è.

- Non ne hai bisogno. Ci sono io ora qui con te.

- Sì, ma chissà per quanto ancora. Un mese? Quindici giorni? Quanto passerà ancora Draco prima che tu ti inventi un’altra scusa per andartene.

- Non succederà, non hai sentito quello che ti ho detto in quel vicolo?

- Non dirlo di nuovo…

- Invece lo farò. Lo sai benissimo che non è stato facile per me ammetterlo a me stesso quando eravamo più giovani e sai benissimo che dirlo ad alta voce è stato un’altro ostacolo, ma io ti amo, Hermione e so che tu provi lo stesso.

- No, non è vero. Ho smesso di provare amore per te tre anni fa su quel ponte.

Mi si spezza il fiato nel sentire tutto ciò. E’ solo arrabbiata...

- Stai mentendo.

- Quando ti deciderai a capire che la realtà è diversa da come te la immagini tu, dentro la tua testa? Non tutte le cose sono come tu pensi che siano.

- E’ vero, ma questa lo è. Ora lascia stare, non voglio litigare con te. Voglio solo tornare nella mia stanza. Scusami se ti ho seguito.

Lei mi guarda negli occhi come se stesse per dire qualcosa, poi però non lo fa.

Semplicemente mi prende sotto braccio e mi trascina nella mia camera aiutandomi a stendermi sul letto.

Dopo essermi sistemato la guardo di nuovo.

Si è seduta sulla poltrona accanto al mio letto sospirando e si è messa una mano nei capelli perdendosi tra i suoi pensieri.

Darei qualunque somma per poter capire cosa le passa nella mente.

- Hermione

Lei alza la testa di scatto con ancora la rabbia negli occhi.

- Draco, non chiamarmi così, lo sai che mi da fastidio…

- Devi venire a vivere con me.

Lei mi guarda a metà tra il furioso e il sorpreso.

- Cosa?

- Ti potrei controllare meglio e non saresti più sola e in pericolo.

- Non se ne parla neanche…

- Sanno chi sei e nel giro di ventiquattro ore sono riusciti ad avvicinarsi molto a te e io non posso permetterlo.

- Draco, cosa devo dovrei dire al mio ragazzo o alla stampa che ormai sbandiera articoli sul mio tradimento con te?

- Motivi di sicurezza. Coinvolgi il mondo e loro avranno un ostacolo in più.

Lei sembra distrutta ma sa che ho ragione io.

- Va bene… Mi inventerò qualcosa.

Piccolo passo per Catherine, grande passo verso Hermione.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** L'unico momento in cui io non sono la causa dei problemi ***


Capitolo 20: L’unico momento in cui io non sono la causa dei problemi

L'acqua fredda scorre veloce lungo il mio corpo facendomi rabbrividire e dando solievo alla cicatrice allo stesso tempo.

In questi ultimi giorni non faccio altro che docce fredde.

Appena dopo essere uscito dall'ospedale io ed Hermione abbiamo cominciato a convivere per il suo bene e per proteggerla.

Per quanto cerchi di mascherarlo, riesce a farmi ribollire il sangue nelle vene anche con una tuta addosso.

Naturalmente la convivenza finora non è stata tutta rose e fiori.

Ogni giorno abbiamo qualcosa su cui discutere, anche cose stupide, ma credo che ci impedisca di saltarci addosso. O almeno è quello che sento io.

Sto per uscire ed afferrare il mio asciugamano quando noto con stupore che è a terra bagnato e sul porta asciugamano c'è una distesa di reggiseni di vari colori ma tutti in pizzo.

Ecco trovato il motivo per litigare di oggi.

- HERMIONE!

Afferro velocemente l'asciugamano umido avvolgendomelo intorno ai fianchi e la raggiungo in soggiorno.

Lei sta leggendo un libro appollaiata nella sua poltrona.

- Cosa vuoi ora?

- Quante volte ti ho detto di non usare il mio asciugamano e di non spargere la tua lingerie in giro per il MIO bagno?

- Non voglio usare quello degli ospiti e se tu mettessi più di un asciugamano grande al giorno in bagno forse riuscirei a non usare il tuo!

Alzo gli occhi al cielo esasperato.

- Spiegami cosa non va nell'usare il bagno degli ospiti?

- E' degli ospiti e a quanto pare io ci vivo qui.

- E dei tuoi reggiseni ovunque?

- Me ne dimentico ogni volta, perdonami se ricordarmi il mio reggiseno in bagno non è l'unico pensiero che attanaglia la mia mente.

Sa essere fastidiosa quando vuole. E' mai possibile che abbia sempre una risposta pronta?

Decido di accantonare per il momento questo discorso e di concentrarmi sul suo grande giorno.

- Non ti dovresti preparare?

- Devo solo mettermi il vestito e la toga.

- E che aspetti? Dobbiamo essere a Yale almeno un'ora prima.

- Adesso vado

Si alza e si incammina verso la sua stanza per prepararsi.

Non lo dimostra ma è veramente emozionata per la sua laurea e penso che sia felice che io vada con lei.

Jake il suo ragazzo ha scritto che non poteva raggiungerla, ma le ha mandato un mazzo di fiori.

Le ragazze del Club hanno uno spettacolo stasera e non possono abbandonare tutto, non ora che il locale va così bene, per cui hanno mandato ad Hermione una buffa torta con su scritto “Buona Laurea, Cathy” insieme ad un mazzo di gigli.

La torta l'ho messa in frigor così da mangiarla stasera insieme alla mia sorpresa per Hermione.

Non so se la gradirà, ma lo spero…

Dopo l'ultima discussione in ospedale, tutto è tornato alla normalità e io ed Hermione abbiamo fatto alcuni passi avanti.

Spero di non rovinare tutto.

Torno in camera e mi preparo nel giro di pochissimi minuti.

Scendo di nuovo nel soggiorno e preparo la passaporta per partire, poi avendo del tempo avanzato comincio a leggere un articolo interessante su un giornale.

Dopo circa un quarto d’ora sento i suoi tacchi risuonare per tutta la casa mentre scende le scale.

- Sai, ho letto qui la più comune causa di morte degli esseri umani.

- Per mano di una futura laureanda, no perché se è questa la risposta giusta mi offro come volontaria.

- No, per un incidente

- E' così che lo farei sembrare…

- Incidente stradale o domestico

- Per il primo dovrei prendere la patente per cui opterei per il secondo.

Alzo lo sguardo pronto a fulminarla, ma rimango a bocca aperta.

Un semplice tubino blu mare con scarpe dello stesso colore.

I capelli biondi lunghi sono perfettamente acconciati in morbidi boccoli liberi lungo le spalle e tirati in avanti in modo da lasciare la piena vista sul ricamo blu del vestito presente sulla schiena che lascia intravedere un po' di pelle.

- Allora come sto?

- Stupenda.

Lei sorride soddisfatta e indossa la toga e cappello neri con una striscia blu che mostra la sua conoscenza della medicina.

Mi alzo e le porgo il braccio mentre con l’alta mano afferro la passaporta. Lei si aggrappa delicatamente a me mentre insieme volteggiamo nell’aria fino a New Heaven.

Appena arriviamo al campus Hermione viene rapita dalle sue amiche e colleghe di corso per le classiche foto di gruppo e per gli arrivederci strappalacrime.

Ha solo il tempo i dirmi una frase

- Grazie per essere qui...

E l’ultima cosa che vedo di lei è un sincero sorriso rivolto a me.

Sorrido a mia volta come non facevo da tanto tempo.

Nonostante le nostre divergenze, è davvero lei l’unica a farmi sorridere davvero.

- Era lei?

Annuisco capendo subito chi ha parlato.

- E’ diventata davvero bella in questi anni.

- Lo è sempre stata...

Haley mi viene affianco e mi guarda sorpresa, o almeno è quello che penso visto che il mio sguardo non si è ancora spostato dal punto in cui lei è scomparsa.

- La guardi in modo strano…

- Credo che io guardi lei come tu guardi Baston. Dov’è il futuro sposo?

- Londra. E’ rimasto là per lavoro. Ci sposiamo tra due settimane ed Hermione deve assolutamente esserci. Non me lo perdonerei mai se non ci fosse.

- Haley lo sai che è avventato… Non è ancora pronta.

Con una rapida mossa mi fa voltare verso di lei e solo ora noto il suo sguardo furioso.

- No, tu non sei pronto! Non vuoi rovinare tutto, lo so, ma sono sua sorella e il mio unico desiderio per il matrimonio è quello di avere Hermione al mio fianco.

- E’ che mi sto guadagnando di nuovo la sua fiducia giorno dopo giorno. Portarla davanti a fatto compiuto distruggerà tutto quello che ho fatto in questo mese e-

- Draco, non vedo mia sorella da otto anni. Io devo farlo.

- Lo so, però ti supplico di andarci piano con lei.

- Chi deve andarci piano?

Mi volto di scatto e vedo Hermione con di nuovo il suo sorriso che però alla vista di Haley scompare lasciando spazio ad un’espressione sorpresa.

- Haley?

Vedo una lacrima scendere lungo il viso di Haley mentre cerca di soffocare un singhiozzo mettendo una mano sopra la bocca.

Hermione rimane immobile.

Continua a fissarla senza parole, ha un’espressione sconvolta.

Entrambe si guardano e solo ora noto con chiarezza quanto si assomigliano.

Stessa forma degli occhi e della bocca. Sono alte uguali e se Hermione non si fosse tinta i capelli, avrebbero anche lo stesso colore.

All’improvviso Hermione riesce a distogliere lo sguardo da sua sorella e si volta furiosa verso di me.

Con una falcata mi è di fronte e, per sottolineare la sua rabbia nei miei confronti, mi punta il dito contro

- Era la regola numero uno! Tu non devi cercare di riportarmi indietro! Non ne hai il diritto, LEI non ne ha il diritto.

- Hermione ti prego ascoltala.

- Tu avevi promesso! Avevi promesso che mi avresti solo protetta, che non avresti cercato di riportarmi ad essere la persona che ero prima! E ora inviti mia sorella ad uno degli eventi più importanti della mia nuova vita? Io non ci credo! E pensare che stavo iniziando a pensare che finalmente avessi messo da parte i tuoi interessi per pensare a cosa voglio io…

- Lui non centra.

L’attenzione di Hermione si sposta su sua sorella e la rabbia sembra diminuire.

- Non voleva che io venissi. Mi ha ripetuto migliaia di volte che non dovevo venire, che non saresti stata d’accordo nel vederti.

Mi sta difendendo?

Hermione sembra confusa.

Il suo sguardo passa da me ad Haley più volte cercando di fare chiarezza in questa confusione.

- Lui voleva proteggerti, non ha infranto nessuna regola, sono stata io a volerti vedere anche se Draco diceva che non eri pronta.

- Infatti è così. Non dovresti essere qui.

Anche se non sta parlando con me , la freddezza che grazie ad una fatica immensa ero riuscito a farle dimenticare, sembra essere tornata.

- Hermione, io dovevo vederti e parlarti di molte cose.

- Certo, da dove vuoi cominciare? Dal fatto che mi hai lasciato credere per otto anni che fossi morta? Che stavi con Baston? Che i  mangiamorte volevano ucciderti? Scegli tu da dove partire.

- Lo so che sei arrabbiata…

- Puoi dirlo forte!

Haley assume un’espressione seria e la guarda negli occhi.

- Se fossi rimasta, ti avrebbero ucciso, avrebbero ucciso anche i nostri genitori pur di trovarmi. Se lo dicevo a un qualsiasi mago, Oliver sarebbe ad Azkaban e io non volevo assolutamente questo.

- Sono più che sicura che se lo avessimo detto a Silente lui non avrebbe fatto nulla ad Oliver Baston! Perché sei qui Haley?

- Mi sposo.

Vedo la mia grifona spalancare gli occhi dalla sorpresa.

- Io e Oliver ci sposiamo tra due settimane ed è per questo che sono qui. Voglio che tu venga al matrimonio come avevamo immaginato quando eravamo piccole.

- Ti sposi?

- Sì, io e Oliver abbiamo parlato e pensiamo che sia inutile aspettare. Ci amiamo e non abbiamo mai smesso. Vorrei tanto che tu fossi lì…

- Non so se riesco…

- Ti prego,metti da parte la rabbia nei miei confronti!

- Non è solo per questo… non sono pronta a tornare in Inghilterra, non credo lo sarò mai. Quel posto mi ricorda solo cose che non fanno più parte della mia vita e non devono tornare a farne parte. Non voglio soffrire ancora.

Mi si forma un nodo alla gola.

So benissimo che io faccio parte del pacchetto “Inghilterra insieme a Potter ed a Weasley” e questo mi fa leggermente arrabbiare.

- Nessuno saprà chi sei. Potresti venire come cantante. Dirai a tutti che ti ho assunto quando sono venuta a trovare Draco. Un passo alla volta e presto riuscirai a vedere di nuovo casa tua come un posto tranquillo.

- Haley…

- Sarai felice di vedere la mamma e anche la tua amica rossa, Ginevra. Anche se loro non sapranno chi sei, tu potrai vederle.

Quasi mi dispiace per Haley.

E’ troppo impegnata ad elaborare un piano per avere Hermione al suo matrimonio che non nota il modo in cui la sta guardando.

Nello stesso modo con cui si guarda un bambino che crede ancora alle favole: in modo dolce, quasi con compassione.

- Naturalmente farò di tutto per non farti riconoscere. Con la magia si può mascherare la voce?

- Sì, Haley, ma-

- Ma nulla. Presto ti accorgerai che vivere con me e la mamma di nuovo insieme è quello che vuoi e tutto ritornerà come prima quando tutto era norm-

Hermione la stoppa con una mano e le sorride in un modo tremendamente malinconico.

- Haley, io non tornerò a vivere a Londra.

- Perché no?

- La mia vita è qui ora. Tonerò in veste di Cathy Green al tuo matrimonio e dopo ci saluteremo con l’anima in pace. Tutto qui. Non succederà nient’altro, okay?

Haley abbassa gli occhi delusa.

Lo sapeva fin dall’inizio che non avrebbe ottenuto di più, ma ci ha provato comunque.

- Okay, ma otto anni lontane mi sembrano un po’ troppo.Posso avere almeno un abbraccio?

Hermione le va incontro allargando le braccia ed entrambe si stringono in un abbraccio stretto.

Vedo alcune lacrime sgorgare dagli occhi  di Hermione e solo quando sento la voce roca di Haley capisco che entrambe stanno piangendo a dirotto.

- Mi sei mancata, Streghetta.

- Anche tu.

- Tutti i laureandi sono pregati di mettersi in ordine per la cerimonia di consegna della laurea.

Lentamente si staccano ed Hermione si asciuga subito le lacrime di gioia. Sorride ad Haley e si incammina verso la sua posizione.

La guardo scomparire tra la folla mentre Haley si asciuga il viso.

- E’ così forte e coraggiosa, potrebbe affrontare il mondo. Perché non lo fa?

Mi giro verso Haley e noto che anche lei sta fissando il punto in cui  scomparsa.

- Se lo è dimenticato. Ha dimenticato che lei è l’eroina che ha salvato il mondo magico, ha dimenticato di essere una grifona.

L’ oratore chiama il suo nome e lei sale fiera sul palco, afferra quel rotolo di pergamena, sposta con eleganza, il cordone color oro dall’altro lato del cappello e dopo aver stretto la mano al preside scende dal palco per poi trovare un abbraccio caloroso da una delle sue amiche e compagne di corso.

E’ felice.

Questo rende anche me felice.







EHILA .....!
che ve ne pare del capitolo?
Finalmente Haily ed Ermione si sono incontrate, anche se contro la volonta della riccia e di Draco.
grazie per le bellissime recensioni e vi anticipo che il prossimo capitolo uscirà tra due settimane a causa di quel mostro chiamato scuola che non mi lascia tregua...
Appuntamento al prossima aggiornamento.
Un bacio,
     
          LOLA

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Dentro alla sua vita da Star ***


Capitolo 21: Dentro alla sua vita da Star

Viso serio, ma allo stesso tempo uno sguardo sexy che punta dritto verso l’obbiettivo.

Bocca leggermente dischiusa e mano tra i capelli ora di nuovo castani.

Quando stamattina l’ho vista rientrare a casa dopo essere stata dal parrucchiere, sono quasi caduto dalla sedia.

La spiegazione che mi ha dato consiste in quattro parole che mi hanno fatto ritrovare la speranza: “Volevo tornare alle origini”.

Sembra che la visita di Haley le abbia fatto bene.

Sono sempre lisci, ma come mi ripeto da ormai un mese e mezzo, un passo alla volta.

- Sorridi Cathy, sei sexy e innamorata, pronta a vendere questo profumo a chiunque

Lei è davanti a quelle cavolo di macchine da quasi più di due ore. Prima per il trucco, poi le luci, poi le prime foto di prova e infine quelle serie.

Non so dove trova la pazienza per non spaccare la faccia a quel fotografo che continua a dirle di sembrare innamorata di quella specie di manichino che la sta abbracciando.

Il fotografo sbuffa e lascia per un secondo la sua posizione.

- Cathy, tu sei una fantastica modella, l’obbiettivo ti ama, ma tesoro, la chimica con questo ragazzo è pessima. E’ un profumo che si chiama “Amour” , ma tra voi non c’è nulla per cui… Tu sei licenziato.

Il ragazzo spalanca gli occhi sorpreso.

Jamie Kingstone, agente di Hermione si avvicina preoccupata al set.

- Mitch, è l’unico modello al momento disponibile. Lo spot deve essere lanciato domani, non abbiamo tempo per cercarne un’altro.

Il fotografo che a quanto pare si chiama Mitch, si guarda intorno e poi mi indica.

- Io l’ho trovato, lui è perfetto.

- Non credo sia una buona idea.

Il mio sguardo insieme a quello di Mitch e Jamie si girano verso Hermione quasi contemporaneamente.

- Perché no, Cathy?

- Non ha esperienza.

- Ma voi avete la chimica ed il ricavato va ad una associazione di beneficenza che ha bisogno di molti soldi. Una foto con lui darebbe milioni a quei poveri bambini.

- Non vendo la mia vita privata.

Okay, ora non so assolutamente di cosa stanno parlando. Ancora di modelli?

Jamie si avvicina ad Hermione e la guarda come se dovesse sgridarla per la prima volta.

- Mitch, ha ragione. Una foto con lui e avremo i soldi che ci servono.

- Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?

Lo sguardo impaziente del fotografo mi trafigge in un attimo e mi fa capire che per lui sono solo un mezzo per essere pagato.

- Tu non sei forse Draco Malfoy?

- Sì, sono io.

- Secondo molti fan della nostra amata Cathy, tu e lei siete i nuovi Brangelina. Una foto con un modello qualunque frutterebbe abbastanza soldi da sfamare uno o due bambini, una foto con te darebbe non solo cibo in abbondanza, ma anche una casa e una scuola per loro. Capisci?

Annuisco e torno a guardare Hermione. Sembra combattuta…

- Se per te va bene Catherine, io sarei disponibile.

Lei mi fulmina con lo sguardo e mi punta il dito contro per avvertirmi.

- Sarai su giornali, poster e striscioni per mesi. La gente ovunque ti riconoscerà, non avrai più un momento di pausa. Perfino Jake non era pronto ad affrontare tutto questo, la nostra storia è solo ipotizzata dai giornali e non lo seguono più perché ho smentito più volte.

- Tranquilla sono pronto, sono stato davanti a macchine fotografiche per motivi ben peggiori di questo.

- No, non lo sei. Dichiarare al pubblico che stiamo insieme significa che saremo il nuovo scoop per i giornalisti. Saremo pedinati ovunque.

- Ce la posso fare.

Appena finisco di pronunciare queste parole vengo sommerso da parrucchieri, truccatori  e stilisti che in un attimo trasformano il mio completo firmato in abiti casual babbani.

Una cosa orrenda che mi fa rabbrividire. Come fanno i babbani a non avere freddo con questi jeans bucati?

Il fotografo mi spinge verso Hermione e ci dice di sembrare naturali. La vedo sbuffare.

Non riesco a capire per cosa finché non la vedo mettermi le mani dietro al collo ed appoggiare la fronte contro la mia.

- Guardatevi negli occhi.

Lei alza lo sguardo ed incrocia il mio.

Non so esattamente descrivere cosa provo in questo momento.

Sento delle piccole scariche elettriche attraversarmi il corpo, senza però farmi male, anzi mi fanno sentire meglio.

Quando poi mi sorride il mondo intorno a me scompare, non riesco nemmeno a sentire la voce stridula di Mitch.

In un attimo sono di nuovo ad Hogwarts. Se mi concentro riesco perfino a sentire i lontani chiacchiericci degli studenti che rimbombano nei corridoi. I capelli di Hermione appoggiati contro al muro dove io la sto intrappolando. Il suo profumo di vaniglia che invade le mie narici e il suo bellissimo sorriso che so essere rivolto solo a me.

Lei ricambia il mio sguardo e non so cosa darei per sapere cosa sta pensando

- Bene, perfette e faranno una pubblicità mai vista.

Lei si stacca da me e va in camerino a cambiarsi.

Non posso fare a meno di notare che Jamie non ci toglie gli occhi di dosso. ha qualcosa in mente… e non credo che piacerà ad Hermione.

 

&&&

 

- Sei pronto? Questa è la tua prima uscita in pubblico ufficiale. Ci sono molte cose che devi sapere. Ho letto alcuni libri che parlano del controllo delle apparenze. Io non sono mai stata brava a farlo, ma per te non credo sembrerà un problema.

Più i giorni passano più lei torna ad essere quella che era.

Si rintana nella biblioteca e ne esce solo per mangiare e per il bagno. Certo, non trascura il lavoro, continua ad esercitarsi nel canto e fa tre sere al Jessie’s Club, ma il su tempo libero lo passa sui libri… o a litigare con me.

Sembriamo di nuovo il serpeverde e la grifondoro di una volta.

- Sono pronto. Ma esattamente dove stiamo andando?

- Alla prima di un film. Hanno utilizzato due mie canzoni e sono costretta da andarci. Se vengo accompagnata da te, avremo più vendite e finalmente i bambini che sono andata a trovare quattro mesi fa in Etiopia avranno l’ospedale di cui hanno tanto bisogno.

Solo vederla sorridere, mi sprona ad andare avanti con questa cosa. In questi giorni lei ha confermato la nostra relazione ai media.

Jake non l’ha presa bene, ma sa che per Hermione le associazioni di beneficenza sono molto importanti e ha acconsentito, anche se non è completamente favorevole.

Siamo stati pedinati anche nei posti più assurdi, dal reparto latticini del supermercato vicino a casa fino al ristorante cinese dove abbiamo cenato e dove io ho assaggiato per la prima volta quel tipo di cibo. Non è poi così male come avevo pensato…

 

- Hermione non ho intenzione di mangiare questa cosa.

- E’ un involtino primavera, è buono.

- Dentro potrebbe esserci qualsiasi cosa. E se stanno cercando di avvelenarmi?

- Draco, non stanno cercando di avvelenarti! Mangia quell’involtino!

 

Okay, lo ammetto ero dubbioso.

Ma dopo il primo assaggio mi è piaciuto, anche se non lo ammetterò mai di fronte ad Hermione.

Per compensare questa nostra perdita di privacy, abbiamo raccolto abbastanza denaro per spedire chili di cibo a chi ne ha più bisogno. Certa gente è davvero strana… Pagare per delle foto ed un’intervista è il modo più assurdo di spendere i soldi.

- Sei pronto, allora?

- Lo sono.

- Scendi prima tu, fai il giro della macchina e aprimi la portiera. Poi fai tutto quello che ti dico, non smettere mai di sorridere e ogni tanto saluta.

Annuisco sorridendo.

Sono un po’ nervoso, ma il mio principale compito è fare il ragazzo innamorato di lei per cui non credo sarà un problema.

La macchina si ferma e io faccio quello che Hermione mi ha suggerito.

Scendo e subito vengo accecato dai flash e dalle urla insistenti dei fan.

Vado avanti e faccio scendere Hermione. Appena la vedono le urla si intensificano. Voglio approfittare un po’ di questa nostra situazione. Appena lei è scesa completamente dalla macchina facendo passare il suo lungo abito rosso fiamma, le bacio delicatamente la mano e le sorrido.

La sua faccia sconvolta mi fa capire di aver centrato il bersaglio.

Lentamente ci avviciniamo a braccetto al Red Carpet, quasi passeggiando.

- Allora, mister Malfoy che ne pensa della fama?

- Mi è sempre piaciuta, signorina Granger. Quando le attenzioni sono su di me, il mio cuore sobbalza.

- Cavoli se siamo diversi, non sai quanto pagherei per tornare indietro ed impedirmi di fare questo, avrei avuto una vita più semplice e modesta.

- Rimpiangi di essere diventata famosa?

- A volte sì, mi manca essere anonima, ma poi penso a tutte le persone che ho ispirato con questo mio gesto, a tutte le persone che ho aiutato e tutto passa.

- A me non dispiace avere così tante persone intorno che mi guardano, mi fa sentire quasi completamente contento.

- Ti senti quasi contento ora?

Mi fermo, mi giro verso di lei e vedo che mi sta guardando divertita. Tra un po’ dovremo stare solo in silenzio e sorridere per venderci ai media e approfittiamo di questo momento.

- No, lo sono completamente. Ci sei tu qui con me.

Lei mi sorride di nuovo, poi inizia a mordicchiarsi il labbro imbarazzata.

Io mi avvicino al suo viso, ma lei scuote subito la testa.

- No, Malfoy, qui c’è decisamente troppa gente a guardarci.

- Appunto. Facciamo un po’ di spettacolo.

- Ci sono dei limiti, lo sai.

Mi allontano e sospiro senza però mai smettere di sorridere come un ebete.

La accompagno nel corridoio dove fanno le foto da pubblicare sui giornali e la lascio andare in pasto agli squali.

La chiamano, non smettono di chiamarla per avere il suo sguardo puntato contro i loro obbiettivi.

Dopo quasi un minuto vengo chiamato anche io al suo fianco e lei mi accoglie con un sorriso.

So che dovrei guardare le macchine fotografiche, ma non riesco a smettere di guardare la bellezza che ho al mio fianco.

Non appena abbiamo sfamato le bestie, ci incamminiamo verso la sala dove proietteranno il film, tutto ciò sarà seguito da un affascinante rinfresco a base di alcolici. Dopo tutto non sarà poi così noioso.

 

&&&

 

Mi smaterilizzo con la forza che mi è rimasta.

Hermione è accanto a me che a malapena si regge in piedi.

Siamo entrambi un po’ ubriachi, ma non abbastanza per non accorgermi di esserlo.

Di solito reggo abbastanza bene l’alcool ma stasera abbiamo entrambi esagerato.

Mi ci vogliono quasi cinque minuti per capire come infilare la chiave, alla fine ci rinuncio e dopo aver tirato fuori la bacchetta pronuncio un biascicato “Alohmora” e la porta fa il classico clic di apertura.

- Hai barato!

- Sì, Granger perché io posso farlo. Gli altri babbani invece no.

- Sono babbani! Ovvio che non possono farlo!

Ridiamo entrambi a causa della conversazione stupida e anche per un motivo a me sconosciuto.

Entriamo e io mi stendo sul divano.

Poco dopo anche lei mi raggiunge, dopo aver scagliato un paio di scarpe tacco 12 dall’altra parte della stanza rischiando di rompere il vetro,  posizionandosi tra le mie braccia.

Lei ha la pelle rovente.

- Dici che domani sarà un brutto risveglio?

- Considerato tutto l’alcol che abbiamo ingerito direi proprio di sì.

La sento ridere contro il mio petto.

Il mio istinto mi direbbe di non farlo, ma non riesco a sentirlo perché l’alcool parla più forte.

Le prendo il viso con due dita della mano e la obbligo a guardarmi.

Lei deve aver capito cosa voglio fare perché sorride e scuote di nuovo la testa come ha già fatto poche ore prima.

- Non possiamo…

- Perché no? Non c’è nessuno, nessuno ci guarda e l’alcool ce lo farà dimenticare.

- Non possiammo. C’è Jake. Non sono il tipo di persona che tradisce.

- Dimenticati     di Jake, ci siamo solo io e te, di nuovo insieme, come ai vecchi     tempi. Innamorati come prima.

- Questa è solo la realtà che vuoi vedere tu…

- Quando ammetterai che mi rivuoi con te?

Lei     scoppia a ridere e si accoccola meglio contro di me appoggiando la     testa contro il mio petto.

- Non succederà mai, Malfoy rassegnati.

- Questo è tutto da vedere, Granger. Non sono un uomo che si arrende facilmente come ho già detto.    

Lei come risposta mi stringe di più e cadiamo entrambi nelle braccia di Morfeo.

 



Ehilaaa
Lo so che non sarà facile perdonare questa mia lunga assenza, ma sono stati mesi assurdi e ce ne saranno ancora purtroppo e in questo momento Giugno mi sembra troppo lontano come un barlume di luce alla fine della galleria buia e oscura piena di verifiche e interrogazioni. Trovare il tempo per scrivere sta diventando sempre più difficile e se si aggiunge il blocco mentale che ho avuto si mette male. 
Per fortuna in questi giorni sono riuscita a sboccare un po la situazione e a scrivere qualche capitolo.
Come avrete visto non sono partita da un capitolo carico di emozioni, solo un riassunto di quella che è la vita di Hermione e il suo autocontrollo incredibile a mio avviso.
Ringrazio tantissimo tutte le persone che hanno recensito e che mi hanno spinto a ricominciare a scrivere, perciò... I'M BACK!!
Dovrete comunque avere pazienza con me e i miei orari, ma vi prometto che sarò più stretta con i tempi!

Auguroni di buona Pasqua!
Un bacione
Lola


 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Quel momento in cui riesco ad appellarmi al mio autocontrollo ***


Capitolo 22: Quel momento in cui riesco ad appellarmi al mio autocontrollo

Hermione mi fa segno di fare silenzio mettendosi un dito sulla bocca.

Ci sono telecamere ovunque pronte a riprenderla anche se lei non voleva.

Siamo in un ospedale nel reparto pediatrico. Qui sono ricoverati molti bambini con malattie molto serie ed Hermione ha pensato di andarli a trovare dando a loro un momento di gioia essendo molto amata da loro.

Non voleva telecamere, per non far credere di mettersi in mostra, ma Jamie si è opposta categoricamente ed Hermione ha dovuto cedere alla fine.

La vedo avvicinarsi alla porta cercando di non fare rumore con i tacchi. Indossa un vestito rosa pallido con le mezze maniche e tacchi dello stesso colore.

Bussa delicatamente alla porta e un’infermiera le apre mostrandola ai bambini.

Non riesco a vedere esattamente cosa succede dentro perché prima di me devono entrare le telecamere, ma sento delle urla molto acute.

Finalmente riesco ad entrare e la vedo circondata di bambini, li sta abbracciando uno dietro l’altro.

L’ultima che abbraccia sta addirittura piangendo dalla gioia.

- Vi va se rimango qui con voi per un po’?

I bambini esultano contenti e annuiscono.

La vedo sorridere felice e cominciare a parlare e giocare con loro come se fosse una cosa da tutti i giorni.

Ad un certo punto si gira a guardare una bambina chiaramente ispanica che se ne sta in disparte.

Anche l’infermiera lo nota e corre in soccorso ad Hermione.

- Lei non capisce molto bene l’inglese solo lo spagnolo.

Lei annuisce e fa segno alla bambina di avvicinarsi.

- Hola , nena. ¿Cuál es tu nombre? (Ciao piccola qual’è il tuo nome?)

- Carmen, ¿Habla usted español ? (Carmen. Parli spagnolo?)

- Si, Ven a jugar con nosotros? (Si, vieni a giocare con noi?)

La bambina annuisce felicissima e si unisce agli altri bambini.

La guardo.

Sembra felicissima, almeno tanto quanto i bambini in questa stanza.

Sto per uscire per non farmi riprendere dalle telecamere quando una bambina con due occhi azzurrissimi e completamente calva attira la mia attenzione tirandomi la giacca.

Appena abbasso lo sguardo verso di lei capisco che vuole parlarmi. Non so come devo comportarmi.

Non sono il tipo di uomo che dona smancerie a destra e a manca, ma lo sguardo implorante della bambina, mi porta ad abbassarmi al suo livello piegando le ginocchia.

- Tu sei Draco giusto?

- Sì sono io.

- Io sono Callie, leucemia.

Mi si stringe il cuore.

Ora sono ancora più agitato.

Questa bambina ha buone possibilità di morire e io non so davvero come comportarmi. In un secondo cerco lo sguardo di Hermione e la vedo incoraggiarmi a parlare con la bambina.

- Piacere di conoscerti.

- Anche per me. Io sono una grande fan di Cathy e noi ormai siamo migliori amiche. Mi viene sempre a salutare il mercoledì ed è grazie a me che i miei amici l’hanno potuta incontrare oggi, gliel’ho chiesto io di venire.

- Hai fatto una bellissima cosa per i tuoi compagni.

- Cathy, ha pagato le mie cure mediche e presto potrò tornare a scuola se va tutto bene. Lei mi ha salvato e ora io le devo un favore.

- Non credo che lei voglia essere ripagata.

- Il mio favore sei tu. Lei è una bellissima principessa e ha bisogno di un principe. Capisci?

Mi metto una mano nei capelli. E’ molto intelligente per essere solo una bambina.

- Non credo.

- Voglio che tu sia il suo principe. Tu la fai sorridere. Mi prometti che la tratterai bene?

Le sorrido e annuisco.

Lei ricambia e mi abbraccia.

Lì per lì rimango immobile. Ho paura che se la stringo le possa fare male.

Poi mi lascio andare e la stringo delicatamente.

- Sei molto bello, posso darti un bacio? Così la facciamo un po’ ingelosire

Mi stacco un attimo da lei e scoppio a ridere.

- Dammi quel bacio, mia principessa.

Lei sorride e mi da un tenero bacio sulla guancia.

- Devo forse essere gelosa?

Entrambi ci giriamo verso la voce che ha parlato e vedo un sorriso sincero sulla bocca di Hermione

- Ciao Cathy!

Hermione si china e le da un lungo bacio sulla guancia.

- Come stai oggi, piccola?

- Meglio. Oggi ho più energia del solito.

- Sono contenta. Sono sicura che presto starai bene e potrai tornare a casa.

- Non dimenticarti della tua promessa.

- Come potrei? Il gelataio all’angolo ha già pronta una coppetta con il tuo nome sopra. Non vede l’ora di riempirla!

Callie sorride e dopo averla abbracciata di nuovo va a giocare con gli altri bambini e con i nuovi giochi che gli sponsor hanno donato a questo reparto.

Io la prendo sotto braccio e salutando usciamo dal reparto.

Passeggiamo per una centinaia di metri per poi svoltare in un vicolo e smaterilizzarci a casa.

Ormai si sta facendo sera e lei ha grandi progetti. Esce a cena con Jake e in un attimo si cambia mettendosi un vestito moto bello e romantico adatto all’occasione

Io credo che me ne starò a casa a leggere un libro su come far sembrare un incidente la morte di un barista.

- Dovresti uscire.

- Cosa?

- Dovresti uscire e conoscere qualcuna.

La guardo con gli occhi quasi fuori dalle orbite.

Sembra seria.

- Non posso uscire e conoscere una persona a caso.

- Sì, che puoi. Se ti fa sentire più sicuro, hai il mio pieno permesso.

La guardo scettico.

- Non ho bisogno del tuo permesso. Potrei rimorchiare qualunque ragazza e anche se tu non lo ammetterai mai, saresti gelosa di lei.

Lei afferra la borsa e il cappotto, facendo una smorfia quasi offesa.

- Non sarei gelosa di lei. Io ho Jake.

E’ davvero pessima a mentire!

- Bene, contento per te.

Abbasso lo sguardo e di nuovo il libro attira a mia più totale attenzione.

- Dì la verità. Non ne hai il fegato di farlo!

- Granger, potrei avere qualsiasi donna…

- Eppure passerai la serata qui a leggere un libro, chissà cosa avrebbe detto il Draco Malfoy di una volta.

Sta stuzzicando il drago, vuole davvero giocare con queste regole?

- Avrebbe detto va e baciala, ma come vedi sono cresciuto e mi so trattenere.

- Vedo come ti sai trattenere. Passerai il sabato sera a casa. Posso dire con certezza che sei il migliore nel campo del trattenersi.

La vedo ridacchiare e sistemarsi per uscire.

Lo so perfettamente che mi vuole provocare, e per questa volta l’ accontenterò.

- Okay, adesso esco e vado nel bar qui vicino ad incontrare delle belle ragazze. Non aspettarmi alzata.

Lei spalanca gli occhi e la bocca dallo stupore, ma si ricompone subito.

Il suo orgoglio non le permette di dimostrarsi sorpresa, così a vedo salutarmi con la mano e con un sorriso in volto.

Stavolta le sarò proprio una bella lezione!

Basta fare il ragazzo che l’aspetterà per sempre!

Afferro la giacca e mi dirigo verso il bar sempre meno convinto di questa cosa.

Quando arrivo di fronte all’entrata, il mio buon senso mi suggerisce di fare ancora una volta il giro dell’isolato a piedi, purtroppo sentendo alcune gocce cadermi addosso, mi convinco di dimenticarmi di Hermione per una sera e divertirmi.

Entro nel locale e mi siedo al bancone ordinando un whiski.

Ne avrò bisogno…

Mi volto per un attimo e vedo una bella biondina farmi gli occhi dolci.

Possibile che sia così facile? Sull’attimo decido che devo lasciare perdere, poi in mente mi riappare l’immagine di Hermione che dice che ho paura di non farcela.

Ha voluto la bici, allora pedalerà!

Mi giro di scatto e con il mio sorriso più sexy mi avvicino alla ragazza.

- Ciao bellissima. Io mi chiamo Draco. Tu?

Lei sta per rispondere, ma la interrompo.

- Angela?

Lei sorride e scuote la testa divertita.

- Avrei giurato che fosse Angela perché se non sei scesa dal Paradiso, non saprei davvero da dove potresti essere venuta.

Lei ride e abbassa lo sguardo imbarazzata o lusingata, non saprei davvero. Mi ero dimenticato come fosse rimorchiare una donna.

- Mi chiamo Emily.

- Bellissimo nome. Da dove vieni?

- Pasadena, California. Tu?

- Londra, Inghilterra.

Lei comincia a sbattere le ciglia più velocemente.

Non so perché ma l’accento inglese fa conquiste sicure.

- Avevo capito che eri inglese. Adoro il vostro accento.

- Lo adorano tutte.

Di nuovo scoppia a ridere e solo ora riesco a guardarla meglio.

Alta, snella, capelli biondi e occhi verdi oliva.

Ha i tratti molto delicati, ma non so perché questa ragazza non riesce ad attirare la mia attenzione non avendo nessuna qualità speciale.

E’ bella ma non è il mio genere e solo il fatto che abbia riso alla battuta dell’angelo, ovvero una delle più squallide a questo mondo, scarta l’ intelligenza dalla lista.

- Che mi dici di te?

- Sono una modella.

Mancava solo questo per confermare la regola.

- Ho lavorato per riviste famose e anche sfilate.

- Capisco, continua pure.

E lei ricomincia senza neanche notare che io non la sto ascoltando minimamente.

Sembra così frivola…

Chissà cosa starà facendo Hermione?

Baciando il suo squallido ragazzo? Ridendo alle sue battute?

Una rabbia disumana mi trafigge lasciandomi solo la voglia di vendicarmi.

Dopo tutto se lei lo fa perché io non dovrei.

Annuisco all’ultima affermazione di Emily fingendomi interessato e mi avvicino lentamente con la sedia.

- Dimmi qualcosa in più su di te.

E questo è tutto quello che ho detto nell’ora successiva.

Sono ormai le nove e lei non si è ancora accorta di non aver smesso di parlare da un’ora. Per fortuna ho allenato la mia faccia interessata con anni di lezioni con la McGrannitt.

Ad un certo punto capisco che ho esaurito la mia pazienza e decido di cambiare discorso.

- Hai un drink preferito?

- Martini con lamponi.

- Che ne dici se ora vado al bar a prendertene uno?

Ti prego di di sì o mi toccherà ascoltare ancora la tua voce!

- TU!

Non è stata lei a rispondere.

Mi volto leggermente e quello che vedo rende ancora più confuso.

Hermione completamente fradicia a causa della pioggia con uno strano sguardo. Intanto quasi tutti i clienti del bar si girano ad osservarla.

La guardo anche io curioso mentre con poche falcate decise mi raggiunge, mi prende il viso tra le sue mani e mi bacia con così tanta foga che mi sbilancia per un attimo.

Mi ci vogliono all’incirca dieci secondi contati lentamente per capire cosa sta succedendo esattamente.

Lei mi sta baciando.

Lei mi sta baciando e io sono qua imbambolato.

Lei mi sta baciando e io sono qua fermo completamente e indiscutibilmente confuso.

Questi sono i miei ultimi pensieri perché poi il mio cervello si stacca, probabilmente si è rifiutato di ragionare.

Lei approfondisce il bacio facendomi capire che le sono mancato.

Preso dal momento, avvolgo le braccia intorno ai suoi fianchi e la sollevo di una decina di centimetri in modo che lei sia alla mia altezza.

La sento sorridere contro le mie labbra e mi avvolge le mani intorno al collo stringendomi ancora di più contro di sè.

Mi sembra di essere tornato a respirare, senza effettivamente respirare.

Quando l’ossigeno comincia a scarseggiare, lei, contro la mia volontà si stacca leggermente e comincia a sussurrarmi contro le labbra e guardandomi negli occhi.

- Ti ricordi di me?

Mi accorgo solo ora che ho il fiatone per cui la mia risposta è più un sussurro che una normale risposta.

- Sì, come potrei dimenticarti.

- Mi trovi ancora attraente?

Dio! Giuro che mi farà impazzire uno di questi giorni!

- Sì.

- Vuoi ancora tornare a casa con me?

E una domanda seria? No, perché la risposta è ovvia.

- Sì.

- Bene.

Mi da un leggero bacio sulle labbra e scende dalle mie braccia.

- Andiamo.

Mi afferra la mano e mi trascina letteralmente con sè.

Faccio a malapena in tempo a vedere la faccia sconvolta di Emily e gli uomini della sala cominciare a costruire una statua in mio nome.

Per la prima volta da quando l’ho trovata Hermione usa la magia per smaterilizzarci in camera sua.

Io la guardo sconvolto.

Cosa diamine sta succedendo?

Lei si gira verso di me e mi guarda divertita.

- Che c’è?

- Mi devi un po’ di spiegazioni.

- Vuoi davvero parlare? ORA?

- Sì,  un paio di sere fa mi hai detto che non potevamo farlo perché c’era Jake. Stasera mi baci e vuoi andare fino in fondo. Cosa è successo in mezzo?

- Jake è un idiota, ma ha ragione. Non posso stare con lui. Ne abbiamo parlato e ci siamo lasciati. A quel punto mi sono chiesta , o meglio credo sia stato l’alcool a chiederselo ma fa lo stesso, perché aspettare? Tu vuoi me e io voglio te. Da troppo tempo!

Il mio povero cervello chiederà un aumento per quanto sta lavorando in questo momento.

- Hai lasciato Jake.

- Esatto

- Perché volevi stare con me.

- Esatto, Malfoy. 100 punti a Serpeverde!

- Sei davvero tu?

Lei scoppia a ridere.

- Sì sono io Malfoy. Voglio affrontare tutto quello che ho passato, cominciando da te. Voglio anche mostrarti cosa ti sei perso in questi anni.

- Credimi lo so.

- Bene.

- Bene.

- Okay

- Okay

Entrambi accenniamo ad un sorriso e lei si slega i capelli senza che il mio sguardo abbia perso un solo movimento.

- Sei sicura?

- Sì, al 100%.

Io non posso fare a meno di sorridere come un ebete.

Vuole stare con me.

Con me.

Me soltanto.

E’ di sicuro l’alcool a parlare ma non posso fare a meno di essere felice che sotto sotto lei lo pensi sul serio.

Hermione comincia a fissarsi i piedi imbarazzata.

- L’adrenalina per il bacio di prima si è esaurita, ma l’alcool non ancora. Esattamente, come funziona adesso?

Lo so perfettamente che è ubriaca e stanca e so anche che dovrò tagliarmi un braccio per resisterle, ma so che non vorrebbe che succedesse così.

- Non avrai un’avventura di una notte con me.

- Ad Hogwarts ho sentito molto parlare delle tua avventure. Perché non partire da lì?

Mi sa che mi dovrò tagliare più di un braccio.

- Perché sei ubriaca e distrutta.

Lei sbuffa e incrocia le braccia sotto il seno.

- Furetto davvero non capisco.

- Domani capirai e mi ringrazierai, Granger.

Lei mi guarda scettica poi la vedo illuminarsi.

- Un bacio me lo concedi?

Cos’è solo un bacio dopo tutto?

Non me lo faccio ripetere.

Mi basta un passo per raggiungerla e per appoggiare le mie labbra sulle sue.

Diciamo che ho anche io dei limiti di autocontrollo.

Una strana sensazione bollente mi attraversa il petto  e in un attimo ci troviamo stesi sul suo letto.

Rischiamo di cadere per cui sono costretto a buttare giù alcuni cuscini rendendomi alquanto ridicolo ai suoi occhi.

Infatti lei comincia a ridacchiare.

Ma appena il mio sguardo incontra di nuovo il suo, il sorriso scompare lasciando solo alcune tracce sul suo viso.

E’ così bella in questo momento. Solo la luce lunare entra nella stanza e la illumina leggermente dandole quel non so che di irraggiungibile.

E come quando un uomo cerca di toccare la luna. Solo che io ci sono riuscito ed ora lei è tutta mia.

- Non succederà nulla Granger.

Lei sorride e annuisce. Poi mi prende il viso tra le mani e lo porta vicino al suo.

- Mi sei mancato furetto.

- Mi sei mancata Mezzosangue.

Lei è di nuovo accanto a me

Dove dovrebbe sempre stare




 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Londra ***


Capitolo 23: Londra

Ho sempre odiato l’odore degli aereoporti.

Sanno di addii misto ad elettricità ed emozione.

Qualcosa tipo un disinfettante dolciastro…

Se fosse stato per me avremmo preso una passaporta, ma qualcuno ha avvisato i media di un suo viaggio in Inghilterra e quindi è costretta a farsi vedere mentre sale sull’aereo.

Questo ci porta ad ora.
Stiamo per uscire dall’edificio dopo aver passato quasi 12 ore su un coso di metallo volante.

Afferro le mie valige e mi avvio verso l’uscita quando noto che lei non si è mossa di un millimetro e sta fissando la porta completamente immobile.

- Hermione?

Non si muove.
Ha uno sguardo vuoto che mi incute leggermente terrore.

Mi avvicino a lei titubante.
E’ stata nervosa per tutto il viaggio, ha continuato a torturarsi le mani e a fare respiri profondi per calmarsi senza avere successo.

- Ehi, è tutto okay. Fa un respiro profondo e ricorda che nessuno ti riconoscerà. Sei completamente in incognito.

Lei annuisce non molto convinta.

Le prendo la mano e la sento sobbalzare. Mi guarda spaventata e noto che il suo respiro è aumentato.

Spero che non sia un altro attacco di panico.

Appoggio la borsa a terra e la afferro per le spalle costringendola a guardarmi negli occhi.

- Ci sono io, okay? Non andrò da nessuna parte. Un passo alla volta e nessuno ti farà del male.

Lei non sembra ascoltarmi.
Prendo entrambe le valige e la sorreggo fino al taxi.

Durante tutto il viaggio lei sta appoggiata contro il mio petto con il viso nell’incavo della mia spalla senza guardare nemmeno una volta fuori a differenza di me.

Assorbo ogni dettaglio della mia amata Londra, mi è mancata, perfino la parte babbana!

Ogni tanto mi volto verso di lei controllandola.

Ha sempre la stessa espressione, lo capisco anche se ha gli occhiali da sole.

Indossa un buffo cappello di  quelli che si portavano intorno agli anni ‘20, nero.

Porta una canotta larga ma elegante, un paio di jeans strappati e tacchi neri.

Non smetterò mai di stupirmi di vederla sempre così elegante anche con un paio di jeans addosso.

La sento cercare di controllare il respiro, così la stringo ancora di più a me per calmarla senza riuscirci del tutto.

Non abbiamo ancora parlato del bacio successo meno di 48 ore fa. Quando mi sono svegliato lei non era al mio fianco. Era giù in cucina a preparare uova e bacon per scusarsi.

Ha detto che non doveva bere così tanto e le dispiaceva molto per quello che era accaduto. Mi ha persino ringraziato per averla fermata.

Draco Malfoy ha davvero fermato una Hermione Granger assatanata pronta a concedersi a lui.

Non so se darmi dell’imbecille o sentirmi un eroe che è riuscito a resistere alla tentazione.

In ogni caso, lei mi ha ringraziato, appunto, poi non ne abbiamo più parlato, o meglio, lei non ne ha voluto più parlare nonostante le mie obiezioni.

- Siamo arrivati.

La sento fremere.

Nonostante la mia voglia di rimanere lì e calmarla, mi costringo a scendere e dare i soldi al tassista.

Entrambi entriamo nell’hotel extra lusso prenotato da Hermione dove il commesso chiede un autografo a Cathy, poi andiamo nella nostra stanza con vista parco.

Hermione sembra un fantasma.

Continua a guardare fuori dalla finestra e a fare respiri profondi, ma soprattutto non parla, cosa non da lei.

Sistemo la mia roba senza mai staccarle gli occhi di dosso.

Sarà un weekend molto lungo…

&&&

La limusine mi lascia poco distante dal gazebo tirato su da non so quanti maghi.

Il matrimonio si svolge poco distante da villa Granger e questa cosa mi preoccupa un poco visto che Hermione non ha parlato con nessuno, nemmeno con me da quando siamo atterrati in Inghilterra.

Stare vicino alla sua casa natale non è il miglior modo per andare avanti.

La cerco con lo sguardo e quando la vedo mi si blocca il respiro.

Un semplice abito bianco panna, aderente nella parte superiore e largo e morbido dalla vita in giù fino a sopra il ginocchio.

Tutto è ricoperto da uno strato i pizzo con decorazioni floreali. Anche le maniche sono fatte di pizzo e mettono in risalto la scollatura a forma di cuore che si intravede sotto lo strato leggero.

Capelli castani raccolti in uno chignon basso dal quale però fuori escono alcuni ciuffi ribelli. Ma la cosa che mi fa letteralmente impazzire sono le labbra dipinte di rosa pallido.

Solo pensare che le ho baciate quelle labbra mi fa venire i brividi lungo tutta la schiena.

Appena mi vede, mi sorride e mi viene incontro un po’ impacciata.

- Ehi

- Ehi, come stai?

- Sono nervosissima. Haley mi ha presentato a tutti i parenti di Oliver e ho dovuto firmare qualche autografo ai nipoti di lui.

Le sorrido per incoraggiarla, ma sembra che lei non ci abbia nemmeno fatto caso.

- Andrà tutto bene.

- Non lo so. Mi sembra di essere tornata al matrimonio di Bill e Fleur, con Harry e Ginny e  anche…

- Lui non sarà qui oggi, lo sai.

- Lo so, ma…

- Andrà tutto bene, mi starai accanto e io ti proteggerò qualsiasi cosa accada.

Lei mi guarda fisso negli occhi come se volesse dirmi una cosa, ma si blocca e sposta lo sguardo sugli invitati che si apprestano ad entrare.

- Catherine!

Ci voltiamo entrambi e vediamo Oliver Baston vestito come un pinguino che sorride raggiante.

Lui ce l’ha praticamente fatta a mettere al dito di una Granger una fede e lo invidio tantissimo.

Hermione risponde al sorriso e gli va incontro.

- Oliver, che piacere rivederti. E’ da tantissimo che non ci vediamo. Come stai?

- Io benissimo. Ci tenevo a scusarmi di persona. E’ in parte colpa mia se Haley se ne è dovuta andare e lo so che hai sofferto molto. Non saprò mai come farmi perdonare.

- Mi basta che la rendi felice, Oliver, è tutto quello che voglio in questo momento.

Lui sorride e l’abbraccia stretta. L’ultima volta che si sono visti lui era un diplomando della sua casa, ora invece è il suo futuro cognato.
Come cambiano in fretta le cose negli anni!

Hermione si allontana un attimo per sistemare un fiore caduto da una decorazione e vedo Baston che mi si avvicina e comincia a sussurrarmi una cosa.

- Malfoy, ti sei fatto battere da un grifone. Io ce l’ho fatta, ora tocca a te a riprenderti la donna della tua vita.

Gli sorrido e gli do una pacca sulla spalla prima che se ne vada a prepararsi per la cerimonia.

Io non sposto lo sguardo dalla bellezza che ho davanti. Rassegnata che il fiore non si sarebbe riattaccato da solo, lo guarda indecisa poi se lo infila tra i capelli dandole un aspetto più naturale.

Subito dopo si accorge del mio sguardo insistente e mi guarda curiosa.

- Che c’è?

- Sei stupenda.

Lei mi sorride e mi prende a braccetto cercando di trattenere le risate.

E’ la prima volta che la vedo sorridere in modo sincero da quando siamo arrivati e solo il fatto che sia stato io a provocarlo mi riempie di orgoglio.

- Mi accompagna al posto, mio accompagnatore?

- Ma certo milady.

Ci avviciniamo al nostro posto e ci sediamo chiaccherando timidamente.La cerimonia inizierà tra mezzora e gli invitati cominciano a prendere posto.

Sto per ripetere ad Hermione che non deve preoccuparsi di nulla quando qualcuno richiama la mia attenzione toccandomi la spalla.

Decido di ignorarlo essendo in mezzo ad una conversazione molto seria, ma la faccia sconvolta di Hermione mi costringe a cambiare idea.

Mi giro e vedo Harry Potter piuttosto alterato che mi guarda insistente.

- Malfoy, dovrei parlarti urgentemente di una cosa.

Mi volto di scatto verso Hermione e vedo che è completamente immobile. Vederla così mi fa preoccupare quindi mi avvicino al suo orecchio e cerco di calmarla

- Torno subito. Fa un bel respiro profondo, okay?

Lei annuisce e spero vivamente che sia importante la cosa che mi vuole dire Potter.

Mi volto verso di lui senza provare neanche a mascherare la mia irritazione.

- Dimmi Potter.

- Avevi una missione.

- Lo so.

Sento la mano di Hermione stringere forte la mia.

- Non ti fai sentire per mesi e quando torni, lo fai con una come… lei.

Chiaramente con quel lei non intendeva di certo una brava ragazza.

La rabbia dentro di me esplode portandomi ad alzarmi in piedi pronto ad affrontarlo.

Lancio un ultima occhiata ad Hermione poi trascino Potter lontano da lei.

- Non ti azzardare neanche a parlarle così!

- IO parlo quanto mi pare okay? Sei tu quello nel torto. Dovevi trovare Hermione a Los Angeles.

- Quello che è successo a Los Angeles sono affari miei!

- Non quando sei in missione per il ministero. Dovevi aggiornarci ogni sera. E questa è la prima volta che parlo con te da quando ti ho dato il biglietto dell’aereo in mano. Lo sai che è reato occultare prove che potrebbero servire per ritrovare una persona scomparsa?

Ammetto che Potter non mi è mai andato molto a genio, ma in questo momento un bel pugno in faccia non ci starebbe male.

- Sono stato occupato a rimediare ai casini che abbiamo combinato.

- Come? Malfoy ti rendi conto che non ti abbiamo mandato la perché tu ti trovassi qualcuna con cui divertirti?

La mia rabbia sta raggiungendo livelli mai conosciuti. Possibile che sia così stupido?

- Lei non è una qualsiasi

- Allora chi è scusa?

- E’ Hermione cavolo!

Lui si blocca e spalanca gli occhi. Sorpresa, Potter, sorpresa…

- Lei è Hermione. Sua sorella è venuta a Los Angeles per rivederla ed invitarla al matrimonio. E’ voluta venire solo a queste condizioni ovvero utilizzando il suo volto babbano.

Potter non ha ancora chiuso la bocca e mi guarda confuso come se stessi parlando in un’altra lingua sconosciuta.

- Puoi anche chiuderla quella bocca.

Subito segue il mio consiglio e si mette una mano nei capelli cercando di fare ordine nei suoi pensieri.

- Lei è Hermione?

- Perspicace Potter.

- Perché non si vuole mostrare per quella che è.

Io sospiro e mi appoggio al muretto poco distante.

- E’ tornata solo per la sorella. Ha dovuto supplicarla di venire e dopo se ne tornerà a Los Angeles.

- Non intende neanche salutarci. Ha come progetto il fatto di fingere di non conoscerci?

- Potter, non vuole avere più niente a che fare con il mondo magico e questo include anche noi.

- Perché dici noi? Tu l’hai accompagnata e sembrate ancora quelli di un tempo.

- Quei mangiamorte l’hanno trovata. Appena finiranno ad Azkaban, Hermione mi ha fatto promettere di tornarmene a casa e riprendere con la mia vita, per cui sì, Potter, anche io faccio parte del pacchetto delle cose con cui non vuole più avere a che fare.

- Io devo parlarle. Devo chiederle scusa.

- Molti vorrebbero farlo, ma ti prego lasciatela in pace. Vuole solo vivere la sua vita in modo felice e ricordarle il suo passato ho imparato a mie spese che non è una buona idea.

Potter annuisce e incrocia le braccia pensieroso.

- Senti non ti sto chiedendo di dimenticarti di lei. So che ci tieni o non mi avresti mandato a Los Angeles per cercarla. Dico solo che non ci sei solo tu, lei ha paura di soffrire di nuovo e un passo alla volta riuscirà a tornare in sè. Ma metterla tutta in una volta davanti al suo passato servirà solo a farla chiudere ancora di più in sè stessa. Lo so, ci sono passato in questi mesi.

- Forse non capisci. Lei mi odia e io devo risolvere questa situazione.

- Non butterò il mio lavoro di mesi perché tu non hai la pazienza di aspettare, okay?

- Capito.

- Dalle tempo.

Mi giro e senza aspettare una risposta mi dirigo di nuovo verso il padiglione dandogli le spalle. ormai la conversazione è finita e la mia convinzione che Potter sia un idiota ormai è fondata.

Mi siedo accanto a lei e le sorrido in modo rassicurante cercando in tutti i modi di non farle capire la mia preoccupazione.

Dopotutto questa giornata è iniziata in un modo abbastanza stancante per lei e non voglio complicare le cose.






Pensavate che fossi caduta dentro un pozzo profondo eh?
E invece no! 
Dopo un lunghissimo periodo sono tornata decisa a concludere questa storia come avevo programmato.
Le idee ci sono ancora e, tra un quiz ed un altro per l'università, cercherò di scrivere più capitoli che posso.
Questo rappresenta l'inizio della fine: non mancano molti capitoli e finalmente spiegherò l'introduzione fatta all'inizio.... circa 3 secoli fa più o meno! Perdonate la mia assenza!
Un bacione
Lola


 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Everything ***


Capitolo 24: Everything 

Le osservo da lontano.

Il vestito di Haley quando ruota, assume la forma di una meringa.

E’ molto bella oggi e non sono l’unico ad averlo notato. Quando è entrata nel gazebo tutti si sono girati a guardarla meravigliati, primo ovviamente Baston. Credo che sia questa la reazione che ogni sposa dovrebbe suscitare.

La cerimonia si è svolta in modo tranquillo e piacevole e ora tutti si stanno divertendo al ricevimento.

Ho ballato con Hermione, la cugina di Baston e anche sua sorella piccola che mi ha confessato di aver avuto una cotta per me al terzo anno.

Ora me ne sto qui, seduto in un angolo a godermi lo spettacolo.

O meglio, mi sto godendo Hermione  e la sua voce.

Sorrido divertito nel vedere la sposa che canta con Hermione una delle sue canzoni. Stile karaoke credo…

Anche Haley non ha una brutta voce, ma non è brava a fare quello che Hermione chiama “reppare”. Non so esattamente come si dovrebbe fare, ma sono abbastanza sicuro che non si faccia così.

Non posso fare a meno di scoppiare a ridere quando vedo Haley provare ad imitare le mosse studiate di Hermione.

La canzone finisce con un perfetto acuto da parte di Hermione e un caloroso abbraccio tra le due sorelle.

Sembra così felice in questo momento…

Sto per avvicinarmi a loro quando qualcuno appoggia la mano sul mio braccio.

Mi volto di scatto e vedo la signora Granger che mi sorride in modo sincero.

Sembra che aver ritrovato la figlia maggiore le abbia dato di nuovo vitalità.

- Buonasera signora Granger.

Noto che ha gli occhi lucidi e mi sta guardando in un modo così strano che non posso fare a meno di chiedermi cosa succede.

- Grazie Draco.

Io la guardo confuso mentre lei continua a sorridermi quasi commossa.

- Per cosa?

- Per avermi riportato le mie figlie, entrambe.

Io cerco di mantenere un’espressione sorpresa per non svelare il segreto di Hermione, ma mi è difficile mentire a questa donna.

- Non capisco...

- Oh per favore Draco! Non fare finta di nulla! Cambiare volto nel tuo mondo è una cosa da tutti i giorni e sono più  che sicura che quella sul palco sia la mia Hermione. Riconoscerei questa voce ovunque. Una madre lo sa.

Io le sorrido dolcemente e annuisco.

Lei si mette una mano sulla bocca e comincia a piangere dalla gioia.

Mi avvicino e la abbraccio.

Non fa altro che ripetermi “Grazie” e questa cosa mi fa sentire molto bene. Mi fa sentire per una volta dalla parte giusta.

Lei dopo un po’ scioglie l’abbraccio e si gira sorridente.

Alle mie spalle c’è Haley con uno sguardo di una che sta per combinare qualcosa.

Ma cosa prende a tutti stasera?

Prima Potter e la sua sfuriata, poi la mamma di Hermione che mi ringrazia in quel modo e adesso Haley che sembra che voglia conquistare il mondo.

- Ti va di ballare?

Se è un piano per conquistare il mondo, parte un po’ male...

- Certo.

Le afferro la mano e lei mi trascina in mezzo alla pista da ballo.

La musica comincia, ma io non riesco a non smettere di preoccuparmi.

- Haley? Mi devi dire qualcosa?

- In effetti sì

Alzo gli occhi al cielo.

Lo sapevo che c’era qualcosa sotto.

- Tu ed Hermione siete…

- No, certo che no. Lei ha chiarito benissimo che il bacio dell’altra sera è solo un incidente dovuto alla rottura con Jake.

Lo pronuncio con così tanto odio che Haley scoppia a ridere.

- Sei ancora innamorato di lei.

- Eggià…

- E lei è ancora innamorata di te.

Sto per scoppiarle a ridere in faccia, ma mi trattengo solo perché oggi è il suo grande giorno.

- Lei non è innamorata di me. Ormai me lo ha dimostrato in tutti i modi. E’ andata avanti e dopo che tutta questa storia sarà finita lo farò anche io.

- Come fai a non capirlo? Lei ha solo paura di soffrire, ma il suo cuore appartiene a te come il tuo appartiene a lei.

Sorrido malinconico e sospiro.

- Ormai ci ho perso le speranze. Ogni volta che riesco a far breccia per arrivare alla vecchia Hermione lei mi allontana di nuovo con una scusa e devo ricominciare da capo.

- Ho chiesto questa canzone apposta per farti capire cosa sta provando lei. Ho sentito molte canzoni sue, molto belle, ma senza che lei ci credesse veramente in quello che diceva. Questa è l’unica che in cui non ha lasciato i suoi sentimenti giù dal palco.

- Cosa stai dicendo?

- Ascolta ti prego.

Un enorme pianoforte bianco ora è sul palco ed a suonarlo c’è il cugino di Baston. Sopra di esso c’è Hermione con uno dei vestiti che usa nei suoi concerti. E’ di un bianco pallido tendente al lilla con un lungo strascico con rose di un viola un po più scuro che ricoprono la gonna interamente facendola sembrare una cascata di fiori.

Continuo ad ondeggiare con Haley ma i miei occhi non si staccano più dalla sua figura minuta.

E’ evidentemente nervosa e lo diventa ancora di più quando il piano comincia a suonare.

Continua a guardarsi intorno come se cercasse qualcuno con lo sguardo, poi vede me e trattiene il respiro.

Non capisco il perchè, finchè non sento le prime parole della canzone.

Tutto sembra rallentare e le sue parole arrivano alle mie orecchie come se fosse un discorso, e non una canzone, fatto da lei.

Come se fossimo da soli.

Io e lei. Nessun altro intorno a noi.

Il suo sguardo sembra incollato su di me.

Non riusciamo a smettere di guardarci.

- Ho pianto talmente tante lacrime da potermici riflettere sopra come se fosse la superfice di un lago e dopo anni lontani è chiaro e non posso negarlo, mi manchi.

Trattengo il respiro. Non ho mai provato una sensazione del genere, come se aspettassi questo momento da troppo tempo.

- Pensavo di stare bene lontana da te, ma immagino che quando trovi qualcosa di prezioso a cui tieni, ti accorgi che fa male lasciarlo andare e credimi quel giorno me ne sono accorta.

Lentamente sento Haley staccarsi e intravedo con la coda dell’occhio che sorride e va a ballare con suo marito lasciandomi solo in balia dei suoi occhi.

- Ho imparato che il dolore è solo una conseguenza dell’amore. Ti chiedo scusa se non sarò la stessa quando mi rivedrai.

Vedo lenta una lacrima che scorre lungo la sua guancia. Vorrei tanto andare lì ad asciugargliela ma le mie gambe sono immobili.

- Tu eri il mio tutto.Anche se siamo lontani, so che nella mia vita, nel mio cuore manca qualcosa e credo che mancherà per sempre perché rimani e rimarrai sempre la più importante ragione per cui vivo.

Un’altra lacrima scende mentre la sua voce inizia a farsi roca dal pianto, ma rimanendo sempre bellissima.

- E più ti penso e più mi manchi. Ti vorrei qui accanto a me, ma non è quello che vorresti tu.

Mi avvicino lentamente al palco e vedo il suo respiro aumentare di frequenza.

- Spero tanto che questo sentimento sia solo temporaneo perché è veramente troppo per me. Mi sembra che solo tu possa placare quello che provo. E mi sembra stupido anche solo pensarci perché io so già di essere tua per sempre. Tu sei il mio tutto  e questo è chiaro,ma ti basta sapere che ti a-

E’ lei la prima a distogliere lo sguardo.

Le lacrime si sono fatte più intense e comincia a singhiozzare velocemente.

La musica si ferma.

Gli invitati la stanno guardando, ma lei sembra presa dalla moltitudine di sentimenti che aveva represso e che tutti in una volta si sono riversati fuori.

Faccio un passo in avanti, ma lei lo vede e scende dal pianoforte.

- Scusatemi.

Si gira e si incammina fuori dal gazebo quasi correndo.

Io non ci penso neanche un secondo ad inseguirla. Per fortuna il vestito lungo con lo strascico non le permette di andare ad una velocità molto elevata e non ci metto tanto a raggiungerla. Appena le afferro il braccio però sento un senso di nausea che mi suggerisce una smaterilizzazione.

Siamo di nuovo nella nostra stanza d’albergo.

La vedo raccogliere in modo disordinato i suoi vestiti per poi metterli nella valigia senza piegarli, poi passa ai suoi libri e infine ai cosmetici.

- Hermione cosa stai facendo?

Non mi risponde. Continua a fare le valige ignorandomi completamente.

- Fermati un attimo e parliamo.

Afferra la bacchetta e trasfigura il suo vestito in jeans e maglietta.

Le afferro di nuovo  il braccio e la costringo a girarsi verso di me.

Per un attimo si blocca.

Tiene la testa abbassata per non farmi vedere i suoi occhi, ma lo so benissimo che sta piangendo.

- Hermione?

- E’ Catherine! Chiamami Catherine!

Spalanco gli occhi dalla sorpresa. Solo nel sentire il tono che ha usato, un pensiero attraversa la mia mente.

No, non possiamo essere tornati tutto d’un tratto a due mesi fa.

Lei alza la testa di scatto e mi guarda dritto negli occhi.

- Perché ti ostini a chiamarmi così? Hermione è morta e non tornerà indietro! Non cercare di cambiarmi. Non cercare di farmi diventare ciò che non voglio essere. Nell’ultimo mese ho lasciato perdere il tuo continuo insistere sul rivolere la vecchia me, ma ora basta! E’ troppo! Tutto questo è troppo!

Si libera dalla mia presa e afferra il cappotto.

- Torno a Los Angeles. Da sola. Sapevo che non sarei dovuta venire. Sapevo che non avrei dovuto assecondarti.

- Pensi davvero che io ti lascerò uscire da quella porta ?

- Hai intenzione di rapirmi? Pensi che non ce la faccia a trovare la strada per l’aereoporto?

- Non è questo.

Lei mi guarda furiosa e mi viene vicino pronta ad affrontare l’ennesima discussione.

- Cos’è allora? Cosa ti impedisce di lasciarmi vivere la mia vita?

Le prendo il viso con le mani e la bacio.

Semplicemente questo.

Mi sembrava il modo migliore per spiegarle perché lei non può andarsene e uscire da quella porta

Lei, passato lo stupore,  fa cadere la valigia che ha in mano e le sue mani ora sono tra i miei capelli. Sento che si mette in punta i piedi per raggiugere meglio le mie labbra.

Le mie mani vanno automaticamente sui suoi fianchi e la stringo a me.

Solo nel sentire la mia pelle a contatto con la sua mi vengono i brividi lungo la schiena.

Lei delicatamente però mi spinge via poco dopo.

- Non posso…

- Si che puoi.

Lei fa un passo indietro e si mette le mani tra i capelli.

- No invece. Soffrirò di nuovo e non penso che riuscirò a farcela un’altra volta.

- Non ti farò soffrire di nuovo. Io voglio stare con te da sempre…

- Io non dimentico quel giorno quando mi hai voltato le spalle e mi hai lasciato lì senza motivo.

Sospiro e mi siedo sul letto alle mie spalle.

- Quel giorno tormenta la mia memoria da anni. Se solo potessi tornare indietro, ti porterei via da lì con me. Saremmo andati lontani e insieme avremmo superato tutto.

- Ma non lo hai fatto. Cosa mi garantisce che non lo farai di nuovo?

- Per una volta, metti da parte quello che è successo o che succederà. Pensa a noi ora, in questo momento. Pensa a quanto saremmo felici insieme.

Lei si asciuga l’ultima lacrima e alza finalmente lo sguardo verso di me.

Poi scatta in avanti e come se fosse una cosa automatica la prendo tra le braccia e le nostre labbra sono di nuovo unite.

Presto da un semplice bacio, si passa ad un bacio più passionale.

Ci stringiamo entrambi, l’uno contro l’altro come se ci volessimo fondere in una cosa sola e solo quando ho esaurito l’ossigeno, mi allontano da lei

Abbiamo entrambi il fiatone e credo che il mio cuore voglia uscire dal mio petto.

- Come ci riesci?

La guardo confuso. Il mio cervello si deve ancora riprendere.

- A fare cosa?

- A riportarmi indietro, a ricordarmi solo i momenti belli che ho vissuto rendendo tutto il resto inutile.

L’attimo di terrore nei suoi occhi sembra essere scomparso. Affrontare tutto questo sembra farle molto bene.

- Non lo so… Come hai fatto tu a rendermi così dipendente da te?

- Credo che la maggior parte del lavoro l’abbia fatta tu.

Entrambi ridiamo nelle braccia dell’altro e la sua rabbia sembra essere scomparsa.

- E’ incredibile!

- Cosa?

- Per anni ho cantato quella canzone, riuscendo sempre ad interpretarla fino alla fine. Poi arrivi tu davanti a me e tutto il mio lavoro di lasciare i problemi giù dal palco finisce nel pattume. Non ho mai pianto cantando, mai!

- E perché stasera sì?

Lei abbassa lo sguardo scuotendo la testa.

- Hermione fidati di me.

Lei sospira e mi guarda dritto negli occhi. Lì in quel momento vedo il cambiamento che è avvenuto in questi mesi. Ha paura di soffrire, ma si fida di nuovo di me.

- Perché le altre volte non c’eri tu davanti a me ad ascoltarle. Non c’eri tu a sentire quello che provavo veramente, non quello che mostravo agli altri, non quello che provava Catherine, ma quello che provavo io.

Sentirla parlare di Catherine in terza persona mi riempie di gioia.

E’ Hermione ora. E’ lei.

- Non hai finito la canzone però, volevo sapere come va a finire.

Lei sorride e distoglie lo sguardo imbarazzata.

- Sai come va a finire, non c’è bisogno che te lo dica.

- Okay, parlerò io allora.

Le prendo il viso con entrambe le mani.

- Hermione Jean Catherine Granger White, tu sei la ragione per cui vivo, sei la mia vita, non credo di essermi mai aperto con qualcuno che non sia te. Mi conosci bene, ma forse non sai che ho paura 24 ore al giorno su 24, che tu da un momento all’altro ti accorga che io in realtà non merito una donna come te. Forse nessuno è alla tua altezza. Sei così bella forte e coraggiosa.

Noto subito il solito ciuffo ribelle che non vuole stare insieme agli altri e faccio una cosa che avrei voluto fare fin dalla prima volta che l’ho vista.

Con un rapido movimento glielo posizione dietro l’orecchio e con questa scusa le accarezzo le guance.

Lei si appoggia alla mia mano e sento il caldo della sua pelle scaldare la mia.

Trattengo il respiro mentre lei mi guarda con i suoi occhi color nocciola.

Sembra combattuta sul dire o no una cosa.

- Dillo, ti supplico dillo.

Lei si mordicchia il labbro. Non può scappare, è tra le mie braccia e non la lascerò andare per nulla al mondo.

- Lo sai già Draco, lo sanno tutti ormai che sei l’amore della mia vita. Vuoi davvero sentirtelo dire?

- Sì, dillo.

- Draco Lucius Malfoy sei l’amore della mia vita, nonostante i nostri trascorsi non posso fare a meno di essere innamorata di te.

Le sorrido felice.

Ce l’ho fatta.

E’ di nuovo mia.

Non me lo faccio ripetere un’altra volta.

Le sua labbra sono di nuovo sulle mie.

La passione ci travolge di nuovo e questa volta nulla ci potrà fermare.

Sento le sue dita stringere forte la mia camicia per attirarmi contro di lei.

Comincio lentamente a baciarle il collo mentre sento che lei sta armeggiando con i bottoni della mia camicia.

Quando questi saltano via mi fermo e la guardo stupito.

Lei fa un sorriso malizioso e mi spinge sul letto.

Mi sbaglio o Hermione Granger ha appena strappato letteralmente i bottoni della mia camicia?

Penso che tutta questa audacia l’abbia acquisita nel corso di questi anni e non trovo parole per dire quanto mi piaccia!

Lei si toglie la maglietta e si avvicina a un me ancora più maliziosa.

L’ultima cosa che il mio cervello riesce ad elaborare è che la provocazione è stato il suo mestiere per anni e lei lo sa come lo so io.

In quel momento realizzo di non essermi mai sentito così vivo in questi tre anni.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Il trio dei Miracoli ***


Capitolo 25: Il trio dei Miracoli


Sorrido

Non posso fare a meno di sorridere.

Fin da quando ho aperto gli occhi e mi sono ricordato di quello che è successo, non riesco a smettere i pensare di essere l’uomo più fortunato del mondo.

E’ passato un mese dal matrimonio di Haley e credo sia stato il mese più emozionante e felice di tutta la mia vita.

Sono riuscita a convincerla a rimanere a Londra con l’aiuto della sorella e dopo quasi quattro anni i Granger si sono seduti al tavolo dove tanto tempo fa io conobbi la famiglia di Hermione.

Lei sembra quasi serena anche se continuamente in allerta. Sta facendo progressi… Solo essere entrata di nuovo a casa sua è un passo avanti e piano piano si sta lasciando curare le enormi ferite aperte che ha.

Lei è qui tra le mie braccia, di nuovo mia.

Abbasso lo sguardo e la vedo sonnecchiare con la testa appoggiata sulla mia spalla con una buffa smorfia sul viso che mi fa ridere leggermente, ma abbastanza per svegliarla.

Non ha mai avuto un sonno particolarmente pesante.

Appena i suoi bellissimi occhi color nocciola incontrano i miei vedo un sorriso sincero comparire  sul suo viso.

- Buongiorno.

- Buongiorno

Lei si avvicina e mi bacia delicatamente sulle labbra

- Come stai?

- Bene… Molto bene.

- Sono contento.

Entrambi ridiamo per la stupida conversazione appena avvenuta.

- Che si fa ora, furetto?

- Non lo so… Io avrei un po’ fame.

- Anche io. Sto morendo di fame.

Basta uno sguardo per capirci.

- Colazione insieme?

- Colazione insieme.

Lei mi sorride contenta e si alza dal letto.

Mi godo completamente la visuale alzando un po il collo dal cuscino e appoggiando i gomiti sul materasso ringraziando qualsiasi divinità o dio esistente per avermi donato una donna del genere

Lei deve essersi accorta del mio sguardo insistente perchè afferra una delle mie camice e la indossa velocemente.

Non sono mai stato così contento di preferire le camice un’ po corte che rimangono fuori dal pantaloni. La vedo afferrare un asciugamano sorridendo.

Non ha ancora smesso di sorridere da quando si è svegliata.

- Vai a fare una doccia?

- Sì

- Credi ci sia spazio anche per me?

Lei sembra pensarci mordicchiandosi leggermente il labbro inferiore, poi si avvicina al mio viso e mi da un veloce bacio sulle labbra.

- No, non c’è e poi ti devi ancora riprendere dalla scorsa notte.

- Mi sono già ripreso.

Lei mi sorride e mi bacia di nuovo.

Mi sembra di essere in un sogno, su una nuvola soffice.

Cerco di rimanere più tempo a lungo possibile attaccato alle sue labbra andandole incontro.

- Devo andare o non riuscirò più ad allontanarmi da qui.

Ghigno.

Le faccio lo stesso effetto che lei fa a me.

La guardo allontanarsi e scomparire dietro la porta del bagno canticchiando.

Non posso fare a meno di lasciarmi cadere sul cuscino con un sorriso da ebete stampato in faccia.

E’ normale sentirsi il petto leggero e non puoi fare a meno di ridere solo pensando a lei?

Io in questo momento non posso fare a meno di sentirmi così.

Mi alzo e comincio a vestirmi.

Dopo una ventina di minuti siamo entrambi pronti e ci incamminiamo verso la sala mensa.

Noto con un po’ di tristezza che il suo volto man mano che ci avviciniamo a qualcun altro che non sa il suo segreto, cambia diventando sempre più Catherine finchè non assume totalmente le sue sembianze.

- Buongiorno signorina Richardson. Desidera fare colazione qui?

- Sì, con piacere.

- Le preparo subito la suit privata.

- Grazie

La guardo stupito.

Lei non sembra accorgersene, troppo impegnata a frugare dentro la sua borsa in cerca di qualcosa.

- Catherine?

Lei si gira verso di me come se non fosse nulla.

- Hai appena ordinato una suit privata?

- Si, Malfoy, e quindi?

- Non ti credevo una da tavolo privato

- Malfoy, girati e guarda dall’altra parte della strada.

La guardo confuso e lei mi fa cenno di guardare dietro di me. Mi volto e vengo abbagliato da un’insegna su un autobus con un’immagine di Cathy che copre un’intera facciata. Senza parlare della bambina appena entrata nell’hotel con la faccia di Cathy sulla maglietta.

- Non possiamo fare colazione in pubblico in pace per cui fare colazione in una stanza appartata che da sul giardino interno non mi dispiace.

Annuisco.

Vedo il cameriere arrivare da dietro un angolo quando qualcuno mi afferra il braccio. L’altra mia mano scatta subito sulla tasca sinistra dove tengo la bacchetta, ma il volto del mio aggressore mi ferma.

Harry Potter mi guarda con i suoi grandi occhi verdi in un modo severo come se fossimo ancora ad Hogwarts e lui fosse un mio professore.

Libero il mio braccio e lo fulmino con gli occhi.

- Buongiorno Potter, hai bisogno di qualcosa?

Sento di fianco a me Hermione irrigidirsi. D’istinto mi avvicino a lei come se dovessi proteggerla da lui.

Potter si rivolge verso di lei con un sorriso imbarazzato.

- Devo parlarti.

- Non credo proprio!

- Da quando  tu parli per lei?

- Da quando ti ho chiaramente chiesto di lasciarci in pace!

- E’ una cosa importante.

Sto per ribattere quando vedo Hermione che mi fa cenno di fermarmi. In altre condizioni non mi sarei trattenuto, ma dal suo sguardo capisco che vuole farlo davvero.

- Parla pure.

- Non qui. C’è troppa gente

- Andiamo nella stanza di sopra.

I due ex amici si incamminano verso l’ascensore e io subito dopo di loro. In pochi minuti ci ritroviamo seduti davanti ad un tavolo a fissarci l’uno con l’altro. Potter sta guardando il viso di Hermione come se vedesse un miraggio. Non fa altro che guardarla poi distogliere lo sguardo come se ancora non ci credesse. Poi riprende a fissare le sue mani

Dopo quasi cinque minuti Hermione sbuffa.

- Non dovevi parlarmi di una cosa importante?

Potter alza gli occhi e la guarda negli occhi.

- Mi dispiace per quello che ho fatto. Tutto e me ne sono pentito subito dopo averlo fatto. Testimoniare a favore di Ron è stato un atto da codardi, ma Ron era una parte della mia vita troppo grande, mi è stato accanto per tanto tempo. Non potevo farlo finire ad Azkaban così. Ora neanche lo riconosco...

Vedo Hermione diventare rossa dalla rabbia.

- Ron era una parte importante della tua vita e io no? Io ti sono stata accanto quanto lui. Eppure quando è venuto il momento di fare la cosa giusta hai preferito proteggerlo e considerare la morte di mio padre un incidente.

- Ero in bilico su un baratro!

- E hai scelto lui e le sue mani sporche di sangue. Sangue di mio padre!

Lui si porta le mani nei capelli e sospira.

- Lo so e ti ho già detto che mi sono pentito di quella mia scelta. Non faccio che pensare alla tua faccia delusa da tre anni e credimi farei di tutto per tornare indietro e cambiare la mia decisione. Mi sarei venuto a scusare il giorno successivo, ma tu eri scomparsa. Ti ho cercato per mesi, ma sembravi svanita nel nulla. Nessuno sapeva nulla. Potevi dircelo che non stavi bene. Se non io o i Weasley, qualcuno ti avrebbe aiutato volentieri!

- Non volevo che qualcuno mi aiutasse!

Potter spalanca gli occhi come se fosse una cosa impossibile. Hermione lo guarda in modo gelido come se volesse congelarlo.

- In che senso non volevi che qualcuno ti aiutasse?

- Volevo solo morire! Non avevo amici, una famiglia, il luogo che era stato la mia casa per anni bruciava e la persona di cui ero innamorata mi aveva lasciato nel bel mezzo di una battaglia…

Di nuovo mi appare in testa i suoi occhi imploranti e delle sue urla che ancora mi perforano i timpani.

- … non avevo nessuna ragione per continuare a vivere e se non fossi riuscita a raccogliere i pezzi che rimanevano di me, probabilmente sarei morta davvero.

- Mi dispiace che tu abbia dovuto affrontare tutto questo. Ora dovremo solo trovare un modo per spiegare alla comunità magica il tuo ritorno dal regno dei morti.

Hermione si alza non curante della frase appena pronunciata da Potter e con lo stesso tono, comincio a parlare di nuovo.

- Non c’è bisogno che ti preoccupi. Non tornerò.

Potter scatta in piedi come un fulmine.

- Tu devi tornare! E’ illegale fingersi morti non lo sai?

Lei si gira di scatto furiosa.

- Chi sei tu per dirmi cosa è illegale? Tu hai mentito davanti ad un tribunale su un caso di omicidio!

- Non è la stessa cosa!

- Si invece! Poi ho una vita ora. Una vita babbana e sono felice. Non voglio tornare nel mondo magico.

- In un mondo dove tutti piangono la scomparsa di una delle figure più influenti di questo secolo? Una persona che combatteva invece che fuggire alla prima difficoltà?

- Prima? Io ho passato un’intera vita piena di difficoltà a causa tua. Ora che ho trovato un po’ di serenità dovrei rinunciarci?

- Per te la serenità quindi è spogliarsi per soldi?!?

Scatto in piedi e in un attimo sono di fronte a Potter pronto per colpirlo, ma Hermione mi precede. La guancia di Potter diventa di un rosso intenso.

- Vattene!

- Scusa Hermione non volevo

- Vattene! Non voglio più vederti.

Potter la guarda dispiaciuto poi si incammina verso la porta, uscendo chiudendosela dietro le spalle.

Mi avvicino a lei titubante.

- Tutto bene?

Lei alza lo sguardo e comincia a fissa un punto indefinito.

- Meglio se andiamo a casa.

Comincia a radunare le sue cose in tutta fretta e si asciuga velocemente le guance. Con un rapido movimento di bacchetta le sue cose sono organizzate e disposte per bene nella valigia.

- Potevo farlo da sola

- Così possiamo partire prima...

All’improvviso vedo che si porta una mano alla bocca e corre in bagno.

La sento vomitare e poi piangere per quanto lei cerchi di non fare rumore.

Harry Potter è ancora una ferita aperta per lei. Era un amico e non so se ormai lo è ancora.

Una rabbia incontrollata contro di lui e contro me stesso.

Rimanere qui non è stata una buona idea.

Aveva ragione, come sempre.

Vado verso il bagno e provo ad entrare, ma ha chiuso la porta a chiave.

La sento singhiozzare contro la porta, ha il respiro pesante e il suono è così chiaro e distinto che è sicuramente appoggiata alla porta.

- Hermione...

Nessuna risposta. Provo a scuotere un po’ la maniglia ma nulla.

- Hermione, fammi entrare.

- No, ho bisogno di qualcosa per la nausea. Qui vicino ci dovrebbe essere una farmacia.

- Ne sei sicura?

- Si, vai e fai presto.

Rassegnato afferro il mio cappotto e la lascio sola.

Non so come fare a starle vicino, come proteggerla da tutto ciò che la fa soffrire.

Appena la porta dell’ascensore si apre, mi precipito al di fuori dell’hotel.

Il prepotente rumore della Londra babbana mi investe: il traffico, le persone che parlano, che camminano e in tutto questo io rimango immobile.

Devo portarla via da qui.

Se è Londra a ferirla, la riporterò a Los Angeles e lì continueremo a vivere. Lei deve essere felice, è questa la mia priorità ora.

Sto per incamminarmi per cercare una farmacia, quando un uomo mi sorpassa ed entra nell’hotel.

Mi basta un secondo e riconosco subito l’odore che porta: Fire Whisky.

Un mago

Mi volto, ma lui è già scomparso. Una paura folle mi assale e comincio a cercarlo.

Ci sono troppe persone e io non riesco ad individuarlo nella folla, finchè non vedo l’ascensore aprirsi e chiudersi non prima di farmi vedere il colore inconfondibile dei capelli: rosso. Weasley.

Lui sta cercando Hermione.

Comincio a correre più forte che posso schivando le persone nella hall.

Premo fortissimo il pulsante per salire, ma questo non vuole saperne di aprirsi.

Mi guardo attorno e decido di fare una cavolata.

Chiudo gli occhi e quando li riapro sono nel corridoio dieci piani più in sù.

Spero vivamente che nessuno mi abbia visto.

Comincio a correre verso la camera 216.

Se lo straccione sfigato la tocca io potrei non essere più in grado di pensare razionalmente.

Mi fiondo dentro la camera e lo vedo sobbalzare.

Sta di fronte a lei. Troppo vicini per i miei gusti.

Non appena mi riconosce afferra Hermione e le punta la bacchetta addosso.

Vedo nei suoi grandi occhi marroni una grande paura e questo fa scattare in me una rabbia pazzesca. Lui non può neanche respirare la sua stessa aria.

Impugno la bacchetta e la dirigo verso la sua testa.

Sono troppo vicini rischierei di colpirla.

- Lasciala immediatamente Weasley!

Il suo respiro è pesante e posso vedere da questa distanza delle piccole gocce di sudore cadere dalla sua fronte.

- Volevo solo chiarire le cose e lei mi ha ignorato!

Lo guardo confuso. Di che cosa diavolo sta parlando? Quanto è ubriaco?

- Weasley, lascia Hermione!

Lui preme ancora di più la bacchetta sul suo collo con rabbia. E’ troppo agitato e questo mi costringe a fare un passo indietro.

- Non prendo ordini da un Mangiamorte!

- Ron, ti ascolterò ma toglimi la bacchetta dal collo.

- Se lo faccio, il tuo fidanzatino mi schianterà ancora prima che io possa parlare.

Lei mi guarda e capisce subito che è ciò che farò.

- Allora dimmi cosa mi dovevi dire.

Lui la fa girare: ora lei è di fronte a lui con la bacchetta puntata al petto e il braccio imprigionato tra le sue dita.

- Ero spaventato in quel momento. Voldemort aveva promesso di uccidere tutta la mia famiglia e poi di uccidere me. Pensavo che l’Ordine non sarebbe arrivato in tempo e che sarei morto. Dovevo farlo.

Lei lo guarda incredula. Non si parlano dalla battaglia finale, ha ucciso suo padre, non ha pagato per questo e pensa di poter chiedere il suo perdono giustificandosi?

- Tu sapevi che l’Ordine sarebbe arrivato, ma hai preferito non rischiare e non avere fiducia nei tuoi amici. E’ questo che mi stai dicendo?

- C’era in gioco la mia vita.

- Quella di mio padre quindi contava di meno?

- Tu non mi stai ascoltando!

Il cambiamento del suo tono mi fa stringere i denti ancora di più.

- Io ti sto solo ripetendo ciò che mi stai dicendo Ronald. Cosa vuoi da me?

Vuole apparire calma, ma la sua voce tremante la tradisce

Lui la guarda con gli occhi lucidi e sospira.

- Voglio che tu capisca perchè l’ho fatto.

- L’ho capito, ma questo non giustifica nulla.

La presa sul suo braccio si rafforza e vedo lei che fa una smorfia di dolore.

- Ti ho cercata durante questi anni, ma è stato impossibile trovarti. Sembravi scomparsa nel nulla, ma alla fine ho capito che se non ti trovavo, non volevi farti trovare. Non da me almeno…

- Cosa stai dicendo?

- Spargere la voce di un nuovo gruppo di mangiamorte pronti a vendicarsi dell’eroina del mondo magico è stato piuttosto facile, esattamente come convincere Harry che l’unica persona dalla quale volevi farti trovare era Malfoy.

Non ci credo che tutto questo è un piano di Weasley.

Non può essere…

- Gli attacchi che hai subito servivano solo per spaventarti un po’ e farti ragionare. Farti capire che hai bisogno della magia e di noi. La tua famiglia

Lui si avvicina ancora di più al suo viso stringendo la presa su di lei.

- Ma tu non capivi e continuavi a vivere la tua vita oltreoceano ignorando completamente le persone che ti vogliono bene.

- Come te, Ronald? E’ questo che pensi? Lo hai fatto perchè mi vuoi bene?

- Certo!

- Questo non è voler bene, non è neanche lontanamente quello che pensi! E’ aggredire una persona che chiaramente ti ha fatto capire che non vuole avere più nulla a che fare con te!

- Non è così che doveva andare! Tu dovevi amare me! Ci saremmo sposati, avremmo avuto dei figli, poi è successo un casino e tu non mi hai ancora perdonato. Hai perdonato lui, mangiamorte che ti ha insultato tutta una vita, ti ha lasciato durante una guerra, ti ha spezzato il cuore e non me, tuo amico da sempre.

Lei comincia a guardarlo disgustata e questo lo fa indietreggiare.

- TU hai ucciso mio padre e non mi hai neanche chiesto scusa. Ora pretendi che io ti perdoni così su due piedi? Mi fai schifo Ronald Wealsley, sei patetico.

Vedo la rabbia riempire i suoi occhi. Muove la bacchetta cominciando a pronunciare un incantesimo fin troppo familiare pronto a colpire Hermione, ma lo precedo.

Tutto succede in un attimo.

Non riesco neanche a sentire le mie parole. Vedo solo Weasley sbattere la testa violentemente contro il muro opposto della stanza e poi cadere a terra.

Ho il fiatone e i brividi in tutto il corpo.

Mi volto verso Hermione e lei scoppia a piangere per la tensione.

Qualche secondo e me la ritrovo tra le braccia.

Ricambio subito l’abbraccio e la stringo forte.

Il suo odore mi riempie le narici e riesce a far calmare il mio povero cuore.

La stavo per perdere.

Weasley stava per uccidere Hermione e io l’avrei persa per sempre.

Ora però è qui tra le mie braccia e sta bene.

Lei sta bene.

Starà bene.

Alzo gli occhi e vedo del sangue uscire dal naso del rosso.

Non so cosa mi accadrà, ma lei almeno starà bene




 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Il processo ***


Capitolo 26: Il processo


- Il suo nome?

Alzo gli occhi dalle mie mani per la prima volta da quando il processo è iniziato. Le stesse mani ricoperte del sangue di Weasley non meno di un mese fa.

- Draco Lucius Malfoy

- Signor Malfoy, lei è stato accusato dell’omicidio di Ronald Weasley…

 

- Draco, sta ancora respirando?

- Non lo so Hermione. Io l’ho solo schiantato, ha battuto la testa e poi…

Hermione lentamente si stacca dalle mie braccia. Mi guarda negli occhi e so che in questo momento sta vedendo solo terrore.

Capisce

Mi prende il viso con le mani e sospira.

- Qualsiasi cosa tu abbia fatto, la risolveremo insieme. Tu mi hai solo protetto…

La sua voce roca dal pianto non riesce a tranquillizzarmi. La vedo asciugarsi le lacrime e voltarsi verso il corpo immobile del rosso.

E’ un medico, può aiutarlo…

Pone lentamente una mano sul suo collo e l’altra sul petto.

Ha gli occhi aperti e il suo colorito sta sbiadendo sempre di più.

Pochi secondi dal mio verdetto…

Lei si rialza e vedo la sua mano tremare.

- Hermione...

Lei si gira verso di me e capisco la risposta dai suoi occhi.

- Chiamo Harry

 

Ed eccolo li Potter.

Seduto qualche fila dietro di me.

Le ultime settimane sono state tremende e lui c’è sempre stato nonostante l’ultimo diverbio con Hermione in hotel…. nonostante abbia ucciso il suo migliore amico.

 

- Hermione, come fai ancora a guardarlo in faccia?!?

Stringo ancora di più le mie mani sulle orecchie.

Non voglio sentire i suoi insulti.

Sono un assassino.

Assassino.

Ho tolto la vita a qualcuno.

Come ho potuto farlo davvero?

- Harry, mi ha difeso. Mi voleva uccidere! Aveva cominciato a urlare, a stringere il mio braccio. Quando gli ho risposto male, ho smesso di riconoscerlo. I suoi occhi Harry… Dovevi vederli, sembrava una vera bestia.

La sento sedersi sulla sedia quasi come se la gravità si fosse aggiunta ai pesanti problemi e sofferenza già presenti.

- Lo stava pronunciando…

- Cosa?

- Avada Kedavra. C’era il lampo verde sulla punta della sua bacchetta

I singhiozzi cominciano a sentirsi e tutta la sua sicurezza sembra svanire.

- Io ho pensato davvero di morire… Se non fosse stato per Draco, la persona morta in quella camera sarei stata io.

Silenzio.

Sento un’altra sedia spostarsi e Potter che si siede.

- Devi chiamare gli Auror.

- Ho chiamato te…

- Io sono troppo coinvolto! Ron era il mio migliore amico, cavolo Hermione!

Ora anche Potter piange.

Da piccolo avrei dato tutti i miei averi pur di piegare Harry Potter in quel modo, ma ora…

- Ero spaventata Harry! Non sapevo cosa fare e sono venuta da te. Non era questo che volevi che facessi anni fa?

- Si, ma la situazione è completamente diversa. Ron è… Cosa vuoi che faccia Hermione? Coprire l’assassino del mio migliore amico?

Appena sento queste parole alzo lo sguardo e li guardo.

Seduti uno di fronte all’altro, discutendo sul miglior modo per tirarmi fuori dai guai. Entrambi con gli occhi rossi pieni di lacrime.

- E’ stato un incidente! Ti prego Harry non ti sto chiedendo di coprirlo, ma solo di dire la verità quando te la chiederanno.

Potter comincia a scuotere la testa e si copre gli occhi per non fare vedere le sue lacrime.

- Harry, me lo devi. Non hai detto la verità tanti anni fa su mio padre, ma ora c’è ben altro in pentola.

Hermione gli prende una mano e si guardano negli occhi.

- Io lo amo e lui l’ha fatto per proteggermi. Ti prego Harry, non provare rancore verso di lui. Dirai la verità?

 

Sposto lo sguardo di nuovo avanti e non riesco a sentire quello che effettivamente stanno dicendo gli Auror alla giuria e al giudice.

La mia mente continua a vagare tra i ricordi cercando di mettere un po’ di ordine.

 

- Se controllano la sua bacchetta vedranno solo uno schiantesimo.

- Ma quello ha ucciso un eroe che ha combattuto durante la Guerra al mio fianco e lui ha un passato che fa venire i brividi. Come faranno a credergli?

Vedo una chioma rossa muoversi e alzarsi dal divano.

Ginny Potter Weasley.

- Crederanno all’eroina del mondo magico. Parlerai tu Hermione al processo!

 

Cerco Ginevra tra il pubblico ed eccola lì di fianco a sua madre e suo padre che hanno perso un altro figlio a causa delle mie azioni.

I nostri sguardi si incrociano e lei mi fa un cenno di incoraggiamento.

 

- Ginny…

- No, Hermione tu sei l’unica testimone. Non puoi nasconderti questa volta!

Hermione si passa una mano tra i capelli e comincia a fare respiri profondi.

A causa mia, lei dovrà tornare nel mondo magico?

- Accetto le conseguenze delle mie azioni, ma Hermione non deve essere coinvolta.

Mi alzo in piedi e guardo negli occhi Potter.

- Lei non deve tornare nel mondo magico.

- Draco…

- Potter, non puoi permetterglielo. Lei potrebbe stare male di nuovo ed era felice nel mondo babbano.

- Stai parlando di me, Draco Malfoy,  e sei pregato di guardarmi quando lo fai.

Sospiro e incontro per la prima volta i suoi occhi dopo ore.

E’ doloroso guardarla dopo quello che ho fatto.

- Hermione, potrai tornare alla tua vita proprio come volevi…

- NO! Ora che ci sei di nuovo, non puoi chiedermi di tornare ad essere Catherine. Hai bisogno di me e i-io parlerò. Dirò a tutti la verità se questo servirà a tenerti fuori dai guai.

La vedo stringere gli occhi per poi alzarli al cielo, ma le lacrime continuano a scorrere velocemente lungo le guance.

La abbraccio forte.

Sta di nuovo sacrificando qualcosa per me e io non lo merito.

- Malfoy, ti aiuteremo… per Hermione

Mi libero parzialmente dalle braccia di Hermione e guardo Potter e la Weasley.

Annuisco.

Come fanno a non uccidermi? Ho distrutto un’altra parte della loro vita.

Ginevra si avvicina a noi sotto gli occhi preoccupati di Potter.

- So che è stato un incidente…

 

Lei passa una mano sulle spalle della madre che si alza poco dopo ed esce dall’aula.

Troppo dolore ho causato nella mia vita…

Senza pensarci trovo il suo sguardo nella folla.

Non merito un amore del genere da parte sua.

 

- Sei innocente Draco!

Sferro un forte pugno contro la parete e non faccio che farmi più male.

In questo momento provare dolore è l’unica cosa che mi calma.

- Non sono innocente! Ero arrabbiato, furioso e io ho lanciato un incantesimo più potente. Poteva svenire, ma la violenza con cui l’ho colpito lo ha sbattuto troppo forte!

- Ti accuseranno di omicidio volontario e tu devi solo dichiararti innocente che è ciò che sei.

Hermione mi blocca con le braccia contro il muro e mi costringe a guardarla negli occhi.

- Fa come ti dico Draco… Non voglio perderti di nuovo.

Distolgo lo sguardo dai suoi occhi.

- Ti prego, non posso dirti addio un’altra volta

 

La vedo alzarsi e tremando raggiungere il banco dei testimoni.

E’ bellissima come sempre, ma ho paura di vedere il suo vero volto ora perchè significherebbe che si è tolta l’unica sua protezione per me, un assassino.

Si siede e fa un respiro profondo, consapevole di ciò che l’aspetta.

- Dica il suo nome.

Lei mi guarda dritto negli occhi.

Non è ancora pronta, ma lo fa per me.

- Hermione Jean Catherine Granger-White

Ed ecco che l’illusione si svanisce.

I tratti di Catherine hanno lasciato il suo viso e tutti ora possono riconoscerla.

Lo stupore generale crea un chiacchiericcio di sottofondo, ma tutto ciò che mi importa ora è vedere lei che si asciuga velocemente gli occhi.

So a cosa sta pensando.

L’ultima volta che si è seduta lì stava lottando contro i suoi amici per ottenere giustizia per la morte di suo padre.

Stava male, era distrutta e ora sta rivivendo tutto il dolore provato.

Lei risponde alle domande in modo serio e conciso.

Sul suo viso compare una smorfia di concentrazione quando ascolta ciò che dice l’avvocato dell’accusa. Non riesco ad ascoltare nulla di ciò che lei sta dicendo, tutto ciò che riesco a percepire è il suo respiro che improvvisamente si blocca.

- Mi risponda, signorina Granger. Lei è innamorata del signor Malfoy?

- Non vedo come questo possa influire sulla verità

- Influisce se quello che ci ha detto non è la verità. Magari lo sta proteggendo.

Lei lo guarda scioccata dalle sue parole.

- Sono sotto giuramento.

- L’amore fa fare cosa assurde inoltre la vittima ha ucciso suo padre-

- Io non farei mai una cosa del genere e se lo pensa è chiaro che non conosce me. La giustizia per me è una cosa importantissima. Ho rotto i rapporti con Ronald Weasley, Harry Potter e l’intero mondo magico per questo. Se Draco Malfoy avesse fatto qualcosa contro questo mio principio, non sarei qui a parlare a suo favore.

Prende fiato e raddrizza la schiena fiera.

- Lui ha salvato la mia vita. Ron stava per uccidermi e lui mi ha salvato. Ecco come sono andati i fatti.

- Non ha ancora risposto però alla mia domanda. Ha una relazione con l’imputato?

- Sì

L’avvocato annuisce e si prepara ad attaccare.

- E’ fuggita a Los Angeles sotto il nome di Catherine Richardson tre anni fa è vero?

- Sì, è vero

- Anche a causa del signor Malfoy?

Che bastardo! Cosa importano gli ultimi tre anni nella causa?

Lei deglutisce.

- Avevamo interrotto la nostra relazione e io mi sono allontanata anche per questo

L’avvocato prende alcune carte dal suo tavolo e le porta al giudice.

- Vorrei mostrare la prova numero uno al giudice e alla giuria. Un referto babbano della signorina Granger compilato in un ospedale psichiatrico che attesta che la signorina era un pericolo per sè stessa.

- Ha usato il tempo verbale giusto. “Ero”. Mi sono ripresa e sono uscita da quell’ospedale.

- Fingendosi morta. Non grazie ai suoi miglioramenti. Cosa ci impedisce di pensare che il signor Malfoy non l’abbia fatta uscire e che non l’abbia manipolata?

- A quale scopo?

Un altro foglio viene portato all’attenzione del giudice.

- Prova numero due: gli attacchi da un nuovo gruppo di mangiamorte. Con l’appoggio di una persona importante come lei nel mondo magico sarebbe facile sembrare innocente agli occhi della gente.

- Lei dimentica che io e Draco non abbiamo avuto contatti per anni.

- Lui è riuscito a trovarla in pochissimo tempo quando invece l’intero reparto degli Auror la stava cercando. Poi non ha fatto rapporto a nessuno quando alla fine vi siete ritrovati. E’ difficile credere che lui non sapesse già dove fosse.

- Lui sapeva cose che nessuno, nemmeno Harry Potter, sapeva. Ecco come mi ha trovato e credetemi io non volevo rivederlo. Mi ha spezzato il cuore tre anni fa così come il resto del mondo magico.
Non mi avete aiutato quando ne avevo bisogno ed è per questo che mi sono allontanata. Se controllate la mia bacchetta, non è stato fatto un incantesimo da anni.
Non sarei mai tornata perchè ero felice senza magia. Vivevo una vita serena dall’altra parte del mondo.Io sto rinunciando alla mia felicità per questa persona non solo perchè la amo, ma anche perchè ha salvato la mia vita.

L’avvocato tace e torna a sedersi.

Viene chiesta una pausa e lei si alza ed esce dall’aula ignorando tutti gli sguardi su di sè. Nessuno ancora crede che lei sia veramente lì. Arthur Weasley cerca di fermarla per parlarle ma lei lo ignora ed esce.

La seguo e non mi importa se questo mi danneggerà.

La vedo correre nel bagno delle signore, ma questo di sicuro non mi impedirà di parlarle.

- Hermione?

Non appena apro la porta una massa di ricci mi avvolge e mi stringe forte.

Ricambio l’abbraccio e cerco di calmare i suoi singhiozzi.

Potrebbe essere l’ultima volta che la tengo fra le mie braccia.

- Portami via ti prego…

Un sussurro.

- Non ce la faccio. Hanno tirato fuori l’ospedale, tutto quello che ho passato…

Mi spezza il cuore sapere che sta soffrendo così tanto per me.

- Portami via…

- Non posso, Hermione. Non posso farlo questa volta. Vorrei tanto, ma non è possibile.

Lei alza lo sguardo e mi guarda come se avesse un’idea pazza.

- Si invece. Scappiamo nel mondo babbano, nessuno ci troverà. L’ho fatto una volta e rifarlo non è un problema. Tu non hai fatto nulla di male, mi hai protetta e ora io proteggerò te.

Sciolgo l’abbraccio e la guardo scioccato.

- Vivresti una vita continuamente in fuga, senza poter usare la magia.

- Non mi importa

- Tua sorella? Tua madre? Non ti importa di loro?

- Anche Haley ha rinunciato a tutto e ha vissuto in fuga

- Rinunciando alla felicità con Baston però e questo non posso permetterlo.

- Ci saresti tu con me.

Mi allontano da lei e scuoto la testa.

- Non puoi andartene e lasciarmi proprio ora.

- Non voglio allontanarmi da te, ma devo farlo! Quando questa storia sarà finita potremo stare insieme. Sarà questione di tempo.

Lei si mette una mano nei capelli esasperata.

Cosa le prende?

Sentiamo bussare alla porta e Ginevra entra poco dopo interrompendo i miei pensieri.

- Draco, devi tornare in aula.

Annuisco ed esco dal bagno confuso.

Perchè Hermione si comporta così?

- Hermione non piangere...

Mi fermo pochi passi dopo essere uscito.

- L’ha presa male?

- No, non è per quello. Dovrei essere felice che si stia assumendo le sue responsabilità, invece sono chiusa in un bagno in lacrime.

- Devi dirgli la verità

- Ma ha ragione! Come possiamo vivere una vita da fuggiaschi? Di certo non ora…

- Se sapesse cosa c’è in ballo…

- Non cambierebbe la situazione. Ha ragione, possiamo solo sperare che le conseguenze non siano troppo dure o potrebbe non saperlo mai…




 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Epilogo ***


Capitolo 27: Epilogo


Freddo.

Nonostante siano mesi che sono qui non ho ancora visto il sole spuntare da quelle montagne in lontananza.

Qui il tempo non cambia mai e i giorni sembrano tutti uguali.

Sempre nuvoloso e a volte piove, ma mai una giornata calda di sole.

Accarezzo le sbarre facendo in modo che il freddo scorra lungo le mie mani. Ormai è l’unica sensazione che riesco a provare in questo posto. Era destino che per un motivo o per un altro sarei finito ad Azkaban, ma speravo che lei non venisse coinvolta in tutto questo.

Appoggio la testa dove prima era la mia mano e non posso impedire alla tristezza di riempire il mio cuore.

Sei mesi.

Non vedo i suoi occhi da sei mesi e credo di stare impazzendo.

La mia mente continua a tornare a quell’ultimo giorno sulla banchina della stazione. L’ultimo giorno da uomo libero passato a litigare e discutere.

Ha ragione. 

Su tutto.


La pioggia batte forte sulle nostre teste, ma sembra che a lei non importi minimamente. L’unica cosa che fa è scuotere la testa e stringersi il cappotto.

Ha pianto in questi giorni: ha gli occhi rossi e gonfi.

Evita il mio sguardo.

- Hermione…

Lei fa un passo avanti e mi abbraccia.

Non riesco a rispondere subito a quel gesto tanta è la sorpresa, poi però mi godo questa sensazione fino in fondo.

Il profumo dei suoi capelli, il calore dei nostri corpi l’uno contro l’altro e la consistenza del suo tra le mie braccia.

Mi mancherà tutto questo in due anni.

Lei scioglie troppo presto questo abbraccio e mi lascia a boccheggiare quasi mi mancasse l’aria.

- Draco, io non riesco a capire perchè lo hai fatto… Potevamo risolvere tutto insieme, ma come al solito hai preso questa decisione senza parlarmene e ora devo solo accettare le conseguenze.

- Era il migliore accordo per noi...

Lei sospira e alza gli occhi cercando di evitare di piangere.

- Non è il migliore se sei costretto a passare due anni ad Azkaban solo per aver impedito a qualcuno di uccidermi.

- Rischiavo il bacio del dissennatore! Rischiavo di non vedere mai più la luce del sole, di non rivedere te!

- Non è vero! Nessuno poteva confermare tutta la storia dei mangiamorte e non saresti stato incolpato per questo.

- Non puoi saperlo…

Ormai le gocce di pioggia si sono mescolate alle sue lacrime.

- Ti stavano facendo soffrire troppo e con l’accordo ho messo fine a tutto questo.

- E pensavi che passando due anni in prigione mi avresti fatto soffrire di meno? Non senti quanto le tue giustificazioni siano ridicole? Se aspettavi ad accettare l’accordo o almeno che tu ti fossi prima consultato con me, avremmo potuto trovare una soluzione migliore! Tu sei innocente!

Avvicino la mano alla sua spalla ma lei si sposta.

Sospiro e cerco di ritrovare la calma.

- So che sei arrabbiata, ma io so che questo è il meglio per tutti e due! 

- No non sono arrabbiata, sono furiosa. Fai sempre così Draco… Se c’è una decisione da prendere, dai la mia opinione per scontato. Non mi hai chiesto se avevo qualcosa in contrario se ti fingevi morto per aiutare tua madre! Mi hai lasciato con una dichiarazione d’amore e tantissimi rimpianti. Non mi hai detto che mio padre ti aveva chiesto di lasciarmi vivere la mia vita senza i tuoi problemi, mi hai abbandonata su quel ponte senza darmi una spiegazione. E sette mesi fa hai deciso di farmi tornare nella tua vita ignorando completamente le mie richieste che cercavano di proteggermi da questo momento. 

Si asciuga velocemente le guance e alza lo sguardo fiera verso il mio.

- Come io non so cosa sarebbe successo se tu non avessi accettato quella proposta, tu non puoi sapere che questo è il meglio per noi e io sono piuttosto convinta che non lo sia perchè ancora una volta mi hai dimostrato che la tua assurda idea di dovermi proteggere da qualsiasi cosa non ha funzionato.

- Cosa vuoi dirmi Hermione?

- Che non ce la faccio più a sopportare questo “tira e molla”. I momenti felici insieme non bilanciano più il dolore che mi fai provare ogni volta che sottovaluti la mia indipendenza, ogni volta che non mi ascolti e che prendi decisioni per me.

Stringo i denti e la guardo con freddezza. 

- Perchè non riesci a capire quanto sto facendo per te? Quanto ho dovuto sacrificare per averti di nuovo?

- Ecco, non mi stai ascoltando ancora una volta! Io non ti ho chiesto di sacrificare mai nulla per me, ma solo di farmi entrare del tutto nella tua vita.

- Tu sei la mia vita! Tutte le mie azioni da quando ho 15 anni sono state fatte per proteggerti.

- Entrare nella tua vita del tutto non significa solo venire protetta da te! Significa che se c’è un problema, io non rimango in un angolo ad aspettare che tu pronunci il verdetto, ma che me ne parli, che ne discutiamo e che insieme andiamo avanti superando ogni ostacolo.

- Lo stiamo facendo anche ora mi sembra…

- No, ormai la decisione è presa e l’hai presa tu ancora una volta senza consultarmi. Ora però tocca a me decidere una cosa...

La pioggia rallenta come se anche lei stesse trattenendo il fiato.

Lei non riesce a capire le mie ragioni, non vede come sono stato in questi mesi mentre lei era Catherine.

Non ha sentito la delusione, la solitudine e lo sconforto ogni singola volta che mi rifiutava.

Dentro di me prevale lo stronzo di una volta o forse è solo il mio istinto di sopravvivenza.

- Forza Granger, fallo! Ci sono degli Auror proprio fuori da questa stazione che mi aspettano per portarmi ad Azkaban per cui fa veloce e dillo.

La rabbia scivola di nuovo via dai suoi occhi poco prima di distogliere lo sguardo, mentre un treno lentamente arriva al binario.

- Sei stato il mio primo amore, sei stato il primo che mi ha fatto sentire veramente amata, e vorrei tanto che fossi anche l’ultimo per me, ma così non può andare avanti. Non puoi ogni volta che ne hai voglia entrare ed uscire dalla mia vita credendo di non farmi soffrire. Come non puoi dare per scontato la mia indipendenza e la mia opinione. Non te lo permetterò più, per cui è finita Draco. Basta, non voglio più sentirmi come mi fai sentire quando te ne vai ancora una volta con la scusa di volermi proteggere.

- E’ finita Granger? 

Lei mi guarda negli occhi e subito mi sento come se si stesse portando via una parte di me. Questa volta è lei ad andarsene…

- Buona fortuna Draco!

Mi volta le spalle e l’ultima cosa che sento sono i suoi tacchi che risuonano lungo la banchina, poi la vedo scomparire nel nulla.

 

Alzo la testa dalle gelide sbarre e mi accarezzo una guancia.

E’ bagnata.

Quasi non mi sono accorto di stare piangendo.

La forza di gravità vince e mi lascio cadere sulla brandina umida alle mie spalle.

Faccio gli stessi errori ogni volta.

Solo il tempo in questa cella mi hanno fatto capire quanti errori entrambi abbiamo fatto, quante cose avrei voluto non dire o fare.

Voglio essere un uomo migliore, non per lei ma per me stesso.

Lei starà andando avanti con la sua vita e anche io lo farò una volta uscito di qui.

Libero e con una nuova vita.

Da qualche parte nel mondo ricomincerò a vivere ricercando almeno un briciolo della felicità che lei sola mi dava.













Ed eccomi qua, tre anni dopo a guardare la foto di mia figlia

Capelli praticamente bianchi , o forse è solo un riflesso della luce che era presente il giorno in cui è nata ed è stata scattata la foto.

Seguo con gli occhi la leggera onda che assumono. Di sicuro questa caratteristica l’ha presa da lei.

Non so di che colore ha gli occhi. Dorme così bene avvolta nella sua copertina rosa pallido.

Mi consolo osservando attentamente il suo viso. Le somiglia tantissimo partendo proprio dal suo minuscolo nasino leggermente a punta, la forma degli occhi e del viso in generale.

La piccola manina che stringe forte un dito che credo sia il suo o forse quello di Haley.

Affacciandomi dalla vetrina vedo proprio quest’ultima allontanarsi. Ho disturbato la sua vita con Baston per l’ennesimo “capriccio”, mi ha scritto via gufo. E’ assurdo che il voler conoscere mia figlia sia considerato un capriccio, ma non posso biasimarla: ho fatto del male anche a lei con le mie decisioni.

Devo affrontare le conseguenze anche se questo significa non poterla considerare più mia, non poter considerare la sua famiglia come la mia.

Sono pronto ad accettare tutto questo? Guardo velocemente di nuovo quel visino dove è inevitabile rivedere lei.

Lo sono. E’ mia figlia e non permetterò che cresca senza un padre sperando di essere migliore del mio…

All’improvviso realizzo di essere già partito con il piede sbagliato: non c’ero quando è nata, la prima volta che ha aperto gli occhi o il suo primo sorriso.

Ma come potevo? Durante il periodo della gravidanza e la nascita stavo scontando la mia pena ad Azkaban. Poi non ne sapevo nulla: stava lei informarmi invece ha preferito non dirmi nulla.

Mi ha privato dei primi momenti con mia figlia, una delle azioni più egoiste dopo ciò che ha fatto mio padre a me:  marchiarmi per soddisfare le richieste di un pazzo.

Come può averlo fatto? E’ una cosa troppo grossa ed importante da nascondere

Scommetto che non le ha neanche dato il mio nome come se non esistesse un padre per quella bimba. Ho dato la vita per lei e non ha neanche voluto dirmelo di persona, con un gufo, un piccione o  un segnale di fumo

Meritavo di più! Avrei voluto scoprirlo subito e non dopo tre lunghi anni.

E’ stata lei ad andarsene lei, mi ha lasciato nonostante fosse già incinta, non me lo ha detto quando poteva e ha preferito privarla di un padre pur di non dirmelo.

Preso dai miei pensieri non ho notato il piccolo foglio piegato in due che probabilmente Haley mi ha lasciato. Lo apro e con un elegante calligrafia vedo l'indirizzo scritto

 

Northway Park Avenue 16 Londra

Terzo piano appartamento 20C

Non fare cazzate

-H

 

Mi precipito fuori dal locale lasciando una grande mancia al cameriere per aver ordinato un the corretto mai consumato e fermo un taxi. 

Con voce tremante dico al conducente l'indirizzo. 

L'attesa sembra infinita quando invece mia figlia era 15 minuti dal locale in cui mi trovavo.

Il taxi si ferma davanti ad un allegro palazzo giallo spento con un giardino davanti.

Cammino come se  fossi in un totale stato confusionale.

Sto per rivederla e per conoscere mia figlia:  24 ore fa ero solo dentro al Manor a bere e ora ho una figlia con Hermione.

L'ascensore apre le porte e il pianto di un bambino raggiunge le mie orecchie seguito da rumore di pentole e di una strana e ipnotica melodia.

È per questo che non mi stupisco quando scopro che tutto questo arriva da dietro una porta con il nome Granger sul campanello.

Busso forte in modo che si senta sopra ogni altro rumore e non passa neanche un secondo prima che lei mi apra.

Eccola bella! Proprio come me la ricordavo: ogni sua caratteristica la ritrovo dove l'avevo impressa nella mia mente: le uniche cose nuove che noto sono un bavaglino sporco sulla spalla, un biberon in mano ed un'espressione stupita sul suo viso.

La vedo boccheggiare e sbattere velocemente le palpebre come se si aspettasse che la mia persona svanisca.

 Il suo braccio accadde in lungo i fianchi come se avessi interrotto una situazione, all'improvviso non più così importante

- Draco?

- Dov'è mia figlia ?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2982295