Progetto Sonic 2.0

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Al limite della pazzia ***
Capitolo 2: *** Il riccio bianco ***
Capitolo 3: *** Capire le proprie scelte ***



Capitolo 1
*** Al limite della pazzia ***


Dopo essersi laureato a pieni voti all'università di New York, Chris si era ripromesso di prendersi alcuni giorni di riposo.
«Ma Chris, il tuo lavoro alla Nasa ti sta aspettando» fece suo padre.
«La Nasa può aspettare, papà... Ma il mio progetto no.»
«Di quale progetto stai parlando, figliolo?» domandò curiosa sua madre.
«Mi dispiace mamma, ma non ne posso parlare con nessuno.»
«Nemmeno a me?»
Helen, la sua fidanzata nonché amica di una vita, si avvicinò a Chris abbracciadolo e congratulandosi per la laurea conseguita.
«Grazie mille, Helen. E grazie ancora a tutte le volte che mi hai aiutato a studiare.»
«Hai fatto tutto da solo, Chris. Il mio aiuto è stato minimo.»
«Smettila di fare la modesta. Sai che non è vero.»
«Meglio che vi lasci un po' da soli. A più tardi, figliolo» fece suo padre trascinando sua madre per lasciare in pace suo figlio.
«Amo molto i miei genitori... Ma certe volte sono troppo insistenti.»
«Perchè ti vogliono molto bene, Chris. Per loro sei il bene più prezioso.»
«Lo so bene... Ma adesso sono abbastanza grande. E ho bisogno dei miei spazi.»
«Dei nostri spazi» ribatté la ragazza adirata.
«Già... giusto...»
«Hai dimenticato che molto presto andremo ad abitare insieme. Non hai cambiato idea su questo argomento, vero?»
«Certo che no. È da più di un anno che ne parliamo.»
«Bravo. Ormai il nostro appartamento a New York è quasi pronto ed io non vedo l'ora di abitarci insieme a te.»
Chris aveva sempre visto la sua Helen felice e raggiante.
Ma i pensieri che albergavano dentro il giovane laureato, erano tutt'altro che cose piene di felicità.
«Devo tornare immediatamente a casa.»
«Adesso? Ma abbiamo il ricevimento al ristorante.»
«Lo so. Ma mi è venuto in mente che devo risolvere una questione importante.»
«E non puoi aspettare stasera?»
«Purtroppo no. Parlaci tu con i miei genitori, ok? Io vi raggiungerò appena possibile.»
«Aspetta un attimo, Chris!»
Ma il ragazzo non rispose, evitando di ascoltare i numerosi richiami della sua ragazza e concentrarsi su quello che gli stava veramente a cuore.
 
 
Durante i suoi anni universitari, Chris era riuscito a costruire insieme a suo nonno un laboratorio molto più grande per i loro esperimenti sulla scienza astronomica.
Ma c’era un particolare di cui nessuno era a conoscenza.
“Il mio più grande progetto presto diventerà realtà… È solo questione di tempo.”
Una volta acceso il computer per controllare il suo diario personale, Chris cominciò a sfogliarlo dall’inizio per constatare i numerosi sviluppi apportati da alcuni anni a questa parte.
“MI serve solo l’energia necessaria di uno smeraldo del caos per far sì che il mio progetto possa diventare finalmente realtà. Ma dove posso trovare una simile energia?”
«Chris…»
Sentendo il suo nome, Chris sobbalzò di colpo chiudendo tutti i suoi programmi segreti.
«Che cosa ci fai a casa? Perché non sei al ristorante con tutti gli invitati?»
«Potrei farti la stessa domanda, nonno.»
«Da qualche anno a questa parte non sei più lo stesso… Mi dici che cosa ti sta succedendo?»
«Non mi sta succedendo niente. Sono solo euforico per essermi finalmente laureato.»
«E cosa sono tutti questi tuoi sotterfugi?»
«Di cosa stai parlando?»
«Andiamo Chris, credi davvero che io sia uno stupido? Sarò pure vecchio ma sono ancora molto furbo e sveglio… Che cosa stai studiando?»
«Sto solo cercando di costruire una nuova macchina da lanciare nello spazio. È un progetto che ci sto dietro da molti anni. Vedrai quando lo cederò alla Nasa. Sarà un’ida che rivoluzionerà tutta la scienza astronomica.»
«Se solo potessi crederti…»
«È la verità, nonno. E sei il primo a cui l’ho rivelato.»
«Chris, nel corso dei tuoi anni tu non mi hai mai mentito… Che cosa credevi? Che non avrei saputo del tuo rifiuto di andare a lavorare per la Nasa?»
«Ma nonno…»
«Senti Chris, i tuoi progetti segreti potrebbero mettere in pericolo l’intera umanità… Perchè non me ne vuoi parlare? Magari potrei aiutarti.»
«NO. È una questione che riguarda solo me.»
«E quando la verità verrà allo scoperto? Che cosa ne penserà Helen?»
«Lei non deve sapere niente! E guai a te se proverai a spifferare tutto dei miei progetti segreti. Sono stato abbastanza chiaro?»
«Chiarissimo, Christopher.»
Il nonno di Chris non l’aveva mia visto così nervoso.
Sembrava quasi che stesse impazzendo.
«Hai intenzione di rimanere con i tuoi computer o vieni alla festa?»
«Ti seguo a ruota.»
«Molto bene. Adesso si che ragioni.»
 
 
Appena arrivati al ristorante, Chris dovette fronteggiare la collera dei suoi genitori per aver abbandonato il ricevimento senza avergli detto niente.
«Sono dovuto andare a casa di corsa. Helen non vi ha detto niente?»
«Ma se nemmeno Helen sapeva dove ti eri cacciato! Ma adesso basta parlare… Il buffet ci sta aspettando.»
Ma Chris non ne voleva sapere di mangiare.
Non dopo che si sentiva molto vicino alla riuscita del suo progetto.
«Chris, che cosa ci facevi a casa?»
«Adesso hai intenzione di farmi l’interrogatorio pure tu?»
«Ma io veramente…»
«Perché non hai detto ai miei genitori che avrei ritardato a questo stupido buffet?!»
«Scusami. Ero troppo in pensiero per te.»
«Certo, come no. Ultimamente non mi sei di molto aiuto, Helen.»
«E tu non fai altro di fare l’uomo misterioso. Vuoi dirmi una volta per tutte che cosa stai nascondendo?»
«I miei progetti devono rimanere segreti a tutti… E tu non fai nessuna eccezione! Sono stato abbastanza chiaro? Non voglio più tornare sull’argomento. >
Le ultime parole di Chris ferirono profondamente la povera Helen.
«Molto bene. Se è così che mi consideri, è meglio se io e te non ci vediamo più.»
Con le lacrime che gli stavano cadendo in viso, Helen se n’andò dal ristorante senza voltarsi a guardare la faccia sbigottita del suo ex ragazzo.
«Stai rovinando l’esistenza a tutte le persone che ti stanno intorno, Chris» fece suo nonno con tono duro.
«Tu stanne fuori!»
«Se non torni il bambino che eri un tempo, presto non ci sarà nessun amico o parente che ti vorrà stare accanto.»
«Nonno, quando capirai che io sono diventato adulto ormai?!»
«E tu quando capirai che rivedrai mai più Sonic?!»
Sentendo il nome del riccio blu, Chris sbiancò di colpo.
«Che cosa centra lui adesso?»
«Allora mi credi davvero uno sciocco? Stai elaborando ad un progetto per ritornare sul suo pianeta… Ma non ti rendi conto che facendo così metterai in pericolo l’intera popolazione? Non ricordi cos’è successo l’ultima volta?»
«Questa volta sarà diverso… E non ho nessuna intenzione di ritornare nel loro mondo…»
«E allora cosa vuoi fare?»
«Presto lo vedrai. È solo questione di tempo.»

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Capitolo 2
*** Il riccio bianco ***


«Svegliati, Chris» fece il nonno del giovane ragazzo cercando di scrollarlo dalla sua scrivania.
«Chris! Svegliati!»
«Ahhh! Che cosa…»
«Non ci posso credere… Da quant’è che non dormi?»
«MI sono addormentato un paio di minuti… Che ore sono?»
«Sono le dieci del mattino passate… Non avevi un appuntamento con Helen?»
«Helen!»
Preso dalla foga, Chris schizzò via dalla sua scrivania per raggiungere la sua ragazza che lo stava attendendo nel centro di Station Square.
«So di essere in ritardo» fece il ragazzo mettendo le mani avanti «Ti chiedo di scusarmi.»
«Scusarti non ti servirà a niente» fece Helen con tono truce «Ormai abbiamo perso l’aereo per New York.»
«Possiamo farci portare da mio padre. Lui ci potrebbe noleggiare un elicottero.»
«Lascia perdere.»
Helen era profondamente scocciata dai modi di fare del suo ragazzo.
«Aspettami, Helen.»
Ma la ragazza non si voltò nemmeno per guardarlo in faccia, riprendendo il suo cammino per ritornare a casa.
«Helen, perché non ti fermi?»
«Perché ne ho abbastanza di te! da qualche tempo a questa parte non riesco più a riconoscerti… Mi dici una volta per tutte che cosa ti sta accadendo? Vuoi forse lasciarmi?»
«Certo che no, Helen!»
«Allora ti prego di essere chiaro una volta nella tua vita.»
Ma il Ragazzo non gli avrebbe mai confessato i suoi progetti segreti che avrebbero per sempre cambiato la sua vita.
«Helen, io…»
Chris non riusciva a trovare le parole necessarie.
Il suo segreto l’aveva completamente bloccato.
«Non posso dirtelo. Mi dispiace.»
«Che intendi dire?»
«Mi dispiace Helen, ma io e te non possiamo andare a stare a New York. Non ora, almeno.»
«Perché questo cambiamento repentino?»
«Perché ho alcune faccende da sbrigare che non posso assolutamente tralasciare.»
«E sono così oscuri questi segreti che non vuoi rivelarmi nulla?»
«Sono fatti estremamente privati.»
«Allora deve essere roba grossa…»
«Adesso basta parlarne, Helen.»
«In un’altra occasione me ne avresti parlato senza problemi. Ti saresti aperto a me… Ma adesso vorrei tanto capire che cosa ti succede.»
«Niente di preoccupante. Stai tranquilla.»
«Tranquilla dici? Meglio che io e te non ci vediamo più…»
«Ma Helen…»
«Lasciami in pace! Finché non mi confesserai le tue reali intenzioni, ti prego di non cercarmi più.»
La povera Helen aveva le lacrime agli occhi.
La situazione insostenibile che stava passando con Chris era troppo per lei.
«Va bene. Se è questo che vuoi…»
«Mi sta costringendo tu, Chris. Mi dispiace… Ma io non posso più aspettarti. Addio.»
Una volta rimasto solo in mezzo a quella strada piena di gente, Chris decise di non dare nessun peso alla sua vita sentimentale che stava crollando in maniera irrefrenabile, concentrandosi solamente sul suo progetto.
 
 
«Bentornato a casa, signorino Chris» fece il maggiordomo Tanaka.
«Buon pomeriggio, signor Tanaka. Mio nonno è in casa?»
«Sì. Ma non so precisamente dove.»
«Grazie.»
Una volta risalito le scale, Chris riuscì a notare suo nonno che stava tenendo in mano un oggetto d singolare.
Un oggetto che avrebbe concluso il suo progetto.
“Mio nonno con uno smeraldo del caos… Ma com’è possibile?”
Il ragazzo non voleva credere ai suoi occhi.
La soluzione ce l’aveva avuta sempre sotto il suo naso.
Ma perché suo nonno non lo voleva aiutare?
«Che cosa stai tenendo in mano?»
«Chris. Mi hai spaventato.»
«Rispondi subito alla mia domanda. Che cosa tieni in mano?»
«Non sono fatti che ti riguardano. E adesso fuori immediatamente da qui.»
Spazientito, Chris sottrasse con la forza l’oggetto a suo nonno, mandandolo su tutte le furie.
«Ridammelo immediatamente!»
Guardandolo con attenzione, Chris notò che era una perfetta copia.
«Credevi che fosse vero? Pensavi davvero che i tuoi amici fossero di nuovo qui tra noi? Chris, dammi retta: devi farti vedere da uno psicologo. Stai impazzendo.»
«Questo non è vero!»
«Ah no? Stai facendo soffrire tute le persone che ti stanno intorno e non fai altro che pensare a quel tuo progetto che ti sta mandando fuori di testa… Credi davvero di stare bene?»
«Tu non puoi capire come io possa sentirmi solo.»
«Ti capisco benissimo! Ma non puoi creare una creatura dal nulla rimpiazzandola con Sonic. È impossibile.»
«Ma grazie a questa copia di smeraldo del caos sarà possibile.»
«Non succederà mai. Quella copia non ha l’energia adatta per svegliare la tua creatura.»
«Bisogna solo stare a vedere.»
Preso dall’euforia, Chris raggiunse il suo laboratorio azionando le sue macchine.
Dopo aver inserito la copia dello smeraldo nella macchina, l’energia emanata mandò in sovraccarico l’intera abitazione distruggendo l’intero impianto elettrico.
«Che cos’è successo?»
«Lo vedi? Te lo dicevo che non avrebbe mai funzionato.»
«Ma non è possibile…»
«Chris dai retta a me una buona volta: ferma questo tuo progetto prima che tu impazzisca una volta per tutte.»
Allibito per quello che era successo, lui e suo nonno dovettero spiegare al Signor Tanaka e ad Ella il motivo dell’interruzione dell’energia elettrica.
«Domani chiamerò immediatamente i tecnici. Basterà avviare il generatore d’emergenza e vedrete che la corrente elettrica tornerà.»
«L’aiuterò io» fece il Signor Tanaka.
«Grazie.»
Rimasto insieme alla domestica, Chris dovette assorbirsi il suo terzo grado sulla sua vita sentimentale.
«Non voglio fare l’impicciona… È solo che tu ed Helen siete una bella coppia.»
«Ce lo dicono tutti…»
«Ma allora perché ti comporti…»
«Se mi comporto così sono solo affari miei. Tu e tutti gli altri dovete lasciarmi in pace. Sono stato abbastanza chiaro?»
Ella rimase sconvolta da come gli aveva parlato colui che l’aveva visto crescere.
«Certo. Scusami.»
«Adesso me ne vado in camera mia. Stasera non rimarrò a cena» si limitò a dire prima di scomparire nella sua stanza.
 
 
Alcuni rumori provenienti dal laboratorio svegliarono Chris in piena notte.
Incuriosito e per timore che potesse svegliare tutta la casa, andò immediatamente a controllare.
Sembrava tutto stranamente in ordine.
Ma guardando più a fondo, vide che il computer era acceso.
“Processo di risoluzione 100%”
Subito dopo, la capsula contenente la creatura di Chris iniziò a prendere vita.
“Non ci posso credere… Ce l’ho fatta…”
IL riccio somigliante in maniera incredibile a Sonic si alzò in piedi fissando Chris con sguardo serio.
«IL mio nome è Sonic… Sonic il riccio bianco.»

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Capitolo 3
*** Capire le proprie scelte ***


Chris non riusciva ancora a credere a quello che avevo creato.
La sua creatura era molto simile al suo amico Sonic, il riccio blu.
“Davvero stupefacente.”
< Chris, perché mi stai guardando in quel modo? > domandò il riccio bianco fissandolo con sguardo confuso.
< Oh, niente… E’ solo che devo ancora rendermi conto di quello che ho appena creato. >
< Già… Magnifico, non è vero? >
< Puoi ben dirlo. Aspetta che lo mostri a mio nonno. Ne sarà estremamente sorpreso. >
Ma Sonic non voleva farsi conoscere in quel momento.
< Aspetta un momento, Chris. >
< Che cosa succede, Sonic? >
< Io e te dobbiamo parlare. >
< Parlare? E di cosa? >
«Della tua situazione…»
«Non riesco a capire…»
Sonic fissava Chris con sguardo truce e interrogatorio.
«Chris, anche se sono una creatura di tua invenzione nata da poco, riesco a percepire cosa ti passa per la testa.»
«Ma io…»
«Smettila di balbettare e vai a chiedere scusa a tutta la tua famiglia.»
«Adesso?»
«Puoi aspettare la colazione… Ma lo devi fare. E non cercare di tirarti indietro, ok?»
«Ok. Va bene.»
«Benissimo. Adesso tornatene a letto. Domattina sarà una giornata molto lunga.»
«Ed io e te? non giocheremo un po’? Non ci divertiremo come due amici per la pelle?»
«Chris, non ti rendi conto che sei abbastanza grande per giocare insieme? Devi pensare al tuo futuro. Al tuo lavoro e a come costruirai una famiglia.»
«Ma di quello ho tutto il tempo del mondo!»
«Ne sei sicuro? Chris, hai già 25 anni…»
«Non ci posso credere. Mi pare di sentire mio padre… Sonic, ti ho creato perché tu rimanessi accanto a me nei momenti di avversità. Invece mi stai remando contro.»
«Chris, se ti dico queste cose, è solo per il tuo bene.»
«Sai cosa ti dico? Che era meglio se questo dannato progetto non lo iniziavo nemmeno.»
Nel sentire quelle urla, il nonno di Chris si precipitò in laboratorio per capire che cosa stava succedendo.»
«Chris, perché stavi urlando?»
Girando lo sguardo, Chris notò che Sonic era scappato.
«Allora? Vuoi svegliare tutta la casa? Hai idea di che ore sono?»
«Scusami nonno, ma ero in preda al sonnambulismo… e quando mi sono svegliato ho iniziato a gridare.»
Ciak non riusciva a credere alle parole di suo nipote, ma in quel momento decise di non dargli troppo peso.
«Va bene, lasciamo stare. Adesso tornatene a letto, ok?»
«Ok. Ci vediamo domattina.»
 
 
Da quando Sonic si era risvegliato, Chris non era riuscito a richiudere occhio.
Pensare a tutta la predica che gli aveva rifilato il riccio bianco l’aveva messo in allarme.
«Buongiorno» fece Chris raggiungendo la sala da pranzo mentre tutta la sua famiglia era intenta a fare colazione.
«Buongiorno, Chris. Hai dormito bene?» gli domandò Ella.
«No, per niente.»
«Infatti hai una brutta cera… Va tutto bene?»
«No, nonno. Non è così…»
«C’è qualcosa che possiamo fare per te?»
«Non lo so… È una questione che riguarda solo me.»
«Chris, se hai bisogno di aiuto, non ti devi vergognare nel dirlo… Noi siamo la tua famiglia. E faremo di tutto per aiutarti. Lo capisci, vero?»
«Sì, certo… E vi ringrazio per questo… E già che ci siamo, vi chiedo scusa per come mi sono comportato in questo ultimo periodo. Non so proprio che cosa mi sia preso.»
«Oh, figliolo… Scuse accettate» replicò suo padre andandolo ad abbracciare.
«Finalmente è tornato il mio vero Chris» fece sua madre con tono raggiante.
«Figliolo, molto probabilmente questo periodo difficile è stato dato da un’alta forma di stress causata dall’università. Infatti io e tua madre abbiamo pensato che potresti prenderti un anno sabbatico e decidere con calma il tuo percorso lavorativo da prendere… Il presidente della Nasa sarebbe molto contento di prenderti nella sua squadra.»
«Grazie, papà… Grazie a tutti e due per avermi potuto comprendere.»
«Figurati… Oggi se vuoi possiamo andare a fare un po’ di spesa e rinnovare il tuo guardaroba» propose sua madre «Giusto per distrarti un po’.»
«Magari un’altra volta, mamma. Ho una faccenda che devo risolvere il prima possibile.»
«Si tratta di Helen?»
«Sì.»
«Allora vai e non farla aspettare.»
«Hai ragione, papà» disse infine Chris dopo aver abbracciato la sua famiglia.
 
 
Chris pensava di trovare Helen intenta a studiare in camera sua o a prendere una boccata d’aria in giardino, ma i suoi genitori gli dissero che era andata la mare in compagnia di un riccio bianco.
«Ne siete davvero sicuri?»
«Sì… Anche se eravamo molto scettici per quello che avevamo visto… Ma cavolo! Era proprio uguale a Sonic.»
«E per giunta ci ha detto che era un tuo amico, Chris.»
«Abbiamo fatto bene a fidarci? Sembrava così gentile…»
«Sì, tranquilli. Avete fatto bene… Grazie per le vostre informazioni» replicò il ragazzo correndo fino al mare per incontrare la sua dolce metà.
Con il dolore lancinante di averla trattata male e con tutto l’amore per lei che stava riaffiorando, Chris non riusciva a trovarla da nessuna parte.
“E se non mi volesse più vedere? Se avesse deciso davvero di non volerne sapere più di me? Non ci voglio nemmeno pensare…»
Ma dopo aver setacciato tutta la costa di Station Square, Chris riuscì a vedere Helen intenta a fissare l’oceano.
«Helen…» fece Chris con voce rotta e flebile.
«Finalmente sei arrivato. Ti stavo aspettando.»
«Davvero?»
Il cuore di Chris stava martellando all’impazzata.
«Helen, mi dispiace tanto per tutto quello che ti ho detto…»
«Fino a poco fa’ ero in compagnia con la creatura che avevi dato alla luce solamente questa notte… È proprio uguale a Sonic. In tutto e per tutto…»
«Che cosa ti ha detto?»
«Era estremamente certo che saresti venuto fino a qui. Io invece ero molto scettica, dicendogli che non ne volevi più sapere di me… Chris, perché non mi hai voluto dire di questo progetto?»
«Te l’avrei detto, prima o poi…»
«Non ti fidi più di me?»
«Certo che no! Sei la persona di cui mi fidi ciecamente… È solo che questo progetto mi ha profondamente cambiato, spingendomi al limite della pazzia.»
«Era la tua sete di riuscire in questa impossibile impresa di colmare il vuoto creando quella creatura, non è vero?»
«Sì… Oltre a te avevo bisogno di un amico... Ma poi mi ha fatto capire che quel vuoto incolmabile era impossibile da riempire… In questo momento, coloro che possono starmi accanto sei tu e la mia famiglia. E io sono stato uno sciocco per non averlo capito.»
Helen fu molto colpita nel sentire quelle parole.
Aveva capito che Chris era tornato quello di un tempo.
«Chris, ti prego di non farlo mai più.»
«Ti giuro che non lo farò… Ti amo, Helen.»
«Ti amo anch’io, Chris» replicò la ragazza gettandosi tra le braccia del suo amato sotto gli occhi attenti di Sonic.
«Mi sono sempre piaciuti i quadretti romantici… e voi due formato un quadretto davvero perfetto.»
«Sonic!»
«Ciao, Chris… Allora? Tutto bene adesso?»
«Sì, benissimo.»
«E tu Helen?»
«Mai stata meglio.»
«Sono molto contento per voi due… Visto che la situazione si è risolta per il meglio, non mi resta che salutarvi.»
«Adesso dove andrai, Sonic?»
«Devo ancora rendermi conto delle bellezze di questo mondo… Ma non ti preoccupare, Chris. Ci rivedremo molto presto.»
«Non vedo l’ora.»
«A presto ragazzi» disse infine Sonic lasciando i due ragazzi per sfrecciare alla scoperta del mondo.

 

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